HOME PRIVILEGIA NE IRROGANTO di Mauro Novelli
ARCHIVIO DI
DOSSIER “I
COSTI DELLA POLITICA”
Dal 16 ottobre 2007
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( da "marketpress.info"
del 16-10-2007)
Bolzano, 16 ottobre 2007 - "Con la
nomina del dott. Guido Bocchio alla Direzione della Scuola superiore di sanità
Claudiana, la scuola può ora contare su un dirigente con notevole esperienza
amministrativa a livello universitario" ha affermato l'assessore alla
sanità ed alle politiche sociali, Richard Theiner "Nel porgergli i
complimenti per la sua nomina, auguro al nuovo direttore per questo importante
compito all'interno del sistema sanitario altoatesino
un proficuo lavoro ed una buona collaborazione". Il dott. Guido Bocchio,
direttore amministrativo della Libera Università di Bolzano, è stato nominato
oggi dalla Giunta provinciale direttore della Scuola superiore di sanità
"Claudiana" e subentra al dott. Rudi Rainer, che ha diretto la
"Claudiana" dalla sua istituzione, nel dicembre 1996, sino al suo
pensionamento, nel settembre di quest anno. Il direttore della Scuola superiore
di sanità "Claudiana" è risultato vincitore fra 23 candidati che
hanno partecipato ai colloqui di selezione, al termine dei quali la Commissione
aveva indicato tre nomi per la scelta del direttore da parte della Giunta
provinciale, che, nella sua seduta odierna, ha nominato il dott. Guido Bocchio.
"Alla Claudiana si forma una gran parte delle
"risorse umane" del nostro sistema sanitario. La
scuola garantisce da 12 anni la formazione accademica dei professionisti
sanitari non medici della nostra provincia. Mi auguro che il nuovo direttore ci
aiuti a continuare i nostri sforzi per salvaguardare e garantire, anche in
futuro, la qualità del sistema sanitario locale" ha
dichiarato l'assessore Theiner. . <<BACK.
( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del 16-10-2007)
Prov Sulcis Pagina 2021 domusnovas
Manifestazione in via Roma Guerra dell'acqua: domani protesta davanti alla
Regione Domusnovas. Manifestazione in via Roma --> Contro Abbanoa, contro
l'Autorità d'Ambito. L'appuntamento per la protesta è fissato per domani alle
( da "Giornale
di Merate" del 16-10-2007)
CARI POLITICI, ADESSO ANDATE A CASA! Nella
Finanziaria 2008 cura dimagrante per i Consigli comunali e le Giunte. Perdono
il posto 241 amministratori comunali e 8 provinciali. I Consigli di zona di
Lecco vengono cancellati Lecco - Assessori e consiglieri nelle grinfie della
Finanziaria 2008. E' la prima risposta della politica
a chi accusa la "casta" di costare troppo. I tagli imposti dalla
nuova manovra che dovrà essere approvata, costringeranno 241 amministratori
locali a rinunciare alle poltrone conquistate. Il taglio ha un intento preciso:
razionalizzare i costi della politica, facendo leva
anche sulle cariche ricoperte a livello locale. La riduzione, anche nel caso in
cui andasse in porto, non sarà effettiva subito, ma via via che i vari consigli
saranno rinnovati all'appuntamento elettorale. Se l'articolo 14 (contenimento dei costi per la rappresentanza nei consigli
comunali e provinciali) passerà, da Lecco a Premana, da Colico a Morterone, da
Merate a Vestreno il valzer delle cariche subirà un contenimento. A dare il
buon esempio nell'alleggerire i costi della politica di casa
nostra sarà Palazzo Bovara che passerà da
( da "L'Adige"
del 16-10-2007)
Undici consiglieri si sono astenuti. Predazzo è per la rinuncia in toto di qualsiasi compenso Gettoni
di presenza, riduzione rinviata Comun Generale, ipotesi da
( da "L'Adige"
del 16-10-2007)
Si occuperà dell'attuazione degli odg del
consiglio. Verso la scomparsa la commissione Università Un assessore ai
rapporti con l'aula La proposta di Pacher è stata accolta dai capigruppo La
novità l'ha annunciata il sindaco nel corso della riunione dei capigruppo di
ieri pomeriggio: un assessore per i rapporti col consiglio comunale. Pacher non
ha fatto nomi ma è certo, anche perché lo Statuto non lo permette, che non si
tratterà di una nuova poltrona ma di una delega attribuita a uno degli otto
componenti della giunta. L'assessore avrà il compito di essere interlocutore
privilegiato dell'aula di palazzo Thun e occuparsi, tra l'altro, anche della
reale attuazione degli ordini del giorno approvati e che oggi troppo spesso
rimangono inattuati in un cassetto. La proposta della nuova competenza
assessorile arriva al termine di un dibattito sviluppato nei giorni scorsi
proprio sul problema degli ordini del giorno ed è stata accolta positivamente
dai capigruppo. Gli odg sono lo strumento con cui il consiglio impegna la
giunta a prendere determinati provvedimenti ma l'ultima relazione sul loro
stato di attuazione ha messo in mostra in modo preoccupante il fatto che in
molti casi l'esecutivo non dà seguito, o lo fa in modo parziale e tardivo, alle
direttive del consiglio. Ieri Pacher, intervenuto dopo la relazione del
presidente del consiglio Alberto Pattini, si è preso la responsabilità del
problema ed ha assicurato la disponibilità degli assessori a riferire ai
capigruppo sulle ragioni della mancata attuazione di specifici odg. In alcuni
casi, come emerso dal dibattito, ciò non è dovuto a cattiva volontà ma
piuttosto a oggettive impossibilità e proprio per questo tra gli accorgimenti
pro futuro ci sarà l'indicazione agli uffici di effettuare un'istruttoria preventiva
prima della discussione di una proposta in aula, in modo che si sappia a priori
se è proposta attuabile o meno. Prima della riunione dei capigruppo si era
trovato il tavolo di lavoro bipartisan sull'efficienza del consiglio. Su
proposta di Giorgio Manuali, capogruppo di Forza Italia,
ampiamente condivisa si pensa di legare la corresponsione del gettone
all'effettiva presenza del singolo consigliere ad almeno metà seduta. Vietato insomma
il mordi e fuggi finalizzato solo all'incasso dei 120 euro. Si è poi discusso
di ruolo e numero delle commissioni consiliari. Quella per l'Università
potrebbe sparire o essere accorpata a quella della cultura, separando
l'impegnativa parte della toponomastica, come propone Manuali, o accorpandola
alle competenze della commissione trasparenza, come suggerisce Michelangelo
Marchesi (Td). Intanto Pattini incontrerà i presidenti per invitarli, da
subito, a convocare le commissioni solo in presenza di
congrui ordini del giorno, evitando le riunioni sterili e inutili. F.G. 16/10/2007.
