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IN EVIDENZA
Scuole e università la protesta continua (La Repubblica
23-10-2008)
Articoli Correlati
Berlusconi: «Non permetteremo occupazione di scuole e
università»
Veltroni: dal premier parole gravi, ritiri il decreto
Gelmini
Sinergie con le imprese per favorire l'occupazione
Un terzo degli studenti subisce l'azione dei bulli
Scuola: il piano del Governo punta su merito e
autonomia
«Io non ho mai né
pensato che la polizia debba entrare nelle scuole. Ho detto invece che
chi vuole è liberissimo di manifestare e protestare, ma non può imporre a chi
non è della sua idea a rinunciare al suo diritto essenziale. Ancora una volta
c'è stato un divorzio tra i mezzi di informazione e la realtà». L'ha detto a
Pechino il premier Silvio Berlusconi, che nella conferenza stampa di ieri a
Palazzo Chigi aveva detto che non avrebbe permesso l'occupazione delle scuole.
Il premier attacca i titoli dei giornali italiani letti sull'aereo per Pechino.
«Ho detto soltanto - precisa Berlusconi - che lo Stato non è più legittimato a
essere Stato se non garantisce ai cittadini i propri diritti. Tutti hanno il
diritto di protestare, ma non quello di impedire di andare a scuola a chi non
vuole protestare».
Poi afferma di «sentire come un preciso dovere del governo, quello di garantire
i diritti dei cittadini». Con tutta la preoccupazione «e la necessaria
leggerezza che il caso ritiene, non possiamo non intervenire e sottrarci così
al nostro dovere». Poi lancia l'ultima stoccata. «Volete manifestare in piazza?
Siete i benvenuti - dice Berlusconi - ma almeno non sparate bufale sul numero.
Di solito, si moltiplica per
Replica immediata di Anna Finocchiaro, presidente dei senatori Pd. «A me pare
che sia Berlusconi a essere scollegato, divorziato dalla realtà, basta guardare
le agenzie e il video della conferenza stampa di ieri. Berlusconi forse in un
eccesso di securitarismo ha detto che doveva consultare il ministro
dell'Interno, Roberto Maroni su come dare le istruzioni per far intervenire le
forze di polizia per impedire le manifestazioni e le occupazioni di scuole e
università. Quindi l'ha detto e non siamo noi i bugiardi».
L'Ufficio stampa del Pd rende nota la trascrizione integrale delle
dichiarazioni rilasciate ieri dal Presidente del consiglio Berlusconi in
conferenza stampa, in merito all'intervento delle forze dell'ordine nei
confronti delle proteste studentesche. Berlusconi: «Vorrei dare un avviso ai
naviganti molto semplice: non permetteremo che vengano occupate scuole ed
università. Perché l'occupazione di posti pubblici non è una dimostrazione,
un'applicazione di libertà, non è un fatto di democrazia è una violenza nei
confronti degli altri studenti, nei confronti delle famiglie, nei confronti
delle istituzioni, nei confronti dello Stato. Convocherò oggi il ministro degli
Interni e darò a lui istruzioni dettagliate su come intervenire attraverso le
forze dell'ordine per evitare che questo possa accadere». (N.Co.)
All'indomani
della durissima presa di posizione di Berlusconi, che ha minacciato di far
intervenire la polizia contro le occupazioni, proseguono le manifestazioni
contro la riforma Gelmini. Le parole del premier hanno scatenato la reazione
delle opposizioni mentre il presidente Napolitano ha invitato al dialogo.
Gelmini: "Convocherò da domani le associazioni degli studenti"
15:20 Roma,
insulti a Maroni ma è in realtà l'imitatore Ballantini
Gli studenti
che stanno manifestando davanti al Senato hanno scambiato l'imitatore di
'Striscia la notizia' Ballantini per il ministro dell'Interno Roberto Maroni e
gli hanno urlato "Buffone, razzista". E' passato qualche minuto
perché l'equivoco venisse chiarito. Intanto alla Sapienza sta per partire il
corteo degli universitari, che raggiungerà Palazzo Madama.
15:17 Bergamo,
Forza Nuova in piazza con la sinistra
A
Bergamo si realizza l'unità tra sinistra e destra. Lo annuncia Forza Nuova in
un comunicato dove afferma che "per una volta il Movimento studentesco e
Lotta studentesca, l'associazione studentesca legata a Forza Nuova, si
stringono la mano per manifestare uniti contro la riforma Gelmini. Preso atto
delle intenzioni del presidente Berlusconi di reprimere con la forza la polare
insurrezione contro la riforma Gelmini, Lotta Studentesca sarà in prima linea
per combattere insieme agli studenti di sinistra per il futuro di noi giovani.
Noi difenderemo con le unghie e con i denti la natura pubblica della scuola.
Riteniamo, infatti, che in epoca di crisi economica gli investimenti debbano
essere fatti principalmente sui giovani".
15:15 Parma, oggi
il 'funerale' dell'università
Studenti
dell'ateneo di Parma e del gruppo Uniprotesta scenderanno in corteo alle 18,30
per le strade della città. Saranno celebrati i "funerali"
dell'università italiana. Il rettore dell'ateneo parmigiano, Gino Ferretti,
lancia l'allarme: "Con i tagli nel 2010 rischiamo il collasso". E in
caso di occupazione dice: "Non chiederò l'intervento della polizia"
15:13 Milano,
consiglio di istituto a Scienze politiche
A Mlano,
il preside della facoltà di Scienze politiche Daniele Checchi, è intervenuto
durante la riunione del consiglio di istituto: "Nella grave situazione in
cui versa l'università le parole di Berlusconi non fanno altro che scaldare il
clima anche per questo propongo ai colleghi e al consiglio di votare una
mozione che esprima una protesta pacifica". Per coinvolgere gli studenti
nella nostra protesta ed evitare di dare dell'università l'immagine di un campo
di battaglia "con lezioni interrotte e mobilitazioni di vario tipo, il
preside ha proposto "una giornata in cui le lezioni siano sospese con
momenti di didattica condivisa". Alle 15 un gruppo di studenti è entrato
nell'aula interrompendo il consiglio e hanno proposto il blocco della didattica
con lezioni alternative per mercoledì 29. Tra gli applausi della platea sono
usciti: "Non vogliamo interromeper una votazione democratica".
14:49 Cosenza,
pietre contro istituto e cassonetti rovesciati
Danneggiati
i vetri delle finestre di un istituto scolastico e due autovetture parcheggiate
a Cosenza, nel corso di una manifestazione promossa dagli studenti degli
istituti superiori cittadini contro la riforma Gelmini. A provocare i
danneggiamenti, stamani, sarebbero stati i lanci di pietre e di bottiglie vuote
da parte di qualcuno dei manifestanti. Ad un'autovettura è stato danneggiato il
parabrezza. Gli studenti, scandendo slogan contro il ministro della Pubblica
istruzione, hanno rovesciato alcuni cassonetti dei rifiuti e occupato la
carreggiata stradale impedendo il passaggio di auto e bus, con disagi e
rallentamenti al traffico.
14:41 Dalla
Chiesa: "Ho fatto il '68 non mi sento di criticare nessuno"
Nando
Dalla Chiesa, docente di sociologia della criminalità organizzata a Scienze
poliche: "Questi tagli indiscriminati lanciano un messaggio all'università:
non ci interessa di voi". E ai ragazzi che interrompono le lezioni:
"Ho fatto il '68 non mi sento di criticare nessuno. Non sarò io a dire:
ragazzi non occupate".
14:37 Finocchiaro
a studenti: "Se siete convintio continuate"
"Se
siete convinti di quello che fate, fatelo perchè fate bene a farlo". Così
il capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro si è rivolta agli studenti dei
licei romani che stanno manifestando davanti a Palazzo Madama contro la riforma
Gelmini. "Vi dico - ha raccontato Finocchiaro - che l'atmosfera in Aula è
difficilissima; ai nostri emendamenti la maggioranza ha risposto che sono bugie
e che le proteste di piazza sono strumentalizzate".
14:35 Milano,
iniziativa del preside di Scienze politiche
A
Milano, il preside di Scienze poliche Daniele Checchi si prepara a presentare
in consiglio di facoltà una mozione in cui chiede la sospensione delle lezione
'tradizionali' per un giorno sostituite da momenti di didadattica alternativa.
Il preside pur condannado l'interruzione delle lezioni da parte degli studenti
protesta contro i tagli. Ora si attende la decisione del consiglio di facoltà.
14:32 Napoli mobilitazione
di 60 istituti superiori. In Campania sono 120
A Napoli
60 istituti superiori occupati, o autogestiti o con assemblee permanenti. In
Campania sono 120. Continua l'occupazione della sede centrale dell'università
Orientale. Stamattina il secondo ateneo di napoli per decisione del Senato
accademico ha sospeso le lezioni per convocarfe per oggi una assemblea
generale. Mozione del senato insieme al consiglio d'amministrazione contro la
politica del governo. Il rettore Franco Rossi ieri ha anche fatto un appello a
non mandare la polizia.
14:26 Roma,
occupata anche Ingegneria alla Sapienza
Si è
tenuta un'assemblea formata da docenti, studenti e ricercatori della facoltà di
Ingegneria di Roma, presso il Chiostro dell'ateneo in Via Eudossiana a San
Pietro in vincoli. L'incontro, a cui hanno preso parte circa 1500 persone, ha
portato alla decisione pressochè unanime di far evolvere la mobilitazione già
in corso da circa 10 giorni in un'occupazione di facoltà, sottolineando che si
tratterà di un atto dimostrativo "non violento", che garantirà la
continuità dell'attività didattica, che verrà anzi potenziata attraverso seminari
e gruppi di studio e di lavoro "propositivo" sulla legge 133.
14:25 Iniziative
alla facoltà di Scienze politiche a Milano
Dopo aver
bloccato questa mattina i due ingressi della Facoltà per circa un'ora, gli
studenti aspettano ora la riunione del Consiglio di Facoltà, prevista alle
14,30, per un "assedio"simbolico e per leggere un volontino. Gli
studenti chiedono la "convocazione degli Stati generali mercoledì 29
ottobre alle 10.30, il blocco della didattica in quella data per permettere
alle persone di seguire" e invitano i docenti "a seguire forme di
didattica sperimentale da gestire insieme ai docenti".
14:15 Molise,
nessuna occupazione, solo assemblee negli istituti
Nessuna
occupazione nelle scuole del molise, ma solo assemblee interne agli istituti. Le
iniziative contro la riforma Gelmini proseguono, per il momento, sulla linea
del confronto tra docenti, personale della scuola e docenti. Oggi sono in
programma nuovi incontri tra i rappresentanti degli istituti e domani si terrà
un'assemblea unitaria a Campobasso per organizzare le prossime iniziative.
14:14 Milano,
assemblea a Scienze politiche
Oltre
cento studenti universitari stanno partecipando ad un'assemblea nel cortile
della Facoltà di Scienze Politiche a Milano, davanti agli striscioni 'Non siamo
un costo da tagliare' e 'La vostra crisi non la pagheremo noi'. Gli studenti
stanno prendendo a turno il megafono per proporre iniziative su come portare
avanti la protesta. Dopo aver bloccato questa mattina i due ingressi della
Facoltà per circa un'ora, gli studenti aspettano ora la riunione del Consiglio
di Facoltà, prevista alle 14,30, per un "assedio"simbolico.
14:13 Torino,
studenti del politecnico in corteo
Circa
200 studenti del politecnico di Torino stanno sfilando in corteo per protestare
contro la riforma dell'Università. La manifestazione è nata spontaneamente dopo
un'assemblea un po' movimentata che si è tenuta in mattinata nel cortile di
facoltà di ingegneria e nel corso della quale gli studenti hanno anche
criticato il rettore Francesco Profumo, invitandolo a prendere una posizione
chiara.
14:12 Genova,
cortei e assemblee
Stamattina
tensione davanti al liceo Gobetti di Genova, oltre 200 studenti volevano
entrare nella sede principale per fare un'assmblea. La preside si è chiusa
dentro impedendo l'ingresso ai ragazzi. E' arrivata anche la Digos. Nel
pomeriggio 'funerale' dell'università e della scuola pubblica. Il corteo degli
universitari e degli studenti medi partirà da via Balbi e arriverà fino in
centro a pizza dei Ferrari dove si unirà con un presidio di tutto il mondo
della scuola. Prevista una merenda in piazza. Alle 17 nell'Aula magna del
rettorato assemblea dei docenti universitari genovesi che incontrenno il
rettore che sta per entrare in carica e tutte le autorità cittadine oltre ai
parlamentari genovesi.
14:03 Firenze, da
lunedì mattina no stop di Matematica
A
Firenze da lunedì mattina alle 8.30 fino a martedì mattina lle 8.390 lezioni no
stop a matematica, dipartimento Ulisse Dini, una delle facoltà occupate in
questi giorni. Ogni ora si terrà una lezione diversa.
14:00 Manifestazioni
a Siena
A Siena
due manifestazioni. Una a partire dalle 16.30 da piazza Matteotti e una
fiaccolata in difesa della scuola pubblica dalle 19.30 da piazza Salimbeni.
13:57 Rete
studenti a Gelmini: "Disposti solo a confronto globale"
La Rete
degli studenti medi conferma la propria disponibilità a discutere con il
ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, come già annunciato in passato,
ma a una condizione: che il ministro "sia disponibile a discutere su tutto
l'impianto alla base dei provvedimenti e non solo su alcuni di essi".
13:56 Senato,
studenti protestano davanti al palazzo
Va in
scena la protesta degli studenti davanti Palazzo Madama, dove è in discussione
il decreto Gelmini sulla scuola. Nonostante l'annunciato corteo del pomeriggio,
da pochi minuti un gruppo di studenti, arrivati alla spicciolata da Piazza
Navona, si sono fermati in corso rinascimento davanti all'ingresso principale
del Senato.
13:54 Senato, per
il Pd il dl Gelmini è scoperto per 20 milioni
Il
decreto Gelmini sulla scuola "è scoperto dal punto di vista finanziario
per 20 milioni di euro per il solo 2009". E' quanto denuncia il senatore
Pd, Enrico Morando intervenendo in Aula al Senato. Morando, a nome del Pd, ha
chiesto il non passaggio all'esame degli articoli, su cui si voterà alle 16
alla ripresa dei lavori dell'Aula.
13:53 Mobilitazione
a Ravenna
In
questo momento a Ravenna, fanno sapere gli studenti, sono occupati: Il Liceo
Classico "Dante Alighieri", Il Liceo Scientifico "Oriani",
il Liceo Artistico "Nervi", L'istituto d'arte per il mosaico
"Severini", l'Istituto tecnico per Geometri "Morigia",
l'Istituto Tecnico e Commerciale "Ginanni". Le occupazioni sono
partite lunedì e sono molto partecipate e ordinate. Vi è inoltre un
coordinamento tra tutte le scuole occupate, mentre l'ITIS oggi ha svolto
un'assemblea di approfondimento nel cortile dell scuola e pensa di unirsi alle
occupazione da Venerdì.
13:49 Bologna,
lezioni in piazza
Lezioni
in piazza stamattina a Bologna nella cittadella universitaria dei docenti del
dipartimento di chimica. Dietro la lavagna lo striscione: "Questa legge ci
spiazza". nel pommeriggio assemblea della facoltà di Lettere (occupata in
alcune aule). Assemblee nel poomeriggio anche a a Scienze, Giusiprudenza.
Fiaccolata stasera deglio studenti delle superiori da piazza Malpighi. In
serata diretta in collegamento con Anno zero di Michele Santoro.
13:47 Gelmini:
"Accogliere l'invito di Napolitano al confronto"
Nonostante
il clima di dura contrapposizione nell'aula del Senato, il ministro
dell'Istruzione Mariastella Gelmini richiama le opposizioni al dialogo,
"Napolitano nella sua saggezza - sottolinea - ricorda che abbiamo bisogno
di una scuola migliore e auspica spazi per il confronto".
13:44 Gelmini:
"Mi si insulti pure, ma proteste non travalichino"
"Quando
ho assunto l'incarico di ministro dell'istruzione ero consapevole delle
difficoltà a cui sarei andata incontro e delle proteste, le accetto con
consapevole rassegnazione ma spero che non travalichino il segno". Così il
ministro dell'Istruzione, Mriastella Glmini, nel corso del suo intervento
nell'aula del Snato. "Mi si insulti pure - aggiunge - ma non si limitino
le libertà degli altri di poter prendere un treno o di poter seguire le
lezioni".
13:37 Roma,
studenti in corteo da Palazzo Chigi verso il Senato
E' in
corso per le vie del cento storico un corteo spontaneo e non organizzato
composto da alcune centinaia di studenti del Liceo Classico Russel. Gli alunni
del liceo manifestano contro la legge Gelmini, che oggi pomeriggio approderà in
Senato per essere votata. Il corteo spontaneo è partito circa 20 minuti fa di
fronte a Palazzo Chigi ed in questo momento si sta dirigendo davanti a palazzo
Madama. Per fare sentire la loro voce gli studenti stanno cantando "uno,
due, dieci, cento passi", strofa di una canzone dedicata a Peppino Impastato
ed il coro "noi marciamo contro la riforma".
13:35 Bari,
lezioni in piazza e consiglio comunale straordinario
A Bari
oggi si parte con le lezioni in piazza, «perché le ragioni della protesta
escano dalle aule» come ricorda Claudio Riccio, dell´Unione degli universitari
e del neonato "Coordinamento stop alla legge 133" che riunisce tutti
i colori dell'opposizione alla riforma. Nel pomeriggio nell'aula magna
dell'istituto Ettore Majorana il consiglio comunale di Bari si riunirà in una
seduta straordinaria dedicata alla scuola. Alla riunione nel quartiere San
Paolo parteciperanno anche i sindacati e i movimenti che chiederanno una presa
di posizione decisa contro il pacchetto di riforme governative.
13:29 Roma,
occupata acoltà di Scienze a Roma tre
Da
stamattina la Facoltà di Scienze dell'Università Roma Tre è stata occupata, in
seguito alla manifestazione ha coinvolto studenti, dottorandi, docenti e
precari della ricerca in un corteo spontaneo che, attraversando i quartieri San
Paolo e Ostiense, ha raggiunto il Rettorato. L'occupazione, riferiscono gli
studenti, "nasce dalla volontà di dare un segnale di rottura nei confronti
delle politiche che minano alla base l'esistenza dell'Università stessa".
13:28 Gelmini:
"Campagna terroristica per bloccare riforma"
"Fuori
dal senato si è scatenata una campagna terroristica che ha diffuso false
informazioni tra le famiglie destinate a svaporare quando il tempo ne farà
giustizia, ma che avvelenano il clima con l'obiettivo di bloccare la riforma e
di alimentare la piazza creando un clima di allarmismo totalmente
ingiustificato". Così il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini
intervenendo nell'aula del Senato.
13:28 Roma,
sempre pidi più gli istituti occupati
Aumentano
gli istituti occupati, in autogestione o in stato di agitazione a Roma: si sono
aggiunti il Mamiani e il Tasso in occupazione, il De Chirico, il Russell, il
Malpighi e il magistrale Margherita Di Savoia e l'Orazio in autogestione.
13:27 Roma,
cortei spontanei
Dilaga
la protesta negli istituti romani. Stamani cortei spontanei hanno bloccato i
quartieri di Primavalle e San Giovanni. Oltre un migliaio di studenti dei licei
Pasteur, Cartesio, Gassman, Tacito, Einstein hanno sfilato a Primavalle, in
periferia nord. Anche gli studenti dei licei Russell, De Chirico e
dell'istituto magistrale Margherita Di Savoia, hanno dato vita ad una
manifestazione da piazza Re di Roma fino a San Giovanni, attraversando la via
Appia e mandando il traffico in tilt. Lo ha riferito la Rete degli Studenti
Medi. Un tentativo di corteo è avvenuta anche da parte degli studenti del liceo
Nomentano.
13:21 Firenze,
corteo studenti si ponti Arno
Un
corteo, o meglio, un 'attraversamento pedonale', come loro lo hanno definito,
da Porta Romana fino alla Fortezza da Basso, passando per le strade del centro
di Firenze. Così alcune centinaia di ragazzi (700, secondo gli organizzatori)
dell'Istituto d'arte di Porta Romana hanno manifestato contro la riforma del
ministro Gelmini.
13:21 Gelmini:
"Mi ero illusa di un terreno di confronto non di scontro"
"Mi
ero illusa di un terreno di confronto e non di scontro". Lo dice il
ministro della Pubblica istruzione, Maria Stella Gelmini al Senato, replicando
alle critiche che nel dibattito generale sul suo decreto ha sollevato
l'opposizione. "Si sono scatenate proteste prive di fondamento ma più di
questo mi preoccupano le falsificazioni" sottolinea il ministro che poi
accusa il leader del Pd di voler cavalcare la protesta.
13:20 Sindacati:
Gelmini ci convochi o il 14 sarà sciopero nazionale
Le
segreterie nazionali di Flc Cgil, Cisl Università, Cisl Fir e Uil Pa-Ur
ribadiscono la richiesta di essere convocati dal ministro Mariastella Gelmini
per discutere delle politiche del governo che stanno "minando seriamente
il futuro istituzionale dell'Università, degli Enti di ricerca e delle
strutture Afam". In caso contrario, avvertono, saranno attivate tutte le
procedure per indire il 14 novembre lo sciopero generale dell'Università e
degli Enti di ricerca. Tra le altre iniziative di mobilitazione, in programma
due sit-in: il 28 ottobre di fronte al ministero dell'Agricoltura, il 5
novembre davanti al ministero dell'Istruzione.
13:18 Gaffe del
ministro Gelmini scatena bagarre al Senato
Una
gaffe del ministro dell'istruzione Alimenta una vivace contestazione nell'aula
del senato: mariastella gelmini accusa l'opposizione di aver dimenticato il
libro bianco "scritto sotto l'egìda... Del governo prodi". L'accento
sbagliato scatena il boato delle opposizioni, è costretto a intervenire il
presidente del senato renato schifani per consentire alo ministro di
proseguire. Appena la bagarre si placa, gelmini riprende e corregge l'accento:
"...Scritto sotto l'ègida...".
13:16 Gelmini:
"Veltroni ha fatto della scuola un terreno di scontro"
"Veltroni
ha fatto della scuola un terreno di scontro politico, quasi pregustando nuovi
autunni caldo". Lo ha detto il ministro dell'Istruzione, Maria Stella
Gelmini, intervenendo nell'aula di Palazzo Madama, durante il dibattito sul dl
scuola.
13:16 Gelmini:
"Convocherò da domani le associazioni degli studenti"
"Convocherò
da domani tutte le associazioni degli studenti per aprire uno spazio di confronto
ad una sola condizione: che si discuta sui fatti". E' quanto ha annunciato
il ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini al Senato in sede di replica
dopo il dibattito generale sul decreto sulla scuola.
13:15 Maroni:
"Oggi incontro tecnico per decidere cosa fare"
Il
ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha confermato l'incontro al Viminale di
oggi alle 17 per parlare del tema delicato della scuola. "Facciamo un
incontro tecnico alle 17 - ha spiegato il ministro a margine di un incontro in
prefettura a Trieste - per capire qual è la situazione e per decidere cosa
fare".
13:13 Palermo,
per protesta lezioni in piazza
Lezioni
in piazza a Palermo per protesta contro la riforma Gelmini. L'iniziativa,
questa mattina, degli studenti e dei docenti della Facoltà di Ingegneria che si
sono ritrovati in piazza Politeama, nel centro della città, per svolgervi
attività didattica. Assemblee si sono svolte anche oggi in diverse altre
Facoltà, a cominciare da Lettere. Anche gli studenti di diversi istituti superiori
della città hanno tenuto assemblee. Al momento a Palermo non si segnalano
occupazioni né all'università né nelle scuole.
13:12 Gelmini
contestata al Senato
Il
ministro Gelmini sta intervenendo al Senato tra la protesta dell'opposizione.
13:01 Trieste,
università organizza incontro aperto
Un
"incontro aperto" al quale potranno partecipare anche dirigenti
scolastici e insegnanti è stato organizzato dalla Facoltà di Scienze della
Formazione dell'Università di Trieste per domani per analizzare la riforma
Gelmini. L'obiettivo dell'incontro - spiega l'ateneo triestino - è riflettere
sia sulle problematiche emerse dopo la promulgazione dei decreti ministeriali,
sia "sul ruolo che la scuola e l'università pubbliche dovrebbero avere
all'interno di uno Stato moderno fondato sui principi democratici sanciti dalla
Costituzione". L'incontro si terrà domani mattina, nella sede della
facoltà di Scienze della Formazione.
13:00 Pisa, oggi
manifestazione degli studenti
Oggi
manifestazione a Pisa. Ieri si è tenuto un Senato accademico straordinario nel
quale le associazioni studentesce, i ricercatori precari e il personale
tecnico-amministrativo chiedevano forti prese di posizioni, in mancanza delle
quali sarebbero state chieste le dimissioni di tutti i presidi e
successivamente del rettore. Continuano le assemblee permanenti. Un polo
didattico è occupato ormai da 15 giorni. Ogni facoltà ha un'aula occupata per
la pianificazione delle attività di protesta.
12:56 Manifesti
funebri a Genova
Manifesti
funebri sono apparsi stamani nelle strade adicenti i poli universitari di via
Balbi, a preludio del corteo-funerale previsto nel pomeriggio sino a piazza De
Ferrari nell'ambito delle agitazioni studenteche contro i provvedimenti del
governo. Sul volantino listato a lutto si legge: "Il 6 agosto 2008 sono
infine mancate la scuola e l'università pubbliche. Ne danno il triste annuncio
inconsolabili studenti, maestri, ricercatori precari tutti. Si uniscono il
diritto allo studio e il futuro". Al corteo del pomeriggio le studentesse
indosseranno una veletta nera.
12:55 Napoli,
numerose manifestazioni, proteste e assemblee
Manifestazioni
spontanee di studenti contro la riforma Gelmini si sono susseguite in mattinata
a Napoli. Circa 400 ragazzi di quattro istituti superiori della zona
occidentale della città, che in corteo hanno attraversato viale Kennedy, la
sede dei binari del metro all'altezza della stazione di Campi Flegrei
(provocando uno stop alla circolazione dei treni per un breve lasso di tempo),
manifestando infine sotto la sede della Rai in viale Marconi. Assemblea e
presidio spontaneo a piazza del Gesù, davanti allo storico liceo classico
"Genovesi", occupato due giorni fa. Continua anche l'occupazione
dell'ateneo "Orientale" e la protesta della facoltà di Architettura
della "Federico II", con sospensione delle attività didattiche tra le
12 e le
12:52 Bergamo,
sit-in contro la riforma Gelmini
Anche
gli studenti della provincia di Bergamo hanno oggi organizzato uno sciopero
"pacifico e creativo" per "tenere fuori" la Gelmini dalla
scuola. Cento gli studenti che hanno hanno bloccato la didattica. La Rete
studenti medi di Bergamo in una nota spiega: "Non ci facciamo intimorire
dalle minacce che il presidente del Cnsiglio ha lanciato ieri: continueremo a
essere promotori di una mobilitazione ampia, pacifica e non violenta come
quella portata avanti in questi giorni".
12:49 Catanzaro
Lido, protesta studenti, traffico in tilt
Alcune
centinaia di studenti degli istituti superiori secondari hanno attuato stamane,
a Catanzaro Lido, una manifestazione di protesta contro i provvedimenti del
governo in materia di istruzione. I giovani, scandendo slogan ed esponendo
striscioni, hanno invaso il lungomare e la strada principale del quartiere
marittimo del capoluogo calabrese, paralizzando il traffico per alcune ore. La
dimostrazione si è conclusa pacificamente, senza far registrare incidenti.
12:47 Roma,
manifestazione liceali davanti palazzo Chigi
Circa
trecento studenti dei licei romani (fra i quali Tasso, Albertelli e Newton)
stanno manifestando a piazza Colonna davanti a Palazzo Chigi, urlando slogan
contro il Governo e chiedendo il ritiro del dl Gelmini.
12:45 Jovanotti:
"Protesta condivisibile, tagli sono un errore"
Anche
jovanotti si esprime in merito alla riforma scolastica: "non è giusto
tagliare i fondi alla scuola. Non conosco molto la riforma, ma mi sembra un
errore tagliare proprio in questo settore", ha dichiarato il cantante.
"C'è bisogno di investire per crescere, non certo di sottrarre. La scuola
italiana ha bisogno di più attenzione, fondi ed energie per crescere e
strutturarsi. La protesta dei ragazzi è condivisibile - ha aggiunto - un
giovane a scuola si sente come tradito dalla politica che dovrebbe garantire,
in ogni modo, il diritto allo studio".
12:28 Neorettore
La Sapienza: "Garantire diritto a studio e protesta"
"Vanno
garantiti agli studenti il diritto di poter fare lezione e anche di manifestare
il proprio dissenso e sta a chi governa garantirli". Lo ha detto, il
neoeletto rettore della Sapienza Luigi Frati a proposito delle occupazioni
degli studenti nell'università, avvenute negli ultimi giorni contro la legge
133.
12:26 Studenti
cosentini sospendono proteste dopo arrivo carabinieri
Gli
studenti degli istituti superiori di Fagnano Castello, San Marco Argentano e
Roggiano, nel cosentino, hanno sospeso lo stato di agitazione in atto da due
giorni dopo una visita di carabinieri e polizia. I rappresentanti delle forze
dell'ordine, secondo quanto si è appreso, hanno spiegato agli studenti in stato
di agitazione che le manifestazioni in atto sono configurabili come un reato
penalmente perseguibile in quanto presuppongono il reato di interruzione di
pubblico servizio. Gli studenti hanno posto fine all'agitazione riservandosi di
intraprendere altre forme di protesta. Tutti gli striscioni che erano stati
apposti all'entrata degli istituti sono stati rimossi.
12:13 Muro di
libri a Trieste per dire no alla Gelmini
Una
'scuola di libri' è stata costruita stamani da oltre 200 studenti delle scuole
medie superiori di Trieste, nella piazza del popolare rione di San Giacomo, in
segno di protesta contro la riforma Gelmini. Gli studenti, arrivati di prima
mattina dalle scuole, quasi tutte occupate o autogestite, hanno portato in
piazza i loro libri di testo per erigere un simbolico muro davanti alla chiesa,
sotto lo sguardo incuriosito dei passanti. Terminata la
"costruzione", gli studenti sono tornati ordinatamente a presidiare
le loro scuole, scandendo slogan contro la riforma.
12:09 Striscione
in consiglio regionale veneto: "No a Stato di polizia"
Uno
striscione con la scritta "Okkupazione no allo Stato di polizia" è
stato srotolato nell'aula del Consiglio regionale del Veneto dai consiglieri di
opposizione del Pd, Idv, Verdi, Prc e Rifondazione comunista. La protesta è
stata messa in atto all'apertura dei lavori per iniziativa dei consiglieri del
centrosinistra dopo le dichiarazioni del premier Silvio Berlusconi sull'uso
delle forze dell'ordine in scuole e università occupate.
12:08 Nel
pomeriggio corteo a Roma dalla Sapienza al Senato
E'
previsto per le 15 un corteo di studenti universitari e medi che partendo dalla
Sapienza arriverà sino al Senato. A Palzzo Madama nel pomeriggio è prevista
infatti la discussione del decreto Gelmini.
12:05 A Pavia
mobilitazione in Università e scuole superiori
Proseguono
anche a Pavia le mobilitazioni degli studenti contro la riforma della scuola
prevista dal decreto Gelmini. In questi giorni, in Università, si stanno
svolgendo le assemblee di facoltà. Martedì prossimo, 28 ottobre, in
contemporanea con il Consiglio di amministrazione dell'Ateneo, si svolgerà una
nuova assemblea generale degli studenti nel corso della quale verranno
formulate alcune proposte. Si mobilitano anche gli studenti delle scuole medie
superiori di Pavia. Giovedì 30 ottobre è previsto un corteo per le vie del
centro: a fianco dei ragazzi dovrebbero sfilare anche alcuni insegnanti.
12:04 Facoltà
Sociologia fulcro mobilitazione studentesca a Trento
E' dalla
facoltà di Sociologia che monta a Trento la protesta contro tagli e blocchi
delle assunzioni. Dopo una prima lezione all'aperto tenuta ieri mattina in
piazza Venezia, sotto il monumento ad Alcide De Gasperi, oggi si terranno altre
assemblee che dovranno decidere di eventuali altre lezioni all'aperto o di una
possibile occupazione. In preparazione anche una manifestazione che si terrà
martedì 28 ottobre davanti al Rettorato, in coincidenza con la riunione del cda
dell'Università.
12:02 Rotondi:
"Bene Napolitano, ma decreto Gelmini è sintesi perfetta"
"Manifestare
è legittimo, ma farlo in maniera pregiudiziale è sbagliato. La riforma della
scuola che il governo vuole realizzare è la sintesi perfetta di tradizione e
innovazione. Come sempre è stato saggio l'appello del presidente Napolitano
affinché tutti discutano e si confrontino serenamente e costruttivamente sul
sistema scolastico italiano. C'è bisogno della riforma e il governo intende
realizzarla". Lo dichiara il ministro Gianfranco Rotondi.
11:52 Agenda
proteste bolognese folta di appuntamenti
Numerose
anche oggi le iniziative annunciate all'università di Bologna contro la riforma
Gelmini. Assemblee sono in programma nelle facoltà di Giurisprudenza, Lettere,
Lingue e Scienze, e lezioni in piazza Puntoni con alcuni docenti di Scienze.
Alle 18.30 partenza da piazza San Francesco di una fiaccolata di liceali e
universitari, con conclusione prevista in piazza Maggiore. In serata, da piazza
Nettuno, collegamento con la trasmissione di Michele Santoro 'Annozero' su
Raidue.
11:51 Unione
studenti: "Stop a occupazioni solo con ritiro decreto"
La
mobilitazioni nelle scuole italiane contro il decreto Gelmini prosegue.
"Al presidente del Consiglio che con metodi intimidatori ci intima di
sciogliere le proteste rispondiamo che le occupazioni si fermeranno soltanto
quando ritirerà il decreto 137", afferma Roberto Iovino, coordinatore
nazionale dell'Unione degli studenti che ha dato il via alla protesta.
"Questo governo - aggiunge - non può continuare a non ascoltare le nostre
proposte e a considerarci solo un problema di ordine pubblico. Chiediamo che il
governo ci convochi al più presto per ascoltare le nostre proposte".
11:46 Solo una
scuola occupata in provincia di Mantova
Per ora
l'unica scuola occupata nel mantovano è l'istituto Manzoni di Suzzara, grosso
centro della provincia, che ospita indirizzi di studio liceali e tecnici.
L'autogestione è iniziata ieri e dovrebbe concludersi, secondo quanto
dichiarato dagli studenti, domani.
A Mantova la situazione è tranquilla. In tutte le scuole superiori le lezioni
si stanno svolgendo regolarmente così come nella locale università.
11:38 Controlli
dei carabinieri nelle scuole della capitale
I
carabinieri avrebbero avviato dei controlli nelle scuole della capitale. Una
prima ricognizione sarebbe avvenuta al liceo Augusto, dove è in corso
un'assemblea degli studenti.
11:36 A
università Cagliari blocco lezioni, ma niente occupazione
Il
fronte degli studenti universitari di Cagliari e dei docenti è compatto per
dire no ad una riforma che vedrebbe ridurre i finanziamenti degli atenei. Lo
hanno ribadito anche in un'assemblea nella facoltà di Lettere, ma
sull'occupazione non vi è un accordo unitario. Così si è deciso, con i docenti,
la sospensione delle regolari lezioni sino a giovedì prossimo quando è previsto
un corteo.
11:34 Tensione a
corteo studenti di Cosenza
Esplode
anche a Cosenza la protesta degli studenti delle scuole superiori e
dell'università. Stamattina centinaia di ragazzi degli istituti di secondo
grado hanno sfilato inneggiando slogan contro la Gelmini. Nel corso del corteo
sarebbero stati capovolti dei cassonetti e i vetri di alcune scuole sarebbero
stati rotti con il lancio di pietre. La manifestazione ha richiamato
l'intervento di pattuglie dei carabinieri, che però si sono limitate a
controllare evitando qualsiasi contatto.
11:32 Cicchitto:
"Veltroni vuole incendiare gli animi"
All'indomani
dell'annuncio del premier di voler mandare la polizia nelle università, il
presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto accusa Walter Veltroni di
voler "incendiare gli animi in vista della manifestazione del 25
ottobre" fomentando le proteste degli studenti in tutta Italia.
11:19 Bersani:
"Gelmini vuole curare figlio malato a bastonate"
"Ho
ascoltato ieri la Gelmini che elencava i mali dell'università. Sì, sono mali
veri, ma lei, che è il ministro dell'istruzione, li elencava con odio. E' come
se uno che avesse un figlio malato pensasse di guarirlo con le bastonate. Non è
così che si cura la nostra scuola e università". Lo ha affermato il
ministro ombra del Pd per l'economia Pierluigi Bersani.
11:11 Prefetto di
Roma: "Libertà di riunione garantita dalla Costituzione"
"La
nostra costituzione prevede che la libertà di riunione sia garantita, purché
sia attuata pacificamente e senza armi. E' una garanzia costituzionale
approntata per tutti coloro che sono sul nostro territorio". Così il
prefetto di Roma, Carlo Mosca, commenta l'annuncio di Silvio Berlusconi, che
ieri ha prospettato l'intervento delle forze dell'ordine contro le occupazioni
di scuole e università. "Il diritto alla libertà di manifestazione di
pensiero- dice Mosca - vale per tutti i cittadini, e ovviamente anche per gli
studenti".
11:10 Picchetti
davanti alle facoltà universitarie di Napoli
Picchetti
davanti alle Facoltà napoletane, distribuzione di volantini e tentativi di
blocco delle lezioni: la protesta degli studenti universitari a Napoli contro
la riforma Gelmini e i tagli alla ricerca prosegue. Stamattina, dopo la prima
notte di occupazione di palazzo Giusso, sede dell'università l'Orientale,
l'assemblea 'Stop Gelmini', i collettivi studenteschi e le associazioni dei
dottorandi e dei ricercatori si sono riuniti per decidere le azioni di protesta.
11:05 Forza Nuova
partecipa ad occupazione liceo Malpighi di Roma
I
militanti di Lotta Studentesca, movimento giovanile vicino a Forza Nuova, uniti
ad altre centinaia di studenti, hanno occupato il liceo scientifico Malpighi di
Roma per protestare contro il decreto Gelmini "che sta assestando il colpo
ferale al sistema scolastico italiano".
10:56 Istituto
d'arte d'Imperia proclama autogestione
I circa
360 alunni dell'Istituto d'Arte di Imperia hanno proclamato l'autogestione,
come forma di protesta contro il decreto di riforma del ministro Gelmini.
"Sono una quarantina gli alunni che svolgono regolare lezione - spiega la
preside, Beatrice Grossi - Gli altri ragazzi hanno deciso di impostare le
lezioni approfondendo i vari documenti e decreti relativi alla scuola e, più da
vicino, la riforma, e trattando le materie del loro indirizzo con lezioni
alternative, alcune organizzate direttamente da loro, altre con l'intervento
degli insegnanti, quest'ultimi regolarmente in servizio e sempre a disposizione".
10:36 Manifestazioni
studentesche creano problemi a traffico Napoli
Manifestazioni
di studenti oggi a Napoli. Un corteo, non in programma, sta percorrendo Viale
Kennedy, nel quartiere Fuorigrotta, e probabilmente raggiungerà la sede della
Rai in Viale Marconi. Un altro corteo, anche questo non in programma, sta
attraversando il centro della città e sta raggiungendo piazza del Gesù. Si
stanno registrando pesanti ripercussioni sul traffico.
10:04 Corteo
studentesco in centro a Torino
Diverse
centinaia di studenti di scuole superiori di Torino stanno sfilando in corteo
nel centro storico della città. I ragazzi, che marciano scandendo slogan,
frequentano l'istituto professionale "Giulio", il magistrale
"Regina Margherita", il liceo scientifico "Copernico", il
tecnico commerciale "Rosa Luxemburg".
09:56 Centinaia
di studenti delle superiori in corteo a Matera
Circa un
migliaio di studenti delle scuole medie superiori hanno composto stamani, a
Matera, un corteo che, partito da piazza Matteotti, si concluderà in piazza
Vittorio Veneto, nel centro storico della città lucana. Con striscioni e cori,
gli studenti stanno contestando la riforma del Ministro Gelmini.
09:56 Mantovano:
"Eviteremo dissenso che usa violenza"
"Bisogna
garantire la libertà del dissenso ma anche quella di chi non vuole
protestare". Cosi' Alfredo Mantovano, sottosegretario all'interno, ospite
di Radio Anch'Io su Radio 1. "Tra i diritti da garantire - sottolinea
Mantovano - c'è anche quello di uno studente che non aderisce alla protesta e vuole
entrare in aula, senza essere oggetto di minacce o peggio violenze, come
purtroppo in qualche caso sta avvenendo". L'obiettivo del governo quindi è
quello di "evitare che il dissenso passi attraverso minacce e
violenze".
09:53 Cancelli
bloccati alla facoltà milanese di Scienze politiche
I
cancelli della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di
Milano sono stati bloccati dagli studenti per un'ora, impedendo così l'ingresso
a chi voleva frequentare i corsi. Nessuna protesta da parte del centinaio di
ragazzi presenti all'esterno, dove sono stati appesi striscioni contro il
ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini e il ministro dell'Economia
Giulio Tremonti. In mattinata, la mobilitazione contro i tagli all'Università
prosegue con gruppi di "libero sapere", che prepareranno le lezioni
da tenere domani all'aperto in piazza Duomo, e con il coinvolgimento di alcuni
professori disponibili a modificare i loro corsi per trattare temi di
attualità.
09:38 La Rete
degli studenti medi contro Berlusconi: "Parole gravi"
La Rete
degli studenti medi ritiene le parole del presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi "gravi e inaccettabili". In un clima di forte protesta e
tensione sociale "viene meno alla sua responsabilità istituzionale,
alimentando lo scontro e rifiutando il dialogo". La Rete è impegnata
"nel mantenere forte il grande movimento pacifico e rispettoso nelle
scuole e nelle università" che questi giorni ha dimostrato di saper
esprimere istanze concrete e una straordinaria esigenza di cambiamento.
Chiediamo al presidente del Consiglio di ritirare istantaneamente le minacce di
ieri pomeriggio e di consentire il dialogo democratico".
09:19 Maroni:
"Sulla scuola riunione oggi pomeriggio al Viminale"
"C'è
una riunione oggi al Viminale alle 17".Lo ha detto a Trieste il ministro
dell'Interno, Roberto Maroni, rispondendo alla domanda dei giornalisti che gli
chiedevano quali saranno le direttive per la protesta di studenti universitari
e scuole.
09:18 Veneto
mobilitato contro la Gelmini
Oggi è
cominciata la campagna nazionale ''Teniamo la Gelmini fuori dalle nostre
scuole''. Sit-in, striscioni, assemblee, informazione e ''controinformazione''
per affermare il diritto degli studenti a far sentire la nostra voce dentro e
fuori le scuole. Tra le regioni più attive il Veneto dove in tutte le provincie
si sono svolte o si svolgeranno nella giornata incontri e manifestazioni di
Informazione, distribuzione di materiale informativo per "Tenere La
Gelmini Fuori Dalle Nostra Scuole".
08:41 Roma,
occupati vari licei
Come
annunciato nei giorni scorsi dalla Rete degli Studenti, sono iniziate questa
mattina le occupazioni in scuole superiori di tutta Italia. In particolare a
Roma, a quanto risulta, sono stati occupati alcuni Licei come lo storico
classico Tasso o il periferico scientifico Malpighi
08:40 Palermo,
stop alla didattica a Lettere
Prosegue
la mobilitazione contro il decreto Gelmini all'università di Palermo. A Lettere
il Consiglio di facoltà ha approvato la sospensione per dieci giorni della didattica
ordinaria e la sostituzione con lezioni informative e attività culturali
realizzate in collaborazione con i docenti e ricercatori. L'obiettivo è
informare studenti e cittadinanza sui motivi della protesta. Oggi alle 16,
presso l'Aula magna della Facoltà, il primo incontro di approfondimento sulla
legge 133
·
Articoli
Scuola (242)
La protesta de los estudiantes eleva la tensión en
Italia ( da "Pais, El" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Gelmini. Según afirman los sindicatos, tras la actuación del Gobierno "se
esconde un plan para desmantelar la educación pública". 12.000 gitanos,
fuera Italia A FONDO Capital: Roma. Gobierno: RepÚblica. PoblaciÓn: 58,145,321
(est. 2008) Ver cobertura completa --> La noticia en otros webs webs en
espaÑol en otros idiomas Berlusconi compareció a mediodía junto a Gelmini en
conferencia
Il
braccio di ferro sulla scuola ( da "Corriere.it" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Cadorna inviato dagli studenti A Milano manifestazione contro il decreto
Gelmini: tafferugli alla stazione Cadorna Cortei anti-Gelmini: nel capoluogo
lombardo contusi sei studenti Dai tagli al maestro unico: parlano i
rappresentanti degli insegnanti Le immagini stampa |.
I
giovani di An: <Manifestare è un diritto Sbagliata la linea di
Berlusconi> ( da "Corriere.it" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
ma chi vuole scendere in piazza deve poterlo fare" Berlusconi con il
ministro Gelmini (Ansa) ROMA - "Ero uno studente diligentissimo: non ho
mai manifestato". A Silvio Berlusconi non piacciono per niente le
occupazioni e le proteste nel mondo della scuola. Anche perché, nel mirino di
insegnanti e di studenti, ci sono la riforma Gelmini e i tagli all'Università.
Gli
studenti non si fermano: blocchi a Milano, occupazioni a Roma e Napoli
( da "Corriere.it" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
proteste così ampie e diffuse dovrebbero portare il governo a ritirare il
decreto Gelmini e le misure con i tagli alla scuola e all'università". Dal
governo arriva la risposta del ministro del Lavoro Sacconi, secondo cui le
proteste sono guidate da "giovani presuntuosi e politicizzati", frutto
di una scuola e di una università "autoreferenziali" nate negli anni
Settanta.
E'
lecito esprimere il disagio ma non in modo inconcludente ( da
"Trentino" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Insomma, meglio dialogare con la Gelmini che occupare le facoltà... "Io
preferisco il dialogo. Ho una carica istituzionale e a fine mese devo pagare
gli stipendi ai miei dipendenti. Non sono un politico, ma ho il dovere di
discutere con il ministro di turno su ciò che tocca l'università.
Controllerò
i bilanci dei tre atenei toscani ( da "Gazzetta di
Modena,La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Il ministro Maria Stella Gelmini attacca a testa bassa cinque atenei, tra cui i
tre toscani. "Ho avviato controlli - ha dichiarato - in alcuni atenei che
sono vicini al dissesto finanziario e che sono peraltro quelli dove le
occupazioni sono più forti". La dichiarazione rappresenta uno schiaffo a
Pisa e Firenze, accomunate a Siena che si trova in una situazione del tutto
diversa,
Bugie
della sinistra? Furbizie del governo ( da "Gazzetta di
Modena,La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Le guide turistiche come ha suggerito il ministro Gelmini?". Sempre il
premier dice che non è vero che diminuiranno gli insegnanti di sostegno.
"Infatti nessuno lo dice". Le scuole di montagna: il premier nega che
verranno chiuse. "Il piano programmatico dice che devono essere
gradualmente ridotte le sedi scolastiche con meno di 500 alunni.
Non
abbiamo paura, andiamo avanti ( da "Gazzetta di Modena,La"
del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Non abbiamo paura di Berlusconi e della Gelmini" hanno gridato gli
studenti della Sapienza di Roma dove ieri il Dipartimento di Fisica è stato
chiuso per protesta con catenaccio e lucchetti ed è stata occupata anche l'Aula
2 della Facoltà di Economia. Un corteo spontaneo di un migliaio di studenti di
Roma Tre ha poi manifestato nel pomeriggio bloccando il quartiere Ostiense-
Ora
Berlusconi agita il manganello ( da "Trentino" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Il decreto Gelmini non sarà ritirato e contro gli studenti che occupano le
scuole e le università il governo è pronto a schierare la polizia. L'annuncio
parte da palazzo Chigi dove Silvio Berlusconi convoca una conferenza stampa con
Maria Stella Gelmini per difendere il contestatissimo decreto che porta il nome
del ministro dell'Istruzione e per denunciare "
Veltroni:
irresponsabile, soffia sul fuoco ( da "Trentino" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
E Veltroni ripete la richiesta di ritirare il decreto Gelmini e di dar vita a
un tavolo con tutti le parti interessate. Di fronte al pugno di ferro brandito
ieri da Berlusconi, Veltroni torna però anche a riproporre le preoccupazioni
più generali per lo stato della democrazia. "E' ancora possibile
dissentire in questo Paese?
Scuola,
3500 firme al prefetto contro i tagli del governo ( da "Stampa,
La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
contro il decreto Gelmini e la proposta di maestro unico. Ieri sono state
consegnate a tutte le prefetture del Piemonte. E' uno dei primi passi della
mobilitazione a cui il sindacato chiama a raccolta tutti gli attori della
scuola dopo l'approvazione della legge 133 che prevede su scala nazionale una
riduzione di circa 87 mila docenti e di 42 mila lavoratori Ata (
Volantinaggio
degli studenti contro la Gelmini ( da "Tribuna di Treviso,
La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
"Fuori la Gelmini dalla scuola". Tutto questo in vista dello sciopero
generale, con astensione dalle ore di lezione, previsto per il 30 ottobre.
Anche gli studenti di "Lotta studentesca", dell'area di destra, si
dicono contrari alla riforma Gelmini, senza però aderire allo sciopero del 30.
Ombralonga/1:
la città ( da "Tribuna di Treviso, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Ivana Daccò Gelmini/1: attenti, è un campanello d'allarme Il mondo della scuola
è, ormai da diversi giorni, in rivolta. E le manifestazioni di protesta, da
Nord a Sud, da Est a Ovest, interessano non solo le scuole di ogni ordine e
grado (scuola primaria, medie, superiori e università), ma vedono in prima fila
tanto i docenti come gli studenti,
Minacce
inaccettabili, non ci faranno tacere con la forza ( da "Tribuna
di Treviso, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
sono solo la finanziaria di Tremonti e i decreti della Gelmini. Le manovre del
governo Berlusconi sono il pretesto per far venire fuori tutto il malcontento
di una generazione che non ci sta ad avere davanti un futuro con poche
speranze. C'è chi come Federico, in tasca laurea specialistica che mette
insieme Filosofia e Fisica quantistica, lavora in teatro come tecnico delle
luci:
Torino,
la trincea dove partì il '68 "vengano ad arrestarci, siamo più di
loro" - paolo griseri ( da "Repubblica, La" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
L'aspetto più originale degli anti-Gelmini è che la protesta supera antichi
steccati. Nell'atrio di Palazzo Nuovo, la sede delle facoltà umanistiche,
Valentine sgrana gli occhi quando le chiedi: "Non è strano trovarsi dalla
stessa parte della barricata con i professori?". "Perché strano?
"no
alle occupazioni, garantiremo l'ordine" scuola, berlusconi minaccia l'uso
della forza - carmelo lopapa ( da "Repubblica, La" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Bagnasco: serve moderazione Lo scontro Conferenza stampa con la Gelmini: sulla
riforma nessuna marcia indietro CARMELO LOPAPA ROMA - Manda un avviso ai
"naviganti". Che poi sarebbero studenti, famiglie, insegnanti e anche
ai mezzi di informazione. "L'ordine deve essere garantito, lo Stato deve
fare lo Stato".
I
futuri geologi in strada per chiedere l'elemosina ( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Gelmini e Brunetta: voi non sapete l'autunno che vi aspetta I chimici a lezione
listati a lutto, i geologi in strada a chiedere l'elemosina, gli agrari in
tenda nei prati del campus. Anche a Torino la protesta degli studenti si
allarga e studia strumenti folkloristici per fare breccia nell'opinione
pubblica.
Da
nord a sud la mappa della scuola sulle barricate ( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
celebrare il funerale della scuola pubblica mentre universitari e medi si sono
riuniti all'Orientale di Napoli dove è stata decisa l'occupazione. Occupazioni
anche delle facoltà umanistiche a Torino. Non solo studenti. A Roma il coordinamento
genitori-insegnanti "Non rubateci il futuro" ha chiesto un incontro
al ministro Gelmini e la sospensione "immediata" dei lavori
parlamentari.
Studenti
chiusi fuori: salta l'occupazione del liceo Gobetti ( da "Secolo
XIX, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
lezioni per manifestare contro il decreto legge Gelmini. A chi ieri ha scelto
di organizzare la protesta l'istituto però non ha dato asilo: "Ci hanno
lasciati fuori sotto la pioggia - spiega Francesca, 17 anni, probabile futuro
rappresentante d'istituto - Alle 7,30 eravamo già tutti qui davanti: molti sono
entrati, ma dieci minuti prima delle otto ci hanno chiuso il portone in
faccia"
Sfila
il corteo funebre dell'istruzione pubblica ( da "Repubblica,
La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Nelle facoltà di Legge e Scienze politiche da lunedì scorso docenti e studenti
hanno sospeso le lezioni per aprire il dibattito sulla legge 133. Le "133
coltellate inferte da Tremonti e Gelmini alla pubblica istruzione" hanno
scatenato la protesta degli universitari che oggi partiranno con le lezioni in
piazza. (f.s.).
Anche
il vicesindaco nel mirino guerra di manifesti col comune ( da "Repubblica,
La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Cronaca Lo slogan Il leader Milano Anche il vicesindaco nel mirino guerra di
manifesti col Comune Nessuna mediazione, fuori la Gelmini dall'istruzione
Proseguono le assemblee di protesta nelle università milanesi. Ieri dopo una
lezione all'aperto in piazza Duomo a cui hanno partecipato 500 persone, gli
studenti della Statale hanno raggiunto in corteo la sede di Scienze politiche.
"date
le università alle regioni" ( da "Repubblica, La" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
La proposta federalista del Piemonte sostenuta dai rettori Mentre la protesta
contro la riforma Gelmini si estende anche alle Superiori, il Piemonte lancia
una proposta a Calderoli: "Vogliamo il federalismo universitario. Date a
noi la gestione degli atenei" dice l'assessore Bairati. E i rettori
concordano. Gian Maria Bravo approva la protesta: "Giusta e
sacrosanta".
Dal
gioberti al volta sale la protesta scocca l'ora delle scuole superiori - milena
vercellino ( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
contro la riforma Gelmini continua a montare la protesta anche nei licei e
negli istituti tecnici e il calendario della mobilitazione s'infittisce sempre
più di appuntamenti. E mentre in questi giorni una galassia di iniziative sta
prendendo forma nei singoli istituti, i ranghi si stanno sempre più compattando
in manifestazioni comuni,
"contestazione
giusta e sacrosanta sgomberare sarebbe un errore" - vera schiavazzi
( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
no Gelmini'. E, questa volta - a differenza di diciotto anni fa, quando la
Pantera lo sorprese mentre era preside a Scienze Politiche - non pare neppure
troppo preoccupato per le forme che la protesta potrebbe assumere. Professor
Bravo, nel 1990 lei giunse addirittura a presentare le sue dimissioni perché i
metodi degli studenti,
Sapienza,
generazione ammaniti "noi qui non abbiamo paura" - beppe sebaste
( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
", ha detto una. "Noi non siamo violenti, violenta è la legge
Gelmini-Tremonti". Ma la risposta collettiva, la parola d'ordine, è come
il titolo del libro di un altro noto scrittore. "Io non ho paura".
Mentre scrivo, la protesta non si ferma. Dilaga.
La
sapienza sfida berlusconi "niente polizia all'università" - carlo
alberto bucci ( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
uno dei leader del movimento anti Gelmini, da ieri ribattezzato "Onda
anomala" - tra gli applausi scroscianti degli universitari che, assiepati
dalle tre di pomeriggio sui gradini e nei giardinetti, hanno ripetuto:
"Noi non abbiamo paura". "Le forze dell'ordine non possono
entrare alla Sapienza senza il permesso del rettore.
Occupato
il tasso e il blocco di destra sfila contro la gelmini - tea maisto
( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Milvio Occupato il Tasso e il Blocco di destra sfila contro la Gelmini TEA
MAISTO Sono da poco trascorse le 12 quando arrivano i risultati della
votazione: 779 favorevoli, 274 contrari. Il Tasso è occupato. Qualche ora più
tardi arriva anche lo striscione: "Riforma? Ce ne occupiamo noi". Sì,
perché lo storico liceo di via Sicilia ha occupato "per protestare contro
il decreto Gelmini,
Dai
maestri ai rettori, il fronte del no - laura mari ( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
nella voglia di bloccare i decreti Tremonti e Gelmini. Una massa critica che
oggi pomeriggio alle ore
"padri,
madri e nonni lottate insieme a noi" - claudia brunetto ( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
hanno partecipato alla prima vera assemblea degli studenti medi aperta per
dibattere sulla riforma messa in campo dal ministro Mariastella Gelmini. Fra i
partecipanti alcuni rappresentanti dei licei classici Meli, Umberto, Garibaldi,
del linguistico Ninni Cassarà, dello psicopedagogico Finocchiaro Aprile e dei
licei scientifici Galileo Galilei, Einstein e dell'Itc Vilfredo Pareto.
Assemblee
e autogestione la protesta arriva nei licei - salvo intravaia ( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Gelmini Ma il preside del Galilei avverte "Se i ragazzi occupano chiamo la
polizia" SALVO INTRAVAIA Monta la protesta nelle scuole palermitane. A
guidare il fronte anti-Gelmini sono i licei. Il classico Umberto I è in
autogestione da ieri mattina e in altri istituti, tra assemblee straordinarie e
richieste di autogestione,
Scuola,
la battaglia dei licei ( da "Repubblica, La" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Einstein assemblee contro la riforma Gelmini Anche i licei dilaga la protesta
anti-Gelmini. Il classico Umberto I è in autogestione da ieri e in altri
istituti, tra assemblee straordinarie e richieste di autogestione, la
situazione è caldissima. Il vento del dissenso spira soprattutto in tre licei
scientifici: il Galilei, il Cannizzaro e l'Einstein.
Università,
si allarga la rivolta stop ai corsi a lettere e scienze - antonella romano
( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
impostazione globale della riforma Gelmini "targata più Tremonti che
Gelmini". "Crediamo che la strada migliore per affrontare questo
momento di sbandamento - dice Valerio Barrale, segretario provinciale giovani
Udc - sia il dialogo e il confronto sul merito della riforma evitando forme di
protesta estreme, come il blocco dell'anno accademico".
Colletta
per aiutare le famiglie di tre bimbi disabili ( da "Secolo XIX,
Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Nonostante la carenza di fondi dell'ente siamo riusciti a garantire una minima
assistenza di sostegno con educatori sociali del Comune". Intanto per
domani sera nella sede del circolo di via Artisi si terrà un incontro con i
genitori (inizio ore 20 e 30) per spiegare il senso della riforma Gelmini.
Alberto Parodi 23/10/2008.
L'esperto:
<non disperate i funghinasceranno> Scatta l'occupazionestudentescadel
liceo"Pacinotti" ( da "Secolo XIX, Il" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
dopo la pioggia prima iniziativa di lotta anti-gelmini Manifestazione in città
degli studenti. Domani corteo nel centro e presidio al quartiere della Pianta
"CERCATORI di funghi non disperate. Anche se fino ad ora siete tornati a
casa col cesto vuoto, la stagione non è ancora finita e le recenti piogge
promettono bene".
Diritto
allo studio sit-in in regione "legge al palo" ( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Gli studenti del liceo linguistico e sociopsicopedagogico Villari, schierati
contro il decreto Gelmini, hanno organizzato un corteo che ha raggiunto il
palazzo della Regione al Centro direzionale. Insieme ai ragazzi del Villari,
rappresentanti di altre scuole occupate o in autogestione: il Gadda, il Fermi,
il Duca di Buonvicino, il Galiani, il Da Vinci.
Ore
13.30, orientale occupato - giovanni chianelli ( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Orientale che fa capo alla rete "Stop Gelmini". All'una e mezza la
"presa" di Palazzo Giusso è ufficiale. E subito una raffica di
proposte: lezioni in piazza, gruppi di lavoro, assemblee. Intanto il cuore
dell'università è occupato. Dallo striscione che sancisce l'inizio del presidio
mancano le due "K" degli anni �90.
Mobilitazione
anti-gelmini la sun blocca le lezioni - bianca de fazio ( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Pagina II - Napoli Mobilitazione anti-Gelmini la Sun blocca le lezioni Il
rettore Rossi: non vogliamo i manganelli Tensione al De Sanctis di Salerno La
polizia identifica gli studenti occupanti BIANCA DE FAZIO Solo a Napoli sono 60
le scuole mobilitate contro la Gelmini con occupazioni o autogestioni ed
assemblee permanenti.
"ma
noi con internet facciamo politica" ( da "Repubblica,
La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
"Gli dico: Berlusconi, Gelmini, Tremonti e Marcegaglia equiparano
l'istruzione privata a quella pubblica. Si vendono il tuo titolo di studio.
