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toARTICOLI DEL 27 ottobre 2008 #TOP
IN EVIDENZA
Il
sostegno agli studenti di un italiano su due, la difesa del sistema
dell'istruzione
e la convinzione che la riforma Gelmini è "utile solo a far cassa"
nell'indagine Demos & Pi
CIO'
CHE sorprende maggiormente, nell'indagine condotta da Demos nei giorni scorsi,
è il grado di consenso per la scuola pubblica: ampio e perfino in crescita
rispetto a un anno fa. Nonostante l'ondata di discredito che - da anni e tanto
più in questi tempi - sta sommergendo le istituzioni scolastiche. Ma
soprattutto quei "maledetti professori"... Pretendono di insegnare in
una società che non sopporta i "maestri" - figuriamoci i professori.
Nonostante l'ondata di risentimento contro tutto ciò che è pubblico e statale.
Scuola compresa.
Perché oggi lo Stato è rivalutato, ma come barelliere della finanza ammalata;
come pronto soccorso del mercato ferito. Nonostante il conseguente calo dei
fondi pubblici, che si ripete da anni, con ogni governo, di ogni colore.
Perché, per risparmiare, si riducono le spese improduttive. Come vengono
ritenute, evidentemente, quelle sostenute per la scuola, la formazione e la
ricerca. Nonostante il contributo offerto dal sistema scolastico stesso al
proprio discredito. Per le resistenze opposte dagli insegnanti ai progetti di
riforma volti a valutarne il rendimento e a premiarne il merito.
Per le degenerazioni del reclutamento universitario, i concorsi pilotati, a
favore di amici e parenti fino al terzo grado. Nonostante le interferenze dei
genitori, pronti a chiedere rigore e autorità ai professori. Pronti a difendere
i propri figli contro i professori (lo ammettono 7 italiani su 10).
Nonostante tutto questo, la scuola, i maestri, i professori "del sistema
pubblico" godono ancora di stima e considerazione fra i cittadini. In
particolare:
a) il 60% e oltre degli italiani si
dice soddisfatto (molto o moltissimo) della scuola pubblica di ogni ordine e
tipo. E, nel caso delle scuole elementari, il gradimento sfiora il 70% degli
intervistati, senza grandi differenze di età, genere, ceto; ma neppure di
orientamento politico.
b) Parallelamente, il 64% dei cittadini manifesta (molta o moltissima) fiducia
negli insegnanti della scuola "pubblica". Penalizzati, secondo il 40%
degli intervistati, da stipendi troppo bassi.
In entrambi i casi - scuola pubblica e insegnanti - il giudizio appare
migliorato rispetto a un anno fa. In evidente contrasto con la rappresentazione
dominante, al cui centro campeggiano l'insegnante fannullone e incapace, la
scuola inefficiente e sprecona. Argomenti politici e mediatici di successo, che
fra i cittadini non sembrano, tuttavia, attecchire. La scuola e gli insegnanti
godono, al contrario, di buona reputazione. E non per "ideologia" o
per pregiudizio politico. Fra gli intervistati, infatti, appare ampia la
consapevolezza dei problemi che la affliggono. Il distacco nei confronti del
mercato del lavoro, la violenza, l'incapacità di ridurre le diseguaglianze, la
preparazione inadeguata degli insegnanti. Ancora: lo scarso rilievo attribuito
al merito, sia per gli studenti che per i loro insegnanti. Infine, anzi, in
testa a tutto: la penosa penuria di risorse.
I provvedimenti della ministra Mariastella Gelmini, peraltro, non sono
catalogati attraverso pre-giudizi generalizzati. Vengono, invece, valutati in
modo distinto, caso per caso. Una larghissima maggioranza degli intervistati si
dice favorevole: al ritorno del voto in condotta, dei grembiulini, degli esami
di riparazione. Novità antiche che piacciono perché propongono soluzioni
semplici a problemi complessi. Evocano la tradizione e la nostalgia per curare
i mali odierni. Si rivolgono, in particolare, alla domanda d'ordine e di
autorità, che oggi appare diffusa.
Il giudizio, però, cambia sensibilmente quando entrano in gioco temi che
richiamano l'organizzazione didattica e il modello educativo. In primo luogo:
il ritorno del "maestro" unico alle elementari. Un provvedimento che
divide gli italiani. Non piace, anzi, a una maggioranza, per quanto non
larghissima. Mentre è nettissimo, plebiscitario il dissenso verso la chiusura
degli istituti con meno di 50 studenti (in un Paese di piccoli paesi, come il
nostro, si tratta di una diffusa reazione di autodifesa). Ma anche verso la
scelta di differenziare (per quanto transitoriamente) le classi per gli
studenti stranieri e italiani. Perché, al di là del merito, il provvedimento
sembra dettato da preoccupazioni di consenso più che di inserimento.
Mentre fra gli italiani, anche i più insicuri, è ampia la convinzione che
famiglia e scuola siano i principali canali di integrazione (e di controllo
sociale).
Semmai, appare più ideologica la base del consenso per le politiche del
governo, che ottengono il massimo grado di sostegno fra le persone più lontane
dalla scuola, per esperienza personale e familiare: gli anziani, le famiglie
dove non vi sono né studenti né docenti. Al contrario, le resistenze crescono
nelle famiglie dove vi sono insegnanti o studenti. Ma soprattutto nei confronti
dei provvedimenti meno popolari: maestro unico e classi differenziate per
stranieri. Ciò suggerisce che l'opposizione alle politiche della scuola,
elaborate dalla ministra Gelmini, sia dettata, in buona misura, dall'esperienza
delle famiglie e delle persone.
Da ciò un giudizio complessivamente negativo nei confronti della riforma, ma
anche verso l'azione della ministra. Rimandate entrambe, non bocciate senza
appello. In altri termini: gran parte degli italiani è d'accordo sulla
necessità di riformare la scuola.
Tuttavia, alla fine sul giudizio dei cittadini e degli utenti gli aspetti
concreti pesano assai più di quelli simbolici. E il ritorno dei grembiulini e
del voto in condotta non giustificano, agli occhi dei più, il taglio dei
finanziamenti, il maestro unico, le classi "dedicate" per gli
stranieri. C'è difficoltà a immaginare la possibilità di curare la scuola
amputandone gli organi vitali. Riducendo ancora risorse ritenute oggi
largamente inadeguate. Ciò spiega il consenso largamente maggioritario a
sostegno delle proteste contro la riforma, che da qualche settimana agitano le
scuole e affollano le piazze. Coinvolgendo, insieme, studenti, professori e
genitori.
A differenza del mitico Sessantotto, evocato spesso, a sproposito, in questi
giorni - per "colpa" dell'anniversario (40 anni) e per pigrizia
analitica. In quel tempo gli studenti contestavano il passato che ingombrava,
pesantemente, la società, la cultura, le istituzioni. Zavorrava le loro
aspettative di vita e di lavoro. Per cui manifestavano e protestavano
"contro" la società adulta. "Contro" i professori e i loro
stessi genitori. Oggi, al contrario, il malessere degli studenti nasce dal
furto del futuro, di cui sono vittime. La loro rivolta
"generazionale" incrocia la protesta "professionale" dei
professori e la solidarietà dei genitori, a cui li lega un rapporto di
reciproca dipendenza, divenuto sempre più stretto, negli ultimi anni. Da ciò un
problema rilevante per i giovani, i figli e gli studenti. Magari sconfiggeranno
la Gelmini. Ma come riusciranno a "liberarsi" davvero con la
complicità degli adulti, il permesso dei genitori, e il consenso dei
professori?
(27 ottobre
2008)
·
Articoli
Scuola (238)
ULTIMI
FUOCHI ( da "Stampa, La"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
non solo i
maestri elementari colpiti dal decreto Gelmini - ritengono che i contratti del
pubblico impiego debbano essere irrobustiti e firmati, a prescindere dal numero
degli stipendi che ogni mese lo Stato paga oggi e dovrà pagare nei prossimi
anni, nonché da ogni ragionevole progetto di ristrutturazione che premi il
merito invece che il numero dei dipendenti statali,
Scuola,
si apre una settimana di protesta contro il governo
( da "Gazzetta
di Parma Online, La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
La
mobilitazione contro il decreto Gelmini «percorre il paese come una grande 'olà
e passerà per Roma nella più grande manifestazione per la scuola che la nostra
memoria ricordi», ha promesso il leader della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo. C'è da
crederci, se è vero che il punteggiato universo di sigle e iniziative che
animano la mobilitazione confluiranno nella capitale giovedì 30,
Assemblea
permanente con lezione in piazzetta
( da "Stampa,
La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
provvedimenti
proposti dal governo è chiara la volontà di ridurre i costi dell'istruzione
pubblica per risanare conti statali e aiutare banche e imprese colpite dalla
crisi economica globale». Intanto il 30 ottobre, giornata scelta anche dagli
studenti per lo sciopero contro i tagli, l'invito dei ragazzi è di partecipare
compatti al corteo «No Gelmini» che partirà alle 9,30 da corso Crimea.
"Un
gesto di coraggio Non votate la riforma"
( da "Stampa,
La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
nelle ultime
settimane hanno espresso il netto dissenso sulla riforma della scuola proposta
dal ministro Gelmini, ora sono tanti sindaci e amministratori a dire «no».
Venerdì cinquanta rappresentanti dei piccoli Comuni sono stati ricevuti dal
prefetto Bruno D'Alfonso, con un documento di opposizione ai contenuti della
riforma. Ora sono i primi cittadini di alcune città a mobilitarsi.
Allo
skate-park nasce la strategia anti Gelmini
( da "Stampa,
La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
park nasce la
strategia anti Gelmini MARIA TERESA MARTINENGO Domani sera mobilitazione anche
senza ministro Ultimo incontro (un po' carbonaro) dei rappresentanti delle
scuole superiori, ieri sera allo skate-park di piazza Arbarello, per coordinare
le iniziative della settimana in cui la protesta anti-Gelmini tocca il culmine.
Il
premier sul corteo Pd: <Walter si rassegni, noi al governo per 5 anni.
Attento a Di Pietro, è malvagio>. La replica: <Non sopporta le persone
libere> ( da "Corriere.it"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Gelmini,
Berlusconi ha risposto: «Andiamo avanti a governare e a fare cose di buon senso
che sono nel programma qualunque cosa dica Veltroni o qualcun altro
nell'opposizione». «Hanno usato strumentalmente la scuola - ha aggiunto il
premier - pensate all'università, non abbiamo ancora fatto nulla e già ci hanno
mosso critiche e mosso gli studenti nelle strade con una strumentalizzazione
Riforma
Gelmini, da oggi nuove proteste Anche il Meic si aggiunge al coro dei no
( da "Cittadino,
Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
del decreto
Gelmini. E da oggi gli studenti romani faranno lezione al Colosseo. Tutto
confermato, anche dal governo: il premier Silvio Berlusconi ha assicurato che
andrà avanti sul decreto Gelmini. «Hanno usato strumentalmente la scuola» ha
detto Berlusconi precisando sull'università: «Non abbiamo ancora fatto nulla e
già ci hanno mosso critiche e mosso gli studenti nelle strade»
Il
Cavaliere non fa sconti neppure a Di Pietro, ma il gradimento nel paese è in
calo ( da "Cittadino, Il"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
A cominciare
dal decreto Gelmini, visto che sulla scuola c'é stata una «strumentalizzazione
difficilmente definibile anche di studenti e bambini». Non solo. Berlusconi
annuncia che in settimana, con il ministro Scajola, lavorerà a nuove misure
«per sostenere le imprese e per fare ciò che i conti pubblici renderanno
possibile anche per le retribuzioni»
Gli
studenti annunciano una manifestazione, i prof un corteo sotto la prefettura
( da "Cittadino,
Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Pronti a
marciare contro la Gelmini n Si alza la protesta degli insegnanti e alunni del
territorio. Contro il decreto Gelmini il mondo della scuola del Lodigiano
annuncia prossime mobilitazioni. Per il giorno 8 novembre è infatti stata
organizzata una grande manifestazione con corteo e presidio davanti alla
Prefettura di Lodi.
Decreto
anti-sbandati ( da "Tribuna di Treviso, La"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Gelmini sotto
l'ègida e il Berlusconi d'oriente Mentre la «povera ministra» Gelmini forse ha
dei rimorsi per quell'accento sbagliato nel momento sbagliato su quella parola
zeussiana e protettiva il suo capo, in viaggio nelle terre del sol levante, non
ha rimorsi e non si pente di quel che ha detto e che nega di aver detto (
CASTELNOVO
SOTTO. La Castelnovese regala, soffre, va sotto, ma alla fine vince. In
apertura ... ( da "Gazzetta di Reggio"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
All.
Cifarelli. Novellara: Brocchetta, Badu, Bensammoud, Fiori, Aprile, Bertacchini,
Lochiato (75' Balestrieri), Franzè (53' Sinagra), Muoio, Credendino, Ferracino
(89' Rainieri). A disp.: Malagoli, Parenti, Gelmini, e Ghioni. All.: Crotti.
Veltroni:
il governo ascolti la società civile
( da "Gazzetta
di Reggio" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
il governo
ascolti la società civile Ma Berlusconi sminuisce i numeri e conferma la
riforma Gelmini Mercoledì al Senato il provvedimento per la scuola che taglia 8
miliardi Probabile l'imposizione della fiducia ROMA. Il giorno dopo il Circo
Massimo finisce con Silvio Berlusconi che tenta di attaccare a testa bassa
confutando i numeri del Pd sulla manifestazione.
Gli
studenti vanno avanti: notte bianca per il voto in Senato
( da "Gazzetta
di Reggio" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
prevista
mercoledì 29 ottobre) al Senato del decreto Gelmini. E da oggi, gli studenti
romani faranno lezione al Colosseo. Per contrastare l'approvazione al Senato, i
Cobas hanno organizzato una manifestazione a piazza Navona dalle 17 di martedì
Studenti,
al via la due giorni di protesta ( da "Trentino"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Inizia oggi
la due giorni di protesta degli studenti contro il decreto Gelmini. Dopo il
dibattito dei giorni scorsi, le lezioni in piazza e le prime forme di
mobilitazione, gli studenti si preparano a quelli che sono stati annunciati
come i momenti più importanti della protesta: la maratona didattica e la notte
bianca di oggi e il grande corteo di martedì.
Scuola:
riprendono oggi le proteste anti-riforma
( da "Giornale
di Brescia" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
del decreto
Gelmini. Tutto confermato, anche dal governo: il premier Silvio Berlusconi ha
infatti assicurato che andrà avanti sul decreto Gelmini. «Hanno usato
strumentalmente la scuola» ha detto Berlusconi precisando sull'università: «Non
abbiamo ancora fatto nulla e già ci hanno mosso critiche e mosso gli studenti
nelle strade».
Se
l'ideologia corporativaavvelena la democrazia
( da "Secolo
XIX, Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Istruzione
Mariastella Gelmini diventa inequivocabilmente la dimostrazione che il suo
disegno riformatore è privo di qualsiasi legittimità. Che illustri cattedratici
come Angelo Panebianco, Ernesto Galli della Loggia, Luca Ricolfi (quest'ultimo
di sinistra) abbiano duramente criticato i partiti dell'opposizione e i
sindacati per la loro sordità ai problemi reali dell'
L'Università
abbandoni prima di tutto i suoi vizi
( da "Secolo
XIX, Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Dal ministro
Mariastella Gelmini mi attenderei, semmai, un immediato blocco delle procedure
che stanno avviandosi e che consentiranno l'accesso all'Università di migliaia
di nuovi cattedratici - tutti rigorosamente italiani - privi delle caratteristiche
minime e di oltre cinquant'anni.
insegnanti
contro il decreto della gelmini ( da "Mattino di Padova, Il"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Proteste a
Vigodarzere Insegnanti contro il decreto della Gelmini VIGODARZERE. Gli
insegnanti di Vigodarzere prendono una posizione netta e precisa nei confronti
dei cambiamenti in atto nella scuola, e lo espongono direttamente anche al
presidente della Repubblica e al ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini.
Berlusconi:
andiamo avanti ( da "Libertà"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
A cominciare
dal decreto Gelmini, visto che sulla scuola c'è stata una «strumentalizzazione
difficilmente definibile anche di studenti e bambini». Non solo. Berlusconi
annuncia che in settimana, con il ministro Scajola, lavorerà a nuove misure
«per sostenere le imprese e per fare ciò che i conti pubblici renderanno
possibile anche per le retribuzioni»
A
rischio anche i conversatori di madrelingua
( da "Arena,
L'" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
di
madrelingua Alle proteste contro la legge Gelmini si aggiungono anche gli
insegnanti di lingua straniera, convinti che la riforma costringerà a dire
addio a una figura importante per l'insegnamento delle lingue: i conversatori
di madrelingua. Spiega Mariangela Persona, professoressa di francese al liceo
scientifico e linguistico Fracastoro: «Un problema in più si profila all'
Università,
assemblee e lezioni nelle piazze ( da "Arena, L'"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Studenti e
docenti fianco a fianco contro la riforma proposta dal ministro Gelmini
Università, assemblee e lezioni nelle piazze di Elisa Pasetto Docenti e
studenti sono tutti d'accordo: il D-day dell'università di Verona, andato in
scena venerdì con l'assemblea generale convocata dal rettore Alessandro
Mazzucco, la prima nella storia dell'ateneo, non è stato un punto d'arrivo.
Scuola,
altra settimana di proteste Giovedì ci sarà lo sciopero generale
( da "Libertà"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
del Decreto
Gelmini. E da oggi, gli studenti romani faranno lezione al Colosseo. Tutto
confermato, anche dal Governo: il premier Silvio Berlusconi ha assicurato che
andrà avanti sul Decreto Gelmini. «Hanno usato strumentalmente la scuola» ha
detto Berlusconi precisando sull'università: «non abbiamo ancora fatto nulla e
già ci hanno mosso critiche e mosso gli studenti nelle strade»
cala
il gelo tra cacciari e il pd veneziano - mitia chiarin
( da "Nuova
Venezia, La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
proposti
provvedimenti discutibili come quelllo della Gelmini». Insomma la
manifestazione di Roma è servita. «Ora dobbia più che discutere tra noi dentro
il partito, andare parlare ai cittadini per ricomporre un forte fronte di
opposizione. Il problema non è un chiarimento. E poi Cacciari è sempre stato
una prestigiosa voce critica sia nel Pci che nella Margherita ed ora nel Pd»
decreto
gelmini, si apre una settimana di fuoco cresce la protesta sarda
( da "Nuova
Sardegna, La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Pagina 1 -
Prima Pagina Decreto Gelmini, si apre una settimana di fuoco Cresce la protesta
sarda ROMA. Berlusconi dice: «Andiamo avanti: le critiche alla Gelmini sono strumentali».
Ma nelle scuole e nelle università l'«Onda» è pronta per un'altra settimana di
contestazioni.
roma.
il giorno dopo il circo massimo finisce con silvio berlusconi che tenta di
attaccare ... ( da "Centro, Il"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
presidente
del Consiglio e il leader democratico che si fa più aspro alla vigilia di
un'altra settimana incandescente su più fronti: la riforma Gelmini della
scuola, su cui Pdl e Lega sono pronte a chiedere la fiducia al Senato; la legge
elettorale europea, che ricompatta il centrosinistra (dall'Udc a Di Pietro ai
Democratici) e guadagna anche l'Mpa, un pezzo di centrodestra al governo.
roma.
tutto è pronto nelle scuole e nelle università per un'altra settimana ...
( da "Centro,
Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
prevista
mercoledì 29 ottobre) al Senato del decreto Gelmini. E da oggi, gli studenti
romani faranno lezione al Colosseo. Per contrastare l'approvazione al Senato, i
Cobas hanno organizzato una manifestazione a piazza Navona dalle 17 di martedì
università,
la provincia si schiera con la gelmini
( da "Nuova
Sardegna, La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Gelmini»
NUORO. Si dichiarano «perplessi e interdetti», per quanto è avvenuto nei giorni
scorsi nel consiglio provinciale dove con 13 voti a favore e 1 contrario, la
Provincia ha deciso di uscire dal consorzio universitario, dando mandato al Cda
del consorzio stesso di convocare l'assemblea e sancirne lo scioglimento e
impegnando il Presidente della provincia di Nuoro a trovare una
raccolta
di firme contro la riforma della scuola
( da "Nuova
Sardegna, La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
strali della
riforma Gelmini rischia di provocare gravi conseguenze anche a Bortigali. Dal
prossimo anno scolastico il centro del Marghine rischia infatti la chiusura del
plesso scolastico che oggi fa capo all'Istituto comprensivo di Silanus. Il
numero minimo di 50 alunni richiesto dalla normativa per poter tenere aperta la
scuola rappresenta infatti un serio pericolo per Bortigali.
l'opposizione
sociale cresce, il governo va giù
( da "Nuova
Sardegna, La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
altra
settimana che si annuncia incandescente su più fronti: la riforma Gelmini della
scuola, su cui Pdl e Lega sono pronte a chiedere la fiducia al Senato; la legge
elettorale europea, che ricompatta il centrosinistra (dall'Udc a Di Pietro ai
Democratici) e guadagna anche il Movimento per le autonomie, vale a dire un
pezzo di centrodestra al governo;
gli
studenti non mollano: rush anti-gelmini
( da "Nuova
Sardegna, La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Gelmini
Berlusconi parla di strumentalizzazioni e dice: «Continueremo ad andare avanti»
ROMA. Berlusconi a tarda sera conferma: «Andiamo avanti», anche perché le
critiche al decreto Gelmini «sono strumentali». Ma gli studenti non mollano:
nelle scuole e nelle università l'«Onda» è pronta per un'altra settimana di contestazioni.
lezioni
in piazza nelle università e classi autogestite
( da "Nuova
Sardegna, La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
come segno di
dissenso rispetto alle scelte di Berlusconi e del ministro Gelmini. A Cagliari,
nella facoltà di Scienze politiche, prosegue l'occupazione dell'aula magna,
senza blocchi della didattica. Proteste sono in corso in molti altri istituti e
dipartimenti. Sempre nel capoluogo, studenti e professori di Lettere e
Filosofia si preparano ad altre lezioni en plein air.
berlusconi
attacca il pd "è la sinistra delle frottole" - silvio buzzanca
( da "Repubblica,
La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
dove il
premier annuncia che si va avanti con i decreto Gelmini. Immediata arriva la
replica di Anna Finocchiaro e Antonello Soro: «Il presidente del Consiglio non
si può permettere di dire che l´opposizione si deve riposare per quattro anni e
mezzo. E´ una dichiarazione gravissima», dicono i capigruppo parlamentari del
Pd.
tre
giorni per salvare scuola e ricerca
( da "Tirreno,
Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Prima Pagina
Tre giorni per salvare scuola e ricerca Mercoledì si vota il decreto Gelmini:
studenti e prof in lotta per bloccarlo Proteste anche alla Normale. Viareggio:
notte con gli occupanti ROMA. La settimana di lotta nelle scuole e nelle
università contro il decreto Gelmini si apre con un programma denso di
occupazioni, sit-in, agitazioni, lezioni in piazza.
scuola,
non si ferma la protesta contro il decreto gelmini
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
SIT-IN E
CONTESTAZIONI Scuola, non si ferma la protesta contro il decreto Gelmini ROMA.
Tutto è pronto nelle scuole e nelle università per un'altra settimana di
contestazioni. Un programma che mira a bloccare l'approvazione del decreto
Gelmini. IL SERVIZIO A PAGINA
bloccheremo
il ponte della libertà ( da "Nuova Venezia, La"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
decreto
Gelmini che dovrà essere approvato dal Senato tramite il voto di fiducia,
secondo quanto preannunciato dal ministro e dal premier Silvio Berlusconi.
Occupazione. Gli studenti hanno intenzione di occupare da oggi l'Itas Vendramin
Corner. I licei Foscarini, Benedetti e Tommaseo, assieme agli istituti
Barbarigo e Sarpi hanno invece in programma per mercoledì le notti bianche,
il
silenzio della gelmini è la causa della nostra mobilitazione apartitica
( da "Nuova
Venezia, La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Il silenzio
della Gelmini è la causa della nostra mobilitazione apartitica» I
rappresentanti dei ragazzi in Senato accademico: «Ecco perché siamo scesi in
campo assieme» Considerata la rilevanza che stanno assumendo anche nella stampa
locale le agitazioni nelle università, è utile ribadire i contenuti
qualificanti del disagio provato dagli studenti universitari.
saigon
e il '68 tra il traffico di corso vercelli - raffaella paisio
( da "Repubblica,
La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
bianca di
protesta contro il decreto voluto dal ministro Gelmini. Lentamente albeggia.
Nessuno dei ragazzi ha chiuso occhio. Incluso un drappello di professori
rimasto coi "marmocchi". Tra poco c´è comunque scuola. Arriva anche
chi ha dormito nel suo letto. Volti freschi accanto a facce tirate: «Sembri un
prof» sento dire da uno che ha dormito a casa, a uno che non ha chiuso occhio.
striscioni
per l'ateneo sui palazzi della città
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Gelmini: uno
dei tanti burattini». E ancora: «Cari professori. facciamo lezione fuori!», «Ci
credevate tutti aspiranti tronisti e veline? Vi sbagliavate facile governare un
popolo di ignoranti». Questi gli slogan pensati dai ragazzi per sensibilizzare
il capoluogo friulano sui tagli previsti dalla legge Tremonti che blocca lo
sviluppo dell'
battaglia
sulla gelmini in provincia - gino li veli
( da "Repubblica,
La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Torino
Battaglia sulla Gelmini in Provincia Stamani consiglio aperto. E il Pdl in
piazza Castello difende la ministra Domani sera fiaccolata con prof e genitori
Negli atenei nuova mobilitazione GINO LI VELI Nonostante il forfait del
ministro Gelmini, che ha deciso di "saltare" l´appuntamento di domani
sera al Centro congressi dell´Unione industriale,
da
domani autogestione al marinelli e al copernico
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
ogni aula i
ragazzi avevano esposto il testo del decreto Gelmini che mercoledì sarà votato
in Senato. Anche gli studenti del Marinelli, insomma, per capirci di più
inviteranno sindacalisti e rappresentanti istituzionali a discutere sulla
riforma che introduce il maestro unico, taglia i posti per insegnanti e
collaboratori scolastici e aumenta il numero degli studenti per classe.
una
lunga notte di protesta davanti alla prefettura
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
approvazione
del decreto Gelmini. Salgono le adesioni all'iniziativa organizzata dal
Coordinamento per la difesa della scuola pubbliche che domani, alle 21, darà il
via alla fiaccolata di protesta. Davanti alla prefettura si troveranno
insegnanti, collaboratori scolastici, studenti e anche diversi genitori hanno
assicurato la loro presenza.
sello,
occupazione tra dibattiti, musica e lezioni
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
studenti
contrari alla riforma Gelmini I ragazzi si autofinanziano con 850 euro di
GIACOMINA PELLIZZARI All'istituto d'arte Sello tutto è pronto per
l'occupazione. Stamattina circa 300 studenti prenderanno possesso della sede di
piazza Primo maggio dove fino a mercoledì organizzeranno concerti, dibattiti,
corsi di fotografia, ma anche di autodifesa rivolto soprattutto alle ragazze.
gli
studenti mettono all'asta su "ebay" gli atenei romani - viola
giannoli ( da "Repubblica, La"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
ultima
provocazione anti-Gelmini è un´asta sul web per l´acquisto della Sapienza e di
Tor Vergata, al modico prezzo di partenza di un euro. è stato Guido
laggiù
c'è un sogno, venezia ( da "Nuova Venezia, La"
del 27-10-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Scuola
Abstract:
Non mancano
neppure gli striscioni contro la Gelmini e la sua pazza idea di contrabbandare
un banale «tiriamo la cinghia» in «storica riforma». La gente della Riviera si
riversa in strada, ad applaudire rendendo la festa uno spettacolo. I ristori
servono a prender fiato. Ci si ripete all'infinito: l'importante è arrivare,
alla faccia del tempo e delle gambe che fanno male.
scuola,
al via due fiaccolate ( da "Tirreno, Il"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Il fermento
anti-Gelmini non si placa. Stasera ci sarà una fiaccolata per le vie del
centro. Partirà alle 21 da piazza Don Minzoni, davanti alla stazione, e
raggiungerà piazza della Vittoria per poi confluire in piazza Farinata degli
Uberti, attraverso via del Giglio.
e
al viscontino un coro per saviano
( da "Repubblica,
La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Al
"Viscontino" si è tenuto un dibattito sulla riforma Gelmini e il
concerto del coro polifonico dedicato a Roberto Saviano. In piazza dei
Cinquecento gli studenti di Tor Vergata in camice bianco hanno fatto opera di
informazione. (viola giannoli)
i
bambini "occupano" la sapienza lezioni di fisica contro la gelmini -
laura mari ( da "Repubblica, La"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
la Sapienza
lezioni di fisica contro la Gelmini I docenti spiegano ai più piccoli
"Slitterà l´avvio dell´anno accademico" LAURA MARI L´ateneo più
grande d´Europa diventa la città dei bambini. Magia di una protesta senza
confini che ieri è riuscita a trasformare il covo dei "facinorosi"
anti-Gelmini (come li ha definiti nei giorni scorsi il premier Silvio
Berlusconi)
contro
la riforma gelmini lezioni pubbliche al colosseo
( da "Nuova
Venezia, La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
del decreto
Gelmini. E da oggi, gli studenti romani faranno lezione al Colosseo. Tutto
confermato, anche dal governo: il premier Silvio Berlusconi ha assicurato che
andrà avanti sul decreto Gelmini. «Hanno usato strumentalmente la scuola» ha
detto Berlusconi precisando sull'università: «non abbiamo ancora fatto nulla e
già ci hanno mosso critiche e mosso gli studenti nelle strade»
quando
l'accusa suona stonata ( da "Messaggero Veneto, Il"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
del ministro
Gelmini, che ha dato il via, come stiamo assistendo quotidianamente, a una
sollevazione generale di studenti, docenti e familiari del tutto spontanea, a
dispetto di quanto insinua il Cavaliere, che in base ai suoi sondaggi non vuole
crederci, e di quanto ribadisce il ministro, che a sua volta non vuole leggere
attentamente le accuse dei contestatori,
cresce
di tono la protesta degli studenti: anche il liceo de castro in autogestione
( da "Nuova
Sardegna, La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Prosegue
senza sosta la protesta nelle scuole contro la riforma Gelmini. Agli istituti
già occupati da oggi si aggiungerà il liceo classico De Castro. Gli studenti
inizieranno la loro autogestione in una maniera davvero singolare e che merita
attenzione. Faranno infatti lezione, come tutti gli altri giorni, ma diversa
sarà la materia della quale andranno ad occuparsi.
fermento
anche tra gli studenti degli istituti superiori provinciali
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
I tagli si
fanno già sentire con classi strapiene» «Fuori da scuola contro il decreto del
ministro dell'Istruzione Gelmini». Gli studenti annunciano aule semivuote nelle
superiori, giovedì, per lo sciopero sindacale Flc-Cgil, Cisl e Uil scuola,
Snals, Gilda e Cisal. Le frange integraliste dei ragazzi pordenonesi danno
l'ultimatum. «O risorse per la scuola o lotta.
la
protesta sale su tre pullman ( da "Messaggero Veneto, Il"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
La scuola non
ha futuro, con i decreti Gelmini che tagliano le cattedre e il tempo-lezione».
I genitori mordono il freno. «Ci hanno chiesto incontri e assemblee serali le
famiglie di Brugnera, Maniago e nei circoli della Pedemontana - ha detto il
leader di Cisl scuola Alessandro Basso -.
cari
studenti ora inventate un'alternativa - franco bolelli
( da "Repubblica,
La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
vogliono
mettere i bastoni fra le ruote del decreto Gelmini si liberassero dalle gabbie
ideologiche in cui tutti quanti vogliono rinchiuderli. Non è complicato,
accidenti: quello che sta accadendo nelle università e nelle scuole non ha
senso né demonizzarlo né beatificarlo, né invocare la polizia e la maggioranza
silenziosa né lisciargli il pelo nascondendone i limiti e gli errori (
"tutta
balbi all'albergo dei poveri" - michela bompani
( da "Repubblica,
La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Il ministro
Gelmini prima dell´estate potrebbe allentare la stretta economica "Tutta
Balbi all´Albergo dei Poveri" Deferrari promette il trasloco e candida la
struttura a Patrimonio dell´Unesco MICHELA BOMPANI Giacomo Deferrari, tra
cinque giorni nuovo rettore dell´Ateneo genovese, lancia la candidatura
dell´Albergo dei Poveri a patrimonio dell´
"un
campus all'albergo dei poveri" - michela bompani
( da "Repubblica,
La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
ha strappato
una promessa al ministro Gelmini? «Ho avuto contatti, ancora informali, con
alti livelli del ministero: prima dell´estate ci dovrebbe essere una revisione
della stretta economica. Abbiamo chiesto un aumento dei finanziamenti per
puntare sui giovani ricercatori e sui giovani tecnici amministrativi.
agraria
occupata alla vigilia delle lauree
( da "Centro,
Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
onda della
protesta contro il decreto del ministro Gelmini arriva alla facoltà di Agraria
dell'università di Teramo, con sede a Mosciano, che conta circa 400 iscritti.
Gli studenti hanno annunciato l'occupazione delle aule per mercoledì
pomeriggio, proprio alla vigilia delle discussioni delle tesi di laurea in
programma per giovedì.
mobilitazione
nella scuola ( da "Messaggero Veneto, Il"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Gelmini
Cresce anche a Gorizia, sia pure con un po' di ritardo rispetto al resto
d'Italia, il fermento nel mondo della scuola e dell'università per le norme
contenute nel decreto Gelmini. Per domani, martedì, alle 16, è stata convocata
nell'aula magna del polo universitario di via Alviano un'assemblea generale
studentesca per discutere della legge 133 e delle sue conseguenze per
fiaccolata
in difesa della scuola ( da "Messaggero Veneto, Il"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
approvazione
della legge Gelmini, sul maestro unico, sui voti in condotta. Infatti mercoledì
- spiegano gli organizzatori - dovrebbe essere approvata la legge: un tassello
fondamentale tra le misure del governo che mirano a mandare a casa 130.000
lavoratori della scuola ad elevare il numero di alunni per classe, a eliminare
il tempo pieno,
il
collettivo makhno: picchiatori davanti al centro sociale
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Il collettivo
rivolge poi un appello particolare agli studenti che in questi giorni stanno
dando vita alla protesta: «Invitiamo tutti, in particolar modo i giovani e gli
studenti impegnati in questi giorni in importanti mobilitazioni contro la
Gelmini di cui noi siamo partecipi, a non abbassare la guardia contro la
presenza di pericolosi individui».
-
fabio bordignon ( da "Repubblica, La"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
istruzione
pubblica e la convinzione che la riforma Gelmini è "utile solo a far
cassa". Ecco i risultati dell´indagine Demos & Pi FABIO BORDIGNON C´è
un filo rosso che unisce studenti, famiglie e insegnanti, che tiene insieme
l´aula e la piazza. è un fronte compatto, quello rilevato dal sondaggio Demos
per "La Repubblica", formato innanzitutto da chi "vive"
quotidianamente la scuola,
fiaccole
contro la gelmini - franca capecchi
( da "Tirreno,
Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Pagina 1 -
Montecatini Fiaccole contro la Gelmini In 300 alla manifestazione dei genitori
di Larciano FRANCA CAPECCHI LARCIANO. La protesta del mondo della scuola
continua. Erano in 300, sabato sera alla fiaccolata organizzata dal gruppo
spontaneo dei genitori dell'istituto comprensivo Francesco Ferrucci di
Larciano.
ma
gli scioperi non si fermano mercoledì il voto sul decreto - mario reggio
( da "Repubblica,
La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
prevista
mercoledì 29 ottobre, del decreto Gelmini. E da oggi gli studenti di molte
scuole romane faranno lezione al Colosseo. Contro l´approvazione del
provvedimento Gelmini al Senato, i Cobas hanno organizzato una manifestazione a
piazza Navona, a pochi passi da Palazzo Madama, a partire dalle 17 di domani.
Studenti
dei licei sul piede di guerra a Torino
( da "Metronews"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Istruzione,
Maria Stella Gelmini, attesa all?Unione Industriale per un dibattito sulla
meritocrazia, non si presenterà a Torino. Una decisione che non scoraggia gli
studenti dei licei che stanno programmando le iniziative per il 28 ottobre come
se nulla fosse e come se il ministro venisse.
Mobilitazioni
contro la riforma a Firenze ( da "Metronews"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
università
portata avanti dal ministro Gelmini, in attesa della manifestazione nazionale
di giovedì a Roma. QUESTA mattina alle 8.30 inizia la 24 ore non stop di
lezioni al dipartimento di matematica in viale Morgagni, occupato ormai da due
settimane, organizzata dal Collettivo di scienze che offre caffè per tutti e
colazione a chi resisterà fino a domani mattina.
Scendono
in piazza anche le lavagne ( da "Metronews"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
università e
nelle scuole superiori per contrastare il decreto Gelmini. La settimana sarà
calda e movimentata: mercoledì e giovedì blocco totale delle lezioni in alcune
facoltà. Lettere e Filosofia hanno invece scelto la via degli insegnamenti
all?aperto. Così oggi e domani (dalle 12.30 fino alle 18.15), docenti (circa
15) e studenti si raduneranno tra piazza Duomo,
genitori,
professori, studenti. ma non solo: un italiano su due condivide la protesta
anti-gelmini. ecco l'indagine demos & pi - ilvo diamanti
( da "Repubblica,
La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Gelmini. Ecco
l´indagine Demos & Pi ILVO DIAMANTI Ciò che sorprende maggiormente,
nell´indagine condotta da Demos nei giorni scorsi, è il grado di consenso per
la scuola pubblica: ampio e perfino in crescita rispetto a un anno fa.
Nonostante l´ondata di discredito che - da anni e tanto più in questi tempi -
sta sommergendo le istituzioni scolastiche.
la
posizione del pd ( da "Tirreno, Il"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
il decreto
Gelmini di riforma della scuola. Intervengono i senatori Manuela Granaiola e
Vincenzo Vita. Sono invitati gli studenti, gli insegnanti e i genitori. Sempre
sulla scuola prende posizione il gruppo consiliare del Pd che ha partecipato
alla manifestazione di sabato e che in una nota «esprime un netto dissenso per gli
interventi normativi emanati e proposti»
dibattiti
e pulizie: una notte al liceo - valentina landucci
( da "Tirreno,
Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
degli
studenti che occupano contro il decreto Gelmini. Nelle notti della protesta
vanno alla grande Jovanotti, Vasco e Alex Britti. Al massimo si può
"strappare" qualche concessione all'intramontabile Battisti. Venerdì
sera, le nove e mezzo. I cartoni della pizza, ordinata per telefono e
consegnata direttamente a scuola da un fattorino che saluta la truppa con un
"in bocca la lupo!
di
CRISTINA LORENZI CARRARA <NON SIAMO...
( da "Nazione,
La (Massa - Carrara)" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
dopo giorni
di protesta contro il decreto Gelmini, ieri hanno deposto megafoni e striscioni
e deciso di riprendere «le sudate carte», deposte per qualche giorno. Così si
sono incontrati a Marina per una lezione en plein air. Di fronte a un cartello
«Non siamo fannulloni. Domenica lezione», i ragazzi dei quattro istituti,
armati di occhiali da sole,
PERUGIA
GLI STUDENTI si sono ripresi la piazza. Erano anni che l...
( da "Nazione,
La (Umbria)" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
è voluta la
riforma-Gelmini per far coalizzare doceti e discenti, per portare il malumore
fuori dalle aule, in quella folcloristica ma potente, civilissima forma di
contestazione che sono le lezioni all?aperto. E questa che si apre è una
settimana in cui i fuochi della protesta ?
<Volta>
oggi in corteo L'Università <rientra>
( da "Nazione,
La (Siena)" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
in di
protesta seguito da un intervento del sindaco Paolo Brogioni e la discussione
sulla ormai famosa riforma Gelmini. Mercoledì 29, invece, gli studenti del
«Volta» invece occuperanno l?istituto per manifestare il loro dissenso. »faremo
alcuni corsi ? scrivono ? organizzati in autonomia fra i quali uno che si
occupa dell?analisi e del commento dei quotidiani».
Berlusconi
rosso di piazza Per 5 anni comando io
( da "Unita,
L'" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Il Cavaliere
annuncia che tirerà dritto con il decreto Gelmini, accusa l'opposizione di aver
«strumentalizzato studenti e bambini» e annuncia di essere «al 72% di
gradimento». Peccato che proprio ieri Renato Mannheimer abbia ricordato che il
giudizio positivo sul governo è passato dal 61% di giugno al 42% di oggi.
Le
ragioni della protesta e le ragioni del rettore
( da "Adige,
L'" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
I principali
punti contestati dagli studenti del Comitato No Gelmini: 1) Tagli al fondo di
finanziamento ordinario (Ffo): un taglio del 20%, per circa un miliardo e 450
milioni di euro nei prossimi 5 anni; 2) Blocco del turn-over (ogni 5 posti
liberati, scatta una sola assunzione); 3) Possibilità di trasformazione delle
università in fondazioni.
Il
servizio pubblico sta sotto l' egìda
( da "Unita,
L'" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Guardate la
ministra Gelmini, la Palin de noantri. C'è stata una gara per giustificare i
suoi decreti e si è udita fino alla noia la litania: ci sono 27 cattedre
universitarie con un solo studente iscritto (e allora? Se ci fosse un docente
di sumero e uno studente appassionato?
TANTI
genitori e bambini sono intervenuti alla manifestazione organizzata dal gruppo
genitori dell&#... ( da "Nazione, La (Pistoia)"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
è stata
organizzata per protestare contro al riforma Gelmini. Tanti striscioni e slogan
hanno accompagnato le centinaia di persone presenti. Il gruppo dei genitori di
Larciano è molto attivo. Ha sensibilizzato l?opinione pubblica ed ha invitato
con vari volantinaggi i genitori delle scuole dei comuni limitrofi ad
partecipare alla manifestazione.
Da
oggi lezioni al Colosseo ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
al senato del
decreto Gelmini. E da domani, gli studenti romani faranno lezione al Colosseo.
Per contrastare l'approvazione al Senato, i Cobas hanno organizzato una
manifestazione a piazza Navona, a pochi passi da Palazzo Madama, a partire
dalle 17 di domani. L'iniziativa proseguirà senza sosta fino al mattino dopo
quando è prevista la votazione.
Fisica,
baby-occupazione a La Sapienza esperimenti e protesta sul prato
( da "Unita,
L'" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
shirt verde
acido: «Il futuro dei bambini/ Non fa rima con Gelmini». Sui viali biciclette,
passeggini, palloni. Sul disegno «il sapere non si evolve» si passa dalla
scimmia all'homo sapiens che mendica. Una ragazza fa piroettare una pallina
grazie al getto del phon. Come fa? Diego: «È leggerissima». Valentina: «L'aria
la spinge».
Domenica,
lezione civile Così ridurranno l'istruzione pubblica
( da "Unita,
L'" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
alunni e
docenti sui contenuti della riforma Gelmini. E in tanti scoprono il bluff del
governo Stanno seduti nell'Aula magna della scuola dei loro figli. Un
proiettore rimanda nero su bianco il testo della Finanziaria votata dal
Parlamento, il contenuto del decreto Gelmini e quello del Piano presentato dal
ministro ai sindacati.
di
ALBERTO PIERINI L A CAMPANA della Badia potrebbe sostituire la campanella d...
( da "Nazione,
La (Arezzo)" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
è sempre lei,
la riforma Gelmini. Convitato di pietra alla palestra del Liceo Scientifico, la
prima autogestione aretina, come dietro le finestre della classe occupata
all?Istituto d?Arte. E ora salita agli onori di una delle nostre piazze più belle,
quella dei turisti e degli affreschi di Piero.
Le
mille ombre sul futuro dei nostri figli
( da "Unita,
L'" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Le mille
ombre sul futuro dei nostri figli Ci sono danni evidenti dal decreto Gelmini.
Poi ce ne sono altri meno considerati. Gli insegnanti non sanno ancora come
dovranno redigere le pagelle, che non si sa come saranno fatte. Un altro
quesito enorme è legato alla continuità giuridica del tipo di scuola scelto per
i propri figli.
Scuola:
petizione a Subbiano ( da "Nazione, La (Arezzo)"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
petizione a
Subbiano CENTINAIA di firme in calce a una petizione inviata al Presidente
della Repubblica, al minsitro Gelmini, al preside dell?istituto Garibaldi di
Subbiano e Capolona, ai sindaci dei due Comuni, ai sindacati. Si mobilitano i
genitori della scuola primaria di Subbiano e Capolona: «Esprimiano ? scrivono ?
la nostra preoccupazione per il decreto Gelmini.
DECRETO
Gelmini: nemmeno oggi gli studenti delle superiori assistono alle lezioni...
( da "Nazione,
La (Pistoia)" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
22 DECRETO
Gelmini: nemmeno oggi gli studenti delle superiori assistono alle lezioni...
DECRETO Gelmini: nemmeno oggi gli studenti delle superiori assistono alle
lezioni. Secondo quanto gli interessati hanno comunicato ieri i giovani che
frequentano Tecnico commerciale Igea, Tecnico industriale e Liceo scientifico
dell?
Sui
banchi della Mazzini a lezione di uguaglianza e di rispetto delle culture Altro
che classi differenziate: nella media statale, a due passi dal Colosseo,
l'istruzione è intermun ( da "Unita, L'"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
I progetti
Altro che classi differenziate per bambini stranieri, come vuole la Lega
sostenuta dalla Gelmini. «Non capisco l'utilità di mettere stranieri con altri
stranieri», dice Arianna replicando ad Antonio che invece si è appena detto a
favore dell'allontanamento degli stranieri dal gruppo-classe se nella scuola
non c'è per loro assistenza.
Pd
in piazza, scintille Berlusconi-Veltroni
( da "Eco
di Bergamo, L'" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
No dunque
alla richiesta di Veltroni di ritirare il decreto legge Gelmini sulla scuola («Noi
andiamo avanti, la sinistra sta strumentalizzando studenti e bambini»), e
avanti con il resto del programma: «Il governo sta già lavorando,
compatibilmente con i conti pubblici, sulle retribuzioni e sul sostegno alle
imprese».
<Sull'Università
Deriu appoggia il Governo> ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Mentre il
Partito democratico fa uno dei punti di forza della manifestazione di sabato a
Roma l'opposizione alla legge Gelmini, a Nuoro il suo presidente regionale e
presidente della Provincia Roberto Deriu, insieme alla maggioranza di
centrosinistra, sposa la filosofia del ministro decidendo di sciogliere il
consorzio universitario per puntare sulla tanto avversata fondazione.
Bollette
arretrate: incontri con Abbanoa ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Ma non solo
di questo si è parlato nel consiglio comunale, visto che si è approvato il
piano integrato del Comune riguardo la tutela dei centri storici. Il Consiglio
ha anche espresso negatività sul decreto Gelmini che potrebbe creare la nascita
di un istituto comprensivo ad Ittiri. (pa. pa.)
Le
piccole scuole devono rimanere ( da "Nuova Ferrara, La"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
che si
potrebbero concretizzare con la riforma Gelmini. Infatti secondo le
disposizioni del Ministro, le scuole con un numero inferiore ai 50 iscritti dovranno
chiudere. Le scuole di San Giovanni di Ostellato, Monticelli, Stellata
potrebbero essere a rischio. «Siamo preoccupati - confida Lorenzo Marchesini
sindaco di Mesola - per quello che potrebbe accadere a Monticelli,
sinistra
delle frottole, io tiro diritto ( da "Tirreno, Il"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
altra
settimana che si annuncia incandescente su più fronti: la riforma Gelmini della
scuola su cui Pdl e Lega sono pronte a chiedere la fiducia al Senato; la legge
elettorale europea, che ricompatta il centrosinistra, dall'Udc a Di Pietro, ai
Democratici. E poi c'è la crisi finanziaria, sulla quale tante ricette sono
state consumate invano.
contro
i tagli da oggi proteste non-stop
( da "Tirreno,
Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
del decreto
Gelmini. E da oggi gli studenti romani faranno lezione al Colosseo. Ma il
premier Silvio Berlusconi ha assicurato che andrà avanti sul decreto Gelmini.
«Hanno usato strumentalmente la scuola» ha detto. Contro l'approvazione del
provvedimento al Senato, i Cobas hanno organizzato una manifestazione a piazza
Navona,
musica
e dibattiti nella lunga notte del liceo classico - donatella francesconi
( da "Tirreno,
Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
esplosione
della protesta anti riforma della scuola "made in Gelmini". «La notte
a scuola? Avevamo in programma di guardare un film, ma non funziona il
proiettore», spiega Niccolò, uno dei più esposti nella protesta al liceo
Classico "Giosuè Carducci" di Viareggio, frequentato soprattutto da
figli di professionisti e imprenditori.
normale
in lotta, quarant'anni dopo - giovanni parlato
( da "Tirreno,
Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
alla protesta
contro la legge Gelmini, poi la partecipazione al corteo di giovedì. Quindi, la
parola presa sul palco di piazza dei Cavalieri. Ora gli striscioni sul Palazzo
alla Carovana. La Scuola Normale entra di prepotenza nella contestazione contro
gli articoli che prevedono tagli ai finanziamenti, riduzione dei docenti e
trasformazione delle università in Fondazioni private.
<Io,
vip del Pd, in piazza per la scuola pubblica (con i figli alla privata)>
( da "Giornale.it,
Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
che portare i
bambini in piazza con cartelli al collo o nascondere i volantini anti-Gelmini
nelle merendine è, questa sì, una strumentalizzazione violenta. E che le tre
maestre non hanno nessuna giustificazione pedagogica. Perché vede è con questi
falsi slogan, che voi contribuite a rilanciare in tutte le piazze, che da
sempre viene bloccato il cambiamento della scuola pubblica.
SCUOLA
Tagli alla spesa ma solo se effettuati con competenza nI tagli ...
( da "Giornale
di Brescia" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
la scarsa
conoscenza dei problemi da affrontare ha spinto il ministro Gelmini o a
intervenire nel modo sbagliato e su bersagli sbagliati o a rifugiarsi nelle
frivolezze e nelle chiacchiere da rotocalco. In conferenza stampa, a propria
difesa, il Governo ha sciorinato le cifre della nostra Caporetto universitaria:
abnorme moltiplicazione delle sedi e dei corsi, nepotismo sfrontato,
<Basta
bugie sulla riforma Gelmini> Scatta l'operazione verità del Pdl
( da "Giornale.it,
Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
258 del
2008-10-26 pagina 4 «Basta bugie sulla riforma Gelmini» Scatta l'operazione
verità del Pdl di Maria Sorbi Assemblee all'università Statale e raccolte di
firme contro l'occupazione Al liceo Bottoni «gruppi di controllo» sulla
propaganda della sinistra «Basta bugie, ora vogliamo la verità».
giovedì
( da "Giornale.it,
Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
258 del
2008-10-26 pagina 4 giovedì di Redazione È il giorno del grande corteo contro
la Gelmini. I collettivi di sinistra hanno dato appuntamento agli studenti in
largo Cairoli alle ore 9.30 per manifestare il loro no © SOCIETà EUROPEA DI
EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
Bagnolo
Dibattito sulla scuola ( da "Giornale di Brescia"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
riforma
scolastica predisposta dal ministro alla Pubblica istruzione Mariastella
Gelmini. Nelle intenzioni del sindaco Panzini l'appuntamento odierno sarà
l'occasione per far conoscre a tutti i cittadini, con una pluralità di voci
(maggioranza e opposizione) le conseguenze pratiche che il provvedimento, ormai
prossimo all'approvazione parlamentare, avrà sulle famiglie e sulla comunità.
Il
Veltroni Pride è già finito ( da "Giornale.it, Il"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
La Gelmini ha
ragione quando dice che nella scuola non si spende poco ma si spende male»,
ammette Tonini, che assieme a Enrico Morando e Claudio Novelli ha curato anche
i delicati passaggi del comizio veltroniano di sabato sull'argomento. Che
quelli del Circo Massimo fossero due milioni e mezzo come hanno sparato gli
organizzatori,
Nomine
di garanzia Il segretario Pd disponibile al patto col premier sulla Rai
( da "Giornale.it,
Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
La Gelmini ha
ragione quando dice che nella scuola non si spende poco ma si spende male»,
ammette Tonini, che assieme a Enrico Morando e Claudio Novelli ha curato anche
i delicati passaggi del comizio veltroniano di sabato sull'argomento. Che
quelli del Circo Massimo fossero due milioni e mezzo come hanno sparato gli
organizzatori,
<I
tre insegnanti? Fu solo una questione di soldi>
( da "Giornale.it,
Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Adesso il
ministro Gelmini vuol tornare al maestro unico. «Ed è comprensibile. In tempi
di difficoltà di bilancio e di crisi economica cercare di risparmiare mi pare
normale». Invece è scoppiato il putiferio, la sinistra parla di pensiero unico,
gli studenti occupano le università.
Alunni
dimezzati, docenti raddoppiati L'Italia scivola in fondo alle classifiche Ue
( da "Giornale.it,
Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Oggi che la
riforma del ministro Mariastella Gelmini vuol restituire un'unica figura di
riferimento ai bambini delle scuole elementari, chi allora protestò si prende
la rivincita. Così spuntano i dati, a dire che la legge 148 del 1990 altro non
fu che un'operazione sindacale a fronte del peggior calo demografico del
secolo: fra il 1960 e il 1995,
<È
vero, studio lì In classifica era considerata la migliore...>
( da "Giornale.it,
Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Tra le accuse
che gli studenti lanciano alla Gelmini c'è pure quella di far entrare i fondi
dei privati negli atenei e di volerli trasformare in fondazioni. «Quella delle
fondazioni è una questione complessa perché va bene l'autonomia gestionale, ma
poi se subentra l'autonomia contabile le fondazioni aumentano le tasse e
soltanto i ricchi possono permettersi di pagarle.
Sulla
scuola e l'università Senato pronto al voto finale
( da "Sole
24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
al sistema
universitario annunciate dal ministro Mariastella Gelmini. Sempre l'aula del
Senato, d'altraparte, deve occuparsi in settimana di altri due decreti sui
quali pure si annuncia un aspro confronto. Il Dl 151 sulla sicurezza, sul quale
pende l'emendamento leghista che esclude dalle cure del Ssn i clandestini, ma
anche il Dl 154 su spesa sanitaria e fondi agli enti locali,
Ma
una deroga può riaprire la porta ai nuovi ricercatori
( da "Sole
24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Ma dal
ministero, guidato prima da Letizia Moratti, poi da Fabio Mussi e ora da
Mariastella Gelmini, il regolamento attuativo non è mai uscito. G.Tr. IN PISTA
Sui 2.400 vincitori di concorsi fermati dalla stretta sul turn over oltre mille
godono di un finanziamento statale
Istruzione,
tagli progressivi ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
come previsto
dall'articolo 72 del Dl 112, al nuovo istituto dell'esonero dal servizio e al
pensionamento di chi, pur non avendo raggiunto l'età per uscire dal lavoro, ha
maturato 40 anni di contributi. PIANI ENTRO NOVEMBRE Al ministero guidato da
Mariastella Gelmini e a quello dello Sviluppo i sacrifici maggiori anche sul
personale
Pd-day,
Berlusconi: "Una manifestazione democratica, ma Veltroni deve
rassegnarsi" ( da "TGCom"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
"Sulla
riforma Gelmini andremo avanti" Sulla riforma della scuola e sulla
richiesta dell'opposizione di ritirare il decreto Gelmini Berlusconi risponde
deciso: "Andiamo avanti a governare e a fare cose di buon senso che sono
nel programma qualunque cosa dica Veltroni o qualcun altro nell'opposizione.
La
scuola della Gelmini: <La protesta è di pochi. E il mio modello è Obama>
( da "Corriere.it"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Nuove
proteste nelle scuole Gelmini: protesta di pochi Il mio modello è Obama «Niente
classi separate, solo corsi di italiano per chi non lo parla» MILANO Il mio
modello? Barack Obama. Parola di Mariastella Gelmini. Mentre infuria la
protesta della scuola e dell'università, il ministro alla Pubblica istruzione
procede diritta per la sua strada.
<Cortei
e sit in, così bloccheremo il decreto> di M. A. Calabrò
( da "Corriere.it"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
al Senato del
decreto Gelmini: «Dopo lo slittamento ottenuto il 23 ottobre dicono cercheremo
ancora una volta di bloccare i lavori parlamentari». Con forme clamorose di
protesta: gli studenti romani intendono fare lezione al Colosseo. L'obiettivo
finale, ha ribadito uno dei leader della Rete della Sapienza, Francesco
Raparelli (protagonista anche della protesta «
Gelmini,
la protesta è contagiosa Genitori e insegnanti: <Ci penalizza>
( da "Resto
del Carlino, Il (Pesaro)" del
27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
23 Gelmini,
la protesta è contagiosa Genitori e insegnanti: «Ci penalizza» SCUOLA ASSEMBLEE
ALLA «RODARI» E AL «PIRANDELLO». DOCUMENTO DEL «MAMIANI» NEL MIRINO
Mobilitazione contro il ministro Gelmini LA PROTESTA contro la riforma della
scuola disegnata dal ministro Maria Stella Gelmini è contagiosa.
Nasce
un comitato a difesa della scuola pubblica
( da "Resto
del Carlino, Il (Pesaro)" del
27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
per
promuovere una campagna di informazione e di sensibilizzazione sugli effetti
della riforma Gelmini e per difendere il diritto allo studio ed alla formazione
di qualità. «Il comitato ? dicono i fondatori ? esprime preoccupazione per i
provvedimenti che porteranno riduzioni di risorse economiche, di insegnanti e
di tempo scuola a danno delle famiglie e della attuale qualità dell?
<Toglieteci
tutto ma non le aule> ( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
dopo il
consiglio comunale aperto, indetto venerdì sera, contro la riforma Gelmini e il
rischio di chiusura delle strutture con meno di 50 alunni. La realtà di
Montecopiolo-Villagrande vedrebbe chiudere sia le elementari (con 38 alunni)
che le medie inferiori (34). afferma il sindaco, Alessandro Nanni. L?assessore
provinciale all?
di
OSVALDO PASELLO GIOVEDÌ 30 OTTOBRE sarà il grande giorno della pr...
( da "Resto
del Carlino, Il (Rovigo)" del
27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
di OSVALDO
PASELLO GIOVEDÌ 30 OTTOBRE sarà il grande giorno della prova di forza nella
scuola contro il decreto-Gelmini che vuole riportare le elementari al maestro
unico, ridurre ore e indirizzi alle superiori e tagliare quasi 140 mila tra
docenti e Ata in tre anni. Anche il Polesine da settimane si va mobilitando:
diversi istituti hanno deciso di non fare viaggi di istruzione;
IN
UNA SCUOLA dove calano gli iscritti, come in Polesine, si deve comunque
ricorr... ( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
che tengono
im piedi la scuola locale, il decreto-Gelmini intende ricavare progressivamente
risparmi di spesa. E la tengono in piedi, in certi casi, con numeri da far
paura. Ci sono, infatti, scuole in provincia, come l?Isa di Castelmassa e l?Ipa
di Trecenta, che funzionano con 14 cattedre di supplenze tra i docenti!
Università,
voglia di confronto ( da "Resto del Carlino, Il (Modena)"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
giovedì sciopero
e corteo STUDENTI E RIFORMA GELMINI RIFLESSIONE Un momento dell?assemblea della
scorsa settimana MENTRE gli studenti delle superiori manifestano e occupano
contro la riforma Gelmini, il popolo dell?università continua la sua ragionata
opposizione. L?assemblea di Lettere e Filosofia, che la settimana scorsa ha
dato il via alla ?
LICEO
scientifico Righi in agitazione...
( da "Resto
del Carlino, Il (Cesena)" del
27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
per discutere
sul decreto Gelmini. Gli allievi che hanno desico di fare l?assemblea sono
entrati a scuola e si sono riuniti all?aperto, nel cortiletto interno, mentre
in classe la maggioranza dei loro compagni hanno svolto le lezioni regolari.
Gli studenti protestatari, tuttavia, hanno avuto la libertà di procedere e
hanno deciso di indire un corteo per giovedì,
La
protesta anti-tagli arriva anche nei licei
( da "Corriere
della Sera" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
La protesta
degli studenti contro il decreto Gelmini inizia a occupare da oggi le scuole
superiori. Autogestioni, assemblee, picchetti e mobilitazione dei collettivi,
la protesta dovrebbe estendersi a molto licei classici, scientifici e istituti
tecnici. Al Manzoni hanno formato gruppi di lavoro.
La
protesta anti-Gelmini arriva anche nei licei Oggi partono le occupazioni
( da "Corriere
della Sera" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
REDAZIONALE
La protesta anti-Gelmini arriva anche nei licei Oggi partono le occupazioni Dal
Manzoni al Berchet, assemblee e autogestioni I collettivi: «Studenti e
professori uniti contro la riforma». Via alle proteste nelle superiori: giovedì
la manifestazione Può capitare che i genitori lo esortino a dedicare un po' di
tempo allo studio.
Lezioni
in piazza e consiglio di facoltà in Galleria
( da "Corriere
della Sera" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Galleria Se a
protestare contro la Gelmini scendono (da oggi) in campo le superiori, non si
placa la mobilitazione degli studenti delle università milanesi. Nella versione
pacifica, inaugurata nei giorni scorsi: quella delle lezioni in piazza. Oggi a
Scienza politiche studenti e professori si ritroveranno al «Muretto di Abba»
(il ragazzo italiano di colore ucciso da due baristi)
Ora
fronte scuola, poi sanità e sicurezza
( da "Sole
24 Ore, Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Se quindi
ieri si sono potuti raccogliere i consensi di chi protesta per i tagli al
decreto Gelmini, il partito comincia a mobilitarsi sugli altri fronti che da
gennaio diventeranno caldi. è quello il varco su cui l'opposizione prova a
incunearsi e a rompere la luna di miele di Silvio Berlusconi: quello della
crisi economica e dei tagli alla spesa pubblica.
Federalismo
ora o forziamo Docenti, graduatorie regionali
( da "Sole
24 Ore, Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Bossi ha
sottolineato che «il ministro Gelmini ha fatto qualcosa di buono per la scuola
in un momento in cui, a parte le strumentalizzazioni, è chiaro che non ci sono
più i soldi per andare avanti come prima e adesso dovrebbe avere il coraggio di
sostituire le graduatorie nazionali degli insegnanti con graduatorie regionali»
Ancora
proteste contro il decreto Gelmini
( da "Sole
24 Ore, Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
14 autore:
Ancora proteste contro il decreto Gelmini Anche ieri è andata in scena in tutta
Italia la protesta di scuola, università e ricercatori contro la riforma
Gelmini. Lezioni fuori dagli atenei a Firenze (nella Fortezza da Basso che
ospita il Festival della creatività)e Perugia (all'interno del palazzo dei
Priori).
<LA
PROTESTA degli studenti ravennati che ha portato in questi giorni all ...
( da "Resto
del Carlino, Il (Ravenna)" del
27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Gelmini, è
stato «un episodio di inciviltà politica, da condannare con forza e
assolutamente estraneo allo spirito con cui il movimento studentesco ravennate
sta portando avanti le sue rivendicazioni». Questo il commento del sindaco,
Fabrizio Matteucci, che aggiunge: «I ragazzi devono fare di tutto perché questo
spirito non venga rovinato dalle azioni di intolleranza compiute da
Scuola,
un'altra settimana di proteste ( da "Tempo, Il"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
del decreto
Gelmini. Da oggi, ad esempio, gli studenti romani faranno lezione al Colosseo.
Tutto confermato, anche dal governo: il premier ha assicurato che andrà avanti
sul decreto Gelmini. «Hanno usato strumentalmente la scuola» ha detto
Berlusconi precisando sull'università: «Non abbiamo ancora fatto nulla e già ci
hanno mosso critiche e mosso gli studenti nelle strade»
TOR
VERGATA IN VENDITA SU E-BAY A.A.A. cercasi acquirente per la seconda università
romana,... ( da "Messaggero, Il"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
cercasi
acquirente per la seconda università romana, Tor Vergata, base d'asta: un euro
e 50 centesimi. Così ieri sul sito E-bay dove gli universitari in mobilitazione
hanno messo in vendita il proprio l'ateneo per protestare contro la riforma
Gelmini. Compreso nel prezzo vengono offerti professori, studenti e il loro
futuro.
Gelmini:
protesta di pochi Il mio modello è Obama
( da "Corriere
della Sera" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
REDAZIONALE
Gelmini: protesta di pochi Il mio modello è Obama «Niente classi separate, solo
corsi di italiano per chi non lo parla» MILANO — Il mio modello? Barack Obama.
Parola di Mariastella Gelmini. Mentre infuria la protesta della scuola e
dell'università, il ministro alla Pubblica istruzione procede diritta per la
sua strada.
Placido
e Verdone si schierano <Siamo vicini agli studenti>
( da "Corriere
della Sera" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
voluto dal
ministro della Pubblica istruzione Mariastella Gelmini «non abbiano tutti i
torti ma diverse ragioni». E prova a suggerire un percorso di avvicinamento tra
governo e scuola: «Si lavori a un tavolo come è successo per Alitalia: si
dialoga e si trovano soluzioni. Ma niente polizia: significa ritornare nella
spirale degli opposti estremismi e si rischia di finire davvero male»
<Cortei
e sit in, così bloccheremo il decreto>
( da "Corriere
della Sera" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
000 firme
ieri a Firenze a sostegno della Gelmini ROMA — L'Onda cercherà di crescere fino
a diventare, se non uno tsunami, almeno una marea. Nelle scuole e nelle
Università si apre la settimana decisiva delle contestazioni. Un programma
denso di occupazioni, sit-in, agitazioni, lezioni in piazza che, secondo gli
organizzatori, mira a fermare l'approvazione (
I
più fantasiosi, bisogna dirlo, sono gli universitari. Che la protesta
anti-Gelmini ie... ( da "Messaggero, Il"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Che la
protesta anti-Gelmini ieri l'hanno persino trasformata in un flash mob: tutti
stessi per terra, a Fontana di Trevi, con le magliette pitturate di sangue e
una scritta piuttosto esplicativa: «State uccidendo la cultura». Anche i
liceali, però, non scherzano.
Daniele
e Francesco, fuori corso Leader di giorno, precari di sera
( da "Corriere
della Sera" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
A parte
Mariastella Gelmini. Già, proprio il ministro dell'Istruzione. Francesco la
difende. Daniele l'attacca. Francesco si è messo a guidare un movimento in
difesa del ministro: «Siamo una maggioranza silenziosa », giura. Daniele è
invece uno dei leader alla guida della protesta che sta lievitando in tutti gli
atenei d'Italia: «Siamo una maggioranza e basta»
Castelnovese
A.s.d. 2 Asd Novellara 1 CASTELNOVESE A.S.D.: Pantale...
( da "Resto
del Carlino, Il (R. Emilia)" del
27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Sirocchi ASD
NOVELLARA : Brocchetta, Badu, Bensammoud, Flori, Aprile, Bertacchini, Lochiatto
(dal 70?? Balestrieri), Franzè (dal 50? Sinagra), Muoio, Creden dino, Sarracino
(dal 80? Rainieri). A disp.:Malagoli, Gelmini, Ghinoi All. Crotti Paolo.
Marcatori: Muoio (N) al 5?, Alves Medeiros Thiago (C) al 15?, Soliani al 55?
ROMA
L'errore più grave che si possa fare con i giovani, con i giovani di o...
( da "Messaggero,
Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Non si tratta
di essere pro o contro la Gelmini, pro o contro il governo. Si tratta di
intravedere un orizzonte. Sentirsi dire che ci saranno tagli non può che
alimentare frustrazioni. Servono tagli? Ci sono pochi soldi? Va bene, ma nel
caso della scuola e dell'università bisogna dire che l'istruzione e la ricerca
non possono essere "tagliate" e basta.
ROMA
- Su e-Bay in vendita l'università di Tor Vergata per un euro e 50 centesimi.
E'... ( da "Messaggero, Il"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
giorni delle
votazioni in Senato del decreto Gelmini, siano i giorni della Gelmini. Non
possiamo permettere che si approvi il provvedimento». L'appuntamento è dalle 17
di domani, a piazza Navona, a pochi passi da Palazzo Madama, per una
manifestazione a oltranza che andrà avanti fino alla mattina del 29, mercoledì,
quando è prevista al Senato la votazione del provvedimento.
Il
forfait di Zac Efron non smorza l'entusiasmo dei baby fan disneyani
( da "Corriere
della Sera" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
dalle
contestazione per la riforma Gelmini agli urletti euforici dei fratellini
minori, che non arrivano a 14 anni. Sono alcune migliaia, tra i genitori
trafelati si intravedono i mezzibusti di Cinecittà e i produttori che
rincorrono i pargoli euforici. Palloncini colorati e sventolii di pon pon come
fanno le cheer-leader.
Fuori
misura ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Gli esponenti
del mondo scolastico-universitario, per ogni punto problematico del trio
Gelmini/Brunetta/Tremonti, potrebbero far presente soluzioni in alternativa o a
complemento di quanto delineato dalla controparte. Al caso, appoggiando quanto
proposto a best practice di parallelo mondo scolastico-universitario in ambito
internazionale.
Cortei
e lezioni all'aperto Nei licei protesta non stop
( da "Corriere
della Sera" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
prevista
mercoledì 29 ottobre) al Senato del decreto Gelmini. L'appuntamento clou è per
giovedì, giorno in cui, in tutta Italia, sciopererà il personale della scuola e
si terrà a Roma la manifestazione di docenti, studenti medi ed universitari
contro il progetto governativo. Al liceo Virgilio ieri le lezioni si sono
spostate sul lungotevere.
ONDA
ANOMALA RISORSE E INTERESSI ( da "Corriere della Sera"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
per cui
avversano il decreto Gelmini. Molte sedi di Roma Tre ospitano da giorni
assemblee e dibattiti. Gran parte delle scuole medie superiori è in fermento.
Alle tradizionali autogestioni si affiancano forme inedite di conflittualità:
valga per tutti l'esempio del liceo scientifico Keplero il cui collegio docenti
ha deciso di sospendere da questa settimana le visite di istruzione,
L'<onda
anomala> a lezione sul lungotevere
( da "Corriere
della Sera" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
ombra del
Colosseo la rivolta studentesca in licei, ma anche in medie ed elementari
contro la riforma Gelmini. Domani e dopodomani la norma sarà al centro dei
lavori del Senato e giovedì le proteste culmineranno con lo sciopero generale
nella scuola indetto dai sindacati che sfileranno per le strade della capitale
con una manifestazione nazionale.
Ilaria
Pietropaoli La scuola èsul piede di guerra. Tante ...
( da "Tempo,
Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
istruzione
Mariastella Gelmini. Noi abbiamo chiesto a chi la scuola la vive
quotidianamente di esprimersi su un momento così delicato. Il nostro «viaggio»
negli istituti della provincia è iniziato proprio al liceo classico
«Turriziani» di Frosinone, dove della riforma si è parlato anche nel corso di
un recente collegio dei docenti.
L'informazione
batte la fiction ( da "Corriere della Sera"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
quella da
riformare secondo la Gelmini o quella che uscirà dalla riforma secondo i
manifestanti — tira invece nei programmi di approfondimento, segnale del
diffuso desiderio di saperne di più su un tema che tocca tutti. A capitalizzare
il trend è soprattutto Michele Santoro che, giovedì, a parlar di scuola con
Veltroni, Cota e una piazza arrabbiata,
Lezioni
in piazza. Notti bianche. E la protesta anti-Gelmini diventa anche un flash
mob. Non si ferm... ( da "Messaggero, Il (Metropolitana)"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Lunedì 27
Ottobre 2008 Chiudi Lezioni in piazza. Notti bianche. E la protesta
anti-Gelmini diventa anche un flash mob. Non si ferma la contestazione
studentesca. Da oggi una nuova settimana di mobilitazioni. Cursi all'interno
Sanità,
tagli dovuti alle scelte del governo
( da "Messaggero,
Il (Latina)" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Lunedì 27
Ottobre 2008 Chiudi «Sanità, tagli dovuti alle scelte del governo» Bevilacqua:
«Si faccia la conferenza dei sindaci». De Marchis: «Medicina la chiude la
Gelmini»
Ben
venga la conferenza dei sindaci, dove ci si può confrontare, sperando di
poterlo fare... ( da "Messaggero, Il (Latina)"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
contraddetto
più volte ma non deve più preoccuparsi perché grazie al ministro Gelmini
l'università a Latina sarà cancellata. Il sindaco - aggiunge De Marchis -
indirizzasse le proteste verso il suo governo». Lo stesso segretario ricorda,
inoltre che «scelte campanilistiche di chi ha voluto uno spezzatino tra Latina,
Terracina e Fondi dell'università oggi ci portano a queste conseguenze».
Porte
aperte ieri dalle 15 alle 19, lezioni aggiuntive gratuite autogestite e
laboratori a disposizi... ( da "Messaggero, Il (Rieti)"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
contro il
decreto legge del ministro Gelmini. «L'assemblea degli studenti - recita un
volantino - con il consenso della presidenza e dei docenti, ha deciso di
sviluppare un progetto complementare alle lezioni curriculari. L'iniziativa
consiste nel presidiare la scuola anche nei prossimi giorni, offrendo a chi ne
facesse richiesta lezioni aggiuntive gratuite e laboratori autogestiti.
Il
movimento anti Gelmini: oggi manifestazione dei licei da piazza della
Repubblica ai Fori: deviate 26 linee di bus
( da "Messaggero,
Il (Civitavecchia)" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Lunedì 27
Ottobre 2008 Chiudi Il movimento anti Gelmini: oggi manifestazione dei licei da
piazza della Repubblica ai Fori: deviate 26 linee di bus
Scuola,
decreto Gelmini al rush finale occupazioni e cortei no stop in tutta Italia
( da "Messaggero,
Il (Abruzzo)" del 27-10-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Scuola
Abstract:
Lunedì 27
Ottobre 2008 Chiudi Mercoledì il voto al Senato. Il sindacato: riaprire il confronto.
Il governo: la riforma non si cambia Scuola, decreto Gelmini al rush finale
occupazioni e cortei no stop in tutta Italia
Un
comitato di genitori ed insegnanti contro la riforma Gelmini. Il movimento è
nato qualche gi... ( da "Messaggero, Il (Pesaro)"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
riforma
Gelmini. Il movimento è nato qualche giorno fa per volontà di genitori ed
insegnanti della scuola dell'infanzia di Soria, della scuola elementare
Mascarucci e della scuola media Alighieri. L'obiettivo è quello di promuovere
una campagna di informazione e sensibilizzazione sugli effetti della riforma
Gelmini e per difendere il diritto allo studio ed alla formazione di qualità.
Gli
studenti di Agraria occuperanno le aule della Facoltà per protestare contro la
riforma Gelm... ( da "Messaggero, Il (Abruzzo)"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
di Agraria
occuperanno le aule della Facoltà per protestare contro la riforma Gelmini. Ad
annunciarlo, in una nota, è il gruppo studentesco "Progetto agraria".
Mercoledì, a partire dalle
NORCIA-
Le scuole di montagna non debbono essere chiuse, ma valorizzate e tutelate,
perché rapp... ( da "Messaggero, Il (Umbria)"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
cosiddetto
Decreto Gelmini) il Governo abbia integralmente accolto il mio ordine del
giorno relativo alla presenza e al funzionamento degli Istituti e plessi
scolastici nei centri più piccoli, soprattutto montani». Vanno contemperate due
altissime esigenze -dice il senatore- quella di conservare tutta l'attività
didattica nei piccoli centri e quella di assicurare un reale diritto all'
MACERATA
Continua la protesta studentesca. Domani, in concomitanza con la riunione, alle
15, del Se... ( da "Messaggero, Il (Marche)"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
docenti e lavoratori
precari presenti all'assemblea contro la legge 133 e il decreto-legge Gelmini.
Hanno occupato l'atrio di Scienze della Comunicazione gridando: «Ribellarsi è
giusto, noi non abbiamo paura». Lo studente-leader Emanuele Tartuferi, volto
storico del centro sociale Sisma, dice: «La cosa bella è l'assoluta spontaneità
della protesta.
Manifestazione
del Pd: i parmigiani erano 600 ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
dagli anziani
con tanto di badanti al seguito arrivando fino agli universitari sul piede di
guerra per la riforma Gelmini. Tutti insieme accomunati dal desiderio di
invocare un deciso cambio di rotta da parte dell'esecutivo ». Gli iscritti al
Pd di Parma auspicano che «la mobilitazione possa far ravvedere il governo
soprattutto sui provvedimenti riguardanti il mondo della scuola».
Appennino
ovest, i sindaci: <La riforma fa paura>
( da "Gazzetta
di Parma (abbonati)" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
incontro sul
decreto Gelmini: preoccupazione generalizzata BORGOTARO Franco Brugnoli II
Nell'ultima seduta della conferenza dei sindaci, convocata dal presidente della
Comunità montana delle Valli del Taro e del Ceno, Carlo Berni, si è parlato
della riforma scolastica del ministro Gelmini e soprattutto le sue eventuali
ricadute sul territorio della montagna.
Scintille
tra Berlusconi e Veltroni ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
A cominciare
dal decreto Gelmini, visto che sulla scuola c'è stata una «strumentalizzazione
difficilmente definibile anche di studenti e bambini». Non solo. Berlusconi
annuncia che in settimana, con il ministro Scajola, lavorerà a nuove misure
«per sostenere le imprese e per fare ciò che i conti pubblici renderanno
possibile anche per le retribuzioni»
Riforma
Gelmini, gli studenti non cedono ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Riforma
Gelmini, gli studenti non cedono ROMA II Tutto è pronto nelle scuole e nelle
università per un'altra settimana di contestazioni. Un programma ancora denso
di occupazioni, sit-in, agitazioni, lezioni in piazza che per i primi giorni
della prossima settimana mira a bloccare l'approvazione definitiva (prevista
mercoledì) al Senato del decreto Gelmini.
gli
studenti: occuperemo il ponte ( da "Nuova Venezia, La"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Ripartono
occupazioni e scioperi contro la riforma Gelmini. Gli universitari faranno
lezione all'aperto in piazza San Marco Gli studenti: occuperemo il Ponte Sfida
alla questura, giovedì traffico bloccato tra Venezia e Mestre VENEZIA. Riparte
la protesta studentesca contro la riforma Gelmini.
la
riforma della scuola ( da "Centro, Il"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
il decreto
della ministra Gelmini suona esattamente come nella scena appena delineata. Se,
invece, la scuola non può considerarsi un'azienda, ma uno dei servizi più
importanti del paese, quello in cui i valori del popolo italiano vengono
custoditi e propagati insieme alle sue conquiste e al suo sapere, alla sua
capacità d'integrazione e di crescita,
scuola,
da oggi nuove proteste in vista del voto
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
al Senato del
decreto Gelmini. E da oggi, gli studenti romani faranno lezione al Colosseo. Ma
Berlusconi è categorico («Andiamo avanti, perché le critiche al decreto Gelmini
sono strumentali», ha detto ieri sera il premier). Per contrastare l'approvazione
al Senato, i Cobas hanno organizzato una manifestazione a piazza Navona,
SCUOLA:
A MILANO UN ALTRO GIORNO DI PROTESTA, DOMANI LEZIONI IN PIAZZA DUOMO
( da "ITnews.it"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Istruzione
Mariastella Gelmini. Ancora una volta 'occuperanno' il salotto buono della
citta': piazza del Duomo si trasformera', a partire dalle 10 circa, in una
grande aula. Una lezione all'aperto per coinvolgere tutti in una protesta
contro la legge 133 "che porterebbe -sostengono i manifestanti- al
collassso del sistema universitario pubblico"
GELMINI:
Â"HO CHIESTO AI RAGAZZI SE LA SCUOLA E LÂ'U
( da "WindPress.it"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
SCUOLE
OKKUPATE ( da "TGCom"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
2008Ddl
Gelmini, protestano gli Atenei 12/10/2008"La Gelmini taglia 4mila
scuole" 20/09/2008Scuola,Gelmini contestata a Venezia 22/10/2008Scuola,Napolitano:"Serve
confronto" 22/10/2008Scuola,Berlusconi: "Nessun taglio"
21/10/2008Scuola, Famiglia Cristiana attacca 21/10/2008Scuola, lo scandalo
"supplentopoli" 20/10/2008Scuola,
Scuola,
il ministro Gelmini: "La mia riforma è ispirata ad Obama"
( da "RomagnaOggi.it"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Il modello
per la riforma della scuola promossa da Mariastella Gelmini? E' quello di
Barack Obama. Lo afferma lo stesso ministro della Pubblica istruzione in un'intervista
rilasciata al Corriere della Sera, al quale rivela di essersi ispirata al
candidato democratico alla Casa bianca per scrivere il decreto che sta
fomentando proteste in tutta Italia e in tutte le scuole,
Scuola,
nuova settimana di proteste, da poll sostegno a studenti
( da "Reuters
Italia" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Mentre il
Senato si avvia al voto finale sul decreto Gelmini, e un sondaggio indica che
gli italiani contrari alla riforma della scuola sono più numerosi dei
favorevoli, inizia oggi una nuova settimana di proteste di genitori, studenti e
insegnanti, che culminerà nello sciopero promosso dai sindacati per giovedì
prossimo, il 30 ottobre .
Gli
occhiali della Gelmini, il modello Obama e i tornelli di Brunetta. Palamara e i
fannulloni a corte ( da "Blogosfere"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Ott 0827 Gli
occhiali della Gelmini, il modello Obama e i tornelli di Brunetta. Palamara e i
fannulloni a corte Pubblicato da Eleonora, Blogosfere Staff alle 10:44 in
Italia Siamo in guerra. La causa della protesta è ancora ignota a tanti
manifestanti che pur di infamare ministri, annessi e connessi scendono in
piazza e occupano senza entrare nel merito (
I
ragionieri "occupano" lo scientifico, carabinieri a scuola
( da "Varesenews"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
lo
scientifico, carabinieri a scuola Monta la protesta per la riforma Gelmini
anche in provincia di Varese e questa mattina, 27 ottobre, alcuni studenti di
un istituto tecnico hanno occupato un vicino liceo. E? successo a Saronno dove
alcuni iscritti dell?Itcg, l?istituto tecnico per ragionieri e geometri ?Zappa?
Un
amo del Pdl per separare Walter e Tonino
( da "Stampaweb,
La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
scuola della
Gelmini i giochi sembrano già fatti (sarà approvato dopodomani dal Senato). Ma
c?è ancora da scrivere il disegno di legge sull?Università: su questo terreno
ci potrà essere l?altra apertura. «Sempre che - ha confidato la Gelmini - il Pd
e il mondo universitario siano disposti a sedersi attorno a un tavolo e
discutere nel merito delle nostre proposte,
La
mobilitazione continua ma la Gelmini non cede
( da "Stampaweb,
La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
per Maria
Stella Gelmini, infatti, lo sciopero contro la scuola del 30 ottobre «è il
solito vecchio rito di chi difende l?indifendibile. Dopo, credo che si potrà
riprendere a confrontarsi con le riforme. Ovviamente, con chi fa proposte».
Quanto ai tagli, Gelmini sottolinea: «bisognava anche riportare tutti alla
realtà.
La
settimana di passione della Gelmini
( da "Stampaweb,
La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
settimana
durissima quella che inizia oggi per Mariastella Gelmini, che mercoledì porterà
a casa l?approvazione definitiva del contestato decreto 133, ma non potrà
eludere altri scontri con la piazza. Specie dopo che il premier ha deciso per
la linea dura: «Andiamo avanti - ha detto - facendo le cose di buon senso in
programma, qualunque cosa dicano Veltroni o chiunque altro dell?
Studenti
: nuovi sit-in aspettando giovedì
( da "Metronews"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Il dissenso
nei confronti del ministro della Pubblica istruzione Gelmini è lampante. Anche
ieri hanno risposto quasi duemila persone alla mobilitazione promossa
dall?Università La Sapienza di Roma, alla quale hanno preso parte studenti,
docenti e genitori. «Sul decreto andremo avanti - ha detto di nuovo Berlusconi
- perché questo dissenso è esclusivamente strumentale».
Settimana
calda per atenei e licei milanesi
( da "Metronews"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
università e
la riforma Gelmini. Si parte oggi alle 12 con un?assemblea al Politecnico che
si preannuncia molto partecipata data la presenza di alcuni docenti. Mezz'ora
più tardi assemblea anche alla facoltà di Scienze Politiche della Statale. Alle
14.30 gli studenti si trasferiranno al “
Università,
protesta continua. Una giornata in piazza con gli studenti
( da "Panorama.it"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
il 3 novembre
assedio al Politecnico dove sono attesi Gelmini e Tremonti, il 14 corteo
studentesco nazionale a Roma. Da dove, intanto, arrivano brutte notizie per i
contestatori: "Il ministro Gelmini è intenzionata a proseguire e non
ritirerà il decreto
Scuola:
scioperi, sit-in e manifestazioni in tutta Italia
( da "Voce
d'Italia, La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Cronaca
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piazza contro la Gelmini *Scuola, anche a Milano lezioni all'aperto Guarda
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Il
liceo "Turriziani" sciopera
( da "Tempo,
Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
istruzione
Mariastella Gelmini. Noi abbiamo chiesto a chi la scuola la vive
quotidianamente di esprimersi su un momento così delicato. Il nostro «viaggio»
negli istituti della provincia è iniziato proprio al liceo classico
«Turriziani» di Frosinone, dove della riforma si è parlato anche nel corso di
un recente collegio dei docenti.
L'affondo
di Berlusconi E' la sinistra delle frottole
( da "Tempo,
Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
A cominciare
dal decreto Gelmini, visto che sulla scuola c'è stata una «strumentalizzazione
difficilmente definibile anche di studenti e bambini». Non solo. Berlusconi
annuncia che in settimana, con il ministro Scajola, lavorerà a nuove misure
«per sostenere le imprese e per fare ciò che i conti pubblici renderanno
possibile anche per le retribuzioni»
STUDENTI
E DOCENTI INSIEME. Giovedì lo sciopero generale. Striscioni anche alla Normale
( da "Arena.it,
L'" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
la cui
assemblea ha votato una mozione che boccia senza appello i decreti Gelmini. Per
Buontempo della Destra, è «inquietante il silenzio dell?organizzazione
giovanile di An di fronte alle sprovvedute iniziative della Gelmini e alle
dichiarazioni irresponsabili di Berlusconi». Il quale dice: «Andiamo avanti a
fare cose che sono nel programma qualunque cosa dica Veltroni».
I
figli di Michele e Walter ( da "Opinione, L'"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Michele
Santoro ha dedicato alle occupazioni delle scuole in segno di protesta contro
il decreto Gelmini. Un po? per quello che è stato detto. Magari
inavvertitamente ma esplicitamente a proposito delle classi separate per gli
immigrati che non conoscono l?italiano. Un po? per quello che hanno fatto
venire in mente in fatto di scuole pubbliche e di scuole per pochi
privilegiati.
SCUOLA
IN SUBBUGLIO/1. Studenti e docenti fianco a fianco contro la riforma proposta
dal ministro Gelmini ( da "Arena.it, L'"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Studenti e
docenti fianco a fianco contro la riforma proposta dal ministro Gelmini
Università, assemblee e lezioni nelle piazze In forme più blande che in altre
città sta continuando la protesta contro le novità che porterebbe la legge 133
Elisa Pasetto Docenti e studenti sono tutti d?accordo: il D-day
dell?
A
rischio anche i conversatori di madrelingua
( da "Arena.it,
L'" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
nbsp Alle
proteste contro la legge Gelmini si aggiungono anche gli insegnanti di lingua
straniera, convinti che la riforma costringerà a dire addio a una figura
importante per l?insegnamento delle lingue: i conversatori di madrelingua.
Spiega Mariangela Persona, professoressa di francese al liceo scientifico e
linguistico Fracastoro: «Un problema in più si profila all'
Scuola,
la contromobilitazione ( da "Opinione, L'"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
della
sinistra e difendere il piano di riforma di Mariastella Gelmini. Mercoledì
scorso, dal quartiere generale di Forza Italia, è stata inviata una mail a
tutti i parlamentari del Popolo della Libertà. Contenuto, due allegati: un
pieghevole di otto pagine in cui si elencano punti salienti e ragioni della
riforma e un volantino fronte retro in cui si critica l?
"La
Gelmini è come Giovanna D'Arco"
( da "Opinione,
L'" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
, perchè da
un lato la Gelmini ?avrebbe fatto meglio a coinvolgere preventivamente un po?
di più?, mentre dall?altro ?il centrosinistra doveva documentarsi più a fondo,
perchè non siamo di fronte ad un riforma?. La Gelmini, senza coinvolgere la
controparte ?ha dato l?
Cattivi
maestri e brave maestre ( da "Opinione, L'"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
invece contro
una riforma Gelmini che non c?è, se non nel buon senso di introdurre un minimo
di disciplina fra gli studenti e un po? di sana amministrazione da buon padre
di famiglia nella mangiatoia sindacale. A proposito: perché non imporre
d?autorità la visione del film ?
Il
Cavaliere prima della Bellucci ( da "Opinione, L'"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
il ministro
della Pubblica Istruzione Gelmini, quarta nel ranking del parlato Tv, accusa
prima la sinistra di strumentalizzare la protesta degli atenei ??Ha fatto una
campagna terroristica che ha diffuso false informazioni alle famiglie?- poi
annuncia un imminente incontro con le associazioni degli studenti, degli
insegnanti e dei genitori per discutere della riforma.
La
Prof sale in cattedra ( da "Opinione, L'"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
incentrata
sulle proteste del mondo della scuola contro la riforma proposta dal ministro
Gelmini, e con la partecipazione in studio del segretario del Partito
Democratico Walter Veltroni. ?Annozero? è stato seguito in prevalenza dal
pubblico maschile (23,37% di share), di età superiore ai 55 anni, appartenente
alla classe socio-economica alta (28,81%) e in possesso di laurea (33,43%).
Università,
contro la riforma scendono in piazza...le lezioni
( da "Gazzetta
di Parma Online, La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Per
protestare contro la riforma Gelmini, gli universitari parmigiani scenderanno
in piazza. Sì, ma per fare lezione. Nel cuore della città, gli studenti e i
professori porteranno la cultura, per mostrare a tutti quanto è fondamentale
per il domani. I corsi, insomma, si terranno in piazza.
Il
premier: <Veltroni si riposi governeremo altri 5 anni>
( da "Giornale
di Vicenza.it, Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Veltroni si
riposi governeremo altri 5 anni» Riforma Gelmini Il Governo va avanti il Senato
si prepara a votare il decreto Sale la protesta4 Grande Guerra Vittorio Veneto
perde il suo ultimo ?cavaliere?: pavese di 110 anni4 La manifestazione
di sabato del Partito democratico a Roma continua a suscitare reazioni e
polemiche.
Scuola,
la protesta diventa creativa ( da "Giornale di Vicenza.it, Il"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
la cui
assemblea ha votato una mozione che boccia senza appello i decreti Gelmini. Per
Buontempo della Destra, è «inquietante il silenzio dell?organizzazione
giovanile di An di fronte alle sprovvedute iniziative della Gelmini e alle
dichiarazioni irresponsabili di Berlusconi». Il quale dice: «Andiamo avanti a
fare cose che sono nel programma qualunque cosa dica Veltroni».
Crisi,
Berlusconi: "Interverremo sugli stipendi"
( da "Giornale.it,
Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
anche perché
le critiche piovute sul decreto Gelmini «sono strumentali». Ecco i punti
chiave. Ecco come il premier risponde alla piazza, al Pd e al suo leader. E
così, dopo la missione in Cina, dove ha preso parte al vertice economico
euroasiatico, il Cavaliere approfitta del suo rientro a Roma per togliersi,
diciamo così, parecchi sassolini dalle scarpe.
Il
Veltroni Pride è già finito, Walter riempie la piazza ma si risveglia senza
linea ( da "Giornale.it, Il"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
La Gelmini ha
ragione quando dice che nella scuola non si spende poco ma si spende male»,
ammette Tonini, che assieme a Enrico Morando e Claudio Novelli ha curato anche
i delicati passaggi del comizio veltroniano di sabato sull?argomento. Che
quelli del Circo Massimo fossero due milioni e mezzo come hanno sparato gli
organizzatori,
<Sì
dei sindacati al Comuneora il tavolo con la Regione>
( da "Sicilia,
La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Catania
Vincenzo Ossino critica il decreto legge del ministro Gelmini rilevando come
«mentre nelle scuole catanesi i genitori provvedono a turno a fornire la carta
igienica, i bicchieri, l'acqua da bere, e nelle università catanesi gli
studenti sono costretti a fare lezione in aule strapiene, con carenza
drammatica di personale docente, il ministro taglia ulteriormente risorse per
l'
Giovedì
30 tutti in piazzaScuola. ( da "Sicilia, La"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Si allarga il
fronte delle adesioni alla manifestazione provinciale indetta contro la riforma
Gelmini Sarà uno sciopero sentito e partecipato quello in programma per giovedì
prossimo ad Agrigento. Si allunga infatti sempre di più l'elenco delle scuole
partecipanti allo sciopero provinciale di giorno 30 ottobre, contro la riforma
dell'istruzione «Gelmini».
Palma,
il preside dell'Odierna <D'accordo con gli studenti>
( da "Sicilia,
La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Gelmini, ma
nel contempo ha dato loro via libera per permettere ai suoi allievi di
manifestare oggi lunedì per le vie del paese. Il dirigente scolastico dello
scientifico Odierna in sostanza con gli studenti del suo istituto ha utilizzato
il bastone e la carota, criticandoli perché hanno perduto nella scorsa
settimana ben 7 giorni di lezioni con un atteggiamento quindi non certo
Scuola,
settimana caldaBerlusconi: avanti tutta
( da "Sicilia,
La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
con un
crescendo di proteste degli studenti fino all'approvazione al Senato del
decreto Gelmini (probabilmente mercoledì) e dello sciopero di giovedì.
Berlusconi ha ribadito ieri che il governo non intende fare marcia indietro
sulla riforma e ha denunciato strumentalizzazioni. Nella foto lezione in
piazza.
Nell'Ennese
31 scuole sottodimensionateappello di Galvagno contro eliminazione
( da "Sicilia,
La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Gelmini
continuano a sostenere che il 97% della spesa pubblica della scuola serve a
pagare gli stipendi di chi ci lavora». «Questi dati - sottolinea Elio Galvagno
- vengono smentiti non dal me ma dall'Ocse nella pubblicazione "Education
at a Glance" del 2007, nella quale l'Italia risulta allineata alla media
Ocse ed ha una spesa per gli stipendi persino inferiore a quella della
Germania.
Lezioni
di vita in memoria di IvanPiazza Armerina.
( da "Sicilia,
La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
approvazione
del Decreto Gelmini, molte scuole secondarie e università in tutta Italia sono
in stato protesta, con cortei, occupazione o autogestione; e non fanno
eccezione i licei leonfortesi. Mentre gli alunni del Liceo scientifico
"Enrico Medi" sin dall'inizio hanno occupato gli spazi della
struttura scolastica, protestando senza accettare condizionamenti da preside e
docenti,
Anche
i due licei si schieranocontro la riforma della Gelmini
( da "Sicilia,
La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
schierano
contro la riforma della Gelmini Gagliano. Oggi ricorre il 46° anniversario
della morte di Enrico Mattei. Al centro del pensiero dei gaglianesi il ricordo
dolente e nostalgico del benefattore perduto. Era il 27 ottobre del 1962 quando
Mattei, dopo essere partito da Gagliano al termine di uno storico comizio,
scomparve in un misterioso incidente aereo tra i cieli di Bescapè,
Il
decreto Gelmini verso l'approvazioneLezioni al Colosseo e crescendo di proteste
( da "Sicilia,
La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Il decreto
Gelmini verso l'approvazione Lezioni al Colosseo e crescendo di proteste Roma.
Due milioni è mezzo di persone in piazza? «È la sinistra delle frottole».
Veltroni? «Ha perso, vada a riposarsi per 5 anni». Dice che l'Italia è migliore
di chi la governa?
scontro
tra il ministro della funzione pubblica e il sindacato delle toghe
( da "Sicilia,
La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
al Senato del
decreto Gelmini. E da oggi gli studenti romani faranno lezione al Colosseo. Per
contrastare l'approvazione al Senato, i Cobas hanno organizzato una
manifestazione a piazza Navona, a pochi passi da Palazzo Madama, a partire
dalle 17 di domani. L'iniziativa proseguirà senza sosta fino al mattino dopo
quando è prevista la votazione.
Il
cadavere di un giovaneall'interno di una <Smart>
( da "Sicilia,
La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Venerdì
prossimo il Senato trasformerà in legge il decreto Tremonti-Gelmini sulla
riforma contestata già duramente e trasversalmente da Atenei e scuole superiori
di tutta Italia. Dopo cascate e fiumi di parole sull'oggetto del dissenso da
parte degli studenti in assemblee e cortei, dopo le critiche mosse ai docenti
sui potenti baronati, Palermo è pronta a partecipare ai giochi.
<Degrado
nelle case Iacp> ( da "Sicilia, La"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
"Nel
decreto legge Gelmini non si parla di Università e di scuola superiore,
piuttosto riguarda principalmente la scuola primaria e la scuola media
inferiore ? dice Chiavola, portavoce di Gioventù Italiana - Nella legge 133, la
più discussa, riguardante la privatizzazione dell'Università e il taglio dei
fondo ordinario,
Protesta
della scuolail Pd aderisce al corteo
( da "Sicilia,
La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
ritiene che
il Decreto legge varato dal ministro Gelmini adotta nei contenuti una serie di
provvedimenti dannosi per il sistema scolastico italiano e, sul piano del
metodo, è una riforma che non si è fatta forza né di un serio dibattito
parlamentare, né di un dialogo con le forze che operano nel mondo della scuola.
"La
manifestazione degli studenti un segno di civiltà e di unità"
( da "Corriere
Adriatico" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Il Cobas
scuola dopo il corteo contro la riforma Gelmini "La manifestazione degli
studenti un segno di civiltà e di unità" SENIGALLIA - "La
manifestazione di venerdì a Senigallia ha visto centinaia di studenti sfilare
per le vie della città con passione e allegria dimostrando unità ed idee
chiare".
Una
serata parlando di scuola ( da "Corriere Adriatico"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
nazionale
contro la riforma della scuola voluta dalla ministra Gelmini. "Molti i
sondaggi che rivelano un consenso diffuso attorno al progetto di cambiamento
messo in atto da questo governo", sottolinea Patrizia Smacchia, segretaria
del Pd locale, "ma allora non si comprende perchè in tutta Italia stia
crescendo giorno dopo giorno una grande mobilitazione per opporsi a questa
riforma"
Berlusconi:
"E' la sinistra delle frottole"
( da "Corriere
Adriatico" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
A cominciare
dal decreto Gelmini, visto che sulla scuola c'è stata una
"strumentalizzazione difficilmente definibile anche di studenti e
bambini". Non solo. Berlusconi annuncia che in settimana, con il ministro
Scajola, lavorerà a nuove misure "per sostenere le imprese e per fare ciò
che i conti pubblici renderanno possibile anche per le retribuzioni"
Gli
studenti non mollano, da oggi nuove proteste
( da "Corriere
Adriatico" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
del decreto
Gelmini. E da oggi, gli studenti romani faranno lezione al Colosseo. Tutto
confermato, anche dal governo: il premier Silvio Berlusconi ha assicurato che
andrà avanti sul decreto Gelmini. "Hanno usato strumentalmente la
scuola" ha detto Berlusconi precisando sull'università: "non abbiamo
ancora fatto nulla e già ci hanno mosso critiche e mosso gli studenti nelle
strade"
Italie
: Walter Veltroni reprend l'offensive contre Silvio Berlusconi
( da "Monde,
Le" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Les slogans
contre la ministre de l'éducation, Mariastella Gelmini, étaient les favoris des
manifestants de samedi. Et la mobilisation dans les écoles, les lycées et les
universités n'est pas près de s'arrêter. Une grève générale de l'école est
convoquée le 30 octobre. Le 14 novembre, ce sera au tour de l'université.
Riforma
Gelmini, i genitori: 'Siamo preoccupati. No, abbiamo paura!'
( da "Voce
d'Italia, La" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
A
Roma sfilano in migliaia Ma gli studenti si spaccano
( da "Corriere.it"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
in vista
della votazione finale al Senato del decreto Gelmini sul maestro unico (leggi
il testo del decreto 137), prevista mercoledì, un giorno prima dello sciopero
promosso dai sindacati. ROMA - Nella capitale circa 5-6 mila studenti, a detta
degli organizzatori, hanno manifestato in corteo sfilando da piazza della
Repubblica fino a piazza Venezia.
