HOME PRIVILEGIA NE IRROGANTO di Mauro Novelli Il PuntO Documento inserito il 27-5-2007 integrato con i seguenti articoli: -
Sole
24 Ore del 28-5-2007 -
Eurotendenze.info
1-6-2007 - Daily
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Il PuntO n° 109 Pera o mela? Di Mauro Novelli 27-5-2007 Se ad
un bambino che tende a non mangiare frutta, a fine pasto chiediamo se vuole
la frutta, ci sentiremo spesso rispondere di no. Più successo ha
l’altro tipo di domanda: “Vuoi una mela o una pera?”. Risponderà comunque, credendo
di scegliere autonomamente anche se , di fatto, abbiamo deciso noi per lui. L’aio di turno ci chiede oggi di scegliere chi ha ragione:
Prodi o Montezemolo, o Berlusconi? Vorrebbe
farci prendere posizione (accettare la frutta) ma
facendoci credere liberi di scegliere. Se al
quesito “Sei di destra o a sinistra?” (Vuoi la pera o la mela?) rispondessimo
decidendo di schierarci, perpetueremmo il meccanismo del consenso (pera o mela). Tutti, aio compreso, si
sentirebbero più tranquilli. Vorremmo portare alcuni argomenti di conversazione,
alla pera e alla mela: 1) Caro
Montezemolo, caro Prodi, l’ Italia è
all’ultimo posto in Europa in termini di crescita del Pil.
Gli ultimi dati ci dicono che anche il Portogallo è avanti a noi. Se
cresciamo al 2 per cento è per il traino di Germania e Russia, non per
la buona politica o per l’impegno degli imprenditori. (Vedi
Nota 1) 2) Caro
Prodi, caro Montezemolo, tra i maggiori paesi europei, l’Italia è
quello che offre al settore produttivo il minor costo del lavoro ed i
maggiori costi per servizi bancari ed energia.
Perché avete, rispettivamente, impostato e incamerato
vantaggi fiscali del cuneo fiscale (estesi, dopo una finta iniziale,
anche a banche ed assicurazioni) senza
incidere sol dominio che il sistema creditizio e quello assicurativo hanno
sugli altri settori produttivi? [Per inciso, nel 2006, le
banche hanno avuti utili superiori ai 18 miliardi di euro pari ad oltre 34.000 miliardi di vecchie lire] 3) Caro
Montezemolo, caro Prodi, avete rispettivamente chiesto e permesso di
“ammollare” all’INPS 6.000 dipendenti Fiat in prepensionamento. Perché
continuate ad aggravare i bilanci dell’INPS e, parallelamente a dire che pensionandi e pensionati devono scordarsi i meccanismi
attuali? [Per inciso, 15 anni fa anche
la Olivetti “ammollò” alla pubblica
amministrazione 1.500 dipendenti. Un semplice swich.] 4) Caro
Prodi, Caro Montezemolo è commovente la vostra estemporaneità
nel “pensare” una politica di recupero per i settori più disagiati
della società. Ci ritroviamo un inaspettato tesoretto, (una botta alla Gastone Paperone?): suvvia,
trequarti possiamo destinarli alle famiglie più povere. [Per inciso, la ripresa
economica ha costituito, per i paesi europei, tesoretti da maggiori gettiti
per 54,3 miliardi di euro. Poco c’entrano le politiche nazionali. La Spagna
si è ritrovata il tesoretto più consistente.* ] (Vedi Nota 2) Col
passaggio all’euro, iI
“signori dei prezzi” affiancati ai “signori delle leggi” hanno fatto
confluire negli stazzi personali 50 miliardi di euro a danno delle famiglie.