Quindi sono loro che ti fanno violenza". Il problema è sempre più la
comunicazione? "Sì, occorre sensibilizzare gli studenti che rimangono a
casa.
Studenti,
dilaga la protesta ( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
legge Gelmini con occupazioni o autogestioni e assemblee permanenti. La protesta
cresce e sposa le ragioni degli studenti delle scuole con quelle del mondo
dell'università. Nelle scuole gli insegnanti sono in agitazione e attendono lo
sciopero del 30 ottobre, nelle università i Senati accademici e i consigli di
amministrazione si stanno pronunciando contro i provvedimenti romani.
Nell'alessandrino
con la "gelmini" mille posti in meno ( da "Secolo
XIX, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Se
la verità non si scopre ma si può regalare - fulvio tessitore ( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
del ministro Gelmini; i rettori alzano noiosi lai per la miseria delle
università, costrette a tagliare ricerca e servizi; qualche docente illuminato
quanto angosciato invita a fare autocritica, a eliminare gli sprechi per
ottenere davvero la riforma delle università, tanto che conta se sono
fondazioni di diritto privato o istituzioni pubbliche,
Salvatore,
leon e luca chi sono i leader della protesta - franco vanni ( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Paga 400 euro di affitto per una stanza in porta Venezia e prima dell'ondata
anti-Gelmini era stato a due sole manifestazioni: quella del 25 aprile e il
concerto del Primo maggio a Roma. Salvatore è una mosca bianca. A organizzare
la protesta sono soprattutto i veterani da collettivo. Studenti che la
"politica contro" la facevano già al liceo.
Belluzzi,
continua l'occupazione "ci aspettiamo l'arrivo della digos" - sara
scheggia ( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
approvazione della legge Gelmini al Senato. Partiranno da piazza San Francesco
per terminare sotto al Nettuno, a loro si aggiungeranno anche gli studenti
universitari e, con ogni probabilità, anche i genitori e i maestri delle scuole
elementari. Il Coordinamento degli studenti medi si è riunito ieri proprio al
Belluzzi, per decidere come proseguire nella mobilitazione.
L'ateneo
non segue berlusconi "nessun motivo per chiamare la polizia"
( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Gelmini" scuotono la testa: "Veramente allucinante: l'unica risposta
che riesce a dare il governo a dei movimenti trasversali è quella dei
manganelli. E' preoccupante per la mobilitazione e per il paese, il clima è
pesante", dice Giulia, studentessa di Scienze politiche, dove gli
universitari si ritrovano in un'aula in assemblea permanente.
Fortuzzi,
cena etnica ai giardini contro le classi per gli stranieri - alessandro cori
( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
altra il ministro Gelmini illustra quella che viene definita: "Pagella a
punti". Prima che inizi lo spettacolo del duo comico bolognese Paolo Maria
Veronica e Roberto Malandrino (per i quali la Gelmini diventa
"Enterogelmini"), i genitori vengono invitati a partecipare, stasera,
in piazza del Nettuno, al collegamento della trasmissione "Anno Zero"
A
scuola un buco da 10 milioni - ilaria venturi ( da "Repubblica,
La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Gelmini Al Polo artistico mancano i soldi per pagare il fondo d'istituto e i
corsi di recupero ILARIA VENTURI CHI ancora non è riuscito a pagare gli
insegnanti per i corsi di sostegno tenuti a marzo scorso e in estate. Chi non
ha più soldi per i supplenti, chi non ha pagato i docenti per le ore aggiuntive
e per i progetti didattici,
Mamme
e fiaccolata in diretta da santoro - eleonora capelli ( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Gelmini è partita da Bologna ed è proprio dai piedi della fontana del Nettuno
che stasera alle
Sabato
presidio in fiera contro il ministro brunetta ( da "Repubblica,
La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Con la Gelmini, anche il ministro Brunetta è al centro delle proteste di questi
giorni. Gli stessi enti di ricerca sono in stato di agitazione e uno dei motivi
riguarda un emendamento proposto dal ministro (emendamento all'articolo 37 del
ddl 1441) che blocca il processo di "stabilizzazione", che avrebbe
dovuto portare all'assunzione di almeno per una parte dei ricercatori precari.
Atenei,
riforma necessariama manca una strategia ( da "Secolo XIX,
Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Così Giorgio Napolitano ha commentato le proteste contro la riforma Gelmini. E
come dar torto al presidente della Repubblica? Limitando l'analisi alla sola
Università, la fotografia dell'esistente è davvero sconfortante: conti in
rosso, cattedre fasulle, strutture fatiscenti, atenei di quartiere. Insomma, un
sistema fuori controllo.
La
sinistra: <Il premier come Bava-Beccaris> ( da "Secolo
XIX, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Veltroni ieri ha chiesto al governo il ritiro del decreto Gelmini e delle
misure con i tagli all'Università, e la convocazione di "un tavolo con le
organizzazioni sindacali, quella degli studenti, quella dei rettori";
"ci si dia un termine per decidere e si discuta - ha spiegato - perché la
democrazia è decisione ma è anche ascolto".
Berlusconi
allo scontro ( da "Secolo XIX, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Mariastella Gelmini, ad una conferenza stampa sul decreto-scuola. Sette ore
dopo, alle cinque del pomeriggio, Roberto Maroni, ministro degli Interni ha
varcato il portone di Palazzo Chigi per incontrare il premier: la convocazione
gli è arrivata mentre era a pranzo con Gianfranco Fini e Umberto Bossi.
In
mille al corteo anti gelmini - francesca savino ( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Bari In mille al corteo anti Gelmini E Vendola contesta il premier: gravità
inaudita la polizia negli atenei FRANCESCA SAVINO "Non è che
l'inizio". Mille universitari in piazza e centinaia in assemblea. Lezioni
sospese nelle facoltà e da oggi spostate in strada, con l'invito da parte di
presidi e docenti a "non aspettare un minuto in più per protestare"
Orlando:
<Nel Pd ora serve un pensiero nuovo> ( da "Secolo XIX,
Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
È proprio tutta da buttare la riforma Gelmini? "Non siamo di fronte a una
riforma, è solo un'operazione di carattere finanziario". I tagli dei
maestri, però, li aveva previsti anche Prodi. "Non in questi termini e con
queste dimensioni. Comunque, dietro il
Berlusconi:
polizia nelle scuole ( da "Nuova Sardegna, La" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Il decreto Gelmini non sarà ritirato e contro gli studenti che occupano le
scuole e le università il governo è pronto a schierare la polizia. Durissimo il
premier Berlusconi che denuncia "tutte le bugie della sinistra" e
convoca il ministro degli Interni e gli ordina "voglio che sia garantito
il diritto allo studio,
Polveriera
scuola ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Nazionale pag. 2 Polveriera scuola Sale la tensione sul decreto di riforma
5.500 i corsi di laurea in Italia secondo i dati forniti dal ministro Il
ministro indignato "Ho avviato controlli negli atenei in dissesto"
MARIASTELLA GELMINI Polveriera scuola.
Berlusconi
ordina: Polizia negli atenei ( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
contro le occupazioni studentesche indetta per potestare contro la riforma
Gelmini. È muro contro muro tra i manifestanti e il governo. Il premier non
intende permettere altri blocchi. "L'occupazione di luoghi pubblici non è
la dimostrazione dell'applicazione della libertà", ha tuonato in una
conferenza stampa a Palazzo Chigi, in cui parlando al fianco del ministro
dell'Istruzione,
Gag
tragica ( da "Unita, L'" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Maria Novella Oppo IERI MATTINA a Omnibus si parlava del decreto Gelmini e se
ne dicevano di tutti i colori contro il movimento che viene dalle scuole,
sobillato ovviamente dal Pd, a detta dei signori della destra. E magari fosse
che il partito di Veltroni avesse tanta influenza tra i giovani! Gasparri,
comunque, si è rivolto con queste parole a Fioroni: "Ignorante,
Il
padrone unico ( da "Unita, L'" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Silvio Berlusconi e la stella Gelmini che non riesce a brillare di luce propria
ed è costretta, nell'agitazione di cui non capisce il perché, a rivolgersi al
Capo per ottenere legittimazione e rinnovata fiducia mentre crolla addosso a
tutti e due il castello di carte di una riforma che non è un "semplice
decreto".
Non
permetteremo le occupazioni Berlusconi minaccia: dirò al Viminale di andare giù
duro, al pugno di ferro farete il callo ( da "Unita, L'"
del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
già seccato dal dover fare da tutore a Mariastella Gelmini per far digerire il
decreto sulla scuola. "Non chiamatela riforma", avverte lui, ma
"un decreto sacrosanto, altro che ritirarlo" come ha chiesto
Veltroni. Le manifestazioni? Berlusconi lancia un minaccioso "avviso ai
naviganti: non permetteremo che vengano occupate scuole e università", non
sarebbe "democrazia ma violenza"
Il
premier: basta occupazioni, intervenga il Viminale. Il Pd: non toccate gli
studenti Napolitano avverte: ci vuole il confronto. Cortei e blocchi, dilaga la
protesta ( da "Unita, L'" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
"Non permetterò l'occupazione delle università. Darò istruzioni a Maroni
su come intervenire". Berlusconi minaccia gli studenti che protestano in
tutta Italia contro la legge Gelmini. Veltroni: parole gravi, il premier soffia
sul fuoco. alle pagine 2, 3, 4 e 5.
Un
intervento di inaudita violenza verbale per difendere un imbarazzato ministro
Gelmini: Un decreto sacrosanto, altro che ritirarlo ( da
"Unita, L'" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Un intervento di inaudita violenza verbale per difendere un imbarazzato
ministro Gelmini: "Un decreto sacrosanto, altro che ritirarlo".
L'ex
del pd difende la riforma ( da "Tirreno, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Chi sceglie senza mezzi termini l'opposizione al decreto Gelmini è Osvaldo
Ciaponi, Pd, primo cittadino: "Nel mio comune numerosi genitori e
insegnanti hanno costituito un comitato che si sta mobilitando per fare una completa
e corretta informazione sulla legge 133 del ministro Tremonti e sul decreto 137
del ministro Gelmini.
Protestiamo,
ma non siamo politici in erba ( da "Tirreno, Il" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Parlano alcuni leader del movimento contro il decreto Gelmini SAN MINIATO.
Ragazzi normali, con le passioni dell'età - a partire dalla discoteca - o
politici in erba, per di più di sinistra? I giovani che guidano la protesta
anti Gelmini nelle scuole del comprensorio rifiutano le etichette partitiche e
dicono di essere adolescenti normalissimi, magari più impegnati di altri.
Comitati
e iniziative ( da "Tirreno, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
preso in esame il progetto di riforma della scuola elaborato dal ministro
Gelmini e attualmente in corso di approvazione da parte del parlamento. Da
parte di tutti è stato sottolineato il carattere sostanzialmente distruttivo
del cambiamento in atto, con riferimento ai pesantissimi tagli al personale
docente e Ata di ogni ordine di scuola, all'accorpamento di istituti e
discipline,
La
protesta sale e si organizza ma sul corteo di ieri è polemica ( da
"Tirreno, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Chi non salta Gelmini è" ai vari "Vaffa..." rivolti alla
ministra. Un'iniziativa, quella di ieri mattina, alla quale hanno partecipato
per lo più i ragazzi del Professionale e della quale era stata avvisata la
Questura. Ma che non è piaciuta agli altri istituti superiori cittadini che si
sono tutti dissociati dalla manifestazione.
In
piazza o con la cogestione l'intera maremma si mobilita ( da
"Tirreno, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Istituto Professionale hanno aderito in massa al corteo contro la riforma
Gelmini e sono stati ricevuti in Comune. Dopo anni di scioperi sempre poco
partecipati, per la prima volta anche a Orbetello tornano in piazza gli
studenti. Il corteo è partito da piazza Eroe dei Due Mondi, è passato prima a
far visita al preside di liceo e professionale e poi all'assessore Di Vincenzo.
Festa
della lega nord per i successi 2008 ( da "Messaggero Veneto,
Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
attualmente è in discussione il testo della riforma Gelmini. "I sondaggi -
ha dichiarato ieri Pietro Fontanini - ci danno in forte crescita. E questo
significa che dopo aver svolto un forte ruolo all'opposizione, ora stiamo
superando e con successo la prova "di governo". E questo sopratutto
al lavoro che stanno facendo i nostri ministri a Roma, i nostri parlamentari ma
anche grazie all'
Primi
passi per il decreto gelmini ( da "Mattino di Padova, Il"
del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Attualità Primi passi per il decreto Gelmini Il Senato respinge le otto
pregiudiziali di costituzionalità presentate dall'opposizione. Ma alcuni dubbi
restano ROMA. Il Senato ha respinto ieri sera in aula le otto pregiudiziali di
costituzionalità presentate dall'opposizione sul decreto-scuola del ministro
Maria Stella Gelmini: 133 voti a favore,
Il
cavaliere e il movimento un uomo troppo semplice - mino fuccillo (
da "Provincia Pavese, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
oro quel che luccica nel movimento anti Gelmini. C'è l'ottone e la latta della
irragionevolezza ignorante, sì ignorante, degli studenti quando pensano sia per
loro una conquista da difendere e non un danno da evitare una scuola tanto
facile quanto pessima. C'è la polvere molesta di una subcultura diffusa che
vuole la scuola come luogo di socializzazione e intrattenimento dell'
Liceo
classico e petrocchi occupati - marta quilici ( da "Tirreno,
Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
La contestazione al decreto Gelmini si fa sempre più dura anche a Pistoia.
"Scuola occupata": da una parte all'altra della facciata del
Forteguerri, ieri mattina padroneggiava uno striscione che comunicava il blocco
delle attività scolastiche. Dopo poco ne sono apparsi altri con slogan ripresi
da canzoni di De Andrè e di Guccini come "anche l'operaio vuole il figlio
dottore"
Oggi
la manifestazione dell'einaudi pacini e agraria verso l'autogestione
( da "Tirreno, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Sempre più probabili le occupazioni negli altri istituti pistoiesi contro il
decreto Gelmini. Ancora niente di certo, ma gli studenti assicurano:
"Occupazione o no, continueremo a farci sentire fino al 31, quando il
decreto passerà al vaglio del Senato, e anche oltre". L'opposizione alla
riforma Gelmini a Pistoia ha scatenato una grande agitazione studentesca.
Scuola,
a rischio l'istituto comprensivo di ampezzo ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
I sindacati fanno il punto sugli effetti della riforma Gelmini sul sistema
scolastico in montagna, nei cui paesi è impossibile garantire 15 alunni per
aula Scuola, a rischio l'istituto comprensivo di Ampezzo Si dovranno unire più
sezioni, ma così si corre il pericolo di restare con un terzo delle attuali
classi È stato chiesto un referendum contro la legge TOLMEZZO.
La
risposta sbagliata ( da "Messaggero Veneto, Il" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Gelmini. C'è l'ottone e la latta della irragionevolezza ignorante, sì
ignorante, degli studenti quando pensano sia per loro una conquista da
difendere e non un danno da evitare una scuola tanto facile quanto pessima. C'è
la polvere molesta di una subcultura diffusa che vuole la scuola come luogo di
socializzazione e intrattenimento dell'
Riforma
Gelmini Incontro pubblico alla scuola media ( da "Eco di
Bergamo, L'" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
La riforma Gelmini sul sistema scolastico non smette di far discutere e anche
in Valle Brembana nascono iniziative per approfondire i punti della riforma. A
San Giovanni Bianco, domani, alle 20, nell'aula magna della scuola media,
alcuni docenti dell'istituto comprensivo organizzano un incontro pubblico.
Corteo
in centro e comizio in piazza cavalieri - marco barabotti ( da
"Tirreno, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Antonio alle 15 Pasquali replica al ministro Gelmini: il nostro bilancio a
posto grazie a un percorso virtuoso MARCO BARABOTTI PISA. Tutto il mondo
universitario, dal rettore agli studenti, aderisce alla manifestazione che oggi
porterà in piazza non meno di 10mila persone, così dicono gli organizzatori
("una iniziativa pacifica, che sarà ricordata per molto tempo")
Da
berlusconi parole a dir poco allarmanti ( da "Tirreno, Il"
del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Università contro la pseudo riforma Gelmini e la legge 133, che colpiscono
pesantemente ed in modo indifferenziato il sistema dell'istruzione pubblica nel
nostro paese, è a dire poco allarmante. Di fronte ad un dissenso generalizzato
e cresciuto spontaneamente tra gli studenti, le famiglie, i docenti e il
personale tecnico delle scuole e dell'Università si preferisce,
<Classi
ponte? No, meglio corsi di recupero> ( da "Eco di Bergamo,
L'" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Gelmini parla di corsi appositi con esami, gli stranieri rilanciano. Sarah
Nkarichia, presidente dell'associazione Pamoja Kenya di Bergamo: "Perché
non si organizzano, per esempio per bimbi e ragazzi per i quali è già stata
presentata una domanda di ricongiungimento in Italia, corsi di lingua italiana
nelle ambasciate e consolati nei Paesi di origine o negli istituti di cultura?
Le
classi-ponte non sono la soluzione ( da "Messaggero Veneto,
Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
proposte dal ministro dell'Istruzione Gelmini e dalla Lega Nord, per il primo
step in aula dei ragazzi immigrati? "Non sono la soluzione - è l'opinione
della liceale di Pordenone che sfoggia un profitto intorno a 8 decimi -. Mi
sarei sentita estraniata e, forse, non avrei preso così sul serio l'impegno a
scuola.
Durissimo
scontro sulla scuola ( da "Tirreno, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Gelmini organizzato nell'istituto Verdigi di Pappiana. Un tema caldissimo che
ha scatenato una serie di battibecchi protagonisti parte del pubblico (in larga
parte insegnanti e dirigenti scolastici) ed alcuni esponenti del centrodestra.
Tensione altissima soprattutto quando agli attacchi alla riforma Gelmini ha
risposto il capogruppo di An Mannocci il cui intervento è stato più volte
La
preside del forteguerri in questura ( da "Tirreno, Il" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
utilizzandole per parlare del decreto Gelmini". Al Pacini, la preside
Belliti ha proposto agli studenti un'assemblea d'istituto indetta per oggi alle
9 con il fine di creare un'occasione di confronto: "Vorremmo evitare -
spiega il vicepreside Paolo Vaccai - un'occupazione". Il preside del liceo
scientifico Alessandro Rabuzzi ha proposto agli studenti una cogestione:
Corriere
della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-10-23 num: - pag: 2
La Nota di M... ( da "Corriere della Sera" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
decreto del ministro Mariastella Gelmini. La reazione al premier di alcuni
rettori lascia indovinare il timore che la sola ipotesi della polizia negli
atenei inasprisca una situazione che per ora è degenerata solo in casi isolati,
come a Milano. Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, anche per coerenza col suo
passato giovanile ha già detto che gli studenti debbono poter manifestare.
Collaborò
alla riforma per il Pd Ora è con la Gelmini: innovativa ( da
"Corriere della Sera" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
REDAZIONALE Il latinista Alessandro Schiesaro Collaborò alla riforma per il Pd
Ora è con la Gelmini: innovativa MILANO - La strada, per la contestazione, si
fa ripida. O almeno, per la contestazione targata Pd. A breve, probabilmente in
dicembre, il professor Alessandro Schiesaro sarà nominato responsabile della
segreteria tecnica di Mariastella Gelmini per l'Università.
<I
nostri giovani anti-Gelmini? E' ribellismo, Silvio esagera> ( da
"Corriere della Sera" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
I nostri giovani anti-Gelmini? E' ribellismo, Silvio esagera" ROMA -
"Questa protesta non ha una precisa connotazione ideologica. è piuttosto
un vago ribellismo contestatorio normale nelle scuole e nelle università. Ma la
sinistra sta provando a metterci sopra il cappello per riempire la
manifestazione di sabato contro il governo".
La
destra nelle scuole <Noi non faremo l'errore di Almirante> (
da "Corriere della Sera" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Scialanga risponde: "Noi non siamo contro il governo Berlusconi e non contestiamo
la riforma Gelmini. Ma da domani (oggi, ndr) daremo anche noi il via alle
occupazioni nelle scuole. Pazienza se Berlusconi non è d'accordo, noi siamo
autonomi. Il nostro slogan è semplice: Basta prof incompetenti, più.
Napolitano
agli studenti <Non posso schierarmi Ora serve il confronto> (
da "Corriere della Sera" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
ruolo da arbitro nel giorno della massima tensione sulla riforma Gelmini e
chiede che "su questo tema non si cristallizzi un clima di pura
contrapposizione". Infatti, sollecitare "ascolto reciproco " nel
momento in cui il premier minaccia di schierare la polizia contro le
occupazioni, e con studenti e centrosinistra tramortiti per l'annuncio, sembra
una scelta quasi rinunciataria.
Brunetta
( da "Tirreno, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Gianni Menicucci Pisa UNIVERSITA' I lucchetti li mette la ministra Gelmini Ho
25 anni e mi sono laureata. Se ho raggiunto questo traguardo è merito dei miei
insegnanti di scuola di ogni ordine e grado che mi hanno educato con passione e
coscienza alla vera Cultura con la "C" maiuscola: la Cultura che è
sapere, cercare, scoprire" e non solo produrre.
Scuola,
occupazioni a macchia d'olio ( da "Messaggero, Il" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Il sindaco Alemanno: "Garantire il diritto di manifestare e la scelta di
chi decide di non farlo" Scuola, occupazioni a macchia d'olio Si allarga
il fronte contro la riforma Gelmini: in campo anche la destra.
Dopo
le dichiarazioni del premier Silvio Berlusconi sull'utilizzo delle forze di
polizia per ga ( da "Messaggero, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
istituti romani che protestano contro il decreto del Ministro Gelmini. La
protesta si allarga a macchia d'olio e, ieri, si sono registrate nuove
occupazioni e autogestioni, protagoniste le associazioni studentesche vicine
alla sinistra come alla destra estrema. Ci sono anche forme
"alternative" di manifestazione: al Righi stop alle attività
extradidattiche, a gite e viaggi d'istruzione.
Le
parole eccessive e forse rischiose del premier ( da "Sole 24
Ore, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
dissentire sulla riforma Gelmini, ma è difficile sostenere che i problemi della
scuola o dell'università comincino oggi e non siano il prodotto di decenni di
errori. Al punto che nessun ateneo italiano, ad esempio, figura fra i primi 150
del mondo. Ecco perché un '
Vado
al Massimo ( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Le manifestazioni contro il decreto Gelmini non si contano più. Serviranno? Ho
dei dubbi se è vero che l'indice di gradimento per un Governo non è mai stato
così alto. Adesso bisogna vedere che cosa succederà questo sabato quando sarà
la sinistra a manifestare. Berlusconi dice che "in piazza non si risolve
nulla".
ROMA
- L'ordine deve essere garantito, lo Stato deve fare lo Stato. Ma le
intimidazioni n ( da "Messaggero, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
riempito le lavagne di equazioni che hanno tradotto il decreto Gelmini in un
modello matematico. "Il modello - spiega uno studente seduto per terra -
mostra le conseguenze che il decreto Gelmini potrà avere a lungo termine e indica
che, con il ritmo di tagli previsto dalla legge 133 e nessun nuovo
finanziamento, l'attività di ricerca tenderà a zero e questo si rifletterà
anche sull'
ROMA
- Sale le scalinate di Lettere scavalcando centinaia di ragazzi in t-shirt e
prende il ( da "Messaggero, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Un gruppo di studenti raggiunge in serata l'Auditorium, "portiamo la
protesta sul red carpet". Oggi pomeriggio appuntamento davanti al Senato,
alle 17, con i prof e le maestre, e domani corteo per la città, "perché
l'intelligenza non può arretrare, non vogliamo diventare tutti quanti stupidi
come la Gelmini".
ROMA
- Non siamo attaccabili da alcun punto di vista, per questo hanno scelto la
scuola e l ( da "Messaggero, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
ha detto rivolgendosi alla Gelmini, non è unico ma "prevalente, dal
momento che avrà accanto gli insegnanti di inglese, di religione e se sarà
necessario di informatica". "Comunque - ha sottolineato - l'anomalia
dei tre maestri è solo italiana. La sinistra dovrebbe ricordare che quando
furono introdotti i tre maestri si schierò con la stessa veemenza per impedire
la riforma"
Il
ministro Gelmini ha presentato i dati che illustrano i mali dell'università. Ha
cominci ( da "Messaggero, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Sono
cinque le università importanti con enormi buchi di bilancio, che avrebbero
portato, se fo ( da "Messaggero, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
E sono le università in cui si manifesta di più, osserva il ministro Gelmini.
Ma il dissesto è più ampio. Ci sono almeno una ventina di atenei con bilanci in
rosso, tanto è vero che i rettori hanno lanciato un appello al governo. La
replica è che occorre eliminare le sacche di spreco e di improduttività.
ROMA
Tranquilli, siamo gente con la testa sulle spalle , fa Walter Veltroni che
( da "Messaggero, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
E chiede pure il leader del Pd senza però crederci troppo che il governo ritiri
i decreti Gelmini "visto quel che hanno provocato in tutto il mondo della
scuola". Ma è sempre sulla manifestazione che il leader torna. E al
direttore del Gr Antonio Caprarica che lo intervista alla radio e gli chiede
"ma se la manifestazione fallisse sarà un avviso di sfratto?
ROMA
- Chi aspettava una riflessione, quantomeno una risposta franca a Veltroni, per
il qual ( da "Messaggero, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
per il quale il ritiro del decreto Gelmini era ormai improrogabile, ha ricevuto
da Silvio Berlusconi un "avviso ai naviganti" che suona, più o meno
così. La sinistra racconta solo bugie, avanti con il decreto, nessuna
occupazione di scuola o università, in caso contrario farò intervenire le forze
di polizia.
Dal
centro alla periferia si allarga la protesta degli studenti romani che a suon
di occupazioni gri ( da "Messaggero, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
alla riforma Gelmini. Sacchi a pelo, musica, televisioni e radioline per la
prima notte dei licei in mano a studenti "agguerriti" e decisi più
che mai. Portone chiuso e ragazzi a fare la "selezione" all'ingresso
al liceo classico Tasso in via Sicilia. Entrano solo gli interni ma sono tanti
i giovani provenienti da altri istituti che provano a forzare inutilmente il
"
Aumenta
il fermento delle scuole romane. Le dichiarazioni del premier Silvio Berlusconi
che ( da "Messaggero, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Gelmini rimbalzano negli istituti. E di fronte all'ipotesi dell'utilizzo della
forza pubblica, la condanna arriva dall'Unione degli Studenti (vicina alla
sinistra), così come dal Blocco Studentesco (movimento di Casa Pound). Fino al
sostegno degli attivisti d'estrema destra di Forza Nuova, che dicono:
"Saremo al fianco degli studenti nel caso il Governo li aggredisse"
Veltroni:
il Governo soffia sul fuoco ( da "Sole 24 Ore, Il" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
impatto del decreto Gelmini. E pure Ricki Levi fa la sua parte, pronto, poi in
conferenza stampa, a spiegare quelle "minacce " del premier ai
direttori dei quotidiani e delle Tivù. Davanti ai giornalisti, il messaggio del
Pd è chiaro: siamo dalla parte di studenti e professori, il premier
"soffia sul fuoco" e rischia di alzare il livello di scontro.
I
TAGLI ( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
e dei relativi quadri orario Decreto legge Tra i provvedimenti contenuti nel Dl
Gelmini c'è la reintroduzione del maestro unico, a partire dal 2009 nelle prime
classi. Poi il ritorno del voto in condotta che farà media con le altre
materiee chi sarà valutato con il 5 si ritroverà automaticamente bocciato. Il
provvedimento riporta i voti in pagella alle elementari e per le medie.
Napolitano:
dialogo in Parlamento ( da "Sole 24 Ore, Il" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Non può pronunciarsi nel merito del decreto Gelmini che è all'origine della
protesta, perchè - annota nella lettera nel nostro ordinamento al presidente
della Repubblica non sono attribuiti poteri esecutivi. Ma può e deve dire la
sua, contando sul potere di persuasione, non scritto nè codificato, su quella
che viene comunemente definita moral suasion.
Polizia
contro gli occupanti ( da "Sole 24 Ore, Il" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
stampa convocata per spiegare che sui provvedimenti del ministro Mariastella
Gelmini (presente alla conferenza) per scuola e università si dicono ( e si
scrivono) soltanto "bugie". "La realtà è quella di aule
universitarie piene di ragazzi che intendono studiare. Poi ci sono questi
manifestanti, organizzati dall'estrema sinistra, molto spesso dai centri
sociali come succede a Milano.
Maestro
unico, copertura incerta ( da "Sole 24 Ore, Il" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
contenuti nel Dl Gelmini arrivano dal dossier del Servizio bilancio del Senato.
In particolare, per la misura sul docente unico, non si conosce quanto costerà
il provvedimento. "Si segnala che non sono precisati né l'ammontare né gli
eventuali fabbisogni di spesa ulteriori sotto il profilo strumentale e della
didattica".
A
Verona prof e studenti boicottano lo sciopero ( da "Corriere
del Veneto" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
i professori di Scienze matematiche, fisiche e naturali a proseguire le lezioni
nei giorni in cui il Consiglio di facoltà, unico in tutto l'Ateneo scaligero,
ha decretato uno stop simbolico contro i tagli imposti dalla Gelmini. Per il
preside, Roberto Giacobazzi (nella foto), è una libera scelta. A PAGINA 5.
I
rettori: <Un patto sui tagli> ( da "Corriere del
Veneto" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
manifestazioni studentesche contro i tagli imposti dalla riforma Gelmini, gli
Atenei di Padova e Verona insieme agli altri undici virtuosi aderenti all'Aquis
(Associazione per la qualità delle Università italiane) tentano la carta del
dialogo. Ieri, a Roma, sei rettori in rappresentanza dei magnifici 13 hanno
presentato un patto "do ut des" per scongiurare "la catastrofe
di tutto il sistema"
<
La polizia negli atenei > E divampa la polemica ( da "Gazzetta
di Parma (abbonati)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
tro la riforma Gelmini e i tagli ai fondi delle università da giorni portano
avanti le proteste di piaz-za, non poteva essere più chiara. Il capo dello
Stato Giorgio Na-politano è intervenuto per cer-care di placare gli animi. è
in-dispensabile, ha affermato Na-politano, "che su questi temi non si
cristallizzi un clima di pu-ra contrapposizione,
La
riedizione del ' 68? No, ma serve il dialogo ( da "Gazzetta di
Parma (abbonati)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Gelmini, rischiano di diventare campo incendiario, se a livello
politicoistituziona-le si smarrisce il senso delle proporzioni. E la prima cosa
da ricordare ai ragazzi che si mo-bilitano un po' perché a quel-l'età è quasi
un dovere morale contestare, un po' perché loro non sembrano troppo informa-ti
sul vero contenuto del cam-
Berlusconi:
polizia nelle scuole occupate ( da "Messaggero, Il (Pesaro)"
del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Il premier difende la riforma Gelmini e avverte: va tutelato da ogni violenza
il diritto di chi vuole studiare. Cortei e blocchi in tutta Italia Berlusconi:
polizia nelle scuole occupate Veltroni: soffia sul fuoco. Napolitano: no alla
contrapposizione, serve il confronto.
A
rischio le <scuolette> dell'Abbiatense ( da "Giorno, Il
(Legnano)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Comune di Calvignasco BUBBIANO COSA CAMBIA CON IL PROVVEDIMENTO GELMINI di
SILVIA LODI PASINI ? BUBBIANO ? SCUOLE A RISCHIO nei piccoli paesi? Fosse
assiomatico che in un paese con pochi abitanti anche gli alunni sono pochi, il
provvedimento del ministro Gelmini che prevede la chiusura dei plessi
scolastici con meno di 50 alunni, nella Bassa abbiatense dovrebbe far strage di
scuole.
Veltroni:
< Non soffi sul fuoco > ( da "Gazzetta di Parma
(abbonati)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
in questi giorni sulla riforma della Gelmini e rese ancora più roventi
dall'annuncio di Berlu-sconi di voler usare la polizia per sgombrare scuole e
università occupate dagli studenti. è indi-spensabile, ha affermato Napo-litano
in una lettera indirizzata agli studenti dell'università la Sapienza di Roma,
"che su que-sti temi non si cristallizzi un cli-ma di pura
contrapposizione,
Occupazioni,
linea dura del premier ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)"
del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
La sfida di Berlusconi agli studenti, che contro la riforma Gelmini e i ta-gli
ai fondi delle università da giorni portano avanti le proteste di piazza, non
poteva essere più chiara. Il Cavaliere non farà marcia in-dietro. Non ritirerà
il contestato decreto che porta la firma della titolare di Viale Trastevere ed
è "sacrosanto" .
Altolà
di Berlusconi: ( da "Giorno, Il (Milano)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
conferenza stampa convocata in tarda mattinata con il ministro Gelmini per
illustrare il decreto e denunciare le bugie della sinistra ? che la sua non è
una dichiarazione di principio ma l'inizio di un piano d'azione. Decisionista.
Tanto da convocare a tambur battente a Palazzo Chigi il ministro dell'interno
Maroni per "dargli istruzioni dettagliate su come intervenire con le forze
dell'
Università:
da lunedì lezioni sospese a Scienze ( da "Gazzetta di Parma
(abbonati)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
2008 SCUOLA E POLEMICHE CONTRO IL DECRETO GELMINI Università: da lunedì lezioni
sospese a Scienze Assemblea infuocata al Campus: sciolto il Consiglio di
Facoltà Giorgia C. Facchinetti II Blocco della didattica da lu-nedì. Questa la
decisione presa dai docenti della Facoltà di Scienze che si sono autoconvo-cati
in assemblea dopo lo scio-glimento del Consiglio di Facol-
Il
Pdl: riforma Gelmini? Migliora la scuola ( da "Gazzetta di
Parma (abbonati)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
riforma Gelmini? Migliora la scuola Giovanni Cola II "Una feroce campagna
di di-sinformazione condotta dai par-titi di centrosinistra volta a
stra-volgere il reale significato della riforma Gelmini" . I
rappresen-tanti del Popolo delle Libertà in consiglio provinciale hanno
pre-sentato un ordine del giorno a sostegno del decreto che porta il nome dell'
REPLICA
DEL '68 MA IN PEGGIO ( da "Giorno, Il (Milano)" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
da Pavia a Firenze la carica dei baroni anti-Gelmini; i docenti minacciano i
ragazzi di bocciarli se non si mettono in fila con chi vuole scioperare; in
duemila hanno tentato di occupare la stazione Cadorna...". Che ci siano
questi allegri scioperanti ? pochi ? ciascun lo vede; quanti siano e chi siano
nessun lo sa.
<Faccio
autocritica, ma saprò voltare pagina> ( da "Giorno, Il
(Milano)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
nel giorno in cui il titolare della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini
esige trasparenza sui bilanci e annuncia l'invio degli ispettori in quei centri
del sapere dove si sono registrate voragini nei conti. Bacchettate giunte ieri
mentre era in corso a Firenze l'audizione in Regione dei tre rettori degli
atenei toscani da cui è emerso che Siena presenta un deficit milionario,
Di
DONATELLA BARBETTA ROMA SEDUTA ACCANTO al premier Berlusco ( da
"Giorno, Il (Milano)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
il ministro Mariastella Gelmini difende a spada tratta la sua riforma davanti
alla stampa e reagisce alle accese proteste sparse in tutt'Italia. E passa
anche al contrattacco, dicendo che l'università deve cambiare per evitare il
"dissesto totale". L'inizio non lascia adito a dubbi: "Da oggi
si volta pagina ?
Annozero,
no dei presidi A Bologna si va in piazza ( da "Giorno, Il
(Milano)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
trasmettere da uno degli istituti bolognesi capofila della protesta
anti-Gelmini, ma "molti presidi di Bologna hanno detto di no", spiega
Marzia Mascagni, insegnante delle elementari Longhena e responsabile scuola del
Prc di Bologna. "Forse faremo il collegamento da piazza Maggiore, ma
informazioni più precise le avrò dopo aver parlato con i giornalisti di
Annozero", aggiunge Mascagni.
La
linea Maroni <Tutelare tutti evitando scontri> ( da
"Giorno, Il (Milano)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Persino il ministro Gelmini, assicurano, non sapeva che l'avrebbe esibito.
Figuriamoci il resto del centrodestra, dove ? a cominciare dallo stesso Fini ?
c'è chi teme che la scintilla possa scatenare un incendio. "NON C'È un
salotto conversativo intenso nel governo", ammette il ministro Rotondi.
Il
docente Marco Revelli, cattedra Scienza della Politica: C'è il rischio effetti
( da "Stampa, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Secondo la proposta Gelmini rimarranno 3 o 4 università di eccellenza, con
tasse elevate. E potranno accedervi solo i più abbienti. Si aprirà ancora di
più la forbice di mobilità sociale, che consente a studenti appartenenti alle
classi più povere di salire nella scala sociale".
Due
sono gli errori oggi possibili di fronte all'infiammarsi ( da
"Tempo, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
si indirizza genericamente contro l'ultimo tentativo di riforma del ministro
Gelmini. Il primo errore è di lasciar correre nell'indifferenza delle autorità
scolastiche, nel disordine delle strutture educative e nella riproposizione
retorica di vuote parole ribellistiche, spesso sconosciute agli stessi
dimostranti che le pronunziano.
Di
fronte alle agitazioni nelle scuole e nelle università, ( da
"Tempo, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Mentre il ministro Gelmini passa al contrattacco e critica l'opposizione:
"Prima sono rimasti zitti e adesso vanno in piazza". Ma si
moltiplicano le iniziative di sostegno alla sua riforma. Della Pasqua,
Dell'Orefice e Poggi alle pag. 2, 3, 5 e 6.
Seimila
firme contro il decreto Gelmini ( da "Stampa, La" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
NUOVE INIZIATIVE Seimila firme contro il decreto Gelmini Oggi alle 8 previsto
sit-in di un'ora davanti all'Itis Giovedì
Polizia
negli atenei ( da "Centro, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
protesta contro la riforma Gelmini che dilaga ormai in tutta Italia, con
manifestazioni e cortei anche in Abruzzo, a Lanciano e all'Aquila. E le parole
del premier contro i manifestanti non fermano le occupazioni, che anzi si
intensificano e fanno dire a Veltroni: "Il capo del governo soffia sul
fuoco, proteste così ampie e diffuse dovrebbero portare il governo a ritirare
il decreto"
Gli
studenti sfidano berlusconi ( da "Nuova Venezia, La" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
tutta Italia la protesta della scuola contro la riforma Gelmini. Ieri il liceo
Franchetti di Mestre è stato occupato da una settantina di ragazzi (foto); oggi
sono in programma a Venezia cortei, assemblee e sit-in. Si mobilitano anche le
università veneziane con i rispettivi rettori. E' una sfida a Berlusconi, che
avverte: "Contro le occupazioni faremo intervenire le forze dell'
La
brutalità del governo - gianfranco bettin ( da "Nuova Venezia,
La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
A proposito del decreto Gelmini (una riforma per decreto!), non stiamo tanto
parlando di una riforma della scuola: stiamo "solo" parlando di avere
meno scuola. Meno insegnanti, meno ore di lezione, meno ricerca e così via. Un
taglio che basterebbe a motivare mobilitazioni come quelle in corso da giorni
in tutto il Paese, dalle elementari alle università,
Alt
alla gelmini, l'università si ferma ( da "Mattino di Padova,
Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Prima Pagina Alt alla Gelmini, l'università si ferma Stop di tre ore alle
lezioni, assemblee in facoltà. E domani famiglie in piazza PADOVA. L'università
si ferma questa mattina tre ore, dalle 10 alle 13, per dire no alla riforma
Gelmini, sintetizzata nella legge 133 approvata dalla Camera e ora attesa al
vaglio del Senato.
Istituti
in trincea alt alla riforma gelmini con barricate creative ( da
"Mattino di Padova, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Alt alla riforma Gelmini con barricate creative" Oggi presÍdi alle entrate
delle superiori, alunne in nero vestite a lutto Domani festa in piazza di
genitori e insegnanti Al Senato è partito ieri l'esame del decreto-legge
sull'istruzione pubblica già passato alla Camera, nel mondo della scuola monta
la protesta e da oggi si prospetta un fine-
Universita'
ferma stop di 3 ore alla didattica assemblee nelle facoltà ( da
"Mattino di Padova, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
per dire no alla riforma Gelmini sintetizzata nella legge 133, approvata dalla
Camera e ora attesa dal 30 ottobre al vaglio del Senato: data per la quale è
già stato proclamato dai sindacati lo sciopero generale della scuola. Uno
"stop", quello odierno, che trova uniti gli studenti e le massime
istituzioni accademiche.
Scuole
e viabilità, i nodi in Consiglio ( da "Stampa, La" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
VENTIMIGLIAIL PD: LA RIFORMA GELMINI RISCHIA DI CREARE PROBLEMI PER LE FAMIGLIE
NELLE FRAZIONI Scuole e viabilità, i nodi in Consiglio [FIRMA]LORENZA RAPINI
VENTIMIGLIA Il Partito democratico presenterà questa mattina due ordini del
giorno da inserire nel Consiglio comunale di stasera.
Tagli,
il marconi in autogestione oggi in comune assemblea dei genitori (
da "Centro, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
forme di protesta contro la riforma della scuola proposta dal ministro Gelmini.
Oggi alle 17,30, nella sala consiliare del Comune, è in programma un'assemblea
pubblica promossa dal comitato genitori di via Benedetto Croce. Verranno
affrontati i temi caldi della contestata riforma, a partire da quello dei tagli
e passando attraverso l'abbassamento dell'età dell'obbligo scolastico.
Anche
in collina scuole a rischio di soppressione ( da "Stampa,
La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
La Riforma Gelmini rischia di cancellare le scuole della collina torinese:
Montaldo e Moriondo sembrano pronte a capitolare, Pavarolo, Arignano, Moncucco
rientrano nelle "liste di proscrizione". La Riforma, infatti, prevede
la chiusura delle scuole sotto i 50 allievi -
ROMA
- È cominciato nell'aula del Senato l'esame del contestato decreto legge
Gelmini sulla scuola, alla presenza del ministro ( da "Adige,
L'" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
esame del contestato decreto legge Gelmini sulla scuola, alla presenza del
ministro. Prima dell'avvio della discussione generale bisognerà votare le otto
pregiudiziali di costituzionalità presentate dall'opposizione. Solo dopo che
sarà superato questo scoglio si avvierà il dibattito generale che dovrebbe
prendere il via oggi.
ROMA
- Il dipartimento di Fisica de La Sapienza sbarrato con i lucchetti; un lungo
corteo funebre (come salma, ovviamente, l'università pubblica) con tanto di
ceri, fiori e scialli ( da "Adige, L'" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
contro i tagli dei finanziamenti agli atenei e contro la riforma Gelmini che
ripristina il maestro unico continua. Continua anche mentre a Palazzo Chigi il
premier Berlusconi, e il ministro dell'Istruzione, Gelmini, sfoderano il pugno
duro: non arretreremo di un millimetro, andremo avanti nella direzione
lungamente meditata, non permetteremo che pochi contestatori - perchè sono
pochi,
Scuola,
la protesta non si ferma ( da "Stampaweb, La" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Istruzione Maria Stella Gelmini. I cancelli della Facoltà di Scienze Politiche
dell'Università degli Studi di Milano, ad esempio, sono stati bloccati dagli
studenti per un'ora, impedendo così l'ingresso a chi voleva frequentare i
corsi. Nessuna protesta da parte del centinaio di ragazzi presenti all'esterno,
dove sono stati appesi striscioni contro il ministro dell'
La
Sapienza: <Un'onda anomala> applaude la lettera di Napolitano
( da "Corriere della Sera" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
decreto Gelmini". Le anime dei saperi in mobilitazione, si incontrano alla
Sapienza: anche un genitore della scuola Iqbal Masih, Luca Mascini, interviene
chiedendo agli studenti di partecipare al sit-in. Per lui, applausi a non
finire. Un corteo si muoverà, alle 14, dalla città universitaria: "E il 7
e 14 novembre nuove manifestazioni di concerto con le altre università italiane"
Fisica,
esperimenti in piazza ( da "Corriere della Sera" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
il decreto Gelmini in un modello matematico davanti agli studenti che hanno
seguito la lezione seduti a terra. "Il modello - ha spiegato uno studente
- mostra le conseguenze che il decreto potrà avere a lungo termine e indica
che, con il ritmo di tagli previsto dalla legge 133 e nessun nuovo
finanziamento, l'attività di ricerca tenderà a zero e che questo si rifletterà
anche sull'
Occupato
il Tasso Dilaga la protesta ( da "Corriere della Sera" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
programmare azioni contro il decreto Gelmini racconta Antonio dei collettivi -
poi, in risposta alle dichiarazioni di Berlusconi su possibili azioni
repressive nelle scuole, l'assemblea ha votato l'occupazione: 800 voti
favorevoli e 250 contrari. Questa volta abbiamo al nostro fianco i professori
con cui c'è un atteggiamento collaborativo e pensiamo di organizzare
mobilitazioni comuni -
NEL
NOSTRO PAESE ( da "Corriere della Sera" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Poi quando i ministri Brunetta e Gelmini intendono assicurare ai propri
dicasteri una decisa inversione di rotta, con maggior rigore e severità, apriti
cielo! Critiche a non finire, cortei e manifestazioni contro il "giro di
vite" anti assenteismo, lassismo e scarsa efficienza.
Bocciati
per un solo quattro o un cinque nella materia chiave ( da
"Corriere del Veneto" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
minaccia di bocciare per la parolaccia e chi per un unico
Orientale,
occupazione Sun, stop alle attività ( da "Denaro, Il" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
universitari contro la riforma Gelmini e i tagli alla ricerca scientifica. Il
confronto con i docenti è durato più di due ore e, secondo gli organizzatori,
vi hanno preso parte circa 1500 studenti. "La decisione è stata presa a
maggioranza dall'assemblea, dopo il rifiuto dei docenti ad attuare il blocco
della didattica", fa sapere il portavoce della rete dei dottorandi e dei
ricercatori.
FI,
fischi e applausi davanti alle scuole ( da "Resto del Carlino,
Il (Ravenna)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
particolarmente soddisfatti della campagna di verità sul decreto Gelmini che
fino al termine delle occupazioni sarà in atto all'ingresso delle scuole
superiori della città". I volontari di FI Pdl oggi saranno all'Istituto
d'arte per il mosaico e all'Olivetti. Ieri sono stati al Liceo artistico e allo
Scientifico dove, raccontano, "nonostante cori di scherno e qualche
battibecco,
Stavolta
viaggia anche su Internet ( da "Resto del Carlino, Il
(Ravenna)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Istruzione Mariastella Gelmini. Un'occupazione convinta, ragionata e 'gentile'.
Niente eccessi e tanta organizzazione. "Certo non tutti gli studenti sanno
perché stiamo occupando, per questo tra le nostre priorità c'è
l'informazione" dicono i ragazzi. Rivendicano una totale autonomia
politica e rifiutano l'etichetta di "nostalgici del '68".
SULLA
RIFORMA della scuola del ministro Gelmini tutti si affannano ( da
"Resto del Carlino, Il (Cesena)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
ministro Gelmini tutti si affannano ... SULLA RIFORMA della scuola del ministro
Gelmini tutti si affannano a dire la loro ma il consigliere comunale FI-Pdl
Roberto Buda dice che spesso si tratta di banalità e falsità preconcette:
"Sono genitore, docente e rappresentante politico e mi sembra che nel
merito delle novità introdotte dalla riforma ci siano abbondanti falsità e
tendenziosità.
<Pronti
ad azioni forti contro la scure sulle scuole> ( da "Resto
del Carlino, Il (Rimini)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
gli amministratori hanno alzato nei confronti del decreto Gelmini, al termine
della riunione tenuta a Pesaro dall'assessore provinciale alla Pubblica
Istruzione Renzo Savelli. Contro l'accorpamento delle sedi distaccate con meno
di 50 alunni, ad eccezione delle scuole d'infanzia, Casteldelci, Maiolo,
Perticara di Novafeltria, Feltria, San Leo (ma anche Montecopiolo e
Montegrimano)
Occupato
il liceo scientifico Pacinotti ( da "Nazione, La (La
Spezia)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
In provincia si sono formati comitati di genitori contro i decreti della
Gelmini: anche a Lerici è in programma per domani alle 17 un'assemblea aperta
nella sala del consiglio comunale. Sempre domani si terrà un'occupazione
davanti alla scuola storica della Pianta, dove è nato il tempo pieno spezzino.
Il consigliere comunale Luca Liguori è preoccupato.
FORMIGINE
I GENITORI del distretto si mobilitano per raccogliere firme ( da
"Resto del Carlino, Il (Modena)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
per confrontarsi sulla riforma introdotta dal decreto legge Gelmini. I
genitori, più preoccupati per il modello di scuola che si va a delineare con la
riforma, si sono mobilitati. Si sono riuniti per leggere e analizzare il corpus
programmatico di legge, per informarsi e discutere circa i temi che riguardano
maggiormente le famiglie.
Dietro
front: l'università restituisce i soldi ( da "Nazione, La
(Siena)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Come se non bastasse Gelmini fa notare "che si sarebbe attesa da Magnifici
e professori un po' di autocritica per come è stata gestita l'università e per
come è ridotta". I veleni proseguono: "Non sorprende che nell'elenco
degli atenei con i 'buchi' ci siano quelli toscani ?
Le
difficoltà della ministra Mariastella ( da "Opinione, L'"
del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Gelmini ci sono problemi, ma intanto approviamo il federalismo fiscale e poi
magari la Lega chiederà il Ministero dell'Istruzione: questo disse nel consueto
modo istintivo, ma non per questo avventato, Umberto Bossi nei primi giorni di
settembre, quando, in tempi non sospetti, il Senatùr aveva identificato aspetti
critici nel decreto di riforma scolastica e previsto le possibili
Tutti
dietro la lavagna ( da "Opinione, L'" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
alunno Gelmini ha presentarsi accompagnato dal genitore Berlusconi. Certo,
l'alunno si è comunque comportato bene, ma è stato il genitore a rubare ? come
suo solito ? la scena a Palazzo Chigi. Come spesso accade, però, le cose vanno
raccontate dalla fine, visto che da attore consumato Berlusconi ha tirato uno
schiaffo dietro l'
Ai
nostri studenti non resta che iscriversi a Cepu ( da "Opinione,
L'" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Istruzione Mariastella Gelmini, la quale forse non lo sa, ma sta ricevendo un
grosso favore dalla sinistra che scende in piazza. E già, perché si tratta di
una sinistra cieca, che confonde la scuola con l'università e serve un assist
d'oro alla ministra che specifica "che le proposte sugli atenei saranno
presentate solo dopo l'approvazione dei decreti riguardanti la scuola dell'
LETTERA
APERTA AGLI STUDENTI ( da "Giornale.it, Il" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Ora tocca alla Gelmini, che "divora i bambini". Le rime sono persino
facili, avanti con la fantasia. Vi siete mai chiesti, però, perché ogni riforma
della scuola, proposta da qualsiasi ministro, di qualsiasi partito, è sempre
fallita? Cui prodest? E che ci fanno dietro le vostre spalle professori e
sindacalisti?
I
professori mostrino responsabilità ( da "Tempo, Il" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
si indirizza genericamente contro l'ultimo tentativo di riforma del ministro
Gelmini. Il primo errore è di lasciar correre nell'indifferenza delle autorità
scolastiche, nel disordine delle strutture educative e nella riproposizione
retorica di vuote parole ribellistiche, spesso sconosciute agli stessi
dimostranti che le pronunziano.
Proteste,
èlinea dura. Berlusconi: "Polizia contro le occupazioni" Veltroni:
"Soffia sul fuoco" ( da "Tempo, Il" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
fino alla stessa Gelmini, che hanno affrontato di petto i problemi con il pugno
di ferro e non si sono fatti intimidire dale resistenze del sistema. Quando il
ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna affrontò il problema della
prostituzione scatenando un polverone, subito schizzò al vertice del gradimento
nei sondaggi.
Roma,
11:27 - SCUOLA: BERSANI, DA GELMINI TANTA ARROGANZA ( da
"Repubblica.it" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
<Polizia
in scuole e atenei> Monta la protesta ( da
"Corriere.it" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
BERSANI CONTRO LA GELMINI - Sulla riforma della scuola continua anche la
polemica politica, con il ministro ombra dell'Economia del Pd, Pierluigi
Bersani, che attacca il ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini:
"Ho ascoltato la Gelmini mentre elencava i mali dell'università italiana:
sono mali veri, ma lei lo diceva con odio e arroganza.
(ACR)
SCUOLA E UNIVERSITAâ , NARDIELLO: CON PERSONALE E STUDENTI ( da
"Basilicanet.it" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
" alle richieste di immediate dimissioni del ministro Gelmini per
manifesta incapacità e incompetenza, per arroganza di potere che si traduce in
mancanza di confronto e in ostentato disprezzo per tutti coloro che manifestano
per il diritto allâ??istruzione e contro la privatizzazione del sapereâ?
STIGLIANO,
PROTESTANO GLI STUDENTI CONTRO LA RIFORMA GELMINI ( da
"Basilicanet.it" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
di Stigliano protestano contro la riforma Gelmini. In comune accordo con il
dirigente scolastico hanno deciso di sospendere per tre ore al giorno le
lezioni e organizzare gruppi di discussione affinché© ogni alunno possa
manifestare le proprie idee. In ogni classe sono state stilate relazioni
contenenti le opinioni degli studenti, che saranno inviate al ministro dellâ?
I
dubbi dell'America su Sarah Palin E Obama allunga: McCain a -12 punti
( da "Quotidiano.net" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Lettera aperta del ministro Gelmini: "Non ci sono soldi, finita
un'epoca" (57 commenti) "Via la patente ai condannati per droga E se
minori non potranno prenderla" (56 commenti) Raccontateci il 'vostro' sci
e andrete gratis a Skipass (38 commenti) Multa record a senzatetto Oltre 700
euro per aver steso i cartoni (25 commenti) Sfila la rabbia degli universitari
(
Traslochi
vip: anche Paris vuole casa a Londra ( da "Quotidiano.net"
del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Lettera aperta del ministro Gelmini: "Non ci sono soldi, finita
un'epoca" (57 commenti) "Via la patente ai condannati per droga E se
minori non potranno prenderla" (56 commenti) Raccontateci il 'vostro' sci
e andrete gratis a Skipass (38 commenti) Multa record a senzatetto Oltre 700 euro
per aver steso i cartoni (25 commenti) Sfila la rabbia degli universitari (
Berlusconi
duro con le occupazioni: "Non ritiriamo il decreto sulla scuola"
( da "Panorama.it" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
continuiamo nella direzione lungamente meditata e poi intrapresa dal ministro
Gelmini". A dirlo è il premier Silvio Berlusconi [1] in conferenza stampa
a Palazzo Chigi, proprio con il [2] ministro dell'Istruzione Maria Stella
Gelmini. Perché: "L'obiettivo non è la riforma strutturale della scuola ma
mettere al centro della scuola lo studente.
D'Alema
attacca Brunetta: "Energumeno tascabile" ( da
"Panorama.it" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Mariastella Gelmini e Giulio Tremonti: "Il taglio di risorse per scuola,
università e ricerca è drastico e danneggia il futuro del nostro paese". È
andata pure peggio al Pdl intero, definito "faccia di tolla" perché
con il premier Berlusconi, in mattinata, aveva osato contestare la scelta del
Pd di scendere in piazza in una situazione economica così difficile:
Sette
chili in più per Beyoncé Ma solo per motivi di copione ( da
"Quotidiano.net" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Lettera aperta del ministro Gelmini: "Non ci sono soldi, finita
un'epoca" (57 commenti) "Via la patente ai condannati per droga E se
minori non potranno prenderla" (56 commenti) Raccontateci il 'vostro' sci
e andrete gratis a Skipass (38 commenti) Multa record a senzatetto Oltre 700
euro per aver steso i cartoni (25 commenti) Sfila la rabbia degli universitari
(
Scuola,
dilaga la rabbia in tutt'Italia Il prefetto: "Manifestare è un
diritto" ( da "Quotidiano.net" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
bullismo Politica Esteri Libri Arte Musica Spettacolo Gossip Pazzo Mondo Salute
Tecnologia Meteo Scommesse Casa LE PROTESTE ANTI-GELMINI Scuola, dilaga la
rabbia in tutt'Italia Il prefetto: "Manifestare è un diritto" Cortei
e manifestazioni in tutta Italia, dopo gli incidenti a Milano. Bersani:
"Ministro arrogante e pieno di odio". Ermellino all'asta online.
Bologna, Annozero in piazza.
All'attacco
( da "Avvenire" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
CRONACA 23-10-2008 all'attacco Il premier difende a spada tratta la riforma
Gelmini e attacca l'estrema sinistra che strumentalizza le proteste degli
studenti. Poi se la prende anche con i giornali che "distorcono la
realtà" e con la tv pubblica che diffonde "solo immagini di chi
protesta".
<Non
è una questione di ordine pubblico> ( da "Avvenire" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
iter del decreto Gelmini in Parlamento è l'occasione per mettere l'accento sul
periodo di crisi in Italia. "La dichiarazione del presidente Napolitano
sui temi della scuola e dell'università indica la giusta direzione, quella cioè
del dialogo aperto, di un approccio serio e positivo ad un grande tema sociale
che non può essere ridotto ad una questione di ordine pubblico"
CRONACA
23-10-2008 COSA CAMBIA UNIVERSITÀ Nella manovra finanziaria di agosto, il
governo ha stabili... ( da "Avvenire" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
ha assicurato il ministro Gelmini. ADOZIONE DEI LIBRI Il decreto prevede che
l'adozione dei libri di testo sia quinquennale "salva la ricorrenza di
specifiche e motivate esigenze". L'editore si impegna a non fare modifiche
durante questi 5 anni. ABILITAZIONE E SSIS Viene ripristinato il valore
abilitante della laurea in Scienza della formazione primaria.
<Polizia
contro le occupazioni> ( da "Avvenire" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
E il ministro Gelmini chiarisce: "Sono indignata: in molte scuole e
università gruppi minoritari impediscono ai ragazzi di entrare in classe e di
studiare". Il ministro Mariastella Gelmini e il premier Silvio Berlusconi
durante la conferenza stampa di ieri (Ansa).
<Le
parole del premier non fermeranno la protesta> ( da
"Avvenire" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
A Trento il comitato "no-Gelmini" ha rivendicato l'occupazione del
rettorato dell'ateneo avvenuta martedì, rivendicando anche "l'estraneità a
qualsiasi centro sociale" come invece "si è accusato di avere.
Occupazione anche all'Università Orientale di Napoli, decisa al termine di una
lunga assemblea durata quasi tutta la giornata.
Scuola,
altro scontro Il Colle: serve dialogo ( da "Avvenire" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Ï Berlusconi: i giornali e la sinistra disinformano, la riforma Gelmini è
sacrosanta. Intendo tutelare gli studenti che vogliono entrare in classe Ï Il
leader del Pd difende la protesta e plaude alle parole del capo dello Stato. E
al premier: "Ritiri il decreto invece di provocare" D'ANGELO, GRASSO,
LENZI, PICARIELLO 6/7.
Allievi
a lutto e aule vuote Così nelle città venete Sale la protesta: 48 ore di
sit-in, allievi a lutto e stop alle lezioni ( da "Corriere del
Veneto" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
com, che "dice basta agli scioperi violenti e illegali e alle
occupazioni", perchè "è ora di ascoltare il ministro Gelmini e capire
dietro agli slogan quale è la verità". In compenso, Forza Nuova si dice
pronta a difendere gli studenti in rivolta dalle forze dell'ordine mandate da
Berlusconi.
E
oggi Mazzucco al vertice della Crui <Punire la bestemmia?\n E' un segnale di
crisi> ( da "Corriere del Veneto" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Proprio questa attività mediatrice (che non esclude il governo come
interlocutore) sarebbe all'origine del basso profilo mantenuto dal Senato
accademico scaligero nei confronti del ddl Gelmini e delle proteste indirizzate
alla riforma provenienti da gran parte del mondo universitario italiano. Paola
Vescovi D.O.
Sale
la protesta: 48 ore di sit-in, allievi a lutto e stop alle lezioni (
da "Corriere del Veneto" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
com, che "dice basta agli scioperi violenti e illegali e alle
occupazioni", perchè "è ora di ascoltare il ministro Gelmini e capire
dietro agli slogan quale è la verità". In compenso, Forza Nuova si dice
pronta a difendere gli studenti in rivolta dalle forze dell'ordine mandate da
Berlusconi.
