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NE IRROGANTO di Mauro Novelli Il PuntO Documento
inserito il 13-5-2007 |
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Il PuntO n° 107 Italia
2007. Il calcio non è più strumento di controllo sociale. Si
passa a “I froci sgomitano!” quale causa dei nostri attuali problemi. Di
Mauro Novelli 13-5-2007 Sono
riusciti anche in questo. Sono riusciti a farci mobilitare non sui veri
problemi che il pianeta del 3° millennio deve affrontare per via della
inadeguatezza degli strumenti intellettuali di interpretazione degli eventi e
di governo della società; non sulle insufficienza delle risposte alle
disarticolazioni (a volte salutari) generate dalla globalizzazione; non sulla
esigenza di raggiungere, con urgente intelligenza, nuovi equilibri anche
antropologici; non sulla utile necessità di recuperare principi etici
infantilmente sacrificati sull’ara del libero mercato (inteso senza o lacci e
i laccioli delle regole), almeno finché ci vede vincenti, ma velocemente
rinnegato (Al dazio! Al dazio!) se a
vincere è la Cina o l’India. La
forza coagulante per la nostra mobilitazione è la rovina certa se
dovesse imporsi la sporca fazione del “Froci sì” contro la comunione
(creata a Sua somiglianza) del “Froci
no”. La
corporazione politica, coadiuvata da corporazioni alleate, è riuscita
a spostare il mirino dell’opinione pubblica dai veri problemi – quelli
generati da una sua intrinseca incapacità gestionale, congiunta ad una
indubbia capacità di
autoalimentazione – a quelli più innocui e tranquilli del recupero e
del mantenimento dei valori della famiglia fondata sul matrimonio. Diciamo
meglio: tutti i problemi di questo paese nascono dalla pretesa degli
omosessuali di assumere una condizione sociale riconosciuta nelle loro
decisioni di convivenza. Sul
fronte legislativo, scontiamo l’inciucio operato dai costituenti che dette luogo al primo comma dell’articolo
29 della Carta (Art.29 – La Repubblica riconosce i diritti della famiglia
come società naturale fondata sul matrimonio.). I
costituenti laici non cedettero – come era avvenuto per l’articolo sette (sul
Concordato) - ma si accordarono con i cattolici per un testo ossimorico. [Mi si
passi il paragone: è come se, dovendo analizzare il “sonno”, gli
scienziati si accordassero con gli esponenti delle case farmaceutiche per
partorire la seguente definizione: “Per l’uomo, il sonno è uno stato
di riposo naturale fondato sui barbiturici”.]. Dopo
anni di morta gora nell’agone sociale, si è riusciti a spostare intere
famiglie non perché la precarietà attuale dei concittadini più
deboli è direttamente proporzionale agli sprechi, ai privilegi,
all’inconsistenza intellettuale e morale di una corporazione politica
autoreplicante; non perché dobbiamo alimentare oltre quattrocentotrentamilamila
politici, tra eletti ed indotto: uno ogni 135 cittadini italiani; non perché dobbiamo
pagare tasse per mantenere – tra l’altro - 10 o 15 nuove province (con
personale e uffici al seguito) costituite per ripagare la fedeltà degli
scherani di turno; non perché manteniamo aziende parapubbliche con 10
consiglieri di amministrazione ed un solo dipendente; non per rendere
l’esercizio della giustizia un effettivo potere costituzionale, con risorse non
centellinate ma commisurate – di anno in anno - alle occorrenze di
funzionamento (come gli altri organi costituzionali, i quali hanno esigenze
finanziarie da loro stessi definite e dall’Erario coperte senza che nessuno
intervenga); non per indignarsi contro la presa in giro costituita dalla
impostazione di un “Alto Commissariato per il contrasto e la repressione
della illegalità e la corruttela nella pubblica amministrazione”, per
la qual cosa non basta la magistratura: per i panni sporchi degli omologhi
è meglio lavare i panni in casta. Non per tutto ciò ci si
mobilita, ma perché si vogliono imporre i “dico” da parte di chi vuole
distruggere la famiglia. [Mi si
passi un secondo paragone: è come se, di fronte alla cacca prodotta
dagli ambienti calcistici nostrani e da chi attorno al calcio campa, quegli
stessi furbacchioni riuscissero a dominare l’indignazione dei tifosi
convincendoli che il vero problema del settore è generato da coloro
che vogliono eliminare il “fuorigioco” dalle regole agonistiche.]. Come
sempre, a salvare una classe dirigente incapace sono le guerre, soprattutto
di religione. Conviene
pertanto tenersi buona la corporazione con delega divina e combattere gli
altri, i nemici i quali, troppo spesso, si trincerano dietro dottrine
altrettanto ecumeniche: in Italia è congeniale a tutte le corporazioni
promuovere la cattolica “bontà” abbinata al binomio “sopportazione-perdono”,
piuttosto che la protestante “giustizia” affiancata al binomio “indignazione-sanzione”.La
prima è strumento più adeguato per il controllo della plebe, permettendo
ad essa di assorbire meglio i guasti generati dai privilegi del potere, dalle
sue intrinseche incapacità di governo, dalle storture della giustizia,
dai soprusi del burocrate, dall’insulsaggine dello scherano sempre affamato. Alcuni
membri della corporazione politica son corsi a presenziare, a farsi notare, a
manifestare “per la famiglia” contro gli omosessuali e i non sposati che
sgomitano. Quando
si dice il senso del sacro! Scomunicati e sinceri cattolici (quelli che non
possono stare a sinistra) hanno marciato a fianco. Ma, si sa, il programma
“bontà-sopportazione-perdono” è invito ineludibile. Chi ad esso
si conforma acquisirà crediti formativi per l’altra vita. Infatti, la
giustizia non è di questa vita, la bontà sì. Ben lo
sanno alcuni esponenti di spicco della corporazione: in prima fila, potevano addirittura vantarsi di
rappresentare due famiglie personali. |