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Il PuntO 265.  Debito pubblico e detentori. 20-4-2013.htm

 

 

 

Il PuntO n° 285

Debito pubblico anni 2006-2013. Detentori: cresce la quota in mano a banche e assicurazioni. Scende quella di famiglie e aziende italiane e degli investitori esteri.

Simulazione: le ripercussioni di una eventuale aumento della ritenuta sugli interessi.

 

Di Mauro Novelli  25-2-2014

 

 

Debito pubblico: a novembre 2013, il 34,7 % in mano ad investitori stranieri. Nel 2006 era del 43,3 %

 

Titoli di stato: su 1.777 mld (novembre 2013) , solo 183 in mano a famiglie e aziende non finanziarie. 903,5 in mano a Bankitalia, banche, assicurazioni e finanziarie.

 

Simulando una revisione della attuale struttura fiscale, il maggior gettito di 3 miliardi eventualmente derivante dall’aumento dell’’imposta sugli interessi al 20%, graverebbe per 5/6 su banche, assicurazioni e finanziarie per 1/5 su famiglie e imprese.

 

 

Del debito pubblico si dà la seguente definizione: Il debito pubblico è pari al valore nominale di tutte le passività lorde consolidate delle amministrazioni pubbliche (amministrazioni centrali, enti locali e istituti previdenziali pubblici). Il debito è costituito da biglietti, monete e depositi, titoli diversi dalle azioni – esclusi gli strumenti finanziari derivati – e prestiti, secondo le definizioni del SEC 95.

[Quesito per inciso: se banconote e monete costituiscono una passività e contribuiscono alla formazione del debito pubblico (158,392 miliardi a dicembre 2013), chi sono i creditori dello stato italiano? La BCE? La Banca d’Italia? I cittadini italiani? Nel suo ultimo bilancio, anche la ns. banca centrale pone al passivo dello stato patrimoniale la voce “banconote in circolazione”. Nel bilancio Bankitalia 2012 la voce è pari a 149,947 miliardi di euro.]

 

L’ultimo Supplemento al Bollettino statistico “Finanza pubblica” (n°10 del 14-2-2014) aggiorna i dati relativi a fabbisogno e debito delle Amministrazioni centrali e di quelle locali. Al di là delle dimensioni raggiunte, la disaffezione di lungo periodo degli investitori stranieri circa un loro impegno finanziario nel nostro debito pubblico e nei titoli che in parte lo rappresentano, sembra invertire la tendenza negli ultimi mesi del 2013.

 

 

 

 TAB. 1- DEBITO DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE

DETENTORI ESTERI

Fonte: Bankitalia SupplBoll. Statistico “Finanza pubblica”

(n°10 del 14-2-2014) Ns. elaborazioni

 

TOTALE DEBITO

… di cui AMMONTARE DETENUTO ALL’ESTERO

QUOTA DETENUTA ALL’ESTERO

12- 2006

1.575,635

682,900

43,3 %

12- 2007

1.596,762

685,371

42,9 %

12- 2008

1.664,123

687,474

41,3 %

12- 2009

1.761,165

753,757

42,8 %

12- 2010

1.841,912

811,208

44,0 %

12- 2011

1.897,179

734,327

38,7 %

12- 2012

1.988,658

698,112

35,1 %

1- 2013

2.022,719

677,246

33,5 %

11- 2013

2.104,042

729,468

34,7 %

 

 

Nei sette anni della crisi, la quota detenuta all’estero degli strumenti complessivi in cui si articola finanziariamente il nostro debito pubblico (costituito per oltre l’80 % da titoli di stato), è passata dal 43,3 per cento di dicembre 2006 al 33,5 di gennaio 2013, per tornare a crescere a novembre dello scorso anno (34,7 percento).

Il fatto poi che il nostro debito pubblico sia in buona parte detenuto da investitori non domestici non è cosa del tutto positiva: così come sono messe le nostre finanze (dobbiamo attingere dalla collocazione dei ns. titoli per pagare la spesa corrente, anche improduttiva) essere troppo dipendenti dagli umori di investitori esteri potrebbe dar luogo a situazioni non controllabili e disastrose, qualora potentati e/o speculatori dovessero imporre una fuga dai titoli del nostro debito pubblico.

