Maestre fantasma False invalidità Dossier alle procure
(
da "Unita, L'>"
del 25-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Il ministro Gelmini: «Quanto accaduto in merito ai
falsi certificati medici presentati da alcuni docenti è un fatto estremamente
grave e particolarmente odioso proprio perchè commesso da insegnanti che
dovrebbero essere modello di comportamento per gli studenti».
Ricercatori
precari beffati Concorsi Gelmini fermi E il decreto ancora non c'è
( da "Unita, L'" del 25-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Ricercatori precari beffati Concorsi Gelmini fermi E il decreto ancora
non c'è MARISTELLA IERVASI Quando la Gelmini parla non sempre la racconta
giusta. «Creeremo 4000 nuovi posti da ricercatore», disse. Tralasciando di
specificare che esattamente quel numero di posti era già stato finanziato dal
governo Prodi.
roma capitale del
latino ( da "Messaggero Veneto, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: riforma Gelmini». Con loro, 120 studenti hanno festeggiato la gara nel
gran galà "lucretianum", allo Ial di Aviano. Relax e nuove amicizie
interregionali. «A fine concorso sbarcherà su Facebook il gruppo "Quelli
della Madonna Pellegrina" - hanno scherzato Camilla Felisetti e Alberto
Bergamini del liceo Ariosto-Spallanzani di Reggio Emilia -
La Gelmini la
ministra più amata ( da "Giornale.it, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: 25 pagina 14 La Gelmini la ministra più amata di Giorgia Meloni È
Maria Stella Gelmini (nella foto) la ministra più amata dagli italiani. La
responsabile dell'Istruzione si è piazzata al quarto posto - ma prima assoluta
rispetto alle altre donne che fanno parte dell'esecutivo - nell'Osservatorio
politico del 23 aprile di Crespi Ricerche,
(
da "Giornale.it, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: assistente di Mariastella Gelmini, divenendo nel 2005 coordinatrice
lombarda dei giovani. Ruolo mollato nel 2007, quando ho iniziato a lavorare in
azienda». Hobby e passioni. «Gioco da anni a calcetto e mi piace molto il
nuoto. Amo viaggiare, il mio scrittore preferito è Joyce, il personaggio
storico invece Adam Smith, il primo a credere nel libero mercato.
Chi è
( da "Giornale.it, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: è stata assistente di Mariastella Gelmini, coordinatrice dei giovani
azzurri in Lombardia e candidata alle scorse elezioni politiche, senza venire
eletta. Sotto i riflettori l'ha portata Renato Brunetta. L'altro giorno, al
termine del corso del Pdl a Roma per venti potenziali candidate alle Europee,
il ministro della Pubblica amministrazione,
Il Papa difende
l'ora di religione "Contribuisce ad una sana laicità"
( da "Repubblica.it" del 25-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: istruzione Maria Stella Gelmini. Applaudito dagli ottomila professori
radunati nell'Aula Nervi, il Papa ha sottolineato che "l'altissimo numero
di coloro che scelgono di avvalersi di questa disciplina è il segno del valore
insostituibile che essa riveste nel percorso formativo e un indice degli
elevati livelli di qualità che ha raggiunto".
MOGLIANO La scuola
Collodi di Marocco si può salvare
( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 25-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: riforma Gelmini. La dirigente del Primo circolo didattico di Mogliano,
Sonia Angeloni, sta valutando tutte le possibilità per garantire la continuità
didattica dei vari plessi sulla base del personale insegnante per l'anno
scolastico 2009-2010. In
teoria non ci sono i numeri per formare la prima classe, dopo che la riforma
scolastica ha portato da 11 a
15 il numero degli iscritti.
La Regione dà i
soldi, si amplia la scuola
( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 25-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: soppressione di alcune scuole elementari dei vicini paesi a seguito
della razionalizzazione collegata alla recente riforma Gelmini, e che quindi
potrebbero gravitare su Pontecchio». La capogruppo Maria Cominato ha
sottolineato il ruolo dell'assessore Alessandra Raimondi per la tenacia con cui
ha fatto pressione nei confronti della Regione per il finanziamento alle scuole
elementari e medie.
Passante di
Mestre, yes we can ( da "Giornale.it, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: 2 Emails La Gelmini e il bel mondo di concorsopoli - 2 Emails
Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo
"ombra". Dite la vostra - 1 Emails Ultime News 25 aprile, Berlusconi
parla in Abruzzo: "E' la festa di tutto il popolo italiano"Tenta il
suicidio l'uomo che abbandonò i bimbi in pizzeria ad AostaUn 15enne
accoltellato dopo la rapina:
Scuola, festa del
Pd al parco Ferrari ( da "Gazzetta di Modena,La" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: saranno raccolte le firme a sostegno della petizione popolare lanciata
dal Pd "per una scuola pubblica, di qualità per tutti, più sicura e
autonoma, capace di futuro". Le firme raccolte dal Pd saranno consegnate
ai presidenti di Camera e Senato per ottenere, entro la fine di maggio, una
discussione e un voto parlamentare, alla presenza del ministro Gelmini, sulle
proposte del Pd.
Tre bambini
salvano le elementari di Soranzen
( da "Corriere delle Alpi" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: particolare a proposito delle normative introdotte dalla riforma
Gelmini sulla scuola che, per le elementari, fissa il numero minimo di alunni a
quindici e dove la famosa deroga di dieci alunni per le scuole di montagna non
appare più. La mancata applicazione della deroga, cancellerebbe di fatto la
futura prima elementare della "Romano Ocri", dove attualmente ci sono
sette iscritti.
Il comitato
Scuola9 contro la riforma Gelmini
( da "Gazzetta di Reggio" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: contro la riforma Gelmini NOVELLARA. Il loro motto è: «La Gelmini non
molla, noi neppure». Dopo aver preso coscienza dei «disastrosi effetti» che la
«riforma Gelmini» potrà avere sulla scuola dei loro figli già dal prossimo anno
scolastico, un gruppo di genitori novellaresi ha deciso di costituirsi in
comitato, denominato «Scuola9».
Il Papa: l'ora di
Religione spirito positivo di laicità (
da "Giornale di Brescia" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Istruzione Mariastella Gelmini. Applaudito dagli ottomila prof.
radunati nell'Aula Paolo VI, il Papa ha sottolineato che «l'altissimo numero di
coloro che scelgono di avvalersi di questa disciplina è il segno del valore
insostituibile che essa riveste nel percorso formativo e un indice degli
elevati livelli di qualità che ha raggiunto».
Scuola, Pavia la
meno colpita ( da "Provincia Pavese, La" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: anno anche della riforma del ministro Gelmini che prevede il maestro
unico nelle prime elementari e il taglio delle ore di compresenza. In tutta la
provincia si perdono 21 maestri definiti «comuni», 12 di lingua straniera.
Mentre con il sostegno si va a pari. C'è qualche istituto che riesce ad avere più
insegnanti dell'anno scorso.
DOMENICA 24 MAGGIO
L'EVENTO CONCLUSIVO DEL SESSANTESIMO
( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Giovanmaria Rizzi, sono previsti gli interventi di numerose autorità e
del ministro della Pubblica Istruzione, Mariastella Gelmini. Alla fine dei
lavori saranno attribuite le onorificenze agli artigiani meritevoli e ai
presenti verrà donato il libro dal titolo «Sessant'anni insieme nel segno
dell'Unione».
"ora di
religione esempio di sana laicità" il papa: è parte integrante della
scuola ( da "Repubblica, La" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: aperto giovedì scorso dal ministro dell´Istruzione Maria Stella
Gelmini. «L´insegnamento della religione cattolica - secondo il Papa - è parte
integrante della storia della scuola in Italia, e l´insegnante di religione è
una figura molto importante nel collegio dei docenti. è significativo che con
lui tanti ragazzi si tengano in contatto anche dopo i corsi».
ISTRUZIONE Riforma
Gelmini, tagli ed effetti sulle scuole fermane
( da "Resto del Carlino, Il (Fermo)" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: 1 ISTRUZIONE Riforma Gelmini, tagli ed effetti sulle scuole fermane di
CAMILLA CORRADINI MENTRE gli istituti superiori fermani sono colpiti
pesantemente dai tagli dovuti alla riforma Gelmini, sembra andare meglio alle
scuole elementari. La situazione è ancora in via di definizione, ma il quadro
che si prospetta, secondo i dirigenti scolastici,
la scuola si
difende a teatro ( da "Repubblica, La" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Torino Il caso I genitori si improvvisano attori per contestare il
decreto del ministro Gelmini La scuola si difende a teatro Si sono improvvisati
attori per contestare il ministro dell´Istruzione. Sono i genitori degli alunni
dell´elementare Mazzarello: hanno costituito una compagnia, Teatrantipercaso, e
il 15 maggio alla Cascina Roccafranca saranno in scena.
"grembiulini
taglia unica" genitori in scena per protesta - stefano parola
( da "Repubblica, La" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: compagnia per denunciare gli effetti negativi della riforma Gelmini
"Grembiulini taglia unica" Genitori in scena per protesta Il 15
maggio mamme e papà reciteranno contro gli effetti dei tagli ministeriali
STEFANO PAROLA Il ministro dell´economia della Repubblica di Banania, Giulio
Quattromari, impone al collega dell´Istruzione, Mario Star Grembiulini, di
riformare il mondo della scuola.
senza doccia da
tre settimane ( da "Centro, Il" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini, nei giorni scorsi aveva
riferito di aver destinato al Conservatorio «Casella» tre milioni di euro
nell'ambito dei provvedimenti urgenti in favore delle scuole e delle università
abruzzesi. Ma le tende mancano.
Politiche
giovanili attivati i primi fondi
( da "Tempo, Il" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Niente tasse per gli universitari il prossimo anno accademico e
risorse importante decise dal ministro Gelmini per le scuole. Adesso possiamo
pensare con più calma agli altri settori di intervento. Un'attenzione
importante verso i giovani aquilani e tutti quei giovani non aquilani che
vivono la città molti mesi l'anno».
la riforma gelmini
bersaglia desulo - giovanni melis
( da "Nuova Sardegna, La" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: istituto comprensivo da settembre avrà 12 insegnanti in meno La
riforma Gelmini bersaglia Desulo Fontana: «Troviamo soluzioni territoriali a
questo problema» GIOVANNI MELIS DESULO. Dodici insegnanti in meno, classi
articolate ed accorpamenti che renderebbero antiformativa la scuola stessa.
Questo il destino dell'istituto comprensivo di Desulo, che comprende i plessi
di Aritzo,
(
da "Adige, L'" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Lo sa il ministro Gelmini? «Ho la coscienza a posto: ho preso un anno
sabbatico. Al quale ho diritto». Come ha raccolto il materiale? «La neve è
arrivata decisamente presto quest'inverno: per fortuna mi ero preparata per
percorrere gli itinerari in quota in estate.
arriva il decreto
definitivo di morte per le istituzioni scolastiche di ussassai
( da "Nuova Sardegna, La" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Inizia dal ministro della Pubblica istruzione, Gelmini, e prosegue con
il presidente della Regione, Cappellacci, l'assessore regionale alla Pubblica
istruzione, il dirigente scolastico regionale e il presidente della Provincia,
la lettera di protesta contro il dimensionamento scolastico inviata dal sindaco
Giannino Deplano.
brevi, schede e
richiami 1 ( da "Repubblica, La" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Ma come, non c'erano i tagli della Gelmini? Certo, ma cambiando il
modello organizzativo tutto si risolve «senza nulla togliere alla qualità della
didattica». Se così fosse, vorrebbe dire che fino ad oggi il tempo pieno e il
tempo modulare hanno funzionato male e con sperpero di denaro pubblico.
cinque in
condotta: quasi record ( da "Tirreno, Il" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Cinque in condotta: quasi record Il castigo del "cinque" in
condotta è arrivato puntale sulle pagelle del primo quadrimestre: se lo sono
ritrovato nero su bianco ben 17 ragazzi su mille nelle scuole superiori. Ma se
proviamo a guardare dentro i vari settori dell'istruzione superiore, salta agli
occhi che sul fronte degli istituti professionali questa cifra balza
addirittura a 55.
l'incontro - dario
cresto-dina ( da "Repubblica, La" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: quella bambina sarebbe stata l´orgoglio della ministra Gelmini. Le
piccole "rivoluzioni" arrivano a nove anni, in cortile con i maschi
per i mondiali di calcio dell´82 in Spagna, il prologo della giornalista
sportiva, l´icona di Sky. Alle medie senza cartella, i libri molto gualciti e
portati in mano.
Un 25 Aprile coi
ragazzi delle scuole ( da "Giorno, Il (Varese)" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: che fende la folla per chiedergli di intercedere con la collega
Mariastella Gelmini. «Servono più fondi per la scuola pubblica, ministro»,
invoca. Maroni annuisce poi commenta il senso della festa. «È importante -
chiarisce - preservare la memoria di chi si impegnò per la libertà contro il
nazifascismo. Per me è significativo trovarmi a Varese davanti a una platea di
tanti giovani,
Tempo pieno
( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Il ministro Gelmini ha sempre ripetuto che il tempo pieno non sarebbe
stato toccato, invece ci sono meno insegnanti e un gruppo di classi non ce
l'avrà». Giancarlo Garoia, segretario provinciale Cisl Scuola, rimarca la
differenza fra le richieste delle famiglie e l'organizzazione che risentirà dei
tagli imposti dal ministero.
( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del
26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Il ministro Gelmini h... «I NUMERI hanno confermato
le nostre critiche dei mesi scorsi. Il ministro Gelmini ha sempre ripetuto che
il tempo pieno non sarebbe stato toccato, invece ci sono meno insegnanti e un
gruppo di classi non ce l'avrà». Giancarlo Garoia, segretario provinciale Cisl
Scuola, rimarca la differenza fra le richieste delle famiglie e l'
"Di scuola si
discute in Parlamento". Ecco la didascalia scelta dal Pd per presentare la
p... ( da "Messaggero, Il (Civitavecchia)" del
26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: contro i tagli imposti dalla riforma Gelmini. Una raccolta firme
aperta rivolta al governo per contestare le linee di un provvedimento votato al
risparmio e dettato a suon di decreti e circolari ministeriali. Nell'arco del
prossimo triennio il ministero dell'Istruzione priverà il mondo della scuola di
fondi pari a 7-8 miliardi di euro.
ROMA - Non un
intralcio, né una minaccia all'esercizio della laicità, bensì una ...
( da "Messaggero, Il" del
26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Appello raccolto dal ministro Gelmini che pochi giorni fa ad un
convegno ha sostenuto che «l'ora di religione è uno dei pochi reali strumenti
di integrazione», in quanto ha una finalità culturale che va oltre l'orizzonte
dei credenti e offre occasioni di riflessione su valori comuni anche tra
persone appartenenti a fedi diverse.
(
da "Corriere del Veneto" del
26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Alpago che ha congelato le gite scolastiche in segno di protesta alla
riforma Gelmini. La dirigente scolastica regionale, Carmela Palumbo, si riserva
di verificare la legittimità della delibera, ma anticipa che «se la motivazione
fosse davvero politica si tratterebbe di un caso di incongruenza». Il caso
risale alla fine di marzo, quando, dopo la decisione del collegio dei docenti,
In piazza centri
sociali, profughi e studenti
( da "Corriere della Sera" del
26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: inverno hanno contestato la riforma della scuola del ministro Gelmini.
Vecchio e nuovo 25 Aprile si distinguevano nell'aspetto dei tessuti. Davanti le
bandiere e i gonfaloni lisi e scoloriti, col bianco del tricolore ingiallito,
che portavano i nomi delle città e delle sezioni Anpi del Nord Italia. Tessuti
che mostrano i segni del tempo come i volti delle persone che li esponevano,
Il prof in
prestito affonda i conti della scuola
( da "Stampa, La" del
26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Istruzione Maria Stella Gelmini ha spiegato che «il problema esiste.
Il ministero sta studiando una razionalizzazione del sistema scolastico e farà
in modo da rendere più efficiente l'apparato». Nel frattempo le cifre parlano
chiaro. Nel 2006 le regioni dove i prestiti di professori, dirigenti e bidelli
sono più diffusi sono la Toscana (29,
Francesca Angeli
( da "Giornale.it, Il" del
26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Gelmini: "Salterà la maturità chi avrà un cinque in pagella"
19-03-2009 - Tomassini: "Aumentano i rischi di epidemie" 05-03-2009 -
Processo civile più rapido, c?è il sì Alfano: "Una vittoria
straordinaria" 04-03-2009 - A lezione di Costituzione fin dall'asilo per
imparare ad essere bravi cittadini 03-03-2009 - La Meloni:
petizione
anti-tagli, altre mille firme
( da "Messaggero Veneto, Il" del
26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Spediremo la petizione al ministro dell'Istruzione Mariastella
Gelmini. Dovrà ascoltarci, nel nome del diritto di lezione. Non ci fermiamo
qui». Il futuro del comitato in tre mosse. «Chiederemo un incontro con i
candidati alle elezioni provinciali Giorgio Zanin e Alessandro Ciriani -
spiegano i progetti i genitori che non si arrendono -.
la prima classe va
difesa ( da "Messaggero Veneto, Il" del
26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Gelmini con la riforma della scuola primaria, sono al centro di
un'interrogazione presentata dai consiglieri comunali Egidio Bortolus, Lorenzo
Cella, Ivo Antonio Crestan, Dino Mascarin, Ettore Gasparet, Sergio Stefanuto
appartenenti al gruppo "Uniti per Fiume Veneto" «Abbiamo appreso le
difficoltà a formare la classe prima elementare nel plesso di Cimpello a causa
della carenza di
"Lavorare in
tv accelera la vita serve la fede, per andare avanti"
( da "Repubblica.it" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: quella bambina sarebbe stata l'orgoglio della ministra Gelmini.
OAS_RICH('Middle'); Le piccole "rivoluzioni" arrivano a nove anni, in
cortile con i maschi per i mondiali di calcio dell'82 in Spagna, il prologo
della giornalista sportiva, l'icona di Sky. Alle medie senza cartella, i libri
molto gualciti e portati in mano.
FOCUS
( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del
26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: interrogazione al ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini,
sottoscritta anche dai colleghi Strizzolo, Rosato (Pd) e Monai (Idv). La
situazione del Friuli Venezia Giulia - sostengono i deputati - è arrivata ad un
"livello di guardia in conseguenza di una politica di tagli delle risorse
che ha determinato l'enorme mole di crediti pregressi".
Caserma dei
carabinieri al posto delle elementari
( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del
26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: linea con le direttive del Ministro Gelmini. Eliminare una delle tre
elementari per farne una caserma dei Carabinieri così da avere meno spese e
risolvere due problemi in un colpo solo. "Anche quest'anno sono stati
fatti i "salti mortali" per raggiungere i numeri e riuscire ad avere
una classe per ciascuna sezione - spiega l'Udc - arrivando a poco più di 30
alunni in tutto il Comune.
Requiem del
Ministro per la scuola dell'infanzia
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Il sindaco scrive alla Gelmini. «Cancellato il diritto alla speranza»
Requiem del Ministro per la scuola dell'infanzia Ussassai.. Il sindaco scrive
alla Gelmini. «Cancellato il diritto alla speranza» --> In un grande comune
la chiusura di un asilo significa fare qualche chilometro in più.
Tocca ai
Violoncellisti del Conservatorio
( da "Alto Adige" del
27-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Carlo Vettori Simone, Gelmini e Johannes HÖhn, che proporranno il
seguente programma: B. Kelly: 3 pezzi spagnoli per 4 violoncelli; W. A. Mozart:
Divertimento per 4 violoncelli; G. Verdi: Sinfonia de "I Masnadieri"
per 7 violoncelli; G. Rossini: Quintetto dei violoncelli (Ouverture del
"Guglielmo Tell");
Scuola e imprese,
manca la meritocrazia ( da "Gazzetta di Reggio" del
27-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: La riforma Gelmini - ha poi sostenuto Cecconi - non fa altro che agire
sulla riduzione della spesa, aumentando ulteriormente il divario rispetto ai
dati Ocse ed all'Unione europea». La situazione ha sintetizzato il professore,
è quella che nord e sud non partono sulla stessa linea, la scuola non aiuta la
mobilità sociale ed amplia le differenze.
di OSVALDO PASELLO
MENTRE nella scuola i tagli colpiscono innanzitutto i suppl...
( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del
27-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Gelmini e stanno terminando proprio in questi giorni il ciclo,
conclusivo, di abilitazione. Per la Siss di Venezia il IX ciclo. Dunque, chi è
abilitato è abilitato, ma tutti ancora dentro le graduatorie. Ed è il giro
finale! Poi ancora non è ben chiaro quanto potrà accadere, agli inseriti in
Graduatoria o a quanti volessero inserirsi ex-
Oltre mille
bambini in più e maestri contingentati
( da "Nazione, La (Umbria)" del
27-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: infanzia si fosse salvata dagli attacchi dei ministri Gelmini e
Tremonti sostiene Renelli si sbagliava di grosso. I numeri si commentano da
soli. Il decreto interministeriale sugli organici è già pesantemente
intervenuto innalzando a 28 unità il numero massimo di alunni per sezione, ma
nonostante ciò nella provincia restano in lista di attesa 435 bambini,
Il Pdl reatino
grida alla vittoria contro se stesso . Lo afferma il consigliere comunale ...
( da "Messaggero, Il (Rieti)" del
27-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: affissi in questi giorni e i comunicati riguardo al salvataggio di
alcune classi scolastiche dalla legge Gelmini. Il Pdl reatino grida alla
vittoria. Contro chi? Contro se stesso, e da di fatto ragione a noi della
sinistra che dall'inizio avevamo denunciato le conseguenze che la legge avrebbe
avuto nel territorio. Il reatino rischia un arretramento pauroso sul fronte
dell'istruzione.
SCUOLA, LA REGIONE
TOSCANA RIFIUTA RESPONSABILITÀ SUI TAGLI RISPETTARE LA VOLONTÀ DELLE FAMIGLIE
PER INFANZIA E TEMPO PIENO
( da "marketpress.info" del
27-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Gelmini. Lo ha ricordato il 23 aprile l´assessore all´istruzione,
formazione e lavoro intervenendo su questi temi alla conferenza di fine
legislatura a San Giuliano Terme. Non si può chiedere alla Regione, sostiene
l´assesore, di assumersi la responsabilità di scelte operate a livello
nazionale che non sono state concordate e non sono condivise da istituzioni e
mondo della scuola.
Università, meno
fondi per i nuovi medici Ferrario: cure a rischio, Milano penalizzata
( da "Corriere della Sera" del
27-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: preside di Milano in una lettera inviata nei giorni scorsi al ministro
Maria Stella Gelmini e al sottosegretario Ferruccio Fazio. Una questione
sollevata anche a nome dei suoi cinque colleghi lombardi Lorenzo Alessio
(Brescia), Alberto Calligaro (Pavia), Paolo Cherubino (Università
dell'Insubria), Antonio Scala (Vita-Salute San Raffaele) e Andrea Stella
(Università di Milano-Bicocca),
Università, 3.600
cattedre virtuali ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
27-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Il cuore della proposta Gelmini è l'abilitazione nazionale dei
docenti: il "patentino" da professore, insomma, non sarà più
attribuito dai singoli atenei, che potranno invece bandire concorsi per
scegliere gli abilitati da assumere. Nel progetto trova spazio anche un tetto
per le promozioni dei professori, che non potranno avvenire senza nuovi
ingressi dall'
Nelle università
3.600 concorsi senza il posto
( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
27-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Mentre sono ancora in corso i lavori per arrivare alle nuove
commissioni a sorteggio, introdotte dal decreto Gelmini di novembre per cercare
di evitare i risultati combinati ancora prima che inizi la partita, una nota
ministeriale ha messo nero su bianco le regole (rigide) con cui calcolare il
massimo delle assunzioni effettive che ogni ateneo può disporre.
Nasce sulle
colline genovesi la Silicon Valley del Ponente INNOVAZIONE & SVILUPPO/
Un'iniziativa fortemente voluta da Carlo Castellano, finanziata da una
partnership fra banche, im
( da "Affari e Finanza (La Repubblica)" del
27-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Mariastella Gelmini, oltre a parlamentari e rappresentanti delle
istituzioni e dell?impresa. Una gran parata che, una volta tanto, non si è
fermata agli annunci, ma ha preso atto con soddisfazione di un lavoro che è già
partito e che ha pure la sua prima scadenza: fra ventiquattro mesi, infatti,
nella primavera del 2011,
Una scuola per gli
studenti terremotati ( da "Stampa, La" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: EMERGENZA ANCHE I VIGILI DEL FUOCO DEL COMANDO PROVINCIALE Una scuola
per gli studenti terremotati [FIRMA]MARIA CUSCELA VARALLO La Valsesia
contribuirà alla ricostruzione di una scuola privata, l'istituto cattolico
Santa Maria degli Angeli appartenente all'ordine religioso delle suore
francescane missionarie di Gesù Bambino, nel centro dell'Aquila.
L'appello degli
studenti "Ci aiuti: hanno tagliato le Scuole di Medicina"
( da "Stampa, La" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Università di Torino imposto dal decreto Gelmini: «Non è che non
vogliamo prendere il treno, ma qui ci sono Scuole di grande valore che vengono
cancellate - dicono i due ragazzi -. E non ci parlino di risparmio: i posti di
Novara sono stati semplicemente spostati a Torino. Tra l'altro come può parlare
di risparmio un Governo che butta via 400 milioni non facendo l'
Pieve, appello per
salvare la scuola ( da "Gazzetta di Mantova, La" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: facendo riferimento ai principi guida indicati nel piano programmatico
dei ministri Gelmini-Tremonti, rileva che la scuola pievese rientra nelle aree
disagiate. «II nostro Comune - scrivono gli amministratori - è in zona
economicamente depressa che beneficia dei contributi Ue Obiettivo 2. Negli
ultimi 10 anni abbiamo investito circa 300.
Nuovo bollino del
concorso che regala premi a tutti i lettori
( da "Stampa, La" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: BACIATI DAL SOLE» VOLUTE DALLA GELMINI Nuovo bollino del concorso che
regala premi a tutti i lettori Rosa Stampa, si presentano le nuove lavagne
multimediali Volete subito un telo mare o un paio di bellissimi occhiali da
sole griffati «La Stampa»? Basta partecipare al concorso «Baciati dal sole»,
che regala premi sicuri a tutti.
I prodotti locali
fanno sana economia ( da "Trentino" del 28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Ivo Gelmini dell'associazione trentina per l'agricoltura biologica
chiede l'appoggio dei politici: «Siamo in un momento difficile - spiega - per
quanto riguarda l'agricoltura, ma per spronare i ristoratori ad usare i
prodotti locali intendiamo creare un sistema di offerta per fare arrivare i
prodotti trentini direttamente alla ristorazione.
Figli alle
private? Allora sei ricco
( da "Stampa, La" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Agesc alle scuole materne della Fism agli istituti di Fidae, Agidae,
Cnos-Fap, Ciofs-Scuola, Foe-CdO, Aninsei, Msc. Innanzitutto precisano che il
termine «scuole private» utilizzato nella circolare «non ha riferimenti
legislativi». E proseguono ricordando che «quelli che sono dei diritti
garantiti dalla Costituzione - la libertà di educazione e di scelta scolastica
delle famiglie -
Diritto di cronaca
( da "Stampaweb, La" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Agesc alle scuole materne della Fism agli istituti di Fidae, Agidae,
Cnos-Fap, Ciofs-Scuola, Foe-CdO, Aninsei, Msc. Innanzitutto precisano che il
termine «scuole private» utilizzato nella circolare «non ha riferimenti
legislativi». E proseguono ricordando che «quelli che sono dei diritti
garantiti dalla Costituzione - la libertà di educazione e di scelta scolastica
delle famiglie -
La regione dà i
voti ai dirigenti della sanità promossi quelli di Lodigiano e Sudmilano
( da "Cittadino, Il" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: anno la regione Lombardia ha dato i voti ai manager della sanità. Si
tratta delle consuete pagelle in cui è contenuta la valutazione della gestione
di ciascun direttore generale. I punteggi del Pirellone, quest'anno, non hanno
superato quota 89. Questo, infatti, è stato il voto più alto assegnato a
Pasquale Cannatelli, direttore generale dell'ospedale Niguarda e Francesco
Beretta,
Zoppè e
Fossamerlo, elementari salve
( da "Tribuna di Treviso, La" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: elementari salve Per il prossimo anno è stata concessa la deroga ai
limiti della riforma Gelmini Le scuole «Fermi» hanno solo 9 iscritti alla prima
classe SAN VENDEMIANO. Salve, almeno per un anno, le scuole elementari di Zoppè
e Fossamerlo; a rischio invece alcune cattedre alle scuole medie di San
Vendemiano. Questa la prospettiva per l'istituto comprensivo di San Vendemiano.
Gli 007 contro il
lusso delle private ( da "Italia Oggi (Azienda Scuola)" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: chi manda i figli nelle scuole non statali Da un governo il cui
premier è Berlusconi e il ministro dell'istruzione è la Gelmini proprio non se
lo aspettavano. Eppure è vero. L'Agenzia delle entrate, il braccio operativo
del Tesoro, nel dare le direttive ai suoi uomini per la lotta all'evasione
fiscale, ha indicato la [...] Costo Punti per Abbonati: 0 - Costo Punti per
Registrati:
Tagli agli
organici, in Abruzzo mini moratoria. Di fatto
( da "Italia Oggi (Azienda Scuola)" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Di Antimo Di Geronimo e Alessandra Ricciardi Dopo il terremoto La
Gelmini spunta 20 milioni per contratti a tempo determinato e 16 mnl per i
corsi di recupero La moratoria dei tagli ci sarà. Ma solo nei fatti. E per una
quota limitata di posti, poco meno del 10% della riduzione complessiva di
cattedre che in Abruzzo si faranno il prossimo anno in attuazione della manovra
estiva.
asseggiano, salva
la scuola elementare ( da "Nuova Venezia, La" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: due in meno del limite minimo previsto dalla riforma Gelmini. E la
elementare di Asseggiano non sarà l'unica a non perdere classi, visto che
l'assessore Miraglia ha fornito assicurazioni dello stesso tipo per la scuola
Collodi di Tessera (per la quale comunque la vicenda si era già risolta). E
anche per la San Giovanni Bosco di Ca' Sabbioni.
l'ultima beffa
( da "Nuova Venezia, La" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: E a proposito di giovani mi permetto di suggerire al Ministro della
Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini che di Decreti se ne intende, di fare
un Decreto dove per tutti gli alunni e studenti italiani il 25 Aprile non sia
un giorno festivo ma un giorno di partecipazione alle commemorazioni locali di
ogni comune italiano per mantenere viva la Democrazia.
il saffo è
strapieno, resta l'incognita sicurezza
( da "Centro, Il" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: incognita sicurezza I docenti ricordano la lettera pre-terremoto alla
Gelmini: «Problemi mai risolti» ROSETO. Il liceo "Saffo" ha ripreso
regolarmente le lezioni ospitando circa 300 studenti aquilani, oltre ai 1.100
già iscritti da Roseto e dintorni, anche se il problema relativo alla sicurezza
degli edifici non è stato ancora risolto.
Allarme istituti,
il 98% è vecchio ( da "Italia Oggi" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Una tragedia che ha convinto la Gelmini ad accelerare l'Anagrafe. Ora
dovremmo esserci. Entro il 10 di agosto probabilmente sarà completata la base
informativa del ministero anche con i dati sui rischi connessi agli elementi
non strutturali che si stanno raccogliendo grazie ai sopralluoghi scaturiti
dall'accordo di gennaio con le Regioni e gli Enti locali.
Inglese
potenziato, il Tar dice no
( da "Italia Oggi" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: anticipo della riforma deciso dalla Gelmini Inglese potenziato, il Tar
dice no La circolare rende obbligatorio un regolamento non definitivo L'inglese
potenziato nella scuola media non s'ha da fare. Per lo meno non prima che entri
in vigore il regolamento che lo prevede. Il monito viene dal Tar del Lazio, che
ha sospeso la circolare sulle iscrizioni alle scuole dell'
Tra la terza C e
la terza A può anche decidere il Tar
( da "Italia Oggi" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: alunni che sono insufficienti in una o più materie; in caso di
bocciatura o non ammissione i voti delle materie insufficienti vengono
riportati tali e quali in pagella; in caso di promozione o ammissione i voti
delle materie insufficienti vengono «trasformati» e riportati in pagella come
«6» e sarà comunicata alla famiglia la necessità di «recupero» nelle discipline
insufficienti.
a proposito di
bulli... quando conta di più apparire
( da "Messaggero Veneto, Il" del 28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: La riforma Gelmini dice che col cinque in condotta vieni bocciato.
Secondo me questo provvedimento è semplicemente inutile, perché se un ragazzo
diventa bullo dietro a tutto questo ha problemi ben più gravi della bocciatura.
La mia proposta? Sarebbe giusto coinvolgere la famiglia e far parlare i ragazzi
con delle persone specializzate.
I Cobas: (
da "Nazione, La (Massa - Carrara)" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: applicazione pratica del decreto Gelmini sta attuando in maniera
oltremodo scientifica. Come istituzioni del territorio avevamo già denunciato i
rischi di una riforma solo contabile del mondo della scuola ed i fatti
purtroppo ci stanno dando ragione. La parola d'ordine affidata ai dirigenti
provinciali e regionali dei vari Provveditorati è una sola "tagli"
di CRISTINA
LORENZI CARRARA ( da "Nazione, La (Massa - Carrara)" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Mariastella Gelmini, presidente dell'Accademia di
Belle arti. E dedica l'incarico al nonno Loris che, artista dell'Accademia nel
ventennio, fu costretto ad abbandonarla per le leggi razziali. «Adesso prenderò
il suo testimone». Una nomina, lo ricordiamo, che va a coprire la vacatio
lasciata dalla dimissionaria Mariella Zoppi.
Corsa elettorale
Ci sarà anche Marina Meletti
( da "Arena, L'" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Gelmino Caliari - che deve ancora decidere nome e simbolo -, Laura
Marcolongo della «Civica per Angiari», Alvise Menini per «L'Airone» ed il
sindaco uscente Vincenzo Bonomo. L'ufficializzazione della candidatura di
Meletti, che sarà «scortata» da 12 aspiranti consiglieri sotto un simbolo che
riporta un cuore che stringe una fascia tricolore dentro una casetta
stilizzata,
Niente prima
elementare Volania perde la battaglia e teme per il futuro
( da "Nuova Ferrara, La" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Ci è stato spiegato che le difficoltà derivano dalle decisioni prese a
livello centrale (vedi legge Gelmini ndr.) e di fronte alle quali l'Usp ben
poco può fare». Per il prossimo anno quindi i «remigini» saranno costretti ad
emigrare a Comacchio o a Lagosanto. Complessivamente i bambini frequentanti le
elementari di Volania sono 47. Si spera che la situazione possa migliorare.
segue dalla prima
pagina Bertolaso è diventato il simbolo della politica del fare - che tanto
piace al Cavaliere - contrapposta alla lentocrazia di Palazzo
( da "Riformista, Il" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: ecco Bertolaso che bacchetta la Gelmini denunciando l'incuria degli
edifici scolastici. Ma è soprattutto con la Lega che svolge un ruolo di
riequilibrio. Quando nel decreto sicurezza sono spuntate le ronde, ecco
Bertolaso che invia a tutte le prefetture, le Regioni, le Province, una lettera
di tre pagine diffidando dall'utilizzare «personale e mezzi della Protezione
civile»
di ALBERTO PIERINI
I PRESIDI dicono no, le famiglie anche, gli studenti, se no...
( da "Nazione, La (Arezzo)" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: è in trasformazione, e questo per la riforma Gelmini, anche il tempo
scuola. Con le famiglie che hanno richiesto in massa orario pieno o prolungato.
Ma senza la certezza di poterlo ottenere, considerando il ritorno al maestro
unico. Intanto però le operazioni in vista del prossimo anno sono partite.
Oltre al Cav. a
Onna Che cosa è successo il 25 aprile? Boh! visti da
( da "Riformista, Il" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: impegno appena assunto dal ministro Gelmini, se ormai giovani e meno
giovani (le domande del Tg1 erano rivolte anche a cinquanta-sessantenni, che
magari per ragioni anagrafiche dovrebbero aver ascoltato racconti familiari su
quel periodo) non sono in grado di rispondere, la colpa non può essere
scaricata addosso a chi non sa.
L'AMMINISTRAZIONE
Brandoni si vede assegnata in ...
( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: appena ripristinato dalla riforma Gelmini. Ristretto il campione,
appena 10 persone, perché in molti non hanno voluto esporsi con nome e cognome,
anche se le considerazioni espresse in forma anonima sono in linea con quelle
che pubblichiamo. Pur non avendo valore statistico, l'inchiesta fornisce
comunque un piccolo segnale sugli umori della città,
ben 93 insegnanti
in arrivo nel 2010 tempo prolungato salvo ad albignasego
( da "Mattino di Padova, Il" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: nonostante i tagli prospettati dalla riforma Gelmini. «Siamo molto
soddisfatti del risultato raggiunto - conclude Leonardo Padrin, sottosegretario
alla giunta regionale - che era un obiettivo importantissimo, per le famiglie e
per la scuola del Veneto. La specificità tutta veneta del tempo lungo ha
rappresentato la difesa di un diritto e non il mantenimento di un privilegio»
L'argomento scuola
tira. Soprattutto quando in ballo c'è il futuro di quella pubblica...
( da "Messaggero, Il (Viterbo)" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: bensì l'incapacità a collegare la lingua al cervello» - e quello
Gelmini, rea di andare a «smantellare l'unico segmento della scuola che
funziona, quello delle elementari». Ma cosa cambia concretamente dentro le
aule? Lo spiegano i docenti e i presidi intervistati in un video proiettato
durante l'incontro.
Non verrà
accordato a tutte le famiglie ciociare che lo hanno richiesto il tempo pieno
... ( da "Messaggero, Il (Frosinone)" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: hanno sconfessato la Riforma Gelmini della scuola primaria, debbono
essere soddisfatte, come aveva assicurato il Ministro", fanno sapere dal
sindacato. Bollente anche il capitolo precari. "I tagli agli organici -
conclude la Cgil - effettuati sulla base della circolare del Ministro, che,
rispetto alla situazione esistente sono di 223 a Frosinone,
Scuola, tagliate
oltre cinquanta classi
( da "Corriere del Veneto" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Istruzione Mariastella Gelmini ha portato a un taglio sensibile nelle
scuole elementari trevigiane: 2.206 classi invece delle precedenti 2.261. Il
che rimanda quasi immediatamente alla riduzione dell'organico, decurtato di 150
docenti, ma non tutti i numeri delle iscrizioni per l'anno scolastico
2009-2010: sono infatti aumentati gli alunni,
Gita scolastica
bloccata, anche la Cgil è critica: (
da "Corriere del Veneto" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Gelmini. Sulla questione è intervenuta ieri la Cgil: anche per il
sindacato la linea tenuta sarebbe errata: «La protesta non può ricadere sui
ragazzi», commenta Francesco Corigliano, referente Cgil scuola. Il caso risale
a marzo, quando, a seguito della delibera del collegio dei docenti, i ragazzi
della terza A delle medie di Farra avevano scritto per protesta al dirigente
scolastico
tutti in vetrina
castiglia da urlo ( da "Mattino di Padova, Il" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: LE PAGELLE Tutti in vetrina Castiglia da urlo PIEROBON. Commette un
errore di valutazione sulla punizione che frutta il pareggio. Poi si riscatta,
con uscite e interventi di pugno sicuri. Voto: 6. MANUCCI. Dalla sua parte non
si passa. Voto: 6,5.
LA PAGELLA
( da "Sole 24 Ore, Il" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: pag: 41 autore: LA PAGELLA 3,5 Il voto sulla cultura finanziaria è il
punteggio, su scala da 1 a
10, assegnato alla cultura finanziaria delle famiglie italiane.L'indice Icf
PattiChiari, elaborato in collaborazione da The European House-Ambrosetti,
segnala come la cultura finanziaria italiana sia bassa ma cresca con l'età.
senza titolo
( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Iride Serventi Mina Conti Gelmino Bigliardi, Rosetta e Benedetta Orzi
Famiglie Roberto e Flavio Spaltini Cecilia, Roberto Bisaschi Marisa, Giorgio
Barbieri Franco, Antonia Naummi Fam. Romano Giovanelli Fam. Ferdinando Puelli
Fam. Antonio Peragine Fam. Giovanni Puelli Famiglie Giovanni, Cristian Rabidi
Fam.
primarie, tagli
drastici ( da "Tirreno, Il" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Gelmini LUCCA. «Tagli pesanti in vista nella scuola primaria. La
conferma dei timori secondo i Cobas arrivano dai primi dati provvisori forniti
in sede di informazione preventiva dall'ufficio scolastico provinciale. «Si
consolidano - dicono i Cobas - le previsioni pessimistiche sulla formazione
delle classi e sull'organico di diritto delle scuole primarie in provincia e
smentiscono
La Polonia
comunista non avrebbe osato tanto
( da "Stampa, La" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: ovunque tranne in Italia e in Grecia è lo Stato a pagare la scuola
cattolica, sia nei paesi più liberali come Belgio e Olanda, sia nei paesi ex
comunisti come Polonia, Slovacchia e persino l'ortodossa Romania». Chi manda i
figli alle private è ricco e, potenzialmente, un evasore fiscale? «Mettere la
scelta scolastica e la libertà di educazione tra le spese per i beni superflui
è un'
Tagli alle
Elementari I genitori dei bimbi sul piede di guerra
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: così come previsto dal decreto Gelmini. Sono almeno dodici gli
insegnanti che rischiano di perdere il posto di lavoro e decine gli alunni che
potrebbero essere accorpati in multiclassi. «Chiediamo al sindaco, ai
rappresentanti della Provincia e della Regione e al direttore dell'Ufficio
scolastico regionale Armando Pietrella di intervenire per risolvere al più
presto la questione»
la media di
chianni vince il concorso sulla mafia
( da "Tirreno, Il" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: legge di riforma scolastica Gelmini, che prevede l'accorpamento dei
plessi con un numero di alunni inferiore a 50, a rischio di chiusura.
Sarebbe questo un serio problema per gli studenti, che non è chiaro in quali
altre scuole potrebbero essere accolti e che perderebbero così un importante
punto di aggregazione e coesione per la loro crescita e il prosieguo della loro
formazione,
sempre in difesa
dei principi della legalità e trasparenza
( da "Tirreno, Il" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: dalla scuola pubblica penalizzata dalla ministro Gelmini e quindi
diretta espressione di un futuro negato ai figli delle famiglie meno abbienti
che solo con l'istruzione possono sperare di sollevare le proprie sorti, alla
rettitudine dei politici che in molti partiti manca; dal rispetto dell'essere
umano, ai valori della vita;
scuola: a prato
record di insufficienze
( da "Tirreno, Il" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: insufficienza in pagella, sono stati complessivamente il 72,2%, Prato
in questo caso raggiunge quota 76,5%, preceduta solo da Pistoia 77,1. Se invece
si vanno a guardare le percentuali degli scrutinati per singole materie sia a
italiano (41,6% contro la media toscana del 36%) matematica (49,7% contro la
media toscana del 45,
un politico dopo
gli esperti d'arte caffaz è presidente (tra i veleni)
( da "Tirreno, Il" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: del ministro della Pubblica istruzione Maria Stella Gelmini sotto il
suo nome (preferendolo agli altri due candidati, l'imprenditore apuano
Gualtiero Vanelli e Nando Dalla Chiesa), ha alimentato parecchie polemiche.
Tanti veleni all'interno dell'istituto d'arte più prestigioso della capitale
mondiale del marmo: accuse, nemmeno troppo velate, all'ingerenza della politica
-
Elezioni, la Lega
parte con l'incognita dell'alleanza col Pdl
( da "RomagnaOggi.it" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Ne cita un altro di "strafalcione", Pini, sulle scuole
private: "Vuole ghettizzare le scuole pubbliche infilandoci dentro i figli
degli immigrati, tanto nelle scuole private non ci vanno, visto che sono
cattoliche". E ancora, sul primo faccia a faccia con Balzani: "Ci
mancava solo che uscissero a braccetto".
Ungheria a fondo
( da "Avvenire" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Un carotaggio delle intenzioni di voto condotto dall'agenzia di
sondaggi Szondalpsos rivela un dato che terrorizza i leader politici: se le
elezioni si tenessero nei prossimi giorni, il 54% degli elettori non voterebbe
per nessuno. Gli altri, secondo gli istituti Median e Forsense, andrebbero
all'opposizione conservatrice Fidesz (70%) a discapito del partito del premier
Mszp (
FEBBRE SUINA: NEW
YORK, RAGAZZI DI LICEO COLPITO SI CONSOLANO SU FACEBOOK
( da "Adnkronos" del 28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: FEBBRE SUINA: NEW YORK, RAGAZZI DI LICEO COLPITO SI CONSOLANO SU
FACEBOOK 28 CASI CONFERMATI ALLA ST. FRANCIS PREP SCHOOL, MAGGIOR SCUOLA
CATTOLICA USA commenta 0 vota 0 tutte le notizie di ESTERI ultimo aggiornamento:
28 aprile, ore 13:40
Le scuole private
tra i beni di lusso ( da "Corriere.it" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Associazione dei Genitori delle Scuole Cattoliche. «Ci devono
spiegare innanzitutto cosa intendono per scuole private, un termine che non ha
riferimenti legislativi. Temiamo che pensino alle scuole paritarie», insiste la
Colombo, «e non capisco, perché queste fanno parte a pieno titolo del sistema
scolastico pubblico.
Contro il governo
i professori del "Volta" cancellano le gite
( da "Corriere Di Como, Il" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: di protesta contro i tagli alla scuola disposti da Mariastella Gelmini
(ministro dell'Istruzione) e Giulio Tremonti (Finanze). A pagarne le
conseguenze sono stati così gli alunni del liceo classico "Alessandro
Volta" di Como, dove una mozione di protesta contro le politiche
scolastiche del governo passata in collegio docenti con l'80% dei voti ha
limitato le gite a un solo giorno,
BORIS AMBROSONE
EDUCATI E RISPETTOSI DELLA CONDOTTA, MA TERRIBILMENTE SVOGLIATI ED IMPREPARATI.
&... ( da "Mattino, Il (Avellino)" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: portando a casa la pagella con almeno tutti "6". Va un po'
meglio alle scuole medie, dove la percentuale media degli studenti che non
hanno raggiunto il 6 in
tutte le materie è del 44,6%, ma che è comunque inferiore alla media nazionale
(47,6%). Guardando il panorama delle materie, la matematica è risultata invisa
al 60% degli studenti del liceo artistico.
"Io non mi
cimento con le sfide facili"">Europee, Berlinguer (Pd) ad Affari:
"Io non mi cimento con le sfide facili"
( da "Affari Italiani (Online)" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: come valuta l'operato di Mariastella Gelmini? "I tagli che sono
stati fatti, la scuola li ha sofferti molto. E l'università anche. Quindi
dovranno essere rettificati. La restaurazione di alcune idee del passato mi
trovano scarsamente d'accordo. Trovo però che il ministro Gelmini abbia attuato
una politica di continuità.
Scuola e
Università, dibattito in Aula
( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: La decisione di non optare per una semplice lettera condivisa da tutto
il Consiglio a vantaggio di un documento di parte ha infastidito il
centrodestra che ha giudicato il passo una strumentalizzazione e la premessa di
una contestazione politica al Governo nazionale e alla legge Gelmini.
Padova, sfida a
tre per il controllo dell'Università
( da "Gazzettino, Il" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: sparato contro la riforma della Gelmini) e il presidente della
Commissione per il nuovo ospedale con Galan e il direttore generale
dell'Azienda Adriano Cestrone che non ci pensano neanche. A questi sgambetti si
sono aggiunte le polemiche sugli incarichi assegnati al figlio, e in pochi mesi
il potente sponsor si è trasformato in una pericolosa palla al piede per i
progetti di Zaccaria.
La differenza tra
i partigiani e i ragazzi di Salò Sono d'accordo con Andrea S...
( da "Gazzettino, Il" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: suggerire al ministro della Pubblica istruzione Mariastella Gelmini,
che di decreti se ne intende, di fare un decreto affinché per tutti gli alunni
e studenti italiani il 25 Aprile non sia un giorno festivo ma un giorno di
partecipazione alle commemorazioni locali di ogni comune, perché è solo
trasmettendo il ricordo dei fatti che si mantiene viva la democrazia e libertà
di un popolo.
Catania, rieletto
il rettore uscente Antonino Recca
( da "Sicilia, La" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Per il rettore serve la collaborazione delle istituzioni, «dal
ministro Gelmini al presidente della Regione Lombardo, dal presidente della Provincia
Castiglione al sindaco Stancanelli, perché s'instauri un circuito ancora più
virtuoso che renda la nostra Università trainante per le altre dell'area
mediterranea. Un modello da seguire.
Sogno americano
( da "Foglio, Il" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: Noto per inciso per il ministro Mariastella Gelmini che Altavilla si è
laureato in Economia all?Università di Taranto, per poi fare in Fiat quella
carriera che lo ha portato a discutere con Rick Wagoner i problemi
multinazionali dell?auto e a gestire con efficienza Powertrain, che produce 3
milioni di motori per auto venduti in tutto il mondo.
Velina a chi
( da "Foglio, Il" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Abstract: è colei che in commissione Cultura ha proposto al ministro Gelmini la
rivalutazione del voto in condotta e il ripristino del grembiule. Due proposte
di legge sul sequestro dei minori “recepite” nel ddl Sicurezza sono invece il
personale bilancio di Barbara Mannucci, la ragazza un tempo nota per essere “
( da "Trentino" del 25-04-2009)
Argomenti: Scuola
Scuola, la giunta approva il modello trentino Voti, condotta e corsi di recupero: avanti tutta in piena
autonomia da Roma Ecco tutte le differenze per i nostri studenti rispetto ai
colleghi del resto d'Italia. L'assessore Dalmaso rassicura: «Non ci sarà nessun
problema di integrazione» JACOPO TOMASI TRENTO. Sulla valutazione la Provincia
non fa retromarcia, anzi procede spedita per la sua strada. Ieri la giunta ha
approvato, su proposta dell'assessore all'istruzione Marta Dalmaso, il
regolamento che indica ai docenti come giudicare gli studenti nell'anno scolastico
in corso. Le divergenze col resto d'Italia restano: alle medie gli esiti
saranno espressi in giudizi sintetici e non in voti; il voto
in condotta non influirà su valutazione, promozione o ammissione alla
maturità. Confermati anche i corsi di recupero. Il braccio di ferro continua.
Sul sistema di valutazione degli studenti il Trentino ha deciso di
intraprendere una strada diversa da quella delineata dal ministero della
pubblica istruzione per il resto d'Italia. I decreti
emanati dal ministro Mariastella Gelmini sono stati
regolarmente rispediti al mittente dalla Provincia, forte della sua autonomia e
certa della bontà del progetto formativo che è stato confermato nero su bianco
dalla delibera emessa ieri mattina dalla giunta provinciale. Vediamo i vari
punti e le differenze tra Trento e Roma. Scuole elementari e medie. La
valutazione per ogni disciplina sarà espressa con giudizi sintetici (ottimo,
distinto, buono, sufficiente, non sufficiente). Nel resto d'Italia, invece,
sarà espressa in voti dall'1 al 10. Una differenza che può creare problemi
soprattutto agli studenti che dovranno cambiare scuola ed iscriversi in altre
regioni. Per questo la giunta ha studiato una griglia per il raccordo della
valutazione: da 1 a
5 non sufficiente, 6 sufficiente, 7 buono, 8 distinto, 9 e 10 ottimo. Scuola
superiore. Così come alle medie, il voto in condotta
"non influisce sulla valutazione degli apprendimenti e non condiziona da
sola l'ammissione alla classe successiva o all'esame di stato". Una
decisione diversa dal resto d'Italia, dove chi avrà un 5 in condotta
non sarà ammesso alla maturità o alla classe successiva. Una variabile
irrealizzabile in Trentino dove, per una scelta "educativa", il 5 in condotta
non esiste. Questo, secondo i sindacati, rischierebbe di creare difformità col
resto del Paese. Intanto il ministero pare intenzionato a rimandare di un anno
il calcolo della media contando il voto in condotta,
che inciderà anche sull'ammissione alla maturità, creando altre diversità tra
il sistema trentino e quello romano. Per essere ammessi alla maturità, come nel
resto d'Italia, quest'anno servirà una valutazione "complessivamente
sufficiente del consiglio di classe". Linee guida. Il regolamento riguarda
esclusivamente la valutazione degli apprendimenti degli studenti per l'anno
scolastico in corso (2008/2009) e non interviene sulla valutazione degli
studenti che frequentano la formazione professionale. Un ruolo decisivo, come
sempre, lo avrà il collegio dei docenti di ogni singolo istituto che secondo la
delibera dovrà "stabilire i criteri per rendere la valutazione uniforme ed
omogenea per tutti". Le linee d'indirizzo sembrano prevedere che alle superiori
la bocciatura arriverà con due insufficienze gravi (4) e una insufficienza (5).
Il non aver saldato debiti pregressi durante l'anno - ha spiegato nei giorni
scorsi il dirigente Roberto Ceccato - «avrà un peso nella valutazione finale,
ma non determinerà da solo la bocciatura. Starà comunque ad ogni singolo
collegio docenti valutare il da farsi, tenendo conto soprattutto dell'impegno
dimostrato dai ragazzi». Il commento. «Ci pare che questa modalità di
valutazione sia coerente con i ragionamenti che stiamo facendo sulla scuola»
commenta l'assessore Marta Dalmaso. Che non teme le divergenze col resto
d'Italia: «La validità dei titoli è assicurata e garantisco che non faremo mai
cose che possano danneggiare il percorso di studio dei nostri ragazzi. Abbiamo
ritenuto che la bocciatura col 5
in condotta non rappresenti un
percorso pedagogico costruttivo e pensiamo che le situazioni problematiche
vadano affrontate in modo diverso, con un maggior supporto nei confronti di
scuole e docenti».
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( da "Giornale di Brescia" del
25-04-2009)
Argomenti: Scuola
Edizione: 25/04/2009 testata: Giornale di Brescia
sezione:spettacoli Guzzanti, il «santone» della satira Da Quèlo a Tremonti,
l'applaudito show giocato sulla moltiplicazione di voci e personaggi Guzzanti
in versione Tremonti con trono dorato e pizzi settecenteschi n«C'è grossa
crisi». Aveva capito tutto il «santone» Quèlo, armato di totem con antennine e
sorriso da emoticon. Ci consola un Tremonti con cravattone a pizzo da primi del
'700: in Italia siamo temprati da sempre dalle fregature, il resto del mondo ci
ha seguito. Prodi nel frattempo è ancora fermo sulla pensilina, da quando è
sceso dal treno (del suo governo). Bertinotti invece, impazzito, farnetica
esaltando i partiti minuscoli, che come virus annienterebbero quelli più
grandi. C'è da perdersi: Corrado Guzzanti sfodera l'infinita galleria dei suoi
personaggi, alcuni nuovi, aiutato da un maxischermo e testi brillanti. Come
jolly la novità Di Pietro (è uguale). Risate, applausi e fischi all'americana
cadenzano ogni battuta, per tre ore di show, giovedì sera in un Palabrescia
tutto esaurito per lo spettacolo prodotto da Gruppo Ambra con F & P Group e
organizzato da Cipiesse. Ha visto giusto Guzzanti con la «teoria dell'assenza»:
stando lontano da teatro e tv si fa crescere l'affetto dei fans. Come ci si
aspettava l'attore-autore diverte ma fa anche una satira tagliente contro
l'attuale governo, indossate le maschere o solo la giacca del cinico conduttore
de «Il caso Scafroglia». Ma è dichiarata la fede politica di sinistra del
comico, che però non risparmia, come anticipato, dileggiamenti, pur più
affettuosi, alla sua parte (torna anche la voce di Rutelli, imitazione-omaggio
ad Alberto Sordi). Da un omaggio all'altro: nel finale non sarà il «messia
mediatico» Quèlo (in realtà un padre di famiglia foggiano tradito dalla moglie)
a spiegare l'aldilà, si fa per dire, a padre Federico, ma un redivivo
Gianfranco Funari, che appare in video. Il conduttore di recente scomparso
(impersonato da un Guzzanti con tanto di barbone, gestualità e voce di
impressionante verosimiglianza) ci parla da un paradiso al contrario dove
regnano i più ricchi come in terra, pieno di escrementi lanciati da scimmie
maleducate. Sarà lo stesso Funari a dirige le danze degli inchini finali, fra
applausi scroscianti. Nel frattempo Di Pietro ci stupisce con la... chiarezza
di un incomprensibile «italiacano». Immancabile Vulvia, bionda conduttrice
fissata per gli imbuti. Gabriele La Porta (altra attesa imitazione) in clinica
psichiatrica delira fra pillole rosse o blu. Un inquietante e miscredente padre
Pizarro mostra con cinismo una religione di facciata. Preziosa la presenza per
tutto lo show della spalla Marco Marzocca, su tutti il mite padre Federico di
cui un sadico conduttore (Guzzanti) continua a storpiare il nome. Caterina
Guzzanti disegna una Miss Italia di rara ocaggine, con vestito di strass, e una disperata ministro Gelmini vittima di
un governo che le imporrebbe una finta riforma per mascherare i tagli alla
scuola. Abilissimo nel dialogare con se stesso in video, padrone di voce, tempi
e gesti, veloce ed essenziale (dalle 21 alle 24 in un lampo), Guzzanti ci
ridà un bell'assaggio di sé, anzi, un pranzo da matrimonio: si accende la
speranza (dei fans) che le nozze prevedano un ritorno in tv e l'arrivo
di nuovi personaggi. Simone Tonelli
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( da "Tempo, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Scuola
stampa Solidarietà Saranno tecnici del Sol Levante
ad offrire un progetto per realizzare un nuovo conservatorio. Intanto per la
struttura restano i problemi La rinascita Giapponesi e spagnoli per la
ricostruzione Patrizia Pennella p.pennella iltempo.it L'AQUILA Tanti impegni
per il futuro, ma il presente resta davvero grigio. Mentre i giapponesi
promettono che si occuperanno della ricostruzioe, gli studenti del
conservatorio Alfredo Csaella dell'Aquila sono ancora senza un posto dove fare
lezione. Con una sede inagibile, a Collemaggio, il Conservatorio dell'Aquila
attende da giorni che la Protezione Civile gli assegni alcune tensostrutture
dove fare ripartire l'offerta didattica, all'indomani del sisma che ha
sconvolto l'Aquilano. «Nonostante la formale richiesta di quattro tende da
venti posti - ha spiegato Carmine Gaudieri, docente del Conservatoro -
inoltrata più volte via e-mail e via fax alla Protezione civile e al Com 1 non
abbiamo ancora ottenuto le tende». I docenti non sono ancora in condizioni di
allestire un punto di riferimento per gli studenti sparsi ora in tutto
l'Abruzzo. «Sarebbe nostra intenzione - ha aggiunto Gaudieri - attivare
quantomeno una segreteria da cui coordinare e programmare le attività
didattiche». L'altro giorno il ministro della Pubblica Istruzione, Maria Stella Gelmini, aveva riferito di aver
destinato al Conservatorio «Casella», tre milioni di euro nell'ambito dei
provvedimenti urgenti in favore delle scuole e delle università abruzzesi.
Intanto Rinaldo Tordera, presidente della struttura e direttore generale di
Carispaq, nei giorni scorsi a stretto contatto con l'ambasciatore nipponico
Hiroyasu Ando, comunica che sarà il governo del Giappone a farsi carico
della ristrutturazione dell'edificio: «Ingegneri giapponesi - ha spiegato
Tordera - lavoreranno gratuitamente alla realizzazione di un progetto di
ricostruzione della sede del Conservatorio, attualmente ubicata nel parco di
Collemaggio. La ricostruzione - ha aggiunto - sarà invece finanziata con i tre
milioni di euro messi a disposizione dal ministero della Pubblica istruzione».
Anche il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, prova a dare una risposta ai
docenti: si è formalmente impegnato a «realizzare in poche settimane 40 casette
di legno, da ubicare nei pressi della struttura e, se lo spazio non dovesse
bastare, verrà utilizzata una parte del Parco del Sole». Le strutture saranno
adibite a aule e uffici. Saranno così messe a disposizione un'ottantina di
stanze tutte insonorizzate, da utilizzare per la didattica. Intanto è stato
ufficialmente confermato che iIl governo di Madrid contribuirà al restauro del
Forte Spagnolo dell'Aquila, danneggiato dal terremoto. L'aiuto di Madrid era
stato annunciato nei giorni scorsi dal presidente del consiglio Silvio
Berlusconi, che aveva detto di averne parlato con il premier spagnolo Josè Luis
Zapatero. La Spagna, hanno confermato le fonti, «collaborerà al restauro della
fortezza dell'Aquila, eretta ai tempi di Carlo V, che è stata danneggiata dal
recente terremoto». Il ministero della cultura di Madrid invierà una
commissione di esperti per valutare i danni. L'assistenza economica al restauro
verrà invece dal ministero degli esteri attraverso il segretariato di stato per
la cooperazione internazionale. La costruzione del forte, che per anni è stato
chiamato nel capoluogo e in tutto Abruzzo il «Castello» fu ordinata dal viceré
di Napoli Don Pedro di Toledo a seguito di una rivolta popolare, per
controllare la cittadinanza che simpatizzava per i francesi. Gli spagnoli
"ad reprimendam audaciam aquilanorum" imposero la costruzione del forte
a totale spese del popolo. Progettato da Pirro Louis Escribas (autore anche di
Castel Sant'Elmo a Napoli), fu poi completata dopo oltre cento anni di lavori,
nel 1635.
