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ARCHIVIO   DI   DOSSIER “I COSTI DELLA POLITICA”  

 

Dall’11 al 15 ottobre 2007

 

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DOSSIER – I COSTI DELLA POLITICA.


 

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TUTTI I DOSSIER


INDICE DALL’11 AL 15 OTTOBRE 2007

 

ESTRATTI DEL 16-10-2007

ARTICOLI DEL 15-10-2007

 

ARTICOLI DEL 14-10-2007

 

ARTICOLI DEL 13-10-2007

 

ARTICOLI DEL 12-10 2007

 

ARTICOLI DELL’11-10-2007

 

DOCUMENTAZIONE PRECEDENTE [dal Dicembre 2006]  IN  ARCHIVIO DEL DOSSIER

 

 

 

 

 

 

 


 

Indice degli estratti del 16-10-2007  

 

Domani verranno pubblicati i testi degli articoli più interessanti

 

Circoscrizioni e demagogia ( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 16-10-2007)
Argomenti: Costi della politica

Dimezzare la capacità di spesa dell'Asur è grottesco ( da "Resto del Carlino, Il (Fermo)" del 16-10-2007)
Argomenti: Costi della politica

Esami clinici: un meseil tempo d'attesa limite ( da "Secolo XIX, Il" del 16-10-2007)
Argomenti: Costi della politica

Finanziamenti da parte del comune ai plessi non statali per l'infanzia ( da "Mattino di Padova, Il" del 16-10-2007)
Argomenti: Costi della politica

Orecchie da mercante ( da "Trentino" del 16-10-2007)
Argomenti: Costi della politica

Gettoni a tempo, verso l'intesa ( da "Trentino" del 16-10-2007)
Argomenti: Costi della politica


Articoli

Circoscrizioni e demagogia (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 16-10-2007)

Argomenti: Costi della politica

Abstract: gettone di presenza che è stato elevato dal 2006 a 40,95 euro per ogni consiglio e di 29,25 euro per ogni commissione. PER cui si può affermare che mediamente un consigliere di circoscrizione guadagni meno di mille euro lordi ogni sei mesi. Secondo i calcoli di Prodi e Padoa Schioppa invece, un consigliere di quartiere di una piccola cittadina italiana guadagnerebbe attualmente 751


Dimezzare la capacità di spesa dell'Asur è grottesco (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Fermo)" del 16-10-2007)

Argomenti: Costi della politica

Abstract: sostiene il segretario generale della Cisl Funzione Pubblica - comporterà uno smembramento dell'attuale sistema sanitario. La sanità marchigiana e, in particolare, quella a sud della Regione è sufficientemente compromessa e il suo decisionismo rischia di depauperare un patrimonio a cui gli utenti di questo territorio non vogliono e non possono assolutamente rinunciare"


Esami clinici: un meseil tempo d'attesa limite (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 16-10-2007)

Argomenti: Costi della politica

Abstract: Finalmente questa maggioranza ha accettato la filosofia del gettone di presenza, ma chissà perché quando se ne è parlato in commissione la sinistra radicale ha lasciato l'aula". 16/10/2007 Il capogruppo di Forza Italia, Morgillo: "Presa in giro, manca la copertura finanziaria. E di Amos adesso non si parla più" 16/10/2007.


Finanziamenti da parte del comune ai plessi non statali per l'infanzia (sezione: Costi dei politici)

( da "Mattino di Padova, Il" del 16-10-2007)

Argomenti: Costi della politica

Abstract: SCUOLE DI PIOVE DI SACCO Finanziamenti da parte del Comune ai plessi non statali per l'infanzia PIOVE DI SACCO. Anche quest'anno l'amministrazione comunale ha stanziato dei fondi per sostenere l'attività delle scuole della città e le spese delle famiglie. In particolare sono stati assegnati dei fondi alle tre scuole dell'infanzia non statali (Santa Capitanio,


Orecchie da mercante (sezione: Costi dei politici)

( da "Trentino" del 16-10-2007)

Argomenti: Costi della politica

Abstract: Anche Sergio Rizzo, autore (con il giornalista Gian Antonio Stella) del libro "La Casta", bacchetta Silvano Grisenti. Rizzo lo ha fatto ieri con un articolo su CorrierEconomia. Nel mirino di Rizzo il consiglio di amministrazione dell'A22: "In Trentino-Alto Adige fanno orecchie da mercante", scrive Rizzo, riferendosi alla Finanziaria 2007,


Gettoni a tempo, verso l'intesa (sezione: Costi dei politici)

( da "Trentino" del 16-10-2007)

Argomenti: Costi della politica

Abstract: gettoni di presenza a tempo", una delle proposte lanciate quest'estate da Trento democratica. L'idea è quella di calibrare il gettone di presenza previsto per i consiglieri (oggi è di 120 euro per le sedute del consiglio e delle commissioni) sul tempo reale di partecipazione alle sedute: chi partecipa a meno della metà della seduta potrebbe avere un compenso decurtato del 50%

 

 

 

 

Indice degli articoli  del 15-10-2007 

 

Spremuta fiscale per le imprese ( da "ItaliaOggi Sette" del 15-10-2007)
Una nuova fase di tagli per enti pubblici e cda
( da "Sole 24 Ore, Il (Abb)" del 15-10-2007)
"Noi consiglieri comunali impegnati e tassati due volte"
( da "Corriere Adriatico" del 15-10-2007)
"Bisogna sfiduciare la Ruggeri"
( da "Corriere Adriatico" del 15-10-2007)
"A Pesaro un contributo scarso per i bus" ( da "Corriere Adriatico" del 15-10-2007)

ELIMINAZIONE dell'organo di indirizzo e abolizione dello stipendio del presi ( da "Nazione, La (Lucca)" del 15-10-2007)
La via cruenta della fermezza ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 15-10-2007)
Arricchirsi col terremoto ( da "Stampa, La" del 15-10-2007)
Welfare, già oggi l'incontro con le parti Prodi: un confronto immediato. Manovra: bonus solo a chi è davvero povero ( da "Unita, L'" del 15-10-2007)
Non chiediamo l'elemosina ( da "Alto Adige Trento" del 15-10-2007)


 

Spremuta fiscale per le imprese (sezione: Costi dei politici)

( da "ItaliaOggi Sette" del 15-10-2007)

 

ItaliaOggi Sette     ItaliaOggi Sette  - manovra 2008 Numero 244, pag. 9 del 15/10/2007 Autore: di Antonio Giancane Visualizza la pagina in PDF       Analisi dell'istituto Faber sui numeri della manovra 2008. A pagare il conto le aziende indebitate. Spremuta fiscale per le imprese Più soldi per le famiglie e i redditi bassi. Pressione in su di 0,5% Più soldi, e tanti, a favore delle famiglie, dei lavoratori dipendenti, dei pensionati. Stangata per le aziende indebitate. Trasferimenti generosi al pubblico impiego e robusti aiuti a grandi aziende e imprese di stato. Autonomi nel mirino, con benefici limitati alle imprese marginali e conferma dei pesanti effetti degli studi di settore sulle piccole e medie imprese. Questi i risultati dell'analisi dell'impatto redistributivo della manovra economica del governo, realizzata nella prima stesura del Rapporto 2008 curato per ItaliaOggi Sette dalla società specializzata Faber Sviluppo. Una Finanziaria al centro di mille discussioni, che come ha confermato il governatore della Banca d'Italia finisce per far aumentare di 6,5 miliardi di euro l'indebitamento netto per il 2008. Forte l'impegno della Finanziaria a favore dello sviluppo: i nuovi stanziamenti ammontano secondo le stime Faber a ben 15 miliardi di euro, frutto di nuovi investimenti (anche per opere pubbliche) preordinati a partire dal 2008. A sorpresa la manovra all'esame delle camere porta un peggioramento dei conti pubblici, già ampiamente beneficiati dal fortissimo aumento del gettito fiscale nel corso di quest'anno. L'indebitamento netto per il 2008, scrive il Rapporto, è pari al 2,2% del pil, rispetto a un quadro tendenziale dell'1,8%. Famiglie avvantaggiate La Finanziaria, per la prima volta nella storia della repubblica, dà agli italiani più di quanto prende dalle loro tasche. Secondo il rapporto Faber-ItaliaOggi, le maggiori entrate verificatesi nel corso di quest'anno coprono per intero il costo del decreto legge che ridistribuisce complessivamente circa 8 miliardi di euro. Principali beneficiarie dell'intervento saranno tutte le famiglie, che nel quadriennio 2007-2010, tra maggiori sussidi e sgravi fiscali, guadagnano oltre 14 miliardi di euro. Uno spostamento ingente di risorse, che compensa i sacrifici fiscali affrontati negli ultimi due anni. In particolare, i lavoratori dipendenti ricevono vantaggi netti per oltre 8 miliardi di euro nel triennio, comprensivi dei benefici dei rinnovi contrattuali del pubblico impiego e dell'erogazione degli arretrati. A questo si aggiungono i benefici per i rentiers (scongiurata la tassazione delle rendite finanziarie) e un consistente aumento (4 miliardi e mezzo di euro) a vantaggio dei pensionati, sia in termini di reddito che di sgravi fiscali sulla casa e sugli affitti.Imprese, aliquote ridotte Diverso il discorso relativo alle imprese. In termini finanziari, l'impatto della manovra 2008 sarà neutrale e questo rappresenta già un progresso rispetto alle disposizioni dell'ultima Finanziaria (studi di settore e altro), che determinavano un grave salasso a danno delle piccole e medie imprese. Ma a studiarla con maggiore attenzione, la manovra avrà un effetto fortemente redistributivo tra le imprese ed i lavoratori autonomi garantendo il gettito attuale pur a fronte di una riduzione delle aliquote legali. L'operazione è compiuta abbassando l'aliquota Ires dal 33 al 27,5% e ampliando la base imponibile. Anche l'aliquota Irap cala dal 4,25 al 3,9%. Queste misure assicurano vantaggi per oltre 2 miliardi di euro. Inoltre la Finanziaria 2008 comporta vantaggi per circa 1 milione di imprenditori minimi e marginali, cui viene offerto un regime fiscale semplificato ed un'imposta sostitutiva sul reddito pari al 20%.Costi aziendali, taglio in arrivoMa al taglio delle aliquote sulle imprese corrispondono minori possibilità di dedurre costi e spese. in altri termini, si amplia, in modo anche pesante, la base imponibile. La Finanziaria elimina infatti molte differenze tra i valori del bilancio civilistico delle società e quelli da utilizzare a fini fiscali. Con questa operazione (che riguarda anche l'Irap) non andranno più indicate nella dichiarazione dei redditi le variazioni per gli ammortamenti, gli accantonamenti e le altre rettifiche di valori. In questo modo il fisco si riprende quanto concesso con il taglio delle aliquote e recupera poco meno di 2 miliardi di gettito nel triennio. Come impatterà sulle imprese il nuovo sistema? Secondo il rapporto Faber-ItaliaOggi la manovra (comprensiva dei maggiori prelievi a regime con gli studi di settore) produce un effetto nullo sui lavoratori autonomi e sulle piccole e medie imprese, un sensibile vantaggio per la media e grande industria manifatturiera, una penalizzazione per banche ed assicurazioni, peraltro già nel mirino della manovra dello scorso anno. Pressione in aumento dello 0,5%Interessante il confronto tra l'attuale Finanziaria e quella dello scorso anno. Nel complesso, la manovra per il 2008 conferma appieno la generosità dell'intervento a favore delle famiglie, in particolare a reddito fisso. La particolarità sta invece nell'assenza nella Finanziaria di nuove stangate sui contribuenti: nella Finanziaria dello scorso anno le misure fiscali sulle imprese comportavano un aggravio netto di oltre 24 miliardi nel triennio, alla base del forte incremento di gettito (il cosiddetto "tesoretto") verificatosi negli ultimi 12 mesi. Come si finanziano allora le maggiori erogazioni a favore delle famiglie e del pubblico impiego? In parte con una sforbiciata ai costi della politica. Ma soprattutto dal forte avanzo (differenza tra entrate e uscite al netto degli interessi) costituito dal risparmio pubblico, che nel 2007 è positivo per 21,3 miliardi di euro, e nel 2008 crescerà a 34,1 miliardi di euro. Insomma un nuovo tesoretto da sfruttare, questa volta per contenere l'extradeficit generato dalla Finanziaria.Insomma, la spremitura fiscale continua: il Rapporto valuta che l'andamento spontaneo del gettito sarà più consistente rispetto alle previsioni del governo. Potrebbe addirittura comportare un ulteriore aumento, valutato nello 0,5% sul pil, della pressione fiscale anche al netto del secondo modulo di sgravi relativi al cuneo fiscale. Il prelievo complessivo salirà dunque nel 2008 al 43,5% del pil.In definitiva, Padoa-Schioppa sembra fare affidamento sul gettito fiscale automatico e su ulteriori manovre programmate per i prossimi anni, l'indebitamento netto passerà dal 2,2% del pil nel 2008 all'1,7% del pil nel 2009 e allo 0,7% nel 2010 fino a raggiungere il pareggio nel 2011. Come dire, è ancora lunga la strada per uscire dal tunnel.


Una nuova fase di tagli per enti pubblici e cda (sezione: Costi dei politici)

( da "Sole 24 Ore, Il (Abb)" del 15-10-2007)

 

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2007-10-14 - pag: 11 autore: LA GIORNATA COSTI DELLA POLITICA Una nuova fase di tagli per enti pubblici e cda Nel mirino le società intermedie, anche locali Mastella rilancia: partiti e istituzioni costano In Finanziaria potrebbe entrare un'ulteriore stretta ai costi della politica. La maggioranza lavora agli emendamenti al Ddl e al decreto collegato: tra i punti che sarebbero già condivisi, oltre al recupero mirato del fiscal drag e l'abolizione dei ticket per le visite specialistiche e la diagnostica anche nel 2008 ( si veda "Il Sole-24 Ore" di ieri), c'è un intervento più drastico su piccoli enti e società che fanno capo alle amministrazioni locali. Mentre ieri il ministro della Giustizia Clemente Mastella tornava sul tema –"fare politica ha in Italia ha costi incredibili: è folle pensare che si faccia senza percepire un compenso" ha detto intervenendo a una tavola rotonda sulla legalità –, il relatore al Senato della legge Finanziaria, Giovanni Legnini (Ulivo), spiegava che "i costi della politica sono uno dei temi su cui concentreremo la nostra attenzione ". "La proposta del governo va molto rafforzata – ha detto Legnini –. Stiamo esplorando come intervenire sugli enti e le società intermedie, sia di carattere nazionale sia di carattere locale "."Bisogna intervenire –ha proseguito – sulla giungla di società pubbliche distribuite sul territorio perché altrimenti gli interventi sono inefficaci, il grosso sta lì". Tra le ipotesi c'è quella di intervenire non solo sui consigli comunali e provinciali, "ma anche sulle giunte, che a volte sono più sostanziose ed hanno apparati maggiori". Per le controllate, si sta pensando di "rafforzare la semplificazione dei cda", riproponendo, ad esempio, "il limite di 3-5 consiglieri previsto lo scorso anno per alcune società". Ieri il vicepremier Francesco Rutelli si è invece soffermato sul taglio dei politici locali: "Abbiamo iniziato dalla riduzione dei parlamentari e dovremo proseguire con tagliare anche i componenti del governo. Poi bisognerà fare la stessa cosa con i consigli regionali e le assemblee locali". Per il ministro per gli Affari regionali Linda Lanzillotta un accorpamento di alcuni ministeri porterebbe "più efficienza ma bisognerebbe tener conto della continuità dell'azionedi governo". A margine di un dibattito cui ha partecipato a Milano, il ministro ha poi detto di aspettarsi da parte del Comune del capoluogo lombardo una piena applicazione della norma che taglia il numero di consiglieri delle società municipalizzate: "Confido che il Comune si adegui a questa disposizione legislativa. C'è una norma, ognuno poi sarà giudicato per quello che ha fatto".


"Noi consiglieri comunali impegnati e tassati due volte" (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere Adriatico" del 15-10-2007)

 

I costi della politica, il coordinatore regionale delle assemblee civiche Cesarini lancia la campagna anti-Finanziaria "Noi consiglieri comunali impegnati e tassati due volte" ancona - Perché partire dal basso per tagliare i costi della politica? Perché tagliare a partire dai consigli comunali, nel numero e nel gettone di presenza, per risanare i conti? Parte da Ancona un confronto sulla "casta". A farsene portavoce, Maurizio Cesarini, vice coordinatore nazionale della conferenza dei consigli comunali, nonché coordinatore per le Marche. L'esponente della Margherita, e da oggi del Pd, Cesarini è stato per cinque anni, nel precedente mandato, presidente del consiglio comunale. "Da un po' di tempo nel Paese si fa un gran parlare, giustamente, della riduzione dei costi della politica - scrive Cesarini in un intervento -. Il Governo si è impegnato ad adottare quei provvedimenti atti a contenere tali costi e ad eliminare quegli enti che risultano sostanzialmente inutili o comunque a limitare il numero dei componenti dei vari Consigli e le indennità degli stessi. La Finanziaria 2008, agli articoli 14 e 15, contiene già la riduzione dei componenti dei consigli comunali e provinciali, nonché delle giunte comunali e provinciali e del limite massimo dei gettoni di presenza. Il provvedimento adottato spero che sia la prima fase di una più completa revisione dei costi di tanti altri livelli di democrazia esistenti nel nostro Paese. Parlo delle Province, delle Comunità montane, delle Regioni, del Parlamento nazionale e di quello Europeo. Per non parlare poi di tanti Comuni che sono sotto i mille abitanti, i cinquecento abitanti, i duecento abitanti o addirittura inferiori". Non si sofferma sulle Province, Cesarini, "perché spero che su queste verrà fatta una seria disamina a livello parlamentare per quanto riguarda il loro mantenimento con le attuali funzioni o la trasformazione in enti con attribuzioni e compiti che comunque legittimino il loro esistere. Voglio però spezzare una lancia a favore dei Comuni, non solo per il mio ruolo nazionale e regionale, ma perché sono fermamente convinto che il Comune sia il primo livello di democrazia in Italia, l'ente sul quale si scarica la grandissima maggioranza delle istanze dei cittadini. Si riteneva che il numero dei consiglieri fosse troppo elevato? Sempre pronti a parlarne, purché poi ai consiglieri che restano vengano dati gli strumenti per svolgere al meglio il proprio ruolo: permessi per informarsi e aggiornarsi, locali idonei per riunirsi a lavorare, computer, corsi di aggiornamento, convegni mirati. Tutto ciò non è stato per ora minimamente considerato, anzi si punta a ridurre ulteriormente il rimborso forfettario (ad Ancona l'indennità è di 500 euro mensili lordi; ndr) o a seduta che ogni consigliere percepisce mensilmente. Se consideriamo l'impegno quotidiano, i tempi e la frequenza delle tante sedute di Consiglio e di commissione cui si deve partecipare, il compenso economico è assolutamente inadeguato. I consiglieri comunali non hanno mai fatto questioni di soldi, chi riesce ad essere eletto sa fa una scelta di vita, di impegno per la comunità, che prescinde dal compenso. Compenso che è dato al lordo e che viene tassato due volte".


"Bisogna sfiduciare la Ruggeri" (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere Adriatico" del 15-10-2007)

 

"Da dieci anni non rispetta le promesse". Stoccata anche all'Udc "Bisogna sfiduciare la Ruggeri" Edilizia scolastica, la proposta di Claudio Biondi FABRIANO Mozione di sfiducia per Sonia Ruggeri. E' l'ultima proposta di Claudio Biondi. A far salire la polemica è di nuovo la questione dell'edilizia scolastica. "Non è possibile ha spiegato il segretario della Nuova Dc per le Autonomie che la Ruggeri sia assessore alla Pubblica istruzione da dieci anni e ancora non sia riuscita a realizzare la nuova scuola". Parole pesanti quelle del centrista che si rivolge ai consiglieri comunali. "Intendo proporre questa mozione di sfiducia continua Biondi ai rappresentanti di Alleanza nazionale e Forza Italia. Per quanto riguarda invece i miei ex colleghi dell'Udc non credo che troverò appoggio da loro dato che strizzano spesso l'occhio a Sorci". Per Biondi la motivazione della sfiducia è l'inerzia dell'assessore nell'ultimo decennio. "Alla fine della passata legislatura la Ruggeri aveva promesso a degli studenti la costruzione di un nuovo edificio scolastico. La struttura era stata addirittura inserita nel programma come una priorità. L'ultimo incontro con la Provincia si è però concluso nuovamente in un niente di fatto". Per Claudio Biondi afferma che l'immobilismo della Ruggeri si perde nel tempo. "Sin dal 1998 erano stati stanziati dalla provincia 20 miliardi di lire per la costruzione della nuova scuola spiega Purtroppo però il comune non è riuscito a trovare l'area dove costruire e quindi quei fondi sono stati stornati. Oggi ci sono di nuovo dei finanziamenti per circa 5 milioni di euro ed è necessario che si lavori per assegnare al più presto l'appalto. Non vorrei che anche questi soldi venissero stornati soltanto perché il comune non riesce a scegliere dove edificare". Il problema della scuola in città esce dall'area dell'istruzione e va a intaccare anche i bilanci. "La Provincia sborsa ogni mese 52.000 euro di affitto per l'uso delle sedi dei due licei sottolinea Biondi E' ormai da illo tempore che questi affitti vengono pagati e se si fanno i conti probabilmente con quei soldi si sarebbero potuti costruire 10 licei!". Inadempienza e inerzia di Sonia Ruggeri. E' questa in sintesi l'accusa lanciata. "Non si possono portare in giro i cittadini ha concluso il segretario e mi stupiscono i consiglieri comunali che fanno grandi discorsi sui 20 euro del gettone di presenza e poi non parlano dei 52.000 euro spesi ogni mese per l'affitto dei due licei!". Dal canto suo l'amministrazione cerca da tempo di stemperare i toni. Lo stesso assessore ai lavori pubblici in una intervista aveva cercato di placare le polemiche sorte tra i presidi. "Per noi ora la priorità è costruire il nuovo edificio aveva sottolineato Sandro Romani poi faremo degli incontri per stabilire tutti insieme quali saranno le scuole che andranno ad occupare la nuova sede". Non si spegne quindi il dibattito che da appuntamento a nuove inaspettate evoluzioni. ROSITA FATTORE,.


"A Pesaro un contributo scarso per i bus" (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere Adriatico" del 15-10-2007)

 

"Ci vorranno molti anni per pareggiarei conti". Il dibattito nato dall'ennesima giornata nera del traffico in cittàE il trasporto pubblico ancora non decolla L'assessore regionale Marcolini parla di disparità drammatica coi fondi per Ancona "A Pesaro un contributo scarso per i bus" PESARO Poco più di 15 euro per ogni pesarese a fronte di 69 euro e passa ad anconetano. Un milione e 400mila euro per la città di Rossini contro 7 milioni per il capoluogo di regione. Ancona può sorridere mentre Pesaro piange. Non sarà questa la causa di tutti i problemi di circolazione stradale e smog della nostra città, ma sul fatto che il trasporto pubblico pesarese non è mai decollato incide indubbiamente una disparità abissale nel contributo annuale che fornisce la giunta regionale marchigiana. Una differenza di trattamento tirata in ballo dall'assessore comunale alla mobilità Michele Gambini e confermata con molta onestà dal suo collega in Regione Pietro Marcolini. "Conosco bene le cifre e non posso negare che la differenza esiste ed è purtroppo drammatica ammette l'assessore regionale ai trasporti . Detto questo, la ragione di una simile differenza dipende dall'assetto storico delle varie realtà della nostra regione. Il problema sta nel fatto che le concessioni dei trasporti pubblici fino a 20 anni fa erano a carattere ministeriale. Ai tempi si sono create delle disparità che hanno costruito un dato storico difficilmente equilibrabile a breve. Ci vorranno molti anni per pareggiare i conti". Pietro Marcolini, nato 57 anni fa a Macerata, eletto nelle liste del Pci ma oggi tecnico di area Ds, rivendica comunque il fatto che la giunta regionale non è stata con le mani in mano: "Stando così le cose, è innegabile però che negli ultimi due anni siamo intervenuti sul trasporto pubblico di Pesaro per ben due volte. "Ancora siamo distanti dall'eliminazione di una disparità stridente che però possiamo correggere solo attingendo verso l'alto. Non possiamo togliere alcuni servizi a chi è abituata ad averli da decenni (agli anconetani, ndr). Quello che possiamo fare è cercare di migliorare la situazione di quelle realtà e sono molte dove esistono problemi innegabili. Pesaro non è sola, ma in "buona" compagnia. Anche a Senigallia, Fabriano, Jesi, Macerata, Civitanova e Fermo esiste la stessa disparità". Come a dire mal comune mezzo gaudio. Ma non è il caso di spezzare una volta per tutte questa catena "Anconacentrica" che fa sentire i pesaresi marchigiani di serie B? "Dall'insediamento della giunta regionale del 2005 ad oggi siamo intervenuti in almeno 8-10 situazione critiche continua la disamina l'assessore Marcolini . Siamo lontani dal raggiungere la meta, anche se è giusto che la gente sappia che dobbiamo scontrarci con la realtà delle poche risorse a disposizione. "I dati del traffico in mio possesso - prosegue ancora l'assessore regionale - indicano come il Conero Bus, l'azienda provinciale anconetana, assorbe oltre il 30% del traffico regionale. Verso il capoluogo il flusso giornaliero dei pendolari è di 15.000-20.000 unità. Questo anche se il diritto al trasporto prescinde dal luogo di residenza". E, aggiungiamo noi, nonostante le cifre lusinghiere anconetane siano indotte dalle tante risorse a disposizione (7 milioni di euro per 101.000 abitanti). E' chiaro che laddove il servizio è strutturato meglio ci saranno più fruitori dello stesso. Non ci resta che piangere. Che leccarci le ferite in attesa di tempi migliori. Sperando che nel frattempo la situazione cambi e le risorse aumentino. Anche se, Stella e Rizzo insegnano, la "Casta" ha già munto la vacca oltre il limite massimo. E non vuole fermarsi. EMANUELE LUCARINI,.

 

 

ELIMINAZIONE dell'organo di indirizzo e abolizione dello stipendio del presi (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Lucca)" del 15-10-2007)

 

Dente della Fondazione. Sono queste alcune linee guida individutate da Ghigo Gemignani, ex presidente del comitato carnevale ed ex vicepresidente della Fondazione, per rilanciare la manifestazione. "L'attuale Fondazione ? dice ? con l'edizione 2008 arriva al capolinea. Il sindaco Marcucci o chi gli succederà dovrà procedere al suo rinnovo che, come molti sperano, non sia soltanto un rinnovo di persone ma soprattutto di metodi e, perché no?, di statuto. L'esperienza maturata in questi anni, la richiesta che viene dalla cittadinanza e i tempi correnti che reclamano scioltezza delle istituzioni, alleggerimento burocratico ed economia gestionale, impongono un ritorno a una conduzione del nostro Carnevale più partecipata, più spontanea e più legata a quelle che furono le origini della manifestazione". ECCO DUNQUE le proposte: "L'organo d'indirizzo si è dimostrato inutile e improduttivo e pertanto una sovrastruttura da cancellare sostituendola, magari, con organismi rionali da consultarsi da parte del consiglio nelle varie fasi programmatiche e organizzative della manifestazione. Il cda potrebbe essere nominato dal consiglio comunale che ne diverrebbe anche l'organo di controllo. Tale organismo verrebbe anche ad assolvere il compito organizzativo. I consiglieri nel numero più ristretto possibile dovrebbero essere scelti secondo una vecchia e oggi dimenticata tradizione, tra persone idonee, capaci, volenterose e comprendere tra questi anche i rappresentanti di eventuali altri enti che sostengono la manifestazione". POI SUL PRESIDENTE, per il quale Gemignani auspica l'abolizione dello stipendio come pure l'abolizione dei gettoni di presenza per i consiglieri. "Si obietterà ? spiega Gemignani ? che questa proposta potrebbe apparire classista e discriminatoria. Sarebbe interessante sapere quanti consiglieri degli attuali organo d'indirizzo e Cda trascurano i propri interessi per dedicare tempo al Carnevale. C'è l'eccezione del presidente Tofanelli che svolge la sua mansione con foga notoriamente accentratrice dedicandosi a scavalcare funzionari e dipendenti nella compilazione di verbali, lettere e adempimenti burocratici. Ma questa è un'anomalia e non deve diventare una tradizione". IN FUTURO dovranno essere fatti tagli dolorosi. "La nuova Fondazione ? dice Ghigo Gemignani ? dovrebbe improntare la propria azione nel rispetto della più scrupolosa austerità. Riduzione di consulenze, prestazioni professionali, fornitura di servizi e assunzioni a termine. Destinare per prima cosa le risorse per la qualificazione dei corsi mascherati che costituiscono la centralità e la caratterizzazione del carnevale di Viareggio. In passato i carri grandi erano ben 12 e oggi siamo ridotti a 9. Tutto questo grazie anche ai discutibili lavori in conto capitale affidati ai carristi appositamente esclusi dal concorso. L'attenzione del futuro organismo dovrà rivolgersi alla realizzazione di addobbi, in versione anche notturna e alla valorizzazione di manifestazioni teatrali, mondane e rionali". Infine la Cittadella: "I costi e gli oneri della Cittadella Estate viaggino per loro conto senza interessare l'attività della Fondazione. Altre iniziative come rappresentanze per lo più improduttive, presepi natalizi, concerti fuori periodo carnevalesco e manifestazioni di comodo per qualcuno e non attinenti, dovranno trovare finanziamenti in altri bilanci". - -->.


La via cruenta della fermezza (sezione: Costi dei politici)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 15-10-2007)

 

FISCO / 1 La via cruenta della fermezza Esclusi i pochi, veri ladri, per i quali è necessario essere inflessibili, credo che molti degli imprenditori considerati non in regola siano in realtà spettatori inermi di un sistema politico ammalato di cannibalismo. Tra gli evasori risultanti dalle ultime relazioni del Governo vi sono, infatti, vittime della burocrazia, uomini che lavorano per trovare il modo migliore per far rendere di più il loro investimento (rendendo partecipi del beneficio anche i soci finanziatori, oltre che i lavoratori stessi), imprenditori presi di mira per la loro trasparenza (spesso causa di problemi e non segno distintivo di onestà). Non è vero, quindi, che con il nuovo corso dell'impegno e del rigore è stata aperta una caccia al "killer". Sono convinto, piuttosto, che sia stata aperta la solita caccia al "fagiano di riserva", ovvero a quel povero animale d'allevamento pronto ad essere sacrificato ai fucili di chi non ha voglia di fare troppa fatica per trovare un po' di selvaggina. Sostituiamo alle doppiette le carte bollate e la burocrazia degli adempimenti, ai guardiani il ministro Padoa Schioppa e i suoi funzionari, e ci accorgeremo che dietro le parole si nasconde un mare di ipocrisia e di esclusiva volontà di "fare cassa" per finanziare i soliti costi della politica. Sono, per queste ragioni, sempre più dell'idea che tra le migliaia di "furfanti" sulla via della redenzione, esposti magari come spot pubblicitari dai nostri "onorevoli rappresentanti" (si pensi al caso di Valentino Rossi), vi siano molte persone cadute in qualche banale ed inevitabile errore di contabilità. Di fronte a questi uomini e a queste donne, invece della proposta da parte del Governo di una collaborazione e non quindi di un semplice controllo, che rappresenterebbe un vero e proprio servizio dello Stato ai suoi cittadini, Roma e i suoi centurioni preferiscono la via cruenta della "fermezza". Ave Prodi, Ave Padoa. Prof. Stefano Calimeri SOCIO DEL CIRCOLO DELLE LIBERTA "BRESCIA LEONESSA".


Arricchirsi col terremoto (sezione: Costi dei politici)

( da "Stampa, La" del 15-10-2007)

 

27 Costi della politica TUTTOFARE CAMPOCHIARO I finanziamenti 33 136 Soldi a pioggia ai Comuni del Molise dopo il sisma del 2002. Anche a quelli non colpiti Cinque anni dopo Mentre a San Giuliano i lavori vanno a rilento i fondi vengono utilizzati per altro Pro capite Hanno ricevuto di più gli abitanti illesi della provincia di Isernia che quelli delle zone terremotate i bimbi morti sotto le macerie Arricchirsi col terremoto MARCO CASTELNUOVO Il commissario che gestisce l'emergenza è il Presidente Iorio l'unico che ha accesso ai fondi E lontano dall'epicentro ma ha fatto richiesta di 11 milioni per un campanile i Comuni molisani colpiti dal sisma i Comuni molisani finanziati CAMPOBASSO Le api Con il decreto 27 aprile 2007 finanziato con 90 mila euro il "piano di monitoraggio dell'apis mellifera ligustica", cioè delle api di Trivento.Le seppie 250 mila euro, decreto n. 169 del 24 agosto 2006 per sperimentare il ripopolamento della seppia nelle acque del mare molisano.Il polo sciistico Tra le opere previste anche seicentomila euro per completare il polo sciistico di Capracotta, in provincia di Isernia.A pioggia Non solo "ricostruzione", ma anche "rilancio della regione". Grazie a questa possibilità, Iorio ha finanziato tutti i Comuni del Molise.


Welfare, già oggi l'incontro con le parti Prodi: un confronto immediato. Manovra: bonus solo a chi è davvero povero (sezione: Costi dei politici)

( da "Unita, L'" del 15-10-2007)

 

Stai consultando l'edizione del Welfare, già oggi l'incontro con le parti Prodi: un confronto immediato. Manovra: bonus solo a chi è davvero povero di Bianca Di Giovanni Sul welfare le parti saranno convocate forse già oggi o al massimo domani. Parola del premier Romano Prodi. "L'orario non ve lo so dire - ha dichiarato ieri Prodi - Ho detto comunque di convocare le aperti il prima possibile". Una cosa è certa: il 18 si terrà la segreteria unitaria dei confederali. Quindi il "nodo" della trascrizione del "pacchetto" welfare in norme di legge dovrà essere stato chiarito prima. Dopo le critiche giunte anche dalla Cgil, lo staff del ministro Cesare Damiano getta acqua sul fuoco. "Si tratta di sottigliezze tecniche - spiegano dal quartier generale di Via Veneto - Non è facile trascrivere un protocollo così complesso". Insomma, per il ministro solo qualche svista a cui si rimedierà presto. Per Damiano la cosa importante è che non si perda la rotta tracciata per chiudere la partita entro il 31 dicembre. Ma Raffaele Bonanni torna ad alzare la voce. "Il governo ha ceduto a pressioni della sinistra, che pure era stata sconfitta nelle fabbriche", ha dichiarato il leader Cisl. Guglielmo Epifani dal canto suo mette l'accento sulle norme previdenziali "tradite" dalla trascrizione. E contemporaneamente apre il fronte della questione salariale e della politica dei redditi. Tutti temi che saranno sul tavolo dei parlamentari nel dibattito su decreto e Finanziaria. Oggi in senato scadono i termini per la presentazione in commissione di emendamenti al primo provvedimento, mentre quelli sulla manovra scadranno giovedì. Certamente sarà ridisegnata la platea dei beneficiari del bonus per gli incapienti (150 euro una tantum), per evitare che vengano avvantaggiati anche i componenti di famiglie ricche. "Il fisco è in grado di distinguere abbastanza facilmente - spiega il senatore Legnini - questa parte verrà sicuramente rivista". Ma allo stato ancora non è possibile sapere quante risorse verranno recuperate. A chi chiede interventi sul lavoro dipendente, Enrico Morando lancia una sfida chiara: si propongano equivalenti tagli di spesa. Su questo punto il presidente della Commissione Bilancio sfida anche l'opposizione. "Visto che ho sentito applausi scroscianti a Draghi - dichiara Morando - faccia anche l'opposizione qualche proposta di taglio di spesa". Il presidente dal canto suo sta lavorando a proposte più efficaci su tre fronti: i costi della politica, le spese per beni e servizi e infine la gestione e la manutenzione degli immobili pubblici. Le soluzioni non sono ancora del tutto trovate, ma l'impegno a trovare risorse c'è. "Inutile chiedere interventi sui salari, se non si affronta questo tema", spiega. "Riconosco che c'è una questione salariale - aggiunge Morando - e che si deve lavorare in direzione della contrattazione decentrata, ma è inutile pensare a nuove entrate per finanziare gli interventi" Nelle riunioni tecniche si è affrontato sia il tema della restituzione del fiscal drag (il maggior gettito pagato per via dell'inflazione), sia quello della defiscalizzazione degli aumenti contrattuali, che però appare molto complesso tecnicamente. Il primo punto potrebbe essere molto costoso (si pensa a un recupero del drenaggio perso in passato, visto che oggi l'inflazione non supera la soglia del 2% che ammette per legge a un recupero): è probabile che arriverà la proposta di copertura con l'aliquota unica sulle rendite finanziarie. Operazione difficile, se si vorrà rispettare l'impegno a non tassare i titoli già circolanti.


Non chiediamo l'elemosina (sezione: Costi dei politici)

( da "Alto Adige Trento" del 15-10-2007)

 

Provincia "Non chiediamo l'elemosina" La Consulta degli stranieri per la riforma dello statuto Tutte le riunioni sono aperte al pubblico e da più di tre anni delegati al lavoro con passione ma a titolo volontario MERANO. Nei giorni scorsi la Consulta degli stranieri aveva sollecitato il riconoscimento di un gettone di presenza e la possibilità di partecipare ai lavori del consiglio comunale con un proprio rappresentante: "Ma non si tratta certo di chiedere l'elemosina - sottolinea la presidente della Consulta, Monda Kapo - ma solo di avere pari trattamento con tutti gli altri consiglieri visto che da anni stiamo lavorando con passione e volontariamente quanto a titolo gratuito". Presidente, come Consulta degli stranieri avete fatto le vostre richieste ma non condividete certi toni del dibattito sulla riforma dello statuto comunale. "Guardi, a nome della Consulta degli stranieri, desidero ribadire che le nostre sono richieste trasparenti e coerenti con il lavoro che stiamo svolgendo ormai da tre anni con passione e volontariamente quanto a titolo gratuito. Sia chiaro che non chiediamo l'elemosina e tantomeno ci rivolgiamo ai nostri interlocutori con i toni che sono apparsi sulla stampa. Comprendo certe esigenze, ma ciò non dovrebbe andare a discapito dell'immagine e soprattutto del senso civilmente espresso delle proposte della Consulta". Diceva che siete al lavoro ormai da anni a puro titolo di volontariato. "E' così. Io e i miei colleghi non solo lavoriamo volontariamente ormai da tre anni con dignità e passione, ma spesso abbiamo pure speso soldi di tasca nostra per essere presenti in tutte le attività in cui la Consulta è stata coinvolta". Come proponete di riformare lo statuto comunale? "Le modifiche allo statuto si sono rese necessarie soprattutto per stabilire definitivamente il vero ruolo della Consulta, cosa che fino ad oggi pare non essere ancora chiaro neppure all'amministrazione comunale. Della Consulta, a norma del vigente statuto, è già previsto che ne facciano parte anche i cittadini apolidi residenti a Merano. Nel nuovo statuto si proporrà che ne possano far parte tutti i cittadini stranieri dell'Unione europea e non solo quelli dei nuovi paesi della Comunità". Compresa anche una vostra presenza in aula, riconosciuta anche dall'erogazione di un gettone. "Nel ricordare che la Consulta è un organo consultivo del consiglio, della giunta municipale e delle commissioni comunali, la presenza in tali consessi di un suo rappresentante, senza diritto di voto, dovrebbe essere una conseguenza logica, posto che non mi sembra strano presenziare ed esprimere l'opinione della Consulta quando si discutono argomenti che riguardano gli stranieri, così come mi sembra normale che venga corrisposto il gettone di presenza, al pari dei consiglieri comunali". Cercate insomma una via diretta per confrontarvi con il Comune. "Certo ma preciso che non è stata chiesta una via preferenziale con la giunta in caso di richieste urgenti, ma è stato chiesto al sindaco "di suggerire" cortesemente un metodo celere da seguire per le questioni urgenti". Del resto c'è stato un precedente piuttosto complesso. "Il suggerimento è riferito ad una nota inviata il 31 agosto scorso al sindaco e all'assessora a cui fanno capo le competenze amministrative della Consulta, tramite la quale è stato chiesto l'utilizzo della sala riunioni del Comune per svolgervi un'assemblea con i cittadini stranieri che si sarebbe dovuta tenere il 15 settembre successivo. Tali richieste sono state accolte dalla giunta l'11 settembre 2007 e fatte pervenire alla segreteria della Consulta il 13 settembre: proprio a ridosso dell'appuntamento". Le vostre sedute sono sempre pubbliche. "Esatto. Ricordo che le sedute della Consulta sono pubbliche e chiunque voglia parteciparvi è ben accetto. Chi verrà ad assistere alle sedute, potrà rendersi conto che lavoriamo con serietà, impegno e rispetto verso i nostri interlocutori".

 

 

 

 

Indice degli articoli  del 15-10-2007 

 

 

 

I mangiatori di pane e politica ( da "Stampaweb, La" del 14-10-2007)

"Sandro, non fidarti dell'ufficio tecnico" ( da "Corriere Adriatico" del 14-10-2007)

Una legge per contenere i costi della politica ( da "Corriere Adriatico" del 14-10-2007)

Più tagli alla spesa della politica ( da "Corriere Adriatico" del 14-10-2007)

Roma La possibile restituzione ( da "Gazzettino, Il" del 14-10-2007)


La rinuncia al gettone ( da "Giornale di Brescia" del 14-10-2007)

Consiglio comunale in diretta tv pago io con l'indennità ( da "Nuova Sardegna, La" del 14-10-2007)

La risposta della politica, il paese ne ha bisogno ( da "Nuova Sardegna, La" del 14-10-2007)

La lega: via quattro assessorati inutili - giuseppina piano ( da "Repubblica, La" del 14-10-2007)

Anche la politica locale deve ridurre i costi ( da "Corriere delle Alpi" del 14-10-2007)

Era meglio convocare il Consiglio di sera ( da "Gazzetta del Sud" del 14-10-2007)

Finanziaria, ore decisive per le modifiche Domani gli emendamenti al decreto collegato, si lavora su fiscal drag e costi della politica ( da "Unita, L'" del 14-10-2007)

I costi della politica ( da "Tirreno, Il" del 14-10-2007)

Industriali genovesicome la peggior politica ( da "Secolo XIX, Il" del 14-10-2007)

Manovra: parziale rimborso del fiscal drag e tagli ai costi politica ( da "Messaggero Veneto, Il" del 14-10-2007)

Il consigliere paga la diretta tv ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 14-10-2007)

La snaidero può fare saltare l'ex boniciolli ( da "Messaggero Veneto, Il" del 14-10-2007)

Costi della politica, salvi in città ( da "Messaggero Veneto, Il" del 14-10-2007)

Sindacati: l'ater non acquisti alloggi ( da "Messaggero Veneto, Il" del 14-10-2007)

I consiglieri <subappaltano> il gettone delle commissioni ( da "Giornale.it, Il" del 14-10-2007)

Nuove strategie d'assistenza nelle piccole isole ( da "Corriere della Sera (Abbonati)" del 14-10-2007)

I mangiatori di pane e politica (sezione: Costi dei politici)

( da "Stampaweb, La" del 14-10-2007)

 

Da qualche tempo, grazie anche al successo del libro La Casta di Rizzo e Stella, all'esplosione di popolarità di Grillo e ai paragoni sempre più frequenti tra il 1992 e il 2007, si vive ormai come alla vigilia di un'altra caduta del sistema. Giorno dopo giorno, l'attesa si allunga; e in mancanza di un vero grande processo, come quello che decapitò i capi della Prima Repubblica, un clima strano, fatto anche di impazienza e intolleranza, sta rendendo più confusa la situazione. La convinzione che si va diffondendo è che la politica, per tornare ad essere buona, debba riuscire a liberarsi della classe politica. Va detto subito: un'idea del genere, non solo è ingenua, è fuori della realtà. E soprattutto ignora un dato essenziale, senza il quale è difficile capire cosa sta succedendo. Anche se tutti si affannano per nasconderlo, infatti, in Italia negli ultimi anni è nata una nuova generazione di politici di professione. Meglio o peggio, secondo i casi, di quelli che li hanno preceduti, e certo non privi di molti dei difetti che l'antipolitica gli attribuisce. Ma connotati, e fortemente dotati, di mestiere e ramificazioni sul territorio, e costruiti quasi geneticamente per non farsi travolgere da un'altra ipotetica, ancorché improbabile, "rivoluzione" italiana. L'identikit del nuovo politico ha tratti comuni e forti elementi di discontinuità, secondo che si cerchi di ricostruirlo a destra o a sinistra. Nel Dna c'è un forte istinto di sopravvivenza, ciò che produsse, a destra, all'indomani di Tangentopoli, la nascita e lo sfondamento di Forza Italia e il successo indomabile di Berlusconi. Che poi, specialmente in periferia, all'ombra del Cavaliere abbiano trovato riparo numeri due e tre del vecchio regime scampati al naufragio del '92, è acclarato. Il nuovo sempre striato di vecchio, la tradizione italiana del trasformismo, contraria a rotture e soluzioni di continuità. Con un potere di condizionamento crescente, con il quale, di tanto in tanto, anche un capo assoluto come Berlusconi deve fare i conti. Ma è a sinistra che un processo del genere, per molti versi ancora sotto traccia, può produrre davvero effetti imprevisti sulla nascita del Partito democratico e già da oggi e domani farà sentire i suoi effetti sulla riuscita e sui risultati delle primarie. Nelle quindici regioni in cui il centrosinistra ha vinto le elezioni amministrative nel 2005, questo nuovo ceto politico è andato al governo, s'è insediato al controllo di importanti gangli di potere, e ha cominciato a riprodursi, in una ragnatela di posti di sottogoverno, aziende pubbliche e semipubbliche, enti dotati di fondi, Usl, Asl, cooperative, mini e micro-aziende che amministrano il mercato dei lavori precari, l'opaca dimensione del "socialmente utile", il vuoto dei servizi, dalle mense alle guardie carcerarie, da cui lo Stato si ritira quando taglia la finanziaria e in cui il sistema degli appalti temporanei, del lavoro in affitto e del piccolo e grande clientelismo, si fa strada e guadagna posizioni. In molti casi è proprio il paesaggio descritto da Rizzo e Stella. Ma allo stesso tempo, in larga parte del territorio, dal Nord al Centro-Sud, la descrizione schematica di un organismo parassitario contrapposto ai bisogni dei cittadini non regge, perché il confine tra il sistema di potere e la società civile è assai labile, e la politica occupa naturalmente spazi di mediazione e amministrazione di interessi difficili da comporre. è su questo terreno, prima ancora che ai vertici dei due partiti, che la distinzione tra Margherita e Ds è venuta meno, dando vita a un nuovo soggetto tenuto insieme da un'accorta lottizzazione del potere locale. I mangiatori di pane e politica, scheletro del futuro partito, non somigliano molto né ai "signori della miseria" del vecchio meridione democristiano di trent'anni fa, né ai rampanti del "partito degli assessori" cresciuti all'ombra del garofano craxiano negli Anni 80. A modo loro, anzi, sono e si dichiarano moderni, poco ideologici, antagonisti del potere centrale. Pur incappando spesso nella rete dei controlli giudiziari, usano molto e continuano a usare mail e telefonino. Hanno obiettivi concreti, e voglia di realizzarli velocemente: perché, nati politicamente in una stagione di alternanza, stanno al governo sapendo che presto potrebbero trovarsi all'opposizione. Questa realtà tenuta finora nascosta, esclusa con accortezza dalla rappresentazione convenzionale della gestazione del nuovo partito - tutta a base di movimenti spontanei, riscoperta dell'impegno nella società e generosa attenzione a queste spinte da parte dei leader - preme adesso sull'odierna scadenza del 14 ottobre. In buona parte, è il caso di dirlo, il successo delle primarie dipende da loro, o dai molti di loro che vedono nei gazebo e nel voto di oggi il momento di uscire allo scoperto: un'occasione con cui misurarsi, e in qualche caso, anche, di riscattarsi. A quindici anni dal '92 e nel mezzo di una transizione infinita, si può discutere finché si vuole sul fatto che l'approdo della "rivoluzione italiana" sia la nascita, o la rinascita, di una classe politica. Si può cercare di capire quale parte di questo fenomeno possa essere considerata legittima, e quale invece vada bonificata, o cassata, o salvata. Si può e si deve giudicare, scegliere, selezionare, se possibile evitando di generalizzare. L'unica cosa che non si può fare è fingere che tutto questo non esista.


"Sandro, non fidarti dell'ufficio tecnico" (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere Adriatico" del 14-10-2007)

 

I consigli di Biondi all'assessore Romani sui ritardi nei lavori per le piste ciclabili "Sandro, non fidarti dell'ufficio tecnico" FABRIANO Picchia duro l'amministrazione Claudio Biondi in materia di pista ciclabile e ufficio tecnico. Il segretario della Dc per le Autonomie fa sentire la sua voce e contesta le dichiarazioni dell'assessore ai lavori pubblici Sandro Romani. "Era stato promesso che la pista ciclabile sarebbe stata ultimata per settembre e invece non è stato così e credo che neanche per novembre saranno finiti i lavori - osserva Biondi - Conosco molto bene Sandro, abbiamo lavorato insieme in passato. So che è una persona seria che va al sodo. Debbo però chiedergli di fare più attenzione nei confronti dell'ufficio tecnico e di non fidarsi di quello che gli promettono". Per l'ex consigliere comunale infatti sono molte le cose che non vanno tra i geometri dell'amministrazione. "I dipendenti dell'attuale ufficio spiega Biondi si sono spartiti in pochi anni qualcosa come 200.000 euro come ha dichiarato anche Guido Latini Grazie alla legge Merloni infatti i progettisti comunali possono percepire l'1,5% della commessa se il progetto approvato è il loro". Committente e partecipante dalla stessa parte insomma per una situazione che non convince il politico fabrianese. "Quando ero al governo io continua Biondi già esisteva la legge Merloni ma noi decidemmo di non applicarla. Non ci sembrava giusto infatti che a un dipendente comunale fosse data l'opportunità di guadagnare mentre agli altri no. Oltretutto credo che non sia deontologicamente corretto neanche nei confronti dei nostri cittadini". E la polemica si spinge fino a insinuare dubbi nella gestione degli appalti. "Come si concilia che i lavori che si seguono di più sono quelli in cui si viene remunerati e non quelli in cui non lo si è? domanda Biondi Oltretutto credo che se proprio si vuole affidare tutte le commesse all'ufficio tecnico almeno si dovrebbe risparmiare sulle progettazioni esterne". Le critiche colpiscono anche i politici che oggi siedono a palazzo Chiavelli. "Mi sorprendono i nuovi consiglieri comunali che propongono di diminuire il gettone di presenza e tacciono su queste cose. E' come guardare la solo la pagliuzza". Non ci sta proprio Biondi ad appoggiare una gestione di questo tipo dell'ufficio tecnico e conclude con un appello all'assessore. "So che sei serio Sandro quindi per favore metti mano a questa situazione che davvero non è più giusta". R.F.,.


Una legge per contenere i costi della politica (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere Adriatico" del 14-10-2007)

 

Castelli (An) è il primo firmatario della proposta: "Penso alle vittime dei disservizi sanitari" Una legge per contenere i costi della politica ANCONA - Il consigliere regionale di An Guido Castelli ha elaborato una proposta di legge (di cui è primo firmatario) per il contenimento dei costi della politica e per assicurare una "maggiore sobrietà" alla rappresentanza istituzionale regionale. Cinque i punti fondamentali: stop al meccanismo che prevede l'aggancio (e dunque l'aumento) automatico delle indennità dei consiglieri a quelle dei parlamentari; cancellazione delle indennità di missione in favore dei consiglieri regionali che si recano fuori sede o all'estero per motivi istituzionali; nuovo e più stringente meccanismo di penalizzazione per i consiglieri che non partecipano alle sedute e alle votazioni nel corso delle sedute di consiglio o di giunta; divieto di cumulo del vitalizio da consigliere regionale con quello eventualmente goduto da parlamentare nazionale o europeo; riduzione dell'indennità di carica (nella misura del 40%) degli assessori esterni che non rivestono la carica di consiglieri regionali. "Scrivendo la proposta mi sono tornate alle mente le attese di quei cittadini che, nelle Marche, per avere una visita specialistica o un esame diagnostico aspettano anche sette mesi. Vere e proprie vittime del disservizio permanente del sistema sanitario marchigiano. E' a loro - conclude Castelli - che bisognerà pensare quando le proposte di An giungeranno in consiglio".


