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Il ConsigliO Documento inserito  l’8-11-2007


 

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Come investire i nostri risparmi?

Alla luce della MIFID, alcune raccomandazioni

dettate da prudente buonsenso.

 

Di Mauro Novelli 8-11-2007

 

Da sempre sosteniamo una regola fondamentale della consulenza finanziaria: prima ancora di analizzare le caratteristiche dei vari prodotti di investimento (rischiosità, liquidabilità, rendimento, tempo di maturazione ecc.) occorre fare una corretta diagnosi delle personali caratteristiche economico-finanziarie e degli impegni significativi di spesa di breve, medio e lungo periodo. Da questa indagine -  oltre che dalle personali peculiarità psicologiche - deriverà l’individuazione della nostra propensione al rischio.

Potremo precostruire così un piano di investimento, pur sommario, da confrontare con quello che ci prospetterà l’addetto titoli della banca, il promotore finanziario, il consulente indipendente. Tale analisi comparata, effettuata insieme all’addetto ai lavori, permetterà di definire un piano di investimento ragionato e ed efficace – nei limiti del possibile – per il raggiungimento dei nostri obbiettivi.

 

I suggerimenti che seguono, pur se spannometrici, sono comunque frutto di esperienza e di buonsenso, soprattutto sono altamente prudenziali.  Essi vanno quindi “accomodati” in funzione della personale propensione al rischio, della entità del patrimonio, della nostra capacità di risparmio.

Distribuiremo il patrimonio da investire in:

Contanti: somma da tenere in C/C , praticamente liquida, per gestione finanziaria di famiglia, imprevisti e urgenze improvvise.

Riserva: da collocare in Titoli di Stato italiani, facilmente liquidabili (tre giorni), con rendimenti ai tassi di mercato sempre certi, per le spese significative preventivate, per integrare il reddito disponibile, per imprevisti anche positivi: un investimento vantaggioso da cogliere al volo ecc.

Rischio: da investire in titoli a rischio (azioni) o in Piani di accumulazione in fondi azionari o obbligazionari.

 

 

E’ un buon investimento leggere qualche pagina per approfondire le caratteristiche dei Titoli di Stato, delle Azioni, del PAC. Si rimanda pertanto alle rispettive schede testo/video presenti sul sito www.bancainmano.it. Poiché dette schede sono state definite nel 2004, i dati quantitativi ed ogni altro valore variabile nel tempo ( rendimenti, tassazione ecc.) vanno aggiornati.

 

 

Distingueremo tra situazioni finanziarie senza capacità di risparmio e situazioni con capacità di risparmio.

 

A) SITUAZIONE FINANZIARIA SENZA CAPACITà DI RISPARMIO

 

Contanti. Tenere in C/C l’equivalente di 3 mensilità di spesa.

Dobbiamo considerare quindi le uscite complessive mediamente affrontate in un  mese, non le entrate (stipendi, rendite, pensioni o altro).  Detenere in C/C una somma pari alle uscite medie familiari intervenute in un trimestre, ci permetterà di affrontare anche piccoli imprevisti o spese occasionali di modesta entità ma non eludibili, senza dover procedere a disinvestimenti di titoli in portafoglio.

 

Riserva n° 1. Collocare In titoli di Stato italiani la totalità delle spese significative preventivate per i 3 anni avvenire.

Si ricordi che i BTP sono a tasso fisso, ma la loro quotazione si valorizza in caso di tassi di mercato calanti; si deprezza in caso di tassi crescenti. I CCT sono a tasso variabile e garantiscono l’adeguamento del rendimento ai tassi di mercato in caso di tassi crescenti. La loro quotazione è sempre intorno a 100.

 

Rischio.  5 % per cento del patrimonio in primarie azioni europee.

Se l’accantonamento della Riserva n° 1 non esaurisce il risparmio da collocare, possiamo investire il cinque per cento del patrimonio complessivo in azioni di primarie aziende europee, ma con lo spirito del “cassettista”. Di questa quota a rischio, cioè, dobbiamo poterci dimenticare per cinque – sette anni.

 

Riserva n° 2. Collocare in Titoli di Stato italiani la quota di patrimonio eventualmente rimanente dopo l’acquisto delle azioni.

