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inserito: 26-9-2020 Il
PuntO n° 411 Note a margine dei convegni organizzati per il progetto
“e-RA DIGITALE”. ENERGIA, TECNOLOGIA, COMUNICAZIONE: I TRE SETTORI CHE CONDIZIONANO DA SEMPRE IL PROGRESSO DELL’UMANITÀ . Di
Mauro e Federico Novelli (26-9-2020)
Il progresso o il regresso
dell’umanità è stato da sempre funzione diretta degli sviluppi di tre settori
socio-economici fondamentali: quello relativo al campo dell’energia, quello
tecnologico, quello delle comunicazioni. Gli sviluppi o le
regressioni a cui sono stati assoggettati questi tre settori hanno
determinato il progresso o il regresso di ogni attività umana. Veloce sintesi temporale: 1) ENERGIA.Il fuoco, o meglio, la
scoperta degli inneschi artificiali per l’accensione del fuoco moltiplicarono
le possibilità del semplice utilizzo della pura energia muscolare umana. Lo sfruttamento della
schiavitù offrì ai popoli dominatori/schiavisti energia a basso costo. L’utilizzo dell’energia
eolica e idraulica permise sviluppi impensabili in termini di produttività. La scoperta dell’energia
elettrica aprì nuovi orizzonti alle capacità innovative e costruttive dell’uomo. La scoperta dell’energia
atomica dovuta alla fissione nucleare, gravata da scorie che per millenni
restano radioattive, costituì un progresso o un regresso a seconda del suo
utilizzo: militare o civile. Si ritiene che entro la
fine degli anni ’20 di questo secolo, la fusione nucleare, definita pulita
perché generatrice di scorie insignificanti rispetto a quelle prodotte dalla
fusione scoperta nel corso della seconda guerra mondiale, costituirà il più
grande passo avanti mai fatto dell’uomo in campo energetico. 2) TECNOLOGIANon serve analizzare i
progressi umani grazie alle innovazioni tecnologiche. Dal controllo del fuoco
(che permise lo sviluppò della metallurgia), alle ricerche in campo militare
e nel settore dell’ingegneria civile, all’invenzione della stampa a caratteri
mobili, al finalmente più preciso orologio a pendolo di Galileo. Grazie al progredire delle
scienze, nel XIX secolo è iniziato uno sviluppo tecnologico particolarmente
impetuoso, tanto che, a fine ‘800, il direttore dell’Ufficio Brevetti inglese
dichiarò: “Possiamo anche chiudere l’Ufficio Brevetti perché dall’uomo è
stato ormai inventato tutto!” Nel XX secolo sono
continuate le ricadute in campo civile della ricerca industriale, militare e
spaziale in particolare. In conclusione, nel
settore tecnologico
è stato un costante progredire grazie alle continue invenzioni e alle scoperte che continuano a
caratterizzare la storia dell’uomo. 3) COMUNICAZIONI.Di grande interesse è
l’analisi del settore delle comunicazioni, delle innovazioni che lo
riguardano, che corrono parallele ai progressi dell’umanità, caratterizzate
non da processi continui nel tempo, ma da introduzione di strumenti di
comunicazione – oseremmo dire quantici - che hanno dato luogo a sviluppi improvvisi
ed impensabili in precedenza. 3.1) PRIMA DELLA SCRITTURA.
Prima della introduzione
della scrittura e della diffusione del suo uso, la trasmissione delle
informazioni, della cultura, dell’educazione dei giovani avveniva per via
orale. Doveva esserci
necessariamente un contatto diretto tra chi informava e chi riceveva
informazioni. L’ambito era praticamente quello familiare e comunque non
superava quello cittadino. Si scoprì ben presto che
era molto agevole trasmettere informazioni sotto forma di componimenti poetici,
mandati a memoria più facilmente del racconto in prosa. Ma i contenuti non
potevano essere astratti. Occorreva creare una narrazione degli avvenimenti
attraverso i quali si era intenzionati a trasmettere informazioni. Con i due poemi (definiti)
omerici, attraverso le narrazioni delle vicende, del modo di agire dei vari
personaggi, abbiamo le informazioni e i giudizi in grado di interessare i
cittadini: sul comportamento degli eroi, su quali fossero i pregi e i vizi
degli uomini, quali le caratteristiche e i doveri del buon re, del buon
amico, del traditore, dei bravi coniugi, del corretto atteggiamento circa
l’educazione da dare ai figli, del comportamento del figlio nei confronti dei
suoi vecchi. Ma la tradizione orale
trasmessa attraverso gli aedi aveva due limiti insuperabili: non poteva
subire modifiche nel tempo, pena la perdita dell’organicità e della memoria
complessiva dei poemi, e non era in grado di descrivere l’essenza delle cose.
