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I PROBLEMI (di Mauro Novelli 12-12-2016 )
“L’attuale forma politica di democrazia è
tutto quello che sappiamo realizzare partendo dal concetto di democrazia? Non
stiamo, per caso, soltanto alla prima fase di concretizzazione del progetto?
Siamo forse alla proto-democrazia, cioè alla sua forma più semplice: quella
quantitativa? Possiamo considerare ogni tappa realizzativa come uno dei
continui momenti di transizione, come l’attuale?
Siamo in grado di procedere - sine saltus facere, procedendo anche per semplici accomodamenti
successivi – verso una democrazia qualitativa?
I principi fondamentali della
proto-democrazia sono semplificazioni realizzative in attesa di essere noi in
grado di procedere verso la seconda tappa del progetto, quella qualitativa?
L’ “uguaglianza tra tutti i cittadini”, il
“suffragio universale” sono semplificazioni quantitative perché è difficile
(pericoloso?) elaborare valori qualitativi sottostanti, che siano di supporto
ideologico alle forme della politica che da essi deriverà come conseguenza
reale?
E’ utile considerarci tutti uguali? E utile
per tutti o per una parte della società? Ci permette di impostare soluzioni
vantaggiose per tutti i cittadini individualmente e per il loro insieme
collettivo, con l’obbiettivo di un progresso generalizzato? E come si
articolano i rapporti con le forme economiche che parallelamente si sono
affermate?
Il suffragio universale è la massima
realizzazione della democrazia o solo della democrazia quantitativa perché
più facile da strutturare? Perché è arduo pensare a paradigmi di valutazione
qualitativa?
Circa il suffragio universale, se ne
parlava (U.M. su FB) come di un “equivoco”. Certamente è così nell’ambito
delle implicazioni di una democrazia qualitativa, ma potrebbe creare scandalo
se si resta negli ambiti della proto-democrazia. Mi chiedo: il mio voto deve
essere equipollente a quello di chi, senza interessarsi di nulla e senza
sapere nulla, decide di votare difformemente da me, tra un servizio sui gol
della Roma e quelli della Juve, pareggiando col suo voto il mio nella partita
elettorale?
Insomma, siamo in grado di ragionare di
queste cose, senza infingimenti né preoccupazioni, operando intellettualmente
negli ambienti virtuali ma alla maniera degli Umanisti, nel Cenacolo
“Democrazia 2.0”?
Siamo in grado di rimettere l’Uomo e
l’Umanità al centro rimuovendo la centralità acquisita dall’Azionista e dalla
Società per azioni, quale cascame – ormai vincente - della proto-democrazia?
Mauro Novelli Due
osservazioni. 1) Elettorato passivo: poiché l'attività politica è diventata
una "professione", posso pretendere che qualche entità statale mi
indichi/garantisca la professionalità di chiede il mio voto? Non pretendo la
garanzia di "buon professionista", ma quella di aver seguito studi
di un certo livello: scuole superiori, laurea? 2) Elettorato attivo: posso
pretendere che tutti i miei concittadini siano messi in grado di possedere
gli strumenti minimi di valutazione dell'ambiente socio-politico-economico in
cui vivono e che sono chiamati periodicamente a giudicare, tramite votazioni?
Non pretendo che siano anche aggiornati sulle varie situazioni, ma - come per
l'elettorato passivo - qualche entità istituzionale mi certifichi che sono
stati messi in grado di acquisire quegli strumenti: materia ed esame di
educazione civica alla fine della scuola dell'obbligo e delle superiori,
laurea? Insomma posso pretendere una patente di "eleggibilità" ed
una di "elettore"?
Paolo Angiolelli Mauro,
non possiamo riconoscere il diritto di votare e/o di presentarsi candidati
solo a coloro che sono in possesso di determinati requisiti. Ogni persona ha
diritto di voto, poi sono le organizzazioni politiche chiamate a selezionare,
preparandole, la loro classe dirigente da sottoporre al giudizio dell'elettore.
Ubaldo Menegotti Segnalo
in proposito un interessante articolo, con un punto di vista abbastanza
"inconsueto":
http://ilmulticolore.blogspot.it/.../contro-le-elezioni...
Contro le elezioni
Che le elezioni siano parte integrante e imprescindibile della
democrazia è un concetto…
ILMULTICOLORE.BLOGSPOT.COM|DI ENRICO PROSERPIO
Ubaldo
Menegotti Noi
siamo nati e cresciuti nella beatificazione del concetto di democrazia,
assoluto, intoccabile, se non unico DIO, certo il più importante nella
gestione dei consessi umani.
Tanto
abbiamo adorato questo concetto, che non ci siamo accorti della sua
precarietà, della sua ambiguità, del suo mutare di senso nel tempo (oltre che
nello spazio).
Non
ci siamo accorti che a forza di usarlo ed abusarlo
lo abbiamo logorato e banalizzato al punto che il suo suono non ci suscita
più nulla, è come dire "pane" o "buongiorno".
Invece
va rianalizzato e ripensato, tenendo conto del nuovo contesto in cui deve (?)
operare, che è l'INFORMATION AGE in tutte le sue accezioni e implicazioni.
Per
adesso ho solo buttato lì il tema, che sarebbe più o meno Democrazia nell'era
dell'Informazione, o, forse Democrazia e guerra delle informazioni
(Information Warfare, che include il moderno Cyber Warfare).
Maurizio
Cesanelli La protodemocrazia, come la definisci, è strettamente
connessa con la democrazia qualitativa, anzi ,
ambedue costituiscono un unico corpo. Solo così il sapere non è rimasto
appannaggio dei potenti .
È certamente un percorso in divenire. L'esercizio della democrazia è il
punto centrale, mi sembra di poter dire. Osservando i fatti, come unico metro
per giudicarne valore ed efficacia, potremmo ragionare sui risultati che la
legislazione penale, ad esempio, ha ottenuto rispetto ai reati di stalking contro le donne.
Potremmo
anche ragionare sul decentramento amministrativo
stabiliti dal titolo quinto che, in teoria, aveva l'obiettivo di favorire una
gestione più democratica delle risorse economiche. Si è invece ottenuto di
moltiplicare le occasioni di corruzione. Io continuo a pensare che ciò che
conta è soprattutto quale modello lo Stato riesce a darsi, considerando che
anche le istituzioni sono il risultato del punto di mediazione che gli
interessi economici e sociali realizzano. La concezione della democrazia ha
consentito, ad esempio, che ai partiti riconosciuto il diritto di costituirsi
come associazioni private, con propri statuti "privati" ma di
essere finanziati con risorse pubbliche ,delle quali
disporne arbitrariamente, senza neppure l'obbligo di certificare i bilanci.
Sto esprimendo solo qualche impressione in libertà.
Mauro Novelli Ma
allora, dove sono le falle del sistema? Chi le ha causate? Chi non opera per
tapparle? Da 70 anni godiamo di buona Costituzione, con annesso suffragio universale,
nonostante ciò assistiamo ad un declino innegabile nella qualità della vita
civile di questo paese. Oltre ad annetterci - come cittadini - tutte le colpe
perché ci disinteressiamo della cosa pubblica, dove dobbiamo agire per
cominciare a provvedere alle falle e ad attrezzarci per tapparle? Per
regolamentare partiti e sindacati sembra che la Costituzione non sia così
imperativa: art. 39 e art. 49 mai presi in considerazione. E' comunque di
grande interesse il fatto che si cominci a parlare di temi/problemi che solo
dieci anni fa sarebbe stato impensabile solo concepire: l'articolo indicato
da Ubaldo "contro le elezioni" e l'altro, di cui suggerisco la
lettura, sulla redistribuzione del reddito: http://www.mauronovelli.it/Cenacolo%20Che%20Fare.htm...
Maurizio Cesanelli 24
dicembre alle ore 8:27
Troppa fatica scrivere
col telefonino ,ma due,tre
cose le segnalo.
Le falle? A partire dall'unità d'Italia che, oggi possiamo dirlo, forse ha
lasciato qualche problema insoluto , considerando
che non esiste un senso di comunità nazionale. Anzi, con il passare dei
decenni, oltre un secolo e mezzo, si è andata affermando una sorta di
intolleranza di vasti strati di popolo del Nord nei confronti del Sud. E la
mafia, il suo controllo del territorio e la cultura che ne discende? Il
rapporto tra Stato e popolazione al Sud?Altro che
falle, altro.che voragini, questi sono canyon,
quasi senza fondo.
Tanto per accennare appena a due questioni ciclopiche che sarebbe indegno
credere di poter trattare in qualche riga.
In attesa della possibilità di incontrarci per stabilire,se
sarà il caso, un percorso di lavoro, mi limito ad.accennare
a un aspetto della democrazia che, sollevato da Veltroni una decina di anni
fa, non avevo colto nel suo significato.
"La democrazia è decidere",aveva detto.
Ed argomentava della necessità di costruire un partito snello,agile, in grado di intervenire
tempestivamente nelle società.
Ero contrario. Sbagliavo.
Dopo qualche tempo ho capito che, specialmente in questo periodo di crisi e
di emergenze di vario genere, rallentare il processo decisionale,
moltiplicare i momenti di confronto senza concludere in tempo le questioni
aperte è esattamente il contrario di una gestione democratica della cosa
pubblica. Lo scontro ,nella migliore delle ipotesi, è su questo terreno: tra
chi è convinto che la migliore democrazia consiste nel confrontarsi pure con
le pietre per allargare la partecipazione e chi si rende conto che sono
decenni che affondiamo nelle sabbie mobili.Quali.leggi
e quali strumenti si possono realizzare in questa situazione?
Penso che dovremmo.organizzare una serie di
incontri e cominciare a vedere cosa si potrebbe fare,senza
velleità, ma con la consapevolezza che potrebbe essere un impegno.interessante
e proficuo.
Mauro
Novelli 27-12-2016
Certo, occorrerà approfondire i problemi indicati da Maurizio.
Io ne aggiungo un altro: riguarda il ns. DNA. Vado veloce: Dominazioni
straniere hanno imposto per secoli alle popolazioni autoctone del nostro
paese un apparato normativo vessatorio ed estraneo. Inutile ricordare le
dominazioni dal Sacro Romano Impero alla normanna, alla sveva, alla angioina.
Si pensi al periodo di dominio spagnolo (dal 1559) dell’Italia non solo
meridionale con la sostituzione del dominio francese nel nord Italia.
I cittadini che a quelle leggi si appellavano, o erano membri della casta dei
dominanti o erano dominati ai quali convenivano atteggiamenti
collaborazionisti. Agli occhi dei cittadini normali quella collusione
appariva come deprecabile e comunque foriera di ulteriori vessazioni.
Le cose non sono migliorate con l’unità d’Italia: ampie fasce di popolazione
meridionale accolsero di buon grado i suggerimenti del Cardinale Rufo che
spingeva i "veri cristiani" ad opporsi all’apparato imposto dai
piemontesi.
Più in generale, il Papa tenne lontani i cattolici da una attiva vita
politica nazionale, imponendo loro di considerarsi estranei ai processi di
unificazione che avevano visto il vicario di Cristo ridursi a dominare il
territorio racchiuso entro le mura paoline. Il veto ad una compiuta
cittadinanza dei cattolici fu rimosso solo nel 1913 (Patto Gentiloni).
Dopo neanche un decennio da quella data, la dittatura fascista impose una
legislazione totalitarista, rifiutata da una parte della popolazione, almeno
come atteggiamento intellettuale e di contrasto all’assolutismo del
ventennio.
Dopo la liberazione, passato il momento costituente di enorme forza
unificante, una parte della popolazione (la sinistra) non ebbe un completo
atteggiamento di adesione alla nuova struttura giuridico istituzionale della
Repubblica. Atteggiamento perdurato almeno fino al discorso di Berlinguer col
quale si annunciava che “.. non
si governa il Paese col 51 per cento dei voti…”.
Da quel momento, a mio avviso, è iniziato un faticoso processo di adesione
alle istituzioni di questo paese. Ma le disarticolazioni operate per secoli
hanno portato a storture difficili da raddrizzare: dagli atteggiamenti della
Lega, a quelli di Berlusconi sul pagamento delle tasse, a quelle del
Subcomandante Fausto che opponeva allo Sceriffo Cofferati il fatto che “…la
legalità non è mai stata un valore della sinistra marxista…”.
In conclusione: il proverbio “fatta la legge, trovato l’inganno” non nasconde
una rassegnazione di fondo, ma esplicita un modus operandi italicamente
“legittimo”.
Oggi il legalismo è fatto passare per
giustizialismo, con connotati fortemente negativi alimentati dai furbi
- ai quali non conviene mai rispettare le leggi, compito sempre degli altri -
per mettere in difficoltà i cittadini che, ligi, “pretenderebbero” il
rispetto delle leggi. Quei furbi che hanno fatto un business del mancato
rispetto delle norme e della non piena adesione alle istituzioni.
