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inserito: 11-10-2020 Il PuntO
n° 412 Della funzione maieutica della
pandemia? Di Mauro Novelli 11-10-2020 Siamo ad una curva nel percorso intrapreso
dall’uomo. Una delle tante affrontate in millenni di vita storica
dell’umanità. Conosciamo (bene o male) le caratteristiche della strada
percorsa fino ad oggi, ma non sappiamo che cosa ci sia dietro la curva che
stiamo affrontando. Ostacoli? Inversione di direzione? Carreggiata più larga
o più stretta? Tragitto in salita o in discesa? Strada sconnessa o ben
tenuta? Fino a qualche lustro fa, ci si chiedeva per quanto tempo ancora
avremmo potuto utilizzare, prima del loro esaurimento, i combustibili
fossili. Oggi calcoliamo i pochi anni di vita del petrolio prima che venga
abbandonato e sostituito da energia da fonti rinnovabili e, soprattutto
valutiamo quanti anni dovranno ancora passare (pochi) per avere a
disposizione l’energia da fusione nucleare, praticamente pulita e (quasi)
inesauribile. Si parla degli anni ’30 come il decennio della svolta
energetica. La più importante e fruttuosa per l’umanità. Se saremo
intelligenti. A questo punto si apre il problema del
terzo millennio: se si dovesse arrivare senza troppi intoppi allo
sfruttamento generalizzato dell’energia da fusione atomica, chi ne sarebbe il
proprietario? A chi dovremo pagare la bolletta per utilizzarla? A chi detiene
i brevetti tecnologici? A chi è proprietario della centrale nucleare che la
produce? Si creerebbero potentati
energetici in grado di centellinare quell’energia perché ridiventi risorsa
scarsa e non infinita? Interverranno i governi? Riflettiamo: energia a bassissimo
costo vuol dire, ad esempio, possibilità di creare ambienti in cui far
crescere zucchine, pomodori e albicocche anche a Capo Nord. Dice: “Ma non
saranno le stesse zucchine, gli stessi pomodori e le stesse albicocche
coltivate in Italia!”. Siamo sicuri di questo o è un pio auspicio? Siamo
certo che nuove scoperte scientifiche non rendano migliori le zucchine
norvegesi? E ancora: stiamo cercando di sopperire alla necessaria minore
mobilità dei cittadini e, alla fine, delle merci. Domanda: siamo sicuri che
il ponte di Messina costituisca un investimento economicamente fruttuoso? Siamo certi che quel mondo sarà
peggiore di quello in cui viviamo? Oppure il giudizio è suggerito da
posizioni romantiche? Certo, se non ci interessiamo di questi problemi,
saremo obbligati a viverci senza possibilità di dire la nostra. Si rifletta sui cambiamenti che
interverranno nella vita dell’umanità: quali settori lavorativi saranno
giudicati tanto interessanti da essere oggetto di investimenti massicci?
Quali scompariranno? Quali si creeranno? Quali cambiamenti interverranno
nella vita dell’uomo? Il covid,
vera o falsa che sia la sua gravità, sta imponendo cambiamenti anzitutto di
mentalità, di comportamenti interpersonali, di atteggiamenti mutati nella
forma, nella qualità e nella quantità, ad esempio, della domanda di beni e
servizi. Come reagirà l’offerta? Per il momento ha approfittato per la messa
a punto di un più efficace ed economico meccanismo di distribuzione dei beni
e dei servizi esposti nella sua vetrina. Cercherà di aumentare la sua
capacità di pervadere le pieghe più nascoste della nostra mente per
convincerci a continuare nella ricerca della soddisfazione generata dal
consumo, anche superfluo? Cercherà di spingere verso la formazione di
monopoli e oligopoli che ne conservino, almeno in parte, i margini di
guadagno, esattamente come finora è riuscita a fare nel campo della finanza? E’ ormai settore dominato da potentati finanziari che
controllano la stessa economia mondiale, verso cui la finanza dovrebbe avere
– come all’origine – una funzione di supporto e una posizione ancillare. Riflettiamo sul fatto che se il covid, vera o falsa che sia la sua gravità, fosse
intervenuto trenta anni fa, sarebbe risultato fenomeno mortale per l’umanità,
perché non avremmo avuto, a disposizione e diffuse, le tecnologie
informatiche che sembra siano in grado di sostituire – per il momento in
forma primitiva – gli spostamenti, per qualsivoglia motivazione, degli esseri
umani: lavoro, cultura, turismo, cure mediche, rapporti interpersonali ecc.
Stiamo cercando, ancora balbuzienti, di far muovere di meno i cittadini
utilizzando quelle nuove tecnologie. Domanda delle domande: la nostra
cultura politica, le forme della politica costruite in qualche millennio di
tentativi abortiti o di successo, sono in grado di promuovere nella società
civile forze, motivazioni, analisi, soluzioni n grado di valutare i problemi,
non del prossimo secolo, ma, come si diceva, del decennio appena iniziato? Saremo in grado di tirar fuori, da
questa vicenda della pandemia, il meglio di noi stessi? Saremo in grado di
rendere maieutica l’ avventura da cui stiamo
cercando di uscire con danni non eccessivi ? Scherzando, ho proposto di
chiudere con il 2019 la nostra era del “dopo Cristo” e iniziare a contare dal
2020, anno zero del “d.c.” dopo covid”. 1-9-2020 global.techradar.com/it Fusione nucleare: ITER
passa alla fase 3. Di Luigi Famiglietti
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