In altri termini le elaborazioni intellettuali dei singoli non erano
trasmissibili se non tramite complessi, onerosi e non frequenti contatti
diretti. 3.2) INTRODUZIONE E DIFFUSIONE DELLA
SCRITTURA
Tra l’800 e il ‘700 a.C.,
da una filiazione dell’alfabeto fenicio, si sviluppa e si afferma l’alfabeto
greco, alla base di quello latino e quindi della scrittura
occidentale. La sua diffusione tra la classe dei sapienti (i filosofi di
Platone) permette una trasmissione relativamente agevole delle elaborazioni
intellettuali che nel tempo si venivano proponendo. Si dice che con la
scrittura il verbo “stare”, descrittivo necessariamente adottato dai poemi
omerici, viene sostituito dal più potente ed efficace verbo essere (einai, in greco). Non più che cosa “fa” e “come si
comporta” il buon re (azioni tramandate tramite versi sempre uguali a se stessi) ma che cosa
“è” la regalità, che cosa “è” il potere, che cosa “è” il buon governo ecc. E’ possibile ora scrivere
quelle considerazioni, conservarle, tramandarle, integrarle, modificarle e,
magari, se trasmesse ad altri sapienti, vedersele confutare con altre
elaborazioni scritte. Con l’introduzione della
scrittura ha inizio il formidabile periodo dell’illuminismo greco. E’ quasi
inspiegabile che una ristretta comunità (non più di pochi milioni di persone,
avvicendatesi in
due o tre secoli) abbia dato luogo alla costruzione culturale su cui è basato
lo sviluppo del pensiero occidentale ed europeo in particolare. Con la scrittura è
possibile quindi andare all’essenza delle cose e fissarla su pagine scritte.
Le capacità intellettuali, un tempo impiegate per mandare a memoria i poemi,
venivano liberate per permettere elaborazioni sempre più approfondite. La
partizione cerebrale destinata alla memoria poteva essere utilizzata per
altre funzioni intellettuali. A tal proposito va ricordata
una particolare critica di Platone nei confronti di coloro che sostenevano la
definitiva liberazione della memoria ad opera del pensiero scritto. Platone,
infatti, sosteneva che la memoria non era semplicemente il ricordo di un
evento, ma coinvolgeva anche colui che ricordava. Aveva cioè due componenti:
l’evento da ricordare oggettivamente e colui che soggettivamente quell’evento
aveva in memoria. Con la scrittura dunque il processo mnemonico, secondo
Platone, è monco dell’intervento intellettuale di chi ricorda. Dal Fedro di Platone: […] Theuth venne presso il re, gli rivelò le sue arti
dicendo che esse dovevano esser diffuse presso tutti gli Egiziani. [….]