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( da "Mattino di Padova, Il" del
25-04-2009)
Argomenti: Scuola
Pagina 21 - Cronaca Elementari, autorizzate 397
classi Venturella: il tempo pieno è salvo Il dirigente provinciale: le proteste
dei sindaci e delle famiglie sono state decisive per salvare la formula creata
nel Veneto Elementari: sono 397 le classi a tempo pieno autorizzate per il
prossimo anno scolastico dal ministero dell'Istruzione. Il disco verde arriva
dalla direzione regionale guidata da Carmela Palumbo, al termine di una lunga
consultazione coi direttori provinciali. Per le scuole elementari si tratta di
un vero boom, con 210 classi in più rispetto alle attuali 187 organizzate con
le 40 ore settimanali di lezione. Di conseguenza il dirigente dell'Ufficio
scolastico provinciale Franco Venturella ha concesso 3.486 posti comuni, 218
posti di lingua inglese e 189 cattedre di sostegno a disposizione di 39.683
alunni, suddivisi in 2.012 classi. Come ha spiegato la responsabile
dell'ufficio scolastico regionale Carmela Palumbo, in una circolare del 22
aprile, l'autorizzazione di un così alto numero di classi a tempo pieno mai
accaduto in passato, consente ai 50 istituti padovani di applicare il tempo
lungo di 35-37 ore alla settimana. Ai singoli presidi spetta ora il compito di
predisporre l'organico adeguato, in modo da garantire la prosecuzione del
modello inventato negli anni Novanta dal sottosegretario alla Pubblica
istruzione Beniamo Brocca. Nella circolare si afferma che «sarà compito della
singola istituzione scolastica, una volta ricevute le risorse di organico,
articolare l'orario secondo criteri e soluzioni più idonei al miglior impiego
delle risorse, all'ampliamento del servizio ed all'incremento dell'offerta formativa,
valorizzando le potenzialità derivanti dall'autonomia organizzativa e
didattica». In pratica il tempo pieno ha salvato anche il tempo lungo in vigore
solo nel Veneto, con grande soddisfazione delle famiglie che l'hanno scelto per
poter lavorare, sottolinea il dottor Franco Venturella. Tutto a posto?
Battaglia vinta, non ci sono più motivi per protestare? E' evidente che la
risposta definitiva ci sarà solo a settembre 2009, in ogni caso i
genitori che hanno organizzato assemblee col sostegno dei sindaci di vario
schieramento politico, possono cantare vittoria. Senza la protesta avallata dai
parlamentari di entrambi gli schieramenti, il modello padovano di scuola con
rientro al pomeriggio e il servizio della mensa, sarebbe andato a farsi
benedire», spiega il dottor Franco Venturella. Originario di Capo d'Orlando,
ex-preside del liceo di Schio, il dirigente risponde volentieri a chi non è rimasto soddisfatto della decisione imposta dal ministro Gelmini che ha scatenato le proteste di famiglie e studenti. «Non è vero
che, dopo l'ultima riforma col ritorno al maestro unico, la qualità
dell'insegnamento è destinata a scadere. L'offerta formativa può essere di buon
livello anche senza le compresenze: faremo di tutto per evitare che si formino
classi troppo numerose». (f. pad.)
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( da "Mattino di Padova, Il" del
25-04-2009)
Argomenti: Scuola
VOLTABRUSEGANA Alla Prati i genitori sul piede di
guerra: no all'accorpamento A settembre, più che trasferiti, saranno deportati.
Dall'elementare Prati di Voltabrusegana (interamente restaurata solo tre anni
fa, dotata di mensa funzionale e a tempo lungo fino alle ore 15) alle altre due
scuole dell'istituto comprensivo della Mandria, la Don Bosco e la Della
Vittoria che sono vecchie, prive di servizi, con una mensa che per attivarla
richiede 15 mila euro con il tempo medio fino alle ore 13. Questo è il destino
dei 9 bambini iscritti alla prima per l'anno 2009-2010 e degli 11 che
attualmente la compongono. Questo è il destino di molti loro genitori, che in
autunno saranno costretti a fare la spola fra le tre scuole per accompagnare la
prole divisa. Un figlio di qua e uno di là. Questo è il destino della Giovanni
Prati, una struttura che mantiene in vita un quartiere morto. «Ecco gli effetti nefasti della riforma Gelmini» accusano
i genitori. Tutti volti anonimi, ma agguerriti. Almeno quanto la loro portavoce
Aurora D'Agostino, la consigliere comunale dei Verdi che alla Prati ha un
figlio (iscritto alla seconda e dunque salvo). «Non si tratta di un problema di
organico», precisano le due mamme Sandra Mario e Cristina Masut. «Il
numero degli insegnanti non ha sùbito variazioni. Il trasferimento forzato dei
nostri figli dipende dal limite imposto dal ministro della Pubblica istruzione:
una classe dev'essere formata da minimo 15 alunni e non deve superare la soglia
dei 27». «Stiamo aspettando che il dirigente scolastico, Andreana Bonaccorso,
presieda alla nostra prossima assemblea - aggiunge D'Agostino - E anche
l'assessore comunale Claudio Piron ci dovrà dare una risposta concreta: altre
scuole in pericolo «deportazione» sono state salvate, come mai la nostra no?». «La
questione ha del ridicolo. Alla Della Vittoria - attaccano i genitori - ci sono
6 iscritti alla prossima prima: perché non farli venire qui da noi per il
previsto accorpamento degli alunni? La Prati è un edificio a norma ed è inoltre
punto di ritrovo per la gente che in questa zona, sprovvista di attività
alternative, ci vive». Sempre secondo i genitori «alla Mandria le famiglie non
sono ancora state avvisate». Semplice mancanza di comunicazione? No: «La
prospettiva è che la Prati diventi in futuro una sede succursale, e questo non
lo troviamo giusto». La lotta è aperta. (m.tro.)
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( da "Messaggero Veneto, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Scuola
Niente simbolo del Pd. L'amministratore traccia il
bilancio e parla di rischi per il progetto residence per anziani se prevalesse
il centro-destra Pezzetta tenta il bis sostenuto da tre liste civiche Il
sindaco uscente di Tavagnacco ieri ha confermato ufficialmente la sua
candidatura TAVAGNACCO. «Mi candido». Così Mario Pezzetta, sindaco uscente di
Tavagnacco, scioglie le riserve e annuncia la volontà di riconquistare la guida
del Comune. Un tentativo di bis che il primo cittadino condurrà sostenuto da tre
liste civiche, le due da cui è nata l'esperienza che nel 2004 l'ha portato sulla
prima poltrona dell'amministrazione comunale, Progetto Tavagnacco e Intesa per
Tavagnacco, cui si aggiunge una nuova compagine, Valori in comune per
Tavagnacco, gruppo vicino a quello guidato dall'ex ministro Antonio Di Pietro.
Mario Pezzetta, 59, insegnante di scuola superiore, si riconosce nell'area di
centrosinistra, ma non nel Pd, cui non è iscritto e che non apparirà sulle
liste a suo sostegno. «Abbiamo preferito - argomenta - proseguire l'esperienza
delle liste civiche». Positivo è poi l'aggettivo che usa per tracciare il
bilancio del suo mandato. E snocciola numeri, come i 26 milioni investiti dal 2005 a oggi in opere
pubbliche, tutte progettate e cantierabili, alcune in fase di realizzazione.
C'è poi un progetto in particolare di cui è orgoglioso, la biblioteca in centro
a Feletto. «Un'opera che abbiamo voluto accanto alle scuole - dice - e attesa
da almeno vent'anni. Un'opera da oltre un milione e 800 mila euro che così sarà
più utilizzata da cittadini e studenti». Tra gli obiettivi raggiunti c'è poi la
creazione del Distretto industriale dell'informatica e due da raggiungere se
venisse confermato. «Punto a rendere abitabili le vie del paese - afferma
Pezzetta - affinché non si trasformino in mere strade attraversate dal
traffico. E poi dovremo impegnarci a rendere più efficiente e puntuale le rete
di servizi comunali, soprattutto per le fasce più deboli. La
riforma Gelmini, per esempio, ridurrà l'orario scolastico settimanale e quindi
l'amministrazione dovrà ideare servizi che aiutino i genitori nella cura dei
figli». Ma c'è anche un progetto che Pezzetta teme possa sfumare se vincesse il
centrodestra. «Il residence per anziani nel centro di Feletto - dice -, perché
dagli avversari politici viene vista come un'opera che sarebbe bene
realizzare in periferia. Noi invece riteniamo, come l'assessore regionale alla
Salute Vladimir Kosic, che vada bene come progettata, con una porzione al piano
terra da riservare a un negozio». La sfida è dunque aperta. Anna Buttazzoni
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( da "Adige, L'" del 25-04-2009)
Argomenti: Scuola
P arte la riforma della scuola trentina, e parte su
binari decisamente alternativi a quelli indicati dal
governo e dal ministro Gelmini P arte la riforma della scuola trentina, e parte su binari
decisamente alternativi a quelli indicati dal governo e dal ministro Gelmini. Il regolamento proposto dall'assessore all'istruzione Marta
Dalmaso sulla valutazione degli studenti per l'anno scolastico in corso è stato
approvato ieri dalla giunta provinciale. Che cosa cambia, rispetto al
quadro nazionale? Il voto in condotta non influirà sulla valutazione
complessiva dello studente, e non comporterà, da solo, la bocciatura. Alle
medie, inoltre, saranno mantenuti i giudizi: niente voti espressi in numero. È
stato approvato anche il bando per la formazione delle graduatorie del
personale docente. J. VALENTI A PAGINA 17 25/04/2009
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( da "Adige, L'" del 25-04-2009)
Argomenti: Scuola
jacopo valenti Il voto in condotta non influirà sulla valutazione
complessiva dello studente, così come da sola non ne impedirà l'accesso agli
esami di stato jacopo valenti Il voto in condotta non influirà sulla valutazione
complessiva dello studente, così come da sola non ne impedirà l'accesso agli
esami di stato. E, per quanto riguarda la scuola
media, saranno mantenuti i giudizi anzichè i voti espressi in numero. Come
annunciato nelle scorse settimane la giunta provinciale ha approvato ieri il
regolamento proposto dall'assessore all'istruzione Marta Dalmaso (nella foto)
sulla valutazione degli studenti per l'anno scolastico in corso. Unica realtà a
non essere interessata dal provvedimento è la formazione professionale, che
invece interviene su tutte le scuole di ordine e grado dalle elementari alle
superiori. A livello nazionale, dice la normativa ministeriale, il voto negativo in condotta preclude
l'ammissione agli esami di stato, in Trentino invece non sarà così. La
valutazione della condotta di uno studente (il voto negativo più basso è stato fissato sul 4) ha «funzione
educativa e formativa, è espressa all'interno del giudizio globale previsto,
non influisce sulla valutazione degli apprendimenti e non condiziona da sola
l'ammissione alla classe successiva o all'esame di stato», c'è scritto nel
regolamento adottato dalla Provincia. Che non dovrebbe provocare grattacapi
giuridici o vizi di incostituzionalità: «Abbiamo fatto tutte le nostre
verifiche e su questo ci sentiamo tranquilli, quindi riteniamo di poter
proporre il regolamento in questa modalità e anche di avere fatto le cose in
modo molto serio e meditato», garantisce l'assessore Marta Dalmaso. Vediamo ora
nel dettaglio cosa stabilisce il provvedimento approvato dalla giunta
provinciale per singole fasce scolastiche. Scuola elementare e media. Gli esiti
della valutazione degli apprendimenti sono espressi nella forma di giudizio
globale in forma di giudizio dal più alto al più basso: ottimo, distinto,
buono, sufficiente, non sufficiente. Stesso tipo di valutazione per le varie
materie studiate durante l'anno. Il comportamento tenuto in classe dallo
studente sarà espresso all'interno del giudizio globale dal consiglio di classe
ma come detto non condizionerà, da solo, l'ammissione all'esame di stato oppure
alla classe successiva. Per passare l'anno o fare l'esame di terza media sarà
necessario che il consiglio di classe esprima una valutazione complessivamente
sufficiente dell'alunno. Giudizi per le scuole medie. La giunta provinciale ha
approvato anche una tabella necessaria per la conversione da giudizi (ottimo,
buono, ecc) a voti espressi in numero. Questo servirà come «raccordo» con le
valutazioni delle altre regioni, in particolare per il passaggio dalla terza
media alle superiori. Scuola superiore. Come in passato negli istituti
superiori trentini permane la valutazione espressa in voto
numerico dal quattro al dieci. Anche in questo caso il voto
in condotta non influirà sulla valutazione degli apprendimenti e non
condizionerà l'ammissione alla classe successiva o all'esame di stato. Si passa
l'anno se si ottiene una valutazione complessiva non inferiore alla sufficienza
nelle discipline fatte salve eventuali indicazioni diu recupero dei debiti
formativi. Per accedere all'esame di maturità basta che il consiglio di classe
dia dello studente una valutazione complessivamente sufficiente. Permangono,
come in passato, le disposizioni in vigore sull'organizzazione dei corsi di
recupero. Crediti scolastici. La valutazione della condotta
non sarà tenuta in considerazione nell'assegnazione e nel calcolo dei crediti
scolastici previsti dalla normativa statale per ogni singolo studente.
Organizzazione scolastica. Sarà il collegio dei docenti di ogni scuola a
stabilire dei criteri per rendere la valutazione uniforme. Gli istituti
potranno decidere anche come articolare l'anno scolastico (perciò se dividerlo
in trimestri, quadrimestri) partendo da almeno una valutazione periodica
all'anno. 25/04/2009
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( da "Repubblica, La" del 25-04-2009)
Argomenti: Scuola
Pagina III - Milano L´esposto del provveditorato è
arrivato in Procura. I sindacati: "Chi deve pagare paghi, gli abusi vanno
combattuti" "Maestre fantasma, truffa
odiosa" L´ira della Gelmini sulle false invalidità delle insegnanti calabresi «Una truffa
odiosa». Il ministro dell´Istruzione Mariastella Gelmini interviene
sul caso dei falsi certificati di invalidità di 27 maestre (in maggioranza
calabresi), denunciato dal provveditorato milanese e rivelato da
"Repubblica". «Le azioni illegali ha commentato la Gelmini non sono mai ammissibili, non
possono essere tollerate e devono essere perseguite con decisione». L´esposto
della Direzione scolastica è intanto arrivato in Procura e attende di essere assegnato al magistrato competente.
Anche i sindacati "scaricano" le maestre fantasma. «Gli abusi devono
essere combattuti, sempre, chi deve pagare paghi. Da anni segnaliamo le
violazioni ai provveditorati, ma tutto è sempre finito lì». SERVIZI ALLE PAGINE
II E III
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( da "Repubblica, La" del 25-04-2009)
Argomenti: Scuola
Pagina IV - Milano L´esposto Gli sprechi L´esempio
Maestre fantasma, l´ira del ministro "è un atto odioso che va punito"
Gelmini: illegalità intollerabile. I sindacati: giusto denunciare
Rivolgendoci alla procura abbiamo solo voluto compiere un atto di chiarezza La
complicità fra insegnanti imbroglioni e medici disonesti toglie risorse alla
scuola Gli insegnanti dovrebbero essere un punto di riferimento e un modello
per gli studenti «Un fatto grave, particolarmente odioso». Così il
ministro dell´Istruzione, Mariastella Gelmini,
commenta il caso dei 27 docenti del Sud che grazie a medici compiacenti si sono
dichiarati invalidi per farsi trasferire a casa. Spesso senza essersi mai
presentati nelle scuole milanesi a cui erano stati assegnati. Alcuni, una volta
rientrati nella provincia di residenza, hanno anche smesso di lavorare
conservando lo stipendio. «Gli insegnanti dovrebbero essere un punto di
riferimento e un modello di comportamento per gli studenti - attacca la Gelmini - simili illegalità non possono essere tollerate e
devono essere perseguite con decisione». L´esposto con i nomi delle 27 maestre
trasferite per handicap immaginari è stato consegnato al magistrato di turno
della procura di Milano e attende di essere assegnato. Nella documentazione
fornita dal provveditorato si ricostruiscono le incredibili parabole cliniche
delle insegnanti, tutte provenienti dalla provincia di Reggio Calabria. Casi di
diabete, registrati da medici delle Asl calabresi, poi guariti miracolosamente
una volta ottenuto il trasferimento. Scoliosi invalidanti, ma che scomparivano
una volta che la maestra era tornata a casa. I trasferimenti contestati sono
avvenuti fra il 2006 e oggi, fino a quando l´ufficio scolastico di Milano ha
deciso di intervenire. «Voglio complimentarmi con il provveditore Antonio
Lupacchino - dice il ministro - ha dimostrato di saper vigilare e contrastare
con successo questi episodi inaccettabili». E proprio Lupacchino ribadisce:
«Rivolgendoci alla procura abbiamo solo voluto compiere un atto di chiarezza».
Anche l´opposizione appoggia la denuncia. Marilena Adamo, senatrice del Pd,
commenta: «La complicità fra insegnanti imbroglioni e medici disonesti va
colpita. Attaccare gli sprechi serve a risparmiare risorse da reinvestire e a
restituire all´istruzione una credibilità troppo spesso minacciata». I
sindacati sperano ora che denunce simili siano presentate in tutte le province
lombarde: i falsi invalidi, infatti, scavalcano in graduatoria i docenti onesti
che hanno necessità di cambiare sede. Per Corrado Barachetti, segretario
regionale di Flc-Cgil, «che ci siano da parte di alcune Asl gravi irregolarità
nel certificare l´handicap è cosa nota, ed è bene che si sia deciso di fare
qualcosa. L´importante è che non si scateni la caccia al fannullone: il sistema
scolastico lombardo nel complesso è sano». Sulla stessa linea il commento di
Cisl Scuola: Renato Capelli, il segretario regionale, parla di «un´occasione
importante per combattere gli abusi, senza però arrivare a mettere in dubbio la
legge sull´handicap, che tutela chi ha bisogno. L´importante, sul caso delle 27
maestre, è che chi deve pagare paghi, a cominciare dai medici». Anche la Uil si
allinea: «Sono situazioni in parte già note - dice il capo regionale Carlo
Giuffrè - noi segnaliamo da anni le violazioni ai provveditorati, ma tutto è
sempre finito lì. Finalmente qualcosa si muove». (f.v.)
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( da "Secolo XIX, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Scuola
Le memorie ambiguedel nostro 25 aprile Si svolgerà
domani a Berlino un interessante - e non solo per la Germania - referendum per
l'introduzione dell'insegnamento della religione nelle scuole, deciso in
seguito alla raccolta di firme dell'associazione "Pro Reli" che
riunisce cattolici, protestanti, ebrei e musulmani moderati. La città-Stato di
Berlino è infatti l'unico dei 16 laender tedeschi nelle cui scuole non si
insegna religione, mentre nel 2006 per decisione del governo rosso-verde
formato da socialdemocratici e Linke di Oskar Lafontaine, è stato introdotto
l'insegnamento di Etica. Il bando della religione dalle scuole della capitale
era stato decretato subito dopo il crollo del regime nazista nel 1945 dalle
truppe di occupazione sovietiche ed è da allora rimasto sempre in vigore nelle
due parti in cui venne divisa la città, ma anche dopo la riunificazione. Per
avere successo, l'iniziativa promossa da "Pro Reli" deve raccogliere
almeno 612 mila voti, esattamente un quarto dei berlinesi con diritto di voto.
Non sarà facile. Negli ultimi giorni ci sono state durissime polemiche tra i due
schieramenti, in particolare dopo che la municipalità berlinese ha lanciato
lunedì scorso una campagna pubblicitaria sui giornali cittadini in favore del
no, costata 50 mila euro secondo le autorità cittadine, ma molto di più secondo
"Pro Reli". Giovedì il tribunale di Berlino ha bloccato all'ultimo
momento la pubblicazione prevista di altre inserzioni pubblicitarie sui
giornali contro l'introduzione della religione a scuola. Nel frattempo il
premier Angela Merkel ha annunciato che voterà a favore dell'iniziativa e ha
invitato i suoi concittadini a fare altrettanto. Nel dibattito è intervenuto
anche il presidente della Conferenza episcopale cattolica, arcivescovo Robert
Zollitsch, il quale ha affermato che l'introduzione della religione come
materia scolastica non esclude quella di Etica, poiché agli alunni e alle loro
famiglie sarà lasciata libertà di opzione. Un parallelo con l'Italia sembra
improponibile, in primo luogo perché nel nostro Paese l'insegnamento è limitato
alla religione cattolica, in secondo perché il carattere facoltativo è
puramente nominale. Secondo dati recenti in Italia, nelle scuole dell'infanzia,
la percentuale di bambini che si avvalgono dell'insegnamento della religione
cattolica è pari al 94,1%; nella scuola primaria è addirittura del 94,6%. Gli
studenti delle medie che la scelgono sono il 92,7% mentre alle superiori sono
l'84,5%. Sono medie altissime, ben superiori alle percentuali di italiani si
dichiarano credenti, e che rivelano come la scelta sia, in qualche modo,
"obbligata". La Chiesa cattolica. non è però ancora soddisfatta dei
risultati e la Cei è intervenuta di recente per chiedere «da parte delle
Istituzioni governative il pieno riconoscimento scolastico dell'identità
dell'insegnamento della religione cattolica, con il superamento di alcune
residue e contraddittorie limitazioni». Non dimostrando sufficiente gratitudine
per il fatto che gli insegnanti di religione sono stati gli
unici ad essere esclusi dai tagli decisi dal ministro Gelmini. In
Germania la situazione è completamente diversa. Religione - cristiana, ebraica,
musulmana o qualsiasi altra - e Etica universale sono materie facoltative
alternative, a pari dignità. A Berlino l'Etica è invece materia obbligatoria
per tutti, mentre la religione è facoltativa. «Votate sì alla pari dignità
tra etica e religione, perchéè una questione di libertà», dicono i sostenitori
di "Pro Reli" mentre il fronte del no ribatte: «Vogliamo la lezione
di Etica per tutti gli scolari e studenti, quale che sia la loro confessione e
origine». Per l'ex sindaco Spd Walter Momper, la lezione di Etica obbligatoria
è importante anche in nome dell'integrazione tra diverse comunità. «Se ognuno
studia la sua religione separato, danneggeremo l'integrazione che deve
cominciare dalla scuola».galletta@ilsecoloxix.it 25/04/2009
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( da "Repubblica, La" del 25-04-2009)
Argomenti: Scuola
Pagina XVII - Bologna Dal museo della Resistenza
alle "R´esistenze" del Pratello La giornata è scandita da visite
guidate, dall´apertura straordinaria di mostre e raccolte e dalla festa
popolare nella via delle osterie e dei creativi PAOLA NALDI Non ci saranno solo
«resistenze» politiche ma anche culturali e artistiche per festeggiare oggi la
Festa della Liberazione (nella foto: l´ingresso degli Alleati in città). Tappa
obbligata è al Museo della Resistenza, in via Sant´Isaia 20, aperto,
eccezionalmente, oggi e venerdì prossimo, dalle 10 alle 19. Oggi con un nutrito
cartellone di iniziative. Ad esempio alle 12 è organizzata una «Caccia al
tesoro della democrazia» mentre i più piccoli alla vicina Biblioteca dei
Bambini (al civico 20/b) potranno passare una mattina cercando libri su
«piccoli diritti e piccole libertà» o partecipare, dalle 11, a giochi e racconti con
l´attore Marco Falsetti. In alternativa, per tutti, si potranno vedere nelle
sale del museo le mostre «La Resistenza di Bologna: fatti, luoghi e protagonisti
dall´8 settembre 1943 al 21 aprile 1945» (alle 12.30 visita guidata) e «Con il
passo dei più deboli. Argentina Altobelli e i suoi tempi». Infine alle 10.30
alla Certosa Monumentale si terrà la visita guidata «Arte e libertà - la
rappresentazione collettiva della Resistenza» con Patrizia Cuzzani e Luca
Pastori che arriverà al Monumento dei caduti partigiani di Piero Bottoni. Il
clou dei festeggiamenti sarà però in via del Pratello con la manifestazione
«R´Esistenze» che animerà diversi punti della strada dalla mattina alla sera.
Si parte alle 11 al Crusèl con il Coro R´esistente per proseguire alle 12 con
un laboratorio per bambini al Centro La Pace. Nel pomeriggio spettacolo
itinerante, performance di burattini, letture di brani, spettacoli teatrali e
musica. Ci saranno poi mostre (sulla violenza alle donne, sulla libertà dei
popoli curdo e palestinese, sui bambini lavoratori, sulla Bologna bombardata),
conferenze e proiezioni: alle 14 al Pavese si presenta «Una
scuola coi fiocchi», film-documentario sulla resistenza delle scuole bolognesi
alla riforma Gelmini, a cura dell´Assemblea genitori e; alle 20 «Proiezioni
resitenti», a cura di Facciamo Breccia, MIT, Antagonismogay, Fuoricampo lesbian
group; alle 23 «Né colpevoli né vittime» a cura di Sexyshock.
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( da "Tirreno, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Scuola
Pagina 5 - Livorno Più tempo pieno ma con 30 maestri
in meno Primi dati sulle elementari, il record di pensionamenti fa sentire meno
la forbiciata LIVORNO. Ci saranno trenta maestri in meno da settembre nelle
scuole elementari della nostra provincia: sono 1.012 i posti che, con la
definizione dei numeri degli organici di diritto, l'istituzione scolastica ha
messo in lista per il prossimo anno scolastico (contro i 1.042 di quest'anno).
In aggiunta ad essi vanno considerati, sempre su scala provinciale, 24 posti
per le lingue straniere e sei per i centri territoriali di educazione
permanente. Quanto al sostegno per gli alunni disabili, si passa da 106 a 118 posti. «Comunque, i
trenta insegnanti catalogati come "perdenti posto" - spiega la
dirigente Elisa Amato dal quartier generale dell'Ufficio scolastico provinciale
(l'ex provveditorato) in piazza Vigo - in realtà non rimarranno senza lavoro:
perderanno la cattedra nell'istituto in cui hanno insegnato quest'anno, ma in
virtù del forte aumento dei pensionamenti verranno riassorbiti in altre
scuole». Con il rischio di finire a lavorare in qualche scuolina sperduta
all'isola d'Elba magari a cinquant'anni? Nessuna indicazione ufficiale, però in
provveditorato si confida nella possibilità che i buchi lasciati vuoti dai
docenti in uscita verso la pensione siano distribuiti in modo tale da non
costringere i 30 maestri a trasferirsi chissà dove o a farsi cento chilometri
da pendolare tutti i santi giorni. Saranno semmai i precari a sentire il
contraccolpo: dalla Cgil segnalano che fra i perdenti posto si contano sei
assunti a tempo indeterminato e tutto il resto sono supplenti. L'Unicobas
rincara: l'impennata dei pensionamenti viene assorbita per ricollocare i
perdenti posto, sfuma dunque la speranza di avere una sistemazione definitiva
per tanti precari con tanti anni di supplenze. Secondo quanto riferisce
l'Ufficio scolastico di piazza Vigo, dal personale delle scuole della nostra
provincia sono arrivate 260 domande di pensione: 14 nelle scuole d'infanzia, 42
nelle elementari, 68 alle medie e 67 alle superiori (ai quali vanno poi
aggiunti i non docenti). Non v'è dubbio, tuttavia, che fosse il tempo pieno
l'altra faccia delicata di questa operazione. Soprattutto dopo gli scontri di
genitori, insegnanti e sindacati con il ministro Gelmini. Il provveditore canta vittoria: al tavolo regionale di Firenze
è stato dato disco verde a una espansione del tempo pieno. Sono state ottenute
dodici prime classi in più rispetto alle quinte a tempo pieno già esistenti:
sette a Livorno città, cinque nel resto della provincia. Ne erano state
inserite dieci nel piano della Regione, in extremis ne sono arrivate altre due
(«ce l'abbiamo fatta anche se si erano aggiunte successivamente»). E se sul
tempo pieno Livorno ha avuto il via libera per un numero di classi «in linea
con le richieste provenienti dalle famiglie», così non è per le scelte dei
genitori riguardo alla formula dell'orario su 30 ore settimanali. «Il calcolo -
affermano dal provveditorato - è stato fatto sulle 27 ore, è quel che prevede
la normativa e non c'erano margini per fare diversamente». Mauro Zucchelli
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( da "Repubblica, La" del 25-04-2009)
Argomenti: Scuola
Pagina 17 - Cronaca Roma Gelmini: maestre fantasma truffa inammissibile ROMA - «Maestre fantasma,
truffa inammissibile. L´amministrazione scolastica ha dimostrato di saper
contrastare con successo episodi inaccettabili», ha commentato il ministro
dell´Istruzione, Maria Stella Gelmini, sulla vicenda delle maestre
"fantasma" anticipata da Repubblica.
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( da "Giorno, Il (Lecco)" del 25-04-2009)
Argomenti: Scuola
BRIANZA MERATE pag. 6 «No alle
modifiche della Gelmini» Appello del Consiglio comunale PADERNO D'ADDA FAVOREVOLE LA
MAGGIORANZA DEI GENITORI PADERNO D'ADDA IL COMUNE di Paderno chiede al Governo
e alla Regione che l'organizzazione della scuola dell'obbligo non venga
modificata. La richiesta è stata approvata, a Cascina Maria, nell'ultimo
Consiglio comunale di questa legislatura.La quasi totalità dei genitori
dei bambini che frequentano le elementari, ovvero il 96,91%, chiede infatti che
venga mantenuto almeno il modulo a 30 ore. Di questi, l'81,45%, vorrebbe che i
propri figli potessero ancora disporre della scuola a tempo pieno. Letti i
risultati delle iscrizioni, la giunta diretta da Valter Motta ha presentato un
ordine del giorno discusso mercoledì sera in Consiglio comunale. In sintesi, la
giunta ha proposto un documento col quale si chiede al Ministero
dell'Istruzione e alla Regione Lombardia di «farsi carico dell'orientamento
prevalente espresso dalle famiglie, indirizzato verso modelli organizzativi di
tempo lungo, comprensivi del servizio mensa». A FAVORE la maggioranza «Vivere
la piazza». Astenuti i consiglieri de «Il Ponticello». Spiega il sindaco Valter
Motta: «Dalla bozza di organici disponibile, abbiamo verificato che con le
modalità di calcolo in atto nell'assegnazione, si sta di fato assegnando il
personale alle singole scuole calcolando 27 ore per le prime e 30 per le classi
successive. Chiediamo al ministro Gelmini di procedere
all'assegnazione dell'organico tenendo conto della domanda oraria realmente
espressa dai genitori, in particolare per il tempo pieno». S.P.
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( da "Italia Oggi" del 25-04-2009)
Argomenti: Scuola
ItaliaOggi sezione: Primo Piano data: 25/04/2009 -
pag: 3 autore: di Franco Bechis Per la prima volta oggi si tenterà di vivere la
celebrazione come una semplice festa di tutti Un paese nato dopo il 25 aprile
Quasi possonove italiani su dieci non hanno vissuto la Liberazione In Italia ci
sono regolari 61.682.417 abitanti. Di questi 2.063.127 sono stranieri non
residenti ma in possesso di regolare permesso di soggiorno. I residenti sono
59.619.290. Di questi 3.432.651 sono stranieri che vengono da ogni parte del
mondo e hanno ottenuto la cittadinanza italiana. A tutti questi della storia di
Italia importa relativamente, perchè per loro la storia ha altre radici.
Restano dunque 56.186.639 italiani nati e cresciuti in Italia. Fra loro
46.416.637, pari all'82,61%, ha meno di 63 anni. E' cioè nato dopo il giorno
della liberazione, dopo il 25 aprile 1945. Considerando tutta la popolazione
residente sul territorio solo il 15% ha vissuto quel giorno. Più o meno da
protagonista. Perchè di quel 15% vivo e presente in Italia il 25 aprile 1945
uno su tre aveva fra zero e cinque anni, e presumibilmente ha ricordi un po'
confusi di quel giorno. Quindi l'assoluta stragrande maggioranza di questo
paese non ha vissuto i giorni del fascismo nè quelli della seconda guerra mondiale,
nè quelli della liberazione. Non ha sentito sulla propria pelle lo scontro fra
l'una e l'altra fazione, e naturalmente non fa di quel giorno una bandiera o
una religione per i motivi che vorrebbe chi organizza cortei, palchi e comizi
in piazza. Per molti, quasi tutti, quello è soprattutto un giorno di festa. La
festa di una nazione, il paese in cui si vive, la memoria del giorno natale
dell'Italia libera, democratica e repubblicana. Queste parole hanno un senso,
più o meno sentito per tutti. Non lo ha invece la contrapposizione, la
divisione sul giorno della liberazione che di alcuni e non di altri. Non lo ha
perchè quel giorno non rappresenta questo per nove italiani su dieci. Ci si
contrappone? Sì, certo. Come quando la Cgil sfila in corteo davanti al circo
Massimo. Come quando l'onda degli studenti occupa le scuole
contro la riforma di Maristella Gelmini. Ma una
contrapposizione che ha le ragioni dell'oggi, non quelle del 1945. Ci si divide
fra l'Italia di Silvio Berlusconi e quella che non si riconosce in lui, anzi.
Le polemiche sui cortei del 25 aprile nascono lì, non in una storia non vissuta
sulla propria pelle. Ha senso allora porre oggi l'accento come ha fatto
il capo dello Stato Giorgio Napolitano, sulla necessità di tenere «fermo un
limite invalicabile rispetto a qualsiasi forma di denigrazione o svalutazione
di quel moto di riscossa e riscatto nazionale cui dobbiamo la riconquista anche
per forza nostra dell'indipendenza, dignità e libertà della Nazione italiana»?
Ha senso invitare a celebrare «tutti uniti»? No, perchè diventa un modo per
fare risaltare quella divisione che è più nella testa, nel ricordo e certo
anche nel cuore di chi organizza le manifestazioni di ogni 25 aprile che nel
vissuto e nella coscienza degli italiani.Certo, si fa memoria della storia, ed
è sacrosanta la memoria delle proprie radici. Accade in tutti altri paesi. Ma è
evidente che la presa della Bastiglia per i francesi è una festa che ha radici
e valori che si sono trasformati dal 1789 ad oggi seguendo il vissuto di una nazione.
Così il 4 luglio, festa dell'indipendenza americana. Si fa memoria anche il
giorno di Natale e di Pasqua per i cristiani, conservandone le radici autentiche.
Ma non una storia che non ha più senso. C'è una barzelletta che ogni tanto si
racconta. Anno 2009, un cristiano incontra un ebreo per strada. Lo ferma e
comincia a riempirlo di pugni. Arriva un altro cristiano e gli urla Ma che fai, sei impazzito?. E
lui: ma è un ebreo!. L'altro, fermandogli il braccio: e
allora?. Ha crocifisso Cristo!. Duemila
anni fa!. Sì, ma io l'ho saputo solo ieri sera
. Beh, il
25 aprile come è oggi vissuto in Italia da una parte e dall'altra sembra assai
simile a questa barzelletta. I continui distinguo, la stucchevole
radicalizzazione nelle due parti contrapposte, fomentata da chi ancora ha il ricordo di quello scontro
(partigiani e fascisti), non è più anima di questa nazione. Bisognerebbe
prenderne atto e smetterla una volta per tutte. Questo è l'anno buono, che sia
una festa per tutti.
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( da "Giorno, Il (Bergamo - Brescia)" del
25-04-2009)
Argomenti: Scuola
BERGAMO pag. 4 Il presidente rompe l'alleanza e
ufficializza la «Lista Bettoni» «Occorre continuità, il candidato leghista
promette il contario» ADESSO E' SICURO: il presidente uscente della Provincia,
Valerio Bettoni, non più ricandidabile al vertice di via Tasso perché giunto al
termine del suo secondo mandato consecutivo, si presenterà al voto nelle
elezioni amministrative del 6 e 7 giugno con una lista civica denominata
appunto "Lista Bettoni". La decisione, annunciata già prima della
fine del 2008 e anticipata nell'ultima seduta dell'assemblea consiliare, è
stata ufficializzata ieri con un comunicato firmato dallo stesso Bettoni.
Silenzio, per ora, sul nome del candidato presidente e su quelli di chi farà
parte della squadra. Dribblando ogni possibile discussione sull'argomento, il
presidente, politico di lungo corso, sembra aver scelto di giocare d'anticipo
preferendo concentrarsi, per ora, sulle ragioni della sua scelta. Che, nella
nota, esprime in maniera chiara: «Voglio continuità e stabilità per completare
la modernizzazione con gli ingenti investimenti pubblici in corso e consistenti
riforme per sostenere la competitività del Sistema Bergamo. Con questa chiara
indicazione politica ho motivato nel rendiconto di mandato l'esigenza di un
primato dell'autonomia e della responsabilità su una prospettiva di crescita
già delineata dove le speranze siano capaci di vincere le paure». Il presidente
uscente riconosce il ruolo dell'alleanza di centrodestra che lo ha sostenuto
negli ultimi 10 anni, così come avevano auspicato, tra gli altri, il ministro
dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini, e il
coordinatore provinciale di Forza Italia, Carlo Saffioti, chiedendogli nelle
scorse settimane di fare un passo indietro e di rinunciare ai suoi progetti
elettorali. Ma aggiunge: «Prendo atto che la guida della Provincia verrebbe
assegnata alla Lega, pure all'opposizione da dieci anni rispetto a una
coalizione di centrodestra che si è dimostrata solida, compatta,
efficiente, efficace nel produrre risultati importanti. Le intenzioni
anticipate dal candidato presidente della Lega di discontinuità programmatica e
di azzeramento delle esperienze amministrative preannunciano un radicale cambio
di rotta che può portare solo sulle secche dei ripensamenti, dell'instabilità e
del fermare quanto di buono avanza sul territorio». Di qui la scelta di
scendere in campo (forse anche nel capoluogo) «per dare fiducia al futuro di
questa terra, affinché meglio possa competere in Lombardia e in Europa». La
decisione di Bettoni, seppure attesa da tempo, potrebbe davvero scompaginare le
carte di una corsa elettorale che sembrava, finora, incanalata su binari
abbastanza scontati. Si tratta ora di capire che cosa accadrà, soprattutto
all'interno della coalizione di centrodestra, che in città candida Franco
Tentorio (Pdl) e in Provincia, Ettore Pirovano (Lega Nord): il primo, proprio
ieri, ha aggiunto un altro candidato alla sua lista "Bergamo per
Tentorio": l'ex campionessa di sci Lara Magoni.
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( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del
25-04-2009)
Argomenti: Scuola
VETRINA SAN MARINO pag. 21 A scuola tornano i voti e
scoppia la polemica L'opposizione parla di «filosofia squadrista» «IL RITORNO
al voto in decimi? Una sbrigativa valutazione fondata su filosofie di
squadristica memoria che non risolve i problemi disciplinari, di bullismo, di
mancanza di rispetto verso insegnanti e la stessa scuola». E' stato questo il
filo conduttore degli interventi dell'opposizione alle modifiche relative alla
valutazione degli studenti della scuola media dell'obbligo. Il ritorno al voto
numerico, sull'onda lunga della riforma del ministro
italiano Maria Stella Gelmini, è ora legge: favorevoli 31, contrari 20, astenuti 1 e sarà
subito applicabile. Durante il dibattito in Aula sono affiorate altre feroci
critiche all'indirizzo del segretario all'Istruzione Romeo Morri. Fra queste
(Claudio Felici, Psd): «La sudditanza che mina pesantemente la statualità
sammarinese». Semplice e pacata la replica del segretario Morri: «Non
uniformandoci rischieremmo il mancato riconoscimento dei nostri titoli di
studio». Ed ancora. Nel corso del dibattito è ritornata alla memoria il sei
politico' sempre sulla base di precisi richiami dell'opposizione che nella
propria relazione sottolinea: «Fino a oggi bastava che la media di tutte le
valutazioni fosse sufficiente; poteva accadere che un ragazzo particolarmente
dotato in una disciplina compensasse la sua inadeguatezza in un'altra. Con
l'entrata in vigore di questa modifica ci sarà un inasprimento nella vita
scolastica dei ragazzi, infatti si richiederà loro la sufficienza in tutte le
materie». Insomma, con la modifica appena approvata, non si potrà continuare il
percorso scolastico senza il sei ottenuto in tutte le materie. Sempre
all'attacco l'opposizione che sottolinea il rischio di:«Sterilizzare i talenti
di quei ragazzi che pur eccellendo in alcune materie, non essendo perfetti in
tutte, verranno penalizzati da una legge massimalista fondata su una filosofia
obsoleta». La maggioranza si è limitata a replicare affidandosi alla relazione
di Andrea Zafferani (Ap): «Occorre dare maggiore importanza ai percorsi di
recupero didattico coinvolgendo maggiormente gli stessi insegnanti. Occorre
rendere questi percorsi meno causali e più organici. Le eventuali analisi dei
comportanmnti devianti di alcuni studenti dovranno essere affrontate senza
banalizzazioni». Image: 20090425/foto/9151.jpg
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( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 25-04-2009)
Argomenti: Scuola
PRIMO PIANO pag. 12 Terremoto, muore un operaio
Stava demolendo una fabbrica Nuove scosse e maltempo. Fiocco azzurro nella
tendopoli ROMA SI MUORE ancora in Abruzzo mentre la terra non smette di tremare
e il maltempo non dà tregua. Mario Papola, un anziano rimasto ferito la notte
della terribile scossa, è spirato nell'ospedale di Avezzano portando a 297 il
numero delle vittime. Mario Papola era il fratello di Cristina, la giovane che
fu trucidata per prima dai nazisti nell'eccidio del 1944. Dopo quell'assassinio
i tedeschi ad Onna uccisero altre 16 persone. Ma in Abruzzo si muore anche di
ricostruzione: un operaio di 43 anni, Tullio Di Giacomo, originario di Barete,
è stato ucciso dal crollo di un muro mentre lavorava all'interno di un
cementificio. La tragedia è avvenuta a San Giovanni di Cagnano dove si
procedeva all'abbattimento di una struttura lesionata. Anche Di Giacomo è
andato ad allungare il gigantesco elenco delle vittime di una terra dove la
natura continua ad accanirsi, di notte e di giorno, con scosse che fanno
sobbalzare la popolazione. In più, la pioggia. Un nuovo violento temporale ieri
ha trasformato in fango i viottoli al centro degli accampamenti. Fa freddo e
l'umidità rende ancora più difficile la vita dei terremotati. MA IN QUESTA
terra ferita si torna anche a vivere. Nel campo sfollati di piazza d'Armi un
gigantesco fiocco azzurro decora l'ingresso della tenda numero 17 che da ieri
ospita Angelo Faustino, nato nell'ospedale di Atri, in provincia di Teramo, e
ora accolto nella "casa" dei genitori che sono due romeni, Marus e
Nita. Nella struttura vivono anche i nonni e ieri si è festeggiato con dolci e
cioccolatini l'arrivo del piccolo. Bimbi che nascono e che portano un barlume
di speranza e bimbi che non ci sono più e ai quali, nel villaggio nei pressi di
un grande centro commerciale, è stata dedicata una via fatta di ghiaia e
tappeti di plastica, una via che attraversa le piccole case di stoffa e che
porta il nome dei bambini morti la notte del 6 aprile. L'imperativo è quello di
ricordare ma, insieme, di andare avanti. Ieri, per la prima volta, si è riunito
il Consiglio regionale che ha deciso la costituzione di una onlus dedicata alla
ricostruzione. E' l'obiettivo primo delle autorità e delle genti d'Abruzzo. Si
pensa al nuovo campus universitario il cui progetto sarebbe già a punto e che
dovrebbe essere operativo nel giro di diciotto mesi; si pensa alle scuole e ai
tanti giovani che comunque dovranno cimentarsi con gli esami, di terza media
come di maturità. Per questi ultimi le organizzazioni
giovanili hanno chiesto al ministro Gelmini di
eliminare il pagamento della apposita tassa. SI VA AVANTI su tanti fronti
diversi: i magistrati continuano a lavorare (ieri è stato ascoltato l'architetto
responsabile della manutenzione della casa dello studente) e sono stati posti
sotto sequestro altri edifici; la squadra di rugby della città si
prepara a tornare a giocare con un incontro domenica; si progetta la
ristrutturazione dell'ospedale per la quale si è impegnata con i propri fondi
l'Enpam, la cassa di previdenza dei medici. Un gesto sottolineato e apprezzato
dal ministro del Welfare, Sacconi. Resta indietro il Conservatorio che ha
bisogno di quattro tende per rimettere in moto l'offerta didattica. Nel grande
lavoro che cerca di lenire la grande disperazione, piccoli segni positivi. La
statua della Madonna con bambino che era incastonata in cima alla facciata
della chiesa di San Marco, è stata estratta dalle macerie praticamente intatta.
Silvia Mastrantonio
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( da "Giorno, Il (Milano)" del
25-04-2009)
Argomenti: Scuola
CRONACA MILANO pag. 8 Trasferimenti sospetti 5
maestre ci riprovano Lupacchino trasmette le domande alla Procura di GIORGIO
GUAITI MILANO CI HANNO RIPROVATO e il provveditore, Antonio Lupacchino, ha
subito trasmesso tutta la documentazione alla Procura della Repubblica.
Protagoniste della vicenda cinque insegnanti elementari che, anche quest'anno,
hanno presentato domanda di trasferimento da Milano alla provincia calabrese di
residenza con un certificato provvisorio di invalidità. La cosa non
susciterebbe particolare scalpore se non fosse che i nominativi delle cinque
insegnanti rientrano nel "pacchetto" delle 27 "maestre
fantasma" che già un anno fa avevano chiesto il trasferimento con
certificati provvisori nei quali attestavano invalidità (proprie o di congiunti
da assistere) rivelatesi poi inesistenti al vaglio della commissione della Asl.
Il precedente però non ha impedito a cinque di loro di ripresentare la domanda,
nuovamente con il supporto di un certificato provvisorio. A questo punto il
provveditore ha segnalato la vicenda alla magistratura, che dovrà decidere se
le nuove richieste possono essere spiegate con una reale modifica della
situazione sanitaria o se si tratta semplicemente di un ulteriore tentativo di
ottenere un trasferimento non dovuto, approfittando delle
"smagliature" presenti nella normativa. ALL'ORIGINE di tutta la
questione è l'"incrocio" fra la normativa che regola le assegnazioni
degli insegnanti e la legge 104 sui diritti degli invalidi e dei loro
familiari. In pratica succede che un insegnante di un'altra regione ottiene un
posto in una scuola milanese: lo accetta, ma, poco dopo, presenta richiesta di
trasferimento nella provincia di origine in quanto affetto da invalidità o
impegnato ad assistere un congiunto invalido. Per farlo è sufficiente allegare
un certificato provvisorio, in attesa della visita collegiale della Asl. Ed è
quello che è successo a 27 maestre che lo scorso anno, ottenuto un posto a
Milano, hanno chiesto il trasferimento in provincia di Reggio Calabria esibendo
il certificato provvisorio. I trasferimenti sono stati concessi (il
Provveditorato milanese non avrebbe potuto fare altrimenti), ma qualche mese
dopo la Asl del Comune di residenza non ha confermato l'invalidità. A quel
punto il Provveditorato di Reggio ha revocato i trasferimenti con una
disposizione che (sempre per legge) ad anno scolastico iniziato non è
immediatamente esecutiva, ma ha effetto sull'anno successivo. Per quest'anno
insomma le insegnanti sono rimaste dov'erano, ma per il prossimo dovranno venire
a Milano o rinunciare all'incarico. Tutte, tranne queste 5 che hanno ritentato
la via del trasferimento per invalidità. Ora la parola passa alla Procura, mentre il ministro Gelmini si è
voluta pubblicamente complimentare con Lupacchino. «L'Amministrazione
scolastica - ha detto il ministro - ha dimostrato in questo caso di saper
vigilare e contrastare questi episodi inaccettabili. Le azioni illegali non
sono mai ammissibili, non possono essere tollerate e devono essere perseguite
con decisione». Image: 20090425/foto/3005.jpg
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( da "Giorno, Il (Milano)" del
25-04-2009)
Argomenti: Scuola
I COMMENTI pag. 12 LA RISPOSTA è semplice: no, non
sarebbe possibile. E' inconcepibile, in... LA RISPOSTA è semplice: no, non
sarebbe possibile. E' inconcepibile, infatti, frequentare l'università senza
almeno conoscere la nostra lingua. Ma, si sa, viviamo in un Paese strano, dove
il timore di sentirsi un popolo razzista ci accompagna da tempo e ci porta
spesso a scelte che non hanno senso. Il mondo della scuola, rifuggendo magari
da reazioni buoniste quali quella descritta dalla nostra lettrice, può fare molto
per arrivare ad una reale integrazione. La prima regola è un'affluenza,
all'interno delle classi, gestita con raziocinio. Non sono pochi, infatti, i
casi in cui gli studenti immigrati sono la maggioranza. E questo certo non
aiuta. Il ministro Gelmini, da parte
sua, ha puntato ad arrivare ad una presenza massima del 30 per cento perché,
riequilibrando il rapporto fra italiani e migranti, sarà più facile centrare
l'obiettivo-integrazione. Se poi chi sostiene un esame, tantopiù
all'università, senza conoscere la nostra lingua, viene bocciato, non è
autorizzato a pensare di trovarsi di fronte una commissione razzista. Semmai
può immaginarsi di vivere in un Paese normale.
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( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del
25-04-2009)
Argomenti: Scuola
Sabato 25 Aprile 2009 SPORT Pagina 37 CELLATICA:
Bona, Baccoli, Tregambe, Pajola, Venturelli, Barbera, Tavelli, Testa, Rizzardi
(27' CELLATICA: Bona, Baccoli, Tregambe, Pajola, Venturelli, Barbera, Tavelli, Testa, Rizzardi (27' st Zanet), Mombelli, Gelmini. (A disposizione Pini, Comai, Gamba, Colosio, Pedroni,
Gaffurini). Allenatore: Nicola Brignoli. PALAZZOLO: Belotti, Fumagalli, Torri,
Davide Marchetti (30' st Lochis), Stefano Marchetti, Raccagni, Chiari, Forlani,
Pedrini, Obeng Darko, Ferrari. (A disposizione Pinetti, Corioni, Gianno,
Archetti). Allenatore: Bertoli. RETI: 8' pt Ferrari, 23' pt Rizzardi.
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( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del
25-04-2009)
Argomenti: Scuola
Sabato 25 Aprile 2009 NAZIONALE Pagina 5 Brevi
MOLFETTA INSULTI SU FACEBOOK: SCATTA LA PRIMA QUERELA IN ITALIA Scatta la prima
querela per diffamazione a «mezzo Facebook» d'Italia. Un imprenditore ed
editore di una testata locale di Molfetta, Giulio Cosentino, ha deciso di
sporgere una quere nei confronti di un suo ex collaboratore: questo lo avrebbe
offeso in maniera pesante sul più famoso social network di Internet definendolo
ripetutamente «bastardo». MAFIA DUE ARRESTI A GELA PREPARAVANO l'OMICIDIO DEL
SINDACO Le armi per uccidere il sindaco di Gela, Rosario Crocetta (Pd),
dovevano arrivare da Busto Arsizio (Varese), città in cui vivono esponenti
mafiosi legati al clan degli Emmanuello. La procura di Caltanissetta ha fatto
arrestare per associazione mafiosa i boss Maurizio Saverio La Rosa, 40 anni; e
Maurizio Trubia, 41, entrambi di Gela. MILANO MAESTRE
«FANTASMA» GELMINI: AVANTI CON I CONTROLLI Il ministro Gelmini ha parlato della vicenda delle maestre «fantasma» elogiando i
controlli a tappeto eseguiti a Milano. «Quanto accaduto in merito ai falsi
certificati medici presentati da alcuni docenti è un fatto estremamente grave e
particolarmente odioso. Le azioni illegali devono essere perseguite con decisione»,
ha concluso il ministro.
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( da "Messaggero, Il (Umbria)" del
25-04-2009)
Argomenti: Scuola
Sabato 25 Aprile 2009 Chiudi di GIAMPAOLO FALCIAI SI
parla di Fornole, ma questa potrebbe essere la storia di una delle tante
frazioni dell'Umbria. Una casa del popolo a dir poco spartana, con al centro un
tavolone tipo "ultima cena", dove però al posto del Cristo c'era il
sindaco, mentre la figura di Giuda non era da tutti ben individuabile. Un
microfono artigianale che faceva i capricci. Da un lato una triplice fila di
sedie di plastica riservate ai tanti rappresentanti delle organizzazioni locali
e tutto intorno fino all'uscita ed oltre, come funghi, erano sparsi i posti per
la gente del posto. In questa semplice ma suggestiva cornice, che ricordava un
po' gli scontri di un tempo passato fra contadini e padroni, si è svolto
l'atteso incontro fra l'intera frazione di Fornole ed il Comune di Amelia.
All'ordine del giorno la chiusura della scuola media dichiarata ad alto rischio
sismico e quindi la sorte dei 36 alunni. Dalla parte delle Istituzioni c'era
buona parte della Giunta comunale e ben tre parroci; dalla parte della gente
c'era una nutrita partecipazione di almeno tre generazioni dai nonni ai nipoti
e soprattutto un agguerrito comitato di genitori. Il colpo d'occhio era
emozionante e la tensione come le aspettative si potevano toccare con mano. La
relazione del portavoce dei genitori è sembrata l'apologia di Socrate scritta
da Platone, tanto era bella, convincente e volava alto. La risposta del Comune,
per quanto articolata, è apparsa un po' arrampicata sugli specchi. C'è stata
all'inizio una scivolata d'ala di un assessore nell'accusare i giornalisti che
avrebbero soffiato sul fuoco, come pure c'è stato il solito rimbalzo di
responsabilità per i recenti lavori eseguiti sul tetto della scuola di
proprietà della parrocchia, dove però il vecchio parroco don Nazareno si è
difeso come un leone. Poi la discussione è entrata nel merito affrontando il
problema di fondo. E' rimasto un po' nebuloso il possibile accordo con la Curia
ternana per ristrutturare l'edificio a prova di terremoto, come pure è stata
adombrata la possibilità di trovare altre strutture alternative. Alla fine però
è stato buttato sul tappeto il vero intoppo, ossia il Decreto "Gelmini" che non consentirebbe scuole medie autonome al disotto di
50 alunni. Qui, come si usa dire, cascava l'asino. E' pur vero che Fornole è la
più grande e dinamica frazione del Comune di Amelia, come è pur vero che le
aspettative di nuovi insediamenti familiari sono concrete, anche con l'apertura
del nuovo ospedale Narni-Amelia che dovrebbe sorgere nelle vicinanze. Ci
sono poi alcune frazioni minori, come quella di Montecampano, i cui giovani
studenti potrebbero convergere sulle scuole di Fornole. Ma certo è difficile
che entro il prossimo anno scolastico si possa raggiungere i fatidici 50. Che
fare allora? Si potrebbe certo chiedere alla "Gelmini"
una proroga di queste norme capestro, puntando sulle deroghe per i territori
montani, anche se, nonostante l'appartenenza alla Comunità Montana, Fornole non
ne farebbe parte. Di certo però non si può lasciare nell'incertezza una intera
comunità, come pure, nel caso estremo della chiusura della scuola fino a data
da definire, non si può non garantire almeno una dovuta compensazione. Per
questo come minimo si dovrebbe costruire, in tempi non biblici, una struttura
ricreativa-istruttiva tale da consentire agli studenti di ritrovarsi e
trascorrere insieme un doposcuola capace di creare e mantenere uno spirito di
appartenenza e di tradizione locale. Perché sono questi i valori essenziali che
caratterizzano e rendono viva una intera comunità. giampaolofalciai@libero.it
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( da "Corriere del Veneto" del
25-04-2009)
Argomenti: Scuola
Corriere del Veneto sezione: BELLUNO data:
25/04/2009 - pag: 10 Stop alle gite scolastiche Martino «censura» la scuola
L'istituto di Puos sospende i viaggi per protesta contro la
Gelmini. Il dirigente: «Illegittimo» BELLUNO A Puos D'Alpago il
consiglio dei docenti congela le gite scolastiche per protesta contro la
riforma Gelmini. L'iniziativa non piace al dirigente provinciale scolastico,
Domenico Martino, che si schiera dalla parte degli studenti e invia i verbali
della decisione all'Ufficio scolastico regionale. È successo alle medie
di Farra, dell'istituto comprensivo di Puos d'Alpago. Durante tutto l'anno
scolastico i ragazzi di terza A avevano raccolto i soldi che avrebbero usato
per la tradizionale gita di fine triennio. Per «fare colletta » avevano
partecipato a un progetto scolastico, che prevedeva la vendita di panini ai
compagni delle altre classi durante la ricreazione. Poi, a fine marzo, la
doccia fredda. Il collegio dei docenti ha bloccato tutte le gite scolastiche
per protestare contro i disagi provocati dalla riforma Gelmini.
Immediate le reazioni da parte dei ragazzi e dei loro genitori, che hanno
indirizzato lettere di protesta al dirigente Martino, e poi si sono pure
presentati nel suo ufficio per chiedergli cosa fare. In un primo momento
Martino ha chiesto alla dirigente del-- l'istituto, Vanna Rossetti, di rivedere
la scelta. «Il collegio dei docenti - spiega la preside - come presa di
posizione alla riforma Gelmini e all'organizzazione
del prossimo anno scolastico ha deciso di sospendere tutte le attività legate
al turismo scolastico, tra cui i viaggi di istruzione. Con questa scelta non
sono state toccate le attività didattiche degli alunni, né tanto meno i corsi
pomeridiani di latino, del patentino di guida per il motorino e le iniziative
sportive». Insomma, secondo la preside i docenti hanno scelto il male minore:
la didattica non è stata intaccata. Ma la questione non è andata giù al
dirigente Martino, che ieri ha messo in dubbio la legittimità della scelta e ha
fatto sapere di aver mandato tutto l'incartamento direttamente all'Ufficio
scolastico regionale. «Mi dispiace - commenta Martino - per la delusione dei
ragazzi. Per loro era la gita dell'ultimo anno delle medie e rappresentava
l'occasione per salutarsi. Quando li ho incontrati, ho letto nei loro occhi la
loro amarezza». E il problema, secondo Martino, starebbe nelle competenze
dell'organo dei docenti: «Potevano protestare in mille altre forme, prendendo a
punto di riferimento le organizzazioni sindacali. Invece questa scelta non è
legittima, perché la protesta non è fra le competenze di un organo collegiale,
che ha il solo dovere di esercitare una funzione pubblica. In più, hanno
disatteso un'iniziativa già precedentemente stabilita nel piano formativo. Gli
unici ad essere penalizzati sono stati i ragazzi». Suona la campanella. La
terza A esce da scuola. La gita? «Dovevamo andare a Strasburgo o all'isola del
Giglio, in Toscana - rispondono gli alunni in coro - . Sappiamo che l'hanno
fatto per protesta contro la riforma. Ma noi non c'entravamo proprio nulla».
Elena Placitelli Delusione Alunni in gita scolastica a Venezia e, a sinistra,
il dirigente dell'Ufficio scolastico provinciale Domenico Martino
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(
da "Gazzetta di Parma (abbonati)"
del 25-04-2009)
Argomenti: Scuola
CRONACA 25-04-2009 Le critiche della senatrice Bastico alla riforma Gelmini «L'istruzione? Un'emergenza» Laura Ugolotti II «La scuola è in una situazione di emergenza gravissima; i tagli previsti dal ministro Gelmini sono insostenibili e non rappresentano processo di riorganizza zione». Parola della senatrice Mariangela Bastico, ex sottosegretario alla Pubblica Istruzione e ora responsabile Scuola per il Pd, ieri a Parma per incontrare i rappresentanti di docenti, dirigenti scolastici, genitori e sindacati. Per la senatrice sono tre i fattori che hanno portato la scuola pubblica al collasso; prima di tutto i tagli, 8 miliardi in meno che impediscono agli istituti di far fronte anche alle spese ordinarie. In secondo luogo la mancanza di una vera riforma. Infine, spiega Bastico «una campagna informativa denigratoria, nei confronti dei docenti, additati indiscriminatamente come fannulloni». L'ulti - ma Finanziaria prevede, per il 2009, il taglio di 57mila tra docenti e personale Ata. «La mobilitazione aggiunge - è servita a frenare il Governo; nel frattempo, però, la protesta si è affievolita. Alitalia rischiava 20mila licenziamenti, la scuola ne rischia il triplo eppure nessuno dice nulla». Per questo il Pd sta promuovendo una petizione per chiedere la modifica della legge e la riapertura di un dibattito parlamentare «a cui il ministro si è sempre sottratto». E' possibile firmare davanti alle scuole, nei circoli Pd o su www.partitodemocratico.it. Mariangela Bastico
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( da "Unita, L'" del 25-04-2009)
Argomenti: Scuola
Maestre «fantasma» False invalidità
Dossier alle procure Mai un giorno di lezione in tre anni: a Milano sono state
denunciate 27 maestre «fantasma». I certificati di invalidità, fatti in
Calabria, sono risultati falsi. Il provveditorato milanese ha inviato un
dossier alle procure di Milano e Reggio Calabria. Nelle denunce si
ricostruiscono i casi di 27 maestre, «invalide e guarite per miracolo, ma
intanto trasferite», sfruttando alcune falle nella legge 104, quella che
disciplina l'handicap, e nel contratto sulla mobilità degli insegnanti,
riferisce un quotidiano nazionale. Il ministro Gelmini: «Quanto accaduto in merito ai falsi certificati medici
presentati da alcuni docenti è un fatto estremamente grave e particolarmente
odioso proprio perchè commesso da insegnanti che dovrebbero essere modello di
comportamento per gli studenti». IL CASO
( da "Unita, L'" del 25-04-2009)
Argomenti: Scuola
Ricercatori
precari beffati Concorsi Gelmini fermi E il
decreto ancora non c'è MARISTELLA IERVASI Quando la Gelmini parla non sempre
la racconta giusta. «Creeremo 4000 nuovi posti da ricercatore», disse.