 

In particolare (Tabella n° 2) la fuga è più marcata se si considerano solo i titoli del debito pubblico (di stato e delle amministrazioni locali).

Gli investitori esteri hanno alleggerito le loro posizioni (in percentuale sul monte titoli)  passando dal 55,5 per cento del dicembre 2006, al 40,1 di gennaio 2013 e al 38,9 percento di novembre scorso, con un calo di quasi 17 punti percentuali. 

In valore assoluto, si rileva invece la tendenza estera ad un ritorno ad investire nei nostri titoli: 674 miliardi di gennaio 2013 passati ai 690 di novembre.

 

  TAB. 2- TITOLI DEL DEBITO PUBBLICO. DETENTORI ESTERI E IMF DETENTRICI

ANDAMENTO 2006-2013

Fonte: Bankitalia SupplBoll. Statistico “Finanza pubblica”

(n°10 del 14-2-2013). Valori in miliardi. Ns. elaborazioni

 

MONTE TITOLI DI STATO

… di cui TITOLI

DETENUTI

ALL’ESTERO

…. di cui TITOLI DETENUTI DA BANKITALIA +  BANCHE ITAL.

12-2006

1.223,439

678,493

55,5 %

219,127

17,9 %

12-2007

1.317,840

680,891

51,7 %

220,572

16,7 %

12-2008

1.383,778

682,551

49,3 %

228,158

16,5 %

12-2009

1.470,036

748,597

50,9 %

266,577

18,1 %

12-2010

1.484,702

806,603

54,3 %

319,331

21,5 %

12-2011

1.758,648

726,028

41,3 %

354,858

20,2 %

12-2012

1.655,284

666,472

40,3 %

451,059

27,2 %

1 - 2013

1.689,378

674,246

40,1 %

471,038

27,8 %

11 - 2013

1.777,481

690,871

38,9 %

517,785

29,1 %

 

 

Nello stesso periodo assistiamo ad un andamento inverso per il monte titoli pubblici detenuto da Banca d’Italia e aziende di credito. Nei loro caveaux ne sono conservati oltre 517 miliardi pari al 29,1 %, con una crescita di 11,2 punti percentuali dal dicembre 2006, quando la quota era del 17,9 % e ammontavano a 219 miliardi.

Da “L’economia italiana in breve” n° 82 di febbraio 2014, riportiamo una tavola sinottica esplicativa dei detentori e della composizione dei titoli di stato con l’andamento dal 4° trimestre 2009 al 3° trimestre del 2013. Si consideri che nel comparto “Altri investitori” sono comprese assicurazioni, società finanziarie, aziende non finanziarie e famiglie. 

 

Detentorim BdI 2013

 

 

La successiva Tabella 3- disaggrega il dato relativo ai detentori interni e fornisce la variazione dal novembre 2012 al novembre 2013.

A fronte di  un monte titoli pubblici cresciuto, nel periodo, del 5,2 percento, il maggior incremento nella detenzione dei titoli è imputato al comparto “assicurazioni e altre società finanziarie” cresciuto in un anno di oltre il 13 percento, seguito dalle banche con +11,5 percento, da Bankitalia (+3,6%) e da investitori esteri (+2,5%).

Al contrario, crolla la quota di titoli pubblici detenuti da aziende e famiglie italiane  (-12,9 %), passati da complessivi 210 miliardi di novembre 2012 ai 183 dello stesso mese del 2013, pur se in rialzo da settembre (166,195 miliardi). Si consideri che non si tratta di disaffezione tout court, ma, per i ceti meno abbienti, di liquidazioni a seguito soprattutto di difficoltà finanziarie.

