Il PuntO n° 152
Catastrofe finanziaria quattro.
Anche i debiti USA da carte revolving sono stati
globalizzati.
E iniziano le insolvenze. La situazione in Italia.
Di Mauro Novelli
22-11-2008
La situazione americana
Di norma, ad una onda anomala devastante seguono altre di ben minore portata. La finanza mondiale, investita dalla crisi, scatenata nominalmente dalla vicenda dei mutui sub-prime (sappiamo benissimo che le origini sono ben altre), rischia di essere sommersa da una seconda ondata di problemi, di gravità ben superiore al primo tsunami.
Questa “seconda passata” potrebbe essere originata dall’interruzione della capacità degli statunitensi di sovraindebitarsi.
Fino all’estate del 2007, gli americani sono andati avanti ampliando mutui accesi in precedenza (operazione favorita dall’artificiosa crescita dei prezzi degli immobili), accendendone di nuovi (suggeriti con decisione ed accordati dalle banche) per importi anche doppi rispetto al valore della casa da acquistare, con tassi di interesse da offerta speciale, prossimi all’1 per cento (suggerito e definito dalla FED di Greenspain).
Abbiamo visto (il PuntO n° 150) che la politica delle autorità monetarie USA ormai da oltre trenta anni (dal 1974 gli USA non hanno più attiva la bilancia commerciale) mirava a sostenere i consumi interni e quindi le importazioni dalla Cina, per ripagare questo paese dell’assorbimento dei titoli di stato americani emessi da Washington per ripianare debito e deficit.
Fino a pochi mesi fa, gli americani (e gli inglesi) che ritenevano di essere in “ristrettezze”, potevano senza problemi entrare in possesso di carte di credito, soprattutto revolving, con le quali accedere al credito assegnato alla carta e rimborsarlo a rate. Negli USA su 100 carte di credito/debito, 82 sono del tipo revolving.
I guai sono cominciati nel momento in cui questo tipo di credito è stato usato per coprire precedenti debiti omologhi. In altri termini, il consumatore in difficoltà col pagamento delle rate del mutuo e con quelle della carta revolving, chiedeva ad altri gestori una seconda carta revolving, poi una terza e così via. Non sono pochi i cittadini americani titolari di più di dieci carte revolving. Come ha documentato la settimana scorsa la Federal Reserve, il 65% delle istituzioni finanziarie ha irrigidito gli standard per le aperture di credito: un anno fa la quota era del 5. La Fed ha anche reso noto che il numero dei crediti in sofferenza sulle carte è schizzato del 54% nel secondo trimestre del 2008 rispetto allo stesso periodo del 2007.
Per dare una dimensione al fenomeno “revolving” è possibile consultare il sito della Federal Reserve. Si ricavano i seguenti dati: su un totale di oltre 2.580 miliardi di dollari, il credito revolving ammonta a oltre 970 miliardi pari al 37,5 per cento (previsioni settembre 2008). Dal 2003 la crescita del “revolving” è stata del 26 per cento (da 770,4 miliardi di dollari a 971,4).
CONSUMER CREDIT OUTSTANDING 1 |
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Miliardi di dollari (Destagionalizzato) Fonte: Federal Reserve (http://www.federalreserve.gov/releases/g19/Current/) |
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2003 |
2004 |
2005 |
2006 |
2007 |
2008 |
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Jul (R) |
Aug(R) |
Sep (P) |
Revolving |
770,4 |
799,8 |
824,5 |
874,6 |
939,5 |
970,1 |
970,5 |
971,4 |
Nonrevolving |
1307,9 |
1391,8 |
1460,7 |
1513,1 |
1581,9 |
1617,4 |
1610,8 |
1616,7 |
Total |
2.078,3 |
2.191,6 |
2.285,2 |
2.387,7 |
2.521,4 |
2.587,5 |
2.581,2 |
2.588,1 |
R
= revised. P = preliminary.
Per recuperare liquidità, parte di questi crediti sono stati cartolarizzati dai gestori, impacchettati e spacchettati dieci, venti volte: ci sono in circolazione 460 miliardi di dollari di titoli basati su di essi, diffusi a pioggia in tutto il pianeta dalle banche e dalle finanziarie.
Alcune settimane fa, la
Federal Reserve ha informato che il 65% delle istituzioni finanziarie ha
irrigidito gli standard per le aperture di credito: l’anno passato, solo il 5
aveva deciso di rivedere i criteri di erogazione. La Fed ha anche reso noto
che, nel secondo trimestre del 2008, il numero dei crediti in sofferenza sulle
carte si è impennato (+ 54 per cento) rispetto allo stesso periodo del
2007.