E chi si ribella a questo atteggiamento eversivo? Beh, sono dei poveracci.
D’altra parte, che cosa pretendete dai giustizialisti? I quali se sono in
grado di farsi sentire dal corpo sociale, diventano addirittura forcaioli. E'
stato fatto passare quindi il messaggio per cui, fino al terzo grado di
giudizio, il politico ladro o corrotto, che non è riuscito a sfangarla con la
prescrizione, deve rimanere al suo posto in attesa della Cassazione. E' stato
quindi cassato dai principi della democrazia, quello di opportunità
democratica: ti considero innocente fino al terzo grado, ma non pretendere di
rivestire ruoli istituzionalmente rilevanti. Quindi mettiti da parte. Meglio:
quindi dovresti metterti da parte. Macché!
Maurizio Cesanelli 29 dicembre
2016 alle ore 19:59
Aggiunta
all'aggiunta.
Oggi, a pag. 18 di Repubblica un articolo informa sulla costituzione delle
ronde cittadine in alcuni comuni amministrati dal centrosinistra. Lo
richiedono i cittadini. È una risposta democratica ad un problema reale? Le
istituzioni preposte alla sicurezza sono in grado di affrontare compiutamente
il problema?
Il diritto all'autodeterminazione dei popoli ha a che fare con la
tutela dei confini nazionali ? E questo diritto può considerarsi a pieno
titolo un valore democratico?
Dunque, se ci riferiamo ad alcuni problemi reali , come la sicurezza e
l'immigrazione , ci troviamo immediatamente di fronte ad alcune inadeguatezze
dell'attuale modello democratico. L' Europa ,in
questo momento offre una declinazione della democrazia non attuale ,
inadeguato e perciò incapace di affrontare questa novità storico-politica.
Non è per caso, infatti, che in occidente stiano emergendo movimenti che
mettono in crisi alcuni tra i valori fondanti le democrazie.
In questo clima , in Italia si aggiunge anche la
novità finora secondo me, sottovalutata, della parola d'ordine grillina "uno vale uno". Che di per se sembra un'ovvieta' vicina ad una battuta demagogica,
considerando come viene gestito il M5S , ma palesa
la volontà di affermare che l'opinione di uno vale quanto l'opinione di un'
altro. Quindi quando si parla di Costituzione l'opinione di Napolitano ha lo
stesso valore di quella di un ignorante qualsiasi. E per questo torna utile
la rete , sulla quale si può riversare ogni opinione
senza un confronto vero. In questo senso si può comprendere il riferimento di
Grillo alla democrazia diretta, al continuo dileggio contro giornali e
giornalisti venduti ai poteri forti.
Credo dovremo ragionare anche su questo, se ne avremo la volontà.
Maurizio Cesanelli Tg2 , stasera : Grillo si oppone alla costituzione di
autorità deputata al controllo della veridicità di notizie diffuse sul Web.
Lupus in fabula.
· 30
dicembre 2016 alle ore 21:50
Maurizio
Cesanelli Mi permetto di
segnalare un interessante articolo di Ezio Mauro su Repubblica del 31
dicembre.
Mauro Novelli ha condiviso
un link. 3 gennaio alle ore 10:03
Dall'Economist del 24-12-2016
La traduzione è di Google, ma si capisce abbastanza bene.
Questo è l'originale: http://www.economist.com/…/21712165-1942-joseph-schumpeter-…
Il nostro editorialista Schumpeter: un addio scuro
Nel 1942 Joseph Schumpeter ha avvertito che il
capitalismo non potrebbe sopravvivere. Una ondata di populismo indica che è
ancora una volta in pericolo
24 dic 2016
E
'stato nel 1942 di Joseph Schumpeter ha pubblicato
il suo unico bestseller, "Capitalismo,
socialismo e democrazia". Il libro era popolare per una buona ragione. E
'stato un tour de force di economia, storia e sociologia. E 'coniato frasi
memorabili come "distruzione creativa". Ma è stato un libro in
particolare scuro. In un'epoca in cui le persone erano alla ricerca di
speranza durante la lotta per la vita e la morte con il nazismo, Schumpeter ha offerto solo oscurità. "Il capitalismo
può sopravvivere?" Chiese. "No, non credo che possa."
Questa colonna è stata ispirata dalla visione del giovane Schumpeter
della imprenditore come eroe del Übermensch che
sogna un nuovo mondo e lo realizza con la forza dell'intelletto e della
volontà. Al suo debutto nel settembre 2009, abbiamo sostenuto che Schumpeter era una icona perfetta per una colonna
business, perché, a differenza di altri economisti, si è concentrato sulla
dirigenti d'azienda, piuttosto che forze astratte e fattori. Ma, col maturare
di Schumpeter, la sua visione diventava più nera. E
'diventato sempre più preoccupato non per la mancanza di eroismo, ma per la
burocratizzazione, e non per il cambiamento, ma per la decadenza. Lo stesso
vale per l'autore di questa colonna.
Sarebbe esagerato affermare che il capitalismo non può sopravvivere.
L'alternativa socialista che si profilava di nuovo grande nel 1942, è
implosa. Il mondo emergente è il capitalismo che offre la via di fuga da
millenni di povertà. Ma in Occidente i problemi che hanno portato Schumpeter a preoccuparsi sono cresciuti. E ad essi
vengono aggiunte nuove difficoltà che non aveva previste.
La sua più grande preoccupazione era che il capitalismo stava producendo i
propri becchini, sotto forma di una intellighenzia anticapitalista. Oggi
quella stessa élite, aderente in canyon di Los Angeles e dipartimenti
universitari, si è ampliato. Gli studi di Hollywood denunciano i lupi di Wall Street e i vandali ambientali in generale nel
settore petrolifero. Il tipo liberale accademico (cioè il tipo che favorisce
grande governo) sono più numerosi di gran lunga il tipo conservatore, per
5-1, secondo uno studio recente.
Un'altra delle preoccupazioni di Schumpeter era che
l'attivismo economico di stato del New Deal di Roosevelt avrebbe minato il
mercato. Ma nel 1938 il governo americano stava spendendo solo un quinto del
PIL. Oggi si sta spendendo il 38% e che costituisce il neoliberismo dei più
laissez-faire genere rispetto all'Italia (51% del PIL) e alla Francia (57%).
Big regolamentazione ha avanzato più rapidamente di grande governo. Business
è sempre visibilmente flabbier, troppo. L'industria
europea è stato vecchio e inadatto per anni e ora stodge
si sta diffondendo in America. Le più grandi aziende si stanno espandendo e
quelli più piccoli sono appassendo sulla vite. La quota di aziende americane
che sono 11 anni o più passano da un terzo nel 1987 a quasi la metà nel 2012.
Non c'è nulla di necessariamente un male su questo. Una delle grandi
intuizioni di Schumpeter, dai suoi ultimi anni, è
che le grandi imprese possono essere più innovativi di start-up se dato i
giusti incentivi. Ma gli incentivi attuali favoriscono la stasi. Molte grandi
aziende prosperano a causa di governo e regolazione. Il costo per dipendente
di rosso nastro senza fine compilazione dei moduli e si occupano di salute e
di sicurezza-regole-è multipli più elevati per le aziende che hanno un
personale dozzina di poco rispetto a quelli con centinaia o migliaia. Schumpeter chiama immobiliare-imprenditori per dare
dinamismo alle economie. Oggi il capitalismo esiste senza capitalisti-società
sono "di proprietà" da milioni di azionisti che agiscono attraverso
le istituzioni che impiegano manager professionisti il cui scopo principale è
quello di cercare di rendimenti sicuro, non opportunità rischiose.
Alcuni luce tremola all'orizzonte. l'economia
americana sta iniziando ad allungare gli arti. Imprese high-tech sono la
revisione di una fetta sempre più ampia dell'economia, tra cui negozi e dei
trasporti, che dovrebbe essere un bene per la crescita (anche se questo
significa anche il potere è concentrato nelle mani di un minor numero di
grandi imprese). Ma questi sono solo lampi nel buio che avanza. Il tasso di
crescita della produttività in tutto il mondo ricco è stata deludente a
partire dai primi anni 1970, con solo una breve tregua nel 1996-2004 nel caso
dell'America. C'è, e in altri paesi ricchi, le popolazioni stanno
invecchiando rapidamente. Nel frattempo, i frutti di ciò che la crescita c'è
vengono catturati da una sezione sempre più ristretto di società. E chi ha
successo sulla base del merito si sposano altri vincitori e accaparramento
delle migliori opportunità di istruzione.
Allo stesso tempo la democrazia sta diventando sempre più disfunzionale. grande preoccupazione di Platone su governo
rappresentativo è stato che i cittadini avrebbero "vivere giorno per
giorno, indulgere al piacere del momento". Aveva ragione: la maggior
parte delle democrazie spendere troppo per dare ai cittadini ciò che vogliono
nel breve periodo (se i tagli fiscali o diritti avanzati) e investimenti a
lungo termine abbandono. In cima a quello, lobbisti e altri interessi
acquisiti hanno ormai fatto una scienza di gioco del sistema per la
produzione di benefici privati.
Nubi di tempesta si riuniscono
Il risultato di questa miscela tossica è un'onda di populismo che sta
rapidamente distruggendo le fondamenta dell'ordine internazionale post-guerra
e la produzione di un mondo molto più instabile. Uno dei suoi molti pericoli
è che è auto-rinforzante. Contiene abbastanza verità per essere plausibile.
Può essere sciocchezze che "il popolo" sono depositi infallibili
del senso comune, ma non c'è dubbio che le élite liberali sono stati
compiaciuta e self-serving. E il populismo si nutre
dei propri fallimenti. Il più che le imprese affronta l'incertezza ritardando
investimento o in movimento di denaro all'estero, più i politici bullo o
corrompere a fare "la cosa giusta". Come stagnazione economica
alimenta il populismo, così eccessivo riguardo per la volontà popolare
rafforza stagnazione.
Questi pensieri confortanti sono l'ultima che questo cronista vi offrirà come
Schumpeter, se non la sua ultima come scrivano per
The Economist . Da aprile scriverà la colonna Bagehot
sulla Gran Bretagna e la sua politica. Una delle tante cose straordinarie su
di joint-stock delle imprese è che essi sono potenzialmente immortali: le
persone che li gestiscono vanno e vengono, ma la società si mantiene in
corso. Lo stesso vale per le nostre colonne. La colonna Schumpeter
tornerà nel 2017 con un nuovo (e forse più ottimista) autore.
Schumpeter: Our Schumpeter columnist pens a dark farewell | The Economist
In
1942 Joseph Schumpeter warned
that capitalism might not survive.
A surge of populism means it is
once more in danger
ECONOMIST.COM
Mauro
Novelli ha condiviso un link: http://www.econopoly.ilsole24ore.com/…/il-declino-italiano…/
3 gennaio alle ore 17:25
Il declino italiano in prospettiva storica: la crisi del ‘600 e la
situazione attuale
Il
passaggio nel nuovo anno rappresenta sempre un’occasione di riflessione,
piccola o…
ECONOPOLY.ILSOLE24ORE.COM
Mauro
Novelli Non vanno
trascurate: 1) la rivoluzione geopolitica generata dalla immissione nel
circuito economico europeo delle Americhe ed il conseguente declino dei
traffici mediterranei. Illuminante la storia della Serenissima. 2) il
consolidamento dei grandi stati nazionali: Francia, UK, Spagna, Olanda
(attività mercantile internazionale)
Marcello Giaccari ha condiviso
un link. 4 gennaio alle ore 9:42
http://m.espresso.repubblica.it/…/viaggio-al-termine-della-…
Da Bauman a Diamanti, viaggio al termine
della democrazia
Avanza
l’idea che con la globalizzazione sia finita un’epoca iniziata con
l’Illuminismo. E dopo? Ecco le diagnosi
ESPRESSO.REPUBBLICA.IT
Mauro Novelli 5 gennaio alle ore 17:55
Facebook:
l’offesa in bacheca è diffamazione aggravata. Ecco la sentenza della
Cassazione
https://www.forexinfo.it/facebook-offesa-bacheca-diffamazio…
Maurizio Cesanelli Molto interessante. Speriamo sia utile a limitare le incursioni
barbariche su fb.
· 5 gennaio alle ore 18:22
Sempre in tema di
bufale su internet. Se la GUARDIA DI FINANZA consiglia di pubblicarlo sulla
propria pagina, un motivo ci sarà...
YOUTUBE➦ http://go.mgpf.it/mgpf-yt
FACEBOOK ➦ http://go.mgpf.it/mgpf-fb
È troppo chiedere a un banchiere, a un finanziere, a
imprenditore e a un manager, di tenere in gran conto le parole cardine della
convivenza civile, oltre che i tecnicismi del gergo "mercatista"
anglosassone? Perché "le…
HUFFINGTONPOST.IT
Andrea Franchini Mi permetto un giudizio; gran bell'articolo tranne per un
particolare gigantesco: la politica non solo non ha disciplinato il mercato
ma ha cavalcato e vive grazie ai "soldi facili"
Un articolo molto interessante su una problematica sempre più attuale.