Più tagli alla spesa della politica (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere Adriatico" del 14-10-2007)

 

Fiscal drag mirato Più tagli alla spesa della politica ROMA - La possibile restituzione di un fiscal drag mirato e tagli più incisivi dei "costi della politica" su troppe poltrone e consulenze di società ed enti pubblici. Ma anche una ridefinizione del bonus degli incapienti, con una limitazione della platea dei beneficiati e un contemporaneo aumento dell'assegno o delle detrazioni di lavoratori o pensionati. Arrivano questa settimana le prime modifiche parlamentari alla manovra finanziaria. Lunedì scadono infatti i termini per gli emendamenti al decreto collegato, nel quale sono inserite le misure sugli incapienti. Giovedì invece è il giorno entro il quale governo, relatore e parlamentari dovranno avanzare le proposte di modifica alla Finanziaria vera e propria. Con le richieste dei sindacati da un lato e quelle dei cittadini dall'altro, sono i costi della politica e la riduzione del prelievo sui lavoratori i due capitoli ai quali si sta lavorando. "Un recupero integrale del fiscal drag - afferma Giovanni Legnini - è difficilmente sostenibile. Visco ce lo ha detto chiaramente: lui è a favore dell'intervento ma al momento i soldi non ci sono".


Roma La possibile restituzione (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il" del 14-10-2007)

 

RomaLa possibile restituzione di un fiscal drag mirato e tagli più incisivi dei "costi della politica" su troppe poltrone e consulenze di società ed enti pubblici. Ma anche una ridefinizione del bonus degli incapienti, con una limitazione della platea dei beneficiati e un contemporaneo aumento dell'assegno o delle detrazioni di lavoratori o pensionati.Arrivano questa settimana le prime modifiche parlamentari alla manovra finanziaria. Domani scadono i termini per gli emendamenti al decreto collegato, nel quale sono inserite le misure sugli incapienti. Giovedì è il giorno entro il quale governo, relatore e parlamentari dovranno avanzare le proposte di modifica alla Finanziaria vera e propria. Con le richieste dei sindacati da un lato e quelle dei cittadini dall'altro, sono i costi della politica e la riduzione del prelievo sui lavoratori i due capitoli ai quali si sta lavorando.Ora sul tappeto le proposte sono diverse: si pensa ad un recupero mirato del fiscal drag. I meccanismi di restituzione classici prevedono un aumento delle detrazioni specifiche di alcune categorie o la revisione degli scaglioni Irpef. Tra l'altro sarà prima necessario trovare gli 800 milioni necessari a mantenere nel 2008 il blocco dei ticket sulla diagnostica. I costi della politica è il capitolo dal quale drenare risorse. "La proposta del governo va molto rafforzata", dice il relatore, il viceministro Giovanni Legnini. Si stanno così mettendo a punto norme più incisive che riguardino non solo i consigli ma anche le giunte degli enti comunali. Una stretta più consistente arriverà anche su società pubbliche. Ad esempio si sta pensando di "rafforzare la semplificazione dei cda" che già è prevista dalla manovra, riproponendo, ad esempio, il limite di 3-5 consiglieri previsto lo scorso anno per alcune società come Sviluppo Italia.Sugli incapienti il governo presenterà un emendamento per restringere la platea dei beneficiari, evitando che ne usufruiscano "finti incapienti" che vivono in nuclei familiari senza problemi economici. Alla fine il costo preventivato di 1,9 miliardi potrebbe calare. Così il bonus potrebbe salire da 150 a 200 euro. Oppure - è l'altra ipotesi - la somma che si libera potrebbe essere utilizzata per aumentare le deduzioni sui lavoratori dipendenti e i pensionati. Nel decreto approderanno i fondi per un aggiornamento "ecologico" del parco auto di taxi e ambulanze, per le vittime del mare e per l'imprenditoria femminile, oltre a norme per favorire l'applicazione del protocollo ambientale di Kyoto. A presentarle sarà il relatore del decreto, Natale Ripamonti. Si ipotizza l'arrivo di un emendamento per la soppressione o la modifica della "missione" della "Stretto di Messina spa", la società che doveva seguire la costruzione del Ponte sullo Stretto. Tra i nodi da affrontare ci sono poi le detrazioni sulle rette degli asili nido o gli ecoincentivi per la rottamazione delle auto, i fondi per i lavoratori trasfrontalieri e quelli per i personal computer ai Co.co.co.

La rinuncia al gettone (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale di Brescia" del 14-10-2007)

 

Edizione: 14/10/2007 testata: Giornale di Brescia sezione:LETTERE GHEDI La rinuncia al gettone Ho letto con piacere sul giornale che un amministratore comunale, nello specifico il sig. Scalvenzi di Ghedi, ha rinunciato alla sua indennità di presidente del Consiglio comunale. Sperando che non sia una mossa politica in vista delle prossime elezioni comunali, visto che comunque l'ex sindaco non ha bisogno di questi 900 euro, potrebbe essere d'esempio per altri amministratori, e se imitato su larga scala, contribuire al riavvicinamento dei cittadini alla politica. Vorrei comunque ricordare che in Italia, vi sono milioni di dipendenti che loro malgrado "rinunciano" ad una consistente parte dei loro magri stipendi, contribuendo anche a mantenere uno stuolo di politici che tutto fanno tranne che l'interesse dei cittadini. Milioni di dipendenti supertassati, che contribuiscono al funzionamento di uno Stato esoso e dilapidatore, forte coi poveri, debole coi ricchi (vedasi i recenti fatti delle Slot Machine). Non mi venga a dire che i redditi alti o altissimi vengono tassati anche del 50%, perché tale prelievo, un esempio attuale Pavarotti, gli ha permesso comunque di accantonare diversi miliardi di lire e proprietà in tutto il mondo, mentre prelevando a me "solo" il 30% del mio stipendio, riduce di molto la mia possibilità di arrivare a fine mese. Almeno avessimo servizi degni di un Paese europeo, avremmo pagato per qualcosa invece... Vediamo ora quanti altri politici seguiranno l'esempio di Scalvenzi. Speranze che questo accada? Poche, anzi pochissime, forse nessuna. GIANFRANCO FERRARI Isorella.


Consiglio comunale in diretta tv pago io con l'indennità (sezione: Costi dei politici)

( da "Nuova Sardegna, La" del 14-10-2007)

 

GUCCINI (SARDEGNA E LIBERTà) "Consiglio comunale in diretta tv pago io con l'indennità" NUORO. Visto e considerato che ai lavori dell'assise municipale non assistono i cittadini, il consigliere comunale di "Sardegna e libertà" Francesco Guccini ha deciso di chiedere al presidente del consiglio Leonardo Moro e al sindaco Mario Zidda di autorizzare le riprese delle sedute alla emittente locale... Con le spese a suo carico. Lo farà utilizzando i gettoni di presenza che il Comune gli paga ogni qualvolta partecipa ai lavori del consiglio. Si tratta di una vera provocazione, motivata unicamente dal fatto, come ha spiegato lo stesso Guccini, che la democrazia, senza la partecipazione e il controllo dei cittadini, diventa un concetto astratto, quasi vuoto. "La trasparenza dell'attività politica, unita all'informazione - scrive il consigliere comunale - deve diventare il motivo ricorrente delle nostre azioni amministrative. Per fare ciò è necessario compiere uno sforzo comune per trasformare il grigio palazzo muncipale in un palazzo di vetro. La Tv, a differenza dei quotidiani, rende giustizia dei tempi e degli umori dell'aula, visivamente e col sonoro, trasmettendo gli accadimenti in tempo reale, mentre i giornali stimolano la riflessione". Morale: se la montagna non va da Maometto è Maometto che va alla montagna.(a.b.).


La risposta della politica, il paese ne ha bisogno (sezione: Costi dei politici)

( da "Nuova Sardegna, La" del 14-10-2007)

 

DALLA PRIMA PAGINA La risposta della politica, il Paese ne ha bisogno Veltroni e il soggetto politico che verrà dovranno mettere d'accordo le diverse anime della nuova formazione; evitare di allarmare il già sospettosissimo presidente del Consiglio; impedire ai piccoli alleati della maggioranza di deflagrare; lavorare per una nuova legge elettorale che sostituisca la "legge-porcata" di Calderoli (finezza lessicale dello stesso autore); tagliare la spesa pubblica senza sottostare agli interessi costituiti di lobby, potentati e sindacati; diminuire le "bellissime" tasse di Tommaso Padoa Schioppa; investire su scuola, sanità, ricerca, infrastrutture; evitare ai giovani un futuro tiranneggiato da ex baby boomers implacabilmente longevi; tagliare privilegi e costi della politica; ma anche privilegi dei furbi qualunque; allontanarsi dalle zone grigie che covano dietro al consenso elettorale. Un libro dei sogni? Forse. Ma, secondo chi lo conosce bene, se c'è qualcuno nel Centrosinistra che può riuscirci, questi è proprio Veltroni, sindaco di Roma, già ministro e vice-premier, sorriso di velluto e denti d'acciaio. E comunque, senza questo primo passaggio, senza la nascita di un partito liberal e riformista non ci sarebbe neanche la speranza che tutto ciò si avveri. Molti tra i più critici si chiedono, anche, come si potrà governare la fase costituente dopo tanti aspri scontri alle primarie. L'interrogativo non riguarda tanto Veltroni, Bindi e Letta, ma soprattutto i contendenti in ambito locale, dove i faccia a faccia sono stati più virulenti. Il caso Sardegna è tra questi uno dei più spinosi. Comunque vada a finire il confronto avvelenato tra Renato Soru e Antonello Cabras (defilato il terzo concorrente Filippo Spanu), gli ex alleati di ferro dell'Ulivo sardo rischiano di ritrovarsi nemici in casa comune. Chi disposto a gesti clamorosi, come Soru che minaccia di non ricandidarsi se sconfitto; chi gravato dal sospetto di ritorsione sull'alleanza, come la maggioranza Ds, in caso di sconfitta di Cabras. Se fosse così, le primarie finirebbero per accentuare divisioni e divergenze invece di risolvere la frammentazione della partitocrazia italiana. Ma non è affatto detto che le cose seguano questo corso. Anzi, come ha dichiarato Arturo Parisi, in realtà la Sardegna è la regione dove si sono svolte le primarie più vere. I riottosi leader sardi dovranno per forza tornare a collaborare se non vogliono uccidere appena nato il Pd, riconsegnare la regione al Centrodestra e suicidarsi politicamente. Gioverà anche ricordare loro che, nonostante le asprezze polemiche, si tratta pur sempre di primarie all'interno di uno stesso corpo elettorale. E che dopo il confronto, arriva l'accettazione del risultato. Infine, il processo di nascita del nuovo partito è stato criticato per le sue farraginosità - basti pensare alle difficoltà nell'individuazione dei seggi e nelle altre operazioni che renderanno impervio il voto a molti cittadini desiderosi di partecipare - e perché il meccanismo di cooptazione della nomenclatura preesistente ha impedito una più ampia partecipazione della società civile. Non verrebbe centrato il principale obiettivo: traghettare il Centrosinistra alla nuova stagione riformista. Durante le primarie molti hanno battuto su questo tasto - da Arturo Parisi, antesignano del Partito democratico, al postideologico Enrico Letta, alla pugnace Rosy Bindi, al presidente della Sardegna Renato Soru che della guerra alla politica politicante ha fatto croce e delizia tanto dei successi elettorali che delle difficoltà di governo. Tuttavia è ingeneroso - a noi sembra - non riconoscere la scommessa un po' eroica, un po' patetica di due partiti che decretano di morire per risorgere in uno solo. Ci si aspettava davvero, che Ds e Margherita esalassero l'ultimo respiro come esangui fiammiferaie, mollando militanti, sedi, cespiti, bandiere e cadreghe? Senza salvare almeno una parte di ciò che erano? Anche nel Pd la "Casta" è allora destinata a perpetuarsi - per dirla con l'ormai ineludibile bestseller di Rizzo e Stella -? Non è detto. Così come non è affatto detto che la società civile sia sempre migliore della società politica. O che i bagagli che si portano dietro Ds e Margherita siano disdicevoli. Certo, nell'ultimo mese il cammino delle primarie si è fatto molto accidentato. Il Pd prima ancora di veder la luce sembra ancora un partito in carca d'autore: ci sono i politici ma non si sa ancora quanti saranno i cittadini semplici, quelli che dovrebbero farlo diverso dai partiti preesistenti e, quindi, giustificarne l'esistenza. I candidati, Veltroni in testa, sono apparsi improvvisamente incanutiti sotto alle raffiche glaciali del populismo italico in versione Grillo. Sembravano invecchiati, Veltroni e Bindi e il "giovane" Letta tra le invettive del comico-politico che si è fatto insieme Rosencranz e Amleto, giullare ed eroe tragico. Quanto potrà reggere il Pd all'antipolitica se questa produrrà la valanga che molti temono? Poco, certamente. Ma francamente, noi speriamo che ciò non accada. Siamo convinti che sia ancora possibile una risposta efficace all'antipolitica da parte di una politica capace. Anche perché la società civile, da sola, non basta a governare. E perché, pur con i suoi ritardi e i suoi deficit di democrazia diretta, il nascente Pd e quelli che lo stanno creando meritano una possibilità. Contribuire a dare a questo Paese un sistema politico all'altezza delle difficoltà che lo aspettano. Stefano Del Re.


La lega: via quattro assessorati inutili - giuseppina piano (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 14-10-2007)

 

Pagina V - Milano La Lega: via quattro assessorati inutili L'opposizione: lo diciamo da tempo. Ma la Cdl: è solo demagogia Nel mirino Colli, Mascaretti, De Albertis, Rossi Bernardi. "Non è un giudizio sulle persone ma sul loro ruolo" Lupi: ormai siamo alla rincorsa di chi la spara più grossa. Fidanza: siamo già il Comune più virtuoso d'Italia Salvini: eliminare Decentramento, Salute, Ricerca, Lavoro. "Così la Moratti risparmierebbe 10 milioni l'anno" GIUSEPPINA PIANO Il ministro Linda Lanzillotta che, di fronte ai rinvii del Comune di Milano sul taglio delle poltrone nei Cda delle municipalizzate imposti dal governo, avverte: "Spero che non si trovino cavilli per non dar corso a una buona norma". E la Lega che getta scompiglio tra gli alleati proponendo un risparmio tagliando altre poltrone. Quelle della giunta Moratti. "Milano rinunci ad almeno quattro assessorati che non hanno grandi ragioni di esistere, il Comune risparmierebbe circa dieci milioni di euro", è la proposta che il Carroccio con il segretario Matteo Salvini "offre al sindaco". Proposta che piace a sinistra. Ma che non piace affatto agli alleati della Cdl: per Forza Italia, An e Udc la Lega "fa propaganda". Comunque vada, di questi tempi, a Palazzo Marino si finisce sempre lì. Al tema della riduzione dei costi della politica. Tra la bacchettata che la procura della corte dei Conti ha dato alla giunta Moratti sulle assunzioni di dirigenti dell'esterno, ipotizzando un danno erariale di 11 milioni di euro. E tra il congelamento della riduzione dei posti nei Cda delle municipalizzate comunali, che significherebbe risparmiare 585mila euro all'anno. All'altolà del ministro Lanzillotta, risponde il vicesindaco Riccardo De Corato: "Nessun cavillo. Non vogliamo esporre l'amministrazione al rischio di richieste di danni dai consiglieri, per questo abbiamo chiesto un parere alla corte dei Conti e attendiamo una risposta". Nel dibattito sui costi della politica, però, adesso si inserisce anche il fuoco amico della Lega. Il Carroccio con Salvini dice che quella di ridurre gli assessorati "non è una proposta per aprire un rimpasto, né è un giudizio sulle persone in carica". Piuttosto: "Oggi a Milano ci sono 16 assessorati, possiamo diventare il Comune più virtuoso scendendo a 12. Torino ne ha 15, Genova 14, Firenze 13". La proposta: i quattro assessorati da eliminare, accorpando le deleghe ad altri, sono quelli al Decentramento e alle Politiche del lavoro dei forzisti Ombretta Colli e Andrea Mascaretti, quello alla Salute di Carla De Albertis di An, quello all'Innovazione di Luigi Rossi Bernardi in quota sindaco. "Se calcoliamo che ogni assessorato costa 500mila euro all'anno, fanno due milioni l'anno e circa 10 milioni di euro per l'intero mandato", dice Salvini. Attenzione: nei quattro assessorati non c'è l'unico assessorato che ha la Lega, quello a Turismo e identità, ma "se si decide di tagliare anche noi siamo disponibili a fare la nostra parte". Proposta che, dall'opposizione, Marilena Adamo dell'Ulivo sottoscrive perché "l'abbiamo sempre sostenuto che questi quattro assessorati sono inutili ma costano". Mentre nella Cdl non sottoscrivono affatto. La boccia Forza Italia con Maurizio Lupi, perché "siamo alla rincorsa di chi la spara più grossa per dimostrare che è più antipolitico. I costi si riducono portando efficienza nell'amministrazione". L'Udc con Pasquale Salvatore prosegue che "il tema dei costi della politica è giusto, ma viene usato dalla Lega in modo propagandistico". E An con il capogruppo Carlo Fidanza chiude: "Siamo già il Comune più virtuoso d'Italia. è giustissimo ridurre i costi ma senza demagogia".


Anche la politica locale deve ridurre i costi (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere delle Alpi" del 14-10-2007)

 

Di Cristian Arboit "Anche la politica locale deve ridurre i costi" I comunisti Pauletti e Alberti vorrebbero la Cmf trasformata in coop di servizi Nella Comunità montana troppi dipendenti precari FELTRE. Anche sull'austero Feltrino, terra di confine e di casse comunali a tratti lacrimevoli, soffia forte il vento dell'antipolitica. Tredici comuni, una Comunità montana, un'Unione di comuni, senza contare Provincia e Regione. "Troppi", sentenziano i comunisti Diego Pauletti e Vittorio Alberti, che propongono una bella cura dimagrante, a cominciare proprio dalla Cmf. Tra le proposte c'è la trasformazione dei servizi associati in cooperativa. Sullo sfondo l'esercito più o meno silenzioso dei consiglieri. Quasi duecento per una popolazione che non supera i sessantamila abitanti. Al Grillo nazionale, padre spirituale della nuova corrente, si aggiungono i "grilli" nostrani. La politica del resto è fatta sia di grandi che di piccoli nomi. Così come i suoi costi. A fisarmonica. La filosofia dei comunisti è lineare: in montagna i fondi sono già pochi, tanto vale liberarli a favore dei residenti senza "buttarli" in gettoni di presenza - che per quanto irrisori sono una goccia continua - e assessorati più o meno utili. Senza contare il rischio che tra un livello e l'altro possano emergere pericolose sovrapposizioni che con le economie di scala c'entrano come i cavoli a merenda. "Forse è davvero arrivato il momento di semplificare le cose", dicono i due, che portano l'esempio della Comunità montana, realtà della quale fanno entrambi parte. "Il servizio associato è stato voluto dai sindaci del Feltrino per ragioni di efficienza, ma proprio in questi tempi si sta allargando alla Valbelluna, riaffermando l'inutilità dell'idea che ha generato la Comunità montana", proseguono. "Per questo basterebbe una cooperativa di servizi, soluzione che consentirebbe ai dipendenti attuali del servizio di essere assunti con un contratto a tempo indeterminato. Diciasette su venticinque sono infatti precari". A sentire Pauletti e Alberti il resto sono solo sovrastrutture. "Della Cmf salviamo soltanto la conferenza dei sindaci, che non ha bisogno né di assessori né di presidenti. Questa Cmf ha consentito la realizzazione della cava a Scalon, quando invece doveva occuparsi della difesa del suolo". Altro capitolo, che si riallaccia agli impeti automisti, è quello della specificità per il Feltrino e la Provincia di Belluno: "La nostra preoccupazione è che questo sia solo un modo per preservare certi posti preriscaldati occupati dai soliti politici locali". I comunisti italiani entrano anche nel merito: "Insistere sulla peculiarità del Bellunese è fuorviante visto che la maggior parte del territorio italiano è determinato da rilievi montuosi e pertanto ogni luogo montano, pedemontano o degli Appennini è peculiare". L'antipolitica, insomma, non è solo affare romano. Il Feltrino però già se n'era accorto con i referendum di Lamon e Sovramonte.


Era meglio convocare il Consiglio di sera (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzetta del Sud" del 14-10-2007)

 

Montalto Fi polemica con il primo cittadino Era meglio convocare il Consiglio di sera Chiara Buffone montalto uffugo E ormai diventata prassi per l'attuale amministrazione riunire di mattina il Consiglio comunale. Negli anni scorsi, si era invece soliti trascorrere intere serate, anche nottate, nella sala consiliare, proprio per permettere ai cittadini interessati di assistere ai lavori del consiglio. Certo, ad onor del vero bisogna anche ammettere che non erano così numerosi gli "spettatori" del consiglio. La stragrande maggioranza dei montaltesi stranamente non sembra curiosa di "vedere dal vivo" come si comportano i soggetti ai quali hanno dato il loro voto e quindi la loro fiducia. In ogni caso, è pur sempre necessario dare la possibilità di seguire il consiglio ai "potenziali" cittadini ed elettori giustamente interessati. Spesso anche le assenze di alcuni consiglieri sono dovute ad improrogabili impegni di lavoro. Se l' appuntamento fosse nelle ore serali, ci sarebbero meno problemi. E sicuramente meno "alibi" avrebbero i cittadini che, a ragione, difficilmente, di questi tempi, si possono permettere di rinunciare ad una mattina di lavoro per partecipare alle sedute consiliari. Di quest'avviso è anche il presidente di Alleanza Nazionale, Francesco Biondi: "I consiglieri comunali ricevono stipendi fissi ogni mese e non il gettone di presenza. Il resto dei cittadini, purtroppo per campare è costretto, nell'orario di convocazione del Consiglio Comunale, ad andare a lavorare altrimenti a fine mese non arriva. Pertanto continua Biondi il nostro partito chiede al Presidente del Consiglio Comunale e a tutte le altre forze politiche che lo compongono, che in virtù di una sbandierata democrazia che contraddistingue la classe politica Montaltese, di ripristinare i vecchi orari serali di convocazione, in modo tale che il cittadino possa assistere al consiglio comunale e conoscere le decisioni che dallo stesso vengono prese, direttamente, senza ricorrere alle solite, ma spesso non veritiere voci di popolo. Ma forse il termine più adatto è "voce di piazza", dato che a Montalto, la piazza sembra essere il luogo deputato per far politica". Inoltre, Biondi, in merito all'accusa di immobilismo che gli era stata rivolta in un articolo di qualche giorno fa, risponde: "Sono presidente solo da maggio 2007. Viviamo in una democrazia, chi vuole intraprendere altre strade e uscire dal partito può farlo liberamente. Con le polemiche sterili e strumentali non si arriva a niente, preferisco lavorare per il rilancio del partito sul territorio con l'aiuto di quanti ci credono ancora". Intanto, il consiglio è stato convocato per domani mattina. Chissà se dopo l'ennesima richiesta, sarà l'ultima seduta "mattutina" per poter tornare alla vecchia cara abitudine delle sedute serali. (domenica 14 ottobre 2007).


Finanziaria, ore decisive per le modifiche Domani gli emendamenti al decreto collegato, si lavora su fiscal drag e costi della politica (sezione: Costi dei politici)

( da "Unita, L'" del 14-10-2007)

 

Stai consultando l'edizione del Finanziaria, ore decisive per le modifiche Domani gli emendamenti al decreto collegato, si lavora su fiscal drag e costi della politica / Milano LE PROPOSTE Possibile restituzione di un fiscal drag mirato e tagli più incisivi ai "costi della politica", ma anche una ridefinizione del bonus degli incapienti, con una limitazione della platea dei beneficiati e un contemporaneo aumento dell'assegno o delle detrazioni di lavoratori e pensionati. Sono in dirittura d'arrivo le prime modifiche parlamentari alla manovra finanziaria. Domani, infatti, scadono i termini per gli emendamenti al decreto collegato, nel quale sono inserite le misure sugli incapienti. Giovedì è invece il giorno entro il quale governo, relatore e parlamentari dovranno avanzare le proposte di modifica alla Finanziaria vera e propria. Con le richieste dei sindacati da un lato e quelle dei cittadini dall'altro, sono i costi della politica e la riduzione del prelievo sui lavoratori i due capitoli ai quali si sta lavorando. "Un recupero integrale del fiscal drag - afferma il relatore Giovanni Legnini - è difficilmente sostenibile. Visco ce lo ha detto chiaramente: lui è a favore dell'intervento ma al momento i soldi non ci sono". Al momento, le proposte sul tappeto sono diverse: si pensa soprattutto ad un recupero mirato del fiscal drag. I meccanismi di restituzione classici prevedono un aumento delle detrazioni specifiche di alcune categorie o la revisione degli scaglioni Irpef. "Sul tavolo - ammette Legnini - c'è anche un'ipotesi di intervento di parziale defiscalizzazione dei rinnovi contrattuali, ma è tecnicamente difficile ed è molto discutibile". Tra l'altro sarà necessario trovare gli 800 milioni necessari a mantenere nel 2008 il blocco dei ticket sulla diagnostica. I costi della politica è il capitolo dal quale drenare risorse. "La proposta del governo va rafforzata", dice il relatore. Si stanno così mettendo a punto norme più incisive che riguardino non solo i consigli ma anche le giunte degli enti comunali. Una stretta consistente arriverà anche sulle società pubbliche. Le prime modifiche ad arrivare saranno comunque quelle sul decreto collegato alla Finanziaria. Sugli incapienti il governo presenterà un emendamento per restringere la platea dei beneficiari, evitando che ne usufruiscano "finti incapienti" che vivono in nuclei familiari senza problemi economici. Alla fine il costo preventivato di 1,9 miliardi potrebbe calare. Così il bonus potrebbe salire da 150 a 200 euro. Oppure - è l'altra ipotesi - la somma che si libera potrebbe essere utilizzata per aumentare le deduzioni sui lavoratori dipendenti e i pensionati, aiutando così a risolvere il nodo della restituzione del drenaggio fiscale. Tra i nodi da affrontare c'è poi quello delle risorse per rinnovare gli incentivi fiscali previsti fino ad oggi, come le detrazioni sulle rette degli asili nido o gli ecoincentivi per la rottamazione delle auto.


I costi della politica (sezione: Costi dei politici)

( da "Tirreno, Il" del 14-10-2007)

 

Toscana I COSTI DELLA POLITICA GLI EFFETTI DELLA FINANZIARIA Ancora un mese per adeguarsi alle nuove regole, qualche azienda è già ok. La situazione a Firenze, Pisa, Livorno e Grosseto.


Industriali genovesicome la peggior politica (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 14-10-2007)

 

Dalla prima pagina Il direttore Paolo Corradi che per bruciare Bisagno fa sponda, nelle segrete stanze, alla candidatura di Remo Pertica, condirettore generale di Finmeccanica. Bisagno che per catturare consensi fa sapere di voler giubilare Corradi, inviso a una quota non marginale dell'associazione; Riccardo Garrone, uno dei saggi e di fatto "padre padrone" dell'organizzazione, che per salvare Corradi (lo portò lui) diverge dalle posizioni del figlio Edoardo (candidato della prima ora fattosi poi rapidamente da parte) e con metodo giudicato "discutibile" lancia nell'agone Vittorio Malacalza; lo stesso industriale dell'acciaio che spende il suo "appeal" con la falsa partenza di un'autocandidatura non preparata e poco attendibile nella dinamica (tutti sanno che gli è stato chiesto di scendere in campo, perché sostenere di essersi fatto avanti?); Pertica che raccoglie la benedizione pubblica del segretario della Uilm, Antonio Apa, suscitando l'ira di chi ritiene che il presidente degli imprenditori non può essere designato anche dalla parte sindacale; ancora Bisagno, che ispira la candidatura di Orazio Brignola e subito dopo - anche dopo le dichiarazioni di fuoco di Brignola contro Malacalza - conferma la volontà di non ritirarsi, sebbene la maggioranza dei consensi sembri ormai inesorabilmente orientata verso il suo antagonista. Come "la peggio" politica perché a questo punto, salvo l'ennesimo colpo di scena, si andrà alla conta non per la volontà di realizzare un nuovo modello di democrazia interna - era una bella occasione per sfuggire alla ritualità delle conferme e dei rinnovi secondo un canovaccio prestampato - ma solo per ovviare al tutti contro tutti, dal quale si può uscire, ormai, verificando i numeri su cui gli sfidanti possono fare leva. Come "la peggio" politica perché l'unico meccanismo che sembra aver fin qui funzionato è quello tipico dei veti incrociati: a cose fatte, sarà da vedere - vogliamo dire da ridere? - come il nuovo timoniere dell'associazione potrà sbattere in faccia agli altri poteri l'ignominia di scegliere i vertici secondo logiche ben poco afferenti ai problemi da risolvere e alla qualità e alle competenze degli uomini. Come "la peggio" politica per le ipocrisie che ancora accompagnano la vicenda: non uno che abbia pubblicamente denunciato l'eventuale inadeguatezza di Bisagno (rimproverargli un eccesso di attenzione alla portualità, il suo mondo, alla fine è acqua fresca); non uno che abbia pubblicamente denunciato l'eventuale inadeguatezza di Malacalza (rimproverargli la scarsa frequentazione dell'associazione alla fine è acqua fresca). Come "la peggio" politica perché gli industriali genovesi stanno macellando la loro immagine, e quindi quella della città, a livello nazionale: dalle Alpi alla Sicilia il gossip si spreca su questi imprenditori che non riescono a mettersi d'accordo e diventano il paradigma (come giustamente rilevava ieri Piero Ottone sulla Repubblica-Il Lavoro) di una Genova troppo incline al litigio e troppo poco capace di compiere delle scelte. Come "la peggio" politica, che rialza la testa e certifica quanto segue: gli accordi fra il governo e le parti sociali sono carta straccia come i contratti pluriennali dei calciatori (la sinistra radicale impone modifiche che Confindustria e Cisl non accettano, quindi si riapre il tavolo); la democrazia diretta non vale niente, perché il referendum sul welfare (80% di sì) farà la fine di quelli sulla privatizzazione della Rai e del finanziamento pubblico dei partiti; la battaglia per ridurre i costi della politica è solo un grande infingimento e il premier Romano Prodi lo dice, ritenendo che "non possiamo risolvere con un colpo di testa il problema di ridurre i ministri, gli assessori e tutti quelli che fanno politica"; il centrodestra non offre alcuna alternativa credibile, pronto com'è, nella sua parte dominante - Silvio Berlusconi e Forza Italia - a fare scempio delle prossime elezioni celebrandole ancora con il sistema opportunamente ribattezzato "porcellum", trattandosi di una legge che espropria ai cittadini la facoltà di scegliersi i rappresentanti in Parlamento. Come "la peggio" politica, che da Genova a Roma, andata e ritorno, riesce nella mirabile impresa di dare il viatico meno provvido alle primarie del Partito democratico. La consultazione è accompagnata dal clima che si riserva all'evento epocale e potrebbe pure esserlo se non fosse che il Pd si muove con un progetto che cambierà poco o niente. Al contrario di quanto fece il partito laburista inglese, che per rinnovarsi cancellò programma e vertici, inventandosi Tony Blair e un moderno riformismo. Il cinquantenne Blair è già pensionato, noi vedremo sfilare ancora i vecchi arnesi di Pci e Dc. Del resto, non siamo british. Questa è l'Italia, bellezza. Luigi Leone 14/10/2007 dalla prima pagina Sappiamo a cosa andiamo incontro; il nostro progetto ha una data di scadenza: il raggiungimento della maggiore età di Richi, abbiamo davanti a noi nove anni di lavoro e di responsabilità. Ci siamo dati delle regole e non è detto che riusciremo a osservarle, ci siamo dati degli obiettivi ambiziosi e non è dato che saremo capaci di raggiungerli. Dovremo confrontare innanzi tutto i nostri arditi progetti con la dura materia delle nostre economie; la prima spesa importante la faremo a Natale e sarà per un locomotore 656 Caimano in offerta, perché il Caimano è il nostro preferito e coglieremo l'occasione, ma poi, e per un bel pezzo, dovremo investire in legnetti, erbette, sassolini, colori, scambi e binari, segnali, chiodi, colle e olio di gomiti; tutta quella roba poco gratificante su cui dovranno viaggiare i nostri convogli. Li abbiamo già scelti quelli, nei cataloghi, e dipendesse da Richi li avremmo comprati già tutti in un colpo solo, con il bottino di una rapina che aveva in programma; invece abbiamo buttato giù un piano di risparmio pluriennale, e questa è la parte più ansiogena del nostro progetto: riusciremo a rinunciare con costanza a molte cose che ci piacciono per alimentare un'idea di cui più di una volta stenteremo a vedere la fine? Una cosa è certa: lasciato a metà, anche solo trascurato in una sua piccola parte, il nostro plastico sarà un fallimento. Questo ce lo siamo detto e ridetto; siamo due soci di un'impresa a responsabilità illimitata. Mi chiedo come passeranno questi nove anni, come cambieremo, e in cosa, mentre il nostro plastico andrà avanti. Alla fine lui avrà diciotto anni e io sessantacinque, e se la nostra impresa la vedo da qui mi sembra una follia. Chi intorno a noi se la sente di progettare a scadenza così lunga? Metà dei matrimoni celebrati cinque anni or sono si sono già conclusi con una separazione, forse che un plastico ferroviario è meno impegnativo? Vogliamo costruire una linea locale, una merci e una ad alta velocità; come potremo riuscire noi a portare a termine la nostra Tav se non ci riusciranno con quella vera? E sì che hanno cominciato dieci anni prima di noi. Quanti patti d'onore sono stati stretti mentre io e Richi stringevamo il nostro, e quanti di quelli vedremo sciogliersi mentre noi cercheremo di rafforzare il nostro. Nel corso di lunghi anni in cui Richi incontrerà le ragazze, imparerà ad andare da solo per il mondo, e io invecchierò, troverò nuovi motivi di delusione e di stanchezza. Ci sarà ancora il Partito democratico quando avremo finito il nostro plastico? Ricorderemo il nome di anche uno solo degli uomini che oggi ci sembrano i padroni del mondo e della nostra vita? Richi è caparbio e io non potrò deluderlo; per questa ragione penso che potremo farcela, anche se in fin dei conti è solo un plastico ferroviario. Ma è un progetto, e senza progetti la vita va sciupata, e si può soltanto far passare il tempo, si può solo invecchiare e aspettare che le cose finiscano. Poi, quando tutto sarà finito, guarderemo quello che avremo fatto, accenderemo le luci, daremo corrente ai binari, toglieremo il blocco agli scambi dello scalo e il prode Caimano prenderà l'abbrivio per il duro tratto appenninico. E noi ci metteremo a pensare a qualcos'altro. maurizio maggiani 14/10/2007.


Manovra: parziale rimborso del fiscal drag e tagli ai costi politica (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 14-10-2007)

 

Attualità Manovra: parziale rimborso del fiscal drag e tagli ai costi politica ALLO STUDIO ROMA. La possibile restituzione di un fiscal drag mirato e tagli più incisivi dei costi della politica su troppe poltrone e consulenze di società ed enti pubblici. Ma anche una ridefinizione del bonus degli incapienti, con una limitazione della platea dei beneficiati e un contemporaneo aumento dell'assegno o delle detrazioni di lavoratori o pensionati. Arrivano questa settimana le prime modifiche parlamentari alla manovra finanziaria. Domani scadono infatti i termini per gli emendamenti al decreto collegato, nel quale sono inserite le misure sugli incapienti. Giovedì invece è il giorno entro il quale governo, relatore e parlamentari dovranno avanzare le proposte di modifica alla Finanziaria vera e propria. Con le richieste dei sindacati da un lato e quelle dei cittadini dall'altro, sono i costi della politica e la riduzione del prelievo sui lavoratori i due capitoli ai quali si sta lavorando. "Un recupero integrale del fiscal drag - afferma Giovanni Legnini - è difficilmente sostenibile. Visco ce lo ha detto chiaramente: lui è a favore dell'intervento ma al momento i soldi non ci sono". Sul tema il vice-ministro ha messo al lavoro i propri uffici per fare ipotesi e simulazioni, diverse però da quelle fatte prima del varo della manovra che, al posto del calo dell'Ici, puntavano a una revisione dell'Irpef, con l'arrivo della "dote per i figli" nella quale far confluire i benefici di detrazioni fiscali e assegni familiari. Ora sul tappeto le proposte sono diverse: si pensa a un recupero mirato del fiscal drag. I meccanismi di restituzione classici prevedono un aumento delle detrazioni specifiche di alcune categorie o la revisione degli scaglioni Irpef. Sul tavolo - ammette Legnini - "c'è che un'ipotesi di intervento di parziale defiscalizzazione dei rinnovi contrattuali" ma "è tecnicamente difficile ed è molto discutibile". Tra l'altro sarà prima necessario trovare gli 800 milioni necessari a mantenere nel 2008 il blocco dei ticket sulla diagnostica. I costi della politica è il capitolo dal quale drenare risorse. "La proposta del governo va molto rafforzata", dice il relatore. Si stanno così mettendo a punto norme più incisive che riguardino non solo i consigli ma anche le giunte degli enti comunali. Una stretta più consistente arriverà anche su società pubbliche. A esempio si sta pensando di "rafforzare la semplificazione dei cda" che già è prevista dalla manovra, riproponendo il limite di 3-5 consiglieri previsto lo scorso anno per alcune società come Sviluppo Italia. Le prime modifiche ad arrivare saranno comunque quelle sul decreto. Sugli incapienti il governo presenterà un emendamento per restringere la platea dei beneficiari, evitando che ne usufruiscano "finti incapienti" che vivono in nuclei familiari senza problemi economici. Alla fine il costo preventivato di 1,9 miliardi potrebbe calare. Così il bonus potrebbe salire da 150 a 200 euro.


Il consigliere paga la diretta tv (sezione: Costi dei politici)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 14-10-2007)

 

Provincia di Nuoro Pagina 5054 Comune. La proposta di Francesco Guccini: "Un fatto di democrazia e trasparenza" Il consigliere paga la diretta tv Rinuncia al gettone di presenza per la ripresa di tre sedute --> Rinuncia al gettone di presenza per la ripresa di tre sedute Ancora senza risultato un ordine del giorno approvato in Consiglio comunale che auspicava la trasmissione in diretta delle sedute. Un Grande Fratello nell'aula del Consiglio comunale, almeno per le prossime tre sedute che verrebbero trasmesse in diretta da un'emittente locale. Un fatto di democrazia e di trasparenza: ne è tanto convinto il consigliere di Sardegna e Libertà Francesco Guccini da essere disposto a pagare di tasca sua l'intero importo, destinando all'iniziativa i suoi gettoni di presenza. LA RICHIESTA Guccini ha inviato una richiesta ufficiale al presidente del Consiglio Leonardo Moro e, per conoscenza, al sindaco Mario Zidda ricordando fra l'altro che l'assemblea municipale ha approvato tempo fa un ordine del giorno in cui si auspica che le sedute siano visibili in diretta televisiva. "Nonostante l'importanza - scrive Guccini - alle sedute non assistono più di dieci persone per assemblea. Occorre un'inversione di rotta, un iniezione di fiducia che restituisca a tutti la voglia di seguire e fare politica. La trasparenza dell'attività politica, unita all'informazione, deve diventare il motivo ricorrente delle nostre azioni amministrative. I quotidiani, in maniera assolutamente apprezzabile, informano la città e riportano con metodo e rigore gli accadimenti all'interno dell'aula. Occorre tuttavia, nell'ottica della trasparenza, affiancare ai quotidiani il mezzo televisivo". LE RAGIONI "La televisione - scrive ancora Guccini - rende giustizia dei tempi e degli umori nell'aula, i quotidiano stimolano alla riflessione. consigli Comunali, le telecamere di Telesardegna, emittente televisiva nuorese a copertura provinciale, in aula al fine di consentire la messa in onda integrale dei lavori consiliari. Si tratta di una richiesta, e conseguente scelta, motivata unicamente dal fatto che ritengo la democrazia, senza la partecipazione e il controllo dei cittadini, un vuoto concetto". ( a. a. ).


La snaidero può fare saltare l'ex boniciolli (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 14-10-2007)

 

Sport La Snaidero può fare saltare l'ex Boniciolli Le sorti del coach dell'Air sono legate al risultato di oggi contro Udine già sua Rientra capitan Di Giuliomaria Antonutti parte, ma è in forse Pancotto vuole più adrenalina di VALERIO MORELLI UDINE. La Snaidero, vincendo oggi ad Avellino, può fare saltare la prima panchina del campionato. Non una qualunque, ma quella dell'allenatore del primo biennio arancione di successi, dal 1999 al 2001, appena tornato al basket il gruppo di Majano. Coach Matteo Boniciolli, alla quarta d'andata di serie A, è già a rischio purtroppo per lui. O batte oggi Udine, già sua, con l'Air ancora al palo o salta. Lo fa capire l'amministratore delegato Luigi Ercolino, dopo avere invano chiamato a raccolta i tifosi giovedì scorso contro La Fortezza Bologna. Non è tipo da nascondersi dietro a un dito Boniciolli, che si è già assunto le sue responsabilità subito dopo il secondo stop interno seguito a quello all'esordio con Montegranaro. In questo clima la Snaidero non viaggia a guardia abbassata verso l'Irpinia. Infermeria. "Rientra Di Giuliomaria - aggiorna coach Cesare Pancotto per prima cosa -. Antonutti lo portiamo di sicuro, ma vedremo domani (oggi per chi legge, ndr) se e come impiegarlo. E molto vicino al rientro, al 99 per cento, ma non vogliamo rischiare neanche lo 0,1. Oggi (ieri, ndr) si è allenato quasi per intero con la squadra, pur se è stata una seduta di 50 minuti". Adrenalina. "Quando si giocano tante gare ravvicinate - consiglia Pancotto ai suoi - bisogna aumentare l'adrenalina. Serve per sopperire al fatto che ci si allena poco. Serve per affrontare un'altra gara fuori, la prima trasferta in aereo. Adrenalina e tensione in mezzo al campo sono elementi fondamentali". Avversari. "Ho grande rispetto di Avellino - Pancotto passa agli avversari di turno - che ha buone cifre. E la prima squadra per recuperi, tira bene. Ha un grande potenziale: giocatori da Nazionale quali Radulovic e Righetti, stranieri di rilievo. Williams è un centro di sostanza, di posizione, che dà problemi di adattamento". Boniciolli. "Ribadisco che ho stima dell'allenatore dell'Air, pur se la squadra è ancora a zero punti. Fa parte dell'inizio del campionato. Non mi soffermo sulla classifica della mia Snaidero e delle altre, memore di quel che è successo in passato". Clima. "Siamo abituati a tutto - dice Pancotto rispetto all'aria che tirerà oggi ad Avellino -, dobbiamo essere concentrati. Abbiamo la responsabilità di rappresentare la Snaidero e Udine. Dobbiamo migliorarci per strappare un altro biglietto. Ci aspettiamo un pubblico caldo, sosterrà la squadra, che avrà grandi motivazioni. L'Air ha perso le due partite in casa? La somma fa il totale diceva Totò. Bisognerà vedere alla fine delle 34 partite, le statistiche sono fatte per essere cambiate. Non dobbiamo guardare a quelle, ma pensare che affrontiamo una squadra di rango". Esonero. Pure gli allenatori, però, sono fatti per essere cambiati, loro malgrado: Boniciolli ne sa qualcosa. Pancotto riprende la palla al balzo: "Lo stimo, è bravo, serio, ha senso di responsabilità. Ha sviluppato un programma che ha bisogno di tempo, credo che pure la società di Avellino ne sia consapevole. Ho grande stima dell'ambiente pur se non conosco il presidente, che dà entusiasmo e motivazioni". Carica che ieri mattina l'omologo Edi Snaidero è passato a dare ai suoi al Carnera, spronando Di Giulio a tirare i liberi come da tre e divertendosi a vedere Sales mimare in palleggio Allen. Quest'ultimo ha un problema sotto il piede sinistro, mentre Zacchetti risente della botta presa al ginocchio destro contro Pesaro e Green continua a proteggere il gomito sinistro. Zorzi. Pancotto, che è a 780 presenze e 398 vittorie in serie A, sulla panchina di Avellino vedrà sedere quale senior assistant il "millenario" Tonino Zorzi, 1.073 gettoni da capo in A. Si stupirebbe a rivederlo head coach? "Pronto, non si sente...", chiude lì il coach arancione. Anche perché ad Avellino si parla di un eventuale arrivo di Caja, mentre per oggi non è stato convocato Petrov e Ortiz è alla prova d'appello. Radulovic non è più il capitano, la scelta oggi tra Smith o Lisicky.


Costi della politica, salvi in città (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 14-10-2007)

 

Pordenone Costi della politica, Salvi in città Il presidente della commissione giustizia venerdì in via Torricella Il tema dei costi della politica sarà al centro della conferenza che il presidente della commissione Giustizia del Senato, Cesare Salvi, terrà venerdì prossimo, alle 20.30, nella sala dell'ex tipografia Savio in via Torricella (laterale di via Cavallotti) a Pordenone. L'iniziativa è curata da Sinistra democratica, il movimento al quale Salvi appartiene, che ha recentemente abbandonato i Ds dopo la decisione di questi ultimi di confluire nel Partito democratico. "Il tema dei costi della politica e dei privilegi della casta rimane aperto - afferma il consigliere comunale Vanni Tissino - e dovrà trovare adeguato spazio anche nel programma, a partire dai compensi di consiglieri e assessori regionali, con il quale il centro-sinistra andrà a chiedere di essere confermato alla guida della Regione". "Troppo spesso - aggiunge Michele Ciol, componente del coordinamento provinciale di Sinistra democratica - non abbiamo saputo considerare quanto sia importante che i nostri eletti siano esempio di sobrietà soprattutto nel momento in cui vengono chiesti sacrifici ai cittadini e il numero di famiglie vicine o sotto la soglia della povertà non riesce a scendere". Salvi è coautore con Villone del libro "Il costo della democrazia - eliminare sprechi, clientele e privilegi per riformare la politica".


Sindacati: l'ater non acquisti alloggi (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 14-10-2007)

 

Emergenza casa. Divampa la polemica sulla decisione della Regione di autorizzare il progetto finanziandolo con 3 milioni e 800 mila euro "Non vorremmo che comprare immobili chiavi in mano per l'azienda diventi una prassi" Il presidente Grion: così si risolvono tanti problemi Sindacati: l'Ater non acquisti alloggi Cgil: un'operazione del genere è giustificabile soltanto se la gente è costretta a vivere in auto Alcune palazzine a Gorizia e alcune a Monfalcone, acquistate chiavi in mano. E l'idea messa in piedi dall'Ater per dare una risposta veloce all'emergenza casa nei due maggiori centri dell'Isontino, visto che un'impresa privata riesce a costruire uno o più edifici con una ventina di appartamenti in tempi molto più brevi di quanto possa fare la stessa Ater o qualsiasi altro ente pubblico. Ad appoggiare i propositi dell'Ater è anche la giunta Illy che, nell'ultima giunta, ha autorizzato l'accordo di programma per far andare in porto il progetto, finanziandolo con 3 milioni 800 mila euro. Non sono per nulla contenti del fatto che l'Ater si rivolga al mercato privato, invece, i sindacati, che proprio su quest'argomento ha sferrato recentemente un duro attacco ai vertici dell'ente: "Il ruolo dell'Agenzia territoriale per l'edilizia residenziale è quello di costruire e gestire alloggi popolari", ribadisce la segretaria della Cgil-Funzione pubblica, Mafalda Ferletti. "Perché - rimarca la stessa Ferletti - per acquistare appartamenti già pronti sul mercato privato è sufficiente un'agenzia immobiliare. Un'operazione del genere è giustificabile solamente se l'emergenza casa è talmente alta, con gente che vive in auto o sulla strada, da rendere necessaria - sottolinea - una risposta urgente e indifferibile". "Non vorremmo, invece - lancia l'allarme la Ferletti -, che l'acquisto di questi primi immobili "chiavi in mano" diventasse una prassi, svilendo così anche il ruolo dell'apparato dell'Ater, dotato di un numero consistente di validi professionisti assunti proprio per seguire gli interventi di costruzione degli alloggi popolari". In realtà, come rileva il presidente Roberto Grion, già altre Ater del Friuli Venezia Giulia "hanno seguìto la strada dell'acquisto diretto degli alloggi, operazione che non compromette gli altri progetti già programmati, ma, semplicemente, come ho già detto, consente di affrontare l'emergenza fornendo in tempi più brevi la disponibilità di nuovi alloggi popolari alle famiglie. La ritengo una cosa estremamente positiva, visto che, in questo modo, riusciremo a soddisfare l'esigenza di più cittadini". Peraltro, l'Ater ha già pubblicato il bando per le imprese che intendono fare la loro offerta per la costruzione, in questa prima fase, di 45 alloggi, metà a Gorizia e metà a Monfalcone, raggruppati in palazzine unitarie e non mescolati, quindi, con altri inquilini privati. E evidente che l'intento dell'Ater è assolutamente positivo e l'intervento va sicuramente incontro agli interessi delle tante famiglie che aspettano una casa, ma non si può negare che la necessità di acquistare appartamenti da privati per soddisfare in tempi relativamente brevi la fame di case metta a nudo uno dei problemi maggiori del nostro sistema pubblico, ovvero i tempi burocratici per la realizzazione di ogni opera. Si parla tanto dei costi della politica, ma forse sarebbe opportuno cominciare a "contare", oltre che i tempi, anche gli euro che vengono spesi, dal momento dell'ideazione a quello della realizzazione, di un qualsiasi intervento pubblico, a causa di una burocrazia che farebbe fallire qualsiasi azienda privata. Patrizia Artico.


I consiglieri <subappaltano> il gettone delle commissioni (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale.it, Il" del 14-10-2007)

 

I consiglieri "subappaltano" il gettone delle commissioni di Diego Pistacchi - domenica 14 ottobre 2007, 07:00 Stampa Dimensioni Versione PDF Invia ad un amico Vota 1 2 3 4 5 Risultato Si chiamano "commissari" e detto così fa anche un certo effetto. Sono chiamati a far parte delle commissioni specialistiche perché dovrebbero avere esperienze particolari nel settore. E per questo vengono anche retribuiti con un gettone di presenza. Ma in Provincia poi si scopre che un commissario vale l'altro, che, se serve, a discutere di progetti di leggi e delibere ci può andare chiunque. Anche perché alla fine il gettone di presenza lo prende uguale al "titolare", ed è questo che conta. Il concetto è scritto nero su bianco sul nuovo articolo 8 del regolamento delle commissioni della Provincia di Genova. Un articolo appena modificato, con uno di quei voti trasversali che riescono sempre a trovare d'accordo anche i "nemici" storici, gli avversari che pure si dividono su tutto. Il punto della questione è al comma 2: "Il commissario impossibilitato a partecipare può farsi rappresentare con delega da un altro consigliere provinciale appartenente ad uno dei gruppi consiliari facente parte della medesima coalizione". Un alleato, insomma. Uno che almeno non distorca il voto. E fin qui la norma sembrerebbe dettata dalla volontà di fare un favore a un amico, di non far mancare il numero al proprio schieramento. Macché, il comma non è mica finito. Continua così: "Nel caso in cui il consigliere delegato non sia membro della commissione, egli assume a tutti gli effetti, per la seduta oggetto della delega, la qualità di membro della commissione, con tutte le facoltà e i diritti". I diritti, cioè pure il gettone di presenza. In pratica, se un consigliere non può essere presente, ha modo di non dilapidare i soldi che la Provincia paga. Li "gira" a un collega amico, in attesa magari di ricevere in cambio un analogo favore alla successiva occasione. E così facendo l'ente, che pure ha messo a bilancio i soldi per far fronte a tutte le sedute senza assenze, non può più risparmiare qualcosina, contando sul fatto che non si verifica mai il "tutto esaurito" in commissione. Il blitz, peraltro, non è stato di quelli indolori. Ci sono state diverse discussioni, anche all'interno degli stessi partiti e tra alleati. Alla fine il compromesso è quello che accontenta maggiormente la minoranza della sinistra e l'intera opposizione. Nel senso che contro questo nuovo regolamento si contano solo i voti del gruppo dell'Ulivo (ma anche un'astensione). Mentre a vincere, per un solo voto di scarto (15 a 14) sono Forza Italia, An, Udc, Lista Biasotti, Gruppo Misto, Lega, Rifondazione, Verdi e Comunisti Italiani. Numeri che tradiscono comunque qualche malumore interno, specie tra chi, oltre che un "no" deciso all'inciucio del gettone, ha voluto urlare la sua preoccupazione per i nuovi rigurgiti di "antipolitica" che questa decisione potrebbe provocare.