Bossi
sprona la Gelmini: graduatorie regionali per i prof
( da "Gazzettino,
Il (Udine)" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Bossi sprona
la Gelmini: graduatorie regionali per i prof RomaNOSTRA REDAZIONE«La Gelmini ha
fatto qualcosa di buono per la scuola in un momento in cui, a parte le
strumentalizzazioni, è chiaro che non ci sono più i soldi per andare avanti
come prima. E adesso dovrebbe avere il coraggio di sostituire le graduatorie
nazionali degli insegnanti con graduatorie regionali»
A
Fellette nuova palestra e aule-laboratorio all'avanguardia
( da "Gazzettino,
Il (Vicenza)" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Negli
interventi diversi accenni alla riforma Gelmini A Fellette nuova palestra e
aule-laboratorio all'avanguardia In un momento di profonda crisi economica e di
acceso dibattito sulla scuola, ieri, a Fellette di Romano, è stata inaugurato
quello che molti ritengono un gioiello di edilizia scolastica moderna, costato
complessivamente 3 milioni 750 mila euro,
La
protesta studentesca esplode tra i maratoneti
( da "Gazzettino,
Il (Venezia)" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
protesta ha
espresso il suo dissenso verso la riforma del ministro Gelmini e i tagli che il
Governo ha previsto nel mondo dell' università e della scuola. Più di 500
persone hanno voluto gridare la loro preoccupazione per una politica "che
uccide l'università e la ricerca" e che "farà fuggire i cervelli
italiani all'estero, compromettendo il futuro dei giovani e dell'intero
Paese".
Scuola,
quattro giorni caldi ( da "Gazzettino, Il (Treviso)"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
del decreto
Gelmini. E da oggi, gli studenti romani faranno lezione al Colosseo. Tutto
confermato, anche dal governo: il premier Silvio Berlusconi ha assicurato che
andrà avanti sul decreto Gelmini. «Hanno usato strumentalmente la scuola» ha
detto Berlusconi precisando sull'università: «Non abbiamo ancora fatto nulla e
già ci hanno mosso critiche e mosso gli studenti nelle strade»
ELENA
ROMANAZZI ROMA. NON MOLLANO GLI STUDENTI E NON MOLLANO I SINDACATI. E L'ESECUTIVO
NON ... ( da "Mattino, Il (Circondario Sud1)"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Mariastella
Gelmini, va avanti. E a partire da oggi le manifestazioni si moltiplicheranno
in tutte le città italiane. Se senatori e deputati del Pdl andranno in giro
nelle scuole dei loro collegi elettorali a distribuire e a spiegare il senso
delle misure, sul fronte opposto le parti sociali, i docenti, le famiglie e
soprattutto i giovani studenti,
RIFORMA:
VOTAZIONI A RAFFICA SUL DECRETO MURO CONTRO MURO GELMINI-STUDENTI
( da "Mattino,
Il (Circondario Sud1)" del
27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Riforma:
votazioni a raffica sul decreto muro contro muro Gelmini-studenti
SCUOLA,
SCATTA LA SETTIMANA PIù CALDA ( da "Mattino, Il (City)"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
DOPO LA NOTTE
BIANCA, VIA A NUOVI SIT-IN E CORTEI CONTRO LA RIFORMA GELMINI Scuola, scatta la
settimana più calda
TERESA
BARTOLI ROMA. CON LA SINISTRA DELLE FROTTOLE NON SI PUò DIALOGARE O COLLA...
( da "Mattino,
Il (Benevento)" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
come aveva
invece suggerito il segretario del Pd - sia sul decreto Gelmini sulla scuola
che non sarà certo ritirato. Berlusconi liquida come «insulsaggini» non degne
di risposta le parole con cui Veltroni, al Circo Massimo, aveva parlato di
un'Italia migliore di chi la governa. E, fidandosi evidentemente dei dati della
questura e di quel che gli hanno riferito i suoi,
SEGUE
DALLA PRIMA. ( da "Gazzettino, Il (Treviso)"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
benissimo ha
fatto il Ministro Gelmini a far riemergere dal passato il voto in condotta. E
anche a riprendere il principio chiave secondo cui un basso voto nel
comportamento comporta la bocciatura. Non aver acquisito i fondamentali del
vivere civile di cui il comportamento scolastico è specchio e palestra
giustamente deve essere stigmatizzato.
DIANA
CATALDO CORRE SUL WEB LA PROTESTA DEI PROF NAPOLETANI. ANCHE I DOCENTI PRENDONO
POSIZIONE C... ( da "Mattino, Il (Salerno)"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
docenti
prendono posizione contro la riforma Gelmini, e in rete fioccano attestati di
dissenso. Le occupazioni delle scuole no, non le condividono, ma sui contenuti
della protesta non si discute. I docenti del Vico in un documento sul sito del
liceo si dicono indignati «di fronte agli interventi del Governo in materia
scolastica per il grave attacco alla democrazia perpetrato con l'
Sul
palco solo "lui"... ( da "Napoli.com"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
non hanno
nemmeno 7 anni e sono già in piazza a protestare contro la Gelmini? chi ce li
ha portati? Indovinate un po??! I ?fantasmi? di Veltroni hanno organizzato in
tutte le regioni staffette di senatori per aizzare gli studenti. Una tal Pina
Piccierno o Piccienno, o Picierno, ministro ombra delle poliche giovanili, pare
cresciuta politicamente alla corte di De Mita, dice: ?
La
Gelmini, la protesta degli studenti e il suo nuovo guru: Obama
( da "Blogosfere"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Ott 0827 La
Gelmini, la protesta degli studenti e il suo nuovo guru: Obama Pubblicato da
Francesca A., Blogosfere staff alle 14:14 in Politiche culturali Siamo in
guerra. La causa della protesta è ancora ignota a tanti manifestanti che pur di
infamare ministri, annessi e connessi scendono in piazza e occupano senza
entrare nel merito (
Studenti
in piazza: "La Gelmini vuol giocare a nascondino"
( da "Varesenews"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
La Gelmini
vuol giocare a nascondino?: «Non ci è piaciuto il forfait della Gelmini avrebbe
dovuto venire qui e rispondere alle nostre domande e sollecitazioni ? commenta
Carlo Andrea Benetti, rappresentate d'istituto dei licei gallaratesi e
coordinatore dell'Unione studenti di Gallarate -.
Scuola,
conto alla rovescia ( da "AprileOnline.info"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
la settimana
decisiva per il movimento che si oppone al decreto del ministro Mariastella
Gelmini e che dovrebbe essere approvato definitivamente il 29 ottobre Mancano
solo due giorni allo scadere del decreto taglia scuola, promosso dal ministro
Gelmini su dettatura di Tremonti , e che per entrare in vigore dovrebbe essere
approvato dal Senato entro il 29 ottobre.
La
speranza del Psi: una sinistra riformista
( da "AprileOnline.info"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
le
manifestazioni di studenti e docenti contro il decreto Gelmini dominano le
pagine dei quotidiani. Occupazioni e lezioni in piazza, una partecipazione
giovanile forse inaspettata. Quali osservazioni ne può trarre? E' una protesta
giusta, fra l'altro condotta con dei metodi assolutamente democratici,
apolitica.
Quello
che i loggionisti non capiscono ( da "AprileOnline.info"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Gelmini
almeno lo capisce pure lei. Ma al di là delle scelte sciagurate del Robin Hood
tarocco, i loggionisti ignorano che gli studenti reagiscono anche a causa del
marciume complessivo del sistema Italia. Se infatti in Italia vigesse, ad
esempio, un livello decente di meritocrazia, un giovane sarebbe anche disposto
a rischiare di più e accettare una situazione temporanea di precariato
La
morte della speranza ( da "AprileOnline.info"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
la Gelmini
taglia otto miliardi a tutto il sistema scolastico di ogni ordine e grado e
prefigura il declino della scuola pubblica a vantaggio di forme selvagge di
colonizzazione (fondazioni) e privatizzazioni. La sanità è stata privata dei
mezzi per l'ordinaria assistenza e si avvia anche qui verso livelli bassissimi
(eravamo il secondo sistema sanitario del mondo)
Veltroni
al Circo ( da "Voce d'Italia, La"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Politica
Articoli correlati: *Di Pietro:" La manifestazione del Pd? Ci sentivamo a
casa nostra" *Pd: al via la manifestazione al Circo Massimo *Gelmini:
?Veltroni ha fatto della scuola terreno di scontro" Guarda tutti i
correlati
Scuola.
Il consiglio provinciale di Ravenna vota odg che respinge il dl proposto dal
governo ( da "Sestopotere.com"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
del giorno
riguardante i provvedimenti del Dl Gelmini, presentato dai gruppi Pd e Rc;
hanno votato contro i gruppi An e FI-PdL, astenuta l?Udc. Respinto invece un
respinto l?o.d.g. sullo stesso tema, presentato dai gruppi An e FI-PdL.
Nell?o.d.g. approvato si legge: “Considerato che la qualificazione del sistema
scolastico e formativo è fondamentale per la crescita civile,
Inaugurata
una nuova scuola a Castel San Giovanni (PC)
( da "Sestopotere.com"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
A Piacenza
con la riforma Gelmini sono a rischio chiusura 30 scuole, di cui oltre 20
elementari e 8 medie, da Ottone a Lusurasco, da Morfasso a Roncaglia, da
Ferriere a San Pietro, da Besenzone a Nibbiano. Oltre 1.000 le famiglie
coinvolte, oltre 300 i posti di lavoro di lavoro che si perderebbero.
Famiglia
Cristiana: "Ritirare il dl Gelmini Non è una riforma, sono semplici
tagli" ( da "TGCom"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
LA PROTESTA
SUL DECRETO-GELMINI Tgcom 27/10/2008Dl Gelmini,gli studenti non mollano
25/10/2008Scuola, la protesta non si placa 24/10/2008Scuola,proteste al
Festival di Roma 23/10/2008Scuola, "fermezza contro violenze"
23/10/2008Scuola, la Gelmini apre a confronto 22/10/2008Scuola, ancora cortei
nelle città 22/10/2008Prof: "Se non scioperi,
IDV:
CON RIFORMA GELMINI DIFFICOLTAâ PER AREE INTERNE
( da "Basilicanet.it"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
IDV: CON RIFORMA
GELMINI DIFFICOLTAâ?? PER AREE INTERNE 27/10/2008 16.45.11 [Basilicata] Idv
sostiene la protesta degli studenti, insegnati e genitori che in questi giorni
fanno fronte comune contro la legge-beffa del Ministro Gelmini. Ad essere
maggiormente penalizzate â?
(AGR)
â LE PROPOSTE DELLA PIAZZA AL GOVERNO DEI FACINOROSIâ (
da "Basilicanet.it"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
protestare
contro il decreto Gelmini. In piazza San Rocco, antistante lâ??ateneo, erano oltre
mille i presenti che hanno assistito agli interventi del rettore Antonio Mario
Tamburro, dellâ??assessore regionale Vincenzo Santochirico e degli stessi
studenti. â??In queste settimane in tutte Italia si moltiplicano le iniziative
e le manifestazioni contro una riforma che demolisce ciò²
En
Italie, Veltroni reprend l'offensive contre Berlusconi
( da "Monde,
Le" del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Les slogans
contre la ministre de l'éducation, Mariastella Gelmini, étaient les favoris des
manifestants de samedi. Et la mobilisation dans les écoles, les lycées et les
universités n'est pas près de s'arrêter. Une grève générale de l'école est
convoquée le 30 octobre. Le 14 novembre, ce sera au tour de l'université.
Ups
in difesa della scuola sarda ( da "Sardegna oggi"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
applicazione
della Riforma Gelmini in Sardegna, dal momento che il criterio delle piccole
isole o delle situazioni particolari è presente nella quasi totalità del
territorio sardo.E? l?impegno assunto dagli assessori provinciali alla Pubblica
istruzione in una riunione svoltasi nei giorni scorsi, a Oristano, su
iniziativa del vice presidente dell?
Piano
provinciale della rete scolastica, incontro tra l'assessore Consiglio ed i
dirigenti scolastic ( da "Grecale, Il"
del 27-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Gelmini?, sia
un?occasione per valorizzare il nostro sistema scolastico”. La riunione
odierna, come detto, è stata soltanto una delle tappe che porteranno alla
redazione del documento. Due nuovi incontri sono stati infatti già convocati
per giovedì e venerdì.
Bologna: scuola, giovedì corteo anti-Gelmini ( da "RomagnaOggi.it" del
27-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Abstract: in prima linea per la protesta anti-Gelmini
ancora in corso in quasi tutte le facoltà di Bologna. Il prossimo appuntamento
cruciale sara', ha spiegato lo studente 26enne di Lettere, "il grande
corteo cittadino autorganizzato di tutto il mondo della formazione di Bologna
che si terra' giovedi', con concentramento alle 9.
"Sblocco studentesco" occupa il liceo Grassi ( da "Varesenews" del
27-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Abstract: le proteste contro la riforma Gelmini sono
proseguite con una assemblea nel pomeriggio. Riunione durante la quale è stata
decisa l?occupazione del liceo scientifico G.B. Grassi. Ma non solo. Sono stati
anche definiti i prossimi passi per far proseguire la protesta anche nelle
giornate di martedì, mercoledì e giovedì (giorno della manifestazione
nazionale)
A Roma il corteo degli studenti si spacca ( da "Stampaweb, La" del
27-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Abstract: che cercheranno di farsi ricevere dal
ministro Gelmini. Da segnalare, infine, un editoriale di Famiglia Cristiana che
chiede «il ritiro o la sospensione del decreto Gelmini». Si annuncia così una
nuova settimana di mobilitazioni. Oggi, domani e mercoledì sono previsti
scioperi, autogestioni con pernotto, notti bianche, lezioni all?
Brutta copia ( da "AprileOnline.info" del
27-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Abstract: E la signora Maria Stella Gelmini ama
"vincere facile". Ma a troppo osare, si rischia di cadere ed ecco
quindi arrivare l'ennesimo scivolone: la Gelmini dichiara di ispirarsi ad Obama
nel suo decreto taglia scuola. Badate bene, che negli Usa ci siano molte spine
è un dato di fatto, basterebbe pensare al sistema sanitario tutto basato sulle
assicurazioni private (
Scuola, a Roma sfilano in migliaia Ma il corteo degli
studenti si spacca ( da "Corriere.it" del
27-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Abstract: in vista della votazione finale al Senato
del decreto Gelmini sul maestro unico (leggi il testo del decreto 137),
prevista mercoledì, un giorno prima dello sciopero promosso dai sindacati. ROMA
- Nella capitale circa 5-6 mila studenti, a detta degli organizzatori, hanno
manifestato in corteo sfilando da piazza della Repubblica fino a piazza
Venezia.
Scuola, Famiglia Cristiana all'attacco: "Decreto
Gelmini è solo un taglio di spesa" ( da "RomagnaOggi.it" del
27-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Abstract: Anche Famiglia Cristiana si schiera contro
il governo sul tema del decreto Gelmini. Nel numero in edicola questa
settimana, il giornale dei ?paolini' critica l'Esecutivo. "Non chiamiamo
riforma un semplice taglio di spesa" e' il titolo dell'editoriale
d'apertura del giornale. "Nel mirino c'e' una legge approvata di corsa, in
piena estate.
Gelmini: lo sciopero del 30? Un rito della sinistra. Il
mio modello è Obama ( da "Panorama.it" del
27-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Abstract: Gelmini: lo sciopero del 30? Un rito della
sinistra. Il mio modello è Obama Posted By redazione On 27/10/2008 @ 12:52 In
Headlines, NotiziaHome | No Comments [1] Un'altra [2] settimana densa, anzi
piena di occupazioni, sit-in, agitazioni. Non si femano i contestatori delle
scuole e nelle università, in vista dell'approvazione al Senato (
All'Auditorium il film fuori programma degli studenti ( da "Articolo21.com" del
27-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Abstract: a reclamare il ritiro del decreto Gelmini, è
stato un film fuori programma al quale è valso la pena assistere. Gli studenti
dell?autunno caldo 2008, figli di una sovraesposizione mediatica, ricambiano
l?insegnamento e occupano i canali dei media con la loro protesta. Sanno come
sia importante non abbassare il livello d?
( da "Stampa, La" del 27-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Marcello
Sorgi ULTIMI FUOCHI Da sinistra a destra, all'indomani del corteo del 25
ottobre, tutti si chiedono cosa farà Veltroni, quali saranno le sue prossime
scadenze, quali i suoi nuovi obiettivi. Ieri Berlusconi lo ha punzecchiato,
minimizzando la riuscita della manifestazione di sabato. Ma il segretario del
Pd, in un'intervista al Tg1, ha cercato egualmente di capitalizzare il
risultato che per molti ha segnato la rinascita del suo partito e della sua
leadership personale, dopo i lunghi mesi difficili seguiti alla sconfitta
elettorale e all'abbandono della strategia del dialogo con il governo,
inaugurata, e subito accantonata, in apertura della legislatura. In qualche
modo Veltroni è oggi nella stessa situazione in cui si trovava Berlusconi nel
2006: con un colpo di schiena s'è rimesso in piedi, dopo un periodo in cui
pareva giorno dopo giorno soccombere agli attacchi interni delle varie
componenti del Pd e alla dura campagna di delegittimazione orchestrata dal
centrodestra nei suoi confronti. E anche se, diversamente dal Cavaliere
quand'era all'opposizione, realisticamente non può puntare alla caduta del
governo, ben più solido di quello traballante di Prodi, Veltroni deve comunque
fare una scelta, tra la spinta antagonista venuta dai marciatori del Circo
Massimo e l'identità riformista, di vera alternativa di governo, che il Pd s'è
data fin dalla nascita. Al dunque, questa è la vera differenza tra i due cortei
e i due popoli che in meno di due anni hanno sfilato per le stesse vie di Roma,
mostrando le due facce prevalenti di un Paese che tuttavia coltiva ancora una
diffidenza di fondo per la politica. Mentre infatti Berlusconi marciava alla
testa della sua gente per obiettivi che erano della sua gente, come la
riduzione del costo dello Stato e di conseguenza delle tasse, la
ristrutturazione di tutti i comparti pubblici e l'eliminazione
dell'assistenzialismo, a vantaggio di più concorrenza, opportunità per i
privati e allargamento del mercato, Veltroni, concordando nel suo discorso di
sabato su una parte degli stessi traguardi, si ritrovava a schierarsi contro i
desideri di buona parte del popolo del suo partito. Basti pensare a quanti, tra
quelli che sono andati al Circo Massimo, sono convinti che i salari,
l'assistenza e i posti di lavoro debbano crescere, e le tasse scendere,
indipendentemente dal risanamento dei conti dello Stato. E a quanti - non solo i maestri elementari colpiti dal decreto Gelmini - ritengono che i contratti del pubblico impiego debbano essere
irrobustiti e firmati, a prescindere dal numero degli stipendi che ogni mese lo
Stato paga oggi e dovrà pagare nei prossimi anni, nonché da ogni ragionevole
progetto di ristrutturazione che premi il merito invece che il numero dei
dipendenti statali, e si proponga di introdurre nel settore pubblico le
normali regole che da anni governano il lavoro nelle aziende private. Se
Veltroni - come aveva fatto a Torino all'atto della sua incoronazione a
segretario del Pd, e come aveva continuato a fare durante la campagna
elettorale - avesse detto anche una sola di queste verità al popolo del Circo
Massimo, probabilmente avrebbe rischiato dei fischi. E se avesse aggiunto - più
o meno come nel primo discorso alla Camera da capo dell'opposizione - che con
un governo che poggia su una così forte maggioranza parlamentare, piuttosto che
cercare di abbatterlo, è più facile collaborare, nell'interesse del Paese e
nella prospettiva di poterlo sostituire nella prossima legislatura, avrebbe
dovuto temere anche il peggio. Ma questo è appunto l'arduo compito dei leader:
muovere la società civile con le proprie battaglie ideali, raccoglierne il
consenso, e indirizzarlo poi politicamente nella giusta direzione. Del resto,
nella situazione in cui siamo e di fronte all'aggravarsi, giorno dopo giorno,
della crisi economica mondiale, anche molte delle parole d'ordine su cui
Berlusconi ha costruito il suo successo sono destinate ad appannarsi. Perché ad
esempio, nell'era degli aiuti di Stato alle grandi banche, e - presto - alle
aziende private in difficoltà, sarà più duro chiedere ai dipendenti pubblici,
dagli insegnanti ai semplici impiegati della Cgil che si rifiutano di firmare
il contratto proposto dal ministro Brunetta, di sopportare sacrifici diversi, o
addirittura superiori, a quelli, per dire, dei dipendenti bancari che in Italia
vengono salvati, e non mandati a casa com'è accaduto in America a quelli della
Lehman Brothers. Così, mentre tutto - dalla scuola alla Rai, alle prossime
elezioni europee - politicamente porta il capo del governo e quello
dell'opposizione a uno scontro più aspro, sarà il contesto tragico della crisi
mondiale a spingerli a un ripensamento, e a una ripresa, è sperabile, seppur
guardinga, dello spirito di collaborazione. Allo stato attuale - visti anche i
sondaggi, che puniscono simmetricamente maggioranza e opposizione in eterna
lotta tra loro - non resta che augurarselo. E non solo per la stanchezza di un
confronto quotidiano degenerato ormai troppo spesso a scambio di insulti. Nei
momenti delicati, per il bene del Paese, sia governare sia stare
all'opposizione vuol dire fare quel che si deve, non quel che si vuole. E,
giunti agli ultimi fuochi, Berlusconi e Veltroni almeno questo dovrebbero
saperlo. Se non lo sanno, ormai, al punto in cui sono arrivate le cose,
dovrebbero aver cominciato a capirlo.
( da "Gazzetta di
Parma Online, La"
del 27-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Scuola,
si apre una settimana di protesta contro il governo «Avanziamo diritti!»: con
questo slogan, dopo una domenica di calma apparente, si apre una nuova
settimana di proteste, sit-in, cortei, lezioni in piazza, lenzuoli alle
finestre con su scritto l?ormai famoso «Non pagheremo la vostra crisi». La mobilitazione contro il decreto Gelmini «percorre
il paese come una grande 'olà e passerà per Roma nella più grande
manifestazione per la scuola che la nostra memoria ricordi», ha promesso il
leader della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo. C'è da crederci, se è vero che il
punteggiato universo di sigle e iniziative che animano la mobilitazione
confluiranno nella capitale giovedì 30, giorno dello sciopero generale,
con gli aderenti a Flc Cgil, Cisl e Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda degli
insegnanti che unitariamente incroceranno le braccia. Anche il mondo
universitario e della ricerca scenderà in campo e il 14 novembre darà il via a
una giornata di sciopero. A rendere il clima ancora più arroventato, si
aggiunge anche l?irritazione legata al tentativo di far passare la legge
proprio il giorno prima, senza replica alcuna dunque alle reiterate richieste
di confronto. Dopo il fallimento dell?incontro voluto dal ministro
dell?Istruzione Mariastella Gelmini - con la
precisazione però che «il decreto non si tocca» e anzi si vota al Senato
mercoledì 29 - gli studenti vogliono bloccare a tutti i costi «la distruzione
della scuola e dell?università messa in atto dal governo». La Rete degli
Studenti Medi ieri ha fatto sapere che nei primi tre giorni della settimana, in
tutt'Italia, si susseguiranno scioperi e notti bianche. «Dopo lo slittamento
ottenuto il 23 ottobre, cercheremo ancora una volta di bloccare i lavori
parlamentari. La Gelmini ci ha detto che lei vuole
andare avanti, che non si fermerà. Noi le rispondiamo che 'Avanziamo Dirittì,
non ci fermiamo e continueremo a chiedere una scuola e un?università nuovi, in
grado di darci un futuro». Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi non
indietreggia, ripete che il Governo andrà avanti, oggi, domani e dopodomani;
dunque, si susseguiranno scioperi, autogestioni e notti bianche a Torino,
Perugia, Roma, Firenze e Palermo. Per giovedì, invece, oltre alla
partecipazione alla manifestazione di Roma, la Rete degli Studenti Medi
annuncia cortei a Torino, Padova, Palermo e Genova. «Non possiamo permettere
che il 28 e il 29, giorni delle votazioni in Senato del decreto, siano 'i
giorni della Gelminì. Non possiamo permettere che si approvi il provvedimento»:
così i Cobas chiamano in piazza il «popolo della scuola». L?appuntamento è
dalle 17 di martedì a piazza Navona, a pochi passi da Palazzo Madama, per una
manifestazione che andrà avanti fino alla mattina del 29 quando sarà votato il
provvedimento. (Aga)
( da "Stampa, La" del 27-10-2008)
Argomenti:
Scuola
SCUOLA.PROTESTA
Assemblea permanente con lezione in piazzetta Studenti delle Università, delle
scuole superiori, docenti, insegnanti e personale della scuola si troveranno da
oggi pomeriggio all'assemblea permanente indetta a Scienze Mfn. E gli
universitari di Scienze politiche decideranno se occupare la propria facoltà da
domani. Intanto, volantinaggi verranno effettuati oggi al mercato, nei
supermercati, nelle vie di maggior traffico pedonale e alle
( da "Stampa, La" del 27-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Mobilitazione
sulla scuola "Un gesto di coraggio Non votate la riforma" Appello dei
primi cittadini di 5 città ai parlamentari della Granda [FIRMA]PAOLA SCOLA
CUNEO Dopo i cortei e le manifestazioni di studenti e genitori (l'ennesima
sabato pomeriggio a Borgo San Dalmazzo) e le numerose assemblee affollate di
docenti, che nelle ultime settimane hanno espresso il netto
dissenso sulla riforma della scuola proposta dal ministro Gelmini, ora sono tanti sindaci e amministratori a dire «no». Venerdì
cinquanta rappresentanti dei piccoli Comuni sono stati ricevuti dal prefetto
Bruno D'Alfonso, con un documento di opposizione ai contenuti della riforma.
Ora sono i primi cittadini di alcune città a mobilitarsi. Lo fanno in
una lettera a deputati e senatori eletti nella «Granda». I «sindaci e le giunte
comunali di Cuneo, Fossano, Saluzzo, Savigliano e Borgo San Dalmazzo, riuniti
in coordinamento - si legge -, invitano i parlamentari eletti nei collegi della
provincia a far sì che l'approvazione della riforma della scuola Gelmini-Tremonti sia rinviata e successivamente riproposta,
solo dopo un approfondito confronto con le Regioni e gli enti locali, il cui
ruolo è stato completamente trascurato nella stesura dei provvedimenti, al pari
di insegnanti, famiglie e organizzazioni rappresentative». Gli amministratori
elencano i motivi per cui si «chiede con forza di non votare la conversione in
legge del decreto 133». Le ragioni del dissenso La prima motivazione: «La
chiusura delle scuole con meno di 50 alunni avrebbe effetti devastanti sulle
piccole comunità locali». Poi «l'introduzione del "maestro unico" e
la consistente riduzione del numero di insegnanti nella scuola primaria
abbasserebbe notevolmente la qualità dell'offerta formativa». Gli orari: «Il
passaggio a ventiquattro ore del tempo scuola nella scuola dell'infanzia
limiterebbe la frequenza dei bambini alla sola fascia mattutina, scaricando
sulle famiglie o sui Comuni l'onere insostenibile di coprire le ore
pomeridiane». Inoltre «la riduzione del tempo scuola nella primaria e nella
media porterebbe alla sospensione delle numerose esperienze di "tempo
lungo" presenti sui nostri territori, a meno di scaricare di nuovo costi
oggi insostenibili sugli enti locali, ulteriormente penalizzati anche in questi
giorni dai pesanti tagli ai trasferimenti statali». E ancora: «La riduzione del
tempo scuola nelle Superiori, soprattutto nell'istruzione tecnica, non farebbe
che peggiorare la qualità della preparazione dei nostri ragazzi in vista
dell'inserimento nel mondo del lavoro». Il numero di alunni: «L'innalzamento a
33 bambini dei gruppi classe e il corrispondente taglio del numero di
insegnanti renderebbero problematica la condizione degli allievi che fanno più
fatica nell'apprendimento, non potendo più contare su supporti ulteriori quali
corsi di recupero». L'università: «La paventata trasformazione delle Università
in Fondazioni private metterebbe a rischio la possibilità di una formazione
economicamente alla portata di tutti». Infine, «il commissariamento ad acta
previsto per le Regioni che non adempiranno immediatamente alle disposizioni
governative è in palese contraddizione con la riforma federalista». L'appello
dei sindaci e degli assessori all'Istruzione di Cuneo, Fossano, Saluzzo,
Savigliano e Borgo San Dalmazzo (centrosinistra), «a nome delle centinaia di
cittadini che nelle numerose assemblee pubbliche hanno espresso tutta la loro
preoccupazione e pienamente consci degli effetti devastanti che questi
provvedimenti determinerebbero nelle scuole delle nostre città», si conclude
con una richiesta ai parlamentari: «Vi chiediamo un gesto di coraggio. Portate
la voce dei nostri territori come nostri rappresentanti in Parlamento e
chiedete la sospensione del decreto Gelmini». E con un
invito a partecipare, lunedì 17 novembre, con tutti gli amministratori locali
della provincia, all'incontro pubblico a Cuneo, ore 21, al teatro Toselli.
( da "Stampa, La" del 27-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Prefettura
Retroscena La settimana calda della scuola UNIONE INDUSTRIALE Presidi e
occupazioni non si fermano E il Pdl va in piazza per difendere i tagli Allo
skate-park nasce la strategia anti Gelmini MARIA TERESA MARTINENGO Domani sera mobilitazione anche senza
ministro Ultimo incontro (un po' carbonaro) dei rappresentanti delle scuole
superiori, ieri sera allo skate-park di piazza Arbarello, per coordinare le
iniziative della settimana in cui la protesta anti-Gelmini tocca il
culmine. Per domani sera gli studenti hanno previsto un presidio.
Potrebbe essere all'Unione Industriale, dove era atteso il ministro, o in
piazza Castello con Coordinamento Genitori e Cobas. Il 30, sciopero generale
indetto da Cgil, Cisl, Uil e Snals, le scuole scenderanno in piazza in modo
autonomo - precisavano ieri - da partiti e centri sociali. Il corteo, da piazza
Arbarello, dovrebbe arrivare al presidio che le confederazioni, con i sindacati
di categoria, stanno organizzando in piazza Castello «per rispondere - dice
Andrea Colombo, segretario Cisl Scuola Torino - alle pressanti richieste di chi
non riesce ad andare a Roma». I treni speciali dei sindacati sono ormai quasi
al completo. Da oggi le scuole saranno interessate da iniziative straordinarie
di pomeriggio, sera (e in alcuni casi notte), mentre al mattino continueranno
la didattica, magari con qualche nota straordinaria, come il concerto che
domani si terrà all'ex Magistrale Berti. «Ma si farà l'appello - dice Carlo
Colombo - e chi è assente dovrà giustificarsi». «Legalità» è la parola d'ordine
del movimento che tiene insieme studenti, prof, Ata e genitori. Dal Primo
Artistico stanno cercando disperatamente Luciana Littizzetto. «Vorremmo che
venisse a parlare nell'assemblea permanente», dice Sara Capiluppi. «La sera
dormiremo in tenda, nel giardino della scuola». Stessa scelta per i ragazzi del
Giordano Bruno, che volantineranno in centro per invitare i cittadini ad
esporre lenzuola anti-Gelmini. Dall'artistico Cottini,
Lorenzo Tibo e Carolina Limone annunciano «lezioni regolari, notti a scuola e
laboratori. Abbiamo chiesto al preside di ridipingere parte dei muri esterni».
Chiara Gherra del Volta: «Faremo riunioni informative, laboratori e mercoledì,
con altre scuole, dovremmo partecipare a una serata in piazza Castello con
spettacoli e letture di fiabe per bambini». Al Volta, dopo le lezioni in piazza
dei giorni scorsi, sono arrivate lettere anonime piene di insulti... L'Umberto
I, domani dalle 15 alle 18, si sposta «in piazza Palazzo di Città per lezioni
all'aperto. Mercoledì incontreremo esponenti sindacali, di Forza Italia e della
Lega», dice Sergio Casto. Il Gobetti mercoledì sera sarà in piazza Vittorio
«per una "notte dei ricercatori", con esperimenti scientifici -
spiegano Francesco Surano e Antonello Campo - per dimostrare che la scuola è di
valore». Al D'Azeglio, «dopo il corteo dello sciopero - annunciano Lorenzo
Alberti e Francesco Corte - entreremo a scuola e ci resteremo fino alla mattina
del 31». L'intento, ovviamente, è pacifico. Al Cavour laboratori pomeridiani e
assemblea serale il 29, al Gioberti lezioni in piazza Vittorio mercoledì.
All'Alfieri oggi assemblea con i genitori. Giornata densa di iniziative
istituzionali anti-riforma. Ma anche segnata dal primo presidio pro-Gelmini (del Pdl, stamane davanti alla Prefettura). Alle
8,45 al Museo di Scienze, Conferenza regionale per il Diritto allo Studio alla
quale la presidente Bresso e l'assessore Pentenero hanno invitato 180 sindaci
che saranno toccati dalla riorganizzazione-tagli. Alle 10, Consiglio
provinciale aperto in piazza Castello, invitate tutte le componenti: Direzione
Regionale, sindacati, associazioni. Dice l'assessore D'Ottavio: «Sono giorni
decisivi, vedremo se il governo dimostrerà disponibilità al dialogo. In ogni
caso il Piemonte dovrà cominciare a riflettere su come difendere il suo sistema
scolastico, che funziona». Alle 17, tavolo di lavoro in Cgil con il segretario
Flc Piotto, gli assessori D'Ottavio e Saragnese, Coogen.
( da "Corriere.it" del 27-10-2008)
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Scuola
Il
Cavaliere al leader del pd « Walter dovrebbe riposarsi e lasciarci lavorare»
Berlusconi contro Veltroni «Ha perso, si rassegni» Il premier sulla
manifestazione del Pd: «È la sinistra delle frottole». Affondo su Di Pietro:
«Malvagio» Silvio Berlusconi (Ap) ROMA - «Non sono riuscito a vedere le
immagini della manifestazione. Ho sentito solo le dichiarazioni della Questura
di Roma e non posso che dire, come hanno già detto altri, che questa è la sinistra
delle frottole, delle invettive, delle calunnie». All'indomani della
manifestazione del Pd a Roma, Silvio Berlusconi non risparmia critiche al
Partito democratico e al suo leader Walter Veltroni. Uscendo da Palazzo
Grazioli, il premier ha voluto replicare seccamente al messaggio chiave
lanciato da Walter Veltroni al Circo Massimo e cioè che «l'Italia è migliore di
chi la governa». È «un'insulsaggine - ha detto Berlusconi-, neanche replico».
Per il premier quella di sabato è stata sì «una dimostrazione democratica»
(«nulla da eccepire - ha detto Berlusconi - eccetto sulle cifre») , ma la più
grande dimostrazione democratica - ci tiene a sottolineare il premier - «c'è
stata il 13 e il 14 aprile». Berlusconi ha voluto infatti sottolineare che alle
urne il Paese ha dato al Pdl «una grande maggioranza e noi siamo obbligati - ha
sottolineato il Cavaliere - e impegnati a realizzare il nostro programma».
«GOVERNEREMO PER 5 ANNI» - «Veltroni - ha aggiunto il premier - si dovrebbe
rassegnare: ha perso e per cinque anni non c'è più niente da fare. Invece di
fare manifestazioni, dovrebbe andarsi a riposare, per prepararsi a fare una
bella campagna elettorale tra cinque anni, ci lascerebbe così lavorare meglio e
con più profitto per gli italiani». Quanto ai rapporti futuri tra governo e
opposizione il presidente del Consiglio non sembra nutrire molte speranze. «Con
questa opposizione che sfortunatamente ci troviamo avremo il solito rapporto:
se vorranno unirsi a noi per votare i provvedimenti nell'interesse del Paese sono
i benvenuti, se hanno suggerimenti utili al Paese saremo noi a votare i loro
provvedimenti, ma finora sono arrivate solo critiche». SCUOLA - Nessun passo
indietro da parte del premier e del governo tutto sulla scuola. A chi gli
chiedeva conto della richiesta dell'opposizione di ritirare il decreto Gelmini, Berlusconi ha risposto: «Andiamo avanti a governare e a fare
cose di buon senso che sono nel programma qualunque cosa dica Veltroni o
qualcun altro nell'opposizione». «Hanno usato strumentalmente la scuola - ha
aggiunto il premier - pensate all'università, non abbiamo ancora fatto nulla e
già ci hanno mosso critiche e mosso gli studenti nelle strade con una
strumentalizzazione difficilmente definibile anche di studenti e
bambini». DI PIETRO - Sull'ipotesi che Veltroni e Di Pietro si ricompattino il
premier non usa mezzi termini, mettendo in guardia il leader del Pd.
«Ricompattarsi con un uomo malvagio come Di Pietro, che ha mandato in galera 15
persone che poi non sono state nemmeno rinviate a giudizio - ha detto il
presidente del Consiglio - che ha rovinato la vita di 15 persone, mettersi in
alleanza con un uomo del genere che sbraita in questo modo in maniera
forsennata e irragionevole credo che vada a tutto disdoro di chiunque lo
facesse». «È il classico atteggiamento della volpe che, non riuscendo a
prendere l'uva, dice che è acerba» replica Di Pietro. «Berlusconi prima ha
cercato di comprarmi offrendomi di fare il ministro e poi ha cercato di
fermarmi per via giudiziaria. Ma siccome entrambi i tentativi sono andati a
vuoto - dice il leader dell'Italia dei Valori - adesso mi attacca e dice che
non vado bene e sono un malvagio. La verità è molto più semplice: non sopporta
le persone libere che non vogliono sottoporsi a lui». SONDAGGI - Berlusconi fa
anche riferimento ai sondaggi: «Io sono al 72% di gradimento. Il centrosinistra
continui pure a sgambettare in televisione, a dire le solite insulsaggini: non
faranno che continuare a perdere consenso anche di chi oggi è dalla loro
parte». stampa |
( da "Cittadino, Il" del 27-10-2008)
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Scuola
Riforma
Gelmini, da oggi nuove proteste Anche il Meic si
aggiunge al coro dei no ROMATutto è pronto nelle scuole e nelle università per
un'altra settimana di contestazioni. Un programma - ancora denso di
occupazioni, sit-in, agitazioni, lezioni in piazza - che per i primi giorni
della prossima settimana ha l'obiettivo primario di bloccare l'approvazione
definitiva al Senato (prevista mercoledì 29 ottobre) del
decreto Gelmini. E da oggi gli studenti romani faranno lezione al Colosseo.
Tutto confermato, anche dal governo: il premier Silvio Berlusconi ha assicurato
che andrà avanti sul decreto Gelmini. «Hanno usato
strumentalmente la scuola» ha detto Berlusconi precisando sull'università: «Non
abbiamo ancora fatto nulla e già ci hanno mosso critiche e mosso gli studenti
nelle strade». Contro l'approvazione del provvedimento Gelmini al Senato, i Cobas hanno organizzato una
manifestazione a piazza Navona, a pochi passi da Palazzo Madama, a partire
dalle 17 di martedì
( da "Cittadino, Il" del 27-10-2008)
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Scuola
Pd-day,
Berlusconi va all'attacco: «Questa è la sinistra delle frottole» ROMA Due
milioni è mezzo di persone in piazza? «É la sinistra delle frottole». Veltroni?
«Ha perso, vada a riposarsi per cinque anni». Dice che l'Italia è migliore di
chi la governa? «Insulsaggini». Il giorno dopo il Circo Massimo, Silvio
Berlusconi non fa spallucce. Anzi, ci pensa su nel lungo viaggio di ritorno
dalla Cina (con tappa notturna in Kazakhstan), poi decide di rispondere in
prima persona. Anzitutto replica che il governo «va avanti» con il suo
programma. A cominciare da decreto scuola e nuove misure per imprese e, se i
conti pubblici lo consentono, anche per aumentare le retribuzioni. Con questa
opposizione, aggiunge, il dialogo è «impossibile». Tanto più se il Pd si
riunisce all'Idv di Antonio Di Pietro, «un uomo malvagio».L'aereo di Stato
atterra nella notte a Ciampino, niente stop a Milano. E dopo una giornata di
riposo e riflessione con i suoi, il presidente del Consiglio decide di andare a
visitare (per la seconda volta in pochi giorni) la mostra dell'Antiquariato di
Palazzo Venezia. Così incontra i giornalisti e parte all'attacco della
manifestazione del Pd.Le immagini non le ha viste. «Ma ho sentito le
dichiarazioni della Questura - racconta - e non posso che dire, che questa è la
sinistra delle frottole, delle invettive, delle calunnie». Veltroni, poi, «si
dovrebbe rassegnare: ha perso e per 5 anni non c'é più niente da fare. Invece
di fare manifestazioni, dovrebbe andarsi a riposare, per prepararsi a una bella
campagna elettorale tra 5 anni. Così ci lascerebbe lavorare meglio e con più
profitto per gli italiani». D'altra parte, la manifestazione di sabato è stata
«certamente una dimostrazione democratica, nulla da eccepire eccetto sulle
cifre; ma la più grande dimostrazione democratica - sottolinea Berlusconi - è
stata il 13 e 14 aprile», quando «il Paese ci ha dato una grande maggioranza.
Noi ora siamo impegnati a realizzare il nostro programma». Tanto più che «tutti
i sondaggi (ma l'unico ufficiale di ieri, firmato Mannheimer, parla di un calo
al 42% del suo governo, ndr) indicano che ho un gradimento del 72%». Insomma,
il centrosinistra «non sa perdere». E con questa opposizione che
«sfortunatamente ci troviamo», aggiunge,»avremo il solito rapporto». Cioé, «se
vorranno unirsi a noi per votare i provvedimenti nell'interesse del Paese, sono
i benvenuti. E anche se daranno suggerimenti utili per il Paese». Ma «finora
abbiamo avuto solo critiche. E dunque tutto questo fa parte del libro dei
sogni». Ancor meno piace a Berlusconi l'idea che il Pd si ricompatti con l'Idv
di Di Pietro, «un uomo malvagio, che ha mandato in galera 15 persone che poi
non sono state nemmeno rinviate a giudizio, che sbraita in maniera forsennata e
irragionevole».Dopo il 25 ottobre, insomma, il presidente del Consiglio mette
in chiaro che non cambierà nulla. Il governo andrà avanti «a le fare cose di
buon senso che sono nel programma qualunque cosa dica Veltroni o qualcun altro
nell'opposizione». A cominciare dal decreto Gelmini, visto che sulla scuola c'é stata una «strumentalizzazione
difficilmente definibile anche di studenti e bambini». Non solo. Berlusconi
annuncia che in settimana, con il ministro Scajola, lavorerà a nuove misure
«per sostenere le imprese e per fare ciò che i conti pubblici renderanno
possibile anche per le retribuzioni». Uno degli obiettivi è quello di
aumentare dai possibili 600 milioni il fondo di garanzia per le piccole e medie
imprese.Intanto, aggiunge il capo del governo, il centrosinistra «continui pure
a sgambettare in tv, a dire le solite insulsaggini: non faranno che continuare
a perdere consenso». Tanto, il dialogo «é impossibile».
( da "Cittadino, Il" del 27-10-2008)
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Scuola
«Lo
Stato farà la scuola degli asini» Pronti a marciare contro
la Gelmini n Si alza la protesta degli insegnanti e alunni del territorio.
Contro il decreto Gelmini il mondo della scuola del Lodigiano annuncia prossime
mobilitazioni. Per il giorno 8 novembre è infatti stata organizzata una grande
manifestazione con corteo e presidio davanti alla Prefettura di Lodi.
L'iniziativa è stata promossa dal comitato per la difesa del tempo pieno e la
scuola pubblica, che si è riunito in un'assemblea venerdì sera al liceo Verri
del capoluogo. Un incontro che si è concluso con la lettura di un documento
programmatico: «Siamo di fronte alla liquidazione della scuola pubblica, a una
politica esclusivamente fatta di tagli ai finanziamenti, che annulla la
funzione costituzionale e formativa della scuola pubblica, a vantaggio delle
iniziative private. Si creerà così una scuola più povera di mezzi e risorse,
dove si studia di meno e si abbandonano i più deboli. In sostanza una scuola
degli asini». In un'aula magna davvero gremita, i relatori (dei docenti e
insegnanti) sono entrati nel merito del provvedimento varato dal ministero
dell'istruzione, quindi l'effetto dei tagli sul calendario della didattica, la
contestata introduzione del maestro unico, la revisione del tempo-scuola e il
ritorno del voto in condotta. Un pacchetto di misure che sta generando scioperi
e rimostranze in larga parte del Paese e anche nel territorio sono sorti i
primi comitati. «Siamo partiti a Lodi circa un mese fa, poi siamo arrivati a
Codogno, abbiamo organizzato dei momenti di riflessione a Castiglione, a Maleo,
nei giorni scorsi eravamo a Casale e ora siamo nel capoluogo», ha ricostruito
un esponente del comitato, Mario Zafferri. Dopo di lui sono intervenuti
docenti, rappresentanti e studenti di istituti del Lodigiano, tra cui Luisa
Bennati, Marco Pucci, poi Michele Corsi di rete scuola Milano. Infine in un
testo letto al termine della serata da Franco Tonon sono state espresse le
richieste del comitato: «Il ritiro del decreto legge numero 137, il mantenimento
e l'estensione del tempo pieno, l'attribuzione di personale di sostegno
commisurata alle effettive necessità degli alunni diversamente abili, la
formazione di sezioni e classi con un numero contenuto di alunni e il
mantenimento in classe dei bambini stranieri con la presenza di mediatori
culturali». Durante l'assemblea sono intervenuti anche i rappresentanti degli
studenti delle scuole superiori e dell'Università, per rivendicare il ruolo e
l'importanza dell'istruzione pubblica che potrebbe rischiare di essere
seriamente compromessa con i tagli annunciati dal governo. Per questo hanno
preannunciato una manifestazione che si terrà a fine ottobre a Lodi. Infine è
stato rivolto un appello agli enti locali, affinché prendano una posizione sul
decreto «incriminato» che aggraverebbe ulteriormente la spesa dei comuni e
delle province per la formazione. Matteo Brunello
( da "Tribuna di
Treviso, La"
del 27-10-2008)
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Scuola
Decreto
anti-sbandati Decreto anti-sbandati e la politica fantasiosa Il mio amico
Mario, quello dell'ex psichiatrico, ha fatto un salto di gioia quando ha notato
che appena insediati, alcuni amministratori hanno considerato come prioritario
promulgare il "decreto antisbandati". Lui, appassionato ciclista,
intendeva con ciò la messa al bando dei pericolosi sbandamenti dei ciclisti che
mettevano in pericolo la propria e l'altrui incolumità. Non è che nelle piste
ciclabili ci sia una grande ressa, ma già il fatto che tutti debbano
obbligatoriamente tirare diritto è un consolazione non da poco, e giustifica il
decreto d'urgenza. Sempre secondo il Mario, sembra che le retate
"antisbandamenti ciclistici" non abbiamo ancora pizzicato nessuno.
Allora le cose sono due: o il decreto così sbandierato è servito come
deterrente, oppure gli sbandati di Mario esistevano solo nei sogni degli
amministratori, che, beati loro non avendo di meglio da fare si sono dedicati a
decreti di fantasia, che a parte la perdita di tempo non hanno creato alcun
danno. Giovanni Goso (Treviso) Gelmini sotto l'ègida e il Berlusconi d'oriente Mentre la «povera
ministra» Gelmini forse ha dei rimorsi per quell'accento sbagliato nel momento
sbagliato su quella parola zeussiana e protettiva il suo capo, in viaggio nelle
terre del sol levante, non ha rimorsi e non si pente di quel che ha detto e che
nega di aver detto (anche se le prove non mancano). Fatta questa
premessa tento di associare la frase «batoèa, màgna & desmèntega» (che
forse mi sono inventato) all'attuale situazione caotica e per farlo cito la
reazione dello zio Emilio che alla domanda su cosa ne pensassi nei primi anni
'70 della situazione post '68 risposi che stavo dalla parte della «maggioranza
silenziosa» e che badavo solo a studiare. Vidi la sua reazione perplessa (da
lettore del Corriere non era sicuramente schierato dalla parte dei
rivoluzionari) e capii di aver sottovalutato. Batoeàr dovrebbe significare
parlare per parlare mentre di magnàr e desmentegàr penso sia chiaro il
significato. Ebbene il capo della Gelmini sembra
condensare in sé tutte le qualità negative della frase da me citata, in
particolare quella del desmentegàr, con la pretesa che la «nuova maggioranza
silenziosa» non debba accorgersene e starsene zitta, senza reagire. P.S. State
certi che se in periodo di vacche magre bisogna tagliare i fondi alla scuola
quelli destinati al ponte tra Scilla e Cariddi non si taglieranno e che la
maggioranza silenziosa se ne rimarrà silente sotto l'ègida del capo. Quel ponte
è una vecchia promessa e dovrà essere realizzato (costi quel che costi). Tarci
(Solighetto) Pozza e Confartigianato richieste da bocciare Le dichiarazioni del
presidente di Confartigianato Mario Pozza pubblicate nella Tribuna mi hanno
lasciato allibito. E piuttosto incazzato. Il signor Pozza per i suoi associati
chiede l'esenzione per 2 anni degli studi di settore, l'annullamento delle
sanzioni per chi ha evaso e il blocco o quasi dei controlli fiscali sulle
aziende. Insomma un vero e proprio «liberi tutti» per poter decidere quanto
versare al fisco al di fuori e al di sopra di regole e leggi. In questo «stato
d'emergenza» sostiene Pozza, bisogna sciogliere «il guinzaglio» dei controlli
per non soffocare le aziende. Fessi quindi sono stati imprenditori e aziende a
stare in regola fino a oggi. Non sono bastati decenni senza studi di settore in
cui si dichiarava ciò che si voleva, oggi al Partito delle Libertà si chiede la
libertà di evadere e un vero e proprio condono tombale a zero euro. Gli unici a
pagare le tasse fino all'ultimo centesimo sono e devono rimanere i lavoratori
dipendenti e i pensionati! Qui si vuole tornare ai tempi della finanza allegra,
nell'Italietta popolata da nani e ballerine. Mi auguro che a queste richieste
ci sia una pronta risposta dei sindacati e di quella classe politica seria che
giudica inaccettabili le richieste di Pozza. Michele Piovesan (Treviso) Evasori
totali e proprietari di yacht Dai recenti controlli estivi della Guardia di
Finanza sui proprietari di yacht Treviso uguale a Napoli. Infatti gli evasori
totali di Treviso sono il 10% dei titolari di grandi barche, proprio come a
Napoli. In Italia su 3.000 controlli di natanti oltre la metà sono stati
giudicati incongrui. Nella nostra Provincia c'è un ristoratore di Mogliano che
dichiara zero e ha acquistato un cabinato da 130 mila euro. Oppure l'ingegnere
che dichiara 7 mila euro l'anno e compra una barca da 160 mila euro, due Bmw a
cui si aggiungono 45 immobili, villa veneta compresa. Passando alle 4 ruote
l'auto preferita dagli evasori in Provincia di Treviso è la Porsche. Infatti
nei controlli delle auto di lusso immatricolate negli ultimi anni su 47
segnalazioni all'Agenzia delle entrate per presunta evasione fiscale ben 37
sono proprietari di Porsche. Un terzo di questi non ha dichiarato un euro al
fisco. C'è una cinquantenne senza reddito che nel
( da "Gazzetta di
Reggio"
del 27-10-2008)
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Scuola
CASTELNOVO
SOTTO. La Castelnovese regala, soffre, va sotto, ma alla fine vince. In
apertura ... CASTELNOVO SOTTO. La Castelnovese regala, soffre, va sotto, ma
alla fine vince. In apertura di gara omaggio a Lochiato che dà a Muoio per il
vantaggio. Reagiscono i padroni di casa, ma trovano prima solo una traversa,
poi un Brocchetta in vena di prodigi. Tuttavia al 16' pareggia: Incerti da
sinistra serve Alves Medeiros che vola ad insaccare. Quasi al quarto d'ora
della ripresa il risultato che andrà alla fine; un'azione da applausi a scena
aperta: Casaletti-Alves-Soliani e rete. CASTELNOVESE - NOVELLARA: 2 - 1 Reti:
3' Muoio, 16' Alves Medeiros, 59' Soliani. Castelnovese: Pantaleoni, Palicelli,
Manicardi, Ruggieri, Di Lisio, Leone, Casaletti, Manini, Incerti (81' Bedogni),
Alves Medeiros (87' Ferrari), Soliani. A disp.: Falso, Ciccioli. All. Cifarelli. Novellara: Brocchetta, Badu, Bensammoud, Fiori,
Aprile, Bertacchini, Lochiato (75' Balestrieri), Franzè (53' Sinagra), Muoio,
Credendino, Ferracino (89' Rainieri). A disp.: Malagoli, Parenti, Gelmini, e Ghioni. All.: Crotti.
( da "Gazzetta di
Reggio"
del 27-10-2008)
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Scuola
Il
leader del Partito democratico replica al presidente del consiglio che lo
invita a riposare Veltroni: il governo ascolti la società
civile Ma Berlusconi sminuisce i numeri e conferma la riforma Gelmini Mercoledì al Senato il provvedimento per la scuola che taglia 8
miliardi Probabile l'imposizione della fiducia ROMA. Il giorno dopo il Circo
Massimo finisce con Silvio Berlusconi che tenta di attaccare a testa bassa
confutando i numeri del Pd sulla manifestazione. E con Walter Veltroni
che chiede invece al governo di «ascoltare» la piazza. Uno scontro a distanza
tra il presidente del Consiglio e il leader democratico che si fa più aspro
alla vigilia di un'altra settimana incandescente su più fronti: la riforma Gelmini della scuola, su cui Pdl e Lega sono pronte a
chiedere la fiducia al Senato; la legge elettorale europea, che ricompatta il
centrosinistra (dall'Udc a Di Pietro ai Democratici) e guadagna anche l'Mpa, un
pezzo di centrodestra al governo. E infine la crisi finanziaria, sulla quale
tante ricette sono state consumate invano. Ma è Berlusconi che non digerisce
serenamente e decide di non lasciar correre l'entusiasmo sbandierato dal Pd
dopo la manifestazione di ieri. «E' la sinistra delle frottole, delle invettive,
delle calunnie», scandisce il premier, al suo ritorno dalla Cina, davanti a
cronisti e tv. Quanto a Veltroni, sul governo ha detto «insulsaggini».
«Dovrebbe rassegnarsi: ha perso e per anni non c'è più niente da fare. Invece
di fare manifestazioni, dovrebbe andare a riposarsi», dice il Cavaliere,
dimnenticando, evidentemente, quando era lui a organizzare manifestazioni di
piazza contro Prodi, con slogan molto pesanti. La vera manifestazione
democratica, dice invece adesso, è stata quella del 13-14 aprile, quando il
centrodestra ha vinto largamente le elezioni. Un consenso, dice Berlusconi,
confermato anche dagli ultimi sondaggi che «mi danno un gradimento del 72%».
Insomma, il governo va avanti per la sua strada «qualunque cosa dica
l'opposizione». Con il decreto Gelmini, nuove misure
per imprese e, se possibile, anche per aumentare le retribuzioni, saranno
studiate in settimana. Veltroni non replica direttamente. Ma, intervistato dal
Tg1, cita l'ultimo sondaggio dell'Ispo di Renato Mannheimer, che indica un
«impressionante» calo nei giudizi positivi sull'esecutivo, 18 punti da
settembre a fine ottobre. E dice che «il governo farebbe meglio ad ascoltare la
voce della società civile», che si è espressa anche nella «più grande
manifestazione di un partito che si sia vista negli ultimi anni». Il Pd,
assicura, spenderà questa 'dote' «a favore del Paese, delle piccole e medie
imprese, degli operai, dei lavoratori, dei loro salari e stipendi, della
scuola». A Berlusconi replicano invece a muso duro i capigruppo parlamentari
dei Democratici, Anna Finocchiaro e Antonello Soro. «Non si può permettere di
dire che l'opposizione si deve riposare per 4 anni e mezzo. E' una
dichiarazione gravissima - affermano -. L'opposizione garantisce valori e
sollecitazioni della società, è l'altro pilastro della vita democratica di un
Paese». Nessuna arroganza, replicano i capigruppo del Pdl, Maurizio Gasparri e
Fabrizio Cicchitto che parlano di ironia di Berlusconi: questo «non vuol dire
abrogare l'opposizione che avrà modo in questo periodo di farsi sentire in
tutte le sedi, come del resto ha fatto finora. E' invece inaccettabile che
l'opposizione usi ogni occasione per gridare che la democrazia è in pericolo
per responsabilità del presidente del Consiglio o del governo». Una coda polemica
riguarda anche Antonio Di Pietro, definito da Berlusconi «un uomo malvagio» per
il suo passato da magistrato. «La verità è più semplice - contrattacca l'ex pm
di Milano - Berlusconi non sopporta le persone libera che non vogliono
sottoporsi a lui». Ma Di Pietro parla soprattutto della grande manifestazione
del Pd: «Ieri abbiamo partecipato alla manifestazione del Pd in modo deciso
perchè ci sentivamo a casa nostra. L'importante che è anche i dirigenti del Pd
abbiano capito che sulla giustizia con Berlusconi non si può parlare, fa solo
gli interessi suoi».
( da "Gazzetta di
Reggio"
del 27-10-2008)
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Scuola
PROTESTA
OVINQUE Gli studenti vanno avanti: notte bianca per il voto in Senato ROMA.
Tutto è pronto nelle scuole e nelle università per un'altra settimana di
contestazioni. Un programma - ancora denso di occupazioni, sit-in, agitazioni,
lezioni in piazza - che per i primi giorni della settimana mira a bloccare
l'approvazione definitiva (prevista mercoledì 29 ottobre)
al Senato del decreto Gelmini. E da oggi, gli studenti romani faranno lezione al Colosseo. Per
contrastare l'approvazione al Senato, i Cobas hanno organizzato una
manifestazione a piazza Navona dalle 17 di martedì
( da "Trentino" del 27-10-2008)
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Scuola
LA
MOBILITAZIONE Studenti, al via la due giorni di protesta Oggi maratona
didattica e notte bianca, domani il corteo in centro TRENTO. Inizia oggi la due giorni di protesta degli studenti contro il
decreto Gelmini. Dopo il dibattito dei giorni scorsi, le lezioni in piazza e le
prime forme di mobilitazione, gli studenti si preparano a quelli che sono stati
annunciati come i momenti più importanti della protesta: la maratona didattica
e la notte bianca di oggi e il grande corteo di martedì. Ma ecco il
programma. Oggi a Sociologia ci sarà una «maratona didattica» con lezioni
«parallele» organizzate dagli studenti e da un gruppo di professori. Si partirà
alle 9.30 con la lezione su «Istruzione e neoliberismo» tenuta dai docenti
Cobalti e Barone. Poi Rutigliano parlerà di «Università e mobilitazione
studentesca», mentre Barbieri farà un excursus sull'università italiana negli
ultimi 10 anni. Nel pomeriggio altre lezioni, alcune in sede altre in piazza,
tenute da Bruni e Tosini e alle
( da "Giornale di
Brescia" del
27-10-2008)
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Scuola
Edizione:
27/10/2008 testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano Scuola:
riprendono oggi le proteste anti-riforma ROMATutto è pronto nelle scuole e
nelle università per un'altra settimana di contestazioni. Un programma - ancora
denso di occupazioni, sit-in, agitazioni, lezioni in piazza - che per i primi
giorni di questa settimana ha l'obiettivo primario di bloccare l'approvazione
definitiva al Senato (prevista mercoledì 29 ottobre) del
decreto Gelmini. Tutto confermato, anche dal governo: il premier Silvio
Berlusconi ha infatti assicurato che andrà avanti sul decreto Gelmini. «Hanno usato strumentalmente la scuola» ha detto Berlusconi
precisando sull'università: «Non abbiamo ancora fatto nulla e già ci hanno
mosso critiche e mosso gli studenti nelle strade». La Rete degli
studenti lancia lo slogan «Avanziamo dei diritti» ed annuncia che da oggi, in
tutta Italia, «ci saranno scioperi e notti bianche, che si concentreranno
ancora una volta nei giorni di approvazione del decreto 137 al Senato. Dopo lo
slittamento ottenuto il 23 ottobre, cercheremo ancora una volta di bloccare i
lavori parlamentari». Ma l'appuntamento clou delle proteste è per giovedì 30
ottobre, giorno in cui, in tutta Italia, sciopererà il personale della scuola e
si terrà a Roma la manifestazione di docenti, studenti medi ed universitari
contro il progetto governativo.
( da "Secolo XIX, Il" del 27-10-2008)
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Scuola
Se
l'ideologia corporativaavvelena la democrazia Dino Cofrancesco Prima di
sottoporre al Parlamento un disegno di legge, che riguardi la scuola o la
sanità, la stampa o le forze armate, un governo democratico e responsabile ha
il dovere di sentire le rappresentanze sindacali e quanti operano nel settore
in questione. Non si può, infatti, non tener conto delle competenze acquisite
in anni di lavoro in un determinato ramo dell'amministrazione pubblica o
dell'economia. Solo chi sta "dentro" sa come funziona la macchina e
quali conseguenze possono avere, in termini di rendimento e di efficienza, le
diverse misure volte a riparare il motore o a sostituirne le parti vecchie e
obsolete con pezzi nuovi di zecca, prodotti dalle più avanzate tecnologie. E
tuttavia, in virtù di un pregiudizio assai diffuso tra gli italiani, la
competenza viene spesso identificata con lo spirito di servizio, con il
disinteresse personale proprio di coloro che guardano solo al bene collettivo.
In realtà, se si prescinde dal sapere e dalla conoscenza non è possibile fare
nessuna riforma, si procede al buio e si va incontro alla débacle. Ma è
altrettanto vero che sapere e conoscenza sono risorse neutrali che possono
servire al giusto come al malfattore. Un bancario disonesto ha tante più
probabilità di truffare la sua agenzia quanto piùè addentro alle tecniche e
alle procedure in vigore. E non si tratta solo di manigoldi: gli uomini non
sono stinchi di santo e coloro che svolgono una mansione lavorativa di
qualsiasi genere non sfuggono al meccanismo della
"razionalizzazione", ovvero alla falsa coscienza di chi scambia il
proprio vantaggio con l'utile della nazione. Un governo che volesse mettere
mano alle ferrovie, pertanto, farebbe bene a sentire i pareri di macchinisti,
capotreni, poliziotti e quant'altro, ma dopo averne ascoltato consigli e
proposte dovrebbe decidere unicamente in base all'interesse generale - che
comprende sia i ferrovieri sia gli utenti - e non in base alle esigenze della
categoria. Il fascismo è finito da più di mezzo secolo ma l'ideologia
corporativa - peraltro rimasta sulla carta negli anni del regime - continua a
far presa sugli animi. La scuola agli studenti e ai professori! La sanità ai
medici e agli infermieri!I tram ai tranvieri etc... etc... È la ragione che
porta ancora oggi molti italiani a meravigliarsi del fatto che ministro della
Giustizia non sia un giudice o un avvocato e ministro della Pubblica Istruzione
non sia un professore o un ispettore didattico. In questi giorni se ne vedono i
risultati nel modo di affrontare l'infuocata questione della scuola da parte di
non pochi organi di stampa e leader di partito. Il fatto che centinaia,
migliaia, di insegnanti scendano in piazza contro il decreto del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini diventa
inequivocabilmente la dimostrazione che il suo disegno riformatore è privo di
qualsiasi legittimità. Che illustri cattedratici come Angelo Panebianco,
Ernesto Galli della Loggia, Luca Ricolfi (quest'ultimo di sinistra) abbiano
duramente criticato i partiti dell'opposizione e i sindacati per la loro
sordità ai problemi reali dell'istruzione, specialmente universitaria,
non ha alcuna importanza. La Gelmini è un pericolo per
la scuola italiana e non solo. Come si legge persino in un documento di
un'Associazione di docenti che si è distinta in passato per sobrietà e
ragionevolezza, «le agitazioni che proprio negli ultimi mesi hanno investito un
numero crescente di Atenei sono la testimonianza di una diffusa preoccupazione,
non solamente corporativa, ma rivolta alla società italiana nel suo complesso,
alla quale si ritiene necessario trasmettere un segnale d'allarme». In parole
povere, dietro il ministro spunta minacciosa l'ombra del fascismo. A scanso di
equivoci, non entro nel merito della contestata riforma che contiene punti
condivisibili e altri meno. A preoccuparmi sono le regole del gioco, ancora una
volta adulterate da una concezione del processo democratico che attribuisce ai
settori "colpiti" da un disegno governativo un effettivo potere di
veto. È il frutto avvelenato di una sempre più illiberale retorica del
pluralismo e della partecipazione della "base" che confonde il
diritto a manifestare (scioperi, cortei, manifesti etc...) con il diritto
all'interruzione prolungata di pubblici servizi, un diritto che potrebbe anche
tradursi, qualora il braccio di ferro con le autorità dovesse continuare
indefinitamente, nel blocco della circolazione stradale e ferroviaria. Al
Parlamento espresso da libere elezioni - governi Prodi o Berlusconi - non si
riconosce più da tempo il potere di pesare sul piatto della bilancia i vari
interessi in competizione e poi decidere sulla base del ricordato bene
collettivo ma solo un ruolo di coordinatore o meglio di registratore fedele
delle "spinte che provengono dal basso". Che poi queste spinte non
corrispondano alla volontà della maggioranza degli addetti ai lavori ma siano
opera di minoranze attive e combattive non ha importanza. Il Risorgimento, la
marcia su Roma, la Resistenza non sono stati fatti da «minoranze eroiche», per
dirla con Alfredo Oriani, il padre spirituale di Benito Mussolini e di Antonio
Gramsci? 27/10/2008 Don andrea gallo La Comunità San Benedetto al Porto è riconoscente
al senatore Carlo Giovanardi, sottosegretario con delega ai problemi della
tossicodipendenza, per la sua visita. Abbiamo ascoltato e certamente
approfondiremo i documenti, le ricerche scientifiche che ci ha lasciato. Al
centro la legge vigente "Fini-Giovanardi" approvata nel 2006. Siamo
grati ai nostri interlocutori per averci permesso di esprimere il nostro
orientamento che può essere riassunto in tre linee guida: 1) la riduzione dei
danni e delle sofferenze individuali e collettive che il triste fenomeno droga
produce; 2) il graduale e difficile smantellamento della costruzione sociale,
morale, culturale e giuridica che sorregge ed amplifica questa realtà; 3)
l'attivazione di una strategia di cura, abilitazione e prevenzione che produca
un contenimento della domanda di droga. In sintesi, con una lunga esperienza
sul campo, proponiamo la "legalizzazione" di tutte le sostanze della
tabella (darsi regole nuove) e il "prendersi cura". Attivare una
strategia di cura nel senso fenomenologico del "prendersi cura" della
Persona e non solo del curare malattie chiede alla nostra pedagogia di
diventare calda e umana. Da Don Bosco a Don Milani. Riteniamo fondamentale far
prevalere la logica educativa su quella punitiva. Innanzi tutto non vogliamo
demonizzare le sostanze con il rischio di mitizzarle. Una domanda cruciale:
quali benefici hanno portato negli ultimi trent'anni il proibizionismo e il
punizionismo? Vogliamo trasmettere una cultura che insegni a non credere che la
chimica possa essere la risposta ai bisogni umani. Un costume di vita serio e
impegnato a chiarire i danni, quando sono presenti, senza allarmismi o pretese
scientifiche parziali. La legge attuale pone come irrinunciabile il
"dovere" di cura, magari forzata. La Comunità San Benedetto parte dal
"diritto di cura". Educare non punire, questo è il nostro pane
quotidiano. Poniamo al centro la persona stimolandola all'etica della
responsabilità personale. Occorrono costanza, entusiasmo, fiducia e
indubbiamente norme di comportamenti condivise e motivate. Non offriamo ai
giovani percorsi facili, permissivi, con omertà e trasparenza. Chiediamo un
impegno costante, una lotta quotidiana. In questi ultimi trent'anni, il
proibizionismo e il punizionismo hanno lasciato sulle strade del mondo 32
milioni di morti. E gli ammalati? Tutte le infezioni? Il virus dell''Hiv che
serpeggia. Siamo ancora in attesa del vaccino. È una strage mafiosa. Infatti il
mercato fiorisce, quasi indisturbato. Ci interroghiamo, con tanti esperti, sui
seri risultati della medicina, della psicologia, della sociologia, del diritto.
Non vogliamo soccombere all'inganno-droga creato dalle strategie politiche e
mafiose con una caparbietà e una tenacia pari solo alla ormai comprovata
inefficacia. La guerra all'offerta è fallimentare. Perché accanirsi a rivolgere
la guerra alla domanda? A tante ragazze e ragazzi che vivono con l'inquietante
inquilino del nichilismo? Viviamo in un contesto che vede un progressivo
riespandersi del controllo sociale attraverso il diritto penale e
amministrativo. Assistiamo infatti a un rifiorire del discorso pubblico delle
richieste di "legge e ordine", di inasprimento dei meccanismi
sanzionatori di espansione delle aree di intervento del diritto penale:
"la sicurezza" nella sua accezione semplificatoria e banalizzante di
mero ordine pubblico come priorità dei programmi politici, non solo delle forze
di destra tradizionali ma anche dei partiti di opposizione. In direzione
ostinata e contraria rispondiamo con un antiproibizionismo non ideologico ma
profondo e credibile da inserire nel discorso complessivo sui diritti civili,
politici, sociali e sulle vecchie nuove esclusioni. Vogliamo legare
antiproibizionismo e forte critica dell'esclusione sociale. Ci sembra non solo
opportuno ma come l'unica via teoricamente convincente per elaborare una
metodologia all'altezza della sfida. Nessuno si libera da solo, nessuno libera
un altro, ci si libera tutti insieme non a colpi di slogan intimidatori. C'è
una fatica nel dialogo, nel confronto, nell'autocritica. La nostra proposta è
di articolare maggiormente e diversificare i servizi pubblici (da potenziare)
per ampliare il campo delle opportunità per tutti i nostri giovani. Tradotto in
termini operativi ciò significa predisporre programmi a bassa soglia di
accesso, incrementare programmi con utilizzo di farmaci modulati unicamente
sulle esigenze di terapie individualizzate. Allestire interventi intermedi,
flessibili e centrati nel contesto territoriale, fra spazi sociali e
ricreativi, l'ambulatorio, luoghi igienici per consumare, le comunità
terapeutiche, unità di strada, centri diurni, attività serali, case alloggio,
borse lavoro... secondo una cultura della continuità e della complementarità
fra servizio pubblico e privato sociale da sostenere adeguatamente. Una
strategia complessiva per una varietà di offerte per tutte le tipologie di
utenza (da coloro che sono disponibili a un programma drug-free a chi può
essere accompagnato, con attenta pazienza, nella sua avventura, nel rispetto
della dignità personale. Dal penale al sociale, dalle sanzioni amministrative a
una pedagogia rigorosa e non rigida. Resteremo fermi sulla riduzione del danno
senza pretese miracolistiche e di conseguenza collaboreremo per una
legalizzazione di tutte le sostanze. Non liberalizzazione! Ci sforzeremo di coinvolgere
tutte le Agenzie educative: la famiglia, la scuola, la Chiesa, lo sport, i
mass-media, non perché siamo fautori di un pensiero e di una pratica
"debole" nei confronti della complessità, ma al contrario perché
abbiamo un pensiero e una pratica "forte" in termini di valori e
cultura. Pratica che si fonda sui principi politicamente irrinunciabili della
democrazia che affronta il dramma in crescita delle vecchie e nuove
emarginazioni. Don Andrea Gallo, sacerdote, è fondatore della Comunità San
Benedetto al Porto. 27/10/2008 Nessuno si libera da solo, nessuno libera
l'altro, ci si libera insieme non a colpi di slogan intimidatori 27/10/2008
( da "Secolo XIX, Il" del 27-10-2008)
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Scuola
L'Università
abbandoni prima di tutto i suoi vizi Maurizio maresca Non condivido il senso
delle considerazioni di Mauro Barberis nel suo articolo sul Secolo XIX del 25
ottobre. Alcuni esempi, estensibili a tutte le realtà accademiche, ci
aiuteranno. 1) Barberis e io insegniamo in due Università - Trieste e Udine -
che si offrono a un territorio di poco più di un milione di abitanti (con
iscrizioni non significative da fuori regione) e che stanno letteralmente
fallendo per una politica di proliferazione di corsi (nella maggior parte dei
casi frequentati da pochissimi studenti) e delle cattedre: una proliferazione,
a vantaggio solo dei professori e non certo degli studenti, che probabilmente
Barberis e io abbiamo favorito nei rispettivi consessi accademici. In questi
giorni tutte le Università stanno chiedendo l'attivazione di nuovi corsi e di
nuove cattedre. 2) L'Università di Genova, che si è rivelata nel passato
strumento per la realizzazione di interessi immobiliari privati, come tutte, è
popolata da una molteplicità di docenti precari di valore ai quali si è fatto
credere chissà quale tipo di sviluppi scientifici e professionali. Di nuovo
nella noncuranza degli interessi degli studenti. 3) L'età media nell'Università
italiana - almeno al livello dei professori di prima fascia - supera i 60 anni.
Nulla contro l'esperienza, ma la ricerca scientifica e la stessa didattica
innovativa si fa fra i trenta e i quarant'anni. Lo insegnano le esperienze
internazionali evolute, ancora nell'interesse degli studenti-utenti. 4) Noi
tutti, Barberis e io in primis, siamo privi della possibilità effettiva di
svolgere una ricerca efficace di segno internazionale, non tanto per la carenza
di fondi (anche per quella), ma perché sono gli Atenei - e quindi noi stessi -
a distribuire le risorse a pioggia e senza alcuna considerazione per il merito.
5) I nostri allievi avranno anche la possibilità di insegnare a Harvard e
Oxford, come in effetti succede (anche se, temo, ancora per poco). Ma è certo
che essi non hanno alcuna speranza di tornare in Italia. E in ogni caso non ne
hanno l'interesse in presenza della arretratezza della ricerca e di stipendi
che non premiano il merito. 6) Non parliamo dei "concorsi farsa": ad
esempio, sono certo che Barberis sa già ora quali saranno i vincitori della
prossima tornata di concorsi nella sua materia; come io so chi vincerà nella
mia. Meglio sarebbe superare questa ipocrisia e lasciare le Università libere
(salva la loro certificazione di un ente internazionale). Dal
ministro Mariastella Gelmini mi attenderei, semmai, un immediato blocco delle procedure che
stanno avviandosi e che consentiranno l'accesso all'Università di migliaia di
nuovi cattedratici - tutti rigorosamente italiani - privi delle caratteristiche
minime e di oltre cinquant'anni. Per concludere, credo sia molto giusto
chiedere un aumento dei finanziamenti alla ricerca scientifica (non alla
didattica - basta tagliare il 60% dei corsi esistenti!). Ma prima si deve
superare il malcostume accademico italiano degli ultimi vent'anni: e proporre
soluzioni (anche se impopolari). Altrimenti si genera solo la sensazione, molto
precisa, che si voglia conservare l'inefficienza. Maurizio Maresca, professore
di diritto europeo, è delegato dal sindaco di Genova nel consiglio di
amministrazione dell'Università di Genova. 27/10/2008
( da "Mattino di
Padova, Il"
del 27-10-2008)
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Scuola
Proteste a Vigodarzere Insegnanti contro il decreto della Gelmini VIGODARZERE. Gli
insegnanti di Vigodarzere prendono una posizione netta e precisa nei confronti
dei cambiamenti in atto nella scuola, e lo espongono direttamente anche al
presidente della Repubblica e al ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini. Mercoledì il
collegio dei docenti dell'Istituto Comprensivo ha votato all'unanimità una
mozione in cui sottolinea il proprio dissenso sui contenuti delle nuove leggi
in discussione e che riguardano la scuola. Gli insegnanti di Vigodarzere,
pertanto, chiedono che le proposte attualmente in Parlamento vengano ritirate e
che qualsiasi proposta legislativa riguardante il mondo della scuola tenga
conto dei bisogni educativi e formativi di tutti gli alunni. (Cristina Salvato)
( da "Libertà" del 27-10-2008)
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Scuola
Berlusconi:
andiamo avanti «Walter ha perso, si riposi per 5 anni. Di Pietro è un uomo
malvagio» ROMA - Due milioni è mezzo di persone in piazza? «È la sinistra delle
frottole». Veltroni? «Ha perso, vada a riposarsi per cinque anni». Dice che
l'Italia è migliore di chi la governa? «Insulsaggini». Il giorno dopo il Circo
Massimo, Silvio Berlusconi non fa spallucce. Anzi, ci pensa su nel lungo
viaggio di ritorno dalla Cina (con tappa notturna in Kazakhstan), poi decide di
rispondere in prima persona. Anzitutto replica che il governo «va avanti» con
il suo programma. A cominciare da decreto scuola e nuove misure per imprese e,
se i conti pubblici lo consentono, anche per aumentare le retribuzioni. Con
questa opposizione, aggiunge, il dialogo è «impossibile». Tanto più se il Pd si
riunisce all'Idv di Antonio Di Pietro, «un uomo malvagio». L'aereo di Stato
atterra nella notte a Ciampino, niente stop a Milano. E dopo una giornata di
riposo e riflessione con i suoi, il presidente del Consiglio decide di andare a
visitare (per la seconda volta in pochi giorni) la mostra dell'Antiquariato di
Palazzo Venezia. Così incontra i giornalisti e parte all'attacco della
manifestazione del Pd. Le immagini non le ha viste. «Ma ho sentito le
dichiarazioni della Questura - racconta - e non posso che dire, che questa è la
sinistra delle frottole, delle invettive, delle calunnie». Veltroni, poi, «si
dovrebbe rassegnare: ha perso e per 5 anni non c'è più niente da fare. Invece
di fare manifestazioni, dovrebbe andarsi a riposare, per prepararsi a una bella
campagna elettorale tra 5 anni. Così ci lascerebbe lavorare meglio e con più
profitto per gli italiani». D'altra parte, la manifestazione di sabato è stata
«certamente una dimostrazione democratica, nulla da eccepire eccetto sulle
cifre; ma la più grande dimostrazione democratica - sottolinea Berlusconi - è
stata il 13 e 14 aprile», quando «il Paese ci ha dato una grande maggioranza.
Noi ora siamo impegnati a realizzare il nostro programma». Tanto più che «tutti
i sondaggi indicano che ho un gradimento del 72%». Insomma, il centrosinistra
«non sa perdere». E con questa opposizione che «sfortunatamente ci troviamo»,
aggiunge, «avremo il solito rapporto». Cioè, «se vorranno unirsi a noi per
votare i provvedimenti nell'interesse del Paese, sono i benvenuti. E anche se
daranno suggerimenti utili per il Paese». Ma «finora abbiamo avuto solo
critiche. E dunque tutto questo fa parte del libro dei sogni». Ancor meno piace
a Berlusconi l'idea che il Pd si ricompatti con l'Idv di Di Pietro, «un uomo
malvagio, che ha mandato in galera 15 persone che poi non sono state nemmeno
rinviate a giudizio, che sbraita in maniera forsennata e irragionevole». Dopo
il 25 ottobre, insomma, il presidente del Consiglio mette in chiaro che non
cambierà nulla. Il governo andrà avanti «a le fare cose di buon senso che sono
nel programma qualunque cosa dica Veltroni o qualcun altro nell'opposizione». A cominciare dal decreto Gelmini, visto che
sulla scuola c'è stata una «strumentalizzazione difficilmente definibile anche
di studenti e bambini». Non solo. Berlusconi annuncia che in settimana, con il
ministro Scajola, lavorerà a nuove misure «per sostenere le imprese e per fare
ciò che i conti pubblici renderanno possibile anche per le retribuzioni».
Uno degli obiettivi è quello di aumentare dai possibili 600 milioni il fondo di
garanzia per le piccole e medie imprese. Intanto, aggiunge il capo del governo,
il centrosinistra «continui pure a sgambettare in tv, a dire le solite
insulsaggini: non faranno che continuare a perdere consenso». Tanto, il dialogo
«è impossibile». 27/10/2008
( da "Arena, L'" del 27-10-2008)
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Scuola
SCUOLA
IN SUBBUGLIO/2. Ulteriori tagli A rischio anche i conversatori di madrelingua Alle proteste contro la legge Gelmini si aggiungono anche gli insegnanti di lingua straniera, convinti
che la riforma costringerà a dire addio a una figura importante per
l'insegnamento delle lingue: i conversatori di madrelingua. Spiega Mariangela
Persona, professoressa di francese al liceo scientifico e linguistico
Fracastoro: «Un problema in più si profila all'orizzonte della scuola:
la legge 133 prevede "il superamento delle co-docenze e la revisione delle
compresenze". Quindi, la presenza in classe degli insegnanti di
conversazione, che operano sia nei licei linguistici che in alcuni istituti
tecnici, sembra fortemente compromessa. Le parole "revisione",
"semplificazione", "essenzializzazione",
"superamento", usate con frequenza nel testo, significano tutte tagli
se non eliminazione di queste figure, per motivi economici». Aggiunge la
professoressa Annie Benoit, conversatrice di francese: «E pensare che il 2008 è
stato dichiarato anno europeo per il dialogo interculturale! C'è anche una
contraddizione nella stessa legge: come potrà la futura scuola italiana
raggiungere gli obiettivi europei ai quali fa spesso richiamo, se si tolgono
queste figure? Il Parlamento europeo con la Strategia di Lisbona ha creato un
quadro di riferimento per permettere a tutte le scuole europee di insegnare le
lingue straniere seguendo gli stessi fini. Imparare una lingua straniera
significherà sempre più essere capaci di usarla, riuscire a comprendere gli
stranieri quando parlano, anche tra di loro, e riuscire a intervenire e
partecipare al dialogo». «L'insegnante madrelingua di conversazione», Chiarisce
la Persona, «ha una funzione importante proprio perché facilita la
comunicazione guidando gli studenti e, abituandoli al confronto con altre
culture e altri modi di fare e di pensare, li prepara a quella interazione con
lo straniero alla quale saranno prima o poi chiamati. È così che si rafforza il
dialogo interculturale. Capire l'altro, non solo nelle parole ma anche nei
gesti o nelle più sottili espressioni, serve sia a migliorare la comunicazione,
sia a favorire i contatti con altri popoli. E in un mondo dove l'economia ci
spinge sempre più oltre frontiera, sembra davvero assurdo volere progredire
senza la presenza di questo "mediatore culturale" che è anche capace
di orientarsi meglio nella sua lingua sempre in evoluzione».E. Cerp.
( da "Arena, L'" del 27-10-2008)
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Scuola
SCUOLA
IN SUBBUGLIO/1. Studenti e docenti fianco a fianco contro
la riforma proposta dal ministro Gelmini
Università, assemblee e lezioni nelle piazze di Elisa Pasetto Docenti e
studenti sono tutti d'accordo: il D-day dell'università di Verona, andato in
scena venerdì con l'assemblea generale convocata dal rettore Alessandro
Mazzucco, la prima nella storia dell'ateneo, non è stato un punto d'arrivo.
Anzi, ha dato il «la» per proseguire, in maniera ancora più motivata e decisa
(e, di fatto, con il beneplacito dello stesso rettore), con la civile
discussione e il dibattito informato sui lati oscuri della contestata legge
133. La settimana entrante si annuncia infatti, se possibile, ancora più ricca
di appuntamenti rispetto alle precedenti. Non solo, stavolta, nei due poli
universitari cittadini, ma anche per le strade e le piazze della città. In
attesa che, come ha spiegato venerdì Mazzucco al popolo accademico, il ministro
Gelmini annunci le linee guide per l'attuazione del
decreto, in particolare sui temi scottanti che toccano la governance, il
finanziamento differenziato in funzione della valutazione, lo stato giuridico,
la riforma dei concorsi e le norme di stabilità. Linee che, ha confessato
Mazzucco, la Conferenza dei rettori (nella cui giunta figura il massimo
rappresentante dell'ateneo scaligero) auspica ottimisticamente ritoccate,
soprattutto quanto a un possibile rifinanziamento della ricerca con i soldi
della Finanziaria e a un ripensamento sul limite del turnover nelle assunzioni
del personale, fissato per ora a una sola assunzione ogni cinque pensionamenti.
PRESIDIO E ASSEMBLEE STUDENTESCHE. Continua, allargandosi dal chiostro di
Veronetta anche alle facoltà del polo scientifico di Borgo Roma, il presidio
organizzato dal collettivo degli studenti per informare i colleghi sulla
cosiddetta riforma Gelmini, con distribuzione di
materiale e invito ai numerosi momenti di discussione in programma: tre
assemblee plenarie degli studenti già previste per oggi, domani e mercoledì
pomeriggio al polo Zanotto. NELLE FACOLTÀ. Ma gli stessi presidi si stanno
mobilitando, secondo quanto auspicato venerdì anche dal rettore, per concedere
ai ragazzi assemblee all'interno delle singole facoltà. Mario Longo, preside di
Scienze della Formazione, aveva già dato appuntamento per domani alle 10 al polo
Zanotto (in contemporanea le lezioni saranno sospese). Mercoledì alle 16.45
(dopo la conclusione delle lezioni) dovrebbe essere la volta di Medicina.
Ancora in fase di definizione gli incontri per Economia, Giurisprudenza e
Scienze Motorie. CORTEO IN CENTRO. E sempre dagli universitari giunge intanto
la proposta di approfittare dello sciopero generale della scuola di giovedì 30
ottobre per riunire in corteo anche a Verona tutte le componenti del mondo
dell'Istruzione: «L'idea è quella di partire alle 8.30 dall'università per poi
percorrere le strade del centro», anticipa Jack Salbego, del collettivo
universitario. «Lo scopo è quello di coordinare e generalizzare la protesta con
tutte le parti interessate, dai genitori e docenti delle elementari, ai professori
e agli studenti di medie e superiori, fino a noi universitari, perché l'attacco
all'istruzione pubblica riguarda davvero tutti i cittadini. Sarà un corteo
apartitico: niente bandiere dei sindacati, quindi, o strumentalizzazioni
politiche». LEZIONI IN PIAZZA. Ai blocchi di partenza anche l'iniziativa di
alcune lezioni da svolgere «en plein air», sul modello di altre città italiane,
nei luoghi più significativi del centro. «Ci stiamo muovendo per richiedere i
permessi all'amministrazione», spiega Stefano Soardo, portavoce del gruppo di
studenti di Lettere, che ha scelto questo tipo di protesta per preservare, in
ogni caso, la continuità della didattica. «Quattro i docenti che hanno già dato
la disponibilità a tenere le loro regolari lezioni all'aperto, magari in piazza
dei Signori. Location che sarebbe ideale anche per la "lectura
Dantis" proposta dal docente di Letteratura italiana Mario Allegri».
( da "Libertà" del 27-10-2008)
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Scuola
Scuola,
altra settimana di proteste Giovedì ci sarà lo sciopero generale ROMA - Tutto è
pronto nelle scuole e nelle università per un'altra settimana di contestazioni.
Un programma ancora denso di occupazioni, sit-in, agitazioni, lezioni in piazza
che per i primi giorni della prossima settimana ha l'obiettivo primario di
bloccare l'approvazione definitiva al Senato (prevista per mercoledì 29) del Decreto Gelmini. E da oggi, gli studenti
romani faranno lezione al Colosseo. Tutto confermato, anche dal Governo: il
premier Silvio Berlusconi ha assicurato che andrà avanti sul Decreto Gelmini. «Hanno usato strumentalmente la scuola» ha detto Berlusconi
precisando sull'università: «non abbiamo ancora fatto nulla e già ci hanno
mosso critiche e mosso gli studenti nelle strade». Contro l'approvazione
del provvedimento Gelmini al Senato, i Cobas hanno
organizzato una manifestazione a piazza Navona, a pochi passi da Palazzo
Madama, a partire dalle 17 di domani, martedì
( da "Nuova Venezia,
La" del
27-10-2008)
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Scuola
Le
critiche del sindaco all'ultima iniziativa del Partito democratico accendono le
polemiche Cala il gelo tra Cacciari e il Pd veneziano Il coordinatore
provinciale Scaramuzza: «Massimo ormai è un profeta senza popolo» Fastidio. La
dura presa di distanza del filosofo dal raduno capitolino non piace al resto
del partito Nessun vertice di riconciliazione lo «strappo» per il momento resta
Direzione riunita per le elezioni MITIA CHIARIN «Non servono confronti e
discussioni tra noi, serve soprattutto parlare ai cittadini» dice il presidente
della Provincia Davide Zoggia. «Un profeta che grida senza che il popolo lo
segua non serve. Il Pd ora deve stare con la gente e tra la gente. Stare nelle
torri d'avorio non serve. Ecco, mi auguro che Cacciari continui a percorrere
questa strada con noi», aggiunge il coordinatore provinciale del Partito
Democratico Gabriele Scaramuzza. «Sconquassi? Nessuno, Cacciari è libero di
esprimersi come crede ma il vero dato, dopo la manifestazione di sabato, è
l'unità del partito. Ed è la cosa più importante», interviene il senatore
veneziano Felice Casson. Le critiche del sindaco Massimo Cacciari alla
manifestazione nazionale del Pd di sabato a Roma, hanno creato il gelo tra il
sindaco e il Partito democratico cittadino. Nessun contraccolpo immediato ed
evidente, i dirigenti del partito che governa Provincia e Comune mettono le
mani avanti. E nessun vertice di maggioranza urgente in vista in Comune. Lo
«strappo» però rimane. E pesa. Il filosofo ha gelato tutti annunciando che
cercherà di portare a termine il suo mandato «e lasciare la scena ai demagoghi,
coloro che hanno la vocazione a guidare il popolo. Ai Veltroni e ai Berlusconi,
a destra e a sinistra». Parole a cui già dal corteo di sabato hanno risposto,
critici, in tanti come il prosindaco Michele Mognato. Ieri il segretario
provinciale Gabriele Scaramuzza ha escluso con forza l'esistenza di un «caso»
Cacciari. «Alle parole del sindaco la risposta è stata quella del buon esito
della manifestazione con la partecipazione di 600 dirigenti, iscritti e
militanti del Pd veneziano - dice Scaramuzza - E anche sulla scuola, la crisi
economica e i disagi delle famiglie da Veltroni sono arrivate proposte
concrete, quelle di cui parlava Cacciari. Il momento è così grave che oggi
nessuno può stare nella torre d'avorio: chi fa politica deve stare tra la gente
e farsi carico delle sue difficoltà e richieste. Ma abbiamo fatto una scelta
precisa». Chiarimenti in vista? «Entro dieci giorni convocheremo la direzione
provinciale per costruire il programma in vista delle prossime elezioni
provinciali del 2009, i collegi e le candidature a sindaco in 16 Comuni. Questo
è il nostro impegno, gli altri discorsi li lasciamo ad altri». E il presidente
della Provincia Davide Zoggia aggiunge: «Dopo cinque mesi di tempo che ad un
nuovo governo si possono anche concedere, il dialogo auspicato non c'è ed anzi
l'opposizione viene sbeggeggiata. Vengono proposti
provvedimenti discutibili come quelllo della Gelmini». Insomma
la manifestazione di Roma è servita. «Ora dobbia più che discutere tra noi
dentro il partito, andare parlare ai cittadini per ricomporre un forte fronte
di opposizione. Il problema non è un chiarimento. E poi Cacciari è sempre stato
una prestigiosa voce critica sia nel Pci che nella Margherita ed ora nel Pd».
La pensa così anche il senatore Felice Casson, che si ritrovò avversario
Cacciari nella corsa a sindaco con un terremoto dentro i Ds che ha pesato anche
dopo l'elezione del filosofo. «Acqua passata da molto tempo. Cacciari è
Cacciari ed è libero di esprimere un dissenso. A volte ci siamo trovati
d'accordo, altre no. Ma al di là della sua posizione - dice il senatore
veneziano che sta lavorando all'organizzazione degli Stati generali della
giustizia per il Pd - il dato più rilevante è l'unità del partito e la presa di
coscienza che abbiamo idee concrete e che la vera politica si fa in
Parlamento». Il capogruppo del Pd in Consiglio comunale Piero Rosa Salva si
dice tutt'altro che sorpreso dalle parole del sindaco. «Cacciari ci ha abituato
a simili dichiarazioni. Non è la prima volta che critica l'opposizione a
Berlusconi ed è noto che sul suo futuro politico da tempo ha detto che la sua
esperienza di sindaco ha una durata limitata. Ma Cacciari va interpretato più
che letto». Per Rosa Salva il partito deve fare il massimo sforzo ora anche per
creare una nuova leader-ship che dal 2010 sia in pista per guidare ancora la
città. «Io ho già detto che non ho intenzione di ricandidarmi. Oggi i vecchi
restano in politica perchè non ci sono i giovani e i giovani finiscono con il
non trovare spazio».
( da "Nuova Sardegna,
La" del
27-10-2008)
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Pagina 1 - Prima Pagina Decreto Gelmini,
si apre una settimana di fuoco Cresce la protesta sarda ROMA. Berlusconi dice:
«Andiamo avanti: le critiche alla Gelmini
sono strumentali». Ma nelle scuole e nelle università l'«Onda» è pronta per
un'altra settimana di contestazioni. Anche in Sardegna lezioni in piazza e
autogestioni in vista del voto al Senato e dello sciopero nazionale di giovedì.
a pagina 10
( da "Centro, Il" del 27-10-2008)
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Pagina
5 - Attualità ROMA. Il giorno dopo il Circo Massimo finisce con Silvio
Berlusconi che tenta di attaccare ... Mercoledì al Senato il provvedimento per
la scuola che taglia 8 miliardi Probabile l'imposizione della fiducia ROMA. Il
giorno dopo il Circo Massimo finisce con Silvio Berlusconi che tenta di attaccare
a testa bassa confutando i numeri del Pd sulla manifestazione. E con Walter
Veltroni che chiede invece al governo di «ascoltare» la piazza. Uno scontro a
distanza tra il presidente del Consiglio e il leader
democratico che si fa più aspro alla vigilia di un'altra settimana
incandescente su più fronti: la riforma Gelmini della
scuola, su cui Pdl e Lega sono pronte a chiedere la fiducia al Senato; la legge
elettorale europea, che ricompatta il centrosinistra (dall'Udc a Di Pietro ai
Democratici) e guadagna anche l'Mpa, un pezzo di centrodestra al governo.
E infine la crisi finanziaria, sulla quale tante ricette sono state consumate
invano. Ma è Berlusconi che non digerisce serenamente e decide di non lasciar
correre l'entusiasmo sbandierato dal Pd dopo la manifestazione di ieri. «E' la
sinistra delle frottole, delle invettive, delle calunnie», scandisce il
premier, al suo ritorno dalla Cina, davanti a cronisti e tv. Quanto a Veltroni,
sul governo ha detto «insulsaggini». «Dovrebbe rassegnarsi: ha perso e per anni
non c'è più niente da fare. Invece di fare manifestazioni, dovrebbe andare a
riposarsi», dice il Cavaliere, dimnenticando, evidentemente, quando era lui a
organizzare manifestazioni di piazza contro Prodi, con slogan molto pesanti. La
vera manifestazione democratica, dice invece adesso, è stata quella del 13-14
aprile, quando il centrodestra ha vinto largamente le elezioni. Un consenso,
dice Berlusconi, confermato anche dagli ultimi sondaggi che «mi danno un
gradimento del 72%». Insomma, il governo va avanti per la sua strada «qualunque
cosa dica l'opposizione». Con il decreto Gelmini,
nuove misure per imprese e, se possibile, anche per aumentare le retribuzioni,
saranno studiate in settimana. Veltroni non replica direttamente. Ma,
intervistato dal Tg1, cita l'ultimo sondaggio dell'Ispo di Renato Mannheimer,
che indica un «impressionante» calo nei giudizi positivi sull'esecutivo, 18
punti da settembre a fine ottobre. E dice che «il governo farebbe meglio ad
ascoltare la voce della società civile», che si è espressa anche nella «più
grande manifestazione di un partito che si sia vista negli ultimi anni». Il Pd,
assicura, spenderà questa 'dote' «a favore del Paese, delle piccole e medie
imprese, degli operai, dei lavoratori, dei loro salari e stipendi, della
scuola». A Berlusconi replicano invece a muso duro i capigruppo parlamentari
dei Democratici, Anna Finocchiaro e Antonello Soro. «Non si può permettere di
dire che l'opposizione si deve riposare per 4 anni e mezzo. E' una
dichiarazione gravissima - affermano -. L'opposizione garantisce valori e
sollecitazioni della società, è l'altro pilastro della vita democratica di un
Paese». Nessuna arroganza, replicano i capigruppo del Pdl, Maurizio Gasparri e
Fabrizio Cicchitto che parlano di ironia di Berlusconi: questo «non vuol dire
abrogare l'opposizione che avrà modo in questo periodo di farsi sentire in
tutte le sedi, come del resto ha fatto finora. E' invece inaccettabile che
l'opposizione usi ogni occasione per gridare che la democrazia è in pericolo
per responsabilità del presidente del Consiglio o del governo». Una coda
polemica riguarda anche Antonio Di Pietro, definito da Berlusconi «un uomo
malvagio» per il suo passato da magistrato. «La verità è più semplice -
contrattacca l'ex pm di Milano - Berlusconi non sopporta le persone libera che
non vogliono sottoporsi a lui». Ma Di Pietro parla soprattutto della grande
manifestazione del Pd: «Ieri abbiamo partecipato alla manifestazione del Pd in
modo deciso perchè ci sentivamo a casa nostra. L'importante che è anche i
dirigenti del Pd abbiano capito che sulla giustizia con Berlusconi non si può
parlare, fa solo gli interessi suoi».
( da "Centro, Il" del 27-10-2008)
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Pagina
5 - Attualità ROMA. Tutto è pronto nelle scuole e nelle università per un'altra
settimana ... ROMA. Tutto è pronto nelle scuole e nelle università per un'altra
settimana di contestazioni. Un programma - ancora denso di occupazioni, sit-in,
agitazioni, lezioni in piazza - che per i primi giorni della settimana mira a
bloccare l'approvazione definitiva (prevista mercoledì 29
ottobre) al Senato del decreto Gelmini. E da oggi, gli studenti
romani faranno lezione al Colosseo. Per contrastare l'approvazione al Senato, i
Cobas hanno organizzato una manifestazione a piazza Navona dalle 17 di martedì
( da "Nuova Sardegna,
La" del
27-10-2008)
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Pagina
17 - Cronaca «Università, la Provincia si schiera con la Gelmini» NUORO. Si
dichiarano «perplessi e interdetti», per quanto è avvenuto nei giorni scorsi
nel consiglio provinciale dove con 13 voti a favore e 1 contrario, la Provincia
ha deciso di uscire dal consorzio universitario, dando mandato al Cda del
consorzio stesso di convocare l'assemblea e sancirne lo scioglimento e impegnando
il Presidente della provincia di Nuoro a trovare una forma alternativa
al consorzio. «Questa forma alternativa - scrive in una nota il direttivo
dell'associazione Ochlos, che riunisce gli universitari nuoresi - non è
nient'altro che la fondazione universitaria, inseguita e auspicata dal
consiglio provinciale già da qualche tempo. Ci sarebbe piaciuto citare la
Provincia di Nuoro, come esempio, per la sua capacità di essere, un precursore
in tema di riforme propositive e socialmente condivise. Invece con rammarico
dobbiamo prendere atto del fatto che la nostra Provincia ha anticipato prima e
seguito poi il Ddl 133 del 2008 con tutti gli articoli ad esso connessi. Tale
legge, varata dal governo nazionale di centrodestra, pubblicamente e
profondamente contestata è la causa di protesta in tutte le università, scuole
e piazze italiane. In particolare vorremmo portare all'attenzione dell'opinione
pubblica l'articolo 16 della già citata legge dove si parla appunto della
possibilità delle università di trasformarsi in fondazioni». Secondo gli
universitari nuoresi, la trasformazione in fondazione «porterebbe delle
conseguenze disastrose per l'università italiana». Tra le tante, secondo
l'associazione, significherebbe «più tasse per tutti perché un privato non è tenuto
a rispettare un tetto del 20 per cento sul fondo finanziario ordinario
dell'università». E poi, scrivono gli universitari «lo statuto di ogni singola
fondazione può provvedere l'ingresso di soggetti privati nel CdA e prevede
anche la possibile chiusura corsi e facoltà non redditizi o scomodi. Ci
piacerebbe capire - aggiungono in conclusione gli studenti - se e quanti
esponenti della maggioranza del consiglio provinciale, che hanno votato la
delibera a favore della fondazione, si sono recati alla grande manifestazione
indetta dalle opposizioni parlamentari contro il governo nazionale e le sue
leggi e quanti si recheranno alla grande manifestazione del 30 di ottobre a
Roma, in difesa della scuola italiana. Diciamo questo perché ci viene difficile
pensare che, amministratori responsabili e capaci, quali sono i nostri
rappresentanti provinciali, possano andare a protestare contro se stessi, visto
che la legge 133/08 e in particolare l'articolo 16 non è nient'altro, che
quello che la maggioranza in Consiglio tenta di riproporre insistentemente in
Provincia in questi ultimi mesi».
