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il 24-1-2008 |
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Il Corriere della
Sera del 23-1-2008 CHIESTO ALLA CONSULTA anche
UN PARERE SULLA COSTITUZIONALITA'
della legge 40 Tar
Lazio: legittima diagnosi preimpianto Il Tribunale ha accolto il
ricorso di un gruppo di associazioni. «ScienzaVita»: «Stupore e
perplessità» ROMA - Il Tar del
Lazio ha accolto il ricorso di un gruppo di associazioni, fra le quali Madre
Provetta, Amica Cicogna e Warm, annullando per eccesso di potere le linee guida
sulla fecondazione medicalmente assistita,
la legge «SUBITO
NUOVE NORME» - «Ora subito nuove norme, una riscrittura
della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita e nuove linee
guida»: Monica Soldano, presidente dell'associazione Madre Provetta esulta
alla notizia dell'accoglimento da parte della terza sezione quater del Tar
del Lazio del suo ricorso, assieme a quello dell'associazione Warm e di Amica
Cicogna, che blocca per eccesso di potere il divieto alla diagnosi
preimpianto. «Il Tar e le sentenza degli altri tribunali hanno riconosciuto
che la legge imponeva norme che non lasciavano alcuno spazio di autonomia al
medico. Le legge va riscritta - ha detto Soldano - sulla base delle
conoscenze medico scientifiche conclamate». Per Soldano è necessario
intervenire il prima possibile con nuovo norme anche per evitare ulteriori
difficoltà alle coppie e ai medici che operano nei centri di
fecondazione assistita. I MOTIVI
DELLA DECISIONE - La sentenza nulla le Linee guida
contenute nel decreto ministeriale del 21 luglio 2004, nella parte che
riguarda le misure di tutela dell'embrione laddove si statuisce che ogni
indagine relativa allo stato di salute degli embrioni creati in vitro, ai
sensi dell'articolo 13 (comma 5), dovrá essere di tipo osservazionale». In
pratica boccia il divieto di diagnosi preimpianto e la predeterminazione del
numero degli embrioni da ottenere e poi da impiantare in utero, non
più di tre. In aggiunta, il Tar del Lazio solleva la questione di
legittimitá costituzionale dell'articolo 14 (commi 2 e 3), della legge 40 del
19 febbraio 2004, per contrasto con gli articoli 3 e 32 della Costituzione.
Rinviando alla Consulta. il problema. «Ritenevamo - spiega Soldano - e il Tar
ci dà ragione, che le linee guida varate dal precedente governo
contenessero un eccesso di potere: non possono essere più restrittive
della legge stessa, devono solo chiarirne gli aspetti ai medicì.
Rientrano in questo "eccesso di potere" l'obbligo di trasferire gli
embrioni prodotti senza lasciare autonomia decisionale a medico e paziente, e
soprattutto, l'aver cancellato la diagnosi genetica preimpianto, introducendo
la diagnosi osservazionale che è una cosa completamente diversa, e
questo malgrado - fa notare Soldano - la legge 40 non vieti esplicitamente la
diagnosi genetica. SCIENZA&VITA:
«NESSUN OK A DIAGNOSI PRE-IMPIANTO» - «Stupore e ponderata
perplessità» da parte dell’associazione Scienza & Vita sulle
interpretazioni date alla sentenza del Tar del Lazio che interviene sulle
linee guida della legge 40. «L’esclusione da parte del Tar del Lazio della
cosiddetta diagnosi di tipo osservazionale sull’embrione (assolutamente non
invasiva) - precisa l’Associazione - aprirebbe la porta, secondo i
sostenitori del ricorso, alla diagnosi genetica preimpianto che, come la
letteratura scientifica ampiamente documenta, è essa stessa causa di
gravi danni per l’embrione. Va comunque detto che proprio per queste ragioni
nella sentenza del Tar non c’è traccia alcuna di un via libera alla
diagnosi preimpianto». «La diagnosi genetica preimpianto - precisa ancora
Scienza & Vita in una nota - a sua volta finisce con il legittimare la
selezione a scopi eugenetici degli embrioni che è espressamente
vietata dalla stessa legge 40. Di qui un corto circuito che il legislatore
non può consentire». Questo il giudizio di Scienza & Vita che
individua in questa sentenza una sorta di «strategia giudiziaria a sostegno
di quei settori politici e associativi che sin dal primo momento non hanno
accettato la difesa del concepito come soggetto titolare di diritti e il
bilanciamento delle tutele fra la madre e il concepito, principi di
straordinaria civiltà». «A questo punto - conclude Scienza & Vita
- è comunque impensabile che il ministro della Salute possa emanare le
nuove Linee guida della legge 40 senza attendere il pronunciamento della
Corte Costituzionale, come è espressamente richiesto dal Tar del
Lazio». PRESTIGIACOMO:
«PRONUNCIA PREVEDIBILE» - «Un fatto positivo, molto serio
e prevedibile che ora pone un serio problema di costituzionalità della
legge 40». Questo il commento di Stefania Prestigiacomo, deputata di Forza
Italia ed ex ministro delle Pari opportunità nel governo Berlusconi, a
proposito della pronuncia del Tar del Lazio che annulla le linee guida della
legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita. «Ritengo- spiega
Prestigiacomo- che occorra al più presto mettere mano alla legge sulla
fecondazione, perchè i tanti ricorsi dimostrano la sua palese
incostituzionalità». BERTOLINI
(FI): «BASTA CON SENTENZE POLITICHE CONTRO LEGGE 40» - «Le leggi
si cambiano in parlamento e non nelle aule giudiziarie. Basta con le sentenze
politiche che tentano di demolire in tutti i modi la legge 40». È
quanto afferma la vicepresidente dei deputati di Forza Italia, Isabella
Bertolini commentando la bocciatura, da parte del Tribunale amministrativo
del Lazio, delle linee guida della legge 40 del 2004 sulla procreazione
medicalmente assistita e il rinvio del giudizio sulla questione alla Corte
Costituzionale. «Dopo quelle di Cagliari e Firenze -afferma- la decisione del
Tar del Lazio è l'ennesimo pronunciamento di un tribunale italiano in
contrasto con una legge approvata dai rappresentanti del popolo e dal popolo
ratificata con un referendum, peraltro con una maggioranza schiacciante. La
magistratura invece di limitarsi ad applicare le leggi, non perde occasione
per opporsi e sovrapporsi alle decisioni dei rappresentanti del popolo». «Noi
-conclude Bertolini- siamo e continuiamo ad essere contrari ad un'indesiderata
deriva eugenetica che permetta e consideri lecita un'aberrante selezione
artificiale di embrioni. Eventuali modifiche della normativa non potranno non
tenere conto di questo principio fondamentale».
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