Tralasciando di specificare che esattamente quel numero di posti era già stato
finanziato dal governo Prodi.
Era da poco passato Natale quando fece questo annuncio. Pochi mesi ci fu il
monito del presidente Giorgio Napolitano sulla ricerca. E a più riprese
andarono in onda le stesse promesse del ministro. Ebbene, sono passati 5 mesi
dal decreto Gelmini sull'Università ma nessun
provvedimento sul reclutamento dei giovani ricercatori è stato finora emanato.
Tutti i concorsi sono al palo, compresi i 250 (su complessivi 3mila) banditi
grazie all'ex ministro dell'Università Fabio Mussi nel 2007. Andiamo con
ordine. Il decreto Gelmini sugli Atenei ha cambiato le
regole sulla costituzione delle commissioni di tutti i concorsi, utili secondo
il Miur, per debellare la piaga delle baronie e di concorsopoli. La legge 180 è
entrata in vigore dopo il 10 novembre scorso. Di conseguenza i concorsi
dovevano uniformarsi alle «innovative» modalità: basarsi, cioè, - come recita
l'art.1 comma 7) sulla «valutazione dei titoli e delle pubblicazioni dei
candidati», compresa la tesi di dottorato. Dunque, sono stati fermati,
bloccati. Anche per utilizzare parametri riconosciuti anche in ambito
internazionale, da individuare con un apposito decreto. Ma tale provvedimento
ancora non c'è. Non vede la luce. Eppure a quanto scritto nero su bianco dalla Gelmini, doveva essere emanato entro 30 giorni dalla data di
conversione in legge del decreto di riforma sulle Università. Vale a dire,
entro il 9 febbraio scorso. Tremila ricercatori precari ingannati e frustrati,
dunque. Con la doppia beffa. I 4000 posti di ricercatore promessi sono in
realtà gli stessi del reclutamento 2007 previsto in 3 anni dai governi di
centrosinistra. E infatti non solo i 250 già banditi, ma anche i 1050 concorsi
a ricercatori pronti a partire - la seconda tranche del reclutamento
straordinario stanziati dall'ex ministro Fabio Mussi, sono fermi al palo.
Un'attesa che conta già 5 mesi. «I tagli massicci agli Atenei d'Italia sono
certamente cosa loro - commenta Fabio Mussi, dirigente di Sinistra Democratica
-. Il piano per i nuovi ricercatori è invece roba nostra. Il governo di destra
per i ricercatori precari ha deciso solo blocco e rinvio». Sul sito
dell'Associazione dei Precari della Ricerca italiani (Apri) le reazioni sono
esplicite. Bombadillo scrive: «Perché non facciamo consegnare un Tapiro alla Gelmini che da mesi e mesi non riesce a produrre un misero
decreto ministeriale»? Mentre France pensa ad una mobilitazione nazionale sotto
le finestre del Miur per per sbloccare i concorsi. Nel frattempo, la Gelmini ha fatto una nuova promessa: «Ho istituito un
programma di rientro dei cervelli. Ho stanziato 6 milioni di euro», ha detto in
occasione dei festeggiamenti per i 100 anni della scienziata Rita Levi
Montalcini. Francesco Cerisoli, 33 anni, dopo la laurea in Scienze biologiche e
il dottorato è emigrato in Olanda, oggi vive e lavora ad Amsterdam: un
contratto con una società biotech. «Dal 2001 tanti programmi e poche
stabilizzazioni per il rientro dei cervelli». Oltre 3mila ricercatori precari
ingannati. «Assumiamo 4000 precari», ha detto la Gelmini.
Ma il decreto non c'è, doveva essere emanato già 5 mesi fa. Caduto nel vuoto
l'appello di Napolitano per la Ricerca.
( da "Messaggero Veneto, Il" del
25-04-2009)
Argomenti: Scuola
Pagina 6 - Pordenone Roma capitale del
latino Concluso il Certamen Lucretianum 2009 Gran galà per oltre 120 liceali
allo Ial di Aviano Il concorso Premi ai licei delle due capitali di fatto
d'Italia e all'Abruzzo, nel Certamen Lucretianum 2009. Prima sul podio è Sara
Giarrusso del Manara di Roma, secondo Alessandro Monti del Parini di Milano e
terza Eleonora Potente del Lucio Valerio Pudente di Vasto. I liceali del
Leopardi-Majorana vincitori del Certamen interno sono Luca Giovanni Locatello
della III B, Anna Gregoris (II B) e Giulia Rossetto (III B). Le menzioni ai
concorrenti esterni: Gioele Consani (Colle Val d'Elsa), Letizia Turconi
(Saronno), Claudia Moroni (Busto Arsizio), Luca Gaiani (Milano) e Selene Rigato
(Treviso). I liceali di Pordenone menzionati sono Giovanna Battiston (III C),
Matteo Ghione (II C) e Davide Locatello (I C). Applausi da curva sud, ieri,
nella cerimonia di consegna degli premi di 4 mila 700 euro totali, nell'auditorium
Concordia a Pordenone. Regia del dirigente Sergio Chiarotto che ha annunciato
il prossimo Certamen. «Dedico il terzo premio del Certamen Lucretianum ai
ragazzi e amici morti in Abruzzo, sotto le macerie del sisma», ha commentato
Eleonora Potente con la compagna Ludovica D'Adamo del liceo Pudente di Vasto,
in provincia di Chieti. «A Vasto la scossa si è sentita forte il 6 aprile -
hanno ricordato -. Abbiamo mandato viveri, vestiti agli amici terremotati. Il
dolore ci tiene uniti, più delle contestazioni anti-riforma
Gelmini». Con loro, 120 studenti hanno festeggiato la gara nel gran galà
"lucretianum", allo Ial di Aviano. Relax e nuove amicizie
interregionali. «A fine concorso sbarcherà su Facebook il gruppo "Quelli
della Madonna Pellegrina" - hanno scherzato Camilla Felisetti e Alberto
Bergamini del liceo Ariosto-Spallanzani di Reggio Emilia -. In onore
dell'alloggio a Pordenone: stiamo bene e ci divertiamo un sacco». Altro tavolo,
stessa cena alla latina e altre radici. «Bella città Pordenone: ordinata e
pulita». A sdoganare il Nord-Est sono Giulia Nobile e Brunella Gravina di
Matera. «Concorso impegnativo: chi ha azzeccato nella traduzione alzi la mano»,
è l'appello post-gara di Ludovica Carrioli, con liceo ad Ascoli. «Sulla
vittoria ci scommettevo - era deluso Flavio Ronetti, del Mazzini di Genova -.
Mi sono dato da fare per questo Certamen e quei 37 versi da tradurre erano tra
le ipotesi sperimentate negli allenamenti». Valentina Pigliacampo è contenta
della trasferta. «Una bella esperienza - ha detto la liceale del Leopardi di
Recanati -. Ottima ospitalità di Filippo Del Tedesco, del liceo di Pordenone.
Tra "leopardiani" ci si intende». Il Certamen ha incrementato il
turismo. «Abbiamo macinato 650 chilometri per questo evento - hanno
raccontato Claudio e Ausilia Romaggioli di Velletri -. La figlia Laura era in
concorso e noi ci siamo dedicati al turismo: dopo Pordenone, tappa a Trieste».
Chiara Benotti
( da "Giornale.it, Il" del 25-04-2009)
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n. 99 del 2009-04-25
pagina 14 La Gelmini la ministra più amata di Giorgia Meloni È Maria Stella Gelmini (nella foto) la ministra più amata dagli italiani. La responsabile
dell'Istruzione si è piazzata al quarto posto - ma prima assoluta rispetto alle
altre donne che fanno parte dell'esecutivo - nell'Osservatorio politico del 23
aprile di Crespi Ricerche, pubblicato ieri su Affaritaliani.it. A
precedere la Gelmini Renato Brunetta, Roberto Maroni e
Ignazio La Russa. La Gelmini, rispetto al febbraio 2009, ha visto crescere di
un punto la fiducia nei suoi confronti, e si è attestata al 51 per cento. Al
secondo posto, come ministro donna, Stefania Prestigiacomo, che è nona. Decima
e undicesima , rispettivamente, Mara Carfagna e . © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI
SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Giornale.it, Il" del 25-04-2009)
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n. 99 del 2009-04-25 pagina 15 «Io,
superlaureata, difendo le veline che fanno politica» di Vincenzo La Manna La
potenziale candidata Pdl lodata da Brunetta: «Sfido gli italiani, alle Europee
votate noi giovani» Roma«Che peccato!». Cosa? «Che ci sia stata malizia». È
dispiaciuta? «In parte sì». E in parte no? «Sa, a volte i giornalisti
esagerano». Ci risiamo, sempre colpa nostra. «Guardi, in passato sono stati
scritti articoli non veri su di me. Ma ormai mi sono abituata». Dottoressa
Comi, la prego! «Va bene, so che magari fa parte del gioco usare la malizia
quando non c'è alcuno scoop. Ma eravamo tutte lì impegnate a fare un corso
serio, a prendere appunti, a venire interrogate...». Come a scuola? «Sì, altro
che sfilata». Tra le papabili candidate del Pdl alle Europee, però, non
mancavano volti noti della tv. «E cosa vuol dire?». In che senso? «Io non mi
sento velina, né letterina, né letteronza. Ma ciò non significa nulla». Proprio
nulla? «Molte ragazze del corso sono bellissime...». Appunto. «Sì, ma sono pure
intelligenti. Basta con il binomio bellezza- stupidità. Io magari ho altre
caratteristiche, ma loro, oltre a saper ballare e cantare, hanno un cervello».
Lei però è stata la più brava: parola di Renato Brunetta. (Inizia a
sciogliersi, Lara Comi, classe 1983 e bocconiana, laurea con lode alle spalle
ed esperta di brand-marketing, cioè «gestione a 360 gradi di una categoria di
prodotti». E adesso sorride) «Sono rimasta un po' allibita, ma è stata una
grande soddisfazione. Anche perché, di solito il ministro Brunetta ci pensa
dieci volte prima di fare un complimento così». Già, e poi sul Giornale, su un
quotidiano... «Sì, sono andata subito a comprarlo quando l'ho saputo». Chi l'ha
avvertita? «Un mio caro amico, che mi ha svegliato con un sms». Cosa le ha
scritto? «"Sei sempre la solita secchiona"». Solita secchiona? «Sì,
mi prendevano già in giro ai tempi dell'università». Senta, ci racconta com'è
andata la «tre giorni» di lezioni? «Cosa vuole sapere?». Quante eravate? «Diciannove
o venti». Tutte donne, però. «Perché? È un problema?». No, si figuri, continui
pure. «Il corso è durato due giorni e mezzo, da martedì a giovedì. A fare
l'introduzione sul Parlamento europeo è stato il vicepresidente Mario Mauro.
Poi, è venuto a salutarci il premier». Cosa vi ha detto Berlusconi? «Non ha
illuso nessuna». Può essere più precisa? «Ha spiegato chiaramente che non tutte
le ragazze selezionate saranno poi candidate per le elezioni di giugno. E che
quindi non tutte verranno elette». Lei comunque ci spera. «Certo che ci spero».
Torniamo al corso. «Abbiamo fatto lezione con il ministro Frattini e nei giorni
si sono alternati Brunetta, Quagliarello, Verdini e La Russa». Il più tosto?
«Brunetta». Gli sta restituendo il favore? «No, ma ci ha spiegato che bisogna
fare tutto con passione e, dopo averci consegnato tre fascicoli, ci ha
interrogate. E ha rimproverato pure una di noi». Perché? «Era arrivata in
ritardo». Romanzina tipica dei «prof». «Be', la struttura della sala era come
un'aula: sedie, cattedra, ma niente lavagna». Si sente pronta per un'eventuale
ricandidatura? «Sì. L'anno scorso fui sfortunata. Ero ventitreesima in lista,
alle Politiche, in Lombardia 1, e fui la quarta dei non eletti, anche per
l'exploit della Lega». Ma alle Europee ci saranno le preferenze. Non le teme?
«È un banco di prova, una verifica. E la candidatura sarebbe l'incipit, per
capire se la gente ha fiducia nei giovani. Io ho 26 anni e di certo il mio
curriculum non può essere paragonato a quello di un cinquantenne». Che fa, già
rinuncia? «No, dico che se non si rivoluziona il meccanismo, come sta tentando
di fare Berlusconi, in Europa non ci saranno giovani, ma solo sessantenni».
Quando l'ha conosciuto? «Nel 2004,
a San Siro, dopo Milan-Brescia: fu scudetto». Ecco la
prova: il Cavaliere l'ha selezionata perché milanista. «Non credo, ci sono
molti interisti nel Pdl. Ma si mise a parlare con me perché sono di Saronno,
paese d'origine della sua famiglia. Mi chiese se ero secchiona». Ma ce l'ha
scritto in fronte? «Non lo so, ma voleva sapere se andavo bene a scuola». Da lì
il via alla politica? «No, mi sono avvicinata a Forza Italia a 14 anni. Ho
fatto l'assistente di Mariastella Gelmini, divenendo
nel 2005 coordinatrice lombarda dei giovani. Ruolo mollato nel 2007, quando ho
iniziato a lavorare in azienda». Hobby e passioni. «Gioco da anni a calcetto e
mi piace molto il nuoto. Amo viaggiare, il mio scrittore preferito è Joyce, il
personaggio storico invece Adam Smith, il primo a credere nel libero mercato...».
Alt, non è un'interrogazione. Ma cosa legge? «Adesso giornali inglesi, per
migliorare la lingua». Altro stimolo di Brunetta? «Lui l'ha consigliato, ma lo
faccio per lavoro. Spesso ho a che fare con Hong Kong...». © SOCIETà EUROPEA DI
EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Giornale.it, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Scuola
n. 99 del 2009-04-25 pagina 15 Chi è di
Redazione Lara Comi, 26 anni, di Milano, è laureata alla Bocconi e si occupa di
brand-marketing. È giovane ma conosce già la politica: in Forza Italia da
quando aveva 14 anni, è stata assistente di Mariastella Gelmini, coordinatrice dei giovani azzurri in Lombardia e candidata alle
scorse elezioni politiche, senza venire eletta. Sotto i riflettori l'ha portata
Renato Brunetta. L'altro giorno, al termine del corso del Pdl a Roma per venti
potenziali candidate alle Europee, il ministro della Pubblica amministrazione,
intervistato dal Giornale, l'ha definita la più brava, descrivendola così:
«Superlaureata alla Bocconi, giovane, bella e già pratica di politica». Lei si
schermisce: «Gli amici che hanno letto l'articolo mi hanno detto che sono la
solita secchiona». Poi boccia la malizia che si è fatta sul corso tutto al
femminile: basta con il binomio bellezza e stupidità, siamo tutte impegnate
seriamente © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Repubblica.it" del 25-04-2009)
Argomenti: Scuola
CITTA' DEL VATICANO - L'ora di religione
è parte integrante della scuola italiana ed è esempio di "laicità
positiva". Lo ha ribadito oggi il Papa. "L'insegnamento della
religione cattolica è parte integrante della storia della scuola in Italia, e
l'insegnante di religione costituisce una figura molto importante nel collegio
dei docenti", ha detto Benedetto XVI, come dimostra anche il fatto che
"con lui tanti ragazzi si tengano in contatto anche dopo i corsi". Il
Papa ha voluto riaffermarlo oggi nel modo più solenne, concludendo in Vaticano
il Meeting degli insegnati di religione promosso dalla Cei, che era stato
aperto giovedì scorso dal cardinal Angelo Bagnasco e dal ministro dell'istruzione Maria Stella Gelmini.
Applaudito dagli ottomila professori radunati nell'Aula Nervi, il Papa ha
sottolineato che "l'altissimo numero di coloro che scelgono di avvalersi
di questa disciplina è il segno del valore insostituibile che essa riveste nel
percorso formativo e un indice degli elevati livelli di qualità che ha raggiunto".
Lungi dal costituire "un'interferenza o una limitazione della
libertà", la presenza nella scuola pubblica italiana degli insegnanti di
religione selezionati dalla Chiesa cattolica "è, anzi, un valido esempio
di quello spirito positivo di laicità che permette di promuovere una convivenza
civile costruttiva, fondata sul rispetto reciproco e sul dialogo leale, valori
di cui un paese ha sempre bisogno", ha aggiunto il Papa. (25 aprile 2009
( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del
25-04-2009)
Argomenti: Scuola
MOGLIANO «La scuola Collodi di Marocco si
può salvare» Sabato 25 Aprile 2009, MOGLIANO (N.D.) La scuola elementare
«Collodi» di Marocco si può ancora salvare. Ne sono convinti i genitori dei 67
alunni della scuola primaria moglianese e il Comitato di quartiere che ha
promosso una grande mobilitazione in difesa del plesso. «Ringrazio di cuore
tutti coloro che ci stanno dando una mano in difesa della scuola», afferma il
presidente dell'associazione di quartiere di Marocco Maria Paola Ossola.
L'altra sera c'è stata la riunione del Consiglio di circolo per valutare la
situazione che è venuta a crearsi con i tagli al personale docente della riforma Gelmini. La dirigente del Primo circolo didattico di Mogliano, Sonia
Angeloni, sta valutando tutte le possibilità per garantire la continuità
didattica dei vari plessi sulla base del personale insegnante per l'anno
scolastico 2009-2010. In
teoria non ci sono i numeri per formare la prima classe, dopo che la riforma
scolastica ha portato da 11 a
15 il numero degli iscritti. I componenti dei Consiglio di circolo fanno
affidamento sulla possibile deroga al numero delle iscrizioni, sull'esempio di
quanto è stato fatto in altre scuole del trevigiano e del veneziano. La
dirigente scolastica del Primo circolo ritiene che la soluzione dei problemi
della riorganizzazione didattica dei vari plessi si potrà fare avendo come
principali interlocutori i nuovi amministratori comunali, anche in relazione al
nuovo Polo scolastico nel quartiere Ovest che fa discutere da alcuni anni ormai.
Intanto ieri alla scuola «Collodi» si è svolta la cerimonia per ricordare
l'anniversario della Liberazione, presenti le associazioni combattentistiche, i
rappresentanti dell'Anpi, il subcommissario Marzia Baso con il confalone della
città. Dopo l'alzabandiera, i bambini della «Collodi» hanno cantato l'inno
nazionale e recitato versi per celebrare l'anniversario della Liberazione.
( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del
25-04-2009)
Argomenti: Scuola
La Regione dà i soldi, si amplia la
scuola Sabato 25 Aprile 2009, (g.s) Si è aperto con un minuto di silenzio
chiesto dal sindaco, Davide Rizzi, per le vittime del terremoto e per il lutto
familiare del consigliere Massimo Gasparetto per la recente scomparsa della
moglie, Nicoletta Schiesaro, l'ultimo consiglio comunale. Rizzi ha poi
comunicato all'assemblea l'attività svolta da sei volontari della protezione
civile dell'Eridano, recatisi per una settimana nella zona colpita. Sempre
nella fase delle comunicazioni il sindaco ha detto che «nella seduta del 27
marzo, durante l'approvazione del bilancio di previsione, auspicavamo che il
finanziamento regionale per l'ampliamento delle scuole potesse arrivare, in
caso contrario si sarebbe reso necessario un gravoso impegno finanziario
comunale. La sorpresa è arrivata, quanto mai gradita con un finanziamento di
105 mila euro. Un intervento, quello regionale, che permette di adeguare alle
norme di sicurezza, igieniche e di ampliamento il plesso scolastico, ma anche per
una valida offerta locale, visto il pericolo di soppressione
di alcune scuole elementari dei vicini paesi a seguito della razionalizzazione
collegata alla recente riforma Gelmini, e che quindi potrebbero
gravitare su Pontecchio». La capogruppo Maria Cominato ha sottolineato il ruolo
dell'assessore Alessandra Raimondi per la tenacia con cui ha fatto pressione
nei confronti della Regione per il finanziamento alle scuole elementari e
medie. «Un interesse per le nuove generazioni che trova una coerenza nel
sostegno che l'amministrazione rivolge alla scuola dell'infanzia e al nascente
nido integrato, per valorizzare e mantenere a Pontecchio i ragazzi, anche se
struttura privata, ma unica e valida».
( da "Giornale.it, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Scuola
Quando entrai nel suo ufficio sollevò
l'indice della mano destra dalla tastiera della sua Olivetti Lettera 22, mi guardò con quegli
occhi che avevano visto scorrere il mondo e la storia di più di mezzo
Novecento, mi sorrise e disse: "Allora era tu che mi perseguitavi per
quell'intervista. per due settimane Iside Frigerio è venuta ogni giorno a dirmi
che c'era un giornalista che telefonava dalla Toscana per chiedermi quella roba
su Fucecchio. Fucecchio in provincia di Pisa (altro sorriso, stavolta ironico),
che idea balzana. Noi che siamo fiorentini da sempre. Però - aggiunse
guardandomi dritto negli occhi - hai fatto bene a non fermarti e a insistere
per avere l'intervista. Bravo. era andata bene?". E aggiunse, guardando
anche l'amministratore delegato del Giornale Amedeo Massari che mi aveva
accompagnato da lui, "spero di aver fatto bene ad assumere un pisano.
Alberto, guarda di non farmi brutti scherzi solo perché sono fiorentino (niente
sorriso, stavolta), vedrai che qui ti troverai bene, siamo una grande famiglia".
Era il primo d'aprile 1983 e per me, lettore del Giornale dal primo numero,
quello non era un pesce d'aprile: iniziavo a lavorare con Montanelli direttore.
Confesso che ero alla ricerca di una battuta brillante, qualcosa a effetto,
insomma. Niente. Volai basso: "L'intervista sulla polemica per Fucecchio
in provincia di Firenze o di Pisa era andata bene, direttore. dal Tirreno (il
quotidiano di Livorno per cui lavorarvo) mi avevano chiamato chiedendo se era
vero che l'avevo intervistata, se avevo davvero parlato con lei.".
Risposta di Montanelli: "Eh.te l'avrei chiesto anch'io se fossi stato al
posto loro. (di nuovo sorriso). Lo ricordo così, Indro Montanelli, il
"mio" direttore da sempre, ragazzo di bottega del Giornale che aspettava
ogni volta con emozione il suo arrivo serale in tipografia per la chiusura
della prima pagina, spesso accompagnato da Gian Galeazzo Biazzi Vergani, con il
caporedattore Leopoldo Sofisti che aveva appena scompaginato e ricomposto (era
un mago.) la "prima", piazzandogliela davanti al bancone illuminato
dei "montaggisti". Per qualche attimo la tipografia si fermava. tutti
in silenzio proto, tipografi e giornalisti, per quel rito, in attesa di un
borbottio di assenso, un commento, una battuta di Indro. Voglio ricordarlo così
Montanelli, a cent'anni dalla nascita . Quel primo giorno che cambiò la mia
vita, non solo professionale. Indimenticabile Indro. Il vero Montanelli di
Mario Cervi E quello dei bugiardi di Paolo Granzotto Confalonieri: "Quanti
sciacalli su Montanelli, vi racconto il vero Indro" di Mario Giordano
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questo post a un amico 16Apr 09 Prodi e il funerale del Pd Un passo alla volta,
felpato, come si usa nello stile degli ex dc (mai ex, in verità, in fondo
all'anima politica). Romano Prodi prepara così il suo rientro dopo aver
(ri)preso la tessera del Pd. E lo fa ancora una volta a Bologna. Con una frase
buttata lì, quasi a caso, anch'essa felpata nel tono, ma politicamente
durissima nella sostanza: "Qui c'è unione, quindi c'è vittoria".
L'occasione era davvero ghiotta per questa nuova uscita: la convention per
lanciare la candidatura a sindaco di Bologna del centrosinistra Flavio Delbono
(area Margherita-Pd, allievo prediletto di Prodi) che ha presentato il suo
programma elettorale al Teatro delle Celebrazioni. Luogo evocativo perché il
Professore ha celebrato messa per pronunciare il de profundis definitivo sul progetto
veltroniano ormai naufragato. Da dimenticare. Altro che "da soli si
vince", ci mancava solo che Prodi rievocasse pure la "gioiosa
macchina guerra" di Occhetto. Del resto basta dare un'occhiata allo
schieramento che sostiene Delbono: ricalca il modello dell'Unione e annovera
tra gli altri anche il Prc e liste di cosiddetti "delusi del Pd". E
non è solamente uno schieramento che lega gli anti-Cofferati (non a caso il
sindaco che la sinistra bolognese non ha mai amato, nei giorni scorsi ha sparato
a zero proprio su Delbono, non a caso il Cinese aveva rotto col Prc in Comune).
A chi gli chiedeva se con una coalizione di questo tipo ci sia del rischio,
Prodi ha risposto: "No, no, va bene. Basta con le liti astratte sugli
schieramenti.". Il Professore c'è e lotta di nuovo, insomma. E quando lo
applaudono fa finta di tirarsi indietro dice serafico: "Si applaudono
sempre i defunti.". Ma forse pensava proprio a Veltroni. chissà.
"L'Unione vince", chi vuol capire capisca, la marcia di Romano è
ripartita da Bologna. Senza troppi proclami, senza "sporcarsi le
mani" con l'anti berlusconismo di sempre. A quello ci pensa il partito
giustizialista che unisce Di Pietro, Grillo e l'accoppiata Santoro-Travaglio.
In fondo gli "arrabbiati" possono essere d'aiuto a Romano, marcano le
distanze fra cattolici ex dc (di sinistra) e riformisti ex Pci-Pds-Ds dagli
"arrabbiati" avvicinandoli ai centristi di Casini. Ma questa è
un'altra storia. Bufera nel Pd, Bettini sbatte la porta e denuncia: regime
correntizio A sconquassare ancora di più il Pd arriva anche Goffredo Battini,
gran regista delle politiche veltroniane che dalle pagine del Messaggero
annuncia: "Non mi candido alle Europee, da due mesi non ho contatti con i
leader". "Avevo dato una disponibilità all'impegno per la candidatura
europea nel quadro di un sereno e condiviso giudizio, da parte del nuovo gruppo
dirigente, della sua necessità e utilità politica, ma questo unitario giudizio
non è emerso. È del tutto egittimo ma è così. Da circa due mesi non ho alcun
contatto con la segreteria del partito". E Bettini denuncia: "Non
sono stato coinvolto nella composizione delle liste che, da quel che appare sui
giornali, lasciano in me più di una perplessità per un assetto che risente di
quel regime correntizio che ho cercato di combattere con tutte le mie
forze". Scritto in Varie Commenti ( 45 ) » (9 votes, average: 2.89 out of
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Commenti Invia questo post a un amico 03Apr 09 Epifani, Dario e la piazza
elettorale E così Dario Franceschini alla fine ha risposto alla
"chiamata" di Epifani e della Cgil: tutti in piazza a Roma
appassionatamente per una manifestazione che così, da sindacale, diventa tutta
politica. Un affare tra Cgil e Pd, insomma, con la Cgil che fa da locomotiva
politica, detta la linea al Pd e preannuncia anche la linea dura sui rinnovi
dei contratti. Il bersaglio, ovviamente è il solito: Berlusconi e quelli che
l'opposizione definisce "spot" riducendo a una battuta da passa
parola buono per gli apparatick elettorale in vista delle Europee e delle
amministrative di giugno. Le riforme del governo? Le grandi opere? Gli aiuti
all'industria? Gli incentivi? Gli interventi sul versante sociale?
"Spot". Da piazza elettorale. La Cgil offre un salvagente al Pd
diviso e in difficoltà, con il segretario Franceschini di fatto commissariato
(leggi l'articolo di Laura Cesaretti) dagli ex Ds forte dei buoni rapporto con
D'Alema. O ti aggrappi al salvagente sindacale o anneghi. Adunata con
sindacalisti, deputati, amministratori e pure l'Anpi. e
Bertinotti-Ferrero-Diliberto fino al "resuscitato" Veltroni. Come
rileva il segretario della Cisl Bonanni: "Io mi meraviglio di chi ci va,
perché una manifestazione potrebbero farsela da soli, e mi meraviglio di un
sindacato che al posto di inseguireo biettivi sindacali, indica un obiettivo
tutto politico. Sono sempre gli stessi che vanno li. Mi paiono gli aeroplani di
Mussolini che ora sono lì che ora sono qui, sempre per obiettivi
politici.". Giudizio impietoso, sulla Cgil, che fa il paio con quello sul
Pd e sul suo segretario che ha detto "vengo anch'io" all'ultimo
minuto, quasi non potesse farne a meno, di accettare "l'invito".
Mossa che giustifica così: "Non volevo che i giorni precedenti alla manifestazione
fossero attraversati dal dibattito su cosa fa il segretario del Pd".
Naturalmente niente delegazione "ufficiale", mossa come al solito
ambigua ma che certo non aiuta il fragile riformismo di parte del
centrosinistra. E allontana ancora di più moderati e ceto medio dal Pd.
Pensiero post manifestazione: siamo 2.700.00, siamo 300.000, siamo 1 milione,
siamo 800.000 più degli altri. Vale per sinistra, destra, centro, grillini,
girotondini ecc. ecc. ma non sarebbe ora di darci un taglio con questo
"rituale" dell'iperbole politica insulso e bugiardo che, tra l'altro,
mette in subordine e squalifica i "contenuti" di una manifestazione?
Cosa ne pensate. Per meglio meglio quattro amici al bar. è più realistico, e
poi la canzone di Gino Paoli è anche allegra. Scritto in Varie Commenti ( 76 )
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2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 01Apr 09
Casa, il "piano famiglia" riapre i cantieri Silvio Berlusconi incassa
il sì delle Regioni e il piano casa parte. Così il governo può aprire una
partita importante: da un lato si risponde ad esigenze concrete delle famiglie,
dall'altro si rimette in moto l'edilizia da sempre volano importante
dell'economia. Non è un risultato da poco in tempo di crisi e viste le
polemiche a volte fondate ma spesso davvero strumentali, che hanno accompagnato
la proposta lanciata dal premier. Certo, si dirà tanto per dire "qualcosa
di sinistra" che il piano iniziale è stato ridimensionato (ma il premier
ha sempre detto che doveva essere concordato con le Regioni) ma ora d'incanto
la cementificazione del Bel Paese scompare o quasi, visto che anche le regioni
"rosse" si sono messe in marcia assieme a quelle governate dal Pdl.
Vabbé l'importante è che i cantieri partano: sono in ballo fra 60 e 70 miliardi
di euro, che non sono bruscolini. Entro 10 giorni il governo varerà il decreto
legge, poi toccherà al "federalismo del mattone" dare le risposte
concrete. Tra l'altro il governo ha "confermato integralmente" gli
impegni per i nuovi alloggi di edilizia popolare per i quali erano stati
stanziati inizialmente 550 milioni di euro, con una parte di risorse che
potranno essere reperite con la vedita delle case agli inquilini senza vendite
"forzate" nei confronti di chi le occupa e non ha disponibilità
economiche". Insomma, il governo mette a segno un altro punto importante,
dopo la realizzazione del passante di Mestre, l'alta velocità Fs, il
termovalorizzatore di Acerra. E, a proposito di cemento "buono" e "cattivo",
arriverà anche il piano per le "nuove città": un insediamento
urbanistico nuovo per ciascun capoluogo, sempre da realizzare in collaborazione
con le regioni. In sintesi. Ampliamenti del 20% degli edifici uni-bifamiliari o
comunque di volumetria non superiore ai 1000 metri cubi.
Premi di cubatura del 35% in caso di demolizione e ricostruzione con progetti
di bioedilizia (ma i tetti nazionali si potranno anche superare). Sono questi i
principali interventi che saranno contenuti nelle leggi regionali, leggi che i
governatori - perché è a loro che passa la palla e sono loro che poi dovranno
risponderne i cittadini - dovranno varare entro che i governatori s'impegnano a
varare entro 90 giorni, altrimenti interverrà un commissario ad acta per
"agire". Con questa crisi è meglio non scherzare e i tempi di
apertura dei cantieri non dovevono essere lunghi. Due i punti importanti
dell'accordo. Il primo. "Le Regioni si impegnano ad approvare entro e non
oltre 90 giorni proprie leggi ispirate preferibilmente ai seguenti obiettivi:
regolamentare interventi - che possono realizzarsi attraverso piani/programmi
definiti tra Regioni e Comuni - al fine di migliorare anche la qualità
architettonica e/o energetica degli edifici entro il limite del 20% della
volumetria esistente di edifici residenziali uni-bi familiari o comunque di
volumetria non superiore a 1000 metri cubi, per un incremento complessivo
massimo di 200 metri
cubi, fatte salve diverse determinazioni regionali che
possono promuovere ulteriori forme di incentivazione volumetrica; disciplinare
interventi straordinari di demolizione e ricostruzione con ampliamento per
edifici a destinazione residenziale entro il limite del 35% della volumetria
esistente, con finalità di miglioramento della qualità architettonica,
dell'efficienza energetica ed utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e
secondo criteri di sostenibilità ambientale, ferma restando l'autonomia
legislativa regionale in riferimento ad altre tipologie di intervento". Il
secondo. Le Regioni s'impegnano a "introdurre forme semplificate e celeri
per l'attuazione degli interventi edilizi in coerenza con i principi della
legislazione urbanistica ed edilizia e della pianificazione comunale. Tali
interventi edilizi non possono riferirsi ad edifici abusivi o nei centri storici
o in aree di inedificabilità assoluta". Leggi il testo integrale
dell'accordo fra governo e regioni Piano casa per le famiglie, ecco cosa si può
fare punto per punto Scritto in Varie Commenti ( 32 ) » (13 votes, average:
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Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 16Mar 09 Prodi, il ritorno al
passato E così Romano Prodi ridiscende in campo. Non mi sorprende affatto, del
resto l'avevo preventivato e scritto in altri post. Era solo questione di
tempo. Pensare che il Prof si auto-pensionasse davvero non era nell'ordine
delle cose (politiche) e nemmeno nel carattere dell'uomo. Farsi da parte?
Proprio lui, il fondatore dell'Ulivo? Eppoi la scuola della vecchia Dc lascia
il suo imprinting nel dna politico di chi ne ha praticato a lungo il rito. Ha
solo aspettato che le cose andassero come dovevano andare (dal suo punto di
vista), che il centrosinistra si sfasciasse sotto il peso delle sconfitte
elettorali veltroniane. E ora torna a giocare il ruolo di "padre
nobile", di grande "federatore". Comodamente seduto nel salotto
tv buonista e caramelloso di Fabio Fazio, il Prof ha alzato l'indice della mano
sinistra e ha affondato definitivamente il Pd così com'era stato concepito da
Walter, il perdente di successo. E non l'ha fatto nemmeno troppo
"pacatamente", evitando pure i "ma anche". Un assist
prefetto per il buon Franceschini impegnato a de-veltronizzare il partito e a
duettare con l'Udc di Casini. Fra ex della sinistra Dc si intendono, almeno
loro. Altro che Pd come partito identitario e solitario. "Io ho sempre
sostenuto che il Pd non deve andare da solo. Ritengo che sia compito della
democrazia assorbire e portare nella cultura di governo anche le ali estreme.
Se la legge permette ancora la frammentazione, allora serve una coalizione per
vincere le elezioni e il Pd ne è il nucleo portante", ha detto tra l'altro
Romano. Insomma, assieme alla tessera del Pd ("non c'è stata una nuova
iscrizione, c'è stato un gran can can ma sono iscritto da sempre. Non arrivava
la tessera stampata") Prodi redivivo lancia la nuova-vecchia parola
d'ordine: "Bisogna coalizzarsi". Insomma, rifare l'Ulivo (o l'Unione
se preferite) e possibilmente allargarlo. Verso il centro? Verso la sinistra?
Da tutte e due le parti? Il Prof per ora si ferma, sul punto, ma un fatto è
certo: è tornato, e non farà la comparsa. Due volte affondato dai suoi, pare
che voglia riprovarci con un copione che in realtà non è affatto nuovo ma che
prevede a mio parere una variante importante: saranno gli ex Dc a pesare di più
nella Balena bianco-rossa assieme all'ala anti veltroniana del Pd. Restano da
capire due cose: quale sarà il ruolo di Massimo D'Alema? E come verrà declinata
l'allenza con Di Pietro e l'ala giustizialista-girotondina della sinistra? E
voi cosa ne pensate del ritorno di Prodi, serve davvero al centrosinistra?
"Prodi affonda il Pd per riusumare l'Ulivo" di Federico Novella
Cossiga: "Romano era in agguato. Ora si prende la rivincita" di
Roberto Scafuri Cacciari: "Con il rientro di Romano torniamo al vecchio
Ulivo, meglio scioglierci" di Francesco Cramer Scritto in Varie Commenti (
103 ) » (29 votes, average: 2.62 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto
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11Mar 09 Se il cemento è di sinistra Il governo prepara il piano casa e subito
il segretario del Pd Dario Franceschini pronuncia il più ovvio dei no. Come
dire: dove sta la notizia? Già, avesse detto sì, invece. Nulla di nuovo sul
fronte dell'opposizione, parafrando Remarque. Eppure il rilancio dell'edilizia
(privata e pubblica) è uno dei più classici volani dell'economia perché muove,
tra l'altro, un indotto enorme: dall'industria all'artigianato al terziario ai
servizi. Ma quello che mi ha colpito nella politica esplosa attorno al piano
casa è il grido di dolore (politicamente iprocrita) che si è levato dagli
pseudo-neo ambientalisti dela centro sinistra: così il governo cementifica
l'Italia, è in arrivo un nuovo sacco del territorio, sarà speculazione
selvaggia. Se non fosse vero non ci crederei. E bene fa Vittorio Sgarbi a
denunciare gli architetti-Attila che hanno cementificato il Belpaese e ora
protestano (leggi l'articolo). E bene fa chi ricorda il partito del cemento
delle regioni rosse (qualcuno deve pur ricordarlo a Franceschini). La polemica
sul cemento assomiglia a quella sugli euromissili ai tempi di Craxi e
Berlinguer. Ricordate? Per la sinistra i missili dell'Urss erano
"buoni", quelli degli americani "cattivi". Per il cemento è
lo stesso: quello "rosso" è buono, buonissimo e fa bene all'ambiente
e al paesaggio. Vallo a spiegare ad Alberto Asor Rosa parlando di vicende
edilizie nella rossa Toscana, recenti e passate. Certo, l'ombra della
speculazioni è sempre in agguato, per non parlare dell'abusivismo dei singoli.
Piccolo aneddoto personale: "Signor x - chiedo a un residente di un comune
amministrato dalla sinistra (ma poteva anche essere la destra) - ma perché ha
rialzato abusivamente la casa nel centro storico, proprio a due passi dal
comune?" Risposta: "Tanto siamo in campagna elettorale, nessuno
interverrà.". Alle successive amministrative il signor x ha poi fatto
qualche altro "lavoretto". Insomma, non ci sono solo gli eco-mostri,
la materia è complicatissima e se ne sono viste di tutti i colori in giro per
l'Italia. Ma pensare di snellire le pratiche burocratiche infinite, costose,
defatiganti per aprire i cantiere, poter ampliare la casa d'abitazione,
riqualificare periferie e zone industriali inasprendo le pene per gl iabusi e senza
deroghe ai vincoli ambientali e paesaggisti non significa automaticamente voler
cementificare il Belpaese. E le nuove tasse pure. Stavolta mi sembra che
Francheschini e chi lo segue abbiano fatto un autogol. Del resto anche Dario,
checchè ne dica D'Alema, veltroneggia guardando a Obama e riparte con le tasse,
proprio così, tasse: una bella una tantum da prelevare dalle tasche dei
"ricchi" per darla ai poveri, altro che capitalismo compassionevole,
era l'idea di Rifondazione quando era al governo assieme a Prodi. Come se le
tasse in Italia non fossero già alte anzi, altissime, soprattutto per chi ha la
busta paga (anche da 120mila e più euro lordi all'anno). Bossi dice che se ne
può discutere. Mah. Prodi ha perso una campagna elettorale proprio sul punto, Berlusconi
l'ha vinta. Qualcosa vorrà pur dire. Il Giornale (lunedì 23 marzo) Dietrofront
del pd sul piano casa: si può fare/di Gian Maria De Francesco Scritto in Varie
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un amico 03Mar 09 Balena rossa la trionferà? Il giorno dell'investitura bulgara
di Dario Franceschini alla guida del Pd, dopo la ritirata pre-elettorale di
Veltroni, sul sito avevo titolato "Un ex Dc alla guida degli ex Pci",
oggi, sul "Giornale" Vittorio Macioce scrive un interessante articolo
sulla svolta cattocomunista degli esponenti del nuovo Pd. E l'articolo mi fa
tornare alla mente la Balena bianca che non c'è più, alla diaspora degli ex Dc
ma soprattutto a quei cattolici democratici (i Dc di sinistra) che dopo aver
affossato la Democrazia cristiana (ricordate Martinazzoli e la Bindi? la
nascita del Ppi, partito puro e duro post tangentopoli?) si sono aggrappati
come alla zattera della Medusa al Partito democratico del fu Veltroni. Fanno
pensare alla trasformazione della specie: dalla Balena bianca alla Balena
rossa. In fondo i cattocomunisti (come spesso vengono definiti) sognano proprio
questo, sotto sotto ritengono di avere una idea della politica e della cultura
politica del dialogo (soprattutto con gli ex Pci), superiore a quella degli
alleati e tale comunque da poterli alla fine, condizionare e
"guidare" all'approdo verso una sorta di catto-socialdemocrazia, in
un partito e con un programma che possa includere pezzi della sinistra ora
divenuta extraparlamentare, depotenziati e sconfitti, in cerca anche loro di un
approdo sicuro. Balena rossa che potrebbe, con l'inclusione dell'Udc, tornare a
navigare più sicura nell'oceano della Seconda Repubblica affiancata dal
neo-collateralismo della Cgil (peccato alla guida della Cisl non ci sia più
Pezzotta.). Pensiero in libertà, il mio, anche perché gli ex Pci-Pds-Ds a
cominciare da Massimo D'Alema non saranno certo disposti a farsi ingoiare come
Giona. Anche Franceschini del resto cerca di non farsi ingabbiare e ha
annunciato: "Non mi ricandiderò al congresso di ottobre". Il mio è un
"mandato a termine e di garanzia": cioè con due obbiettivi, quello di
evitare l'ennesima catastrofe elettorale alle europee (ma anche alle
amministrative) e quello di preparare il congresso. Nel frattempo Dario si
tiene le mani libere, "non ho il problema di candidarmi.". Le grandi
manovre sono due iniziate ufficialmente, nel centrosinistra, dove c'è (come
fece Fanfani all'inizio degli anni Settanta) a contare amici e nemici. Dopo il
voto "liberi tutti". Balena rossa la trionferà, dunque? Voi cosa ne
dite? Scritto in Varie Commenti ( 91 ) » (23 votes, average: 3.65 out of 5)
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Commenti Invia questo post a un amico 24Feb 09 Il "vizietto" di Dario
Anche Dario Franceschini ha fatto il suo giuramento, come quelli di Pontida,
però a Ferrara, la sua città. E ha subito innalzato gli emblemi del suo pantheon:
la Costituzione e l'antifascismo. Poi ha indicato il nemico, quello di sempre:
Silvio Berlusconi, sempre e solo lui. "Vizietto" che non muore mai, a
sinistra come fra i cattolici democratici. Niente di nuovo, si dirà, il vice di
Veltroni eletto con una maggioranza bulgara all'improvvisato congresso del Pd a
Roma (ho fatto avere un pò di voti a Parisi, altrimenti sai che figura.",
avrebbe detto) da perfetto democristiano di scuola zaccagninana rinnova nella
continuità anti berlusconiana. A Ferrara sembrava uno Scalfaro giovane, ma di
"giovane" Dario ha poco: anche lui è un democristiano di lungo corso
che ha sempre masticato pane e politica nella dc di sinistra. E si fa grande
all'ombra del salvifico nemico Silvio. Antonio Polito, direttore del
"Riformista" sostiene infatti che "è fermo agli anni
Settanta". Già, è questo il "vizietto" di Dario che lo porta a
parlare più alla nomenklatura che alla gente anche perché deve rimettere
insieme i cocci del Pd, o meglio le sue anime divise quasi su tutto: ex Ds ed
ex Margherita, ulivisti delusi, binettiani teodem e radicali, veltroniani in
cerca di rivincite, dalemiani sempre più aggressivi con Rutelli perso alla
ricerca della "terza via". Dialettica interna si dice, su temi come
la bioetica o la sicurezza, ad esempio. Impresa difficile a ridosso di elezioni
europee ed amministrative. Poi c'è la questione delle alleanze: la sirena
dellUdc da un lato, il rapporto con Di Pietro (l'unico ad aver gradito davvero
l'elezione di Franceschini). Quello che il Time ha definito (chissà perché
poi?) "l'Obama italiano", quel Matteo Renzi presidente della
Provincia di Firenze, volto nuovo della Margherita, che ha sbancato alle
primarie del Pd a Firenze, è stato impietoso e l'ha definito
"vicedisastro". Riuscirà dunque il "vicedisastro" a
risollevare le sorti del "superdisastro" chiamato Pd? E basterà il
collante ormai vecchio ed elettoralmente perdente dell'antiberlusconismo di
maniera? I primi sondaggi dicono di no. Staremo a vedere se davvero sarà l'ex
dc a tracciare la rotta del Titanic piddino. Intanto D'Alema si è detto pronto
a collaborare ("organizziamo il partito, torniamo a parlare alla gente,
occupiamoci dei problemi reali del Paese, lavoriamo alle riforme
condivise.") e anche Cofferati si è fatto avanti. "Se Dario mi chiama")
soccorso rosso anti veltroniano in movimento e sicuramente non disinteressato,
pensando al dopo elezioni. Quando si faranno i giochi veri. Difficile che gli
ex ds vogliano davvero morire democristiani. Facile pensare che se Dario non si
libererà del "vizietto" farà poca strada. E intanto non resta che
tentare di rispolverare l'Unione e magari il sepolcro imbiancato del silente
Prodi. COSA NE PENSATE? Ma D'Alema cosa sta tramando? di Peppino Caldarola Non
basterà il "ragazzo alibi" a fermare la scissione nel Pd/di Paolo
Guzzanti Povero Pd non gli resta che Pecoraro Scanio/di Massimo de' Manzoni
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questo post a un amico 17Feb 09 Walter, un perdente perfetto Come via crucis è
proprio dolorosa: elezioni regionali in Friuli, Sicilia e Abruzzo, comune di
Roma, le elezioni politiche, regionali in Sardegna. A mettere il fila le
sconfitte infilate una dopo l'altra da Walter Veltroni vengono i brividi
(politici ma anche umani). Nessuno era riuscito a ottenerne così tante in così
poco tempo. Sembra la sceneggiatura di un film: il perdente perfetto al comando
del Pd. O di quel che resta di un partito e di sogno politico rimasto tale,
ovviamente al di là delle intenzioni (e dei meriti che pure ha) di Walter. Che
si dimette, lascia la carica di segretario davanti direttivo del partito che
l'ha messo sotto processo e che era pronto a tenerlo in sella ma commissariandolo.
Lascia nel momento peggiore: caduta di consenso, scarso appeal, fuga dei
militanti ed elezioni europee e amministrative alle porte. Il Pd è allo sbando
mentre Di Pietro insiste: l'unica vera opposizione sono io. Epilogo
dell'ennesima tragedia della sinistra italiana e delle sue divisioni senza
fine. D'Alema (che ha lanciato Bersani nella corsa alla segreteria) ha intuito
da tempo quale sarebbe stato (e quale dirompente portata avrebbe avuto) il
capolavoro di Silvio Berlusconi in Sardegna. Replica del blitz in Molise ma
nobilitata da un avversario indubbiamente di spessore come l'ex governatore e
editore dell'Unità, Renato Soru. D'Alema da tempo predica ai quattro venti che
il Veltroni-pensiero è inadeguato, che nel Pd non c'è "amalgama" che
il centro-sinistra dovrebbe esssere un centro-sinistra-sinistra (con
l'inclusione organica di pezzi di ex rifondaroli e quant'altri disposti ad
allearsi organicamente con il Pd dopo la diaspora causata dallo tsunami delle
politiche). D'Alema sapeva che Silvio avrebbe tirato dritto, che l'azzardo
delle dimissioni di Soru avrebbe portato a una diaspora sarda nella sinistra. E
ha avvertito a lungo inascoltato che l'Italia dei Valori giustizialisti di Di
Pietro avrebbe pescato a strascico nell'elettorato piddino. Tra lui e Walter si
è consumato un scontro duro, a volte sotterraneo a volte alla luce del sole,
scandito da armistizi di facciata. Una vera guerra di logoramento (da premier
toccò a Massimo subirla quando su lasciato solo a battersi in una campagna
elettorale persa malamente.). L'ultimo episodio il duetto tra D'Alema e
Bertinotti, con "baffino" che dice: "Non siamo
autosufficienti.". Sardegna ultimo passaggio per Veltroni, dunque.
Caporetto del segretario ma anche del Pd. Ricordate la campagna elettorale? Ugo
Cappellacci è stato marchiato a fuoco dagli avversari (suoi ma soprattutto di
Berlusconi, il "colonialista"). "Ugo chi?. "Signor
nessuno.", "Spalla perfetta.", hanno cercato di far passare
Cappellacci addiritura come un non sardo, lui che è anche amministratore
pubblico a Cagliari. Messaggio da veicolare, questo, non tanto in Sardegna
quanto nel Continente per far vedere che Berlusconi appoggiava un
"governatore fantoccio". I sardi ovviamente non hanno abboccato. E
Soru, con stile, ha ammesso che quel voto va rispettato perché è il voto dei
sardi ed è soprattutto un voto democratico. Parole che mi sono piaciute, queste
di Renato Soru: aveva un suo progetto, ha provato ad attuarlo e sono stati
proprio i suoi alleati a metterlo in difficoltà. L'ennesima guerra nella
sinistra che mangia i propri figli. L'effetto Soru combinato all'effetto
Margherita, che ha visto trionfare alle primarie del Pd di Firenze Matteo Renzi
(34 anni) opposto soprattutto a Lapo Pistelli, indicato proprio dal segretario
del Pd, è stato fatale a Veltroni che sembrava deciso a resistere magari
anticipando il congresso per blindare la sua poltrona e quella del gruppo
dirigente, arroccato nell'ultima ridotta prima delle elezioni europee. E forse
la mossa delle dimissioni potrebbe essere utile a forzare la mano per convocare
il congresso anticipato per fare la conta di amici e nemici. Così Walter, un
perdente lasciato solo al comando dai suoi avversari interni, si è smarcato
lasciando in mano ad altri il cerino acceso. E per il Pd è un salto nel buio.
Ha fatto bene Veltroni a dimettersi? Il progetto del Pd riformista potrà andare
avanti lo stesso? Chi è secondo voi l'uomo più adatto a guidare il Pd dopo
Veltroni? Enrico Letta ad esempio, dice sì all'Udc: sarà Casini il nuovo Prodi
del Pd in versione ulivista rivista e corretta? Dite la vostra Leggi: Lettera
aperta di Paolo Guzzanti a Walter Scritto in Varie Commenti ( 240 ) » (63
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Passante di Mestre, yes we can. L'inaugurazione del Passante di Mestre, una
grande opera inserita da Silvio Berlusconi fra le priorità delle infrastrutture
necessarie a rilanciare l'Italia è una realtà: 32 chilometri e
mezzo, costati meno di un miliardo di euro, realizzati in meno di quattro anni.
Era prima dell'ultimo ultimo governo Prodi, ricordate? Quante polemiche sulle
grandi opere berlusconiane, sulla legge-obbiettivo, quanti attacchi feroci dale
centrosinistra e dalla sinistra, dai verdi e dai comitati. L'Italietta del no
era insorta compatta contro i cantieri, contro il piano delle Grandi opere.
Inutile rivangare. Già, perché il Passante di Mestre è una realtà, serviva al
Veneto e tutto il Nord Est ed è stato fatto. Quel taglio del nastro di ieri con
il premier Berlusconi e il governatore del Veneto Galan sorridenti, le strette
di mano alle maestranze col caschetto giallo non sono uno slogan.
"L'Italia del fare" non dovrebbe essere considerato uno slogan (come
fa la sinistra) ma una realtà per un Paese che investe nel futuro e nella sua
modernizzazione. Per un paese che ha necessità di puntare sulle infrastrutture
a servizio delle imprese, del lavoro, della competitività, dei cittadini. E che
cerca di farlo fra mille ostacoli politici, burocratici, finanziari e dopo anni
di ritardi che sembrano incolmabili rispetto al resto d'Europa. Fa bene
Berlusconi a insistere. Stato, Regioni, enti locali in Veneto hanno dimostrato
che esiste un altro modo di declinare il veltroniano "yes we can".
Quattro anni fa ero a Roma e dopo la firma dell'intesa per il Passante fra
governo e regione, Galan mi prese a braccetto e mi disse: "Guarda Alberto
che il Passante è indispensabile e si farà. Non si ripeterà la storia dei
cantieri che aprono e non chiudono mai. I soldi ci sono e quella
"strada" la faremo". Certo, la strada da percorrere è ancora
lunga e difficile : c'è da completare la Tav, da finire la Salerno-Reggio
Calabria, il Mose, le metropolitane per Roma e Milano e quant'altro indicato nel
piano delle "Centro grandi opere". Ci sono 16,6 miliardi stanziati
dal Cipe e ne servono ancora più di 100 per raggiungere i 125 necessari a
realizzare il piano, soldi che il premier si è impegnato a reperire nei
prossimi anni. Il Passante è un esempio che si può fare: indica un metodo, un
percorso. Il Ponte sullo Stretto di Messina è il simbolo più eclatante del
piano e quello più osteggiato. Mi domando: ma perché quando ad esempio il
Giappone o la Danimarca costruiscono mega-ponti sono un esempio positivo, fanno
notizia in tutto il mondo e se lo fa l'Italia no? Resta un mistero o forse no,
se si legge questa storia in chiave squisitamente "politica". Scritto
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vecchio partigiano non l'avevo ancora... savio futuro: Capisco discutere di
Indro Montanelli sul piano storico, ma per "misera campagna... Stefano:
Beh. il giovane cronista ed il vecchio direttore.. il miele è dolce, come credo
lei abbia... savio futuro: SALVE, non mi ricollego agli interssanti stimoli
della discussione, ma mi limito a dire: ma perchè si... Alberto Taliani: Caro
Stefano, nel mio post non proprio nulla di "mieloso", è semplicemente
un ricordo... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione
internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte
- 12 Emails Il rito delle "okkupazioni" e quel che il Pd non dice - 5
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( da "Gazzetta di Modena,La" del
26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Scuola, festa del Pd al parco Ferrari
Entra nel vivo la campagna di mobilitazione del Pd contro i tagli alla scuola
imposti dal governo. Oggi appuntamento al parco Ferrari per la Festa per la
scuola pubblica, a partire dalle 15.30. Saranno presenti, tra gli altri, il
sindaco Pighi, la senatrice Bastico, l'assessore comunale Querzé. Nel corso
della festa saranno raccolte le firme a sostegno della
petizione popolare lanciata dal Pd "per una scuola pubblica, di qualità
per tutti, più sicura e autonoma, capace di futuro". Le firme raccolte dal
Pd saranno consegnate ai presidenti di Camera e Senato per ottenere, entro la
fine di maggio, una discussione e un voto parlamentare, alla presenza del
ministro Gelmini, sulle proposte del Pd.
( da "Corriere delle Alpi" del
26-04-2009)
Argomenti: Scuola
di Valentina Damin Tre bambini salvano le
elementari di Soranzen Raggiunto il numero di dieci iscritti che fa scattare la
deroga per la montagna CESIOMAGGIORE. La prima elementare di Soranzen potrebbe
riuscire a salvarsi, sia pure per il rotto della cuffia, in virtù delle deroghe
per la montagna e soprattutto per la disponibilità dei genitori di tre bambini
che sono stati iscritti alla scuola della frazione pur di raggiungere la
fatidica soglia di dieci alunni. Nonostante le assicurazioni del comune sulla sopravvivenza
della "prima" a Soranzen, la dirigente scolastica Costantina Facchin
non ha ancora nessuna certezza in mano. Di tutto questo sono stati messi al
corrente i genitori nel corso di una riunione. La situazione non è chiara in particolare a proposito delle normative introdotte dalla riforma Gelmini sulla scuola che, per le elementari, fissa il numero minimo di
alunni a quindici e dove la famosa deroga di dieci alunni per le scuole di
montagna non appare più. La mancata applicazione della deroga, cancellerebbe di
fatto la futura prima elementare della "Romano Ocri", dove
attualmente ci sono sette iscritti. «Le soluzioni paventate dall'ufficio
scolastico», ha spiegato la preside Costantina Facchin, «sono due: o
l'accorpamento della prima elementare alla terza, e non alla seconda, oppure il
trasferimento dei bambini a Cesio, dove verrebbero formate due classi prime». I
bambini che cominceranno la scuola il prossimo anno sono ventinove: ventidue
iscritti nel capoluogo e, appunto, sette a Soranzen. Per quest'ultima, però,
rimane una speranza, visto che tre famiglie hanno deciso, in settimana, di
trasferire i loro figli dalla prima di Cesio a quella di Soranzen. «In questo
modo si sarebbe raggiunto il numero limite di dieci in cui si parlava nella
deroga degli scorsi anni riferita alle scuole di montagna», ha spiegato la
dirigente. «Dopo aver avuto la certezza di queste tre iscrizioni, ho informato
l'ufficio provinciale del fatto. Siamo in attesa di riscontri». La situazione
per Soranzen è delicata, e la preoccupazione di preside e amministratori è
tanta, visti anche i fatti accaduti lo scorso anno quando, dopo la conferma in
primavera della quarta sezione alla scuola dell'infanzia di Pez, a luglio la
scure dei tagli l'aveva annullata definitivamente. Quello che lascia spazio
all'ottimismo, sono però le identiche situazioni verificatesi in provincia per
altre scuole, dove il dirigente provinciale Martino ha confermato prime
elementari con dieci alunni. Anche il sindaco Gianni De Bastiani e l'assessore
alla cultura Michele Balen, presenti all'assemblea, hanno assicurato: «Faremo
di tutto perché al prossimo inizio di anno scolastico ci siano due prime
elementari: una a Soranzen e l'altra a Cesio».