 

 TAB. 3- TITOLI DEL DEBITO PUBBLICO. DETENTORI INTERNI ED ESTERI

VARIAZIONE 11-2012 / 11-2013

Fonte: Bankitalia SupplBoll. Stat.“Finanza pubblica”

(n°10 del 14-2-2013). Valori in miliardi. Ns. elaborazioni

 

NOV. 2013

NOV. 2012

Variazione %

TOTALE TITOLI DI STATO

1.777,481

1.689,378

+ 5,2 %

BANCA D’ITALIA

99,381

95,937

+ 3,6 %

ALTRE BANCHE RESIDENTI

418,279

375,166

+ 11,5 %

ASSICURAZIONI E ALTRE SOC. FINANZIARIE RESIDENTI

385,859

341,527

+ 13,0 %

SOCIETA’ E FAMIGLIE RESIDENTI

183,091

210,096

- 12,9 %

DETENTORI ESTERI

690,871

674,006

+ 2,5 %

 

 

 

 

Le ripercussioni dell’eventuale aumento della ritenuta sugli interessi.

 

Per il calcolo degli interessi sui titoli e delle ritenute, abbiamo cercato di applicare un tasso ragionato, anche se non preciso.

Il Dipartimento del Tesoro pubblica annualmente i livelli di tasso di interesse applicati ai titoli emessi.

 [http://www.dt.tesoro.it/it/debito_pubblico/dati_statistici/principali_tassi_di_interesse/  ]

Se procediamo ad una media - per gli otto anni considerati - dei tassi risultanti per la totalità dei titoli di stato emessi, ricaviamo il dato del 3,1 per cento. Per quanto riguarda invece i soli tassi di interesse applicati ai BTP decennali, ricaviamo una media dei rendimenti del 4,60 percento.

Banca d’Italia calcola mensilmente i dati relativi al rendistato. Se mediamo i soli mesi di gennaio degli anni interessati, ricaviamo il dato del 3,7 percento quale rendimento dei titoli di stato.

Per una simulazione approssimata delle ripercussioni dell’aumento della ritenuta sugli interessi maturati, prendiamo quindi, ragionevolmente, il valore di 3,7 percento quale tasso di rendimento medio dei titoli di stato.

La Tabella 4- calcola per i settori detentori il valore degli interessi e la differenza risultante da una variazione delle ritenute dal 12,5 per cento al 20.

Si consideri comunque che l’attuale regime fiscale degli interessi sui Titoli di Stato prevede:  

(1) il concorso alla formazione della base imponibile, soggetta alle imposte sui redditi (e, laddove dovuta, all’imposta regionale sulle attività produttive) per gli interessi percepiti nell’esercizio di imprese commerciali; e

(2) una imposta sostitutiva del 12,5%, applicata a titolo definitivo sugli interessi percepiti al di fuori di un’impresa commerciale.

 In altre parole, per tutti i contribuenti residenti, diversi dalle persone fisiche, che percepiscono interessi su Titoli di Stato nell’esercizio di un’attività commerciale gli interessi non sono soggetti ad alcuna ritenuta o prelievo sostitutivo e concorrono, unitamente a tutti gli altri elementi negativi e positivi di reddito, alla formazione del reddito imponibile complessivo.

Nella simulazione valutiamo comunque la ripercussione sulle attività commerciali esenti come se risentissero dell’aumento della tassazione, qualora si dovesse pervenire ad una differente struttura della fiscalità sui titoli di stato.

 

TAB.4 - TITOLI DEL DEBITO PUBBLICO

INTERESSI MATURATI, SIMULAZIONE SULLE RITENUTE

In miliardi Ns. elaborazioni

 

NOV. 2013

INTERESSI (ipotesi 3,7%)

IMPOSTA DEL 12,5 %

IMPOSTA DEL 20 %

MAGGIORE RITENUTA

TOTALE TITOLI DI STATO

1.777,481

65,767

///

///

 

