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Il PuntO n° 397 del 5-5-2020. Minima Œconomica: “Bis dat qui cito dat”. |
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Documento
inserito: 20-5-2020 Il PuntO
n° 400 Crediti garantiti dallo stato: FCA e Alitalia, due casi
emblematici Di Mauro Novelli 20-5-2020 Veniamo subito al dunque: 1)
FCA. In nessun
paese al mondo ad una azienda che chiede prestiti allo stato o garantiti
dallo stato è permessa la distribuzione di dividendi. Al di là del
fatto che Fiat Chrysler Automobiles N.V. è azienda
italo-statunitense di diritto olandese, con sede legale ad Amsterdam e sede
fiscale a Londra, la società
distribuirà 5,5 miliardi di dividendo straordinario al termine del matrimonio
con Peugeot, il maggiore beneficiario sarà ovviamente Exor,
che controllando l’ex Lingotto con circa il 29% del capitale incasserà 1,45
miliardi. In
conclusione FCA sta chiedendo 6,3 miliardi di euro garantiti all’80 % dallo
stato italiano, ma pensa di distribuire un dividendo di circa 5,5 miliardi
agli azionisti. Per
informazione: FCA Italia ha un debito di 15 miliardi di euro. Per inciso,
le valutazioni delle perdite ( - 80 o -90 %) che i
costruttori hanno subito per la quarantena obbligata in molti paesi, va
completata dalla considerazione che i cittadini che avevano deciso di
rinnovare l’auto prima della chiusura da covid,
passata la quarantena procederanno, prima o poi, all’acquisto della nuova
vettura, a meno che non abbiano avuto le finanze devastate. Ma a questo
proposito va detto che oltre 20 milioni di cittadini non hanno subito alcuna
compressione dei redditi: impiegati dello stato, delle partecipate,
pensionati, eletti nei parlamenti italiano ed europeo, nei consigli regionali
(19 + 2 province autonome), provinciali (105) e comunali (7.982), titolari di
reddito di cittadinanza, rentiers ecc. 2)
Alitalia. Nel
dopoguerra, la generazione dei miei genitori ha ricostruito questo paese. Con
sacrificio ma con buona disposizione, pensando neanche ai figli, ma ai nipoti.
Tra l’altro, ha permesso anche la nascita e lo sviluppo di Alitalia. Il lavoro
della mia generazione ha permesso alla compagnia di prosperare nella
floridezza (anche eccessiva) tanto da essere gestita con spensierata allegria
dagli amministratori che si sono avvicendati nella sua gestione. Il lavoro –
problematico – ed i sacrifici della generazione dei nostri figli, attuale
nerbo demografico di questo paese, serve per continuare a mantenere la
compagnia, ormai decotta da qualche lustro. Politici ed amministratori sono
stati scaltri e abili nel far passare il messaggio di un’Alitalia “compagnia
di bandiera” quando le cose andavano male ed era necessario procedere a
trasfusioni attingendo dalle casse dell’Erario (maiuscolo); con la stessa Alitalia
che però diventava “ Società per azioni privata”
quando le cose andavano bene. Nel 2015, il Sole 24 Ore aveva
calcolato in 7,4 miliardi i costi diretti, per lo Stato e la collettività,
originati dalla gestione Alitalia in quarant’anni, dal 1974 al 2014. Una
somma calcolata in valori monetari aggiornati al 2014. Siamo arrivati ormai ad 8,7 miliardi
di euro. Le provvidenze da Coronavirus destinano
ulteriori 3 miliardi euro per costituire e capitalizzare una nuova compagnia
aerea che potrà acquistare e prendere in affitto le attività dell’Alitalia. Esattamente quanti ne stiamo
destinando alla sanità. |
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