( da "Nuova Sardegna,
La" del
27-10-2008)
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BORTIGALI
Raccolta di firme contro la riforma della scuola BORTIGALI. Gli strali della riforma Gelmini rischia di
provocare gravi conseguenze anche a Bortigali. Dal prossimo anno scolastico il
centro del Marghine rischia infatti la chiusura del plesso scolastico che oggi
fa capo all'Istituto comprensivo di Silanus. Il numero minimo di 50 alunni
richiesto dalla normativa per poter tenere aperta la scuola rappresenta infatti
un serio pericolo per Bortigali. Per questo motivo il sindaco Marco
Mura, avvallato dai genitori degli alunni, ha deciso di passare al contrattacco
con l'obiettivo di difendere la scuola locale. Il primo cittadino, supportato
anche dagli altri amministratori comunali, ha diramato un comunicato per
informare i cittadini che è stata avviata una raccolta di firme contro la
riforma scolastica. «Vista la proposta di riforma della organizzazione della
rete scolastica che prevede, tra le altre cose, la soppressione dei plessi di
scuola primaria e secondaria inferiore con un numero di iscritti al di sotto
dei 50 alunni - si legge nella nota del sindaco - l'amministrazione comunale di
concerto con i genitori degli alunni propone una raccolta di firme da
sottoporre all'attenzione delle autorità regionali competenti contro la chiusura
delle scuole primaria e secondaria di Bortigali». Il documento ricorda che i
contenuti della riforma Gelmini altro non fanno che
incentivare lo spopolamento dei piccoli centri e favorire il pendolarismo dei
piccoli studenti con tutte le conseguenze che questo comporta per le comunità e
le famiglie. L'iniziativa che parte da Bortigali punta alla salvaguardia del
plesso scolastico che oggi assicura la presenza delle scuole dell'infanzia,
elementari e medie. Anche da Bortigali insomma si leva alta la protesta per
l'onda lunga anti Gelmini che rischia di spazzare via,
dai numerosi piccoli paesi, importanti punti di riferimento culturali.
L'adesione alla manifestazione del 30 ottobre è assicurata. (t.c.)
( da "Nuova Sardegna,
La" del
27-10-2008)
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8 - Attualità «L'opposizione sociale cresce, il governo va giù» Veltroni
raccoglie l'entusiasmo, Berlusconi torna all'attacco: «Tutte frottole» Soro e
Finocchiaro: «Se non rispetta le minoranze il premier mina la democrazia» ROMA.
Il «day-after» del Circo Massimo è per Walter Veltroni all'insegna
dell'entusiasmo. Il segretario del Pd, soddisfatto per il rilancio, ha detto di
voler «spendere i frutti della manifestazione per il Paese». E sottolinea un
dato: l'opposizione sociale al governo di Centrodestra sta crescendo, tanto è
vero che Berlusconi sta crollando in popolarità registra un meno 18 per cento».
Ma il premier non ci sta a regalare la scena a Veltroni e passa subito al
contrattacco. Due milioni è mezzo di persone in piazza? «E' la sinistra delle
frottole». Veltroni? «Ha perso, vada a riposarsi per cinque anni». E' stata una
domenica di scontri verbali a distanza molto accesi, più da campagna
elettorale. Con Berlusconi che si è impegnato in prima persona nel tentativo di
sminuire la portata della manifestazione nazionale del Partito democratico e
con Veltroni e i suoi (in prima fila i capiruppo Antonello Soro e Anna
Finocchiaro) a cavalcare il consenso sociale e a dire che «il governo deve
ascoltare e rispettare la piazza». Uno scontro a distanza tra il presidente del
Consiglio e il leader democratico che si è fatto, se possibile, ancora più aspro
alla vigilia di un'altra settimana che si annuncia
incandescente su più fronti: la riforma Gelmini della
scuola, su cui Pdl e Lega sono pronte a chiedere la fiducia al Senato; la legge
elettorale europea, che ricompatta il centrosinistra (dall'Udc a Di Pietro ai
Democratici) e guadagna anche il Movimento per le autonomie, vale a dire un
pezzo di centrodestra al governo; la crisi finanziaria, sulla quale
tante ricette sono state consumate invano. Ma è Berlusconi che ha deciso di non
lasciar correre l'entusiasmo sbandierato dal Pd dopo la manifestazione di
sabato. «E' la sinistra delle frottole, delle invettive, delle calunnie»,
scandisce il premier, al suo ritorno dalla Cina, davanti a cronisti e tv.
Quanto a Veltroni, sul governo ha detto «insulsaggini». «Dovrebbe rassegnarsi:
ha perso e per anni non c'è più niente da fare. Invece di fare manifestazioni,
dovrebbe andare a riposarsi», dice il Cavaliere. La vera manifestazione
democratica, d'altra parte, è stata quella del 13-14 aprile, quando il centrodestra
ha vinto largamente le elezioni. Un consenso, dice Berlusconi, confermato anche
dagli ultimi sondaggi che «mi danno un gradimento del 72 per cento». Insomma,
il governo va avanti per la sua strada «qualunque cosa dica l'opposizione». Con
il decreto Gelmini e nuove misure per imprese e, se
possibile, anche per aumentare le retribuzioni che saranno studiate in
settimana. Veltroni non replica direttamente. Ma, intervistato dal Tg1, cita
l'ultimo sondaggio dell'Ispo di Renato Mannheimer, che indica un «impressionante»
calo nei giudizi positivi sull'esecutivo, 18 punti da settembre a fine ottobre.
E dice che «il governo farebbe meglio ad ascoltare la voce della società
civile», che si è espressa anche nella «più grande manifestazione di un partito
che si sia vista negli ultimi anni». Il Pd, assicura, spenderà questa dote «a
favore del Paese, delle piccole e medie imprese, degli operai, dei lavoratori,
dei loro salari e stipendi, della scuola». A Berlusconi replicano invece a muso
duro i capigruppo parlamentari dei Democratici, Anna Finocchiaro e Antonello
Soro. «Non si può permettere di dire che l'opposizione si deve riposare per
quattro anni e mezzo. E' una dichiarazione gravissima - affermano -
L'opposizione garantisce valori e sollecitazioni della società, è l'altro
pilastro della vita democratica di un Paese». Nessuna arroganza, rispondono a
loro volta i capigruppo del Pdl, Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto.
Berlusconi ha risposto a Veltroni «dopo i durissimi attacchi di ieri, lo ha
fatto con ironia, ricordando che si è votato solo qualche mese fa e che il
governo a davanti a se circa 5 anni di lavoro». Questo «non vuol dire abrogare
l'opposizione che avrà modo in questo periodo di farsi sentire in tutte le
sedi, come del resto ha fatto finora. E' invece inaccettabile che l'opposizione
usi ogni occasione per gridare che la democrazia è in pericolo per
responsabilità del presidente del Consiglio o del governo». Una coda polemica
riguarda anche Antonio Di Pietro, definito da Berlusconi «un uomo malvagio» per
il suo passato da magistrato. «La verità è più semplice - contrattacca l'ex pm
di Milano - Berlusconi non sopporta le persone libera che non vogliono
sottoporsi a lui». «Non deve piccarsi - gli risponde Antonio Leone (Pdl),
vicepresidente della Camera - chi semina vento raccoglie tempesta». Un commento
più che positivo sulla manifestazione è venuto dal vice capogruppo del Partito
democratico al Senato, Luigi Zanda. «Dal popolo del Pd che ha partecipato alla
manifestazione del Circo Massimo emerge - ha detto - una richiesta esplicita ai
dirigenti del partito di unità e collegialità». Pertanto «il gruppo dirigente
ha avuto la conferma che il partito è forza consistente nel Paese: quel 33 per
cento elettorale sta tutto lì ed è tuttora presente nonostante i primi sei mesi
martellanti di Berlusconi». Zanda ha quindi affermato che «la partecipazione di
queste persone ha avuto delle caratteristiche che ci danno dei messaggi
precisi: è stata rilevante non solo la quantità, e cioè il numero elevatissimo
di partecipanti, ma anche l'atmosfera di straordinaria partecipazione, piena di
consapevolezza e convizione, molto composta, ordinata, senza sbavature; anche
gli striscioni e gli slogan erano molto seri. Questo ci deve caricare di
responsabilità». Ora «la cosa più importante per noi dirigenti è che
rispondiamo alla domanda esplicita della folla: essere uniti e governare
collegialmente il partito. E poi ci si chiede di lavorare molto
sull'organizzazione. Infatti, davanti a una base così consistente dobbiamo
rispondere anche organizzativamente». La domanda di unità, riguarda anche il
rapporto con gli alleati. «Veltroni - sottolinea Zanda - ha avuto un passaggio
corretto: dobbiamo sapere che le alleanze sono opportune e necessarie, ma su
contenuti e politiche condivise. E ora sento frasi di Di Pietro che apprezzo.
Anche lui ha percepito che la richiesta della base a tutti i partiti di
centrosinistra è di comportamenti unitari».
( da "Nuova Sardegna,
La" del
27-10-2008)
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Manifestazioni
in tutt'Italia in vista del voto al Senato, giovedì sciopero nazionale Gli
studenti non mollano: rush anti-Gelmini Berlusconi parla di strumentalizzazioni e dice: «Continueremo ad
andare avanti» ROMA. Berlusconi a tarda sera conferma: «Andiamo avanti», anche
perché le critiche al decreto Gelmini «sono strumentali». Ma gli
studenti non mollano: nelle scuole e nelle università l'«Onda» è pronta per
un'altra settimana di contestazioni. Un programma ancora denso di
occupazioni, sit-in, agitazioni, lezioni in piazza. Tutto in vista dello
sciopero nazionale. Indetto per giovedì prossimo, sarà accompagnato da una
grande manifestazione di protesta a Roma e da assemblee in molte città
italiane. «Andiamo avanti a governare - spiega comunque il premier -, a fare le
cose di buon senso che sono nel programma, qualunque affermazione faccia
Veltroni o chiunque altro dell'opposizione. Hanno usato la scuola: pensate
all'università, dove non abbiamo ancora fatto nulla e già hanno mosso critiche
e studenti nelle strade con strumentalizzazioni difficilmente definibili». Le
rivolte dei ragazzi mirano a bloccare l'approvazione definitiva (prevista
mercoledì 29) al Senato del decreto Gelmini. Altre
pesanti contestazioni riguardano la legge 133 che taglia fondi per la ricerca e
colpisce il turnover dei docenti che vanno in pensione. Da oggi gli studenti
romani faranno lezione al Colosseo. Per contrastare l'approvazione della
riforma voluta dal ministro al Senato, i Cobas hanno organizzato una
manifestazione in piazza Navona, a pochi passi da Palazzo Madama, a partire
dalle 17 di domani. La Rete degli studenti lancia lo slogan «Avanziamo dei diritti»
e annuncia che da oggi, in tutta Italia, «ci saranno scioperi e notti bianche,
che si concentreranno ancora una volta nei giorni di approvazione del decreto
137 al Senato». Ma l'appuntamento clou delle proteste è appunto per il 30
ottobre, giorno in cui, in tutta Italia, sciopererà il personale della scuola e
si terrà a Roma la manifestazione di docenti, studenti medi e universitari
contro il progetto governativo. Per il leader radicale, Marco Pannella, «la
rivolta di professori e studenti è in realtà una rivolta contro la finanziaria
di Tremonti, quella da otto minuti». Il segretario generale della Cisl,
Raffaele Bonanni, invita il governo a «far parlare le famiglie, far dire loro
cosa vogliono». Anche il numero uno della Cgil, Guglielmo Epifani, auspica
l'avvio di un confronto con le organizzazioni sindacali e la sospensione del
decreto. Lapidario il commento di Antonio Di Pietro (Idv): «Ci hanno fatto
vedere il grembiulino, il voto in condotta, ma si sono fregati la polpa, cioè
otto miliardi di euro». Contro i provvedimenti sulla scuola si è espresso anche
il Meic (Movimento ecclesiale di impegno culturale). La sua assemblea ha votato
una mozione che boccia senza appello la Gelmini: «I
contenuti del decreto non sembrano essere il frutto di un chiaro e coerente
disegno pedagogico». Teodoro Buontempo, presidente della «Destra», giudica
«inquietante il silenzio dell'organizzazione giovanile di An di fronte alle
sprovvedute iniziative della Gelmini e alle
dichiarazioni del tutto irresponsabili di Berlusconi». Degli sprechi nelle
università ha parlato il ministro Renato Brunetta: «Ci sono i baroni, i corsi
per appena 10 studenti e così via». Proteste senza sosta negli atenei. Gli
studenti dell'ateneo romano Tor Vergata hanno provocatoriamente messo in
vendita, per appena un euro e 50 centesimi, sul sito e-Bay la propria
università. Sempre gli studenti di Tor Vergata ieri hanno raggiunto la centrale
piazza dei Cinquecento, a Roma, in camice bianco e libri in mano. Una protesta
creativa che ha l'obiettivo di «far conoscere alla popolazione il tragico
futuro della ricerca italiana». La facoltà di fisica della Sapienza, occupata
da giorni, ha ieri aperto le aule alle famiglie per mostrare loro le
esercitazioni e le sperimentazioni sulle materie di studio. Da oggi, poi, a
Roma, partirà una settimana di lezioni all'aria aperta, in luoghi simbolo come
il Colosseo. Alla Normale di Pisa, sono apparsi alcuni eloquenti. Uno diceva:
«Un Paese vale quanto ciò che ricerca».
( da "Nuova Sardegna,
La" del
27-10-2008)
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IN
SARDEGNA Lezioni in piazza nelle università e classi autogestite SASSARI.
Un'altra settimana di contestazioni nelle due università sarde e in molte
scuole dell'isola. Da stamane gli studenti sassaresi delle facoltà che si sono
maggiormente mobilitate (Lettere, Lingue, Scienze politiche) cominceranno a
fare lezione all'aperto, in piazza Santa Caterina, nel centro storico. Sempre
da oggi gli stessi universitari che si battono contro i provvedimenti
governativi si sono impegnati a ritrovarsi tutti i giorni, alle
( da "Repubblica, La" del 27-10-2008)
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Pagina
2 - Interni Berlusconi attacca il Pd "è la sinistra delle frottole"
Veltroni: ascoltare opposizione e società è un dovere Lo scontro Il leader Pd:
"Impressionante la caduta di consenso in un mese a mezzo" SILVIO BUZZANCA
ROMA - Walter Veltroni dice «insulsaggini» e farebbe bene a ripassare fra
cinque anni, lasciando governare in pace il Pdl. Silvio Berlusconi, rientrato
nella notte fra sabato e domenica dall´Estremo Oriente, ci mette poco a
rituffarsi nell´agone domestico. Ha subito da «eccepire sulle cifre» della
manifestazione del Pd. Al punto da dire che sabato ha visto «in piazza la
sinistra delle frottole, delle invettive e delle calunnie». Infine brucia
ancora una volta ogni idea di dialogo. Almeno fino a quando il Pd non romperà
con Antonio Di Pietro: un uomo «malvagio» che «sbraita» in «maniera
forsennata». Veltroni non risponde direttamente al premier perché l´intervista
al Tg1 trasmessa ieri sera è stata registrata prima delle dichiarazioni di
Berlusconi. Il leader del Pd dice comunque che la cosa più bella della
manifestazione di sabato, la più grande degli ultimi anni, «è che è stata
serena, senza odio». Veltroni aggiunge che «per risolvere i problemi del Paese,
il governo deve ascoltare la società civile, a cominciare dalla scuola.
Ascoltare la società e l´opposizione è un dovere». Infine il leader del Pd
sottolinea come la lune di miele del governo sia finita: «La cosa
impressionante è la dimensione della caduta di consenso del governo: 18 punti
percentuali in un mese e mezzo», dice Veltroni. Benzina su fuoco per i prossimi
giorni. Al momento Berlusconi attacca soprattutto quella frase di Veltroni sul
paese migliore rispetto alla destra che lo governa. «Sono stanco di replicare a
insulsaggini come questa», taglia corto il Cavaliere. «Veltroni - continua - si
dovrebbe rassegnare: ha perso e per cinque anni non c´è più niente da fare.
Invece di fare manifestazioni, dovrebbe andare a riposarsi e prepararsi a fare
una bella campagna elettorale tra cinque anni. Ci lascerebbe così lavorare
meglio e con più profitto per gli italiani». A cominciare dalla scuola, dove il premier annuncia che si va avanti con i decreto Gelmini. Immediata arriva la replica di Anna Finocchiaro e Antonello
Soro: «Il presidente del Consiglio non si può permettere di dire che
l´opposizione si deve riposare per quattro anni e mezzo. E´ una dichiarazione
gravissima», dicono i capigruppo parlamentari del Pd. «L´opposizione
garantisce valori e sollecitazioni della società - aggiungono la Finocchiaro e
Soru - è l´altro pilastro della vita democratica di una paese». Berlusconi
però, sistemato il leader, affronta la questione del famoso dialogo. Che il
Cavaliere risolve così: «Con questa opposizione che sfortunatamente ci troviamo
avremo il solito rapporto: se vorranno unirsi a noi per votare i provvedimenti
nell´interesse del paese sono i benvenuti, se hanno suggerimenti utili al paese
saremo noi a votare i loro provvedimenti, ma finora sono arrivate solo
critiche». E poi non si può dialogare se il Pd non rompe definitivamente con
Italia dei Valori. «Come si può essere alleati con «un uomo malvagio come Di
Pietro, che ha mandato in galera 15 persone che poi non sono state nemmeno
rinviate a giudizio, che ha rovinato la vita di 15 persone?», chiede Berlusconi.
Secondo il presidente del Consiglio, «mettersi in alleanza con un uomo del
genere che sbraita in questo modo in maniera forsennata e irragionevole credo
che vada a tutto disdoro di chiunque lo facesse». Di Pietro risponde subito. Ma
se sono tanto malvagio, perché a suo tempo Berlusconi mi voleva ministro nel
suo governo? chiede a sua volta l´ex pm. «La verità è molto più semplice: non
sopporta le persone libere che non vogliono sottoporsi a lui», conclude Di
Pietro.
( da "Tirreno, Il" del 27-10-2008)
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1 - Prima Pagina Tre giorni per salvare scuola e ricerca
Mercoledì si vota il decreto Gelmini: studenti e prof in lotta
per bloccarlo Proteste anche alla Normale. Viareggio: notte con gli occupanti
ROMA. La settimana di lotta nelle scuole e nelle università contro il decreto Gelmini si apre con un programma denso di occupazioni, sit-in, agitazioni,
lezioni in piazza. Per i primi giorni della settimana l'obiettivo è di
bloccare l'approvazione definitiva al Senato - prevista mercoledì - del
vituperato decreto taglia fondi. Berlusconi ha assicurato che andrà avanti:
«Hanno usato strumentalmente la scuola» ha detto. L'appuntamento clou delle
proteste è per giovedì, quando si terrà a Roma la manifestazione di docenti,
studenti medi ed universitari contro il progetto governativo. Alla protesta,
per la prima volta dopo il '68, prende parte anche la Normale di Pisa.
FRANCESCONI e PARLATO a pagina 3
( da "Messaggero
Veneto, Il"
del 27-10-2008)
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SIT-IN E CONTESTAZIONI Scuola, non si ferma la protesta contro
il decreto Gelmini
ROMA. Tutto è pronto nelle scuole e nelle università per un'altra settimana di
contestazioni. Un programma che mira a bloccare l'approvazione del decreto Gelmini. IL SERVIZIO A
PAGINA 4
( da "Nuova Venezia,
La" del
27-10-2008)
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Ieri
striscioni alla Venicemarathon, da oggi una miriade di iniziative «Bloccheremo
il Ponte della Libertà» Giovedì doppio corteo studentesco con incontro a metà
strada tra Venezia e Mestre Se la clamorosa protesta verrà realizzata è certa
una giornata di passione per il traffico. Ma già una volta la questura è
intervenuta per impedire il caos totale Ieri all'arrivo della Venice Marathon
non c'erano solo appassionati e curiosi ad aspettare i corridori: circa 300
persone, tra ricercatori del Cnr, universitari, maestre, professori e studenti
delle superiori si sono ritrovati all'inizio di via Garibaldi per manifestare
contro i tagli decisi dal governo all'istruzione: «Il 30 ottobre bloccheremo il
Ponte della Libertà», annunciano i manifestanti. Inoltre, tra la manifestazione
in laguna di ieri e la «marcia» sul ponte che separa Venezia dalla terraferma,
ecco una lunga teoria di assemblee, riunioni, iniziative di protesta, lezioni
autogestite e quant'altro, che costelleranno la settimana sia nelle scuole del
centro storico sia in quelle del resto del Veneziano, in un crescendo che
giungerà all'apice giovedì. Il sit-in. I ricercatori del Cnr di Venezia e
Padova erano ben riconoscibili, con il loro camice bianco da laboratorio: «I
tagli alla ricerca creano un duplice danno - accusano i precari del Cnr - non
riusciremo a mantenere gli standard che abbiamo ora, inoltre sono a rischio i
posti di lavoro di tanti ricercatori che già non sanno quale può essere il loro
futuro», urlano dai megafoni. «Devono portare rispetto per quello che significhiamo,
siamo il futuro di questa nazione e non è tagliando sulla scuola che si
garantisce equità per tutti», accusa Jacopo del Coordinamento degli studenti
medi medidi Venezia e Mestre. «Non c'è futuro se continuano con il blocco del
turnover per le assunzioni del personale docente nelle Università, con borse di
studio di 600 euro per i dottorandi e i ricercatori», accusa Marco della rete
per l'autoformazione. I bambini. Per i più piccoli è stato organizzato un gioco
dell'oca sul precariato dell'istruzione, con tanto di mega-dado e caselle. Una
ventina di bambini indossavano magliette con scritte e slogan contro il maestro
unico e i tagli all'elementare. Il programma. Fitto il calendario per questa
settimana: si inizierà da oggi in un'aula autogestita concessa dal rettore di
Ca' Foscari a San Basilio, dove per tutta la giornata si terranno incontri,
riunioni e assemblee per organizzare le iniziative. Piazza San Marco. Gli
studenti universitari e gli studenti medi hanno in programma per la mattinata di
martedì una lezione tenuta da vari docenti a San Marco, sfidando i divieti di
manifestazione che sono tutt'ora vigenti in Piazza. Gli studenti delle scuole
superiori intanto non escludono proteste analoghe, con lezioni svolte nei campi
veneziani durante la settimana, oltre a partecipare alla protesta in Piazza San
Marco. La candelata. Il coordinamento per la difesa della Scuola pubblica ha
indetto per domani alle
( da "Nuova Venezia,
La" del
27-10-2008)
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LA
LETTERA «Il silenzio della Gelmini è la causa
della nostra mobilitazione apartitica» I rappresentanti dei ragazzi in Senato
accademico: «Ecco perché siamo scesi in campo assieme» Considerata la rilevanza
che stanno assumendo anche nella stampa locale le agitazioni nelle università,
è utile ribadire i contenuti qualificanti del disagio provato dagli studenti
universitari. Ricordiamo innanzitutto che le preoccupazioni non nascono
oggi: già a luglio, subito dopo la presentazione del ddl Tremonti-Brunetta, il
Senato Accademico di Ca' Foscari ha inviato al ministero una mozione votata
all'unanimità contraria ai tagli a finanziamenti e turn-over, mentre il
presidente del Consiglio degli studenti ha scritto a tutti gli iscritti
all'ateneo per informarli della situazione; inoltre ha esteso le proprie
preoccupazioni al Consiglio nazionale degli studenti e agli studenti membri del
Comitato universitario nazionale. In particolare, ci si è rivolti al ministro Gelmini, affinché si esprimesse in merito ai provvedimenti
del governo e presentasse una sua proposta e un sua idea su come riformare il
sistema universitario. Finora nessuna risposta. La drammaticità della
situazione scaturisce proprio da questa attesa. Da luglio gli atenei italiani
non hanno più avuto alcuna risposta chiara e le uniche certezze sul tavolo
restano i tagli pluriennali al fondo di finanziamento ordinario, nonché il
blocco parziale del turn-over e l'invito alle università a trasformarsi in
fondazioni di diritto privato. Questa mancanza di comunicazione e il continuo
procrastinamento di un pronunciamento infonde a studenti, docenti, ricercatori
e personale tecnico-amministrativo un profondo senso di abbandono e
irrilevanza. Come studenti sappiamo per primi che l'università ha bisogno di
cambiamenti radicali, ma l'atteggiamento del ministro trasmette la sensazione
che l'università e i suoi componenti siano insignificanti, tanto da non rendere
necessario coinvolgerli nel processo di riforma. Gli studenti non intendono
mantenere lo status quo, ma il governo crede veramente di poter risolvere
problemi come gli sprechi e le baronie tagliando i fondi agli Atenei in maniera
indistinta? Il messaggio che recepiamo finora è quello di un governo che
preferisce gli annunci alle riforme. Lo sconforto è grandissimo, eppure il
ministro non è nuovo ad atteggiamenti del genere. Pochi nominano il fatto che
da questa estate migliaia di laureati in tutta Italia che aspirano a
intraprendere la professione d'insegnante sono stati lasciati nel limbo. Senza
giudicare nel merito la sospensione delle iscrizioni alla Scuola di
specializzazione per insegnanti delle secondarie, l'assenza di una proposta
alternativa per ottenere l'abilitazione all'insegnamento crea di fatto un
blocco dell'accesso alle scuole secondarie. Nel silenzio più assordante,
migliaia di giovani sono stati privati delle prospettive e costretti a
un'attesa che li costringe a un'insensata perdita di tempo. In tutta questa
situazione, si stigmatizzano silenzio, noncuranza o connivenza di molti docenti
che siedono in Parlamento o addirittura nel governo, interessati parrebbe più
al proprio benessere che a quello di studenti e atenei di provenienza. I
movimenti che nascono fra gli studenti si giustificano quindi dalla crescente
sensazione di essere irrilevanti agli occhi dei governanti e senza prospettive.
Confinati in uno stato di limbo permanente, immersi in un crepuscolo che divora
una a una le aspettative, gli studenti si ritrovano assieme e indipendenti da
qualsiasi credo politico per rompere il muro di oblio che li circonda e a
chiamare governo e politici ad assumersi le proprie responsabilità nei
confronti delle generazioni future. Laura Amato Matteo Gubitta Diego Mantoan
rappresentanti degli studenti nel Senato accademico Università Ca' Foscari
( da "Repubblica, La" del 27-10-2008)
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III - Torino Saigon e il �68 tra il traffico di corso Vercelli RAFFAELLA
PAISIO Liceo Giordano Bruno. Sabato 25, ore 8. è appena finita la prima notte bianca di protesta contro il decreto voluto dal ministro Gelmini. Lentamente albeggia. Nessuno dei ragazzi ha chiuso occhio.
Incluso un drappello di professori rimasto coi "marmocchi". Tra poco
c´è comunque scuola. Arriva anche chi ha dormito nel suo letto. Volti freschi
accanto a facce tirate: «Sembri un prof» sento dire da uno che ha dormito a
casa, a uno che non ha chiuso occhio. Come dire, stai a pezzi. Arriva la
preside, distesa. Poi prof coi giornali di oggi. Si parla anche di noi.
Fotocopie. Stupore. Una punta di orgoglio per come si sono comportati i
ragazzi. Suona la campanella. Appello in classe. Poi è autogestione. Come al
solito c´è quello che ha fame. Ore 10.30: si fa lezione in strada, occupato un
tratto di corso Vercelli. Due corsie restano libere. Il traffico scorre. I
genitori hanno organizzato un servizio di sicurezza. Hanno anche le pettorine
arancione fosforescente. Si alza uno striscione: Giordano Bruno. Arriva una
cattedra. Viene piazzata sull´asfalto. Seguono sedie, studenti e insegnanti col
megafono. Prima ora: storia dei movimenti di protesta: la società civile dal
1868 ad oggi, passando per Chicago e Saigon, il 68. Sembra l´università. Ma è
corso Vercelli, imbocco della Torino Milano. Accanto a noi un traffico
bestiale. Il prof Gullusci fa sentire musica, parla di ripudio della violenza,
movimenti di protesta, piazze e manifestazioni come momenti di scoperta di sé e
della propria appartenenza alla collettività. I ragazzi ascoltano. Annuiscono.
Ore 11, secondo round, nessuno si muove: ex cattedra Matteo Saudino, megafono
in mano, tre ore di sonno sulle spalle. Lezione dal titolo complicato:
"branding dell´istruzione". Il prof cita Naomi Klein. Si pone
domande. Quelle che molti hanno in testa. A proposito di una scuola finanziata
dai privati. Cosa significherebbe avere sponsor a scuola? Soldi, ok. Ma poi,
pubblicità o cultura? Studenti o consumatori? Alle
( da "Messaggero
Veneto, Il"
del 27-10-2008)
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7 - Udine «Striscioni per l'ateneo sui palazzi della città» LA PROPOSTA Salgono
i toni della protesta universitaria in città. Fino al punto da invogliare gli
studenti a esporre sulle finestre delle loro case striscioni di protesta che
recitano: «Noi la crisi non la paghiamo» oppure «Adotta un ricercatore
italiano», ma anche «Soldi sprecati? Tagli mirati» e «Gelmini: uno dei
tanti burattini». E ancora: «Cari professori. facciamo lezione fuori!», «Ci
credevate tutti aspiranti tronisti e veline? Vi sbagliavate facile governare un
popolo di ignoranti». Questi gli slogan pensati dai ragazzi per sensibilizzare
il capoluogo friulano sui tagli previsti dalla legge Tremonti che blocca lo
sviluppo dell'università. La proposta è stata lanciata sul blog
controinformazionestudentesca.wordpress.com e, molto probabilmente, sarà
illustrata nel corso dell'assemblea che stamattina, alle 9, si terrà nella
facoltà di Scienze della formazione, in via Margreth. Domani, invece, docenti,
ricercatori e studenti, si confronteranno nell'incontro di ateneo che si terrà,
alle 17, nel polo scientifico dei Rizzi. Tutto ciò in attesa del Senato
straordinario di mercoledì che analizzerà la richiesta presentata dagli
studenti di indire gli stati generali. Per l'occasione, gli universitari hanno
organizzato un presidio davanti a palazzo Florio, a partire dalle 9.
( da "Repubblica, La" del 27-10-2008)
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III - Torino Battaglia sulla Gelmini in
Provincia Stamani consiglio aperto. E il Pdl in piazza Castello difende la
ministra Domani sera fiaccolata con prof e genitori Negli atenei nuova
mobilitazione GINO LI VELI Nonostante il forfait del ministro Gelmini, che ha deciso di "saltare" l´appuntamento di domani
sera al Centro congressi dell´Unione industriale, la mobilitazione
all´Università e nelle scuole torinesi non si ferma. Anzi, in vista
dell´appuntamento dello sciopero generale di giovedì, si moltiplicano le
iniziative. Che non sono quelle di semplice protesta. Ci sono anche quelle
istituzionali. Come il consiglio provinciale aperto, in programma oggi a
partire dalle 9, nell´aula di piazza Castello. Luogo scelto anche dagli
esponenti del Pdl (i capigruppo in Comune e in Provincia) per «fare controinformazione»
sul provvedimento del ministro: secondo loro «sono state fornite troppe notizie
sbagliate sul decreto». Cercheranno di convincere che quel provvedimento ha
elementi positivi. Nel pomeriggio, intanto, nella sede della Cgil, rappresentanti
sindacali delle scuola incontreranno quelli dei tre enti locali. Ma la
mobilitazione più forte, ovviamente, riguarda studenti e genitori. Il
coordinamento di questi ultimi, ad esempio, ha mantenuto, ad esempio, la
manifestazione programmata per domani sera, in contemporanea con l´arrivo della
Gelmini. «Il ministro non viene ma noi ci saremo»
dicono quelli del coordinamento. Il presidio, sempre in piazza Castello,
davanti alla prefettura, dovrebbe prendere forma con una fiaccolata e gli
striscioni delle tante scuole in agitazione. L´elenco dei licei e degli
istituti bloccati («ma non si tratta di occupazione» precisano gli studenti) è
davvero lungo. Ogni scuola ha scelto vari modi di contestazione. In alcune ci
sono in parte, lezioni regolari e assemblee al mattino. Il pomeriggio ci sono i
laboratori alternativi. Ci sono le lezioni in piazza (gli studenti del
Gioberti, nell´area davanti a Palazzo Nuovo). C´è l´agitazione che prosegue
anche la notte, con gli studenti, sorvegliati da alcuni insegnanti d´accordo
sulla protesta, che si fermano nelle aule, tra canti, musiche e cibi e torte
preparate dai genitori. Lo hanno fatto quelli del liceo scientifico Giordano
Bruno, stasera lo faranno quelli dell´Einstein, domani e mercoledì quelli del
classico Cavour. Una forma di protesta su cui oggi decideranno le assemblee
dell´Avogadro, del Peano, del liceo Spinelli, dell´Arduino, del Gobetti
Marchesini e del liceo Regina Margherita. Sono quasi una cinquantina le scuole
che tra oggi e mercoledì saranno «mobilitate». La protesta prosegue pure a
Palazzo Nuovo e al Politecnico. Qui, oggi vengono sospese le lezioni, dalle 10
alle 12,30, in occasione della conferenza d´ateneo. Sarà trasmessa anche nelle
aule per favorire la partecipazione degli studenti. SEGUE A PAGINA V
( da "Messaggero
Veneto, Il"
del 27-10-2008)
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7 - Udine Da domani autogestione al Marinelli e al Copernico NEI LICEI Anche al
liceo scientifico Marinelli soffia vento di protesta. Nell'istituto di viale
Leonardo da Vinci i ragazzi, per domani e mercoledì, stanno pensando
all'autogestione. Già sabato, infatti, nelle classi circolavano gli elenchi
delle adesioni. E in ogni aula i ragazzi avevano esposto il
testo del decreto Gelmini che mercoledì sarà votato in Senato. Anche gli studenti del
Marinelli, insomma, per capirci di più inviteranno sindacalisti e
rappresentanti istituzionali a discutere sulla riforma che introduce il maestro
unico, taglia i posti per insegnanti e collaboratori scolastici e aumenta il
numero degli studenti per classe. Stesso copione al liceo scientifico
Copernico dove gli allievi hanno messo a punto un dettagliato programma di
interventi. Anche qui l'autogestione scatterà domani per proseguire fino a
mercoledì. Nella scuola di via Caccia, oltre ai rappresentanti sindacali, sono
attesi il sindaco, Furio Honsell, l'assessore comunale, Kristian Franzil, il
consigliere regionale, Paolo Ciani, e vari consiglieri comunali. Il programma
ha ottenuto il via libera del dirigente scolastico, Andrea Carletti. Al
Copernico le iniziative si terranno nella palestra dell'istituto per consentire
a chi vorrà seguire le lezione di entrare in aula.
( da "Messaggero
Veneto, Il"
del 27-10-2008)
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7 - Udine Una lunga notte di protesta davanti alla Prefettura Martedì sera
genitori, insegnanti e collaboratori scolastici accenderanno le fiaccole per
dire «no» all'approvazione del decreto Aspettando la mezzanotte con le fiaccole
accese per dire «no» all'approvazione del decreto Gelmini. Salgono le adesioni all'iniziativa organizzata dal
Coordinamento per la difesa della scuola pubbliche che domani, alle 21, darà il
via alla fiaccolata di protesta. Davanti alla prefettura si troveranno
insegnanti, collaboratori scolastici, studenti e anche diversi genitori hanno
assicurato la loro presenza. L'iniziativa non passerà inosservata. Basti
pensare che il Coordinamento attraverso i volantini che sta distribuendo in
città invita a preparare non solo le fiaccole, ma anche le torce, le candele, i
lumini, le lampade a petrolio e addirittura i caschi da minatore. «Accendiamo
le nostre luci - spiega la segretaria provinciale della Flc-Cgil, Franca Gallo
- per dire il "no" allo smantellamento del sistema d'istruzione
pubblico statale e "si" alla qualità, alla libertà, all'inclusività
della scuola della Repubblica». Da qui l'organizzazione della protesta che proseguirà
fino oltre la mezzanotte. L'obiettivo è attendere l'alba del giorno in cui il
decreto Gelmini sarà sottoposto alla votazione del
Senato per invitare i politici a respingere il provvedimento. Questa però non è
l'unica manifestazione di protesta pensata per domani. Dalle 15 alle 18,30, nel
parco "Brun" di piazzale Chiavris, infatti, i genitori raccoglieranno
firme contro la riforma che introduce il maestro unico, taglia il numero degli
insegnanti, dei bidelli e degli amministratori e riduce il tempo scuola. E così
nel parco tra i bambini impegnati nei loro giochi, le mamme e i papà si
immedesimeranno con le letture animate e coordineranno gli spettacoli musicali
e le animazioni per i più piccoli. In chiusura cioccolata per tutti. Le
famiglie scendono in piazza perché temono che la riforma penalizzi il tempo
pieno e faccia venir meno i livelli qualitativi che caratterizzano la didattica
soprattutto nelle scuole primarie. (g.p.)
( da "Messaggero
Veneto, Il"
del 27-10-2008)
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Previsti
anche corsi di autodifesa per le ragazze. I manifestanti assicurano: sarà una
protesta non violenta. Chi vorrà restare in classe potrà farlo nelle succursali
delle vie Diaz e Gorizia Sello, occupazione tra dibattiti, musica e lezioni Da
oggi fino a mercoledì la sede dell'istituto d'arte resta in mano agli studenti contrari alla riforma Gelmini I ragazzi
si autofinanziano con 850 euro di GIACOMINA PELLIZZARI All'istituto d'arte
Sello tutto è pronto per l'occupazione. Stamattina circa 300 studenti
prenderanno possesso della sede di piazza Primo maggio dove fino a mercoledì
organizzeranno concerti, dibattiti, corsi di fotografia, ma anche di autodifesa
rivolto soprattutto alle ragazze. E in serata un centinaio di ragazzi
stenderà il sacco a pelo per trascorrere la notte dentro l'istituto. Il
programma è ricco di iniziative: trascorsa la mattinata a mettere a punto la
logistica, gli studenti si allieteranno con la musica di Antonio Della Marina.
In serata, invece, un'esperta in materia di lavoro terrà una conferenza sul
rapporto scuola-lavoro e sulle esperienze sempre lavorative vissute dagli
immigrati. Domani, invece, gli stessi studenti del Sello, dalle 10.30 alle
11.30, incontreranno il poeta Pierluigi Cappello, mentre dalle 14.30 alle
15.30, si confronteranno con Paolo Cantarutti di Radio onde furlane. E se il
giorno seguente, dalle 8.30 alle 11, il giornalista Gianpaolo Carbonetto si
soffermerà sul significato della protesta non violenta, nella tarda mattinata,
dalle 11.30 alle 13.30, il direttore della Cei Youth orchestra, Igor Coretti,
proietterà i suo video nelle aule occupate. Nel corso delle tre giornate di
occupazione, però, ci sarà spazio per gli approfondimenti ambientali e
pedagogici, ma anche per gli happening che grazie alla creatività degli
aspiranti artisti non mancheranno di stupire. E chi vorrà seguire le regolari
lezioni potrà farlo nelle succursali di via Diaz e via Gorizia. A vigilare
sulla protesta sarà il gruppo di vigilanza, composto da alcuni minorenni, che
avrà il compito di espellere tutti coloro che saranno trovati in possesso di
sostanze stupefacenti e alcolici. Quella dei ragazzi del Sello vuole essere una
protesta non violenta. Il dirigente scolastico, Antonio De Ruosi, infatti,
continuerà a lavorare nel suo ufficio e quindi a tenere sotto controllo la
situazione. Tant'è che i lavori di due commissioni didattiche già programmati
per questa settimana non troveranno ostacoli tra i manifestanti. L'attenzione è
massima. Basti pensare che per evitare di accendere i fornelli, ieri, i ragazzi
sono andati a fare la spesa e hanno privilegiato i piatti freddi a base di
tonno. Ma anche la frutta e tanto pane e nutella. In ogni caso, i manifestanti
possono contare sul sostegno di alcune mamme disposte a cucinare per loro.
«Abbiamo tentato - ripetono i ragazzi - di rendere legale una cosa illegale».
In effetti si sono premurati di chiedere l'autorizzazione dei genitori per i
minorenni che hanno aderito all'iniziativa e di proporre al preside un progetto
per la valorizzazione della scuola che prevede momenti di intrattenimento
artistico in centro con i bambini. Lo faranno finanziando le iniziative con
quel che resterà del fondo occupazione. I ragazzi, infatti, per sostenere le
spese di noleggio degli impianti acustici e alimentari si sono autotassati e
hanno raccolto circa 850 euro. Salvo cambi di programma, l'occupazione si
concluderà giovedì con la partecipazione al corteo studentesco lungo le vie del
centro. E da venerdì tutti in classe per seguire le lezioni.
( da "Repubblica, La" del 27-10-2008)
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III - Roma La protesta Gli studenti mettono all´asta su "eBay" gli
atenei romani VIOLA GIANNOLI A. A. A. cercasi disperatamente acquirente per le
università di Roma. L´ultima provocazione anti-Gelmini è un´asta sul web per l´acquisto della Sapienza e di Tor
Vergata, al modico prezzo di partenza di un euro. è stato Guido
( da "Nuova Venezia,
La" del
27-10-2008)
Pubblicato anche in: (Mattino di Padova, Il)
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Da
Stra il lungo serpentone si è snodato attraverso la riviera del Brenta fino a
Riva Sette Martiri Laggiù c'è un sogno, Venezia Tra fatica e ritualità la
grande corsa contro se stessi I top runner arrivano su un barcone color rosso
fuoco, traghettati a forza di braccia e corda dall'altra sponda del Brenta.
Sono una trentina, la maggior parte color cioccolata, avvolti in ampi teli
d'argento che ne preservano i preziosi muscoli facendoli assomigliare a tanti
Erote, mitico fanciullo greco alato. Sono loro, gli ultimi arrivati, la
ciliegina della grande festa Venicemarathon. Rappresentano il lato agonistico
di una giornata che ha altri protagonisti, meno famosi, meno celebri, certo più
umani. A loro, all'esercito dei normodotati, interessa solo arrivare fino in
fondo, vedere Venezia, i suoi ponti, riva Sette Martiri. Ed è un'idea fissa che
li accompagna di corsa per
( da "Tirreno, Il" del 27-10-2008)
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1 - Empoli Scuola, al via due fiaccolate Una stasera a Empoli e l'altra
mercoledì a Castello EMPOLI. Il fermento anti-Gelmini non si placa. Stasera ci sarà una fiaccolata per le vie del
centro. Partirà alle 21 da piazza Don Minzoni, davanti alla stazione, e
raggiungerà piazza della Vittoria per poi confluire in piazza Farinata degli
Uberti, attraverso via del Giglio. E non ci saranno solo i giovani ma
anche genitori e insegnanti. A Castelfiorentino sabato scorso un centinaio di
persone si sono ritrovate in occasione dell'iniziativa "Tutte e tutti per
la scuola pubblica" per esternare la loro preoccupazione sulla scuola. «E'
emersa la necessità urgente di costruire iniziative di mobilitazione e di
informazione nel territorio dove abitiamo - hanno detto alcuni dei partecipanti
- ecco perché è importante partecipare alla fiaccolata che si terrà mercoledì
alle 21 con partenza dalla scuola Enriques in via Duca D'Aosta». «Il nostro
gruppo, che è formato da singole cittadine e cittadini - spiegano ancora gli
organizzatori - ha preso vita dalle adesioni di genitori e insegnanti, fuori
dall'influenza dei partiti e da organizzazioni varie».
( da "Repubblica, La" del 27-10-2008)
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V - Roma La protesta dal Tasso al Virgilio E al Viscontino un coro per Saviano
La protesta studentesca non dà tregua. è toccato al Virgilio, ancora occupato,
aprire la giornata con una lezione in via Giulia sulla crisi economica. Dopo il
pranzo sociale, gli studenti hanno raggiunto piazza Vittorio per la lezione
all´aperto di Editoria della professoressa di Tor Vergata Luisa Capelli. Un
centinaio di studenti del Tasso, del Visconti, del Righi, dell´Albertelli, del
Cavour e del Russell hanno seguito e preso appunti. La "domenica
bianca" ha coinvolto anche le medie inferiori. Al
"Viscontino" si è tenuto un dibattito sulla riforma Gelmini e il concerto del coro polifonico dedicato a Roberto Saviano. In
piazza dei Cinquecento gli studenti di Tor Vergata in camice bianco hanno fatto
opera di informazione. (viola giannoli)
( da "Repubblica, La" del 27-10-2008)
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V - Roma I bambini "occupano" la Sapienza lezioni
di fisica contro la Gelmini I docenti spiegano ai più piccoli "Slitterà l´avvio
dell´anno accademico" LAURA MARI L´ateneo più grande d´Europa diventa la
città dei bambini. Magia di una protesta senza confini che ieri è riuscita a
trasformare il covo dei "facinorosi" anti-Gelmini (come li
ha definiti nei giorni scorsi il premier Silvio Berlusconi) in un vero e
proprio parco della Scienza a misura di bimbo. Una fiera del sapere, anzi,
della Sapienza, dove giocare con le provette, fare bolle di sapone, scoprire la
teoria dei vasi comunicanti e guardare il giroscopio per capire il moto di
rotazione della Terra. Spiegato da docenti universitari e recepito, senza nessuna
titubanza, da bambini di appena 6 anni incuriositi tanto dalla maestosità della
statua della Minerva, quanto dal teorema di Pitagora. La settimana di fuoco
delle mobilitazioni studentesche è dunque cominciata con un festival della
Scienza targato Onda anomala. Sin dalle prime ore del mattino, ieri, centinaia
di bambini, genitori e insegnanti delle materne ed elementari hanno affollato
il cortile della Sapienza per poter guardare da vicino esperimenti e giochi
scientifici ideati dai docenti, ricercatori e studenti delle facoltà di
Chimica, Fisica, Medicina e Matematica. «Più che una città universitaria,
sembra di stare in un asilo nido, un kindergarten» scherza Giancarlo Ruocco,
direttore del Dipartimento di Fisica che oggi proporrà ai docenti una mozione
per far slittare di una settimana l´inizio dell´anno accademico e sostituire le
lezioni con dibattiti sul decreto
( da "Nuova Venezia,
La" del
27-10-2008)
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5 - Attualità Contro la riforma Gelmini lezioni
pubbliche al Colosseo Settimana di proteste studentesce Berlusconi avverte
«Vado avanti lo stesso» ROMA. Tutto è pronto nelle scuole e nelle università
per un'altra settimana di contestazioni. Un programma - ancora denso di
occupazioni, sit-in, agitazioni, lezioni in piazza - che per i primi giorni
della prossima settimana ha l'obiettivo primario di bloccare l'approvazione
definitiva al Senato (prevista mercoledì 29 ottobre) del
decreto Gelmini. E da oggi, gli studenti romani faranno lezione al Colosseo.
Tutto confermato, anche dal governo: il premier Silvio Berlusconi ha assicurato
che andrà avanti sul decreto Gelmini. «Hanno usato
strumentalmente la scuola» ha detto Berlusconi precisando sull'università: «non
abbiamo ancora fatto nulla e già ci hanno mosso critiche e mosso gli studenti
nelle strade». Contro l'approvazione del provvedimento Gelmini al Senato, i Cobas hanno organizzato una
manifestazione a piazza Navona, a pochi passi da Palazzo Madama, a partire
dalle 17 di domani. L'iniziativa proseguirà senza sosta fino al mattino dopo
quando è prevista la votazione. La Rete degli studenti lancia lo slogan
«Avanziamo dei diritti» ed annuncia che da domani, in tutta Italia, «ci saranno
scioperi e notti bianche, che si concentreranno ancora una volta nei giorni di
approvazione del decreto 137 al Senato. Dopo lo slittamento ottenuto il 23
ottobre, cercheremo ancora una volta di bloccare i lavori parlamentari». Ma
l'appuntamento clou delle proteste è per giovedì 30 ottobre, giorno in cui, in
tutta Italia, sciopererà il personale della scuola e si terrà a Roma la
manifestazione di docenti, studenti medi ed universitari contro il progetto
governativo. Per il leader radicale, Marco Pannella, «la rivolta di professori
e studenti è in realtà una rivolta contro la finanziaria di Tremonti, quella da
otto minuti». Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, invita il
governo a «far parlare le famiglie, far dire loro cosa vogliono». Anche il
numero uno della Cgil, Guglielmo Epifani, auspica l'avvio di un confronto con
le organizzazioni sindacali e la sospensione del decreto. Lapidario il commento
di Antonio Di Pietro (Idv): «Ci hanno fatto vedere il grembiulino, il voto in
condotta, ma si sono fregati la polpa, cioè otto miliardi di euro». Contro i
provvedimenti del governo sulla scuola si è espresso anche il Meic (Movimento
ecclesiale di impegno culturale), la cui assemblea ha votato una mozione che
boccia senza appello i decreti Gelmini: «I contenuti
non sembrano essere il frutto di un chiaro e coerente disegno pedagogico».
Teodoro Buontempo, presidente de La Destra, giudica «inquietante il silenzio
dell'organizzazione giovanile di An di fronte alle sprovvedute iniziative della
Gelmini e alle dichiarazioni del tutto irresponsabili
di Silvio Berlusconi». Degli sprechi nelle università ha parlato il ministro
Renato Brunetta: «Ci sono i baroni universitari, i corsi universitari per
appena 10 studenti e così via». Proteste senza sosta anche negli atenei. Gli
studenti dell' Università romana Tor Vergata hanno provocatoriamente messo in
vendita, per appena un euro e 50 centesimi, sul sito e-Bay la propria
università. Sempre gli studenti di Tor Vergata ieri hanno raggiunto la centrale
piazza dei Cinquecento, a Roma, in camice bianco e libri in mano. Una protesta
creativa che ha l'obiettivo di «far conoscere alla popolazione il tragico
futuro dell'università italiana». La facoltà di Fisica de La Sapienza, occupata
da giorni, ha ieri aperto alle famiglie per mostrare loro le esercitazioni e
sperimentazioni della materia.
( da "Messaggero
Veneto, Il"
del 27-10-2008)
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CAVALIERE E L'OPPOSIZIONE QUANDO L'ACCUSA SUONA STONATA di ALCIDE PAOLINI
Annunciata mesi fa, quando ancora non erano sorti i troppi distinguo che stanno
sciupando, giorno dopo giorno, il clima innovativo in cui era nato il Partito
democratico, la chiamata a raccolta della sinistra riformista, di cui Walter
Veltroni è stato, comunque, la levatrice, ha avuto, almeno dal punto di vista
della partecipazione, la sua consacrazione in quel Circo Massimo, dove solo la
Cgil aveva osato manifestare con successo, riempiendolo a sua volta. Il che
basterebbe a legittimarla. C'è chi sostiene che queste chiamate politicamente
non servano a molto. Può anche darsi. Ma è altrettanto vero che se l'impresa
riesce, e riesce al meglio, come in realtà è stato in questo caso, non può
essere del tutto inutile, soprattutto perché è una sfida in sé e la sfida è
stata vinta, nonostante il clima nebbioso nel quale sembrava fosse caduto il
partito. Senza contare che si tratta di manifestazioni alle quali chi aderisce
lo fa perché ritiene che sia giusto, se non addirittura necessario, mostrare
agli altri, e forse anche a se stessi, la propria determinazione politica nei
confronti della parte avversa, che normalmente sta al potere. Lo aveva fatto
anche la destra quando stava all'opposizione, anch'essa con un'ampia
partecipazione. Suonano stonate, perciò, le accuse del premier, che prende lo
spunto da questa manifestazione, per ribattere che la sinistra, più che del
dialogo, è alla ricerca della rissa con la maggioranza e della rassicurazione
di se stessa. Ma appaiono incomprensibili anche le accuse che al Pd arrivano da
opinionisti di varie parti, che si considerano indipendenti, di aver
abbandonato ogni buon proposito di dialogo con la maggioranza per affidarsi, ancora
una volta, quasi esclusivamente alla piazza e al più sterile antiberlusconismo,
considerato l'unico cemento che tiene insieme l'opposizione. Accuse che non
prendono in considerazione, evidentemente, il fatto che il governo Berlusconi
è, a tutti gli effetti, un governo presidenzialista, almeno tanto quanto quello
di Bush e forse di più, perché è privo di tutte quelle regole correttrici che
distinguono, appunto, i governi presidenzialisti, onde evitare che possano
trasformarsi in dittature della maggioranza. Viene pertanto spontanea la
domanda: ma negli Stati Uniti, per esempio, chi è contro il governo attuale non
è forse anti-Bush? Ma torniamo alla manifestazione del Pd al Circo Massimo e,
al di là dei numeri (un milione, due milioni, tre milioni di partecipanti), che
sono sempre discutibili, cerchiamo di isolarne i significati più evidenti.
Intanto quello, perfino ovvio, della messa in risalto dei provvedimenti che
l'opposizione ritiene sbagliati o, addirittura, pericolosi per il paese. A
cominciare naturalmente dal decreto legge 137, quello sulla scuola, del ministro Gelmini, che ha dato il via, come
stiamo assistendo quotidianamente, a una sollevazione generale di studenti,
docenti e familiari del tutto spontanea, a dispetto di quanto insinua il
Cavaliere, che in base ai suoi sondaggi non vuole crederci, e di quanto
ribadisce il ministro, che a sua volta non vuole leggere attentamente le accuse
dei contestatori, che parlano soprattutto di tagli, perché tagli sono,
sia pure non immediati, per quanto la Gelmini cerchi
di negarli. In un momento in cui è proprio dalla scuola e dalla ricerca che ci
si aspetta un futuro migliore. Ma Veltroni ha insistito in modo particolare sul
fatto che il premier, anche in un frangente che prelude a un netto
peggioramento della situazione economica, continua a preoccuparsi prima di
tutto dei suoi gioielli, quali l'Alitalia e le grandi corporazioni industriali
e finanziarie. Mentre occorrerebbe tener presente nello stesso tempo che, in
vista di una recessione ormai alle porte, grave e probabilmente di lungo
periodo, i problemi più seri deriveranno dalla perdita di potere d'acquisto
delle classi di lavoratori più deboli, oltre che dei precari, dei giovani e dei
disoccupati, che altrettanto probabilmente cresceranno di numero. È soprattutto
a costoro che il governo dovrebbe pensare urgentemente, ha ammonito Veltroni,
proponendo una serie di interventi, come per esempio la riduzione delle imposte
sul lavoro di chi ha i salari più bassi, a partire dalla tredicesima. Perché è
questo che può fare l'opposizione, al di là di ogni demagogico dialogo:
proporre interventi capaci di rendere meno drammatico il futuro per chi sta
peggio e concorrere con le proprie idee alla realizzazione di quelli del
governo stesso, ritenuti accettabili. L'Italia è migliore di chi ci governa, ha
ripetuto diverse volte Veltroni, che con questa sua iniziativa ha dato (e ha
fatto dare dai manifestanti) una lezione a chi continua a mettersi di traverso
all'interno del Pd, prendendo a pretesto ora l'identità che non c'è, ora la
mancanza di una politica. Ed è vero. È così vero che i sondaggi, tanto cari al
Cavaliere, sembra abbiano incominciato a rivelare segni di disagio
significativi tra i cittadini, i quali evidentemente incominciano a
preoccuparsi seriamente per il loro futuro. Se non altro, Veltroni ha mostrato
con chiarezza le sue intenzioni. Quanto a Berlusconi, gli spetterebbe a questo
punto almeno l'obbligo di riflettere sul fatto che il nostro paese è stato
considerato quello, tra i 27 dell'Ue, dove il distacco tra chi sta bene e chi
non ce la fa è più rilevante.
( da "Nuova Sardegna,
La" del
27-10-2008)
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19 - Cronaca Cresce di tono la protesta degli studenti: anche il liceo De
Castro in autogestione ORISTANO. Prosegue senza sosta la
protesta nelle scuole contro la riforma Gelmini. Agli
istituti già occupati da oggi si aggiungerà il liceo classico De Castro. Gli
studenti inizieranno la loro autogestione in una maniera davvero singolare e
che merita attenzione. Faranno infatti lezione, come tutti gli altri giorni, ma
diversa sarà la materia della quale andranno ad occuparsi. Alle 11,
nella palestra, i ragazzi avranno un incontro con la professoressa Caterina
Pes, che per anni è stata docente del liceo classico e che dalla scorsa
primavera siede nei banchi del Parlamento nazionale, dopo essere stata eletta
come deputato tra le file del Partito Democratico. Caterina Pes parlerà della
figura di Vittorio Foa, uno dei padri della democrazia italiana scomparso
proprio nei giorni scorsi, e affronterà i temi della liberta di parola e di
stampa e del fascismo.
( da "Messaggero
Veneto, Il"
del 27-10-2008)
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7 - Pordenone Fermento anche tra gli studenti degli istituti superiori
provinciali «I tagli si fanno già sentire con classi
strapiene» «Fuori da scuola contro il decreto del ministro dell'Istruzione Gelmini». Gli studenti annunciano aule semivuote nelle superiori,
giovedì, per lo sciopero sindacale Flc-Cgil, Cisl e Uil scuola, Snals, Gilda e
Cisal. Le frange integraliste dei ragazzi pordenonesi danno l'ultimatum. «O
risorse per la scuola o lotta. I tagli li sentiamo nelle classi già
strapiene - hanno detto nelle superiori tecniche del Sacilese -. Hanno
accorpato due classi quarte in una quinta di 29 studenti nell'Itc Marchesini e
altrettanto hanno fatto nel liceo Pujati. Con il decreto Gelmini,
sarà peggio: scioperiamo». Nell'Isa di Cordenons si fanno i conti. «Meno ore di
laboratorio e meno risorse - spiegano Sarah e Davide da via Sclavons -. Il
diritto allo studio è nella Costituzione, poco a scuola». E ancora: «Siamo
divisi sull'adesione allo sciopero tra rappresentanti di istituto - ha ammesso
Giovanni, liceale del Pordenonese -. Azione studentesca frena, ma vogliamo
chiedere risorse per libri, computer e un futuro all'università senza tasse
sanguisughe». Discutono, lanciano sms, mail nel sito web
www.unionedeglistudenti.it che sprona alla protesta senza se e senza ma.
«Provate a fermarci - dicono i ragazzi dell'Unione nel tam-tam mediatico -.
Siamo al fianco di docenti e bidelli». E ci sono studenti pronti a salire sui
pullman Flc-Cgil che partiranno mercoledì, a mezzanotte, da Pordenone per la manifestazione
a Roma. Una curiosità: i minorenni saliranno sul bus con la liberatoria dei
genitori. (c.b.)
( da "Messaggero
Veneto, Il"
del 27-10-2008)
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7 - Pordenone La protesta sale su tre pullman Preparativi per lo sciopero e la
manifestazione romana di giovedì SCUOLA Settimana bollente nella scuola
provinciale: assemblee non-stop e sciopero nazionale giovedì. «Serrata alla
media di Casarsa e circoli didattici di Pordenone a cancelli chiusi - ha fatto
la previsione della protesta contro maestro unico e tagli il sindacalista
Flc-Cgil Gianfranco Dall'Agnese -. Tre pullman da Pordenone prenotati per la
manifestazione in piazza del Popolo, a Roma, con tanti studenti provinciali al
nostro fianco». Giovedì a braccia incrociate per i sindacati confederali
(Flc-Cgil, Cisl e Uil scuola) con gli autonomi Gilda, Snals, Cisal e Cip
precari. Tiepida, pare, l'adesione in alcune secondarie del Pordenonese. «Nella
media di Caneva e nel liceo Grigoletti lezioni regolari dei professori, freddi
alla chiamata allo sciopero - sono i dati della vigilia, nel forum provinciale
dei precari -. Saranno i bidelli a decidere l'apertura o meno delle aule». Con
gli ausiliari in sciopero, le scuole chiuderanno i cancelli. Il fattore
sorveglianza, in termini di sicurezza dei ragazzi, farà la differenza. «Il
servizio didattico regolare non sarà garantito - hanno detto i dirigenti
scolastici -. Le famiglie degli studenti sono avvisate». Un dirigente liceale
di Pordenone ha annunciato l'adesione alla protesta e molti docenti non hanno
dubbi. «Sciopero necessario - ha spiegato Aurelia Pichilli, ex rappresentante
Cobas a Pordenone -. La scuola non ha futuro, con i decreti
Gelmini che tagliano le cattedre e il tempo-lezione». I genitori mordono
il freno. «Ci hanno chiesto incontri e assemblee serali le famiglie di
Brugnera, Maniago e nei circoli della Pedemontana - ha detto il leader di Cisl
scuola Alessandro Basso -. Tante mamme sono preoccupate sul maestro
unico e il tempo scuola 2009». E' il momento della protesta. «Quella del 30
ottobre sarà una grande "ola" - hanno promesso i sindacalisti
cigiellini di Pordenone Carla Franza e Adriano Zonta -. La più grande
manifestazione di protesta degli ultimi decenni. Treni speciali, mille pullman
da tutta Italia a Roma per un corteo pacifico e risoluto: stop ai decreti 133 e
137 "ammazzaprecari". Il 14 novembre torneremo in piazza per
l'università». Lo scontento cataloga tra le sofferenze il rinnovo contrattuale
di bidelli e professori. I 40 euro netti in busta paga offerti dal ministro
Brunetta agli insegnanti di Stato dà la spinta alla lotta. Chiara Benotti
( da "Repubblica, La" del 27-10-2008)
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XIII - Milano Le idee Cari studenti ora inventate un´alternativa FRANCO BOLELLI
Sarebbe bello se finalmente questa volta si recitasse fuori dal vecchio,
stucchevole copione. Sarebbe bello se gli studenti che vogliono
mettere i bastoni fra le ruote del decreto Gelmini si
liberassero dalle gabbie ideologiche in cui tutti quanti vogliono rinchiuderli.
Non è complicato, accidenti: quello che sta accadendo nelle università e nelle
scuole non ha senso né demonizzarlo né beatificarlo, né invocare la polizia e
la maggioranza silenziosa né lisciargli il pelo nascondendone i limiti e gli
errori (ci fosse un campionato delle idee sconclusionate, quella di
andare a occupare i binari della stazione Nord a Cadorna sarebbe nelle zone
alte della classifica). Proprio perché è così caldo ed energetico, questo
movimento dovrebbe tenersi accuratamente alla larga non soltanto dagli
immancabili e penosi paragoni con il sessantotto, ma anche e soprattutto dal
terreno piatto e paludoso della semplice opposizione. SEGUE A PAGINA V
( da "Repubblica, La" del 27-10-2008)
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III - Genova Università: dopo la squadra, la strategia del nuovo Rettore. Il ministro Gelmini prima dell´estate potrebbe
allentare la stretta economica "Tutta Balbi all´Albergo dei Poveri"
Deferrari promette il trasloco e candida la struttura a Patrimonio dell´Unesco
MICHELA BOMPANI Giacomo Deferrari, tra cinque giorni nuovo rettore dell´Ateneo
genovese, lancia la candidatura dell´Albergo dei Poveri a patrimonio dell´Unesco.
Conferma la squadra di "governo", nove membri compresi il Rettore e
il prorettore Maurizio Martelli, cui si aggiunge il nome del giurista Vincenzo
Roppo, che avrà la delega agli Affari legali e precisa: «E´ una proposta, che
però voglio sottoporre all´approvazione del senato accademico». Entro un mese,
la redazione di un piano edilizio, che ridisegnerà il volto dell´Università e
della stessa città. Con una meticolosa opera di cartolarizzazione, che
coinvolgerà anche gli edifici di San Martino. E all´Albergo dei Poveri, la cui
ristrutturazione dovrà coinvolgere istituzioni pubbliche e private, De Ferrari
prevede un campus in cui si trasferiranno tutte le Facoltà di via Balbi
(Lettere, Scienze Politiche e Giurisprudenza) e che comprenderà anche una serie
di residenze universitarie dell´Arssu. SEGUE A PAGINA III
( da "Repubblica, La" del 27-10-2008)
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V - Genova "Un Campus all´Albergo dei Poveri" L´Università secondo
Deferrari: "Patrimonio dell´Umanità con dentro tutta Balbi"
"Contatti con il ministero, la stretta economica potrebbe allentarsi"
Anche San Martino entra nella cartolarizzazione Una frenata per il Politecnico
MICHELA BOMPANI L´Albergo dei Poveri patrimonio dell´Unesco. Un impegno,
ancorché informale, del ministero per aumentare i finanziamenti all´Ateneo
genovese per puntare sui giovani ricercatori e giovani tecnici-amministrativi.
Un piano complessivo per l´edilizia che porterà alla cartolarizzazione di
alcuni edifici a San Martino. La squadra di governo del Rettore. La nascita dei
cinque poli, per snellire la burocrazia. Mentre il Politecnico, invece, si
allontana un po´ sull´orizzonte. Giacomo Deferrari, a cinque giorni dalla
nomina a Rettore dell´Università di Genova, conferma i nomi del suo
"staff", anticipati da Repubblica, cui si aggiunge il nome del
professore (e direttore di Dipartimento) a Giurisprudenza, Vincenzo Roppo. A
lui spetterà la delega agli Affari legali. E Deferrari, sulla squadra, precisa:
«è una mia proposta, che però voglio sottoporre al Senato accademico, prima di
attribuire le deleghe». Deferrari, ha strappato una
promessa al ministro Gelmini? «Ho avuto contatti, ancora informali, con alti livelli del
ministero: prima dell´estate ci dovrebbe essere una revisione della stretta
economica. Abbiamo chiesto un aumento dei finanziamenti per puntare sui giovani
ricercatori e sui giovani tecnici amministrativi. Capisco chi protesta,
ma i tagli pesanti previsti sono sul 2010, si può lavorare. E l´Università ha
tante colpe: dobbiamo razionalizzare e rendere efficiente il nostro Ateneo, poi
chiederemo finanziamenti. Dobbiamo però essere ineccepibili, in materia di
efficienza». La prima emergenza, per lei, è l´edilizia: l´Albergo dei Poveri?
«L´ho visitato accuratamente, sono affascinato. Non è un peso per l´Università,
ma una formidabile risorsa. Intanto chiederemo il riconoscimento come Patrimonio
dell´Umanità all´Unesco, c´è un precedente molto simile, a Napoli. Però è un
tema da affrontare non da soli. Convocherò un tavolo della città, con il
sindaco, presidenti di Regione, Provincia, Camera di Commercio, la Carige. Per
la ristrutturazione completa occorrono circa 50 milioni. Non va fatta tutta
insieme, la struttura può benissimo essere recuperata a lotti. Così tutto
diventa più semplice da affrontare, tutti insieme» Cosa diventerà? «Un campus
con tutte le Facoltà che oggi sono in via Balbi. E proporrò all´Arssu di
organizzare un piano, per inserire all´Albergo anche una serie di residenze
universitarie» Per finanziare l´Albergo, ricorrerete alle cartolarizzazioni?
«Anche. Ci sono diversi gruppi immobiliari interessati. C´è un problema Hennebique,
di cui abbiamo il diritto di superficie: dobbiamo eliminarlo il più presto
possibile. Poi l´ex Magistero, la Saiwetta e i molti edifici di San Martino,
con cui dobbiamo discutere con la Regione. Se la parte clinica sarà trasferita
all´interno, venderemo tutto il possibile». Un disegno complesso. «Entro un
mese, dal mio insediamento, sarà pronto un piano complessivo per l´edilizia:
occorre una visione globale per intervenire in modo efficace, razionalizzando
una volta per tutte». Nel suo staff, Gianni Vernazza avrà la delega "ai
Poli e al Politecnico": cosa sono i Poli? «Per me questo è un
punto-chiave, è una riforma fondamentale per snellire e razionalizzare
l´Ateneo: si tratta di raggruppare le Facoltà cinque macro-aree. è un progetto,
deve essere approvato ed eventualmente modificato dagli organi di governo
dell´Università: va però realizzato in un anno. Economia, Giurisprudenza e
Scienze politiche. Lettere, Lingue e Scienze della formazione. Scienze
matematiche fisiche e naturali. Ingegneria ed architettura. Medicina e
Farmacia. La gestione deve diventare così più snella: ognuna di queste aree
avrà una propria amministrazione, un geometra e discuterà il reclutamento dei
docenti» E il Politecnico? «Io credo nel Politecnico, ma la congiuntura economica
attuale mi fa vedere la sua realizzazione come più difficile: come si fa a
chiedere al Ministero ulteriori finanziamenti per il Politecnico? Comunque ci
sarà un progetto». Comincia un´altra settimana calda: domani blocco dell´Ateneo
e assemblea plenaria cittadina, giovedì corteo. «è legittimo e utile
manifestare, è giusto chiedere rispetto, ma dobbiamo anche essere all´altezza,
evitando degenerazioni. Io stesso, ancora come preside di Medicina, ho sospeso
l´obbligo di frequenza per permettere ai ragazzi di poter partecipare al
movimento».
( da "Centro, Il" del 27-10-2008)
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22 - Cronaca Agraria occupata alla vigilia delle lauree La prima facoltà
teramana a protestare, mercoledì assemblea MOSCIANO. L'onda
della protesta contro il decreto del ministro Gelmini arriva
alla facoltà di Agraria dell'università di Teramo, con sede a Mosciano, che
conta circa 400 iscritti. Gli studenti hanno annunciato l'occupazione delle
aule per mercoledì pomeriggio, proprio alla vigilia delle discussioni delle
tesi di laurea in programma per giovedì. «Ma la protesta non intralcerà
assolutamente le discussioni» tengono a precisare gli studenti. «Il preside
Dino Mastrocola è stato avvisato dell'occupazione e non ha posto veti,
naturalmente ha avvisato il rettore Mauro Mattioli», dice Davide Cordoni
rappresentante di Progetto agraria e membro del Senato accademico. Al centro
dell'assemblea i consistenti tagli di fondi alle università previsti nel
contestatissimo decreto Gelmini. «Dalle 14 di
mercoledì», si legge in una nota firmata dai rappresentanti del gruppo
studentesco Progetto Agraria, «saranno occupate le aule della facoltà di
Agraria per bloccare la didattica ordinaria e fare didattica alternativa e cioè
facendo un'assemblea che servirà a far capire a tutti gli studenti che
parteciperanno l'impatto che potrà avere la riforma Gelmini.
I punti cardini saranno la possibilità di un incremento delle tasse
universitarie, la mancata possibilità di far carriere all'interno delle
università e la possibilità di non avere più fondi per la ricerca». Secondo la
nota di "Progetto Agraria" sono previsti 63,5 milioni di euro in meno
per il 2009; 190 per il 2010; 316 per il 2011; 417 milioni per il 2012 e 455
per il 2013. Per domani anche l'Udu (Unione degli universitari) ha convocato
per le 15.30 un'assemblea di facoltà nell'aula 7 di giurisprudenza, a Coste
Sant'Agostino. Ma la protesta contro il decreto Gelmini
arriva da tutto il mondo scolastico e non solo. Sabato pomeriggio a Teramo un
centinaio di insegnanti della scuola elementare, genitori e alunni hanno
manifestato in piazza Martiri della Libertà per dire no al ritorno del maestro
unico, così come previsto dalla riforma. Secondo gli insegnanti che sabato
pomeriggio hanno protestato le ore di lezione passeranno da
( da "Messaggero
Veneto, Il"
del 27-10-2008)
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Preannunciata
per oggi la ripresa di forme di protesta alle superiori. Domani assemblea
generale all'Università Nel pomeriggio gruppi di studio alle Magistrali durante
i quali saranno letti brani da "Gomorra" di Saviano Mobilitazione
nella scuola Contro i provvedimenti previsti dal decreto Gelmini Cresce
anche a Gorizia, sia pure con un po' di ritardo rispetto al resto d'Italia, il
fermento nel mondo della scuola e dell'università per le norme contenute nel
decreto Gelmini. Per domani, martedì, alle 16, è stata convocata nell'aula magna
del polo universitario di via Alviano un'assemblea generale studentesca per
discutere della legge 133 e delle sue conseguenze per il sistema
universitario. «Le proteste che dilagano in tutte le università italiane,
l'adesione dei professori e l'alzarsi dei toni della discussione - affermano i
rappresentanti del consiglio di facoltà Federico Nastasi, Attilio Di Battista
ed Elisa Trevisan - sono manifestazione di un malessere antico che colpisce
l'istruzione pubblica. Siamo preoccupati che questa manovra possa rimettere in
discussione il sistema dell'istruzione pubblica, l'istruzione universitaria di
base è e deve rimanere gestione dello Stato italiano. Crediamo che la
prospettiva di rendere le università fondazioni private sia un primo passo
verso la differenziazione dei saperi e la discriminazione in base al censo:
questo è inaccettabile». «Ci lega alla protesta - continua la nota - la
solidarietà che esprimiamo ai ricercatori e ai professori a contratto, che
rischiano il posto e il futuro. Siamo terrorizzati dai tagli indiscriminati
previsti dal governo che creano un'università dove non si fa più ricerca e
chiudono corsi. Il sistema dev'essere razionalizzato, limitando gli sprechi ed
eliminando i privilegi di cui molti godono, alcuni dei quali oggi protestano».
Già da oggi potrebbero scattare forme di protesta in alcuni istituti superiori,
dopo che già sabato gli studenti del Polo tecnico hanno disertato le lezioni
riunendosi nel cortile dell'istituto di via Puccini. Sempre oggi, inoltre, gli
studenti dell'Istituto magistrale Scipio Slataper di Gorizia si renderanno
protagonisti di un'importante iniziativa a sostegno dello scrittore Roberto
Saviano, minacciato dalla camorra a causa della sua coraggiosa denuncia contro
il crimine organizzato. Accogliendo l'appello promosso dai premi Nobel e
lanciato dal quotidiano La Repubblica, gli studenti realizzeranno, nel corso
dell'assemblea d'istituto, una pubblica lettura del libro dello scrittore,
Gomorra, alternandosi al microfono per tutta la durata dell'incontro. La
lettura avrà luogo nell'aula magna dell'istituto e accompagnerà i lavori dei
gruppi di studio organizzati per più approfondite analisi e conoscenza dei
recenti provvedimenti che stanno investendo la scuola, con particolare riguardo
al decreto Gelmini. «Mentre discutiamo di un tema
importante e decisivo per la nostra vita scolastica - dichiarano i
rappresentanti degli studenti -, desideriamo anche sottolineare il nostro
impegno a favore della democrazia. Un giovane scrittore, colpevole di aver
indagato il crimine organizzato svelando le sue tecniche e la sua struttura, è
costretto a una vita clandestina, nascosta, mentre i capi della camorra dal
carcere continuano a inviare messaggi di morte, intimandogli di non scrivere e
di tacere. Il problema della sua libertà è anche un nostro problema: riguarda
tutti noi come cittadini. Noi vogliamo farcene carico perché è intollerabile
che tutto questo possa accadere in Europa e nel 2008».
( da "Messaggero
Veneto, Il"
del 27-10-2008)
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RONCHI
Fiaccolata in difesa della scuola RONCHI. L'appuntamento è per domani, alle 19,
davanti al palazzo municipale di piazza Unità, muniti di torce, accendini,
pile, fiaccole, candele e ogni strumento utile a produrre luce. L'obiettivo è
dar vita ad una fiaccolata in difesa della scuola e la manifestazione viene
organizzata dal Coordinamento isontino in difesa della scuola pubblica.
«Vogliamo mantenere illuminata la scuola pubblica alla vigilia dell'approvazione della legge Gelmini, sul
maestro unico, sui voti in condotta. Infatti mercoledì - spiegano gli
organizzatori - dovrebbe essere approvata la legge: un tassello fondamentale
tra le misure del governo che mirano a mandare a casa 130.000 lavoratori della
scuola ad elevare il numero di alunni per classe, a eliminare il tempo pieno,
a distruggere la scuola pubblica». Il corteo attraverserà le vie cittadine
toccando le scuole di lingua italiana e slovena a Ronchi e Vermegliano. È stata
scelta appunto la data del 28 ottobre perché in quelle ore si concluderà la
discussione al Senato sulla Legge Gelmini e
contemporaneamente in molte città italiane la serata sarà momento di
mobilitazione in difesa della scuola pubblica. L'iniziativa si svolgerà a Ronchi,
perché il comune è sede dei due Istituti comprensivi di lingua italiana e
slovena «che rappresentano e marcano un'importante e specifica esperienza
educativa del nostro territorio. Per questo motivo il coordinamento isontino in
difesa della scuola pubblica chiama cittadini, studenti, genitori, lavoratori
della scuola a partecipare all'iniziativa. Un paese che taglia i fondi alla
scuola impoverisce la sua cultura perché indebolisce le possibilità di
apprendere alle future generazioni. Infine organizzando questa iniziativa
mandiamo anche un messaggio di unitarietà alla mobilitazione che in questi
giorni sta unendo l'Italia da Trieste a Palermo, dalle scuole elementari alle
università, dai genitori ai ricercatori perché solo con la presa di coscienza e
la mobilitazione - concludono - sarà possibile bloccare il processo di
distruzione della scuola pubblica portato avanti dal governo Berlusconi».
Intanto oggi, alle 8, nell'Area verde di via Valentinis, a Monfalcone, è
prevista l'assemblea di tutte le scuole superiori del Monfalconese.
( da "Messaggero
Veneto, Il"
del 27-10-2008)
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9 - Udine Il collettivo Makhno: «Picchiatori davanti al centro sociale» Il
collettivo "Makhno" - che assieme ad altri gruppi di giovani
partecipa alle attività organizzate al centro sociale di via Scalo Nuovo -
lancia un allarme legato alla presenza di personaggi pericolosi davanti
all'edificio del Csa. I rappresentanti del collettivo raccontano infatti che
nella notte tra sabato e ieri, dopo un concerto tenutosi appunto al Centro
sociale autogestito, alcuni ragazzi che si erano trattenuti nell'edificio
occupato hanno notato un'auto ferma a pochi metri dall'ingresso. «Verso le 2 di
mattina una macchina di noti picchiatori fascisti stazionava davanti al Csa.
Solo la chiusura del portone ha evitato il loro ingresso. Quando i ragazzi del
collettivo si sono accorti di questa presenza, la macchina si è allontanata».
«Denunciamo per l'ennesima volta la presenza di picchiatori fascisti in questa
città - prosegue il collettivo Makhno - , che già nel passato hanno danneggiato
con scritte fasciste il portone e tentato di dar fuoco al centro sociale». Il collettivo rivolge poi un appello particolare agli studenti
che in questi giorni stanno dando vita alla protesta: «Invitiamo tutti, in
particolar modo i giovani e gli studenti impegnati in questi giorni in importanti
mobilitazioni contro la Gelmini di cui noi siamo partecipi, a non abbassare la guardia contro la
presenza di pericolosi individui».
( da "Repubblica, La" del 27-10-2008)
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26 - Cronaca Il sostegno agli studenti di un italiano su due, la difesa dell´istruzione pubblica e la convinzione che la riforma Gelmini è "utile solo a far cassa". Ecco i risultati
dell´indagine Demos & Pi FABIO BORDIGNON C´è un filo rosso che unisce
studenti, famiglie e insegnanti, che tiene insieme l´aula e la piazza. è un
fronte compatto, quello rilevato dal sondaggio Demos per "La Repubblica",
formato innanzitutto da chi "vive" quotidianamente la scuola,
e si sente in dovere di difenderla. L´istruzione pubblica è un bene provvisto
ancora di ampia considerazione, in Italia. Per questo motivo, il tema mantiene
un potenziale di mobilitazione elevatissimo, e al nucleo delle persone che
scelgono di attivarsi, in prima persona, si affianca una base sociale molto
ampia. La protesta va tollerata, secondo gli italiani, anche quando assume le
forme più radicali. Basta analizzare i giudizi sull´occupazione delle
università. Solo una persona su quattro approva l´utilizzo della polizia,
ventilato in questi giorni, mentre una componente analoga lo ritiene giusto:
nel mezzo, quasi la metà della popolazione, che, pur ritenendo
"sbagliato" occupare, opta per la linea morbida. Del resto, sul tema
della scuola e sugli interventi di cui si dibatte, il dissenso coinvolge una
frazione molto elevata della popolazione. Il 47% è contrario al pacchetto
proposto dal ministro Gelmini. Nonostante
l´approvazione di alcuni singoli interventi. C´è la convinzione, diffusa, che
il progetto sia orientato esclusivamente da ragioni "di bilancio",
dalla volontà di "fare cassa", sottraendo risorse agli istituti
statali. Quest´opinione vede in prima fila proprio i "protagonisti"
della scuola: studenti e insegnanti. Ma attorno ad essi si saldano le famiglie,
formando un fronte di opposizione molto ampio. A prendere parte attiva nelle
proteste è una componente limitata della popolazione: il 6%, che però raggiunge
il 22% fra i 15 e i 24 anni. Ma se aggiungiamo l´ "opposizione
latente" il sostegno alla mobilitazione studentesca assume proporzioni
maggioritarie. Quasi il 50% degli intervistati, infatti, pur non partecipando
direttamente a scioperi, cortei, assemblee e occupazioni, è solidale con i
manifestanti.
( da "Tirreno, Il" del 27-10-2008)
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Pagina 1 - Montecatini Fiaccole contro la Gelmini In 300 alla
manifestazione dei genitori di Larciano FRANCA CAPECCHI LARCIANO. La protesta
del mondo della scuola continua. Erano in 300, sabato sera alla fiaccolata
organizzata dal gruppo spontaneo dei genitori dell'istituto comprensivo
Francesco Ferrucci di Larciano. Ad aprirla tanti striscioni, con la scritta
"No al maestro unico". Dietro 30 alunni della scuola primaria,
improvvisatisi sbandieratori, che hanno dato vita a un'applaudita
mobilitazione. E i più eccitati erano proprio loro, i bambini, per mano ai
propri nonni, ai propri genitori, ai compagni di classe. Tenendo gli striscioni
hanno marciato, sabato sera, alla testa del corteo, dalla scuola fino alla
piazza del Comune, con allegre canzoncine contro la legge 133 e la riforma Gelmini. «Un corteo senza bandiere o sigle di partiti -
hanno ribadito Katia e Cinzia, due delle mamme organizzatrici della
manifestazione - solo striscioni e tanto entusiasmo, per una lotta che non ha
colore, in difesa del futuro non solo dei nostri figli, ma di tutti i
cittadini». Anche negli slogan che hanno fatto da colonna sonora alla
manifestazione hanno riecheggiato quelle che sono le preoccupazioni di tutti. E
negli stessi slogan ha ancora dominato la creatività degli alunni («La Gelmini non lo sa, la scuola giusta è questa qua»). «è stata
una partecipazione mai vista prima a Larciano - ha commentato un altro genitore
- dobbiamo mobilitarci tutti insieme, dalle materne alle medie all'università,
contro una legge che tenta di uccidere l'istruzione pubblica». Come annunciato,
insieme agli studenti hanno marciato insegnanti e genitori, alcuni - dietro lo
striscione "giù le mani dai nostri figli" - arrivati anche da
Pistoia, per raccogliere adesioni alla manifestazione di giovedì a Roma. La
fiaccolata si è chiusa nella piazza principale, dove ha preso la parola
Maddalena, 13enne del consiglio comunale dei ragazzi, seguita dall'assessore
Antonio Pappalardo, che ha espresso la solidarietà del Comune ai manifestanti.
ALLA MISERICORDIA Lezioni di soccorso MONSUMMANO. La Misericordia monsummanese
organizza un corso di primo soccorso gratuito, il cui inizio è previsto per
oggi. Per informazioni e iscrizioni telefonare allo 0572
( da "Repubblica, La" del 27-10-2008)
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27 - Cronaca Le manifestazioni Si apre una settimana cruciale per il movimento
anti-Gelmini. Sindacati uniti Ma gli scioperi non si
fermano mercoledì il voto sul decreto La facoltà di Fisica della Sapienza,
occupata, ha aperto a bambini e famiglie MARIO REGGIO ROMA L´onda della
protesta, dopo una domenica di quiete relativa, torna a spazzare scuole,
atenei, piazze e strade. Sarà una settimana cruciale, anche se il movimento si
attrezza per una lotta di lunga durata. L´obiettivo principale è quello di
bloccare l´approvazione definitiva al Senato, prevista
mercoledì 29 ottobre, del decreto Gelmini. E da oggi
gli studenti di molte scuole romane faranno lezione al Colosseo. Contro
l´approvazione del provvedimento Gelmini al Senato,
i Cobas hanno organizzato una manifestazione a piazza Navona, a pochi passi da
Palazzo Madama, a partire dalle 17 di domani. L´iniziativa proseguirà
senza sosta fino al mattino dopo quando è prevista la votazione. La Rete degli
studenti lancia lo slogan «Avanziamo dei diritti» ed annuncia che da domani, in
tutta Italia, «ci saranno scioperi e notti bianche, che si concentreranno
ancora una volta nei giorni di approvazione del decreto 137 al Senato. Dopo lo
slittamento ottenuto il 23 ottobre, cercheremo ancora una volta di bloccare i
lavori parlamentari». Ma l´appuntamento clou delle proteste è per giovedì 30
ottobre, giorno in cui, in tutta Italia, sciopererà il personale della scuola e
si terrà a Roma la manifestazione di docenti, studenti medi ed universitari
contro il progetto governativo. Il fronte sindacale è unito come mai prima: lo
sciopero nazionale, infatti, è stato indetto da Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda.
Proteste senza sosta anche negli atenei. Gli studenti dell´Università romana
Tor Vergata hanno provocatoriamente messo in vendita, per appena un euro e 50
centesimi, sul sito e-Bay la propria università. Sempre gli studenti di Tor
Vergata ieri hanno raggiunto la centrale piazza dei Cinquecento, a Roma, in
camice bianco e libri in mano. Una protesta creativa che ha l´obiettivo di «far
conoscere alla popolazione il tragico futuro dell´università italiana». La
facoltà di Fisica de La Sapienza, occupata da giorni, ha ieri aperto alle
famiglie e ai bambini delle elementari per mostrare loro esercitazioni e
sperimentazioni: il principio dei vasi comunicanti con l´acqua della fontana ai
piedi della statua della Minerva, oppure il funzionamento del giroscopio alla
base del principio di rotazione della Terra. Da oggi poi, a Roma, partirà una
settimana di lezioni all´aria aperta, anche in luoghi simbolo della città come
il Colosseo. A piazza Farnese lezioni in piazza degli studenti di Lettere e
Filosofia di Roma3, docente il professor Giacomo Marramao. Mentre alla Normale
di Pisa, ieri, sono apparsi i primi striscioni di protesta: «Un Paese vale
quanto ciò che ricerca».
( da "Metronews" del 27-10-2008)
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Studenti
dei licei sul piede di guerra a Torino uscito su Metro il 27/10/2008 Lascia il
tuo commento! Non è ancora ufficiale, ma pare ormai scontato che domani il ministro
dell?Istruzione, Maria Stella Gelmini, attesa
all?Unione Industriale per un dibattito sulla meritocrazia, non si presenterà a
Torino. Una decisione che non scoraggia gli studenti dei licei che stanno
programmando le iniziative per il 28 ottobre come se nulla fosse e come se il
ministro venisse. I ragazzi dei licei, capofila il Gioberti, insieme con i loro
genitori e grazie anche alla collaborazione di alcuni professori, stanno
organizzando un presidio per domani a partire dalle 16. All?iniziativa hanno
aderito i licei che hanno programmato l?occupazione dei loro istituti dal 27 al
29, come il Gobetti, il Primo Liceo Artistico, il Cottini, ma anche altre
scuole come l?istituto Avogadro, il liceo Galileo Ferraris, il Volta. Il 29, i
ragazzi e gli studenti del Gioberti terranno le loro lezioni del mattino
all?aperto in piazza Vittorio, presenti anche alcuni docenti e ricercatori
dell?Università. (Rebecca Anversa) Scatta e scrivi a Indirizzo e-mail protetto
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( da "Metronews" del 27-10-2008)
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Scuola
Mobilitazioni
contro la riforma a Firenze uscito su Metro il 27/10/2008 Lascia il tuo
commento! Inizia oggi un?altra “tre giorni” di mobilitazioni contro la riforma
della scuola e dell?università portata avanti dal ministro Gelmini, in attesa della manifestazione nazionale di giovedì a Roma.
QUESTA mattina alle 8.30 inizia la 24 ore non stop di lezioni al dipartimento
di matematica in viale Morgagni, occupato ormai da due settimane, organizzata
dal Collettivo di scienze che offre caffè per tutti e colazione a chi resisterà
fino a domani mattina. Tra i docenti che si alterneranno in cattedra
anche l'ex sindaco di Firenze, Mario Primicerio. Finita la maratona in viale
Morgagni, domani sarà la volta di un simbolico funerale all'università in
piazza Santa Croce. MERCOLEDì le lezioni proseguono a cielo aperto con al
centro temi scientifici, ma non troppo ostici per poter attrarre anche un
pubblico di non studenti: in piazza Santissima Annunziata si parlerà di “quando
la matematica salva la vita” e piazza Strozzi ospiterà una spiegazione sulla
“truffa dell'Aids”. Nel pomeriggio è prevista una “critical mass”,
manifestazione in bici che dai viali raggiungerà la sede Rai Toscana. (Claudia
Zolfaroli)
( da "Metronews" del 27-10-2008)
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Scendono
in piazza anche le lavagne uscito su Metro il 27/10/2008 Lascia il tuo
commento! Non si fermano gli studenti padovani. Dopo il lungo e colorato corteo
di giovedì, da oggi scattano nuove forme di protesta all?università e nelle
scuole superiori per contrastare il decreto Gelmini.
La settimana sarà calda e movimentata: mercoledì e giovedì blocco totale delle
lezioni in alcune facoltà. Lettere e Filosofia hanno invece scelto la via degli
insegnamenti all?aperto. Così oggi e domani (dalle 12.30 fino alle 18.15),
docenti (circa 15) e studenti si raduneranno tra piazza Duomo, Signori e
Capitaniato. A Psicologia lezioni canoniche alla mattina, assemblee nel
pomeriggio. Scienze Politiche propone diversi dibattiti. Giovedì solenne
funerale della cultura con partenza dal Bo in direzione prato della Valle.
Proteste anche nei licei e nelle scuole superiori di città e provincia, con una
notte bianca prevista mercoledì allo Scalcere. (A.P.)
( da "Repubblica, La" del 27-10-2008)
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Pagina
25 - R2 Genitori, professori, studenti. Ma non solo: un italiano su due
condivide la protesta anti-Gelmini. Ecco l´indagine Demos & Pi ILVO DIAMANTI Ciò che sorprende
maggiormente, nell´indagine condotta da Demos nei giorni scorsi, è il grado di
consenso per la scuola pubblica: ampio e perfino in crescita rispetto a un anno
fa. Nonostante l´ondata di discredito che - da anni e tanto più in questi tempi
- sta sommergendo le istituzioni scolastiche. Ma soprattutto quei
"maledetti professori"? Pretendono di insegnare in una società che
non sopporta i "maestri" - figuriamoci i professori. Nonostante
l´ondata di risentimento contro tutto ciò che è pubblico e statale. Scuola
compresa. Perché oggi lo Stato è rivalutato, ma come barelliere della finanza
ammalata; come pronto soccorso del mercato ferito. Nonostante il conseguente
calo dei fondi pubblici, che si ripete da anni, con ogni governo, di ogni
colore. Perché, per risparmiare, si riducono le spese improduttive. Come
vengono ritenute, evidentemente, quelle sostenute per la scuola, la formazione
e la ricerca. Nonostante il contributo offerto dal sistema scolastico stesso al
proprio discredito. Per le resistenze opposte dagli insegnanti ai progetti di
riforma volti a valutarne il rendimento e a premiarne il merito. SEGUE NELLE
PAGINE SUCCESSIVE CON UN ARTICOLO DI FABIO BORDIGNON SEGUE A PAGINA 26
( da "Tirreno, Il" del 27-10-2008)
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Pagina
1 - Viareggio La posizione del Pd La posizione del Pd «Scuola pubblica a
rischio» VIAREGGIO. Questa sera alle 21, nella sala di rappresentanza del Municipio,
iniziativa del Partito democratico per chiedere al governo di «ritirare» il decreto Gelmini di riforma della scuola. Intervengono i senatori Manuela
Granaiola e Vincenzo Vita. Sono invitati gli studenti, gli insegnanti e i
genitori. Sempre sulla scuola prende posizione il gruppo consiliare del Pd che
ha partecipato alla manifestazione di sabato e che in una nota «esprime un
netto dissenso per gli interventi normativi emanati e proposti» in
quanto «mettono gravemente a rischio la possibilità di mantenere, nel nostro
Paese, la presenza di un qualificato sistema di istruzione pubblica». La scuola
- ricordano i consiglieri del Pd - «non è un'azienda e dunque non può e non
deve "guadagnare" economicamente. è un "luogo" dove i
ragazzi mettono le basi per la costruzione del loro progetto di vita futuro. E
questo, sì, è un guadagno, un guadagno per la società».
( da "Tirreno, Il" del 27-10-2008)
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Scuola
Pagina
1 - Viareggio Dibattiti e pulizie: una notte al Liceo «L'occupazione è una cosa
molto seria non stiamo giocando» Il Tirreno con gli studenti dello Scientifico
VALENTINA LANDUCCI VIAREGGIO. Banchi e sedie sistemati appena fuori
dall'ingresso. Le note di una chitarra strimpellata da un ragazzino con una
cascata di capelli biondi stile Robert Plant. Ma qui non si suona il rock dei
Led Zeppelin. Un'altra generazione quella degli studenti
che occupano contro il decreto Gelmini. Nelle notti della protesta
vanno alla grande Jovanotti, Vasco e Alex Britti. Al massimo si può
"strappare" qualche concessione all'intramontabile Battisti. Venerdì
sera, le nove e mezzo. I cartoni della pizza, ordinata per telefono e
consegnata direttamente a scuola da un fattorino che saluta la truppa con un
"in bocca la lupo!", sono sparsi qua e là sui banchi
all'ingresso dello scientifico "Barsanti e Matteucci". A fare pulizia
ci penseranno più tardi i ragazzi che stanotte hanno deciso di restare a
dormire dentro il liceo, come orami da una settimana. Tenere pulita la scuola è
quasi una mania. Come a dire che durante l'anno scolastico, quando si fa
regolarmente lezione, le classi non sono poi così pulite. «Mica per colpa delle
inservienti - dicono gli occupanti -: è che sono poche e la scuola è grande,
non riescono a tenerla in ordine a dovere». Allora ci pensano loro, almeno in
questi giorni. Forse gli ultimi di occupazione: gli insegnati insistono perché
si torni a fare lezione o quanto meno si adotti una forma di protesta
"legale". Tanti studenti si sono fatti convincere e chi occupa non
vuole fare il dittatore: «Rispettiamo le opinioni degli altri - spiega Marco,
18 anni studente del quinto anno - e decideremo insieme cosa sia meglio fare».
Quindi questa potrebbe essere l'ultima notte a scuola. Una notte che comincia
con il ritornello di "Sono un ragazzo fortunato" e finisce con un interminabile
partita a Risiko, alle 3 di mattina, sul pavimento della palestra dove sono già
stesi materassini, sacchi a pelo e coperte. Entriamo nel cortile della scuola.
Siamo attesi. «C'è il Tirreno» urla la "sentinella" all'ingresso. E
la musica si ferma. Ma no, continuate ragazzi, va bene così. Si riparte con
"Albachiara". Un giro veloce al pian terreno della scuola. L'atrio fa
un po' da ripostiglio: borse e giacconi accatastati dove a cose normali stanno
a fare la guardia i bidelli. Nei corridoi qualche striscia di umidità: il
gruppo che si occupa delle pulizie ha appena lavato i pavimenti. Banchini e
sedie ordinate nelle aule. E poi la palestra, alias sala convegni, spazio
ricreativo, dormitorio. Tutto tranquillo stasera? «Stasera sì, nessuno
problema». L'esperienza dell'occupazione allo scientifico è stata segnata,
proprio nei primi giorni, dall'assalto di un gruppo di balordi: sassate contro
la scuola, provocazioni, un vetro rotto. Ma i ragazzi hanno chiamato al polizia
e da allora nessun altro attaccabrighe li ha disturbati. Non avete avuto paura?
«Non per noi stessi - continua Marco -: piuttosto eravamo in apprensione perché
se fosse successo qualcosa di grave avremmo dovuto rinunciare alla protesta».
Un po' di paura, invece, l'ha avuta Silvia, appena 15 anni. Lei non dorme a
scuola ma non manca mai durante il giorno per dare una mano ai compagni. Ed era
lì anche la sera dell'assalto: si è spaventata, ma continua ad occupare. Le
dieci. In palestra ora ci sono almeno una trentina di studenti. A dormire qui
resteranno solo i maggiorenni. Ragazze e under 18 tra qualche ora andranno a
casa. Il programma di stasera prevede musica e tv. «Ci vediamo la replica di
Anno Zero - spiega Riccardo - perché hanno parlato del decreto Gelmini e dei problemi della scuola e vogliamo discuterne un
po' tra noi». Per la prima volta molti degli studenti che protestano si sono
avvicinati alle trasmissioni televisive di approfondimento. Per la prima volta
hanno preso in mano un giornale per leggerlo davvero, senza limitarsi a
sfogliarlo o andare a controllare i risultati delle partite di calcio. Le voci
rimbombano in palestra, si intrecciano. «Non è un occupazione politica, qui c'è
anche gente di destra...». «La mattina qualche insegnate ci porta anche dei
pasticcini per tirarci un po' su». «Ieri non ho dormito qui e quando sono
arrivato a scuola ho trovato i miei compagni che ancora giocavano a carte:
avevano giocato tuta la notte!». «Siamo qui per un motivo semplice: se passa il
decreto e i tagli alla scuola io all'università non ci posso andare. Posso
anche smetter subito di venire a scuola e trovarmi un lavoro da commessa.
Assumono all'Esselunga?». Ragazzi, adolescenti quasi adulti, con i loro dubbi e
le loro certezze. Nell'occupazione hanno trovato un momento di svago ma anche
di crescita. «Abbiamo potuto conoscere meglio un sacco di compagni - spiegano
Marco e Daniele, altri due studenti al quinto anno - e poi questa esperienza ci
ha aiutato a essere più responsabili: dobbiamo organizzarci da soli, dormire
qui la notte, difendere la nostra scuola». «All'inizio non volevo occupare -
aggiunge Simone - poi ho visto che le cose venivano fatte seriamente e mi sono
unito al gruppo». Ma qualcuno vi ha dato una mano? «Qualche genitore la sera
viene a controllare parliamo molto con i nostri professori. E c'è anche la
signora del panificio qui accanto che ci regala quello che non ha venduto
durante il giorno». Passano i minuti, le ore: tra una chiacchiera e l'altra la
serata scorre veloce. Mezzanotte: è il momento del giro di controllo: porte e
finestre sono chiuse: bloccate con catene, sedie e banchi. C'è chi si prepara
per andare a dormire. Ma riuscite a dormire qui? «C'è il rischio che qualche
compagno ti faccia brutti scherzi - racconta Riccardo - magari strillando al
megafono per dare la sveglia, ma nessuno se la prende». Non che manchino
discussioni e litigi interni «anche sull'organizzazione - continua Riccardo - o
sulle decisioni da prendere in merito alla protesta: ci confrontiamo tra noi,
anche animatamente, e stabiliamo il da farsi». è passata la mezzanotte. In tv
le vignette di Vauro e Santoro che saluta il pubblico a fine trasmissione.