Nuove strategie d'assistenza nelle piccole isole (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere della Sera (Abbonati)" del 14-10-2007)

 

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Salute - data: 2007-10-14 num: - pag: 66 categoria: REDAZIONALE L'INTERVENTO Nuove strategie d'assistenza nelle piccole isole "Costruiamo insieme le Isole della salute e del benessere ". è il tema del convegno che l'Associazione nazionale sanitaria delle piccole isole (Anspi) ha organizzato di recente all'isola d'Elba, con la partecipazione del ministero della Salute, di medici e operatori sanitari e delle direzioni di diverse Aziende sanitarie che annoverano piccole isole nel loro campo amministrativo. L'Anspi, costituitasi nel 2002, è presieduta da Antonino Scirè, nefrologo. Tutte le piccole isole hanno in comune la difficoltà a garantire adeguati livelli di assistenza a una popolazione che, fra l'altro, aumenta anche di 5 volte nel corso dell'anno, proporzionalmente al flusso turistico. In queste condizioni, ribadiscono all'Anspi, diventa pressoché impossibile garantire ai cittadini quel diritto alla salute, che è il cardine del nostro sistema sanitario. Sebbene non sia pensabile che si possa sviluppare sulle piccole isole un'assistenza d'eccellenza, occorre almeno che i livelli minimi siano garantiti anche nei territori più remoti, a cominciare dall'emergenza-urgenza. Ogni progetto futuro dovrà però tener conto della mancanza di presidi fissi: su circa 35 isole abitate, solo in 7 sono presenti degli ospedali. Il convegno è servito, quindi, ad aggiornare la mappa delle situazioni critiche e a prospettare soluzioni per i vari contesti, come la telemedicina, in particolare per gli interventi di urgenza cardiologica. Si è discusso anche della gestione territoriale delle patologie croniche, con la presentazione del progetto Eolienet, che vuole garantire i Livelli essenziali di assistenza nell'arcipelago delle Eolie grazie a sistemi di telemedicina che collegano le isole a centri specializzati sulla terraferma. Stesso obiettivo ha il progetto Igea-sat, che sviluppa sistemi di assistenza domiciliare per pazienti con diabete, scompenso cardiaco, broncopatie ostruttive, anche tramite collegamenti satellitari. Altro tema dell'appuntamento elbano: l'urgenza, con particolare attenzione alla necessità di camere iperbariche e alle gestione delle emergenze in mare fino all'elisoccorso. Non è mancato, infine, il confronto sugli aspetti amministrativi, per individuare i meccanismi incentivanti di cui le istituzioni si possono servire per favorire l'accesso e la permanenza degli operatori sanitari sulle Isole minori. Giorgio Donigaglia, medico di medicina generale di Marciana Marina (Elba) e vice presidente nazionale Anspi.

 

 

 

Indice degli articoli  del 13-10-2007 

 

 

 

1.      Tagli alla "casta"? I giornali di partito non faranno la foglia di co ( da "EUROPA.it" del 13-10-2007)

2.      PERUGIA - LE NORME PARLANO chiaro: i consiglieri che sono dipendenti pu ( da "Nazione, La (Umbria)" del 13-10-2007)

3.      MI CANDIDO per mettere la mia esperienza di medico e di sindacalista al ser ( da "Nazione, La (Massa - Carrara)" del 13-10-2007)

4.      SE UN COMICO come Beppe Grillo si butta in politico, due consiglieri comunali si ( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 13-10-2007)

5.      Di ELENA DURANTI INUTILI doppioni nei servizi tra Comuni, Provinci ( da "Nazione, La (Prato)" del 13-10-2007)

6.      Manovra, modifiche in vista per ticket e mutui casa ( da "Giornale di Brescia" del 13-10-2007)

7.      An, un progetto di legge taglia-costi in Assemblea regionale ( da "Resto del Carlino, Il (Nazionale)" del 13-10-2007)

8.      Poltrone e stipendi devono essere tagliati Il ministro Lanzillotta conferma: la Finanziaria non cambia il decreto sui risparmi nelle spa ( da "Giorno, Il (Sondrio)" del 13-10-2007)

9.      Prodi, non taglierò il mio governo ( da "Italia Oggi" del 13-10-2007)

10. Tra Bazoli e Mieli scontro sulla Costituzione ( da "Unita, L'" del 13-10-2007)

11. Costi della politica, placidi accusa parlamento e regioni ( da "Centro, Il" del 13-10-2007)

12. Ma tursi e provincia costano sempre di più ( da "Secolo XIX, Il" del 13-10-2007)

13. Il Comune vende case e garageper finanziare lavori pubblici ( da "Secolo XIX, Il" del 13-10-2007)

14. Troppe indennità in provincia ( da "Nuova Ferrara, La" del 13-10-2007)

15. La "casta"? a carrara la troviamo nelle spa partecipate dal comune ( da "Tirreno, Il" del 13-10-2007)

16.Cambia il bonus per i poveri ( da "Tirreno, Il" del 13-10-2007)

17. Enti e partecipate ai raggi x ( da "Tirreno, Il" del 13-10-2007)

18. I giusti consigli ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 13-10-2007)

19. Le spese della politica? 53 milioni di euro in più ( da "Corriere della Sera (Abbonati)" del 13-10-2007)

E' lite sugli "uditori" del vertice dell'Amc ( da "Stampa, La" del 13-10-2007)

20. Manovra, rispunta il fiscal drag ( da "Sole 24 Ore, Il (Abb)" del 13-10-2007)

21. Niente più giustificazioni per le assenze dal lavoro né gettoni di presenza per i ( da "Messaggero, Il  del 13-10-2007)

22. Viabilità rurale, finanziamenti in arrivo nelle Preserre ( da "Gazzetta del Sud" del 13-10-2007)

23. Nominate le sei commissioni consiliari ( da "Gazzetta del Sud" del 13-10-2007)

24. LA CASTA ( da "TGCom" del 13-10-2007)

25. "I centri montani saranno abbandonati" ( da "Corriere Adriatico" del 13-10-2007)

26.14:20 COSTI POLITICA: LANZILLOTTA, OK TAGLI GARANTENDO AZIONE GOVERNO ( da "Agi" del 13-10-2007)



 

Tagli alla "casta"? I giornali di partito non faranno la foglia di co (sezione: Costi dei politici)

( da "EUROPA.it" del 13-10-2007)

 

P R I M A R I E d e m o c r a t i c h e -2 Tagli alla "casta"? I giornali di partito non faranno la foglia di co GABRIELLA MONTELEONE Il disegno di legge di riforma dell'editoria, elaborato dal sottosegretario alla presidenza del consiglio Ricardo Franco Levi, sarà sul tavolo del consiglio dei ministri già da questa mattina. Il governo ha assicurato che una volta in parlamento, sarà disponibile a recepire sul testo proposte e osservazioni per trovare un nuovo assetto condiviso di un settore strategico in una democrazia. Si vedrà. Peccato non poter registrare analoga "sensibilità" nel taglio indiscriminato già deciso, e persino retroattivo, del 7 per cento dei contributi diretti per i giornali di partito, editi da cooperative, fondazioni e mondo no profit: è il decreto legge n. 159 di accompagnamento alla Finanziaria (già pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 2 ottobre) a prevedere tale riduzione. Inutile girarci intorno: tali norme determinano "una vera emergenza" in un settore già debole (alcune testate sono in stato di crisi) e già penalizzato duramente da un mercato pubblicitario bloccato e discriminatorio, ma espressione di un pluralismo culturale e politico irrinunciabile e che rischia invece di fare sbrigativamente le spese di un "clima" difficile. Non a caso la mobilitazione, promossa ieri con una conferenza stampa dai comitati di redazione, è trasversale e sostenuta dalla Fnsi "pronta ? ha detto ieri il segretario Serventi Longhi ? a ogni iniziativa necessaria, non escluso lo sciopero" se il decreto non verrà modificato. I cdr che hanno dato impulso alla protesta sono Avvenire, Europa, La Padania, Il Manifesto, Liberazione, Il Secolo d'Italia e l'Unità ? giornali veri, distribuiti, dove viene applicato il contratto di lavoro giornalistico per i quali, il taglio previsto dei finanziamenti, avrebbe ricadute "drammatiche" sul piano occupazionale e sul patrimonio di idee e culture che veicolano. Questa anticipazione della riforma dell'editoria è ancora più grave, è stato sottolineato ieri, perché va ad incidere sui contributi relativi agli anni 2007 e 2008: significa che se il Dl non verrà modificato entro il 2 dicembre, le imprese editrici vedranno ridotto l'accesso al credito che consideravano già acquisito. Una vera "batosta " in particolare per i quotidiani già in stato di crisi. Qualcuno l'ha definito "immorale" questo taglio, "demagogico" perché il risparmio che ne deriverebbe sarebbe comunque "irrisorio ", "iniquo" perché indiscriminato. Non è in discussione la necessità di razionalizzare la spesa anche in questo settore, sottolineano le rappresentanze sindacali, impedire o almeno ridurre gli sprechi di risorse pubbliche per fogli fantasmi e iniziative analoghe, o anche intervenendo sui cosiddetti contributi indiretti (come le agevolazioni tariffarie indiscriminate peraltro già toccate dallo stesso Dl). Ma per certi versi sarebbe paradossale che fossero i quotidiani di partito o editi da cooperative o fondazioni, perlopiù in sofferenza, a fungere da foglia di fico alle accuse mosse ai costi della politica. La domanda ora è: alla trasversalità dei cdr corrisponderà un'analoga in parlamento in grado di garantire il pluralismo e la diversità di opinione?.


PERUGIA - LE NORME PARLANO chiaro: i consiglieri che sono dipendenti pu (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Umbria)" del 13-10-2007)

 

? PERUGIA ? LE NORME PARLANO chiaro: i consiglieri che sono dipendenti pubblici e privati hanno diritto a permessi lavorativi retribuiti di un giorno quando devono prendere parte al Consiglio comunale. Permesso limitato alle sole ore di partecipazione quando si tratta di commissione consiliare. Hanno inoltre diritto a ulteriori 24 ore mensili, sempre retribuite, i capigruppo mentre sempre a un altro giorno hanno diritto gli altri consiglieri, ma senza retribuzione da parte del datore di lavoro. E' su questo aspetto che i Nas stanno facendo verifiche. Anche perchè il Comune deve rimborsare alle aziende private le ore di assenza dei consiglieri-dipendenti. Mentre nulla è dovuto alle aziende pubbliche. I politici-dipendenti sono la metà dei 40 che siedono in Consiglio: quattro nel centrodestra, 16 nel centrosinistra. Il resto si dividono tra pensionati e liberi professionisti. Dunque il Nas sta verificando la posizione di quei 20. Ma, non ha aperto indagini, solo acquisizione di documenti per il momento. Per dovere di cronaca ricordiamo che il capogruppo ha un compenso mensile lordo di 1626 euro, il consigliere di 1.384. Il gettone di presenza è di 116 euro. Il presidente del consiglio comunale, Roberto Ciccone (nella foto), conferma intanto lo sbarco dei Nas a Palazzo dei Priori. "Abbiamo fornito ai Nas i documenti richiesti, consegnando copia del Testo Unico sugli enti locali, dello Statuto e del Regolamento del Consiglio comunale. Oltre a fornire la precisa composizione dell'assemblea consiliare e delle Commissioni consiliari". Poi aggiunge: "Qui non ci sono furbetti, questo posso dirlo con tranquillità. Le presenze dei consiglieri comunali vengono registrate attraverso due modalità: nelle singole Commissioni a cura delle segretarie delle stesse, mentre in Consiglio attraverso il sistema automatico con l'utilizzo del badge (tesserino personale). Lavoriamo moltissimo ? aggiunge ? , tanto che non ci sono allo stato pratiche arretrate, nè ordini del giorno, nè istanze che siano rimasti, per così dire, indietro. Dunque l'organismo che mi onoro di presiedere è perfettamente al passo con l'attività amministrativa. Dunque, senza timori di essere smentito, mi sento di poter parlare di un'amministrazione comunale che lavora assiduamente attraverso tutte le sue componenti, senza che vi siano ritardi o intoppi di alcun genere". Palazzo dei Priori, infine, smentisce che i Nas stiano effettuando verifiche anche sul personale dipendente. M.N. - -->.


MI CANDIDO per mettere la mia esperienza di medico e di sindacalista al ser (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Massa - Carrara)" del 13-10-2007)

 

"MI CANDIDO per mettere la mia esperienza di medico e di sindacalista al servizio del Pd". Lo dice la dottoressa Anna Baldi (nella foto), candidata alla costituente nazionale del Pd con la lista "A sinistra con Veltroni". La Baldi, dirigente medico al centro trasfusionale dell'ospedale e responsabile regionale della "Cgil Medici", sintetizza così il suo impegno nel Pd: "Non ho mai fatto politica, ma ho accettato di candidarmi per portare il mio patrimonio personale in un partito il cui obiettivo è quello di aprire alla società civile. Il mio impegno si concentrerà sui temi del lavoro e della sanità. Mi aspetto che il Pd spinga nella direzione di una valorizzazione del lavoro, battendosi contro la precarietà, per stipendi più adeguati e per un aumento della sicurezza sui luoghi di lavoro. Quanto alla sanità, l'obiettivo deve essere quello di riaffermare un sistema sanitario nazionale e regionale, in grado di offrire servizi adeguati alla persona e un'assistenza qualificata che garantisca una reale parità di condizioni per gli utenti". - -->.


SE UN COMICO come Beppe Grillo si butta in politico, due consiglieri comunali si (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 13-10-2007)

 

Accingono al passo inverso. Nel prossimo 'Lodovico', il ruolo delle... star toccherà quasi probabilmente ad una coppia bipartisan. Quella formata da Massimo Masotti, capogruppo di Forza Italia, e da Giulia Simeoli capogruppo del Pdci: nell'epoca delle 'primarie', è questo infatti il... ticket su cui punta il regista Gian Paolo Zardi (anche lui consigliere comunale azzurro) per rilanciare la celebre rivista satirica che dal 1999 non calca più i palcoscenici cittadini. A Masotti andrebbe la parte di Lodovico jr., nipote del celebre personaggio incarnato da Oscar Artioli (scomparso prematuramente nel maggio 2001); alla Simeoli invece la parte della zia Zobeide. "La capogruppo del Pdci ha un dialetto naturale ? commenta il regista ?, Masotti è brillante anche se meno sanguigno. Il duo comunque può funzionare". La battuta, in fondo, sarebbe scontata: i politici fanno già ridere in Consiglio comunale, figurarsi ad offrire loro la ribalta naturale del teatro comico. Non resta allora che attendere il copione (cui Zardi sta già lavorando alacremente) e la definizione del cast, nel quale comunque non dovrebbero spuntare altri politici. Perchè in quel caso, ad interpretare le figure del sindaco e del presidente della Provincia ? tradizionali bersagli dello spettacolo ? tanto varrebbe invitare gli stessi Sateriale e Dall'Acqua. DAL CASO CURIOSO torniamo all'attualità. Rappresentata dalle polemiche e dalle iniziative in tema di costi della politica. Ieri la capogruppo dei Verdi in Provincia Brunella Lugli ha formalizzato, con un'interrogazione, la richiesta di fare trasparenza sull'assegnazione delle indennità e sulle presenze effettive di quei consiglieri che, dal 2004 in poi, hanno chiesto di sostituire la tradizionale formula del 'gettone' (che vale oggi circa 54 euro netti a seduta) con una sorta di stipendio mensile onnicomprensivo. "Nel 2004 si è visto che il cambiamento del sistema ? ricorda la Lugli ? aveva comportato praticamente il raddoppio delle spese. In pratica, una spesa che con il regime dei 'gettoni' sarebbe stata di 15 mila e 500 euro, passando alle indennità fisse mensili è aumentata sino a 29 mila euro". Ora la Lugli chiede perciò la ricostruzione di quanto è avvenuto in questa legislatura, con particolare riferimento anche alla situazione delle... giustificazioni. In caso di assenza dalle riunioni di Consiglio e Commissione, l'esponente politico deve infatti dimostrare impedimenti legati "specificamente a funzioni connesse al mandato o conseguenti ad incarichi assegnati dal presidente della Provincia o del Consiglio". In ogni altro caso, dalla malattia alle attività svolte ad esempio dai sindaci eletti anche in Castello, l'indennità andrebbe invece decurtata proporzionalmente ai giorni di mancata presenza. "Bisogna rendere pubblici e trasparenti i risultati ? chiude la Lugli ?, visto che si parla di denaro pubblico". Stefano Lolli - -->.


Di ELENA DURANTI INUTILI doppioni nei servizi tra Comuni, Provinci (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Prato)" del 13-10-2007)

 

Di ELENA DURANTI INUTILI "doppioni" nei servizi tra Comuni, Provincia a Comunità montana che fanno di conseguenza lievitare i costi per i contribuenti, l'idro-rincaro di Publiacqua (+9% nel 2007, +35% dal 2005 a oggi), le troppe poltrone dei politici, i bilanci delle società satellite di Consiag. Ecco cosa non quadra nell'amministrazione pubblica di Prato e dintorni, stando ai dati raccolti e agli studi, ancora in corso, dall'Osservatorio provinciale della spesa pubblica. L'ORGANISMO nato nel 2006, quasi contemporanemente all'uscita del bestseller "La Casta", firmò la prima protesta ufficiale opponendosi all'aumento del gettone di presenza dei consiglieri del consorzio di bonifica dell'Ombrone. E proprio il giornalista Sergio Rizzo, coautore del libro sugli 'intoccabili' italiani, sarà ospite il prossimo 24 ottobre alle 21 a palazzo Novellucci, per un incontro dibattito aperto a tutta la cittadinanza per la presentazione ufficiale dell'Osservatorio (formato da volontari, traversali, cioè appartenenti ai vari schieramenti elettorali). Il presidente è Paolo Cintolesi, ex dirigente del Pci che pochi giorni fa ha scritto al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano proprio sul tema degli sprechi. "Ero rimasto male nel vedere i resoconti delle spese di viaggio del Quirinale. Per un volo low-cost Rynair da 80 euro, il Capo dello Stato aveva chiesto 800 euro di rimborso. Dovrebbe essere lui a dare il primo esempio" spiega Cintolesi. Intanto, sono in fase di elaborazione due indagini dell'Osservatorio. LA PRIMA riguarda la gestione della Comunità montana della Valbisenzio e le connessioni di questa con i bilanci dei vari Comuni e della Provincia. "In piccoli comuni come Vernio la maggioranza delle risorse pubbliche viene assorbita proprio dalla macchina amministrativa. Eppure molti servizi, dalla Sori all'Asm sono provinciali. Inoltre agli enti pubblici si affianca la Comunità montana ? aggiunge Cintolesi ? Il rischio? Doppie, triple spese per il medesimo servizio. E quando abbiamo chiesto i rendiconti dettagliati, abbiamo ricevuto metà delle risposte. Il prossimo passo? Un incontro all'Unione industriale per organizzare un convegno anti-burocrazia. In Italia chi vuole fare impresa o aprire un'azienda si trova di fronte troppi ostacoli". Per la cronaca, dei documenti finanziari (pubblici per la normativa sulla trasparenza, ndr) chiesti in Valbisenzio lo scorso giugno, mancano all'apppello per ultimare l'analisi, quelli di Cantagallo e Vaiano. "LI STIAMO ancora aspettando ? rivela Gianluca Banchelli, consigliere comunale di An a Prato ? Spesso avere questi atti è molto difficile nonostante la legge, è successo anche per il Consiag. I dati sui compensi dei consigli d'amministrazione delle circa 20 sotto-società sono arrivati a fatica dopo molte richieste". Ma nel mirino ? se ne parlerà all'incontro-dibattito con Rizzo ? c'è anche quella che Davide Bacarella chiama "la ristretta oligarchia di persone che comanda la città e che talvolta sfugge anche ai singoli partiti come Pds o Margherita. A Prato, stante l'incapacità di governare della giunta che in due anni e mezzo non ha realizzato nessun progetto, limitandosi all'ordinaria amministraizone, continua a perdurare una gestione 'familiare' della politica". - -->.


Manovra, modifiche in vista per ticket e mutui casa (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale di Brescia" del 13-10-2007)

 

Edizione: 13/10/2007 testata: Giornale di Brescia sezione:IN PRIMO PIANO Manovra, modifiche in vista per ticket e mutui casa Allo studio criteri per sostenere i poveri e minori tagli ai piccoli editori. Il Governo: da noi pochi emendamenti Il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa ROMA Meno emendamenti da parte della maggioranza - non più di 3/400 - e anche da parte del Governo. Il relatore alla Finanziaria, Giovanni Legnini annuncia che dalla maggioranza arriveranno poche centinaia di emendamenti e rassicurazioni in tal senso arrivano anche dal ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa che si impegna a nome dell'esecutivo a limitare le proposte di modifica alla Finanziaria. La Manovra ieri ha registrato anche un apprezzamento, da parte del presidente dell'Eurogruppo, Jean Claude Juncker (si veda altro articolo in questa stessa pagina, ndr). Nel frattempo in una riunione in Senato a cui ha partecipato anche il premier, Romano Prodi, i gruppi di Palazzo Madama indicano le priorità che si tradurranno poi in altrettanti emendamenti: tra questi un rafforzamento del pacchetto sui costi della politica, un intervento per le famiglie esposte alle fluttuazioni dei mercati finanziari per la scelta di sottoscrivere mutui a tasso variabile, i precari del pubblico impiego e l'abolizione dei ticket sulla diagnostica. Si parla anche di detassazione per il lavoro dipendente ma il viceministro all'Economia, Vincenzo Visco, frena e commenta "sarebbe bello, ma tutti i soldi sono già impegnati". E comunque conclude "vedremo". "Il Governo - conferma Padoa-Schioppa - sta lavorando per presentare sia al decreto legge sia al disegno di legge sulla Finanziaria un numero di emendamenti ridotto per garantire un processo snello e più semplice che in passato. Il lavoro è comunque ancora in corso". Un lavoro che Prodi definisce positivo al termine della riunione in Senato ("purtroppo l'incontro e stato breve - dice - ma è andato bene"). Sul fronte delle proposte di modifica, molto intenso il lavoro della giornata che si è articolato in due riunioni a Palazzo Madama. Novità sono annunciate sul bonus incapienti e le minori risorse per l'editoria. Sul primo punto l'accordo raggiunto nella maggioranza serve a rendere più selettivo l'intervento per evitare che l'agevolazione possa andare ad incapienti che però vivono in famiglie ricche. Il meccanismo che dovrebbe consentire questa maggior selettività è considerare il reddito del capo famiglia invece di quello dell'incapiente. Cioè, ad esempio, non si guarderebbe più al reddito di un figlio ma a quello del padre che lo ha in carico. Per quanto riguarda l'editoria invece viene rimodulato il taglio previsto dal decreto che accompagna la Finanziaria: si va così verso una riduzione del taglio ai finanziamenti per i piccoli editori. Riduzione che però dovrebbe essere compensata dall'inasprimento del taglio per le società più grandi. Lunedì la proposta sarà formalizzata dal Governo ma intanto si ipotizza di recepire parte del ddl del sottosegretario alla Presidenza Riky Levi (approvato ieri in Cdm) trasformando l'attuale meccanismo di sostegno alle spedizioni postali di prodotti editoriali in un vero e proprio credito di imposta alle aziende. Si punta poi a modificare il comma 1 dell'articolo 10 del decreto che contiene le sovvenzioni dirette all'editoria: il taglio per i piccoli editori e anche per i piccoli giornali di partito si riduce al 2% dal 7% precedente. Il minor risparmio che ne deriva verrebbe compensato con modifiche al comma 7 che riguardano le sovvenzioni indirette alla stampa. Anche in questo caso il taglio per i piccoli sarebbe minore ma verrebbe aumentato invece per le imprese editoriali a carattere societario. Proposta che non piace agli editori che attraverso il loro presidente, Boris Biancheri, tuonano: "Assoluta contrarietà ad ogni intervento sull'editoria che anticipi disorganicamente temi e proposte oggetto del disegno di legge di riforma approvato, kafkianamente, proprio oggi (ieri per chi legge, ndr) dal Consiglio dei ministri". Sempre in tema di editoria è stato inoltre stabilito di non anticipare al 2008 il passaggio dalla Tv analogica a quella digitale ed inoltre di non anticipare nel decreto la norma del ddl Gentiloni che prevede la migrazione anticipata di una rete Rai e una Mediaset, sul digitale terrestre. I temi affrontati nel pomeriggio a Palazzo Madama sono invece quello dei costi della politica: il ministro per l'attuazione del programma, Giulio Santagata, spiega che l'effetto della norma (oltre 1 miliardo a regime) non sarà visibilissimo nel 2008 ma arriverà più incisivamente nel corso dell'anno successivo. In ogni caso sulla richiesta di strette più vigorose arrivata dalla maggioranza ci sarà con il ministro un gruppo di lavoro. Infine la maggioranza si impegna a reperire 800 milioni per cancellare i ticket sulla diagnostica.


An, un progetto di legge taglia-costi in Assemblea regionale (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Nazionale)" del 13-10-2007)

 

? BOLOGNA ? UNA RICETTA per tagliare i costi della politica è contenuta in un progetto di legge di tre articoli presentato dal gruppo di Alleanza nazionale all'assemblea regionale. Il progetto, firmato dai consiglieri Aimi, Bartolini, Renzi e Vecchi, prevede alcune modifiche allo Statuto approvato nel 2005: si tratta di mantenere il numero attuale di 50 consiglieri cancellando la previsione di 67 per la prossima legislatura. Inoltre, si vuole ridurre la frammentazione dei grupopi consiliari che ora possono essere formati anche da un solo consigliere che è presidente di se stesso, stabilendo che un gruppo potrà essere formato da almeno due consiglieri. C'è poi la proposta, all'articolo 3, di fissare la scelta degli assessori solo tra i consiglieri eletti. "Si tratta di proposte precise e ragionevoli per ridurre i costi della politica ? dice il coordinatore regionale di An, senatore Filippo Berselli ? per contratstare con i fatti la deriva dell'antipolitica. Noi stessi abbiamo vototao lo statuto, ma siamo consapevoli che oggi, di fronte ad una drammatica lacerazione tra cittadini e rappresentanza politica, sia necessario fare qualcosa. Per quanto riguarda il numero dei consiglieri poi, lo stesso Salvatore Caronna, in una recente intervista, ha sostenuto la necessità di mantenere l'attuale numero di consiglieri". - -->.


Poltrone e stipendi devono essere tagliati Il ministro Lanzillotta conferma: la Finanziaria non cambia il decreto sui risparmi nelle spa (sezione: Costi dei politici)

( da "Giorno, Il (Sondrio)" del 13-10-2007)

 

I COSTI DELLA POLITICA Poltrone e stipendi devono essere tagliati Il ministro Lanzillotta conferma: la Finanziaria non cambia il decreto sui risparmi nelle spa - -->.


Prodi, non taglierò il mio governo (sezione: Costi dei politici)

( da "Italia Oggi" del 13-10-2007)

 

ItaliaOggi     ItaliaOggi  - Primo Piano Numero 243, pag. 3 del 13/10/2007 Autore: di Alessandra Ricciardi Visualizza la pagina in PDF       Centro-sinistra in tensione sulle modifiche alla Finanziaria: novità su costi della politica e fiscal drag. Prodi, non taglierò il mio governo Il premier va al senato e difende il suo esecutivo dagli attacchi è andato di persona. Per mettere in chiaro anche ai più riottosi, in testa a tutti Cesare Salvi, presidente della commissione giustizia di Palazzo Madama, e protagonista della Sinistra democratica, che di tagli al governo in Finanziaria non se ne fanno. è politicamente inopportuno per tempi e modi, è il ragionamento portato avanti dal premier, Romano Prodi, nel corso del vertice tra governo e capigruppo di maggioranza che si è tenuto ieri al senato. Un incontro fiume in cui il viceministro per l'economia, Vincenzo Visco, il ministro per l'attuazione del programma di governo, Giulio Santagata, e il sottosegretario per i rapporti con il parlamento, Gianpaolo D'Andrea, hanno cercato di pianificare con la maggioranza le modifiche da apportare sia al decreto legge fiscale - la scadenza per gli emendamenti è fissata a lunedì- che alla Finanziaria 2008 - per la quale c'è tempo fino al 18 ottobre. Sul tappeto tanti nodi caldi per il centrosinistra,dall'eliminazione del ticket da 10 euro sulle visite specialistiche alle riduzioni dei finanziamenti per l'editoria. Ma è sopra tutto il taglio ai costi della politica a tenere banco, dopo le uscite prima del sindaco di Roma, Walter Veltorni, e poi del capogruppo dell'Ulivo al senato, Anna Finocchiaro, su un dimezzamento immediato del numero degli attuali ministri. Auspici, quelli formulati da Veltroni e Finocchiaro, che rischiavano di tradursi in una battaglia garibaldina e intestina, condotta a colpi di emendamenti, al senato. Ed è proprio quello che Prodi ha voluto scongiurare. "Il problema della riduzione dei ministri, degli assessori e del numero di tutti coloro che fanno politica si pone", ha detto il premier, "ma non lo possiamo risolvere con un colpo di testa. è un problema che deve coinvolgere tutte le strutture politiche del paese". Messaggio chiaro, tanto che lunedì il governo presenterà un emendamento al dl fiscale collegato alla Finanziaria che depotenzia, se non addirittura stralcia, anche i tagli che in questa sede erano fatti a consigli comunali e provinciali, oltre che alle comunità montane. Venendo così incontro alle richieste avanzate dai partiti della sinistra radicale, che lamentano una manovra antidemocratica e priva di effetti reali di contenimento della spesa pubblica. "Non è possibile incidere sui consigli comunali senza prima toccare la pletora degli enti di secondo livello come le società miste", ha chiesto il senatore di Rifondazione, Tommaso Sodano. Il pacchetto complessivo di riduzione delle poltrone politiche sarebbe dunque rinviato a dopo l'approvazione della Finanziaria 2008. Nessun collegamento, insomma, deve esserci con l'esito delle primarie per il Partito democratico, l'evento politico che ha messo in fibrillazione la maggioranza e il governo."Sui costi della politica qualcuno vuole usare l'accetta, ma io preferisco lavorare di lima e cacciavite e portare a casa il risultato", ha commentato Santagata. La maggioranza si è impegnata a limitare a 3-400 il numero degli emendamenti da presentare alla Finanziaria. E si è concordato che nessuna nuova spesa potrà essere coperta con nuove entrate che, qualora ipotizzate, dovranno essere interamente destinate alla riduzione della pressione fiscale. "Ci saranno anche misure per la restituzione del fiscal drag", ha annunciato il relatore al ddl in commissione bilancio, Giovanni Legnini, facendo così proprie le richieste del governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi. Per quel che riguarda il rapporto fra l'ulteriore detrazione dell'Ici e i trasferimenti ai comuni, "si è deciso di lavorare sulla certezza dei trasferimenti più che sulle detrazioni", ha annunciato D'Andrea. Sul fronte della detassazione a favore dei redditi dei lavoratori dipendenti, invece, ha risposto picche Visco: "Sarebbe molto bello poterlo fare ma tutti i soldi che avevo li ho messi nel bilancio sono impegnati". Sono invece oggetto di ulteriori approfondimenti la riforma dell'Ires, la semplificazione per i contribuenti minimi e le detrazioni per gli affitti. La maggioranza sta cercando di trovare gli 800 milioni di euro necessari per l'abolizione del ticket su visite specialistiche e diagnostica nel 2008. "Li troveremo", ha assicurato la Finocchiaro.


Tra Bazoli e Mieli scontro sulla Costituzione (sezione: Costi dei politici)

( da "Unita, L'" del 13-10-2007)

 

Stai consultando l'edizione del Tra Bazoli e Mieli scontro sulla Costituzione di Rinaldo Gianola / Segue dalla prima Un segno evidente della centralità di via Solferino negli assetti del potere, della politica, della finanza del Paese. Il caso tra Bazoli e Mieli nasce su tema di prim'ordine: la Costituzione della Repubblica Italiana. Ecco i fatti. Un paio di settimane fa un gruppo di costituzionalisti e di intellettuali (tra cui Bassanini, Cheli, Luciani, Scoppola, Grosso, Spaventa, Magris, Aulenti e molti altri) scrisse una lettera aperta ai futuri leader del partito democratico sulla riforma della politica e la Costituzione. Il documento chiedeva l'impegno a ridurre i costi della politica, a difendere una rigorosa etica pubblica e la fine delle riforme costituzionali di parte, cioè a colpi di maggioranza. In più, ecco il messaggio più forte, gli autori proponevano di "mettere in sicurezza" la Costituzione, elevando la maggioranza necessaria per procedere ai cambiamenti costituzionali. Questo documento venne proposto alla Repubblica, che lo pubblicò pur in uno spazio modesto, e al Corriere che, invece, non lo mise in pagina. Forse la lettera aperta non interessava il vertice del giornale o magari se ne sono dimenticati come spesso capita nelle redazioni. Ma il quotidiano di Mieli, però, mostra nei giorni successivi un certo interesse verso il tema proposto nella lettera e in particolare dedica due editoriali che stroncano l'ipotesi di "mettere in sicurezza" la Costituzione. Prima si cimenta il liberale Piero Ostellino che parla della nostra Carta come di un retaggio sovietico, poi parte all'attacco Angelo Panebianco che non salva niente delle proposte degli autorevoli sottoscrittori della lettera aperta e attacca duramente la Costituzione repubblicana. Il caso potrebbe finire qui. Ma non finisce, anzi si apre un altro caso, ben più rilevante. Bazoli chiama il direttore Mieli e gli chiede come mai il documento dei costituzionalisti non sia apparso sul Corriere della Sera, dove però compaiono articoli di dura critica, se non peggio. Le parole usate da Bazoli con Mieli non lasciano dubbi di interpretazione: "Se questa è la linea del Corriere sulla Costituzione, sappia che io non sono d'accordo" avrebbe detto. Il presidente di Intesa avverte anche altri azionisti del Corriere, sembra Luca di Montezemolo e Diego Della Valle, della sua insoddisfazione per questa vicenda. Di più: il banchiere avrebbe parlato della necessità di discutere dell'andamento del Corriere e delle scelte della direzione in una prossima riunione del patto di sindacato. Bazoli, a quanto risulta, trova il conforto e l'appoggio dei suoi colleghi azionisti. Anzi, alcuni di loro per evitare altri guai avrebbero chiamato il professor Bassanini esprimendogli apprezzamento per le proposte e chiedendo scusa per il comportamento del Corriere. E Mieli? Dotato di un'intelligenza acuminata, il direttore capisce al volo che tira un'ariaccia e cerca di parare il colpo. Bazoli, infatti, è tranquillo e pacifico, parla poco, ma quando si muove lascia il segno. D'altra parte la Costituzione, ama ripetere ai suoi amici e collaboratori, è uno di quei pochissimi temi su cui si sente motivato a intervenire pubblicamente, fino a firmare l'appello per la difesa della Costituzione come fece pochi mesi fa. Il direttore è colto di sorpresa, imbarazzato, si giustifica, parla di incomprensioni, di un incidente involontario. E corre subito ai ripari per dimostrare la sua buona volontà. Chiama Bassanini e gli chiede di scrivere un articolo sui temi del documento mai apparso sul Corriere che, puntuale, viene pubblicato in bella evidenza ieri mattina in prima pagina col titolo "Non diamo alla Costituzione colpe non sue". Ma la vicenda non è chiusa. La partita non finisce qui. Bazoli non ha detto nulla a Mieli sul suo intervento a Capri, anche se è facile immaginare che non gli sia affatto piaciuto. Ma il banchiere sulla Costituzione si è fatto sentire, eccome, con una "reazione negativa", come si racconta a Milano. Bazoli, inoltre, avrebbe suggerito a Mieli di aprire le pagine del quotidiano a un ampio dibattito sulla proposta di "mettere in sicurezza la Costituzione", un confronto che potrebbe essere chiuso da "fondo" del direttore che scrive così raramente. L'"incidente" tra Bazoli e Mieli potrebbe riaprire i giochi sui cambiamenti alla guida del Corriere e della Rcs Media, anche perchè da tempo è chiara una crescente divaricazione tra la direzione e alcuni grandi azionisti. C'è chi non aveva gradito la scelta di appoggiare il centrosinistra in campagna elettorale (nemmeno i lettori pare lo abbiano condiviso) e altri non hanno apprezzato le parole di Capri. Ora c'è il caso Costituzione.


Costi della politica, placidi accusa parlamento e regioni (sezione: Costi dei politici)

( da "Centro, Il" del 13-10-2007)

 

L'Aquila Costi della politica, Placidi accusa Parlamento e Regioni L'AQUILA. Un documento della commissione di vigilanza, votato all'unanimità, per avviare un confronto in consiglio provinciale sui costi della politica. "Un problema" ha spiegato il presidente della commissione, Giuseppe Placidi, in una conferenza stampa tenuta insieme ai suoi colleghi "che riguarda non gli enti locali, bensì il Parlamento e le Regioni. E' necessario fare chiarezza per evitare che un'intera classe amministrativa venga additata come prima responsabile del problema. Noi rivendichiamo l'importanza fondamentale del ruolo di chi guida gli enti locali che rappresentano il primo baluardo del decentramento amministrativo". Per la commissione "è necessario chiamare i poteri legislativi a reitrodurre la preferenza sui candidati, a ridurre le assemblee nazionali e regionali e ad eliminare il diritto alla pensione per parlamentari e consiglieri regionali i cui mandati vanno limitati a un massimo di tre. E ancora, per la commissione di vigilanza "è necessario lo sbarramento al 5% per ridurre il numero dei partiti. Nel mirino anche la nomina di consulenti e l'organizzazione dei gruppi parlamentari e regionali". Un documento che rinvia, dunque, ad altre istituzioni la responsabilità dell'aumento dei costi della politica.


Ma tursi e provincia costano sempre di più (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 13-10-2007)

 

Le assemblee MENTRE Genova vede colare a picco le spese per la città, con le casse del Comune che l'anno prossimo metteranno a disposizione 70 milioni di euro contro i 120 di quest'anno, il costo della politica segna nuovi - piccoli ma simbolici - aumenti. Sia in consiglio comunale sia in consiglio provinciale. L'ultimo provvedimento, in ordine di tempo, riguarda la provincia, con una delibera della settimana scorsa che era rimasta nel silenzio: da questo mese, i consiglieri provinciali assenti ai lavori di commissione potranno delegare anche membri esterni alla commissione stesse. Ma se in caso di delega a un collega di commissione, questi incassava solo il suo gettone di presenza (circa 100 euro), da oggi il gettone scatterà automaticamente per altri 3-4 consiglieri a seduta (in base alla media di deleghe calcolata fin qui). I costi del consiglio potrebbero quindi aumentare fino a 80-100 mila euro all'anno. In precedenza, era stato Palazzo Tursi a far scattare lievi aumenti, ma percentualmente rilevanti, della dotazione finanziaria per tutti i gruppi consigliari e per la presidenza del consiglio. Vero è che tutti i consiglieri avevano lamentato una carenza di fondi così drammatica da "impedire persino l'acquisto di francobolli", ma il raddoppio di alcune voci non era stata previsto neppure da loro. Così: l'ultima giunta comunale di settembre ha accolto l'appello del consiglio e prima ha stanziato ulteriori 10 mila euro per la presidenza, poi ulteriori 30 mila euro per i gruppi consigliari. Le due delibere aumentano la dotazione annua che era stato determinato nei primi sei mesi dell'anno dalla precedente giunta: due stanziamenti per la presidenza (uno da 5 mila euro a gennaio, l'altro da 8 mila a fine marzo) e uno per i gruppi da 15 mila euro sempre a gennaio. Cifre non astronomiche, ma per un aumento del 300%. gio. m. 13/10/2007.


Il Comune vende case e garageper finanziare lavori pubblici (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 13-10-2007)

 

Fin ale SI SVOLGERA' mercoledì 7 novembre, a partire dalle 9 nella sala consiliare del Comune, l'asta pubblica per l'assegnazione di alloggi e un garage di proprietà comunale. Il Comune ha infatti deciso di vendere un alloggio di sette vani in via Unità d'Italia, ex sede del consultorio famigliare, e uno di quattro vani in via Roma. La base d'asta è stata fissata rispettivamente a 390 e 385 mila euro. Martedì 30 ottobre alle 9 è fissata invece l' asta per tre autorimesse in via Silla 4, nel condominio San Carlo. La base d'asta è 220 mila euro. La vendita permetterà al Comune di finanziare in parte l'intervento di riqualificazione di piazza Vittorio Emanuele. Ieri mattina la giunta ha approvato il bando per la costruzione delle case popolari di Calvisio; sarà pubblicato a breve: si tratta di 79 alloggi destinati a prima casa, già previsti dal piano regolatore comunale del 1978 e che, per una serie d'intoppi burocratici tra cui l'approvazione del piano provinciale di bacino, ha subito rallentamenti enormi. Gli alloggi verranno costruiti, in quattro lotti, nell'area in prossimità dell'Eurocamping, dalle cooperative che si aggiudicheranno il bando di gara. In origine il progetto era collegato a una zona molto più vasta riservata all'edilizia popolare, di cui venne realizzata solo una parte negli anni '80, in piazza della Resistenza. Tutto il resto del piano, che prevedeva costruzioni su entrambe le sponde del torrente Sciusa, non fu approvato poichè la messa in sicurezza dell'area era troppo economicamente eccessiva e comprometteva il costo in cui sarebbero stati messi sul mercato gli alloggi. Intorno agli anni '90 si rivide tutto il piano e si procedette allo stralcio delle edificazioni previste sulla sponda sinistra e quindi a un totale ridimensionamento dell'area. Sono 15 anni che a Finale Ligure non si costruiscono più case per l'edilizia popolare. 13/10/2007.


Troppe indennità in provincia (sezione: Costi dei politici)

( da "Nuova Ferrara, La" del 13-10-2007)

 

Cronaca Troppe indennità in Provincia Lugli (Verdi): certi consiglieri scelgono lo "stipendio" fisso perchè possono giustificare facilmente le assenze, cambiamo COSTI E SPRECHI Comune, in vista tagli drastici Prendono più soldi dei loro colleghi "a gettone" e fanno pure la bella figura di chi è sempre presente. Ci sono dei consiglieri provinciali che stanno a perfezione nella polemica sui costi della politica e Brunella Lugli (Verdi) si ripromette di smascherarli. Ha così presentato una interrogazione dal titolo indicativo, "Incidenza dei costi aggiuntivi per l'amministrazione dell'indennità di carica percepite dai Consiglieri provinciali che hanno scelto questa modalità anzichè il gettone di presenza", ammettendo di aver sobbalzato nel leggere sulla Nuova di giovedì l'elenco dei compensi percepiti dai colleghi: "Il fatto di prendere una cifra alta non è collegato necessariamente al numero delle presenza. Infatti diversi colleghi hanno scelto l'indennità fissa, grazie anche al regolamento della Provincia che è molto più permissivo rispetto a quello del Comune sulla giustificazione delle assenze. Inoltre chi viene da fuori città percepisce anche un rimborso spese". Più che a stilare la classifica corrette dei "primi della classe" quanto a presenze, Lugli è però interessata a proseguire il lavoro compiuto nella passata legislatura da Barbara Diolaiti, stringendo un po' le maglie delle indennità garantite. Per questo nella interrogazione chiede anzitutto di "rendere pubblici e trasparenti i risultati dell'attuazione delle norme legate all'indennità di carica, trattandosi appunto di utilizzo di denaro pubblico", e poi di "modificare Statuto e Regolamento della Provincia per garantire che non vi siano sprechi". La scelta dell'indennità comunque percepibile al posto del gettone di presenza, infatti, è disincentivata in Comune da un ventaglio di giustificazioni per assenze piuttosto ristretto: "impedimenti dovuti all'espletamento di funzioni connesse al proprio mandato (partecipazioni ad altri organi dell'ente e a commissioni) e impedimenti conseguenti ad incarichi speciali assegnati dal Consiglio o dal sindaco". Lugli chiede poi il dettaglio dei compensi e delle giustificazioni, e il risparmio in caso di gettoni. Nel frattempo in Comune Liliano Cavallari (Iaf) annuncia la richiesta di ridurre ulteriormente il numero dei commissari e delle commissioni, a soglie più basse di quelle proposte dal presidente del Consiglio, Romeo Savini, e dal capogruppo di An, Enrico Brandani. La riduzione delle circoscrizioni da 8 a 5? "Può andare bene, come propone il sindaco, però a quelle rimaste bisogna attribuire un potere non solo consultivo. Dovrebbero avere un potere deliberativo" conclude il capogruppo civico.


La "casta"? a carrara la troviamo nelle spa partecipate dal comune (sezione: Costi dei politici)

( da "Tirreno, Il" del 13-10-2007)

 

Massa - Carrara La "Casta"? A Carrara la troviamo nelle Spa partecipate dal Comune CARRARA. A Roma sta impazzando il dibattito sulla "Casta" e sui costi della politica, ma a Carrara se ne parla poco o nulla. Perché dalle nostre parti non esiste il problema o perché il sistema è talmente consolidato che può sembrare sconveniente anche parlarne? Sembrerà strano, ma sono vere entrambe le cose. I politici propriamente detti non costituiscono un rilevante problema: un consigliere comunale di Carrara percepisce meno di 700 euro al mese, circa la metà rispetto a uno di Massa e costa quindi meno di un centesimo di un parlamentare. Un assessore di Carrara riceve meno di 2.000 euro, il sindaco poco di più, le circoscrizioni (sia i presidenti che i consiglieri) non godono di alcun appannaggio. Insomma, tutto nella regola e nel buon senso. E questo fa anche chiaramente capire l'inutilità, la strumentalità e anche l'immoralità di chi vuol far credere di risolvere il problema dei costi della politica partendo dal basso (dalla periferia) e non dall'alto (dal Parlamento). Tanto per fare un esempio, le proposte avanzate sia dal governo nella bozza di finanziaria sia dal disegno di legge Alemanno-Di Pietro vanno, ad esempio, nella direzione di abolire le circoscrizioni nei Comuni con meno di 250 mila abitanti. Ora, si dà il caso che, da noi (per legge!) e in molte realtà come la nostra, i consiglieri di circoscrizione non percepiscano alcun compenso e quindi la "manovra" di abolirle non comporterà alcun risparmio e alcuna riduzione dei costi della politica. Si sta inoltre proponendo una riduzione del 20% del numero dei consiglieri comunali. Ma è proprio così giusto che una città come Carrara che fino al 1994 era rappresentata da 40 consiglieri, oggi possa esserlo solo da 24? E alla fine, che risparmio comporterebbe tale riduzione? 4.200 euro al mese, 50.000 all'anno. Come dire: la montagna partorisce il topolino. Quanto si risparmierebbe invece con una riduzione del 20% del numero dei parlamentari? 300 milioni di euro. E se a ciò aggiungessimo la proposta di riportare il compenso dei parlamentari sul livello degli altri paesi europei, arriveremmo a superare il miliardo di euro, senza considerare le necessarie riduzioni a ministri, sottosegretari, parlamentari europei e consiglieri regionali. Invece di far questo, la politica romana risponde all'antipolitica di Grillo & C. proponendo di abolire le circoscrizioni che non costano nulla. Mah! Tutto questo non sta ovviamente a significare che, da noi, la "Casta" non esista. Anzi, essa è più viva e radicata che mai. Vive nelle aziende partecipate e si mantiene con superstipendi agli amministratori, consigli di amministrazione superaffollati (alla Imm ad esempio, prima della recente riduzione, c'erano 25 consiglieri), organici rigonfiati dalle brame dei partiti. Tutto il contrario della trasparenza e soprattutto dell'efficienza amministrativa e del buon governo: interi servizi pubblici sono stati sottratti alla gestione dei Comuni e quindi al controllo dei rappresentanti dei cittadini e vengono gestiti secondo canoni pubblici in ordine al rigonfiamento degli organici e alle inefficienze e secondo canoni privatistici in merito ai criteri della discrezionalità e della trasparenza delle assunzioni. Insomma, il peggio del peggio. E' necessario quindi aprire una riflessione su quale sia e dove si nasconda la "Casta" perché il problema c'è ed è grave, ma lo sparare nel mucchio non contribuisce né alla comprensione né alla risoluzione dei problemi. Simone Caffaz.


Cambia il bonus per i poveri (sezione: Costi dei politici)

( da "Tirreno, Il" del 13-10-2007)

 

Attualità Cambia il bonus per i poveri Finanziaria. Sarà più selettivo. Via i ticket sulla diagnostica Meno tagli ai piccoli giornali. Dall'Unione 400 emendamenti ROMA. Meno emendamenti da parte della maggioranza - non più di 3/400 - e anche da parte del Governo. Il relatore alla Finanziaria, Giovanni Legnini annuncia che dalla maggioranza arriveranno poche centinaia di emendamenti e rassicurazioni in tal senso arrivano anche dal ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa che si impegna a nome dell'esecutivo a limitare le proposte di modifica alla Finanziaria. La manovra registra anche un apprezzamento, da parte del presidente dell'Eurogruppo, Jean Claude Juncker ("L'Italia va nella giusta direzione"). Nel frattempo in una riunione in Senato a cui ha partecipato anche il premier, Romano Prodi, i gruppi di Palazzo Madama indicano le priorità che si tradurranno poi in altrettanti emendamenti: tra questi un rafforzamento del pacchetto sui costi della politica, un intervento per le famiglie esposte alle fluttuazioni dei mercati finanziari per la scelta di sottoscrivere mutui a tasso variabile, i precari del pubblico impiego e l'abolizione dei ticket sulla diagnostica. Si parla anche di detassazione per il lavoro dipendente ma il viceministro Vincenzo Visco, frena e commenta "sarebbe bello, ma tutti i soldi sono già impegnati". E comunque conclude "vedremo". Sul fronte delle proposte di modifica molto intenso il lavoro della giornata che si è articolato in due riunioni a Palazzo Madama. Novità sono annunciate sul bonus incapienti e le minori risorse per l'editoria. Sul primo punto l'accordo raggiunto nella maggioranza serve a rendere più selettivo l'intervento per evitare che l'agevolazione possa andare ad incapienti che però vivono in famiglie ricche. Per quanto riguarda l'editoria invece viene rimodulato il taglio previsto: si va così verso una riduzione del taglio ai finanziamenti per i piccoli editori. Riduzione che però dovrebbe essere compensata dall'inasprimento del taglio per le società più grandi.