Bocciati
per un solo quattro o un cinque nella materia chiave ( da
"Corriere del Veneto" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
minaccia di bocciare per la parolaccia e chi per un unico
Nell'agenda
del Pd c'è "Salva l'Italia" ( da "Giornale di
Vicenza.it, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Gelmini Nell'agenda del Pd c'è "Salva l'Italia" È fitta di
appuntamenti l'agenda del Pd bassanese, soprattutto in considerazione
dell'imminente avvio di campagna elettorale. "Abbiamo aperto il
tesseramento - spiega il consigliere comunale, nonché portavoce dei
democratici, Giovanni Reginato - e il 25 ottobre saremo a Roma per partecipare
alla manifestazione nazionale e portare
Istituti
tecnici e professionali: taglio alle materie d'indirizzo ( da
"Giornale di Vicenza.it, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
abbondantemente in subbuglio rispetto al decreto Gelmini. Quando Francesco
Bortolotto della Gilda, che ieri ha tenuto un assemblea sindacale al liceo Da
Ponte, ha rivelato il contenuto della bozza ministeriale che propone i tagli da
effettuare per ridurre di 4 ore settimanali il tempo scuola di istituti tecnici
e professionali, si è levato tra i docenti un mormorio di disapprovazione.
CORTEO
CONTRO LA GELMINI ( da "Corriere Adriatico" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
La manifestazione è stata organizzata dal collettivo studentesco Zenit
"contro la Riforma Gelmini e la devastazione della scuola pubblica".
"Sono ormai decenni - si legge nel comunicato che anticipa il corteo -che
la scuola pubblica subisce continui attacchi, ma quest'anno le proporzioni di
questa devastazione hanno toccato vette di indicibile pericolosità.
Con
la riforma Gelmini sono 130 i prof. a rischio ( da "Stampa,
La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Gelmini sono 130 i prof. a rischio La Regione ha presentato ricorso contro i
tagli delle scuole Situazione in bilico anche per trenta impiegati e bidelli
[FIRMA]VINCENZO AMATO OMEGNA La riforma della scuola metter a rischio 150 posti
di lavoro: il piano-Gelmini avrà ripercussioni notevoli nel Vco fra insegnanti
e personale non docente che andranno in pensione e non saranno rimpiazzati,
"Basta
violenze, ora mando la polizia" ( da "Corriere
Adriatico" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
non è vero che con questo decreto si cerchi di favorire la scuola privata:
"Non vedo il nesso. Noi stiamo cercando di far funzionare meglio la scuola
pubblica che oggi è inefficiente e costosissima". Contro queste proposte
la sinistra, accusa il Cavaliere, cerca solo di "'strumentalizzare",
"tenta di costruire un'opposizione di piazza su un terreno circoscritto,
"Il
premier soffia sul fuoco" ( da "Corriere Adriatico"
del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
dato durante una conferenza stampa per sostenere il ministro della Pubblica
Istruzione Mariastella Gelmini, scatena un'ondata di proteste nel
centrosinistra. La reazione più dura è quella del segretario del Pd Walter
Veltroni che accusa il premier di voler "soffiare sul fuoco".
Manifestare contro decisioni del governo, osserva, è "fisiologico in una
democrazia".
Il
ministro: "Buchi nel bilancio degli atenei di Urbino e Camerino"
( da "Corriere Adriatico" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
dietro la lavagna del ministro Gelmini. Nel mirino, in particolare gli atenei
di Urbino e Camerino, che secondo l'esponente del governo presentano
"gravi buchi in bilancio". Immediata la presa di distanza da questa
affermazione degli interessati. Gelmini, s'è detta "indignata per la
notizia che in molte scuole e università alcuni gruppi minoritari impediranno
ai ragazzi di studiare.
Università
e riforme ( da "Corriere Adriatico" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
NON sarà facile per gli studenti scesi in piazza contrastare le misure del
ministro Gelmini. Come direbbe Heisemberg, solo uno dei due ha ragione, ma
stabilire chi ce l'ha è quasi impossibile. Il problema principale è noto:
scuola e università sono istituzioni sociali di estrema importanza e, come
tali, difficilmente riformabili senza una piattaforma culturale condivisa.
La
pioggia non ferma la protesta della scuola ( da "Unione Sarda,
L' (Nazionale)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
bidelli e collaboratori hanno manifestato contro la riforma del ministro
Gelmini. Il corteo, promosso da Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda, partito da
piazza Roma ha fatto tappa prima davanti all'ex Provveditorato e poi in
Prefettura. Brevi incontri per illustrare le conseguenze che la riforma
potrebbe avere nel territorio oristanese.
Pensieri
autogestiti nelle aule occupate ( da "Unione Sarda, L'
(Nazionale)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
contro il Governo Berlusconi e la riforma della Gelmini, contro i tagli e contro
quello che volete, colpisce che gli studenti ancora siano convinti che la
liberazione e il sapere siano nascosti nel dibattito, come se nei parlarsi
tutti sapessero tutto. E allora diventano interessanti "le regole per una
buona autogestione" che circolano nelle scuole italiane.
Sette
scuole rischiano la chiusura ( da "Unione Sarda, L'
(Nazionale)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
straordinaria convocata per discutere della riforma Gelmini ha evidenziato le
spaccature tra i due schieramenti, ma ha detto che occorrerà ritrovare l'unità
per arrivare a una proposta unitaria che possa salvare il salvabile.
L'assemblea è vissuta di schermaglie anche aspre tra maggioranza e opposizione,
lontane anni luce sulla valutazione data alla proposta di riforma della scuola.
<Viaggi
in autobus più comodiper gli studenti pendolari> ( da
"Sicilia, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Istruzione Mariastella Gelmini. A farsi portavoce del disagio studentesco è
stata l'Udu (Unione studenti universitari), che lancia l'allarme sulla
prospettiva di chiusura delle sedi decentrate a seguito dei tagli operati
dall'esecutivo nazionale. "Per le sedi decentrate come quella di Caltanissetta
- spiegano il consigliere provinciale Salvatore Licata,
<Sedi
decentrate a rischio>Riforma Gelmini ( da "Sicilia, La"
del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Sedi decentrate a rischio"Riforma Gelmini. Anche gli studenti universitari
nisseni sono in fermento "Dodici scatti per un sorriso": così è
denominata la particolare e lodevole iniziativa, a sfondo benefico, che vede
coinvolte le Associazioni di volontariato "L'Arca" onlus di San
Cataldo, nata lo scorso anno e presieduta da Pasquale Panvini,
Tramvia,
respinti i ricorsi di Erg Petroli e privati ( da "Sicilia,
La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
il fronte universitario di contestazione al piano Gelmini prosegue col primo
movimento, ma si seguono spartiti diversi. Anche la Facoltà di Scienze ha
deciso ieri per lo "slittamento" delle lezioni al primo novembre,
mentre c'è chi in simbolo di protesta ha deciso di farle in piazza e chi,
infine, si oppone duramente al resto della banda.
(m.d.)
Il Franchetti guida la protesta contro il Decreto ( da
"Gazzettino, Il (Venezia)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
del ministro della Pubblica istruzione Maria Stella Gelmini. Ed è la prima
volta nella storia recente delle proteste studentesche che i ragazzi del Liceo
classico si mobilitano per primi, in città, e addirittura occupano la scuola
mentre tutti gli altri sono a lezione. Dal '
Si
mobilitano nidi e materne ( da "Gazzettino, Il (Venezia)"
del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
informando di tutte le modifiche introdotte dalla riforma del ministro Gelmini,
mira a coinvolgere anche chi ha i bambini al nido e alle materne. "Abbiamo
notato una grande partecipazione tra i genitori delle elementari spiega Alberto
Fiorin del Coordinamento veneziano per la difesa della scuola pubblica - mentre
chi ha il bambino più piccolo è meno coinvolto nella protesta.
La
musica e le fiaccole anti-riforma Gelmini ( da "Gazzettino, Il
(Pordenone)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
SINDACATO La musica e le fiaccole anti-riforma Gelmini (A.B.) La Cgil Scuola ha
organizzato per domani, in piazza Ellero dei Mille, un pomeriggio di
mobilitazione con concerto musicale con gli studenti-musicisti della
Navarroband, corteo-fiaccolata intorno alle scuole Gabelli e interventi dei
genitori per difendere la scuola pubblica.
I
tagli alla scuola elementare e la demagogia dei contrari ( da
"Gazzettino, Il (Rovigo)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Dico questo, perché la riforma Gelmini, dopotutto, non è così male. Primo, si
dice che il bilancio della scuola subirà tagli per 8 miliardi, mentre i tagli
netti previsti per il triennio 2009-2011 sono pari a 3,6 miliardi spalmati su
tre anni. Secondo, si fa credere che i licenziati saranno 87 mila.
La
professoressa costringe gli studenti a rinunciare alla gita ( da
"Gazzettino, Il (Treviso)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
di protesta nei confronti del noto decreto del Ministro Gelmini e delle sue
modalità di approvazione. "I docenti dell'istituto comprensivo di Caerano
-scrivono i docenti - esprimono profonda preoccupazione per le sorti
dell'istruzione. Si ritiene che la fretta con cui è stato stilato ed approvato
il decreto non abbia consentito la necessaria riflessione sugli aspetti
pedagogici,
Boicottate
tutte le gite scolastiche ( da "Gazzettino, Il (Treviso)"
del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
gite scolastiche La decisione è stata presa dal collegio dei docenti: sotto
accusa il decreto del ministro Gelmini CaeranoGite sospese contro la Gelmini. I
quasi settecento alunni dell'istituto comprensivo di Caerano, che coinvolge
elementari (427 alunni) e medie (246) per un totale di 32 classi, non effettueranno,
quest'anno, né gite scolastiche di più giorni né di un solo giorno.
Il
turismo è da abbinare alla partita Serve una ( da "Gazzettino,
Il (Udine)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
molto dispiaciuti per le continue proteste nei confronti della riforma della
scuola del ministro Gelmini da parte di alcuni gruppi di studenti che, con una
protesta finalizzata unicamente all'attacco nei confronti del governo di
centro-destra, ingnorano lo scopo della riforma, che è quello di riformare
profondamente il sistema scolastico italiano per riportarlo ai vertici europei.
Ingiusta
discriminazione tra tifosi Mi rivolgo ( da "Gazzettino, Il
(Padova)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Il governatore ha deciso di stare dalla parte della Gelmini. Noi siamo dalla
parte degli studenti a cui verranno diminuite le ore nei tecnici e nei
professionali, ai quali verranno tagliate le strutture, i laboratori, le gite,
le attività extracurricolari. In una regione con la dispersione scolastica al
15\%, stiamo con chi non vuole il ritorno dell'obbligo ai 14 anni.
<Focus
sulla Riforma>, invece, all'istituto tecnico commerciale Rizza (
da "Sicilia, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Gelmini, e motivazioni di natura più concreta: "Da martedì occupiamo
l'istituto solo la mattina - racconta Giulia Micalizio, una delle alunne
dell'Insolera - e abbiamo deciso di attuare la forma di protesta visto che un
punto del decreto Gelmini riguarda gli istituti tecnici come il nostro in
maniera particolare: la riduzione delle ore settimanali di lezione da
Il
Carroccio friulano in festa a San Daniele ( da "Gazzettino, Il
(Pordenone)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Dalle 21 la parola passerà al senatore Mario Pittoni, capogruppo della Lega
nella commissione Cultura della Camera, e con lo stesso Fontanini, presidente
della Provincia di Udine. I due parleranno della riforma Gelmini in campo
scolastico, di sicurezza e di riforma federalista.
Il
premier al fianco della Gelmini convoca Maroni<Forze dell'ordine schierate
davanti a scuole e atenei> ( da "Sicilia, La" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
premier al fianco della Gelmini convoca Maroni "Forze dell'ordine
schierate davanti a scuole e atenei" Anna Rita Rapetta Roma. Il governo
userà il pugno di ferro contro le occupazioni di scuole e università. L'intenzione
è quella di schierare le forze dell'ordine davanti agli edifici scolastici e
agli atenei per respingere qualsiasi tentativo di blocco delle attività
didattiche.
Pianeta
istruzione ( da "Sicilia, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
durante il suo intervento al Senato prima dell'avvio dell'esame del decreto
Gelmini che è approdato in aula in fretta e furia, senza il parere della
commissione Istruzione. Il Pd insiste affinché la commissione completi il suo
lavoro e chiede che l'esame del decreto venga rinviato a lunedì prossimo nella
speranza di aprire un confronto con la maggioranza.
Vaccari:
<Il ministro ha promesso: niente tagli alla montagna> ( da
"Gazzettino, Il (OgniSport)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Dopo un lungo e approfondito colloquio con il ministro Gelmini in merito alle
scuole di montagna, ho avuto rassicurazioni che nel bellunese i nostri plessi
saranno salvaguardati". Lo ha reso noto il senatore della Lega Nord
Gianvittore Vaccari, sindaco di Feltre, il quale ha avuto l'incontro con il
ministro al Senato, prima del dibattito relativo al decreto legge sulla scuola.
"All'Università
niente polizia" ( da "Stampa, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Erano tutti accovacciati sotto l'ombrello dell'assemblea No Gelmini "che
ha convogliato le facoltà e i rispettivi comitati studenteschi in un unico
fiume in piena - spiega Simone Rubino, 23 anni, uno degli organizzatori -:
chiederemo al rettore di annullare l'inaugurazione dell'anno accademico perché
non c'è niente da festeggiare".
La
polizia resterà fuori dall'università. Il rettore Ezio Pelizzetti ha respinto
le p ( da "Stampa, La" del 23-10-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Scuola
Abstract:
Erano tutti accovacciati sotto l'ombrello dell'assemblea No Gelmini "che
ha convogliato le facoltà e i rispettivi comitati studenteschi in un unico
fiume in piena - spiega Simone Rubino, 23 anni, uno degli organizzatori -:
chiederemo al rettore di annullare l'inaugurazione dell'anno accademico perché
non c'è niente da festeggiare".
La carica dei sedicenni "autogestiti" ( da "Stampa, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Gelmini che tiene insieme studenti, insegnanti,
genitori ed è visto con simpatia da un buon numero di dirigenti scolastici.
Chiara Gherra, rappresentante degli studenti del liceo Volta, ieri pomeriggio
ha partecipato con i colleghi di una dozzina di istituti a un incontro in vista
della visita del ministro il 28 e dello sciopero generale del 30.
"Io non faccio entrare la polizia
all'Università" ( da "Stampa, La" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: che ha ricevuto nel pomeriggio una delegazione di
esponenti dell'Assemblea "No Gelmini" al termine della riunione che
si è tenuta nel cortile del rettorato. Ezio Pelizzetti, dal canto suo, ha
voluto sottolineare, dopo il discorso del premier di ieri, che "è il
rettore a decidere l'intervento eventuale della polizia all'interno
dell'Università.
Insegnanti e genitori insieme La protesta allarga i temi ( da "Stampa, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: IERI DELEGAZIONE DAL PREFETTO Insegnanti e genitori
insieme La protesta allarga i temi Contro la Gelmini corteo silenzioso del
Terzo Circolo la sera di martedì Assemblee, cortei, petizioni e scioperi. E' il
glossario della protesta contro le riforme nella scuola imposte dal ministro
Gelmini. Molte le iniziative di lotta che stanno prendendo corpo.
La protesta anti Gelmini ( da "Stampa, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Gelmini non arriva in provincia Occupazione a Torino,
dibattiti ad Aosta e Alessandria [FIRMA]BARBARA COTTAVOZ NOVARA La protesta che
sta bloccando le università di tutt'Italia sino ad ora ha toccato poco il
Piemonte e la Valle d'Aosta: due occupazioni a Torino, un confronto pubblico ad
Alessandria ma il clima è tranquillo e nelle facoltà di provincia tutto scorre
nella piena normalità.
No al decreto Gelmini Raccolte 2.500 firme ( da "Stampa, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: No al decreto Gelmini" Raccolte 2.500 firme Anche
i sindacati si preparano a dare guerra al ministro Gelmini. In tre settimane le
organizzazioni sindacali della scuola hanno raccolto circa 20 mila firme di
cittadini e lavoratori piemontesi (
India, prima missione spaziale Lancia una sonda verso la
Luna ( da
"Quotidiano.net" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Lettera aperta del ministro Gelmini: "Non ci sono
soldi, finita un'epoca" (63 commenti) Raccontateci il 'vostro' sci e
andrete gratis a Skipass (45 commenti) "Le classi separate? Non ci saranno
Solo corsi di lingua il pomeriggio" (39 commenti) Multa record a senzatetto
Oltre 700 euro per aver steso i cartoni (34 commenti) Sfila la rabbia degli
universitari (
Stop all'introduzione dei body scanner Europarlamento:
'Rischi per la privacy' ( da "Quotidiano.net"
del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Lettera aperta del ministro Gelmini: "Non ci sono
soldi, finita un'epoca" (63 commenti) Raccontateci il 'vostro' sci e
andrete gratis a Skipass (45 commenti) "Le classi separate? Non ci saranno
Solo corsi di lingua il pomeriggio" (39 commenti) Multa record a
senzatetto Oltre 700 euro per aver steso i cartoni (34 commenti) Sfila la
rabbia degli universitari (
Berlusconi: "Polizia nelle scuole? Mai detto né
pensato"
( da "Quotidiano.net" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: GELMINI SBAGLIA L'ACCENTO: E' BAGARRE Una gaffe del
ministro dell'Istruzione alimenta una vivace contestazione nell'aula del
Senato: Mariastella Gelmini accusa l'opposizione di aver dimenticato il Libro
bianco “scritto sotto l'egìda... del governo Prodi”
Cortei, lezioni all'aperto, corsi di occupazione: ecco la
controriforma
( da "Giornale.it, Il" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: che hanno bloccato per qualche minuto la circonvallazione
esterna urlando: "Gelmini, Tremonti, con noi farete i conti". L'altro
partito da piazza Duomo e giunto fino in via Conservatorio, con tanto di blocco
della cerchia dei Navigli, in via Visconti di Modrone, nel bel mezzo del
pomeriggio. All'arrivo, i manifestanti hanno anche interrotto le lezioni in
università, nell'aula 11,
Berlusconi: <No alle scuole occupate> ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: finanziamenti agli atenei e contro la riforma Gelmini
che ripristina il maestro unico continua. Continua anche mentre a Palazzo Chigi
il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, e il ministro dell'Istruzione,
Mariastella Gelmini, sfoderano il pugno duro: non arretreremo di un millimetro,
andremo avanti nella direzione lungamente meditata, non permetteremo che pochi
contestatori -
Veltroni accusa il Cavaliere <È lui a soffiare sul
fuoco> (
da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: sostenere il ministro della Pubblica Istruzione
Mariastella Gelmini, scatena un'ondata di proteste nel centrosinistra e
preoccupa anche il Capo dello Stato Giorgio Napolitano che invita le forze
politiche a smetterla con le contrapposizioni e ad aprirsi al dialogo. La
reazione più dura è quella del segretario del Pd Walter Veltroni che accusa il
premier di voler "soffiare sul fuoco"
LATRONICO (PDL): URGENTE RIPENSARE Lâ IMPIANTO SCOLASTICO ( da "Basilicanet.it" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: intervenuto in aula nel dibattito sulla riforma
Gelmini. â?? E' innegabile che la nostra scuola ha accumulato in questi anni
ritardi significativi sui livelli di conoscenza e sulle competenze rispetto
alle scuole di altri Paesi Europei. Per questo è¨ necessario un ripensamento
dell' intero impianto scolastico.
Università, linea dura di Berlusconi sulle occupazioni ( da "Gazzetta di Parma Online, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: opposizione sulla riforma Gelmini, che secondo i
sondaggi incontra pochi consensi. La piazza turba il premier, che non intende
permettere altri blocchi. "L'occupazione di luoghi pubblici non è la
dimostrazione dell'applicazione della libertà", ha tuonato il presidente
del consiglio in una conferenza stampa a Palazzo Chigi, in cui parlando al
fianco del ministro dell'
Berlusconi smentisce Berlusconi Frida Roy, 23 ottobre
2008, 17:50 Forse ha ragione Epifani nell'affe... ( da "AprileOnline.info" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Dal Viminale si attendono le decisioni di Maroni e la
Gelmini accetta di incontrare le rappresentanze studentesche Il presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi non ha detto né ha mai pensato di inviare la
polizia contro gli occupanti di scuole e università. No, non è uno scherzo. E
l'ennesima presa in giro a cui ci sottopone il presidente del Consiglio in
perenne crisi d'identità.
Berlusconi smentisce Berlusconi ( da "AprileOnline.info" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Dal Viminale si attendono le decisioni di Maroni e la
Gelmini accetta di incontrare le rappresentanze studentesche Il presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi non ha detto né ha mai pensato di inviare la
polizia contro gli occupanti di scuole e università. No, non è uno scherzo. E
l'ennesima presa in giro a cui ci sottopone il presidente del Consiglio in
perenne crisi d'identità.
Studenti, ma non solo ( da "AprileOnline.info" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: come è stato ad esempio nel caso della riforma Moratti
e come avviene in questi giorni con il decreto della Gelmini. Rispetto al
passato più lontano c'è però oggi una profonda anomalia: nella folla di
manifestanti che vediamo sfilare per strada, nelle piazze e negli atenei non ci
sono soltanto gli studenti, ma anche le loro famiglie e i loro stessi
professori.
Muro contro muro tra Governo e studenti ( da "AprileOnline.info" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: si stringono la mano per manifestare uniti contro la
riforma Gelmini". Dopo la decisione del presidente Berlusconi di reprimere
le proteste con la forza "Lotta Studentesca sarà in prima linea per
combattere insieme agli studenti di sinistra per il futuro di noi
giovani", conclude poi il comunicato, "Noi difenderemo con le unghie
e con i denti la natura pubblica della scuola.
Noi la crisi non la paghiamo ( da "AprileOnline.info" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: La realtà accademica chiede che venga ritirata la
riforma Gelmini. Ecco il testo redatto dalle facoltà occupate de La Sapienza di
Roma, che propone una giornata di mobilitazione per il 7/11 e un corteo
nazionale nella capitale il 14 (in parallelo allo sciopero dell'università
promosso dai confederali), mentre rilancia quello generale del 30 ottobre Alle
facoltà in mobilitazione,
Caro Cav., la stampa non prende ordini ( da "Riformista, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: pardon del decreto Gelmini. Molte delle misure che vi
sono previste sono giuste, o necessitate dai conti pubblici, come ha giustamente
ricordato il presidente della Repubblica nella lettera agli studenti che
pubblichiamo qui affianco. Molti altri giornali hanno avuto un atteggiamento
rigoroso e serio nei confronti di queste misure,
<Solo due cattolici al governo Nel Pdl regna la
massoneria>
( da "Riformista, Il" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Per la prima volta in questo paese ci sono solo due
ministri cattolici di peso, Gelmini e Scajola. A che cosa vuole alludere? Per
esempio, alla mole di voti che il centrodestra ha preso in posti come la
Toscana. Massoneria? Sì. Nella maggioranza ci sono eminenti figure della
massoneria. Ma di più non dico. 23/10/2008.
Se gli studenti protestano Berlusconi chiama il 113 ( da "Riformista, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: è la conferenza stampa svoltasi ieri con a fianco il
ministro Gelmini, bersaglio della protesta di questi giorni. Il premier non
solo difende a spada tratta la riforma ma - a due giorni dalla manifestazione
del Pd e a sette dallo sciopero generale sulla scuola - manda (a tutti) un
messaggio forte e chiaro: "Non permetteremo - scandisce - che vengano
occupate scuole e università.
Il Pd organizza la piazza La Cgil presta la macchina ( da "Riformista, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Piene proprio in questi giorni di militanti che si
oppongono alla riforma Gelmini e che potrebbero rinfoltire anche la
manifestazione di sabato. "La nostra macchina si sta muovendo moltissimo
sul territorio - racconta una fonte autorevole Cgil - perché il Pd non è ancora
radicato. Certo, molti iscritti della Cgil sono simpatizzanti o iscritti del
Pd.
Schifani bacchetta senatori Pdl "Basta pianisti,
avete i numeri..." ( da "Repubblica.it"
del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: durante le votazioni agli emendamenti al decreto legge
Gelmini, Schifani è stato costretto a intervenire. "Ci sono almeno 15
posti vuoti dove non c'è un senatore", attacca Giovanni Legnini del Pd
rivolto al presidente. Che, seccato perché i pianisti sembrano non retrocedere,
si rivolge ai banchi della maggioranza e dice: "Vi è una differenza di
voti non indifferente,
Scienze Politiche Cagliari: studenti occupano aula magna ( da "Sardegna oggi" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: di Scienze Politiche del capoluogo sardo si mobilita
contro la riforma Gelmini. Mercoledì sera al termine di un'assemblea con circa
500 partecipanti, gli studenti hanno occupato in modo permanente l'aula magna.
"Mandare un forte segnale politico al Governo". Questo l'obiettivo
dell'iniziativa frutto di un'idea condivisa anche da gran parte di docenti e
ricercatori dell'università.
PD/Rusconi: incostituzionale il ``decreto Gelmini`` ( da "Merateonline.it" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: incostituzionale il ''decreto Gelmini'' Con la
presente si trasmette testo dell'intervento del Sen. Rusconi, Capogruppo Pd,
sull'incostituzionalità del cosiddetto 'decreto Gelmini' avvenuto nella seduta
di ieri pomeriggio 22 ottobre. RUSCONI (PD) . Signor Presidente, signor
Ministro, "I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi,
Eversivo ( da "Articolo21.com"
del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: E la Gelmini? Rischia seriamente di finire in un
delizioso “gioco delle parti”. Con Berlusconi furente per averlo esposto, come
dice Nichi Vendola, alla prima vera ondata d'opposizione, e con la parte
democratica del paese a renderle omaggio per aver (involontariamente)
restituito all'Italia una generazione che sembrava perduta.
Leggi l'articolo ( da "Quotidiano.it,
Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: frazioni di Ripatransone rischiano di dover chiudere
per far fronte al nuovo decredo "Gelmini". Il sindaco D'Erasmo
convoca genitori e docenti. (foto d'archivio) Il Sindaco Paolo D'Erasmo ha
fissato un incontro presso la Sala di rappresentanza del Comune per domani,
venerdì 24 ottobre 2008, alle ore 21.00 alla presenza degli Amministratori
comunali, del Dirigente Scolastico dell' I.
Braccio di ferro sulla scuola. Lucciarini: "reagiamo
con forza ai tagli" ( da "Quotidiano.it, Il"
del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Gelmini anche la direzione dell'Istituto Scolastico
Comprensivo di Offida andrebbe smantellata per fare "cassa".
L'amministrazione comunale, attraverso il Sindaco D'Angelo, si è attivata sin
da subito, con altri comuni del territorio e con le istituzioni sovracomunali
competenti, al fine di resistere e reagire ad un'iniziativa che mette a
repentaglio il mantenimento della nostra
Petzner, il successore di Haider rivela: "Joerg era
l'uomo della mia vita" ( da "Quotidiano.net"
del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Lettera aperta del ministro Gelmini: "Non ci sono
soldi, finita un'epoca" (65 commenti) Bloccate le vie d'accesso al Senato
Berlusconi: "Polizia nelle scuole? Mai detto né pensato" (50
commenti) "Le classi separate? Non ci saranno Solo corsi di lingua il
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Giorgia ritorna con un triplo cd e un brano scritto a
quattro mani
( da "Quotidiano.net" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Lettera aperta del ministro Gelmini: "Non ci sono
soldi, finita un'epoca" (65 commenti) Bloccate le vie d'accesso al Senato
Berlusconi: "Polizia nelle scuole? Mai detto né pensato" (50
commenti) "Le classi separate? Non ci saranno Solo corsi di lingua il
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DI PIAZZA IN PIAZZA ( da "Stampa, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: genitori che la riforma voluta dal ministro Gelmini e
approvata ieri per decreto (il ventitreesimo in cinque mesi) e con voto di
fiducia (il settimo dall'insediamento del governo) sia la ricetta giusta per
risistemare almeno un po' la scuola italiana. Del resto, da almeno trent'anni
non c'è esecutivo - compresi i precedenti governi del Cavaliere - che non si
sia puntualmente ritrovato,
Burlando: "Ecco che cosa farò per Cosseria" ( da "Stampa, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: che in base al decreto Gelmini potrebbe venire chiusa
a partire dal prossimo anno scolastico, eventualità che se dovesse venire confermata
spingerà il sindaco Cavallero a rinuncerà al rinnovo del mandato in segno di
protesta, Burlando ha dichiarato che intende fare di questa struttura
all'avanguardia, dotata di riscaldamento a pavimenti in parquet,
Alice Bardel prima nella gara tricolore ( da "Stampa, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Gelmini, allenatrice dell'Aosta 2000 - ha avuto un
netto miglioramento dall'anno scorso, siamo passati da un punteggio che si
aggirava intorno a
Petizione dei docenti contro la "Gelmini"
Raccolte 1500 firme ( da "Stampa, La" del
23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: LA PROTESTA Provincia Petizione dei docenti contro la
"Gelmini" Raccolte 1500 firme Tavolo tecnico valuterà gli
accorpamenti La preoccupazione dei docenti biellesi per la riforma sulla scuola
targata Gelmini, si è tradotta in una raccolta di firme consegnata ieri mattina
in Prefettura e che il palazzo del Governo trasmetterà in Regione.
Scuola, ora la protesta cresce fra i professori ( da "Stampa, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: contrarietà al disegno di legge della Gelmini. I
docenti hanno già organizzato tre appuntamenti per protestare. Domani dalle 18
un corteo aperto a studenti, insegnanti, genitori e personale di tutte le
scuole. Il ritrovo è in piazza Roma a Porto Maurizio. Sabato invece le classi
del Vieusseux e del De Amicis faranno lezione in varie piazze di Imperia e per
mercoledì prossimo è prevista un'
Videosorveglianza Il piano esaminato in Prefettura ( da "Stampa, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: COMUNE POLEMICA PALLAVOLO SCUOLA All'interno
Videosorveglianza Il piano esaminato in Prefettura Candelo minaccia di bloccare
l'iper "Gli Orsi" Serie B1 nel caos Il Nuvolera Brescia dichiarato
fallito I prof. bocciano la riforma Gelmini con 1500 firme Servizio Stefania
Zorio Marco Perazzi Servizio.
Scuola e università, la protesta non si ferma ( da "AprileOnline.info" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: si stringono la mano per manifestare uniti contro la
riforma Gelmini". Dopo la decisione del presidente Berlusconi di reprimere
le proteste con la forza, Lotta Studentesca fa sapere che "sarà in prima
linea per combattere insieme agli studenti di sinistra per il futuro di noi
giovani". "Noi difenderemo con le unghie e con i denti la natura
pubblica della scuola.
Scuola in piazza: la protesta non si ferma ( da "Panorama.it" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Istruzione Maria Stella Gelmini non si ferma solo
all'universtità: adesso invade anche i licei: come annunciato nei giorni scorsi
dalla [6] Rete degli Studenti, sono iniziate questa mattina le occupazioni in
scuole superiori di tutta Italia. In particolare a Roma, a quanto risulta, sono
stati occupati alcuni Licei come lo storico [7] classico Tasso o il periferico
scientifico Malpighi.
( da
"Pais, El" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Berlusconi afirma que
no tolerará las ocupaciones de colegios y universidades MIGUEL MORA - Roma -
23/10/2008 Vota Resultado 1 votos Decenas de miles de estudiantes y profesores
salieron ayer otra vez a la calle en toda Italia para protestar contra la
reforma educativa del Gobierno de Silvio Berlusconi. Colegios y universidades
fueron pacíficamente ocupados por los alumnos, para exigir la inmediata
retirada del decreto elaborado por la ministra Mariastella Gelmini. Según
afirman los sindicatos, tras la actuación del Gobierno "se esconde un plan
para desmantelar la educación pública". 12.000 gitanos, fuera Italia A
FONDO Capital: Roma. Gobierno: RepÚblica. PoblaciÓn: 58,145,321 (est. 2008) Ver
cobertura completa --> La noticia en otros webs webs en espaÑol en otros
idiomas Berlusconi compareció a mediodía junto a Gelmini en conferencia de
prensa y utilizó tonos durísimos. Acusó a los manifestantes de pertenecer a la
"extrema izquierda", señaló que "basan sus ataques en mentiras y
falsedades", y dijo que intentan desplazar la oposición del Parlamento a
la calle. Luego, advirtió: "No toleraremos más ocupaciones, no son una expresión
democrática sino una forma de violencia". El primer ministro contó que
había convocado de urgencia al ministro del Interior, Roberto Maroni, para
indicarle "cómo tiene que actuar la policía". Según los sindicatos,
Berlusconi "se ha puesto el casco en la cabeza y ha optado por el camino
de la represión en vez de por el diálogo". El secretario general del
Partido Demócrata, Walter Veltroni, acusó al primer ministro de "avivar el
fuego" de las protestas con sus palabras, y afirmó que "quejas tan
amplias y extendidas" como las que está viviendo el país deberían conducir
a "retirar el decreto Gelmini" y buscar alternativas a los recortes
financieros. "Es una irresponsabilidad convertir un problema social en un
problema de orden público", agregó. El martes, en Milán, seis estudiantes
habían resultado heridos leves en un choque con la policía. Ayer, los alumnos
seguían ocupando pacíficamente centros escolares y facultades por todo el país:
Turín, Milán, Roma, Florencia, Cosenza, Catanzaro, Calabria... En La Sapienza
de Roma, los alumnos cerraron con candados y cadenas el departamento de Física.
En Bari, se escenificó un cortejo fúnebre por la muerte de la universidad
pública. Berlusconi está sufriendo en el campo educativo el único desgaste
visible en estos meses de Gobierno, en los que su popularidad ha llegado al
62%. Los sindicatos de docentes y alumnos llevan semanas en pie de guerra
contra la reforma, que según sus cálculos supondrá cerca de 90.000 despidos en
tres años, recortará 8.000 millones de euros el gasto educativo y bajará la
calidad de la enseñanza con el anunciado regreso a la vieja fórmula del maestro
único, frente a la actual de los tres maestros cada dos clases. Sobre esa
cuestión, Berlusconi aprovechó para recriminar en público a Gelmini por haber
elegido mal la palabra: "Te has equivocado, no es maestro único sino
principal. Porque también están el de inglés, religión e informática".
Otra medida polémica es la propuesta de la Liga Norte de hacer un examen de
italiano a los hijos de los inmigrantes y poner en clases aparte a aquellos que
no tengan suficiente nivel. Berlusconi dio ayer su apoyo a la idea: "No es
racismo, sino sentido común". El líder de Forza Italia acusó a la
izquierda de "haber convertido la instrucción pública en un subsidio
social, llenándola de profesores precarios". Calificó la situación de la
educación italiana como "catastrófica", y afirmó que el país no puede
permitirse tener 1.300.000 docentes. "Son demasiados". Además,
prometió para acabar, "no se despedirá a nadie", pero el Gobierno
bajará el número de maestros con jubilaciones y bloqueando los nuevos
contratos. 12.000 gitanos, fuera El ministro del Interior, Roberto Maroni,
presentó ayer los datos finales del censo de los campamentos gitanos realizado
desde junio en Roma, Milán y Nápoles. En total, han sido registradas 12.346
personas, residentes en 167 campamentos (124 ilegales y 43 autorizados), y el
número de menores de edad asciende a 5.436. Según Maroni, las cifras son más
bajas de lo estimado por el Gobierno antes de empezar el censo; la razón es que
muchos nómadas, en torno a 12.000 según sus cálculos, y "sobre todo
rumanos", se han ido a otros países de Europa desde junio, "en
particular a España, Francia y Suiza". Para el ministro de la xenófoba
Liga Norte, ese éxodo es, "de por sí, un efecto importante de la
iniciativa (el censo) decidida por el Ejecutivo". Diversas ONG, el
Parlamento Europeo y la Iglesia católica han denunciado en estos meses la
persecución de los gitanos llevada a cabo por el Gobierno de Silvio Berlusconi.
( da
"Corriere.it" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
MULTIMEDIA: Tutti i
video e le immagini Il braccio di ferro sulla scuola La riforma Gelmini e le
voci della protesta Linea dura del premier: non tollereremo occupazioni negli
atenei Le voci della protesta Margherita Hack tra gli studenti a Firenze La
conferenza stampa di Walter Veltroni Il video sugli scontri a P. Cadorna
inviato dagli studenti A Milano manifestazione contro il decreto Gelmini: tafferugli alla stazione Cadorna
Cortei anti-Gelmini: nel capoluogo
lombardo contusi sei studenti Dai tagli al maestro unico: parlano i
rappresentanti degli insegnanti Le immagini stampa |.
( da
"Corriere.it" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Il premier: "Ero
uno studente modello, mai partecipato a una protesta" I giovani di An:
"Manifestare è un diritto Sbagliata la linea di Berlusconi" Azione
Universitaria: "Questa protesta è manovrata, ma chi vuole scendere in
piazza deve poterlo fare" Berlusconi con il ministro Gelmini (Ansa) ROMA - "Ero uno studente
diligentissimo: non ho mai manifestato". A Silvio Berlusconi non piacciono
per niente le occupazioni e le proteste nel mondo della scuola. Anche perché,
nel mirino di insegnanti e di studenti, ci sono la riforma Gelmini e i tagli all'Università. Il premier,
annunciando la lina dura contro le occupazioni negli atenei, rievoca il suo
passato di "studente modello" con "insegnanti esemplari".
Tanto da non aver mai sentito il bisogno di scendere in piazza e manifestare.
Come il suo collega di governo Umberto Bossi, a quanto pare. "Mai
partecipato a un'occupazione?" gli chiedono i giornalisti. E il ministro
per le Riforme risponde con un secco "no". ALEMANNO-MELONI - Più
sfumata la posizione di Gianni Alemanno. "Nessuno può negare agli studenti
il diritto di manifestare" afferma il sindaco di Roma, secondo il quale
però "la violenza deve essere isolata". "Il problema di fondo -
aggiunge - è che deve essere garantita a tutti gli studenti la libertà di
scegliere se partecipare alle manifestazioni. E soprattutto bisogna rifiutare
la violenza". Giorgia Meloni, ministro della Gioventù, ritiene che
l'intervento delle forze dell'ordine sugli studenti che occupano scuole e
Università non sarà necessario, anche perché si dice convinta che la protesta "non
diventerà così violenta" e che chi manifesta non vorrà "usare
violenza contro chi sceglie di non farlo". Allo stesso tempo, tuttavia,
sottolinea che "chi vuole manifestare ha il diritto di farlo", ma
anche che "chi vuole dare gli esami deve poterlo fare". LE REAZIONI -
Che la linea di Berlusconi non piaccia ai Giovani comunisti c'era da
aspettarselo. "Le straordinarie manifestazioni studentesche che si stanno
svolgendo in tutta Italia, compreso il blocco della didattica, sono legittime
proteste contro chi vuole negare a migliaia di studenti e ricercatori il loro
diritto al futuro" dichiara Costanza Chirivino, coordinatrice provinciale
di Palermo. Meno scontate erano le critiche di Azione universitaria, il
movimento studentesco legato ad An. A loro la protesta di questi giorni non
convince affatto: "È manovrata - afferma il presidente, Giovanni Donzelli
-. Serve solo a rettori, presidi e baroni di turno a mantenere i loro
privilegi". Ma, fatta questa premessa, "non si può accettare che
venga negato il diritto di manifestare. Chi vuole protestare deve poterlo
fare". E al dispiegamento delle forze di polizia per impedire le
occupazioni "è meglio che non si arrivi". Anche perché Azione
universitaria, movimento studentesco legato ad An, di proteste e occupazioni ha
una lunga esperienza: l'ultima "tredici mesi fa, il 14 settembre
2007" quando, ricorda Donzelli, "occupavamo l'atrio del ministero
dell'Istruzione". Da soli, "perché contro i tagli di Mussi non
protestava nessuno. Ora invece, tutte quelle sigle... Mi fanno un po'
ridere". stampa |.
( da
"Corriere.it" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
VELTRONI: "proteste
così ampie dovrebbero portare il governo a ritirare il decreto" Gli
studenti non si fermano: blocchi a Milano, occupazioni a Roma e Napoli In
mobilitazione anche i ragazzi delle scuole superiori. Nel capoluogo lombardo
corteo non autorizzato MILANO - Nonostante le parole di Berlusconi ("le
occupazioni sono una violenza, manderemo le forze dell'ordine"), le
proteste degli studenti delle scuole e delle università proseguono in tutta
Italia. Tanto che secondo il leader del Pd Veltroni "proteste così ampie e
diffuse dovrebbero portare il governo a ritirare il decreto Gelmini e le misure con i tagli alla scuola e
all'università". Dal governo arriva la risposta del ministro del Lavoro
Sacconi, secondo cui le proteste sono guidate da "giovani presuntuosi e
politicizzati", frutto di una scuola e di una università
"autoreferenziali" nate negli anni Settanta. OCCUPAZIONI E PROTESTE -
Dopo gli incidenti di lunedì a Milano e l'occupazione di alcune facoltà a Roma
e Torino, il corteo a Firenze e l'occupazione del rettorato a Bologna,
mercoledì mattina alla Sapienza di Roma gli studenti hanno chiuso con lucchetti
e catene il dipartimento di Fisica in segno di protesta. Sempre nella capitale
è iniziata l'occupazione del liceo ginnasio Torquato Tasso. Favorevoli all'iniziativa
circa 800 allievi su 1.200, riferiscono alcuni studenti, sottolineando "il
sostegno ricevuto da parte della classe docente". Mercoledì mattina,
all'entrata del liceo Russel, Azione Studentesca ha protestato contro la
"casta dei professori" e due cortei non autorizzati, composti da
studenti di scuola media superiore degli istituti Orazio, Nomentano, e
Matteuzzi hanno sfilato a ponte Milvio e nel quartiere talenti. MILANO, CORTEO
NON AUTORIZZATO - A . I circa 700 partecipanti - secondo gli organizzatori - si
sono diretti alla facoltà di Scienze politiche della Statale in via
Conservatorio, bloccando con un sit-in l'incrocio della circonvallazione
interna tra via Visconti di Modrone e via Mascagni. Arrivati in sede i
manifestanti hanno bloccato le lezioni per una decina di minuti e c'è stato un
acceso confronto con i presenti. Gli studenti, un centinaio, hanno fatto
irruzione nell'aula 11 di via Conservatorio e hanno esposto di fronte alla
cattedra lo striscione "La vostra crisi non la pagheremo noi",
cercando invano di convincere gli alunni e il professore a bloccare
l'insegnamento o a spostarlo in cortile. "È un'evidente forzatura - ha
detto il professor Giorgio Barba Novaretti -. È un'azione violenta". STATO
DI AGITAZIONE A NAPOLI - Anche all'Università Orientale di Napoli è iniziata
l'occupazione dopo l'assemblea indetta dai collettivi universitari. "La
decisione è stata presa a maggioranza dopo il rifiuto dei docenti ad attuare il
blocco della didattica" spiega un portavoce della rete dei dottorandi e
dei ricercatori. Sempre a Napoli corteo di protesta degli studenti del liceo
linguistico e sociopedagogico Villari che hanno dichiarato di essere "in
stato di agitazione". Alla manifestazione si sono aggregati studenti di
altre scuole. Gli studenti del liceo classico Pansini hanno deciso di non
sospendere le lezioni ma di occupare la scuola di pomeriggio e di notte. UNIONE
DEGLI STUDENTI - A Torino continua l'occupazione di Palazzo Nuovo, sede delle
facoltà umanistiche, decisa dall'assemblea degli studenti. Le lezioni
proseguono regolarmente. È occupata anche la facoltà di Fisica, mentre davanti
al Dipartimento di Scienze della Terra studenti e ricercatori hanno manifestato
chiedendo simbolicamente l'elemosina. Uno studio mobile di Radio BlackOut, emittente
vicina ai gruppi antagonisti, segue le proteste contro la riforma Gelmini. Fino
al 29 ottobre, studenti, genitori, maestri, docenti delle scuole medie e
dell'università si alternano ai microfoni della radio per circa due ore al
giorno. A Bari è stato inscenato un corteo funebre per la morte dell'università
pubblica. L'Unione degli Studenti fa sapere che il calendario delle iniziative
è fitto, in vista della manifestazione nazionale del 14 novembre, praticamente
in tutta Italia. "DICHIARAZIONI GRAVISSIME" - Le proteste e le
occupazioni continueranno e "Berlusconi dovrà prendersi la responsabilità
delle sue azioni". Così gli studenti rispondono alle dichiarazioni del
presidente del Consiglio. "Dal presidente del consiglio non ci aspettavamo
certo provocazioni questo tipo - dice Luca De Zolt, portavoce nazionale della
rete degli studenti medi -. Le dimensioni della protesta hanno dimostrato che
non c'è alcuna strumentalizzazione. C'è invece una risposta generale di
studenti e docenti che si oppongono al taglio dei fondi e alla riforma
Gelmini". Di "dichiarazioni gravissime" parla anche un esponente
del collettivo di fisica dell'università La Sapienza di Roma, che
"evidentemente mostrano che il governo è in difficoltà di fronte alla nostra
protesta pacifica e determinata". A Napoli gli studenti hanno deciso di
procedere all'occupazione di palazzo Giusso, al grido "non accettiamo la
militarizzazione del territorio". stampa |.
( da
"Trentino" del 23-10-2008)
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Scuola
"E' lecito
esprimere il disagio ma non in modo inconcludente" TRENTO. Il rettore
dell'ateneo trentino Davide Bassi sta vivendo giornate intense, proprio come i
suoi studenti. Martedì era a Roma per la riunione di Aquis, da ieri sera si
trova a Rotterdam per il convegno dei rettori europei. Rettore, a Trento c'è
fermento come nel resto del Paese. Cosa pensa di una eventuale occupazione di
Sociologia? "Quando ci sarà esprimerò un parere in merito". Pare
certa però la "notte bianca" di lunedì in facoltà per preparare il
corteo di martedì, sotto il rettorato... "Ognuno si deve prendere le sue
responsabilità, non sta a me dirigere il traffico". E l'ipotesi delle
lezioni in piazza? "Possono essere iniziative curiose per la stampa, ma
inconcludenti per ottenere ciò che vogliamo. Sappiamo che c'è disagio, ma c'è
modo e modo per esprimerlo". Insomma, meglio dialogare con la Gelmini che occupare le facoltà... "Io
preferisco il dialogo. Ho una carica istituzionale e a fine mese devo pagare
gli stipendi ai miei dipendenti. Non sono un politico, ma ho il dovere di
discutere con il ministro di turno su ciò che tocca l'università. E dobbiamo
fare in modo che il sistema regga la botta che sta arrivando". (j.t.).
( da
"Gazzetta di Modena,La" del 23-10-2008)
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Scuola
Il ministro: le
università "bollenti" vicine al dissesto "Controllerò i bilanci
dei tre atenei toscani" FIRENZE. Il ministro Maria Stella Gelmini attacca a testa bassa cinque atenei,
tra cui i tre toscani. "Ho avviato controlli - ha dichiarato - in alcuni
atenei che sono vicini al dissesto finanziario e che sono peraltro quelli dove
le occupazioni sono più forti". La dichiarazione rappresenta uno schiaffo
a Pisa e Firenze, accomunate a Siena che si trova in una situazione del tutto
diversa, dopo la scoperta di un buco di 145 milioni di euro. I tre rettori, fa
capire la Gelmini, hanno sobillato la rivolta per coprire le proprie carenze.
"Il tentativo di riversare sul governo la responsabilità di una cattiva
gestione che oggi raggiunge il livello di guardia - ha detto il ministro - è
smentito dai fatti. Quindi cerchiamo di mettere le carte in tavola". La
Gelmini arriva a ipotizzare a carico dei rettori addebiti da codice penale:
"Non c'è trasparenza - dice - nei bilanci. Il ministero vuole conoscere
tutti i bilanci delle università e ha avviato controlli in 5 di queste con
buchi in bilancio (Siena, Firenze, Pisa, Camerino, Urbino)". A rispondere
per le rime è il rettore di Firenze Augusto Marinelli. "Ben vengano i
controlli - ha affermato - perché così saranno messi in luce in modo
inequivocabile i dati del sottofinanziamento del sistema. Sulla situazione
finanziaria dell'ateneo c'è grande trasparenza: i bilanci sono pubblicati su
internet". L'ateneo pisano, poi, ricorda che "il bilancio consolidato
2007 è stato chiuso con un sostanziale pareggio di cassa e che si prevede di
chiudere in pareggio di cassa anche i bilanci 2008 e 2009".
( da
"Gazzetta di Modena,La" del 23-10-2008)
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Scuola
Il sindacalista della
Cgil Pantaleo replica punto per punto "E' vero, il tempo pieno non viene
abolito formalmente ma di fatto sì. Le classi saranno di 30 ragazzi" CARLO
ROSSO ROMA. Mimmo Pantaleo è il segretario della Flc-Cgil. A lui abbiamo
chiesto di replicare alle accuse rivolte ieri da Silvio Berlusconi anche ai
sindacati della scuola. Il premier accusa la sinistra di aver detto sette bugie
sulla scuola. Cominciamo dalla prima: accusate il governo di voler abolire il
tempo pieno. Berlusconi dice che non è vero. "Formalmente il governo non
abolisce le leggi che introducono due modelli scolastici come i moduli e il
tempo pieno. Ma la possibilità c'è ancora. Con il decreto 137, all'esame del
Senato, si introduce un terzo modello, quello del maestro unico. Dopo di che si
tagliano gli insegnati: 87.000 docenti e 44.500 personale Ata. Quando a gennaio
il ministero autorizzerà il funzionamento dell'organico alle Regioni, queste
ultime avranno un numero di posti inferiore rispetto all'anno scorso. Così
devono distribuire meno posti per gli insegnanti. Allora vedremo se ci saranno
più o meno "tempi pieni". Questa è la furbizia". Berlusconi nega
che ci saranno classi con 30 alunni. "E invece è chiaro. Nella bozza di
regolamento che attua il piano programmatico per la parte che riguarda la
formazione delle classi, si dice che dovranno aumentare i numeri massimi di
alunni per fare le classi, portandoli tutti a 30. Questi numeri massimi
potranno inoltre aumentare di un altro 10%, così gli studenti arriveranno a
33". Altra accusa riguarda il maestro unico. Il premier nega che diminuirà
la qualità dell'insegnamento, come sostenuto dalla sinistra. "Invece
diminuisce. E' ovvio che tre insegnanti garantiscono più ricchezza. Il maestro
unico deve sapere di tutto un po', mentre un maestro che insegna solo un'area
disciplinare, le scienze o la matematica, è sicuramente più preparato nel suo
settore. Questo discorso vale anche per l'insegnante di lingue straniere che ha
fatto un corso di laurea o di 700 ore per poter insegnare. E' chiaro che
conosce l'inglese meglio di chi farà un corso di appena 150 ore".
Berlusconi nega che il governo voglia licenziare 87 mila insegnanti. "E'
chiaro, lui si riferisce agli insegnati di ruolo. Infatti gli 87mila posti a
rischio sono quelli coperti oggi dal personale precario. E questi non sono
posti di lavoro che si perdono? Tutte persone che hanno un percorso di
preparazione specifica, cosa faranno? Le guide turistiche come ha suggerito il
ministro Gelmini?". Sempre il
premier dice che non è vero che diminuiranno gli insegnanti di sostegno.
"Infatti nessuno lo dice". Le scuole di montagna: il premier nega che
verranno chiuse. "Il piano programmatico dice che devono essere
gradualmente ridotte le sedi scolastiche con meno di 500 alunni. Non solo. Dice
anche che gli enti locali devono attivare i trasporti locali e aggiunge che
dovrà svilupparsi la formazione a distanza. Forse il governo vuole tornare ai
tempi del maestro Manzi di 'Non è mai troppo tardi'". Infine voi dite che
uno studente potrà essere bocciato con il
( da
"Gazzetta di Modena,La" del 23-10-2008)
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Scuola
Di Monica Viviani
"Non abbiamo paura, andiamo avanti" Cortei, blocchi, occupazioni: gli
studenti intensificano la protesta A Milano lezione in piazza Duomo, Napoli
prepara la "lunga notte" "Non ci fermeremo". Così,
dall'Unione degli studenti a Forza Nuova, dalle università alle scuole medie,
il mondo studentesco risponde compatto alle minacce del premier Silvio
Berlusconi e intensifica le azioni di protesta. Sul fronte universitario,
cortei, blocchi e occupazioni ormai non si contano più. A Milano circa 700
studenti universitari hanno ieri seguito una lezione in piazza Duomo per poi
formare un corteo non autorizzato che ha bloccato il traffico. A Torino è
continuata l'occupazione delle facoltà umanistiche ed è stata occupata anche la
facoltà di Fisica. Manifestazione non autorizzata pure a Trieste, corteo
funebre e blocco della didattica invece a Parma mentre a Firenze il
dipartimento di Matematica terrà il 27 e il 28 ottobre 24 ore di lezioni no
stop. "Non abbiamo paura di Berlusconi e della Gelmini" hanno gridato gli studenti della Sapienza di Roma
dove ieri il Dipartimento di Fisica è stato chiuso per protesta con catenaccio
e lucchetti ed è stata occupata anche l'Aula 2 della Facoltà di Economia. Un
corteo spontaneo di un migliaio di studenti di Roma Tre ha poi manifestato nel
pomeriggio bloccando il quartiere Ostiense-San Paolo e infine la Facoltà di
Lettere dell'Università Tor Vergata, ha deciso di indire un presidio di
studenti e docenti della durata di una settimana. E da ieri a Napoli, dopo
un'assemblea con 1.500 studenti, è occupata anche l'Università Orientale mentre
la Seconda Università è in stato di agitazione permanente. E non è ancora
finita. Un minuto di silenzio, ceri accesi, veli scuri calati sui visi, una
grande bara marrone e un necrologio funebre: così centinaia di universitari
hanno voluto protestare ieri a Bari. Intanto a Palermo il Consiglio di facoltà
di Lettere e Filosofia ha detto sì alla sospensione delle lezioni fino al 31
ottobre. Manifestazioni, sit-in e assemblee anche a Catania, l'Aquila, Perugia
e Cagliari. Un fermento che riguarda anche gli studenti delle superiori dove
continua la tre-giorni di mobilitazione lanciata dall'Unione degli Studenti,
secondo la quale le adesioni delle scuole hanno già superato il migliaio. Nel
Milanese sono partite le prime occupazioni al liceo Omero e all'istituto
Majorana di Cesano Maderno. A Trieste su 17 istituti, 11 risultano occupati e
in sei sono in corso autogestioni. Occupazioni in aumento anche in Liguria, in
Toscana e a Roma dove si prepara la manifestazione per lunedì prossimo a cui si
stima che prenderanno parte 15mila ragazzi. Intanto ieri due cortei non
autorizzati hanno sfilato in due diverse zone della Capitale, a ponte Milvio e
a Talenti. Sono poi più di 50 (secondo l'Uds) le scuole di Napoli che si sono
mobilitate con autogestioni, assemblee permanenti e occupazioni: ieri mattina
4000 studenti hanno sfilato in corteo sotto l'assessorato regionale all'Istruzione
e per domani sera è in programma "La lunga notte della scuola". Anche
a Salerno sono state occupate 13 scuole e occupazioni ed assemblee permanenti
sono in corso ad Avellino e Caserta. Proseguono e si intensificano poi le
proteste degli studenti calabresi con occupazioni, autogestioni e assemblee a
Rende, Catanzaro e Reggio Calabria. Mentre 200 manifestanti, perlopiù docenti
ma anche una delegazione di studenti, hanno sfilato ieri mattina sotto la
pioggia per le vie di Oristano. Infine uno "sciopero creativo" sarà
messo in atto oggi, in molte città, dagli alunni medi della Rete degli studenti
che occuperanno le entrate delle scuole "per sbarrare la strada alla
riforma e ai tagli con tutta la nostra creatività".
( da
"Trentino" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Anche il cardinale
Bagnasco chiede "moderazione". Il premier incontra Maroni che convoca
per oggi al Viminale un summit per decidere Ora Berlusconi agita il manganello
"Manderò la polizia". Napolitano frena: serve ascolto e confronto
GABRIELE RIZZARDI ROMA. Il decreto Gelmini
non sarà ritirato e contro gli studenti che occupano le scuole e le università
il governo è pronto a schierare la polizia. L'annuncio parte da palazzo Chigi
dove Silvio Berlusconi convoca una conferenza stampa con Maria Stella Gelmini per difendere il contestatissimo
decreto che porta il nome del ministro dell'Istruzione e per denunciare
"tutte le bugie della sinistra". Il premier questa volta non si
limita ad una semplice difesa d'ufficio del suo ministro ma manda un
avvertimento anche i direttori dei giornali ("Ditegli che saremo molto
indignati e preoccupati se la conferenza stampa di oggi non avesse
seguito") e fa capire che contro le proteste degli studenti il governo
userà il pugno duro. E, per non lasciare spazio ad equivoci, lancia quello che
definisce "un avviso ai naviganti": "Non permetteremo che
vengano occupate scuole e università perché l'occupazione non è un atto di
democrazia ma di violenza. Convocherò il ministro dell'Interno per dargli
istruzioni dettagliate su come devono intervenire le forze dell'ordine".
La protesta che ormai coinvolge studenti e insegnanti di tutte le città italiane
sarà repressa a colpi di manganello? "Voglio che sia garantito il diritto
allo studio, il metodo sceglilo tu" dice il premier a Maroni durante
l'incontro che si svolge nel pomeriggio a palazzo Grazioli e che si conclude
con l'annuncio di una riunione tecnica che si svolgerà oggi al Viminale con il
sottosegretario Mantovano e i vertici delle forze di polizia per fare il punto
sui rischi per la sicurezza "derivanti dalle proteste degli
studenti". Partendo dal presupposto che la maggioranza degli studenti, che
i sondaggi quantificano nel 60-70%, vorrebbe partecipare regolarmente alle
lezioni e condivide i principi della riforma, Berlusconi chiede a Maroni di
trovare una soluzione di compromesso che non impedisca l'occupazione di spazi
melle scuole e nelle università a condizione che ciò non ostacoli il regolare
svolgimento di lezioni ed esami. La determinazione del governo ad usare il
pugno duro viene letta dall'opposizione come una pericolosa provocazione ed
anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno (An), invita il premier alla
prudenza: "Nessuno può negare il diritto a manifestare". La tensione
sale alle stelle e in serata il Capo dello Stato interviene sulla questione con
una lettera di risposta agli studenti della Sapienza. Partendo dal presupposto
che i compiti affidatigli dalla Costituzione non gli consentono di schierarsi
("Non posso decidere da che parte stare"), Giorgio Napolitano non
commenta le dichiarazioni di Berlusconi ma auspica la creazione di uno spazio
per il confronto. "E' indispensabile che su questi temi non si
cristallizzi un clima di pura contrapposizione, ma" precisa il Presidente
"ci si apra all'ascolto reciproco, a una seria considerazione delle
rispetive ragioni". A chiedere "moderazione ed equilibrio" è anche
il presidente della Cei, Angelo Bagnasco per il quale anche per la scuola vale
il fatto che i "problemi complessi" non si risolvono con
"soluzioni semplici". Durante la conferenza stampa, Berlusconi sferra
un attacco alla Tv pubblica ("Diffonde ansia e le situazioni solo di chi
protesta"), accusa l'informazione di aver sancito il "divorzio dalla
realtà") e chiude l'incontro con i giornalisti in grande stile. Una
cronista del Manifesto gli chiede se verrà usata la polizia anche contro le
maestre elementari e Berlusconi risponde secco: "Tutelerò sempre il
diritto dei cittadini, siano essi studenti o genitori. Avete 4 anni e mezzo per
farci il callo. Non retrocederò di un millimetro, questo sia chiaro".
( da
"Trentino" del 23-10-2008)
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Scuola
Franceschini: noi
stiamo con gli studenti. Fioroni: i tagli previsti sono almeno di 8 miliardi
Veltroni: irresponsabile, soffia sul fuoco "Così trasforma un problema
sociale in un problema di ordine pubblico" "I giovani non cadano
nelle provocazioni, manifestino in modo pacifico e non violento" ANDREA
PALOMBI ROMA. Berlusconi "soffia sul fuoco". Le sue sono "parole
molto gravi che possono essere cariche di conseguenze". Walter Veltroni
accusa duramente il premier di provocare a freddo un movimento di protesta che
è stato finora del tutto pacifico. Pacifico e e composto da studenti, ma anche
da insegnanti e genitori. Così facendo, avverte il segretario del Pd,
Berlusconi si assume una grave responsabilità: quella di "trasformare un
problema sociale in uno di ordine pubblico" e di radicalizzare la
protesta. Per Dario Franceschini non c'è dubbio: Berlusconi "vuole lo
scontro sociale". Magari per distogliere l'attenzione dell'opinione
pubblica. Per questo il Pd lancia un accorato appello agli studenti: non
raccolgano le provocazioni e tutte le proteste avvengano in modo pacifico e non
violento. "Mi auguro - dice Veltroni - che studenti e insegnanti abbiano
la responsabilità di ignorare le parole di Berlusconi". Ma nello stesso
tempo il Pd si rivolge anche al ministro dell'Interno "affinché - avverte
Franceschini - non sia toccato neppure un capello agli studenti. E comunque -
sottolinea - il Pd è con gli studenti". E Veltroni ripete la richiesta di
ritirare il decreto Gelmini e di dar
vita a un tavolo con tutti le parti interessate. Di fronte al pugno di ferro
brandito ieri da Berlusconi, Veltroni torna però anche a riproporre le
preoccupazioni più generali per lo stato della democrazia. "E' ancora
possibile dissentire in questo Paese? E' possibile organizzare manifestazioni,
o no? E' possibile scrivere sui giornali cose che non piacciono al governo, o
no? Se la risposta è "no" - conclude - le cose cominciano a diventare
molto serie". E poi si chiede come mai c'è "tanta agitazione"
nel governo di fronte alla manifestazione del Pd di sabato prossimo se davvero
i sondaggi sono così favorevoli. Preoccupazioni a cui si aggiungono nuovi
timori sullo stato dell'informazione. I "saluti" spediti ieri dal
Cavaliere ai direttori dei giornali assumono un senso tanto più minaccioso,
spiega infatti Ricardo Franco Levi in conferenza stampa, perché il governo
nello stesso tempo sta tentando di sottrarre al Parlamento i finanziamenti per
la stampa e riservare ogni decisione al proposito al solo ministro
dell'Economia. Non si tratta solo dei giornali di partito, ma di circa 300
milioni che ogni anno vengono versati ai grandi gruppi. Veltroni accusa poi il
Cavaliere per aver detto che non ci sarà nessun taglio alla scuola pubblica:
"Come fa a dire una bugia come questa?". E legge dal decreto della
Gelmini i "risparmi di spesa" esplicitamente previsti che assommano a
poco più di 8 miliardi di euro. Giuseppe Fioroni, ex ministro dell'Istruzione
con Prodi, smonta invece una ad una tutte le cifre fatte ieri da Berlusconi (in
risposta alle "bugie della sinistra") e lo accusa di non leggere
neanche i provvedimenti del suo governo.