Carte, Monopoli e Risiko sono già pronti per una partitella prima di infilarsi
nel sacco a pelo. Ciao a tutti ragazzi e buona notte. ALTRO SERVIZIO A PAG. 3 SEGUE
A PAGINA 3
( da "Nazione, La
(Massa - Carrara)"
del 27-10-2008)
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CRONACA
CARRARA pag. 25 di CRISTINA LORENZI ? CARRARA ? «NON SIAMO... di CRISTINA
LORENZI ? CARRARA ? «NON SIAMO FANNULLONI» e per dimostrarlo un gruppo di
ragazzi delle scuole superiori ieri si è riunito sul piazzale del molo per fare
lezione. Al posto delle pareti la spiaggia, al posto dei banchi i muretti: e
così via con Michelangelo e l?arte del ?500 per passare poi alla letteratura
con Ugo Foscolo e i suoi immortali «Sepolcri». Erano un centinaio i ragazzi
dello Scientifico, Zaccagna, Classico e Artistico che, dopo
giorni di protesta contro il decreto Gelmini, ieri
hanno deposto megafoni e striscioni e deciso di riprendere «le sudate carte»,
deposte per qualche giorno. Così si sono incontrati a Marina per una lezione en
plein air. Di fronte a un cartello «Non siamo fannulloni. Domenica lezione», i
ragazzi dei quattro istituti, armati di occhiali da sole, per una
giornata di autunno che aveva tutti i connotati della primavera inoltrata,
hanno assistito tutti alle lezioni della professoressa di Storia dell?arte
dell?Artistico Simonetta Sbarbaro, che ha introdotto alla attenta platea ? dove
non volava una mosca ? i dettagli del Giudizio universale di Michelangelo, e
del docente di lettere del liceo classico Calogero Consolo che ha illustrato il
carme foscoliano. UNA PROTESTA silenziosa, ma ancor più costruttiva, che si
inserisce con un assordante silenzio nei cortei di questi giorni, che
sostituisce carta, penna e taccuino ad altoparlanti e striscioni e che
dimostra, in una giornata di sole dove il mare alle spalle era un?attrattiva
non trascurabile, la volontà di fare sul serio dei ragazzi e dei loro
insegnanti. Una domenica pomeriggio per sensibilizzare, senza bandiere e
slogan, contro un decreto che agli studenti non è andato giù, i numerosi
passanti che si dirigevano sulla passeggiata più frequentata di Marina. Molti
rimanevano stupiti, altri ricordavano gli scioperi di altri tempi, fatti più
per fare confusione che per ascoltare gli insegnanti. «Ai nostri tempi durante
le manifestazioni, i primi a sparire erano i libri. Di lezioni e professori non
ne volevamo certo sapere». Invece loro erano tutti lì, senza alcun commento,
attenti a sentire come Michelangelo dipinse il suo affresco e quanto Foscolo si
animò per un editto che non rendeva degno onore alle urne. QUELLO che ieri
lasciava sbalorditi era il silenzio e la disciplina che regnavano in quell?aula
improvvisata sull?arenile. Intorno anche alcuni genitori, che avevano
accompagnato il figlio.
( da "Nazione, La
(Umbria)"
del 27-10-2008)
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Scuola
CRONACA
UMBRIA pag. 22 ? PERUGIA ? GLI STUDENTI si sono ripresi la piazza. Erano anni
che l... ? PERUGIA ? GLI STUDENTI si sono ripresi la piazza. Erano anni che le
pantere non ruggivano: davano ogni tanto qualche zampata, ma una protesta così
forte non si ricordava da parecchio. C?è voluta la riforma-Gelmini
per far coalizzare doceti e discenti, per portare il malumore fuori dalle aule,
in quella folcloristica ma potente, civilissima forma di contestazione che sono
le lezioni all?aperto. E questa che si apre è una settimana in cui i fuochi
della protesta ? mai sopra le righe ? arderanno ancora. Tommaso Bori,
coordinatore della Sinistra Universitaria?Udu, spiega come «sia importante
questa forte mobilitazione che si sta evolvendo anche a Perugia. Il governo sta
cercando in ogni modo di bloccare la protesta: o vuolendo far credere che gli
studenti la stiano semplicemente strumentalizzando per un fattore politico, o
con minacce. La verità è che il governo sente la pressione di tutto il mondo
universitario, scolastico e anche cittadino su questi provvedimenti e si trova
obbligato ad un confronto che avrebbe voluto evitare a tutti i costi». CI SONO
STATE, la settimana scorsa, grandi assemblee a Ingegneria e a Scienze Politiche
(ha partecipato anche il Rettore, con centinaia di studenti, ricercatori,
docenti e personale tecnico amministrativo). E si ricomicia: oggi nuova
assemblea, promossa dalla Sinistra Universitaria per le Facoltà di Medicina,
Veterinaria e Agraria, nella sede di Monteluce. E domani il grande inconro con
la città: appuntamento alle
( da "Nazione, La
(Siena)"
del 27-10-2008)
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CRONACA
SIENA pag. 23 «Volta» oggi in corteo L?Università «rientra» Il cda discute i
provvedimenti anti-deficit VERRA? OCCUPATO anche il «Volta» di Colle ma prima
si svolgerà una manifestazione di protesta. Oggi stesso, alle 8,30, i liceali
della città del cristallo si ritroveranno in viale dei Mille da cui partirà il
corteo che prevede il passaggio da via XXVII aprile e dalla strada della Badia,
alle 9. Il punto di arrivo davanti al palasport dove ci sarà un sit-in di protesta
seguito da un intervento del sindaco Paolo Brogioni e la discussione sulla
ormai famosa riforma Gelmini. Mercoledì 29, invece,
gli studenti del «Volta» invece occuperanno l?istituto per manifestare il loro
dissenso. »faremo alcuni corsi ? scrivono ? organizzati in autonomia fra i
quali uno che si occupa dell?analisi e del commento dei quotidiani». L?ONDATA
ANTI-RIFORMA, dunque, continua a montare nel giorno in cui anche il cda
dell?Università si riunisce alle 15,30 per valutare sostanzialmente due punti all?ordine
del giorno. La nomina della società di revisione dei conti dopo che nella
seduta di lunedì scorso era stato dato mandato a Pasqualino Paulesu e Flavio
Mocenni, due consiglieri, di seguire l?iter di individuazione. Altro capitolo
importante è quello relativo ai «provvedimenti per il rientro dal deficit».
Verranno veramente portati argomenti forti per riequilibrare il disavanzo? Non
era piaciuta molto, almeno a larga parte dei componenti del cda, l?idea di
appellarsi a risparmi sommari come paventato il 20 ottobre scorso. Sarebbero
venuti dai tagli al personale grazie alla norma che consente di mandare in
pensione, dopo un breve preavviso, chi ha già 40 anni di servizio. «Liberarsi»
di 5-6 persone nel 2008, di un?altra decina magari il prossimo anno non
rappresenta certo la ricetta per il risanamento che da ogni parte s?invoca.
Unitamente ai dati definitivi del rosso (al momento non sarebbero stati
forniti), che consentano un assestamento mirato del bilancio. A LIVELLO
nazionale, intanto, Siena torna alla ribalta della cronaca per l?elevato numero
di laureati che escono dai corsi triennali. Buona qualità dell?insegnamento,
sicuramente, ma c?è chi sostiene che hanno contribuito (meglio, contribuivano)
ad alzare il numero anche gli esponenti dell?Arma che, in base ad una
convenzione ormai risalente a cinque anni fa, si vedevano riconoscere numerosi
crediti formativi ai fini del conseguimento della laurea triennale stessa.
La.Valde.
( da "Unita, L'" del 27-10-2008)
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Berlusconi
rosso di piazza «Per 5 anni comando io» «Questa è la sinistra delle frottole,
Veltroni invece di manifestare dovrebbe andare a riposarsi»: il giorno dopo il
Circo Massimo il presidente del Consiglio perde le staffe. An però frena il
capo. Davanti alle immagini del Circo Massimo gonfio di bandiere del Pd, la
destra non si rassegna. Anzi, la riuscita anche mediatica della manifestazione,
con i tg che anche ieri hanno riproposto la piazza, produce irritazione, e
voglia di negare l'evidenza. La linea non cambia: erano quattro gatti.
«Veltroni si dovrebbe rassegnare», ha detto ieri Berlusconi. «Ha perso e per
cinque anni non c'è più niente da fare. Invece di fare manifestazioni, dovrebbe
andarsi a riposare, per prepararsi a fare una bella campagna elettorale tra
cinque anni, ci lascerebbe così lavorare meglio e con più profitto per gli
italiani». Il premier dice di non aver visto le immagini della piazza: «Ho
sentito solo i numeri della questura di Roma: questa è la sinistra delle
frottole, delle calunnie e delle invettive. La più grande dimostrazione
democratica c'è stata il 13 e 14 aprile». Italia migliore di chi la governa,
come ha detto Veltroni? «Sono stanco di rispondere a insulsaggini come questa»,
risponde il Cavaliere. «Con questa opposizione che sfortunatamente ci troviamo
avremo il solito rapporto: se hanno suggerimenti utili al Paese voteremo i loro
provvedimenti, ma finora sono arrivate solo critiche...». E sul possibile
riavvicinamento tra Pd e Di Pietro: «Spero di no, è un uomo malvagio, che ha
messo in galera 15 persone che poi non sono state rinviate a giudizio». Il Cavaliere annuncia che tirerà dritto con il decreto Gelmini, accusa l'opposizione di aver «strumentalizzato studenti e
bambini» e annuncia di essere «al 72% di gradimento». Peccato che proprio ieri
Renato Mannheimer abbia ricordato che il giudizio positivo sul governo è
passato dal 61% di giugno al 42% di oggi. Anche il capogruppo del Pdl
alla Camera Fabrizio Cicchitto torna a discutere sui numeri del Pd: «Hanno
messo insieme 300mila persone, un numero compatibile con l'ampiezza del Circo
Massimo. Sparando 2 milioni e mezzo si sono fatti un autogol». «Quello di
Veltroni è stato un normale comizio per l'apertura della campagna elettorale,
solo che le elezioni ci sono già state...». Più prudente il suo vice Italo
Bocchino, sponda An, che parla di una «indubbia boccata d'ossigeno pr Veltroni»
e invita il leader Pd a «dare il via a quel percorso riformatore interrotto
dopo il voto». Di «flop» parlano Gasparri e Calderoli, con il ministro della
Semplificazione che si distingue dall'alleato giudicando «legittima» la
protesta dell'opposizione, mentre Gasparri parla di un Pd «dedito alla
menzogna». Una risposta arriva da destra, con Storace: «La disputa sui numeri è
ridicola: se al Circo Massimo erano 300mila, come facevano qualche mese fa a
essere in mezzo milione con An al Colosseo? Il Pdl ha resuscitato Veltroni con
quello che sta combinando contro i giovani». ANDREA CARUGATI ROMA
acarugati@unita.it
( da "Adige, L'" del 27-10-2008)
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Scuola
da
sapere Le ragioni della protesta e le ragioni del rettore Il decreto 112
(disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la
competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione
tributaria) è stato convertito nella legge 133, con alcune modifiche. In gergo
si parla di «pacchetto Tremonto-Brunetta». I principali
punti contestati dagli studenti del Comitato No Gelmini: 1) Tagli
al fondo di finanziamento ordinario (Ffo): un taglio del 20%, per circa un
miliardo e 450 milioni di euro nei prossimi 5 anni; 2) Blocco del turn-over
(ogni 5 posti liberati, scatta una sola assunzione); 3) Possibilità di
trasformazione delle università in fondazioni. L'Università di Trento fa
parte dell'associazione Aquis (Associazione per la qualità delle università
italiane statali), con altri 12 atenei, che rivendicano un alto livello di
ricerca e didattica, nonché bilanci in regola. «Il governo - dice il rettore
Bassi - non può applicare la stessa politica di tagli su tutte le università».
Come dire: se un ateneo è stato virtuoso, non deve essere colpito. 27/10/2008
( da "Unita, L'" del 27-10-2008)
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Il
servizio pubblico sta sotto l'«egìda» Che brutta settimana per la Rai.. Va bene
che è guidata da un consiglio di amministrazione mummificato e da una dirigenza
in perenne e ansiosa attesa di ciò che Berlusconi vorrà decidere, ma è
possibile che l'unico modo di seguire l'avvenimento dell'anno fosse quello di
cliccare il telecomando su La7, rete privata? Nessuno pretende Veltroni a reti
unificate, ma l'assenza della Rai dal Circo Massimo (eccetto l'irriducibile
Tg3) non ha giustificazione. O, forse, una ragione c'è: più la Rai si mostra
inutili, più il sogno berlusconiano di ridurla all'impotenza per estendere il
monopolio di Mediaset si avvera. E dall'interno della Rai, non arrivano
reazioni apprezzabili, l'informazione politica è persino peggiorata. Guardate la ministra Gelmini, la Palin
de noantri. C'è stata una gara per giustificare i suoi decreti e si è udita
fino alla noia la litania: ci sono 27 cattedre universitarie con un solo
studente iscritto (e allora? Se ci fosse un docente di sumero e uno studente
appassionato?), la ministra non taglia ma razionalizza, vorrebbe aprire
il "dialogo" ma gli studenti non sono ragionevoli. Oddio, non è
facile aprire il dialogo con una ministra che dice "sotto l'egìda" con
l'accento sulla ì. Avrebbe potuto consultare il Devoto-Oli, ma lo ritiene un
libro di preghiere. O lo Zingarelli, ma pensa sia una raccolta di racconti sui
piccoli rom. Non ci resta che Blob.
( da "Nazione, La
(Pistoia)"
del 27-10-2008)
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Scuola
MONTECATINI
pag. 26 TANTI genitori e bambini sono intervenuti alla manifestazione
organizzata dal gruppo genitori dell&#... TANTI genitori e bambini sono
intervenuti alla manifestazione organizzata dal gruppo genitori dell?Istituto
comprensorio di Larciano. La fiaccolata, che ha percorso l vie principali del
paese, è stata organizzata per protestare contro al riforma Gelmini.
Tanti striscioni e slogan hanno accompagnato le centinaia di persone presenti.
Il gruppo dei genitori di Larciano è molto attivo. Ha sensibilizzato l?opinione
pubblica ed ha invitato con vari volantinaggi i genitori delle scuole dei
comuni limitrofi ad partecipare alla manifestazione. La protesta comunque non
finisce con la fiaccolata. Mercoledì i genitori saranno invitati a partecipare
al consiglio comunale aperto, che si terrà nella sala del consiglio comunale a
Larciano. Giovedì 30 parteciperanno ad una manifestazione, organizzata dl
Partito Democratico, intitolata ? Una serata di riflessione sulla scuola?.
Questo incontro si tiene a Cintolese, al Circolo, con inizio alle ore 21.15.
Saranno presenti Giovanna Roccella, assessore all?istruzione della provincia di
Pistoia, Caterina Ranieri, assessore all?istruzione di Monsummano, Bernardo
Ferrari Braga, dirigente scolastico e Maurizio Monti, dirigente scolatico V
Circolo didattico di Pistoia. m.m.
( da "Unione Sarda,
L' (Nazionale)"
del 27-10-2008)
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Cronaca
Italiana Pagina 107 Da oggi lezioni al Colosseo --> Roma Tutto è pronto
nelle scuole e nelle università per un'altra settimana di contestazioni. Un
programma - ancora denso di occupazioni, sit-in, agitazioni, lezioni in piazza
- che per i primi giorni della prossima settimana mira a bloccare
l'approvazione definitiva (prevista mercoledì 29 ottobre) al
senato del decreto Gelmini. E da domani, gli studenti romani faranno lezione al Colosseo.
Per contrastare l'approvazione al Senato, i Cobas hanno organizzato una
manifestazione a piazza Navona, a pochi passi da Palazzo Madama, a partire
dalle 17 di domani. L'iniziativa proseguirà senza sosta fino al mattino dopo
quando è prevista la votazione. La Rete degli studenti lancia lo slogan
"Avanziamo dei diritti" e annuncia che da domani, in tutta Italia,
«ci saranno scioperi e notti bianche, che si concentreranno ancora una volta
nei giorni di approvazione del decreto 137 al Senato. Dopo lo slittamento
ottenuto il 23 ottobre, cercheremo ancora una volta di bloccare i lavori
parlamentari». Ma l'appuntamento clou delle proteste è per giovedì 30 ottobre,
giorno in cui, in tutta Italia, sciopererà il personale della scuola e si terrà
a Roma la manifestazione di docenti, studenti medi ed universitari contro il
progetto governativo. Per il leader radicale, Marco Pannella, «la rivolta di
professori e studenti è in realtà una rivolta contro la finanziaria di
Tremonti, quella da otto minuti». Il segretario generale della Cisl, Raffaele
Bonanni, invita il governo a «far parlare le famiglie, far dire loro cosa
vogliono». Anche il numero uno della Cgil, Guglielmo Epifani, auspica l'avvio
di un confronto con le organizzazioni sindacali e la sospensione del decreto.
( da "Unita, L'" del 27-10-2008)
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Fisica,
baby-occupazione a La Sapienza esperimenti e protesta sul prato Domenica
particolare all'università di Roma: in cattedra gli studenti, una folla di
piccolissimi accompagnati dai genitori alle prese con Newton. «Il nostro
civilissimo "no" ai tagli, altro che criminali» La macchina a vapore
costruita con una scatola di sardine, due candeline e due pezzi di polistirolo.
Il girasole immerso in azoto liquido che si sgretola in una pioggia di petali
gialli. L'eruzione vulcanica a base di aceto e bicarbonato di sodio. La ragazza
in camice bianco e guanti di lattice solleva una candela sulla bacinella
d'acqua: «Secondo voi galleggia?». Elisa: «Un po' ma si scioglie». E un tappo
di sughero? Coro di sì. Convinti? Tranne Alessandro: «È come un sasso, va a fondo».
Un piccolissimo: «Le foglie no». Più che fisica e chimica, le difficoltà
dell'età adulta spiegate ai bambini. Come protestare con leggerezza. Domenica
la Sapienza di Roma è stata città aperta: studenti di fisica, medicina e
chimica hanno fatto lezioni all'aperto per i piccoli. Autogestiti e
autofinanziati contro la riforma. Sei tavoli per altrettanti esperimenti. Una
mamma racconta al cellulare: «Si sono entusiasmati per le bolle di sapone
quadrate». Affluenza inattesa: al pranzo sociale sul prato del Rettorato
finisce tutto, la torta rustica anziché a fette si mangia a strisce. Alla
facoltà di Chimica si studiano i gas solidi. Una vaschetta fuma e bolle.
Attorno, gli studenti e un mucchio di bimbi con il nome sul post-it appuntato
al petto. Mescolando ghiaccio secco con acqua - spiega lo studente - si produce
anidride carbonica. Mai provato ad accendere una candela? «Sì». E che succede?
«Si accende». Perché nell'aria c'è ossigeno. Avvicinata alla vasca la fiamma
muore. Asia applaude: «Guarda mamma, senza soffio». Tanti indossano le
familiari t-shirt verde acido: «Il futuro dei bambini/ Non
fa rima con Gelmini». Sui viali biciclette, passeggini, palloni. Sul disegno «il
sapere non si evolve» si passa dalla scimmia all'homo sapiens che mendica. Una
ragazza fa piroettare una pallina grazie al getto del phon. Come fa? Diego: «È
leggerissima». Valentina: «L'aria la spinge». Spiegazione: l'aria si
dispone tutto intorno e bilancia la forza di gravità. Spunta uno spazzolino da
denti: galleggerà? Fra: «Io l'ho fatto a casa e galleggia». Elena: «Anch'io ma
affonda». Fra: «Si vede che il tuo ha il manico di ferro». Giorgio, pratico:
«Bé, mettilo così vediamo». Galleggia. Damiana è perplessa: «Quello elettrico
no». Poco lontano, su un seggiolino ruota una bimba con due mattoni in mano. È
la «conservazione del movimento angolare»: allargando le braccia la velocità
diminuisce, stringendole aumenta. C'è la fila tra urli di «tocca a me». Sotto
la statua della Minerva ecco «l'acqua e i principi della fisica». Bolle di
sapone di forme aliene e dimensioni smisurate. Se immergiamo un cubo di fili di
rame la bolla come verrà? «Storta». Gli studenti insegnano: «La membrana
elastica è riuscita a minimizzare la superficie». Un papà sbuffa: «Andiamo sul
difficile». La cerbottana soffia un'enorme bolla con i riflessi
dell'arcobaleno. Eccitazione generale: «È grande come 5 angurie». Vola nel
cielo salutata dalle manine: «Ciao - grida Lorenzo - Ti chiamerò Giusi». Sua
madre: «Perché Giusi?». A un altro tavolo fanno il cubo di Rubik e 4 triangoli
con 6 bastoncini. Elisa lo risolve in 48 secondi cronometrati. Un cartello
annuncia il programma: nastro di Moebius, teorema di Pitagora, tappeto di Randi
e Tangram. Piace il «fluido non newtoniano a viscosità variabile»: acqua e
fecola di patate che si fa palla se lo maneggi e liquido se lo lasci stare. Il
pranzo a 4,50 euro è un picnic sull'erba. Panini con salsiccia e insalata
vegetariana al quark finiscono subito. La ressa è una sorpresa: «Non riesco a
non essere orgoglioso - sorride Simone - Che riscatto verso chi ci riteneva
criminali e incivili». FEDERICA FANTOZZI ROMA fedefan@yahoo.it
( da "Unita, L'" del 27-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Domenica,
lezione civile «Così ridurranno l'istruzione pubblica» Ieri l'Istituto
comprensivo «Visconti» di Roma ha aperto per l'intera giornata le porte della
scuola per informare genitori, alunni e docenti sui
contenuti della riforma Gelmini. E in tanti scoprono il bluff del governo Stanno seduti
nell'Aula magna della scuola dei loro figli. Un proiettore rimanda nero su
bianco il testo della Finanziaria votata dal Parlamento, il contenuto del
decreto Gelmini e quello del Piano presentato dal ministro ai sindacati.
Il preside Pietro Persiani è un signore con i capelli bianchi e la barba che
ricorda quella famosa pubblicità, «chi sono io, Babbo Natale?». Un sindacalista
della Cisl con trenta anni di attività alle spalle. Ha aperto le porte
dell'Istituto comprensivo Visconti di Roma malgrado sia domenica. Ha deciso, e
sta pensando di proporlo a tutti i suoi colleghi, di dedicare un'intera
giornata all'informazione. Parlare della Riforma Gelmini
e della scuola che sarà. Così oggi è lui a fare lezione: «Ma tutto quello che
vi dirò non è farina del mio sacco. Leggerò il contenuto di leggi e decreti,
cioè di atti ufficiali. Vi racconterò la scuola che presto ci sarà perché è
bene chiarirci su un punto: entro dicembre, se il governo non torna indietro,
tutto quello che scoprirete leggendo queste documenti diventerà definitivo».
Non vola una mosca nell'aula che all'improvviso diventa troppo piccola per
tutta questa gente che, malgrado il sole, ha deciso di venire a scuola. Sullo
schermo scorrono i tagli decisi da Tremonti: 456 milioni di euro nel 2009; 1650
nel 2010; 2538 nel 2011; 3.188 nel 2012. Molti genitori conoscono a memoria
quelle cifre e le conseguenze che avranno, molti altri no. Si vede dalla faccia
che fanno che iniziano a capire di cosa è fatta la riforma e da dove inizia:
articolo 64 delle 133/2008. Tagli e riduzioni, insegnanti che non avranno più
lavoro (cifre pari a dieci volte quelle Alitalia), ore di lezione che si
stringono come maglie lavate ad una temperatura troppo alta. Un modello
pedagogico e didattico che ci invidia l'Europa e che dall'anno prossimo non ci
sarà più. Dalle 10.30 alle 17.30 questo storico palazzo a due passi dal
Pantheon che ospita classi dalla materna alle medie, brulica di genitori,
nonni, alunni, docenti. Arrivano torte fatte in casa, dolci, pasta fredda,
pop-corn e patatine. È saltato l'impianto elettrico delle scale, l'ascensore
non funziona, ma nessuno sembra accorgersene. I bambini giocano in terrazza,
vedono film, leggono libri. Le maestre Giovanna Querqui, Marina Esposito, Leo
Italia, Anna Ridolfi, Adelaide Masseroli, Cristina Palmeri e la vicepreside
Bruna Piccirilli, rispondono alle domande, distribuiscono il materiale
informativo, mostrano il lavoro svolto con i loro alunni. L'unico modo per far
conoscere è trasmettere la conoscenza. L'offerta formativa frutto della
«collaborazione e condivisione di responsabilità tra docenti», non è un
concetto astratto, «è vita quotidiana», dicono. È una giornata di lavoro e di
domande che cercano una risposta, di un confronto a cui tutti si sottopongono
tranne il governo. «Ho invitato le famiglie e le autorità preposte. il ministro
Gelmini, l'assessore regionale, quello comunale e
quello del primo municipio per un confronto aperto», spiega il preside. Ma il
ministro non c'è, l'assessore comunale neanche. Ci sono quello regionale,
Silvia Costa e quello del primo municipio, Sabrina Alfonsi. «Non so se dobbiamo
fare un sit-in sotto il ministero per essere ricevuti», si chiede Silvia Costa
che insieme ai suoi colleghi delle altre regioni ha più volte invocato un
incontro con la titolare di viale Trastevere. Un incontro per porre questioni
pratiche sul tappeto. Come si fa a garantire il tempo pieno di qualità senza
risorse e senza insegnanti? Cosa succederà nel Sud d'Italia, «dove oggi il 95%
delle scuole ha il modulo?». In quel Mezzogiorno dove il tempo pieno è attivo
nel 5% delle scuole, il tasso di disoccupazione femminile più alto che altrove
e i giovani lasciano la scuola prima di ogni altro loro coetaneo del resto del
Paese. «Stanno mettendo in atto un cambiamento sociale enorme scaricandolo
sulle spalle delle famiglie a colpi di decreti», dice Sabrina Alfonso. Famiglie
senza più rete sociale, sole nelle grandi città, di più nel Sud del Paese. Una
domenica trascorsa a scuola chiarisce le idee più di mille telegiornali,
commentano i genitori. Il maestro unico (ma sarebbe meglio parlare di maestra
unica considerato che il 95% degli insegnanti è donna) che il ministro vuole
riabilitare assume, per esempio, contorni chiari: sarà il «docente tuttologo».
Che la scuola non è quell'«ammortizzatore sociale» di cui parla il ministro
Brunetta è chiaro a tutti coloro che la scuola la conoscono: insegnanti,
genitori e alunni. « Se il ministro Gelmini fosse venuta
l'avrebbe capito anche lei», dice Gabriella Bartolini. Se fosse venuta avrebbe
scoperto un piccolo pezzo di quella scuola che vuole fare a pezzi. Avrebbe
assistito, per esempio, all'esibizione del coro stabile del Visconti diretto
dal maestro Alessandro Anniballi, una tradizione che affonda le radici a Parigi
e sei edizioni del «Festival dei due mondi di Spoleto». Ex alunni (molti
diventati musicisti) e alunni: tre generazioni che cantano insieme Mozart e
Rossini. MARIA ZEGARELLI ROMA mzegarelli@unita.it
( da "Nazione, La
(Arezzo)"
del 27-10-2008)
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Scuola
CRONACA
AREZZO pag. 22 di ALBERTO PIERINI L A CAMPANA della Badia potrebbe sostituire
la campanella d... di ALBERTO PIERINI L A CAMPANA della Badia potrebbe
sostituire la campanella delle lezioni. Perché il day after della rabbia
studentesca riparte lì, dietro l?angolo, in un?aula magna quanto mai inedita:
piazza San Francesco. E? la piazza nella quale stamani la facoltà di lettere
concentrerà le sue lezioni. Tre ore filate. Per studiare anche sotto il cielo
di Arezzo, come già è successo a Milano, a Roma o a Firenze. E per unire la
propria voce a quella di una protesta che ormai non conosce confini. La
protesta della scuola. Di là c?è sempre lei, la riforma Gelmini.
Convitato di pietra alla palestra del Liceo Scientifico, la prima autogestione
aretina, come dietro le finestre della classe occupata all?Istituto d?Arte. E
ora salita agli onori di una delle nostre piazze più belle, quella dei turisti
e degli affreschi di Piero. IN CATTEDRA alcuni dei professori più prestigiosi
dell?università. Ci sarà ad esempio l?ex preside Ferdinando Abbri, superesperto
di storia della filosofia ma anche di cultura tedesca e di filosofia della
musica, che magari potrebbe trovare a San Francesco linfa fertile. Ci sarà
Federico Siniscalco, docente di culture nordamericane, pronto a lanciare un ponte
da una parte all?altra dell?oceano. E ci sarà Andrea Messeri, il cacio sui
maccheroni, essendo il grande esperto aretino di sociologia della
comunicazione: e forse potrebbe dare utili indicazioni su cosa parta e cosa
arrivi delle proteste in corso in queste ore. E che continuano. Continuano in
tutto il Valdarno, che non pare intenzionato a seppellire l?ascia di guerra. E
continuano anche ad Arezzo. Da oggi il protagonista diventa il Liceo Classico.
Che ha meditato bene il da farsi e senza farsi turbare troppo da qualche
gfischio dei colleghi di altre scuole, da oggi si lancia in tre giorni di
autogestione. Giorni nei quali inviterà vari personaggi, politici e non, e
ritaglierà anche un corso sul ?68, tanto per affondare le radici della protesta
su un terreno familiare. Da oggi nelle scuole potrebbe prendere corpo il blocco
alle gite deciso da buona parte dei professori dello Scientifico per protesta,
non contro gli studenti ma contro la solita riforma. Blocco dal quale già si
dissocia Luciano Tagliaferri, il preside dell?Istituto d?Arte. «Sono molto
perplesso e non capisco come possa scuotere gli ambienti governativi: privare
gli studenti dei viaggi d?istruzione impoverisce il loro percorso, al Pier
della Francesca l?idea non passerà». Così qualcuno andrà in gita. E altri
andranno a Roma, dove giovedì ci sarà la manifestazione di appoggio allo
sciopero. Almeno lì i professori ci saranno: in fondo è il loro sciopero.
( da "Unita, L'" del 27-10-2008)
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Scuola
Le mille ombre sul futuro dei nostri figli Ci sono danni
evidenti dal decreto Gelmini.
Poi ce ne sono altri meno considerati. Gli insegnanti non sanno ancora come
dovranno redigere le pagelle, che non si sa come saranno fatte. Un altro
quesito enorme è legato alla continuità giuridica del tipo di scuola scelto per
i propri figli. Se, ad esempio, si è optato per il liceo linguistico e in corsa
la denominazione muta in istituto tecnico linguistico il tipo di studi resta lo
stesso o cambia? E se cambia è legittima una class action per quello che può
essere giudicato un danno per il mutamento di nome e offerta formativa? Se mio
figlio è stato iscritto in un istituto tecnico industriale e questo sparirà per
essere inglobato in un istituto tecnico commerciale, come è scritto, anche qui
non c'è un danno da colmare, visto che le ore di formazione vengono ridotte
notevolmente, non essendoci più i laboratori? E la Confindustria che dice,
visto che invoca formazione e questa viene fatta scomparire? Dovrebbe valere il
nuovo ordinamento solo per i nuovi iscritti, ma non c'è affatto da fidarsi,
anzi è quasi certo che così non sarà. E, comunque, si capirà ben presto a cosa
verrà ridotta la scuola pubblica, a tutti i livelli. Chi ha frequentato licei
sperimentali, progetti Brocca e similari si tenga il proprio diploma come una
preziosa reliquia. Nella legge 133 è chiaramente scritto che non ci dovranno
essere meno di 27 alunni per classe: ci dicano da quale calcolo contabile è
uscito questo numero che, è ovvio, non ha appiglio ad alcuna esigenza
educativa. Come si combatte il bullismo con oltre 27 alunni? In questi mesi, di
norma, iniziava l'orientamento. I ragazzi e i loro genitori venivano invitati
negli istituti superiori per conoscere l'offerta formativa, i cosiddetti Pof.
Cosa mai potranno scrivere presidi e docenti, ora? È chiaro che è tutto fermo.
È altresì chiaro che quando la scelta dovrà essere fatta, in gennaio, per tutti
sarà come un salto nel vuoto. FABIO LUPPINO fluppino@unita.it SCENARI
( da "Nazione, La
(Arezzo)"
del 27-10-2008)
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Scuola
CRONACA
AREZZO pag. 23 Scuola: petizione a Subbiano CENTINAIA di firme in calce a una
petizione inviata al Presidente della Repubblica, al minsitro Gelmini, al preside dell?istituto Garibaldi di Subbiano e
Capolona, ai sindaci dei due Comuni, ai sindacati. Si mobilitano i genitori
della scuola primaria di Subbiano e Capolona: «Esprimiano ? scrivono ? la
nostra preoccupazione per il decreto Gelmini.
Riteniamo l?orario a sole 24 ore settimanali sarà insufficiente a garantire il
rispetto dei tempi di apprendimento propri di ciascun alunno... Il taglio delle
risorse uname, professionali ed economiche avrà ricadute sulla qualità della
scuola, un solo insegnante si troverà a gestire classi numerose... molti alunni
non avranno più l?insegnante di sostegno... la contrazione delle ore di scuola
avrà ripercussioni anche nell?organizzazione quotidiana delle famiglie... Il
risultato sarà una scuola più povera, con meno strumenti e meno opportunità».
( da "Nazione, La
(Pistoia)"
del 27-10-2008)
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Scuola
CRONACA
PISTOIA pag. 22 DECRETO Gelmini: nemmeno oggi gli
studenti delle superiori assistono alle lezioni... DECRETO Gelmini:
nemmeno oggi gli studenti delle superiori assistono alle lezioni. Secondo
quanto gli interessati hanno comunicato ieri i giovani che frequentano Tecnico
commerciale Igea, Tecnico industriale e Liceo scientifico dell?Istituto
Compernsivo hanno tenuto venerdì scorso un?assemblea per dibattere i temi
legati appunto alle conseguenze dell?applicazione del provvedimento del
ministro per la Pubblica Istruzione ?secondo le propoposte di schemi attuativi
in circolazione?. «Al termine dell?assemblea ? prosegue la nota, che è redatta
dai dodici frequentanti la V classe Igea - gli studenti hanno deciso di attuare
una forma di protesta pacifica, attraverso l?astenzione dalle lezioni per i
giorni 25 e 27 ottobre». Pertanto, dopo il mancato accesso a scuola di sabato
scorso, le scolaresche di Itc, Iti e Liceo Scientifico della cittadina montana
avrebbero deciso di non frequentare le lezioni nemmeno questa mattina, sempre
in segno di protesta nei confronti di quelli che saranno ?secondo gli schemi
attuativi in circolazione?, gli effetti del Decreto Gelmini.
a. t.
( da "Unita, L'" del 27-10-2008)
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Scuola
Sui
banchi della «Mazzini» a lezione di uguaglianza e di rispetto delle culture
Altro che classi differenziate: nella media statale, a due passi dal Colosseo,
l'istruzione è «intermunda». E funziona... Manuela è in biblioteca con tutta la
classe. Sta catalogando sul computer tutti i libri della scuola. Legge i titoli
ad alta voce senza fare alcun errore grammaticale o fonetico. La prof
all'improvviso la interrompe perché è l'ora di Lettere. E solo allora,
guardandola in faccia, scopriamo che è una alunna con cittadinanza straniera. «Scuola
intermunda, scuola di solidarietà», c'è scritto accanto al portone di via delle
Carine a Roma. Non è un'istruzione futuribile, ma una realtà già presente nei
territori. E la media statale sperimentale «Giuseppe Mazzini», a due passi dal
Colosseo, ne è una testimonianza. Manuela, alias Yao Yao, è arrivata dalla Cina
direttamente in prima media lo scorso anno. «L'ho conosciuta appena arrivata
nella nuova classe. Mai detto nulla, mai spiccicato una parola, non conoscevo
neanche la sua voce... Da quel momento e per tutte le quattro settimane a
seguire ho tormentato Manu, che continuò a non dire nulla. Le ho parlato della
tv, degli animali, della musica e di tutto quello che mi veniva in mente»
racconta Gilda, una sua compagna, nella brochure che raccoglie i pensieri dei
bambini della prima classe sul mondo. Poi all'improvviso, dopo settimane di
tortura verbale, Manu finalmente le ha risposto per la prima volta: «Vuoi stare
zitta?». Le prof di Matematica e Lettere, Rosanna Iuliano e Daniela Laliscia,
mostrano con orgoglio questo scritto. Che conclude così: «Ci rimasi di sasso e
ancora adesso ci rimango di sasso solo a pensarci. Da quel giorno Manu ha
parlato con tutti, con le professoresse, con i compagni, con chiunque volesse
ascoltarla. Manu è bravissima in arte e matematica, discipline in cui è avanti
rispetto a noi di anni luce. È una delle mie migliori amiche, ed io le voglio
bene anche se viene da una cultura diversa dalla mia». La ragazzina cinese è
oggi una delle più brave della classe, non ha più bisogno dei corsi di
alfabetizzazione e neppure di quelli di comprensione dell'italiano come lingua
di studio. «Anzi - sottolinea Laliscia - si prodiga nell'aiutare i compagni che
restano indietro». I progetti Altro che classi
differenziate per bambini stranieri, come vuole la Lega sostenuta dalla Gelmini. «Non capisco l'utilità di mettere stranieri con altri
stranieri», dice Arianna replicando ad Antonio che invece si è appena detto a
favore dell'allontanamento degli stranieri dal gruppo-classe se nella scuola
non c'è per loro assistenza. La «Mazzini» affronta tutti i temi di
attualità con cartelloni didattici, così ieri la riflessione dei ragazzi si è
concentrata sulla mozione della Lega approvata dal Parlamento. Per il preside
Antonio Giordani «l'italiano s'impara integrandosi nel paese». E la sua scuola
di passi in tal senso ne ha fatti molti, fin dal 1983 con la sperimentazione
rivolta agli alunni non udenti poi estesa all'immigrazione. L'uguaglianza e il
rispetto delle culture diverse sono infatti di «casa» alla «Mazzini», anche
oggi che la sperimentazione multiculturale non ha più risorse, fondi tagliati
dalla Finanziaria Padoa-Schioppa. Prova ne sono i tanti progetti messi in
campo: dai corsi di alfabetizzazione in classe per i 32 ragazzi stranieri ai corsi
di italiano come lingua dello studio. E non finisce qui: la scuola stampa anche
un giornalino: «Il paiolo ribollente» e cura il telegiornale-mondo, in
collaborazione col Cies di Roma, organizzazione finalizzata all'educazione allo
sviluppo e all'intercultura. MARISTELLA IERVASI
( da "Eco di Bergamo,
L'" del
27-10-2008)
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Scuola
Pd in
piazza, scintille Berlusconi-Veltroni Il premier: ha perso, si rassegni e ci
lasci lavorare La replica: il governo ascolti la voce della società Roma
All'indomani della manifestazione del Pd è scontro frontale tra il governo e
l'opposizione. Silvio Berlusconi torna dalla Cina e attacca a testa bassa
Walter Veltroni: «È la sinistra delle frottole, Veltroni pensi a riposarsi e ci
lasci governare per cinque anni». Il leader del Pd invita invece il presidente
del Consiglio ad ascoltare «la società e l'opposizione», perché «è un dovere».
il cavaliere: frottole sui numeri Berlusconi dà appuntamento ai giornalisti
sotto palazzo Grazioli, prima di recarsi a una mostra a palazzo Venezia. E
spara ad alzo zero: «Credo che Veltroni si debba rassegnare, ha perso le
elezioni e per cinque anni non c'è più niente da fare. Se invece di fare queste
manifestazioni Veltroni si riposasse, ci lascerebbe lavorare meglio e con più
profitto per gli italiani». Frase che provoca l'immediata reazione dei
capigruppo del Pd Anna Finocchiaro e Antonello Soro: «L'opposizione è l'altro
pilastro della vita democratica di una Paese». Quella del premier «è una
dichiarazione gravissima. Il presidente del Consiglio non si può permettere di
dire che l'opposizione si deve riposare per quattro anni e mezzo». Ma
Berlusconi non si scompone: «Ho solo risposto alle cose che dicono loro». E
dello stesso tono è la replica a Soro e Finocchiaro dei presidenti dei gruppi
parlamentari del Pdl al Senato e alla Camera, Maurizio Gasparri e Fabrizio
Cicchitto: «Purtroppo ancora una volta ? scrivono in una nota ? ci troviamo di
fronte a una ricerca ossessiva dell'incidente istituzionale per drammatizzare
il confronto politico». Il premier riconosce che quella di sabato è stata «una
manifestazione democratica, nulla da eccepire». Tranne che sulle cifre: «Ho
visto le cifre della Questura, è la sinistra delle frottole, delle invettive,
delle calunnie». E poi insiste: «La più grande manifestazione democratica c'è
stata il 13 e il 14 aprile alle urne: il Paese ci ha dato una grande
maggioranza e noi siamo obbligati e impegnati a realizzare il nostro
programma». E il messaggio chiave che Walter Veltroni ha voluto lanciare sabato
dal Circo Massimo, ovvero che l'Italia è migliore di chi la governa, è
«un'insulsaggine, neanche replico». l'attacco a di pietro: è malvagio Insomma,
«con questa opposizione che sfortunatamente ci troviamo avremo il solito
rapporto: se vorranno unirsi a noi per votare i provvedimenti nell'interesse
del Paese sono i benvenuti, se hanno suggerimenti utili al Paese saremo noi a votare
i loro provvedimenti, ma finora sono arrivate solo critiche». Neanche sulla
crisi dei mercati è ipotizzabile un confronto tra il governo e l'opposizione.
«Con una posizione ragionevole e democratica sì ? dice Berlusconi ? ma con
questa opposizione credo sia assolutamente impossibile». Tanto più se il Pd
dovesse riavvicinarsi a Di Pietro, «un uomo malvagio», è il giudizio del
premier. «Mettersi in alleanza con un uomo del genere che sbraita in questo
modo, in maniera forsennata e irragionevole, credo che vada a tutto disdoro di
chi lo facesse». Secca la replica del leader dell'Italia dei valori: «Non
sopporta le persone libere che non vogliono sottoporsi a lui», commenta l'ex
pm. No dunque alla richiesta di Veltroni di ritirare il
decreto legge Gelmini sulla scuola («Noi andiamo avanti, la sinistra sta
strumentalizzando studenti e bambini»), e avanti con il resto del programma:
«Il governo sta già lavorando, compatibilmente con i conti pubblici, sulle
retribuzioni e sul sostegno alle imprese». E i 600 milioni annunciati da
Scajola per il sostegno alle Pmi «possono anche aumentare». è guerra anche sui
sondaggi La replica di Veltroni arriva in un'intervista al Tg1: «La
manifestazione di ieri chiede qualcosa di diverso in questo Paese. Penso che il
governo farebbe bene, invece che avere toni di contrapposizione, ad ascoltare
la voce della società italiana, iniziando dalla scuola». Per Veltroni quella al
Circo Massimo è stata «la più grande manifestazione di un partito degli ultimi
anni, serena, senza odio: questo grande successo lo spenderemo nell'interesse
del Paese, delle piccole e medie imprese, degli operai, dei lavoratori, per i
salari degli stipendi, per i pensionati, per la scuola. Cercando di far capire
al governo che ascoltare la società e l'opposizione è un dovere». Ma è scontro
anche sui sondaggi, dopo che l'ultima rilevazione di Mannheimer vede i consensi
del governo al 40% ma senza una crescita dell'opposizione. Veltroni spiega
infatti che è «abbastanza fisiologico» che il governo in carica perda consensi
e che l'opposizione non riesca ad intercettarli: «C'è una prima fase in cui chi
governa perde consenso e non ancora questo consenso si deposita
sull'opposizione. La cosa impressionante ? afferma ? è la dimensione della
caduta di consensi del governo: 18 punti percentuali in un mese e mezzo». Cifre
contestate dal premier: «Sono al 72% di gradimento, cosa vogliono ancora?
Continuino pure a sgambettare in televisione, a dire le solite insulsaggini,
non faranno che perdere consenso anche da parte di coloro che prima stavano
dalla loro parte». Insomma, insiste Berlusconi, «Veltroni si rassegni, non sa
perdere. Per cinque anni governeremo noi perché ci ha dato mandato il Paese,
con una grande maggioranza, e tutti i sondaggi ci danno una maggioranza ancora più
forte per tutte le cose che abbiamo fatto in soli cinque mesi».
( da "Unione Sarda,
L' (Nazionale)"
del 27-10-2008)
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Scuola
Provincia
di Nuoro Pagina 5051 Nuoro. Gli studenti contestano la decisione della
Provincia di trasformare il Consorzio in fondazione «Sull'Università Deriu
appoggia il Governo» Nuoro.. Gli studenti contestano la decisione della
Provincia di trasformare il Consorzio in fondazione --> Mentre
il Partito democratico fa uno dei punti di forza della manifestazione di sabato
a Roma l'opposizione alla legge Gelmini, a Nuoro
il suo presidente regionale e presidente della Provincia Roberto Deriu, insieme
alla maggioranza di centrosinistra, sposa la filosofia del ministro decidendo
di sciogliere il consorzio universitario per puntare sulla tanto avversata
fondazione. A denunciare l'incongruenza sono gli studenti universitari
barbaricini riuniti nell'associazione ?Ochlos? che ricordano il voto di giovedì
scorso quando la maggioranza di centrosinistra con 13 voti (con il voto
contrario solo del consigliere di Rifondazione, mentre il centrodestra ha
abbandonato l'aula) ha deciso di dare mandato ai propri rappresentanti di
sciogliere il Consorzio con il Comune di Nuoro per andare verso quella
Fondazione. «In questo modo, scrivono la presidentessa di ?Ochlos? Manuela
Delogu e la vice Sara Deriu «la nostra Provincia di Nuoro, ha anticipato prima
e seguito poi il Ddl 133 del 2008 con tutti gli articoli ad esso connessi. Tale
legge, varata dal Governo, è la causa di protesta in tutte le Università,
scuole e piazze italiane. In particolare vorremmo per l'articolo 16 della dove
si parla appunto della possibilità di trasformare le Università in Fondazioni».
Gli studenti nuoresi ricordano i presunti rischi di questa privatizzazione: tra
l'altro aumento delle tasse universitarie, pericolo che i privati col loro
ingresso nei consigli di amministrazione diventino proprietari dei beni degli
atenei, possibile chiusura di corsi e facoltà non redditizi o scomodi. «Ci
piacerebbe capire - scrivono le dirigenti di ?Ochlos?- se e quanti esponenti
della maggioranza del Consiglio provinciale che hanno votato la delibera a
favore della fondazione, ieri hanno partecipato alla grande manifestazione
indetta dalle opposizioni parlamentari contro il Governo e le sue leggi (in
particolare la riforma della scuola) e quanti si recheranno alla manifestazione
del 30 di ottobre, sempre a Roma, in difesa della scuola. «Ci viene difficile
pensare - concludono Manuela Delogu e Sara Deriu - che, amministratori
responsabili e capaci, quali sono i nostri rappresentanti provinciali, possano
andare a manifestare e protestare con fischietto in bocca e bandiera in mano
contro se stessi, visto che la legge 133/08 e in particolare l'articolo 16
sulla trasformazione degli atenei in fondazioni, non è nient'altro che quello
che la maggioranza in Consiglio provinciale tenta di riproporre insistentemente
a Nuoro in questi ultimi mesi». Anche il problema della fondazione approvato
dalla sola maggioranza sarà con tutta probabilità al centro della seduta di
oggi del Consiglio provinciale convocato per discutere la mozione di sfiducia
contro Roberto Deriu e la sua giunta firmata da dieci oppositori. Nel
pomeriggio invece la Giunta provinciale è stata convocata alle
( da "Unione Sarda,
L' (Nazionale)"
del 27-10-2008)
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Scuola
Provincia
di Sassari Pagina 7054 Ittiri Bollette arretrate: incontri con Abbanoa Ittiri
--> A Ittiri Abbanoa non riscuote le bollette da tre anni. Dal 2005 gli
ittiresi non ricevono gli attestati di pagamento e sono molti gli abitanti a
temere che possano arrivare bollette astronomiche. L'assessore al Bilancio
Stefano Secchi ed il sindaco Tonino Orani hanno avuto in questi mesi diversi
incontri con i responsabili della società sarda che si occupa del servizio
idrico in tutta l'isola e di cui i due amministratori hanno riferito in
consiglio comunale. Interpellati anche di recente, i vertici di Abbanoa hanno
risposto agli amministratori ittiresi che si è trattato di un problema legato
ad una mancata lettura di alcuni file da cui dipende la verifica dei singoli
contatori, e che l'inconveniente sarà risolto in poco tempo. Ma intanto
l'intero paese si trova da anni nella situazione di dover accumulare i
quattrini per pagare una possibile mega bolletta. Una situazione che
l'amministrazione sta cercando di affrontare sollecitando i vertici del gestore
regionale. Ma non solo di questo si è parlato nel consiglio
comunale, visto che si è approvato il piano integrato del Comune riguardo la
tutela dei centri storici. Il Consiglio ha anche espresso negatività sul
decreto Gelmini che potrebbe creare la nascita di un istituto comprensivo ad
Ittiri. (pa. pa.)
( da "Nuova Ferrara,
La" del
27-10-2008)
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Scuola
Oggi
summit in Comune e i sindaci si oppongono alle chiusure «Le piccole scuole
devono rimanere» Trasporti facili, orari lunghi e qualità: i micro-plessi sono
preziosi C'è preoccupazione in alcuni Comuni della provincia, per le ipotesi di
chiusura di alcuni plessi scolastici, che si potrebbero
concretizzare con la riforma Gelmini. Infatti secondo le
disposizioni del Ministro, le scuole con un numero inferiore ai 50 iscritti
dovranno chiudere. Le scuole di San Giovanni di Ostellato, Monticelli, Stellata
potrebbero essere a rischio. «Siamo preoccupati - confida Lorenzo Marchesini
sindaco di Mesola - per quello che potrebbe accadere a Monticelli, ma
auspico che potranno esserci margini di gestione dell'autonomia scolastica». La
scuola di Monticelli conta 40 iscritti. Secondo il sindaco di Mesola, i
processi di razionalizzazione della rete scolastica devono essere affrontati
caso per caso. «Stiamo a vedere cosa succederà - dice. Se la riforma Gelmini dovesse passare così com'è, la scuola del paese sarà
chiusa. Questo si tradurrebbe per noi in costi maggiori, perchè dovremo
organizzare il trasporto per i bambini e ci troveremmo in difficoltà con le
strutture». Fiore all'occhiello è invece l'istituto comprensivo di Mesola-Goro,
una delle prime sperimentazioni, che viene presa a modello per creare gli
istituti comprensivi anche in città. Tra le ipotesi di riorganizzazione delle scuole
del Basso ferrarese, quella più accreditata c'è la creazione di un istituto
omnicomprensivo che unisca i Comuni di Migliaro, Migliarino e Massa Fiscaglia.
Comacchio invece si trova in una situazione rischiosa, con un numero di
iscritti al limite. Ad Ostellato, il sindaco Paolo Calvano si definisce
preoccupato per il plesso di San Giovanni. «Saremo molto dispiaciuti - dice -
se la scuola di San Giovanni venisse chiusa, perchè vorrebbe dire che gli
sforzi compiuti in tutti questi anni, verrebbero vanificati da una politica
imposta dall'alto. Infatti abbiamo fatto molto in questi anni per mantenerla
aperta, l'abbiamo completamente ristrutturata e siamo riusciti a tenerla aperta
qualche pomeriggio in più grazie ai finanziamenti comunali e ai contributi per
i genitori. Se venisse chiusa la scuola, si creerebbe un disagio enorme per le
famiglie, perchè il paese dista dieci chilometri da Ostellato». Non dovrebbero
avere problemi, invece, secondo il sindaco di Bondeno Davide Verri, i plessi di
Stellata, Scortichino e Pilastri. «E' vero - dice - che le scuole frazionali
hanno subito un calo in questi ultimi anni, ma le nostre non dovrebbero essere
investite dagli effetti della riforma. Qualche anno fa, ognuna delle 12
frazioni aveva una scuola, oggi ne sono rimaste tre e non penso proprio che
verranno chiuse. Il dimensionamento della rete scolastica doveva essere
affrontato già da tempo e con più attenzione. La proliferazione dei corsi e
delle sperimentazioni ha generato una migrazione di studenti dai paesi alla città,
indebolendo ed impoverendo i comuni della provincia, da un lato e causando
dall'altro problemi di mobilità per i ragazzi, costi più alti per le famiglie e
disagi all'edilizia scolastica. Nell'ultimo incontro in Provincia, molti
sindaci compreso il sottoscritto, hanno insistito sulla necessità di mantenere
o creare dove necessarie, le scuole in provincia perchè sono un valore aggiunto
per il territorio». Oggi alle 10, intanto, i sindacati sono attesi in municipio
a Ferrara per l'informativa sul dimensionamento delle scuole del comune, mentre
le azioni di protesta in vista dello sciopero del 30 ottobre, si spostano in
provincia.
( da "Tirreno, Il" del 27-10-2008)
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Scuola
Il
premier: si mettano il cuore in pace e si riposino per cinque anni. Il leader
Pd: gli conviene ascoltare «Sinistra delle frottole, io tiro diritto» Botta e
risposta Berlusconi-Veltroni. Ma un sondaggio allarma il governo Mannheimer: in
due mesi il gradimento dell'esecutivo è crollato dal 60 al 42 per cento Ma
l'opposizione... ROMA. Il giorno dopo il Circo Massimo finisce con Berlusconi
che attacca a testa bassa le «frottole» del Pd sui numeri della manifestazione.
E con Veltroni che chiede invece al governo di «ascoltare» la piazza. Uno
scontro a distanza tra il presidente del Consiglio e il leader democratico che
si fa, se possibile, ancora più aspro alla vigilia di un'altra
settimana che si annuncia incandescente su più fronti: la riforma Gelmini della scuola su cui Pdl e Lega sono pronte a chiedere la fiducia
al Senato; la legge elettorale europea, che ricompatta il centrosinistra,
dall'Udc a Di Pietro, ai Democratici. E poi c'è la crisi finanziaria, sulla
quale tante ricette sono state consumate invano. Ma è Berlusconi che ha
deciso di non lasciar correre l'entusiasmo sbandierato dal Pd dopo la
manifestazione di ieri. «E' la sinistra delle frottole, delle invettive, delle
calunnie», scandisce il premier, al suo ritorno dalla Cina, davanti a cronisti
e tv. Quanto a Veltroni, sul governo ha detto «insulsaggini». «Dovrebbe
rassegnarsi: ha perso e per anni non c'è più niente da fare. Invece di fare
manifestazioni, dovrebbe andare a riposarsi», dice il Cavaliere, che ribadisce
che il suo gradimento è al 72 per cento. Insomma, il governo va avanti per la
sua strada «qualunque cosa dica l'opposizione». Con il decreto Gelmini e nuove misure per imprese e, se possibile, anche
per aumentare le retribuzioni che saranno studiate in settimana. Veltroni non
replica direttamente. Ma, intervistato dal Tg1, e citando gli ultimi sondaggi
sfavorevoli a Berluconi, afferma che «il governo farebbe meglio ad ascoltare la
voce della società civile», che si è espressa anche nella «più grande
manifestazione di un partito che si sia vista negli ultimi anni». A Berlusconi
replicano invece a muso duro i capigruppo parlamentari dei Democratici, Anna
Finocchiaro e Antonello Soro. «Non si può permettere di dire che l'opposizione
si deve riposare per quattro anni e mezzo. E' una dichiarazione gravissima -
affermano - l'opposizione garantisce valori e sollecitazioni della società, è
l'altro pilastro della vita democratica di un Paese». Una coda polemica
riguarda infine anche Antonio Di Pietro, definito da Berlusconi «un uomo
malvagio» per il suo passato da magistrato. «La verità è più semplice -
contrattacca l'ex pm di Milano - Berlusconi non sopporta le persone libere che
non vogliono sottoporsi a lui». Nella polemica si inserisce intanto un
sondaggio-choc condotto da Renato Mannheimer, che segnala un forte calo di
popolarità del governo, i cui consensi sarebbero crollati dal
( da "Tirreno, Il" del 27-10-2008)
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3 - Attualità Contro i tagli da oggi proteste non-stop Restano tre giorni per
bloccare l'approvazione del decreto Gelmini al Senato
Anche il Movimento ecclesiale boccia il ministro: «Non c'è finalità educativa»
ROMA. Tutto è pronto nelle scuole e nelle università per un'altra settimana di
contestazioni. Un programma - ancora denso di occupazioni, sit-in, agitazioni,
lezioni in piazza - che per i primi giorni della prossima settimana ha
l'obiettivo di bloccare l'approvazione definitiva al Senato - prevista
mercoledì - del decreto Gelmini. E da oggi
gli studenti romani faranno lezione al Colosseo. Ma il premier Silvio
Berlusconi ha assicurato che andrà avanti sul decreto Gelmini. «Hanno
usato strumentalmente la scuola» ha detto. Contro l'approvazione del
provvedimento al Senato, i Cobas hanno organizzato una manifestazione a piazza
Navona, a pochi passi da Palazzo Madama, a partire dalle 17 di domani.
La Rete degli studenti lancia lo slogan «Avanziamo dei diritti» ed annuncia che
da oggi in tutta Italia, «ci saranno scioperi e notti bianche, che si
concentreranno ancora una volta nei giorni di approvazione del decreto 137 al
Senato. Dopo lo slittamento ottenuto il 23 ottobre, cercheremo ancora una volta
di bloccare i lavori parlamentari». Ma l'appuntamento clou delle proteste è per
giovedì, giorno in cui, in tutta Italia, sciopererà il personale della scuola e
si terrà a Roma la manifestazione di docenti, studenti medi ed universitari
contro il progetto governativo. La protesta ottiene anche un'adesione inattesa,
quella del Meic, il Movimento Ecclesiale di impegno culturale, che in
un'assemblea riunita a Roma ha bocciato i decreti Gelmini.
«I loro contenuti - dice il Meic - non sembrano essere il frutto di un chiaro e
coerente disegno pedagogico e non manifestano alcuna finalità educativa, salvo
che si consideri l'educazione come equivalente ad una più dura disciplina, e la
valutazione degli studenti come identica ad una semplice assegnazione di voti
numerici». No anche ai tagli («spendere meno non è spendere meglio») e alle classi-ponte
per immigrati. E dunque il Meic chiede il ritiro immediato dei decreti. Il
segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, invita il governo a «far
parlare le famiglie, far dire loro cosa vogliono». Anche il numero uno della
Cgil, Guglielmo Epifani, auspica l'avvio di un confronto con le organizzazioni
sindacali e la sospensione del decreto. Lapidario il commento di Antonio Di
Pietro (Idv): «Ci hanno fatto vedere il grembiulino, il voto in condotta, ma si
sono fregati la polpa, cioè otto miliardi di euro». Teodoro Buontempo,
presidente de La Destra, giudica «inquietante il silenzio dell'organizzazione
giovanile di An di fronte alle sprovvedute iniziative della Gelmini
e alle dichiarazioni del tutto irresponsabili di Silvio Berlusconi». Proteste senza
sosta anche negli atenei. Gli studenti dell' Università romana Tor Vergata
hanno provocatoriamente messo in vendita, per un euro e 50 centesimi, sul sito
e-Bay la propria università. La facoltà di fisica, occupata da giorni, ha
aperto alle famiglie per far vedere esercitazioni ed esperimenti.
( da "Tirreno, Il" del 27-10-2008)
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3 - Attualità Musica e dibattiti nella lunga notte del liceo classico
Viareggio. Ci si coordina con i ragazzi di altre scuole, si ride si
chiacchiera. E ogni tanto una mamma porta pop-corn o brioche DONATELLA
FRANCESCONI VIAREGGIO. "Ma la notte, quando occupate, che fate... suonate
la chitarra?" La domanda - quella di Nanni Moretti alla sorella minore nel
film "La messa è finita" - è la stessa alla quale vorrebbero risposte
genitori e insegnanti dei liceali alle prese con l'esplosione
della protesta anti riforma della scuola "made in Gelmini". «La notte a scuola? Avevamo in programma di guardare un
film, ma non funziona il proiettore», spiega Niccolò, uno dei più esposti nella
protesta al liceo Classico "Giosuè Carducci" di Viareggio,
frequentato soprattutto da figli di professionisti e imprenditori. Con
lui, sulla porta d'accesso alla palestra («il preside vorrebbe aperto anche il
portone, ma non se ne parla») c'è Laura di Pietrasanta, biondissima, meno di 50
chili di peso e una parlantina che si mangerebbe qualsiasi politico. «Faccio il
buttafuori - scherza -: col fisico che c'ho metto paura, vero?». Si ride e si
scherza, ma con gli occhi bene aperti. La scuola è in centro, il palazzo è di
quelli storici: pesante portone in legno, cancellata tutto intorno, il museo di
villa Paolina a due passi, il bar d'angolo che attira i ragazzi più grandi, il
ristorante di pesce che a tutte le ore fa arrivare l'odore in strada. Sono le
23, circa, quando un gruppetto di giovani passa e ripassa sul marciapiede di
fronte, casco in testa, sguardi di sfida rivolti al liceo. Ruggero è nervoso,
anche lui è uno dei responsabili della protesta, mamma e papà che per lavoro
con le leggi hanno a che fare: «Dobbiamo decidere per i prossimi giorni, la
protesta deve continuare, dobbiamo vedere come», racconta a mezza voce. Subito
la discussione si fa seria: «Bisogna arrivare a mercoledì (in Senato si voterà
il decreto Gelmini, ndr) anche con altre forme di
protesta. Avevamo chiesto ai professori di fare lezione in strada, ma hanno
risposto no». A stemperare il clima ci pensa una mamma sulla cinquantina:
arriva in bicicletta, in mano un contenitore pieno di pop corn. Nessuno lo apre
fino a quando non arriva la legittima destinataria. La signora si ferma sul
marciapiede per fare due chiacchiere con la figlia che rimarrà a scuola la
notte. «Domattina alle otto me le porti le brioche?», chiede la liceale in
lotta. «Un po' più tardi perché accompagno nonno in un posto. E anche lui
voleva venire a vederti...». «Ehi, ma qui, vent'anni fa, occupavo io...».
Transita un gruppetto di quarantenni e uno di loro si rivolge ai ragazzi:
«Tenetemelo bene, mi raccomando». Gli amici gli fanno eco: «Occupava... e ora
fa l'avvocato». Lui guarda all'interno, chiede dove sono finiti i bagni, le
scale: «Ma è tutto cambiato...». Non entra, però: per farlo i ragazzi chiedono
di esibire il documento. Altrimenti si dà un'occhiata, ma da fuori. Di vedere
il film non c'è verso, ma la musica quella non manca. La colonna sonora del
movimento anti Gelmini è fatta dai bonghi, e molti
sono i ragazzi che li suonano davvero bene. «I vicini portano pazienza -
raccontano gli studenti -. Magari vengono all'ora di cena a chiederci di
chiudere la musica presto...». Da una sala cittadina affollatissima di professori,
insegnanti e studenti per l'ennesima riunione sulla riforma proposta dal
governo arrivano di corsa i ragazzi dello scientifico, "armati" di
scope. è un'irruzione pacifica, allegra, per stemperare la tensione saltando e
gridando in una notte d'ottobre così calda che si sta ancora in maglietta. «Se
fosse solo per me l'occupazione andrebbe avanti». Dall'Istituto tecnico
industriale "Galilei" arriva una delegazione capeggiata da Sean: «Le
cose vanno fatte bene, altrimenti meglio non fare niente. Dobbiamo farci
sentire fino a mercoledì. Questa è la mia opinione», spiega con il tono deciso
di chi ha un'idea e la difende. La strada non è mai stata così animata. A
discutere con quelli del Classico c'è anche una delegazione del liceo
Scientifico "Michelangelo" di Forte dei Marmi: «Da quando è
cominciata fumo troppe sigarette», ammette un maturando: «Sono preoccupato.
Voglio iscrivermi a ingegneria e già con le tasse di ora faccio fatica. Se le
università diventano fondazioni col diploma non vado da nessuna parte...».
Sopra, nelle aule trasformate in dormitorio, ci si prepara per la notte.
Qualcuno ha portato anche la canadese ultimo modello, qualcun altro che da un
po' non si vede in giro è oggetto di ammiccamenti: «Starà sicuramente
bene...beato lui/lei». Si ferma un'auto, scende una mamma. Era a cena fuori e
la figlia sulla porta della scuola la rimprovera con l'aria poco simpatica
tipica dell'età: «Hai bevuto, vero?». Un bacio, di straforo, e la donna risale
in macchina. Mentre l'uomo alla guida dà gas, lei alza verso la ragazzina un
accenno di pugno chiuso.
( da "Tirreno, Il" del 27-10-2008)
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3 - Attualità Normale in lotta, quarant'anni dopo Tre striscioni sulla facciata
del palazzo di piazza dei Cavalieri contro i tagli alla ricerca Da giorni in
corso l'assemblea permanente GIOVANNI PARLATO PISA. Prima l'assemblea degli
studenti che aderisce alla protesta contro la legge Gelmini, poi la partecipazione al corteo di giovedì. Quindi, la parola
presa sul palco di piazza dei Cavalieri. Ora gli striscioni sul Palazzo alla
Carovana. La Scuola Normale entra di prepotenza nella contestazione contro gli
articoli che prevedono tagli ai finanziamenti, riduzione dei docenti e
trasformazione delle università in Fondazioni private. Ed era dal '68,
dai tempi in cui D'Alema, Sofri, Cazzaniga frequentavano l'istituto, che i
"normalisti" non partecipavano così massicciamente alla lotta degli
universitari "normali" (nel senso letterale). Sulla facciata della
scuola sono stati appresi tre striscioni, due degli studenti e uno dei
perfezionandi. Su uno c'è scritto: "Un Paese vale quanto ciò che ricerca",
firmato "studenti della Normale". In un altro striscione, verticale,
sono elencate le percentuali del Pil (prodotto interno lordo) che alcuni Stati
destinano alla ricerca. L'Italia con lo 0,9% è alle spalle di Corea e Cile. Gli
striscioni di protesta - dice uno studente - sono stati collocati anche in
tutti i collegi della Scuola come il Faedo alle Gondole, il Carducci in via
Turati, il Timpano in lungarno Pacinotti vicino al ponte Solferino». Sul
collegio Timpano, ci sono più striscioni orizzontali dove c'è scritto:
«Tagliate... tagliate... che la ricerca taglia la corda. La protesta è Normale.
No alla 133». «Dalla metà della scorsa settimana - dice un assegnista della
Normale - sono in corso delle iniziative. All'interno della Scuola, c'è
un'assemblea permanente che ha organizzato tavoli di lavoro su diversi temi,
come la legge 133 o la trasformazione in fondazioni». Il prossimo appuntamento
con la protesta per la Normale sarà l'assemblea dei ricercatori precari, che si
terrà domani. Intanto, fra i corridoi e le aule dello storico palazzo sta
circolando la proposta di sottoscrivere la mozione approvata dagli studenti
riuniti in assemblea il 14 ottobre che hanno aderito alla protesta. Il
documento è stato già firmato da una quarantina fra ricercatori precari e a tempo
indeterminato, più o meno un terzo di tutta la componente che lavora alla
Normale. Nella mozione si chiedeva anche il blocco della didattica. è questo
punto che trova una parte dei ricercatori in disaccordo. «è una protesta che
non fa quasi più nessuno - si dice - comunque, queste sono formalità, ciò che
conta sono i contenuti e su questi bisogna dare battaglia». Intanto, ieri
mattina è stata "disoccupata" la Sapienza dal gruppo di studenti ci
era entrato durante il corteo di giovedì.
( da "Giornale.it, Il" del 27-10-2008)
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n. 258
del 2008-10-26 pagina 39 «Io, vip del Pd, in piazza per la scuola pubblica (con
i figli alla privata)» di Redazione Caro direttore, sono un lettore abituale
del Giornale perché quando voglio capire dove stia andando a parare
l'avversario, sfoglio le sue pagine. La sua decisione di aprire l'edizione di
venerdì con le scelte educative riguardanti i figli miei e di altri cinque «vip
di sinistra» mi ha sorpreso, ma non per la brutalità della strumentalizzazione,
bensì per l'efficacia comunicativa dell'argomentazione. Sulla
strumentalizzazione aggiungo solo due parole: ormai ogni ambito, anche il più
privato, è strumento di lotta politica: io non sono ingenuo e non me ne
meraviglio, strumentalizzate voi e lo facciamo anche noi, sempre,
continuamente. Non è bello, ma è così. Preferisco non fare il moralista e
andare al centro della questione da voi posta, perché sono convinto che il suo
Giornale abbia una particolare capacità persuasiva presso un blocco sociale ben
individuabile e allora accetto la sfida. Piccolo inciso: avrei voluto farlo
anche la settimana scorsa, quando una sua intelligente giornalista mi ha
paragonato a Margherita Granbassi per la vicenda di un mio rifiuto a
partecipare ad un reality show, ma poi ho pensato che è bene non darvi troppa
confidenza, siete pur sempre il quotidiano dei «nemici» e ignorarvi fa più
chic. Stavolta, bando agli snobismi (vero vizio intellettuale del mio campo) ed
eccovi una domanda, in risposta: ma dove sta scritto che ci sia contraddizione
tra la difesa della scuola pubblica da una riforma che considero sbagliata e la
mia decisione di inviare mia figlia a una scuola internazionale? Sarebbe grave
se facessi il ragionamento che quasi sembra voi vogliate istigare: io ho una
figlia a una scuola internazionale, quindi chi se ne frega della scuola
pubblica. Caro direttore, continui con le sue strumentalizzazioni, io
continuerò con le mie: proviamo a mettere in campo insieme a quelle, anche
delle idee. Le nostre, divergono. Non è un male, è una ricchezza: è la bellezza
della parole democrazia e non la impoverisca con liste di proscrizione.Mario
Adinolfi - Roma Caro Adinolfi, non credo che una persona intelligente come lei,
così intelligente da essere persino attratta dai reality show (e lo dico senza
ironia), non capisca che dietro questa vostra evidente contraddizione (per gli
altri la scuola pubblica, per i vostri figli la scuola privata) c'è lo stesso
snobismo che non vi fa rispondere ai «nemici». A proposito, che c'entrano le
liste di proscrizione? Noi, a differenza sua, non ci permettiamo nemmeno di
definire nessuno «nemico»... Se poi vuole mettere in campo le idee, ecco fatto,
siamo qui. La nostra idea, per esempio, è che fra gli insegnanti vada
introdotta la meritocrazia, che i più bravi vadano premiati e i fannulloni
allontanati. È d'accordo? Glielo spiega lei ai suoi amici della Cgil? Sì?
Allora, già che c'è spieghi loro anche che spendere il 97 per cento del
bilancio dell'istruzione per pagare gli stipendi è una follia. E che portare i bambini in piazza con cartelli al collo o
nascondere i volantini anti-Gelmini nelle merendine è, questa
sì, una strumentalizzazione violenta. E che le tre maestre non hanno nessuna
giustificazione pedagogica. Perché vede è con questi falsi slogan, che voi
contribuite a rilanciare in tutte le piazze, che da sempre viene bloccato il cambiamento
della scuola pubblica. Risultato? Lo sfascio. Ma tanto a voi che
importa? Mandate i vostri figli nelle private. E nemmeno vi accorgete della
contraddizione... © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123
Milano
( da "Giornale di
Brescia"
del 27-10-2008)
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27/10/2008 testata: Giornale di Brescia sezione:LETTERE SCUOLA Tagli alla spesa
ma solo se effettuati con competenza nI tagli alla spesa sono necessari e
sarebbe davvero un bene se i richiami al senso di responsabilità e le sagge
parole del presidente Napolitano fossero finalmente ascoltati ed accolti. Ma
purtroppo né dal Governo né dall'opposizione si registrano segnali in tal
senso. Anzi: l'opposizione continua ad assecondare la protesta provocata dal
disagio e dall'insicurezza di giovani precari e famiglie; il Governo anziché
promuovere il dialogo ed offrire i chiarimenti, minaccia repressione e
l'intervento della forza pubblica. Intanto il Paese rischia di pagare un prezzo
altissimo alla demagogia, alla superficialità ed all'incompetenza di chi
avrebbe dovuto farsi carico delle difficoltà e ha preferito invece le
scorciatoie della propaganda e della popolarità a buon mercato. Se il ruolo di
Tremonti era quello di ridurre la spesa per strutture pubbliche che funzionano
male e costano molto (e fra esse non poteva non considerare la scuola e
l'università), quello del ministro dell'Istruzione era indicare come e dove i
tagli dovevano essere effettuati. Questo non è stato fatto. Anzi, la scarsa conoscenza dei problemi da affrontare ha spinto il
ministro Gelmini o a intervenire nel modo sbagliato e su bersagli sbagliati o a
rifugiarsi nelle frivolezze e nelle chiacchiere da rotocalco. In conferenza
stampa, a propria difesa, il Governo ha sciorinato le cifre della nostra
Caporetto universitaria: abnorme moltiplicazione delle sedi e dei corsi,
nepotismo sfrontato, cattedre senza allievi istituite solo per favorirne
il titolare ecc. ecc. ecc. Peccato che nessun provvedimento del ministro vada a
toccare queste realtà. Il cosiddetto decreto Gelmini
parla di grembiuli, di voti in condotta alle elementari, confonde tempo pieno e
tempo prolungato, maestro unico e maestro prevalente ed altre perle di tal
fatta. Nulla dice dell'università che è affrontata invece nella legge
finanziaria e non per chiudere le sedi di Camerino, di Castro Villari o
dell'istituto Pio V come si potrebbe arguire dalle dichiarazioni del ministro,
ma per tagliare i fondi al Politecnico di Milano od alle facoltà scientifiche
della Sapienza e della Normale. Il presidente del Consiglio si è impegnato in
prima persona a difesa del suo ministro e ha reagito con fermezza alla sfida
della piazza e delle opposizioni. Comportamento apprezzabile sul piano
personale, ma che rischia di portare il Governo in un vicolo cieco ed a far
pagare al Paese un prezzo troppo alto a causa dell'inadeguatezza del ministro.
A differenza di Bossi non ritengo sia necessario essere insegnanti o aver
insegnato per avere un buon ministro dell'Istruzione, ma in questo ruolo come
in ogni altro posto di responsabilità è necessario conoscere l'argomento di cui
ci si occupa, è necessario studiare capire e ascoltare prima di decidere
esattamente: ciò che il ministro Gelmini non ha fatto.
Guglielmo Castagnetti Iseo GRAFICA Le peculiarità dell'Istituto Artigianelli
nChiedo ospitalità nello spazio delle lettere per puntualizzare alcune
dichiarazioni riportate nell'articolo a firma di Chiara Corti, in GdB Lavoro di
lunedì 20 ottobre a pagina
( da "Giornale.it, Il" del 27-10-2008)
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n. 258 del 2008-10-26 pagina 4 «Basta bugie sulla riforma Gelmini» Scatta l'operazione verità del Pdl di Maria Sorbi Assemblee
all'università Statale e raccolte di firme contro l'occupazione Al liceo Bottoni
«gruppi di controllo» sulla propaganda della sinistra «Basta bugie, ora
vogliamo la verità». Finora gli studenti di centrodestra sono stati
zitti. Hanno scosso la testa davanti ai cortei - uno al giorno - dei
collettivi, ai fumogeni, agli scontri con le forze dell'ordine, agli slogan
«inventati». Adesso non ce la fanno più e scendono in campo per difendere la
riforma Gelmini. «Le manifestazioni della sinistra -
contestano - sono organizzate sulla base di falsità belle e buone». E allora
ecco che Azione universitaria ha indetto per oggi pomeriggio un'assemblea
studentesca alla Statale. La stessa Statale occupata dai collettivi e
tappezzata di striscioni anti decreto. «Vogliamo denunciare la strumentalità
delle proteste della sinistra» spiega Carlo Armeni, presidente di Azione
universitaria. E allora parlano di «tagli agli sprechi» e non di «tagli ai
fondi». Smentiscono la presunta «privatizzazione» dell'università pubblica
«anche in caso di trasformazione in fondazione». Mercoledì anche gli studenti
di Forza Italia daranno vita all'«operazione verità» e, con decreto alla mano,
spoglieranno la legge da ogni fraintendimento, da ogni strumentalizzazione
politica. Oggi i ciellini di Obbiettivo Studenti hanno indetto una raccolta di
firme contro le occupazioni e contro il blocco della didattica. Idem nelle
scuole superiori. Per i licei di Milano si preannuncia una settimana calda, tra
occupazioni, picchetti e autogestioni. I ragazzi di centrodestra faranno la
loro parte, cercando di correggere le «interpretazioni un po' troppo soggettive
dei collettivi». Si comincia oggi all'istituto Bottoni, durante l'assemblea
voluta dai collettivi. «Abbiamo studiato il decreto nel dettaglio - spiega
Andrea Rabolini di Forza Italia - e ci siamo organizzati in veri e propri gruppi
di controllo contro la propaganda sbagliata». La stessa operazione sarà
replicata in vari licei. «La sinistra urla da dietro i megafoni - spiegano i
giovani di centrodestra - e ora tutti considerano veri certi luoghi comuni del
tutto fasulli. Vorremmo che tutti, prima di parlare per slogan, leggessero il
decreto». Forza Italia e An, con banchetti e assemblee, sperano di dar vita a
un confronto «civile e democratico». Sotto sotto però temono qualche diverbio
di troppo con i colleghi di sinistra, gli stessi che per difendere i diritti
degli studenti hanno usato le maniere forti bruciando il decreto, imbrattando
mezza Milano e perfino cercando di occupare i binari della stazione Cadorna.
«Loro dialogano così». La settimana si preannuncia di fuoco. Autogestione al
classico Omero, che quest'anno ha fatto da apripista, occupazione al classico
Manzoni, agli artistici Boccioni e Caravaggio, al tecnico Besta, al'Itsos
Steiner e Conti. Ancora lezioni in piazza per l'università: oggi pomeriggio gli
studenti di Brera saranno in piazza Cadorna, quelli di Scienze politiche in
piazza San Babila, aperitivo eco-solidale nel cortile di via Conservatorio. Ci
saranno assemblee in piazza Leonardo da Vinci, di fronte al Politecnico, e alla
Bicocca. Insomma, sarà la settimana della resa dei conti: mentre a Roma il
decreto sta per essere trasformato effettivamente in legge, a Milano ognuno
dirà la sua, pro o contro. Si spera senza alzare la voce e senza staccare gli
striscioni di chi la pensa in modo diverso. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA -
Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Giornale.it, Il" del 27-10-2008)
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n. 258 del 2008-10-26 pagina 4 giovedì di Redazione È il giorno del
grande corteo contro la Gelmini. I collettivi di sinistra hanno dato appuntamento agli studenti
in largo Cairoli alle ore 9.30 per manifestare il loro no © SOCIETà EUROPEA DI
EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Giornale di
Brescia"
del 27-10-2008)
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27/10/2008 testata: Giornale di Brescia sezione:città e provincia Bagnolo
Dibattito sulla scuola Stasera il Consiglio comunale di Bagnolo Mella sarà
dedicato interamente alla discussione sulla riforma
scolastica predisposta dal ministro alla Pubblica istruzione Mariastella Gelmini. Nelle intenzioni del sindaco Panzini l'appuntamento odierno
sarà l'occasione per far conoscre a tutti i cittadini, con una pluralità di
voci (maggioranza e opposizione) le conseguenze pratiche che il provvedimento,
ormai prossimo all'approvazione parlamentare, avrà sulle famiglie e sulla
comunità.
( da "Giornale.it, Il" del 27-10-2008)
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n. 258
del 2008-10-26 pagina 2 Il Veltroni Pride è già finito di Laura Cesaretti
Walter riempie la piazza ma si risveglia senza linea Dopo la sbornia del Circo
Massimo democratici con il mal di testa: il segretario sfida le correnti, ma i
vecchi leader vogliono farlo fuori IL PIANO Anche il fido Tonini lo spinge a
lottare contro le vecchie nomenklature RomaC'è chi, come il Foglio di ieri, lo
ha ribattezzato «W Pride», mettendo insieme la W di Walter e la giornata
dell'Orgoglio. Omosessuale nel caso originario, veltroniano nel caso del 25
ottobre. E ce ne era bisogno, dopo mesi di via crucis: all'indomani del Circo
Massimo, raccontano gli amici e i collaboratori più vicini al leader, Veltroni
sembrava ritemprato, ringiovanito di sei mesi (quelli passati dalla campagna
elettorale), rinvigorito come Popeye dopo gli spinaci. Così ringalluzzito da
dirsi pronto a fare quel che finora non gli era riuscito: sfidare gli
«oligarchi» interni, seguire i consigli di chi tra i suoi sponsor , da Goffredo
Bettini a Giorgio Tonini, lo incita a lasciarsi alle spalle le «vecchie» nomenklature
e i loro condizionamenti. Con l'obiettivo di eliminare il senso di precarietà
che aleggia attorno alla leadership di Veltroni, depotenziare il passaggio
delle elezioni europee della prossima primavera e assicurare al capo del Pd un
orizzonte di legislatura. Al termine del quale, nel 2013, sarebbe ancora lui il
candidato premier del Pd. Per preparare il terreno il leader Pd deve sventare
quel «pericolo mortale» che Tonini descrive così: «Si continua a logorare
Walter fino alle Europee, si usa un risultato men che entusiasmante per
buttarlo giù senza neppure avere qualcuno con cui sostituirlo, e si rischia di
far saltare l'intero progetto del Pd». Di qui al congresso del prossimo anno,
Veltroni deve costruirsi una propria squadra di dirigenti «che non siano degli
ex», dice Tonini, che non siano ex Ds o ex Margherita, e quindi giù per lì rami
fassiniani o dalemiani, mariniani o rutelliani, perché negli apparati di quei
partiti Veltroni ha sempre pesato poco. Roba seria, scelte forti e di lungo
respiro. Poi, in verità, il test di questo mutamento genetico prende il nome di
«caso Migliavacca», il che potrebbe anche depotenziarne un po' la portata, ad
occhi poco specialistici. Migliavacca, però, esiste veramente, risponde al nome
di Maurizio, è uno stimato dirigente emiliano del vecchio Pci, poi Pds, Ds e
ora confluito nel Pd; era stato messo a capo dell'Organizzazione da Piero
Fassino, allora segretario, e oggi è il candidato di sintesi distillato da una
complessa alchimia dalemian-fassinian-mariniana, in chiave anti-bettiniana e
quindi anti-veltroniana, da affiancare a Beppe Fioroni a capo della macchina
organizzativa e del tesseramento democrat per depotenziare lo scomodo
coordinatore Bettini. E per completare la equa spartizione tra ex Pci ed ex Dc
del controllo sulla «ciccia» del Pd. Una storia che certo non può essere
raccontata alla folla festante del Circo Massimo, e che troverebbe il suo
giusto rilievo nella rubrica «Chi se ne frega» di Cuore, se ci fosse ancora
Cuore, ma che oggi è il primo banco di prova dell'efficacia degli spinaci del
25 ottobre. Migliavacca a parte, sulla strada di Veltroni restano non pochi
ostacoli da superare. C'è il complicato rapporto con Di Pietro, che non si può
certo rompere ma che bisogna provare ad invertire. I veltroniani dicono che un
passo avanti c'è stato, con il fatto che l'ex Pm è andato al Circo Massimo come
a Canossa, «riconoscendo che la leadership dell'opposizione è la nostra». Ma in
realtà in Abruzzo, ad esempio, Di Pietro continua a imporre il proprio candidato
presidente, ed è il Pd che deve decidere se piegare la testa o andare da solo
alla sconfitta. Sulla Rai, al di là dei proclami di facciata, la speranza
veltroniana è che Berlusconi abbia interesse a stringere un patto col leader
del Pd sui posti che contano. E anche sulla riforma della legge elettorale per
le Europee, in molti dentro e fuori il Pd sospettano che la «dura opposizione»
annunciata dal Pd alla proposta hard del centrodestra (sbarramento al 5%, liste
bloccate e niente preferenze) sarà più di facciata che vera. Perché in fondo è
perfettamente funzionale agli interessi del capo del Pd quanto a quelli di
Berlusconi, e consentirebbe a Veltroni non solo di dettar legge sui candidati,
di imbarcare Verdi e socialisti, come farà, ma anche di mettere in difficoltà
lo stesso Di Pietro. E di sperare, evitando la dispersione di voti sulle liste
minori (Prc compreso) di doppiare di slancio il 30% dei consensi. In più, c'è
anche la difficoltà di dare al partito e all'opposizione una linea che sia al
tempo stesso «dura verso il governo ma propositiva verso il Paese». Sulla
scuola, ad esempio, non si può cavalcare tout court la protesta, dimenticando
lo «sforzo riformista» e la necessità di riqualificare la spesa. «La Gelmini ha ragione quando dice che nella scuola non si spende poco ma si
spende male», ammette Tonini, che assieme a Enrico Morando e Claudio Novelli ha
curato anche i delicati passaggi del comizio veltroniano di sabato
sull'argomento. Che quelli del Circo Massimo fossero due milioni e mezzo come
hanno sparato gli organizzatori, seicentomila come ha detto Franco
Marini a Repubblica o quattrocentomila come sosteneva (più acido) il dalemiano
Roberto Gualtieri, erano comunque tanti. Ma le manifestazioni passano e i
partiti restano, e la strada del Pd e del suo leader è ancora lunga. © SOCIETà
EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Giornale.it, Il" del 27-10-2008)
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n. 258
del 2008-10-26 pagina 3 Nomine di garanzia Il segretario Pd disponibile al
patto col premier sulla Rai di Laura Cesaretti ALLE EUROPEE Per superare la
soglia del 30% si punta all'accordo con Verdi e socialisti RomaC'è chi, come il
Foglio di ieri, lo ha ribattezzato «W Pride», mettendo insieme la W di Walter e
la giornata dell'Orgoglio. Omosessuale nel caso originario, veltroniano nel
caso del 25 ottobre. E ce ne era bisogno, dopo mesi di via crucis: all'indomani
del Circo Massimo, raccontano gli amici e i collaboratori più vicini al leader,
Veltroni sembrava ritemprato, ringiovanito di sei mesi (quelli passati dalla
campagna elettorale), rinvigorito come Popeye dopo gli spinaci. Così
ringalluzzito da dirsi pronto a fare quel che finora non gli era riuscito:
sfidare gli «oligarchi» interni, seguire i consigli di chi tra i suoi sponsor ,
da Goffredo Bettini a Giorgio Tonini, lo incita a lasciarsi alle spalle le
«vecchie» nomenklature e i loro condizionamenti. Con l'obiettivo di eliminare
il senso di precarietà che aleggia attorno alla leadership di Veltroni,
depotenziare il passaggio delle elezioni europee della prossima primavera e
assicurare al capo del Pd un orizzonte di legislatura. Al termine del quale,
nel 2013, sarebbe ancora lui il candidato premier del Pd. Per preparare il
terreno il leader Pd deve sventare quel «pericolo mortale» che Tonini descrive
così: «Si continua a logorare Walter fino alle Europee, si usa un risultato men
che entusiasmante per buttarlo giù senza neppure avere qualcuno con cui
sostituirlo, e si rischia di far saltare l'intero progetto del Pd». Di qui al
congresso del prossimo anno, Veltroni deve costruirsi una propria squadra di
dirigenti «che non siano degli ex», dice Tonini, che non siano ex Ds o ex
Margherita, e quindi giù per lì rami fassiniani o dalemiani, mariniani o
rutelliani, perché negli apparati di quei partiti Veltroni ha sempre pesato
poco. Roba seria, scelte forti e di lungo respiro. Poi, in verità, il test di
questo mutamento genetico prende il nome di «caso Migliavacca», il che potrebbe
anche depotenziarne un po' la portata, ad occhi poco specialistici.
Migliavacca, però, esiste veramente, risponde al nome di Maurizio, è uno
stimato dirigente emiliano del vecchio Pci, poi Pds, Ds e ora confluito nel Pd;
era stato messo a capo dell'Organizzazione da Piero Fassino, allora segretario,
e oggi è il candidato di sintesi distillato da una complessa alchimia
dalemian-fassinian-mariniana, in chiave anti-bettiniana e quindi
anti-veltroniana, da affiancare a Beppe Fioroni a capo della macchina
organizzativa e del tesseramento democrat per depotenziare lo scomodo
coordinatore Bettini. E per completare la equa spartizione tra ex Pci ed ex Dc
del controllo sulla «ciccia» del Pd. Una storia che certo non può essere
raccontata alla folla festante del Circo Massimo, e che troverebbe il suo
giusto rilievo nella rubrica «Chi se ne frega» di Cuore, se ci fosse ancora
Cuore, ma che oggi è il primo banco di prova dell'efficacia degli spinaci del
25 ottobre. Migliavacca a parte, sulla strada di Veltroni restano non pochi
ostacoli da superare. C'è il complicato rapporto con Di Pietro, che non si può
certo rompere ma che bisogna provare ad invertire. I veltroniani dicono che un
passo avanti c'è stato, con il fatto che l'ex Pm è andato al Circo Massimo come
a Canossa, «riconoscendo che la leadership dell'opposizione è la nostra». Ma in
realtà in Abruzzo, ad esempio, Di Pietro continua a imporre il proprio
candidato presidente, ed è il Pd che deve decidere se piegare la testa o andare
da solo alla sconfitta. Sulla Rai, al di là dei proclami di facciata, la
speranza veltroniana è che Berlusconi abbia interesse a stringere un patto col
leader del Pd sui posti che contano. E anche sulla riforma della legge
elettorale per le Europee, in molti dentro e fuori il Pd sospettano che la
«dura opposizione» annunciata dal Pd alla proposta hard del centrodestra
(sbarramento al 5%, liste bloccate e niente preferenze) sarà più di facciata che
vera. Perché in fondo è perfettamente funzionale agli interessi del capo del Pd
quanto a quelli di Berlusconi, e consentirebbe a Veltroni non solo di dettar
legge sui candidati, di imbarcare Verdi e socialisti, come farà, ma anche di
mettere in difficoltà lo stesso Di Pietro. E di sperare, evitando la
dispersione di voti sulle liste minori (Prc compreso) di doppiare di slancio il
30% dei consensi. In più, c'è anche la difficoltà di dare al partito e
all'opposizione una linea che sia al tempo stesso «dura verso il governo ma
propositiva verso il Paese». Sulla scuola, ad esempio, non si può cavalcare
tout court la protesta, dimenticando lo «sforzo riformista» e la necessità di
riqualificare la spesa. «La Gelmini ha ragione
quando dice che nella scuola non si spende poco ma si spende male», ammette
Tonini, che assieme a Enrico Morando e Claudio Novelli ha curato anche i
delicati passaggi del comizio veltroniano di sabato sull'argomento. Che quelli
del Circo Massimo fossero due milioni e mezzo come hanno sparato gli
organizzatori, seicentomila come ha detto Franco Marini a Repubblica o
quattrocentomila come sosteneva (più acido) il dalemiano Roberto Gualtieri,
erano comunque tanti. Ma le manifestazioni passano e i partiti restano, e la
strada del Pd e del suo leader è ancora lunga. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI
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( da "Giornale.it, Il" del 27-10-2008)
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n. 258
del 2008-10-26 pagina 5 «I tre insegnanti? Fu solo una questione di soldi» di
Paola Setti L'ex vicepremier che nel '90 cambiò le regole: niente pedagogia ma
sostegno all'economia Claudio Martelli, lei è uno dei papà del maestro a tre
teste. «Confesso, nel 1990 ero vicepresidente del Consiglio». Governo
Andreotti, la riforma della scuola la firmò Sergio Mattarella. «Abolimmo il
maestro unico». Avrete consultato fior di pedagogisti. «Mah...». Eh? «Quando si
fanno queste riforme non è tanto in discussione la pedagogia, si tratta più di
questioni di bilancio». All'epoca tutti però ne fecero una questione
didattico-pedagogica. «Giocarono più fattori, certo». Ma vinse la necessità di
sostenere l'economia assumendo più insegnanti. «Anche adesso si tratta di una
questione soprattutto economica». Adesso il ministro Gelmini vuol tornare al maestro unico. «Ed è comprensibile. In tempi di
difficoltà di bilancio e di crisi economica cercare di risparmiare mi pare
normale». Invece è scoppiato il putiferio, la sinistra parla di pensiero unico,
gli studenti occupano le università... «Io non travestirei le esigenze
economiche con necessità pedagogiche che sinceramente non vedo. Non c'erano
allora con l'introduzione del modulo e non ci sono adesso con il ritorno al
maestro unico». E se non le vede lei. «Capisco che possa creare malumori il
capitolo dei tagli agli insegnanti, ma bisogna anche dirsi le cose come
stanno». E come stanno? «Non ci sono licenziamenti, ma il blocco del turn over,
in Italia non è la prima volta. Del resto se il 97 per cento del bilancio
scolastico se ne va in salari bisognerà pur porsi il problema di come
correggere questa curva». Quindi lei approva. «La riforma può piacere oppure
no, resta il fatto che il livello di istruzione, nelle università soprattutto
ma anche nella scuola media e media superiore, è assolutamente inadeguato, e va
cambiato». Lo vada a dire a studenti e insegnanti. «Certo io consiglierei al
governo e alla maggioranza un atteggiamento diverso, dovrebbero chiarire,
discutere, o rischiano di infilarsi in un imbuto come con l'articolo 18. Non è
più il tempo delle rigidità contrapposte». Ecco. «Sa qual è il problema?».
Diciamolo. «Il problema è il '68». Son passati 40 anni. «Appunto! Quel
movimento giovanile voleva addirittura abbatterlo, il sistema, questo invece
vuole conservarlo». 40 anni dopo la sinistra è conservatrice. «Sono almeno 20
anni che diciamo che il sistema scolastico non va bene, tant'è che anche loro
hanno provato a cambiarlo. E adesso vogliono tenerlo così com'è?». © SOCIETà
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( da "Giornale.it, Il" del 27-10-2008)
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n. 258
del 2008-10-26 pagina 5 Alunni dimezzati, docenti raddoppiati L'Italia scivola
in fondo alle classifiche Ue di Redazione La versione ufficiale non è che
quadrasse tanto, ma fiatarono in pochi. Era il 1990. Governo e sindacati
dicevano che i programmi scolastici erano cambiati, la didattica era stata
aggiornata già nell'85, e il vecchio signor Perboni all'improvviso s'era fatto
vecchio, impreparato, inadeguato. Il maestro unico del libro Cuore non bastava
più. Urgeva affiancarlo, anzi no, sdoppiarlo, meglio se triplicarlo. Chi storse
il naso lo fece con furore, il radicale Lorenzo Strik Lievers son vent'anni che
si agita, ma invano. Oggi che la riforma del ministro
Mariastella Gelmini vuol restituire un'unica figura di riferimento ai bambini delle
scuole elementari, chi allora protestò si prende la rivincita. Così spuntano i
dati, a dire che la legge 148 del 1990 altro non fu che un'operazione sindacale
a fronte del peggior calo demografico del secolo: fra il 1960 e il 1995,
anno in cui la riforma andò a regime, i bambini erano diminuiti da 4 a 2,5
milioni. Ma gli insegnanti, quelli mica si poteva lasciarli a casa per mancanza
di materia prima. Così, mentre i nuovi nati non nascevano e le classi si
svuotavano, la riforma aumentava del 40 per cento gli organici della scuola
elementare. «Quando, da senatore, vidi arrivare la riforma, impallidii -
ricorda Strik Lievers, che insegna Storia e didattica all'Università di Milano
Bicocca -. C'era l'esigenza di garantire nuovi posti di lavoro. Ma se la
pluralità dei docenti, che insegnano cose diverse con metodi diversi, è
l'ideale per favorire lo sviluppo della capacità critica di un liceale, per un
bambino è drammatico. Quando gli insegnanti vanno d'accordo non sorgono grossi
problemi, ma se, come è accaduto spesso, non si riesce a concordare criteri
omogenei, il bambino è disorientato». I risultati della riforma sono sotto gli
occhi del resto del mondo. Dice l'Ocse che l'Italia era terza nelle classifiche
della scuola, ora è ottava. Non a caso, gli altri Paesi europei si sono ben
guardati dall'adottare il geniale «modulo» italiano. Austria, Belgio, Francia,
Germania, Inghilterra, Spagna, Portogallo, Grecia, Malta, Svezia, Ungheria e
via così scorrendo la carta geografica, il maestro se non è unico è prevalente,
cioè responsabile di tutte le materie eccetto alcune specialistiche. E non è
che in vent'anni i ministri dell'Istruzione non se ne fossero accorti, di aver
creato un mostro. Il primo fu Luigi Berlinguer, non certo un reazionario di
destra, che timidamente introdusse la possibilità per gli istituti di
organizzarsi in modo diverso, lo chiamò «organico funzionale di istituto». Poi
ci provò Letizia Moratti, che inventò il tutor fra i sospetti del sindacato.
Persino Beppe Fioroni tolse l'obbligo del team. Di più. Il ministro del governo
Prodi, attuale parlamentare del Pd, andò oltre, e stigmatizzò lo spreco
economico di tanti maestri per pochi alunni nel suo Libro bianco, annotando che
l'enormità della spesa per studente si deve anche «all'organizzazione dell'insegnamento
nella scuola elementare». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 -
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( da "Giornale.it, Il" del 27-10-2008)
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n. 258
del 2008-10-26 pagina 7 «È vero, studio lì In classifica era considerata la
migliore...» di Redazione Ha infilato una bella zeppa nel meccanismo
telecomandato per l'elezione di segretario dei giovani democratici. Ha messo su
un blog, ha promosso una raccolta di firme e ha sfidato il superfavorito Fausto
Raciti, provocando lo slittamento delle elezioni. Non c'è da sorprendersi
perché la scuola è quella di Marco Pannella. Giulia Innocenzi milita nel
partito radicale ed è coordinatrice studenti dell'Associazione Luca Coscioni.
Impegnata pure sul fronte delle proteste universitarie, incarna alcune delle
tante contraddizioni di un movimento studentesco che si definisce apolitico sul
quale però opposizione e Pd cercano di mettere il cappello. È d'accordo con
l'occupazione? «Sono d'accordo. Gli studenti devono trovare il modo di
esprimere le loro istanze». Ma non si era espressa contro il no ideologico
criticando le occupazioni? «Sì. Gli studenti manifestano per difendere il
diritto allo studio e sarebbe contraddittorio interrompere la didattica».
Quindi? «Dico no al blocco della didattica e sì alle occupazioni durante i
weekend e la notte. Ancora meglio le lezioni tenute in piazza perché pur non
interrompendo l'attività didattica fanno emergere il problema dei tagli
all'università. Il cittadino che paga i contributi deve sapere che con questi
tagli ci viene negato il diritto allo studio». Quale ateneo frequenta? «Laurea
specialistica in amministrazione pubblica alla Luiss». Un'università privata?
«Sì». Come mai? «Semplicemente perché quando dovevo scegliere ho letto sulla
classifica di Repubblica che la migliore facoltà di Scienze Politiche era
quella della Luiss». Tra le accuse che gli studenti
lanciano alla Gelmini c'è pure quella di far entrare i fondi dei privati negli atenei
e di volerli trasformare in fondazioni. «Quella delle fondazioni è una
questione complessa perché va bene l'autonomia gestionale, ma poi se subentra
l'autonomia contabile le fondazioni aumentano le tasse e soltanto i ricchi
possono permettersi di pagarle. Sarebbe un sistema iniquo». Adesso non
lo è? «È iniqua pure la retta bassa uguale per tutti. Però con gli interventi
della Gelmini peggiorerebbe anche perché per ora parla
soltanto di tagli e non di riforma». Ma vi sta bene un'università
autoreferenziale dove imperano privilegi, sprechi e baronie? «No. Siamo contro
baronie e nepotismo ma non possiamo accettare i tagli contenuti nell'articolo
66 della 133. Il governo ha fatto molto per sostenere l'Alitalia ed i debiti
ricadranno su noi cittadini. Riteniamo che uno sforzo analogo debba essere
fatto con l'Università». Non è giusto chiedere maggiore trasparenza nei bilanci
dagli atenei? «Ci sono molti costi da abbattere a cominciare dai corsi che
servono soltanto a dare una cattedra al professore. Il nostro approccio non
deve essere ideologico ma non ci si può far credere che la soluzione siano
soltanto tagli a livello strutturale. E per ora la Gelmini
ha messo soltanto quelli nero su bianco». FA © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA
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( da "Sole 24 Ore, Il
(Del Lunedi)"
del 27-10-2008)
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Sole-24 Ore del lunedì sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2008-10-27 - pag: 14
autore: L'agenda del Parlamento. Il Dl scade venerdì Sulla scuola e
l'università Senato pronto al voto finale Roberto Turno La prova di forza
finale del Governo al Senato sul decreto legge con i tagli a scuola e
Università. L'altra partita scottante che sta per esplodere sempre a palazzo
Madama sul "pacchetto sicurezza", che tra l'altro potrebbe escludere
gli immigrati irregolari dall'assistenza sanitaria. La legge elettorale con lo
sbarramento al 5% che sbarca in aula alla Camera. E ancora a Montecitorio il
duplice sì, con ritardo rispetto alla tabellina di marcia, dei due collegati su
lavoro e internazionalizzazione delle imprese. E se non bastasse, il Ddl sul
federalismo fiscale sul quale, al Senato, dovrebbero cominciare le audizioni.