Quando giunsero all’alfabeto: “Questa scienza, o re – disse Theuth – renderà gli Egiziani più sapienti e arricchirà
la loro memoria perché questa scoperta è una medicina per la sapienza e la
memoria”. E il re rispose: “O ingegnosissimo Theuth,
una cosa è la potenza creatrice di arti nuove, altra cosa è giudicare qual
grado di danno e di utilità esse posseggano per coloro che le useranno. E
così ora tu, per benevolenza verso l’alfabeto di cui sei inventore, hai
esposto il contrario del suo vero effetto. Perché esso ingenererà oblio nelle
anime di chi lo imparerà: essi cesseranno di esercitarsi la memoria perché
fidandosi dello scritto richiameranno le cose alla mente non più dall’interno
di se stessi, ma dal di fuori, attraverso segni
estranei: ciò che tu hai trovato non è una ricetta per la memoria ma per
richiamare alla mente. Né tu offri vera sapienza ai tuoi scolari, ma ne dai
solo l’apparenza perché essi, grazie a te, potendo avere notizie di molte
cose senza insegnamento, si crederanno d’essere dottissimi, mentre per la
maggior parte non sapranno nulla; con loro sarà una sofferenza discorrere,
imbottiti di opinioni invece che sapienti”. [Per
inciso, vengono in mente le attuali critiche alle Tecnologie
dell'informazione e della comunicazione oggi a disposizione.] Resta comunque il fatto
che la scrittura permetterà di porre le basi della “sapienza”
occidentale. E proprio utilizzando la
scrittura Platone trasmetterà gli insegnamenti di Socrate della cui schola era allievo. Va ricordato che Platone
era abbastanza contrario anche alla democrazia dell’Agorà realizzata ad
Atene. Da quella forma di democrazia, sarebbe stato facile per demagoghi e
aspiranti tiranni far leva sui sentimenti bassi del popolo per ottenere il
raggiungimento di interessi personali. Platone auspicava un governo dei
filosofi e ad essi erano rivolti i suoi moniti: “Non sarebbero cessati i mali che
colpiscono la società finché non fosse pervenuta alle cariche politiche la
classe di chi fa filosofia” e “Chi non
si interessa della politica è destinato ad essere governato da persone inferiori” Roma costruì migliaia di
chilometri di strade per facilitare gli spostamenti delle legioni e per
trasferire in pochi giorni ordini, messaggi, lettere e plichi da una parte
all’altra dell’impero. Il servizio di consegna (cursus publicus)
fu perfezionato e reso efficace da Augusto: era la banda larga dell’antica
Roma. Le varie stazioni di posta permettevano a postini di percorrere circa
30 Km al giorno se appiedati, 250 se a cavallo, circa 60 se gli spostamenti
necessitavano di carri trainati da cavalli. Con Roma si perfezionano
gli strumenti e le procedure scolastiche e con la Biblioteca di Alessandria
si aggrega il più grande data base dell’antichità. Decaduto l’impero romano, e con esso
una gran parte della vita culturale delle città italiche, gli scriptores delle abbazie genereranno altrettanti centri
di “copia-incolla” delle opere degli antichi. Certamente, le opere che non
era opportuno trasmettere per i contenuti non in linea col potere religioso,
subivano un irrecuperabile “delete”. 3.3) PRIMA DELLA STAMPA
Nel 1200 una biblioteca di
50, 60 manoscritti era considerata una grande biblioteca. Si consideri che un
volume di medie dimensioni richiedeva la carta pergamena ricavata da un
gregge di pecore e molti mesi di tempo. Le opere letterarie non fornivano,
quindi, all’autore diritti di copia: l’unico a guadagnarci era l’amanuense ed
il miniatore (se diverso dal primo), pagati dal committente. A saper leggere e scrivere
erano poche classi: i religiosi, i letterati, i professionisti, i mercanti, i
maestri/professori e i nobili. Spesso incrociate tra di esse. Non di rado i membri di
quelle classi si riunivano in aggregazioni in grado di scambiarsi esperienze,
produzione letteraria, informazioni. Tali pensatoi non erano molto ben visti
dal potere costituito, soprattutto quello clericale. Ne era un esempio il
gruppo dei Fedeli d’Amore di cui erano membri Guinizzelli,
Cavalcanti, Compagni, Alfano, Lapo Gianni, Francesco da Barberino (notaio),
Cecco d’Ascoli (l’estremista), Alighieri, Petrarca, Boccaccio ed altri.