Questa situazione ha convinto le banche ad alzare i tassi d' interesse per i titolari
delle carte di credito, soprattutto per coloro che, con i nuovi standard
risultano, oggi, a rischio. Una grande finanziaria, la Washington Mutual,
informa che per alcuni clienti i tassi raddoppieranno.
Secondo la Federal Reserve un terzo delle
banche ha addirittura triplicato i tassi passati dal 7-8 per cento al 24-25.
La prima onda di tsunami ha richiamato tutti ad una più precisa correttezza e ad più professionale senso di responsabilità nella gestione del credito. Sono cominciati così i guai e, con i guai, i profittatori[1]. Secondo la FED il 60 per cento delle famiglie indebitate entrerà in pesante difficoltà.
Ma le caratteristiche e l’impatto della seconda “passata” sono molto diversi da quelli della prima. Intanto, la crisi del consumatore e delle sue carte revolving coinvolgono debiti che non hanno alcuna garanzia reale, mentre a fronte dei sub-prime, banche e finanziarie potevano/possono contare su ipoteche immobiliari, anche se il valore delle case è diminuito. Inoltre, l’impatto avverrà su un tessuto economico già intaccato dalla prima ondata.
Il 29 ottobre scorso, il New
York Times ha informato che banche e finanziarie americane avrebbero già
registrato svalutazioni per 21 miliardi di dollari nel corso del primo semestre
2008. Ma la crisi economica manderà a casa migliaia di lavoratori ed il
problema della insostenibilità dei debiti si aggraverà velocemente,
obbligando all’insolvenza migliaia di famiglie. Di fatto, negli Usa ogni cittadino ha mediamente 9.800 dollari di debiti
accumulati attraverso l’utilizzo di carte di credito.
Secondo
alcune stime, il settore perderà altri 55 miliardi di dollari nel corso
del prossimo anno.
Come
in occasione della prima ondata, il Fondo Monetario Internazionale “avvisa” il
pianeta della possibilità che il sistema finanziario mondiale sia
investito da una seconda e più grave crisi. Il FMI avrebbe fatto bene a
fornire agli USA qualche suggerimento di politica economica, ma dal
La moneta elettronica nel mondo
E’ chiaro che se si allentano (come negli USA) i parametri che definiscono il merito di credito di un cittadino e la catena di S. Antonio si interrompe, il sistema entra in crisi. Se poi quei crediti si cartolarizzano e si spalmano su fondi pensione ed hedge fund in tutto il mondo, ad entrare in crisi – vista anche l’entità del fenomeno – è la finanza internazionale in prima battuta e, infine, l’economia dei paesi più esposti
I dati quantitativi dello sviluppo e della diffusione delle carte di credito nei paesi più avanzati possono darci contezza della necessità di censurare ogni politica mirante a favorire l’indebitamento di famiglie e cittadini e, quindi, ad accaparrarsi i redditi futuri (e spesso incerti) di chi cade nella trappola.
Ecco alcuni dati.
Dei paesi considerati dalle rilevazioni di Bankitalia, il paese dove è più familiare l’uso delle carte di credito è la Finlandia con 154 operazioni annue; seguono Stati Uniti (con 145 operazioni), Gran Bretagna (con 111) e Paesi Bassi (103 operazioni).
In Italia il numero annuo di operazioni con carta di credito è meno della metà della media dell’Area Euro: 21,6 operazioni contro 50,5.
Operazioni annue effettuate
con carte di pagamento (2006)
Fonte Bankitalia 31-5-08
|
Numero di operazioni |
Finlandia |
153,9 |
Paesi Bassi |
103,2 |
Lussemburgo |
92,9 |
Francia |
89,5 |
Belgio |
85,0 |
Portogallo |
74,9 |
UE-25 |
55,2 |
Area euro |
50,5 |
Irlanda |
48,6 |
Spagna |
38,5 |
Austria |
37,9 |
Germania |
30,1 |
Italia |
21,6 |
Grecia |
6,5 |
|
|
Altri paesi G10 |
|
Regno Unito |
111,4 |
Stati Uniti-2005 |
145,1 |
|
|
Italia-2007 |
23,4 |
Se si considera il numero complessivo delle carte in circolazione, spicca la posizione della Gran Bretagna che sembra aver seguito pedissequamente la politica finanziaria di Greenspan: ogni cittadino britannico è titolare di quasi due carte di credito a mezza, contro una media di 1,4 carte in possesso di Francesi, Spagnoli, Tedeschi e Italiani.