Il Parlamento si prepara ad affrontare un'altra settimana, l'ennesima,ad alta
tensione politica. E per la maggioranza, a dispetto degli ampi numeri in più di
cui dispone sia alla Camera che al Senato, non sarà una passeggiata affrontare
tutti i nodi legislativi che stanno venendo al pettine a quasi sei mesi
dall'avvio della legislatura. Con la crisi finanziaria internazionale che complica
lo scenario complessivo e che, al momento, il Parlamento sta affrontando dal
punto di vista della finanza pubblica attraverso tre provvedimenti, tutti
all'esame della Camera e attesi al varco in questi giorni: i due decreti legge
su banche e risparmio (Dl 155 e 157) in commissione Finanze e la Finanziaria
2009 in "dote" alla commissione Bilancio, sulla quale già pendono
quasi mille emendamenti. Tutto questo, mentre l'aula di Montecitorio dovrà
occuparsi di legge elettorale e dei due collegati alla manovra su lavoro e
sviluppo da trasmettere poi a palazzo Madama. Ma in queste ore a tenere banco
sarà ancora una volta il decreto 137 sull'istruzione, che dopo un fine
settimana di nuove e dure contestazioni al Governo, sarà al voto finale
dell'aula del Senato: scade venerdì 31 e il Governo, che mantiene ferma la
volontà di non modificarlo, conta di incassare il via libera definitivo entro
mercoledì, chissà se con annessa richiesta di fiducia. Il tutto, in un clima
che potrebbe precipitare ancora di più quando saranno formalizzate le modifiche
al sistema universitario annunciate dal ministro
Mariastella Gelmini. Sempre l'aula del Senato, d'altraparte, deve occuparsi in
settimana di altri due decreti sui quali pure si annuncia un aspro confronto.
Il Dl 151 sulla sicurezza, sul quale pende l'emendamento leghista che esclude
dalle cure del Ssn i clandestini, ma anche il Dl 154 su spesa sanitaria e fondi
agli enti locali, con la partita apertissima dei fondi ai Comuni per
finanziare l'abolizione dell'Ici sulla prima casa. Il decreto, tra
l'altro,potrebbe riservare novità in materia di farmaci generici e di attività
libero professionale intramoenia dei medici pubblici.
( da "Sole 24 Ore, Il
(Del Lunedi)"
del 27-10-2008)
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Sole-24 Ore del lunedì sezione: IN PRIMO PIANO data: 2008-10-27 - pag: 7
autore: Ma una deroga può riaprire la porta ai nuovi ricercatori Nel clima
infiammato dai tagli e dalle polemiche che agitano in queste settimane gli
atenei potrebbe affacciarsi nei prossimi giorni una buona notizia per le
università. Il ministero sta infatti lavorando a un provvedimento per sbloccare
gli ingressi dei ricercatori, finiti insieme a tutti gli altri ruoli docenti
nella rete del blocco del turn over, e il via libera potrebbe arrivare già in
settimana sotto forma di decreto. L'intervento nasce da lontano, ma diventa di
stretta attualità in questi giorni di tensione alle stelle che il Governo prova
ad abbassare con un "segnale di attenzione" al futuro degli atenei.
Insieme agli aspiranti professori associati e ordinari, infatti, anche i
ricercatori hanno visto bloccare i propri ingressi in ruolo conquistati sul
terreno dei concorsi dal freno al turn over introdotto nella manovra d'estate
(articolo 66 della legge 133/2008). Tra il 2007 e la prima sessione del 2008 –
quindi prima che si affacciasse la manovra d'estate – le università hanno messo
a bando più di 5.200 posti ma con la nuova «regola del 20%» (gli atenei non
possono assumere più del 20% del personale cessato l'anno precedente) i posti
disponibili sono crollati a quota 397: l'8% di quelli banditi (si veda Il Sole
24 Ore del 22 settembre). Nel panorama di questa cura da cavallo, però, i
ricercatori dovrebbero fare storia a sé per due ragioni: la regola nasce per
frenare il galoppo imboccato dalla spesa di personale degli atenei, che sempre
più numerosi rischiano di sforare il tetto imposto dalla legge che impedisce di
dedicare agli assegni fissi più del 90% del Fondo di finanziamento ordinario.
La spesa, però, più che per colpa dei ricercatori, corre soprattutto per le
promozioni ad associato e ordinario spesso decise senza troppa attenzione per
la sostenibilità economica sul lungo termine. Molti dei posti da ricercatore
messi a concorso, poi, godono del cofinanziamento con il fondo di 20 milioni di
euro stanziato dall'allora ministro Fabio Mussi e finalizzato espressamente
alle assunzioni. Che fare, quindi? Far finire nella tagliola dei costi anche i
ricercatori «cofinanziati» (sono 1.050 su circa 2.300) non sarebbe logico,
visto che i fondi sono già stanziati, ma anche aprire i cancelli solo a loro
sembra una strada difficile da percorrere. Se in uno stesso concorso il
vincitore "cofinanziato" ottiene il posto e quello non cofinanziato
resta a secco, il ricorso dell'interessato contro questa disparità di
trattamento diventa un passo quasi scontato, e le ragioni dell'amministrazione
risulterebbero difficili da difendere. Su queste considerazioni, a Viale
Trastevere si sta facendo largo l'idea di una deroga ad hoc per i ricercatori,
che permetterebbe loro di aggirare il vincolo del 20 per cento. In un mondo
accademico caratterizzato da un'età media in cattedra in continua crescita e
dai ripetuti allarmi sulla fuga dei giovani talenti, la misura apparirebbe di
buon senso, e abbastanza a buon mercato. Il via libera ai ricercatori, come
detto, potrebbe allentare un po' la tensione. Ma dal punto di vista della
governance sarebbe poco più di un pannicello caldo, perché non risolverebbe i
problemi connessi alla figura sui generis del ricercatore italiano: in ruolo a
tempo indeterminato, ma senza obblighi di insegnamento, con conseguenze
evidenti sull'organizzazione degli atenei. La soluzione in realtà ci sarebbe,
addirittura dal 2005, quando la legge 230 ha deciso di introdurre anche da noi
la figura del ricercatore a tempo determinato. Ma dal
ministero, guidato prima da Letizia Moratti, poi da Fabio Mussi e ora da
Mariastella Gelmini, il regolamento attuativo non è mai uscito. G.Tr. IN PISTA Sui
2.400 vincitori di concorsi fermati dalla stretta sul turn over oltre mille
godono di un finanziamento statale
( da "Sole 24 Ore, Il
(Del Lunedi)"
del 27-10-2008)
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Sole-24 Ore del lunedì sezione: IN PRIMO PIANO data: 2008-10-27 - pag: 7
autore: Istruzione, tagli progressivi Scuola e atenei perdono 471 milioni nel
2009- Calo di 4 miliardi in tre anni Antonello Cherchi Gianni Trovati Sono
protagoniste nelle piazze e sulle pagine dei giornali, ma a leggere la
radiografia dei sacrifici chiesti dalla manovra d'estate all'attività dei
ministeri scuola e università sembrano giocare un ruolo di secondo piano.
L'«istruzione scolastica» trova infatti nell'articolo 60 della legge 133/2008
un conto da 293 milioni, pari allo 0,6% degli oltre 45 miliardi di euro che
l'amministrazione centrale dedica a questa voce. L'università, invece, paga un
pegno da 178 milioni, cioè il 2% del budget complessivo della
"missione" 2009. Ma queste cifre offrono solo una visione parziale, e
la distanza fra i numeri messi in fila dalla Ragioneria generale e la tensione
che agita classi e aule universitarie ha un trait d'union. Prima di tutto, i
tagli all'istruzione sono progressivi, e il 2009 offre solo un primo assaggio di
quello che succederà negli anni successivi (nel 2011/2012 la riduzione degli
organici a scuola dovrebbe produrre, nei calcoli del Governo, 3,1 miliardi di
euro). Le sorprese peggiori per le università, invece, sono arrivate non dalla
manovra d'estate, ma dalle tabelle della Finanziaria "snella" che
l'Esecutivo sta approvando per il 2009. E che lascia intatto per l'anno
prossimo il fondo di finanziamento ordinario, in vista di una riduzione di 731
milioni nel 2010 e di 863 nel 2011. In bilico, in pratica, c'è il 12% del fiume
da 7,2 miliardi di euro che finora ha mantenuto in piedi l'accademia italiana.
Tornando invece agli effetti finanziari della manovra d'estate, a ricevere il
conto più salato è lo «sviluppo e riequilibrio territoriale »(missione 28),che
sull'altare del tendenziale equilibrio di bilancio per il 2011 sacrifica oltre
2,3 miliardi, più di un quarto dello stanziamento totale. Una dieta frutto
soprattutto della rimodulazione dei Fondi per le aree sottoutilizzate. Una
super-cura riguarda anche i fondi per il «diritto alla mobilità» (missione 13),
che perdono 2 miliardi di euro pari al 17% del budget. Ma le sforbiciate
introdotte dalla manovra d'estate nei ministeri non hanno solo una declinazione
economica. Entro il 30 novembre, infatti, le amministrazioni statali dovranno
aver messo a punto il loro riassetto, imposto dalla riduzione degli organici
che investirà tutti: dalle alte sfere dirigenziali all'ultimo degli addetti.
Ridimensionamenti che oscillano, a seconda delle categorie, dal 10 al 20% delle
dotazioni e che, ovviamente, si tradurranno anche in risparmi di spesa. Un
obbligo previsto dall'articolo 74 del Dl 112, che se non messo in pratica
impedirà agli inadempienti di «procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi
titolo e con qualsiasi contratto». Per capire l'entità dell'operazione è
sufficiente dare uno sguardo ai tre ministeri che, per effetto
dell'accorpamento, hanno già precorso i tempi e hanno messo a punto i
regolamenti di riorganizzazione, di recente sottoposti all'esame del Parlamento.
Sviluppo economico, che nel nuovo Governo ha inglobato Comunicazioni e
Commercio internazionale, Istruzione, a cui fa ora riferimento anche
l'Università, e Infrastrutture, in cui sono confluiti i Trasporti, hanno già
fatto i conti. Il ministero dello Sviluppo economico perde 4 dirigenti generali
(passano da 33 a 29) e 37 dirigenti di seconda fascia (da 245 a 208), con un
risparmio di 4,5 milioni di euro. Per quanto riguarda le altre posizioni non
dirigenziali, la dotazione organica passa da 4.396 a 3.733 addetti, con
un'economia di circa 20 milioni (da 150 a quasi 130). Le cifre diventano più
sostenute nel caso degli altri due ministeri. L'Istruzione conta di tagliare4
posti di alta dirigenza e 75 di seconda fascia, per un risparmio complessivo di
poco più di 7 milioni. A cui si devono sommare i 33 milioni di minori spese che
derivano dal taglio di circa mille posizioni non dirigenziali. Le
Infrastrutture, infine, si preparano a fare a meno di 5 dirigenti di prima
fascia e 31 di seconda fascia. Il che permetterà di risparmiare 3,8 milioni,
che salgono a 41 con il ridimensionamento delle posizioni non dirigenziali. Non
si tratta, tuttavia, dei tagli (e dei risparmi) più consistenti. Il regolamento
a cui sta lavorando il ministero dei Beni culturali dovrà, per esempio,
garantire minori spese per 73,8 milioni. Arrivare al risultato imposto dal
legislatore significa porre mano all'organizzazione. In alcuni casi, ripensarne
completamente l'assetto, con evidenti ricadute sul funzionamento degli uffici.
Per rimanere all'esempio dei Beni culturali, quella che si profila è la quarta
riforma in otto anni: non è ancora andato a regime il riassetto voluto dall'ex
ministro Francesco Rutelli, che ha reintrodotto la figura del segretario
generale e abolito i dipartimenti, che già ci si prepara a rimettere mano al
dicastero. Eppoi, si tratterà di trovare una sistemazione al personale in
esubero. Si dovrà fare ricorso alla mobilità, nonché, come
previsto dall'articolo 72 del Dl 112, al nuovo istituto dell'esonero dal servizio
e al pensionamento di chi, pur non avendo raggiunto l'età per uscire dal
lavoro, ha maturato 40 anni di contributi. PIANI ENTRO NOVEMBRE Al ministero
guidato da Mariastella Gelmini e a quello dello Sviluppo i sacrifici maggiori anche sul
personale
( da "TGCom" del 27-10-2008)
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Scuola
26/10/2008
Pd in piazza, affondo di Berlusconi "Veltroni ha perso, vada a
riposarsi" Duro affondo del premier Silvio Berlusconi dopo la
manifestazione del Pd a Roma. "Veltroni si dovrebbe rassegnare: ha perso e
per cinque anni non c'è più niente da fare. Invece di fare manifestazioni,
dovrebbe andarsi a riposare, per prepararsi a fare una bella campagna
elettorale tra cinque anni, ci lascerebbe così lavorare meglio e con più
profitto per gli italiani. Questa è la sinistra delle frottole, delle
invettive, delle calunnie", ha detto. "I sondaggi ci danno al
72%" Silvio Berlusconi garantisce che andrà avanti con il programma di
governo. "Abbiamo vinto le elezioni. Si rassegnino e lascino
perdere", spiega il premier che aggiunge: "Noi facciamo cose di
buonsenso. I sondaggi sono ottimi e ci dicono che c'è piena approvazione delle
cose che abbiamo fatto in questi primi mesi di governo. Il consenso su di me è
al 72%". "Con questa opposizione dialogare è solo un sogno"
"Con questa opposizione che sfortunatamente ci troviamo - aggiunge il
Presidente del Consiglio - avremo il solito rapporto: se vorranno unirsi a noi
per votare i provvedimenti utili al Paese sono i benvenuti, se avranno
suggerimenti che non riterremo utili bene, ma si tratta di un sogno perchè
finora arrivano solo critiche infondate" "Di Pietro uomo
malvagio" Il premier auspica inoltre che Veltroni "non si ricompatti
con un uomo malvagio come Di Pietro". Berlusconi ricorda che il leader
dell'Italia dei Valori "ha mandato in galera 15 persone innocenti
rovinando la vita delle loro famiglie. Mettersi con un uomo che sbraita in
questo modo, in maniera forsennata e irragionevole, credo vada a tutto disdoro
di chiunque lo facesse". "Sulla riforma Gelmini andremo avanti" Sulla riforma della scuola e sulla
richiesta dell'opposizione di ritirare il decreto Gelmini Berlusconi
risponde deciso: "Andiamo avanti a governare e a fare cose di buon senso
che sono nel programma qualunque cosa dica Veltroni o qualcun altro
nell'opposizione. Hanno usato strumentalmente la scuola, pensate
all'università dove non abbiamo ancora fatto nulla e già hanno mosso critiche e
studenti nelle strade con strumentalizzazioni difficilmente definibili"
Veltroni: "Governo farebbe bene ad ascoltare" ''Il governo farebbe
bene ad ascoltare la voce della societa' italiana''. Veltroni ha detto di voler
''spendere'' il buon risultato della manifestazione ''a favore del Paese, delle
piccole e medie imprese, degli operai, dei lavoratori, dei loro salari e
stipendi, della scuola. Vogliamo far capire al governo che ascoltare la
societa' e ascoltare l'opposizione e' un dovere''. ''L'Italia - ha proseguito -
e' un paese che ha un immenso talento, una immensa voglia di lavorare e di
intraprendere, e che avrebbe bisogno di un governo che lo accompagnasse. In
realta', il governo si e' occupato solo del sistema bancario; nulla per
l'economia reale, quella che sta cominciando a pagare i prezzi piu' alti e che
rischia di essere messo in ginocchio''. Fioroni (Pd): "Non accettiamo
lezioni da Berlusconi che sui sondaggi mente" "Noi, a differenza del
premier non abbiamo bisogno di lezioni di democrazia perchè abbiamo rispetto
per chi ha vinto le elezioni e ci prepariamo a sfidarlo alla prossima prova
elettorale. Quello che non ha capito il presidente del Consiglio è il rispetto
che si deve all'opposizione in un sistema democratico. Senza questo rispetto -
aggiunge Fioroni - la democrazia degrada". "Non scendiamo in
competizione sulle calunnie, sugli insulti, nè sulle frottole. Uno che ha avuto
il coraggio due anni fa di dire senza arrossire che a piazza San Giovanni
c'erano due milioni di persone e che continua a vantare il 70% dei consensi
mentre i sondaggi lo smentiscono non può fare la lezione a nessuno"
conclude Fioroni alludendo alla rilevazione di Renato Mannheimer pubblicata sul
Corriere della Sera Di Pietro: "Berlusconi è come la volpe che non riesce
a prendere l'uva" Risponde così Antonio Di Pietro a Silvio Berlusconi che
lo indica come una persona "malvagia". "Berlusconi prima ha
cercato di comprarmi offrendomi di fare il ministro e poi ha cercato di
fermarmi per via giudiziaria - ha aggiunto Di Pietro - Ma siccome entrambi i
tentativi sono andati a vuoto - dice il leader dell'Italia dei Valori - adesso
mi attacca e dice che non vado bene e sono un malvagio. Allora perchè a suo
tempo mi propose di fare il ministro? E perchè le ha provato tutte pur di
avermi nella sua squadra? La verità è molto più semplice: non sopporta le
persone libere che non vogliono sottoporsi a lui'' Invia ad un amico
( da "Corriere.it" del 27-10-2008)
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Scuola
Intervista
al ministro: il mio modello è Obama. Nuove proteste nelle
scuole Gelmini: protesta di pochi Il mio modello è Obama «Niente classi
separate, solo corsi di italiano per chi non lo parla» MILANO Il mio modello?
Barack Obama. Parola di Mariastella Gelmini. Mentre
infuria la protesta della scuola e dell'università, il ministro alla Pubblica
istruzione procede diritta per la sua strada. Ma rivela la sua stima per
il candidato democratico nella corsa alla Casa Bianca e tende una mano
all'opposizione: «Ma soltanto a quella costruttiva. Altrimenti, facciamo da
soli». Ieri Veltroni ha chiesto il ritiro del suo decreto e la relativa
modifica della Finanziaria. È possibile? «Scusi, ma non ne capisco la ragione.
La manovra economica è legge da giugno, il Pd è fuori tempo massimo. Quanto al
decreto, ha ottenuto già l'approvazione della Camera ed è stato ampiamente
discusso al Senato: sarà votato mercoledì. Ma certo, su come proseguire
nell'opera di riforma della scuola italiana, le mie porte sono spalancate ».
Però, voi avete posto la fiducia e non c'è stato dibattito parlamentare. Dove
si doveva discutere? «Sono cinque mesi che si discute di scuola e il Pd non ha
fatto una proposta che fosse una. L'unica idea è quella di non cambiare nulla:
"Non toccate la scuola, giù le mani dall'università". Questo sarebbe
riformismo? A me, sembrano pietrificati». L'opposizione sulla scuola appare più
diffusa che non su altri temi. È perché mette in discussione anche parecchi
posti di lavoro? «La sinistra ha perso totalmente il rapporto con chi lavora e
ora lo sta perdendo anche con gli studenti. Bisogna dirlo con chiarezza: il
disastro dell'istruzione in Italia è figlio delle logiche culturali della
sinistra contro il merito e la competitività. Per decenni scuola e università
sono state usate come distributori di posti di lavoro, di clientele e magari di
illusioni». Illusioni? «Sì, certo. L'illusione di posti di lavoro che non
esistono. L'illusione che lo Stato possa provvedere a dare posti fissi in modo
indipendente dalla situazione economica e dal debito pubblico. La sinistra per
i suoi interessi politici inganna le persone, ha creato il precariato proprio
diffondendo illusioni». Non esagera? In Italia non c'è stata soltanto la
sinistra. «Quando Veltroni è diventato leader del Pd, ci ho creduto anche io:
ho sperato che questo Paese potesse cambiare veramente con un progetto
bipartisan. Che potesse essere riformato, abbandonando le vecchie posizioni
ideologiche e sindacali responsabili del declino dell'Italia. Speravo che
Veltroni si ispirasse alla lezione di Tony Blair. Purtroppo, oggi parla come un
rappresentante dei Cobas». Addirittura? «Ma sì, via... Si è schiacciato sulle
posizioni più conservatrici su ogni argomento. Guardi, le dirò qualcosa che non
si attende: il mio punto di riferimento è quello che sta facendo Barack Obama
in America ». Cosa le piace di Obama? «Sta proponendo per la scuola americana
provvedimenti simili ai nostri, penso soprattutto agli incentivi al merito per
gli insegnanti. E anche lui vuole razionalizzare le scuole sul territorio per
destinare i risparmi alla qualità dell'istruzione. E poi, la possibilità per
tutti, anche per chi non si può permettere le università costose, di aver una
istruzione di qualità. Questo è un vero, coraggioso riformatore: non certo il
leader del Pd». Molti giovani scendono in piazza, però... «Gli studenti in
Italia sono 9 milioni. Coloro che protestano, alcune migliaia. Le facoltà
occupate sono pochissime. E in molte, gli studenti ricacciano indietro gli
occupanti. Non immagina quanti messaggi ricevo da studenti stanchi di slogan
vecchi e di professori militanti». Sarà, ma le manifestazioni sono lì da
vedere. O no? «Funziona così: a Firenze occupano una stanza in venti e nei tg
si dice che l'università è occupata. Oppure, a Milano, succede che in duecento
escano dai centri sociali e vadano a scorrazzare nei cortili della Statale.
Visto che nessuno dà loro retta, bloccano la stazione Cadorna. I tg dicono:
scontri tra studenti e polizia. Ma di studenti non ce ne erano». Guardi che è
impervio cercar di dimostrare che non ci siano manifestazioni studentesche. Non
partecipano persino parecchi giovani di destra? «No, guardi: i giovani della
destra continuano la loro decennale battaglia contro i baroni e i professori
ideologizzati, non certo contro il decreto». Che ne pensa di far intervenire le
forze dell'ordine nelle scuole e nelle università? «Penso che non si porrà il
problema, anche perché in tutta Italia mi pare che i ragazzi si rifiutino di
occupare. Il 30 ottobre, certo, ci sarà lo sciopero, il solito vecchio rito di
chi difende l'indifendibile. Ma dopo, credo che si potrà riprendere a
confrontarsi con le riforme. Ovviamente, con chi fa proposte». Resta il fatto
che i tagli ci saranno. È così sicura che non si tradurranno in un
impoverimento della didattica? «I primi a vivere il disagio della scuola esistente
sono proprio i professori, pagati con stipendi da fame e proletarizzati da
sinistra e sindacato. E poi, il 30% dei risparmi realizzati, 2 miliardi di
euro, sarà utilizzato per pagare meglio i professori sulla base del merito».
C'è chi dice: va bene tagliare le spese improduttive. Ma i risparmi devono
essere interamente spesi sulla scuola. Non è una posizione sensata? «Me lo
lasci dire: bisognava anche riportare tutti alla realtà. Dire che la gestione
allegra del denaro pubblico è finita. E dunque, prima si eliminano gli sprechi.
Poi, ma soltanto dopo, si potrà reinvestire in qualità. Questo per quanto
riguarda la scuola. Per l'università il 2009 non prevede particolari tagli.
Qualche problema potrà esserci dal 2010 ma abbiamo tempo sufficiente per discuterne
con chi vuol farlo seriamente». Sulle classi ponte per gli immigrati restano
margini di ambiguità. Che cosa saranno? «L'ambiguità è di chi ha tentato come
al solito di buttarla sul razzismo. Qualunque genitore che ha un figlio alle
elementari conosce il problema rappresentato da chi in classe non sa
l'italiano. Un problema didattico, che come tale va risolto: non faremo classi
separate, le classi ponte saranno corsi magari pomeridiani di italiano per
consentire a chi non lo è di imparare la lingua il più rapidamente possibile».
Marco Cremonesi stampa |
( da "Corriere.it" del 27-10-2008)
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Scuola
- le proteste «Cortei e sit-in, bloccheremo il decreto» Nuove contestazioni e
giovedì sciopero generale. Il premier: «Avanti con le riforme» ROMA L'Onda
cercherà di crescere fino a diventare, se non uno tsunami, almeno una marea.
Nelle scuole e nelle Università si apre la settimana decisiva delle
contestazioni. Un programma denso di occupazioni, sit-in, agitazioni, lezioni
in piazza che, secondo gli organizzatori, mira a fermare l'approvazione
(dopodomani) al Senato del decreto Gelmini: «Dopo lo slittamento ottenuto il 23 ottobre dicono cercheremo
ancora una volta di bloccare i lavori parlamentari». Con forme clamorose di
protesta: gli studenti romani intendono fare lezione al Colosseo. L'obiettivo
finale, ha ribadito uno dei leader della Rete della Sapienza, Francesco
Raparelli (protagonista anche della protesta «No Vat» contro la lezione
d'apertura di papa Ratzinger), è il ritiro del decreto. Ma il premier
Berlusconi ha ribadito che il governo non lo farà: «Andiamo avanti a governare
e a fare cose di buon senso che sono nel programma, qualunque cosa dica
Veltroni o qualcun altro nell'opposizione» ha detto commentando la richiesta
avanzata dallo stesso leader del Pd al Circo Massimo. «Hanno usato
strumentalmente la scuola ha aggiunto . Pensate all'Università, non abbiamo
ancora fatto nulla e già ci hanno mosso critiche e mosso gli studenti nelle
strade con una strumentalizzazione difficilmente definibile anche di bambini».
Per contrastare il voto del Senato, i Cobas hanno organizzato una manifestazione
a piazza Navona mentre in tutt'Italia si accenderanno dei lumini con la scritta
«Fermatevi». La protesta corre anche sul web. Un misterioso studente ha
provocatoriamente messo in vendita su eBay, base d'asta un euro e 50,
l'Università di Tor Vergata. Ma su siti internet e blog continua anche la
raccolta di firme, di segno opposto, organizzata dai giovani del centrodestra a
supporto della Gelmini: solo a Firenze, cinquemila.
L'appuntamento clou è giovedì, con lo sciopero generale della scuola e il
maxicorteo di docenti e studenti. «Una grande "ola" passerà per Roma
nella più grande manifestazione che si ricordi» sostiene il leader della
Flc-Cgil, Pantaleo. Per il leader radicale, Pannella, «la rivolta di professori
e studenti è in realtà una rivolta contro la finanziaria di Tremonti, quella da
otto minuti». Bonanni, della Cisl, invita il governo a «far parlare le
famiglie». Per Di Pietro «si sono fregati la polpa, cioè otto miliardi di
euro». Contro il decreto anche il Meic, che rappresenta i laureati dell'Azione
cattolica: «I contenuti non sembrano essere il frutto di un chiaro e coerente
disegno pedagogico ». E ne chiedono il ritiro. M. Antonietta Calabrò stampa |
( da "Resto del
Carlino, Il (Pesaro)" del 27-10-2008)
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Scuola
PESARO
pag. 23 Gelmini, la protesta è contagiosa
Genitori e insegnanti: «Ci penalizza» SCUOLA ASSEMBLEE ALLA «RODARI» E AL
«PIRANDELLO». DOCUMENTO DEL «MAMIANI» NEL MIRINO Mobilitazione contro il
ministro Gelmini LA PROTESTA contro la riforma della scuola disegnata dal
ministro Maria Stella Gelmini è contagiosa. E ?sintomi? evidenti di questo disagio si
cominciano a vedere anche nella nostra città. L?assemblea dei genitori e degli
insegnanti della scuola primaria «Rodari» e dell?istituto comprensivo
«Pirandello» di Pesaro, hanno votato a grande maggioranza (solo 2 contrari e 13
astenuti) una mozione in cui criticano fortemente il decreto, dichiarandosi
contrari al reinserimento del maestro unico per vari motivi: «Perché non
sarebbero più possibili la suddivisione delle materie disciplinari tra diversi
docenti e l?impostazione del lavoro dei docenti in classe sulla base del
confronto e della collaborazione. Inoltre verrebbero meno la didattica di
recupero e arricchimento dell?offerta formativa, le uscite didattiche sul
territorio e i genitori non potrebbero più rapportarsi ad un gruppo di
insegnanti». L?assemblea si è detta contraria anche «alla riduzione dell?orario
scolastico obbligatorio a 24 ore settimanali nella scuola primaria,
all?innalzamento del rapporto alunni-classe, all?eliminazione degli insegnanti
specialisti di lingua inglese nella scuola primaria, alla riduzione dell?orario
obbligatorio nella scuola dell?infanzia alla sola fascia antimeridiana con un
solo insegnante per sezione, all?istituzione di classi speciali per alunni
stranieri e alla riduzione del 17% degli organici». Infine l?auspicio che il
Governo «ritiri il decreto senza indugio». UNA parte del personale del Liceo
classico Mamiani (80 su 132 tra docenti e Ata) in un documento ha definito
«fulmineo» il decreto Gelmini, auspicando «una
concertazione più ampia possibile aperta a tutti coloro che vivono e lavorano
nella scuola, e alle forze sociali, non con criteri di economia o di urgenza».
Il personale del Liceo classico non nega «la necessità di un miglioramento
nell?utilizzo delle risorse, avendo come obiettivo una generale riduzione degli
sprechi, né il bisogno di una modifica di alcune parti strutturali per adeguare
l?offerta formativa ai cambiamenti della società», ma ribadisce che «tutto ciò
non può avvenire senza il rispetto della professionalità dei lavoratori della
scuola». Davide Eusebi Image: 20081027/foto/4656.jpg
( da "Resto del
Carlino, Il (Pesaro)" del 27-10-2008)
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PESARO
pag. 23 Nasce un comitato a difesa della scuola pubblica ALLA ?MASCARUCCI? E
ALLA ?ALIGHIERI? PER VOLONTA? di genitori e insegnanti della scuola
dell?infanzia di Soria, della scuola elementare Mascarucci e della scuola media
Alighieri si è formato anche a Pesaro un comitato per promuovere una campagna
di informazione e di sensibilizzazione sugli effetti della riforma Gelmini e per difendere il diritto allo studio ed alla
formazione di qualità. «Il comitato ? dicono i fondatori ? esprime
preoccupazione per i provvedimenti che porteranno riduzioni di risorse
economiche, di insegnanti e di tempo scuola a danno delle famiglie e della
attuale qualità dell?offerta formativa. Visto che si stanno svolgendo assemblee
di genitori anche in altri quartieri, il comitato si pone l?obiettivo di
coinvolgere le altre scuole della città per formare un unico comitato cittadino
di genitori, insegnanti e di altre persone interessate».L?attività e le
iniziative saranno stabilite nei prossimi giorni e interesseranno anche le
istituzioni locali per le ricadute e gli effetti che produrrà la cosiddetta
riforma Gelmini.
( da "Resto del
Carlino, Il (Pesaro)" del 27-10-2008)
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PESARO
pag. 23 «Toglieteci tutto ma non le aule» MONTECOPIOLO SI MOBILITA GRINTOSI
Assemblea a Montecopiolo, genitori pronti a tutto contro la chiusta della
scuola «CI POTETE togliere le Poste, alcuni servizi. Ma non la scuola. I
bambini non si devono toccare. Non hanno colore politico e la battaglia di
Montecopiolo sarà unanime e forte». A parlare genitori, insegnanti,
amministratori, dopo il consiglio comunale aperto, indetto venerdì sera, contro
la riforma Gelmini e il rischio di chiusura delle
strutture con meno di 50 alunni. La realtà di Montecopiolo-Villagrande vedrebbe
chiudere sia le elementari (con 38 alunni) che le medie inferiori (34). afferma
il sindaco, Alessandro Nanni. L?assessore provinciale all?Istruzione Renzo
Savelli, che ha partecipato al consiglio di venerdì, ha garantito l?impegno da
parte della Provincia e della Regione «nel combattere a fianco dei comuni a
rischio, per mantenere aperte le scuole». Secondo la riforma, sono ben 32 le
scuole del Pesarese che verranno chiuse. Tra queste le elementari di
Novafeltria, Maiolo, Casteldelci, Pietrarubbia, Montecerignone, Montegrimano e
le medie di Sant?Agata Feltria. «Abbiamo già forti disagi per il trasporto dei
bambini dalle frazioni al centro di Montecopiolo (circa 40 minuti di pulmino) ?
affermano i genitori ?. Se dovessimo mandare i nostri figli a Macerata Feltria
o Novafeltria, sarebbe la fine. Il comune morirebbe. Lotteremo fino alla fine
per far valere i nostri diritti». Rita Celli Image: 20081027/foto/4662.jpg
( da "Resto del
Carlino, Il (Rovigo)" del 27-10-2008)
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ROVIGO
PRIMO PIANO pag. 22 di OSVALDO PASELLO GIOVEDÌ 30 OTTOBRE sarà il grande giorno
della pr... di OSVALDO PASELLO GIOVEDÌ 30 OTTOBRE sarà il
grande giorno della prova di forza nella scuola contro il decreto-Gelmini che vuole riportare le elementari al maestro unico, ridurre ore
e indirizzi alle superiori e tagliare quasi 140 mila tra docenti e Ata in tre
anni. Anche il Polesine da settimane si va mobilitando: diversi istituti hanno
deciso di non fare viaggi di istruzione; gli alunni delle superiori
hanno sospeso le lezioni venerdì e si ripeteranno, probabilmente, giovedì 30;
le insegnanti delle elementari in varie località della provincia hanno spiegato
alle famiglie la contrarietà al ritorno del maestro unico. Non è difficile,
girando per il Polesine, vedere, come ad Adria, Villadose o Occhiobello, i
giardini delle scuole tappezzati di manifesti informativi. A Villadose si
recita, ad esempio.«Maestro unico? Noi siamo uniche!». E? insomma un pullulare
di iniziative nel territorio. Centinaia i sottoscrittori della petizione che
dice no al maestro unico: «In termini di didattica ? vi si recita ? il singolo
docente elementare dovrebbe insegnare tutte le materie per tutto il programma
previsto nei 5 anni e dovrebbe aggiornarsi su tutto. Sarebbe impossibile
impostare il lavoro dei docenti in classe sulla collaborazione e sul confronto,
specialmente in riferimento ai bambini con difficoltà, alle scelte didattiche,
agli stili di apprendimento. Ogni insegnante tornerebbe ad essere solo di
fronte alla classe, alla didattica, alla psicologia dei bambini e delle
bambine. Non si farebbero più uscite nel territorio, musei, aule didattiche
decentrate, manifestazioni sportive. Per evidenti questioni di sicurezza il
singolo insegnante non può uscire dalla scuola con la classe da solo». Si cerca
così di fare informazione, ma è chiaro che gran parte della partita dipende
all?esito dello sciopero generale di giovedì. In Polesine negli ultimi anni la
media degli scioperanti nella scuola rarissimamente è andata oltre il 50%.
Questa volta, i sindacati sperano in un consenso larghissimo, anche perché,
soprattutto in Veneto e Polesine, è stato fatto un lavoro collegiale fin dalle
assemblee di fine-settembre, con Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda (cioè tutte le
maggiori sigle del sindacalismo scolastico) unite nella battaglia per
modificare il decreto-Gelmini. La cinque sigle, oltre
alle varie assemblee di Rovigo, Adria, Occhiobello, Porto Viro, hanno promosso,
a livello regionale, una fiaccolata tra Mestre e Venezia e, anche in provincia,
hanno steso un documento comune che intende contrastare con forza, oltre al
ritorno al maestro unico, il «forte ridimensionamento delle immissioni in
ruolo» (solo 44 quest?anno, tra i docenti, in provincia), le «classi sempre più
numerose, fino a 32 alunni», il «taglio dei finanziamenti alle Università e
alla Ricerca». «Ci aspettiamo ? hanno concordemente dichiarato nelle assemblee
polesane Valeria Cittadin per la Cisl, Teresa Bradiani per la Cgil, Bertilla Gregnanin
per la Uil e Antonio Rossi per lo Snals ? una forte risposta dei lavoratori
della scuola». La prova del nove giovedì 30 ottobre.
( da "Resto del
Carlino, Il (Rovigo)" del 27-10-2008)
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Scuola
ROVIGO
PRIMO PIANO pag. 22 IN UNA SCUOLA dove calano gli iscritti, come in Polesine,
si deve comunque ricorr... IN UNA SCUOLA dove calano gli iscritti, come in
Polesine, si deve comunque ricorrere per il 20% a personale precario. Un mondo
variegato, consistente, arrabbiato e rassegnato, quello del precariato polesano
nella scuola, con oltre un migliaio di persone impiegate tra supplenze annuali
e supplenze brevi. I dati, resi noti pochi giorni fa dall?Ufficio scolastico
provinciale, mettono in luce le dimensioni di questo ?universo?, su cui intende
abbattersi la scure del Ministero, e che spesso viaggia con un?età media di
servizio superiore anche ai 20-25 anni. Nella scuola elementare sono,
quest?anno, 112 i supplenti annuali (molti impiegati nel sostegno
all?handicap); di questi ben 63 integrati in estate rispetto alle previsioni di
primavera; 34 sono i supplenti annuali nella scuola dell?Infanzia, con 21
nomine sull?«organico di fatto» inserite ad agosto. Nella media si è a 94
cattedre, cui però va aggiunta una notevole quantità di spezzoni, che formano,
sommati, un?altra decina di posti completi; 89 le cattedre dei supplenti alle
superiori e forte incidenza nelle aree scientifico-matematica e
tecnico-professionale. Mettendo assieme tutti gli ordini di scuola arriviamo a
329 cattedre complete assegnate ai supplenti inseriti nelle Graduatorie
provinciali; ma, considerando anche gli spezzoni-orario, compresi quelli la cui
nomina (sotto le 6 ore settimanali) è a carico dei dirigenti, si supera
tranquillamente quota-350. E se poi aggiungiamo i quasi 200 ?bidelli? con
incarico a tempo determinato e gli amministrativi, si arriva ad avere un
universo di quasi 600 precari con contratto annuale nella scuola provinciale. E
mancano all?appello ancora le tante (non prevedibili oggi) supplenze brevi, per
malattia, maternità, aspettativa. Complessivamente siamo al 20% rispetto al
totale dei dipendenti in servizio nel sistema formativo statale polesano. In
ruolo, a luglio, invece, sono stati chiamati appena 44 prof e 21 Ata, con
un?età media tra i 45 e i 48 anni. Proprio tra i 600 precari, che tengono im
piedi la scuola locale, il decreto-Gelmini intende
ricavare progressivamente risparmi di spesa. E la tengono in piedi, in certi
casi, con numeri da far paura. Ci sono, infatti, scuole in provincia, come
l?Isa di Castelmassa e l?Ipa di Trecenta, che funzionano con 14 cattedre di
supplenze tra i docenti! Ma anche Istituti cittadini, quali il Celio-Roccati di
Rovigo, che ne hanno 7-8, così come il Colombo di Adria, o l?Alberghiero,
sempre di Adria, che supera i 15 incarichi annuali. Diverse pure le scuole
Medie che vivono sulle spalle dei supplenti: la Casalini di Rovigo ne ha 6,
come il Comprensivo di Taglio di Po o di Porto Viro. Alle elementari il record
spetta al Comprensivo di Rovigo 2 (4 supplenti) e ai Comprensivi di Porto Tolle
e Adria 1 (3 supplenti) e poi Castelmassa, Occhiobello. Difficile immaginare,
domani o dopodomani, come sarebbe il nostro modello formativo con un?ampia
rinuncia a questo personale che da sempre tiene in piedi il sistema. o. p.
( da "Resto del
Carlino, Il (Modena)" del 27-10-2008)
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MODENA
pag. 24 Università, voglia di confronto Mercoledì una nuova assemblea, giovedì
sciopero e corteo STUDENTI E RIFORMA GELMINI RIFLESSIONE Un momento
dell?assemblea della scorsa settimana MENTRE gli studenti delle superiori
manifestano e occupano contro la riforma Gelmini, il
popolo dell?università continua la sua ragionata opposizione. L?assemblea di
Lettere e Filosofia, che la settimana scorsa ha dato il via alla ?mobilitazione
accademica? ha indetto una nuova riunione, mercoledì prossimo alle 10,
nell?aula magna della facoltà in via Sant?Eufemia. «In questo secondo incontro
? spiegano gli organizzatori ? si cercherà di socializzare i contenuti della
lotta con le altre facoltà e di scandire un preciso percorso di mobilitazione.
Martedì ci sarà un volantinaggio a tappeto in tutte le facoltà modenesi, al
fine di chiamarle all?agitazione e di invitare gli studenti all?assemblea del
giorno seguente». SEMPRE mercoledì, alle 13, ci sarà anche il consiglio di
facoltà straordinario, che è stato immediatamente concesso, e che delibererà
sulle proposte fatte dall'assemblea cinque giorni fa, e quindi sulla
possibilità di promuovere lezioni in piazza, maratone didattiche, lezioni
aperte sul tema della riforma e una maggiore trasparenza dei bilanci.
Iniziative che gli universitari si dicono «intenzionati a portare avanti
comunque, contando sui docenti che si sono detti disponibili, anche se la
deliberazione del Cdf dovesse essere negativa». Gli universitari, inoltre,
parteciperanno anche allo sciopero nazionale proclamato dalla Cgil, Cisl e Uil
scuola per giovedì 30. La loro è un?adesione doppia: una delegazione, infatti,
si recherà a Roma, mentre gli altri formeranno uno ?spezzone? universitario
all?interno del concomitante corteo studentesco modenese, che partirà dal
piazzale Sant?Agostino. L?ASSEMBLEA di Lettere lancia anche un invito diretto «a
chiunque appoggi la legge 133/08 (specialmente i ragazzi di Azione Studentesca,
dato che più volte si sono dichiarati a favore di tale legge), a sostenere un
confronto frontale sui contenuti, o in un dibattito apposito oppure all?interno
dell'assemblea di mercoledì prossimo». Infine, gli studenti esprimono la loro
soddisfazione per le parole del rettore Pellacani, riportate sulle pagine del
Carlino, «che ha dato sostegno agli studenti e ai docenti che stanno lottando
per la salvezza dell?università pubblica». Davide Miserendino
( da "Resto del
Carlino, Il (Cesena)" del 27-10-2008)
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VETRINA
CESENA pag. 21 LICEO scientifico Righi in agitazione... LICEO scientifico Righi
in agitazione. Nella mattinata di giovedì scorso si è tenuta un?anomala
assemblea degli studenti non autorizzata dalla preside Dea Campana, alla quale
hanno partecipato circa 400 allievi (su un totale di 1400 iscritti), per
discutere sul decreto Gelmini. Gli allievi che hanno
desico di fare l?assemblea sono entrati a scuola e si sono riuniti all?aperto,
nel cortiletto interno, mentre in classe la maggioranza dei loro compagni hanno
svolto le lezioni regolari. Gli studenti protestatari, tuttavia, hanno avuto la
libertà di procedere e hanno deciso di indire un corteo per giovedì, giorno
dello sciopero generale contro la scuola proclamato dai sindacati. SUL VERSANTE
delle occupazioni e delle autogestioni, in ogni caso, ancora tutto tace nelle
scuole superiori del Cesenate dove negli ultimi anni si sono svolte
autogestioni morbide e ludiche in forma disciplinata e in accordo con dirigenti
scolastici e insegnanti, senza alcuna matrice protestataria. Soltanto quattro
anni fa si segnalarono forme di proteste contenute contro la riforma Moratti.
Ma quest?anno le cose potrebbero cambiare: il Righi è sempre stato negli ultimi
lustri l?epicentro della protesta studentesca e gli altri istituti superiori
hanno finito per assumere spesso posizioni analoghe a quelle prese dagli
studenti del liceo scientifico. Al corteo di giovedì 30 ottobre parteciperanno
allievi di tutte le scuole superiori e potrebbe essere il prodromo di nuove
forme di protesta contro il decreto Gelmini proprio
nel periodo caldo delle elezioni scolastiche in cui le varie liste si candidano
ad eleggere i propri rappresentanti nel consiglio d?istituto. DAGLI AMBIENTI
studenteschi del Righi si apprende che viene data per probabile
un?autogestione-occupazione prima di Natale, ma mentre in passato
l?autogestione è stata concordata con il dirigente scolastico, bisognerà vedere
questa volta che atteggiamento adotterà la preside di fronte a iniziative di
protesta che in questa circostanza assumono anche una precisa valenza politica.
( da "Corriere della
Sera" del
27-10-2008)
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Corriere
della Sera - MILANO - sezione: PRIMA PAGINA - data: 2008-10-27 num: - pag: 1
categoria: REDAZIONALE Scuola La protesta anti-tagli arriva anche nei licei
Dall'università ai licei. La protesta degli studenti contro
il decreto Gelmini inizia a occupare da oggi le scuole superiori. Autogestioni,
assemblee, picchetti e mobilitazione dei collettivi, la protesta dovrebbe
estendersi a molto licei classici, scientifici e istituti tecnici. Al Manzoni
hanno formato gruppi di lavoro. Al Parini, dove nei giorni scorsi aveva
vinto la linea moderata, gli studenti si riuniranno in assemblea domani per
decidere se occupare. Idem al Berchet (riunione del collettivo) e al Beccaria
(collettivo domani e assemblea mercoledì). A PAGINA 2 Gramigna
( da "Corriere della
Sera" del
27-10-2008)
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Corriere
della Sera - MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2008-10-27 num: - pag:
2 categoria: REDAZIONALE La protesta anti-Gelmini arriva anche nei licei Oggi partono le occupazioni Dal Manzoni
al Berchet, assemblee e autogestioni I collettivi: «Studenti e professori uniti
contro la riforma». Via alle proteste nelle superiori: giovedì la
manifestazione Può capitare che i genitori lo esortino a dedicare un po' di
tempo allo studio. «Gian Marco, ci fa piacere che protesti, però
studia». Gian Marco, studente del Manzoni, incassa. Ma è troppo preso
dall'organizzazione per dare retta a mamma e papà. Passa molte ore in classe o
al Cantiere (centro sociale). Dorme poco. Tutta la domenica l'ha trascorsa con
il collettivo. Hanno deciso: «Domani ci sarà l'assemblea. E comincerà
l'occupazione». La settimana che sta per iniziare si annuncia come quella del
salto di qualità della protesta anti-Gelmini. Fino ad
ora le occupazioni si erano limitate ad paio di scuole superiori (Omero e
Majorana). Da oggi autogestioni e picchetti dovrebbero estendersi a molti altri
licei e istituti tecnici. Al Manzoni hanno formato gruppi di lavoro. Per
studiare ed attaccare (meglio) la tanto odiata riforma. Promettono di tenere
occupata la scuola anche durante il ponte del 31 ottobre. «Così qualcuno la
smetterà di dire che noi occupiamo solo per bigiare». Promettono azioni forti
gli studenti di altri licei classici. Al Parini, dove pure nei giorni scorsi
aveva vinto la linea moderata, si riuniranno in assemblea domani per decidere
se occupare o meno. Idem al Berchet (domani pomeriggio il collettivo) e al
Beccaria (collettivo domani e assemblea mercoledì). Più articolata la
situazione nei licei scientifici. Al Volta non ci sarà occupazione ma questo
non vuole dire che gli studenti stiano con la Gelmini.
Spiega la strategia Edoardo. «Siamo con i professori che sono contrari alla
riforma. Per questo parteciperemo con loro alla grande manifestazione di
protesta del giovedì. Non vogliamo alienarci il loro appoggio. Mi risulta che
al Carducci i prof siano in larga parte con la Gelmini.
E questo spinge gli studenti alla protesta». Pare esclusa per ora l'occupazione
al Vittorio Veneto (si deciderà nei prossimi giorni) mentre è prevista per
martedì l'assemblea al Severi. Promettono linea dura gli studenti dei tecnici e
dei licei artistici. Martedì dovrebbero essere occupati il Boccioni e il
Caravaggio. Ludovico (Boccioni) dice che i tagli colpiranno maggiormente i loro
istituti: «Non ci saranno soldi per acquistare tele e fogli da disegno ».
Approva le lezioni in piazza. Come hanno in programma di fare gli studenti
dell' istituto tecnico Agnesi, dove sono previste autogestioni (come pure al
Conti). Ludovico ha visto il film La Classe. («Tutti gli studenti l'hanno
visto»). Un film che spinge ad occupare. «Riproduce realisticamente l'atteggiamento
dei professori. Anziché dare soluzioni ai problemi, prendono la strada più
corta. Punizioni e voto in condotta. Come vuole fare la Gelmini
». Agostino Gramigna Slogan I collettivi studenteschi si preparano al corteo di
giovedì mattina: autogestioni, assemblee e occupazioni negli istituti superiori
( da "Corriere della
Sera" del
27-10-2008)
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Corriere
della Sera - MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2008-10-27 num: - pag:
2 categoria: REDAZIONALE L'università Lezioni in piazza e consiglio di facoltà
in Galleria Se a protestare contro la Gelmini scendono (da oggi) in campo le superiori, non si placa la
mobilitazione degli studenti delle università milanesi. Nella versione
pacifica, inaugurata nei giorni scorsi: quella delle lezioni in piazza. Oggi a
Scienza politiche studenti e professori si ritroveranno al «Muretto di Abba»
(il ragazzo italiano di colore ucciso da due baristi), dove si terrà un
laboratorio (Metropolis) preparato nei mesi scorsi. Tutti a lezione di
meticciato. Sempre all'aperto, si svolgerà in piazza Leonardo (ore 12.30) l'
assemblea del Politecnico. Mentre gli allievi dell'accademia Brera si son dati
appuntamento (14.30) in piazza Cadorna: professori terranno lezioni su arte,
new media ed economia. Decisamente fuori dalle righe due iniziative previste
per la giornata di domani. In Statale a Scienze politiche incontro con lo
scrittore Pablo Ignazio Taibo Secondo. Mentre in Galleria (Ottagono) si
svolgerà un inedito consiglio di facoltà (Psicologia).
( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-10-2008)
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Il
Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2008-10-26 - pag: 14 autore: Dopo
la piazza. La strategia dei democratici per capitalizzare i consensi Ora fronte
scuola, poi sanità e sicurezza ROMA E ora arriva il difficile. Certo anche
portare in piazza tanta gente lo è stato, ma capitalizzare il consenso di quei
«due milioni e mezzo» di persone nel bel mezzo di una crisi economica è
complesso per l'opposizione. Per il Partito democratico arriva il momento di
scrivere un'agenda propria,anticipare i temi e non semplicemente seguire l'onda
delle proteste sulla scuola che pure hanno scaldato l'aria del Circo Massimo.
Per il momento c'è solo il pacchetto di misure anti-crisi messo giù dal Pd
quando è scoppiata la bufera finanziaria che subito ha fatto intravedere il
gelo di una recessione. Ed è sulla prossima stagione di un Pil con il segno
meno provano a concentrarsi nel partito. Già ieri Pierluigi Bersani si
appuntava i prossimi temi su cui lanciare la sfida al Governo: sanità,
sicurezza e occupazione. «Ora è arrivata la mannaia sulla scuola e gli effetti
si vedono subito perchè avevano l'esigenza di farla partire prima di gennaio.
Ma con l'anno nuovo i tagli si faranno sentire su tutto il settore della sanità
e della sicurezza che subirà una sforbiciata di 3 miliardi. Poi partiranno le
casse integrazioni perchè tutta le imprese già vedono la frenata
dell'economia»,racconta Pierluigi Bersani che dà atto a Walter Veltroni «di
averci visto bene programmando con largo anticipo questa manifestazione». Se quindi ieri si sono potuti raccogliere i consensi di chi
protesta per i tagli al decreto Gelmini, il
partito comincia a mobilitarsi sugli altri fronti che da gennaio diventeranno
caldi. è quello il varco su cui l'opposizione prova a incunearsi e a rompere la
luna di miele di Silvio Berlusconi: quello della crisi economica e dei tagli
alla spesa pubblica. E non è banale farsi trovare pronti. Perché il 2009
è l'anno delle amministrative e poi delle europee. Due appuntamenti con le urne
che non valgono solo a uso e consumo della leadership di Veltroni ma sono
cruciali per la solidità e il radicamento del partito. E, non secondariamente,
possono dare legittimazione a un'opposizione riformista che deve dimostrare di
sapersi muovere in tempi di crisi con proposte e non solo con le piazze. Per
ora si fanno i conti con la Finanziaria. «Era tutta sbagliata. Hanno scambiato
la recessione per una fase espansiva». Uno sbaglio mica da poco quello che
Bersani addebita al ministro Giulio Tremonti. Li elenca quegli errori. «Hanno
fatto regali al ceto medioalto con la cancellazione dell'Ici quando c'è bisogno
di sostenere i salari medio-bassi; hanno detassato gli straordinari mentre ci
sarà un picco di cassa integrazione; hanno messo la Robin Hood tax anche sui
profitti delle banche ma abbiamo visto cosa è successo... Robin sta già
restituendo la tax». Insomma, una manovra che va contromano «in funzione
prociclica e non per contrastare la recessione. Ci dovevano pensare più di nove
minuti e mezzo», ridacchia Bersani. Intanto le misure che suggerisce il Pd per
questa fase sembrano già entrate nell'agenda del Governo, sia sui redditi da
lavoro che a sostegno delle piccole imprese. «Ma che aspettano?», si chiede il
ministro ombra del Pd. E le grandi imprese? La rottamazione delle auto? «Con questa
gelata sui consumi mi pare che serva a poco: è la politica industriale che
manca. E poi servono ammortizzatori sociali perchè la recessione sarà lunga»,
conclude Bersani che non sa ancora se la crisi, declinata nello scenario
politico, farà male più al Governo o all'opposizione. Li. P. VERSO IL VOTO 2009
Emergono tre priorità in vista delle consultazioni amministrative ed europee.
Bersani: la crisi dei mercati ha spiazzato la Finanziaria
( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-10-2008)
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Il
Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2008-10-26 - pag: 14 autore:
L'AVVERTIMENTO DI BOSSI «Federalismo ora o forziamo» Docenti, graduatorie
regionali «Adesso è importante che passi il federalismo fiscale perchè se non
passasse allora ci sarebbe solo la lotta di liberazione e nelle strade non ci
saranno i bambini ma noi uomini a rivendicare la libertà». Lo ha detto il
ministro delle Riforme, Umberto Bossi, nel corso di un comizio a Sotto il
Monte, in provincia di Bergamo. «Adesso - ha aggiunto il leader della Lega
Nord- andiamo a toccare con mano se si può fare democraticamente il cambiamento
o se dobbiamo forzare la mano con la piazza». «Col federalismo fiscale - ha
concluso. «Tutti devono ricordarsi che il Nord non è più fatto di imbecilli che
subiscono, adesso il Nord vuole che siano riconosciuti i suoi diritti».
Riguardo la riforma della scuola, Bossi ha sottolineato che
«il ministro Gelmini ha fatto qualcosa di buono per la scuola in un momento in cui, a
parte le strumentalizzazioni, è chiaro che non ci sono più i soldi per andare
avanti come prima e adesso dovrebbe avere il coraggio di sostituire le
graduatorie nazionali degli insegnanti con graduatorie regionali»
( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-10-2008)
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Il
Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2008-10-26 - pag: 14 autore: Ancora proteste contro il decreto Gelmini Anche ieri è andata in scena in tutta Italia la protesta di
scuola, università e ricercatori contro la riforma Gelmini. Lezioni
fuori dagli atenei a Firenze (nella Fortezza da Basso che ospita il Festival
della creatività)e Perugia (all'interno del palazzo dei Priori).A
Napoli, Potenza,Trieste,Roma,Venezia ( nella foto) sit-in e cortei. ERREBI
( da "Resto del
Carlino, Il (Ravenna)" del 27-10-2008)
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RAVENNA
pag. 23 «LA PROTESTA degli studenti ravennati che ha portato in questi giorni
all ... «LA PROTESTA degli studenti ravennati che ha portato in questi giorni
all?occupazione delle scuole è stata finora pacifica e civile». Dunque quanto
avvenuto ai danni di Forza Italia davanti al liceo classico, dove avevano
allestito un banchetto informativo sul decreto del ministro Gelmini, è stato
«un episodio di inciviltà politica, da condannare con forza e assolutamente
estraneo allo spirito con cui il movimento studentesco ravennate sta portando
avanti le sue rivendicazioni». Questo il commento del sindaco, Fabrizio
Matteucci, che aggiunge: «I ragazzi devono fare di tutto perché questo spirito
non venga rovinato dalle azioni di intolleranza compiute da una manciata
di provocatori. Ho telefonato a Eugenio Costa, capogruppo di Forza Italia in
consiglio comunale ? conclude il primo cittadino ? per manifestargli la mia
solidarietà».
( da "Tempo, Il" del 27-10-2008)
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stampa
Via liberaMercoledì il Senato approverà comunque il decreto del ministro Gelmini Scuola, un'altra settimana di proteste Tutto è
pronto nelle scuole e nelle università per un'altra settimana di contestazioni.
Un programma — ancora denso di occupazioni, sit-in, agitazioni, lezioni in
piazza — che ha come obiettivo primario quello di bloccare l'approvazione
definitiva al Senato (prevista mercoledì) del decreto Gelmini. Da oggi, ad esempio, gli studenti romani faranno lezione al
Colosseo. Tutto confermato, anche dal governo: il premier ha assicurato che
andrà avanti sul decreto Gelmini. «Hanno usato strumentalmente la scuola» ha detto Berlusconi
precisando sull'università: «Non abbiamo ancora fatto nulla e già ci hanno
mosso critiche e mosso gli studenti nelle strade». Contro l'approvazione
del provvedimento Gelmini al Senato, i Cobas hanno organizzato
una manifestazione a piazza Navona, a pochi passi da Palazzo Madama, a partire
dalle 17 di domani. L'iniziativa proseguirà senza sosta fino al mattino dopo
quando è prevista la votazione. La Rete degli studenti lancia lo slogan
«Avanziamo dei diritti» ed annuncia che da oggi, in tutta Italia, «ci saranno
scioperi e notti bianche, che si concentreranno ancora una volta nei giorni di
approvazione del decreto 137 al Senato. Dopo lo slittamento ottenuto il 23
ottobre, cercheremo ancora una volta di bloccare i lavori parlamentari». Ma
l'appuntamento clou delle proteste è per giovedì 30 ottobre, giorno in cui, in
tutta Italia, sciopererà il personale della scuola e si terrà a Roma la
manifestazione di docenti, studenti medi ed universitari contro il progetto
governativo. Gli studenti dell'Università romana Tor Vergata hanno
provocatoriamente messo in vendita, per appena un euro e 50 centesimi, sul sito
e-Bay la propria università. E sempre gli studenti di Tor Vergata ieri hanno
raggiunto la centrale piazza dei Cinquecento, a Roma, in camice bianco e libri
in mano. Una protesta creativa che ha l'obiettivo di «far conoscere alla
popolazione il tragico futuro dell'università italiana».
( da "Messaggero, Il" del 27-10-2008)
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Lunedì
27 Ottobre 2008 Chiudi TOR VERGATA IN VENDITA SU E-BAY A.A.A. cercasi acquirente per la seconda università romana, Tor Vergata,
base d'asta: un euro e 50 centesimi. Così ieri sul sito E-bay dove gli
universitari in mobilitazione hanno messo in vendita il proprio l'ateneo per
protestare contro la riforma Gelmini. Compreso nel prezzo vengono
offerti professori, studenti e il loro futuro.
( da "Corriere della
Sera" del
27-10-2008)
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Corriere
della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-10-27 num: - pag: 5
categoria: REDAZIONALE Gelmini: protesta
di pochi Il mio modello è Obama «Niente classi separate, solo corsi di italiano
per chi non lo parla» MILANO — Il mio modello? Barack Obama. Parola di
Mariastella Gelmini. Mentre infuria la protesta della scuola e dell'università, il
ministro alla Pubblica istruzione procede diritta per la sua strada. Ma
rivela la sua stima per il candidato democratico nella corsa alla Casa Bianca e
tende una mano all'opposizione: «Ma soltanto a quella costruttiva. Altrimenti,
facciamo da soli». Ieri Veltroni ha chiesto il ritiro del suo decreto e la
relativa modifica della Finanziaria. è possibile? «Scusi, ma non ne capisco la
ragione. La manovra economica è legge da giugno, il Pd è fuori tempo massimo.
Quanto al decreto, ha ottenuto già l'approvazione della Camera ed è stato
ampiamente discusso al Senato: sarà votato mercoledì. Ma certo, su come
proseguire nell'opera di riforma della scuola italiana, le mie porte sono
spalancate ». Però, voi avete posto la fiducia e non c'è stato dibattito
parlamentare. Dove si doveva discutere? «Sono cinque mesi che si discute di
scuola e il Pd non ha fatto una proposta che fosse una. L'unica idea è quella
di non cambiare nulla: "Non toccate la scuola, giù le mani
dall'università". Questo sarebbe riformismo? A me, sembrano pietrificati».
L'opposizione sulla scuola appare più diffusa che non su altri temi. è perché
mette in discussione anche parecchi posti di lavoro? «La sinistra ha perso
totalmente il rapporto con chi lavora e ora lo sta perdendo anche con gli
studenti. Bisogna dirlo con chiarezza: il disastro dell'istruzione in Italia è
figlio delle logiche culturali della sinistra contro il merito e la
competitività. Per decenni scuola e università sono state usate come
distributori di posti di lavoro, di clientele e magari di illusioni».
Illusioni? «Sì, certo. L'illusione di posti di lavoro che non esistono.
L'illusione che lo Stato possa provvedere a dare posti fissi in modo
indipendente dalla situazione economica e dal debito pubblico. La sinistra per
i suoi interessi politici inganna le persone, ha creato il precariato proprio
diffondendo illusioni». Non esagera? In Italia non c'è stata soltanto la
sinistra. «Quando Veltroni è diventato leader del Pd, ci ho creduto anche io:
ho sperato che questo Paese potesse cambiare veramente con un progetto
bipartisan. Che potesse essere riformato, abbandonando le vecchie posizioni
ideologiche e sindacali responsabili del declino dell'Italia. Speravo che
Veltroni si ispirasse alla lezione di Tony Blair. Purtroppo, oggi parla come un
rappresentante dei Cobas». Addirittura? «Ma sì, via... Si è schiacciato sulle
posizioni più conservatrici su ogni argomento. Guardi, le dirò qualcosa che non
si attende: il mio punto di riferimento è quello che sta facendo Barack Obama
in America ». Cosa le piace di Obama? «Sta proponendo per la scuola americana
provvedimenti simili ai nostri, penso soprattutto agli incentivi al merito per
gli insegnanti. E anche lui vuole razionalizzare le scuole sul territorio per
destinare i risparmi alla qualità dell'istruzione. E poi, la possibilità per
tutti, anche per chi non si può permettere le università costose, di aver una
istruzione di qualità. Questo è un vero, coraggioso riformatore: non certo il
leader del Pd». Molti giovani scendono in piazza, però... «Gli studenti in
Italia sono 9 milioni. Coloro che protestano, alcune migliaia. Le facoltà
occupate sono pochissime. E in molte, gli studenti ricacciano indietro gli
occupanti. Non immagina quanti messaggi ricevo da studenti stanchi di slogan
vecchi e di professori militanti». Sarà, ma le manifestazioni sono lì da
vedere. O no? «Funziona così: a Firenze occupano una stanza in venti e nei tg
si dice che l'università è occupata. Oppure, a Milano, succede che in duecento
escano dai centri sociali e vadano a scorrazzare nei cortili della Statale.
Visto che nessuno dà loro retta, bloccano la stazione Cadorna. I tg dicono: scontri
tra studenti e polizia. Ma di studenti non ce ne erano». Guardi che è impervio
cercar di dimostrare che non ci siano manifestazioni studentesche. Non
partecipano persino parecchi giovani di destra? «No, guardi: i giovani della
destra continuano la loro decennale battaglia contro i baroni e i professori
ideologizzati, non certo contro il decreto». Che ne pensa di far intervenire le
forze dell'ordine nelle scuole e nelle università? «Penso che non si porrà il
problema, anche perché in tutta Italia mi pare che i ragazzi si rifiutino di
occupare. Il 30 ottobre, certo, ci sarà lo sciopero, il solito vecchio rito di
chi difende l'indifendibile. Ma dopo, credo che si potrà riprendere a
confrontarsi con le riforme. Ovviamente, con chi fa proposte». Resta il fatto
che i tagli ci saranno. è così sicura che non si tradurranno in un
impoverimento della didattica? «I primi a vivere il disagio della scuola
esistente sono proprio i professori, pagati con stipendi da fame e
proletarizzati da sinistra e sindacato. E poi, il 30% dei risparmi realizzati,
2 miliardi di euro, sarà utilizzato per pagare meglio i professori sulla base
del merito». C'è chi dice: va bene tagliare le spese improduttive. Ma i
risparmi devono essere interamente spesi sulla scuola. Non è una posizione
sensata? «Me lo lasci dire: bisognava anche riportare tutti alla realtà. Dire
che la gestione allegra del denaro pubblico è finita. E dunque, prima si
eliminano gli sprechi. Poi, ma soltanto dopo, si potrà reinvestire in qualità.
Questo per quanto riguarda la scuola. Per l'università il 2009 non prevede
particolari tagli. Qualche problema potrà esserci dal 2010 ma abbiamo tempo
sufficiente per discuterne con chi vuol farlo seriamente». Sulle classi ponte
per gli immigrati restano margini di ambiguità. Che cosa saranno? «L'ambiguità
è di chi ha tentato come al solito di buttarla sul razzismo. Qualunque genitore
che ha un figlio alle elementari conosce il problema rappresentato da chi in
classe non sa l'italiano. Un problema didattico, che come tale va risolto: non
faremo classi separate, le classi ponte saranno corsi magari pomeridiani di
italiano per consentire a chi non lo è di imparare la lingua il più rapidamente
possibile». Marco Cremonesi Ministro Mariastella Gelmini
è ministro della Pubblica istruzione Nata a Leno (Brescia) 35 anni fa è
avvocato, specializzata in diritto amministrativo. è alla seconda legislatura
alla Camera \\ La sinistra ha perso il rapporto con chi lavora e ora lo perde
anche con i giovani
( da "Corriere della
Sera" del
27-10-2008)
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Corriere
della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-10-27 num: - pag: 5
categoria: REDAZIONALE Cinema in campo Al Festival di Roma Placido e Verdone si
schierano «Siamo vicini agli studenti» ROMA — «Adesso mi sento vicino ai
giovani dell'Università. Ma non è una questione di emotività ideologica. è una
posizione ragionata. Adesso, poi, sto facendo un film sul '68, per conoscere da
vicino quel momento storico, e guardo con sensibilità a quello che stanno
facendo gli studenti». Michele Placido, per qualche minuto, diventa l'eroe
della fetta di pubblico più giovane che nella Sala Petrassi all'Auditorium di
Roma ha seguito la proiezione del Sangue dei Vinti, film di Michele Soavi
tratto dal libro di Giampaolo Pansa. Ha appena ammesso di essere rimasto
colpito dalle «rivelazioni» contenute nel libro, ha protestato contro «la Repubblica
italiana» che non gli ha raccontato una parte della storia del Dopoguerra. Si è
anche confessato, durante la conferenza stampa del mattino, ricordando la sua
adolescenza da ragazzo del Sud che per giocare a pallone «si iscriveva alla
Giovane Italia» e frequentava atenei dove «la maggioranza dei ragazzi militava
a destra». Poi dopo, «diventato poliziotto per guadagnare ho incontrato alcuni
compagni e ho capito l'orrore del nazismo, i milioni di ebrei mandati a morte.
Ho cambiato idea, tutto qui». Adesso, di fronte a Maurizio Gasparri, difende i
ragazzi che protestano nelle università e che hanno «occupato » giorni fa anche
il Tappeto Rosso dei divi del Festival del Cinema. Applausi, insomma. Ma per
una volta l'attore Placido non ne approfitta, fa finta di niente. E si rimette
a sedere. Sostegno alla protesta studentesca arriva anche da Carlo Verdone, al
Festival per un inedito confronto-duetto su dramma e commedia con Toni
Servillo. Ai microfoni del Tg3 il regista-attore romano si dice sicuro che gli
studenti che manifestano contro il decreto voluto dal
ministro della Pubblica istruzione Mariastella Gelmini «non
abbiano tutti i torti ma diverse ragioni». E prova a suggerire un percorso di
avvicinamento tra governo e scuola: «Si lavori a un tavolo come è successo per
Alitalia: si dialoga e si trovano soluzioni. Ma niente polizia: significa
ritornare nella spirale degli opposti estremismi e si rischia di finire davvero
male». Paolo Conti
( da "Corriere della
Sera" del
27-10-2008)
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Corriere
della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-10-27 num: - pag: 6
categoria: REDAZIONALE «Cortei e sit in, così bloccheremo il decreto» Nuove
contestazioni e giovedì sciopero generale. Il premier: avanti con le riforme
Continua anche la mobilitazione di segno opposto: 5.000
firme ieri a Firenze a sostegno della Gelmini ROMA —
L'Onda cercherà di crescere fino a diventare, se non uno tsunami, almeno una
marea. Nelle scuole e nelle Università si apre la settimana decisiva delle
contestazioni. Un programma denso di occupazioni, sit-in, agitazioni, lezioni
in piazza che, secondo gli organizzatori, mira a fermare l'approvazione (dopodomani)
al Senato del decreto Gelmini: «Dopo lo slittamento
ottenuto il 23 ottobre — dicono — cercheremo ancora una volta di bloccare i
lavori parlamentari». Con forme clamorose di protesta: gli studenti romani
intendono fare lezione al Colosseo. L'obiettivo finale, ha ribadito uno dei
leader della Rete della Sapienza, Francesco Raparelli (protagonista anche della
protesta «No Vat» contro la lezione d'apertura di papa Ratzinger), è il ritiro
del decreto. Ma il premier Berlusconi ha ribadito che il governo non lo farà:
«Andiamo avanti a governare e a fare cose di buon senso che sono nel programma,
qualunque cosa dica Veltroni o qualcun altro nell'opposizione » ha detto
commentando la richiesta avanzata dallo stesso leader del Pd al Circo Massimo.
«Hanno usato strumentalmente la scuola — ha aggiunto —. Pensate all'Università,
non abbiamo ancora fatto nulla e già ci hanno mosso critiche e mosso gli
studenti nelle strade con una strumentalizzazione difficilmente definibile
anche di bambini». Per contrastare il voto del Senato, i Cobas hanno
organizzato una manifestazione a piazza Navona mentre in tutt'Italia si
accenderanno dei lumini con la scritta «Fermatevi». La protesta corre anche sul
web. Un misterioso studente ha provocatoriamente messo in vendita su eBay, base
d'asta un euro e 50, l'Università di Tor Vergata. Ma su siti internet e blog
continua anche la raccolta di firme, di segno opposto, organizzata dai giovani
del centrodestra a supporto della Gelmini: solo a
Firenze, cinquemila. L'appuntamento clou è giovedì, con lo sciopero generale
della scuola e il maxicorteo di docenti e studenti. «Una grande "ola"
passerà per Roma nella più grande manifestazione che si ricordi» sostiene il
leader della Flc-Cgil, Pantaleo. Per il leader radicale, Pannella, «la rivolta
di professori e studenti è in realtà una rivolta contro la finanziaria di
Tremonti, quella da otto minuti». Bonanni, della Cisl, invita il governo a «far
parlare le famiglie». Per Di Pietro «si sono fregati la polpa, cioè otto
miliardi di euro». Contro il decreto anche il Meic, che rappresenta i laureati
dell'Azione cattolica: «I contenuti non sembrano essere il frutto di un chiaro
e coerente disegno pedagogico ». E ne chiedono il ritiro. M. Antonietta Calabrò
LA RUBRICA di Pierluigi Battista nelle Opinioni Feriti a morte Sit-in degli
studenti di Architettura Con i bambini Esperimenti spiegati ai più piccoli
( da "Messaggero, Il" del 27-10-2008)
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Lunedì
27 Ottobre 2008 Chiudi di VERONICA CURSI I più fantasiosi, bisogna dirlo, sono
gli universitari. Che la protesta anti-Gelmini ieri l'hanno persino trasformata in un flash mob: tutti stessi
per terra, a Fontana di Trevi, con le magliette pitturate di sangue e una
scritta piuttosto esplicativa: «State uccidendo la cultura». Anche i liceali,
però, non scherzano. Ormai si contano più "banchi"
improvvisati in mezzo alle piazze che dentro le scuole. Chi si inventa notti
bianche, chi preferisce scendere in corteo: oggi da piazza della Repubblica a
piazza Madonna del Loreto sfileranno gli studenti dell'Orazio, Giordano Bruno e
Nomentano. Ed è solo l'inizio. Roma si prepara infatti a vivere un'altra
settimana di passione in vista della manifestazione dei sindacati prevista per
il 30 ottobre. Il mondo della scuola annuncia altri tre giorni di mobilitazione
(fino a mercoledì) in concomitanza con l'approvazione del decreto in Senato.
Lezioni a cielo aperto. Si studia anche di domenica. Ma in strada, con studenti
e professori. Ieri, alle 16.30, nei giardini di piazza Vittorio, gli studenti
auto-organizzati di alcune scuole (tra cui Tasso e Righi) hanno assistito ad
una lezione dedicata all'editoria indipendente tenuta da Luisa Capelli, docente
di Management editoriale dell'Università di Tor Vergata. Mentre lungotevere dei
Tebaldi è diventato classe di una cinquantina di studenti del Virgilio occupato.
Banchi, sedie e una lavagna sulle sponde del Tevere. Lezione del giorno:
storia, la crisi del 1929. E oggi si replica in piazza della Chiesa Nuova con
una lezione sulla libertà di pensiero e su Giordano Bruno e Tommaso Campanella.
Lezioni a cielo aperto anche all'università: alla Sapienza, gli studenti di
Scienze naturali hanno organizzato una "laurea domenicale" insieme ad
alcuni alunni delle scuole primarie. Mentre stamattina insegnanti della facoltà
di medicina terranno delle lezioni davanti al Ministero della Pubblica
Istruzione e a Piazza Farnese si terrà la lezione del docente di Filosofia Roma
tre, Giacomo Marramao. Quella di Piazza Farnese sarà una vera e propria
maratona filosofica che partirà alle 11 per proseguire fino alle 18. Domani
l'aula en plein air sarà il Colosseo dove il professore La Carbonara, della
facoltà di Ingegneria della Sapienza, terrà una lezione ai suoi studenti.
Sempre alla facoltà di Ingegneria della Sapienza di San Pietro in Vincoli fino
a venerdì sono previste un ciclo di lezioni all'aperto e di attività didattica
alternativa. Mercoledì, a studiare sotto il cielo saranno invece gli studenti
del Russell che a piazza Venezia, insieme da altre scuole del IX e del X
municipio, assisteranno ad una lezione alternativa sul decreto Gelmini e il progetto di legge Aprea. Flash mob a Fontana di
Trevi. E i ricercatori fanno i lavavetri. Sono arrivati all'improvviso,
sdraiandosi sugli scalini di Fontana di Trevi tra turisti divertiti e curiosi.
Un vero e proprio flash mob (termine che indica persone che si riuniscono
inaspettatamente e compiono azioni insolite). Ieri pomeriggio una ventina di
studenti di Architettura della Sapienza hanno improvvisato una protesta
colorita nel centro di Roma. Tutti per terra con le magliette pitturate di
sangue che recitavano «università libera». Ma non sono stati da meno i colleghi
di Ingegneria che hanno messo in piedi l'operazione «onda bianca». Volantinaggi
per le strade di Porta Portese e immancabili le magliette bianche contro la
legge 133. E oggi a viale Marconi dalle 10, studenti e ricercatori di Biologia
di Roma Tre si improvviseranno lavavetri per protesta contro i tagli. La notte
bianca sbarca al liceo. Porte aperte a scuola, anche di notte, non solo per i
più piccoli. Mercoledì, gli studenti del Russell metteranno in scena con ogni
probabilità una Notte bianca dentro l'istituto. Intanto oggi una festa-protesta
verrà organizzata alle 19 nella scuola elementare "Luigi Pirandello"
alla Magliana. Durante la serata, ai dibatti informativi sul decreto Gelmini, si alterneranno momenti di animazione per i
bambini. «La contestazione festosa - ha spiegato il comitato del coordinamento
della scuola pubblica del XV Municipio - è aperta a tutti i cittadini del
Municipio che abbiano voglia di partecipare al dibattito sulla scuola».
( da "Corriere della
Sera" del
27-10-2008)
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Corriere
della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-10-27 num: - pag: 6
categoria: REDAZIONALE I due fronti Divisi sulla riforma, stessi lavori: dal
pony express al pub Daniele e Francesco, fuori corso Leader di giorno, precari
di sera ROMA — Francesco Pasquali ha 30 anni ed è il capo del movimento
nazionale dei giovani di Forza Italia. Daniele D'Ambra di anni ne ha quasi 27 e
non ha mai militato da nessuna parte, però simpatizzato molto sì, e lo ha fatto
con la Sinistra critica. A parte una questione generazionale sembrerebbe
proprio che Francesco e Daniele non abbiano praticamente nulla in comune. A parte Mariastella Gelmini. Già,
proprio il ministro dell'Istruzione. Francesco la difende. Daniele l'attacca.
Francesco si è messo a guidare un movimento in difesa del ministro: «Siamo una
maggioranza silenziosa », giura. Daniele è invece uno dei leader alla guida
della protesta che sta lievitando in tutti gli atenei d'Italia: «Siamo una
maggioranza e basta», decreta. A pensarci bene Francesco e Daniele hanno
anche altre cose in comune: sono tutti e due romani e studenti fuori corso.
Francesco però lo è alla Lumsa, un'università privata cattolica. Daniele lo è a
Lettere alla Sapienza. Tutti e due, comunque, giurano di essere finiti fuori
corso per aver lavorato per mantenersi agli studi. E anche di più. Francesco:
«Ho fatto di tutto, anche il cameriere la sera in un pub. L'impegno con i
giovani di Forza Italia è arrivato dopo, ma non ci becco una lira da questo
lavoro, è soltanto volontariato. Adesso per guadagnare sto scrivendo su
giornali online e collaborando politicamente con il ministro Sacconi». Daniele:
«Ho portato le pizze a domicilio, ho fatto volantinaggi per società, lavorato
in un magazzino a Pomezia. Adesso per mantenermi lavoro come tecnico informatico».
Francesco vive da solo, in un piccolo appartamento nel pieno centro di Roma, a
pochi passi dai palazzi del potere. Daniele vive insieme con altri quattro
ragazzi alla Garbatella, quartiere periferico-chic della capitale. Sono tutti e
due fidanzati. Francesco: «Ho trovato la mia anima gemella, sto pensando anche
di avere un figlio». Daniele: «Ho una compagna, ma non riesco a pensare al
futuro: la sera non ho i soldi per andare al cinema e per questo sono costretto
a leggermi libri in biblioteca, soprattutto quelli di studio ». Se si chiede a
Francesco quale è l'ultimo film che ha visto, risponde sincero: «Non me lo
ricordo». Ma se si mette a parlare di Mariastella Gelmini
sciorina cifre, dati, circostanze, iniziative. Precisissimo. Una per tutte: «Ci
sono 140 mila iscritti alla Sapienza, io a protestare in giro ne ho visti sì e
no un migliaio ». Se si chiede a Daniele quale è l'ultimo film che ha visto non
esita: «"This is England", in versione originale con i sottotitoli, a
casa». E ti ripete che lo ha visto a casa perché i soldi per il cinema non ce
l'ha, figuriamoci per andare a cena fuori e tutta questa vicenda dei giovani
peggiorerà anche (e soprattutto?) per colpa del ministro Gelmini.
Anche Daniele, infatti, sciorina cifre e circostanze e iniziative, senza
limiti. Una per tutte: «I dati Ocse segnalano che l'Italia è l'ultima della
lista nel rapporto tra studenti e docenti, all'università: un docente ogni 20
studenti contro la media Ocse di 1 ogni 15,3. E il ministro Gelmini
vuole tagliare ancora il numero degli insegnanti, uno ogni cinque». L'ultimo
libro letto da Francesco? «"La pensione spiegata a mia nonna", di
Giuliano Cazzola». Daniele: «"La linea d'ombra", di Joseph Conrad».
Ma giura: lo aveva già letto. Alessandra Arachi GUARDA LE FOTO inviate dai
lettori su www.corriere.it Assemblea L'Aula magna dell'università «La Sapienza»
di Roma durante la protesta degli studenti
( da "Resto del
Carlino, Il (R. Emilia)" del 27-10-2008)
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PROMOZIONE
- I CAT. pag. 25 Castelnovese A.s.d. 2 Asd Novellara 1 CASTELNOVESE A.S.D.:
Pantale... Castelnovese A.s.d. 2 Asd Novellara 1 CASTELNOVESE A.S.D.:
Pantaleoni, Palicelli, Manicardi, Ruggieri, Di Lisio, Leone (Carlini 55?),
Casaletti, Manini (Ferrari 85?), Incerti (Bedogni 80?) Alves Medeiros, Soliani.
A disp.: Falso, Ciccioli,Di Lorenzo,Sirocchi ASD NOVELLARA : Brocchetta, Badu,
Bensammoud, Flori, Aprile, Bertacchini, Lochiatto (dal 70?? Balestrieri),
Franzè (dal 50? Sinagra), Muoio, Creden dino, Sarracino (dal 80? Rainieri). A
disp.:Malagoli, Gelmini, Ghinoi All. Crotti Paolo.
Marcatori: Muoio (N) al 5?, Alves Medeiros Thiago (C) al 15?, Soliani al 55?
( da "Messaggero, Il" del 27-10-2008)
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Lunedì
27 Ottobre 2008 Chiudi di MASSIMO DI FORTI ROMA «L'errore più grave che si
possa fare con i giovani, con i giovani di ogni generazione, è quello di dire:
"eravamo meglio noi", noi padri, noi che vi abbiamo preceduto.
Qualunque sia la verità». E la cosa più giusta? «Dare fiducia. I nostri figli,
i "figli" di ogni generazione, hanno bisogno di calore, di sostegno,
non di freddezza. Se non stabilisce un dialogo con chi protesta, l'attuale governo
rischia di lanciare un boomerang». Michele Placido, classe 1946, ha sempre
avuto un rapporto speciale con i giovani. Nell'eterna dialettica
"noi" e "loro", è stato spesso uno di loro, ha avuto il
dono dell'ascolto, dell'attenzione, anche della complicità, senza pericolose o
artificiose distanze. E gli eventi di queste settimane, di questi giorni, lo
trovano ancora una volta "attento", coinvolto. Sostiene il
protagonista de La piovra (e di Padre e figlio di Pasquale Pozzessere, dedicato
proprio ai rapporti generazionali), il regista di Romanzo criminale: «Questa
protesta, secondo me, non è nè di sinistra né di destra né di centro. E'
completamente trasversale. Non è un nuovo '68, in cui la contrapposizione
studenti-professori era fondamentale e persino violenta. I giovani di oggi
hanno un buon rapporto con i professori. Vanno d'accordo. Credo di dire queste
cose con cognizione di causa perché d'estate ho girato proprio all'Università
La Sapienza il mio nuovo film, Il grande sogno. Ho frequentato i ragazzi, li ho
conosciuti, ho parlato a lungo con loro». E qual è, allora, la vera ragione
della contestazione? «La quasi certezza», risponde, «di ritrovarsi - con questa
scuola, con questa università - alla fine di un lungo percorso a un punto zero,
in una condizione di vuoto assoluto. Con un titolo di studio che non offre
quasi niente di buono. Non si tratta di essere pro o contro
la Gelmini, pro o contro il governo. Si tratta di intravedere un orizzonte.
Sentirsi dire che ci saranno tagli non può che alimentare frustrazioni. Servono
tagli? Ci sono pochi soldi? Va bene, ma nel caso della scuola e dell'università
bisogna dire che l'istruzione e la ricerca non possono essere
"tagliate" e basta. Anzi, è lì che dobbiamo investire se
vogliamo che il Paese e i nostri giovani abbiano davvero un futuro». Ma, a
proposito di "fiducia", i giovani delle ultime generazioni non
rischiano a loro volta di finire in un buco nero di pessimismo esasperato e di
mancanza di fiducia nelle loro possibilità e in quelle che questa società
offre? Si può davvero accettare l'idea che la creatività sia figlia del
benessere (De Sica e Rossellini hanno rivoluzionato la storia del cinema senza
una lira in tasca, in un'Italia totalmente distrutta: ma gli esempi potrebbero
essere tanti...) o della sicurezza economica? «E' vero», dice Michele Placido,
«con tutte le riserve o i limiti, le possibilità di accesso ai consumi e di
benessere sono più ampie oggi di quanto lo fossero in passato. Quello che va
capito, però, è il problema delle prospettive. In una società come la nostra ci
devono essere. E' questo il vero problema. Non si può accettare che la
distribuzione della ricchezza sia sempre più ingiusta. Non si può accettare che
un titolo di studi, una volta ottenuto, non serva a niente e non abbia senso.
Se così fosse, non ne avrebbe neanche il futuro».
( da "Messaggero, Il" del 27-10-2008)
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Lunedì
27 Ottobre 2008 Chiudi di ANNA MARIA SERSALE ROMA - Su e-Bay in vendita
l'università di Tor Vergata per un euro e 50 centesimi. E' la protesta
"creativa" degli studenti che in camice bianco hanno sfilato in
piazza dei Cinquecento a Roma per far «conoscere il tragico futuro
dell'università italiana». Gli studenti non mollano. Oggi corteo a Roma con
partenza da piazza della Repubblica alle 9. Volantinaggi, okkupazioni, notti
bianche, sit-in e lezioni all'aperto. La didattica universitaria si trasferisce
nelle piazze: stamattina molti degli iscritti alla facoltà di medicina della
Sapienza faranno lezione sulle scalinate del ministero dell'Istruzione. Domani
tocca al Colosseo, sarà teatro delle lezioni degli ingegneri, mentre il
Movimento studentesco, che non si arrende al «provvedimento blindato», annuncia
«tre giorni di fuoco per fermare la riforma». Siamo alla vigilia del voto in
Senato. Domani verranno messi ai voti i 250 emendamenti presentati dall'opposizione,
ma si sa già che il fronte compatto della maggioranza li boccerà tutti (anche
se qualche incrinatura c'è). Non ci sarà neppure bisogno del voto di fiducia
quando mercoledì mattina l'aula di Palazzo Madama esprimerà il voto finale sul
decreto. Decreto che sarà definitivamente approvato giusto il giorno prima
dello sciopero generale della scuola in programma giovedì 30 ottobre. A una
manciata di ore dalla manifestazione interviene di nuovo Raffaele Bonanni. Il
leader sindacale della Cisl, che ha più volte esortato Berlusconi ad una
apertura, ieri ha detto che «sulla riforma della scuola il governo dovrebbe far
parlare le famiglie per far dire loro che cosa vogliono». Appello alla
mediazione anche da Guglielmo Epifani, leader della Cgil: «Il governo sospenda
il decreto e riprenda il confronto sulla riforma della scuola. La mediazione
non è facile, ma è indispensabile trovare un punto di dialogo, evitando il muro
contro muro». Lo sciopero, con corteo a Roma, sarà l'appuntamento clou. Dice la
Rete degli studenti: «Venerdì scorso la Gelmini ci ha
detto che lei vuole andare avanti, che non si fermerà. Noi le rispondiamo con
lo slogan "Avanziamo Diritti", non ci fermiamo e continueremo a
chiedere una scuola e un'università nuovi, in grado di darci un futuro».
«Lunedì (oggi per chi legge, ndr), martedì e mercoledì - fa sapere la Rete - in
tutta Italia ci saranno scioperi e notti bianche, che si concentreranno ancora
una volta nei giorni di approvazione del decreto 137 al Senato, per bloccare i
lavori parlamentari». Ma c'è un'altra miccia pronta a esplodere. I Cobas
chiamano «in piazza il popolo della scuola» e minacciano di bloccare Roma. «Non
possiamo permettere - afferma il portavoce nazionale Piero Bernocchi - che il
28 e il 29, giorni delle votazioni in Senato del decreto Gelmini, siano i giorni della Gelmini. Non
possiamo permettere che si approvi il provvedimento». L'appuntamento è dalle 17
di domani, a piazza Navona, a pochi passi da Palazzo Madama, per una
manifestazione a oltranza che andrà avanti fino alla mattina del 29, mercoledì,
quando è prevista al Senato la votazione del provvedimento. «Non
pagheremo la vostra crisi - incalza Bernocchi - Rifiutiamo i catastrofici tagli
che Tremonti e Gelmini vogliono imporre alla scuola».
( da "Corriere della
Sera" del
27-10-2008)
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Corriere
della Sera - NAZIONALE - sezione: Spettacoli - data: 2008-10-27 num: - pag: 35
categoria: REDAZIONALE High School Musical 3 Festa di ragazzini all'Auditorium
Il forfait di Zac Efron non smorza l'entusiasmo dei baby fan disneyani E i
bagarini vendono biglietti a 100 euro ROMA — Gli studenti scendono d'età e
sventolano altri striscioni. «We love you», «Abbiamo occhi solo per voi».
Auditorium, Festival del cinema: dalle contestazione per la
riforma Gelmini agli urletti euforici dei fratellini minori, che non arrivano a
14 anni. Sono alcune migliaia, tra i genitori trafelati si intravedono i
mezzibusti di Cinecittà e i produttori che rincorrono i pargoli euforici.
Palloncini colorati e sventolii di pon pon come fanno le cheer-leader.
Ecco gli adolescenti pazzi per High School, il musical della Disney che nel
terzo capitolo, sull'ultimo anno di scuola, passa dalla destinazione tv a
quella cinematografica: il film esce venerdì prossimo in 500 copie. Nel primo
week-end in Usa ha fatto 70 milioni di dollari. Nel mondo le prime due puntate
hanno avuto 255 milioni di spettatori. Lo speaker fa il conto alla rovescia,
parla ma non si capisce nulla nel frastuono. I momenti istituzionali sono la
foto col cellulare e l'autografo. Lo sbiadito red carpet della terza edizione,
assorbita la triplice buca tutta al femminile e plurigenerazionale della
«duchessa» Keira Knightley, di Isabelle Huppert e di Charlotte Rampling, si
ravviva un po', anche se all'appello manca il vero idolo, Zac Efron. Bisogna
accontentarsi dei comprimari di lusso, Corbin Bleu e Ashley Tisdale, quest'anno
va così. La Disney fa le cose in grande e manda in pista quaranta ballerini con
cappello e toga (la divisa dei diplomati in Usa) sul tappeto rosso. Jacopo
Sarno, protagonista della sit-com Quelli dell'intervallo su Disney Channel,
canta la versione italiana di Scream che fa parte della colonna sonora. Molto
più vivace, la coreografia, dell'incontro con i due attori, affiancati dal
regista Kenny Ortega già pronto per la quarta puntata della saga. Su eBay i
bagarini del web hanno venduto a 100 euro l'ingresso all'anteprima, che ne
costava 10. Con High School Musical 3 siamo dalla parte opposta del tunnel
cineadolescenziale che, come sappiamo, con la gioventù bruciacchiata di Un
gioco da ragazze ha avuto il divieto ai 18 anni. «Mi lusinga essere un modello positivo.
Nella vita non bevo e non fumo, nemmeno mia madre che ho sempre ammirato», dice
Ashley, noiosetta non tanto nella parte della brava ragazza ma per le cose che
dice, tutte sullo stesso tasto: se vuoi sfondare, devi darci dentro. E Corbin:
«All'inizio è stato come il primo giorno di scuola, la seconda puntata è stata
una rimpatriata, la terza è un omaggio alle prime due». Zac fa sapere che vuol
crescere. Urge passaggio del testimone. Valerio Cappelli
( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-10-2008)
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Il
Sole-24 Ore sezione: COMMENTI data: 2008-10-26 - pag: 12 autore: Fuori misura E
se si operasse in positivo? Gli esponenti del mondo
scolastico-universitario, per ogni punto problematico del trio Gelmini/Brunetta/Tremonti, potrebbero far presente soluzioni in
alternativa o a complemento di quanto delineato dalla controparte. Al caso,
appoggiando quanto proposto a best practice di parallelo mondo
scolastico-universitario in ambito internazionale. Il tutto con modalità
sottostanti a funzionali principi di: reciproco ascolto, illuminata (senza
posizioni precostituite) collaborazione, ricerca comune. Ipotesi solutive anziché
più o meno non proprio produttive proteste... per una comune non stressante
convivenza civile. Lettera firmata L ei descrive un mondo che piacerebbe anche
a me, caro amico. E così dovrebbe funzionare una democrazia ragionante. Il
Governo propone, chi sta all'opposizione critica e dice cosa farebbe, se ne
discute in Parlamento e poi si decide e si vota. Le vicende di questi giorni e
la gazzarra che le accompagna mostrano quanto siamo distanti da questo
modellino ideale. I provvedimenti Gelmini prendono la
forma contundente di un decreto, le minoranze si avvolgono nella bandiera della
libertà violata. Correzioni modeste - alcune delle quali condivido - vengono
scambiate per riforme epocali. Il maestro unico, poco di più che un cambio
nell'organizzazione del lavoro scolastico, diventa un ritorno al Medioevo. La
scuola italiana non funziona; e quelli della Gelmini
sono provvedimenti al margine. Su questa mediocrità - che peraltro è meglio di
niente - si è montata invece una battaglia campale. Latitano il senso comune e
quello della misura. Sul terreno, è già sconfitto ogni proposito seriamente
riformatore. Ci scambiamo messaggi in una bottiglia. • Vincite eccessive In un
Paese dove moltissime famiglie non arrivano alla terza settimana, lo Stato
"regala" 100 milioni al vincitore del superenalotto. Sconcertante!
Gioia per il vincitore, meglio ancora se veramente bisognoso, fallimento etico
e morale di uno Stato che non sa distribuire equamente la ricchezza. Avvilente!
Anche nel gioco, come nella vita del resto, a chi tanto e a chi niente: dura
lex sed lex. Forse. Lettera firmata I costi della crisi Volevo capire del
perché di una mancata informazione su tutti i giornali. Sono tutti felici e
contenti che la Fed e la Bce abbiano prestato più di 2mila miliardi di euro ai
vari Governi per immettere liquidità mancante su quelle banche colpite dalla
acquisizione di titoli tossici, e ora quindi insolventi. Ma tutti sanno che
nessuno presta niente per niente, e che quei soldi dovranno ritornare con gli
interessi. Inoltre quei prestiti andranno ad aumentare il debito pubblico.
Perché nessuno dice, in prospettiva, quale spirale di valanga di tasse, aumento
dell'inflazione, ulteriore indebitamento delle classi medie, ulteriore
insolvenza dei ceti medi, eccetera, questi prestiti andranno a creare? Se si
potesse immettere tanto denaro senza problemi, il danaro perderebbe
completamente il suo valore, no? Max Monterumisi Montefiore Conca (RN) Il dio
denaro Recentemente Papa Benedetto XVI ha giustamente affermato che il denaro non
è il vero Dio che governa l'umanità. Mi domando: al tempo di Marcincus quale
Dio imperava in Vaticano? Michele Di Marco Palermo
( da "Corriere della
Sera" del
27-10-2008)
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Corriere
della Sera - ROMA - sezione: PRIMA PAGINA - data: 2008-10-27 num: - pag: 1
categoria: REDAZIONALE Virgilio, seminari sul lungotevere. Oggi corso di
filosofia in piazza Farnese Cortei e lezioni all'aperto Nei licei protesta non
stop Da oggi gli studenti romani faranno lezione all'aperto, anche al Colosseo.
Tutto è pronto nelle scuole e nelle università per un'altra settimana di
contestazioni, mobilitazioni, sit-in e proteste. Un programma che per i primi
giorni della settimana mira a bloccare l'approvazione definitiva (prevista mercoledì 29 ottobre) al Senato del decreto Gelmini. L'appuntamento clou è per giovedì, giorno in cui, in tutta
Italia, sciopererà il personale della scuola e si terrà a Roma la
manifestazione di docenti, studenti medi ed universitari contro il progetto
governativo. Al liceo Virgilio ieri le lezioni si sono spostate sul
lungotevere. E oggi il corso di Filosofia della Sapienza viene svolto a
piazza Farnese. Domani i Re Magi dell'Iqbal Masih porteranno al ministro Maria
Stella Gelmini come doni le migliaia di firme raccolte
contro la riforma. A PAGINA 3 Simona De Santis e Francesco Di Frischia
( da "Corriere della
Sera" del
27-10-2008)
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Corriere
della Sera - ROMA - sezione: PRIMA PAGINA - data: 2008-10-27 num: - pag: 1
autore: di ERALDO AFFINATI categoria: REDAZIONALE TRADIZIONE E PROPOSTE ONDA
ANOMALA RISORSE E INTERESSI L' onda anomala contro i provvedimenti scolastici
governativi avanza impetuosa nella Città Eterna coinvolgendo studenti e
professori di ogni ordine e grado. La Sapienza sembra essere tornata agli anni
infuocati della contestazione: anche ieri, domenica, alcuni docenti hanno
spiegato in pubblico le ragioni per cui avversano il
decreto Gelmini. Molte sedi di Roma Tre ospitano da giorni assemblee e
dibattiti. Gran parte delle scuole medie superiori è in fermento. Alle
tradizionali autogestioni si affiancano forme inedite di conflittualità: valga
per tutti l'esempio del liceo scientifico Keplero il cui collegio docenti ha
deciso di sospendere da questa settimana le visite di istruzione,
l'adozione dei libri di testo e qualsiasi progetto di nuova offerta formativa.
L'agitazione è arrivata fin dentro gli austeri palazzi umbertini di viale
Trastevere con le dimissioni di due illustri pedagogisti, Andrea Canevaro e
Dario Ianes, dall'Osservatorio Nazionale della Pubblica Istruzione per
l'Integrazione Scolastica. Giovedì prossimo a Roma ci sarà una manifestazione
nazionale. Numerosi osservatori sostengono che dietro la protesta si nascondano
interessi corporativi: ma la novità del movimento odierno sembra essere proprio
quella di non riguardare soltanto chi insegna e chi apprende. Certo le
strumentalizzazioni non mancano. Tuttavia, pur considerando gli sprechi
esistenti, sottrarre risorse alla scuola in questa fase storica sembra a non
pochi davvero insensato. Accorpare gli istituti, unificare le classi di
concorso, ridurre l'orario di studio, incrementare il numero degli alunni nelle
aule, portare da cinque a quattro anni, come si vocifera, il ciclo delle medie
superiori, separare i ragazzi di madrelingua italiana da quelli stranieri,
tornare al maestro unico, cancellando una sperimentazione straordinaria,
mettere a rischio la filosofia del tempo pieno, più ancora che la sua
possibilità teorica: se tutto questo venisse approvato, non sarebbe facile
sottrarsi all'impressione che a prevalere sull'intento educativo sia il
criterio del risparmio.
( da "Corriere della
Sera" del
27-10-2008)
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Corriere
della Sera - ROMA - sezione: Cronaca di Roma - data: 2008-10-27 num: - pag: 3
categoria: REDAZIONALE L'«onda anomala» a lezione sul lungotevere Cresce la
protesta nei licei fra occupazioni e mobilitazioni in vista dello sciopero di
giovedì Tutto è pronto nelle scuole per un'altra settimana di proteste,
contestazioni, mobilitazioni e sit-in Comincia oggi la settimana cruciale di
mobilitazioni, assemblee straordinarie, lezioni all'aperto, autogestioni,
cortei, sit in che animano all'ombra del Colosseo la
rivolta studentesca in licei, ma anche in medie ed elementari contro la riforma
Gelmini. Domani e dopodomani la norma sarà al centro dei lavori del
Senato e giovedì le proteste culmineranno con lo sciopero generale nella scuola
indetto dai sindacati che sfileranno per le strade della capitale con una
manifestazione nazionale. Tra le iniziative più curiose, domani tre «Re
Magi», a nome del Coordinamento di genitori e docenti del Circolo didattico
«Iqbal Masih», consegneranno le migliaia di firme raccolte contro il decreto
137 al ministero dell'Istruzione: «Inseguendo Maria Stella Gelmini,
vogliamo portare al ministro i nostri tesori - spiega Riccardo Razzera, uno dei
promotori dell'iniziativa - cioè i valori di fratellanza, integrazione degli
stranieri e difesa della scuola pubblica come luogo di cultura e di salvezza
contro il degrado, la violenza e il razzismo della società». Ieri, in barba
alla giornata festiva, lo storico liceo classico Virgilio, che è occupato da
giorni, era affollato: «Saremo in 500 - racconta Agostino, rappresentante del
Collettivo -. Non è proprio come in un giorno di scuola, ma alla fine gli
studenti passano tutti». Oltrepassare il portone d'ingresso che dà su via
Giulia è vietato, ma già guardando attraverso uno spiraglio aperto si
percepisce che dentro c'è fermento. E non solo all'ora di pranzo, grazie alle
numerose teglie di pasta al forno preparata da alcune mamme. «Abbiamo fatto una
lezione sulla crisi del '29 spiega Agostino - qui davanti, sul lungotevere, e
l'ha tenuta un nostro professore di storia ». E il corpo docente che fa? «I
professori non partecipano all'occupazione attivamente ma ci sostengono facendo
le lezioni », risponde un altro studente che sottolinea: «è una cosa
incredibile quanta gente che passa qui davanti ci dice "bravi, andate
avanti, avete ragione": non capisco quindi da dove escono i dati secondo i
quali l'80 per cento degli italiani è d'accordo con la riforma». Emulando
quello che avevano fatto i loro colleghi universitari, nei licei Tasso, Mamiani
e Virgilio sono previste nei prossimi giorni anche altre lezioni all'aperto. In
particolare i Collettivi autorganizzati, la parte della protesta che si
dichiara «non politicizzata», mercoledì faranno lezioni a piazza Venezia. I
collettivi però non aderiscono ufficialmente alla manifestazione nazionale di
giovedì: «Chi vuole può partecipare, ma solo a titolo personale», sottolinea
uno studente del Mamiani. Chi invece è pronto a scendere in piazza al fianco
dei sindacati è l'Unione degli studenti (Uds): «Domani e mercoledì stiamo
preparando la mobilitazione con presidi e sit in intorno al Senato, dove si
discuterà la riforma - annuncia Stefano Vitale, segretario regionale dell'Uds -
Dobbiamo verificare forme ed modi con cui partecipare alla manifestazione del
30 ottobre ». E l'Uds ha anche indetto per giovedì e venerdì un'assemblea alla
facoltà di economia della Sapienza. Giornata di mobilitazione senza sussulti
anche al Tasso: un centinaio di studenti ha partecipato ad una assemblea,
seguita da un cineforum, per poi lasciare spazio allo sport pomeridiano in tv e
per radio. Per quanto riguarda le lezioni all'aperto ieri è toccato a piazza
Vittorio: verso le 16.30 nei giardini è stata organizzata una «lectio» dedicata
all'editoria indipendente tenuta da Luisa Capelli, docente di Management
editoriale all'università di Tor Vergata e direttrice di Meltemi Editore. Ad
assistere anche decine di liceali. E ieri sera festa-protesta nella scuola
elementare «Luigi Pirandello » alla Magliana. Del coordinamento fanno parte
genitori e insegnanti delle scuole elementari V. Cuoco, G. Pascoli, R. Guttuso,
Pirandello, Graziosi, Sciascia e Santa Beatrice. E per le medie Cervi e Via
Bagnera, l'Istituto comprensivo Vigna Pia e il liceo scientifico Keplero. Oggi
i licei del IV Municipio (Nomentano, Orazio e Giordano Bruno) hanno organizzato
una manifestazione che parte da piazza della Repubblica. L'onda della protesta
continua ad allargarsi: autogestioni e occupazioni interessano anche i licei De
Chirico e Isa Roma Tre (l'istituti d'arte a Cinecittà). E iniziano ad arrivare
adesioni pure dai licei della provincia di Roma. Francesco Di Frischia
( da "Tempo, Il" del 27-10-2008)
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Scuola
stampa
Ilaria Pietropaoli La scuola è sul piede di guerra. Tante ... Ilaria
Pietropaoli La scuola è sul piede di guerra. Tante le manifestazioni che si
sono svolte di recente in tutt'Italia che culmineranno nello sciopero degli
operatori del settore previsto per giovedì a Roma, passando per le proteste di
questa mattina, tra cui quella del «Turriziani», un sit-in e un'assemblea
davanti al cortile della scuola, aperto anche a giovani di altri istituti.