BANCA D’ITALIA

99,381

3,677

0,460

0,735

0,275

ALTRE BANCHE RESIDENTI

418,279

15,476

1,935

3,095

1,160

ASSICURAZIONI E ALTRE SOC. FINANZ. RESIDENTI

385,859

14,277

1,785

2,855

1,070

SOCIETA’ E FAMIGLIE RESIDENTI

183,091

6,774

0,847

1,355

0,508

DETENTORI ESTERI

690,871

25,562

////

////

 

Maggiori introiti

 

 

 

 

3,013

 

 

Nella simulazione, degli oltre 3 miliardi di maggiori introiti incassati dall’erario, i 5/6 (2,505 miliardi)  sono a carico di Bankitalia, banche, assicurazioni e finanziarie; solo 1/5 (508 milioni) a carico di famiglie e aziende.

In realtà, al di là della simulazione, banche, assicurazioni e finanziare percepiscono interessi su Titoli di Stato nell’esercizio di un’attività commerciale. Quindi sono esenti. Tutta la manovra ricondurrebbe ad un aumento del gettito di soli 508 milioni di euro.

Si consideri che gli investitori esteri residenti nei paesi presenti nella white list”, non pagheranno alcuna imposta sostitutiva sugli interessi (oltre 25,5 miliardi nella simulazione) che emigreranno totalmente.

Poco convincente, quindi,  la critica come ennesimo scippo ai danni della nonnina titolare di BOT. Più accettabile la considerazione di una conseguente minore propensione alla sottoscrizione dei titoli da parte della domanda interna e quella, ancor più seria,  che suggerisce di smetterla con l’azione incrementale sulla leva fiscale per passare decisamente ad un taglio drastico della spesa corrente, unico strumento salutare per trasferire risorse a settori più produttivi.

 

 

 

 


 

DOCUMENTAZIONE

 

RENDISTATO:

Indica il rendimento annuo lordo di un paniere di titoli di stato italiani, ossia il rendimento di un campione di titoli pubblici a tasso fisso.

Il paniere su cui si calcola il rendistato è composto da tutti i Buoni del Tesoro Poliennali (BTP) (soggetti a tassazione) quotati sul Mercato telematico delle obbligazioni e dei titoli di stato (MOT) e aventi vita residua superiore ad un anno.

Dal sito di Bankitalia.  http://www.bancaditalia.it/banca_centrale/operazioni/titoli/tassi/rendi/rendimtp/PMC220.pdf

 

 
TASSAZIONE DEGLI INTERESSI  APPANNAGGIO DI INVESTITORI ESTERI:

Gli investitori esteri (residenti nei paesi presenti nella White list) possono richiedere la non applicazione dell'imposta sostitutiva su  interessi, premi ed altri frutti delle obbligazioni e titoli similari, pubblici e privati, ai sensi dell’articolo 7, comma 2, lett. a), del decreto legislativo 1° aprile 1996, n. 239.

L’autocertificazione deve essere utilizzata da parte di soggetti, ivi compresi gli investitori istituzionali esteri privi di soggettività tributaria, residenti in Paesi che consentono un adeguato scambio di informazioni e che non siano residenti negli Stati o territori di cui all’articolo 76, comma 7-bis, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n.917, come individuati dai decreti di cui al medesimo comma 7 bis.

 Attualmente si considerano “Paesi che consentono un adeguato scambio di informazioni” tutti gli Stati indicati nel decreto ministeriale 4 settembre 1996 e successive modificazioni ed integrazioni (consultabile nei siti internet www.agenziaentrate.it e www.tesoro.it/publicdebt). 

 

White list:

Elenco previsto dal Decreto Ministeriale 4 settembre 1996 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 220 del 19/09/96) con le successive modifiche, aggiornato con le modifiche introdotte dal Decreto Ministeriale  27/7/2010 in Gazzetta Ufficiale del 4/8/2010:

 

Riferimenti normativi.

