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Il PuntO  Documento inserito il 21-1-2009


 

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Il PuntO 155

 

Le tribù di Reagan, la polis di Obama, la coscienza dei cittadini occidentali.

 

Con Reagan la società Usa regredì strutturandosi in tribù/potentati.

Con Obama speriamo che si ritorni alla polis.

Soprattutto torniamo tutti ad essere cittadini responsabili, critici e partecipi.

 

Di Mauro Novelli 21-1-2009 (rivisto il 22-1-09)

 

Via lacci e laccioli chi è più aggressivo e spregiudicato, insomma chi è vincente vada avanti; gli altri si arrangeranno. 

Questa è la filosofia ispiratrice della politica di Reagan. Puntò sul versante dell’offerta: ridusse del 25 per cento le tasse, inaugurò la politica di riduzione dei tassi di interesse, non si curò dell’aumento del deficit Usa e della crescita del debito pubblico.

Questa impostazione ha condizionato la politica dei paesi occidentali fino a metà dell’attuale decennio: si privatizzi, si favoriscano le aziende (meglio se di servizi); si lascino le banche libere di fare quello che vogliono; si stampino titoli del Tesoro per bilanciare il deficit commerciale.

Il mondo occidentale fu convinto che il nuovo gradino verso il progresso era costituito dall’assunzione di caratteristiche post-industriali: basta col manifatturiero, è sufficiente offrire servizi per il pianeta (specie finanziari). Per mantenere alta la capacità di spesa degli americani erano sufficienti bassi tassi e prestiti a gogo. In tal modo si garantivano lauti guadagni ai vari manager operanti nel settore finanziario. La tribù dei petrolieri, in auge con i Bush, è arrivata ad ottenere due guerre per poter entrare nel Golfo.

L’Italia, come sempre, fu tacciata di arretratezza: aveva ancora oltre il 30 per cento del Pil imputabile all’industria (oggi gli Usa non raggiungono il 20 per cento, il resto sono servizi e un po’ di agricoltura).

Sarebbe stato conveniente anche per noi creare le nostre tribù. Ci affrettammo.

Dopo Mani pulite, la “Tribù dei Politici”, cioè di coloro che campano alle spalle dell’Erario (tra eletti nelle istituzioni e circonvicini che si sono accomodati nelle partecipate ecc. arriviamo a 430 mila satrapetti), mise i funzionari di partito a carico della pubblica amministrazione (nuove province, comunità montane, partecipate, consulenze  e via elencando).

La Tribù dei “giornalisti”, tranne rarissime eccezioni, imparò velocemente come mettersi al vento: ai membri delle tribù alleate non serve più neanche dare indicazioni agli appartenenti a questa Tribù, perché questi sanno esattamente che cosa dire, scrivere o fare. Troppo convincenti le prebende di stato.

La “Tribù dei Professori” realizzò con destrezza strumenti in grado di garantire agli eredi diretti o eletti il mantenimento dei feudi occupati dai vecchi capi tribù: concorsi italici, promozioni funzionali, incarichi ben ragionati.

La “Tribù dei Banchieri” si privatizzò per annullare i controlli della proprietà pubblica: da metà anni ’90, sotto lo stendardo della reaganomics,  cominciarono i saccheggi, prima nazionali (argentina, parmalat, cirio, giacomelli – ormai le scriviamo minuscole), poi internazionali, con l’invenzione del meccanismo della cartolarizzazione, in grado di spalmare per tutto il pianeta - in primo luogo, l’Occidente - la mondezza Usa. Autorità di controllo? Erano nel consiglio dei capi.

La “Tribù dei Medici”… ho pudore ad articolare un giudizio….. Meglio non mettere in piazza le sue caratteristiche…. Lasciatemi cedere a un minimo di amor proprio e di patria….

Potremmo continuare con altre Tribù: la Tribù dei Magistrati, la Tribù dei Grandi Manager, la Tribù dei Sindacalisti, la Tribù degli Assicuratori, la Tribù dei Petrolieri. Spesso i capi di una tribù siedono nel consiglio degli anziani di altre. In Italia sono 300 capi che girano per tribù.

Non sempre le Tribù sono alleate di altre, ma una cosa sanno bene: conviene curarsi il proprio accampamento e allearsi  con le altre tribù vincenti. Insomma, il “sistema” deve mantenersi immutato.

Soprattutto senza lacci e lacciuoli, come impose Reagan.

Chi non fa parte di una tribù reaganianamente vincente?

E’ semplice: chi fa parte di una tribù perdente, si attacca ! Pensate alla pur non strutturata Tribù dei Precari, i cui membri sono in predicato per entrare nella Tribù dei Disoccupati, anch’essa senza struttura.

Fatti i conti, oggi è tutto l’Occidente ad “attaccarsi”. Si salvano solo le tribù saccheggiatrici, senza freni etici, in grado di violare senza patemi ogni regola del gioco. Fino a esaurimento dei bottini accantonati. 

Oltretutto, la crisi sta disarticolando i rapporti  internazionali tra tribù omologhe: la Marcegaglia, della nostrana Tribù degli Imprenditori, è preoccupata perché la consorella tedesca godrà di migliori e più efficaci provvidenze messe in piedi dal governo tedesco a favore dell’apparato produttivo. Si ricordi che la Merkel rifiutò di partecipare ad un piano europeo, perché consapevole delle potenzialità della Germania, preferì vedersela da sola con le sue tribù, per metterle in posizione di vantaggio rispetto a quelle di altri paesi. Come farà capo Marcegaglia a competere con la Tribù teutonica ? Comincia, infatti, a verificare la scarsa lungimiranza, alla mediocre capacità ed alla devastante autoreferenzialità  dei capi della nostra Tribù dei Politici; ritiene quindi di doversi agitare per ottenere di più.  

 

A Obama il gravoso compito di superare la crisi attraverso – anzitutto -  la dimostrazione della superiore utilità di una società strutturata in “polis”, rispetto ad una società impostata su tribù/potentati. Mentre la prima imposta regole a base e presidio di sicurezza per tutti i cittadini, la seconda detta regole su come spartirsi il patrimonio di cittadini ed Erario.

Se l’Occidente vuole tornare a svolgere un ruolo primario e positivo nel governo del pianeta non può limitarsi a mettere migliaia di miliardi di euro o di dollari a disposizione delle tribù che hanno causato il disastro. Deve eliminare alla radice la causa del problema: una società lasciata allo stato brado, in balia dei saccheggiatori.

Non a caso, finora le tribù/politica  hanno messo a disposizione delle tribù/banca  immense ricchezze di proprietà dei cittadini. Ma a fronte di tali esborsi, nulla è stato fatto in termini di nuovi presidi di protezione, di nuove normative di garanzia, di nuovi metodi di  governo della finanza mondiale. Su questo fronte i governi hanno dimostrato tutta la loro stitichezza. Insomma, stiamo continuando a subire il sistema delle tribù/potentati.

Obama ha un pesante compito e ha creato forti aspettative: sarebbe un vero guaio se fallisse.

Ma soprattutto, sarebbe catastrofico se tutti noi - cittadini normali – non riuscissimo a recuperare, da una parte, le caratteristiche di cives responsabili, attivi, interessati e partecipi al governo di una polis e, dall’altra, non ci scrollassimo di dosso gli attributi di membri di una del tribù “normale”, cioè perdente, sempre in attesa di qualche briciola lanciata dai capi delle tribù dominanti. Trenta anni fa ci saremmo definiti sottoproletari.

Sarà dura.

Daje, Obbà ! Coraggio, cives !