( da
"Stampa, La" del 23-10-2008)
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Scuola
PROTESTA.RACCOLTE DAI
SINDACATI Scuola, 3500 firme al prefetto contro i tagli del governo
[FIRMA]FRANCA NEBBIA ALESSANDRIA Circa 3500 firme sono state raccolte solo ad
Alessandria (20 mila in Piemonte) dalle organizzazioni sindacali contro i
previsti tagli nella scuola, per il rinnovo dei contratti di lavoro, per
l'immissione in ruolo dei precari, contro il decreto Gelmini e la proposta di maestro unico. Ieri sono state
consegnate a tutte le prefetture del Piemonte. E' uno dei primi passi della
mobilitazione a cui il sindacato chiama a raccolta tutti gli attori della
scuola dopo l'approvazione della legge 133 che prevede su scala nazionale una
riduzione di circa 87 mila docenti e di 42 mila lavoratori Ata (bidelli e
amministrativi). In provincia si calcola che si tratti di circa 349 posti in
meno per i docenti e di oltre 200 per il personale Ata. Ieri i rappresentanti di
varie organizzazioni sindacali, Maria Grazie Penna, per la Cisl, Maria Grazia
Bodellini, per lo Snals, Alessandro Montaldi, per la Cgil, e Giovanni
Guglielmi, della Uil, hanno illustrato le iniziative per il 30 ottobre,
giornata di sciopero nazionale con manifestazione a Roma. Sono stati
organizzati bus e treni notturni per raggiungere la capitale (Informazioni ai
sindacati: 0131 52682; 0131 204727; 0131 308210; 338 7034516). Ma è stata pure
preparata una lettera per i genitori, da distribuire davanti alle scuole, per
spiegare "che cosa succederà". Nella scuola dell'infanzia e nella
primaria - vi si dice - per i piccoli Comuni saranno necessari almeno 15 alunni
per classe e 20 per i centri urbani, con classi che potranno comprendere 27/28
alunni e un "tempo scuola" in base a risorse di organico che non sono
ancora decise. Nelle medie, almeno 20 ragazzi e fino a 29, nelle superiori
almeno 27 nelle prime classi e 22 nelle successive. Anche in questo caso il
"tempo scuola" diminuirà. "Meno scuola, più alunni per classe,
più bassa la qualità didattica e l'offerta formativa, con meno attenzione ai
singoli" dicono i sindacati. Intanto ci si prepara all'appuntamento del
30. Ci saranno assemblee nelle scuole, manifestazioni, coinvolgimento dei
parlamentari e delle famiglie, raccolte di firme e partecipazione alle
iniziative di carattere nazionale.
( da
"Tribuna di Treviso, La" del 23-10-2008)
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Scuola
Oggi con manifesti e
cartelli davanti alle scuole, in vista dello sciopero del 30 ottobre Un
volantinaggio davanti alle scuole, oggi, all'inizio e alla fine delle lezioni.
Sarà questa l'iniziativa della Rete Studentesco di Treviso, che hanno deciso di
dare man forte alle iniziative di protesta contro la riforma Gelmini in tutte
le città italiane. L'obiettivo è informare gli studenti sui contenuti del
decreto in discussione alla Camera e al Senato: i tagli di 8 miliardi di euro,
la riduzione degli orari e degli indirizzi di studio e il mancato stanziamento
di fondi per il diritto allo studio. Il volantinaggio sarà accompagnato
dall'affissione su finestre e muri dei plessi di cartelloni di protesta, che
riporteranno lo slogan del gruppo. "Fuori la Gelmini
dalla scuola". Tutto questo in vista dello sciopero generale, con
astensione dalle ore di lezione, previsto per il 30 ottobre. Anche gli studenti
di "Lotta studentesca", dell'area di destra, si dicono contrari alla
riforma Gelmini, senza però aderire
allo sciopero del
( da
"Tribuna di Treviso, La" del 23-10-2008)
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Scuola
Ombralonga/1: la
città deve fare autocritica In qualsiasi occasione, che derivi da iniziative
lavorative, sociali, personali con risvolti allegri o tristi quando ci scappa
il morto difficilmente si tende a fare autocritica ma ci si trova sempre ad
estraniarsi e a cercare di trovare il colpevole di turno. Questa volta chi deve
fare autocritica è tutta la città di Treviso e tutti coloro che non si sono
adoperati (avendone il potere di farlo) abbastanza per evitare il ripetersi di
una manifestazione che, a mio parere, non è nient'altro che un ubriacata
collettiva che non porta nessun valore aggiunto a chi partecipa nè alla città.
Forse agli organizzatori qualcosa rende se si oppongono a chi vuole bloccare
tale manifestazione. Treviso è una città affascinante, gradevole, da vivere
tranne durante questa manifestazione che ribalta bisogni fisiologici e vomiti sulle
proprie strade. Passi che si provveda a ripulire, passi che si rimetta ordine
velocemente ma non deve passare, per poi essere dimenticata o strumentalizzata,
la morte di un giovane ragazzo che per la stanchezza si era appisolato ai bordi
dei binari della ferrovia. Se una persona è stanca ed in grado di intendere e
volere, il proprio cervello suggerisce di sederci su una panchina o comunque di
trovare una sistemazione che possa farci rilassare; ma sicuramente non in un
posto tale da farsi risucchiare da un treno!! Questa disgrazia non è
sufficiente che serva di lezione. Non siamo ad un luna park oppure a bordo di
un aereo dove per fatalità si è verificato un guasto nè tanto meno in un
reality. Si piange una giovane vittima di una manifestazione inutile che nulla
la accomuna con tradizioni sane e costruttive, sicuramente non omicide. Da oggi
Treviso avrà l'onere di farsi perdonare ma non sappiamo chi chiederà
direttamente scusa. Mirko Pozzi (Ponzano Veneto) Ombralonga/2: gli errori sono
stati fatti a Paese Giusta l'osservazione. E' successo l'irreparabile e
dobbiamo modificare i parametri del giudizio sull'ombralonga. Perché? Cosa c'è
stato di diverso rispetto a qualsiasi altro giorno di festa in cui è anche
lecito bere un bicchiere in più? C'è una responsabilità precisa e diretta degli
organizzatori per la disgrazia, avvenuta lontano dal centro della
manifestazione? Quanti altri incidenti minori sono avvenuti? Se c'è un
parametro da modificare è quello delle persone presenti in stazione a Paese.
Quelle persone che hanno visto il ragazzo seduto nel posto sbagliato e non sono
intervenute a spostarlo. Ormai tendiamo a farci gli affari nostri e, pur
vedendo, non interveniamo a correggere le tante cose che non vanno. Ecco,
questo è il parametro da ripristinare con il coraggio di dire cosa non va e,
anche se poi non cambia nulla, almeno avremo la coscienza in ordine e potremo
piangere la solidarietà dovuta. Francesco Montagner (Treviso) Ombralonga/3: il
rischio delle stazioni abbandonate Mentre è assolutamente lungi da me la sola
idea di ridurre le responsabilità (morali, e non è poco!) dell'Ombralonga nella
tragedia avvenuta, c'è tuttavia un altro elemento che non viene mai preso in
considerazione, ed è il fatto delle piccole stazioni impresenziate. Già il
termine è inaccettabile: occorre dire insicure, abbandonate con la gente che
deve utilizzare un servizio di primaria importanza e il cui funzionamento è, di
per sé, pericolosissimo. Luoghi che, da quando vengono così (mal)gestiti, danno
luogo a problemi non di poco rilievo; finora forse mai prima alla tragedia, ma
era solo questione di tempo. Si fa un gran parlare, periodicamente (e in
occasione di tragedie subito dimenticate) della pericolosità dei passaggi a
livello, e nel contempo, si lasciano a sé nelle stazioni passeggeri che possono
aver bisogno di supporto, che possono dar luogo a problemi, che rischiano
inevitabilmente anche la vita. Sarebbe bastata la presenza di un addetto a
scongiurare una tragedia insuperabile. E chi gestisce, chi ha la
responsabilità, del servizio ferroviario, non può non aver messo in conto,
risparmiando sulla presenza di addetti al servizio nelle piccole stazioni, un
tot di problemi, vale a dire anche di danni alle persone. Davvero questo non
comporta responsabilità? Credo sia necessario riflettere sul fatto che i
servizi alla persona (tutti: una volta c'era una persona sull'autobus ad
affiancare il conducente e non si dibatteva sul bisogno assurdo di far salire
la polizia) necessitano, per loro stessa natura, di essere gestiti da persone e
non lasciati a sé o affidati a meccanismi. Resta che la fine dell'Ombralonga ha
avuto un costo inaccettabile; modo improprio di esprimermi perché non è proprio
possibile parlare di costi a fronte di valori assoluti quali la vita di una
persona. Un grande abbraccio ai familiari di Andrea. Ivana Daccò Gelmini/1: attenti, è un campanello d'allarme
Il mondo della scuola è, ormai da diversi giorni, in rivolta. E le
manifestazioni di protesta, da Nord a Sud, da Est a Ovest, interessano non solo
le scuole di ogni ordine e grado (scuola primaria, medie, superiori e
università), ma vedono in prima fila tanto i docenti come gli studenti,
genitori preoccupati delle sorti della scuola italiana e comuni cittadini.
Obiettivo dichiarato il cosiddetto decreto "Gelmini" e i tagli dei
fondi alle scuole e alle università. Sciopero degli insegnanti, sciopero degli
studenti, scuole e università occupate, primi scontri a Milano fra manifestanti
e forze dell'ordine: un preoccupante campanello d'allarme sociale che riporta
con la memoria al
( da
"Tribuna di Treviso, La" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
"Minacce
inaccettabili, non ci faranno tacere con la forza" Reazioni stupite e
indignate alla Sapienza di Roma. "Non blocchiamo la didattica" ROMA.
"Nel maggio del '68 ero a Parigi e ho visto con i miei occhi la città
invasa e bloccata dalle proteste degli studenti, senza che venisse mai
interrotta la didattica, neanche per un'ora". Così ci racconta Edoardo Ferrario,
professore associato di Estetica a La Sapienza di Roma. Sono parole importanti,
in questo momento di grande confusione all'interno degli atenei. La maggior
parte degli studenti che si stanno mobilitando in questi giorni sono con lui.
In pochi credono che sia necessario bloccare le lezioni per farsi ascoltare dal
governo. Molto meglio la proposta, da alcuni già messa in atto, di fare lezione
nelle piazze o davanti alla sede del Parlamento. Alla domanda su cosa pensa
riguardo alle dichiarazioni di Silvio Berlusconi sulla possibilità di un
intervento della polizia all'interno delle università Ferrario ha parole
chiare: "Le minacce, da qualunque parte provengano, non sono mai
accettabili. Le parole vanno usate in modo opportuno, non a caso. La polizia?
Che venga. Faremo lezione anche con loro". Intanto i ragazzi dei
collettivi all'interno delle assemblee discutono per affermare le loro
posizioni. C'è chi vuole a tutti i costi bloccare la didattica, ma si tratta di
una minoranza. Andrea, 25 anni, è tra quelli che si danno da fare per
organizzare lezioni fuori dalle aule: "E' il modo migliore per evitare che
la nostra protesta venga strumentalizzata, come è accaduto in passato. Le
dichiarazioni di Berlusconi dimostrano come il governo voglia evitare in tutti i
modi di rispondere alle nostre richieste. Le minacce di un intervento della
polizia sono solo un modo per spostare l'attenzione. Spero che non si riesca ad
approfittare delle azioni di pochi facinorosi per rovinare un momento
importante. Io, come la maggior parte degli studenti, sono un
non-violento". Quello che viene fuori chiaramente dalle dichiarazioni di
tutti è che alla base della protesta non ci sono solo la finanziaria di
Tremonti e i decreti della Gelmini. Le
manovre del governo Berlusconi sono il pretesto per far venire fuori tutto il
malcontento di una generazione che non ci sta ad avere davanti un futuro con
poche speranze. C'è chi come Federico, in tasca laurea specialistica che mette
insieme Filosofia e Fisica quantistica, lavora in teatro come tecnico delle
luci: "Non è un problema, è un lavoro che mi piace. Ma se avessi voluto
intraprendere la carriera universitaria non avrei dovuto solo studiare, ma
cercare di farmi amico qualche barone. Ed è questo che deve cambiare".
Elettra, 20 anni, studentessa di Lettere, ha passato tutta la giornata alle
assemblee di facoltà: "Non credo che Berlusconi farà davvero quello che ha
minacciato. Noi non stiamo facendo niente di male se non chiedere quello che ci
è dovuto. Io non credo che le università di oggi siano perfette. La nostra è
una protesta che tende alla costruzione di un sistema migliore, e chi è al
governo dovrebbe darci ascolto, non minacciare di metterci a tacere con la
forza". Valentina Della Seta.
( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
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Scuola
Il racconto Torino,
la trincea dove partì il '68 "Vengano ad arrestarci, siamo più di
loro" "Comunque qui la polizia non entra senza l'ok del rettore. E
lui non la chiamerà" PAOLO GRISERI TORINO - La ragazza con il maglione
viola afferra il microfono e grida: "Vengano pure a prenderci, siamo molti
più di loro". La tv ha appena rilanciato il proclama di Berlusconi:
"Se occuperanno le università, manderemo la polizia". Nel cortile del
rettorato si radunano centinaia di persone, un'assemblea convocata in poche
ore. E i più scatenati sono i professori. Angelo D'Orsi insegna storia del
pensiero politico. è un allievo di Norberto Bobbio. Prende la parola di fronte
a centinaia di persone. D'Orsi si scaglia contro "il modernismo
reazionario che sta dietro questa riforma" e miete gli applausi degli
studenti. L'atmosfera è tesa perché a Torino l'Università è già occupata. Terzo
giorno di attività autogestite, concerti e seminari. Che cosa accadrà se
davvero arriveranno i poliziotti con il manganello? "Non succederà nulla -
dice Luigi, 23 anni, studente a lettere - perché la polizia non può entrare
all'Università se non la chiama il Rettore. E il nostro Rettore non la
chiamerà". L'aspetto più originale degli anti-Gelmini è che la protesta supera antichi steccati. Nell'atrio
di Palazzo Nuovo, la sede delle facoltà umanistiche, Valentine sgrana gli occhi
quando le chiedi: "Non è strano trovarsi dalla stessa parte della
barricata con i professori?". "Perché strano? Siamo tutti sulla
stessa barca. L'attacco è a tutta la scuola pubblica e coinvolge studenti,
professori e genitori". Un minestrone sociale che si vede nei cortei:
ricercatori in camice bianco a braccetto con i ragazzi dei centri sociali e le
mamme con i figli sul passeggino. Tutto il mondo sta esplodendo, dall'asilo al
dottorato. Torna il '68? La protesta riparte da Torino come era accaduto
quarant'anni fa con l'occupazione dell'ateneo. Al quarto piano di Palazzo Nuovo
c'è l'ufficio del titolare della cattedra di Storia contemporanea alla facoltà
di Scienze della Formazione: è Giovanni De Luna, uno dei protagonisti dell'occupazione
dell'università torinese nel '68. Professore, si ricomincia? De Luna sorride e
fa gli scongiuri: "Ma per carità. Il primo invito che rivolgo a chi oggi
protesta è di dimenticarsi i paragoni con il '68. Il '68 fu un episodio del
Novecento. Quel secolo si è chiuso, per fortuna". Che cosa è cambiato da
allora? "Ricordo bene la mattina del 10 gennaio 1968, quando occupammo
Palazzo Campana, allora sede dell'Università. C'era un clima quasi spensierato,
ben lontano da quello plumbeo di qualche mese dopo. Occupavamo perché imitavamo
i movimenti americani. Facevamo i sit-in e la polizia ci portava fuori a
braccia. Pensavamo che il nostro sciopero fosse un antipasto della vera
rivolta, quella che doveva partire dalle fabbriche. Chi occupa oggi Palazzo Nuovo
non pensa certo di suscitare la rivolta degli operai Fiat. è meglio che non
inseguano miti oggi inutili". Basta scendere al piano terreno per capire
che il rischio paventato da De Luna non si corre. Nell'atrio Davide è reduce da
una riunione organizzativa: "Noi e il '68 siamo lontanissimi. Per noi il
'68 è un'etichetta che ci appiccicano gli altri. Abbiamo obiettivi molto
concreti, non inseguiamo storie vecchie. Chiediamo che non si smantelli la
scuola pubblica, da tempo promuoviamo corsi di autoformazione alternativi a
quelli dell'Università ufficiale. Siamo contro i tagli alla ricerca e alla
riduzione del numero di docenti. Vogliamo che l'università sia accessibile a
tutti e non una scuola di élite gestita dai privati". Il calendario della
protesta è già fissato. Marta spunta dietro il megafono appoggiato sul tavolo:
"Il primo appuntamento è la visita della Gelmini a Torino il 28 ottobre.
Arriverà all'Unione industriale e noi vogliamo preparale una bella accoglienza
e qualche sorpresa. Il 30 c'è lo sciopero generale della scuola e pensiamo di
organizzare una manifestazione a Torino con gli studenti medi e il
coordinamento genitori. Per questo chiediamo al Rettore di bloccare le
didattica il 28, il 29 e il 30". Ecco un altro segno del superamento di vecchie
ruggini. Quando mai gli studenti in rivolta hanno chiesto il permesso al
Rettore per bloccare le lezioni? Accade anche questo nel pomeriggio,
all'assemblea che si tiene nel cortile del Rettorato. Il prorettore, Sergio
Roda, non può, ovviamente, accettare la richiesta. Riceve una delegazione di
studenti e risponde con una formula sibillina: "Vedo difficile immaginare
un blocco della didattica deciso dal Rettore. Credo però che tutti, salvo rare
e schierate eccezioni, siano d'accordo sulla necessità di contrastare la
riforma". Come dire che non sarà necessario bloccare le lezioni perché i
professori sciopereranno spontaneamente. L'"assemblea anti-Gelmini",
quella che firma tutti i manifesti e le iniziative di protesta di questi giorni
a Torino, sembra aver raggiunto un elevato grado di consenso. Ma sarà davvero
cosi nella società? L'opinione pubblica starà con la protesta o con la polizia?
Davide risponde con una battuta: "Non ci muoviamo in base ai
sondaggi". Poi torna serio: "La scuola siamo tutti. Ognuno ha figli
che la frequentano, ha parenti che insegnano. Tutti sanno come si studia e con
quali difficoltà. Non credo che riusciranno a far credere che siamo tutti un
esercito di fannulloni".
( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
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Scuola
"No alle
occupazioni, garantiremo l'ordine" Scuola, Berlusconi minaccia l'uso della
forza "Darò istruzioni al ministro dell'Interno". Bagnasco: serve
moderazione Lo scontro Conferenza stampa con la Gelmini:
sulla riforma nessuna marcia indietro CARMELO LOPAPA ROMA - Manda un avviso ai
"naviganti". Che poi sarebbero studenti, famiglie, insegnanti e anche
ai mezzi di informazione. "L'ordine deve essere garantito, lo Stato deve
fare lo Stato". Le proteste e le occupazioni di questi giorni contro il
decreto Gelmini e la riforma della scuola, frutto della strumentalizzazione
"della sinistra e dei centri sociali", devono cessare. E il
provvedimento del governo non sarà ritirato, tutt'altro. Silvio Berlusconi
prova a liberarsi dall'assedio della piazza, dei coertei, delle assemblee e
delle lezioni per strada. E trasforma la contestazione del mondo della scuola
in un problema di ordine pubblico. Poche ore prima di imbarcarsi sul volo che
lo porterà per alcuni giorni in Cina, convoca il ministro dell'Interno Roberto
Maroni. Con lui vorrebbe concordare le modalità di utilizzo delle forze di
polizia per sgomberare scuole e atenei, girargli "istruzioni dettagliate
su come intervenire". Poi, nel faccia a faccia pomeridiano col capo del
Viminale per un'ora a Palazzo Grazioli, le cose andranno diversamente. Nessun
piano di sgomberi, per ora. Sta di fatto che l'annuncio - fatto in conferenza
stampa al fianco della ministra nel mirino Mariastella Gelmini - ha l'effetto
di una carica di dinamite. Cortei e proteste anche non autorizzate da Roma a
Milano. Altre occupazioni annunciate per oggi in mezza Italia. L'opposizione
che si mobilita e accusa il premier di agire da "provocatore", di
"soffiare sul fuoco", di meditare una "strategia della
tensione". Il clima politico si surriscalda al punto da indurre il
Quirinale a intervenire e lo stesso fa il presidente dei vescovi Angelo
Bagnasco: "I problemi complessi non si risolvono con soluzioni semplici,
servono moderazione ed equilibrio". All'incontro con la stampa organizzato
nel giro di poche ore per porre un argine al dilagare della protesta, Berlusconi
si presenta con un minidossier di undici pagine sulla scuola e "tutte le
bugie della sinistra". Lui, ex "studente modello e
diligentissimo" che certo non avrebbe "mai occupato" una scuola,
giudica semplicemente "falsi i messaggi dei leader della sinistra che
sgambettano in tv" e che starebbe dietro la protesta coi centri sociali. E
siccome "la realtà di questi giorni è ben altra di quella raccontata dai
mezzi di informazione, ma è fatta di aule piene di ragazzi che intendono
studiare", ecco la stretta, la svolta rigorista. "Non consentirò
l'occupazione di università e di scuole, perché non è dimostrazione di libertà
e democrazia, ma pura violenza nei confronti degli altri studenti, delle
famiglie e nei confronti dello Stato". E preannuncia l'incontro che di lì
a qualche ora avrebbe avuto a Palazzo Grazioli col ministro dell'Interno
Maroni: "Gli darò istruzioni dettagliate su come intervenire attraverso le
forze dell'ordine". Polizia in azione, dunque, anche se dall'altra parte
della barricata dovessero esserci, come ci sono, gli insegnanti. Linea dura
anche sul decreto: "Sulla riforma della scuola andremo avanti",
avverte in risposta a Veltroni che lo aveva invitato a ritirarlo. "Non
retrocederò di un centimetro, avete 4 anni e mezzo per farci il callo".
Alla Gelmini rimprovera sorridendo di aver sbagliato a parlare di maestro
unico, "meglio dire prevalente", poi elenca una per una le
"bugie" di sinistra e occupanti e pregi della riforma. Che intanto
procede a gonfie vele in Parlamento. Respinte ieri al Senato dalla maggioranza
le otto pregiudiziali costituzionali sollevate dalle opposizioni, la riforma
viaggia verso il voto finale previsto per mercoledì prossimo. L'ultima parola
del premier è per la manifestazione del Pd del 25 ottobre. "è una possibilità
della democrazia ed anche noi ne usufruimmo - riconosce a distanza al Veltroni
che più volte glielo ha ricordato in questi giorni - Ma noi manifestammo contro
la pressione fiscale del governo Prodi. La loro è solo contro il governo e non
ha proposte".
( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
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Scuola
Cronaca Lo slogan Il
leader Torino I futuri geologi in strada per chiedere l'elemosina Tremonti, Gelmini e Brunetta: voi non sapete l'autunno
che vi aspetta I chimici a lezione listati a lutto, i geologi in strada a
chiedere l'elemosina, gli agrari in tenda nei prati del campus. Anche a Torino
la protesta degli studenti si allarga e studia strumenti folkloristici per fare
breccia nell'opinione pubblica. Mentre l'assemblea no-Gelmini sta organizzando
una incursione al Salone del Gusto in programma a Torino a partire da oggi e
fino a domenica. Prosegue intanto l'occupazione di Palazzo Nuovo, la sede delle
facoltà umanistiche dell'Università, la facoltà di Fisica e quella di Agraria
di Grugliasco. Martedì sera il collettivo ha organizzato una "notte
bianca" degli universitari a Palazzo Nuovo alla quale hanno partecipato un
migliaio tra studenti, professori, tecnici e amministrativi ma anche insegnanti
delle scuole e genitori con i piccoli alunni. (o. giu.).
( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
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Cronaca Da Nord a Sud
la mappa della scuola sulle barricate Sit in e manifestazioni, dilaga la
protesta Le piazze Ogni giorno nuove forme di lotta In attesa del grande sciopero
di giovedì prossimo ROMA - Un'altra giornata di protesta, ancora blocchi e
cortei, ancora lezioni in piazza. è una mobilitazione diffusa e spontanea
quella che attraversa scuole e università, con le iniziative che vengono decise
di giorno in giorno. E che disegna la mappa di una contestazione destinata a
continuare. Per oggi è previsto un sit in davanti al Senato ma ci sono
manifestazioni in tutta Italia, in attesa dello sciopero generale della scuole
del 30 ottobre e di quello dell'università del 14 novembre: da Catania
all'Aquila, da Perugia a Reggio Calabria e Catanzaro, previste assemblee anche
a Napoli, Firenze, Bologna, Teramo e Macerata. Ieri corteo non autorizzato a
Milano, mentre a Roma il dipartimento di Fisica della Sapienza è stato sbarrato
con i lucchetti e una delegazione di studenti di RomaTre è stata ricevuta dal
rettore. A Firenze affollata lezione in piazza con l'astrofisica Margherita
Hack. Corteo funebre invece a Bari per celebrare il funerale della scuola
pubblica mentre universitari e medi si sono riuniti all'Orientale di Napoli
dove è stata decisa l'occupazione. Occupazioni anche delle facoltà umanistiche
a Torino. Non solo studenti. A Roma il coordinamento genitori-insegnanti
"Non rubateci il futuro" ha chiesto un incontro al ministro Gelmini e la sospensione
"immediata" dei lavori parlamentari.
( da
"Secolo XIX, Il" del 23-10-2008)
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La protesta Tensione
all'istituto di Sampierdarena. I ragazzi contro la preside: "Ha fatto
chiudere il portone per non farci entrare" 23/10/2008 DECINE DI STUDENTI
in strada, sotto la pioggia. Molti fra i ragazzi del liceo di scienze sociali
"Gobetti" di Sampierdarena ieri mattina hanno disertato le lezioni
per manifestare contro il decreto legge Gelmini.
A chi ieri ha scelto di organizzare la protesta l'istituto però non ha dato
asilo: "Ci hanno lasciati fuori sotto la pioggia - spiega Francesca, 17
anni, probabile futuro rappresentante d'istituto - Alle 7,30 eravamo già tutti
qui davanti: molti sono entrati, ma dieci minuti prima delle otto ci hanno
chiuso il portone in faccia". "E' stato un gesto di un'arroganza
inaccettabile - si accodano i compagni di scuola, infreddoliti e zuppi -.
Sapevano le nostre intenzioni. Sapevano che volevamo tentare di occupare le
classi, spiegare a tutti le nostre ragioni. Organizzarci per affermare la piena
contrarietà verso una legge da tutti definita economica, non certo formativa. E
ci hanno chiuso fuori, lasciati sotto il temporale". Dalla segreteria di
presidenza del Gobetti la risposta è in poche parole: "Non è successo
nulla - spiega una collaboratrice della preside Milena Romagnoli prima di
riattaccare - Le lezioni si sono svolte regolarmente, come tutti i
giorni". Ma tanti ragazzi hanno disertato le aule. Dicono di essere stati
chiusi fuori, sotto la pioggia. Non è successo niente? "Le lezioni si sono
svolte regolarmente" ripete. Non una parola in più. Infuriati per il
comportamento dell'istituto anche alcuni genitori: "Sono rimasta in
contatto telefonico con mia figlia per tutta la mattinata, perché volevo capire
cosa stesse accadendo - sbotta Paola Domma, mamma di una diciassettenne
iscritta al quarto anno - Mia figlia mi ha assicurato che alle otto meno un
quarto hanno chiuso il portone lasciando tutti sotto l'acquazzone. E ieri
veniva come le mele. Ho telefonato all'istituto per chiedere spiegazioni: come
mamma avevo il diritto di sapere. Chi mi ha risposto, mi ha detto che le
lezioni si stavano svolgendo senza problemi, che non capiva la mia
preoccupazione. E di rivolgermi alla professoressa coordinatrice di
classe". "Secondo me c'è poca collaborazione fra ragazzi e dirigenza
del Gobetti - aggiunge - Anche noi genitori abbiamo problemi a comunicare con
la presidenza". "Se abbiamo deciso di manifestare non è per saltare
le lezioni - avverte Sara, 16 anni, iscritta al terzo anno, indirizzo
linguistico - ma per organizzare una lotta che coinvolga tutti. Anche chi ha
scelto di entrare, probabilmente per la paura di provvedimenti disciplinari.
Che qui sono praticamente all'ordine del giorno". Martina, 15 anni, è
iscritta in terza, indirizzo psico-pedagogico, assicura che non è finita:
"Domani (oggi per chi legge, ndr) ci organizzeremo meglio - spiega -
Vedremocosa fare e sceglieremo le forme di lotta". Probabilmente ci sarà
sciopero e verrà indetta un'assemblea. Dopodiché si dovrà decidere per
l'autogestione o direttamente l'occupazione. "Manifestare è un nostro
diritto - riprende Francesca - Faremo sentire la nostra voce". FEDERICO
AMODEO 23/10/2008.
( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
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Cronaca Lo slogan Il
leader Bari Sfila il corteo funebre dell'istruzione pubblica Contro chi uccide
l'università, proteste e cortei in ogni facoltà Occupazioni, blocco della
didattica e lezioni in piazza in scuole e facoltà di Bari, dove ieri mille
universitari hanno inscenato un corteo funebre sfilando dietro la bara
dell'università pubblica. I primi ad occupare, nella notte fra martedì e
mercoledì, sono stati gli studenti di un liceo in provincia. "Eravamo in
assemblea e abbiamo deciso di dare un segno forte" racconta Luigi
Piccolomo dell'Oriani di Corato. "I professori sono con noi, e ora
continueremo con loro la battaglia". Nelle facoltà di Legge e Scienze
politiche da lunedì scorso docenti e studenti hanno sospeso le lezioni per
aprire il dibattito sulla legge 133. Le "133 coltellate inferte da
Tremonti e Gelmini alla pubblica
istruzione" hanno scatenato la protesta degli universitari che oggi
partiranno con le lezioni in piazza. (f.s.).
( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
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Cronaca Lo slogan Il
leader Milano Anche il vicesindaco nel mirino guerra di manifesti col Comune
Nessuna mediazione, fuori la Gelmini
dall'istruzione Proseguono le assemblee di protesta nelle università milanesi.
Ieri dopo una lezione all'aperto in piazza Duomo a cui hanno partecipato 500
persone, gli studenti della Statale hanno raggiunto in corteo la sede di
Scienze politiche. Qui hanno tentato di occupare un'aula, interrompendo una
lezione di Economia, ma il docente si è opposto, sostenuto da buona parte dei
ragazzi che stavano assistendo. Sempre più forte la contrapposizione tra
universitari e Comune: fra i manifesti affissi sui muri delle università,
centinaia quelli con la faccia del vicesindaco Riccardo De Corato e la scritta
"wanted". Uno sberleffo da far-west: "Vuole fare lo sceriffo?
Tuona contro i "comunisti" che come apache invadono Milano? Noi
stiamo al gioco", dicono gli studenti. De Corato ieri ha parlato di
"sobillatori di professione che usano gli studenti come massa
d'urto". (f.v.).
( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
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Pagina VII - Torino
Ma è polemica per l'aut aut di Berlusconi. Il decano Gian Mario Bravo:
"Protesta giusta e sacrosanta" "Date le università alle
Regioni" La proposta federalista del Piemonte sostenuta dai rettori Mentre
la protesta contro la riforma Gelmini
si estende anche alle Superiori, il Piemonte lancia una proposta a Calderoli:
"Vogliamo il federalismo universitario. Date a noi la gestione degli atenei"
dice l'assessore Bairati. E i rettori concordano. Gian Maria Bravo approva la
protesta: "Giusta e sacrosanta". I SERVIZI ALLE PAGINE II E III.
( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
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Pagina VIII - Torino
Lezioni in piazza nei licei e negli istituti tecnici: quattro giorni di fuoco
tra il 27 e il 30 ottobre Dal Gioberti al Volta sale la protesta Scocca l'ora
delle scuole Superiori Scendono in strada anche i genitori: stanno preparando
un regalo al ministro Iniziative pure al Berti e al Cavour "C'interessa
trovare l'intesa con i professori" MILENA VERCELLINO Lezioni in piazza,
assemblee, sit-in: contro la riforma Gelmini
continua a montare la protesta anche nei licei e negli istituti tecnici e il
calendario della mobilitazione s'infittisce sempre più di appuntamenti. E
mentre in questi giorni una galassia di iniziative sta prendendo forma nei
singoli istituti, i ranghi si stanno sempre più compattando in manifestazioni
comuni, che culmineranno nella quattro giorni di fuoco che va dal 27 al 30
ottobre: dalla vigilia, cioè, dell'annunciato arrivo del ministro a Torino per
un convegno all'Unione industriale al giorno dello sciopero nazionale indetto
dai sindacati. Anche ieri si sono moltiplicate le assemblee nelle scuole
superiori torinesi; nel pomeriggio si sono riuniti gli studenti di diversi
istituti, dal Cavour al Berti e al Gobetti, per decidere il programma di
mobilitazioni per la prossima settimana. Martedì gli studenti del liceo
scientifico Volta hanno bloccato le lezioni, sostituite da un'assemblea e ieri
mattina il copione si è ripetuto, mentre nel pomeriggio i ragazzi e alcuni
professori si sono spostati in piazza Castello, dove si sono tenute le prime
lezioni all'aperto. Stesso programma per oggi, con l'aggiunta, nel pomeriggio,
di "una rappresentazione teatrale sugli effetti della riforma Gelmini",
spiega Chiara, rappresentante del Volta. Gran fermento anche al Gioberti, dove
ieri al posto delle lezioni si è tenuta un'assemblea nel corso della quale si è
deciso il programma di battaglia per la prossima settimana: un minicorteo dopo
lo squillo della campanella il 28, lezioni all'aperto in via Po, piazza
Castello o piazza Vittorio il 29, un concerto davanti alla scuola, sit-in
pomeridiani in via Po per discutere della riforma. Tra il mosaico di iniziative
ed assemblee, su una cosa gli studenti sembrano essere d'accordo: fare fronte
comune con gli insegnanti. "Per ora ci interessa organizzare iniziative
con i professori, e loro non sono d'accordo con l'occupazione", spiega
Sara del liceo di via Sant'Ottavio. "Probabilmente non ci saranno occupazioni,
da questo momento la linea è trovare un punto d'incontro con gli
insegnanti", conferma Chiara del Volta. A partire da lunedì, altre scuole
superiori sposteranno le aule in piazza. Gli studenti del Cavour hanno deciso,
dal 27, "lezioni alternative" sulla proposta del ministro Cavour)
mentre per il 30 ottobre l'assemblea studenti e studentesse "No
Gelmini" sta organizzando un corteo che dovrebbe partire alle 9 da piazza
Albarello. La strada da seguire è infatti quella dell'unione delle forze, e
sotto l'ombrello dell'assemblea fioccano le iniziative comuni. Domani, alle 15,
gli studenti monteranno un presidio davanti al Miur, in via Pietro Micca,
mentre sabato sera alcune band studentesche terranno concerti anti-Gelmini
all'Askatasuna. Il 28 sera, poi, ci saranno anche i ragazzi delle superiori a
dare il benvenuto al ministro davanti all'Unione industriale, mentre gli
esponenti del "Coogen" (il coordinamento genitori) stanno preparando
un pacco regalo da consegnare alla Gelmini. Contenuto: disegni e oggetti fatti
dai bambini a scuola. Il giorno prima, il 27, il coordinamento parteciperà ad
un tavolo organizzato dai sindacati, al quale sono stati invitati gli enti
locali. E dai genitori torinesi è partito un appello per una manifestazione
nazionale del mondo della scuola che dovrebbe tenersi a Roma a novembre mentre
il presidente della Provincia Antonio Saitta invita il premier Berlusconi a
"imparare la lezione di Aldo Moro". SEGUE A PAGINA V.
( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
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Pagina IX - Torino
Gli universitari La pantera Gli insegnanti Gian Mario Bravo, tra gli accademici
più autorevoli, è schierato con nettezza con quelli del no "Contestazione
giusta e sacrosanta Sgomberare sarebbe un errore" Come cattedratico non
posso certo incoraggiarli a occupare le aule Condannarli però è difficile: è
l'unico strumento che hanno Rettore e docenti dovrebbero restare al fianco
degli studenti perché intravedo la precisa volontà di smantellare tutto quanto
fatto finora Quegli allievi avevano intuito qualcosa, tuttavia non centrarono
il bersaglio e non lasciarono tracce di sé VERA SCHIAVAZZI "Come docente
non posso certo incoraggiare gli studenti a occupare l'Università, se non in
modo simbolico. Ma loro sono maggiorenni e fanno quello che vogliono. Devo
aggiungere che contro le proposte del governo c'è la quasi unanimità: questa
volta non c'è dubbio, la protesta è giusta e sacrosanta". Gian Mario
Bravo, docente di storia delle dottrine politiche, uno tra i più autorevoli e
anziani docenti dell'ateneo torinese (si dedica all'insegnamento da quasi
cinquant'anni, lascerà l'anno prossimo) è schierato con nettezza con quelli del
�no Gelmini'. E, questa volta - a
differenza di diciotto anni fa, quando la Pantera lo sorprese mentre era
preside a Scienze Politiche - non pare neppure troppo preoccupato per le forme
che la protesta potrebbe assumere. Professor Bravo, nel 1990 lei giunse
addirittura a presentare le sue dimissioni perché i metodi degli studenti, che
occupavano fisicamente buona parte di Palazzo Nuovo, erano a suo avviso
incompatibili col funzionamento dell'ateneo, e poco democratici. Agli studenti
del movimento lei spiegò anche che non esistevano soltanto loro, che non
rappresentavano tutti. Come rilegge ora quei fatti? "Allora c'erano grossi
problemi di sicurezza, i leader della Pantera promuovevano concerti ai quali
partecipavano migliaia di ragazzi, perfino la biblioteca Gioele Solari e gli
uffici della presidenza non si potevano più usare. In quelle condizioni non si
poteva andare avanti. Ma con molti di quei ragazzi io avevo un buon dialogo. E
da allora ad oggi l'Università è molto cambiata, in meglio, anche se alcuni dei
problemi di vent'anni fa, come la carenza di spazi fisici, non si sono ancora
risolti del tutto". Se li ricorda? "Certo, con qualcuno sono rimasto
in contatto, come Igor Piotto, che poi è diventato un sindacalista della Cgil.
Con molti mi incontravo tutti i giorni, venivamo perfino a casa mia a
parlamentare. Ma, ripeto, erano tempi diversi, le condizioni di Palazzo Nuovo
erano molto peggiori di quelle attuali, con materiali infiammabili, strutture
pericolanti e grossi rischi per la sicurezza. Non era assolutamente possibile
fare finta di niente, anche perché tutte le attività didattiche erano state
bloccate. Per fortuna, e nonostante un'inchiesta penale e il relativo processo,
nessuno si fece male, grazie anche alle capacità professionali dei dirigenti di
polizia di allora". Le cronache di quell'epoca, però, la descrivono come
il �docente comunista' che quasi auspicava l'intervento delle forse
dell'ordine per far cessare l'occupazione. Non fu così? "No. Come ho avuto
modo di chiarire già allora, non ho in nessun modo provocato l'intervento della
polizia, che agì in modo autonomo, sia pure informando sempre il Rettorato. La
protesta rientrò a un certo punto da sola e, purtroppo, non lasciò grandi
eredità politiche, a differenza di quelle del �68 e del �77 che invece
produssero un segno, anche culturale. Io mi limitai a mettere sul tavolo anche
il mio incarico quando la situazione appariva insostenibile, e a cercare sempre
il dialogo con tutti". Il suo giudizio sulla Pantera, però, resta
negativo? "Quegli studenti avevano intuito qualcosa, si battevano contro
l'autonomia universitaria e contro la legge approvata nel 1989. Tuttavia non
centrarono il bersaglio e non lasciarono grandi tracce di sé. Io ero e sono
ancora favorevole alla riforma che ha portato al 3 + 2, e se oggi dico che la
protesta contro i tagli imposti dal governo è sacrosanta è proprio perché
intravedo la precisa volontà politica di smantellare tutti i passi avanti fatti
in questi anni". Che cosa dovrebbero fare il Rettore e i docenti, allora,
ora che Silvio Berlusconi minaccia lo sgombero forzato delle università?
"Restare al fianco degli studenti, continuare a protestare anche loro. Il
movimento è trasversale e coinvolge tutti, poi ognuno deve fare la sua parte.
Un docente non deve e non può occupare l'università, al massimo può andare a
parlare o a tenere una conferenza se gli occupanti lo invitano. Ma agli
studenti restano ben pochi strumenti al di fuori dell'occupazione: condannarli
è difficile, sgomberarli sarebbe un gravissimo, tragico errore".
( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
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Scuola
Pagina VIII - Roma
Come la spazzatura Sapienza, generazione Ammaniti "Noi qui non abbiamo
paura" La forza pubblica? Vogliono buttarci via come la spazzatura di
Napoli BEPPE SEBASTE (segue dalla prima di cronaca) Guardo i bei volti di tante
ragazze e ragazzi, l'eccitazione avvolta in una coltre di compostezza che mi
colpisce, così come colpisce l'assenza di richiami ideologici. Ma "è la
politica che si è allontanata da noi. Noi facciamo politica vera, i politici
no", mi dice Andrea, studente di Filosofia. E' un "caos calmo",
bella formula dell'amico Sandro Veronesi. Che vuol dire intensità, e un misto
di sentimenti: la consapevolezza della gravità storica, del rischio di
insensatezza degli studi (e quindi della vita), e una speranza comunque di
cambiamento, di incidere sulle cose, insomma sulla vita. E' un occupazione
costruttiva, che cerca la solidarietà dei docenti. Delusa invece dal
neorettore, di cui si ricordano e promesse a salvaguardia dell'università fatte
in campagna elettorale. "Siamo il contrario dei fannulloni", dice
Luca, terzo anno di Lettere. "Vogliamo studiare, vogliamo fare lezioni
nelle piazze, all'aperto, anche notturne". Un'università fuori orario.
Alcuni professori hanno già dato la loro disponibilità. "Ma come si può
continuare a studiare senza prospettive?"� si chiede Sabrina che studia
Antropologia. "Già paghiamo di tasca nostra le ricerche sul campo per la
Tesi. Io volevo fare ricerca. Ma che senso può avere per me ora, se i
ricercatori stessi saranno di fatto aboliti?" "Tra poco mi
laureo", continua Luca, "non lotto per me, ma per la collettività,
anche se l'assenza di futuro mi riguarda. Studio e lavoro in un centro
commerciale come precario". Spiegano che dall'aziendalizzazione di scuole
e università, contro cui si protestava in passato ("Non siamo in
vendita" era lo slogan), si passa alla privatizzazione vera e propria dei
corsi di studio, o alla loro sparizione. La legge 133, cioè la finanziaria,
contiene tre punti contro cui si incentra la protesta. Me li riepiloga un dottorando
di ricerca: uno, il radicale taglio ai finanziamenti ordinari alle università -
agli antipodi della retorica degli investimenti sulla formazione, i giovani, il
sapere; due, l'interruzione del turn over, che permetteva ad esempio di
assumere un precario per ogni due pensionamenti (ora ce ne vorranno cinque);
tre, la trasformazione delle università in Fondazioni, che si suppone saranno
in grado di aumentare e tasse e raccogliere al tempo stesso finanziamenti
privati, che ovviamente orienteranno nella sostanza gli studi. Per questo,
anche se le facoltà occupate sono quattro - Fisica, Chimica, Scienze politiche,
Lettere - è in queste ultime che scelgo di fermarmi. Non solo perché mi
identifico nella scelta degli studi umanistici, ma per sondare gli orizzonti
dei coraggiosi o scriteriati che li scelgono oggi. Sono il maggior bersaglio di
una politica finanziaria così miope da giudicare inutile il sapere. Un'ultima
assemblea per fare il punto, prima del riposo. Nell'aula-anfiteatro passa
qualche birra. Quelli seduti alla cattedra sono i più stanchi. Parlano di
"una grande situazione", di "mobilitazione permanente".
"Siamo in tanti". Ma occorre comunicare bene la protesta agli
studenti che verranno al mattino: li accoglieranno con volantini e cornetti.
Un'aula al pianoterra sarà l'info-point. Vogliono "far dilagare la
mobilitazione", "trasformare le lezioni in assemblee". Il taglio
a scuole e università, dicono, è parte dello smantellamento di tutto ciò che è
pubblico. Il modello è la protesta che dilagò in Francia nel 2006 contro un
progetto di legge del governo de Villepin. Determinante per la vittoria degli
studenti fu la solidarietà del mondo del lavoro e dell'opinione pubblica.
"Occorre dialogare con la città, coinvolgerla, uscire dalla cittadella accademica",
insiste Sara, mia guida tra le aule di Scienze politiche. E' piena di energia.
"Noi non difendiamo lo status quo, sia chiaro, volevamo una
ristrutturazione, un rinnovamento dell'università, non la sua demolizione.
Altro che investire, ora non vogliono neanche più farci esistere. Non so se
l'anno prossimo saprò pagare le tasse, o se i miei studi saranno pilotati da
un'azienda farmaceutica o un istituto privato che mi dirà cosa studiare".
L'università che si vorrebbe è uno spazio con maggiore socialità e più ore di
apertura. Con l'occupazione è aperta 24 ore su 24, dicono con orgoglio. Quello
che è certo, pensavo l'altra notte seduto su un muretto di fronte allo scalone
e alle colonne bianche del Rettorato, quasi metafisiche nell'illuminazione
notturna, è che un'università aperta la notte, abitata dagli studenti, è molto
più bella di un'università disabitata e chiusa. Guardavo gli studenti parlare,
camminare, animare questo luogo che per una volta era un campus, e per una
volta meritava il suo nome, "la Sapienza". Da qualche parte sullo
scalone trillava perfino un grillo superstite in questa fine d'ottobre, come
rallegrato dall'atmosfera. Dalle aule di Lettere veniva ancora luce e musica.
Sarà per il grillo festoso, sarà perché molti sono studenti di Lettere, mi
veniva in mente Il gelsomino notturno, la sensuale poesia sulla fecondità di
Pascoli. Da tanta calma eccitazione qualcosa ha da nascere, pensavo. Certo non
prevedevo fossero le dichiarazioni l'indomani del primo ministro:
"Manderemo la polizia". Ho parlato con alcuni degli studenti
allibiti: "Vogliono spazzarci via come la spazzatura di Napoli?", ha
detto una. "Noi non siamo violenti, violenta è la legge Gelmini-Tremonti". Ma la risposta
collettiva, la parola d'ordine, è come il titolo del libro di un altro noto
scrittore. "Io non ho paura". Mentre scrivo, la protesta non si
ferma. Dilaga.
( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
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Scuola
Pagina VI - Roma La
Sapienza sfida Berlusconi "Niente polizia all'università" E gli
studenti battezzano il nuovo movimento: "Onda anomala" Il rettore:
"Qui non abbiamo mai fatto ricorso alla forza neanche nei momenti più
difficili" CARLO ALBERTO BUCCI "Noi non abbiamo paura", ha
urlato Francesco di Scienze politiche dalla cattedra piazzata in cima alla
scalinata di Lettere perché i tremila studenti, accorsi per l'assemblea alla
Sapienza fissata ieri per le 14.30, non c'entravano proprio nell'aula più
grande della facoltà. "Noi non abbiamo paura delle minacce di Berlusconi
che vuole mandare la polizia a sgomberare le università occupate" ha
ripetuto Francesco Brancaccio - uno dei leader del movimento anti Gelmini, da ieri ribattezzato "Onda
anomala" - tra gli applausi scroscianti degli universitari che, assiepati
dalle tre di pomeriggio sui gradini e nei giardinetti, hanno ripetuto:
"Noi non abbiamo paura". "Le forze dell'ordine non possono
entrare alla Sapienza senza il permesso del rettore. Guarini e Frati daranno
l'autorizzazione?" aveva strillato nel microfono Paola, rappresentante di
Lettere, la prima dei delegati delle facoltà a chiedere al Magnifico uscente e
a quello entrante di dire solennemente che la Sapienza occupata (Fisica,
Lettere, Chimica, Giurisprudenza, tra le altre) non sarà sgomberata. Due ore e
mezza dopo, quando la massa degli studenti in lotta s'era sparpagliata tra i
viali dell'ateneo più grande d'Europa, il rettore Renato Guarini ha diramato un
comunicato: "Nella tradizione delle università europee l'ingresso delle
forze dell'ordine viene sempre autorizzata dai Rettori. La Sapienza, anche nei
momenti più drammatici e di maggiore tensione, non ha mai ricorso ad azioni di
forza". E Giorgio Sestili di Fisica, uno della delegazione che alle
( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
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Pagina VI - Roma La
mobilitazione anti-riforma. Corteo a Ponte Milvio Occupato il Tasso e il Blocco
di destra sfila contro la Gelmini TEA
MAISTO Sono da poco trascorse le 12 quando arrivano i risultati della
votazione: 779 favorevoli, 274 contrari. Il Tasso è occupato. Qualche ora più
tardi arriva anche lo striscione: "Riforma? Ce ne occupiamo noi". Sì,
perché lo storico liceo di via Sicilia ha occupato "per protestare contro
il decreto Gelmini, in difesa della
scuola pubblica". "Domani (oggi per chi legge) terremo le porte
aperte - assicura uno studente - Non ci sarà lezione, ma vorremo coinvolgere i
docenti nella nostra protesta. Speriamo di durare fino al 30 ottobre".
Intanto per oggi alle 16,30 è già stata convocata un'assemblea cittadina
straordinaria. Sempre ieri, prima sotto Montecitorio poi in piazza Farnese una
cinquantina di studenti del classico Augusto e due loro professori hanno dato
vita a una protesta particolare: hanno fatto prima i compiti e poi una vera
lezione di filosofia: "E' il nostro modo di dire "no" alla
riforma - spiega una studentessa - non vogliamo bloccare la didattica, ma
incentivarla". "Ho spiegato il rapporto tra la filosofia e la scienza
- spiega la professoressa Irene Baratta - è stata una bellissima esperienza e
la dimostrazione che abbiamo voglia di lavorare". La mattinata nelle
scuole di tutta Roma si era aperta all'insegna della protesta. E a portare
avanti la lotta contro la Gelmini, oltre all'Unione degli studenti vicina alla
sinistra, anche i ragazzi di Blocco studentesco, legato alla destra. E a
Berlusconi che ha parlato di una regia di sinistra dietro le proteste,
Francesco Polacco, uno dei leader di Blocco risponde così: "Oggi abbiamo
portato avanti tre occupazioni e due cortei e continueremo. Siamo contro questa
riforma che uccide l'istruzione pubblica e l'università". Ieri infatti
sono stati occupati i licei Azzarita, Genovesi e il Nervi di Morlupo. "Ci
sono stati due cortei - aggiunge Guelfo Bartalucci, sempre di Blocco - uno
partito dal Farnesina, con le scuole De Sanctis e Bernini, fino a Ponte Milvio
e un altro nella zona est con la partecipazione di 6-7 scuole. Erano 4 mila
studenti". Ma alla succursale del Nomentano ieri occupata non solo contro
la riforma Gelmini, ma anche contro un'ipotesi di accorpamento con un plesso
dell'Orazio spiegano: "La nostra protesta non è né di destra, né di
sinistra". E anche dall'Orazio che ha partecipato al corteo spiegano:
"Non seguivamo nessuna sigla politica" spiega una studentessa del
classico dove oggi ci sarà una assemblea e si deciderà sull'autogestione. E
parlano anche i ragazzi dell'Unione degli studenti: "Il De Chirico è stato
occupato - spiega Stefano Vitale - c'è stata assemblea straordinaria al Plauto.
Per domani (oggi per chi legge) assemblee straordinarie al Fermi, al Gullace e
il 24 al Colonna e all'Aristotele". E la protesta non si ferma: oggi gli
studenti dello scientifico Righi chiederanno l'assemblea, la "Rete degli
studenti medi" occuperà l'entrata di alcuni istituti, nel pomeriggio
fiaccolata delle elementari davanti al Senato (ieri il comitato "Non
rubateci il futuro" ha chiesto lo stop dei lavori parlamentari e un
incontro col ministro), domani Notte Bianca alla Saffi di San Lorenzo, lunedì
corteo delle scuole del IV municipio e anche il Montale annuncia prossime
mobilitazioni. Quanto al Nomentano, occupato anche per protestare contro
l'ipotesi di accorpamento, ieri l'assessore provinciale alla scuola Paola Rita
Stella ha incontrato i ragazzi spiegando che in questi giorni sarà sospeso ogni
provvedimento sulla riorganizzazione delle succursali. Spiega il presidente
della Provincia Nicola Zingaretti: "La nostra filosofia è comunque quella
di favorire sempre la scuola pubblica".
( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
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Scuola
Pagina VII - Roma Dai
maestri ai rettori, il fronte del no Contro i tagli, l'inedita alleanza tra
insegnanti e docenti dei tre atenei LAURA MARI Hanno tessuto la rete filo dopo
filo, giorno dopo giorno. Mobilitandosi nelle facoltà, organizzando assemblee
permanenti. Occupando. E, alla fine, creando un movimento unitario, compatto e
trasversale, in grado di unire le speranze dei bambini delle elementari con
quelle degli studenti di tutte le università romane: Sapienza, Roma Tre e Tor
Vergata. "I nostri figli nei giorni scorsi hanno occupato le scuole contro
il decreto Gelmini. E in quei giorni pensavamo "speriamo che l'università
si svegli". I bimbi guardano a voi con speranza, perché da voi può partire
il cambiamento" ammette commosso, intervenendo all'assemblea degli
studenti della Sapienza, Luca Mascini, papà di una bimba di 5 anni iscritta
alla scuola elementare Iqbal Masih e leader del gruppo "Assalti
Frontali". E loro, migliaia di studenti in mobilitazione, il vento di
cambiamento vogliono davvero sentirlo soffiare. "Un vento nuovo, dove i
professori sono a fianco degli alunni - sottolinea Giorgio Sestili, del
coordinamento di Fisica - e dove i liceali lottano fianco a fianco con i bimbi
delle materne e con i dottorandi". Un movimento eterogeneo nelle età e
nelle funzioni sociali, ma omogeneo nell'ideologia, nella voglia di bloccare i
decreti Tremonti e Gelmini. Una massa
critica che oggi pomeriggio alle ore
( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
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Pagina II - Palermo
Studenti di molte scuole cittadine, ma anche rappresentanti del coordinamento
della facoltà di Lettere. E nessuna bandiera di partito "Padri, madri e
nonni lottate insieme a noi" In mille al Cannizzaro per l'atto di nascita
del nuovo movimento Dobbiamo far sentire il disagio restando nella legalità
contro chi minaccia azioni di forza Vogliamo dimostrare che non è vero che non
abbiamo voglia di studiare, vogliamo informare La sfida più grande è stare
uniti, quello che ci viene proposto è assolutamente anti democratico I docenti
sono con noi perché questa riforma danneggia tutti, necessario fare assemblee
per spiegare a tutti CLAUDIA BRUNETTO (segue dalla prima di cronaca) Erano più
di mille secondo i padroni di casa del liceo scientifico, le persone che hanno
partecipato alla prima vera assemblea degli studenti medi aperta per dibattere
sulla riforma messa in campo dal ministro Mariastella Gelmini. Fra i partecipanti alcuni rappresentanti dei licei
classici Meli, Umberto, Garibaldi, del linguistico Ninni Cassarà, dello
psicopedagogico Finocchiaro Aprile e dei licei scientifici Galileo Galilei,
Einstein e dell'Itc Vilfredo Pareto. Corposa anche la presenza degli studenti
universitari, rappresentati dal neonato coordinamento di Lettere e dal preside
della Facoltà Vincenzo Guarrasi. Un ordine del giorno articolato, un foglio in
bella vista su cui scrivere l'elenco delle persone che desideravano intervenire
e giù le bandiere di partito, perché al di là dei movimenti di destra e
sinistra, tutti gli studenti in questo momento si battono per
"un'istruzione pubblica, accessibile a tutti e contro la privatizzazione
della scuola e delle università". Per tutto il pomeriggio l'informazione
sui decreti della riforma è andata di pari passo con le proposte degli studenti
con l'interruzione di fragorosi applausi dopo ogni intervento. Su tutto, però,
è stato lanciato da più parti e ripetutamente un appello agli studenti di tutte
le scuole di Palermo e Provincia: "Dobbiamo essere - dice Maria Patti, fra
i rappresentanti degli studenti del Cannizzaro - un unico fronte. Dobbiamo far
sentire a gran voce il nostro disagio, rimanendo nella legalità contro chi
minaccia di mandare le forze dell'ordine per sgomberare le scuole. Proponiamo
di raccogliere anche delle firme qui nel nostro liceo. Ma tra i firmatari
vogliamo madri, padri, nonni, zii e tutti quelli che hanno a cuore il futuro
delle nuove generazioni. Scuola e università sono strettamente legate. Accanto
a questo pensiamo di promuovere conferenze e dibattiti. Insomma vogliamo fare
rumore". La linea comune, infatti, al momento sembra quella di bocciare
l'occupazione degli istituti e di avviare iniziative di autogestione, cogestione
accompagnate da manifestazioni pubbliche. Fra gli altri a prendere la parola
Nazario Pastucci, intervenuto anche per moderare la discussione a tratti molto
animata: "Vogliamo dimostrare - dice il rappresentante del Cannizzaro -
che non è vero che non abbiamo voglia di studiare e che questa autogestione è
un pretesto per frenare la didattica. Vogliamo realmente conoscere e far
conoscere i termini di questa riforma che combattiamo e di cui chiediamo la
revoca". Anche se i docenti non hanno partecipato attivamente
all'assemblea sono al fianco dei loro ragazzi: "I professori sono con noi
- dice Valeria Cultrera del Galileo Galilei che ha preso la parola a nome dei
suoi compagni di istituto - Questa riforma danneggia tutti. Anche nella mia
scuola stiamo iniziando a fare assemblee per informare i ragazzi più piccoli
che magari vengono trascinati dagli eventi. Dobbiamo sensibilizzare l'opinione
pubblica su questo tema". Molti anche gli studenti del liceo classico Meli
arrivati in via Arimondi per far sentire la loro voce: "La sfida più
grande è stare uniti - dice Marta Jacobs del liceo classico - è necessario
aprire un tavolo di trattative, quello che ci viene proposto come plausibile è
assolutamente antidemocratico". Prima di sciogliere l'assemblea tutti gli
studenti si sono dati appuntamento lunedì prossimo alle
( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
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Pagina II - Palermo
Assemblee e autogestione la protesta arriva nei licei Dall'Umberto
all'Einstein, mobilitazione anti-Gelmini
Ma il preside del Galilei avverte "Se i ragazzi occupano chiamo la
polizia" SALVO INTRAVAIA Monta la protesta nelle scuole palermitane. A
guidare il fronte anti-Gelmini sono i
licei. Il classico Umberto I è in autogestione da ieri mattina e in altri
istituti, tra assemblee straordinarie e richieste di autogestione, la
situazione è caldissima. "Stiamo discutendo - spiega Francesco Teresi,
dell'Umberto I - i provvedimenti del governo che intende tagliare migliaia di
posti nella scuola". Ma non solo. "Nei prossimi giorni - continua lo
studente - vogliamo anche organizzare lezioni dimostrative in piazza". Il
preside del primo istituto palermitano caduto nelle mani degli studenti,
Antonino Raffaele, ammette che "la situazione è caotica". Il vento
del dissenso in queste ore spira soprattutto in tre licei scientifici
cittadini: il Galilei, il Cannizzaro e l'Einstein. Nel primo, ieri e l'altro
ieri, gli studenti hanno svolto due assemblee consecutive per decidere il da
farsi e non è escluso che si possa andare verso l'occupazione. "Abbiamo
proposto agli studenti - dichiara il preside del Galilei, Salvatore D'Agostino
- di svolgere regolarmente le lezioni antimeridiane e di concedere gli spazi
per riunirsi e discutere nei pomeriggi. Ma la proposta è stata rigettata. A
questo punto non so cosa accadrà: se i ragazzi tenteranno di occupare chiamerò
le forze dell'ordine". Al Cannizzaro l'accordo è stato raggiunto e la
protesta, al momento, non intacca le lezioni mattutine. Nel liceo di via
Arimondi, fino al 30 ottobre, le lezioni mattutine si svolgeranno regolarmente
ma senza compiti in classe e interrogazioni e nel pomeriggio i ragazzi potranno
riunirsi in assemblea. All'Einstein i ragazzi premono per l'assemblea
permanente ma finora il preside, Mario Casertano, "è riuscito ad aprire un
canale di dialogo con i ragazzi" che ha scongiurato la sospensione delle
lezioni. "Nei licei classici Garibaldi e Meli, per ogni decisione si
aspettano le assemblee dei prossimi giorni", spiega Sofia Sabatino,
portavoce della Rete degli studenti medi. Oggi, sarà la volta dei ragazzi del
Garibaldi che, secondo Paolo Toro, "in questa protesta dovrà essere in
prima linea con Villa Gallidoro che deve diventare il centro della protesta
palermitana". La sensazione è che, sulla scia delle università, il muro
contro muro stia prendendo il sopravvento su tutti i propositi di
manifestazione cauta del dissenso contro i provvedimenti sulla scuola. A dare
fuoco alle polveri ci ha pensato il presidente del Consiglio, Silvio
Berlusconi, che ieri ha annunciato il pugno di ferro. "Non permetterò - ha
detto il premier - l'occupazione delle università. L'occupazione di luoghi
pubblici non è la dimostrazione dell'applicazione della libertà e io non
retrocederò di un millimetro". Berlusconi ha lanciato un chiaro
avvertimento agli studenti che in queste ore pensano di occupare le scuole.