Enti e partecipate ai raggi x (sezione: Costi dei politici)

( da "Tirreno, Il" del 13-10-2007)

 

Prato Enti e partecipate ai raggi X Gli obiettivi dell'Osservatorio della spesa pubblica Mercoledì la presentazione del libro "La Casta" con Sergio Rizzo PRATO. L'obiettivo è quello di spulciare i consigli d'amministrazione delle società partecipate, di studiare per filo e per segno i bilanci delle amministrazioni, di tenere d'occhio la spesa pubblica pratese. Quello che hanno fatto Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella nel libro "La Casta", che ha già superato un milione di copie, verrà riproposto anche Prato. Dove a scandagliare bilanci e a tener d'occhio gli sprechi, saranno i soci dell'Osservatorio provinciale della spesa pubblica. Un 'associazione che è nata poco prima dell'uscita del libro dei due giornalisti del Corriere della sera, con lo stesso obiettivo: quello di raccontare ai pratesi come vengono utilizzati i loro soldi. E per presentarsi alla città, l'Osservatorio ha organizzato per mercoledì prossimo, la presentazione del libro "La Casta" con uno dei due autori, Sergio Rizzo che sarà alle 21 in Palazzo Novellucci. Fino ad oggi, le ricerche condotte dai soci dell'Osservatorio, associazione assolutamente bipartisan che vede tra le sue fila un ex funzionario del Pci, Paolo Cintolesi, un consigliere di An, Gianluca Banchelli e Davide Bacarella dei Radicali, non hanno ancora prodotto risultati completi. Perché farsi dare dagli enti messi sotto osservazione il materiale è davvero difficile. "Siamo partiti con due ricerche precise - spiega Cintolesi - quella sulla Comunità montana e quella sul Consorzio Ombrone. Poi abbiamo cercato di allargare il cerchio anche alle società partecipate e alle amministrazioni comunali e provinciali. Ma quando chiediamo loro il materiale, il nostro lavoro diventa una corsa ad ostacoli. Il comune di Vaiano e Cantagallo ad esempio, ancora non hanno risposto alla nostra richiesta, che abbiamo inviato lo scorso giugno". In Italia la discussione è accesa. E anche a Prato, il lavoro dell'Osservatorio qualche malumore, c'è da scommetere, lo susciterà. "Abbiamo visto - aggiunge Gianluca Banchelli - che nel bilancio del comune di Vernio, il 60% delle risorse finisce nel capitolo delle spese. Ma spesso i servizi che dovrebbero spettare ai comuni della Provincia, sono invece tutti concentrati a Prato, con i loro uffici e con i loro dipendenti. C'è sovrapposizione tra i pagamenti effettuati dai contribuenti in un comune piuttosto che in un altro". Stessa scoperta fatta, secondo i soci dell'Osservatorio, anche sulla Comunità montana, dove i servizi spesso vengono pagati più volte e dove le competenze sono mal distribuite tra l'ente, la Provincia e i comuni, che spesso si occupano tutti della stessa cosa. Ora, sotto la lente d'ingrandimento dell'Osservatorio, ci finiranno anche le aziende partecipate. "Tutti i cittadini sono invitati a contribuire al nostro lavoro - dicono all'Osservatorio - inviandoci materiale sugli sprechi all'indirizzo email info@osservatoriospesapubblica.it". Francesca Gori.


I giusti consigli (sezione: Costi dei politici)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 13-10-2007)

 

> "La sfida più grande è saper consigliare al lettore il libro giusto per quel preciso periodo della sua vita". Sono ormai 25 anni che Vittorio Nonis titolare della libreria "Il Labirinto" di via Carlo Alberto, nel centro storico di Alghero, prescrive romanzi, saggi, libri di poesie agli algheresi. "La clientela è prevalentemente stanziale - spiega - ma qui da noi arrivano anche tanti turisti stranieri, soprattutto spagnoli, interessanti ai libri sulla Sardegna". La sua è una "libreria di proposta" con una vasta sezione dedicata agli autori sardi. "Anche i testi di architettura e quelli dedicati al mare e alla nautica - aggiunge Nonis - occupano un consistente spazio negli scaffali". Non solo vendita di libri, però, Il Labirinto è anche un laboratorio creativo, dove si organizzano eventi di tipo letterario, con rassegne a tema. L'ultima dal titolo "Le Famigliastre", ha visto come ospiti, tra gli altri, Gian Antonio Stella, coautore, insieme a Sergio Rizzo del libro La Casta (Rizzoli, 18 euro). I PIU' VENDUTI "A parte "La Casta", che va via come il pane, con la vendita di almeno sei copie al giorno, sicuramente "Mal di Pietre" di Milena Agus (Edizioni Nottetempo 2006, 12 euro) una storia che tutti potrebbero ricordare nelle proprie famiglie ma con sorpresa finale. Sta andando molto bene anche il noir scritto a quattro mani da Francesco Abate e Massimo Carlotto dal titolo "Mi fido di te" (Einaudi, 14 euro), tutti dovrebbero leggerlo per capire che cosa mangiamo e, infine, "Mille splendidi soli "di Hosseini Khaled (Piemme, 14,80 euro), una lettura reale e emozionale". CONSIGLIATI "Sicuramente "11/9 La cospirazione impossibile" di autori vari, a cura di Massimo Polidoro (Piemme, 14,50 euro). Finalmente un libro che fa piazza pulita sulla fantapolitica dell'undici settembre. Ma anche "Le Rondini di Kabul" di Yasmina Khadra, pseudonimo femminile di un alto ufficiale dell'esercito del Marocco (piccola biblioteca , 14 euro)". IL LIBRO SARDO PER LA VITA "Non c'è, non esiste, o meglio, sono tanti libri , dipende dal momento. Forse "La quattordicesima commensale", di Gianni Marilotti (Il Mestrale, 12 euro), in particolar modo per i lettori più giovani. La parabola di una generazione in Sardegna e in Italia". CATERINA FIORI.


Le spese della politica? 53 milioni di euro in più

( da "Corriere della Sera (Abbonati)" del 13-10-2007)

 

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Prima Pagina - data: 2007-10-13 num: - pag: 1 autore: di SERGIO RIZZO GIAN ANTONIO STELLA I costi dei Palazzi arrivano a due miliardi. Nonostante promesse, impegni e giuramenti Le spese della politica? 53 milioni di euro in più e Bastava tagliare un euro. Soltanto un piccolo, insignificante euro e per la prima volta nella storia dell'Italia repubblicana il costo degli organi costituzionali avrebbe avuto davanti il segno meno. Invece no: aumenterà anche nel 2008. Di oltre 53 milioni di euro. A dispetto di tutte le promesse, gli impegni e i giuramenti spesi per rassicurare un'opinione pubblica in fibrillazione. Lo dice, spazzando via mesi di pensosi bla bla, la tabella a pagina 279 dell'Atto Senato 1818, cioè il disegno di legge del bilancio dello Stato per il prossimo anno che accompagna la legge finanziaria. Lì c'è una bella sorpresa. Nel disegno di legge del bilancio dello Stato un aumento del 2,74 per cento per il mantenimento dei sei organi istituzionali Tagli "svaniti", il Palazzo costa sempre di più Dalle Camere alla Consulta: spese cresciute di 53 milioni SEGUE DALLA PRIMA In quella tabella si spiega che gli "oneri comuni di parte corrente" a carico del ministero dell'Economia per gli organi costituzionali, vale a dire le spese di Camera, Senato, Quirinale, Corte costituzionale, Cnel e Consiglio superiore della magistratura ammonteranno l'anno prossimo a 1.998.914.863 euro. Poco più che un milioncino sotto la soglia fatidica dei due miliardi. Una scelta dovuta forse al pudore. O al tentativo di seguire le vecchie regole raccomandate dai maghi della pubblicità per far digerire al cliente una cifra indigesta: molto meglio appiccicare una targhetta di 9,99 dollari piuttosto che 10,1. Certo, la differenza è minima. Ma psicologicamente… Eppure i numeri, si sa, sono impietosi. E dicono appunto che i sei organi citati, che nel 2007 sono pesati sulle pubbliche casse per un totale di 1.945.560.992 euro, ne peseranno l'anno entrante 53.353.871 in più. Cento miliardi delle vecchie lire. Con un aumento del 2,74%. Un punto in più rispetto all'inflazione, ferma all'1,7%. Il che significa che, al momento di fare l'addizione, la spesa supplementare sarà tre volte superiore a quei miseri 18 milioni di euro che il ministro dell'attuazione del programma Giulio Santagata diceva di essere riuscito a tagliare faticosamente nella scorsa primavera con un giro di vite su convegni, pubblicità, enti e commissioni inutili e qualche spesa dei ministeri. E superiore alla somma che lo Stato spende ogni anno per l'"integrazione sociale" degli immigrati (50 milioni). O a quella (ancora 50 milioni) che dovrebbe essere stanziata per le vittime dell'amianto. A una prima lettura, a dire il vero, il quadro sembrerebbe ancora più nero. L'anno scorso, alle stesse voci, c'erano infatti 1.774.024.973 euro. Il che farebbe pensare a una mostruosa impennata nei costi delle principali strutture ai vertici del Paese di oltre duecento milioni di euro. Ma il confronto, che sarebbe disastroso agli occhi dei cittadini, è improponibile: le voci messe a bilancio sono state infatti spostate, riscritte, accorpate, ridisegnate fino al punto che da non potere essere messe sullo stesso piano. Altrettanto ingiusto sarebbe caricare l'aumento dei costi, alcuni dei quali crescono per forza d'inerzia, sulle sole spalle del centrosinistra: i numeri dicono che nei cinque anni della scorsa legislatura, quando il centrodestra aveva una maggioranza larghissima, i costi degli stessi organi costituzionali di cui parliamo ora aumentarono del 24% oltre l'inflazione. Per non dire dei casi specifici del Quirinale (più 41,9%) o del Senato: più 38,9%. Il nocciolo della questione, però, resta: nel momento di massima spinta a tagliare, i costi dei "Palazzi" principali crescono ancora. Ma sicuro, nelle tabelle disaggregate qualche taglio c'è. Il ministero di Rosy Bindi dovrebbe perdere 40 milioni (da 320 a 280) dei fondi di sostegno alla famiglia. Gli stanziamenti a favore dell'editoria dovrebbero scendere da 79 a 34 milioni. Quelli per le pari opportunità da 52 a 45. E per risparmiare qualcosa vanno a raschiare anche nei conti della Protezione Civile: il fondo per fare funzionare il dipartimento sarà dimezzato: da 78 a 39 milioni. Le voci principali della "macchina", però, vedono aumenti, aumenti, aumenti. Il "fondo per il funzionamento della Presidenza del Consiglio" passa dai 399.316.327 di quest'anno a 433.882.000, con una crescita di quasi 35 milioni. Le spese per mantenere la Camera salgono da 961.800.000 a 990.500.000: più 28 milioni. Quelle per il Senato da 503 milioni a 519: più 16. Quelle per la Corte Costituzionale da 51 a 53 milioni: più due. Calano un pochino i costi del Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Sicilia e di altre cose di secondo piano. Restano quasi al palo la Corte dei Conti, che però quest'anno è costata 299 milioni di euro e cioè 26 in più rispetto al 2006 (un aumento dell'8%: e meno male che i magistrati contabili invitano gli altri a tagliare, tagliare, tagliare) e il Quirinale. Dove i costi sono sì aumentati da 224 a 241 milioni (il quadruplo di Buckingham Palace, otto volte più della Presidenza tedesca, 27 volte più di quella finlandese, anche se si tratta di un paese "appena" dieci volte meno popoloso dell'Italia). Ma quei 17 milioni di euro in più non saranno chiesti al Tesoro bensì recuperati autonomamente. Quest'anno. Perché il prossimo, invece, la dotazione statale aumenterà ancora di 6,5 milioni (compresi 3.568 euro che serviranno a portare l'assegno personale del presidente da 222.993 a 226.561 euro lordi). E' il 2,97%, in più, anche in questo caso ben oltre l'inflazione. Direte: non si tratta sempre e comunque, a prenderli di qua o di là, di soldi pubblici? E' così. Ed è qui che, dopo avere visto quanto sia difficile fermare la corsa di una macchina impazzita, per quanta buona volontà possa essere impiegata nel risanamento, che Giorgio Napolitano si trova a dover gestire un passaggio delicato. Aprire o no i libri alla totale trasparenza, nonostante la Corte Costituzionale abbia già offerto in passato la sua copertura alla scelta di mantenere un velo di riservatezza? Una decisione non facile. Soprattutto in un momento come questo. Ma è qui che verrebbe voglia di parafrasare Primo Levi: se non ora, quando? Sergio Rizzo Gian Antonio Stella MONTECITORIO Le spese per mantenere la Camera, tra il 2007 e il 2008, salgono del 3 per cento, da 961.800.000 a 990.500.000: più 28 milioni PALAZZO MADAMA Le spese per mantenere Palazzo Madama sono salite nel giro di un anno del 3,18 per cento- anche in questo caso ben oltre l'inflazione - ovvero di sedici milioni di euro: nel 2007 la spesa complessiva del Senato è arrivata a 503 milioni, il prossimo anno salirà fino a 519 milioni di euro PALAZZO CHIGI Il "fondo per il funzionamento della Presidenza del Consiglio" passa dai 399.316.327 di quest'anno a 433.882.000 del 2008, con una crescita di quasi 35 milioni di euro: l'8,65 per cento in più nel giro di un anno.

Articoli

E' lite sugli "uditori" del vertice dell'Amc (sezione: Costi dei politici)

( da "Stampa, La" del 13-10-2007)

 

PARTECIPATA. AL CDA SI AFFIANCA UNA "RAPPRESENTANZA" E' lite sugli "uditori" del vertice dell'Amc [FIRMA]FRANCA NEBBIA CASALE MONFERRATO "C'è qualcosa che non torna nei conti: si cerca di far rientrare dalla finestra quanto è uscito dalla porta". E' il commento del coordinatore cittadino di Fi, Nicola Sirchia, riguardo all'obbligatorietà delle aziende "partecipate" di ridurre il numero dei consiglieri dei propri Cda. La critica viene rivolta soprattutto all'Amc che, dovendo scendere da 7 a 5 consiglieri, ha deciso di affiancare il Cda con un organismo composto da 9 persone. Strada che sarebbe seguita anche dal consorzio Cosmo. "A questo nuovo organismo - dice Sirchia - viene assegnata la responsabilità di eleggere il consiglio di amministrazione. Ci chiediamo quali saranno le garanzie di rappresentanza delle minoranze". Sulla stessa linea sono altri due consiglieri azzurri, il capogruppo in Consiglio Giorgio Demezzi e il neo-presidente della commissione Controllo e Garanzia Vito De Luca. "Il nuovo organismo - dice Vincenzo Ottone, presidente Amc, che ne è anche l'ideatore - non avrà affatto la responsabilità di eleggere il Cda, che invece viene eletto dall'intera assemblea. Il motivo per cui si è pensato a un organismo di questo tipo è per dare la più larga rappresentatività a un'azienda con un'estensione territoriale notevole, quindi garantendo anche la voce dei piccoli Comuni del territorio. I poteri di chi fa parte del nuovo organismo, che si chiamerà "rappresentanza intercomunale", sono di partecipare alle convocazioni del consiglio di amministrazione, ma senza diritto di voto. Qualora però una delibera del cda non veda l'approvazione della rappresentanza i suoi membri possono chiedere la convocazione dell'intera assemblea dei soci. Tra l'altro, chi ne fa parte non riceverà alcun gettone di presenza: una disposizione iniqua che si cercherà di correggere".


Manovra, rispunta il fiscal drag (sezione: Costi dei politici)

( da "Sole 24 Ore, Il (Abb)" del 13-10-2007)

 

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2007-10-13 - pag: 16 autore: Finanziaria 2008. Allo studio un emendamento sulla restituzione - Correzioni in vista anche per affitti, Ires e Ici Manovra, rispunta il fiscal drag Prime intese su bonus incapienti e abolizione del ticket: servono 800 milioni Marco Rogari ROMA Rivisitazione del bonus incapienti per evitare che finisca a finti poveri. Reperimento di 800 milioni per confermare nel 2008 l'abolizione dei ticket sanitari sulla diagnostica. Sono due degli emendamenti (insieme a quelli su editoria e digitale terrestre) su cui la maggioranza ha già raggiunto un'intesa nel vertice di ieri a Palazzo Madama sulla manovra. Che nelle prossime ore dovrebbe riguardare anche la restituzione del fiscal drag e altri correttivi: ottimizzazione della detrazione sugli affitti,della riduzione dell'Ici e della riforma dell'Ires. Il tutto facendo leva su un pacchetto di proposte di modifica concordato da tutta l'Unione e, soprattutto, di dimensioni ridotte: 3-400 emendamenti, tra Finanziaria e decreto, della maggioranza e meno di una cinquantina del Governo. Il vertice con i capigruppo dell'Unione a Palazzo Madama è stato definito "positivo" da Romano Prodi, presente insieme ai ministri Padoa-Schioppa e Santagata e al viceministro Visco. A rendere l'atmosfera meno tesa ha contribuito il via libera del Consiglio dei ministri al collegato sul protocollo sul Welfare che nei giorni scorsi aleggiava come una spettro sul cammino della manovra in Parlamento. "Il clima è buono", hanno detto Anna Finocchiaro (Ulivo) e il relatore Giovanni Legnini (Ulivo). Emendamenti e coperture La Finocchiaro ha sottolineato che l'obiettivo è di arrivare a proposte "condivise" da tutta la maggioranza con il consenso del Governo. E anche il ministro Padoa- Schioppa ha confermato che il Governo è impegnato a presentare un numero ridotto di emendamenti per "garantire un processo snello e più semplice che in passato". In tutto (tra Finanziaria e decreto) gli emendamenti strategici dovrebbero essere meno di un centinaio da pescare dai 3-400 della maggioranza e dai circa 50 del Governo. Il Tesoro ha ribadito a chiare lettere che le coperture dovranno essere garantite. E a questo proposito Legnini ha specificato che le modifiche non potranno essere finanziate con nuove entrate, ma esclusivamente con tagli alle spese. Bonus incapienti e ticket L'accordo raggiunto nella maggioranza punta anzitutto a correggere il bonus incapienti, che contenuto nel decreto fiscale per renderlo maggiormente selettivo. Il meccanismo allo studio dovrebbe prendere in considerazione il reddito del capo famiglia invece di quello dell'incapiente: in altre parole il parametro di riferimento sarebbe il reddito del padre e non più quello del figlio. Quanto ai ticket su diagnostica e specialistica, la maggioranza si è impegnata a trovare gli 800 milioni necessari per confermare l'abolizione nel 2008. Fiscal drag e casa Il lavoro di valutazione delle misure da migliorare riguarda anche le detrazioni per gli affitti e l'Ici. Su quest'ultimo punto Legnini ha spiegato che per quel che riguarda il rapporto fra l'ulteriore detrazione dell'Ici e i trasferimenti ai Comuni si è deciso di lavorare sulla certezza dei trasferimenti più che sulle detrazioni. Nel mirino della maggioranza, in funzione di possibili correttivi ci sono anche il "forfettone" fiscale, la riforma dell'Ires e la detassazione del lavoro dipendente. Su quest'ultima opzione Visco si è limitato a commentare: "Sarebbe molto bello, ma tutti i soldi che avevo li ho messi nel bilancio. Poi vedremo...". L'ala sinistra della maggioranza chiede anche miglioramenti sul versante della regolarizzazione dei precari nel pubblico impiego, su clima e ambiente e sui problemi relativi ai mutui per l'acquisto della prima casa. Quasi certo, come lascia intendere Legnini, è già un emendamento sul fiscal drag, ovvero la restituzione ai contribuenti del maggior prelievo dovuto all'aumento dei prezzi. Costi della politica L'Unione è orientata a rafforzare il pacchetto di misure sulla riduzione dei costi della politica. E su questa questione potrebbe essere costituito un gruppo di lavoro ad hoc. L'intenzione è di rivedere le misure sulle Comunità montane e sui consigli comunali e di verificare la possibilità di intervenire sull'insieme di enti intermedi e società pubbliche per arrivare ad una loro significativa riduzione. Il ministro Santagata, dopo aver ricordato che il pacchetto garantirà più di 1 miliardo di risparmi ma soprattutto nel 2009, ha comunque detto "no all'accetta". PACCHETTO CONCORDATO La maggioranza punta a un massimo di 3-400 modifiche tra legge e decreto, oltre a una cinquantina in arrivo dal governo.


Niente più giustificazioni per le assenze dal lavoro né gettoni di presenza per i (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Viterbo)" del 13-10-2007)

 

Di CRISTINA GAZZELLINI Niente più giustificazioni per le assenze dal lavoro né gettoni di presenza per i consiglieri, per tutte le commissioni convocate "senza motivo". Dopo il segretario generale del Pincio, Luigi Annibali, ad intervenire sull'argomento è anche il presidente della massima assise. Ieri mattina Francesco Cappellani ha inviato una nota a tutti i presidenti delle commissioni consiliari dove ricorda come "gli organi strumentali del consiglio comunale, possano riunirsi, come prevede l'articolo 43 del Regolamento comunale, solo per controllare argomenti o atti che saranno oggetto di trattazione nella massima assise". Il presidente in proposito è stato chiaro "in caso di convocazione illeggittima della commissione la presidenza del consiglio non corrisponderà alcun emolumento ai conglieri che vi hanno preso parte", che in parole povere equivale a non pagare i gettoni di presenza ed i rimborsi agli enti per le giornate lavorative perse. "La riunione delle commissioni - incalza Cappellani che dopo le recenti polemiche ha deciso di adottare la linea dura - non possono diventare una palestra per la ginnastica del tempo libero. Le convocazioni senza sostanza, senza argomenti da esaminare, diventano puro esercizio accademico". Un esercizio che oltretutto conti alla mano costa, al Comune e quindi ai contribuenti, oltre mille euro a riunione. Ma intanto ieri, mentre veniva recapitata la missiva di Cappellani, in altrettante stanze della sede comunale, si stavano riunendo la commissione Attività produttive del presidente Mario Fiorentini e quella ai Lavori pubblici di Alessandro Maruccio. Alla fine, su proposta dello stesso Fiorentini, i due organismi si sono riuniti in una seduta comune dalla quale è emersa la volontà di chiedere un consiglio comunale per approvare la modifica del regolamento e dello statuto comunale. E pare che la proposta abbia trovato terreno fertile sia tra gli esponenti della maggioranza che dell'opposizione. In poche ore il documento è stato infatti sottoscritto da 14 consiglieri e non è escluso che si possa arrivare a 16. Praticamente il numero sufficiente per considerare approvata la proposta, già prima che venga discussa nella massima assise (pare infatti scontato che chi ha firmato il documento poi voti anche per la sua approvazione). Dunque quella che era nata come una querelle tra Alvaro Balloni e Mario Fiorentini si sta trasformando in una sorta di virus che sta contagiando i consiglieri in maniera bipartisan. Il concetto è questo: "la legge ci vieta di convocare le commissioni senza atti su cui discutere? Ebbene allora cambiamo la legge". Per ridare il giusto peso alla figura del consigliere, è la spiegazione ufficiale. Ma forse tra i cittadini il segnale che arriva è tutt'altro. Un'escamotage per prendere più gettoni ed assentarsi dal lavoro, è la voce ricorrente, ma sicuramente nella modifica del regolamento che il consiglio dovrà votare sarà prevista la sospensione degli emolumenti per le commissioni. Altrimenti povere casse del Pincio!.


Viabilità rurale, finanziamenti in arrivo nelle Preserre (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzetta del Sud" del 13-10-2007)

 

Chiaravalle C. Comunità montana Viabilità rurale, finanziamenti in arrivo nelle Preserre Stanziati 111mila per le strade di località Maoni ad Amaroni Vincenzo Iozzo CHIARAVALLE CENTRALE Gocce di finanziamenti Piar sul territorio delle Preserre, e futuro delle comunità montane, sono stati i temi affrontati dalla giunta della "Fossa del lupo" di via Foresta guidata dal presidente Enzo Bruno, oramai prossimo Pd. La novità, che presto si potrebbero trasformare in preoccupazioni, è che le attuali 355 comunità montane si ridurranno a 250 grazie ai nuovi paletti: non meno di tre comuni e altezza minima di 500 metri sull'Appennino e 600 sulle Alpi, imposti dal governo Prodi. Prima di proiettarsi sul futuro dell'ente, il presidente Enzo Bruno si è soffermato sul lavoro svolto e sulla programmazione costruita dalla maggioranza di centrosinistra che abbraccia ben 12 comuni in tutto. Amaroni, Cenadi, San Vito sullo Jonio, Jacurso, Torre di Ruggiero, Chiaravalle Centrale, Girifalco, Palermiti, Olivadi, Centrache, Vallefiorita e Cortale, hanno un imponente patrimonio boschivo e le aree rurali, esprimono un potenziale di tutto rispetto e per questa ragione, c'è l'impegno degli amministratori e dei sindaci. Proprio in questi giorni è stato decretato dal Dipartimento regionale Agricoltura, Foreste e Forestazione, lo stanziamento di 111 mila euro per la viabilità rurale in località Maoni del comune di Amaroni. La "Fossa del lupo", così come era successo in precedenza per altri comuni associati, ha puntato al completamento della strada, i cui lavori originariamente erano stati commissionati dal comune, una ventina di anni addietro, ma mai completati per mancanza di copertura finanziaria. "La strada Maoni ha ribadito il presidente Eno Bruno riveste grande importanza poiché attraversa una vasta area a destinazione prettamente agricola i cui terreni sono destinati ad oliveto in coltura intensiva". Come dicevamo prima negli anni passati l'amministrazione comunale in carica aveva avviato la costruzione con ingenti investimenti dovuti per la costruzione di opere di contenimento. Adesso si passa alla fase 2, ovvero quella della fruizione da parte degli operatori agricoli, contadini e possessori dei fondi rurali. Programmazione, dunque, da una parte, ma dall'altra sulla "Fossa del lupo", pende la mannaia dei tagli imposti dalla nuova finanziaria. Le ipotesi che Chiaravalle Centrale, possa essere notevolmente ridimensionata se non addirittura cancellata del tutto, non sono da scartare, anche se proprio il capo dell'esecutivo, parla di danni per le aree interne, per quanto riguarda la programmazione intesa come sviluppo socio economico dei territori calabresi dove le comunità montane sono delle autentiche realtà e in alcuni casi delle forze motrici. Per il prossimo 24 ottobre a Roma sarà presente una delegazione di amministratori dell'assemblea delle Preserre e di sindaci del comprensorio, per protestare contro i tagli. Gli umori raccolti, non viaggiano nella direzione del mantenimento delle cariche elettive o delle poltrone. Discorso senz'altro riduttivo, anche perché Enzo Bruno tra un anno appena sarà in scadenza di mandato amministrativo. Quello che potrebbe accadere in termini di rischi imminenti è, che i territori potrebbero essere ulteriormente svuotati e il conseguente spopolamento delle zone interne andrebbe ad aumentare. Su queste basi, poggia la protesta degli amministratori montani delle Preserre, anche se una sforbiciata ai costi della politica: regionale, provinciale, sovracomunale e comunale, non guasta. (sabato 13 ottobre 2007).


Nominate le sei commissioni consiliari (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzetta del Sud" del 13-10-2007)

 

Patti A un anno dall'insediamento dell'assise comunale Nominate le sei commissioni consiliari PATTI Il consiglio comunale di Patti, ad un anno dal suo insediamento e dopo un ampio dibattito politico, ha proceduto alla nomina dei componenti delle commissioni consiliari. Questa la composizione dei sei organi: Affari generalità produttive, sviluppo economico e personale: Mimma Lembo, Nino Gigante, Giorgio De Luca, Nino Crisafulli, Salvino Palmeri; Bilancio, finanze, patrimonio, tributi e programmazione: Pasqualino La Macchia, Francesco Di Pisa, Gioacchino Alessandro, Tindaro Giuttari, Mauro Aquino; Lavori pubblici, protezione civile, centro storico e frazioni: Filippo Tripoli, Pasqualino la Macchia, Giorgio De Luca, Salvino Mosca, Tindaro Giuttari; Servizi sociali, politiche giovanili e pari opportunità: Nino Calderone, Nino Gigante, Nicola Campana, Gianluca Bonsignore, Alessia Bonanno; Pubblica istruzione, sport, turismo, spettacolo, cultura e tempo libero: Nicola Campana, Mimma Lembo, Giuseppe Forzano, Mauro Aquino e Salvino Mosca; Urbanistica, ambiente e viabilità: Filippo Tripoli, Giuseppe Forzano, Rosolino Sidoti, Gianluca Bonsignore e Salvino Palmeri. Il civico consesso, nell'ultima seduta, ha inoltre affrontato la questione relativa all'Ato 2 rifiuti. Quasi tutti i consiglieri comunali hanno evidenziato che il servizio di spazzatura è carente e che la città è sporca ed è stata avanzata la proposta di richiedere alla società d'ambito la restituzione del servizio di spazzamento. L'assise cittadina, dopo aver dibattuto sul piano spiagge, ha rinviato i lavori a giovedì 18 ottobre alle 16,30. In quella occasione all'ordine del giorno ci saranno la riduzione del gettone di presenza dei consiglieri comunali e la relazione annuale del sindaco Giuseppe Venuto.(g.v) (sabato 13 ottobre 2007).


LA CASTA (sezione: Costi dei politici)

( da "TGCom" del 13-10-2007)

 

Costi politica, aumento di 53 mln In Finanziaria più spese per la "Casta" Doveva essere una Finanziaria di rigore per le spese della politica, quelle che servono per fare funzionare la macchina istituzionale. Invece, come raccontano Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo sul Corriere della Sera, nel 2008 questa voce di spesa aumenterà di 53 milioni di euro, arrivando a quasi 2 miliardi di euro. Una cifra esorbitante, viste le recenti promesse del governo di diminuire i costi della politica. Pare che i sussulti di anti-politica di questi ultimi tempi non abbiano inciso affatto sulle decisioni del governo. I costi della spesa corrente del ministero delle Finanze che riguardano il funzionamento di Camera, Senato, Quirinale, Corte Costituzionale, Cnel e Consiglio superiore della magistratura, non accennano a fermarsi. 53milioni in più rispetto al 2007 con buona pace di chi aveva chiesto qualche ridimensionamento e forse con un certo imbarazzo per chi ha studiato la Finanziaria. Ma le spese del 2007 e quelle del 2008 non sono comparabili. Chi ha predisposto il pacchetto legislativo ha accorpato voci, diviso settori, eliminato capitoli, aggiunto nuovi oggetti. E così non è facile capire dove e come cambia la spesa della politica nel dettaglio. Ma da una prima analisi della Finanziaria è chiaro che l'aumento di 53 milioni esiste. E gran parte di queste risorse vanno a incrementare la spesa per il funzionamento della presidenza del Consiglio dei ministri. Altri soldi servono per sostenere i due rami del Parlamento. Diversa è la situazione di alcuni ministeri. E' lì che si abbatte la mannaia della razionalizzazione della spesa. Molte sono le risorse che andranno perse per strada al ministero per le politiche della Famiglia (40 milioni circa). Analogo discorso per le Pari opportunità e per la Protezione civile. E nonostante gli appelli alla sobrietà della spesa divulgati con smepre maggiore frequenza dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il Quirinale spende sempre di più con un balzo in un anno del 41,9%. Invia ad un amico.


"I centri montani saranno abbandonati" (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere Adriatico" del 13-10-2007)

 

Ciaffaroni attacca il suo successore Milani sulla trasformazione della Comunità dei Sibillini "I centri montani saranno abbandonati" MONTEFORTINO Si parla sempre più frequentemente di tagli più o meno consistenti delle Comunità Montane dovuti al disegno di legge Santagata riguardante le "Misure per la riduzione dei costi politico-amministrativi e per la promozione della trasparenza". In base agli attuali parametri del ddl la Comunità Montana dei Sibillini verrebbe a perdere probabilmente 4 comuni e quella del Tronto 3. L'ex presidente e attuale consigliere della prima comunità, Domenico Ciaffaroni, si scaglia contro questi tagli e contro le eventuali trasformazioni delle decurtate Comunità Montane in Unioni dei Comuni, come negli ultimi tempi è stato ventilato in ambienti regionali. "Da diversi mesi tiene banco sui mass media commenta Ciaffaroni - un tema che sta particolarmente a cuore ai cittadini, ossia la riduzione del costo della politica. Dopo aver ampiamente dibattuto sull'argomento è stata finalmente trovata la tipica soluzione all'italiana: prendersela con l'anello debole della catena, cioè le aree montane, cercando prima di sopprimere e poi di ridurre la consistenza delle Comunità Montane: enti, a detta dei grandi benpensanti di questo paese, del tutto inutili. Troppo spesso però ci si dimentica, a volte anche con estrema superficialità, i settori nevralgici dove esse agiscono. Sono infatti gli unici enti che operano nel campo, nonostante le scarse risorse, delle manutenzioni ambientali con opere fondamentali, al fine della conservazione e dello sviluppo di aree particolarmente pregiate ma letteralmente abbandonate, per questo debolissime dal punto di vista dell'assetto idrogeologico. Ci si ricorda di queste problematiche solo dopo che sono accaduti enormi disastri dimenticando che per ogni euro speso in montagna se ne risparmiano almeno cento in pianura". "Recentemente continua Ciaffaroni - in un convegno, in quel di Urbino, è emersa, anche se in modo molto velato, la volontà da parte della Regione Marche di trasformare le Comunità Montane in unioni dei Comuni, idea evidentemente fatta propria anche dal presidente della Comunità Montana dei Sibillini, visto che in alcune dichiarazioni in un recente articolo su questo giornale auspica tale trasformazione. Dopo un'attenta lettura dell'articolo ho inevitabilmente concluso che egli debba essere stato di certo travisato, in quanto conosce benissimo gli scarsi risultati raggiunti dalle Unioni dei Comuni e le difficoltà in cui le stesse si dibattono, tanto è vero che recentemente la Regione Marche, dopo estenuanti richieste, ha dovuto stanziare delle congrue somme per ripianarne i bilanci". Poi Ciaffaroni aggiunge. "Il presidente Milani inoltre è sicuramente ben consapevole dell'importante contributo di idee e di dialettica apportato dai consiglieri comunitari. Il tutto, per chi non lo sapesse, a titolo completamente gratuito, in quanto il gettone di presenza percepito non copre nemmeno le spese per il carburante necessarie per recarsi presso la sede comunitaria. In questo momento cruciale conclude Ciaffaroni - ritengo necessario far quadrato e difendere a spada tratta le Comunità Montane, unico baluardo di salvaguardia e sviluppo per le aree montane". FRANCESCO MASSI,.


14:20 COSTI POLITICA: LANZILLOTTA, OK TAGLI GARANTENDO AZIONE GOVERNO (sezione: Costi dei politici)

( da "Agi" del 13-10-2007)

 

Milano COSTI POLITICA: LANZILLOTTA, OK TAGLI GARANTENDO AZIONE GOVERNO Stampa Invia questo articolo Ultimissime AN: RADUNO IN PIAZZA SAN GIOVANNI PER CORTEO USA: E' MORTO SRI CHINMOY, PACIFISTA E GURU DELLE STAR PIRATI BORMIO: CONCESSI DOMICILIARI AL MAGGIORENNE VELTRONI A "DIE WELT", SARO' IL WILLY BRANDT ITALIANO WELFARE: DAMIANO, LAVORO DI CONCERTAZIONE PROSEGUE GIALLO CAGLIARI: INQUIRENTI, ANZIANA E' STATA ASSASSINATA PD: D'ALEMA, E' UN PARTITO NUOVO E NON UN PARTITO IN PIU' WELFARE: E. LETTA, CONVOCHEREMO LE PARTI IRAQ: EX COMANDANTE COALIZIONE, PER USA INCUBO SENZA FINE HAITI: ALMENO 45 MORTI PER ALLUVIONI, 6. 000 SENZATETTO (AGI) - Milano, 13 ott. - La razionalizzazione dei ministeri deve tener conto dell'azione di Governo, che deve essere garantita nella sua continuita'. Lo pensa il ministro degli Affari regionali Linda Lanzillotta, intervenuta questa mattina a un incontro con le giovani del Pd, insieme al ministro Barbara Pollastrini. "Va benissimo razionalizzare - ha detto Lanzillotta - ma occorre tener presente l'esigenza di speditezza dell'azione di Governo. Credo debba esserci un bilanciamento tra l'esigenza di semplificare e razionalizzare e quella di garantire continuita' all'azione del governo". Detto questo, e' pur vero che il governo puo' essere piu' compatto. "Credo che si possano accorpare piu' ministeri - ha spiegato Lanzillotta - per dare piu' efficienza, e penso al settore delle politiche sociali, e anche a quello del territorio e delle infrastrutture che possono essere unificati". (AGI).

 

 

 

Indice degli articoli  del 12-10-2007 

 

 

13 milioni per gli ospedali solo se ci sarà l'integrazione ( da "Tirreno, Il" del 12-10-2007)

Sanità, la carriera non è donna ( da "Nuova Sardegna, La" del 12-10-2007)

Accertamenti sulle cartelledei malati liguri ( da "Secolo XIX, Il" del 12-10-2007)

I costi della casta? In Campania non finiscono mai ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 12-10-2007)

Un giudice per le leggi emiliane ( da "Sole 24 Ore, Il (Centro_Nord)" del 12-10-2007)

Senza soldi né legge, la protesta dei servizi ( da "Manifesto, Il" del 12-10-2007)

Liste d'attesa infinite ( da "Nuova Venezia, La" del 12-10-2007)

Costi politica/ Cossiga restituisce il passaporto diplomatico ( da "Virgilio Notizie" del 12-10-2007)

Arpac: la sentinella ecologica regionale ( da "Denaro, Il" del 12-10-2007)

Partecipazione: un rimedio all'antipolitica ( da "Denaro, Il" del 12-10-2007)

Occorre scegliere la strada dello sviluppo ( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 12-10-2007)

Siamo al minimo : così veronesi respinge ogni accusa sulle indennità ( da "Trentino" del 12-10-2007)

Mancano medici al pronto soccorso turni coperti con chiamate a gettone ( da "Piccolo di Trieste, Il" del 12-10-2007)

Tolleranza zero e campi nomadi ( da "Stampa, La" del 12-10-2007)

UNA COMMISSIONE speciale per accertare in tempi rapidi la reale sit ( da "Nazione, La (Pistoia)" del 12-10-2007)

Pighi nasconde la Romagnoli, faremo senza .Gli assessori ( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del 12-10-2007)

<Io assenteista? Parlano i fatti> Genesi replica a Spotti e Ceraso ( da "Provincia di Cremona, La" del 12-10-2007)

Per Lucca esprime dubbi sul cambio delle regole ( da "Nazione, La (Lucca)" del 12-10-2007)

L'assemblea plenaria per l'stl si farà, basta con le polemiche ( da "Nuova Sardegna, La" del 12-10-2007)

Decalogo di riforme per salvare la sanità - carlo marcelletti ( da "Repubblica, La" del 12-10-2007)

In consiglio comunale elettrodotto e ospedale ( da "Tirreno, Il" del 12-10-2007)

Le spese per il personale coprono ormai metà del bilancio ( da "Tirreno, Il" del 12-10-2007)

Palermo, che spese in Comune: 115mila euro per l'addetto ai precari Pubblicati i costi delle consulenze. Roba da un milione e mezzo di euro. Fra i beneficiari anche l'avvocato di C ( da "Unita, L'" del 12-10-2007)

"Piano aria" della Provincia: ( da "Liberta" del 12-10-2007)

Difensore civico senza oneri ( da "Italia Oggi" del 12-10-2007)

Sermas, 5 consiglieri al costo di tre ( da "Tirreno, Il" del 12-10-2007)

Circoscrizioni, cambiare per non morire ( da "Nuova Ferrara, La" del 12-10-2007)

E monticelli si scopre indispensabile ( da "Gazzetta di Modena, La" del 12-10-2007)

Nel nostro futuro un'agenzia di sviluppo ( da "Provincia Pavese, La" del 12-10-2007)

In aula si discute il costo della politica ( da "Tempo, Il" del 12-10-2007)

De Gregorio vota no Governo battuto in Commissione ( da "Sole 24 Ore, Il (Abb)" del 12-10-2007)

Atenei, spendere meglio si può ( da "Sole 24 Ore, Il (Abb)" del 12-10-2007)

L'economia clandestina ( da "Corriere del Veneto" del 12-10-2007)

Articoli del 12-10-2007

13 milioni per gli ospedali solo se ci sarà l'integrazione (sezione: Costi dei politici)

( da "Tirreno, Il" del 12-10-2007)

 

Lucca 13 MILIONI PER GLI OSPEDALI SOLO SE CI SARà L'INTEGRAZIONE Il raccordo fra i presidi di Barga e Castelnuovo deve produrre economie e migliorare l'assistenza CASTELNUOVO. L'integrazione fra gli ospedali S. Croce di Castelnuovo e S. Francesco di Barga deve essere reale e non solo sulla carta. Lo chiede l'assessore regionale alla salute Enrico Rossi, che ha confermato i finanziamenti per accreditare i due stabilimenti, a patto che davvero si realizzi il processo di integrazione. Processo destinato a produrre economie di gestione e a migliorare i servizi. Mentre sullo sfondo resta l'ipotesi dell'ospedale unico, che sta facendo registrare sempre più consensi anche fra gli operatori: dopo i medici dell'ospedale Santa Croce, anche i medici di medicina generale che lavorano nella Valle del Serchio si sono pronunciati nettamente a favore di un unico presidio, che consenta di evitare gli sprechi attuali. Nel frattempo l'Asl 2 insiste sulla necessità di un raccordo, di superare sterili campanilismi, anche alla luce delle risorse disponibili, che non sono infinite. L'assessore Rossi ha infatti evidenziato che il sistema sanitario risponde ai bisogni della popolazione, ma si deve anche trasformare. è un percorso obbligato per utilizzare al meglio attrezzature e personale. Questo per dare ulteriori risposte a necessità emergenti e non più rinviabili quali l'attenzione sanitaria alle persone anziane e alle problematiche di non autosufficienza. Quindi l'arrivo dei 13 milioni per l'accreditamento è legato anche alla capacità di seguire questa linea. L'assessore ha tenuto anche a precisare e sottolineare che nei percorsi di riorganizzazione delle attività ci sono dei punti fermi, che valgono per la Valle del Serchio, per le altre Valli, per Lucca e per qualsiasi altra realtà. Gli obiettivi. Questi obiettivi regionali sono alla base del piano di innovazione e sviluppo presentato dall'azienda Usl 2 ai sindaci e alla cittadinanza nelle sue varie espressioni e che l'azienda sta attuando con un percorso di confronto che indubbiamente, come tutti i cambiamenti, sta incontrando delle resistenze. Per quanto riguarda la Valle del Serchio è previsto che siano garantite risposte sanitarie di urgenza e di acuzie di primo livello in un sistema integrato di risposte territoriali che vede nel presidio di Lucca il punto di riferimento per risposte ospedaliere di secondo livello. Il piano di innovazione e sviluppo consolida per la Valle del Serchio una rete capillare caratterizzata da punti di emergenza territoriale (Pet), da punti di primo soccorso, da un Pronto soccorso con letti di osservazione e da una piazzola abilitata al volo notturno. In tutte le ambulanze è poi previsto un sistema di trasmissione dati che consente di iniziare il trattamento del paziente direttamente a domicilio o in qualsiasi punto territoriale di primo intervento. è inoltre in fase di definizione la possibilità che in alcuni punti di emergenza territoriali vengano effettuate anche attività di primo intervento sanitario, in grado quindi di arricchire il quadro delle risposte territoriali. Il sistema a rete dell'emergenza urgenza è completato da ulteriori ambulanze non medicalizzate dislocate presso le associazioni di volontariato. Le due aree. Risposte adeguate per le acuzie di primo livello che richiedono ricoveri devono poi essere fornite in maniera integrata sia dall'area chirurgica che dall'area medica del presidio ospedaliero della Valle del Serchio, che deve essere pertanto inteso e organizzato come ospedale unico e che svolgerà appieno ed in modo efficace i suoi compiti più importanti solo se integrato con il territorio e, per attività non presenti, dovrà sempre integrarsi anche e principalmente con l'ospedale di Lucca. è il caso ad esempio degli interventi di emodinamica in Cardiologia, della gestione delle problematiche dell'ictus in Neurologia, dei trattamenti di radioterapia con l'acceleratore lineare. Verranno mantenute e organizzate in modo più funzionale le attività ambulatoriali, quelle riabilitazione, di dialisi, di centro trasfusionale e saranno garantite le funzioni di urgenza di laboratorio e di diagnostica radiologica. Tutto questo sempre tenendo come riferimento una gestione unitaria e coordinata delle attività. L'infanzia. Verrà sviluppato anche il Dipartimento materno infantile, articolato nei servizi ospedalieri e nella rete territoriale consultoriale, che deve essere implementata. Un tema di particolare rilevanza è quello dell'Oncologia, per la quale si sta attuando un forte e significativo consolidamento delle attività con l'attivazione entro l'anno del progetto di implementazione dei percorsi oncologici nelle realtà periferiche che è stato già validato e approvato dalla Regione. Il quadro di una riorganizzazione sanitaria completa che prevede anche delle implementazioni è però vincolato da percorsi obbligati, quali quello di organizzare le degenze per livelli uniformi di assistenza evitando tra l'altro ricoveri inutili il sabato e la domenica. Questo è anche facilitato dagli interventi in atto nei due stabilimenti ospedalieri, che sotto l'aspetto edilizio sono in larga parte già conclusi. Gli ospedali di comunità. L'offerta complessiva sarà completata dall'attivazione di posti letto destinati a malati terminali (hospice), dal consolidamento degli ospedali di comunità di Giuncugnano e Gallicano, dall'ampliamento della rete dell'assistenza domiciliare, dalla rete dei servizi specialistici presso i centri socio sanitari, dalla rete dei servizi di salute mentale che si consoliderà con l'apertura del centro di salute mentale sulle 24 ore, dallo sviluppo dei servizi di dipendenza (alcol e droga) e dell'alta integrazione socio sanitaria. Necessario poi un coinvolgimento sempre più significativo dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, che si stanno organizzando in gruppi offrendo ai cittadini l'opportunità di trovare durante il giorno nel territorio medici di fiducia che vanno così ad aggiungersi alle strutture aziendali. Una rete complessa, quella sanitaria, dove ciascuno deve svolgere correttamente il proprio ruolo e dove l'appropriatezza della domanda e delle risposte sanitarie divengono elemento importante. Un esempio di questo percorso di attenzione, che coinvolge tutti, possiamo trovarlo nei consumi di farmaci che si stanno modificando, riducendo la spesa pro capite in modo rilevante e allineandosi ai consumi medi regionali, determinando così dei minori costi da riorientare verso quei servizi che necessitano di maggior attenzione e sviluppo.


Sanità, la carriera non è donna (sezione: Costi dei politici)

( da "Nuova Sardegna, La" del 12-10-2007)

 

Di Eugenia Tognotti Sanità, la carriera non è donna Fa bene il ministro Turco a sollevare il problema della parità Tra direttori e manager la presenza femminile è appena il tre per cento E così, dopo aver fatto discutere per anni ed essersi rivelate, alla prova dei fatti, inidonee ad espugnare la ben fortificata cittadella maschile della politica, le discusse "quote rosa" tornano alla ribalta. Inopinatamente, c'è da dire. Perché, questa volta, non c'è, sul tappeto, l'eterno problema della sottorappresentanza politica femminile in Italia, ma lo squilibrio tra i generi "ai livelli apicali del servizio sanitario nazionale", per riprendere alla lettera la dichiarazione del ministro della Salute Livia Turco, che, per l'appunto, propone - trovando, in verità, una ben tiepida accoglienza - il sistema delle "quote" per promuovere la parità ai vertici della Sanità.. Ora, non c'è dubbio sul fatto che ai diversi livelli dirigenziali le donne siano delle vere e proprie mosche bianche. La presenza femminile nelle poltrone di direttori generali di aziende sanitarie o ospedaliere si ferma ad uno sparuto tre per cento. Risicatissima anche la percentuale (quattro, cinque) delle donne che hanno compiti di direzione amministrativa, mentre quelle che ricoprono ruoli sanitari di primo livello non arrivano al dieci per cento. Eppure i camici bianchi femmina sono in continuo aumento, come dimostra l'incremento delle iscritte all'albo professionale, e rappresentano ormai la maggioranza nelle strutture del Servizio sanitario nazionale, come ognuno può constatare, anche ad un'osservazione empirica. La ministeriale denuncia è, insomma, tutt'altro che infondata. Ma siamo sicuri che il rimedio siano le famose "quote rosa" prese a prestito dalla politica? Non sarebbe meglio cominciare a rimuovere i poderosi ostacoli che impediscono alle donne di arrivare ai vertici della sanità come primari, direttori generali, direttori sanitari e via continuando tra le posizioni apicali? Certo non si tratta di un "blocco" di poco conto. Perché, in quest'ambito, non sono solo le ben note "barriere" tradizionali a frenare le carriere femminili, e cioè doppio lavoro, cura di bambini e anziani, gestione familiare, ecc. Nella Sanità - almeno in certe aree e ambiti- occorre tener conto di un'altra specie di intoppo, quanto mai vischioso, in cui confluiscono lo svilimento delle regole, i sistemi di selezione, incapaci di promuovere il merito, le troppe interferenze della politica nelle nomine dei vertici della Sanità. Troppo spesso le scelte dei dirigenti a tutti i livelli sono guidate da logiche politiche e clientelari. Per assicurare un'adeguata presenza di dirigenti donne nel servizio sanitario nazionale non è necessario ricorrere alle "quote" rosa: sarebbe sufficiente, tanto per cominciare, rivedere i criteri di selezione, combattere la lottizzazione partitica dei posti di vertice ed eliminare, semmai, le "quote nere" assicurate in partenza, da sempre, (e non solo in questo campo) dall'arroganza del potere, dai privilegi, dalle lobbies, dal nepotismo che mortificano il merito di uomini e donne, ma, che finiscono per penalizzare, soprattutto queste ultime che vorrebbero veder realizzate le condizioni per una sanità più efficiente, moderna e vicina ai cittadini, nella quale valgano solo le quote della competenza, della capacità, dell'esperienza.


Accertamenti sulle cartelledei malati liguri (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 12-10-2007)

 

Il retroscena nGenova. "Certo che in quella clinica sono parecchi i liguri che vanno a farsi curare. Ora bisogna vedere". L'assessore alla Salute Claudio Montaldo pensa ai soldi in più che la Regione Liguria, in ristrettezze economiche proprio per la sanità, potrebbe aver pagato per gli interventi in artoscopia alla spalla che i liguri in fuga dagli ospedali della propria regione andavano a farsi fare nella struttura di Alessandria. E mentre il deputato ligure del Pdci Aleandro Longhi chiede un'ispezione ministeriale sull'ospedale genovese in cui lavora l'équipe di Gost, ieri l'assessorato alla Salute ha dato mandato all'ufficio legale della Regione di seguire da vicino la questione della presunta truffa messa a segno dalla clinica privata Nuova Casa di Cura Città di Alessandria, convenzionata con il sistema sanitario nazionale. "Se ci fossero liguri tra i pazienti delle schede di dimissioni che secondo i Nas sono state compilate in modo da far risultare costi più alti, la Asl di Alessandria ci ha presentato il conto e la Liguria pagandolo avrebbe evidentemente subito un danno economico". Quanti pazienti liguri sono passati dalla clinica alessandrina e quanti tra quei 500 e più le cui schede di dimissione ospedaliera sarebbero state alterate è un lavoro di conteggio che gli uffici della Regione e della Asl 3 genovese (di fatto l'ufficio pagatore) che stanno effettuando proprio in queste ore. Sulla vicenda alessandrina e il coinvolgimento della Gost, l'associazione professionale fondata dall'ortopedico genovese Ferdinando Priano, interviene anche Aleandro Longhi. Il deputato del Pdci ha infatti presentato un'interrogazione urgente al ministro della Salute Livia Turco sulla consulenza che Priano e Gost hanno all'ospedale genovese di Sestri Ponente (una convenzione da 600 mila euro per eseguire in artoscopia almeno 1200 interventi all'anno in modo da bloccare le fughe verso le altre regioni del nord). "Quella che è stata allestita al padre Antero Micone è una sorta di clinica privata. Però vorrei sapere se è vero, come si dice, che molti liguri e genovesi dopo essersi recati nella struttura genovese sono stati dirottati alla Città di Alessandria. A questo punto mi sembra il caso che l'assessorato alla salute ligure faccia un'indagine a campione per verificare le schede di dimissione e, soprattutto, che da Roma venga inviata un'ispezione ministeriale". 12/10/2007.


