HOME PRIVILEGIA NE IRROGANTO di Mauro Novelli www.mauronovelli.it Il ConsigliO Documento
inserito l’8-11-2007 |
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Il ConsigliO n° 58 Come investire
i nostri risparmi? Alla luce
della MIFID, alcune raccomandazioni dettate da
prudente buonsenso. Da sempre sosteniamo una
regola fondamentale della consulenza finanziaria: prima ancora di analizzare le
caratteristiche dei vari prodotti di investimento (rischiosità,
liquidabilità, rendimento, tempo di maturazione ecc.) occorre fare una
corretta diagnosi delle personali caratteristiche economico-finanziarie e
degli impegni significativi di spesa di breve, medio e lungo periodo. Da
questa indagine - oltre che dalle
personali peculiarità psicologiche - deriverà l’individuazione
della nostra propensione al rischio. Potremo precostruire
così un piano di investimento, pur sommario, da confrontare con quello
che ci prospetterà l’addetto titoli della banca, il promotore
finanziario, il consulente indipendente. Tale analisi comparata, effettuata
insieme all’addetto ai lavori, permetterà di definire un piano di
investimento ragionato e ed efficace – nei limiti del possibile – per il
raggiungimento dei nostri obbiettivi. I suggerimenti che
seguono, pur se spannometrici, sono comunque frutto di esperienza e di
buonsenso, soprattutto sono altamente prudenziali. Essi vanno quindi “accomodati” in funzione
della personale propensione al rischio, della entità del patrimonio,
della nostra capacità di risparmio. Distribuiremo il
patrimonio da investire in: Contanti: somma da tenere in C/C , praticamente liquida, per
gestione finanziaria di famiglia, imprevisti e urgenze improvvise. Riserva: da collocare in Titoli di Stato italiani,
facilmente liquidabili (tre giorni), con rendimenti ai tassi di mercato
sempre certi, per le spese significative preventivate, per integrare il
reddito disponibile, per imprevisti anche positivi: un investimento
vantaggioso da cogliere al volo ecc. Rischio: da investire in titoli a rischio (azioni) o in Piani
di accumulazione in fondi azionari o obbligazionari. E’ un
buon investimento leggere qualche pagina per approfondire le caratteristiche dei
Titoli di Stato, delle Azioni, del PAC. Si rimanda pertanto alle rispettive
schede testo/video presenti sul sito www.bancainmano.it. Poiché dette
schede sono state definite nel 2004, i dati quantitativi ed ogni altro valore
variabile nel tempo ( rendimenti, tassazione ecc.) vanno aggiornati. Distingueremo tra
situazioni finanziarie senza capacità di risparmio e situazioni con
capacità di risparmio. A) SITUAZIONE FINANZIARIA SENZA CAPACITà DI RISPARMIO Contanti. Tenere in
C/C l’equivalente di 3 mensilità di spesa. Dobbiamo considerare
quindi le uscite complessive mediamente affrontate in un mese, non le entrate (stipendi, rendite,
pensioni o altro). Detenere in C/C una
somma pari alle uscite medie familiari intervenute in un trimestre, ci
permetterà di affrontare anche piccoli imprevisti o spese occasionali
di modesta entità ma non eludibili, senza dover procedere a
disinvestimenti di titoli in portafoglio. Riserva n° 1.
Collocare In titoli di Stato italiani
la totalità delle spese significative preventivate per i 3 anni
avvenire. Si ricordi che i BTP sono
a tasso fisso, ma la loro quotazione si valorizza in caso di tassi di mercato
calanti; si deprezza in caso di tassi crescenti. I CCT sono a tasso variabile
e garantiscono l’adeguamento del rendimento ai tassi di mercato in caso di
tassi crescenti. La loro quotazione è sempre intorno a 100. Rischio. 5 % per cento del patrimonio in primarie
azioni europee. Se l’accantonamento della
Riserva n° 1 non esaurisce il risparmio da collocare, possiamo investire il
cinque per cento del patrimonio complessivo in azioni di primarie aziende
europee, ma con lo spirito del “cassettista”. Di questa quota a rischio,
cioè, dobbiamo poterci dimenticare per cinque – sette anni. Riserva n° 2.