( da "Gazzetta di Reggio" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Novellara. Un gruppo di genitori non si
arrende Il comitato «Scuola9» contro la riforma Gelmini NOVELLARA. Il loro motto è: «La Gelmini non molla,
noi neppure». Dopo aver preso coscienza dei «disastrosi effetti» che la
«riforma Gelmini» potrà avere sulla scuola dei loro figli già dal prossimo anno
scolastico, un gruppo di genitori novellaresi ha deciso di costituirsi in
comitato, denominato «Scuola9». Un gruppo di persone che punta
sull'impegno diretto, senza far riferimento a partiti politici, sindacati o
altre istituzioni. Consideramdo che «la gravità della situazione richiede una
pronta e immediata mobilitazione». Detto fatto. Da gennaio a oggi hanno
organizzato assemblee e azioni di volantinaggio, per informare e coinvolgere il
maggior numero possibile di genitori e di insegnanti. Il loro luogo di incontri
è la sala della Latteria Sociale di San Giovanni. In poco tempo il gruppo è
cresciuto; il piccolo nucleo iniziale si è via via ingrandito, coinvolgendo un
sempre maggior numero di genitori e insegnati preoccupati per il futuro della
scuola pubblica. Stimolando anche la costituzione di gruppi simili nei comuni
limitrofi, in particolare a Correggio, Guastalla e Gualtieri. Ora «Scuola9» si
presenta alla cittadinanza con tre importanti iniziative. La prima è la
redazione di un appello firmato da una settantina di membri del comitato e
inviato (in raccomandata con ricevuta di ritorno) alle amministrazioni
comunali, alle organizzazioni sindacali e ai consigli d'istituto con la
richiesta di «abbandonare ogni forma di attendismo, di formalismo e di
neutralità», per attivarsi subito, ciascuno nell'ambito delle proprie funzioni
e competenze, per opporsi a «questo attacco senza precedenti alla scuola
pubblica e al diritto dei giovani ad un'istruzione qualificata». La seconda
iniziativa, in collaborazione con il Coordinamento Genitori Insegnati Scuole
Reggiane, consiste nella raccolta dei moduli con cui i genitori confermano per
il prossimo anno scolastico la richiesta di mantenere gli aspetti didattici
qualificanti che il governo intende cancellare (compresenze, contitolarità,
specializzazione degli insegnati per aree); questi moduli verranno presentati
alle scuole e all'Ufficio scolastico provinciale. Un'iniziatica che ha portato
alla consegna di 160mila schede a livello nazionale, 40mila a livello regionale
e oltre 1600 a
livello provinciale. La terza iniziative è la realizzazione di un info-point
sul territorio, per favorire l'informazione e il coinvolgimento dei cittadini
su quanto sta accadendo nella scuola pubblica. Nei giorni della fiera di San
Cassiano il comitato sarà in piazza pe la distribuzione di materiale informativo;
con la possibilità di firmare una «fotopetizione, al fine di raccogliere
fotografie e autoritratti di persone che mettano la propria faccia contro lo
smantellamento della scuola pubblica». Vittorio Ariosi
( da "Giornale di Brescia" del
26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Edizione: 26/04/2009 testata: Giornale di
Brescia sezione:interno ed estero Il Papa: l'ora di Religione «spirito positivo
di laicità» Benedetto XVI ha parlato nell'aula Paolo VI davanti a ottomila
professori della materia riuniti a convegno Il Papa saluta la gremitissima
assise degli insegnanti di Religione nella sala Paolo VI CITTÀ DEL
VATICANO«Lungi dal costituire un'interferenza o una limitazione della libertà»,
la presenza degli insegnanti di Religione nella scuola italiana «è anzi un
valido esempio di quello spirito positivo di laicità che permette di promuovere
una convivenza civile costruttiva, fondata sul rispetto reciproco e sul dialogo
leale, valori di cui un Paese ha sempre bisogno». Lo ha affermato Benedetto XVI
a conclusione del Meeting che per iniziativa della Cei ha radunato a Roma 8mila
professori di Religione. «La dimensione religiosa - ha ricordato il Papa - non
è una sovrastruttura; essa è parte integrante della persona, sin dalla
primissima infanzia; è apertura fondamentale all'alterità e al mistero che
presiede ogni relazione ed ogni incontro tra gli esseri umani. La dimensione
religiosa - ha scandito - rende l'uomo più uomo». «L'insegnamento della
religione cattolica - ha proseguito Benedetto XVI - è parte integrante della
storia della scuola in Italia, e l'insegnante di Religione costituisce una
figura molto importante nel collegio dei docenti», come dimostra anche il fatto
che «con lui tanti ragazzi si tengano in contatto anche dopo i corsi». Il
Meeting degli insegnati di Religione promosso dalla Cei era stato aperto
giovedì scorso in Vaticano dal card. Angelo Bagnasco e dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini.
Applaudito dagli ottomila prof. radunati nell'Aula Paolo VI, il Papa ha
sottolineato che «l'altissimo numero di coloro che scelgono di avvalersi di
questa disciplina è il segno del valore insostituibile che essa riveste nel
percorso formativo e un indice degli elevati livelli di qualità che ha
raggiunto». Per Papa Ratzinger, che ha citato in proposito un recente
messaggio della Presidenza della Cei, «l'insegnamento della religione cattolica
favorisce la riflessione sul senso profondo dell'esistenza, aiutando a
ritrovare, al di là delle singole conoscenze, un senso unitario e un'intuizione
globale. Ciò è possibile - ha aggiunto il Pontefice - perché tale insegnamento
pone al centro la persona umana e la sua insopprimibile dignità»
( da "Provincia Pavese, La" del
26-04-2009)
Argomenti: Scuola
di Marianna Bruschi Scuola, Pavia la meno
colpita La mappa dei 33 posti in meno in tutta la provincia Organici a
confronto per le elementari Alcuni istituti con il tempo pieno hanno più
insegnanti PAVIA. A settembre ci saranno 33 posti in meno nelle scuole
elementari. Questo dato è la quantificazione dei tagli "gelminiani"
per la provincia di Pavia. Ma dove sono saltati questi posti? Quali scuole
dovranno pensare a orario e organizzazione del prossimo anno scolastico con meno
docenti? Confrontando le tabelle sugli organici di diritto è possibile vedere
che i tagli riguardano soprattutto Vigevano e Lomellina (meno 16) e Voghera e
Oltrepo (meno 13). Pavia e pavese perderanno 4 maestri. Questi sono i totali:
si sommano quelli «comuni», di lingua straniera e di sostegno. Dei quattro
circoli di Pavia il più penalizzato sembra essere il quarto (Ada Negri,
Mirabello, Pascoli, Cabral e San Genesio): ne perde quattro. Gli organici di
diritto tengono conto del numero degli iscritti e delle classi. E da quest'anno anche della riforma del ministro Gelmini che
prevede il maestro unico nelle prime elementari e il taglio delle ore di
compresenza. In tutta la provincia si perdono 21 maestri definiti «comuni», 12
di lingua straniera. Mentre con il sostegno si va a pari. C'è qualche istituto
che riesce ad avere più insegnanti dell'anno scorso. Il circolo
didattico di Vidigulfo, che comprende anche Bornasco, Lardirago e Zeccone, ne
avrà tre in più. L'Istituto comprensivo di Villanterio, che copre otto Comuni
(Villanterio, Copiano, Magherno, Miradolo, Gerenzago, Inverno e Monteleone,
Marzano e Vistarino) ne avrà due in più. Il comprensivo di Belgioioso, che per
le elementari comprende anche Albuzzano, Linarolo, Valle Salimbene e San Zenone
ne perde quattro. Le scuole dovranno organizzare le lezioni usando le ore comprensenza.
Come? I due insegnanti previsti per il tempo pieno sono in servizio per 44 ore,
ma di lezione con i bambini ne hanno 40. Le quattro ore che avanzano, quindi
due per insegnante, potranno essere usate in parte per coprire le ore della
mensa e in parte per altre classi. Una delle preoccupazioni dei genitori è
capire se ci saranno cambiamenti rispetto all'anno scorso nelle singole classi.
E va considerato che i 33 posti in meno non sono licenziamenti, ma «non
assunzioni» dei precari. Mentre sono cinque gli insegnanti che perdono la
titolarità e dovranno quindi chiedere il trasferimento: due a Mortara, uno a
Cava Manara, uno a Stradella e uno a Casteggio.
( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del
26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Domenica 26 Aprile 2009 ECONOMIA Pagina
31 CONFARTIGIANATO DOMENICA 24 MAGGIO L'EVENTO CONCLUSIVO DEL SESSANTESIMO La
manifestazione si terrà nel salone della Cdc di Brescia con inizio alle 10.
Dopo la relazione del presidente, Giovanmaria Rizzi, sono
previsti gli interventi di numerose autorità e del ministro della Pubblica
Istruzione, Mariastella Gelmini. Alla fine dei lavori saranno attribuite le onorificenze agli
artigiani meritevoli e ai presenti verrà donato il libro dal titolo
«Sessant'anni insieme nel segno dell'Unione».
( da "Repubblica, La" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Pagina 13 - Cronaca Il messaggio
"Ora di religione esempio di sana laicità" Il Papa: è parte
integrante della scuola CITTà DEL VATICANO - Per papa Ratzinger l´insegnamento
della religione cattolica nella scuola pubblica non è «un´interferenza o una
limitazione della libertà», ma - al contrario - è un esempio «di quello spirito
positivo di laicità che permette di promuovere una convivenza civile
costruttiva» in Italia e in tutti i paesi dove è istituito. Benedetto XVI ne ha
parlato ieri ai circa 8000 insegnanti di religione che hanno preso parte alla
tre giorni di Meeting sull´Irc voluto dalla Cei, aperto
giovedì scorso dal ministro dell´Istruzione Maria Stella Gelmini. «L´insegnamento della religione cattolica - secondo il Papa - è
parte integrante della storia della scuola in Italia, e l´insegnante di
religione è una figura molto importante nel collegio dei docenti. è
significativo che con lui tanti ragazzi si tengano in contatto anche dopo i
corsi». Presente all´udienza anche il cardinale Angelo Bagnasco, presidente
della Cei. (o. l. r.)
( da "Resto del Carlino, Il (Fermo)" del
26-04-2009)
Argomenti: Scuola
FERMO pag. 1
ISTRUZIONE Riforma Gelmini, tagli ed effetti sulle scuole fermane di CAMILLA CORRADINI
MENTRE gli istituti superiori fermani sono colpiti pesantemente dai tagli
dovuti alla riforma Gelmini, sembra andare meglio alle scuole elementari. La situazione è
ancora in via di definizione, ma il quadro che si prospetta, secondo i
dirigenti scolastici, è meno grave di quanto pensato e temuto. I tagli,
è innegabile, ci saranno: in totale nell'organico di diritto, secondo i numeri
forniti da Cisl scuola per l'intera Provincia di Ascoli, ammontano a 293 unità
di cui 97 alla primaria, 110 alla secondaria di primo grado e 86 a quella di secondo grado.
Non essendoci l'ufficio scolastico Fermano non è possibile conoscere la
situazione specifica della nuova Provincia. Parlando coi presidi delle scuole
del capoluogo abbiamo provato a fare una panoramica per Fermo.
( da "Repubblica, La" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Pagina VII - Torino
Il caso I genitori si improvvisano attori per contestare il decreto del
ministro Gelmini La scuola si difende a teatro Si sono improvvisati attori per
contestare il ministro dell´Istruzione. Sono i genitori degli alunni
dell´elementare Mazzarello: hanno costituito una compagnia, Teatrantipercaso, e
il 15 maggio alla Cascina Roccafranca saranno in scena. Il loro
spettacolo si intitola «Grembiulini Taglia Unica», scritto da Fabrizio Giacone
ed Elisa Parrino, e prende di mira l´ennesima riforma della scuola primaria.
STEFANO PAROLA A PAGINA VIII
( da "Repubblica, La" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Pagina XIV - Torino Hanno fondato una compagnia per denunciare gli effetti negativi della riforma Gelmini "Grembiulini taglia unica" Genitori in scena per
protesta Il 15 maggio mamme e papà reciteranno contro gli effetti dei tagli
ministeriali STEFANO PAROLA Il ministro dell´economia della Repubblica di
Banania, Giulio Quattromari, impone al collega dell´Istruzione, Mario Star
Grembiulini, di riformare il mondo della scuola. Il tutto con l´avallo del
primo ministro Silvia Seitelevisioni. Sono solo alcuni dei personaggi di
«Grembiulini Taglia Unica», spettacolo di satira teatrale che prende di mira la
riforma Gelmini è che verrà messo in scena da un
gruppo di attori chiamato Teatrantipercaso. Non proprio dei professionisti,
tutt´altro: è un gruppo di genitori i cui figli frequentano, o hanno
frequentato, la elementare Mazzarello di via Collino. «Eravamo stufi delle
solite manifestazioni e dei soliti presìdi. Così abbiamo scelto di manifestare
in modo un po´ diverso il nostro dissenso nei confronti della riforma Gelmini», spiega Mauro Ravinale, genitore imprestato al
teatro nel ruolo di regista. Prima avevano tentato con i «Mazzarello per caso»,
una sorta di compagnia di canto che si esibiva con canzoni a tema nelle
occasioni di protesta. Ora invece ci provano con il teatro: «All´inizio -
continua Ravinale - pensavamo fosse una follia, nessuno di noi era esperto di
teatro e nessuno sapeva come allestire uno spettacolo. Ma abbiamo deciso che
dovevamo provarci e che non potevamo lasciare nulla di intentato per fermare
questa pazzia chiamata "riforma"». Così hanno cominciato a fare le
prove e a coinvolgere persone un po´ più scafate come Virgilio Blei
(ottantacinquenne con un´esperienza da attore nei "Nostri anni",
pellicola di Daniele Gaglianone del 2001) e come Daniele Contardo, ex musicista
dei Modena City Ramblers. Il tutto con i testi caustici di Fabrizio Giacone ed
Elisa Parrino, che hanno inventato personaggi chiaramente allusivi e una trama
che, come spiega l´improvvisato regista Mauro Ravinale, «si ispira a quella che
ormai tutti conoscono come "riforma Gelmini"
e ne tocca i principali aspetti». A cominciare dal titolo:
"grembiulini" fa riferimento alla reintroduzione del capo di
vestiario per i bambini delle elementari; "taglia" allude alle
drastiche riduzioni di organico previste per i prossimi tre anni;
"unica" si rifà al maestro unico. Le quindici persone che compongono
la compagnia dei Teatrantipercaso hanno le idee molto chiare: «Siamo tutti genitori
- dice il regista - che conoscono il valore della scuola primaria e sono
convinti che questa riforma non porterà niente di positivo ma smantellerà un
sistema scolastico riconosciuto, a livello internazionale, come uno dei
migliori». Per questo l´opera, che andrà in scena in uno spettacolo unico il 15
maggio, alle 20.45, alla cascina Roccafranca di via Rubino, è divisa in tre
atti e tra una parte e l´altra verranno letti numeri e statistiche per far
comprendere al pubblico quali saranno le ricadute negative della rivoluzione Gelmini.
( da "Centro, Il" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
di Enrico Nardecchia Senza doccia da tre
settimane A Fonteavignone monta la protesta. E Villa Santa Lucia è quasi
isolata Su igiene e viabilità precaria, in tendopoli forti lamentele
Ambulatori: ecco dove rivolgersi per le visite L'AQUILA. Vietato lavarsi a
Fonteavignone. La mancanza d'acqua in un paese con questo nome può sembrare un
paradosso ma non è così. Continua il viaggio a caccia dei disagi che sono
costretti a vivere gli ospiti delle tendopoli alle prese con freddo, pioggia e
cibo scarso. I più penalizzati sono quelli della frazione del Comune di Rocca
di Mezzo che ha sul suo territorio un campo di circa 50 sfollati. «Ebbene»,
spiega Eugenio Galassi, «ormai dal lontano 6 aprile, il giorno del terremoto,
il campo stesso è privo di docce. Gli ospiti non possono rientrare in casa e
ormai, a distanza di 20 giorni dal sisma, hanno quantomai bisogno di una
doccia. Tutto questo è impossibile. Non sembra corretto che una frazione già
pesantemente colpita soffra di un ulteriore disagio. Le promesse, in questi
giorni, da parte della Protezione civile e del Comune sono state tante ma i
risultati a oggi non si sono visti». LA PROTESTA. La lamentela di cui si fa
portavoce Galassi viene evidenziata anche a nome delle tante persone anziane
che sono state costrette a lasciare le loro abitazioni e a rifugiarsi nelle
tende. Il problema dell'igiene personale carente a causa dell'indisponibilità
ora di impianti funzionanti ora di acqua calda, è tra quelli maggiormente
monitorati dallo stesso dipartimento di prevenzione dell'Asl. Emblematico il
caso di Filetto, a 1070
metri di altitudine, dove nei giorni scorsi è stata
portata all'attenzione dei dirigenti della protezione civile l'esistenza di
appena due docce su un totale di 300 persone ospitate nelle tendopoli. Un
problema, quello della mancanza di impianti dotati di acqua calda, sentito
anche in altre realtà specialmente nelle zone montane». LA STRADA INTERROTTA.
Oltre ai problemi legati alla ripresa di una vita il più possibile normale, ci
sono anche quelli dei collegamenti stradali delle zone montane che il terremoto
ha contribuito a peggiorare. è questo il caso di Villa Santa Lucia degli
Abruzzi, paese aquilano al confine con la provincia di Pescara. L'interruzione
della strada 17 bis rischia di tagliare fuori il piccolo centro dai
collegamenti. Per questo, un gruppo di lavoro composto dall'assessore comunale
Gianni Giallonardo (che è anche responsabile della tendopoli di Villa Santa
Lucia, dal vicesindaco Ferdinando Merlonghi e dal consigliere comunale Goffredo
Sericola, con il coordinamento del sindaco Maria Pia Colagrande che si trova
temporaneamente fuori regione, ha messo a punto una serie di provvedimenti per
ridurre i disagi di chi deve raggiungere il paese. «Il problema principale è
quello dei collegamenti stradali», conferma Giallonardo, titolare di un forno
che non ha mai smesso di lavorare nonostante i danni causati dal terremoto. «I
problemi, in questa zona, a dire la verità, c'erano anche prima. Ma adesso, con
gli effetti distruttivi del sisma, si sono accentuati. Infatti abbiamo il
disagio della chiusura della strada provinciale 17 bis che collega Ofena e
Castel del Monte. Si tratta di un provvedimento determinato dal fatto che un
edificio comunale vicino alla chiesa, e che si affaccia proprio sulla strada, è
stato ritenuto pericolante. Infatti una parte di questo edificio risulta essere
lesionata, per cui rischia di cadere e di invadere la carreggiata. I vigili del
fuoco ci hanno detto che è necessario puntellarlo e di conseguenza transennare
la strada che presenta diverse situazioni di pericolo. Attualmente, con la
strada interrotta, abbiamo dovuto predisporre una deviazione su una sorta di
circonvallazione. Tuttavia», prosegue l'assessore, «la strada è percorribile
soltanto dalle automobili. Restano fuori mezzi pesanti e autobus». Chi deve
prendere il pullman (in paese ne arrivano due al giorno, uno alle 6,15 e
l'altro alle 15,30) non trova più il capolinea. «Chi vuole andare all'Aquila in
autobus», dice ancora Giallonardo, «deve scendere a Capestrano oppure salire a
Castel del Monte. Insomma, si fa fatica anche a spostarsi da un paese all'altro
mentre invece, specialmente in situazioni del genere, è importante avere una
viabilità il più possibile regolare. Infatti, i viaggi verso Castel del Monte
sono quotidiani, anche per prendere i pasti da servire a mensa. «Nelle tende
abbiamo 50 persone», aggiunge l'assessore, «anche se il numero va riducendosi
sia perché c'è gente che torna a casa sia perché, nel frattempo, c'è chi ha
trovato un'altra sistemazione. Abbiamo tutto a disposizione e non ci sono
carenze di materiali. La Protezione civile ci ha fornito sette tende e inoltre,
per dormire, utilizziamo il bocciodromo comunale allestito con i lettini.
Alcune perizie hanno permesso a una decina di persone di riottenere l'agibilità
delle proprie abitazioni, cosa che è avvenuta anche per il Comune di Castel del
Monte». A Villa Santa Lucia alcune attività commerciali, come la tabaccheria
del centro storico, ha dovuto chiudere per inagibilità, così come un
ristorante. Aperti regolarmente forno e macelleria, il negozio di alimentari è
chiuso da un anno. NIENTE TENDE. Non ha tende, invece, il Conservatorio di
musica «Alfredo Casella» dell'Aquila che ha la sua sede, inagibile, a
Collemaggio. Il Conservatorio attende da giorni che la Protezione civile gli
assegni alcune tensostrutture dove far ripartire l'offerta didattica,
all'indomani del sisma che ha sconvolto l'Aquilano. «Nonostante la formale
richiesta di quattro tende da venti posti», ha spiegato Carmine Gaudieri,
docente del Conservatorio, «inoltrata più volte via e-mail e via fax alla
Protezione civile e anche al Com 1 non abbiamo ancora ottenuto le tende che ci
occorrono». I docenti non sono ancora in condizioni di allestire un punto di
riferimento per gli studenti sparsi attualmente in tutto l'Abruzzo. «Sarebbe
nostra intenzione», ha aggiunto Gaudieri, «attivare quantomeno una segreteria
dalla quale poter coordinare e programmare tutte le attività didattiche». Il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini, nei giorni scorsi aveva riferito di aver destinato al
Conservatorio «Casella» tre milioni di euro nell'ambito dei provvedimenti
urgenti in favore delle scuole e delle università abruzzesi. Ma le tende
mancano.
( da "Tempo, Il" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
stampa Politiche giovanili attivati i
primi fondi Decreto AbruzzoEmendamento del ministro Meloni per sbloccare circa
tre milioni di euro L'AQUILA Dopo aver affrontato nelle emergenze post
terremoto le situazioni riguardanti la scuola e l'università, adesso si cominci
a pensare alle politiche giovanili in senso lato. Un'area di intervento
importante, a prescindere dai fattori legati all'istruzione. Il ministro alla
Gioventù, Giorgia Meloni, con assoluta discrezione, in questi giorni si è
interessata all'Abruzzo, pur apparendo molto meno di tanti altri suoi colleghi.
«Il lunedì dopo il terremoto il ministro Meloni ha chiamato – ha raccontato
l'assessore regionale alle politiche giovanili, Paolo Gatti – l'ho trovata
molto attenta, solidale. Nei giorni successivi per due volte è venuta a Villa
Sant'Angelo, è stata in quella tendopoli anche il giorno di Pasqua, senza il
clamore e le luci della ribalta, senza la presenza dei giornalisti». Subito
dopo aver capito quale fosse la situazione a L'Aquila e dintorni si è adoperata
per sbloccare una serie di fondi. L'assessore Paolo Gatti ha espresso
apprezzamento per l'iniziativa del ministro Giorgia Meloni, che ha sbloccato
con un emendamento inserito nel «decreto Abruzzo», i fondi consistenti in tre
milioni di euro non ancora utilizzati a favore della Regione in materia di
politiche giovanili. I fondi saranno direttamente gestiti dall'Assessorato alle
Politiche giovanili che avrà il compito di presentare relazione semestrale al
Governo sull'utilizzo delle risorse e sull'attuazione dei progetti. «Dal
Governo e dal ministro Meloni ci giunge un ulteriore segnale di attenzione - ha
commentato l'assessore Gatti - sono grato per l'intervento che ci consentirà di
utilizzare risorse altrimenti bloccate e dare così subito via ad iniziative
rivolte alle giovani generazioni colpite dal sisma». L'assessore ha poi
annunciato che la prossima settimana incontrerà il ministro della Gioventù «per
sottoporle le prime idee in elaborazione per un adeguato e immediato utilizzo
delle risorse». Gatti sarà a Roma mercoledì. Con lui le idee per le politiche
giovanili, per i ragazzi dell'Aquila. «Sono diverse le strade da seguire – ha
affermato l'assessore regionale - bisognerà innanzitutto stabilire se seguire
delle politiche tradizionali indirizzate verso le giovani coppie o
"inventare" percorsi più originali, nuove strutture, cittadelle per i
giovani, con spazi a loro dedicati. Soluzioni queste ultime che imporrebbero
anche di aggiungere anche soldi provenienti da privati. Vado a Roma pronto a
qualsiasi soluzione, che verrà adottata solo dopo un confronto franco con il
ministro Meloni». Arriva così un nuovo settore di indirizzi con fondi freschi e
disponibili. «Non possiamo non evidenziare che c'è stata una grande attenzione
sul mondo della scuola e sull'università, quest'ultima vero e proprio simbolo
della città dell'Aquila – ha concluso l'assessore Paolo Gatti, che ha anche la
delega alla pubblica istruzione – in questi settori è stato necessario prendere
provvedimenti nell'immediatezza, anche per quanto riguarda le risorse. Niente tasse per gli universitari il prossimo anno accademico e
risorse importante decise dal ministro Gelmini per le
scuole. Adesso possiamo pensare con più calma agli altri settori di intervento.
Un'attenzione importante verso i giovani aquilani e tutti quei giovani non
aquilani che vivono la città molti mesi l'anno».
( da "Nuova Sardegna, La" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
L'istituto
comprensivo da settembre avrà 12 insegnanti in meno La riforma Gelmini bersaglia Desulo Fontana: «Troviamo soluzioni territoriali a
questo problema» GIOVANNI MELIS DESULO. Dodici insegnanti in meno, classi
articolate ed accorpamenti che renderebbero antiformativa la scuola stessa.
Questo il destino dell'istituto comprensivo di Desulo, che comprende i plessi
di Aritzo, Belvì e Gadoni, uno dei più bersagliati dai tagli della
riforma Gelmini. La contestatissima legge sulla
scuola, si abbatte con violenza su un importante polo formativo del territorio,
che è apparso impreparato di fronte alla portata della razionalizzazione
scolastica. Bel dodici docenti, di cui uno di sostegno dovranno cambiare lido,
così come diversi collaboratori scolastici. Eppure i numeri della scuola non
sono da trascurare. Quattrocentocinquanta studenti in tutto su cinque plessi
scolastici, in una rete di paese che sta riflettendo su come ottimizzare i
servizi. I numeri sono in calo ovunque e si cerca di reagire come si può.
Desulo nei suoi due plessi ha 102 studenti alle elementari: a questi si devono
aggiungere i 37 Aritzo, 38 di Belvì e 30 a Gadoni. Per quanto riguarda le scuola
dell'infanzia i bimbi iscritti a Desulo sono 95 e 135 alle scuole medie. Il
dato demografico è comunque buono, nonostante la contrazione di abitanti dovuta
a morti ed emigrati. Ma in questo contesto gli effetti della riforma scolastica
saranno devastanti, con considerevole preoccupazione dei genitori e dei
sindacati che già annunciano battaglia. Intanto padri e madri si sono riuniti
in comitato e hanno chiesto una riunione urgente al sindaco Peppino Zanda.
L'amministrazione è stata investita delle ansie di decine di padri e madri che
non sanno in quale maniera sarà organizzata la scuola. Il comune, pur nella sua
drammatica situazione politica, ha promesso una risposta forte. Anche perché il
tema della scuola è troppo importante per essere trascurato. A Desulo, secondo
quanto reso noto dai genitori, si avranno classi articolate unendo prime con
quarte, e quarte con quinte. Anche il sindaco di Aritzo Paolo Fontana, quello
di Belvì Rinaldo Arangino e quello di Gadoni Antonello Secci sono stati
investiti del problema e stanno verificando la situazione. Secondo Fontana il
problema non è solo quello dei tagli «ma di tutta la metodologia didattica che
deve essere improntata non solo all'efficienza ed al risparmio, ma al
miglioramento del modello educativo. Sto seguendo la situazione da qualche mese
e sicuramente porterò il problema all'attenzione del consiglio della comunità
montana. Dovremo trovare una soluzione territoriale che consenta alle scuole di
funzionare e di tenere uno standard qualitativo elevato. Ci facciamo promotori,
attraverso un incontro a carattere provinciale, di un forum per risolvere la
situazione ribadendo che il problema della scuola va trattato immediatamente in
tutte le sue sfaccettature».
( da "Adige, L'" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
«Le mie montagne ribelli» MATTIA ECCHELI
L a guida è particolare. Molto particolare. Perché nasce da un'intuizione di
Paola Lugo , un'insegnante cinquantenne di storia e italiano in un istituto
tecnico, di origini bolognesi ma ormai vicentina di adozione, che coltiva due
grandi passioni: la lettura e la montagna («ci vado da quando ho dieci anni e
cerco di andarci ogni volta che posso»). «Montagne ribelli. Guida ai luoghi
della Resistenza» (Arnoldo Mondadori, 179 pagine, 13 euro, introduzione di
Santo Peli) è la raccolta di dieci itinerari selezionati attraverso la lente di
ingrandimento di nove romanzi di grandi autori come Meneghello, Fenoglio,
Calvino e Rigoni Stern. Su uno di questi libri, l'autrice ci ha ricamato sopra
due proposte, mentre l'ultimo, ambientato nel Vajont, non è ascrivibile ad
alcun romanzo: «Semplicemente sono posti bellissimi dove hanno combattuto i
partigiani», spiega. Posti talvolta perfino dimenticati (e, infatti, due
itinerari sono stati ricostruiti praticamente ex post, poiché dai libri non si
riusciva a stabilirne le coordinate) che vanno dal cuneese ad Asiago per
toccare l'Appennino emiliano, dove i racconti delle battaglie si intrecciano
con la passione per il paesaggio. Oggi alle 19 presso lo spazio archeologico
sotterraneo del Sass, in piazza Cesare Battisti, Lugo presente il libro che
verrà in parte interpretato da Andrea Brigo alla chitarra e da Nicola Brugnolo,
la voce narrante. Con la Resistenza la montagna assume un ruolo nuovo: quello
di rifugio per degli «eroi» (anche se la definizione è talvolta contrastata)
anziché ricettacolo di ribelli, vagabondi, streghe, eretici e fuorilegge. In
teoria, dunque, una scelta naturale, quella della montagna: «Gli antichi
sentieri di pastori e contadini divennero protagonisti della lotta partigiana»,
chiarisce una nota. Per ciascuno dei dieci itinerari c'è una parte decisamente
narrativa, con la storia degli eventi e le impressioni dell'escursionista, e ce
n'è un'altra con le indicazioni tecniche. Il Trentino è appena sfiorato da
questi racconti: «Mi dispiace - osserva con rammarico Paola Lugo - perché ci
sono posti bellissimi. Però c'è qualche riferimento a Fiera di Primiero».
Quanti anni ha lavorato a «Montagne ribelli»? «Ci ho lavorato dodici mesi, gli
ultimi". Ma non è insegnante? Lo sa il ministro Gelmini? «Ho la coscienza a posto: ho preso un anno sabbatico. Al quale
ho diritto». Come ha raccolto il materiale? «La neve è arrivata decisamente
presto quest'inverno: per fortuna mi ero preparata per percorrere gli itinerari
in quota in estate. Poi gli altri. Gli Appennini, ad esempio, li ho
percorsi tra l'autunno e l'inverno». Niente pianura? «C'è un itinerario
ambientato anche lì: nelle valli di Comacchio». È il suo primo libro? «Come
autrice sì. Ma in passato mi sono occupata di guida di arrampicata come
editor». Lei che da mezzo secolo frequenta la montagna, trova che l'ambiente in
quota sia cambiato? «Moltissimo. Il "mio" Appennino, dico che è mio
perché arrivo da lì, l'ho trovato parecchio abbandonato e desolato. Ad esempio mi
hanno colpito i castagneti in degrado». E le Alpi? «Dipende dalle zone. Ma io
sono ottimista per natura e nutro la speranza che ci sia un recupero
dell'attenzione nei confronti della montagna». Perché? «Mi viene in mente una
sorta di continuità con la Resistenza. Oggi anche vivere in montagna mi sembra
come una grande opera di resistenza». 26/04/2009
( da "Nuova Sardegna, La" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Pagina 19 - Nuoro Arriva il decreto
definitivo di morte per le istituzioni scolastiche di Ussassai LA PROTESTA DEL
SINDACO USSASSAI. Inizia dal ministro della Pubblica
istruzione, Gelmini, e prosegue con il presidente della Regione, Cappellacci,
l'assessore regionale alla Pubblica istruzione, il dirigente scolastico
regionale e il presidente della Provincia, la lettera di protesta contro il
dimensionamento scolastico inviata dal sindaco Giannino Deplano. «Sono
venuto a conoscenza, in maniera informale - scrive il sindaco del paesino
montano che conta meno di 700 residenti - del verdetto che decreta, in modo
sostanziale, la morte dell'istituzione scolastica nel Comune di Ussassai.
Intendo denunciare l'inaudita gravità dell'ennesimo sopruso che viene a
consumarsi sulla pelle di una comunità inerme e oramai irrimediabilmente
condannata, per decreto, all'estinzione. Quel diritto allo studio, in maniera
ipocrita e pretestuosa propagandato come assoluto e irrinunciabile, viene di
fatto negato a una comunità, forse figlia di un dio minore, al pari di altri
servizi minimi essenziali immolati sull'altare di machiavellismi e alchimie
statistiche». Giannino Deplano spiega come calerà la mannaia sull'istituzione
scolastica ussassese: «La soppressione della scuola dell'infanzia,
cancellerebbe, di fatto, anche il diritto alla speranza per la comunità di
Ussassai che si dibatte, da un lato, con un indice di natalità sempre più
vicino allo zero, e dall'altro con quello dello spopolamento, di cui purtroppo
in Ogliastra detiene il triste primato. La pluriclasse, in cui verrebbero
accorpate le cinque classi della scuola primaria, decreterebbe invece la morte
della didattica. Altro che lavoro individualizzato a garanzia delle diversità.
Oppure, ancora peggio, che lotta al bullismo. "Costringere" in
un'unica classe alunni di età così diverse, significa programmare un vero e
proprio disastro socio-culturale». Quindi spiega che l'amministrazione comunale
che guida Ussassai da due anni e emzzo, non vuole esere e non sarà mai, nel
modo più assoluto «complice di un disegno così prverso e anche vergognoso». E
annuncia che non si tireranno indietro rispetto ad alcuna forma di lotta e
manifestazione: «Sia ben chiaro che non permetteremo la morte della scuola in
paese. E arriveremo alle più estreme determinazioni, lasciando che siano altri,
a livelli più alti, ad assumersi la totale responsabilità di una simile
nefandezza». L.Cu.
( da "Repubblica, La" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Mille disavventure per un telefono fisso
lettera firmata via internet L'esigenza è quella di avere un telefono fisso.
Mille spot, tante offerte, ne scelgo una. Telefono al call center, fornisco i
dati: «La contatteremo quanto prima per attivare la linea. Le forniamo da
subito il suo nuovo numero di telefono: 011... «. Un mese dopo mi coglie una
certa inquietudine e cerco di capire a che punto è la pratica. Call center,
musichetta: «Prema il tasto uno. Prema il tasto quattro. Inserisca il numero di
telefono. Il numero è inesistente». Clic. Provo con il sito internet. Inserisco
il numero, il codice fiscale, si apre una pagina: «Per avere informazioni
occorre una password, per ottenerla deve chiamare dal numero di telefono della
nostra società». Esc. Dopo quaranta giorni arriva la chiamata: «Passeremo
domani alle 8.30 a
metterle la linea». L'indomani, alle 17.30, dopo un giorno di ferie sprecato in
inutile attesa: call center, musichetta... Italia, 2009? Troppo ottimismo sul
tempo pieno Nicola Adduci via internet Sono rimasto davvero sconcertato dalle
dichiarazioni del direttore scolastico regionale De Sanctis contenute
nell'articolo "Tempo pieno nonostante i tagli". Il quadro prospettato
dal dirigente per il prossimo anno appare troppo roseo. Ma
come, non c'erano i tagli della Gelmini? Certo, ma
cambiando il modello organizzativo tutto si risolve «senza nulla togliere alla
qualità della didattica». Se così fosse, vorrebbe dire che fino ad oggi il
tempo pieno e il tempo modulare hanno funzionato male e con sperpero di denaro
pubblico. Cosa che andrebbe per lo meno provata. Nell'ambito dei
sacrifici, la riforma Gelmini impone dei tempi scuola
che sono altro dal tempo pieno e dal tempo modulare, il modulo viene
completamente distrutto mentre il tempo pieno, viene svuotato del suo elemento
qualitativo per eccellenza. È accettabile un indirizzo di questo tipo? Credo di
no. La scuola, come hanno dimostrato in questi mesi docenti e genitori, è ben
altra cosa da un supermercato dove si «sceglie» o da un parcheggio dove i «clienti»
si preoccupano solo dell'estensione oraria: è la nostra ricchezza e il nostro
futuro. Moncalieri, pessimo stato del repartino psichiatrico lettera firmata
via internet Dove è finita la legge Basaglia? Avete mai visitato il reparto
psichiatrico dell'ospedale di Moncalieri? Muri scrostati e con vistose macchie
di muffa. Una gabbia di ferro per l'ora d'aria, un itinerario per accedere al
reparto da far diventare matto chi non lo è ancora. So bene che i disagi
mentali per loro natura richiedono delle strutture che, per la sicurezza dei
pazienti e del personale, devono essere di un certo tipo. Ma certo che una
struttura pulita e accogliente, magari con un giardino per la deambulazione e
la presa d'aria di chi è già tanto sfortunato da essere finito la dentro, non
farebbe male. Cercansi volontari per assistere i disabili Gabriele Piovano via
internet un bel progetto per chi è affetto dalla spina bifida. «Traguardo:
autonomia» significa dieci giorni di vacanza in strutture totalmente
accessibili, a Lignano Sabbiadoro per i giovani tra gli 8 e i 17 anni e a Igea
Marina per i ragazzi tra i 18 e i 25 anni, affiancati da infermieri
professionali e da assistenti, tutti assolutamente volontari. I ragazzi vivono
così un periodo di svago, di relazioni interpersonali, imparano l'indipendenza,
si confrontano sui limiti, ma si aiutano anche a far emergere le grandi
potenzialità. Purtroppo quest'anno si registra una grande difficoltà a reperire
infermieri e assistenti volontari per la vacanza di Igea Marina. L'Associazione
piemontese spina bifida e la Consulta per le persone in difficoltà lanciano
questo urgente appello per trovare personale che possa prendere parte a questa
significativa esperienza. Info 011/2207472-393/9663365, www. apisb. it. Figli
tolti alle famiglie ecco come si decide Teresa Angela Migliasso assessore
regionale al Welfare Vorrei fare alcune considerazioni sulle affermazioni del
consigliere regionale Vignale contenute in un articolo del 17 aprile: «Troppi
bambini tolti alle famiglie senza che ci siano validi motivi». Vignale
riferisce che solo il 20 per cento degli allontanamenti è basato su gravi e
accertate ragioni. Tale dichiarazione mi pare lesiva delle competenze di questi
professionisti ed anche offensiva del mandato istituzionale di tutela dei minori
che è attribuito, per legge, al sistema dei servizi. Non è assolutamente
corretto parlare di soggettività, lasciando intendere che ciò significa
decisione dei singoli operatori, in quanto la valutazione delle capacità
genitoriali viene effettuata da una equipe composta da professionisti con
diverse competenze e specificamente formati sulle problematiche minorili. Non
solo psicologi e assistenti sociali ma anche educatori, neuropsichiatri
infantili, psichiatri, pediatri o altre specifiche professionalità
eventualmente necessarie per ogni singola situazione. In ogni caso la decisione
finale compete all'autorità giudiziaria che a sua volta conosce direttamente i
genitori attraverso l'attività del giudice delegato. Partita Fiat-Chrysler
speriamo che vinca Torino Renata Franchi via internet Non ho competenze per
poter discutere della storia Fiat-Chrysler-Opel, però non ci vedo chiaro. Il
titolo è considerato spazzatura, i debiti sono alti, i pagamenti ai fornitori
lunghissimi. E senza rottamazione e i numerosissimi aiuti di Regione e Comune
la Fiat sarebbe già scomparsa. La rabbia del commissario tedesco della Ue è
stata considerata un'interferenza. Però così a occhio può sembrare una mano di
poker l'assalto agli americani. Senza dimenticare che i sindacati italiani non
hanno ancora ben realizzato il disegno e la possibile attuazione e anche loro
sono dubbiosi. Conta poco la mia perplessità sulla operazione: vorrei tanto che
la Fiat, Torino in testa, abbia a vincere. Bike-sharing, le stazioni vanno
fatte in periferia lettera firmata via internet Mi permetto di dare un
consiglio affinché una splendida iniziativa come quella del bike-sharing non
finisca per rivelarsi un parziale fallimento. La maggior parte dei potenziali
utenti abitano in periferia e trovano difficoltà a recarsi in centro se non con
i mezzi pubblici; un'ottima alternativa sarebbe appunto il bike-sharing. Però
alcune stazioni di biciclette dovrebbero essere posizionate in periferia,
altrimenti decade quest'alternativa ecologica. Infatti non avrebbe senso
prendere i mezzi Gtt fino in centro per poi prendere la bici. No al parcheggio
di piazza Maria Teresa Italia Nostra, Pro Natura, Legambiente via internet
Sembra che si voglia procedere verso l'autorizzazione di un progetto di
parcheggio pertinenziale sotto piazza Maria Teresa, sul cui studio di
fattibilità anche la Soprintendenza avrebbe già espresso un parere favorevole
condizionato. Non possiamo che manifestare la nostra opposizione di fronte a
questa proposta. La procedura è anomale, fuori da qualsiasi bando di evidenza
pubblica. Non vediamo alcuna necessità di impermeabilizzazione e di
cementificare un altro pezzo della città storia svendendola ai privati. Gli
sprechi continui della cultura piemontese Mario Roddino via internet Otto
milioni spariti, nella vicenda Grinzane. Ma Bresso e Oliva hanno lasciato
Angelo Soria al suo posto e probabilmente ci sarebbe ancora, se non fosse stato
trasferito in galera. Non bastasse la dimostrazione che in tema di cultura si
sono soprattutto buttati allegramente dei soldi con questa giunta, come con
quelle scorse, protagonista il duo Ghigo-Leo ecco che torna alla ribalta il
caso, ma forse sarebbe meglio chiamarlo semplicemente scandalo, della
Fondazione per la fotografia. Lì il buco è «appena» di un milione, ma Oliva
pensa bene di elargirne altri, come ci ha raccontato Repubblica. Il perché,
l'assessore non ha ritenuto opportuno riferirlo, nonostante perfino i
commissari si stupiscano di questa generosità. Quando chiederanno scusa ai
contribuenti per questi sprechi?
( da "Tirreno, Il" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Pagina 3 - Livorno Cinque
in condotta: quasi record Il castigo del "cinque" in condotta è arrivato puntale sulle pagelle del primo quadrimestre: se lo
sono ritrovato nero su bianco ben 17 ragazzi su mille nelle scuole superiori.
Ma se proviamo a guardare dentro i vari settori dell'istruzione superiore,
salta agli occhi che sul fronte degli istituti professionali questa cifra balza
addirittura a 55. In
concreto: uno studente ogni 18 si ritrova a fare i conti con una insufficienza
nella casella del comportamento. Questo significa che nel resto degli istituti
secondari di secondo grado della nostra provincia la quota di
"cinque" in condotta è assai più
bassa: ad esempio, nei licei classici siamo a zero mentre ogni mille ragazzi si
contano 4 insufficienze nei licei scientifici, sei negli ex magistrali e dieci
negli istituti tecnici. Quanto basta per metterci al 73º posto (su 103) nella
classifica che mette in fila le province del Bel Paese: e se limitiamo lo
sguardo al Centro Nord, non possiamo chiudere gli occhi di fronte al fatto che
solo sette province - tre delle quali in Toscana: Massa (20 su mille), Prato
(24) e Pistoia (33) - hanno un numero di insufficienze più alto in questa
particolare colonna della pagella. Non è tutto: solo
tre fra le 75 province del Centro Nord tre hanno fra gli istituti professionali
uno standard di "cinque" in condotta più
marcato di quanto si registra qui da noi. Con il record a Prato: un ragazzo su
12 è stato punito così. E alle medie? Gli alunni sono poco più che bambini,
eppure fioccano tante insufficienze: il comportamento è stato castigato in sei
pagelle su mille. Ce la caviamo un po' meglio che alle superiori rispetto al
resto d'Italia (siamo a metà classifica in 49ª posizione). Però siamo quasi da
zona retrocessione in Toscana: soltanto Prato e Firenze segnalano nel voto di quadrimestre più indisciplina che nelle nelle medie
della nostra provincia. m.z.
( da "Repubblica, La" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Pagina 42 - Cronaca L´INCONTRO
Conduttrici Credo che la sincerità assoluta tra uomo e donna non faccia neppure
bene al rapporto. In quanto donna sono per natura bugiarda. Non sono
traditrice, me ne manca la vocazione La padrona di casa di "Exit" è
l´icona di Sky, tra le donne più desiderate dagli italiani, oggetto di assidui
corteggiamenti (si farebbe prima a dire chi non ci ha provato, ammette lei
stessa) Si definisce credente ("Mi aiuta, mi sorregge") e di sinistra
("Penso che vada combattuto l´eccesso di ingiustizia sociale"). Sulla
fama televisiva è realistica: "Da un giorno all´altro la porta ti può
venir sbattuta in faccia" DARIO CRESTO-DINA ROMA A lla fine l´immagine che
rimane lì a galleggiare è quella di una maschera dal sorriso ironico, se non
beffardo. Si percepisce il sospetto di non avere capito fino in fondo, nel
gioco della verità e della dissimulazione, la donna che hai avuto di fronte per
un paio d´ore. Non hai perso, ma neppure hai vinto. Ilaria D´Amico lo dice
subito: «Non mi va di passare attraverso uno scanner, di sottopormi a
un´autopsia da viva. Se andassi in giro senza pelle sarei una pazza, mi
mancherei di rispetto. Non accetto di essere giudicata da chi non mi conosce,
sono stata più volte ferita da chi usa la critica come se fosse un paio di
stivali. Li indossi, grazie ai tacchi diventi tre centimetri più alto, e pensi
di poterti permettere di tutto». è mattino presto, al bar di via della Pace gli
avventori sono pochi, e tutti lenti nei gesti come se stessero ancora
risvegliandosi. Una ragazza e un uomo di colore inseguono tra i tavolini un
chihuahua che trema di freddo e di paura e che naturalmente non può che
chiamarsi Golia. Anche il cane ha la sua maschera nell´illusione di sentirsi
più forte. Sono tempi così. Ilaria D´Amico è arrivata da via dei Coronari, dove
abita. Pantalone e giacca neri, camicia bianca. Ha mani sottili, con le dita
lunghe che sfiorano appena tutto ciò che toccano. Mi spiega di essere cresciuta
in una famiglia interamente al femminile. «Mia madre, le sue quattro sorelle,
la nonna catto-comunista, mia sorella più grande di dieci anni. Alle elementari
dalle suore: grembiule, fiocco, i capelli raccolti in due codini». Mai un sette
in condotta, quella bambina sarebbe stata l´orgoglio della
ministra Gelmini. Le piccole "rivoluzioni" arrivano a nove anni, in
cortile con i maschi per i mondiali di calcio dell´82 in Spagna, il prologo
della giornalista sportiva, l´icona di Sky. Alle medie senza cartella, i libri
molto gualciti e portati in mano. E, a quindici anni e mezzo, la prima
volta, confessa, in cui ha fatto l´amore. Insiste: «Se indosso una maschera non
lo faccio per cinismo. Considero un dono incontrare qualcuno che riesce un po´
per volta a farmi scoprire, a conquistare la mia fiducia, a farmi raccontare
ciò che non è facile dire. Altrimenti mi esercito con parole inesistenti. Mi
proteggo». Le domando da che cosa ha dovuto soprattutto difendersi. «Dai
dolori, per esempio. Ringrazio il cielo di averne avuti, ci devi passare
attraverso. è inevitabile affrontare le curve dell´esistenza. Ho perso mio
padre lo scorso anno, ho avuto altre perdite importanti delle quali non mi va
di parlare. All´inizio fuggo dalla realtà, comincio a dialogare diversamente
con le persone che non ci sono più, faccio come se fossero soltanto partite per
un lungo viaggio. Mi immagino di ricevere le loro telefonate di giorno e di
notte, piano piano ritrovo in questo modo la dimensione reale. Accetto la
sofferenza. Credo in Dio, mi aiuta, mi sorregge. Il mio è anche un modo
opportunistico di credere. Ho bisogno della fede soprattutto nei momenti
difficili. Conosco le preghiere. Il Padre nostro, l´Ave Maria. Da piccola
cantavo nel coro della chiesa fino a quando mi hanno allontanata per colpa
della mia voce da papera o da sirena di fabbrica. Mi piace andare nelle chiese
vuote. Da sola. Inginocchiarmi a un banco. Penso, guardo la croce sull´altare.
A volte piango. Sono una che si commuove facilmente. Piango anche al cinema, a
volte piango anche di fronte alle pubblicità romantiche». è tra le donne più
desiderate dagli italiani. Il figlio di Moggi tentò di conquistarla con un
aereo e un viaggio a Parigi. Ci provano calciatori e allenatori. La lista è
lunga. Lei non fa nomi, dice soltanto che farebbe prima a dire chi non ci ha
tentato. Girano leggende di amore saffico legate all´amicizia con l´attrice
Monica Bellucci. Ride, non ha nessuna voglia di tornare su un argomento
smentito tante volte. «Mi sento molto donna, se c´è qualcosa di maschile in me
questo non va oltre il quindici, venti per cento. La caparbietà, la grinta, la
determinazione sono doti femminili. Sono felice quando mi vengono riconosciute.
Ma credo anche di essere diplomatica e bene educata. Non sono un animale
solitario e penso di saper lavorare in gruppo. Diciamo che sono un capo
tollerante. Detesto i furbi e i falsi intellettuali. Sono una capra in molte
cose, non mi vergogno della mia ignoranza. Cerco di imparare, questo sì». è
bella, dietro il suo scudo e le parole non dette. C´è un´ombra di paura nella
sua pallida freddezza. Anche la paura di chi vuole piacere. La sua vanità. «è
vero, spesso mi sento inadeguata. Eppure mi accetto. So quali sono i miei
difetti. Ho un seno ingombrante. Lo mostro quando serve, lo copro quando non
serve. Ho le gambe troppo magre rispetto ai fianchi. Ho il naso imperfetto. Ho
i denti da roditore. Non ho il timore d´invecchiare, ma forse questo è il
coraggio che si ha a trentacinque anni, più avanti chissà. Mi vedrò cambiata,
dovrò abituarmi alle unghiate del tempo. Lavorare in tv accelera la vita, hai
la sensazione di vivere un passaggio molto veloce, quasi repentino. Da un
giorno all´altro la porta ti può venire sbattuta in faccia. Ci penso da quando
ho cominciato. Mi immagino di spegnerla, la tv, di mettermi a fare altro, di
scrivere magari. Oppure mi vedo in campagna con figli, nipoti e cani». Sarebbe
un ritorno alle radici, alle origini viterbesi di Vignanello. Intanto con
l´accortezza e la lungimiranza solida dei contadini ha comprato una casa a
Nizza, negozietti a Milano e Roma. Non esiste solo il cuore. Anche se è là che
si cerca di andare. «Sono una bulimica dell´amicizia, verso la quale ho un
approccio entusiastico, opposto a quello che adopero nei confronti dell´amore,
una terra nella quale entro con atteggiamento molto guardingo. Per me l´amore è
un abbraccio che dura tutta la giornata. è solidarietà, tepore, equilibrio.
Trovare l´amore è difficilissimo, ancora di più è preservarlo. Non sopporto
l´ipocrisia delle coppie che continuano a stare assieme nonostante la fine del
sentimento e della passione. Perdono le piccole bugie. Le bugie bianche, come
le chiamo io. Credo che la sincerità assoluta tra un uomo e una donna non
faccia neppure bene al rapporto. In quanto donna sono per natura bugiarda. Non
sono traditrice, me ne manca la vocazione. E sono pigra. Una volta ho vissuto
per un po´ di tempo due rapporti paralleli, erano entrambi agli inizi. è stata
una fatica incredibile. Avevo bisogno di capire, poi ho scelto chi amavo. A mia
volta sono stata tradita, l´ho scoperto. Avrei preferito non saperlo. Ho
sofferto moltissimo. A un certo punto ho gettato tutto in una grande pentola,
l´ho fatto bollire a lungo, è passato. A trentacinque anni vorrei un figlio,
sono in perfetta media italiana. Ci sto pensando seriamente. Sono sicura che
saprò essere una buona madre, confusamente dedita». Nella recente guerra tra
Murdoch e Mediaset, Ilaria D´Amico è stata raccontata anche dai giornali
stranieri come l´unica femmina televisiva che ha messo in crisi Berlusconi.
Sembrava pronta a diventare il nuovo leader del Pd. «In verità vivo la politica
da cittadina smarrita e delusa. Mi ritengo una donna di sinistra perché penso,
prima di tutto, che vada combattuto l´eccesso di ingiustizia sociale. Non so
che cosa sia il comunismo, una parola che non si dovrebbe più usare. Ho
apprezzato Cofferati, Bertinotti, Veltroni. Ritengo Berlusconi un imprenditore
che continua a fare quel mestiere anche da capo del governo. Come
imprenditore-politico non ha avversari. Nel centrodestra mi ha colpito
favorevolmente l´evoluzione politica, la metamorfosi, di Gianfranco Fini. Mi
trovo d´accordo con lui quando difende la legalità e le libertà individuali.
Non vorrei sbagliarmi, ma mi sembra che l´ex leader dell´Msi sia diventato un
uomo di Stato». Tre giorni della settimana a Roma, quattro a Milano. Sempre
dentro la scatola di una televisione. Chissà che cosa rimane al di là dello
schermo. «La tv mi ha fatta chiudere ancora di più in me stessa. Ho bisogno di
aria, di stare poco in casa, di cenare all´aperto anche d´inverno. Vorrei avere
più tempo per leggere. La trasmissione Exit su La7 mi impone di prepararmi
soltanto su libri tecnici e di saggistica. Gli ultimi romanzi che sono riuscita
a leggere sono stati La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano, Trilogia
della città di K. di Agota Kristof e Il maestro e Margherita di Bulgakov.
Vorrei scoprire il teatro, un´arte che mi affascina e della quale non so nulla.
Mi perseguita l´ossessione del rimpianto, di tutto ciò che non riesco ad
afferrare. Sono una malinconica terribile. Penso addirittura di avere bisogno
della malinconia. C´è sempre un momento della giornata in cui mi viene un nodo
in gola. E sto bene lì, raggomitolata in me stessa». Protetta dal ferro
dell´armatura, come un cavaliere medievale. «Sì. Se avessi potuto nascere in
un´altra epoca, mi sarebbe piaciuto essere Giovanna d´Arco». Fino in fondo,
fino al rogo? «Fino alla fine. Almeno avrei vissuto il colpo di scena».
( da "Giorno, Il (Varese)" del
26-04-2009)
Argomenti: Scuola
VARESE pag. 7 Un 25 Aprile coi ragazzi
delle scuole Il ministro Maroni consegna i premi: «Celebriamo chi lottò per la
libertà» PLATEA GREMITA ALL'APOLLONIO PER RICORDARE LA LIBERAZIONE di ENRICO
CAMANZI VARESE HA LASCIATO tutti con il fiato sospeso fino all'ultimo. Fino
all'ingresso delle autorità nel teatro Apollonio, dove si è svolta la
manifestazione cittadina per celebrare il 25 Aprile, sembrava che il ministro
dell'Interno Roberto Maroni, la cui presenza a Varese era annunciata da giorni,
fosse costretto a saltare l'appuntamento. Poi, però, il sindaco Attilio
Fontana, appena prima di salire sul palco, riceve la notizia. Maroni è in
arrivo. Pochi minuti dopo, accompagnato dalla scorta, il leader leghista fa il
suo ingresso nella sala, accolto da un fragoroso applauso di studenti e
genitori, accorsi in massa per il «Premio scolastico XXV Aprile». FORSE PER
MERITO dell'aria di casa il ministro sembra spogliarsi della veste
istituzionale. Preferisce non intervenire dalla tribunetta dei relatori, per
abbandonarsi a scherzi e battute coi giovanissimi vincitori del premio. Scambia
il «cinque» con molti ragazzi, consegna i riconoscimenti agli allievi di quinta
elementare e si intrattiene per una lunga «session» di autografi e foto
ricordo. Sul palco chiacchiera fitto con Luigi Grossi, 83 anni, partigiano
della brigata Patrioti Valstrona e fra i rappresentanti cittadini dell'Anpi.
Trova il tempo per rispondere a un'insegnante della scuola Pascoli che fende la folla per chiedergli di intercedere con la collega
Mariastella Gelmini. «Servono più fondi per la scuola pubblica, ministro», invoca.
Maroni annuisce poi commenta il senso della festa. «È importante - chiarisce -
preservare la memoria di chi si impegnò per la libertà contro il nazifascismo.
Per me è significativo trovarmi a Varese davanti a una platea di tanti giovani,
molti dei quali musicisti, per trasmettere questo messaggio di lotta contro le
ingiustizie». IL 25 APRILE varesino di quest'anno è soprattutto la festa dei
ragazzi delle scuole. Vengono premiati 88 alunni e 17 classi di 3^, 4^ e 5^
elementare. Si esibisce il coro delle «IV novembre». Cantano un pezzo di Dario
Fo, tratto dall'esperienza di un partigiano di Porto Valtravaglia. Poi una
canzone di Bob Dylan. Chiudono con «Bella ciao», la più applaudita. «Siete il
nostro futuro - scandisce dal palco Luigi Grossi, il cui figlio è il secondo
trombone della band di Maroni, il Distretto 51 - e la garanzia che ci saranno
ancora tanti anni di libertà e democrazia. Il fascismo e la guerra furono
orrendi per il nostro Paese. Dal 25 Aprile del '45 l'Italia tornò a essere il
nostro orgoglio». Poi si rivolge a Maroni con un messaggio per un suo
«collega». «Faccia sapere al ministro della Difesa - nota "Cin" - che
c'è una legge del '46 per cui i partigiani sono stati riconosciuti come
combattenti dell'esercito regolare». La Regione è rappresentata dall'assessore
alle Infrastrutture, il saronnese Raffaele Cattaneo. «Ho avuto due nonni
partigiani - ricorda - Uno portava il fazzoletto rosso. Quell'altro azzurro.
Entrambi mi hanno fatto gli stessi racconti. Dobbiamo lasciarci alle spalle le
lacerazioni del passato e gioire dell'unità di oggi». Al tavolo delle autorità
si è seduta anche il prefetto Simonetta Vaccari. In platea, col vicepresidente
della Provincia, Gianfranco Bottini, i comandanti provinciali e locali delle
forze dell'ordine, oltre al questore Matteo Turillo. Hanno fatto gli onori di
casa il sindaco Attilio Fontana e l'assessore ai Servizi educativi Patrizia
Tomassini.
( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del
26-04-2009)
Argomenti: Scuola
FORLI' PRIMO PIANO pag. 18 Tempo pieno
Nel prossimo anno scolastico «I NUMERI hanno confermato le nostre critiche dei
mesi scorsi. Il ministro Gelmini ha sempre
ripetuto che il tempo pieno non sarebbe stato toccato, invece ci sono meno
insegnanti e un gruppo di classi non ce l'avrà». Giancarlo Garoia, segretario
provinciale Cisl Scuola, rimarca la differenza fra le richieste delle famiglie
e l'organizzazione che risentirà dei tagli imposti dal ministero. Tutti
i sindacati avevano poi contestato la sparizione delle cosiddette compresenze
(due maestri nella stessa classe), che dall'anno prossimo non ci saranno più.
«Le compresenze erano un elemento di qualità e di arricchimento del servizio,
servivano per esempio in attività di recupero o durante le uscite dalla scuola
prosegue il rappresentante sindacale . Non era affatto una perdita di tempo
tenere un secondo insegnante in classe». Le critiche ai provvedimenti
governativi coinvolgono tutto il fronte sindacale. Cgil, Cisl e Uil insistono
sul fatto che l'aumento nel numero degli iscritti e i bisogni espressi dalle
famiglie (più classi a tempo pieno) richiedevano più docenti, invece è accaduto
il contrario. Il fatto stesso che pochissimi abbiano espresso la preferenza per
le 24 ore', sostengono, indica che la riforma scolastica non è andata incontro
alle esigenze dei genitori.
( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del
26-04-2009)
Argomenti: Scuola
FORLI' PRIMO PIANO pag. 19 «I NUMERI
hanno confermato le nostre critiche dei mesi scorsi. Il
ministro Gelmini h... «I NUMERI hanno confermato le nostre critiche dei mesi
scorsi. Il ministro Gelmini ha sempre ripetuto che il tempo pieno non sarebbe stato toccato,
invece ci sono meno insegnanti e un gruppo di classi non ce l'avrà». Giancarlo
Garoia, segretario provinciale Cisl Scuola, rimarca la differenza fra le
richieste delle famiglie e l'organizzazione che risentirà dei tagli
imposti dal ministero. Tutti i sindacati avevano poi contestato la sparizione
delle cosiddette compresenze (due maestri nella stessa classe), che dall'anno
prossimo non ci saranno più. «Le compresenze erano un elemento di qualità e di
arricchimento del servizio, servivano per esempio in attività di recupero o
durante le uscite dalla scuola prosegue il rappresentante sindacale . Non era
affatto una perdita di tempo tenere un secondo insegnante in classe». Le
critiche ai provvedimenti governativi coinvolgono tutto il fronte sindacale. Cgil,
Cisl e Uil insistono sul fatto che l'aumento nel numero degli iscritti e i
bisogni espressi dalle famiglie (più classi a tempo pieno) richiedevano più
docenti, invece è accaduto il contrario. Il fatto stesso che pochissimi abbiano
espresso la preferenza per le 24 ore', sostengono, indica che la riforma
scolastica non è andata incontro alle esigenze dei genitori.
( da "Messaggero, Il (Civitavecchia)" del
26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Domenica 26 Aprile 2009 Chiudi "Di
scuola si discute in Parlamento". Ecco la didascalia scelta dal Pd per
presentare la petizione popolare "Per una scuola pubblica, di qualità, per
tutti, più sicura e autonoma, capace di futuro", contro
i tagli imposti dalla riforma Gelmini. Una raccolta firme aperta
rivolta al governo per contestare le linee di un provvedimento votato al
risparmio e dettato a suon di decreti e circolari ministeriali. Nell'arco del
prossimo triennio il ministero dell'Istruzione priverà il mondo della scuola di
fondi pari a 7-8 miliardi di euro. Ma a scapito dell'offerta formativa,
visto che su scala nazionale già dal nuovo anno scolastico è prevista
l'espulsione di circa 87 mila docenti e di quasi 45 mila precari del personale
amministrativo, oltre alla chiusura dei piccoli istituti e alla rinuncia al
tempo pieno. Cifre che, stando alle ultime disposizioni (non definitive), si
ripercuotono anche sulle scuole del Lazio. Per questo il Pd viterbese promuove
per domani al Teatro San Leonardo (ore 17) un incontro con David Sassoli, vice
direttore del Tg1 e candidato alle prossime Europee, l'ex ministro Giuseppe
Fioroni e l'assessore provinciale alla cultura, Aldo Fabbrini. Sa.G.
