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Documento inserito: 31-5-2021

 

Il PuntO n°431

A sinistra cominciano, tragicamente,  a svegliarsi

o si continua con l’accanimento terapeutico?

Di Mauro Novelli 31-5-2021

 

La sveglia è stata suonata dal presidente Mattarella. Non so se sia stato sincero o se vuol farsi “obbligare dagli eventi” per rimanere al suo posto anche dopo febbraio 2022. Ora a sinistra scoprono di non avere idee da anni (Cacciari); di non aver più alcun militante in grado di essere anche attivista sul territorio oltre che su FaceBook; di non avere una classe dirigente se non i cascami di quella che si formò sul versante amministrativo negli enti locali “rossi”, anch’essi disastrati da almeno un lustro per la manifesta fuga di elettori e simpatizzanti e che una volta costituivano lo zoccolo duro dei partiti di sinistra. Si sono cacciati da soli nella trappola: hanno convinto i cittadini che pretendere il rispetto della legge fosse da rigettare perché affetto dal cancro del “giustizialismo”; hanno convinto i cittadini che curare gli  interessi del paese fosse da condannare perché appestato dal “sovranismo”; hanno convinto i cittadini che “l’opportunità politica” fosse strumento da cassare di fronte al fatto che il politico e il grand commis fedele  – anzi, soprattutto il politico ed il grand commis fedeli  -  avrebbero fatto bene a restare al loro posto, anche se manifestamente inadeguati,   finché non condannati definitivamente nei  tre gradi di giudizio [Vorrebbero che foste in grado di convincere vostra moglie o vostro marito di tenere – fino alla sentenza della Cassazione - la baby sitter del figliolo anche se inquisita per pedofilia?]; hanno fornito i loro simpatizzanti dello “stampino del perfetto sinistro” : se un qualsivoglia cittadino non entra perfettamente in quello stampino, è certamente fascista; hanno convinto loro stessi e i simpatizzanti di aver in mano uno strumento in grado di sostituire ogni governo ostile per “via giudiziaria”: l’alleanza “Partito+Magistratura embeddes+Giornalisti super embedded” ha funzionato dai primi anni ’90 del secolo scorso fino tre o quattro anni fa.

Dicevo della trappola in cui si sono cacciati da soli: oggi non possono pretendere il rispetto della legge perché appannaggio dei biechi giustizialisti; non possono curare gli interessi nazionali, perché appannaggio dei biechi sovranisti; non possono esercitare l’arte del buon senso, perché tutti sostengono che per rimuovere  politici e grand commis  occorre aspettare la Cassazione; non possono più parlare di battere avversari per via giudiziaria  perché il “Palamara mode” è stato ritirato dal mercato (Bibbiano e Lucano devono aver pazienza: sono arrivati tardi). E se a destra (Meloni e FdI) non offrono il fianco a tali giudizi vuol dire che sono cripto-giustizialisti, cripto-sovranisti, cripto-fascisti. In altri termini la grande sinistra non sa che cosa fare; non sa come muoversi; non ha nessuno in grado di “fare politica” seriamente, con continuità, con fatica.

E veniamo a Draghi. Draghi ha dato uno strattone al guinzaglio che PD, Leu. SI e cespugli sempreverdi pensavano fosse di loro unica pertinenza operativa e che tenesse a freno proprio il presidente del Consiglio. Ricordate Letta? “Questo è il governo del PD!”. Hanno, costernati,  scoperto che quel guinzaglio li coinvolge, ma nel senso che è collegato ad un collare stretto attorno al loro collo. E’ bastato un leggero strappetto di Draghi per ricondurli alla realtà. Il marchiano, provinciale,  e plateale voltafaccia di Letta nei confronti di Salvini e della Lega dimostra la loro meraviglia al risveglio da un sonno pluridecennale.

Fino ai primi di agosto se ne staranno buoni. Poi cercheranno, sguaiatamente, di fare campagna elettorale contro i cripto-fascisti, senza saper proporre nulla di incisivo per risolvere i problemi di questa società complessa e confusa, senza poter contare su nessuno. Il povero Guerrini sostiene che, a Roma, il PD rinascerà dalle periferie. Qualcuno gli faccia presente che dovrebbe introdurre una leva obbligatoria per i militanti, altrimenti si conteranno in cinquanta (sempre gli stessi) nella loro azione sul territorio. Rosato ipotizza addirittura che non arriveranno al ballottaggio.

Nella speranza che Mattarella (il quale, finora da democristiano comprensivo, ha fatto politica in loro assenza  allontanando tornate elettorali pericolose) si comporti come l’altro presidente di area, Giorgio Napolitano, il già migliorista del PCI.

Sono stato di sinistra (estrema in gioventù, abbandonata dal 1975) fino al dicembre 2016. Il provincialissimo brindisi di D’Alema, alla sconfitta del PD nel referendum costituzionale, ma più precisamente, e a sua insaputa,  al cupio dissolvi della sinistra,  con risolino nervosetto al seguito, mi ha fatto riflettere: non sono più uno dei gonzi dello zoccolo duro che ancora fa sopravvivere la sinistra, e il cui accanimento terapeutico non ne permette una drastica inversione di rotta.