( da "Sole 24
Ore, Il (Abb)" del 16-10-2007)
Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E
INCHIESTE data: 2007-10-16 - pag: 13 autore: LE APPLICAZIONI Dalle aste ai
sussidi Tra le molte possibili applicazioni della teoria del mechanism design
ci sono ambiti diversi. Aste L'asimmetria informativa può portare a risultati
molto diversi a seconda di come vengono stabilite le regole del gioco. Offerte
pubbliche o in busta chiusa? Con rilanci crescenti o a partire da un prezzo
massimo che scende finché qualcuno non lo accetta? Sussidi pubblici Come
stabilire le regole per decidere a chi dovrebbero andare determinati sussidi
statali, partendo dal fatto che tutti potrebbero essere incentivati a mentire
sulle proprie caratteristiche che definiscono il proprio diritto o menoa
ottenere il sussidio? Selezione del personale Come è possibile fare in modo che
i candidati abbiano interesse a fornire un curriculum veritiero e accurato
delle loro esperienze professionali e delle loro competenze? Tassazione Come è
possibile fare in modo che i contribuenti trovino per loro conveniente
compilare dichiarazioni dei redditi veritiere? Allocazione dei budget nelle
organizzazioni Come è possibile fare in modo che ciascun'area
dell'organizzazione esprima delle esigenze di budget conformi alle proprie
reali necessità? Allocazione dei beni pubblici Come è possibile fare in modo
che ciascun cittadino esprima in modo veritiero la propria effettiva
disponibilità a pagare per l'uso di un bene pubblico? Tutela dei consumatori
Come fare in modo che i produttori di un determinato bene rivelino ai
potenziali clienti le sue effettive caratteristiche, compresa la sua possibile
nocività? Assistenza sanitaria Come fare in modo che i
cittadini coperti dal sistema sanitario nazionale ricorrano alle
cure solo quando ne hanno effettivamente bisogno? Assicurazioni Come è
possibile fare in modo che un soggetto che richiede la stipula di una polizza
assicurativa riveli all'assicurazione le sue reali condizioni di salute o la
sua reale esposizione a determinati fattori di rischio? Credito Come è
possibile fare in modo che un potenziale affidatario di credito fornisca alla
banca notizie veritiere circa la sua reale solvibilità?.
( da "Corriere
del Veneto" del 16-10-2007)
Corriere del Veneto - VERONA - sezione:
PRIMOPIANO - data: 2007-10-16 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE GLI ELETTI
Venezia, otto candidati sperano nei resti Allegrini, Salamon e Dal Moro,
imprenditori a Roma Trenta i delegati per la Costituente nazionale. Bonfante e
Fasoli tra i 59 per il regionale Le donne hanno la maggioranza nella pattuglia
per l'assemblea nazionale VENEZIA - La speranza di tre candidati all'assemblea
costituente nazionale e di cinque all'assemblea regionale è affidata al
conteggio dei resti. Tutti gli altri, compreso il senatore Tiziano Treu,
capolista della lista "Con Veltroni ambiente, innovazione, lavoro",
che ieri mattina era sembrato tra i candidati a rischio, hanno la valigia in
mano per l'appuntamento del 27 ottobre. In attesa dell'assegnazione degli otto
posti ancora vacanti le donne sono la maggioranza nella rappresentanza per
l'assemblea nazionale (16 su 34 già eletti) ma non in quella regionale (34 su
76 già eletti). Ecco la lista degli eletti (dati ufficiosi). ASSEMBLEA
NAZIONALE - Paola Juris, Alfiero Farinea, Rosanna Zanetti, Roberto VERONA - Non
c'è nulla ufficiale, anche perché non sono stati ancora completati i complicati
calcoli dei resti, ma già ora è possibile circoscrivere con una buona dose di
certezza la rosa degli 89 delegati veronesi (30 nazionale e 59 per il
regionale) del Partito democratico che scriveranno le regole, i valori e lo
statuto del nuovo soggetto politico nelle assemblee costituenti di Roma e
Venezia. La lista "Democratici con Veltroni", detta anche listone,
dovrebbe eleggere 14 delegati all'assemblea nazionale e
( da "Giornale.it,
Il" del 16-10-2007)
"Più presenti grazie alle
deleghe" di Redazione - martedì 16 ottobre 2007, 07:00 Stampa Dimensioni
Versione PDF Invia ad un amico Vota 1 2 3 4 5 Risultato Sì, l'accordo sulle
deleghe in Provincia c'è stato. Ed è stato bipartisan. Con il centrodestra
alleato della sinistra radicale, dai Verdi in poi. Ma stato solo "per
consentire una maggiore copertura delle commissioni". Lo assicura Paolo
Bianchini, capogruppo di Forza Italia, che rifiuta l'idea
di un accordo raggiunto in nome del gettone di presenza.
"Quello per noi era l'ultima delle preoccupazioni - insiste -. Certo, chi
partecipa alle commissioni, anche come delegato, è giusto che percepisca il
gettone di presenza, ma lo spirito della modifica al regolamento andava in un altro
senso. Noi volevamo semplicemente consentire a chi non poteva essere
presente di non veder perso il proprio voto". Infatti anche prima il
regolamento consentiva di delegare un collega consigliere in caso di assenza.
Ma occorreva rivolgersi a un collega dello stesso partito, che fosse già membro
della commissione. "Ma continuerà nei fatti a essere così - prosegue
Bianchini -. Quasi sempre verrà delegato chi è già presente e così non prenderà
un secondo gettone di presenza. E difficile pensare
che si deleghi qualcuno che risiede fuori Genova, chiedendogli di andare a una
commissione che non è la sua". Il capogruppo di Forza Italia non lo dice
espressamente, ma sembra quasi che il nuovo regolamento sia stato fatto per
fregare la maggioranza, per consentire proprio ai gruppi meno forti di essere
sempre presenti con tutti gli effettivi, mentre ad esempio l'Ulivo avrebbe più
difficoltà a delegare ad altri consiglieri della sua stessa coalizione, nella
quale fa la parte del leone. "Soprattutto i monogruppi, quelli che hanno
un solo consigliere, potrebbero veder alleviati i loro sforzi per essere sempre
presenti ovunque, e nel contempo non perderebbero il loro voto". E neppure
il gettone, se poi ci sarà chi contraccambierà il favore. Ma questa sarà
"l'ultima delle preoccupazioni".