Nell'occhio del ciclone le novità che sta introducendo il ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini. Noi
abbiamo chiesto a chi la scuola la vive quotidianamente di esprimersi su un
momento così delicato. Il nostro «viaggio» negli istituti della provincia è
iniziato proprio al liceo classico «Turriziani» di Frosinone, dove della
riforma si è parlato anche nel corso di un recente collegio dei docenti.
«Tra i professori si respira un clima di disagio - spiega il dirigente Giovanna
Maniccia - siamo tutti spaventati dal ridimensionamento delle istituzioni
scolastiche e dall'aumento del numero del numero di studenti per classe». Delle
novità relative alla riforma, nel liceo si dibatte tanto, tra docenti, Ata e
allievi. La preside Maniccia ci tiene molto, però, a sottolineare la serietà di
queste discussioni, soprattutto tra i ragazzi. «I nostri studenti stanno
dimostrando grande senso di responsabilità. In occasione di uno dei primi
scioperi che è stato promosso in questo mese, i nostri ragazzi hanno scelto di
non scendere in piazza, ma di aderire allo sciopero organizzando un'assemblea a
porte aperte, per informarsi e discutere sulle novità proposte dal ministro Gelmini». Oltre agli studenti che protestano, però, ci sono
anche quelli che guardano con apprezzamento alle iniziative di viale
Trastevere. Riccardo Del Brocco, ad esempio, è uno dei referenti provinciali di
«Azione studentesca», associazione che gravita nell' area di An. «Dissentire è
un diritto di tutti - esordisce Del Brocco - però ho l'impressione che gli
studenti, spesso, siano disinformati. Io credo che le scelte della Gelmini siano coraggiose, perché la scuola è simbolo di
un'Italia in cui il settore pubblico ha rappresentato una sorta di ufficio di
collocamento dei partiti. Non è tollerabile che nel nostro Paese ci siano più
bidelli che carabinieri». Di parere diverso Davide Petrillo, anche lui studente
del «Turriziani» e responsabile della «Rete degli studenti medi» di Frosinone.
«Dopo l'assemblea del nostro liceo (in programma questa mattina, ndr) un altro
appuntamento fondamentale dell'autunno studentesco è quello del 30 ottobre a
Roma, per il quale partiranno quattro pullman dalla nostra provincia carichi di
studenti e di idee». Chi ha ragione allora, chi scende in piazza o chi difende
il Governo? Probabilmente oggi sono necessari «momenti di confronto produttivi»
come auspica la preside Maniccia. @OREDROB:#
( da "Corriere della
Sera" del
27-10-2008)
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Scuola
Corriere
della Sera - NAZIONALE - sezione: Spettacoli TV - data: 2008-10-27 num: - pag:
53 categoria: REDAZIONALE A fil di rete di Aldo Grasso L'informazione batte la
fiction V oglia di informazione, stanchezza per la fiction. Emerge un bisogno
di realtà e una fuga dalla finzione in questa prima parte della stagione
televisiva: il pubblico sembra sempre più desideroso di approfondimento, e
certi problemi preferisce affrontarli coi linguaggi del giornalismo, piuttosto
che con quelli del «romanzesco». Dall'analisi dei dati di questo primo mese e
mezzo di «alta stagione» tv colpiscono la domanda di informazione e il
clamoroso flop di alcune serie italiane: la malasanità — «ansiogena » secondo
il presidente Mediaset Confalonieri — fa affondare «Crimini bianchi» (Canale 5,
poi Italia 1) e «Terapia d'urgenza » (appena sospeso su Raidue). Ma la
«malascuola» — quella da riformare secondo la Gelmini o quella che uscirà dalla riforma secondo i manifestanti — tira
invece nei programmi di approfondimento, segnale del diffuso desiderio di
saperne di più su un tema che tocca tutti. A capitalizzare il trend è
soprattutto Michele Santoro che, giovedì, a parlar di scuola con Veltroni, Cota
e una piazza arrabbiata, registra il record assoluto di tutte le
stagioni di «Annozero»: 5.169.000 spettatori medi, share da reality o varietà
(20,44%). Con un'attenzione verso il programma che cresce proprio fra i più
giovani: cinque punti secchi di share guadagnati fra i 15-24enni, quasi tre
punti sulle fasce giovani-adulte. Meglio del collega Floris, Santoro sa
cogliere gli umori delle piazze. Ma la voglia di informazione premia anche
Enrico Mentana che, proprio sulla scuola, incassa ascolti sopra il 20% (24,74%
venerdì sera). In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca Italia
su dati Auditel.
( da "Messaggero, Il
(Metropolitana)"
del 27-10-2008)
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Lunedì 27 Ottobre 2008 Chiudi Lezioni in piazza. Notti bianche.
E la protesta anti-Gelmini
diventa anche un flash mob. Non si ferma la contestazione studentesca. Da oggi
una nuova settimana di mobilitazioni. Cursi all'interno
( da "Messaggero, Il
(Latina)"
del 27-10-2008)
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Scuola
Lunedì 27 Ottobre 2008 Chiudi «Sanità, tagli dovuti alle scelte
del governo» Bevilacqua: «Si faccia la conferenza dei sindaci». De Marchis:
«Medicina la chiude la Gelmini»
( da "Messaggero, Il
(Latina)"
del 27-10-2008)
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Lunedì
27 Ottobre 2008 Chiudi «Ben venga la conferenza dei sindaci, dove ci si può
confrontare, sperando di poterlo fare con serenità e senso di responsabilità e
non venga trasformata in un luogo dove prevalgono più interessi di parte che
non quelli generali». Loreto Bevilacqua, coordinatore provinciale del Pd,
risponde al sindaco di Latina Vincenzo Zaccheo e auspica il vertice con i primi
cittadini ma al tempo stesso parla di una «levata di scudi tardiva, demagogica
ed alquanto strumentale». Il coordinatore del Pd ricorda come «i tagli sono
stati imposti dal governo Berlusconi, nell'assordante silenzio degli esponenti
locali della destra. Anche perché il governo che ha voluto imporre al
commissario Marrazzo maggiori tagli al piano già predisposto dalla Giunta
Regionale, è lo stesso che trasferisce 500 milioni di euro al comune di Roma e
soprattutto 140 milioni di euro a Catania. Visto che gli esponenti locali della
Pdl vantano forti aderenze con il Governo nazionale potevano imporre allo
stesso di operare con uguale atteggiamento accettando il piano di rientro
proposto da Marrazzo che prevedeva un recupero di risorse in maniera meno drastica
e costava meno di quanto dato a Catania». Bevilacqua aggiunge, poi, che
«l'ultimo atto aziendale proposto dalla Asl e sottoposto al vaglio della
conferenza dei sindaci non prevedeva nessun taglio» e che nel 2009 al
"Goretti" «andranno 60 posti in più che aumenteranno la qualità
dell'offerta, soprattutto per quanto riguarda l'emergenza». Di «atteggiamento
demagogico e strumentale» parla anche Giorgio De Marchis, segretario cittadino
del Pd. «Oggi Zaccheo finge di ricordare che esiste una facoltà di medicina ma
non più tardi di un anno fa criticava la Coiro per aver aperto alla facoltà le
porte del Goretti, ha cambiato cinque posizioni in un anno, si è contraddetto più volte ma non deve più preoccuparsi perché grazie
al ministro Gelmini l'università a Latina sarà cancellata. Il sindaco - aggiunge De
Marchis - indirizzasse le proteste verso il suo governo». Lo stesso segretario
ricorda, inoltre che «scelte campanilistiche di chi ha voluto uno spezzatino
tra Latina, Terracina e Fondi dell'università oggi ci portano a queste
conseguenze».
( da "Messaggero, Il
(Rieti)"
del 27-10-2008)
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Scuola
Lunedì
27 Ottobre 2008 Chiudi Porte aperte ieri dalle 15 alle 19, lezioni aggiuntive
gratuite autogestite e laboratori a disposizione degli studenti: è la protesta
organizzata dagli studenti del liceo classico "Mariano Buratti" per
manifestare contro il decreto legge del ministro Gelmini. «L'assemblea degli studenti - recita un volantino - con il
consenso della presidenza e dei docenti, ha deciso di sviluppare un progetto
complementare alle lezioni curriculari. L'iniziativa consiste nel presidiare la
scuola anche nei prossimi giorni, offrendo a chi ne facesse richiesta lezioni
aggiuntive gratuite e laboratori autogestiti.
( da "Messaggero, Il
(Civitavecchia)"
del 27-10-2008)
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Lunedì 27 Ottobre 2008 Chiudi Il movimento anti Gelmini: oggi manifestazione
dei licei da piazza della Repubblica ai Fori: deviate 26 linee di bus
( da "Messaggero, Il
(Abruzzo)"
del 27-10-2008)
Pubblicato anche in: (Messaggero, Il (Viterbo))
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Lunedì 27 Ottobre 2008 Chiudi Mercoledì il voto al Senato. Il
sindacato: riaprire il confronto. Il governo: la riforma non si cambia Scuola,
decreto Gelmini
al rush finale occupazioni e cortei no stop in tutta Italia
( da "Messaggero, Il
(Pesaro)"
del 27-10-2008)
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Lunedì
27 Ottobre 2008 Chiudi Un comitato di genitori ed insegnanti contro la riforma Gelmini. Il movimento è nato qualche giorno fa per volontà di genitori
ed insegnanti della scuola dell'infanzia di Soria, della scuola elementare
Mascarucci e della scuola media Alighieri. L'obiettivo è quello di promuovere
una campagna di informazione e sensibilizzazione sugli effetti della riforma Gelmini e per difendere il diritto allo studio ed alla formazione di
qualità. «Esprimiamo preoccupazione per i provvedimenti che porteranno
riduzioni di risorse economiche, di insegnanti e di tempo scuola a danno delle
famiglie e della attuale qualità dell'offerta formativa. All'iniziativa dei tre
istituti promotori si sono uniti genitori ed insegnanti anche delle scuole di
Cattabrighe, Vismara e Borgo Santa Maria. A pochi giorni dalla sua nascita, il
comitato conta già quasi 200 aderenti. Chi vuole aderire al comitato può
scrivere a: comitatoscuolaps@alice.it, oppure telefonare al 3897936646. «Le
iniziative saranno stabilite nei prossimi giorni» conclude il comitato. T.D.
( da "Messaggero, Il
(Abruzzo)"
del 27-10-2008)
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Lunedì
27 Ottobre 2008 Chiudi Gli studenti di Agraria occuperanno
le aule della Facoltà per protestare contro la riforma Gelmini. Ad annunciarlo, in una nota, è il gruppo studentesco
"Progetto agraria". Mercoledì, a partire dalle 14, l'attività
didattica verrà sospesa e al posto delle lezioni si terrà un'assemblea per
discutere con gli studenti della Facoltà sulle possibili ricadute della riforma
sul mondo universitario. In particolare, verranno affrontati tre punti:
i possibili aumenti delle tasse universitarie, la mancanza di opportunità di
far carriera all'interno del mondo universitario, il futuro della ricerca
scientifica in seguito ai tagli che verranno effettuati dal Governo. Secondo
l'associazione universitaria, infatti, dal 2009 al 2013 ci sarà una drastica
riduzione di fondi che potrebbe portare all'impossibilità di svolgere
serenamente l'attività di ricercatore universitario. V.Pro.
( da "Messaggero, Il
(Umbria)"
del 27-10-2008)
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Lunedì
27 Ottobre 2008 Chiudi NORCIA- Le scuole di montagna non debbono essere chiuse,
ma valorizzate e tutelate, perché rappresentano da sempre una risorsa umana e
culturale e un servizio insostituibile per la crescita del territorio e per
fronteggiare lo spopolamento: la Comunità Montana della Valnerina lo ha
sottolineato in un ordine del giorno difendendo la presenza delle scuole nei
suoi Comuni, specialmente in quelli più piccoli. E intanto il senatore Domenico
Benedetti Valentino (An) sottolinea d'aver già agito nella direzione chiesta
dalla Comunità montana della Valnerina: «Sono particolarmente lieto che, a
margine della conversione in legge del Decreto-legge 137 (il cosiddetto Decreto Gelmini) il
Governo abbia integralmente accolto il mio ordine del giorno relativo alla
presenza e al funzionamento degli Istituti e plessi scolastici nei centri più
piccoli, soprattutto montani». Vanno contemperate due altissime esigenze -dice
il senatore- quella di conservare tutta l'attività didattica nei piccoli centri
e quella di assicurare un reale diritto all'istruzione mediante la
qualità dell'insegnamento. Daltra parte, nel documento approvato dalla Comunità
montana si sottolinea che «la mancanza della istituzione scolastica nei centri
montani creerebbe un grosso disagio non solo per i ragazzi e le loro famiglie
ma per tutta la comunità. Per questo l'ente montano non si limita a esprimere
una giustificata preoccupazione per il piano programmatico del ministero
dell'Istruzione, basato su parametri numerici che mettono in pericolo la
sopravvivenza di diversi plessi scolastici del territorio, ma avanza una serie
di proposte che mirano a conservare e a migliorare quelli presenti». E tra le
proposte c'è la richiesta di riconoscimento del ruolo di presidio che la scuola
svolge nelle picccole realtà e il rispetto della Costituzione quando essa afferma
il diritto allo studio per tutti e tutela la specificità montana. Poi si
sollecitano criteri di calcolo specifici che tengano conto delle situazioni
territoriali nel considerare il rapporto alunni per classe e organici del
personale, nonché il superamento delle difficoltà relative al precariato e alla
mancanza di continuità educativa collegata ai turn over, per evitare che ogni
anno o troppo spesso i ragazzi cambino insegnante o dirigente. Gli
amministratori della Comunità montana mettono in evidenza anche gli altri
problemi di cui soffrono le scuole ubicate nei comuni orograficamente
disagiati, come la diffusione delle pluriclassi che pone i docenti di fronte a
difficoltà professionali del tutto particolari o l'esiguità del numero di
alunni che in base ai criteri nazionali non consente di accedere a risorse
materiali e professionali adeguate ai bisogni del territorio.
( da "Messaggero, Il
(Marche)"
del 27-10-2008)
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Scuola
Lunedì
27 Ottobre 2008 Chiudi MACERATA Continua la protesta studentesca. Domani, in
concomitanza con la riunione, alle 15, del Senato accademico dell'università di
Macerata sit-in di studenti davanti al rettorato. Aspettano il responso dei
professori sul documento che contiene le loro richieste: no all'aumento delle
tasse, garanzia di assemblee nelle facoltà, se ciò non verrà recepito gli
studenti hanno già programma di sospendere le lezioni mercoledì prossimo. Una
protesta iniziata giovedì scorso con più di 500 tra studenti, ricercatori, docenti e lavoratori precari presenti all'assemblea contro la
legge 133 e il decreto-legge Gelmini. Hanno occupato l'atrio di
Scienze della Comunicazione gridando: «Ribellarsi è giusto, noi non abbiamo
paura». Lo studente-leader Emanuele Tartuferi, volto storico del centro sociale
Sisma, dice: «La cosa bella è l'assoluta spontaneità della protesta.
Persone tra le più diverse appoggiano una causa comune senza linee guida o
schieramenti partitici». Al. Br.
( da "Gazzetta di
Parma (abbonati)"
del 27-10-2008)
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Scuola
CRONACA
27-10-2008 A ROMA ZAMBELLI: GENTE DI OGNI ETA' Manifestazione del Pd: i
parmigiani erano 600 II «Un successo ben al di sopra delle nostre più rosee
aspettative ». Sono stati oltre 600 i militanti parmigiani del Partito
democratico che sono partiti alla volta di Roma, a bordo di cinque pullman e un
treno speciale, per partecipare alla manifestazione del Circo Massimo
conclusasi con l'intervento di Walter Veltroni. Hanno preso parte alla
«spedizione» ducale anche il presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli,
insieme agli assessori Ugo Danni e Tiziana Mozzoni, e cinque consiglieri
comunali del partito. «Al di là delle sterili polemiche sui numeri - dice
Faliero Zambelli, responsabile comunicazione del Pd - l'iniziativa ha coinvolto
centinaia di migliaia di persone, che hanno ribadito a gran voce la propria
contrarietà alle inefficaci politiche del governo Berlusconi. La vera forza dei
due cortei che hanno invaso le strade della capitale è stata quella di essere
riusciti a portare in piazza simpatizzanti di ogni età, dagli
anziani con tanto di badanti al seguito arrivando fino agli universitari sul
piede di guerra per la riforma Gelmini. Tutti insieme accomunati
dal desiderio di invocare un deciso cambio di rotta da parte dell'esecutivo ».
Gli iscritti al Pd di Parma auspicano che «la mobilitazione possa far ravvedere
il governo soprattutto sui provvedimenti riguardanti il mondo della scuola».
«A quel punto - conclude Zambelli - siamo pronti a collaborare sui temi
fondamentali, perché crediamo che il dialogo sia l'unica via percorribile per
non far sprofondare l'Italia nella recessione». G.C.
( da "Gazzetta di
Parma (abbonati)"
del 27-10-2008)
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PROVINCIA
27-10-2008 Borgotaro IL CASO BERTORELLI (VARSI): «SE DOVESSI SCEGLIERE TRA
MUNICIPIO E SCUOLA CHIUDEREI IL MUNICIPIO» Appennino ovest, i sindaci: «La
riforma fa paura» Scuola, incontro sul decreto Gelmini: preoccupazione generalizzata BORGOTARO Franco Brugnoli II
Nell'ultima seduta della conferenza dei sindaci, convocata dal presidente della
Comunità montana delle Valli del Taro e del Ceno, Carlo Berni, si è parlato
della riforma scolastica del ministro Gelmini e
soprattutto le sue eventuali ricadute sul territorio della montagna. Per
discutere con tutti i sindaci del comprensorio (ad eccezione di Bedonia che ha
avuto, sullo stesso argomento, uno specifico incontro) è intervenuto
l'assessore provinciale alle Politiche scolastiche Gabriele Ferrari. Questo
confronto è stato organizzato prima dell'approvazione definitiva del decreto.
Anche in questa «fetta» di montagna sono emerse una serie di «preoccupazioni».
Timori che sono uniformemente diffusi tra gli amministratori dell'area montana,
al di là dell'appartenenza ai vari schieramenti politici. Significativo, anche
se un po' provocatorio, l'intervento del sindaco di Varsi, Giorgio Bertorelli:
«Se a me chiedessero di scegliere fra chiudere la scuola o il municipio,
sicuramente farei chiudere il secondo. Questo per dire che la scuola è, per la
montagna, un servizio fondamentale, importante ed estremamente necessario».
Ferrari ha spiegato che la Regione Emilia Romagna ha invece provveduto ad
effettuare una sua razionalizzazione, per quanto concerne il comparto
scolastico, e, nella nostra provincia, nessuna scuola è stata chiusa, anzi,
diverse sono state potenziate. L'ultimo nato è l'istituto comprensivo Valceno.
Per cui non è logico alcun tipo di ridimensionamento, peggio ancora se
«occulto», come ha ricordato il sindaco di Tornolo Alessandro Cardinali, derivato
cioè dal taglio di fondi e dalla drastica riduzione del personale, sia
insegnante che tecnico o di segreteria. Tutto questo, tra l'altro, andrebbe a
gravare ulteriormente sui Comuni, che già hanno compiuto e stanno compiendo,
grazie anche ad aiuti esterni, sforzi notevoli, per sostenere un dignitoso
funzionamento delle varie scuole. La proposta ministeriale sarebbe insomma
quella di sopprimere tutti i plessi scolastici con meno di cinquanta alunni ed
ogni classe dovrà avere non meno di quindici alunni. «Questo andrebbe a colpire
- si è detto - molti centri dell'alta valle, obbligando bambini di cinque-sei
anni a compiere molti chilometri al giorno, si pensi ai disagi d'inverno sulle
strade di montagna, per recarsi a scuola». Ferrari ha lamentato che, nella fase
preliminare di stesura del testo della riforma non vi era stato alcun confronto
fra le parti, né tantomeno alcun coinvolgimento degli enti locali e degli
organi periferici: è stato dopo che il Governo ha "licenziato" i vari
decreti. Scuola Un momento dell'incontro sulla riforma del ministro Gelmini.
( da "Gazzetta di
Parma (abbonati)"
del 27-10-2008)
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POLITICA
27-10-2008 Politica BOTTA E RISPOSTA DOPO IL PD-DAY LA MAGGIORANZA VA
ALL'ATTACCO: «LA PIU' GRANDE MANIFESTAZIONE DEMOCRATICA? QUANDO ABBIAMO VINTO
LE ELEZIONI» Scintille tra Berlusconi e Veltroni Il premier: «In piazza la
sinistra delle frottole». Il segretario: «Ascoltare la società è un dovere del
governo» ROMA II Due milioni è mezzo di persone in piazza? «E' la sinistra
delle frottole». Veltroni? «Ha perso, vada a riposarsi per cinque anni». Dice
che l'Italia è migliore di chi la governa? «Insulsaggini ». Il giorno dopo il
Circo Massimo, Silvio Berlusconi non fa spallucce. Anzi, ci pensa nel lungo
viaggio di ritorno dalla Cina (con tappa notturna in Kazakhstan), poi decide di
rispondere in prima persona. Anzitutto replica che il governo «va avanti» con
il suo programma. A cominciare da decreto scuola e nuove misure per imprese e,
se i conti pubblici lo consentono, anche per aumentare le retribuzioni. Con
questa opposizione, aggiunge, il dialogo è «impossibile». Tanto più se il Pd si
riunisce all'Idv di Antonio Di Pietro, «un uomo malvagio». L'aereo di Stato
atterra nella notte a Ciampino, niente stop a Milano. E dopo una giornata di
riposo e riflessione con i suoi, il presidente del Consiglio decide di andare a
visitare (per la seconda volta in pochi giorni) la mostra dell'Antiquariato di
Palazzo Venezia. Così incontra i giornalisti e parte all'attacco della
manifestazione del Pd. Le immagini non le ha viste, dice. «Ma ho sentito le
dichiarazioni della Questura, e non posso che dire, che questa è la sinistra
delle frottole, delle invettive, delle calunnie». Veltroni, poi, «si dovrebbe
rassegnare: ha perso e per 5 anni non c'è più niente da fare. Invece di fare
manifestazioni, dovrebbe andarsi a riposare, per prepararsi a una bella
campagna elettorale tra 5 anni. Così ci lascerebbe lavorare meglio e con più
profitto per gli italiani». D'altra parte, la manifestazione di sabato è stata
«certamente una dimostrazione democratica, nulla da eccepire eccetto sulle
cifre; ma la più grande dimostrazione democratica - sottolinea Berlusconi è
stata il 13 e 14 aprile», quando «il Paese ci ha dato una grande maggioranza.
Noi ora siamo impegnati a realizzare il nostro programma». Tanto più che «tutti
i sondaggi indicano che ho un gradimento del 72%». Insomma, il centrosinistra
«non sa perdere». E con questa opposizione che «sfortunatamente ci troviamo»,
aggiunge, «avremo il solito rapporto ». Cioè, «se vorranno unirsi a noi per
votare i provvedimenti nell'interesse del Paese, sono i benvenuti. E anche se
daranno suggerimenti utili per il Paese». Ma «finora abbiamo avuto solo
critiche». Dopo il 25 ottobre, insomma, il presidente del Consiglio mette in
chiaro che non cambierà nulla. Il governo andrà avanti «a fare cose di buon
senso che sono nel programma qualunque cosa dica Veltroni o qualcun altro
nell'opposizione». A cominciare dal decreto Gelmini, visto che sulla scuola c'è stata una «strumentalizzazione
difficilmente definibile anche di studenti e bambini». Non solo. Berlusconi
annuncia che in settimana, con il ministro Scajola, lavorerà a nuove misure
«per sostenere le imprese e per fare ciò che i conti pubblici renderanno
possibile anche per le retribuzioni». Veltroni risponde in serata.
«Sabato si è vista la più grande manifestazione di un partito degli ultimi anni,
lo hanno scritto tutti i giornali, italiani e internazionali. La cosa bella è
che è stata serena, senza odio», ha sottolineato Veltroni, intervistato dal
Tg1. E, rispondendo ai duri attacchi dell'avversario, ha avvertito: «Ascoltare
la società e l'op - posizione è un dovere». Quanto al consenso che riscuote il
governo e che secondo il premier è al 72%, Veltroni è di tutt'altro avviso: «è
impressionante che abbia perso 18 punti percentuali in un mese e mezzo». Nel
partito si considera la massiccia partecipazione di cittadini come la prova che
il Pd ha una base sociale disponibile a fare una battaglia di opposizione,
sociale e politica. E, per rispondere a questa disponibilità, Veltroni ha detto
di voler «spendere i frutti della manifestazione per il Paese » e per le sue
battaglie sociali, a partire dalla scuola e l'economia. Antonio Di Pietro,
intanto, rivendica la propria partecipazione alla manifestazione e sui rapporti
con il Partito democratico rasserena l'orizzonte. «Noi eravamo in piazza perché
eravamo a casa nostra. Avevamo deciso insieme sei mesi fa, insieme da che parte
stare, e come fare opposizione - ha continuato, riferendosi alle scelta di fare
gruppi separati indicata da Veltroni come un tradimento - ha sbagliato chi ha
riferito i fatti in modo diverso ». Comunque, ha insistito l'ex pm, «a Veltroni
non ho nulla da rimproverare». Scontro a distanza Il premier Silvio Berlusconi
e il segretario del Pd Walter Veltroni: attacchi e repliche dopo la
manifestazione. FOTO ANSA e AP
( da "Gazzetta di
Parma (abbonati)"
del 27-10-2008)
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Scuola
POLITICA
27-10-2008 SCUOLA RIPRENDONO LE MANIFESTAZIONI. PAROLA D'ORDINE: «BLOCCARE IL
VARO DEL DECRETO» Riforma Gelmini, gli
studenti non cedono ROMA II Tutto è pronto nelle scuole e nelle università per
un'altra settimana di contestazioni. Un programma ancora denso di occupazioni,
sit-in, agitazioni, lezioni in piazza che per i primi giorni della prossima
settimana mira a bloccare l'approvazione definitiva (prevista mercoledì) al
Senato del decreto Gelmini. E da domani, gli studenti romani faranno lezione al
Colosseo. Per contrastare l'approvazione al Senato, i Cobas hanno organizzato
una manifestazione a piazza Navona, a pochi passi da Palazzo Madama, a partire
dalle 17 di domani. L'iniziativa proseguirà senza sosta fino al mattino dopo
quando è prevista la votazione. La Rete degli studenti lancia lo slogan
«Avanziamo dei diritti» ed annuncia che da oggi, in tutta Italia, «ci saranno
scioperi e notti bianche, che si concentreranno ancora una volta nei giorni di
approvazione del decreto 137 al Senato. Dopo lo slittamento ottenuto il 23
ottobre, cercheremo ancora una volta di bloccare i lavori parlamentari». Ma
l'appuntamento clou delle proteste è per giovedì, giorno in cui, in tutta
Italia, sciopererà il personale della scuola e si terrà a Roma la
manifestazione di docenti, studenti medi ed universitari contro il progetto
governativo. Per il leader radicale, Marco Pannella, «la rivolta di professori
e studenti è in realtà una rivolta contro la finanziaria di Tremonti, quella da
otto minuti». Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, invita il
governo a «far parlare le famiglie, far dire loro cosa vogliono». Anche il
numero uno della Cgil, Guglielmo Epifani, auspica l'avvio di un confronto con
le organizzazioni sindacali e la sospensione del decreto. Lapidario il commento
di Antonio Di Pietro (Idv): «Ci hanno fatto vedere il grembiulino, il voto in
condotta, ma si sono fregati la polpa, cioè otto miliardi di euro». Contro i
provvedimenti del governo sulla scuola si è espresso anche il Meic (Movimento
ecclesiale di impegno culturale), la cui assemblea ha votato una mozione che
boccia senza appello il decreto Gelmini. Proteste
senza sosta anche negli atenei. Gli studenti dell'Uni - versità romana Tor
Vergata hanno provocatoriamente messo in vendita, per appena un euro e 50
centesimi, sul sito e-Bay la propria università. Sempre gli studenti di Tor
Vergata hanno raggiunto la centrale piazza dei Cinquecento, a Roma, in camice
bianco e libri in mano. La facoltà di Fisica de La Sapienza, occupata da
giorni, ha ieri ha aperto alle famiglie per mostrare loro le esercitazioni e
sperimentazioni della materia. Da oggi poi, a Roma, partirà una settimana di
lezioni all'aria aperta, anche in luoghi simbolo della città come il Colosseo.
Proteste anche alla Normale di Pisa. Il premier Berlusconi ha comunque
ribadito: «Sul decreto andiamo avanti. Gli studenti sono stati
strumentalizzati». All'aria aperta Lezione di fisica davanti a Montecitorio.
FOTO ANSA
( da "Nuova Venezia,
La" del
27-10-2008)
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Scuola
Ripartono occupazioni e scioperi contro la riforma Gelmini. Gli universitari
faranno lezione all'aperto in piazza San Marco Gli studenti: occuperemo il
Ponte Sfida alla questura, giovedì traffico bloccato tra Venezia e Mestre
VENEZIA. Riparte la protesta studentesca contro la riforma Gelmini. Da oggi, sia in
centro storico sia in terraferma, sono in programma occupazioni e scioperi
delle scuole superiori; domani gli universitari mirano a fare una lezione
all'aperto in piazza San Marco. Ma il clou è previsto giovedì: «Due cortei
partiranno da Venezia e da Mestre per incontrarsi a metà del Ponte della
Libertà». In barba ai divieti della questura. Per il traffico il caos è
assicurato. ARTICO E COSUA A PAGINA 9
( da "Centro, Il" del 27-10-2008)
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Scuola
Pagina
8 - Pagina Aperta La riforma della scuola La riforma della scuola non si fa con
i tagli La scuola, pare, va considerata come un'azienda. Proviamo quindi ad
adottare un punto di vista aziendale nell'analisi dell'ultimo decreto che la
riguarda. Prendiamo un imprenditore. Facciamo raccogliere intorno a lui il suo
staff ed i suoi dipendenti. Guardiamo il suo viso soddisfatto: il prossimo anno
sarà l'anno della qualità. La nostra azienda raggiungerà livelli di efficienza
e serietà mai visti nel passato. Il cuore dei dipendenti si gonfia di orgoglio
e speranza. Ma l'imprenditore aggiunge: l'idea è di tagliare la spesa e il
personale del 40 per cento in tre anni, a partire dal prossimo. Gli applausi
non partono. Qualcosa non quadra. Torniamo alla scuola. Se i suoi conti vanno
esaminati secondo lo stile aziendale, il decreto della
ministra Gelmini suona esattamente come nella scena appena delineata. Se, invece,
la scuola non può considerarsi un'azienda, ma uno dei servizi più importanti
del paese, quello in cui i valori del popolo italiano vengono custoditi e
propagati insieme alle sue conquiste e al suo sapere, alla sua capacità
d'integrazione e di crescita, allora il discorso dell'immaginario
imprenditore è ancora più stridente. Della scuola non si è mai soddisfatti, si
chiede di più. La scuola deve risolvere problemi, non crearne. E' vero, chiediamo
tutti più qualità. Ma il decreto Gelmini è utile in
questo senso? Incremento degli alunni per classe: 35, ma il controllo dei
comportamenti a rischio e l'integrazione degli alunni che vivono situazioni
svantaggiate non richiedono gruppi più esigui, in cui lo scambio e il supporto
si rendono più agevoli? La numerosità delle classi non è un ostacolo alla
possibilità di esercitare le abilità orali e scritti dei singoli alunni, che
vedono diminuire il tempo a disposizione per ognuno? Drastica riduzione del
numero degli insegnanti: ma l'offerta didattica non si garantisce con
l'intervento di più "specialisti" delegati a curare ambiti diversi
con livelli di approfondimento equivalenti? E la qualità del tempo pieno resta
la stessa, quando la fascia oraria a partire dalle 12.30, fino alle 16.30, sarà
coperta dalla semplice vigilanza di cooperative che non possono fornire un
piano didattico coordinato e coerente? Si obietterà che le risorse finanziarie
disponibili sono quelle previste dal decreto. Eppure uno stipendio mensile di
un parlamentare equivale ad un anno di stipendio di un insegnante elementare,
uno stipendio mensile di un presidente di Regione equivale a due anni di
stipendio di un insegnante elementare, e non sono stati annunciati tagli nei costi
della politica. Alla scuola teniamo tutti, salvaguardandola e migliorandola ci
prendiamo cura della nostra società e delle nostre famiglie. Non possiamo farle
mancare anche quello che finora definitvamo "il minimo
indispensabile". Margherita Ruscitti Pescara Energie rinnovabili un
investimento sicuro Il panorama economico, ovvero la crisi finanziaria
delineatasi negli ultimi tempi, indica il rischio di certi investimenti basati
spesso su linee puramente speculative tanto da assurgere a volte a vere frodi
finanziarie. E' evidente che il cittadino risparmiatore finisce per essere non
solo la vittima, ma al tempo stesso l'ignaro movimentatore dell'ingranaggio che
alimenta il perverso gioco finanziario. Ora la crisi offre al cittadino, una
opportunità di riflessione per comprendere la fenomenologia legata al mercato
finanziario e scegliere di conseguenza nuove vie di investimento. Ecco la linea
di investimento che, dal mio punto di vista, oggi più conviene ed è quella
legata alle energie rinnovabili ed all'efficienza energetica. Il ritorno
finanziario legato alla produzione di energia rinnovabile è interessante perché
entrano in gioco più fattori che vanno oltre quello economico in quanto si
investe sulla propria casa, sul proprio benessere e nello stesso tempo si
diventa diretti protagonisti della lotta ai cambiamenti climatici. L'energia
rinnovabile risulta essere un investimento molto vantaggioso per via degli
attuali incentivi statali e sgravi fiscali, un vero strumento finanziario che a
differenza di altri è sicuro. Prendiamo per esempio l'energia elettrica
generata da impianti fotovoltaici, incentivata dallo stato attraverso il conto
energia (decreto ministeriale del 19 febbraio 2007), che ha un tasso di
redditività intorno al 10% e rappresenta una forma di investimento sicuro in
quanto la radiazione elettromagnetica generata dal sole è gratuita e
disponibile quotidianamente. Comunque tutte le forme di risparmio ed efficienza
energetica danno un beneficio economico oltre che ambientale, certo a medio termine
ma di sicura affidabilità. Quindi è saggio investire nel fotovoltaico, nel
termico, nell'eolico, nel geotermico. Si evidenzia che, se in passato si fosse
investito in fonti energetiche rinnovabili invece che puntare sugli ormai
famosi sub-prime, ora non si avrebbero problemi e la terra avrebbe avuto un
piccolo grande aiuto. La crisi ecologica in atto, attivata dal riscaldamento
globale, innescherà ulteriori criticità ed investire sulle rinnovabili
significa prevenire, curare e dare linfa vitale ad un'economia in forte
stagnazione. La società odierna scegliendo di sviluppare una nuova economia
basata sulle energie rinnovabili aprirà una strada molto promettente per uscire
dalla crisi finanziaria in cui si vive. Ottavio Di Carlo E.mail
( da "Messaggero
Veneto, Il"
del 27-10-2008)
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Scuola
Un'altra
settimana di contestazioni negli istituti superiori e negli atenei.
Manifestazioni creative degli universitari: lezioni al Colosseo e vendite su
e-Bay Scuola, da oggi nuove proteste in vista del voto Il 29 l'approvazione
definitiva del decreto Gelmini in Senato. Giovedì 30
sciopero del settore ROMA. Tutto è pronto nelle scuole e nelle università per
un'altra settimana di contestazioni. Un programma - ancora denso di
occupazioni, sit-in, agitazioni, lezioni in piazza - che per i primi giorni di
questa settimana mira a bloccare l'approvazione definitiva (prevista il 29 ottobre)
al Senato del decreto Gelmini. E da
oggi, gli studenti romani faranno lezione al Colosseo. Ma Berlusconi è
categorico («Andiamo avanti, perché le critiche al decreto Gelmini sono strumentali», ha detto ieri sera il premier). Per
contrastare l'approvazione al Senato, i Cobas hanno organizzato una
manifestazione a piazza Navona, a partire dalle 17 di domani.
L'iniziativa proseguirà senza sosta fino al mattino dopo quando è prevista la
votazione. La Rete degli studenti lancia lo slogan «Avanziamo dei diritti» e
annuncia che da domani, in tutta Italia, «ci saranno scioperi e notti bianche,
che si concentreranno ancora una volta nei giorni di approvazione del decreto
137 al Senato. Dopo lo slittamento ottenuto il 23 ottobre, cercheremo ancora
una volta di bloccare i lavori parlamentari». Ma l'appuntamento clou delle
proteste è per giovedì 30, giorno in cui, in tutta Italia, sciopererà il
personale della scuola e si terrà a Roma la manifestazione di docenti, studenti
medi e universitari contro il progetto governativo. Per il leader radicale,
Marco Pannella, «la rivolta di professori e studenti è in realtà una rivolta
contro la finanziaria di Tremonti, quella da otto minuti». Il segretario
generale della Cisl, Raffaele Bonanni, invita il governo a «far parlare le
famiglie, far dire loro cosa vogliono». Anche il numero uno della Cgil,
Guglielmo Epifani, auspica l'avvio di un confronto con le organizzazioni
sindacali e la sospensione del decreto. Lapidario il commento di Antonio Di
Pietro (Idv): «Ci hanno fatto vedere il grembiulino, il voto in condotta, ma si
sono fregati la polpa, cioè otto miliardi di euro». Contro i provvedimenti del
governo sulla scuola si è espresso anche il Meic (Movimento ecclesiale di
impegno culturale), la cui assemblea ha votato una mozione che boccia senza
appello i decreti Gelmini: «I contenuti non sembrano
essere il frutto di un chiaro e coerente disegno pedagogico». Teodoro
Buontempo, presidente de La Destra, giudica «inquietante il silenzio
dell'organizzazione giovanile di An di fronte alle sprovvedute iniziative della
Gelmini e alle dichiarazioni del tutto irresponsabili
di Silvio Berlusconi». Degli sprechi nelle università ha parlato il ministro
Renato Brunetta: «ci sono i baroni universitari, i corsi universitari per
appena 10 studenti e così via». Proteste senza sosta anche negli atenei. Gli
studenti dell'università romana Tor Vergata hanno provocatoriamente messo in
vendita, per appena un 1,5 euro su e-Bay la propria università. Sempre gli
studenti di Tor Vergata oggi hanno raggiunto la centrale piazza dei
Cinquecento, a Roma, in camice bianco e libri in mano. Una protesta creativa
che ha l'obiettivo di «far conoscere alla popolazione il tragico futuro
dell'università italiana». La facoltà di Fisica de La Sapienza, occupata da
giorni, ha aperto alle famiglie per mostrare loro le esercitazioni e
sperimentazioni della materia, da oggi i professori faranno lezione in luoghi
simbolo della città, come il Colosseo.
( da "ITnews.it" del 27-10-2008)
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Scuola
Milano,
23 ott. (Adnkronos) - Non cedono di un passo gli studenti milanesi e domani
sono pronti a scendere di nuovo in piazza per protestare contro il decreto del
ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini. Ancora una volta 'occuperanno' il salotto buono della citta':
piazza del Duomo si trasformera', a partire dalle 10 circa, in una grande aula.
Una lezione all'aperto per coinvolgere tutti in una protesta contro la legge
133 "che porterebbe -sostengono i manifestanti- al collassso del sistema
universitario pubblico".
( da "WindPress.it" del 27-10-2008)
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Scuola
27-10-2008
Ho chiesto ai ragazzi se la scuola e l?università così come sono li soddisfino.
Un?università ed una scuola che non preparano al lavoro e che non consentono
loro di farsi un futuro. Non è vero che in Italia si spenda poco per
l?istruzione, anzi siamo tra i primi d?Europa. Il problema è che si spende
male. E? inaccettabile che:l?università italiana produca meno laureati del
Cileabbiamo 94 università, più 320 sedi distaccate nei posti più disparati ci
siano 37 corsi di laurea con 1 solo studente 327 facoltà non superino i 15
iscrittinegli ultimi 7 anni siano stati banditi concorsi per 13.232 posti da
associato ma i promossi siano stati 26.000. Nel 99,3% dei casi sono stati
promossi senza che ci fossero i posti disponibili facendo aumentare i costi di
300 milioni di euro ci siano 5 università importanti con buchi di bilancio
enormi (e sono i luoghi dove si protesta maggiormente) che avrebbero portato,
se fossero state aziende, al licenziamento in tronco di chi le ha gestite per
tanti annisi siano moltiplicate cattedre e posti per professori senza tener
conto delle reali esigenze didattiche dei ragazzi, aumentando la spesa per
l?università in maniera inaccettabilenon ci sia un?università italiana che
figuri tra le migliori 150 del mondo ci siano 5500 corsi di laurea, mentre in
Europa ne troviamo la metà Siano insegnate 170.000 materie rispetto alle 90.000
della media europea nel 2001 i corsi di laurea fossero 2444, oggi 5500 i
ragazzi siano sottoposti ad un carico di ore di lezione triplo rispetto alla media
europea per trovare giustificazione a corsi fatti solo per dare cattedre.
( da "TGCom" del 27-10-2008)
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Scuola
27/10/2008
Dl Gelmini,gli studenti non mollano Proseguono le
proteste in molte città Tutto pronto nelle scuole e nelle università per
un'altra settimana di proteste. Da lunedì mattina si susseguiranno altre
occupazioni, sit-in, agitazioni e lezioni in piazza. L'obiettivo principale
delle contestazioni è quello di bloccare l'approvazione definitiva al Senato,
prevista mercoledì 29 ottobre, del decreto Gelmini, ma
il premier ha già dichiarato che il governo andrà avanti. A Roma gli studenti
faranno lezione al Colosseo. Contro la "riforma" Gelmini
i Cobas hanno organizzato una manifestazione a piazza Navona, a pochi passi da
Palazzo Madama, a partire dalle 17 di martedì 28. L'iniziativa proseguirà senza
soste fino a mercoledì, quando è prevista la votazione. La Rete degli studenti
nel frattempo lancia lo slogan "Avanziamo dei diritti" e annuncia che
da lunedì, in tutta Italia, ci saranno scioperi e notti bianche contro
l'approvazione del decreto 137 al Senato. "Dopo lo slittamento ottenuto il
23 ottobre, cercheremo ancora una volta di bloccare i lavori
parlamentari", hanno dichiarato alcuni rappresentanti di istituto. Ma
l'appuntamento clou della contestazione è fissato per giovedì 30 ottobre,
giorno in cui, in tutta Italia, sciopererà il personale della scuola e si terrà
a Roma la manifestazione di docenti, studenti medi ed universitari contro il
progetto governativo. Proteste senza sosta sono state organizzate anche negli
atenei. Gli studenti dell'Università romana di Tor Vergata hanno
provocatoriamente messo in vendita, per appena un euro e 50 centesimi, sul sito
e-Bay la propria università, raggiungendo poi la centrale piazza dei
Cinquecento in camice bianco e libri in mano. Una protesta creativa che,
secondo gli studenti, ha l'obiettivo di "far conoscere alla popolazione il
tragico futuro dell'università italiana". La facoltà di Fisica de La
Sapienza, occupata da giorni, da domenica ha aperto i battenti alle famiglie
per mostrare loro le esercitazioni e sperimentazioni della materia. Da lunedì,
a Roma, partirà inoltre una settimana di lezioni all'aria aperta, anche in
luoghi simbolo della città come il Colosseo. Alla Normale di Pisa sono apparsi
alcuni striscioni di protesta: "Un Paese vale quanto ciò che
ricerca". SCUOLA, LA PROTESTA SUL DECRETO-GELMINI Tgcom 23/10/2008Scuola,
proseguono le occupazioni 22/10/2008Scuola, ancora cortei nelle città
22/10/2008Prof: "Se non scioperi,ti boccio" 20/10/2008Scuola, è il
momento della protesta 17/10/2008Gelmini, non solo
proteste 14/10/2008Ddl Gelmini,
protestano gli Atenei 12/10/2008"La Gelmini taglia
4mila scuole" 20/09/2008Scuola,Gelmini contestata
a Venezia 22/10/2008Scuola,Napolitano:"Serve confronto"
22/10/2008Scuola,Berlusconi: "Nessun taglio" 21/10/2008Scuola,
Famiglia Cristiana attacca 21/10/2008Scuola, lo scandalo
"supplentopoli" 20/10/2008Scuola,ancora protesta anti-Gelmini 17/10/2008"Su scuola non si tema
cambiamento" 15/10/2008Scuola,ok alle classi per stranieri
09/10/2008Scuola, sciopero il 30 ottobre 04/10/2008Scuola,Cisl verso sciopero
generale 27/09/2008Scuola, Cgil minaccia lo sciopero 20/10/2008Scuola, è il
momento della protesta 23/10/2008Scuola, da domani si apre confronto
07/10/2008Scuola, la Camera conferma fiducia Invia ad un amico
( da "RomagnaOggi.it" del 27-10-2008)
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Scuola
27
ottobre 2008 - 8.58 (Ultima Modifica: 27 ottobre 2008) Il
modello per la riforma della scuola promossa da Mariastella Gelmini? E' quello di Barack Obama. Lo afferma lo stesso ministro della
Pubblica istruzione in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, al
quale rivela di essersi ispirata al candidato democratico alla Casa bianca per
scrivere il decreto che sta fomentando proteste in tutta Italia e in tutte le
scuole, tra allievi, docenti e genitori. "Il mio punto di
riferimento è quello che sta facendo Barack Obama in America", spiega la Gelmini dicendo anche perché apprezza così tanto il senatore
nero dell'Illinois. "Sta proponendo per la scuola americana provvedimenti
simili ai nostri, penso soprattutto agli incentivi al merito per gli
insegnanti. E anche lui vuole razionalizzare le scuole sul territorio per
destinare i risparmi alla qualità dell'istruzione". Riguardo alle proteste
di queste settimane, la Gelmini cerca di
ridimensionare il fenomeno snoccialando dei numeri. "Gli studenti in
Italia sono 9 milioni - fa notare -. Coloro che protestano, alcune migliaia. Le
facoltà occupate sono pochissime. E in molte, gli studenti ricacciano indietro
gli occupanti. Non immagina quanti messaggi ricevo da studenti stanchi di
slogan vecchi e di professori militanti". Tuttavia le proteste stanno
conquistando tutte le prime pagine dei quotidiani, dei siti web, dei
settimanali, nonché le aperture dei telegiornali e dei radiogiornali.
"Funziona così - spiega ancora la Gelmini al
?Corriere': a Firenze occupano una stanza in venti e nei tg si dice che
l'università è occupata. Oppure, a Milano, succede che in duecento escano dai
centri sociali e vadano a scorrazzare nei cortili della Statale. Visto che
nessuno dà loro retta, bloccano la stazione Cadorna. I tg dicono: scontri tra
studenti e polizia. Ma di studenti non ce ne erano".
( da "Reuters Italia" del 27-10-2008)
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Scuola
ROMA
(Reuters) - Mentre il Senato si avvia al voto finale sul
decreto Gelmini, e un sondaggio indica che gli italiani contrari alla riforma
della scuola sono più numerosi dei favorevoli, inizia oggi una nuova settimana
di proteste di genitori, studenti e insegnanti, che culminerà nello sciopero
promosso dai sindacati per giovedì prossimo, il 30 ottobre . Secondo il
calendario di Palazzo Madama, i senatori dovrebbero votare il decreto 137 - già
approvato dalla Camera con la fiducia - mercoledì mattina. La maggioranza di
centrodestra ha i numeri necessari, e dunque non si temono sorprese in aula. Ma
fuori dal Senato, già da martedì pomeriggio, si terrà un sit-in permanente
nella vicina piazza Navona, in attesa del voto, mentre nelle scuole in rivolta
di mezz'Italia si terranno nuove notti bianche. "Importante: portare
striscioni, cartelli delle scuole, le ormai mitiche magliette verdi del
coordinamento per essere visibili anche tra i turisti di Piazza Navona",
scrive sul proprio sito web il coordinamento genitori- insegnanti che si
riunisce in una scuola della periferia romana, l'Iqbal Masih. La Rete degli
Studenti Medi - che si definisce "sindacato studentesco",
indipendente dai partiti - annuncia "notti bianche e autogestioni con
pernotto" tra oggi e il 29 ottobre negli istituti superiori, e la
partecipazione alla manifestazione nazionale dei sindacati della scuola che si
terrà il 30 ottobre nella Capitale. Ma anche oggi il centro di Roma è
attraversato da un corteo degli studenti medi, mentre a Catania, manifestano i
giovani di Lotta Studentesca, l'organizzazione giovanile della Destra di
Francesco Storace. SONDAGGIO: MAGGIORANZA ITALIANI CONTRO GELMINI E USO POLIZIA
Intanto, mentre sul sito di social networking Facebook ha superato i 117mila il
numero delle adesioni alla causa "A favore dell'istruzione e della
ricerca", che contesta la legge 133 di riforma dell'Università, un
sondaggio realizzato da Demos per conto del quotidiano "Repubblica" e
reso noto oggi dice che il 47% degli italiani sono contrari al decreto Gelmini, contro il 38,5% di favorevoli e il 14,3% che non sa
o non risponde. Il sondaggio dice anche che il 49,4% appoggia la protesta degli
studenti, mentre il 38,4% non è d'accordo con le manifestazioni. Sull'uso delle
forze delle ordine per prevenire occupazioni di scuole e università, evocato
dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il 48,1% degli intervistati
risponde che "è sbagliato occupare, ma va tollerato", mentre per il
26,7% "è giusto occupare le Università", dice Demos. Continua...
( da "Blogosfere" del 27-10-2008)
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Ott 0827 Gli occhiali della Gelmini,
il modello Obama e i tornelli di Brunetta. Palamara e i fannulloni a corte
Pubblicato da Eleonora, Blogosfere Staff alle 10:44 in Italia Siamo in guerra.
La causa della protesta è ancora ignota a tanti manifestanti che pur di
infamare ministri, annessi e connessi scendono in piazza e occupano senza
entrare nel merito (a differenza della maestra pubblicata da
DestradiPopolo). Oggi la flagellante dell'Istruzione italiana, i cui occhiali
stano suscitando più antipatie della riforma, si confessa al Corriere della
Sera in e, anzichè perdersi nelle polemiche italiane, guarda ai grandi leader.
Il mio modello è Barack Obama, spiega la Ministra, che nel suo programma
prevede gli incentivi al merito per gli insegnanti. E il Pd? Quelli sono
ingessati, mai propositivi (come darle torto? Basta guardare la manifestazione
di sabato al Circo Massimo). E lo sciopero del 30 è un rito della sinistra. Il
problema di Mariastar, come la chiama la Littizzetto, è che liquida le
manifestazioni come sfilate di quattro gatti alla ricerca di visibilità. Ottimo
che sia diposta o meno ad avviare il dialogo con le associazioni degli studenti
e degli insegnanti, caro Ministro, ma deve ammettere che i manifestanti erano
tanti, da Cadorna alla Sapienza. Errore madornale minimizzare le presenze della
partecipazione popolare. Un paio di riflessioni a cui vogliamo dare spazio
proposte da articolo21 (e a cui il Ministro farebbe bene a rispondere): Come si
spiega che il primo provvedimento della Gelmini ha
colpito la scuola elementare che occupa i primi posti nella graduatoria
internazionale? Come si spiega che il numero degli insegnanti, i fondi
destinati alla scuola di ogni ordine e grado sono destinati a ridursi
notevolmente ( oltre 8 miliardi di euro nel triennio 2009/2011)? Come si spiega
il tentativo di trasferire le Università in fondazioni di diritto privato?
Oltre alle proteste sulla scuola, è in arrivo il subbuglio nelle aule dei
tribunali: infatti il piccolo grande Brunetta ha deciso di installare i
tornelli per controllare i magistrati che lavorerebbero in sede poche,
pochissime ore. La rivelazione è arrivata ai microfoni di Rtl 102.5 nel corso
del Brunetta della domenica cui è seguita la reazione di Luca Palamara,
presidente della Anm. Se i magistrati portano i fascicoli a casa non significa
che non lavorino e poi Brunetta dimentica che i magistrati sono impegnati anche
nelle udienze, ha spiegato. Ma il Renato dell'Innovazione, si sa, è uomo
cocciuto; Palamara, provaci tu a spiegargli le cose.
( da "Varesenews" del 27-10-2008)
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Saronno
- Varese - E? successo in mattinata, quando alcuni studenti del Riva sono
entrati del vicino liceo. Alcune auto dei carabinieri sul posto I ragionieri
?occupano? lo scientifico, carabinieri a scuola Monta la protesta per la
riforma Gelmini anche in provincia di Varese e questa
mattina, 27 ottobre, alcuni studenti di un istituto tecnico hanno occupato
un vicino liceo. E? successo a Saronno dove alcuni iscritti dell?Itcg,
l?istituto tecnico per ragionieri e geometri ?Zappa? a partire dalle 10 sono
entrati nel vicino istituto scientifico ?Grassi?, dove si stavano svolgendo
regolarmente le lezioni. A quel punto la gran parte degli studenti del liceo
sono usciti in strada. La protesta nel corso della mattinata è diventata un
crescendo e gli studenti dei cinque istituti superiori sono ora in piazza. Sul
posto sono arrivate anche alcune pattuglie dei carabinieri. I militari si
sono limitati ad osservare la protesta. Non si registrano incidenti.
(seguono aggiornamenti) Lunedi 27 Ottobre 2008
( da "Stampaweb, La" del 27-10-2008)
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Scuola
ROMA
Per Berlusconi il problema rimane sempre e soprattutto Di Pietro, che il premier
marchia a fuoco come un «malvagio» dal quale Veltroni dovrebbe liberarsi. Ecco,
spiega il Cavaliere, se l?opposizione avanzasse delle proposte utili, «noi
voteremmo i loro suggerimenti». Certo, questo nuovo rapporto con il Pd fa parte
del «libro dei sogni»: tuttavia l?inflessibile Cavaliere sta mettendo in azione
i suoi ambasciatori per «scollare» i Democratici dall?Idv. Non gli interessa se
in Abruzzo Walter e Tonino cammineranno a braccetto per le regionali.
Berlusconi vuole verificare fino in fondo se il Pd, dopo la manifestazione di
sabato scorso, avrà il coraggio di fare una «svolta moderata»: aspetta segnali
dal coordinamento che Veltroni ha convocato per domani. «Noi voteremmo i loro
suggerimenti...», dice il premier dietro la faccia dura di chi risponde colpo
su colpo. Ma allo stesso tempo ha dato mandato di verificare cosa c?è di buono
tra le 11 proposte illustrate la scorsa settimana da Bersani e che i gruppi del
Pd hanno tradotto in emendamenti al decreto anticrisi. E? il ministro dell?Economia
Tremonti che sta vagliando queste proposte in termini di ricaduta sulle casse
dello Stato: e non è escluso che alcune di esse verranno accolte. Non è un caso
che ieri, mentre picchiava su Di Pietro e giudicava quella al Circo Massimo
«una dimostrazione certamente democratica», il Cavaliere annunciasse che il
governo sta pensando ad un intervento sulle retribuzioni e le piccole e medie
imprese. Proprio ciò su cui Veltroni batte da tempo e che rappresenta il cuore
delle 11 proposte di Bersani. Forse, in tempi di crisi economica nera,
Berlusconi capisce che ci vuole una vera unità nazionale su certi temi. Oppure
si tratta di un amo avvelenato lanciato al Pd per «scollarlo» da Di Pietro.
Rimane il fatto che il premier ha in testa altri tentativi per attirare a sè
Veltroni. Ad esempio è disposto a discutere su regolamenti parlamentari che
istituzionalizzino il governo ombra del Pd, ma che rendano più veloce l?iter
parlamentare dei provvedimenti. Anche sulla legge elettorale per le Europee a
Palazzo Chigi non escludono un?apertura. La legge arriva oggi nell?aula di
Montecitorio dopo un braccio di ferro in commissione dove è uscito un testo
della maggioranza che prevede uno sbarramento al 5% e la lista bloccata senza
preferenze. «Non è un testo blindato», dicono ora ai vertici dei gruppi
parlamentari del Pdl. Probabilmente lo sbarramento sarà portato al 4%. «In ogni
caso - spiegano nel Pdl - non si tratta di una proposta del governo prendere o
lasciare: la discussione parlamentare è aperta». Sul decreto-scuola della Gelmini i giochi sembrano già fatti (sarà approvato
dopodomani dal Senato). Ma c?è ancora da scrivere il disegno di legge
sull?Università: su questo terreno ci potrà essere l?altra apertura. «Sempre
che - ha confidato la Gelmini - il Pd e il mondo universitario
siano disposti a sedersi attorno a un tavolo e discutere nel merito delle
nostre proposte, senza demonizzazioni». Quella che si muove sottotraccia è
un?arma a doppio taglio per il Pd, che sabato al Circo Massimo ha preso un
ricostituente, ma che dalla base ha avuto una forte indicazione a favore
dell?alleanza con Di Pietro. E, appunto, per separare Walter e Tonino, Silvio è
disposto a qualche sacrificio.
( da "Stampaweb, La" del 27-10-2008)
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Scuola
ROMA
Tra i 5 e i 6 mila studenti, a detta degli organizzatori, stanno manifestando a
Roma in un corteo «apolitico» organizzato dalle scuole superiori del IV
municipio della città contro la politica del governo in materia di istruzione.
Al corteo, partito intorno alle ore 10 da piazza della Repubblica e diretto a
piazza Venezia, quindi a piazza Navona, partecipano anche studenti di altri
licei della capitale e qualche universitario. Al termine della manifestazione è
previsto un sit-in davanti al Senato. Continuano, intanto, le occupazioni:
questa mattina è stato occupato l?istituto nautico Marcantonio Colonna per
protestare contro l?imminente approvazione del decreto Gelmini.
Nel primo striscione che apre il corteo c?è scritto «IV municipio: giù le mani
dalla nostra cultura», ma alla protesta hanno aderito anche studenti di altre
scuole della città, che intendono sensibilizzare i cittadini sui provvedimenti
del governo sulla scuola. Al corteo, che attraversa il centro di Roma, si
stanno unendo altri gruppi di studenti. Circa 200 giovani hanno coperto una
parte del percorso in metropolitana, sulla linea A, sono scesi alla stazione
Spagna e continuando a scandire slogan, sono passati per via Condotti si sono
poi diretti verso piazza Venezia. A Roma da oggi parte anche una settimana di
lezioni all?aria aperta, anche in luoghi simbolo della città, per protestare -
senza bloccare l?anno scolastico e accademico - contro la riforma Gelmini. Studenti ed insegnanti della facoltà di medicina
della Sapienza terranno delle lezioni davanti al Ministero della Pubblica
Istruzione mentre a Piazza Farnese si terrà la lezione del docente di Filosofia
Roma tre Giacomo Marramao. Anche a Napoli studenti ancora in piazza per
protestare contro la riforma Gelmini. Questa mattina
sono due, per il momento, i cortei che stanno sfilando in città. Un primo,
autorizzato, è partito poco dopo le 10 in alcune strade del quartiere
periferico Ponticelli; un altro, estemporaneo, si è radunato in piazza del Gesù
per dirigersi in piazza Municipio. Intanto aumenta il numero di istituti
superiori occupati o autogestiti. Lo storico liceo classico Genovesi, in piazza
del Gesù, che è stato il primo ad essere occupato, resta il fulcro della
protesta. A Bari, invece, lezioni universitarie in piazza per protestare contro
la riforma Gelmini. Stamane a dare il via alle
attività, nella centrale piazza Umberto, di fronte all?Ateneo, è stato il prof.
Angelo Massafra della facoltà di lettere con una lezione di storia moderna
rivolta ad una cinquantina di studenti seduti per terra. Fitto il programma
della giornata: in piazza Umberto le attività proseguiranno con una lezione di letteratura
inglese tenuta dal prof. Stefano Bronzini e poi, all?ora di pranzo, con una
lezione di storia della filosofia contemporanea del prof. Sistetti. I docenti
hanno accolto favorevolmente l?iniziativa degli studenti concordando
addirittura con la preside di facoltà, Grazia Di Staso, il calendario delle
lezioni di tutta la settimana. Continuano anche a Palermo le proteste degli
studenti contro. Le lezioni sono ancora sospese alla facoltà di Lettere mentre
assemblee spontanee sono state promosse nelle altre facoltà. Cortei e sit-in
sono stati organizzati dagli studenti degli Istituti superiori. Una
manifestazione si sta tenendo davanti alla sede regionale Rai. Mentre un corteo
è sfilato stamane lungo via Libertà paralizzando il traffico. Gli studenti della
Facoltà di Scienze della Formazione stanno invece tenendo lezione all?aperto in
piazza Castelnuovo, di fronte al teatro Politeama. E lezioni di docenti di
Ingegneria, Architettura, Medicina, Farmacia e Giurisprudenza si terranno da
domani in simultanea in diverse piazze della città. A Firenze, invece, ci si
prepara per una maratona non stop di 24 ore di lezioni, per protestare contro i
tagli all?Università. A metterla in atto, a partire da stamani alle 8.30, gli
studenti universitari del Polo di Scienze. Le lezioni, che continueranno senza
sosta fino alle 8.30 di domani mattina, si svolgono al dipartimento di
matematica «Ulisse Dini» e sono visibili anche su Internet sui siti
www.collettivodiscienze.it e www.studentidisinistra. Caffè gratis di notte, per
restare svegli, e colazione gratuita per chi riuscirà ad arrivare a domani
mattina. Iniziativa simile anche a all'università di Trento, dove la facoltà di
Sociologia si appresta a una maratona didattica no stop di protesta contro la
legge 133. Un?iniziativa promossa dal Comitato No Gelmini
in preparazione della manifestazione di domani mattina che prevede un corteo
fino alla sede del Rettorato, in coincidenza con la seduta del consiglio di
amministrazione dell?Università. Sempre questa mattina i lettori di madre
lingua, con una lezione all?aperto, manifestano davanti al Rettorato contro il
blocco delle assunzioni che dovrebbe portare alla perdita del lavoro per circa
80 tra impiegati ed insegnanti di lingua dell?ateneo trentino. Ma il ministro
non cede e, anzi passa al contrattacco: per Maria Stella Gelmini,
infatti, lo sciopero contro la scuola del 30 ottobre «è il solito vecchio rito
di chi difende l?indifendibile. Dopo, credo che si potrà riprendere a
confrontarsi con le riforme. Ovviamente, con chi fa proposte». Quanto ai tagli,
Gelmini sottolinea: «bisognava anche riportare tutti
alla realtà. Dire che la gestione allegra del denaro pubblico è finita. E
dunque, prima si eliminano gli sprechi. Poi, ma soltanto dopo, si potrà
reinvestire in qualità. Questo per quanto riguarda la scuola. Per l?università
il 2009 non prevede particolari tagli. Qualche problema potrà esserci dal 2010
ma abbiamo tempo sufficiente per discuterne con chi vuol farlo seriamente». Il
ministro nega inoltre che il governo possa essere accusato di razzismo per le
classi ponte per immigrati. «L?ambiguità - osserva - è di chi ha tentato come
al solito di buttarla sul razzismo. Qualunque genitore che ha un figlio alle
elementari conosce il problema rappresentato da chi in classe non sa l?italiano.
Un problema didattico, che come tale va risolto: non faremo classi separate, le
classi ponte saranno corsi magari pomeridiani di italiano per consentire a chi
non lo è di imparare la lingua il più rapidamente possibile». commenti (0)
scrivi
( da "Stampaweb, La" del 27-10-2008)
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Scuola
ROMA
E? una settimana durissima quella che inizia oggi per Mariastella Gelmini, che mercoledì porterà a casa l?approvazione
definitiva del contestato decreto 133, ma non potrà eludere altri scontri con
la piazza. Specie dopo che il premier ha deciso per la linea dura: «Andiamo
avanti - ha detto - facendo le cose di buon senso in programma, qualunque cosa
dicano Veltroni o chiunque altro dell?opposizione». La madre di tutte le
battaglie sarà lo sciopero generale del 30, ma nei tre giorni precedenti si
prevede un?impennata della protesta. La Rete degli Studenti ha fatto appello
affinché le occupazioni siano più estese. Domani alle 17 i Cobas inizieranno
una veglia di protesta a piazza Navona che durerà fino a mercoledì, quando
l?assemblea voterà il decreto. Nonostante la situazione sia ormai compromessa i
leader sindacali hanno tentato ieri un appello in extremis. Intervistati a
«Domenica in», sia Guglielmo Epifani che Raffaele Bonanni hanno auspicato un
cambio di atteggiamento: «Una mediazione è possibile - ha detto il leader della
Cisl - se si dà ascolto alle famiglie». Il segretario della Cgil è apparso più
scettico, tuttavia ritiene «indispensabile trovare un punto di dialogo evitando
il muro contro muro». Anche durante il week end le proteste sono continuate in
tutta Italia. A Roma i ricercatori di Tor Vergata hanno messo in vendita su
e-Bay il loro ateneo, al prezzo di un euro e mezzo. Oggi lezioni all?aperto in
molte piazze della capitale, a cominciare da quella del Colosseo. A Pisa
striscioni sono stati posti sulla facciata dell?ateneo. E tutto questo mentre
restano migliaia di scuole e facoltà occupate. FOTO Le manifestazioni della
settimana
( da "Metronews" del 27-10-2008)
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Studenti
: nuovi sit-in aspettando giovedì uscito su Metro il 27/10/2008 Lascia il tuo
commento! Comincia oggi la settimana decisiva per conoscere il futuro della
scuola italiana. In attesa della grande manifestazione in programma giovedì, i
numeri parlano chiaro: più di 300 manifestazioni organizzate e oltre duecento
tra scuole e facoltà universitarie occupate in segno di protesta. Il dissenso
nei confronti del ministro della Pubblica istruzione Gelmini
è lampante. Anche ieri hanno risposto quasi duemila persone alla mobilitazione
promossa dall?Università La Sapienza di Roma, alla quale hanno preso parte
studenti, docenti e genitori. «Sul decreto andremo avanti - ha detto di nuovo
Berlusconi - perché questo dissenso è esclusivamente strumentale». Umberto
Bossi invece chiede graduatorie regionali per il corpo docente. Da oggi però è
prevista una nuova ondata di sit-in, agitazioni e lezioni in piazza. Domani è
in programma un antipasto della manifestazione di giovedì con un sit-in davanti
a Palazzo Madama.
( da "Metronews" del 27-10-2008)
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Settimana
calda per atenei e licei milanesi uscito su Metro il 27/10/2008 Lascia il tuo
commento! S?infiamma la settimana degli studenti milanesi che da oggi ripartono
a suon di picchetti, assemblee e occupazioni contro i tagli della Finanziaria
all?università e la riforma Gelmini. Si parte oggi
alle 12 con un?assemblea al Politecnico che si preannuncia molto partecipata
data la presenza di alcuni docenti. Mezz'ora più tardi assemblea anche alla
facoltà di Scienze Politiche della Statale. Alle 14.30 gli studenti si
trasferiranno al “muretto degli amici di Abba”, dove prenderanno parte a un
laboratorio di autoformazione. Alla stessa ora gli allievi di Brera
bloccheranno il traffico davanti alla Triennale per assistere ad una lezione
all'aperto. Ma da oggi a mobilitarsi in massa sono anche i licei e gli istituti
superiori. All?Agnesi e al Marconi è previsto un picchetto e poi lezioni
davanti all?istituto. Al Boccioni in programma l?occupazione dell?istituto come
anche all?Omero che ha avviato l?autogestione la scorsa settimana. In altre 15
scuole invece sono previste assemblee per decidere le mobilitazioni nei giorni
successivi. Di sicuro mercoledì e giovedi ci saranno due cortei. Partenza alle
9.30 da Cairoli al grido: “Se passa il decreto, blocchiamo la città”. (Annalisa
Serpilli)
( da "Panorama.it" del 27-10-2008)
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Scuola
-
Italia - http://blog.panorama.it/italia - Università, protesta continua. Una
giornata in piazza con gli studenti Posted By cristina.bassi On 24/10/2008 @
19:19 In Headlines | 3 Comments Lezione sotto il cielo grigio, seduti sul
pavimento in pietra, con il blocco per gli appunti sulle ginocchia, tra i passanti
incuriositi. E poi "meglio in piazza che nelle aule, dove siamo talmente
stipati che la metà rimane in piedi", fa notare Elisabetta, al primo anno
di Scienze Politiche. [1] La protesta "no Gelmini"
persevera. Ma prende una piega nuova. L'occupazione degli atenei non piace a
tutte le correnti del movimento studentesco oppure non funziona come ci si
aspetterebbe. I ragazzi decidono di puntare sulle lezioni in piazza Duomo. Le
stesse che si dovrebbero tenere a Brera, a Giurisprudenza, a Mediazione linguistica
e a Scienze politiche, ma trasferite all'aperto. I professori, 5-6, si prestano
e gli studenti arrivano in 400 circa. Ore 8.30 di venerdì 24 ottobre, via
Conservatorio a Milano. Ritrovo e blocco simbolico, di circa mezz'ora,
dell'entrata di Scienze Politiche per il sesto giorno consecutivo. Ci si sposta
poi in piazza (guardati a distanza da agenti in borghese), dove altri ragazzi
continueranno ad arrivare per tutto il giorno, e dove il programma va dalle 9
alle 15. Le materie: filologia slava, lingua araba, giapponese, diritto
costituzionale, "paura e controllo sociale", "storia di
quarant'anni di fallimento dell'università pubblica". Quest'ultima è la
lezione più attesa. In cattedra, o meglio sul selciato, il prof. Aldo Giannuli,
ricercatore in storia contemporanea a Scienze politiche. Che spiega le sue
ragioni: "I docenti hanno il dovere di stare dalla parte degli studenti,
anche se a volte compiono dei piccoli eccessi", dice. "I ragazzi
hanno dimostrato di avere coscienza politica nella difesa dell'università
pubblica. Purtroppo non posso dire lo stesso di molti miei colleghi, che non
hanno capito che questo sistema è al capolinea". Chi sono gli studenti in
piazza? Ma soprattutto cosa vogliono? Alla prima domanda rispondono precisando
che nomi e facce non hanno importanza: non ci sono leader riconosciuti. Sulle
ragioni della protesta invece sono dettagliati e decisi. L'obiettivo è il
ritiro del [2] cosiddetto "decreto Gelmini",
il 137. "Che non ha nulla di buono", spiega Luca, "ma è
inaccettabile in particolare nei tagli previsti in Finanziaria a carico di un
settore, quello della scuola, già con l'acqua alla gola. E nella possibilità di
trasformare le università in fondazioni di diritto privato. Cioè, la fine
dell'università pubblica". Ester descrive l'idea delle lezioni in piazza:
"Il modo ottimale per mostrare alla città quello che facciamo e per
mettere in condivisione il sapere". Come si concilia questa voglia di
interagire con i blocchi delle strade e delle stazioni? Risponde ancora Luca: "All'interno
del movimento ci sono posizioni divergenti e diversi gradi di radicalità. Ma
lezioni all'aperto e occupazioni sono due facce della stessa medaglia".
Emanuele vuole sfatare due luoghi comuni: "Non siamo il 'partito del no' a
tutti i costi alle decisioni della Gelmini e tanto
meno vogliamo difendere uno status quo. Anzi, incentiviamo il cambiamento. Ci
sono molte cose in questa università che vanno migliorate, ma il modo di farlo
non è certo tagliare i fondi". Il movimento ha avuto l'appoggio di molti
docenti, ricercatori e spesso del personale amministrativo. La maggior parte
degli studenti invece è rimasta fredda, alcuni si sono persino opposti alle
manifestazioni, chiedendo di poter studiare in pace. A Scienze politiche è
comparso un manifesto contrario allo striscione simbolo dei cortei di questi
giorni. Recita "La vostra protesta non la pagheremo noi", in risposta
a "La vostra crisi non la pagheremo noi". "Vogliono
studiare?", incalza Lucia, seduta in piazza col manuale di storia,
"anche noi. Forse si sveglieranno quando il bilancio della Statale andrà
in rosso, non più tardi del 2010. Gli studenti sono decisi ad andare avanti,
finché il decreto non verrà ritirato. "Il governo non può continuare a
ignorare o a non capire una mobilitazione che, a Milano, non si vedeva da
vent'anni", spiegano. E annunciano i prossimi appuntamenti della protesta:
ancora lezioni in Duomo da lunedì e a oltranza ("Abbiamo cominciato per
non fermarci", dice uno striscione), giovedì 30 ottobre partecipazione
alla manifestazione degli studenti delle medie, il 3
novembre assedio al Politecnico dove sono attesi Gelmini e
Tremonti, il 14 corteo studentesco nazionale a Roma. Da dove, intanto, arrivano
brutte notizie per i contestatori: "Il ministro Gelmini è
intenzionata a proseguire e non ritirerà il decreto 1373, ha detto il
coordinatore nazionale dell'Unione degli Studenti delle scuole superiori
Roberto Iovino, subito dopo l'incontro con il ministro dell'Istruzione.
"Abbiamo consegnato una lettera al ministro, ma non abbiamo discusso in
merito al decreto" ha spiegato Iovino. "Non siamo disposti a fare in
modo che vengano presi questi provvedimenti, se la 137 passerà continuerà la
mobilitazione". Guarda la [3] GALLERY LEGGI ANCHE: [4] Università in
rosso: a lezione di crac - [5] Dal '68 al 2008: Vecchio striscione, quanto
tempo è passato. - [6] I siti della protesta - [7] La cura Gelmini,
punto per punto. Partecipa al [8] FORUM e guarda il VIDEO: La protesta degli
studenti a Milano Voci e interviste tra gli studenti a Milano, di Antonella
Palmieri
( da "Voce d'Italia,
La" del
27-10-2008)
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Cronaca Articoli correlati: *Scuola: Tor Vergata? Costa 1,50
centesimi *Oggi i licei in piazza contro la Gelmini
*Scuola, anche a Milano lezioni all'aperto Guarda tutti i correlati
( da "Tempo, Il" del 27-10-2008)
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stampa
scuola Il liceo "Turriziani" sciopera La scuola è sul piede di
guerra. Tante le manifestazioni che si sono svolte di recente in tutt'Italia
che culmineranno nello sciopero degli operatori del settore previsto per
giovedì a Roma, passando per le proteste di questa mattina, tra cui quella del
«Turriziani», un sit-in e un'assemblea davanti al cortile della scuola, aperto
anche a giovani di altri istituti. Nell'occhio del ciclone le novità che sta
introducendo il ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini. Noi abbiamo chiesto a chi la scuola la vive quotidianamente di
esprimersi su un momento così delicato. Il nostro «viaggio» negli istituti
della provincia è iniziato proprio al liceo classico «Turriziani» di Frosinone,
dove della riforma si è parlato anche nel corso di un recente collegio dei
docenti. «Tra i professori si respira un clima di disagio - spiega il
dirigente Giovanna Maniccia - siamo tutti spaventati dal ridimensionamento
delle istituzioni scolastiche e dall'aumento del numero del numero di studenti
per classe». Delle novità relative alla riforma, nel liceo si dibatte tanto,
tra docenti, Ata e allievi. La preside Maniccia ci tiene molto, però, a
sottolineare la serietà di queste discussioni, soprattutto tra i ragazzi. «I
nostri studenti stanno dimostrando grande senso di responsabilità. In occasione
di uno dei primi scioperi che è stato promosso in questo mese, i nostri ragazzi
hanno scelto di non scendere in piazza, ma di aderire allo sciopero
organizzando un'assemblea a porte aperte, per informarsi e discutere sulle
novità proposte dal ministro Gelmini». Oltre agli
studenti che protestano, però, ci sono anche quelli che guardano con
apprezzamento alle iniziative di viale Trastevere. Riccardo Del Brocco, ad
esempio, è uno dei referenti provinciali di «Azione studentesca», associazione
che gravita nell' area di An. «Dissentire è un diritto di tutti - esordisce Del
Brocco - però ho l'impressione che gli studenti, spesso, siano disinformati. Io
credo che le scelte della Gelmini siano coraggiose,
perché la scuola è simbolo di un'Italia in cui il settore pubblico ha
rappresentato una sorta di ufficio di collocamento dei partiti. Non è
tollerabile che nel nostro Paese ci siano più bidelli che carabinieri». Di
parere diverso Davide Petrillo, anche lui studente del «Turriziani» e
responsabile della «Rete degli studenti medi» di Frosinone. «Dopo l'assemblea
del nostro liceo (in programma questa mattina, ndr) un altro appuntamento
fondamentale dell'autunno studentesco è quello del 30 ottobre a Roma, per il
quale partiranno quattro pullman dalla nostra provincia carichi di studenti e
di idee». Chi ha ragione allora, chi scende in piazza o chi difende il Governo?
Probabilmente oggi sono necessari «momenti di confronto produttivi» come
auspica la preside Maniccia. @OREDROB:#
( da "Tempo, Il" del 27-10-2008)
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stampa
lo scontro L'affondo di Berlusconi «E' la sinistra delle frottole» Due milioni
è mezzo di persone in piazza? «è la sinistra delle frottole». Veltroni? «Ha
perso, vada a riposarsi per cinque anni». Dice che l'Italia è migliore di chi
la governa? «Insulsaggini». Il giorno dopo il Circo Massimo, Silvio Berlusconi
non fa spallucce. Anzi, ci pensa sù nel lungo viaggio di ritorno dalla Cina
(con tappa notturna in Kazakhstan), poi decide di rispondere in prima persona.
Anzitutto replica che il governo «va avanti» con il suo programma. A cominciare
da decreto scuola e nuove misure per imprese e, se i conti pubblici lo
consentono, anche per aumentare le retribuzioni. Con questa opposizione,
aggiunge, il dialogo è «impossibile». Tanto più se il Pd si riunisce all'Idv di
Antonio Di Pietro, «un uomo malvagio». L'aereo di Stato atterra nella notte a
Ciampino, niente stop a Milano. E dopo una giornata di riposo e riflessione con
i suoi nella sua casa romana, il presidente del Consiglio decide di andare a
visitare (per la seconda volta in pochi giorni) la mostra dell'Antiquariato di
Palazzo Venezia. Così incontra i giornalisti e parte all'attacco della
manifestazione del Pd. Le immagini non le ha viste. «Ma ho sentito le
dichiarazioni della Questura - racconta - e non posso che dire, che questa è la
sinistra delle frottole, delle invettive, delle calunnie». Veltroni, poi, «si
dovrebbe rassegnare: ha perso e per 5 anni non c'è più niente da fare. Invece
di fare manifestazioni, dovrebbe andarsi a riposare, per prepararsi a una bella
campagna elettorale tra 5 anni. Così ci lascerebbe lavorare meglio e con più
profitto per gli italiani». D'altra parte, la manifestazione di sabato è stata
«certamente una dimostrazione democratica, nulla da eccepire eccetto sulle
cifre; ma la più grande dimostrazione democratica - sottolinea Berlusconi - è
stata il 13 e 14 aprile», quando «il Paese ci ha dato una grande maggioranza.
Noi ora siamo impegnati a realizzare il nostro programma». Tanto più che «tutti
i sondaggi indicano che ho un gradimento del 72%». Insomma, il centrosinistra
«non sa perdere». Ancor meno piace a Berlusconi l'idea che il Pd si ricompatti
con l'Idv di Di Pietro, «un uomo malvagio, che ha mandato in galera 15 persone
che poi non sono state nemmeno rinviate a giudizio, che sbraita in maniera
forsennata e irragionevole». Dopo il 25 ottobre, insomma, il presidente del Consiglio
mette in chiaro che non cambierà nulla. Il governo andrà avanti «a le fare cose
di buon senso che sono nel programma qualunque cosa dica Veltroni o qualcun
altro nell'opposizione». A cominciare dal decreto Gelmini, visto che sulla scuola c'è stata una «strumentalizzazione
difficilmente definibile anche di studenti e bambini». Non solo. Berlusconi
annuncia che in settimana, con il ministro Scajola, lavorerà a nuove misure
«per sostenere le imprese e per fare ciò che i conti pubblici renderanno possibile
anche per le retribuzioni». Uno degli obiettivi è quello di aumentare
dai possibili 600 milioni il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese.
( da "Arena.it, L'" del 27-10-2008)
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Lunedì
27 Ottobre 2008 STUDENTI E DOCENTI INSIEME. Giovedì lo sciopero generale.
Striscioni anche alla Normale Scuola, la protesta diventa creativa ROMA
Tutto è pronto nelle scuole e nelle università per un?altra settimana di
contestazioni. Il programma - ancora denso di occupazioni, sit-in, agitazioni,
lezioni in piazza - mira a bloccare l?approvazione definitiva (prevista
mercoledì 29 ottobre) al Senato del decreto Gelmini. E
da oggi, gli studenti romani faranno lezione al Colosseo. Per contrastare
l?approvazione al Senato, i Cobas hanno organizzato una manifestazione a piazza
Navona, a pochi passi da Palazzo Madama, a partire dalle 17 di domani.
L?iniziativa proseguirà fino al mattino dopo quando è prevista la votazione. La
Rete degli studenti lancia lo slogan «Avanziamo dei diritti» e annuncia che da
oggi «ci saranno scioperi e notti bianche, che si concentreranno nei giorni di
approvazione del decreto al Senato. Dopo lo slittamento ottenuto il 23 ottobre,
cercheremo di bloccare i lavori parlamentari». Ma l?appuntamento clou delle
proteste è giovedì, quando sciopererà il personale della scuola e si terrà a
Roma la manifestazione di docenti e studenti contro il progetto governativo.
Per Pannella, «la rivolta di professori e studenti è una rivolta contro la
finanziaria Tremonti, quella da otto minuti». Il segretario generale della Cisl
Bonanni invita il governo a «far parlare le famiglie». Anche il numero uno
della Cgil Epifani auspica l?avvio di un confronto e la sospensione del
decreto. Contro i provvedimenti sulla scuola si esprime anche il Meic
(Movimento ecclesiale di impegno culturale), la cui assemblea ha votato una
mozione che boccia senza appello i decreti Gelmini.
Per Buontempo della Destra, è «inquietante il silenzio dell?organizzazione
giovanile di An di fronte alle sprovvedute iniziative della Gelmini
e alle dichiarazioni irresponsabili di Berlusconi». Il quale dice: «Andiamo
avanti a fare cose che sono nel programma qualunque cosa dica Veltroni».
Proteste senza sosta anche negli atenei. Gli studenti dell?Università romana
Tor Vergata hanno provocatoriamente messo in vendita su e-Bay, a un euro e 50
la propria università e hanno raggiunto la piazza dei Cinquecento in camice
bianco e libri in mano. La facoltà di Fisica de La Sapienza, occupata da
giorni, ha aperto alle famiglie per mostrare loro le esercitazioni. Da oggi,
poi, parte una settimana di lezioni all?aria aperta, anche al Colosseo. Alla
Normale di Pisa, alcuni striscioni dicono: «Un Paese vale quanto ciò che
ricerca».
( da "Opinione, L'" del 27-10-2008)
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Oggi è
Lun, 27 Ott 2008 Edizione 228 del 25-10-2008 I figli di Michele e Walter di
Orso Di Pietra E? stata illuminante la puntata di ?AnnoZero? che Michele
Santoro ha dedicato alle occupazioni delle scuole in segno di protesta contro
il decreto Gelmini. Un po? per quello che è stato
detto. Magari inavvertitamente ma esplicitamente a proposito delle classi
separate per gli immigrati che non conoscono l?italiano. Un po? per quello che
hanno fatto venire in mente in fatto di scuole pubbliche e di scuole per pochi
privilegiati. Sul primo punto Santoro ha portato la propria esperienza
personale sottolineando come sua figlia, iscritta ad una scuola straniera e
quindi privata, non abbia avuto alcuna necessità di frequentare una classe
separata per apprendere la lingua straniera. Sul secondo punto Walter Veltroni,
pienamente solidale con gli studenti ed i professori difensori della scuola
pubblica, ha omesso di raccontare la ragione del recente acquisto dell?appartamentino
a Manhattan. Cioè permettere alla propria figlia Martina di evitare di perdere
tempo alla sempre più incasinata Università di Roma e frequentare più
proficuamente la facoltà di Cinema dell?Università di New York. Della serie ?e?
figli so? piezze e core? . Quelli propri. Quelli degli altri sono carne da
occupazione.
( da "Arena.it, L'" del 27-10-2008)
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Scuola
Lunedì
27 Ottobre 2008 SCUOLA IN SUBBUGLIO/1. Studenti e docenti fianco a fianco
contro la riforma proposta dal ministro Gelmini
Università, assemblee e lezioni nelle piazze In forme più blande che in altre
città sta continuando la protesta contro le novità che porterebbe la legge 133
Elisa Pasetto Docenti e studenti sono tutti d?accordo: il D-day
dell?università di Verona, andato in scena venerdì con l?assemblea generale convocata
dal rettore Alessandro Mazzucco, la prima nella storia dell?ateneo, non è stato
un punto d?arrivo. Anzi, ha dato il «la» per proseguire, in maniera ancora più
motivata e decisa (e, di fatto, con il beneplacito dello stesso rettore), con
la civile discussione e il dibattito informato sui lati oscuri della contestata
legge 133. La settimana entrante si annuncia infatti, se possibile, ancora più
ricca di appuntamenti rispetto alle precedenti. Non solo, stavolta, nei due
poli universitari cittadini, ma anche per le strade e le piazze della città. In
attesa che, come ha spiegato venerdì Mazzucco al popolo accademico, il ministro
Gelmini annunci le linee guide per l?attuazione del
decreto, in particolare sui temi scottanti che toccano la governance, il
finanziamento differenziato in funzione della valutazione, lo stato giuridico,
la riforma dei concorsi e le norme di stabilità. Linee che, ha confessato
Mazzucco, la Conferenza dei rettori (nella cui giunta figura il massimo
rappresentante dell?ateneo scaligero) auspica ottimisticamente ritoccate,
soprattutto quanto a un possibile rifinanziamento della ricerca con i soldi
della Finanziaria e a un ripensamento sul limite del turnover nelle assunzioni
del personale, fissato per ora a una sola assunzione ogni cinque pensionamenti.
PRESIDIO E ASSEMBLEE STUDENTESCHE. Continua, allargandosi dal chiostro di
Veronetta anche alle facoltà del polo scientifico di Borgo Roma, il presidio
organizzato dal collettivo degli studenti per informare i colleghi sulla
cosiddetta riforma Gelmini, con distribuzione di
materiale e invito ai numerosi momenti di discussione in programma: tre
assemblee plenarie degli studenti già previste per oggi, domani e mercoledì
pomeriggio al polo Zanotto. NELLE FACOLTÀ. Ma gli stessi presidi si stanno
mobilitando, secondo quanto auspicato venerdì anche dal rettore, per concedere
ai ragazzi assemblee all?interno delle singole facoltà. Mario Longo, preside di
Scienze della Formazione, aveva già dato appuntamento per domani alle 10 al
polo Zanotto (in contemporanea le lezioni saranno sospese). Mercoledì alle
16.45 (dopo la conclusione delle lezioni) dovrebbe essere la volta di Medicina.
Ancora in fase di definizione gli incontri per Economia, Giurisprudenza e
Scienze Motorie. CORTEO IN CENTRO. E sempre dagli universitari giunge intanto
la proposta di approfittare dello sciopero generale della scuola di giovedì 30
ottobre per riunire in corteo anche a Verona tutte le componenti del mondo
dell?Istruzione: «L?idea è quella di partire alle 8.30 dall?università per poi
percorrere le strade del centro», anticipa Jack Salbego, del collettivo
universitario. «Lo scopo è quello di coordinare e generalizzare la protesta con
tutte le parti interessate, dai genitori e docenti delle elementari, ai
professori e agli studenti di medie e superiori, fino a noi universitari,
perché l?attacco all?istruzione pubblica riguarda davvero tutti i cittadini.
Sarà un corteo apartitico: niente bandiere dei sindacati, quindi, o
strumentalizzazioni politiche». LEZIONI IN PIAZZA. Ai blocchi di partenza anche
l?iniziativa di alcune lezioni da svolgere «en plein air», sul modello di altre
città italiane, nei luoghi più significativi del centro. «Ci stiamo muovendo
per richiedere i permessi all?amministrazione», spiega Stefano Soardo,
portavoce del gruppo di studenti di Lettere, che ha scelto questo tipo di
protesta per preservare, in ogni caso, la continuità della didattica. «Quattro
i docenti che hanno già dato la disponibilità a tenere le loro regolari lezioni
all?aperto, magari in piazza dei Signori. Location che sarebbe ideale anche per
la ?lectura Dantis? proposta dal docente di Letteratura italiana Mario
Allegri».
( da "Arena.it, L'" del 27-10-2008)
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Lunedì
27 Ottobre 2008 SCUOLA IN SUBBUGLIO/2. Ulteriori tagli A rischio anche i
conversatori di madrelingua Abituano i ragazzi al dialogo nelle lingue
straniere Alle proteste contro la legge Gelmini
si aggiungono anche gli insegnanti di lingua straniera, convinti che la riforma
costringerà a dire addio a una figura importante per l?insegnamento delle
lingue: i conversatori di madrelingua. Spiega Mariangela Persona, professoressa
di francese al liceo scientifico e linguistico Fracastoro: «Un problema in più
si profila all'orizzonte della scuola: la legge 133 prevede ?il superamento
delle co-docenze e la revisione delle compresenze?. Quindi, la presenza in
classe degli insegnanti di conversazione, che operano sia nei licei linguistici
che in alcuni istituti tecnici, sembra fortemente compromessa. Le parole
?revisione?, ?semplificazione?, ?essenzializzazione?, ?superamento?, usate con
frequenza nel testo, significano tutte tagli se non eliminazione di queste
figure, per motivi economici». Aggiunge la professoressa Annie Benoit,
conversatrice di francese: «E pensare che il 2008 è stato dichiarato anno
europeo per il dialogo interculturale! C?è anche una contraddizione nella
stessa legge: come potrà la futura scuola italiana raggiungere gli obiettivi
europei ai quali fa spesso richiamo, se si tolgono queste figure? Il Parlamento
europeo con la Strategia di Lisbona ha creato un quadro di riferimento per
permettere a tutte le scuole europee di insegnare le lingue straniere seguendo
gli stessi fini. Imparare una lingua straniera significherà sempre più essere
capaci di usarla, riuscire a comprendere gli stranieri quando parlano, anche
tra di loro, e riuscire a intervenire e partecipare al dialogo». «L?insegnante madrelingua
di conversazione», Chiarisce la Persona, «ha una funzione importante proprio
perché facilita la comunicazione guidando gli studenti e, abituandoli al
confronto con altre culture e altri modi di fare e di pensare, li prepara a
quella interazione con lo straniero alla quale saranno prima o poi chiamati. È
così che si rafforza il dialogo interculturale. Capire l?altro, non solo nelle
parole ma anche nei gesti o nelle più sottili espressioni, serve sia a
migliorare la comunicazione, sia a favorire i contatti con altri popoli. E in
un mondo dove l?economia ci spinge sempre più oltre frontiera, sembra davvero
assurdo volere progredire senza la presenza di questo ?mediatore culturale? che
è anche capace di orientarsi meglio nella sua lingua sempre in evoluzione».E.
Cerp.
( da "Opinione, L'" del 27-10-2008)
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Oggi è
Lun, 27 Ott 2008 Edizione 228 del 25-10-2008 Berlusconi invia i parlamentari
sul territorio per spiegare i cambiamenti Scuola, la contromobilitazione di
Pippo Sghira Deputati e senatori nelle classi per spiegare la riforma della
scuola. Silvio Berlusconi lancia la sua contromobilitazione per rispondere alle
?falsità? della sinistra e difendere il piano di riforma di Mariastella Gelmini. Mercoledì scorso, dal quartiere generale di Forza
Italia, è stata inviata una mail a tutti i parlamentari del Popolo della
Libertà. Contenuto, due allegati: un pieghevole di otto pagine in cui si
elencano punti salienti e ragioni della riforma e un volantino fronte retro in
cui si critica l?atteggiamento disfattista dell?opposizione. Sarà questo il
materiale che deputati e senatori utilizzeranno, ciascuno nel proprio
territorio di competenza elettorale, per contrastare la campagna di
?disinformazione? della sinistra sulla scuola. Nel primo si leggono le parole
d?ordine della controffensiva mediatica del Cavaliere: serietà, educazione,
merito. La prima pagina, dall?eloquente titolo ?La scuola italiana: o cambia o
muore?, si sottolinea come ?per distruggere definitivamente la scuola sia
sufficiente lasciarla come è oggi, come vorrebbe fare la sinistra?. Nel
pieghevole si sostiene che ?la spesa pubblica per la scuola è esplosa, senza
che vi sia stato un miglioramento della qualità?. Con la riforma, si legge
oltre, ?non si vuole spendere meno, ma si vuole spendere meglio? per evitare
?il tracollo? del sistema. Si nega quindi il licenziamento di 100mila
insegnanti, sostenendo che i tagli deriveranno esclusivamente dal blocco delle
nuove assunzioni. I risparmi così ottenuti saranno inoltre ?reinvestiti nella
scuola per i docenti più meritevoli, con premi individuali fino a 7mila euro?.
Nel pieghevole si replica anche alle critiche del centrosinistra: ?E? falso
dire che la scuola elementare è una eccellenza e dunque non va cambiata?, si
legge nella seconda pagina dove poco più avanti si sostiene come la situazione
attuale sia ?frutto dell?eredità del Sessantotto?. Insomma, é la conclusione
scritta in ?neretto?, ?da 40anni la sinistra rovina la scuola; è ora di dire
basta?. Segue una breve lettera del premier in cui, dopo aver difeso la riforma
e ringraziato il ministro Gelmini, Berlusconi auspica
che la suola cosi ammodernata possa non solo ?educare i nostri ragazzi?, ma
anche consentire loro di ?conoscere meglio se stessi e quindi mettere a frutto
i propri talenti?. Nelle ultime quattro pagine, il volantino motiva le ragioni
dei quattro punti fondamentali in cui si articola il piano della Gelmini: ?Perché l?educazione civica; perché i voti in pagella invece dei giudizi; perché il voto
in condotta; perché il maestro unico o prevalente?. Il secondo
volantino, invece, si concentra su un veemente attacco al centrosinistra. In
esso, campeggia la scritta ?la sinistra, scuola di falsità?. ?Ancora una volta
- vi si legge - la sinistra ha scelto di fare della scuola il campo di
battaglia contro il governo, usando i soliti metodi: attacco personale al
ministro, menzogne (taglio del tempo pieno, taglio dei docenti di sostegno,
licenziamenti...) occupazione abusiva delle scuole, strumentalizzazione dei
bambini?. Il tutto accompagnato da tre foto con alcune proteste di studenti e
slogan contro la riforma. Sul retro, si ripetono i ?perché? dei quattro punti
essenziali della riforma. Ogni deputato, attraverso il sito di Forza Italia
potrà scaricare il formato dei volantini e farne stampare il numero necessario
a seconda delle esigenze. Ci sono anche dei formati-manifesto da utilizzare per
decorare i gazebo che il singolo parlamentare può organizzare sul territorio.
La contromobilitazione studiata da Berlusconi e dai vertici del Pdl (vi hanno
lavorato Antonio Palmieri per Fi e Italo Bocchino per An) non è infatti
organizzata a livello nazionale: ogni deputato e senatore sarà libero di
decidere le iniziative più idonee. Ma il suggerimento è quello di andare
soprattutto nelle scuole, incontrando alunni e genitori.
( da "Opinione, L'" del 27-10-2008)
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Lun, 27 Ott 2008 Edizione 228 del 25-10-2008 Alessandro Amadori, direttore di
Coesis ricerche, analizza lo scontro sulla scuola: ?le colpe sono di tutti? ?Ma
il centrosinistra sbaglia nell?attaccare solo ed esclusivamente il ministro:
manca l?analisi politica? ?La Gelmini è come Giovanna
D?Arco? di Francesco Blasilli Analizzando lo scontro sul tema della ?scuola?, è
sotto gli occhi di tutti che qualcosa non è andato per il verso giusto:
qualcuno, deve aver sbagliato. Torna in mente la celeberrima frase, resa famosa
da ?Mai dire gol?, pronunciata dal tecnico della Sampdoria Boskov: ?Chi ha
sbagliato? Pagliuca??. No, stavolta non ha sbagliato Pagliuca, ?ma gli errori
si dividono equamente ? spiega Alessandro Amadori presidente di Coesis Ricerche
? 50% per il centrodestra e 50% per il centrosinistra?. Entrambi gli
schieramenti hanno gestito la vicenda in modo ?sub-ottimale?, perchè da un lato
la Gelmini ?avrebbe fatto meglio a coinvolgere
preventivamente un po? di più?, mentre dall?altro ?il centrosinistra doveva
documentarsi più a fondo, perchè non siamo di fronte ad un riforma?. La Gelmini, senza coinvolgere la controparte ?ha dato
l?impressione dell?intervento calato dall?alto e questo ha scatenato resistenze
preconcette. Da l?altro giorno comunque ? confessa Amadori ? ho una certa
simpatia per la Gelmini, perchè le reazioni al suo
intervento sono state eccessive e soprattutto sta mettendo le mani su una
questione scomoda?. L?unico problema è che l?Italia è il paese ?della
negoziazione? e il suo modo di fare ?ha scatenano un vespaio?. Non si può
comunque dire che l?atteggiamento di Berlusconi sia stato di giovamento al
centrodestra nella vicenda, ?ma Berlusconi ? spiega il sondaggista ? è fatto
così: usa la dialettica affermazione/negazione/precisazione cpme schema di
gioco. Molto spesso lo fa anche bene, perchè la controparte esagera nella
reazione e lui ne trae vantaggio, stavolta però il premier mi sembra andato
fuori bersaglio?. Insomma ?è come un fuoriclasse del calcio che per una volta
stecca un tiro?, anche perchè sulla vicenda non c?è nulla ?da rimproverare alla
stampa?. Insomma, il Cavaliere stavolta ?è apparso fuori partita? e la sua
uscita sulle occupazioni ?un riflesso condizionato?. Sembra invece da troppo
tempo fuori partita il centrosinistra, che denota ?una mancanza di tecniche di
comunicazione moderne?, con un rifugio quasi esasperato all?ideologia, che ha
portato a rispondere con ?i classici schemi della piazza e del sit in?. In
fondi la risposta era sotto gli occhi di tutti, ma nessuno l?ha vista: la Gelmini sta modificando gran parte degli interventi fatti
dalla Moratti, che appartiene al suo stesso schieramento politico e che era
stata seduta sulla poltrona del ministero della Pubblica Istruzione dal 2001 al
2006. ?E? mancata da parte di Veltroni ? spiega Amadori ? la vera analisi
politica: bastava dicessero che c?era un centrodestra che si rimangiava le cose
che aveva fatto e basta. Dovevano avere reazioni meno chiassose e concentrarsi
di meno sul ministro Gelmini?. A proposito del quale
Amadori si dice piacevolmente sorpreso, ?perché all?inizio avevo dei dubbi, non
pensavo fosse già preparata per gestire un ministero così complesso, invece mi
è piaciuto come ha difeso il suo lavoro in Parlamento?. Ed attacco dopo
attacco, ?nonostante, in fondo, stia facendo un lavoro da centrosinistra? la Gelmini è stata trasformata in ?una novella Giovanna
D?Arco?. Ad attizzare il rogo, oltre che i politici, ci sono gli studenti che
in migliaia si sono riversati nelle piazze ed hanno occupato gli istituti;
vietato parlare però di ragazzi strumentalizzati con Alessandro Amadori, lui
che il mondo studentesco lo ?conosce bene? frequentandolo come docente. ?La
divisione degli studenti ? spiega ? è presto fatta: un 10% è molto coinvolto
politicamente, il restante 90% è formato dai pragmatici?. La minoranza politica
?non è certamente strumentalizzata, ma sono gli eredi di un?antica tradizione
movimentista che nella scuole c?è sempre stata, è una cosa inevitabile e
fisiologica che risale al 1968: tra di loro ci sono i D?Alema del ventunesimo
secolo, per questo non credo che dietro le loro azioni ci sia una
manipolazione?. Gli altri invece, che sono la stragrande maggioranza, ?non sono
coinvolti in dinamiche di questo tipo e vogliono semplicemente portare a
termine gli studi. Per questo ? conclude Amadori ? Berlusconi ha ragione quando
dice che deve essere garantito il diritto agli studi, ad accedere nelle aule?.
