CENACOLO  DEI  COGITANTI

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DOCUMENTO DEL 28-6-2009

CRONOLOGIA DELLE COGITAZIONI DI  ROBERTO VISMARA

 

 

COGITAZIONe

 

 

COME SI VENNE DALL’UNO AL DUE…

(e come si tentò poi di porvi rimedio)

 

Quarta  parte

 

Roberto Vismara Cogitante (28-6-2009)

 

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"Il fuoco! - esclamò Materia, scuotendo Spirito da qualche sua sublime meditazione - guardali, hanno inventato il fuoco!"

"E allora?" rispose Spirito, che sulle questioni terrene talora era un po’ tardo.

"Ma è fondamentale - spiegò Materia- è il primo passo verso l'emancipazione; l'Uomo comincia a diventare padrone del suo destino, si sottrae alla passività nei confronti della natura: fa freddo? accendiamo il fuoco. Attorno al fuoco si raduneranno i gruppi per riscaldarsi, parleranno della caccia passata e progetteranno quella futura, che sarà più fruttuosa, perché i vecchi trasmetteranno l'esperienza delle generazioni passate; non dovranno partire da zero ad ogni generazione, perché potranno tramandarsi nozioni apprese in passato, magari a prezzo della vita, da individui della stessa specie. E accanto al fuoco nasceranno i Miti, che si tramanderanno di generazione in generazione, narrando e ingigantendo le gesta dei grandi cacciatori. E accanto al fuoco essi creeranno i loro primi Dei, che pregheranno per avere una buona caccia , e ciò li unirà ancora di più tra loro, e saranno clan e tribù, con una loro identità di gruppo, e nel gruppo i singoli troveranno conforto e protezione, ma anche le limitazioni necessarie per la convivenza... insomma – concluse - è l'inizio della Grande Avventura!"

"Se lo dici tu...-assentì Spirito,che non la vedeva poi così chiara - se lo dici tu."

  

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   Possiamo dire che sì, fu proprio l'inizio di una grande avventura, e le cose si svolsero più o meno come Materia aveva previsto; gli Umani, forti del loro cervello, del linguaggio e del fuoco, si propagarono su quasi tutta la superficie del Terzo Pianeta, adattandosi alle condizioni climatiche , nutritive ed ambientali più diverse, sempre però con quella particolare, inconfondibile forza e tenacia che talvolta è patrimonio delle creature apparentemente più fragili. 

Trascorse molto tempo, ed i progressi erano piuttosto lenti.

"È così che funziona - rispondeva Materia ai frequenti incitamenti del Fratello - non si possono forzare certi processi; c'è una stagione per i fiori ed una stagione per i frutti, abbi pazienza: avevamo detto senza ‘Deus ex machina’, non possiamo comportarci come ragazzetti impazienti!"

   "Si, capisco, ma vedi anche tu che questi Umani... sono un po’ lenti, ecco, mi aspetterei qualcosa di più!".

"Ricordi - lo consolò Materia- quando si compì la grande rivoluzione agricola del neolitico? Sembrava che dovessero passare ancora  milioni di anni, prima che smettessero di bighellonare in cerca di selvaggina e di frutti: e poi, in pochi millenni, eccoli sedentarizzati, a costruire città sempre più grandi e prospere, a coltivare il suolo ed allevare bestiame; sono tappe necessarie: se non si creano delle eccedenze alimentari non potranno mai starsene in panciolle a contemplare il cielo, a scoprire le leggi che regolano il moto degli astri, ad intuire un disegno, dietro tutto questo... il nostro scopo è proprio questo: devono riconoscere la Legge dell'Amore, l'Unità del Molteplice, scoprire in sé stessi lo Spirito e liberarlo, solo così il nostro lavoro sarà compiuto, e potremo ricostituire l'Uno... una bella passeggiata di qualche miliardo di anni, non ti pare?- aggiunse con fare sbarazzino- Intanto senti che bella favola hanno inventato!"

  

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   Una delle caratteristiche di quegli esseri era quella che potremmo chiamare 'Funzione Simbolica. Consisteva più o meno in questo: essi non potevano (solo i Due lo potevano!) guardare in faccia la Verità, perché la sua luce brillante li avrebbe inceneriti; ma la verità, come diranno gli Gnostici, 'non è venuta al mondo nuda, ma in Simboli ed Allegorie, e solo attraverso essi può essere conosciuta. Attraverso i Simboli, poi tramandati dalle Scuole Iniziatiche, gli Umani potevano osservare la Verità così come si può osservare il Sole attraverso un vetro affumicato; la conoscenza che così veniva conquistata non poteva essere trasmessa, per lo più (per questo si parla talvolta di Segreto Iniziatico) se non forse sotto forma di altri simboli ed allegorie: ma come potete capire, questo è un processo un po’ farraginoso, e può dar luogo ad equivoci, deviazioni e quant'altro. Vediamone un esempio: quello dell'Eden, appunto.