(si riportano le integrazioni dei Decreti Ministeriali  successivi al D.M. 4 settembre 1996)

 

1.      Albania

Inserito con Decreto Ministeriale del 5 ottobre 2000, pubblicato in G.U. n. 249 del 24 ottobre 2000

2.      Algeria

 

3.      Argentina

 

4.      Armenia

Eliminato con Decreto Ministeriale del 14 dicembre 2000, pubblicato in G.U. n. 19 del 24 gennaio 2001

5.      Australia

 

6.      Austria

 

7.      Azerbajan

Eliminato con Decreto Ministeriale del 14 dicembre 2000, pubblicato in G.U. n. 19 del 24 gennaio 2001

8.      Bangladesh

Inserito con Decreto Ministeriale del 5 ottobre 2000, pubblicato in G.U. n. 249 del 24 ottobre 2000

9.      Belgio

 

10.    Bielorussia

 

11.    Brasile

 

12.    Bulgaria

 

13.    Canada

 

14.    Cina

 

15.    Cipro

inserito dal D.M. 27/7/2010

16.    Corea del Sud

 

17.    Costa d’Avorio

 

18.    Croazia

 

19.    Danimarca

 

20.    Ecuador

 

21.    Egitto

 

22.    Emirati Arabi Uniti

Inserito con Decreto Ministeriale del 25 marzo 1998, pubblicato in G.U. n. 88 del 16 aprile 1998

23.    Estonia

Inserito con Decreto Ministeriale del 5 ottobre 2000, pubblicato in G.U. n. 249 del 24 ottobre 2000

24.    Federaz.  Russa

 

25.    Filippine

 

26.    Finlandia

 

27.    Francia

 

28.    Georgia

Eliminato con Decreto Ministeriale del 14 dicembre 2000, pubblicato in G.U. n. 19 del 24 gennaio 2001

29.    Germania

 

30.    Giappone

 

31.    Grecia

 

32.    India

 

33.    Indonesia

 

34.    Irlanda

 

35.    Israele

Inserito con Decreto Ministeriale del 16 dicembre 1998, pubblicato in G.U. n. 25 del 1 febbraio 1999

36.    Yugoslavia

 

37.    Kazakistan

 

38.    Kirghistan

Eliminato con Decreto Ministeriale del 14 dicembre 2000, pubblicato in G.U. n. 19 del 24 gennaio 2001

39.    Kuwait

 

40.    Lettonia

Inserito con D.M. 27/7/2010

41.    Lituania

Inserito con Decreto Ministeriale del 20 dicembre 1999, pubblicato in G.U. n. 38 del 16 febbraio 2000

42.    Lussemburgo

 

43.    Macedonia

 

44.    Malta

 

45.    Marocco

 

46.    Mauritius

 

47.    Messico

 

48.    Norvegia

 

49.    Nuova Zelanda

 

50.    Paesi Bassi

 

51.    Pakistan

 

52.    Polonia

 

53.    Portogallo

 

54.    Regno Unito

 

55.    Repubblica Ceca

 

56.    Repubblica Slovacca

 

57.    Romania

 

58.    Singapore

 

59.    Slovenia

 

60.    Spagna

 

61.    Sri Lanka

 

62.    Stati Uniti

 

63.    Sud Africa

Inserito con Decreto Ministeriale del 17 giugno 1999, pubblicato in G.U. n. 174 del 27 luglio 1999

64.    Svezia

 

65.    Tadzhikistan

Eliminato con Decreto Ministeriale del 14 dicembre 2000, pubblicato in G.U. n. 19 del 24 gennaio 2001

66.    Tanzania

 

67.    Thailandia

 

68.    Trinidad e Tobago

 

69.    Tunisia

 

70.    Turchia

 

71.    Turkmenistan

Eliminato con Decreto Ministeriale del 14 dicembre 2000, pubblicato in G.U. n. 19 del 24 gennaio 2001

72.    Ucraina

 

73.    Ungheria

 

74.    Uzbekistan

Eliminato con Decreto Ministeriale del 14 dicembre 2000, pubblicato in G.U. n. 19 del 24 gennaio 2001

75.    Venezuela

 

76.    Vietnam

Inserito con Decreto Ministeriale del 17 giugno 1999, pubblicato in G.U. n. 174 del 27 luglio 1999

77.    Zambia