Numero carte di pagamento in circolazione
(debito e credito) per abitante –
anno 2006
- confronti europei
Fonte: Osservatorio Assofin –
CRIF Decision Solutions – GfK Eurisko
|
Numero abitanti |
Numero carte totale (migliaia) |
Numero carte di debito (migliaia) |
Numero carte di credito (migliaia) |
Numero carte per abitante |
UK |
60.609.153 |
142.800 |
68.300 |
74.500 |
2.4 |
Francia |
62.154.162 |
78.832 |
47.673 |
31.159 |
1.3 |
Spagna |
44.708.964 |
70.067 |
31.580 |
38.487 |
1.6 |
Germania |
82.310.000 |
116.100 |
94.325 |
21.775 |
1.4 |
Italia |
58.863.124 |
72.819 |
41.545 |
31.274 |
1.2 |
Ricordiamo che i principali circuiti internazionali di carte di credito sono sei:
Visa,
MasterCard, American Express, Diners, Japanese Card Bureau,
La CUP (China UnionPay) di Shanghai ed è il maggiore operatore cinese di carte di credito. Opera in 183 istituti bancari. Potrebbe essere paragonata alla nostra CartaSi.
Come sempre, trattandosi della Cina, i numeri sono strabilianti: la CUP ha distribuito oltre 1,3 miliardi di carte (dati di fine 2007); coinvolge più del 50% dei pagamenti effettuati con carta di credito e dei prelievi Bancomat effettuati in Cina.
Attraverso accordi, mai sbandierati e conclusi quasi in silenzio, la carta CUP è utilizzata in molti paesi: Stati Uniti, Giappone, Corea, Germania, Francia, Italia, Spagna, Belgio, Olanda, Svizzera, Lussemburgo, Russia, Hong Kong, Macao, Singapore, Malesia, Tailandia, Turchia, Australia, Nuova Zelanda, Kazakhstan, Indonesia, Filippine, Vietnam.
In Italia, già dal 2006 China UnionPay ha ottenuto, per i turisti cinesi titolari, che le sue carte siano operative presso alcune reti di sportelli Bancomat, che espongono il marchio CUP.
Le
carte in Italia
Nel nostro paese, l’incidenza della spesa in
contanti sugli acquisti di beni di consumo è ancora rilevante, pari al
48 per cento. Nelle regioni meridionali, nel 2006, si assiste addirittura ad un
ulteriore recupero delle operazioni di pagamento in contanti, salite dal 58 al
61 per cento, indice certo di un aumento dell’economia sommersa.
Fortunatamente, in Italia, è ancora
solidamente radicato l’insegnamento della generazione che ha ricostruito il
paese negli anni ’50 del secolo scorso, secondo cui “fare debiti” era
addirittura disonorevole, meglio fare passi secondo la gamba. A questo
atteggiamento si somma la radicata diffidenza nei confronti degli strumenti di
pagamento bancari, sempre passibili di frodi da cui è difficile uscire
per la manifesta tendenza bancaria a strutturare contratti che di fatto
accollano al titolare i rischi dell’uso illegittimo della carta.
A riprova di quanto affermato, c’è da
rilevare che tra carte di credito e Bancomat, gli italiani prediligono il
secondo, soprattutto per prelevare contanti: a fronte di operazioni per un
totale di 52 miliardi di euro effettuate con carte di credito, il Bancomat/Postamat
aggrega oltre 206 miliardi (130,7 miliardi per prelievi da ATM, 76,5 miliardi
per operazioni Pagobancomat).
Queste abitudini nostrane rendono, oltretutto, meno “classificabili” le abitudini di spesa
degli italiani: pagare con moneta elettronica vuol dire offrire al gestore un
“diario” della nostra vita. Preferibile ritirare contanti ed effettuare
successivamente pagamenti diretti.
Italia. Carte di pagamento: diffusione e
operatività nel 2006 e nel 2007
Fonte Banca d’Italia 31-5-2008
|
2006 |
2007 |
Variazioni percentuali |
CARTE
DI CREDITO |
|
|
|
In circolazione (migliaia) |
31.274 |
34.505 |
+10,33 |
di cui: attive (migliaia) |
14.814 |
16.202 |
+9,37 |
Operazioni (migliaia) |
465.917 |
503.908 |
+8,15 |
Importo in miliardi di euro |
48,335 |
52,356 |
+8,32 |
|
|
|
|
BANCOMAT/POSTAMAT |
|
|
|
In circolazione (migliaia) |
33.928 |
34.471 |
+1,60 |
di cui: abilitate POS (migliaia) |
32.611 |
33.097 |
+1,49 |
Operazioni su sportelli
automatici (migliaia) |
730.583 |
770.726 |
+5,49 |
Importo in miliardi di euro |
122,454 |
130,752 |
+6,78 |
Operazioni su POS
(migliaia) |
770.653 |
825.354 |
+7,10 |
Importo in miliardi di euro |
71,316 |
76,570 |
+7,37 |
|
|
|
|
CARTE
PREPAGATE |
|
|
|
Numero (migliaia) |
4.461 |
5.805 |
+30,13 |
Operazioni di pagamento (migliaia) |
33.887 |
49.571 |
+46,28 |
Importo
in miliardi di euro |
2,254 |
3,379 |
+49,90 |
Costante il fenomeno delle carte di credito richieste, o ricevute d’iniziativa del gestore, e non utilizzate. Meno della metà dei titolari le usano (34,5 milioni in essere, contro 16,2 milioni di carte attive.