Informazione.
Etica e umiltà gli antidoti a post-verità e «fake
news»
Perché le bufale proliferano nell'era dell'arroganza
AVVENIRE.IT
Luca Morvilli 5 gennaio alle ore 22:58
Articolo interessante specialmente quando afferma che la crisi
dei media non è causata dalle fake news. Credo che
le cosiddette fake news siano la punta dell'iceberg
di un terremoto che sta demolendo la fiducia nelle autorità in generale ma
nei media in particolare. E i media invece di piangere o di invocare o far
invocare da quel buffone di Pitruzzella un ministero della verità europeo
dovrebbero fare autocritica. Come diceva Sun - tzu devi per prima cosa conoscere te stesso e poi il tuo
nemico. Dopo anni di prese in giro dei lettori, dalle armi di distruzione di
massa agli scandali economici, alle odierne cronache ridicole di attentati
con attentatori che spargono i propri documenti in giro .
I media hanno avuto innumerevoli colpe e non hanno colto i segnali di caduta
della credibilità e ora sono spacciati. Le notizie le troviamo sui social,
esattamente dove le prendono i giornalisti che non aggiungono nulla, al
massimo censurano. Il risultato di questa inutilità e dannosità dei media è
la passione per l'altra verità. Una verità contraria a quanto sostengono i
media e contraria al potere del momento. Le fake
news hanno 3 grandi vantaggi rispetto ai media ufficiali:
- spesso sono più informati e sostengono cose più vere o più credibili
- sono il contrario del politically correct che ormai tutti hanno capito essere una trappola
che aiuta il mantenimento dello status quo
- sono le uniche che propongono un perché dietro alle notizie e ai fatti (
che siano vere o meno ).
Quando c'è un perché c'è credibilità e memorizzazione, è una delle prime
leggi della comunicazione. I fatti senza un perché o almeno un'analisi e un
commento prospettico sono inutili e noiosi. E indubbiamente i telegiornali
sono diventati delle soap opera dove vengono intervistati dei signor nessuno
che raccontano cose insignificanti solo perché erano vicino al luogo dell'attentato
o in fila per fare un vaccino. Nel tentativo di creare facile e volgare
emozione invece di commentare e analizzare si fa il gioco dei social media e
delle fake news. Se cerco emozioni e testimonianze
invece della comprensione delle notizie preferisco andare sui social che sono
molto meglio in questo.
Ci si sta svegliando e ovviamente all'inizio si esagera nel dar retta a tutto
quello che non è ufficiale , col tempo ci si
orienterà meglio ma nel frattempo i media saranno chiusi.
SULLE "INFORMAZIONI". Prima parte.
Come ha ben intuito Darwin, la specie dominante non è quella che può mettere
in campo maggiori caratteristiche di forza e robustezza, ma la più
adattativa, quella, cioè, che sa rispondere con migliori, più pronte, più
economiche decisioni di adattabilità al variare dell’ambiente circostante e
del suo habitat di riferimento. Stessa valutazione va fatta (andrebbe fatta)
se si passa dalla specie agli individui che la compongono: chi si adatta
meglio è dominante (pur con la cultura sociale a mitigare l’effetto), chi non
sa adattarsi è dominato e rivestirà ruoli declinanti e inferiori.
Ma per poter rispondere prontamente e con intelligenza a quelle variazioni
ambientali, occorre avere, nei limiti del possibile:
1) le migliori informazioni sulla realtà che ci circonda, le più veritiere e
le meno false, le più complete e le più aderenti, le meno parziali.
2) un apparato culturale ed intellettuale in grado di comprendere gli
eventuali sviluppi del processo di cambiamento e di poter utilizzare al
meglio le risorse per rispondere ad esso. Le prime dipendono dai meccanismi
di comunicazione ragionati, accettati ed impostati dalla società, le seconde
dal mio q.i. e dalla acculturazione di cui sono
stato capace e che mi è stato possibile ottenere.
Ne discende che una società libera, cioè non allo stato brado ma regolata da
norme condivise, dovrebbe avere grande attenzione per le informazioni e la
formazione che i cittadini ricevono. Ben sapendo che le informazioni sulla
realtà in cui operiamo e sui suoi cambiamenti, non sono “democratiche”, come
del resto si diceva della scienza. Voglio dire che se i tolemaici geocentristi sono numericamente superiori rispetto ai
copernicani eliocentristi, non vuol dire che il
sistema pensato da Tolomeo fornisca la teoria giusta per prendere decisioni
corrette.
[Per inciso, poiché i tolemaici, confortati dalla Bibbia (Chiesa cattolica),
detenevano ancora il potere assoluto sulle informazioni/pubblicazioni,
l’”informazione” copernicana (De revolutionibus orbium coelestium) fu
mascherata come semplice costruzione, una sorta di “pseudosistema”
pensato per facilitare i calcoli degli astronomi: il teologo protestante
Andreas Osiander si incaricò di mimetizzare la
portata esplosiva dell’opera imponendo all’editore una sua prefazione,
all’insaputa dell’autore (ormai moribondo e ancora non del tutto convinto
della opportunità di pubblicare l’opera). In essa Osiander
“informava” che «…. È infatti proprio dell'astronomo prima registrare la
storia dei moti celesti mediante osservazioni abili ed accurate; quindi
escogitare e supporre le loro cause, ossia certe ipotesi, in un modo
qualsiasi, non potendole dimostrare in alcun modo come vere. Partendo da tali
ipotesi si possono calcolare correttamente i moti celesti, in base ai
princìpi della geometria, tanto nel futuro che nel passato. Questo autore è
riuscito ad assolvere assai egregiamente ad ambedue i compiti. Non è […]
necessario che quelle ipotesi siano vere, anzi neppure che siano verosimili,
ma basta solo che mostrino il calcolo in armonia con i fenomeni osservati».
Oltretutto, insisteva Osiander, nell’opera vi sono
numerosi «particolari […] assurdi».]
Segue.
Una suggestione che vorrei condividere e sottoporre ai vostri
commenti.
GLI ALGORITMI DI FACEBOOK CREERANNO GUERRE CIVILI E NON
Con gli algoritmi utilizzati da Facebook ognuno di
noi riceve post e news coerenti con i suoi like .
Il risultato di questo è che ognuno di noi - ovviamente soprattutto gli
ignoranti e gli sprovveduti ma in realtà sottilmente agisce anche su chi ha
più strumenti - ha l'impressione di un mondo monolitico molto vicino alle sue
credenze. La sensazione è che la massa sia dalla nostra parte, qualunque sia
la nostra parte. Ogni post che leggiamo invece che sollecitare dubbi e
proporre diverse chiavi di lettura ci conferma le nostre credenze e
inevitabilmente i nostri pregiudizi.
Si è visto durante il referendum come tutti quelli che conoscevo fossero
convinti che alla fine avrebbe vinto il si. Perché
erano circondati nei social da post e pareri simili ai loro. Io che invece
seguo non solo persone " evolute" che erano a favore del si ma anche tanti siti "complottisti" e
alternativi avevo colto la più grande potenza del fronte del no.
In conclusione se ogni "fazione" diventa sempre più convinta delle
proprie idee a causa di questa esposizione selettiva dei social media viene a
mancare contraddittorio e dialogo, viene a mancare l'ascolto serio e onesto
delle opinioni altrui.
Senza comprensione e dialogo ma con una sempre maggior convinzione di essere
nel giusto e soprattutto che la massa sia con noi si arriva alla guerra
civile.
Sicuramente si arriva a una società spaccata in diverse fazioni che non
va da nessuna parte ma alla fine si arriva alla guerra civile e le condizioni
socio economiche attuali non sono così dissimili a quelle di quando nacque il
nazionalsocialismo.
E purtroppo chi ha maggior responsabilità di questa avvilupparsi in un
circolo vizioso è ovviamente chi ha più strumenti culturali e ha
l'intelligenza e l'apertura mentale di chi è aperto al dialogo. Insomma non
può essere colpa degli hacker russi se ha vinto Trump (
ammesso che questo sia così negativo) ma è colpa di chi ha
sottovalutato il crollo di credibilità dei classici "endorser"
: media, VIP etc e l'effetto del debunking di certe verità come il finanziamento
dell'Isis.
Situazione identica in Italia per il referendum , un consulente americano da
400Keuro che consiglia un approccio generico e semplicistico: il cambiamento.
Anche qui media e attori, intellettuali a favore del si.
Anche qui tutto l'è sorse enti ha avuto l'effetto opposto. In entrambi i casi
l'élite ha la responsabilità di aver sottovalutato segnali importanti Ma la
colpa più grave è quello che che le cosiddette elite hanno fatto dopo le 2 disfatte: Obama e i suoi
hanno accusato gli hacker russi della sconfitta ( sorvolando sul contenuto
delle mail rese pubbliche ) , Renzi ha replicato il suo governo lasciando
addirittura la Boschi e entrambi ma soprattutto in Italia hanno invocato un
comitato europeo contro le fake news , una sorta di
censura , di ministero della verità.
Quindi il problema è diviso in 2 , l'algoritmo di Facebook
che ci isola dagli altri e l'incapacità delle elite
di ascoltare, comprendere e reagire a questo percorso di
radicalizzazione.
Questa radicalizzazione viene esacerbata dalle elite
in tutti i campi, per citare solo l'ultimo esempio la dichiarazione del
professore Burioni che afferma che la scienza non è
democratica e che lui non parla con chi non è uno scienziato come lui. Che la
scienza non sia democratica sono in molti ad averlo capito da giordano bruno
a Galileo Galilei in poi. Anche qui la scienza ufficiale alza un muro contro
chi non è fedele alla linea ortodossa.
Ci avviamo verso decadenza, violenza e rivoluzione
SULLE "INFORMAZIONI". Seconda parte.
Fino all’avvento di internet, chi ha voluto informarsi e/o informare è stato
costretto a ricorrere ai servizi di un medium e di chi quel medium gestiva:
dalla tradizione orale – prima della scrittura - attraverso il canto degli
aedi, agli amanuensi (nel Medio Evo si pagavano i diritti a costoro, non agli
autori dei testi di cui si ordinavano copie), agli editori/stampatori, ai
gestori di periodici (dal 1700 in poi), di quotidiani. I filtri sulla
veridicità di quanto veniva diffuso erano curati degli stessi gestori: per
mantenersi sul mercato dovevano risultare, nei limiti del possibile,
credibili e veritieri. Si consideri che, fino alla prima metà del secolo
scorso, anche con l’avvento della radio, i fruitori costituivano una fascia
abbastanza ristretta di cittadini. Ma prima con la radio e poi con la TV di
massa, si istituzionalizzò la gestione dei nuovi media. Non più gestori
privati: la politica veniva impossessandosi dei nuovi canali. Fasce sempre
più ampie di cittadini (prima senza esigenze informative) cominciarono ad
informarsi tramite i nuovi strumenti, scavalcando il passaggio della
informazione tramite carta stampata. [Oggi il Currierun
“tira” tra un terzo ed un quarto della tiratura raggiunta negli anni ’20 del
1900.] Ma Radio e TV, essendo gestiti istituzionalmente in ambiente
monopolistico, almeno fino ad una trentina di anni fa, non avevano più
bisogno di puntare su una veridicità e credibilità di fondo della loro
produzione limitandosi ad informare con i sistemi, i metodi e i dettami della
“politica”. Per decenni la loro attendibilità fu decretata dai fruitori. La
gran parte dei cittadini non aveva, né cercava, altri canali di informazione.
Oggi radio e TV risultano sempre più squalificati e si cercano nuovi canali.
Con l’avvento di Internet, si sostiene, sbagliando (io ero tra questi), che i
“mediatori” non esistano più: basta aprire un account e si può pubblicare
qualsiasi cazzata sui social media; con meno di 50 euro l’anno si può
impostare un sito personale dove pubblicare ogni cosa. Ma le nuove tecnologie
non sono cicciate per natura ed offerte ai
cittadini da benefattori dell’umanità, sono invece in mano a non più di dieci
oligopolisti: coloro che gestiscono la rete, coloro che possono sabotarla,
coloro che gestiscono i social media e coloro che gestiscono i motori di
ricerca. Siamo tornati alla radio di Goebbels e alle Tv di stato
monopolizzate dalla politica? Certo, ma con sistemi enormemente più
raffinati. Sono stati invece giubilate, o in via di giubilazione, questo è
vero, le decine di migliaia di gestori di media pre
Internet (editori, emittenti radio TV ecc.)
Luca parla degli algoritmi di FB. Tramite la capacità di indagare le nostre
cliccate, i nostri “mi piace” e le nostre condivisioni, FB ti costruisce
attorno il tuo mondo esattamente come vorresti che fosse nella realtà.