( da "Messaggero, Il" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Domenica 26 Aprile 2009 Chiudi ROMA - Non
un intralcio, né una minaccia all'esercizio della laicità, bensì una ricchezza
per tutto il Paese, per la cultura, per la convivenza e per l'integrazione tra
fedi e nazionalità diverse, il Vaticano difende così la legittimità e
l'importanza dell'ora di religione nella scuola. Ne ha parlato Benedetto XVI
ieri durante un incontro con gli insegnanti: «L'ora di religione - ha detto il
Papa - rappresenta una parte integrante della storia della scuola in Italia. La
dimensione religiosa è intrinseca al fatto culturale, concorre alla formazione
globale della persona e permette di trasformare la conoscenza in sapienza di
Dio». «L'ora di religione - ha inoltre sottolineato il Papa - dà un'anima alla
scuola e assicura alla fede cristiana piena cittadinanza nei luoghi
dell'educazione e della cultura in generale». All'incontro in Vaticano con
7mila insegnanti di religione, nutrita rappresentanza dei 25mila impegnati
nella scuola, era presente anche il presidente della Conferenza episcopale
italiana, il cardinale Angelo Bagnasco: «Il ruolo degli insegnanti di religione
è insostituibile - ha detto il porporato - Ogni giorno nelle aule scolastiche
con passione e competenza portano la ricchezza storica dottrinale, etica e
culturale del cristianesimo». Il Papa e la Cei chiedono all'Italia di
riconosere all'ora di religione la stessa dignità e parità che hanno le altre
materie scolastiche. Appello raccolto dal ministro Gelmini che pochi giorni fa ad un convegno ha sostenuto che «l'ora di religione
è uno dei pochi reali strumenti di integrazione», in quanto ha una finalità
culturale che va oltre l'orizzonte dei credenti e offre occasioni di
riflessione su valori comuni anche tra persone appartenenti a fedi diverse.
A. Ser.
( da "Corriere del Veneto" del
26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Corriere del Veneto sezione: BELLUNO
data: 26/04/2009 - pag: 10 Il dirigente regionale «Gite sospese, inaccettabile
la motivazione politica» BELLUNO Approda nell'Ufficio regionale scolastico di
Venezia il caso della decisione del collegio dei docenti dell'istituto
comprensivo di Puos d'Alpago che ha congelato le gite
scolastiche in segno di protesta alla riforma Gelmini. La
dirigente scolastica regionale, Carmela Palumbo, si riserva di verificare la
legittimità della delibera, ma anticipa che «se la motivazione fosse davvero
politica si tratterebbe di un caso di incongruenza». Il caso risale alla fine
di marzo, quando, dopo la decisione del collegio dei docenti, i ragazzi
di terza A della media di Farra avevano scritto, insieme ai genitori, delle
lettere di protesta al dirigente provinciale Domenico Martino. La Preside,
Vanna Rossetti, ha così giustificato la delibera: «Come forma di protesta i
docenti hanno scelto il male minore per gli alunni, perché la didattica non è
stata intaccata in alcun modo». Ma l'altro ieri Martino ha fatto sapere di non
aver mandato giù la questione: «Negli occhi dei ragazzi ho letto la loro
delusione». Martino ha messo in dubbio la legittimità della delibera dei
docenti, e per questo ha inviato il verbale alla dirigente regionale Palumbo.
«Devo ancora leggerlo -anticipa - ma se la decisione di sospendere le gite
fosse motivata da una protesta, la delibera sarebbe illegittima e incongruente.
Ci sono delle motivazioni per cui il collegio dei docenti può sospendere le
gite, ma si tratta di aspetti tecnici. È il caso ad esempio di una classe che
negli anni precedenti ha tenuto un cattivo comportamento durante i viaggi
d'istruzione. La motivazione politica non si può invece accettare, perché le
proteste non si fanno quando si esercita una funzione pubblica. Tanto più che
il collegio dei docenti non è deputato a decidere sui viaggi d'istruzione, ma
solo sulle scelte didattiche. Mentre il collegio d'istituto si occupa della
gestione della scuola, comprese le gite». E.P. Critica Carmela Palumbo
( da "Corriere della Sera" del
26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Corriere della Sera sezione: Cronaca di
Milano data: 26/04/2009 - pag: 3 La sfilata Slogan, bandiere, musica e
gonfaloni. In corteo anche parenti e amici delle nuove Br: «Libertà per i
compagni» In piazza centri sociali, profughi e studenti Oltre 60 mila con
partigiani, ex deportati e partiti. «Manifestazione senza scritte sui muri» Il
telone di plastica che copriva i marmi di Palazzo Saporiti, in corso Venezia, a
fine pomeriggio penzola ancora bianco. Era una protezione preventiva. Non è
servito a niente. Perché di bombolette spray, tra i 60 mila del 25 Aprile
milanese, e in particolare tra i mille ragazzi dei centri sociali, non se n'è
vista una. Non un graffito. Non uno sbaffo di vernice, tipo quelli che di
solito bastano alla politica per bollare come «violente e incivili» tutte le
decine di migliaia di persone che partecipano a una manifestazione. «Le nostre
lotte le stiamo combattendo nelle strade da mesi», dicono i centri sociali. Le
stesse che hanno portato in corteo ieri. «Senza bisogno di provocazioni giovani
stranieri di seconda generazione; c'erano i collettivi dell'Onda, che per tutto
l'inverno hanno contestato la riforma della scuola del
ministro Gelmini. Vecchio e nuovo 25 Aprile si distinguevano nell'aspetto dei
tessuti. Davanti le bandiere e i gonfaloni lisi e scoloriti, col bianco del
tricolore ingiallito, che portavano i nomi delle città e delle sezioni Anpi del
Nord Italia. Tessuti che mostrano i segni del tempo come i volti delle persone
che li esponevano, come la faccia piena d'orgoglio del presidente
dell'Associazione partigiani, Tino Casali, che ieri ha compiuto 89 anni ed è
stato il primo a parlare dal palco in piazza del Duomo. E poi gli ex deportati
con il fazzoletto bianco e azzurro al collo, i cartelli neri con le scritte
Birkenau, Buchenwald, Auschwitz, Mauthausen, Sant'Anna di Stazzema. Sfilata
silenziosa che ha raccolto applausi lungo il percorso da corso Venezia, a
piazza San Babila, a piazza Fontana. L'impressione è che i due mondi
comunichino poco, anche fisicamente erano piuttosto lontani nel corteo, tanto
che quando i fischi sono piovuti sul discorso del presidente della Regione, i
centri sociali non erano ancora arrivati in Duomo. I giovani si sono richiamati
ai vecchi per rompere il clima di 25 Aprile bipartisan che tanto è stato
declamato quest'anno: alla domanda «festa di tutti?», i ragazzi del Cantiere
rispondono «no, non è la festa dell'Unità nazionale, la storia della Resistenza
è storia di chi si è ribellato. Non dei fascisti, non del potere. È una festa
partigiana». Il consigliere regionale Prc Luciano Muhlbauer ha accompagnato i
profughi ricordando che «arrivano da ex colonie italiane come Eritrea ed
Etiopia, che hanno conosciuto il giogo fascista e hanno lottato per
liberarsene. I nostri popoli sono affratellati». Da dietro avanzavano profili
neri di facce dipinte su cartelloni gialli, sopra lo striscione «Libertà per i
compagni ». Lo reggevano parenti e amici delle «nuove Br», il gruppo sotto
processo in tribunale. Nel resto del corteo si sono mescolati folclore e rivendicazioni,
sberleffi e lotte di principio. Nel campionario degli slogan e degli striscioni
spuntava un «Grazie Silvio di averci risparmiato la tua presenza»; sventolava
un «G8 all'Aquila, arrivano gli avvoltoi»; campeggiava un enorme «No alla
proposta di legge 1360: solo i negazionisti della storia possono pensare che ex
deportati e partigiani siano uguali ai Repubblichini»; un gruppo di mamme
accompagnava i propri figli nell'avanzata dei «Bambini piccoli e resistenti »;
una coppia distinta, sulla sessantina criticava il «sindaco assente che però
lascia aprire i negozi». Tra loro sorrideva Alba Parietti, giacca di pelle
rossa, un grosso fiore di stoffa con i colori della pace ad ornare la borsa:
«Sono qui per ricordare il sacrificio dei partigiani. Mio padre aveva
combattuto nelle Langhe. Nome di battaglia 'Naviga'». Gianni Santucci I
protagonisti Il presidente emerito, Oscar Luigi Scalfaro, parla dal palco di
piazza del Duomo. A sfilare in corteo anche Alba Parietti ( sopra)
( da "Stampa, La" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
INCHIESTA Il record A Pistoia il 50 per
cento di sostituzioni I costi Per coprire i buchi spesi quindici milioni in più
Docenti e bidelli trasferiti negli uffici pubblici Gli istituti costretti ad
assumere i supplenti Il prof in prestito affonda i conti della scuola
[FIRMA]FLAVIA AMABILE ROMA Che cosa accade in un ufficio scolastico regionale o
provinciale quando manca qualcuno? Si chiedono in prestito professori,
dirigenti e bidelli alle scuole. I prestiti durano un anno, due, tre anni. E
nelle scuole vanno i supplenti. Non si assume da tempo nella pubblica
amministrazione, non si vuole aggravare la già compromessa situazione delle
finanze pubbliche ma nella pratica si finisce per spendere anche di più. La
questione è all'esame della Corte dei Conti, la denuncia è dello scorso agosto,
a ottobre è stata affidata al giudice Pasquale Principato che deve verificare
se ci sia «danno all'erario visto che sottrarre personale dalle istituzioni
scolastiche comporta la necessità di predisporre da parte dei Dirigenti scolastici
le opportune sostituzioni», come è scritto nell'esposto arrivato alla Corte dei
Conti. Forse lo Stato potrà rispondere che, tutto sommato, si tratta di un
risparmio perché pagare un supplente in più costa di meno che pagare un
dipendente pubblico di ministero in più, ma chissà in quale voce contabile va
inserito allora l'impoverimento qualitativo delle scuole costrette a rinunciare
al personale di ruolo e andare avanti con i supplenti. La denuncia si riferisce
a un caso in particolare: un distacco di «75 unità di personale Ata» chiesto lo
scorso 22 luglio dall'Ufficio regionale dell'Emilia Romagna. A far riferimento
all'ufficio emiliano sono in totale circa 400 dipendenti: così, se oltre al
personale Ata consideriamo anche dirigenti scolastici e docenti già dati in
prestito, ci si rende conto che il tributo delle scuole emiliane ai loro uffici
regionali e provinciali è abbastanza alto. Nella richiesta dei 75 distacchi
però Luigi Catalano, il dirigente dell'ufficio dell'Emilia Romagna, si
giustificava spiegando che esistevano «gravi carenze di organico», che soltanto
nell'anno scolastico 2007/2008 erano andate in pensione altre 19 persone e
quindi «per scongiurare possibili situazioni di interruzione di pubblico
servizio» era costretto a chiedere un prestito alle scuole. E alle scuole
veniva inviata un'autorizzazione a sostituire bidelli, segretari e professori
distaccati con supplenti «fino al termine delle attività didattiche». Accade lo
stesso in tutt'Italia. I dati del ministero dell'Istruzione sono aggiornati
solo al 2006 e indicano che più o meno su dieci dipendenti degli uffici
regionali e provinciali 2 sono in prestito dalle scuole. «Dati che si aggravano
di anno in anno, perché il personale va in pensione e non viene sostituito se
non con chi lavora nelle scuole», spiega Mimma Ripani, coordinatrice nazionale
della Uil pubblica amministrazione al Miur e autrice della denuncia alla Corte
dei Conti. Sono soprattutto le regioni del centro Nord a approfittarne. In
Lombardia, Emilia, Toscana, Marche alcuni uffici arrivano anche ad aver
sottratto alle scuole metà del loro personale. Alcuni uffici fanno anche altro:
chiedono in prestito non solo docenti e bidelli di ruolo ma anche i supplenti,
come ha fatto lo scorso ottobre l'Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia.
Quanto costa questo scherzetto? Se i collaboratori amministrativi supplenti
guadagnano circa 12 mila euro l'anno e i professori un po' di più, ci si rende
conto che ogni anno si spendono almeno una quindicina di milioni di euro per le
supplenze in più richieste. Il ministro per la Funzione Pubblica Renato
Brunetta ha ricordato che il calo delle assenze nel mese di marzo ha portato «a
un risparmio nelle spese per le supplenze nella scuola di circa 250 milioni».
Il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini ha spiegato che «il problema esiste. Il ministero sta studiando
una razionalizzazione del sistema scolastico e farà in modo da rendere più
efficiente l'apparato». Nel frattempo le cifre parlano chiaro. Nel 2006 le
regioni dove i prestiti di professori, dirigenti e bidelli sono più diffusi
sono la Toscana (29,24%), il Friuli (29,04%), l'Emilia (28,70%), le
Marche (28,64%), la Lombardia (26,67%), il Veneto (26,20%), l'Umbria (26,08%).
Il record spetta all'ufficio di Pistoia con il 51,61% dei dipendenti prestati
dalle scuole. Questa è la situazione a giudicare dai dati ufficiali del
ministero; ma se si va a sentire i dirigenti degli uffici si scopre che a
Modena a due anni di distanza i prestiti sono arrivati a coprire la metà del
personale, e che ogni ufficio scolastico ha in dotazione un professore di
educazione fisica che viene distaccato per organizzare le gare e le attività
sportive. Mentre a scuola viene mandato un supplente.
( da "Giornale.it, Il" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
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( da "Messaggero Veneto, Il" del
26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Pagina 5 - Pordenone Petizione
anti-tagli, altre mille firme Allestito un gazebo nel parco di San Valentino
tra picnic e giochi SCUOLA Una trentina di maestre precarie le prime a
presentarsi alla sottoscrizione In programma un incontro con i candidati alla
presidenza della Provincia Buona la prima, ieri, per il comitato genitori di
Pordenone: la Fortajada ha aumentato di mille firme la petizione per la scuola.
«Nella prima ora di banchetto nel parco San Valentino abbiamo raccolto 300
firme anti-riforma». E' l'incasso dei genitori portavoce del comitato dei tre
circoli didattici cittadini Sonia D'Aniello e Francesco De Marzi. «Prime 30
firme di maestre precarie - è il report -. A fine giornata, un altro migliaio.
San Marco e il sole ci hanno dato la benedizione». Picnic, giochi e scuola in
mostra nel gazebo sotto gli alberi. Laboratorio di creatività per bambini delle
scuole primarie e dell'infanzia, genitori, docenti, fiabe lette ad alta voce e
petizione. «L'interesse è aumentato a razzo - ha aggiunto la D'Aniello -. Tanti
pordenonesi ci hanno chiesto se ci saranno tagli soltanto nelle prime classi.
No: meno tempo-scuola nel quinquennio. Un rientro pomeridiano cancellato a
settimana, da settembre, secondo le prime valutazioni. Spediremo
la petizione al ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini. Dovrà
ascoltarci, nel nome del diritto di lezione. Non ci fermiamo qui». Il futuro
del comitato in tre mosse. «Chiederemo un incontro con i candidati alle
elezioni provinciali Giorgio Zanin e Alessandro Ciriani - spiegano i progetti i
genitori che non si arrendono -. Andremo sino in Regione, a Trieste, per
difendere il diritto alle 30 ore di lezione nelle primarie. E la petizione va
avanti». Cancellati in organico di diritto 2009-2010 delle primarie provinciali
42 cattedre. Nella materna, rischiano la rottamazione due sezioni d'infanzia a
Roveredo in Piano e altre due potrebbero non essere autorizzate. «Ci servono i
dati certi sugli organici dei tre circoli cittadini - è il pressing del
comitato genitori -. A metà maggio torneremo in piazza: la visibilità è
fondamentale, perché la scuola è un bene di tutti». «Non possiamo avere uno
Stato che funziona - ha detto un papà che ha apposto la sua firma sulla
petizione nel parco - senza una scuola che funziona». I tagli agli organici
mettono in crisi la qualità. «Meno progetti - ha indicato De Marzi - e meno
integrazione, meno visite guidate e meno laboratori, da settembre. Per i nostri
figli non vogliamo perdere l'eccellenza formativa». Il comitato genitori
raccoglie adesioni e informa non-stop nel sito web www.scuoladitutti.blogspot.com
e via mail all'indirizzo genitori.pordenone@gmail.com. I genitori promoter
della campagna "no tagli" sono Cristina (cellulare 338-4609392),
Sonia (339-7614456) e Sandro (335-7498057). Chiara Benotti
( da "Messaggero Veneto, Il" del
26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Fiume Veneto. Interrogazione consiliare
sull'elementare di Cimpello «La prima classe va difesa» FIUME VENETO. I
problemi riguardanti la difficoltà a formare la prima classe elementare nel
plesso scolastico di Cimpello, tenendo conto delle nuove disposizioni
introdotte dal decreto Gelmini con la riforma della scuola primaria, sono al centro di
un'interrogazione presentata dai consiglieri comunali Egidio Bortolus, Lorenzo
Cella, Ivo Antonio Crestan, Dino Mascarin, Ettore Gasparet, Sergio Stefanuto
appartenenti al gruppo "Uniti per Fiume Veneto" «Abbiamo appreso le
difficoltà a formare la classe prima elementare nel plesso di Cimpello a causa
della carenza di alunni iscritti», si legge nel documento firmato dai
consiglieri fiumani, i quali fanno riferimento anche alla petizione
sottoscritta da numerosi cittadini di Fiume Veneto, i quali chiedono
l'intervento delle autorità preposte per mantenere tale servizio. «Occorre
tener conto di un fatto - sottolineano gli estensori dell'interrogazione - Dal
prossimo anno scolastico tutti i plessi scolastici del comune attueranno un
modello didattico che si svilupperà su cinque giorni settimanali di lezione e
che il plesso di Fiume Veneto sarà dotato di palestra e mensa autonome». Eventi
questi che, sempre secondo i consiglieri, oltre alla situazione anagrafica
della frazione di Cimpello, si rivelano quale causa primaria della circostanza
che si è venuta a creare. «Chiediamo - è l'oggetto dell'interrogazione - quali
siano stati gli interventi che la giunta comunale ha effettuato o sta
effettuando per cercare di scongiurare l'eliminazione della prima classe nel
plesso scolastico di Cimpello». Chiara Lombardo
( da "Repubblica.it" del 26-04-2009)
Argomenti: Scuola
ALLA fine l'immagine che rimane lì a
galleggiare è quella di una maschera dal sorriso ironico, se non beffardo. Si
percepisce il sospetto di non avere capito fino in fondo, nel gioco della
verità e della dissimulazione, la donna che hai avuto di fronte per un paio
d'ore. Non hai perso, ma neppure hai vinto. Ilaria D'Amico lo dice subito:
"Non mi va di passare attraverso uno scanner, di sottopormi a un'autopsia
da viva. Se andassi in giro senza pelle sarei una pazza, mi mancherei di
rispetto. Non accetto di essere giudicata da chi non mi conosce, sono stata più
volte ferita da chi usa la critica come se fosse un paio di stivali. Li
indossi, grazie ai tacchi diventi tre centimetri più alto, e pensi di poterti
permettere di tutto". È mattino presto, al bar di via della Pace gli
avventori sono pochi, e tutti lenti nei gesti come se stessero ancora
risvegliandosi. Una ragazza e un uomo di colore inseguono tra i tavolini un
chihuahua che trema di freddo e di paura e che naturalmente non può che
chiamarsi Golia. Anche il cane ha la sua maschera nell'illusione di sentirsi
più forte. Sono tempi così. Ilaria D'Amico è arrivata da via dei Coronari, dove
abita. Pantalone e giacca neri, camicia bianca. Ha mani sottili, con le dita
lunghe che sfiorano appena tutto ciò che toccano. Mi spiega di essere cresciuta
in una famiglia interamente al femminile. "Mia madre, le sue quattro
sorelle, la nonna catto-comunista, mia sorella più grande di dieci anni. Alle
elementari dalle suore: grembiule, fiocco, i capelli raccolti in due codini".
Mai un sette in condotta, quella bambina sarebbe stata
l'orgoglio della ministra Gelmini. OAS_RICH('Middle'); Le
piccole "rivoluzioni" arrivano a nove anni, in cortile con i maschi
per i mondiali di calcio dell'82
in Spagna, il prologo della giornalista sportiva,
l'icona di Sky. Alle medie senza cartella, i libri molto gualciti e portati in
mano. E, a quindici anni e mezzo, la prima volta, confessa, in cui ha
fatto l'amore. Insiste: "Se indosso una maschera non lo faccio per
cinismo. Considero un dono incontrare qualcuno che riesce un po' per volta a
farmi scoprire, a conquistare la mia fiducia, a farmi raccontare ciò che non è
facile dire. Altrimenti mi esercito con parole inesistenti. Mi proteggo".
Le domando da che cosa ha dovuto soprattutto difendersi. "Dai dolori, per
esempio. Ringrazio il cielo di averne avuti, ci devi passare attraverso. È
inevitabile affrontare le curve dell'esistenza. Ho perso mio padre lo scorso
anno, ho avuto altre perdite importanti delle quali non mi va di parlare. All'inizio
fuggo dalla realtà, comincio a dialogare diversamente con le persone che non ci
sono più, faccio come se fossero soltanto partite per un lungo viaggio. Mi
immagino di ricevere le loro telefonate di giorno e di notte, piano piano
ritrovo in questo modo la dimensione reale. Accetto la sofferenza. Credo in
Dio, mi aiuta, mi sorregge. Il mio è anche un modo opportunistico di credere.
Ho bisogno della fede soprattutto nei momenti difficili. Conosco le preghiere.
Il Padre nostro, l'Ave Maria. Da piccola cantavo nel coro della chiesa fino a
quando mi hanno allontanata per colpa della mia voce da papera o da sirena di
fabbrica. Mi piace andare nelle chiese vuote. Da sola. Inginocchiarmi a un
banco. Penso, guardo la croce sull'altare. A volte piango. Sono una che si
commuove facilmente. Piango anche al cinema, a volte piango anche di fronte
alle pubblicità romantiche". È tra le donne più desiderate dagli italiani.
Il figlio di Moggi tentò di conquistarla con un aereo e un viaggio a Parigi. Ci
provano calciatori e allenatori. La lista è lunga. Lei non fa nomi, dice
soltanto che farebbe prima a dire chi non ci ha tentato. Girano leggende di
amore saffico legate all'amicizia con l'attrice Monica Bellucci. Ride, non ha
nessuna voglia di tornare su un argomento smentito tante volte. "Mi sento
molto donna, se c'è qualcosa di maschile in me questo non va oltre il quindici,
venti per cento. La caparbietà, la grinta, la determinazione sono doti
femminili. Sono felice quando mi vengono riconosciute. Ma credo anche di essere
diplomatica e bene educata. Non sono un animale solitario e penso di saper
lavorare in gruppo. Diciamo che sono un capo tollerante. Detesto i furbi e i
falsi intellettuali. Sono una capra in molte cose, non mi vergogno della mia
ignoranza. Cerco di imparare, questo sì". È bella, dietro il suo scudo e
le parole non dette. C'è un'ombra di paura nella sua pallida freddezza. Anche
la paura di chi vuole piacere. La sua vanità. "È vero, spesso mi sento
inadeguata. Eppure mi accetto. So quali sono i miei difetti. Ho un seno
ingombrante. Lo mostro quando serve, lo copro quando non serve. Ho le gambe
troppo magre rispetto ai fianchi. Ho il naso imperfetto. Ho i denti da
roditore. Non ho il timore d'invecchiare, ma forse questo è il coraggio che si
ha a trentacinque anni, più avanti chissà. Mi vedrò cambiata, dovrò abituarmi
alle unghiate del tempo. Lavorare in tv accelera la vita, hai la sensazione di
vivere un passaggio molto veloce, quasi repentino. Da un giorno all'altro la
porta ti può venire sbattuta in faccia. Ci penso da quando ho cominciato. Mi
immagino di spegnerla, la tv, di mettermi a fare altro, di scrivere magari.
Oppure mi vedo in campagna con figli, nipoti e cani". Sarebbe un ritorno
alle radici, alle origini viterbesi di Vignanello. Intanto con l'accortezza e
la lungimiranza solida dei contadini ha comprato una casa a Nizza, negozietti a
Milano e Roma. Non esiste solo il cuore. Anche se è là che si cerca di andare.
"Sono una bulimica dell'amicizia, verso la quale ho un approccio
entusiastico, opposto a quello che adopero nei confronti dell'amore, una terra
nella quale entro con atteggiamento molto guardingo. Per me l'amore è un
abbraccio che dura tutta la giornata. È solidarietà, tepore, equilibrio.
Trovare l'amore è difficilissimo, ancora di più è preservarlo. Non sopporto
l'ipocrisia delle coppie che continuano a stare assieme nonostante la fine del
sentimento e della passione. Perdono le piccole bugie. Le bugie bianche, come
le chiamo io. Credo che la sincerità assoluta tra un uomo e una donna non faccia
neppure bene al rapporto. In quanto donna sono per natura bugiarda. Non sono
traditrice, me ne manca la vocazione. E sono pigra. Una volta ho vissuto per un
po' di tempo due rapporti paralleli, erano entrambi agli inizi. È stata una
fatica incredibile. Avevo bisogno di capire, poi ho scelto chi amavo. A mia
volta sono stata tradita, l'ho scoperto. Avrei preferito non saperlo. Ho
sofferto moltissimo. A un certo punto ho gettato tutto in una grande pentola,
l'ho fatto bollire a lungo, è passato. A trentacinque anni vorrei un figlio,
sono in perfetta media italiana. Ci sto pensando seriamente. Sono sicura che
saprò essere una buona madre, confusamente dedita". Nella recente guerra
tra Murdoch e Mediaset, Ilaria D'Amico è stata raccontata anche dai giornali
stranieri come l'unica femmina televisiva che ha messo in crisi Berlusconi.
Sembrava pronta a diventare il nuovo leader del Pd. "In verità vivo la
politica da cittadina smarrita e delusa. Mi ritengo una donna di sinistra
perché penso, prima di tutto, che vada combattuto l'eccesso di ingiustizia
sociale. Non so che cosa sia il comunismo, una parola che non si dovrebbe più
usare. Ho apprezzato Cofferati, Bertinotti, Veltroni. Ritengo Berlusconi un
imprenditore che continua a fare quel mestiere anche da capo del governo. Come
imprenditore-politico non ha avversari. Nel centrodestra mi ha colpito
favorevolmente l'evoluzione politica, la metamorfosi, di Gianfranco Fini. Mi
trovo d'accordo con lui quando difende la legalità e le libertà individuali.
Non vorrei sbagliarmi, ma mi sembra che l'ex leader dell'Msi sia diventato un
uomo di Stato". Tre giorni della settimana a Roma, quattro a Milano.
Sempre dentro la scatola di una televisione. Chissà che cosa rimane al di là
dello schermo. "La tv mi ha fatta chiudere ancora di più in me stessa. Ho
bisogno di aria, di stare poco in casa, di cenare all'aperto anche d'inverno.
Vorrei avere più tempo per leggere. La trasmissione Exit su La7 mi impone di
prepararmi soltanto su libri tecnici e di saggistica. Gli ultimi romanzi che
sono riuscita a leggere sono stati La solitudine dei numeri primi di Paolo
Giordano, Trilogia della città di K. di Agota Kristof e Il maestro e Margherita
di Bulgakov. Vorrei scoprire il teatro, un'arte che mi affascina e della quale
non so nulla. Mi perseguita l'ossessione del rimpianto, di tutto ciò che non
riesco ad afferrare. Sono una malinconica terribile. Penso addirittura di avere
bisogno della malinconia. C'è sempre un momento della giornata in cui mi viene
un nodo in gola. E sto bene lì, raggomitolata in me stessa". Protetta dal
ferro dell'armatura, come un cavaliere medievale. "Sì. Se avessi potuto
nascere in un'altra epoca, mi sarebbe piaciuto essere Giovanna d'Arco".
Fino in fondo, fino al rogo? "Fino alla fine. Almeno avrei vissuto il
colpo di scena". (26 aprile 2009
( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del
26-04-2009)
Argomenti: Scuola
FOCUS Domenica 26 Aprile 2009, Trentatre
milioni di euro: a tanto ammonta il credito delle scuole della regione nei
confronti dello Stato, come evidenzia il deputato Alessandro Maran (Pd) che
sulla questione ha presentato un'interrogazione al ministro
dell'Istruzione Mariastella Gelmini, sottoscritta anche dai
colleghi Strizzolo, Rosato (Pd) e Monai (Idv). La situazione del Friuli Venezia
Giulia - sostengono i deputati - è arrivata ad un "livello di guardia in
conseguenza di una politica di tagli delle risorse che ha determinato l'enorme
mole di crediti pregressi". Nel corso di questi anni, si evidenzia
nell'interrogazione, la Direzione scolastica regionale ha in più occasioni
segnalato al Miur le difficoltà economiche e già alla fine del 2006
quantificava la differenza tra lo stanziamento effettuato e il fabbisogno in
oltre 11 milioni di euro. Per anni, di fatto, gli istituti hanno inserito nei
loro bilanci le quote loro dovute come residui attivi - proseguono i firmatari
- e hanno cercato di far fronte agli impegni con altri capitoli di bilancio,
finendo per cumulare una quota di residui sproporzionata (180.014,15 euro il
Liceo classico di Pordenone; 80.870,94 euro l'Istituto comprensivo di Casarsa e
così via). Ora le scuole, che non possono continuare in questo modo visto che
non hanno più nulla in cassa, "non sono più in grado di pagare gli
stipendi degli insegnanti supplenti - sottolineano - e, siccome ci sono
centinaia di insegnanti ancora senza paga, sta crescendo il contenzioso tra i
lavoratori e le scuole che non hanno ancora erogato gli stipendi". Da qui
la richiesta di sapere "quali iniziative intende assumere il ministro per
far fronte ad una situazione che, come hanno segnalato sindacati e dirigenti
scolastici, rischia di condurre il sistema scolastico regionale al
collasso". A.L.
( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del
26-04-2009)
Argomenti: Scuola
«Caserma dei carabinieri al posto delle
elementari» Domenica 26 Aprile 2009, Godega di Sant'Urbano Mentre si accende la
discussione sui tagli e i ridimensionamenti nel mondo della scuola, c'è anche
chi invita a chiudere una delle elementari del paese. È il caso della sezione
locale dell'Udc che lancia una proposta in linea con le
direttive del Ministro Gelmini. Eliminare una delle tre elementari per farne una caserma dei
Carabinieri così da avere meno spese e risolvere due problemi in un colpo solo.
"Anche quest'anno sono stati fatti i "salti mortali" per
raggiungere i numeri e riuscire ad avere una classe per ciascuna sezione -
spiega l'Udc - arrivando a poco più di 30 alunni in tutto il Comune. Il
progetto per la caserma prevede una spesa di 2 milioni di euro, pari al costo
della nuova palestra di via Liberazione, coperti solo parzialmente da un
contributo della Regione Veneto di 500mila euro". La realizzazione di una
caserma dei Carabinieri rientrava già nei progetti del Piano urbanistico
integrato per il centro di Godega, presentato dalla precedente amministrazione
Santambrogio, congelato e rivisto da quella attuale. Il segretario Udc di
Godega, Claudio Giacometti spiega: "Proponiamo di adibire una delle scuole
elementari del Comune a caserma e suddividere gli alunni nei restanti due
plessi. Siamo consapevoli che saranno necessarie valutazioni, mediazioni,
investimenti e risorse, ma nel contempo siamo convinti che sia una decisione
importante, che rende da un lato realizzabile la caserma e dall'altro segna la
partenza di un processo di cambiamento della scuola nel Comune nel modo più
graduale e sostenibile possibile senza impoverire una delle tre frazioni e con
impegni finanziari compatibili con le risorse del Comune". Erica Bet
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
26-04-2009)
Argomenti: Scuola
Ogliastra Pagina 6042 Ussassai. Il
sindaco scrive alla Gelmini. «Cancellato il diritto
alla speranza» Requiem del Ministro per la scuola dell'infanzia Ussassai.. Il
sindaco scrive alla Gelmini. «Cancellato il diritto
alla speranza» --> In un grande comune la chiusura di un asilo significa
fare qualche chilometro in più. Ad Ussassai vuol dire uccidere la speranza,
mettere una pietra sopra la dignitosa resistenza allo spopolamento. Le brutte
notizie non arrivano mai sole. Infatti nei disegni del ministero, denunciati in
un accorata lettera del sindaco Giannino Deplano al ministro Gelmini,
insieme alla chiusura della scuola dell'Infanzia è compresa anche la fusione
della cinque classi della scuola primaria in un'unica pluriclasse. «La
pluriclasse - osserva il sindaco - decreterebbe la morte della didattica: altro
che lavoro individualizzato, a garanzia della diversità. Costringere in un
unica classe alunni di età così diversa significa programmare un vero e proprio
disastro socioculturale». Il sindaco, con una punta di rammarico, dice di
essere venuto a conoscenza in via del tutto informale del «verdetto che decreta
la morte dell'istituzione scolastica» ad Ussassai. La sua lettera è stata
spedita al ministro in primis e a seguire agli altri rappresentanti
istituzionali. Il tono funereo è ampiamente giustificato da quelli che
sarebbero gli effetti del provvedimento: «l'ennesimo soppruso che viene a
consumarsi su una comunità inerme ed ormai irrimediabilmente condannata
all'estinzione». Deplano chiede che le conseguenze infauste del decreto restino
sulla carta e osserva come «ancora una volta, al di la della vuota e ipocrita
enfasi che trabocca dai convegni sulla solidarietà e l'attenzione per gli
ultimi, la cura riservata i piccoli Comuni si concretizza non nella fiscalità
di vantaggio o negli incentivi alla produzione, ma in un sistema di
emarginazione in cui viene negato il diritto alla sopravvivenza». Alcuni giorni
fa il vicesindaco di Lanusei Giomaria Demuro in Consiglio comunale parlava del
vivere nei paesi dell'interno come di un servizio reso alla comunità e
auspicava che questo servizio venisse retribuito mantenendo i servizi
essenziali. Parlava di Lanusei, ma anche di Ussassai.
( da "Alto Adige" del 27-04-2009)
Argomenti: Scuola
Tocca ai Violoncellisti del Conservatorio
è l'appuntamento conclusivo della Settimana della Cultura QUESTA SERA BOLZANO.
Questa sera, alle ore 20.30, si chiude la serie di concerti organizzata dal
Conservatorio nella sua suggestiva Sala degli Specchi in occasione della
"Settimana della Cultura" coordinata dal Ministero per i Beni e le
Attività Culturali (Mibac). Sarà la volta dei «Violoncellisti del
Conservatorio», un ensemble creato dai violoncellisti Nicola Baroni (nella foto
a sinistra) e Lucio Labella Danzi (nella foto a destra) assieme ai loro
studenti (da sinistra a destra) Christian Bertoncello, Alex Jellici, Erwin
Moroder, Carlo Vettori Simone, Gelmini e Johannes
HÖhn, che proporranno il seguente programma: B. Kelly: 3 pezzi spagnoli per 4
violoncelli; W. A. Mozart: Divertimento per 4 violoncelli; G. Verdi: Sinfonia
de "I Masnadieri" per 7 violoncelli; G. Rossini: Quintetto dei
violoncelli (Ouverture del "Guglielmo Tell"); G. Gershwin:
Fragment per 4 violoncelli; H. Villa-Lobos: "Bachiana brasileira" n.
5 per 8 violoncelli e soprano. Per il pezzo di Villa-Lobos saranno accompagnati
dal soprano Blerta Zhegu, allieva del Biennio di 2° livello di Canto, sempre
presso il Conservatorio. Domani, sempre alle ore 20.30, il palco della Sala
Michelangeli, ospiterà invece, in occasione di una Masterclass che terrà questi
giorni presso il Conservatorio, una delle star della musica da camera con
pianoforte: il Maestro Pier Narciso Masi (pianoforte), che si esibirà in
quartetto con Elio Orio (violino), Manuela Matis (viola e docente di Musica da
Camera al "Monteverdi") e Laura Manca (violoncello), eseguendo due
dei capolavori cameristici di Johannes Brahms e Felix Mendelssohn, ovvero i
loro quartetti per pianoforte, violino, viola e cello.
( da "Gazzetta di Reggio" del 27-04-2009)
Argomenti: Scuola
Scuola e imprese, manca la meritocrazia I
prof Cecconi e Abravanel invitati da Rotary e Soroptimist La scuola e
l'istruzione in Italia non godono proprio di buona salute, con il nostro
sistema scolastico che aumenta le differenze tra nord e sud e tra ricchi e
poveri, poiché resta fondamentale il ceto e la famiglia di provenienza per
studiare e poter salire sull'ascensore sociale. I dati forniti dal professor
Luciano Cecconi, docente alla facoltà di Scienze della Formazione della nostra
università e le valutazioni dell'economista Roger Abravanel, «non fanno che
confermare - sostengono i due relatori - un dato di fatto». L'analisi,
impietosa, è emersa nel corso del convegno che il Rotary e il Soroptimist di
Reggio, hanno tenuto all'hotel Astoria e concluso da Attilio Oliva, presidente
dell'associazione Treelle. I dati forniti da Luciano Cecconi sono serviti per
inquadrare la situazione italiana nel confronto con il resto dell'Europa. Il
nostro Paese ha una spesa per studente leggermente superiore alla media Ocse
(perché la spesa per l'integrazione dei disabili non ricade sull'assistenza),
mentre la spesa in rapporto al prodotto interno lordo e quella per
l'istruzione, rispetto al totale della spesa pubblica, è molto inferiore alla
media Ocse. «La riforma Gelmini - ha poi
sostenuto Cecconi - non fa altro che agire sulla riduzione della spesa,
aumentando ulteriormente il divario rispetto ai dati Ocse ed all'Unione
europea». La situazione ha sintetizzato il professore, è quella che nord e sud
non partono sulla stessa linea, la scuola non aiuta la mobilità sociale ed
amplia le differenze. Nella sostanza, i più ricchi vanno al liceo, i
figli degli operai agli istituti tecnici ed i figli degli immigrati agli
istituti professionali. A spiegarne le ragioni, è stato Roger Abravanel,
sottolineando che la scuola italiana non conosce la meritocrazia. Un tema che
invece il relatore conosce molto bene ed al quale ha dedicato anche un libro
nel quale avanza quattro proposte per scuola, economia e una società in cui sia
il merito a prevalere. Per questo ha proposto un sistema di valutazione per la
giustizia civile, (citando il Tribunale di Torino dove i tempi si sono
dimezzati rispetto alla media) per la scuola (le migliori sono in Finlandia),
per l'economia (un'authority che liberalizzi il commercio e tuteli i
consumatori e non le imprese) e inserire almeno due donne in ogni cda delle
società quotate in borsa (più sensibili e tenaci degli uomini) e perché le
aziende guidate da donne, vanno meglio e guadagnano di più. Da ultimo, ha sostenuto
ancora Abravanel, nemmeno l'economia premia la meritocrazia, che significa che
la concorrenza in Italia non esiste. Tra dieci anni, ha concluso, avremo
un'economia in cui coesisteranno globalizzazione e produzioni locali, dove
l'export sarà più difficile e si dovrà delocalizzare nei Paesi in cui si vuole
esportare. Questo richiederà alle aziende italiane un salto di qualità, di
dimensione e con gli attuali proprietari dovranno imparare a fare gli azionisti
ed a usare bravi manager che, adesso, invece si esportano nel mondo. Roberto
Fontanili
( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del
27-04-2009)
Argomenti: Scuola
ROVIGO PRIMO PIANO pag. 2 di OSVALDO
PASELLO MENTRE nella scuola i tagli colpiscono innanzitutto i suppl... di
OSVALDO PASELLO MENTRE nella scuola i tagli colpiscono innanzitutto i supplenti
(ma non solo) arriva per loro la possibilità di ripresentarsi nelle graduatorie
permanenti. Interessati in Polesine oltre un migliaio di docenti, distribuiti
tra tutti gli ordini di scuola e il sostegno. Un migliaio di docenti per i
quali, mentre si allontanano le chance di ingresso in ruolo, diventano pure
remote le possibilità di ritrovarsi, al prossimo settembre, con un contratto a
tempo determinato. Da qui la proposta, ancora sul piano del confronto e del
dibattito, di allargare tout court all'istruzione gli ammortizzatori sociali,
ma intanto centinaia e centinaia di supplenti sono chiamati ad aggiornare la
loro posizione nelle graduatorie provinciali per le supplenze. C'è tempo fino
all'11 maggio per presentare o inviare la domanda, anche da parte di chi (ormai
siamo ai casi finali) si è diplomato alla Siss nell'ultimo biennio. Le Siss
(Scuole di specializzazione per gli insegnamenti secondari) sono state,
infatti, abolite dalla riforma-Gelmini e stanno terminando proprio in questi giorni il ciclo,
conclusivo, di abilitazione. Per la Siss di Venezia il IX ciclo. Dunque, chi è
abilitato è abilitato, ma tutti ancora dentro le graduatorie. Ed è il giro
finale! Poi ancora non è ben chiaro quanto potrà accadere, agli inseriti in
Graduatoria o a quanti volessero inserirsi ex-novo. Il disegno di Legge
Aprea, in discussione in Parlamento, potrebbe aprire ad una «rivoluzione
copernicana» nel reclutamento dei docenti, introducendo cioè la chiamata
diretta del dirigente, a prescindere dalla posizione di punteggio, come si è
sempre fatto dai tempi della Riforma Gentile (era il1923) in qua. Per quanto
riguarda le procedure che andranno a concludersi entro l'11 maggio, i vecchi
iscritti in Graduatoria dovranno confermare la provincia (per l'eventuale
ruolo) che già avevano chiesto e aggiornare i titoli di punteggio. I nuovi
«abilitati» presenteranno tutti i loro titoli, scegliendo la loro provincia per
l'eventuale ingresso in ruolo, partendo ovviamente dalla terza fascia. I
precari che si spostano da una provincia all'altra finiranno in coda, ma il Ministero
ha dato la possibilità di indicare fino a tre province; dunque potrebbe
capitare che lo stesso docente attenda una chiamata di incarico a tempo
determinato anche da tre diverse realtà territoriali, con il rischio di creare
una grande confusione per le scuole in attesa di un docente e di una risposta.
Come non bastasse, il Consiglio di Stato aveva scoraggiato il Governo a
prevedere, per gli spostamenti da una provincia all'altra, l'inserimento in
coda. Ma il Governo ha proceduto per la sua strada, proprio per la ragione di
scoraggiare la corsa agli spostamenti massicci dove si ipotizza vi siano più
posti. E così ora si rischia una serie infinita di ricorsi, ennesima prova del
fuoco in vista dell'avvio del prossimo anno scolastico.
( da "Nazione, La (Umbria)" del
27-04-2009)
Argomenti: Scuola
CRONACA UMBRIA pag. 3 Oltre mille bambini
in più e maestri contingentati Il sindacato protesta: «Non siamo badanti»
SCUOLA DELL'INFANZIA PERUGIA NELLA PROVINCIA per il prossimo anno scolastico
sono iscritti 14.650 bambini alle scuole d'infanzia, con un aumento di 1.138
unità. Ma i posti in organico assegnati ai maestri sono gli stessi stabiliti
per l'anno in corso, cioè 1.131. Giuliana Renelli, sindacalista della Flc Cgil
Umbria, evidenzia i dati statistici come premessa al grido d'allarme. «Chi
pensava che la scuola dell'infanzia si fosse salvata dagli
attacchi dei ministri Gelmini e Tremonti sostiene Renelli si sbagliava di grosso. I numeri si
commentano da soli. Il decreto interministeriale sugli organici è già
pesantemente intervenuto innalzando a 28 unità il numero massimo di alunni per
sezione, ma nonostante ciò nella provincia restano in lista di attesa 435
bambini, tutti rigorosamente nel pieno diritto di accedere alla scuola,
visto che compiono i tre anni di età entro il 31 dicembre prossimo, quindi non
ci sono tra loro i cosiddetti anticipatari'». Il sindacato rileva che ci sono
località della provincia con una lista di attesa corrispondente anche a due
sezioni in più: è il caso del comune di Umbertide, con 43 bambini «in fila», o
di quello di Corciano con 40, Deruta con 30, Ponte San Giovanni con 28, Trevi
con 24, Spoleto con 18. Secondo Renelli, non è possibile garantire il
funzionamento delle sezioni già attivate in organico di fatto e quindi
funzionanti, per cui ci saranno famiglie il cui figlio al momento frequenta una
sezione che potrebbe non ripartire. TRA L'ALTRO è stato raschiato il barile,
chiedendo alle direzioni didattiche di verificare la effettiva frequenza in
orario pomeridiano dei bambini iscritti, così da poterli raggruppare e recuperare
un posto (per esempio, in due sezioni si assegnerebbero due docenti il mattino
e uno di pomeriggio). La Cgil è contraria a questa operazione: «E' irrispettosa
della didattica, si disconosce completamente il ruolo formativo della scuola
dell'infanzia e le si attribuisce una funzione residuale di badantato». Image:
20090427/foto/8872.jpg
( da "Messaggero, Il (Rieti)" del
27-04-2009)
Argomenti: Scuola
Lunedì 27 Aprile 2009 Chiudi «Il Pdl
reatino grida alla vittoria contro se stesso». Lo afferma il consigliere
comunale di Sinistra e libertà, Robedrto Lorenzetti, facendo riferimento alle
ultime esternazioni dell'assessore comunale, Lidia Nobili. «Come altro
giudicare - argomenta Lorenzetti - i manifesti affissi in
questi giorni e i comunicati riguardo al salvataggio di alcune classi
scolastiche dalla legge Gelmini. Il Pdl reatino grida alla vittoria. Contro chi? Contro se
stesso, e da di fatto ragione a noi della sinistra che dall'inizio avevamo
denunciato le conseguenze che la legge avrebbe avuto nel territorio. Il reatino
rischia un arretramento pauroso sul fronte dell'istruzione. Chiuderanno
scuole nei piccoli centri di montagna del Cicolano e della valle del Velino, e
chi vorrà garantire istruzione ai propri figli dovrà sobbaccarsi l'onere di
decine di chilometri di percorrenza quotidiana. Torneremo agli anni '50 e '60
con poche scuole in un territorio grande come il nostro e con centinaia di
piccoli centri che la Gelmini priverà della presenza
di una istituzione fondamentale come la scuola. E' vergognoso che il Pdl
reatino possa avere tanta impudenza da utilizzare un argomento come questo, del
quale dovrebbe al contrario vergognarsi».
( da "marketpress.info" del 27-04-2009)
Argomenti: Scuola
Lunedì 27 Aprile 2009 SCUOLA, LA REGIONE
TOSCANA RIFIUTA RESPONSABILITÀ SUI TAGLI RISPETTARE LA VOLONTÀ DELLE FAMIGLIE
PER INFANZIA E TEMPO PIENO Firenze, 27 aprile 2009 - Sulla scuola la Regione
rifiuta con decisione ogni responsabilità in merito a scelte che non ha mai
condiviso. E chiede di rispettare la volontà delle famiglie che chiedono per i
loro figli un posto nella scuola dell´infanzia o di usufruire del tempo pieno
nella scuola primaria. E´ questa la posizione che la Regione ha comunicato alla
Direzione scolastica regionale in questi giorni impegnata nella
riorganizzazione prevista dal ministro Gelmini. Lo ha
ricordato il 23 aprile l´assessore all´istruzione, formazione e lavoro
intervenendo su questi temi alla conferenza di fine legislatura a San Giuliano
Terme. Non si può chiedere alla Regione, sostiene l´assesore, di assumersi la
responsabilità di scelte operate a livello nazionale che non sono state
concordate e non sono condivise da istituzioni e mondo della scuola.
L´assessore ha confermato la contrarietà della Regio ne rispetto ai consistenti
tagli previsti per insegnanti, personale tecnico e amministrativo della scuola
operati dal governo, tagli che incidono pesantemente sull´organizzazione
scolastica, sulla qualità della didattica e sulla vita delle famiglie. Di
questi tagli e delle possibili ricadute negative la Regione non può e non vuole
avere alcuna condivisione di responsabilità. E´ questo il senso della posizione
che la Regione ha manifestato alla Direzione scolastica regionale toscana,
sulle due questioni del tempo pieno nella scuola primaria e della scuola
dell´infanzia. Nel caso della scuola per l´infanzia, in particolare, la Regione
richiama la necessità di non penalizzare il settore, ma anzi di rafforzarlo,
superando le liste di attesa. Per quanto riguarda gli altri ordini di
istruzione, la Regione aspetta di conoscere il quadro complessivo delle
risposte elaborate dalla direzione scolastica. . <<BACK
( da "Corriere della Sera" del
27-04-2009)
Argomenti: Scuola
Corriere della Sera sezione: Cronaca di
Milano data: 27/04/2009 - pag: 4 Sanità Il preside di Chirurgia della Statale:
«Un'emergenza troppo trascurata». Mobilitazioni anche al San Raffaele e Bicocca
Università, meno fondi per i nuovi medici Ferrario: cure a rischio, Milano
penalizzata Appello al governo: «Servono 6 milioni e mezzo». Il confronto con
le altre regioni Pochi medici, meno cure per i cittadini. È da questo
ragionamento che parte la protesta del preside di Medicina e Chirurgia della
Statale, Virgilio Ferrario, che chiama in causa direttamente il ministero
dell'Istruzione e quello della Sanità. Il responsabile di una delle più
importanti facoltà scientifiche d'Italia è preoccupato per il numero ridotto di
borse di studio post laurea concesse dal ministero dell'Istruzione,
dell'Università e della Ricerca (Miur) a Milano (e al resto della Lombardia):
«I contratti di formazione specialistica sono troppo pochi dice Ferrario . In
un momento di scarse disponibilità finanziarie, il problema non può più essere
trascurato». Alla Lombardia nel 2008/2009 sono state assegnate 750 borse di
studio, cioè 60-80 in
meno rispetto al fabbisogno stimato da Ferrario. Ognuna ha un valore di 1.800
euro netti al mese, per cinque anni: in gioco ci sono, dunque, almeno 6 milioni
e mezzo di euro. «È necessario un cambiamento di rotta», sottolinea il preside di Milano in una lettera inviata nei giorni scorsi al
ministro Maria Stella Gelmini e al sottosegretario Ferruccio Fazio. Una questione sollevata
anche a nome dei suoi cinque colleghi lombardi Lorenzo Alessio (Brescia),
Alberto Calligaro (Pavia), Paolo Cherubino (Università dell'Insubria), Antonio
Scala (Vita-Salute San Raffaele) e Andrea Stella (Università di
Milano-Bicocca), tutti in fermento per «un'ingiustificata anomalia che
si trascina da anni e adesso dev'essere risolta al più presto ». La Milano dai
691 mila ricoveri all'anno, con il 13% dei pazienti che arriva da fuori
regione, viene considerata penalizzata, insomma, rispetto a Roma. Per
supportare la sua convinzione, Ferrario mostra delle tabelle da cui risulta che
in Lombardia c'è un medico specializzando ogni 13 mila abitanti, mentre in
Lazio uno ogni 7.000. Calcoli complicati. «Oggi nei suoi conteggi il Miur
attribuisce alla Lombardia 172 borse di studio che in realtà appartengono al
Lazio», denuncia Ferrario, a capo del Coordinamento dei presidi della facoltà
mediche della Lombardia. Si tratta delle 172 borse di studio dell'Università
Cattolica, con sede amministrativa a Milano, ma che ha come ospedale di
riferimento il Gemelli di Roma. «I contratti lombardi formalmente sono 872 (750
più 172, ndr) per 9 milioni e 700 mila abitanti viene sottolineato nella
lettera inviata alla Gelmini e a Fazio . In realtà
sono solo 750. Per 5 milioni e 600 mila cittadini quelle del Lazio sono,
invece, 620 a
cui bisogna aggiungerne altre 172». Di qui la richiesta: «Il problema
dev'essere risolto per far fronte al bisogno di nuovi medici specialisti
insiste Ferrario . È ora di mettere fine a ingiustificate sperequazioni che a
lungo andare rischiano di ripercuotersi sulla salute dei cittadini lombardi. Il
sottosegretario Ferruccio Fazio ci ha promesso la creazione di un tavolo
tecnico: un'occasione importante per programmare il fabbisogno di borse di
studio dei prossimi anni». Simona Ravizza sravizza@corriere.it 691mila I
ricoveri ospedalieri che avvengono ogni anno a Milano. Il 13% dei pazienti
arriva da fuori regione Statale Virgilio Ferrario, preside di Medicina
( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
27-04-2009)
Argomenti: Scuola
Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: PRIMA
data: 2009-04-27 - pag: 1 autore: Concorsi. Con la riforma arriveranno
l'abilitazione nazionale e il tetto alle promozioni Università, 3.600 cattedre
«virtuali» Pesano i vincoli di bilancio: l'80% degli idonei non sarà assunto
L'università fa i conti con l'eredità pesante dei concorsi per professori
banditi nel 2008. Mentre proseguono i lavori per arrivare al sorteggio dei
commissari delle nuove commissioni di concorso, i numeri mostrano che per
assorbire tutti ipotenziali vincitori dei concorsi banditi l'anno scorso ci
vorranno anni. In palio ci sono circa 4.600 posti (l'80% dei concorsi è per ordinari
e associati e prevede la possibilità di creare due idonei per ogni posto), ma
con i nuovi limiti fissati dal ministero per garantire l'equilibrio dei conti
quest'anno si aprono solo mille posizioni. I tempi lunghi per arrivare ai nuovi
concorsi possono però alleggerire la situazione, perché nel frattempo le
ulteriori uscite dal servizio apriranno ulteriori disponibilità in organico. Ma
i piani ministeriali puntano soprattutto alla riforma organica del sistema di
reclutamento, con un disegno di legge destinato ad approdare a breve in
consiglio dei ministri. Il cuore della proposta Gelmini è l'abilitazione nazionale dei docenti: il "patentino"
da professore, insomma, non sarà più attribuito dai singoli atenei, che
potranno invece bandire concorsi per scegliere gli abilitati da assumere. Nel
progetto trova spazio anche un tetto per le promozioni dei professori, che non
potranno avvenire senza nuovi ingressi dall'esterno, e un tetto
inderogabile al mandato dei rettori. Trovati u pagina 7 con un'analisi di
Massimo Egidi l'articolo prosegue in altra pagina
( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
27-04-2009)
Argomenti: Scuola
Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: IN
PRIMO PIANO data: 2009-04-27 - pag: 7 autore: Nelle università 3.600 concorsi
senza il «posto» Assunzioni bloccate dai vincoli di bilancio mentre prendono
forma le nuove regole Gianni Trovati La «moralizzazione» costa cara ai
candidati dei concorsi universitari. Mentre sono ancora in
corso i lavori per arrivare alle nuove commissioni a sorteggio, introdotte dal
decreto Gelmini di novembre per cercare di evitare i risultati combinati ancora
prima che inizi la partita, una nota ministeriale ha messo nero su bianco le
regole (rigide) con cui calcolare il massimo delle assunzioni effettive che
ogni ateneo può disporre. Il parametro, fissato nel decreto di novembre,
permette di dedicare ai nuovi ingressi il 50% di risorse liberate dalle
cessazioni dell'anno precedente, ma con la nota dei giorni scorsi il ministero
ha chiarito che, sia per le entrate sia per le uscite, il calcolo va effettuato
sul costo medio di ogni posizione, e non su quello iniziale. Un tecnicismo, che
però elimina l'escamotage su cui sono proliferate le promozioni, grazie al
fatto che all'inizio un nuovo ordinario (o un nuovo associato) non costa nulla
a causa dell'anzianità maturata nel ruolo precedente. Risultato: le università
nel 2008 hanno bandito 2.538 concorsi, di cui 2.010 (cioè l'80% del totale)
riservati a ordinari e associati; una vera e propria pioggia, legata all'ultima
possibilità di creare due idonei per ogni posto. In questo modo si arriva a
quasi 4.600 potenziali vincitori, ma in base alle cessazioni 2008 (stimate sui
dati 2007, aumentati del 30% per tener conto della progressiva eliminazione del
"fuori ruolo") potrebbero aprirsi al massimo un migliaio di
posizioni. Il 60% delle risorse liberate dalle cessazioni, però, va riservato
(come imposto dal decreto Gelmini) ai ricercatori, e
questo completa il paradosso: per i ricercatori i posti (teorici) sono molti ma
i concorsi per posizioni stabili sono pochi (508), mentre a ordinari e
associati i bandi promettono fino a 4mila posti, ma le caselle libere sono 400,
e agli ordinari non può andare più del 10%. Per assorbire tutti i potenziali
vincitori, insomma, occorreranno anni. La matassa è intricata, e non è semplice
nemmeno preparare nei quasi 400 settori disciplinari in cui è divisa
l'università italiana le liste in cui sorteggiare i commissari. In molti casi è
necessario accorpare i settori per avere il numero indispensabile di docenti, e
una volta individuati gli accoppiamenti ( e superate le probabili critiche)
verrà il momento di eleggere i componenti delle liste in cui sorteggiare i
futuri commissari. Proprio la delicatezza del meccanismo complica l'impresa di
eleggere gli aspiranti commissari prima di settembre, con conseguente
slittamento al 2010 delle selezioni vere e proprie. Ma, soprattutto, secondo i
piani del Governo per quell'epoca dovrebbe aver già compiuto un buon tratto
parlamentare il disegno di legge con la riforma del reclutamento e della
governance universitaria. Il ministero sta completando il lavoro sul testo, che
dovrebbe approdare in una delle prossime due riunioni del consiglio dei
ministri. Nei meccanismi di scelta dei nuovi professori, il progetto
ministeriale prova a scompaginare le carte prevedendo un'abilitazione
nazionale, diversa per ogni ruolo e da rinnovare ogni cinque anni (si veda
anche Il Sole 24 Ore del 30 marzo). Ai concorsi delle singole università
potranno partecipare gli abilitati, che saranno scelti dopo una selezione
fondata sul curriculum scientifico e didattico del candidato. L'abilitazione
nazionale serve a garantire criteri oggettivi nelle scelte del sistema
universitario, superando la frammentarietà delle decisioni locali. Ma uno dei
compiti della riforma è anche quello di frenare la decisa preferenza per le
promozioni interne mostrata da quasi tutti gli atenei negli ultimi anni, che in
questo modo però hanno ridotto le risorse per immettere nel sistema nuovi
ricercatori: per far questo, il progetto del ministro Gelmini
è quello di "contingentare" i passaggi di grado, subordinandoli alla
presenza di arrivi dall'esterno (per esempio una, due o tre promozioni ogni
nuovo ingresso). Sui numeri ancora si discute, ma l'obiettivo di riaprire ai
giovani ricercatori la strada spesso sbarrata da chi già si trova nel sistema
universitario è fissato. Un altro capitolo della riforma in arrivo è quello
della governance, che passerà attraverso una razionalizzazione e una
distinzione più chiara fra i compiti del senato accademico e dei consigli di
amministrazione. Da qui arriverà anche un tetto inderogabile per la durata in
carica dei rettori (probabilmente otto anni); un tetto fissato per legge serve
a sterilizzare i maquillage statutari, che fino a oggi hanno potuto intervenire
indisturbati per moltiplicare i mandati dei rettori in carica.
gianni.trovati@ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA
( da "Affari e Finanza (La Repubblica)"
del 27-04-2009)
Argomenti: Scuola
SCIENZE pag. 27 Nasce sulle colline
genovesi la Silicon Valley del Ponente INNOVAZIONE & SVILUPPO/ Uniniziativa
fortemente voluta da Carlo Castellano, finanziata da una partnership fra
banche, imprese private e cooperative MASSIMO MINELLA Sei anni fa era un sogno,
un po folle, di una cinquantina di manager e imprenditori dellhi
tech riuniti dal presidente
dellEsaote Carlo Castellano. Ora che i cantieri sono aperti
e le ruspe al lavoro sulla collina degli Erzelli, in quel ponente genovese
sempre più cuore hitech, quello che si preannuncia come uno dei più grandi
parchi scientifici e tecnologici italiani è
diventato una realtà. «Quanti ci avrebbero davvero scommesso?», si chiede con
una punta di retorica e una massiccia dose di soddisfazione Carlo Castellano,
managerimprenditore alla guida di uno dei primi gruppi al mondo nel settore
biomedicale e demiurgo dellintera operazione degli Erzelli. «Il parco Leonardo è
in costruzione e rappresenterà qualcosa di realmente unico nel panorama
internazionale. Oltretutto, la sua vicinanza, anche fisica, con lIstituto
Italiano di Tecnologia potrà dar vita
a relazioni molto interessanti». Per celebrare lavvio del Parco
Leonardo sono arrivati nei giorni scorsi in Prefettura a Genova anche due
ministri, quello alle Attività Produttive, Claudio Scajola, e quello
dellIstruzione, Università e Ricerca, Mariastella Gelmini, oltre a
parlamentari e rappresentanti delle istituzioni e dellimpresa. Una gran
parata che, una volta tanto, non si è fermata agli annunci, ma ha preso atto
con soddisfazione di un lavoro che è già partito e che ha pure la sua prima
scadenza: fra ventiquattro
mesi, infatti, nella primavera del 2011, dovrà essere consegnata la prima
palazzina alla Ericsson Telecomunicazioni che qui trasferirà mille addetti,
creando a Genova il suo centro di ricerca e sviluppo per apparati e sistemi di
telecomunicazioni. «Sarà il nostro centro per la banda larga, anzi ultralarga commenta
lamministratore delegato Cesare Avenia e cominceremo a ragionare
in termini di "tera" e non più di "giga" (un tera è mille
giga, ndr), e sarà con queste parole che dovremo abituarci a ragionare». Il trasferimento della
Ericsson sarà solo il primo passo di una corsa senza precedenti in una città
che ha ormai deciso di scommettere pesantemente sullalta tecnologia,
puntando addirittura a scalzare la leadership della portualità, che a sua volta aveva superato in termini di
ricchezza e lavoro la vecchia industria. Non a caso, per la realizzazione del
parco "Leonardo", sulla collina dove fino a qualche anno fa erano
impilati uno sopra laltro i container del porto, linvestimento spalmato nellarco di un
decennio è di un miliardo di euro. Tanto è necessario per cambiare pelle e
organi di unarea di 446.000 metri quadrati,
200.000 dei quali destinati al verde e aperti al pubblico, su cui troveranno
spazio la facoltà di Ingegneria, i
laboratori del Cnr, aziende hi tech, residenze, servizi e spazi commerciali.