( da "Sestopotere.com"
del 16-10-2007)
(10:57) (16/10/2007 10:36) | MODENA:
DIMISSIONI DI ELISA ROMAGNOLI, IL DIBATTITO IN CONSIGLIO (Sesto Potere) - Modena
- 16 ottobre 2007 - Il Sindaco di Modena Giorgio Pighi ha comunicato
ufficialmente al Consiglio comunale le avvenute dimissioni dell'assessore alle
Politiche giovanili Elisa Romagnoli. Il Sindaco ha deciso, per ora, di
trattenere le deleghe alle Politiche giovanili, Cittadinanza europea, Tempi e
orari della città, che in questi anni erano state affidate a Elisa Romagnoli.
"Le dimissioni dell'assessore Romagnoli sono dipese dalla sua volontà, per
problemi di rapporto con la sua forza politica di
riferimento", ha affermato il Sindaco, aggiungendo: "queste
dimissioni non interferiscono con la normale dialettica politica
interna alle forze di maggioranza. Anche se il tema dello sbocco di queste
dimissioni fa legittimamente parte del dibattito politico, né la linea politica complessiva né singole scelte politiche
dell'Amministrazione sono coinvolte in questa vicenda. Ho ringraziato Elisa
Romagnoli per l'impegno profuso in questi anni di lavoro", ha concluso il
Sindaco, "e le ho espresso il mio personale apprezzamento". Dopo le
comunicazioni del Sindaco, la seduta è stata sospesa per consentire alla
conferenza dei capigruppo di prendere una decisione in merito alla possibilità
di tenere un dibattito. Si è così deciso di concedere a ciascun consigliere interessato
la possibilità di un intervento di cinque minuti. "Abbiamo il dovere, come
minoranza, di denunciare la difficoltà di questa Giunta a governare", ha
affermato Davide Torrini, Udc: "su temi come la pista di Marzaglia,
l'inceneritore o l'accordo con le scuole materne Fism la maggioranza si è
spaccata ed è andata avanti solo grazie alla sua forza numerica. Oggi però il
tema è il rapporto tra la Giunta e la maggioranza che la esprime. E vero che si
va verso una forma leaderistica della politica: ma un
conto è se gli assessori si scelgono fin dall'inizio come personalità di
rilievo tecnico, un altro conto è se gli assessori di fiducia del Sindaco lo
diventano per divergenze con le forze politiche che rappresentano. I partiti con cui lei ha fatto l'accordo politico non si
riconoscono più negli assessori. E un problema politico che non dipende dalle
scelte personali, e diverse tra loro, di Elisa Romagnoli o di Gualtiero
Monticelli". Michele Barcaiuolo, An, ha esordito ricordando
"l'importanza di tenere questo dibattito oggi. Il Consiglio comunale deve
poter dire la propria sull'esecutivo di questa città. L'intervento di Torrini è
stato molto corretto, ricordando che i problemi riguardano l'intero Consiglio e
la città. In tre anni di Amministrazione il 25% degli assessori sono cambiati,
e due assessori su tre della sinistra cosiddetta radicale hanno avuto delle
turbolenze nei rapporti con i propri partiti. Le forze
politiche che hanno portato alla sua elezione, giustamente, pretendono
un'adeguata rappresentanza in Giunta. Tecnicamente, poi, ci sono tre deleghe
che rimangono scoperte: credo che almeno le Politiche giovanili non possano
rimanere in capo al Sindaco. Mi auguro che all'interno della sua maggioranza ci
sia qualcuno che possa rappresentare le Politiche giovanili anche da un punto
di vista anagrafico". Isabella Massamba della Sinistra democratica ha
ringraziato Elisa Romagnoli "per il lavoro che ha fatto fino ad oggi e per
le parole di stima espresse nei miei confronti. Spero di poter lavorare presto
di nuovo con lei". Giancarlo Montorsi di Rifondazione comunista ha invece
rimarcato che "in questa Giunta non c'è nessuna crisi. Siamo rimasti
particolarmente dispiaciuti di come si è conclusa questa vicenda, che non
attiene a una crisi politica nel governo della città,
ma a un rapporto difficile di questa forza politica
con Elisa Romagnoli. Abbiamo preso atto dai giornali delle sue dimissioni, che
peraltro non abbiamo mai chiesto. Le situazioni di difficoltà avevano fatto
entrare in crisi il nostro rapporto di fiducia reciproco, ma le sue dimissioni
sono state una scelta autonoma dettata da considerazioni del tutto
personali". "Si tratta invece di una vera e propria crisi, che
conferma una cosa: non è moltiplicando le poltrone che si crea stabilità politica", ha detto Andrea Leoni di Forza Italia:
"a mio avviso 10 assessori sono più che sufficienti. Perciò consigliamo al
Sindaco un'operazione di pulizia morale all'interno di questa Giunta. Si è
fatto di tutto per rendere la vita difficile alla parte della Giunta che era
più dialettica, e questa tendenza è destinata a crescere con l'affermazione del
Partito democratico". "Noi non siamo un rimasuglio, ma un insieme di
forze politiche che ha i numeri, le idee e i programmi per continuare a operare
fino alla fine della consigliatura", ha ribattuto Michele Andreana, Ds -
L'Ulivo: "ho piena fiducia nel Sindaco, che potrà decidere se e come
assegnare di nuovo le deleghe, oppure se ritornare a 12 assessori".
