Indice degli estratti del 16-10-2007
Domani verranno pubblicati i
testi degli articoli più interessanti
Circoscrizioni e demagogia ( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 16-10-2007)
Argomenti: Costi della politica
Dimezzare la capacità di spesa dell'Asur
è grottesco ( da "Resto del Carlino, Il (Fermo)" del 16-10-2007)
Argomenti: Costi della politica
Esami clinici: un meseil tempo d'attesa limite ( da "Secolo XIX, Il" del 16-10-2007)
Argomenti: Costi della politica
Finanziamenti da parte del comune ai plessi non
statali per l'infanzia ( da "Mattino di Padova, Il" del 16-10-2007)
Argomenti: Costi della politica
Orecchie da mercante ( da "Trentino" del 16-10-2007)
Argomenti: Costi della politica
Gettoni a tempo, verso l'intesa ( da "Trentino" del 16-10-2007)
Argomenti: Costi della politica
(
da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 16-10-2007)
Argomenti: Costi della politica
Abstract: gettone di presenza che è stato elevato dal
2006 a 40,95 euro per ogni consiglio e di 29,25 euro per ogni commissione.
PER cui si può affermare che mediamente un consigliere di
circoscrizione guadagni meno di mille euro lordi ogni sei mesi. Secondo i
calcoli di Prodi e Padoa Schioppa invece, un consigliere di quartiere di
una piccola cittadina italiana guadagnerebbe attualmente 751
(
da "Resto del Carlino, Il (Fermo)" del 16-10-2007)
Argomenti: Costi della politica
Abstract: sostiene il segretario generale della Cisl Funzione
Pubblica - comporterà uno smembramento dell'attuale sistema
sanitario. La sanità marchigiana e, in particolare, quella a sud
della Regione è sufficientemente compromessa e il suo decisionismo
rischia di depauperare un patrimonio a cui gli utenti di questo territorio
non vogliono e non possono assolutamente rinunciare"
(
da "Secolo XIX, Il" del 16-10-2007)
Argomenti: Costi della politica
Abstract: Finalmente questa maggioranza ha accettato la
filosofia del gettone di presenza, ma chissà perché quando se ne
è parlato in commissione la sinistra radicale ha lasciato
l'aula". 16/10/2007 Il capogruppo di Forza Italia, Morgillo:
"Presa in giro, manca la copertura finanziaria. E di Amos adesso non
si parla più" 16/10/2007.
(
da "Mattino di Padova, Il" del 16-10-2007)
Argomenti: Costi della politica
Abstract: SCUOLE DI PIOVE DI SACCO Finanziamenti da parte del
Comune ai plessi non statali per l'infanzia PIOVE DI SACCO. Anche
quest'anno l'amministrazione comunale ha stanziato dei fondi per sostenere
l'attività delle scuole della città e le spese delle
famiglie. In particolare sono stati assegnati dei fondi alle tre scuole
dell'infanzia non statali (Santa Capitanio,
(
da "Trentino" del 16-10-2007)
Argomenti: Costi della politica
Abstract: Anche Sergio Rizzo, autore (con il giornalista Gian
Antonio Stella) del libro "La Casta", bacchetta Silvano Grisenti.
Rizzo lo ha fatto ieri con un articolo su CorrierEconomia. Nel mirino di
Rizzo il consiglio di amministrazione dell'A22: "In Trentino-Alto
Adige fanno orecchie da mercante", scrive Rizzo, riferendosi alla
Finanziaria 2007,
(
da "Trentino" del 16-10-2007)
Argomenti: Costi della politica
Abstract: gettoni di presenza a tempo", una delle proposte
lanciate quest'estate da Trento democratica. L'idea è quella di
calibrare il gettone di presenza previsto per i consiglieri (oggi è
di 120 euro per le sedute del consiglio e delle commissioni) sul tempo
reale di partecipazione alle sedute: chi partecipa a meno della metà
della seduta potrebbe avere un compenso decurtato del 50%
Indice degli articoli del
15-10-2007
Spremuta fiscale per le imprese ( da "ItaliaOggi Sette" del 15-10-2007)
Una nuova fase di tagli per enti pubblici e cda ( da "Sole 24 Ore, Il (Abb)" del 15-10-2007)
"Noi consiglieri comunali impegnati e tassati
due volte" ( da "Corriere Adriatico" del 15-10-2007)
"Bisogna sfiduciare la Ruggeri" ( da "Corriere Adriatico" del 15-10-2007)
"A Pesaro un contributo scarso per i bus"
( da "Corriere Adriatico" del 15-10-2007)
ELIMINAZIONE dell'organo di indirizzo e abolizione
dello stipendio del presi ( da "Nazione, La (Lucca)"
del 15-10-2007)
La via cruenta della fermezza ( da
"Bresciaoggi(Abbonati)" del 15-10-2007)
Arricchirsi col terremoto ( da
"Stampa, La" del 15-10-2007)
Welfare, già oggi l'incontro con le parti Prodi:
un confronto immediato. Manovra: bonus solo a chi è davvero povero
( da "Unita, L'" del 15-10-2007)
Non chiediamo l'elemosina ( da "Alto
Adige Trento" del 15-10-2007)
( da "ItaliaOggi Sette" del 15-10-2007)
ItaliaOggi
Sette ItaliaOggi Sette - manovra 2008 Numero 244,
pag. 9 del 15/10/2007 Autore: di Antonio Giancane Visualizza la pagina in
PDF Analisi dell'istituto Faber sui numeri della
manovra 2008. A pagare il conto le aziende indebitate. Spremuta fiscale per
le imprese Più soldi per le famiglie e i redditi bassi. Pressione in
su di 0,5% Più soldi, e tanti, a favore delle famiglie, dei
lavoratori dipendenti, dei pensionati. Stangata per le aziende indebitate.
Trasferimenti generosi al pubblico impiego e robusti aiuti a grandi aziende
e imprese di stato. Autonomi nel mirino, con benefici limitati alle imprese
marginali e conferma dei pesanti effetti degli studi di settore sulle
piccole e medie imprese. Questi i risultati dell'analisi dell'impatto
redistributivo della manovra economica del governo, realizzata nella prima
stesura del Rapporto 2008 curato per ItaliaOggi Sette dalla società
specializzata Faber Sviluppo. Una Finanziaria al centro di mille
discussioni, che come ha confermato il governatore della Banca d'Italia
finisce per far aumentare di 6,5 miliardi di euro l'indebitamento netto per
il 2008. Forte l'impegno della Finanziaria a favore dello sviluppo: i nuovi
stanziamenti ammontano secondo le stime Faber a ben 15 miliardi di euro,
frutto di nuovi investimenti (anche per opere pubbliche) preordinati a
partire dal 2008. A sorpresa la manovra all'esame delle camere porta un
peggioramento dei conti pubblici, già ampiamente beneficiati dal
fortissimo aumento del gettito fiscale nel corso di quest'anno.
L'indebitamento netto per il 2008, scrive il Rapporto, è pari al
2,2% del pil, rispetto a un quadro tendenziale dell'1,8%. Famiglie
avvantaggiate La Finanziaria, per la prima volta nella storia della
repubblica, dà agli italiani più di quanto prende dalle loro
tasche. Secondo il rapporto Faber-ItaliaOggi, le maggiori entrate
verificatesi nel corso di quest'anno coprono per intero il costo del
decreto legge che ridistribuisce complessivamente circa 8 miliardi di euro.
Principali beneficiarie dell'intervento saranno tutte le famiglie, che nel
quadriennio 2007-2010, tra maggiori sussidi e sgravi fiscali, guadagnano
oltre 14 miliardi di euro. Uno spostamento ingente di risorse, che compensa
i sacrifici fiscali affrontati negli ultimi due anni. In particolare, i
lavoratori dipendenti ricevono vantaggi netti per oltre 8 miliardi di euro
nel triennio, comprensivi dei benefici dei rinnovi contrattuali del
pubblico impiego e dell'erogazione degli arretrati. A questo si aggiungono
i benefici per i rentiers (scongiurata la tassazione delle rendite
finanziarie) e un consistente aumento (4 miliardi e mezzo di euro) a
vantaggio dei pensionati, sia in termini di reddito che di sgravi fiscali
sulla casa e sugli affitti.Imprese, aliquote ridotte Diverso il discorso
relativo alle imprese. In termini finanziari, l'impatto della manovra 2008
sarà neutrale e questo rappresenta già un progresso rispetto
alle disposizioni dell'ultima Finanziaria (studi di settore e altro), che
determinavano un grave salasso a danno delle piccole e medie imprese. Ma a
studiarla con maggiore attenzione, la manovra avrà un effetto
fortemente redistributivo tra le imprese ed i lavoratori autonomi
garantendo il gettito attuale pur a fronte di una riduzione delle aliquote
legali. L'operazione è compiuta abbassando l'aliquota Ires dal 33 al
27,5% e ampliando la base imponibile. Anche l'aliquota Irap cala dal 4,25
al 3,9%. Queste misure assicurano vantaggi per oltre 2 miliardi di euro.
Inoltre la Finanziaria 2008 comporta vantaggi per circa 1 milione di
imprenditori minimi e marginali, cui viene offerto un regime fiscale semplificato
ed un'imposta sostitutiva sul reddito pari al 20%.Costi
aziendali, taglio in arrivoMa al taglio delle aliquote sulle imprese
corrispondono minori possibilità di dedurre costi e spese. in altri
termini, si amplia, in modo anche pesante, la base imponibile. La
Finanziaria elimina infatti molte differenze tra i valori del bilancio
civilistico delle società e quelli da utilizzare a fini fiscali. Con
questa operazione (che riguarda anche l'Irap) non andranno più
indicate nella dichiarazione dei redditi le variazioni per gli
ammortamenti, gli accantonamenti e le altre rettifiche di valori. In questo
modo il fisco si riprende quanto concesso con il taglio delle aliquote e
recupera poco meno di 2 miliardi di gettito nel triennio. Come
impatterà sulle imprese il nuovo sistema? Secondo il rapporto
Faber-ItaliaOggi la manovra (comprensiva dei maggiori prelievi a regime con
gli studi di settore) produce un effetto nullo sui lavoratori autonomi e
sulle piccole e medie imprese, un sensibile vantaggio per la media e grande
industria manifatturiera, una penalizzazione per banche ed assicurazioni,
peraltro già nel mirino della manovra dello scorso anno. Pressione
in aumento dello 0,5%Interessante il confronto tra l'attuale Finanziaria e
quella dello scorso anno. Nel complesso, la manovra per il 2008 conferma
appieno la generosità dell'intervento a favore delle famiglie, in
particolare a reddito fisso. La particolarità sta invece
nell'assenza nella Finanziaria di nuove stangate sui contribuenti: nella
Finanziaria dello scorso anno le misure fiscali sulle imprese comportavano
un aggravio netto di oltre 24 miliardi nel triennio, alla base del forte
incremento di gettito (il cosiddetto "tesoretto") verificatosi
negli ultimi 12 mesi. Come si finanziano allora le
maggiori erogazioni a favore delle famiglie e del pubblico impiego? In
parte con una sforbiciata ai costi della politica. Ma
soprattutto dal forte avanzo (differenza tra entrate e uscite al netto
degli interessi) costituito dal risparmio pubblico, che nel 2007 è positivo
per 21,3 miliardi di euro, e nel 2008 crescerà a 34,1 miliardi di
euro. Insomma un nuovo tesoretto da sfruttare, questa volta per
contenere l'extradeficit generato dalla Finanziaria.Insomma, la spremitura
fiscale continua: il Rapporto valuta che l'andamento spontaneo del gettito
sarà più consistente rispetto alle previsioni del governo.
Potrebbe addirittura comportare un ulteriore aumento, valutato nello 0,5%
sul pil, della pressione fiscale anche al netto del secondo modulo di sgravi
relativi al cuneo fiscale. Il prelievo complessivo salirà dunque nel
2008 al 43,5% del pil.In definitiva, Padoa-Schioppa sembra fare affidamento
sul gettito fiscale automatico e su ulteriori manovre programmate per i
prossimi anni, l'indebitamento netto passerà dal 2,2% del pil nel
2008 all'1,7% del pil nel 2009 e allo 0,7% nel 2010 fino a raggiungere il
pareggio nel 2011. Come dire, è ancora lunga la strada per uscire
dal tunnel.
( da "Sole 24 Ore, Il (Abb)" del 15-10-2007)
Il
Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2007-10-14 - pag: 11 autore:
LA GIORNATA COSTI DELLA POLITICA Una nuova fase di tagli per enti pubblici
e cda Nel mirino le società intermedie, anche locali Mastella
rilancia: partiti e istituzioni costano In
Finanziaria potrebbe entrare un'ulteriore stretta ai costi della politica. La maggioranza lavora agli emendamenti al Ddl
e al decreto collegato: tra i punti che sarebbero già condivisi,
oltre al recupero mirato del fiscal drag e l'abolizione dei ticket per le
visite specialistiche e la diagnostica anche nel 2008 ( si veda "Il
Sole-24 Ore" di ieri), c'è un intervento più drastico su
piccoli enti e società che fanno capo alle amministrazioni locali.
Mentre ieri il ministro della Giustizia Clemente Mastella tornava sul tema
–"fare politica ha in Italia ha costi
incredibili: è folle pensare che si faccia senza percepire un
compenso" ha detto intervenendo a una tavola rotonda sulla
legalità –, il relatore al Senato della legge
Finanziaria, Giovanni Legnini (Ulivo), spiegava che "i costi della politica sono uno dei temi su cui concentreremo la nostra attenzione
". "La proposta del governo va molto rafforzata – ha detto
Legnini –. Stiamo esplorando come intervenire sugli enti e le
società intermedie, sia di carattere nazionale sia di carattere
locale "."Bisogna intervenire –ha proseguito – sulla
giungla di società pubbliche distribuite sul territorio perché
altrimenti gli interventi sono inefficaci, il grosso sta lì".
Tra le ipotesi c'è quella di intervenire non solo sui consigli
comunali e provinciali, "ma anche sulle giunte, che a volte sono
più sostanziose ed hanno apparati maggiori". Per le
controllate, si sta pensando di "rafforzare la semplificazione dei
cda", riproponendo, ad esempio, "il limite di 3-5 consiglieri
previsto lo scorso anno per alcune società". Ieri il
vicepremier Francesco Rutelli si è invece soffermato sul taglio dei
politici locali: "Abbiamo iniziato dalla riduzione dei parlamentari e
dovremo proseguire con tagliare anche i componenti del governo. Poi
bisognerà fare la stessa cosa con i consigli regionali e le
assemblee locali". Per il ministro per gli Affari regionali Linda
Lanzillotta un accorpamento di alcuni ministeri porterebbe "più
efficienza ma bisognerebbe tener conto della continuità
dell'azionedi governo". A margine di un dibattito cui ha partecipato a
Milano, il ministro ha poi detto di aspettarsi da parte del Comune del
capoluogo lombardo una piena applicazione della norma che taglia il numero
di consiglieri delle società municipalizzate: "Confido che il
Comune si adegui a questa disposizione legislativa. C'è una norma,
ognuno poi sarà giudicato per quello che ha fatto".
( da "Corriere Adriatico" del 15-10-2007)
I
costi della politica, il coordinatore regionale
delle assemblee civiche Cesarini lancia la campagna anti-Finanziaria
"Noi consiglieri comunali impegnati e tassati due volte" ancona -
Perché partire dal basso per tagliare i costi della politica?
Perché tagliare a partire dai consigli comunali, nel numero e nel gettone
di presenza, per risanare i conti? Parte da Ancona
un confronto sulla "casta". A farsene portavoce, Maurizio
Cesarini, vice coordinatore nazionale della conferenza dei consigli
comunali, nonché coordinatore per le Marche. L'esponente della Margherita,
e da oggi del Pd, Cesarini è stato per cinque anni, nel precedente
mandato, presidente del consiglio comunale. "Da un po' di tempo nel
Paese si fa un gran parlare, giustamente, della riduzione dei costi della politica - scrive Cesarini in un intervento -. Il
Governo si è impegnato ad adottare quei provvedimenti atti a
contenere tali costi e ad eliminare quegli enti che risultano
sostanzialmente inutili o comunque a limitare il numero dei componenti dei
vari Consigli e le indennità degli stessi. La Finanziaria 2008, agli
articoli 14 e 15, contiene già la riduzione dei componenti dei
consigli comunali e provinciali, nonché delle giunte comunali e provinciali
e del limite massimo dei gettoni di presenza. Il provvedimento adottato spero che sia la
prima fase di una più completa revisione dei costi di tanti altri
livelli di democrazia esistenti nel nostro Paese. Parlo delle Province,
delle Comunità montane, delle Regioni, del Parlamento nazionale e di
quello Europeo. Per non parlare poi di tanti Comuni che sono sotto i mille
abitanti, i cinquecento abitanti, i duecento abitanti o addirittura
inferiori". Non si sofferma sulle Province, Cesarini, "perché
spero che su queste verrà fatta una seria disamina a livello
parlamentare per quanto riguarda il loro mantenimento con le attuali
funzioni o la trasformazione in enti con attribuzioni e compiti che
comunque legittimino il loro esistere. Voglio però spezzare una
lancia a favore dei Comuni, non solo per il mio ruolo nazionale e
regionale, ma perché sono fermamente convinto che il Comune sia il primo
livello di democrazia in Italia, l'ente sul quale si scarica la grandissima
maggioranza delle istanze dei cittadini. Si riteneva che il numero dei
consiglieri fosse troppo elevato? Sempre pronti a parlarne, purché poi ai
consiglieri che restano vengano dati gli strumenti per svolgere al meglio
il proprio ruolo: permessi per informarsi e aggiornarsi, locali idonei per
riunirsi a lavorare, computer, corsi di aggiornamento, convegni mirati.
Tutto ciò non è stato per ora minimamente considerato, anzi
si punta a ridurre ulteriormente il rimborso forfettario (ad Ancona
l'indennità è di 500 euro mensili lordi; ndr) o a seduta che
ogni consigliere percepisce mensilmente. Se consideriamo l'impegno
quotidiano, i tempi e la frequenza delle tante sedute di Consiglio e di
commissione cui si deve partecipare, il compenso economico è
assolutamente inadeguato. I consiglieri comunali non hanno mai fatto
questioni di soldi, chi riesce ad essere eletto sa fa una scelta di vita,
di impegno per la comunità, che prescinde dal compenso. Compenso che
è dato al lordo e che viene tassato due volte".
( da "Corriere Adriatico" del 15-10-2007)
"Da
dieci anni non rispetta le promesse". Stoccata anche all'Udc
"Bisogna sfiduciare la Ruggeri" Edilizia scolastica, la proposta
di Claudio Biondi FABRIANO Mozione di sfiducia per Sonia Ruggeri. E'
l'ultima proposta di Claudio Biondi. A far salire la polemica è di
nuovo la questione dell'edilizia scolastica. "Non è possibile
ha spiegato il segretario della Nuova Dc per le Autonomie che la Ruggeri
sia assessore alla Pubblica istruzione da dieci anni e ancora non sia riuscita
a realizzare la nuova scuola". Parole pesanti quelle del centrista che
si rivolge ai consiglieri comunali. "Intendo proporre questa mozione
di sfiducia continua Biondi ai rappresentanti di Alleanza nazionale e Forza
Italia. Per quanto riguarda invece i miei ex colleghi dell'Udc non credo
che troverò appoggio da loro dato che strizzano spesso l'occhio a
Sorci". Per Biondi la motivazione della sfiducia è l'inerzia
dell'assessore nell'ultimo decennio. "Alla fine della passata legislatura
la Ruggeri aveva promesso a degli studenti la costruzione di un nuovo
edificio scolastico. La struttura era stata addirittura inserita nel
programma come una priorità. L'ultimo incontro con la Provincia si
è però concluso nuovamente in un niente di fatto". Per
Claudio Biondi afferma che l'immobilismo della Ruggeri si perde nel tempo.
"Sin dal 1998 erano stati stanziati dalla provincia 20 miliardi di
lire per la costruzione della nuova scuola spiega Purtroppo però il
comune non è riuscito a trovare l'area dove costruire e quindi quei
fondi sono stati stornati. Oggi ci sono di nuovo dei finanziamenti per
circa 5 milioni di euro ed è necessario che si lavori per assegnare
al più presto l'appalto. Non vorrei che anche questi soldi venissero
stornati soltanto perché il comune non riesce a scegliere dove
edificare". Il problema della scuola in città esce dall'area
dell'istruzione e va a intaccare anche i bilanci. "La Provincia sborsa
ogni mese 52.000 euro di affitto per l'uso delle sedi dei due licei
sottolinea Biondi E' ormai da illo tempore che questi affitti vengono
pagati e se si fanno i conti probabilmente con quei soldi si sarebbero
potuti costruire 10 licei!". Inadempienza e inerzia di Sonia Ruggeri.
E' questa in sintesi l'accusa lanciata. "Non si possono portare in
giro i cittadini ha concluso il segretario e mi
stupiscono i consiglieri comunali che fanno grandi discorsi sui 20 euro del
gettone di presenza e poi non parlano dei 52.000 euro spesi ogni mese per
l'affitto dei due licei!". Dal canto suo l'amministrazione cerca da
tempo di stemperare i toni. Lo stesso assessore ai lavori pubblici in una
intervista aveva cercato di placare le polemiche sorte tra i presidi.
"Per noi ora la priorità è costruire il nuovo edificio
aveva sottolineato Sandro Romani poi faremo degli incontri per stabilire
tutti insieme quali saranno le scuole che andranno ad occupare la nuova
sede". Non si spegne quindi il dibattito che da appuntamento a nuove
inaspettate evoluzioni. ROSITA FATTORE,.
( da "Corriere Adriatico" del 15-10-2007)
"Ci
vorranno molti anni per pareggiarei conti". Il dibattito nato
dall'ennesima giornata nera del traffico in cittàE il trasporto
pubblico ancora non decolla L'assessore regionale Marcolini parla di
disparità drammatica coi fondi per Ancona "A Pesaro un
contributo scarso per i bus" PESARO Poco più di 15 euro per
ogni pesarese a fronte di 69 euro e passa ad anconetano. Un milione e
400mila euro per la città di Rossini contro 7 milioni per il
capoluogo di regione. Ancona può sorridere mentre Pesaro piange. Non
sarà questa la causa di tutti i problemi di circolazione stradale e
smog della nostra città, ma sul fatto che il trasporto pubblico
pesarese non è mai decollato incide indubbiamente una
disparità abissale nel contributo annuale che fornisce la giunta
regionale marchigiana. Una differenza di trattamento tirata in ballo
dall'assessore comunale alla mobilità Michele Gambini e confermata
con molta onestà dal suo collega in Regione Pietro Marcolini.
"Conosco bene le cifre e non posso negare che la differenza esiste ed
è purtroppo drammatica ammette l'assessore regionale ai trasporti .
Detto questo, la ragione di una simile differenza dipende dall'assetto
storico delle varie realtà della nostra regione. Il problema sta nel
fatto che le concessioni dei trasporti pubblici fino a 20 anni fa erano a
carattere ministeriale. Ai tempi si sono create delle disparità che
hanno costruito un dato storico difficilmente equilibrabile a breve. Ci
vorranno molti anni per pareggiare i conti". Pietro Marcolini, nato 57
anni fa a Macerata, eletto nelle liste del Pci ma oggi tecnico di area Ds,
rivendica comunque il fatto che la giunta regionale non è stata con
le mani in mano: "Stando così le cose, è innegabile
però che negli ultimi due anni siamo intervenuti sul trasporto
pubblico di Pesaro per ben due volte. "Ancora siamo distanti dall'eliminazione
di una disparità stridente che però possiamo correggere solo
attingendo verso l'alto. Non possiamo togliere alcuni servizi a chi
è abituata ad averli da decenni (agli anconetani, ndr). Quello che
possiamo fare è cercare di migliorare la situazione di quelle
realtà e sono molte dove esistono problemi innegabili. Pesaro non
è sola, ma in "buona" compagnia. Anche a Senigallia,
Fabriano, Jesi, Macerata, Civitanova e Fermo esiste la stessa
disparità". Come a dire mal comune mezzo gaudio. Ma non
è il caso di spezzare una volta per tutte questa catena
"Anconacentrica" che fa sentire i pesaresi marchigiani di serie
B? "Dall'insediamento della giunta regionale del 2005 ad oggi siamo
intervenuti in almeno 8-10 situazione critiche continua la disamina l'assessore
Marcolini . Siamo lontani dal raggiungere la meta, anche se è giusto
che la gente sappia che dobbiamo scontrarci con la realtà delle
poche risorse a disposizione. "I dati del traffico in mio possesso -
prosegue ancora l'assessore regionale - indicano come il Conero Bus,
l'azienda provinciale anconetana, assorbe oltre il 30% del traffico
regionale. Verso il capoluogo il flusso giornaliero dei pendolari è
di 15.000-20.000 unità. Questo anche se il diritto al trasporto
prescinde dal luogo di residenza". E, aggiungiamo noi, nonostante le
cifre lusinghiere anconetane siano indotte dalle tante risorse a
disposizione (7 milioni di euro per 101.000 abitanti). E' chiaro che
laddove il servizio è strutturato meglio ci saranno più
fruitori dello stesso. Non ci resta che piangere. Che
leccarci le ferite in attesa di tempi migliori. Sperando che nel frattempo
la situazione cambi e le risorse aumentino. Anche se, Stella e Rizzo insegnano, la "Casta" ha già munto la vacca
oltre il limite massimo. E non vuole fermarsi. EMANUELE LUCARINI,.
ELIMINAZIONE
dell'organo di indirizzo e abolizione dello stipendio del presi (sezione: Costi dei politici)
(
da "Nazione, La (Lucca)" del 15-10-2007)
Dente della Fondazione. Sono queste
alcune linee guida individutate da Ghigo Gemignani, ex presidente del
comitato carnevale ed ex vicepresidente della Fondazione, per rilanciare la
manifestazione. "L'attuale Fondazione ? dice ? con l'edizione 2008 arriva
al capolinea. Il sindaco Marcucci o chi gli succederà dovrà
procedere al suo rinnovo che, come molti sperano, non sia soltanto un
rinnovo di persone ma soprattutto di metodi e, perché no?, di statuto.
L'esperienza maturata in questi anni, la richiesta che viene dalla
cittadinanza e i tempi correnti che reclamano scioltezza delle istituzioni,
alleggerimento burocratico ed economia gestionale, impongono un ritorno a
una conduzione del nostro Carnevale più partecipata, più
spontanea e più legata a quelle che furono le origini della
manifestazione". ECCO DUNQUE le proposte: "L'organo d'indirizzo
si è dimostrato inutile e improduttivo e pertanto una sovrastruttura
da cancellare sostituendola, magari, con organismi rionali da consultarsi
da parte del consiglio nelle varie fasi programmatiche e organizzative
della manifestazione. Il cda potrebbe essere nominato dal consiglio
comunale che ne diverrebbe anche l'organo di controllo. Tale organismo
verrebbe anche ad assolvere il compito organizzativo. I consiglieri nel numero
più ristretto possibile dovrebbero essere scelti secondo una vecchia
e oggi dimenticata tradizione, tra persone idonee, capaci, volenterose e comprendere tra questi anche i rappresentanti
di eventuali altri enti che sostengono la manifestazione". POI SUL
PRESIDENTE, per il quale Gemignani auspica l'abolizione dello stipendio
come pure l'abolizione dei gettoni di presenza per i consiglieri. "Si obietterà ? spiega
Gemignani ? che questa proposta potrebbe apparire classista e
discriminatoria. Sarebbe interessante sapere quanti consiglieri
degli attuali organo d'indirizzo e Cda trascurano i propri interessi per
dedicare tempo al Carnevale. C'è l'eccezione del presidente
Tofanelli che svolge la sua mansione con foga notoriamente accentratrice
dedicandosi a scavalcare funzionari e dipendenti nella compilazione di
verbali, lettere e adempimenti burocratici. Ma questa è un'anomalia
e non deve diventare una tradizione". IN FUTURO dovranno essere fatti
tagli dolorosi. "La nuova Fondazione ? dice Ghigo Gemignani ? dovrebbe
improntare la propria azione nel rispetto della più scrupolosa
austerità. Riduzione di consulenze, prestazioni professionali,
fornitura di servizi e assunzioni a termine. Destinare per prima cosa le
risorse per la qualificazione dei corsi mascherati che costituiscono la
centralità e la caratterizzazione del carnevale di Viareggio. In
passato i carri grandi erano ben 12 e oggi siamo ridotti a 9. Tutto questo
grazie anche ai discutibili lavori in conto capitale affidati ai carristi
appositamente esclusi dal concorso. L'attenzione del futuro organismo
dovrà rivolgersi alla realizzazione di addobbi, in versione anche
notturna e alla valorizzazione di manifestazioni teatrali, mondane e
rionali". Infine la Cittadella: "I costi e gli oneri della
Cittadella Estate viaggino per loro conto senza interessare
l'attività della Fondazione. Altre iniziative come rappresentanze
per lo più improduttive, presepi natalizi, concerti fuori periodo
carnevalesco e manifestazioni di comodo per qualcuno e non attinenti, dovranno
trovare finanziamenti in altri bilanci". - -->.
(
da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 15-10-2007)
FISCO / 1 La via cruenta della
fermezza Esclusi i pochi, veri ladri, per i quali è necessario
essere inflessibili, credo che molti degli imprenditori considerati non in
regola siano in realtà spettatori inermi di un sistema politico
ammalato di cannibalismo. Tra gli evasori risultanti dalle ultime relazioni
del Governo vi sono, infatti, vittime della burocrazia, uomini che lavorano
per trovare il modo migliore per far rendere di più il loro
investimento (rendendo partecipi del beneficio anche i soci finanziatori,
oltre che i lavoratori stessi), imprenditori presi di mira per la loro
trasparenza (spesso causa di problemi e non segno distintivo di
onestà). Non è vero, quindi, che con il nuovo corso
dell'impegno e del rigore è stata aperta una caccia al
"killer". Sono convinto, piuttosto, che sia stata aperta la
solita caccia al "fagiano di riserva", ovvero a quel povero
animale d'allevamento pronto ad essere sacrificato ai fucili di chi non ha
voglia di fare troppa fatica per trovare un po' di selvaggina. Sostituiamo
alle doppiette le carte bollate e la burocrazia degli adempimenti, ai
guardiani il ministro Padoa Schioppa e i suoi funzionari, e ci accorgeremo
che dietro le parole si nasconde un mare di ipocrisia e di esclusiva
volontà di "fare cassa" per finanziare
i soliti costi della politica. Sono, per queste ragioni, sempre più dell'idea che
tra le migliaia di "furfanti" sulla via della redenzione, esposti
magari come spot pubblicitari dai nostri "onorevoli rappresentanti"
(si pensi al caso di Valentino Rossi), vi siano molte persone cadute in
qualche banale ed inevitabile errore di contabilità. Di
fronte a questi uomini e a queste donne, invece della proposta da parte del
Governo di una collaborazione e non quindi di un semplice controllo, che
rappresenterebbe un vero e proprio servizio dello Stato ai suoi cittadini,
Roma e i suoi centurioni preferiscono la via cruenta della
"fermezza". Ave Prodi, Ave Padoa. Prof. Stefano Calimeri SOCIO
DEL CIRCOLO DELLE LIBERTA "BRESCIA LEONESSA".
(
da "Stampa, La" del 15-10-2007)
27 Costi della politica TUTTOFARE CAMPOCHIARO I finanziamenti 33 136 Soldi a pioggia
ai Comuni del Molise dopo il sisma del 2002. Anche a quelli non colpiti
Cinque anni dopo Mentre a San Giuliano i lavori vanno a rilento i fondi
vengono utilizzati per altro Pro capite Hanno ricevuto di più gli
abitanti illesi della provincia di Isernia che quelli delle zone
terremotate i bimbi morti sotto le macerie Arricchirsi col terremoto
MARCO CASTELNUOVO Il commissario che gestisce l'emergenza è il
Presidente Iorio l'unico che ha accesso ai fondi E lontano dall'epicentro
ma ha fatto richiesta di 11 milioni per un campanile i Comuni molisani
colpiti dal sisma i Comuni molisani finanziati CAMPOBASSO Le api Con il
decreto 27 aprile 2007 finanziato con 90 mila euro il "piano di
monitoraggio dell'apis mellifera ligustica", cioè delle api di
Trivento.Le seppie 250 mila euro, decreto n. 169 del 24 agosto 2006 per
sperimentare il ripopolamento della seppia nelle acque del mare molisano.Il
polo sciistico Tra le opere previste anche seicentomila euro per completare
il polo sciistico di Capracotta, in provincia di Isernia.A pioggia Non solo
"ricostruzione", ma anche "rilancio della regione".
Grazie a questa possibilità, Iorio ha finanziato tutti i Comuni del
Molise.
(
da "Unita, L'" del 15-10-2007)
Stai consultando l'edizione del
Welfare, già oggi l'incontro con le parti Prodi: un confronto
immediato. Manovra: bonus solo a chi è davvero povero di Bianca Di Giovanni
Sul welfare le parti saranno convocate forse già oggi o al massimo
domani. Parola del premier Romano Prodi. "L'orario non ve lo so dire -
ha dichiarato ieri Prodi - Ho detto comunque di convocare le aperti il
prima possibile". Una cosa è certa: il 18 si terrà la
segreteria unitaria dei confederali. Quindi il "nodo" della
trascrizione del "pacchetto" welfare in norme di legge
dovrà essere stato chiarito prima. Dopo le critiche giunte anche
dalla Cgil, lo staff del ministro Cesare Damiano getta acqua sul fuoco.
"Si tratta di sottigliezze tecniche - spiegano dal quartier generale
di Via Veneto - Non è facile trascrivere un protocollo così
complesso". Insomma, per il ministro solo qualche svista a cui si
rimedierà presto. Per Damiano la cosa importante è che non si
perda la rotta tracciata per chiudere la partita entro il 31 dicembre. Ma
Raffaele Bonanni torna ad alzare la voce. "Il governo ha ceduto a
pressioni della sinistra, che pure era stata sconfitta nelle
fabbriche", ha dichiarato il leader Cisl. Guglielmo Epifani dal canto
suo mette l'accento sulle norme previdenziali "tradite" dalla
trascrizione. E contemporaneamente apre il fronte della
questione salariale e della politica dei
redditi. Tutti temi che saranno sul tavolo dei parlamentari nel dibattito
su decreto e Finanziaria. Oggi in senato scadono i termini per la
presentazione in commissione di emendamenti al primo provvedimento, mentre
quelli sulla manovra scadranno giovedì. Certamente
sarà ridisegnata la platea dei beneficiari del bonus per gli
incapienti (150 euro una tantum), per evitare che vengano avvantaggiati
anche i componenti di famiglie ricche. "Il fisco è in grado di
distinguere abbastanza facilmente - spiega il senatore Legnini - questa
parte verrà sicuramente rivista". Ma allo stato ancora non
è possibile sapere quante risorse verranno recuperate. A chi chiede
interventi sul lavoro dipendente, Enrico Morando lancia una sfida chiara:
si propongano equivalenti tagli di spesa. Su questo punto il presidente
della Commissione Bilancio sfida anche l'opposizione. "Visto che ho
sentito applausi scroscianti a Draghi - dichiara Morando - faccia anche
l'opposizione qualche proposta di taglio di spesa". Il presidente dal
canto suo sta lavorando a proposte più efficaci su tre fronti: i
costi della politica, le spese per beni e servizi
e infine la gestione e la manutenzione degli immobili pubblici. Le
soluzioni non sono ancora del tutto trovate, ma l'impegno a trovare risorse
c'è. "Inutile chiedere interventi sui salari, se non si
affronta questo tema", spiega. "Riconosco che c'è una
questione salariale - aggiunge Morando - e che si deve lavorare in
direzione della contrattazione decentrata, ma è inutile pensare a
nuove entrate per finanziare gli interventi" Nelle riunioni tecniche
si è affrontato sia il tema della restituzione del fiscal drag (il
maggior gettito pagato per via dell'inflazione), sia quello della
defiscalizzazione degli aumenti contrattuali, che però appare molto
complesso tecnicamente. Il primo punto potrebbe essere molto costoso (si pensa
a un recupero del drenaggio perso in passato, visto che oggi l'inflazione
non supera la soglia del 2% che ammette per legge a un recupero): è
probabile che arriverà la proposta di copertura con l'aliquota unica
sulle rendite finanziarie. Operazione difficile, se si vorrà
rispettare l'impegno a non tassare i titoli già circolanti.
(
da "Alto Adige Trento" del 15-10-2007)
Provincia "Non chiediamo
l'elemosina" La Consulta degli stranieri per la riforma dello statuto Tutte le riunioni sono aperte al pubblico e da
più di tre anni delegati al lavoro con passione ma a titolo
volontario MERANO. Nei giorni scorsi la Consulta degli stranieri aveva
sollecitato il riconoscimento di un gettone di presenza e la
possibilità di partecipare ai lavori del consiglio comunale con un
proprio rappresentante: "Ma non si tratta certo di chiedere
l'elemosina - sottolinea la presidente della Consulta, Monda Kapo -
ma solo di avere pari trattamento con tutti gli altri consiglieri visto che
da anni stiamo lavorando con passione e volontariamente quanto a titolo
gratuito". Presidente, come Consulta degli stranieri avete fatto le
vostre richieste ma non condividete certi toni del dibattito sulla riforma
dello statuto comunale. "Guardi, a nome della Consulta degli
stranieri, desidero ribadire che le nostre sono richieste trasparenti e
coerenti con il lavoro che stiamo svolgendo ormai da tre anni con passione
e volontariamente quanto a titolo gratuito. Sia chiaro che non chiediamo
l'elemosina e tantomeno ci rivolgiamo ai nostri interlocutori con i toni
che sono apparsi sulla stampa. Comprendo certe esigenze, ma ciò non
dovrebbe andare a discapito dell'immagine e soprattutto del senso
civilmente espresso delle proposte della Consulta". Diceva che siete
al lavoro ormai da anni a puro titolo di volontariato. "E'
così. Io e i miei colleghi non solo lavoriamo volontariamente ormai
da tre anni con dignità e passione, ma spesso abbiamo pure speso
soldi di tasca nostra per essere presenti in tutte le attività in
cui la Consulta è stata coinvolta". Come proponete di riformare
lo statuto comunale? "Le modifiche allo statuto si sono rese
necessarie soprattutto per stabilire definitivamente il vero ruolo della
Consulta, cosa che fino ad oggi pare non essere ancora chiaro neppure
all'amministrazione comunale. Della Consulta, a norma del vigente statuto, è
già previsto che ne facciano parte anche i cittadini apolidi
residenti a Merano. Nel nuovo statuto si proporrà che ne possano far
parte tutti i cittadini stranieri dell'Unione europea e non solo quelli dei
nuovi paesi della Comunità". Compresa anche una vostra presenza in aula, riconosciuta anche dall'erogazione di
un gettone. "Nel ricordare che la Consulta è un organo
consultivo del consiglio, della giunta municipale e delle commissioni
comunali, la presenza in tali consessi di un suo
rappresentante, senza diritto di voto, dovrebbe essere una conseguenza
logica, posto che non mi sembra strano presenziare ed esprimere l'opinione
della Consulta quando si discutono argomenti che riguardano gli stranieri,
così come mi sembra normale che venga corrisposto il gettone di presenza, al pari dei consiglieri comunali".
Cercate insomma una via diretta per confrontarvi con il Comune. "Certo
ma preciso che non è stata chiesta una via preferenziale con la
giunta in caso di richieste urgenti, ma è stato chiesto al sindaco
"di suggerire" cortesemente un metodo celere da seguire per le
questioni urgenti". Del resto c'è stato un precedente piuttosto
complesso. "Il suggerimento è riferito ad una nota inviata il
31 agosto scorso al sindaco e all'assessora a cui fanno capo le competenze
amministrative della Consulta, tramite la quale è stato chiesto
l'utilizzo della sala riunioni del Comune per svolgervi un'assemblea con i
cittadini stranieri che si sarebbe dovuta tenere il 15 settembre
successivo. Tali richieste sono state accolte dalla giunta l'11 settembre
2007 e fatte pervenire alla segreteria della Consulta il 13 settembre:
proprio a ridosso dell'appuntamento". Le vostre sedute sono sempre
pubbliche. "Esatto. Ricordo che le sedute della Consulta sono
pubbliche e chiunque voglia parteciparvi è ben accetto. Chi
verrà ad assistere alle sedute, potrà rendersi conto che
lavoriamo con serietà, impegno e rispetto verso i nostri
interlocutori".
Indice degli articoli del
15-10-2007
I mangiatori di pane e politica ( da "Stampaweb, La" del 14-10-2007)
"Sandro, non fidarti dell'ufficio tecnico" ( da "Corriere Adriatico" del 14-10-2007)
Una legge per contenere i costi della politica ( da "Corriere Adriatico" del 14-10-2007)
Più tagli alla spesa della politica ( da "Corriere Adriatico" del 14-10-2007)
Roma La possibile restituzione ( da "Gazzettino, Il" del 14-10-2007)
La rinuncia al gettone ( da "Giornale di Brescia" del 14-10-2007)
Consiglio comunale in diretta tv pago io con
l'indennità ( da "Nuova Sardegna, La" del 14-10-2007)
La risposta della politica, il paese ne ha bisogno ( da "Nuova Sardegna, La" del 14-10-2007)
La lega: via quattro assessorati inutili - giuseppina
piano ( da "Repubblica,
La"
del 14-10-2007)
Anche la politica locale deve ridurre i costi ( da "Corriere delle Alpi" del 14-10-2007)
Era meglio convocare il Consiglio di sera ( da "Gazzetta del Sud" del 14-10-2007)
Finanziaria, ore decisive per le modifiche Domani gli
emendamenti al decreto collegato, si lavora su fiscal drag e costi della
politica ( da "Unita, L'" del 14-10-2007)
I costi della politica ( da "Tirreno, Il" del 14-10-2007)
Industriali genovesicome la peggior politica ( da "Secolo XIX, Il" del 14-10-2007)
Manovra: parziale rimborso del fiscal drag e tagli ai
costi politica ( da "Messaggero Veneto, Il" del 14-10-2007)
Il consigliere paga la diretta tv ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 14-10-2007)
La snaidero può fare saltare l'ex boniciolli ( da "Messaggero Veneto, Il" del 14-10-2007)
Costi della politica, salvi in città ( da "Messaggero Veneto, Il" del 14-10-2007)
Sindacati: l'ater non acquisti alloggi ( da "Messaggero Veneto, Il" del 14-10-2007)
I consiglieri <subappaltano> il gettone delle
commissioni ( da "Giornale.it, Il" del 14-10-2007)
Nuove strategie d'assistenza nelle piccole isole ( da "Corriere della Sera (Abbonati)" del 14-10-2007)
( da "Stampaweb, La" del 14-10-2007)
Da
qualche tempo, grazie anche al successo del libro La Casta di Rizzo e Stella, all'esplosione di popolarità di Grillo e ai paragoni sempre più frequenti tra il 1992 e il
2007, si vive ormai come alla vigilia di un'altra caduta del sistema.
Giorno dopo giorno, l'attesa si allunga; e in mancanza di un vero grande
processo, come quello che decapitò i capi della Prima Repubblica,
un clima strano, fatto anche di impazienza e intolleranza, sta rendendo
più confusa la situazione. La convinzione che si va diffondendo
è che la politica, per tornare ad essere buona, debba riuscire a
liberarsi della classe politica. Va detto subito: un'idea del genere, non
solo è ingenua, è fuori della realtà. E soprattutto
ignora un dato essenziale, senza il quale è difficile capire cosa
sta succedendo. Anche se tutti si affannano per nasconderlo, infatti, in
Italia negli ultimi anni è nata una nuova generazione di politici di
professione. Meglio o peggio, secondo i casi, di quelli che li hanno
preceduti, e certo non privi di molti dei difetti che l'antipolitica gli
attribuisce. Ma connotati, e fortemente dotati, di mestiere e ramificazioni
sul territorio, e costruiti quasi geneticamente per non farsi travolgere da
un'altra ipotetica, ancorché improbabile, "rivoluzione" italiana.
L'identikit del nuovo politico ha tratti comuni e forti elementi di
discontinuità, secondo che si cerchi di ricostruirlo a destra o a
sinistra. Nel Dna c'è un forte istinto di sopravvivenza, ciò
che produsse, a destra, all'indomani di Tangentopoli, la nascita e lo
sfondamento di Forza Italia e il successo indomabile di Berlusconi. Che
poi, specialmente in periferia, all'ombra del Cavaliere abbiano trovato
riparo numeri due e tre del vecchio regime scampati al naufragio del '92,
è acclarato. Il nuovo sempre striato di vecchio, la tradizione
italiana del trasformismo, contraria a rotture e soluzioni di
continuità. Con un potere di condizionamento crescente, con il
quale, di tanto in tanto, anche un capo assoluto come Berlusconi deve fare
i conti. Ma è a sinistra che un processo del genere, per molti versi
ancora sotto traccia, può produrre davvero effetti imprevisti sulla
nascita del Partito democratico e già da oggi e domani farà
sentire i suoi effetti sulla riuscita e sui risultati delle primarie. Nelle
quindici regioni in cui il centrosinistra ha vinto le elezioni
amministrative nel 2005, questo nuovo ceto politico è andato al
governo, s'è insediato al controllo di importanti gangli di potere,
e ha cominciato a riprodursi, in una ragnatela di posti di sottogoverno,
aziende pubbliche e semipubbliche, enti dotati di fondi, Usl, Asl,
cooperative, mini e micro-aziende che amministrano il mercato dei lavori
precari, l'opaca dimensione del "socialmente utile", il vuoto dei
servizi, dalle mense alle guardie carcerarie, da cui lo Stato si ritira
quando taglia la finanziaria e in cui il sistema degli appalti temporanei,
del lavoro in affitto e del piccolo e grande clientelismo, si fa strada e
guadagna posizioni. In molti casi è proprio il paesaggio descritto
da Rizzo e Stella. Ma
allo stesso tempo, in larga parte del territorio, dal Nord al Centro-Sud,
la descrizione schematica di un organismo parassitario contrapposto ai
bisogni dei cittadini non regge, perché il confine tra il sistema di potere
e la società civile è assai labile, e la politica occupa
naturalmente spazi di mediazione e amministrazione di interessi difficili
da comporre. è su questo terreno, prima ancora che ai vertici dei
due partiti, che la distinzione tra Margherita e Ds è venuta meno,
dando vita a un nuovo soggetto tenuto insieme da un'accorta lottizzazione
del potere locale. I mangiatori di pane e politica, scheletro del futuro
partito, non somigliano molto né ai "signori della miseria" del
vecchio meridione democristiano di trent'anni fa, né ai rampanti del "partito
degli assessori" cresciuti all'ombra del garofano craxiano negli Anni
80. A modo loro, anzi, sono e si dichiarano moderni, poco ideologici,
antagonisti del potere centrale. Pur incappando spesso nella rete dei
controlli giudiziari, usano molto e continuano a usare mail e telefonino.
Hanno obiettivi concreti, e voglia di realizzarli velocemente: perché, nati
politicamente in una stagione di alternanza, stanno al governo sapendo che
presto potrebbero trovarsi all'opposizione. Questa realtà tenuta
finora nascosta, esclusa con accortezza dalla rappresentazione
convenzionale della gestazione del nuovo partito - tutta a base di
movimenti spontanei, riscoperta dell'impegno nella società e
generosa attenzione a queste spinte da parte dei leader - preme adesso sull'odierna
scadenza del 14 ottobre. In buona parte, è il caso di dirlo, il
successo delle primarie dipende da loro, o dai molti di loro che vedono nei
gazebo e nel voto di oggi il momento di uscire allo scoperto: un'occasione
con cui misurarsi, e in qualche caso, anche, di riscattarsi. A quindici
anni dal '92 e nel mezzo di una transizione infinita, si può
discutere finché si vuole sul fatto che l'approdo della "rivoluzione
italiana" sia la nascita, o la rinascita, di una classe politica. Si
può cercare di capire quale parte di questo fenomeno possa essere
considerata legittima, e quale invece vada bonificata, o cassata, o
salvata. Si può e si deve giudicare, scegliere, selezionare, se
possibile evitando di generalizzare. L'unica cosa che non si può fare
è fingere che tutto questo non esista.
( da "Corriere Adriatico" del 14-10-2007)
I
consigli di Biondi all'assessore Romani sui ritardi nei lavori per le piste
ciclabili "Sandro, non fidarti dell'ufficio tecnico" FABRIANO
Picchia duro l'amministrazione Claudio Biondi in materia di pista ciclabile
e ufficio tecnico. Il segretario della Dc per le Autonomie fa sentire la
sua voce e contesta le dichiarazioni dell'assessore ai lavori pubblici
Sandro Romani. "Era stato promesso che la pista ciclabile sarebbe
stata ultimata per settembre e invece non è stato così e credo
che neanche per novembre saranno finiti i lavori - osserva Biondi - Conosco
molto bene Sandro, abbiamo lavorato insieme in passato. So che è una
persona seria che va al sodo. Debbo però chiedergli di fare
più attenzione nei confronti dell'ufficio tecnico e di non fidarsi
di quello che gli promettono". Per l'ex consigliere comunale infatti
sono molte le cose che non vanno tra i geometri dell'amministrazione.
"I dipendenti dell'attuale ufficio spiega Biondi si sono spartiti in
pochi anni qualcosa come 200.000 euro come ha dichiarato anche Guido Latini
Grazie alla legge Merloni infatti i progettisti comunali possono percepire
l'1,5% della commessa se il progetto approvato è il loro".
Committente e partecipante dalla stessa parte insomma per una situazione
che non convince il politico fabrianese. "Quando ero al governo io
continua Biondi già esisteva la legge Merloni ma noi decidemmo di
non applicarla. Non ci sembrava giusto infatti che a un dipendente comunale
fosse data l'opportunità di guadagnare mentre agli altri no.
Oltretutto credo che non sia deontologicamente corretto neanche nei
confronti dei nostri cittadini". E la polemica si spinge fino a
insinuare dubbi nella gestione degli appalti. "Come si concilia che i
lavori che si seguono di più sono quelli in cui si viene remunerati
e non quelli in cui non lo si è? domanda Biondi Oltretutto credo che
se proprio si vuole affidare tutte le commesse all'ufficio tecnico almeno
si dovrebbe risparmiare sulle progettazioni esterne". Le critiche colpiscono
anche i politici che oggi siedono a palazzo Chiavelli. "Mi sorprendono
i nuovi consiglieri comunali che propongono di diminuire il gettone di presenza e tacciono su queste cose. E' come guardare la
solo la pagliuzza". Non ci sta proprio Biondi ad appoggiare una gestione
di questo tipo dell'ufficio tecnico e conclude con un appello
all'assessore. "So che sei serio Sandro quindi per favore metti mano a
questa situazione che davvero non è più giusta". R.F.,.
( da "Corriere Adriatico" del 14-10-2007)
Castelli
(An) è il primo firmatario della proposta: "Penso alle vittime
dei disservizi sanitari" Una legge per contenere i costi della politica ANCONA - Il consigliere regionale
di An Guido Castelli ha elaborato una proposta di legge (di cui è
primo firmatario) per il contenimento dei costi della politica e per assicurare una "maggiore sobrietà"
alla rappresentanza istituzionale regionale. Cinque i punti fondamentali:
stop al meccanismo che prevede l'aggancio (e dunque l'aumento) automatico
delle indennità dei consiglieri a quelle dei parlamentari;
cancellazione delle indennità di missione in favore dei consiglieri
regionali che si recano fuori sede o all'estero per motivi istituzionali;
nuovo e più stringente meccanismo di penalizzazione per i
consiglieri che non partecipano alle sedute e alle votazioni nel corso
delle sedute di consiglio o di giunta; divieto di cumulo del vitalizio da
consigliere regionale con quello eventualmente goduto da parlamentare nazionale o europeo; riduzione dell'indennità di
carica (nella misura del 40%) degli assessori esterni che non rivestono la
carica di consiglieri regionali. "Scrivendo la proposta mi sono
tornate alle mente le attese di quei cittadini che, nelle Marche, per avere
una visita specialistica o un esame diagnostico aspettano anche sette mesi.
Vere e proprie vittime del disservizio permanente del sistema sanitario marchigiano. E' a loro - conclude Castelli -
che bisognerà pensare quando le proposte di An giungeranno in
consiglio".
( da "Corriere Adriatico" del 14-10-2007)
Fiscal
drag mirato Più tagli alla spesa della politica ROMA - La possibile restituzione di un fiscal drag mirato e
tagli più incisivi dei "costi della politica"
su troppe poltrone e consulenze di società ed enti pubblici. Ma
anche una ridefinizione del bonus degli incapienti, con una limitazione
della platea dei beneficiati e un contemporaneo aumento dell'assegno o
delle detrazioni di lavoratori o pensionati. Arrivano questa
settimana le prime modifiche parlamentari alla manovra finanziaria.
Lunedì scadono infatti i termini per gli emendamenti al decreto
collegato, nel quale sono inserite le misure sugli incapienti.