I costi della casta? In Campania non finiscono mai (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 12-10-2007)

 

Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: OPINIONI - data: 2007-10-12 num: - pag: 15 categoria: REDAZIONALE QUI SI VIVE PEGGIO, SI MUORE PRIMA E I GIOVANI FUGGONO I costi della casta? In Campania non finiscono mai di ERMANNO CORSI * Caro direttore, non si ripete mai abbastanza "la cara casta quanto ci costa!". Del loro libro, meritevolmente fortunato, Stella e Rizzo hanno venduto una "catasta" di copie. Sono usciti al momento giusto. Si potrebbe anche dire, però, che ai due autori hanno tirato la volata, nel senso di preparare il terreno più favorevole, sia il tandem Cesare Salvi-Massimo Villone che il solitario, ma non per questo meno combattivo, Gerardo Mazziotti. Tutti e tre gli autori non hanno avuto remore nel denunciare, dati alla mano, anzi impietosamente scritti sulla pagina, costi, sprechi e inefficienze della politica. Se le patologie riguardano, sia pure in una misura varia che fa la differenza, un po' tutte le regioni, è a Napoli e in Campania che si tocca il fondo. L'analisi, a questo punto, diventa allarme sociale ed emergenza istituzionale. Il "costo" non è solo quello della dissipazione clientelare e delle tangenti riscosse su opere che mai si realizzeranno, quanto l'aver creato "una democrazia che uccide la democrazia", come scrive Giovanni Sartori. Prima vittima di questa democrazia "omicidaria" è, in Campania, proprio quella sanità che non dovrebbe accorciare la vita, ma anzi allungarla. Recentemente sono stati diffusi, proprio da autorevoli esponenti dell'Arsan, dati sommamente inquietanti. Per tutto quello che accade intorno a noi, incominciando dal sistema sanitario pubblico, in Campania viviamo, mediamente, due anni in meno rispetto alle altre regioni. è forse per questo che si consiglia alle mamme in gravidanza di andare a partorire fuori dalla Campania? Potrebbe sembrare una battuta, invece c'è di che riflettere. Il "costo" della politica non sta solo nella "cresta" che alcuni, forse in troppi, spudoratamente fanno confidando probabilmente nella impunità a vita. Il costo che pagano i cittadini sta nelle deprimenti condizioni generali in cui sono condannati a vivere. Stiamo alle ultime rappresentazioni, a Napoli si continua a fuggire, specialmente laureati e giovani diplomati che, come rileva la Svmez, vanno a iscriversi "copiosi" nelle università del Centro-Nord. Una parte della Finanziaria viene varata a spese del Mezzogiorno. I tesoretti uno e due da Roma in giù non si vedono nemmeno con il cannocchiale! Rosa Russo Iervolino ha dovuto ammettere che "si stava meglio quando si stava peggio", come dire che dal cambio Berlusconi-Prodi Napoli non ha tratto alcun guadagno. Si è dovuto riconoscere che "il governo svende il Sud" in quanto 1,4 miliardi di euro del fondo area sottosviluppate sono spariti nel porto delle nebbie. Il ministro Pier Luigi Bersani (Sviluppo economico) ha sonoramente bocciato la Campania per i ritardi sui Fondi europei utilizzabili entro il 2008. Con queste premesse come si può avere fiducia nell'uso intelligente degli stanziamenti 2007-2013? Ma allora i costi della politica non diminuiranno mai? La via d'uscita è nelle mani dei cittadini, nella democrazia come potere riattivato dal basso. Per questo le associazioni che si sono costituite per dare voce "alla città che non ci sta", riprenderanno a farsi sentire. Formeranno una "rete" che sarà, insieme, soggetto unico e plurale: unico per la convergenza sui principi e valori di fondo; trasversale e plurale nel momento in cui ognuna di esse entrerà in campo per rappresentare il problema verso cui ha maggiore sensibilità e attenzione. * Consigliere dell'Ordine dei giornalisti Presidente dal 1989 al 2007.


Un giudice per le leggi emiliane (sezione: Costi dei politici)

( da "Sole 24 Ore, Il (Centro_Nord)" del 12-10-2007)

 

Centro-Nord sezione: ISTITUZIONI CANTIERE LEGISLAT data: 2007-10-10 - pag: 15 autore: Organo di garanzia. Un consulente valuterà la coerenza tra norme e Statuto regionale Un giudice per le leggi emiliane Un super consulente tecnico che potrà pronunciarsi sulla conformità di leggi e regolamenti allo Statuto regionale. Una sorta di " corte costituzionale" depotenziata, visto che non ha il potere di annullare gli atti ma solo di esprimere pareri non vincolanti nel rispetto delle prerogative del Consiglio regionale. Sta per approdare in aula il testo bipartisan sulla Consulta di garanzia, prevista dall'articolo 69 dello Statuto dell'Emilia-Romagna. E ci arriva dopo mesi di dibattito in Commissione su spirito e modalità di funzionamento che hanno emendato il progetto originario. Il punto più critico era sul quando la Consulta poteva intervenire. Nella prima versione del Pdl era possibile solo quando leggi e regolamenti erano già vigenti; nel testo modificato, invece, solo dopo l'approvazione, ma prima della promulgazione. Inoltre i soggetti titolari di questa potestà saranno i gruppi consiliari o un quinto dei consiglieri regionali, non più i cittadini. "è evidente che rispetto a un testo che ancora non esplica i suoi effetti questa facoltà poteva esser riconosciuta solo agli eletti ", dice il relatore Paolo Zanca (Ulivo-Sdi). Gli eventuali rilievi potranno anche non essere recepiti dall'Assemblea che avrà solo l'obbligo di motivare la propria decisione. La Consulta si pronuncerà anche sui conflitti di competenza fra Assemblea e Giunta (anche rispetto a un atto di un singolo assessore), avrà la gestione delle procedure referendarie regionali e di quelle in caso di scioglimento anticipato dell'Assemblea. Funzionerà con almeno tre componenti –magistrati,avvocati, docenti universitari, esperti – e servirà perciò una piccola modifica allo Statuto, che ne prevede cinque. Un passaggio necessario, ma non propedeutico per il varo della Consulta, previsto fra ottobre e novembre, legato a doppio filo al destino del regolamento interno dell'Assemblea. L'impatto del nuovo organismo sui costi della politica dovrebbe essere leggero' sul capitolo di spesa ci sono qualche decina di migliaia di euro fra gettoni di presenza e personale. Per Marco Lombardi ( Fi) fra le due stesure è cambiata la filosofia del Pdl. "Era un organismo che agiva a 360 gradi e anche semplici cittadini potevano far rilevare contrasti fra leggi e statuto. Ora è piuttosto un'autorevole commissione, un anello nell'iter legislativo". Nel Centro-Nord è l'Umbria l'unica regione a essersi dotata di simile organismo. A luglio il Consiglio ha varato all'unanimità la Commissione di garanzia statutaria, composta da sette membri, un suo parere di non conformità produce per gli organi legislativi solo l'obbligo di riesaminare l'atto e riapprovarlo con un motivato provvedimento. Sarà ora la commissione Affari istituzionali a disciplinare in concreto il funzionamento della commissione. In Toscana, il Collegio di garanzia è previsto dall'articolo 57 dello Statuto, ma finora è stato oggetto solo di incontri e seminari di studio, "non essendo una priorità ", secondo il presidente dell'Assemblea Riccardo Nencini. Pur non contemplato dallo Statuto, la Regione Marche ha avviato una ricognizione sul tema: circola qualche bozza ma di ufficiale per ora non c'è nulla. Fr. S.


Senza soldi né legge, la protesta dei servizi (sezione: Costi dei politici)

( da "Manifesto, Il" del 12-10-2007)

 

Tossicodipendenze Senza soldi né legge, la protesta dei servizi Susanna Ronconi Linee di indirizzo e risorse: il binomio, in materia di droghe, resta ancora assai critico, e vede gran parte delle regioni italiane versare ancora in situazione difficile per quanto concerne il sistema dei servizi e la chiarezza su quali siano le priorità. Si può pensare che gli investimenti su droghe e dipendenze, nel nostro paese, siano cospicui, ma va detto che esiste un forte squilibrio, tutto politico, tra investimenti nel socio/sanitario e investimenti nel controllo e nella repressione: i primi rappresentano il 17% dell'ammontare totale, i secondi il 65%. Una differenza che parla da sé. A tutt'oggi, le regioni investono sulle dipendenze non più dello 0,8% del Fondo sanitario nazionale, poco se si pensa che la media Ue è dell'1,5%. Dove trovare questo denaro, in epoca di invocati tagli a tasse e spesa pubblica? E lecito pensare che una scelta di questo tipo debba ancorarsi a un'altra scelta, coerente e antecedente, di indirizzo: un diverso bilanciamento tra le voci di spesa, investire in sostegno sociale, in servizi, in riduzione del danno, in cura, in prevenzione e sottrarre a prefetture, tribunali e carceri per quanto attiene ai consumatori. Prima di una buona finanziaria, dunque, una buona legge sulle droghe. Un Piano d'azione nazionale, pure urgente, difficilmente riuscirà a cambiare questa situazione restando preso nelle maglie strette della Fini Giovanardi. Il sistema dei servizi versa in una crisi duplice, finanziaria e di politica sociale. La prima: associazioni e ser.t stimano che manchino almeno 15.000 operatori, tra pubblico e privato accreditato, tra sanitario e sociale, se si tiene come riferimento l'organico previsto dalla legge 309/90, e che troppi, tra questi operatori, abbiano contratti precari. Inoltre, il Fondo nazionale di lotta alla droga non esiste più da circa quattro anni, e questo significa due cose: che il 75% che veniva attribuito alle regioni non è più vincolato, cioè può essere speso per altro, dentro una negoziazione locale in cui le droghe finiscono spesso per essere l'ancella dei settori di intervento; e che il 25% che un tempo poteva essere investito su ricerca e innovazione è sparito, il che ha come conseguenza un blocco pratico della sperimentazione, un vero paradosso se si pensa che il fenomeno è quanto mai mutevole, cangiante e spiazzante il sistema degli interventi consolidati. Dunque abbiamo pochi soldi e incerti: ciò che più facilmente accade è di usarli, per altro in modo insufficiente, per l'ordinario - interventi consolidati, ambulatoriali dei Ser.t, comunità, prevenzione primaria nelle scuole - e continuare a mettere anni luce tra ciò che nella realtà cambia e le risposte che si riescono ad elaborare, in un meccanismo perverso di crescente inadeguatezza e inefficacia. E allora la seconda crisi, quella di indirizzo: se non si sancisce con scelte politiche e legislative la priorità del sociale sul penale, delle forme di intervento basate su educazione, promozione della salute, attivazione dei soggetti in prima persona, se non si decide di puntare su interventi di prossimità, se non si investe sulla limitazione dei rischi e sulla riduzione del danno, sull'accesso facilitato ai servizi e alle cure anche e soprattutto per chi oggi ne è allontanato - per esclusione come gli immigrati o per distanza tra gli interventi stessi e stili, culture e scelte dei consumatori, come nel caso dei più giovani - se non si investe sulla pronta conoscenza degli stili di consumo su cui costruire interventi sartoriali: allora i servizi non solo saranno sempre più poveri a causa delle scelte finanziarie, ma anche sempre più estranei al mondo reale dei consumi a causa delle scelte politiche.


Liste d'attesa infinite (sezione: Costi dei politici)

( da "Nuova Venezia, La" del 12-10-2007)

 

Altre Liste d'attesa infinite Liste d'attesa infinite Errori nei dati regionali La direzione dell'ospedale Umberto I vuole rassicurare i propri utenti rispetto ai tempi di esecuzione di alcuni esami radiologici. Mercoledì 10 ottobre, alle 11.40, le prime date disponibili per i seguenti esami erano le seguenti: mammografia 5 novembre, risonanza magnetica articolare 16 novembre, risonanza magnetica addome 28 novembre, risonanza magnetica cervello e colonna vertebrale 10 gennaio, ovvero 90 giorni, un tempo decisamente al di sotto dello standard e della media regionale. Si deve tener conto che le prenotazioni sono continue, per cui chi telefona il giorno della diffusione di tali date potrebbe già riscontrare lo slittamento in avanti di alcuni giorni. Le urgenze, naturalmente, sono sempre garantite. Ogni giorno le agende di Radiologia e Neuroradiologia riservano alcuni posti per le eventuali urgenze che, se non si verificano, vengono coperte con l'anticipazione degli accertamenti diagnostici previsti il giorno successivo. Complessivamente all'ospedale Umberto I di Mestre vengono effettuate circa 13 mila risonanze magnetiche l'anno. Il sistema informatico piuttosto datato ha causato degli errori nelle rilevazioni come quelli evidenziati nei dati forniti dalla Regione. Sono infatti in corso nell'Ulss 12 analisi e progetti di revisione del sistema per avere sempre un quadro reale delle prestazioni e dei tempi d'attesa. Ufficio stampa Asl 12 Mestre Il mio grazie al medico che mi ha salvata Scrivo a un medico dell'ospedale Umberto I di Mestre. Il destino ha designato fosse lei a prendere in consegna la mia persona per farmi percorrere il lungo tunnel della chemioterapia e riconsegnarmi a nuova esistenza. In tutti i fatti della vita c'è sempre il prima e il dopo: con lei ho vissuto la battuta d'arresto del "prima" e in quel "prima" l'ho odiata per aver dovuto ascoltare sorpresa, attonita, parole (anche se il dire era attento a non traumatizzare) che in un lampo sbriciolano la mente come sabbia per l'angoscia cui è impossibile sottrarsi. La paura, immane, costruiva immediatamente un muro per separarmi da tutto e da tutti, particolarmente da lei, per ciò che significava la sua funzione professionale. Ha saputo abbattere quel muro di silenzio e rifiuto con parole giuste, nel momento giusto, il tono giusto. Ha saputo scendere nell'abisso di disperazione in cui ero precipitata, prendermi per mano e, senza spinte, portarmi lentamente all'ingresso di quel tunnel che pretende un pedaggio di grande sofferenza. Nel percorrere quel sentiero buio e spinoso mi sono sentita sempre sorretta dalla sua disponibilità e dalla sua profonda umanità. Punto di riferimento essenziale senza il quale non sarei riuscita ad attraversare quel mare di paura sempre in burrasca che pareva pronto ad inghiottirmi in ogni momento. Ora sono arrivata al "dopo" approdando a nuova vita. I primi passi incerti, timorosi, mi allontanano dal "prima". Fortunata conclusione di un cammino la cui sofferenza è indescrivibile perché ammutolisce, ripiega, inginocchia. Ma la sua fiducia è diventata la mia, la sua professionalità la mia speranza, il suo sorriso il mio insegnamento. Piera Franchini Mestre E' solo demagogia dire che le tasse non si pagano C'è un ritorno demagogico e fortemente polemico contro il sistema che sta alla base del diritto alle prestazioni pubbliche, che garantiscono ai cittadini: previdenza, sanità ed assistenza, che in Italia e nel Veneto sono di buon livello qualitativo e quantitativo, a differenza di altri Paesi dell'Unione Europea (soprattutto quelli dell'Est Europa) che non hanno un welfare paragonabile al nostro, anche se non vanno sottaciute alcune criticità presenti a livello nazionale e anche nel cosiddetto "modello veneto". La rete dei servizi pubblici e la protezione sociale si sono affermate nel nostro Paese, perché i cittadini (purtroppo non tutti) regolarmente versano contributi e fisco, sulla base dei principi costituzionali e nel rispetto delle leggi, democraticamente approvate dal Parlamento. Va ribadito che se non ci fosse il prelievo fiscale (certamente da abbassare e da rendere più equo) si determinerebbe una gravissima situazione per i cittadini. Anche nel Veneto le famiglie sarebbero costrette a pagare molto di più i servizi sanitari, assistenziali e scolastici, le rette nelle case di riposo aumenterebbero notevolmente, le pensioni non sarebbero garantite. Ci sarebbe disorientamento sociale e povertà. Si vuole questo? il sindacato e tutte le persone responsabili dicono "no". Con serietà ed impegno comune tra governo, regioni, enti locali, forze politiche, sociali ed economiche, va concordato un grande "patto di lealtà", finalizzato a realizzare un nuovo sistema fiscale nel nostro Paese, nel quale tutti i contribuenti, sulla base delle loro reali possibilità, siano portatori di risorse finanziarie per rendere più efficiente ed efficace lo Stato sociale. Non convincono le polemiche e le strumentalizzazioni delle Cassandre, collocate dalla parte degli arroganti, degli imbroglioni e dei furbi, perché i numeri dimostrano che soprattutto i lavoratori dipendenti e i pensionati sono le fasce sociali che maggiormente contribuiscono (con i propri soldi) a rendere meno pesante pesantela situazione finanziaria del Paese. Chi oggi (ieri con un governo amico neo-liberista taceva) urla autonomia fiscale e sconsideratamente incita i propri "simpatizzanti" ad usare le maniere forti contro il prelievo fiscale (non escludendo il ricorso alla violenza), fa propaganda partitica e volutamente nasconde le proprie incapacità politiche, istituzionali e amministrative e, di fatto, giustifica e condivide le evasioni e le elusioni fiscali e contributive. Per evitare il caos, alle chiacchiere e alle provocazioni populiste si deve rispondere con concreti atti politici e legislativi, per realizzare un condiviso "Federalismo fiscale solidale". Franco Piacentini Spi Cgil Mestre Politici a doppio incarico incollati alle poltrone Dobbiamo aver dormito un sonno profondo di sessant'anni se ogni giorno scopriamo un abuso della casta, un privilegio, uno spreco, uno scialo: stipendi e pensioni più ricche d'Europa, eserciti di consulenti, di incaricati, di personale del Palazzo con compensi e retribuzioni d'oro, superfetazione di enti, di auto blu, di comunità montane (e marine), di minicomuni, uso personale di aerei di Stato da parte di politici e generali. Credevamo di sapere ormai tutto dopo i libri di Salvi-Villone e Rizzo-Stella e lo tsunami di articoli in proposito. E, invece, no. E' di oggi la scoperta che una bella schiera di deputati di ambedue gli schieramenti gode di due o più incarichi retribuiti, in Cda, consorzi ed enti, incompatibili con il seggio parlamentare. Loro che fanno le leggi sono i primi a non rispettarle. Da oltre un anno è in corso un braccio di ferro con la giunta delle elezioni. Maestri di cavilli, impareggiabili azzeccagarbugli, restano incollati alle loro poltrone. Vergognosamente inamovibili. Ezio Pelino email.


COSTI POLITICA/ COSSIGA RESTITUISCE IL PASSAPORTO DIPLOMATICO (sezione: Costi dei politici)

( da "Virgilio Notizie" del 12-10-2007)

 

12-10-2007 10:32 Rilasciato su erronei presupposti, non ho rilevanza istituzionale Roma, 12 ott. (APCom) - Nuova polemica, in punta di penna, da parte di Francesco Cossiga nei confronti della 'campagna' di taglio dei costi e dei privilegi della politica. Dopo l'annuncio della riduzione decisa per il suo servizio di scorta, oggi, tramite il proprio portavoce, l'ex capo dello Stato annuncia di aver restituito il passaporto diplomatico agli uffici del Cerimoniale del Senato. "Avendo giustamente e correttamente stabilito la Presidenza del Consiglio dei Ministri non avere autonomia e rilevanza né istituzionale né cerimoniale la figura dell'ex-capo dello Stato cui solo compete di diritto un seggio nel Senato - scrive polemicamente il portavoce di Cossiga - tramite l'Ufficio Cerimoniale del Senato della Repubblica il senatore ha restituito il passaporto diplomatico che gli era stato rilasciato su erronei presupposti, chiedendone la sostituzione con quello di 'servizio' che spetta ad ogni senatore". Come chiarito dal portavoce, "il senatore Cossiga è già titolare di altri due passaporti diplomatici rilasciatigli da due soggetti internazionali, uno 'di diritto'" e uno 'by courtesy'".


Arpac: la sentinella ecologica regionale (sezione: Costi dei politici)

( da "Denaro, Il" del 12-10-2007)

 

Enti Locali & Cittadini diritto & ambiente Arpac: la sentinella ecologica regionale Istituita con la legge regionale n.10/98 l'Arpa Campania è un ente strumentale della Regione, dotato di personalità giuridica, autonomia gestionale, amministrativa, contabile e tecnica. Rappresenta, senza dubbio, l'indispensabile strumento per un efficace monitoraggio ambientale. Il servizio che segue, diviso in due puntate, analizza le funzioni di questo organismo. di Maddalena Zinzi L'Arpa Campania è stata istituita con la l. r. n.10/98 che, formalizzando il trasferimento al suddetto ente di diritto pubblico delle competenze in tema di protezione ambientale precedentemente affidate all'organizzazione del Servizio Sanitario Nazionale, ne definisce la struttura e l'organizzazione, in seguito perfezionata dal Regolamento interno n. 23/2000. Ente strumentale della Regione, dotato di personalità giuridica, autonomia gestionale, amministrativa, contabile e tecnica, l'Agenzia è preposta all'esercizio delle funzioni tecniche per la prevenzione collettiva ed i controlli ambientali nonché all'erogazione di prestazioni analitiche di rilievo nel settore sia ambientale che sanitario. Dall'esame della legge risulta che l'Arpac svolge, in costante cooperazione con l'Apat, una corposa serie di attività che vanno da quelle: tecnico ? scientifiche di consulenza e proposta per la regione, le province, i comuni e le altre pubbliche amministrazioni ai fini dell'elaborazione di piani e programmi di intervento; di definizione e gestione dei sistemi di monitoraggio non solo sullo stato dell'ambiente, ma anche dei fenomeni di inquinamento e dei fattori di rischio; di fissazione dei limiti di accettabilità degli inquinanti; di ispezione, verifica, campionamento; di organizzazione e gestione del sistema informativo regionale per l'ambiente; di collaborazione con gli enti competenti per gli interventi di protezione civile ed ambientale nei casi di emergenza; di supporto tecnico - scientifico alla valutazione di impatto ambientale, ai sistemi di qualità ambientale e di controllo di gestione delle infrastrutture ambientali nonché ai progetti di ricerca e diffusione di tecnologie ecologicamente compatibili. A quelle di sensibilizzazione ed informazione dell'opinione pubblica, finalizzate a garantire la piena partecipazione dei soggetti, singoli o titolati di interessi di categoria, al procedimento sempre nel rispetto delle esigenze del contraddittorio, in linea con la riforma della pubblica amministrazione, che ha determinato il passaggio "da un'amministrazione ? burocratica ad un'amministrazione ? partecipata", e con la Convenzione di Aarhus, che identifica nella partecipazione ed informazione i pilastri della democrazia ambientale. Per fornire risposte concrete alla domanda di informazione ambientale ed assicurare l'affidabilità e la trasparenza delle proprie attività, l'Agenzia ha quindi sviluppato un insieme di strategie idonee a garantire tanto la comunicazione interna, finalizzata alla semplificazione informativa ed alla costruzione di una solida corporate identity, quanto quella esterna, considerata strumento di servizio, divulgazione e promozione, tra loro strettamente interconnesse nell'intento di realizzare il massimo coordinamento tra le conoscenze tecniche e le esigenze di divulgazione informativa, da un lato, e la migliore interpretabilità dei dati raccolti, dall'altro. Attraverso i settori della comunicazione ed educazione ambientale si mira, infatti, a pubblicizzare in maniera efficace e diretta l'operatività tecnica dell'ente, mentre l'attività relativa ai Sistemi Informativi interessa progetti intersettoriali e di cooperazione finalizzati alla definizione ed al mantenimento dei servizi informativi di interesse generale, qual è il PFR (punto focale regionale), considerato il polo di riferimento regionale dei flussi di informazioni ambientali verso la rete nazionale SINAnet, il SIRA, rete regionale di raccolta, elaborazione, integrazione ed archiviazione dei dati ambientali di interesse regionale, ed il SISPA (Sistema di supporto informativo alle procedure disponibili). Ovviamente tutte le competenze affidate all'ente vanno coordinate con le funzioni amministrative locali di settore ed esercitate entro determinati limiti, vale a dire nell'ambito degli obiettivi definiti dalla Regione attraverso programmi pluriennali ed annuali, piani di intervento e direttive. A tal proposito la legge attribuisce alla Giunta regionale importanti funzioni di controllo da esercitarsi sia in via diretta, sul bilancio, gli impegni di spesa annuali e pluriennali, sul conto consuntivo, regolamento, dotazione organica e sul programma annuale di attività, sia in via mediata attraverso il Comitato regionale di indirizzo, uno degli organi costitutivi dell'Agenzia insieme al Direttore generale ed al Collegio dei revisori, che rimane in carica per un periodo coincidente con la legislatura regionale. Tale organo, con poteri di indirizzo generale verso il Direttore generale e di verifica dei risultati dell'attività dell'Arpac, infatti, non solo è istituito dal Presidente della Giunta regionale, che in prima persona o tramite un delegato figura tra i suoi componenti insieme agli assessori all'ambiente, sanità ed industria, ma è inoltre tenuto ad esprimere pareri alla Giunta stessa su tutti gli atti relativi al bilancio, impegni di spesa, conto consuntivo, dotazione organica, regolamento, programma annuale. 12-10-2007.


Partecipazione: un rimedio all'antipolitica (sezione: Costi dei politici)

( da "Denaro, Il" del 12-10-2007)

 

Enti Locali & Cittadini le autonomie Partecipazione: un rimedio all'antipolitica di Nando Morra Le questioni gravi della antipolitica, del crescente scollamento tra i cittadini, le istituzioni, i governi, a livello centrale e regionale, del malessere profondo che attraversa la società nazionale, gli obiettivi strategici che il sistema delle Autonomie pone in rapporto alla Finanziaria ed il ruolo fondamentale di Comuni, Province e Regioni debbono assolvere per rimontare la crisi politica e di fiducia sono stati al centro della Conferenza di Viareggio di Legautonomie. E' forte la consapevolezza che siamo in una delicatissima e per certi versi pericolosa situazione politica e istituzionale, di credibilità della politica e delle istituzioni. E' un sentimento di insoddisfazione che muove dalle difficoltà del vivere, dalla insopportabilità dei privilegi e delle sperequazioni, ma anche e soprattutto dalla inefficacia e inefficienza del sistema politico-istituzionale-amministrativo troppo piegato su se stesso e troppo lontano dalle dinamiche sociali e produttive del Paese. Ma se, negli oltre 8000 Comuni, nelle Province, nelle Comunità Montane, nelle Regioni, si esprime oggi una parte sostanziale della classe dirigente di questo paese e se questa è in grado di svolgere una funzione nazionale, deve essere chiamata a raccolta. Deve essere la forza che non alimenta smarrimento e sfiducia ma al contrario, a partire dalla sua credibilità, la forza che indica al paese e a se stessa alcune forti priorità politiche da perseguire. Bisogna partire da un punto. Se l'Italia non ha conosciuto pagine ancora più difficili nella crisi politica, morale, economica e istituzionale dei primi anni '90 lo si deve proprio allo sbocciare in quegli anni di una nuova stagione del governo locale. Oggi, dopo quindici anni, può venire un contributo insostituibile non per resistere ma per cambiare, per accelerare il cambiamento, per offrire a questa situazione uno sbocco saldamente democratico e innovativo. Il sistema delle Regioni e delle Autonomie locali deve chiedere con forza, pur nelle condizioni precarie in cui il sistema elettorale ha posto la maggioranza uscita vincente dalle urne, stabilità di governo, o meglio stabilità della legislatura. Non è una rivendicazione che esula dalle funzioni delle Autonomie. Anzi. Il ragionamento è istituzionale, non di parte. Non si ragiona in termini di "governi amici". La stabilità istituzionale di governo è un valore che nei Comuni, nelle Province, nelle Regioni, è stata possibile apprezzare come un valore del "sistema paese". E' da sottolineare l'insopportabilità per il sistema istituzionale di una chiusura traumatica della legislatura senza aver concluso almeno l'iter di provvedimenti fondamentali. Si tratta, infatti, di mettere a regime il sistema, dare certezza laddove oggi c'è la confusione di uno stato dei passaggio. Passaggio obbligato, le leggi di attuazione del Titolo V, come il "federalismo fiscale" licenziato dal Consiglio dei Ministri e alla "carta delle autonomie" il cui esame è in corso nella prima Commissione del Senato. Ma ancora prima, c'è la legge elettorale nazionale. Una legge che non ponga argine alla frammentazione politica e alla autoreferenzialità dei partiti oggettivamente finirà per rafforzare il centralismo statale e indebolirà il federalismo. Tra l'altro, occorre ripristinare i diritti dei cittadini e la democrazia. Poi, c'è la definizione del "Senato federale", questione certo complessa ma, che rappresenta uno snodo fondamentale del sistema istituzionale. E' davvero impensabile che anche questa legislatura possa concludersi senza aver almeno fatto "l'integrazione con i rappresentanti delle regioni e delle autonomie" della Bicamerale per gli Affari Regionali, in attesa appunto del superamento del bicameralismo perfetto e del varo del Senato federale. Ecco perché occorre stabilità. L'appello è al ruolo di supremo garante del Presidente della Repubblica, alle forze politiche e ai gruppi parlamentari della maggioranza e alle forze di opposizione pur nella loro legittima funzione politica, affinché tengano conto delle rivendicazioni delle Autonomie. Ai Presidenti delle due Camere chiedesi un percorso accelerato, urgente, per l'iter di approvazione di questi fondamentali provvedimenti. Il sistema delle Regioni e delle Autonomie Locali deve essere protagonista e, in primo luogo, i Sindaci, di una iniziativa forte affinché il dibattito e la polemica sui costi della politica invece che tendere ad una deriva antipolitica e di allentamento dalle istituzioni da parte della gente, diventi l'occasione di riforme vere e tangibili. I Sindaci, infatti, possono concretamente per il legame forte che hanno con i cittadini avere un ruolo positivo per non sommare costi veri e propri della politica, costi della democrazia e costi della pubblica amministrazione. C'è bisogno di una iniziativa rigorosa fatta di sì ma anche di no, per distinguere i problemi veri dalla demagogia e che parta da sé, dal proprio ruolo, dalla propria realtà, con uno sguardo a 360 gradi. In primo luogo, verso lo Stato centrale. Si deve insistere sul fatto che è nelle tante pieghe del centralismo statale che si annidano ancora ampie distorsioni nell'uso del denaro pubblico e che la trasparenza che con il federalismo si può ottenere fra prelievo fiscale, qualità della spesa e servizi erogati è un valore per tutto il sistema pubblico. In secondo luogo, è sacrosanto chiedere al Parlamento il superamento del bicameralismo perfetto, la significativa riduzione del numero dei parlamentari e l'eliminazione di quei privilegi che nulla hanno a che fare con la tutela delle prerogative e dell'autonomia dei parlamentari nello svolgimento della loro funzione legislativa. In terzo luogo, al governo centrale va chiesto di ridurre il numero dei Ministri e dei sottosegretari. L'aspettativa di nuove Regioni, capaci di ripensare il loro ruolo in funzione delle loro ampie competenze legislative e di programmazione, quindi di regioni "leggere", non orientate alla gestione, decisamente rispettose delle competenze amministrative di Comuni e Province non è stata ancora soddisfatta. Anzi, troppe volte è stata contraddetta. E' positiva la proposta di ridurre il numero dei consiglieri regionali aumentati in diversi casi con l'approvazione dei nuovi statuti regionali e degli assessori regionali. Anche la riduzione drastica di quelle forme di gestione neo-centraliste delle politiche attraverso società, agenzie, enti, ricercando l'obiettivo dell'efficacia delle stesse e della loro unitarietà attraverso il rafforzamento delle forme di governance regionale, è obiettivo inderogabile. E' da rigettare la riduzione generalizzata e indifferenziata dei consiglieri comunali a ridurre l'esperienza di consigli di circoscrizione. Sono due espressioni insopprimibili della democrazia di base che non possono per alcun motivo essere trattate come un costo della politica. Sono necessarie invece, le misure legislative, statutarie, per fare in modo che questo impegno sia segnato da una volontarietà. Fare in modo che la politica non diventi fin dall'esperienza di consigliere di circoscrizione, un mestiere. Opportuna, invece, la riduzione effettiva del numero degli assessori comunali e provinciali. Una possibile proposta è di prevedere un massimo di un quinto dei componenti l'Assemblea. La questione delle Comunità montane in provvedimenti di contenimento dei costi, va trattata nell'ambito di un dibattito che riguarda l'ordinamento degli Enti Locali. In queste settimane, l'Uncem è oggetto di una aggressione che non ha motivo di essere. Quasi che tutti i problemi, siano riducibili alla soppressione dell'esperienza delle Comunità montane. E' un errore serio. Va perseguita, invece, la eliminazione di quegli enti intermedi fra Comuni e Province e fra Regioni e Province. Va riaffermato, consolidato e riqualificato il ruolo delle Province per dare un senso vero a questo livello istituzionale. Il sistema delle Regioni e delle Autonomie Locali deve essere insomma protagonista di una grande campagna all'insegna della trasparenza e della partecipazione. Va sostenuto l'innesco di sempre più estese e nuove forme di coinvolgimento dei cittadini e dei corpi intermedi della società. 12-10-2007.


Occorre scegliere la strada dello sviluppo (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 12-10-2007)

 

L'INTERVENTO /2 Occorre scegliere la strada dello sviluppo di Maurizio Ferro * Con riferimento alle dichiarazioni di Giorgio Crepaldi riguardanti "I politici hanno scelto l'Enel" mi viene spontaneo pensare che hanno scelto bene, se non altro, hanno scelto la strada dello sviluppo e della crescita del nostro territorio. Probabilmente il Crepaldi avrebbe preferito le solite non scelte che portano allo sviluppo del nulla, come nulla ha portato il Parco del Delta del Po, né in termini di sviluppo turistico, né come posti di lavoro.Ma la cosa piu' grave è che nulla sta facendo il Ministro dell'Ambiente Pecoraro Scanio, verso quello sviluppo eco-compatibile contestato oggi anche da Legambiente e udite udite da Greenpeace. Dunque il "sole non ride piu'" se guardiamo alla recente polemica e al rimpallo di responsabilità sull'ultima modifica di un testo di legge relativo agli impianti eolici.Oggi poi leggiamo sul quotidiano La Repubblica i costi delle consulenze ministeriali: indovinate chi spende di piu'? Sempre il Ministro Pecoraio Scanio che sta mettendo in crisi l'economia Italiana, facendo spendere un sacco di quattrini allo Stato con incarichi e consulenze per 344 persone di sua fiducia. Persone che paghiamo noi contribuenti e che non portano nulla di positivo a chi sta aspettando le autorizzazioni per costruire le decine di opere e di impianti di vitale importanza per il Paese. Per non parlare dei "costi del non fare" che costano all'Italia 40 miliardi di Euro.Fa bene Confindustria a sostenere la tecnologia Enel per la riconversione a carbone della Centrale di Porto Tolle, come fanno bene i Politici che abbiamo democraticamente eletto a sostenere le iniziative che portano lavoro e crescita economica, cominciando dalla Regione Veneto, alla Provincia di Rovigo che sostiene l'iniziativa della riconversione per finire al Comune di Porto Tolle, che tanto bisogno ha di questo investimento. Accusare i politici di essere "incapaci di difendere il territorio", mi sembra una affermazione gratuita e non rispettosa della legge democratica che conferisce il diritto di decidere alle istituzioni che sono espressione di un voto del popolo.Non so in quale realtà viva il Crepaldi del comitato dei cittadini liberi, se davvero conosce i principi della democrazia, se davvero è in grado di comprendere le regole di base dell'economia, se sa valutare la crescita tecnologica che avviene velocemente in una società moderna. Chissà se Crepaldi si rende conto che il rispetto per l'ambiente passa attraverso la conversione di Polesine Camerini e non dalla stagnazione del progetto?Forse allora è vero che questa cosa non sfugge ai nostri politici, forse sfugge solo "ai Crepaldi"!*Comitato per lo Sviluppodel Polesine, Porto Tolle.

Siamo al minimo : così veronesi respinge ogni accusa sulle indennità (sezione: Costi dei politici)

( da "Trentino" del 12-10-2007)

 

Provincia "Siamo al minimo": così Veronesi respinge ogni accusa sulle indennità ARCO. "Abbiamo trovato un muro di gomma", scrivono i consiglieri arcensi d'opposizione capeggiati da Gianni Caproni. "C'è qualcuno che vuole cavalcare la piazza", replica il sindaco Renato Veronesi. L'argomento è quello quanto mai attuale dei costi della politica, ma le interpretazioni sono tutt'altro che convergenti. "è con grande rammarico - scrivono Gianni e Mario Caproni, Severino Bombardelli, Roberto Bresciani, Angioletta Maino, Sergio Prandi e Maurizio Zambarda - che l'altra sera ci siamo visti respingere con l'assordante astensione della maggioranza guidata da Veronesi e il voto contrario di De Laurentis una mozione che chiedeva solo di dare un segno alla cittadinanza, che chiudesse un pochino la "borsa". La politica costa troppo, anche quella di Arco, anche con la riduzione del 20%. Gli assessori hanno indennità doppie rispetto alla passata consiliatura, il vicesindaco il 65% in più e il presidente addirittura il triplo. Anche con l'autoriduzione Veronesi ha avuto un aumento che corrisponde ad una paga di un operaio e alla fine quei 5.600 euro, anche se lordi, non sono mica bruscolini. Per non parlare poi dei gettoni presenza degli assessori o dello stesso sindaco quando siedono attorno ai tavoli delle società, del comprensorio e via dicendo. Abbiamo anche affrontato l'oneroso argomento delle consulenze, degli studi, ma niente, solo parole e promesse". Il famoso "muro di gomma". "Ci scusiamo - continuano - con i cittadini tutti, noi ci abbiamo provato, ma i numeri ci hanno dato torto. Ha vinto il più forte (ancora) con la solita "tattica" del "mi astengo, mica voto contro". Sperare che dall'altra parte capissero è stato davvero troppo, ma non lasciamo certo perdere". I consiglieri lamentano quindi sordità da parte dell'amministrazione, che nella persona del sindaco Veronesi però non ci sta, e replica: "Mai come in questo caso, non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. Abbiamo partecipato al dibattito cercando di far capire che quello che vien chiesto da loro noi l'abbiamo sempre sostenuto". Per Veronesi, infatti, c'è un iter storico che dimostra il primato trentino di Arco nella riduzione dei costi. Già in tempi non sospetti: "Dal 1999, ma anche da prima - spiega il sindaco - c'è questa presa di coscienza. Quando spettava a noi fissare le indennità, le abbiamo poste al 75% del segretario (contro l'80 di Riva e il 100 di Pergine, gli altri comuni della stessa fascia), non indicizzato (non crescente in base al costo della vita). Dopo 6 anni l'indennità è arrivata al 58%. Gli arretrati spettanti li abbiamo rifiutati. Nel 2005, dopo elezioni, s'è mantenuto quel 58%: lo stesso del '99. Con l'entrata in vigore nel 2006 della legge Amistadi, con la decisione passata alla Provincia, sono stato il primo a lanciare un segnale riducendo il mio costo al Comune del 20%. Non c'è un muro di gomma - conclude Veronesi - ma solo consapevolezza di aver già fatto". (m.cass.).


Mancano medici al pronto soccorso turni coperti con chiamate a gettone (sezione: Costi dei politici)

( da "Piccolo di Trieste, Il" del 12-10-2007)

 

Una paziente lamenta: "Carenza di anestetico". Zigrino: "Impossibile" Su 23 sanitari in servizio ne mancano sei. "Nessuno sceglie più questa branca faticosa, l'ospedale ha l'avviso di selezione sempre aperto" Mancano medici al Pronto soccorso Turni coperti con chiamate a gettone "Mi si era conficcata una spina di cactus nel piede, e non riuscivo a levarmela, e così ho deciso di andare al Pronto soccorso, a Cattinara, e ho chiesto alla dottoressa se mi avrebbe fatto una piccola anestesia prima di incidere il piede, ma mi ha risposto che non l'aveva, ''non ce la passano'', e quando mi sono scandalizzata la dottoressa ha detto anche ''ci mancano medici e fra un po' non avremo neanche filo per mettere i punti alle ferite'', e allora io ho risposto: ''Ma dottoressa, devo farmi cucire il piede dalla mia sarta?". Così racconta un po' incredula I. C., aggiungendo che alla fine per il dolore al piede ha visto qualche stella, come si suol dire, quando la spina è stata levata, e chiedendo di poter capire come vanno le cose. "Escludo, escludo nella maniera più categorica che manchino anestetici e filo al Pronto soccorso - risponde il direttore generale Franco Zigrino nel mezzo di una megariunione di pranzo con tutti i dirigenti medici e infermieristici per fare il punto annuale sulla situazione ospedaliera -, è vero che abbiamo un po' perso il controllo degli acquisti da quando esiste il Centro servizi condivisi di Udine che ne fa per tutto il servizio sanitario regionale, ma mai si è lesinato sui materiali, anzi". E' sulla seconda osservazione della dottoressa in questione che invece Zigrino concorda pienamente: "Vero che mancano medici, siamo costretti a prenderne a gettone per coprire i turni". In servizio al grande Pronto soccorso di Cattinara appena ristrutturato ci sono 23 specialisti dell'emergenza, ma ne mancano ben sei e non si trovano. "Le scuole di specializzazione ne mandano fuori troppo pochi, è un problema generale e non solo nostro - prosegue il direttore -, tanto ci è difficile completare l'organico che l'avviso di selezione è sempre aperto, senza scadenza, nella speranza che qualcosa succeda". Senza la specializzazione i medici non possono partecipare a concorsi specifici per disciplina, e lavorare in un Pronto soccorso non sembra invitante per gli specializzandi: "Al Pronto soccorso si affrontano problemi anche serissimi, ed è una disciplina pericolosa - nota Zigrino -, ha anche forti implicazioni medico-legali ed è onerosa fisicamente, a volte ci sono ondate di pazienti cui far fronte". L'altro giorno per esempio c'è stato un picco di 150 accessi nell'arco di 24 ore, quasi il doppio della media consueta, ma né medici né dirigenti sono stati in grado di capirne la ragione, poiché non era deducibile dalle cartelle cliniche né fra le persone bisognose di cure si è resa evidente una qualche condivisione di problemi di salute. Sta di fatto che l'emergenza-medici al Pronto soccorso è tale per cui si rende appunto necessario chiamarne alcuni "a gettone" (che evidentemente coprono i turni ma non sono specializzati nella materia). "Noi speriamo - conclude Zigrino - di poter alleviare questa situazione con l'apertura del Centro prime cure al Maggiore, che però non potrà avvenire prima di febbraio-marzo del prossimo anno". g. z.


Tolleranza zero e campi nomadi (sezione: Costi dei politici)

( da "Stampa, La" del 12-10-2007)

 

Mentre continuano le roboanti dichiarazioni di "tolleranza zero" verso i nomadi Rom del campo di via Guerra, faccio notare che nessuno ha risposto alla mia lettera di fine luglio in cui segnalavo campi abusivi lungo il Tanaro, in particolare quello vicino al passaggio a livello di località Boana. E completamente privo di autorizzazioni, con ogni sorta di costruzione, con allacciamenti alla corrente elettrica e all'acquedotto (chi li ha allacciati, visto che il campo è abusivo?). A questo punto ci si chiede se questi nomadi godono d'immunità e se il Comune, la magistratura, le forze dell'ordine, fan finta di nietne per qualche motivo ben preciso. A pensar male, ci si potrebbe chiedere se questi, che sono Sinti, non sono per caso detentori di un pacchetto di voti, mentre i Rom non votano. Una situazione analoga sta sviluppandosi a Valmanera, nel recinto del noto rottamaio, dove da mesi sono state costruite casette, e soggiornano roulotte, con un via vai di gente di cui nessuno "ufficialmente" conosce la provenienza. ALBERTO MASSANO Appello per volontari alla Casa di riposo Considerata la situazione in cui versa l'attività di volontariato alla Casa di riposo "Città di Asti", la più grande struttura del genere in Piemonte, vorrei lanciare un appello all'impegno. Invito tutti quanti hanno sensibilità alle tematiche sociali e la necessaria disponibilità di tempo a proporsi alle associazioni di volontariato che già operano all'interno della Casa di riposo per offrire a chi ne ha veramente bisogno un servizio nobile e di alto valore umano. La struttura sanitaria ha la necessità di sopperire a numerose situazioni di criticità. Mi auguro che questo appello possa incontrare una forte adesione per far fronte a un urgente bisogno di aiuto degli anziani ospiti: per ulteriori informazioni coloro che sono interessati possono rivolgersi alla direzione della Casa di riposo "Città di Asti" in via Bocca. MARIO ARESCA assessore alla Sanità della Provincia Non toccate i consigli di Circoscrizione Apprendo che nella Finanziaria sono contenute delle misure per tagliare i cosiddetti "costi della politica". Tra queste mi balza all'occhio la volontà del governo di eliminare le circoscrizioni nei Comuni con popolazione fra 30 e 100 mila abitanti. Qualche giorno dopo mi capita tra le mani un quotidiano, che rende noti i nomi e i compensi dei consulenti del governo. Ebbene, i 24 ministeri e la presidenza del consiglio dispongono di un totale di 1.285 consulenti, tutti profumatamente stipendiati. Un dato su tutti: il ministero per l'Attuazione del Programma (sulla cui necessità si possono avanzare legittime perplessità) dispone di 14 consulenti per una spesa annua di 170 mila euro. Mi chiedo: è possibile che non si voglia capire dove sono i veri sprechi della politica? Sono tutte necessarie quelle consulenze? E se sono necessari tutti quei consulenti, è il caso di pagarli così tanto? Per tagliare i costi della politica mi pare che la soluzione non sia eliminare i Consigli di circoscrizione, che svolgono un raccordo importante fra il territorio e gli assessorati, e ai cui consiglieri viene riconosciuto un gettone di presenza di 17 euro, ma analizzare le spese dei ministeri et similia riducendole all'essenziale. Non vi pare? BARTOLO GABBIO consigliere Circoscrizione Asti Ovest Dove sono le fioriere di piazza Alfieri? Il Settembre astigiano è concluso, finiti Palio e così via. Come mai però non sono tornate le fioriere in piazza Alfieri all'imbocco del parcheggio? Se ne vedono di tutti i colori ogni giorno. ALBERTO GEMMA.


UNA COMMISSIONE speciale per accertare in tempi rapidi la reale sit (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Pistoia)" del 12-10-2007)

 

Uazione della gestione del personale del Comune di Pistoia. All'indomani della denuncia della Uil sui lavoratori precari degli istituti scolastici, i gruppi consiliari di opposizione di centro destra e centro sinistra chiedono una verifica a 360 gradi sulla "macchina comunale", che metta il Consiglio e la stessa Giunta a conoscenza dell'esatto "stato dell'arte" di assunzioni, incarichi, consulenze, contratti di lavoro nell'ente. "Perché - sottolineano i capigruppo in conferenza stampa - ad oggi sappiamo soltanto che i contratti a tempo indeterminato sono circa 820 e le collaborazioni circa 60, ma non conosciamo molti altri aspetti della gestione del personale". "Eppure - dice Alessandro Capecchi di An - solo questa voce assorbe il 43% della spesa corrente e con gli adeguamenti contrattuali è prevedibile supererà il 50. Nonostante tutto, la macchina comunale è di fatto bloccata e non risponde alle esigenze di cittadini e imprese. Dobbiamo far luce sulla situazione prima della discussione del bilancio di previsione, con una commissione che funzioni senza gettoni di presenza". "Sentiamo l'esigenza d'avere un quadro chiaro della situazione - afferma Giovanni Capecchi, Arcobaleno. Si parla di buona occupazione: vorremmo sapere se tutti coloro che lavorano in Comune ce l'hanno, e capire quali sia la posizione dei sindacati. Un'amministrazione deve saper valorizzare le risorse umane, ed invece giungono continue richieste di trasferimento da parte di persone validissime". Alessio Bartolomei di Forza Italia teme un esplosione delle spese. "GIA ADESSO - ricorda - siamo il capoluogo toscano con la più altra spesa per il personale, uno di quelli che spende di più in Italia. Si sta già parlando di portare l'addizionale Irpef allo 0,8%, dobbiamo valutare cosa sia stato fatto per tenere la spesa sotto controllo, capire i motivi del fallimento del tentativo di riforma della macchina comunale e perché siamo l'unico Comune capoluogo in Itala senza un dirigente del personale". "Ovunque - è il duro intervento di Giampaolo Pagliai, Udc - serpeggia il malumore fra dipendenti a disagio per inefficienze e favoritismi. Il Comune stanzia 40 mila euro per le ferie non godute di tre dirigenti, ma non si trovano soldi per pagare fornitori e straordinari. Colpa del sindaco, della Giunta e ? aggiunge ? di un gruppo di dirigenti non all'altezza del compito. Non è un caso che alcuni dei migliori, come quello del servizio ragioneria, stiano facendo le valige". Simone Trinci - -->.


Pighi nasconde la Romagnoli, faremo senza .Gli assessori (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del 12-10-2007)

 

Pighi nasconde la "Romagnoli, faremo senza".Gli assessori di VALENTINA BELTRAME PER IL SINDACO non c'è alcuna crisi. La Giunta è in salute. Anche se un assessore si è appena dimesso, un altro è stato crocifisso dalle forze politiche di maggioranza e opposizione, mentre il vicesindaco dice di godere della piena fiducia di una Margherita che in realtà gli avrebbe voltato le spalle. A sinistra tira una brutta aria anche se la barca continua ad andare avanti. Ma andiamo con ordine. L'ASSESSORE alle politiche giovanili, Elisa Romagnoli, ha dato mercoledì le sue dimissioni dalla Giunta per motivi che nessuno spiega ancora con chiarezza. Il sindaco ha assicurato: "L'assessore non sarà sostituito. Che senso avrebbe investire della carica un'altra persona per un anno e mezzo, quando il programma è già a buon punto? Per ora la delega la tengo io, penserò poi con calma a chi affidare le politiche giovanili. Non è una questione di costi della politica, ma di necessità. Un altro assessore non serve". La Romagnoli sarebbe arrivata al punto di non ritorno con il suo partito, Rifondazione Comunista, al quale non versava da mesi la quota (circa la metà dello stipendio da assessore) e di cui non aveva più rinnovato la tessera. Questa, almeno fino ad oggi, è la versione ufficiale. E per questo ha deciso di lasciare l'incarico in Comune, non sentendosi più legittimata a fare l''assessore senza partito'. Ma perchè ha rotto col Prc? "Mancanza di confronto politico", ha detto Stefano Lugli, segretario provinciale di Rifondazione. Che tradotto significa mancanza di qualsiasi rapporto col partito, assenza alle convocazioni, disinteresse totale. "Ma nessuno l'ha estromessa dal Prc ? precisano dal partito ? e nessuno l'ha obbligata a dimettersi. Sono state tutte scelte che Elisa Romagnoli ha preso autonomamente. Stiamo aspettando anche noi una risposta". La diretta interessata si limita a dire "no comment", promettendo di dare presto spiegazioni: "Non c'è stato un motivo preciso ? aggiunge ? ma una serie di ragioni difficili da spiegare". IL NODO irrisolto numero due si chiama Gualtiero Monticelli, assessore alla polizia municipale. Il suo nome è tornato alla ribalta perchè l'assessore, qualche mese fa, si trovò nella stessa situazione della Romagnoli: sfiduciato dai Comunisti Italiani, Monticelli ha deciso di mantenere la propria poltrona a palazzo, senza rinunciare al suo incarico. La scelta non è andata giù a molti che vedono in Monticelli un 'pretoriano'. L'assessore non commenta ma il sindaco interviene: "Non c'è alcun pretoriano. Il caso dell'assessore Monticelli è diverso, non esiste un consigliere di riferimento del suo partito e rappresenta un asse composito. La sua presenza in Giunta è fondamentale". A PROPOSITO di battibecchi tra assessori e partiti, si apre anche il sipario sulla Margherita e il suo rappresentante in giunta, il vicesindaco e assessore alla Cultura Mario Lugli. "Nessuna frattura tra me e la Margherita. Tutti gli assessori sono sottoposti al giudizio di sindaco, Consiglio e cittadini. La priorità è portare a termine i compiti istituzionali e rispondere alle esigenze della città. In questo il partito di riferimento non c'entra e ripeto, non c'è alcun problema ? assicura ? I rapporti con la Margherita sono buoni". A sostenere la tesi, Giuseppe Boschini, coordinatore comunale della Margherita: "L'operato di Lugli non è messo in discussione", dichiara. A sentire però gli umori interni alla classe dirigente della Margherita, Lugli sembra peccare di eccessivo ottimismo. Secondo alcune indiscrezioni infatti il vicesindaco, già 'penalizzato' per essere l'unica espressione della Margherita non popolare a ricoprire un ruolo importante, non riceverebbe complimenti sul suo operato. Anzi. In molti sarebbero pronti a sfiduciarlo. Dietro le quinte si parla addirittura di un siluramento da portare a termine una volta nato il Partito Democratico: ci sarebbe già un nome tra chi potrebbe sostituire Lugli nel ruolo di vicesindaco. E questa novità risponderebbe al nome di una donna, che non è affatto una new entry. Insomma, secondo i bene informati, la più gettonata sarebbe proprio l'attuale assessore ai servizi sociali Francesca Maletti. - -->.