Nel frattempo, però, proseguono le manifestazioni di protesta e il dialogo Gelmini-studenti stenta decollare. ?Nessuna trattativa fino
a quando il decreto non sarà ritirato e i tagli alla scuola verranno fermati:
queste le motivazioni con cui la Rete degli studenti medi ha rifiutato di
aprire la trattativa comunicandolo al ministro Gelmini.
Stessa posizione per l?Unione degli studenti che hanno cosnegnato una lettera
al ministro, ma si siedernanno a ?nessun tavolo di discussione se non verrà
prima ritirato il decreto 137?, mentre l?Unione degli universitari si è seduta
per pochi minuti, salvo poi dichiarare ?chiusa la trattativa? perchè non è
stata accolta la ?richiesta di abrogazione degli art.16 e 66 della legge 133,
per noi prerogativa per l?apertura del diaologo?. Dunque gli studenti vogliono
dettare le regole del gioco, ma la Gelmini tira dritto
?bisogna cambiare?, perché in Italia ?non si spende poco, ma si spende male?.
( da "Opinione, L'" del 27-10-2008)
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Lun, 27 Ott 2008 Edizione 228 del 25-10-2008 Il movimento 2008 Cattivi maestri
e brave maestre di Marco Taradash Che dire di un movimento che nel ?68 era
guidato dai cattivi maestri e nello ?08 è trascinato nelle piazze dalle brave
maestre elementari? Quanto meno che non farà danni epocali, certo, ma anche che
si iscrive nel riflusso conservatore (nel senso italiano di anti-liberale) che
pervade la cultura politica nazionale. Ha fatto bene Berlusconi a precisare il
suo pensiero e a smentire ciò che non aveva ?né detto né pensato . Ossia
?manderò la polizia nelle scuole e nelle università?, frase mai pronunciata
come ciascuno può verificare sul sito di Repubblica che pretenderebbe di
convincerci del contrario. La forzatura è tipica di un sistema
dell?informazione che non riesce ancora a comprendere la strategia mediatica
del premier. Il quale non procede per ?stop and go? come scrive il pur acuto
Minzolini, ma per ?spot and go?: messaggi brevi e semplici che rassicurano la
maggioranza silenziosa del suo elettorato e al tempo stesso lasciano ampio
margine al pragmatismo. La polizia nelle scuole sarebbe un anacronismo perché i
bravi ragazzi dello Zerootto non vogliono né la rivoluzione né il potere e
nemmeno la fantasia al potere. Gli basterebbe uno sconto sui tagli decisi dal
ministro Tremonti. Certamente non è nel loro registro contestare il meccanismo
ingiusto di tagli che pongono tutti gli atenei sul letto di Procuste e ne
mozzano le risorse senza discriminare fra i pochi che investono sul futuro e i
più che campano d?assistenzialismo. Tanto meno s?interrogano sull?opportunità
che venga abolito il valore legale del titolo di studio, figuriamoci. Con gran
soddisfazione di rettori e famiglie a carico. ?Lottano? invece contro una
riforma Gelmini che non c?è, se non nel buon senso di
introdurre un minimo di disciplina fra gli studenti e un po? di sana
amministrazione da buon padre di famiglia nella mangiatoia sindacale. A
proposito: perché non imporre d?autorità la visione del film ?La Classe? nelle
scuole italiane? Ha vinto a Cannes e quindi ha un marchio doc di classe (v.
Sotis, non Luxemburg) e di sinistra -i docenti non faranno obiezione- ma ci
racconta dell?angoscia che ogni serio professore non può non provare di fronte
al danno esistenziale che il permissivismo incide nella vita degli studenti
nati nel quartiere sbagliato della società benestante. Gli studenti oggi non
vogliono neppure il diciotto per tutti, che d?altronde non fu un mito culturale
esclusivo della sinistra sessantottina: Ennio Flaiano ricordava che durante gli
anni del fascismo gli studenti manifestarono una sola volta, appunto per
chiedere il diciotto agli esami. No, il movimento di oggi sa solo cosa non
vuole, come di fronte a ogni fremito riformista dei ministri dell?istruzione
del passato, e non sa far altro che ripetere gli slogan stanchi
dell?opposizione parlamentare, anche se poi ne fischia i rappresentanti
ufficiali. I paragoni col passato sono dunque impossibili. Il Sessantotto fu un
fenomeno cataclismatico planetario, la fine della grande glaciazione seguita
alla ripresa postbellica, nessuno potè sottrarsi alla ventata antiautoriatria e
di autoaffermazione dei figli e delle figlie contro i padri, nelle famiglie
come nelle istituzioni. In Italia rifluì presto in schermaglia ideologica fra
bande marxiste degenerando via via nell?intolleranza politica e nel carrierismo
individuale. Il Settantasette fu un fenomeno tutto italiano, la scintilla che
scocca dalla collisione fra la paranoia anticapitalista alimentata dalla
cultura egemone e la politica compromissoria di un Partito comunista che già
allora sapeva tutto ma non aveva capito nulla. Fu la ginnastica maoista del
primo mattino che preparava il viaggio nella clandestinità e preludeva alla
notte del terrorismo. Lo Zerootto è soltanto un bancone di prodotti surgelati a
saldo nella Coop dei docenti nullafacenti. C?è la fila, e scomposta, sì, ma non
vale la testa rotta di uno studente o di un carabiniere.
( da "Opinione, L'" del 27-10-2008)
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Lun, 27 Ott 2008 Edizione 228 del 25-10-2008 Il Cavaliere prima della Bellucci
di Christian Saragoni Nei telegiornali di giovedì 23 ottobre si offre largo spazio
agli studenti italiani, scesi in piazza per contestare la riforma scolastica
voluta dal Governo. Nel ranking del parlato Tv, quindi, troviamo molti
protagonisti della politica, intervenuti nei notiziari per dire la loro in
merito alla vicenda. In vetta alla graduatoria si colloca il premier Silvio
Berlusconi, con quasi 6 minuti tra interviste e dichiarazioni. Impegnato in una
visita ufficiale a Pechino, il presidente del Consiglio smentisce di aver detto
di voler mandare la polizia nelle scuole, nelle università, occupate. ?Lo Stato
deve garantire sia il diritto di protestare, sia quello di seguire le lezioni?,
aggiunge il capo del Governo. Sul problema della scuola italiana prende la
parola anche Alfredo Mantovano, ospite al Tg4 delle ore 13 e 30 e titolare
della terza piazza nella graduatoria del tempo di parola. ?Il Governo non pone
in discussione la libertà di manifestare, ma è in discussione l?aggiunta della
minaccia e della protesta?, sottolinea il sottosegretario al ministero
dell?Interno. Dal Senato, invece, il ministro della Pubblica Istruzione Gelmini, quarta nel ranking del parlato Tv, accusa prima la
sinistra di strumentalizzare la protesta degli atenei ??Ha fatto una campagna
terroristica che ha diffuso false informazioni alle famiglie?- poi annuncia un
imminente incontro con le associazioni degli studenti, degli insegnanti e dei
genitori per discutere della riforma. Negli studi del TgLa7, edizione della
sera, è presente Bruno Tabacci dell?Unione di Centro, protagonista di un
intervento pro Berlusconi: ?Annunciare ieri un intervento delle forze
dell?ordine era una provocazione. Valuto positivamente che Berlusconi abbia
fatto retromarcia?. In Sardegna e in Francia, intanto, accadono fatti
drammatici, spiacevoli, che vengono riportati da tutti i notiziari italiani.
Collegato in diretta con il Tg4 del giorno, il giornalista Paolo Figus, sesto
nella Top Ten, descrive i danni causati dall?alluvione che sta funestando la
zona del cagliaritano: ?Numerose auto sono finite in mare e ci sono 3 dispersi.
Gli aiuti sono stati temperstivi, ma alcune località sono ancora isolate?.
Dall?edizione serale del Tg4, invece, il giornalista Alberto Toscano ci riporta
la drammatica notizia della caduta di un elicottero dell?aeronautica italiana
nei pressi di Strasburgo, dove 8 soldati italiani sono rimasti uccisi nella
tragedia. Cinema e musica, infine, ottengono visibilità nei notiziari grazie
alle presenze di Monica Bellucci e Andrea Bocelli, rispettivamente al secondo e
decimo posto del ranking del parlato Tv. L?attrice umbra conquista minuti e
microfoni per il suo arrivo al festival del cinema di Roma, dove presenta il
suo ultimo film ?L?uomo che ama?; il noto cantante lirico, invece, appare
davanti agli schermi per promuovere il suo nuovo album ?Incanto?.
( da "Opinione, L'" del 27-10-2008)
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Lun, 27 Ott 2008 Edizione 228 del 25-10-2008 La fiction della Pivetti si
aggiudica la serata facendo registrare il 21% di share e seguita da una puntata
record per Santoro che sfiora il 19% La Prof sale in cattedra di Guido Del Duca
Il sesto episodio di ?Provaci ancora Prof 3? vince la gara degli ascolti
confermando il buon gradimento di questa fiction, che riesce ancora una volta a
prevalere in una serata combattuta come quella del giovedì. La fiction
giallo-rosa interpretata da Veronica Pivetti ha totalizzato un ascolto medio di
5.622.000 spettatori pari al 21,45% di share, conquistando i risultati migliori
tra il pubblico femminile e tra gli spettatori più anziani, riuscendo però a
far registrare il 30,62% di share tra i ragazzi dagli 8 ai 14 anni, un target
insolito per Rai Uno. Ottimo risultato anche per ?Annozero? di Michele Santoro,
che conquista il record di ascolti e di share in questa stagione con 5.169.000
spettatori pari al 18,83% di share, grazie a una puntata incentrata sulle
proteste del mondo della scuola contro la riforma proposta dal ministro Gelmini, e con la partecipazione in studio del segretario
del Partito Democratico Walter Veltroni. ?Annozero? è stato seguito in
prevalenza dal pubblico maschile (23,37% di share), di età superiore ai 55
anni, appartenente alla classe socio-economica alta (28,81%) e in possesso di
laurea (33,43%). Continua la stagione non esaltante di ?Distretto di Polizia
8?, la storica fiction poliziesca di Canale 5 che si trova schiacciata da una
concorrenza agguerritissima e non riesce ad eguagliare i risultati ottenuti
negli anni scorsi. Giovedì sera, la fiction con Simone Corrente ed Enrico
Silvestrin ha fatto registrare 4.869.000 spettatori con il 17,52% di share nel
primo episodio e 4.313.000 spettatori pari al 18,48% di share nel secondo. La
fiction prodotta dalla Taodue ottiene i migliori risultati tra le donne e tra
il pubblico di età compresa tra i 15 e i 44 anni, ma non riesce a sfondare
neppure in questi target, fermandosi poco al di sopra del 20%. Giunto alla nona
settimana di programmazione, e ad un punto di svolta nella trama, ?Distretto di
Polizia 8? ha totalizzato una media di poco superiore ai 4 milioni e mezzo.
Buona parte del pubblico più giovane viene sottratto a ?Distretto di Polizia?
da ?La Talpa?, il reality show di Italia 1 che, al terzo appuntamento in prime
time, conferma i buoni risultati delle scorse settimane. La trasmissione
condotta da Paola Perego ha totalizzato 2.884.000 spettatori con il 15,29% di
share, terminando all?1 di notte. ?La Talpa? viene seguita soprattutto da donne
(17,78% di share) e dal pubblico più giovane, di età compresa tra i 4 e i 34
anni, con un picco del 26,98% nella fascia di età 15-24. Alle altre emittenti
non resta che accontentarsi di risultati di poco conto. Rai Tre con il film
?Uno sbirro tuttofare?, interpretato da Eddie Murphy, totalizza 2.035.000 spettatori
con il 7,75% di share, mentre su Rete 4 il film d?azione ?Reazione a catena? è
stato seguito da 1.712.000 spettatori con il 6,72% di share, conquistando
soprattutto il pubblico maschile.
( da "Gazzetta di
Parma Online, La"
del 27-10-2008)
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Università,
contro la riforma scendono in piazza...le lezioni Libri invece di striscioni.
Silenzio al posto di urla. Per protestare contro la riforma
Gelmini, gli universitari parmigiani scenderanno in piazza. Sì, ma per
fare lezione. Nel cuore della città, gli studenti e i professori porteranno la
cultura, per mostrare a tutti quanto è fondamentale per il domani. I corsi,
insomma, si terranno in piazza. Lo hanno deciso oggi prof e ragazzi
riuniti nel dipartimento di Chimica al Campus, che si sono divisi in tre gruppi
con compiti diversi. Un primo gruppo si occuperà di organizzare le lezioni in
piazza, un secondo di dar vita a una serie di dimostrazioni pratiche
dell'attività di ricerca e un terzo di altre inziative quali notti bianche,
cortei, manifestazioni. Le lezioni in centro storico, dunque, saranno solo
alcune delle tante idee da realizzare per manifestare il dissenso contro la
legge 133.
( da "Giornale di
Vicenza.it, Il"
del 27-10-2008)
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Lunedì
27 Ottobre 2008 POLITICA. Botta e risposta Pdl-Pd dopo la manifestazione al
Circo Massimo Il premier: «Veltroni si riposi governeremo altri 5 anni» Riforma
Gelmini Il Governo va avanti il Senato si prepara a
votare il decreto Sale la protesta4 Grande Guerra Vittorio Veneto perde il suo
ultimo ?cavaliere?: pavese di 110 anni4 La manifestazione di sabato del
Partito democratico a Roma continua a suscitare reazioni e polemiche. Silvio
Berlusconi insiste sulle cifre: «È stata una manifestazione democratica, ma
sulle cifre si sono dette frottole». Da ricordare che secondo il Pd c?erano 2
milioni e mezzo di persone in corteo, mentre per la questura di Roma i
partecipanti erano 200 mila. Berlusconi lancia un consiglio a Veltroni: «Ha
perso, vada a riposarsi. Si rassegni, per altri cinque anni governeremo noi».
Infine sull?ipotesi di un ricompattamento del centro sinistra con l?Italia dei
Valori, boccia Di Pietro come un «uomo malvagio che sbraita in maniera
forsennata e irragionevole». Il leader del Pd ripete gli affondi usati nel
corteo: «Il premier è inadeguato a gestire la crisi, riduca a partire dalla
prossima tredicesima le tasse agli italiani e ritiri il decreto sulla scuola».
3
( da "Giornale di
Vicenza.it, Il"
del 27-10-2008)
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Lunedì
27 Ottobre 2008 STUDENTI E DOCENTI INSIEME. Giovedì lo sciopero generale.
Striscioni anche alla Normale Scuola, la protesta diventa creativa ROMA
Tutto è pronto nelle scuole e nelle università per un?altra settimana di
contestazioni. Il programma - ancora denso di occupazioni, sit-in, agitazioni,
lezioni in piazza - mira a bloccare l?approvazione definitiva (prevista
mercoledì 29 ottobre) al Senato del decreto Gelmini. E
da oggi, gli studenti romani faranno lezione al Colosseo. Per contrastare
l?approvazione al Senato, i Cobas hanno organizzato una manifestazione a piazza
Navona, a pochi passi da Palazzo Madama, a partire dalle 17 di domani.
L?iniziativa proseguirà fino al mattino dopo quando è prevista la votazione. La
Rete degli studenti lancia lo slogan «Avanziamo dei diritti» e annuncia che da
oggi «ci saranno scioperi e notti bianche, che si concentreranno nei giorni di
approvazione del decreto al Senato. Dopo lo slittamento ottenuto il 23 ottobre,
cercheremo di bloccare i lavori parlamentari». Ma l?appuntamento clou delle
proteste è giovedì, quando sciopererà il personale della scuola e si terrà a
Roma la manifestazione di docenti e studenti contro il progetto governativo.
Per Pannella, «la rivolta di professori e studenti è una rivolta contro la
finanziaria Tremonti, quella da otto minuti». Il segretario generale della Cisl
Bonanni invita il governo a «far parlare le famiglie». Anche il numero uno
della Cgil Epifani auspica l?avvio di un confronto e la sospensione del
decreto. Contro i provvedimenti sulla scuola si esprime anche il Meic
(Movimento ecclesiale di impegno culturale), la cui assemblea ha votato una
mozione che boccia senza appello i decreti Gelmini.
Per Buontempo della Destra, è «inquietante il silenzio dell?organizzazione
giovanile di An di fronte alle sprovvedute iniziative della Gelmini
e alle dichiarazioni irresponsabili di Berlusconi». Il quale dice: «Andiamo
avanti a fare cose che sono nel programma qualunque cosa dica Veltroni». Proteste
senza sosta anche negli atenei. Gli studenti dell?Università romana Tor Vergata
hanno provocatoriamente messo in vendita su e-Bay, a un euro e 50 la propria
università e hanno raggiunto la piazza dei Cinquecento in camice bianco e libri
in mano. La facoltà di Fisica de La Sapienza, occupata da giorni, ha aperto
alle famiglie per mostrare loro le esercitazioni. Da oggi, poi, parte una
settimana di lezioni all?aria aperta, anche al Colosseo. Alla Normale di Pisa,
alcuni striscioni dicono: «Un Paese vale quanto ciò che ricerca».
( da "Giornale.it, Il" del 27-10-2008)
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n. 43
del 2008-10-27 pagina 0 Crisi, Berlusconi: "Interverremo sugli
stipendi" di Redazione Il premier: faremo ciò che i conti renderanno
possibile. A Veltroni: "Dalla sinistra frottole insulse, si riposi perché
governeremo 5 anni. Di Pietro? Uomo malvagio". Governo al 72% di
gradimento: "Per tutti i sondaggi abbiamo una maggioranza più grande di
quella delle elezioni" Roma - Due annunci, tanto per cominciare. Il primo:
il governo sta studiando un intervento «a favore delle retribuzioni»,
compatibilmente con ciò che «i conti pubblici renderanno possibile». Il
secondo: il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese potrebbe anche
crescere, rispetto ai 600 milioni di euro su cui si sta ragionando. Silvio
Berlusconi affonda il colpo, anche sul fronte politico. E parte con un
«consiglio» al principale esponente dello schieramento avverso, alias Walter
Veltroni: «Si rassegni, si riposi e ci lasci lavorare». Poi commenta la
manifestazione al Circo Massimo: «Quella in piazza era la sinistra delle
frottole, delle invettive e delle calunnie». A seguire, replica a chi afferma
che l?Italia è migliore di chi la guida: «Insulsaggine». Infine, un punto
fermo: sulla scuola «andiamo avanti», anche perché le
critiche piovute sul decreto Gelmini «sono strumentali». Ecco i
punti chiave. Ecco come il premier risponde alla piazza, al Pd e al suo leader.
E così, dopo la missione in Cina, dove ha preso parte al vertice economico
euroasiatico, il Cavaliere approfitta del suo rientro a Roma per togliersi,
diciamo così, parecchi sassolini dalle scarpe. «Non sono riuscito a
vedere la manifestazione - attacca, iniziando dal fronte caldo della protesta -
ma ho solo letto le dichiarazioni della Questura e davvero non posso che dire
che quella in piazza è la sinistra delle frottole, delle invettive e delle
calunnie». Per carità, aggiunge, è stata «democratica», tanto da non avere
«nulla da eccepire» eccetto che sulle cifre. «Ma la più grande manifestazione
democratica c?è stata il 13 e il 14 aprile alle urne», sottolinea, quando «il
Paese ci ha dato una grande maggioranza». Insomma, Veltroni «si rassegni», dato
che «ha perso le elezioni e per 5 anni non c?è più niente da fare». Intanto,
però, «farebbe bene a riposarsi». Così «avrebbe più tempo per prepararsi a fare
una bella campagna elettorale e ci lascerebbe lavorare meglio e con più
profitto per gli italiani». E poi, scandire come slogan dal palco che il nostro
Paese sia migliore di chi lo governa rappresenta una «insulsaggine», a cui
«neanche replico». D?altronde, fa notare, «con questa opposizione che
sfortunatamente ci troviamo avremo il solito rapporto. Se vorranno unirsi a noi
per votare i provvedimenti nell?interesse del Paese sono i benvenuti, se hanno
suggerimenti utili saremo noi a votare i loro provvedimenti. Ma si tratta di un
sogno. Finora, solo critiche infondate». Rimanendo in tema Pd, il premier spera
poi che non ci sia un «ricompattamento» con l?Italia dei Valori. Perché Di
Pietro è «un uomo malvagio», che «ha mandato in galera 15 persone innocenti,
rovinando la vita delle loro famiglie. Mettersi con un uomo che sbraita in
questo modo, in maniera forsennata e irragionevole, credo vada a tutto disdoro
di chiunque lo facesse». Forte del suo «72% di gradimento», il presidente del
Consiglio si dice inoltre convinto che governerà per cinque anni. E «loro»,
aggiunge, riferendosi agli esponenti del Pd, «continuino pure a sgambettare in
tv». Insomma, «andiamo avanti», spiega Berlusconi, che punta l?indice su chi ha
«usato strumentalmente» la scuola: «Pensate all?università, dove non abbiamo
ancora fatto nulla e già hanno mosso critiche e studenti sulle strade, con
strumentalizzazioni difficilmente definibili». Si passa alla crisi economica. E
il Cavaliere annuncia: «Stiamo lavorando per fare ciò che i conti pubblici
renderanno possibile, anche per le retribuzioni». In merito poi all?impegno a
favore delle piccole e medie imprese, ricorda che «il governo sta già lavorando
per sostenerle», aggiungendo: «Questa settimana approfondiremo, con il ministro
dello Sviluppo economico e con il ministro del Tesoro» la questione relativa al
fondo di sostegno. E «la cifra fatta da Scajola», ovvero 600 milioni di euro di
intervento, «può essere aumentata». E sui sindacati sottolinea: «Con loro
rapporti sempre cordiali». In serata, Berlusconi ha anche racconta ai cronisti
quanto sia rimasto colpito da Astana, la nuova capitale del Kazakhstan
costruita in 8 anni. A chi, per scherzo, chiede al premier se non provi un po?
di invidia, il premier risponde: «Se costruissi una nuova capitale Veltroni avrebbe
ragione a parlare di dittatura...». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G.
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( da "Giornale.it, Il" del 27-10-2008)
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Scuola
n. 43
del 2008-10-27 pagina 2 Il Veltroni Pride è già finito, Walter riempie la
piazza ma si risveglia senza linea di Laura Cesaretti Il piano. Dopo la sbornia
del Circo Massimo democratici con il mal di testa: il segretario sfida le
correnti, ma i vecchi leader vogliono farlo fuori. Anche il fido Tonini lo spinge
a lottare contro le vecchie nomenklature Roma C?è chi, come il Foglio di ieri,
lo ha ribattezzato «W Pride», mettendo insieme la W di Walter e la giornata
dell?Orgoglio. Omosessuale nel caso originario, veltroniano nel caso del 25
ottobre. E ce ne era bisogno, dopo mesi di via crucis: all?indomani del Circo
Massimo, raccontano gli amici e i collaboratori più vicini al leader, Veltroni
sembrava ritemprato, ringiovanito di sei mesi (quelli passati dalla campagna
elettorale), rinvigorito come Popeye dopo gli spinaci. Così ringalluzzito da
dirsi pronto a fare quel che finora non gli era riuscito: sfidare gli
«oligarchi» interni, seguire i consigli di chi tra i suoi sponsor , da Goffredo
Bettini a Giorgio Tonini, lo incita a lasciarsi alle spalle le «vecchie»
nomenklature e i loro condizionamenti. Con l?obiettivo di eliminare il senso di
precarietà che aleggia attorno alla leadership di Veltroni, depotenziare il
passaggio delle elezioni europee della prossima primavera e assicurare al capo
del Pd un orizzonte di legislatura. Al termine del quale, nel 2013, sarebbe
ancora lui il candidato premier del Pd. Per preparare il terreno il leader Pd
deve sventare quel «pericolo mortale» che Tonini descrive così: «Si continua a
logorare Walter fino alle Europee, si usa un risultato men che entusiasmante
per buttarlo giù senza neppure avere qualcuno con cui sostituirlo, e si rischia
di far saltare l?intero progetto del Pd». Di qui al congresso del prossimo
anno, Veltroni deve costruirsi una propria squadra di dirigenti «che non siano
degli ex», dice Tonini, che non siano ex Ds o ex Margherita, e quindi giù per
lì rami fassiniani o dalemiani, mariniani o rutelliani, perché negli apparati
di quei partiti Veltroni ha sempre pesato poco. Roba seria, scelte forti e di
lungo respiro. Poi, in verità, il test di questo mutamento genetico prende il
nome di «caso Migliavacca», il che potrebbe anche depotenziarne un po? la
portata, ad occhi poco specialistici. Migliavacca, però, esiste veramente,
risponde al nome di Maurizio, è uno stimato dirigente emiliano del vecchio Pci,
poi Pds, Ds e ora confluito nel Pd; era stato messo a capo dell?Organizzazione
da Piero Fassino, allora segretario, e oggi è il candidato di sintesi
distillato da una complessa alchimia dalemian-fassinian-mariniana, in chiave
anti-bettiniana e quindi anti-veltroniana, da affiancare a Beppe Fioroni a capo
della macchina organizzativa e del tesseramento democrat per depotenziare lo
scomodo coordinatore Bettini. E per completare la equa spartizione tra ex Pci
ed ex Dc del controllo sulla «ciccia» del Pd. Una storia che certo non può
essere raccontata alla folla festante del Circo Massimo, e che troverebbe il
suo giusto rilievo nella rubrica «Chi se ne frega» di Cuore, se ci fosse ancora
Cuore, ma che oggi è il primo banco di prova dell?efficacia degli spinaci del
25 ottobre. Migliavacca a parte, sulla strada di Veltroni restano non pochi
ostacoli da superare. C?è il complicato rapporto con Di Pietro, che non si può
certo rompere ma che bisogna provare ad invertire. I veltroniani dicono che un
passo avanti c?è stato, con il fatto che l?ex Pm è andato al Circo Massimo come
a Canossa, «riconoscendo che la leadership dell?opposizione è la nostra». Ma in
realtà in Abruzzo, ad esempio, Di Pietro continua a imporre il proprio candidato
presidente, ed è il Pd che deve decidere se piegare la testa o andare da solo
alla sconfitta. Sulla Rai, al di là dei proclami di facciata, la speranza
veltroniana è che Berlusconi abbia interesse a stringere un patto col leader
del Pd sui posti che contano. E anche sulla riforma della legge elettorale per
le Europee, in molti dentro e fuori il Pd sospettano che la «dura opposizione»
annunciata dal Pd alla proposta hard del centrodestra (sbarramento al 5%, liste
bloccate e niente preferenze) sarà più di facciata che vera. Perché in fondo è
perfettamente funzionale agli interessi del capo del Pd quanto a quelli di
Berlusconi, e consentirebbe a Veltroni non solo di dettar legge sui candidati,
di imbarcare Verdi e socialisti, come farà, ma anche di mettere in difficoltà
lo stesso Di Pietro. E di sperare, evitando la dispersione di voti sulle liste
minori (Prc compreso) di doppiare di slancio il 30% dei consensi. In più, c?è
anche la difficoltà di dare al partito e all?opposizione una linea che sia al tempo
stesso «dura verso il governo ma propositiva verso il Paese». Sulla scuola, ad
esempio, non si può cavalcare tout court la protesta, dimenticando lo «sforzo
riformista» e la necessità di riqualificare la spesa. «La Gelmini
ha ragione quando dice che nella scuola non si spende poco ma si spende male»,
ammette Tonini, che assieme a Enrico Morando e Claudio Novelli ha curato anche
i delicati passaggi del comizio veltroniano di sabato sull?argomento. Che
quelli del Circo Massimo fossero due milioni e mezzo come hanno sparato gli
organizzatori, seicentomila come ha detto Franco Marini a Repubblica o
quattrocentomila come sosteneva (più acido) il dalemiano Roberto Gualtieri,
erano comunque tanti. Ma le manifestazioni passano e i partiti restano, e la
strada del Pd e del suo leader è ancora lunga. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI
SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Sicilia, La" del 27-10-2008)
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Scuola
Il
dimensionamento scolastico «Sì dei sindacati al Comune ora il tavolo con la
Regione» L'assessore alle politiche scolastiche Sebastiano Arcidiacono (nella
foto) ha concluso le convocazioni dei dirigenti delle scuole di base per la
realizzazione della rete scolastica, la cui competenza spetta al Comune,
mentre, come abbiamo rilevato in altre occasioni, per quanto concerne la scuola
secondaria di secondo grado ad occuparsene è la Provincia regionale. Arcidiacono,
durante il ciclo di incontri, ha voluto sentire tutti i capi di istituto della
scuola di base, annotando le esigenze dei plessi scolastici che dirigono,
compresa quella della verticalizzazione, cioè diversi segmenti scolastici nello
stesso istituto. Sono state sempre presenti le organizzazioni sindacali della
scuola ed il vice provveditore vicario dott. Rametta, che prendendo atto degli
incontri fatti da Arcidiacono, convocando i dirigenti scolastici degli istituti
ubicati nelle varie municipalità, ha reso noto che «si tratta di riunioni
propedeutiche al riordino della rete scolastica. Si è in attesa ora delle
disposizioni attuative da parte dell'assessorato regionale alla Pubblica
Istruzione. Successivamente, rispettando le norme stabilite a Palermo, avranno
luogo ulteriori incontri che porteranno alla conclusione definitiva del piano
di razionalizzazione della rete scolastica». Come è noto il dirigente regionale
alla Pubblica istruzione dottoressa Patrizia Monterosso ha convocato per lunedì
il tavolo tecnico da cui scaturiscono le direttive a livello regionale sul
dimensionamento della rete scolastica. Al termine dell'incontro i segretari
provinciali di Flc-Cgil (Fasciana), Cisl (Fisichella), Uil (Zammataro), Snals
(Tempera), Gilda (Cavallaro), attraverso un comunicato congiunto hanno
apprezzato il lavoro svolto da Arcidiacono dal momento che a loro avviso «il
dialogo realizzato in questa prima fase con l'ascolto dei dirigenti scolastici
ha permesso una visione più completa ed esaustiva delle problematiche esistenti
tra le diverse istituzioni scolastiche del comune di Catania». Rilievi, invece,
per l'assessore provinciale alla Pubblica istruzione, infatti secondo Cgil,
Cisl, Uil, Snals e Gilda «il piano di dimensionamento è pressoché ultimato dopo
un unico incontro in cui sembra prevalsa una logica ragionieristica che non
tenendo conto delle legittime aspettative ed esigenze della popolazione
scolastica della provincia, ha sbrigativamente licenziato la complessa
problematica della razionalizzazione della rete scolastica». Le organizzazioni
sindacali a tal proposito rilevano: «Non risulta ancora attivato il tavolo
tecnico provinciale; all'incontro sembra essere stato invitato un esiguo numero
di dirigenti scolastici, non rappresentativo, che hanno partecipato alle
decisioni prese, per conto di tutta la popolazione scolastica; le proposte
avanzate risultano riduttive e poco coerenti, infatti, da un lato si dichiara
che le 66 istituzioni scolastiche sono sufficienti, dall'altro si ammette la
possibilità di incrementare le istituzioni scolastiche di secondo grado;
infine, non si può non rilevare che concludere il percorso di dimensionamento
della secondaria di secondo grado senza considerare nel comune capoluogo la
opportunità di incrociare le proposte con quelle relative alla scuola di base,
lungi dall'essere indice di "tenacia e professionalità", rispecchia
una logica sbrigativa superficiale e poco attenta alle esigenze delle
istituzioni scolastiche, degli operatori scolastici, delle famiglie e dell'utenza
che in questo momento storico si appresta a partecipare in massa allo sciopero
unitario della scuola del 30 ottobre». Intanto il commissario provinciale di
Consitalia Catania Vincenzo Ossino critica il decreto legge
del ministro Gelmini rilevando come «mentre nelle scuole catanesi i genitori
provvedono a turno a fornire la carta igienica, i bicchieri, l'acqua da bere, e
nelle università catanesi gli studenti sono costretti a fare lezione in aule
strapiene, con carenza drammatica di personale docente, il ministro taglia
ulteriormente risorse per l'istruzione. Col taglio degli insegnanti in
generale, di quelli di sostegno, dei precari, col taglio dei fondi per
l'università e la ricerca - scrive Ossino - il nostro paese e in particolare la
nostra città stanno vivendo un momento drammatico soprattutto per la mancanza
di prospettive dei propri cittadini più giovani». L'associazione a tutela dei
consumatori comunica di voler essere in prima linea nella «battaglia di
civiltà» contro la riforma e invita gli interessati a contattare la sede
dell'associazione in via D'Angio 2. MARIO CASTRO
( da "Sicilia, La" del 27-10-2008)
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Scuola
Giovedì
30 tutti in piazzaScuola. Si allarga il fronte delle
adesioni alla manifestazione provinciale indetta contro la riforma Gelmini Sarà uno sciopero sentito e partecipato quello in programma per
giovedì prossimo ad Agrigento. Si allunga infatti sempre di più l'elenco delle
scuole partecipanti allo sciopero provinciale di giorno 30 ottobre, contro la
riforma dell'istruzione «Gelmini». Oltre agli studenti del capoluogo, scenderanno in
piazza rappresentanze dei comuni di Sciacca, Casteltermini e Canicattì. La
manifestazione è stata organizzata dai sindacati Cgil,UilL e Cisl Scuola e
coordinata da rappresentanti d'istituto e responsabili della consulta
provinciale. Il corteo questa volta partirà dalla sede del Provveditorato degli
studi in via Leonardo Da Vinci per poi dirigersi e fermarsi in piazzale Aldo
Moro di fronte alla Prefettura. Qui i responsabili prenderanno parola dando
continuità al sit in che si preannuncia pacifico, oltre che autorizzato. «Siamo
perfettamente consapevoli che una protesta non cambierà il decreto ne la
situazione sociale della nostra provincia - dicono i rappresentanti della
consulta studentesca, Daniele Cardella e Claudio Calè. Ci sentiamo comunque
penalizzati da questa riforma - proseguono i due - e perciò intendiamo
esprimere il dissenso contro una legge che prevede la privatizzazione delle
università e il modello del maestro unico». Quello che tornerà in piazza è un
corteo prima di tutto informato sulle ragioni della protesta e compatto
nell'avanzare le sue richieste. In proposito i rappresentanti d'istituto del
liceo classico "Empedocle" Andrea Giglia e Umberto Prestia affermano
l'importanza della protesta consapevole. «Invitiamo tutti i giovani che non
hanno ancora provveduto - dicono Giglia e Prestia - a documentarsi sul decreto
133 al fine di comprendere r valutare i pro e i contro della legge ».
L'obiettivo della manifestazione è quello di far valere i diritti della scuola
pubblica, affinchè si identifichi con il bisogno e il diritto all'istruzione di
tutte le famiglie, anche quelle disagiate. «Confidiamo in un movimento che sia
sopra ogni ideologia - concludono i responsabili della Consulta Cardella e Calè
- che mobiliti, tenendoli compatti, giovani, insegnanti, famiglie». Si ritorna
dunque in piazza a difesa del diritto allo studio e a un futuro più sereno, in
una provincia caratterizzata invece dall'assenza di lavoro e prospettive. La
protesta degli studenti, almeno questa volta, viene condivisa dagli insegnanti
e dagli stessi genitori, che come molti non condividono l'ennesima riforma
della scuola. DEBORAH ANNOLINO
( da "Sicilia, La" del 27-10-2008)
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Scuola
Palma,
il preside dell'Odierna «D'accordo con gli studenti» Palma di Montechiaro.
Alberto Pancucci, preside del liceo scientifico Giovan Battista Odierna,
l'unico statale ad indirizzo superiore esistente nella cittadina palmese, ha
giudicato negativamente, nel corso di un'assemblea svoltasi sabato
nell'istituto scolastico, alla presenza del corpo docente, la decisione dei
liceali palmesi di assentarsi dalle lezioni per tutta la settimana per
protestare contro la cosiddetta riforma promossa dal ministro dell'Istruzione Gelmini, ma nel contempo ha dato loro via libera per permettere ai suoi
allievi di manifestare oggi lunedì per le vie del paese. Il dirigente
scolastico dello scientifico Odierna in sostanza con gli studenti del suo
istituto ha utilizzato il bastone e la carota, criticandoli perché hanno
perduto nella scorsa settimana ben 7 giorni di lezioni con un atteggiamento
quindi non certo proficuo per la loro formazione, ma nel contempo si è
dichiarato solidale sui motivi della loro contestazione. Il preside Pancucci
infatti ha criticato aspramente i provvedimenti che si avvia a disporre il
Governo nazionale, ritenuti deleteri per il mondo universitario e per il futuro
di tanti insegnanti precari e quindi ha deciso, assieme ai docenti, di dare
tutto il suo appoggio per la riuscita della manifestazione di protesta che i
liceali palmesi hanno programmato per stamane. Un corteo infatti muoverà dal
Corso Sicilia dove ha sede il liceo Odierna, per proseguire lungo le strade del
centro storico. Esso si concluderà in piazza Matteotti dove i rappresentanti
del comitato degli studenti palmesi pacificamente interverranno per esprimere,
a nome dei loro colleghi, tutta la loro preoccupazione e avversione verso una
riforma scolastica per la quale la protesta ormai si è propagata a macchia
d'olio in quasi tutte le regioni. Sono diversi i dirigenti scolastici che hanno
deciso di fare «outing» e di dichiarare il loro appoggio alla protesta
studentesca che sta ormai dilagando nel Paese contro una Riforma della scuola
che non sembra avere trovato l'appoggio degli stessi operatori del mondo
scolastico. FILIPPO BELLIA
( da "Sicilia, La" del 27-10-2008)
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Scuola
Scuola,
settimana calda Berlusconi: avanti tutta Si apre una settimana di tensione per
la scuola, con un crescendo di proteste degli studenti fino
all'approvazione al Senato del decreto Gelmini
(probabilmente mercoledì) e dello sciopero di giovedì. Berlusconi ha ribadito
ieri che il governo non intende fare marcia indietro sulla riforma e ha
denunciato strumentalizzazioni. Nella foto lezione in piazza. 4
( da "Sicilia, La" del 27-10-2008)
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Scuola
Nell'Ennese
31 scuole sottodimensionate appello di Galvagno contro eliminazione Le scuole
sottodimensionate in provincia di Enna sono 31, pertanto il rischio di
eliminazione è notevole e così il deputato regionale del Partito democratico
Elio Galvagno lancia un appello affinché tutto il territorio, non solo le
istituzioni, si impegnino al massimo, e approvino un ordine del giorno,
proposto dal Pd in tutta Sicilia, e a fare approvare nei consigli comunali e
provinciale per fare fronte comune nel difendere il territorio. Un'iniziativa
volta, appunto, a salvare l'immenso patrimonio scolastico della provincia
ennese. «La manovra - evidenzia il deputato del Pd - prevede un taglio di circa
87 mila posti di insegnanti, che lavorano da anni con incarichi annuali nella
scuola, e di 42 mila posti di personale non docente, con disservizi evidenti
per alunni e famiglie e una drammatica perdita di posti di lavoro». «Facendo
ricorso allo strumento del decreto d'urgenza e al voto di fiducia - spiega Elio
Galvagno - questo Governo ha finito per cancellare ogni possibilità di
dibattito su un tema tanto significativo per il futuro del Paese, impedendo di
far emergere il fatto che a preoccupare le famiglie italiane non sono tanto i
grembiulini e il voto in condotta. Siamo in presenza di una destrutturazione
del sistema dell'istruzione pubblica attraverso una pesante riduzione delle
risorse, con l'abbassamento delle tutele contrattuali e salariali dei
lavoratori della scuola e la razionalizzazione della rete scolastica, che
determinerà accorpamenti di istituti, aumento del numero di studenti per
classe, chiusure delle scuole nei piccoli Comuni e nelle aree marginali». Per
Elio Galvagno tutto questo mette a rischio l'autonomia di 31 scuole della
provincia di Enna, con conseguenze che rischiano di diventare drammatiche già
dai prossimi anni. Elio Galvagno, facendo suo un ordine del giorno già proposto
dal gruppo parlamentare del Pd alla Camera e al Senato, ha chiesto un impegno
delle istituzioni locali, dei venti Comuni , della Provincia regionale,
affinché intervengano presso il governo nazionale «per impedire la distruzione
di un sistema scolastico che, in condizioni talvolta difficilissime, ha
consentito il progresso sociale e culturale della Regione. Il presidente del
Consiglio e la ministra Gelmini continuano a sostenere che il 97% della spesa pubblica della
scuola serve a pagare gli stipendi di chi ci lavora». «Questi dati - sottolinea
Elio Galvagno - vengono smentiti non dal me ma dall'Ocse nella pubblicazione
"Education at a Glance" del 2007, nella quale l'Italia risulta
allineata alla media Ocse ed ha una spesa per gli stipendi persino inferiore a
quella della Germania. Quella che si sta delineando è una scuola
precaria per una società sempre più precaria, nella quale la qualità
dell'istruzione sarà in rapporto al censo e dove promozione della famiglia e
politiche per la natalità rischiano di essere solo formule vuote». Queste le
scuole sottodimensionate: «Matilde quattrino» 188 alunni, «Cascino» 267, «Da
Vinci» 318, «Capuana» 378, «Giuliano» 392, «Roncalli» 414 e «Crispi» 430 alunni
tutte a Piazza Armerina; «Verga» 211 alunni Cerami; «Citelli» 253, «Ingrassia»
281 Regalbuto; Via S. Elena 270, «Magno» 397 Valguarnera; «Fedele» 281,
«Diodoro Siculo» 311 alunni Agira; «Pascoli» 281, «Garibaldi» 290, «Savarese»
333, «Duca D'Aosta» 459 alunni tutte a Enna; «Verga» 296, «Ansaldi» 377 alunni
Centuripe; «Don Bosco» 303 alunni Troina; «Sturzo» 343 Nissoria; «Pirandello»
303, «Volta» 484; «Majorana» 349, «Fratelli Testa» 354, «Alighieri» 355 alunni
Nicosia; «Mattei» 384 Gagliano; «Vaccalluzzo» 437 alunni Leonforte; «Verga» 465
Calascibetta; «Cordova» 494 alunni Aidone. flavio guzzone
( da "Sicilia, La" del 27-10-2008)
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Scuola
Lezioni
di vita in memoria di IvanPiazza Armerina. Un padre di Mazzarino esorta i
giovani a salvarsi dalle stragi del sabato sera Leonforte. Nei giorni in cui al
Senato si discute sull'approvazione del Decreto Gelmini, molte scuole secondarie e università in tutta Italia sono in
stato protesta, con cortei, occupazione o autogestione; e non fanno eccezione i
licei leonfortesi. Mentre gli alunni del Liceo scientifico "Enrico
Medi" sin dall'inizio hanno occupato gli spazi della struttura scolastica,
protestando senza accettare condizionamenti da preside e docenti, quelli
del Liceo classico "Nunzio Vaccalluzzo" hanno avviato l'autogestione
per i giorni che vanno dal 21 al 24 ottobre. Durante questi quattro giorni
autogestiti si è discusso sugli aspetti del Decreto Gelmini
e delle conseguenze che intaccano la formazione scolastica degli alunni.
«Cancellazione dell'obbligo scolastico a 16 anni, tagli alla scuola pubblica,
tagli all'università - hanno detto un gruppo di ragazzi - sono i punti della
riforma che gli alunni del Liceo Classico "Nunzio Vaccalluzzo"
condannano maggiormente». Tra un dibattito e un altro, gli studenti hanno dato
spazio anche a numerose attività ricreative: laboratorio musicale, sportivo e
visione di film. La protesta contro il Decreto Gelmini
continuerà anche dopo i giorni di autogestione: domani, infatti, i
rappresentanti degli alunni del liceo hanno organizzato un corteo che vedrà
partecipe le istituzioni comunali; mentre giovedì gli studenti si uniranno allo
sciopero nazionale dei lavoratori, prendendo parte a cortei organizzati a Enna.
Carmelo Pontorno
( da "Sicilia, La" del 27-10-2008)
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Scuola
Leonforte
Anche i due licei si schierano contro la riforma della Gelmini Gagliano. Oggi ricorre il 46° anniversario della morte di Enrico
Mattei. Al centro del pensiero dei gaglianesi il ricordo dolente e nostalgico
del benefattore perduto. Era il 27 ottobre del 1962 quando Mattei, dopo essere
partito da Gagliano al termine di uno storico comizio, scomparve in un
misterioso incidente aereo tra i cieli di Bescapè, vicino Pavia,
lasciando sgomento e profonda amarezza tra quanti avevano riposto in lui le
proprie speranze. L'ultimo discorso della sua vita lo aveva pronunciato proprio
a Gagliano, tra una folla acclamante ammassata in piazza Monumento ai Caduti.
Il piano di Mattei mirava all'industrializzazione della Sicilia, a seguito
della scoperta del petrolio nel sottosuolo gelese e l'ulteriore scoperta del
gas a Gagliano sarebbe stata un incentivo in più per la realizzazione di un
sogno. Dopo la sua tragica scomparsa, tutti gli anni, l'Associazione pionieri e
veterani Eni della sezione di Gagliano, celebra il suo anniversario con una
messa di suffragio, che si terrà stamani alle 11, nella chiesa Santa Maria
delle Grazie. Al termine il corteo sfilerà per la via Roma e, dopo una sosta in
pazza Monumento ai Caduti, proseguirà fino alla piazza Salvatore Lo Giudice,
dove verrà deposta una corona di alloro ai piedi del busto in bronzo di Mattei.
In serata, alle 20,30, si concluderà la giornata commemorativa con la
proiezione di un film sulla mafia nel salone del Circolo degli operai.
VALENTINA LA FERRERA
( da "Sicilia, La" del 27-10-2008)
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Scuola
Il decreto Gelmini
verso l'approvazione Lezioni al Colosseo e crescendo di proteste Roma. Due
milioni è mezzo di persone in piazza? «È la sinistra delle frottole». Veltroni?
«Ha perso, vada a riposarsi per 5 anni». Dice che l'Italia è migliore di chi la
governa? «Insulsaggini». Il giorno dopo il Circo Massimo, Silvio
Berlusconi decide di rispondere in prima persona. Anzitutto replica che il
governo «va avanti» col suo programma. Con questa opposizione, aggiunge, il
dialogo è «impossibile». Tanto più se il Pd si riunisce all'Idv di Antonio Di
Pietro, «un uomo malvagio». «Ho sentito le dichiarazioni della Questura - dice
il premier - e non posso che dire, che questa è la sinistra delle frottole,
delle invettive, delle calunnie». Veltroni, poi, «si dovrebbe rassegnare: ha
perso e per 5 anni non c'è più niente da fare. Invece di fare manifestazioni,
dovrebbe andarsi a riposare, per prepararsi a una bella campagna elettorale tra
5 anni. Così ci lascerebbe lavorare meglio per gli italiani». «Se vorranno
unirsi a noi per votare i provvedimenti nell'interesse del Paese, o se daranno
suggerimenti utili, sono i benvenuti. Ma «finora abbiamo avuto solo critiche».
Ancor meno piace a Berlusconi l'idea che il Pd si ricompatti con l'Idv di Di
Pietro, «un uomo malvagio, che ha mandato in galera 15 persone che poi non sono
state nemmeno rinviate a giudizio, che sbraita in maniera forsennata». Dopo il
25 ottobre, insomma, il premier mette in chiaro che non cambierà nulla. Il
governo andrà avanti «a le fare cose che sono nel programma qualunque cosa dica
Veltroni o altri nell'opposizione». Intanto, aggiunge, il centrosinistra
«continui pure a sgambettare in tv, a dire le solite insulsaggini: non faranno
che continuare a perdere consenso». Ma nel Pd si respira un'aria tutta diversa
e si considera la massiccia partecipazione al Circo Massimo come la prova che
il partito ha una base sociale disponibile a fare una battaglia di opposizione,
sociale e politica. E, per rispondere a questa disponibilità, Veltroni ha detto
di voler «spendere i frutti della manifestazione per il Paese» e per le sue
battaglie sociali, a partire da scuola e economia. Il terreno su cui il Pd
intende muoversi, dunque, è quello sociale, su cui il partito accentuerà la sua
opposizione «dura». Il che porterà a incrociare le strade della sinistra oggi
fuori dal Parlamento, ma anche e soprattutto la strada di Di Pietro. Ieri il
leader di Idv ha nuovamente sventolato il ramoscello d'ulivo, spiegando di
essere andato al Circo Massimo perchè si sentiva «a casa» e che non ha «nulla
da rimproverare a Veltroni». L'altro capitolo che impegnerà il partito nei
prossimi mesi è la Conferenza programmatica, in cui il Pd elaborerà delle
proposte di lungo periodo sulle politiche sociali ed economiche per dimostrare,
come recitavano gli striscioni al Circo Massimo, che «un'altra Italia è
possibile». Giovanni Innamorati
( da "Sicilia, La" del 27-10-2008)
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Scuola
scontro
tra il ministro della funzione pubblica e il sindacato delle toghe Roma. Tutto
è pronto nelle scuole e nelle università per un'altra settimana di
contestazioni. Un programma - ancora denso di occupazioni, sit-in, agitazioni,
lezioni in piazza - che per i primi giorni della prossima settimana mira a
bloccare l'approvazione definitiva (prevista mercoledì) al
Senato del decreto Gelmini. E da oggi gli studenti romani faranno lezione al Colosseo. Per
contrastare l'approvazione al Senato, i Cobas hanno organizzato una
manifestazione a piazza Navona, a pochi passi da Palazzo Madama, a partire
dalle 17 di domani. L'iniziativa proseguirà senza sosta fino al mattino dopo
quando è prevista la votazione. La Rete degli studenti lancia lo slogan
«Avanziamo dei diritti» ed annuncia che da oggi, in tutta Italia, «ci saranno
scioperi e notti bianche, che si concentreranno ancora una volta nei giorni di
approvazione del decreto 137 al Senato. Dopo lo slittamento ottenuto il 23
ottobre, cercheremo ancora una volta di bloccare i lavori parlamentari». Ma
l'appuntamento clou delle proteste è per giovedì, giorno in cui, in tutta
Italia, sciopererà il personale della scuola e si terrà a Roma la
manifestazione di docenti, studenti medi ed universitari contro il progetto
governativo. Il governo tira dritto. Nessuna intenzione di ritirare il decreto Gelmini, assicura Silvuio Berlusconi: «Andiamo avanti - dice
il premier - a governare e a fare cose di buon senso che sono nel programma
qualunque cosa dica Veltroni o qualcun altro nell'opposizione». «Hanno usato
strumentalmente la scuola - aggiunge Berlusconi -. Pensate all'università, non
abbiamo ancora fatto nulla e già ci hanno mosso critiche e mosso gli studenti
nelle strade con una strumentalizzazione difficilmente definibile anche di
studenti e bambini» Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, invita
il governo a «far parlare le famiglie, far dire loro cosa vogliono». Anche il
numero uno della Cgil, Guglielmo Epifani, auspica l'avvio di un confronto con
le organizzazioni sindacali e la sospensione del decreto. Lapidario il commento
di Antonio Di Pietro (Idv): «Ci hanno fatto vedere il grembiulino, il voto in
condotta, ma si sono fregati la polpa, cioè otto miliardi di euro». Contro i
provvedimenti del governo sulla scuola si è espresso anche il Meic (Movimento
ecclesiale di impegno culturale), la cui assemblea ha votato una mozione che
boccia senza appello i decreti Gelmini: «I contenuti
non sembrano essere il frutto di un chiaro e coerente disegno pedagogico».
Proteste senza sosta anche negli atenei. Gli studenti dell' Università romana
Tor Vergata hanno provocatoriamente messo in vendita, per appena un euro e 50
centesimi, sul sito e-Bay la propria università. Sempre gli studenti di Tor
Vergata ieri hanno raggiunto la centrale piazza dei Cinquecento, a Roma, in
camice bianco e libri in mano. Una protesta creativa che ha l'obiettivo di «far
conoscere alla popolazione il tragico futuro dell'università italiana». La facoltà
di Fisica de La Sapienza, occupata da giorni, ha aperto alle famiglie per
mostrare loro le esercitazioni e sperimentazioni della materia. Da oggi poi, a
Roma, partirà una settimana di lezioni all'aria aperta, anche in luoghi simbolo
della città come il Colosseo. Alla Normale di Pisa, ieri sono apparsi alcuni
striscioni di protesta: «Un Paese vale quanto ciò che ricerca».
( da "Sicilia, La" del 27-10-2008)
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Scuola
«giallo»
in piazzale giotto Il cadavere di un giovane all'interno di una «Smart» Marco
Bisanti Dopo la pausa domenicale, condita dalla semplice attività di
volantinaggio nelle strade della città, inizia oggi la settimana di fuoco per
il mondo dell'Istruzione. Venerdì prossimo il Senato
trasformerà in legge il decreto Tremonti-Gelmini sulla
riforma contestata già duramente e trasversalmente da Atenei e scuole superiori
di tutta Italia. Dopo cascate e fiumi di parole sull'oggetto del dissenso da
parte degli studenti in assemblee e cortei, dopo le critiche mosse ai docenti
sui potenti baronati, Palermo è pronta a partecipare ai giochi. Triplice
impegno stamattina per il mondo universitario, in attesa del corteo contro la
legge 133 e 137 che alle 16 partirà dal Politeama alla volta di Palazzo
d'Orleans. Alle 9, infatti, mentre si aprirà il tavolo di coordinamento
interfacoltà a Ingegneria per discutere della mobilitazione, un giardino di
protesta verrà allestito dagli studenti di Architettura con piantine da loro
stessi acquistate e inizieranno lezioni sul palchetto della musica a piazza
Politeama tenute da professori di Scienze della formazione fino alle 14. A
Lettere ci saranno seminari sulla lotta al dissenso, mafia e letteratura,
proiezione di un video sulla diversità e altre lezioni tenute da ricercatori e
docenti. La giornata si chiuderà nella stessa facoltà, dopo il corteo
cittadino, con una lettura no-stop di «Gomorra» di Roberto Saviano. Sul fronte
della scuola, invece, il dissenso viaggia in varie direzioni con l'unico tabù
per quanto riguarda le occupazioni a cui nessuno pensa ancora di ricorrere. Gli
studenti del Meli, dovrebbero sfilare stamattina in un corteo di protesta che
si fermerà davanti ai cancelli della sede della Rai. Azione studentesca,
rappresentanza vicina ad An, ha dato, invece, appuntamento alle 16 al «Pareto»
dove si presenteranno in maggior parte alunni degli istituti tecnici che si
sono distanziati dalle proteste messe in atto finora, organizzando la scorsa
settimana un sit-in sotto il Provveditorato contro i «professori incompetenti»,
il voto in condotta e le rimandature a settembre. Continua l'autogestione
unanime all'Umberto I, mentre sono solo alcuni gli studenti del Galileo Galilei
che hanno deciso di protestare: loro hanno organizzato anche degli incontri con
alcuni esponenti del movimento studentesco della Pantera. Il mix di lezioni e
assemblee pomeridiane con didattica alleggerita vale per il Cannizzaro e
l'Einstein. Da quest'ultimo liceo è partita la proposta di tenere delle lezioni
nelle piazze del centro, a partire da domani.
( da "Sicilia, La" del 27-10-2008)
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Scuola
«Degrado
nelle case Iacp» Peppe Calabrese: «La situazione in via Rossitto a Ragusa è
invariata da mesi» Ragusa. Mentre oggi si apre una nuova settimana che vedrà ancora
una volta protagonista la scuola, con studenti e, come accadrà pomeriggio,
anche docenti in piazza, il portavoce dei giovani de La Destra, Raffaele
Chiavola, in una nota esprime solidarietà agli studenti che hanno manifestato
in questi giorni, ma chiede di evitare le strumentalizzazioni politiche alla
luce della partecipazione ai cortei di alcuni esponenti politici della
Sinistra. "Nel decreto legge Gelmini non si parla
di Università e di scuola superiore, piuttosto riguarda principalmente la
scuola primaria e la scuola media inferiore ? dice Chiavola, portavoce di
Gioventù Italiana - Nella legge 133, la più discussa, riguardante la
privatizzazione dell'Università e il taglio dei fondo ordinario, l'articolo 16
titola "Facoltà di trasformazione in fondazioni delle università". In
concreto, "le Università pubbliche possono deliberare la propria
trasformazione in fondazioni di diritto privato". Cambia la forma
giuridica, ma ? come conferma il comma 9, resta fermo il sistema di finanziamento
pubblico. A tal fine, costituisce elemento di valutazione, a fini perequativi,
l'entità dei finanziamenti privati di ciascuna fondazione, per cui la
privatizzazione è una possibile decisione del Senato accademico e non un
obbligo di legge e i fondi pubblici non verranno mai meno". Per Chiavola
occorre "centrare meglio l'obiettivo delle manifestazioni, in quanto
semmai si dovrebbe scioperare contro la gestione di tali fondi". M. B.
( da "Sicilia, La" del 27-10-2008)
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Scuola
ragusa
Protesta della scuola il Pd aderisce al corteo La segreteria cittadina del
Partito Democratico aderisce alla manifestazione del mondo della scuola organizzata
dai sindacati Flc-Cgil, Cisl-Scuola, Uil-Scuola e Snals di oggi 27 ottobre. Il
Partito Democratico cittadino, all'unisono con le forze sindacali, gli
studenti, i docenti e le famiglie, ritiene che il Decreto
legge varato dal ministro Gelmini adotta nei contenuti una
serie di provvedimenti dannosi per il sistema scolastico italiano e, sul piano
del metodo, è una riforma che non si è fatta forza né di un serio dibattito
parlamentare, né di un dialogo con le forze che operano nel mondo della scuola.
Al corteo parteciperà una delegazione della segreteria cittadina e dei giovani
democratici.
( da "Corriere
Adriatico"
del 27-10-2008)
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Scuola
Il Cobas scuola dopo il corteo contro la riforma Gelmini "La
manifestazione degli studenti un segno di civiltà e di unità" SENIGALLIA -
"La manifestazione di venerdì a Senigallia ha visto centinaia di studenti
sfilare per le vie della città con passione e allegria dimostrando unità ed
idee chiare". Scrivono così Cinzia Ruggeri e Paolo Turchi dei Cobas di
Ancona. "L'obiettivo è il ritiro della legge 133 Tremonti-Gelmini, che sta per essere approvata a tappe forzate in
parlamento. Legge nefasta per la scuola pubblica che taglia 180.000 posti di
lavoro, riduce il tempo scuola delle superiori portando i licei a 30 ore e gli
istitui professionali, tecnici e artistici a 32 ore, eliminando gran parte
delle materie caratterizzanti (laboratori, materie professionalizzanti).
Inoltre toglie il tempo prolungato alle medie e il tempo pieno alle elementari,
riduce il tempo scuola anche alle elementari e materne introducendo il maestro
unico. Tagli su tagli per una la cifra astronomica di 8 miliardi di euro".
"Non meno importante - sottolineano Turchi e Ruggeri - il ripristino di
forme di autoritarismo e controllo nelle scuole che passa con il voto di
condotta e la valutazione degli alunni delle elementari con voti decimali
sostituendo gli attuali giudizi. Contro tutto questo si sono espressi gli
studenti con grande maturità e coscienza civile e politica. I Cobas scuola
della provincia di Ancona sostengono e condividono questo movimento che lotta
contro la politica del governo che assedia la scuola pubblica".
( da "Corriere
Adriatico"
del 27-10-2008)
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Scuola
Fermignano
e Urbino Una serata parlando di scuola Fermignano - Si avvicina il 30 ottobre,
giorno della protesta nazionale contro la riforma della
scuola voluta dalla ministra Gelmini. "Molti i sondaggi che
rivelano un consenso diffuso attorno al progetto di cambiamento messo in atto
da questo governo", sottolinea Patrizia Smacchia, segretaria del Pd
locale, "ma allora non si comprende perchè in tutta Italia stia crescendo
giorno dopo giorno una grande mobilitazione per opporsi a questa riforma".
A tal proposito il Circolo del Partito Democratico di Fermignano ha organizzato
un'assemblea pubblica su: "La scuola: il mio futuro", in programma
stasera, alle ore 21, presso la Sala Monteverdi. Interverranno: Lilly
Gargamelli, segretaria della Flc-Cgil Pesaro-Urbino, Anna Bartolini segretaria
Cisl Scuola Pesaro-Urbino, Franco De Anna, Dirigente Tecnico del Ministero
Pubblica Istruzione e Ispettore Ufficio Scolastico Regione Marche. Coordina
Patrizia Smacchia. A Urbino è il Circolo di Rifondazione Comunista che organizza
un incontro, alle ore 21 presso il Centro di Aggregazione L'Arcobaleno di Pieve
di Cagna, dedicato alla situazione delle scuole nelle frazioni del Comune di
Urbino, Pieve di Cagna, Schieti e Trasanni. Coordina Enza Galluzzo,
responsabile scuola del circolo di Urbino, interviene Daniela Barbaresi,
segretaria Flc-Cgil. E.G.,
( da "Corriere
Adriatico"
del 27-10-2008)
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Scuola
"Il
Paese ci ha dato una grande maggioranzanoi ora siamo impegnati a realizzare il
nostro programma" Il premier ricorda a Veltroni che ha perso le elezioni e
lo invita a rassegnarsi Berlusconi: "E' la sinistra delle frottole"
ROMA - Due milioni e mezzo di persone in piazza? "E' la sinistra delle
frottole". Veltroni? "Ha perso, vada a riposarsi per cinque
anni". Dice che l'Italia è migliore di chi la governa?
"Insulsaggini". Il giorno dopo il Circo Massimo, Silvio Berlusconi
non fa spallucce. Anzi, ci pensa sù nel lungo viaggio di ritorno dalla Cina
(con tappa notturna in Kazakhstan), poi decide di rispondere in prima persona.
Anzitutto replica che il governo "va avanti" con il suo programma. A
cominciare da decreto scuola e nuove misure per imprese e, se i conti pubblici
lo consentono, anche per aumentare le retribuzioni. Con questa opposizione,
aggiunge, il dialogo è "impossibile". Tanto più se il Pd si riunisce
all'Idv di Antonio Di Pietro, "un uomo malvagio". L'aereo di Stato
atterra nella notte a Ciampino, niente stop a Milano. E dopo una giornata di
riposo e riflessione con i suoi, il presidente del Consiglio decide di andare a
visitare (per la seconda volta in pochi giorni) la mostra dell'Antiquariato di
Palazzo Venezia. Così incontra i giornalisti e parte all'attacco della
manifestazione del Pd. Le immagini non le ha viste. "Ma ho sentito le
dichiarazioni della Questura - racconta - e non posso che dire, che questa è la
sinistra delle frottole, delle invettive, delle calunnie". Veltroni, poi,
"si dovrebbe rassegnare: ha perso e per 5 anni non c'è più niente da fare.
Invece di fare manifestazioni, dovrebbe andarsi a riposare, per prepararsi a
una bella campagna elettorale tra 5 anni. Così ci lascerebbe lavorare meglio e
con più profitto per gli italiani". D'altra parte, la manifestazione di
ieri è stata "certamente una dimostrazione democratica, nulla da eccepire
eccetto sulle cifre; ma la più grande dimostrazione democratica - sottolinea
Berlusconi - è stata il 13 e 14 aprile", quando "il Paese ci ha dato
una grande maggioranza. Noi ora siamo impegnati a realizzare il nostro
programma". Tanto più che "tutti i sondaggi indicano che ho un
gradimento del 72%". Insomma, il centrosinistra "non sa
perdere". E con questa opposizione che "sfortunatamente ci
troviamo", aggiunge,"avremo il solito rapporto". Cioè, "se
vorranno unirsi a noi per votare i provvedimenti nell'interesse del Paese, sono
i benvenuti. E anche se daranno suggerimenti utili per il Paese". Ma
"finora abbiamo avuto solo critiche. E dunque tutto questo fa parte del
libro dei sogni". Ancor meno piace a Berlusconi l'idea che il Pd si
ricompatti con l'Idv di Di Pietro, "un uomo malvagio, che ha mandato in
galera 15 persone che poi non sono state nemmeno rinviate a giudizio, che
sbraita in maniera forsennata e irragionevole". Dopo il 25 ottobre,
insomma, il presidente del Consiglio mette in chiaro che non cambierà nulla. A cominciare dal decreto Gelmini, visto che
sulla scuola c'è stata una "strumentalizzazione difficilmente definibile
anche di studenti e bambini". Non solo. Berlusconi annuncia che in
settimana, con il ministro Scajola, lavorerà a nuove misure "per sostenere
le imprese e per fare ciò che i conti pubblici renderanno possibile anche per
le retribuzioni". RODOLFO DRINI,
( da "Corriere
Adriatico"
del 27-10-2008)
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Scuola
Cresce
la mobilitazione in vista dello sciopero di giovedì per bloccare l'approvazione
del decreto Gelmini Gli studenti non mollano, da oggi
nuove proteste ROMA - Tutto è pronto nelle scuole e nelle università per
un'altra settimana di contestazioni. Un programma - ancora denso di
occupazioni, sit-in, agitazioni, lezioni in piazza - che per i primi giorni
della settimana ha l'obiettivo primario di bloccare l'approvazione definitiva
al Senato (prevista mercoledì 29 ottobre) del decreto Gelmini. E da oggi, gli studenti romani faranno lezione al Colosseo.
Tutto confermato, anche dal governo: il premier Silvio Berlusconi ha assicurato
che andrà avanti sul decreto Gelmini. "Hanno usato
strumentalmente la scuola" ha detto Berlusconi precisando sull'università:
"non abbiamo ancora fatto nulla e già ci hanno mosso critiche e mosso gli
studenti nelle strade". Contro l'approvazione del provvedimento Gelmini al Senato, i Cobas hanno organizzato una
manifestazione a piazza Navona, a pochi passi da Palazzo Madama, a partire
dalle 17 di domani. L'iniziativa proseguirà senza sosta fino al mattino dopo
quando è prevista la votazione. La Rete degli studenti lancia lo slogan
"Avanziamo dei diritti" ed annuncia che da domani, in tutta Italia,
"ci saranno scioperi e notti bianche, che si concentreranno ancora una
volta nei giorni di approvazione del decreto 137 al Senato. Dopo lo slittamento
ottenuto il 23 ottobre, cercheremo ancora una volta di bloccare i lavori
parlamentari". Ma l'appuntamento clou delle proteste è per giovedì, giorno
in cui, in tutta Italia, sciopererà il personale della scuola e si terrà a Roma
la manifestazione di docenti, studenti medi ed universitari contro il progetto
governativo. Per il leader radicale, Marco Pannella, "la rivolta di
professori e studenti è in realtà una rivolta contro la finanziaria di Tremonti,
quella da otto minuti". Il segretario generale della Cisl, Raffaele
Bonanni, invita il governo a "far parlare le famiglie, far dire loro cosa
vogliono". Anche il numero uno della Cgil, Guglielmo Epifani, auspica
l'avvio di un confronto con le organizzazioni sindacali e la sospensione del
decreto. Lapidario il commento di Antonio Di Pietro (Idv): "Ci hanno fatto
vedere il grembiulino, il voto in condotta, ma si sono fregati la polpa, cioè
otto miliardi di euro". Contro i provvedimenti del governo sulla scuola si
è espresso anche il Meic (Movimento ecclesiale di impegno culturale), la cui
assemblea ha votato una mozione che boccia senza appello i decreti Gelmini: "I contenuti non sembrano essere il frutto di
un chiaro e coerente disegno pedagogico". Teodoro Buontempo, presidente de
La Destra, giudica "inquietante il silenzio dell'organizzazione giovanile
di An di fronte alle sprovvedute iniziative della Gelmini
e alle dichiarazioni del tutto irresponsabili di Silvio Berlusconi". Degli
sprechi nelle università ha parlato il ministro Renato Brunetta: "ci sono
i baroni universitari, i corsi universitari per appena 10 studenti e così
via". Proteste senza sosta anche negli atenei. Gli studenti
dell'Università romana Tor Vergata hanno provocatoriamente messo in vendita,
per appena un euro e 50 centesimi, sul sito e-Bay la propria università.
( da "Monde, Le" del 27-10-2008)
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Walter
Veltroni reprend l'offensive contre Silvio Berlusconi LE MONDE | 27.10.08 |
13h38 * Mis à jour le 27.10.08 | 13h38 Réagir Classer E-mail Imprimer Partager
Partager: ROME CORRESPONDANCE Le Parti démocrate (PD) de Walter Veltroni a
réussi son pari en réunissant à Rome, samedi 25 octobre, la plus grande
manifestation depuis le retour au pouvoir de Silvio Berlusconi, en mai. A
l'appel du principal parti d'opposition, une marée humaine a envahi le Circo
Massimo, stade antique au coeur de la capitale italienne, immense espace vert
que seules l'AS Roma, pour sa victoire dans le championnat d'Italie, et la
CGIL, le principal syndicat du pays, lors d'une épreuve de force avec Silvio
Berlusconi en 2002, avaient jusqu'ici réussi à remplir. SUR LE MêME SUJET
Portfolio Des centaines de milliers d'Italiens défilent contre Berlusconi Les
faits Italie : Walter Veltroni reprend l'offensive contre Silvio Berlusconi Les
faits La rue se mobilise contre Silvio Berlusconi Enquête Vent de racisme en
Italie Edition abonnés Fiche pays : Italie Walter Veltroni, le secrétaire
général du PD, lui, a osé. "Il s'agit de la plus grande manifestation
organisée par un parti depuis plusieurs années", a-t-il lancé à une foule
galvanisée par l'annonce, peu auparavant, par les organisateurs, que les
manifestants étaient "plus de deux millions et demi". VIOLATION
FLAGRANTE DE LA LOI La dispute sur les chiffres de la participation est une
constante des manifestations politiques en Italie. Pour la préfecture de
police, le nombre des manifestants de samedi se limitait à 200 000. Ce qui est
sûr, c'est que ce succès permet à M. Veltroni de revenir au combat après sa
cuisante défaite face au Cavaliere et la volonté de celui-ci de fermer la porte
au dialogue, sur lequel le Parti démocrate avait beaucoup misé. Le président du
conseil italien a d'ailleurs confirmé son état d'esprit au lendemain de la
manifestation : "Au lieu de pavoiser, a déclaré M. Berlusconi, Veltroni
ferait mieux de se reposer pour se préparer à la campagne électorale dans cinq
ans." Mais, malgré les sondages sur la poursuite de l'état de grâce du
Cavaliere - qui dispose de 60 % d'opinions favorables -, la grogne sociale
occasionnée par les coupes budgétaires dans l'éducation semble avoir redonné des
ailes à la gauche. Les slogans contre la ministre de
l'éducation, Mariastella Gelmini, étaient les favoris des manifestants de samedi. Et la
mobilisation dans les écoles, les lycées et les universités n'est pas près de
s'arrêter. Une grève générale de l'école est convoquée le 30 octobre. Le 14
novembre, ce sera au tour de l'université. M. Veltroni, lui, a, encore
une fois, exigé le retrait de la réforme, qui prévoit d'importantes
suppressions de postes d'enseignants, et l'ouverture d'un débat sur la question
au Parlement et dans le pays. L'ancien maire de Rome a pour ambition de revenir
à une opposition résolue sans pour autant tomber dans l'anti-berlusconnisme
systématique. La rupture avec Italie des valeurs (IDV, centre gauche), le parti
de l'ancien juge de l'opération "Mains propres", Antonio Di Pietro,
partisan d'une opposition "musclée" contre M. Berlusconi, a dégagé le
terrain. M. Veltroni a ainsi repris l'initiative et son ton face au Cavaliere
s'est fait plus ferme. "Monsieur le Président du conseil, la démocratie
n'est pas un conseil d'administration d'une entreprise", a-t-il notamment
lancé, samedi, en jugeant que le gouvernement était incompétent pour affronter
la grave crise économique et sociale. Après avoir fourni des conseils aux investisseurs
sur les actions à conserver ou à acheter et rassuré les Italiens, qui
"n'ont rien à craindre de la crise", Silvio Berlusconi se plaint
maintenant des émissions de la RAI, le service public de télévision, "qui
propagent la panique et la méfiance", selon lui. Lors d'un récent dîner
avec des industriels, il s'est même demandé pourquoi ils acceptaient de
diffuser leurs spots publicitaires entre les mauvaises nouvelles. Une manière
de les inviter à choisir Mediaset, le concurrent de la RAI et groupe de télévision
de... Silvio Berlusconi où, vraisemblablement, la crise est traitée
différemment. Il s'agit là d'une violation flagrante de la loi sur le conflit
d'intérêts, a dénoncé, dimanche, le responsable de la communication du Parti
démocrate, Paolo Gentiloni. Cela faisait longtemps que le Parti démocrate
n'attaquait plus le Cavaliere sur ce thème. Salvatore AloÏse Article paru dans
l'édition du 28.10.08. Abonnez-vous au Monde à 16€/mois
( da "Voce d'Italia,
La" del
27-10-2008)
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Scuola
Cronaca
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*Scuola: Epifani "Ritirate il decreto" *Brunetta: "70mln di euro
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( da "Corriere.it" del 27-10-2008)
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Un'altra
giornata di proteste contro la riforma della scuola e i tagli all'Università
Roma, migliaia di studenti in piazza ma il corteo si "spacca" Nella
capitale dissidi tra studenti di sinistra e quelli di estrema destra. Sit in
davanti al Senato Liceo Boccioni occupato a Milano (Newpress) ROMA -
Occupazioni, cortei, manifestazioni. Non si ferma la protesta nel mondo della
scuola e dell'Università, in vista della votazione finale
al Senato del decreto Gelmini sul maestro unico (leggi il testo del decreto 137), prevista
mercoledì, un giorno prima dello sciopero promosso dai sindacati. ROMA - Nella
capitale circa 5-6 mila studenti, a detta degli organizzatori, hanno
manifestato in corteo sfilando da piazza della Repubblica fino a piazza
Venezia. Più tardi alcuni ragazzi si sono spostati davanti al Senato per
un sit-in di protesta (e qualcuno ha lanciato la proposta di seguire,
mercoledì, i lavori a Palazzo Madama). Durante il percorso del corteo c'è stata
una spaccatura fra testa e coda. Davanti il "Blocco Studentesco" di
estrema destra (che ha intonato il coro «Duce, Duce») e dietro gli studenti
antifascisti. Questi ultimi hanno avuto attimi di indecisione e, giunti in via
Cavour all'altezza di via dei Serpenti, avevano deciso di modificare il
percorso della loro manifestazione per dirigersi verso il ministero
dell'Istruzione. Una volta giunti in via dei Fori Imperiali gli studenti di
sinistra sono stati convinti però dalle forze dell'ordine, che hanno sbarrato
con un cordone l'accesso verso il Colosseo, a proseguire con il percorso
concordato e raggiungere la testa in piazza Venezia. Molti gli slogan scanditi
dai ragazzi: «Nel nostro futuro più pubblico e meno privato», ma anche «la Gelmini non ci fermerà, salviamo la scuola e le università».
Nelle prossime ore, spiegano gli studenti, crescerà il numero di scuole a Roma
e in tutta Italia in mobilitazione. Occupati, tra gli altri, il liceo
"Giulio Cesare" e l'istituto nautico "Colonna", mentre i
giovani di medicina della "Sapienza" hanno fatto lezione sotto il
ministero dell'Istruzione. MILANO - Occupazioni scattate anche negli istituti secondari
milanesi. Al liceo artistico Boccioni, in piazzale Arduino (zona Fiera), alle
8.30 è stata approvata «a stragrande maggioranza», spiegano gli studenti,
l'occupazione dell' istituto che dovrebbe andare avanti fino a mercoledì.
«Quello che ci siamo presi è solo una piccola parte di ciò che ci aspetta»,
recita uno striscione apposto all'ingresso della scuola. Ora i ragazzi sono
riuniti in un'assemblea per decidere come organizzare l'occupazione. NAPOLI -
Studenti in piazza anche a Napoli. Due i cortei organizzati per le vie della città:
un primo, autorizzato, è partito poco dopo le 10 in alcune strade del quartiere
periferico Ponticelli; un altro, estemporaneo, si è radunato in piazza del Gesù
per dirigersi in piazza Municipio. Aumenta anche nel capoluogo partenopeo il
numero di istituti superiori occupati o autogestiti. Lo storico liceo classico
Genovesi, in piazza del Gesù, che è stato il primo ad essere occupato, resta il
fulcro della protesta. PALERMO - Cortei e iniziative di protesta contro la
legge 133 sono in corso in diversi punti di Palermo. Davanti la sede della Rai,
in viale Strasburgo, un gruppo di studenti di scuole medie superiori sta
effettuando un sit-in, mentre altri studenti dopo un presidio in piazza
Politeama, davanti al teatro, hanno sfilato in corteo per via Libertà, creando
problemi alla circolazione. In piazza Castelnuovo invece gli studenti della
Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università hanno partecipato a una
lezione all'aperto. Altre lezioni delle facoltà di Ingegneria, Architettura,
Medicina, Farmacia e Giurisprudenza sono in programma martedì in diverse zone
della città. SIT IN AL SENATO - Intanto i Cobas lanciano un sit in per martedì
alle 17 davanti al Senato, in concomitanza con le votazioni sul provvedimento,
che dovrebbero chiudersi mercoledì. «Anche oggi - sottolinea il portavoce
nazionale, P iero Bernocchi - in tutta Italia proseguono cortei, sit-in,
occupazioni e autogestioni di scuole, a dimostrazione di quanto fosse sentito
quel 'Non ci farete paura' che il movimento ha risposto alle brutali minacce
poliziesche e forcaiole di Berlusconi contro il popolo della scuola pubblica».
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( da "Gazzettino, Il
(Udine)"
del 27-10-2008)
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Scuola
Bossi sprona la Gelmini:
graduatorie regionali per i prof RomaNOSTRA REDAZIONE«La Gelmini ha fatto qualcosa di
buono per la scuola in un momento in cui, a parte le strumentalizzazioni, è
chiaro che non ci sono più i soldi per andare avanti come prima. E adesso
dovrebbe avere il coraggio di sostituire le graduatorie nazionali degli
insegnanti con graduatorie regionali»: Umberto Bossi, leader della Lega e
ministro delle Riforme, dopo la «regionalizzazione» dei concorsi pubblici, ora
rilancia un altro cavallo di battaglia del Carroccio.Quella degli insegnanti
legati al territorio è infatti una vecchia richiesta della Lega, ma Bossi
rimane prudente: «Non so se la Gelmini può. Visto il
caos in cui si vive in questo momento - dice il Senatùr - non so se è il
momento per fare una riforma così importante. Ma se la si facesse, almeno non
avremmo più insegnanti che vanno e vengono come in un tour operator». Bossi,
che sabato notte era ad un comizio a Sotto il Monte, nel Bergamasco, il paese
natale di Papa Giovanni XXIII, ha aggiunto: «Senza contare poi che c'è il
problema che al Sud è più facile avere voti alti, che favoriscono nei
concorsi... Io mi auguro che la Gelmini stia in forza
e continui sulla sua strada».Secondo il leader leghista, la scuola è un terreno
incandescente anche perché «la sinistra ha agganciato un filone politico da
sfruttare, sembra davvero un nuovo '68. Io lo sapevo che se si cerca di
modificare la scuola la sinistra si scatena: non ha più gli operai e adesso usa
come motore gli studenti». Una dimostrazione, per Bossi, è appunto anche la
manifestazione del Pd al Circo Massimo: «Non so quanti erano - commenta il
leader leghista - erano tanti, ma si deve dire che la sinistra è stata brava. È
stato bravo Veltroni a prendere il motore della scuola, perché non ha più gli
operai, adesso cavalca gli studenti». Quando gli chiedono di commentare la
frase di Veltroni, secondo cui l'attuale governo è inadeguato al Paese e
Berlusconi racconta bugie, il ministro delle Riforme replica: «Veltroni
racconta anche lui le bugie. Per esempio, non ci sono tagli nelle università».
Per il Senatùr è evidente che «la sinistra sta giocando la sua partita per
ribaltare i giudizi elettorali attraverso la scuola». Quindi, ad una cronista
che gli riferisce la frase di Veltroni secondo cui gli italiani sono meglio
della destra al governo, Bossi replica piuttosto seccato: «Ma come si fa a
rispondere a una domanda del genere!».Per il leader leghista insiste
sull'obiettivo primario del Carroccio: «Adesso - ammonisce Bossi - è importante
che passi il federalismo fiscale perché se non passasse allora ci sarebbe solo
la lotta di liberazione, e nelle strade non ci saranno i bambini ma noi uomini
a rivendicare la libertà. Adesso andiamo a toccare con mano se si può fare
democraticamente il cambiamento o se dobbiamo forzare la mano con la piazza».
Bossi conclude quindi che «col federalismo fiscale tastiamo con mano che
possibilità c'è di ottenere i nostri diritti democraticamente, perché tutti
devono ricordarsi che il Nord non è più fatto di imbecilli che subiscono,
adesso il Nord vuole che siano riconosciuti i suoi diritti».Anche per
Calderoli, ministro leghista per la Semplificazione, la manifestazione del Pd
deve molto del suo successo al coinvolgimento degli studenti: «Facciamo che
erano 300 mila... È un flop, che non è stato totale solo perché c'è stato il
coinvolgimento degli studenti. Però - aggiunge Calderoli - bisogna considerare
che c'è un distacco tra il Pd e il suo elettorato che non trova risposte nelle
proposte che fanno». In ogni caso, per il ministro leghista «la protesta da
parte dell'opposizione è legittima», ma per il Pd «sarebbe meglio tornare
vicino alle istanze dei cittadini, perché per ora c'è uno scollamento».R.R.
( da "Gazzettino, Il
(Vicenza)"
del 27-10-2008)
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Scuola
ROMANO
Il sindaco Olivo ha inaugurato la struttura da 3,75 milioni di euro. Negli interventi diversi accenni alla riforma Gelmini A Fellette nuova palestra e aule-laboratorio all'avanguardia In
un momento di profonda crisi economica e di acceso dibattito sulla scuola,
ieri, a Fellette di Romano, è stata inaugurato quello che molti ritengono un
gioiello di edilizia scolastica moderna, costato complessivamente 3 milioni 750
mila euro, comprendente una nuova palestra, cinque aule laboratorio, una
mensa per 250 bambini, la messa in sicurezza del recente plesso elementare
della frazione.«È stata una scelta impegnativa della amministrazione comunale
in questa situazione di sofferenza economica» - ha ammesso lo stesso sindaco
Rossella Olivo, nel salutare il folto gruppo di ospiti venuti ad assistere
all'inaugurazione, dai parlamentari Manuela Lanzarin e Marino Zorzato, a Mara
Bizzotto, Gianna Miola, Aida Selvaggi, Morena Martini, Luisa Knet, il parroco
don Tarcisio Baù, Mons. Liviero Andreatta, gli assessori Zen e Saretta,
Giuseppe Zonta, dirigente scolastico del plesso. Tutti si sono congratulati con
il sindaco Olivo, in particolare mons. Andreatta. E proprio il presule, venuto
da Roma, ha tenuto, un po' a sorpresa, un discorso duro sui cattivi maestri'
che utilizzano i bambini per portare avanti le proprie ideologie, mentre
bisogna insistere sui valori.I discorsi ufficiali hanno risentito del dibattito
sulla riforma Gelmini. Forse verrà corretta, ha
abbozzato il forzista on. Zorzato. Noi ci impegnano a 360 gradi, gli ha fatto
eco Morena Martini. La scuola veneta è al settimo posto, nella graduatoria
mondiale Ocse, ha ricordato con orgoglio Gianna Miola. Da noi si investe nella
scuola, ha sottolineato l'on. Lanzarin. Ottimo il nome, palestra 'San Marco',
ha rimarcato la leghista Bizzotto. Ma il richiamo più forte è venuto forse dal
dirigente Giuseppe Zonta. Abbiamo un laboratorio multimediale dalla Svezia,
abbiamo strutture d'avanguardia. I genitori ci chiedono di usare questi spazi
tutto il giorno, dalle 7.30 alle 18. Non accorciate il tempo scuola. Occorre
mantenerlo con le risorse dello Stato.Silvano Bordignon
( da "Gazzettino, Il
(Venezia)"
del 27-10-2008)
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Scuola
La
protesta studentesca esplode tra i maratoneti Manifestazione dei ricercatori
del Cnr in riva Sette Martiri, domani lezione collettiva in piazza San Marco
Studenti universitari, ricercatori precari, insegnanti di ogni ordine e grado e
bambini delle elementari tornano a farsi sentire. Ieri mattina, in riva sette
Martiri, in concomitanza con la Venice Marathon, un nuovo presidio di protesta ha espresso il suo dissenso verso la riforma del
ministro Gelmini e i tagli che il Governo ha previsto nel mondo dell' università
e della scuola. Più di 500 persone hanno voluto gridare la loro preoccupazione
per una politica "che uccide l'università e la ricerca" e che
"farà fuggire i cervelli italiani all'estero, compromettendo il futuro dei
giovani e dell'intero Paese". Frasi gridate dai giovani che da
qualche giorno si stanno mobilitando. Ieri è toccato ai ricercatori
universitari degli istituti di ricerca "Ismar" (istituto di Scienze
marine) e Cnr di Venezia e Padova.«Il nostro Paese ha bisogno di investire in
ricerca spiega Debora Bellafiore, portavoce dei ricercatori universitari e
invece il Governo, con la legge 133 e il Dll 1441, ci toglie finanziamenti». In
camice bianco, microfono in mano, i giovani ricercatori e dottorandi hanno
denunciato la difficile situazione che vivono con poco più di mille euro al
mese di stipendio da precari senza futuro. Eppure l'Italia versa cifre
consistenti all'Unione Europea per finanziare la ricerca. «Soldi che rischiamo
di non rivedere più aggiunge Debora Bellafiore se non vengono attivati nuovi
progetti di ricerca scientifica. Una doppia perdita quindi». E il loro grido di
protesta è stato accolto dagli studenti universitari e dai genitori con figli
alle elementari che ieri mattina hanno voluto sostenere i ricercatori. «Ormai
siamo un movimento unico spiega Roberto Longo , che avvicina i bambini
dell'elementari agli studenti universitari fino ai ricercatori del mondo
accademico. Tutti preoccupati della dissennata politica che il Governo sta
mettendo in atto. E non è finita qui». Oggi il liceo artistico di Venezia
inizia l'auto gestione. «I ragazzi della scuola superiore - spiega Stefano
Micheletti, insegnante organizzati in auto gestione concordata con gli
insegnanti e il preside, daranno vita a laboratori e assemblee permanenti. Domani
mattina si farà lezione in piazza San Marco con cavalletti e colori». L'intento
è quello di sensibilizzare la gente su quanto sta accadendo in Italia.
Striscioni con su scritto : «Tagli alla scuola, tagli al futuro», «No al
maestro unico» hanno fatto da cornice al presidio. Anche gli studenti
universitari continueranno in settimana a porte avanti le loro manifestazioni
di protesta. Da oggi, nelle aule accademiche di San Basilio, si organizza un
presidio permanente di studenti. Un momento di raccolta tra giovani che serve
per prendere coscienza e per organizzare le forze. Previste lezioni
universitarie in piazza San Marco per domani mattina. Si era arrivati a parlare
di occupare il ponte della Libertà o la tangenziale. Questa volta però i
ragazzi non hanno anticipato nulla.Gioia Tiozzo
( da "Gazzettino, Il
(Treviso)"
del 27-10-2008)
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Scuola
Scuola,
quattro giorni caldi Proteste a partire da oggi per bloccare il decreto Gelmini RomaTutto è pronto nelle scuole e nelle università
per un'altra settimana di contestazioni. Un programma - ancora denso di
occupazioni, sit-in, agitazioni, lezioni in piazza - che per i primi giorni di
questa settimana ha l'obiettivo primario di bloccare l'approvazione definitiva
al Senato (prevista mercoledì 29) del decreto Gelmini. E da oggi, gli studenti romani faranno lezione al Colosseo.
Tutto confermato, anche dal governo: il premier Silvio Berlusconi ha assicurato
che andrà avanti sul decreto Gelmini. «Hanno usato
strumentalmente la scuola» ha detto Berlusconi precisando sull'università: «Non
abbiamo ancora fatto nulla e già ci hanno mosso critiche e mosso gli studenti
nelle strade». Contro l'approvazione del provvedimento Gelmini al Senato, i Cobas hanno organizzato una
manifestazione a piazza Navona, a pochi passi da Palazzo Madama, a partire
dalle 17 di domani, martedì. L'iniziativa proseguirà senza sosta fino al
mattino dopo quando è prevista la votazione. La Rete degli studenti lancia lo
slogan «Avanziamo dei diritti» ed annuncia che da domani, in tutta Italia, «ci
saranno scioperi e notti bianche, che si concentreranno nei giorni di
approvazione del decreto 137 al Senato. Dopo lo slittamento ottenuto il 23
ottobre, cercheremo ancora una volta di bloccare i lavori parlamentari».Ma il
culmine delle proteste è per giovedì 30, giorno in cui, in tutta Italia,
sciopererà il personale della scuola e si terrà a Roma la manifestazione di docenti,
studenti medi ed universitari contro il progetto governativo. Per il leader
radicale, Marco Pannella, «la rivolta di professori e studenti è in realtà una
rivolta contro la finanziaria di Tremonti, quella da otto minuti». Il
segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, invita il governo a «far
parlare le famiglie, far dire loro cosa vogliono». Anche il numero uno della
Cgil, Guglielmo Epifani, auspica l'avvio di un confronto con le organizzazioni
sindacali e la sospensione del decreto. Lapidario il commento di Antonio Di
Pietro (Idv): «Ci hanno fatto vedere il grembiulino, il voto in condotta, ma si
sono fregati la polpa, cioè otto miliardi di euro».Contro i provvedimenti del
governo sulla scuola si è espresso anche il Meic (Movimento ecclesiale di
impegno culturale), la cui assemblea ha votato una mozione che boccia senza
appello i decreti Gelmini: «I contenuti non sembrano
essere il frutto di un chiaro e coerente disegno pedagogico». Teodoro
Buontempo, presidente de La Destra, giudica «inquietante il silenzio
dell'organizzazione giovanile di An di fronte alle sprovvedute iniziative della
Gelmini e alle dichiarazioni del tutto irresponsabili
di Berlusconi».Proteste senza sosta anche negli atenei. Gli studenti di Tor
Vergata hanno provocatoriamente messo in vendita, per appena un euro e 50
centesimi, sul sito e-Bay la propria università. E ieri hanno raggiunto la
centrale piazza dei Cinquecento, a Roma, in camice bianco e libri in mano. Una
protesta creativa che ha l'obiettivo di «far conoscere alla popolazione il
tragico futuro dell'università italiana». La facoltà di Fisica de "La
Sapienza", occupata da giorni, ha aperto alle famiglie per mostrare loro
le esercitazioni e sperimentazioni della materia.
( da "Mattino, Il
(Circondario Sud1)"
del 27-10-2008)
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Scuola
ELENA
ROMANAZZI Roma. Non mollano gli studenti e non mollano i sindacati. E
l'esecutivo non cede di un millimetro. La protesta contro il decreto del
ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, va avanti. E a partire da oggi le manifestazioni si
moltiplicheranno in tutte le città italiane. Se senatori e deputati del Pdl
andranno in giro nelle scuole dei loro collegi elettorali a distribuire e a
spiegare il senso delle misure, sul fronte opposto le parti sociali, i docenti,
le famiglie e soprattutto i giovani studenti, affilano le unghie in
vista dell'approvazione del decreto al Senato (i Cobas a partire da domani
pomeriggio stazioneranno a piazza Navona) prevista per mercoledì e dello
sciopero generale del 30 proclamato da Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda. Muro
contro muro. Il ministro Gelmini non ha alcuna
intenzione di tornare indietro. Malgrado le richieste pressanti dei sindacati e
anche del mondo della scuola. Gugliemo Epifani, leader della Cgil e Raffaele
Bonanni, segretario generale della Cisl chiedono al governo di sospendere il
decreto e di riaprire il confronto. «Sebbene la mediazione non sia facile -
spiega Epifani - è indispensabile trovare un punto di dialogo evitando il muro
contro muro». Bonanni incalza: «L'esecutivo dovrebbe far parlare le famiglie,
far dire loro cosa vogliono, solo dopo questo confronto si può tentare una
mediazione». Se mediazione ci sarà, sarà sui regolamenti attuativi della
riforma. Il tempo stringe. Il decreto, in aula da domani per l'approvazione
definitiva, pur essendo accompagnato da una valanga di emendamenti
dell'opposizione andrà spedito. Tempi contingentati, votazioni a raffica, una
dietro l'altra e senatori del Pdl inchiodati sulle sedie perché nessun
emendamento deve passare. Il Viminale segue con attenzione la situazione. I
prossimi giorni lo schieramento di forze dell'ordine proprio dove sono
organizzate le manifestazioni, soprattutto quella che vedrà i Cobas e la Rete
degli studenti vicino al Senato, sarà imponente ma l'ordine impartito sarebbe
stato chiaro: lo scontro va evitato. I licei restano occupati. Le Università
anche. Gli studenti di Tor Vergata, provocatoriamente hanno messo in vendita su
e-Bay, a un euro e 50 centesimi la propria università. La facoltà di Fisica
della Sapienza, occupata da giorni, ieri ha aperto le porte alle famiglie e agli
alunni delle elementari per mostrare loro gli esperimenti di chimica, fisica,
matematica e medicina. Alla normale di Pisa, fiore all'occhiello degli atenei
italiani, è apparso ieri un grande striscione con la scritta «un Paese vale
quanto ciò che ricerca». La riforma targata Gelmini è
stata, anche ieri, duramente criticata. Tuona Marco Pannella,a leader dei
radicali: «La rivolta di professori e studenti è in realtà una rivolta contro
la finanziaria di Tremonti, quella da otto minuti». Antonio Di Pietro, leader
dell'Idv è lapidario: «Ci hanno fatto vedere il grembiulino, il voto in
condotta, ma si sono fregati la polpa, cioè otto miliardi di euro». I primi
risparmi del comparto scuola li annuncia con enfasi il ministro della Funzione
Pubblica, Renato Brunetta: «A settembre nel solo comparto della scuola si è
registrato una riduzione del tasso di assenteismo del 44,7% con un risparmio di
70 milioni di euro per mancate supplenze». Contro i provvedimenti del governo
si è espresso anche il Meic (Movimento ecclesiale di impegno culturale), la cui
assemblea ha votato una mozione che boccia senza appello i decreti Gelmini: «I contenuti non sembrano essere il frutto di un
chiaro e coerente disegno pedagogico e non manifestano alcuna finalità
educativa». I cattolici dicono un «no» deciso ai tagli («spendere meno non è
spendere meglio») e alle classi-ponte per gli immigrati («condurrebbero a
risultati opposti rispetto all'obiettivo dell'integrazione e della
cittadinanza»). Per queste ragione l'associazione chiede il ritiro del decreto
e la trasformazione in un disegno di legge.
( da "Mattino, Il
(Circondario Sud1)"
del 27-10-2008)
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Scuola
Riforma: votazioni a raffica sul decreto muro contro muro Gelmini-studenti
( da "Mattino, Il
(City)"
del 27-10-2008)
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Scuola
DOPO LA NOTTE BIANCA, VIA A NUOVI SIT-IN E CORTEI CONTRO LA
RIFORMA GELMINI Scuola, scatta la settimana più calda
( da "Mattino, Il
(Benevento)"
del 27-10-2008)
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Scuola
TERESA
BARTOLI Roma. Con «la sinistra delle frottole» non si può dialogare o
collaborare. Silvio Berlusconi chiude la porta. Walter Veltroni, dice, può solo
«rassegnarsi»: il Pdl governerà per cinque anni. Rientrato dalla Cina, il
presidente del Consiglio esce da palazzo Grazioli proprio per rispondere al
segretario del Pd, dire la sua su una manifestazione di cui dice - malgrado sia
difficile credergli - «non ho visto le immagini ma solo letto i dati della
questura di Roma». Il governo va avanti per la sua strada, da solo. Al massimo
augurandosi che l'opposizione aggiunga i suoi voti a quelli della maggioranza
«per il bene del paese». Perché il dialogo «con una opposizione ragionevole e
democratica sì, ma con questa è assolutamente impossibile». Sia sulla crisi
economica internazionale - come aveva invece suggerito il
segretario del Pd - sia sul decreto Gelmini sulla
scuola che non sarà certo ritirato. Berlusconi liquida come «insulsaggini» non
degne di risposta le parole con cui Veltroni, al Circo Massimo, aveva parlato
di un'Italia migliore di chi la governa. E, fidandosi evidentemente dei dati
della questura e di quel che gli hanno riferito i suoi, attacca duro:
«Non posso che dire, come hanno già detto altri, che questa è la sinistra delle
frottole, delle invettive, delle calunnie». Per carità, quella di sabato è
stata «una manifestazione certamente democratica, ma la più grande
dimostrazione democratica c'è stata il 13 e 14 aprile. Il Paese ci ha dato una
grande maggioranza e noi siamo obbligati e impegnati a realizzare il nostro
programma». Il guaio è - secondo Berlusconi - che il centrosinistra «non sa
perdere». «Per cinque anni - incalza - noi governeremo. C'è stato dato un
mandato con una grande maggioranza e tutti i sondaggi ce ne danno una ancora
maggiore. Io sono al 72 per cento di gradimento». Quindi, il centrosinistra
«continui a sgambettare in televisione, a dire le solite insulsaggini. Non
faranno che continuare a perdere consenso anche di chi oggi è dalla loro
parte». Poi, il consiglio: Veltroni «invece di manifestare farebbe meglio a
riposarsi per prepararsi ad una bella campagna elettorale tra cinque anni e
lasciarci lavorare meglio e con più profitto per gli italiani». E non torni con
Di Pietro, «il malvagio» che ha arrestato e «rovinato la vita» a «quindici
innocenti». Il premier nega di esser tropo duro - «ho solo risposto» - e
assicura che, fosse per lui, il dialogo si farebbe. Ma «questa è l'opposizione
che sfortunatamente ci troviamo» e con la quale «avremo il solito rapporto»:
«Se vorranno unirsi a noi per votare i provvedimenti nell'interesse del paese,
sono i benvenuti». Come eventuali suggerimenti «utili». Ma «finora abbiamo
ricevuto solo critiche». Come sulla scuola: «Hanno usato strumentalmente la
scuola. Pensate all'università: non abbiamo ancora fatto nulla e già ci hanno
mosso critiche e mosso gli studenti nelle strade con una strumentalizzazione
difficilmente definibile anche di studenti e bambini». Dunque il governo va
avanti «qualunque cosa dica Veltroni». Eppure entrando nel dettaglio dei
problemi aperti, Berlusconi annuncia che il governo adotterà qualcuna delle
misure indicate come necessarie proprio dal leader del Pd. Intanto, «il governo
sta già lavorando per sostenere le imprese e fare ciò che i conti pubblici
renderanno possibile anche per le retribuzioni». Lo dice rispondendo al
segretario della Cgil Guglielmo Epifani. In settimana, dice, vi sarà un
«approfondimento» con il ministro Scajola. Che aveva parlato di seicento
milioni per il fondo di garanzia per la piccola e media impresa e di interventi
su salari e retribuzioni per fronteggiare la crisi. Berlusconi dunque conferma
la linea del Pdl: la manifestazione è stata «un flop» (parole di Cicchitto e
Gasparri) e con l'opposizione non c'è dialogo. In assoluta controtendenza, il
solo ministro leghista Roberto Calderoli ieri ha invece detto che le riforme -
pensava ovviamente al «suo» federalismo - vanno «fatte assieme». Ricevendo il
plauso del presidente del Senato Renato Schifani.