Una grande operazione, finanziaria e immobiliare, che sorreggerà limpianto di tutto
quanto il progetto e che sarà firmata da Genova Hi Tech, la società presieduta
da Castellano e controllata al
67% da "Leonardo Techology", (partecipata dal gruppo Rasero, da
Intesa San Paolo, Carige e dal mondo della cooperazione) e al rimanente 33 dai
manager e dagli imprenditori dellhi tech che per primi condivisero lidea
di Castellano. A regime, quando anche lultimo cantiere
sarà finito, sulla collina lavoreranno diecimila addetti, mille saranno le
famiglie residenti e cinquemila gli studenti della facoltà di Ingegneria. Anche
su questo versante, però, la sfida è di far crescere la presenza dellateneo, soprattutto se si riuscirà a concretizzare la
creazione di un Politecnico del mare. «Abbiamo un calendario durissimo, ma ci
conforta il fatto che non ci sono più ostacoli alla realizzazione del progetto
commenta il presidente di Leonardo Technology Giuseppe Rasero, un passato di manager delle
Partecipazioni Statali e un presente di imprenditore privato con interessi
diversificati nelle costruzioni, nel turismo, nella nautica e, ovviamente, nellhi tech
Abbiamo tutto quanto ci serve per creare questo parco scientifico e tecnologico. Anche alluniversità, che
aveva sollevato qualche problema sul suo trasferimento, abbiamo fornito tutte
le risposte necessarie». «Le difficoltà che erano state poste hanno avuto lo
scopo di ottimizzare il progetto conferma il rettore dellateneo
genovese Giacomo Deferrari Quindi siamo pronti alloperazione». Il
trasferimento di Ingegneria, a carico del pubblico, costerà circa 140 milioni
di euro, che saranno garantiti da un accordo di programma e assicurati dal governo e dalla Regione Liguria. Altri finanziamenti
potranno arrivare dalla Bei (Banca Europea degli Investimenti) che ha
manifestato spontaneamente interesse per il progetto e sta ora valutando un
sostegno alliniziativa, che verrebbe veicolato tramite Banca Carige. «Abbiamo già settanta manifestazioni dinteresse
spiega Carlo Castellano Mentre abbiamo già iniziato a lavorare al primo
blocco, in cui troveranno spazio Ericsson e altre aziende, stiamo definendo il
secondo. Conto entro giugno di poter concludere altri importanti accordi. Poi trasferiremo i
laboratori del Cnr». Sarà quindi un mix di pubblico e privato a sostenere loperazione, con il
primo ben contento di cedere al secondo il ruolo di protagonista. «Questa è
unoperazione di facilitazioni pubbliche
e investimenti privati riassume il concetto il ministro Claudio Scajola
Noi faremo la nostra parte ma sono Rasero e Castellano che dovranno
rendere appetibile il Parco, favorendo larrivo di finanziamenti privati. La logica è questa e
sono sicuro che ci riusciranno». Scopri come ricevere sul tuo cellulare
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( da "Stampa, La" del 28-04-2009)
Argomenti: Scuola
SOLIDARIETÀ. TRA GLI ANGELI DELL'EMERGENZA ANCHE I VIGILI DEL FUOCO DEL COMANDO PROVINCIALE Una scuola per gli studenti terremotati [FIRMA]MARIA CUSCELA VARALLO La
Valsesia contribuirà alla ricostruzione di una scuola privata,
l'istituto cattolico Santa Maria degli Angeli appartenente all'ordine religioso
delle suore francescane missionarie di Gesù Bambino, nel centro dell'Aquila.
L'edificio, devastato dal sisma, ospitava bambini della materna, studenti delle
elementari e medie, oltre a un collegio universitario. Proprio in questi giorni
Marco Torri, referente dell'associazione Amici di Lourdes di Varallo, ha
raggiunto l'Abruzzo per porre le prime basi del progetto, che riunirà diversi
sodalizi valsesiani oltre i Comuni della zona che vorranno farne parte. Spiega
Torri: «Con un gruppo di altre 5 persone eravamo stati in Abruzzo il mercoledì
successivo al terremoto, portando tre furgoni colmi di generi di prima
necessità, tra cui bottiglie di acqua, 200 litri di latte, 200
colombe, pennarelli e palloni per i bambini». Il referente dell'associazione va
avanti: «In quest'ultima occasione sono invece andato da solo per dedicarmi al
progetto della ricostruzione della scuola, facendomi
portavoce di tutte le associazioni che hanno già dato la loro completa
disponibilità a contribuire. L'edificio, che si trova nel centro storico
dell'Aquila, è grande. La struttura, che deve essere ancora presa in esame dai
vigili del fuoco per l'agibilità, prima contava su cinque aule per le
elementari: ora in piedi ne è rimasta una». Marco Torri ha avuto una serie di
incontri con la madre superiora dell'ordine che gestisce il complesso,
attualmente ospite nel campo di Collemaggio. «Daremo il primo contributo
concreto nelle prossime settimane, ospitando quattro ragazzi delle medie
dell'istituto che avevano raggiunto la fase finale a livello italiano dei
Giochi matematici che si terrà il 23 maggio a Milano. E poi vogliamo ospitare
in Valsesia altri bambini alla fine delle scuole». Proprio l'associazione Amici
di Lourdes, insieme al Comitato Carnevale e alla Pro loco, ha promosso una
sottoscrizione di fondi (che fino a questo momento ha già superato i settemila
euro) per i terremotati, chi volesse contribuire può fare un versamento sul
conto corrente bancario dell'associazione Amici di Lourdes IBAN IT44 D 06090
44900 000000 500555 con la causale «pro terremotati Abruzzo». Ma altre persone
della zona sono attualmente in Abruzzo. Stanno lavorando all'Aquila i vigili
del fuoco del comando provinciale di Vercelli: tra questi un paio di pompieri
sono provenienti proprio dal distaccamento di Varallo.
( da "Stampa, La" del 28-04-2009)
Argomenti: Scuola
IL CASO. LETTERA DOPO IL COMIZIO
L'appello degli studenti "Ci aiuti: hanno tagliato le Scuole di
Medicina" «Ci scusi onorevole, siamo universitari. Vogliamo informarla che
qui il Governo ha tagliato le Scuole di specializzazione di Medicina. Ci può
aiutare?»: due studenti ieri mattina hanno avvicinato Antonio Di Pietro alla
fine del suo comizio e gli hanno consegnato una lettera di denuncia
sull'accorpamento a Torino di otto delle 16 scuole post-laurea della facoltà di
Medicina novarese. Lui, gentile, ha chiesto loro l'indirizzo mail personale:
«Mi leggo la vostra lettera con calma e poi vi rispondo». Sono preoccupati e
delusi, molto delusi, i due rappresentanti degli studenti di Medicina, Edoardo
Stellin e Federico Barra per il «federamento» delle Scuole all'Università di Torino imposto dal decreto Gelmini: «Non è che non vogliamo prendere il treno, ma qui ci sono
Scuole di grande valore che vengono cancellate - dicono i due ragazzi -. E non
ci parlino di risparmio: i posti di Novara sono stati semplicemente spostati a
Torino. Tra l'altro come può parlare di risparmio un Governo che butta via 400
milioni non facendo l'Election day? Non ci fermeremo: stiamo pensando a
manifestazioni in piazza per protestare». Nella lettera gli studenti riassumono
la situazione ed esprimono considerazioni amare: «Prima di tutto, è palese una
preoccupazione legata al futuro della nostra carriera professionale: chi di noi
già frequenta i reparti quali speranze ha di poter consolidare la propria
conoscenza una volta laureatosi? E cosa dire degli studenti dei primi anni, a
cui già in partenza è stato negato l'accesso a quelle Scuole? Alla tristezza
per la rinuncia forzata a sedi di qualità si aggiunge la rabbia per aver scelto
un' università che, suo malgrado, ci ha traditi». Quindi «da un lato tale
provvedimento nuoce a noi studenti, dall'altro lede gravemente l'autonomia (e
la sopravvivenza?) dell'Avogadro, che è l'unica alternativa al modello
Torino-centrico tipico della nostra regione - continua la lettera -. Ci
chiediamo allora che senso abbia una simile penalizzazione del nostro ateneo
che, oltretutto, è tra i pochi ad essere economicamente "virtuoso"».
Poi il discorso si allarga agli interessi della città: «Rileviamo una
incongruenza rispetto alla imminente costruzione della cosiddetta Città della
Salute: che senso ha costruire un policlinico se lo si priva della sua
componente universitaria? Quale sarà il vantaggio per gli utenti dopo che sarà
sottratto l'apporto di alta specializzazione e ricerca che è proprio delle
specialità mediche?».
( da "Gazzetta di Mantova, La" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Pieve, appello per salvare la scuola
Lettera alla Regione: siamo in zona disagiata Trattateci come la montagna o le
piccole isole PIEVE DI CORIANO. Il consiglio comunale ha approvato
all'unanimità un documento sul dimensionamento scolastico: il 3° portato in
consiglio dalla giunta di Andrea Bassoli per difendere la scuola locale dal
rischio di chiusura. Il documento, indirizzato all'assessore regionale
all'istruzione Gianni Rossoni, è stato inviato anche ai parlamentari mantovani.
L'amministrazione comunale di Pieve, facendo riferimento ai
principi guida indicati nel piano programmatico dei ministri Gelmini-Tremonti, rileva che la scuola pievese rientra nelle aree
disagiate. «II nostro Comune - scrivono gli amministratori - è in zona
economicamente depressa che beneficia dei contributi Ue Obiettivo 2. Negli
ultimi 10 anni abbiamo investito circa 300.000 euro sia
nell'ammodernamento dell'unica scuola, che ospita materna e primaria, sia per
la sicurezza della struttura che è tra i pochi luoghi di aggregazione per
bambini. Si chiede di tener conto della specificità di piccolo Comune rurale
sito in area svantaggiata dal punto di vista socio-economico, alla pari di zone
montuose e piccole isole. Il mantenimento dell'unica scuola è una delle
garanzie di sviluppo in quanto elemento di coesione sociale, rafforza il senso
di comunità ed è condizione affinché le giovani famiglie possano rimanere nei
territori d'origine». Il documento ricorda che Pieve è sede di ospedale zonale
e che la popolazione ha visto un aumento degli abitanti del 23% negli ultimi 5
anni. Nel 2009-10 saranno 43 bambini a frequentare la primaria ma nel 2011-12
sarà superata la soglia dei 50 (potrebbe avvenire già nel 2010-11). Se la
riforma del Governo è pensata per migliorare la qualità dell'istruzione -
insiste il documento - la nostra scuola non può essere chiusa». Si ricorda
inoltre il grosso investimento, nel 2003, per ampliare la scuola e metterla in
sicurezza; l'inaugurazione in dicembre dell'asilo nido pubblico/privato e il
progetto di un ulteriore ampliamento della scuola materna. Roberta Bassoli
( da "Stampa, La" del 28-04-2009)
Argomenti: Scuola
«BACIATI DAL SOLE»
VOLUTE DALLA GELMINI Nuovo bollino del concorso che regala premi a tutti i
lettori Rosa Stampa, si presentano le nuove lavagne multimediali Volete subito
un telo mare o un paio di bellissimi occhiali da sole griffati «La Stampa»? Basta
partecipare al concorso «Baciati dal sole», che regala premi sicuri a tutti.
Per partecipare al concorso è sufficiente ritagliare i cinquanta tagliandini
che pubblichiamo fino al 25 maggio e incollarli sull'apposita scheda. Ma
soprattutto si potrà partecipare all'estrazione finale, che mette in palio una
stupenda Fiat 500 1.2, modello Lounge, e prodotti per il corpo «Aquolina».\ «A
scuola con le nuove tecnologie» è il titolo dell'incontro che si svolgerà oggi
al liceo Rosa Stampa di corso Italia a partire dalle 15. Il relatore Stefano
Mogni presenterà al pubblico, composto in prevalenza da docenti e dirigenti
scolastici, i nuovi strumenti per la didattica previsti anche dalla riforma Gelmini, tra cui le lavagne interattive multimediali di
ultima generazione. Alle 17 l'incontro
prevede un dibattito aperto al pubblico.\
( da "Trentino" del 28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Tavola rotonda con degustazione al
Buonissimo per discutere di promozione delle leccornie trentine I prodotti
locali fanno sana economia Filiera corta e alta qualità: ecco la ricetta per
imporsi sul mercato ROVERETO. Un sistema per far arrivare i prodotti trentini
ai ristoratori senza intermediari, un'unica Strada del vino in provincia e un
mercato per raggruppare tutti gli agricoltori locali. Queste sono, in teoria,
le ricette per dare nuovo vigore ai prodotti trentini. In pratica si è chiesto
ancora una volta l'aiuto alla Provincia. La tavola rotonda intitolata
"L'importanza strategica e la promozione della tipicità enogastronomica
del Trentino Alto Adige", organizzata ieri da Buonissimo, se da una parte
ha messo in luce le buone intenzioni dei produttori locali dall'altra ne ha
evidenziato le scarse capacità di vendere i propri prodotti. Un fatto rimarcato
da Walter Nicoletti della Strada del vino, se è vero che «in rete ci sono oltre
mille siti che trattano dedicati ai temi dell'enogastronomia, e il turismo
legato a vini e sapori muove un giro d'affari di cinque miliardi di euro.
Paradossalmente, però, si fatica a trovare i prodotti trentini nei ristoranti
locali, senza parlare del ritardo rispetto alla provincia di Bolzano riguardo
alle colture biologiche». Ivo Gelmini
dell'associazione trentina per l'agricoltura biologica chiede l'appoggio dei
politici: «Siamo in un momento difficile - spiega - per quanto riguarda
l'agricoltura, ma per spronare i ristoratori ad usare i prodotti locali
intendiamo creare un sistema di offerta per fare arrivare i prodotti trentini
direttamente alla ristorazione. Per fare questo, però, abbiamo bisogno
dell'aiuto della politica». Gli fa eco Paolo Endrici, presidente dei
viticoltori trentini che ammette: «In questo periodo difficile la Provincia ha
promesso uno sforzo aggiuntivo per aiutare i viticoltori, una categoria che
vende più vino di quello che riesce a produrre. I nostri sforzi sono mirati ad
esplorare i mercati olandesi, tedeschie e britannici per quanto riguarda l'estero.
Per dare slancio ai vini all'interno del nostro territorio, pensiamo sia
necessario creare una unica strada del vino in tutta la provincia e un volume
nel quale sia presente una descrizione di ogni azienda vinicola trentina».
L'assessore provinciale all'agricoltura Tiziano Mellarini ha invece invitato
tutti a non nascondersi dietro la crisi: «Bisogna cancellare la parola
"crisi". Rispetto ad altre realtà dove la situazione è molto pesante,
da noi la crisi è più chiacchierata che reale. Bisogna capire, però, che
bisogna puntare sulla qualità del proprio prodotto per aumentare la
competitività nel mercato. Su 1570 esercizi, meno di un terzo ha capito che
l'utilizzo e la promozione dei prodotti trentini è fondamentale per aumentare
il proprio mercato. La Provincia ha sempre fatto la sua parte: lo scorso anno
sono stati stanziati 6,5 milioni di euro per la promozione del settore
agroalimentare trentino, una cifra ragguardevole». (pat)
( da "Stampa, La" del 28-04-2009)
Argomenti: Scuola
San Giuseppe de Merode a Roma il caso La
circolare dell'Agenzia delle Entrate SCUOLA E FISCO 5800 Nel mirino Figli alle
private? Allora sei ricco L'educazione entra nel redditometro degli italiani I
parametri La scelta didattica come le super-barche o l'iscrizione a circoli
esclusivi FLAVIA AMABILE LOTTA ALL'EVASIONE euro all'anno ROMA E' finita da
poche settimane la lite tra le scuole paritarie e il governo Berlusconi per i
tagli ai fondi e subito ne scoppia un'altra. E' stata la circolare dell'Agenzia
delle Entrate del 6 aprile scorso a creare il motivo per il nuovo scontro. Nel
documento che prova a fornire le indicazioni da seguire per scovare chi non ama
dare allo Stato buona parte dei suoi guadagni, il fisco elenca alcuni servizi
di lusso, una sorta di spia che deve permettere a chi effettua i controlli di
verificare più attentamente i conti di alcuni contribuenti. I nuovi criteri
stabiliti per il 2009 dalle Entrate si basano oltre che sul redditometro
sull'accertamento sintetico che segue la regola del «se spendi tanto guadagni
tanto». E, quindi, a finire sotto osservazione sono i diversi stili di vita
delle persone. E fra le spie degli stili di vita ad alto profilo di reddito ci
sono anche le scuole private. Con le super-barche e i grandi viaggi, i porti
turistici, i circoli esclusivi, i centri benessere. Il fisco non ha torto: ci
sono persone che dichiarano un reddito pari più o meno alla retta annuale in
una privata. Mandare il proprio figlio alla St.
Stephen's all'Aventino a Roma, una delle scuole più care ed esclusive, ad
esempio, costa non meno di 20 mila euro l'anno. Al prestigioso Chateaubriand o
all'Int'l School siamo intorno ai 14-15 mila euro. Se un ispettore si trovasse
davanti ad un reddito di 15-20 mila euro l'anno e un'iscrizione in uno di
questi istituti dovrebbe andare più a fondo nelle verifiche, insomma. «Va
sviluppato un attento esame di elementi di spesa e di investimento indicativi
di capacità contributiva», si raccomanda la circolare. E, però, le scuole
paritarie non ci stanno. Non perché non vogliano contribuire alla lotta contro
gli evasori italiani. Ma temono di perdere iscritti, E, allora, vogliono
vederci chiaro. Se davvero il fisco chiedesse loro gli elenchi dei loro alunni,
queste scuole che sono pienamente equiparate a quelle pubbliche non avrebbero
modo di opporsi. E quindi non resta loro che battere la strada della protesta a
livello politico. Hanno innanzitutto chiesto spiegazioni all'Agenzia delle
entrate in una nota firmata da tutte le sigle che le rappresentano: dai
genitori dell'Agesc alle scuole materne della Fism agli
istituti di Fidae, Agidae, Cnos-Fap, Ciofs-Scuola, Foe-CdO, Aninsei, Msc.
Innanzitutto precisano che il termine «scuole private» utilizzato nella
circolare «non ha riferimenti legislativi». E proseguono ricordando che «quelli
che sono dei diritti garantiti dalla Costituzione - la libertà di educazione e
di scelta scolastica delle famiglie - verrebbero considerati come spese
per beni superflui». Alle scuole paritarie non piace essere considerate spese
superflue. «Il messaggio che arriva - sottolineano - può essere interpretato in
senso minaccioso: se scegli una scuola diversa dalla
statale hai dei redditi nascosti e perciò devi essere controllato. Al contrario
occorrono segnali positivi ed equi che rimettano in moto non solo l'economia ma
ancora di più la speranza: per questo bisogna favorire le famiglie, la loro
libertà di educazione, una pluralità di offerta formativa e scolastica». La
lite è arrivata subito in Parlamento. Mentre l'Udc presentava ieri una mozione
per garantire l'effettivo rientro dei tagli ai fondi previsti lo scorso
novembre, Riccardo Villari, senatore del gruppo misto attaccava la circolare
dell'Agenzia delle Entrate e il governo per la sua «discriminazione contro le
scuole private, odiosa e antistorica» e per «un apartheid che non ha precedenti
nella storia italiana». In questo modo - ricorda il senatore - «le famiglie che
fanno i salti mortali per mandare i figli a una scuola
privata, magari per questioni di prossimità o di tempo pieno, o per
orientamento religioso, saranno penalizzate due volte». Villari si rivolge a
Berlusconi che già cinque mesi fa intervenne per ripristinare i fondi scomparsi
in Finanziaria: il senatore ricorda che il governo è «guidato da uno studente
dei padri salesiani» e gli chiede quindi di provvedere.
http://www.lastampa.it/amabile
( da "Stampaweb, La" del 28-04-2009)
Argomenti: Scuola
E finita da poche
settimane la lite tra le scuole paritarie e il governo Berlusconi per i tagli
ai fondi e subito ne scoppia unaltra. E stata la circolare dellAgenzia delle Entrate del
6 aprile scorso a creare il motivo per il nuovo scontro. Nel documento che
prova a fornire le indicazioni da seguire per scovare chi non ama dare allo
Stato buona parte dei suoi guadagni, il fisco elenca alcuni servizi di lusso, una sorta di spia che
deve permettere a chi effettua i controlli di verificare più attentamente i
conti di alcuni contribuenti. I nuovi criteri stabiliti per il 2009 dalle
Entrate si basano oltre che sul redditometro sull accertamento sintetico che segue la regola del se spendi tanto
guadagni tanto'. E, quindi, finire sotto osservazione diventano, così, i
diversi stili di vita delle persone. Ebbene, fra le spie degli stili di vita ad
alto profilo di reddito ci sono anche le scuole private. Insieme con le super-barche e i grandi
viaggi, i porti turistici, i circoli esclusivi, i centri benessere. Il fisco
non ha torto: ci sono persone che dichiarano un reddito pari più o meno alla
retta annuale in una privata. Mandare il proprio figlio
alla St. Stephens allAventino a Roma, una delle scuole più care
ed esclusive, ad esempio, costa non meno di 20 mila euro lanno. Al
prestigioso Chateaubriand o allIntl School siamo intorno ai 14-15
mila euro. Se un ispettore si trovasse davanti ad un reddito di 15-20 mila euro lanno e
uniscrizione in uno di questi istituti dovrebbe andare più a fondo nelle
verifiche, insomma. «Va sviluppato un attento esame di elementi di spesa e di
investimento indicativi di capacità contributiva», si raccomanda la circolare. E, però, le scuole paritarie non ci
stanno. Non perché non vogliano contribuire alla lotta contro gli evasori
italiani. Ma temono di perdere iscritti, E, allora, vogliono vederci chiaro. Se
davvero il fisco chiedesse loro gli elenchi dei loro alunni, queste scuole che
sono pienamente equiparate a quelle pubbliche non avrebbero modo di opporsi. E
quindi non resta loro che battere la strada della protesta a livello politico.
Hanno innanzitutto chiesto spiegazioni allAgenzia delle
entrate in una nota firmata da
tutte le sigle che le rappresentano: dai genitori dellAgesc alle scuole
materne della Fism agli istituti di Fidae, Agidae, Cnos-Fap, Ciofs-Scuola,
Foe-CdO, Aninsei, Msc. Innanzitutto precisano che il termine «scuole private»
utilizzato nella circolare «non ha riferimenti legislativi». E proseguono
ricordando che «quelli che sono dei diritti garantiti dalla Costituzione - la
libertà di educazione e di scelta scolastica delle famiglie - verrebbero considerati come spese per beni
superflui». Alle scuole paritarie non piace essere considerate spese superflue.
«Il messaggio che arriva - sottolinenano - può essere interpretato in senso
minaccioso: se scegli una scuola diversa dalla statale
hai dei redditi nascosti e perciò devi essere controllato. Al contrario
occorrono segnali positivi ed equi che rimettano in moto non solo leconomia ma ancora
di più la speranza: per questo bisogna favorire le famiglie, la loro libertà di
educazione, una pluralità di offerta formativa e scolastica». La lite è arrivata subito in Parlamento. Mentre lUdc presentava
ieri una mozione per garantire leffettivo rientro dei tagli ai fondi
previsti lo scorso novembre,
Riccardo Villari, senatore del gruppo misto attaccava la circolare dellAgenzia delle
Entrate e il governo per la sua
«discriminazione contro le scuole private, odiosa e antistorica» e per «un
apartheid che non ha precedenti nella storia italiana». In questo modo -
ricorda il senatore - «le famiglie che fanno i salti mortali per mandare i loro
figli a una scuola privata, magari per questioni di
prossimità o di tempo pieno, o per una questione di orientamento religioso,
saranno penalizzate due volte». Villari si rivolge a Berlusconi che già cinque
mesi fa intervenne per ripristinare i fondi scomparsi in Finanziaria: il
senatore ricorda che il governo è «guidato da uno studente dei padri salesiani»
e gli chiede quindi di provvedere. commenti (0) scrivi
( da "Cittadino, Il" del 28-04-2009)
Argomenti: Scuola
La regione dà i voti ai dirigenti della
sanità promossi quelli di Lodigiano e Sudmilano n Sia Giuseppe Rossi che
Germano Pellegata, rispettivamente direttore dell'Azienda ospedaliera e
sanitaria si sono meritati 89. Il manager dell'Asl di Melegnano, Emilio Triaca,
invece, 88, e quello dell'Azienda ospedaliera Claudio Garbelli 82. Come ogni anno la regione Lombardia ha dato i voti ai manager della sanità.
Si tratta delle consuete pagelle in cui è contenuta la valutazione della
gestione di ciascun direttore generale. I punteggi del Pirellone, quest'anno,
non hanno superato quota 89. Questo, infatti, è stato il voto più alto assegnato a Pasquale Cannatelli, direttore generale
dell'ospedale Niguarda e Francesco Beretta, manager alla guida degli
Istituti clinici di perfezionamento. Amedeo Tropiano, ex direttore
amministrativo all'Asl di Lodi, oggi direttore al Gaetano Pini, si è meritato
un 85. A
Piergiorgio Spaggiari, invece, lo scorso anno manager dell'Azienda ospedaliera
di Lodi, hanno dato 86, mentre a Luigi Sanfilippo, ex direttore generale a
Melegnano, la regione ha assegnato 89. «Sono soddisfatto per il risultato
raggiunto - commenta il direttore generale dell'Azienda ospedaliera di Lodi
Giuseppe Rossi -; ho preso 89 come Pellegata, significa anche che tra Asl e Ao
c'è perfetta sinergia». Quella delle pagelle è sempre stata però una delle
iniziative più contestate dagli stessi manager, per i criteri con i quali sono
assegnati i voti. Nella classifica regionale si colloca all'ultimo posto Maria
CristinaCantù, direttore generale dell'Asl di Milano, promossa a pieni voti lo
scorso anno e oggi oggetto di pareri contrastanti in regione. La manager non è
stata neanche aiutata dalle proteste dei suoi dipendenti e dalle critiche
avanzate alla sua gestione. Nel panorama degli ospedali milanesi, si
posizionano fra i migliori anche i direttori generali del Fatebenefratelli,
Girolamo Corno, con 87 punti, seguito dal manager del San Carlo Antonio
Mobilia, con 86 punti. Fuori dai confini della metropoli, bene anche il manager
dell'ospedale di Varese, Walter Bergamaschi, e il direttore generale del
Sant'Anna di Como, Andrea Mentasti, con 87 punti. C. V.
( da "Tribuna di Treviso, La" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
La dirigente Loredana Buffoni: «Per ora
sono state confermate le due sedi». Cattedre a rischio, invece, alle scuole
medie di San Vendemiano Zoppè e Fossamerlo, elementari
salve Per il prossimo anno è stata concessa la deroga ai limiti della riforma Gelmini Le scuole «Fermi» hanno solo 9 iscritti alla prima classe SAN
VENDEMIANO. Salve, almeno per un anno, le scuole elementari di Zoppè e
Fossamerlo; a rischio invece alcune cattedre alle scuole medie di San
Vendemiano. Questa la prospettiva per l'istituto comprensivo di San Vendemiano.
Nonostante i severi limiti imposti dalla riforma Gelmini,
la dirigente scolastica Loredana Buffoni ha avuto conferma che né la sede di
Zoppè né quella di Fossamerlo saranno sacrificate. «Ho incontrato personalmente
la dottoressa Giuliana Bigardi, dirigente dell'ufficio scolastico provinciale -
spiega Loredana Buffoni, che guida l'istituto comprensivo di San Vendemiano -
come hanno fatto altri dirigenti scolastici di tutta la provincia. E ho avuto
la rassicurazione che, almeno per l'anno scolastico 2009-2010, le primarie di
Zoppè e Fossamerlo non chiuderanno». Attualmente le elementari «Enrico Fermi»
di Zoppè hanno 5 classi in tutto, con un'unica sezione, e 13 insegnanti in
servizio. Sono tutte classi a tempo normale: 27 o 30 ore settimanali.
Monosezione è anche la scuola primaria «Giuseppe Verdi» di Fossamerlo, che
consta di 5 classi e 12 insegnanti. Anche in questo caso le classi sono tutte a
tempo normale. Con le promesse arrivate dall'Ufficio scolastico provinciale, le
elementari di Zoppè e di Fossamerlo sono da considerarsi salve anche se
continueranno ad esserci classi con meno di 15 allievi iscritti (che è una
delle «mannaie» della riforma Gelmini, quella che sta
mettendo in crisi centinaia di istituti in tutta la provincia). «Possiamo dare
una buona notizia ai genitori nel senso che per l'anno scolastico 2009-2010 le
sedi Zoppè e Fossamerlo saranno salve anche se non tutte le classi
raggiungeranno il limite minimo dei 15 allievi, questo risultato lo abbiamo
portato a casa - conferma la dirigente scolastica Loredana Buffoni - poi, per
gli anni successivi, bisognerà vedere. Oltreché dal trend demografico, molto
dipenderà dal fatto che si decida o meno di applicare la riforma alla lettera,
concedendo delle deroghe, come è stato fatto quest'anno, oppure no».
Attualmente a Zoppè ci sono solo 9 allievi iscritti alla classe prima, 16 alla
seconda, 18 alla terza, 19 alla quarta e 13 alla quinta (in totale 75 scolari).
A Fossamerlo invece ci sono 13 allievi di prima, 21 di seconda, 17 di terza, 22
di quarta e 20 di quinta (in totale 93). Meno preoccupanti, anche in vista dei
prossimi anni, i numeri della scuola elementare «San Francesco» di San
Vendemiano, che consta di 10 classi a tempo normale e 6 a tempo pieno (40 ore
settimanali), con 33 insegnanti in servizio e 326 allievi. E' da diversi anni
che i genitori degli allievi di Zoppè e Fossamerlo temono la soppressione di
una delle due sedi. Tempo fa si ipotizzava la soppressione di Zoppè e
l'accorpamento con San Vendemiano o Fossamerlo, e c'era stata subito una
mobilitazione a favore della scuola «Enrico Fermi», rimasta uno dei pochi
elementi di vitalità di una frazione sempre più «destrutturata» e, lamentano in
molti, anche dimenticata. Chiusa, almeno per ora, la questione delle scuole elementari,
si aprirà tra breve quella delle scuole medie di San Vendemiano. Il prossimo
anno non ci saranno classi prime a tempo prolungato (per mancanza di
richieste), ma solo a tempo normale, e questo potrebbe comportare il taglio di
alcune cattedre, con comprensibile preoccupazione da parte degli insegnanti.
«Su questo aspetto si capirà meglio cosa succede nelle prossime settimane, i
tempi delle decisioni sono più lunghi rispetto a quelli delle primarie - spiega
la dottoressa Loredana Buffoni - il rischio comunque c'è. E' presto per
stabilire quanti, in concreto, rischieranno il posto».
( da "Italia Oggi (Azienda Scuola)" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
ItaliaOggi Numero 100
pag. 13 del 28/4/2009 | Indietro Gli 007 contro il lusso
delle private AZIENDA SCUOLA Di Alessandra Ricciardi La novità in una nota
delle Entrate sulla lotta all'evasione. I gestori cattolici e no pronti alla
guerra Controlli a tappeto su chi manda i figli nelle
scuole non statali Da un governo il cui premier è Berlusconi e il ministro
dell'istruzione è la Gelmini proprio non se lo aspettavano. Eppure è vero. L'Agenzia delle
entrate, il braccio operativo del Tesoro, nel dare le direttive ai suoi uomini
per la lotta all'evasione fiscale, ha indicato la [...] Costo Punti per
Abbonati: 0 - Costo Punti per Registrati: 4
( da "Italia Oggi (Azienda Scuola)" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
ItaliaOggi Numero 100
pag. 13 del 28/4/2009 | Indietro Tagli agli organici, in
Abruzzo mini moratoria. Di fatto AZIENDA SCUOLA Di Antimo
Di Geronimo e Alessandra Ricciardi Dopo il terremoto La Gelmini spunta 20 milioni per contratti a tempo determinato e 16 mnl per
i corsi di recupero La moratoria dei tagli ci sarà. Ma solo nei fatti. E per
una quota limitata di posti, poco meno del 10% della riduzione complessiva di
cattedre che in Abruzzo si faranno il prossimo anno in attuazione della manovra
estiva. è quanto prevede l'articolato su scuola e università [...] Costo
Punti per Abbonati: 0 - Costo Punti per Registrati: 8
( da "Nuova Venezia, La" del 28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Importante risultato ottenuto
dall'assessore all'Educazione, Miraglia Asseggiano, salva la scuola elementare
Accettate classi prime con meno di 15 alunni anche a Tessera e Ca' Sabbioni
Rosteghin: «Superato lo spavento, adesso serve un confronto sul futuro
dell'istituto» ASSEGGIANO. La scuola elementare di Asseggiano è salva. La
notizia, tanto attesa da chi vive in questa frazione, è arrivata ieri
dall'assessore all'Educazione, Anna Maria Miraglia: per l'anno scolastico
2009/2010 la scuola potrà contare sulla classe prima, nonostante le
preiscrizioni si fossero fermate a quota 13, due in meno
del limite minimo previsto dalla riforma Gelmini. E la
elementare di Asseggiano non sarà l'unica a non perdere classi, visto che
l'assessore Miraglia ha fornito assicurazioni dello stesso tipo per la scuola
Collodi di Tessera (per la quale comunque la vicenda si era già risolta). E
anche per la San Giovanni Bosco di Ca' Sabbioni. Il problema di
Asseggiano non era solo perdere la classe prima delle elementari, ma anche il
rischio di vedere innescare una ricaduta che nei prossimi anni avrebbe portato
alla chiusura della scuola. Istituto, tra l'altro, che ha due particolarità: si
trova in una zona a forte espansione urbanistica e demografica e da tempo ha
instaurato una stretta collaborazione con varie associazioni attive nella
frazione. In gioco, insomma, c'era l'identità stessa di Asseggiano, tanto che
da subito Municipalità, Comune e cittadinanza si erano mobilitati. La buona
notizia è arrivata ieri. «Il caso è stato risolto. Dopo avere consultato le
autorità scolastiche competenti a più livelli - dice la Miraglia - posso
assicurare che la scuola elementare di Asseggiano avrà la sua classe prima per
l'anno scolastico 2009/2010, in virtù anche della particolare situazione della
frazione. è un successo per tutti e parte del merito va anche all'assessorato
che rappresento. Abbiamo ottenuto un buon risultato per Asseggiano e per altre
due scuole del nostro comune». L'ok è arrivato a livello provinciale e
regionale e fa tirare a tanti un bel sospiro di sollievo. «Questa novità è per
noi tutti motivo di soddisfazione - spiega Emanuele Rosteghin, delegato alle
politiche abitative a Chirignago-Zelarino - Va ricordato che questa vicenda ha
visto mobilitarsi più forze. Ottenuto il risultato di salvare la classe prima,
ora serve un confronto sul futuro della scuola». Detto di Asseggiano,
l'operazione salvataggio è riuscita anche per la «San Giovanni Bosco» di Ca'
Sabbioni, rione di Malcontenta. In questo caso va ricordato che all'interno
della scuola esiterà una multiclasse, ovvero due classi di diverso livello
unificate. Tornando ad Asseggiano, per il futuro si potrebbe aprire un altro
scenario: nel caso la crescita demografica dovesse aumentare, infatti,
l'attuale scuola potrebbe non essere sufficiente per accontentare le richieste
dei genitori. Una cosa è certa, però, anche il prossimo settembre la campanella
suonerà per i «primini» ad Asseggiano.
( da "Nuova Venezia, La" del 28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Pagina 22 - Altre L'ultima beffa L'ultima
beffa dell'Adsl Sono un cittadino del comune di Mira, abito nella frazione di
Piazza Vecchia, da circa 10 anni con regolare costanza mi tengo informato
tramite il 187 di Telecom Italia e il sito internet di Alice se la zona dove
abito viene coperta dal sevizio Adsl. In questi giorni, non so se gridare al
miracolo o che altro, le frazioni di Gambarare, e Piazza Vecchia, risultano
essere coperte dal tanto atteso servizio Adsl (provare per credere), basta
andare sul sito di Alice e inserire il proprio numero telefonico (purché
residenziale), e verificare la copertura. Forte di quanto affermato sul sito
internet in questione, ho chiamato il 187 di Telecom, e ho richiesto
l'attivazione del sevizio, ma, quando l'operatore controlla la copertura
quest'ultima risulta assolutamente mancante, chiedo delle spiegazioni
all'operatore ma, anche lui non sa spiegarsi questa anomalia; certo che
attendere per 10 anni l'Adsl è stata dura, ora che sembrava possibile
richiederla, scopriamo che si tratta semplicemente di una burla (anche di
cattivo gusto). Speriamo che chi di dovere, intervenga per farla finire. Mario
Bonesi Piazza Vecchia di Mira Non è una festa ma un impegno Non storpiamo la
ricorrenza del 25 Aprile. Molto si è detto ultimamente sulla ricorrenza del 25
Aprile, i politici fanno a gara per esserci e per dire la loro, ma il 25 Aprile
non potrà e non dovrà mai essere la commemorazione di tutti i caduti, nel
rispetto naturalmente di ogni caduto di tutte le guerre. Perché il 25 Aprile è
il giorno del ricordo e della commemorazione di chi ha combattuto contro le
truppe di occupazione naziste tedesche e contro i loro fiancheggiatori fascisti
italiani, è il giorno di chi ha combattuto ed è morto perché i nostri figli
oggi possano dire siamo cittadini liberi, siamo in uno stato di democrazia e di
diritto. Nessuna equiparazione potrà esserci invece con chi aveva un'altra idea
di libertà e democrazia e si è macchiato dei peggior crimini umani. Il 25
Aprile non dovrà mai diventare un giorno festivo qualunque, dovrà rimanere
sempre il giorno del ricordo, il giorno in cui gli anziani trasmettono ai
giovani i valori di pace e libertà. E a proposito di
giovani mi permetto di suggerire al Ministro della Pubblica Istruzione
Mariastella Gelmini che di Decreti se ne intende, di fare un Decreto dove per tutti
gli alunni e studenti italiani il 25 Aprile non sia un giorno festivo ma un
giorno di partecipazione alle commemorazioni locali di ogni comune italiano per
mantenere viva la Democrazia. Albino Pesce consigliere comunale Pd Mira
Mercato vergognoso il 25 aprile Trovo vergognoso che il 25 aprile 2009 in centro a San Donà
di Piave, medaglia d'argento per la Resistenza, ci si trova chi vende magliette
inneggianti al fascismo e poco più in là i banchetti dell'antiquariato con le
varie targhette fasciste, tutto in libertà di vendita. Questo a mio avviso è
davvero irrispettoso e vergognoso soprattutto per chi ha combattuto per la
democrazia e la libertà di questo paese, in una data come il 25 aprile che
rappresenta la Liberazione dal nazifascismo. Diego San Donà di Piave Le cure a
mia madre valgono un euro Dieci anni fa (come già per mio padre), è stato
diagnosticato a mia madre il morbo di Alzheimer. D'accordo con i miei
familiari, ho deciso di curare anche lei a casa, perché potesse godere il più a
lungo possibile dei volti, dei luoghi, degli affetti. Convinta che la Regione,
attraverso il Comune, volesse premiare questa mia scelta, ho inoltrato la
domanda per ottenere l'Assegno di Cura. Dopo svariati documenti e visite
domiciliari, mi è giunta finalmente, in questi giorni, la liquidazione relativa
al primo semestre 2008 per un totale di euro 174 (centosettantaquattro): meno
di 1 euro al giorno. Mi sono rivolta all'Ufficio Servizi Sociali del mio Comune
dove ho saputo che forse ci sarà, da parte della Regione, un ulteriore
stanziamento, ma che del resto a mia madre non spetterà più di tanto perché è
ormai nella fase avanzata della malattia (ha forse meno bisogno di cure?). A
questo punto mi chiedo: perché continuare a chiamare Assegno di Cura una cifra
che ha la parvenza di un obolo? Ancora una volta si penalizzano le fasce più
deboli e gli ultimi rimangono tali. Paola Davanzo Musile di Piave Cani in
libertà sui vaporetti Spero che Actv mi dia una risposta, il regolamento del
trasporto dei cani nei vaporetti credo non menzioni nessuna distinzione per la
museruola tra cani piccoli, medi e grandi. E' vero? Comunque molte volte cani
di media e grande taglia entrano con la museruola e poi una volta che il marinaio
non li vede più gli viene tolta. Altre volte entrano senza e non viene detto
nulla. Daniele Venezia
( da "Centro, Il" del 28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Roseto. Con gli iscritti aquilani ci sono
300 studenti in più, formate 11 nuove classi Il Saffo è strapieno, resta l'incognita sicurezza I docenti ricordano la lettera pre-terremoto
alla Gelmini: «Problemi mai risolti» ROSETO. Il liceo "Saffo" ha
ripreso regolarmente le lezioni ospitando circa 300 studenti aquilani, oltre ai
1.100 già iscritti da Roseto e dintorni, anche se il problema relativo alla
sicurezza degli edifici non è stato ancora risolto. A ribadirlo è
Vincenzo Di Marco, insegnante dell'istituto, il quale fa riferimento a una
lettera che solo qualche mese fa il dirigente dello stesso liceo, Viriol
D'Ambrosio, ha inviato al ministro Mariastella Gelmini.
Una lettera inviata anche alla Provincia e al Comune per informare tutti in
merito alla «situazione precaria dell'edilizia scolastica e alla gestione
dell'attività didattica, all'igiene e alla sicurezza degli edifici». Dopo il
terremoto la situazione non è certo migliorata, anche se dai vari sopralluoghi
effettuati e dalla certificazione conseguente, la scuola risulta agibile. «Le
difficoltà strutturali in cui versa la nostra scuola», si legge in un passo
della lettera inviata dal preside, «hanno origini antiche e per troppo tempo
non sono state affrontate con la dovuta misura tanto che ora rischiano di
degenerare in una fase cronica, avendo superato da tempo la soglia di guardia».
Nonostante le dichiarazioni di agibilità rilasciate dalle autorità competenti,
ed esibite a chi ne ha fatto richiesta, non tutti fra genitori e studenti
liceali si sono sentiti confortati circa la sicurezza degli edifici scolastici,
anche se adesso tutti sono tornati in classe. «Dopo la normale ripresa delle
attività didattiche», prosegue la nota di Di Marco, «il liceo Saffo si trova ad
affrontare l'accoglienza degli studenti aquilani che completeranno la parte
rimanente dell'anno scolastico negli spazi disponibili nella sede di via
Pellico, nelle succursali e nelle aule messe a disposizione dal centro di
formazione professionale Piamarta». Al momento sono iscritti più di 300 alunni,
inseriti in quasi tutte le classi dei cinque indirizzi liceali (classico,
scientifico, linguistico, pedagogico e scienze sociali) oppure nelle undici nuove
classi che sono state formate nelle quali operano più di 40 tra insegnanti
accreditati e unità del personale non docente. Le nuove classi si aggiungono
così alle 49 esistenti e per loro è stato già predisposto un orario di lezioni
che vede impegnati i docenti aquilani, i quali continuano a prestare il loro
servizio didattico anche in condizioni così disagiate. «Agli alunni presenti»,
dice ancora Di Marco, «sono stati estesi tutti i servizi scolastici, materiali
e sussidi didattici, e sono stati inseriti nei progetti di ampliamento
dell'offerta formativa in corso di svolgimento». I docenti si augurano che dal
ministero arrivino risposte in merito alle carenze evidenziate prima del
terremoto nella lettera inviata alla Gelmini. Quello
che oggi è il liceo Saffo nasce come scuola media per poi trasformarsi in
Istituto Magistrale cui è stato annesso una sezione del liceo classico.
Federico Centola
( da "Italia Oggi" del 28-04-2009)
Argomenti: Scuola
ItaliaOggi sezione: Azienda Scuola data:
28/04/2009 - pag: 14 autore: di Alessandra Migliozzi ItaliaOggi anticipa i
primi dati dell'Anagrafe dell'ediliza scolastica: Campania ancora assente
Allarme istituti, il 98% è vecchio E dal 1990 in 8 scuole su 10 non
si fanno ristrutturazioni In Italia ci scuole vecchie, spesso vecchissime, dove
gli operai entrano troppo poco, tanto che nell'80% degli edifici dal 1990 non
si fa una ristrutturazione complessiva. È questa la fotografia che emerge dai
primissimi dati dell'Anagrafe dell'edilizia scolastica del ministero
dell'Istruzione, in via di completamento. Dopo 12 anni (la legge che l'ha
istituita è la 23 dell'11 gennaio 1996) il dicastero di viale Trastevere è
prossimo all'acquisizione dei dati di tutte le regioni. Per ultimare i lavori,
a quanto risulta a ItaliaOggi, manca solo la Campania, l'unica ad essere
rimasta indietro nella raccolta delle informazioni, anche se un po' tutte le
realtà regionali, in questi anni, hanno arrancato. Intanto si fanno i primi
conti e i dati non sono confortanti. In Italia ci sono oltre 40 mila edifici
scolastici, di questi solo 999 (appena il 2%) sono stati costruiti dopo il
2000, secondo le ultime norme in materia di sicurezza. Gli altri risalgono
spesso allo scorso secolo, se non al 1800. Nel dettaglio in Italia ci sono
1.077 edifici scolastici che risalgono a prima del 1800, 1.197 che sono sorti
nel 1800, 5.769 costruiti tra il 1900 e il 1950, 20.680 venuti su tra il 1950 e
il 1975. Solo 13.394 risalgono a dopo il 1975, di questi 999 son stati
costruiti, appunto, dopo il 2000, nel nuovo millennio. Ma non finisce qui: di
6.940 strutture non è pervenuta la data di costruzione, un dato essenziale, ad
esempio, per stabilire le priorità di intervento da parte del ministero e degli
enti locali. Altro dato sconcertante, a quanto risulta al ministero dalle prime
rilevazioni dell'Anagrafe, in 38.331 edifici non ci sono ristrutturazioni
importanti dal 1990. «Un dato che, letto così, è sconvolgente, ma», spiega
Gianni Bocchieri, della task force del ministero per l'edilizia scolastica,
«stiamo facendo le dovuto verifiche perché potrebbe non essere ben aggiornato».
La realtà, comunque, è sotto gli occhi di tutti. In Italia anche in scuole
dall'aspetto apparentemente sano, come il liceo Darwin di Rivoli, può succedere
che ad uno studente crolli addosso un solaio mentre sta dietro al suo banco,
come è successo al diciassettenne Vito Scafidi. Una
tragedia che ha convinto la Gelmini ad accelerare l'Anagrafe.
Ora dovremmo esserci. Entro il 10 di agosto probabilmente sarà completata la
base informativa del ministero anche con i dati sui rischi connessi agli
elementi non strutturali che si stanno raccogliendo grazie ai sopralluoghi scaturiti
dall'accordo di gennaio con le Regioni e gli Enti locali. Un accordo che
ha fatto partire in tutta Italia squadre di tecnici con il compito di rilevare
le nuove informazioni. Nel frattempo il ministero sta lavorando alla lista
delle 100 scuole dove intervenire con priorità, decisa con il decreto Gelmini sul maestro unico. Ma servono dati il più possibile
completi perché, spiega Bocchieri, «la data di costruzione della scuola e la
mancanza di ristrutturazioni in tempi recenti sono alcuni dei criteri per
stilare la lista». E oggi all'appello manca la data di costruzione di quasi
7.000 edifici. Nel frattempo, comunque, il ministero non starà con le mani in
mano: si userà la mappatura delle aree a rischio della protezione civile per
procedere nell'immediato. Quel che è certo, comunque, è che le scuole
dell'Abruzzo non rientreranno nella lista. Per quelle si stanno stanziando già
dei fondi ad hoc, e si sta anche lavorando ad un database unico per l'edilizia
scolastica. Per evitare che, dopo anni di tribolazioni per mettere insieme i
dati delle regioni, ognuna poi continui ad aggiornare per conto proprio la sua
anagrafe territoriale. Per cui ci sarà un solo cervellone centrale, a livello
ministeriale, a cui dovranno collegarsi anche le regioni.
( da "Italia Oggi" del 28-04-2009)
Argomenti: Scuola
ItaliaOggi sezione: Azienda Scuola data:
28/04/2009 - pag: 15 autore: di Carlo Forte I giudici amministrativi del Lazio
hanno bocciato l'anticipo della riforma deciso dalla Gelmini Inglese potenziato, il Tar dice no La circolare rende
obbligatorio un regolamento non definitivo L'inglese potenziato nella scuola
media non s'ha da fare. Per lo meno non prima che entri in vigore il
regolamento che lo prevede. Il monito viene dal Tar del Lazio, che ha sospeso
la circolare sulle iscrizioni alle scuole dell'infanzia e alle scuole di
ogni ordine e grado (4/2009) nella parte che prevede la sostituzione delle 2
ore della seconda lingua comunitaria con ulteriori due ore di inglese
(ordinanza 1589, depositata il 7 aprile scorso).Il giudice amministrativo ha
motivato il provvedimento spiegando che l'amministrazione non può anticipare
con circolari ciò che è scritto nelle bozze di regolamento. Perché la circolare
non è una fonte. Anche se si tratta di una prassi largamente utilizzata
dall'amministrazione. Che di solito non attende che venga terminato l'iter di
approvazione ed entrata in vigore dei regolamenti, per emanare le relative
disposizioni agli uffici periferici.È il caso, per esempio, del decreto sugli
organici. Che viene trasmesso ogni anno agli uffici scolastici insieme con una
circolare che impartisce disposizioni su come distribuire gli alunni nelle
classi. E su come fare per dare attuazione ai tagli, che vengono disposti
abitualmente dai vari governi per ridurre la spesa pubblica. Ma quest'anno è
accaduto anche per le nuove norme sulla condotta, che ancora non hanno
terminato il loro iter, ma l'amministrazione centrale ha già dato le prime
disposizioni. Insomma, si tratta di una prassi consolidata, che viene
utilizzata dall'amministrazione centrale per ridurre i tempi fissati dalla
legge per la formazione dei regolamenti. Che prima di dispiegare effetti devono
passare al vaglio degli organi di controllo. Anche per ridurre al minimo i
rischi che vengano annullati in sede di contenzioso. I controlli più importanti,
infatti, riguardano il controllo di legalità che viene effettuato dal Consiglio
di stato e di compatibilità economica, che viene vagliata dalla Corte dei
conti. A ciò vanno aggiunti gli eventuali pareri obbligatori, come per esempio
quello del Consiglio nazionale della pubblica istruzione. Un organo consultivo
che fornisce pareri motivati particolarmente autorevoli, perché è composto dai
rappresentanti di tutte le componenti che operano o comunque che sono coinvolte
a vario titolo nel mondo della scuola. Tanto più che non sono rari i casi in
cui gli argomenti contenuti in un parere negativo del Cnpi sia stato utilizzato
dalla stesso giudice amministrativo per motivare sentenze di condanna
dell'amministrazione. Quanto al caso oggetto del ricorso, esso verte sulla
possibilità di evitare, a domanda, di imparare due lingue comunitarie per
concentrarsi unicamente sull'inglese. Il tutto fagocitando le due ore della
seconda lingua. E destinando, quindi all'inglese 5 ore la settimana. «In sede
di iscrizione alla prima classe e con il vincolo di non variare tale scelta per
l'intero corso della scuola secondaria di I grado», recita il passo della
circolare ritenuto illegittimo, «le famiglie possono chiedere che il
complessivo orario settimanale riservato all'insegnamento delle lingue
comunitarie, per un totale di cinque ore, sia interamente riservato
all'insegnamento della lingua inglese compatibilmente con le disponibilità di
organico». La questione, peraltro, è stata ulteriormente chiarita dal ministero
che ha spiegato alle scuole che l'inglese potenziato si può introdurre solo se
ciò non comporta esuberi tra i professori di francese della stessa scuola o
comunque della seconda lingua comunitaria. E questo chiarimento è contenuto
nella circolare sugli organici: emanata anch'essa senza attendere l'entrata in
vigore il decreto sugli organici. Fatto, questo, che pone a rischio tutte le
operazioni che stanno effettuando gli uffici e mettere una seria ipoteca anche
sulla mobilità del personale. Perché la procedura adottata dall'amministrazione
è identica a quella sanzionata dal Tar del Lazio. Che probabilmente si
pronuncerebbe allo stesso modo se la circolare sugli organici venisse fatta
oggetto di un eventuale ricorso.
( da "Italia Oggi" del 28-04-2009)
Argomenti: Scuola
ItaliaOggi sezione: Lettere data:
28/04/2009 - pag: 17 autore: L'ESPERTO RISPONDE/ Ai genitori non è consentito
scegliere, ma... Tra la terza C e la terza A può anche decidere il Tar L'ombra
dei ricorsi sull'assegnazione delle sezioni I genitori vigilano sull'assegnazione
dei propri figli alle sezioni superiori. Chi scrive chiede che cosa può fare in
caso di sospetti sulle decisioni prese dal dirigente scolastico. La legge parla
chiaro: sono possibili forme di tutela, anche se ai genitori non è consentito scegliere.
La scelta, infatti, tocca al dirigente scolastico e deve seguire criteri di
imparzialità, ragionevolezza, buona amministrazione e giusto procedimento. Un
genitore può soltanto impugnare la decisione al Tribunale amministrativo. Quali
sono i criteri di assegnazione degli alunni alle sezioni delle prime
classi per gli istituti superiori? Deve essere assicurata trasparenza,
specie se dalla maggior parte degli iscritti sono predilette certe sezioni
piuttosto che altre? Nel caso il genitore ritenesse eccessivamente generico o
iniquo il criterio pubblicato dall'istituto (oggi) o poco trasparente le
operazione di assegnazione degli alunni alle classi ne può contestare la
legittimità: come, quando, oggi o a settembre dopo che le classi si siano formate?
GrazieAntonio Trevisani PadovaL'assegnazione degli alunni alle classi segue le
regole fissate dai principi generali a cui deve attenersi l'amministrazione
nell'esercizio della sua attività istituzionale: ragionevolezza, imparzialità,
buona amministrazione, giusto procedimento. Ai genitori non è consentito
scegliere la classe e i docenti, ma è riconosciuto il diritto alla
partecipazione al procedimento amministrativo secondo quanto previsto dalla
legge 241/90. Qualora l'esercente la potestà genitoriale ritenga leso
l'interesse del proprio figlio, potrà adire il giudice amministrativo sia
impugnando in via preventiva le delibere degli organi collegiali recanti le
disposizioni generali cui il dirigente deve attenersi nella costituzione delle
classi, sia i provvedimenti di assegnazione dell'alunno alla classe di
riferimento. L'azione può essere condotta già all'atto
dell'iscrizione, in riferimento alle delibere collegiali, salvo impugnazione
successiva degli atti susseguenti in sede di assegnazione dell'alunno alla
classe.Antimo Di GeronimoAl responsabile sicurezza non spetta retribuzioneSe il
Rls di una scuola svolge il corso di formazione (32 ore) al di fuori del suo
orario di lavoro (e della sua sede) ha diritto al riconoscimento di
queste ore come ore di straordinario (ed eventuale spese di viaggio)?Giuseppe
StaltieriTerno D'IsolaL'incarico di rappresentante dei lavoratori per la
sicurezza è elettivo e non comporta il diritto a emolumenti retributivi di
quasivoglia natura. Non si tratta, infatti, di una qualifica che implica una
obbligazione inquadrabile in un rapporto sinallagmatico, quanto, invece, di una
mera obbligazione naturale che non consente ai rappresentati di imporre
qualsivoglia prestazione al rappresentante, che è legato ai rappresentati da un
mero vincolo fiduciario. Si tratta dunque di una qualifica inquadrabile nella
categoria dei cosiddetti funzionari onorari, ai quali non spetta alcuna
retribuzione, fatte salve eventuali indennità a titolo di ristoro patrimoniale
(tra le tante: Cassazione sezioni unite un. 129/99). L'interessato, dunque, ha
diritto al rimborso delle spese di viaggio, ma non ha titolo ad alcuna
retribuzione.Antimo Di GeronimoRiservatezza in pagella,
attenti all'erroreSono un'insegnante di musica di scuola secondaria di primo
grado. In relazione alla valutazione degli alunni per il passaggio alla classe
successiva o per l'ammissione all'esame di stato, la dirigente ha diffuso le
seguenti disposizioni: il consiglio di classe decide a maggioranza la
promozione o la bocciatura e l'ammissione o meno degli alunni
che sono insufficienti in una o più materie; in caso di bocciatura o non
ammissione i voti delle materie insufficienti vengono riportati tali e quali in
pagella; in caso di promozione o ammissione i voti delle materie
insufficienti vengono «trasformati» e riportati in pagella come «6» e
sarà comunicata alla famiglia la necessità di «recupero» nelle discipline
insufficienti.Chiedo se quanto sopra riportato è conforme a criteri
stabiliti da disposizioni ministeriali o altro. Cordiali saluti.Maria Luisa
Ferrovecchio, VeronaIn via preliminare va chiarito che, a oggi, le istituzioni
scolastiche godono della cosiddetta autonomia funzionale. Autonomia che
consiste nella possibilità di organizzare autonomamente il servizio, seppure
nel rispetto degli indirizzi generali fissati dall'amministrazione centrale e,
in ogni caso, fatto salvo il rispetto dei principi generali del diritto
amministrativo. Primo fra tutti il principio di legalità. Detto questo, non
sembrerebbe priva di pregio la pretesa del dirigente scolastico, volta a
tutelare il diritto alla riservatezza degli alunni con carenze nelle varie
discipline di studio. Non di meno, essa sembrerebbe viziata in legittimità in
quanto, trattandosi di un atto amministrativo e non di un atto di gestione, il
dirigente medesimo avrebbe dovuto acquisire il placet degli organi collegiali.
E solo in forza delle relative delibere avrebbe dovuto emanare l'atto in
discussione che, evidentemente, non può essere unilaterale. In buona sostanza,
dunque, sembrerebbe trattarsi di un errore di metodo (error in procedendo) che
andrebbe sanato, in via di autotutela (si veda l'articolo 21-nonies della legge
241/90) ai sensi del combinato disposto degli articoli 7, 10 e 396 del decreto
legislativo 297/94 e 25, comma 2, del decreto legislativo 165/2001.Antimo Di
GeronimoCongedo matrimoniale, ecco tutte le regolePoiché mio marito per motivi
di lavoro doveva partire dall'Italia il 10 marzo e rientrare tra il 10 e il 30
aprile, siamo stati costretti, per comprensibili motivi, a celebrare il
matrimonio con il solo rito civile il giorno 7 marzo (quello con rito cattolico
era stato, invece, da tempo fissato per sabato 2 maggio). Non potendo per
altrettanti ovvi motivi chiedere il congedo per matrimonio ho preannunciato al dirigente
scolastico - sono una insegnante elementare di ruolo - che lo avrei chiesto
successivamente al matrimonio cattolico. Il dirigente scolastico mi ha
comunicato che, ai sensi del punto 3 dell'articolo 15 del Ccnl 29 novembre
2007, il congedo per matrimonio doveva essere fruito entro e non oltre i due
mesi dalla data del matrimonio civile e, pertanto, entro e non oltre il 7
maggio. Di fatto solo per cinque giorni. Ha ragione?Franca Bettiol VeneziaSolo
il riferimento al disposto del punto 3 dell'articolo 15 del Ccnl 29 novembre
2007 è incontestabile. Tutto il resto è solo una personale interpretazione
delle disposizioni che regolano il diritto al congedo per matrimonio. È vero
che il dipendente ha diritto a un permesso retribuito di 15 giorni consecutivi in
occasione del matrimonio, ma con decorrenza indicata dal dipendente medesimo ma
con decorrenze fruibili da una settimana prima a due mesi successivi al
matrimonio stesso. Ciò che invece non è vero e che i 15 giorni decorrono, nella
fattispecie, esclusivamente con riferimento al matrimonio con rito civile e non
anche al matrimonio con rito cattolico. Infattil, l'Aran ha avuto modo di
precisare che la scelta del periodo di congedo spetta, per una sola volta, al
dipendente anche con riferimento alla data di matrimonio celebrato con rito
cattolico successivamente a quello celebrato con il rito civile. Può, pertanto,
chiedere di fruire del congedo a partire dal 3 maggio. Franco Bastianini
( da "Messaggero Veneto, Il" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Coinvolgere le famiglie e far parlare i
ragazzi con persone specializzate A proposito di bulli... Quando conta di più
apparire Ciao a tutti, mi chiamo Miriana e ho tredici anni. Oggi, dopo alcuni
episodi di bullismo successi negli ultimi mesi, voglio parlarvi di questo
problema e dirvi quello che ne penso in proposito. Secondo me, ci sono tre tipi
di bulli: il bullo che picchia, quello che ricatta e quello che
"aggredisce" a parole. Io penso che il bullo non sia una persona che
fa una battuta o degli scherzi; il bullo è colui che ti rende la vita
impossibile e che quando lo vedi sei terrorizzato. Per come la vedo io, se il
fenomeno si è, e si sta sviluppando sempre di più, è colpa di chi non ha avuto
il coraggio di denunciare il fatto e parlarne. Se fin dall'inizio si fosse
subito puntato il dito su quelle persone, adesso non ce ne sarebbero così
tante. La riforma Gelmini dice che
col cinque in condotta vieni bocciato. Secondo me questo provvedimento è
semplicemente inutile, perché se un ragazzo diventa bullo dietro a tutto questo
ha problemi ben più gravi della bocciatura. La mia proposta? Sarebbe giusto
coinvolgere la famiglia e far parlare i ragazzi con delle persone
specializzate. Si sente dire negli ultimi tempi che il fenomeno si sta
sviluppando molto anche fra le ragazze. Io penso che questo sia però un
bullismo diverso, perché le ragazze vengono "bombardate" con l'idea
di essere perfette, domina in loro la convinzione che non conta chi sei, ma
come sei. Esse non fanno a pugni, ma quando vedono che una ragazza potrebbe
essere più bella di loro cercano di renderle la vita impossibile e quando la
vittima si ritrova senza amici e derisa da tutti... forse era meglio se avesse
preso un pugno in faccia! Il bullismo serve a far sentire forti i bulli, a
farli sentire i migliori. Essi sfruttano la paura e il timore delle vittime che
in silenzio subiscono. Dobbiamo cominciare a parlare e a fare qualcosa di
concreto, non stupide riforme che non servono a niente! Non basta punire i
bulli, ma bisogna parlare con loro per far capire cosa hanno fatto. Un mio
amico veniva ricattato da un bullo, ma grazie ad alcuni amici è riuscito a
risolvere il problema. Come si dice? Oh, sì: l'unione fa la forza. Qui è finito
tutto bene, ma non succede sempre così perché un po' di tempo fa, siccome il
bullo rendeva la vita impossibile a un ragazzo, quest'ultimo si è suicidato.