Alcuni di loro ne hanno seccati quasi altrettanti
con Parmalat, Cirio, Argentina, Giacomelli ecc. Potete
anche privarvi di parte dell’argent de
poche. Purché
si scelga tra pere e mele. (Nota 1) Eurotendenze.info 1-6-2007 - Daily News by EUROSTAT: IN I TRIMESTRE 2007 PIL IN
EUROZONA +0,6% , +3% SU ANNO. L'Italia è ultima con lo 0,2 % Bruxelles, 1 giu. (Apcom) - Il prodotto interno lordo (Pil) della zona euro e dell'Ue
a 27 è cresciuto dello 0,6 per cento nel primo trimestre del 2007
rispetto all'ultimo trimestre del 2006. Lo ha reso
noto oggi Eurostat, l'ufficio statistico delle comunità europee, nella
sua prima stima sulla crescita del primo trimestre di quest'anno. La crescita
del trimestre precedente era stata dello 0,9 per cento. Su
base annua (rispetto al primo trimestre 2006), le stime di crescita
sono del 3,0 per cento nell'eurozona e del 3,2 per
cento nell'Ue a 27. Fra i grandi paesi dell'Unione, su base trimestrale la Spagna
mantiene il tasso di crescita più elevato con l'1,1%, seguita dalla
Gran Bretagna allo 0,7 per cento e da Francia e Gernania
allo 0,5 per cento. L'Italia è ultima con lo 0,2 per cento, dopo l'1,1 per cento dello scorso trimestre. Su base annua, in testa
sempre la Spagna al 4,1%, seguita da Germania al 3,6 per cento, dalla Gran
Bretagna al 2,9 per cento. Chiudono l'Italia al 2,3 per cento e la Francia al 2 per cento. (Nota 2) Il Sole 24 Ore
28-5-2007 Il tesoretto in Europa 2) ANALISI Tre pilastri: crescita profitti e
petrolio di Fabrizio Galimberti 1) In quasi tutta la Zona euro l'extragettito del
2006 è stato utilizzato per ridurre o abbattere il deficit Il tesoretto
Ue vale 54 miliardi Spagna, Italia e Olanda
sono i Paesi con il maggiore surplus di tasse Chiara Bussi
Conti pubblici. Nella zona euro superate
le previsioni per 54,3 miliardi Surplus di tasse in tutta Europa In Spagna
extragettito doppio rispetto all'Italia Boom di entrate fiscali inattese
nella Zona euro nel 2006. Un "tesoretto" che ammonta a 54,3 miliardi e nella maggioranza dei Paesi
è stato utilizzato per la riduzione o l'abbattimento del deficit. Con
un surplus di tasse di 15 miliardi la Spagna guida la classifica,
seguita da Italia (8,6 miliardi) e Olanda (7,6 miliardi).
Al quarto posto l'Austria, che segna anche il maggior rapporto tra gettito
(66,1 miliardi) ed extragettito (5,7 miliardi).
Bussi u pagina Vale 54,3 miliardi il "tesoretto" della Zona
euro nel 2006. Un gettito fiscale inatteso che dodici dei tredici Paesi unica
eccezione il Belgio hanno realizzato lo scorso anno in gran parte per una
crescita dell'economia superiore alle previsioni e utilizzato nella
maggioranza delle capitali per ridurre il deficit o per raggiungere il
surplus di bilancio. Con il risultato di una diminuzione del disavanzo aggregato
dell'area dal 2,5 all'1,6 per cento. Sono numeri
scritti nero su bianco nei documenti ufficiali dei ministeri delle Finanze e
ottenuti dal Sole24 Ore del Lunedì. Un'inchiesta che mette a fuoco il
fenomeno propriomentre in Italia prosegue il dibattito
sull'utilizzo di parte degli extra introitiattesi
per il 2007 per alcune voci di spesa prioritarie (2,5 miliardi sui 10 stimati
finora). La classifica dell'extragettito vede in testa la Spagna con
un "bottino" di 15 miliardi. Madrid, una delle capitali più
virtuose dell'area con un attivo di bilancio dell'1,8% nel 2)
ANALISI Tre pilastri: crescita profitti e petrolio di Fabrizio Galimberti
Chi trova un amico trova un tesoro,
dice il proverbio. E il gettito tributario è stato amico nei Paesi
dell'euro, col risultato di aver arricchito di molti tesori le casse degli
Stati. Da dove viene questa improvvisa affezione del gettito per i lombi
esausti delle finanze pubbliche? Durerà? E che cosa fare di queste
inattese cornucopie? Per rispondere alla prima domanda bisogna anzitutto
notare che questa allegrezza delle entrate non è confinata all'Europa.