<Io assenteista? Parlano i fatti> Genesi replica a Spotti e Ceraso (sezione: Costi dei politici)

( da "Provincia di Cremona, La" del 12-10-2007)

 

Edizione di Venerdì 12 ottobre 2007 Benvenuto P.Review srl Centrosinistra/2. Il Partito democratico alle prese con il primo problema di convivenza "Io assenteista? Parlano i fatti" Genesi replica a Spotti e Ceraso "Se per i signori Spotti e Ceraso questo è assenteismo, allora ne sono fiero". Non si è fatta attendere la replica di Luca Genesi al segretario e al capogruppo della Margherita, ora nel Partito democratico, che l'avevano criticato per come ha interpretato il ruolo di consigliere comunale. Genesi risponde puntualizzando le cose fatte e le cose, volutamente, non fatte. Il primo elenco: "Ho presieduto la mia commissione (Affari istituzionali, ndr) con responsabilità, convocandola ogni volta ce ne fosse la necessità. Ho introdotto il limite minimo di tempo al di sotto del quale un consigliere non ha diritto di percepire il gettone di presenza. Ho ideato e realizzato la Costituzione a fumetti: ad oggi sono state stampate e distribuite più di 70.000 copie. Costi per il Comune? Zero. Ho collaborato con l'assessore Maura Ruggeri per la sottoscrizione di un accordo tra Comune e Uppi che agevolasse la locazione degli immobili. Ho promosso un'intesa tra il Comune e la Banca Popolare di Bergamo per finanziamenti agevolati finalizzati a sostituire impianti obsoleti di riscaldamento con nuove tecnologie anti inquinamento". Ancora: "Ho portato all'attenzione del presidente dell'Aem Albertoni qualsiasi problema mi fosse sottoposto dai cittadini in materia di cantieri. Potrei andare avanti per altre pagine ancora, ma non è il caso. Tengo solo a precisare che ho devoluto tutti i miei gettoni di presenza nel primo anno da consigliere a favore della raccolta per il Vesuvius. Ho per primo, con l'amico Giuseppe Bosio, auspicato la formazione del gruppo unico". L'elenco del 'cosa non ho fatto': "Non ho mai presentato una mozione perché la ritengo una perdita di tempo. Se c'è un problema, credo non basti discuterne, votare e poi andarsene. Cerco di risolverlo prima. Non ho mai chiesto che si dedicasse una piazza o una via a qualcuno, famoso o meno famoso. Non ho perso in 4 anni quattro consiglieri su 6, riducendo per quasi la totalità della Legislatura il gruppo consigliare da 5 a tre. Non ho mai percepito emolumenti da incarichi politici, pur avendo il reddito più alto tra i consiglieri che è esclusivamente frutto della mia professione di avvocato. Non ho convocato la commissione che presiedo quando lo ritenevo inutile, perché costa ai cremonesi più di mille euro a seduta. Anche qui potrei continuare a lungo". Conclusione: "Se per i signori Spotti e Ceraso questo è assenteismo, allora ne sono fiero. In queste righe di sfogo si è attenuta la nausea. Penso al sole dei nuovi giorni che illumina la nascita del gruppo unico e del Pd. Mi vien quasi fame. Diversamente nell'aria si sente sempre più palpabile il timore che per alcuni il sole stia definitivamente tramontando". Domanda: come faranno Genesi, Spotti e Ceraso a stare nello stesso partito e Genesi e Ceraso anche nello stesso gruppo consigliare? (gi.baz.).


Per Lucca esprime dubbi sul cambio delle regole (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Lucca)" del 12-10-2007)

 

URBANISTICA INTERVENTO CRITICO DEL CONSIGLIERE COMUNALE LUCCHESI "Per Lucca" esprime dubbi sul cambio delle regole O TTOBRE impegnativo per il consiglio comunale di Lucca. Tre le sedute in programma nei prossimi giorni: il 16 quando si tratterà di ambiente ed elettrodotti, il 18 su bilancio e sanità, il 23 sui costi della politica. Il presidente del consiglio comunale, Marco Agnitti, ha presentato l'agenda dei lavori sottolineando come sta cambiando il consiglio comunale. "Sono riuscito a rimettere in moto la macchina del consiglio che era ferma da oltre un anno. Oltre ai miei incontri con i cittadini, attraverso il ricevimento programmato due giorni per settimana ? spiega Agnitti ? ho già raggiunto due obiettivi. Anzitutto i 20 minuti iniziali di ogni seduta sono dedicati alla domande e alle raccomandazioni al sindaco, in maniera da poter sollecitare gli interventi necessari sul territorio o per i cittadini. Il secondo obiettivo riguarda la certezza che interrogazioni e interpellanze troveranno risposta entro 30 giorni". ENTRANDO nello specifico delle prossime tre riunioni di consiglio il presidente Agnitti ha ricordato che la seduta del 16 ottobre e un consiglio straordinario chiesto dalla minoranza per affrontare le tematiche dell'ambiente. Ai lavori parteciperanno attivamente anche i comitati dei cittadini di Sant'Alessio e contro l'elettrodotto, ma anche i responsabili tecnici di Terna e di Arpat. L'argomento sarà affrontato anche dal vice sindaco e assessore all'ambiente Giovanni Pierami. La seduta del 18 ottobre sarà dedicata sia agli equilibri di bilancio e al riconoscimento di alcuni debiti fuori bilancio (tema che sarà affrontato anche dalla commissione finanze il 16 ottobre), sia alla sanità partendo da due documenti presentati da Forza Italia e dall'Udc. Non si parlerà del nuovo ospedale ma del nuovo piano sanitario regionale 2008-2010 e della realtà dei servizi sanitari presenti sul territorio. In vista di questa seduta ordinaria di consiglio comunale (non ci saranno interventi di esterni) la commissione sanità presieduta da Giorgio Mura ha organizzato alcuni incontri, da quello con la direzione aziendale a quello in programma il 15 ottobre nell'auditorium dell'Usl con i rappresentanti delle maggiori organizzazioni sindacali. Infine il 23 ottobre altro consiglio comunale straordinario, dedicato ai costi della politica, chiesto da Governare Lucca, dalla Lista Brancoli e dai consiglieri di opposizione. A questa riunione dovrebbe intervenire anche il presidente di Lucca Holding, mentre sicuramente Marco Agnitti farà un intervento dettagliato e incentrato sia sul fronte dei costi come su quello dell'efficienza della politica. - -->.


L'assemblea plenaria per l'stl si farà, basta con le polemiche (sezione: Costi dei politici)

( da "Nuova Sardegna, La" del 12-10-2007)

 

Sassari "L'assemblea plenaria per l'Stl si farà, basta con le polemiche" La presidente della Provincia annuncia la convocazione per il prossimo 18 ottobre SASSARI. L'assemblea plenaria per la costituzione dell'Stl si farà, come previsto da tempo. Doveva tenersi già in luglio ma era stata rinviata perché numerosi soci, anche privati, non avevano ancora i documenti pronti. è stata fissata per il 18 ottobre. Per la presidente Alessandra Giudici l'incontro servirà per "mettere fine alle polemiche e dimostrare che nessuno considera l'Stl come una caccia alla poltrona". Intanto, stamattina alle 10.30, è stato convocato il consiglio provinciale in sessione straordinaria. All'ordine del giorno la costituzione della società consortile Arl del Sistema turistico locale Sardegna Nord Ovest e l'acquisizione di quote del capitale sociale dei comuni non aderenti. Una variazione di bilancio necessaria prima della riunione del 18. Il consorzio Stl è in ritardo per intoppi burocratici e organizzativi che riguardano quasi tutti gli ottanta soggetti coinvolti. "Abbiamo fatto una serie di incontri a ranghi ridotti, ad esempio con i Comuni dell'interno, per parlare di problemi specifici - prosegue la Giudici - ma nessuno ha agito di nascosto, né i rappresentanti di nessun socio sono mai stati esclusi dai tavoli in cui la loro presenza è prevista". L'attività recente "è servita per preparare l'assemblea plenaria già convocata per il prossimo 18 ottobre". "Il consorzio non è ancora nato, ma l'Stl è realtà - assicura - ha elaborato un piano di azioni e lo ha proposto alla Regione, che l'ha premiato col finanziamento più alto. La Provincia non è pregiudizialmente ostile all'idea che i privati guidino l'Stl, ma non intende farsi scippare quel ruolo di guida del territorio che le è proprio - avverte Alessandra Giudici - ed è stato messo in discussione dalle imboscate politiche compiute nel nome di un assurdo gioco delle parti. Insomma, se qualcuno chiede che il Sistema turistico locale non diventi la scusa per creare presidenze e consigli di amministrazione appetiti da più parti, ha ragione. Per l'Stl non sono previsti gettoni o emolumenti. Ma se a chiedere alla politica di farsi da parte è un assessore comunale, sospetto che l'attacco sia politico e strumentale". Sull'assetto del consorzio deciderà sicuramente l'assemblea, e la presidente Giudici dice di aspettarsi che tutti democraticamente accettino le scelte della maggioranza. La Giudici conclude il suo intervendo sottolineando di essere rimasta dell'idea che la Provincia "debba assumere la guida di un progetto che non punta solo alla promozione e alla commercializzazione dell'offerta turistica, ma anche alla definizione e al coordinamento di nuove politiche turistiche rivolte all'intero territorio".


Decalogo di riforme per salvare la sanità - carlo marcelletti (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 12-10-2007)

 

Pagina XV - Palermo Decalogo di riforme per salvare la sanità CARLO MARCELLETTI (segue dalla prima di cronaca) Uomini nuovi (almeno si spera) saranno chiamati a proporre idee nuove (e qui più che una speranza è una necessità) in ogni settore: dall'economia all'istruzione, dalla sicurezza all'ambiente, passando ovviamente per la sanità. Già, la sanità. Il ministro Livia Turco ha sulla sua scrivania due recentissime indagini. Una, dell'Oms (Organizzzazione mondiale della sanità), prende in esame la qualità strutturale del sistema e ci vede al secondo posto dietro la Francia, su una classifica di ben 191 Paesi. L'altra, l'Euro health consumer index 2007, analizza l'attenzione riservata al consumatore-paziente e colloca l'Italia in diciottesima posizione, su 29 nazioni del Vecchio continente. è evidente che il nostro sistema ha straordinarie potenzialità, ma che si muove tra pesantissime contraddizioni. La sanità siciliana, poi, appare come una metafora dell'Isola: errori clinici che finiscono in prima pagina sui giornali, un macroscopico disavanzo economico, burocrazia paralizzante, rendite di posizione (comprese quelle dei sindacati), continue invasioni di campo da parte della politica. Ecco perché c'è bisogno di un profondo cambiamento. Ed ecco perché mi spingo a lanciare un decalogo per una sanità siciliana più sana. 1. La sanità come la mafia? Se la politica vuole tornare a occuparsi dei problemi che stanno a cuore ai cittadini, la sanità deve tornare a rivestire un ruolo centrale. Come la mafia, come l'emergenza lavoro. In gioco non c'è solamente un bene prezioso chiamato salute. Ci sono costi che assorbono il 60 per cento del bilancio regionale e che, di conseguenza, riducono le risorse potenzialmente destinate allo sviluppo. Né va dimenticato che la sanità, in Sicilia più che altrove, risulta facile terreno di scambio e di "inciucio", fino a diventare, a volte, brodo di cultura dell'illecito e catalizzatrice di malaffare. 2. Il malato al centro. Le categorie professionali (medici, farmacisti, dirigenti) sono fondamentali ma non centrali: troppo spesso le abbiamo viste muoversi unicamente per la difesa di interessi particolari. Mettere al centro del sistema il malato non è uno slogan. Per cominciare, si potrebbe prendere un forte impegno per l'accesso rapido ai percorsi diagnostici, senza interminabili liste d'attesa. Sulle quali spesso annida l'"occhiolino" verso le prestazioni private. 3. Il diritto contro il favore. In Sicilia il medico è ancora visto come il depositario di una scienza misteriosa, se non come l'ennesimo potente al quale portare un timorato rispetto. Curarsi è un diritto. E curare bene è un dovere. è necessario varare un programma di informazione sui diritti del paziente e dei suoi familiari. 4. Quanto si spreca. Parola d'ordine: razionalizzare. è sostenibile (dal punto di vista economico e clinico) un sistema che prevede nella sola Palermo cinque divisioni di cardiochirurgia? Dovrebbe esserci un rapporto tra domanda di cure e offerta di prestazioni che risponda al criterio dei minimi standard di qualità. Occorre evitare i doppioni e dall'altra parte il mantenimento di strutture sottoutilizzate, inutili e costose. Ancora e soprattutto: è sostenibile un sistema sanitario regionale dove il rapporto tra coloro che operano dietro le scrivanie e quanti lavorano realmente tra le corsie risulta troppo sbilanciato a favore dei primi? 5. Sì all'eccellenza. In quale porto delle nebbie si sono incagliati i centri di eccellenza? Sono forse nel guado degli infiniti processi di lottizzazione? Non è prioritario fermare i "viaggi della speranza" dei siciliani verso le strutture sanitarie del Nord, viaggi che tanto gravano sulle casse della sanità regionale? 6. Chi dobbiamo premiare. Va impostata, subito, una politica di accesso e di progressione delle carriere che tenga conto solo delle capacità e non del gradimento politico. Sulla base di criteri oggettivi, vanno dunque premiati, a tutti i livelli, esclusivamente coloro che rispondono a questi modelli professionali, di competenza e di impegno. 7. Via la politica dalle corsie. A Milano ha fatto scalpore la decisione di Ettore Vitali, cardiochirurgo di fama mondiale, di lasciare un ospedale pubblico per andare a lavorare in una struttura privata. Motivo: troppe ingerenze della politica. Figurarsi qui in Sicilia. La politica mantenga il ruolo di individuare le linee strategiche, ma si tenga alla larga dalle assunzioni e dall'assegnazione dei posti, a partire da quelle degli assistenti e dei primari, per finire alla scelta di direzioni strategiche con il marchio dell'assoluta obbedienza. 8. Governo di salute pubblica. Se l'ospedale deve essere un'azienda, come un'azienda venga strutturato il vertice. Si crei un forte "governo clinico". Si nomini un vero consiglio d'amministrazione. Vengano assegnate deleghe. E basta con i due mondi, dirigenti da una parte e primari dall'altra, che non si parlano se non con il linguaggio incomunicabile del burocratese. Fatto e studiato affinché la creatività venga scoraggiata e alla fine nulla cambi. 9. Regole trasparenti, controlli e sanzioni. Nei principali Paesi europei esistono enti, metodi, parametri, per misurare nel modo più oggettivo possibile la qualità dell'assistenza e l'efficienza di strutture e operatori. La sanità, specie in Sicilia, ha urgente bisogno di regole valide per tutti e di sistemi di controllo che portino a sanzioni o premi. Chi ha mai visto un direttore sanitario girare di notte lungo le corsie per verificare se e come tutti stanno lavorando? Certo, le eventuali sanzioni portano inimicizie e alla fine perdita di consensi: un alibi inaccettabile. 10. Competizione virtuosa. Un organismo di valutazione indipendente dovrebbe prendere in esame anche le prestazioni offerte dalle strutture private accreditate presso la Regione (cioè che da essa prendono soldi). In questo modo non solo potrebbe essere meglio controllata la spesa, ma si creerebbe una sussidiarietà virtuosa tra sanità pubblica e privata a vantaggio dei cittadini. Chi fa che cosa, non tutti facciano un po' di tutto. Perché i soldi devono andare in primo luogo alla sanità pubblica, dove si curano le grandi malattie, che sono le più costose. Ora, vorrei chiedere a Silvio Berlusconi e a Walter Veltroni, a Salvatore Cuffaro e a Rita Borsellino: questo programma, esposto così, in dieci sintetici punti, è di destra o di sinistra? O semplicemente innovatore? Può essere la base di partenza per un dibattito senza pregiudizi ideologici? In fondo, è quello che la gente chiede. A tutti, al di là dello schieramento politico, e in ogni campo: discutere su questioni e idee concrete. Altro che antipolitica: la domanda è di una nuova politica. Anche nella sanità, croce e delizia della Sicilia e dei siciliani. L'autore è primario di Cardiochirurgia pediatrica al Civico di Palermo.


In consiglio comunale elettrodotto e ospedale (sezione: Costi dei politici)

( da "Tirreno, Il" del 12-10-2007)

 

Lucca In consiglio comunale elettrodotto e ospedale A Palazzo Santini si discuterà anche dei costi della politica LUCCA. Tre consigli comunali particolarmente importanti e sentiti dalla popolazione: elettrodotto, sanità e costi della politica. Rispettivamente il 16, 18 e 23 ottobre. Il presidente del consiglio comunale Agnitti spiega brevemente su cosa verteranno le tre sedute del mese in corso. Elettrodotto. "Il 16 prenderemo in esame, sulla base di una richiesta di consiglio comunale straordinario fatta dai gruppi di opposizione, la situazione legata all'impatto ambientale e alla salute dei cittadini riguardo alla realizzazione dell'elettrodotto. Sarà un consiglio serale (inizio 20.30) aperto a cui parteciperanno i responsabili di Terna, dell'Arpat e i rappresentanti dei comitati di S. Alessio e contro l'elettrodotto". Bilancio e sanità. "Il 18 la seduta ordinaria del consiglio verterà su due punti: l'equilibrio di bilancio e la salute dei cittadini. Il 16 ottobre la commissione economica elaborerà la relazione che due giorni dopo esamineremo. Si tratta di riequilibrare il bilancio esaminando l'operato effettuato nel periodo precedente all'insediamento della giunta Favilla dal commissario straordinario. Subito dopo si discuteranno due ordini del giorno presentati dall'Udc e da Forza Italia sul futuro della sanità a Lucca. La commissione sociale, tre giorni prima, preparerà una relazione su cosa fare, che tipo di servizi dovrà offrire l'ospedale e se la struttura sanitaria dovrà diventare semplicemente un grande ambulatorio o dovrà avere dei settori d'eccellenza". Costi della politica. "Martedì 23 assieme alle nomine dei responsabili delle ex municipalizzate verrà avviato un dibattito sull'efficienza della politica. Si possono anche abbassare i costi, ma se poi la politica non riesce a risolvere i problemi operare tagli non servi a nulla".


Le spese per il personale coprono ormai metà del bilancio (sezione: Costi dei politici)

( da "Tirreno, Il" del 12-10-2007)

 

Montecatini "Le spese per il personale coprono ormai metà del bilancio" Opposizioni all'attacco: "Il Comune dove troverà i fondi?" Proposta una commissione PISTOIA. C'è malcontento fra i capigruppo della minoranza di palazzo comunale per quello che riguarda le spese, oramai arrivate a livelli elevati, del personale che, con i nuovi contratti, raggiungono oramai il 50% delle risorse disponibili. Per questo, a breve, verrà avanzata la proposta di istituire una commissione speciale fra maggioranza e opposizione per rimettere la situazione in carreggiata. "E' qualcosa di increscioso - incalza il capogruppo di An Alessandro Capecchi - perchè, al momento, i costi del personale gravano per il 43% sul bilancio e, con le nuove assunzioni, arriveranno fino al 50%. Ci chiediamo, quindi, dove il Comune trova i fondi necessari per offrire migliori servizi ai cittadini. La macchina comunale è completamente bloccata e, nei primi cento giorni di lavoro, la giunta Berti è stata insoddisfacente. Le condizioni affinché la commissione sia efficace è che i lavori si svolgano in tempi rapidi, al massimo un mese e mezzo, perchè poi ci sarà da affrontare la questione del bilancio annuale, che sarà lacrime e sangue". Tutta l'opposizione, quindi, si schiera a favore di questa commissione, che però dovrà avere una fondamentale prerogativa. "Vista la situazione delicata per i conti comunali - aggiunge il capogruppo di Arcobaleno su Pistoia, Giovanni Capecchi - se verrà istituito questo organismo, d'accordo con tutto l'arco politico, non dovrà essere considerato con presenze a gettone, altrimenti le spese aumenteranno ulteriormente. Per quello che riguarda il personale, ci deve essere una buona occupazione ma, soprattutto, saper valorizzare maggiormente le risorse umane, visto che fino ad adesso questo non è successo". "Il Comune di Pistoia - conferma Alessio Bartolomei, capogruppo di Forza Italia - è ai primi posti in Italia e primo in Toscana per quello che riguarda la spesa del personale. Nel bilancio del 2008 è previsto un buco di quattro milioni di euro e, per ammortizzare il colpo, si parla di aumentare l'addizionale Irpef allo 0,8%. Bisogna andarci cauti con questi provvedimenti, perchè si rischia di mettere a repentaglio il patto sociale e perchè i cittadini oramai sono esausti". Oltre alle gravose spese, ci sono anche risultati insufficienti da tutta la macchina comunale. "Se c'è il problema delle ingenti spese - sottolinea Giampaolo Pagliai, capogruppo Udc - non si può dimenticare il forte disagio dei dipendenti comunali e che i favoritismi sono all'ordine del giorno. Alcuni pagamenti dei lavoratori sono fermi, ma poi vengono eseguite consulenze esterne veramente sopravvalutate per cifre a quattro zeri. I dipendenti sono vittime, mentre le colpe ricadono, per forza maggiore, tutte sul sindaco, sulla giunta e sui dirigenti". Saverio Melegari.


Palermo, che spese in Comune: 115mila euro per l'addetto ai precari Pubblicati i costi delle consulenze. Roba da un milione e mezzo di euro. Fra i beneficiari anche l'avvocato di C (sezione: Costi dei politici)

( da "Unita, L'" del 12-10-2007)

 

Stai consultando l'edizione del Palermo, che spese in Comune: 115mila euro per l'addetto ai precari Pubblicati i costi delle consulenze. Roba da un milione e mezzo di euro. Fra i beneficiari anche l'avvocato di Cuffaro... di Alessio Gervasi Se il prezzo della libertà è l'eterna vigilanza, come ammoniva Karl Popper, è nel laboratorio Sicilia che il prezzo della libertà s'impenna più del greggio, svegliando di soprassalto i suoi abitanti da un sonno beato e profondo. Perché la Finanziaria 2007 impone la pubblicazione delle retribuzioni degli amministratori societari e a Palazzo delle Aquile, sede del Comune amministrato dal forzista Diego Cammarata, hanno dovuto giocoforza affiggere cifre e nomi sull'albo pretorio, trasformandolo di colpo nel pallottoliere di Paperone. Un pallottoliere che totalizza un milione e cinquecentomila euro. Soldi spesi per pagare ogni anno gli stipendi dei manager del sindaco: presidenti, amministratori delegati, componenti dei consigli d'amministrazione delle società comunali, fra cui le ex municipalizzate. Tutto ciò malgrado le casse sfondate del Comune, che ha deciso di bloccare le (altre) spese fino al 2008 e di utilizzare il fondo di riserva anche per spese come il servizio di refezione scolastica. "Il blocco della spesa del Comune è un'incredibile presa in giro, nemmeno la Giunta precedente ci aveva abituati a tanto - dice il segretario della Cgil di Palermo Maurizio Calà -. Sicuramente una delle ragioni della crisi proviene dalla passata campagna elettorale". Incassano e ringraziano gli amministratori di Amat (312mila euro), Amap (374mila euro), Amg (308mila euro), Amia (251mila euro), ossia le quattro sorelle ex municipalizzate degli autobus, dell'acqua, dell'illuminazione pubblica e dei rifiuti. Anche se a Palermo trovare un autobus è impresa ardua, l'acqua in parecchi quartieri è una chimera e la città, oltre che al buio è una pattumiera. Ma tant'è. Nell'elenco dorato ci sono anche la Gesap, la Spa che gestisce l'aeroporto di Palermo e che ha come soci di maggioranza la Provincia del forzista Francesco Musotto col 40% e il Comune di Palermo col 31%, e al cui amministratore delegato Giacomo Terranova vanno 217.169,01 euro, e la Gesip (nata per stabilizzare i precari cittadini) che ha per presidente l'avvocato Claudio Gallina Montana, uno degli avvocati del presidente della Regione Totò Cuffaro e che per barcamenarsi fra i precari di Palermo prende uno stipendio di 115.669 euro. Eppure gli ex detenuti e i disoccupati e i precari o gli aspiranti precari continuano a disperarsi e a chiedere un lavoro al sindaco Cammarata. Una boutade che nemmeno Cuffaro e i suoi 23 giornalisti assunti per chiamata diretta possono reggere. E calza a pennello il concorso fotografico che gira su Internet dal titolo "I mille volti di Palermo", articolato in due categorie: quella Palermo "cool" dei manifesti che il sindaco Cammarata ha venduto (comprato) sotto (costose) elezioni l'anno scorso e quella Palermo "vaffancool" purtroppo sempre più sotto gli occhi di tutti. Il prezzo della libertà continua a salire.


"Piano aria" della Provincia: (sezione: Costi dei politici)

( da "Libertà" del 12-10-2007)

 

Quotidiano partner di Gruppo Espresso LIBERTA' di venerdì 12 ottobre 2007 > Provincia "Piano aria" della Provincia: arriva l'ok dalla Regione Contiene azioni per la mobilità sostenibile ma anche per le attività produttive Alberto Borghi: "Ora ci attiveremo per reperire i finanziamenti necessari in pratica"piacenza - Commissione lampo per votare il parere positivo della Regione sul Piano dell'aria che sarà in discussione nel consiglio provinciale di lunedì. Pochi minuti e tutto era già finito. Otto i consiglieri presenti Mario Vincenti, Giuseppina Rocca, Paolo Briggi, Raimondo Magnani, Annibale Gazzola, Angelo Cardis, Massimiliano Dosi e Patrizia Barbieri che hanno votato (due astensioni Dosi e Barbieri) l'accoglimento del piano da Bologna. "Commissione necessaria - ha precisato il presidente Mario Vincenti ai colleghi - perché ogni atto che passa al consiglio ha necessità di avere il visto della commissione". Non si poteva evitare risparmiando i gettoni di presenza? "No - dice l'assessore Alberto Borghi - in quanto il parere sugli atti del consiglio è obbligatorio. Quanto al costo della seduta Borghi ricorda che è la prima volta che si verifica un caso del genere. "A me non è mai capitato". Aggiunge. "Per quanto mi riguarda - spiega il presidente della commissione Mario Vincenti - non sottolinerei con enfasi il fatto che la seduta sia durata così poco. E' un fatto occasionale sotto tutti i profili. Non prevedevamo che i consiglieri non avessero nulla da dire sull'argomento. E poi se non l'avessimo convocata, l'ente avrebbe risparmiato i gettoni, ma avremmo rischiato di espore il Piano a un vizio di forma che avrebbe potuto costare molto di più. Il rapporto prezzo-prestazione è stato soddisfatto". lunedì l'approvazione Il Piano dell'aria ha avuto dunque il placet della Regione e il consiglio di lunedì 15 lo adotterà in forma definitiva. Il Piano - ha precisato l'assessore Alberto Borghi ai commissari presenti - farà parte integrante della variante al Ptcp che ci si appresta a discutere. Una volta approvato si aprirà la fase della ricerca dei finanziamenti per dare applicazione ai contenuti. Lo studio contiene una serie di azioni che investono tutti i centri della provincia. Interventi a breve, medio e lungo termine. In questo quadro si inserisce la pianificazione urbanistica dei comuni che - si evidenzia nel documento - dovrà seguire l'obiettivo della riduzione dell'impatto ambientale degli insediamenti produttivi e del loro consumo di risorse non rinnovabili, la riduzione del consumo del territorio e della dispersione dell'offerta insediativa. Per quanto riguarda invece la mobilità si punta ad azioni a breve termine che va dal divieto di circolazione nelle aree urbane dei veicoli pre Euro1 all'apertura entro sei mesi di un tavolo con l'Anas con l'obiettivo di ridurre la mobilità privata sulle statali anche attraverso la riduzione dei limiti di velocità e per l'individuazione di percorsi alternativi agli attraversamenti urbani. [.


Difensore civico senza oneri (sezione: Costi dei politici)

( da "Italia Oggi" del 12-10-2007)

 

ItaliaOggi     ItaliaOggi  - Osservatorio Viminale Numero 242, pag. 50 del 12/10/2007 Autore: Visualizza la pagina in PDF       La figura svolge funzione di garanzia e non è dipendente dell'ente locale Difensore civico senza oneri Il comune non versa i contributi previdenziali Può un comune versare gli oneri assistenziali, previdenziali e assicurativi al difensore civico eletto dal consiglio comunale, dipendente pubblico collocato in aspettativa non retribuita? La figura del difensore civico è disciplinata dall'articolo 11 del dlgs 18 agosto 2000, n. 267, che a sua volta demanda allo statuto comunale l'individuazione della disciplina concernente le modalità di elezione, le prerogative nonché i mezzi necessari per assicurare la sua funzione. L'articolo 86 del Tuel, che dispone in materia di oneri previdenziali e assistenziali, non sembrerebbe applicabile al difensore civico, considerato che l'articolo 77 del citato Tuel, nel dettare il regime delle aspettative, dei permessi e delle indennità degli amministratori locali, individua tassativamente alcune tipologie di amministratori tra le quali non è richiamata la figura del difensore civico. Per definire la problematica in esame è pertanto necessario individuare l'esatta natura del rapporto che lega il difensore civico all'amministrazione locale per la quale lo stesso svolge le proprie funzioni. Il difensore civico non può essere qualificato come un dipendente dell'ente locale, sia perché la sua particolare figura, concepita principalmente sulla scorta dell'Ombudsman di origine tedesca, è chiamata a svolgere peculiari funzioni aventi carattere di terzietà e garanzia dell'imparzialità e del buon andamento della pubblica amministrazione nelle quali non sono rinvenibili i caratteri tipici del rapporto di subordinazione sia per le modalità di assunzione dello stesso, che avvengono al termine di una procedura elettiva e non tramite concorso pubblico o procedure di mobilità, come avviene, invece, ai sensi del dlgs n. 165/2001 e del dlgs n. 267/2000 per i dipendenti pubblici. Va peraltro rilevato che lo "status" di difensore civico è stabilito dallo statuto comunale in base all'articolo 11 del dlgs n. 267/2000, e può essere compreso nella definizione dei "mezzi" con i quali lo stesso esercita le sue funzioni. Molti comuni, infatti, hanno attribuito al difensore civico un'indennità commisurata a quella degli assessori, e hanno assunto a loro carico la copertura assicurativa prevista per tali amministratori locali dal citato articolo 86. RIDUZIONE DELLE INDENNITà La disposizione della legge finanziaria 2006 che prevede la riduzione delle indennità e dei gettoni di presenza per gli amministratori locali deve ritenersi tuttora vigente? La formulazione utilizzata dal legislatore nell'articolo 1, comma 54, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, "per esigenze di coordinamento della finanza pubblica, sono rideterminati in riduzione nella misura del 10% rispetto all'ammontare risultante alla data del 30 settembre 2005 i seguenti emolumenti", fa ritenere che tale disposizione abbia valenza a regime. La locuzione "rideterminazione" lascerebbe infatti supporre che il legislatore abbia voluto introdurre una norma con la quale l'importo dei gettoni e delle indennità deve essere nuovamente determinato a decorrere dalla data di entrata in vigore della nuova legge, mentre invece non sembrerebbero rinvenirsi valide argomentazioni per interpretare tale disposizione nel senso che la "rideterminazione" dei canoni dovesse essere applicata per il solo anno 2006. Sull'argomento è intervenuta anche la Ragioneria generale dello stato, che con nota del mese di aprile 2007 ha confermato l'attuale vigenza della disposizione menzionata e la conseguente impossibilità di apportare variazioni agli importi delle indennità successivamente alla sua entrata in vigore. QUORUM PER IL PIANO URBANISTICO Ai fini dell'approvazione del piano urbanistico comunale, come si determina il quorum dell'organo consiliare nelle sedute di seconda convocazione? è il caso di un comune il cui statuto si limita a riprodurre la disposizione dell'articolo 38 del dlgs n. 267/2000, rinviando, per la determinazione del quorum, a un regolamento sul funzionamento del consiglio che però non contiene alcuna indicazione in ordine al numero dei consiglieri necessari per la validità delle sedute. Si tratta quindi di chiarire se sia possibile approvare il piano urbanistico con la presenza del limite minimo previsto dall'articolo 38, comma 2, del dlgs n. 267/2000, senza procedere ad alcuna modifica del regolamento, o se, in alternativa, sia possibile applicare la norma di cui all'articolo 127 del regio decreto n. 148 del 1915. Il citato articolo 38, disponendo che "_in ogni caso debba esservi la presenza di almeno un terzo dei consiglieri assegnati per legge all'ente, senza computare a tal fine il sindaco_" (cfr. anche l'articolo 11, comma 1, della legge n. 265/1999 recante modifiche alla legge n. 142/1990), rinvia al regolamento sul funzionamento del consiglio per l'indicazione del numero dei consiglieri necessario per la validità delle sedute. L'articolo 127 del regio decreto prevede invece la validità delle deliberazioni in seconda convocazione purché presenti almeno quattro consiglieri. Tale norma può operare fino all'adozione di una nuova disciplina statutaria e regolamentare da parte dell'ente locale (articolo 273, comma 6, del dlgs n. 267/2000). Nel caso in questione il comune ha già provveduto ad adeguare lo statuto recependo sostanzialmente il testo dell'articolo 38 del dlgs n. 267/2000, che ha la finalità di assicurare una maggiore funzionalità del consiglio con la previsione, anche per le sedute in seconda convocazione, di un minimo di presenze (un terzo) rapportate al numero dei consiglieri assegnati. Ciò allo scopo di salvaguardare la continuità dell'azione amministrativa e garantire i diritti della maggioranza e minoranza. Non è infrequente, peraltro, soprattutto in realtà territoriali minori, che uno o più consiglieri si trovino, ex articolo 78 del citato dlgs n. 267/2000, nella necessità di astenersi dal prendere parte alla discussione e alla votazione del piano urbanistico, sussistendo una correlazione immediata e diretta fra il contenuto della relativa deliberazione e specifici interessi dell'amministratore o di parenti e affini entro il quarto grado. Considerato, dunque, che il regolamento nulla prevede in materia, si potrà fare riferimento allo statuto del comune, che ha recepito quanto disposto dall'articolo 38, ove si dispone che il quorum strutturale per consentire all'organo consiliare di funzionare anche in situazioni di criticità operi nel rispetto del limite minimo ivi previsto. SOSTITUZIONE DEL SINDACO In un comune con popolazione inferiore a 15 mila abitanti può ritenersi valida una seduta del consiglio nella quale il sindaco non ha potuto essere sostituito dal vicesindaco nelle sue funzioni di presidente dell'assemblea? Nei comuni sino a 15 mila abitanti, mancanti di espressa previsione statutaria, l'impossibilità del sindaco di presiedere il consiglio comunale può dar luogo alle seguenti ipotesi. Se il vicesindaco è anche consigliere comunale, egli sostituisce il sindaco nelle funzioni di presidente del consiglio, del quale è componente, e ha diritto di partecipazione e di voto. Se il vicesindaco non è membro del consiglio comunale, in quanto nominato fra esterni alla giunta, egli non può presiedere (cfr. parere del Cds, sez. I, n. 94/96) un organo del quale non fa parte. Le funzioni vicarie del sindaco quale presidente del consiglio sono pertanto esercitate da un altro componente del collegio "in base alle consuete regole dell'anzianità". Poiché l'esercizio delle funzioni vicarie nasce dall'esigenza di dare continuità all'azione amministrativa, il Consiglio di stato ha sottolineato che in ogni momento deve esservi un soggetto giuridicamente legittimato ad adottare tutti i provvedimenti oggettivamente necessari nell'interesse pubblico. In caso contrario, "ad essere dimidiato nella propria operatività sarebbe non già il vicesindaco ma l'ente nel suo insieme". In caso di impedimento del vicesindaco, e in mancanza di espressa previsione statutaria, è da ritenere pertanto che il consiglio possa comunque riunirsi in virtù del richiamato principio della "continuità dell'azione amministrativa", e che le funzioni di presidente del consiglio siano esercitate dal consigliere anziano.


Sermas, 5 consiglieri al costo di tre (sezione: Costi dei politici)

( da "Tirreno, Il" del 12-10-2007)

 

Viareggio Sermas, 5 consiglieri al costo di tre Il sindaco Larini ha rinnovato il cda tagliando però gli stipendi NOMINE Entra il manager Giovannini MASSAROSA. Cinque consiglieri al costo di tre. Il sindaco Fabrizio Larini rinnova il consiglio di amministrazione della Sermas cercando di salvar capra e cavoli. Cominciando dal numero delle poltrone da distribuire, cinque appunto, un numero sufficiente a garantire gli equilibri interni alla maggioranza di centrodestra. Al tempo stesso ha però realizzato anche l'obiettivo di un taglio dei costi del cda dell'azienda pubblica del gas (ha la proprietà della rete ma non gestisce le bollette): i cinque consiglieri costeranno in tutto come se ne avesse nominati solo tre. Ed ecco così colto anche l'obiettivo di dare un segnale per quanto riguarda il contenimento dei costi della politica. Il caso Sermas era proprio scoppiato questa estate proprio sulla questione dei compensi agli amministratori. L'ex presidente Ave Angeli aveva infatti deciso l'adeguamento degli stipendi del cda di circa il 10% lordi. Il sindaco era intervenuto chiedendo un ripensamento visto che, appunto, il dibattita a livello nazionale suggeriva, più opportunamente, una diverso senso di marcia. Angeli ha cercato di tener duro, lo scontro è stato inevitabile: il cda si è dimesso in blocco lasciando la patata bollente nelle mani del presidente Angeli. Il 29 settembre scorso anche Angeli ha rassegnato le dimissioni. In consiglio comunale, il centrosinistra ha sostenuto la necessità di andare, prima di rinominare il cda, ad una definizione del futuro dell'azienda che così com'è serve a ben poco. Il centrodestra ha sostenuto e percorso un'altra strada: subito rinnovamento del cda tal quale e poi più in là discussione del piano industriale dell'azienda. Il sindaco ora, nel nominare il nuovo cda, ha trovato il modo per ottenere anche un riduzione dei costi del cda. Spiega Larini: "In coerenza con quanto dichiarato in consiglio comunale e con l'azione amministrativa da me portata avanti che mira alla riduzione dei costi della politica, abbiamo ridotto i compensi degli amministratori, suddividendo l'importo che sarebbe spettato a tre amministratori sui cinque nominati, garantendo nel contempo una maggiore rappresentatività alla compagine amministrativa. Abbiamo così suddiviso il compenso mensile spettante al presidente (1.260 euro) al vice presidente (468) e a un consigliere (378) sugli attuali cinque amministratori che percepiranno rispettivamente un compenso pari a 800 euro mensili lordi (presidente), 400 mensili lordi (vice presidente) e 300 mensili lordi (consiglieri). Ritengo che per una corretta politica del risparmio non sia importante il numero dei consiglieri ma l'importo dei compensi che questi ricevono e spero che questo nostro esempio sia seguito anche da altri Enti". Ed eccoci poi alle nomine. Del vecchio cda è rimasto solo Ileano Luisotti. Di spicco (e probabile presidente) è la nomina di Alberto Giovannini, classe 1939, laurea in giurisprudenza ed ex direttore e amministratore generale della multinazionale Tupperware Italia (quella dei contenitori ermetici di plastica, divenendone poi vice presidente europeo e concludendo la sua carriera come presidente d' area per i paesi dell'America Latina. Un manager di grande esperienza. Entrano nel cda anche Enio Calissi, ex presidente della Misericordia di Massarosa e attuale direttore della sezione di Massarosa dell'istituto Storico Lucchese; Francesco Giuseppe Madrigali, commerciante ed ex componente del consiglio d'amministrazione della Farmacia di Corsanico; Mirco Masini, laureato in Scienze economiche e bancarie e attualmente impiegato in una ditta a Lucca. "Un consiglio d'amministrazione- sottolinea il sindaco Fabrizio Larini- formato da persone di provata esperienza che, sono certo, sapranno dare un contributo determinante al rilancio dell'azienda".


Circoscrizioni, cambiare per non morire (sezione: Costi dei politici)

( da "Nuova Ferrara, La" del 12-10-2007)

 

Al governo c'è chi propone di cancellarle per città come Ferrara ma è più probabile una drastica riorganizzazione Circoscrizioni, cambiare per non morire Costano 4 milioni, pronto il progetto per ridurle da otto a cinque POLITICA E SPESE Le otto circoscrizioni della città sono costate nel 2006 poco più di 4 milioni di euro ma non è che cancellandole dalla faccia della politica, come qualcuno nei palazzi romani sta ventilando, tutti questi soldi potrebbero essere usati per altri scopi. Ci sono spese di funzionamento e di personale non comprimibili. In ogni caso qualcosa si farà, perchè la proposta Sateriale di tagliare tre quartieri sta concretizzandosi proprio in questi giorni e un bel po' dei gettoni diventano a rischio. "Premetto - spiega il presidente del Consiglio comunale, Romeo Savini - che sarei pure favorevole alla soppressione totale delle Province, non sono delle circoscrizione: a patto che si cominci dai grossi centri di spesa, come la Presidenza della Repubblica, e non dal basso. Non sapendo cosa decideranno a Roma, però, stiamo andando avanti con quanto promesso a giugno, avendo già raccolto in Commissione statuto il consenso di tutti i gruppi sulla riduzione a cinque delle circoscrizioni". E' più probabile che sia questo il futuro del decentramento alla ferrarese, poichè l'orientamento nazionale sembra essere quello di lasciare alle singole realtà comunali al di sotto dei 250mila abitanti l'opzione tra cancellare del tutto o riorganizzare i quartieri. Al Servizio decentramento è stato affidato l'incarico di ridisegnare la mappa circoscrizionale, tenendo conto di questo schema: accorpamento delle attuali Centro cittadino e Giardino-Arianuova-Doro, con la nascita di un unico quartiere nell'entromura, e suddivisione della parte rimanente del territorio comunale in quattro circoscrizioni. In pratica, una per ogni punto cardinale. Non è un compito facile perchè bisogna tenere conto di delicati equilibri di campanile (le frazioni divise da fiere rivalità) e di popolazione residente. Savini si aspetta "una o più proposte" e preannuncia che la Commissione statuto si riunirà per discutere nel merito "entro 10-15 giorni al massimo". Quanto si può risparmiare con questa ipotesi di accorpamento? I costi riducibili in proporzione sono sicuramente quelli degli organi istituzionali, cioè gli stipendi dei presidenti e i gettoni di consigli e commissioni. Gli otto numeri uno di quartiere hanno preso l'anno scorso, tutti assieme, 162.312 euro, il taglio di tre poltrone consentirebbe un risparmio di quasi 61.000 euro. I gettoni di consiglio hanno pesato sul bilancio comunale 88.347 euro, quelli di commissione altri 37.552: il totale del risparmio prevedibile, da questa voce, è dunque di 47.000 euro. Nel complesso, e tenendo conto anche degli effetti fiscali, tagliare tre degli otto apparati istituzionali toglierebbe quasi 130.000 euro dalla voce "costi comunali". Le spese più consistenti sono altre: per il personale, un centinaio di addetti, si è speso 1.624.664 euro e qui il risparmio sarebbe indiretto, in quanto diverse decine di figure professionali andrebbero a coprire "buchi" di organico. Più difficile ipotizzare la compressione di 2,3 milioni di euro di altre spese, cioè strutture (affitti, manutenzione) e interventi a favore del territorio. Stefano Ciervo.


E monticelli si scopre indispensabile (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzetta di Modena, La" del 12-10-2007)

 

Cronaca E Monticelli si scopre indispensabile In caso di sue dimissioni un rimpasto indigesto a Ds e Margherita Il sindaco è deciso "Proseguiamo in 11" Ma il Pdci chiede "il nostro ex-assessore se ne deve andare" Quando si dice i casi della vita. A 24 ore dalle dimissioni di Elisa Romagnoli, il futuro dell'attuale giunta Pighi sembra poggiare sulle spalle di Gualtiero Monticelli. Se fino ad ieri praticamente tutti gli alleati auspicavano che pure lui - sfiduciato dal pdci - se ne andasse. Oggi soprattutto Ds e Margherita si augurano che resti al suo posto. In caos di dimissioni, infatti, sarebbe indispensabile procedere ad un rimpasto vero e proprio, visto che la giunta sarebbe "scoperta" sul fronte della sinistra e, quindi, ci si troverebbe davanti quasi una giunta "monocolore" del futuro Pd con il solo Orlando (Sdi) e Frieri (Prc). Quindi, per assurdo, meglio che Monticelli resti al suo posto, come fatto sinora, e si prosegua con una squadra ridotta a 11 assessori. Quanto alla delega per i giovani, si vedrà se distribuirla all'assessore rimasto a Rifondazione (Frieri) o se procedere con l'ipotesi di assegnarla ad un consigliere, di Prc (Montorsi) oppure ad una donna, magari la giovane Isabella Massamba della Sinistra Democratica. Questa, ad ieri sera, sembra essere la strategia che il primo cittadino intende perseguire. Lo ha fatto capire nel corso della breve riunione che ha tenuto - intorno alle 13 - con i suoi assessori, il capogruppo e il segretario cittadino. Pighi ha ribadito che, fosse stato per lui, si sarebbe andato avanti con 12 assessori, visto che questa "non è una crisi politica", nel senso dei rapporti con Prc, e che ha dovuto accettare la dignitosa posizione di Elisa Romagnoli, lasciandola andare. Entro lunedì vorrebbe risolvere la situazione. Pighi è fermamente orientato a proseguire con questa squadra e anche dai Ds sarebbe giunta un sostanziale via libera a questa ipotesi. La posizione è stata ribadita dal sindaco ieri nel corso di un giro di consultazioni con i partiti alleati. Certo c'è chi si dice convinto che la soluzione a 10 sarebbe un bel segnale sui costi della politica. Ma andare a 10 vorrebbe dire prestare il fianco ad una crisi politica vera e propria, con la necessità di redistribuire un po' tutti i pesi all'interno della Giunta. In pratica, Ds e Margherita dovrebbero cedere uno se non due assessori. Quindi meglio lasciar perdere... Una soluzione di questo tipo ce l'ha prospettata chiaramente Francesco Montieri, segretario del Pdci, "siamo di fronte ad uno scenario nuovo - ha commentato - senza entrare nel merito del conflitto Romagnoli-Rifondazione, va detto che siamo di fronte ad un atteggiamento coerente da parte dell'assessore. Lo stesso atteggiamento che chiediamo ancora una volta a Monticelli di seguire. Lui non è più in Giunta per rappresentare una forza politica chiamata dagli elettori a governare. Deve trarne le conseguenze, anche per rispetto a chi ha votato per il Pdci. E' una situazione analoga a quella che si è creata con Megale a Sassuolo." Montieri ribadisce che la posizione è stata manifestata al sindaco, il quale non ritiene che il primo cittadino debba subire forzature dai partiti. "Ma noi i voti li abbiamo dati perché lui diventasse sindaco... anche se non abbiamo poi espresso consiglieri". Quanto allo scenario attuale "C'è un problema politico di rappresentanza di 2 forze al'interno della Giunta. L'asse ora si inclina verso il centro. Chiaro che la situazione non è espressione della volontà popolare. Men che meno se si andasse a 10 assessori. D'accordissimo a ridurre i costi della politica, ma in quel caso occorrerebbe rivedere tutti gli equilibri". E in casa Rifondzione che aria tira? "E' un momento doloroso per tutti noi - ha commentato Giancarlo Montorsi, capogruppo consigliare - chiaramente nessuno avrebbe voluto arrivare a questo punto. Purtroppo davvero non è stato possibile ricomporre una situazione in cui per andare d'accordo bisogna essere in due". Quanto alle prospettive Montorsi e tutta Rifondazione - che l'altra sera hanno riunito i loro vertici per analizzare la situazione - ritengono che "questa non sia una situazione da trattare come se si dovesse riempire l'album delle figurine: via uno dentro un altro. Non è nella nostra indole. Questa è una vicenda da trattare tutti insieme con gli alleati. E questo intendiamo fare". Quanto alla riduzione della giunta a 10 assessori, Montorsi rimanda ancora agli alleati aggiungendo una postille sibillina "Giusto affrontare il tema dei costi della politica. Certo che i discorsi di tagli della politica non si sono affrontati quando c'era da sostituire Razzoli oppure Bonaccini..." Quanto all'Udeur per il momento il suo massimo esponente Antonio Maienza nicchia "Elisa è stata corenete, ora è evidente che la giunta Pighi è in difficoltà". Su un suo ingresso in giunta nicchia. "Siamo in attesa di funzioni che riconoscano un ruolo attivo e responsabile dell'Udeur nel governo della città". E adesso che accadrà? Probabile prevalga la linea Pighi: si resta a 11. Ma a che prezzo? La Giunta sarà scoperta a sinistra e la stessa sinistra (Rifondazione e Pdci) chiederà di riequilibrare la situazione. Altrimenti facile prevedere un fine legislatura movimentato per l'Unione... (andrea marini).


Nel nostro futuro un'agenzia di sviluppo (sezione: Costi dei politici)

( da "Provincia Pavese, La" del 12-10-2007)

 

San Sebastiano. Il presidente dell'ente montano "Nel nostro futuro un'agenzia di sviluppo" SAN SEBASTIANO. "La Comunità Montana dovrà diventare un vera e propria agenzia per lo sviluppo locale e gestire i servizi associati per i 19 comuni". E' questo, secondo il presidente Vicenzo Caprile, l'obiettivo principale della Comunità Montana Valli Curone Grue Ossona. E la definizione di un proprio ruolo indispensabile per il territorio è fondamentale per gli enti montani, mai come in questi giorni sotto la scure degli annunciati tagli ai costi della politica. "Dalle istituzioni arrivano segnali piuttosto contraddittori. Da un lato ci viene riconosciuta a livello legislativo una specifica autonomia per le forme associative dei piccoli comuni, dall'latro la nostra già debole finanza derivata ha visto il taglio del Fondo per la Montagna nel 2005 e l'azzeramento dal 2005 dei contributi per la gestione dei servizi associati". Il rischio è l'ulteriore marginalizzazione delle aree? "Occorre riconoscere il merito alla Comunità Montana di avere avviato importanti progetti di sviluppo locale con il nuovo metodo della "concessione di costruzione e gestione", ma questo ha solo attenuato la situazione di marginalità del nostro territorio rispetto alle grandi direttrici di sviluppo". In quelle direzione occorre intervenire? "Da un lato rinforzare gli importanti progetti già avviati, come i rifugi e il parco Downhill a Caldirola, i centri sportivi a Gremiasco e San Sebastiano, l'impianto golf a Momperone, il centro commercializzazione della frutta e il call center a Monleale, l'oservatorio a Casasco, gli edifici del mercato della frutta e del salumificio recuperati a Garbagna,la struttura ricettiva a Costa Vescovato, oltre ai vari centri benessere, Gal Giarolo, Ecomuseo; dall'altro occorre ripensare idee e progetti alla luce degli scenari futuri in valle". In che modo la Comunità potrebbe sercitare il ruolo di agenzia di sviluppo? "Aggregando in una logica di sistema tutte le realtà istituzionali e imprenditoriali per il reperimento delle risorse necessarie e la condivisione di una strategia di sviluppo, facendo sentire tutti i coinvolti parte di un progetto più ampio. Le Comunità dovranno essere il motore di questo sviluppo". Stefano Brocchetti.