Giovedì invece è il giorno entro il quale governo, relatore e
parlamentari dovranno avanzare le proposte di modifica alla Finanziaria
vera e propria. Con le richieste dei sindacati da un lato e quelle dei
cittadini dall'altro, sono i costi della politica
e la riduzione del prelievo sui lavoratori i due capitoli ai quali si sta
lavorando. "Un recupero integrale del fiscal drag - afferma Giovanni
Legnini - è difficilmente sostenibile. Visco ce lo ha detto
chiaramente: lui è a favore dell'intervento ma al momento i soldi
non ci sono".
( da "Gazzettino, Il" del 14-10-2007)
RomaLa possibile restituzione di un
fiscal drag mirato e tagli più incisivi dei "costi della politica" su troppe poltrone e
consulenze di società ed enti pubblici. Ma anche una ridefinizione
del bonus degli incapienti, con una limitazione della platea dei
beneficiati e un contemporaneo aumento dell'assegno o delle detrazioni di
lavoratori o pensionati.Arrivano questa
settimana le prime modifiche parlamentari alla manovra finanziaria. Domani
scadono i termini per gli emendamenti al decreto collegato, nel quale sono
inserite le misure sugli incapienti. Giovedì è il giorno
entro il quale governo, relatore e parlamentari dovranno avanzare le
proposte di modifica alla Finanziaria vera e propria. Con le richieste dei sindacati
da un lato e quelle dei cittadini dall'altro, sono i costi della politica e la riduzione del prelievo sui lavoratori i
due capitoli ai quali si sta lavorando.Ora sul tappeto le proposte sono
diverse: si pensa ad un recupero mirato del fiscal drag. I meccanismi di
restituzione classici prevedono un aumento delle detrazioni specifiche di
alcune categorie o la revisione degli scaglioni Irpef. Tra l'altro
sarà prima necessario trovare gli 800 milioni necessari a mantenere
nel 2008 il blocco dei ticket sulla diagnostica. I costi della politica è il capitolo dal quale drenare risorse.
"La proposta del governo va molto rafforzata", dice il relatore,
il viceministro Giovanni Legnini. Si stanno così mettendo a punto
norme più incisive che riguardino non solo i consigli ma anche le
giunte degli enti comunali. Una stretta più consistente
arriverà anche su società pubbliche. Ad esempio si sta
pensando di "rafforzare la semplificazione dei cda" che
già è prevista dalla manovra, riproponendo, ad esempio, il
limite di 3-5 consiglieri previsto lo scorso anno per alcune società
come Sviluppo Italia.Sugli incapienti il governo presenterà un
emendamento per restringere la platea dei beneficiari, evitando che ne
usufruiscano "finti incapienti" che vivono in nuclei familiari
senza problemi economici. Alla fine il costo preventivato di 1,9 miliardi
potrebbe calare. Così il bonus potrebbe salire da 150 a 200 euro.
Oppure - è l'altra ipotesi - la somma che si libera potrebbe essere
utilizzata per aumentare le deduzioni sui lavoratori dipendenti e i
pensionati. Nel decreto approderanno i fondi per un aggiornamento
"ecologico" del parco auto di taxi e ambulanze, per le vittime
del mare e per l'imprenditoria femminile, oltre a norme per favorire
l'applicazione del protocollo ambientale di Kyoto. A presentarle
sarà il relatore del decreto, Natale Ripamonti. Si ipotizza l'arrivo
di un emendamento per la soppressione o la modifica della
"missione" della "Stretto di Messina spa", la
società che doveva seguire la costruzione del Ponte sullo Stretto. Tra
i nodi da affrontare ci sono poi le detrazioni sulle rette degli asili nido
o gli ecoincentivi per la rottamazione delle auto, i fondi per i lavoratori
trasfrontalieri e quelli per i personal computer ai Co.co.co.
(
da "Giornale di Brescia" del 14-10-2007)
Edizione: 14/10/2007 testata: Giornale di Brescia sezione:LETTERE GHEDI La rinuncia al
gettone Ho letto con piacere sul giornale che un amministratore comunale,
nello specifico il sig. Scalvenzi di Ghedi, ha rinunciato alla sua
indennità di presidente del Consiglio comunale. Sperando che non sia
una mossa politica in vista delle prossime elezioni comunali, visto
che comunque l'ex sindaco non ha bisogno di questi 900 euro, potrebbe
essere d'esempio per altri amministratori, e se imitato su larga scala,
contribuire al riavvicinamento dei cittadini alla politica. Vorrei comunque
ricordare che in Italia, vi sono milioni di dipendenti che loro malgrado
"rinunciano" ad una consistente parte dei loro magri stipendi,
contribuendo anche a mantenere uno stuolo di politici che tutto fanno
tranne che l'interesse dei cittadini. Milioni di dipendenti supertassati,
che contribuiscono al funzionamento di uno Stato esoso e dilapidatore,
forte coi poveri, debole coi ricchi (vedasi i recenti fatti delle Slot
Machine). Non mi venga a dire che i redditi alti o altissimi vengono
tassati anche del 50%, perché tale prelievo, un esempio attuale Pavarotti,
gli ha permesso comunque di accantonare diversi miliardi di lire e
proprietà in tutto il mondo, mentre prelevando a me "solo"
il 30% del mio stipendio, riduce di molto la mia possibilità di
arrivare a fine mese. Almeno avessimo servizi degni di un Paese europeo,
avremmo pagato per qualcosa invece... Vediamo ora quanti altri politici
seguiranno l'esempio di Scalvenzi. Speranze che questo accada? Poche, anzi
pochissime, forse nessuna. GIANFRANCO FERRARI Isorella.
(
da "Nuova Sardegna, La" del 14-10-2007)
GUCCINI (SARDEGNA E LIBERTà)
"Consiglio comunale in diretta tv pago io con l'indennità"
NUORO. Visto e considerato che ai lavori dell'assise municipale non assistono
i cittadini, il consigliere comunale di "Sardegna e
libertà" Francesco Guccini ha deciso di chiedere al presidente
del consiglio Leonardo Moro e al sindaco Mario Zidda di autorizzare le
riprese delle sedute alla emittente locale... Con le spese a suo carico. Lo farà utilizzando i gettoni di presenza che il Comune gli paga ogni qualvolta partecipa ai lavori
del consiglio. Si tratta di una vera provocazione, motivata unicamente dal
fatto, come ha spiegato lo stesso Guccini, che la democrazia, senza la partecipazione
e il controllo dei cittadini, diventa un concetto astratto, quasi vuoto.
"La trasparenza dell'attività politica, unita all'informazione
- scrive il consigliere comunale - deve diventare il motivo ricorrente
delle nostre azioni amministrative. Per fare ciò è necessario
compiere uno sforzo comune per trasformare il grigio palazzo muncipale in
un palazzo di vetro. La Tv, a differenza dei quotidiani, rende giustizia
dei tempi e degli umori dell'aula, visivamente e col sonoro, trasmettendo
gli accadimenti in tempo reale, mentre i giornali stimolano la
riflessione". Morale: se la montagna non va da Maometto è
Maometto che va alla montagna.(a.b.).
(
da "Nuova Sardegna, La" del 14-10-2007)
DALLA PRIMA PAGINA La risposta della politica,
il Paese ne ha bisogno Veltroni e il soggetto politico che verrà
dovranno mettere d'accordo le diverse anime della nuova formazione; evitare
di allarmare il già sospettosissimo presidente del Consiglio;
impedire ai piccoli alleati della maggioranza di deflagrare; lavorare per
una nuova legge elettorale che sostituisca la "legge-porcata" di
Calderoli (finezza lessicale dello stesso autore); tagliare la spesa
pubblica senza sottostare agli interessi costituiti di lobby, potentati e
sindacati; diminuire le "bellissime" tasse di Tommaso Padoa
Schioppa; investire su scuola, sanità, ricerca, infrastrutture;
evitare ai giovani un futuro tiranneggiato da ex baby boomers
implacabilmente longevi; tagliare privilegi e costi della politica; ma
anche privilegi dei furbi qualunque; allontanarsi dalle zone grigie che
covano dietro al consenso elettorale. Un libro dei sogni? Forse. Ma,
secondo chi lo conosce bene, se c'è qualcuno nel Centrosinistra che
può riuscirci, questi è proprio Veltroni, sindaco di Roma,
già ministro e vice-premier, sorriso di velluto e denti d'acciaio. E
comunque, senza questo primo passaggio, senza la nascita di un partito
liberal e riformista non ci sarebbe neanche la speranza che tutto
ciò si avveri. Molti tra i più critici si chiedono, anche,
come si potrà governare la fase costituente dopo tanti aspri scontri
alle primarie. L'interrogativo non riguarda tanto Veltroni, Bindi e Letta,
ma soprattutto i contendenti in ambito locale, dove i faccia a faccia sono
stati più virulenti. Il caso Sardegna è tra questi uno dei
più spinosi. Comunque vada a finire il confronto avvelenato tra
Renato Soru e Antonello Cabras (defilato il terzo concorrente Filippo
Spanu), gli ex alleati di ferro dell'Ulivo sardo rischiano di ritrovarsi
nemici in casa comune. Chi disposto a gesti clamorosi, come Soru che
minaccia di non ricandidarsi se sconfitto; chi gravato dal sospetto di
ritorsione sull'alleanza, come la maggioranza Ds, in caso di sconfitta di
Cabras. Se fosse così, le primarie finirebbero per accentuare divisioni
e divergenze invece di risolvere la frammentazione della partitocrazia
italiana. Ma non è affatto detto che le cose seguano questo corso.
Anzi, come ha dichiarato Arturo Parisi, in realtà la Sardegna
è la regione dove si sono svolte le primarie più vere. I
riottosi leader sardi dovranno per forza tornare a collaborare se non
vogliono uccidere appena nato il Pd, riconsegnare la regione al
Centrodestra e suicidarsi politicamente. Gioverà anche ricordare
loro che, nonostante le asprezze polemiche, si tratta pur sempre di
primarie all'interno di uno stesso corpo elettorale. E che dopo il
confronto, arriva l'accettazione del risultato. Infine, il processo di
nascita del nuovo partito è stato criticato per le sue
farraginosità - basti pensare alle difficoltà
nell'individuazione dei seggi e nelle altre operazioni che renderanno
impervio il voto a molti cittadini desiderosi di partecipare - e perché il
meccanismo di cooptazione della nomenclatura preesistente ha impedito una
più ampia partecipazione della società civile. Non verrebbe
centrato il principale obiettivo: traghettare il Centrosinistra alla nuova
stagione riformista. Durante le primarie molti hanno battuto su questo
tasto - da Arturo Parisi, antesignano del Partito democratico, al postideologico
Enrico Letta, alla pugnace Rosy Bindi, al presidente della Sardegna Renato
Soru che della guerra alla politica politicante ha fatto croce e delizia
tanto dei successi elettorali che delle difficoltà di governo.
Tuttavia è ingeneroso - a noi sembra - non riconoscere la scommessa
un po' eroica, un po' patetica di due partiti che decretano di morire per
risorgere in uno solo. Ci si aspettava davvero, che Ds e Margherita
esalassero l'ultimo respiro come esangui fiammiferaie, mollando militanti,
sedi, cespiti, bandiere e cadreghe? Senza salvare almeno una parte di
ciò che erano? Anche nel Pd la "Casta" è allora
destinata a perpetuarsi - per dirla con l'ormai
ineludibile bestseller di Rizzo e Stella -? Non è detto. Così come non è affatto
detto che la società civile sia sempre migliore della società
politica. O che i bagagli che si portano dietro Ds e Margherita siano
disdicevoli. Certo, nell'ultimo mese il cammino delle primarie si è
fatto molto accidentato. Il Pd prima ancora di veder la luce sembra
ancora un partito in carca d'autore: ci sono i politici ma non si sa ancora
quanti saranno i cittadini semplici, quelli che dovrebbero farlo diverso
dai partiti preesistenti e, quindi, giustificarne l'esistenza. I candidati,
Veltroni in testa, sono apparsi improvvisamente incanutiti sotto alle
raffiche glaciali del populismo italico in versione Grillo. Sembravano
invecchiati, Veltroni e Bindi e il "giovane" Letta tra le
invettive del comico-politico che si è fatto insieme Rosencranz e
Amleto, giullare ed eroe tragico. Quanto potrà reggere il Pd
all'antipolitica se questa produrrà la valanga che molti temono?
Poco, certamente. Ma francamente, noi speriamo che ciò non accada.
Siamo convinti che sia ancora possibile una risposta efficace
all'antipolitica da parte di una politica capace. Anche perché la
società civile, da sola, non basta a governare. E perché, pur con i
suoi ritardi e i suoi deficit di democrazia diretta, il nascente Pd e
quelli che lo stanno creando meritano una possibilità. Contribuire a
dare a questo Paese un sistema politico all'altezza delle difficoltà
che lo aspettano. Stefano Del Re.
(
da "Repubblica, La" del 14-10-2007)
Pagina V - Milano La Lega: via
quattro assessorati inutili L'opposizione: lo diciamo da tempo. Ma la Cdl:
è solo demagogia Nel mirino Colli, Mascaretti, De Albertis, Rossi
Bernardi. "Non è un giudizio sulle persone ma sul loro
ruolo" Lupi: ormai siamo alla rincorsa di chi la spara più
grossa. Fidanza: siamo già il Comune più virtuoso d'Italia
Salvini: eliminare Decentramento, Salute, Ricerca, Lavoro.
"Così la Moratti risparmierebbe 10 milioni l'anno"
GIUSEPPINA PIANO Il ministro Linda Lanzillotta che, di fronte ai rinvii del
Comune di Milano sul taglio delle poltrone nei Cda delle municipalizzate
imposti dal governo, avverte: "Spero che non si trovino cavilli per
non dar corso a una buona norma". E la Lega che getta scompiglio tra
gli alleati proponendo un risparmio tagliando altre poltrone. Quelle della
giunta Moratti. "Milano rinunci ad almeno quattro assessorati che non
hanno grandi ragioni di esistere, il Comune risparmierebbe circa dieci
milioni di euro", è la proposta che il Carroccio con il
segretario Matteo Salvini "offre al sindaco". Proposta che piace
a sinistra. Ma che non piace affatto agli alleati della
Cdl: per Forza Italia, An e Udc la Lega "fa propaganda". Comunque
vada, di questi tempi, a Palazzo Marino si finisce sempre lì. Al
tema della riduzione dei costi della politica. Tra
la bacchettata che la procura della corte dei Conti ha dato alla giunta Moratti
sulle assunzioni di dirigenti dell'esterno, ipotizzando un danno
erariale di 11 milioni di euro. E tra il congelamento della riduzione dei
posti nei Cda delle municipalizzate comunali, che significherebbe
risparmiare 585mila euro all'anno. All'altolà del ministro
Lanzillotta, risponde il vicesindaco Riccardo De Corato: "Nessun
cavillo. Non vogliamo esporre l'amministrazione al rischio di richieste di
danni dai consiglieri, per questo abbiamo chiesto un parere alla corte dei
Conti e attendiamo una risposta". Nel dibattito sui costi della politica, però, adesso si inserisce anche il
fuoco amico della Lega. Il Carroccio con Salvini dice che quella di ridurre
gli assessorati "non è una proposta per aprire un rimpasto, né
è un giudizio sulle persone in carica". Piuttosto: "Oggi a
Milano ci sono 16 assessorati, possiamo diventare il Comune più
virtuoso scendendo a 12. Torino ne ha 15, Genova 14, Firenze 13". La
proposta: i quattro assessorati da eliminare, accorpando le deleghe ad altri,
sono quelli al Decentramento e alle Politiche del lavoro dei forzisti
Ombretta Colli e Andrea Mascaretti, quello alla Salute di Carla De Albertis
di An, quello all'Innovazione di Luigi Rossi Bernardi in quota sindaco.
"Se calcoliamo che ogni assessorato costa 500mila euro all'anno, fanno
due milioni l'anno e circa 10 milioni di euro per l'intero mandato",
dice Salvini. Attenzione: nei quattro assessorati non c'è l'unico
assessorato che ha la Lega, quello a Turismo e identità, ma "se
si decide di tagliare anche noi siamo disponibili a fare la nostra
parte". Proposta che, dall'opposizione, Marilena Adamo dell'Ulivo
sottoscrive perché "l'abbiamo sempre sostenuto che questi quattro
assessorati sono inutili ma costano". Mentre nella Cdl non
sottoscrivono affatto. La boccia Forza Italia con Maurizio Lupi, perché
"siamo alla rincorsa di chi la spara più grossa per dimostrare
che è più antipolitico. I costi si riducono portando
efficienza nell'amministrazione". L'Udc con Pasquale Salvatore
prosegue che "il tema dei costi della politica
è giusto, ma viene usato dalla Lega in modo propagandistico". E
An con il capogruppo Carlo Fidanza chiude: "Siamo già il Comune
più virtuoso d'Italia. è giustissimo ridurre i costi ma senza
demagogia".
(
da "Corriere delle Alpi" del 14-10-2007)
Di Cristian Arboit "Anche la
politica locale deve ridurre i costi" I comunisti Pauletti e Alberti
vorrebbero la Cmf trasformata in coop di servizi Nella Comunità
montana troppi dipendenti precari FELTRE. Anche sull'austero Feltrino,
terra di confine e di casse comunali a tratti lacrimevoli, soffia forte il
vento dell'antipolitica. Tredici comuni, una Comunità montana,
un'Unione di comuni, senza contare Provincia e Regione. "Troppi",
sentenziano i comunisti Diego Pauletti e Vittorio Alberti, che propongono
una bella cura dimagrante, a cominciare proprio dalla Cmf. Tra le proposte
c'è la trasformazione dei servizi associati in cooperativa. Sullo
sfondo l'esercito più o meno silenzioso dei consiglieri. Quasi
duecento per una popolazione che non supera i sessantamila abitanti. Al
Grillo nazionale, padre spirituale della nuova corrente, si aggiungono i
"grilli" nostrani. La politica del resto
è fatta sia di grandi che di piccoli nomi. Così come i suoi
costi. A fisarmonica. La filosofia dei comunisti è lineare: in
montagna i fondi sono già pochi, tanto vale liberarli a favore dei
residenti senza "buttarli" in gettoni di presenza - che per quanto irrisori sono una goccia continua - e
assessorati più o meno utili. Senza contare il rischio che
tra un livello e l'altro possano emergere pericolose sovrapposizioni che
con le economie di scala c'entrano come i cavoli a merenda. "Forse
è davvero arrivato il momento di semplificare le cose", dicono
i due, che portano l'esempio della Comunità montana, realtà
della quale fanno entrambi parte. "Il servizio associato è
stato voluto dai sindaci del Feltrino per ragioni di efficienza, ma proprio
in questi tempi si sta allargando alla Valbelluna, riaffermando
l'inutilità dell'idea che ha generato la Comunità
montana", proseguono. "Per questo basterebbe una cooperativa di
servizi, soluzione che consentirebbe ai dipendenti attuali del servizio di
essere assunti con un contratto a tempo indeterminato. Diciasette su
venticinque sono infatti precari". A sentire Pauletti e Alberti il
resto sono solo sovrastrutture. "Della Cmf salviamo soltanto la
conferenza dei sindaci, che non ha bisogno né di assessori né di
presidenti. Questa Cmf ha consentito la realizzazione della cava a Scalon,
quando invece doveva occuparsi della difesa del suolo". Altro
capitolo, che si riallaccia agli impeti automisti, è quello della
specificità per il Feltrino e la Provincia di Belluno: "La
nostra preoccupazione è che questo sia solo un modo per preservare
certi posti preriscaldati occupati dai soliti politici locali". I
comunisti italiani entrano anche nel merito: "Insistere sulla
peculiarità del Bellunese è fuorviante visto che la maggior
parte del territorio italiano è determinato da rilievi montuosi e
pertanto ogni luogo montano, pedemontano o degli Appennini è
peculiare". L'antipolitica, insomma, non è solo affare romano.
Il Feltrino però già se n'era accorto con i referendum di
Lamon e Sovramonte.
(
da "Gazzetta del Sud" del 14-10-2007)
Montalto Fi polemica con il primo
cittadino Era meglio convocare il Consiglio di sera Chiara Buffone montalto
uffugo E ormai diventata prassi per l'attuale amministrazione riunire di
mattina il Consiglio comunale. Negli anni scorsi, si era invece soliti
trascorrere intere serate, anche nottate, nella sala consiliare, proprio
per permettere ai cittadini interessati di assistere ai lavori del
consiglio. Certo, ad onor del vero bisogna anche ammettere che non erano
così numerosi gli "spettatori" del consiglio. La
stragrande maggioranza dei montaltesi stranamente non sembra curiosa di
"vedere dal vivo" come si comportano i soggetti ai quali hanno
dato il loro voto e quindi la loro fiducia. In ogni caso, è pur
sempre necessario dare la possibilità di seguire il consiglio ai
"potenziali" cittadini ed elettori giustamente interessati.
Spesso anche le assenze di alcuni consiglieri sono dovute ad improrogabili
impegni di lavoro. Se l' appuntamento fosse nelle ore serali, ci sarebbero
meno problemi. E sicuramente meno "alibi" avrebbero i cittadini
che, a ragione, difficilmente, di questi tempi, si possono permettere di
rinunciare ad una mattina di lavoro per partecipare alle sedute consiliari.
Di quest'avviso è anche il presidente di Alleanza Nazionale,
Francesco Biondi: "I consiglieri comunali ricevono
stipendi fissi ogni mese e non il gettone di presenza. Il
resto dei cittadini, purtroppo per campare è costretto, nell'orario
di convocazione del Consiglio Comunale, ad andare a lavorare altrimenti a
fine mese non arriva. Pertanto continua Biondi il nostro partito chiede al
Presidente del Consiglio Comunale e a tutte le altre forze politiche che lo
compongono, che in virtù di una sbandierata democrazia che
contraddistingue la classe politica Montaltese, di ripristinare i vecchi
orari serali di convocazione, in modo tale che il cittadino possa assistere
al consiglio comunale e conoscere le decisioni che dallo stesso vengono
prese, direttamente, senza ricorrere alle solite, ma spesso non veritiere
voci di popolo. Ma forse il termine più adatto è "voce
di piazza", dato che a Montalto, la piazza sembra essere il luogo
deputato per far politica". Inoltre, Biondi, in merito all'accusa di
immobilismo che gli era stata rivolta in un articolo di qualche giorno fa,
risponde: "Sono presidente solo da maggio 2007. Viviamo in una
democrazia, chi vuole intraprendere altre strade e uscire dal partito
può farlo liberamente. Con le polemiche sterili e strumentali non si
arriva a niente, preferisco lavorare per il rilancio del partito sul
territorio con l'aiuto di quanti ci credono ancora". Intanto, il
consiglio è stato convocato per domani mattina. Chissà se
dopo l'ennesima richiesta, sarà l'ultima seduta
"mattutina" per poter tornare alla vecchia cara abitudine delle
sedute serali. (domenica 14 ottobre 2007).
(
da "Unita, L'" del 14-10-2007)
Stai consultando l'edizione del Finanziaria,
ore decisive per le modifiche Domani gli emendamenti al decreto collegato, si lavora su fiscal drag e costi della politica / Milano LE PROPOSTE Possibile restituzione di un fiscal
drag mirato e tagli più incisivi ai "costi della politica", ma anche una ridefinizione del bonus degli
incapienti, con una limitazione della platea dei beneficiati e un
contemporaneo aumento dell'assegno o delle detrazioni di lavoratori e
pensionati. Sono in dirittura d'arrivo le prime modifiche
parlamentari alla manovra finanziaria. Domani, infatti, scadono i termini
per gli emendamenti al decreto collegato, nel quale sono inserite le misure
sugli incapienti. Giovedì è invece il giorno entro il quale
governo, relatore e parlamentari dovranno avanzare le proposte di modifica
alla Finanziaria vera e propria. Con le richieste dei sindacati da un lato
e quelle dei cittadini dall'altro, sono i costi della politica
e la riduzione del prelievo sui lavoratori i due capitoli ai quali si sta
lavorando. "Un recupero integrale del fiscal drag - afferma il
relatore Giovanni Legnini - è difficilmente sostenibile. Visco ce lo
ha detto chiaramente: lui è a favore dell'intervento ma al momento i
soldi non ci sono". Al momento, le proposte sul tappeto sono diverse:
si pensa soprattutto ad un recupero mirato del fiscal drag. I meccanismi di
restituzione classici prevedono un aumento delle detrazioni specifiche di
alcune categorie o la revisione degli scaglioni Irpef. "Sul tavolo -
ammette Legnini - c'è anche un'ipotesi di intervento di parziale
defiscalizzazione dei rinnovi contrattuali, ma è tecnicamente
difficile ed è molto discutibile". Tra l'altro sarà
necessario trovare gli 800 milioni necessari a mantenere nel 2008 il blocco
dei ticket sulla diagnostica. I costi della politica
è il capitolo dal quale drenare risorse. "La proposta del
governo va rafforzata", dice il relatore. Si stanno così
mettendo a punto norme più incisive che riguardino non solo i
consigli ma anche le giunte degli enti comunali. Una stretta consistente
arriverà anche sulle società pubbliche. Le prime modifiche ad
arrivare saranno comunque quelle sul decreto collegato alla Finanziaria.
Sugli incapienti il governo presenterà un emendamento per
restringere la platea dei beneficiari, evitando che ne usufruiscano
"finti incapienti" che vivono in nuclei familiari senza problemi
economici. Alla fine il costo preventivato di 1,9 miliardi potrebbe calare.
Così il bonus potrebbe salire da 150 a 200 euro. Oppure - è
l'altra ipotesi - la somma che si libera potrebbe essere utilizzata per
aumentare le deduzioni sui lavoratori dipendenti e i pensionati, aiutando
così a risolvere il nodo della restituzione del drenaggio fiscale.
Tra i nodi da affrontare c'è poi quello delle risorse per rinnovare
gli incentivi fiscali previsti fino ad oggi, come le detrazioni sulle rette
degli asili nido o gli ecoincentivi per la rottamazione delle auto.
(
da "Tirreno, Il" del 14-10-2007)
Toscana I COSTI DELLA POLITICA GLI
EFFETTI DELLA FINANZIARIA Ancora un mese per adeguarsi alle nuove regole,
qualche azienda è già ok. La situazione a Firenze, Pisa,
Livorno e Grosseto.
(
da "Secolo XIX, Il" del 14-10-2007)
Dalla prima pagina Il direttore Paolo
Corradi che per bruciare Bisagno fa sponda, nelle segrete stanze, alla
candidatura di Remo Pertica, condirettore generale di Finmeccanica. Bisagno
che per catturare consensi fa sapere di voler giubilare Corradi, inviso a
una quota non marginale dell'associazione; Riccardo Garrone, uno dei saggi
e di fatto "padre padrone" dell'organizzazione, che per salvare
Corradi (lo portò lui) diverge dalle posizioni del figlio Edoardo
(candidato della prima ora fattosi poi rapidamente da parte) e con metodo
giudicato "discutibile" lancia nell'agone Vittorio Malacalza; lo
stesso industriale dell'acciaio che spende il suo "appeal" con la
falsa partenza di un'autocandidatura non preparata e poco attendibile nella
dinamica (tutti sanno che gli è stato chiesto di scendere in campo,
perché sostenere di essersi fatto avanti?); Pertica che raccoglie la
benedizione pubblica del segretario della Uilm, Antonio Apa, suscitando l'ira
di chi ritiene che il presidente degli imprenditori non può essere
designato anche dalla parte sindacale; ancora Bisagno, che ispira la
candidatura di Orazio Brignola e subito dopo - anche dopo le dichiarazioni
di fuoco di Brignola contro Malacalza - conferma la volontà di non
ritirarsi, sebbene la maggioranza dei consensi sembri ormai inesorabilmente
orientata verso il suo antagonista. Come "la peggio" politica perché a questo punto, salvo l'ennesimo colpo
di scena, si andrà alla conta non per la volontà di realizzare
un nuovo modello di democrazia interna - era una bella occasione per
sfuggire alla ritualità delle conferme e dei rinnovi secondo un
canovaccio prestampato - ma solo per ovviare al tutti contro tutti, dal
quale si può uscire, ormai, verificando i numeri su cui gli sfidanti
possono fare leva. Come "la peggio" politica
perché l'unico meccanismo che sembra aver fin qui funzionato è
quello tipico dei veti incrociati: a cose fatte, sarà da vedere -
vogliamo dire da ridere? - come il nuovo timoniere dell'associazione
potrà sbattere in faccia agli altri poteri l'ignominia di scegliere
i vertici secondo logiche ben poco afferenti ai problemi da risolvere e
alla qualità e alle competenze degli uomini. Come "la
peggio" politica per le ipocrisie che ancora
accompagnano la vicenda: non uno che abbia pubblicamente denunciato
l'eventuale inadeguatezza di Bisagno (rimproverargli un eccesso di
attenzione alla portualità, il suo mondo, alla fine è acqua
fresca); non uno che abbia pubblicamente denunciato l'eventuale inadeguatezza
di Malacalza (rimproverargli la scarsa frequentazione dell'associazione
alla fine è acqua fresca). Come "la peggio" politica perché gli industriali genovesi stanno
macellando la loro immagine, e quindi quella della città, a livello
nazionale: dalle Alpi alla Sicilia il gossip si spreca su questi
imprenditori che non riescono a mettersi d'accordo e diventano il paradigma
(come giustamente rilevava ieri Piero Ottone sulla Repubblica-Il Lavoro) di
una Genova troppo incline al litigio e troppo poco capace di compiere delle
scelte. Come "la peggio" politica, che
rialza la testa e certifica quanto segue: gli accordi fra il governo e le
parti sociali sono carta straccia come i contratti pluriennali dei
calciatori (la sinistra radicale impone modifiche che Confindustria e Cisl
non accettano, quindi si riapre il tavolo); la democrazia diretta non vale
niente, perché il referendum sul welfare (80% di sì) farà la fine di quelli sulla privatizzazione della Rai
e del finanziamento pubblico dei partiti; la
battaglia per ridurre i costi della politica
è solo un grande infingimento e il premier Romano Prodi lo dice,
ritenendo che "non possiamo risolvere con un colpo di testa il
problema di ridurre i ministri, gli assessori e tutti quelli che fanno politica"; il centrodestra non offre alcuna alternativa
credibile, pronto com'è, nella sua parte dominante - Silvio
Berlusconi e Forza Italia - a fare scempio delle prossime elezioni
celebrandole ancora con il sistema opportunamente ribattezzato
"porcellum", trattandosi di una legge che espropria ai cittadini
la facoltà di scegliersi i rappresentanti in Parlamento. Come
"la peggio" politica, che da Genova a
Roma, andata e ritorno, riesce nella mirabile impresa di dare il viatico
meno provvido alle primarie del Partito democratico. La consultazione
è accompagnata dal clima che si riserva all'evento epocale e
potrebbe pure esserlo se non fosse che il Pd si muove con un progetto che
cambierà poco o niente. Al contrario di quanto fece il partito
laburista inglese, che per rinnovarsi cancellò programma e vertici,
inventandosi Tony Blair e un moderno riformismo. Il cinquantenne Blair
è già pensionato, noi vedremo sfilare ancora i vecchi arnesi
di Pci e Dc. Del resto, non siamo british. Questa è l'Italia,
bellezza. Luigi Leone 14/10/2007 dalla prima pagina Sappiamo a cosa andiamo
incontro; il nostro progetto ha una data di scadenza: il raggiungimento
della maggiore età di Richi, abbiamo davanti a noi nove anni di
lavoro e di responsabilità. Ci siamo dati delle regole e non
è detto che riusciremo a osservarle, ci siamo dati degli obiettivi
ambiziosi e non è dato che saremo capaci di raggiungerli. Dovremo
confrontare innanzi tutto i nostri arditi progetti con la dura materia
delle nostre economie; la prima spesa importante la faremo a Natale e
sarà per un locomotore 656 Caimano in offerta, perché il Caimano
è il nostro preferito e coglieremo l'occasione, ma poi, e per un bel
pezzo, dovremo investire in legnetti, erbette, sassolini, colori, scambi e
binari, segnali, chiodi, colle e olio di gomiti; tutta quella roba poco
gratificante su cui dovranno viaggiare i nostri convogli. Li abbiamo
già scelti quelli, nei cataloghi, e dipendesse da Richi li avremmo
comprati già tutti in un colpo solo, con il bottino di una rapina
che aveva in programma; invece abbiamo buttato giù un piano di
risparmio pluriennale, e questa è la parte più ansiogena del
nostro progetto: riusciremo a rinunciare con costanza a molte cose che ci
piacciono per alimentare un'idea di cui più di una volta stenteremo
a vedere la fine? Una cosa è certa: lasciato a metà, anche
solo trascurato in una sua piccola parte, il nostro plastico sarà un
fallimento. Questo ce lo siamo detto e ridetto; siamo due soci di
un'impresa a responsabilità illimitata. Mi chiedo come passeranno
questi nove anni, come cambieremo, e in cosa, mentre il nostro plastico
andrà avanti. Alla fine lui avrà diciotto anni e io
sessantacinque, e se la nostra impresa la vedo da qui mi sembra una follia.
Chi intorno a noi se la sente di progettare a scadenza così lunga?
Metà dei matrimoni celebrati cinque anni or sono si sono già
conclusi con una separazione, forse che un plastico ferroviario è
meno impegnativo? Vogliamo costruire una linea locale, una merci e una ad
alta velocità; come potremo riuscire noi a portare a termine la
nostra Tav se non ci riusciranno con quella vera? E sì che hanno
cominciato dieci anni prima di noi. Quanti patti d'onore sono stati stretti
mentre io e Richi stringevamo il nostro, e quanti di quelli vedremo
sciogliersi mentre noi cercheremo di rafforzare il nostro. Nel corso di
lunghi anni in cui Richi incontrerà le ragazze, imparerà ad
andare da solo per il mondo, e io invecchierò, troverò nuovi
motivi di delusione e di stanchezza. Ci sarà ancora il Partito
democratico quando avremo finito il nostro plastico? Ricorderemo il nome di
anche uno solo degli uomini che oggi ci sembrano i padroni del mondo e
della nostra vita? Richi è caparbio e io non potrò deluderlo;
per questa ragione penso che potremo farcela, anche se in fin dei conti
è solo un plastico ferroviario. Ma è un progetto, e senza
progetti la vita va sciupata, e si può soltanto far passare il
tempo, si può solo invecchiare e aspettare che le cose finiscano.
Poi, quando tutto sarà finito, guarderemo quello che avremo fatto,
accenderemo le luci, daremo corrente ai binari, toglieremo il blocco agli
scambi dello scalo e il prode Caimano prenderà l'abbrivio per il
duro tratto appenninico. E noi ci metteremo a pensare a qualcos'altro.
maurizio maggiani 14/10/2007.
(
da "Messaggero Veneto, Il" del 14-10-2007)
Attualità Manovra: parziale rimborso del fiscal drag e tagli ai costi politica ALLO STUDIO ROMA. La possibile restituzione di un fiscal
drag mirato e tagli più incisivi dei costi della politica su troppe poltrone e consulenze di società ed enti
pubblici. Ma anche una ridefinizione del bonus degli incapienti, con una
limitazione della platea dei beneficiati e un contemporaneo aumento dell'assegno
o delle detrazioni di lavoratori o pensionati. Arrivano questa settimana le
prime modifiche parlamentari alla manovra finanziaria. Domani scadono
infatti i termini per gli emendamenti al decreto collegato, nel quale sono
inserite le misure sugli incapienti. Giovedì invece è il
giorno entro il quale governo, relatore e parlamentari dovranno avanzare le
proposte di modifica alla Finanziaria vera e propria. Con le richieste dei
sindacati da un lato e quelle dei cittadini dall'altro, sono i costi della politica e la riduzione del prelievo sui lavoratori i
due capitoli ai quali si sta lavorando. "Un recupero integrale del
fiscal drag - afferma Giovanni Legnini - è difficilmente
sostenibile. Visco ce lo ha detto chiaramente: lui è a favore
dell'intervento ma al momento i soldi non ci sono". Sul tema il
vice-ministro ha messo al lavoro i propri uffici per fare ipotesi e
simulazioni, diverse però da quelle fatte prima del varo della
manovra che, al posto del calo dell'Ici, puntavano a una revisione
dell'Irpef, con l'arrivo della "dote per i figli" nella quale far
confluire i benefici di detrazioni fiscali e assegni familiari. Ora sul
tappeto le proposte sono diverse: si pensa a un recupero mirato del fiscal
drag. I meccanismi di restituzione classici prevedono un aumento delle
detrazioni specifiche di alcune categorie o la revisione degli scaglioni
Irpef. Sul tavolo - ammette Legnini - "c'è che un'ipotesi di
intervento di parziale defiscalizzazione dei rinnovi contrattuali" ma
"è tecnicamente difficile ed è molto discutibile".
Tra l'altro sarà prima necessario trovare gli 800 milioni necessari
a mantenere nel 2008 il blocco dei ticket sulla diagnostica. I costi della politica è il capitolo dal quale drenare risorse.
"La proposta del governo va molto rafforzata", dice il relatore.
Si stanno così mettendo a punto norme più incisive che
riguardino non solo i consigli ma anche le giunte degli enti comunali. Una
stretta più consistente arriverà anche su società
pubbliche. A esempio si sta pensando di "rafforzare la semplificazione
dei cda" che già è prevista dalla manovra, riproponendo
il limite di 3-5 consiglieri previsto lo scorso anno per alcune
società come Sviluppo Italia. Le prime modifiche ad arrivare saranno
comunque quelle sul decreto. Sugli incapienti il governo presenterà
un emendamento per restringere la platea dei beneficiari, evitando che ne
usufruiscano "finti incapienti" che vivono in nuclei familiari
senza problemi economici. Alla fine il costo preventivato di 1,9 miliardi
potrebbe calare. Così il bonus potrebbe salire da 150 a 200 euro.
(
da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 14-10-2007)
Provincia di Nuoro Pagina 5054
Comune. La proposta di Francesco Guccini: "Un fatto di democrazia e
trasparenza" Il consigliere paga la diretta tv Rinuncia al gettone di presenza per la ripresa di tre sedute --> Rinuncia al
gettone di presenza per la ripresa di tre sedute
Ancora senza risultato un ordine del giorno approvato in Consiglio comunale
che auspicava la trasmissione in diretta delle sedute. Un Grande Fratello
nell'aula del Consiglio comunale, almeno per le prossime tre sedute che
verrebbero trasmesse in diretta da un'emittente locale. Un fatto di
democrazia e di trasparenza: ne è tanto convinto il consigliere di
Sardegna e Libertà Francesco Guccini da essere disposto a pagare di
tasca sua l'intero importo, destinando all'iniziativa i suoi gettoni di presenza. LA
RICHIESTA Guccini ha inviato una richiesta ufficiale al presidente del
Consiglio Leonardo Moro e, per conoscenza, al sindaco Mario Zidda
ricordando fra l'altro che l'assemblea municipale ha approvato tempo fa un
ordine del giorno in cui si auspica che le sedute siano visibili in diretta
televisiva. "Nonostante l'importanza - scrive Guccini - alle sedute
non assistono più di dieci persone per assemblea. Occorre
un'inversione di rotta, un iniezione di fiducia che restituisca a tutti la
voglia di seguire e fare politica. La trasparenza dell'attività
politica, unita all'informazione, deve diventare il motivo ricorrente delle
nostre azioni amministrative. I quotidiani, in maniera assolutamente
apprezzabile, informano la città e riportano con metodo e rigore gli
accadimenti all'interno dell'aula. Occorre tuttavia, nell'ottica della
trasparenza, affiancare ai quotidiani il mezzo televisivo". LE RAGIONI
"La televisione - scrive ancora Guccini - rende giustizia dei tempi e
degli umori nell'aula, i quotidiano stimolano alla riflessione. consigli
Comunali, le telecamere di Telesardegna, emittente televisiva nuorese a
copertura provinciale, in aula al fine di consentire la messa in onda
integrale dei lavori consiliari. Si tratta di una richiesta, e conseguente
scelta, motivata unicamente dal fatto che ritengo la democrazia, senza la
partecipazione e il controllo dei cittadini, un vuoto concetto". ( a.
a. ).
(
da "Messaggero Veneto, Il" del 14-10-2007)
Sport La Snaidero può fare
saltare l'ex Boniciolli Le sorti del coach dell'Air sono legate al
risultato di oggi contro Udine già sua Rientra capitan Di Giuliomaria
Antonutti parte, ma è in forse Pancotto vuole più adrenalina
di VALERIO MORELLI UDINE. La Snaidero, vincendo oggi ad Avellino,
può fare saltare la prima panchina del campionato. Non una
qualunque, ma quella dell'allenatore del primo biennio arancione di
successi, dal 1999 al 2001, appena tornato al basket il gruppo di Majano.
Coach Matteo Boniciolli, alla quarta d'andata di serie A, è
già a rischio purtroppo per lui. O batte oggi Udine, già sua,
con l'Air ancora al palo o salta. Lo fa capire l'amministratore delegato
Luigi Ercolino, dopo avere invano chiamato a raccolta i tifosi
giovedì scorso contro La Fortezza Bologna. Non è tipo da
nascondersi dietro a un dito Boniciolli, che si è già assunto
le sue responsabilità subito dopo il secondo stop interno seguito a
quello all'esordio con Montegranaro. In questo clima la Snaidero non
viaggia a guardia abbassata verso l'Irpinia. Infermeria. "Rientra Di
Giuliomaria - aggiorna coach Cesare Pancotto per prima cosa -. Antonutti lo
portiamo di sicuro, ma vedremo domani (oggi per chi legge, ndr) se e come
impiegarlo. E molto vicino al rientro, al 99 per cento, ma non vogliamo
rischiare neanche lo 0,1. Oggi (ieri, ndr) si è allenato quasi per
intero con la squadra, pur se è stata una seduta di 50 minuti".
Adrenalina. "Quando si giocano tante gare ravvicinate - consiglia
Pancotto ai suoi - bisogna aumentare l'adrenalina. Serve per sopperire al
fatto che ci si allena poco. Serve per affrontare un'altra gara fuori, la
prima trasferta in aereo. Adrenalina e tensione in mezzo al campo sono
elementi fondamentali". Avversari. "Ho grande rispetto di
Avellino - Pancotto passa agli avversari di turno - che ha buone cifre. E
la prima squadra per recuperi, tira bene. Ha un grande potenziale:
giocatori da Nazionale quali Radulovic e Righetti, stranieri di rilievo.
Williams è un centro di sostanza, di posizione, che dà
problemi di adattamento". Boniciolli. "Ribadisco che ho stima
dell'allenatore dell'Air, pur se la squadra è ancora a zero punti.
Fa parte dell'inizio del campionato. Non mi soffermo sulla classifica della
mia Snaidero e delle altre, memore di quel che è successo in
passato". Clima. "Siamo abituati a tutto - dice Pancotto rispetto
all'aria che tirerà oggi ad Avellino -, dobbiamo essere concentrati.
Abbiamo la responsabilità di rappresentare la Snaidero e Udine.
Dobbiamo migliorarci per strappare un altro biglietto. Ci aspettiamo un
pubblico caldo, sosterrà la squadra, che avrà grandi
motivazioni. L'Air ha perso le due partite in casa? La somma fa il totale
diceva Totò. Bisognerà vedere alla fine delle 34 partite, le
statistiche sono fatte per essere cambiate. Non dobbiamo guardare a quelle,
ma pensare che affrontiamo una squadra di rango". Esonero. Pure gli
allenatori, però, sono fatti per essere cambiati, loro malgrado:
Boniciolli ne sa qualcosa. Pancotto riprende la palla al balzo: "Lo
stimo, è bravo, serio, ha senso di responsabilità. Ha
sviluppato un programma che ha bisogno di tempo, credo che pure la
società di Avellino ne sia consapevole. Ho grande stima dell'ambiente
pur se non conosco il presidente, che dà entusiasmo e
motivazioni". Carica che ieri mattina l'omologo Edi Snaidero è
passato a dare ai suoi al Carnera, spronando Di Giulio a tirare i liberi
come da tre e divertendosi a vedere Sales mimare in palleggio Allen.
Quest'ultimo ha un problema sotto il piede sinistro, mentre Zacchetti
risente della botta presa al ginocchio destro contro Pesaro e Green
continua a proteggere il gomito sinistro. Zorzi. Pancotto,
che è a 780 presenze e 398 vittorie in serie A, sulla panchina di
Avellino vedrà sedere quale senior assistant il
"millenario" Tonino Zorzi, 1.073 gettoni da
capo in A. Si stupirebbe a rivederlo head coach? "Pronto, non si
sente...", chiude lì il coach arancione. Anche perché ad
Avellino si parla di un eventuale arrivo di Caja, mentre per oggi non
è stato convocato Petrov e Ortiz è alla prova d'appello.
Radulovic non è più il capitano, la scelta oggi tra Smith o
Lisicky.
(
da "Messaggero Veneto, Il" del 14-10-2007)
Pordenone Costi
della politica, Salvi in città Il presidente della commissione
giustizia venerdì in via Torricella Il tema dei costi della politica sarà al centro della conferenza che il
presidente della commissione Giustizia del Senato, Cesare Salvi,
terrà venerdì prossimo, alle 20.30, nella sala dell'ex
tipografia Savio in via Torricella (laterale di via Cavallotti) a
Pordenone. L'iniziativa è curata da Sinistra democratica, il
movimento al quale Salvi appartiene, che ha recentemente abbandonato i Ds
dopo la decisione di questi ultimi di confluire nel
Partito democratico. "Il tema dei costi della politica e dei privilegi della casta rimane aperto - afferma il
consigliere comunale Vanni Tissino - e dovrà trovare adeguato spazio
anche nel programma, a partire dai compensi di consiglieri e assessori
regionali, con il quale il centro-sinistra andrà a chiedere di
essere confermato alla guida della Regione". "Troppo
spesso - aggiunge Michele Ciol, componente del coordinamento provinciale di
Sinistra democratica - non abbiamo saputo considerare quanto sia importante
che i nostri eletti siano esempio di sobrietà soprattutto nel
momento in cui vengono chiesti sacrifici ai cittadini e il numero di
famiglie vicine o sotto la soglia della povertà non riesce a
scendere". Salvi è coautore con Villone del libro "Il
costo della democrazia - eliminare sprechi, clientele e privilegi per
riformare la politica".
(
da "Messaggero Veneto, Il" del 14-10-2007)
Emergenza casa. Divampa la polemica
sulla decisione della Regione di autorizzare il progetto finanziandolo con
3 milioni e 800 mila euro "Non vorremmo che comprare immobili chiavi in
mano per l'azienda diventi una prassi" Il presidente Grion:
così si risolvono tanti problemi Sindacati: l'Ater non acquisti
alloggi Cgil: un'operazione del genere è giustificabile soltanto se
la gente è costretta a vivere in auto Alcune palazzine a Gorizia e
alcune a Monfalcone, acquistate chiavi in mano. E l'idea messa in piedi
dall'Ater per dare una risposta veloce all'emergenza casa nei due maggiori
centri dell'Isontino, visto che un'impresa privata riesce a costruire uno o
più edifici con una ventina di appartamenti in tempi molto
più brevi di quanto possa fare la stessa Ater o qualsiasi altro ente
pubblico. Ad appoggiare i propositi dell'Ater è anche la giunta Illy
che, nell'ultima giunta, ha autorizzato l'accordo di programma per far
andare in porto il progetto, finanziandolo con 3 milioni 800 mila euro. Non
sono per nulla contenti del fatto che l'Ater si rivolga al mercato privato,
invece, i sindacati, che proprio su quest'argomento ha sferrato
recentemente un duro attacco ai vertici dell'ente: "Il ruolo
dell'Agenzia territoriale per l'edilizia residenziale è quello di
costruire e gestire alloggi popolari", ribadisce la segretaria della
Cgil-Funzione pubblica, Mafalda Ferletti. "Perché - rimarca la stessa
Ferletti - per acquistare appartamenti già pronti sul mercato
privato è sufficiente un'agenzia immobiliare. Un'operazione del
genere è giustificabile solamente se l'emergenza casa è
talmente alta, con gente che vive in auto o sulla strada, da rendere
necessaria - sottolinea - una risposta urgente e indifferibile".
"Non vorremmo, invece - lancia l'allarme la Ferletti -, che l'acquisto
di questi primi immobili "chiavi in mano" diventasse una prassi,
svilendo così anche il ruolo dell'apparato dell'Ater, dotato di un
numero consistente di validi professionisti assunti proprio per seguire gli
interventi di costruzione degli alloggi popolari". In realtà,
come rileva il presidente Roberto Grion, già altre Ater del Friuli
Venezia Giulia "hanno seguìto la strada dell'acquisto diretto
degli alloggi, operazione che non compromette gli altri progetti già
programmati, ma, semplicemente, come ho già detto, consente di
affrontare l'emergenza fornendo in tempi più brevi la
disponibilità di nuovi alloggi popolari alle famiglie. La ritengo una
cosa estremamente positiva, visto che, in questo modo, riusciremo a
soddisfare l'esigenza di più cittadini". Peraltro, l'Ater ha
già pubblicato il bando per le imprese che intendono fare la loro
offerta per la costruzione, in questa prima fase, di 45 alloggi, metà
a Gorizia e metà a Monfalcone, raggruppati in palazzine unitarie e
non mescolati, quindi, con altri inquilini privati. E evidente che
l'intento dell'Ater è assolutamente positivo e l'intervento va
sicuramente incontro agli interessi delle tante famiglie che aspettano una
casa, ma non si può negare che la necessità di acquistare
appartamenti da privati per soddisfare in tempi
relativamente brevi la fame di case metta a nudo uno dei problemi maggiori
del nostro sistema pubblico, ovvero i tempi burocratici per la
realizzazione di ogni opera. Si parla tanto dei costi della politica, ma forse sarebbe opportuno cominciare a
"contare", oltre che i tempi, anche gli euro che vengono spesi,
dal momento dell'ideazione a quello della realizzazione, di un
qualsiasi intervento pubblico, a causa di una burocrazia che farebbe
fallire qualsiasi azienda privata. Patrizia Artico.
(
da "Giornale.it, Il" del 14-10-2007)
I consiglieri
"subappaltano" il gettone delle commissioni di Diego Pistacchi -
domenica 14 ottobre 2007, 07:00 Stampa Dimensioni Versione PDF Invia ad un amico
Vota 1 2 3 4 5 Risultato Si chiamano "commissari" e detto
così fa anche un certo effetto. Sono chiamati a far parte delle
commissioni specialistiche perché dovrebbero avere esperienze particolari
nel settore. E per questo vengono anche retribuiti con
un gettone di presenza. Ma in Provincia poi si scopre che un commissario vale
l'altro, che, se serve, a discutere di progetti di leggi e delibere ci
può andare chiunque. Anche perché alla fine il gettone di presenza lo prende uguale al "titolare", ed è questo
che conta. Il concetto è scritto nero su bianco sul nuovo
articolo 8 del regolamento delle commissioni della Provincia di Genova. Un
articolo appena modificato, con uno di quei voti trasversali che riescono
sempre a trovare d'accordo anche i "nemici" storici, gli
avversari che pure si dividono su tutto. Il punto della questione è
al comma 2: "Il commissario impossibilitato a partecipare può
farsi rappresentare con delega da un altro consigliere provinciale
appartenente ad uno dei gruppi consiliari facente parte della medesima
coalizione". Un alleato, insomma. Uno che almeno non distorca il voto.
E fin qui la norma sembrerebbe dettata dalla volontà di fare un
favore a un amico, di non far mancare il numero al proprio schieramento.
Macché, il comma non è mica finito. Continua così: "Nel
caso in cui il consigliere delegato non sia membro della commissione, egli
assume a tutti gli effetti, per la seduta oggetto della delega, la
qualità di membro della commissione, con tutte le facoltà e i
diritti". I diritti, cioè pure il gettone di presenza.
In pratica, se un consigliere non può essere presente, ha modo di
non dilapidare i soldi che la Provincia paga. Li "gira" a un
collega amico, in attesa magari di ricevere in cambio un analogo favore
alla successiva occasione. E così facendo l'ente, che pure ha messo
a bilancio i soldi per far fronte a tutte le sedute senza assenze, non
può più risparmiare qualcosina, contando sul fatto che non si
verifica mai il "tutto esaurito" in commissione. Il blitz,
peraltro, non è stato di quelli indolori. Ci sono state diverse
discussioni, anche all'interno degli stessi partiti e tra alleati. Alla
fine il compromesso è quello che accontenta maggiormente la
minoranza della sinistra e l'intera opposizione. Nel senso che contro
questo nuovo regolamento si contano solo i voti del gruppo dell'Ulivo (ma
anche un'astensione). Mentre a vincere, per un solo voto di scarto (15 a
14) sono Forza Italia, An, Udc, Lista Biasotti, Gruppo Misto, Lega,
Rifondazione, Verdi e Comunisti Italiani. Numeri che tradiscono comunque
qualche malumore interno, specie tra chi, oltre che un "no"
deciso all'inciucio del gettone, ha voluto urlare la sua preoccupazione per
i nuovi rigurgiti di "antipolitica" che questa decisione potrebbe
provocare.