Davanti al fuoco, nelle lunghe notti della loro vita nomade, i Saggi Anziani talvolta cercavano di raccontare le loro esperienze di illuminazione, e naturalmente lo facevano in modo allegorico (anche perché non ve ne erano altri). Una di queste illuminazioni (che cosa siano lo vedremo poi) riguardava appunto la propria Umanità: argomento di notevole spessore, per il quale la autocoscienza caratteristica  degli Umani poteva provvedere le domande, ma non certo le risposte. L'evolversi della Specie, la sofferenza, la morte, assieme ad una vaga coscienza della loro natura anche divina,  poneva loro degli interrogativi; se siamo di natura divina, perché siamo qui, esposti al freddo, alla fame, alla sofferenza, e con la certezza di dover morire? Dobbiamo aver commesso qualche grave colpa, che però neppure ricordiamo... e della quale scontiamo la pena. Era difficile, impossibile spiegare con parole che proprio questa autocoscienza era la causa delle presenti sofferenze, anche se era ciò che rendeva gli Umani diversi dagli altri esseri; gli unici a sapere di dover morire: una conoscenza apparentemente poco invidiabile, che faceva la differenza tra l'Eden ed il mondo reale. Dunque, nel Giardino dell'Eden, l'uomo era nella felice condizione di tutti gli altri animali: la sua vita trascorreva felice e serena, senza ombra di preoccupazione, senza passato, ma sopratutto senza futuro. Ma era curioso; e quando Jahvè, suo creatore e padrone del Giardino, gli proibì di gustare i frutti dell'albero della conoscenza, la tentazione fu troppo forte, e contravvenne al divieto. Acquisendo la conoscenza, la coscienza di sé, la cognizione di un tempo non più circolare ma lineare, con un inizio, la nascita, ed una fine, la morte. Questa consapevolezza ruppe bruscamente l'Edenica incoscienza animale, mettendo l'uomo dinnanzi ad una drammatica evidenza: tutti siamo destinati a morire, e lo sappiamo; una terribile promessa, una atroce condanna, un ineluttabile destino, che da allora sarà il filo conduttore di ogni pensiero dell'uomo, portandolo a sognare improbabili immortalità, ritorni ad un eterno Eden, o a quella disperata consapevolezza della vanità di tutto che ha così spesso segnato tante umane esistenze. Così un Dio irato scacciò dal suo Giardino Adamo ed Eva, togliendoli dal Paradiso gettandoli nel doloroso Pianeta della Consapevolezza. Dobbiamo morire, e possiamo scegliere tra il Bene ed il Male, poiché possiamo conoscerli, averne coscienza... una intuizione difficile da esprimere altro che con un racconto mitico, simbolico, quello dell'Eden appunto, che per avere ad oggetto simili temi, divenne presto uno dei miti più diffusi e noti, anche se talora con conseguenze non proprio edificanti.

  

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   "E sarei io quel vecchio irascibile che li ha cacciati in questo guaio?- chiese Spirito, a metà tra il divertito e il preoccupato - con spade infuocate tuoni e compagnia bella? Ne hanno di fantasia!"

"Devi capirli - sorrise Materia, conciliante - quando raggiungono l'Illuminazione, ed entrano in contatto col Data-Base Cosmico, possono sì leggere i dati, ma sono fatalmente costretti a tradurlì nel loro linguaggio; anzi, si può dire che li traducano ancor prima di vederli, ché se non li traducessero in qualcosa di comprensibile per loro non potrebbero neppure vederli..."

"Data-Base Cosmico?- interruppe Spirito - ma di cosa stai parlando? Qui non c'é mica un Mega-Computer o che so io!"