Non tutti sanno che, di default, FB ti mostra le notizie che lui considera
per te “principali”: vengono riportate nella Home quelle postate dai vostri
“amici” più seguiti, quelle per le quali FB ipotizza una vostra molto
probabile nuova interazione con ulteriori vostre cliccate per commenti,
condivisioni, nuovi “mi piace”.
Se col PC, tablet, smartphone
entrate nel sito facebook.com ,
la finca di sinistra nella Home presenta una serie di link. Il secondo
(Notizie) permette di passare da “Principali” (decise per te da FB) a “Più recenti”
(foto allegata). E la possibilità di "Modificare" è altrettanto
"equivoca" ed ingannevole.
Scegliendo questa seconda opzione la home presenta gli inserimenti di amici e
conoscenti con un criterio cronologico. Secondo FB questo criterio è “per te”
altamente dispersivo, ti fa perdere tempo con post di “amici, sì, ma
sconosciuti”. Tanto è vero che se chiudete FB e lo riaprite, tornano
automaticamente le “Notizie principali”. Grande Zuckerberg ! Fa il lavoro
per voi!
Se invece consultate FB da app. (tablet, smartphone), per non
farvi presentare i post per voi “più importanti”, dovete cliccare sulle tre
righine delle opzioni, scorrere fino alla voce “Filtri” e cliccare su “Più
recenti”. Ma se tornate alla Home, si ripresenta il mondo che volete voi, con
le notizie più importanti per voi scelte da FB.
Con gli algoritmi di Google i problemi sono ancora più gravi: conosce i ns. interessi, le ns. esigenze di
approfondimento, le vs. materie di studio e vi presenta pubblicità di
prodotti e di siti derivati dalle vs. ricerche. E’ una semplice curiosità, ma
ricordo solo che, tramite i suoi algoritmi, le interrogazioni del motore da
parte dei suoi miliardi di utenti unici ed il tempo trascorso nelle
consultazioni, Google è in grado – tra l’altro - di anticipare l’Organizzazione
mondiale della Sanità in materia di epidemie, della loro gravità, della loro
diffusione geografica, della loro evoluzione.
Che fare?
Credo che potranno approfittare di internet i cittadini più acculturati, in
grado di governare – per quanto possibile – una macchina che sembra poter
procedere da sola. Gli altri vanno avanti limitandosi a leggere titoli e
frasette brevi.
Sono sempre meno – sosteneva De Mauro - i cittadini in grado di concentrarsi
su un testo e di comprenderne implicazioni e significati.
E torno alla esigenza di sostituire alla “quantitativa” una “democrazia
“qualitativa”.
COMPATIBILITÀ
Quando si parla di 'compatibilità' non sempre ci rendiamo
conto che la questione in oggetto viene esaminata in base alla
'compatibilità' con un quadro inespresso, implicito, sottinteso; ed invece
potremmo, e forse dovremmo, procedere all'opposto. Cioè dare la priorità a
ciò che si desidera realizzare, e valutare in quale quadro di riferimento ciò
sia possibile. Ad esempio, se volessimo che ci fossero case popolari per
tutti, a basso prezzo e di buona qualità, ci si potrebbe rispondere che tale
progetto non è compatibile con le finanze dello Stato, e perciò inattuabile;
altrettanto dicasi se si parlasse di mantenere e accrescere gli standard del
nostro Servizio Sanitario, o se si parlasse di avere per tutti una scuola
pubblica a tempo pieno, che formi i nostri figli ad essere cittadini
responsabili, consapevoli e critici, o se chiedessimo dei trasporti di buon
livello, confortevoli, veloci e a costi ragionevoli, e così via. Ma a questo
punto, sopratutto in un paese che si dice
democratico e con la nostra Costituzione, forse dovremmo adeguare il quadro
economico, politico e sociale, per renderlo 'compatibile' con le esigenze sin
qui espresse, anziché servircene come alibi per rispondere negativamente a
queste ed altre domande.
La nostra Costituzione repubblicana ci dice, in parole povere, che il Popolo
è sovrano, e quindi che esso può e deve decidere che uso fare delle risorse
del Paese. Se vuole spendere per armarsi con costosi caccia-bombardieri è
libero di farlo, ma poi gli mancheranno le risorse per la scuola, la sanità,
i servizi: decida lui! Per prendere qualunque decisione bisogna essere
informati sulla questione, quindi bisogna avere accesso ai dati relativi,
avere la possibilità di elaborarli, se del caso consultando degli esperti, e
di discutere delle possibili soluzioni. Solo a quel punto si può pensare di
decidere liberamente e con cognizione di causa. Il luogo deputato a tali
attività è il Parlamento, e gli 'attori' di tali operazioni sono i
rappresentanti eletti dal popolo. Ma qui si aprirebbe un altro doloroso
capitolo....
Sembra proprio che ci tocchi vivere in un mondo impazzito, e
il bello è che neppure ce ne accorgiamo. Chiedi a un biologo, ma anche a un
primitivo, pellerossa, antico Romano...: “A che età bisogna fare figli?” “18
anni”, risponderanno; abbiamo creato un sistema per cui se fai un figlio
all'età giusta ti condanni e lo condanni alla miseria. Tu non potrai
studiare, e quindi conquistarti una buona posizione economica e sociale, lui
crescerà senza di te, perché tu dovrai guadagnare per il vostro mantenimento,
e senza studi o professionalità sarà sicuramente più difficile. La società ti
considererà male, non ti farà credito, per l'abitazione dovrai arrangiarti,
mangiare cibo-spazzatura, il figlio lo alleverai male perché sarai assieme
assente e frustrato, quindi aggressivo, e probabilmente per superare questa
tua triste situazione ti drogherai con le conseguenze del caso. Avrai, per te
e per tuo figlio, le cure di più basso livello, che assieme a quanto già
detto faranno sì che sarai spesso ammalato e morirai presto, dandogli un'ulteriore
fregatura. Ma d'altronde essendo tu un poveraccio senza cultura, con scarsi
mezzi e carico di frustrazioni, probabilmente non saresti una buona guida né
una buona compagnia per tuo figlio. E così via. Dunque noi continuiamo a
studiare, dedichiamo gli anni migliori a cercarci un lavoro lottando per
mantenercelo, per fare carriera, per avere più soldi, case più grandi,
macchine più grandi, pagando oltre la metà di quello che guadagniamo ad uno
stato che ci dà scuole mediocri, trasporti mediocri, pensioni mediocri,
servizi sempre meno efficienti e sempre più burocratizzati, aria inquinata,
acqua a pagamento, sempre maggiori restrizioni della nostra libertà
individuale, consolandoci col fatto che ogni cinque anni possiamo andare a
votare scegliendo i nostri rappresentanti da liste pre-compilate
da una casta di parassiti che si mantengono col sudato frutto delle nostre
fatiche e non hanno altro scopo che di mantenere sé stessi e le loro cricche
in un sempre maggiore benessere alla faccia nostra! E di fare figli non se ne
parla, ovviamente. Così si arriva all'assurdo di coppie quaranta e
cinquantenni che una volta sistemate le pendenze di carriera vogliono il
figlio cui hanno rinunciato al tempo giusto, e fiumi di denaro e di
infelicità corrono verso le varie forme di fecondazione artificiale, uteri in
affitto ed altre simili mostruosità. E' poi così difficile immaginare una
società che terminati gli studi di livello superiore ti dia la possibilità,
all'età giusta, che è determinata dalla biologia, di sposarti e fare figli
pur continuando studi e formazione, fornendoti gli ausili necessari? Asili
nido, servizi sociali, baby-sitting, borse di studio, lavori a salari
decenti, case popolari, buoni trasporti pubblici, cibo sano di qualità
controllata, una sanità efficiente che ti assista a domicilio per quanto
possibile, buone scuole, vicino a casa tua, per i tuoi bambini. Consentendoti
di vivere una vita conforme alla tua natura, una vita decente, piacevole,
utile, che non ti spinga allo sballo per dimenticare la tua infelicità? Ci
dicono che un sistema siffatto è incompatibile con le leggi dell'economia.
Falso! E' incompatibile con questa economia, ed è questa economia che è
incompatibile con la natura dell'uomo, con il benessere e la pace della
società, con la salute e la sopravvivenza del pianeta!
Certo, se gli interessi dei petrolieri bloccano la ricerca delle energie
alternative a basso costo, se gli interessi delle banche e della finanza
hanno asservito la classe politica che dovrebbe rappresentare i nostri
interessi, se una stampa e mass media cheap lavorano ogni giorno a sviare la
nostra attenzione dai veri problemi agendo come vere 'armi di distrazione di
massa' non sarà facile per noi gente comune prenderne coscienza, anche perché
scuole e chiese varie ci hanno formato ad un pensiero omologato e non libero.
Però nelle situazioni di crisi si aguzza l'ingegno, e chissà che questa
volta, in una situazione che sta mettendo in forse tutte le nostre certezze,
incominciamo a farci meglio i nostri conti?
Fantasie? Utopie? Forse una volta, ma oggi ci sarebbero i mezzi, le
ricchezze, le tecnologie per realizzarle: basta volerlo! Ecco spiegate quelle
che alcuni chiamano “armi di distrAzione di massa”,
notizie futili, o false su cui accendere roventi dibattiti, mentre nelle
segrete stanze si decidono provvedimenti che vanno nella direzione opposta.
Basta volerlo, i Cittadini potrebbero essere come il fanciullino che esclama: ”Il Re è nudo!”, facendo crollare in un attimo
l'impostura; ed è per questo che van tenuti lontani dall'affrontare i veri
problemi, i nodi del nostro tempo. Un modo di produrre e consumare che non è
più compatibile con la sopravvivenza del pianeta e del genere umano,
irrazionale e incapace di soddisfare i veri bisogni della gente, mantenendola
in uno stato costante di frustrazione ed insoddisfazione che la spinge a
consumare sempre di più, a correre come criceti impazziti in una ruota che
può solo finire tragicamente.
Bruno Novelli 10-1-2017
Mi
piacciono le tue riflessioni.
Come affrontare la realtà che descrivi così bene per cambiarla radicalmente?
Quali passi concreti possiamo cominciare a fare? Come creare una comunità di persone
che via via cresce e si afferma? Come promuovere le tue riflessioni
perché divengano patrimonio comune di una maggioranza politica capace di
arrivare al governo del paese e produrre i cambiamenti necessari? Come non
farsi stritolare dalla peggiore classe politica che questo paese abbia mai
avuto? Creiamo un movimento? Ci "inseriamo" in un partito
esistente?
Mi piacerebbe essere capace, come gruppo, di elaborare concretamente un
programma politico ed un piano di iniziative, dandoci degli obbiettivi politici
e temporali.
Sarebbe un bel fare!
Roberto Vismara 10-1-2017
Ah,
saperlo! Ovvero :che fare?
5 h
Mauro Novelli 9-2-2017
Un
accomodamento (1) ed un errore rilevato (2) ma di nessuna importanza per i
contenuti dell'articolo: 1) Sull'entropia. Dire che misura il grado di
equilibrio è fuorviante. Misura invece il grado del disordine: è questo che
aumenta, visto che "l'entropia dell'universo aumenta". 2) Sulla
moneta buona e su quella cattiva: Gresham (XVI
secolo) sostiene esattamente il contrario (e sono d'accordo): è la moneta
cattiva che scaccia la buona. Infatti, se circolano entrambe nello stesso
mercato, se hanno lo stesso valore nominale, ma diverso valore intrinseco (se
di metallo prezioso), la cattiva verrà velocemente spesa, aumentando la sua
velocità di circolazione, mentre la buona verrà tesaurizzata.
Ubaldo Menegotti 10-1-2017
Provo
ad integrare quanto detto da Mauro a proposito dell’adattabilità
dell’individuo o di un qualsiasi ente all’ambiente e a proposito dell’importanza
delle informazioni nel processo.
La capacità di acquisire rapidamente le corrette informazioni dall’ambiente e
reagire su di esso nel modo migliore può esser rappresentata con il modello
“OODA LOOP” (ciclo decisionale: osservare, orientarsi, decidere e agire , ) Fig. 1.
La
Fig. 2 esemplifica l’applicazione del modello all’uomo, facilmente
generalizzabile ad ogni essere vivente o ad una qualsiasi entità comunque
complessa, come una generica aggregazione umana (una società, una nazione, un
partito, …).
Tanto
più l’OODA Loop è veloce e robusto, tanto più
efficace sarà l’interazione con l’ambiente.
L’INFORMAZIONE e la sua ELABORAZIONE giocano ovviamente un ruolo fondamentale
nel processo.
I parametri che si possono ritenere rappresentativi della bontà delle
informazioni sono:
a) Quantità:
- n° di informazioni disponibili sul/i
soggetto/i di interesse nell’ambiente, n° di parametri misurabili che lo/li
definiscono, …
b) Qualità:
(1) precisione: i dati numerici devono essere noti con il minimo errore e la
minima dispersione.