(
da "Corriere della Sera (Abbonati)" del 14-10-2007)
Corriere della Sera - NAZIONALE -
sezione: Salute - data: 2007-10-14 num: - pag: 66 categoria: REDAZIONALE
L'INTERVENTO Nuove strategie d'assistenza nelle piccole isole
"Costruiamo insieme le Isole della salute e del benessere ".
è il tema del convegno che l'Associazione nazionale
sanitaria delle piccole isole (Anspi) ha organizzato di recente all'isola
d'Elba, con la partecipazione del ministero della Salute, di medici e
operatori sanitari e delle direzioni di diverse Aziende sanitarie che
annoverano piccole isole nel loro campo amministrativo. L'Anspi,
costituitasi nel 2002, è presieduta da Antonino Scirè,
nefrologo. Tutte le piccole isole hanno in comune la difficoltà a
garantire adeguati livelli di assistenza a una popolazione che, fra
l'altro, aumenta anche di 5 volte nel corso dell'anno,
proporzionalmente al flusso turistico. In queste condizioni, ribadiscono
all'Anspi, diventa pressoché impossibile garantire ai cittadini quel
diritto alla salute, che è il cardine del nostro sistema sanitario. Sebbene non sia pensabile che si possa sviluppare sulle
piccole isole un'assistenza d'eccellenza, occorre almeno che i
livelli minimi siano garantiti anche nei territori più remoti, a
cominciare dall'emergenza-urgenza. Ogni progetto futuro dovrà
però tener conto della mancanza di presidi fissi: su circa 35 isole
abitate, solo in 7 sono presenti degli ospedali. Il convegno è
servito, quindi, ad aggiornare la mappa delle situazioni critiche e a
prospettare soluzioni per i vari contesti, come la telemedicina, in particolare
per gli interventi di urgenza cardiologica. Si è discusso anche
della gestione territoriale delle patologie croniche, con la presentazione
del progetto Eolienet, che vuole garantire i Livelli essenziali di
assistenza nell'arcipelago delle Eolie grazie a sistemi di telemedicina che
collegano le isole a centri specializzati sulla terraferma. Stesso
obiettivo ha il progetto Igea-sat, che sviluppa sistemi di assistenza
domiciliare per pazienti con diabete, scompenso cardiaco, broncopatie
ostruttive, anche tramite collegamenti satellitari. Altro tema
dell'appuntamento elbano: l'urgenza, con particolare attenzione alla
necessità di camere iperbariche e alle gestione delle emergenze in
mare fino all'elisoccorso. Non è mancato, infine, il confronto sugli
aspetti amministrativi, per individuare i meccanismi incentivanti di cui le
istituzioni si possono servire per favorire l'accesso e la permanenza degli
operatori sanitari sulle Isole minori. Giorgio Donigaglia, medico di
medicina generale di Marciana Marina (Elba) e vice presidente nazionale Anspi.
Indice degli articoli del
13-10-2007
1. Tagli alla
"casta"? I giornali di partito non faranno la foglia di co
( da "EUROPA.it" del 13-10-2007)
2. PERUGIA - LE
NORME PARLANO chiaro: i consiglieri che sono dipendenti pu ( da
"Nazione, La (Umbria)" del 13-10-2007)
3. MI CANDIDO
per mettere la mia esperienza di medico e di sindacalista al ser
( da "Nazione, La (Massa - Carrara)" del 13-10-2007)
4. SE UN COMICO
come Beppe Grillo si butta in politico, due consiglieri comunali si
( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 13-10-2007)
5. Di ELENA
DURANTI INUTILI doppioni nei servizi tra Comuni, Provinci ( da
"Nazione, La (Prato)" del 13-10-2007)
6. Manovra,
modifiche in vista per ticket e mutui casa ( da "Giornale
di Brescia" del 13-10-2007)
7. An, un
progetto di legge taglia-costi in Assemblea regionale ( da
"Resto del Carlino, Il (Nazionale)" del 13-10-2007)
8. Poltrone e
stipendi devono essere tagliati Il ministro Lanzillotta conferma: la
Finanziaria non cambia il decreto sui risparmi nelle spa ( da
"Giorno, Il (Sondrio)" del 13-10-2007)
9. Prodi, non
taglierò il mio governo ( da "Italia Oggi" del
13-10-2007)
10. Tra Bazoli e
Mieli scontro sulla Costituzione ( da "Unita, L'" del
13-10-2007)
11. Costi della
politica, placidi accusa parlamento e regioni ( da "Centro,
Il" del 13-10-2007)
12. Ma tursi e
provincia costano sempre di più ( da "Secolo XIX,
Il" del 13-10-2007)
13. Il Comune
vende case e garageper finanziare lavori pubblici ( da
"Secolo XIX, Il" del 13-10-2007)
14. Troppe
indennità in provincia ( da "Nuova Ferrara, La"
del 13-10-2007)
15. La
"casta"? a carrara la troviamo nelle spa partecipate dal comune
( da "Tirreno, Il" del 13-10-2007)
16.Cambia il
bonus per i poveri ( da "Tirreno, Il" del 13-10-2007)
17. Enti e
partecipate ai raggi x ( da "Tirreno, Il" del 13-10-2007)
18. I giusti
consigli ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
13-10-2007)
19. Le spese
della politica? 53 milioni di euro in più ( da
"Corriere della Sera (Abbonati)" del 13-10-2007)
E' lite
sugli "uditori" del vertice dell'Amc ( da "Stampa,
La" del 13-10-2007)
20. Manovra,
rispunta il fiscal drag ( da "Sole 24 Ore, Il (Abb)"
del 13-10-2007)
21. Niente
più giustificazioni per le assenze dal lavoro né gettoni di presenza
per i ( da "Messaggero, Il
del 13-10-2007)
22. Viabilità
rurale, finanziamenti in arrivo nelle Preserre ( da
"Gazzetta del Sud" del 13-10-2007)
23. Nominate le
sei commissioni consiliari ( da "Gazzetta del Sud" del
13-10-2007)
24. LA CASTA
( da "TGCom" del 13-10-2007)
25. "I
centri montani saranno abbandonati" ( da "Corriere
Adriatico" del 13-10-2007)
26.14:20 COSTI
POLITICA: LANZILLOTTA, OK TAGLI GARANTENDO AZIONE GOVERNO ( da
"Agi" del 13-10-2007)
( da "EUROPA.it" del 13-10-2007)
P R I M A R I E d
e m o c r a t i c h e -2 Tagli alla "casta"? I giornali di
partito non faranno la foglia di co GABRIELLA MONTELEONE Il disegno di
legge di riforma dell'editoria, elaborato dal sottosegretario alla
presidenza del consiglio Ricardo Franco Levi, sarà sul tavolo del
consiglio dei ministri già da questa mattina. Il governo ha
assicurato che una volta in parlamento, sarà disponibile a recepire
sul testo proposte e osservazioni per trovare un nuovo assetto condiviso di
un settore strategico in una democrazia. Si vedrà. Peccato non poter
registrare analoga "sensibilità" nel taglio indiscriminato
già deciso, e persino retroattivo, del 7 per cento dei contributi
diretti per i giornali di partito, editi da cooperative, fondazioni e mondo
no profit: è il decreto legge n. 159 di accompagnamento alla
Finanziaria (già pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 2 ottobre)
a prevedere tale riduzione. Inutile girarci intorno: tali norme determinano
"una vera emergenza" in un settore già debole (alcune
testate sono in stato di crisi) e già penalizzato duramente da un
mercato pubblicitario bloccato e discriminatorio, ma espressione di un
pluralismo culturale e politico irrinunciabile e che rischia invece di fare
sbrigativamente le spese di un "clima" difficile. Non a caso la
mobilitazione, promossa ieri con una conferenza stampa dai comitati di
redazione, è trasversale e sostenuta dalla Fnsi "pronta ? ha
detto ieri il segretario Serventi Longhi ? a ogni iniziativa necessaria,
non escluso lo sciopero" se il decreto non verrà modificato. I
cdr che hanno dato impulso alla protesta sono Avvenire, Europa, La Padania,
Il Manifesto, Liberazione, Il Secolo d'Italia e l'Unità ? giornali
veri, distribuiti, dove viene applicato il contratto di lavoro
giornalistico per i quali, il taglio previsto dei finanziamenti, avrebbe
ricadute "drammatiche" sul piano occupazionale e sul patrimonio
di idee e culture che veicolano. Questa anticipazione della riforma
dell'editoria è ancora più grave, è stato sottolineato
ieri, perché va ad incidere sui contributi relativi agli anni 2007 e 2008:
significa che se il Dl non verrà modificato entro il 2 dicembre, le
imprese editrici vedranno ridotto l'accesso al credito che consideravano
già acquisito. Una vera "batosta " in particolare per i
quotidiani già in stato di crisi. Qualcuno l'ha definito
"immorale" questo taglio, "demagogico" perché il
risparmio che ne deriverebbe sarebbe comunque "irrisorio ",
"iniquo" perché indiscriminato. Non è in discussione la
necessità di razionalizzare la spesa anche in questo settore,
sottolineano le rappresentanze sindacali, impedire o almeno ridurre gli
sprechi di risorse pubbliche per fogli fantasmi e iniziative analoghe, o
anche intervenendo sui cosiddetti contributi indiretti (come le
agevolazioni tariffarie indiscriminate peraltro già toccate dallo
stesso Dl). Ma per certi versi sarebbe paradossale che
fossero i quotidiani di partito o editi da cooperative o fondazioni,
perlopiù in sofferenza, a fungere da foglia di fico alle accuse
mosse ai costi della politica. La domanda ora è: alla trasversalità dei cdr
corrisponderà un'analoga in parlamento in grado di garantire il
pluralismo e la diversità di opinione?.
( da "Nazione, La (Umbria)" del 13-10-2007)
? PERUGIA ? LE
NORME PARLANO chiaro: i consiglieri che sono dipendenti pubblici e privati hanno
diritto a permessi lavorativi retribuiti di un giorno quando devono
prendere parte al Consiglio comunale. Permesso limitato alle sole ore di
partecipazione quando si tratta di commissione consiliare. Hanno inoltre
diritto a ulteriori 24 ore mensili, sempre retribuite, i capigruppo mentre
sempre a un altro giorno hanno diritto gli altri consiglieri, ma senza
retribuzione da parte del datore di lavoro. E' su questo aspetto che i Nas
stanno facendo verifiche. Anche perchè il Comune deve rimborsare
alle aziende private le ore di assenza dei consiglieri-dipendenti. Mentre
nulla è dovuto alle aziende pubbliche. I politici-dipendenti sono la
metà dei 40 che siedono in Consiglio: quattro nel centrodestra, 16
nel centrosinistra. Il resto si dividono tra pensionati e liberi
professionisti. Dunque il Nas sta verificando la
posizione di quei 20. Ma, non ha aperto indagini, solo acquisizione di
documenti per il momento. Per dovere di cronaca ricordiamo che il
capogruppo ha un compenso mensile lordo di 1626 euro, il consigliere di
1.384. Il gettone di presenza è di 116 euro. Il presidente del consiglio
comunale, Roberto Ciccone (nella foto), conferma intanto lo sbarco dei Nas
a Palazzo dei Priori. "Abbiamo fornito ai Nas i documenti richiesti,
consegnando copia del Testo Unico sugli enti locali, dello Statuto e del
Regolamento del Consiglio comunale. Oltre a fornire la precisa composizione
dell'assemblea consiliare e delle Commissioni consiliari". Poi
aggiunge: "Qui non ci sono furbetti, questo posso dirlo con tranquillità.
Le presenze dei consiglieri comunali vengono registrate attraverso due
modalità: nelle singole Commissioni a cura delle segretarie delle
stesse, mentre in Consiglio attraverso il sistema automatico con l'utilizzo
del badge (tesserino personale). Lavoriamo moltissimo ? aggiunge ? , tanto
che non ci sono allo stato pratiche arretrate, nè ordini del giorno,
nè istanze che siano rimasti, per così dire, indietro. Dunque
l'organismo che mi onoro di presiedere è perfettamente al passo con
l'attività amministrativa. Dunque, senza timori di essere smentito,
mi sento di poter parlare di un'amministrazione comunale che lavora
assiduamente attraverso tutte le sue componenti, senza che vi siano ritardi
o intoppi di alcun genere". Palazzo dei Priori, infine, smentisce che
i Nas stiano effettuando verifiche anche sul personale dipendente. M.N. -
-->.
( da "Nazione, La (Massa - Carrara)" del 13-10-2007)
"MI CANDIDO
per mettere la mia esperienza di medico e di sindacalista al servizio del
Pd". Lo dice la dottoressa Anna Baldi (nella foto), candidata alla
costituente nazionale del Pd con la lista "A
sinistra con Veltroni". La Baldi, dirigente medico al centro
trasfusionale dell'ospedale e responsabile regionale della "Cgil
Medici", sintetizza così il suo impegno nel Pd: "Non ho mai
fatto politica, ma ho accettato di candidarmi per
portare il mio patrimonio personale in un partito il cui obiettivo è
quello di aprire alla società civile. Il mio impegno si
concentrerà sui temi del lavoro e della sanità. Mi aspetto
che il Pd spinga nella direzione di una valorizzazione del lavoro,
battendosi contro la precarietà, per stipendi più adeguati e
per un aumento della sicurezza sui luoghi di lavoro. Quanto alla
sanità, l'obiettivo deve essere quello di riaffermare un sistema sanitario nazionale e regionale, in grado di offrire
servizi adeguati alla persona e un'assistenza qualificata che garantisca
una reale parità di condizioni per gli utenti". - -->.
( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 13-10-2007)
Accingono al passo
inverso. Nel prossimo 'Lodovico', il ruolo delle... star toccherà
quasi probabilmente ad una coppia bipartisan. Quella formata da Massimo
Masotti, capogruppo di Forza Italia, e da Giulia Simeoli capogruppo del
Pdci: nell'epoca delle 'primarie', è questo infatti il... ticket su
cui punta il regista Gian Paolo Zardi (anche lui consigliere comunale
azzurro) per rilanciare la celebre rivista satirica che dal 1999 non calca
più i palcoscenici cittadini. A Masotti andrebbe la parte di
Lodovico jr., nipote del celebre personaggio incarnato da Oscar Artioli
(scomparso prematuramente nel maggio 2001); alla Simeoli invece la parte
della zia Zobeide. "La capogruppo del Pdci ha un dialetto naturale ?
commenta il regista ?, Masotti è brillante anche se meno sanguigno.
Il duo comunque può funzionare". La battuta, in fondo, sarebbe
scontata: i politici fanno già ridere in Consiglio comunale,
figurarsi ad offrire loro la ribalta naturale del teatro comico. Non resta
allora che attendere il copione (cui Zardi sta già lavorando
alacremente) e la definizione del cast, nel quale comunque non dovrebbero
spuntare altri politici. Perchè in quel caso, ad interpretare le
figure del sindaco e del presidente della Provincia ? tradizionali bersagli
dello spettacolo ? tanto varrebbe invitare gli stessi Sateriale e
Dall'Acqua. DAL CASO CURIOSO torniamo all'attualità. Rappresentata
dalle polemiche e dalle iniziative in tema di costi della politica. Ieri la
capogruppo dei Verdi in Provincia Brunella Lugli ha formalizzato, con un'interrogazione,
la richiesta di fare trasparenza sull'assegnazione delle indennità e
sulle presenze effettive di quei consiglieri che, dal 2004 in poi, hanno
chiesto di sostituire la tradizionale formula del 'gettone' (che vale oggi
circa 54 euro netti a seduta) con una sorta di stipendio mensile
onnicomprensivo. "Nel 2004 si è visto che il cambiamento del
sistema ? ricorda la Lugli ? aveva comportato praticamente il raddoppio
delle spese. In pratica, una spesa che con il regime dei 'gettoni' sarebbe stata di 15 mila e 500 euro, passando
alle indennità fisse mensili è aumentata sino a 29 mila
euro". Ora la Lugli chiede perciò la ricostruzione di quanto
è avvenuto in questa legislatura, con particolare riferimento anche
alla situazione delle... giustificazioni. In caso di assenza dalle riunioni
di Consiglio e Commissione, l'esponente politico deve infatti dimostrare
impedimenti legati "specificamente a funzioni connesse al mandato o
conseguenti ad incarichi assegnati dal presidente della Provincia o del
Consiglio". In ogni altro caso, dalla malattia alle attività
svolte ad esempio dai sindaci eletti anche in Castello, l'indennità
andrebbe invece decurtata proporzionalmente ai giorni di mancata presenza. "Bisogna rendere pubblici e trasparenti i
risultati ? chiude la Lugli ?, visto che si parla di denaro pubblico".
Stefano Lolli - -->.
( da "Nazione, La (Prato)" del 13-10-2007)
Di ELENA DURANTI
INUTILI "doppioni" nei servizi tra Comuni, Provincia a
Comunità montana che fanno di conseguenza lievitare i costi per i
contribuenti, l'idro-rincaro di Publiacqua (+9% nel 2007, +35% dal 2005 a
oggi), le troppe poltrone dei politici, i bilanci delle società
satellite di Consiag. Ecco cosa non quadra nell'amministrazione pubblica di
Prato e dintorni, stando ai dati raccolti e agli studi, ancora in corso,
dall'Osservatorio provinciale della spesa pubblica. L'ORGANISMO nato nel
2006, quasi contemporanemente all'uscita del bestseller "La
Casta", firmò la prima protesta ufficiale opponendosi
all'aumento del gettone di presenza dei
consiglieri del consorzio di bonifica dell'Ombrone. E proprio il
giornalista Sergio Rizzo, coautore del libro sugli 'intoccabili' italiani,
sarà ospite il prossimo 24 ottobre alle 21 a palazzo Novellucci, per
un incontro dibattito aperto a tutta la cittadinanza per la presentazione
ufficiale dell'Osservatorio (formato da volontari, traversali, cioè
appartenenti ai vari schieramenti elettorali). Il presidente è Paolo
Cintolesi, ex dirigente del Pci che pochi giorni fa ha scritto al
presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano proprio sul tema degli
sprechi. "Ero rimasto male nel vedere i resoconti delle spese di
viaggio del Quirinale. Per un volo low-cost Rynair da 80 euro, il Capo
dello Stato aveva chiesto 800 euro di rimborso. Dovrebbe essere lui a dare
il primo esempio" spiega Cintolesi. Intanto, sono in fase di
elaborazione due indagini dell'Osservatorio. LA PRIMA riguarda la gestione
della Comunità montana della Valbisenzio e le connessioni di questa
con i bilanci dei vari Comuni e della Provincia. "In piccoli comuni
come Vernio la maggioranza delle risorse pubbliche viene assorbita proprio
dalla macchina amministrativa. Eppure molti servizi, dalla Sori all'Asm
sono provinciali. Inoltre agli enti pubblici si affianca la Comunità
montana ? aggiunge Cintolesi ? Il rischio? Doppie, triple spese per il
medesimo servizio. E quando abbiamo chiesto i rendiconti dettagliati,
abbiamo ricevuto metà delle risposte. Il prossimo passo? Un incontro
all'Unione industriale per organizzare un convegno anti-burocrazia. In
Italia chi vuole fare impresa o aprire un'azienda si trova di fronte troppi
ostacoli". Per la cronaca, dei documenti finanziari (pubblici per la
normativa sulla trasparenza, ndr) chiesti in Valbisenzio lo scorso giugno,
mancano all'apppello per ultimare l'analisi, quelli di Cantagallo e Vaiano.
"LI STIAMO ancora aspettando ? rivela Gianluca Banchelli, consigliere
comunale di An a Prato ? Spesso avere questi atti è molto difficile
nonostante la legge, è successo anche per il Consiag. I dati sui
compensi dei consigli d'amministrazione delle circa 20 sotto-società
sono arrivati a fatica dopo molte richieste". Ma nel mirino ? se ne
parlerà all'incontro-dibattito con Rizzo ? c'è anche quella
che Davide Bacarella chiama "la ristretta oligarchia di persone che
comanda la città e che talvolta sfugge anche ai singoli partiti come
Pds o Margherita. A Prato, stante l'incapacità di governare della
giunta che in due anni e mezzo non ha realizzato nessun progetto,
limitandosi all'ordinaria amministraizone, continua a perdurare una gestione
'familiare' della politica". - -->.
( da "Giornale di Brescia" del 13-10-2007)
Edizione:
13/10/2007 testata: Giornale di Brescia sezione:IN PRIMO PIANO Manovra, modifiche
in vista per ticket e mutui casa Allo studio criteri per sostenere i poveri
e minori tagli ai piccoli editori. Il Governo: da noi pochi emendamenti Il
ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa ROMA Meno emendamenti da
parte della maggioranza - non più di 3/400 - e anche da parte del
Governo. Il relatore alla Finanziaria, Giovanni Legnini annuncia che dalla
maggioranza arriveranno poche centinaia di emendamenti e rassicurazioni in
tal senso arrivano anche dal ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa
che si impegna a nome dell'esecutivo a limitare le proposte di modifica
alla Finanziaria. La Manovra ieri ha registrato anche un apprezzamento, da
parte del presidente dell'Eurogruppo, Jean Claude Juncker (si veda altro
articolo in questa stessa pagina, ndr). Nel frattempo in una riunione in
Senato a cui ha partecipato anche il premier, Romano Prodi, i gruppi di
Palazzo Madama indicano le priorità che si tradurranno poi in
altrettanti emendamenti: tra questi un rafforzamento del pacchetto sui costi
della politica, un intervento per le famiglie
esposte alle fluttuazioni dei mercati finanziari per la scelta di
sottoscrivere mutui a tasso variabile, i precari del pubblico impiego e
l'abolizione dei ticket sulla diagnostica. Si parla anche di detassazione
per il lavoro dipendente ma il viceministro all'Economia, Vincenzo Visco,
frena e commenta "sarebbe bello, ma tutti i soldi sono già
impegnati". E comunque conclude "vedremo". "Il Governo
- conferma Padoa-Schioppa - sta lavorando per presentare sia al decreto
legge sia al disegno di legge sulla Finanziaria un numero di emendamenti
ridotto per garantire un processo snello e più semplice che in
passato. Il lavoro è comunque ancora in corso". Un lavoro che
Prodi definisce positivo al termine della riunione in Senato
("purtroppo l'incontro e stato breve - dice - ma è andato
bene"). Sul fronte delle proposte di modifica, molto intenso il lavoro
della giornata che si è articolato in due riunioni a Palazzo Madama.
Novità sono annunciate sul bonus incapienti e le minori risorse per
l'editoria. Sul primo punto l'accordo raggiunto nella maggioranza serve a
rendere più selettivo l'intervento per evitare che l'agevolazione
possa andare ad incapienti che però vivono in famiglie ricche. Il
meccanismo che dovrebbe consentire questa maggior selettività
è considerare il reddito del capo famiglia invece di quello
dell'incapiente. Cioè, ad esempio, non si guarderebbe più al
reddito di un figlio ma a quello del padre che lo ha in carico. Per quanto
riguarda l'editoria invece viene rimodulato il taglio previsto dal decreto
che accompagna la Finanziaria: si va così verso una riduzione del
taglio ai finanziamenti per i piccoli editori. Riduzione che però
dovrebbe essere compensata dall'inasprimento del taglio per le
società più grandi. Lunedì la proposta sarà
formalizzata dal Governo ma intanto si ipotizza di recepire parte del ddl
del sottosegretario alla Presidenza Riky Levi (approvato ieri in Cdm)
trasformando l'attuale meccanismo di sostegno alle spedizioni postali di
prodotti editoriali in un vero e proprio credito di imposta alle aziende.
Si punta poi a modificare il comma 1 dell'articolo 10 del decreto che
contiene le sovvenzioni dirette all'editoria: il taglio per i piccoli
editori e anche per i piccoli giornali di partito si riduce al 2% dal 7%
precedente. Il minor risparmio che ne deriva verrebbe compensato con
modifiche al comma 7 che riguardano le sovvenzioni indirette alla stampa.
Anche in questo caso il taglio per i piccoli sarebbe minore ma verrebbe
aumentato invece per le imprese editoriali a carattere societario. Proposta
che non piace agli editori che attraverso il loro presidente, Boris
Biancheri, tuonano: "Assoluta contrarietà ad ogni intervento
sull'editoria che anticipi disorganicamente temi e proposte oggetto del
disegno di legge di riforma approvato, kafkianamente, proprio oggi (ieri
per chi legge, ndr) dal Consiglio dei ministri". Sempre in tema di
editoria è stato inoltre stabilito di non anticipare al 2008 il
passaggio dalla Tv analogica a quella digitale ed inoltre di non anticipare
nel decreto la norma del ddl Gentiloni che prevede la migrazione anticipata
di una rete Rai e una Mediaset, sul digitale terrestre. I temi affrontati nel pomeriggio a Palazzo Madama sono invece
quello dei costi della politica: il ministro per
l'attuazione del programma, Giulio Santagata, spiega che l'effetto della
norma (oltre 1 miliardo a regime) non sarà visibilissimo nel 2008 ma
arriverà più incisivamente nel corso dell'anno successivo.
In ogni caso sulla richiesta di strette più vigorose arrivata dalla
maggioranza ci sarà con il ministro un gruppo di lavoro. Infine la
maggioranza si impegna a reperire 800 milioni per cancellare i ticket sulla
diagnostica.
( da "Resto del Carlino, Il
(Nazionale)"
del 13-10-2007)
? BOLOGNA ? UNA
RICETTA per tagliare i costi della politica
è contenuta in un progetto di legge di tre articoli presentato dal
gruppo di Alleanza nazionale all'assemblea regionale. Il progetto, firmato
dai consiglieri Aimi, Bartolini, Renzi e Vecchi, prevede alcune modifiche
allo Statuto approvato nel 2005: si tratta di mantenere il numero attuale
di 50 consiglieri cancellando la previsione di 67 per la prossima
legislatura. Inoltre, si vuole ridurre la frammentazione dei grupopi
consiliari che ora possono essere formati anche da un solo consigliere che
è presidente di se stesso, stabilendo che un gruppo potrà
essere formato da almeno due consiglieri. C'è poi la proposta,
all'articolo 3, di fissare la scelta degli assessori solo tra i consiglieri
eletti. "Si tratta di proposte precise e ragionevoli
per ridurre i costi della politica ? dice il coordinatore
regionale di An, senatore Filippo Berselli ? per contratstare con i fatti
la deriva dell'antipolitica. Noi stessi abbiamo vototao lo statuto, ma siamo consapevoli
che oggi, di fronte ad una drammatica lacerazione tra cittadini e
rappresentanza politica, sia necessario fare qualcosa. Per quanto riguarda il
numero dei consiglieri poi, lo stesso Salvatore Caronna, in una recente
intervista, ha sostenuto la necessità di mantenere l'attuale numero
di consiglieri". - -->.
( da "Giorno, Il (Sondrio)" del 13-10-2007)
I COSTI DELLA
POLITICA Poltrone e stipendi devono essere tagliati Il ministro Lanzillotta
conferma: la Finanziaria non cambia il decreto sui risparmi nelle spa -
-->.
( da "Italia Oggi" del 13-10-2007)
ItaliaOggi
ItaliaOggi - Primo Piano Numero 243, pag. 3 del
13/10/2007 Autore: di Alessandra Ricciardi Visualizza la pagina in PDF
Centro-sinistra in tensione sulle modifiche alla
Finanziaria: novità su costi della politica
e fiscal drag. Prodi, non taglierò il mio governo Il premier va al
senato e difende il suo esecutivo dagli attacchi è andato di
persona. Per mettere in chiaro anche ai più riottosi, in testa a
tutti Cesare Salvi, presidente della commissione giustizia di Palazzo
Madama, e protagonista della Sinistra democratica, che di tagli al governo
in Finanziaria non se ne fanno. è politicamente
inopportuno per tempi e modi, è il ragionamento portato avanti dal
premier, Romano Prodi, nel corso del vertice tra governo e capigruppo di
maggioranza che si è tenuto ieri al senato. Un incontro fiume in cui
il viceministro per l'economia, Vincenzo Visco, il ministro per
l'attuazione del programma di governo, Giulio Santagata, e il
sottosegretario per i rapporti con il parlamento, Gianpaolo D'Andrea, hanno
cercato di pianificare con la maggioranza le modifiche da apportare sia al
decreto legge fiscale - la scadenza per gli emendamenti è fissata a
lunedì- che alla Finanziaria 2008 - per la quale c'è tempo
fino al 18 ottobre. Sul tappeto tanti nodi caldi per il
centrosinistra,dall'eliminazione del ticket da 10 euro
sulle visite specialistiche alle riduzioni dei finanziamenti per
l'editoria. Ma è sopra tutto il taglio ai costi della politica a tenere banco, dopo le uscite prima del sindaco di Roma,
Walter Veltorni, e poi del capogruppo dell'Ulivo al senato, Anna
Finocchiaro, su un dimezzamento immediato del numero degli attuali
ministri. Auspici, quelli formulati da Veltroni e Finocchiaro, che
rischiavano di tradursi in una battaglia garibaldina e intestina, condotta
a colpi di emendamenti, al senato. Ed è proprio quello che Prodi ha
voluto scongiurare. "Il problema della riduzione dei ministri, degli
assessori e del numero di tutti coloro che fanno politica
si pone", ha detto il premier, "ma non lo possiamo risolvere con
un colpo di testa. è un problema che deve coinvolgere tutte le
strutture politiche del paese". Messaggio chiaro, tanto che
lunedì il governo presenterà un emendamento al dl fiscale
collegato alla Finanziaria che depotenzia, se non addirittura stralcia,
anche i tagli che in questa sede erano fatti a consigli comunali e
provinciali, oltre che alle comunità montane. Venendo così
incontro alle richieste avanzate dai partiti della
sinistra radicale, che lamentano una manovra antidemocratica e priva di
effetti reali di contenimento della spesa pubblica. "Non è
possibile incidere sui consigli comunali senza prima toccare la pletora
degli enti di secondo livello come le società miste", ha chiesto
il senatore di Rifondazione, Tommaso Sodano. Il pacchetto complessivo di
riduzione delle poltrone politiche sarebbe dunque rinviato a dopo
l'approvazione della Finanziaria 2008. Nessun collegamento, insomma, deve
esserci con l'esito delle primarie per il Partito democratico, l'evento
politico che ha messo in fibrillazione la maggioranza e il
governo."Sui costi della politica qualcuno
vuole usare l'accetta, ma io preferisco lavorare di lima e cacciavite e
portare a casa il risultato", ha commentato Santagata. La maggioranza
si è impegnata a limitare a 3-400 il numero degli emendamenti da
presentare alla Finanziaria. E si è concordato che nessuna nuova
spesa potrà essere coperta con nuove entrate che, qualora
ipotizzate, dovranno essere interamente destinate alla riduzione della pressione
fiscale. "Ci saranno anche misure per la restituzione del fiscal
drag", ha annunciato il relatore al ddl in commissione bilancio,
Giovanni Legnini, facendo così proprie le richieste del governatore
della Banca d'Italia, Mario Draghi. Per quel che riguarda il rapporto fra
l'ulteriore detrazione dell'Ici e i trasferimenti ai comuni, "si
è deciso di lavorare sulla certezza dei trasferimenti più che
sulle detrazioni", ha annunciato D'Andrea. Sul fronte della
detassazione a favore dei redditi dei lavoratori dipendenti, invece, ha
risposto picche Visco: "Sarebbe molto bello poterlo fare ma tutti i
soldi che avevo li ho messi nel bilancio sono impegnati". Sono invece
oggetto di ulteriori approfondimenti la riforma dell'Ires, la
semplificazione per i contribuenti minimi e le detrazioni per gli affitti.
La maggioranza sta cercando di trovare gli 800 milioni di euro necessari
per l'abolizione del ticket su visite specialistiche e diagnostica nel
2008. "Li troveremo", ha assicurato la Finocchiaro.
( da "Unita, L'" del 13-10-2007)
Stai consultando
l'edizione del Tra Bazoli e Mieli scontro sulla Costituzione
di Rinaldo Gianola / Segue dalla prima Un segno evidente della
centralità di via Solferino negli assetti del potere, della politica, della finanza del Paese. Il caso tra Bazoli e Mieli
nasce su tema di prim'ordine: la Costituzione
della Repubblica Italiana. Ecco i fatti. Un paio di settimane fa un gruppo
di costituzionalisti e di intellettuali (tra cui Bassanini, Cheli, Luciani,
Scoppola, Grosso, Spaventa, Magris, Aulenti e molti altri)
scrisse una lettera aperta ai futuri leader del partito democratico sulla
riforma della politica e la Costituzione. Il documento chiedeva l'impegno a ridurre i costi
della politica, a difendere una rigorosa etica pubblica e la fine delle
riforme costituzionali di parte, cioè a colpi di maggioranza.
In più, ecco il messaggio più forte, gli autori proponevano
di "mettere in sicurezza" la Costituzione,
elevando la maggioranza necessaria per procedere ai cambiamenti
costituzionali. Questo documento venne proposto alla Repubblica, che lo
pubblicò pur in uno spazio modesto, e al Corriere che, invece, non
lo mise in pagina. Forse la lettera aperta non interessava il vertice del
giornale o magari se ne sono dimenticati come spesso capita nelle redazioni.
Ma il quotidiano di Mieli, però, mostra nei giorni successivi un
certo interesse verso il tema proposto nella lettera e in particolare
dedica due editoriali che stroncano l'ipotesi di "mettere in
sicurezza" la Costituzione. Prima si cimenta
il liberale Piero Ostellino che parla della nostra Carta come di un
retaggio sovietico, poi parte all'attacco Angelo Panebianco che non salva
niente delle proposte degli autorevoli sottoscrittori della lettera aperta
e attacca duramente la Costituzione repubblicana.
Il caso potrebbe finire qui. Ma non finisce, anzi si apre un altro caso,
ben più rilevante. Bazoli chiama il direttore Mieli e gli chiede
come mai il documento dei costituzionalisti non sia apparso sul Corriere
della Sera, dove però compaiono articoli di dura critica, se non
peggio. Le parole usate da Bazoli con Mieli non lasciano dubbi di
interpretazione: "Se questa è la linea del Corriere sulla Costituzione, sappia che io non sono d'accordo"
avrebbe detto. Il presidente di Intesa avverte anche altri azionisti del Corriere,
sembra Luca di Montezemolo e Diego Della Valle, della sua insoddisfazione
per questa vicenda. Di più: il banchiere avrebbe parlato della
necessità di discutere dell'andamento del Corriere e delle scelte
della direzione in una prossima riunione del patto di sindacato. Bazoli, a
quanto risulta, trova il conforto e l'appoggio dei suoi colleghi azionisti.
Anzi, alcuni di loro per evitare altri guai avrebbero chiamato il professor
Bassanini esprimendogli apprezzamento per le proposte e chiedendo scusa per
il comportamento del Corriere. E Mieli? Dotato di un'intelligenza
acuminata, il direttore capisce al volo che tira un'ariaccia e cerca di
parare il colpo. Bazoli, infatti, è tranquillo e pacifico, parla
poco, ma quando si muove lascia il segno. D'altra parte la Costituzione, ama ripetere ai suoi amici e
collaboratori, è uno di quei pochissimi temi su cui si sente
motivato a intervenire pubblicamente, fino a firmare l'appello per la
difesa della Costituzione come fece pochi mesi fa.
Il direttore è colto di sorpresa, imbarazzato, si giustifica, parla
di incomprensioni, di un incidente involontario. E corre subito ai ripari
per dimostrare la sua buona volontà. Chiama Bassanini e gli chiede
di scrivere un articolo sui temi del documento mai apparso sul Corriere
che, puntuale, viene pubblicato in bella evidenza ieri mattina in prima
pagina col titolo "Non diamo alla Costituzione
colpe non sue". Ma la vicenda non è chiusa. La partita non
finisce qui. Bazoli non ha detto nulla a Mieli sul suo intervento a Capri,
anche se è facile immaginare che non gli sia affatto piaciuto. Ma il
banchiere sulla Costituzione si è fatto
sentire, eccome, con una "reazione negativa", come si racconta a
Milano. Bazoli, inoltre, avrebbe suggerito a Mieli di aprire le pagine del
quotidiano a un ampio dibattito sulla proposta di "mettere in
sicurezza la Costituzione", un confronto che
potrebbe essere chiuso da "fondo" del direttore che scrive
così raramente. L'"incidente" tra Bazoli e Mieli potrebbe
riaprire i giochi sui cambiamenti alla guida del Corriere e della Rcs
Media, anche perchè da tempo è chiara una crescente
divaricazione tra la direzione e alcuni grandi azionisti. C'è chi
non aveva gradito la scelta di appoggiare il centrosinistra in campagna
elettorale (nemmeno i lettori pare lo abbiano condiviso) e altri non hanno
apprezzato le parole di Capri. Ora c'è il caso Costituzione.
( da "Centro, Il" del 13-10-2007)
L'Aquila Costi della politica, Placidi accusa Parlamento e
Regioni L'AQUILA. Un documento della commissione di vigilanza, votato
all'unanimità, per avviare un confronto in consiglio provinciale sui
costi della politica. "Un problema" ha
spiegato il presidente della commissione, Giuseppe Placidi, in una
conferenza stampa tenuta insieme ai suoi colleghi "che riguarda non
gli enti locali, bensì il Parlamento e le Regioni. E' necessario
fare chiarezza per evitare che un'intera classe amministrativa venga
additata come prima responsabile del problema. Noi rivendichiamo
l'importanza fondamentale del ruolo di chi guida gli enti locali che
rappresentano il primo baluardo del decentramento amministrativo". Per
la commissione "è necessario chiamare i poteri legislativi a
reitrodurre la preferenza sui candidati, a ridurre le assemblee nazionali e
regionali e ad eliminare il diritto alla pensione per parlamentari e
consiglieri regionali i cui mandati vanno limitati a un massimo di tre. E
ancora, per la commissione di vigilanza "è
necessario lo sbarramento al 5% per ridurre il numero dei partiti. Nel mirino anche la nomina di consulenti e l'organizzazione
dei gruppi parlamentari e regionali". Un documento che rinvia, dunque,
ad altre istituzioni la responsabilità dell'aumento dei costi della politica.
( da "Secolo XIX, Il" del 13-10-2007)
Le assemblee
MENTRE Genova vede colare a picco le spese per la città, con le
casse del Comune che l'anno prossimo metteranno a disposizione 70 milioni
di euro contro i 120 di quest'anno, il costo della politica segna nuovi -
piccoli ma simbolici - aumenti. Sia in consiglio comunale sia in consiglio
provinciale. L'ultimo provvedimento, in ordine di tempo, riguarda la provincia,
con una delibera della settimana scorsa che era rimasta nel silenzio: da
questo mese, i consiglieri provinciali assenti ai
lavori di commissione potranno delegare anche membri esterni alla
commissione stesse. Ma se in caso di delega a un collega di commissione,
questi incassava solo il suo gettone di presenza
(circa 100 euro), da oggi il gettone scatterà automaticamente per
altri 3-4 consiglieri a seduta (in base alla media di deleghe calcolata fin
qui). I costi del consiglio potrebbero quindi aumentare fino a
80-100 mila euro all'anno. In precedenza, era stato Palazzo Tursi a far
scattare lievi aumenti, ma percentualmente rilevanti, della dotazione
finanziaria per tutti i gruppi consigliari e per la presidenza del
consiglio. Vero è che tutti i consiglieri avevano lamentato una
carenza di fondi così drammatica da "impedire persino
l'acquisto di francobolli", ma il raddoppio di alcune voci non era
stata previsto neppure da loro. Così: l'ultima giunta comunale di
settembre ha accolto l'appello del consiglio e prima ha stanziato ulteriori
10 mila euro per la presidenza, poi ulteriori 30 mila euro per i gruppi
consigliari. Le due delibere aumentano la dotazione annua che era stato
determinato nei primi sei mesi dell'anno dalla precedente giunta: due stanziamenti
per la presidenza (uno da 5 mila euro a gennaio, l'altro da 8 mila a fine
marzo) e uno per i gruppi da 15 mila euro sempre a gennaio. Cifre non
astronomiche, ma per un aumento del 300%. gio. m. 13/10/2007.
( da "Secolo XIX, Il" del 13-10-2007)
Fin ale SI SVOLGERA'
mercoledì 7 novembre, a partire dalle 9 nella sala consiliare del
Comune, l'asta pubblica per l'assegnazione di alloggi e un garage di
proprietà comunale. Il Comune ha infatti deciso di vendere un
alloggio di sette vani in via Unità d'Italia, ex sede del
consultorio famigliare, e uno di quattro vani in via Roma. La base d'asta
è stata fissata rispettivamente a 390 e 385 mila euro.
Martedì 30 ottobre alle 9 è fissata invece l' asta per tre
autorimesse in via Silla 4, nel condominio San Carlo. La base d'asta
è 220 mila euro. La vendita permetterà al
Comune di finanziare in parte l'intervento di riqualificazione di piazza
Vittorio Emanuele. Ieri mattina la giunta ha approvato il bando per la
costruzione delle case popolari di Calvisio; sarà pubblicato a
breve: si tratta di 79 alloggi destinati a prima casa, già previsti
dal piano regolatore comunale del 1978 e che, per una serie
d'intoppi burocratici tra cui l'approvazione del piano provinciale di
bacino, ha subito rallentamenti enormi. Gli alloggi verranno costruiti, in
quattro lotti, nell'area in prossimità dell'Eurocamping, dalle
cooperative che si aggiudicheranno il bando di gara. In origine il progetto
era collegato a una zona molto più vasta riservata all'edilizia
popolare, di cui venne realizzata solo una parte negli anni '80, in piazza
della Resistenza. Tutto il resto del piano, che prevedeva costruzioni su
entrambe le sponde del torrente Sciusa, non fu approvato poichè la
messa in sicurezza dell'area era troppo economicamente eccessiva e comprometteva
il costo in cui sarebbero stati messi sul mercato gli alloggi. Intorno agli
anni '90 si rivide tutto il piano e si procedette allo stralcio delle
edificazioni previste sulla sponda sinistra e quindi a un totale
ridimensionamento dell'area. Sono 15 anni che a Finale Ligure non si
costruiscono più case per l'edilizia popolare. 13/10/2007.
( da "Nuova Ferrara, La" del 13-10-2007)
Cronaca Troppe
indennità in Provincia Lugli (Verdi): certi consiglieri scelgono lo
"stipendio" fisso perchè possono giustificare facilmente le
assenze, cambiamo COSTI E SPRECHI Comune, in vista tagli drastici Prendono
più soldi dei loro colleghi "a gettone" e fanno pure la
bella figura di chi è sempre presente. Ci sono dei consiglieri
provinciali che stanno a perfezione nella polemica sui costi della politica
e Brunella Lugli (Verdi) si ripromette di smascherarli. Ha così
presentato una interrogazione dal titolo indicativo, "Incidenza dei
costi aggiuntivi per l'amministrazione dell'indennità di carica
percepite dai Consiglieri provinciali che hanno scelto questa
modalità anzichè il gettone di presenza",
ammettendo di aver sobbalzato nel leggere sulla Nuova di giovedì
l'elenco dei compensi percepiti dai colleghi: "Il fatto di prendere
una cifra alta non è collegato necessariamente al numero delle presenza. Infatti diversi colleghi hanno scelto
l'indennità fissa, grazie anche al regolamento della Provincia che
è molto più permissivo rispetto a quello del Comune sulla
giustificazione delle assenze. Inoltre chi viene da fuori città
percepisce anche un rimborso spese". Più che a stilare la
classifica corrette dei "primi della classe" quanto a presenze,
Lugli è però interessata a proseguire il lavoro compiuto
nella passata legislatura da Barbara Diolaiti, stringendo un po' le maglie
delle indennità garantite. Per questo nella interrogazione chiede
anzitutto di "rendere pubblici e trasparenti i risultati
dell'attuazione delle norme legate all'indennità
di carica, trattandosi appunto di utilizzo di denaro pubblico", e poi
di "modificare Statuto e Regolamento della Provincia per garantire che
non vi siano sprechi". La scelta dell'indennità comunque
percepibile al posto del gettone di presenza,
infatti, è disincentivata in Comune da un ventaglio di
giustificazioni per assenze piuttosto ristretto: "impedimenti
dovuti all'espletamento di funzioni connesse al proprio mandato
(partecipazioni ad altri organi dell'ente e a commissioni) e impedimenti
conseguenti ad incarichi speciali assegnati dal Consiglio o dal
sindaco". Lugli chiede poi il dettaglio dei compensi e delle
giustificazioni, e il risparmio in caso di gettoni.
Nel frattempo in Comune Liliano Cavallari (Iaf) annuncia la richiesta di
ridurre ulteriormente il numero dei commissari e delle commissioni, a
soglie più basse di quelle proposte dal presidente del Consiglio,
Romeo Savini, e dal capogruppo di An, Enrico Brandani. La riduzione delle
circoscrizioni da 8 a 5? "Può andare bene, come propone il
sindaco, però a quelle rimaste bisogna attribuire un potere non solo
consultivo. Dovrebbero avere un potere deliberativo" conclude il
capogruppo civico.
( da "Tirreno, Il" del 13-10-2007)
Massa - Carrara
La "Casta"? A Carrara la troviamo nelle Spa partecipate dal
Comune CARRARA. A Roma sta impazzando il dibattito sulla "Casta"
e sui costi della politica, ma a Carrara se ne
parla poco o nulla. Perché dalle nostre parti non esiste il problema o
perché il sistema è talmente consolidato che può sembrare
sconveniente anche parlarne? Sembrerà strano, ma sono vere entrambe
le cose. I politici propriamente detti non costituiscono un rilevante
problema: un consigliere comunale di Carrara percepisce meno di 700 euro al
mese, circa la metà rispetto a uno di Massa e costa quindi meno di
un centesimo di un parlamentare. Un assessore di Carrara riceve meno di
2.000 euro, il sindaco poco di più, le circoscrizioni (sia i
presidenti che i consiglieri) non godono di alcun appannaggio. Insomma,
tutto nella regola e nel buon senso. E questo fa anche chiaramente capire
l'inutilità, la strumentalità e anche l'immoralità di chi vuol far credere di risolvere il problema dei costi della
politica partendo dal basso (dalla periferia) e non dall'alto (dal
Parlamento). Tanto per fare un esempio, le proposte avanzate sia dal
governo nella bozza di finanziaria sia dal disegno di legge Alemanno-Di
Pietro vanno, ad esempio, nella direzione di abolire le circoscrizioni nei
Comuni con meno di 250 mila abitanti. Ora, si dà il caso che,
da noi (per legge!) e in molte realtà come la nostra, i consiglieri
di circoscrizione non percepiscano alcun compenso e quindi la "manovra"
di abolirle non comporterà alcun risparmio e alcuna riduzione dei
costi della politica. Si sta inoltre proponendo
una riduzione del 20% del numero dei consiglieri comunali. Ma è
proprio così giusto che una città come Carrara che fino al
1994 era rappresentata da 40 consiglieri, oggi possa esserlo solo da 24? E
alla fine, che risparmio comporterebbe tale riduzione? 4.200 euro al mese,
50.000 all'anno. Come dire: la montagna partorisce il topolino. Quanto si
risparmierebbe invece con una riduzione del 20% del numero dei
parlamentari? 300 milioni di euro. E se a ciò aggiungessimo la
proposta di riportare il compenso dei parlamentari sul livello degli altri
paesi europei, arriveremmo a superare il miliardo di euro, senza
considerare le necessarie riduzioni a ministri, sottosegretari,
parlamentari europei e consiglieri regionali. Invece di far questo, la politica romana risponde all'antipolitica
di Grillo & C. proponendo di abolire le circoscrizioni che non costano
nulla. Mah! Tutto questo non sta ovviamente a significare che, da noi, la
"Casta" non esista. Anzi, essa è più viva e
radicata che mai. Vive nelle aziende partecipate e si mantiene con
superstipendi agli amministratori, consigli di amministrazione
superaffollati (alla Imm ad esempio, prima della recente riduzione, c'erano
25 consiglieri), organici rigonfiati dalle brame dei partiti.
Tutto il contrario della trasparenza e soprattutto dell'efficienza
amministrativa e del buon governo: interi servizi pubblici sono stati
sottratti alla gestione dei Comuni e quindi al controllo dei rappresentanti
dei cittadini e vengono gestiti secondo canoni pubblici in ordine al
rigonfiamento degli organici e alle inefficienze e secondo canoni
privatistici in merito ai criteri della discrezionalità e della
trasparenza delle assunzioni. Insomma, il peggio del peggio. E' necessario
quindi aprire una riflessione su quale sia e dove si nasconda la
"Casta" perché il problema c'è ed è grave, ma lo
sparare nel mucchio non contribuisce né alla comprensione né alla
risoluzione dei problemi. Simone Caffaz.
( da "Tirreno, Il" del 13-10-2007)
Attualità
Cambia il bonus per i poveri Finanziaria. Sarà più selettivo.
Via i ticket sulla diagnostica Meno tagli ai piccoli giornali. Dall'Unione
400 emendamenti ROMA. Meno emendamenti da parte della maggioranza - non
più di 3/400 - e anche da parte del Governo. Il relatore alla
Finanziaria, Giovanni Legnini annuncia che dalla maggioranza arriveranno
poche centinaia di emendamenti e rassicurazioni in tal senso arrivano anche
dal ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa che si impegna a nome dell'esecutivo
a limitare le proposte di modifica alla Finanziaria. La manovra registra
anche un apprezzamento, da parte del presidente dell'Eurogruppo, Jean
Claude Juncker ("L'Italia va nella giusta direzione"). Nel
frattempo in una riunione in Senato a cui ha partecipato anche il premier,
Romano Prodi, i gruppi di Palazzo Madama indicano le priorità che si
tradurranno poi in altrettanti emendamenti: tra questi
un rafforzamento del pacchetto sui costi della politica, un
intervento per le famiglie esposte alle fluttuazioni dei mercati finanziari
per la scelta di sottoscrivere mutui a tasso variabile, i precari del
pubblico impiego e l'abolizione dei ticket sulla diagnostica. Si parla
anche di detassazione per il lavoro dipendente ma il viceministro Vincenzo
Visco, frena e commenta "sarebbe bello, ma tutti i soldi sono
già impegnati". E comunque conclude "vedremo". Sul
fronte delle proposte di modifica molto intenso il lavoro della giornata
che si è articolato in due riunioni a Palazzo Madama. Novità
sono annunciate sul bonus incapienti e le minori risorse per l'editoria.
Sul primo punto l'accordo raggiunto nella maggioranza serve a rendere
più selettivo l'intervento per evitare che l'agevolazione possa
andare ad incapienti che però vivono in famiglie ricche. Per quanto
riguarda l'editoria invece viene rimodulato il taglio previsto: si va
così verso una riduzione del taglio ai finanziamenti per i piccoli
editori. Riduzione che però dovrebbe essere compensata
dall'inasprimento del taglio per le società più grandi.
Enti e partecipate ai raggi x
(sezione: Costi dei politici)
( da "Tirreno, Il" del 13-10-2007)
Prato Enti e partecipate
ai raggi X Gli obiettivi dell'Osservatorio della spesa pubblica
Mercoledì la presentazione del libro "La Casta" con Sergio
Rizzo PRATO. L'obiettivo è quello di
spulciare i consigli d'amministrazione delle società partecipate, di
studiare per filo e per segno i bilanci delle amministrazioni, di tenere
d'occhio la spesa pubblica pratese. Quello che hanno
fatto Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella nel
libro "La Casta", che ha già superato un milione di copie,
verrà riproposto anche Prato. Dove a scandagliare bilanci e a tener
d'occhio gli sprechi, saranno i soci dell'Osservatorio provinciale della
spesa pubblica. Un 'associazione che è nata poco prima
dell'uscita del libro dei due giornalisti del Corriere della sera, con lo
stesso obiettivo: quello di raccontare ai pratesi come vengono utilizzati i
loro soldi. E per presentarsi alla città, l'Osservatorio ha
organizzato per mercoledì prossimo, la presentazione del libro
"La Casta" con uno dei due autori, Sergio Rizzo
che sarà alle 21 in Palazzo Novellucci. Fino ad oggi, le ricerche
condotte dai soci dell'Osservatorio, associazione assolutamente bipartisan
che vede tra le sue fila un ex funzionario del Pci, Paolo Cintolesi, un
consigliere di An, Gianluca Banchelli e Davide Bacarella dei Radicali, non
hanno ancora prodotto risultati completi. Perché farsi dare dagli enti
messi sotto osservazione il materiale è davvero difficile.
"Siamo partiti con due ricerche precise - spiega Cintolesi - quella
sulla Comunità montana e quella sul Consorzio Ombrone. Poi abbiamo
cercato di allargare il cerchio anche alle società partecipate e
alle amministrazioni comunali e provinciali. Ma quando chiediamo loro il
materiale, il nostro lavoro diventa una corsa ad ostacoli. Il comune di
Vaiano e Cantagallo ad esempio, ancora non hanno risposto alla nostra
richiesta, che abbiamo inviato lo scorso giugno". In Italia la
discussione è accesa. E anche a Prato, il lavoro dell'Osservatorio
qualche malumore, c'è da scommetere, lo susciterà.