( da "Gazzettino, Il
(Treviso)"
del 27-10-2008)
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SEGUE
DALLA PRIMA McCainIn effetti le elezioni americane si svolgono in un modo molto
diverso da quelle europee e ciò rende problematiche le previsioni anche nel
Paese delle statistiche e dei sondaggi. Si calcola che alla vigilia del
fatidico martedì, quasi un terzo degli aventi diritto avrà già votato, o per corrispondenza
o al seggio (in quegli Stati dove è ammesso il voto anticipato). Dei molteplici
sistemi di espressione del voto, tanti quanti gli Stati e le Contee, si è già
detto; qualche giorno fa il corrispondente di un giornale europeo osservava che
un gruppo di votanti stavano riempiendo un modulo (la scheda) in pubblico,
dando piena pubblicità alle proprie scelte, cosa che da noi è appena il caso di
dirlo, porterebbe all'annullamento del voto. Il giorno delle elezioni, da tempo
immemorabile il primo martedì di novembre, giorno lavorativo, i votanti avranno
poche ore per il voto, le urne si chiudono in genere alle 18,00, alcuni
dovranno fare chilometri alla ricerca di una sezione elettorale, dove con molta
probabilità li attenderà una lunga coda. In queste condizioni è comprensibile
che gli opinionisti siano cauti. È noto che grazie ad una eccellente
organizzazione messa su con la partecipazione di migliaia di volontari, Barak
Obama è riusciti ad ottenere la registrazione di milioni di nuovi elettori di fede
democratica, ma a prescindere dalle contestazioni sulla legalità delle
iscrizioni che i repubblicani stanno sollevando specie negli Stati in bilico,
molti si chiedono se i nuovi iscritti avranno la volontà e troveranno il tempo
per andare a votare.C'è poi il famoso effetto Bradley, dal nome del sindaco di
colore di Los Angeles che dopo aver governato, bene, la metropoli californiana
per un ventennio, nel 1982 concorse al governatorato della California. Partito
nettamente favorito, fu tradito nel segreto dell'urna da chi, pur avendo negato
di avere pregiudizi contro un governatore nero, gli votò contro per motivi
razziali. Ciò avveniva un quarto di secolo fa; da allora molte cose sono
cambiate, in meglio nei rapporti interraziali, ma i numerosi episodi di
intolleranza nei confronti del candidato democratico avvenuti in queste ultime
settimane e sottaciuti dalla stampa internazionale, dimostrano che sono ancora
molti in America coloro che non vogliono un nero alla Casa Bianca. Ma
nonostante tutte queste riserve e nonostante l'altalena dei sondaggi è ormai
diffuso a livello della elite la sensazione che Obama abbia guadagnato un
vantaggio incolmabile su McCain. A sostegno di questa ipotesi c'è fra gli altri
il parere di uno che di politica se ne intende Henry Kissinger, repubblicano,
consigliere e segretario di Stato di presidenti repubblicani, da qualche giorno
in una serie di accorate dichiarazioni dà Obama sicuro vincente. C'è da
chiedersi se non sia un tentativo dell'ultimo momento per suscitare una sorge di
natura politica nell'opinione conservatrice al fine di rispondere alla
mobilitazione democratica con una repubblicana. Ma anche la maggioranza della
stampa sembra riconoscere che la sorte del candidato repubblicano è ormai
segnata. Un guru conservatore già da tempo schierato con Obama, quel Francis
Fukuyama che al momento della caduta del comunismo profetizzò la fine della
storia, preannuncia che l'America di Barak Obama somiglierà molto all'Europa,
perché verrà un intervento dello Stato sempre più incisivo e un revival del
sindacato che oggi rappresenta appena il 7\% dei lavoratori americani; uno
scenario di forte rilancio dei temi sociali quello delineato da Fukuyama che
non esclude una ripresa della conflittualità fra capitale e lavoro e che in
ogni caso segna la fine di quell'epoca reganiana che insieme al trionfo del
mercato ha assicurato al Paese un lungo periodo di pace sociale.Più interessati
alla politica internazionale gli osservatori europei e soprattutto quelli
nostrani, che prevedono o auspicano nuovi legami con l'America di Obama. La
trionfale accoglienza tributata al senatore dell'Illinois durante il suo
recente viaggio in alcune delle capitali del nostro continente e la tradizione
di un Partito democratico che ha sempre privilegiato le relazioni con l'Europa
sembrano dar ragione all'uno e agli altri, ma c'è anche chi mette in guardia da
previsioni premature. L'attuale crisi epocale della finanza e dell'economia,
alla fine di un decorso che non sarà breve e che è certamente imprevedibile nei
suoi effetti finali, potrebbe creare nuovi interessi e nuovi equilibri. La
politica estera mossa oggi più che in qualsiasi altro momento storico da
interessi economici non potrebbe non registrargli.Giuseppe MammarellaIl PapaSi
è a torto considerato i conflitti religiosi come affare interno degli
ordinamenti statali. Dopo i secoli delle crociate e delle guerre di religione,
le ideologie della modernità, e in particolare quelle che hanno supportato il
conflitto di classe nella dimensione internazionale, sia per l'adozione
dell'ateismo proprio a materialismo scientifico, sia del secolarismo
razionalistico, avevano spento o soltanto occultato le cause religiose di
scontri interni o internazionali. L'adozione del principio di laicità nella
gran parte degli Stati costituzionali e l'estendersi della tutela dei diritti
umani, tra cui quello alla libera professione del culto, ha lasciato forse
cadere la vigilanza di taluni governi sul riemergere nelle popolazioni della
intolleranza religiosa.É difficile non immaginare che ragioni politiche non
abbiano dato esca al fanatismo che caratterizza gruppi interni a fedi
tradizionali, potenzialmente ostili ad attività missionarie di proselitismo e
di promozione umanitaria di religioni mondiali, pacifiste e universaliste,
quale quella cristiana. E se così è, l'incapacità dei governi di ristabilire
tolleranza e ordine nei propri territori e tra i propri cittadini e sudditi, va
non solo stigmatizzata e sanzionata nelle competenti sedi della comunità
internazionale degli Stati, politiche e giurisdizionali, ma stimolata e aiutata
dall'opinione pubblica che con le informazione dei media è raggiunta in tutti i
Paesi civili della terra. Le persecuzioni di minoranze religiose non offendono
solo le comunità di fede a cui esse appartengono, ma l'intera civiltà del mondo
che ha acquisito la forma giuridico-costituzionale della laicità. Dunque è il
momento che l'Onu si faccia promotore di ogni iniziativa utile a scongiurare
una nuova insidia alla credibilità del sistema dei diritti umani, che fu voluto
nella dichiarazione universale del 1948 come fondamento dell'ordine mondiale,
dopo l'immane eccidio delle guerre ideologiche.Sugli scenari attuali grava
l'ammonimento che viene dalle analisi di Samuel Actingthon sui conflitti di
civiltà. Guerra santa, terrorismo diffuso, xenofobia, razzismo e ora
persecuzioni di inermi e pacifiche minoranze cristiane, possono essere ombre
avanzanti di scontri di civiltà. L'appello rinnovato da Benedetto XVI perché i
governi direttamente interessati agiscano in nome della libertà religiosa e
della tolleranza alle religioni, ha valenza politica, perché richiama la
protezione di un diritto umano. Ne ha un'altra autenticamente religiosa, perché
quali che siano state le deviazioni del passato il cristianesimo propone l'annuncio
di fede, non lo impone. Il dialogo interreligioso presuppone nelle società
multiculturali la convivenza e il confronto pacifico delle religiosi, liberate
da ogni forma di discriminazione e di odio reciproco.È confortante, per il
nostro Paese, che mentre il Papa parlava, un'assemblea di un movimento di
intellettuali cattolici votava un documento in cui si legge anche questo
passaggio, che se va accettata «la realtà che le religioni sono ormai parte
della sfera pubblica, va altrettanto accettato l'assunto che i principi
fondanti della democrazia, il dialogo e non l'intolleranza, i diritti per tutti
e non i privilegi per alcuni, gli uguali obblighi in cui si compendia la virtù
civica, vanno salvaguardati non riducendo al silenzio le religioni, ma rendendo
dialogica e non intollerante la loro compresenza nella convivenza comune». Una
democrazia laica non può dare spazio ad assoluti inconciliabili fatti valere
con la violenza, «perché gli assoluti delle democrazie sono la dignità della
persona, la libertà della coscienza, l'eguaglianza, il rispetto dei diritti di
tutti e quindi la pace, che è a sua volta legata alla capacità di capire e non
negare le buone ragioni degli altri».Francesco Paolo CasavolaEducareL'aumentare
il numero di classi per insegnante rende peraltro anche più difficile, per
ammissione di molte, ricordare il nome stesso di tutti i piccoli. Ma se la
maestra non si ricorda nemmeno i nomi, che senso di identità e di valore può
trasmettere ai bambini che segue? L'aumento del numero di materie, che avrà
certamente gratificato il narcisismo di qualche legislatore precedente, ha
portato ad una minore attenzione alle materie fondamentali. L'uso dell'italiano
è oggi mediamente penoso, per grammatica e sintassi, a meno che la famiglia non
educhi in parallelo, e fin da piccoli, ad un uso appropriato del linguaggio.
Oppure che qualche insegnante ancora appassionata/o del proprio lavoro non ci
metta l'anima per trasmettere ai propri allievi il gusto della parola scelta
con cura, per vestire ed esprimere in modo ineccepibile il proprio sentire. Non
si tratta di essere fanatici dello stile, ma di qualcosa di molto più profondo:
la parola è espressione del pensiero. Per parlare bene bisogna, prima ancora,
pensare benissimo.Sulla matematica, poi, è meglio sorvolare. Con la complicità
dell'uso delle calcolatrici, oggi molti bambini e adolescenti non sanno fare a
mente nemmeno le operazioni più semplici.E l'educazione? Osservate come si
comportano molti ragazzi e ragazze, anche in classe. Quanto bullismo, quanta maleducazione,
quanta arroganza, limpidamente ripresi dai telefonini sempre accesi (ma a
scuola non dovevano restare spenti?). Bene, benissimo ha
fatto il Ministro Gelmini a far riemergere dal passato il voto in condotta. E anche a
riprendere il principio chiave secondo cui un basso voto nel comportamento
comporta la bocciatura. Non aver acquisito i fondamentali del vivere civile di
cui il comportamento scolastico è specchio e palestra giustamente deve essere
stigmatizzato. Una cifra semplice, secca, sintetica, che traduca in modo
indiscutibilmente chiaro come si comporti il bambino o l'adolescente a scuola.
Bene la divisa, per ridare un minimo di decoro ad abbigliamenti variegati,
dallo sciatto al provocante, più adeguati alle discoteche che non alla palestra
della mente. Riprenderei l'ottima abitudine di alzarsi in classe e salutare,
quando l'insegnante entra, come segno di rispetto per il ruolo, oltre che per
la persona, come del resto ha richiesto il Presidente Sarkozy in Francia.E
suggerirei al nostro coraggioso ministro di rilanciare il valore
dell'apprendimento a memoria, dalle tabelline alle poesie. Questo tanto
vituperato esercizio si basa su un principio fondamentale dell'apprendere: la
ripetizione. Apri la mente a quel ch'io ti paleso/ e fermalvi entro; che non fa
scienza/ senza lo ritenere, avere inteso. Questo lo diceva già Dante (Paradiso,
canto V, vv. 40-42), in tempi non sospetti. Senza memoria non esiste alcuna
altra facoltà intellettiva, né alcuna scienza. Ogni capacità si affina
attraverso il consolidamento delle tracce di memoria: verbali, numeriche,
musicali, uditive, visive, motorie, cenestesiche, e non solo cognitive. Lo
sanno tutti coloro che riescono ad eccellere, anche nello sport e nella musica,
per esempio. Quante ore di allenamento, quanti chilometri, quanti esercizi,
quante ripetizioni di un gesto tecnico fa un atleta per arrivare ai vertici? E
quante ore passa un musicista a suonare, prima di aver assimilato perfettamente
uno spartito? Perché invece a scuola, dove si apprendono i fondamentali
dell'istruzione, il principio della ripetizione viene così trascurato,
banalizzato o addirittura deriso? Ripetere : dal latino re-petere, chiedere di
nuovo, chiedere ancora, ci stimola dunque a richiedere. Anche alla propria
mente, finché un concetto, ma anche una tabellina, non siano perfettamente
appresi, sedimentati, consolidati, digeriti e fatti propri. Se fossi un
insegnante d'italiano, o di altre lingue, farei con i miei alunni il gioco dei
segreti delle parole, alla radice dell'ètimo, l'intimo significato di un
termine: per appassionarli ad andare a fondo, alla ricerca delle radici del
dire, grande metafora dell'educazione ad andare a fondo di ogni cosa. Ed
incoraggerei i genitori, o i nonni, ad ascoltare figli e nipoti mentre ripetono
le lezioni a casa, a voce alta. Questo esercizio educa il bambino e
l'adolescente a concentrarsi sull'essenziale, a verificare in concreto quanto
la ripetizione di un concetto sia stata sufficiente o meno, quanto
l'espressione verbale sia adeguata. Lo educa ad ascoltarsi. E, in un mondo
della comunicazione come il nostro, questa palestra diventa uno strumento
vincente per la vita.Se mi esprimo discretamente, per esempio, è anche merito
della nonna che mi ha ascoltata mentre ripetevo le lezioni, fino alla terza liceo.
E mi ricordo ancora i suoi pacati ma fermi:No, non la sai ancora bene, accanto
ai così gratificanti:sì, questo l'hai proprio imparato benissimo. Il suo
sorriso affettuoso e il suo sguardo soddisfatto erano una ricompensa emotiva
formidabile. E il principio della ricompensa - emotiva e fisica, prima ancora
che economica- è fratello gemello del principio di ripetizione, negli animali
come negli umani. Ecco allora che genitori e nonni potrebbero ridiventare
dinamici co-allenatori della capacità di figli e nipoti di imparare e di
esprimersi in modo sempre più stringente e appassionante. Non come obbligo, ma
come gusto di assaporare insieme un dialogo esclusivo. Non c'è nulla di più
esaltante, ad ogni età, di essere ascoltati con attenzione e affetto, senza
tempo, anche nelle lezioni. E molto disamore allo studio nasce oggi dalla
tremenda solitudine in cui molti bambini e adolescenti passano i loro
pomeriggi.La nostra scuola era una delle migliori del mondo. E'stata
saccheggiata da una molteplicità di interventi, che a torto si sono fregiati di
slogan seducenti, quali innovare, rivoluzionare, modernizzare, rendere
creativi, divertirsi, diversificare. E' tempo di tornare alle regole
fondamentali dell'apprendere: il principio di ripetizione, di ricompensa, l'attenzione,
la concentrazione, il silenzio, di cui è alleata indispensabile una buona
condotta. Regole confermate anche dai più recenti studi di neurobiologia,
etologia e psicologia.Anche per questo fa bene il ministro Gelmini
a continuare per la sua strada migliorativa della nostra scuola, nonostante
attacchi, insulti e vituperi. Mostra al contempo coraggio e capacità di
resistenza a quel perniciosissimo virus moderno che è la ricerca del consenso
di tutti, a tutti i costi. I cambiamenti creano sempre anticorpi, resistenze,
battaglie. Ma se ci si sente di essere nel giusto, è doveroso continuare nel
cammino intrapreso. E fanno male gli studenti che si rifiutano di dialogare con
lei. L'educazione al confronto è il sale di una società democratica. Perché i democratici,
in questi giorni difficili di scioperi e dimostrazioni, sembrano averlo
dimenticato?Alessandra Graziottinwww.alessandragraziottin.it
( da "Mattino, Il
(Salerno)"
del 27-10-2008)
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Scuola
DIANA
CATALDO Corre sul web la protesta dei prof napoletani. Anche i docenti prendono posizione contro la riforma Gelmini, e in rete fioccano attestati di dissenso. Le occupazioni delle
scuole no, non le condividono, ma sui contenuti della protesta non si discute.
I docenti del Vico in un documento sul sito del liceo si dicono indignati «di
fronte agli interventi del Governo in materia scolastica per il grave attacco
alla democrazia perpetrato con l'abuso del decreto legge». E si dicono
disponibili «a partecipare ad ogni momento di dialogo ed elaborazione nel
merito dei temi affrontati dal movimento degli studenti». I lavoratori
dell'Isis Margherita di Savoia, invece, indirizzano il loro documento anche al
direttore scolastico regionale: «La cosa che più ci indigna è che questa
pseudo-riforma sia stata varata senza consultare chi nella scuola e per la
scuola lavora». E concludono chiedendo il ritiro della legge 133, del decreto
legge 137 e l'apertura di un confronto. I docenti dell'Itc Caruso parlano di
«provvedimenti che non scaturiscono da un serio esame dei bisogni dei giovani
di oggi ma hanno solo lo scopo di ridurre la spesa». Critici, tra gli altri,
anche i documenti dei professori del liceo Genovesi, del Pansini, del Convitto
e del liceo Bruno di Arzano.
( da "Napoli.com" del 27-10-2008)
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Scuola
27/10/2008
Sul palco solo ?lui?... di Barbara Casalegno Erano duemilioni e
cinquecentomila, o più verosimilmente meno di 200mila gli ?spettatori? dello
show di Veltroni al Circo Massimo di Roma? In attesa di risultati da parte dei
?ragionieri dello spazio? per sapere quanti centimetri occupa un uomo che sta
in piedi, o una donna o un bambino un solo numero è certo: 1 (uno solo) sul
palco del Partito Democratico, dietro - a una quarantina di metri - il Partito
Democratico, cioè quelli che hanno la tessera, che ci lavorano e che fanno
parte di quel ?partito ombra?, che al Circo Massimo sono apparse come le tre
scimmiette: che non devono vedere, non devono sentire, non devono parlare. Chi
è ?uno?? Uno che si chiama Ualter, il buttafuori di Prodi da Bologna. Ahò?
meglio dirla ?alla romana?: il signor ?uno? era quello che parlava alla gente
avvolta nelle bandiere e che non s?è vortato manco una sola volta a guardar i
compagnucci suoi che ha tenuto a distanza. Ammassati come sardine nelle
scatolette. Ahò? per dirla anche alla maniera dei suoi amici comici? sto
impunito li ha tenuti lì in piedi che neanche se potevano vortà perchè per
farsi riprendere dalla tivvù facevano a cazzotti e affollavano il centro der
parco. Una donna corta, che invece di camminà roteava, e messa bene a chili di
carne? se la volevano magnà? se presentata con la maschera per non farsi
riconoscere? ma che c?è venuta a fà? forse pensava di aver sbagliato la città e
la piazza e ha risolto il suo problema comprendosi il vorto per la vergogna. Ah
Bindi, non te stà a preoccupà, nun hai sbagliato, stai a Roma dove c?è un
governo novo e te ritrovi in quella piazza dove il ?relatore? che sta sul parco
ci ha perduto pure il municipio? ma nun se ne vole proprio capacità. A
proposito di bandiere: se erano 2milioni e 500mila gli ?spettatori? poiché ai
varchi ne consegnavano due a persona ne hanno comprato cinque milioni? ?Uno per
tutti e tutti per se stessi?, la nova guasconata. Si notano anche Fassino e
Rutelli, il primo grazie alla sua altezza e il secondo perché è quello che
spinge gli altri per guadagnare un po' di centimetri per farsi immortalare. Per
Rutelli, suon di trombe per grazie ricevute?. Grazie alle grandi culture?
(colture?) del Mal Paese. Non si vedeva da un po? di mesi. Eppure con Fassino ha
costruito il Partito Democratico, notte e giorno in tivvù a battagliare e
lunghi viaggi in giro per l?Italia in veste di rappresentanti di una nuova
politica per salvare la nazione, la patria, il paese e per cacciare Prodi e
Berlusconi. Però Rutelli, il ?bello guaglione? che quando era iscritto al
Partito Radicale arrivava in bicicletta nella sede di Pannella e strappava
applausi e riempiva le menti di emozioni, perchè non amava ammorbare l?aria con
i motori, ha avuto il tempo di raccontare ai vicini sul ?palco degli ospiti? di
aver inviato un suo intervento a ?Il Giornale? in risposta ad alcuni
deplorevoli servizi così titolati: ?Vanno in piazza per la scuola pubblica, ma
mandano i figli in quella privata?. ?Siete spregevoli ? scrive Rutelli al
direttore Giordano (lettera e risposta pubblicate domenica 26 ottobre pagina 6)
? perché usate i nostri figli a fini politici?. E il Giornale: ?Guardi le foto
dei vari cortei e pensi alla pagliuzza e alla trave? non hanno nemmeno 7 anni e
sono già in piazza a protestare contro la Gelmini? chi
ce li ha portati? Indovinate un po??! I ?fantasmi? di Veltroni hanno
organizzato in tutte le regioni staffette di senatori per aizzare gli studenti.
Una tal Pina Piccierno o Piccienno, o Picierno, ministro ombra delle poliche
giovanili, pare cresciuta politicamente alla corte di De Mita, dice: ?un paese
in cui studiare è il privilegio di una èlite è un paese più ingiusto? (di quale
paese parla, noi veramente la ?p? l?abbiamo messa di minuscolo, perché il
p-a-e-s-e? evidentemente è tutto suo?). Se chiedi agli ex prodiani ora
veltroniani: ma tuo figlio dove lo mandi a scuola? Da Melandri a Rutelli
(guarda un po?? c?è ancora lui? il bello guaglione) da Nanni Moretti a Santoro,
da Finocchiaro ad Adinolfi i figli li mandano a studiare nelle scuole private.
Come il costosissimo Liceo Chateaubriand o la prestigiosa Ambrit-Rome
International School. Scuole dove proteste ed occupazioni sono bandite, ti
cacciano subito, altro che 5 o 7 in condotta. E Fioroni, l?ex titolare dell?
(i)struzione (minuscolo?) dove li manda i figli a scuola? Al ?Liceo Cardinal
Aragonesi, una congregazione religiosa fondata due secoli fa da San Marcellino
Champagnat: iscrizione 340 euro, 900 euro a trimestre, per un anno di lezioni
servono 2.700 euro più spese didattiche, ogni studente ha un computer, può
disporre di un laboratorio con aule di proiezioni multimediali, palestre e una
biblioteca. E da grande già ci ha il posto assicurato. Papà Fioroni, o papa
Fioroni, dove è andato a scuola? Da Chantignat. E... te pare!!!
( da "Blogosfere" del 27-10-2008)
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Scuola
Ott 0827 La Gelmini,
la protesta degli studenti e il suo nuovo guru: Obama Pubblicato da Francesca
A., Blogosfere staff alle 14:14 in Politiche culturali Siamo in guerra. La
causa della protesta è ancora ignota a tanti manifestanti che pur di infamare
ministri, annessi e connessi scendono in piazza e occupano senza entrare nel
merito (a differenza della maestra pubblicata da DestradiPopolo). Oggi
la flagellante dell'Istruzione italiana, i cui occhiali stanno suscitando più
antipatie della riforma, si confessa al Corriere della Sera e, anzichè perdersi
nelle polemiche italiane, guarda ai grandi leader. Il mio modello è Barack
Obama, spiega la Ministra, che nel suo programma prevede gli incentivi al
merito per gli insegnanti. E il Pd? Quelli sono ingessati, mai propositivi
(come darle torto? Basta guardare la manifestazione di sabato al Circo
Massimo). E lo sciopero del 30 è un rito della sinistra. Continua a leggere su
Blogosfere Politica e Società
( da "Varesenews" del 27-10-2008)
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Scuola
Gallarate
- Oltre 200 tra ragazzi ed insegnanti davanti al Teatro Condominio dove il
ministro sarebbe dovuto intervenire a Duemlilalibri. Striscioni e slogan
scanditi per tutto il pomeriggio Studenti in piazza: ?La Gelmini
vuol giocare a nascondino? Avevano fatto una promessa: ministro o no, gli
studenti sarebbero scesi in piazza per far valere le loro ragioni.
E lunedì 27 ottobre dalle prime ore del pomeriggio (poco più di
un?ora dopo essere usciti da scuola) l?hanno mantenuta. Oltre duecento le
persone che si sono radunate davanti al Teatro Condominio, dove Mariastella Gelmini avrebbe dovuto parlare di ?libri e scuola? in un
incontro nell?ambito della fiera Duemilalibri. Il ministro ha dato forfait
venerdì scorso, ufficialmente per impegni legati all?approvazione dei decreti
che portano il suo nome. Ma chi vive la scuola, studenti e insegnanti si sono
fatti sentire. In prima fila, veri protagonisti della protesta, gli studenti
delle scuole superiori, riuniti nel Coordinamento Studenti e nella Unione degli
studenti: ai gruppetti degli istituti gallaratesi si sono aggiunti
(numerosi e ben organizzati) i ragazzi di Varese. Una presenza cospicua in
orario extrascolastico per rispondere anche a chi li accusa di essere
fannulloni in erba: «Vogliamo far vedere a tutti che siamo informati, che non è
vero che siamo in piazza a protestare solo per perdere ore di lezione - dice
Giulia Provasoli, studentessa universitaria -. Noi teniamo alla nostra scuola,
volgiamo che si veda e che lo capisca chi ci accusa di essere facinorosi o
disinformati: fossimo così, saremmo stati a casa a dormire». A dar loro
manforte anche alcuni studenti universitari e qualche laureato che in Università
ci lavora. Qua e là intorno al teatro Condominio gli striscioni pieni di
slogan, da quelli polemici verso le minacce di Palazzo Chigi (?c?è chi usa i
manganelli, noi usiamo i nostri cervelli?) all?ormai classico ?La vostra crisi
non la pagheremo noi?, certezza ripetuta di una generazione insicura ma
determinata; dalle accuse a Tremonti artefice dei tagli contenuti nel decreto
(«mascherato da riforma») all?ironico slogan ad hoc ? La Gelmini
vuol giocare a nascondino?: «Non ci è piaciuto il forfait della Gelmini avrebbe dovuto venire qui e rispondere alle nostre
domande e sollecitazioni ? commenta Carlo Andrea Benetti, rappresentate
d'istituto dei licei gallaratesi e coordinatore dell'Unione studenti di
Gallarate -. Vogliamo un confronto, è stato promesso più volte, ma poi fanno
tutto senza chiedere a chi la scuola la vive. Non ci piace la privatizzazione
che si vuole imporre alla scuola e all'Università. Vogliamo spazi di
discussione aperti, una scuola pubblica e accessibile». A fianco dei ragazzi - contestatori
con la kefya e ragazzine allegre con lo zaino colorato - i lavoratori della
scuola: alcuni si sono riuniti a pochi passi sotto le bandiere dei sindacati
(rappresentate tutte le sigle, confederali e di base), mentre molti insegnati
si sono mischiati ai ragazzi, gli uni accanto agli altri come nei giorni di
scuola: «Non ci piacciono i tagli, l'omologazione che si vuole calare
dall'alto, la fine del tempo pieno, la penalizzazione della scuola nel suo
complesso», spiega Patrizia Foglia, una delle professoresse del liceo classico
e scientifico di Gallarate presenti. Defilata infine la presenza dei militanti
di Rifondazione Comunista, scesi in piazza senza bandiere. Il presidio è
stato vegliato a distanza e con discrezione da un ridotto numero di agenti di
polizia e carabinieri. Del resto c?era poco da temere da una piazza
rumorosa, ma quanto mai pacifica, creativa e consapevole. » Galleria
fotografica: Corteo contro il decreto Gelmini a
Gallarate Lunedi 27 Ottobre 2008 Roberto Morandi - Tommaso Guidotti
( da "AprileOnline.info" del 27-10-2008)
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Scuola
Scuola,
conto alla rovescia C.R., 27 ottobre 2008, 17:03 Cortei, occupazioni e
iniziative "creative" come lezioni all'aperto o in diretta sul web.
Si apre così, in tante città italiane, la settimana
decisiva per il movimento che si oppone al decreto del ministro Mariastella Gelmini e che dovrebbe essere approvato definitivamente il 29 ottobre
Mancano solo due giorni allo scadere del decreto taglia scuola, promosso dal
ministro Gelmini su dettatura di Tremonti , e che per entrare in vigore dovrebbe
essere approvato dal Senato entro il 29 ottobre. Mentre Pd e Italia dei
Valori tornano a chiedere il ritiro del decreto come condizione sine qua non
per aprire un confronto parlamentare, il governo assicura che il voto ci sarà e
che il decreto - pomposamente definito riforma, ma che di riforma non ha
proprio nulla - non subirà modifiche. I numeri, d'altra parte, la maggioranza
li ha, salvo qualche improvvisa quanto insperata defezione dell'ultima ora,
magari sulla scia di una realtà incontestabile: in piazza, per la prima volta,
sinistra e destra si mescolano. Segno evidente che la norma di legge scontenta
anche l'elettorato del Pdl e che la preoccupazione sul futuro dell'istruzione e
della ricerca, quando si volge lo sguardo fuori dai palazzi e all'interno della
scuola, non ha colore politico. Un Paese che guarda al futuro investe nella
scuola e nella formazione, razionalizzando la spesa, eliminando sprechi,
privilegi, le 'baronie' e le gestioni disinvolte. Ma i tagli annunciati sono
pesanti: all'università arriveranno 467 milioni di euro in meno. Nei prossimi
cinque anni il Fondo di finanziamento si ridurrà del 10 per cento. Solo il 20
per cento dei professori che andranno in pensione verrà sostituito. Come dire:
porte chiuse all'università per le nuove generazioni. Quando una Finanziaria
s'approva in nove minuti e mezzo, quando il governo di un Paese in crisi trova
i soldi per Alitalia e banche, com'è credibile che non si trovino soldi per garantire
una scuola pubblica di qualità ed anzi si taglia proprio laddove la qualità era
assicurata? Domande retoriche queste, alle quali i tanti ragazzi si sono già
dati una risposta e la rabbia cresce. Perché non sono disposti ad essere
svenduti in favore delle banche e della grande industria. Non vogliono essere
coloro sulla cui pelle si finanziano i provvedimenti di una crisi economica che
altri hanno provocato. Così, si è aperta nelle scuole e nelle università una
nuova settimana di agitazioni, cortei, occupazioni e iniziative
"creative" come lezioni all'aperto o in diretta sul web. Da Trento a
Palermo, da Firenze a Bari, da Milano a Potenza, le maratone di studio via
internet sostituiscono le aule vuote. Domani, il coordinamento "non rubateci
il futuro" consegnerà al ministro Gelmini le
firme della petizione per il ritiro del decreto 137 e la sospensione della
legge 133. "Già duemila anni fa -spiega il Coordinamento- i tre Magi
rappresentavano i diversi saperi e le diverse culture del mondo. Oggi, in una
società ancora più articolata e complessa, appare impensabile che di tanti
valori e conoscenze si faccia portatore una figura unica. Per questo, con un
salto nel tempo, torneranno i Re Magi a rappresentare il mondo della Scuola,
dell'Università e dei Migranti per dire no al Maestro unico e si alla
multidisciplinarità, no alle classi ponte e si all'incontro di culture, no ai
tagli all'università e si all'investimento nella ricerca". E sempre a
Roma, gli studenti del quarto municipio che manifestano davanti a palazzo
Madama chiedono ai giornalisti: "Si può assistere ai lavori
dell'aula?". In particolare, "alla seduta di mercoledì prossimo
quando il decreto dovrebbe essere licenziato?". "Sì, si può, ma
ricordatevi che dovrete indossare giacca e cravatta, altrimenti non vi fanno
entrare", è la risposta che attendevano. Immediato il passaparola e la
conferma: "Bene, allora mercoledì una nostra delegazione, in giacca e
cravatta, sarà presente nella tribuna dell'aula del Senato" . Tanto per
"vederli bene in volto quelli che voteranno per tagliarci le ali".
( da "AprileOnline.info" del 27-10-2008)
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La
speranza del Psi: una sinistra riformista Claudio Benvenuti, 27 ottobre 2008,
11:06 Interviste Con Riccardo Nencini, segretario nazionale del Partito
socialista, abbiamo discusso della prospettiva politica a cui guarda la sua
formazione e del rapporto con i democratici. Un confronto ripartito di recente
e che aveva due pregiudiziali: il rispetto dell'autonomia socialista e l'addio
a Di Pietro Da Padova, Riccardo Nencini ha rilanciato la collaborazione
programmatica con il Partito Democratico per la costruzione di una nuova sinistra
riformista, basata su due condizioni principali: il rispetto dell'autonomia
socialista e l'addio a Di Pietro. Nello stesso giorno della manifestazione
organizzata a Roma dal Pd, il segretario del PS ha partecipato all'assemblea
"I socialisti incontrano il Veneto" dove ha esposto la campagna per
la raccolta delle firme per le quattro proposte di legge di iniziativa popolare
riguardanti l'elezione di un'assemblea costituente, il contrasto alla
precarietà, la lotta al carovita e l'istituzione dei pacs. Nel suo discorso
agli iscritti e simpatizzanti socialisti veneti, Nencini ha dedicato molto
spazio alla scuola pubblica e all'Università del nostro Paese annunciando la
necessità di un confronto politico sul sistema d'istruzione italiano con le
altre forze della sinistra riformista; su questo tema ha espresso la sua
preoccupazione in merito alla larga condivisione dell'opinione pubblica per
l'intervento della polizia per lo sgombero delle università occupate. In
conclusione, ha affermato la grande necessità di una sinistra moderna in grado
di accorgersi dei veri problemi dei cittadini. Segretario, le
manifestazioni di studenti e docenti contro il decreto Gelmini dominano le pagine dei quotidiani. Occupazioni e lezioni in
piazza, una partecipazione giovanile forse inaspettata. Quali osservazioni ne
può trarre? E' una protesta giusta, fra l'altro condotta con dei metodi
assolutamente democratici, apolitica. Questa mattina (sabato, ndr) sono
stato a Milano, sia a Scienze Politiche che a Giurisprudenza, e non ho trovato
slogan, simboli di partito: un fatto positivo e, ripeto, una protesta giusta.
Domenica 12 ottobre è incominciata -nel silenzio dei grandi mezzi
d'informazione- la raccolta firme per le quattro proposte di legge di
iniziative popolare. Indicativamente come sta procedendo? Oggi abbiamo
raggiunto circa 42mila firme, sta andando benissimo soprattutto nelle grandi
città, a dicembre contiamo di aver incassato attorno alle 60-70mila firme. A
breve le elezioni in Abruzzo e in diverse amministrazioni. I rapporti del PS
con le altre formazioni politiche della sinistra come si configurano? Vanno
migliorando con il Partito Democratico, essenzialmente per due ragioni che sono
legate al soddisfacimento delle richieste che rivolgevamo ai democratici perché
il confronto ripartisse: il riconoscimento dell'autonomia socialista e
dall'altra parte la rottura con il partito di Di Pietro. Nel momento in cui
questi due punti vengono riconosciuti come necessari e utili il dialogo può
riannodarsi. A suo parere, a che punto si è arrivati nel processo di
costruzione di quella sinistra riformista a cui i socialisti si stanno
impegnando? Siamo all'inizio. La mia valutazione è che se la sinistra dovesse
rimanere esattamente quella che si è presentata alle elezioni politiche scorse,
non è nelle condizioni di vincere il confronto con il centrodestra. C'è infatti
bisogno di superare l'isolamento del PD, ma soprattutto di una lettura nuova
della società italiana che è profondamente cambiata. La sinistra attuale è
ancora troppo legata alla società appagata e si dimentica, invece, delle
gravissime difficoltà in cui si versano i giovani e i nuovi anziani. O mettiamo
rispondiamo rapidamente alle necessità di queste parti rilevanti della società
o, altrimenti, non siamo in grado di vincere una campagna elettorale nazionale.
Ci troviamo in Veneto ed appare quasi obbligata una domanda sulla proposta
federalista avanzata dal centrodestra: cosa ne pensa? Il progetto di
federalismo della maggioranza ha due punti deboli. Il primo è che per essere applicata
costa notevolmente, e non è tempo questo di incidere di nuovo e di più sulle
tasche degli italiani. Il secondo è che non prevede il Senato delle Regioni,
quindi una seconda Camera e l'abrogazione del Senato della Repubblica dove sono
rappresentate le istituzioni locali, ed è una straordinaria debolezza. Vorrei
ricordare a Calderoli un vecchio detto, lo slogan con il quale venne iniziata
la rivoluzione americana: "il pagamento delle tasse senza rappresentanza
non è giusto". Ma è esattamente quello che può succedere per l'Italia se
non si crea una seconda Camera rappresentativa delle Regioni. Aggiungo che il
federalismo è una delle riforme possibili, ma che molte misure si possono
attuare indipendentemente da una legge di riforma; ad esempio, imprimere una
maggiore efficienza nella Pubblica Amministrazione, soprattutto in quella
dell'Italia meridionale, è possibile anche senza una riforma federale.
( da "AprileOnline.info" del 27-10-2008)
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Quello
che i loggionisti non capiscono Tommaso Merlo, 27 ottobre 2008, 12:59 Dibattito
Il governo e il suo premier non riescono a comprendere che la protesta studentesca
nasce non solo contro la politica dei tagli, ma anche dall'amarezza verso un
sistema dove non è premiato il merito ma il clientelismo, dove domina
precariato e occupazione dequalificata. L'istruzione è così l'ultima speranza
di chi non vuole chiudere i propri sogni in un cassetto e per questo i giovani
la difendono Gli studenti vengono accusati dai loggionisti benpensanti di
rappresentare la continuità della parte conservatrice della società italiana,
quella che si oppone al cambiamento a priori, quella che impedisce il progresso
e l'innovazione a causa di complessi teoremi culturali. Sarebbero tra l'altro
prigionieri del passato e vittime di una freudiana ritezione anale infantile
per parola del loggionista principe, della Loggia appunto. Considerando la
moltitudine di studenti rivoltosi, sicuramente nel numero ci sarà qualcuno che
rispecchia l'identikit dei loggionisti, ma in generale la loro analisi
colpevolizza i giovani omettendo, forse volutamente, i punti fondamentali.
Innanzitutto in democrazia ogni iniziativa governativa è contestabile, ivi
compresa la chiusura del rubinetto pubblico per la scuola decisa dal Ministro
Tremonti e la contemporanea apertura per Fiat e banche. Per spendere meglio ci
vuole una riforma mentre tagliando si spende solo di meno, e Tremonti potrebbe
spendere cinque minuti per spiegarlo alla Gelmini almeno lo
capisce pure lei. Ma al di là delle scelte sciagurate del Robin Hood tarocco, i
loggionisti ignorano che gli studenti reagiscono anche a causa del marciume
complessivo del sistema Italia. Se infatti in Italia vigesse, ad esempio, un
livello decente di meritocrazia, un giovane sarebbe anche disposto a rischiare
di più e accettare una situazione temporanea di precariato perchè
saprebbe che, puntando sulle sue capacità e preparazione, prima o poi verrebbe
premiato e la sua situazione professionale si stabilizzerebbere con livelli
crescenti di responsabilità, ma questo in Italia non succede. Da noi il
precariato sta diventando la normalità che persiste all'infinito mentre vige un
sistema clientelare di distribuzione del lavoro, solo quando sono finiti
parenti ed amici si pesca tra gli scarti non raccomandati. E nelle posizioni
che contano nel pubblico impazza la partitica e solo gli affiliati si
sistemano. Un'altro fattore cruciale che giustamente alimenta la paura degli
studenti è la carenza cronica di opportunità professionali qualificate
sufficienti a rispondere alla domanda e alla difficoltà di crearne di nuove in
maniera autonoma. E cioè un sistema statico e chiuso che premia chi ha già ed
impedisce ai nuovi di trovare spazio. I loggionisti, quindi, ignorano che i
giovani non sono disposti a perdere i diritti conquistati dai loro padri e
superare la mentalità del posto fisso o della sicurezza che deriva, ad esempio,
da un impiego pubblico, se sanno che senza di essi saranno condannati a tirare
la cinghia per tutta la vita ed essere emarginati a favore delle varie caste
che dominano il Belpaese. I loggionisti ignorano che l'Italia ha livelli di
corruzione peggiori di molti Paesi in via di sviluppo, che regna
un'imbarazzante ingiustizia sociale e un'iniqua distribuzione del reddito, che
i salari sono da fame e impediscono qualsiasi progettualità e investimento sul
futuro, che milioni di giovani qualificati sono costretti a consegnare le pizze
a domicilio ed umiliarsi in qualche call center a telefonare casa della gente
rompendogli le balle per convincerli a comprare qualcosa, e lo fanno senza
nemmeno poter sperare che la situazione migliorerà, senza prospettive. In
questo scenario drammatico la politica ha una responsabilità enorme sia
nell'esempio che da che nei risultati che ha prodotto. Ed è ovvio che, al di là
dei tagli senza logica di Tremonti, le nuove generazioni non possono accettare
di veder mutilata l'istruzione, l'ultima speranza di chi non si vuole
rassegnare a chiudere i propri sogni in un cassetto o subire l'ingiustizia dei
privilegi. I loggionisti devono capire che se un Paese decide di saltare nel
buio allora lo si fa tutti insieme, altrimenti si accende la luce della
democrazia, si nominano ministri all'altezza della situazione e si permette un
dibattito politico per una riforma di sistema che migliorando la qualità della
formazione migliori anche tutto ciò che c'e' sopra, e quello che viene dopo.
( da "AprileOnline.info" del 27-10-2008)
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La
morte della speranza Pietro Ancona, 27 ottobre 2008, 11:55 Dibattito Impazza il
gioco d'azzardo, con i gratta e vinci, il superenalotto, i bingo. L'unica forma
di rifugio di fronte a una maggioranza che progressivamente strozza i diritti
storici dei lavoratori, uccide la scuola pubblica, tiene sotto l'assedio
l'opinioni pubbliche con campagne diffamatorie verso categorie intere. E
l'opposizione ancora non mostra di essere una reale alternativa Ti avvicini ad
un tabacchino e nel raggio di venti metri trovi gente intenda a grattare un
pezzetto di carta colorata con occhi ansiosi e dita febbrili. Si tratta di
povera gente, spesso poverissima che sottrae qualche euro prezioso alla sua
sopravvivenza per tentare la fortuna. I bingo, introdotti nei quartieri durante
un governo D'Alema, oggi saldamente controllati dalla mafia, tengono inchiodati
al tavolo per giornate intere centinaia e centinaia di massaie e di pensionate.
La speranza è di fare una vincita e magari comprare un chilo di carne di quella
buona, bovina, non la solita coscia di pollo che non sa di niente e fa
addirittura il brodino amaro. Le slot machines hanno raggiunto financo i rioni
popolari, si trovano dappertutto. Spesso vengono sequestrate dalla finanza
perchè truccate. Sono affollate da giovani e da stranieri, spesso da cinesi che
sembra abbiano una predilizione per questo gioco quasi sempre truffaldino (i
gestori svuotano le monete accumulate e lasciano qualcosina a qualche raro
vincitore). Lo Stato gestisce poi grandi lotterie. Ieri è stata annunziata a
Catania la vincita di cento milioni di euro (duecento miliardi di vecchie
lire?) che ha fatto subito crescere la vendita di biglietti per il prossimo
fatidico sei. Tra parentesi: ho qualche sospetto sulla reale esistenza di un
vincitore dal momento che la vincita avviene a Catania recentemente beneficiata
di un generoso intervento del governo per impedire il fallimento del Comune.
Dubito che non si tratti di una simulazione. Bisognerebbe rendere obbligatoria
l'identità del vincente per sapere se si tratta di una vera vincita. L'Italia
ha sempre avuto il gioco, il tentare la fortuna ma mai come oggi. Il gioco era
una caratteristica quasi locale di Napoli con relativi libri di cabala e
interpreti dei sogni del calibro di Eduardo De Filippo. Era una espressione
della cultura popolare e non era cosi triste come è diventato ai nostri giorni.
La massaia fa la cresta a se stessa, risparmia sulla spese per avere qualche
euro da giocare. Lo scopo principale della scommessa è quello di avere qualche
soldo in più da spendere in casa. La povertà che si è abbattuta su milioni di
famiglie operaie e del piccolo ceto medio è davvero pesante.Tutto aumenta di
giorno in un giorno a salari e pensioni fermi e condizione generale precaria
senza futuro. La tristezza, l'inquietudine, l'umiliazione sono sempre più
comuni, più visibili. Intanto, la destra al governo ha messo in opera vere e
proprie squadre di guastatori. Sacconi lavora intensamente alla distruzione del
diritto del lavoro fino al limite estremo di intaccare diritti garantiti a
livello internazionale. Attraverso lo zuccherino di qualche spicciolo in più a
Natale detassa la tredicesima ed infligge un colpo terribile alle risorse del
welfare mentre fa capire che solo così e non attraverso miglioramenti salariali
si può ottenere qualcosa; anche le pensioni sono nel suo mirino ed in quello di
Cazzola; la Gelmini taglia
otto miliardi a tutto il sistema scolastico di ogni ordine e grado e prefigura
il declino della scuola pubblica a vantaggio di forme selvagge di colonizzazione
(fondazioni) e privatizzazioni. La sanità è stata privata dei mezzi per
l'ordinaria assistenza e si avvia anche qui verso livelli bassissimi (eravamo
il secondo sistema sanitario del mondo). Le pensioni sono già state
ridotte a prestazioni insignificanti. I nostri figli non avranno più del trenta
per cento del loro salario medio. Questi guasti vengono accompagnati da intense
campagne di diffamazione dei lavoratori (fannulloni, baroni, assenteisti...)
che servono a tenere ferma l'opinione pubblica e disgustarla di quanti si vuole
che vengano lasciati soli ad affrontare la scure reaganiana del governo. La
società liberista nella quale viviamo è un fallimento sociale, una catastrofe.
Il mercato non esiste ed i cittadini consumatori debbono acconciarsi a pagare
quanto viene loro richiesto dal farmacista all'assicuratore. Lo Stato
colonizzato da una destra vorace riduce progressivamente i servizi pubblici
dalla scuola alla sanità alle pensioni alla possibilità di accedere a posti di
lavoro nuovi. Milioni e milioni di lavoratori sono ridotti al precariato ed
impoveriti da salari sempre più bassi. La cosa peggiore di questa desolazione è
una opposizione che, se vincesse le elezioni, farebbe più o meno le stesse cose
che sta facendo questo governo di destra.
( da "Voce d'Italia,
La" del
27-10-2008)
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Politica
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casa nostra" *Pd: al via la manifestazione al Circo Massimo *Gelmini: ?Veltroni ha fatto della scuola terreno di
scontro" Guarda tutti i correlati
( da "Sestopotere.com" del 27-10-2008)
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Scuola
Scuola.
Il consiglio provinciale di Ravenna vota odg che respinge il dl proposto dal
governo (27/10/2008 16:06) | (Sesto Potere) - Ravenna - 27 ottobre 2008 - Il
consiglio provinciale ha approvato a maggioranza un ordine del giorno
riguardante i provvedimenti del Dl Gelmini, presentato
dai gruppi Pd e Rc; hanno votato contro i gruppi An e FI-PdL, astenuta l?Udc.
Respinto invece un respinto l?o.d.g. sullo stesso tema, presentato dai gruppi
An e FI-PdL. Nell?o.d.g. approvato si legge: “Considerato che la qualificazione
del sistema scolastico e formativo è fondamentale per la crescita civile,
sociale ed economica del Paese e deve rappresentare un impegno prioritario
dell?azione di governo ad ogni livello istituzionale; che il buon funzionamento
della scuola primaria è premessa indispensabile per ottenere un?istruzione e
una formazione di qualità; che l?attuale organizzazione della scuola primaria,
basata sui moduli e il tempo pieno, sulla presenza di più insegnanti per ogni
classe, su valide attività laboratoriali, su un tempo-scuola di 30 o 40 ore
settimanali, ha consentito di raggiungere elevati livelli educativi e formativi
e una soddisfacente inclusione dei ragazzi più problematici o disabili, come
attestano le verifiche sulla qualità degli apprendimenti, effettuate a livello
europeo, da cui risulta che la scuola primaria italiana è ai primi posti; che
tale organizzazione corrisponde ai bisogni delle famiglie con genitori che
lavorano. Preso atto che il Piano programmatico sulla scuola del Ministero
all?Istruzione prevede molti tagli che porteranno a 87.400 cattedre in meno e
alla riduzione di personale A.T.A. (amministrativo, tecnico, ausiliario); che
l?art. 64 della legge 133/08 (manovra finanziaria 2008) prevede una riduzione
complessiva di risorse per la scuola di 8 miliardi di euro; che il decreto
legge n. 137 del 1 settembre 2008 reintroduce il maestro unico nella scuola
primaria e il ritorno a sole 24 ore settimanali di insegnamento. Ritenendo
immotivati e dannosi i tagli di risorse e di personale, già attuati per
quest?anno scolastico, che rischiano di compromettere le attività e i progetti
più qualificanti e innovativi delle nostre scuole; estremamente grave la
proposta di contro-riforma avanzata dal Ministro all?istruzione Mariastella Gelmini, che con un semplice decreto legge, a partire dal
prossimo anno scolastico, intende affossare la miglior tradizione della scuola
primaria italiana; si dichiara contrario ai provvedimenti proposti dal governo
che determinano un generale impoverimento dell?offerta formativa delle nostre
scuole, a danno soprattutto dei ragazzi provenienti dalle fasce sociali più
deboli; ad un ulteriore riduzione del numero di insegnanti e di personale ATA e
all?incremento del precariato; al sovraffollamento delle classi che impedisce
di fatto il diritto allo studio, non consente valide attività laboratoriali,
mette a rischio la sicurezza; alla riduzione del tempo dello stare a scuola e
allo smantellamento del tempo pieno; chiede al governo di potenziare gli
impegni per migliorare la qualità e l?efficienza dell?intero sistema scolastico
e formativo italiano, garantendo investimenti certi, personale stabile, aule
sicure e accoglienti, attrezzature, laboratori e palestre moderni ed
efficienti; di ritirare, di conseguenza, il decreto per la scuola proposto dal
ministro e gli altri provvedimenti che sottraggono risorse alla scuola
pubblica; manifesta solidarietà al mondo della scuola così duramente colpito da
questi provvedimenti; invita i cittadini, gli insegnanti, gli studenti a
prendere tutte le iniziative tese ad affermare il valore fondamentale dell?istruzione
per tutti e ad impedire che l?offerta formativa della scuola primaria italiana
venga peggiorata”. Nel corso del dibattito sono intervenuti: Marta Farolfi, AN:
“L?o.d.g. della maggioranza è ideologico perché incolpa il ministro Gelmini di tutto, genocidio del Darfur escluso”. Francesco
Morini, capogruppo Udc: “Non si può imporre una riforma della scuola per
decreto. Mi astengo su entrambi gli o.d.g. perché in politica non mi sento di
tifare per l?una o l?altra parte”. Roberto Bolognesi, capogruppo Rc: “Per fare
cassa questo governo riduce indiscriminatamente di ben otto miliardi le risorse
per la scuola”. Guido Mondini, capogruppo PdCI: “Il decreto del governo non ha
nessun intento pedagogico e si sottrae al dettato costituzionale”. Roberto Gualandi,
Pd: “Non dovrebbe esserci contrapposizione su un tema come quello della riforma
della scuola che richiede confronto e dialogo”. Guido Fabbri, Pd: “Dubito che
le risorse tagliate alla scuola saranno reinvestite a favore degli studenti”.
Massimo Mazzolani, capogruppo AN: “Il decreto Gelmini
non è un disegno di riforma della scuola ma un insieme d?interventi dettati dal
buon senso”. Al termine della discussione ha preso la parola, Elena Rambelli,
presidente del consiglio provinciale: “Se i cosiddetti tempi scuola dovessero
ridursi, le famiglie chiederanno agli enti locali di mettere a punto servizi di
post scuola, di prescuola, di nuovi trasporti scolastici. Lo Stato deve quindi
sostenere gli enti locali nella gestione e realizzazione quanto previsto dal Dl
Gelmini, e la Provincia deve poter fare la sua parte.
Su questo punto c?è accordo fra tutte le forze politiche rappresentate in
consiglio”.
( da "Sestopotere.com" del 27-10-2008)
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Scuola
Inaugurata
una nuova scuola a Castel San Giovanni (PC) (27/10/2008 15:28) | (Sesto Potere)
- Piacenza - 27 ottobre 2008 - “A Piacenza con la riforma Gelmini sono a rischio chiusura 30 scuole, di cui oltre 20 elementari e
8 medie, da Ottone a Lusurasco, da Morfasso a Roncaglia, da Ferriere a San
Pietro, da Besenzone a Nibbiano. Oltre 1.000 le famiglie coinvolte, oltre 300 i
posti di lavoro di lavoro che si perderebbero. Come amministrazione
provinciale non possiamo permettere che questo accada. La Gelmini
vuole chiudere le scuole? Io oggi ne apro una nuova”. Così il presidente della
Provincia di Piacenza, Gianluigi Boiardi ha dato il via all?inaugurazione del
nuovo edificio realizzato dalla Provincia nel Centro scolastico medio superiore
di Castel San Giovanni (Centro di cui l'amministrazione provinciale è
proprietaria), ribadendo - come già fatto nei gironi scorsi – la resistenza
all?applicazione di un decreto che mette in seria difficoltà studenti, famiglie
e operatori del settore. “La formazione è il patrimonio più importante di
questo Paese – ha proseguito Boiardi -, noi in questi anni abbiamo dimostrato
di avere questo tema a cuore, investendo 18 milioni di euro in edilizia
scolastica. Tra l'altro, con tempi di esecuzione molto veloci, che confermano
l'ottimo lavoro svolto dai nostri tecnici”. Presenti alla cerimonia, oltre al
Presidente Boiardi, al Sindaco di Castel San Giovanni Carlo Capelli, e
all?Assessore provinciale ai lavori pubblici Patrizia Calza, anche la preside
del Centro, prof.ssa Maria Luisa Giaccone, il Consigliere Provinciale (e già
Sindaco di Castel San Giovanni) Aldo Bersani (che molto si adoperò, in qualità
di sindaco, per la realizzazione dell'edificio) ed i tecnici provinciali che si
sono occupati della progettazione e della realizzazione dell?intervento (Ing.
Stefano Pozzoli, dirigente del Servizio Edilizia – Coordinamento grandi opere,
Arch. Sergio Ghelfi, direttore dei lavori, Arch. Matteo Bocchi, direttore
operativo, dott. Roberto Santacroce, coprogettista, e Ing. Davide Favoriti,
coordinatore per la sicurezza). L?utilizzo dell?edificio, come programmato
dalla Provincia, è stato reso possibile in tempo utile per garantire il
regolare avvio del corrente anno scolastico 2008/2009. L?investimento
complessivo sostenuto dalla Provincia è di 1.850.000 euro. In particolare, sono
state realizzate 13 aule, una sala insegnanti e 3 laboratori, oltre a 4 gruppi
di servizi igienici e locali accessori. Sono state completate, inoltre, la
sistemazione e l?illuminazione dell'area esterna con la creazione di zone
dedicate a parcheggio, camminamenti e rampe per l'accesso destinate alle
persone diversamente abili, che, all?intero dell?edificio, possono utilizzare
un moderno e idoneo impianto ascensore. L?edificio è stato dotato, infine, di
impianto anti-intrusione e d?interconnessione informatica con gli altri edifici
facenti parte del Centro Scolastico Medio Superiore. Parole di elogio nei
confronti dei lavori svolti sono state espresse anche dal sindaco di Castel San
Giovanni, Carlo Capelli. “Voglio ringraziare l'amministrazione provinciale per
l'ottimo edificio che ci ha creato – ha detto -, perché riteniamo l'istruzione
un punto molto importante nella formazione degli uomini. Maggiore istruzione
dovrebbe portare maggiore equilibrio e per questo mi auguro che i ragazzi
tornino a capire il valore delle regole e il loro rispetto”. L'assessore
provinciale ai Lavori Pubblici Patrizia Calza ha quindi parlato del lavoro di
squadra alla base di questo intervento. “Quando si crea qualcosa significa che
si è raggiunto un obiettivo – ha osservato -. Per questo ringrazio il lavoro
svolto dall'assessore al Sistema Scolastico Fernando Tribi e tutti i suoi
collaboratori, così come un ringraziamento va rivolto ai tecnici del mio
servizio, che hanno realizzato in tempi ristretti un'opera molto importante”.
Soddisfazione è quindi giunta dalla preside Maria Luisa Giaccone: “La storia
del nostro istituto è breve, ma speriamo che il futuro ci riservi tante
soddisfazioni – ha concluso -. In questa scuola operano tanti bravi insegnanti,
che noi vogliamo mettere nelle migliori condizioni possibili per insegnare ai
nostri ragazzi”. SCHEDA TECNICA - L?area su cui sorge il fabbricato era stata
acquistata dal Comune di Castel San Giovanni e ceduta gratuitamente alla
Provincia. La collocazione della nuova struttura scolastica è tale da
consentire, in futuro, l?agevole realizzazione di un eventuale ulteriore
edificio con caratteristiche dimensionali analoghe. L?edificio di nuova
costruzione è infatti ubicato sul retro dell?esistente Liceo “Volta” ed è
costituito da un corpo di fabbrica a due piani fuori terra, oltre ad un piano
seminterrato, per una superficie complessiva utile di oltre 1.800 mq. La
struttura portante dell?edificio, realizzata in calcestruzzo armato sulla base
dei calcoli del progettista, Ing. Davide Marchi (tecnico del Servizio
Edilizia), era già stata sottoposta, con esito favorevole, alle prove di carico
previste dal collaudatore statico, Ing. Mauro Bergonzini di Modena, mentre la
progettazione e la realizzazione della parte impiantistica sono state curate
dal Perito Industriale Roberto Dacrema (anch?egli tecnico del Servizio Edilizia
della Provincia di Piacenza). Delle procedure per l'acquisto dei nuovi arredi
(banchi, cattedre, elementi oscuranti per finestre e attrezzature didattiche) e
delle pulizie dell'intero complesso si è occupato il geom. Luigi Bozzani,
dell'Ufficio Provveditorato – Economato della Provincia, di cui è responsabile
Elena Malchiodi. L?edifico è stato progettato e realizzato conformemente alle
normative vigenti in materia di contenimento dei consumi energetici, e, quindi,
con particolare attenzione alla scelta delle coibentazioni e dell?impianto di
riscaldamento (del tipo ad alto rendimento alimentato da generatori monoblocco
a condensazione per soddisfare i requisiti di rendimento previsti dal Dlgs
n.311 del 29/12/2006). I lavori, che hanno avuto inizio nel mese di marzo 2007,
sono stati eseguiti dalla Ditta Bertozzi Costruzioni S.r.l. di Ronco Campo
Canneto (PR), risultata aggiudicataria in seguito a gara d?appalto con
procedura aperta (asta pubblica).
( da "TGCom" del 27-10-2008)
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Scuola
27/10/2008
F.Cristiana attacca dl Gelmini "Solo tagli
indiscriminati alla scuola" Affondo di Famiglia Cristiana contro il
decreto Gelmini. "Studenti e professori hanno
seri motivi per protestare - scrive il settimanale in un editoriale del
prossimo numero in edicola -. E non per il voto in condotta o il grembiulino,
ma per i tagli indiscriminati che 'colpiscono il cuore pulsante di una nazione'.
Non si garantisce così il diritto allo studio: prima si decide e poi, travolti
dalle proteste, si abbozza una farsa di dialogo". "Nel mirino -
osserva la rivista diffusa in tutte le parrocchie italiane - hanno c'è una
legge approvata di corsa, in piena estate. La dicitura è roboante: 'Riforma
della scuola'; più prosaicamente 'contenimento della spesa', a colpi di
decreti, senza dibattito e un progetto pedagogico condiviso da alunni e
docenti". E di fronte alle proteste nelle scuole non "si potrà pensare
di ricorrere a vie autoritarie o a forze di polizia. Un Paese che guarda al
futuro investe nella scuola e nella formazione, razionalizzando la spesa,
eliminando sprechi, privilegi e "baronie", nonché le "allegre e
disinvolte gestion". "Un Paese in crisi - commenta ancora Famiglia
cristiana - trova i soldi per Alitalia e banche: perché non per la scuola? Si
richiedono sacrifici alle famiglie, ma costi e privilegi di onorevoli e
senatori restano intatti". SCUOLA, LA PROTESTA SUL
DECRETO-GELMINI Tgcom 27/10/2008Dl Gelmini,gli
studenti non mollano 25/10/2008Scuola, la protesta non si placa
24/10/2008Scuola,proteste al Festival di Roma 23/10/2008Scuola, "fermezza
contro violenze" 23/10/2008Scuola, la Gelmini apre a
confronto 22/10/2008Scuola, ancora cortei nelle città 22/10/2008Prof: "Se
non scioperi,ti boccio" 22/10/2008Scuola,Napolitano:"Serve
confronto" 22/10/2008Scuola,Berlusconi: "Nessun taglio"
21/10/2008Scuola, Famiglia Cristiana attacca 21/10/2008Scuola, lo scandalo
"supplentopoli" 20/10/2008Scuola, è il momento della protesta
20/10/2008Scuola,ancora protesta anti-Gelmini
20/09/2008Scuola,Gelmini contestata a Venezia
17/10/2008"Su scuola non si tema cambiamento" 17/10/2008Gelmini, non solo proteste 15/10/2008Scuola,ok alle classi
per stranieri 14/10/2008Ddl Gelmini, protestano gli
Atenei 12/10/2008"La Gelmini taglia 4mila
scuole" 09/10/2008Scuola, sciopero il 30 ottobre 07/10/2008Scuola, la
Camera conferma fiducia 04/10/2008Scuola,Cisl verso sciopero generale
27/09/2008Scuola, Cgil minaccia lo sciopero Invia ad un amico
( da "Basilicanet.it" del 27-10-2008)
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IDV:
CON RIFORMA GELMINI DIFFICOLTAâ?? PER AREE INTERNE 27/10/2008 16.45.11
[Basilicata] Idv sostiene la protesta degli studenti, insegnati e genitori che
in questi giorni fanno fronte comune contro la legge-beffa del Ministro Gelmini. Ad essere maggiormente penalizzate â?? spiega un
comunicato - saranno le scuole delle aree interne e montane che in Basilicata
hanno già sperimentato i primi effetti della riforma Gelmini
vedendo la soppressione di aule o di Istituti. Per questo il partito di Italia
dei Valori appoggia le proteste in atto da parte di studenti, insegnanti e
genitori. Condannando in ogni caso forme di protesta violente, il coordinatore
regionale di Italia dei Valori, Aldo Michele Radice esprime solidarietà
agli studenti ed agli insegnanti che manifestano democraticamente il proprio
dissenso nei confronti di una riforma â??ingiustaâ? ed â??inopportunaâ? che â??penalizzerà i piccoli
comuni delle aree interne e montane, la qualità dellâ??offerta formativa
e provocherà la drastica riduzione del numero degli insegnanti e
lâ??aumento del divario tra scuola pubblica e privata, potendo privilegiare
questâ??ultimaâ?. â??Anche in Basilicata, come si
poteva ben immaginare â?? afferma Radice - la riforma sulla scuola, ha provocato la protesta degli
studenti, che in questi giorni hanno avviato una mobilitazione sfociata, in
alcuni casi, nellâ??occupazione di aule scolastiche ed universitarie. Segno di
un malcontento generale che in Italia da la prova di un governo poco attento alle
problematiche della scuola e molto di più¹ a ragionamenti ragionieristiciâ?. BAS 05
( da "Basilicanet.it" del 27-10-2008)
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â??LE
PROPOSTE DELLA PIAZZA AL GOVERNO DEI FACINOROSIâ?
Lâ??intervento di Santochirico allâ??assemblea degli studenti materani
27/10/2008 16.38.25 [Basilicata] (AGR) - Studenti universitari e delle scuole
superiori, genitori
ed insegnanti hanno preso parte questa mattina, a Matera, ad unâ??assemblea
pubblica indetta per protestare contro il decreto Gelmini.
In piazza San Rocco, antistante lâ??ateneo, erano oltre mille i presenti che
hanno assistito agli interventi del rettore Antonio Mario Tamburro,
dellâ??assessore regionale Vincenzo Santochirico e degli stessi studenti. â??In
queste settimane in tutte Italia si moltiplicano le iniziative e le
manifestazioni contro una riforma che demolisce ciò² che di buone câ??era nella
scuola ed introduce soltanto tagli. La Regione Basilicata ha deciso di opporsi
in maniera determinata facendo ricorso alla Corte costituzionale. Secondo il
piano del Governo â?? ha detto â?? la nostra regione perderebbe circa 500
docenti e 150 classi soprattutto nei comuni interni. La Basilicata non può²
accettare norme che di fatto cancellano dalla geografia scolastica le piccole
scuole con meno di 50 allievi. Privare una comunità della scuola che
spesso costituisce l'unico presidio pubblico nel territorio è¨ una scelta assai
grave che intende cambiare la natura stessa della scuola come istituzione, per
trasformarla in un servizio a domanda individuale, offerto indifferentemente
dallo Stato o da soggetti privati. Il ministro Gelmini
ha dichiarato che parte delle risorse risparmiate nella scuola pubblica saranno
utilizzate per sostenere la libera scelta delle famiglie per la scuola privata.
Ed il Governo intende realizzare questo progetto minacciando di commissariare
quegli enti che, entro il 30 novembre, non metteranno in pratica il piano di
ridimensionamento degli istituti scolastici: sbandiera tanto di federalismo, ma
alla prova dei fatti nega le più¹ elementari competenze delle Regioni e degli
enti locali, e al contempo scarica enormi costi sociali ed economici sulle
famiglie e sui Comuni, in particolare i più¹ piccoli e quelli delle zone
montaneâ?. â??A fronte di un Governo che taglia le risorse per
lâ??università â?? ha aggiunto â?? la Regione Basilicata ha assunto
impegni concreti e risorse finanziarie. Il Piano 2007-2009 approvato dalla
Regione per il sostegno allâ??università prevede risorse pari a 15
milioni di euro nel corso del triennio. Gli interventi e le attività
previsti dal programma triennale sono finalizzati ad avviare il definitivo sviluppo
dellâ??Università della Basilicata, incentrato su una offerta didattica
ampia e qualificata. Un altro impegno importante riguarda il campus, che
sarà realizzato nel primo padiglione dell'ex ospedale, con il quale sarà
possibile consolidare e rilanciare il Polo universitario di materaâ?. Santochirico ha poi evidenziato come il Presidente del
Consiglio stia cercando di spostare lâ??attenzione, â??parlando non del merito
delle riforma, bensì¬ scagliandosi contro le manifestazioni, le iniziative e le
assembleeâ?. â??Chi scende in piazza e partecipa ad assemblee
pubbliche come questa di oggi e come le centinaia in corso in tutto il paese
â?? ha concluso - sta dimostrando un senso di responsabilità e di
consapevolezza superiore a quello di molti esponenti del Governo, dove i
facinorosi, evidentemente, non mancanoâ?. BAS 05
( da "Monde, Le" del 27-10-2008)
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Walter
Veltroni reprend l'offensive contre Silvio Berlusconi LE MONDE | 27.10.08 |
13h38 * Mis à jour le 27.10.08 | 16h59 Réagir Classer E-mail Imprimer Partager
Partager: ROME CORRESPONDANCE Le Parti démocrate (PD) de Walter Veltroni a
réussi son pari en réunissant à Rome, samedi 25 octobre, la plus grande
manifestation depuis le retour au pouvoir de Silvio Berlusconi, en mai. A
l'appel du principal parti d'opposition, une marée humaine a envahi le Circo
Massimo, stade antique au coeur de la capitale italienne, immense espace vert
que seules l'AS Roma, pour sa victoire dans le championnat d'Italie, et la
CGIL, le principal syndicat du pays, lors d'une épreuve de force avec Silvio
Berlusconi en 2002, avaient jusqu'ici réussi à remplir. SUR LE MêME SUJET Les
faits En Italie, Veltroni reprend l'offensive contre Berlusconi Portfolio Des
centaines de milliers d'Italiens défilent contre Berlusconi Les faits La rue se
mobilise contre Silvio Berlusconi Enquête Vent de racisme en Italie Edition
abonnés Fiche pays : Italie Walter Veltroni, le secrétaire général du PD, lui,
a osé. "Il s'agit de la plus grande manifestation organisée par un parti
depuis plusieurs années", a-t-il lancé à une foule galvanisée par l'annonce,
peu auparavant, par les organisateurs, que les manifestants étaient "plus
de deux millions et demi". VIOLATION FLAGRANTE DE LA LOI La dispute sur
les chiffres de la participation est une constante des manifestations
politiques en Italie. Pour la préfecture de police, le nombre des manifestants
de samedi se limitait à 200 000. Ce qui est sûr, c'est que ce succès permet à
M. Veltroni de revenir au combat après sa cuisante défaite face au Cavaliere et
la volonté de celui-ci de fermer la porte au dialogue, sur lequel le Parti
démocrate avait beaucoup misé. Le président du conseil italien a d'ailleurs
confirmé son état d'esprit au lendemain de la manifestation : "Au lieu de
pavoiser, a déclaré M. Berlusconi, Veltroni ferait mieux de se reposer pour se préparer
à la campagne électorale dans cinq ans." Mais, malgré les sondages sur la
poursuite de l'état de grâce du Cavaliere - qui dispose de 60 % d'opinions
favorables -, la grogne sociale occasionnée par les coupes budgétaires dans
l'éducation semble avoir redonné des ailes à la gauche. Les
slogans contre la ministre de l'éducation, Mariastella Gelmini, étaient les favoris des manifestants de samedi. Et la
mobilisation dans les écoles, les lycées et les universités n'est pas près de
s'arrêter. Une grève générale de l'école est convoquée le 30 octobre. Le 14
novembre, ce sera au tour de l'université. M. Veltroni, lui, a, encore
une fois, exigé le retrait de la réforme, qui prévoit d'importantes
suppressions de postes d'enseignants, et l'ouverture d'un débat sur la question
au Parlement et dans le pays. L'ancien maire de Rome a pour ambition de revenir
à une opposition résolue sans pour autant tomber dans l'anti-berlusconnisme
systématique. La rupture avec Italie des valeurs (IDV, centre gauche), le parti
de l'ancien juge de l'opération "Mains propres", Antonio Di Pietro,
partisan d'une opposition "musclée" contre M. Berlusconi, a dégagé le
terrain. M. Veltroni a ainsi repris l'initiative et son ton face au Cavaliere
s'est fait plus ferme. "Monsieur le Président du conseil, la démocratie
n'est pas un conseil d'administration d'une entreprise", a-t-il notamment
lancé, samedi, en jugeant que le gouvernement était incompétent pour affronter
la grave crise économique et sociale. Après avoir fourni des conseils aux investisseurs
sur les actions à conserver ou à acheter et rassuré les Italiens, qui
"n'ont rien à craindre de la crise", Silvio Berlusconi se plaint
maintenant des émissions de la RAI, le service public de télévision, "qui
propagent la panique et la méfiance", selon lui. Lors d'un récent dîner
avec des industriels, il s'est même demandé pourquoi ils acceptaient de
diffuser leurs spots publicitaires entre les mauvaises nouvelles. Une manière
de les inviter à choisir Mediaset, le concurrent de la RAI et groupe de télévision
de... Silvio Berlusconi où, vraisemblablement, la crise est traitée
différemment. Il s'agit là d'une violation flagrante de la loi sur le conflit
d'intérêts, a dénoncé, dimanche, le responsable de la communication du Parti
démocrate, Paolo Gentiloni. Cela faisait longtemps que le Parti démocrate
n'attaquait plus le Cavaliere sur ce thème. Salvatore AloÏse Article paru dans
l'édition du 28.10.08. Abonnez-vous au Monde à 16€/mois
( da "Sardegna oggi" del 27-10-2008)
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lunedì,
27 ottobre 2008 Ups in difesa della scuola sarda Una linea di azione comune per
sostenere una maggiore flessibilità nell?applicazione della Riforma Gelmini in Sardegna, dal momento che il criterio delle
piccole isole o delle situazioni particolari è presente nella quasi totalità
del territorio sardo.E? l?impegno assunto dagli assessori provinciali alla
Pubblica istruzione in una riunione svoltasi nei giorni scorsi, a Oristano, su
iniziativa del vice presidente dell?Unione Province sarde (UPS) e capogruppo di
FI nel consiglio provinciale di Cagliari Mauro Contini, in cui si è dibattuto
del dimensionamento delle scuole in Sardegna. -->CAGLIARI - Vista la
simulazione dei dati di cui ogni singola Provincia è in possesso e considerato
che i parametri imposti dal regolamento di attuazione della Riforma, sia per il
mantenimento delle autonomie, che per quello dei punti erogazione del servizio,
produrrebbe nell?isola effetti devastanti sul sistema dell?istruzione, le
Province hanno deciso di fare fronte comune a difesa della scuola sarda. Ogni
singola Provincia, secondo l?intesa raggiunta nella riunione, metterà a punto
una griglia delle situazioni più sensibili esistenti nei vari territori, che
verranno esaminate in maniera unitaria da tutte le Province, a partire dal
prossimo tavolo interistituzionale convocato dalla Regione sarda per mercoledì
prossimo, 29 ottobre. "In Sardegna ? è stato detto nell?incontro ?
esistono tante piccole isole all?interno dell?isola. Se si assume come
riferimento l?isolamento geografico di molti territori, le difficoltà nei
collegamenti e la situazione di disagio sociale, si può sostenere la linea che
nella Regione sarda i parametri previsti a livello nazionale possono e devono
essere adottati con più flessibilità". -->
( da "Grecale, Il" del 27-10-2008)
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lunedì
27 ottobre 2008 17:41 Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4
Prosegue lungo queste direttrici l?attività dell?assessorato alla Pubblica Istruzione
della Provincia di Foggia Normal 0 14 false false false
MicrosoftInternetExplorer4 Foggia - Ascoltare il territorio in un?azione di
confronto finalizzata ad elaborare soluzioni e linee di intervento che
potenzino il sistema scolastico della Capitanata. Prosegue lungo queste
direttrici l?attività dell?assessorato alla Pubblica Istruzione della Provincia
di Foggia, che ha avviato un percorso di collaborazione con l?Ufficio
Scolastico Provinciale ed i Dirigenti Scolastici del territorio in vista dell?elaborazione
del piano provinciale di organizzazione della rete scolastica, da far pervenire
alla Regione Puglia entro il prossimo 14 novembre. Stamani l?assessore
provinciale alle Politiche Scolastiche Billa Consiglio ha incontrato, alla
presenza del Provveditore agli Studi Giuseppe De Sabato e della dottoressa
Serafina Testa, i Dirigenti Scolastici della Capitanata. “Si è trattato di un
incontro utilissimo per rafforzare lo spirito di collaborazione che sta
contraddistinguendo il nostro lavoro – afferma l?assessore Consiglio – e per
approfondire alcune delle questioni al centro del piano provinciale”.
L?obiettivo dell?Amministrazione di Palazzo Dogana è infatti quello elaborare
un piano “che riduca al minimo eventuali disagi di natura logistica e che, muovendosi
nel pieno rispetto della cosiddetta riforma ?Gelmini?,
sia un?occasione per valorizzare il nostro sistema scolastico”. La riunione
odierna, come detto, è stata soltanto una delle tappe che porteranno alla
redazione del documento. Due nuovi incontri sono stati infatti già convocati
per giovedì e venerdì. “Intendiamo procedere ad un?attività che ci consenta di
rispettare il termine del 14 novembre ma che nello stesso tempo ci permetta di
affrontare con la dovuta attenzione tutti gli aspetti che attengono la
riorganizzazione del sistema scolastico – conclude l?assessore provinciale alle
Politiche Scolastiche –. Andremo avanti sulla strada del dialogo e della
partecipazione tracciata in questi mesi, mettendo al centro di ogni nostra
azione il bene della scuola e le esigenze degli studenti”.
( da "RomagnaOggi.it" del 27-10-2008)
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27
ottobre 2008 - 17.05 (Ultima Modifica: 27 ottobre 2008) BOLOGNA - "La
lotta continuerà finché la legge non sarà ritirata. Andremo avanti con una
battaglia intelligente contro i tagli ma che non ha alcun carattere
conservativo: proponiamo infatti tantissime iniziative di riforma alternativa e
dal basso". E' quanto ha promesso Andrea Ghelfi del collettivo
universitario Aut Off, in prima linea per la protesta anti-Gelmini ancora in corso in quasi tutte le facoltà di Bologna. Il
prossimo appuntamento cruciale sara', ha spiegato lo studente 26enne di
Lettere, "il grande corteo cittadino autorganizzato di tutto il mondo
della formazione di Bologna che si terra' giovedi', con concentramento alle 9.30
in piazza San Francesco". Oltre al corteo di giovedì, a cui sono stati
invitati tutti, dalle scuole elementari ai ricercatori dell'Ateneo, per martedì
sera è già in calendario in via Zamboni 38 (sede di Lettere) un incontro alle
21 con i Wu Ming che tornano in pubblico dopo 4 anni con un dibattito su
'Immaginario e letteratura contemporanea'.
( da "Varesenews" del 27-10-2008)
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Scuola
Saronno
- Una quarantina di ragazzi da tutti gli istituti superiori si sono insediati
nella scuola. Assemblee, riunioni e work-shop per il resto della settimana
"Sblocco studentesco" occupa il liceo Grassi Hanno occupato il liceo
Grassi di Saronno. Sono una quarantina di studenti provenienti da tutte le
scuole superiori di Saronno. Hanno deciso di occupare simbolicamente il liceo
scientifico, in rappresentanza di tutti gli altri istituti (Itcg Zappa, Liceo
Classico Legnani, Itis Riva, Ipsia Parma). Si chiamano ?Sblocco studentesco -
studenti autorganizzati saronnesi? e si erano costituiti già diverse settimane
fa come coordinamento volontario tra le diverse scuole. La situazione è
monitorata anche dalle forze dell?ordine con pattugliamenti costanti, che andranno
avanti se necessario tutta la notte, da parte dei carabinieri della Compagnia
di Saronno. Dopo la movimentata, ma pacifica, manifestazione di lunedì mattina,
partita dall?Itcg Zappa, i cui studenti hanno poi coinvolto tutti gli altri
istituti, le proteste contro la riforma Gelmini sono
proseguite con una assemblea nel pomeriggio. Riunione durante la quale è stata
decisa l?occupazione del liceo scientifico G.B. Grassi. Ma non solo. Sono stati
anche definiti i prossimi passi per far proseguire la protesta anche nelle
giornate di martedì, mercoledì e giovedì (giorno della manifestazione
nazionale), con assemblee, work-shop sul decreto incriminato, proposte e
iniziative a difesa della scuola e dell?istruzione. ?Di questo gruppo
fanno parte studenti di tutte le scuole superiori saronnesi e chiunque abbia
voglia di fare sentire la propria voce e di esprimere il proprio ?no? alla
riforma ? spiegano i portavoce del collettivo di studenti -. Organizzeremo una
proiezione ed un dibattito per questa sera (lunedì, ndr): domani (martedì)
organizzeremo un incontro per spiegare i contenuti della riforma in modo che
tutti siano ben informati?. I giovani del gruppo Sblocco studentesco rifiutano
anche qualsiasi strumentalizzazione politica: ?Non siamo strumentalizzati da
nessuno; siamo contro la riforma e vogliamo far sentire il ?no? delle scuole
saronnesi?. Lunedi 27 Ottobre 2008 Manuel Sgarella
( da "Stampaweb, La" del 27-10-2008)
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Scuola
ROMA
Ancora proteste degli studenti in tutta Italia contro la riforma Gelmini. Novità è l?irruzione nel panorama delle
manifestazioni dei giovani di destra. A Roma le occupazioni, chiamate di
«controtendenza», interessano l«Avogadro» e il «Matteucci» e da oggi anche l?
«ITC Carlo Levi». Sciopero al liceo «Seneca». «Queste proteste - spiega Azione
Studentesca - sono la dimostrazione di come noi studenti non vogliamo farci
strumentalizzare da chi in questi giorni organizza manifestazioni per difendere
gli interessi di sindacati e professori, ma sappiamo capire quali sono i nostri
diritti e come difenderli». I giovani di destra sono scesi anche in piazza come
hanno fatto questa mattina unendosi a Roma a una manifestazione organizzata
dagli studenti di sinistra. Spaccatura quasi inevitabile e così il corteo si è
spezzato in due parti: quella del Blocco di destra che inneggiava al Duce e
quella dei giovani di sinistra che si manteneva distante dalla prima per
evitare commistioni. All?Universita La Sapienza di Roma oggi solo assemblee.
Nel pomeriggio gli studenti decideranno se organizzare un sit-in al senato.
Sicuramente ci saranno i Cobas che hanno già annunciato per le 18 di domani un
presidio davanti a Palazzo Madama dove è in discussione il provvedimento del
ministro Gelmini. (AGI) Al Senato si troveranno anche
i coordinamenti di base insegnanti-genitori che organizzano anche fiaccolate in
tutto il paese. Domattina, alle 10, migliaia di lettere di proteste, firmate da
genitori e insegnanti, saranno portate al ministero dell?Istruzione da uno
studente medio, un universitario e il padre di un bambino delle elementari,
vestiti da Re Magi, che cercheranno di farsi ricevere dal ministro Gelmini. Da segnalare, infine, un editoriale di Famiglia
Cristiana che chiede «il ritiro o la sospensione del decreto Gelmini».
Si annuncia così una nuova settimana di mobilitazioni. Oggi, domani e mercoledì
sono previsti scioperi, autogestioni con pernotto, notti bianche, lezioni
all?aperto, a Torino, Perugia, Roma, Firenze, Palermo, Genova. Giovedì 30:
manifestazione nazionale a Roma con i docenti, manifestazioni cittadine a
Torino, Padova, Palermo, Genova, Firenze».
( da "AprileOnline.info" del 27-10-2008)
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Scuola
Brutta
copia , 27 ottobre 2008, 19:02 Il punto Obama o Sarah Palin? Obama, soprattutto
se a sette giorni dal voto americano è lui il candidato vincente per la Casa
bianca. E la signora Maria Stella Gelmini ama
"vincere facile". Ma a troppo osare, si rischia di cadere ed ecco
quindi arrivare l'ennesimo scivolone: la Gelmini dichiara
di ispirarsi ad Obama nel suo decreto taglia scuola. Badate bene, che negli Usa
ci siano molte spine è un dato di fatto, basterebbe pensare al sistema
sanitario tutto basato sulle assicurazioni private (il sogno di
Sacconi), ovvero basterebbe citare il fenomeno crescente degli "home
schooling", vale a dire di quei ragazzi che studiano in casa sui libri di
testo prescelti dalle chiese evangeliche (che negano, per citarne una, la
teoria darwiniana dell'evoluzionismo e producono nuovi crociati in Africa e
Medioriente). Eppure, sapere che "Beata Ignoranza" si ispira a Obama
ci ha incuriositi. Ecco, dunque, che vorremmo capire meglio in cosa questo
sciagurato decreto assomigli anche vagamente rispetto al funzionamento delle
università oltre oceano. La società americana fa della meritocrazia, della
razionalizzazione e della qualità il tris di assi portanti e l'applica (o
almeno ci prova) a tutte le categorie, scuola e università compresa. Ora, ci
piacerebbe trovare anche un solo provvedimento di quelli studiati dalla
ministra Gelmini in grado di far guadagnare ad un
insegnante o un docente anche un solo euro in più, oppure in grado di
dimostrare che la scelta di un docente rispetto ad un altro sia stata compiuta
sulla base della qualità e della preparazione, o ancora, che i tagli
generalizzati proposti alla ricerca serviranno per incentivarne nuove e più
valide espressioni . è un'operazione impossibile. è impossibile trovare una
sola riga in un provvedimento legislativo legato alla Gelmini
nella quale un ricercatore o un gruppo di ricerca meritevole possa ottenere un
solo Euro in più, non per intascarlo ma per investirlo nella ricerca medesima.
I tagli ci sono per tutti, indiscriminati. I fondi per i progetti di ricerca
vengono tagliati. Il blocco del turn over taglia le gambe ai giovani migliori,
ai "cervelli" che - costretti a lasciare l'Italia - tanto hanno
contribuito alla crescita americana. Non un euro dei tagli da scuola e
università saranno reinvestiti nella scuola e nell'università. Tutti i tagli
sono semplicemente soldi che Tremonti rivuole indietro per destinarli ad altri
cespiti della fiscalità generale. Allo stesso modo non vi è una sola lira
investita nel diritto allo studio dei non abbienti ai quali la Gelmini si riferisce. Ovviamente la ministra non parla mai
di "diritto allo studio", sancito dalla nostra Costituzione, ma
preferisce rifugiarsi in una labile "possibilità per tutti". In
un'università con meno soldi a disposizione, la possibilità si trasforma
giocoforza in impossibilità. Non c'è un euro in più destinato a borse di
studio, collegi, o anche all'edilizia scolastica. è impossibile andare a
rintracciare un solo provvedimento del centrodestra che faccia riferimento alla
meritocrazia, differenziando tra insegnanti meritevoli e insegnanti scadenti,
favorendo i primi rispetto ai secondi. Ne è una prova il semplice fatto che,
dopo averli formati, gli insegnanti abilitati nelle Ssis non sono state
inseriti in graduatoria a favore della stabilizzazione dei precari storici.
Nessun concorso stabilirà chi è più preparato e dunque meritevole di insegnare
alle future generazioni. Il criterio è sempre uno: quello dell'anzianità.
Ovvero i vecchi dentro i giovani fuori ad ingrossare le fila dei disperati.
Nonostante la Gelmini si riempia la bocca di
"merito", "meritocrazia" e "incentivi" e dica di
seguire le orme di Obama , tutti i provvedimenti da lei presentati (scusate il
dubbio ma non vi è prova che li abbia anche scritti) vanno in direzione
opposta: premiare chi c'è già, basta che chini la testa.
( da "Corriere.it" del 27-10-2008)
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Scuola
Un'altra
giornata di proteste contro la riforma della scuola e i tagli all'Università
Roma, migliaia di studenti in piazza ma il corteo si "spacca" Nella
capitale dissidi tra studenti di sinistra e quelli di estrema destra. Sit in
davanti al Senato Liceo Boccioni occupato a Milano (Newpress) ROMA -
Occupazioni, cortei, manifestazioni. Non si ferma la protesta nel mondo della
scuola e dell'Università, in vista della votazione finale
al Senato del decreto Gelmini sul maestro unico (leggi il testo del decreto 137), prevista
mercoledì, un giorno prima dello sciopero promosso dai sindacati. ROMA - Nella
capitale circa 5-6 mila studenti, a detta degli organizzatori, hanno
manifestato in corteo sfilando da piazza della Repubblica fino a piazza
Venezia. Più tardi alcuni ragazzi si sono spostati davanti al Senato per
un sit-in di protesta (e qualcuno ha lanciato la proposta di seguire,
mercoledì, i lavori a Palazzo Madama). Durante il percorso del corteo c'è stata
una spaccatura fra testa e coda. Davanti il "Blocco Studentesco" di
estrema destra (che ha intonato il coro «Duce, Duce») e dietro gli studenti
antifascisti. Questi ultimi hanno avuto attimi di indecisione e, giunti in via
Cavour all'altezza di via dei Serpenti, avevano deciso di modificare il
percorso della loro manifestazione per dirigersi verso il ministero
dell'Istruzione. Una volta giunti in via dei Fori Imperiali gli studenti di
sinistra sono stati convinti però dalle forze dell'ordine, che hanno sbarrato con
un cordone l'accesso verso il Colosseo, a proseguire con il percorso concordato
e raggiungere la testa in piazza Venezia. Molti gli slogan scanditi dai
ragazzi: «Nel nostro futuro più pubblico e meno privato», ma anche «la Gelmini non ci fermerà, salviamo la scuola e le università».
Nelle prossime ore, spiegano gli studenti, crescerà il numero di scuole in
mobilitazione a Roma e in tutta Italia. Nella capitale sono stati occupati, tra
gli altri, il liceo "Giulio Cesare" e l'istituto nautico "Colonna",
mentre i giovani di medicina della "Sapienza" hanno fatto lezione
sotto il ministero dell'Istruzione. MILANO - Occupazioni scattate anche negli
istituti secondari milanesi. Al liceo artistico Boccioni, in piazzale Arduino
(zona Fiera), alle 8.30 è stata approvata «a stragrande maggioranza», spiegano
gli studenti, l'occupazione dell'istituto che dovrebbe andare avanti fino a
mercoledì. «Quello che ci siamo presi è solo una piccola parte di ciò che ci
spetta», recita uno striscione apposto all'ingresso della scuola. Ora i ragazzi
sono riuniti in un'assemblea per decidere come organizzare l'occupazione.
NAPOLI - Studenti in piazza anche a Napoli. Due i cortei organizzati per le vie
della città: un primo, autorizzato, è partito poco dopo le 10 in alcune strade
del quartiere periferico Ponticelli; un altro, estemporaneo, si è radunato in
piazza del Gesù per dirigersi in piazza Municipio. Aumenta anche nel capoluogo
partenopeo il numero di istituti superiori occupati o autogestiti. Lo storico
liceo classico Genovesi, in piazza del Gesù, che è stato il primo ad essere
occupato, resta il fulcro della protesta. PALERMO - Cortei e iniziative di
protesta contro la legge 133 si sono svolti in diversi punti di Palermo.
Davanti la sede della Rai, in viale Strasburgo, un gruppo di studenti di scuole
medie superiori si è radunato in un sit-in, mentre altri studenti dopo un
presidio in piazza Politeama, davanti al teatro, hanno sfilato in corteo per
via Libertà, creando problemi alla circolazione. In piazza Castelnuovo invece
gli studenti della Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università hanno
partecipato a una lezione all'aperto. Altre lezioni delle facoltà di
Ingegneria, Architettura, Medicina, Farmacia e Giurisprudenza sono in programma
martedì in diverse zone della città. SIT IN AL SENATO - Intanto i Cobas
lanciano un sit in per martedì alle 17 davanti al Senato, in concomitanza con
le votazioni sul provvedimento, che dovrebbero chiudersi mercoledì. «Anche oggi
- sottolinea il portavoce nazionale, Piero Bernocchi - in tutta Italia
proseguono cortei, sit-in, occupazioni e autogestioni di scuole, a
dimostrazione di quanto fosse sentito quel 'Non ci farete paura' che il
movimento ha risposto alle brutali minacce poliziesche e forcaiole di
Berlusconi contro il popolo della scuola pubblica». FAMIGLIA CRISTIANA - Non
solo gli studenti contro il decreto Gelmini: «Il bene
della scuola (ma anche del Paese) richiede la sospensione o il ritiro del
decreto», invoca Famiglia Cristiana nell'editoriale del prossimo numero
intitolato «Non chiamiamo riforma un semplice taglio di spesa». «Non si
garantisce così il diritto allo studio: prima si decide e poi, travolti dalle
proteste, s'abbozza una farsa di dialogo», scrive il settimanale dei paolini.
Il Paese in crisi, si legge, «trova i soldi per Alitalia e banche», ma per la
scuola si richiedono «sacrifici alle famiglie, ma costi e privilegi di
onorevoli e senatori restano intatti». stampa |
( da "RomagnaOggi.it" del 27-10-2008)
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27
ottobre 2008 - 19.17 (Ultima Modifica: 27 ottobre 2008) Anche Famiglia
Cristiana si schiera contro il governo sul tema del decreto Gelmini.
Nel numero in edicola questa settimana, il giornale dei ?paolini' critica
l'Esecutivo. "Non chiamiamo riforma un semplice taglio di spesa" e'
il titolo dell'editoriale d'apertura del giornale. "Nel mirino c'e' una
legge approvata di corsa, in piena estate. La dicitura e' roboante: 'Riforma
della scuola'; piu' prosaicamente -si legge sul settimanale - 'contenimento
della spesa'". Un contenimento che avviene "a colpi di decreti, senza
dibattito e un progetto pedagogico condiviso da alunni e docenti - scrive il
settimanale -. Non si garantisce cosi' il diritto allo studio: prima si decide
e poi, travolti dalle proteste, s'abbozza una farsa di dialogo. Il bene della
scuola (ma anche del Paese) richiede la sospensione o il ritiro del decreto Gelmini. Per senso di responsabilita'". Famiglia
Cristiana non si limita a questo attacco e aggiunge: "Un Paese che guarda
al futuro investe nella scuola e nella formazione, razionalizzando la spesa,
eliminando sprechi, privilegi e 'baronie' nonche' le 'allegre e disinvolte
gestioni'. Ma i tagli annunciati sono pesanti: all'universita' arriveranno 467
milioni di euro in meno. Nei prossimi cinque anni il Fondo di finanziamento si
ridurra' del 10 per cento. Solo il 20 per cento dei professori che andranno in
pensione verra' sostituito. Come dire: porte chiuse all'universita' per le
nuove generazioni". "Un Paese in crisi trova i soldi per Alitalia e
banche: perche' non per la scuola? - si chiede il settimanale - Si richiedono
sacrifici alle famiglie, ma costi e privilegi di onorevoli e senatori restano
intatti. Quando una Finanziaria s'approva in nove minuti e mezzo; quando,
furtivamente, si infilano emendamenti rilevanti tra le pieghe di decreti legge,
il Parlamento si squalifica".
( da "Panorama.it" del 27-10-2008)
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-
Italia - http://blog.panorama.it/italia - Gelmini: lo sciopero
del 30? Un rito della sinistra. Il mio modello è Obama Posted By redazione On
27/10/2008 @ 12:52 In Headlines, NotiziaHome | No Comments [1] Un'altra [2]
settimana densa, anzi piena di occupazioni, sit-in, agitazioni. Non si femano i
contestatori delle scuole e nelle università, in vista dell'approvazione al
Senato (prevista mercoledì 29 ottobre) del decreto Gelmini.
I due centri principali della protesta sono Roma e Milano: nella capitale oggi
manifestazione con corteo di alcuni licei con gli studenti che faranno lezione
al Colosseo. A Milano partite le annunciate prime occupazioni. Appuntamento
clou giovedì 30 ottobre quando sciopererà il personale della scuola e si terrà
a Roma la manifestazione. Ma per il [3] ministro dell'Istruzione: quelli che protestano
sono pochi, mentre "gli studenti in Italia sono 9 milioni". Non dice
solo quello, la Gelmini. Categorica, in [4]
un'intervista al Corriere della sera, aggiunge: "La sinistra ha perso
totalmente il rapporto con chi lavora e ora lo sta perdendo anche con gli
studenti". E continua: "Il disastro dell'struzione in Italia è figlio
delle logiche culturali della sinistra contro il merito e la competitività. Per
decenni scuola e università sono state usate come distributori di posti di
lavoro, di clientele e magari di illusioni", ha detto Gelmini
l Corriere. "L'illusione di posti di lavoro che non esistono. L'illusione
che lo Stato possa provvedere a dare posti fissi in modo indipendente dalla
situazione economica e dal debito pubblico". "Il mio punto di riferimento
è quello che sta facendo Barack Obama in America - ha spiegato il ministro -
Sta proponendo per la scuola americana provvedimenti simili ai nostri, penso
soprattutto agli incentivi al merito per gli insegnanti". "I primi a
vivere il disagio della scuole esistente sono proprio i professori, pagati con
stipedi da fame e proletarizzati da sinistra e sindacato. E poi, il 30% dei
risparmi realizzati, due miliardi di euro, sarà utilizzato per pagare meglio i
prfessori sulla base del merito". "Gl studenti in Italia sono 9
milioni. Coloro che protestano, alcune migliaia. Le facoltà occupate sono
pochissime. E in molte, gli studenti ricacciano indietro gli occupanti",
dichiara. "Il 30 ottobre, certo, ci sarà lo sciopero, il solito vecchio
rito di chi difende l'indifendibile. Ma dopo, credo che si potrà riprendere a
confrontarsi con le riforme. Ovvimente, con chi fa proposte". [5] Sulle
[6] classi ponte per bambini immigrati il ministro puntualizza:
"L'ambiguità è di chi ha tentato come al solito di buttarla sul razzismo.
Non faremo classi separate, le classi ponte saranno corsi magari pomeridiani di
italiano per consentire a chi non lo è di imparare la lingua il più rapidamente
possibile". LEGGI ANCHE: [7] Una giornata in piazza con gli studenti - [8]
Università in rosso: a lezione di crac - [9] I siti della protesta - [10] La
cura Gelmini, punto per punto. Partecipa al [11] FORUM
Guarda la [12] GALLERY
( da "Articolo21.com" del 27-10-2008)
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All?Auditorium
il film fuori programma degli studenti di Rachele Masci Alla fine hanno fatto
bene a chiamarlo Festival del film, perché quello che è successo venerdì scorso
all?Auditorium di Roma, con centinaia di studenti seduti in sit-in a lato del
tappeto rosso, a reclamare il ritiro del decreto Gelmini,
è stato un film fuori programma al quale è valso la pena assistere. Gli
studenti dell?autunno caldo 2008, figli di una sovraesposizione mediatica,
ricambiano l?insegnamento e occupano i canali dei media con la loro protesta.
Sanno come sia importante non abbassare il livello d?attenzione, rifuggono gli
editti cinesi, si unisco in una lotta pacifica, espongono cartelli e non
bandiere. Ma chi sono? Su chi scrive, che ha vissuto in un movimento
studentesco più politico, imbattersi in quel gruppo di giovanissimi, ha
provocato una sorta di euforia, una voglia di camminare di nuovo, dopo Genova,
dopo anni di May-Day, dopo aver abbassato la testa di fronte all?inettitudine
politica che ha fiaccato la sua generazione (poco oltre i trenta)
costringendola a un precariato con il quale da anni ci si piena la bocca ma non
la pancia. Che ha messo da parte alcune idee per mantenersi con improponibili
Co.co.pro, che ha visto fagocitare i temi e l?energia dei social forum in
pagine e pagine di programmi elettorali, ficcandoli di conseguenza nel
tritacarte di una rappresentanza politica incapace di marcare la differenza.
“Siamo partiti dalla Sapienza e abbiamo preso la metro fino a Flaminio e poi
siamo venuti a piedi” raccontano gli studenti di Lettere, Medicina,
Antropologia, Biologia. “Noi vogliamo continuare a protestare per il nostro
futuro ed è importante che i giornalisti sappiano, ci seguano”. Chiediamo: “Ma
voi avete votato alle passate elezioni? “…Sì, ma oggi siamo qui, siamo
apolitici, ….beh direi apartitici… beh si insomma non vogliamo che ci mettano
un?etichetta”. E poi quei cori rivolti alla polizia, con quel “Stiamo lottando
anche per i tuoi figli”. Un linguaggio nuovo, che mescola cori da stadio,
l?esercito del surf e quel “liberi tutti” che ancora risuona nelle orecchie dal
2001. E poi capisci che qualcosa di nuovo, in questa fase (il 30 ottobre
sapremo qualcosa di più), c?è davvero se la domenica mattina apri la posta
elettronica e trovi l?e-mail della studentessa con la quale hai scambiato due
parole e leggi: ciao, ci siamo incontrate ieri all'auditorium: sono e. di
antropologia ti volevo ricordare gli appuntamenti di cui ti parlavo... -
martedì 28, h. 14, piazza vittorio: immigrazione, integrazione, razzismo;
interverranno i prof. bevilacqua, sobrero, masini, naso - mercoledì 29, h.9,
piazza montecitorio: una vera lezione di economie; interverranno i prof.
pavanello, basile dovrebbe essere tutto confermato, mancano delle certezze
circa altri prof. comunque questo per ora è quanto ti ringrazio e ti aspetto
abbiamo bisogno di tutti perché solo così possiamo almeno sperare di avere un
futuro sembra quasi un compianto, in realtà è importante la presenza di tutti
grazie ancora e. Non resta che rispondere alla mail con un: “ci sarò”. Non
resta che accompagnarli, gli studenti, gli insegnati, i docenti affermando:
“giù le mani dalla scuola”, ma viene da aggiungere anche da questo movimento.
Il festival del Film di Roma finirà e avrà i suoi vincitori. Il film fuori
concorso proiettato venerdì scorso fuori dalla sale dell?Auditorium, solo per
il primo tempo, si merita già un premio. Staremo a vedere.