"Convocherò - prosegue il capo del governo - il ministro degli Interni, e darò
a lui istruzioni dettagliate su come intervenire attraverso le forze
dell'ordine". Ma gli studenti non ci stanno. "Se il presidente del
Consiglio aveva l'obiettivo di fermare la nostra protesta - aggiunge la
Sabatino - con la minaccia della forza e della repressione armata non c'è
riuscito. Il suo intervento non ha fatto altro che smascherare il vero volto di
questo governo ma noi non abbiamo paura. Le proteste e le mobilitazioni nelle
scuole palermitane, come in tutta Italia, continueranno fino a quando il
decreto Gelmini non verrà bloccato perché noi studenti non possiamo accettare
la demolizione della scuola pubblica che esso sta attuando".
( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
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Pagina I - Palermo La
rivolta nel mondo dell'istruzione. Università, stop a Scienze e Lettere. Oggi
lezioni in piazza Politeama Scuola, la battaglia dei licei Dall'Umberto
all'Einstein assemblee contro la riforma Gelmini
Anche i licei dilaga la protesta anti-Gelmini.
Il classico Umberto I è in autogestione da ieri e in altri istituti, tra
assemblee straordinarie e richieste di autogestione, la situazione è
caldissima. Il vento del dissenso spira soprattutto in tre licei scientifici:
il Galilei, il Cannizzaro e l'Einstein. Nel primo gli studenti in due assemblee
hanno parlato della possibile occupazione. Al Cannizzaro la protesta non tocca
le lezioni mattutine. All'Einstein i ragazzi pressano per l'assemblea
permanente. E all'Università si fermano i corsi nelle facoltà di Scienze e di
Lettere mentre per oggi è prevista la lezione dei docenti in piazza Politeama.
INTRAVAIA E ROMANO ALLE PAGINE II E III.
( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
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Pagina III - Palermo
Gli studenti di destra presentano un esposto in Procura per interruzione di
pubblico servizio Università, si allarga la rivolta stop ai corsi a Lettere e
Scienze E Ingegneria oggi fa lezione in piazza Politeama L'associazione dei
giuristi democratici offre assistenza legale a chi protesta ANTONELLA ROMANO
SCONTRO a Lettere per la decisione del consiglio di facoltà di sospendere le
lezioni fino al 31 ottobre, come misura anti-Gelmini. La delibera, votata da
duecento docenti e da quaranta studenti (i componenti dell'organo di facoltà
sono 250) ha ottenuto due voti contrari da parte dei rappresentanti di Azione
Universitaria e sette astensioni. Ma tanto è bastato per spingere il movimento
della destra a decidere oggi di presentare un esposto alla Procura della
Repubblica, denunciando l'interruzione di pubblico servizio. L'associazione
nazionale dei giuristi democratici, sul caso esploso a Palermo, scende in campo
per costituire un collegio di difesa per chi sarà oggetto di denuncia e con
azioni per salvaguardare l'autonomia dell'università. Intanto a Scienze è stato
deciso lo slittamento della data d'inizio dei corsi al primo novembre (quelli
iniziati di fatto si interrompono) mentre a Giurisprudenza lo stop all'attività
accademica non è passato e si terranno lezioni pubbliche davanti al Tribunale e
all'Ars. Oggi alle 16 studenti e docenti di Ingegneria partono con una lezione
simbolica di protesta a piazza Politeama. A Lettere e Filosofia, facoltà che ha
dato il via alla protesta di tutto l'ateneo, culminata nelle manifestazioni con
migliaia di partecipanti, studenti e docenti difendono la loro scelta.
"Abbiamo deciso di sospendere per un tempo limitato e legittimo. Nessuno
ci può dettare come e quando fare la nostra attività - spiega il preside Enzo
Guarrasi - Considerata l'eccezionalità del momento abbiamo optato per la
sospensione ma la facoltà non chiude, i professori sono tutti qui e gli
studenti pure. Salteranno solo le lezioni, che recupereremo nell'arco del
semestre. Non è stata una decisione presa a cuor leggero, ma in rapporto alla
drammaticità del momento e mobilitazione cosciente di un'intera facoltà".
Secondo Azione universitaria si tratta invece di un "atto
vergognoso". Per il consigliere di Lettere Mauro La Mantia sarebbe stato
negato il diritto allo studio ad oltre dodicimila studenti, che pagano le
tasse. "La maggioranza in consiglio, fatta di baroni e studenti
compiacenti, non rappresenta certamente gli studenti di Lettere privati delle
lezioni, mentre i docenti abbandoneranno il posto di lavoro senza avere
intaccata la busta paga - insiste La Mantia - Oltre all'esposto, nei prossimi
giorni promuoveremo azioni di protesta per difendere il diritto allo
studio". Gli replica Francesco Citarda, uno dei rappresentanti
dell'"assemblea permanente" di Lettere: "Il blocco effettivo
durerà in tutto sette giorni. L'iniziativa è importante perché è stata
condivisa dai docenti di tutte le fasce e dai ricercatori, ai quali gli
studenti hanno dato manforte. è una protesta razionale i servizi di presidenza
e amministrativi saranno garantiti e anche gli esami ai laureandi". A
Giurisprudenza è stata scelta una linea più morbida. Come in tutte le facoltà
si creerà un coordinamento centrale. "E si faranno delle commissioni per
studiare le riforme, il malessere parte da quelle passate, la Gelmini è l'ultimo
dei problemi - dichiara Salvo Lo Cascio, rappresentante nel cda d'Ateno degli
studenti di Giurisprudenza - Terremo lezioni a tema in vari posti città, in
piazza del Parlamento e nella piazza memoria di palazzo di Giustizia. La
protesta secondo noi non deve morire dopo il 30, anche se il decreto Gelmini
viene ratificato". A Giurisprudenza, la rappresentante di Azione
Universitaria Carolina Varchi annuncia un'attività di
"controinformazione" sugli sprechi dell'università e dice:
"Prendiamo atto che Giurisprudenza ha votato contro qualsiasi blocco
didattico, diversamente che a Lettere". Contrari a forme di protesta
estreme anche i giovani dell'Udc, che sono d'accordo su alcuni punti, come il
ritorno del grembiule e del maestro unico, ma contestano l'impostazione globale
della riforma Gelmini "targata più
Tremonti che Gelmini".
"Crediamo che la strada migliore per affrontare questo momento di
sbandamento - dice Valerio Barrale, segretario provinciale giovani Udc - sia il
dialogo e il confronto sul merito della riforma evitando forme di protesta
estreme, come il blocco dell'anno accademico".
( da
"Secolo XIX, Il" del 23-10-2008)
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Ricorso al tar contro
i tagli delle ore di sostegno scolastico Punti di raccolta nei locali pubblici.
Il Comune è intervenuto mettendo a disposizione degli educatori sociali
23/10/2008 Cairo. Da
( da
"Secolo XIX, Il" del 23-10-2008)
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L'esperto: "non
disperate i funghinasceranno" Scatta l'occupazionestudentescadel
liceo"Pacinotti" dopo la pioggia prima iniziativa di lotta
anti-gelmini Manifestazione in città degli studenti. Domani corteo nel centro e
presidio al quartiere della Pianta "CERCATORI di funghi non disperate.
Anche se fino ad ora siete tornati a casa col cesto vuoto, la stagione non è
ancora finita e le recenti piogge promettono bene". Parola del presidente
della Cooperativa per la raccolta dei frutti del sottobosco, Romano Magrini,
esperto in mitologia e in grado di "monitorare" daI suo osservatorio
di Comano, ai piedi del Lagastrello, le colline tradizionalmente ricche dei
prelibati porcini. "Quest'anno i boleti, e neppure molti, si sono fatti
vedere solo nel mese di giugno che è risultato eccezionalmente piovoso- dice
allargando le braccia- poi la pioggia è rimasta, in cielo e di funghi neppure
l'ombra. Ora peròè piovuto a sufficienza e considerata anche la mitezza del
clima, tra una decina di giorni i boleti, quelli autunnali, che sono oltretutto
assai migiiori di quelli primaverili, spunteranno sicuramente fuori". E Magrini,
docente di lettere in pensione e pronto a chiamare con il proprio nome
scientifico ogni specie di fungo, annuncia pure la qualità dei porcini che
nasceranno e regala persino consigli su come devono essere cucinati.
"Dobbiamo attenderci la nascita di tre specie di boleti ? spiega- il
pinicola, I'edulis e l'aereus. Il boletus pinicola, che nasce sotto gli alberi
di aghifoglie è ottimo per essere essicato. Appena colto, può essere cucinato
alla griglia o trasformato in cotolette, passate nell'uovo, infarinate e
fritte. Altro porcino tipico di questa stagione è il boletus edulis che è il
fungo per eccellenza a resta inimitabile per l'intensità del suo aroma. Nascerà
anche il boletus aereus o porcino nero, scurissimo e dalla carne dura e
composta. Pino Piastri .x/23/0810.
( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
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Pagina III - Napoli
Il caso Diritto allo studio sit-in in Regione "Legge al palo" Hanno
scelto di far sentire la propria voce agli amministratori della Regione. Gli
studenti del liceo linguistico e sociopsicopedagogico Villari, schierati contro
il decreto Gelmini, hanno organizzato
un corteo che ha raggiunto il palazzo della Regione al Centro direzionale.
Insieme ai ragazzi del Villari, rappresentanti di altre scuole occupate o in
autogestione: il Gadda, il Fermi, il Duca di Buonvicino, il Galiani, il Da
Vinci. Gli studenti sono stati ricevuti in delegazione dall'assessore regionale
all'Istruzione, Corrado Gabriele. Al quale i ragazzi hanno chiesto, ancora una
volta, di finanziare la legge regionale sul diritto allo studio: "è
l'unico strumento che possa dare una seria risposta ai provvedimenti calati
dall'alto, da viale Trastevere". La legge fu approvata nel 2005, ma resta
un pezzo di carta, mancando del tutto i finanziamenti.
( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
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Pagina III - Napoli
Ore 13.30, Orientale occupato "Le forze dell'ordine? Arrivino pure, noi ci
difenderemo" GIOVANNI CHIANELLI "Andremo avanti finché la legge 133
non sarà ritirata. E se Berlusconi vuole mandare la polizia ci
difenderemo", dice Stefano, uno dei leader della protesta all'Orientale
che fa capo alla rete "Stop Gelmini".
All'una e mezza la "presa" di Palazzo Giusso è ufficiale. E subito
una raffica di proposte: lezioni in piazza, gruppi di lavoro, assemblee.
Intanto il cuore dell'università è occupato. Dallo striscione che sancisce
l'inizio del presidio mancano le due "K" degli anni �90. Forse
perché "sarà un'occupazione matura e costruttiva. Vogliamo aprire l'ateneo,
non barricarci dentro. Tra l'altro è una misura estrema: non pensavamo di
arrivare a tanto. Siamo stati costretti dalle incertezze del corpo
docente", continua Stefano. L'assemblea chiedeva il blocco della didattica
e le dimissioni simboliche dei professori. Nonostante la solidarietà espressa
dal senato accademico, per gli studenti una risposta vera non c'è stata. Il
prorettore Giuseppe Cataldi ha tentato una mediazione: "Condivido gran
parte della protesta. I tagli impediranno persino gli impegni ordinari. Ma
rappresento l'istituzione e non posso avallare la paralisi delle attività
accademiche". La replica è affidata a Ciro, che dirige la radio
universitaria: "Era un mese che aspettavamo, abbiamo dimostrato di essere
disponibili al dialogo. Ora facciamo da soli: ma invitiamo i professori a
collaborare". L'idea è quella delle lezioni all'aperto sull'esempio degli
atenei del centronord. Qualcuno propone lavagne, banchi e cattedre in via
Mezzocannone. Giuseppe D'Alessandro, docente di Storia della filosofia vorrebbe
farla in piazza san Domenico, la lezione. Tema, la libertà. Ma frena all'idea
dell'occupazione: "Non posso dire niente sulla libertà se non sono libero
di circolare nelle strutture dell'Orientale". Eppure sono tanti gli
insegnanti vicini alla protesta. Sergio Muzzupappa, di Storia contemporanea:
"Sono orgoglioso di questa università. Ha rispettato la tradizione di
lotta. Mi dichiaro pronto ad insegnare in piazza, se lo vogliono i
ragazzi". La collega di Inglese, Silvana Carotenuto, gli fa eco: "Penso
che gli studenti possano insegnarci una via nuova di approccio al sistema
universitario. In questo momento noi professori non ne abbiamo una. E i tagli
ci coinvolgono in prima persona: nel 2010 avrò la miseria di 800 euro l'anno
per la ricerca". Verso le 15, un'altra riunione. Si cerca di mettere un
po' d'ordine tra le proposte pervenute al tavolo dell'assemblea. A cominciare
dal come trasferire la protesta negli altri edifici dell'università. Vengono
organizzati uffici stampa, picchetti e gruppi di studio, come quello sulla
storia delle riforme universitarie negli ultimi vent'anni. Si lavorerà alla
creazione di opuscoli ad hoc. Intanto arrivano i rappresentanti della rete dei
ricercatori e dottorandi: "Siamo una cosa sola con gli studenti, divideremo
con loro le nostre specificità e racconteremo come viene gestita male la
precarietà della ricerca. Reclutamento, frammentazione dei contratti, turn over
illogici. Per non parlare delle donne: per le ricercatrici non esistono
maternità e agevolazioni sulla famiglia", spiega Salvatore, dottore di
ricerca, annunciando assemblee anche da parte del suo coordinamento. Alle 19
c'è una videoconferenza con altri atenei e facoltà occupate, da Roma a Firenze.
Si cerca unità. "La differenza con i movimenti del �68 e della Pantera è
il tessuto sociale. Allora bastavano due manifestazioni per mobilitare
tutti", dice ancora Stefano che sfoggia una maglietta con un cartello di
segnalazione stradale. Sopra c'è scritto: "Si ricorda che questo mondo va
cambiato".
( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
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Pagina II - Napoli
Mobilitazione anti-Gelmini la Sun
blocca le lezioni Il rettore Rossi: non vogliamo i manganelli Tensione al De
Sanctis di Salerno La polizia identifica gli studenti occupanti BIANCA DE FAZIO
Solo a Napoli sono 60 le scuole mobilitate contro la Gelmini con occupazioni o autogestioni ed assemblee permanenti.
E diventano
( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
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Pagina III - Napoli
Federico Simonetti, laureando in Lettere con specializzazione in Filosofia
"Ma noi con Internet facciamo politica" "Non mi piacciono quei
docenti che 40 anni lottavano e ora sono attaccati alla poltrona" Non
voglio rifare il Sessantotto Vorrei piuttosto che non fosse necessario rifarlo
(segue dalla prima di cronaca) Però vi dicono di volerlo rifare, il
Sessantotto. Oppure, al contrario, di non avere nulla in comune con esso.
"Mi fa molto arrabbiare chi mi chiama sessantottino. Oppure
sessantottardo, cioè sessantottino in ritardo. Trovo insopportabile chi mi
guarda con il sorrisino come per dire: eh, anch'io ero come te. Mi dà fastidio
perché tutto ciò istituisce un limite comunicativo. E perché in realtà ho molto
a cuore il Sessantotto. Anche se, diciamolo, ci sono dei sessantottini molto
antipatici". Chi sono? "Quei docenti che quarant'anni fa facevano le
lotte e oggi sono attaccati alla poltrona. Quelli che non prendono
posizione". Molti altri invece sono al vostro fianco. "E quelli ci
stanno meno antipatici". Lei non prende le distanze dall'anno fatidico?
"Vorrei anzi che i ragazzi di oggi capissero quant'erano importanti quelle
istanze di autodeterminazione. Ma non aver avuto esperienza diretta di Sessantotto,
Settantasette, Pantera e collettivi anni Novanta, è per noi un vantaggio.
Nasciamo liberi da tutte le stratificazioni che il movimento ha subito negli
ultimi anni". Avvertite una frattura generazionale? "Non una frattura
ma sicuramente una differenza. Chiunque ci abbia preceduto ha utilizzato forme
di lotta già sedimentate, invece noi non diamo nulla per scontato". E le
accuse ricorrenti di essere disinteressati alla politica? "Assolutamente
false: noi facciamo politica. Chi dice il contrario non ha capito niente, non è
mai venuto alle nostre assemblee. In questo paese per politica si intendono
soltanto i giochi di vertice, partitici o sindacali. E noi siamo in rottura con
tutte le strutture verticistiche. Non siamo un organismo monolitico perché non
siamo ideologizzati. Ma abbiamo un'ideologia in senso marxiano, cioè una
visione del mondo". Lei, Simonetti, si considera un leader? "No, sono
solo uno dei compagni più esposti. Il leader è quello che manda al massacro le
avanguardie. Io faccio al contrario: dovesse esserci uno scontro, sarei tra
quelli che si becca le mazzate per proteggere gli altri". Ma finora non ci
sono stati episodi di violenza. "No, a meno che non si consideri violenza
interrompere le lezioni o bloccare una stazione. Capisco però le ragioni di chi
ci accusa di questo perché magari, per seguire una lezione, si fa sei ore di
treno ogni giorno". E come risponde a chi vi rivolge queste accuse?
"Gli dico: Berlusconi, Gelmini,
Tremonti e Marcegaglia equiparano l'istruzione privata a quella pubblica. Si
vendono il tuo titolo di studio. Quindi sono loro che ti fanno violenza".
Il problema è sempre più la comunicazione? "Sì, occorre sensibilizzare gli
studenti che rimangono a casa. E poi i ragazzi dei licei. L'intera società,
anche chi non è studente. E non ci riusciremo restando chiusi nelle università.
Così scendiamo in strada, improvvisiamo cortei autorganizzati che bloccano il
centro della città, usiamo Internet. Con la consapevolezza che non stiamo solo
subendo un attacco all'università e alla scuola, ma alla stessa possibilità di
fare cultura in questo paese". (a. t.).
( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
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Pagina I - Napoli
Nelle scuole anche gli insegnanti sono in agitazione in vista dello sciopero
del 30, le università prendono posizione Studenti, dilaga la protesta Occupato
l'Orientale, a Salerno polizia nel liceo Sessanta a Napoli,
( da
"Secolo XIX, Il" del 23-10-2008)
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Scuola traffico
limitato in via emilia Alessandria. Le prime 3.500 firme dell'appello al
Governo di soprassedere alla riforma della scuola sono state consegnate ieri
pomeriggio al prefetto di Alessandria Francesco Paolo Castaldo. La raccolta
prosegue, come confermano i rappresentanti del settore dei sindacati
confederali Maria Grazia Penna (Cisl), Alessandro Montali (Flc Cgil), Giovanni
Guglielmi (Uil) e Maria Grazia Badellini (Snals). C'è grandissima attenzione sui
provvedimenti legislativi definiti, in una lettera ai genitori "un machete
che si abbatte sulla scuola pubblica". In questi giorni ci sono state
richieste di chiarimenti, telefonate da parte di amministratori di piccoli
Comuni che temono la scomparsa delle loro scuole ed esprimono preoccupazioni
per i tagli. Che in provincia si tradurrebbero in circa un migliaio di posti,
tra docenti e personale Ata sugli attuali oltre 5 mila. "Ma non si tratta
soltanto di questo - aggiunge Guglielmi -. Si sta demolendo un servizio sociale
essenziale, oltre che culturale". Per la prima volta tutte le sigle
sindacali sono unite. Perchè si tratta di provvedimenti che, così come sono,
riformano un settore puntando solo sulla "essenzializzazione, parola
chiave del decreto, che significa riduzioni". Allo sciopero del 30
ottobre, a Roma, parteciperà un folto gruppo di alessandrini, oltre un
centinaio le adesioni pervenute. In provincia ci saranno manifestazioni
spontanee. "Dietro la riforma non c'è un ragionamento pedagogico ma puramente
ragionieristico", sostengono i sindacalisti. Sintetizzando cosa succederà,
secondo la bozza di decreto: "meno tempo a scuola, più alunni per
classe", che si traduce in più bassa qualità didattica e offerta
formativa, meno attenzione ai singoli. Si. Fo. .x/23/0810.
( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
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Pagina XII - Napoli
SE LA VERITà NON SI SCOPRE MA SI PUò REGALARE La scienza o è tale e dunque
positiva o non è scienza La laicità o è rispetto degli altri di tutti gli altri
anche di quelli che si vuole convincere o non è laicità ma intolleranza FULVIO
TESSITORE O ggi è tutto diverso: a causa dei lavori la stagione sinfonica è
ridotta di due terzi e di quella lirica si attende il programma. In
contemporanea con siffatte entusiasmanti elucubrazioni, docenti, famiglie,
scolari protestano per la "riforma" del ministro Gelmini; i rettori alzano noiosi lai per la
miseria delle università, costrette a tagliare ricerca e servizi; qualche
docente illuminato quanto angosciato invita a fare autocritica, a eliminare gli
sprechi per ottenere davvero la riforma delle università, tanto che conta se
sono fondazioni di diritto privato o istituzioni pubbliche, l'importante è che
costino il meno possibile; e gli studenti protestano, tanto si sa non vogliono
fare lezioni e poi i professori non sono dei "fannulloni" che
lavorano tre ore alla settimana e percepiscono diecimila euro al mese? Si
tratta di cose poco rilevanti, dinanzi al "nuovo" che avanza e
bisogna mediaticamente controllarle, perché sono cose fastidiose, che rischiano
di distrarre i benpensanti concentrati sulla sicurezza, che va garantita dal
basso, per esempio discriminando i ragazzi stranieri, che vanno chiusi in
classi apposite; è necessario non allontanare lo sguardo dalla Napoli
finalmente pulita e splendente. Se proprio bisogna lamentare qualcosa, è
opportuno concentrarsi sui troppi lavori in corso, che impediscono di trovare
comodi parcheggi, quando si va a teatro o a qualche festa da amici. Né bisogna
dimenticare che quanto "succede a Napoli" (chi ricorda una
antichissima trasmissione radiofonica di tal titolo, trasmessa cinquant'anni
fa?) è tutto e solo opera della camorra, a iniziare da qualche innocente
scappatella di qualche politico. Non voglio essere frainteso e mi affido a un
solo fatterello, per spiegarmi. Da insonne seguo nottetempo o in ore antelucane
le trasmissioni della ottima Rainews 24. Orbene questa tv nazionale (peraltro
sulle orme di quanto già scritto su questo giornale) per almeno due volte ha
trasmesso un servizio, corredato dalle testimonianze di due giornalisti
austriaci e dello stesso pm indagante, secondo cui il famoso assalto al treno
di cinquecento/mille invasati tifosi del Napoli fu mediaticamente esagerato,
perché un solo gabinetto fu devastato e quattro o cinque vetri rotti, nessun
ferroviere fu picchiato e nessun passeggero sbarcato di forza. Ma allora, forse,
aveva ragione il capo della polizia che, per difendere prefetto e questore,
anche lui ricorse alla camorra ed è appena il caso di precisare che una cosa è
costatare, tra cinquecento/mille scalmanati inquisiti, violenti e delinquenti,
altra cosa è lasciar pensare a una congiura della camorra, quando forse la
congiura contro la squadra del Napoli fu accarezzata da altri, come prontamente
e coraggiosamente denunciò il sindaco di Napoli. Che dire? Potenza della
comunicazione mediatica. Che cosa fa notizia? Il negativo, qualche
"balla" estemporanea, tanto divertente (lo dico nel senso etimologico
della parola, ciò che di-verte, ossia allontana da altro). E i problemi seri,
come quelli della scuola e dell'università, della ricerca scientifica e della
formazione? Beh, questi sono interessi di pochi. Può essere sufficiente
affidarsi al Sommo Pontefice, il quale, parlando a Pompei non ha citato la
camorra per non offendere gli onesti, forse dimenticando la maledizione che il
suo predecessore lanciò contro la mafia, su cui invocò il giudizio severo di
Dio. Altri tempi! Il 16 ottobre, qualche giorno prima di Pompei, Benedetto XVI
ha sostenuto che "la scienza non è in grado di elaborare principi etici,
essa può solo accoglierli in sé e riconoscerli come necessari per debellare le
sue eventuali patologie". Ciò perché la ragione e la scienza che deve
seguirla devono sentire che "esiste una verità che non potranno mai
scoprire partendo da se stesse, ma solo ricevere come dono gratuito". E la
responsabilità degli scienziati? Questi devono affidarsi ai doni gratuiti,
derivanti dalla "intelligibilità della creazione", che "non è
frutto dello sforzo dello scienziato, ma condizione a lui offerta di scoprire
la verità in essa presente". Se fossi irriverente, direi chi si contenta
gode. Io ammiro il Pontefice per la drasticità, senza ammiccamenti, con cui
enuncia le sue convinzioni, che ritiene essere la verità. Ciò che non apprezzo
- a proposito di "regime di propaganda" - sono i tentativi dei
corifei e commentatori per attenuare le impietose condanne papali. Confesso che
non so capire che significa distinguere una scienza buona e una scienza
cattiva, come non so capire che significa "laicità positiva" rispetto
a una negativa (distinzione che, in verità, ha accolto anche il Papa, quando,
in terra di Francia si è rivolto al presidente francese, con trattamento non
riservato al presidente italiano). La scienza o è tale, e dunque positiva, o
non è scienza. La laicità o è rispetto degli altri, di tutti gli altri, anche
di quelli che si vuol convincere, o non è laicità, ma intolleranza. La mia è
certo una semplificazione, ma confesso da impenitente che questa
semplificazione mi sembra quella che, senza infingimenti che non piacciono al
Pontefice, consente di capire i "segni dei tempi", ai quali guardava,
con inquieta lucidità, il più grande papa dei nostri anni, Giovanni XXIII, che
quei "segni" avvertiva con desta sensibilità e anziché guardarli
strabicamente li affrontava per coniugarli con la consistenza dottrinale
evangelica, non confondendo il relativo con l'indifferentismo etico. Da laico,
da laico davvero e perciò rispettoso della fede, non mi affido al tanto peggio,
tanto meglio, e ricevo da tutto quanto ho fin qui ricordato una ragione di
angoscia, di preoccupazione. Mi angoscia la ottusa giovialità con la quale i
nostri intellettuali revisionisti applaudono un davvero strabico
neo-teocraticismo o neo-temporalismo, che non ha per sé l'avvenire, ma può far
grande male al presente, che richiede ben altra "ricostituzione delle
coscienze". Segni dei tempi, ahimè, anche questo?.
( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
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Pagina VII - Milano
Luca Minghinelli Teo Todeschini Leon Blanchard Salvatore, Leon e Luca chi sono
i leader della protesta Con loro anche Teo e Carlotta Cossutta. Arrivano dai
collettivi della sinistra. "Ma il clima è forte e i gruppi politici non decidono"
Sono in prima fila in questo autunno caldo delle università "Tutto parte
dalle assemblee, noi gestiamo la piazza" "Le botte non mi spaventano
nel 2005 all'ateneo di Bogotà ho visto sparare" Hanno un sogno: migliorare
i corsi di laurea FRANCO VANNI Dove è nato Salvatore i collettivi non esistono.
"Al liceo scientifico di Noci, in provincia di Bari, la politica era
vissuta come una cosa privata, come la religione", racconta. Ieri il suo
discorso ha aperto un'assemblea di quattro ore al Politecnico. Trecento persone
pigiate in un'aula da 150 posti per decidere la svolta: "Scenderemo in
piazza anche noi del Poli, fino a ora siamo stati a guardare", dice. E
così il nome di Salvatore Gentile, 23 anni e tre esami alla laurea breve in
Ingegneria, si aggiunge a quelli di Luca Minghinelli e Leon Blanchard, leader
"storici" del collettivo a Scienze politiche. Carlotta Cossutta e Teo
Todeschini, fra gli organizzatori delle assemblee in Statale. Quelli da prima
fila. Quelli che guidano questo autunno caldo dell'università.
"Sobillatori di professione", li definisce il vicesindaco Riccardo De
Corato. Hanno storie diverse, ma da qualche settimana la routine è la stessa
per tutti: sconosciuti compagni di corso che li salutano in cortile, le
telecamere puntate in faccia, l'affanno a ripetere "noi non siamo i capi,
il movimento nasce da solo, è in mano agli studenti". Salvatore si
definisce "moderato di sinistra". Come rappresentante in consiglio di
facoltà, eletto con la lista "Terna sinistrorsa", ha organizzato
tornei di calcetto (a Bari giocava in Eccellenza). Paga 400 euro di affitto per
una stanza in porta Venezia e prima dell'ondata anti-Gelmini era stato a due sole manifestazioni: quella del 25
aprile e il concerto del Primo maggio a Roma. Salvatore è una mosca bianca. A
organizzare la protesta sono soprattutto i veterani da collettivo. Studenti che
la "politica contro" la facevano già al liceo. Luca, 21 anni, è uno
dei volti della protesta a Scienze politiche, assieme a Leon. Sobillatori?
"No, sono uno studente che vive ancora con i genitori, lavora in un bar
per comprare i libri dell'università e fatica a pagare l'assicurazione del
motorino". Dai tempi dello scientifico Vittorio Veneto fa parte
dell'assemblea del centro sociale Cantiere in via Monterosa, "ma in facoltà
non ho mai cercato di convincere nessuno delle mie idee politiche, a muoverci è
la paura per il destino dell'università, e il sogno di poterla
migliorare". Anche Teo, 23 anni, iscritto a Scienze umane dell'ambiente in
Statale, viene dai centri sociali. Da ragazzino militava al vecchio deposito
Bulk. Quando il megafono lo tiene lui la gente in manifestazione canta più
forte. "Sono andato per anni in curva del Milan a vedere le partite con
gli amici, non sono mai stato un ultrà ma so come si lancia un coro",
dice. Teo vive in una casa popolare col fratello, che è tutta la sua famiglia.
Per mantenersi lavora come documentarista, ha fatto un corso per operatore tv.
Negli scontri di martedì a Cadorna era davanti, le ha prese, una botta
all'occhio. "Le botte non mi spaventano - dice - nel 2005 ero Bogotà, in
Colombia, per fare un video nell'università occupata e l'esercito mitragliava
l'edificio". Tre anni fa ha partecipato all'occupazione di un'ala della
Statale contro la riforma Moratti. è fra i fondatori del collettivo Asso.
"Ora che la protesta è forte - dice - i gruppi politici non decidono
nulla. A prendere iniziativa sono le assemblee di facoltà, si naviga a vista,
si improvvisa. Noi che abbiamo esperienza nella gestione della piazza diamo una
mano". Carlotta Cossutta, che ha lavorato per organizzare l'assemblea
degli "stati generali" di lunedì scorso in Statale, le ossa se le è
fatte al collettivo del liceo classico Parini. La passione per la politica
gliel'ha passata nonno Armando, ex senatore comunista, "ma non voglio
farne una professione", dice. è al primo anno della laurea specialistica
in Filosofia, vuole fare un dottorato. Ha fama di mediatrice: "Ho lavorato
per unire la protesta degli studenti e quella dei lavoratori dell'università".
Nel tempo libero fa corsi di teatro per i ragazzini dei licei e legge. I
classici, soprattutto: Guerra e pace, Delitto e castigo. Ma anche i romanzi
della trentenne belga Amelie Nothomb, "perché è veloce, ha un bello
stile". Con lei, nel collettivo del Parini c'era Natalia Romanò, 20 anni,
iscritta al secondo anno di Mediazione linguistica e culturale. Insieme alla
sorella gemella Agnese, studentessa a Brera, anche Natalia è fra i volti noti
della protesta: "Dicono che siamo sobillatori e che vogliamo rifare il
Sessantotto dei nostri genitori. Io vivo oggi, e i miei non hanno mai
contestato". E cosa facevano i suoi genitori all'università? "Ci
andavano per studiare". SEGUE A PAGINA V.
( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
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Pagina III - Bologna
Rinviata a mercoledì prossimo la fiaccolata di protesta Belluzzi, continua
l'occupazione "Ci aspettiamo l'arrivo della Digos" Ieri assemblea con
gli studenti delle altre scuole: dal Copernico, al Minghetti dalle Aldrovandi
alle Laura Bassi SARA SCHEGGIA "Siamo l'unico obiettivo rimasto":
l'Itis Belluzzi di Casalecchio è l'unica scuola attualmente occupata, e
potrebbe finire nel mirino delle forze dell'ordine. Nel frattempo, gli studenti
medi hanno già deciso di tornare in strada: mercoledì prossimo daranno vita ad
una grande fiaccolata, nel giorno dell'approvazione della legge Gelmini al Senato. Partiranno da piazza San
Francesco per terminare sotto al Nettuno, a loro si aggiungeranno anche gli
studenti universitari e, con ogni probabilità, anche i genitori e i maestri
delle scuole elementari. Il Coordinamento degli studenti medi si è riunito ieri
proprio al Belluzzi, per decidere come proseguire nella mobilitazione. Si sono
dati appuntamento per il pomeriggio perché tutte le scuole sono ormai tornate
in classe, terminando le occupazioni tra venerdì e sabato della settimana
scorsa. E sulla scia delle dichiarazioni del primo ministro Silvio Berlusconi,
che minaccia di mandare la polizia nelle scuole e negli atenei occupati, sanno
che prima o poi toccherà a loro. "Dopo il monito dell'arrivo di ispettori
ministeriali - ha spiegato Michele, uno dei rappresentanti del Belluzzi - ci
aspettiamo la Digos da un momento all'altro, anche stasera. Siamo gli unici che
ancora stanno occupando, ma noi andiamo avanti". Nessuna paura delle forze
dell'ordine, dunque. Al Belluzzi sperano solo che le adesioni all'occupazione
restino alte, per poter continuare con le attività che hanno iniziato martedì:
laboratori, gruppi di discussione, continue assemblee per decidere il da farsi.
Ieri all'assemblea generale c'erano tutti: dal Copernico al Minghetti, dalle
Aldrovandi alle Laura Bassi. E anche l'alberghiero Scappi di Castel Maggiore,
che oggi vorrebbe provare ad occupare dopo i falliti tentativi della settimana
scorsa. In ballo non ci sono solo le prossime mosse come la fiaccolata,
inizialmente indetta per oggi ma poi rimandata per motivi organizzativi, o i
banchetti contro-informativi in risposta a quelli che il Popolo della Libertà
porterà in piazza sabato. Bisogna decidere se partecipare o meno alla grande
manifestazione della Cgil il 30 ottobre, a Roma. E, soprattutto, in che modo
aderire: "Non abbiamo ancora raggiunto accordi, in assemblea ci sono stati
interventi diversi - ha raccontato Riccardo del Copernico - ma è certo che
qualcosa faremo". Sanno che è una grande mobilitazione contro una riforma
che stanno contestando da settimane, ma non vogliono confluire in una protesta
che non è la loro, soprattutto perché fin troppo politica: "Non vogliamo
essere strumentalizzati dal sindacato - ha aggiunto il rappresentante
dell'istituto di Casalecchio - ma è una tappa importante e non esserci
significherebbe perdere un pezzo della protesta". Intanto, stamattina
cercheranno di spargere la voce e portare quanta più gente possibile in piazza.
Le decisioni importanti arriveranno da altre assemblee, previste nei prossimi
giorni.
( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
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Pagina III - Bologna
Il prorettore Monari: "Ciò che accade in questi giorni è assolutamente
fisiologico" L'Ateneo non segue Berlusconi "Nessun motivo per
chiamare la polizia" Oggi assemblee a Giurisprudenza, Lettere, Lingue e
Scienze con lezioni fuori dalle aule "NON abbiamo nessun motivo per
chiamare la polizia, quello che sta accadendo nel nostro ateneo è
fisiologico", dice il prorettore agli studenti Paola Monari. E rincara
Giuseppe Sassatelli, preside di Lettere, la Facoltà dove i collettivi hanno
occupato solo alcune aule, tra cui la "III", luogo storico del
movimento studentesco: "La polizia? Ma scherziamo. Non è certo questo il
modo di risolvere i problemi". Le dichiarazioni di Berlusconi, che invoca
l'intervento delle forze dell'ordine per impedire occupazioni in università e
nelle scuole, rimbalzano all'Alma Mater. E non trovano una sponda. "Non
siamo preoccupati perché la situazione è sotto controllo, non vedo perché
dovrebbero intervenire le forze dell'ordine, la discussione aperta è vivace, ma
rientra nelle dinamiche democratiche della vita universitaria", spiega
Paola Monari che ieri ha incontrato gli studenti per confermare il dibattito
sulla legge
( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
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Pagina III - Bologna
Iniziativa di alunni, genitori e insegnanti in difesa del "pubblico"
Fortuzzi, cena etnica ai Giardini contro le classi per gli stranieri Fatto il
paragone con le diversità culturali, anche culinarie, "che sono una vera e
propria fonte di ricchezza per tutti" ALESSANDRO CORI "Lascia nonna,
faccio io, sono capace di spalmare il burro". Con la sicurezza di un
grande chef, Luca, nome italianissimo nonostante le sue origini in parte danesi
e in parte svizzere, si fa passare il coltello e dà il suo contributo alla cena
etnica riempiendo il pane nero di burro salato. Le altre pietanze sono già
quasi tutte disposte sui piccoli banchi della scuola, mentre bambini e genitori
fremono per dare l'assalto alle diverse specialità etniche. Alle scuole
elementari Fortuzzi, nel cuore dei Giardini Margherita, ieri pomeriggio alunni,
genitori e insegnanti hanno sostenuto in un modo del tutto particolare il
valore della suola pubblica, che non ha bisogno di "classi
d'inserimento" o "differenziali" come prevede la nuova riforma.
In che modo? Mangiando e mettendo a confronto le diversità culturali, anche
culinarie, "che sono una vera e propria fonte di ricchezza per
tutti". La "Festa della scuola pubblica di qualità", organizzata
dai genitori dell'VIII circolo didattico di Bologna, per cinque ore ha raccolto
e divertito bambini filippini, marocchini, cinesi, europei e americani: un
microcosmo che ogni giorno studia e gioca nelle aule delle scuole bolognesi.
"Questa iniziativa - spiega Domenico Fata, presidente del consiglio di circolo
dei genitori - è nata per raccogliere l'invito del presidente della Repubblica
Napolitano, che ha suggerito di non essere sempre contro. E infatti noi siamo
pro, perché la diversità è un accrescimento culturale non un ostacolo. Ora però
mi accorgo che la nostra festa è diventata negativamente attuale dopo l'idea
delle classi differenziate". Cous cous, hummous (piatto tipico medio
orientale con ceci, sesamo, "ma senza aglio" precisa una mamma),
pumpkin pie (torta dolce americana), spaghetti di soia, pollo alle mandorle ma
anche insalata di riso e crostate. Ce n'è davvero per tutti i gusti. Attaccate
alle porte della scuola spiccano una serie di vignette che ironizzano sui punti
cardini della nuova riforma scolastica. In una c'è una maestra che con in mano
il libro "Il padano per stranieri" cerca di insegnare la lingua ad un
alunno, mentre in un'altra il ministro Gelmini
illustra quella che viene definita: "Pagella a punti". Prima che
inizi lo spettacolo del duo comico bolognese Paolo Maria Veronica e Roberto Malandrino
(per i quali la Gelmini diventa
"Enterogelmini"), i genitori vengono invitati a partecipare, stasera,
in piazza del Nettuno, al collegamento della trasmissione "Anno
Zero". "Una mamma della Fortuzzi e una della scuola Cremonini saranno
invece in studio, a Roma, per far capire quanto vale la scuola pubblica".
( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
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Pagina II - Bologna A
scuola un buco da 10 milioni Ogni istituto ha crediti da
( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
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Pagina II - Bologna
Ad "Annozero" stasera da piazza Nettuno la protesta di docenti e
genitori "Veglia con fiaccole, candele e accendini" Mamme e
fiaccolata in diretta da Santoro ELEONORA CAPELLI La protesta delle mamme
contro i tagli alla scuola elementare previsti dal decreto Gelmini è partita da Bologna ed è proprio dai
piedi della fontana del Nettuno che stasera alle
( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
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La protesta Sabato presidio in fiera contro il ministro Brunetta IL ministro
Brunetta a Bologna? E subito scatta la mobilitazione. Ad annunciarlo sono i
sindacati di base che hanno indetto un presidio-manifestazione sabato, alle ore
( da
"Secolo XIX, Il" del 23-10-2008)
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Lorenzo Cuocolo Non
si può dire solo di no. Così Giorgio Napolitano ha commentato le proteste
contro la riforma Gelmini. E come dar
torto al presidente della Repubblica? Limitando l'analisi alla sola Università,
la fotografia dell'esistente è davvero sconfortante: conti in rosso, cattedre
fasulle, strutture fatiscenti, atenei di quartiere. Insomma, un sistema fuori
controllo. In questo, però, si muovono molti docenti e molti ricercatori
motivati, seri, preparati, che cercano di offrire i migliori servizi ai propri
studenti e alla comunità scientifica. Nonostante tutto. Ma se questo è il
quadro - e basta fare due passi nell'atrio di una Facoltà universitaria di via
Balbi, a Genova, per rendersene conto - si può essere contro in modo preconcetto?
Dire no all'idea stessa di mettere mano al sistema universitario equivale ad
avere un atteggiamento irresponsabile e ideologico, tanto da parte di chi
fruisce dei servizi universitari, quanto di chi li presta. Tanto più che non è
affatto chiaro dove il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini voglia
andare a parare con le riforme, per ora solo preannunciate. Stando alle
informazioni disponibili, è maggiormente utile cercare di individuare quanto
può esserci di valido nelle proposte del ministro. Un dato oggettivo,
facilmente verificabile con minime competenze contabili, è quello della
disastrosa situazione finanziaria, che porta alcuni tra gli Atenei più
importanti ad avere conti da fallimento immediato (solo che si trattasse di
imprese private). Quindi non solo è opportuno, ma doveroso, che il governo
studi come far fronte alla situazione calcificata dopo lunghi periodi di
immobilismo clientelare. La più aspra critica al ministro Gelmini è di voler
apportare tagli. A questo proposito bisogna chiarire, per evitare comode
ambiguità: se tagliare significa ridurre gli sprechi e riallocare le risorse in
modo più efficiente e produttivo, ma sempre nel sistema-Università, allora ben
vengano i tagli. Se, invece, tagliare significa dissanguare ulteriormente il
comparto della formazione e della ricerca scientifica destinando le risorse ad
altri settori, allora i tagli non sono accettabili, né proponibili in un Paese
che voglia seriamente accreditarsi fra quelli più sviluppati. La crescente fuga
all'estero di ricercatori italiani, impietosamente fotografata dalle
statistiche Ocse, è una vera e propria vergogna nazionale. Altro punto
potenzialmente positivo è quello di trasformare le Università in fondazioni di
diritto privato, come previsto dalla Finanziaria estiva del ministro
dell'Economia Giulio Tremonti. Sul punto, tuttavia, è ancora presto per
esprimere un giudizio. Certo è che l'ingresso di capitali privati può essere
una boccata di ossigeno importante per le Università, così come la natura
privatistica può ulteriormente incentivare misure di razionalizzazione per una
gestione virtuosa. L'apertura a capitali privati, però, non può essere una
facile via di fuga per i finanziamenti pubblici che devono rimanere il primo
baluardo del modello universitario. Inoltre non si dimentichi che l'articolo 33
della Costituzione già assegna particolari forme di autonomia agli Atenei che
hanno diritto di darsi ordinamenti autonomi: nonostante le previsioni, però, i
risultati sono stati deludenti. Per attrarre capitali privati, poi, è
indispensabile un altro fattore, completamente dimenticato: l'utilità degli
studi universitari per l'impresa. Tanto nelle facoltà scientifiche, quanto in
quelle umanistiche, i collegamenti con il mondo reale sono molto labili: gli
studenti arrivano a laurearsi in legge senza aver mai messo piede in uno studio
legale, e in ingegneria senza aver mai visitato un cantiere. Perché mai
un'impresa dovrebbe investire capitali nell'Università, se questa non è in
grado di fornire alcuna utilità? Sotto questo profilo le responsabilità non
sono solo del ministro o dei singoli Atenei, ma anche degli enti locali
territoriali che troppo spesso non sanno fare da connettore tra le istituzioni
di formazione e ricerca e le imprese presenti sul territorio. Un ulteriore
elemento positivo è quello della valutazione degli Atenei e dei docenti: è di
importanza vitale vincere l'appiattimento che consente l'esistenza di croniche
sacche di inefficienza. Esistono docenti che non fanno ricerca, non scrivono,
non seguono gli studenti e a mala pena fanno lezione. È accettabile questo, in
un sistema al collasso? I professori, come gli Atenei, devono essere valutati
in base al proprio lavoro, incentivando chi ottiene buoni risultati, pur senza
creare circoli viziosi che portino a far piovere sempre sul bagnato. Questo
profilo riguarda tutta la pubblica amministrazione, e le iniziative del
ministro per la Pubblica amministrazione e l'Innovazione Renato Brunetta
iniziano a farsi sentire anche in Università. Se queste sono le linee di
sviluppo che la riforma Gelmini dovrebbe auspicabilmente seguire, quali sono
gli elementi negativi? Il più importante, quasi un peccato originale, è la
mancanza di un disegno strategico: qual è il progetto complessivo di questo
governo in tema di Atenei? Non è dato saperlo. In altre parole, manca una
capacità progettuale, e ciò trova conferma negli strumenti per ora utilizzati
per le riforme: i decreti d'urgenza. Una profonda riforma del sistema
universitario è improcrastinabile, ma non a spizzichi e bocconi, e non con
strumenti normativi che la Costituzione riserva a casi di straordinaria
necessità e urgenza. L'esecutivo ha tutta l'aria di essere un governo di
legislatura: c'è dunque tempo per riforme che giungano al termine di un
percorso di riflessione e di dialogo tra i vari portatori di interessi:
governanti, docenti, studenti. E, a proposito di dialogo, lasciano perplessi le
parole del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che minaccia di mandare
le forze dell'ordine a liberare le facoltà occupate. Come altrettanto lasciano
perplessi quei docenti che interrompono il proprio servizio pubblico rifiutando
di fare lezione. 23/10/2008 pierfranco pellizzetti Prove tecniche di
opposizione. Dopo sei mesi passati a gingillarsi quotidianamente come il celebre
asino di Buridano tra l'inciucio (nobilitato in "Grande Coalizione")
e il muso duro, il Partito democratico parrebbe finalmente intenzionato a
scegliere di fare quanto gli avevano prescritto i risultati elettorali
dell'aprile scorso: proporsi come alternativa di sistema al governo. Purtroppo
il semestre perso (e le furberie tattiche della fase pre-elettorale) pesano
gravemente sulla sua credibilità, rendendone le odierne bordate consistenti
quanto proiettili di borotalco. Il popolo di sinistra se ne è accorto da quel
dì. Difatti i cinque milioni di firme che dovevano fare da viatico alla grande
manifestazione di riscossa del 25 ottobre rispondono all'appello per meno della
metà. Mentre appare evidente che la dura opposizione del Pd si esercita più al
proprio interno, frammentandosi in cordate l'una contro l'altra armata, che non
contro la maggioranza alla guida del Paese. Ma anche la situazione ligure dei
"democratici senza aggettivi" non risulta migliore, con il crollo
dell'unico avamposto a Ponente rappresentato dal Comune di Sanremo, le svariate
slavine savonesi e una scena politica genovese virata a paesaggio lunare
(mentre la magistratura apre sempre nuovi crateri). Ciò nonostante, in questo
clima da "ultimi giorni di Pompei", i massimi dirigenti locali paiono
in bambola ancora più di quelli nazionali: Claudio Burlando promette di
ritornare a "fare politica". Visti i precedenti, più che una promessa
sembra un'inconsapevole minaccia. Mario Margini e Claudio Montaldo riuniscono
un po' di amici e annunciano "dibattito, dibattito" come nel
cineforum di Paolo Villaggio, quello della "Corazzata Potemkin".
Siamo ormai giunti alla crisi terminale? Se ne è discusso ieri sera al Palazzo
Ducale di Genova, prendendo spunto dal recente saggio di Paolo Crecchi e Giorgio
Rinaldi "Indignati speciali contro la Casta" (Aliberti Editore), con
Marta Vincenzi, Lanfranco Vaccari e Maurizio Maggiani. Cui è stato chiesto:
scemando l'azione, l'indignazione può svolgere una funzione sostitutiva? Certo
cresce il bestiario delle figure che danno voce a uno scontento più che
giustificato, visto quanto si è scesi in basso. Svolgendo supplenza a sinistra.
Resta sullo sfondo la causa scatenante di tale indignazione: il degrado umano
che ha condotto i ceti dirigenti ("la Casta", secondo il dire alla
moda; ma sarebbe più corretto chiamarla "Corporazione") a
oltrepassare a ritroso la condizione di "nani e ballerine" per
precipitare ancora più in basso: l'odierno conglomerato di affaristi,
personaggi contigui alla malavita organizzata, fascisti post o paleo, damazze e
avanzi di balera, piduisti e avvinazzati delle valli, (affiancati dal codazzo
di spudorati yes-man dalle più variegate provenienze). La combriccola alla
guida del Paese e che, col suo modo di essere, contagia pure la controparte. Ma
l'indignazione non è categoria politica. Semmai uno stato d'animo in cui
confluiscono tanto il disgusto come il narcisismo. Di certo non può risultare
il cosiddetto "punto archimedico" per schiodare il tempo immobile e
far risplendere di nuovo la luce di Grandi Politiche. Un Leonardo Sciascia in
stato confusionale (perché messo ai margini da protagonisti più di lui
determinati e determinanti nella battaglia civile) coniò la definizione
"professionisti dell'antimafia". Ora si potrebbe parlare di
"professionisti dell'indignazione"; come di una scelta puramente
individuale, che trova la propria ragione di fondo nella posizione -
gratificane quanto politicamente inerte - di icone mediatiche del Gran Rifiuto.
Difatti tra le loro fila troviamo un po' di tutto: da chi paga di persona le
conseguenze della propria presa di posizione a chi ne ricava un ruolo
appagante, diventando quel personaggio pubblico che altrimenti non riuscirebbe
a essere. A ulteriore conferma dell'assoluta inadeguatezza del personale umano,
al governo come all'opposizione, di un Paese condannato alla mediocrità.
Pierfranco Pellizzetti (pellizzetti@ fastwebnet.it) è opinionista di Micromega.
23/10/2008.
( da
"Secolo XIX, Il" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
La sinistra: "Il
premier come Bava-Beccaris" le reazioni dell'opposizione E Veltroni mette
in guardia Berlusconi: "Soffi sul fuoco, il disagio sociale non è una
questione di ordine pubblico" 23/10/2008 Roma. "Avviso a "Bava
Beccaris-Berlusconi". Rifondazione comunista sostiene e continuerà a
sostenere tutte le occupazioni che si stanno svolgendo e si svolgeranno nelle
scuole, nelle università e nelle strutture di ricerca del mondo scolastico
italiano", afferma Paolo Ferrero segretario del Prc. Le sosterrà in
coabitazione con il Pd che punta a riempire il Circo Massimo, sabato
pomeriggio, grazie anche alla presenza di maestre mamme, presidi e rettori: sì,
perché scuola e università sono diventate il nuovo perno della manifestazione
del 25 ottobre e, chissà, forse anche un nuovo punto di incontro tra il Pd e la
sinistra antagonista. "Il presidente del Consiglio non provi a trasformare
una libera e democratica forma di protesta sociale in un problema di ordine
pubblico - ha detto ieri Ferrero -; le forze dell'ordine il governo pensi ad
usarle contro la criminalità organizzata che minaccia, uccide e scorrazza in un
gran pezzo del territorio del Paese, non contro gli studenti, i professori e i
ricercatori che non fanno altro che rivendicare i loro diritti". Veltroni,
da parte sua, si è fatto portavoce del movimento di protesta, e spera che già
sabato alla manifestazione parta un dialogo tra il Pd e il mondo della scuola
che nelle ultime tre elezioni ha guardato più al centrodestra. Veltroni ieri ha
chiesto al governo il ritiro del decreto Gelmini
e delle misure con i tagli all'Università, e la convocazione di "un tavolo
con le organizzazioni sindacali, quella degli studenti, quella dei
rettori"; "ci si dia un termine per decidere e si discuta - ha
spiegato - perché la democrazia è decisione ma è anche ascolto". Che il Pd
voglia svolgere il ruolo di catalizzatore di questo movimento si evince anche
dalle critiche di Veltroni all'annuncio del premier di voler usare la forza
contro le occupazioni di scuole e atenei. Anzichè"soffiare sul fuoco"
con "parole molto gravi cariche di conseguenze", ha detto il
segretario del Pd, Berlusconi "dovrebbe sforzarsi di garantire l'unità del
Paese". E poi l'appello di Dario Franceschini al ministro dell'Interno
Roberto Maroni e alle forze dell'ordine afffinché"non sia torto un solo
capello agli studenti". Un appello alla "prudenza" di Maroni è
stato rivolto anche da Anna Finocchiaro, secondo cui "nemmeno Scelba
avrebbe osato tanto". "Il movimento di protesta è ampio e diffuso -
ha sottolineato Veltroni a "Radioanch'io" - e non può essere
identificato con gli estremisti". Con questo mondo moderato di docenti,
professori, genitori il segretario del Pd spera di aprire un'interlocuzione.
Sì, perché se si deve parlare di alleanze per il Pd, allora si parli di quella
"con la società, con i cittadini, prima che di quella con altri
partiti". L'unico timore nel partito è che prima di sabato possano
verificarsi nelle manifestazioni di protesta sulla scuola nuovi scontri con la
polizia, come quelli di martedì a Milano. Di qui l'appello di Franceschini alla
protesta "civile, pacifica, non violenta", senza accettare "la
provocazione di Berlusconi". L'altra preoccupazione è che nel corteo di
sabato possano infiltrarsi gruppetti di estremisti: ma su questo versante si
sta organizzando un servizio d'ordine efficiente. La manifestazione di sabato
poi assumerà un significato più ampio di diritto al dissenso. "Mi domando
- ha detto Veltroni - se è ancora possibile dissentire. È possibile esprimere
una opinione diversa dal governo o no? Organizzare una manifestazione o no?
Scrivere sui giornali una cosa sgradita al governo o no? Se non è così, la cosa
si fa seria". E col direttore del GrRai, Antonio Caprarica, che gli ha
chiesto se rischiasse il posto in caso di flop della manifestazione, Veltroni
ha quasi sbottato: "Ma perché gufate tanto contro questa manifestazione!
Io una cosa del genere non l'ho mai vista. Perché siete tutti così preoccupati?
Ma che cosa succede? C'è una manifestazione. È la democrazia che funziona
così". E che comunque il Pd non tema il flop lo ha detto sempre Veltroni:
"Siamo il primo partito che va al Circo Massimo; sarà una grande manifestazione
e mai un partito politico ha fatto uno sforzo del genere. Berlusconi ha chiuso
la campagna elettorale a Roma con 2500 persone. Perché siete così angosciati
dal fatto che delle persone si ritrovino?". 23/10/2008.
( da
"Secolo XIX, Il" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
"Polizia contro
chi occupa e avanti con il decreto". Napolitano: "Dialogare"
Roma. "Avviso ai naviganti: non permetteremo l'occupazione delle scuole e
delle Università. L'occupazione di luoghi pubblici non è un fatto di libertà,
non è un fatto di democrazia: è una violenza nei confronti degli studenti che
vogliono studiare. Convocherò il ministro degli Interni e gli darò istruzioni
dettagliate su come intervenire, attraverso le forze dell'ordine, per evitare
che possano accadere queste cose": questo l'annuncio, di Silvio
Berlusconi, a metà mattinata, dalla sala stampa dove ha partecipato, assieme al
ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini,
ad una conferenza stampa sul decreto-scuola. Sette ore dopo, alle cinque del
pomeriggio, Roberto Maroni, ministro degli Interni ha varcato il portone di
Palazzo Chigi per incontrare il premier: la convocazione gli è arrivata mentre
era a pranzo con Gianfranco Fini e Umberto Bossi. Bocche chiuse, invece, al
termine del vertice durato quasi un'ora e mezzo. Ma qualcosa è trapelato. Il
premier avrebbe detto a Maroni: "Voglio che sia garantito il diritto allo
studio, il metodo sceglilo tu". E per questa mattina è convocata al
Viminale una riunione tecnica, presieduta dal sottosegretario Alfredo
Mantovano, alla presenza dei vertici delle forze dell'ordine, per "operare
una completa ricognizione dei rischi per la sicurezza - si legge in una nota
diffusa dal ministero dell'Interno - derivanti dalle proteste degli
studenti". Il premier ha aperto fragorosamente, ieri, la "questione
scuola", scatenando, come riferiamo in altra parte del giornale,
l'immediata e violentissima replica delle opposizioni, ma anche un po' di
dissenso nella sua stessa maggioranza. "Io non posso schierarmi, perché la
Costituzione non mi affida compiti esecutivi. Ciò non significa che io mi senta
estraneo alle esigenze della scuola, della ricerca, dell'Università. Spero che vi
siano ancora spazi per un confronto, in sede parlamentare, su come definire
meglio e distribuire nel tempo i tagli ritenuti indispensabili della spesa
pubblica, cercando di valutare attentamente l'esigenza di salvaguardare livelli
adeguati per la ricerca e la formazione. È indispensabile che, su questi temi,
non si cristallizzi un clima di pura contrapposizione": tempestivo,
proprio nel pieno della bufera politica, è arrivato l'invito alla pacatezza del
presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il capo dello Stato ha fatto
conoscere il testo della lettera che ha inviato alla delegazione di studenti
(ricevuti il giorno prima), e che gli avevano illustrato le ragioni della
protesta che sta incendiando gli atenei e gli istituti di tutta Italia. La maggioranza,
però, non sembra disposta a fare aperture all'opposizione: ieri pomeriggio, in
Senato, la discussione del decreto Gelmini, in commissione Istruzione, è stata
troncata senza che fosse ultimato l'esame degli emendamenti. I capigruppo
dell'opposizione hanno chiesto inutilmente al presidente di Palazzo Madama,
Renato Schifani, che il testo non fosse portato all'esame dell'assemblea prima
che fossero stati discussi i suggerimenti. Berlusconi, proprio in mattinata,
era stato chiarissimo: "Il decreto non si ritira. Noi andremo avanti. È
sacrosanto e va applicato" aveva detto, rispondendo ad una domanda dei
giornalisti e, implicitamente, alla richiesta che da giorni avanzano studenti,
docenti e leader dell'opposizione. Anche a costo di usare la polizia per gli
sgomberi di atenei e scuole: "L'ordine deve essere garantito; lo Stato
deve fare lo Stato" ha detto il premier, usando le stesse parole già spese
in occasione del piano rifiuti per Napoli. "La sinistra dice bugie sulla
scuola. Fa allarmismo inutile. Parlano di 86.000 insegnanti in meno: è falso.