(2) affidabilità: dati e informazioni devono provenire da fonti sicure
ed essere in qualche modo validati e certificati.
(3) completezza: è auspicabile l’acquisizione di tutte le informazioni utili
relative a tutti i soggetti coinvolti.
(4) freschezza: le informazioni devono essere quanto più possibile di recente
acquisizione.
c) Significatività - contenuto
informativo, importanza, grado di sorpresa/innovatività (un’informazione
inattesa è sicuramente più significativa di una informazione scontata)
d) Rapidità - disponibilità in
tempo utile (dipende anche dai ritardi di trasmissione e dei vari processi
coinvolti)
e) Grado di integrazione - valore
aggiunto dalla correlazione e fusione tra informazioni diverse
f) Immunità - capacità di difesa
delle proprie informazioni da azioni avversarie di scoperta, utilizzo,
inganno e disturbo (detection, exploitation,
deception, jamming)
g) Robustezza – insensibilità alle
condizioni ambientali (capacità “ogni tempo”: meteo, giorno-notte)
h) Flessibilità nell’utilizzo -
grado di predisposizione ad adattarsi al flusso degli aggiornamenti
i) Interoperabilità - facile
utilizzabilità da parte di utenti diversi cooperanti
E'
ormai un luogo comune parlare del nostro pianeta in termini di
"villaggio globale": la politica e l'economia si muovono in ambito
planetario e si alimentano della capacità di acquisire la maggior quantità di
conoscenza nel minor tempo possibile su tutto ciò che accade. L'informazione
è il tessuto connettivo di questa realtà e gli strumenti per acquisirla,
diffonderla, ma anche eventualmente manipolarla, costituiscono strumenti di
potere e supremazia.
L'evoluzione del ruolo giocato dall'informazione è stata resa possibile anche
dal simultaneo enorme sviluppo tecnologico dei due filoni coinvolti, e cioè:
- Computers
- Communications
L’importanza
dell’informazione nelle situazioni di “conflitto” in senso lato è evidente.
Per conflitto intendo qualsiasi situazione in cui ci siano almeno 2 parti
contrapposte, con idee e/o interessi diversi, nel perseguimento di un fine.
Può trattarsi di una contrapposizione politica, economica o anche
strettamente militare.
Oltre
ai consueti ambiti tradizionali più o meno conosciuti e accettati dove
contrapporsi, nasce un nuovo campo dove esercitare la supremazia ed è quello
dell’INFORMAZIONE e la guerra in questo campo si chiama INFORMATION WARFARE
(GUERRA DELLE/ALLE INFORMAZIONI).
Una definizione generale e significativa di IW, è la seguente:
"Information Warfare consists
of those actions intended to protect, exploit, corrupt, deny or destroy information or information resources
in order to achieve a significant advantage, objective or victory over an adversary" (riportata da Winn
Schwartau su "Information Warfare",
second edition, 1996, Thunder's Mouth Press, New
York).
["Information
Warfare è costituito da quelle azioni dirette a
tutelare, valorizzare, corrompere (guastare), negare o distruggere le
informazioni o le sorgenti di informazione al fine di ottenere un vantaggio
significativo, di raggiungere un obiettivo o di battere un avversario"]
Ancora più significativa e importante diventa la Guerra delle Informazioni
quando il conflitto è tra parti politiche tra loro in opposizione, l’esito
della cui “battaglia” si basa essenzialmente sulla persuasione di un elemento
“terzo” rispetto ai contendenti, rappresentato da una platea giudicante
estremamente ampia, come richiesto dalle attuali democrazie.
Le democrazie più o meno dirette, più o meno rappresentative, comunque
configurate da specifiche Costituzioni, ricorrono periodicamente
all’espressione della volontà del POPOLO, attraverso la formula del VOTO.
Voto di rappresentanti politici nelle sedi opportune, voto di amministratori
locali a diversi livelli, voto diretto su questioni particolari (ad esempio i
referendum), …
Le “decisioni” del popolo si dovrebbero basare sulle informazioni disponibili
(con le caratteristiche sopra definite) e sulla capacità di elaborarle con le
proprie risorse intellettive e culturali e le proprie idee.
E’ facile immaginare le enormi CRITICITA’ di questo processo, in cui la
facile manipolazione delle informazioni e la scarsa preparazione di coloro
che sono chiamati al voto rischiano di stravolgere i principi basilari della
Democrazia, trasformandola in MEDIOCRAZIA OLIGARCHICA, ovvero potere nelle
mani di chi sa (ha i mezzi per) gestire meglio le informazioni e utilizzare
meglio gli strumenti mediatici che le veicolano.
Gli strumenti mediatici storici tradizionali (giornali cartacei, comizi,
tribune politiche in TV, …) sono stati sostanzialmente e ampiamente
soppiantati da INTERNET, soprattutto nella forma delle Social Network come Twitter, Facebook e affini,
dove in teoria chiunque può scrivere o riportare qualsiasi cosa, senza
assumersene la responsabilità e senza verificarne l’attendibilità.
Non ha nessuna importanza la veridicità del messaggio, ma la sua suggestione,
la sua rispondenza a quello che noi vorremmo fosse, la sua misura dei nostri
desideri o timori, la sua capacità di alterare la percezione oggettiva dei
fatti.
Su questo terreno hanno facile sviluppo le CAMPAGNE di diffamazione, i fake, le bufale seriali, gli slogan anche violenti e
volgari, … ecco le ingerenze anche internazionali nelle questioni pubbliche e
private, ecco lo studio scientifico dell’efficacia della menzogna ripetuta ad
arte, ecco la possibilità di influenzare molto pesantemente le opinioni delle
masse in tutte le decisioni, ecco davvero la fine della democrazia, ammesso
che abbia mai avuto inizio.
Si tratta in sostanza di operazioni note in campo militare come PSYOPS (Psychological Operations), ovvero operazioni pianificate
atte ad influenzare le emozioni, le motivazioni, il ragionamento obiettivo, e
in ultima analisi il comportamento di organizzazioni, gruppi e individui,
allo scopo di indurre, rafforzare o modificare atteggiamenti a proprio
favore.
Mauro Novelli 10-1-2017
Caro Mauro, un
contributo alle tue/nostre perplessità sulla democrazia...
“La Repubblica dell’asineria”
Il 22 ottobre 2016 il professor Tullio De Mauro rilasciò un’intervista al
nostro Antonello Caporale a proposito del livello di alfabetismo attuale del
popolo italiano. Eccone alcuni stralci.
Abbiamo una percentuale di analfabetismo strutturale intorno al 33% in misura
proporzionale per classi di età: dai 16 anni in avanti. Il 5% di essi non
riesce a distinguere il valore e il senso di una lettera dall’altra.
Avrà difficoltà a capire ciò che divide la B con la T la F la G. Cecità
assoluta. Il restante 28 ce la fa a leggere, ma con qualche difficoltà,
parole semplici e a metterle insieme: B A C O, baco. Singole parole (…) è il
cosiddetto livello degli analfabeti strutturali (…).
Poi ci sono gli analfabeti funzionali. Riescono a comprendere o a
leggere e scrivere periodi semplici. Si perdono appena nel periodo compare
una subordinata o più subordinate. (…) Una padronanza avanzata di testi,
parole e concetti? vale solo per il 29%. Si parte dal terzo gradino, quello
che definisce il minimo indispensabile per orientarsi nella vita privata e
pubblica, e si sale fino al quinto dove il forestierismo è compreso, si ha la
padronanza della lingua italiana e anche di quella straniera.
(…) L’ignoranza costa in termini civili, naturalmente culturali e
persino nel processo produttivo. L’indice di produttività subisce un assoluto
condizionamento dall’asineria.(…)
Servirebbero cicli di aggiornamento culturale di massa. E nessun sussidio
(penso alla cassa integrazione) dovrebbe essere possibile senza un
contestuale periodo di educazione alla lingua. (…) Prima si andava al mercato
e si sceglieva la lattuga. Adesso c’è il supermercato dove tutto è imbustato.
Per capirne provenienza e confezionamento è necessario saper leggere. Posso
anche leggere Cile, ma se non so dove si trova quel Paese che me ne faccio di
quella indicazione?
...storicizzando...
Secondo alcuni, la storia della società è una storia di classi in lotta fra
loro; la politica esercita una mediazione tra le classi dominanti e quelle
subalterne, con maggiore o minore successo, maggiore o minore conflittualità.
L'egemonia delle classi dominanti si attua con la condivisione, più o meno
forzata, della propria visione del mondo ( modo e
rapporti di produzione, da cui dipendono cultura, organizzazione sociale
etc.), da parte delle classi subalterne. Dopo le società dominate da Re e
Sacerdoti con l'aiuto degli eserciti, cortigiani etc., e le lotte tra Papato
ed Impero per il predominio, le società del XVI e XVII secolo dominate da
nobiltà e clero dovettero cedere, prima per la rivoluzione del Rinascimento,
poi per la rivoluzione scientifica e commerciale, alla nuova classe che da
quelle aveva tratto forza e ragion d'essere: la borghesia. Alla nuova classe
di borghesi, commercianti, industriali e poi scienziati, artisti, tecnici,
filosofi etc., le pastoie dell'Ancien Régime
risultano soffocanti e l'antagonismo (tra il nuovo che tarda a nascere e il
vecchio che stenta a morire, direbbe Gramsci), sfocia nelle 'Rivoluzioni
borghesi' che dopo quella industriale si storicizzano nella Rivoluzione
Americana ed in quella Francese ed alla nascita degli Stati Nazionali in
Europa. Nascono le strutture politiche, economiche e sociali che conosciamo:
gli stati nazionali, le democrazie parlamentari, l'industrializzazione, il
liberismo nel commercio e nell'economia e di conseguenza l'aumento dei
consumi e quindi della produzione, che necessitando di sempre maggiori
risorse e mercati incrementa il colonialismo estendendo lo sfruttamento
dell'uomo sull'uomo anche allo sfruttamento delle risorse e dell'ambiente.
Nella visione di Marx, la nuova classe operaia che
si crea di conseguenza rovescia i rapporti di produzione e attraverso la
rivoluzione proletaria impone la propria egemonia, dapprima con la dittatura
del proletariato, infine con l'estinzione dello stato, stato che egli
considera come la struttura votata a garantire il dominio di classe e che
dunque, avendo il proletariato creato una società senza classi, perde la
propria ragion d'essere.
In realtà le lotte operaie del '900 in Occidente modificano i rapporti di
forza tra le classi, ma il processo preconizzato da Marx
e poi da Lenin non si verifica: non un acuirsi della lotta di classe fino a
sfociare nella rivoluzione, ma una trasformazione dell'economia, e quindi
della società, che tende a creare una sorta di nuova categoria,
interclassista e acefala: i consumatori. Il motivo non è chiaro: la
produzione sempre più meccanizzata e robotizzata, che ha sempre meno bisogno
di forza lavoro umana; la parcellizzazione del lavoro, che rende l'operaio
piuttosto un 'accessorio' della macchina che un protagonista della
produzione; lo sviluppo imponente del settore terziario ed il soddisfacimento
diffuso dei bisogni primari nell'Occidente, che sposta lo sfruttamento e la
proletarizzazione nel Terzo Mondo, prima soltanto fonte di materie prime, poi
anche di forza lavoro a basso costo; infine il rapidissimo e tumultuoso
sviluppo di un capitalismo finanziario globale sembrano spiegare almeno in
parte questo cambiamento.
Tutte queste cause, ed altre ancora, hanno sfumato le differenze di classe e
smorzato la forza della lotta di classe, che non sembra più proporre un
modello alternativo di economia e di società, ma al più una più equa
distribuzione di risorse e consumi (negli Stati Uniti nove cittadini su dieci
si autocollocano in una illusoria 'middle class').
Potrebbe sembrare il trionfo della classe media, liberatasi dalla lotta con
un proletariato ormai in estinzione, mentre è esattamente il contrario: al di
sopra e al di là delle classi descritte da Marx si
è andata affermando una nuova entità, magmatica, informe e possente, non più
riconducibile a componenti definite della popolazione, anzi svincolata da
ogni 'appartenenza' umana. Nella narrativa della fantascienza classica questo
ruolo veniva classicamente riferito alle macchine, ai Robot che si
ribellavano contro l'umanità, che pure li aveva creati, minacciando di
distruggerla.
Nella realtà di oggi è invece quella che potremmo chiamare Finanza Globale ad
aver assunto il ruolo di nemico dell'umanità: più incorporea e più spietata
delle macchine stesse, perché riesce ad asservire ai suoi disegni, e ad
utilizzare per i suoi scopi, proprio degli esseri umani, per lo più neanche
coscienti del proprio ruolo (“Strumenti ciechi / d'occhiuta rapina / che lor
non tocca / e che forse non sanno...”) .