Per concludere voglio lanciare un messaggio a questi bulli: Se far star male le
persone ti fa stare bene, allora quello che sta male sei tu! Pensaci! Miriana
Venier classe 3ª A Scuola media di Forgaria
( da "Nazione, La (Massa - Carrara)" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
CRONACA MASSA pag. 2 I Cobas:
«Boicottiamo le prove Invalsi» MASSA FARE IL PUNTO sulla organizzazione
scolastica del nostro territorio: è stato questo l'oggetto di un incontro
convocato dall'assessore provinciale all'istruzione, Raffaele Parrini, al quale
hanno partecipato le organizzazioni sindacali della scuola Cgil, Cisl e Uil,
tutti gli enti locali della costa e la Comunità montana della Lunigiana.
Dall'incontro emergono tre priorità che il tavolo ha affrontato e sulle quali
si è impegnato a proseguire un'articolata e approfondita discussione allargando
a tutto il mondo della scuola i temi ritenuti fondamentali in questa fase. Il
tutto è stato riassunto in un comunicato stampa congiunto firmato dal
presidente della comunità montana Paolo Bissoli e dagli assessori
all'istruzione della Provincia Raffaele Parrini, del Comune di Massa Carmen
Menchini, del Comune di Carrara Giovanna Bernardini e del Comune di Montignoso
Settimo Del Freo. I RAPPRESENTANTI istituzionali esprimono «estrema
preoccupazione e forte dissenso rispetto alla prospettata ed ennesima riduzione
degli organici, sia per il personale docente sia Ata, che l'applicazione pratica del decreto Gelmini sta
attuando in maniera oltremodo scientifica. Come istituzioni del territorio
avevamo già denunciato i rischi di una riforma solo contabile del mondo della
scuola ed i fatti purtroppo ci stanno dando ragione. La parola d'ordine
affidata ai dirigenti provinciali e regionali dei vari Provveditorati è una
sola "tagli". Per questo motivo chiediamo subito ai livelli
provinciali e regionali dei Csa (gli ex provveditorati, ndr) un confronto
immediato affinché si possa calmierare gli effetti disastrosi della cosiddetta
riforma Gelmini». PRESIDENTE e assessori ribadiscono
la loro «lotta per la difesa della scuola montana di tutta la provincia di ogni
ordine e grado individuando in particolare nella Lunigiana e Montignoso
autentici presidi di civiltà scolastica che devono essere preservati e difesi
da tagli indiscriminati che possono mettere a repentaglio il tessuto sociale e
formativo della montagna nella sua accezione più completa. Su questo il tema di
un governo locale legato a una visione complessiva di una riorganizzazione,
anche razionalizzata, del sistema scuola non ci spaventa ma ribadiamo la
assoluta volontà del territorio affinché sia esso stesso a compiere quelle
scelte necessarie a garantire la qualità del servizio per le nostre comunità
nel presente e nel futuro».
( da "Nazione, La (Massa - Carrara)" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
PRIMA CARRARA pag. 7 di CRISTINA LORENZI
CARRARA «I MIGLIORI presidenti dell'Accademia sono stati tutti di Carrara.
Spero di inserirmi in questo solco». Non ha ancora le idee chiare di come
attuerà i primi progetti, ma sa già da dove partirà. Simone Caffaz, già
candidato sindaco per il Pdl, è stato nominato ieri dal ministro alla Pubblica
istruzione, Mariastella Gelmini,
presidente dell'Accademia di Belle arti. E dedica l'incarico al nonno Loris
che, artista dell'Accademia nel ventennio, fu costretto ad abbandonarla per le
leggi razziali. «Adesso prenderò il suo testimone». Una nomina, lo ricordiamo,
che va a coprire la vacatio lasciata dalla dimissionaria Mariella Zoppi.
Così Caffaz, direttore di Teletoscananord, consigliere del Pdl, adesso siederà
sulla poltrona più alta di palazzo del Principe per un incarico che ha
l'ambizione di riportare la serenità in una struttura dilaniata da lotte
intestine. Presidente, quale sarà il primo passo che muoverà in Accademia? «Per
prima cosa voglio ringraziare tutti coloro che mi hanno sostenuto: il ministro Gelmini, ma anche Bondi e Matteoli che si sono spesi per me.
Poi i docenti che mi hanno proposto e le varie strutture del Pdl che pure con
la discrezione dovuta al caso hanno manifestato gradimento. Per prima cosa
studierò il bilancio per arrivare a un'approvazione più veloce possibile».
Annunciando che sarà in Accademia tutte le mattine, Caffaz affronta poi
l'argomento più attuale, la gipsoteca. Ma anche su questo non si sbilancia e
preferisce la prudenza. «Non intendo fare una gipsoteca a tutti i costi: è un
obiettivo importante e prestigioso e andrà fatta in maniera idonea, con una
progettualità seria per individuare fondi e finanziamenti. Vedremo se
utilizzare strutture esitenti, come San Francesco o guardare altrove.
L'Accademia andrà rilanciata per cui saranno necessari accordi con
l'amministrazione». Come si porrà con una giunta di centro sinistra? «Dovremo
lavorare insieme per creare un rapporto stretto, per rilanciare l'istituto e
con esso la scultura. Sono convinto che questa debba avere un ruolo
fondamentale: come raggiungere questo obiettivo non lo so, ma lo vedrò con il tempo.
E' necessario che tutti contribuiscano a stemperare polemiche e veleni per
poter lavorare serenamente». E con gli studenti, che avevano manifestato chiaro
dissenso? «Ho ricevuto telefonate di congratulazioni da parte di molti allievi.
La scelta del presidente non è un concorso per titoli e deve seguire precise
regole, per cui la mia candidatura era quella che, al di là delle competenze
professionali, godeva di un rapporto di fiducia dal basso del consiglio e
dall'alto del ministero. La lacuna nelle competenze artistiche la riconosco, ma
bisogna capire su cosa significa arte. Se arte è conoscenza accademica della
materia io ho svolto un percorso di studi diverso, ma questo credo valga anche
per i migliori presidenti del passato. Mi riferisco a Mario Baratta, avvocato,
Enrico Bogazzi, imprenditore, e Dino Geloni, architetto, guarda caso tutti e
tre di Carrara. Spero di inserirmi sul loro solco perché ritengo che il
presidente abbia un ruolo preminente dal punto di vista amministrativo e di
marketing e debba promuovere l'Accademia in tutti gli ambienti istituzionali».
( da "Arena, L'" del 28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Martedì 28 Aprile 2009 PROVINCIA Pagina
35 ANGIARI. Ufficializzata la quinta candidatura Corsa elettorale Ci sarà anche
Marina Meletti È stato Conta a presentare la lista civica «Tempi nuovi» Sarà
Marina Meletti il candidato sindaco della lista civica «Tempi nuovi per
Angiari» e dovrà vedersela con altri quattro avversari: Gelmino
Caliari - che deve ancora decidere nome e simbolo -, Laura Marcolongo della
«Civica per Angiari», Alvise Menini per «L'Airone» ed il sindaco uscente
Vincenzo Bonomo. L'ufficializzazione della candidatura di Meletti, che sarà
«scortata» da 12 aspiranti consiglieri sotto un simbolo che riporta un cuore
che stringe una fascia tricolore dentro una casetta stilizzata, è
avvenuta di fronte a un centinaio di persone con Giancarlo Conta, assessore
regionale all'Ambiente e vicecoordinatore provinciale del Popolo della libertà,
che l'ha tenuta a battesimo. Confermando così le divisioni del centrodestra
angiarese in questa tornata amministrativa. visto che la «Civica per Angiari»
punta su Marcolongo appoggiata da Alberto De Togni, coordinatore locale di
Forza Italia. «Quando venni le prime volte ad Angiari lo feci per far conoscere
il sindaco uscente», ha raccontato Conta, «visto che militavamo entrambi in
Forza Italia. Poi dopo un anno e mezzo è passato con An e quindi alla Lega. Non
è un segnale di buon senso per chi governa un paese». Sono tutti neofiti ed
iscritti all'associazione «Tempi nuovi» i 12 candidati. Tra questi c'è lo
stesso presidente del sodalizio Sergio Montagna. Meletti punta sull'esperienza
di ex amministratore a Roverchiara, prima come assessore nella giunta del
sindaco Aleardo Merlin, poi all'opposizione con Gino Lorenzetti. «Sono stati
dieci anni», ha spiegato, «durante i quali ho imparato molto. Per Angiari
crediamo che il parco commerciale del Lavigno vada realizzato e per questo
aiuteremo nelle procedure chi lo vuol costruire. Rivedremo il Pat ma non lo
stravolgeremo: stralceremo quelle aree che sono di proprietà di tre assessori
comunali». F.T.
( da "Nuova Ferrara, La" del 28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Niente prima elementare Volania perde la
battaglia e teme per il futuro VOLANIA. L'anno prossimo la prima classe
elementare non si farà. La decisione è stata comunicata ai genitori venerdì nel
corso di un incontro svoltosi presso le scuole del paese al quale hanno
partecipato Francesco Luciani, assessore alla Pubblica Istruzione e la
dirigente scolastica Toschi. «Abbiamo comunicato ai genitori - spiega
l'assessore - che l'Usp (Ufficio Scolastico Provinciale) ha deciso di non
attuare la prima classe in quanto figurano iscritti solamente nove bambini. I
genitori sono preoccupati che questo possa costituire solo il primo passo per
poi giungere alla chiusura del plesso scolastico. Queste preoccupazioni -
prosegue l'assessore - le abbiamo fatte presenti al dirigente scolastico
Vincenzo Viglione nel corso di un incontro. Ci è stato
spiegato che le difficoltà derivano dalle decisioni prese a livello centrale
(vedi legge Gelmini ndr.) e di fronte alle quali l'Usp ben poco può fare». Per il
prossimo anno quindi i «remigini» saranno costretti ad emigrare a Comacchio o a
Lagosanto. Complessivamente i bambini frequentanti le elementari di Volania
sono 47. Si spera che la situazione possa migliorare. «Anche a Lido
degli Estensi anni fa si era verificato un fatto simile - spiega l'assessore
quando il numero dei bimbi iscritto alla prima era assai esiguo ma poi la
situazione si è modificata positivamente». «In questi anni abbiamo fatto tutto
il possibile per le elemntari di Volania - afferma l'assessore - sono stati
compiuti investimenti importanti sia per le strutture portanti dell'edificio,
per la creazione di un laboratorio di informatica e per rendere fruibile la
mensa in locali gentilmente concessi dalla parrocchia, nella canonica. Avevamo
lavorato molto come amministrazione comunale - conclude l'assessore - per fare
in modo che i genitori iscrivessero i loro bambini a Volania per avere un
numero sufficente ad evitare possibili taglia ma tutto questo non è stato
sufficente». Attualmente i plessi scolastici elementari funzionanti nel
territorio lagunare sono quelli di Comacchio, Lido degli Estensi, Porto
Garibaldi, San Giuseppe e appunto Volania.
( da "Riformista, Il" del 28-04-2009)
Argomenti: Scuola
segue dalla prima pagina Bertolaso è
diventato il simbolo della politica del fare - che tanto piace al Cavaliere -
contrapposta alla lentocrazia di Palazzo segue dalla prima pagina Bertolaso è
diventato il simbolo della politica del fare - che tanto piace al Cavaliere -
contrapposta alla lentocrazia di Palazzo. Per questo ricopre un ruolo (e un
potere) che nella storia del Paese nessuno ha mai avuto: quelli, di fatto, di
un superministro personale del premier. Anche se formalmente è «sottosegretario
alla presidenza del Consiglio» per l'emergenza rifiuti. Con la direttiva
firmata da Berlusconi il 3 dicembre del 2008, il premier ha infatti affidato
alla Protezione civile, cioè a lui, «il coordinamento della intera gestione
delle emergenze con l'istituzione, presso il dipartimento, 24 ore su 24, di un
sistema che in configurazione ordinaria è presente presso i vigili del fuoco,
le forze armate, la polizia di Stato, i carabinieri, la guardia di finanza, il
corpo forestale e le capitanerie di porto; al quale si aggiungono in situazione
di configurazione straordinaria, in caso di emergenza nazionale, le aziende del
sistema Italia competenti alla Protezione civile». Significa che Bertolaso
coordina una cinquantina di strutture tra uffici, servizi, direzioni, più apparati
militari e civili rispondendo solo a Berlusconi. E che - non è un dettaglio -
gestisce i flussi di denaro su input, direttamente, di Palazzo Chigi. Un ruolo
che non si era mai visto. I suoi minimizzano, ma, di fatto, col G8 in Abruzzo
comanda, sull'evento, più del ministro dell'Interno. Senza grisaglie
ministeriali il comandante in campo con felpa blu e polsini tricolore è
qualcosa di più di un "problem solver" che ha ripulito Napoli dalla
mondezza e fronteggiato in prima linea l'emergenza terremoto. Qualcuno, a
palazzo Chigi, ci scherza su («Ci manca solo che lo fanno santo») ma l'uomo
della provvidenza è più politico di quel che sembra. Forte del rapporto con
Gianni Letta si è concesso incursioni inimmaginabili per altri. Già nella
scorsa esperienza di governo polemizzò con l'allora ministro dell'Interno
Pisanu che difendeva il potere dei prefetti. O con Gianfranco Fini, allora alla
Farnesina, che gli rimproverò i «personalismi eccessivi» nella gestione degli
aiuti al Sud Est asiatico devastato dallo tsunami. In questa legislatura non ha
affatto abbassato i toni. Anzi. E Berlusconi non gli ha mai detto nulla. A
Natale, di fronte all'ipotesi del taglio dei fondi alla Protezione civile, ha
minacciato le dimissioni. Un crescendo, in cui il medico delle missioni
impossibili ha assunto sempre più il ruolo del king maker. Tutto ruota attorno
al tema della "sicurezza". Con un curriculum come il suo, perché
lasciare la parola d'ordine ad altri? E allora, dopo il crollo in una scuola di
Rivoli (morì un ragazzo), ecco Bertolaso che bacchetta la Gelmini denunciando l'incuria degli edifici scolastici. Ma è soprattutto
con la Lega che svolge un ruolo di riequilibrio. Quando nel decreto sicurezza
sono spuntate le ronde, ecco Bertolaso che invia a tutte le prefetture, le
Regioni, le Province, una lettera di tre pagine diffidando dall'utilizzare
«personale e mezzi della Protezione civile». La missiva è arrivata pure
al Viminale. Né Bossi né Maroni si sono scagliati contro di lui. E infatti
Letta lo ha lasciato fare, e Berlusconi pure. Perché l'uomo della provvidenza,
al momento, è intoccabile. Già, intoccabile. Non solo perché l'Italia è un
Paese sismico in cui la Protezione civile ha un ruolo cruciale. Ma perché nel
decreto che gli attribuisce pieni poteri è scritto, nero su bianco, che è
compito della Protezione civile occuparsi anche dei cosiddetti «grandi eventi»:
cerimonie, internazionali, vertici, raduni di massa. Come per le emergenze
gestisce uomini e soldi, con la copertura del Capo. Che Bertolaso avesse la
stoffa del duro lo si era capito quando Rutelli gli mise in mano
l'organizzazione del Giubileo 2000. Raccontò allora Rutelli: «A un certo punto
monsignor Dziwinsz dice: "Il Papa vuole andare in mezzo ai ragazzi".
A Tor Vergata c'era la più grande folla di giovani del mondo.
"Impossibile" rispondiamo noi. "Vuole andare" ribadisce
lui. E così Guido si mette alla guida dell'auto che apre la folla come il Mar
Rosso, un vero miracolo». L'indole decisionista si manifestò quando si permise
pure di criticare l'organizzazione vaticana: «Alla fine dell'evento mi toglierò
i sassolini dalle scarpe». Una frase che creò un vero incidente diplomatico.
Mons. Crescenzio Sepe che allora era segretario generale del Giubileo di Roma -
lo chiamavano «il Bertolaso della Chiesa» - gli rispose: «Se gli fanno male i
piedi si cambiasse le scarpe». Poi a Napoli, quando Sepe è diventato cardinale
e Bertolaso commissario, hanno ricominciato a parlarsi. Anche perché - sotto i
buoni uffici di Letta - Bertolaso con i prelati ha ricucito buoni rapporti.
Dopo la vetrina del Giubileo, con Berlusconi arriva la consacrazione
definitiva. E il super commissario costruisce la sua popolarità sia
sull'emergenza sia sulla politica: gli incendi estivi, il crollo della
cattedrale di Noto, ma, soprattutto, il vertice a Pratica di Mare, o quello
della Fao. Lui ordina, gli uomini in divisa e i volontari obbediscono. Le
decisioni si concordano faccia a faccia con Berlusconi senza burocrazia,
partiti e lungaggini ministeriali. Dopo il terremoto all'Aquila il suo colpo di
teatro. L'idea di un G8 nella città terremotata - di cui ha parlato in privato
a Berlusconi prima che il premier l'annunciasse - è perfetta per un
superministro. C'è l'emergenza e c'è la politica. Si capisce, subito dopo la
conferenza stampa in cui Berlusconi fa il grande annuncio, che la linea la darà
lui, non Maroni: «Sarà un G8 più sobrio e più serio» afferma il
sottosegretario. Che poi inizia a dare - a raffica - ampie assicurazioni sul
capitolo sicurezza. La macchina, sempre più imponente, è nelle sue mani. Il
Viminale per ora tace. E Berlusconi acconsente. Alessandro De Angelis
28/04/2009
( da "Nazione, La (Arezzo)" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
CRONACA AREZZO pag. 7 di ALBERTO PIERINI
I PRESIDI dicono no, le famiglie anche, gli studenti, se no... di ALBERTO
PIERINI I PRESIDI dicono no, le famiglie anche, gli studenti, se non altro per
simpatia, pure. E il provveditore è d'accordo con loro. La scuola non è mai
stata tanto unita come contro il piano di dimensionamento: «parolaccia» dietro
la quale si nasconde la riduzione a sei istituti di tutta la scuola primaria.
Dalle materne alle medie, tutti insieme su sei robuste «navi» che da settembre
dovrebbero navigare il mondo della scuola aretina. Sei istituti da oltre mille
studenti l'uno: e non sette, come in un primo momento l'amministrazione
comunale aveva deciso. E su questo si imposta la battaglia in corso da mesi. Da
una parte la consulta dei genitori e l'associazione delle famiglie anche a
livello nazionale. Dall'altra l'assessore Francesca Tavanti, che difende con
coerenza la sua scelta. CONTRO LA QUALE le famiglie potrebbero presto scendere
in piazza: il vertice per decidere è stato fissato per il 9 maggio. Tra le
ipotesi un girotondo in piazza del Comune, meglio se con grembiulino e
zainetti. Prma di allora le famiglie vorrebbero incontrare il sindaco. Ma,
dicono, non ce la fanno: perché non vuole riceverli. «Stiamo chiedendo un
incontro spiega Giuseppe Argirò, presidente della consulta ormai da un mese e
mezzo: ma non c'è verso di averlo. Pensare che invece sia il Prefetto che il
Vescovo hanno ascoltato le nostre ragioni». Questo silenzio del Comune non va
giù alla consulta. Che intanto ha stoppato la raccolta firme a quota 800, ma è
pronto a riprenderla. Intanto con loro è scesa in campo anche la rappresentanza
aretina dell'Associazione Nazionale Dirigenti. Una lettera scritta a tutti. E
nella quale chiedono di rinviare di un anno l'attuazione del piano. MOTIVO?
«Esaminare con cura e serenità tutta la complessa materia e coinvolgere tutti
gli operatori della scuola». Una linea che filtra da una serie di
consioderazioni. Ben venga, dicono in sostanza i presidi, la scelta di
organizzare istituti copmprensivi. E la scelta del Comune di applicare la
legge, «che potrà avere nel tempo effetti positivi nell'assetto scolastico».
Ma? Ma ci sono diversi motivi che secondo i dirigenti scolastici
consiglierebbero prudenza. Ad esempio che il numero degli alunni iscritti a
ogni istituto supera di gran lunga i parametri della normativas. Che c'è un
«dissenso molto diffuso nella comunità scolastica». E che comunque la buona
riuscita di tutto il piano potrebbe «essere danneggiata dalla fretta di voler
realizzare a tutti i costi, già da settembre, la complessa trasformazione». E
un elemento che sulla bilancia ha il suo peso: da settembre non cambierebbe
solo la struttura delle scuole. No, è in trasformazione, e
questo per la riforma Gelmini, anche il tempo scuola. Con le famiglie che hanno richiesto in
massa orario pieno o prolungato. Ma senza la certezza di poterlo ottenere,
considerando il ritorno al maestro unico. Intanto però le operazioni in vista
del prossimo anno sono partite. Per ora si lavora nella prospettiva dei
sei istituti. Ma con tutte le incertezze del caso: l'impressione è che il mondo
dei banchi stia aspettando come la manna una frenata del Comune. La stessa
invocata dal Provveditore Caruso. Ma anche la stessa della quale ancora non si
vedono tracce. Neanche nella piazza dei girotondi.
( da "Riformista, Il" del 28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Oltre al Cav. a Onna Che cosa è successo
il 25 aprile? Boh! visti da Non lo sanno gli intervistati in tv, né i ventenni
che voteranno per la prima volta, né gli studenti. Agli italiani serve memoria
storica L'altro giorno al Tg1, in occasione del 25 aprile e dopo la
celebrazione per la prima volta della Festa della Liberazione da parte di
Berlusconi, una cronista del principale telegiornale della Rai ha provato ad
intervistare un po' di gente comune, per capire cosa sapessero o ricordassero
di una ricorrenza così importante, in qualche modo annoverata tra quelle
fondamentali per la storia della nostra Repubblica. Bene: non uno, dicasi uno,
della decina di intervistati era in grado di dare una risposta esatta, né su
quel che accadde il 25 aprile di sessantaquattro anni fa, né sul perché è
considerata festa nazionale. E quando la cronista s'è un po' divertita a
insinuare dei dubbi sulle risposte (1945 o '46?, guerra finita o no?) il
panorama s'è fatto ancora più desolante e gli sguardi sempre più sperduti. Intendiamoci,
se a scuola il Novecento si studia frettolosamente, o si arriva a malapena alla
Prima guerra mondiale (quando non al Congresso di Vienna!), se l'educazione
civica, cioè la materia che dovrebbe avere per oggetto la Costituzione e i
principi fondamentali del nostro ordinamento, è negletta, malgrado l'impegno appena assunto dal ministro Gelmini, se ormai
giovani e meno giovani (le domande del Tg1 erano rivolte anche a
cinquanta-sessantenni, che magari per ragioni anagrafiche dovrebbero aver
ascoltato racconti familiari su quel periodo) non sono in grado di rispondere,
la colpa non può essere scaricata addosso a chi non sa. Anzi,
bisognerebbe cominciare a fare i conti con il fatto che quest'anno voteranno
per la prima volta ragazzi nati nel 1981, per i quali la storia repubblicana,
partendo dalla loro adolescenza, comincia con la Seconda Repubblica e coincide
più o meno con Berlusconi e Prodi. Questo vale per chi ha meno di vent'anni ma
anche per chi ne ha trenta. A malapena sanno in che Paese vivono, ma non sanno
da dove provengono, ignorano come è nata la Carta costituzionale, chi l'ha
scritta e quando, qualcuno ricorda appena un otto: forse nel Sessantotto, o nel
Quarantotto? Anche attendersi che la scuola, da sola, possa colmare le lacune
di intere generazioni, è irrealistico. Per una fiction trasmessa di recente sul
sindacalista Giuseppe Di Vittorio e sulle vicende della prima metà del secolo
scorso, il grosso della programmazione tv rifugge per problemi di audience
dalla storia recente, e spesso da storie italiane che non possano trovare
mercato anche all'estero. Ci può essere qualche ragione commerciale o
gestionale anche in queste scelte sbagliate da un punto di vista culturale, ma
il problema rimane. E il problema, per dirla in soldoni, è che per due o tre
giorni l'opinione pubblica ha assistito a uno dei passaggi politici più
importanti della storia politica recente - il riconoscimento, appunto, per la
prima volta dopo quindici anni, da parte del leader del centrodestra,
dell'importanza della lotta di Liberazione e la necessaria distinzione
dall'esperienza dei giovani repubblichini di Salò, anche da quelli che
combatterono in buona fede - è avvenuto senza che gran parte dei cittadini
italiani fossero in grado di capirne la portata. Ciò che sarebbe stato
impossibile venti anni fa o trent'anni fa, quando la memoria dell'epoca era
viva in ogni famiglia italiana, e i racconti del fascismo, della guerra, della
caduta del regime, del passaggio dalla monarchia alla repubblica, avvenivano a
tavola, tra nonni, padri e nipoti, a scuola, in una liturgia consolidata, oggi
sparita dai file della nostra memoria e dagli schermi della televisione, dove
solo in estate e di prima mattina è ancora possibile vedere qualche film sul
dopoguerra del periodo neorealista. Oggi la cultura è quella contemporanea. La
paziente opera del presidente Napolitano, lo scambio polemico tra Berlusconi e
Franceschini, la decisione finale del leader del centrodestra di prendere
parte, dopo averlo evitato per un quindicennio, alle celebrazioni della
Liberazione, sono rimaste avvolte in una nube di confusione, tra una polemica
sulla sicurezza e un'altra sugli immigrati. E invece, è inutile dirlo,
meritavano di più. Dopo quel che è accaduto c'è da aspettarsi che questa
mancanza diventi l'occasione per un gesto politico meno contingente di una
celebrazione. Che Berlusconi, magari facendo appello alla sua storia di uomo di
televisione, trovi il modo per sollecitare una rete tv, un tg, un programma di
storia, a colmare la lacuna, anche fuori degli orari di grande ascolto, ma con
una certa continuità. Negli archivi della Rai esistono ricostruzioni della fine
della guerra, del periodo costituente, dei primi anni della Repubblica, che con
qualche aggiustamento potrebbero formare l'ossatura di una moderna
ricostruzione storica di quel che è accaduto e che la gente, in gran parte,
ormai ignora. Lo stesso materiale, tradotto in cd, o spedito per Internet agli
istituti superiori, potrebbe diventare oggetto di cicli di lezioni e di
discussioni. Anche le Università potrebbero impegnarsi in questo senso e in un
modo sistematico. Perché adesso che la Resistenza e la Liberazione sono di
tutti, lo diventino veramente, e non per un solo giorno. di Anna Chimenti
28/04/2009
( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
FALCONARA pag. 9 L'AMMINISTRAZIONE Brandoni si
vede assegnata in ... L'AMMINISTRAZIONE Brandoni si vede assegnata in pagella
una media del 5+. A un anno esatto dall'elezione a sindaco di Goffredo Brandoni
abbiamo chiesto ai cittadini di assegnare all'amministrazione un voto numerico,
appena ripristinato dalla riforma Gelmini. Ristretto
il campione, appena 10 persone, perché in molti non hanno voluto esporsi con
nome e cognome, anche se le considerazioni espresse in forma anonima sono in
linea con quelle che pubblichiamo. Pur non avendo valore statistico,
l'inchiesta fornisce comunque un piccolo segnale sugli umori della città,
con una premessa: in genere gli intervistati hanno affermato che si aspettavano
di più in materia di sicurezza, ma hanno riconosciuto che la situazione
ereditata è un grave ostacolo. Le maggiori critiche arrivano da Castelferretti:
Pierina Bini assegna un misero 2 perché «parlavano tanto di sicurezza invece
Castelferretti è dimenticata dai vigili: al posto della delegazione che c'era prima,
ora c'è una lavanderia»; stesse motivazioni dietro al 3 affibbiato da Virginia
Paolini: «Si ricordano di noi solo per le tasse, ma non ci tutelano, mentre la
piazza, che avevano promesso di ristrutturare, continua a perdere pezzi». Il
voto di Sauro Principi, utente del centro, è invece 4 «perché il deficit non
impedisce di potenziare i controlli a tutela del decoro; si controlla solo la
sosta, mentre la pulizia e le strade sono sempre più trascurate e la sicurezza
è tale e quale a prima». Drastico Luciano Grifoni, del centro: «Zero assoluto,
perché non ho visto miglioramenti sulla sicurezza. Quanto al decoro, dicono che
non hanno soldi, possibile che non trovino nemmeno pochi euro per riverniciare
le panchine?». Si sale sopra la sufficienza in zona centro-nord: «A me Brandoni
piace dice Carlo Carletti perché è una brava persona e si sta impegnando. Non è
cambiato molto, ma le difficoltà sono tante e apprezzo la buona volontà: il
voto è 7». Per Manuela Baiocco, utente del centro, il voto arriva a 10: «Stanno
riprendendo in mano la sicurezza pur tra mille difficoltà e la città appare più
pulita rispetto a prima». Un 5 è il voto assegnato dalla giovane Martina Maggi:
«L'insufficienza riguarda la sicurezza, perché non mi sento libera di
frequentare il centro dopo le 20». Stesso voto e stesse motivazioni per Rita
Bicchi: «Avevano promesso un cambiamento evidente per la sicurezza, che invece
non ho riscontrato». Ma proprio sulla sicurezza, arriva un 10 da Fiumesino:
«Hanno eliminato la prostituzione in strada dice Massimo De Paolis e se c'è
ancora tanto da fare, diamogli il tempo di lavorare». Maurizio Vannetti,
residente in zona sud, apprezza infine con un 6½ il cambiamento di rotta in
materia finanziaria e nei rapporti con l'Api: «Il cambiamento si è visto rispetto
allo sperpero di denaro pubblico e nell'approccio con l'Api, industria che
rimarrà ma che almeno così potrà collaborare a favore della città». Alessandra
Pascucci
( da "Mattino di Padova, Il" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Pagina 22 - Provincia Ben 93 insegnanti
in arrivo nel 2010 Tempo prolungato salvo ad Albignasego ALBIGNASEGO. Ha avuto
successo l'azione del movimento dei sindaci, capitanati da Massimiliano
Barison, per la salvaguardia del tempo lungo nelle scuole. Ad Albignasego, in
particolare, per il 2010 sono stati previsti novantatrè insegnanti e nove
classi a tempo pieno in più rispetto a quest'anno. Il tempo pieno a quaranta
ore è stato confermato nelle scuole Sonetto e Rodari, mentre il tempo lungo è
stato mantenuto in tutte le altre. Un risultato atteso sia dagli amministratori
che dai genitori. Unica eccezione la Leonardo Da Vinci, dove i genitori hanno
preferito le 30 ore di scuola. L'assegnazione dei docenti da parte dell'Ufficio
scolastico provinciale è avvenuta mercoledì scorso. L'ufficio ha attribuito
alla direzione didattica di Albignasego 90 docenti di area comune più tre di
lingua inglese. L'organico servirà a coprire l'orario delle 53 classi delle
scuole primarie del comune. «Prendo atto con soddisfazione - ha commentato
l'assessore alla Pubblica istruzione Carlo Guglielmo - della vittoria del tempo
lungo nelle scuole del Veneto. Si tratta, infatti, proprio di una vittoria il
cui merito va ascritto in primo luogo al sindaco Massimiliano Barison e al
consigliere regionale Leonardo Padrin. Determinante è stato anche il
coinvolgimento dei genitori e degli insegnanti, che hanno dimostrato con il
loro impegno una reale e sentita partecipazione alla vita civile del nostro
comune. Auspico che questo momento di coinvolgimento non si esaurisca, ma
prosegua aggiungendo stimoli e sproni reciproci». L'iniziativa per la
salvaguardia del tempo lungo è partita proprio da Albignasego: «E' doveroso un
ringraziamento ai 130 sindaci veneti - spiega Barison - che hanno deciso di
unirsi per salvare il tempo pieno e il tempo lungo, dando così spessore e corpo
all'iniziativa. Nella provincia di Padova, su 104 comuni totali - mi rammarica
notare l'assenza del comune di Padova - l'adesione al movimento ne ha raggiunti
73». La didattica è quindi «salva», nonostante i tagli
prospettati dalla riforma Gelmini. «Siamo molto soddisfatti
del risultato raggiunto - conclude Leonardo Padrin, sottosegretario alla giunta
regionale - che era un obiettivo importantissimo, per le famiglie e per la scuola
del Veneto. La specificità tutta veneta del tempo lungo ha rappresentato la
difesa di un diritto e non il mantenimento di un privilegio». (Giorgio
Ranzato)
( da "Messaggero, Il (Viterbo)" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Martedì 28 Aprile 2009 Chiudi L'argomento
scuola tira. Soprattutto quando in ballo c'è il futuro di quella pubblica. E'
così che ieri l'iniziativa promossa dal Partito democratico al teatro San
Leonardo ha chiamato a raccolta una folla gremita. Fatta di studenti e padri di
famiglia, insegnanti e bidelli, sindacalisti e politici (dal capogruppo in
Regione, Giuseppe Parroncini, al presidente della Provincia, Alessandro
Mazzoli). Tutti, tranne uno: Ugo Sposetti. Intanto, il quadro che emerge dalla
cornice di un'iniziativa comunque rivolta alle prossime elezioni europee è
quanto mai concreto e ripete all'infinito una sola immagine: tagli, tagli, e
ancora tagli. Nella Tuscia, nel 2009 ci saranno 65 cattedre in meno nelle
primarie, saranno decurtate 66 figure non docenti e dal 2010 salteranno tra il
20 e il 40% delle scuole dei piccoli Comuni. Ospite d'onore, David Sassoli,
capolista per le elezioni europee nella circoscrizione dell'Italia centrale. A
fare da padrone di casa, l'ex ministro della Pubblica istruzione Giuseppe
Fioroni, gran promotore in loco della petizione popolare lanciata dal Pd contro
la riforma della scuola voluta dall'esecutivo Berlusconi. «Una scuola - attacca
l'ex ministro - che è diventata come la bad company dell'Alitalia». Perché il
governo - è il refrain più ricorrente - la userebbe solo per ripianare il
deficit dello Stato. «Ben 8 miliardi e 300 milioni di euro - continua - che
saranno ricavati tagliando i posti all'organico di diritto, eliminando i plessi
con meno di 50 studenti e le classi con meno di 10, quindi riducendo pure gli
orari». Questo è l'effetto Tremonti sull'istruzione, con misure scritte nero su
bianco nella Finanziaria. C'è poi l'effetto Brunetta - «Il suo più grosso
difetto - sostiene Fioroni - non è l'altezza, bensì l'incapacità
a collegare la lingua al cervello» - e quello Gelmini, rea di
andare a «smantellare l'unico segmento della scuola che funziona, quello delle
elementari». Ma cosa cambia concretamente dentro le aule? Lo spiegano i docenti
e i presidi intervistati in un video proiettato durante l'incontro. Lo
ribadisce Aldo Fabbrini, assessore provinciale alla Pubblica istruzione, che
dice: «Per il personale Ata (i non docenti, dai bidelli agli addetti alle
segreterie, ndr) si prevedono nella Tuscia tagli per 66 unità all'anno,
spalmate su tutti gli ordini e che si ripeteranno per un triennio». Non escono
indenni dalla scure neanche i docenti. «Solo per il 2009 si parla di 65
insegnanti in meno». C'è poi il capitolo delle piccole scuole. «Con questi
tagli - conclude Fabbrini - tra il 20 e il 40% dei plessi scolastici chiuderà e
non solo per i limiti numerici imposti, ma soprattutto per mancanza di
personale Ata, deputato alla sorveglianza, alla pulizia, alla stessa apertura
delle aule». Sul palco prendono la parola anche i rappresentanti locali di
categoria per Cgil, Cisl e Uil. Scalda la platea Gianpino Perrupato della
Flc-Cgil. «Un popolo che ha una cultura - sostiene - sa scegliere e non dice
signorsì». E al trio Tremonti-Brunetta-Gelmini, sulla
scuola ieri centinaia di viterbesi hanno detto un chiaro no. Re. Vi.
( da "Messaggero, Il (Frosinone)" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Martedì 28 Aprile 2009 Chiudi di MASSIMO
CECI Non verrà accordato a tutte le famiglie ciociare che lo hanno richiesto il
tempo pieno alla scuola primaria. Secondo la stima della Flc-Cgil, infatti, 500
alunni rimarranno esclusi. Inoltre, 300 docenti precari delle ex elementari il
prossimo anno scolastico non torneranno in cattedra. Secondo la Cgil,
"1532 alunni delle classi prime della scuola primaria non avranno per
l'anno scolastico 2009-2010 il tempo pieno richiesto dalle loro famiglie, di
cui 504 a
Frosinone, 450 a
Latina, 48 a
Rieti, 150 a
Viterbo e 380 a
Roma. Le famiglie ciociare, quindi, sembrano le più penalizzate della Regione
Lazio. Particolarmente pesante, infatti, la situazione a Frosinone, dove
verranno soddisfatte 209 richieste di tempo pieno su 713. Più esattamente,
verranno confermate le richieste dell'anno scolastico che si sta concludendo,
mentre non potranno essere accontentate le nuove famiglie richiedenti.
"Nell'incontro con l'Ufficio scolastico regionale per il Lazio del 22
aprile, la Flc-Cgil di Roma e Lazio ha ribadito che tutte le richieste delle
famiglie che, con le loro scelte, hanno sconfessato la
Riforma Gelmini della scuola primaria, debbono essere soddisfatte, come aveva
assicurato il Ministro", fanno sapere dal sindacato. Bollente anche il
capitolo precari. "I tagli agli organici - conclude la Cgil - effettuati
sulla base della circolare del Ministro, che, rispetto alla situazione
esistente sono di 223 a
Frosinone, 130 a
Latina, 62 a
Rieti, 48 a
Viterbo e 546 a
Roma, produrranno una modifica dell'organizzazione didattica della scuola con
la riduzione del tempo scuola e delle compresenze e 300 docenti della scuola
primaria del Lazio che nel prossimo anno scolastico non avranno più il
contratto di lavoro a tempo determinato". Guasto improvviso, oggi cinque
comuni senz'acqua Ieri è verificato un guasto tecnico agli impianti idrici
gestiti da Acea Ato 2 presso il Vecchio Acquedotto del Simbrivio nel tratto
compreso tra la sorgente di Vallepietra ed il partitore di Villa Parodi, nel
comune di Trevi nel Lazio. Di conseguenza, si potrà avere nella giornata di
oggi, dalle ore 7.00 alle ore 18.00, una probabile interruzione idrica che
interesserà anche i Comuni di Acuto, Fiuggi, Anagni, Serrone (località
S.Quirico) e Paliano. Il ripristino della normale erogazione idrica è previsto
(salvo imprevisti) per la serata. Per ulteriori informazioni può essere
contattato il numero verde gratuito 800.63.92.51.
( da "Corriere del Veneto" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Corriere del Veneto sezione: TREVISO
data: 28/04/2009 - pag: 7 Scuola, tagliate oltre cinquanta classi Scatta la
scure. Ma il piano del provveditore Bigardi aumenta il tempo pieno TREVISO A
settembre ci saranno cinquantacinque aule vuote nella Marca. Senza bambini,
senza maestre, solo lavagne e vecchi cartelloni alle pareti: vuote. La razionalizzazione
degli organici e riorganizzazione degli istituti imposte ai dirigenti locali
dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini ha portato a un taglio sensibile nelle scuole elementari
trevigiane: 2.206 classi invece delle precedenti 2.261. Il che rimanda quasi
immediatamente alla riduzione dell'organico, decurtato di 150 docenti, ma non
tutti i numeri delle iscrizioni per l'anno scolastico 2009-2010: sono infatti
aumentati gli alunni, passati da 40.902 a 41.825. Ma questo
incremento non è bastato. I vincoli ministeriali Il ministero aveva infatti
chiesto di eliminare dai plessi le aule che non fossero arrivate a un numero di
almeno 15 alunni, e così nei 73 circoli didattici e istituti comprensivi della
Provincia, nonostante un aumento di 383 studenti, le classi sono diminuite, ma
sono più di 55 quelle che non sono arrivate a riempire sufficientemente i
banchi: in alcuni casi si è ricorsi infatti all'accorpamento di sezioni, sia in
linea orizzontale (cioè unendo, per esempio, due prime) sia in linea verticale
(che significa unire una prima e una seconda). Il che sembrerebbe supportato
dall'incremento percentuale di alunni per classe: 18,09 nel settembre 2008,
18,71 nello stesso mese 2009. Il tempo «lungo» Sono state rispettate invece le
previsioni per quanto riguarda il tempo pieno: la dirigente scolastica
provinciale Maria Giuliana Bigardi è riuscita ad accontentare tutti quelli che
ne avevano fatto domanda. Lo scorso anno il rientro pomeridiano era stato
richiesto da 200 classi, per un totale di 3.993 alunni, che quest'anno sono
diventati 5.248 a
comporre 263 classi: oltre il 3 per cento in più, arrivando a un consistente
11,92 per cento sul totale. In tutto questo, sono stati comunque ben 23 i
circoli o istituti che non hanno ritenuto di istituire sezioni a tempo
prolungato. Gli insegnanti La definizione degli organici di diritto delle
scuole elementari ha portato in provincia di Treviso a 3.625 posti; di questi,
3.208 sono quelli destinati ai maestri; ad essi si aggiungono 234 maestri di
sostegno per gli 865 bambini con difficoltà fisiche e psichiche e 183
insegnanti di lingua, esclusivamente inglese. Per ottenere lezioni di francese,
tedesco e spagnolo bisogna aspettare la prima media. Chi più, chi meno Il polo
con la popolazione scolastica più numerosa è quello del capoluogo, che nei 4
circoli didattici conta 3.472 bambini. Al secondo posto Conegliano, che ne
conta complessivamente 2.007. seguono a ruota Castelfranco, Mogliano,
Montebelluna, Villorba e Paese: tutti superano i 1.000 studenti. Dall'altra
parte stanno i Comuni minori, quelli che non riescono a raggruppare in uno
stesso istituto più di 300 alunni. A Borso del Grappa ci sono 281 studenti, a
Fonte si arriva a 287. Fanalino di coda, con 225 bambini all'elementare,
Sarmede, dove si tiene la mostra dell'illustrazione per l'infanzia. Silvia
Madiotto
( da "Corriere del Veneto" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Corriere del Veneto sezione: BELLUNO
data: 28/04/2009 - pag: 9 Il caso Gita scolastica bloccata, anche la Cgil è
critica: «Sbagliato lo stop, ma no a punizioni per i docenti» BELLUNO Continua
a far discutere il blocco delle gite scolastiche deciso dal collegio docenti di
Puos d'Alpago per protesta contro la riforma Gelmini. Sulla
questione è intervenuta ieri la Cgil: anche per il sindacato la linea tenuta
sarebbe errata: «La protesta non può ricadere sui ragazzi», commenta Francesco
Corigliano, referente Cgil scuola. Il caso risale a marzo, quando, a seguito
della delibera del collegio dei docenti, i ragazzi della terza A delle medie di
Farra avevano scritto per protesta al dirigente scolastico provinciale,
Domenico Martino, che ha girato il caso a Venezia, da dove la dirigente
regionale, Carmela Palumbo, ha anticipato «l'illegittimità della delibera». E
la Cgil: «Il viaggio è attività didattica e il collegio dei docenti non può
decidere di bloccare le gite in segno di protesta. Diverso sarebbe stato se i docenti
avessero redatto un documento di protesta a termine di un'assemblea sindacale.
Siamo tuttavia contrari - conclude Corigliano - a interventi punitivi verso gli
insegnanti».
( da "Mattino di Padova, Il" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
LE PAGELLE Tutti
in vetrina Castiglia da urlo PIEROBON. Commette un errore di valutazione sulla
punizione che frutta il pareggio. Poi si riscatta, con uscite e interventi di
pugno sicuri. Voto: 6. MANUCCI. Dalla sua parte non si passa. Voto: 6,5. ROSSINI. Preferito, a sorpresa, a Pesoli, disputa
una buona prova su Mastronunzio. Voto: 6,5. CHERUBIN. Attento e sicuro. Voto:
6,5. TEOLDI. Sufficiente. Serve a Meggiorini il pallone dell'1 a 0. Voto: 6. VOLPE. Lavora
molto, e bene, sulla fascia. Prova il tiro da fuori, ma senza fortuna. Voto:
6,5. CASTIGLIA. Strepitoso. La sua partita più bella: ispira le azioni che
portano ai gol, lotta su ogni pallone, corre e pressa come nessun altro. Voto:
7,5. IORI. Regia lucida e precisa. Voto: 6,5. OLIVEIRA. Lo temono molto. Non
emerge come in altre occasioni, ma neppure demerita. Voto: 6. Dal 27' st DE
GASPERI. Entra subito in partita, porta acqua al mulino, ma fallisce un gol.
Voto: 6. MEGGIORINI. Gol, palo e occasionissima fallita. Ma determinante anche
nella seconda rete. Voto: 7. GERARDI. C'è al momento giusto, e segna un'altra
rete fondamentale, come a Livorno. Voto: 6,5. Dal 38' st DI MATTEO. Voto: s.v.
(s.e.)
( da "Sole 24 Ore, Il" del 28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Il Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI
data: 2009-04-28 - pag: 41 autore: LA PAGELLA 3,5 Il voto sulla cultura finanziaria è il punteggio, su scala da 1 a 10, assegnato alla cultura
finanziaria delle famiglie italiane.L'indice Icf PattiChiari, elaborato in
collaborazione da The European House-Ambrosetti, segnala come la cultura
finanziaria italiana sia bassa ma cresca con l'età.Il livello più
elevato si registra nella fascia fra i 55 e i 64 anni. I giovani fra i 18 e i
24 anni hanno in media la cultura finanziaria più bassa in assoluto.L'82%del
campione considerato nell'indice Icf PattiChiari non sa valutare l'effetto di
un incremento dei tassi di interesse sui propri risparmi
( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
PUBLIEDI 28-04-2009 Publiedi s.r.l. Via
Saffi, 80 - Parma - Tel. 0521.464111 - Fax 0521.229772 Fidenza, via Berenini,
126 - Tel. 0524.523759 - fax 0524.535375 . è mancato all'affetto dei suoi cari
. . Fernando Bonnini di anni 69 Lo annunciano con dolore la moglie Rosanna, i
figli Stefano con Caterina, Andrea con Alessia, Marta con Marco, Sara con
Alessio, fratelli, sorelle, cognati, cognate e nipoti. I funerali si
svolgeranno mercoledì 29 aprile, partendo dall'Ospedale Maggiore di Parma alle
ore 13,15 per la chiesa di Varano Melegari, indi al cimitero locale. Il
presente serve di partecipazione e ringraziamento. Un particolare
ringraziamento al medico curante dottoressa Maria Paola Sterbini, ai medici e
al personale tutto dell'Unità di Medicina Interna e Reumatologia dell'Ospedale
Maggiore di Parma. Marena di Specchio, - 28-4-2009 . Partecipano al lutto: Fam.
Bruno Serventi Fam. Iride Serventi Mina Conti Gelmino
Bigliardi, Rosetta e Benedetta Orzi Famiglie Roberto e Flavio Spaltini Cecilia,
Roberto Bisaschi Marisa, Giorgio Barbieri Franco, Antonia Naummi Fam. Romano
Giovanelli Fam. Ferdinando Puelli Fam. Antonio Peragine Fam. Giovanni Puelli
Famiglie Giovanni, Cristian Rabidi Fam. Adelmo Dallara Luigi Bazzinotti
e fam. Giorgio Meneghetti e fam. Fam. Attilio Meneghetti . Nonno Fernando
rimarrai sempre nei nostri cuori. Ti vogliamo bene. I tuoi nipoti Susanna,
Beatrice, Rachele e Gregorio. Marena di Specchio, - 28-4-2009 . Ciao zio
Fernando ti porteremo sempre nei nostri cuori. Le tue nipoti Romina, Roberta,
Federica, Simona e Giorgia. Ramiola, - 28 aprile 2009 . Ciao Zio Fernando ti
ricorderemo sempre per la tua allegria e bontà. I tuoi nipoti Sonia, Andrea con
Martina e Valeria, Erika, Paolo con Deborah e Michelle, Raffaele, Lorenza con
Sofia, Romina, Alessandro con Valentina e Laura, Sandro e Rita, Marcello e
Valentina, Roberto, Gabriella con Alice e Martina, Patrizio, Cinzia con Sara,
Paolo con Elisa e Lorenzo. Varano Melegari, - 28-4-2009 . Mina con Pasquale,
Graziano con Simona e Marcello sono vicini a Rosanna e famiglia per la
scomparsa del caro Fernando Parma, - 28 aprile 2009 . Siamo vicini a Rosanna e
famiglia per la scomparsa del caro Fernando Wilma, Adriano, Anna, Franco,
Giorgio, Mariuccia e famiglie. Medesano, - 28 aprile 2009 . Ciao Fernando
Famiglie Mario e Patrizio Fabbris. Noceto-Parma, - 28-4-2009 . Profondamente
commossi partecipiamo al vostro dolore per la perdita del vostro caro Fernando
Bonnini Gli amici del 39. Varano Melegari, - 28-4-2009 . Gli amici colleghi
della Torneria Pesante, si stringono con affetto ad Andrea e famiglia, per la
perdita del papà Fernando Fornovo di Taro, - 28-4-2009 . Fausto e Roberta
Conversi sono vicini ad Andrea e famiglia, e partecipano sentitamente al dolore
per la perdita del papà Fernando Fornovo di Taro, - 28-4-2009
( da "Tirreno, Il" del 28-04-2009)
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Pagina 4 - Lucca Primarie, tagli drastici
«Meno cattedre, più alunni nelle classi» I COBAS Ecco gli effetti del decreto Gelmini LUCCA. «Tagli pesanti in vista nella scuola primaria. La
conferma dei timori secondo i Cobas arrivano dai primi dati provvisori forniti
in sede di informazione preventiva dall'ufficio scolastico provinciale. «Si
consolidano - dicono i Cobas - le previsioni pessimistiche sulla formazione
delle classi e sull'organico di diritto delle scuole primarie in provincia e
smentiscono il governo. Infatti, sono previste circa 50 cattedre in meno
su posti comuni con 16 docenti di ruolo perdenti posto; gli insegnanti specialisti
di inglese previsti sono 34, la metà delle esigenze effettive, che si spera di
coprire con l'organico di fatto. Inoltre, altre 10 cattedre sono comunque a
rischio non è prevista la formazione della cattedra a partire dagli spezzoni di
10 ore, ma vi è il rischio che la scelta non venga confermata dall'ufficio
scolastico regionale». Viene confermato il tempo pieno, ma il dato
politicamente più rilevante è che l'organico per le classi prime non a tempo
pieno sarà di 27 ore, mentre tutte le famiglie hanno chiesto le 30 ore.
«Quindi, nonostante le dichiarazioni del ministro e quanto preveda la stessa
normativa - sostiene il sindacato di base - non saranno rispettate le scelte
delle famiglie, salvo che i dirigenti non riescano recuperare ore dall'abolizione
delle compresenze». Sono previste classi con 26 bambini, ma anche con 28, se i
dirigenti non provvederanno a redistribuirli in plessi diversi da quelli
richiesti dalle famiglie. «Il che significa - aggiungono i Cobas - violare la
normativa sulla sicurezza, che prevede al massimo 26 persone per aula compreso
il docente e che ammette la deroga, ma solo in caso di formale assunzione di
responsabilità del dirigente, di presenza di porte che si aprano nel senso
dell'esodo e di 1,80
metri quadri a testa. Quindi 27 persone in classe
dovrebbero disporre di un'aula di 48,6 metri quadri, il che avviene raramente.
«La riforma Tremonti-Gelmini rende sistematica la
violazione delle norme sulla sicurezza, quando il testo unico sulla sicurezza
sul lavoro indica proprio la scuola come luogo privilegiato per promuovere la
cultura della sicurezza. «Se aggiungiamo l'abolizione delle compresenze,
l'abolizione dei moduli, il venir meno del lavoro collegiale tra pari,
l'aumento del numero di alunni per classe, è evidente il netto peggioramento
della qualità della scuola e la violazione del diritto all'istruzione nella
primaria. Invitiamo docenti genitori e studenti a partecipare allo sciopero
generale della scuola del 15 maggio».
( da "Stampa, La" del 28-04-2009)
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domande a Zenon Grocholewsky ministro
vaticano «La Polonia comunista non avrebbe osato tanto» 3[FIRMA]GIACOMO
GALEAZZI CITTÀ DEL VATICANO «È un'inaudita violazione dei principi
costituzionali e di tutte le convenzioni internazionali. Scegliere la scuola per i propri figli è un diritto inalienabile dei
genitori, non un indice di ricchezza da equiparare fiscalmente ai beni di
lusso». Il cardinale Zenon Grocholewsky, prefetto della congregazione per
l'educazione cattolica, stigmatizza la circolare
dell'Agenzia delle entrate come un «inammissibile provvedimento senza
precedenti in Europa». Il ministro vaticano dell'Istruzione protesta perché «ovunque tranne in Italia e in Grecia è lo Stato a pagare la scuola cattolica, sia nei paesi più liberali come Belgio e Olanda, sia nei paesi
ex comunisti come Polonia, Slovacchia e persino l'ortodossa Romania». Chi manda
i figli alle private è ricco e, potenzialmente, un evasore fiscale? «Mettere la
scelta scolastica e la libertà di educazione tra le spese per i beni superflui
è un'assurdità. Investire in conoscenza non è come spendere per il tempo
libero o per oggetti "status symbol". Del sistema pubblico
d'istruzione le scuole paritarie costituiscono una componente fondamentale e
sottoporre la loro funzione ai controlli del fisco è un'offesa per l'utilità
sociale e formativa degli istituti confessionali. Tanto più che è un obbligo
fondamentale dei genitori provvedere a istruire al meglio i figli». Così
l'Italia viola la libertà delle famiglie? «Qui vengono chiamati in causa i
diritti fondamentali dell'uomo. La scuola non è
questione di lusso. Mia madre aveva frequentato soltanto le scuole elementari,
ma ripeteva sempre che preferiva mangiare pane e acqua piuttosto che privarci
dell'istruzione». Cosa preoccupa di più il Vaticano? «Violare in questo modo i
diritti allontana ancora di più l'Italia da tutte le altre nazioni. Come si fa
a negare il valore della formazione? Da ragazzo nella mia Polonia i comunisti
avevano chiuso tutto, io ho fatto appena in tempo a entrare nel seminario
minore prima che arrivasse la polizia. Eravamo in 88 e anche lì la gente
stimava la scuola che dà valori. Si tratta di
formazione ed è tanto più grave che la burocrazia se ne dimentichi in un paese
cattolico come l'Italia. In gioco ci sono il riconoscimento del diritto a una
educazione liberamente scelta e il ruolo della famiglia. Le scuole cattoliche
hanno tutti i motivi di lamentarsi. È inconcepibile che mandare un figlio in un
istituto cattolico diventi indice di ricchezza al pari del possesso di una
barca di lusso e di auto costose, dell'abitudine di fare vacanze in località
esclusive o addirittura indicatore di redditi nascosti non dichiarati».
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
28-04-2009)
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Provincia di Nuoro Pagina 5018 Desulo. La
protesta Tagli alle Elementari I genitori dei bimbi sul piede di guerra
Desulo.. La protesta --> I genitori dei bambini delle due scuole elementari
di Desulo lanciano un appello a tutte le istituzioni perché si impegnino a
evitare i tagli del personale docente, così come previsto
dal decreto Gelmini. Sono almeno dodici gli insegnanti che rischiano di perdere il
posto di lavoro e decine gli alunni che potrebbero essere accorpati in
multiclassi. «Chiediamo al sindaco, ai rappresentanti della Provincia e della
Regione e al direttore dell'Ufficio scolastico regionale Armando Pietrella di
intervenire per risolvere al più presto la questione», dice a nome dei
genitori Gigi Littarru, ex amministratore comunale. Alla preoccupazione per i
posti di lavoro che andranno letteralmente bruciati si aggiunge quella per la
qualità dello studio e per la fine del tempo prolungato (garantito invece in
altre scuole sarde, come quelle cagliaritane). Secondo quanto riferisce
Littarru, i tagli colpirebbero le due scuole primarie dell'Istituto comprensivo
desulese, cioè quelle dei quartieri di Issiria e di Ovolaccio, ma stanno già
facendo sentire i loro effetti anche in altri centri della zona. «I docenti che
rischiano di perdere il posto a Desulo sono 12, tra loro c'è anche un
insegnante di sostegno - chiarisce il portavoce dei genitori - nei due plessi,
frequentati da circa 120 alunni, nasceranno delle multiclassi: a Issiria i
bambini della prima saranno accorpati con quelli della quarta, a Ovolaccio
invece saranno unite la quarta e la quinta». Una situazione che evidentemente
porterà non pochi disagi sul fronte della didattica da una parte e della
capacità di apprendimento dall'altra. Una condizione analoga si è verificata
anche a Gadoni dove sono stati inseriti in una classe da trenta allievi i
piccoli studenti delle seconde, terze, quarte e quinte. Stessi rischi corrono
gli alunni di Belvì e Aritzo. «Per questo è importante essere uniti - continua
Littarru - nel far sentire la nostra voce ed evitare così che i nostri centri
vengano penalizzati sotto questo punto di vista». Gigi Littarru, sempre a nome
di tutti i genitori, sottolinea l'alta professionalità dei docenti desulesi, il
cui metodo di insegnamento e i cui risultati hanno sempre soddisfatto le
famiglie degli scolari. «Invitiamo gli amministratori locali della zona a farsi
carico di questo problema e a contribuire a trovare una soluzione - conclude -
nel rispetto del diritto a un'istruzione di qualità che spetta a tutti i nostri
figli». CARLA ETZO
( da "Tirreno, Il" del 28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Il giornale "L'alba"
selezionato tra 220 lavori, a maggio gli studenti saranno ospiti a Palermo
della fondazione Falcone La media di Chianni vince il concorso sulla mafia
CHIANNI. è il giornale che tutti (mafiosi esclusi) vorremmo trovare nelle
edicole domani. Si chiama "L'alba", e annuncia "la fine di un
incubo": la criminalità organizzata è scomparsa dal Paese. Il titolone che
apre l'articolo in prima pagina grida che è stato "Abbattuto l'ultimo
muro", in quanto l'unico boss rimasto a piede libero è stato appena
arrestato. Troppo bello per essere vero. Infatti non è vero. Però, mentre lo
scrivevano, i ragazzi della scuola media di Chianni ci pensavano a come
potrebbe essere un'Italia così. è questo l'importante. E loro l'hanno
immaginato talmente bene da aggiudicarsi le selezioni regionali di un
importante premio che ha coinvolto le scuole di tutta la nazione. Il concorso
si chiamava "Il giorno dopo la sconfitta della mafia", l'avevano
indetto la Fondazione Giovanni e Francesca Falcone e il ministero dell'Istruzione,
dell'università e della ricerca; alle classi partecipanti si chiedeva di ideare
un numero speciale di quotidiano che incarnasse il risultato ultimo di
quell'utopia per la quale il giudice Falcone e la moglie Francesca (e tutti gli
altri servitori dello stato caduti nella stessa lotta) hanno dato la vita.