Con la riforma nessuno sarà cacciato: ci sarà solo il pensionamento di chi ha i
requisiti ed il blocco del turn over": questo, per Berlusconi, il punto di
partenza della puntigliosa confutazione delle tesi del centrosinistra. E poi
sarebbe falso che saranno chiusi molti istituti, che non vi sarà"tempo
pieno". Secondo il premier, anche la questione del maestro unico sarebbe
stata mal posta: "Ti sei sbagliata - ha detto rivolgendosi al ministro Gelmini
- non c'è un maestro unico, ma, semmai, un maestro prevalente, affiancato
dall'insegnante di lingua straniera, di religione e di informatica".
Questa frase del presidente del Consiglio ha creato qualche problema al
ministro che, nel pomeriggio, anche su sollecitazione di esponenti della
maggioranza, è stata costretta a spiegare, davanti alla commissione Istruzione,
che non esistono versioni diverse del decreto, ma che le parole di Berlusconi
sono state "interpretazioni semantiche" del testo. Il premier ha sostenuto
anche che sulle manifestazioni studentesche vi sarebbe stata cattiva
informazione: un eccesso di drammatizzazione. Ad occupare e manifestare sarebbe
una minoranza ("Poche migliaia e non centinaia di migliaia") che
userebbe violenza nei confronti della gran massa che, al contrario, avrebbe
voluto non interrompere le lezioni. Da qui l'affondo contro i media:
"Portate ai miei saluti - ha detto, rivolto ai cronisti presenti nella
sala stampa di Palazzo Chigi con toni che hanno provocato altre polemiche - e
quelli del ministro Gelmini, ai vostri direttori e dite che saremo molto, molto
indignati se non sarà pubblicato nulla di questa conferenza stampa".
Angelo Bocconetti bocconetti@ilsecoloxix.it 23/10/2008 ' 23/10/2008 la
veritàdel cavaliereLa sinistra dice bugie, fa allarmismo inutile: nessun
insegnante sarà cacciato silvio berlusconipresidente del Consiglio 23/10/2008
il rettore di padova "ora il confronto" 23/10/2008 l'unione studenti
"la lotta continua" 23/10/2008 margherita hack "è una
vergogna" 23/10/2008 il sindaco di roma "no alla violenza 23/10/2008
i sindacati "si apra un tavolo" 23/10/2008 "Ci auguriamo che il
governo non assuma atteggiamenti muscolari, ma dia segnali di disponibilità al
dialogo". È l'auspicio del rettore di Padova, Vincenzo Milanesi. 23/10/2008
Per l'Unione degli Studenti sono "inaccettabili" le parole del
presidente del Consiglio. "L'utilizzo dell'intimidazione non servirà a
fermare le lotte degli studenti". 23/10/2008 "È una vergogna"
l'ipotesi di far intervenire la polizia. Lo ha detto l'astrofisica Margherita
Hack, aggiungendo che la protesta dovrebbe coinvolgere l'intera popolazione.
23/10/2008 "Nessuno può negare agli studenti il diritto di manifestare -
ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno - ma bisogna rifiutare la violenza".
23/10/2008 Renata Polverini, segretaria generale dell'Ugl ha invitato il
governo a convocare i sindacati "per condividere le misure e gli impatti
del dl sul sistema scolastico". 23/10/2008.
( da
"Repubblica, La" del 23-10-2008)
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Scuola
Pagina V - Bari In
mille al corteo anti Gelmini E Vendola
contesta il premier: gravità inaudita la polizia negli atenei FRANCESCA SAVINO
"Non è che l'inizio". Mille universitari in piazza e centinaia in
assemblea. Lezioni sospese nelle facoltà e da oggi spostate in strada, con
l'invito da parte di presidi e docenti a "non aspettare un minuto in più
per protestare". Un liceo occupato a Corato e la promessa degli altri
studenti medi di Bari e provincia di essere al fianco di professori e
universitari nella lotta contro "l'attacco dei ministri Tremonti e Gelmini
alla pubblica istruzione". Non ci sono cariche o scontri in città, nel
giorno in cui il premier Silvio Berlusconi invita la polizia alla linea dura
contro le proteste e il governatore Nichi Vendola lo accusa di minacciare
"una scelta di illegalità e violenza di gravità inaudita". C'è invece
la promessa di studenti e ricercatori, precari e professori: "Questo non è
che l'inizio". Lo scandiscono i manifestanti che a Bari sfilano in corteo
dietro la salma dell'università pubblica. Dal maggio francese all'ottobre
barese, l'imperativo resta lo stesso: la mobilitazione di queste ore deve
essere solo il primo passo. "Continuiamo a combattere per difendere la
pubblica istruzione": con queste parole si chiude l'assemblea fiume che
ieri ha trasformato per dieci ore l'Ateneo in un cantiere di idee e proposte
contro i tagli e le ipotesi di privatizzazione dell'università.
"Occuperemo, non appena sarà il momento: sappiamo che le assemblee non
bastano" riflette il dottorando Giovanni De Giglio, uno dei volti della
protesta barese. "Ma adesso puntiamo a fare le cose con calma, in attesa
dell'assemblea generale del mondo della scuola e dell'università del 28
ottobre". Oggi si parte con le lezioni in piazza, "perché le ragioni
della protesta escano dalle aule" come ricorda Claudio Riccio, dell'Unione
degli universitari e del neonato "Coordinamento stop alla legge 133"
che riunisce tutti i colori dell'opposizione alla riforma. Mentre la
discussione sulle riforme arriva in strada, oggi pomeriggio nell'aula magna
dell'istituto Ettore Majorana il consiglio comunale di Bari si riunirà in una
seduta straordinaria dedicata alla scuola. Alla riunione nel quartiere San
Paolo parteciperanno anche i sindacati e i movimenti che chiederanno una presa
di posizione decisa contro il pacchetto di riforme governative.
"Chiederemo al consiglio di esprimersi per il ritiro della legge 133 con i
suoi tagli, il blocco del turn over e l'ipotesi di trasformare gli atenei in
enti di diritto privato" annuncia il coordinamento. "E rivolgeremo
anche un appello perché le forze dell'ordine di Bari e provincia non ascoltino
l'invito di Berlusconi alla linea dura contro le proteste". L'invito a
usare la forza è rimasto inascoltato per il liceo Oriani di Corato, prima
occupato e ora autogestito. Come lo è stato ieri mattina a Bari, quando un
corteo funebre ha attraversato le strade e le facoltà del centro per dare forma
alla protesta delle facoltà del polo umanistico. Mille persone hanno sfilato
seguendo la bara "dell'università pubblica deceduta in seguito a tagli
finanziari e alle scriteriate riforme operate dai ministri Tremonti e Gelmini e
dall'indifferenza del popolo italiano". Nelle aule di Lettere e filosofia,
Lingue, Giurisprudenza e Scienze politiche, come in strada, la protesta si è
svolta senza incidenti. Fra professori che invitavano gli allievi a scendere in
piazza e i passanti incuriositi ("sembra più uno spettacolo che un
corteo"), gli unici momenti di tensione sono stati fra manifestanti e gli
studenti che non volevano interrompere le lezioni. "Potrà essere sembrata
una violenza, ma era una risposta a un'altra violenza: l'indifferenza"
commenta Alfredo Ferrara, del collettivo di Lettere e filosofia. Nelle facoltà
di Lettere e di Scienze politiche i presidi Grazia Distaso e Ennio Triggiani
avevano già autorizzato la sospensione delle lezioni che da lunedì, in molti
casi, hanno lasciato il posto alle assemblee. Il consiglio di facoltà di
Scienze politiche ha già chiesto il ritiro della legge, e Triggiani rivendica
con orgoglio l'adesione alla protesta davanti alle centinaia di studenti e ai
suoi colleghi intervenuti all'assemblea di ieri: "Lasciare i libri oggi
vuol dire combattere per non doverli abbandonare domani". L'idea delle
lezioni in piazza, avanzata anche dal professor Stefano Bronzini, ha convinto
tutti i volti della lotta universitaria. Mentre il rettore Corrado Petrocelli
ricorda che per il momento la posizione dell'Ateneo resta quella di
"sedersi intorno a un tavolo e ragionare con il ministro", si
rafforza l'ipotesi di indire per sabato prossimo un'assemblea interfacoltà alla
quale invitare anche i parlamentari.
( da
"Secolo XIX, Il" del 23-10-2008)
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Orlando: "Nel Pd
ora serve un pensiero nuovo" L'INTERVISTA "La sinistra e Di Pietro
alzano di più la voce, ma non incidono. E i sindaci del Nord sbagliano a non
venire sabato a Roma" 23/10/2008 roberto onofrio L'AGGETTIVO che usa di
piùè"nuovo". Nuovo è il pensiero che deve sostenere questa fase di
costruzione del Pd. Nuovo deve essere l'atteggiamento di chi, finora, passa più
tempo a lamentarsi e a criticare che a dare una mano. Nuovo deve essere anche
il segno da lanciare in vista delle prossime regionali. Perché la grande crisi
economica sta squadernando le priorità delle agende politiche. Andrea Orlando,
spezzino, diploma scientifico, 40 anni a febbraio, enfant prodige della
politica ligure, è deputato del Pd e siede oggi in uno dei posti chiave del
partito inventato da Walter Veltroni: è il responsabile organizzativo. Lavoro
non facile se si tiene conto di come finora il Pd ha dovuto assorbire malesseri
e tensioni di chi si è tuffato nella nuova avventura continuando a guardare con
nostalgia la strada vecchia. Missione ai limiti del possibile se si considera che
una struttura vera e un numero stabile di iscritti ancora non c'è. Mentre
aumentano in compenso gli strappi (vedi Di Pietro) e i conflitti tra l'apparato
romano e le periferie (vedi, per restare in Liguria, l'ultima polemica sortita
dei super assessori Mario Margini e Claudio Montaldo). Onorevole Orlando,
considerato il quadro generale, era proprio il caso di confermare la
manifestazione in programma sabato ma pensata più di cinque mesi fa?
"Assolutamente. Quello che è successo rende ancora più necessaria la
manifestazione. Occorre mantenere una coscienza critica in questo Paese: penso
in primo luogo alla scuola". È proprio tutta da buttare la riforma Gelmini? "Non siamo di fronte a una
riforma, è solo un'operazione di carattere finanziario". I tagli dei maestri,
però, li aveva previsti anche Prodi. "Non in questi termini e con queste
dimensioni. Comunque, dietro il
( da
"Nuova Sardegna, La" del 23-10-2008)
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LINEA DURA
Berlusconi: "Polizia nelle scuole" ROMA. Il decreto Gelmini non sarà ritirato e contro gli
studenti che occupano le scuole e le università il governo è pronto a schierare
la polizia. Durissimo il premier Berlusconi che denuncia "tutte le bugie
della sinistra" e convoca il ministro degli Interni e gli ordina
"voglio che sia garantito il diritto allo studio, il metodo sceglilo
tu". Veltroni replica: il premier soffia sul fuoco. Napolitano invoca il
confronto. alle pagine 14 e 15.
( da
"Bresciaoggi(Abbonati)" del 23-10-2008)
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Nazionale pag. 2
Polveriera scuola Sale la tensione sul decreto di riforma 5.500 i corsi di laurea
in Italia secondo i dati forniti dal ministro Il ministro indignato "Ho
avviato controlli negli atenei in dissesto" MARIASTELLA GELMINI Polveriera
scuola.
( da
"Bresciaoggi(Abbonati)" del 23-10-2008)
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LINEA DURA. Il capo
del governo: "Avanti col decreto, menzogne dalla sinistra". Monito ai
giornalisti, la Fnsi reagisce Berlusconi ordina: "Polizia negli atenei"
ROMA "Pronti a mandare la polizia negli atenei. Lo Stato deve fare lo
Stato". Dopo i tafferugli di martedì a Milano, il presidente del Consiglio
ha annunciato ieri la linea dura contro le occupazioni studentesche indetta per
potestare contro la riforma Gelmini. È
muro contro muro tra i manifestanti e il governo. Il premier non intende
permettere altri blocchi. "L'occupazione di luoghi pubblici non è la
dimostrazione dell'applicazione della libertà", ha tuonato in una
conferenza stampa a Palazzo Chigi, in cui parlando al fianco del ministro
dell'Istruzione, ha puntato il dito contro centri sociali e sinistra: "Non
è un fatto di democrazia, è una violenza nei confronti degli altri studenti che
vogliono studiare". Se qualcuno vuole manifestare lo faccia pure, è il
ragionamento di Berlusconi, ma nelle strade o nelle piazze, non occupando le
aule di scuole e università e negando alla "maggioranza silenziosa"
il diritto allo studio. Il premier ha poi convocato il ministro dell'Interno
Maroni per dargli istruzioni "dettagliate" sull'impiego delle forze
dell'ordine. E per oggi al Viminale è previsto un vertice per valutare le
misure da adottare. La linea del Viminale è quella di "garantire, nel
rispetto della libertà di manifestazione del pensiero, e quindi anche del
dissenso, la tutela dei diritti di tutti, in un quadro di assoluta
legalità". Il Cavaliere non non ritirerà il decreto Gelmini. "La
sinistra", ha sostenuto, "dice menzogne e fa un allarmismo"
attraverso i media, "che ormai hanno divorziato dalla realtà". La tv
pubblica "alimenta l'ansia" e i giornali "hanno trascurato di
raccontare la realtà". Il premier ha affrontato il decreto, contestando le
obiezioni dell'opposizione. Non ci saranno 86 mila insegnanti in meno; non
verrà chiuso il tempo pieno, anzi "ci saranno 6 mila classi in più".
Non saranno chiuse molte scuole: "Sarà solo razionalizzato il
personale". Ed infine non è vero che con questo decreto si cerchi di
favorire la scuola privata. Berlusconi ha poi ammonito i giornalisti:
"Portate i miei saluti e quelli del ministro Gelmini ai vostri direttori e
dite che saremo molto indignati se non sarà pubblicato nulla di questa
conferenza stampa". Il presidente della Federazione nazionale della
stampa, Roberto Natale, ha replicato: "Giudichiamo gravissime quelle
dichiarazioni, anzitutto per quel riferimento ai direttori di testata. Non è
mai successo che Berlusconi sia stato oscurato: le sue parole suonano
minacciose. I colleghi continuino a fare il loro lavoro". Governo e
maggioranza comunque andranno avanti, anche sulle classi ponte, a colpi di
fiducia al Senato, dove il via libera è previsto il 29 ottobre. Ieri il
dibattito in Aula è proseguito tra la tensione. È stata respinta la richiesta
di Anna Finocchiaro (Pd) di rinviare i lavori a lunedì per consentire alla
Commissione Pubblica istruzione di concludere l'esame del testo. E sulla scuola
è intervenuto il capo dello Stato. "È indispensabile che su questi temi
non si cristallizzi un clima di contrapposizione, ma ci si apra all'ascolto
reciproco", ha affermato Napolitano in una lettera di risposta alla
missiva che gli avevano inviato gli studenti de "La Sapienza".
"Io non posso schierarmi", ricorda, sottolineando il ruolo del
Parlamento: "In questa sede si deve sviluppare un dibattito anche "su
come meglio definire e distribuire nel tempo i tagli ritenuti indispensabili
della spesa pubblica tra i ministeri e i vari programmi, valutando attentamente
l'esigenza di salvaguardare livelli adeguati di spesa per la ricerca e la
formazione".
( da
"Unita, L'" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Maria Novella Oppo
IERI MATTINA a Omnibus si parlava del decreto Gelmini
e se ne dicevano di tutti i colori contro il movimento che viene dalle scuole,
sobillato ovviamente dal Pd, a detta dei signori della destra. E magari fosse
che il partito di Veltroni avesse tanta influenza tra i giovani! Gasparri,
comunque, si è rivolto con queste parole a Fioroni: "Ignorante, tu la scuola
non l'hai conosciuta neanche da ragazzo, alle elementari". All'ex ministro
del Pd è scappato da ridere e non ha reagito come avrebbe fatto qualsiasi
persona normale. Speriamo almeno che lo abbia fatto a telecamere spente. Più
tardi, al Tg2 delle 13, abbiamo sentito e visto Berlusconi, con a fianco la
impalata Gelmini, minacciare gli studenti e dare al ministro dell'Interno
l'ordine di usare la polizia. D'un tratto il barzellettiere si è fatto truce,
il parrucchino si è fatto elmo di Scipio e l'imputato di mille processi si è
fatto difensore della legalità. Una gag tragica e ridicola che nessuna parodia
potrebbe rendere più grottesca. Ottantamila insegnanti e decine di comici sul
lastrico. FRONTE DEL VIDEO.
( da
"Unita, L'" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
M.ci. Il Cavaliere e
la Dama. Silvio Berlusconi e la stella Gelmini
che non riesce a brillare di luce propria ed è costretta, nell'agitazione di
cui non capisce il perché, a rivolgersi al Capo per ottenere legittimazione e
rinnovata fiducia mentre crolla addosso a tutti e due il castello di carte di
una riforma che non è un "semplice decreto". E lui che approfitta
dell'occasione per impossessarsi della scena, per prendersi una sorta di
interim mediatico sulla scuola in modo da riproporre con parole sue, i punti
più devastanti dello tsunami riformistico. Qui non è una questione di
contenuti. Che della cosiddetta riforma della scuola si è detto e si dirà. Ma
colpisce ancora una volta l'atteggiamento che anche ieri Berlusconi ha tenuto
nei confronti della ministra di turno relegata ad arredo, a bella statuina
comprimaria. Le "ragazze del presidente" sono tutte destinatarie di
un viscido comportamento finto rispettoso che le annulla, pena il ritorno
all'anonimato in caso di ribellione. Anche ieri, con quella mano che
sollecitava o zittiva, con quel coivolgimento ad uso e consumo delle sue tesi,
con l'atteggiamento accondiscendente ma fermo rispetto a qualsivoglia pensiero
contrario, se mai uno ve ne fosse stato, Berlusconi non ha fatto altro che il
padrone. Il padre-padrone, unico e prevalente. Come il maestro. Senza
preoccuparsi della contraddizione in termini. Il Corsivo.
( da
"Unita, L'" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
"Non
permetteremo le occupazioni" Berlusconi minaccia: dirò al Viminale di
andare giù duro, al pugno di ferro farete il callo di Natalia Lombardo/ Roma
DICHIARAZIONE DI GUERRA in piena deriva putiniana contro proteste e
informazione: Berlusconi dà "istruzioni" al ministro dell'Interno
Maroni perché reprima con la forza le occupazioni nelle scuole e nelle
università. Al pugno di ferro "dovete farci il callo", per i prossimi
quattro anni e mezzo, io non retrocederò di un millimetro" tuona il
premier alterato alla fine della conferenza stampa a Palazzo Chigi, già seccato
dal dover fare da tutore a Mariastella Gelmini
per far digerire il decreto sulla scuola. "Non chiamatela riforma",
avverte lui, ma "un decreto sacrosanto, altro che ritirarlo" come ha
chiesto Veltroni. Le manifestazioni? Berlusconi lancia un minaccioso
"avviso ai naviganti: non permetteremo che vengano occupate scuole e
università", non sarebbe "democrazia ma violenza" organizzata
"dall'estrema sinistra e dai centri sociali, come a Milano". È la
mezza, il premier annuncia la convocazione di Maroni, che avverrà alle cinque.
La sparata di Silvio-Putin ha colto di sorpresa lo stesso ministro
dell'Interno, che nella Lega dicono fosse irritato dall'essere convocato per
ricevere "istruzioni dettagliate" per le forze dell'ordine. Col
diktat finale: "dirò a Maroni di andare giù duro". E la deriva
autoritaria non è piaciuta neppure a Gianfranco Fini. Da giorni il premier
martellava sul "divorzio tra stampa e realtà", preoccupato (dai suoi
sondaggi) che sia "passato il messaggio che non c'è più il tempo
pieno" o che ci siano i tagli. Agitato dal vedere (in tv) che per le
strade ci sono anche "le mamme con i cartelli", opinione pubblica che
si mangia una fetta dei consensi plebiscitari. Così il cavaliere legge passo
passo un opuscolo fornito ai senatori per smentire "tutte le bugie della
sinistra". Non si riesce a fare una domanda sulle opposizioni, che esplode
rabbioso contro i giornali che "fanno cattiva informazione sulla
scuola". E sbotta livoroso: "Portate i miei saluti e quelli del
ministro Gelmini ai vostri direttori e dite che saremo molto indignati se non
sarà pubblicato nulla di questa conferenza stampa" nel merito della
riforma. Ce l'ha, dice chi è vicino a lui, più con la stampa non di sinistra,
infatti cita ironicamente "Il Corriere, giornale "amico"".
E impartisce un diktat totale alla Rai: "La tv pubblica trasmette
ansia" perché mostra le proteste. Giorni fa aveva telefonato di persona al
capo del politico del Tg1 perché nel resoconto sulla manifestazione di Rifondazione
si diceva che erano "100mila per la polizia", mentre la stima era di
20mila. E a farlo infuriare dev'essere stato quel filmato girato con un
cellulare sulla polizia che picchiava un manifestante a Milano, trasmesso dal
Tg1 serale martedì. Berlusconi alza il tiro, fa l'uomo d'ordine scavalcando a
destra An e stringe il cerchio su ogni espressione che non sia il pensiero
unico di governo. Come ha detto Veltroni, "soffia sul fuoco" (in modo
rischioso) a pochi giorni dalla manifestazione del Pd che, evidentemente, tenta
di criminalizzare in anticipo. La strategia, spiega un esponente del Pdl, è
"spingere a sinistra il Pd", isolarlo con la colpa di
"aizzare" le proteste. Anche se "c'è il rischio di scivolare
sulla buccia di banana", dice un altro (un incidente in piazza), Silvio
gioca come il gatto col topo per annientare l'opposizione: se prima associava
Veltroni al giustizialismo dipietrista, ora lo mette insieme ai centri sociali.
Sarà per la sintonia di Feltri con la Gelmini, ma ieri la sparata del premier è
stata anticipata da Libero a firma Roberto Farina, alias Betulla:
"Chiamate la polizia" contro i picchetti degli studenti. E La Padania
incita: "La piazza rossa torna a picchiare", "cosa accadrà il 25
ottobre?". Pressioni alle quali anche alcuni fedelissimi del premier
guardano con fastidio, insieme al martellamento di Bossi sulla sinistra che
vorrebbe il nuovo '68. Nel governo, quindi c'è una spaccatura palpabile, prova
ne sia quella che appare, in serata, una mezza marcia indietro almeno nei toni,
dopo l'incontro con Maroni a casa di Berlusconi a via del Plebiscito. A Palazzo
Chigi, invece, La Russa ha parlato con Gianni Letta. Sarà un caso, ma alla
Difesa rispondono i carabinieri.
( da
"Unita, L'" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
"Non permetterò
l'occupazione delle università. Darò istruzioni a Maroni su come
intervenire". Berlusconi minaccia gli studenti che protestano in tutta
Italia contro la legge Gelmini.
Veltroni: parole gravi, il premier soffia sul fuoco. alle pagine 2, 3, 4 e 5.
( da
"Unita, L'" del 23-10-2008)
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Scuola
Un intervento di
inaudita violenza verbale per difendere un imbarazzato ministro Gelmini: "Un decreto sacrosanto, altro
che ritirarlo".
( da
"Tirreno, Il" del 23-10-2008)
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Scuola
Empoli L'ex del Pd
difende la riforma Quaglierini, insegnante: don Milani era un maestro unico
SANTA CROCE. Di fronte alla protesta studentesca la politica si divide. Un caso
singolare è a Santa Croce dove il sindaco e l'ex vicesindaco, fino ad alcuni
mesi fa fianco a fianco in Comune e nello stesso partito, ora sono su fronti
opposti. Chi sceglie senza mezzi termini l'opposizione al decreto Gelmini è Osvaldo Ciaponi, Pd, primo
cittadino: "Nel mio comune numerosi genitori e insegnanti hanno costituito
un comitato che si sta mobilitando per fare una completa e corretta
informazione sulla legge 133 del ministro Tremonti e sul decreto 137 del
ministro Gelmini. Con gli assessori
Guidi, Giannoni e Fanella, ho partecipato all'ultima riunione del comitato per
dimostrare il sostegno della giunta alla mobilitazione". Chi invece assume
un atteggiamento totalmente diverso, in linea con l'impostazione della riforma,
è Letizia Quaglierini, ex vicesindaco a Santa Croce, ex esponente del Pd, ora
consigliere comunale indipendente, in predicato di essere il candidato sindaco
di una lista civica nel 2009. "C'è grande fermento nella scuola: assemblee
di insegnanti, costituendi comitati di genitori, allarmati da previsioni
catastrofiche quanto spesso inesatte - afferma -. Non ci sarà più il tempo
pieno? Vediamo con la nuova strutturazione con il docente unico come può essere
articolato il tempo scuola prima di stracciarci le vesti. Solo in Italia accade
che ogniqualvolta viene elaborato un progetto di riforma scolastica, questo sia
demolito, a prescindere, non per la proposta ma per posizioni ideologiche. Da
tempo la vita della scuola italiana è afflitta da un sindacalismo deteriore,
coniugato a un malinteso egualitarismo, che ha abbassato ogni produttività
culturale e professionale. Gli insegnanti meritano il riconoscimento della loro
professionalità e una retribuzione adeguata. Io sono convinta, da insegnante,
che nella scuola elementare italiana, come avviene in tutti i Paesi d'Europa,
può esserci benissimo il maestro unico, affiancato da specialisti di lingua
straniera, musica, educazione fisica. Don Milani insegnava da solo ogni giorno
e per tutta la settimana".
( da
"Tirreno, Il" del 23-10-2008)
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Scuola
Empoli
"Protestiamo, ma non siamo politici in erba" Parlano alcuni leader
del movimento contro il decreto Gelmini
SAN MINIATO. Ragazzi normali, con le passioni dell'età - a partire dalla
discoteca - o politici in erba, per di più di sinistra? I giovani che guidano
la protesta anti Gelmini nelle scuole
del comprensorio rifiutano le etichette partitiche e dicono di essere adolescenti
normalissimi, magari più impegnati di altri. "Ma la politica lasciamola
fuori", dicono. Non era mai accaduto che la prima scuola a essere stata
occupata fosse il liceo sociopsicopedagico Carducci dove la maggioranza degli
studenti è donna. Tra i coordinatori della protesta c'è però un ragazzo,
Niccolò Moretti, frequenta la quarta G, ha 19 anni, è di Castelfranco di Sotto.
Ha un motivo anche familiare che lo impegna, come scopriremo. "Sono tra
gli organizzatori, ci suddividiamo i compiti. Mi ritrovo in questo ruolo,
perché dopo un'assemblea d'istituto, in cui un po' tutti hanno preso la parola
ed espresso consensi o critiche, i miei interventi hanno avuto un grande
seguito tra gli studenti. Inoltre mi sono proposto tra i primi per dare la mia
firma di responsabilità, tra le cinque che servivano per occupare la
scuola". In famiglia che cosa pensano di questo supplemento d'impegno?
"Mio padre ha una rivendita giornali; mia madre è insegnante alla scuola
elementare, maestra precaria a 58 anni. Se passa il decreto del ministro
Gelmini, rischia, anziché avere un posto di ruolo prima o poi, di perdere il
lavoro a scuola. Alla quale dedica invece passione e attaccamento. Non è una
carriera che s'interrompe, ma la vita di una persona che regredisce. Ecco perché
sento in maniera particolare questo impegno, è un'ingiustizia che mi tocca nel
vivo". All'istituto tecnico Cattaneo, Alessandro Cappellini, anche lui di
Castelfranco, frequenta la quinta A Iti. Non ricorda precedenti occupazioni.
"L'ultima, forse, c'è stata nel 2001", cita a memoria. Osserva:
"Questo ruolo mi deriva dall'essere rappresentante d'istituto in carica
nel passato anno scolastico. Non essendo ancora state rinnovate le cariche,
ecco che insieme ad altri con analogo impegno faccio il portavoce del
gruppo". Alessandro ha scelto un percorso scolastico sulle orme delle
attività dei genitori: "Mio padre lavora in un'azienda di prodotti chimici
per pelle e cuoio, mia madre ha un'azienda di lavorazioni per conto terzi nel
settore conciario". Cappellini sta discutendo una novità con altri
studenti: "Il collegio dei docenti ci ha appena fatto una proposta:
lezioni all'aperto, in piazza o davanti a una chiesa. è interessante, ormai
l'occupazione non fa più notizia. Ma il bello è che non sappiamo dove riunirci
per discuterne, in quanto l'auditorium, per il quale protestammo l'anno scorso,
è ripulito, ma non è ancora agibile dopo due anni che è finito. Domani, però,
eccezionalmente ci viene concesso". Ieri pomeriggio c'è stato un incontro
in Comune. Cappellini aveva chiesto di avere come interlocutori il sindaco
Angelo Frosini o la vice Raffaella Grana, "perché, essendo insegnanti,
hanno esperienza dei problemi della scuola". Grana "ci ha ricevuto,
suggerendo un prossimo incontro allargato, di sera, tra studenti, genitori e
docenti". Luciano Gianfranceschi.
( da
"Tirreno, Il" del 23-10-2008)
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Scuola
NEL VALDARNO Comitati
e iniziative SANTA CROCE. Un comitato spontaneo, formato da genitori e
insegnanti, per la difesa della scuola pubblica è nato a Santa Croce sull'Arno
nei giorni scorsi. "Alla prima riunione, presenti anche amministratori e
sindacalisti - spiegano i promotori - è stato preso in esame il progetto di
riforma della scuola elaborato dal ministro Gelmini
e attualmente in corso di approvazione da parte del parlamento. Da parte di
tutti è stato sottolineato il carattere sostanzialmente distruttivo del
cambiamento in atto, con riferimento ai pesantissimi tagli al personale docente
e Ata di ogni ordine di scuola, all'accorpamento di istituti e discipline, al
ritorno del maestro unico con insegnamento solo al mattino nelle scuole
primarie e dell'infanzia. Si tratta di cambiamenti che, se veramente messi in
pratica, porteranno a un peggioramento della qualità dell'istruzione su tutto
il territorio nazionale che non ha eguali in epoca repubblicana". "Di
fronte a così gravi avvenimenti che mettono a rischio l'avvenire dei nostri figli
- affermano i promotori del comitato - abbiamo deciso di intraprendere ogni
possibile iniziativa di informazione e sensibilizzazione di genitori e
insegnanti anche attraverso la riproduzione integrale dei testi di legge e la
loro distribuzione a tutti gli interessati. Il comitato ha pure deciso di
riunirsi ogni lunedì nei locali della Pubblica Assistenza di Santa Croce
sull'Arno". La protesta contro il decreto Gelmini si fa sentire anche
all'istituto comprensivo "Carducci" a Santa Maria a Monte. Una
delegazione ha partecipato alla fiaccolata di Firenze e ha aderito
all'iniziativa nazionale "Una notte bianca per la scuola".
"Tutti i plessi scolastici sono rimasti illuminati per una notte in segno
di protesta nei confronti di una riforma che vuole spegnere la scuola pubblica
in Italia annullando un'esperienza formativa e didattica che tutto il mondo
riconosce come una delle migliori", dice l'assessore alla pubblica
istruzione Cristina Falleri. Inoltre alcune scuole dell'istituto Carducci hanno
organizzato uscite didattiche e laboratori a classi aperte.
( da
"Tirreno, Il" del 23-10-2008)
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Scuola
Grosseto La protesta
sale e si organizza ma sul corteo di ieri è polemica PIANETA SCUOLA GROSSETO.
Anche a Grosseto, alla fine, sono scesi in piazza. Ieri mattina le strade del
centro storico hanno visto sfilare un corteo chiassoso e variopinto di studenti
che per un paio d'ore hanno manifestato con striscioni, slogan e qualche
fumogeno contro la riforma della scuola. Il serpentone è partito da via
Montebello, è passato in piazza San Francesco e si è fermato davanti al duomo e
in piazza Dante, dove sono stati accesi alcuni fumogeni rossi. Un solo
striscione, "Con questa riforma a scuola non si torna", e tanti
slogan, dal classico "Chi non salta Gelmini
è" ai vari "Vaffa..." rivolti alla ministra. Un'iniziativa,
quella di ieri mattina, alla quale hanno partecipato per lo più i ragazzi del
Professionale e della quale era stata avvisata la Questura. Ma che non è
piaciuta agli altri istituti superiori cittadini che si sono tutti dissociati
dalla manifestazione. Un comunicato congiunto dell'Agrario, del Geometri e del
Polo liceale diffuso ieri sera usa toni duri contro i manifestanti. "Noi
studenti - si legge - riteniamo gli atti di oggi (ieri per chi legge, ndr) un
vero attacco alla democrazia. Esortiamo tutti affinché non si ripetano
più". Le critiche principali, spiega Andrea dell'Agrario, sono contro gli
slogan offensivi e l'uso dei fumogeni. "Non ci interessano le pagliacciate
come quella di oggi. Noi ci muoviamo su una linea più costruttiva. Venerdì
mattina faremo un'assemblea tra i rappresentanti di classe del nostro istituto
per cercare di mettere in piedi una campagna di informazione". Il collega
Marcello, che martedì aveva preso in mano il megafono e aveva parlato in piazza
radunando alcuni studenti davanti al duomo, tiene a precisare che "la
manifestazione di ieri non è un'appendice di quella che abbiamo fatto noi ieri.
Si tratta di un'iniziativa del tutto slegata e dalla quale ci dissociamo
pienamente". Stessa musica al Polo liceale. Cade dalle nuvole Federico,
candidato rappresentante di istituto, che spiega: "Della manifestazione in
centro non sapevo niente. Nessuno di noi ha partecipato". Il Classico fa
sapere, attraverso il suo portavoce Gianmarco, che intende muoversi solo nel
pieno rispetto della legalità e prosegue nella sua protesta pacifica nel cortile
della scuola. Al sit-in si sono aggiunte ieri anche alcune classi dello
Scientifico che inizialmente non aveva preso parte alla mobilitazione ma si era
organizzato in modo autonomo. In mattinata i manifestanti hanno ricevuto la
visita dell'assessore alle Politiche giovanili del Comune di Grosseto Simone
Ferretti che ha parlato dei progetti per i giovani, come quello della radio
on-line. Stamani arriverà invece da Firenze Stefano Busi, dell'esecutivo
nazionale dell'Unione degli Studenti. Le iniziative del Classico sembrano aver
convinto anche gli studenti del Rosmini. Il Comitato studentesco del liceo
linguistico, che fino a oggi non aveva preso parte alle proteste - anche per
difficoltà legate alla frammentazione delle sedi, ben tre - ha diffuso una nota
nella quale invita gli studenti a unirsi ai colleghi del Polo liceale. Una
decisione unilaterale, fanno sapere dal Classico, che potrebbe comportare
alcuni fastidi per gli organizzatori. L'autorizzazione a sostare davanti alla
scuola, infatti, è stata concessa solo per i ragazzi del Polo liceale. è pur
sempre un timido tentativo di far fronte comune, dopo i primi giorni di totale
mancanza di coordinamento della protesta. Le manifestazioni grossetane, del
resto, sono interamente autogestite e le scuole soffrono l'assenza di
rappresentanti di istituto, che saranno eletti solo nel prossimo mese di
novembre. Francesca Ferri.
( da
"Tirreno, Il" del 23-10-2008)
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Scuola
Orbetello, Massa
Marittima, Sorano... Ecco la mappa del dissenso In piazza o con la
"cogestione" l'intera Maremma si mobilita In laguna adesione allo
sciopero "come non si vedeva da anni" GROSSETO. La protesta degli
studenti cresce in tutta la provincia. Orbetello.Gli studenti del liceo
Classico, Linguistico e dell'Istituto Professionale hanno aderito in massa al
corteo contro la riforma Gelmini e sono
stati ricevuti in Comune. Dopo anni di scioperi sempre poco partecipati, per la
prima volta anche a Orbetello tornano in piazza gli studenti. Il corteo è
partito da piazza Eroe dei Due Mondi, è passato prima a far visita al preside
di liceo e professionale e poi all'assessore Di Vincenzo. "Siamo circa 150
- spiegano gli organizzatori - su 200 studenti totali, abbiamo avuto
un'altissima adesione e, al contrario di sempre, non siamo andati ognuno per i
fatti propri, stiamo manifestando consapevolmente le nostre ragioni". I
cori degli studenti in Corso Italia si sentivano dalle rive della Laguna, e
deve averli uditi anche l'ex primo cittadino Di Vincenzo, tanto da decidere di
ricevere una delegazione di studenti. "Noi cercavamo il sindaco in quanto
Ministro - proseguono gli studenti - ma ci hanno detto che non c'era. Ci ha
ricevuti l'assessore Di Vincenzo che ci ha chiesto quali punti della riforma
non ci piacciono". Ora gli studenti aspettano un incontro con il loro
sindaco per esporre a lui le proprie ragioni. Massa Marittima. è iniziata
martedì l'autogetione degli alunni dell'Istituto comprensivo Lotti di Massa
Marittima. "Una situazione inaccettabile - ha commentato uno degli
studenti qualche giorno fa - che fa paura per il presente e minaccia il nostro
futuro universitario". Dopo l'assemblea straordinaria richiesta dai
ragazzi la scorsa settimana, ecco il resoconto che loro stessi fanno per nota
del rappresentante d'Istituto Alberto Agostini. "Ci siamo separati in
gruppi e organizzati in vari laboratori - raccontano - in cui abbiamo gestito
le lezioni, in parte da soli, in parte con l'aiuto dei nostri insegnanti".
Un'esperienza particolarmente costruttiva, è emersa da uno dei laboratori:
alcuni ragazzi, hanno infatti creato un blog,
www.autogestionelotti.splinder.com su cui postare interventi inerenti gli sviluppi
della loro iniziativa. Ieri si è tenuta un'assemblea generale di tutti gli
indirizzi. Giovedì infine, si concluderà l'autogestione, "ma - chiariscono
i ragazzi del Lotti - non la nostra partecipazione alla protesta. Il
( da
"Messaggero Veneto, Il" del 23-10-2008)
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Scuola
Fontanini: siamo
forza di lotta e anche di governo Il 2008 come "anno politico"
sicuramente da celebrare per la Lega Nord friulana. Ed ecco allora che sabato a
San Daniele, dalle
( da
"Mattino di Padova, Il" del 23-10-2008)
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Scuola
Attualità Primi passi
per il decreto Gelmini Il Senato
respinge le otto pregiudiziali di costituzionalità presentate dall'opposizione.
Ma alcuni dubbi restano ROMA. Il Senato ha respinto ieri sera in aula le otto
pregiudiziali di costituzionalità presentate dall'opposizione sul
decreto-scuola del ministro Maria Stella Gelmini:
133 voti a favore, 159 contrari, 6 astenuti. La discussione generale è cominciata
in aula dopo la provocazione di Berlusconi a palazzo Chigi, sull'uso della
polizia nelle scuole. Dopo il voto del Senato, i dubbi di costituzionalità
rimangono, in particolare sull'articolo 117 della Carta, che fissa competenze e
poteri delle Regioni. L'opposizione ha preteso e ottenuto la presenza anche in
commissione del ministro Gelmini, ma i lavori non sono stati completati perché
il governo ha fretta e in aula non c'è stata nessuna relazione preliminare. Il
decreto scade il 31 ottobre, il governo vuole concluderlo due giorni prima, ma
l'aula sarà alle prese con circa 250 emendamenti, tutti dell'opposizione, e con
45 ordini del giorno. La capogruppo del Pd, Anna Finocchiaro aveva chiesto che
la commissione concludesse i suoi lavori prima dell'aula, ma la proposta è
stata respinta dal presidente Schifani perché le ragioni apportate sono state
definite "esterne" e perché non c'è stato il consenso della
maggioranza. Luigi Zanda, senatore Pd, ha provocato la Lega sostenendo che la
mossa antiregionalista del governo indebolisce "l'impalcatura logica che
sostiene il federalismo fiscale". Neppure la Moratti, a suo tempo, lo
aveva fatto. L'intervento della forza pubblica - ha ricordato la Finocchiaro -
può essere richiesto solo dai responsabili scolastici e non imposto dal
governo. E avverte: "Giù le mani dalla scuola: il governo - dice -
trasforma ogni problema sociale in questione di ordine pubblico. Tra i
manifestanti ci sono molte famiglie di elettori del centrodestra. Meglio
affidarsi alla prudenza e al buon senso del ministro Maroni". Il leghista
Filippi ha definito "infondate e assurde" le affermazioni della
Finocchiaro. Il capogruppo Pdl Gasparri ha parlato di "manifestazioni
legittime", ma si è detto certo che gli italiani approvano le scelte del centrodestra.
Nel dibattito che ha preceduto le pregiudiziali, il capogruppo dell'Udc,
Giampiero D'Alia, ha definito "esagerate e irresponsabili" le parole
di Berlusconi sull'uso della polizia. L'Udc non va in piazza, ma rispetta le
proteste "libere e genuine". Auspicio per un "dibattito aspro ma
democratico". Felice Belisario, Idv, ha espresso il timore di una
"deriva autoritaria del governo". Le dichiarazioni di Berlusconi sono
"provocatorie e fuori dalle regole". "Benzina sul fuoco",
ha detto Vincenzo Vita, Pd. Sono Berlusconi e la Gelmini a creare le premesse
di "un nuovo '68". Vittoria Franco, Pd: con la formula del
"maestro prevalente" si è solo creata confusione. Renato Venditti.
( da
"Provincia Pavese, La" del 23-10-2008)
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Scuola
L'OPINIONE IL
CAVALIERE E IL MOVIMENTO UN UOMO TROPPO SEMPLICE MINO FUCCILLO Non è tutt'oro
quel che luccica nel movimento anti Gelmini.
C'è l'ottone e la latta della irragionevolezza ignorante, sì ignorante, degli
studenti quando pensano sia per loro una conquista da difendere e non un danno
da evitare una scuola tanto facile quanto pessima. C'è la polvere molesta di
una subcultura diffusa che vuole la scuola come luogo di socializzazione e
intrattenimento dell'infanzia e della gioventù e non come luogo della
trasmissione e della fatica del sapere. C'è il legno storto della resistenza al
cambiamento da parte delle corporazioni delle mamme, delle maestre, dei
rettori, degli insegnanti. C'è l'argilla solidificata del rifiuto, comune a
tutta la società italiana, di fare i conti con la contemporaneità. Che impone e
consiglia di non avere una scuola a debito finanziario e culturale. C'è l'alga
vischiosa del rito delle occupazioni che, se cresce a dismisura, soffoca l'anno
scolastico od accademico. Nel fiume della protesta scorrono anche questi non
nobili e non utili materiali. Ma siccome la realtà, tutta la realtà, è per sua
natura complessa, l'acqua che monta non è solo inquinata. Anzi, per così dire,
sgorga da fonte pura. All'origine del movimento c'è, ed è intellettualmente
disonesto negarlo, la voglia, democratica e civile, di una scuola pubblica
efficiente, rispettata e rispettabile, in cui il pubblico Stato creda davvero
senza considerarla un'elemosina ai meno abbienti da taglieggiare in tempi di
crisi. C'è la consapevolezza, moderna e nobile, che la scuola non è né azienda
e neanche caserma. C'è l'idea, si può dire perfino l'istinto civile, della
scuola come condizione di sopravvivenza di un'umanità che non imbarbarisce. C'è
la richiesta, purtroppo arruffata, di un servizio sociale di promozione
sociale. Nella sua culturale semplicità Berlusconi non ha tempo, occhi e mente
per vedere né l'uno né l'altro, non la vera fonte del movimento e neanche quel
che l'acqua intorbida. Berlusconi non solo non ama ma neanche comprende la
complessità, la capacità di intendere il reale come qualcosa di complicato e
contraddittorio non fa parte del suo bagaglio emotivo e cognitivo. A lui basta
e avanza l'idea semplice e sciocca che "sono i comunisti". Quindi
chiama, invoca e minaccia la polizia. A spazzare le aule, a spezzare le reni ai
rossi. Non la volontà del Parlamento, non la pedagogia degli eventuali buoni
risultati delle sue leggi. No, non questo gli viene in mente. Berlusconi pensa
alla polizia. Quanta ignoranza, della storia, dell'economia, della psicologia,
della grammatica e della sintassi del viver sociale e di ogni materia nella
pagella del governo di uomini e cose. Berlusconi stavolta è un alunno che non
legge tutto il libro di testo ma impara una frase a memoria e sempre quella
ripete, un preside che fa la voce grossa in mancanza di altri argomenti, un
professore che sbatte fuori dalla classe quelli di cui non sa catturare
l'attenzione, un docente universitario che da anni non apre più libri e solo
ristampa i suoi come obbligatori per i laureandi. Sì, Berlusconi è proprio un
figlio di questa scuola.
( da
"Tirreno, Il" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Montecatini Liceo
classico e Petrocchi occupati La Digos al "Forteguerri" dopo la
segnalazione della preside All'Istituto d'arte i ragazzi si sono fatti
consegnare le chiavi della scuola dal custode MARTA QUILICI PISTOIA Liceo
classico e Istituto d'arte occupati. Nelle altre scuole assemblee informali
all'aperto, consigli studenteschi straordinari, scioperi di massa e picchetti
all'entrata. La contestazione al decreto Gelmini
si fa sempre più dura anche a Pistoia. "Scuola occupata": da una
parte all'altra della facciata del Forteguerri, ieri mattina padroneggiava uno
striscione che comunicava il blocco delle attività scolastiche. Dopo poco ne
sono apparsi altri con slogan ripresi da canzoni di De Andrè e di Guccini come
"anche l'operaio vuole il figlio dottore" fuori da una finestra
dell'ultimo piano e più a sinistra "l'ignoranza fa paura e il silenzio è
uguale morte". Lo stesso all'Istituto d'Arte dove a metà mattinata gli
studenti hanno appeso all'ingresso: "I.S.A. Occupata". Alta la
tensione per le prime ore in entrambe le scuole; al Petrocchi, poi, i toni si
sono un po' smorzati e gli studenti hanno permesso l'ingresso ai docenti e alla
vicepreside; al Classico invece ha prevalso la linea dura e l'occupazione ad
oltranza con il blocco totale delle lezioni. Sono le 6.30 circa quando gli
studenti del Classico arrivano davanti a scuola: aspettano che il custode apra
la porta dell'istituto. Arriva, e loro lo seguono. Da lì il passo è breve e nel
giro di pochi minuti la scuola è loro. Stessa cosa all'Istituto d'arte: qui i
ragazzi sono arrivati un po' più tardi dei compagni del Classico-pedagogico,
poco prima delle 7.30. Sono una ventina ad aspettare il primo custode. Quando
arriva lo seguono fino alla porta sul retro, poi, spiegandogli cosa sarebbe
successo di lì a pochi minuti, si sono fatti consegnare le chiavi. La scuola
ormai era in mano agli studenti. Un atto di forza iniziale, all'Istituto
d'arte, a cui è seguita una mattinata piuttosto tranquilla, almeno nei limiti
del possibile, vista la particolarità della situazione: gli studenti hanno
preso possesso dell'atrio centrale oltre il quale inizialmente non hanno fatto
passare nessuno. Ma la situazione si è presto sbloccata ed è stato trovato un
accordo con la vicepreside Truffaldini (che per il momento sostituisce il
dirigente scolastico che è assente). In realtà all'Istituto d'arte l'accesso ai
locali della scuola non è stato impedito del tutto ed è per questo che non è
scattata la denuncia per stato di occupazione e interruzione di pubblico
servizio. In classe, comunque, ieri non c'è stata lezione e al posto della
portineria erano gli studenti a rispondere al telefono: "Pronto? Mi
dispiace, il Petrocchi è occupato, richiami un'altra volta": in molti
hanno fatto le veci della portineria. Ancora più intransigenti i compagni del
Liceo classico che hanno bloccato le lezioni e l'ingresso ai docenti e
all'amministrazione, allestendo un vero e proprio servizio di sicurezza alle
entrate: l'accesso era consentito soltanto agli studenti della scuola. Oltre a
molti professori, segretari e custodi è rimasta fuori anche la preside, Rita
Flamma, che è stata dunque costretta a segnalare alla questura lo stato di
occupazione, facendo partire una denuncia per interruzione di pubblico
servizio. L'intervento della Digos non si è fatto attendere. Tra le 9.30 e le
10.30 le forze dell'ordine sono entrate al Forteguerri prendendo i documenti a
più di una decina di ragazzi. Non c'è stato comunque nessuno scontro né
tentativo di resistenza, ma la Digos ha vigilato difronte all'istituto per
tutta la mattinata. Intorno alle 10 ad alcuni professori del Classico è stato
permesso l'ingresso nell'istituto e alcuni sono anche intervenuti durante
l'assemblea. Gli studenti hanno poi parlato anche con la preside che ha
proposto loro altre forme di protesta, ma i ragazzi sono decisi a continuare
l'occupazione. Sia al Classico-pedagogico che al Petrocchi l'occupazione è
iniziata con un'assemblea degli studenti per decidere le prossime mosse. Il
pomeriggio si è svolto pacificamente in entrambi gli istituti che hanno già
allestito alcuni corsi e laboratori: al Classico in progetto c'è il corso di
cineforum, di informazione sulla riforma Gelmini, di hip hop e per la patente.
All'Istituto d'Arte i ragazzi hanno fatto una colletta raccogliendo circa 60
euro con cui hanno comprato tutto l'occorrente (fogli, tempere, ecc.) per
iniziare il laboratorio artistico e di pittura; ci sarà poi lo spazio
dibattiti, e lezioni di musica. Ancora nessuna occupazione negli altri istituti
cittadini, ma anche oggi le classi erano in gran parte deserte. Appena 80
ragazzi entrati all'Istituto professionale Pacinotti, pochissimi al Liceo
scientifico, lo stesso all'Istituto tecnico commerciale Pacini dove c'è stato
per la seconda volta un picchetto davanti all'ingresso. Consiglio studentesco
all'Iti, votazione dei rappresentanti all'Istituto agrario, breve picchetto
davanti ai Geometri. Studenti in fermento ovunque. Dopo una specie di picchetto
davanti a scuola al Pacini, molti studenti dell'istituto sono andati in piazza
San Francesco per fare un'assemblea informale insieme ai compagni del
Pacinotti. L'obbiettivo era quello di raccordarsi per organizzare
contemporaneamente due contestazioni simili. Davanti al Pacini sono rimasti
alcuni studenti, alcuni dei quali contrari a un'eventuale occupazione. "Io
sono stata alla manifestazione a Pistoia e a quella di Firenze - afferma Chiara
Bellini - ma l'occupazione è illegale e sono contraria: vorrei adottare
un'altra forma di protesta". Il Liceo scientifico, dopo che alcuni
organizzatori hanno proclamato lo sciopero degli studenti, ieri mattina era
semi vuoto. Gli studenti hanno chiesto al preside Alessandro Rabuzzi di
autorizzare un consiglio studentesco straordinario. L'autorizzazione c'è stata
e dalle 11 fino alle 13 i ragazzi, due rappresentanti per classe, hanno
discusso sulle forme di protesta da adottare nei prossimi giorni contro il
decreto Gelmini. Il tempo non gli è bastato; si sono ritrovati quindi in più di
cento al parco di Monteoliveto ieri pomeriggio alle 16.30. Senza essersi messi
d'accordo a quell'ora a Monteoliveto c'erano anche i ragazzi dell'Iti, una
ventina in tutto, che la mattina avevano indetto a scuola consiglio
studentesco. Il fine di entrambi era lo stesso: decidere se occupare o meno.
Intanto in queste ora la questura sta valutando la posizione di alcune decine
di ragazzi - in particolare dell'Istituto d'arte e del Liceo classico - dopo
che membri del personale docente e non delle scuole occupate hanno sporto
denuncia. Il reato ipotizzato è quello di violenza privata, per le modalità con
cui, in alcuni casi, a insegnanti e bidelli sarebbe stato impedito di accedere
o sarebbero stati allontanati dalle scuole. Le verifiche, come detto, sono in
corso, ma per i ragazzi eventualmente responsabili le conseguenze penali di
gesti compiuti magari sulla spinta dell'entusiasmo giovanile potrebbero essere molto
serie, soprattutto qualora fosse contestata loro l'aggravante di aver commesso
le azioni violente nei confronti di persone incaricate di un pubblico servizio.
Per non parlare della possibilità che vengano accusati anche di interruzione di
pubblico servizio o di eventuali danneggiamenti alle scuole.
( da
"Tirreno, Il" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Montecatini Oggi la
manifestazione dell'Einaudi Pacini e Agraria verso l'autogestione PISTOIA.
Sempre più probabili le occupazioni negli altri istituti pistoiesi contro il
decreto Gelmini. Ancora niente di
certo, ma gli studenti assicurano: "Occupazione o no, continueremo a farci
sentire fino al 31, quando il decreto passerà al vaglio del Senato, e anche
oltre". L'opposizione alla riforma Gelmini
a Pistoia ha scatenato una grande agitazione studentesca. All'istituto tecnico
industriale "Silvano Fedi", all'istituto professionale Pacinotti e al
liceo scientifico un numero nutrito di studenti è sempre più intenzionato
all'occupazione. Annunciata per stamani la manifestazione indetta dagli
studenti dell'istituto professionale Einaudi contro il decreto. Probabilmente
gli studenti organizzatori si ritroveranno davanti all'istituto poco prima
delle 8 per organizzare un picchetto; il fine è quello di non far entrare in
classe nessuno e di portare tutti i ragazzi alla manifestazione. Il corteo
partirà alle 8,45 dall'istituto Einaudi e proseguirà per il centro passando per
corso Gramsci, piazza San Francesco, piazza del Duomo e poi nuovamente in
piazza San Francesco, dove è previsto il concentramento finale. Ieri all'Iti è
stata fatta una votazione tra tutti gli studenti presenti a scuola: le
alternative tra cui scegliere erano l'occupazione o una forma di protesta più
leggera, come una cogestione. Il ripristino regolare delle lezioni è stato
comunque escluso a priori. I risultati della votazione sono top secret e i
rappresentanti dell'Iti si nascondono dietro un "no comment", come
anche quelli del Pacinotti, ma l'impressione è che la volontà di occupare sia
molto forte. Lo stesso al liceo scientifico, dove la votazione si è tenuta ieri
pomeriggio in occasione di un'assemblea informale al parco Monteoliveto alla
quale hanno partecipato oltre cento studenti. Al Pacinotti nessuna votazione,
ma è ben deciso per l'occupazione un nutrito gruppo di studenti. Al Pacini
invece il clima è più disteso e l'occupazione è esclusa. La forma di protesta
adottata sarà una sorta di autogestione. Domani, dalle 9 alle 10, gli studenti
parleranno con la preside Belliti in occasione di un'assemblea straordinaria.
La linea degli studenti è comunque quella di permettere lezioni regolari per le
prime quattro ore di lezione e di utilizzare le ultime due ore per organizzare
laboratori degli studenti o altri corsi voluti dai ragazzi. Il pomeriggio e la
sera, la scuola rimarrà chiusa o comunque non gestita dagli studenti.
All'Agraria è quasi certa un'autogestione, ma ancora non sono stabiliti i
tempi. Forteguerri e Petrocchi continuano invece con l'occupazione. Al
Petrocchi però chi vorrà oggi potrà fare lezione nell'ala della scuola chiamata
"Bolognini" e le attività urgenti della segreteria saranno garantite.
(M.Q.).
( da
"Messaggero Veneto, Il" del 23-10-2008)
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Scuola
Tolmezzo. I sindacati
fanno il punto sugli effetti della riforma Gelmini
sul sistema scolastico in montagna, nei cui paesi è impossibile garantire 15
alunni per aula Scuola, a rischio l'istituto comprensivo di Ampezzo Si dovranno
unire più sezioni, ma così si corre il pericolo di restare con un terzo delle
attuali classi È stato chiesto un referendum contro la legge TOLMEZZO. In
Carnia è a rischio l'assetto della maggior parte delle scuole dell'infanzia e
primarie. Per loro l'imposizione di almeno 15 alunni per classe nelle scuole
materne e nelle scuole primarie fa temere il moltiplicarsi, in misura ben più
consistente dell'attuale, delle tanto discusse pluriclassi, se non addirittura
la scomparsa di diverse scuole nei paesi della Carnia. La riforma Gelmini pare
a prima vista salvare, richiedendo loro almeno 300 alunni (nel quinquennio),
gli istituti comprensivi della Carnia che comprendono le scuole dell'infanzia,
le scuole primarie e le secondarie di primo grado presenti nei vari paesi. Solo
l'istituto comprensivo di Ampezzo (che comprende scuole di Forni di Sopra e
Forni di Sotto, Mediis e Sauris) con 268 alunni potrebbe rischiare
l'accorpamento. Gli istituti comprensivi di Comeglians (scuole di Comeglians,
Forni Avoltri, Ovaro, Prato Carnico, Ravascletto e Rigolato), di Villa Santina
(scuole di Villa Santina, Lauco, Enemonzo, Verzegnis) e di Paluzza (scuole di
Paluzza, Cercivento, Sutrio, Timau, Treppo Carnico) rispettivamente con 389,
398 e 482 alunni sembrano invece tener per ora testa alle richieste delle
riforma Gelmini. Neppure il circolo didattico di Tolmezzo, che comprende le
scuole dell'infanzia e primarie del capoluogo carnico e di Amaro e Cavazzo
Carnico nell'insieme, con 795 alunni, sembra risentire della riforma. Il
problema si pone quando si confronta il numero minimo di alunni imposto per
classe con quello reale. Sei scuole dell'infanzia e sei scuole primarie
carniche (Comeglians, Ravascletto, Rigolato, Sauris, Lauco e Treppo Carnico)
con i loro alunni non raggiungono neppure una classe modello "Gelmini".
E sono mosche bianche le scuole primarie che potrebbero avere 5 classi da
almeno 15 alunni: 75 alunni. I circa 1.270 alunni totali attuali potrebbero
ritrovarsi suddivisi in neppure 17 scuole primarie, anziché le 26 di oggi. Ce
la farebbe Tolmezzo, le scuole medie in genere, non invece la maggior parte
delle scuole primarie delle frazioni del capoluogo carnico e degli Istituti
comprensivi carnici. Ma come faranno? Si raggrupperanno, per raggiungere i 15,
anche alunni di età ed esigenze formative diverse aumentando le discusse
pluriclassi? O si arriverà a chiudere anche diverse scuole in Carnia? Questo è
uno degli allarmi sollevati da più parti dai sindacati di categoria. La Cisal
Scuola Fvg, dopo aver illustrato ieri, le molteplici ripercussioni negative
della riforma Gelmini, ha ipotizzato anche la strada del referendum per
fermarla. La Cgil Alto Friuli interverrà, martedì, all'assemblea di Istituto
del Paschini-Marchi di Tolmezzo. Tanja Ariis.
( da
"Messaggero Veneto, Il" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
IL PREMIER E I
CONTESTATORI LA RISPOSTA SBAGLIATA di MINO FUCCILLO Non è tutt'oro quel che
luccica nel movimento anti-Gelmini. C'è
l'ottone e la latta della irragionevolezza ignorante, sì ignorante, degli
studenti quando pensano sia per loro una conquista da difendere e non un danno
da evitare una scuola tanto facile quanto pessima. C'è la polvere molesta di
una subcultura diffusa che vuole la scuola come luogo di socializzazione e
intrattenimento dell'infanzia e della gioventù e non come luogo della
trasmissione e della fatica del sapere. C'è il legno storto della resistenza al
cambiamento da parte delle corporazioni delle mamme, delle maestre, dei rettori,
degli insegnanti. C'è l'argilla solidificata del rifiuto, comune a tutta la
società italiana, di fare i conti con la contemporaneità. Che impone e
consiglia di non avere una scuola a debito finanziario e culturale. C'è l'alga
vischiosa del rito delle occupazioni che, se cresce a dismisura, soffoca l'anno
scolastico o accademico. Nel fiume della protesta scorrono anche questi non
nobili e non utili materiali. Ma siccome la realtà, tutta la realtà, è per sua
natura complessa, l'acqua che monta non è solo inquinata. Anzi, per così dire,
sgorga da fonte pura. All'origine del movimento c'è, ed è intellettualmente
disonesto negarlo, la voglia, democratica e civile, di una scuola pubblica
efficiente, rispettata e rispettabile, in cui il pubblico Stato creda davvero
senza considerarla un'elemosina ai meno abbienti da taglieggiare in tempi di
crisi. C'è la consapevolezza, moderna e nobile, che la scuola non è né azienda
e neanche caserma. C'è l'idea, si può dire perfino l'istinto civile, della
scuola come condizione di sopravvivenza di un'umanità che non imbarbarisce. C'è
la richiesta, purtroppo arruffata, di un servizio sociale di promozione
sociale. Nella sua culturale semplicità, Berlusconi non ha tempo, occhi e mente
per vedere né l'uno né l'altro, non la vera fonte del movimento e neanche quel
che l'acqua intorbida. Berlusconi non solo non ama, ma neanche comprende la
complessità, la capacità di intendere il reale come qualcosa di complicato e
contraddittorio non fa parte del suo bagaglio emotivo e cognitivo. A lui basta
e avanza l'idea semplice e sciocca che "sono i comunisti". Quindi
chiama, invoca e minaccia la polizia. A spazzare le aule, a spezzare le reni ai
rossi. Non la volontà del Parlamento, non la pedagogia degli eventuali buoni
risultati delle sue leggi. No, non questo gli viene in mente. Berlusconi pensa
alla polizia. Quanta ignoranza, della storia, dell'economia, della psicologia,
della grammatica e della sintassi del viver sociale e di ogni materia nella
pagella del governo di uomini e cose. Berlusconi stavolta è un alunno che non
legge tutto il libro di testo, ma impara una frase a memoria e sempre quella
ripete, un preside che fa la voce grossa in mancanza di altri argomenti, un
professore che sbatte fuori dalla classe quelli di cui non sa catturare
l'attenzione, un docente universitario che da anni non apre più libri e solo
ristampa i suoi come obbligatori per i laureandi. Sì, Berlusconi è proprio un
figlio di questa scuola.