"Abbiamo visto - aggiunge Gianluca Banchelli - che nel bilancio del
comune di Vernio, il 60% delle risorse finisce nel capitolo delle spese. Ma
spesso i servizi che dovrebbero spettare ai comuni della Provincia, sono
invece tutti concentrati a Prato, con i loro uffici e con i loro
dipendenti. C'è sovrapposizione tra i pagamenti effettuati dai
contribuenti in un comune piuttosto che in un altro". Stessa scoperta
fatta, secondo i soci dell'Osservatorio, anche sulla Comunità
montana, dove i servizi spesso vengono pagati più volte e dove le
competenze sono mal distribuite tra l'ente, la Provincia e i comuni, che
spesso si occupano tutti della stessa cosa. Ora, sotto la lente
d'ingrandimento dell'Osservatorio, ci finiranno anche le aziende
partecipate. "Tutti i cittadini sono invitati a contribuire al nostro
lavoro - dicono all'Osservatorio - inviandoci materiale sugli sprechi
all'indirizzo email info@osservatoriospesapubblica.it". Francesca
Gori.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 13-10-2007)
> "La
sfida più grande è saper consigliare al lettore il libro
giusto per quel preciso periodo della sua vita". Sono ormai 25 anni
che Vittorio Nonis titolare della libreria "Il Labirinto" di via
Carlo Alberto, nel centro storico di Alghero, prescrive romanzi, saggi,
libri di poesie agli algheresi. "La clientela è prevalentemente
stanziale - spiega - ma qui da noi arrivano anche tanti turisti stranieri,
soprattutto spagnoli, interessanti ai libri sulla Sardegna". La sua
è una "libreria di proposta" con una vasta sezione
dedicata agli autori sardi. "Anche i testi di architettura e quelli
dedicati al mare e alla nautica - aggiunge Nonis - occupano un consistente
spazio negli scaffali". Non solo vendita di libri, però, Il
Labirinto è anche un laboratorio creativo, dove si organizzano
eventi di tipo letterario, con rassegne a tema. L'ultima dal titolo
"Le Famigliastre", ha visto come ospiti, tra gli altri, Gian
Antonio Stella, coautore, insieme a Sergio Rizzo del libro La Casta (Rizzoli,
18 euro). I PIU' VENDUTI "A parte "La Casta", che va via
come il pane, con la vendita di almeno sei copie al giorno, sicuramente
"Mal di Pietre" di Milena Agus (Edizioni Nottetempo 2006, 12
euro) una storia che tutti potrebbero ricordare nelle proprie famiglie ma
con sorpresa finale. Sta andando molto bene anche il noir scritto a quattro
mani da Francesco Abate e Massimo Carlotto dal titolo "Mi fido di
te" (Einaudi, 14 euro), tutti dovrebbero leggerlo per capire che cosa
mangiamo e, infine, "Mille splendidi soli "di Hosseini Khaled
(Piemme, 14,80 euro), una lettura reale e emozionale". CONSIGLIATI
"Sicuramente "11/9 La cospirazione impossibile" di autori
vari, a cura di Massimo Polidoro (Piemme, 14,50 euro). Finalmente un libro
che fa piazza pulita sulla fantapolitica dell'undici settembre. Ma anche
"Le Rondini di Kabul" di Yasmina Khadra, pseudonimo femminile di
un alto ufficiale dell'esercito del Marocco (piccola biblioteca , 14
euro)". IL LIBRO SARDO PER LA VITA "Non c'è, non esiste, o
meglio, sono tanti libri , dipende dal momento. Forse "La
quattordicesima commensale", di Gianni Marilotti (Il Mestrale, 12
euro), in particolar modo per i lettori più giovani. La parabola di
una generazione in Sardegna e in Italia". CATERINA FIORI.
Le spese della politica? 53 milioni di euro in più
( da "Corriere della Sera (Abbonati)" del 13-10-2007)
Corriere della
Sera - NAZIONALE - sezione: Prima Pagina - data: 2007-10-13 num: - pag: 1
autore: di SERGIO RIZZO GIAN ANTONIO STELLA I costi dei
Palazzi arrivano a due miliardi. Nonostante promesse, impegni e giuramenti
Le spese della politica? 53 milioni di euro in più e Bastava
tagliare un euro. Soltanto un piccolo, insignificante euro e per la prima
volta nella storia dell'Italia repubblicana il costo degli organi
costituzionali avrebbe avuto davanti il segno meno. Invece no:
aumenterà anche nel 2008. Di oltre 53 milioni di euro. A dispetto di
tutte le promesse, gli impegni e i giuramenti spesi per rassicurare
un'opinione pubblica in fibrillazione. Lo dice, spazzando via mesi di
pensosi bla bla, la tabella a pagina 279 dell'Atto Senato 1818, cioè
il disegno di legge del bilancio dello Stato per il prossimo anno che
accompagna la legge finanziaria. Lì c'è una bella sorpresa.
Nel disegno di legge del bilancio dello Stato un aumento del 2,74 per cento
per il mantenimento dei sei organi istituzionali Tagli "svaniti",
il Palazzo costa sempre di più Dalle Camere alla Consulta: spese
cresciute di 53 milioni SEGUE DALLA PRIMA In quella tabella si spiega che
gli "oneri comuni di parte corrente" a carico del ministero
dell'Economia per gli organi costituzionali, vale a dire le spese di
Camera, Senato, Quirinale, Corte costituzionale, Cnel e Consiglio superiore
della magistratura ammonteranno l'anno prossimo a 1.998.914.863 euro. Poco
più che un milioncino sotto la soglia fatidica dei due miliardi. Una
scelta dovuta forse al pudore. O al tentativo di seguire le vecchie regole
raccomandate dai maghi della pubblicità per far digerire al cliente
una cifra indigesta: molto meglio appiccicare una targhetta di 9,99 dollari
piuttosto che 10,1. Certo, la differenza è minima. Ma
psicologicamente… Eppure i numeri, si sa, sono impietosi. E dicono appunto
che i sei organi citati, che nel 2007 sono pesati sulle pubbliche casse per
un totale di 1.945.560.992 euro, ne peseranno l'anno entrante 53.353.871 in
più. Cento miliardi delle vecchie lire. Con un aumento del 2,74%. Un
punto in più rispetto all'inflazione, ferma all'1,7%. Il che
significa che, al momento di fare l'addizione, la spesa supplementare
sarà tre volte superiore a quei miseri 18 milioni di euro che il
ministro dell'attuazione del programma Giulio Santagata diceva di essere
riuscito a tagliare faticosamente nella scorsa primavera con un giro di
vite su convegni, pubblicità, enti e commissioni inutili e qualche
spesa dei ministeri. E superiore alla somma che lo Stato spende ogni anno
per l'"integrazione sociale" degli immigrati (50 milioni). O a
quella (ancora 50 milioni) che dovrebbe essere stanziata per le vittime
dell'amianto. A una prima lettura, a dire il vero, il quadro sembrerebbe
ancora più nero. L'anno scorso, alle stesse voci, c'erano infatti
1.774.024.973 euro. Il che farebbe pensare a una mostruosa impennata nei
costi delle principali strutture ai vertici del Paese di oltre duecento
milioni di euro. Ma il confronto, che sarebbe disastroso agli occhi dei cittadini,
è improponibile: le voci messe a bilancio sono state infatti
spostate, riscritte, accorpate, ridisegnate fino al punto che da non potere
essere messe sullo stesso piano. Altrettanto ingiusto sarebbe caricare
l'aumento dei costi, alcuni dei quali crescono per forza d'inerzia, sulle
sole spalle del centrosinistra: i numeri dicono che nei cinque anni della
scorsa legislatura, quando il centrodestra aveva una maggioranza
larghissima, i costi degli stessi organi costituzionali di cui parliamo ora
aumentarono del 24% oltre l'inflazione. Per non dire dei casi specifici del
Quirinale (più 41,9%) o del Senato: più 38,9%. Il nocciolo
della questione, però, resta: nel momento di massima spinta a
tagliare, i costi dei "Palazzi" principali crescono ancora. Ma
sicuro, nelle tabelle disaggregate qualche taglio c'è. Il ministero
di Rosy Bindi dovrebbe perdere 40 milioni (da 320 a 280) dei fondi di
sostegno alla famiglia. Gli stanziamenti a favore dell'editoria dovrebbero
scendere da 79 a 34 milioni. Quelli per le pari opportunità da 52 a
45. E per risparmiare qualcosa vanno a raschiare anche nei conti della
Protezione Civile: il fondo per fare funzionare il dipartimento sarà
dimezzato: da 78 a 39 milioni. Le voci principali della
"macchina", però, vedono aumenti, aumenti, aumenti. Il
"fondo per il funzionamento della Presidenza del Consiglio" passa
dai 399.316.327 di quest'anno a 433.882.000, con una crescita di quasi 35
milioni. Le spese per mantenere la Camera salgono da 961.800.000 a
990.500.000: più 28 milioni. Quelle per il Senato da 503 milioni a
519: più 16. Quelle per la Corte Costituzionale da 51 a 53 milioni:
più due. Calano un pochino i costi del Consiglio di Giustizia
Amministrativa della Regione Sicilia e di altre cose di secondo piano. Restano
quasi al palo la Corte dei Conti, che però quest'anno è
costata 299 milioni di euro e cioè 26 in più rispetto al 2006
(un aumento dell'8%: e meno male che i magistrati contabili invitano gli
altri a tagliare, tagliare, tagliare) e il Quirinale. Dove i costi sono
sì aumentati da 224 a 241 milioni (il quadruplo di Buckingham
Palace, otto volte più della Presidenza tedesca, 27 volte più
di quella finlandese, anche se si tratta di un paese "appena"
dieci volte meno popoloso dell'Italia). Ma quei 17 milioni di euro in
più non saranno chiesti al Tesoro bensì recuperati
autonomamente. Quest'anno. Perché il prossimo, invece, la dotazione statale
aumenterà ancora di 6,5 milioni (compresi 3.568 euro che serviranno
a portare l'assegno personale del presidente da 222.993 a 226.561 euro
lordi). E' il 2,97%, in più, anche in questo caso ben oltre
l'inflazione. Direte: non si tratta sempre e comunque, a prenderli di qua o
di là, di soldi pubblici? E' così. Ed è qui che, dopo
avere visto quanto sia difficile fermare la corsa di una macchina
impazzita, per quanta buona volontà possa essere impiegata nel
risanamento, che Giorgio Napolitano si trova a dover gestire un passaggio
delicato. Aprire o no i libri alla totale trasparenza, nonostante la Corte
Costituzionale abbia già offerto in passato la sua copertura alla
scelta di mantenere un velo di riservatezza? Una decisione non facile.
Soprattutto in un momento come questo. Ma è qui che verrebbe voglia
di parafrasare Primo Levi: se non ora, quando? Sergio Rizzo Gian Antonio Stella
MONTECITORIO Le spese per mantenere la Camera, tra il 2007 e il 2008,
salgono del 3 per cento, da 961.800.000 a 990.500.000: più 28
milioni PALAZZO MADAMA Le spese per mantenere Palazzo Madama sono salite
nel giro di un anno del 3,18 per cento- anche in questo caso ben oltre
l'inflazione - ovvero di sedici milioni di euro: nel 2007 la spesa
complessiva del Senato è arrivata a 503 milioni, il prossimo anno
salirà fino a 519 milioni di euro PALAZZO CHIGI Il "fondo per
il funzionamento della Presidenza del Consiglio" passa dai 399.316.327
di quest'anno a 433.882.000 del 2008, con una crescita di quasi 35 milioni
di euro: l'8,65 per cento in più nel giro di un anno.
Articoli
E' lite sugli "uditori" del vertice dell'Amc (sezione: Costi dei politici)
( da "Stampa, La" del 13-10-2007)
PARTECIPATA. AL
CDA SI AFFIANCA UNA "RAPPRESENTANZA" E' lite sugli
"uditori" del vertice dell'Amc [FIRMA]FRANCA NEBBIA CASALE MONFERRATO
"C'è qualcosa che non torna nei conti: si cerca di far
rientrare dalla finestra quanto è uscito dalla porta". E' il
commento del coordinatore cittadino di Fi, Nicola Sirchia, riguardo
all'obbligatorietà delle aziende "partecipate" di ridurre
il numero dei consiglieri dei propri Cda. La critica viene rivolta
soprattutto all'Amc che, dovendo scendere da 7 a 5 consiglieri, ha deciso
di affiancare il Cda con un organismo composto da 9 persone. Strada che
sarebbe seguita anche dal consorzio Cosmo. "A questo nuovo organismo -
dice Sirchia - viene assegnata la responsabilità di eleggere il
consiglio di amministrazione. Ci chiediamo quali saranno le garanzie di
rappresentanza delle minoranze". Sulla stessa linea sono altri due
consiglieri azzurri, il capogruppo in Consiglio Giorgio Demezzi e il
neo-presidente della commissione Controllo e Garanzia Vito De Luca.
"Il nuovo organismo - dice Vincenzo Ottone, presidente Amc, che ne
è anche l'ideatore - non avrà affatto la
responsabilità di eleggere il Cda, che invece viene eletto
dall'intera assemblea. Il motivo per cui si è pensato a un organismo
di questo tipo è per dare la più larga
rappresentatività a un'azienda con un'estensione territoriale
notevole, quindi garantendo anche la voce dei piccoli Comuni del territorio.
I poteri di chi fa parte del nuovo organismo, che si chiamerà
"rappresentanza intercomunale", sono di partecipare alle
convocazioni del consiglio di amministrazione, ma senza diritto di voto. Qualora però una delibera del cda non veda
l'approvazione della rappresentanza i suoi membri possono chiedere la
convocazione dell'intera assemblea dei soci. Tra l'altro, chi ne fa parte
non riceverà alcun gettone di presenza: una
disposizione iniqua che si cercherà di correggere".
Manovra, rispunta il fiscal drag
(sezione: Costi dei politici)
( da "Sole 24 Ore, Il (Abb)" del 13-10-2007)
Il Sole-24 Ore sezione:
POLITICA E SOCIETA data: 2007-10-13 - pag: 16 autore: Finanziaria 2008.
Allo studio un emendamento sulla restituzione - Correzioni in vista anche
per affitti, Ires e Ici Manovra, rispunta il fiscal drag Prime intese su
bonus incapienti e abolizione del ticket: servono 800 milioni Marco Rogari
ROMA Rivisitazione del bonus incapienti per evitare che finisca a finti
poveri. Reperimento di 800 milioni per confermare nel 2008 l'abolizione dei
ticket sanitari sulla diagnostica. Sono due degli emendamenti (insieme a
quelli su editoria e digitale terrestre) su cui la maggioranza ha
già raggiunto un'intesa nel vertice di ieri a Palazzo Madama sulla
manovra. Che nelle prossime ore dovrebbe riguardare anche la restituzione
del fiscal drag e altri correttivi: ottimizzazione della detrazione sugli
affitti,della riduzione dell'Ici e della riforma dell'Ires. Il tutto
facendo leva su un pacchetto di proposte di modifica concordato da tutta
l'Unione e, soprattutto, di dimensioni ridotte: 3-400 emendamenti, tra Finanziaria
e decreto, della maggioranza e meno di una cinquantina del Governo. Il
vertice con i capigruppo dell'Unione a Palazzo Madama è stato
definito "positivo" da Romano Prodi, presente insieme ai ministri
Padoa-Schioppa e Santagata e al viceministro Visco. A rendere l'atmosfera
meno tesa ha contribuito il via libera del Consiglio dei ministri al
collegato sul protocollo sul Welfare che nei giorni scorsi aleggiava come
una spettro sul cammino della manovra in Parlamento. "Il clima
è buono", hanno detto Anna Finocchiaro (Ulivo) e il relatore
Giovanni Legnini (Ulivo). Emendamenti e coperture La Finocchiaro ha
sottolineato che l'obiettivo è di arrivare a proposte
"condivise" da tutta la maggioranza con il consenso del Governo.
E anche il ministro Padoa- Schioppa ha confermato che il Governo è
impegnato a presentare un numero ridotto di emendamenti per "garantire
un processo snello e più semplice che in passato". In tutto
(tra Finanziaria e decreto) gli emendamenti strategici dovrebbero essere
meno di un centinaio da pescare dai 3-400 della maggioranza e dai circa 50
del Governo. Il Tesoro ha ribadito a chiare lettere che le coperture
dovranno essere garantite. E a questo proposito Legnini ha specificato che
le modifiche non potranno essere finanziate con nuove entrate, ma
esclusivamente con tagli alle spese. Bonus incapienti e ticket L'accordo
raggiunto nella maggioranza punta anzitutto a correggere il bonus
incapienti, che contenuto nel decreto fiscale per renderlo maggiormente
selettivo. Il meccanismo allo studio dovrebbe prendere in considerazione il
reddito del capo famiglia invece di quello dell'incapiente: in altre parole
il parametro di riferimento sarebbe il reddito del padre e non più
quello del figlio. Quanto ai ticket su diagnostica e specialistica, la maggioranza
si è impegnata a trovare gli 800 milioni necessari per confermare
l'abolizione nel 2008. Fiscal drag e casa Il lavoro di valutazione delle
misure da migliorare riguarda anche le detrazioni per gli affitti e l'Ici.
Su quest'ultimo punto Legnini ha spiegato che per quel che riguarda il
rapporto fra l'ulteriore detrazione dell'Ici e i trasferimenti ai Comuni si
è deciso di lavorare sulla certezza dei trasferimenti più che
sulle detrazioni. Nel mirino della maggioranza, in funzione di possibili
correttivi ci sono anche il "forfettone" fiscale, la riforma
dell'Ires e la detassazione del lavoro dipendente. Su quest'ultima opzione
Visco si è limitato a commentare: "Sarebbe molto bello, ma
tutti i soldi che avevo li ho messi nel bilancio. Poi vedremo...". L'ala
sinistra della maggioranza chiede anche miglioramenti sul versante della
regolarizzazione dei precari nel pubblico impiego, su clima e ambiente e
sui problemi relativi ai mutui per l'acquisto della prima casa. Quasi
certo, come lascia intendere Legnini, è già un emendamento
sul fiscal drag, ovvero la restituzione ai contribuenti del maggior
prelievo dovuto all'aumento dei prezzi. Costi della politica L'Unione
è orientata a rafforzare il pacchetto di misure sulla riduzione dei
costi della politica. E
su questa questione potrebbe essere costituito un gruppo di lavoro ad hoc.
L'intenzione è di rivedere le misure sulle Comunità montane e
sui consigli comunali e di verificare la possibilità di intervenire
sull'insieme di enti intermedi e società pubbliche per
arrivare ad una loro significativa riduzione. Il ministro Santagata, dopo
aver ricordato che il pacchetto garantirà più di 1 miliardo
di risparmi ma soprattutto nel 2009, ha comunque detto "no
all'accetta". PACCHETTO CONCORDATO La maggioranza punta a un massimo
di 3-400 modifiche tra legge e decreto, oltre a una cinquantina in arrivo
dal governo.
Niente più giustificazioni per le assenze dal lavoro né
gettoni di presenza per i
(sezione: Costi dei politici)
( da "Messaggero, Il (Viterbo)" del 13-10-2007)
Di CRISTINA
GAZZELLINI Niente più giustificazioni per le assenze dal lavoro né gettoni
di presenza per i consiglieri,
per tutte le commissioni convocate "senza motivo". Dopo il
segretario generale del Pincio, Luigi Annibali, ad intervenire
sull'argomento è anche il presidente della massima assise. Ieri mattina
Francesco Cappellani ha inviato una nota a tutti i presidenti delle
commissioni consiliari dove ricorda come "gli organi strumentali del
consiglio comunale, possano riunirsi, come prevede l'articolo 43 del
Regolamento comunale, solo per controllare argomenti o atti che saranno
oggetto di trattazione nella massima assise". Il presidente in
proposito è stato chiaro "in caso di convocazione illeggittima
della commissione la presidenza del consiglio non corrisponderà
alcun emolumento ai conglieri che vi hanno preso parte", che in parole
povere equivale a non pagare i gettoni di presenza ed i rimborsi agli enti per le giornate
lavorative perse. "La riunione delle commissioni - incalza Cappellani
che dopo le recenti polemiche ha deciso di adottare la linea dura - non
possono diventare una palestra per la ginnastica del tempo libero. Le
convocazioni senza sostanza, senza argomenti da esaminare, diventano puro
esercizio accademico". Un esercizio che oltretutto conti alla mano
costa, al Comune e quindi ai contribuenti, oltre mille euro a riunione. Ma
intanto ieri, mentre veniva recapitata la missiva di Cappellani, in
altrettante stanze della sede comunale, si stavano riunendo la commissione
Attività produttive del presidente Mario Fiorentini e quella ai
Lavori pubblici di Alessandro Maruccio. Alla fine, su proposta dello stesso
Fiorentini, i due organismi si sono riuniti in una seduta comune dalla
quale è emersa la volontà di chiedere un consiglio comunale
per approvare la modifica del regolamento e dello statuto comunale. E pare
che la proposta abbia trovato terreno fertile sia tra gli esponenti della
maggioranza che dell'opposizione. In poche ore il documento è stato
infatti sottoscritto da 14 consiglieri e non è escluso che si possa
arrivare a 16. Praticamente il numero sufficiente per considerare approvata
la proposta, già prima che venga discussa nella massima assise (pare
infatti scontato che chi ha firmato il documento poi voti anche per la sua
approvazione). Dunque quella che era nata come una querelle tra Alvaro
Balloni e Mario Fiorentini si sta trasformando in una sorta di virus che
sta contagiando i consiglieri in maniera bipartisan. Il concetto è
questo: "la legge ci vieta di convocare le commissioni senza atti su
cui discutere? Ebbene allora cambiamo la legge". Per ridare il giusto
peso alla figura del consigliere, è la spiegazione ufficiale. Ma
forse tra i cittadini il segnale che arriva è tutt'altro.
Un'escamotage per prendere più gettoni ed
assentarsi dal lavoro, è la voce ricorrente, ma sicuramente nella
modifica del regolamento che il consiglio dovrà votare sarà
prevista la sospensione degli emolumenti per le commissioni. Altrimenti
povere casse del Pincio!.
Viabilità rurale, finanziamenti in arrivo nelle Preserre (sezione: Costi dei politici)
( da "Gazzetta del Sud" del 13-10-2007)
Chiaravalle C.
Comunità montana Viabilità rurale, finanziamenti in arrivo
nelle Preserre Stanziati 111mila per le strade di località Maoni ad
Amaroni Vincenzo Iozzo CHIARAVALLE CENTRALE Gocce di finanziamenti Piar sul
territorio delle Preserre, e futuro delle comunità montane, sono
stati i temi affrontati dalla giunta della "Fossa del lupo" di
via Foresta guidata dal presidente Enzo Bruno, oramai prossimo Pd. La
novità, che presto si potrebbero trasformare in preoccupazioni,
è che le attuali 355 comunità montane si ridurranno a 250
grazie ai nuovi paletti: non meno di tre comuni e altezza minima di 500
metri sull'Appennino e 600 sulle Alpi, imposti dal governo Prodi. Prima di
proiettarsi sul futuro dell'ente, il presidente Enzo Bruno si è
soffermato sul lavoro svolto e sulla programmazione costruita dalla
maggioranza di centrosinistra che abbraccia ben 12 comuni in tutto. Amaroni,
Cenadi, San Vito sullo Jonio, Jacurso, Torre di Ruggiero, Chiaravalle
Centrale, Girifalco, Palermiti, Olivadi, Centrache, Vallefiorita e Cortale,
hanno un imponente patrimonio boschivo e le aree rurali, esprimono un
potenziale di tutto rispetto e per questa ragione, c'è l'impegno
degli amministratori e dei sindaci. Proprio in questi giorni è stato
decretato dal Dipartimento regionale Agricoltura, Foreste e Forestazione,
lo stanziamento di 111 mila euro per la viabilità rurale in località
Maoni del comune di Amaroni. La "Fossa del lupo", così
come era successo in precedenza per altri comuni associati, ha puntato al
completamento della strada, i cui lavori originariamente erano stati
commissionati dal comune, una ventina di anni addietro, ma mai completati
per mancanza di copertura finanziaria. "La strada Maoni ha ribadito il
presidente Eno Bruno riveste grande importanza poiché attraversa una vasta
area a destinazione prettamente agricola i cui terreni sono destinati ad
oliveto in coltura intensiva". Come dicevamo prima negli anni passati
l'amministrazione comunale in carica aveva avviato la costruzione con
ingenti investimenti dovuti per la costruzione di opere di contenimento.
Adesso si passa alla fase 2, ovvero quella della
fruizione da parte degli operatori agricoli, contadini e possessori dei
fondi rurali. Programmazione, dunque, da una parte, ma dall'altra sulla
"Fossa del lupo", pende la mannaia dei tagli imposti dalla nuova
finanziaria. Le ipotesi che Chiaravalle Centrale, possa essere notevolmente
ridimensionata se non addirittura cancellata del tutto, non sono da
scartare, anche se proprio il capo dell'esecutivo, parla di danni per le
aree interne, per quanto riguarda la programmazione intesa come sviluppo
socio economico dei territori calabresi dove le comunità montane
sono delle autentiche realtà e in alcuni casi delle forze motrici.
Per il prossimo 24 ottobre a Roma sarà presente una delegazione di
amministratori dell'assemblea delle Preserre e di sindaci del comprensorio,
per protestare contro i tagli. Gli umori raccolti, non viaggiano nella
direzione del mantenimento delle cariche elettive o delle poltrone.
Discorso senz'altro riduttivo, anche perché Enzo Bruno tra un anno appena
sarà in scadenza di mandato amministrativo. Quello che potrebbe
accadere in termini di rischi imminenti è, che i territori
potrebbero essere ulteriormente svuotati e il conseguente spopolamento
delle zone interne andrebbe ad aumentare. Su queste basi, poggia la
protesta degli amministratori montani delle Preserre, anche se una sforbiciata
ai costi della politica: regionale, provinciale,
sovracomunale e comunale, non guasta. (sabato 13 ottobre 2007).
Nominate le sei commissioni consiliari (sezione: Costi dei politici)
( da "Gazzetta del Sud" del 13-10-2007)
Patti A un anno
dall'insediamento dell'assise comunale Nominate le sei commissioni
consiliari PATTI Il consiglio comunale di Patti, ad un anno dal suo
insediamento e dopo un ampio dibattito politico, ha proceduto alla nomina
dei componenti delle commissioni consiliari. Questa la composizione dei sei
organi: Affari generalità produttive, sviluppo economico e
personale: Mimma Lembo, Nino Gigante, Giorgio De Luca, Nino Crisafulli,
Salvino Palmeri; Bilancio, finanze, patrimonio, tributi e programmazione:
Pasqualino La Macchia, Francesco Di Pisa, Gioacchino Alessandro, Tindaro
Giuttari, Mauro Aquino; Lavori pubblici, protezione civile, centro storico
e frazioni: Filippo Tripoli, Pasqualino la Macchia, Giorgio De Luca,
Salvino Mosca, Tindaro Giuttari; Servizi sociali, politiche giovanili e
pari opportunità: Nino Calderone, Nino Gigante, Nicola Campana,
Gianluca Bonsignore, Alessia Bonanno; Pubblica istruzione, sport, turismo,
spettacolo, cultura e tempo libero: Nicola Campana, Mimma Lembo, Giuseppe
Forzano, Mauro Aquino e Salvino Mosca; Urbanistica, ambiente e
viabilità: Filippo Tripoli, Giuseppe Forzano, Rosolino Sidoti,
Gianluca Bonsignore e Salvino Palmeri. Il civico consesso, nell'ultima
seduta, ha inoltre affrontato la questione relativa all'Ato 2 rifiuti.
Quasi tutti i consiglieri comunali hanno evidenziato che il servizio di
spazzatura è carente e che la città è sporca ed è
stata avanzata la proposta di richiedere alla società d'ambito la
restituzione del servizio di spazzamento. L'assise
cittadina, dopo aver dibattuto sul piano spiagge, ha rinviato i lavori a
giovedì 18 ottobre alle 16,30. In quella occasione all'ordine del
giorno ci saranno la riduzione del gettone di presenza dei consiglieri comunali e la relazione annuale del sindaco
Giuseppe Venuto.(g.v) (sabato 13 ottobre 2007).
( da "TGCom" del 13-10-2007)
Costi politica, aumento di 53 mln In Finanziaria più
spese per la "Casta" Doveva essere una Finanziaria di rigore per
le spese della politica, quelle che servono per
fare funzionare la macchina istituzionale. Invece, come raccontano Gian
Antonio Stella e Sergio Rizzo sul Corriere della Sera, nel 2008 questa voce
di spesa aumenterà di 53 milioni di euro, arrivando a quasi 2
miliardi di euro. Una cifra esorbitante, viste le recenti promesse del
governo di diminuire i costi della politica. Pare
che i sussulti di anti-politica di questi ultimi
tempi non abbiano inciso affatto sulle decisioni del governo. I costi della
spesa corrente del ministero delle Finanze che riguardano il funzionamento
di Camera, Senato, Quirinale, Corte Costituzionale,
Cnel e Consiglio superiore della magistratura, non accennano a fermarsi.
53milioni in più rispetto al 2007 con buona pace di chi aveva
chiesto qualche ridimensionamento e forse con un certo imbarazzo per chi ha
studiato la Finanziaria. Ma le spese del 2007 e quelle del 2008 non sono
comparabili. Chi ha predisposto il pacchetto legislativo ha accorpato voci,
diviso settori, eliminato capitoli, aggiunto nuovi oggetti. E così non è facile capire dove e come cambia
la spesa della politica
nel dettaglio. Ma da una prima analisi della Finanziaria è chiaro
che l'aumento di 53 milioni esiste. E gran parte di queste risorse vanno a
incrementare la spesa per il funzionamento della presidenza del Consiglio
dei ministri. Altri soldi servono per sostenere i due rami del
Parlamento. Diversa è la situazione di alcuni ministeri. E'
lì che si abbatte la mannaia della razionalizzazione della spesa.
Molte sono le risorse che andranno perse per strada al ministero per le
politiche della Famiglia (40 milioni circa). Analogo discorso per le Pari
opportunità e per la Protezione civile. E nonostante gli appelli
alla sobrietà della spesa divulgati con smepre maggiore frequenza
dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il Quirinale spende
sempre di più con un balzo in un anno del 41,9%. Invia ad un amico.
"I centri montani saranno abbandonati" (sezione: Costi dei politici)
( da "Corriere Adriatico" del 13-10-2007)
Ciaffaroni
attacca il suo successore Milani sulla trasformazione della Comunità
dei Sibillini "I centri montani saranno abbandonati" MONTEFORTINO
Si parla sempre più frequentemente di tagli più o meno
consistenti delle Comunità Montane dovuti al disegno di legge
Santagata riguardante le "Misure per la riduzione dei costi
politico-amministrativi e per la promozione della trasparenza". In
base agli attuali parametri del ddl la Comunità Montana dei
Sibillini verrebbe a perdere probabilmente 4 comuni e quella del Tronto 3.
L'ex presidente e attuale consigliere della prima comunità, Domenico
Ciaffaroni, si scaglia contro questi tagli e contro le eventuali
trasformazioni delle decurtate Comunità Montane in Unioni dei
Comuni, come negli ultimi tempi è stato ventilato in ambienti
regionali. "Da diversi mesi tiene banco sui mass media commenta
Ciaffaroni - un tema che sta particolarmente a cuore ai cittadini, ossia la
riduzione del costo della politica. Dopo aver ampiamente dibattuto
sull'argomento è stata finalmente trovata la tipica soluzione
all'italiana: prendersela con l'anello debole della catena, cioè le
aree montane, cercando prima di sopprimere e poi di ridurre la consistenza
delle Comunità Montane: enti, a detta dei grandi benpensanti di
questo paese, del tutto inutili. Troppo spesso però ci si dimentica,
a volte anche con estrema superficialità, i settori nevralgici dove
esse agiscono. Sono infatti gli unici enti che operano nel campo,
nonostante le scarse risorse, delle manutenzioni ambientali con opere
fondamentali, al fine della conservazione e dello sviluppo di aree
particolarmente pregiate ma letteralmente abbandonate, per questo
debolissime dal punto di vista dell'assetto idrogeologico. Ci si ricorda di
queste problematiche solo dopo che sono accaduti enormi disastri
dimenticando che per ogni euro speso in montagna se ne risparmiano almeno
cento in pianura". "Recentemente continua Ciaffaroni - in un
convegno, in quel di Urbino, è emersa, anche se in modo molto
velato, la volontà da parte della Regione Marche di trasformare le
Comunità Montane in unioni dei Comuni, idea evidentemente fatta
propria anche dal presidente della Comunità Montana dei Sibillini,
visto che in alcune dichiarazioni in un recente articolo su questo giornale
auspica tale trasformazione. Dopo un'attenta lettura dell'articolo ho
inevitabilmente concluso che egli debba essere stato di certo travisato, in
quanto conosce benissimo gli scarsi risultati raggiunti dalle Unioni dei
Comuni e le difficoltà in cui le stesse si dibattono, tanto è
vero che recentemente la Regione Marche, dopo estenuanti richieste, ha
dovuto stanziare delle congrue somme per ripianarne i bilanci". Poi
Ciaffaroni aggiunge. "Il presidente Milani inoltre
è sicuramente ben consapevole dell'importante contributo di idee e
di dialettica apportato dai consiglieri comunitari. Il tutto, per chi non
lo sapesse, a titolo completamente gratuito, in quanto il gettone di presenza percepito non copre nemmeno
le spese per il carburante necessarie per recarsi presso la sede
comunitaria. In questo momento cruciale conclude Ciaffaroni -
ritengo necessario far quadrato e difendere a spada tratta le
Comunità Montane, unico baluardo di salvaguardia e sviluppo per le
aree montane". FRANCESCO MASSI,.
14:20 COSTI POLITICA: LANZILLOTTA, OK TAGLI GARANTENDO AZIONE
GOVERNO (sezione: Costi dei politici)
( da "Agi" del 13-10-2007)
Milano COSTI
POLITICA: LANZILLOTTA, OK TAGLI GARANTENDO AZIONE GOVERNO Stampa Invia
questo articolo Ultimissime AN: RADUNO IN PIAZZA SAN GIOVANNI PER CORTEO
USA: E' MORTO SRI CHINMOY, PACIFISTA E GURU DELLE STAR PIRATI BORMIO:
CONCESSI DOMICILIARI AL MAGGIORENNE VELTRONI A "DIE WELT", SARO'
IL WILLY BRANDT ITALIANO WELFARE: DAMIANO, LAVORO DI CONCERTAZIONE PROSEGUE
GIALLO CAGLIARI: INQUIRENTI, ANZIANA E' STATA ASSASSINATA PD: D'ALEMA, E'
UN PARTITO NUOVO E NON UN PARTITO IN PIU' WELFARE: E. LETTA, CONVOCHEREMO
LE PARTI IRAQ: EX COMANDANTE COALIZIONE, PER USA INCUBO SENZA FINE HAITI:
ALMENO 45 MORTI PER ALLUVIONI, 6. 000 SENZATETTO (AGI) - Milano, 13 ott. -
La razionalizzazione dei ministeri deve tener conto dell'azione di Governo,
che deve essere garantita nella sua continuita'. Lo pensa il ministro degli
Affari regionali Linda Lanzillotta, intervenuta questa mattina a un
incontro con le giovani del Pd, insieme al ministro Barbara Pollastrini.
"Va benissimo razionalizzare - ha detto Lanzillotta - ma occorre tener
presente l'esigenza di speditezza dell'azione di Governo. Credo debba
esserci un bilanciamento tra l'esigenza di semplificare e razionalizzare e
quella di garantire continuita' all'azione del governo". Detto questo,
e' pur vero che il governo puo' essere piu' compatto. "Credo che si
possano accorpare piu' ministeri - ha spiegato Lanzillotta - per dare piu'
efficienza, e penso al settore delle politiche sociali, e anche a quello
del territorio e delle infrastrutture che possono essere unificati".
(AGI).
Indice degli articoli del
12-10-2007
13 milioni per gli ospedali solo se ci sarà
l'integrazione ( da "Tirreno, Il" del 12-10-2007)
Sanità, la carriera non è donna ( da
"Nuova Sardegna, La" del
12-10-2007)
Accertamenti sulle cartelledei malati liguri ( da
"Secolo XIX, Il" del
12-10-2007)
I costi della casta? In Campania non finiscono mai ( da
"Corriere del Mezzogiorno" del
12-10-2007)
Un giudice per le leggi emiliane ( da
"Sole 24 Ore, Il (Centro_Nord)" del
12-10-2007)
Senza soldi né legge, la protesta dei servizi ( da
"Manifesto, Il" del
12-10-2007)
Liste d'attesa infinite ( da
"Nuova Venezia, La" del
12-10-2007)
Costi politica/ Cossiga restituisce il passaporto
diplomatico ( da "Virgilio Notizie" del 12-10-2007)
Arpac: la sentinella ecologica regionale ( da
"Denaro, Il" del
12-10-2007)
Partecipazione: un rimedio all'antipolitica ( da
"Denaro, Il" del
12-10-2007)
Occorre scegliere la strada dello sviluppo ( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 12-10-2007)
Siamo al minimo : così veronesi respinge ogni
accusa sulle indennità ( da
"Trentino" del
12-10-2007)
Mancano medici al pronto soccorso turni coperti con
chiamate a gettone ( da "Piccolo di Trieste, Il" del 12-10-2007)
Tolleranza zero e campi nomadi ( da
"Stampa, La" del
12-10-2007)
UNA COMMISSIONE speciale per accertare in tempi
rapidi la reale sit ( da "Nazione, La (Pistoia)" del 12-10-2007)
Pighi nasconde la Romagnoli, faremo senza .Gli
assessori ( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del
12-10-2007)
<Io assenteista? Parlano i fatti> Genesi
replica a Spotti e Ceraso ( da "Provincia di Cremona, La" del 12-10-2007)
Per Lucca esprime dubbi sul cambio delle regole ( da
"Nazione, La (Lucca)" del
12-10-2007)
L'assemblea plenaria per l'stl si farà, basta
con le polemiche ( da "Nuova Sardegna, La" del 12-10-2007)
Decalogo di riforme per salvare la sanità -
carlo marcelletti ( da "Repubblica, La" del 12-10-2007)
In consiglio comunale elettrodotto e ospedale ( da
"Tirreno, Il" del
12-10-2007)
Le spese per il personale coprono ormai metà
del bilancio ( da "Tirreno, Il" del 12-10-2007)
Palermo, che spese in Comune: 115mila euro per
l'addetto ai precari Pubblicati i costi delle consulenze. Roba da un
milione e mezzo di euro. Fra i beneficiari anche l'avvocato di C ( da
"Unita, L'" del
12-10-2007)
"Piano aria" della Provincia: ( da
"Liberta" del
12-10-2007)
Difensore civico senza oneri ( da
"Italia Oggi" del
12-10-2007)
Sermas, 5 consiglieri al costo di tre ( da
"Tirreno, Il" del
12-10-2007)
Circoscrizioni, cambiare per non morire ( da
"Nuova Ferrara, La" del
12-10-2007)
E monticelli si scopre indispensabile ( da
"Gazzetta di Modena, La" del
12-10-2007)
Nel nostro futuro un'agenzia di sviluppo ( da
"Provincia Pavese, La" del
12-10-2007)
In aula si discute il costo della politica ( da
"Tempo, Il" del
12-10-2007)
De Gregorio vota no Governo battuto in Commissione ( da
"Sole 24 Ore, Il (Abb)" del
12-10-2007)
Atenei, spendere meglio si può ( da
"Sole 24 Ore, Il (Abb)" del
12-10-2007)
L'economia clandestina ( da
"Corriere del Veneto" del
12-10-2007)
( da "Tirreno, Il" del 12-10-2007)
Lucca 13 MILIONI PER GLI OSPEDALI SOLO SE CI
SARà L'INTEGRAZIONE Il raccordo fra i presidi di Barga e Castelnuovo
deve produrre economie e migliorare l'assistenza CASTELNUOVO. L'integrazione
fra gli ospedali S. Croce di Castelnuovo e S. Francesco di Barga deve
essere reale e non solo sulla carta. Lo chiede l'assessore regionale alla
salute Enrico Rossi, che ha confermato i finanziamenti per accreditare i
due stabilimenti, a patto che davvero si realizzi il processo di
integrazione. Processo destinato a produrre economie di gestione e a
migliorare i servizi. Mentre sullo sfondo resta l'ipotesi dell'ospedale
unico, che sta facendo registrare sempre più consensi anche fra gli
operatori: dopo i medici dell'ospedale Santa Croce, anche i medici di
medicina generale che lavorano nella Valle del Serchio si sono pronunciati
nettamente a favore di un unico presidio, che consenta di evitare gli
sprechi attuali. Nel frattempo l'Asl 2 insiste sulla necessità di un
raccordo, di superare sterili campanilismi, anche alla
luce delle risorse disponibili, che non sono infinite. L'assessore Rossi ha
infatti evidenziato che il sistema sanitario
risponde ai bisogni della popolazione, ma si deve anche trasformare.
è un percorso obbligato per utilizzare al meglio attrezzature e
personale. Questo per dare ulteriori risposte a necessità
emergenti e non più rinviabili quali l'attenzione sanitaria alle
persone anziane e alle problematiche di non autosufficienza. Quindi
l'arrivo dei 13 milioni per l'accreditamento è legato anche alla
capacità di seguire questa linea. L'assessore ha tenuto anche a
precisare e sottolineare che nei percorsi di riorganizzazione delle
attività ci sono dei punti fermi, che valgono per la Valle del
Serchio, per le altre Valli, per Lucca e per qualsiasi altra realtà.
Gli obiettivi. Questi obiettivi regionali sono alla base del piano di
innovazione e sviluppo presentato dall'azienda Usl 2 ai sindaci e alla
cittadinanza nelle sue varie espressioni e che l'azienda sta attuando con
un percorso di confronto che indubbiamente, come tutti i cambiamenti, sta
incontrando delle resistenze. Per quanto riguarda la Valle del Serchio
è previsto che siano garantite risposte sanitarie di urgenza e di
acuzie di primo livello in un sistema integrato di risposte territoriali
che vede nel presidio di Lucca il punto di riferimento per risposte
ospedaliere di secondo livello. Il piano di innovazione e sviluppo
consolida per la Valle del Serchio una rete capillare caratterizzata da
punti di emergenza territoriale (Pet), da punti di primo soccorso, da un
Pronto soccorso con letti di osservazione e da una piazzola abilitata al
volo notturno. In tutte le ambulanze è poi previsto un sistema di
trasmissione dati che consente di iniziare il trattamento del paziente
direttamente a domicilio o in qualsiasi punto territoriale di primo
intervento. è inoltre in fase di definizione la possibilità
che in alcuni punti di emergenza territoriali vengano effettuate anche
attività di primo intervento sanitario, in
grado quindi di arricchire il quadro delle risposte territoriali. Il
sistema a rete dell'emergenza urgenza è completato da ulteriori
ambulanze non medicalizzate dislocate presso le associazioni di
volontariato. Le due aree. Risposte adeguate per le acuzie di primo livello
che richiedono ricoveri devono poi essere fornite in maniera integrata sia
dall'area chirurgica che dall'area medica del presidio ospedaliero della
Valle del Serchio, che deve essere pertanto inteso e organizzato come
ospedale unico e che svolgerà appieno ed in modo efficace i suoi
compiti più importanti solo se integrato con il territorio e, per
attività non presenti, dovrà sempre integrarsi anche e
principalmente con l'ospedale di Lucca. è il caso ad esempio degli
interventi di emodinamica in Cardiologia, della gestione delle
problematiche dell'ictus in Neurologia, dei trattamenti di radioterapia con
l'acceleratore lineare. Verranno mantenute e organizzate in modo più
funzionale le attività ambulatoriali, quelle riabilitazione, di
dialisi, di centro trasfusionale e saranno garantite le funzioni di urgenza
di laboratorio e di diagnostica radiologica. Tutto questo sempre tenendo
come riferimento una gestione unitaria e coordinata delle attività.
L'infanzia. Verrà sviluppato anche il Dipartimento materno
infantile, articolato nei servizi ospedalieri e nella rete territoriale
consultoriale, che deve essere implementata. Un tema di particolare
rilevanza è quello dell'Oncologia, per la quale si sta attuando un
forte e significativo consolidamento delle attività con
l'attivazione entro l'anno del progetto di implementazione dei percorsi
oncologici nelle realtà periferiche che è stato già
validato e approvato dalla Regione. Il quadro di una riorganizzazione
sanitaria completa che prevede anche delle implementazioni è
però vincolato da percorsi obbligati, quali quello di organizzare le
degenze per livelli uniformi di assistenza evitando tra l'altro ricoveri
inutili il sabato e la domenica. Questo è anche facilitato dagli
interventi in atto nei due stabilimenti ospedalieri, che sotto l'aspetto
edilizio sono in larga parte già conclusi. Gli ospedali di
comunità. L'offerta complessiva sarà completata
dall'attivazione di posti letto destinati a malati terminali (hospice), dal
consolidamento degli ospedali di comunità di Giuncugnano e
Gallicano, dall'ampliamento della rete dell'assistenza domiciliare, dalla
rete dei servizi specialistici presso i centri socio sanitari, dalla rete
dei servizi di salute mentale che si consoliderà con l'apertura del
centro di salute mentale sulle 24 ore, dallo sviluppo dei servizi di
dipendenza (alcol e droga) e dell'alta integrazione socio sanitaria.
Necessario poi un coinvolgimento sempre più significativo dei medici
di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, che si stanno
organizzando in gruppi offrendo ai cittadini l'opportunità di
trovare durante il giorno nel territorio medici di fiducia che vanno
così ad aggiungersi alle strutture aziendali. Una rete complessa, quella
sanitaria, dove ciascuno deve svolgere correttamente il proprio ruolo e
dove l'appropriatezza della domanda e delle risposte sanitarie divengono
elemento importante. Un esempio di questo percorso di attenzione, che
coinvolge tutti, possiamo trovarlo nei consumi di farmaci che si stanno
modificando, riducendo la spesa pro capite in modo rilevante e allineandosi
ai consumi medi regionali, determinando così dei minori costi da
riorientare verso quei servizi che necessitano di maggior attenzione e
sviluppo.
( da "Nuova Sardegna, La" del 12-10-2007)
Di Eugenia Tognotti Sanità, la carriera non
è donna Fa bene il ministro Turco a sollevare il problema della
parità Tra direttori e manager la presenza femminile è appena
il tre per cento E così, dopo aver fatto discutere per anni ed
essersi rivelate, alla prova dei fatti, inidonee ad espugnare la ben
fortificata cittadella maschile della politica, le
discusse "quote rosa" tornano alla ribalta. Inopinatamente,
c'è da dire. Perché, questa volta, non c'è, sul tappeto, l'eterno problema della sottorappresentanza politica femminile in Italia, ma lo squilibrio tra i generi "ai
livelli apicali del servizio sanitario nazionale", per riprendere alla lettera la dichiarazione del
ministro della Salute Livia Turco, che, per l'appunto, propone - trovando,
in verità, una ben tiepida accoglienza - il sistema delle "quote"
per promuovere la parità ai vertici della Sanità.. Ora, non
c'è dubbio sul fatto che ai diversi livelli dirigenziali le donne
siano delle vere e proprie mosche bianche. La presenza femminile nelle
poltrone di direttori generali di aziende sanitarie o ospedaliere si ferma
ad uno sparuto tre per cento. Risicatissima anche la percentuale (quattro,
cinque) delle donne che hanno compiti di direzione amministrativa, mentre
quelle che ricoprono ruoli sanitari di primo livello non arrivano al dieci
per cento. Eppure i camici bianchi femmina sono in continuo aumento, come
dimostra l'incremento delle iscritte all'albo professionale, e
rappresentano ormai la maggioranza nelle strutture del Servizio sanitario nazionale, come ognuno può constatare,
anche ad un'osservazione empirica. La ministeriale denuncia è,
insomma, tutt'altro che infondata. Ma siamo sicuri che il rimedio siano le
famose "quote rosa" prese a prestito dalla politica?
Non sarebbe meglio cominciare a rimuovere i poderosi ostacoli che
impediscono alle donne di arrivare ai vertici della sanità come
primari, direttori generali, direttori sanitari e via continuando tra le
posizioni apicali? Certo non si tratta di un "blocco" di poco
conto. Perché, in quest'ambito, non sono solo le ben note
"barriere" tradizionali a frenare le carriere femminili, e
cioè doppio lavoro, cura di bambini e anziani, gestione familiare,
ecc. Nella Sanità - almeno in certe aree e ambiti- occorre tener
conto di un'altra specie di intoppo, quanto mai vischioso, in cui
confluiscono lo svilimento delle regole, i sistemi di selezione, incapaci
di promuovere il merito, le troppe interferenze della politica
nelle nomine dei vertici della Sanità. Troppo spesso le scelte dei
dirigenti a tutti i livelli sono guidate da logiche politiche e
clientelari. Per assicurare un'adeguata presenza di dirigenti donne nel
servizio sanitario nazionale non è
necessario ricorrere alle "quote" rosa: sarebbe sufficiente,
tanto per cominciare, rivedere i criteri di selezione, combattere la
lottizzazione partitica dei posti di vertice ed eliminare, semmai, le
"quote nere" assicurate in partenza, da sempre, (e non solo in
questo campo) dall'arroganza del potere, dai privilegi, dalle lobbies, dal
nepotismo che mortificano il merito di uomini e donne, ma, che finiscono
per penalizzare, soprattutto queste ultime che vorrebbero veder realizzate
le condizioni per una sanità più efficiente, moderna e vicina
ai cittadini, nella quale valgano solo le quote della competenza, della
capacità, dell'esperienza.
( da "Secolo XIX, Il" del 12-10-2007)
Il retroscena nGenova. "Certo che in quella
clinica sono parecchi i liguri che vanno a farsi curare. Ora bisogna
vedere". L'assessore alla Salute Claudio Montaldo pensa ai soldi in
più che la Regione Liguria, in ristrettezze economiche proprio per
la sanità, potrebbe aver pagato per gli interventi in artoscopia
alla spalla che i liguri in fuga dagli ospedali della propria regione
andavano a farsi fare nella struttura di Alessandria. E mentre il deputato
ligure del Pdci Aleandro Longhi chiede un'ispezione ministeriale
sull'ospedale genovese in cui lavora l'équipe di Gost, ieri l'assessorato
alla Salute ha dato mandato all'ufficio legale della
Regione di seguire da vicino la questione della presunta truffa messa a
segno dalla clinica privata Nuova Casa di Cura Città di Alessandria,
convenzionata con il sistema sanitario nazionale. "Se ci fossero liguri tra i pazienti delle schede di
dimissioni che secondo i Nas sono state compilate in modo da far risultare
costi più alti, la Asl di Alessandria ci ha presentato il
conto e la Liguria pagandolo avrebbe evidentemente subito un danno
economico". Quanti pazienti liguri sono passati dalla clinica
alessandrina e quanti tra quei 500 e più le cui schede di dimissione
ospedaliera sarebbero state alterate è un lavoro di conteggio che
gli uffici della Regione e della Asl 3 genovese (di fatto l'ufficio
pagatore) che stanno effettuando proprio in queste ore. Sulla vicenda
alessandrina e il coinvolgimento della Gost, l'associazione professionale
fondata dall'ortopedico genovese Ferdinando Priano, interviene anche
Aleandro Longhi. Il deputato del Pdci ha infatti presentato
un'interrogazione urgente al ministro della Salute Livia Turco sulla
consulenza che Priano e Gost hanno all'ospedale genovese di Sestri Ponente
(una convenzione da 600 mila euro per eseguire in artoscopia almeno 1200
interventi all'anno in modo da bloccare le fughe verso le altre regioni del
nord). "Quella che è stata allestita al padre Antero Micone
è una sorta di clinica privata. Però vorrei sapere se
è vero, come si dice, che molti liguri e genovesi dopo essersi
recati nella struttura genovese sono stati dirottati alla Città di
Alessandria. A questo punto mi sembra il caso che l'assessorato alla salute
ligure faccia un'indagine a campione per verificare le schede di dimissione
e, soprattutto, che da Roma venga inviata un'ispezione ministeriale".
12/10/2007.
