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NE IRROGANTO Il PuntO Documento
inserito il 21-10-2007 |
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Il PuntO n° 117 Catanzaro. Indagini sulla gestione dei fondi
europei La vicenda sulle indagini
relative alla gestione dei miliardi di euro finanziati dalla A mio avviso, ritenere
che si stia facendo il lavoro sporco per il prossimo governo, al quale
portare in dote questo magnifico e granitico precedente (la cui
paternità sarà comunque clamorosamente riconosciuta alla
sinistra) è giudizio riduttivo e non rende merito agli attori. E’ Dai primi anni ’90, sia
l’Esecutivo che il Legislativo hanno prodotto leggi e normative in grado di
disarmare il Giudiziario, il quale con mani pulite aveva dimostrato di non
essere più troppo sensibile ai richiami di politici ormai precarizzati
e non più “domini” indiscussi e inamovibili, in grado di gestire il
potere per decenni. Tra nuovi enti locali,
aziende partecipate, finanziamento pubblico ai migliori livelli di
mecenatismo - e in barba ad ogni referendum -, il vecchio sistema “illegale”
e pericoloso delle tangenti per finanziare i politici è stato
velocemente abbandonato. Oltretutto, quello che viene definito Potere
giudiziario non ha gli strumenti per definire le risorse necessarie per il
suo normale funzionamento e di disporne. Tali strumenti sono appannaggio
degli altri due Poteri, i quali da tempo lesinano mezzi finanziari alla
giustizia italiana. Insomma, il Potere Giudiziario è da sempre un
semplice servizio della Pubblica Amministrazione. Questo stato di cose ha
permesso di estromettere il giudizio di stima dei cittadini nei confronti dei
membri della Casta e della qualità delle azionbi doi governo: la
“reputazione” non è elemento
discriminante, non vale per promuovere o bocciare la classe al potere: non
è più una variabile di sistema. Infatti, il principio di
civiltà per cui ogni cittadino è presunto innocente fino alla
condanna definitiva, diventa un disvalore in un sistema in cui i giudizi
durano anche tre e più lustri e dove la “prescrizione” è
funzione diretta e ineluttabile del tempo che passa [mentre i termini
prescrizionali dovrebbero interrompersi se è il “giudicando” ad
attivare gli strumenti giudiziari a sua disposizione (appelli, rinvii ecc.)].
Il sistema è stato
piegato affinché a nulla valga la perdita di “reputazione” dell’omo de panza,
del banchiere, del giudice colluso, del potente economico: te li tieni in
posti di responsabilità finché il giudizio non passa in giudicato, o
non si prescriva il reato. La reputazione? Un vezzo
d’altri tempi. Ma, si sa, una ciliegia
tira l’altra. Tutto ciò è bastato alla vecchia guardia, i
parvenu vogliono andare oltre: non sta bene che il Potere Giudiziario
intervenga contro membri della Casta pescati con il dito nella marmellata. Detto fatto. Il giudice
che indaga sul castigiano può essere rimosso per
incompatibilità generata da inimicizia grave, gli si può
togliere di mano l’inchiesta. Insomma, può essere dotato di
mordacchia. Se il tentativo va a buon
fine, la mordacchia sarà di massa. Rileggiamo Locke. [Il PuntO n° 88. Contro l’assolutismo della politica occorre rivisitare
John Locke! (2-12- 2006)] |