Costoro, praticamente i poeti del Dolce stil novo,
tutti attivi politicamente e immersi nella temperie sociale delle rispettive
città, si scambiavano poesie spesso criptiche, opere in prosa ed elaborati
che venivano commentati e criticati, informazioni politiche sulle rispettive
amministrazioni cittadine, sul sentire religioso e sui giudizi circa i
comportamenti dell’apparato ecclesiastico e assumevano spesso atteggiamenti
critici nei confronti del papato e del clero. Cecco d’Ascoli fu giudicato
addirittura eretico e arso vivo. Lo stesso Dante fu esiliato da Firenze per
la sua attività politica. 3.4) GUTHENBERG E LA STAMPA A CARATTERI
MOBILI
L’applicazione
rivoluzionaria di Gutenberg (nel 1455 il primo testo ad essere pubblicato è la Bibbia) interviene ad oltre duemila anni di
distanza dalla prima rivoluzione, quella dell’introduzione della scrittura
della prima metà del primo millennio avanti Cristo. Gutenberg, orafo,
perfeziona e migliora i metodi di stampa con caratteri mobili adottati dai cinesi
circa 800 anni prima. La rivoluzione rispetto ai
manoscritti è evidente: in tempi ridottissimi e con ridottissimi costi è
possibile mettere in circolazione e dare diffusione ad opere letterarie in
numero prima impensabile. La stampa a caratteri mobili
mantiene, in un primo tempo, la remunerazione a favore del solo
stampatore come, in precedenza, per l’amanuense ed il miniatore dei
manoscritti. La Serenissima Repubblica di Venezia garantiva “privilegi” agli
editori, compresa l’esclusiva per la pubblicazione di alcune opere. Solo
verso la fine del 1400, sempre a Venezia, si comincia a remunerare anche
l’autore: nasceva il copyright, in vigore ancora oggi anche se controverso,
reso problematico e in parte compromesso dalle nuove tecnologie informatiche. Ad avvantaggiarsi della
nuova possibilità di acquisire testi con enorme facilità sono le stesse
vecchie classi acculturate. Le quali si organizzano fondando le Accademie
dove si operava per approfondimenti e scambio di esperienze, elaborazioni,
critiche nei campi più svariati della cultura umana. Tra la metà del ‘500 e
la metà del ‘600 erano attive in Italia oltre 2500 Accademie, molte di
carattere scientifico. Occorre arrivare al secolo
dei Lumi per veder trattato il problema della scolarità in termini di
progetti governativi. Ma per una reale scolarità pubblica, quindi diffusa,
occorrerà attendere il secolo successivo. Si consideri che il primo
censimento (1861) dopo l’unità d’Italia individuava circa 17 milioni di
analfabeti su 23 milioni di Italiani. Lo Stato pontificio era ancora escluso. Di fatto, nella seconda
metà del ‘700 (tra il 1751 e il 1772) Diderot e d’Alambert, con una
enorme opera di sintesi e di sistematizzazione, pubblicano (“par une société de gens de lettres” per
gli uomini di lettere) quella che possiamo considerare la massima opera in
materia di comunicazione e di trasmissione del sapere dalla introduzione di
Gutenberg: col titolo di “Encyclopédie, ou Dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des métiers,
par une société de gens de lettres”
creano la summa del sapere tecnico scientifico dell’epoca. Nell’’800, la scoperta
dell’elettricità permetterà alla tecnologia delle comunicazioni enormi passi
avanti prima con il telegrafo, quindi col telegrafo senza fili. Bisognerà attendere il
‘900 per l’utilizzo di due potenti strumenti della comunicazione di massa: la
radio e la televisione. E occorrerà
attendere la seconda metà del secolo perché quegli strumenti abbiano una
diffusione di massa. 3.5) INTERNET
Fino all’avvento delle
tecnologie informatiche, il settore delle comunicazioni ha subito innovazioni
in tutti i suoi ambiti tranne uno: quello relativo alle comunicazioni private
interpersonali. Fino agli anni ’90 del secolo scorso, le caratteristiche
delle spedizioni di lettere e messaggi personali non si allontanavano di
molto da quelle relative all’impostazione e alla consegna della
corrispondenza degli antichi Romani. In molti casi sono risultati addirittura
meno celeri nel raggiungere il destinatario. Nell’ultimo decennio del
secolo scorso, con l’introduzione e la diffusione di massa delle nuove
tecnologie si è fatto un balzo in avanti enorme: abbiamo scoperto che è