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 12-10-2007)
Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione:
OPINIONI - data: 2007-10-12 num: - pag: 15 categoria: REDAZIONALE QUI SI
VIVE PEGGIO, SI MUORE PRIMA E I GIOVANI FUGGONO I costi della casta? In
Campania non finiscono mai di ERMANNO CORSI * Caro direttore, non si ripete
mai abbastanza "la cara casta quanto ci costa!". Del loro libro,
meritevolmente fortunato, Stella e Rizzo hanno venduto una
"catasta" di copie. Sono usciti al momento giusto. Si potrebbe
anche dire, però, che ai due autori hanno tirato la volata, nel
senso di preparare il terreno più favorevole, sia il tandem Cesare
Salvi-Massimo Villone che il solitario, ma non per questo meno combattivo,
Gerardo Mazziotti. Tutti e tre gli autori non hanno avuto remore nel
denunciare, dati alla mano, anzi impietosamente scritti sulla pagina,
costi, sprechi e inefficienze della politica. Se
le patologie riguardano, sia pure in una misura varia che fa la differenza,
un po' tutte le regioni, è a Napoli e in Campania che si tocca il
fondo. L'analisi, a questo punto, diventa allarme sociale ed emergenza
istituzionale. Il "costo" non è solo quello della
dissipazione clientelare e delle tangenti riscosse su opere che mai si
realizzeranno, quanto l'aver creato "una democrazia che uccide la
democrazia", come scrive Giovanni Sartori. Prima vittima di questa
democrazia "omicidaria" è, in Campania, proprio quella
sanità che non dovrebbe accorciare la vita, ma anzi allungarla.
Recentemente sono stati diffusi, proprio da autorevoli
esponenti dell'Arsan, dati sommamente inquietanti. Per tutto quello che
accade intorno a noi, incominciando dal sistema sanitario
pubblico, in Campania viviamo, mediamente, due anni in meno rispetto alle
altre regioni. è forse per questo che si consiglia alle mamme in
gravidanza di andare a partorire fuori dalla Campania? Potrebbe
sembrare una battuta, invece c'è di che riflettere. Il
"costo" della politica non sta solo
nella "cresta" che alcuni, forse in troppi, spudoratamente fanno
confidando probabilmente nella impunità a vita. Il costo che pagano
i cittadini sta nelle deprimenti condizioni generali in cui sono condannati
a vivere. Stiamo alle ultime rappresentazioni, a Napoli si continua a
fuggire, specialmente laureati e giovani diplomati che, come rileva la
Svmez, vanno a iscriversi "copiosi" nelle università del
Centro-Nord. Una parte della Finanziaria viene varata a spese del Mezzogiorno.
I tesoretti uno e due da Roma in giù non si vedono nemmeno con il
cannocchiale! Rosa Russo Iervolino ha dovuto ammettere che "si stava
meglio quando si stava peggio", come dire che dal cambio
Berlusconi-Prodi Napoli non ha tratto alcun guadagno. Si è dovuto
riconoscere che "il governo svende il Sud" in quanto 1,4 miliardi
di euro del fondo area sottosviluppate sono spariti nel porto delle nebbie.
Il ministro Pier Luigi Bersani (Sviluppo economico) ha sonoramente bocciato
la Campania per i ritardi sui Fondi europei utilizzabili entro il 2008. Con
queste premesse come si può avere fiducia nell'uso intelligente
degli stanziamenti 2007-2013? Ma allora i costi della politica
non diminuiranno mai? La via d'uscita è nelle mani dei cittadini,
nella democrazia come potere riattivato dal basso. Per questo le
associazioni che si sono costituite per dare voce "alla città
che non ci sta", riprenderanno a farsi sentire. Formeranno una
"rete" che sarà, insieme, soggetto unico e plurale: unico
per la convergenza sui principi e valori di fondo; trasversale e plurale
nel momento in cui ognuna di esse entrerà in campo per rappresentare
il problema verso cui ha maggiore sensibilità e attenzione. *
Consigliere dell'Ordine dei giornalisti Presidente dal 1989 al 2007.
( da "Sole 24 Ore, Il (Centro_Nord)" del 12-10-2007)
Centro-Nord sezione: ISTITUZIONI CANTIERE LEGISLAT
data: 2007-10-10 - pag: 15 autore: Organo di garanzia. Un consulente
valuterà la coerenza tra norme e Statuto regionale Un giudice per le
leggi emiliane Un super consulente tecnico che potrà pronunciarsi sulla
conformità di leggi e regolamenti allo Statuto regionale. Una sorta
di " corte costituzionale" depotenziata, visto che non ha il
potere di annullare gli atti ma solo di esprimere pareri non vincolanti nel
rispetto delle prerogative del Consiglio regionale. Sta per approdare in
aula il testo bipartisan sulla Consulta di garanzia, prevista dall'articolo
69 dello Statuto dell'Emilia-Romagna. E ci arriva dopo mesi di dibattito in
Commissione su spirito e modalità di funzionamento che hanno emendato
il progetto originario. Il punto più critico era sul quando la
Consulta poteva intervenire. Nella prima versione del Pdl era possibile
solo quando leggi e regolamenti erano già vigenti; nel testo
modificato, invece, solo dopo l'approvazione, ma prima della promulgazione.
Inoltre i soggetti titolari di questa potestà saranno i gruppi
consiliari o un quinto dei consiglieri regionali, non più i
cittadini. "è evidente che rispetto a un testo che ancora non
esplica i suoi effetti questa facoltà poteva esser riconosciuta solo
agli eletti ", dice il relatore Paolo Zanca (Ulivo-Sdi). Gli eventuali
rilievi potranno anche non essere recepiti dall'Assemblea che avrà
solo l'obbligo di motivare la propria decisione. La Consulta si
pronuncerà anche sui conflitti di competenza fra Assemblea e Giunta
(anche rispetto a un atto di un singolo assessore), avrà la gestione
delle procedure referendarie regionali e di quelle in caso di scioglimento
anticipato dell'Assemblea. Funzionerà con almeno tre componenti
–magistrati,avvocati, docenti universitari, esperti – e servirà
perciò una piccola modifica allo Statuto, che ne prevede cinque. Un
passaggio necessario, ma non propedeutico per il varo della Consulta,
previsto fra ottobre e novembre, legato a doppio filo al destino del
regolamento interno dell'Assemblea. L'impatto del nuovo organismo sui costi
della politica dovrebbe essere leggero' sul capitolo di spesa ci sono
qualche decina di migliaia di euro fra gettoni di presenza e personale. Per Marco Lombardi ( Fi) fra le
due stesure è cambiata la filosofia del Pdl. "Era un organismo
che agiva a 360 gradi e anche semplici cittadini potevano far rilevare
contrasti fra leggi e statuto. Ora è piuttosto un'autorevole
commissione, un anello nell'iter legislativo". Nel Centro-Nord
è l'Umbria l'unica regione a essersi dotata di simile organismo. A
luglio il Consiglio ha varato all'unanimità la Commissione di
garanzia statutaria, composta da sette membri, un suo parere di non
conformità produce per gli organi legislativi solo l'obbligo di
riesaminare l'atto e riapprovarlo con un motivato provvedimento.
Sarà ora la commissione Affari istituzionali a disciplinare in
concreto il funzionamento della commissione. In Toscana, il Collegio di
garanzia è previsto dall'articolo 57 dello Statuto, ma finora
è stato oggetto solo di incontri e seminari di studio, "non
essendo una priorità ", secondo il presidente dell'Assemblea
Riccardo Nencini. Pur non contemplato dallo Statuto, la Regione Marche ha
avviato una ricognizione sul tema: circola qualche bozza ma di ufficiale
per ora non c'è nulla. Fr. S.
( da "Manifesto, Il" del 12-10-2007)
Tossicodipendenze Senza soldi né legge, la protesta
dei servizi Susanna Ronconi Linee di indirizzo e risorse: il binomio, in
materia di droghe, resta ancora assai critico, e vede gran parte delle
regioni italiane versare ancora in situazione difficile per quanto concerne
il sistema dei servizi e la chiarezza su quali siano le priorità. Si
può pensare che gli investimenti su droghe e dipendenze, nel nostro
paese, siano cospicui, ma va detto che esiste un forte squilibrio, tutto
politico, tra investimenti nel socio/sanitario e
investimenti nel controllo e nella repressione: i primi rappresentano il
17% dell'ammontare totale, i secondi il 65%. Una differenza che parla da
sé. A tutt'oggi, le regioni investono sulle dipendenze non più dello
0,8% del Fondo sanitario nazionale, poco se si
pensa che la media Ue è dell'1,5%. Dove trovare questo denaro, in
epoca di invocati tagli a tasse e spesa pubblica? E lecito pensare che una
scelta di questo tipo debba ancorarsi a un'altra scelta, coerente e
antecedente, di indirizzo: un diverso bilanciamento tra le voci di spesa,
investire in sostegno sociale, in servizi, in riduzione del danno, in cura,
in prevenzione e sottrarre a prefetture, tribunali e carceri per quanto
attiene ai consumatori. Prima di una buona finanziaria, dunque, una buona
legge sulle droghe. Un Piano d'azione nazionale, pure urgente, difficilmente riuscirà a cambiare
questa situazione restando preso nelle maglie strette della Fini
Giovanardi. Il sistema dei servizi versa in una crisi duplice, finanziaria
e di politica sociale. La prima: associazioni e ser.t stimano che
manchino almeno 15.000 operatori, tra pubblico e privato accreditato, tra sanitario e sociale, se si tiene come riferimento l'organico
previsto dalla legge 309/90, e che troppi, tra questi operatori, abbiano
contratti precari. Inoltre, il Fondo nazionale di
lotta alla droga non esiste più da circa quattro anni, e questo
significa due cose: che il 75% che veniva attribuito alle regioni non
è più vincolato, cioè può essere speso per
altro, dentro una negoziazione locale in cui le droghe finiscono spesso per
essere l'ancella dei settori di intervento; e che il 25% che un tempo
poteva essere investito su ricerca e innovazione è sparito, il che
ha come conseguenza un blocco pratico della sperimentazione, un vero
paradosso se si pensa che il fenomeno è quanto mai mutevole,
cangiante e spiazzante il sistema degli interventi consolidati. Dunque
abbiamo pochi soldi e incerti: ciò che più facilmente accade
è di usarli, per altro in modo insufficiente, per l'ordinario -
interventi consolidati, ambulatoriali dei Ser.t, comunità,
prevenzione primaria nelle scuole - e continuare a mettere anni luce tra
ciò che nella realtà cambia e le risposte che si riescono ad
elaborare, in un meccanismo perverso di crescente inadeguatezza e
inefficacia. E allora la seconda crisi, quella di indirizzo: se non si
sancisce con scelte politiche e legislative la priorità del sociale
sul penale, delle forme di intervento basate su educazione, promozione
della salute, attivazione dei soggetti in prima persona, se non si decide
di puntare su interventi di prossimità, se non si investe sulla
limitazione dei rischi e sulla riduzione del danno, sull'accesso facilitato
ai servizi e alle cure anche e soprattutto per chi oggi ne è
allontanato - per esclusione come gli immigrati o per distanza tra gli
interventi stessi e stili, culture e scelte dei consumatori, come nel caso
dei più giovani - se non si investe sulla pronta conoscenza degli
stili di consumo su cui costruire interventi sartoriali: allora i servizi
non solo saranno sempre più poveri a causa delle scelte finanziarie,
ma anche sempre più estranei al mondo reale dei consumi a causa
delle scelte politiche.
( da "Nuova Venezia, La" del 12-10-2007)
Altre Liste d'attesa infinite Liste d'attesa
infinite Errori nei dati regionali La direzione dell'ospedale Umberto I
vuole rassicurare i propri utenti rispetto ai tempi di esecuzione di alcuni
esami radiologici. Mercoledì 10 ottobre, alle 11.40, le prime date
disponibili per i seguenti esami erano le seguenti: mammografia 5 novembre,
risonanza magnetica articolare 16 novembre, risonanza magnetica addome 28
novembre, risonanza magnetica cervello e colonna vertebrale 10 gennaio,
ovvero 90 giorni, un tempo decisamente al di sotto dello standard e della
media regionale. Si deve tener conto che le prenotazioni sono continue, per
cui chi telefona il giorno della diffusione di tali date potrebbe
già riscontrare lo slittamento in avanti di alcuni giorni. Le
urgenze, naturalmente, sono sempre garantite. Ogni giorno le agende di
Radiologia e Neuroradiologia riservano alcuni posti per le eventuali
urgenze che, se non si verificano, vengono coperte con l'anticipazione
degli accertamenti diagnostici previsti il giorno successivo.
Complessivamente all'ospedale Umberto I di Mestre vengono effettuate circa
13 mila risonanze magnetiche l'anno. Il sistema informatico piuttosto
datato ha causato degli errori nelle rilevazioni come quelli evidenziati
nei dati forniti dalla Regione. Sono infatti in corso nell'Ulss 12 analisi
e progetti di revisione del sistema per avere sempre un quadro reale delle
prestazioni e dei tempi d'attesa. Ufficio stampa Asl 12 Mestre Il mio
grazie al medico che mi ha salvata Scrivo a un medico dell'ospedale Umberto
I di Mestre. Il destino ha designato fosse lei a prendere in consegna la
mia persona per farmi percorrere il lungo tunnel della chemioterapia e
riconsegnarmi a nuova esistenza. In tutti i fatti della vita c'è
sempre il prima e il dopo: con lei ho vissuto la battuta d'arresto del
"prima" e in quel "prima" l'ho odiata per aver dovuto
ascoltare sorpresa, attonita, parole (anche se il dire era attento a non
traumatizzare) che in un lampo sbriciolano la mente come sabbia per
l'angoscia cui è impossibile sottrarsi. La paura, immane, costruiva
immediatamente un muro per separarmi da tutto e da tutti, particolarmente
da lei, per ciò che significava la sua funzione professionale. Ha
saputo abbattere quel muro di silenzio e rifiuto con parole giuste, nel
momento giusto, il tono giusto. Ha saputo scendere nell'abisso di
disperazione in cui ero precipitata, prendermi per mano e, senza spinte,
portarmi lentamente all'ingresso di quel tunnel che pretende un pedaggio di
grande sofferenza. Nel percorrere quel sentiero buio e spinoso mi sono sentita
sempre sorretta dalla sua disponibilità e dalla sua profonda
umanità. Punto di riferimento essenziale senza il quale non sarei
riuscita ad attraversare quel mare di paura sempre in burrasca che pareva
pronto ad inghiottirmi in ogni momento. Ora sono arrivata al
"dopo" approdando a nuova vita. I primi passi incerti, timorosi,
mi allontanano dal "prima". Fortunata conclusione di un cammino
la cui sofferenza è indescrivibile perché ammutolisce, ripiega,
inginocchia. Ma la sua fiducia è diventata la mia, la sua
professionalità la mia speranza, il suo sorriso il mio insegnamento.
Piera Franchini Mestre E' solo demagogia dire che le tasse non si pagano
C'è un ritorno demagogico e fortemente polemico contro il sistema
che sta alla base del diritto alle prestazioni pubbliche, che garantiscono
ai cittadini: previdenza, sanità ed assistenza, che in Italia e nel
Veneto sono di buon livello qualitativo e quantitativo, a differenza di
altri Paesi dell'Unione Europea (soprattutto quelli dell'Est Europa) che
non hanno un welfare paragonabile al nostro, anche se non vanno sottaciute
alcune criticità presenti a livello nazionale e anche nel cosiddetto
"modello veneto". La rete dei servizi pubblici e la protezione
sociale si sono affermate nel nostro Paese, perché i cittadini (purtroppo
non tutti) regolarmente versano contributi e fisco, sulla base dei principi
costituzionali e nel rispetto delle leggi, democraticamente approvate dal
Parlamento. Va ribadito che se non ci fosse il prelievo fiscale (certamente
da abbassare e da rendere più equo) si determinerebbe una gravissima
situazione per i cittadini. Anche nel Veneto le famiglie sarebbero
costrette a pagare molto di più i servizi sanitari, assistenziali e
scolastici, le rette nelle case di riposo aumenterebbero notevolmente, le
pensioni non sarebbero garantite. Ci sarebbe disorientamento sociale e
povertà. Si vuole questo? il sindacato e tutte le persone
responsabili dicono "no". Con serietà ed impegno comune
tra governo, regioni, enti locali, forze politiche, sociali ed economiche,
va concordato un grande "patto di lealtà", finalizzato a
realizzare un nuovo sistema fiscale nel nostro Paese, nel quale tutti i
contribuenti, sulla base delle loro reali possibilità, siano
portatori di risorse finanziarie per rendere più efficiente ed
efficace lo Stato sociale. Non convincono le polemiche e le
strumentalizzazioni delle Cassandre, collocate dalla parte degli arroganti,
degli imbroglioni e dei furbi, perché i numeri dimostrano che soprattutto i
lavoratori dipendenti e i pensionati sono le fasce sociali che maggiormente
contribuiscono (con i propri soldi) a rendere meno pesante pesantela
situazione finanziaria del Paese. Chi oggi (ieri con un governo amico
neo-liberista taceva) urla autonomia fiscale e sconsideratamente incita i propri
"simpatizzanti" ad usare le maniere forti contro il prelievo
fiscale (non escludendo il ricorso alla violenza), fa propaganda partitica
e volutamente nasconde le proprie incapacità politiche,
istituzionali e amministrative e, di fatto, giustifica e condivide le
evasioni e le elusioni fiscali e contributive. Per evitare il caos, alle
chiacchiere e alle provocazioni populiste si deve rispondere con concreti
atti politici e legislativi, per realizzare un condiviso "Federalismo
fiscale solidale". Franco Piacentini Spi Cgil Mestre Politici a doppio
incarico incollati alle poltrone Dobbiamo aver dormito un sonno profondo di
sessant'anni se ogni giorno scopriamo un abuso della casta, un privilegio,
uno spreco, uno scialo: stipendi e pensioni più ricche d'Europa,
eserciti di consulenti, di incaricati, di personale del Palazzo con
compensi e retribuzioni d'oro, superfetazione di enti, di auto blu, di
comunità montane (e marine), di minicomuni, uso personale di aerei
di Stato da parte di politici e generali. Credevamo di sapere ormai tutto
dopo i libri di Salvi-Villone e Rizzo-Stella e lo tsunami di articoli in proposito. E, invece,
no. E' di oggi la scoperta che una bella schiera di deputati di ambedue gli
schieramenti gode di due o più incarichi retribuiti, in Cda,
consorzi ed enti, incompatibili con il seggio parlamentare. Loro che fanno
le leggi sono i primi a non rispettarle. Da oltre un anno è in corso
un braccio di ferro con la giunta delle elezioni. Maestri di cavilli,
impareggiabili azzeccagarbugli, restano incollati alle loro poltrone.
Vergognosamente inamovibili. Ezio Pelino email.
( da "Virgilio Notizie" del 12-10-2007)
12-10-2007 10:32 Rilasciato su erronei presupposti,
non ho rilevanza istituzionale Roma, 12 ott. (APCom) - Nuova polemica, in
punta di penna, da parte di Francesco Cossiga nei confronti della
'campagna' di taglio dei costi e dei privilegi della politica.
Dopo l'annuncio della riduzione decisa per il suo servizio di scorta, oggi,
tramite il proprio portavoce, l'ex capo dello Stato annuncia di aver
restituito il passaporto diplomatico agli uffici del Cerimoniale del
Senato. "Avendo giustamente e correttamente stabilito la Presidenza
del Consiglio dei Ministri non avere autonomia e rilevanza né istituzionale
né cerimoniale la figura dell'ex-capo dello Stato cui solo compete di
diritto un seggio nel Senato - scrive polemicamente il portavoce di Cossiga
- tramite l'Ufficio Cerimoniale del Senato della Repubblica il senatore ha
restituito il passaporto diplomatico che gli era stato rilasciato su
erronei presupposti, chiedendone la sostituzione con quello di 'servizio'
che spetta ad ogni senatore". Come chiarito dal portavoce, "il
senatore Cossiga è già titolare di altri due passaporti
diplomatici rilasciatigli da due soggetti internazionali, uno 'di
diritto'" e uno 'by courtesy'".
( da "Denaro, Il" del 12-10-2007)
Enti Locali & Cittadini diritto & ambiente
Arpac: la sentinella ecologica regionale Istituita con la legge regionale
n.10/98 l'Arpa Campania è un ente strumentale della Regione, dotato
di personalità giuridica, autonomia gestionale, amministrativa,
contabile e tecnica. Rappresenta, senza dubbio, l'indispensabile strumento
per un efficace monitoraggio ambientale. Il servizio che segue, diviso in
due puntate, analizza le funzioni di questo organismo. di Maddalena Zinzi
L'Arpa Campania è stata istituita con la l. r. n.10/98 che, formalizzando il trasferimento al suddetto ente di diritto
pubblico delle competenze in tema di protezione ambientale precedentemente
affidate all'organizzazione del Servizio Sanitario Nazionale, ne definisce
la struttura e l'organizzazione, in seguito perfezionata dal Regolamento
interno n. 23/2000. Ente strumentale della Regione, dotato di
personalità giuridica, autonomia gestionale, amministrativa,
contabile e tecnica, l'Agenzia è preposta all'esercizio delle
funzioni tecniche per la prevenzione collettiva ed i controlli ambientali
nonché all'erogazione di prestazioni analitiche di rilievo nel settore sia
ambientale che sanitario. Dall'esame della legge
risulta che l'Arpac svolge, in costante cooperazione con l'Apat, una
corposa serie di attività che vanno da quelle: tecnico ?
scientifiche di consulenza e proposta per la regione, le province, i comuni
e le altre pubbliche amministrazioni ai fini dell'elaborazione di piani e
programmi di intervento; di definizione e gestione dei sistemi di
monitoraggio non solo sullo stato dell'ambiente, ma anche dei fenomeni di
inquinamento e dei fattori di rischio; di fissazione dei limiti di
accettabilità degli inquinanti; di ispezione, verifica, campionamento;
di organizzazione e gestione del sistema informativo regionale per
l'ambiente; di collaborazione con gli enti competenti per gli interventi di
protezione civile ed ambientale nei casi di emergenza; di supporto tecnico
- scientifico alla valutazione di impatto ambientale, ai sistemi di
qualità ambientale e di controllo di gestione delle infrastrutture
ambientali nonché ai progetti di ricerca e diffusione di tecnologie
ecologicamente compatibili. A quelle di sensibilizzazione ed informazione
dell'opinione pubblica, finalizzate a garantire la piena partecipazione dei
soggetti, singoli o titolati di interessi di categoria, al procedimento
sempre nel rispetto delle esigenze del contraddittorio, in linea con la
riforma della pubblica amministrazione, che ha determinato il passaggio
"da un'amministrazione ? burocratica ad un'amministrazione ?
partecipata", e con la Convenzione di Aarhus, che identifica nella
partecipazione ed informazione i pilastri della democrazia ambientale. Per
fornire risposte concrete alla domanda di informazione ambientale ed
assicurare l'affidabilità e la trasparenza delle proprie
attività, l'Agenzia ha quindi sviluppato un insieme di strategie
idonee a garantire tanto la comunicazione interna, finalizzata alla semplificazione
informativa ed alla costruzione di una solida corporate identity, quanto
quella esterna, considerata strumento di servizio, divulgazione e
promozione, tra loro strettamente interconnesse nell'intento di realizzare
il massimo coordinamento tra le conoscenze tecniche e le esigenze di
divulgazione informativa, da un lato, e la migliore interpretabilità
dei dati raccolti, dall'altro. Attraverso i settori della comunicazione ed
educazione ambientale si mira, infatti, a pubblicizzare in maniera efficace
e diretta l'operatività tecnica dell'ente, mentre l'attività
relativa ai Sistemi Informativi interessa progetti intersettoriali e di
cooperazione finalizzati alla definizione ed al mantenimento dei servizi
informativi di interesse generale, qual è il PFR (punto focale
regionale), considerato il polo di riferimento regionale dei flussi di
informazioni ambientali verso la rete nazionale
SINAnet, il SIRA, rete regionale di raccolta, elaborazione, integrazione ed
archiviazione dei dati ambientali di interesse regionale, ed il SISPA (Sistema di supporto informativo alle procedure
disponibili). Ovviamente tutte le competenze affidate all'ente vanno
coordinate con le funzioni amministrative locali di settore ed esercitate
entro determinati limiti, vale a dire nell'ambito degli obiettivi definiti
dalla Regione attraverso programmi pluriennali ed annuali, piani di
intervento e direttive. A tal proposito la legge attribuisce alla Giunta
regionale importanti funzioni di controllo da esercitarsi sia in via
diretta, sul bilancio, gli impegni di spesa annuali e pluriennali, sul
conto consuntivo, regolamento, dotazione organica e sul programma annuale
di attività, sia in via mediata attraverso il Comitato regionale di
indirizzo, uno degli organi costitutivi dell'Agenzia insieme al Direttore
generale ed al Collegio dei revisori, che rimane in carica per un periodo
coincidente con la legislatura regionale. Tale organo, con poteri di
indirizzo generale verso il Direttore generale e di verifica dei risultati
dell'attività dell'Arpac, infatti, non solo è istituito dal
Presidente della Giunta regionale, che in prima persona o tramite un
delegato figura tra i suoi componenti insieme agli assessori all'ambiente,
sanità ed industria, ma è inoltre tenuto ad esprimere pareri
alla Giunta stessa su tutti gli atti relativi al bilancio, impegni di
spesa, conto consuntivo, dotazione organica, regolamento, programma
annuale. 12-10-2007.
( da "Denaro, Il" del 12-10-2007)
Enti Locali & Cittadini le autonomie
Partecipazione: un rimedio all'antipolitica di
Nando Morra Le questioni gravi della antipolitica,
del crescente scollamento tra i cittadini, le istituzioni, i governi, a
livello centrale e regionale, del malessere profondo che attraversa la
società nazionale, gli obiettivi strategici che il sistema delle
Autonomie pone in rapporto alla Finanziaria ed il ruolo fondamentale di
Comuni, Province e Regioni debbono assolvere per rimontare la crisi politica e di fiducia sono stati al centro della
Conferenza di Viareggio di Legautonomie. E' forte la consapevolezza che
siamo in una delicatissima e per certi versi pericolosa situazione politica e istituzionale, di credibilità della politica e delle istituzioni. E' un sentimento di
insoddisfazione che muove dalle difficoltà del vivere, dalla
insopportabilità dei privilegi e delle sperequazioni, ma anche e
soprattutto dalla inefficacia e inefficienza del sistema
politico-istituzionale-amministrativo troppo piegato su se stesso e troppo
lontano dalle dinamiche sociali e produttive del Paese. Ma se, negli oltre
8000 Comuni, nelle Province, nelle Comunità Montane, nelle Regioni,
si esprime oggi una parte sostanziale della classe dirigente di questo
paese e se questa è in grado di svolgere una funzione nazionale,
deve essere chiamata a raccolta. Deve essere la forza che non alimenta
smarrimento e sfiducia ma al contrario, a partire dalla sua
credibilità, la forza che indica al paese e a se stessa alcune forti
priorità politiche da perseguire. Bisogna partire da un punto. Se
l'Italia non ha conosciuto pagine ancora più difficili nella crisi politica, morale, economica e istituzionale dei primi
anni '90 lo si deve proprio allo sbocciare in quegli anni di una nuova
stagione del governo locale. Oggi, dopo quindici anni, può venire un
contributo insostituibile non per resistere ma per cambiare, per accelerare
il cambiamento, per offrire a questa situazione uno sbocco saldamente
democratico e innovativo. Il sistema delle Regioni e delle Autonomie locali
deve chiedere con forza, pur nelle condizioni precarie in cui il sistema
elettorale ha posto la maggioranza uscita vincente dalle urne,
stabilità di governo, o meglio stabilità della legislatura.
Non è una rivendicazione che esula dalle funzioni delle Autonomie.
Anzi. Il ragionamento è istituzionale, non di parte. Non si ragiona
in termini di "governi amici". La stabilità istituzionale
di governo è un valore che nei Comuni, nelle Province, nelle
Regioni, è stata possibile apprezzare come un valore del
"sistema paese". E' da sottolineare l'insopportabilità per
il sistema istituzionale di una chiusura traumatica della legislatura senza
aver concluso almeno l'iter di provvedimenti fondamentali. Si tratta,
infatti, di mettere a regime il sistema, dare certezza laddove oggi
c'è la confusione di uno stato dei passaggio. Passaggio obbligato,
le leggi di attuazione del Titolo V, come il "federalismo
fiscale" licenziato dal Consiglio dei Ministri e alla "carta
delle autonomie" il cui esame è in corso nella prima
Commissione del Senato. Ma ancora prima, c'è la legge elettorale
nazionale. Una legge che non ponga argine alla frammentazione politica e alla autoreferenzialità dei partiti oggettivamente finirà per rafforzare il
centralismo statale e indebolirà il federalismo. Tra l'altro,
occorre ripristinare i diritti dei cittadini e la democrazia. Poi,
c'è la definizione del "Senato federale", questione certo
complessa ma, che rappresenta uno snodo fondamentale del sistema
istituzionale. E' davvero impensabile che anche questa legislatura possa
concludersi senza aver almeno fatto "l'integrazione con i
rappresentanti delle regioni e delle autonomie" della Bicamerale per
gli Affari Regionali, in attesa appunto del superamento del bicameralismo
perfetto e del varo del Senato federale. Ecco perché occorre
stabilità. L'appello è al ruolo di supremo garante del
Presidente della Repubblica, alle forze politiche e ai gruppi parlamentari
della maggioranza e alle forze di opposizione pur nella loro legittima
funzione politica, affinché tengano conto delle
rivendicazioni delle Autonomie. Ai Presidenti delle due Camere chiedesi un
percorso accelerato, urgente, per l'iter di approvazione di questi
fondamentali provvedimenti. Il sistema delle Regioni e delle Autonomie
Locali deve essere protagonista e, in primo luogo, i Sindaci, di una
iniziativa forte affinché il dibattito e la polemica sui costi della politica invece che tendere ad una deriva antipolitica e di allentamento dalle istituzioni da parte
della gente, diventi l'occasione di riforme vere e tangibili. I Sindaci,
infatti, possono concretamente per il legame forte che hanno con i
cittadini avere un ruolo positivo per non sommare costi veri e propri della
politica, costi della democrazia e costi della
pubblica amministrazione. C'è bisogno di una iniziativa rigorosa
fatta di sì ma anche di no, per distinguere i problemi veri dalla
demagogia e che parta da sé, dal proprio ruolo, dalla propria
realtà, con uno sguardo a 360 gradi. In primo luogo, verso lo Stato
centrale. Si deve insistere sul fatto che è nelle tante pieghe del
centralismo statale che si annidano ancora ampie distorsioni nell'uso del
denaro pubblico e che la trasparenza che con il federalismo si può
ottenere fra prelievo fiscale, qualità della spesa e servizi erogati
è un valore per tutto il sistema pubblico. In secondo luogo,
è sacrosanto chiedere al Parlamento il superamento del bicameralismo
perfetto, la significativa riduzione del numero dei parlamentari e
l'eliminazione di quei privilegi che nulla hanno a che fare con la tutela
delle prerogative e dell'autonomia dei parlamentari nello svolgimento della
loro funzione legislativa. In terzo luogo, al governo centrale va chiesto
di ridurre il numero dei Ministri e dei sottosegretari. L'aspettativa di
nuove Regioni, capaci di ripensare il loro ruolo in funzione delle loro
ampie competenze legislative e di programmazione, quindi di regioni "leggere",
non orientate alla gestione, decisamente rispettose delle competenze
amministrative di Comuni e Province non è stata ancora soddisfatta.
Anzi, troppe volte è stata contraddetta. E' positiva la proposta di
ridurre il numero dei consiglieri regionali aumentati in diversi casi con
l'approvazione dei nuovi statuti regionali e degli assessori regionali.
Anche la riduzione drastica di quelle forme di gestione neo-centraliste
delle politiche attraverso società, agenzie, enti, ricercando
l'obiettivo dell'efficacia delle stesse e della loro unitarietà
attraverso il rafforzamento delle forme di governance regionale, è
obiettivo inderogabile. E' da rigettare la riduzione generalizzata e
indifferenziata dei consiglieri comunali a ridurre l'esperienza di consigli
di circoscrizione. Sono due espressioni insopprimibili della democrazia di
base che non possono per alcun motivo essere trattate come un costo della politica. Sono necessarie invece, le misure legislative,
statutarie, per fare in modo che questo impegno sia segnato da una
volontarietà. Fare in modo che la politica
non diventi fin dall'esperienza di consigliere di circoscrizione, un
mestiere. Opportuna, invece, la riduzione effettiva del numero degli
assessori comunali e provinciali. Una possibile
proposta è di prevedere un massimo di un quinto dei componenti
l'Assemblea. La questione delle Comunità montane in provvedimenti di
contenimento dei costi, va trattata nell'ambito di un dibattito che
riguarda l'ordinamento degli Enti Locali. In queste settimane, l'Uncem
è oggetto di una aggressione che non ha motivo di essere.
Quasi che tutti i problemi, siano riducibili alla soppressione
dell'esperienza delle Comunità montane. E' un errore serio. Va
perseguita, invece, la eliminazione di quegli enti intermedi fra Comuni e
Province e fra Regioni e Province. Va riaffermato, consolidato e
riqualificato il ruolo delle Province per dare un senso vero a questo
livello istituzionale. Il sistema delle Regioni e delle Autonomie Locali
deve essere insomma protagonista di una grande campagna all'insegna della
trasparenza e della partecipazione. Va sostenuto l'innesco di sempre
più estese e nuove forme di coinvolgimento dei cittadini e dei corpi
intermedi della società. 12-10-2007.
( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 12-10-2007)
L'INTERVENTO /2 Occorre scegliere la strada dello
sviluppo di Maurizio Ferro * Con riferimento alle dichiarazioni di Giorgio
Crepaldi riguardanti "I politici hanno scelto l'Enel" mi viene
spontaneo pensare che hanno scelto bene, se non altro, hanno scelto la
strada dello sviluppo e della crescita del nostro territorio. Probabilmente
il Crepaldi avrebbe preferito le solite non scelte che portano allo
sviluppo del nulla, come nulla ha portato il Parco del Delta del Po, né in
termini di sviluppo turistico, né come posti di lavoro.Ma la cosa piu'
grave è che nulla sta facendo il Ministro dell'Ambiente Pecoraro
Scanio, verso quello sviluppo eco-compatibile contestato oggi anche da
Legambiente e udite udite da Greenpeace. Dunque il "sole non ride piu'"
se guardiamo alla recente polemica e al rimpallo di responsabilità
sull'ultima modifica di un testo di legge relativo agli impianti
eolici.Oggi poi leggiamo sul quotidiano La Repubblica i costi delle
consulenze ministeriali: indovinate chi spende di piu'? Sempre il Ministro
Pecoraio Scanio che sta mettendo in crisi l'economia Italiana, facendo
spendere un sacco di quattrini allo Stato con incarichi e consulenze per
344 persone di sua fiducia. Persone che paghiamo noi contribuenti e che non
portano nulla di positivo a chi sta aspettando le autorizzazioni per
costruire le decine di opere e di impianti di vitale importanza per il
Paese. Per non parlare dei "costi del non
fare" che costano all'Italia 40 miliardi di Euro.Fa bene Confindustria
a sostenere la tecnologia Enel per la riconversione a carbone della
Centrale di Porto Tolle, come fanno bene i Politici che abbiamo
democraticamente eletto a sostenere le iniziative che portano lavoro e
crescita economica, cominciando dalla Regione Veneto, alla Provincia
di Rovigo che sostiene l'iniziativa della riconversione per finire al
Comune di Porto Tolle, che tanto bisogno ha di questo investimento.
Accusare i politici di essere "incapaci di difendere il
territorio", mi sembra una affermazione gratuita e non rispettosa
della legge democratica che conferisce il diritto di decidere alle
istituzioni che sono espressione di un voto del popolo.Non so in quale
realtà viva il Crepaldi del comitato dei cittadini liberi, se
davvero conosce i principi della democrazia, se davvero è in grado di
comprendere le regole di base dell'economia, se sa valutare la crescita
tecnologica che avviene velocemente in una società moderna.
Chissà se Crepaldi si rende conto che il rispetto per l'ambiente
passa attraverso la conversione di Polesine Camerini e non dalla
stagnazione del progetto?Forse allora è vero che questa cosa non
sfugge ai nostri politici, forse sfugge solo "ai
Crepaldi"!*Comitato per lo Sviluppodel Polesine, Porto Tolle.
Siamo al minimo : così
veronesi respinge ogni accusa sulle indennità (sezione:
Costi dei politici)
(
da "Trentino" del 12-10-2007)
Provincia
"Siamo al minimo": così Veronesi respinge ogni accusa
sulle indennità ARCO. "Abbiamo trovato un muro di gomma",
scrivono i consiglieri arcensi d'opposizione capeggiati da Gianni Caproni.
"C'è qualcuno che vuole cavalcare la piazza", replica il
sindaco Renato Veronesi. L'argomento è quello quanto mai attuale dei
costi della politica, ma le interpretazioni sono tutt'altro che
convergenti. "è con grande rammarico - scrivono Gianni e Mario
Caproni, Severino Bombardelli, Roberto Bresciani, Angioletta Maino, Sergio
Prandi e Maurizio Zambarda - che l'altra sera ci siamo visti respingere con
l'assordante astensione della maggioranza guidata da Veronesi e il voto
contrario di De Laurentis una mozione che chiedeva solo di dare un segno
alla cittadinanza, che chiudesse un pochino la "borsa". La
politica costa troppo, anche quella di Arco, anche con la riduzione del 20%.
Gli assessori hanno indennità doppie rispetto alla passata
consiliatura, il vicesindaco il 65% in più e il presidente
addirittura il triplo. Anche con l'autoriduzione
Veronesi ha avuto un aumento che corrisponde ad una paga di un operaio e
alla fine quei 5.600 euro, anche se lordi, non sono mica bruscolini. Per
non parlare poi dei gettoni presenza degli assessori o dello stesso sindaco quando siedono
attorno ai tavoli delle società, del comprensorio e via dicendo.
Abbiamo anche affrontato l'oneroso argomento delle consulenze, degli studi,
ma niente, solo parole e promesse". Il famoso "muro di
gomma". "Ci scusiamo - continuano - con i cittadini tutti, noi ci
abbiamo provato, ma i numeri ci hanno dato torto. Ha vinto il più
forte (ancora) con la solita "tattica" del "mi astengo, mica
voto contro". Sperare che dall'altra parte capissero è stato
davvero troppo, ma non lasciamo certo perdere". I consiglieri
lamentano quindi sordità da parte dell'amministrazione, che nella
persona del sindaco Veronesi però non ci sta, e replica: "Mai
come in questo caso, non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Abbiamo partecipato al dibattito cercando di far capire che quello che vien
chiesto da loro noi l'abbiamo sempre sostenuto". Per Veronesi,
infatti, c'è un iter storico che dimostra il primato trentino di
Arco nella riduzione dei costi. Già in tempi non sospetti: "Dal
1999, ma anche da prima - spiega il sindaco - c'è questa presa di
coscienza. Quando spettava a noi fissare le indennità, le abbiamo
poste al 75% del segretario (contro l'80 di Riva e il 100 di Pergine, gli
altri comuni della stessa fascia), non indicizzato (non crescente in base
al costo della vita). Dopo 6 anni l'indennità è arrivata al
58%. Gli arretrati spettanti li abbiamo rifiutati. Nel 2005, dopo elezioni,
s'è mantenuto quel 58%: lo stesso del '99. Con l'entrata in vigore
nel 2006 della legge Amistadi, con la decisione passata alla Provincia,
sono stato il primo a lanciare un segnale riducendo il mio costo al Comune
del 20%. Non c'è un muro di gomma - conclude Veronesi - ma solo
consapevolezza di aver già fatto". (m.cass.).
(
da "Piccolo di Trieste, Il" del 12-10-2007)
Una paziente
lamenta: "Carenza di anestetico". Zigrino:
"Impossibile" Su 23 sanitari in servizio ne mancano sei.
"Nessuno sceglie più questa branca faticosa, l'ospedale ha
l'avviso di selezione sempre aperto" Mancano medici al Pronto soccorso
Turni coperti con chiamate a gettone "Mi si era conficcata una spina
di cactus nel piede, e non riuscivo a levarmela, e così ho deciso di
andare al Pronto soccorso, a Cattinara, e ho chiesto alla dottoressa se mi
avrebbe fatto una piccola anestesia prima di incidere il piede, ma mi ha
risposto che non l'aveva, ''non ce la passano'', e quando mi sono
scandalizzata la dottoressa ha detto anche ''ci mancano medici e fra un po'
non avremo neanche filo per mettere i punti alle ferite'', e allora io ho
risposto: ''Ma dottoressa, devo farmi cucire il piede dalla mia
sarta?". Così racconta un po' incredula I. C., aggiungendo che
alla fine per il dolore al piede ha visto qualche stella, come si suol
dire, quando la spina è stata levata, e chiedendo di poter capire
come vanno le cose. "Escludo, escludo nella maniera più
categorica che manchino anestetici e filo al Pronto soccorso - risponde il
direttore generale Franco Zigrino nel mezzo di una megariunione di pranzo
con tutti i dirigenti medici e infermieristici per fare il punto annuale
sulla situazione ospedaliera -, è vero che abbiamo un po' perso il
controllo degli acquisti da quando esiste il Centro servizi condivisi di
Udine che ne fa per tutto il servizio sanitario regionale, ma mai si
è lesinato sui materiali, anzi". E' sulla seconda osservazione
della dottoressa in questione che invece Zigrino concorda pienamente:
"Vero che mancano medici, siamo costretti a prenderne a gettone per
coprire i turni". In servizio al grande Pronto soccorso di Cattinara
appena ristrutturato ci sono 23 specialisti dell'emergenza, ma ne mancano
ben sei e non si trovano. "Le scuole di specializzazione ne mandano fuori
troppo pochi, è un problema generale e non solo nostro - prosegue il
direttore -, tanto ci è difficile completare l'organico che l'avviso
di selezione è sempre aperto, senza scadenza, nella speranza che
qualcosa succeda". Senza la specializzazione i medici non possono
partecipare a concorsi specifici per disciplina, e lavorare in un Pronto
soccorso non sembra invitante per gli specializzandi: "Al Pronto
soccorso si affrontano problemi anche serissimi, ed è una disciplina
pericolosa - nota Zigrino -, ha anche forti implicazioni medico-legali ed
è onerosa fisicamente, a volte ci sono ondate di pazienti cui far
fronte". L'altro giorno per esempio c'è stato un picco di 150
accessi nell'arco di 24 ore, quasi il doppio della media consueta, ma né
medici né dirigenti sono stati in grado di capirne la ragione, poiché non era deducibile dalle cartelle cliniche né fra le
persone bisognose di cure si è resa evidente una qualche
condivisione di problemi di salute. Sta di fatto che l'emergenza-medici al
Pronto soccorso è tale per cui si rende appunto necessario chiamarne
alcuni "a gettone" (che evidentemente coprono i turni ma non sono
specializzati nella materia). "Noi speriamo - conclude Zigrino
- di poter alleviare questa situazione con l'apertura del Centro prime cure
al Maggiore, che però non potrà avvenire prima di
febbraio-marzo del prossimo anno". g. z.
(
da "Stampa, La" del 12-10-2007)
Mentre continuano
le roboanti dichiarazioni di "tolleranza zero" verso i nomadi Rom
del campo di via Guerra, faccio notare che nessuno ha risposto alla mia lettera
di fine luglio in cui segnalavo campi abusivi lungo il Tanaro, in
particolare quello vicino al passaggio a livello di località Boana.
E completamente privo di autorizzazioni, con ogni sorta di costruzione, con
allacciamenti alla corrente elettrica e all'acquedotto (chi li ha
allacciati, visto che il campo è abusivo?). A questo punto ci si
chiede se questi nomadi godono d'immunità e se il Comune, la
magistratura, le forze dell'ordine, fan finta di nietne per qualche motivo
ben preciso. A pensar male, ci si potrebbe chiedere se questi, che sono
Sinti, non sono per caso detentori di un pacchetto di voti, mentre i Rom
non votano. Una situazione analoga sta sviluppandosi a Valmanera, nel
recinto del noto rottamaio, dove da mesi sono state costruite casette, e
soggiornano roulotte, con un via vai di gente di cui nessuno
"ufficialmente" conosce la provenienza. ALBERTO MASSANO Appello
per volontari alla Casa di riposo Considerata la situazione in cui versa
l'attività di volontariato alla Casa di riposo "Città di
Asti", la più grande struttura del genere in Piemonte, vorrei
lanciare un appello all'impegno. Invito tutti quanti hanno
sensibilità alle tematiche sociali e la necessaria
disponibilità di tempo a proporsi alle associazioni di volontariato
che già operano all'interno della Casa di riposo per offrire a chi
ne ha veramente bisogno un servizio nobile e di alto valore umano. La
struttura sanitaria ha la necessità di sopperire a numerose
situazioni di criticità. Mi auguro che questo appello possa
incontrare una forte adesione per far fronte a un urgente bisogno di aiuto
degli anziani ospiti: per ulteriori informazioni coloro che sono
interessati possono rivolgersi alla direzione della Casa di riposo
"Città di Asti" in via Bocca. MARIO ARESCA assessore alla
Sanità della Provincia Non toccate i consigli di Circoscrizione
Apprendo che nella Finanziaria sono contenute delle misure per tagliare i
cosiddetti "costi della politica". Tra queste mi balza all'occhio
la volontà del governo di eliminare le circoscrizioni nei Comuni con
popolazione fra 30 e 100 mila abitanti. Qualche giorno dopo mi capita tra
le mani un quotidiano, che rende noti i nomi e i compensi dei consulenti
del governo. Ebbene, i 24 ministeri e la presidenza del consiglio
dispongono di un totale di 1.285 consulenti, tutti profumatamente
stipendiati. Un dato su tutti: il ministero per l'Attuazione del Programma
(sulla cui necessità si possono avanzare legittime
perplessità) dispone di 14 consulenti per una spesa annua di 170
mila euro. Mi chiedo: è possibile che non si voglia capire dove sono
i veri sprechi della politica? Sono tutte necessarie quelle consulenze? E
se sono necessari tutti quei consulenti, è il caso di pagarli
così tanto? Per tagliare i costi della politica mi pare che la
soluzione non sia eliminare i Consigli di circoscrizione, che svolgono un
raccordo importante fra il territorio e gli assessorati, e ai cui consiglieri viene riconosciuto un gettone di presenza di 17 euro, ma analizzare le spese dei ministeri et similia
riducendole all'essenziale. Non vi pare? BARTOLO GABBIO consigliere
Circoscrizione Asti Ovest Dove sono le fioriere di piazza Alfieri? Il
Settembre astigiano è concluso, finiti Palio e così via.
Come mai però non sono tornate le fioriere in piazza Alfieri
all'imbocco del parcheggio? Se ne vedono di tutti i colori ogni giorno.
ALBERTO GEMMA.
(
da "Nazione, La (Pistoia)" del 12-10-2007)
Uazione della
gestione del personale del Comune di Pistoia. All'indomani della denuncia
della Uil sui lavoratori precari degli istituti scolastici, i gruppi
consiliari di opposizione di centro destra e centro sinistra chiedono una
verifica a 360 gradi sulla "macchina comunale", che metta il
Consiglio e la stessa Giunta a conoscenza dell'esatto "stato dell'arte"
di assunzioni, incarichi, consulenze, contratti di lavoro nell'ente.
"Perché - sottolineano i capigruppo in conferenza stampa - ad oggi
sappiamo soltanto che i contratti a tempo indeterminato sono circa 820 e le
collaborazioni circa 60, ma non conosciamo molti altri aspetti della
gestione del personale". "Eppure - dice Alessandro Capecchi di An
- solo questa voce assorbe il 43% della spesa corrente e con gli
adeguamenti contrattuali è prevedibile supererà il 50.
Nonostante tutto, la macchina comunale è di fatto bloccata e non
risponde alle esigenze di cittadini e imprese. Dobbiamo far luce sulla situazione prima della discussione del bilancio di
previsione, con una commissione che funzioni senza gettoni di presenza". "Sentiamo l'esigenza d'avere un quadro chiaro
della situazione - afferma Giovanni Capecchi, Arcobaleno. Si parla di buona
occupazione: vorremmo sapere se tutti coloro che lavorano in Comune ce
l'hanno, e capire quali sia la posizione dei sindacati.
Un'amministrazione deve saper valorizzare le risorse umane, ed invece
giungono continue richieste di trasferimento da parte di persone
validissime". Alessio Bartolomei di Forza Italia teme un esplosione
delle spese. "GIA ADESSO - ricorda - siamo il capoluogo toscano con la
più altra spesa per il personale, uno di quelli che spende di
più in Italia. Si sta già parlando di portare l'addizionale
Irpef allo 0,8%, dobbiamo valutare cosa sia stato fatto per tenere la spesa
sotto controllo, capire i motivi del fallimento del tentativo di riforma
della macchina comunale e perché siamo l'unico Comune capoluogo in Itala
senza un dirigente del personale". "Ovunque - è il duro
intervento di Giampaolo Pagliai, Udc - serpeggia il malumore fra dipendenti
a disagio per inefficienze e favoritismi. Il Comune stanzia 40 mila euro
per le ferie non godute di tre dirigenti, ma non si trovano soldi per
pagare fornitori e straordinari. Colpa del sindaco, della Giunta e ?
aggiunge ? di un gruppo di dirigenti non all'altezza del compito. Non
è un caso che alcuni dei migliori, come quello del servizio
ragioneria, stiano facendo le valige". Simone Trinci - -->.
(
da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del 12-10-2007)
Pighi nasconde la
"Romagnoli, faremo senza".Gli assessori di VALENTINA BELTRAME PER
IL SINDACO non c'è alcuna crisi. La Giunta è in salute. Anche
se un assessore si è appena dimesso, un altro è stato
crocifisso dalle forze politiche di maggioranza e opposizione, mentre il
vicesindaco dice di godere della piena fiducia di una Margherita che in
realtà gli avrebbe voltato le spalle. A sinistra tira una brutta
aria anche se la barca continua ad andare avanti. Ma andiamo con ordine.
L'ASSESSORE alle politiche giovanili, Elisa Romagnoli, ha dato
mercoledì le sue dimissioni dalla Giunta per motivi che nessuno
spiega ancora con chiarezza. Il sindaco ha assicurato: "L'assessore
non sarà sostituito. Che senso avrebbe investire della carica
un'altra persona per un anno e mezzo, quando il programma è
già a buon punto? Per ora la delega la tengo io, penserò poi
con calma a chi affidare le politiche giovanili. Non è una questione
di costi della politica, ma di necessità. Un altro assessore non
serve". La Romagnoli sarebbe arrivata al punto di non ritorno con il
suo partito, Rifondazione Comunista, al quale non versava da mesi la quota
(circa la metà dello stipendio da assessore) e di cui non aveva
più rinnovato la tessera. Questa, almeno fino ad oggi, è la
versione ufficiale. E per questo ha deciso di lasciare l'incarico in
Comune, non sentendosi più legittimata a fare l''assessore senza
partito'. Ma perchè ha rotto col Prc? "Mancanza di confronto
politico", ha detto Stefano Lugli, segretario provinciale di
Rifondazione. Che tradotto significa mancanza di qualsiasi rapporto col
partito, assenza alle convocazioni, disinteresse totale. "Ma nessuno
l'ha estromessa dal Prc ? precisano dal partito ? e nessuno l'ha obbligata
a dimettersi. Sono state tutte scelte che Elisa Romagnoli ha preso
autonomamente. Stiamo aspettando anche noi una risposta". La diretta
interessata si limita a dire "no comment", promettendo di dare
presto spiegazioni: "Non c'è stato un motivo preciso ? aggiunge
? ma una serie di ragioni difficili da spiegare". IL NODO irrisolto
numero due si chiama Gualtiero Monticelli, assessore alla polizia
municipale. Il suo nome è tornato alla ribalta perchè
l'assessore, qualche mese fa, si trovò nella stessa situazione della
Romagnoli: sfiduciato dai Comunisti Italiani, Monticelli ha deciso di
mantenere la propria poltrona a palazzo, senza rinunciare al suo incarico.
La scelta non è andata giù a molti che vedono in Monticelli
un 'pretoriano'. L'assessore non commenta ma il sindaco interviene:
"Non c'è alcun pretoriano. Il caso dell'assessore Monticelli
è diverso, non esiste un consigliere di
riferimento del suo partito e rappresenta un asse composito. La sua presenza in Giunta è fondamentale". A PROPOSITO di
battibecchi tra assessori e partiti, si apre anche il sipario sulla
Margherita e il suo rappresentante in giunta, il vicesindaco e assessore
alla Cultura Mario Lugli. "Nessuna frattura tra me e la
Margherita. Tutti gli assessori sono sottoposti al giudizio di sindaco,
Consiglio e cittadini. La priorità è portare a termine i
compiti istituzionali e rispondere alle esigenze della città. In
questo il partito di riferimento non c'entra e ripeto, non c'è alcun
problema ? assicura ? I rapporti con la Margherita sono buoni". A
sostenere la tesi, Giuseppe Boschini, coordinatore comunale della
Margherita: "L'operato di Lugli non è messo in
discussione", dichiara. A sentire però gli umori interni alla
classe dirigente della Margherita, Lugli sembra peccare di eccessivo
ottimismo. Secondo alcune indiscrezioni infatti il vicesindaco, già
'penalizzato' per essere l'unica espressione della Margherita non popolare
a ricoprire un ruolo importante, non riceverebbe complimenti sul suo operato.