In aula si discute il costo della politica (sezione: Costi dei politici)

( da "Tempo, Il" del 12-10-2007)

 

Stefania Gemma VENAFRO Maggioranza e minoranza tornano a confrontarsi questa sera nell'aula consiliare. Nuova seduta dell'assise civica a partire dalle 18. Tanti gli argomenti all'ordine del giorno. Tornano in assise due questioni spinose, l'Energonut e soprattutto il Piano Integrato di Intervento, per il quale, non senza sorprese, è stato aperto un tavolo di concertazione. Home Molise prec succ Contenuti correlati Roma 2 ottobre 2007: Presentazione del nuovo formato de Il Tempo Pavarotti, una lunga carriera Gauguin al Vittoriano Video: Giovani e Politica Bimbo travolto e ucciso: arrestati i due giovani Il padre di quello alla guida: "Giusto il carcere" Manifesti contro Fini E' giallo a Roma La maggioranza scivola in Senato per i fondi ai militari Verifica degli equilibri di bilancio, ma anche confronto sul programma di e-governement che interesserà il Comune. Verrà discusso anche il nuovo regolamento sui passi carrabili, nel senso che chi vorrà mantenere il divieto di sosta di fronte una proprietà dovrà pagare una tassa al Comune. In tempi di discussione sui costi della politica, si inserisce un altro argomento caldo, quello dell'indennità di funzione del presidente del consiglio comunale e dei gettoni di presenza a consiglieri e membri delle commissioni consiliari. La seduta di stasera dovrebbe essere l'occasione buona anche per designare il rappresentante dell'ente all'interno della Comunità Montana del Volturno. Giunge in consiglio comunale un tema che, soprattutto dopo il disastro naturale di quest'estate è tornato di prepotente attualità: l'istituzione del Parco regionale dell'Ulivo. Una proposta rinvigorita dai terribili incendi che quest'estate hanno devastato le montagne di Venafro mandando in rovina ettari di uliveti, molti dei quali di origine secolare. L'istituzione di un organismo ad hoc servirebbe non solo a promuovere una delle colture che rappresenta la tradizione della città ma, anche ad incrementare quelle attività di controllo, tutela e manutenzione ordinaria che avrebbero potuto arginare i danni della scorsa estate. Dovrebbe essere discussa e approvata anche l'istituzione della Consulta delle associazioni.


De Gregorio vota no Governo battuto in Commissione (sezione: Costi dei politici)

( da "Sole 24 Ore, Il (Abb)" del 12-10-2007)

 

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2007-10-12 - pag: 2 autore: De Gregorio vota no Governo battuto in Commissione Marco Rogari ROMA Primo scivolone del Governo sulla Finanziaria 2008. La commissione Difesa del Senato dà il via libera con 13 sì e 12 no al parere contrario messo a punto dal presidente Sergio De Gregorio. Lo stop, causato anche dall'assenza ("innocente ") di Marco Follini in commissione, arriva dopo le preoccupazioni espresse a più riprese (anche ieri) dal ministro Arturo Parisi per la scarsità di fondi a sostegno del settore. E la commissione motiva il suo "no" proprio con la mancanza di risorse adeguate. La Cdl esulta mentre l'Unione getta acqua sul fuoco con Piero Fassino che afferma: il voto della commissione Difesa non rappresenta una novità. Oggi, comunque, ci sarà dopo il Consiglio dei ministri un vertice della maggioranza a palazzo Madama per fare il punto della situazione, con un occhio particolare alle novità sul Welfare. Intanto proprio al Senato prende forma la "cosa rossa": Prc, Pdci, Verdi e Sd hanno deciso di presentare emendamenti comuni su Finanziaria e decreto fiscale, a cominciare da quello per tutelare i giornali di partito dai tagli all'editoria. I pareri Quella della "Difesa" è l'unico parere contrario: tutte le altre commissioni (dalla Lavoro fino alle Politiche comunitarie) hanno dato il loro via libera seppure con diverse osservazioni. Secondo la commissione Difesa, la Finanziaria mette a disposizione del settore stanziamenti inadeguati, che possono generare "situazioni di criticità allarmante", soprattutto in un momento di "massimo impegno ". Il parere è "targato" De Gregorio che sottolinea che il Governo in commissione è stato battuto da una Cdl compatta. Per Renato Schifani (Fi) la maggioranza si sta sfaldando. La replica arriva proprio dal mi-nistro Parisi, pure molto preoccupato per le poche risorse a disposizione della Difesa: la Cdl è vicina a parole alle Forze armate, ma lontana nei fatti. Determinante per lo stop l'assenza di Follini. Che precisa: la mia è un'assenza "assolutamente innocente dovuta ad un impegno personale ". Emendamenti mirati Governo e maggioranza si preparano a presentare pochi emendamenti mirati alla manovra. Sul decreto fiscale il relatore Natale Ripamonti fa sapere che nel mirino ci sono soprattutto il passaggio al digitale terrestre nel 2012 e i tagli all'editoria. Un punto quest'ultimo su cui si concentrano anche i correttivi "concertati" della sinistra radicale (per salvaguardare i finanziamenti ai giornali di partito), che punta anche a intervenire sulle risorse per il Mose di Venezia, per alcune opere in Sicilia e sui costi della politica. In un'audizione a Palazzo Madama il ministro Antonio Di Pietro lascia intendere che sulla questione degli arbitrati legati ad appalti pubblici potrebbe arrivare un emendamento. Amato e Turco In un'altra audizione il ministro Livia Tuirco afferma che "quello dei ticket sulle ricetteè uno dei problemi da risolveree la discussione è in corso. Per prorogare "l'esenzione" prevista dalla scorsa Finanziaria servono 800 milioni che il Governo cercherà di trovare. Audizione anche per il ministro Giuliano Amato. Che anzitutto afferma che buona parte del bilancio da "Paperon de Paperoni" viene destinato agli enti locali e solo quel che resta alla sicurezza. E aggiunge: "Il ministero ha 522 milioni di debiti, che noi possiamo anche non pagare ma che prima o poi invece il Tesoro deve tirare fuori". Amato poi sottolinea che "ci si dimentica delle esigenze dei vigili del fuoco il giorno dopo che spengono l'incendio: ho tremila precari e con la scorsa Finanziaria al massimo siamo riusciti a stabilizzarne tra i 50 e i 70. è un problema serio". Il ministro, infine, auspica una riduzione del numero delle province e delle prefetture. I FONDI PER LA DIFESA "Mancanza di risorse adeguate": passa il parere contrario del presidente Parisi: Cdl vicina alle forza armate solo a parole.


Atenei, spendere meglio si può (sezione: Costi dei politici)

( da "Sole 24 Ore, Il (Abb)" del 12-10-2007)

 

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2007-10-12 - pag: 14 autore: Patto per l'Università. La gestione del Fondo di finanziamento ordinario Atenei, spendere meglio si può di Renato Guarini * N on era mai accaduto che un ministro dell'area economica accompagnasse il collega responsabile dell'università a un incontro con i rappresentanti degli atenei. Tommaso PadoaSchioppa e Fabio Mussi lo hanno fatto qualche settimana fa, per discutere nella sede della Crui del Patto per l'università e la ricerca,firmato a inizio agosto.Un fatto che deve essere interpretato come un cambiamento significativo: il decisore pubblico riconosce finalmente la necessità di prendere sul serio il ruolo del sistema universitario, quale motore di sviluppo e quale protagonista nella costruzione di quella economia della conoscenza che è il comune intento dei Paesi Ue. D'altra parte il ritardo da recuperare è sotto gli occhi di tutti. Il rapporto Ocse 2007 sull'istruzione indica che in Italia la spesa per la formazione universitaria resta inchiodata allo 0,9% sul Pil, una cifra di mezzo punto sotto la media Ocse e pari ad appena un terzo circa della spesa sostenuta dagli Stati Uniti per la stessa finalità. A colloquio con i rettori, il ministro dell'Economia non ha negato i problemi più volte denunciati dagli atenei. Il documento elaborato dalla Commissione tecnica per la finanza pubblica sotto la guida di Gilberto Muraro, illustrato da Mussi e Padoa-Schioppa ai rettori e destinato a far parte integrante del Patto per l'università, è un contributo analitico di notevole spessore. Il testo mette in evidenza inefficienze del sistema universitario italiano per alcuni servizi didattici e formativi e l'assetto rigido del comparto docente; ma per converso sottolinea come la discontinuità del Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) – il principale capitolo di finanziamento pubblico destinato agli atenei – sia causa di squilibri finanziari anche nelle università gestite in modo oculato. Da quell'incontro è scaturita la conferma che il Patto per l'università è una proposta seria. Due sono però i punti irrinunciabili affinché il Patto possa essere sostanziato. Anzitutto nell'andamento del Ffo deve essere tenuto conto degli oneri derivanti dagli aumenti automatici delle retribuzioni dei docenti e del personale tecnico-amministrativo, che attualmente le università assumono su di sé senza ricevere alcun finanziamento aggiuntivo. In secondo luogo deve essere ipotizzato un sistema compensativo per le spese improprie sostenute dalle università che hanno una o più facoltà di medicina e chirurgia a favore del sistema sanitario nazionale. Questi interventi costituirebbero una base per mettere in atto quei comportamenti virtuosi previsti dal Patto, in particolare il rispetto assoluto del tetto del 90% di spese per il personale sul totale del Ffo. Il fine ultimo non è di spendere meno per l'università italiana. In termini di spesa annua per studente siamo già il fanalino di coda con 4.167 euro, circa un terzo in meno rispetto alla media Ocse. Si tratta invece di spendere meglio, per far crescere il Paese sul piano culturale ed economico e per consentire alle università di essere davvero competitive e di imporsi nell'attuale processo di internazionalizzazione dei saperi. * Rettore Università La Sapienza.


L'ECONOMIA CLANDESTINA (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere del Veneto" del 12-10-2007)

 

Corriere del Veneto - PADOVA - sezione: PRIMAPAGINA - data: 2007-10-12 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE Immigrati e case sequestrate L'ECONOMIA CLANDESTINA di MASSIMILIANO MELILLI I sigilli della magistratura ai sedici appartamenti veronesi che ospitavano immigrati irregolari, le 38 persone condannate fra proprietari ma anche affittuari e subaffittuari e i 15mila euro di multa ai proprietari italiani, ribaltano per una volta la concezione dominante sui "clandestini". In questo caso, non più soggetti di comportamenti negativi agli occhi degli italiani ma oggetto di sfruttamento da parte di italiani. La pronuncia del Tribunale di Verona con il decreto del giudice per le indagini preliminari offre infatti un provvedimento che fa giurisprudenza e rappresenta un atto pilota in un quadro legislativo e sociale complesso. Il sequestro dei locali e lo sgombero degli occupanti dimostra l'esistenza dell'altra faccia dell'immigrazione con un'economia clandestina made in Italy. Appartamenti di trenta metri quadri sprovvisti di acqua, luce e gas, affittati a cittadini stranieri a cifre che raggiungevano i 500 euro. Canoni percepiti e mai denunciati al Fisco. Immobili non dotati delle più elementari norme di sicurezza. Un degrado da favela a fare da contesto sotto lo sguardo impotente non solo delle vittime, ma anche di residenti italiani. L'immigrazione clandestina è un business globale che si può sfruttare e far fruttare con mille tecniche diverse. Ci sono gli scafisti che trasportano migliaia di persone verso le nostre coste e i clan che sfruttano la prostituzione. Esistono bande che si spartiscono geometricamente porzioni di territorio e prestazioni di mendicanti e lavavetri. Sono attivi mediatori finanziari abusivi che si contendono le rimesse dei connazionali verso i Paesi d'origine. Secondo il rapporto annuale della Caritas, si calcola che siano circa 500mila gli immigrati irregolari in Italia, concentrati soprattutto nel meridione. Fra le regioni agli ultimi posti in Italia per numero di "clandestini" figura il Veneto, dove invece sono più alte e migliori le possibilità d'inserimento lavorativo dei migranti. Ma è proprio il Nord Est (con Lombardia e Lazio) a contendersi il primato degli immobili affittati a canoni esorbitanti a cittadini stranieri non solo irregolari ma anche in regola. Sempre secondo lo stesso rapporto, in Veneto più che altrove cresce la quota di cittadini stranieri iscritti al sindacato (più 20 per cento rispetto alla media nazionale) e la fiducia verso le istituzioni. Ai primi posti dell'indice di gradimento degli immigrati, scuole, sistema sanitario e forze dell'ordine, dato significativo quest'ultimo. Infine il dato politico sulla vicenda. Per una volta, destra e sinistra sembrano concordare. L'analisi dei fatti veronesi tracciata dal sindaco Flavio Tosi - "la pronuncia del Tribunale, coraggiosa e innovativa, colpisce chi specula sull'immigrazione clandestina" - sembra la chiosa della proposta lanciata dal ministro dell'Interno Giuliano Amato alla Conferenza nazionale sull'Immigrazione: "L'integrazione si può avere solo nella legalità". Anche di noi italiani.


 


 Indice degli articoli dell’11-10-2007

1.             
Gite in montagna e pesce fresco in baita così Speciale usava l'Atr della Finanza Mogli e amici a bordo di un aereo del corpo, e poi di un elicottero per una gara di sci sulle Dolomiti. Una trasferta filmata: ecco il video di CARLO BONINI
La Repubblica  11-10-2007

 

2.      Oggi Grillo show per 4.000 trentini ( da "L'Adige" del 11-10-2007)

3.      <Abbiamo trovato un muro di gomma> ( da "L'Adige" del 11-10-2007)

4.      Il governo non risponde sull'esercito di mandarini ( da "Libero" del 11-10-2007)

5.      I seguaci di Grillo bacchettano <i nostri dipendenti> ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 11-10-2007)

6.      Rizzo: <Sindaci, troppe disuguaglianze> ( da "Corriere Alto Adige" del 11-10-2007)

7.      Polonioli: <Integrazione fra i gruppi Taglio netto ai costi della politica> ( da "Corriere Alto Adige" del 11-10-2007)

8.      La Regione se ne frega dei costi della politica ( da "Opinione Online, Il" del 11-10-2007)

9.      I CONTI IN TASCA AI PUBBLICI AMMINISTRATORI DEI COMUNI VESUVIANI. I PIù ECONOMICI A SORRENTO ( da "Mattino, Il (Area Costiera)" del 11-10-2007)

10.  PORTICI E TORRE DEL GRECO AGEVOLAZIONI SUI CELLULARI ( da "Mattino, Il (Area Costiera)" del 11-10-2007)

11.  TAGLI ALLE ASL, ECCO LA RIFORMA ( da "Mattino, Il" del 11-10-2007)

12.  <Contro i costi della politica abolire i piccoli comuni> ( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 11-10-2007)

13.  Quelle critiche inaccettabili ( da "Giornale di Calabria, Il" del 11-10-2007)

14.  Il governo paga i costi della politica ( da "Stampa, La" del 11-10-2007)

15.  Imprenditori, evasori, errori: politica e fermezza dello Stato ( da "Giornale di Brescia" del 11-10-2007)

16.  An scopre gli sprechi e si scaglia contro la Comunità montana ( da "Gazzetta del Sud" del 11-10-2007)

17.  Quartiere 2, liquidato l'odg della minoranza ( da "Liberta" del 11-10-2007)

18.  Editoria, il bottino del Sole fa perdere l'aplomb a De Bortoli Il giornale prende oltre 19 milioni di contributi pubblici, ma il direttore attacca i quotidiani politici ( da "Unita, L'" del 11-10-2007)

19.  Priano indagato per falso e truffa, Guelfi finisce agli arresti ( da "Secolo XIX, Il" del 11-10-2007)

20.  Fa causa a Cairo Reindustriaper avere i gettoni di presenza ( da "Secolo XIX, Il" del 11-10-2007)

21.  Gatti: la Darsena di pagliari si e' Arenata ( da "Secolo XIX, Il" del 11-10-2007)

22.  Più welfare, meno burocrazia - federico gelli ( da "Tirreno, Il" del 11-10-2007)

23.  Il consulente gratuitodel ministro Pecoraro ( da "Secolo XIX, Il" del 11-10-2007)

24.  Con l'Ente di montagnalo spreco ci guadagna ( da "Secolo XIX, Il" del 11-10-2007)

25.  Provincia, i conti in tasca a consiglio e giunta - gian pietro zerbini ( da "Nuova Ferrara, La" del 11-10-2007)

26.  La sinistra taglia i costi? e' meglio tardi che mai ( da "Nuova Ferrara, La" del 11-10-2007)

27.  Il consiglio fa i conti ( da "Messaggero Veneto, Il" del 11-10-2007)

 

 

Gite in montagna e pesce fresco in baita così Speciale usava l'Atr della Finanza Mogli e amici a bordo di un aereo del corpo, e poi di un elicottero per una gara di sci sulle Dolomiti. Una trasferta filmata: ecco il video di CARLO BONINI

La Repubblica  11-10-2007

Roberto Speciale con coppola e montone. Le signore in pelliccia. Tutti a Passo Rolle. Per la festa sulla neve. A bordo dell'Atr 42 della Guardia di Finanza. E a cena pesce freschissimo. In casse caricate all'aeroporto di Pratica di Mare e spedite con volo militare. L'ex comandante della Guardia di Finanza ha chiesto al Paese cinque milioni di euro perché il suo onore di "uomo delle Istituzioni" e di "ufficiale" con la schiena dritta trovi giusto ristoro al "massacro" che ne avrebbero fatto in Parlamento il ministro dell'Economia Padoa-Schioppa e il suo vice Vincenzo Visco.

Un giudice amministrativo deciderà di qui a tre settimane del risarcimento. E' un fatto che, liberi dalla sua ombra, gli archivi della Guardia di Finanza cominciano a restituire qualche documento che racconta chi è Roberto Speciale. Come ha interpretato il suo comando. Quale uso abbia fatto delle risorse destinate al lavoro di un Corpo che, spesso, a fine anno, non ha risorse per mettere la benzina nelle sue macchine.

Parliamo di un filmato ufficiale girato in una fredda mattina del febbraio 2005. A passo Rolle (Trentino Alto Adige) si apre la 55esima edizione delle "gare invernali di sci" del Corpo. Un operatore delle Fiamme Gialle rivolge l'obiettivo della telecamera sull'orizzonte cobalto della pista di atterraggio dell'aeroporto di Bolzano. Nell'assolo trionfale e lancinante di una chitarra elettrica che fa da colonna sonora alle immagini, un Atr 42 turboelica del Corpo (aereo destinato, secondo le informazioni diffuse dal sito istituzionale della Finanza, al "contrasto del contrabbando", alla "sorveglianza delle coste", alle "missioni umanitarie", giocattolo da 3.500 euro l'ora, escluso il costo dell'equipaggio) si posa a terra. Il bestione rulla, avvicinandosi lentamente all'aerostazione e la musica cresce. Cresce nell'enfasi compiaciuta della regia.

Un drappello di infreddoliti ufficiali si avvicina al portellone posteriore, guidato dal generale Giulio Abati (allora comandante regionale del Trentino Alto Adige). Attesa. Poi, ecco il primo passeggero. Una signora avvolta in una pelliccia di volpe. La moglie di Roberto Speciale. Ecco il secondo. Un'altra pelliccia di volpe. La signora D'Amato, moglie del generale Salvatore D'Amato (all'epoca comandante interregionale di Napoli). Ora, la terza pelliccia. Volpe come sopra, ma rovesciata. Una giovane donna che nessuno dei presenti sembra conoscere o riconoscere, salvo l'autista del comandante generale che aspetta sottobordo e con cui scambia un affettuoso bacio.

Quindi tocca agli uomini. Un ragazzone dall'abito sportivo con una sporta di carta; un uomo di mezza età che sembra accompagni la più giovane delle signore; il generale D'Amato, in giacca a vento e quindi lui, il Comandante. Immagini di vederlo fare capolino in alta uniforme. E invece il generale si è "messo" da montagna. Coppola, giacca di montone con bottoni in osso, morbidi pantaloni in velluto verde petrolio. Lo salutano militarmente. Lui risponde allungando morbidamente la mano nel gesto dell'omaggio.

Da Bolzano a Passo Rolle sono 50 minuti di auto. La giornata è serena. In fondovalle non c'è neve. Ma la comitiva, visibilmente compiaciuta, non si nega lo spettacolo delle cime. Si accomoda su un elicottero Ab 412 del Corpo che attende a bordo pista. La chitarra elettrica della colonna sonora pesta in un ennesimo assolo, mentre l'obiettivo stringe sulle signore in pelliccia issate a bordo, su un comandante chino ad allacciare le cinture di sicurezza a chi non sa neppure da dove si cominci. Su Speciale, che ora ha tolto la coppola e inforcato dei "Rayban" a goccia con cui osserva compiaciuto il lavoro agiografico del cine-operatore.

Di nuovo in aria. Il Cimon della Pala è magnifico. I tre generali che attendono a Malga Fossa (Nino Di Paolo, generale di corpo d'armata, comandante a Firenze; Luciano Pezzi, generale di divisione, Lucio Macchia, generale di corpo d'armata) sono tre deferenti statue di ghiaccio. Alla malga, ai piedi dell'elicottero appena atterrato in una nuvola di neve farinosa, il cerimoniale si ripete nella sua sequenza grottesca. Nessuno sa bene chi salutare. Anche perché alcuni di quelle signore e signori non li conosce nessuno. Finche una Land Rover blu notte tirata a lucido se ne va con gli ospiti.

Non sembra questa la sola pagina umiliante scritta a Passo Rolle. Di storie, nel Corpo, se ne raccontano di tutti i colori. E almeno una ha lasciato tracce documentali e testimoniali. Speciale ama il pesce fresco. E, si sa, le malghe non ne offrono. In un'occasione, dunque, dall'aeroporto di Pratica di Mare viene fatto sollevare un Atr 42 con a bordo un metro cubo di pesce. Il piano di volo prevede l'atterraggio a Bolzano, quindi il disimbarco e la consegna del prezioso carico in montagna.

Il pilota è il maggiore Aldo Venditti. Ma il poveretto non ha fortuna. Le condizioni meteo su Bolzano lo obbligano ad atterrare a Verona, dove nessuno aspetta pesce. Tantomeno un drappello di sconcertati "baschi verdi" che rifiutano di farsi facchini. Tocca al pilota. E la storia smette di essere un segreto.

(11 ottobre 2007)

Oggi Grillo show per 4.000 trentini (sezione: Costi dei politici)

( da "L'Adige" del 11-10-2007)

 

Spettacolo al Palazzetto Biglietti esauriti da tempo di FABIO DE SANTI Finalmente Grillo! Si spezzerà questa sera la lunga attesa legata all'arrivo a Trento di Beppe Grillo dopo il rinvio dello show previsto inizialmente per lo scorso 24 settembre. Ad accogliere il comico (se si può ancora definire tale dopo le mosse degli ultimi mesi) al Palasport ci saranno oltre quattromila persone, con un tutto esaurito che fa comprendere l'attesa per questo spettacolo: si parte alle 21. Pochissimi - come ci hanno spiegato i responsabili della meranese Showtime Agency che organizza l'evento - coloro che hanno rinunciato al biglietto acquistato per la data del 24 settembre. Di più: per questa sera sono state addirittura alcune centinaia le richieste per un tagliando che sono andate inevase. Questa sera si potrà intanto verificare se Grillo ha riacquistato la voce che a forza di urlare "vaffa" aveva perduto proprio alla vigilia dello show di Trento. E la voce, oltre al suo blog, è il punto di forza di un Grillo che da un mese è diventato uno dei personaggi più gettonati e discussi del Belpaese. Dopo la mossa del "V- day", che ha portato migliaia di persone in piazza in ogni angolo della penisola (con l'aggiunta di 300.000 mila firme raccolte), Grillo continua infatti a menare fendenti a destra e a manca anche con interventi piuttosto delicati come quello sulla Romania e sulla presenza dei rom in Italia che hanno fatto discutere. E certa comunque la volontà di Grillo di dire la sua su argomenti al di fuori del recinto "classico" della comicità, quasi come si fosse stancato di stare in attesa e di affidare solo al suo blog e ai suoi spettacoli il messaggio di cambiamento. Questa sera prosegue il tour di "Reset", in cui prende di mira economia, politica, informazione e ambiente con una vis comica travolgente che non risparmia davvero nessuno. "Sono un partigiano della terza guerra mondiale, quella dell'informazione e anche nel mio nuovo spettacolo si parlerà di tutto, con enormi schermi - ha sottolineato più di una volta Grillo nel presentare lo show - Entreremo nel web, e tratteremo di satanismo, di consigli di amministrazione, della costituzione europea, dei farmaci, del capitalismo senza capitali di oggi". Quello del comico genovese è un tour da lui definito come "d'azione": tra i punti di forza c'è anche la piena collaborazione tra Grillo e i vari gruppi "Meetup" dislocati in Italia. E come ha spiegato in più occasioni il comico "i vari gruppi verranno invitati a prendere parte agli spettacoli, contribuendo al recupero di valori essenziali quali informazione corretta, diffusione della conoscenza, salvaguardia dell'ambiente ed attenzione ai più svariati ambiti dei quali la nostra società è costituita, dalla sanità all'istruzione, dalla politica alla giustizia e al sociale". Anche a Trento quindi Beppe Grillo si occuperà a suo modo della realtà locale proprio prendendo spunto dagli accadimenti della nostra Provincia fra autonomia, orsi ed inceneritori. Ed è proprio sul fronte Trentino che si attendono le più gustose cattiverie del "fustigatore" Grillo. 11/10/2007.


<Abbiamo trovato un muro di gomma> (sezione: Costi dei politici)

( da "L'Adige" del 11-10-2007)

 

"No" del consiglio alla riduzione delle indennità, il commento del gruppo Caproni "Abbiamo trovato un muro di gomma" "E con grande rammarico - scrivono i consiglieri comunali d'opposizione del centrosinistra di Arco con Caproni - che l'altra sera ci siamo visti respingere con l'assordante astensione della maggioranza guidata da Veronesi e il voto contrario di De Laurentis una mozione che chiedeva solo di dare un segno alla cittadinanza, che chiudesse un pochino la "borsa". La politica costa troppo, anche quella di Arco, anche con la riduzione del 20%. Gli assessori hanno indennità doppie rispetto alla passata consiliatura, il vicesindaco il 65% in più e il presidente addirittura il triplo. Anche con l'autoriduzione Veronesi ha avuto un aumento che corrisponde ad una paga di un operaio e alla fine quei 5.600 euro, anche se lordi, non sono mica bruscolini. Per non parlare poi dei gettoni presenza degli assessori o dello stesso sindaco quando siedono attorno ai tavoli delle società, del comprensorio e via dicendo. Abbiamo anche affrontato l'oneroso argomento delle consulenze, degli studi, ma niente, solo parole e promesse. Noi della coalizione che fa riferimento a Gianni Caproni abbiamo anche chiesto al consiglio di prendere le distanze dall'intenzione di offrire vitalizi ai sindaci, ma anche in questo caso abbiamo trovato di fronte un muro di gomma. Ci scusiamo con i cittadini tutti, noi ci abbiamo provato, ma i numeri ci hanno dato torto. Ha vinto il più forte (ancora) con la solita "tattica" del "mi astengo, mica voto contro". Sperare che dall'altra parte capissero è stato davvero troppo, ma non lasciamo certo perdere". 11/10/2007.


Il governo non risponde sull'esercito di mandarini (sezione: Costi dei politici)

( da "Libero" del 11-10-2007)

 

Italia 11-10-2007 Il governo non risponde sull'esercito di mandarini di LUCA VOLONTE**capogruppo Udc alla Camera dei Deputati Le non-risposte del governo al nostro question time sul numero di consulenti sparpagliati e imboscati in ogni dicastero confermano che il governo Prodi non ha nessunissima intenzione di tagliare i costi dei mandarini di partito e dei geometri costituzionali al soldo dei ministri che affollano questo esecutivo. Le iniziative a seguito delle indagini di Libero dopo le polemiche di Repubblica? "Si vedrà nel 2008". Ah, a breve ci sarà pure una nuova infornata di consulenti, i cui decreti sono solo in attesa della firma. Come si dice in questi casi? E solo una questione di formalità. Ricapitoliamo: a guidare la classifica è il ministero per i Beni e le Attività culturali con 436 consulenze, anche se bisogna tenere conto che vengono conteggiate anche quelle di tutte le sovrintendenze italiane. Dunque, il record è di Mi(ni)ster Anguria (Verde fuori, rosso dentro): cinque consulenti per il suo gabinetto, a 100mila euro l'anno, otto per i sottosegretari e sette per la Direzione generale "Quali tà della vita". A questi vanno aggiunti 54 consulenti per il servizio "Protezione della natura", ben 107 per il servizio "Ricerca ambientale", più 138 per la "Difesa del suolo" e 14 per la "Salvaguardia ambientale". Forse dal pecoraio arriverà pure un consulente sull'orso bruno. Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.


I seguaci di Grillo bacchettano <i nostri dipendenti> (sezione: Costi dei politici)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 11-10-2007)

 

Cronaca di Cagliari Pagina 1021 Comune. Animata seduta I seguaci di Grillo bacchettano "i nostri dipendenti" Comune.. Animata seduta --> Quei banchi, quasi sempre vuoti, ieri erano insolitamente affollati: poco volte in passato tanta gente ha assistito alla seduta del consiglio comunale. C'erano, attesi, gli operatori del mercato di viale Monastir. E c'erano i giovani che fanno parte del meet up di Beppe Grillo. Si sono dati appuntamento per l'operazione "Fiato sul collo". "Siamo venuti", spiega la portavoce Claudia Giganti, "per mandare un segnale ai consiglieri, nostri dipendenti: vogliamo che lavorino al meglio. Ma il nostro obiettivo è anche un altro: in quanto cittadini, possiamo assistere alle sedute del consiglio. Vogliamo che tutti se ne rendano conto". Intanto si sono limitati a bacchettare i consiglieri. "Si parlava di argomenti importanti: è stata sgradevole l'assenza del sindaco. Così come non mi è piaciuto che un consigliere non sia riuscito a votare perché era al telefono o il fatto che una pausa di cinque minuti si sia prolungata per venti". LA SEDUTA All'inizio della seduta, il gruppo ha assistito al vivace confronto sul mercato di viale Monastir. L'ispezione della Asl che ha rilevato la presenza di topi, insetti di amianto ha provocato un'animata discussione. "E una struttura da terzo mondo", ha detto, per esempio, il riformatore Lino Bistrussu. Momenti di tensione tra i consiglieri con il presidente Ghigo Solinas impegnato a calmare gli animi. I VOTI La discussione sul mercato si è conclusa senza alcun voto. I consiglieri sono, invece, stati chiamati a esprimere il proprio parere in altre due occasioni. Finalmente sono riusciti ad approvare il Regolamento di igiene urbana, non passato nelle due precedenti votazioni: in quelle occasioni, era richiesta la maggioranza qualificata che il centrodestra non è riuscito a raggiungere per i dubbi di alcuni consiglieri. Ieri, invece, era sufficiente la maggioranza semplice che è stata raggiunta senza alcun problema. Serviva, invece, una maggioranza qualificata per modificare il regolamento comunale che concede ai segretari di commissione il gettone di presenza che hanno i consiglieri: in questo caso, la modifica non è passata perché ha ottenuto soltanto la maggioranza semplice dei voti. Un altro segnale dei problemi che sta attraversando il centrodestra: la modifica era passata in commissione all'unanimità. ( mar.co. ).


Rizzo: <Sindaci, troppe disuguaglianze> (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere Alto Adige" del 11-10-2007)

 

Corriere dell'Alto Adige - BOLZANO - sezione: PRIMOPIANO - data: 2007-10-10 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE POLITICA PARTITO DEMOCRATICO Rizzo: "Sindaci, troppe disuguaglianze" L'autore de "La Casta" sulle indennità: a Bolzano il triplo di Venezia BOLZANO - Il libro di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella "La casta" ha lasciato il segno anche nel capoluogo altoatesino. Lo testimonia il successo dell'incontro con uno degli autori, Sergio Rizzo, svoltosi ieri nella sala di rappresentanza del Comune. Sala piena e gente anche sulle scale per ascoltare l'autore di uno dei libri più venduti dell'anno. Forse un po' ha contribuito anche il fatto che si sia nella settimana delle primarie per la scelta dei leader nazionali e locali del partito democratico, ma certo è che la città ha risposto positivamente all'appello della politica. Nel primo pomeriggio Sergio Rizzo ha incontrato i giornalisti locali al circolo della stampa, raccontando alcuni aneddoti riguardo al libro. "D'Alema ha detto pubblicamente che questo clima simile a quello del 1992 rischia di travolgere la classe politica - ha raccontato il giornalista del Corriere della sera -Dopodieci giorni è andato all'estero e, cenando con alcuni imprenditori, ha affermato che i costi della politica sono un'invenzione di due giornalisti sfaccendati". Già nell'incontro con la stampa sono arrivate le prime domande sul cosa fare, sul come soddisfare la voglia di cambiamento che emerge dalla lettura del libro. "Se nel prossimo governo, non mi interessa se di destra o sinistra, si mettessero delle donne alla guida di alcuni ministeri chiave come Interni, Giustizia, Università, già si porterebbe una ventata nuova nella politica nazionale". Rizzo ha anche spiegato che lui e Stella non hanno ricevuto alcuna querela per "La casta ". Solo qualche minaccia, per ora senza seguito. L'appuntamento con la città di Bolzano era alle 18. La sala era piena già alcuni minuti prima che Rizzo, il direttore del Corriere dell'Alto Adige Enrico Franco e Giovanni Polonioli (candidato alla segreteria provinciale del Partito democratico) iniziassero a parlare. Platea variegata, più teste bianche che giovani, un buon numero di donne. Polonioli ha iniziato spiegando che la presenza di Sergio Rizzo non significava una sua adesione al Partito democratico. Lo stesso giornalista aveva spiegato prima alla stampa che ha parlato del proprio libro davanti a platee di tutti i partiti "perché è importante che in questo momento si discuta di politica". Rizzo ha dimostrato subito di essersi documentato sulla realtà locale e di non aver paura di dire cose scomode. "Non capisco perché il sindaco di Bolzano debba guadagnare quanto un senatore e il triplo del sindaco di Venezia - ha detto - Forse ha delle incombenze maggiori del sindaco di Frascati, ma tali da giustificare tanta differenza? Oppure non capisco perché il sindaco di Laives (Giovanni Polonioli, che era seduto accanto a lui, ndr) guadagni quanto quello di Roma. Non so, ma si può rinunciare a questa indennità se si vuole?". Appena la parola è stata data al pubblico, le domande non si sono fatte attendere. C'è chi ha chiesto delle "molte caste" italiane, non solo quella dei politici. Non sono mancati i riferimenti a Beppe Grillo, citato anche come simbolo dell'antipolitica e del qualunquismo. Rizzo ha spiegato più volte che "la politica deve dare risposta ai problemi della gente. è quando si fa solo i propri interessi che diventa una casta". Il giornalista ha anche difeso i giornali locali, ricordando che molte delle cose contenute ne "La casta" erano state scritte prima sui quotidiani regionali. "Ma questo non è un brontolio fine a se stesso. Le lamentele arrivano anche ai piani alti e qualcuno inizia a preoccuparsi ". Damiano Vezzosi LO SCENARIO "D'Alema ha detto pubblicamente che questo clima simile a quello del 1992 rischia di travolgere la classe dirigente" LA PROPOSTA "Se nel prossimo governo si mettessero delle donne alla guida di alcuni ministeri chiave si porterebbe una ventata nuova" PROTAGONISTI Da sinistra, Sergio Rizzo, Enrico Franco e Giovanni Polonioli, candidato alla segreteria provinciale del Pd (Foto Ferrari).


Polonioli: <Integrazione fra i gruppi Taglio netto ai costi della politica> (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere Alto Adige" del 11-10-2007)

 

Corriere dell'Alto Adige - BOLZANO - sezione: PRIMOPIANO - data: 2007-10-10 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE INDIPENDENTE Polonioli: "Integrazione fra i gruppi Taglio netto ai costi della politica" BOLZANO - Giovanni Polonioli, sindaco di Laives, è il volto nuovo del Pd. La sua candidatura, infatti, esce dagli schieramentio tradizionali della Margherita e dei Ds. Sindaco Polonioli perché si è candidato alla segreteria del Pd? "Un partito nuovo, soprattutto radicato fortemente a livello territoriale, ha bisogno di un volto nuovo che ne sappia interpretare lo spirito autentico in un quadro unitario. Credo fortemente in questo e ritengo di poter interpretare il progetto nella sua completezza. Il Pd, come ho detto, non è la somma algebrica di due partiti ma è un soggetto in grado di esprimere uno spirito nuovo rappresentativo della società attuale". Su quali punti si deve basare la strategia del Pd, almeno a livello locale? "Prima di tutto deve essere lasciato spazio ai temi etici e morali con particolare attenzione ai costi della politica. Ovviamente questo non deve far mettere in secondo piano la politica sociale, la piena integrazione tra i vari gruppi linguistici e la politica sulla scuola plurilingue". Non le sembra un controsenso che sia il sindaco di Laives, accusato di guadagnare più del sindaco di Roma, a lanciare la lotta ai costi della politica? "L'indennità non è stata stabilita da me. è in tutto l'Alto Adige che sono più alte. Sono assolutamente favorevole a cancellare i costi superflui, iniziando a tagliare quegli enti territoriali che sono inutili. Un discorso a parte poi va fatto sui consigli amministrazione. Anche in provincia andrebbero ricercate le indicazioni del governo sul "dimagrimento". Ad esempio dove sono in 10 se ne potrebbero tagliare benissimo sette. Altro elemento importante è l'incompatibilità tra consiglieri comunali e provinciali e membri del Cda. O si fa politica o si fa amministrazione. Le vie di mezzo non esistono". è. B.


La Regione se ne frega dei costi della politica (sezione: Costi dei politici)

( da "Opinione Online, Il" del 11-10-2007)

 

Oggi è Gio, 11 Ott 2007 Edizione 220 del 11-10-2007 Stanziati cinquantamila euro per risolvere un problema che non esiste: le difficoltà delle donne ad accedere alle tecnologie informatiche La Regione se ne frega dei costi della politica di Stefano Sandorfi Stanziati cinquantamila euro per risolvere un problema che non esiste: le difficoltà delle donne ad accedere alle nuove tecnologie informatiche. La Regione Emilia-Romagna, con atto n. 7660 del 12 giugno 2007 a firma di Gaudenzio Garavini, direttore generale della Direzione Organizzazione, Personale, Sistemi informativi e Telematica, ha dato incarico all'Associazione Orlando di Bologna, rinomata per le numerose azioni a favore delle donne, di effettuare una consulenza finalizzata alla realizzazione di azioni di contrasto al "Divario digitale di genere" (si legge proprio così nel documento) per la modica spesa di 49.998 euro. Cosa si possa intendere per difesa del "divario digitale di genere" pensiamo sia arduo da capire per i comuni mortali, soprattutto per quelli abituati ad una normale, e forse un po' logora, dialettica sessista, i quali adesso, per esempio, mettendosi alla tastiera del computer, si potranno interrogare se i caratteri sono per caso disposti in modo da favorire la supremazia maschile. Una riflessione conseguente potrebbe essere che le dita rappresentano un collettivo femminile, ma in realtà è il dito che comanda la tastiera, e spesso è uno solo quello che viene usato, ed è proprio l'indice, dito accusatorio per antonomasia, simbolo evidente di potere autoritario e colpevolizzante a priori. Ne potrebbe conseguire che per ribaltare questa logica sessista l'unica strada é che si usino, per le pari opportunità, tutte le dita, indistintamente e indifferentemente, ponendo così fine alla odiosa supremazia di genere del predetto organo. Scherzi a parte, rimane il fatto che la Regione Emilia-Romagna ha deciso di spendere quasi 50.000 euro di soldi pubblici per realizzare azioni di contrasto al divario digitale di genere, ossia alla difficoltà di accesso da parte del mondo femminile alle nuove tecnologie informatiche, quando il problema è già stato riconosciuto praticamente inesistente dalle recenti ricerche sociologiche in quanto può interessare al massimo la fascia residuale delle casalinghe (da segnalare, per esempio, l'intervista su Forum P.A. del 22 marzo a Paola Manacorda, presidente del Comitato interministeriale per la banda larga). Sorge quindi spontanea la domanda, che vorremmo girare a tutti i contribuenti dell'Emilia-Romagna, i quali da quest'anno verseranno mensilmente l'1,1 % di Irpef delle loro entrate per il mantenimento degli organi regionali (con relativi Direttori generali iperpagati), se fosse proprio necessario spendere questi soldi per una iniziativa del genere (o di genere?!), viste le attuali ristrettezze endemiche dei pubblici bilanci, regionali e no.


I CONTI IN TASCA AI PUBBLICI AMMINISTRATORI DEI COMUNI VESUVIANI. I PIù ECONOMICI A SORRENTO (sezione: Costi dei politici)

( da "Mattino, Il (Area Costiera)" del 11-10-2007)

 

I conti in tasca ai pubblici amministratori dei comuni vesuviani. I più "economici" a Sorrento Castellammare. Ammonta a oltre seicentomila euro il capitale che ogni anno i cittadini di Castellammare pagano in stipendi, rimborsi spese e gettoni di presenza a sindaco, assessori e consiglieri comunali. Questi sono i costi della politica nella città delle acque, una cifra che vede in cima alla lista dei politici in busta paga del Comune il sindaco Salvatore Vozza, ex parlamentare, con un salario mensile pari a circa 3mila euro netti. Ai dieci collaboratori di giunta, invece, il compenso si attesta intorno ai 1800 euro al mese, una cifra conferita interamente agli assessori disoccupati o professionisti, diversamente, viene ridotta del 50 per cento a coloro che hanno un rapporto da lavoratore dipendente con un'azienda privata o un ente. Più complicato, invece, è il conteggio del rimborso erogato ai trenta consiglieri comunali. Che appartengano a partiti di maggioranza o di opposizione, questi ultimi ricevono un rimborso, detto "gettone", pari a 35 euro netti per ogni presenza registrata in Consiglio comunale o nell'ambito delle commissioni consiliari. Ogni consigliere è obbligato ad accumulare almeno 24 presenze mensili per un totale di circa 900 euro. Ovviamente non esiste un limite massimo di partecipazione alle commissioni. Infine, attorno all'amministrazione in carica, così come avveniva anche in passato, orbitano anche altri costi come l'auto blu di rappresentanza, un'Alfa 166 gestita da un'agente di polizia municipale, il rimborso spese allo staff del primo cittadino e le consulenze affidate a personale esterno dai vari assessori. Nella vicina Gragnano, invece, il quadro dei costi della politica è meno oneroso per le tasche dei contribuenti, in quanto la città, contando meno di 30mila abitanti, ha diritto a un numero inferiore di amministratori pubblici. Una differenza che si registra già in Consiglio comunale, composto da 20 rappresentanti del popolo, a cui viene elargito un gettone di 25 euro. Una condizione che riguarda anche i sei assessori della giunta guidata dal sindaco Michele Serrapica, a cui spettano 950 euro mensili, ridotti del 50 per cento ai lavoratori dipendenti. In cima alla lista si attesta il primo cittadino, con circa 2400 euro netti mensili. Auto di rappresentanza, utilizzata a turno da sindaco e assessori, è un'Alfa 166 con alla guida un dipendente comunale, mentre per lo staff personale il sindaco non è ricorso a personale esterno ma si è avvalso di dipendenti dell'ente. E di 3098,74 euro lo stipendio lordo mensile percepito dal sindaco di Sorrento, Marco Fiorentino. Una volta detratte le tasse e le imposte la cifra diminuisce di circa il 35 per cento per arrivare intorno ai 2100 euro. "Si tratta - spiegano dal Comune -, dell'indennità minima mensile prevista dalla legge per i Comuni oltre i 15mila abitanti". Anche gli assessori percepiscono il minimo di legge, ossia 1307,98 euro, pari al 45 per cento dello stipendio del sindaco. Leggermente maggiore la cifra incassata mensilmente dal vicesindaco, ossia 1598,64 euro lordi, che rappresenta il 55 per cento di quanto percepisce il primo cittadino. A Sorrento, inoltre, i 7 componenti la Giunta si dividono le cifre previste dal regolamento comunale per 6 assessori. Insomma paghi 6 prendi 7. Il presidente del Consiglio comunale, invece, ha uno stipendio lordo mensile pari a 1394,44 euro mensili lordi. Per i singoli consiglieri comunali previsto solo il gettone di presenza per le riunioni del civico consesso, fissato dalla normativa in 19,99 euro lordi a seduta. Nessun compenso è, invece, previsto per i componenti le varie commissioni comunali. A Pompei il sindaco percepisce un'indennità mensile netta di 2.200 euro. Per gli assessori, invece, il compenso scende a 1.100 euro per i liberi professionisti. Agli assessori dipendenti spetta, invece, un magro stipendio di 530 euro. Gli assessori in carica al comune di Pompei sono sei. Idem per il presidente del Consiglio comunale. E di ventitré euro il valore del gettone di presenza che spetta ai venti consiglieri comunali che in un mese, tra incarichi nelle commissioni consiliari e le partecipazioni ai consigli comunali, percepiscono fino ad un massimo di 150 euro. Le auto blu in dotazione al sindaco, alla giunta e ai consiglieri sono due. Le spese per le auto blu variano tra i cento e i 500 euro mensili. Lo stipendio dell'autista non grava sulle spese della politica in quanto è già un dipendente comunale. Il primo cittadino Claudio D'Alessio precisa che il suo stipendio lo impegna mensilmente per ricariche telefoniche, "visto che utilizzo spesso il cellulare personale per fare telefonate inerenti alla carica politica che ricopro", in caffè durante gli incontri nella sala comunale e in cene politiche. hanno collaborato: Massimiliano D'Esposito, Ciro Saccardi, Susy Malafronte.


PORTICI E TORRE DEL GRECO AGEVOLAZIONI SUI CELLULARI (sezione: Costi dei politici)

( da "Mattino, Il (Area Costiera)" del 11-10-2007)

 

Portici e Torre del Greco agevolazioni sui cellulari Il sindaco Daniele: Ercolano punta al risparmio ho ancora in uso la vettura utilizzata dalla Bossa Portici. Il sindaco di Portici citato nel libro "La Casta" di Stella e Rizzo. E contento di esserlo, tanto da raccontarlo con soddisfazione. I due scrittori, nel capitolo dedicato ai sindaci, si chiedono "perché una persona perbene dovrebbe caricarsi sulle spalle i problemi e i rischi di un agglomerato edilizio mostruoso come Portici per 4.132 euro al mese?". E così, da questa citazione nelle pagine finali del libro dell'anno, parte l'esame dei costi della politica nella città della Reggia. Il sindaco percepisce 3.625 euro netti al mese (paradossalmente la cifra più alta tra i comuni con più di trentamila abitanti che abbiamo preso in considerazione). Il presidente del Consiglio comunale, 2.333 euro. Agli assessori vanno 1.400 euro netti al mese. I consiglieri comunali, invece, devono accontentarsi di 850 euro lordi al mese a testa, ai quali però vanno sommati i 56.000 euro l'anno in totale che il Comune spende in rimborsi ai datori di lavoro di assessori e consiglieri per versamenti previdenziali. Giunta e Consiglio comunale, poi, hanno un budget complessivo annuo di 20.000 euro per le missioni. Altri 36.000 euro l'anno vanno via per i cellulari di servizio in dotazione a sindaco, assessori e dirigenti comunali. Le auto blu? Il Comune di Portici ne ha due: una per il sindaco e una per gli assessori. Costano in tutto 10.386 euro l'anno. Per i consulenti esterni si spendono ogni anno 63.000 euro, 15.000 per le "spese di rappresentanza". In totale, il Comune costa ai cittadini di Portici circa 800.000 euro l'anno. Costi contenuti e meno uscite possibili. Sembra essere questa la parola d'ordine del Comune di Ercolano relativamente alla gestione delle spese della politica. "Dobbiamo assolutamente evitare gli sprechi - spiega il sindaco Nino Daniele -. Basti pensare che la mia auto di rappresentanza, che portiamo spesso a riparare, è ancora quella acquistata sei anni fa dal sindaco Luisa Bossa". Povero il parco auto del Comune riservato ai politici, composto dalla vettura che usa il sindaco e quando occorre dalle macchine della polizia municipale e dell'ufficio tecnico che vengono utilizzate, ad esempio, per sopralluoghi con gli assessori. Lo stipendio del sindaco di Ercolano? E pari a 3mila euro mensili. "I gettoni dei consiglieri, invece, hanno un valore di circa 36 euro - aggiunge il primo cittadino - che ognuno dei trenta esponenti dell'assise cittadina percepisce per commissioni e sedute di consiglio". Dieci gli assessori ercolanesi: per ognuno il rimborso mensile è di 1.250 euro, per un totale di 12.500 euro al mese. Per gli esponenti dell'assise cittadina è previsto l'uso di un telefono cellulare aziendale che può effettuare, gratuitamente per chi lo utilizza, solo chiamate verso i numeri di servizio registrati all'interno della scheda. A Torre del Greco L'intera classe politica torrese può costare al bilancio comunale fino a 65mila euro al mese. E questo il computo lordo delle indennità massime spettanti a sindaco, assessori e consiglieri comunali. Una cifra che viene fuori sommando l'indennità massima spettante a Ciro Borriello (a cui toccano 3.717,90 euro lorde al mese), al suo vice Gennaro Cirillo (2.788,42), agli altri nove assessori e al presidente del Consiglio. Ai consiglieri spetta un'indennità massima di 1.239,30 euro, suddivisa a Torre in 26 presenze ogni mese. Nella commissione Regolamento è allo studio la possibilità di istituire l'indennità di funzione: meno presenze, stessa cifra. Una cosa che limiterebbe i rimborsi alle aziende: ogni consigliere che è anche lavoratore dipendente, infatti, ha diritto ad assentarsi dal posto di lavoro per le ore in cui è impegnato nelle attività di Consiglio e commissioni. Attività che si svolgono prevalentemente di mattina. Quindi molte aziende chiedono e ottengono i relativi rimborsi. A Torre del Greco tutti gli assessori hanno telefonini "aziendali", con tariffe agevolate. Sono due le auto blu, in dotazione al vicesindaco e al presidente del Consiglio. hanno collaborato Aniello Sammarco, Emanuela Sorrentino, Carlo Tarallo.


TAGLI ALLE ASL, ECCO LA RIFORMA (sezione: Costi dei politici)

( da "Mattino, Il" del 11-10-2007)

 

Tagli alle Asl, ecco la riforma Ridurre il numero delle Asl da 13 ad 8. Tagliare i distretti sanitari da 114 a 61. La "proposta per la sanità campana" di Michele Caiazzo, consigliere regionale e membro della commissione Sanità, si basa soprattutto su questi due pilastri. E stata presentata ieri alla presenza dell'assessore alla Sanità, Angelo Montemarano che l'ha approvata e sposata ("va approvata presto" ha detto). Nel dettaglio. "Si punta a riorganizzare tutto il sistema sanitario regionale - spiega Caiazzo - per una sanità più al servizio dei cittadini". La proposta presentata ieri prevede, fra i punti principali: la separazione delle competenze delle Asl da quelle delle aziende ospedaliere; la ridefinizione dell'ambito territoriale delle Asl e dei distretti sanitari; il ricorso ad una rete dei servizi sanitari regionali. Un modello basato, ha spiegato Caiazzo "sulla separazione dei soggetti acquirenti dai soggetti fornitori di prestazioni sanitarie". In pratica le Asl sono chiamate a svolgere il ruolo di acquirente di prestazione sanitaria, ma continueranno a gestire i servizi territoriali e socio-assistenziali. Le aziende ospedaliere ed i privati accreditati, assumono invece il ruolo di produttori e di erogatori di prestazioni. "Prevediamo - dice Caiazzo - un risparmio di circa dieci milioni". La Uil si è detta subito perplessa. Una dura nota della Uil Campania parla di "strumentalità della scelta temporale", di inefficacia dal punto di vista del risparmio e di un cambiamento che creerebbe carrozzoni elefantiaci in cui il paziente non sarebbe per niente al centro. Le spese per la Sanità, si dice, lungi dal costare il 60% del bilancio, sono solo "una partita di giro". "Con quale faccia - si chiede poi il consigliere regionale Enzo Rivellini, An - l'assessore Montemarano presenta una proposta che stravolge il sistema sanitario regionale ad appena otto mesi dall'approvazione del piano ospedaliero ed a sole poche ore dalle primarie del Pd?". Il vicepresidente del consiglio regionale della Campania, Salvatore Ronghi, An, ha chiesto le dimissioni dell'assessore.