Un'entità impersonale che non fa scelte, e men che mai ne discute, ma che si
muove secondo la spietata ricerca e perseguimento del massimo profitto, a
qualunque costo, incurante delle conseguenze, non frenata o condizionata da
alcuna considerazione etica, ecologica o sociale, rischiando di portare alla
rovina l'umanità intera ed il pianeta che la ospita. Non credo si possano
attribuire finalità razionali alle sue scelte: esse non tendono alla
creazione di una società più giusta, ad un benessere più diffuso, ad una
produzione più razionale come fu, anche se con risultati spesso discutibili,
per le ideologie che l'hanno preceduta. L'unica molla che la muove è quella,
peraltro miope e alla lunga suicida, del massimo profitto nel più breve tempo
possibile, senza curarsi delle conseguenze. Bestia cieca e feroce, che
somiglia alla lupa di Dante:
“ché questa bestia, per la qual tu gride,
non lascia altrui passar per la sua via,
ma tanto lo 'mpedisce che l'uccide;
e ha natura sì malvagia e ria,
che mai non empie la bramosa voglia,
e dopo 'l pasto ha più fame che pria.
Come può un simile
sistema diventare egemone, nel senso Gramsciano che abbiamo tratteggiato
all'inizio? Come può il suo 'Progetto' essere accettato, condiviso, sostenuto
(o almeno tollerato) da tutte, o quasi, le componenti della società?
Innanzitutto perché il progetto stesso non è esplicitato; anzi, si
nega che ci sia un 'progetto' e lo si gabella come 'naturale e positiva
evoluzione'. Nessuno viene a dirci che il fine è quello di rendere i ricchi
sempre più ricchi, facendo i poveri sempre più poveri e numerosi, che si
tratti di singoli individui, di classi sociali, di interi popoli e nazioni.
Poi perché si è venuta a creare una sempre più vasta platea di cittadini
ignoranti, 'analfabeti di ritorno', acritici,
distratti sia dalle loro crescenti preoccupazioni, sia dai 'circenses': stampa spettacolo, sport, TV, media, vere
armi di distrazione di massa. Si è ricreato a livello culturale quello
sciagurato circuito che i medici ben conoscono in campo nutrizionale, per cui
il “cibo spazzatura”, che sazia senza nutrire, agisce sul metabolismo
innescando un bisogno sempre crescente di altro “cibo spazzatura”, zuccheri
semplici, grassi saturi, sale, in un circolo vizioso che porta
invariabilmente alla malattia: diabete, ipertensione, aterosclerosi,
obesità...
Non ultimo, ingenerando l'illusione che arricchirsi sia alla portata di
tutti, e che sia un fine da perseguirsi con ogni mezzo; fino al paradosso
dell'operaio o dell'impiegato che investe i propri sudati risparmi in
obbligazioni, fondi pensione o derivati che, attraverso complicati ma 'logici'
passaggi, porterà all'acquisizione della fabbrica o dell'azienda che gli dà
lavoro per frazionarla e venderla portandola al fallimento, alla
delocalizzazione, alla drastica riduzione del personale, per cui il
malcapitato, debitamente disinformato, invece di arricchirsi si impoverirà,
magari perdendo anche il suo posto di lavoro: succede ogni giorno.
In realtà, il vero nemico di questo 'nuovo ordine socioeconomico' è proprio
quella 'borghesia' che, con le rivoluzioni Francese e Americana, con la
formazione degli stati-nazione e così via ha prodotto non solo il capitalismo
industriale ed il colonialismo, ma anche il liberalismo, la democrazia,
l'affermazione dei diritti umani secondo il motto “Libertà, Uguaglianza,
Fratellanza”.
Da questi principi si è sviluppata quella 'cultura borghese' di operosità,
risparmio, cultura, misura, rispetto che rappresenta il vero antidoto
all'incultura, al profitto ad ogni costo, alla irresponsabilità sociale su
cui si fonda questo 'Nuovo Ordine'. Ed in effetti stiamo assistendo ad un
vero e proprio 'genocidio' delle classi medie attuato con una scuola sempre
meno 'formativa', media sempre più asserviti al potere, che attuano il famoso
'Decalogo' attribuito sul web a Noam Chomsky 1anche se probabilmente
apocrifo.
Svuotata di senso la democrazia, intesa come partecipazione cosciente e
responsabile dei Cittadini, ridotta a pura ritualità elettorale; abbassato
drasticamente il livello culturale della società e dei singoli, avendo
ridotto o eliminato ogni senso critico dalla formazione scolastica e
dall'informazione mediatica, sostituito ai valori fondanti nuovi 'disvalori'
edonistici eco- e socio- irresponsabili, avendo attuato riforme
socio-economiche penalizzanti per le classi intellettuali (insegnanti,
professionisti, giornalisti, artisti etc. ) che non si siano asservite al
sistema, premianti per chi invece pratica la speculazione a danno del
pubblico, si è prossimi al raggiungimento dell'obiettivo. Una società
'globale' in cui l'unica 'Patria' sia la Corporate, in un mondo ridotto a
pascolo e arena delle multinazionali, sempre più tutelate rispetto a popoli e
governi da accordi tipo T.T.I.P. ed in cui le culture etniche e nazionali si
dissolvano in un'unica non-cultura di consumi e profitti ammantata di un
vacuo e tranquillizzante 'Politically correct'.
Il 70 per
cento degli italiani è analfabeta (legge, guarda, ascolta, ma non capisce)
Non è affatto un titolo
sparato, per impressionare; anzi, è un titolo riduttivo…
ATTENZIONE ! ! !
Il PC principale di Adusbef è stato seccato da quel virus di cui la Polizia
Postale informava un paio di mesi fa: ti crittano i documenti e ti chiedono
il pizzo per permetterti di decrittarli. Per la verità, la PolPost parlava anche della richiesta di infettare i PC
di due ulteriori amici. Lunedì 9, l’operatività è stata regolare fino alle
ore 10:41, quando, nel PC principale della segreteria è comparso in video il
messaggio (foto). Si legge, nella videata, una serie di informazioni
suggerite da “Cerber Ransomware”
per procedere alla decrittazione. Non abbiamo dato seguito in attesa di un
“esperto smanettone”. Abbiamo proceduto alla denuncia.
Comunque dalle 10:41 tutti i documenti contenuti nelle cartelle presenti sul
desktop di quel PC sono risultati “crittati” e non gestibili. Non sono stati
invece manomessi i documenti contenuti in cartelle non presenti sulla
scrivania ma conservate in altra parte della memoria, né i messaggi di posta
elettronica.
Sul desktop erano (sono) presenti sia cartelle/documenti sia links di richiamo ad altri documenti conservati in altra
parte della memoria del PC: queste cartelle non sono state violate. Ne deduco
che la violazione non coinvolge i “collegamenti” presenti sulla
scrivania.
Prudentemente, ho provveduto a sistemare sul mio desktop solo collegamenti,
rimuovendo le cartelle “dirette”, salvando queste su altra parte della ROM e
richiamandole sul desktop tramite collegamenti. Non si sa mai.
Fine modulo
Andrea Franchini 12
gennaio alle ore 13:19
Posso fare un commento
di cui mi assumo ogni responsabilità? Sono dei CRIMINALI
Nessuno si salva da solo, lo Stato ci difenda
dal cyberspionaggio
La
struttura segreta scoperta dalla polizia postale a Roma impone ancora una
volta una seria riflessione su come le nostre vite e la nostra privacy non
siano al…
HUFFINGTONPOST.IT
http://www.repubblica.it/…/_pecunia_cumpetere_e_deficit_l…/…
"Pecunia,
cumpetere e deficit": l'economia insegnata col
Latino
La lingua classica non solo è molto utilizzata nel linguaggio
economico moderno, ma offre anche una intepretazione
etimologica delle parole del lessico
REPUBBLICA.IT
Mauro Novelli 13 gennaio
alle ore 11:12 Anche "specìmen",
pronunciato in banca all'inglese (spèsimen); anche
"ratio", prununciato "rescio, pl. rescios"
Luciano Giuliani 24
gennaio alle ore 14:48
Ho
conosciuto persone che "specimen" lo pronunciano "speis men", cioè come "space
man", uomo dello spazio. Che sia questa la finanza creativa?
Cosa molto seria.
Dbrs taglia il rating dell'Italia.
Finanziamenti a rischio per le banche
Il Paese perde l'ultima "A" che permetteva alle
banche italiane di usare i titoli di Stato come garanzie per ottenere i
finanziamenti. Nella
REPUBBLICA.IT
Mauro Novelli http://www.ilsole24ore.com/.../oggi-dbrs-decide-rating...
Oggi Dbrs decide il rating del Paese. Ecco perché è così
importante
ILSOLE24ORE.COM
Due per
mille ai partiti, erogati 16 milioni. La metà al Pd
Lo strumento continua a non scaldare gli italiani: appena
970mila scelte su 40 milioni di contribuenti. I democratici ottengono la maggioranza
assoluta delle
REPUBBLICA.IT
Siamo alle solite: i potentati finanziari anglosassoni lucrano
saccheggiando il mondo e, poi, il governo americano stecca tramite le multe
comminate.
Moody's, rating
gonfiati: multa da 864 milioni di dollari
L'agenzia internazionale Moody's ha
patteggiato il pagamento di circa 864 milioni di dollari alle autorità federali
e statali Usa per porre fine all'inchiesta nata…
RAINEWS.IT
Mauro Novelli http://www.repubblica.it/.../duecento_miliardi_di.../...
Duecento miliardi di multe banche europee in rivolta contro il
“gendarme” Usa
REPUBBLICA.IT
Mauro Novelli ha condiviso un link. 19 gennaio alle ore 10:33
Il
business dei cambi di casacca. Per ogni deputato 50 mila euro
Chi abbandona il proprio gruppo si porta in dote un tesoretto
LASTAMPA.IT
Account Gmail a rischio: nuovo attacco alle
caselle di posta Google
Hackers sempre più pericolosi. Con questo attacco dimostrano
di riuscire a rubare facilmente i dati di accesso agli indirizzi di posta Gmail.
TECNOANDROID.IT|DI
GABRIELE RUCCI
Federico Novelli 23
gennaio alle ore 16:21
ha condiviso un link.
Noi
italiani, Trump e l'Europa: ecco cosa cambia
L'economia, i movimenti populisti, la guerra, il commercio, il
terrorismo. Con il nuovo inquilino della Casa Bianca per l'America e il
nostro Continente si apre una pagina ancora bianca. Ma tra luoghi comuni e
incognite, qualche previsione si…
FAMIGLIACRISTIANA.IT
Mauro Novelli 23 gennaio alle ore 9:30
ha condiviso un link.
Eccellente fonte di riflessioni. Da Atlante Geopolitico della Treccani
Verso
nuove forme di populismo in "Atlante Geopolitico"
Le nuove forme di populismo che vediamo stagliarsi
all’orizzonte del 21° secolo riflettono, e a loro volta modificano, un
ambiente nel quale la…
TRECCANI.IT
Federico
Novelli 24 gennaio alle ore 10:56
Un po di storia.
La nuova guerra Messico USA
13.000 morti tra gli americani, 25.000 morti tra i messicani.
Due anni di guerra tra il 1846 e il 1848 tra Stati uniti e Messico. Conclus...
OSCARB1.BLOGSPOT.COM|DI
OSCAR BARTOLI
Evasione, recuperati oltre 17 miliardi nel 2016: record
storico
Solo una goccia nel mare dei 108 miliardi di non riscosso.
Successo personale per il direttore dell'Agenzia delle entrate, Rossella
Orlandi. Ma anche
REPUBBLICA.IT
Federico
Novelli ha condiviso il post di Franco Cardini.
31 gennaio alle ore
14:30
Bellissimo
l' appellativo "Paperone Ciuffodoro"
che Franco Cardini dà a Trump.
Franco Cardini
30 gennaio
SIAMO DAVVERO A UNA SVOLTA?
Insomma, pare che Donald Trump faccia sul serio. Confessiamocelo: molti
fra noi pensavano fino a qualche giorno fa che in fondo “blu...
Altro...
Il blog di Franco Cardini
FRANCOCARDINI.IT
Federico
Novelli ha condiviso un link. 31 gennaio alle ore 9:37
Il Buongiorno di Feltri: È
stata tua la colpa
Tele Radio Amatrice, che da cinque mesi trasmette dal salotto del sindaco
Sergio Pirozzi, chiude per tre giorni. Pirozzi protesta con alcuni concittadini…
LASTAMPA.IT
Mauro Novelli ha condiviso un link. 1 febbraio alle ore 21:50
Padoan scrive all’Ue, lotta all’evasione e tagli di
spesa
L’esecutivo intende continuare sulla strada di un consolidamento dei
conti «favorevole alla crescita e delle riforme strutturali». Ma per il
ministero dell’Economia «un ritmo di aggiustamento eccessivamente
accelerato…
ILSOLE24ORE.COM
Mauro Novelli ha condiviso un link. 1 febbraio alle ore 11:54
Più valore con le news di
qualità
Presentato il progetto Newsbrand realizzato
da GroupM con System24, Rcs Pubblicità, Manzoni e Piemme. Ogni settimana 2
italiani su 3 in contatto con i «sistemi mediali» dei gruppi editoriali.