 

 

B) SITUAZIONE FINANZIARIA CON CAPACITà (significativa)  DI RISPARMIO

 

 

Contanti. Tenere in C/C l’equivalente di 3 mensilità di spesa.

Come per il caso precedente dobbiamo considerare quindi le uscite complessive mediamente affrontate in un  mese, non le entrate (stipendi, rendite, pensioni o altro).  

 

Riserva n° 1. Collocare In titoli di Stato italiani la totalità delle spese significative preventivate per i 3 anni avvenire.

A differenza del suggerimento avanzato nel caso precedente, la capacità (significativa) di risparmio, ci permette di collocare a Riserva n° 1 solo le somme per far fronte alle spese (significative) preventivate nei tre anni successivi.

Si ricordi che i BTP sono a tasso fisso, ma la loro quotazione si valorizza in caso di tassi di mercato in discesa; si deprezza in caso di tassi crescenti. I CCT sono a tasso variabile e garantiscono l’adeguamento del rendimento ai tassi di mercato sia in caso di tassi crescenti, che calanti. La loro quotazione è sempre intorno a 100.

 

Rischio. 

- 10 % del patrimonio in primarie azioni europee.

Se l’accantonamento della Riserva n° 1 non esaurisce il risparmio da collocare, possiamo investire il dieci per cento del patrimonio complessivo in azioni di primarie aziende europee, sempre con lo spirito del “cassettista”.

- 5 % del patrimonio in un PAC (Piano di accumulazione di capitale) relativo ad un fondo comune di investimento azionario o obbligazionario, dimensionando la quota in funzione della capacità di risparmio.

Ricordiamo che uno dei vantaggi del PAC è quello di non avere l’obbligo di acquistare quote a cadenza prefissata. Si possono infatti cessare gli acquisti per un tempo indefinito (se si ritiene, ad esempio che la borsa abbia corsi eccessivamente alti ) o di cumulare gli acquisti comprando un qualsivoglia numero di rate, anche concludendo in anticipo il Pac (in caso, ad esempio, di un crollo in borsa).

Quindi, si raccomanda di procedere d’iniziativa all’acquisto delle quote, evitando di dare alla banca un ordine permanente di acquisto che non ci permetterà di approfittare degli andamenti altalenanti della borsa.

 

Riserva n° 2. Collocare in Titoli di Stato italiani la quota di patrimonio eventualmente rimanente dopo l’acquisto delle azioni e l’avvio del PAC.

 

Come si vede, non sono suggeriti prodotti assicurativi di natura pensionistica. Personalmente non li ritengo in grado di competere con un mix ragionato di titoli di stato e Pac in fondi. Verranno sempre offerti “…perché sul versante pensionistico lei è un po’ scoperto… dovrebbe provvedere con una polizza ……”. Ricordo che tali prodotti producono le più alte provvigioni per chi li colloca ed eccellenti guadagni per chi li gestisce. In contropartita, i sottoscrittori che hanno portato a conclusione polizze vita (le linked vanno serenamente cestinate) sono stati fortemente delusi dai risultati.

Possiamo benissimo fare da soli.

 

Raccomandazioni finali:

1)     Aggiornare l’autodiagnosi e le informazioni fornite a banca/Sim/consulente, ogni qualvolta ci siano uscite o entrate significative.

2)     Si valutino attentamente le caratteristiche strutturali di un prodotto finanziario.

Per valutare un prodotto di investimento offertoci in alternativa non limitiamoci ai rendimenti (sempre passati). Occorre valutare i costi di accesso (e/o di recesso) e  quelli di gestione; la maggiore o minore liquidabilità in termini di mercato ed in termini di tempo; i livelli di tassazione cui è soggetto; la qualità dell’emittente e del gestore.

In altri termini, investire in Titoli di Stato o in fondi “cash” (che investono sul monetario) non è la stessa cosa.

3)  Se l’addetto titoli/promotore/consulente è orientato esclusivamente all’acquisizione dei nostri risparmi, trascurando le nostre caratteristiche finanziarie e i nostri obbiettivi, chiedete alla casa madre di  affidarvi ad altro addetto. In caso di diniego cambiate “casa madre”.