Anche in America, per esempio, il gettito delle imposte è stato di gran lunga superiore alle attese. Una sorpresa
così corale deve avere cause comuni, e di queste cause
se ne possono indicare almeno tre. Primo, la crescita dell'economia, che
è stata ovunque superiore alle attese. Le entrate di solito hanno una elasticità superiore a 1, il che vuol dire che
se l'economia cresce del 5% le entrate crescono un po' dipiù.A
sua volta, questa elasticità dipende dal drenaggio fiscale (la
crescita spinge il reddito dei contribuenti negli scaglioni più
elevati, e la progressività fa il resto) e anche dal fatto che un po'
in tutti i Paesi euro l'Iva ha aliquote differenziate (più basse per i
generi di prima necessità, e la crescita porta a spendere una parte
maggiore del reddito per acquisti non di prima necessità). Secondo, i
profitti. Una caratteristica di questo insolito ciclo internazionale sta nel
fatto che un po' in tutti i Paesi è aumentata la quota dei profitti
societari. Dato che l'aliquota statutaria dei profitti è in genere
superiore alle aliquote medie delle imposte sul reddito personale, ecco che
il gettito riceve un impulso da questa redistribuzione a favore dei profitti.
Terzo, il petrolio. In Europa i prodotti petroliferi sono pesantemente
tassati, e l'aumento del prezzo del petrolio ha automaticamente portato ad
aumenti di entrate tributarie. In Italia il gettito addizionale è
stato particolarmente pronunciato, tanto da far sospettare l'esistenza di una
quarta ragione: una spontanea maggior disciplina fiscale, a sua volta
probabilmente da collegare a due fattori. Da una parte, l'emersione di
materia imponibile legata a passati condoni, avrebbe potuto immergersi di
nuovo, fidando in ulteriori amnistie fiscali; ma l'annuncio credibile di
"non più condoni" ha probabilmente reso permanente questa
emersione. Dall'altra e qui ci ricolleghiamo al "fattore
ripresa" quando i contiaziendali vanno
bene c'è meno spinta in direzione delle "tre e" (evasione,
elusione, erosione). Comunque sia, questo arrivo di soldi freschi nei
forzieri statali ha fatto sorgere un altro tipo di problemi: problemi che
Paesi felici come la Norvegia e l'Australia ben conoscono, e che si possono
riassumere sotto l'espressione anglosassone dell'embarrassment
of riches (l'imbarazzo delle ricchezze) ovvero:che cosa fare con i soldi in più? Per la
verità, questi piacevoli problemi si conoscono anche nella vecchia Europa.
Dei 13 Paesi dell'euro, sei (Belgio, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo,Olanda e Spagna) hanno bilanci pubblici in
pareggio o in surplus. Il che vuol dire che nel passato hanno preso una
storica decisione: di destinare risorse sia quelle ottenute col sudore della
fronte sia quelle piovute dal cielo a riduzione del deficit. Una decisione tanto più giustificata in quanto in tutti i Paesi
si preparano cattive notizie sulle finanze pubbliche: l'invecchiamento della
popolazione premerà, lento ma inesorabile, sui conti degli Stati e
porterà a innalzare la quota di spese pubbliche sul Pil dell'area euro di 34 punti al 2025 e di 89punti al
2050 (secondo un recente studio dell'Ocse). I
"tesoretti", insomma, sono stati già prenotati, e infatti in quasi tutti i Paesi il gettito in più
è stato destinato a "metter fieno in cascina" riducendo i
deficit pubblici e/o (per chi è già in surplus) abbassando il
debito o addirittura (tornando alla Norvegia e all'Australia) mettendo i
soldi sotto chiave in un "Government Pension Fund" o in un
"Future Fund". Una destinazione tanto più appropriata e doverosa per un Paese come
l'Italia, che geme tuttora sotto il peso di un debito pubblico superiore al
100% del Pil. IMPATTO DEMOGRAFICO I soldi in
più sono già stati "prenotati" dagli effetti sulla
spesa per l'invecchiamento della popolazione. |