Loro, i ragazzi delle classi 1G e 2G della scuola secondaria di primo grado di
Chianni-Istituto comprensivo di Lari, hanno preparato questo giornalino in cui
finalmente vince il bene, la giustizia, il senso del dovere, la lealtà alle
istituzioni. Insieme a due loro insegnanti, Fedora Fabbri e Nazareno
Ballantini, hanno dato vita a una vera e propria redazione, impaginato gli
articoli (scritti in gruppo), scelto le foto, disegnato una storia a fumetti.
"L'alba" è stato selezionato dalla giuria del concorso tra 220
lavori. «Si tratta di un vero successo per i ragazzi e i docenti di questa
piccola scuola - afferma l'amministrazione comunale di Chianni - Scuola che
ricordiamo è, con la legge di riforma scolastica Gelmini, che prevede l'accorpamento dei plessi con un numero di alunni
inferiore a 50, a
rischio di chiusura. Sarebbe questo un serio problema per gli studenti, che non
è chiaro in quali altre scuole potrebbero essere accolti e che perderebbero
così un importante punto di aggregazione e coesione per la loro crescita e il
prosieguo della loro formazione, per il Comune che si vedrebbe privato
di un servizio, quello scolastico, fondamentale per la vita delle famiglie, per
non parlare della possibile perdita del posto di lavoro per gli insegnanti». Il
prossimo 22 maggio, da Civitavecchia, partirà la Nave della legalità, con a
bordo gli studenti prescelti da tutte le regioni d'Italia. Destinazione:
Palermo. Nella città siciliana i ragazzi parteciperanno alle iniziative della
Fondazione Falcone: per tutti "un'utile esperienza capace di migliorare la
loro consapevolezza di quanto sia importante la lotta alla mafia per la società
italiana e, per vincere questa battaglia, la collaborazione tra Stato e cittadini".
Andrea Lanini
( da "Tirreno, Il" del 28-04-2009)
Argomenti: Scuola
L'incontro con Leoluca Orlando (Italia
dei valori) «Sempre in difesa dei principi della legalità e trasparenza» PRATO.
Un Leoluca Orlando a trecentosessanta gradi domenica sera ha saputo ammaliare
una folta platea accorsa per incontrarlo nei locali del comitato elettorale del
Centrosinistra in via Muzzi. Molti gli argomenti toccati nel corso
dell'incontro: dalla scuola pubblica penalizzata dalla
ministro Gelmini e quindi diretta espressione di un futuro negato ai figli delle
famiglie meno abbienti che solo con l'istruzione possono sperare di sollevare
le proprie sorti, alla rettitudine dei politici che in molti partiti manca; dal
rispetto dell'essere umano, ai valori della vita; della giustizia e non
del giustizialismo, dal diritto degli esseri umani a muoversi, alla libertà di
stampa, ai troppi infortuni mortali sui luoghi di lavoro. Leoluca Orlando,
portavoce nazionale dell'Italia dei Valori Lista Di Pietro, non ha tralasciato
settore della vita pubblica e civile, trattando tutti i temi con enfasi e riscuotendo
applausi continui. «Sì, è vero siamo contro Berlusconi, ma non solo quello.
Siamo un partito che vuole radicarsi sul territorio e che vuole portare quegli
ideali di legalità e di etica che oggi mancano in molti altri partiti - ha
concluso l'onorevole Orlando - Al Partito Democratico dico che siamo un alleato
fedele ma scomodo, e non ce ne vogliano gli amici del Pd, se ci batteremo
sempre e comunque per far valere i principi della legalità e della
trasparenza». Al tavolo, accanto a lui anche il candidato sindaco del
Centrosinistra, Massimo Carlesi, e i candidati alle Europee per l'Italia dei
Valori, Niccolò Rinaldi e Dringa Milito Pagliara, con la segretaria dell'IdV di
Prato, Loredana Ferrara a fare da padrona di casa. In platea anche il
coordinatore regionale dell'IdV per la Toscana, Giuliano Fedeli, e la
segretaria provinciale del Pd di Prato, Benedetta Squittieri.
( da "Tirreno, Il" del 28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Pagina 4 - Prato Scuola: a Prato record
di insufficienze Primo quadrimestre da dimenticare sia alle medie che alle
superiori PRATO. Non che ci sia da vantarsi, ma il dato certo non va ignorato.
In base ai risultati elaborati dal Servizio Statistico del Ministero della
Pubblica Istruzione, Prato risulta essere in Toscana tra le città con il più
alto numero di insufficienze, registrate nel primo quadrimestre, sia nella
scuola secondaria di I che di II grado. Una classifica che tuttavia occorre
prendere con le molle visto che tutte le rilevazioni sono state effettuate su
un campione di soli 100 scrutinati per città. Il quadro nel complesso non è
comunque dei più rosei: a vantare la fedina scolastica pulita - fin dall'esito
intermedio dei primi scrutini - sia nella scuola media che in quella superiore,
sono la minoranza. Ovviamente la situazione cambia con la tipologia e il grado
di scuola. Alle medie le materie più a rischio sono matematica, storia e le
lingue straniere; alle superiori sempre matematica (nei licei scientifici,
tecnici e professionali) seguita dalle materie di indirizzo- un po' in tutti
gli istituti- e dalle lingue. Quest'anno gli scrutini del primo quadrimestre
sono stati oggetto di interesse anche in virtù della nuova legge 169/2008, che
ha introdotto la valutazione (per gli apprendimenti e la condotta)
in decimi. Vediamo meglio come è andata. Nelle scuole secondarie di I grado gli
alunni con almeno un'insufficienza nel primo quadrimestre sono stati in media
il 50,4%. Prato nella classifica toscana è qui al secondo posto dopo Grosseto
(54%), seguita invece da Massa Carrara (49,8%). Il quadro si fa più disastroso
con il crescere del grado d' istruzione. Anche se Prato rimane al secondo posto
nella classifica generale per insufficienze registrate in rapporto alle
presenze, andando a spulciare nelle singole discipline (italiano, matematica,
lingue straniere e condotta) i nostri studenti
risultano sempre in poll position o sopra la media. In Toscana gli alunni delle
superiori, con almeno un'insufficienza in pagella, sono stati complessivamente il 72,2%, Prato in questo caso
raggiunge quota 76,5%, preceduta solo da Pistoia 77,1. Se invece si vanno a
guardare le percentuali degli scrutinati per singole materie sia a italiano
(41,6% contro la media toscana del 36%) matematica (49,7% contro la media
toscana del 45,6%) lingue straniere (54,1% contro la media regionale del
48,8%) e condotta (1,1% contro la media dello 0.5%)
Prato è sempre al primo posto. In particolare i più indisciplinati risultano i
ragazzi degli istituti professionali. Dopo gli scrutini, lo scorso febbraio, a
comunicare il dato fu lo stesso preside Roberto Paganelli del professionale
Datini che contò oltre venticinque 5
in condotta su 1700 studenti.
Certo i dati pratesi delle insufficienze, se confrontati con le medie di
numerose città del Sud d'Italia, non sono poi così allarmanti ma fanno comunque
riflettere. Prato, nonostante vanti una popolazione scolastica multietnica,
conta ancora troppi alunni che sui banchi di scuola incontrano difficoltà ad
imparare lingue straniere. Lingue tra l'altro anglosassoni (inglese e tedesco)
con cui l'italiano condivide molti fonogrammi. Non immaginiamoci cosa potrebbe
succedere passando agli ideogrammi... Miriam Monteleone
( da "Tirreno, Il" del 28-04-2009)
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Pagina 13 - Toscana Un politico dopo gli
esperti d'arte Caffaz è presidente (tra i veleni) è un esponente del Pdl Accuse
di ingerenze partitiche CARRARA. La gloriosa Accademia di Belle Arti di
Carrara, guidata in passato da Antonio Paolucci (dimissionario), dal maestro
Pietro Cascella ma anche dall'armatore più famoso della provincia apuana (e non
solo), Enrico Bogazzi, ha un nuovo presidente: Simone Caffaz. Prende il posto
della dimissionaria Mariella Zoppi che ha lasciato circa un mese fa il suo
posto, ai vertici dell'istituto di Belle Arti. E Simone Caffaz cambia rotta. Si
presenta come un "presidente funzionario": «Di quelli - spiega - che
vanno tutti i giorni in ufficio e controllano da vicino quello che succede».
Caffaz è un trentacinquenne che viene dalla politica: da 11 anni è consigliere
comunale a Carrara nelle fila di Forza Italia prima e ora del Pdl con cui
nell'ultima tornata amministrativa ha corso per la poltrona di sindaco. Ma che,
in passato, ha organizzato un simposio sulla Shoah e, che, fiero delle sue
origini ebree, dedica la sua nomina a presidente dell'istituto di Belle Arti al
nonno Loris: «Si è diplomato qui negli anni Trenta ma non ha potuto continuare
il suo percorso artistico a causa delle leggi razziali: è scomparso alcuni anni
fa, questo è il suo risarcimento postumo». Ma Simone Caffaz è, soprattutto, un
presidente che, nelle fasi immediatamente precedenti alla firma "nero su
bianco" del ministro della Pubblica istruzione Maria
Stella Gelmini sotto il suo nome (preferendolo agli altri due candidati,
l'imprenditore apuano Gualtiero Vanelli e Nando Dalla Chiesa), ha alimentato
parecchie polemiche. Tanti veleni all'interno dell'istituto d'arte più
prestigioso della capitale mondiale del marmo: accuse, nemmeno troppo velate,
all'ingerenza della politica - e dell'uomo di punta del Pdl toscano
Denis Verdini - nel ridisegnare il vertice di un istituto che ha avuto «padri»
illustri come Pietro Cascella. Ieri, con la nomina ufficiale del ministro Gelmini, il primo appello del neo presidente Caffaz è stato
proprio a «rasserenare gli animi: e per farlo ci vorrà l'impegno di tutti». Non
solo. Caffaz, con un bagno d'umiltà, ha indicato i presidenti passati a cui
guarderà nel suo mandato: «Mario Baratta, Enrico Bogazzi e Dino Geloni: tre
carraresi che sono stati i presidenti di Carrara». E si è preso anche un primo
grande impegno con la scuola e con la città: trovare una soluzione per i gessi,
anche quelli del Canova, che in Accademia non hanno ancora trovato la sede
adeguata. Alessandra Vivoli
( da "RomagnaOggi.it" del 28-04-2009)
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28 aprile 2009 - 0.09 (Ultima Modifica:
28 aprile 2009) Gianliuca Pini FORLI' - Alleanza tra Pdl e Lega Nord a sostegno
di Alessandro Rondoni? Neanche la serata di debutto della campagna elettorale
del Carroccio, lunedì sera in salone comunale, scioglie i dubbi. "Ci sono
tuttora divergenze col Pdl a Forlì - spiega dal palco il deputato della Lega
Gianluca Pini - mi auguro sinceramente che possano essere risolte, ma vedo
troppi atteggiamenti democristiani che qualcuno ancora tiene nel Pdl. Da
stasera inizia la campagna elettorale della Lega". Pini non è stato tenero
nei confronti di Rondoni, davanti alle circa 400 persone che gremivano il
salone comunale: "Non abbiamo sentito nulla da Rondoni su come gestire
l'immigrazione, se è d'accordo col diritto di voto agli immigrati, l'ultimo
baluardo della nostra società, cosa ne pensa delle moschee, ricettacolo di
cellule terroristiche che stanno disgregando la nostra cultura". Riprende
Pini: "Invece dice di star bene ad ascoltare sulle panchine di piazza Saffi
i problemi dei rumeni, io voglio ascoltare i problemi degli italiani: spero che
sia stato solo uno strafalcione". Ne cita un altro di
"strafalcione", Pini, sulle scuole private: "Vuole ghettizzare
le scuole pubbliche infilandoci dentro i figli degli immigrati, tanto nelle
scuole private non ci vanno, visto che sono cattoliche". E ancora, sul
primo faccia a faccia con Balzani: "Ci mancava solo che uscissero a
braccetto". Per questo, in definitiva, Pini chiede che
"Rondoni venga qui a sottoscrivere pubblicamente
il programma, altrimenti andiamo da soli e gli facciamo male". E a chi
obietta che la Lega è mono-tematica sull'immigrazione, il deputato del
Carroccio risponde: "L'immigrazione è la tomba della nostra società",
tanto che con gli immigrati musulmani "c'è un'impossibilità completa di
dialogare, la segregazione della donna è la loro cultura, con loro è
impossibile gestire una società". Capolista del Carroccio a Forlì sarà
l'avvocato Piero Fusconi, mentre il secondo in lista sarà il segretario
cittadino Stefano Vanetti. Dal palco si è ripetuto che tecnicamente c'è tempo
fino al 7 maggio per fare un'alleanza, "ma - come dice Pini - ci devono
essere anche le condizioni politiche". "Siamo disposti a fare un
passo indietro, ma se lo fa anche il Pdl e Rondoni ne fa uno avanti",
sempre il deputato. Che svela un retroscena: proprio poche ore prima
dell'incontro sarebbe arrivata la richiesta di rompere l'alleanza col Pri a
Cesena, a cui Pini risponde: "No, noi siamo coerenti". Dal palco
strali anche nei confronti di Roberto Balzani: "Non ci piace il suo salto
della quaglia - dice Fusconi -, non c'è nulla di peggio che un comunista
truccato da repubblicano". Critiche anche al suo
proposito della discontinuità nella continuità': "Tenta di
accreditarsi come innovativo, ma è solo
truccato, domani sarà condizionato dalla nomenclatura comunista", sempre
Fusconi. L'avvocato leghista promette una campagna elettorale "in cui
finisce la stagione dei baci Perugina: la faremo fino in fondo senza riguardi,
sono avversari con idee da contrastare". Dal palco, infine, Pini ha
chiesto un applauso per Marino Bartoletti, Francesco Aprigliano ("Onore a
chi ha fatto un'opposizione dura, lo invito a ripensarci sulla sua decisione di
non ricandidarsi") e Franco Rusticali, presidente della Seaf (comparso a
fine serata fuori dal salone). Infine molti punti programmatici già avanzati
dalla Lega Nord: no ai blocchi del traffico, ri-negoziazione delle tariffe di
Hera, via kebab e phone center dal centro, liberalizzazione completa degli
orari dei piccoli negozi, auto libere di transitare in certi orari, stop alle
varianti urbanistiche "per interessi particolari", superficie minima
delle case con lo stop ai monolocali, ronde (senza pettorine fosforescenti),
sezione specifica dei vigili contro l'immigrazione, Forlì più verde, precedenza
agli italiani nei servizi sociali (con cinque anni di residenza per accedere
alle graduatorie).
( da "Avvenire" del 28-04-2009)
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POLITICA 28-04-2009 Ungheria a fondo In
picchiata Pil e produzione Poco lavoro, case in vendita DI NELLO SCAVO E
ladó-On sale. Che sia centro o periferia non fa differenza. Budapest sembra 'in
vendita'. E il fatto che gli annunci immobiliari campeggino in lingua magiara e
inglese testimonia che gli ungheresi sperano che a tirarli fuori dai guai
arrivino compratori esteri. Non è solo questione di metri quadrati. L'intero
sistema-Paese sta sprofondando. Fondo monetario internazionale, Unione europea
e Banca mondiale hanno concesso un colossale prestito di 20 miliardi di euro.
In cambio, esigono politiche da lacrime e sangue. Per il governo del socialista
Ferenc Gyurcsany, soprannominato 'il compagno in limousine', è stato il colpo
di grazia. Così dal 14 aprile il nuovo cancelliere è il 41enne manager Gordon
Bainaj. In Parlamento più che un programma politico ha presentato un piano di
salvataggio riassunto in uno slogan: «Un anno, un governo, un fiorino». «È un
governo di crisi», ha ammesso Bajnai. Proverà a restare in sella fino alla
primavera del 2010, quando si terranno le prossime elezioni politiche. E per
dare l'esempio il neopremier riceverà una indennità simbolica di 300 fiorini,
meno di un euro. I socialisti hanno salvato la maggioranza con l'appoggio
esterno dell'Alleanza dei liberi democratici (Szdsz), partito minore ma
decisivo, che in un primo tempo aveva bocciato la candidatura di Bainaj perché
considerato un 'clone' di Gyurcsany, sotto la cui ala protettiva è stato
allevato. Il risveglio dopo vent'anni di sbornia liberista per molti è stato
brusco. L'80% degli sportelli bancari in Ungheria ha insegne di Erste Bank
(Austria), Kbc (Belgio) e delle italiane Cib (gruppo Intesa Sanpaolo) e U-
nicredit. Gli istituti hanno concesso mutui praticamente a chiunque,
invogliando i risparmiatori a firmare contratti in valuta estera. La moneta
unica europea pensionerà il fiorino solo a partire dal 2012, ma i banchieri Un
prestito di 20 miliardi di euro non è bastato a salvare il governo. Il nuovo
premier Bainaj promette «lacrime e sangue» dopo anni di liberismo spensierato.
Tagli al settore pubblico. Molte famiglie non riescono più a pagare i mutui in
valuta estera hanno forzato i tempi. Risultato: il 62% di chi ha ottenuto un prestito,
ai fiorini ungheresi ha preferito euro o franchi svizzeri. Una catastrofe. Dopo
i capitomboli delle Borse significa rate quasi raddoppiate e immobili tornati
in vendita. Il fiorino intanto precipita: su base annua, rispetto all'euro si è
svalutato del 14,7%. Secondo il Ksh, l'ufficio ungherese di statistica, nel
2009 ci sarà un calo del Pil di quasi il 3% (ma analisti indipendenti parlano
di una discesa di almeno cinque punti). La produzione industriale (vera
locomotiva di una economia cresciuta grazie alla delocalizzazione dall'Europa
occidentale) è scesa del 21%. Stime prudenti prevedono la perdita di 200mila
posti di lavoro nel 2009 (in proporzione, come se in Italia venissero rimandati
a casa quasi un milione e mezzo di lavoratori). Il bollettino delle cattive
notizie annuncia per i prossimi giorni il licenziamento di 550 persone alle
aziende chimiche BorsodChem, 50 alle ceramiche Villeroy&Boch, 220 della
compagnia energetica Mol. Per il nuovo capo di governo sarà come remare tra le
rapide. Quando il suo predecessore provò a introdurre un ticket sanitario di un
euro, la norma venne cancellata a furor di popolo con un referendum promosso
dal leader conservatore Viktor Orbàn. In un Paese dalle politiche sociali belle
ma impossibili (alle lavoratrici, ad esempio, è concessa una licenza di
maternità interamente retribuita per due anni), verrà sospesa la tredicesima
per i dipendenti pubblici, sarà ridotta la tredicesima ai pensionati e bloccato
il salario nel pubblico impiego. Un carotaggio delle
intenzioni di voto condotto dall'agenzia di sondaggi Szondalpsos rivela un dato che
terrorizza i leader politici: se le elezioni si tenessero nei prossimi giorni,
il 54% degli elettori non voterebbe per nessuno. Gli altri, secondo gli
istituti Median e Forsense, andrebbero all'opposizione conservatrice Fidesz
(70%) a discapito del partito del premier Mszp (18%). I prossimi mesi
saranno i più difficili. «Per colpa del governo, l'Ungheria perde una parte
della sovranità economica, e deve sottomettersi al giogo del Fondo monetario» ,
ha attaccato Mihaly Varga, vicepresidente del Fidesz. Sacrifici che in fondo
l'orgoglioso popolo magiaro non merita. Per anni la politica ha illuso
l'opinione pubblica indicando la terra promessa del libero mercato e
dell'arricchimento facile. Invece due anni fa il premier Gyurcsany fu messo
alla gogna da una registrazione imbarazzante: nel corso di un vertice a porte
chiuse lo si sentiva dire ai suoi che «dopo aver mentito per anni sulla
situazione economica non ci possiamo permettere altre bugie». La Ue chiedeva
infatti politiche di risanamento senza le quali sarebbero stati ritirati gli
aiuti economici. L'affaire Gyurcsany, da allora apostrofato come 'premier
Pinocchio', provocò una rivolta popolare protrattasi per un mese. Dietro alle proteste
c'era il movimento nazionalista Jobbik. «Dobbiamo tornare in strada. Chiameremo
i nostri sostenitori a scendere in piazza insieme agli altri partiti di
opposizione», annuncia adesso Gabor Vona, il trentenne leader di Job- bik.
L'ultima volta, era appunto l'ottobre del 2006, finì che i manifestanti in una
notte si impossessarono della tv di Stato, a cui seguirono settimane di
violenti scontri con la polizia, dispiegata a presidiare Budapest come non
accadeva dai tempi del regime filosovietico. «È un'occasione storica insiste
Vona non possiamo sprecarla. Dobbiamo fare il possibile per ottenere elezioni
anticipate». L'ultradestra è accreditata di un 5%, consenso in preoccupante
crescita. A un recente comizio uno dei leader di Jobbik ha infatti negato tra gli
applausi della folla l'esistenza dell'Olocausto. Le ripercussioni sociali della
crisi sono talvolta incontrollabili. Secondo i dati del ministero degli Affari
sociali, il numero dei bambini accolti nei centri statali di affidamento è
aumentato nei primi due mesi dell'anno del 30% e in due province di oltre il
50%. Miklos Radoszav, direttore del servizio di tutela dell'infanzia di
Budapest, prevede un'ondata di affidamenti entro la fine del 2009. Gli assegni
statali alle famiglie numerose non bastano più. «Il caso tipico spiega Radoszav
è quello in cui padre e madre perdono il posto di lavoro e si rivolgono alle
autorità perché accolgano i figli che loro non hanno più i mezzi per
mantenere». Ma a questo gli economisti non avevano pensato. ( 3- fine. Le precedenti
puntate, dedicate rispettivamente a Lettonia e Polonia, sono state pubblicate
il 2 e il 20 aprile) Chiusure di negozi e persone che chiedono la carità: uno
dei volti della Budapest colpita dalla crisi (Ap)
( da "Adnkronos" del 28-04-2009)
Argomenti: Scuola
FEBBRE SUINA: NEW
YORK, RAGAZZI DI LICEO COLPITO SI CONSOLANO SU FACEBOOK 28 CASI CONFERMATI ALLA
ST. FRANCIS PREP SCHOOL, MAGGIOR SCUOLA CATTOLICA USA commenta 0 vota 0 tutte
le notizie di ESTERI ultimo aggiornamento: 28 aprile, ore 13:40
( da "Corriere.it" del 28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Lotta all'evasione Secondo l'Agenzia
delle entrate sono indice di ricchezza Le scuole private nella lista dei beni
di lusso per il fisco I genitori degli istituti cattolici: è roba da Soviet
ROMA Le scuole paritarie insorgono contro il «Decalogo » antievasione messo a
punto dall'Agenzia delle Entrate, che individua nelle scuole definite
«private», un «servizio di lusso», e quindi un indicatore attendibile di
ricchezza. Da controllare con attenzione e confrontare con la dichiarazione
dei redditi, per stanare i ricchi che evadono le tasse, anche con la ricerca a
tappeto di informazioni. Con lo stesso meccanismo, dunque, con cui la Guardia
di finanza, il braccio operativo dell'Agenzia delle Entrate, si appresta a
acquisire i dati dei clienti dei concessionari delle auto di lusso, dei
cantieri navali, ma anche, si legge nella circolare del 9 aprile scorso, di
«porti turistici, circoli esclusivi, centri benessere e agenzie di viaggio». È
solo un affinamento del metodo di analisi degli agenti del fisco, perché i
vecchi parametri del 1992, le banche dati classiche, non tengono il passo
della furbizia in un Paese dove, come ricorda spesso il ministro dell'Economia
Giulio Tremonti, solo 15 mila contribuenti dichiarano più di 300 mila euro, ma
si immatricolano 250 mila auto di lusso all'anno. «Usi e abitudini sono cambiati
», spiega l'Agenzia. «È roba da soviet!» replica Maria Grazia Colombo,
presidente dell'Agesc, l'Associazione dei Genitori delle
Scuole Cattoliche. «Ci devono spiegare innanzitutto cosa intendono per scuole
private, un termine che non ha riferimenti legislativi. Temiamo che pensino
alle scuole paritarie», insiste la Colombo, «e non capisco, perché queste
fanno parte a pieno titolo del sistema scolastico pubblico. Mettere
sullo stesso piano noi con chi possiede gli yacht è scorretto e discriminante»
dice il presidente dell'Agesc. Il timore, spiega, è che la Circolare dell'Agenzia,
«un documento interno, dischiuda la possibilità di fare controlli a tappeto,
con un pregiudizio nei confronti di genitori che magari fanno grossi sacrifici
e che vengono rubricati come possibili evasori». Per la verità il «Decalogo»
dell'Agenzia non fa un collegamento diretto tra l'accertamento della reale
capacità di reddito, da parte degli agenti del fisco, cui serve come
indirizzo operativo, e l'infedeltà fiscale. Anche se per gli istituti scolastici
che riscuotono le rette non ci vuole molto a fare due più due. «È giusto
combattere l'evasione fiscale, ma qui si sta andando contro un diritto
costituzionale, quello della libertà di educazione dei figli» continua la
Colombo. «E dire che chi ci governa sibila ha messo in piedi un partito che si
chiama 'delle Libertà'. O mi sbaglio?». La presa di posizione è condivisa da
tutte le associazioni che rappresentano il mondo della scuola
paritaria. Nove sigle in cui si raccolgono gestori, genitori, studenti, alcune
della quali laiche: oltre l'Agesc, Fidae, Agidae, Ciofs-Scuola, Cnos-Fap,
Fism, Foe, Msc. E l'Aninsei, l'associazione delle scuole non statali che è
anche iscritta alla Confindustria. «È una cosa molto antipatica: perché ci
dobbiamo difendere dalla presunzione di essere evasori fiscali?» dice il
presidente, Luigi Sepiacci. «Questa circolare suona quasi come una minaccia,
e in Italia si sa, basta un avviso di garanzia per finire sul patibolo». «Nella
mia scuola, che è paritaria, posso dire che solo il
10% delle famiglie ha redditi consistenti. Moltissime altre, la maggior parte,
fanno grandi sacrifici per far studiare i loro figli. Mi pare una campagna
mirata contro di noi» continua Sepiacci. «E non sarebbe nulla, se non avessimo
tutti la sensazione, e anche un po' di paura, di una macchina fiscale iniqua e
inefficiente. Se paghi le tasse non dovresti avere nulla da temere, ma in Italia
anche se le paghi sei martoriato, perseguitato dalle cartelle pazze». Ma alle
Entrate ribadiscono che la circolare è contro chi evade le tasse. Mario
Sensini stampa |
( da "Corriere Di Como, Il" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Contro il governo i professori del
"Volta" cancellano le gite Permesse solo escursioni di un giorno in
Lombardia Niente gite, per protesta contro il governo. Piccolo particolare: la
contestazione non è dei ragazzi, che difficilmente rinuncerebbero a uno dei
momenti più divertenti e goliardici dell'anno scolastico. Sono stati i
professori a boicottare le gite, come forma di protesta
contro i tagli alla scuola disposti da Mariastella Gelmini (ministro
dell'Istruzione) e Giulio Tremonti (Finanze). A pagarne le conseguenze sono
stati così gli alunni del liceo classico "Alessandro Volta" di Como,
dove una mozione di protesta contro le politiche scolastiche del governo
passata in collegio docenti con l'80% dei voti ha limitato le gite a un solo
giorno, restringendo le possibili mete all'interno della Lombardia. E
così, invece di sognare la Grecia, culla della cultura classica, l'incantevole
Parigi o la mediterranea Barcellona, gli studenti si sono dovuti accontentare
di gite più simili alla scampagnata con lo zio che a un viaggio d'istruzione.
Come, ad esempio, un'escursione a Sirmione, sul Lago di Garda. A nulla sono
serviti gli appelli dei rappresentanti degli studenti (e dei genitori), che nei
mesi scorsi hanno chiesto ai docenti di rivedere la mozione ed evitare di
"scaricare" il peso della protesta sui ragazzi. «La motivazione di
questa presa di posizione spiega Bruno Saladino, preside del "Volta"
stava nel forte malcontento dei docenti dinnanzi ai provvedimenti del tandem Gelmini-Tremonti». È opportuno che i ragazzi paghino le
conseguenze di una protesta dei docenti' «Il disagio dell'utenza esiste, è lo
stesso discorso che vale per uno sciopero risponde il dirigente scolastico
Queste penalizzazioni non possono ovviamente essere eccessive e credo che il
collegio docenti, organismo autonomo e sovrano, abbia trovato una mediazione
concedendo gite di un giorno sul territorio regionale». Con buona pace degli
studenti. Andrea Bambace Nella foto: Studenti del liceo classico
"Alessandro Volta" all'esterno dell'istituto cittadino Home Nessun
dividendo agli azionisti di Acsm e Agam Botta e risposta Como-Bruxelles sul
piano rifiuti «La fusione Mantero-Tessuto cambia la tradizione lariana» Sul
territorio arrivano 60 milioni stanziati dal Credito Cooperativo Il Salone di
Milano fa sorridere i mobilieri comaschi Il 25 Aprile e l'eredità del duce a
"30 Denari" "Leonardo", nata l'associazione ex alunni Tasso
alcolico alto Confiscate cinque automobili Entra l'insegnante, gli studenti
escono
( da "Mattino, Il (Avellino)" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
BORIS AMBROSONE Educati e rispettosi
della condotta, ma terribilmente svogliati ed
impreparati. È l'istantanea scattata dal Ministero della Pubblica Istruzione
del panorama studentesco irpino delle scuole medie di primo e secondo grado, in
base agli scrutini intermedi del 2009. Matematica, Italiano, lingua straniera
le discipline che risultano più ostiche all'apprendimento degli scolari delle
scuole medie inferiori, mentre per gli istituti superiori, è la lingua
straniera la materia meno amata dagli studenti, seguita dalla matematica e
dall'Italiano, anche se la «geografia» delle insufficienze varia da istituto ad
istituto. Solo per la condotta, gli studenti irpini si
ritrovano in media con il resto dello Stivale. Il secondo quadrimestre,
comunque, per gli studenti irpini sarà tutto in salita e pieno di ostacoli.
Alle scuole superiori, infatti, su base provinciale, il 72,5% dovrà colmare
almeno una insufficienza, per non essere costretto a vedersi segnare qualche
"debito" (una volta si era "rimandati a settembre"). Poco
meno di un quarto degli studenti irpini, nei primi 4 mesi dell'anno scolastico
ha messo a segno il percorso netto, portando a casa la pagella con almeno tutti "6". Va un po' meglio alle scuole
medie, dove la percentuale media degli studenti che non hanno raggiunto il 6 in tutte le materie è del
44,6%, ma che è comunque inferiore alla media nazionale (47,6%). Guardando il
panorama delle materie, la matematica è risultata invisa al 60% degli studenti
del liceo artistico. Sensibilmente più basse le lacune in questa
disciplina per gli studenti dello Scientifico (39,5%) e del Classico (36,2%).
Solo il 23% degli studenti dei due licei ha accusato lacune in italiano, mentre
per la lingua di Dante, la percentuale delle insufficienze aumenta visibilmente
presso gli istituti tecnici (38,7%), le scuole professionali (53,5%) e gli
istituti d'arte (60,9%). Studenti del liceo artistico che si prendono una bella
rivinciat relativamente alla lingua stranera. Solo l'11,7% di loro non ha
raggiunto la sufficienza, mentre allo scientifico ed al classico la percentuale
degli insufficienti è triplicata, e supera il 50% al Magistrale, all'istituto
tecnico ed all'Istituto professionale. La statistica del Ministero, però,
restituisce una consolazione, seppur magra, per gli scolari della Provincia di
Avellino. Sono loro, infatti i «più diligenti», o almeno i meno «somari», della
regione Campania. Il capitolo più meritevole per gli studenti irpini è quello
relativo alla condotta, dove però occorre raggiungere
almeno l'otto per non rimanere «al palo». La disciplina, intesa come
rettitudine ed educazione, è il punto forte. Solo il 2,6% dei liceali dovrà
recuperare nel corso dell'anno. Tutto in regola presso gli istituti magistrali
e gli istituti artistici. Qualche segnale maggiore di insubordinazione
all'Istituto tecnico dove il 5,6% degli studenti si è visto assegnare un bel
"7" in condotta, ed all'istituto
Professionale, dove gli indisciplinati sono stati il 6,1%.
( da "Affari Italiani (Online)" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Politica Europee, Berlinguer (Pd) ad
Affari: "Io non mi cimento con le sfide facili" Martedí 28.04.2009
13:40 "Io non mi cimento con le sfide facili. Il Partito Democratico
voleva un capolista che non fosse né emiliano, né veneto, né triestino...
perché il collegio è molto ampio, ma che avesse una rappresentanza nazionale.
Me lo ha chiesto molto imperiosamente e io, che non avevo assolutamente pensato
a questo, ho accettato per spirito di militanza e di servizio verso
l'Europa". Luigi Berlinguer, capolista del Pd nel Nord-Est alle Europee di
giugno, 77 anni il 25 luglio, sceglie Affaritaliani.it per la sua prima
intervista dopo l'ufficializzazione della candidatura. "La seconda ragione
per cui ho deciso di correre è perché certamente il Nord-Est è l'area più
europea d'Italia: si parlano diverse lingue e i prodotti di questa zona vanno
tutti all'estero. E' una Regione oggi culturalmente più evoluta rispetto al
passato, quindi è dentro l'Europa della conoscienza". Il suo progetto se
verrà eletto? "Voglio fare un lavoro sulle piccole e medie imprese, perché
c'è un piano di 'small business' che riguarda l'innovazione tecnologica e
scientifica; sicuramente il Nord-Est è una zona emblematica da questo punto di
vista. E' così anche per quanto riguarda la cultura, ormai il rendimento
scolastico dei ragazzi di quest'area si avvicina più alla Finlandia che non
alla Calabria". Il sindaco di Venezia però è stato critico nei confronti
della sua candidatura... "Penso il contrario di Cacciari e spero di
poterlo smentire nei fatti, anche se resta una grande personalità e lo
rispetto. Ma Cacciari ha aggiunto che non era una considerazione su di me,
visto che mi trova onesto e amico, ma che avrebbe voluto un candidato del
Nord-Est. La mia risposta è: ma sarebbe dovuto essere di Treviso, di Padova, di
Bressanone, di Forlì o di Ravenna? Perché ci sono tutte queste espressioni e
non era facilissimo metterle insieme. Certo che se si fosse candidato lui
avrebbe rappresentato benissimo il Nord-Est, perché è una persona che non è
soltanto veneziana. Spero comunque di fare il mio dovere". Da ex ministro
dell'Istruzione, come valuta l'operato di Mariastella Gelmini? "I tagli che sono stati fatti, la scuola li ha sofferti
molto. E l'università anche. Quindi dovranno essere rettificati. La restaurazione
di alcune idee del passato mi trovano scarsamente d'accordo. Trovo però che il
ministro Gelmini abbia attuato una politica di continuità. Per esempio ha
conservato la gestione dell'INVALSI - Istituto autonomo che si occupa della
valutazione scolastica a livello nazionale, ndr - che fu un mio sogno, senza
cambiare le persone. Ha nominato dei direttori come il dottor Cosentino e il
dottor Biondi su una linea di continuità e non di rottura con il passato. Ha
nominato il professor Schiesaro come suo consulente per l'università. Ha
guardato al lavoro che io ho fatto sulla musica, sulle scienze con spirito di
continuità. Anche la nuova gestione della direzione dello studente ha lavorato
molto bene sul tema a me caro della musica, raggiungendo ottimi risultati.
Ritengo che questi aspetti siano da valutare positivamente". tags: europee
pd berlinguer partito democratico pd
( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del
28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Scuola e Università, dibattito in Aula
Martedì 28 Aprile 2009, Più risorse alle scuole della Regione per lo studio
delle lingue comunitarie: è quanto deciderà oggi il Consiglio regionale. E' la
cosiddetta legge Dal Mas, dal nome del primo proponente, già licenziata da
tempo in sede di Commissione. Nel corso delle audizioni e dei lavori
preparatori il testo è stato adattato in chiave di maggior formazione dei
docenti e di intensificazione di studio dell'inglese. L'approvazione della
legge è scontata. Più pepe si prevede sulla questione delle Scuole di
specializzazione in Medicina. I tagli decisi a Roma erano stati giudicati in
maniera critica sia dalla maggioranza che dall'opposizione, al punto che
quest'ultima si è risolta a presentare una mozione. La
decisione di non optare per una semplice lettera condivisa da tutto il
Consiglio a vantaggio di un documento di parte ha infastidito il centrodestra
che ha giudicato il passo una strumentalizzazione e la premessa di una
contestazione politica al Governo nazionale e alla legge Gelmini.
( da "Gazzettino, Il" del 28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Padova, sfida a tre per il controllo
dell'Università Alla fine di giugno l'ateneo voterà per scegliere il nuovo
rettore, una partita di prestigio che vale anche milioni di euro Martedì 28
Aprile 2009, (Segue dalla prima pagina) Non stupisce perciò che la partita per
la successione di Vincenzo Milanesi sia agguerrita come non mai. È una gara a
tre, con un quarto comprimario e un quinto possibile giocatore a sorpresa. I
tre che ufficialmente si contendono la poltrona sono Giuseppe Zaccaria,
Giovanni Bittante e Giorgio Palù. Il quarto è Ezio Stagnaro, docente di
Geometria che ad ogni elezione si presenta più per puntiglio che con la
convinzione di vincere: l'ultima volta si è distinto per aver fatto
l'uomo-sandwich per pubblicizzare il suo programma. Il quinto uomo non ha nome,
per ora. Ma è un candidato che secondo molti docenti potrebbe saltare fuori
all'ultimo momento, magari a pochi giorni dalle elezioni del prossimo 22
giugno, e scompaginare lo scenario. Una carta segreta, giocata non si sa bene
da chi: ma un pizzico di mistero in una simile campagna ci sta. Anche perché
non si può dire che il livello finora si sia dimostrato consono al contesto in
cui si svolge la sfida. Qualche esempio: più di un docente ha fatto circolare
la voce di una sua candidatura per vedere l'effetto che faceva, salvo poi
smentire con sorpresa mista a indignazione le indiscrezioni; altri hanno fatto
di peggio, facendo circolare voci di candidature di professori
"nemici" al fine di bruciarle preventivamente. Un livello che non
sorprende se ci sono perfino docenti come tale Luciano Galliani, ex preside di
Scienze della Formazione che per smentire un suo coinvolgimento ha spiegato che
il giornale «a volte lo sfoglio al bar o dal barbiere». Si motiva anche così
l'abisso in cui è precipitata quella facoltà. Non sono un mistero, invece, i
tre contendenti principali. Il primo ad essersi presentato è Giuseppe Zaccaria,
ordinario di teoria generale del diritto a Scienze politiche ma soprattutto
delfino (e prorettore) di Milanesi. Nelle intenzioni dell'uscente doveva essere
un passaggio di consegne quasi automatico. Il disegno era sfizioso: Milanesi ha
modificato lo Statuto per prorogare di un anno la sua permanenza al palazzo del
Bo, in modo da far coincidere il rinnovo con le elezioni amministrative ed
europee. L'obbiettivo palese: sfruttare l'onda e passare dalla poltrona di
rettore a quella di sindaco di Padova. Sindaco super partes, perdipiù: di
destra e di sinistra. Figurarsi: la sinistra lo ha scaricato perché quel posto
era appannaggio dell'uscente Flavio Zanonato, la destra perché non può essere
super partes uno che per anni è stato vicinissimo a Veltroni quando Veltroni
era Walter. Insomma, come bruciarsi con un cerino. Nel giro di poche settimane
sono andate in fumo anche le ipotesi di fare il Direttore generale del
ministero (dopo che per mesi ha sparato contro la riforma
della Gelmini) e il presidente della Commissione per il nuovo ospedale con
Galan e il direttore generale dell'Azienda Adriano Cestrone che non ci pensano
neanche. A questi sgambetti si sono aggiunte le polemiche sugli incarichi
assegnati al figlio, e in pochi mesi il potente sponsor si è trasformato in una
pericolosa palla al piede per i progetti di Zaccaria. Il quale ha dalla
sua l'esperienza amministrativa e il rispetto di molti colleghi, e proprio per
questo ora sta facendo di tutto per proclamare la sua discontinuità con la
passata gestione. Operazione peraltro rischiosa: una delle armi in suo possesso
è infatti proprio la garanzia che nulla cambierebbe nei riti e nei metodi del
"sistema di potere" interno all'Università. Chi non ama lasciare il
certo per l'incerto basa su questo la propria scelta. I
"conservatori" insomma stanno con lui, anche se è un appellativo che
stona addosso a un uomo dichiaratamente di sinistra e con ottimi rapporti con
l'attuale amministrazione comunale padovana (sua segretaria è la moglie di Ivo
Rossi, assessore della giunta Zanonato). Di tutt'altro segno è il progetto di
Giorgio Palù, preside della Facoltà di Medicina e ultimo a candidarsi attraverso
un videomessaggio. Sessant'anni ben portati, rieletto alla presidenza di
facoltà anche grazie all'appoggio di Milanesi, ha raccolto una messe di voti
che lo hanno convinto a tentare il passo ulteriore. Trevigiano e amico del
ministro Maurizio Sacconi, non ha dichiarato simpatie politiche particolari ma
nessuno lo ha mai definito "di sinistra" e questo basta per
schierarlo dall'altra parte. Ha contribuito a ospitare monsignor Fisichella per
una recente lectio magistralis sulla bioetica che molte polemiche ha suscitato,
ed è visto con favore da un'area tradizionalmente molto potente a Padova come
quella di Comunione e Liberazione. In realtà, il suo obbiettivo è molto
"laico": riportare al rettorato un docente di Medicina che manca da
tempo immemorabile. Questione non semplice: il rettore ha voce in capitolo
pesante nella distribuzione dei (pochi) fondi per la ricerca. Le facoltà
"umanistiche" temono che un rettore "scientifico" riduca
ancor di più il già scarso sostentamento a loro disposizione e lo concentri sui
laboratori. Così, da tempo immemore accade che pur di non far passare un medico
i docenti delle altre facoltà si coalizzino. Ma stavolta potrebbe accadere che
facciano altrettanto in favore di Palù i docenti delle facoltà scientifiche
consci del fatto che è vero che i finanziamenti calano, ma è in arrivo un
giocattolo da niente come il nuovo ospedale. Polo di cura, polo di ricerca, o
entrambe le cose? È chiaro che il nuovo rettore non potrà decidere visto che
tutto è in mano alla Regione, ma certamente potrà aiutare a fissare il punto di
equilibrio più vicino a una soluzione piuttosto che a un'altra. Punto di
equilibrio che Giovanni Bittante ritiene di incarnare meglio dei suoi due
concorrenti. Vicentino, 56 anni, ordinario di Zootecnia alla facoltà di
Agraria, è delfino dell'ex rettore Mario Bonsembiante ma non ci tiene a
rimarcarlo perché è sull'autonomia che punta le sue carte. Non a caso nel suo
programma parla di codice etico e di riduzione del compenso per il rettore.
Compenso che fino a 5 anni fa era di 195mila euro lordi, quasi il doppio di un
docente ordinario, e ora è salito sopra i 200mila protetto dagli
"omissis" delle delibere sulla questione: in linea con quello del
manager di una delle più grandi industrie nordestine, ma lontano dallo spirito
di "primus inter pares". Anche questo potrebbe contare nella scelta
degli elettori, la grande maggioranza dei quali non sono docenti ma ricercatori
a contratto. E conterà anche l'indirizzo che i candidati daranno alla politica
"immobiliare" dell'università. In ballo ci sono nuovi palazzi per le
facoltà, con progetti di architetti del calibro di Botta e Portoghesi: una
città nella città, che richiede capitoli di spesa e capacità di accendere mutui
con relativi agganci nelle banche. Insomma, un potere molto vicino a quello di
un sindaco: strano che i partiti non ci abbiano messo lo zampino. Per chi crede
che non l'abbiano fatto. Ario Gervasutti
( da "Gazzettino, Il" del 28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Martedì 28 Aprile 2009, La differenza tra
i partigiani e i ragazzi di Salò Sono d'accordo con Andrea Santarossa (lettera
al Gazzettino del 26 aprile) là dove dice che i combattenti di una parte e
dell'altra che hanno commesso efferati crimini non vanno rispettati. Poi però
dice cose imprecise o dimentica fatti importanti. Ad esempio: tranne i marò
della Decima l'intero esercito della Repubblica Sociale di Mussolini venne
impiegato solo per i rastrellamenti dei partigiani. I tedeschi non si fidavano
dei combattenti fascisti e li tenevano nelle retrovie. Inoltre non dobbiamo
dimenticare che i fascisti avevano sposato le teorie razziste dei nazisti già
da prima della guerra (1938 le leggi razziali fasciste) e, per far piacere a
Hitler, Mussolini aggredì la Francia già occupata dai tedeschi, la Grecia, la
Jugoslavia e la Russia. I bravi ragazzi di Salò consegnavano ai nazisti tutti
gli ebrei (anche donne e bambini) catturati. Ai partigiani catturati vivi
riservavano invece torture e bastonature. Perciò c'è una grande differenza tra
chi combatteva per la giustizia e la libertà a fianco degli angloamericani e
chi, invece, combatteva a fianco dei nazisti e difendeva le teorie razziste.
Per quanto riguarda le "orde titine" Santarossa si legga
"Italiani brava gente" di Del Boca. Gianfranco Dugo Treviso Il 25
Aprile non è la commemorazione di tutti i Caduti Molto si è detto ultimamente
sulla ricorrenza del 25 Aprile, i politici fanno a gara per esserci e per dire
la loro, ma il 25 Aprile non potrà e non dovrà mai essere la commemorazione di
tutti i Caduti, nel rispetto naturalmente di ogni Caduto di tutte le guerre.
Perché il 25 Aprile è il giorno del ricordo e della commemorazione di chi ha
combattuto contro le truppe di occupazione naziste tedesche e contro i loro fiancheggiatori
fascisti italiani, è il giorno di chi ha combattuto ed è morto perchè i nostri
figli oggi possano dire: siamo cittadini liberi, siamo in uno stato di
democrazia e di diritto. Nessuna equiparazione potrà esserci invece con chi
aveva un'altra idea di libertà e democrazia e si è macchiato dei peggiori
crimini umani. Il 25 Aprile non dovrà mai diventare un giorno festivo
qualunque, dovrà rimanere sempre il giorno del ricordo, il giorno in cui gli
anziani trasmettono ai giovani i valori di pace e libertà. E a proposito di
giovani mi permetto di suggerire al ministro della Pubblica
istruzione Mariastella Gelmini, che di decreti se ne intende, di fare un decreto affinché per
tutti gli alunni e studenti italiani il 25 Aprile non sia un giorno festivo ma
un giorno di partecipazione alle commemorazioni locali di ogni comune, perché è
solo trasmettendo il ricordo dei fatti che si mantiene viva la democrazia e
libertà di un popolo. Albino Pesce Mira La necessaria distinzione tra le
vittime La differenza tra i morti partigiani e quelli di Salò è molto semplice.
In genere, i primi sono sono stati uccisi da istituzioni pubbliche (Repubblica
sociale e Stato tedesco), i secondi da degli sbandati o da delinquenti comuni.
Piaccia o meno, i primi sono di gran lunga più "importanti" dei
secondi. È una distinzione che dovrebbe servire anche nella battaglia contro la
pena di morte. Luciano Dissegna Romano d'Ezzelino (Vi) Ecoincentivi per
acquistare super-biciclette Vengo a conoscenza che il ministero dell'ambiente
ha deciso un ecoincentivo a favore di chi vuole comprarsi una bicicletta, un
segno evidente della regressione alla quale la nostra economia starebbe andando
incontro. In Cina grazie al miglioramento della qualità di vita stanno
percorrendo i passi che sono stati percorsi in Europa dopo la seconda guerra
mondiale, dalla bicicletta allo scooter e quindi all'auto e per i più fortunati
all'aereo o elicottero. In Italia dall'auto stiamo tornando alle due ruote,
l'unico mezzo che tra poco ci potremo permettere se andiamo avanti di questo
passo. A sorprendere sono le cifre. Si parla di uno sconto pari al 30% sul
prezzo d'acquisto fino ad un massimo di 700 euro. Con queste cifre i politici
dimostrano che oltre a non sapere quanto costa un caffè o un litro di latte ora
dimostrano che non sanno il valore di una bicicletta. Per avere 700 euro di
sconto pari al 30% del costo totale occorre che il valore del bene acquistato
sia attorno a 2300 euro. Le biciclette che si trovano in commercio si aggirano
in media sui 50-100 euro a meno di cercarne una da professionisti con telaio in
carbonio. Dopo le auto blu abbiamo capito che i politici usano anche le bici
blu. Ermanno Trovato Bilioni e trilioni: la fantasia nelle parole Con la crisi
dei mercati finanziari abbiamo preso tutti confidenza con i bilioni e i
trilioni. Dubito che molta gente sappia a quanto equivalgono in termini
numerici queste parole. Tradotti dall'inglese questi termini significano
rispettivamente miliardi e migliaia di miliardi, di dollari o di euro poco
importa, quello che conta è che molti avrebbero problemi a mettere il giusto
numero di zeri per scrivere in cifre un trilione o un quadrilione. Esistono
invece i prefissi che arrivano dal mondo della tecnologia che tutti conoscono,
ci sono diventati familiari da quando abbiamo abbandonato la vecchia pellicola
fotografica e siamo passati alle fotocamere digitali. Allora mettiamo da parte
le parole fantasiose e iniziamo pure a parlare di mega, giga e teraeuro e
magari tra non molto anche i peta (un milione di miliardi, lo usavamo già da
tempo quando il debito pubblico era ancora in lire). Randall J Wilkins Il
cattivo esempio dei calciatori violenti Pessimo atteggiamento anti-etico e di
totale assenza di sportività, fair play e valori quello messo in atto dal
giocatore Pepe del Real Madrid (al quale preferiamo il grande Pepe
dell'Udinese.). Dopo aver menato calci a un giocatore avversario a terra il
Pepe madrileno è stato squalificato per dieci giornate, ma il consiglio è di
mandarlo per 10 anni dallo psicologo. Brutta la reazione del Real Madrid che ha
subito presentato ricorso. Ma quale ricorso.. Accettare il verdetto e chiedere
scusa a tutti. Daniele Damele
( da "Sicilia, La" del 28-04-2009)
Argomenti: Scuola
Catania, rieletto il rettore uscente
Antonino Recca vittorio romano Catania. «Non aspettatevi trionfalismi. Il
momento che vive il Paese è molto delicato e il nostro primo pensiero non può
che essere rivolto alla popolazione dell'Abruzzo colpita dal terremoto. Ci
metteremo da subito a disposizione della prestigiosa Università de L'Aquila,
dove lavorano e studiano diversi siciliani, perché si possa instaurare una
proficua collaborazione. E poi dobbiamo lavorare tutti insieme perché il nostro
Ateneo sia ancora di più un modello per tutti gli altri siciliani, un punto di
riferimento nel Mediterraneo, sia ancora più libero ed eccellente. Col vostro
aiuto, so che ce la faremo. Grazie a tutti voi». Non dimentica nessuno il
professore Antonino Recca, ieri riconfermato al primo turno magnifico rettore
dell'Università di Catania con oltre il 70% dei voti validi. Un trionfo
annunciato, quello dell'ex preside della facoltà di Ingegneria, per l'«ottimo
lavoro svolto nel primo triennio» (il mandato che s'inizia adesso sarà invece
di durata quadriennale), come gli è stato riconosciuto dalla maggioranza
assoluta dei docenti, degli studenti e del personale tecnico-amministrativo che
ieri, alle 20,10 prima, quando è stata raggiunta la fatidica quota 1.008
preferenze (solo in virtù dello spoglio dei voti di docenti e rappresentanti
degli studenti), e alle 21,30 dopo, quando il decano ha proclamato
ufficialmente il nuovo rettore, gli hanno tributato un lungo applauso e una
standing ovation. «Grazie a tutti - dice Recca - a cominciare dai due
prorettori che in questi tre anni mi hanno affiancato, Antonio Pioletti prima e
Luisa Carnazza dopo. Grazie al direttore amministrativo, ai docenti, ai
collaboratori, al personale tutto dell'Ateneo, agli studenti, al manager che
per un anno e mezzo ha guidato il Policlinico e ai commissari che lo hanno
retto dopo. Insomma, un grazie di cuore a tutti voi che avete creduto nel mio
lavoro e credete ancora nel mio progetto. Che vi vede assolutamente partecipi e
attivi». Per il rettore serve la collaborazione delle
istituzioni, «dal ministro Gelmini al presidente della Regione
Lombardo, dal presidente della Provincia Castiglione al sindaco Stancanelli,
perché s'instauri un circuito ancora più virtuoso che renda la nostra
Università trainante per le altre dell'area mediterranea. Un modello da
seguire. Abbiamo il dovere di dare una mano all'Università di Palermo.
Dobbiamo fare sistema e pretendere risposte concrete dalle istituzioni. Anche
per quel che riguarda le scuole d'eccellenza e la loro autonomia». Un pensiero
anche alla facoltà catanese di Farmacia. E una notizia inedita non data prima
«per non condizionare il voto»: dalle analisi si esclude, dice Recca, «che nel
primo e secondo piano dell'edificio ci sia traccia di inquinamento. Speriamo
quindi di poter riaprire al più presto». Infine l'auspicio a «trovare, insieme,
il giusto equilibrio «per mantenere le risorse di cui già disponiamo e
sbloccare quei posti di ricercatore che daranno spazio ai giovani».
( da "Foglio, Il" del 28-04-2009)
Argomenti: Scuola
28 aprile 2009 Analisi Sogno americano Le
nozze con Chrysler sono una perfetta strategia cavouriana Alla Fiat i doppioni
non servono Sergio Marchionne, amministratore delegato del gruppo Fiat, sta
adottando la strategia del carciofo. Una foglia per volta, proprio come il
Conte di Cavour aveva programmato di fare per arrivare allunificazione
nazionale, partendo dal Piemonte. Lobiettivo è quello di costituire un
gruppo da 6 milioni di vetture, diversificato nei mercati, fondato su una base
tecnologica unitaria, onde fruire
di economie di scala e sinergie nelle vetture a basso consumo, con costo
finanziario zero. Il tutto usufruendo di fondi pubblici in cambio di due
risorse: il know how tecnologico nel campo delle vetture a basso consumo e una
buona équipe manageriale che ha già operato ristrutturazioni e ha
caratteristiche multinazionali. Del team che si sta occupando dellaccordo
Fiat-Chrysler, accanto a Marchionne, fanno parte Alfredo Altavilla, dal 1990
nel gruppo Fiat, responsabile per le alleanze industriali del settore automobilistico e ad di Powertrain,
e due tecnici tedeschi ex Volkswagen, fra i 45 e i 50 anni, al Lingotto dal
2004. Stefan Ketter, responsabile della produzione del gruppo Fiat e ad di
Maserati e Abarth, e Harald Wester, responsabile delle tecnologie dei modelli.
Il team è completato da Gianni Coda, a Torino da 30 anni, ad di Fiat Group
Purchasing, che gestisce gli acquisti mondiali di componenti del gruppo. Ciò
che Marchionne offre è, mutatis mutandis, un team simile a quello politico-militare-culturale
creato da Cavour quando iniziò la sua grande operazione dal piccolo Piemonte.
Compresa la Contessa Castiglione, cui, senza offesa, si può paragonare Alfredo
Altavilla, detto “lamericano” perché frequenta i piani alti del Tesoro a
Washington. Noto per
inciso per il ministro Mariastella Gelmini che
Altavilla si è laureato in Economia allUniversità di
Taranto, per poi fare in Fiat quella carriera che lo ha portato a discutere con
Rick Wagoner i problemi multinazionali dellauto e a gestire con efficienza Powertrain, che produce 3 milioni di
motori per auto venduti in tutto il mondo. Le Università di provincia servono,
eccome. La prima foglia di carciofo, lintegrazione di Chrysler con Fiat, porterà il
gruppo a produrre 4 milioni di vetture. Questa è lintegrazione ideale. Chrysler ha bisogno di
Powertrain, la divisione che ha sviluppato Multiair, il nuovo motore per bassi
consumi ibridi, mentre Fiat ha bisogno di Jeep, ovvero delle tecnologie e della
rete di vendita dei veicoli con quattro ruote motrici, magari da integrare con Cnh, la
controllata del gruppo Fiat che produce macchine agricole e per le costruzioni.
Senza doppioni quindi. La foglia tedesca del carciofo, Opel, è più spina che
polpa. Vauxhall, lOpel inglese, è una foglia che non ha la spina degli stabilimenti che duplicano con
quelli Fiat. Ma Marchionne ha anche altre foglie di carciofo di cui discutere,
con lex socio Gm. di Francesco Forte
( da "Foglio, Il" del 28-04-2009)
Argomenti: Scuola
28 aprile 2009 Velina a chi Consigli al
nuovo battaglione rosa del Cav. dalle perfette parlamentari sopravvissute alla
maldicenza Ci sono passate, se ne sono infischiate, hanno tenuto duro, ce lhanno fatta. Non
si sa chi imita chi – se le ragazze il Cav. o il Cav. le ragazze. Fatto sta che
è un processo di mimesi allapparenza virtuoso. Questo dice infatti il
primo anno di legislatura delle ragazze del Pdl che non molto tempo fa sono
passate attraverso una
furia antivelinista identica a quella che colpisce ora alcune (vere o presunte)
candidate al Parlamento europeo in quota Pdl. Ieri tutti a dire: “Carfagna che
ci fa qui, torna in televisione” o: “Ma la Brambilla dove va con quelle calze?”.
Oggi tutti a dire: “Ah però, che brave”. Chi, se non le ex accusate di
velinaggine, può far meglio da avvocato alle future candidate del Cav. sotto
tiro per sospetta velinaggine? “Diciamoci la verità: alla lunga, a fare tutta
la vita lo stesso mestiere, si diventa inefficienti”. Il sottosegretario e
ministro del Turismo in pectore Michela Vittoria Brambilla – un passato da
imprenditore nellittica – dice questa sua verità per dire unaltra
cosa, e cioè che chi nasce politico e muore politico “alla fine diventa autoreferenziale. E dunque è un bene che la
nostra classe dirigente sia formata anche da persone che vengono dal mondo
delle professioni”. “Ricchezza inestimabile”, quella dellesser nuovo alla
politica, dice Brambilla. “Ben vengano queste ragazze in lista, è una grande scommessa ed è quello che chiede
il paese. Berlusconi è cittadino tra cittadini e ha capito che chi viene da
fuori può essere portatore di energia, di forza propulsiva, di una visione
scevra di automatismi e condizionamenti di corrente”. Brambilla si rifiuta di
elevare inni allo studio: “Tutti a dire a queste ragazze, con paternalismo:
studiate studiate studiate. Ma è ovvio che se sono arrivate dove sono hanno già
studiato. Il mio consiglio è: andate avanti come un caterpillar, e lo dico da
caterpillar”. Nel gruppo caterpillar si possono annoverare anche due
giovanissime deputate che lanno scorso sono finite sui giornali a causa di un
bigliettino mandato loro dal Cav. (tramite commesso) in Aula: Gabriella
Giammanco e Nunzia De Girolamo. Trattavasi
di un bigliettino tutto punti esclamativi che in sostanza diceva: ragazze, voi
siete nuove e non lo sapete, ma potete anche uscire, non cè bisogno che
restiate fino alla fine della seduta (pare che le due già mostrassero segni di
zelo da neofita: non mi alzo dal
banco manco morto). Dopo giorni di notorietà (negativa) attorno al biglietto,
le ragazze non sono state più nominate dai giornali. Ma oggi De Girolamo ha un
doppio incarico: commissione Agricoltura per stare più vicina alle esigenze del
suo Sannio e ruolo da coordinatrice per le provinciali nel Sannio stesso: “Col
tempo sono riuscita a superare il pregiudizio negativo verso di me. Lavoro
sette giorni su sette e ora vedo i risultati. Ma lo stesso pregiudizio si
abbatte ora su qualsiasi donna intelligente e magari attraente in questa
società ancora tendenzialmente maschilista. E invece una giovane donna ha la
capacità di parlare al cuore delle persone, oltre ad essere più illusa e
dunque più combattiva rispetto alla possibilità di cambiare le cose”. Gabriella Giammanco, invece – che oggi
consiglia alle neofite di non “cercare visibilità e costruire passo passo” – è
colei che in commissione Cultura ha proposto al ministro Gelmini
la rivalutazione del voto in condotta e il ripristino
del grembiule. Due proposte di legge sul sequestro dei minori “recepite” nel
ddl Sicurezza sono invece il personale bilancio di Barbara Mannucci, la ragazza
un tempo nota per essere “vicina di banco di Berlusconi in Aula”, oggi prodiga
di suggerimenti per le future europarlamentari: “Non fatevi intimorire dalle
chiacchiere”. Elvira Savino, immortalata lanno scorso come
“la più elegante del primo giorno in Parlamento, oggi loda la decisione di
candidare altre ragazze – “le donne sono professionali e costanti” – e dice di sentirsi libera di
dissociarsi dalla maggioranza del suo partito in tema di testamento biologico.
Come a dire: non siamo cooptate per spingere pulsanti. Si autodefinisce
ridendo, su questo, “finiana”. Anche se è proprio la fondazione di Fini, Fare
Futuro, ad aver acceso un fuoco amico contro “il velinismo” (con Fini
dissociato, sì. E però ieri Barbara Saltamartini da un lato rassicurava – “la
bellezza non può discriminare una donna” – dallaltro rincarava:
“Ma non può essere criterio unico di
selezione della classe dirigente”). di Marianna Rizzini