"Ammiro Elisa Romagnoli per la sua scelta", ha detto Baldo Flori, Modena
a colori, "ma credo che nonostante la riforma Bassanini ci sia una
sottovalutazione della storia politica del nostro
paese. Non credo ci siano forzature o strumentalizzazioni a parlare di una
crisi, anzi credo che il Sindaco debba trovare una soluzione. La nostra
proposta è la riduzione del numero degli assessori, anche perché anni fa si
governava questa città con giunte di 8 persone". "Alla base di ogni
buona coalizione ci deve essere un'unità di intenti che in questa Giunta non si
è verificata", ha aggiunto Sergio Celloni, Udc: "a volte sono stato
accusato per avere denunciato lo strapotere politico di questa Giunta su
tantissime questioni. Perciò è inutile che questo Partito democratico finga di
voler essere più vicino ai cittadini, quando invece sono sempre le stesse
persone che hanno soltanto cambiato casacca". "Un grande rispetto va
alla scelta di Elisa Romagnoli, altrettanto a una forza politica
come Rifondazione, per il modo in cui ha affrontato questa vicenda", ha
commentato Sergio Rusticali, Sdi: "per questo non credo si possa parlare
di crisi: non è in discussione il programma sul quale le forze politiche
sostengono l'Amministrazione. Ho piena fiducia nelle scelte del Sindaco e non
credo si debbano dargli suggerimenti in nome di una presunta moralità della politica". L'assessore alla Polizia Municipale
Gualtiero Monticelli ha ricordato: "prima delle Amministrative 2004 ci fu
un lungo lavoro per poi arrivare a un'intesa programmatica generale. In quella
fase io rappresentavo un partito molto piccolo, e dopo la scelta dei candidati
sindaci la responsabilità di formare le squadre passò ai sindaci eletti. Molti
di quei partiti, alle elezioni del 2009, non ci
saranno più e con questo anche gli schemi di rappresentanza politica
sono cambiati. Perciò, per quanto mi riguarda, mi sento pienamente legittimato
fintanto che avrò la fiducia del Sindaco". "Sembra che sul Consiglio
e sulla Giunta aleggi una maledizione di Tutankamon che fa sì che la
rappresentanza femminile si riduca sempre più", si è rammaricata la
consigliera Rosa Maria Fino della Società civile: "pur non avendone sempre
condiviso le scelte, specie quelle più innovative, ho avuto modo di apprezzare
il coraggio e l'impegno di Elisa Romagnoli per i giovani di questa città. Credo
che trattenere le deleghe sia anche un modo di rispondere a una richiesta dei
cittadini, quella di contenere i costi della politica.
Suggerisco infine al Sindaco di prestare ascolto alle sue figlie nella scelta
che dovrà fare". "Nessuno mette in discussione la correttezza del
Sindaco", ha affermato Andrea Galli di Alleanza nazionale: "non si
poteva fare altro che discutere di questo tema, perché si sta parlando
dell'amministrazione della città. Abbiamo letto diverse indiscrezioni sui
giornali, provenienti da esponenti della sua maggioranza, non certamente da noi
che siamo critici dal primo giorno. Qui, come a Bologna, le forze che hanno
vinto assieme le amministrative cominciano a non andare più d'accordo tra loro,
mettendo nell'angolo la sinistra estrema. L'assessore Romagnoli, non
nascondiamocelo, non ha lasciato un segno in questa città: il numero e la
qualità delle iniziative svolte non resteranno scolpite sui muri. Ma la dignità
con cui è uscita da una situazione politica complessa
non può essere sottaciuta". Paolo Ballestrazzi di Modena a colori ha
aggiunto: "non avevo intenzione di intervenire, ma le affermazioni
dell'ineffabile assessore Monticelli mi costringono a prendere la parola. Qui
non si tratta di sancire una crisi della giunta che non c'è nei numeri, ma
l'assessore Monticelli ci ha appena ricordato che dal 2004 molte cose sono
cambiate, e questo impone una profonda riflessione nei confronti della città,
nel merito e nel metodo. C'è un'interrogazione di Fausto Cigni datata 10
ottobre che definisce evanescenti le politiche giovanili di questi ultimi tre
anni, con una evidente censura politica nei confronti
dell'assessore Romagnoli. Ci troviamo di fronte a un passaggio che non è come
quello di Stefano Bonaccini o di Giorgio Razzoli, che sono passati
volontariamente ad altri incarichi: secondo Elisa Romagnoli, sono oramai venute
meno le promesse politiche. E per questo che dovrete riflettere". "Mi
associo all'apprezzamento per la scelta di Elisa Romagnoli", ha detto
Mauro Manfredini: "ma la politica non deve essere
una spartizione di poltrone. Ci sono dei funzionari in grado di continuare il
lavoro sulle Politiche giovanili, e credo perciò che si potrebbe cogliere
l'occasione per ridurre il numero degli assessori, magari già che c'è
eliminandole anche un altro paio". Ivo Esposito di Forza Italia ha
aggiunto: "c'è un problema di relazione nella Giunta, c'è un assessore che
non è più espressione di un partito ma del Sindaco, c'è qualcuno che fa parte
della coalizione e che ora non è più rappresentato: questi sono problemi
politici non secondari". Così ha commentato Enrico Artioli della
Margherita - L'ulivo: "è vero che nel corso di questi
anni sono emerse le problematiche dei costi della politica, ma ci
sono anche altri elementi da soppesare: il programma politico e l'effettivo
carico di lavoro che gli assessorati hanno. Il sindaco ha fatto bene ad avocare
a sé queste deleghe ad interim, ma le politiche giovanili sono un tema delicato
sul quale serve stabilità". Dante Mazzi di Forza Italia ha invece
parlato di "un de profundis per qualche cosa che non c'è, in quanto manca
ancora la lettera ufficiale con la quale l'assessore Romagnoli dovrebbe
esplicitare le proprie dimissioni. La comunicazione del Sindaco dunque è stata
fatta basandosi solo sulle voci dei giornali. L'altra anomalia di questo
dibattito è l'intervento completamente fuori tema dell'assessore Monticelli,
che ha parlato di rappresentatività e democrazia dimenticando che deve ancora
presentarsi al dibattito nella Commissione controllo e garanzia". Giorgio Prampolini
di Sinistra democratica ha definito il dibattito "una discussione di
scarso livello, nella quale oltre alle espressioni personali di solidarietà non
si sono fatte molte proposte concrete. In realtà c'è un programma, c'è una
coalizione, quello che non c'è è una crisi politica.
La mia impressione è che si sia voluta fare semplicemente un po' di polemica,
ma se ci fosse stato qualche cittadino ad ascoltare il dibattito non ne avrebbe
tratto un quadro edificante. Si sono spese molte parole a sproposito, nello
stile della vecchia politica fatta con i
megafoni". A conclusione del dibattito è arrivata la replica del Sindaco:
"non si può parlare di crisi, in quanto numeri e idee per governare la
città, come si è detto, non sono venuti a mancare. La maggioranza ha vissuto
questa vicenda con una totale condivisione, il che non significa che manchino i
nodi da sciogliere. Ma credo che questa maggioranza, che si è costruita in
questa legislatura, e che lavora con tanti appuntamenti di verifica anche nel
corso dello stesso anno, abbia gli strumenti e il metodo anche per affrontare i
momenti di difficoltà. Un particolare ringraziamento va al partito della
Rifondazione comunista, per l'atteggiamento avuto in questa fase dinamica.
Comunque, rispetto alle accuse di una maggioranza frastagliata, preferisco
sentire parlare di una maggioranza monocolore. Ci sono tanti processi politici
in corso che però vanno nella direzione della solidità di governo. La categoria
della delegazione di partito all'interno della Giunta non esiste più", ha
aggiunto il Sindaco, "da quando il Sindaco è eletto direttamente dagli
elettori. Quello che però rimane è il rapporto di fiducia con la maggioranza.