possibile comunicare in tempo reale con tutti gli abitanti del pianeta
(dotati di quelle tecnologie) a costi praticamente pari a zero. Trent’anni fa
nessuno avrebbe potuto ipotizzare (se non gli addetti ai lavori) questa
enorme nuova potenzialità nel settore delle comunicazioni. Era nata l’ Era digitale. Parallelamente, nessuno
avrebbe potuto ipotizzare (stavolta neppure gli addetti ai lavori) che la
possibilità di strutturare siti in rete avrebbe permesso ad alcune società di
aggregare miliardi di clienti in grado di “chiacchierarsi” utilizzando le
piattaforme dei social messe a loro disposizione. Si sosteneva fino ad
alcuni anni fa che, tramite le tecnologie adottate dai social, tutti
avrebbero potuto fare interventi, inserire osservazioni, foto, critiche,
postare informazioni e, senza spendere una lira, il mondo sarebbe venuto a
conoscenza di queste loro elaborazioni. Niente di più falso. Secondo alcuni
calcoli recenti, un messaggio postato su FB raggiunge circa il 5 per cento
dei cosiddetti “amici”. Al contrario, quel messaggio, ogni messaggio, è preso
in carico dagli algoritmi di FB, di Twitter, di
Amazon, di Google perché prezioso al fine di profilare il cliente, le sue
inclinazioni, le sue “esigenze” commerciali, il suo modello di vita, i suoi
vizi. Tutte le attività
intraprese tramite i social vengono megafonate come gratuite. Ma,
si sostiene, che “se tutto è gratuito vuol dire che il prodotto in vendita
sei tu”. In altri termini, social non impongono prezzi ai loro servizi, ma si
ripagano utilizzando la profilatura di ciascun iscritto per motivi
commerciali, profilatura preziosa per tutte le aziende e gli enti operanti
sul versante dell’offerta di beni e servizi. Alla luce della nostra
esperienza, risulta certamente più “fertile” costituire gruppi tematici
organizzati sulla tecnologia della posta elettronica, magari affiancati da un
sito pubblicizzato solo tra i membri ed altri interessati da questi indicati.
Così come risulta meno “pericoloso” comunicare tramite sms piuttosto che via
WhatsApp, Messenger ecc. L’sms è il sistema
(ormai praticamente gratuito) adottato dai professionisti più accorti: arriva
anche se il destinatario non è collegato on line, anche se il destinatario,
per motivi prudenziali o perché ha lo smartphone temporaneamente fuori uso,
si è dotato di un vecchio telefonino
non collegabile ad Internet, 3.6) ECHELON
Nel 1999, a seguito di un rapporto
del Parlamento europeo, viene a galla il problema relativo alla “sorveglianza
globale” costituito Echelon, moderno e informatico
orecchio di Dionisio. E’ il rapporto Stoa "Valutazione delle tecnologie di
controllo politico" del Parlamento europeo che ha dato il via al
"caso". In soldoni, gli
Anglosassoni (USA, UK, Australia, Canadè e Nuova
Zelanda) hanno posto in essere un sistema in grado di aggregare tutto quanto
venga trasmesso con tecnologia informatica: dalle nostre e-mail, agli sms,
dalla trasmissione di rapporti e progetti industriali ad eventi in grado di
coinvolgere elementi di terrorismo ecc.. Da La Repubblica del
20-3-1999 “ Segreti e spie in rete”. [….]
Spionaggio [….] Ci
limitiamo a suggerire riflessioni su quali e quanti vantaggi possono derivare
ai paesi anglosassoni dallo spionaggio industriale fornito da Echelon. 3.7) CHE FARE?
Riteniamo non ragionevole
drammatizzare circa il “furto” di dati e profili da parte dei grandi
operatori. Ingannando il sistema, ci si può divertire nel ricevere mirabolanti
offerte dopo aver fatto ricerche su prodotti che non mi interessano
(scarponi, torce elettriche, portafogli, abbigliamento ecc.). Più della
profilatura, è molto più grave, infatti, il furto di identità. Basti osservare che sono almeno tre decenni
che quando il cittadino richiede servizi alla PA, alla banca, alla Posta o ad
altre società di servizi, permette senza opporre alcuna resistenza che venga
fatta la fotocopia del proprio documento di identità, da cui è possibile
risalire facilmente anche al Codice fiscale. Basta poi fare una ricerca in
rete sulle caratteristiche di chi abbiamo preso di mira, per creare senza
troppe difficoltà realtà parallele. Crediamo che dei nostri documenti
circolino nei vari uffici ricordati almeno un centinaio di fotocopie.