Anzi. In molti sarebbero pronti a sfiduciarlo. Dietro le quinte si parla
addirittura di un siluramento da portare a termine una volta nato il
Partito Democratico: ci sarebbe già un nome tra chi potrebbe
sostituire Lugli nel ruolo di vicesindaco. E questa novità
risponderebbe al nome di una donna, che non è affatto una new entry.
Insomma, secondo i bene informati, la più gettonata sarebbe proprio
l'attuale assessore ai servizi sociali Francesca Maletti. - -->.
(
da "Provincia di Cremona, La" del 12-10-2007)
Edizione di
Venerdì 12 ottobre 2007 Benvenuto P.Review srl Centrosinistra/2. Il
Partito democratico alle prese con il primo problema di convivenza "Io
assenteista? Parlano i fatti" Genesi replica a Spotti e Ceraso
"Se per i signori Spotti e Ceraso questo è assenteismo, allora
ne sono fiero". Non si è fatta attendere la replica di Luca
Genesi al segretario e al capogruppo della Margherita, ora nel Partito
democratico, che l'avevano criticato per come ha interpretato il ruolo di
consigliere comunale. Genesi risponde puntualizzando le cose fatte e le
cose, volutamente, non fatte. Il primo elenco: "Ho presieduto la mia
commissione (Affari istituzionali, ndr) con responsabilità,
convocandola ogni volta ce ne fosse la necessità. Ho introdotto il
limite minimo di tempo al di sotto del quale un
consigliere non ha diritto di percepire il gettone di presenza. Ho ideato e realizzato la Costituzione a fumetti: ad oggi
sono state stampate e distribuite più di 70.000 copie. Costi per il
Comune? Zero. Ho collaborato con l'assessore Maura Ruggeri per la
sottoscrizione di un accordo tra Comune e Uppi che agevolasse la locazione
degli immobili. Ho promosso un'intesa tra il Comune e la Banca
Popolare di Bergamo per finanziamenti agevolati finalizzati a sostituire
impianti obsoleti di riscaldamento con nuove tecnologie anti
inquinamento". Ancora: "Ho portato all'attenzione del presidente
dell'Aem Albertoni qualsiasi problema mi fosse sottoposto dai cittadini in
materia di cantieri. Potrei andare avanti per altre pagine ancora, ma non è
il caso. Tengo solo a precisare che ho devoluto tutti i miei gettoni di presenza nel primo
anno da consigliere a favore della raccolta per il Vesuvius. Ho per primo,
con l'amico Giuseppe Bosio, auspicato la formazione del gruppo unico".
L'elenco del 'cosa non ho fatto': "Non ho mai presentato una mozione
perché la ritengo una perdita di tempo. Se c'è un problema, credo
non basti discuterne, votare e poi andarsene. Cerco di risolverlo prima.
Non ho mai chiesto che si dedicasse una piazza o una via a qualcuno, famoso
o meno famoso. Non ho perso in 4 anni quattro consiglieri su 6, riducendo
per quasi la totalità della Legislatura il gruppo consigliare da 5 a
tre. Non ho mai percepito emolumenti da incarichi politici, pur avendo il
reddito più alto tra i consiglieri che è esclusivamente
frutto della mia professione di avvocato. Non ho convocato la commissione
che presiedo quando lo ritenevo inutile, perché costa ai cremonesi
più di mille euro a seduta. Anche qui potrei continuare a
lungo". Conclusione: "Se per i signori Spotti e Ceraso questo
è assenteismo, allora ne sono fiero. In queste righe di sfogo si
è attenuta la nausea. Penso al sole dei nuovi giorni che illumina la
nascita del gruppo unico e del Pd. Mi vien quasi fame. Diversamente
nell'aria si sente sempre più palpabile il timore che per alcuni il
sole stia definitivamente tramontando". Domanda: come faranno Genesi,
Spotti e Ceraso a stare nello stesso partito e Genesi e Ceraso anche nello
stesso gruppo consigliare? (gi.baz.).
(
da "Nazione, La (Lucca)" del 12-10-2007)
URBANISTICA INTERVENTO
CRITICO DEL CONSIGLIERE COMUNALE LUCCHESI "Per Lucca" esprime
dubbi sul cambio delle regole O TTOBRE impegnativo per il consiglio
comunale di Lucca. Tre le sedute in programma nei prossimi giorni: il 16
quando si tratterà di ambiente ed elettrodotti, il 18 su bilancio e
sanità, il 23 sui costi della politica. Il
presidente del consiglio comunale, Marco Agnitti, ha presentato l'agenda
dei lavori sottolineando come sta cambiando il consiglio comunale.
"Sono riuscito a rimettere in moto la macchina del consiglio che era
ferma da oltre un anno. Oltre ai miei incontri con i cittadini, attraverso
il ricevimento programmato due giorni per settimana ? spiega Agnitti ? ho
già raggiunto due obiettivi. Anzitutto i 20 minuti iniziali di ogni
seduta sono dedicati alla domande e alle raccomandazioni al sindaco, in
maniera da poter sollecitare gli interventi necessari sul territorio o per
i cittadini. Il secondo obiettivo riguarda la certezza che interrogazioni e
interpellanze troveranno risposta entro 30 giorni". ENTRANDO nello
specifico delle prossime tre riunioni di consiglio il presidente Agnitti ha
ricordato che la seduta del 16 ottobre e un consiglio straordinario chiesto
dalla minoranza per affrontare le tematiche dell'ambiente. Ai lavori
parteciperanno attivamente anche i comitati dei cittadini di Sant'Alessio e
contro l'elettrodotto, ma anche i responsabili tecnici di Terna e di Arpat.
L'argomento sarà affrontato anche dal vice sindaco e assessore
all'ambiente Giovanni Pierami. La seduta del 18 ottobre sarà
dedicata sia agli equilibri di bilancio e al riconoscimento di alcuni
debiti fuori bilancio (tema che sarà affrontato anche dalla
commissione finanze il 16 ottobre), sia alla sanità partendo da due
documenti presentati da Forza Italia e dall'Udc. Non si parlerà del
nuovo ospedale ma del nuovo piano sanitario regionale 2008-2010 e della
realtà dei servizi sanitari presenti sul territorio. In vista di
questa seduta ordinaria di consiglio comunale (non ci saranno interventi di
esterni) la commissione sanità presieduta da Giorgio Mura ha
organizzato alcuni incontri, da quello con la direzione aziendale a quello
in programma il 15 ottobre nell'auditorium dell'Usl con i rappresentanti
delle maggiori organizzazioni sindacali. Infine il 23 ottobre altro
consiglio comunale straordinario, dedicato ai costi della politica, chiesto da Governare Lucca, dalla Lista
Brancoli e dai consiglieri di opposizione. A questa riunione dovrebbe
intervenire anche il presidente di Lucca Holding, mentre sicuramente Marco
Agnitti farà un intervento dettagliato e incentrato sia sul fronte
dei costi come su quello dell'efficienza della politica.
- -->.
(
da "Nuova Sardegna, La" del 12-10-2007)
Sassari
"L'assemblea plenaria per l'Stl si farà, basta con le
polemiche" La presidente della Provincia annuncia la convocazione per
il prossimo 18 ottobre SASSARI. L'assemblea plenaria per la costituzione
dell'Stl si farà, come previsto da tempo. Doveva tenersi già
in luglio ma era stata rinviata perché numerosi soci, anche privati, non
avevano ancora i documenti pronti. è stata fissata per il 18
ottobre. Per la presidente Alessandra Giudici l'incontro servirà per
"mettere fine alle polemiche e dimostrare che nessuno considera l'Stl
come una caccia alla poltrona". Intanto, stamattina alle 10.30,
è stato convocato il consiglio provinciale in sessione
straordinaria. All'ordine del giorno la costituzione della società
consortile Arl del Sistema turistico locale Sardegna Nord Ovest e
l'acquisizione di quote del capitale sociale dei comuni non aderenti. Una
variazione di bilancio necessaria prima della riunione del 18. Il consorzio
Stl è in ritardo per intoppi burocratici e organizzativi che
riguardano quasi tutti gli ottanta soggetti coinvolti. "Abbiamo fatto
una serie di incontri a ranghi ridotti, ad esempio con i Comuni dell'interno,
per parlare di problemi specifici - prosegue la Giudici - ma nessuno ha
agito di nascosto, né i rappresentanti di nessun socio sono mai stati
esclusi dai tavoli in cui la loro presenza
è prevista". L'attività recente "è servita
per preparare l'assemblea plenaria già convocata per il prossimo 18
ottobre". "Il consorzio non è ancora nato, ma l'Stl
è realtà - assicura - ha elaborato un piano di azioni e lo ha
proposto alla Regione, che l'ha premiato col finanziamento più alto.
La Provincia non è pregiudizialmente ostile all'idea che i privati
guidino l'Stl, ma non intende farsi scippare quel ruolo di guida del
territorio che le è proprio - avverte Alessandra Giudici - ed
è stato messo in discussione dalle imboscate politiche compiute nel
nome di un assurdo gioco delle parti. Insomma, se qualcuno chiede che il
Sistema turistico locale non diventi la scusa per creare presidenze e
consigli di amministrazione appetiti da più
parti, ha ragione. Per l'Stl non sono previsti gettoni o
emolumenti. Ma se a chiedere alla politica di farsi da parte è un
assessore comunale, sospetto che l'attacco sia politico e
strumentale". Sull'assetto del consorzio deciderà sicuramente
l'assemblea, e la presidente Giudici dice di aspettarsi che tutti democraticamente
accettino le scelte della maggioranza. La Giudici conclude il suo
intervendo sottolineando di essere rimasta dell'idea che la Provincia
"debba assumere la guida di un progetto che non punta solo alla
promozione e alla commercializzazione dell'offerta turistica, ma anche alla
definizione e al coordinamento di nuove politiche turistiche rivolte
all'intero territorio".
(
da "Repubblica, La" del 12-10-2007)
Pagina XV -
Palermo Decalogo di riforme per salvare la sanità CARLO MARCELLETTI (segue
dalla prima di cronaca) Uomini nuovi (almeno si spera) saranno chiamati a
proporre idee nuove (e qui più che una speranza è una
necessità) in ogni settore: dall'economia all'istruzione, dalla
sicurezza all'ambiente, passando ovviamente per la sanità.
Già, la sanità. Il ministro Livia Turco ha sulla sua
scrivania due recentissime indagini. Una, dell'Oms (Organizzzazione
mondiale della sanità), prende in esame la qualità
strutturale del sistema e ci vede al secondo posto dietro la Francia, su
una classifica di ben 191 Paesi. L'altra, l'Euro health consumer index
2007, analizza l'attenzione riservata al consumatore-paziente e colloca
l'Italia in diciottesima posizione, su 29 nazioni del Vecchio continente.
è evidente che il nostro sistema ha straordinarie
potenzialità, ma che si muove tra pesantissime contraddizioni. La
sanità siciliana, poi, appare come una metafora dell'Isola: errori
clinici che finiscono in prima pagina sui giornali, un macroscopico
disavanzo economico, burocrazia paralizzante, rendite di posizione
(comprese quelle dei sindacati), continue invasioni di campo da parte della
politica. Ecco perché c'è bisogno di un
profondo cambiamento. Ed ecco perché mi spingo a lanciare un decalogo per
una sanità siciliana più sana. 1. La sanità come la mafia?
Se la politica vuole tornare a occuparsi dei
problemi che stanno a cuore ai cittadini, la sanità deve tornare a
rivestire un ruolo centrale. Come la mafia, come l'emergenza lavoro. In
gioco non c'è solamente un bene prezioso chiamato salute. Ci sono
costi che assorbono il 60 per cento del bilancio regionale e che, di
conseguenza, riducono le risorse potenzialmente destinate allo sviluppo. Né
va dimenticato che la sanità, in Sicilia più che altrove,
risulta facile terreno di scambio e di "inciucio", fino a
diventare, a volte, brodo di cultura dell'illecito e catalizzatrice di
malaffare. 2. Il malato al centro. Le categorie professionali (medici,
farmacisti, dirigenti) sono fondamentali ma non centrali: troppo spesso le
abbiamo viste muoversi unicamente per la difesa di interessi particolari.
Mettere al centro del sistema il malato non è uno slogan. Per
cominciare, si potrebbe prendere un forte impegno per l'accesso rapido ai
percorsi diagnostici, senza interminabili liste d'attesa. Sulle quali spesso
annida l'"occhiolino" verso le prestazioni private. 3. Il diritto
contro il favore. In Sicilia il medico è ancora visto come il
depositario di una scienza misteriosa, se non come l'ennesimo potente al
quale portare un timorato rispetto. Curarsi è un diritto. E curare
bene è un dovere. è necessario varare un programma di
informazione sui diritti del paziente e dei suoi familiari. 4. Quanto si
spreca. Parola d'ordine: razionalizzare. è sostenibile (dal punto di
vista economico e clinico) un sistema che prevede nella sola Palermo cinque
divisioni di cardiochirurgia? Dovrebbe esserci un rapporto tra domanda di
cure e offerta di prestazioni che risponda al criterio dei minimi standard
di qualità. Occorre evitare i doppioni e dall'altra parte il
mantenimento di strutture sottoutilizzate, inutili e costose. Ancora e soprattutto: è sostenibile un sistema sanitario regionale dove il rapporto tra coloro che operano dietro le
scrivanie e quanti lavorano realmente tra le corsie risulta troppo
sbilanciato a favore dei primi? 5. Sì all'eccellenza. In quale porto
delle nebbie si sono incagliati i centri di eccellenza? Sono forse
nel guado degli infiniti processi di lottizzazione? Non è
prioritario fermare i "viaggi della speranza" dei siciliani verso
le strutture sanitarie del Nord, viaggi che tanto gravano sulle casse della
sanità regionale? 6. Chi dobbiamo premiare. Va impostata, subito,
una politica di accesso e di progressione delle
carriere che tenga conto solo delle capacità e non del gradimento
politico. Sulla base di criteri oggettivi, vanno dunque premiati, a tutti i
livelli, esclusivamente coloro che rispondono a questi modelli
professionali, di competenza e di impegno. 7. Via la politica
dalle corsie. A Milano ha fatto scalpore la decisione di Ettore Vitali,
cardiochirurgo di fama mondiale, di lasciare un ospedale pubblico per
andare a lavorare in una struttura privata. Motivo: troppe ingerenze della politica. Figurarsi qui in Sicilia. La politica mantenga il ruolo di individuare le linee
strategiche, ma si tenga alla larga dalle assunzioni e dall'assegnazione
dei posti, a partire da quelle degli assistenti e dei primari, per finire
alla scelta di direzioni strategiche con il marchio dell'assoluta
obbedienza. 8. Governo di salute pubblica. Se l'ospedale deve essere un'azienda,
come un'azienda venga strutturato il vertice. Si crei un forte
"governo clinico". Si nomini un vero consiglio d'amministrazione.
Vengano assegnate deleghe. E basta con i due mondi, dirigenti da una parte
e primari dall'altra, che non si parlano se non con il linguaggio
incomunicabile del burocratese. Fatto e studiato affinché la
creatività venga scoraggiata e alla fine nulla cambi. 9. Regole
trasparenti, controlli e sanzioni. Nei principali Paesi europei esistono
enti, metodi, parametri, per misurare nel modo più oggettivo
possibile la qualità dell'assistenza e l'efficienza di strutture e
operatori. La sanità, specie in Sicilia, ha urgente bisogno di
regole valide per tutti e di sistemi di controllo che portino a sanzioni o
premi. Chi ha mai visto un direttore sanitario
girare di notte lungo le corsie per verificare se e come tutti stanno
lavorando? Certo, le eventuali sanzioni portano inimicizie e alla fine
perdita di consensi: un alibi inaccettabile. 10. Competizione virtuosa. Un
organismo di valutazione indipendente dovrebbe prendere in esame anche le
prestazioni offerte dalle strutture private accreditate presso la Regione
(cioè che da essa prendono soldi). In questo modo non solo potrebbe
essere meglio controllata la spesa, ma si creerebbe una sussidiarietà
virtuosa tra sanità pubblica e privata a vantaggio dei cittadini.
Chi fa che cosa, non tutti facciano un po' di tutto. Perché i soldi devono
andare in primo luogo alla sanità pubblica, dove si curano le grandi
malattie, che sono le più costose. Ora, vorrei chiedere a Silvio
Berlusconi e a Walter Veltroni, a Salvatore Cuffaro e a Rita Borsellino:
questo programma, esposto così, in dieci sintetici punti, è
di destra o di sinistra? O semplicemente innovatore? Può essere la
base di partenza per un dibattito senza pregiudizi ideologici? In fondo,
è quello che la gente chiede. A tutti, al di là dello
schieramento politico, e in ogni campo: discutere su questioni e idee
concrete. Altro che antipolitica: la domanda
è di una nuova politica. Anche nella sanità,
croce e delizia della Sicilia e dei siciliani. L'autore è primario
di Cardiochirurgia pediatrica al Civico di Palermo.
(
da "Tirreno, Il" del 12-10-2007)
Lucca In
consiglio comunale elettrodotto e ospedale A Palazzo Santini si
discuterà anche dei costi della politica
LUCCA. Tre consigli comunali particolarmente importanti e sentiti dalla
popolazione: elettrodotto, sanità e costi della politica.
Rispettivamente il 16, 18 e 23 ottobre. Il presidente del consiglio
comunale Agnitti spiega brevemente su cosa verteranno le tre sedute del mese
in corso. Elettrodotto. "Il 16 prenderemo in esame, sulla base di una
richiesta di consiglio comunale straordinario fatta dai gruppi di
opposizione, la situazione legata all'impatto ambientale e alla salute dei
cittadini riguardo alla realizzazione dell'elettrodotto. Sarà un
consiglio serale (inizio 20.30) aperto a cui parteciperanno i responsabili
di Terna, dell'Arpat e i rappresentanti dei comitati di S. Alessio e contro
l'elettrodotto". Bilancio e sanità. "Il 18 la seduta ordinaria
del consiglio verterà su due punti: l'equilibrio di bilancio e la
salute dei cittadini. Il 16 ottobre la commissione economica
elaborerà la relazione che due giorni dopo esamineremo. Si tratta di
riequilibrare il bilancio esaminando l'operato effettuato nel periodo
precedente all'insediamento della giunta Favilla dal commissario
straordinario. Subito dopo si discuteranno due ordini del giorno presentati
dall'Udc e da Forza Italia sul futuro della sanità a Lucca. La
commissione sociale, tre giorni prima, preparerà una relazione su
cosa fare, che tipo di servizi dovrà offrire l'ospedale e se la
struttura sanitaria dovrà diventare
semplicemente un grande ambulatorio o dovrà avere dei settori
d'eccellenza". Costi
della politica. "Martedì 23
assieme alle nomine dei responsabili delle ex municipalizzate verrà
avviato un dibattito sull'efficienza della politica. Si
possono anche abbassare i costi, ma se poi la politica non
riesce a risolvere i problemi operare tagli non servi a nulla".
(
da "Tirreno, Il" del 12-10-2007)
Montecatini
"Le spese per il personale coprono ormai metà del
bilancio" Opposizioni all'attacco: "Il Comune dove troverà
i fondi?" Proposta una commissione PISTOIA. C'è malcontento fra
i capigruppo della minoranza di palazzo comunale per quello che riguarda le
spese, oramai arrivate a livelli elevati, del personale che, con i nuovi
contratti, raggiungono oramai il 50% delle risorse disponibili. Per questo,
a breve, verrà avanzata la proposta di istituire una commissione
speciale fra maggioranza e opposizione per rimettere la situazione in
carreggiata. "E' qualcosa di increscioso - incalza il capogruppo di An
Alessandro Capecchi - perchè, al momento, i costi del personale
gravano per il 43% sul bilancio e, con le nuove assunzioni, arriveranno
fino al 50%. Ci chiediamo, quindi, dove il Comune trova i fondi necessari
per offrire migliori servizi ai cittadini. La macchina comunale è
completamente bloccata e, nei primi cento giorni di lavoro, la giunta Berti
è stata insoddisfacente. Le condizioni affinché la commissione sia
efficace è che i lavori si svolgano in tempi rapidi, al massimo un
mese e mezzo, perchè poi ci sarà da affrontare la questione
del bilancio annuale, che sarà lacrime e sangue". Tutta
l'opposizione, quindi, si schiera a favore di questa commissione, che
però dovrà avere una fondamentale prerogativa. "Vista la
situazione delicata per i conti comunali - aggiunge il capogruppo di
Arcobaleno su Pistoia, Giovanni Capecchi - se verrà istituito questo
organismo, d'accordo con tutto l'arco politico, non
dovrà essere considerato con presenze a gettone, altrimenti le spese
aumenteranno ulteriormente. Per quello che riguarda il personale, ci deve
essere una buona occupazione ma, soprattutto, saper valorizzare
maggiormente le risorse umane, visto che fino ad adesso questo non è
successo". "Il Comune di Pistoia - conferma Alessio
Bartolomei, capogruppo di Forza Italia - è ai primi posti in Italia
e primo in Toscana per quello che riguarda la spesa del personale. Nel
bilancio del 2008 è previsto un buco di quattro milioni di euro e,
per ammortizzare il colpo, si parla di aumentare l'addizionale Irpef allo
0,8%. Bisogna andarci cauti con questi provvedimenti, perchè si
rischia di mettere a repentaglio il patto sociale e perchè i
cittadini oramai sono esausti". Oltre alle gravose spese, ci sono
anche risultati insufficienti da tutta la macchina comunale. "Se
c'è il problema delle ingenti spese - sottolinea Giampaolo Pagliai,
capogruppo Udc - non si può dimenticare il forte disagio dei
dipendenti comunali e che i favoritismi sono all'ordine del giorno. Alcuni
pagamenti dei lavoratori sono fermi, ma poi vengono eseguite consulenze
esterne veramente sopravvalutate per cifre a quattro zeri. I dipendenti
sono vittime, mentre le colpe ricadono, per forza maggiore, tutte sul
sindaco, sulla giunta e sui dirigenti". Saverio Melegari.
(
da "Unita, L'" del 12-10-2007)
Stai consultando l'edizione
del Palermo, che spese in Comune: 115mila euro per l'addetto ai precari
Pubblicati i costi delle consulenze. Roba da un milione e mezzo di euro.
Fra i beneficiari anche l'avvocato di Cuffaro... di Alessio Gervasi Se il
prezzo della libertà è l'eterna vigilanza, come ammoniva Karl
Popper, è nel laboratorio Sicilia che il prezzo della libertà
s'impenna più del greggio, svegliando di soprassalto i suoi abitanti
da un sonno beato e profondo. Perché la Finanziaria 2007 impone la
pubblicazione delle retribuzioni degli amministratori societari e a Palazzo
delle Aquile, sede del Comune amministrato dal forzista Diego Cammarata,
hanno dovuto giocoforza affiggere cifre e nomi sull'albo pretorio,
trasformandolo di colpo nel pallottoliere di Paperone. Un pallottoliere che
totalizza un milione e cinquecentomila euro. Soldi spesi per pagare ogni anno gli stipendi dei manager del sindaco:
presidenti, amministratori delegati, componenti dei consigli
d'amministrazione delle società comunali, fra cui le ex municipalizzate.
Tutto ciò malgrado le casse sfondate del Comune, che ha deciso di
bloccare le (altre) spese fino al 2008 e di utilizzare il fondo di riserva
anche per spese come il servizio di refezione scolastica. "Il
blocco della spesa del Comune è un'incredibile presa in giro,
nemmeno la Giunta precedente ci aveva abituati a tanto - dice il segretario
della Cgil di Palermo Maurizio Calà -. Sicuramente una delle ragioni
della crisi proviene dalla passata campagna elettorale". Incassano e
ringraziano gli amministratori di Amat (312mila euro), Amap (374mila euro),
Amg (308mila euro), Amia (251mila euro), ossia le quattro sorelle ex
municipalizzate degli autobus, dell'acqua, dell'illuminazione pubblica e
dei rifiuti. Anche se a Palermo trovare un autobus è impresa ardua,
l'acqua in parecchi quartieri è una chimera e la città, oltre
che al buio è una pattumiera. Ma tant'è. Nell'elenco dorato
ci sono anche la Gesap, la Spa che gestisce l'aeroporto di Palermo e che ha
come soci di maggioranza la Provincia del forzista Francesco Musotto col
40% e il Comune di Palermo col 31%, e al cui amministratore delegato
Giacomo Terranova vanno 217.169,01 euro, e la Gesip (nata per stabilizzare
i precari cittadini) che ha per presidente l'avvocato Claudio Gallina
Montana, uno degli avvocati del presidente della Regione Totò
Cuffaro e che per barcamenarsi fra i precari di Palermo prende uno
stipendio di 115.669 euro. Eppure gli ex detenuti e i disoccupati e i
precari o gli aspiranti precari continuano a disperarsi e a chiedere un
lavoro al sindaco Cammarata. Una boutade che nemmeno Cuffaro e i suoi 23
giornalisti assunti per chiamata diretta possono reggere. E calza a
pennello il concorso fotografico che gira su Internet dal titolo "I
mille volti di Palermo", articolato in due categorie: quella Palermo
"cool" dei manifesti che il sindaco Cammarata ha venduto
(comprato) sotto (costose) elezioni l'anno scorso e quella Palermo
"vaffancool" purtroppo sempre più sotto gli occhi di
tutti. Il prezzo della libertà continua a salire.
(
da "Libertà" del 12-10-2007)
Quotidiano
partner di Gruppo Espresso LIBERTA' di venerdì 12 ottobre 2007 >
Provincia "Piano aria" della Provincia: arriva l'ok dalla Regione
Contiene azioni per la mobilità sostenibile ma anche per le
attività produttive Alberto Borghi: "Ora ci attiveremo per
reperire i finanziamenti necessari in pratica"piacenza - Commissione
lampo per votare il parere positivo della Regione sul Piano dell'aria che
sarà in discussione nel consiglio provinciale di lunedì.
Pochi minuti e tutto era già finito. Otto i consiglieri presenti
Mario Vincenti, Giuseppina Rocca, Paolo Briggi, Raimondo Magnani, Annibale
Gazzola, Angelo Cardis, Massimiliano Dosi e Patrizia Barbieri che hanno
votato (due astensioni Dosi e Barbieri) l'accoglimento del piano da
Bologna. "Commissione necessaria - ha precisato il presidente Mario
Vincenti ai colleghi - perché ogni atto che passa al
consiglio ha necessità di avere il visto della commissione".
Non si poteva evitare risparmiando i gettoni di presenza? "No - dice l'assessore Alberto Borghi - in quanto il parere
sugli atti del consiglio è obbligatorio. Quanto al costo della
seduta Borghi ricorda che è la prima volta che si verifica un caso
del genere. "A me non è mai capitato". Aggiunge.
"Per quanto mi riguarda - spiega il presidente della commissione Mario
Vincenti - non sottolinerei con enfasi il fatto che la seduta sia durata
così poco. E' un fatto occasionale sotto tutti i profili. Non
prevedevamo che i consiglieri non avessero nulla da dire sull'argomento. E
poi se non l'avessimo convocata, l'ente avrebbe risparmiato i gettoni, ma avremmo rischiato di espore il Piano a un
vizio di forma che avrebbe potuto costare molto di più. Il rapporto
prezzo-prestazione è stato soddisfatto". lunedì
l'approvazione Il Piano dell'aria ha avuto dunque il placet della Regione e
il consiglio di lunedì 15 lo adotterà in forma definitiva. Il
Piano - ha precisato l'assessore Alberto Borghi ai commissari presenti -
farà parte integrante della variante al Ptcp che ci si appresta a
discutere. Una volta approvato si aprirà la fase della ricerca dei
finanziamenti per dare applicazione ai contenuti. Lo studio contiene una
serie di azioni che investono tutti i centri della provincia. Interventi a
breve, medio e lungo termine. In questo quadro si inserisce la
pianificazione urbanistica dei comuni che - si evidenzia nel documento -
dovrà seguire l'obiettivo della riduzione dell'impatto ambientale
degli insediamenti produttivi e del loro consumo di risorse non
rinnovabili, la riduzione del consumo del territorio e della dispersione
dell'offerta insediativa. Per quanto riguarda invece la mobilità si
punta ad azioni a breve termine che va dal divieto di circolazione nelle
aree urbane dei veicoli pre Euro1 all'apertura entro sei mesi di un tavolo
con l'Anas con l'obiettivo di ridurre la mobilità privata sulle
statali anche attraverso la riduzione dei limiti di velocità e per
l'individuazione di percorsi alternativi agli attraversamenti urbani. [.
(
da "Italia Oggi" del 12-10-2007)
ItaliaOggi
ItaliaOggi - Osservatorio Viminale Numero 242, pag. 50
del 12/10/2007 Autore: Visualizza la pagina in PDF La
figura svolge funzione di garanzia e non è dipendente dell'ente
locale Difensore civico senza oneri Il comune non versa i contributi
previdenziali Può un comune versare gli oneri assistenziali,
previdenziali e assicurativi al difensore civico eletto dal consiglio
comunale, dipendente pubblico collocato in aspettativa non retribuita? La
figura del difensore civico è disciplinata dall'articolo 11 del dlgs
18 agosto 2000, n. 267, che a sua volta demanda allo statuto comunale
l'individuazione della disciplina concernente le modalità di
elezione, le prerogative nonché i mezzi necessari per assicurare la sua
funzione. L'articolo 86 del Tuel, che dispone in materia di oneri
previdenziali e assistenziali, non sembrerebbe applicabile al difensore
civico, considerato che l'articolo 77 del citato Tuel, nel dettare il
regime delle aspettative, dei permessi e delle indennità degli
amministratori locali, individua tassativamente alcune tipologie di
amministratori tra le quali non è richiamata la figura del difensore
civico. Per definire la problematica in esame è pertanto necessario
individuare l'esatta natura del rapporto che lega il difensore civico
all'amministrazione locale per la quale lo stesso svolge le proprie
funzioni. Il difensore civico non può essere qualificato come un
dipendente dell'ente locale, sia perché la sua particolare figura,
concepita principalmente sulla scorta dell'Ombudsman di origine tedesca,
è chiamata a svolgere peculiari funzioni aventi carattere di
terzietà e garanzia dell'imparzialità e del buon andamento
della pubblica amministrazione nelle quali non sono rinvenibili i caratteri
tipici del rapporto di subordinazione sia per le modalità di
assunzione dello stesso, che avvengono al termine di una procedura elettiva
e non tramite concorso pubblico o procedure di mobilità, come
avviene, invece, ai sensi del dlgs n. 165/2001 e del dlgs n. 267/2000 per i
dipendenti pubblici. Va peraltro rilevato che lo "status" di
difensore civico è stabilito dallo statuto comunale in base
all'articolo 11 del dlgs n. 267/2000, e può essere compreso nella
definizione dei "mezzi" con i quali lo stesso esercita le sue
funzioni. Molti comuni, infatti, hanno attribuito al difensore civico
un'indennità commisurata a quella degli assessori, e hanno assunto a
loro carico la copertura assicurativa prevista per tali amministratori
locali dal citato articolo 86. RIDUZIONE DELLE INDENNITà La
disposizione della legge finanziaria 2006 che prevede la riduzione delle
indennità e dei gettoni di presenza per gli amministratori locali deve ritenersi tuttora
vigente? La formulazione utilizzata dal legislatore nell'articolo 1, comma
54, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, "per esigenze di
coordinamento della finanza pubblica, sono rideterminati in riduzione nella
misura del 10% rispetto all'ammontare risultante alla data del 30 settembre
2005 i seguenti emolumenti", fa ritenere che tale disposizione
abbia valenza a regime. La locuzione "rideterminazione"
lascerebbe infatti supporre che il legislatore abbia voluto introdurre una
norma con la quale l'importo dei gettoni e delle
indennità deve essere nuovamente determinato a decorrere dalla data
di entrata in vigore della nuova legge, mentre invece non sembrerebbero
rinvenirsi valide argomentazioni per interpretare tale disposizione nel
senso che la "rideterminazione" dei canoni dovesse essere
applicata per il solo anno 2006. Sull'argomento è intervenuta anche
la Ragioneria generale dello stato, che con nota del mese di aprile 2007 ha
confermato l'attuale vigenza della disposizione menzionata e la conseguente
impossibilità di apportare variazioni agli importi delle
indennità successivamente alla sua entrata in vigore. QUORUM PER IL
PIANO URBANISTICO Ai fini dell'approvazione del piano urbanistico comunale,
come si determina il quorum dell'organo consiliare nelle sedute di seconda
convocazione? è il caso di un comune il cui statuto si limita a
riprodurre la disposizione dell'articolo 38 del dlgs n. 267/2000,
rinviando, per la determinazione del quorum, a un regolamento sul funzionamento
del consiglio che però non contiene alcuna indicazione in ordine al
numero dei consiglieri necessari per la validità delle sedute. Si
tratta quindi di chiarire se sia possibile approvare il piano urbanistico
con la presenza del limite minimo previsto dall'articolo
38, comma 2, del dlgs n. 267/2000, senza procedere ad alcuna modifica del
regolamento, o se, in alternativa, sia possibile applicare la norma di cui
all'articolo 127 del regio decreto n. 148 del 1915. Il citato articolo 38,
disponendo che "_in ogni caso debba esservi la presenza
di almeno un terzo dei consiglieri assegnati per legge all'ente, senza
computare a tal fine il sindaco_" (cfr. anche l'articolo 11, comma 1,
della legge n. 265/1999 recante modifiche alla legge n. 142/1990), rinvia
al regolamento sul funzionamento del consiglio per l'indicazione del numero
dei consiglieri necessario per la validità delle sedute. L'articolo
127 del regio decreto prevede invece la validità delle deliberazioni
in seconda convocazione purché presenti almeno quattro consiglieri. Tale
norma può operare fino all'adozione di una nuova disciplina
statutaria e regolamentare da parte dell'ente locale (articolo 273, comma
6, del dlgs n. 267/2000). Nel caso in questione il comune ha già
provveduto ad adeguare lo statuto recependo sostanzialmente il testo
dell'articolo 38 del dlgs n. 267/2000, che ha la finalità di
assicurare una maggiore funzionalità del consiglio con la
previsione, anche per le sedute in seconda convocazione, di un minimo di
presenze (un terzo) rapportate al numero dei consiglieri assegnati.
Ciò allo scopo di salvaguardare la continuità dell'azione
amministrativa e garantire i diritti della maggioranza e minoranza. Non
è infrequente, peraltro, soprattutto in realtà territoriali
minori, che uno o più consiglieri si trovino, ex articolo 78 del
citato dlgs n. 267/2000, nella necessità di astenersi dal prendere
parte alla discussione e alla votazione del piano urbanistico, sussistendo
una correlazione immediata e diretta fra il contenuto della relativa deliberazione
e specifici interessi dell'amministratore o di parenti e affini entro il
quarto grado. Considerato, dunque, che il regolamento nulla prevede in
materia, si potrà fare riferimento allo statuto del comune, che ha
recepito quanto disposto dall'articolo 38, ove si dispone che il quorum
strutturale per consentire all'organo consiliare di funzionare anche in
situazioni di criticità operi nel rispetto del limite minimo ivi
previsto. SOSTITUZIONE DEL SINDACO In un comune con popolazione inferiore a
15 mila abitanti può ritenersi valida una seduta del consiglio nella
quale il sindaco non ha potuto essere sostituito dal vicesindaco nelle sue
funzioni di presidente dell'assemblea? Nei comuni sino a 15 mila abitanti,
mancanti di espressa previsione statutaria, l'impossibilità del
sindaco di presiedere il consiglio comunale può dar luogo alle
seguenti ipotesi. Se il vicesindaco è anche consigliere comunale,
egli sostituisce il sindaco nelle funzioni di presidente del consiglio, del
quale è componente, e ha diritto di partecipazione e di voto. Se il
vicesindaco non è membro del consiglio comunale, in quanto nominato
fra esterni alla giunta, egli non può presiedere (cfr. parere del
Cds, sez. I, n. 94/96) un organo del quale non fa parte. Le funzioni
vicarie del sindaco quale presidente del consiglio sono pertanto esercitate
da un altro componente del collegio "in base alle consuete regole
dell'anzianità". Poiché l'esercizio delle funzioni vicarie
nasce dall'esigenza di dare continuità all'azione amministrativa, il
Consiglio di stato ha sottolineato che in ogni momento deve esservi un
soggetto giuridicamente legittimato ad adottare tutti i provvedimenti
oggettivamente necessari nell'interesse pubblico. In caso contrario,
"ad essere dimidiato nella propria operatività sarebbe non
già il vicesindaco ma l'ente nel suo insieme". In caso di
impedimento del vicesindaco, e in mancanza di espressa previsione
statutaria, è da ritenere pertanto che il consiglio possa comunque
riunirsi in virtù del richiamato principio della "continuità
dell'azione amministrativa", e che le funzioni di presidente del
consiglio siano esercitate dal consigliere anziano.
(
da "Tirreno, Il" del 12-10-2007)
Viareggio Sermas,
5 consiglieri al costo di tre Il sindaco Larini ha rinnovato il cda
tagliando però gli stipendi NOMINE Entra il manager Giovannini
MASSAROSA. Cinque consiglieri al costo di tre. Il sindaco Fabrizio Larini
rinnova il consiglio di amministrazione della Sermas cercando di salvar
capra e cavoli. Cominciando dal numero delle poltrone da distribuire,
cinque appunto, un numero sufficiente a garantire gli equilibri interni
alla maggioranza di centrodestra. Al tempo stesso ha però realizzato
anche l'obiettivo di un taglio dei costi del cda dell'azienda pubblica del
gas (ha la proprietà della rete ma non gestisce
le bollette): i cinque consiglieri costeranno in tutto come se ne avesse
nominati solo tre. Ed ecco così colto anche l'obiettivo di dare un
segnale per quanto riguarda il contenimento dei costi della politica. Il caso Sermas era proprio scoppiato questa estate proprio
sulla questione dei compensi agli amministratori. L'ex presidente
Ave Angeli aveva infatti deciso l'adeguamento degli stipendi del cda di
circa il 10% lordi. Il sindaco era intervenuto chiedendo un ripensamento
visto che, appunto, il dibattita a livello nazionale suggeriva, più
opportunamente, una diverso senso di marcia. Angeli ha cercato di tener
duro, lo scontro è stato inevitabile: il cda si è dimesso in
blocco lasciando la patata bollente nelle mani del presidente Angeli. Il 29
settembre scorso anche Angeli ha rassegnato le dimissioni. In consiglio
comunale, il centrosinistra ha sostenuto la necessità di andare,
prima di rinominare il cda, ad una definizione del futuro dell'azienda che
così com'è serve a ben poco. Il centrodestra ha sostenuto e
percorso un'altra strada: subito rinnovamento del cda tal quale e poi
più in là discussione del piano industriale dell'azienda. Il
sindaco ora, nel nominare il nuovo cda, ha trovato il modo per ottenere
anche un riduzione dei costi del cda. Spiega Larini: "In coerenza con
quanto dichiarato in consiglio comunale e con l'azione amministrativa da me
portata avanti che mira alla riduzione dei costi della politica,
abbiamo ridotto i compensi degli amministratori, suddividendo l'importo che
sarebbe spettato a tre amministratori sui cinque nominati, garantendo nel
contempo una maggiore rappresentatività alla compagine
amministrativa. Abbiamo così suddiviso il compenso mensile spettante
al presidente (1.260 euro) al vice presidente (468) e a un consigliere
(378) sugli attuali cinque amministratori che percepiranno rispettivamente
un compenso pari a 800 euro mensili lordi (presidente), 400 mensili lordi
(vice presidente) e 300 mensili lordi (consiglieri). Ritengo che per una
corretta politica del risparmio non sia importante
il numero dei consiglieri ma l'importo dei compensi che questi ricevono e
spero che questo nostro esempio sia seguito anche da altri Enti". Ed
eccoci poi alle nomine. Del vecchio cda è rimasto solo Ileano
Luisotti. Di spicco (e probabile presidente) è la nomina di Alberto
Giovannini, classe 1939, laurea in giurisprudenza ed ex direttore e
amministratore generale della multinazionale Tupperware Italia (quella dei
contenitori ermetici di plastica, divenendone poi vice presidente europeo e
concludendo la sua carriera come presidente d' area per i paesi
dell'America Latina. Un manager di grande esperienza. Entrano nel cda anche
Enio Calissi, ex presidente della Misericordia di Massarosa e attuale
direttore della sezione di Massarosa dell'istituto Storico Lucchese;
Francesco Giuseppe Madrigali, commerciante ed ex componente del consiglio
d'amministrazione della Farmacia di Corsanico; Mirco Masini, laureato in
Scienze economiche e bancarie e attualmente impiegato in una ditta a Lucca.
"Un consiglio d'amministrazione- sottolinea il sindaco Fabrizio
Larini- formato da persone di provata esperienza che, sono certo, sapranno
dare un contributo determinante al rilancio dell'azienda".
(
da "Nuova Ferrara, La" del 12-10-2007)
Al governo
c'è chi propone di cancellarle per città come Ferrara ma
è più probabile una drastica riorganizzazione Circoscrizioni,
cambiare per non morire Costano 4 milioni, pronto il progetto per ridurle
da otto a cinque POLITICA E SPESE Le otto circoscrizioni della città
sono costate nel 2006 poco più di 4 milioni di euro ma non è
che cancellandole dalla faccia della politica, come qualcuno nei palazzi
romani sta ventilando, tutti questi soldi potrebbero essere usati per altri
scopi. Ci sono spese di funzionamento e di personale non comprimibili. In
ogni caso qualcosa si farà, perchè la proposta Sateriale di
tagliare tre quartieri sta concretizzandosi proprio in questi giorni e un
bel po' dei gettoni diventano a rischio.
"Premetto - spiega il presidente del Consiglio comunale, Romeo Savini
- che sarei pure favorevole alla soppressione totale delle Province, non
sono delle circoscrizione: a patto che si cominci dai grossi centri di
spesa, come la Presidenza della Repubblica, e non dal basso. Non sapendo
cosa decideranno a Roma, però, stiamo andando avanti con quanto
promesso a giugno, avendo già raccolto in Commissione statuto il
consenso di tutti i gruppi sulla riduzione a cinque delle
circoscrizioni". E' più probabile che sia questo il futuro del
decentramento alla ferrarese, poichè l'orientamento nazionale sembra
essere quello di lasciare alle singole realtà comunali al di sotto
dei 250mila abitanti l'opzione tra cancellare del tutto o riorganizzare i
quartieri. Al Servizio decentramento è stato affidato l'incarico di
ridisegnare la mappa circoscrizionale, tenendo conto di questo schema:
accorpamento delle attuali Centro cittadino e Giardino-Arianuova-Doro, con
la nascita di un unico quartiere nell'entromura, e suddivisione della parte
rimanente del territorio comunale in quattro circoscrizioni. In pratica, una
per ogni punto cardinale. Non è un compito facile perchè
bisogna tenere conto di delicati equilibri di campanile (le frazioni divise
da fiere rivalità) e di popolazione residente. Savini si aspetta
"una o più proposte" e preannuncia che la Commissione statuto
si riunirà per discutere nel merito "entro 10-15 giorni al
massimo". Quanto si può risparmiare con questa ipotesi di
accorpamento? I costi riducibili in proporzione sono sicuramente quelli
degli organi istituzionali, cioè gli stipendi dei presidenti e i gettoni di consigli e commissioni. Gli otto numeri uno
di quartiere hanno preso l'anno scorso, tutti assieme, 162.312 euro, il taglio di tre poltrone consentirebbe un
risparmio di quasi 61.000 euro. I gettoni di
consiglio hanno pesato sul bilancio comunale 88.347 euro, quelli di
commissione altri 37.552: il totale del risparmio prevedibile, da questa
voce, è dunque di 47.000 euro. Nel complesso, e tenendo conto
anche degli effetti fiscali, tagliare tre degli otto apparati istituzionali
toglierebbe quasi 130.000 euro dalla voce "costi comunali". Le
spese più consistenti sono altre: per il personale, un centinaio di
addetti, si è speso 1.624.664 euro e qui il risparmio sarebbe
indiretto, in quanto diverse decine di figure professionali andrebbero a
coprire "buchi" di organico. Più difficile ipotizzare la
compressione di 2,3 milioni di euro di altre spese, cioè strutture
(affitti, manutenzione) e interventi a favore del territorio. Stefano
Ciervo.
(
da "Gazzetta di Modena, La" del 12-10-2007)
Cronaca E
Monticelli si scopre indispensabile In caso di sue dimissioni un rimpasto
indigesto a Ds e Margherita Il sindaco è deciso "Proseguiamo in
11" Ma il Pdci chiede "il nostro ex-assessore se ne deve
andare" Quando si dice i casi della vita. A 24 ore dalle dimissioni di
Elisa Romagnoli, il futuro dell'attuale giunta Pighi sembra poggiare sulle
spalle di Gualtiero Monticelli. Se fino ad ieri praticamente tutti gli
alleati auspicavano che pure lui - sfiduciato dal pdci - se ne andasse.
Oggi soprattutto Ds e Margherita si augurano che resti al suo posto. In
caos di dimissioni, infatti, sarebbe indispensabile procedere ad un
rimpasto vero e proprio, visto che la giunta sarebbe "scoperta"
sul fronte della sinistra e, quindi, ci si troverebbe davanti quasi una
giunta "monocolore" del futuro Pd con il solo Orlando (Sdi) e
Frieri (Prc). Quindi, per assurdo, meglio che Monticelli resti al suo
posto, come fatto sinora, e si prosegua con una squadra ridotta a 11
assessori. Quanto alla delega per i giovani, si vedrà se
distribuirla all'assessore rimasto a Rifondazione (Frieri) o se procedere
con l'ipotesi di assegnarla ad un consigliere, di Prc (Montorsi) oppure ad
una donna, magari la giovane Isabella Massamba della Sinistra Democratica.
Questa, ad ieri sera, sembra essere la strategia che il primo cittadino
intende perseguire. Lo ha fatto capire nel corso della breve riunione che
ha tenuto - intorno alle 13 - con i suoi assessori, il capogruppo e il
segretario cittadino. Pighi ha ribadito che, fosse stato per lui, si
sarebbe andato avanti con 12 assessori, visto che questa "non è
una crisi politica", nel senso dei rapporti
con Prc, e che ha dovuto accettare la dignitosa posizione di Elisa
Romagnoli, lasciandola andare. Entro lunedì vorrebbe risolvere la
situazione. Pighi è fermamente orientato a proseguire con questa
squadra e anche dai Ds sarebbe giunta un sostanziale via libera a questa
ipotesi. La posizione è stata ribadita dal sindaco ieri nel corso di
un giro di consultazioni con i partiti alleati.
Certo c'è chi si dice convinto che la soluzione a 10 sarebbe un bel
segnale sui costi della politica. Ma andare a 10
vorrebbe dire prestare il fianco ad una crisi politica
vera e propria, con la necessità di redistribuire un po' tutti i
pesi all'interno della Giunta. In pratica, Ds e Margherita dovrebbero
cedere uno se non due assessori. Quindi meglio lasciar perdere... Una
soluzione di questo tipo ce l'ha prospettata chiaramente Francesco
Montieri, segretario del Pdci, "siamo di fronte ad uno scenario nuovo
- ha commentato - senza entrare nel merito del conflitto Romagnoli-Rifondazione,
va detto che siamo di fronte ad un atteggiamento coerente da parte
dell'assessore. Lo stesso atteggiamento che chiediamo ancora una volta a
Monticelli di seguire. Lui non è più in Giunta per
rappresentare una forza politica chiamata dagli
elettori a governare. Deve trarne le conseguenze, anche per rispetto a chi
ha votato per il Pdci. E' una situazione analoga a quella che si è
creata con Megale a Sassuolo." Montieri ribadisce che la posizione
è stata manifestata al sindaco, il quale non ritiene che il primo
cittadino debba subire forzature dai partiti.
"Ma noi i voti li abbiamo dati perché lui diventasse sindaco... anche
se non abbiamo poi espresso consiglieri". Quanto allo scenario attuale
"C'è un problema politico di rappresentanza di 2 forze al'interno
della Giunta. L'asse ora si inclina verso il centro. Chiaro che la
situazione non è espressione della volontà popolare. Men che
meno se si andasse a 10 assessori. D'accordissimo a ridurre i costi della politica, ma in quel caso occorrerebbe rivedere tutti
gli equilibri". E in casa Rifondzione che aria tira? "E' un
momento doloroso per tutti noi - ha commentato Giancarlo Montorsi,
capogruppo consigliare - chiaramente nessuno avrebbe voluto arrivare a
questo punto. Purtroppo davvero non è stato possibile ricomporre una
situazione in cui per andare d'accordo bisogna essere in due". Quanto
alle prospettive Montorsi e tutta Rifondazione - che l'altra sera hanno
riunito i loro vertici per analizzare la situazione - ritengono che
"questa non sia una situazione da trattare come se si dovesse riempire
l'album delle figurine: via uno dentro un altro. Non è nella nostra
indole. Questa è una vicenda da trattare tutti insieme con gli
alleati. E questo intendiamo fare". Quanto alla riduzione della giunta
a 10 assessori, Montorsi rimanda ancora agli alleati aggiungendo una
postille sibillina "Giusto affrontare il tema dei
costi della politica. Certo che i discorsi di tagli della politica non si sono affrontati quando c'era da sostituire Razzoli
oppure Bonaccini..." Quanto all'Udeur per il momento il suo massimo
esponente Antonio Maienza nicchia "Elisa è stata corenete, ora
è evidente che la giunta Pighi è in difficoltà".
Su un suo ingresso in giunta nicchia. "Siamo in attesa di funzioni che
riconoscano un ruolo attivo e responsabile dell'Udeur nel governo della
città". E adesso che accadrà? Probabile prevalga la
linea Pighi: si resta a 11. Ma a che prezzo? La Giunta sarà scoperta
a sinistra e la stessa sinistra (Rifondazione e Pdci) chiederà di
riequilibrare la situazione. Altrimenti facile prevedere un fine
legislatura movimentato per l'Unione... (andrea marini).
(
da "Provincia Pavese, La" del 12-10-2007)
San Sebastiano.
Il presidente dell'ente montano "Nel nostro futuro un'agenzia di
sviluppo" SAN SEBASTIANO. "La Comunità Montana
dovrà diventare un vera e propria agenzia per lo sviluppo locale e
gestire i servizi associati per i 19 comuni". E' questo, secondo il presidente Vicenzo Caprile, l'obiettivo principale
della Comunità Montana Valli Curone Grue Ossona. E la definizione di
un proprio ruolo indispensabile per il territorio è fondamentale per
gli enti montani, mai come in questi giorni sotto la scure degli annunciati
tagli ai costi della politica. "Dalle istituzioni arrivano segnali piuttosto
contraddittori. Da un lato ci viene riconosciuta a livello legislativo una
specifica autonomia per le forme associative dei piccoli comuni, dall'latro
la nostra già debole finanza derivata ha visto il taglio del Fondo
per la Montagna nel 2005 e l'azzeramento dal 2005 dei contributi per la
gestione dei servizi associati". Il rischio è l'ulteriore
marginalizzazione delle aree? "Occorre riconoscere il merito alla
Comunità Montana di avere avviato importanti progetti di sviluppo
locale con il nuovo metodo della "concessione di costruzione e
gestione", ma questo ha solo attenuato la situazione di
marginalità del nostro territorio rispetto alle grandi direttrici di
sviluppo". In quelle direzione occorre intervenire? "Da un lato
rinforzare gli importanti progetti già avviati, come i rifugi e il
parco Downhill a Caldirola, i centri sportivi a Gremiasco e San Sebastiano,
l'impianto golf a Momperone, il centro commercializzazione della frutta e
il call center a Monleale, l'oservatorio a Casasco, gli edifici del mercato
della frutta e del salumificio recuperati a Garbagna,la struttura ricettiva
a Costa Vescovato, oltre ai vari centri benessere, Gal Giarolo, Ecomuseo;
dall'altro occorre ripensare idee e progetti alla luce degli scenari futuri
in valle". In che modo la Comunità potrebbe sercitare il ruolo
di agenzia di sviluppo? "Aggregando in una logica di sistema tutte le
realtà istituzionali e imprenditoriali per il reperimento delle
risorse necessarie e la condivisione di una strategia di sviluppo, facendo
sentire tutti i coinvolti parte di un progetto più ampio. Le
Comunità dovranno essere il motore di questo sviluppo". Stefano
Brocchetti.
(
da "Tempo, Il" del 12-10-2007)
Stefania Gemma
VENAFRO Maggioranza e minoranza tornano a confrontarsi questa sera
nell'aula consiliare. Nuova seduta dell'assise civica a partire dalle 18.