ILSOLE24ORE.COM
Mauro Novelli ha condiviso una Pagina. 3 febbraio alle ore 23:29
Mauro Novelli ha condiviso un link. 4 febbraio alle ore 10:23
Sempre preziosi gli studi di CGIA di Mestre:
NO TASSE, SI’ AL TAGLIO DEGLI SPRECHI CHE AMMONTANO AD ALMENO 16 MILIARDI
ALL’ANNO
www.cgiamestre.com
CGIAMESTRE.COM
Mauro Novelli ha condiviso un link. 5 febbraio alle ore
18:36
Punto 349 Debito e governi della
Repubblica (dal 1996 ad oggi)
www.mauronovelli.it
A novembre 2016 – praticamente alla fine del mandato del governo Renzi –
il debito cresce (+6 miliardi) rispetto a ottobre e scende (-26 miliardi)
rispetto al picco massimo di luglio 2016. In calo (- 9,1 %) le
disponibilità del Tesoro e i depositi attivi rispetto a febbraio 2014. Ad
ottobre, i deten...
MAURONOVELLI.IT
Federico
Novelli 6 febbraio alle ore 17:48
Dal blog del sacerdote Don Mauro
Leonardi un articolo interessante su un tragico fatto di cronaca. Credo sia
venuto il momento di riflettere anche sugli effetti perversi della rete.
Oggi anche il primo idiota, se ha a disposizione uno schermo e una tastiera
può sentirsi un opinionista.
Come Gesù
4 febbraio alle ore 8:00
FaroDiRoma - Il delitto di Vasto.
Ci vorrebbe un codice della strada anche per Internet
Chi
sono quindi i responsabili di queste morti? Di chi ha guidato in maniera
dissennata, certamente; di chi non ha fatto leggi adeguate, di sicuro; di una
giustizia lenta (ma questo va verificato perché, a quanto pare, il percorso
della giustizia stava avanzando con i tempi e i modi previsti); di tutti
loro.
Ma non
solo. Per leggere tutto l'articolo https://mauroleonardi.it/…/…/04/farodiroma-delitto-di-vasto/
Mauro
Novelli 6 febbraio alle ore
10:23
Dove sbaglio?
Credo che tutti siamo d’accordo nel considerare quello della
“redistribuzione del reddito” come il problema fondamentale delle democrazie avanzate.
[Salto
i dati stranoti circa stipendi, appannaggi e bonus
delle classi alte in rapporto ad uno stipendio medio di dipendente; alla
consunzione del ceto medio; all’aumento delle famiglie in povertà assoluta].]
Ci dobbiamo chiedere:
- come mai, se le nostre democrazie sono “avanzate”, questo problema è potuto
esplodere?
- forse il nostro sistema democratico presenta dei bug di cui solo pochi si
sono accorti e ne stanno approfittando?
- qualcuno sta lavorando per sistemare le cose?
In effetti il bug si è venuto creando per l’evoluzione di due componenti,
fondamentali per la democrazia:
1) La supremazia, acquisita in un secolo (1850-1950), degli strumenti di cui
si è venuta dotando l’Offerta rispetto a quelli – asfittici – della Domanda.
2) Il suffragio universale.
1)
Il rapporto tra Offerta
e Domanda:
150 anni fa, Marco Minghetti, economista, esponente
della destra storica, Ministro con Cavour, Ricasoli e Menabrea
e due volte Primo Ministro del Regno, in questi termini esplicitava i
rapporti tra Offerta e Domanda
Non mi
dilungo sulla evoluzione dei rapporti Domanda-Offerta intervenuti in meno di
un secolo: in qualche decennio si è passati dalla Domanda che “condiziona e
dirige” l’Offerta (seconda metà del XIX secolo), all’ Offerta che
“condiziona” la Domanda (seconda metà del secolo scorso), all’Offerta che si
“crea” la sua Domanda (oggi).
In altri termini, oggi, l’Offerta ha strumenti economici, finanziari,
legislativi, e (soprattutto) mediatici e culturali per produrre non solo beni
e servizi ma per promuoverne la rispettiva domanda. Parallelamente, la
Domanda ha scoperto di avere strumenti spuntati (soprattutto) culturali e di
informazione.
2) Il
suffragio universale.
Da almeno un secolo, si ritiene che il massimo dell’espressione democratica
sia rappresentata dal suffragio senza alcun limite antropologico che non sia
l’età dei cittadini. L’evoluzione democratica ha quindi cassato tutti i
filtri annessi al suffragio precedentemente imposti dalle istituzioni, oltre
all’età: censo, istruzione, genere dei cittadini.
Questa evoluzione è considerata come la massima vittoria dei
movimenti/partiti socialisti e cattolici di base da un secolo a questa parte.
In altri termini,
convinti che la ricchezza, l’istruzione, la cultura e l’informazione non
sarebbero mai stati appannaggio delle classi basse e del proletariato,
socialisti e cattolici eliminarono dalle richieste di suffragio universale –
perché “antidemocratici” – tutti i cancelletti, dal censo alla istruzione al
genere.
Ed ecco il baco, anzi il buco in cui si è infilata l’Offerta, ormai
trapassata in potentati planetari (più finanziari che economici): se vige la
regola di “una testa un voto”, è sufficiente imporre le condizioni per creare
vivai in batteria di teste deboli ed ignoranti per bilanciare - anzi,
superare – quelle dei cittadini consapevoli, ragionevoli, informati e colti.
Meglio ancora, creare le condizioni perché i cittadini tendano a non essere
più così ansiosi di partecipare alle vicende politiche del paese.
Ci siamo arrivati?
Mauro
Novelli 6 febbraio alle ore
21:17
Importante.
Ecco come vedevano gli sviluppi del mondo alla Commissione Trilaterale nel
1975
Trilateral. La crisi della democrazia (1975).
Prefazione di Gianni Agnelli.
Il documento è interessante, specie per l'analisi di paesi europei. Ma
leggete "Lo squilibrio democratico" da pag. 116, "Conclusioni.
Verso un equilibrio democratico" da pag. 123, "Riesame dei costi e
delle funzioni dell'istruzione superiore" da pag. 186.
http://www.mauronovelli.it/Trilateral%20La-crisi-della-demo…
Mauro Novelli 7 febbraio alle ore 10:47 Quindi, secondo la
Commissione Trilateral, Bildelberg
e accolite varie, i mali del 1975 (eccesso di democrazia) si sarebbero dovuti
curare con minore democrazia. Il progetto è in via di realizzazione ancora ai
nostri giorni, con la totale assenza di visioni e costruzioni contrarie alla
loro strategia, in grado cioè di opporsi al massacro a cui stiamo assistendo.
Notate la finezza: a tutti coloro che vogliono una istruzione superiore
occorre dire che avranno problemi di inserimento nel mondo del lavoro. Questi
già mettevano in conto (lavoravano per) una grave crisi economica che -
valutavano - non si sarebbe risolta prima della fine del secolo.
Federico Novelli ha condiviso un link.
9-2-2017
Bellissima
la conclusione!
La Stampa 9-2-2017 . Il Buongiorno di Feltri: Lo Stato
è finito
La
Danimarca ha deciso di mandare un ambasciatore in Internet. Un ambasciatore
vero, come l’ambasciatore in Cina o in Italia o in Russia. Soltanto che
invece di trattare con gli Stati e coi governi tratterà con Google, Apple e Facebook e coi loro amministratori delegati. Secondo il
ministro degli Esteri di Copenaghen, l’economia dei colossi del digitale vale
più di quelle di
Grecia o Portogallo, perciò è necessario stabilire con loro rapporti diplomatici. Piacerà o dispiacerà, ma è questo il mondo
cui andiamo incontro, dove le nazioni contano sempre di meno e non soltanto
per lo strapotere del denaro sulla politica, ma perché ogni volta che ci
connettiamo a Twitter o comunichiamo con WhatsApp o sentiamo musica su Spotify
o vediamo una serie su Netflix, noi espatriamo,
attraversiamo i continenti, accettiamo il sistema senza frontiere e dogane.
Lo facciamo quando acquistiamo su Amazon o eBay,
ogni volta che ingoiamo famelici l’ultima app, e
cioè siamo noi della comunità connessa a essere multietnici e globalizzati e
apolidi. La fine dello Stato era stata descritta con qualche rammarico dieci
anni fa da Eric Hobsbawm, serio marxista inglese,
che fra l’altro sottolineava lo sbriciolarsi dei confini. E nel frattempo che
spuntano Donald Trump e Marine Le Pen con l’idea di rafforzarli, i confini
stanno semplicemente diventando inutili, ci si vola sopra, ci si passa
attraverso: siamo noi stessi ad amare e ingrassare il mostro che ci
terrorizza.
Ora,
davvero crediamo di rimediare con Matteo Salvini?
Mauro Novelli 9-2-2017
Internet scavalca i confini; le monete
alternative scavalcano il sistema bancario e quello finanziario; FaceBook sta per inserirsi nei sistemi di pagamento; i
social network e i blog cassano i media old style;
Amazon ti fa arrivare a casa anche il formaggio e le caramelle all'anice
stellato. Forse è il caso di pensare alle forme possibili di democrazia
diretta, altrimenti ce la scodellano altri.
Democrazia
2.0 è già superata? Occorre pensare a Democrazia 3.0?
Bruno Novelli 12 febbraio 2017
1
L’INTELLIGENZA
ARTIFICIALE E L’IMPATTO SULLA SOCIETA’
L'Intelligenza
Artificiale (IA) sta gia' avendo un impatto
significativo nell'industria e nella societa'.
Miliardi di dollari di investimenti da parte di tutte le più grandi aziende
del mondo stanno facendo fare progressi stupefacenti in ogni settore dello
scibile umano.
Alcuni
titoli di articoli danno una visione puntuale di cosa sta accadendo nel
mondo.
Intelligenza
artificiale, Apple si allea con Google, IBM, Microsoft, Facebook
e Amazon
Il
Secolo XIX
L'intelligenza
artificiale rappresenta, senza dubbio, un fattore di innovazione e
un'opportunità di sviluppo, ma pone, allo stesso tempo, rischi di natura ..
Intelligenza
Artificiale, 1,2 miliardi di dollari investiti sulle startup
Intelligenza
artificiale, le tecnologie che cambieranno il nostro futuro
Castelvetrano
News Il mercato delle tecnologie legate all'Intelligenza Artificiale è in
continua espansione. Per farci un'idea approssimativa di questa crescita ci
basti pensare che una ricerca scientifica riportata da Forbes
ha dimostrato che il 38% delle imprese utilizza già alcune forme di IA e che
questo numero crescerà del 62% entro il 2018.
La
stessa analisi, inoltre, sostiene che l'investimento nel settore aumenterà
nel 2017 di un 300% rispetto al 2016 per un mercato che passerà dagli 8
miliardi di dollari spesi lo scorso anno ai 47 che verranno investiti nel
2020.
Ibm, mai più solo server e
supercomputer nel futuro cloud
e intelligenza artificiale
La
Repubblica
È in
grado di ragionare come un essere umano e rappresenta la nuova era della digital revolution: é Watson, la prima piattaforma di Intelligenza ...
EconomyUp
Tech-previsioni per il 2017
hwGadget
Sono
tre gli ambiti che infiammeranno le tendenze tecnologiche: Cybersecurity, Intelligenza artificiale, Realtà aumentata
e virtuale e Automazione
NDR: è
un articolo fondamentale per avere una visione delle tendenze tecnologiche.
L’IA è
trattata in maniera chiara per tutti.
I
robot possono imparare dall'esperienza e avere idee
Varese
News
NDR: è
un articolo fondamentale per avere una prima idea di come opera l’IA.
2
La
meccanica quantistica è troppo difficile per l'intelligenza umana. Ora arriva
quella artificiale
La
Repubblica
Una
rete neurale è riuscita a risolvere un problema che non solo gli scienziati,
ma nemmeno i supercomputer più potenti del mondo riuscivano
a ...
L'intelligenza
artificiale batte per prima volta l'uomo a poker
La
Stampa
Ora i
computer sanno anche bluffare meglio di noi
Lettera43
Pochi
giorni fa è terminato al River Casino di Pittsburgh il torneo di poker texano
“Cervello contro Intelligenza Artificiale”. Libratus,
un software, ha…..
