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Documento inserito: 20-4-2020

 

Il PuntO n° 395

Col Conte ter la collezione di Giuseppe Conte

entrerebbe nel Guinness dei primati.

Di Mauro Novelli 20-4-2020.

 

L'ultima frase dell'intervista di Conte  a Il Giornale del 19 aprile, è un vero e proprio programma istituzionale nel tentativo di creare una strada obbligata anche a Mattarella. Conclude Conte:

"Se questo governo non fosse forte e determinato, sarei il primo a sollecitare una nuova soluzione per non compromettere la realizzazione del bene comune, tanto più in questa difficilissima sfida". [ <https://www.ilgiornale.it/news/politica/conte-io-non-mollo-1855781.html>]  

Con questa intervista del quotidiano di Berlusconi si conclude la prima fase di avvicinamento (riavvicinamento?) del Cavaliere al PD di Zingaretti e a Italia Viva di Renzi.

Conte è ormai certo che il M5S si spaccherà. C'è chi prevede anche quattro tronconi, giustificati anche da un riposizionamento elettorale in grado di recuperare - sperano i grillini - una buona parte del vecchio elettorato. Conte si augura che almeno  parte delle formazioni di risulta dalla frantumazione del M5S restino “forze di governo”. Ricordo che un passaggio eventuale di Forza Italia nell’area governativa, potrebbe apportare un  16,26 % alla Camera e un 14,02 % al Senato

Il Trisconte avrebbe, nominalmente, il compito di traghettare l'Italia verso un approdo post coronavirus, attualmente ancora di ignota localizzazione.

A mio avviso c'è però un problema molto serio: per approdare al nuovo mondo occorre una capacità di mobilitazione delle coscienze e di commozione (in senso etimologico)  dei cuori dei cittadini, caratteristica che Conte, il PD di Zingaretti, Italia Viva di Renzi e qualche troncone mono o bistellato non hanno nel DNA. Tanto meno è in grado di sopperire quanto resta di Berlusconi per la chiamata alle armi e per il coinvolgimento di tutte le forze attive e positive a disposizione di un eventuale governo per la ricostruzione del paese. Tanto più che, nell'immaginario politico-istituzionale,  Conte riveste il ruolo di un uomo per tutte le stagioni, purché si tratti di stagioni senza picchi di criticità o di eccezionalità come quelle che stiamo vivendo.

Insomma, non basta parlare ai cittadini di cuore  per parlare al cuore dei cittadini.

Mi auguro che il presidente Mattarella se ne renda conto.