Per quanto riguarda i costi della politica, non c'è
niente di peggio che cavalcare la riduzione di un assessore per un anno e mezzo
per dare l'idea di avere fatto qualcosa in materia. Bisogna chiedersi in
concreto cosa sia meglio fare, giunti a questo punto: ci sono progetti avviati
che non si possono scompaginare. In una fase politicamente
dinamica, l'equilibrio politico va cercato con la mediazione. Nessuno ha
pensato di schiacciare la sinistra radicale. A seconda dell'opportunità politica, le minoranze parlano di una Giunta ostaggio della
sinistra radicale oppure, come oggi, del tentativo di soffocarla. Anche di
Elisa Romagnoli si è detto, da un lato, che fosse troppo appiattita sul
Sindaco, e dall'altro che nemmeno Rifondazione si riconoscesse più nelle sue
scelte. In ogni caso, il problema deve essere affrontato dalla Giunta, e
vedremo quali scelte sarà opportuno fare", ha concluso Pighi.
( da "Emilianet"
del 16-10-2007)
Politica e enti locali Gli imprenditori
dell'Emilia-Romagna bocciano la "casta" politica:
subito la riforma elettorale Presentati dalla Cna i risultati di un sondaggio
su un campione di associati BOLOGNA (16 ott. 2007) - "Fra i piccoli e medi
imprenditori emiliano romagnoli non soffia il vento dell'anti-politica. Restituire fiducia nella politica
è possibile, ma servono cambiamenti radicali e alcune riforme chiave. E bisogna
far presto, perché l'immagine della classe politica,
risulta quanto mai deteriorata e il distacco rischia di trasformarsi in
rifiuto". Così Quinto Galassi e Gabriele Morelli, rispettivamente
presidente e segretario regionale della CNA Emilia Romagna, hanno descritto il
clima che si respira tra gli imprenditori. A testimoniarlo è il sondaggio che (tra
il 15 ed il 30 settembre) ha raccolto le opinioni di un campione di associati
alla Confederazione su "Imprese, costi della politica
ed etica pubblica", i cui risultati sono stati presentati questa mattina
nel corso di una conferenza stampa. Fastidio, malessere e un po' di rabbia.
Questi i sentimenti che esprimono uno stato d'animo di inquietudine e profondo
disagio nei confronti dell'attuale sistema politico. Fastidio, per la miriade
di piccoli e grandi vantaggi e privilegi di cui godono parlamentari, politici e
funzionari pubblici. Malessere, generato da un senso di impotenza verso una
classe dirigente scelta dai partiti e non dagli
elettori e che, sorda ad ogni domanda di cambiamento, continua imperterrita a
riprodurre il proprio sistema di potere. Rabbia, per lo spreco di risorse e per
l'incapacità di governare in modo trasparente, equo ed efficiente, l'azienda
Italia. Negli ultimi tempi si sono accentuati i segnali di un distacco tra
amministrati ed amministratori ed è fortemente diminuita la fiducia sulla
capacità di chi governa di rappresentare i cittadini. Meno di un imprenditore
su 5 è risultato disponibile a riconoscere alla Pubblica Amministrazione la
idoneità ad assicurare ai cittadini correttezza ed imparzialità. Alla domanda:
"secondo lei quanto risultano assicurati il buon andamento e
l'imparzialità dell'amministrazione previsti dagli articoli 97 e 98 della Costituzione?", il 77% ha risposto che ritiene poco o
per niente assicurati gli assunti costituzionali. I più duri sono stati gli
imprenditori ferraresi (93%) e quelli forlivesi e cesenati (81%). Pesante il
giudizio sui costi della politica che secondo il 90,5%
degli intervistati, sottraggono risorse importanti per la ripresa del sistema
Italia. Ancora più decisi nel denunciare questo fenomeno, modenesi e parmensi
(100%). Gli imprenditori sottolineano come i troppi vantaggi di cui godono i
politici, rendano la politica priva di etica: "Si
aspira alla poltrona per interessi personali, non per quelli del Paese"
dice il 94%. Nella percezione degli intervistati, si riscontra un grave
deterioramento dell'immagine della Pubblica Amministrazione che viene recepita,
sostanzialmente, in termini di un costo da sostenere e non di fornitore di
servizi certi, erogati a fronte di quanto anticipatamente versato (imposte);
soprattutto risulta carente presso il campione indagato, il concetto stesso di
"servizio pubblico" che l'immagine delle istituzioni dovrebbe
sottendere. In particolare si riscontra una diffidenza diffusa (più di 3
imprenditori su 4) nei confronti del personale della Pubblica Amministrazione
che gli intervistati volentieri tendono a rappresentare come incline allo
sfruttamento della propria posizione in termini di privilegi, indifferente alla
qualità ed efficienza del servizio che deve rendere alla comunità. Consulta i
risultati del sondaggio Scarso senso etico: serve un'altra politica
L'immagine della classe politica, nel suo complesso,
risulta ancora più deteriorata di quella istituzionale della Pubblica
Amministrazione: oltre il 90% degli intervistati, vede nei costi associati alla
vita politica un onere insostenibile per l'intera
economia italiana. Il giudizio è stato particolarmente severo per quello che
riguarda la "questione morale". Nella percezione dei piccoli e medi
imprenditori latitano nella classe politica: il
fondamento etico, il presupposto di volontà del bene pubblico e l'ispirazione
sociale; valori che dovrebbero, al contrario, improntare la mission di chi è
chiamato a governare la "res publica". Oggi, a giudizio degli
intervistati, la carriera politica viene scelta non
per l'ambizione di migliorare la qualità di vita dei cittadini, bensì per
realizzare obiettivi di natura privata, anche quando questi dovessero
prescindere da quelli generali. Una politica che ha
perduto ogni senso civico. I costi imposti al sistema Paese da una classe
dirigente inefficiente , che non sa assumere decisioni , costituiscono per i
cittadini-imprenditori motivo di particolare esasperazione. Cosa tagliare e
dove intervenire: cinque le priorità Ridurre drasticamente i costi della politica per restituire fiducia ai cittadini, è il messaggio
chiaro che viene dagli imprenditori. Una priorità assoluta per il 93%,
percentuale che sale al 100% tra gli imprenditori modenesi, riminesi e
piacentini. Cambiare rotta e riformare profondamente la politica,
altrimenti questa sarà rifiutata con conseguenze imprevedibili, sottolineano
gli intervistati. Cinque le principali indicazioni sulle quali si concentrano
le indicazioni emerse dal sondaggio: 1) abolire gli innumerevoli privilegi,
agevolazioni e benefict che la classe politica ha
conferito a sé stessa (più di 4 imprenditori su 5); 2) ridurre drasticamente il
numero di parlamentari e consiglieri regionali (quasi 3 imprenditori su 4); 3)
ridurre gli stipendi di parlamentari e consiglieri regionali, stabilendo un
tetto massimo per quelli di funzionari e dirigenti ministeriali (56%); 4) porre
un limite al numero dei mandati parlamentari ed attuare la riforma elettorale;
5) abolire Province, Comunità Montane e gli Enti inutili. Il sondaggio ha teso,
inoltre, ad individuare le istituzioni "colpevolizzate" come
all'origine dello spreco delle pubbliche risorse, sollecitando gli imprenditori
a porle in una graduatoria di responsabilità. Al primo posto nella percezione
della stragrande maggioranza degli intervistati (85,2%), c'è lo Stato e i
responsabili sono nell'ordine: Governo, Ministeri e Parlamento. Nei confronti
della Regione e soprattutto dei Comuni, permane un rapporto di fiducia tuttora
considerevole (solo il 2% degli intervistati propone tagli a questo livello
istituzionale). La Provincia viene, invece, contestata da 3 imprenditori su 4;
fra coloro che ne mettono in discussione l'utilità, si riscontrano
atteggiamenti di peso equivalente: da una parte quelli che si accontenterebbero
di ridurne almeno il numero, dall'altra quelli che vorrebbe proprio abrogarla.