Tanti gli argomenti all'ordine del giorno. Tornano in assise due questioni
spinose, l'Energonut e soprattutto il Piano Integrato di Intervento, per il
quale, non senza sorprese, è stato aperto un tavolo di
concertazione. Home Molise prec succ Contenuti correlati Roma 2 ottobre
2007: Presentazione del nuovo formato de Il Tempo Pavarotti, una lunga
carriera Gauguin al Vittoriano Video: Giovani e Politica Bimbo travolto e
ucciso: arrestati i due giovani Il padre di quello alla guida: "Giusto
il carcere" Manifesti contro Fini E' giallo a Roma La maggioranza
scivola in Senato per i fondi ai militari Verifica degli equilibri di
bilancio, ma anche confronto sul programma di e-governement che
interesserà il Comune. Verrà discusso anche il nuovo
regolamento sui passi carrabili, nel senso che chi vorrà mantenere
il divieto di sosta di fronte una proprietà dovrà pagare una
tassa al Comune. In tempi di discussione sui costi
della politica, si inserisce un altro argomento caldo, quello dell'indennità
di funzione del presidente del consiglio comunale e dei gettoni di presenza a consiglieri e membri delle commissioni consiliari. La
seduta di stasera dovrebbe essere l'occasione buona anche per designare il
rappresentante dell'ente all'interno della Comunità Montana del
Volturno. Giunge in consiglio comunale un tema che, soprattutto dopo
il disastro naturale di quest'estate è tornato di prepotente
attualità: l'istituzione del Parco regionale dell'Ulivo. Una
proposta rinvigorita dai terribili incendi che quest'estate hanno devastato
le montagne di Venafro mandando in rovina ettari di uliveti, molti dei
quali di origine secolare. L'istituzione di un organismo ad hoc servirebbe
non solo a promuovere una delle colture che rappresenta la tradizione della
città ma, anche ad incrementare quelle attività di controllo,
tutela e manutenzione ordinaria che avrebbero potuto arginare i danni della
scorsa estate. Dovrebbe essere discussa e approvata anche l'istituzione
della Consulta delle associazioni.
(
da "Sole 24 Ore, Il (Abb)" del 12-10-2007)
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2007-10-12 - pag: 2 autore: De Gregorio vota
no Governo battuto in Commissione Marco Rogari ROMA Primo scivolone del
Governo sulla Finanziaria 2008. La commissione Difesa del Senato dà
il via libera con 13 sì e 12 no al parere contrario messo a punto
dal presidente Sergio De Gregorio. Lo stop, causato anche dall'assenza
("innocente ") di Marco Follini in commissione, arriva dopo le
preoccupazioni espresse a più riprese (anche ieri) dal ministro Arturo
Parisi per la scarsità di fondi a sostegno del settore. E la
commissione motiva il suo "no" proprio con la mancanza di risorse
adeguate. La Cdl esulta mentre l'Unione getta acqua sul fuoco con Piero
Fassino che afferma: il voto della commissione Difesa non rappresenta una
novità. Oggi, comunque, ci sarà dopo il Consiglio dei
ministri un vertice della maggioranza a palazzo Madama per fare il punto
della situazione, con un occhio particolare alle novità sul Welfare.
Intanto proprio al Senato prende forma la "cosa rossa": Prc,
Pdci, Verdi e Sd hanno deciso di presentare emendamenti comuni su
Finanziaria e decreto fiscale, a cominciare da quello per tutelare i
giornali di partito dai tagli all'editoria. I pareri Quella della
"Difesa" è l'unico parere contrario: tutte le altre
commissioni (dalla Lavoro fino alle Politiche comunitarie) hanno dato il
loro via libera seppure con diverse osservazioni. Secondo la commissione
Difesa, la Finanziaria mette a disposizione del settore stanziamenti
inadeguati, che possono generare "situazioni di criticità
allarmante", soprattutto in un momento di "massimo impegno
". Il parere è "targato" De Gregorio che sottolinea
che il Governo in commissione è stato battuto da una Cdl compatta.
Per Renato Schifani (Fi) la maggioranza si sta sfaldando. La replica arriva
proprio dal mi-nistro Parisi, pure molto preoccupato per le poche risorse a
disposizione della Difesa: la Cdl è vicina a parole alle Forze
armate, ma lontana nei fatti. Determinante per lo stop l'assenza di
Follini. Che precisa: la mia è un'assenza "assolutamente
innocente dovuta ad un impegno personale ". Emendamenti mirati Governo
e maggioranza si preparano a presentare pochi emendamenti mirati alla
manovra. Sul decreto fiscale il relatore Natale Ripamonti fa sapere che nel
mirino ci sono soprattutto il passaggio al digitale terrestre nel 2012 e i
tagli all'editoria. Un punto quest'ultimo su cui si concentrano anche i
correttivi "concertati" della sinistra
radicale (per salvaguardare i finanziamenti ai giornali di partito), che
punta anche a intervenire sulle risorse per il Mose di Venezia, per alcune
opere in Sicilia e sui costi della politica. In
un'audizione a Palazzo Madama il ministro Antonio Di Pietro lascia
intendere che sulla questione degli arbitrati legati ad appalti pubblici
potrebbe arrivare un emendamento. Amato e Turco In un'altra
audizione il ministro Livia Tuirco afferma che "quello dei ticket
sulle ricetteè uno dei problemi da risolveree la discussione
è in corso. Per prorogare "l'esenzione" prevista dalla
scorsa Finanziaria servono 800 milioni che il Governo cercherà di
trovare. Audizione anche per il ministro Giuliano Amato. Che anzitutto
afferma che buona parte del bilancio da "Paperon de Paperoni"
viene destinato agli enti locali e solo quel che resta alla sicurezza. E aggiunge:
"Il ministero ha 522 milioni di debiti, che noi possiamo anche non
pagare ma che prima o poi invece il Tesoro deve tirare fuori". Amato
poi sottolinea che "ci si dimentica delle esigenze dei vigili del
fuoco il giorno dopo che spengono l'incendio: ho tremila precari e con la
scorsa Finanziaria al massimo siamo riusciti a stabilizzarne tra i 50 e i
70. è un problema serio". Il ministro, infine, auspica una
riduzione del numero delle province e delle prefetture. I FONDI PER LA
DIFESA "Mancanza di risorse adeguate": passa il parere contrario
del presidente Parisi: Cdl vicina alle forza armate solo a parole.
(
da "Sole 24 Ore, Il (Abb)" del 12-10-2007)
Il Sole-24 Ore
sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2007-10-12 - pag: 14 autore: Patto per
l'Università. La gestione del Fondo di finanziamento ordinario
Atenei, spendere meglio si può di Renato Guarini * N on era mai
accaduto che un ministro dell'area economica accompagnasse il collega
responsabile dell'università a un incontro con i rappresentanti
degli atenei. Tommaso PadoaSchioppa e Fabio Mussi lo hanno fatto qualche
settimana fa, per discutere nella sede della Crui del Patto per
l'università e la ricerca,firmato a inizio agosto.Un fatto che deve
essere interpretato come un cambiamento significativo: il decisore pubblico
riconosce finalmente la necessità di prendere sul serio il ruolo del
sistema universitario, quale motore di sviluppo e quale protagonista nella
costruzione di quella economia della conoscenza che è il comune
intento dei Paesi Ue. D'altra parte il ritardo da recuperare è sotto
gli occhi di tutti. Il rapporto Ocse 2007 sull'istruzione indica che in
Italia la spesa per la formazione universitaria resta inchiodata allo 0,9%
sul Pil, una cifra di mezzo punto sotto la media Ocse e pari ad appena un
terzo circa della spesa sostenuta dagli Stati Uniti per la stessa
finalità. A colloquio con i rettori, il ministro dell'Economia non
ha negato i problemi più volte denunciati dagli atenei. Il documento
elaborato dalla Commissione tecnica per la finanza pubblica sotto la guida
di Gilberto Muraro, illustrato da Mussi e Padoa-Schioppa ai rettori e
destinato a far parte integrante del Patto per l'università,
è un contributo analitico di notevole spessore. Il testo mette in
evidenza inefficienze del sistema universitario italiano per alcuni servizi
didattici e formativi e l'assetto rigido del comparto docente; ma per
converso sottolinea come la discontinuità del Fondo di finanziamento
ordinario (Ffo) – il principale capitolo di finanziamento pubblico destinato
agli atenei – sia causa di squilibri finanziari anche nelle
università gestite in modo oculato. Da quell'incontro è
scaturita la conferma che il Patto per l'università è una
proposta seria. Due sono però i punti irrinunciabili affinché il
Patto possa essere sostanziato. Anzitutto nell'andamento del Ffo deve
essere tenuto conto degli oneri derivanti dagli aumenti automatici delle
retribuzioni dei docenti e del personale tecnico-amministrativo, che
attualmente le università assumono su di sé senza ricevere alcun
finanziamento aggiuntivo. In secondo luogo deve essere ipotizzato un
sistema compensativo per le spese improprie sostenute dalle
università che hanno una o più facoltà di medicina e
chirurgia a favore del sistema sanitario nazionale. Questi interventi costituirebbero una base per mettere in
atto quei comportamenti virtuosi previsti dal Patto, in particolare il
rispetto assoluto del tetto del 90% di spese per il personale sul totale
del Ffo. Il fine ultimo non è di spendere meno per l'università
italiana. In termini di spesa annua per studente siamo già il
fanalino di coda con 4.167 euro, circa un terzo in meno rispetto alla media
Ocse. Si tratta invece di spendere meglio, per far crescere il Paese sul
piano culturale ed economico e per consentire alle università di
essere davvero competitive e di imporsi nell'attuale processo di
internazionalizzazione dei saperi. * Rettore Università La Sapienza.
(
da "Corriere del Veneto" del 12-10-2007)
Corriere del
Veneto - PADOVA - sezione: PRIMAPAGINA - data: 2007-10-12 num: - pag: 1
categoria: REDAZIONALE Immigrati e case sequestrate L'ECONOMIA CLANDESTINA
di MASSIMILIANO MELILLI I sigilli della magistratura ai sedici appartamenti
veronesi che ospitavano immigrati irregolari, le 38 persone condannate fra
proprietari ma anche affittuari e subaffittuari e i 15mila euro di multa ai
proprietari italiani, ribaltano per una volta la concezione dominante sui
"clandestini". In questo caso, non più soggetti di
comportamenti negativi agli occhi degli italiani ma oggetto di sfruttamento
da parte di italiani. La pronuncia del Tribunale di Verona con il decreto
del giudice per le indagini preliminari offre infatti un provvedimento che
fa giurisprudenza e rappresenta un atto pilota in un quadro legislativo e
sociale complesso. Il sequestro dei locali e lo sgombero degli occupanti
dimostra l'esistenza dell'altra faccia dell'immigrazione con un'economia
clandestina made in Italy. Appartamenti di trenta metri quadri sprovvisti
di acqua, luce e gas, affittati a cittadini stranieri a cifre che
raggiungevano i 500 euro. Canoni percepiti e mai denunciati al Fisco.
Immobili non dotati delle più elementari norme di sicurezza. Un
degrado da favela a fare da contesto sotto lo sguardo impotente non solo
delle vittime, ma anche di residenti italiani. L'immigrazione clandestina
è un business globale che si può sfruttare e far fruttare con
mille tecniche diverse. Ci sono gli scafisti che trasportano migliaia di
persone verso le nostre coste e i clan che sfruttano la prostituzione.
Esistono bande che si spartiscono geometricamente porzioni di territorio e
prestazioni di mendicanti e lavavetri. Sono attivi mediatori finanziari
abusivi che si contendono le rimesse dei connazionali verso i Paesi
d'origine. Secondo il rapporto annuale della Caritas, si calcola che siano
circa 500mila gli immigrati irregolari in Italia, concentrati soprattutto
nel meridione. Fra le regioni agli ultimi posti in Italia per numero di
"clandestini" figura il Veneto, dove invece sono più alte
e migliori le possibilità d'inserimento lavorativo dei migranti. Ma è
proprio il Nord Est (con Lombardia e Lazio) a contendersi il primato degli
immobili affittati a canoni esorbitanti a cittadini stranieri non solo
irregolari ma anche in regola. Sempre secondo lo stesso rapporto, in Veneto
più che altrove cresce la quota di cittadini
stranieri iscritti al sindacato (più 20 per cento rispetto alla
media nazionale) e la fiducia verso le istituzioni. Ai primi posti
dell'indice di gradimento degli immigrati, scuole, sistema sanitario e forze dell'ordine, dato significativo quest'ultimo. Infine
il dato politico sulla vicenda. Per una volta, destra e sinistra sembrano
concordare. L'analisi dei fatti veronesi tracciata dal sindaco
Flavio Tosi - "la pronuncia del Tribunale, coraggiosa e innovativa,
colpisce chi specula sull'immigrazione clandestina" - sembra la chiosa
della proposta lanciata dal ministro dell'Interno Giuliano Amato alla
Conferenza nazionale sull'Immigrazione:
"L'integrazione si può avere solo nella legalità".
Anche di noi italiani.
Indice degli articoli dell’11-10-2007
1.
Gite in montagna e pesce fresco in baita così
Speciale usava l'Atr della Finanza Mogli e amici a bordo di un aereo del
corpo, e poi di un elicottero per una gara di sci sulle Dolomiti. Una
trasferta filmata: ecco il video di CARLO BONINI La Repubblica 11-10-2007
2.
Oggi Grillo show per 4.000 trentini ( da
"L'Adige" del
11-10-2007)
3.
<Abbiamo trovato un muro di gomma> ( da
"L'Adige" del
11-10-2007)
4.
Il governo non risponde sull'esercito di mandarini ( da
"Libero" del
11-10-2007)
5.
I seguaci di Grillo bacchettano <i nostri
dipendenti> ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
11-10-2007)
6.
Rizzo: <Sindaci, troppe disuguaglianze> ( da
"Corriere Alto Adige" del
11-10-2007)
7.
Polonioli: <Integrazione fra i gruppi Taglio netto
ai costi della politica> ( da "Corriere Alto Adige" del 11-10-2007)
8.
La Regione se ne frega dei costi della politica ( da
"Opinione Online, Il" del
11-10-2007)
9.
I CONTI IN TASCA AI PUBBLICI AMMINISTRATORI DEI
COMUNI VESUVIANI. I PIù ECONOMICI A SORRENTO ( da
"Mattino, Il (Area Costiera)" del
11-10-2007)
10.
PORTICI E TORRE DEL GRECO AGEVOLAZIONI SUI CELLULARI ( da
"Mattino, Il (Area Costiera)" del 11-10-2007)
11.
TAGLI ALLE ASL, ECCO LA RIFORMA ( da
"Mattino, Il" del
11-10-2007)
12.
<Contro i costi della politica abolire i piccoli
comuni> ( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 11-10-2007)
13.
Quelle critiche inaccettabili ( da
"Giornale di Calabria, Il" del
11-10-2007)
14.
Il governo paga i costi della politica ( da
"Stampa, La" del
11-10-2007)
15.
Imprenditori, evasori, errori: politica e fermezza
dello Stato ( da "Giornale di Brescia" del 11-10-2007)
16.
An scopre gli sprechi e si scaglia contro la
Comunità montana ( da "Gazzetta del Sud" del 11-10-2007)
17.
Quartiere 2, liquidato l'odg della minoranza ( da
"Liberta" del
11-10-2007)
18.
Editoria, il bottino del Sole fa perdere l'aplomb a
De Bortoli Il giornale prende oltre 19 milioni di contributi pubblici, ma
il direttore attacca i quotidiani politici ( da
"Unita, L'" del
11-10-2007)
19.
Priano indagato per falso e truffa, Guelfi finisce
agli arresti ( da "Secolo XIX, Il" del 11-10-2007)
20.
Fa causa a Cairo Reindustriaper avere i gettoni di
presenza ( da "Secolo XIX, Il" del 11-10-2007)
21.
Gatti: la Darsena di pagliari si e' Arenata ( da
"Secolo XIX, Il" del
11-10-2007)
22.
Più welfare, meno burocrazia - federico gelli ( da
"Tirreno, Il" del
11-10-2007)
23.
Il consulente gratuitodel ministro Pecoraro ( da
"Secolo XIX, Il" del
11-10-2007)
24.
Con l'Ente di montagnalo spreco ci guadagna ( da
"Secolo XIX, Il" del
11-10-2007)
25.
Provincia, i conti in tasca a consiglio e giunta -
gian pietro zerbini ( da "Nuova Ferrara, La" del 11-10-2007)
26.
La sinistra taglia i costi? e' meglio tardi che mai ( da
"Nuova Ferrara, La" del
11-10-2007)
27.
Il consiglio fa i conti ( da
"Messaggero Veneto, Il" del
11-10-2007)
Gite in montagna e pesce fresco in baita così Speciale usava
l'Atr della Finanza Mogli e amici a bordo di un aereo del corpo, e poi di
un elicottero per una gara di sci sulle Dolomiti. Una trasferta filmata:
ecco il video di
CARLO BONINI
La
Repubblica 11-10-2007
Roberto Speciale
con coppola e montone. Le signore in pelliccia. Tutti a Passo Rolle. Per la
festa sulla neve. A bordo dell'Atr 42
della Guardia di Finanza. E a cena pesce freschissimo. In casse caricate
all'aeroporto di Pratica di Mare e spedite con volo militare. L'ex
comandante della Guardia di Finanza ha chiesto al Paese cinque milioni di
euro perché il suo onore di "uomo delle Istituzioni" e di
"ufficiale" con la schiena dritta trovi giusto ristoro al
"massacro" che ne avrebbero fatto in Parlamento il ministro
dell'Economia Padoa-Schioppa e il suo vice Vincenzo Visco.
Un giudice amministrativo deciderà di qui a tre settimane del
risarcimento. E' un fatto che, liberi dalla sua ombra, gli archivi della
Guardia di Finanza cominciano a restituire qualche documento che racconta
chi è Roberto Speciale. Come ha interpretato il suo comando. Quale
uso abbia fatto delle risorse destinate al lavoro di un Corpo che, spesso,
a fine anno, non ha risorse per mettere la benzina nelle sue macchine.
Parliamo di un filmato ufficiale girato in una fredda mattina del febbraio
2005. A passo Rolle (Trentino Alto Adige) si apre la 55esima edizione delle
"gare invernali di sci" del Corpo. Un operatore delle Fiamme Gialle
rivolge l'obiettivo della telecamera sull'orizzonte cobalto della pista di
atterraggio dell'aeroporto di Bolzano. Nell'assolo trionfale e lancinante
di una chitarra elettrica che fa da colonna sonora alle immagini, un Atr 42
turboelica del Corpo (aereo destinato, secondo le informazioni diffuse dal
sito istituzionale della Finanza, al "contrasto del
contrabbando", alla "sorveglianza delle coste", alle
"missioni umanitarie", giocattolo da 3.500 euro l'ora, escluso il
costo dell'equipaggio) si posa a terra. Il bestione rulla, avvicinandosi
lentamente all'aerostazione e la musica cresce. Cresce nell'enfasi
compiaciuta della regia.
Un drappello di infreddoliti ufficiali si avvicina al portellone
posteriore, guidato dal generale Giulio Abati (allora comandante regionale
del Trentino Alto Adige). Attesa. Poi, ecco il primo passeggero. Una
signora avvolta in una pelliccia di volpe. La moglie di Roberto Speciale.
Ecco il secondo. Un'altra pelliccia di volpe. La signora D'Amato, moglie
del generale Salvatore D'Amato (all'epoca comandante interregionale di
Napoli). Ora, la terza pelliccia. Volpe come sopra, ma rovesciata. Una
giovane donna che nessuno dei presenti sembra conoscere o riconoscere,
salvo l'autista del comandante generale che aspetta sottobordo e con cui
scambia un affettuoso bacio.
Quindi tocca agli uomini. Un ragazzone dall'abito sportivo con una sporta
di carta; un uomo di mezza età che sembra accompagni la più
giovane delle signore; il generale D'Amato, in giacca a vento e quindi lui,
il Comandante. Immagini di vederlo fare capolino in alta uniforme. E invece
il generale si è "messo" da montagna. Coppola, giacca di
montone con bottoni in osso, morbidi pantaloni in velluto verde petrolio.
Lo salutano militarmente. Lui risponde allungando morbidamente la mano nel
gesto dell'omaggio.
Da Bolzano a Passo Rolle sono 50 minuti di auto. La giornata è
serena. In fondovalle non c'è neve. Ma la comitiva, visibilmente
compiaciuta, non si nega lo spettacolo delle cime. Si accomoda su un
elicottero Ab 412 del Corpo che attende a bordo pista. La chitarra
elettrica della colonna sonora pesta in un ennesimo assolo, mentre
l'obiettivo stringe sulle signore in pelliccia issate a bordo, su un
comandante chino ad allacciare le cinture di sicurezza a chi non sa neppure
da dove si cominci. Su Speciale, che ora ha tolto la coppola e inforcato
dei "Rayban" a goccia con cui osserva compiaciuto il lavoro
agiografico del cine-operatore.
Di nuovo in aria. Il Cimon della Pala è magnifico. I tre generali
che attendono a Malga Fossa (Nino Di Paolo, generale di corpo d'armata,
comandante a Firenze; Luciano Pezzi, generale di divisione, Lucio Macchia,
generale di corpo d'armata) sono tre deferenti statue di ghiaccio. Alla
malga, ai piedi dell'elicottero appena atterrato in una nuvola di neve
farinosa, il cerimoniale si ripete nella sua sequenza grottesca. Nessuno sa
bene chi salutare. Anche perché alcuni di quelle signore e signori non li
conosce nessuno. Finche una Land Rover blu notte tirata a lucido se ne va
con gli ospiti.
Non sembra questa la sola pagina umiliante scritta a Passo Rolle. Di
storie, nel Corpo, se ne raccontano di tutti i colori. E almeno una ha
lasciato tracce documentali e testimoniali. Speciale ama il pesce fresco.
E, si sa, le malghe non ne offrono. In un'occasione, dunque, dall'aeroporto
di Pratica di Mare viene fatto sollevare un Atr 42 con a bordo un metro
cubo di pesce. Il piano di volo prevede l'atterraggio a Bolzano, quindi il
disimbarco e la consegna del prezioso carico in montagna.
Il pilota è il maggiore Aldo Venditti. Ma il poveretto non ha
fortuna. Le condizioni meteo su Bolzano lo obbligano ad atterrare a Verona,
dove nessuno aspetta pesce. Tantomeno un drappello di sconcertati
"baschi verdi" che rifiutano di farsi facchini. Tocca al pilota.
E la storia smette di essere un segreto.
(11 ottobre 2007)
( da "L'Adige" del 11-10-2007)
Spettacolo al Palazzetto Biglietti esauriti da tempo
di FABIO DE SANTI Finalmente Grillo! Si spezzerà questa sera la
lunga attesa legata all'arrivo a Trento di Beppe Grillo dopo il rinvio
dello show previsto inizialmente per lo scorso 24 settembre. Ad accogliere
il comico (se si può ancora definire tale dopo le mosse degli ultimi
mesi) al Palasport ci saranno oltre quattromila persone, con un tutto
esaurito che fa comprendere l'attesa per questo spettacolo: si parte alle
21. Pochissimi - come ci hanno spiegato i responsabili della meranese
Showtime Agency che organizza l'evento - coloro che hanno rinunciato al
biglietto acquistato per la data del 24 settembre. Di più: per
questa sera sono state addirittura alcune centinaia le richieste per un
tagliando che sono andate inevase. Questa sera si potrà intanto
verificare se Grillo ha riacquistato la voce che a forza di urlare
"vaffa" aveva perduto proprio alla vigilia
dello show di Trento. E la voce, oltre al suo blog, è il punto di
forza di un Grillo che da un mese è diventato uno dei personaggi
più gettonati e discussi del Belpaese. Dopo la mossa del "V-
day", che ha portato migliaia di persone in piazza in ogni angolo
della penisola (con l'aggiunta di 300.000 mila firme raccolte),
Grillo continua infatti a menare fendenti a destra e a manca anche con
interventi piuttosto delicati come quello sulla Romania e sulla presenza dei rom in Italia che hanno fatto discutere. E
certa comunque la volontà di Grillo di dire la sua su argomenti al
di fuori del recinto "classico" della comicità, quasi come
si fosse stancato di stare in attesa e di affidare solo al suo blog e ai
suoi spettacoli il messaggio di cambiamento. Questa sera prosegue il tour
di "Reset", in cui prende di mira economia, politica,
informazione e ambiente con una vis comica travolgente che non risparmia
davvero nessuno. "Sono un partigiano della terza guerra mondiale,
quella dell'informazione e anche nel mio nuovo spettacolo si parlerà
di tutto, con enormi schermi - ha sottolineato più di una volta
Grillo nel presentare lo show - Entreremo nel web, e tratteremo di
satanismo, di consigli di amministrazione, della costituzione europea, dei
farmaci, del capitalismo senza capitali di oggi". Quello del comico
genovese è un tour da lui definito come "d'azione": tra i punti
di forza c'è anche la piena collaborazione tra Grillo e i vari
gruppi "Meetup" dislocati in Italia. E come ha spiegato in
più occasioni il comico "i vari gruppi verranno invitati a
prendere parte agli spettacoli, contribuendo al recupero di valori essenziali
quali informazione corretta, diffusione della conoscenza, salvaguardia
dell'ambiente ed attenzione ai più svariati ambiti dei quali la
nostra società è costituita, dalla sanità
all'istruzione, dalla politica alla giustizia e al sociale". Anche a
Trento quindi Beppe Grillo si occuperà a suo modo della
realtà locale proprio prendendo spunto dagli accadimenti della
nostra Provincia fra autonomia, orsi ed inceneritori. Ed è proprio
sul fronte Trentino che si attendono le più gustose cattiverie del
"fustigatore" Grillo. 11/10/2007.
( da "L'Adige" del 11-10-2007)
"No" del consiglio alla riduzione delle
indennità, il commento del gruppo Caproni "Abbiamo trovato un
muro di gomma" "E con grande rammarico - scrivono i consiglieri
comunali d'opposizione del centrosinistra di Arco con Caproni - che l'altra
sera ci siamo visti respingere con l'assordante astensione della
maggioranza guidata da Veronesi e il voto contrario di De Laurentis una
mozione che chiedeva solo di dare un segno alla cittadinanza, che chiudesse
un pochino la "borsa". La politica costa troppo, anche quella di
Arco, anche con la riduzione del 20%. Gli assessori hanno indennità
doppie rispetto alla passata consiliatura, il vicesindaco il 65% in
più e il presidente addirittura il triplo. Anche
con l'autoriduzione Veronesi ha avuto un aumento che corrisponde ad una
paga di un operaio e alla fine quei 5.600 euro, anche se lordi, non sono
mica bruscolini. Per non parlare poi dei gettoni presenza degli assessori o dello stesso sindaco quando siedono
attorno ai tavoli delle società, del comprensorio e via dicendo.
Abbiamo anche affrontato l'oneroso argomento delle consulenze, degli studi,
ma niente, solo parole e promesse. Noi della coalizione che fa riferimento
a Gianni Caproni abbiamo anche chiesto al consiglio di prendere le distanze
dall'intenzione di offrire vitalizi ai sindaci, ma anche in questo caso
abbiamo trovato di fronte un muro di gomma. Ci scusiamo con i cittadini
tutti, noi ci abbiamo provato, ma i numeri ci hanno dato torto. Ha vinto il
più forte (ancora) con la solita "tattica" del "mi
astengo, mica voto contro". Sperare che dall'altra parte capissero
è stato davvero troppo, ma non lasciamo certo perdere".
11/10/2007.
( da "Libero" del 11-10-2007)
Italia 11-10-2007 Il governo non risponde
sull'esercito di mandarini di LUCA VOLONTE**capogruppo Udc alla Camera dei
Deputati Le non-risposte del governo al nostro question time sul numero di consulenti sparpagliati e imboscati in ogni dicastero
confermano che il governo Prodi non ha nessunissima
intenzione di tagliare i costi dei mandarini di partito e dei geometri
costituzionali al soldo dei ministri che affollano questo esecutivo. Le
iniziative a seguito delle indagini di Libero dopo le polemiche di
Repubblica? "Si vedrà nel 2008". Ah, a breve ci
sarà pure una nuova infornata di consulenti, i
cui decreti sono solo in attesa della firma. Come si dice in questi
casi? E solo una questione di formalità. Ricapitoliamo: a guidare la
classifica è il ministero per i Beni e le Attività culturali
con 436 consulenze, anche se bisogna tenere conto che vengono conteggiate
anche quelle di tutte le sovrintendenze italiane. Dunque, il record
è di Mi(ni)ster Anguria (Verde fuori, rosso dentro): cinque consulenti per il suo gabinetto, a 100mila euro l'anno,
otto per i sottosegretari e sette per la Direzione generale "Quali
tà della vita". A questi vanno aggiunti 54 consulenti
per il servizio "Protezione della natura", ben 107 per il
servizio "Ricerca ambientale", più 138 per la "Difesa
del suolo" e 14 per la "Salvaguardia ambientale". Forse dal
pecoraio arriverà pure un consulente sull'orso bruno. Salvo per uso
personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie
senza autorizzazione.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 11-10-2007)
Cronaca di Cagliari Pagina 1021 Comune. Animata
seduta I seguaci di Grillo bacchettano "i nostri dipendenti"
Comune.. Animata seduta --> Quei banchi, quasi sempre vuoti, ieri erano
insolitamente affollati: poco volte in passato tanta gente ha assistito
alla seduta del consiglio comunale. C'erano, attesi, gli operatori del
mercato di viale Monastir. E c'erano i giovani che fanno parte del meet up
di Beppe Grillo. Si sono dati appuntamento per l'operazione "Fiato sul
collo". "Siamo venuti", spiega la portavoce Claudia Giganti,
"per mandare un segnale ai consiglieri, nostri dipendenti: vogliamo
che lavorino al meglio. Ma il nostro obiettivo è anche un altro: in
quanto cittadini, possiamo assistere alle sedute del consiglio. Vogliamo
che tutti se ne rendano conto". Intanto si sono limitati a bacchettare
i consiglieri. "Si parlava di argomenti importanti: è stata
sgradevole l'assenza del sindaco. Così come non mi è piaciuto
che un consigliere non sia riuscito a votare perché era al telefono o il
fatto che una pausa di cinque minuti si sia prolungata per venti". LA
SEDUTA All'inizio della seduta, il gruppo ha assistito al vivace confronto
sul mercato di viale Monastir. L'ispezione della Asl che ha rilevato la presenza di topi, insetti di amianto ha provocato
un'animata discussione. "E una struttura da terzo mondo", ha
detto, per esempio, il riformatore Lino Bistrussu. Momenti di tensione tra
i consiglieri con il presidente Ghigo Solinas impegnato a calmare gli
animi. I VOTI La discussione sul mercato si è conclusa senza alcun
voto. I consiglieri sono, invece, stati chiamati a esprimere il proprio
parere in altre due occasioni. Finalmente sono riusciti ad approvare il
Regolamento di igiene urbana, non passato nelle due precedenti votazioni:
in quelle occasioni, era richiesta la maggioranza qualificata che il
centrodestra non è riuscito a raggiungere per i dubbi di alcuni
consiglieri. Ieri, invece, era sufficiente la maggioranza semplice che
è stata raggiunta senza alcun problema. Serviva, invece, una maggioranza qualificata per modificare il regolamento
comunale che concede ai segretari di commissione il gettone di presenza che hanno i consiglieri: in questo caso, la modifica non
è passata perché ha ottenuto soltanto la maggioranza semplice dei
voti. Un altro segnale dei problemi che sta attraversando il centrodestra:
la modifica era passata in commissione all'unanimità. ( mar.co.
).
( da "Corriere Alto Adige" del 11-10-2007)
Corriere dell'Alto Adige - BOLZANO - sezione:
PRIMOPIANO - data: 2007-10-10 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE POLITICA
PARTITO DEMOCRATICO Rizzo: "Sindaci, troppe
disuguaglianze" L'autore de "La Casta"
sulle indennità: a Bolzano il triplo di Venezia BOLZANO - Il libro
di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella
"La casta" ha lasciato il segno anche nel capoluogo altoatesino.
Lo testimonia il successo dell'incontro con uno degli autori, Sergio Rizzo, svoltosi ieri nella sala di rappresentanza del
Comune. Sala piena e gente anche sulle scale per ascoltare l'autore di uno
dei libri più venduti dell'anno. Forse un po' ha contribuito anche
il fatto che si sia nella settimana delle primarie per la scelta dei leader
nazionali e locali del partito democratico, ma certo è che la
città ha risposto positivamente all'appello della politica. Nel
primo pomeriggio Sergio Rizzo ha incontrato i
giornalisti locali al circolo della stampa, raccontando alcuni aneddoti
riguardo al libro. "D'Alema ha detto pubblicamente che questo clima
simile a quello del 1992 rischia di travolgere la classe politica - ha
raccontato il giornalista del Corriere della sera -Dopodieci giorni
è andato all'estero e, cenando con alcuni imprenditori, ha affermato
che i costi della politica sono un'invenzione di due giornalisti
sfaccendati". Già nell'incontro con la stampa sono arrivate le
prime domande sul cosa fare, sul come soddisfare la voglia di cambiamento
che emerge dalla lettura del libro. "Se nel prossimo governo, non mi
interessa se di destra o sinistra, si mettessero delle donne alla guida di
alcuni ministeri chiave come Interni, Giustizia, Università,
già si porterebbe una ventata nuova nella politica nazionale". Rizzo ha anche spiegato che lui e Stella
non hanno ricevuto alcuna querela per "La casta ". Solo qualche
minaccia, per ora senza seguito. L'appuntamento con la città di
Bolzano era alle 18. La sala era piena già alcuni minuti prima che Rizzo, il direttore del Corriere dell'Alto Adige Enrico
Franco e Giovanni Polonioli (candidato alla segreteria provinciale del
Partito democratico) iniziassero a parlare. Platea variegata, più
teste bianche che giovani, un buon numero di donne. Polonioli ha iniziato
spiegando che la presenza di Sergio Rizzo non
significava una sua adesione al Partito democratico. Lo stesso giornalista
aveva spiegato prima alla stampa che ha parlato del proprio libro davanti a
platee di tutti i partiti "perché è importante che in questo
momento si discuta di politica". Rizzo ha
dimostrato subito di essersi documentato sulla realtà locale e di
non aver paura di dire cose scomode. "Non capisco perché il sindaco di
Bolzano debba guadagnare quanto un senatore e il triplo del sindaco di
Venezia - ha detto - Forse ha delle incombenze maggiori del sindaco di
Frascati, ma tali da giustificare tanta differenza? Oppure non capisco
perché il sindaco di Laives (Giovanni Polonioli, che era seduto accanto a
lui, ndr) guadagni quanto quello di Roma. Non so, ma si può
rinunciare a questa indennità se si vuole?". Appena la parola
è stata data al pubblico, le domande non si sono fatte attendere. C'è chi ha chiesto delle "molte caste"
italiane, non solo quella dei politici. Non sono mancati i riferimenti a
Beppe Grillo, citato anche come simbolo dell'antipolitica e del
qualunquismo. Rizzo ha spiegato più volte che "la politica deve dare
risposta ai problemi della gente. è quando si fa solo i
propri interessi che diventa una casta". Il giornalista ha anche
difeso i giornali locali, ricordando che molte delle cose contenute ne
"La casta" erano state scritte prima sui quotidiani regionali.
"Ma questo non è un brontolio fine a se stesso. Le lamentele
arrivano anche ai piani alti e qualcuno inizia a preoccuparsi ".
Damiano Vezzosi LO SCENARIO "D'Alema ha detto pubblicamente che questo
clima simile a quello del 1992 rischia di travolgere la classe
dirigente" LA PROPOSTA "Se nel prossimo governo si mettessero
delle donne alla guida di alcuni ministeri chiave si porterebbe una ventata
nuova" PROTAGONISTI Da sinistra, Sergio Rizzo,
Enrico Franco e Giovanni Polonioli, candidato alla segreteria provinciale
del Pd (Foto Ferrari).
( da "Corriere Alto Adige" del 11-10-2007)
Corriere dell'Alto Adige - BOLZANO - sezione:
PRIMOPIANO - data: 2007-10-10 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE
INDIPENDENTE Polonioli: "Integrazione fra i gruppi Taglio netto ai
costi della politica" BOLZANO - Giovanni
Polonioli, sindaco di Laives, è il volto nuovo del Pd. La sua
candidatura, infatti, esce dagli schieramentio
tradizionali della Margherita e dei Ds. Sindaco Polonioli perché si
è candidato alla segreteria del Pd? "Un partito nuovo,
soprattutto radicato fortemente a livello territoriale, ha bisogno di un
volto nuovo che ne sappia interpretare lo spirito autentico in un quadro
unitario. Credo fortemente in questo e ritengo di poter interpretare
il progetto nella sua completezza. Il Pd, come ho detto, non è la
somma algebrica di due partiti ma è un
soggetto in grado di esprimere uno spirito nuovo rappresentativo della
società attuale". Su quali punti si deve basare la strategia
del Pd, almeno a livello locale? "Prima di tutto deve essere lasciato
spazio ai temi etici e morali con particolare attenzione ai costi della politica. Ovviamente questo non deve far mettere in
secondo piano la politica sociale, la piena
integrazione tra i vari gruppi linguistici e la politica
sulla scuola plurilingue". Non le sembra un controsenso che sia il
sindaco di Laives, accusato di guadagnare più del sindaco di Roma, a
lanciare la lotta ai costi della politica?
"L'indennità non è stata stabilita da me. è in
tutto l'Alto Adige che sono più alte. Sono assolutamente favorevole
a cancellare i costi superflui, iniziando a tagliare quegli enti
territoriali che sono inutili. Un discorso a parte poi va fatto sui
consigli amministrazione. Anche in provincia andrebbero ricercate le
indicazioni del governo sul "dimagrimento". Ad esempio dove sono
in 10 se ne potrebbero tagliare benissimo sette. Altro elemento importante
è l'incompatibilità tra consiglieri comunali e provinciali e
membri del Cda. O si fa politica o si fa
amministrazione. Le vie di mezzo non esistono". è. B.
( da "Opinione Online, Il" del 11-10-2007)
Oggi è Gio, 11 Ott 2007 Edizione 220 del
11-10-2007 Stanziati cinquantamila euro per risolvere
un problema che non esiste: le difficoltà delle donne ad accedere
alle tecnologie informatiche La Regione se ne frega dei costi della politica di Stefano Sandorfi Stanziati cinquantamila euro per
risolvere un problema che non esiste: le difficoltà delle donne ad
accedere alle nuove tecnologie informatiche. La Regione Emilia-Romagna,
con atto n. 7660 del 12 giugno 2007 a firma di Gaudenzio Garavini,
direttore generale della Direzione Organizzazione, Personale, Sistemi
informativi e Telematica, ha dato incarico all'Associazione Orlando di
Bologna, rinomata per le numerose azioni a favore delle donne, di
effettuare una consulenza finalizzata alla realizzazione di azioni di
contrasto al "Divario digitale di genere" (si legge proprio
così nel documento) per la modica spesa di 49.998 euro. Cosa si
possa intendere per difesa del "divario digitale di genere"
pensiamo sia arduo da capire per i comuni mortali, soprattutto per quelli
abituati ad una normale, e forse un po' logora, dialettica sessista, i
quali adesso, per esempio, mettendosi alla tastiera del computer, si
potranno interrogare se i caratteri sono per caso disposti in modo da
favorire la supremazia maschile. Una riflessione conseguente potrebbe
essere che le dita rappresentano un collettivo femminile, ma in
realtà è il dito che comanda la tastiera, e spesso è
uno solo quello che viene usato, ed è proprio l'indice, dito
accusatorio per antonomasia, simbolo evidente di potere autoritario e
colpevolizzante a priori. Ne potrebbe conseguire che per ribaltare questa
logica sessista l'unica strada é che si usino, per le pari opportunità,
tutte le dita, indistintamente e indifferentemente, ponendo così
fine alla odiosa supremazia di genere del predetto organo. Scherzi a parte,
rimane il fatto che la Regione Emilia-Romagna ha deciso di spendere quasi
50.000 euro di soldi pubblici per realizzare azioni di contrasto al divario
digitale di genere, ossia alla difficoltà di accesso da parte del
mondo femminile alle nuove tecnologie informatiche, quando il problema
è già stato riconosciuto praticamente inesistente dalle
recenti ricerche sociologiche in quanto può interessare al massimo
la fascia residuale delle casalinghe (da segnalare, per esempio,
l'intervista su Forum P.A. del 22 marzo a Paola Manacorda, presidente del
Comitato interministeriale per la banda larga). Sorge quindi spontanea la
domanda, che vorremmo girare a tutti i contribuenti dell'Emilia-Romagna, i
quali da quest'anno verseranno mensilmente l'1,1 % di Irpef delle loro
entrate per il mantenimento degli organi regionali (con relativi Direttori
generali iperpagati), se fosse proprio necessario spendere questi soldi per
una iniziativa del genere (o di genere?!), viste le attuali ristrettezze
endemiche dei pubblici bilanci, regionali e no.
( da "Mattino, Il (Area Costiera)" del 11-10-2007)
I conti in tasca ai pubblici amministratori dei
comuni vesuviani. I più "economici" a Sorrento
Castellammare. Ammonta a oltre seicentomila euro il capitale che ogni anno
i cittadini di Castellammare pagano in stipendi, rimborsi spese e gettoni di presenza a sindaco,
assessori e consiglieri comunali. Questi sono i costi della politica nella
città delle acque, una cifra che vede in cima alla lista dei
politici in busta paga del Comune il sindaco Salvatore Vozza, ex
parlamentare, con un salario mensile pari a circa 3mila euro netti. Ai
dieci collaboratori di giunta, invece, il compenso si attesta intorno ai
1800 euro al mese, una cifra conferita interamente agli assessori
disoccupati o professionisti, diversamente, viene ridotta del 50 per cento
a coloro che hanno un rapporto da lavoratore dipendente con un'azienda
privata o un ente. Più complicato, invece, è il conteggio del
rimborso erogato ai trenta consiglieri comunali. Che appartengano a partiti
di maggioranza o di opposizione, questi ultimi ricevono un rimborso, detto
"gettone", pari a 35 euro netti per ogni presenza
registrata in Consiglio comunale o nell'ambito delle commissioni
consiliari. Ogni consigliere è obbligato ad accumulare almeno 24
presenze mensili per un totale di circa 900 euro. Ovviamente non esiste un
limite massimo di partecipazione alle commissioni. Infine, attorno
all'amministrazione in carica, così come avveniva anche in passato,
orbitano anche altri costi come l'auto blu di rappresentanza, un'Alfa 166
gestita da un'agente di polizia municipale, il rimborso spese allo staff
del primo cittadino e le consulenze affidate a personale esterno dai vari
assessori. Nella vicina Gragnano, invece, il quadro dei costi della
politica è meno oneroso per le tasche dei contribuenti, in quanto la
città, contando meno di 30mila abitanti, ha diritto a un numero
inferiore di amministratori pubblici. Una differenza che si registra
già in Consiglio comunale, composto da 20 rappresentanti del popolo,
a cui viene elargito un gettone di 25 euro. Una condizione che riguarda
anche i sei assessori della giunta guidata dal sindaco Michele Serrapica, a
cui spettano 950 euro mensili, ridotti del 50 per cento ai lavoratori
dipendenti. In cima alla lista si attesta il primo cittadino, con circa
2400 euro netti mensili. Auto di rappresentanza, utilizzata a turno da
sindaco e assessori, è un'Alfa 166 con alla guida un dipendente
comunale, mentre per lo staff personale il sindaco non è ricorso a
personale esterno ma si è avvalso di dipendenti dell'ente. E di
3098,74 euro lo stipendio lordo mensile percepito dal sindaco di Sorrento,
Marco Fiorentino. Una volta detratte le tasse e le imposte la cifra
diminuisce di circa il 35 per cento per arrivare intorno ai 2100 euro.
"Si tratta - spiegano dal Comune -, dell'indennità minima mensile
prevista dalla legge per i Comuni oltre i 15mila abitanti". Anche gli
assessori percepiscono il minimo di legge, ossia 1307,98 euro, pari al 45
per cento dello stipendio del sindaco. Leggermente maggiore la cifra
incassata mensilmente dal vicesindaco, ossia 1598,64 euro lordi, che
rappresenta il 55 per cento di quanto percepisce il primo cittadino. A
Sorrento, inoltre, i 7 componenti la Giunta si dividono le cifre previste
dal regolamento comunale per 6 assessori. Insomma paghi 6 prendi 7. Il
presidente del Consiglio comunale, invece, ha uno stipendio lordo mensile
pari a 1394,44 euro mensili lordi. Per i singoli consiglieri comunali
previsto solo il gettone di presenza per le
riunioni del civico consesso, fissato dalla normativa in 19,99 euro lordi a
seduta. Nessun compenso è, invece, previsto per i componenti le
varie commissioni comunali. A Pompei il sindaco percepisce
un'indennità mensile netta di 2.200 euro. Per gli assessori, invece,
il compenso scende a 1.100 euro per i liberi professionisti. Agli assessori
dipendenti spetta, invece, un magro stipendio di 530 euro. Gli assessori in
carica al comune di Pompei sono sei. Idem per il presidente del Consiglio
comunale. E di ventitré euro il valore del gettone di presenza che spetta ai venti consiglieri comunali che in un mese, tra
incarichi nelle commissioni consiliari e le partecipazioni ai consigli
comunali, percepiscono fino ad un massimo di 150 euro. Le auto blu in
dotazione al sindaco, alla giunta e ai consiglieri sono due. Le
spese per le auto blu variano tra i cento e i 500 euro mensili. Lo
stipendio dell'autista non grava sulle spese della politica in quanto
è già un dipendente comunale. Il primo cittadino Claudio
D'Alessio precisa che il suo stipendio lo impegna mensilmente per ricariche
telefoniche, "visto che utilizzo spesso il cellulare personale per
fare telefonate inerenti alla carica politica che ricopro", in
caffè durante gli incontri nella sala comunale e in cene politiche.
hanno collaborato: Massimiliano D'Esposito, Ciro Saccardi, Susy Malafronte.
( da "Mattino, Il (Area Costiera)" del 11-10-2007)
Portici e Torre del Greco agevolazioni sui cellulari
Il sindaco Daniele: Ercolano punta al risparmio ho ancora in uso la vettura
utilizzata dalla Bossa Portici. Il sindaco di Portici citato nel libro
"La Casta" di Stella e Rizzo. E contento di esserlo, tanto da
raccontarlo con soddisfazione. I due scrittori, nel capitolo dedicato ai
sindaci, si chiedono "perché una persona perbene dovrebbe caricarsi
sulle spalle i problemi e i rischi di un agglomerato edilizio mostruoso
come Portici per 4.132 euro al mese?". E così, da questa
citazione nelle pagine finali del libro dell'anno, parte l'esame dei costi
della politica nella città della Reggia. Il sindaco percepisce 3.625
euro netti al mese (paradossalmente la cifra più alta tra i comuni
con più di trentamila abitanti che abbiamo preso in considerazione).
Il presidente del Consiglio comunale, 2.333 euro. Agli assessori vanno
1.400 euro netti al mese. I consiglieri comunali, invece, devono
accontentarsi di 850 euro lordi al mese a testa, ai quali però vanno
sommati i 56.000 euro l'anno in totale che il Comune spende in rimborsi ai
datori di lavoro di assessori e consiglieri per versamenti previdenziali.
Giunta e Consiglio comunale, poi, hanno un budget complessivo annuo di 20.000
euro per le missioni. Altri 36.000 euro l'anno vanno via per i cellulari di
servizio in dotazione a sindaco, assessori e dirigenti comunali. Le auto
blu? Il Comune di Portici ne ha due: una per il sindaco e una per gli
assessori. Costano in tutto 10.386 euro l'anno. Per i consulenti esterni si
spendono ogni anno 63.000 euro, 15.000 per le "spese di
rappresentanza". In totale, il Comune costa ai cittadini di Portici
circa 800.000 euro l'anno. Costi contenuti e meno uscite possibili. Sembra
essere questa la parola d'ordine del Comune di Ercolano relativamente alla
gestione delle spese della politica. "Dobbiamo assolutamente evitare
gli sprechi - spiega il sindaco Nino Daniele -. Basti pensare che la mia
auto di rappresentanza, che portiamo spesso a riparare, è ancora
quella acquistata sei anni fa dal sindaco Luisa Bossa". Povero il
parco auto del Comune riservato ai politici, composto dalla vettura che usa
il sindaco e quando occorre dalle macchine della polizia municipale e
dell'ufficio tecnico che vengono utilizzate, ad esempio, per sopralluoghi
con gli assessori. Lo stipendio del sindaco di
Ercolano? E pari a 3mila euro mensili. "I gettoni dei
consiglieri, invece, hanno un valore di circa 36 euro - aggiunge il primo
cittadino - che ognuno dei trenta esponenti dell'assise cittadina
percepisce per commissioni e sedute di consiglio". Dieci gli
assessori ercolanesi: per ognuno il rimborso mensile è di 1.250
euro, per un totale di 12.500 euro al mese. Per gli esponenti dell'assise
cittadina è previsto l'uso di un telefono cellulare aziendale che
può effettuare, gratuitamente per chi lo utilizza, solo chiamate
verso i numeri di servizio registrati all'interno della scheda. A Torre del
Greco L'intera classe politica torrese può costare al bilancio
comunale fino a 65mila euro al mese. E questo il computo lordo delle
indennità massime spettanti a sindaco, assessori e consiglieri
comunali. Una cifra che viene fuori sommando l'indennità massima
spettante a Ciro Borriello (a cui toccano 3.717,90 euro lorde al mese), al
suo vice Gennaro Cirillo (2.788,42), agli altri nove assessori e al
presidente del Consiglio. Ai consiglieri spetta un'indennità massima
di 1.239,30 euro, suddivisa a Torre in 26 presenze ogni mese. Nella
commissione Regolamento è allo studio la possibilità di
istituire l'indennità di funzione: meno presenze, stessa cifra. Una
cosa che limiterebbe i rimborsi alle aziende: ogni consigliere che è
anche lavoratore dipendente, infatti, ha diritto ad assentarsi dal posto di
lavoro per le ore in cui è impegnato nelle attività di
Consiglio e commissioni. Attività che si svolgono prevalentemente di
mattina. Quindi molte aziende chiedono e ottengono i relativi rimborsi. A
Torre del Greco tutti gli assessori hanno telefonini "aziendali",
con tariffe agevolate. Sono due le auto blu, in dotazione al vicesindaco e
al presidente del Consiglio. hanno collaborato Aniello Sammarco, Emanuela
Sorrentino, Carlo Tarallo.
( da "Mattino, Il" del 11-10-2007)
Tagli alle Asl, ecco la riforma Ridurre il numero
delle Asl da 13 ad 8. Tagliare i distretti sanitari da 114 a 61. La
"proposta per la sanità campana" di Michele Caiazzo,
consigliere regionale e membro della commissione Sanità, si basa
soprattutto su questi due pilastri. E stata presentata
ieri alla presenza dell'assessore alla Sanità, Angelo Montemarano
che l'ha approvata e sposata ("va approvata presto" ha detto).
Nel dettaglio. "Si punta a riorganizzare tutto il sistema sanitario regionale - spiega Caiazzo - per una sanità
più al servizio dei cittadini". La proposta presentata
ieri prevede, fra i punti principali: la separazione delle competenze delle
Asl da quelle delle aziende ospedaliere; la ridefinizione dell'ambito
territoriale delle Asl e dei distretti sanitari; il ricorso ad una rete dei
servizi sanitari regionali. Un modello basato, ha spiegato Caiazzo
"sulla separazione dei soggetti acquirenti dai soggetti fornitori di
prestazioni sanitarie". In pratica le Asl sono chiamate a svolgere il
ruolo di acquirente di prestazione sanitaria, ma continueranno a gestire i
servizi territoriali e socio-assistenziali. Le aziende ospedaliere ed i
privati accreditati, assumono invece il ruolo di produttori e di erogatori
di prestazioni. "Prevediamo - dice Caiazzo - un risparmio di circa
dieci milioni". La Uil si è detta subito perplessa. Una dura
nota della Uil Campania parla di "strumentalità della scelta
temporale", di inefficacia dal punto di vista del risparmio e di un
cambiamento che creerebbe carrozzoni elefantiaci in cui il paziente non
sarebbe per niente al centro. Le spese per la Sanità, si dice, lungi
dal costare il 60% del bilancio, sono solo "una partita di giro".
"Con quale faccia - si chiede poi il consigliere regionale Enzo
Rivellini, An - l'assessore Montemarano presenta una proposta che stravolge
il sistema sanitario regionale ad appena otto mesi
dall'approvazione del piano ospedaliero ed a sole poche ore dalle primarie
del Pd?". Il vicepresidente del consiglio regionale della Campania,
Salvatore Ronghi, An, ha chiesto le dimissioni dell'assessore.
( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 11-10-2007)
IL SONDAGGIO "Contro i costi della politica abolire i piccoli comuni" Contro i costi
della politica meglio sopprime i piccoli comuni.E'
questo l'esito del sondaggio di News Belluno, sito di informazione locale. Mentre
dalla montagna bellunese si alza un coro di proteste contro i provvedimenti
della Legge Finanziaria che rischiano di rivoluzionare l'attuale sistema
delle Comunità Montane, i cittadini indicano nei piccoli comuni gli
enti da chiudere per ridurre i così detti costi della politica. Su un totale di 315 votanti, la maggioranza
relativa (39,37\%) ritiene che siano proprio i comuni di piccole e
piccolissime dimensioni gli enti che andrebbero chiusi, per evitare le
spese di gestione, a cominciare dalle indennità percepite dagli
amministratori. Le Comunità Montane sono giudicate inutili, e quindi eliminabili, dal 36,51\% dei votanti. Il restante
24,13\% si è schierato, infine, dalla parte del governatore
Giancarlo Galan e di tutti coloro che suggeriscono la soppressione delle
Province, sempre in risposta al vento dell'antipolitica che
da qualche tempo soffia anche all'ombra delle Dolomiti.
Quelle
critiche inaccettabili (sezione: Costi dei politici)
(
da "Giornale di Calabria, Il" del 11-10-2007)
L'assessore alla
Salute, Doris Lo Moro, parla del suo operato e del futuro della
Sanità in Calabria CATANZARO. "La sanità è un
settore complesso sul quale si concentrano aspettative ed interessi ed
è per questa ragione che preferisco lavorare alla soluzione dei
problemi piuttosto che abbandonarmi alla facile propaganda che pure, in una
fase come quella attuale, caratterizzata dalla campagna elettorale per le
elezioni primarie del Partito Democratico, potrebbe risultare utile a fini
politici, considerato il mio impegno per la lista "Con Veltroni -
Ambiente, Innovazione e Lavoro". Non ritengo necessario rispondere a
tante critiche gratuite che vengono mosse alla sanità e all'assessorato.
Né intervenire su strane candidature che pure si registrano. Ritengo
però inaccettabile che se l'assessore regionale alla salute si
attiene ad un atteggiamento istituzionale per evitare commistioni fra
l'interesse pubblico ad una sanità funzionante ed una consultazione
di partito, il funzionario di un'azienda sanitaria approfitti di una
iniziativa elettorale per criticare la politica
con toni che denotano, oltre che una mancanza totale di stile, una
conoscenza quantomeno superficiale del lavoro svolto dall'assessorato e
dalla Giunta regionale in questi due anni e mezzo". Lo afferma, in una
nota, l'assessore regionale alla Salute, Doris Lo Moro, che aggiunge:
"A chi dice che la sanità in questa fase si caratterizza per
tagli di risorse, rispondo che in realtà le risorse a disposizione
sono aumentate e non diminuite e che, comunque, bisogna stare attenti a non
confondere una gestione oculata dei soldi pubblici ed il rifiuto di
pratiche clientelari con il ridimensionamento dei servizi, spacciando al
contrario promesse ed impegni a soddisfare aspettative di singoli per
azioni efficaci ai fini del diritto collettivo alla tutela della
salute". L'assessore aggiunge che "la dialettica politica intorno alla sanità, in questi due e
anni e mezzo di esperienza amministrativa, è stata spesso eccessiva
e viziata dallo spirito di parte che comunque può rientrare nel
gioco politico. Ho accettato le critiche - fa rilevare - quando sono state
mosse da fonti competenti tentando di ricavarne elementi di
positività nell'attuazione dei progetti; le ho respinte con
argomentazioni e dati di fatto quando le ho ritenute fuorvianti o in
malafede. Oggi non ritengo accettabile che un funzionario di un'azienda
sanitaria possa attaccare due anni e mezzo di lavoro, al quale avrebbe
dovuto contribuire ed evidentemente non lo ha fatto, in nome e per conto di
una lista che concorre al processo costituente di un partito a cui in tanti
stiamo dedicando tempo ed energie". In Calabria, a parere
dell'assessore Lo Moro, "è molto difficile rimuovere
incrostazioni datate e nostalgie di un tempo in cui l'assessorato regionale
alla salute era un terminale di clientelismo e pessima politica.
Lo dimostrano tante polemiche gratuite che si registrano con toni eccessivi
e povertà di argomenti. Chi ha costruito fortune elettorali sulla
sanità - continua - non ha titolo per contestare il lavoro di chi
opera senza sosta nel tentativo di risanare i guasti che una politica invadente ha prodotto in anni ed anni di
gestione scriteriata. La mia storia politica ed
umana parla chiaro. I cittadini conoscono uomini e vicende e sanno
giudicare il pulpito dal quale partono certe prediche. Fin dal giorno del
mio insediamento - prosegue - ho dichiarato che il riordino della
sanità calabrese era un progetto di largo respiro, che non può
misurarsi sul breve periodo. Ritengo che le scelte sin qui fatte vadano
nella direzione giusta. Se la Calabria rispetta il patto di
stabilità; se si è ampliata la garanzia dei livelli
essenziali di assistenza; se l'interlocuzione con i livelli istituzionali
nazionali procede con costanza, è il segno di un recupero di
credibilità che altre fasi politiche non hanno saputo garantire alla
Calabria". E questa credibilità, a parere di Doris Lo Moro,
"deriva in particolare da una gestione sana dei soldi della
collettività; dalla recuperata capacità di lavorare per
obiettivi e di programmare; dalla convinzione ormai consolidata nella
nostra regione che oggi le assunzioni e le progressioni di carriera nella
sanità devono essere funzionali ad un progetto amministrativo e non
al destino politico di personaggi che, collocati negli anfratti della
burocrazia o in attesa di improbabili promozioni, manovrano nell'ombra per
raccogliere voti e contribuiscono ad aggravare quei guasti a cui la Giunta
regionale sta tentando di porre rimedio". Laratta (Ulivo): "In
Calabria la sanità oramai è in coma" COSENZA. "La
sanità in Calabria è ormai in coma". Lo ha affermato il
parlamentare dell'Ulivo Franco Laratta al termine di un colloquio avuto con
il commissario dell'Azienda Sanitaria di Cosenza, Barbaro. Il parlamentare
che ha segnalato al dirigente la situazione drammatica dell'ospedale di San
Giovanni in Fiore che rischia la chiusura e, dopo aver anche sottolineato
"la situazione molto grave che esiste nelle periferie e nelle ex ASL ora
soppresse, nonché la situazione altrettanto grave delle cliniche
private", ha affermato: "La Regione dovrebbe decidersi e
intervenire con la massima urgenza per sbloccare un quadro globale divenuto
ormai insopportabile. Si segnala ovunque uno scollegamento totale tra il
centro e le periferie, fra la Regione e le Aziende Sanitarie con gravi
ripercussioni per la vita delle strutture sanitarie. La stessa riforma che
ha ridotto ed accorpato le ASL rischia di provocare un caos, visto che non
è stata accompagnata dai giusti e necessari provvedimenti. Per cui l'obiettivo fondamentale della riforma stessa rischia
ora di perdersi completamente. La condizione generale della sanità
calabrese - continua - richiede, a mio avviso, un intervento immediato ed
urgente della Giunta e del Consiglio regionale affinché venga fermato un
collasso dell'intero sistema sanitario
calabrese".
(
da "Stampa, La" del 11-10-2007)
Analisi Il
premier è il primo a denunciare una crescita lenta Il governo paga i
costi della politica CARLO BASTASIN MILANO Era difficile
immaginare che Romano Prodi potesse essere criticato dalla Commissione
europea, da lui presieduta per 5 anni, e che Tommaso Padoa-Schioppa finisse
nel mirino di una banca centrale. La logica avrebbe fatto immaginare che i
due maggiori protagonisti di un governo nato molto fragile, avrebbero fatto
leva sulla loro spiccata qualità tecnica, trovando sponda
nell'Europa, nel rigore di bilancio e negli obiettivi di lungo termine
dell'azione politica, per fissare una linea netta
di governo, difficilmente contestabile sia all'interno sia all'esterno
della coalizione. Ma finora non è evidentemente stato possibile. Le
critiche di Josè Almunia e di Mario Draghi sono perfino ovvie. Le
osservazioni contabili sono in fondo le stesse implicite nella Relazione
previsionale del governo. Quelle "politiche" riguardano la scarsa
capacità di crescita dell'economia italiana, problema che Prodi
anche ieri ha denunciato da Bruxelles. Ciò che separa queste strane
coppie di duellanti, che parlano la stessa lingua e condividono le stesse
bandiere, è - si potrebbe dire - "il vero
costo della politica": il freno alle decisioni imposto da una faticosa
ricerca del consenso interna al governo, finalizzata alla sopravvivenza di
un progetto politico che si deve compiere in una legislatura. Se infatti si
proiettano gli obiettivi di finanza pubblica di fine legislatura del
governo - pareggio di bilancio nel 2011, un avanzo primario di circa
il 5% del pil e un debito pubblico inferiore al 100% del pil - non si
può negare che essi rappresenterebbero il recupero di quella
disciplina fiscale che il passato governo aveva dispersa. Ma qui è
il paradosso: senza il consenso non si arriva alla fine della legislatura,
ma con il consenso non si arriva agli obiettivi. Le ultime due Finanziarie
lo dimostrano e il fatto che il disavanzo programmatico per il 2008 risulti
superiore a quello che si avrebbe in assenza di manovra e che
l'aggiustamento sia rinviato al lontano 2009-2011 rafforzano il rischio che
il disegno di legislatura si riveli un trompe-l'oeil. Non è certo
mancanza di capacità nell'analisi che può essere imputata a
Prodi e Padoa-Schioppa. Draghi usa le loro parole: "La sfida cruciale
consiste nel realizzare congiuntamente l'abbattimento del peso del debito e
la riduzione del carico fiscale che grava sui contribuenti onesti".
Per farlo occorrerebbe ridurre la spesa, che invece aumenta a tassi reali
del 2,4% all'anno, esattamente come ogni anno da dieci anni. E proprio il
"Libro verde" a rivelare che esistono ampi margini di risparmio
in tutte le voci di spesa. Ed è ancora la Relazione previsionale a
riconoscere che un punto in più di crescita dell'economia per dieci
anni ridurrebbe il rapporto debito-pil di dieci punti. La manovra per il
prossimo anno avrebbe dovuto sfruttare il sorprendente andamento delle
entrate per concordare riforme che innalzassero, non riducessero,
l'età pensionabile. Che restituissero ai lavoratori reddito,
attraverso minori tasse sul lavoro, e occupazione, attraverso minori oneri
sulle imprese, accompagnando un pacchetto welfare che combinasse con
più coraggio flessibilità e sicurezza. Oppure, in assenza del
consenso che comprensibilmente la sinistra preferisce assicurare a riforme
ambiziose dal punto di vista sociale, avrebbe dovuto essere destinato a ridurre
il debito pubblico. Non è sufficiente misurare questo governo sui
problemi lasciati da quello passato. Ogni anno perduto è un costo
maggiore sugli anni a venire.
(
da "Giornale di Brescia" del 11-10-2007)
Edizione: 11/10/2007
testata: Giornale di Brescia sezione:LETTERE TASSE Imprenditori, evasori,
errori: politica e fermezza dello Stato Identikit
dell'imprenditore disonesto. Esclusi i pochi, veri ladri, per i quali
è necessario essere inflessibili, credo che molti degli imprenditori
considerati non in regola siano in realtà spettatori inermi di un
sistema politico ammalato di cannibalismo. Tra gli evasori risultanti dalle
ultime relazioni del Governo vi sono, infatti, vittime della burocrazia,
uomini che lavorano per trovare il modo migliore per far rendere di
più il loro investimento (rendendo partecipi del beneficio anche i
soci finanziatori, oltre che i lavoratori stessi), imprenditori presi di
mira per la loro trasparenza (spesso causa di problemi e non segno distintivo
di onestà). Non è vero, quindi, che con il nuovo corso
dell'impegno e del rigore è stata aperta una caccia al
"killer". Sono convinto, piuttosto, che sia stata aperta la
solita caccia al "fagiano di riserva", ovvero a quel povero
animale d'allevamento, pronto ad essere sacrificato ai fucili di chi non ha
voglia di fare troppa fatica per trovare un po' di selvaggina. Sostituiamo
alle doppiette le carte bollate e la burocrazia degli adempimenti, ai
guardiani il Ministro Padoa Schioppa e i suoi funzionari, e ci accorgeremo
che dietro le parole si nasconde un mare di ipocrisia e di esclusiva
volontà di "fare cassa" per finanziare
i soliti costi della politica. Sono, per queste ragioni, sempre più dell'idea che
tra le migliaia di "furfanti" sulla via della redenzione, esposti
magari come spot pubblicitari dai nostri "onorevoli
rappresentanti" (si pensi al caso di Valentino Rossi), vi siano molte
persone cadute in qualche banale ed inevitabile errore di
contabilità. Di fronte a questi uomini e a queste donne,
invece della proposta da parte del Governo di una collaborazione e non
quindi di un semplice controllo, che rappresenterebbe un vero e proprio
servizio dello Stato ai suoi cittadini, Roma e i suoi centurioni
preferiscono la via cruenta della "fermezza". Ave Prodi, Ave
Padoa. Prof. STEFANO CALIMERI Circolo delle libertà "Brescia
Leonessa" Brescia.
(
da "Gazzetta del Sud" del 11-10-2007)
Paola Scatta la
mobilitazione per ridurre i costi della politica
An scopre gli sprechi e si scaglia contro la
Comunità montana PAOLAMobilitazione di An sul Tirreno cosentino per
raccogliere firme a sostegno della proposta del presidente nazionale
Gianfranco Fini su "Italia e costi della politica". Dopo la manifestazione del prossimo 13 ottobre a Roma
contro Prodi An promuoverà una serie di iniziative per chiedere la
diminuizione dei costi della politica anche
nel nostro comprensorio. Per la raccolta delle firme sono state delegati il
dirigente provinciale Pino Veltri e il coordinatore zonale Domenico De Rosa
ex assessore al Bilancio. Gli enti sotto il mirino di An per essere
soppressi fra gli altri sono le Comunità montane e altri "enti
inutili". "Dobbiamo sopprimere questi carrozzoni dice De Rosa e
non gli ospedali che riguardano la salute dei cittadini" Secondo De Rosa
nel comprensorio del Tirreno cosentino c'è un precariato e una
disoccupazione drammatica e spaventosa, con un'elevata pressione fiscale
mentre esistono organismi che costano moltissimo. "Prendiamo ad
esempio sottolinea la Comunità Montana del Medio Tirreno e del
Pollino. Il problema non sono né il personale né le competenze, ma la
gestione dell'apparato politico che costa molto ai cittadini ed è
inutile". Si chiede: "A cosa serve l'ente comunitario se non a
garantire 42 poltrone ai consiglieri comunitari, 10 per gli assessori
più quella del presidente 11 e a creare clientelismo? Tutto
ciò è uno spreco. Chiediamo inoltre evidenzia la riduzione
dei componenti dei consigli di amministrazione delle società miste.
Noi scegliamo di dare una risposta molto chiara ai cittadini e la risposta e
questa: preso atto che bisogna razionalizzare la spesa pubblica riduciamo i
costi della politica e miglioriamo direttamente i
costi che garantiscono un servizio cittadino. Ad esempio per l'ospedale se
si riducessero i costi della politica non vi
sarebbe alcun bisogno di essere amatellato".(g.vena) (giovedì
11 ottobre 2007).
(
da "Libertà" del 11-10-2007)
Quotidiano
partner di Gruppo Espresso LIBERTA' di giovedì 11 ottobre 2007 >
Piacenza Quartiere 2, liquidato l'odg della minoranza "Prematuro
l'esame sulle aree militari" Un gettone di presenza
"sudato" quello dei consiglieri della Circoscrizione 2, impegnati
in una seduta durata quasi 4 ore e terminata nella notte di
mercoledì. "Troppo presto per imbastire un discorso sulle aree
militari, le commissioni "ad hoc" si devono ancora insediare e in
Consiglio non si è ancora avuto modo di avere dati certi e programmi
precisi". Così la maggioranza di centrosinistra ha liquidato
l'ordine del giorno presentato dai consiglieri di minoranza in merito alle
aree militari e all'insediamento della Protezione civile nell'area
adiacente l'ex caserma Artale di via Emilia Parmense. Un'aula piena di
cittadini quella dell'altra sera in via XXIV Maggio, chiamati a dibattere e
a dare suggerimenti in merito alle cosiddette Zone 30 nella zona della
scuola Calvino, di fronte all'assessore alla viabilità Pierangelo
Carbone. "La linea dell'amministrazione - ha spiegato Carbone -
è quella di eliminare le fasce pedonali nelle Zone 30, introducendo
il principio di "coesistenza" tra pedoni, auto, bus e ciclisti
inserendo delle modificazioni viarie per rallentare i mezzi a 30 all'ora.
Al contrario, lasceremo nelle strade principali come via Veneto, via Dante
o via Cella le fasce pedonali. Siamo pronti a recepire ogni suggerimento ma
l'area di via Sidoli è un'area che subisce i disagi di essere
"pilota" per questa nuova filosofia di viabilità. Nello
specifico creeremo delle isole pedonali con i blocchetti di cemento
imbullonati alla strada come in piazzale Genova, mentre la proposta di
rendere a senso unico via Sidoli mi spaventa - ha aggiunto - perché
è uno stimolo ad andare forte, mentre sarebbe opportuno creare dei
parcheggi sfalcati da un lato e dall'altro della carreggiata per creare
l'effetto "chicane" e diminuire le velocità".
All'attacco l'opposizione che per voce di Sergio Pecorara (Forza Italia) ha
tacciato le azioni viabilistiche della Giunta Reggi di "clima da
campagna elettorale". "Abbiamo sempre detto - ha sostenuto
Pecorara - che le decisioni viabilistiche si prendevano all'interno di
questo consiglio, mentre in campagna elettorale i cantieri sono prolificati
e le Zone 30 spuntate dal nulla". Presentato il progetto dell'Ato in
merito al compostaggio domestico che permetterà di risparmiare il 10
per cento sulla bolletta di Enìa; a breve si terrà un corso
per gli abitanti del quartiere. Rinviato invece il Piano particolareggiato
d'iniziativa privata in merito alla costruzione del nuovo stabilimento
Orton vicino a Borgotrebbia, di fronte all'ex Schiavi. Bipartisan la
bocciatura perché nel piano non sono state previste modifiche alla
viabilità esistente. Approvata all'unanimità la concessione
della sala consiliare all'associazione Le Mani delle donne, che ogni
martedì dalle 15 proporrà i vecchi mestieri manuali femminili
presso la sala della Circoscrizione 2. Mattia Motta [.
(
da "Unita, L'" del 11-10-2007)
Stai consultando
l'edizione del Editoria, il bottino del "Sole" fa perdere l'aplomb
a De Bortoli Il giornale prende oltre 19 milioni di contributi pubblici, ma
il direttore attacca i quotidiani politici di Maristella Iervasi / Roma
"PORTA A PORTA", mercoledì 3 ottobre. Si parla di antipolitica e del perché i politici sono sotto tiro. Tra i
tanti spettatori che seguono la trasmissione da casa c'è an- che Ugo
Sposetti, il tesoriere dei Ds. Che sobbalza dalla sedia quando il direttore
del Sole 24 ore, Ferruccio De Bortoli, incalzato da Mastella, dice:
"Il finanziamento pubblico ai partiti? Lo
ricevono soprattutto i giornali di partito... ". "Non solo - urla
Mastella - anche voi lo prendete. E un privilegio o libertà di
informazione?". De Bortoli: "Contributi sugli abbonamenti, non
c'è dubbio, ma per quanto riguarda il Sole per quella parte eravamo
assolutamente d'accordo, tanto è vero che ci stiamo quotando in
Borsa. Mentre rilevo che nel disegno di legge Levi sull'editoria si siano
salvati molti trasferimenti ai quotidiani di partito". Fin qui la
discussione tv. Ma Sposetti non resta con le mani in mano. Stila subito un
prospetto voce per voce sulle compensazioni statali a favore dell'impresa
editrice Sole 24 ore. Una cifra che da sola equivale a tre volte quello che
riceve l'Unità all'anno e che ammonta a 19.252.476 euro solo nel
2004. Il tesoriere dei Ds spedisce tutte le tabelle sulle compensazioni a
Vespa, sottolineando che "il garbato intervento del direttore del Sole
è risultato quantomeno parziale". E la stessa identica lettera
viene recapitata a De Bortoli. Ma in cosa è stato preso in castagna
il direttore del Sole? Il giornale di Confindustria non ha incassato
milioni a go-go di contributo pubblico solo per le agevolazioni postali
sugli abbonamenti (11.569.368 euro), ma anche per la spesa della carta e le
spedizioni dei periodici (57 testate tra Ed. agricole Srl e Sole Spa e
spedizioni di libri - Pieg libri). Soldi avuti dallo Stato e che sono
visibili su Internet "Speciale contributi all'editoria" dal sito
del Dipartimento per l'informazione e l'editoria. Ecco quindi qualche cifra:
per il benificio del credito di imposta sulle spese sostenute per
l'acquisto della carta utilizzata nel 2004 il Sole ha incassato 100.997
euro; altri 331.410 euro li ha presi per la Guida pratica fiscale
(spedizione di prodotti editoriali) e 748.617 per quella normativa
così come altri 257.448 per Radio 24-Sole 24 ore e così via.
Insomma, "arriverà De Bortoli a rinunciare alle compensazioni
pubbliche? Farà una campagna per modificare la legge sull'editoria
in senso veramente liberista"? chiede Sposetti. La risposta arriva a
stretto giro. Macché! Il direttore del Sole dice che non c'è motivo
di rinunciare ai contributi. "Se c'è un sistema di incentivi,
giusto o sbagliato, non si capisce perché un soggetto sul mercato vi debba
rinunciare". E attacca anche l'Unità che "riceve un aiuto
diretto di 6,5 milioni di euro". Sostegni alla stampa privata dal
mercato, tanto caro a De Bortoli, di introiti pubblicitari adeguati.
Sostegni ridotti dal ddl collegato alla Finanziaria. Ma il nervosismo del
direttore del Sole non si ferma qui. "Perché non organizzare - propone
a Sposetti - un dibattito sulla ristrutturazione del debito Pci-Pds-Ds? La
lista dei banchieri invitati la lascio alla sua libera scelta". A
proposito di editoria va detto che dei 600 milioni di euro previsti dal
finanziamento pubblico solo 150 milioni sono contributi diretti e di questi
solo 30 milioni vengono distribuiti ai giornali di partito.
Contributi quest'ultimi che sono finiti impropriamente nel calderone dei
tagli dei costi della politica, mentre sono contributi
alla democrazia come recita l'art.21 della Costituzione.
E oggi i Cdr di Avvenire, Europa, La Padania, il manifesto, Il Secolo
d'Italia, Liberazione e l'Unità, assieme alla Fnsi terranno una
conferenza stampa a Montecitorio contro il taglio del 7% dei
contributi pubblici all'editoria di idee e no profit contenuto nel decreto
di accompagnamento alla Finanziaria.
(
da "Secolo XIX, Il" del 11-10-2007)
Ortopedici
"Siamo sempre stati corretti nel compilare le schede di dimissioni
ospedaliere, nessun altro ci ha mai contestato" 11/10/2007 UNA
CINQUANTINA di schede di dimissioni contestate anche per i pazienti operati
all'ospedale padre Antero Micone di Sestri dall'équipe di Gost,
l'associazione professionale fondata dal mago del bisturi Ferdinando Priano.
Sconfina in Liguria, a Genova, l'indagine dei Nas di Alessandria
sulla presunta truffa da un milione di euro al servizio sanitario nazionale messa a segno nel reparto ortopedia della clinica privata
convenzionata Nuova Casa di Cura Città di Alessandria. Ieri per
falsità ideologica e truffa aggravata, su ordinanza del gip di
Alessandria, è finito in carcere Marco Guelfi, 54 anni, ortopedico
genovese che prima di lavorare per Gost era stato - sempre al fianco
di Priano - in clinica ortopedica al San Martino e al Villa Scassi di
Sampierdarena. Agli arresti domiciliari il direttore sanitario
della casa di cura alessandrina, mentre indagato risulta lo stesso
Ferdinando Priano. Che si difende con vigore: "Nego ogni
coinvolgimento. Abbiamo sempre usato un metodo corretto nel compilare le
schede di dimissioni ospedaliere, sempre utilizzato criteri precisi tanto
è vero che nessuna delle altre aziende sanitarie locali ci ha mai
contestato alcun addebito".Secondo le indagini dei Nas, che hanno
passato al setaccio gli interventi di artroscopia alla spalla eseguiti tra
il 2003 e il 2005 nella casa di cura alessandrina, il servizio sanitario nazionale sarebbe stato truffato indicando
diagnosi e tipologie di intervento diverse da quelle effettivamente
eseguite. Ea??il mondo dei Drg ( acronimo di diagnosis related groups)
sistema di classificazione dei pazienti dimessi per il pagamento (da Asl a
Asl o da Asl a privati) delle prestazioni sanitarie eseguite nei loro
confronti. Ogni intervento è classificato con un Drg che è la
standardizzazione di tutte le manovre che devono essere fatte per quel
caso. Per i Nas le schede di dimissione dei pazienti sarebbero state
compilate in modo far risultare alla fine un costo più elevato per
la Asl. "Guelfi è una persona onesta ed è stato lui ad
occuparsi dei Drg e della compilazione delle schede di dimissione. Tutto
è sempre stato fatto alla luce del sole. Noi lavoriamo anche con le
Asl di Genova, di Novara e di Biella che hanno sempre controllato le schede
prima di liquidare i nostri compensi e non hanno mai rilevato nulla di
sbagliato. Ho fiducia nella magistratura e confido che le indagini facciano
chiarezza". Priano cerca di mantenere bassi i toni, anche se è
stato sorpreso dall'esito dell'indagine dei Nas che, nelle settimane
scorse, hanno sequestrato documentazione anche nella sede della Asl 3
genovese e nel reparto di ortopedia dell'ospedale padre Antero Micone dove
Gost dal 2003 opera in convenzione: 600 mila euro all'anno per abbattere le
liste d'attesa di ortopedia, settore in cui la Liguria è in
sofferenza e pagando lo scotto di un forte debito per la mobilità
passiva dei suoi pazienti che emigrano nelle altre regioni, Piemonte
compreso. Sulla vicenda interviene anche l'assessore alla Salute Claudio
Montaldo: "Quello che è accaduto ci sprona ad attivare al
più presto i nuclei di controllo che saranno costituiti nell'Agenzia
regionale sulla sanità per verificare la congruità delle
schede di dimissione ospedaliera. Valuteremo e seguiremo con attenzione
questa faccenda anche perché in quella struttura vengono operati molti
liguri e non vorremmo che anche la Liguria sia stata danneggiata".
Alessandra Costante 11/10/2007.
(
da "Secolo XIX, Il" del 11-10-2007)
L'ex membro del
cda, sanguineti Cairo. Si è rivolto a un avvocato per fare causa a
Cairo Reindustria di cui è stato membro del consiglio di
amministrazione. E' dal 2004 che Fabio Sanguineti aspetta di vedersi
saldato il dovuto, ovvero 300 euro circa. E' l'importo dei gettoni di presenza di
quand'era nel cda della società pubblico- privata che si occupa
della reindustrializzazione delle aree ex -Agrimont. Per un totale di tre
consigli. Sanguineti è stato consigliere comunale tra i banchi della
maggioranza dal '99 al 2004 con l'amministrazione Chebello per conto di
Forza Italia (gruppo Costa). Adesso è il responsabile locale
dell'Italia di Mezzo di Follini. A protestare è stata anche
l'avvocato Maria Sofia Sterzi, membro del cda nello stesso periodo di
Sanguineti, in qualità di rappresentante di Rifondazione Comunista
da cui poi si è allontanata. Dopo essersi rivolto più volte
al sindaco Fulvio Briano (Ds) per porgli la questione, Sanguineti si
è detto pronto anche a chiedere, tramite il suo legale di fiducia
Sandra Chiarlone, il pignoramento di una parte dei futuri proventi che
deriveranno dalla vendita del Fagiolo. Una palazzina su più piani
destinati a diventare un centro direzionale per uffici e imprese
artigianali, appena restaurata il cui bando di gara verrà pubblicato
nei prossimi giorni. "Dopo le recenti polemiche con i vecchi
consiglieri del cda, che non si volevano dimettere, ho deciso di uscire
allo scoperto. E'una questione di correttezza. Mi sono rivolto al sindaco
per ottenere il dovuto, 300 euro lordi circa. Sono stato pagato sino al
2003 poi solo rinvii e promesse" spiega Sanguineti che critica le precedenti
gestioni di Cairo Reindustria. Ora presieduto dall'avvocato Mauro Vallerga
(indennità annuale di circa 20 mila euro). Da Cairo Reindustria
viene fatto sapere che i pagamenti sono in ritardo anche per quanto
riguarda gli altri ex consiglieri, compreso il trio Giacomo Dalla Vedova,
Roberto Speranza e Oscar Dogliotti, di recente dimissionario. Tutti i gettoni non sono stati saldati. "Non è stato
pagato nessuno dei consiglieri". 11/10/2007.
(
da "Secolo XIX, Il" del 11-10-2007)
An CURA
dimagrante per i consigli di amministrazione delle società
partecipate. Entro il 7 novembre, così come prevede il decreto
Lanzillotta, saranno tagliate 24 poltrone con un risparmio stimato di circa
143 mila euro all'anno, a cui vanno aggiunti i 100 mila euro di minor costo
per il tagli che hanno già interessato l'Atc dove i consiglieri di
amministrazione sono scesi da 7 a 3. Sono i dati forniti ieri, nel corso di
una conferenza stampa, dall'assessore alle Società partecipate,
Raffaella Paita e dal sindaco Massimo Federici, affiancati dal dirigente
del Comune Pierluigi Fusoni e dal funzionario del settore Massimiliano
Curletto. Il numero dei posti da tagliare si discosta da quello indicato
nei giorni scorsi dai gruppi di minoranza che avevano parlato di 78
consiglieri in meno per un risparmio di circa 262 mila euro. "Un dato
inesatto poiché mette sullo stesso piano società miste e
società a totale partecipazione pubblica -a??ha spiegato la Paita -
La legge, infatti, fa una precisa distinzione. Per le società miste,
cioè quelle partecipate da altri soggetti pubblici e privati oltre
agli enti locali, la legge prevede limiti diversi rispetto a quelle a
totale partecipazione pubblica". Nel conto complessivo, come emerge
dalla tabella qui a fianco, non viene conteggiata Atc holding, già
ridotta prima che uscisse il decreto Lanzillotta, andando oltre le
previsioni normative che consentivano di avere un cda di 5 membri anziché
di 3, trattandosi di una società con un capitale superiore ai due
milioni di euro. Per quanto riguarda Acam spa, il consiglio sarà portato
da 11 a 5, mentre 5 restano i membri delle società ad essa
collegate. L'amministrazione attende la scadenza per proporre,
indipendentemente dagli obblighi di legge, la riduzione a 3 membri, laddove
sia possibile dal punto di vista gestionale. In particolare ad essere
ridimensionate dovrebbero essere Acam Ambiente ed Acam Acque. C'è
inoltre, da parte del Comune, la tendenza a favorire il contenimento dei
costi di indennità e gettoni di presenza. La riduzione, peraltro piuttosto consistente, ha già
riguardato Atc, portando l'indennità annua dei consiglieri a 7 mila
euro lordi, al pari di Atc Mobilità e Parcheggi e SpeziaRisorse. Il
sindaco ha precisato che, in questa fase, il Comune si limiterà a
dare attuazione alla disposizioni di legge e solo in un momento successivo si
aprirà la discussione sulla strategia e la riorganizzazione
delle società partecipate. In questo quadro potranno anche essere
previsti accorpamenti o soppressioni. Tre le società che per prime
dovrebbero essere cancellate Easycard e Documat. "C'è da parte
dell'amministrazione - ha sottolineato Federici - una grande apertura al
confronto, ma un no netto e deciso al tentativo di descrivere un sistema
che ha dei limiti da rivedere, ma anche molti pregi, come l'origine di
tutti i mali. Perciò serve un'opposizione matura e capace di
confronto, i polveroni non risolvono i problemi. Sarebbe bene riportare
tutto ad un confronto più costruttivo". La Paita ha annunciato
che l'amministrazione presenterà a breve il piano di azione sulla
governance e controllo sulle società partecipate e i servizi
esternalizzati con l'obiettivo di rafforzare il controllo del Comune
holding. "Vigileremo - conclude l'assessore - e promuoveremo
comportanti finalizzati a ridurre al minimo gli sprechi e a rendere
migliori i servizi al cittadino aprendo anche una discussione strategica
sulle aziende, a partire da Acam e le società per lo sviluppo
Patrizia Bertozzi .x/11/0710 "LA DARSENA di Pagliari rischia di
diventare l'ennesima incompiuta della città al pari dell'Ex Ip e del
Porticciolo Mirabello". Lo sostiene il leader di Alleanza Nazionale in
consiglio comunale chiedendo alla giunta "quali siano le ragioni del
lungo blocco dei lavori di scavo e, soprattutto, perché, a quasi tre anni
dalla consegna dei lavori alle ditte appaltatrici non si veda ancora
l'ombra dello specchio d'acqua e del ponte gorevole pomposamente presentato
ai cittadini nelle conferenze stampa pre-elettorali". "Al momento
- sottolinea l'esponente di An - l'unico risultato concreto è stato
la cancellazione del campo di calcio dell'Enel, intervento che ha aumentato
i disagi per le società dilettantistiche e non è stato
compensato dalla realizzazione del nuovo impianto di Pagliari, finanziato
dalla Regione ma ancora al palo". .x/11/0710.
(
da "Tirreno, Il" del 11-10-2007)
Toscana
Più welfare, meno burocrazia La ricetta dei sostenitori di Manciulli
alla segreteria regionale FEDERICO GELLI e Alfredo De Girolamo Ci siamo
tolti la "giacca istituzionale e professionale" oggi, per
immaginare la Toscana del domani e coinvolgere in questo progetto alcuni
amici, colleghi, persone intorno a noi. L'occasione ce l'ha offerta la
nascita del Partito democratico che ci permette di guardare oltre, di fare
scelte e schierarci su alcuni temi importanti per il futuro della nostra
regione e per una politica più civile,
più partecipata. Abbiamo cercato il sostegno alla candidatura di
Andrea Manciulli a segretario regionale del Partito democratico sulla base
di una serie di impegni programmatici concreti e in qualche giorno sono
state oltre duecento le persone che hanno risposto, sottoscrivendo due
pagine di idee forti ed incisive. La strategia nuova che proponiamo
è quella fondata sulla Toscana come regione europea, da cui discende
la volontà di favorire i processi di integrazione regionale nella
pubblica amministrazione, nei servizi, nelle imprese, nella sanità,
con l'avvio dei progetti di area metropolitana e area vasta, un sistema portuale ed aeroportuale integrato, un lotto unico
per il trasporto ferro-gomma, l'integrazione delle Università.
Vorremmo vedere una politica economica fatta di scelte contro la rendita turistica,
immobiliare, dei monopoli, con i servizi pubblici al centro della strategia
di crescita e competitività e lo sviluppo dei servizi energetici,
ambientali e della logistica. L'auspicio è quello che la spesa
pubblica per sanità, welfare, scuola, università e
innovazione sia più efficace anche attraverso la costruzione di
intese forti strutturali tra mondo universitario e imprese. Vogliamo
consolidare il sistema sanitario regionale e
proporre un modello forte di welfare regionale e locale caratterizzato da
una pianificazione pubblica partecipata da tutti gli attori del territorio
e dalla promozione di un sistema di offerta moderno ed innovativo che
integri virtuosamente pubblico, terzo settore e privato. Ultimo tassello
del nostro programma è quello della semplificazione con la riforma
della macchina amministrativa della Regione e degli enti locali. Vorremmo
che i bilanci delle macchine delle pubbliche amministrazioni avessero meno
costi di gestione ma evidenziassero chiare scelte di sostegno allo
sviluppo, di incentivi e disincentivi fiscali e un supporto strategico agli
investimenti infrastrutturali. Consegniamo oggi a Manciulli un documento e
la disponibilità di giovani, professionisti e medici, studenti e
insegnanti, operai e dirigenti, tecnici e funzionari della pubblica
amministrazione a contribuire al Partito democratico, che nasce con un
entusiasmo e una partecipazione non consueti su proposte che non sono solo
parole, ma hanno la forza per diventare fatti.
(
da "Secolo XIX, Il" del 11-10-2007)
Il personaggio
Luca Dallorto, genovese, già assessore in Comune: "Prendo solo
il rimborso spese. E come consigliere non arrivo a mille euro"
11/10/2007 Genova. Hanno accusato Alfonso Pecoraro Scanio (Verdi), ministro
dell'Ambiente, di fare uso di un sacco di consulenti e di pagarli a peso
d'oro. L'interessato ha smentito. "I consulenti retribuiti dal mio
ministero sono cinque, più altri cinque a titolo gratuito", ha
spiegato. Uno dei cinque "a titolo gratuito"è il genovese
Luca Dallorto, già assessore all'Ambiente del Comune di Genova e
oggi semplice consigliere eletto nella lista dei Verdi. Allora, Dallorto,
il suo ministro di riferimento è finito nella bufera sui costi della
politica. "Sono polemiche strumentali e assolutamente infondate".
Lei pare esserne la prova vivente, è uno dei cinque consulenti non
retribuiti dal ministero. "Sono consulente da giugno. Non prendo un
centesimo. Mi occupo di Agenda 21 e Qualità dell'aria. Sono a Roma
tre giorni la settimana". Nemmeno un rimborso spese? Non mi dica che
ci rimette... "Mi rimborsano a pie' di lista le spese di viaggio e
quelle di pernottamento. Viaggio solo in treno, in seconda classe, e dormo
in alberghi modesti da 70-75 euro a notte". Insomma, il ministero non
le dà da mangiare. Nel partito ha incarichi retribuiti? "Non ho
incarichi e anche se li avessi non sarebbero retribuiti perché il mio
partito non lo prevede". Le restano i gettoni di presenza da consigliere comunale a Genova. "Settantacinque euro
netti a seduta. Siamo intorno agli 800, mille euro al mese". Ce la fa
ad arrivare a fine mese? (ride) "In effetti non potrò andare
avanti così a lungo, sto cercando di capire che cosa fare da
grande". Con tutti questi consulenti superpagati, non si sente
un pesce fuor d'acqua? "L'incarico del ministero l'ho accettato con
orgoglio, quando mi è stato offerto. E un'esperienza molto
qualificante, trovo sia un arricchimento personale". Arricchimento in
senso lato... "Beh, mi piace rendermi utile e vivere esperienze che mi
insegnano qualcosa di nuovo". In che cosa consiste, in pratica, la sua
consulenza per Agenda 21? "Sono stato incaricato di rafforzare la rete
tra gli enti locali e il ministero. Seguo le buone pratiche per la
sostenibilità ambientale. In pratica devo rafforzare la cinghia di
trasmissione tra enti locali e governo centrale". Che cosa sono le
buone pratiche per la sostenibilità ambientale? "Pannelli
solari, potenziamento della raccolta differenziata. Esistono circa 600
progetti di questo genere curati dagli enti locali. Di Agenda 21 fanno
parte 12 Regioni, 41 Province, 275 Comuni, 30 tra Comunità montane
ed Enti parco". Incarico impegnativo? "Piuttosto impegnativo,
sì. Pensi che gli enti locali italiani possono contribuire per il
venti per cento al raggiungimento degli obiettivi del procollo di
Kyoto". Dica la verità, comincia a pensare di farsi pagare?
(ride) "No. Ripeto: per me la consulenza è un percorso di
crescita professionale importante a prescindere. Certo la retribuzione da
consigliere comunale a Genova è modesta, non credo di potere andare
avanti così ancora a lungo". gilda ferrari 11/10/2007.
(
da "Secolo XIX, Il" del 11-10-2007)
I costi della politica L'Imont soppresso nel 2007 lasciò il
posto all'Eim, che sarà cancellato Roma. Il controllo
"politico" sulle nomine negli enti pubblici è una
realtà italiana, come ben spiega una proposta di legge del 13
febbraio scorso, per il contenimento dei costi della politica, firmata tra gli altri da Silvana Mura (Idv), Fulvia Bandoli
(Sd) e Sergio d'Elia (Rnp). "Si tratta - si legge nel testo - di
strutture riconducibili al modello dell'autorità indipendente
rispetto al potere esecutivo ma che nell'esperienza concreta non hanno
risposto alle esigenze di sottrazione alla diretta influenza del decisore
politico". E più avanti: "Il management pubblico
vive in un recinto protetto e opera su un percorso determinato non dalla
capacità professionale o dai risultati conseguiti, ma dalle
sponsorizzazioni partitiche. E il manager pubblico
che lascia l'incarico normalmente passa ad un'altra posizione di management
pubblico, senza che abbia alcun rilievo la prova offerta sul campo".
Stabilito il modus operandi, con le parole degli stessi parlamentari, per
le nomine, analizziamo la controversa vicenda dell'Imont, l'Istituto
nazionale della montagna, soppresso con la legge Finanziaria del 2007 che
ne ha trasferito tutte le competenze a un nuovo Ente, creato ad hoc, l'Eim,
Ente italiano per la montagna che, quest'anno, la legge Finanziaria 2008 ha
cancellato come "inutile". In questa filiera di cambi di nome, di
un ente ex novo e di ripensamenti sulla sua utilità con tanto di
soppressione, sono ritratte le eterne titubanze della politica
nazionale davanti alla necessità di tagliare le spese (e i posti)
dello Stato, enti compresi. Cos'era l'Imont. L'ente venne istituito con una
legge del 1997, al fine di coordinare e promuovere l'attività di
studio e di ricerca nel settore montano, in collaborazione con Regioni,
Enti locali, istituti e centri interessati. Si presenta pertanto come un
osservatorio della montagna, con compiti di coordinamento delle competenze
e delle conoscenze relative alla ricerca scientifica, tecnica e tecnologica
sulla montagna. I Criteri di nomina. Il Presidente è nominato dal
Consiglio dei Ministri. Il CdA è nominato con decreto del ministro
dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca di concerto con il
ministro degli Affari Regionali ed è composto da: il Presidente
dell'Istituto, il presidente del Consiglio Scientifico, 6 componenti
nominati dal Presidente del Consiglio dei Ministri, ovvero dal ministro
delegato per i problemi della montagna (2); ministro degli Affari Esteri
(1); ministro dell'Ambiente (1); ministro dell'Università e della
Ricerca (1); ministro delle Politiche Agricole e Forestali (1); e un
componente ciascuno nominato dalla Conferenza delle Regioni e dall'Uncem,
Unione Nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli enti montani.
Quanto è costato nel 2005. Secondo la Corte dei Conti i
trasferimenti pubblici (da Stato, regioni, enti locali e altri enti),
ammontano a 5 milioni e 682 mila euro. Dall'Imont all'Eim (inutile). Con la
Finanziaria del 2007 l'Imont viene chiuso e si dà il via libera
all'avvio dell'Eim, per sollecitare quanto previsto in materia di sviluppo
socio-economico, ambientale e occupazionale della montagna. Per facilitare
il passaggio il governo nomina un commissario, Luigi Olivieri, deputato
dell'Ulivo ed ex vicepresidente dell'Uncem. Ma con la nuova Finanziaria, il
suo ruolo sembra esaurirsi visto che l'Eim, l'Ente creato un anno fa per
contribuire al riordino delle politiche della montagna, è già
diventato inutile. Salvo emendamenti. Massimiliano Lenzi 11/10/2007.
(
da "Nuova Ferrara, La" del 11-10-2007)
Riscontro
dettagliato su quanto hanno percepito i politici del Castello nel 2006
Provincia, i conti in tasca a consiglio e giunta Lo scorso anno sono stati
versati quasi un milione di euro per i compensi lordi Dall'Acqua conferma
che l'esecutivo resterà con otto assessori GIAN PIETRO ZERBINI In un
periodo in cui si parla tanto dei costi della politica e di razionalizzare
gli eccessi negli enti pubblici, siamo andate a fare i conti in tasca
all'amministrazione provinciale, verificando quanto si versa annualmente ai
politici, tra consiglieri provinciali e giunta. La Provincia ha versato
compensi lordi nel corso del 2006 per quasi un milione di euro. Questi dati
tengono in considerazione lo stipendio del presidente dell'amministrazione
provinciale e dei 10 assessori della giunta, che nel corso del 2007 sono
scesi a 8 in quanto c'è stato il passaggio ad altra attività
di Rita Cinti Luciani (diventata sindaco di Codigoro) e di Andrea Veronese
(che è passato l'istituzione Castello). I compensi sono stati divisi
in lordi, che poi è l'effettiva spesa sostenuta dall'amministrazione
provinciale, e netti, che è quello che alla fine va effettivamente a
finire nelle tasche dei rappresentanti che animano la vita politica
dell'istituzione con sede in Castello estense. Il record dei compensi
è del presidente della Provincia Dall'Acqua che in virtù di
uno stipendio annuale complessivo lordo di 83.546 euro, nel corso del 2006
ha percepito in realtà 52.630 euro. "Si tratta dei compensi
previsti dalla legge per chi fa l'amministratore di cose pubbliche -
dichiara il presidente dell'amministrazione provinciale - e per questo
è giusto che vengano anche resi noti. Da parte nostra c'è
sempre stata la massima trasparenza su queste cose". Quanto al
risparmio dei costi, Dall'Acqua osserva che è stata presa alla
lettera la proposta di abbassare il numero degli assessori nella giunta
provinciale. "Ora il nostro esecutivo - dichiara - ha otto membri
più il presidente, ed è calato di due unità. Non
prevedo quindi degli aumenti nel numero degli assessori. Trovo però
non decisivo per le sorti economiche dell'ente locale ridurre invece il
numero dei consiglieri. La Provincia di Ferrara è rappresentata da
30 consiglieri, in pratica uno ogni 12 mila abitanti, mi sembra un numero
giusto rispetto a quanti dicono che dovremmo scendere a 24. I veri risparmi
si attuano altrove a cominciare dal razionalizzare le risorse nel territorio.
Il tutto però deve essere fatto con la massima trasparenza ed
è giusto che l'opinione pubblica dedichi tanta attenzione anche a
queste problematiche". Rimanendo nel campo dei compensi della giunta
provinciale, si scopre che dopo il presidente, il più pagato non
è il vice Alfredo Zagatti (36 mila euro annui netti il suo compenso
in provincia) ma l'assessore al turismo Alessandro Pierotti (poco
più di 47 mila euro percepiti nel corso del 2006, seguito da Davide
Nardini (agricoltura) e Mario Bellini (lavori pubblici), entrambi con un
introito netto anno superiore ai 43 mila euro. Sul fronte del consiglio
provinciale spicca per prima cosa la gratifica data al presidente
dell'assemblea Filippo Farinelli che ha percepito lo scorso anno
complessivamente una cifra netta superiore ai 45 mila euro. Tra i
consiglieri invece non c'è una quota mensile, ma il compenso
è attribuito in base ai gettoni di presenza. Ed è proprio per questo motivi che si
sono verificate differenziazioni anche sostanziali tra i vari consiglieri
durante i redditi percepiti nel corso del 2006. E' Rossano Scanavini il
consigliere che ha totalizzato la cifra netta di introito più alta
con oltre 15 mila euro lo scorso anno, mentre in ultima posizione troviamo
Manuela Paltrinieri che ha totalizzato nel complesso 3.242 euro. Nel primo
caso ci troviamo di fronte ad un consigliere, unico rappresentante di una
forza politica (Udc) e per cui è invitato a partecipare a varie
commissioni, oltre alla seduta del consiglio. Dall'altra invece c'è
una consigliere appartenente al gruppo consigliere più consistente
in termini di rappresentanza (nel 2006 era il gruppo Ds) che ha partecipato
meno in termini di presenze ai lavori del consiglio e delle commissioni.
Complessivamente l'amministrazione provinciale nel 2006 ha speso 337.173
euro per pagare i compensi lordi ai consiglieri, per presidente e giunta la
cifra è quasi doppia toccando quota 635.763 euro. Il totale sfiora
il milione.
(
da "Nuova Ferrara, La" del 11-10-2007)
Pierpaoli (Fi)
interviene sulle proposte di Vitarelli "La sinistra taglia i costi? E'
meglio tardi che mai" "Solo oggi la sinistra si accorge che i
costi della politica devono essere tagliati. Meglio tardi che mai".
Massimo Pierpaoli, consigliere di Forza Italia, approfitta delle proposte
avanzate dal capogruppo dell'Ulivo Gianluca Vitarelli, per un contrattacco
polemico. "L'Amministrazione comunale, che non mi pare abbia cambiato
mai colore da 60 anni - dice Pierpaoli - dopo aver moltiplicato le aziende,
inventato società, dato consulenze-premio agli amici, finalmente,
avvicinandosi le elezioni amministrative, sotto la pressione della piazza, inferocita per la inefficienza di questo governo, tartassata
dalle tasse, propone una riduzione degli sprechi. Ma dove era il capogruppo
dell'Ulivo, solo alcuni mesi fa, quando tutta la sinistra bocciò in
aula una riduzione del 10% del gettone di presenza dei
consiglieri, richiesto dal centro destra? Dove era quando il centro
destra alcuni giorni fa criticava in aula l'ultimo spreco di questa Amministrazione:
lo spettacolo di Ronconi". Pierpaolo rinfaccia copme sprechi anche le
decine di gemellaggi che il Comune ha proposto nel corso degli anni,
"inutili da un punto di vista economico, ma utili, come viaggi-premio
per gli amministratori, pellegrinaggi che Fi ha sempre osteggiato".
Come dimenticare - prosegue Pierpaoli - che da anni il centro destra ha
richiesto la diminuzione dei membri dei consigli di amministrazione,
proposta, finora, sempre rigettata dalla sinistra, vista la calca e l'appetito
dei pretendenti dei vari micropartiti che formano il centro sinistra".
Idem per la riduzione del numero della circoscrizioni cittadine. Il
consigliere comunale di Fi rammenta poi che il centro destra ha tre
partiti, tre capi gruppo, il centro sinistra ha 6 partiti, 6 capigruppo:
"non è certo dovuto al centro destra il maggior costo delle
commissioni consiliari". Pierpaoli si dichiara comunque
"favrevolmente stupito dalle proposte del Consigliere Vitarelli, che
senz'altro rigettano molto dell'operato della sua stessa Amministrazione
nel passato, per aprire un capitolo nuovo nella storia di questa
città, ove molte delle cose oggi proposte da Vitarelli erano state
già proposte dal centro destra, oramai da molti anni".
"Essendo d'accordo, come Forza Italia con il consigliere Vitarelli,
gridiamo tutti assieme: Forza Vitarelli. Ma sarà vera gloria. Ai
posteri l'ardua sentenza". Pierpaolo si auguira infine che d'ora in
poi chi "fa politica a livello locale venga dal mondo del lavoro"
e che "finisca l'epoca dei politici di professione".
(
da "Messaggero Veneto, Il" del 11-10-2007)
Cervignano. In
assemblea le risposte alle richieste dei cittadini sul web Il Consiglio fa
i conti Al sindaco indennizzo mensile di 3 mila 800 euro CERVIGNANO. A
quanto ammonta l'indennità degli amministratori comunali? La
curiosità è tanta. La richiesta è stata sollecitata
sul sito del Comune dai cittadini, e poi è approdata in aula
consiliare. L'esecutivo percepisce mensilmente 7.101,33. La potestà legislativa in materia di ordinamento degli
enti locali è attribuita alla Regione, in base al proprio statuto
speciale. Questo organo ha fissato gli importi mensili e i gettoni di presenza che, nel 2005, sono stati ridotti del 10% rispetto le
indennità precedenti. La situazione cervignanese, come negli altri
Comuni con pari popolazione è la seguente: il sindaco
percepisce 2.892,60 euro (più diritto di maggiorazione in quanto
libero professionista di 1.012,41 euro); il vicesindaco 1.157,04 (40% del
sindaco); gli assessori (30% del sindaco) 867,78 euro (più una
maggiorazione del 35%, pari a 303,72 euro per i due amministratori che non
sono lavoratori dipendenti in servizio attivo). I gettoni
di presenza in consiglio ammontano a 54 euro. Le
municipalizzate, con compenso, sono due: Ausa Multiservizi e Ausa Salute.
L'amministratore unico della prima srl è Giorgio Titotto che
percepisce 16 mila euro annui; per Ausa Salute, ovvero la farmacia
comunale, l'amministratore unico Manuel Pascolat riceve 12 mila euro
l'anno. Altri consiglieri nominati dai comune rientrano in Bluenergy e
nell'Interporto Alpe Adria. Igor Pozzar è consigliere della
Bluenergy Group che riceve un compenso di 9 mila euro netti annui; mentre
Antonio Casola subentrerà al dimissionario Pietro Paviotti in
qualità di vicepresidente dell'interporto, dietro un compenso
mensile di 600 euro lordi. Di nomina invece dell'assemblea dei soci e non
di diritto, altri politici cervignanesi compaiono nella società
Ajarnet, il cui consigliere è Manul Pascolat; nel consorzio
depurazione laguna Enrico Dissalo mentre il presidente del Campp è
Santo Bortolan. Consuelo Modesti.
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