CARTE DI CREDITO ATTIVE
|
CARTE PERSONALI |
CARTE AZIENDALI |
TOTALE CARTE ATTIVE |
31/12/2007 |
14.486.000 |
1.716.000 |
16.202.000 |
31/12/2006 |
13.543.000 |
1.270.000 |
14.814.000 |
31/12/2005 |
13.379.000 |
976.000 |
14.355.000 |
31/12/2004 |
11.607.000 |
848.000 |
12.455.000 |
31/12/2003 |
11.681.000 |
853.000 |
12.534.000 |
Dal 2003 al
2007 le carte di credito effettivamente utilizzate sono aumentate del 29,3 per
cento. In particolare sono cresciute del 24 per cento quelle personali o
familiari, del 50,3 per cento quelle aziendali.
Cresce il
ricorso alle carte di credito revolving. Le carte revolving ammontano a 13,9
milioni, di cui circa 7 milioni attive. Erano 12 milioni nel 2005. Certamente
l’affidamento inglobato fa comodo ma occorre ben valutare gli impegni, anche se
i messaggi pubblicitari (che ho definito “pornografici”: “Prendi oggi, paghi
fra un anno”; “Sconto se paghi con carta revolving, nessuno sconto se paghi in
contanti”) mirano a far sorvolare sulle effettive possibilità di
rimborso del debito accumulato nel tempo.
Molto
più corretto lo strumento della Cessione del quinto dello stipendio o
della pensione, anche se parte del mercato è infettato da contratti di
Cessione mascalzoneschi. L’andamento del ricorso a questa forma di credito ( +
36,6 per cento nei primi 8 mesi del 2008 rispetto allo stesso periodo del 2007)
è certamente indice di difficoltà. Proprio per questo è opportuno valutare bene il contratto
che si andrà a firmare, tenendo a mente la regola generale secondo la
quale i prodotti bancari sono quasi sempre meno onerosi di quelli offerti da
società finanziarie.
Sappiamo
che le cause dei problemi finanziari attuali non sono stati causati né dai
sub-prime, tanto meno dai debiti revolving Usa, ma vengono da oltre trent’anni
di deficit commerciale americano, e sono esplosi nel momento in cui il mondo
(soprattutto la Cina) non sembra più disposto ad assorbire titoli del Tesoro americano.
Dobbiamo
riconoscere che gli Stati Uniti sono stati bravissimi: hanno messo le cose in
maniera che il loro capitombolo fosse seguito da quello di tutti i paesi
occidentali più Cina, Giappone ecc. Pertanto, il differenziale
economico-finanziario tra Usa e competitori non si è ampliato a favore
di questi, perché tutti sono in forte e parallelo declino.Chapeau.
Anche se,
forse, non abbiamo fatto i conti con Cina e India.
[1] Il 4 novembre 2008, la Fed emanava questo comunicato:
Martedì, la Federal Reserve Board ha allertato il pubblico circa equivoche sollecitazioni rivolte ai consumatori. Queste sollecitazioni promettono l'accesso a prestiti personali attraverso un inesistente programma di prestito della FED.
Nell'ambito di questo sistema fraudolento, alle persone coinvolte viene detto che possono lavorare per mezzo di un mediatore per accedere a un programma della Federal Reserve che offre prestiti garantiti e considerevoli ai consumatori. I consumatori sono invitati a depositare ingenti somme di denaro in un conto bancario, che apparentemente sembra sicuro, al fine di ricevere il prestito.
La Federal Reserve informa i consumatori che non è assolutamente coinvolta in queste sollecitazioni e non sponsorizza direttamente programmi di prestito ai consumatori. La questione è stata rinviata alle autorità competenti per il seguito di loro competenza.
I consumatori sono vivamente esortati a verificare la legittimità dei potenziali prestatori di servizi prima di porre in essere una transazione commerciale. Chi cerca opportunità finanziarie personali è invitato ad entrare in contatto solo con rinomati istituti di credito ed a ricercare sul mercato il prestito alle condizioni più favorevoli.
I consumatori, che si sentono coinvolti con sollecitazioni ritenute fraudolente, sono invitati a contattare la Federal Reserve Board consumatori Centro assistenza alla http://www.federalreserveconsumerhelp.gov o chiamando 1-888-851-1920.