Nel mirino, accanto alle Province, le Comunità Montane: quasi la metà degli
intervistati propende per abolirle completamente. Due intervistati su 3
propendono per l'accorpamento di Comuni contigui in aree metropolitane.
Consenso generale per una riduzione del numero dei Consiglieri regionali.
L'insofferenza degli imprenditori si è manifestata anche nei confronti di molti
enti pubblici, ritenuti fonte di spreco e di interferenze amministrative; tra
questi, gli enti di bonifica (che comunque hanno attraversato senza subire
danni diverse proposte di soppressione). Un imprenditore su
( da "Sestopotere.com"
del 16-10-2007)
(13:22) (16/10/2007 08:30) | SONDAGGIO SWG
SUL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE, I DATI (Sesto Potere) - Roma - 16 ottobre
2007 - "Il grado di soddisfazione del cittadino dimostra ancora una volta
che abbiamo un sistema sanitario importante, di cui
dobbiamo avere cura. E' un risultato in linea con la valutazione
dell'Organizzazione mondiale della sanità che ci colloca al secondo posto nel
mondo per qualità e completezza dell'assistenza sanitaria. Abbiamo un servizio sanitario di cui essere orgogliosi, che dobbiamo sicuramente
migliorare, ma per farlo dobbiamo essere consapevoli del suo valore". E'
il commento del ministro della salute, Livia Turco, di fronte ai risultati
positivi del sondaggio condotto dalla SWG per la trasmissione "Domenica
In" e presentato nella puntata del 7 ottobre in uno spazio dedicato alla
Sanità. Secondo il sondaggio quasi due terzi circa degli italiani sono
soddisfatti delle cure che ottengono dal servizio sanitario,
in particolare da parte dei medici di famiglia. La percentuale di soddisfazione
sale al 74% e al 67% rispettivamente al nord e al centro, ma scende al 43% al
sud. "Bisogna fare in modo che le risorse per la sanità siano utilizzate
bene ovunque ? ha aggiunto il Ministro riguardo alla differenze territoriali e
al deficit di alcune regioni- poiché l'efficienza deve valere in tutte le
regioni italiane. Noi siamo impegnati nei cosiddetti piani di rientro per
abbattere i debiti della sanità entro il 2010". Le risposte del campione
interpellato rappresentano anche un giudizio sulla qualità delle prestazioni
della sanità pubblica. Per il 75% degli italiani, il medico di base è
soddisfacente. Di questa percentuale la punta massima di soddisfazione è al
nord con il 78%, ma è alta anche al centro (76%) e al sud (70%). Gli
insoddisfatti (24%), sono prevalentemente presenti al sud (29%). Quanto ai
ricoveri ospedalieri il 61% degli italiani si dichiara soddisfatto, con punte
al nord (68%) e al centro (66%). Gli insoddisfatti, invece, sono il 35%, di cui
il 54% e' presente al sud, il 30% al centro e il 25% al nord. Infine, la
qualità delle visite specialistiche è soddisfacente per il 64% degli italiani,
di cui il 71% è al nord, il 62% al centro e il 50% al sud. Gli insoddisfatti
rappresentano il 34%, di cui il 49% al sud, il 35% al centro e il 27% al nord.
Per il sondaggio condotto dalla SWG per la trasmissione "Domenica In"
- presentato nella puntata del 7 ottobre - è stato interpellato un campione di
persone che ha avuto un'esperienza di tipo sanitario
diretta o nell'ambito familiare nel corso dei primi nove mesi dell'anno in
corso. Dai risultati raccolti, nell'insieme si osserva una quota maggioritaria
- attorno ai 2/3 - che trae dall'esperienza un parere di tipo positivo mentre
una quota di minoranza ? attorno a 1/3 ? trasmette una sensazione di tipo
negativo. Si notano delle differenze statisticamente significative tra le
principali aree del paese e tra il servizio del medico di base e gli altri due
esaminati.
