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Documento inserito: 27-11-2020

 

Il PuntO n° 417

Covid. Dati strampalati, decisioni di governo campate in aria. In attesa di quella che, da Banda Bassotti,

ritengono una “grande bouffe” offerta dalla UE

Il protocollo ISS viola la Costituzione?

Su change.org raccolta firme: “Non ci fidiamo più”   http://chng.it/LZt2kZGQBK.

Di Mauro Novelli. 27-11-2020

 

Sul palazzo sede dell’Istituto Nazionale di statistica, a sinistra  campeggia un “ammonimento”: “Numerus Rei Publicae fundamentum”.

Se è quindi prudente formarsi opinioni, elaborare valutazioni, prendere decisioni partendo dai numeri e dai dati di fatto dobbiamo riconoscere che questo governo, la sua compagine, il suo ierofante non stanno adottando quei meccanismi prudenziali suggeriti dal monito dell’Istat.

Esempio illuminante.

La tabella che segue confronta i dati dell'Istituto superiore di sanità e quelli della Protezione civile circa il numero di pazienti in terapia intensiva a causa del coronavirus. In una settimana i due metodi di calcolo hanno scombinato i due trend: il 20 ottobre il dato numerico dell’ ISS era inferiore di oltre il 10% rispetto a quello della Protezione civile. IL 18 novembre, un mese dopo,  il dato ISS è risultato superiore del 25 % rispetto all’altro.

 

Pazienti in terapia intensiva per coronavirus

Fonte ISS e Protezione Civile. [Elaborazione Mauro Novelli]

 

Istituto Superiore

di sanità

Protezione Civile

Variaz. %

ISS/Prot.Civile

18-11-‘20

4597

3670

+ 25,3 %

11-11-‘20

3497

3081

+ 13,5 %

07-11-‘20

2959

2634

+ 12,3 %

27-10-‘20

1224

1411

-      13,3 %

20-10-‘20

861

870

-      10,3 %

 

Come si fa a prendere decisioni in materia di contrasto al Covid quando esistono più dati “ufficiali” e  diversificati su un fenomeno specifico come quello del numero dei pazienti in terapia intensiva?

Ma forse questi dati (di cui neanche i media blasonati vogliono venire a capo) servono solo a disorientare i gonzi. Il governo ha i dati veri che è bene non dare in pasto alla plebe. Che potrebbe risalire al numero di posti effettivi in terapia intensiva, indicati da Conte nel doppio di quanti fossero all’inizio della pandemia e da Arcuri in oltre 11 mila. I cittadini potrebbero anche calcolare l’effettivo numero di posti realmente occupati in terapia intensiva. Insomma, meglio che i cittadini siano tenuti nell’ignoranza. Per il loro bene.

 

Altro esempio (discende dal precedente).

L’andamento giornaliero della mortalità ha poco senso se non viene disaggregata per luogo della morte: in casa, in ospedale, in terapia sub-intensiva o in terapia intensiva.

Secondo i dati ufficiali, dal 20 al 26 novembre sono morti per covid 4.980 pazienti. Quanti di questi erano in terapia intensiva? Quanti per l’ISS, quanti per la Protezione Civile? E’ importante saperlo, perché chi muore in terapia intensiva lascia un posto libero a chi ha una affezione altrettanto grave. Così come è importante sapere quanti, ricoverati in terapia intensiva, guariscono. Insomma, quando si informa la cittadinanza del numero in crescita (o in diminuzione) dei nuovi posti occupati o lasciati liberi in terapia intensiva, si intende che i nuovi ricoverati sono pari a “deceduti + guariti + nuovi posti occupati” oppure no?

La Regione Lombardia ha calcolato che il 25 %  dei Lombardi deceduti è spirato in casa. Da ciò deriva una considerazione avvilente: un quarto degli affetti gravi da covid non ha ricevuto cure adeguate. Perché? Chi ha deciso di non ricoverare quei pazienti? Chi ha deciso i protocolli sottostanti?

Forse ci fa scoprire l’arcano il protocollo diffuso dall’Istituto Superiore di Sanità, chiamato “Decisioni per le cure intensive in caso di sproporzione tra necessità assistenziali e risorse disponibili in corso di pandemia da Covid-19”, 

In altri termini il medico in ristrettezze strumentali e terapeutiche deciderà, tra due pazienti, chi verrà ospitato nell’unico posto disponibile del reparto per una adeguata terapia. Sarebbe comunque interessante come quel medico gestisce la telefonatina del papavero che segnala un parente o un amico degno di essere salvato.

Il protocollo dell’Istituto Superiore di Sanità costituisce una pluri violazione della Carta costituzionale: l’art. 3, l’art. 32 e l’art. 77, ma nessun giurista sembra adombrarsi più di tanto.

Art. 3.

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Art. 32.

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Art. 77.

Il Governo non può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria.

Quando, in casi straordinari di necessità e d’urgenza, il Governo adotta, sotto la sua responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge, deve il giorno stesso presentarli per la conversione alle Camere che, anche se sciolte, sono appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorni.

I decreti perdono efficacia sin dall’inizio, se non sono convertiti in legge entro sessanta giorni dalla loro pubblicazione. Le Camere possono tuttavia regolare con legge i rapporti giuridici sorti sulla base dei decreti non convertiti.

 

Sembra che un protocollo simile sia stato stilato da ISS anche a marzo 2020.

Ma, secondo la costituzione, una cosa del Genere non può essere ridotta ad un protocollo deciso dall’Istituto Superiore di Sanità.

Il governo, coniglio ma dal fiero cipiglio, con le sue azioni insulse ha combinato solo disastri, ma sa ben nasconderli dietro un camice bianco, sperando di farla franca agli occhi dei cittadini.


 

27-11-2020 HuffingtonPost. Trasparenza su atti, dati e piano vaccini. Le firme, da De Bortoli a Orsina: "Non ci fidiamo più". L'appello: "È ormai scaduto il tempo per continuare a improvvisare".

“CI ERAVAMO FIDATI DI VOI 

ABBIAMO COMINCIATO A DUBITARE ….

ABBIAMO SCOPERTO …..

ORA NON CI FIDIAMO PIÙ

 PRETENDIAMO CHE VI CONCENTRIATE SULLA PANDEMIA

Per questo chiediamo:
- TOTALE TRASPARENZA
- DISPONIBILITÀ DI UNA BASE DATI
- DI DIRCI COME INTENDETE FRONTEGGIARE UNA POSSIBILE TERZA ONDATA:
Dopo la tragica farsa del vaccino anti-influenzale,
VOGLIAMO CONOSCERE IN ANTICIPO E IN DETTAGLIO IL “PIANO” SUL VACCINO ANTI-COVID.

 

Primi firmatari:

Massimo Adinolfi,
Vitalba Azzollini,
Alessandro Barbano,
Marco Bentivogli,
Alessandro Campi,
Giuliano Cazzola,
Gilberto Corbellini,

Natale D’Amico,
Ferruccio de Bortoli,
Franco Debenedetti,
Anna Maria Gregori,
Giovanni Guzzetta,
Isabella Loiodice,
Alberto Mingardi,

Giovanni Orsina,
Francesca Rescigno,
Serena Sileoni,
Carlo Stagnaro,
Marco Taradash,
Giuseppe Valditara
Sofia Ventura

 

Per sostenere l’iniziativa: http://chng.it/LZt2kZGQBK.