Oltretutto ci chiediamo che valore possa avere l’ennesima fotocopia del
nostro documento quando nello stesso ufficio ne sono conservate decine per
operazioni precedenti. Perché l’impiegato delle Poste o della banca dovrebbe
sentirsi garantito dall’ultima fotocopia effettuata per l’ultima nostra
richiesta di un servizio offerto dalla sua società? Che cosa pensa di poter
dimostrare esibendo ai suoi superiori o all’eventuale giudice quella
fotocopia in caso di contenzioso? Che eravamo presenti personalmente di
persona, come direbbe Catarella? Ma per questo gli
è sufficiente scartabellare tra i documenti che ci riguardano e conservati
negli archivi della sua società, per trovare e fotocopiare precedenti copie
che dimostrerebbero e certificherebbero, secondo lui, la nostra presenza e la
nostra identità all’atto della nostra ultima richiesta. Invece di ritirarci
intimoriti e chiudere ogni valenza con le nuove tecnologie, riteniamo
necessario impossessarsene. Ad esempio per realizzare (stiamo progettandolo)
il documento di identità del terzo millennio, abbandonando i cartoncini con
foto appiccicata o spillata, della vecchia carta di identità o la tessera di
plastica che sta sostituendo i santini di identità. 3.8) EFFETTI NON VOLUTI, PERVERSI,
PERICOLOSI.
Internet rappresenta oggi
di sicuro uno degli strumenti tecnologici di comunicazione più rivoluzionari.
Infinite sono le cose si possono fare attraverso la rete. Leggere giornali e
libri, informarci, guardare video, film e TV, condividere foto, musica e
contenuti multimediali, svolgere corsi attraverso piattaforme e-learning,
fare acquisti, operare sui nostri conti bancari. Tutto questo semplicemente
mettendoci davanti a uno schermo e senza uscire di casa e risparmiando tempo.
Molto semplicemente, la
rete è diventata forse il più importante strumento di comunicazione.
Attraverso essa circolano messaggi e contenuti di ogni tipo. Poiché il web è
ormai alla portata di chiunque, tutti possono usarlo per trasmettere
qualsiasi tipo di contenuto e di messaggio; ciò implica che, anche chi non
possiede specifiche competenze su una determinata materia, possa tuttavia
trattarla in rete diffondendo contenuti non scientifici, non veritieri e
spesso anche difficilmente verificabili. Può anche accadere, poi, che su
internet viaggino anche contenuti pornografici, truffe, false notizie… Tutto ciò significa che,
se da una parte internet ha rivoluzionato positivamente le nostre vite, dall’
altra porta con sé moltissime problematiche che occorre analizzare e tenere
ben presenti per non farsi fagocitare; come in tutte le cose, anche con la
rete occorre usare l’ intelligenza, l’ equilibrio e
lo spirito critico per evitarne gli effetti perversi. Con l’
avvento dei social network e delle chat, poi, si è aggiunto un
ulteriore elemento di potenziale pericolosità; infatti, la possibilità di
conoscere persone attraverso la rete implica l’ eventualità, tutt’ altro che remota, di incontrare soggetti che, nella
peggiore delle ipotesi, possono essere dei criminali. Pensiamo alle conseguenze
devastanti che un tale stato di cose può avere (e, purtroppo, effettivamente
ha) sulle giovani generazioni. Ormai gli adolescenti hanno in mano smartphone
e computer e in molti casi ne diventano schiavi, usando questi strumenti in
modo completamente acritico o con scarsa consapevolezza; da veicoli di
trasmissione di sapere, conoscenza e comunicazione sana, questi dispositivi
tecnologici si trasformano in mezzi attraverso cui “mettersi in piazza”
facendo, ad esempio, giochi stupidi e pericolosi, quando non addirittura
criminali e drammaticamente mortali, come la cronaca recente ci mostra.