( da "Agi"
del 16-10-2007)
Perugia COSTI POLITICA: INTERROGAZIONE UDC
UMBRIA SU FINANZA DERIVATA Stampa Invia questo articolo Ultimissime BANKITALIA:
CONTI, PROGRESSI MODESTI; GIU' SPESE E TASSE PAPA: COOPERARE PER LIBERARE DA
FAME MLN DI ESSERI UMANI ELUANA: CASSAZIONE, STACCARE SPINA SE VOLONTA'
PAZIENTE IRAQ: BAGHDAD CHIEDE "NEGOZIATO URGENTE" CON TURCHIA
SANITA': TURCO "NON CI SARA' IL TICKET NEL 2008" IRAQ: ERDOGAN A
BAGHDAD, TRA VOI E PKK METTETE UN MURO PECHINO A BUSH, SE VEDI DALAI LAMA DANNI
A RELAZIONI FORTUGNO: SUICIDA IL PENTITO BRUNO PICCOLO RUSSIA-IRAN: PUTIN E'
ARRIVATO A TEHERAN BIRMANIA: BUSH, OCCORRE "ENORME PRESSIONE
INTERNAZIONALE" (AGI) - Perugia, 15 ott - Come sono stati utilizzati gli strumenti
di finanza derivata chiesti forniti alla Regione Umbria da banche e societa'
finanziarie? Una domanda che il consigliere regionale dell'Udc Enrico
Melasecche rivolge alla Giunta nel corso di un'interrogazione. "Questo
tipo di operazioni - spiega il consigliere - presentano forti rischi e non sono
consone, a prescindere dal risultato conseguito, ad enti pubblici come la
Regione. Di norma esse comportano guadagni per la banca o la finanziaria che le
pone in essere ma, sembra, nell'80 per cento dei casi portano una perdita secca
per gli enti pubblici". Enrico Melasecche chiede che il Collegio dei
revisori dei conti fornisca "una relazione dettagliata" e che la
Giunta, in applicazione delle leggi sulla trasparenza, fornisca informazioni su
"tutte le operazioni di finanza derivata, nessuna esclusa, poste in essere
dal 2000 ad oggi oltre che dalla Regione, da tutte le Agenzie, partecipate,
consorziate, e dalle Comunita' Montane". Il consigliere cita un'inchiesta
del 'Sole 24 Ore' e la trasmissione televisiva 'Report' da cui emergerebbe che
"spesso gli stessi amministratori pubblici o non hanno cognizione di cosa
fanno o pongono in essere tali operazioni per favorire gli anni della propria
gestione, dichiarando guadagni per i primi anni perfettamente consci delle
perdite certe che subiranno i bilanci negli anni a venire, a carico delle
amministrazioni che seguiranno. Nel corso della trasmissione, in onda su Rai 3,
e' emersa la presenza della Regione Umbria fra quelle che hanno posto in essere
tali meccanismi finanziari". "Attraverso tali operazioni - conclude
Melasecche - si allunga in modo perverso la vita del debito pubblico,
nell'intento di favorire l'abbattimento della rata odierna di ammortamento in
modo da finanziare l'incremento dell?attuale spesa corrente. Si aggrava cosi'
in modo pesante il montante degli interessi a carico delle future
amministrazioni e soprattutto delle future generazioni e, parallelamente, il
costo effettivo delle opere finanziate". (AGI).
( da "Resto del
Carlino, Il (Ancona)" del 16-10-2007)
LA LETTERA DI GIRONI "Circoscrizioni e
demagogia" "SONO un consigliere della seconda circoscrizione di
Ancona, e da anni sostengo che andrebbero ridotte nel numero e nei componenti
tali consessi assembleari denominati circoscrizioni. Ritengo infatti che, così
come sono concepite, le circoscrizioni non rispondano a quella funzione
democratica e rappresentativa delle istanze dei quartieri e dei loro residenti,
quanto invece rappresentino un inutile doppione del Consiglio comunale della
città. Oggi però rimango esterrefatto dalla demagogia e dalla falsità con le
quali il governo Prodi, attraverso importanti e titolati organi di informazione
quali il Sole 24ore, annunci risparmi di 100 milioni di euro dal 'colpo di
scure' sui consigli circoscrizionali. Demagogia e falsità per l'appunto, in
primo luogo perché le circoscrizioni tagliate sono quelle relative alle città
con meno di 100 mila abitanti e dunque con consiglieri di quartiere che in
molti casi percepiscono compensi irrisori al cospetto dei loro colleghi di Roma
o Napoli, i quali hanno invece retribuzioni di tutto rispetto; in secondo
luogo, perché anche il sottoscritto che non rientra comunque nella scure governativa
(Ancona ha 101 mila abitanti) percepisce un gettone di presenza che è stato elevato dal
( da "Resto del
Carlino, Il (Fermo)" del 16-10-2007)
SANITA' NELLA BUFERA DURA PRESA DI
POSIZIONE DELLA CISL CONTRP LE DECISIONI DELLA REGIONE "Dimezzare la
capacità di spesa dell'Asur è grottesco" NON SOLO An battaglia contro le
penalizzazioni all'Asur 'Zona Territoriale 12'. Anche il segretario generale
della Cisl Funzione Pubblica, Giorgio Cipollini, la mette giù duro, leggendo
quanto scrive al direttore generale dell'Asur Marche, Roberto Malucelli, al
presidente della Giunta regionale, Gian Mario Spacca e all'assessore alla
Sanità, Almerino Mezzolani. "Le determinazioni n. 559, 560 e 576 dell'8 e
9 ottobre 2007, sulla riduzione del budget di spesa per le 'Zone Territoriali',
l'accentramento al suo ufficio di ogni tipo di assunzione di personale, sia a
tempo determinato che indeterminato, l'immediata attivazione dei Centri
Servizi, adottate in pieno dispregio alla vigente normativa e alle disposizioni
che disciplinano le relazioni sindacali, comporteranno la paralisi del servizio
Sanitario Regionale. Dimezzare la capacità di spesa di ogni 'Zona territoriale'
a 25.000 euro è semplicemente grottesco - aggiunge Cipollini - e significa
compromettere l'autonomia organizzativa di ciascuna 'Zona territoriale' e la
conseguente funzionalità dei servizi sanitari sul territorio, accentrare
qualsiasi forma di prestazione lavorativa, nonché le modifiche qualitative e
quantitative delle dotazioni di organico". C'è dell'altro.
"L'immediata costituzione dei Centri Servizi su 'area vasta' - sostiene il segretario generale della Cisl Funzione Pubblica -
comporterà uno smembramento dell'attuale sistema sanitario. La
sanità marchigiana e, in particolare, quella a sud della Regione è
sufficientemente compromessa e il suo decisionismo rischia di depauperare un
patrimonio a cui gli utenti di questo territorio non vogliono e non possono
assolutamente rinunciare". La conclusione di Cipollini non ammette
repliche. Sottolinea l'invito alla classe politica
marchigiana "ad intervenire tempestivamente affinché un'esasperata
gestione autoritaria e centralistica dell'Asur non dequalifichi ulteriormente
la sanità sul territorio marchigiano, poiché gli equilibri di bilancio vanno
perseguiti con una razionalizzazione della spesa che consiste nel taglio delle
consulenze spesso inutili e nell'eliminazione dei costi più per logiche
clientelari che per esigenze di gestione". Pasquale Bergamaschi - -->.
( da "Secolo
XIX, Il" del 16-10-2007)
IL PIANO DELLA REGIONE Genova.