<Contro i costi della politica abolire i piccoli comuni> (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 11-10-2007)

 

IL SONDAGGIO "Contro i costi della politica abolire i piccoli comuni" Contro i costi della politica meglio sopprime i piccoli comuni.E' questo l'esito del sondaggio di News Belluno, sito di informazione locale. Mentre dalla montagna bellunese si alza un coro di proteste contro i provvedimenti della Legge Finanziaria che rischiano di rivoluzionare l'attuale sistema delle Comunità Montane, i cittadini indicano nei piccoli comuni gli enti da chiudere per ridurre i così detti costi della politica. Su un totale di 315 votanti, la maggioranza relativa (39,37\%) ritiene che siano proprio i comuni di piccole e piccolissime dimensioni gli enti che andrebbero chiusi, per evitare le spese di gestione, a cominciare dalle indennità percepite dagli amministratori. Le Comunità Montane sono giudicate inutili, e quindi eliminabili, dal 36,51\% dei votanti. Il restante 24,13\% si è schierato, infine, dalla parte del governatore Giancarlo Galan e di tutti coloro che suggeriscono la soppressione delle Province, sempre in risposta al vento dell'antipolitica che da qualche tempo soffia anche all'ombra delle Dolomiti.

 

Quelle critiche inaccettabili (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale di Calabria, Il" del 11-10-2007)

 

L'assessore alla Salute, Doris Lo Moro, parla del suo operato e del futuro della Sanità in Calabria CATANZARO. "La sanità è un settore complesso sul quale si concentrano aspettative ed interessi ed è per questa ragione che preferisco lavorare alla soluzione dei problemi piuttosto che abbandonarmi alla facile propaganda che pure, in una fase come quella attuale, caratterizzata dalla campagna elettorale per le elezioni primarie del Partito Democratico, potrebbe risultare utile a fini politici, considerato il mio impegno per la lista "Con Veltroni - Ambiente, Innovazione e Lavoro". Non ritengo necessario rispondere a tante critiche gratuite che vengono mosse alla sanità e all'assessorato. Né intervenire su strane candidature che pure si registrano. Ritengo però inaccettabile che se l'assessore regionale alla salute si attiene ad un atteggiamento istituzionale per evitare commistioni fra l'interesse pubblico ad una sanità funzionante ed una consultazione di partito, il funzionario di un'azienda sanitaria approfitti di una iniziativa elettorale per criticare la politica con toni che denotano, oltre che una mancanza totale di stile, una conoscenza quantomeno superficiale del lavoro svolto dall'assessorato e dalla Giunta regionale in questi due anni e mezzo". Lo afferma, in una nota, l'assessore regionale alla Salute, Doris Lo Moro, che aggiunge: "A chi dice che la sanità in questa fase si caratterizza per tagli di risorse, rispondo che in realtà le risorse a disposizione sono aumentate e non diminuite e che, comunque, bisogna stare attenti a non confondere una gestione oculata dei soldi pubblici ed il rifiuto di pratiche clientelari con il ridimensionamento dei servizi, spacciando al contrario promesse ed impegni a soddisfare aspettative di singoli per azioni efficaci ai fini del diritto collettivo alla tutela della salute". L'assessore aggiunge che "la dialettica politica intorno alla sanità, in questi due e anni e mezzo di esperienza amministrativa, è stata spesso eccessiva e viziata dallo spirito di parte che comunque può rientrare nel gioco politico. Ho accettato le critiche - fa rilevare - quando sono state mosse da fonti competenti tentando di ricavarne elementi di positività nell'attuazione dei progetti; le ho respinte con argomentazioni e dati di fatto quando le ho ritenute fuorvianti o in malafede. Oggi non ritengo accettabile che un funzionario di un'azienda sanitaria possa attaccare due anni e mezzo di lavoro, al quale avrebbe dovuto contribuire ed evidentemente non lo ha fatto, in nome e per conto di una lista che concorre al processo costituente di un partito a cui in tanti stiamo dedicando tempo ed energie". In Calabria, a parere dell'assessore Lo Moro, "è molto difficile rimuovere incrostazioni datate e nostalgie di un tempo in cui l'assessorato regionale alla salute era un terminale di clientelismo e pessima politica. Lo dimostrano tante polemiche gratuite che si registrano con toni eccessivi e povertà di argomenti. Chi ha costruito fortune elettorali sulla sanità - continua - non ha titolo per contestare il lavoro di chi opera senza sosta nel tentativo di risanare i guasti che una politica invadente ha prodotto in anni ed anni di gestione scriteriata. La mia storia politica ed umana parla chiaro. I cittadini conoscono uomini e vicende e sanno giudicare il pulpito dal quale partono certe prediche. Fin dal giorno del mio insediamento - prosegue - ho dichiarato che il riordino della sanità calabrese era un progetto di largo respiro, che non può misurarsi sul breve periodo. Ritengo che le scelte sin qui fatte vadano nella direzione giusta. Se la Calabria rispetta il patto di stabilità; se si è ampliata la garanzia dei livelli essenziali di assistenza; se l'interlocuzione con i livelli istituzionali nazionali procede con costanza, è il segno di un recupero di credibilità che altre fasi politiche non hanno saputo garantire alla Calabria". E questa credibilità, a parere di Doris Lo Moro, "deriva in particolare da una gestione sana dei soldi della collettività; dalla recuperata capacità di lavorare per obiettivi e di programmare; dalla convinzione ormai consolidata nella nostra regione che oggi le assunzioni e le progressioni di carriera nella sanità devono essere funzionali ad un progetto amministrativo e non al destino politico di personaggi che, collocati negli anfratti della burocrazia o in attesa di improbabili promozioni, manovrano nell'ombra per raccogliere voti e contribuiscono ad aggravare quei guasti a cui la Giunta regionale sta tentando di porre rimedio". Laratta (Ulivo): "In Calabria la sanità oramai è in coma" COSENZA. "La sanità in Calabria è ormai in coma". Lo ha affermato il parlamentare dell'Ulivo Franco Laratta al termine di un colloquio avuto con il commissario dell'Azienda Sanitaria di Cosenza, Barbaro. Il parlamentare che ha segnalato al dirigente la situazione drammatica dell'ospedale di San Giovanni in Fiore che rischia la chiusura e, dopo aver anche sottolineato "la situazione molto grave che esiste nelle periferie e nelle ex ASL ora soppresse, nonché la situazione altrettanto grave delle cliniche private", ha affermato: "La Regione dovrebbe decidersi e intervenire con la massima urgenza per sbloccare un quadro globale divenuto ormai insopportabile. Si segnala ovunque uno scollegamento totale tra il centro e le periferie, fra la Regione e le Aziende Sanitarie con gravi ripercussioni per la vita delle strutture sanitarie. La stessa riforma che ha ridotto ed accorpato le ASL rischia di provocare un caos, visto che non è stata accompagnata dai giusti e necessari provvedimenti. Per cui l'obiettivo fondamentale della riforma stessa rischia ora di perdersi completamente. La condizione generale della sanità calabrese - continua - richiede, a mio avviso, un intervento immediato ed urgente della Giunta e del Consiglio regionale affinché venga fermato un collasso dell'intero sistema sanitario calabrese".


Il governo paga i costi della politica (sezione: Costi dei politici)

( da "Stampa, La" del 11-10-2007)

 

Analisi Il premier è il primo a denunciare una crescita lenta Il governo paga i costi della politica CARLO BASTASIN MILANO Era difficile immaginare che Romano Prodi potesse essere criticato dalla Commissione europea, da lui presieduta per 5 anni, e che Tommaso Padoa-Schioppa finisse nel mirino di una banca centrale. La logica avrebbe fatto immaginare che i due maggiori protagonisti di un governo nato molto fragile, avrebbero fatto leva sulla loro spiccata qualità tecnica, trovando sponda nell'Europa, nel rigore di bilancio e negli obiettivi di lungo termine dell'azione politica, per fissare una linea netta di governo, difficilmente contestabile sia all'interno sia all'esterno della coalizione. Ma finora non è evidentemente stato possibile. Le critiche di Josè Almunia e di Mario Draghi sono perfino ovvie. Le osservazioni contabili sono in fondo le stesse implicite nella Relazione previsionale del governo. Quelle "politiche" riguardano la scarsa capacità di crescita dell'economia italiana, problema che Prodi anche ieri ha denunciato da Bruxelles. Ciò che separa queste strane coppie di duellanti, che parlano la stessa lingua e condividono le stesse bandiere, è - si potrebbe dire - "il vero costo della politica": il freno alle decisioni imposto da una faticosa ricerca del consenso interna al governo, finalizzata alla sopravvivenza di un progetto politico che si deve compiere in una legislatura. Se infatti si proiettano gli obiettivi di finanza pubblica di fine legislatura del governo - pareggio di bilancio nel 2011, un avanzo primario di circa il 5% del pil e un debito pubblico inferiore al 100% del pil - non si può negare che essi rappresenterebbero il recupero di quella disciplina fiscale che il passato governo aveva dispersa. Ma qui è il paradosso: senza il consenso non si arriva alla fine della legislatura, ma con il consenso non si arriva agli obiettivi. Le ultime due Finanziarie lo dimostrano e il fatto che il disavanzo programmatico per il 2008 risulti superiore a quello che si avrebbe in assenza di manovra e che l'aggiustamento sia rinviato al lontano 2009-2011 rafforzano il rischio che il disegno di legislatura si riveli un trompe-l'oeil. Non è certo mancanza di capacità nell'analisi che può essere imputata a Prodi e Padoa-Schioppa. Draghi usa le loro parole: "La sfida cruciale consiste nel realizzare congiuntamente l'abbattimento del peso del debito e la riduzione del carico fiscale che grava sui contribuenti onesti". Per farlo occorrerebbe ridurre la spesa, che invece aumenta a tassi reali del 2,4% all'anno, esattamente come ogni anno da dieci anni. E proprio il "Libro verde" a rivelare che esistono ampi margini di risparmio in tutte le voci di spesa. Ed è ancora la Relazione previsionale a riconoscere che un punto in più di crescita dell'economia per dieci anni ridurrebbe il rapporto debito-pil di dieci punti. La manovra per il prossimo anno avrebbe dovuto sfruttare il sorprendente andamento delle entrate per concordare riforme che innalzassero, non riducessero, l'età pensionabile. Che restituissero ai lavoratori reddito, attraverso minori tasse sul lavoro, e occupazione, attraverso minori oneri sulle imprese, accompagnando un pacchetto welfare che combinasse con più coraggio flessibilità e sicurezza. Oppure, in assenza del consenso che comprensibilmente la sinistra preferisce assicurare a riforme ambiziose dal punto di vista sociale, avrebbe dovuto essere destinato a ridurre il debito pubblico. Non è sufficiente misurare questo governo sui problemi lasciati da quello passato. Ogni anno perduto è un costo maggiore sugli anni a venire.


Imprenditori, evasori, errori: politica e fermezza dello Stato (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale di Brescia" del 11-10-2007)

 

Edizione: 11/10/2007 testata: Giornale di Brescia sezione:LETTERE TASSE Imprenditori, evasori, errori: politica e fermezza dello Stato Identikit dell'imprenditore disonesto. Esclusi i pochi, veri ladri, per i quali è necessario essere inflessibili, credo che molti degli imprenditori considerati non in regola siano in realtà spettatori inermi di un sistema politico ammalato di cannibalismo. Tra gli evasori risultanti dalle ultime relazioni del Governo vi sono, infatti, vittime della burocrazia, uomini che lavorano per trovare il modo migliore per far rendere di più il loro investimento (rendendo partecipi del beneficio anche i soci finanziatori, oltre che i lavoratori stessi), imprenditori presi di mira per la loro trasparenza (spesso causa di problemi e non segno distintivo di onestà). Non è vero, quindi, che con il nuovo corso dell'impegno e del rigore è stata aperta una caccia al "killer". Sono convinto, piuttosto, che sia stata aperta la solita caccia al "fagiano di riserva", ovvero a quel povero animale d'allevamento, pronto ad essere sacrificato ai fucili di chi non ha voglia di fare troppa fatica per trovare un po' di selvaggina. Sostituiamo alle doppiette le carte bollate e la burocrazia degli adempimenti, ai guardiani il Ministro Padoa Schioppa e i suoi funzionari, e ci accorgeremo che dietro le parole si nasconde un mare di ipocrisia e di esclusiva volontà di "fare cassa" per finanziare i soliti costi della politica. Sono, per queste ragioni, sempre più dell'idea che tra le migliaia di "furfanti" sulla via della redenzione, esposti magari come spot pubblicitari dai nostri "onorevoli rappresentanti" (si pensi al caso di Valentino Rossi), vi siano molte persone cadute in qualche banale ed inevitabile errore di contabilità. Di fronte a questi uomini e a queste donne, invece della proposta da parte del Governo di una collaborazione e non quindi di un semplice controllo, che rappresenterebbe un vero e proprio servizio dello Stato ai suoi cittadini, Roma e i suoi centurioni preferiscono la via cruenta della "fermezza". Ave Prodi, Ave Padoa. Prof. STEFANO CALIMERI Circolo delle libertà "Brescia Leonessa" Brescia.


An scopre gli sprechi e si scaglia contro la Comunità montana (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzetta del Sud" del 11-10-2007)

 

Paola Scatta la mobilitazione per ridurre i costi della politica An scopre gli sprechi e si scaglia contro la Comunità montana PAOLAMobilitazione di An sul Tirreno cosentino per raccogliere firme a sostegno della proposta del presidente nazionale Gianfranco Fini su "Italia e costi della politica". Dopo la manifestazione del prossimo 13 ottobre a Roma contro Prodi An promuoverà una serie di iniziative per chiedere la diminuizione dei costi della politica anche nel nostro comprensorio. Per la raccolta delle firme sono state delegati il dirigente provinciale Pino Veltri e il coordinatore zonale Domenico De Rosa ex assessore al Bilancio. Gli enti sotto il mirino di An per essere soppressi fra gli altri sono le Comunità montane e altri "enti inutili". "Dobbiamo sopprimere questi carrozzoni dice De Rosa e non gli ospedali che riguardano la salute dei cittadini" Secondo De Rosa nel comprensorio del Tirreno cosentino c'è un precariato e una disoccupazione drammatica e spaventosa, con un'elevata pressione fiscale mentre esistono organismi che costano moltissimo. "Prendiamo ad esempio sottolinea la Comunità Montana del Medio Tirreno e del Pollino. Il problema non sono né il personale né le competenze, ma la gestione dell'apparato politico che costa molto ai cittadini ed è inutile". Si chiede: "A cosa serve l'ente comunitario se non a garantire 42 poltrone ai consiglieri comunitari, 10 per gli assessori più quella del presidente 11 e a creare clientelismo? Tutto ciò è uno spreco. Chiediamo inoltre evidenzia la riduzione dei componenti dei consigli di amministrazione delle società miste. Noi scegliamo di dare una risposta molto chiara ai cittadini e la risposta e questa: preso atto che bisogna razionalizzare la spesa pubblica riduciamo i costi della politica e miglioriamo direttamente i costi che garantiscono un servizio cittadino. Ad esempio per l'ospedale se si riducessero i costi della politica non vi sarebbe alcun bisogno di essere amatellato".(g.vena) (giovedì 11 ottobre 2007).


Quartiere 2, liquidato l'odg della minoranza (sezione: Costi dei politici)

( da "Libertà" del 11-10-2007)

 

Quotidiano partner di Gruppo Espresso LIBERTA' di giovedì 11 ottobre 2007 > Piacenza Quartiere 2, liquidato l'odg della minoranza "Prematuro l'esame sulle aree militari" Un gettone di presenza "sudato" quello dei consiglieri della Circoscrizione 2, impegnati in una seduta durata quasi 4 ore e terminata nella notte di mercoledì. "Troppo presto per imbastire un discorso sulle aree militari, le commissioni "ad hoc" si devono ancora insediare e in Consiglio non si è ancora avuto modo di avere dati certi e programmi precisi". Così la maggioranza di centrosinistra ha liquidato l'ordine del giorno presentato dai consiglieri di minoranza in merito alle aree militari e all'insediamento della Protezione civile nell'area adiacente l'ex caserma Artale di via Emilia Parmense. Un'aula piena di cittadini quella dell'altra sera in via XXIV Maggio, chiamati a dibattere e a dare suggerimenti in merito alle cosiddette Zone 30 nella zona della scuola Calvino, di fronte all'assessore alla viabilità Pierangelo Carbone. "La linea dell'amministrazione - ha spiegato Carbone - è quella di eliminare le fasce pedonali nelle Zone 30, introducendo il principio di "coesistenza" tra pedoni, auto, bus e ciclisti inserendo delle modificazioni viarie per rallentare i mezzi a 30 all'ora. Al contrario, lasceremo nelle strade principali come via Veneto, via Dante o via Cella le fasce pedonali. Siamo pronti a recepire ogni suggerimento ma l'area di via Sidoli è un'area che subisce i disagi di essere "pilota" per questa nuova filosofia di viabilità. Nello specifico creeremo delle isole pedonali con i blocchetti di cemento imbullonati alla strada come in piazzale Genova, mentre la proposta di rendere a senso unico via Sidoli mi spaventa - ha aggiunto - perché è uno stimolo ad andare forte, mentre sarebbe opportuno creare dei parcheggi sfalcati da un lato e dall'altro della carreggiata per creare l'effetto "chicane" e diminuire le velocità". All'attacco l'opposizione che per voce di Sergio Pecorara (Forza Italia) ha tacciato le azioni viabilistiche della Giunta Reggi di "clima da campagna elettorale". "Abbiamo sempre detto - ha sostenuto Pecorara - che le decisioni viabilistiche si prendevano all'interno di questo consiglio, mentre in campagna elettorale i cantieri sono prolificati e le Zone 30 spuntate dal nulla". Presentato il progetto dell'Ato in merito al compostaggio domestico che permetterà di risparmiare il 10 per cento sulla bolletta di Enìa; a breve si terrà un corso per gli abitanti del quartiere. Rinviato invece il Piano particolareggiato d'iniziativa privata in merito alla costruzione del nuovo stabilimento Orton vicino a Borgotrebbia, di fronte all'ex Schiavi. Bipartisan la bocciatura perché nel piano non sono state previste modifiche alla viabilità esistente. Approvata all'unanimità la concessione della sala consiliare all'associazione Le Mani delle donne, che ogni martedì dalle 15 proporrà i vecchi mestieri manuali femminili presso la sala della Circoscrizione 2. Mattia Motta [.


Editoria, il bottino del Sole fa perdere l'aplomb a De Bortoli Il giornale prende oltre 19 milioni di contributi pubblici, ma il direttore attacca i quotidiani politici (sezione: Costi dei politici)

( da "Unita, L'" del 11-10-2007)

 

Stai consultando l'edizione del Editoria, il bottino del "Sole" fa perdere l'aplomb a De Bortoli Il giornale prende oltre 19 milioni di contributi pubblici, ma il direttore attacca i quotidiani politici di Maristella Iervasi / Roma "PORTA A PORTA", mercoledì 3 ottobre. Si parla di antipolitica e del perché i politici sono sotto tiro. Tra i tanti spettatori che seguono la trasmissione da casa c'è an- che Ugo Sposetti, il tesoriere dei Ds. Che sobbalza dalla sedia quando il direttore del Sole 24 ore, Ferruccio De Bortoli, incalzato da Mastella, dice: "Il finanziamento pubblico ai partiti? Lo ricevono soprattutto i giornali di partito... ". "Non solo - urla Mastella - anche voi lo prendete. E un privilegio o libertà di informazione?". De Bortoli: "Contributi sugli abbonamenti, non c'è dubbio, ma per quanto riguarda il Sole per quella parte eravamo assolutamente d'accordo, tanto è vero che ci stiamo quotando in Borsa. Mentre rilevo che nel disegno di legge Levi sull'editoria si siano salvati molti trasferimenti ai quotidiani di partito". Fin qui la discussione tv. Ma Sposetti non resta con le mani in mano. Stila subito un prospetto voce per voce sulle compensazioni statali a favore dell'impresa editrice Sole 24 ore. Una cifra che da sola equivale a tre volte quello che riceve l'Unità all'anno e che ammonta a 19.252.476 euro solo nel 2004. Il tesoriere dei Ds spedisce tutte le tabelle sulle compensazioni a Vespa, sottolineando che "il garbato intervento del direttore del Sole è risultato quantomeno parziale". E la stessa identica lettera viene recapitata a De Bortoli. Ma in cosa è stato preso in castagna il direttore del Sole? Il giornale di Confindustria non ha incassato milioni a go-go di contributo pubblico solo per le agevolazioni postali sugli abbonamenti (11.569.368 euro), ma anche per la spesa della carta e le spedizioni dei periodici (57 testate tra Ed. agricole Srl e Sole Spa e spedizioni di libri - Pieg libri). Soldi avuti dallo Stato e che sono visibili su Internet "Speciale contributi all'editoria" dal sito del Dipartimento per l'informazione e l'editoria. Ecco quindi qualche cifra: per il benificio del credito di imposta sulle spese sostenute per l'acquisto della carta utilizzata nel 2004 il Sole ha incassato 100.997 euro; altri 331.410 euro li ha presi per la Guida pratica fiscale (spedizione di prodotti editoriali) e 748.617 per quella normativa così come altri 257.448 per Radio 24-Sole 24 ore e così via. Insomma, "arriverà De Bortoli a rinunciare alle compensazioni pubbliche? Farà una campagna per modificare la legge sull'editoria in senso veramente liberista"? chiede Sposetti. La risposta arriva a stretto giro. Macché! Il direttore del Sole dice che non c'è motivo di rinunciare ai contributi. "Se c'è un sistema di incentivi, giusto o sbagliato, non si capisce perché un soggetto sul mercato vi debba rinunciare". E attacca anche l'Unità che "riceve un aiuto diretto di 6,5 milioni di euro". Sostegni alla stampa privata dal mercato, tanto caro a De Bortoli, di introiti pubblicitari adeguati. Sostegni ridotti dal ddl collegato alla Finanziaria. Ma il nervosismo del direttore del Sole non si ferma qui. "Perché non organizzare - propone a Sposetti - un dibattito sulla ristrutturazione del debito Pci-Pds-Ds? La lista dei banchieri invitati la lascio alla sua libera scelta". A proposito di editoria va detto che dei 600 milioni di euro previsti dal finanziamento pubblico solo 150 milioni sono contributi diretti e di questi solo 30 milioni vengono distribuiti ai giornali di partito. Contributi quest'ultimi che sono finiti impropriamente nel calderone dei tagli dei costi della politica, mentre sono contributi alla democrazia come recita l'art.21 della Costituzione. E oggi i Cdr di Avvenire, Europa, La Padania, il manifesto, Il Secolo d'Italia, Liberazione e l'Unità, assieme alla Fnsi terranno una conferenza stampa a Montecitorio contro il taglio del 7% dei contributi pubblici all'editoria di idee e no profit contenuto nel decreto di accompagnamento alla Finanziaria.


Priano indagato per falso e truffa, Guelfi finisce agli arresti (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 11-10-2007)

 

Ortopedici "Siamo sempre stati corretti nel compilare le schede di dimissioni ospedaliere, nessun altro ci ha mai contestato" 11/10/2007 UNA CINQUANTINA di schede di dimissioni contestate anche per i pazienti operati all'ospedale padre Antero Micone di Sestri dall'équipe di Gost, l'associazione professionale fondata dal mago del bisturi Ferdinando Priano. Sconfina in Liguria, a Genova, l'indagine dei Nas di Alessandria sulla presunta truffa da un milione di euro al servizio sanitario nazionale messa a segno nel reparto ortopedia della clinica privata convenzionata Nuova Casa di Cura Città di Alessandria. Ieri per falsità ideologica e truffa aggravata, su ordinanza del gip di Alessandria, è finito in carcere Marco Guelfi, 54 anni, ortopedico genovese che prima di lavorare per Gost era stato - sempre al fianco di Priano - in clinica ortopedica al San Martino e al Villa Scassi di Sampierdarena. Agli arresti domiciliari il direttore sanitario della casa di cura alessandrina, mentre indagato risulta lo stesso Ferdinando Priano. Che si difende con vigore: "Nego ogni coinvolgimento. Abbiamo sempre usato un metodo corretto nel compilare le schede di dimissioni ospedaliere, sempre utilizzato criteri precisi tanto è vero che nessuna delle altre aziende sanitarie locali ci ha mai contestato alcun addebito".Secondo le indagini dei Nas, che hanno passato al setaccio gli interventi di artroscopia alla spalla eseguiti tra il 2003 e il 2005 nella casa di cura alessandrina, il servizio sanitario nazionale sarebbe stato truffato indicando diagnosi e tipologie di intervento diverse da quelle effettivamente eseguite. Ea??il mondo dei Drg ( acronimo di diagnosis related groups) sistema di classificazione dei pazienti dimessi per il pagamento (da Asl a Asl o da Asl a privati) delle prestazioni sanitarie eseguite nei loro confronti. Ogni intervento è classificato con un Drg che è la standardizzazione di tutte le manovre che devono essere fatte per quel caso. Per i Nas le schede di dimissione dei pazienti sarebbero state compilate in modo far risultare alla fine un costo più elevato per la Asl. "Guelfi è una persona onesta ed è stato lui ad occuparsi dei Drg e della compilazione delle schede di dimissione. Tutto è sempre stato fatto alla luce del sole. Noi lavoriamo anche con le Asl di Genova, di Novara e di Biella che hanno sempre controllato le schede prima di liquidare i nostri compensi e non hanno mai rilevato nulla di sbagliato. Ho fiducia nella magistratura e confido che le indagini facciano chiarezza". Priano cerca di mantenere bassi i toni, anche se è stato sorpreso dall'esito dell'indagine dei Nas che, nelle settimane scorse, hanno sequestrato documentazione anche nella sede della Asl 3 genovese e nel reparto di ortopedia dell'ospedale padre Antero Micone dove Gost dal 2003 opera in convenzione: 600 mila euro all'anno per abbattere le liste d'attesa di ortopedia, settore in cui la Liguria è in sofferenza e pagando lo scotto di un forte debito per la mobilità passiva dei suoi pazienti che emigrano nelle altre regioni, Piemonte compreso. Sulla vicenda interviene anche l'assessore alla Salute Claudio Montaldo: "Quello che è accaduto ci sprona ad attivare al più presto i nuclei di controllo che saranno costituiti nell'Agenzia regionale sulla sanità per verificare la congruità delle schede di dimissione ospedaliera. Valuteremo e seguiremo con attenzione questa faccenda anche perché in quella struttura vengono operati molti liguri e non vorremmo che anche la Liguria sia stata danneggiata". Alessandra Costante 11/10/2007.


Fa causa a Cairo Reindustriaper avere i gettoni di presenza (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 11-10-2007)

 

L'ex membro del cda, sanguineti Cairo. Si è rivolto a un avvocato per fare causa a Cairo Reindustria di cui è stato membro del consiglio di amministrazione. E' dal 2004 che Fabio Sanguineti aspetta di vedersi saldato il dovuto, ovvero 300 euro circa. E' l'importo dei gettoni di presenza di quand'era nel cda della società pubblico- privata che si occupa della reindustrializzazione delle aree ex -Agrimont. Per un totale di tre consigli. Sanguineti è stato consigliere comunale tra i banchi della maggioranza dal '99 al 2004 con l'amministrazione Chebello per conto di Forza Italia (gruppo Costa). Adesso è il responsabile locale dell'Italia di Mezzo di Follini. A protestare è stata anche l'avvocato Maria Sofia Sterzi, membro del cda nello stesso periodo di Sanguineti, in qualità di rappresentante di Rifondazione Comunista da cui poi si è allontanata. Dopo essersi rivolto più volte al sindaco Fulvio Briano (Ds) per porgli la questione, Sanguineti si è detto pronto anche a chiedere, tramite il suo legale di fiducia Sandra Chiarlone, il pignoramento di una parte dei futuri proventi che deriveranno dalla vendita del Fagiolo. Una palazzina su più piani destinati a diventare un centro direzionale per uffici e imprese artigianali, appena restaurata il cui bando di gara verrà pubblicato nei prossimi giorni. "Dopo le recenti polemiche con i vecchi consiglieri del cda, che non si volevano dimettere, ho deciso di uscire allo scoperto. E'una questione di correttezza. Mi sono rivolto al sindaco per ottenere il dovuto, 300 euro lordi circa. Sono stato pagato sino al 2003 poi solo rinvii e promesse" spiega Sanguineti che critica le precedenti gestioni di Cairo Reindustria. Ora presieduto dall'avvocato Mauro Vallerga (indennità annuale di circa 20 mila euro). Da Cairo Reindustria viene fatto sapere che i pagamenti sono in ritardo anche per quanto riguarda gli altri ex consiglieri, compreso il trio Giacomo Dalla Vedova, Roberto Speranza e Oscar Dogliotti, di recente dimissionario. Tutti i gettoni non sono stati saldati. "Non è stato pagato nessuno dei consiglieri". 11/10/2007.


Gatti: la Darsena di pagliari si e' Arenata (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 11-10-2007)

 

An CURA dimagrante per i consigli di amministrazione delle società partecipate. Entro il 7 novembre, così come prevede il decreto Lanzillotta, saranno tagliate 24 poltrone con un risparmio stimato di circa 143 mila euro all'anno, a cui vanno aggiunti i 100 mila euro di minor costo per il tagli che hanno già interessato l'Atc dove i consiglieri di amministrazione sono scesi da 7 a 3. Sono i dati forniti ieri, nel corso di una conferenza stampa, dall'assessore alle Società partecipate, Raffaella Paita e dal sindaco Massimo Federici, affiancati dal dirigente del Comune Pierluigi Fusoni e dal funzionario del settore Massimiliano Curletto. Il numero dei posti da tagliare si discosta da quello indicato nei giorni scorsi dai gruppi di minoranza che avevano parlato di 78 consiglieri in meno per un risparmio di circa 262 mila euro. "Un dato inesatto poiché mette sullo stesso piano società miste e società a totale partecipazione pubblica -a??ha spiegato la Paita - La legge, infatti, fa una precisa distinzione. Per le società miste, cioè quelle partecipate da altri soggetti pubblici e privati oltre agli enti locali, la legge prevede limiti diversi rispetto a quelle a totale partecipazione pubblica". Nel conto complessivo, come emerge dalla tabella qui a fianco, non viene conteggiata Atc holding, già ridotta prima che uscisse il decreto Lanzillotta, andando oltre le previsioni normative che consentivano di avere un cda di 5 membri anziché di 3, trattandosi di una società con un capitale superiore ai due milioni di euro. Per quanto riguarda Acam spa, il consiglio sarà portato da 11 a 5, mentre 5 restano i membri delle società ad essa collegate. L'amministrazione attende la scadenza per proporre, indipendentemente dagli obblighi di legge, la riduzione a 3 membri, laddove sia possibile dal punto di vista gestionale. In particolare ad essere ridimensionate dovrebbero essere Acam Ambiente ed Acam Acque. C'è inoltre, da parte del Comune, la tendenza a favorire il contenimento dei costi di indennità e gettoni di presenza. La riduzione, peraltro piuttosto consistente, ha già riguardato Atc, portando l'indennità annua dei consiglieri a 7 mila euro lordi, al pari di Atc Mobilità e Parcheggi e SpeziaRisorse. Il sindaco ha precisato che, in questa fase, il Comune si limiterà a dare attuazione alla disposizioni di legge e solo in un momento successivo si aprirà la discussione sulla strategia e la riorganizzazione delle società partecipate. In questo quadro potranno anche essere previsti accorpamenti o soppressioni. Tre le società che per prime dovrebbero essere cancellate Easycard e Documat. "C'è da parte dell'amministrazione - ha sottolineato Federici - una grande apertura al confronto, ma un no netto e deciso al tentativo di descrivere un sistema che ha dei limiti da rivedere, ma anche molti pregi, come l'origine di tutti i mali. Perciò serve un'opposizione matura e capace di confronto, i polveroni non risolvono i problemi. Sarebbe bene riportare tutto ad un confronto più costruttivo". La Paita ha annunciato che l'amministrazione presenterà a breve il piano di azione sulla governance e controllo sulle società partecipate e i servizi esternalizzati con l'obiettivo di rafforzare il controllo del Comune holding. "Vigileremo - conclude l'assessore - e promuoveremo comportanti finalizzati a ridurre al minimo gli sprechi e a rendere migliori i servizi al cittadino aprendo anche una discussione strategica sulle aziende, a partire da Acam e le società per lo sviluppo Patrizia Bertozzi .x/11/0710 "LA DARSENA di Pagliari rischia di diventare l'ennesima incompiuta della città al pari dell'Ex Ip e del Porticciolo Mirabello". Lo sostiene il leader di Alleanza Nazionale in consiglio comunale chiedendo alla giunta "quali siano le ragioni del lungo blocco dei lavori di scavo e, soprattutto, perché, a quasi tre anni dalla consegna dei lavori alle ditte appaltatrici non si veda ancora l'ombra dello specchio d'acqua e del ponte gorevole pomposamente presentato ai cittadini nelle conferenze stampa pre-elettorali". "Al momento - sottolinea l'esponente di An - l'unico risultato concreto è stato la cancellazione del campo di calcio dell'Enel, intervento che ha aumentato i disagi per le società dilettantistiche e non è stato compensato dalla realizzazione del nuovo impianto di Pagliari, finanziato dalla Regione ma ancora al palo". .x/11/0710.


Più welfare, meno burocrazia - federico gelli (sezione: Costi dei politici)

( da "Tirreno, Il" del 11-10-2007)

 

Toscana Più welfare, meno burocrazia La ricetta dei sostenitori di Manciulli alla segreteria regionale FEDERICO GELLI e Alfredo De Girolamo Ci siamo tolti la "giacca istituzionale e professionale" oggi, per immaginare la Toscana del domani e coinvolgere in questo progetto alcuni amici, colleghi, persone intorno a noi. L'occasione ce l'ha offerta la nascita del Partito democratico che ci permette di guardare oltre, di fare scelte e schierarci su alcuni temi importanti per il futuro della nostra regione e per una politica più civile, più partecipata. Abbiamo cercato il sostegno alla candidatura di Andrea Manciulli a segretario regionale del Partito democratico sulla base di una serie di impegni programmatici concreti e in qualche giorno sono state oltre duecento le persone che hanno risposto, sottoscrivendo due pagine di idee forti ed incisive. La strategia nuova che proponiamo è quella fondata sulla Toscana come regione europea, da cui discende la volontà di favorire i processi di integrazione regionale nella pubblica amministrazione, nei servizi, nelle imprese, nella sanità, con l'avvio dei progetti di area metropolitana e area vasta, un sistema portuale ed aeroportuale integrato, un lotto unico per il trasporto ferro-gomma, l'integrazione delle Università. Vorremmo vedere una politica economica fatta di scelte contro la rendita turistica, immobiliare, dei monopoli, con i servizi pubblici al centro della strategia di crescita e competitività e lo sviluppo dei servizi energetici, ambientali e della logistica. L'auspicio è quello che la spesa pubblica per sanità, welfare, scuola, università e innovazione sia più efficace anche attraverso la costruzione di intese forti strutturali tra mondo universitario e imprese. Vogliamo consolidare il sistema sanitario regionale e proporre un modello forte di welfare regionale e locale caratterizzato da una pianificazione pubblica partecipata da tutti gli attori del territorio e dalla promozione di un sistema di offerta moderno ed innovativo che integri virtuosamente pubblico, terzo settore e privato. Ultimo tassello del nostro programma è quello della semplificazione con la riforma della macchina amministrativa della Regione e degli enti locali. Vorremmo che i bilanci delle macchine delle pubbliche amministrazioni avessero meno costi di gestione ma evidenziassero chiare scelte di sostegno allo sviluppo, di incentivi e disincentivi fiscali e un supporto strategico agli investimenti infrastrutturali. Consegniamo oggi a Manciulli un documento e la disponibilità di giovani, professionisti e medici, studenti e insegnanti, operai e dirigenti, tecnici e funzionari della pubblica amministrazione a contribuire al Partito democratico, che nasce con un entusiasmo e una partecipazione non consueti su proposte che non sono solo parole, ma hanno la forza per diventare fatti.


Il consulente gratuitodel ministro Pecoraro (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 11-10-2007)

 

Il personaggio Luca Dallorto, genovese, già assessore in Comune: "Prendo solo il rimborso spese. E come consigliere non arrivo a mille euro" 11/10/2007 Genova. Hanno accusato Alfonso Pecoraro Scanio (Verdi), ministro dell'Ambiente, di fare uso di un sacco di consulenti e di pagarli a peso d'oro. L'interessato ha smentito. "I consulenti retribuiti dal mio ministero sono cinque, più altri cinque a titolo gratuito", ha spiegato. Uno dei cinque "a titolo gratuito"è il genovese Luca Dallorto, già assessore all'Ambiente del Comune di Genova e oggi semplice consigliere eletto nella lista dei Verdi. Allora, Dallorto, il suo ministro di riferimento è finito nella bufera sui costi della politica. "Sono polemiche strumentali e assolutamente infondate". Lei pare esserne la prova vivente, è uno dei cinque consulenti non retribuiti dal ministero. "Sono consulente da giugno. Non prendo un centesimo. Mi occupo di Agenda 21 e Qualità dell'aria. Sono a Roma tre giorni la settimana". Nemmeno un rimborso spese? Non mi dica che ci rimette... "Mi rimborsano a pie' di lista le spese di viaggio e quelle di pernottamento. Viaggio solo in treno, in seconda classe, e dormo in alberghi modesti da 70-75 euro a notte". Insomma, il ministero non le dà da mangiare. Nel partito ha incarichi retribuiti? "Non ho incarichi e anche se li avessi non sarebbero retribuiti perché il mio partito non lo prevede". Le restano i gettoni di presenza da consigliere comunale a Genova. "Settantacinque euro netti a seduta. Siamo intorno agli 800, mille euro al mese". Ce la fa ad arrivare a fine mese? (ride) "In effetti non potrò andare avanti così a lungo, sto cercando di capire che cosa fare da grande". Con tutti questi consulenti superpagati, non si sente un pesce fuor d'acqua? "L'incarico del ministero l'ho accettato con orgoglio, quando mi è stato offerto. E un'esperienza molto qualificante, trovo sia un arricchimento personale". Arricchimento in senso lato... "Beh, mi piace rendermi utile e vivere esperienze che mi insegnano qualcosa di nuovo". In che cosa consiste, in pratica, la sua consulenza per Agenda 21? "Sono stato incaricato di rafforzare la rete tra gli enti locali e il ministero. Seguo le buone pratiche per la sostenibilità ambientale. In pratica devo rafforzare la cinghia di trasmissione tra enti locali e governo centrale". Che cosa sono le buone pratiche per la sostenibilità ambientale? "Pannelli solari, potenziamento della raccolta differenziata. Esistono circa 600 progetti di questo genere curati dagli enti locali. Di Agenda 21 fanno parte 12 Regioni, 41 Province, 275 Comuni, 30 tra Comunità montane ed Enti parco". Incarico impegnativo? "Piuttosto impegnativo, sì. Pensi che gli enti locali italiani possono contribuire per il venti per cento al raggiungimento degli obiettivi del procollo di Kyoto". Dica la verità, comincia a pensare di farsi pagare? (ride) "No. Ripeto: per me la consulenza è un percorso di crescita professionale importante a prescindere. Certo la retribuzione da consigliere comunale a Genova è modesta, non credo di potere andare avanti così ancora a lungo". gilda ferrari 11/10/2007.


Con l'Ente di montagnalo spreco ci guadagna (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 11-10-2007)

 

I costi della politica L'Imont soppresso nel 2007 lasciò il posto all'Eim, che sarà cancellato Roma. Il controllo "politico" sulle nomine negli enti pubblici è una realtà italiana, come ben spiega una proposta di legge del 13 febbraio scorso, per il contenimento dei costi della politica, firmata tra gli altri da Silvana Mura (Idv), Fulvia Bandoli (Sd) e Sergio d'Elia (Rnp). "Si tratta - si legge nel testo - di strutture riconducibili al modello dell'autorità indipendente rispetto al potere esecutivo ma che nell'esperienza concreta non hanno risposto alle esigenze di sottrazione alla diretta influenza del decisore politico". E più avanti: "Il management pubblico vive in un recinto protetto e opera su un percorso determinato non dalla capacità professionale o dai risultati conseguiti, ma dalle sponsorizzazioni partitiche. E il manager pubblico che lascia l'incarico normalmente passa ad un'altra posizione di management pubblico, senza che abbia alcun rilievo la prova offerta sul campo". Stabilito il modus operandi, con le parole degli stessi parlamentari, per le nomine, analizziamo la controversa vicenda dell'Imont, l'Istituto nazionale della montagna, soppresso con la legge Finanziaria del 2007 che ne ha trasferito tutte le competenze a un nuovo Ente, creato ad hoc, l'Eim, Ente italiano per la montagna che, quest'anno, la legge Finanziaria 2008 ha cancellato come "inutile". In questa filiera di cambi di nome, di un ente ex novo e di ripensamenti sulla sua utilità con tanto di soppressione, sono ritratte le eterne titubanze della politica nazionale davanti alla necessità di tagliare le spese (e i posti) dello Stato, enti compresi. Cos'era l'Imont. L'ente venne istituito con una legge del 1997, al fine di coordinare e promuovere l'attività di studio e di ricerca nel settore montano, in collaborazione con Regioni, Enti locali, istituti e centri interessati. Si presenta pertanto come un osservatorio della montagna, con compiti di coordinamento delle competenze e delle conoscenze relative alla ricerca scientifica, tecnica e tecnologica sulla montagna. I Criteri di nomina. Il Presidente è nominato dal Consiglio dei Ministri. Il CdA è nominato con decreto del ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca di concerto con il ministro degli Affari Regionali ed è composto da: il Presidente dell'Istituto, il presidente del Consiglio Scientifico, 6 componenti nominati dal Presidente del Consiglio dei Ministri, ovvero dal ministro delegato per i problemi della montagna (2); ministro degli Affari Esteri (1); ministro dell'Ambiente (1); ministro dell'Università e della Ricerca (1); ministro delle Politiche Agricole e Forestali (1); e un componente ciascuno nominato dalla Conferenza delle Regioni e dall'Uncem, Unione Nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli enti montani. Quanto è costato nel 2005. Secondo la Corte dei Conti i trasferimenti pubblici (da Stato, regioni, enti locali e altri enti), ammontano a 5 milioni e 682 mila euro. Dall'Imont all'Eim (inutile). Con la Finanziaria del 2007 l'Imont viene chiuso e si dà il via libera all'avvio dell'Eim, per sollecitare quanto previsto in materia di sviluppo socio-economico, ambientale e occupazionale della montagna. Per facilitare il passaggio il governo nomina un commissario, Luigi Olivieri, deputato dell'Ulivo ed ex vicepresidente dell'Uncem. Ma con la nuova Finanziaria, il suo ruolo sembra esaurirsi visto che l'Eim, l'Ente creato un anno fa per contribuire al riordino delle politiche della montagna, è già diventato inutile. Salvo emendamenti. Massimiliano Lenzi 11/10/2007.


Provincia, i conti in tasca a consiglio e giunta - gian pietro zerbini (sezione: Costi dei politici)

( da "Nuova Ferrara, La" del 11-10-2007)

 

Riscontro dettagliato su quanto hanno percepito i politici del Castello nel 2006 Provincia, i conti in tasca a consiglio e giunta Lo scorso anno sono stati versati quasi un milione di euro per i compensi lordi Dall'Acqua conferma che l'esecutivo resterà con otto assessori GIAN PIETRO ZERBINI In un periodo in cui si parla tanto dei costi della politica e di razionalizzare gli eccessi negli enti pubblici, siamo andate a fare i conti in tasca all'amministrazione provinciale, verificando quanto si versa annualmente ai politici, tra consiglieri provinciali e giunta. La Provincia ha versato compensi lordi nel corso del 2006 per quasi un milione di euro. Questi dati tengono in considerazione lo stipendio del presidente dell'amministrazione provinciale e dei 10 assessori della giunta, che nel corso del 2007 sono scesi a 8 in quanto c'è stato il passaggio ad altra attività di Rita Cinti Luciani (diventata sindaco di Codigoro) e di Andrea Veronese (che è passato l'istituzione Castello). I compensi sono stati divisi in lordi, che poi è l'effettiva spesa sostenuta dall'amministrazione provinciale, e netti, che è quello che alla fine va effettivamente a finire nelle tasche dei rappresentanti che animano la vita politica dell'istituzione con sede in Castello estense. Il record dei compensi è del presidente della Provincia Dall'Acqua che in virtù di uno stipendio annuale complessivo lordo di 83.546 euro, nel corso del 2006 ha percepito in realtà 52.630 euro. "Si tratta dei compensi previsti dalla legge per chi fa l'amministratore di cose pubbliche - dichiara il presidente dell'amministrazione provinciale - e per questo è giusto che vengano anche resi noti. Da parte nostra c'è sempre stata la massima trasparenza su queste cose". Quanto al risparmio dei costi, Dall'Acqua osserva che è stata presa alla lettera la proposta di abbassare il numero degli assessori nella giunta provinciale. "Ora il nostro esecutivo - dichiara - ha otto membri più il presidente, ed è calato di due unità. Non prevedo quindi degli aumenti nel numero degli assessori. Trovo però non decisivo per le sorti economiche dell'ente locale ridurre invece il numero dei consiglieri. La Provincia di Ferrara è rappresentata da 30 consiglieri, in pratica uno ogni 12 mila abitanti, mi sembra un numero giusto rispetto a quanti dicono che dovremmo scendere a 24. I veri risparmi si attuano altrove a cominciare dal razionalizzare le risorse nel territorio. Il tutto però deve essere fatto con la massima trasparenza ed è giusto che l'opinione pubblica dedichi tanta attenzione anche a queste problematiche". Rimanendo nel campo dei compensi della giunta provinciale, si scopre che dopo il presidente, il più pagato non è il vice Alfredo Zagatti (36 mila euro annui netti il suo compenso in provincia) ma l'assessore al turismo Alessandro Pierotti (poco più di 47 mila euro percepiti nel corso del 2006, seguito da Davide Nardini (agricoltura) e Mario Bellini (lavori pubblici), entrambi con un introito netto anno superiore ai 43 mila euro. Sul fronte del consiglio provinciale spicca per prima cosa la gratifica data al presidente dell'assemblea Filippo Farinelli che ha percepito lo scorso anno complessivamente una cifra netta superiore ai 45 mila euro. Tra i consiglieri invece non c'è una quota mensile, ma il compenso è attribuito in base ai gettoni di presenza. Ed è proprio per questo motivi che si sono verificate differenziazioni anche sostanziali tra i vari consiglieri durante i redditi percepiti nel corso del 2006. E' Rossano Scanavini il consigliere che ha totalizzato la cifra netta di introito più alta con oltre 15 mila euro lo scorso anno, mentre in ultima posizione troviamo Manuela Paltrinieri che ha totalizzato nel complesso 3.242 euro. Nel primo caso ci troviamo di fronte ad un consigliere, unico rappresentante di una forza politica (Udc) e per cui è invitato a partecipare a varie commissioni, oltre alla seduta del consiglio. Dall'altra invece c'è una consigliere appartenente al gruppo consigliere più consistente in termini di rappresentanza (nel 2006 era il gruppo Ds) che ha partecipato meno in termini di presenze ai lavori del consiglio e delle commissioni. Complessivamente l'amministrazione provinciale nel 2006 ha speso 337.173 euro per pagare i compensi lordi ai consiglieri, per presidente e giunta la cifra è quasi doppia toccando quota 635.763 euro. Il totale sfiora il milione.


La sinistra taglia i costi? e' meglio tardi che mai (sezione: Costi dei politici)

( da "Nuova Ferrara, La" del 11-10-2007)

 

Pierpaoli (Fi) interviene sulle proposte di Vitarelli "La sinistra taglia i costi? E' meglio tardi che mai" "Solo oggi la sinistra si accorge che i costi della politica devono essere tagliati. Meglio tardi che mai". Massimo Pierpaoli, consigliere di Forza Italia, approfitta delle proposte avanzate dal capogruppo dell'Ulivo Gianluca Vitarelli, per un contrattacco polemico. "L'Amministrazione comunale, che non mi pare abbia cambiato mai colore da 60 anni - dice Pierpaoli - dopo aver moltiplicato le aziende, inventato società, dato consulenze-premio agli amici, finalmente, avvicinandosi le elezioni amministrative, sotto la pressione della piazza, inferocita per la inefficienza di questo governo, tartassata dalle tasse, propone una riduzione degli sprechi. Ma dove era il capogruppo dell'Ulivo, solo alcuni mesi fa, quando tutta la sinistra bocciò in aula una riduzione del 10% del gettone di presenza dei consiglieri, richiesto dal centro destra? Dove era quando il centro destra alcuni giorni fa criticava in aula l'ultimo spreco di questa Amministrazione: lo spettacolo di Ronconi". Pierpaolo rinfaccia copme sprechi anche le decine di gemellaggi che il Comune ha proposto nel corso degli anni, "inutili da un punto di vista economico, ma utili, come viaggi-premio per gli amministratori, pellegrinaggi che Fi ha sempre osteggiato". Come dimenticare - prosegue Pierpaoli - che da anni il centro destra ha richiesto la diminuzione dei membri dei consigli di amministrazione, proposta, finora, sempre rigettata dalla sinistra, vista la calca e l'appetito dei pretendenti dei vari micropartiti che formano il centro sinistra". Idem per la riduzione del numero della circoscrizioni cittadine. Il consigliere comunale di Fi rammenta poi che il centro destra ha tre partiti, tre capi gruppo, il centro sinistra ha 6 partiti, 6 capigruppo: "non è certo dovuto al centro destra il maggior costo delle commissioni consiliari". Pierpaoli si dichiara comunque "favrevolmente stupito dalle proposte del Consigliere Vitarelli, che senz'altro rigettano molto dell'operato della sua stessa Amministrazione nel passato, per aprire un capitolo nuovo nella storia di questa città, ove molte delle cose oggi proposte da Vitarelli erano state già proposte dal centro destra, oramai da molti anni". "Essendo d'accordo, come Forza Italia con il consigliere Vitarelli, gridiamo tutti assieme: Forza Vitarelli. Ma sarà vera gloria. Ai posteri l'ardua sentenza". Pierpaolo si auguira infine che d'ora in poi chi "fa politica a livello locale venga dal mondo del lavoro" e che "finisca l'epoca dei politici di professione".


Il consiglio fa i conti (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 11-10-2007)

 

Cervignano. In assemblea le risposte alle richieste dei cittadini sul web Il Consiglio fa i conti Al sindaco indennizzo mensile di 3 mila 800 euro CERVIGNANO. A quanto ammonta l'indennità degli amministratori comunali? La curiosità è tanta. La richiesta è stata sollecitata sul sito del Comune dai cittadini, e poi è approdata in aula consiliare. L'esecutivo percepisce mensilmente 7.101,33. La potestà legislativa in materia di ordinamento degli enti locali è attribuita alla Regione, in base al proprio statuto speciale. Questo organo ha fissato gli importi mensili e i gettoni di presenza che, nel 2005, sono stati ridotti del 10% rispetto le indennità precedenti. La situazione cervignanese, come negli altri Comuni con pari popolazione è la seguente: il sindaco percepisce 2.892,60 euro (più diritto di maggiorazione in quanto libero professionista di 1.012,41 euro); il vicesindaco 1.157,04 (40% del sindaco); gli assessori (30% del sindaco) 867,78 euro (più una maggiorazione del 35%, pari a 303,72 euro per i due amministratori che non sono lavoratori dipendenti in servizio attivo). I gettoni di presenza in consiglio ammontano a 54 euro. Le municipalizzate, con compenso, sono due: Ausa Multiservizi e Ausa Salute. L'amministratore unico della prima srl è Giorgio Titotto che percepisce 16 mila euro annui; per Ausa Salute, ovvero la farmacia comunale, l'amministratore unico Manuel Pascolat riceve 12 mila euro l'anno. Altri consiglieri nominati dai comune rientrano in Bluenergy e nell'Interporto Alpe Adria. Igor Pozzar è consigliere della Bluenergy Group che riceve un compenso di 9 mila euro netti annui; mentre Antonio Casola subentrerà al dimissionario Pietro Paviotti in qualità di vicepresidente dell'interporto, dietro un compenso mensile di 600 euro lordi. Di nomina invece dell'assemblea dei soci e non di diritto, altri politici cervignanesi compaiono nella società Ajarnet, il cui consigliere è Manul Pascolat; nel consorzio depurazione laguna Enrico Dissalo mentre il presidente del Campp è Santo Bortolan. Consuelo Modesti.