"Cerco di spiegarmi meglio: non ti capita talvolta di avvertire una sensazione, come un solletico, un vellichio...strano, ma non sgradevole? Beh, é qualcuno che si é Illuminato! Perché il DB cosmico sei tu, assieme a me: non conteniamo forse tutto? E loro non ne sono forse parte? Quando riescono ad elevarsi dalla propria meschina individualità ad un livello superiore di coscienza, ecco che ricreano quel contatto col Grande Tutto (che saremmo poi noi due, Fratellino) e ti fanno il solletico! Superano quello schermo che rende loro difficile riconoscersi come parte del Tutto, per un attimo tornano a fondersi (e non é forse questo che stiamo cercando di fare accadere a livello universale?), a riunirsi a noi, e ridiventando parte del Tutto, sanno Tutto, vedono Tutto, non sono più limitati né dallo Spazio né dal Tempo. Ma questo é troppo per la loro mente, che é nello Spazio e nel Tempo, perciò traducono (e, fatalmente, distorcono) ciò che vedono, sentono e capiscono nell'Illuminazione."

  

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Accadeva, accadeva con una certa frequenza, che qualcuno, uno Sciamano, un Profeta, un saggio dedito alla ricerca della Conoscenza, riuscisse a superare quel muro, quella barriera, e a ricongiungersi con i Due; talora attraverso danze sfrenate, o prolungati digiuni, o piante sacre che alteravano le loro percezioni, oppure con la pura e semplice meditazione. Loro magari avvertivano solo un solletichino,ma l'Illuminato!...

Quando cercava di raccontarlo in qualche modo ai suoi (clan, famiglia, tribù o scuola iniziatica che fosse) si trovava come smarrito, come straniero ai suoi simili, e doveva inventare un'altra lingua per parlare quelle parole mai udite, mostrare immagini che non erano immagini, far udire suoni che non erano suoni... Così, nel corso dei secoli e dei millenni si era creato un patrimonio di conoscenze che non erano conoscenze, di miti, di simboli, di allegorie, sui quali talora si erano costruite delle Religioni, perché la cecità dei profani non poteva concepire nulla di più che una trasposizione in termini grandiosi di ciò che era esperienza quotidiana. Il padre, il capotribù, il Re, coloro insomma che erano l'autorità in Terra, venivano ingranditi, moltiplicati, ingigantiti e chiamati Dio, o gli equivalenti del termine nelle mille lingue dell'Umanità. E questo Dio o Dei facevano poi più o meno le stesse cose che facevano gli uomini, ire gelosie ed amorazzi compresi. La coscienza e la paura della ineluttabile Morte trovava in questa ottica una risposta consolatoria, nella credenza nell'immortalità dell'Anima (ché già gli Umani erano arrivati a concepire e a convincersi di avere una sostanza spirituale all'interno dei loro corpaccioni goffi, limitati e deperibili), sia sotto forma di semplice persistenza al di là della morte, sia nella più complessa dottrina della metempsicosi, trasmigrazione delle anime per successive raffinazionì nel passaggio attraverso corpi viventi.

  

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 "Ingegnosi gli scimmiotti! - esclamò Materia, con un misto di affetto e di fierezza - vedi come si avvicinano al punto della questione? già hanno suddiviso sé stessi in una parte spirituale ed una materiale; non ci vorrà molto prima che capiscano che questo principio si applica a tutto, e facciano il passo successivo: riunificare i due aspetti, dapprima in loro stessi, e poi..."                      "Notevole, Sorellina, davvero notevole. - interruppe Spirito - Sai che ogni tanto qualcuno riesce a stabilire un contatto più lungo, più intenso, a sentirsi veramente parte di me/noi...chissà come riuscirà poi a farsi capire dai suoi... ricordi quel Jehoshua, che brutta fine? Eppure era stato un contatto così intimo, prolungato, ripetuto, tanto da diventare una dolce consuetudine anche per me; lo sentivo un po’ come un figlio, e invece... Che si siano imbarbariti? Quel Gautama, quel simpatico ciccione Indiano, pochi secoli prima, era stato anche lui molto vicino a me, ma i suoi simili  non gli avevano fatto nulla di male, anzi!"

"Ma no, ma no, stai calmo - lo tranquillizzò la sorella - il progresso delle mie/nostre creature non é lineare. Lo puoi rappresentare con una linea seghettata, con alti e bassi, che sulla lunga distanza mostra una inequivocabile direzione verso l'alto; ma se ne consideri solo un piccolo tratto può dare l'impressione contraria, di un regresso, di un peggioramento, di un imbarbarimento, come dici tu: ma é solo un fatto momentaneo, la tendenza globale non varia: lo sappiano o meno, lo vogliano o meno, camminano nella direzione giusta!

 

 

(Fine parte quarta. Continua)

 

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