"L'ennesima presa in giro". Luigi Morgillo, capogruppo di Forza
Italia in Regione, è tranciante sull'audizione in commissione salute
dell'assessore regionale Claudio Montaldo, chiamato ad illustrare la delibera
per l'abbattimento delle liste d'attesa. Forza Italia si è ritagliata il ruolo
dell'ariete, ma anche i consiglieri di maggioranza ieri hanno accolto
tiepidamente una delibera considerata "povera di dati", un po' troppo
sbrigativa nell'affrontare la questione delle liste d'attesa. Il provvedimento,
prossimo alla giunta, stabilisce che entro 120 giorni giorni dalla sua
approvazione le Asl siano tenute ad abbassare a 30 giorni l'attesa per tac,
risonanze, ecocardiogrammi, visite oculistiche, cardiologiche e ortopediche, a
45 giorni invece ecografie e ecocolordoppler. Tutte le prestazioni, anche erogate
dagli istituti privati convenzionate, saranno prenotabili attraverso il Cup e
le agende tra prime visite e controlli dovranno essere separate. Sono previste
sanzioni in caso di chiusura delle prenotazioni e l'attivazione del meccanismo
di "recall" per ricordare l'esame o la visita al paziente; la
verifica dell'appropriatezza delle prescrizioni dei medici di famiglia.
"La giunta sembra essersi dimenticata completamente di Amos, fino a due
mesi fa considerata una scelta strategica per i cittadini. Montaldo ci ha
proposto una soluzione completamente diversa ed ancora molto nebulosa nei
contenuti, senza neppure il fabbisogno economico per risolvere il
problema". Sugli stessi binari corre l'attacco del vicepresidente della
commissione Salute, Matteo Rosso, anch'egli di Forza Italia: "la delibera
è inaccettabile perché non tiene conto delle carenze del personale per il Cup
che verrebbe caricato di tutte le prestazioni erogate sia dal pubblico che dal
privato convenzionato. Solo al Cup genovese mancano 17 dipendenti. Finalmente questa maggioranza ha accettato la filosofia del
gettone di presenza, ma chissà perché quando se ne è parlato in commissione la
sinistra radicale ha lasciato l'aula". 16/10/2007 Il capogruppo di Forza
Italia, Morgillo: "Presa in giro, manca la copertura finanziaria. E di
Amos adesso non si parla più" 16/10/2007.
( da "Mattino
di Padova, Il" del 16-10-2007)
SCUOLE DI PIOVE DI
SACCO Finanziamenti da parte del Comune ai plessi non statali per l'infanzia
PIOVE DI SACCO. Anche quest'anno l'amministrazione comunale ha stanziato dei fondi
per sostenere l'attività delle scuole della città e le spese delle famiglie. In
particolare sono stati assegnati dei fondi alle tre scuole dell'infanzia non
statali (Santa Capitanio,
Maria Addolorata di Arzerello e Sacro Cuore di Corte) che, come è sottolineato
nella delibera del Comune, "svolgono una preziosa opera educativa
parallela alle cinque scuole materne pubbliche e con un numero di allievi quasi
equivalente". Nel precedente anno scolastico queste scuole hanno
beneficiato di un contributo di circa 32.000 euro a fronte di un numero di 215
iscritti. La stessa somma è stata confermata anche per quest'anno. A seguito
della soppressione alcuni anni fa delle scuole primarie di Piovega e Tognana, e
la conseguente forzata iscrizione dei bambini di queste due frazioni in altri
plessi scolastici del territorio, l'amministrazione comunale ha previsto un
contributo annuale che compensi le spese di trasporto che le famiglie devono
sostenere. Mentre per gli alunni di Piovega è attivo il servizio di scuolabus,
per quelli di Tognana è necessario assegnare un contributo ed è stato
confermato l'importo di 139 euro per alunno per un totale di 4.700 euro. Alla
direzione didattica statale per l'acquisto, la manutenzione e il rinnovamento
del materiale didattico è stato riconosciuto infine un contributo di 11.000
euro. (e.l.).
( da "Trentino"
del 16-10-2007)
LA CASTA "Orecchie da mercante"
TRENTO. Anche Sergio Rizzo, autore (con
il giornalista Gian Antonio Stella) del libro "La
Casta", bacchetta Silvano Grisenti. Rizzo lo ha fatto
ieri con un articolo su CorrierEconomia. Nel mirino di Rizzo il consiglio di amministrazione dell'A22: "In Trentino-Alto
Adige fanno orecchie da mercante", scrive Rizzo, riferendosi
alla Finanziaria 2007, che fissa in massimo cinque componenti i membri
del Cda. Nell'Autobrennero - sottolinea Rizzo - i
consiglieri di amministrazione sono addirittura superiori al numero dei soci
(23).
( da "Trentino"
del 16-10-2007)
Prosegue il confronto sui costi della
politica. Commissioni, possibili accorpamenti Gettoni a tempo, verso l'intesa
Taglio del 50 per cento per chi arriva dopo metà seduta TRENTO. Quello che solo
due mesi fa sembrava un confronto impossibile, oggi lo è un po' meno.
All'interno del gruppo di lavoro bipartisan sui costi della politica ieri si è
tornati a discutere focalizzando l'attenzione in particolare sulle commissioni.
Dal dibattito è emerso un generale consenso sull'ipotesi dei "gettoni di presenza a tempo", una delle proposte lanciate quest'estate da
Trento democratica. L'idea è quella di calibrare il gettone di presenza previsto per i consiglieri (oggi è di 120 euro per le sedute del
consiglio e delle commissioni) sul tempo reale di partecipazione alle sedute:
chi partecipa a meno della metà della seduta potrebbe avere un compenso
decurtato del 50%. La proposta è stata rilanciata ieri dal capogruppo di
Forza Italia Giorgio Manuali e condivisa oltre che da Michelangelo Marchesi
(Td), anche da Margherita, Rifondazione e Lega. Frena invece Alessandro
Pietracci (Sdi), secondo il quale non è il gettone la questione centrale,
mentre Tarolli (Udc) ha sollecitato un ragionamento a 360? che consideri anche
le indennità di sindaco e assessori. II confronto, coordinato dal presidente
del consiglio Alberto Pattini, si è poi soffermato anche su altri aspetti. Si è
avviato un ragionato sul possibile accorpamento delle commissioni università e
cultura, affidando eventualmente alla commissione trasparenza (è la proposta di
Marchesi) la competenza sulla toponomastica. Per ridurre i costi Pattini ha
quindi sollecitato a ridurre il numero delle convocazioni, calibrandole
sull'effettiva rilevanza dei temi all'ordine del giorno, e ad evitare che uno
stesso argomento venga necessariamente trattato in più commissioni come spesso
avviene oggi. (ch.be.).