A
poker l'Intelligenza artificiale batte il cervello umano
Corriere
Adriatico
Si
chiama Libratus e gioca a poker. Gioca bene, a tal
punto da aver battuto a Pittsburgh quattro dei giocatori più forti al mondo
Un'intelligenza
artificiale per fare da "cavia" e da tutor ai medici di domani
Radio
24
Per la
prima volta in Europa un'intelligenza artificiale si prepara per fare il suo
ingresso in una clinica universitaria. Accadrà a Milano, presso la clinica
...
Osiris,
a Mantova nasce il robot che azzera gli errori in sala operatoria
Corriere
Innovazione
Intelligenza
artificiale in ufficio, lavoratori intellettuali a rischio
La
Repubblica
L'anno
dei Robot come Assistenti di Viaggio: intelligenza artificiale (AI) nel
turismo
Notizie
In Diretta
I
progressi dell'intelligenza artificiale stanno già permettendo alle agenzie
di servire i propri clienti in modo più veloce e personalizzato.
Assicuratori,
consulenti fiscali e autisti di metrò: ecco i mestieri a rischio
La
Repubblica
L'intelligenza
artificiale ha già preso il posto dell'intelligenza umana per tutta una serie
di impieghi considerati di basso livello e di basso salario,
.
Banche,
Telco, assicurazioni e turismo, la sfida degli
assistenti virtuali
Corriere
Innovazione
L'intelligenza
artificiale sta rivoluzionando il segmento dell'assistenza alla clientela.
Con le chatbot si risparmia tempo e si ottengono
risposte più .
3
Robot
e intelligenza artificiale: i deputati chiedono norme europee
Agenpar
L'Erp sulla nuvola di Sap cresce con l'intelligenza artificiale
ictBusiness
Dal frappuccino al bisturi: 5 intelligenze artificiali che ti
cambieranno la vita
GQ
Italia
Da
mesi si parla dell'intelligenza artificiale come nuovo perno del mondo hi tech, l'approdo dove tutti vogliono arrivare sviluppando
robot e umanoidi in ...
MACHINE
LEARNING L’intelligenza artificiale applicata alle immagini e ai video...
organizzato da 2i3T Incubatore di
imprese - Università degli Studi di Torino
Cebit 2017: al centro
l'intelligenza artificiale
ZeroUno
HANNOVER
- Droni, intelligenza artificiale, robot umanoidi, veicoli autonomi, Internet
of Things: sono i temi bollenti dell'innovazione Ict e che ...
3DSignals,
i microfoni intelligenti che prevedono i guasti dell'automobile
La
Stampa
Infatti,
sono basati sull'intelligenza artificiale (programmata secondo il
procedimento del deep learning)
capace di apprendere dall'esperienza e ... Mi fermo qui per ora. Una
riflessione. E la politica? Come impattera’ l’IA
sulla politica? Come opererà l’arte di governare fra 10, 20, 50 anni,
utilizzando l’IA? Immaginiamo computer super esperti con l’IA nelle varie
aree di governo. Saremo destinati a farci governare da un computer?
Mauro Novelli ha condiviso un link. 16 febbraio alle ore 21:22
Robot
e intelligenza artificiale: i deputati chiedono norme europee | Attualità |
Parlamento europeo
Nel
progetto di risoluzione si chiede alla Commissione di proporre norme europee
nel campo della robotica.
EUROPARL.EUROPA.EU
Mauro Novelli ha condiviso un link. 17 febbraio alle ore 8:18
Ddl contro le fake news, multe e carcere per chi diffonde bufale.
Gambaro: ''Non è un bavaglio''
Presentato
al Senato il disegno di legge contro la diffusione delle bufale online. I
firmatari: ''Una battaglia di civiltà''. Prevede
REPUBBLICA.IT
Commenti
Roberto Vismara La difesa dalle bufale non è la censura ma la educazione alla
critica e ai Diritti umani
Mauro
Novelli ha condiviso un link. 19-2-2017
Continua
la circuizione dei cittadini intellettualmente indifesi:
Donald
Trump e l'attentato inesistente: "Guardate cosa è successo in Svezia
venerdì..."
Il
presidente durante un comizio in Florida insiste con il "ban" anti immigrati e cita un attacco terroristico,
in realtà mai avvenuto, nel
REPUBBLICA.IT
Commenti
Fabio Picciolini 19-2-2017
Altro
che il grullaccio, a bufale Trumpone
lo batte 6-0 6-0 6-0
Ubaldo Menegotti 19-2-2017
Il Trumpazzo ha dalla sua l'"economia di scala":
può produrre più bufale perché ha un mercato più vasto di coglioni
predisposti a crederci.
Mauro Novelli ha condiviso un link. 19-2-2017
La
ricetta di Bill Gates: “I robot che rubano posti lavoro paghino tasse”
I
robot che svolgono lavori umani dovrebbero pagare le tasse. L’idea
rivoluzionaria è di Bill Gates, il Paperone fondatore di Microsoft, che…
LASTAMPA.IT
Roberto Vismara 19-2-2017
Riporto
parzialmente un articolo di Franco cardini che mi sembra spunto utile di
riflessione sul tema della democrazia aperto da Mauro. ...
"Mi
è capitato di recente di parlare abbastanza a lungo con una carissima amica
che è anche una collega. Mi ha felicemente sorpreso da parte sua (è molto
competente nelle cose riguardanti la scuola media) il trovarla consenziente
rispetto a una mia convinzione profonda, che di solito provoca scandalo ed
orrore. Sono persuaso che le vecchie “classi differenziali” d’una volta
fossero di gran lunga più adatte dell’attuale sistema d’integrazione dei
bambini e/o dei ragazzini “diversi” nelle classi ordinarie. Si partiva dal
principio (ch’era un’ipotesi di lavoro, subito trasformata in dogma
democratico) che il soggetto “diverso” (eufemismo per indicare una situazione
compromessa in termini fisici o psichici) si sarebbe più o meno rapidamente
integrato, avrebbe superato in qualche modo il suo handicap e via
discorrendo. I dati che mi sono stati forniti da competenti e numerosi
colloqui con insegnanti mi hanno personalmente persuaso del contrario: la
presenza di uno o più “diversi” nelle classi provoca più disagio che
solidarietà, rallenta il lavoro d’insegnamento e d’apprendimento, è fonte – e
questo è l’aspetto più doloroso della questione – di vergognosi episodi di
violenza sia pure “soltanto” verbale, che cioè si “limitano” al dileggio (ma
a volte lo si accompagna con vie di fatto). Gli insegnanti che denunziano
queste cose in sede di consiglio d’istituto o d’incontro scuola-famiglia
vengono ordinariamente redarguiti, messi a tacere, offesi e addirittura
minacciati da presidi, colleghi e familiari. In una “classe differenziale”, a
parte l’aggettivo infelice, gli scolari o gli studenti venivano seguiti con
maggiore e più libera attenzione e non dovevano confrontarsi con le
performances degli altri. Si è seguita la strada “democratica”
dell’integrazione come livellamento verso il basso. Si sarebbe dovuta seguire
con coraggio quella “selettiva”, ma anche progressiva, del livellamento nella
misura del possibile verso l’alto: ottenere dal ragazzo “diverso” il massimo
possibile mantenendo come traguardo il punto d’arrivo stabilito
dall’insegnante competente e sottraendolo al confronto qualitativo con gli
altri.
Questo
argomento si collega con qualcosa che a mio avviso è centrale in senso
assoluto, ma anche in senso relativo rispetto al momento che la nostra
società sta vivendo. Siamo difatti minacciati da un materialismo-nihilismo
volgare sempre più invadente, che purtroppo (è uno degli esiti peggiori della
globalizzazione) sta invadendo anche le società “non-occidentali”: la caduta
di qualunque prospettiva e di qualunque progetto per il futuro individuale o
societario (una volta, al tempo delle “Maestrina dalla Penna Rossa”, si
sarebbe parlato di “ideali”); la riduzione della persona a individuo e dell’individuo
a possessore/consumatore; il trionfo dell’Avere sull’Essere, e del
profitto/consumo come espressione immediata dell’Avere. Questo, per me
cristiano, è l’esito ultimo della decristianizzazione:
ed è comunque la Notte dell’Occidente che Hegel
aveva concepito come Grande Sera della civiltà umana. Anche i migranti che
fuggono dall’Africa, al di là dei loro bisogni insoddisfatti ma anche alla
base della loro insoddisfazione, sono vittime di questa sindrome occidentale:
perché i consumi non saziano mai.
In un
contesto come questo, non illudiamoci. Allo stato di deterioramento al quale
è pervenuta la nostra società, sarebbe vano sperare di correggerla. Chi è
ormai pervenuto all’adolescenza, è sotto il profilo etico-sociale perduto (i
recuperi possono essere molti, chi ci lavora è benemerito, non ci si può
stancare mai; però non bisogna nemmeno illudersi). I nostri salvatori saranno
i puericultori e le puerocultrici, i maestri e le
maestre d’asilo, i maestri elementari. Oggi le scuole sono in tutto l’Occidente
e oltre invase da un’epidemia: il bullismo. Si fa malissimo a ignorarlo o a
sottovalutarlo. Quando una comunità (prendiamo una qualunque classe della
quinta elementare o della terza media o equivalenti in tutto il mondo)
assiste senza reagire, e addirittura solidarizzando con il prepotente a una
qualunque scena di bullismo, ciò significa che ormai i modelli di violenza
vigliacca (quelli contro i più deboli), per decenni propagandati magari
involontariamente dai media se non altro attraverso il cinema, la TV, il voyerisme praticato con la scusa del “diritto
all’informazione”, hanno avuto il deciso sopravvento. Un adolescente che ne è
contagiato, rischia di esser perduto per sempre. La vera morte dell’Occidente
è questa: la fine della solidarietà e della vera fratellanza in un mondo che
a parole scoppia di Diritti dell’Uomo, del Cittadino e di millanta altri
soggetti mentre tollera lo scandalo del lusso e dello spreco sfrenati
accompagnati dalla morte per fame di migliaia di bambini al giorno.
Contro
l’antietica della sopraffazione e della violenza,
che non si può definire “legge della jungla” perché non ne ha la
naturalistica dignità, non si può non reagire se non con l’etica sancita dal
Vangelo di oggi, quella dell’autentica fraternità cristiana che vede Dio
nell’uomo. E’ l’etica che la società cristiana ha conosciuto nel sistema di
valori cavallereschi: il ritterliches Tugendsystem. E’ l’etica della difesa dei deboli a
qualunque costo. Al ragazzino che fa il bullo in quanto si sente al posto di
Dio e concepisce un Dio crudele a sua immagine bisogna reinsegnare che la
vara imitatio Dei avviene attraverso la difesa dei
deboli, la carità. Questa sarà la nuova rivoluzione copernicana, questa sarà
la sola vittoria possibile contro l’Occidente/Modernità che si è fatto
dell’oro e nel Divino Marchese de Sade i suoi nuovi dèi.
Guai a lasciare ai soli fondamentalisti musulmani, che di questa verità hanno
un’immagine esteriore e deformata, il primato della reazione al
materialismo-ateismo. Questa è la vera, l’unica nostra possibile
battaglia."
Commenti
Mauro Novelli – 19-2-2017
Per
tappare il buco/baco (una testa un voto) di cui i potentati stanno
approfittando per battere i cittadini coscienti (sempre meno) ad opera dei
tanti incoscienti o lobotomizzati o ignoranti, ci sono varie varie soluzioni. La più corretta ed efficace è una scuola
che svolga il suo vero ruolo, non limitandosi ad offrire anni di parcheggio a
ragazzi che saranno sempre promossi. Disgraziatamente, questa corretta ed
efficace soluzione è anche la più costosa, la più difficile, la più lunga in
termini di risultati apprezzabili.
Roberto Vismara Non solo, ma il tuo discorso sul suffragio universale
potrebbe essere integrato dal voto riservato a chi abbia assolto ai doveri
nei confronti della società: scuola dell'obbligo, servizio di leva (militare
o civile ) fedina penale etc.....
Mauro Novelli 20-2-2017
Al
termine della scuola dell'obbligo, esame di Educazione civica (materia
volontaria), condotto da una commissione ministeriale, per ottenere il patentino
di "cittadino elettore" ed avere diritto ad accedere
all'insegnamento della materia nel triennio finale delle superiori. Chi non
supera l'esame, aspetterà l'anno successivo.
Al
termine delle medie superiori, secondo esame di Educazione civica (materia
sempre volontaria) per ottenere, da una commissione ministeriale diversa da
quella che procede all'esame di maturità, il patentino di "cittadino
eleggibile".
Questa
è una seconda soluzione, più veloce e meno costosa di quella di quella
principe (scuola seria).
Mauro Novelli 20-2-2017
La grande capacità di rigenerarsi del capitalismo. Reddito di
cittadinanza, elicopter money,
tassa sui robot sono tre soluzioni per mantenere in vita un sistema dominato
dalla finanza e minato da enormi contraddizioni.
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