Giovani e meno giovani, soltanto per il fatto di avere a disposizione uno
schermo e una tastiera, si sentono autorizzati a esprimere qualsiasi tipo di
“pensiero” e di contenuto, in maniera spesso irresponsabile, dando corso e
diffusione a qualunque idiozia attraversi lo schermo del loro dispositivo;
tutto ciò viene spesso contrabbandato come libertà di espressione, ma spesso
può avere conseguenze nefaste, soprattutto per le menti più fragili, meno
acculturate, alla spasmodica ricerca di chi la pensi come loro e dia ragione alle loro posizioni, anche
intellettualmente traballanti. Per inciso, si ritiene che
il mezzo punto col quale i fautori della Brexit
hanno vinto sui Remain costituiscano l’effetto di pervasivi innesti informativi posti in essere
da operatori stranieri (russi, sembrerebbe) nel sistema informativo e nella
rete britannici. Azioni di successo perché è ormai noto a tutti che la
maggioranza degli utilizzatori della rete siano alla ricerca di informazioni
in grado di confermare le proprie posizioni, da rilanciare e moltiplicare
fino a renderle realtà. Anche e soprattutto per se
stessi. Su ciò è importante che le
famiglie, la scuola e ogni centro di aggregazione nel quale avviene la
formazione dei giovani (parrocchie, centri sportivi...) stabiliscano un’ alleanza educativa per far comprendere ai ragazzi che
hanno in mano strumenti molto potenti che possono essere usati bene per
produrre buoni frutti o male, con conseguenze a volte anche devastanti. Un effetto forse un po’
meno grave - ma a nostro avviso sempre
perverso - dell’ utilizzo acritico dei nuovi
dispositivi tecnologici, è quello per cui non possiamo più fare a meno di
stare connessi; non siamo più capaci di staccare la spina, nemmeno nel
periodo delle ferie estive; in tutti i momenti delle nostre giornate siamo
portati a guardare e a usare in modo spesso compulsivo
e senza una reale necessità il nostro telefonino o il nostro pc, alla ricerca
dell’ultimo gratificante “like” ;
anche quando siamo in famiglia o in compagnia di amici, quando siamo per
strada, quando viaggiamo in treno...non riusciamo più ad avere momenti di
riflessione personale e di sana solitudine. E’ vero,
come qualcuno ha detto, che lo smartphone avvicina le persone lontane, ma
allontana le persone vicine. Anche per quanto riguarda
il lavoro, soprattutto in questo periodo dell’ emergenza
Coronavirus, ma anche a prescindere da essa, gli strumenti tecnologici sicuramente
stanno aiutando molti a lavorare, ma c’è sempre in agguato l’ effetto
perverso: attraverso i nostri dispositivi elettronici siamo sempre connessi e
raggiungibili e teoricamente potremmo lavorare 24 ore su 24 senza orari,
senza fine settimana e, addirittura, durante le vacanze estive! Occorre porre
un freno o, comunque, una regola a tutto ciò, cercando di stabilire giorni,
orari e ritmi: non si può avere la pretesa che le persone rispondano a
messaggi o e-mail di lavoro la domenica o quando sono in spiaggia ad
agosto! Un capitolo a parte, poi,
dovranno avere l’ intelligenza artificiale, i
sistemi esperti, l’internet delle cose, la domotica, che già da oggi
cominciano a permeare la nostra vita come cittadini utilizzatori di queste
nuove tecnologie. Sarà, infine, fondamentale
premere sulla scuola perché, oltre alla reintroduzione dell’Educazione
civica, sia prevista - fin dalle elementari - la materia di Educazione
Informatica. Per concludere, è
importante che il balzo in avanti che ha caratterizzato il settore delle
comunicazioni negli ultimi decenni, non resti appannaggio di pochi potentati
monopolisti della rete. Soprattutto in previsione dell’altro progresso
impetuoso che, nel giro di un paio di lustri, coinvolgerà il settore
energetico con il perfezionamento e lo sfruttamento della fusione nucleare.
Il terzo fattore di progresso dell’uomo, quello tecnologico, procede quasi in
sordina con l’introduzione delle nanotecnologie, della stampante 3D ecc. Settembre 2020. |
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