Collocare in Titoli di Stato italiani la quota di patrimonio eventualmente
rimanente dopo l’acquisto delle azioni. B) SITUAZIONE FINANZIARIA CON CAPACITà (significativa) DI RISPARMIO Contanti. Tenere in
C/C l’equivalente di 3 mensilità di spesa. Come per il caso
precedente dobbiamo considerare quindi le uscite complessive mediamente
affrontate in un mese, non le entrate
(stipendi, rendite, pensioni o altro). Riserva n° 1.
Collocare In titoli di Stato italiani
la totalità delle spese significative preventivate per i 3 anni
avvenire. A differenza del
suggerimento avanzato nel caso precedente, la capacità (significativa)
di risparmio, ci permette di collocare a Riserva n° 1 solo le somme per far
fronte alle spese (significative) preventivate nei tre anni successivi. Si ricordi che i BTP sono
a tasso fisso, ma la loro quotazione si valorizza in caso di tassi di mercato
in discesa; si deprezza in caso di tassi crescenti. I CCT sono a tasso
variabile e garantiscono l’adeguamento del rendimento ai tassi di mercato sia
in caso di tassi crescenti, che calanti. La loro quotazione è sempre
intorno a 100. Rischio. - 10 % del patrimonio
in primarie azioni europee. Se l’accantonamento della
Riserva n° 1 non esaurisce il risparmio da collocare, possiamo investire il
dieci per cento del patrimonio complessivo in azioni di primarie aziende
europee, sempre con lo spirito del “cassettista”. - 5 % del patrimonio
in un PAC (Piano di accumulazione di capitale) relativo ad un fondo comune di
investimento azionario o obbligazionario, dimensionando la quota in funzione
della capacità di risparmio. Ricordiamo che uno dei
vantaggi del PAC è quello di non avere l’obbligo di acquistare quote a
cadenza prefissata. Si possono infatti cessare gli acquisti per un tempo
indefinito (se si ritiene, ad esempio che la borsa abbia corsi eccessivamente
alti ) o di cumulare gli acquisti comprando un qualsivoglia numero di rate,
anche concludendo in anticipo il Pac (in caso, ad esempio, di un crollo in
borsa). Quindi, si raccomanda di
procedere d’iniziativa all’acquisto delle quote, evitando di dare alla banca
un ordine permanente di acquisto che non ci permetterà di approfittare
degli andamenti altalenanti della borsa. Riserva n° 2.
Collocare in Titoli di Stato italiani la quota di patrimonio eventualmente
rimanente dopo l’acquisto delle azioni e l’avvio del PAC. Come si vede, non sono suggeriti prodotti assicurativi di natura pensionistica. Personalmente non li ritengo in grado di competere con un mix ragionato di titoli di stato e Pac in fondi. Verranno sempre offerti “…perché sul versante pensionistico lei è un po’ scoperto… dovrebbe provvedere con una polizza ……”. Ricordo che tali prodotti producono le più alte provvigioni per chi li colloca ed eccellenti guadagni per chi li gestisce. In contropartita, i sottoscrittori che hanno portato a conclusione polizze vita (le linked vanno serenamente cestinate) sono stati fortemente delusi dai risultati. Possiamo benissimo fare da soli. Raccomandazioni finali: 1)
Aggiornare l’autodiagnosi e le
informazioni fornite a banca/Sim/consulente, ogni qualvolta ci siano uscite o
entrate significative. 2)
Si valutino attentamente le caratteristiche
strutturali di un prodotto finanziario. Per valutare un prodotto di
investimento offertoci in alternativa non limitiamoci ai rendimenti (sempre
passati). Occorre valutare i costi di accesso (e/o di recesso) e quelli di gestione; la maggiore o minore liquidabilità
in termini di mercato ed in termini di tempo; i livelli di tassazione
cui è soggetto; la qualità dell’emittente e del gestore. In altri termini, investire in Titoli di Stato o in fondi “cash” (che investono sul monetario) non è la stessa cosa. 3) Se l’addetto titoli/promotore/consulente
è orientato esclusivamente all’acquisizione dei nostri risparmi,
trascurando le nostre caratteristiche finanziarie e i nostri obbiettivi,
chiedete alla casa madre di affidarvi
ad altro addetto. In caso di diniego cambiate “casa madre”.
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