( da
"Eco di Bergamo, L'" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
La riforma Gelmini sul sistema scolastico non smette di
far discutere e anche in Valle Brembana nascono iniziative per approfondire i
punti della riforma. A San Giovanni Bianco, domani, alle 20, nell'aula magna
della scuola media, alcuni docenti dell'istituto comprensivo organizzano un
incontro pubblico. Nel comunicato che annuncia l'assemblea, si giudica negativa
la riduzione delle ore e del numero di docenti che "avrà l'effetto di
impoverire la vita scolastica dei bambini". Una critica nasce anche verso
la riduzione del monte ore nella scuola secondaria. "Meno insegnanti vuol
dire meno possibilità di aiuto a chi ne ha più bisogno", affermano i
promotori. All'incontro sono invitati docenti, genitori e quanti si interessano
alla scuola.
( da
"Tirreno, Il" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Pisa Corteo in centro
e comizio in piazza Cavalieri Prevista partecipazione di almeno 10mila persone.
Massiccia adesione: dal rettore agli studenti Concentramento in piazza S.
Antonio alle 15 Pasquali replica al ministro Gelmini:
il nostro bilancio a posto grazie a un percorso virtuoso MARCO BARABOTTI PISA.
Tutto il mondo universitario, dal rettore agli studenti, aderisce alla
manifestazione che oggi porterà in piazza non meno di 10mila persone, così
dicono gli organizzatori ("una iniziativa pacifica, che sarà ricordata per
molto tempo"). Il corteo si formerà alle
( da
"Tirreno, Il" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Pisa "Da
Berlusconi parole a dir poco allarmanti" PISA. "La presa di posizione
del presidente del consiglio Silvio Berlusconi rispetto alla grande
mobilitazione democratica del mondo della scuola e dell'Università contro la
pseudo riforma Gelmini e la legge 133,
che colpiscono pesantemente ed in modo indifferenziato il sistema
dell'istruzione pubblica nel nostro paese, è a dire poco allarmante. Di fronte
ad un dissenso generalizzato e cresciuto spontaneamente tra gli studenti, le
famiglie, i docenti e il personale tecnico delle scuole e dell'Università si
preferisce, anziché cercare soluzioni e dare risposte concrete nel merito dei
problemi sollevati che producono seria preoccupazione in tutte le componenti del
mondo della scuola dell'università e della ricerca, ricorrere a ipotesi
patetiche di strumentalizzazione, addirittura a minacce esplicite di
repressione". Così Fabiana Angiolini (Pd), consigliere regionale, che ha
promosso come prima firmataria insieme a Gino Nunes e altri colleghi del Pd e
della maggioranza una mozione, approvata nell'ultima seduta del consiglio
regionale, contro la riforma Gelmini e la legge
( da
"Eco di Bergamo, L'" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
"Classi ponte?
No, meglio corsi di recupero" Tutte le proposte degli immigrati per
l'inserimento dei figli a scuola Sorpresa. Si pensano le riforme scolastiche
pensando che i figli degli immigrati devono colmare un "gap" e si
scopre che gli stranieri, su come cambiare la scuola per migliorare
l'inserimento dei loro figli, hanno già parecchie idee. E pure chiare. I
ragazzini devono sapere l'italiano? Le varie comunità straniere presenti a
Bergamo applaudono: "Per i nostri figli sarà la prima lingua. È giusto che
la studino. Ma certo non in classi separate: così non imparano niente". E
se il ministro Mariastella Gelmini
parla di corsi appositi con esami, gli stranieri rilanciano. Sarah Nkarichia,
presidente dell'associazione Pamoja Kenya di Bergamo: "Perché non si
organizzano, per esempio per bimbi e ragazzi per i quali è già stata presentata
una domanda di ricongiungimento in Italia, corsi di lingua italiana nelle
ambasciate e consolati nei Paesi di origine o negli istituti di cultura?
Arriveranno già pronti". Una idea del genere ? spiega Said Nafty,
marocchino, dell'Anolf Cisl, è già un progetto in Marocco ?. "Con
l'appoggio del consolato a Casablanca stiamo creando corsi di italiano per chi
arriverà grazie ai ricongiungimenti. Ma vietare l'ingresso a scuola a chi non
sa l'italiano è assurdo: così si alimentano gli abbandoni. È un altro modo per
isolare lo straniero, come le "classi ponte": i bambini stranieri
devono stare con tutti, così le differenze diventano ricchezza". Conoscere
la lingua italiana, quindi, viene considerato da tutti un requisito necessario
ma i modi per attuare lo studio devono escludere le classi separate.
"Piuttosto è proprio il contatto con gli altri che stimola l'apprendimento
? sottolinea Virginia Thwe Naing Winn King, della Birmania, a Bergamo da 30
anni, attiva con varie associazioni come mediatrice culturale nella Bassa
bergamasca ed ex insegnante di inglese nelle scuole elementari e medie ?. Il
problema dell'apprendimento senza dubbio c'è, ma non si accresce la conoscenza
con la separazione. Piuttosto si incentivi il ruolo degli insegnanti di sostegno
e della mediazione culturale. Non è affatto vero che i bambini stranieri se
messi insieme agli italiani hanno un divario difficile da colmare: i miei
nipoti, per esempio, appena arrivati a scuola a Bergamo erano comunque
bravissimi in matematica anche se sapevano appena dire "ciao". La
verità è che solo se si ha la possibilità di entrare in contatto con più lingue
contemporaneamente si migliora l'apprendimento. E questo dipende parecchio
dagli insegnanti". La mediazione culturale a scuola è un tema che agli
stranieri sta parecchio a cuore: "Ci vorrebbero forse anche insegnanti di
lingua madre, dallo spagnolo all'arabo, da affiancare agli italiani ? dice
Carlina Iturralde, dell'associazione Galapagos dell'Ecuador ?. Così si
avvicinerebbero all'italiano con più facilità. Ma ipotizzare invece le classi
separate ha il sapore del razzismo". E di timore di apartheid parla Hamath
Diagne, mediatore culturale e portavoce dei senegalesi bergamaschi: "I
corsi di italiano obbligatorio non servono a nulla: i test d'ingresso per
iscrivere i ragazzi a un giusto livello di apprendimento ci sono già, nelle
scuole italiane. Bastano quelli, poi i ragazzi imparano stando con gli altri, e
con il lavoro degli insegnanti: diversamente, significa riaprire i
ghetti". E Anim Andrews, dell'associazione dei ghanesi bergamaschi
aggiunge: "L'italiano si deve imparare con gli italiani. Qualcuno mi
spieghi poi perché quando si volevano fare le scuole islamiche si diceva di no
perché così si sarebbero isolati i bambini senza farli integrare. E ora invece
si vogliono fare le classi solo di stranieri?". Gli immigrati, insomma,
vogliono una scuola che insegni la convivenza con gli altri, altri stranieri e
altri italiani: "Piuttosto si dovrebbe pensare a un equilibrio tra le
presenze in classe ? sostiene Mohamed Kudsi, siriano, 5 figli, imprenditore di
successo a Bergamo da 30 anni ?. Forse avrebbe un senso dare un ingresso nelle
classi a percentuale di stranieri. Ma solo per poter permettere un equilibrio.
E non certo per l'apprendimento: l'italiano e le nozioni si assimilano meglio
stando tutti insieme. L'ho provato sulla mia pelle: io ho fatto le medie in
Siria, le superiori qui. Ma in un anno, proprio grazie ai compagni italiani, ho
imparato la lingua. Piuttosto si pensi a corsi di approfondimento fuori
dall'orario scolastico, non classi a parte ma lezioni di sostegno. Credo che le
risorse vadano convogliate qui". Sulla stessa linea è Leda Kola,
presidente di Alba, associazione degli albanesi d'Italia: "No alle
separazioni, così non si crea alcuna integrazione. Si permettano invece lezioni
di recupero o di sostegno per chi è più indietro, e comunque sempre dopo e al
di fuori dell'orario scolastico. I bambini e i ragazzi non devono mai sentirsi
esclusi. Solo così si fa un vero lavoro di parità e democrazia. Sentir parlare
di classi separate mi fa pensare ai periodi comunisti della mia Albania".
Che ci sia il problema di una differenza di conoscenze tra chi è appena
arrivato in Italia e chi invece in Italia ci è nato e ci vive, nessun immigrato
lo nega. "Il fatto è che però separando chi è più indietro non si aiuta
nessuno ? sottolinea Shagufta Arshad, mediatrice culturale pakistana,
dell'associazione Tarkeewatan ?. Piuttosto l'allievo che ha bisogno di colmare
lacune in alcune materie potrebbe essere distaccato, nelle ore di quelle
materie, per corsi intensivi con insegnanti di sostegno. Ma nelle altre
discipline, dove non ha problemi di lingua o di apprendimento, l'allievo
immigrato deve assolutamente stare con gli altri. E la scuola italiana potrebbe
trovare risorse importanti sia nelle associazioni culturali di stranieri sia
tra i mediatori culturali. E ho qualche dubbio anche su questi corsi
"ponte" di italiano: quei bambini che hanno mamme che neppure loro
parlano l'italiano come farebbero? Secondo me tanti genitori immigrati non
sanno neppure di questa ipotesi di riforma. L'italiano va imparato a scuola,
tutti insieme. Altrimenti si rischia una esclusione che poi si ripercuoterà su
tutta la vita dei ragazzi. Oltretutto, ora ci parlano di corsi preparatori per
gli stranieri per entrare nelle classi normali. Ma non ci dicono quanto
dureranno questi corsi: e se sono per sempre? Si tratterebbe ancora di classi
separate. Piuttosto, si facciano lezioni prima dell'iscrizione a scuola".
Sull'ipotesi di momenti formativi, ma fuori dall'orario scolastico, anche con
il coinvolgimento dei mediatori culturali e delle associazioni che
rappresentano le varie nazionalità insiste anche la Lega dei Romeni in Italia.
E la presidente Emilia Stoica, che vive e lavora a in Bergamasca, aggiunge:
"Nessuno può negare che esista il problema dei bambini immigrati in Italia
con difficoltà a seguire le lezioni perché non intendono l'italiano. Ma quello
che preoccupa è il modo in cui la Lega Nord ha proposto la risoluzione di questo
problema, alimentando l'intolleranza. Ma questi bambini saranno gli adulti
dell'Italia del domani". E non va per il sottile Bertha Bayon, formatrice
nell'ambito interculturale e assistente sociale, boliviana: "Serve un
progetto educativo, che non c'è. E le sezioni separate sono aberranti: stiamo
tornando indietro, gli immigrati stanno vivendo le fatiche di Sisifo, hanno
portato il pesante sasso fino in cima alla montagna e ora il sasso cade addosso
a loro. Non è con la separazione che si educa. E anche l'ipotesi dell'esame di
italiano prima dell'ingresso a scuola è una discriminazione: forse si fa
l'esame agli italiani sulle lingue che parlano?". Carmen Tancredi.
( da
"Messaggero Veneto, Il" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Pordenone "Le
classi-ponte non sono la soluzione" L'inserimento in aula visto da una
liceale originaria del Ghana che vanta un buon profitto "In una classe di
romeni, albanesi, cinesi e indiani non sarei riuscita a comunicare: mi sono
alfabetizzata tra i compagni di scuola italiani". Winifred Frimpong l'ha
vissuta sulla propria pelle l'integrazione in aula a Pordenone. Il report della
sua esperienza vissuta 5 anni fa è quello dell'integrazione
"selvaggia": senza le classi-ponte. Quelle che fanno discutere, da
settimane, il palazzo della politica e la scuola pordenonese. "Sono
arrivata in città nel 2003 da Accra, la capitale del Ghana - è stato il
ricongiungimento alla famiglia a 13 anni di Winny -. Mio padre lavora da 17
anni in Electrolux e la scuola media Centro storico mi è piaciuta subito. La
professoressa di musica mi ha accolta con "welcome": non sapevo una
parola di italiano". La legislazione scolastica prevede l'inserimento
automatico, in aula, dei ragazzi stranieri spalmato in tutto l'arco dell'anno.
"L'unica cosa che pensavo di saper dire era "non parlo bene
l'italiano" - ricorda -. Mi ascoltavano e mi rispondevano confusi dalle
mie parole: "Ma che lingua parli?". La mia connazionale Stacey mi ha
dato una mano. Nel doposcuola la professoressa Laura Ruggero è stata decisiva:
mi ha insegnato la mia nuova lingua e le sono molto grata". La media
Centro ha un tasso alto di stranieri (oltre il 20 per cento) e corsi di
alfabetizzazione non-stop. "Per imparare l'italiano serve un anno di
scuola - è la teoria di Winny -. Gli amici della seconda L non mi hanno mai
deriso per gli strafalcioni linguistici: in famiglia parliamo inglese, twi
(ghanese) e anche italiano. Mi sono impegnata, ho studiato tanto e ce l'ho
fatta". Le classi-ponte, proposte dal ministro dell'Istruzione Gelmini e dalla Lega Nord, per il primo step
in aula dei ragazzi immigrati? "Non sono la soluzione - è l'opinione della
liceale di Pordenone che sfoggia un profitto intorno a 8 decimi -. Mi sarei
sentita estraniata e, forse, non avrei preso così sul serio l'impegno a scuola.
La mia esperienza è un caso tra tanti, ma penso sia meglio inserirsi nelle
classi con gli italiani, anche se non riesci a imparare tutto". Chiara
Benotti.
( da
"Tirreno, Il" del 23-10-2008)
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Scuola
Pisa Durissimo
scontro sulla scuola Battibecchi e offese tra il pubblico e esponenti del
centrodestra Infuocato consiglio comunale aperto a San Giuliano SAN GIULIANO.
Oltre cento persone hanno assistito martedì sera al consiglio comunale aperto
di San Giuliano sul tema della scuola e della riforma Gelmini organizzato nell'istituto Verdigi di Pappiana. Un tema
caldissimo che ha scatenato una serie di battibecchi protagonisti parte del
pubblico (in larga parte insegnanti e dirigenti scolastici) ed alcuni esponenti
del centrodestra. Tensione altissima soprattutto quando agli attacchi alla
riforma Gelmini ha risposto il
capogruppo di An Mannocci il cui intervento è stato più volte interrotto da
fischi ed grida. A quel punto il capogruppo di Forza Italia Riccardo Maini ha
abbandonato il consiglio dopo un nuovo battibecco con gli esponenti della
sinistra radicale. "Sono state espresse diverse opinioni - ha commentato
il sindaco Panattoni - alcune delle quali non hanno trovato d'accordo i
presenti. Tutti hanno comunque potuto parlare. Quando poi si sceglie la strada
di abbandonare il dibattito secondo me vuol dire che non si ha argomenti per
controbattere. Il consiglio comunale ha visto gli interventi dei consiglieri -
conclude il primo cittadino termale - ed anche del pubblico proprio per portare
un contributo alla discussione. Ovviamente il tema era caldo e la discussione
non poteva non essere anch'essa calda". Sono infatti intervenuti i
consiglieri Carioni, Della Croce, Sbrana, Mele. Anche l'ex senatore Modica ha
partecipato al dibattito portando il suo contributo insieme a insegnanti e
genitori. Ma alla fine comunque i più arrabbiati erano gli esponenti del
centrodestra che attaccano senza mezzi termini la gestione dell'intero
consiglio comunale. "Una bolgia giacobina, una riunione in stile sovietico
- hanno affermato il capogruppo di An Mannocci e quello di Forza Italia Maini:
non ci sono altri termini per definire il consiglio comunale aperto sulla
scuola. Abbiamo ascoltato, con attenzione e in assoluto silenzio, una sequela
di attacchi, invettive ed accuse preconfezionate dai partiti di sinistra e
sciorinate dai dirigenti ed insegnanti delle scuole locali contro il decreto
Gelmini. Una consolidata e ben conosciuta regia da parte dell'amministrazione
comunale ha portato poi una pletora di personaggi, ben indottrinati, a dar
sfogo ai loro repressi rancori ed asti contro il governo Berlusconi con momenti
addirittura patetici come la lettura di una lettera di un nonno che vuol
difendere i suoi nipotini dalla Gelmini". Maini e Mannocci attaccano a
testa bassa. "Nel momento però in cui abbiamo preso la parola come Popolo
della libertà (l'intervento come detto è stato fatto da Mannocci a nome di
tutta l'opposizione, ndr), si è assistito ad una scomposta e preordinata
gazzarra. Lo avevamo già verificato in passato: il confronto democratico non
esiste a San Giuliano. Si cerca di impedire di parlare a chi la pensa
diversamente - insistono i due consiglieri -. Ancora più grave se il tentativo
viene da delle maestre che dovrebbero insegnare ai bambini. Ci domandiamo come
facciano ad insegnare la tolleranza e il rispetto per gli altri". Dura
anche la conclusione dei due esponenti di centrodestra. "A San Giuliano
non viene permesso all'opposizione di difendere le proprie idee: bisogna che il
messaggio da far arrivare ai cittadini sia quello, e solo quello, voluto dalla
maggioranza locale. Questo comportamento è veramente inaccettabile. Non sapendo
più a quali argomenti attaccarsi, la sinistra di San Giuliano nuovamente
riunita (Pd con Rifondazione e Comunisti italiani) cerca ora di far passare la
proposta delle classi ponte come una proposta che vuol discriminare gli
studenti stranieri ed italiani. Se non si attua tale soluzione - concludono
Mannocci e Maini -, il danno per la scuola e i bambini sarà doppio: i ragazzi
stranieri faticheranno nell'inserimento e i ragazzi italiani rallenteranno il
loro percorso formativo. Accettare certe affermazioni artatamente false, vuol
dire condividere ideologie che danneggiano gli studenti, gli insegnanti,
l'istituto stesso della scuola". Daniele Benvenuti.
( da
"Tirreno, Il" del 23-10-2008)
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Scuola
Pistoia La preside
del Forteguerri in questura Flamma: "Valuterò se, come e quando far
sgomberare l'istituto" PISTOIA. Scuole per lo più deserte dall'inizio
della settimana, ma i presidi non hanno ancora perso la pazienza. Qualche
attrito soltanto tra la dirigente del liceo classico Forteguerri, Rita Flamma,
e gli studenti che ieri mattina hanno occupato l'istituto. Di fronte
all'occupazione della scuola che ha comportato il blocco delle lezioni e delle
attività amministrative, la preside Rita Flamma ha infatti dovuto seguire la
prassi e segnalare lo stato di occupazione in questura, facendo scattare, così,
una denuncia per interruzione di pubblico servizio. "Sono andata in
questura perché era mio compito farlo - afferma Rita Flamma -. La denuncia
scattata non è personale perché io non ho segnalato nessun ragazzo in particolare,
né ho fatto qualche nome". E aggiunge: "Protestare è un diritto degli
studenti, però ho un po' di perplessità sulla forma della protesta che è stata
scelta. Cercherò di parlare con alcuni rappresentanti degli studenti per
proporre loro altre modalità di contestazione. Se sceglieranno di far
proseguire l'occupazione, allora sarò costretta a valutare se, come e quando
far intervenire le forze dell'ordine per sgomberare l'istituto". Sono
giunti a un accordo, invece, i ragazzi dell'istituto d'Arte con la
professoressa Truffaldini che, in quanto vice preside, sostituisce
momentaneamente la preside Elisabetta Pastacaldi, attualmente impegnata in un
viaggio di formazione in Francia. "Ho proposto ai ragazzi - spiega la
professoressa Truffaldini - di permettere lo svolgimento delle attività di
segreteria e delle lezioni. Queste, d'accordo con gli studenti, si terranno in
un'ala distaccata dell'istituto, al cosiddetto "Bolognini", e vi
potranno partecipare tutti i ragazzi che vorranno". La scuola rimarrà comunque
gestita dagli studenti che ci rimarranno anche la notte. "Non avendo
interrotto l'attività didattica - aggiunge la professoressa Truffaldini - non
ho dovuto far partire la denuncia per interruzione di pubblico servizio".
Nelle altre scuole il clima è più disteso, ma aleggiano venti di occupazione.
Al Pacinotti le aule sono semideserte da venerdì e alcuni genitori iniziano a
protestare. "La mia proposta per i ragazzi - afferma il preside
dell'istituto professionale, Aldo Piras - è quella di coinvolgere i professori
disponibili in una sorta di cogestione, fatta classe per classe. In questo modo
gli insegnanti potrebbero mettere a disposizione dei ragazzi le loro ore di
lezione, utilizzandole per parlare del decreto Gelmini".
Al Pacini, la preside Belliti ha proposto agli studenti un'assemblea d'istituto
indetta per oggi alle 9 con il fine di creare un'occasione di confronto:
"Vorremmo evitare - spiega il vicepreside Paolo Vaccai -
un'occupazione". Il preside del liceo scientifico Alessandro Rabuzzi ha proposto
agli studenti una cogestione: "Vorrei - afferma - mantenere un buon
dialogo con gli studenti". "Devono imparare - afferma invece Angelo
Borchi, preside dell'Iti - ad essere responsabili delle loro azioni, ma
chiaramente farò di tutto, come è nel mio compito, per tutelarli". Marta
Quilici.
( da
"Corriere della Sera" del 23-10-2008)
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Corriere della Sera -
NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-10-23 num: - pag: 2 La Nota di
Massimo Franco Fra voglia d'ordine e rischi di favorire le frange estremiste S
i indovina una punta di allarme, dopo le parole del presidente del Consiglio
contro l'occupazione di scuole e università. Ieri Silvio Berlusconi ha detto
che quanti impediscono ai ragazzi di seguire le lezioni commettono "una
violenza": anche perché a suo avviso a protestare è una minoranza. Ed ha
convocato il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, "per dargli
indicazioni su come devono intervenire le forze dell'ordine". Frase
ambigua: ma non abbastanza da evitare una sollevazione all'idea di un
intervento della polizia. La coincidenza con le polemiche legate alla
manifestazione di sabato indetta dal Pd, ha fatto il resto. L'ipotesi che al
premier quelle frasi siano scappate è poco verosimile. Anche questa volta, di
fronte ad una protesta che lievita, Berlusconi ha deciso di rilanciare; di schierarsi
con la "maggioranza silenziosa che studia". Ma con effetti
contraddittori. Dal Quirinale è arrivata una nota cauta ed equidistante di
Giorgio Napolitano. "Io non debbo decidere da che parte stare", ha
spiegato a studenti e ricercatori della "Sapienza " di Roma.
"Non posso stare dalla parte del governo e delle sue scelte, nè dalla
parte opposta". Eppure il capo dello Stato non si sente
"estraneo". Anzi, esorta a ridiscutere in Parlamento i tagli al
bilancio per l'istruzione, contenuti nel decreto del ministro Mariastella Gelmini. La reazione al premier di alcuni
rettori lascia indovinare il timore che la sola ipotesi della polizia negli
atenei inasprisca una situazione che per ora è degenerata solo in casi isolati,
come a Milano. Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, anche per coerenza col suo
passato giovanile ha già detto che gli studenti debbono poter manifestare. Ma
anche chi nel Pdl è schierato con Palazzo Chigi, poi suggerisce di fare proprio
quanto ha detto ieri sull'argomento il presidente della Cei, Angelo Bagnasco:
un inno alla moderazione e ad evitare scorciatoie semplicistiche, un po'
diverso dalla prosa allarmistica del premier. Anche perché in quel modo
Berlusconi ha finito per rafforzare soprattutto chi vuole lo scontro. Per
questo Walter Veltroni indica al governo la "via maestra" di
Napolitano. E il Pdl sembra disposto a farlo. Forse, cresce la preoccupazione
salutare di non offrire pretesti ai provocatori che nella rissa troverebbero un
ruolo da protagonisti. \\ Napolitano cerca di attenuare le polemiche sulle
parole del premier.
( da
"Corriere della Sera" del 23-10-2008)
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Corriere della Sera -
NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-10-23 num: - pag: 5 categoria:
REDAZIONALE Il latinista Alessandro Schiesaro Collaborò alla riforma per il Pd
Ora è con la Gelmini: innovativa MILANO
- La strada, per la contestazione, si fa ripida. O almeno, per la contestazione
targata Pd. A breve, probabilmente in dicembre, il professor Alessandro
Schiesaro sarà nominato responsabile della segreteria tecnica di Mariastella Gelmini per l'Università. Il fatto è che per
il Partito democratico sarà un po' complicato accusare l'insigne latinista di
essere un greve tagliatore di budget, o un Chicago boy in salsa accademica. Il
fatto è che Schiesaro non soltanto è un esperto di riconosciuto valore del
sistema universitario italiano. Soprattutto, fino ad oggi aveva riservato i
suoi servigi all'area del Partito democratico. Al punto che la lettiana di
ferro Alessia Mosca lo definisce, oltre che "una persona di grandissimi
meriti", anche "uno dei nostri amici storici". E lui stesso,
anche oggi non ha alcun problema a definirsi un "estimatore" di
Enrico Letta. Savonese, 45 anni, Schiesaro ha un blog (non molto aggiornato, a
dire il vero) e un album fotografico su Flickr. Non è nuovo agli incarichi
ministeriali: è stato consulente del sottosegretario Luciano Modica (Pd) nella
commissione per il "rientro dei cervelli" dall'estero. Del resto, lui
stesso è uno dei (non molti) cervelli rientrati in Italia da brillanti carriere
oltreconfine: tra l'altro, ha diretto il Department of Classics del King's
College di Londra, oltre a esserne stato consigliere d'amministrazione prima e
Honorary Senior Research Fellow poi. Oggi, dopo aver studiato alla Normale di
Pisa, a Berkeley e a Oxford, è ordinario di Letteratura latina alla Sapienza di
Roma, oltre che editorialista del Sole 24ore per i temi dell'università. Lui,
di suo, politicamente si definisce un "riformista". E dice di non
avere alcun problema a collaborare con la ministro del centrodestra: "Il
problema dell'università italiana - spiega - è la competizione tra chi vuole
innovare e chi vuole frenare. Ma queste due componenti sono ripartite in modo
assolutamente equo tra i due schieramenti". Si ferma un attimo e riprende
un po' amaro: "Basta vedere la lotta a Luciano Modica nella scorsa legislatura...
Ma adesso è davvero il momento in cui tutti ci rimbocchiamo le maniche".
Schiesaro ha accettato l'offerta di Mariastella Gelmini perché la ritiene
"molto determinata a riformare e ha certamente idee molto
innovative". In realtà, ascoltando il professore non si ha la sensazione
di trovarsi di fronte a un consulente del governo, quanto a una sorta di
lobbista del mondo universitario presso il governo: "Nel 2009, di tagli
sostanziali non ce ne saranno. Chi sostiene il contrario, è in malafede.
Secondo me, la priorità - di qui alla prossima finanziaria - è quella di
impostare una serie di politiche credibili che ci consentano di dissipare
quella nube che grava sul mondo universitario a partire dal 2010".
Insomma: "Abbiamo tempo fino all'estate prossima per convincere il governo
e il Paese che ci meritiamo di più". Ma, appunto, per l'opposizione il
mestiere sarà un po' più difficile. Alessia Mosca allarga le braccia: "Per
quanto ci riguarda, il fatto che presso il governo ci sia una persona stimabile
come Schiesaro è certamente una garanzia. Speriamo che questo possa consentire
una riforma condivisibile". Marco Cremonesi Alessandro Schiesaro.
( da
"Corriere della Sera" del 23-10-2008)
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Corriere della Sera -
NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-10-23 num: - pag: 3 categoria:
REDAZIONALE Il Secolo (An) "I nostri giovani anti-Gelmini? E' ribellismo, Silvio esagera" ROMA -
"Questa protesta non ha una precisa connotazione ideologica. è piuttosto
un vago ribellismo contestatorio normale nelle scuole e nelle università. Ma la
sinistra sta provando a metterci sopra il cappello per riempire la manifestazione
di sabato contro il governo". Il direttore del Secolo d'Italia, Flavia
Perina spiega così perché il quotidiano di An sta dedicando da giorni ampio
spazio alla protesta anti Gelmini, raccontando anche la partecipazione dei
giovani di destra. Anche i giovani di destra partecipano ma non è una protesta
politica? "Ma sì. Ricordo che all'inizio degli anni '70 gli studenti
contestavano anche i decreti delegati di Malfatti che in realtà li facevano
entrare nei consigli scolastici. C'ero anche io. Sinistra e destra protestavano
insieme, un po' come adesso". Cosa pensa dell'idea di Berlusconi di far
intervenire se necessario la polizia? "I diritti di chi vuole seguire le
lezioni sono sacrosanti. Ma parlare di polizia nelle scuole e nelle università
mi sembra eccessivo. Non si arriverà a tanto, ci penseranno i presidi". L.
Sal.
( da
"Corriere della Sera" del 23-10-2008)
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NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-10-23 num: - pag: 2 categoria:
REDAZIONALE Occupanti anomali "Sgombrando regaleremmo il movimento"
La destra nelle scuole "Noi non faremo l'errore di Almirante" SEGUE
DALLA PRIMA Così, Scialanga, quando parla, sembra un po' il Crozza di Veltroni,
quello del "ma anche". Un equilibrista sul filo. Per esempio, se gli
chiedi: Azione studentesca occupa o no? Scialanga risponde: "Noi non siamo
contro il governo Berlusconi e non contestiamo la riforma Gelmini. Ma da domani (oggi, ndr) daremo
anche noi il via alle occupazioni nelle scuole. Pazienza se Berlusconi non è
d'accordo, noi siamo autonomi. Il nostro slogan è semplice: Basta prof
incompetenti, più.
( da
"Corriere della Sera" del 23-10-2008)
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NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-10-23 num: - pag: 3 categoria:
REDAZIONALE Il capo dello Stato "Non sono estraneo alle esigenze della
scuola" Napolitano agli studenti "Non posso schierarmi Ora serve il
confronto" "Diluire nel tempo i tagli ritenuti necessari" Lettera
del presidente a ricercatori e studenti che gli chiedevano di prendere
posizione: siate determinati e intelligenti ROMA - Non debbo affatto
"decidere da che parte stare ", scrive Giorgio Napolitano agli
studenti e ricercatori de la Sapienza impegnati a protestare contro il governo
e che lo hanno sollecitato a prendere posizione. E, più ansioso di farsi capire
che piccato per com'è stato chiamato in causa, cita la Costituzione e aggiunge:
"Non posso stare dalla parte del governo e delle sue scelte, né dalla
parte opposta ". Il che significa, ripetono dal Quirinale, che lui sta
"dalla parte di tutti". è un esercizio difficile, quello di un capo
dello Stato che rivendica un ruolo da arbitro nel giorno della massima tensione
sulla riforma Gelmini e chiede che
"su questo tema non si cristallizzi un clima di pura
contrapposizione". Infatti, sollecitare "ascolto reciproco " nel
momento in cui il premier minaccia di schierare la polizia contro le
occupazioni, e con studenti e centrosinistra tramortiti per l'annuncio, sembra
una scelta quasi rinunciataria. E invece, si affannano a spiegare dal Colle,
questa è l'unica opzione possibile per il presidente. Vale a dire che, più in
là dei richiami e degli appelli non può spingersi. In realtà Napolitano va
oltre un generico invito alla responsabilità. Da vecchio parlamentarista,
indica nelle assemblee la sede appropriata del confronto, il luogo dove
"si possono configurare soluzioni alternative ai problemi da affrontare
". Ora, fermo restando che "non spetta" a lui "pronunciarsi
nel merito dell'una o dell'altra soluzione, né suggerirne una propria",
tutto ciò "non significa che si senta estraneo alle esigenze della scuola,
della ricerca, dell'università ". Sa, il capo dello Stato, che su questa
partita "è in gioco il futuro del Paese". Perciò, dato che conosce
bene le forme del conflitto e ha esperienza di come potrebbe chiudersi in
perdita per tutti, consiglia un metodo non traumatico per riaprire la partita.
Indica sedi, occasioni e strumenti per "meglio definire e distribuire nel
tempo i tagli ritenuti complessivamente indispensabili alla spesa pubblica
", cercando di valutare "attentamente l'esigenza di salvaguardare
livelli adeguati di spesa per la ricerca e la formazione ". Traduciamo: si
costruisca un compromesso "ascoltando le reciproche ragioni",
"rimuovendo distorsioni, insufficienze e sprechi" e lavorando di
bulino sul decreto da approvare entro fine mese, sulla sessione di bilancio che
si chiude il 31 dicembre, sul piano di programmazione triennale delle risorse pubbliche.
Ci si può riuscire, dice agli studenti, "dando prova anche voi,
responsabilmente, di determinazione e intelligenza ". M. Br.
( da
"Tirreno, Il" del 23-10-2008)
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Scuola
Attualità BRUNETTA
BRUNETTA Fannullone chi aiuta gli handicappati? Nella mia "opinione"
in merito al problema linguistico posto dalla elevata presenza nella scuola
dell'obbligo di alunni immigrati ("Il Tirreno" del 17 ottobre), era
accennato al fatto che ogni volta che si fanno ritocchi restrittivi nella
scuola, le prime norme a farne le spese sono quelle inerenti alunni e
lavoratori scolastici disabili. Puntualmente il ministro della pubblica
amministrazione Renato Brunetta, il grandissimo "public non-attendance
exterminator", ha individuato nell'articolo 33 della legge 104 del 1992
(Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle
persone handicappate) un inammissibile nodo assenteistico, nonchè un intollerabile
spreco di denaro pubblico, e perfino una discriminante attribuzione di
privilegio a una determinata categoria di "fannulloni". Solo che
l'articolo di legge in questione concerne la concessione di permessi retribuiti
ai lavoratori che assistono parenti con handicap grave. Questo provvedimento,
firmato da Brunetta, è stato poi ritirato dal governo forse colpito, a
differenza del ministro, da un improvviso attacco di pudore. Gianni Menicucci
Pisa UNIVERSITA' I lucchetti li mette la ministra Gelmini
Ho 25 anni e mi sono laureata. Se ho raggiunto questo traguardo è merito dei
miei insegnanti di scuola di ogni ordine e grado che mi hanno educato con
passione e coscienza alla vera Cultura con la "C" maiuscola: la
Cultura che è sapere, cercare, scoprire" e non solo produrre. Vorrei
esprimere tutta la mia solidarietà agli studenti che manifestano e che dicono
"no" ai tagli alla scuola. Non è vero che gli studenti che occupano
mettono i lucchetti alle porte delle scuole, a farlo è il ministro Gelmini. I
tagli alla scuola, la necessità che la ricerca debba trovarsi finanziamenti
privati, la riduzione dell'orario scolastico: questi sono i veri lucchetti alle
nostre scuole! Elisa Guarascio Tassignano CRISI FINANZIARIA Nemmeno Stalin
riuscì a proibire Ho letto la lettera del professor Mannocci ("Il
Tirreno" di domenica 19), sperando di trovare uno spunto di riflessione
per comprendere quanto sta accadendo alla finanza mondiale. Invece leggo che un
suo studente ha trovato l'antidoto: proibire! Bene, allora facciamo la lista
delle attività da proibire, iniziando con le case automobilistiche che
costruiscano auto che non superino i
( da
"Messaggero, Il" del 23-10-2008)
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Scuola
Il sindaco Alemanno:
"Garantire il diritto di manifestare e la scelta di chi decide di non
farlo" Scuola, occupazioni a macchia d'olio Si allarga il fronte contro la
riforma Gelmini: in campo anche la
destra.
( da
"Messaggero, Il" del 23-10-2008)
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Rantire la libertà di
entrare a scuola e seguire le lezioni, cresce il fermento degli istituti romani
che protestano contro il decreto del Ministro Gelmini.
La protesta si allarga a macchia d'olio e, ieri, si sono registrate nuove
occupazioni e autogestioni, protagoniste le associazioni studentesche vicine
alla sinistra come alla destra estrema. Ci sono anche forme
"alternative" di manifestazione: al Righi stop alle attività
extradidattiche, a gite e viaggi d'istruzione. Marani all'interno.
( da
"Sole 24 Ore, Il" del 23-10-2008)
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Scuola
Il Sole-24 Ore
sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2008-10-23 - pag: 16 autore: Le parole
eccessive e forse rischiose del premier L e parole con cui Silvio Berlusconi ha
ammonito studenti e insegnanti contestatori hanno suscitato perplessità e
dubbi. S'intende, nessuno ha mai pensato che il governo in carica sarebbe
disposto a tollerare violenze e prevaricazioni nelle strade o negli istituti
occupati ( spesso solo in modo simbolico). Vorrebbe dire far torto a
Berlusconi, a Maroni e agli altri esponenti di un esecutivo che ha fatto
dell'ordine pubblico uno dei suoi cavalli di battaglia.Non c'è bisogno di un
apposito "avviso ai naviganti" per sapere che il premier e i suoi
alleati non intendono abbandonare il loro elettorato e più in generale quella
"maggioranza silenziosa" evocata dal senatore Quagliariello.
Maggioranza silenziosa... Il termine non viene usato a caso. Si torna con la
mente a quarant'anni fa,al '68francese.E alla grande sfilata dei Campi Elisi
con cui il generale De Gaulle dimostrò che esisteva una Francia laboriosa e,
appunto, silenziosa schierata con le istituzioni. Una Francia maggioritaria nei
grandi numeri, estenuata da settimane di tensioni e scontri alimentati, nelle
università e nelle città, da gruppi studenteschi comunque minoritari. Ora, è
chiaro che Berlusconi non è De Gaulle e che l'Italia del 2008 non è laFrancia
del '68. Alimentare un simile parallelo non conviene a nessuno: senza dubbio
non al governo, ma nemmeno al centrosinistra. Se non altro perché quest'ultimo
dovrebbe ricordare la disfatta politica dell'opposizione francese, quarant'anni
fa, quando la "maggioranza silenziosa" si fece sentire. Si può
discutere e dissentire sulla riforma Gelmini,
ma è difficile sostenere che i problemi della scuola o dell'università
comincino oggi e non siano il prodotto di decenni di errori. Al punto che
nessun ateneo italiano, ad esempio, figura fra i primi 150 del mondo. Ecco
perché un '
( da
"Sole 24 Ore, Il" del 23-10-2008)
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Scuola
Il Sole-24 Ore
sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2008-10-23 - pag: 18 autore: Vado al
Massimo Il clima in Italia si sta infuocando? Se parliamo degli studenti, direi
di sì. Le manifestazioni contro il decreto Gelmini
non si contano più. Serviranno? Ho dei dubbi se è vero che l'indice di
gradimento per un Governo non è mai stato così alto. Adesso bisogna vedere che
cosa succederà questo sabato quando sarà la sinistra a manifestare. Berlusconi
dice che "in piazza non si risolve nulla". Ma in gioco ci sono la
forza e l'unità dell'opposizione. Gianna Gentiloni e-mail B erlusconi ha
ragione, con le manifestazioni di piazza si risolve poco. Però, anche lui due
anni fa smosse persone a centinaia di migliaia, contro il Governo di Prodi. E
dunque: lasci a Veltroni di fare la sua ginnastica, e senza troppe prediche.
C'è un limite alle prove muscolari, di forza - o di debolezza. Che si svolgano
in ordine, senza violenza e disordini. Una volta salvo questo, è tutta salute.
Per la democrazia, intendo. Tanta gente viaggia, cammina, porta cartelli e
striscioni, strepita slogan. Si sfoga. Magari torna a casa in pace, ancorché
provvisoria. E poi affitta autobus, prende treni, mangia panini, beve. Insomma:
spende, consuma. è contro la recessione, bellezza. P.S. L'unico inconveniente è
che tutto finisca al Circo Massimo. Nel giro stretto del segretario lamentano
che non ci sia verso di liberarsene, in un modo o nell'altro D'Alema è sempre
tra i piedi. - Prodi e l'ambiente Il ministro dell'Ambiente Stefania
Prestigiacomo, nell'intervista al Sole 24 Ore del 21 ottobre, fa riferimento a
un presunto immobilismo del precedente Governo Prodi sulle politiche
ambientalie climatiche, chiedendosi cosa abbia realizzato l'Esecutivo di centro-sinistra.
è curioso, però, che lo stesso ministro, nel parlare dei provvedimenti per il
clima dell'attuale Governo, citi come unico esempio proprio il Fondo rotativo
per Kyoto di 600 milioni (triennali) che mette in moto investimenti per tre
miliardi di euro, ideato dal precedente ministro Alfonso Pecoraro Scanio,
previsto e finanziato dalla Finanziaria del 2006e confermato in quella del
2007. Entrambe fatte dal Governo di centro-sinistra. Potremmo fare un lungo
elenco di tutti i provvedimenti contro l'inquinamento e per Kyoto, per
l'efficienza e le rinnovabili, dal Nuovo conto energia che ha quadruplicato le
installazioni di impianti fotovoltaici agli incentivi per il solare
termodinamico, ai 270 milioni per il Fondo mobilità sostenibile o ai 210 milioni
per i Piani per la qualità dell'aria. Antonio Barone Ufficio stampa dei Verdi
Sicilia sprecona La Regione siciliana, a dispetto dei suoi oltre 20mila
dipendenti fra cui 2.600 dirigenti, continua imperterrita nella sua politica
suicida di riempire gli organici già intasati dell'amministrazione regionale.
Il deprecabile fenomeno del fannullonismo non è solo dovuto al fatto che la
gente non voglia lavorare e basta, ma nasce soprattutto dalla mancanza di
motivazioni non solo economiche ma anchee soprattutto di carriera. Alla Regione
siciliana i dipendenti assunti in forza di un concorso sono solo una sparuta
minoranza. Il grosso dei dipendenti (ma anche dei dirigenti) è stato assunto
graziea leggi speciali che hanno cooptato questo personale da societàa partecipazione
regionale. Quale può essere lo stimolo o la motivazione a lavorare per coloro
che, assunti per concorso, si sono visti sempre scavalcare da chi un concorso
non lo ha mai fatto? Lettera firmata.
( da
"Messaggero, Il" del 23-10-2008)
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Scuola
Di ANNA MARIA SERSALE
ROMA - "L'ordine deve essere garantito, lo Stato deve fare lo Stato. Ma le
intimidazioni non fermeranno le lotte studentesche, le parole di Berlusconi
sono inaccettabili e le respingiamo. Il presidente del Consiglio vuole usare
contro di noi la polizia ma questo è davvero grave", gli studenti che occupano
le università reagiscono così alla decisione del premier di utilizzare le forze
dell'ordine per "garantire i diritti dei cittadini" che non sono
d'accordo con i manifestanti. "Così torna lo Stato di polizia",
attaccano i ragazzi dell'Udu, una delle Associazioni di sinistra che si
oppongono "all'utilizzo della repressione come metodo di risoluzione dei
conflitti". "Invece di essere criminalizzati - continuano - gli
studenti dovrebbero essere coinvolti nelle decisioni del governo, quelle parole
sono il sintomo di una profonda crisi della democrazia". Ieri mattina alla
Sapienza i manifestanti hanno chiuso con catenaccio e lucchetti il Dipartimento
di Fisica in segno di protesta "contro i tagli ai fondi
dell'università". Fisica è una delle facoltà più calde, insieme a Lettere,
Filosofia e Scienze politiche. Occupate anche alcune aule delle facoltà di
Economia, Scienze politiche, Lettere e Chimica. Per loro il "giorno di
riflessione" indetto per domani con il blocco della didattica è un
"segnale debole". Intanto Mariastella Gelmini invita ad
"abbassare i toni". "Mi pare - ha detto il ministro - che ci sia
qualcuno che cerchi strumentalmente lo scontro di piazza. La protesta di questi
ultimi giorni è una protesta politica che ha come obiettivo la lotta al governo
Berlusconi, con la regia della sinistra e dei centri sociali. I mass media
danno moltissimo spazio a proteste che coinvolgono qualche migliaio di persone
mentre ci sono decine di migliaia di ragazzi che continuano a studiare a casa e
a frequentare i corsi". Ma in tutta Italia la protesta esplode. Le parole
del premier hanno infiammato il clima. I ragazzi del 2008 archiviano le kefiah
e vogliono partecipare al tavolo delle decisioni, vogliono essere interlocutori
oscillando tra vecchie e nuove proteste. E dicono: "E ora picchiateci
tutti". "Ancora assemblee, cortei e occupazioni, non ci
fermerete". In tutta Italia aumentano i focolai di contestazione. Proteste
anche negli atenei di Tor Vergata e Roma Tre. Nel terzo ateneo della Capitale
il rettore Guido Fabiani al megafono ha parlato ai ragazzi: "Riconosco la
validità e la legittimità della vostra protesta contro i tagli all'università
previsti dalla legge 133. Questa disposizione mette in ginocchio l'università e
questo significa mettere in discussione il futuro dei giovani". "Ecco
perché insieme alle altre componenti del mondo accademico ci mobilitiamo per
opporci allo smantellamento dell'Università pubblica", dicono gli
studenti. Nel mirino, dunque, la legge dello scorso agosto. In serata poi la
contestazione si è spostata alla mostra del cinema. Un'altra "grande
giornata di mobilitazione" è prevista per oggi e approderà anche nella
sede storica di Urbino, dopo avere contagiato Pisa, Siena, Perugia, L'Aquila e
Roma. "L'uso della forza per reprimere le mobilitazioni lo
rifiutiamo", continuano i ragazzi il cui obiettivo è di allargare la
protesta in vista dello sciopero del 14 novembre, giorno nel quale si fermerà
l'intero mondo universitario e della ricerca. Gli studenti dell'Udu poi
lanciano un appello al presidente Napolitano (che ha risposto invitando tutti
al dialogo) chiedendo che si faccia "garante del diritto di manifestare il
pensiero". Intanto ieri è stato un susseguirsi di lezioni in strada. A
piazza Farnese a Roma, nel cuore della città, i professori hanno riempito le
lavagne di equazioni che hanno tradotto il decreto Gelmini in un modello matematico. "Il modello - spiega uno
studente seduto per terra - mostra le conseguenze che il decreto Gelmini potrà avere a lungo termine e indica
che, con il ritmo di tagli previsto dalla legge 133 e nessun nuovo
finanziamento, l'attività di ricerca tenderà a zero e questo si rifletterà
anche sull'economia italiana. In entrambi i casi risulta una tendenza di
crescita negativa". In piazza ci sono anche i fisici, oggi faranno
esperimenti durante le lezioni anti-tagli organizzate dal dipartimento
dell'università La Sapienza. Esperimenti all'aperto sono in programma anche per
domenica 26 ottobre negli spazi aperti della Sapienza. Ha suscitato molto
clamore anche la lezione dell'astrofisica Margherita Hack, 86 anni, ma ha la
grinta di una ventenne, che nel pomeriggio in piazza Signoria a Firenze, ha
tenuto una lezione di fronte a oltre 2000 studenti, curiosi, insegnanti e
turisti radunati all'ombra di Palazzo Vecchio. Ma la Gelmini, partendo
dall'analisi dei mali dell'università, annuncia che presenterà presto un
progetto. "I 5.500 corsi di laurea esistenti, per esempio, sono un'offerta
didattica autoreferenziale volta a moltiplicare la cattedre e non certo a fare gli
interessi degli studenti. A questo si aggiunge che l'università italiana
produce meno laureati del Cile e ci sono 37 corsi di laurea con un solo
studente, mentre 327 facoltà non superano i 15 iscritti e cinque importanti
università importanti hanno buchi di bilancio enormi", ha sostenuto il
ministro. Che ha aggiunto: "Da oggi si volta pagina e anche l'università
deve fare autocritica e cambiare registro. Partiamo da una fotografia
dell'esistente per intervenire. Non è alzando i torni a attaccando il ministro
e il Governo che si risolvono i problemi. Ho dato la disponibilità a incontrare
la Crui e tutte le realtà del mondo accademico aperto al cambiamento".
( da
"Messaggero, Il" del 23-10-2008)
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Scuola
Di MARIA LOMBARDI
ROMA - Sale le scalinate di Lettere scavalcando centinaia di ragazzi in t-shirt
e prende il microfono, ha l'aria di uno studente fuori corso. "Sono il
papà di un bambino che frequenta l'elementare al Casilino, anche noi abbiamo
occupato per una settimana. Noi lotteremo con voi, e voi con noi. Vi porto la
solidarietà dei bambini. Ciao, fratelli e sorelle!". Nessuno mai li aveva
chiamati così. Il papà sparisce tra la folla che dai marmi bianchi
dell'ingresso si stende fino al prato e oltre travolgendo motorini e auto. Un
boato lo insegue "bravo papà!". L'assemblea che nessuna aula della
Sapienza potrebbe contenere trema di rabbia per le parole di Berlusconi.
"Vuole mandare la polizia per sgomberare? Noi chiediamo al rettore di
assicurarci che i manganelli non entreranno alla Sapienza". Un corteo
raggiunge il rettorato, "Noi le guardie non le vogliamo!", urla e fischi
sotto le finistre di Guarini, "rispettiamo solo i pompieri". Una
delegazione di studenti viene ricevuta dal rettore, un lungo incontro, "ci
ha garantito che non farà entrare la polizia", riferisce in serata
Aliosha, studente di Lettere. "Le criticità - sostiene il rettore in una
nota - devono essere affrontare col dialogo, ascoltando i giovani".
"Il governo alza i toni per portarci ad azioni che possono
screditarci", dalla scalinata della facoltà Matteo, di Studi Orientali,
invita a non rispondere alle "provocazioni. Non limitiamoci a dire di no,
facciamo proposte concrete". E Gigi, ricercatore precario, è convinto
"che il governo fa la voce grossa perché nelle piazze è in minoranza.
Siamo tanti, tutta l'Italia si sta mobilitando". La Sapienza è in prima
linea: la protesta partita da Lettere, Fisica, Chimica e Scienze Politiche, le
facoltà finora occupate, arriva anche a Economia, dove stamattina un corteo di
studenti ha invaso l'aula 2, "abbiamo ostacolato la cerimonia di
inaugurazione dell'anno accademico", racconta all'assemblea una ragazza.
Medicina "è uscita dal coma, anche noi partecipiamo alla vostra
mobilitazione". Si muovono anche Architettura, "un'assemblea di
facoltà parlerà dei danni della riforma", Sociologia e Scienza della
Comunicazione. "A RomaTre hanno occupato il rettorato", notizia
accolta dagli applausi. Fisica "sigillata", gli studenti in lotta
hanno chiuso l'ingresso del dipartimento con lucchetti. "Siamo tanti,
siamo noi il nuovo movimento", Francesco è un dottorando di ricerca, una
specie in via di estinzione con questa legge. E lui non vuole sparire insieme a
tutti i suoi anni di studio, urla al microfono. "Siamo un'onda anomale e
non ci importa delle identità". E dunque, niente etichette per una
mobilitazione che scavalca gli anni e gli schieramenti, abbraccia bimbi delle
elementari, genitori, studenti e ricercatori, e cerca parole nuove.
"Determiniamo noi i linguaggi della piazza", è ancora Francesco,
"saremo imprevedibili". Ma violenti "mai, dov'è al violenza in
queste occupazioni? Violento è il governo che vuole imporre questa riforma e
minaccia di mandare la polizia nelle facoltà". Un gruppo di studenti
raggiunge in serata l'Auditorium, "portiamo la protesta sul red
carpet". Oggi pomeriggio appuntamento davanti al Senato, alle 17, con i
prof e le maestre, e domani corteo per la città, "perché l'intelligenza
non può arretrare, non vogliamo diventare tutti quanti stupidi come la Gelmini".
( da
"Messaggero, Il" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Di ANNA MARIA SERSALE
ROMA - "Non siamo attaccabili da alcun punto di vista, per questo hanno
scelto la scuola e l'università come terreno di scontro. I leader
dell'opposizione imperversano, mandano messaggi assolutamente falsi, che a
furia di essere ripetuti risultano verosimili creando allarmismi inutili tra le
famiglie", ha esordito così Silvio Berlusconi prima di mostrare il pugno
di ferro contro le occupazioni. All'incontro con i giornalisti un premier molto
deciso ha voluto controbattere punto per punto alle accuse del Pd, bollandole
come "un ritorno alla vecchia politica". "Noi - ha continuato
Berlusconi - andremo spediti, altro che ritiro del decreto". Ma ha anche
chiarito che "non licenzieremo nessuno per colpa del maestro unico".
Che anzi, ha detto rivolgendosi alla Gelmini,
non è unico ma "prevalente, dal momento che avrà accanto gli insegnanti di
inglese, di religione e se sarà necessario di informatica". "Comunque
- ha sottolineato - l'anomalia dei tre maestri è solo italiana. La sinistra
dovrebbe ricordare che quando furono introdotti i tre maestri si schierò con la
stessa veemenza per impedire la riforma". Poi, elencando i contenuti del
decreto Gelmini, Berlusconi ha detto: "Ora rispondo alle bugie
dell'opposizione. E' una falsità parlare di taglio da 8 miliardi alla pubblica
istruzione. Piuttosto c'è una manovra sul triennio che porta a una migliore allocazione
delle risorse, dal momento che la scuola costa molto e dà scarsi risultati.
Spendiamo il 7,4% del Pil, mentre la Germania, che ha un sistema di istruzione
migliore, spende il 6,3%. Da noi è più elevata anche la spesa pro capite per
studente, 5.172 euro contro la media di 4mila di Francia e Gran Bretagna.
L'altra anomalia è avere un insegnante ogni nove alunni, gli altri Paesi Ocse
ne hanno uno ogni tredici. E abbiamo 10mila classi con meno di 10 alunni".
"Inoltre - ha sostenuto il premier a sostegno della manovra economica - la
spesa non tiene in considerazione il merito di chi si applica e lavora sul
serio. Un professore di liceo a metà carriera guadagna 27.500 euro lordi,
mentre un suo collega dell'Ocse ne guadagna in media 40mila. Ecco perchè vogliamo
meno insegnanti ma meglio pagati. Questo non significa che ci saranno
licenziamenti. Nessuno sarà cacciato. E' falso quello che dice l'opposizione,
non manderemo via 87mila persone, si tratta solo di pensionamenti e blocco del
turn-over. Del resto non si può continuare con l'inflazione dei precari, per
poi assumerli in pianta stabile. La scuola non può essere un ammortizzatore
sociale. E il tempo pieno? Mentono anche su questo. Parlano di abolizione, non
è vero. Non ci sarà alcuna riduzione, ma un incremento del 50%, con quasi 6mila
classi in più". "Ma se dobbiamo dare i numeri almeno diamoli giusti -
attacca così Giuseppe Fioroni, l'ex ministro della Pubblica istruzione che
critica l'intervento del premier - Le classi con meno 10 alunni non sono 10mila
ma 7mila". E in serata il Pd presenta un controdossier: "Sulla
razionalizzazione del personale si tocca il massimo della spudoratezza giocando
con le parole e con la condizione di vita delle persone: falsi gli 87.000
licenziamenti dice Berlusconi. Sono purtroppo veri i licenziamenti di 87.000
insegnanti che lavorano da anni, ogni anno, con incarichi annuali nella scuola.
Essendo precari non vengono licenziati: vengono soppressi definitivamente i
loro stipendi e i loro posti di lavoro. A questi si aggiunge la mancata
assunzione dei 75.000 precari già previsti nel piano del governo Prodi con
copertura finanziaria. Il presidente del Consiglio e il ministro non sanno
neanche quanti dipendenti hanno: hanno affermato che sono 1.350.000 e sono
troppi. Dai dati della Ragioneria generale dello Stato si ricava che i
dipendenti nel 2006 erano 1.143.164, scesi nel
( da
"Messaggero, Il" del 23-10-2008)
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Scuola
Ato dai corsi di
laurea con un solo studente, sono 37. Uno spreco ingiustificabile, ha detto il
ministro. A questi si aggiungono ben 327 facoltà che non superano i 15
iscritti. Dati negativi che si inseriscono in un quadro di scarsa produttività
del sistema: l'Italia, infatti, sforna meno laureati del Cile. Un primato
davvero negativo, che ci fa sprofondare in fondo alle classifiche.
( da
"Messaggero, Il" del 23-10-2008)
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Scuola
Ssero state aziende,
al licenziamento in tronco di chi le ha gestite per tanti anni . E sono le
università in cui si manifesta di più, osserva il ministro Gelmini. Ma il dissesto è più ampio. Ci sono
almeno una ventina di atenei con bilanci in rosso, tanto è vero che i rettori
hanno lanciato un appello al governo. La replica è che occorre eliminare le
sacche di spreco e di improduttività.
( da "Messaggero,
Il" del 23-10-2008)
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Scuola
Di NINO BERTOLONI
MELI ROMA "Tranquilli, siamo gente con la testa sulle spalle", fa
Walter Veltroni che contesta a muso duro le "provocazioni" del
premier. Annuisce Dario Franceschini, è d'accordo Beppe Fioroni, tutti
schierati alla presidenza assieme a Maria Pia Garavaglia e a Ricki Levi per
replicare a Silvio Berlusconi. Sarà pure vero che l'affondo berlusconiano alla
fine "serve" al Pd alla vigilia di una manifestazione importante per
il partito e per il suo leader; sarà pure vero che ai democrat arriva un
"soccorso azzurro" insperato visto che l'attacco a chi manifesta
finirà per portare acqua (cioè manifestanti) al mulino di chi sta organizzando
il sabato 25. Eppure, tra le fila democrat, gratta gratta una preoccupazione si
coglie: oltre al rischio oscuramento, al Pd temono un "effetto
incontrollabilità", un caricare a tal punto l'appuntamento, un circondarlo
di tali e tanti significati messaggi simboli, da farlo sfociare in qualcosa di
imprevedibile e imprevisto e incontrollabile, un qualcosa che, dio ne scampi,
rievochi il clima del G8 di Genova. Veltroni ci tiene a presentare il corteo di
sabato come "pacifico, civile, democratico". Ma ai democrat non sono
sfuggiti alcuni titoli dei giornali vicini al centrodestra che già presentano
l'appuntamento di sabato come l'adunata di tutti gli scontenti e i refrattari e
i centrisociali e i sindacati, e insomma i facinorosi; e non è sfuggito quel
titolo a tutta pagina della Padania, giornale leghista, che grida "La
piazza rossa torna a picchiare", "che a parte il capovolgimento della
realtà non è proprio un titolo che inviti al dialogo e alla
pacificazione", sottolinea Franceschini. Il vice del Pd dà la sua lettura
dell'affondo di Berlusconi: "Lo fa per nascondere i problemi reali, alza
lo scontro sulla scuola per occultare che le gente ce la fa sempre meno ad
arrivare a fine mese, che la crisi finanziaria si sta abbattendo sulla vita
reale con licenziamenti e cassa integrazione, che insomma una cosa sono gli annunci
decisionisti, altra cosa la realtà vera". E se il Pd già prima era lancia
in resta contro palazzo Chigi, a maggior ragione adesso. Veltroni raccoglie la
sfida del premier e contrattacca: "E' un provocatore, invece di ascoltare
insegnanti, studenti e operatori della scuola minaccia e promette l'uso della
forza, così soffia sul fuoco". E mentre Fioroni fa vedere di non essere
stato invano al ministero di viale Trastevere dando ampio sfoggio di dati e
cifre e informazioni che contestano quelli del premier per concluderne con un
sonoro "è un bugiardo", nell'aula del Senato si alza dai banchi la
capogruppo Anna Finocchiaro e arringa: "Berlusconi vuole trasformare
questioni sociali rilevanti in questioni di ordine pubblico", accenna
anche lei a quel clima da provocazione che si vorrebbe creare ("Bisogna
fare attenzione a certe infiltrazioni che potrebbero inquinare le
proteste"), per concludere evocando un suo illustre corregionale che fu
ministro dell'Interno: "Neanche Scelba aveva osato tanto". Veltroni
chiede di aprire un tavolo con studenti, professori, genitori sui problemi
della scuola. E chiede pure il leader del Pd senza però crederci troppo che il
governo ritiri i decreti Gelmini
"visto quel che hanno provocato in tutto il mondo della scuola". Ma è
sempre sulla manifestazione che il leader torna. E al direttore del Gr Antonio
Caprarica che lo intervista alla radio e gli chiede "ma se la
manifestazione fallisse sarà un avviso di sfratto?", Veltroni sbotta:
"E basta di "gufare" contro questa manifestazione, ma perché
siete così preoccupati? E' la democrazia che funziona così".
( da
"Messaggero, Il" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Di FABRIZIO RIZZI
ROMA - Chi aspettava una riflessione, quantomeno una risposta franca a
Veltroni, per il quale il ritiro del decreto Gelmini
era ormai improrogabile, ha ricevuto da Silvio Berlusconi un "avviso ai
naviganti" che suona, più o meno così. La sinistra racconta solo bugie,
avanti con il decreto, nessuna occupazione di scuola o università, in caso
contrario farò intervenire le forze di polizia. Ma l'"avviso" non si
conclude così, c'è dell'altro. "Tutelerò sempre il diritto dei cittadini,
siano essi cittadini studenti o cittadini genitori. Avete 4 anni e mezzo,
fateci il callo, non retrocederò di un millimetro". E chiosa: "Questo
sia chiaro". Non spara soltanto sulla sinistra, ma anche sui media, che
"ormai hanno divorziato dalla realtà". Mentre accusa il servizio
pubblico di "diffondere ansia", mostrando "solo chi
protesta", i giornali hanno "assolutamente trascurato di raccontare
la realtà". Che, invece, è quella di aule "piene di ragazzi che
intendono studiare e i manifestanti che sono organizzati dall'estrema sinistra
e dai centri sociali". Manda un invito ai giornalisti presenti: "Vi
prego, portate i nostri saluti ai vostri direttori e dite loro che saremo molto
preoccupati e indignati se la conferenza stampa di oggi non avesse seguito e
non dessero informazione ai lettori". Tra le tante proteste, la più accesa
quella di Natale, Fnsi: "Le parole del premier sono minacciose". E'
corposo il dossier preparato dal governo (dall'eloquente titolo, "tutte le
bugie della sinistra") che Berlusconi depone sul tavolo di Palazzo Chigi
quando si presenta, con il ministro Gelmini, alla conferenza stampa. E subito
confuta le "menzogne" della sinistra. Non è vero che ci saranno tagli
nella scuola e 86mila insegnanti in meno, nessuno "sarà cacciato",
non è vero che verrà chiuso il tempo pieno, anzi saranno "6mila le classi
in più", si razionalizza il personale e basta, non è vero che si favorisca
la scuola privata, "stiamo cercando di far funzionare meglio la scuola
pubblica, costa molto, 39miliardi all'anno, per lo più per stipendi, ma offre
risultati deludenti". Corregge la Gelmini sul maestro unico (non sarà
solo, verrà affiancato da insegnanti di lingua straniera, religione e
informatica): "Meglio chiamarlo prevalente". La sinistra, è l'accusa,
vuole soltanto strumentalizzare la situazione, "tenta di costruire
un'opposizione di piazza su un terreno circoscritto, perché come governo siamo
inattaccabili su tutta una serie di provvedimenti". Insomma, la sinistra
alza la voce su un terreno amico, quello della scuola. Ma al premier che è
stato, si definisce così, "uno studente modello, diligentissimo" che
non ha mai "manifestato", quelle immagini di aule occupate, di cortei
e bandiere e alzate, non vanno proprio giù. "L'ordine deve essere
garantito, lo Stato deve fare il suo ruolo garantendo il diritto degli studenti
che vogliono studiare ed entrare nelle classi e nelle aule". Se a Napoli,
per riportare legalità, ha usato il pugno di ferro nel rimuovere la montagna di
rifiuti, adesso, nella scuola, "lo Stato deve fare lo Stato".
Pertanto userà la forza pubblica. Annuncia di convocare, per il pomeriggio, il
ministro Maroni, gli "darò istruzioni dettagliate". Il faccia a
faccia c'è stato ed durato più di un'ora a Palazzo Grazioli. Secondo quanto
riferiscono alcune fonti, Maroni sarebbe rimasto "perplesso". La
linea, comunque, sarebbe quella di non usare manganelli nelle università. Il
premier in serata ha ppi usato un tono meno forte rispetto a quello del mattino,
precisando che "è legittimo manifestare nelle strade e nelle piazze, ma
non nelle aule, dove va garantito il diritto allo studio". In ogni caso,
non può prevalere una minoranza facinorosa contro la stragrande maggioranza
(valutata dai sondaggi al 60-70%) che vorrebbe frequentare lezioni con
regolarità.
( da
"Messaggero, Il" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Di GIOVANNI MANFRONI
Dal centro alla periferia si allarga la protesta degli studenti romani che a
suon di occupazioni gridano il loro "no" alla riforma Gelmini. Sacchi a pelo, musica, televisioni e
radioline per la prima notte dei licei in mano a studenti
"agguerriti" e decisi più che mai. Portone chiuso e ragazzi a fare la
"selezione" all'ingresso al liceo classico Tasso in via Sicilia.
Entrano solo gli interni ma sono tanti i giovani provenienti da altri istituti
che provano a forzare inutilmente il "posto di blocco". Ieri sera,
dopo l'ultima assemblea, sono state le ragazze a prendere in mano la situazione
facendo la spola tra casa e scuola per cucinare pasta e carne così da
rifocillare gli "highlander" che presidiavano l'istituto fin dalle
prime ore della mattina. "Ci siamo organizzati per mangiare e dormire -
racconta Francesco - ma alla fine credo che saranno pochi quelli che
riusciranno a prendere sonno". Infatti, mentre i ragazzi del servizio
d'ordine si assicureranno che nessuno faccia danni, pronti stereo e chitarre
per improvvisare concerti live. E ieri sera c'era anche qualcuno che imprecava
alla notizia che la partita della Roma non si sarebbe vista: "Non ci hanno
permesso l'accesso alla sala dove c'è l'antenna - racconta uno dei ragazzi - la
partita l'abbiamo dovuta seguire via radio. E' stato comunque divertente perché
eravamo tutti insieme". E durante la notte sarà anche terminato lo
striscione di circa cinque metri che campeggerà da oggi sulla facciata della
scuola dei Parioli con scritto: "Riforma: ce ne OCCUPIAMO noi".
Distesa di sacchi a pelo anche nella succursale del liceo scientifico
"Nomentano", dove cattedre e banchi hanno lasciato spazio a dei veri
e propri accampamenti. Qui l'occupazione è cominciata già alle 7,30 di ieri
mattina, quando alcuni studenti hanno scavalcato i cancelli prima di
impossessarsi di aule e corridoi. La facciata dell'edificio è stata ricoperta
di striscioni. Si va da una diplomatica "Libertà di manifestare il
pensiero" ad un irridente "La società dei magnaccioni" con le
caricature di alcuni politici di vertice con la Gelmini in prima fila. E al
grido di "Se ci bloccano il futuro noi blocchiamo la città" e
"Con questa riforma a scuola non si torna", proprio intorno alle 20
di ieri sera la scuola vicino San Basilio ha deciso di proseguire la protesta.
Pasta, patatine, CocaCola e un via vai di genitori muniti di viveri hanno
contraddistinto la prima serata di occupazione: "Dormiranno in pochi -
dice Alessandro, all'ultimo anno di liceo - sarà un lunga nottata dove non
mancheranno confronti e dibattiti". "Ci faremo anche tante
risate", aggiunge Erika. E chissà se sboccerà qualche amore sotto la zip
del sacco a pelo rispolverato dopo le vacanze estive: "Da domani sono
pronto a ripartire con la protesta - afferma Edoardo nascondendo un sorriso
provocante - ma se stanotte la ragazza con cui ci provo da mesi dovesse
finalmente baciarmi allora troverò una nuova carica".
( da
"Messaggero, Il" del 23-10-2008)
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Scuola
Di ALESSIA MARANI
Aumenta il fermento delle scuole romane. Le dichiarazioni del premier Silvio
Berlusconi che si dice disposto a mandare la polizia davanti agli istituti pur
di garantire il diritto allo studio per chi non partecipa alla protesta anti-Gelmini rimbalzano negli istituti. E di
fronte all'ipotesi dell'utilizzo della forza pubblica, la condanna arriva
dall'Unione degli Studenti (vicina alla sinistra), così come dal Blocco
Studentesco (movimento di Casa Pound). Fino al sostegno degli attivisti
d'estrema destra di Forza Nuova, che dicono: "Saremo al fianco degli
studenti nel caso il Governo li aggredisse". Per oggi pomeriggio sono
previste assemblee straordinarie negli istituti occupati Majorana e Pasteur,
nonché un'assemblea dei rappresentanti delle varie scuole; ieri sono stati
occupati il liceo Classico Torquato Tasso, in via Sicilia (qui l'occupazione è
scattata alle 12,45 dopo che la proposta è stata votata in assemblea con 800
voti favoreli su 1200 studenti), l'artistico De Chirico, a Cinecittà (dove è
intervenuto anche un delegato del presidente del X Municipio), mentre il Blocco
Studentesco ha "rivedicato" l'occupazione di altre tre scuole,
l'Azzarita, il Genovesi e il Nervi. Per domani mattina, invece, è stata
programmata una mobilitazione territoriale degli studenti nel quartiere di
Monte Mario. "È evidente che nessuno può negare agli studenti il diritto
di manifestare - ha sottolineato, ieri, il sindaco Gianni Alemanno a margine
della XXV Assemblea annuale dell'Anci a Trieste, commentando le parole di
Silvio Berlusconi riguardo all'intenzione di non permettere le occupazioni -
Berlusconi si riferisce al diritto degli studenti di scegliere se partecipare a
una manifestazione, a un'occupazione oppure no". Per Alemanno, però,
nessuno può negare agli studenti il diritto di manifestare anche se non si può
passare da questo all'obbligare tutti quanti a non entrare a scuola durante
l'occupazione. "Il problema di fondo - ha concluso il sindaco - è che deve
essere garantita a tutti gli studenti la libertà di scegliere se partecipare o
meno alle manifestazioni. Soprattutto bisogna rifiutare la violenza".
"In queste ore - spiega Stefano Vitale, coordinatore dell'Unione Studenti
di Roma - migliaia di studenti stanno autogestendo le proprie scuole con
attività didattiche alternative di carattere culturale e col sostegno, in molti
casi, dei professori. Nelle nostre scuole discuteremo del provvedimento del
Governo, ma anche di mafia, politica, letteratura, a dimostrazione che non
vogliamo perdere tempo, ma costruire una scuola migliore". Sempre ieri si
sono svolte assemblee al liceo classico Plauto, di Spinaceto, e nella sede
succursale del liceo Carducci. Continua l'autogestione del Marco Polo di
Monterotondo, mentre gli studenti dell'Augusto e del Colombo hanno organizzato
insieme ad alcuni professori una lezione davanti al Parlamento. Per oggi sono
convocate assemblee straordinarie anche al Fermi e al Gullace, venerdì toccherà
al Colonna e all'Aristotele. Massiccia è anche l'adesione delle scuole dei
Castelli Romani. "È nostra intenzione portare avanti l'agitazione in vista
dello sciopero del 30 ottobre e delle prossime date di mobilitazione
studentesca - spiegano i ragazzi del Collettivo Tasso in un comunicato - fino
al ritiro dei provvedimenti della Gelmini. Le scelte repressive del Governo di
questi giorni non faranno che aumentare la determinazione delle lotte -
continua il documento - Lavoreremo per trovare punti di contatto e di
collaborazione nella lotta con le altre componenti della scuola contro cui, mai
quanto adesso, è diretto l'attacco". In mattinata hanno sfilato due cortei
non autorizzati, spontanei. Il primo è partito da piazza dei Giochi Istmici per
dirigersi verso piazza diPonte Milvio; l'altro da piazza Timoli si è diretto
verso il liceo Aristofane, a Talenti. Erano gli studenti (almeno un migliaio)
del Nomentano, dell'Orazio, del Giulio Cesare e del Giordano Bruno. In
particolare, nel IV Municipio la protesta è anche per dire "no" al
ridimensionamento del liceo Nomentano, stabilito dalla Provincia. E in serata,
ieri, l'assessore alla Scuola di Palazzo Valentini, Paola Rita Stella, dopo un
incontro con i docenti, i genitori e gli alunni, ha fatto sapere di avere
"preso atto delle richieste degli organi collegiali di non procedere al
dimensionamento del liceo". "L'amministrazione - dice - ha deciso,
quindi, di sospendere ogni decisione in proposito chiedendo un rinvio al
Governo dei termini ultimi per la presentazione del Piano. Per questo i
rappresentanti degli studenti hanno deciso di terminare l'occupazione
dell'Istituto".
( da
"Sole 24 Ore, Il" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Il Sole-24 Ore
sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2008-10-23 - pag: 17 autore: La tensione
sociale. Sulla scuola dura risposta in vista del corteo del 25 ottobre: dal
presidente del Consiglio una provocazione Veltroni: il Governo soffia sul fuoco
"Ritirino il decreto" - Franceschini: ai nostri studenti non si torca
un capello Lina Palmerini ROMA Convocano una conferenza stampa in fretta.
Silvio Berlusconi ha da poco finito di parlare ai giornali e alle televisioni
promettendo il ricorso alle forze dell'ordine per impedire le occupazioni nelle
scuole. Una linea dura inaspettata. E il Partito democratico si mette subito in
moto, questa volta con i riflessi pronti, forse anche per l'imminente
appuntamento con la manifestazione di sabato su cui si temono le ricadute delle
tensioni innescate dal premier. Mentre Walter Veltroni segue dalle agenzie come
evolvono le proteste negli atenei, l'ex ministro dell'Istruzione Beppe Fioroni
si mette a lavoro e tira giù datie cifre per confutare le dichiarazioni appena
fatte dal presidente del Consiglio sull'impatto del decreto Gelmini. E pure Ricki Levi fa la sua parte,
pronto, poi in conferenza stampa, a spiegare quelle "minacce " del
premier ai direttori dei quotidiani e delle Tivù. Davanti ai giornalisti, il
messaggio del Pd è chiaro: siamo dalla parte di studenti e professori, il
premier "soffia sul fuoco" e rischia di alzare il livello di scontro.
E Dario Franceschini abbandona il suo tono solitamente pacato per scandire:
"Non si tocchi un capello ai nostri studenti ". In sintesi, il Pd
chiede al Governo di non trasformare un tema sociale "in un problema di
ordine pubblico", invita al ritiro del decreto e all'apertura di un tavolo
negoziale "che, entro un tempo determinato, ascolti le obiezioni del mondo
della scuola e poi decida". A fine serata, il partito si ritrova nelle
parole del Colle che invita al confronto. Il succo dell'offensiva del Pd va
però oltre il recinto degli atenei. Ed è ancora il modo di governare del
premier che diventa il bersaglio di Veltroni: "Chiedo: si può ancora dire
no in questo Paese? Si può ancora dissentire? Perché se la risposta è no allora
la situazione si fa davvero seria". In ballo c'è pure la manifestazione
del Pd, più volte attaccata da Berlusconi, ma ieri si parlava di scuola.
"Spero – continua Veltroni – che tutti abbiano senso di responsabilità e
anche di fronte alle parole del premier continuino con una protesta pacifica.
Le sue sono parole molto gravi che rischiano di soffiare sul fuoco e di
radicalizzare una situazione assolutamente fisiologica in una democrazia dove
c'è chi governa e chi si può sentire danneggiato da quelle decisioni ".
Dario Franceschini ha una sua teoria, che va oltre il clima infuocato delle
aule scolastiche: "Credo che il premier voglia alzare la tensione per
rinviare il problema che lo aspetta: la crisi economica, con tutto ciò che
comporta su salari e imprese". è invece al veleno il commento di Ricki
Levi che fa no-tare: "Le parole di Berlusconi in conferenza stampa ai
direttori dei giornali sono suonate come minacce e vanno messe insieme alla
modifica della legge sui finanziamenti ai media che ora verranno gestiti dal
Governo". Le opposizioni si ritrovano insieme. Perché c'è anche l'Udc che
critica il premier. Bruno Tabacci arriva a un paragone: "Berlusconi con i
suoi modi sbrigativi su temi delicati come la scuola tradisce il suo desiderio
di assomigliare al suo grande amico Putin". E Pier Ferdinando Casini si
dice "amareggiato " perché "il premier amplifica le tensioni. I
tagli alla scuola ci sono: prima di dare i soldi alle banche li dia alla
scuola". LE REAZIONI AL CAVALIERE Levi: minaccia i giornali perché adesso
è lui a gestire i fondi per l'editoria Casini: prima di dare i soldi alle
banche li dia all'istruzione.
( da
"Sole 24 Ore, Il" del 23-10-2008)
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Il Sole-24 Ore sezione:
POLITICA E SOCIETA data: 2008-10-23 - pag: 16 autore: I TAGLI Finanziaria. La
manovra programmata dal ministero dell'Economia per la scuola prevede 87mila
cattedre in meno e la riduzione di 42mila posti di personale Ata. Il risparmio
sarà di circa 8 miliardi di euro in tre anni e il taglio del bilancio, a
regime, sarà di 3,2 miliardi di euro. La Finanziaria indica anche la
razionalizzazione dei piani di studio e dei relativi quadri orario Decreto
legge Tra i provvedimenti contenuti nel Dl Gelmini
c'è la reintroduzione del maestro unico, a partire dal 2009 nelle prime classi.
Poi il ritorno del voto in condotta che
farà media con le altre materiee chi sarà valutato con il 5 si ritroverà
automaticamente bocciato. Il provvedimento riporta i voti in pagella alle elementari e per le medie. Altra
novità riguarderà lo studio di "Cittadinanzae Costituzione".
( da
"Sole 24 Ore, Il" del 23-10-2008)
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Il Sole-24 Ore
sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2008-10-23 - pag: 16 autore: L'appello del
Quirinale: reciproco ascolto Napolitano: dialogo in Parlamento Dino Pesole ROMA
Due giorni fa, per la prima volta da quando è esplosa la pro-testa, Giorgio
Napolitano ha incontrato alla Sapienza studenti, dottorandi e ricercatori. Ha
ascoltato, e soprattutto ha riflettuto sulla lettera di due pagine che gli è
stata consegnata al termine dell'incontro: "Ci auguriamo che anche lei decida
da che parte stare e non abbandoni a se stesse scuola, università e ricerca
pubblica". Ieri la risposta, che acquista un certo rilievo nel giorno in
cui il premier Silvio Berlusconi adotta la linea dura,e ipotizza l'intervento
delle forze dell'ordine per reprimere le contestazioni. è vero che la
Costituzione assegna al Capo dello Stato un ruolo essenzialmente di arbitro
super partes, ma non per questo Napolitano "si sente estraneo" alle
esigenze della scuola, della ricerca e dell'Università. Non può pronunciarsi
nel merito del decreto Gelmini che è
all'origine della protesta, perchè - annota nella lettera nel nostro
ordinamento al presidente della Repubblica non sono attribuiti poteri
esecutivi. Ma può e deve dire la sua, contando sul potere di persuasione, non
scritto nè codificato, su quella che viene comunemente definita moral suasion.
"è davvero in gioco il futuro del Paese", premette Napolitano che già
in più riprese ha puntato il dito contro i danni arrecati all'intero Paese
dalla "fuga dei cervelli" all'estero. La priorità sono gli
investimenti in ricerca, "anche nell'allocazione delle risorse pubbliche e
private ". La realtà è che da tempo le scelte pubbliche e anche quelle del
sistema delle imprese "non sembrano riconoscere tale priorità ",
soprattutto quando a dettare legge sono le esigenze di bilancio. Il risultato è
che "non ci si attiene ad alcun criterio di priorità e non si persegue un
nuovo equilibrio nella distribuzione delle risorse tra i diversi settori di
spesa". Il ragionamento implicito del Capo dello Stato è che la scuola
rientra tra queste priorità e che dunque non si può affrontare la questione
solo nell'ottica dei tagli. è indispensabile che su questi temi "non si
cristallizzi un clima di pura contrapposizione, ma ci si apra all'ascolto reciproco,
a una seria considerazione delle rispettive ragioni". In sostanza, è
possibile individuare una via di compromesso che, pur tenendo nel debito conto
le fondamentali esigenze di risanamento del bilancio pubblico, apra la strada a
un confronto costruttivo in sede parlamentare. Pur mantenendo ferma la sua
linea di assoluta equidistanza ("non posso stare dalla parte del Governo e
delle sue scelte, nè dalla parte opposta"), Napolitanoavanza due proposte
concrete nell'auspicio che contribuiscano a riaprire il dialogo tra le forze
politiche sul tema centrale dell'istruzione e della ricerca. La prima è che si
cominci subito a ragionare su come "meglio definire e distribuire nel
tempo" tra i ministeri e i vari programmi i tagli della spesa pubblica che
sono ritenuti nel complesso indispensabili dal Governo. In sostanza, ferma
restando l'entità complessiva dei risparmi decisi con la manovra triennale
della scorsa estate, si potrebbe prevede una diversa articolazione dei tagli
"valutando attentamente l'esigenza di salvaguardare livelli adeguati di
spesa per la ricerca e la formazione". La seconda proposta è che a
sostegno di questo sforzo scendano in campo anche studenti e docenti,
attraverso proposte concrete "per razionalizzare la spesa ed elevarne la
qualità", in particolare nell'Università, settore nevralgico per il futuro
del Paese, in cui albergano tuttora "insufficienze e sprechi che nessuno
può negare". Tutte le istituzioni e le forze sociali e culturali - osserva
infine il Capo dello Stato- dovranno predisporsi al più presto a tale
confronto. "Date prova, anche voi, responsabilmente, di determinazione e
intelligenza, come avete scritto a conclusione della vostra lettera". DUE
PROPOSTE Dal Colle viene l'invito a distribuire nel tempo i tagli e a coinvolgere
studenti e docenti nella razionalizzazione.
( da
"Sole 24 Ore, Il" del 23-10-2008)
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Il Sole-24 Ore
sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2008-10-23 - pag: 16 autore: Scuola. Il
Cavaliere: regia di sinistra e centri sociali, garantiremo dalle violenze chi
vuole studiare - Il ministro: abbassare i toni "Polizia contro gli
occupanti" Berlusconi attacca sugli atenei, poi frena - Vertice con
Maroni, dubbi del Viminale Luigi Illiano Alessia Tripodi ROMA "Non
permetteremo che vengano occupate scuole e università. è una violenza,
convocherò Maroni per dargli indicazioni su come devono intervenire le forze
dell'ordine".è un Silvio Berlusconi agguerrito quello che ha parlato ieri
mattina a Palazzo Chigi, durante la conferenza stampa convocata per spiegare
che sui provvedimenti del ministro Mariastella Gelmini
(presente alla conferenza) per scuola e università si dicono ( e si scrivono)
soltanto "bugie". "La realtà è quella di aule universitarie
piene di ragazzi che intendono studiare. Poi ci sono questi manifestanti,
organizzati dall'estrema sinistra, molto spesso dai centri sociali come succede
a Milano. Lo Stato deve fare il suo ruolo garantendo il diritto degli studenti
che vogliono studiare di entrare nelle classi e nelle aule",ha aggiunto il
premier.L'incontro con il ministro Maroni, durante il quale il premier avrebbe
usato toni più soft ("voglio solo garantire il diritto allo studio"),
c'è stato nel pomeriggio. Le reazioni, anche dalla stessa maggioranza, non si
sono fatte attendere. Per il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, "è evidente
che nessuno può negare agli studenti il diritto di manifestare". Per
Giorgia Meloni, ministro dei Giovani: le forze dell'ordine non interverranno
perché la protesta "non diventerà così violenta ". "Vorrei fare
a tutti un appello affinché si abbassino i toni", ha detto il ministro
Gelmini nel suo intervento. A intervenire anche il presidente Cei Bagnasco:
"Serve moderazione". Scuola "Tutte le bugie della sinistra"
è il titolo del dossier presentato da Berlusconi, il quale ha annunciato che in
cinque anni ci saranno 5.750 classi in più con il tempo pieno, "con la
media di 21 alunni per classe, 82.950 alunni in più avranno il tempo
pieno". Si tratta, in realtà, dell'attuale media di alunni per classe già
definita dalla Finanziaria del Governo Prodi. Poi il premier ha spiegato che
non ci sarà il maestro unico ma il "maestro prevalente", affiancato
dagli insegnanti di inglese e di religione. Passando al numero degli alunni,
nel dossier è scritto che saranno in media 18 per classe e potranno arrivare al
massimo a 26. Cifre non chiarissime e, forse, c'è stato un errore. Anche perché
la media attuale supera i 20 alunni per classe e, se si abbassa, significa
aumentare il numero delle classi. Azione poco in linea con gli interventi di
risparmio imposti dall'Economia. Per Berlusconi è falso dire che verranno
licenziati 87mila insegnanti: "Si razionalizza il numero dei docenti
rispetto al fabbisogno, non assumendone ulteriori". Infine, non
chiuderanno le scuole di montagna: "Sarà invece unificato il personale
amministrativo con un unico preside e un unico segretario per due scuole
vicine, come previsto dal Governo di centro-sinistra". Il Pd ha replicato
con un suo dossier, contestando tutti i punti. In particolare sul personale:
"Berlusconi gioca con le parolee con le condizioni di vita delle persone.
Sono purtroppo veri i licenziamenti di 87mila docenti che lavorano da anni, con
incarichi annuali. Essendo precari non vengono licenziati, ma soppressi
definitivamente ". Università "Da professori e rettori mi sarei
aspettata un po' più di autocritica per come è stata gestita l'università
italiana" ha detto Gelmini, che sulla questione dei tagli in Finanziaria
ha sottolineato che "non c'è trasparenza nei bilanci degli atenei" e
che, per questo, ha avviato "controlli nelle università di Siena, Firenze,
Pisa, Camerino e Urbino, quelle con maggiori buchi di bilancio e dove, guarda
caso, le occupazioni sono più forti". E, dopo aver annunciato l'imminente
presentazione di "un progetto per l'università" e aver ribadito la
sua "disponibilità al confronto", il ministro ha elencato tutti i
numeri delle inefficienze. A cominciare dalla quota di laureati,
"inferiore a quella del Cile", ai "37 corsi di laurea con 1 solo
studente" e le "327 facoltà che non superano i 15 iscritti ",
fino ai "5.500 corsi di laurea, mentre in Europa ne troviamo la metà".Ma
l'Unione degli studenti assicura che "l'intimidazione non servirà a
fermare la nostra lotta",mentre i rettori dell'Aquis invitano il Governo a
non assumere "atteggiamenti muscolari nei confronti dell'Università".
GLI APPUNTAMENTI SU RADIO 24 Oggi alle
( da
"Sole 24 Ore, Il" del 23-10-2008)
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Il Sole-24 Ore
sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2008-10-23 - pag: 16 autore: La riforma/1.
Dubbi del servizio bilancio del Senato Maestro unico, copertura incerta ROMA
Dubbi sul maestro unico (art. 4) e sui provvedimenti per la sicurezza nelle
delle scuole ( art. 7 bis), contenuti nel Dl Gelmini
arrivano dal dossier del Servizio bilancio del Senato. In particolare, per la
misura sul docente unico, non si conosce quanto costerà il provvedimento.
"Si segnala che non sono precisati né l'ammontare né gli eventuali
fabbisogni di spesa ulteriori sotto il profilo strumentale e della
didattica". L'analisi sottolinea che "la norma prevede che gli
effetti finanziari in questione saranno verificati dopo la sua entrata in
vigore". Le perplessità di copertura riguardano anche il pagamento delle
ore aggiuntive ai maestri. Sul versante dell'edilizia scolastica le
osservazioni riguardano gli oneri provenienti dalla prevista rescissione dei
contratti già stipulati, l'istituzione "di un non meglio precisato
soggetto attuatore ". Inoltre, continua il dossier "andrebbe chiarito
l'impatto del piano in esame sui bilanci degli enti decentrati". In
sostanza, secondo il documento, il Dl sembra non chiaro sulle cifre necessarie
per l'attuazione. Il decreto sul maestro unico è, comunque, approdato nel
pomeriggio di ieri nell'aula del Senato per la discussione che dovrebbe
portare, salvo sorprese, all'approvazione definitiva mercoledì 29 ottobre. Non
solo maestro unico nel decreto legge. Ma anche il ritorno del voto in condotta
che farà media e il " 5"determinerà la bocciatura. Poi tornerà in
pista la valutazione espressa in voti nel primo ciclo (elementari e medie). Per
decidere la bocciature sarà necessaria l'unanimità alle elementari e basterà la
maggioranza alle medie. Previsto anche l'avvio, come sperimentazione nazionale,
dello studio di "Cittadinanza e Costituzione". Gli organi collegiali
delle scuole potranno adottare solo libri di
testoperiqualiglieditorisiimpegne-rannoamantenereinvariatoilcon-tenu o per
cinque anni nel circuito primario, per la secondaria il blocco sarà di sei
anni. Tornando al maestro unico,dal 2009/10 nella scuola elementare torneranno
le classi con il maestro unico e funzionerà per 24 ore settimanali. La novità riguarderà
le classi prime. Le ore eccedenti del maestro uniconel 2009 saranno retribuite
con il fondo di istituto. Tutti le indicazioni sui risparmi di spesa sono
contenute nella "manovra d'estate". Ad esempio, il rapporto
alunni-docenti dovrà passare dall'attuale 8,9 al 9,9, obiettivo da raggiungere
entro il 20011-12. La riorganizzazione del servizio scolastico dovrà
determinare "per il bilancio dello Stato economie lorde di spesa, non
inferiori a 456 milioni di euro per il
( da
"Corriere del Veneto" del 23-10-2008)
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Corriere del Veneto -
PADOVA - sezione: PRIMAPAGINA - data: 2008-10-22 num: - pag: 1 categoria:
REDAZIONALE IL CASO di DAVIDE ORSATO A Verona prof e studenti boicottano lo
sciopero VERONA - All'interno della Facoltà ribelle c'è un manipolo di
dissidenti. Sono tre, i professori di Scienze matematiche, fisiche e naturali a
proseguire le lezioni nei giorni in cui il Consiglio di facoltà, unico in tutto
l'Ateneo scaligero, ha decretato uno stop simbolico contro i tagli imposti
dalla Gelmini. Per il preside, Roberto
Giacobazzi (nella foto), è una libera scelta. A PAGINA 5.
( da
"Corriere del Veneto" del 23-10-2008)
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Corriere del Veneto -
PADOVA - sezione: PRIMAPAGINA - data: 2008-10-22 num: - pag: 1 categoria:
REDAZIONALE Il numero uno del Bo portavoce delle università
"virtuose". Galan: ma gli sprechi ci sono I rettori: "Un patto
sui tagli" Appello al governo: "Fermateli o sarà un'altra
Alitalia" VENEZIA - Mentre in tutta Italia imperversano le manifestazioni
studentesche contro i tagli imposti dalla riforma Gelmini,
gli Atenei di Padova e Verona insieme agli altri undici virtuosi aderenti
all'Aquis (Associazione per la qualità delle Università italiane) tentano la
carta del dialogo. Ieri, a Roma, sei rettori in rappresentanza dei magnifici 13
hanno presentato un patto "do ut des" per scongiurare "la
catastrofe di tutto il sistema", una crisi "dieci volte superiore a
quella di Alitalia". Intanto il governatore Galan punge: "Ma gli
sprechi ci sono". A PAGINA 5 Nicolussi Moro.
( da
"Gazzetta di Parma (abbonati)" del 23-10-2008)
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PRIMA PAGINA
23-10-2008 SCUOLA IL MONITO DI NAPOLITANO. PARMA: DA LUNEDI' DIDATTICA BLOCCATA
A SCIENZE " La polizia negli atenei" E divampa la polemica
Berlusconi: "Impediremo le occupazioni" . Veltroni: "Soffia sul
fuoco " ROMA II "Siamo pronti a mandare la polizia negli Atenei.
L'ordine de-ve essere garantito, lo Stato deve fare lo Stato" . Dopo i
tafferugli a Milano martedì, ieri è sceso in campo Silvio Berlusconi, che ha
deciso la linea dura contro le oc-cupazioni studentesche, che di-lagano e
coinvolgono anche pro-fessori e ricercatori. Per oggi al Viminale è previsto un
vertice tecnico per valutare le misure da adottare per " garan-tire i
diritti di tutti" . La sfida di Berlusconi agli studenti, che con-tro la
riforma Gelmini e i tagli ai fondi
delle università da giorni portano avanti le proteste di piaz-za, non poteva
essere più chiara. Il capo dello Stato Giorgio Na-politano è intervenuto per
cer-care di placare gli animi. è in-dispensabile, ha affermato Na-politano,
"che su questi temi non si cristallizzi un clima di pu-ra
contrapposizione, ma ci si apra all'ascolto reciproco, a una seria
considerazione delle ri-spettive ragioni" . Ma la polemica non si ferma, anche
se Walter Veltroni apprez-za l'iniziativa del Quirinale. Il lea-der del Pd si
scaglia contro il pre-mier. "Gli studenti hanno ragio-ne" , sostiene,
e Berlusconi, è il suo monito, "non soffi sul fuoco" ed eviti di
trasformare una questione sociale in una di ordine pubblico. Intanto le
proteste continuano anche a Parma: da lunedì si bloc-cherà la didattica delle
facoltà di Scienze. u PAG. 3- 15 Anche al Campus Ieri c'è stata una
manifestazione davanti a Chimica.
( da
"Gazzetta di Parma (abbonati)" del 23-10-2008)
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PRIMA PAGINA
23-10-2008 EDITORIALE La riedizione del ' 68? No, ma serve il dialogo Federico
Guiglia N on siamo né alla riedizione del Sessantotto - Dio ce ne scampi -, né
al ruggire di un'altra Pantera, per restare ai movimenti di protesta
studentesca del passa-to. Ma le manifestazioni che si susseguono nelle scuole e
nelle Università contro la cosiddetta riforma- Gelmini,
rischiano di diventare campo incendiario, se a livello politicoistituziona-le
si smarrisce il senso delle proporzioni. E la prima cosa da ricordare ai
ragazzi che si mo-bilitano un po' perché a quel-l'età è quasi un dovere morale
contestare, un po' perché loro non sembrano troppo informa-ti sul vero
contenuto del cam-biamento in corso, è che questa scuola italiana così com'è
an-drebbe, essa sì, contestata dalla mattina alla sera. Ma non ri-sulta che
cortei e occupazioni di questo genere siano stati in-detti anche prima
dell'arrivo dell'attuale ministro alla Pub-blica istruzione. Ministro che
proprio per le poche, ma non piccole novità apportate - ritor-no al voto in
condotta, grem-biulino alle elementari, riorga-nizzazione dell'insegnamento per
rafforzare la formazione e cercare di valorizzare il merito degli alunni -,
gode del favore, dicono i sondaggi, della mag-gioranza dei cittadini. Non si
comprende, allora, perché il leader del Pd, Walter Veltroni, solleciti il
ritiro di una riforma che, forse per la prima volta tra le tante presentate e
fallite in questi anni, qualcosa potrebbe riformare. segueu PAG. 3.
( da
"Messaggero, Il (Pesaro)" del 23-10-2008)
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Il premier difende la
riforma Gelmini e avverte: va tutelato
da ogni violenza il diritto di chi vuole studiare. Cortei e blocchi in tutta
Italia Berlusconi: polizia nelle scuole occupate Veltroni: soffia sul fuoco.
Napolitano: no alla contrapposizione, serve il confronto.
( da
"Giorno, Il (Legnano)" del 23-10-2008)
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MAGENTINO ABBIATENSE
pag.
( da
"Gazzetta di Parma (abbonati)" del 23-10-2008)
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PRIMO PIANO
23-10-2008 Monito di Napolitano: "No alla contrapposizione, spazio al
dialogo " Veltroni: "Non soffi sul fuoco" II No allo scontro
sulla scuola ma un dialogo su come meglio de-finire i tagli. Il capo dello
Stato, Giorgio Napolitano, interviene per placare le polemiche esplo-se in
questi giorni sulla riforma della Gelmini
e rese ancora più roventi dall'annuncio di Berlu-sconi di voler usare la
polizia per sgombrare scuole e università occupate dagli studenti. è
indi-spensabile, ha affermato Napo-litano in una lettera indirizzata agli
studenti dell'università la Sapienza di Roma, "che su que-sti temi non si
cristallizzi un cli-ma di pura contrapposizione, maci si apra all'ascolto
recipro-co, a una seria considerazione delle rispettive ragioni" . Per il
capo dello Stato è possibile un "confronto parlamentare" per meglio
definire i tagli alla scuola ipotizzati dal governo. Ma la po-lemica non si
ferma, anche se Walter Veltroni apprezza l'inizia - tiva del Quirinale. Il
leader del Pd si scaglia contro il premier. "Gli studenti hanno
ragione" , sostie-ne, e Berlusconi, è il suo monito, "non soffi sul
fuoco" minaccian-do di inviare la polizia a sgom-brare le università
occupate e eviti di trasformare una questio-ne sociale in una di ordine
pub-blico. "Parole gravi" , quelle di Berlusconi, che per Veltroni
"possono essere cariche di con-seguenze" . Il leader del Pd ha
convocato una conferenza per invitare il presidente del consi-glio a evitare
azioni di forza con-tro gli studenti. E a ritirare il de-creto della Gelmini.
Per Veltroni le parole di Berlusconi rischiano di radicalizzare una situazione
fisiologica in una democrazia "dove c'è chi governa e chi si può sentire
danneggiato dalle deci-sioni di chi governa" . Il segre-tario del Pd è
schierato dalla par-te degli studenti e minimizza quanto è accaduto a Milano
do-ve le manifestazioni si sono tra-sformate in uno scontro con la polizia. Il
numero due del Pd, Da-rio Franceschini, ha rivolto un appello al ministro
Maroni affin-chè "non sia nemmeno sfiorato un capello a nessuno studente
italiano" .
( da
"Gazzetta di Parma (abbonati)" del 23-10-2008)
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PRIMO PIANO
23-10-2008 Primo piano SCUOLA MURO CONTRO MURO FRA IL GOVERNO E I MANIFESTANTI.
BAGNASCO: "E' UN PROBLEMA COMPLESSO, SERVONO EQUILIBRIO E
MODERAZIONE" Occupazioni, linea dura del premier Berlusconi:
"Manderemo la polizia negli atenei, non permetteremo violenze. La sinistra
racconta solo bugie" ROMA Andrea Longo II "Siamo pronti a mandare la
polizia negli Atenei. L'ordine de-ve essere garantito, lo Stato deve fare lo
Stato" . Dopo il segnale inquietante dei tafferugli a Milano, ieri è sceso
in campo in prima persona il pre-sidente del Consiglio, Silvio Ber-lusconi, che
ha usato la stessa formula utilizzata contro i bloc-chi delle discariche in
Campania per annunciare la linea dura contro le occupazioni studente-sche, che
in queste ore dilagano in tutta la penisola, e coinvol-gono anche professori e
ricerca-tori. è muro contro muro tra i ma-nifestanti e il governo. Ed è
scon-tro durissimo con l'opposizione sulla riforma del ministro Gel-mini, che
secondo i sondaggi in-contra pochi consensi. La piazza turba il premier, che
non inten-de permettere nuovi blocchi. "L'occupazione di luoghi pubbli-ci non
è la dimostrazione dell'ap - plicazione della libertà" , ha tuo-nato il
presidente del Consiglio nel corso una conferenza stam-pa tenuta ieri a Palazzo
Chigi, in cui parlando al fianco del mi-nistro dell'Istruzione, ha punta-to il
dito contro i centri sociali e la sinistra. " Non è un fatto di
democrazia, è una violenza nei confronti degli altri studenti che vogliono
stu-diare" . Di qui la decisione di convocare nel pomeriggio a Pa-lazzo
Grazioli il ministro dell'In - terno Roberto Maroni per dargli "istruzioni
dettagliate" sull'im-piego delle forze dell'ordine. E per oggi al Viminale
è previsto un vertice tecnico per valutare le misure da adottare per "
garan-tire i diritti di tutti" . La sfida di Berlusconi agli studenti, che
contro la riforma Gelmini e i ta-gli ai
fondi delle università da giorni portano avanti le proteste di piazza, non
poteva essere più chiara. Il Cavaliere non farà marcia in-dietro. Non ritirerà
il contestato decreto che porta la firma della titolare di Viale Trastevere ed
è "sacrosanto" . Non ascolterà l'appello di studenti, genitori e
insegnanti. E tanto meno quello di Walter Veltroni, leader del Pd, che secondo
il governo sta sem-plicemente alimentando le po-lemiche per riempire il Circo
Massimo, sabato prossimo. "La sinistra - ha spiegato Berlusconi - dice
solo menzogne, fa un al-larmismo inutile e soffia sul fuo-co della
protesta" attraverso i media, "che ormai hanno divor-ziato dalla
realtà" . La tv pub-blica "alimenta l'ansia" e i gior-nali
"hanno trascurato di rac-contare la realtà" . Il premier ha
snocciolato poi punto per punto il decreto, con-testando tutte le obiezioni
dell'opposizione. Non ci saranno 86 mila insegnanti in meno; non verrà chiuso
il tempo pieno, anzi "ci saranno 6 mila classi in più" . Non saranno
chiuse molte scuo-le, "sarà soltanto razionalizzato il personale" .
Ed infine non è vero che con questo decreto si cerchi di favorire la scuola
pri-vata. "Stiamo cercando di far funzionare meglio la scuola pub-blica -
ha spiegato Berlusconi - che oggi è inefficiente e costo-sissima" . Nessun
cedimento dunque, da parte di un premier che è stato "uno studente
modello" . Gover-no e maggioranza andranno avanti, anche sulle classi
ponte, a colpi di fiducia al Senato, dove il via libera definitivo al
provve-dimento è previsto per il 29 ot-tobre. Ieri il dibattito in Aula è
proseguito in un clima di cre-scente tensione, innescata dalle minacce di
Berlusconi di fare in-tervenire la polizia nelle scuole e negli atenei, ed è
stata respinta la richiesta di Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd, di rinviare
i lavori a lunedì prossimo per con-sentire alla commissione Pub-blica
istruzione di concludere l'esame del testo. Dal canto suo Fabrizio Cicchitto,
presidente dei deputati del Pdl, ha commentato le parole di Giorgio Napolitano.
"Il Presi-dente, con la sua lettera agli stu-denti - ha commentato
Cicchitto - ha indicato la strada maestra che deve essere praticata per da-re
risposte positive alla scuola italiana, che richiede urgente-mente d'essere
riformata. Que-sta strada è quella del confronto e non della pura
contrapposizio-ne" . Secondo il senatore del Pdl, Alessio Butti, "le
contestazioni mosse al decreto Gelmini in mol-ti casi non sono pertinenti e in
altri sono basate su autentiche falsità. Contro il decreto la si-nistra sta
alimentando una pro-testa fondata soltanto sulla bu-gia, per garantire il
successo del-la manifestazione del 25 otto-bre" . Infine il presidente dei
vescovi Angelo Bagnasco. Richiesto di un commento sulle proteste e le
manifestazioni nel mondo della scuola e sugli annunciati prov-vedimenti del
governo, ha detto: "per la scuola vale il fatto che i problemi complessi
non si risol-vono con soluzioni semplici, ser-vono moderazione e
equili-brio" . Pugno di ferro Il premier, Silvio Berlusconi, con il
ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, ieri a Palazzo Chigi. FOTO ANSA.
( da
"Giorno, Il (Milano)" del 23-10-2008)
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PRIMO PIANO pag. 2 Altolà
di Berlusconi: "Basta con i picchetti, difenderò chi studia". di
ANTONELLA COPPARI ? ROMA ? "USEREMO le forze dell'ordine per impedire che
vengano occupate scuole e università". Al culmine delle mobilitazioni
studentesche, Silvio Berlusconi lancia un avviso ai naviganti: basta con i
picchetti fuori dagli istituti. Basta alle prevaricazioni di pochi sui molti
che vogliono studiare. Basta alla sinistra e ai centri sociali che fomentano la
protesta. Democrazia, spiega, è libertà di scegliere, e siccome non poter
entrare "è una violenza", siamo pronti a mandare la polizia per far
rispettare la legge. "Lo Stato deve garantire il diritto di chi vuole
studiare di entrare nelle classi e nelle aule". Non si entra nella
psicologia del premier se si prescinde dai sondaggi: 7 italiani su 10 gli danno
la loro fiducia; convinti che il governo debba portare avanti i suoi progetti.
Ma altrettanto radicata in lui è l'idea che l'opposizione soffi sul fuoco. E
sullo sfondo, c'è il timore diffuso nella maggioranza che ci possano essere
infiltrazioni extrapolitiche (si può cogliere nell'accenno del premier ai
centri sociali) nelle proteste. FORSE NON C'È un disegno dietro la mano pesante
che, assicurano i colonnelli, è diretta solo a garantire il diritto allo
studio. Di certo, raramente si è visto un Berlusconi così. Arcigno. Scuro in
volto quando annuncia ? nella conferenza stampa convocata in tarda mattinata
con il ministro Gelmini per illustrare
il decreto e denunciare le bugie della sinistra ? che la sua non è una dichiarazione
di principio ma l'inizio di un piano d'azione. Decisionista. Tanto da convocare
a tambur battente a Palazzo Chigi il ministro dell'interno Maroni per
"dargli istruzioni dettagliate su come intervenire con le forze
dell'ordine". E' NETTO: "La realtà di questi giorni è una realtà di
aule piene di ragazzi che intendono studiare e di manifestanti organizzati
dall'estrema sinistra, dai centri sociali e da una sinistra che ha trovato il
modo di fare passare nella scuole le menzogne e riempire le piazze". Accusa
i giornali di aver "trascurato di raccontare la realtà" e la tivù
pubblica di "diffondere solo ansia e immagini di chi protesta".
Quindi lancia una sfida ai cronisti: dite ai vostri direttori che "saremo
preoccupati se la conferenza di oggi non avesse seguito sui giornali". In
questo contesto, respinge al mittente l'invito di Veltroni a ritirare il
decreto "che ? sottolinea ? non è una riforma ma solo un
provvedimento". La Gelmini annuisce mentre il Cavaliere fa un lungo elenco
di quelle che, dice, sono "falsità" diffuse ad arte dalla sinistra
"per creare inutili allarmismi". Non ci saranno tagli alla scuola,
"anzi gli stipendi per i più meritevoli saranno aumentati di sette mila
euro l'anno". Assicura che il progetto di classi separate per i bimbi stranieri
che non parlano la lingua italiana è "dettato dal buon senso, non dal
razzismo". Falso pure, continua, che ci saranno 86 mila insegnanti in
meno. "Con la riforma non sarà cacciato nessuno. Ci sarà solo il
pensionamento di chi ha raggiunto l'età e il blocco del turn-over".
Ancora: non è vero che vogliamo chiudere le scuole. "Pensiamo a una
razionalizzazione del personale". Un'altra questione calda è quella del
maestro unico e Berlusconi ne approfitta per bacchettare il ministro: "Bisogna
parlare di maestro prevalente". Questo progetto, puntualizza, consentirà
di avere in cinque anni 6 mila classi a tempo pieno in più". L'elogio
della linea dura. Sulla quale non transige: "Avete quattro anni e mezzo,
fateci il callo, non retrocederò di un centimetro".
( da
"Gazzetta di Parma (abbonati)" del 23-10-2008)
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PARMA 23-10-2008
SCUOLA E POLEMICHE CONTRO IL DECRETO GELMINI Università: da lunedì lezioni
sospese a Scienze Assemblea infuocata al Campus: sciolto il Consiglio di
Facoltà Giorgia C. Facchinetti II Blocco della didattica da lu-nedì. Questa la
decisione presa dai docenti della Facoltà di Scienze che si sono autoconvo-cati
in assemblea dopo lo scio-glimento del Consiglio di Facol-tà. E' stato un
pomeriggio lungo quello che ha visto protagonisti non solo professori e
ricercatori impegnati in una lotta al decreto legge Gelimini, ma anche le
cen-tinaia di studenti riunitisi davan-ti al Dipartimento di Chimica del Campus
per manifestare la pro-pria solidarietà al comitato Uni-protesta. Alle 14, un
presidio di circa 500 studenti ha esposto stri-scioni e cartelloni contro la
legge facendo sentire la propria parte-cipazione silenziosa e rispettosa.
"Abbiamo voluto essere qui per sostenere il Consiglio di Fa-coltà e
dimostrare che ci siamo e che condividiamo questa prote-sta al fianco di
docenti e ricer-catori. Nessuna azione di occu-pazione, ma una capillare infor-mazione
su cosa stia succedendo, facoltà per facoltà" - ha spiegato Luca Grisanti,
dottorando in Chi-mica e membro del comitato Uni-protesta. Mentre davanti
all'edi - ficio i ragazzi rimanevano in at-tesa di notizie, all'interno della
Facoltà di Scienze si svolgeva il Consiglio, al quale è stato invitato anche il
rettore, Gino Ferretti, il cui ordine del giorno è stato pro-prio la Legge 133.
Il Consiglio di Facoltà ha chiesto al Rettore di "dedicare l'inaugurazione
dell'anno accademico alla discus-sione sul futuro dell'Università di Parma,
invitando anche i rappre-sentanti delle istituzioni di Co-mune, Provincia e
Regione, a far-si portavoce delle preoccupazioni qui espresse presso la Crui,
Con-ferenza dei Rettori e il Consiglio Universitario Nazionale e di di-fendere
la qualità dell'Ateneo" . Al preside Alessandro Mangia il Consiglio di
Facoltà, nello stes-so documento, ha chiesto un voto contrario in Senato
Accademico ad iniziative volte a trasformare l'Università in Fondazione
pri-vata. Tre mozioni sono state ap-provate. "Ma per quanto riguar-dava
l'ultima richiesta, quella del blocco dell'attività didattica, il preside ha
ritenuto di non poter mettere ai voti una richiesta del genere all'interno di
un organo ufficiale, in quanto un atto del genere sarebbe illegale. A quel
punto, è stato dichiarato chiuso il Consiglio di Facoltà e alcuni membri hanno
abbandonato l'aula. Ma la maggior parte di professori e ricercatori, insieme ai
rappresentanti degli studenti, non sentendosi soddisfatti dei ri-sultati ottenuti,
si sono autocon-vocati in assemblea mettendo comunque ai voti la mozione che è
passata con una buona mag-gioranza di posizioni favorevoli" - ha spiegato
il professor Alberto Giroldo. Da lunedì, a Scienze, quindi, saranno sospese le
lezio-ni fino all'inaugurazione ufficia-le dell'anno accademico. "Tale
periodo di sospensione, - si legge nel comunicato di Uniprotesta - evidenzierà
cosa potrebbe diven-tare il futuro dell'Università" . Tensione Alcuni
momenti della protesta di ieri davanti alla Facoltà di Chimica al Campus.
( da
"Gazzetta di Parma (abbonati)" del 23-10-2008)
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PARMA 23-10-2008
PRESA DI POSIZIONE I CONSIGLIERI PROVINCIALI Il Pdl: riforma Gelmini? Migliora la scuola Giovanni Cola II
"Una feroce campagna di di-sinformazione condotta dai par-titi di
centrosinistra volta a stra-volgere il reale significato della riforma Gelmini" . I rappresen-tanti del Popolo
delle Libertà in consiglio provinciale hanno pre-sentato un ordine del giorno a
sostegno del decreto che porta il nome dell'attuale ministro dell'Istruzione.
La proposta di legge si prefigge l'obiettivo di ap-portare numerosi cambiamenti
al sistema scolastico del nostro Paese. "In primo luogo - spie-gano Luigi
Tanzi e Manfredo Pe-droni - è importante sfatare il mito delle scuole di
montagna e dei piccoli comuni che verranno chiuse. Questa notizia è falsa e
vuole solamente creare un allar-mismo del tutto ingiustificato. Le strutture a
disposizione ri-marranno esattamente le stesse. La vera novità consisterà
nell'ac - corpamento di più istituti sotto un'unica direzione. In questo modo
vi sarà una sostanziale ri-duzione degli apparati burocra-tici e dunque un
conseguente si-gnificativo risparmio dei costi di gestione. Il mondo
dell'istruzio - ne deve poter contare sui posti di lavoro di cui effettivamente
ne-cessita" . Altra questione contro-versa è quella del maestro unico:
"Fino all'inizio degli anni 90 - proseguono Tanzi e Pedroni - la scuola
primaria italiana, pog-giando sulla figura di un solo in-segnante per classe,
ha raggiun-to standard di eccellenza che so-no stati presi ad esempio a livello
internazionale. Le polemiche dell'opposizione ci sembrano quindi ideologiche e
assoluta-mente strumentali. Va a tal pro-posito ricordato che nessun do-cente
in servizio perderà il pro-prio posto di lavoro" .
( da
"Giorno, Il (Milano)" del 23-10-2008)
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PRIMO PIANO pag. 7
REPLICA DEL '68 MA IN PEGGIO IL COMMENTO GLI STUDENTI (alcuni) protestano, il
Governo tira dritto. Ecco alcuni appunti sparsi. 1) Sfogliando la stampa di questi
giorni: "Gli studenti contro il ministro si trasformano nei black bloc; a
Milano sei feriti negli scontri con la polizia dopo un corteo non autorizzato;
a Bologna occupazione al rettorato; da Pavia a Firenze la carica dei baroni
anti-Gelmini; i docenti minacciano i
ragazzi di bocciarli se non si mettono in fila con chi vuole scioperare; in
duemila hanno tentato di occupare la stazione Cadorna...". Che ci siano
questi allegri scioperanti ? pochi ? ciascun lo vede; quanti siano e chi siano
nessun lo sa. Sanno nascondersi bene. 2) Il '68, quello di Rudy il rosso e
altri maestri simili aveva almeno delle ascendenze che si proclamavano
culturali: Marcuse, Horkheimer, Adorno, tra gli altri vecchi che volevano
vestire alla marinara e giocare a un infantilismo che chiamavano
rivoluzionario. 3) Ora l'entroterra culturale non lo si coglie se non per
sentito dire o per illazione: spesso lazzaroni che cercano di guadagnare a
sbafo, tant'è che parecchie delle guide di allora sono finite in posti statali
e in occupazioni un po' ludiche, ma comunque ben retribuite. 4) Adesso i
genitori latitano ancor più dal loro compito educativo e parecchi ragazzi sono
di chi li prende. S'accorgeranno che anche questa è una rivoluzione che non
rivoluzionerà pressoché nulla, anzi. 5) Gli ex sessantottini che iniziano a
perdere la bava si impancano a maestri: la letteratura che li riguarda può
essere rinvenuta sui rotocalchi patinati. Viva la cultura. 6) Adesso giungiamo
addirittura al ricatto di coloro che allora si proclamavano schiacciati dalla
macchina di una scuola ridotta a ferraglie, ora prendono il posto dei loro
maestri, spesso senza averne nemmeno l'inizio di informazione e di cultura:
"Se non ci seguite nei nostri piani eversivi, rimarrete somari (come noi,
con la laurea, però )". 7) Allora, chi comanda in Italia? Quattro
scalzacani che urlano, o il popolo che vota per i poteri disegnati da
Montesquieu? E come chiamiamo questo stile di manganelli e comunque di
violenza? Indovini il lettore.
( da
"Giorno, Il (Milano)" del 23-10-2008)
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PRIMO PIANO pag. 7
"Faccio autocritica, ma saprò voltare pagina" FOCARDI, RETTORE NELLA
CITTÀ DEL PALIO di LAURA VALDESI ? SIENA ? "FACCIO AUTOCRITICA per quelle
che possono essere le mie responsabilità. Sto cercando di voltare pagina
affinché la gestione dell'ateneo sia chiara come pretende il ministro".
Non si nasconde il rettore dell'Università di Siena, Silvano Focardi (nella
foto Di Pietro) , nel giorno in cui il titolare della Pubblica Istruzione
Mariastella Gelmini esige trasparenza
sui bilanci e annuncia l'invio degli ispettori in quei centri del sapere dove
si sono registrate voragini nei conti. Bacchettate giunte ieri mentre era in
corso a Firenze l'audizione in Regione dei tre rettori degli atenei toscani da
cui è emerso che Siena presenta un deficit milionario, Firenze chiude il
bilancio in pari grazie a ulteriori alienazioni immobiliari, Pisa non andrà in
rosso ma ciò sicuramente avverrà nel 2009. Rettore Focardi, arrivano dunque gli
ispettori. "Ho un contatto con il ministero che ha chiesto informazioni
sulle vicende della nostra Università. Domani (oggi, ndr) consegnerò a Roma una
relazione che fotografa la situazione. Quanto agli ispettori non ho avuto
comunicazioni ufficiali, non so se l'annuncio rientra nel percorso intrapreso.
Comunque sia è un diritto del ministero, nel caso forniremo i chiarimenti che
chiederanno. Vorrei però aggiungere riguardo all'accostamento fra il fatto che
le occupazioni sarebbero più 'forti' dove maggiore è il dissesto che per ora da
noi non si registrano ostacoli alla didattica". Andranno messi in Internet
i bilanci, serve più trasparenza. "Nulla osta da parte mia. Comunque sia
dopo l'approvazione sono sempre disponibili. Giusto avere bilanci in regola, ma
non si può pensare che le università migliori siano solo quelle con i conti in
pareggio. Dovrebbero essere al top anche per altri parametri come ricerca, qualità
dei servizi e della didattica in cui Siena risalta". Il ministro si
sarebbe atteso dai 'baroni' maggiore autocritica. "Come detto non mi tiro
indietro sulle responsabilità. Però non si può dimenticare che le università
ricevono finanziamenti ministeriali tra i più bassi d'Europa. Gli atenei con
l'autonomia hanno forse peccato sul versante organizzativo e ciò può aver
comportato disfunzioni, ma colpa o merito non stanno mai da una parte
sola". Ha consegnato una memoria alla procura e una alla Corte dei Conti:
è stato ascoltato dal pm? "No. A breve informerò la Corte anche su come
intendiamo risolvere il problema". Che non è di poco conto: si parla di 45
milioni che servono di qui a fine 2008 e di una cifra, fra debiti e mutui da
pagare, che sfiorerebbe addirittura i 300. "Bisogna distinguere i debiti
causati dalla gestione che dovremo correggere nei prossimi anni con un piano di
risanamento cui stiamo lavorando. Diciamo che, compreso l'indebitamento
afferente ai mutui, questo è pari al 20% del valore del patrimonio immobiliare
(si parla di oltre un miliardo e mezzo, ndr) semmai sottostimato".
L'Università di Firenze vende per avere un bilancio in pari. "Anche Siena
raggiungerà tale obiettivo, confido entro il 2012". Focardi, allora non si
dimette. "Non c'è motivo. Non si fugge dalle situazioni difficili, vanno
affrontate e risolte".
( da
"Giorno, Il (Milano)" del 23-10-2008)
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PRIMO PIANO pag. 6 di
DONATELLA BARBETTA ? ROMA ? SEDUTA ACCANTO al premier Berlusco... di DONATELLA
BARBETTA ? ROMA ? SEDUTA ACCANTO al premier Berlusconi a Palazzo Chigi, il
ministro Mariastella Gelmini difende a spada
tratta la sua riforma davanti alla stampa e reagisce alle accese proteste
sparse in tutt'Italia. E passa anche al contrattacco, dicendo che l'università
deve cambiare per evitare il "dissesto totale". L'inizio non lascia
adito a dubbi: "Da oggi si volta pagina ? dice la titolare della Pubblica
Istruzione ? e anche l'università deve fare autocritica e cambiare registro.
Partiamo da una fotografia dell'esistente per intervenire. Non è alzando i toni
e attaccando il ministro e il Governo che si risolvono i problemi. Ho dato la
disponibilità a incontrare la Crui (Conferenza rettori delle università
italiane) e tutte le realtà del mondo accademico aperto al cambiamento".
POI È IL MOMENTO dell'appello: "Invito ad abbassare i toni della protesta.
Il Governo da sempre è aperto al confronto. Mi pare che ci sia qualcuno che
cerchi strumentalmente lo scontro di piazza. La protesta di questi ultimi
giorni è una protesta politica che ha come obiettivo la lotta al governo
Berlusconi, con la regia della sinistra e dei centri sociali". PERÒ,
sottolinea la Gelmini, "dal mondo universitario ? professori e rettori ?
sinceramente mi sarei aspettata un po' di autocritica per come è stata gestita
l'università italiana e per come è stata ridotta". Dalla tirata d'orecchie
alle accuse. "Non c'è trasparenza nei bilanci ? sostiene ? e il ministero
vuole conoscere tutti i bilanci delle università e ha avviato i controlli in
cinque di queste con buchi di bilancio: Siena, Firenze, Pisa, Camerino e
Urbino. Bisogna che i bilanci siano comprensibili e pubblicati su
Internet". E sugli atenei in crisi finanziaria ha aggiunto che "se
fossero state aziende, avrebbero portato al licenziamento in tronco di chi le
ha gestite per tanti anni". Il ministro non si è fermata qui e ha
snocciolato una serie di numeri assai poco lusinghieri sul deludente stato
dell'università. "PRODUCIAMO meno laureati del Cile e non c'è un ateneo
italiano tra i 150 migliori del mondo". E per dimostrare la
disorganizzazione e l'inefficienza la Gelmini ha ricordato che ci sono 37 corsi
di laurea con un solo studente; 94 università e più di 320 sedi distaccate nei
posti più disparati; 327 facoltà che non superano i 15 iscritti; 5.500 corsi di
laurea, il doppio della media Ue, "un'offerta didattica autoreferenziale
volta a moltiplicare le cattedre e non certo a fare gli interessi degli
studenti", ha evidenziato. SONO 170.000 le materie insegnate rispetto alle
90.000 della media europea, ha aggiunto la titolare del dicastero, puntando il
dito anche sulla moltiplicazione di cattedre e di posti per professori.
"Di tutto questo ? ha precisato ? non ha certo colpa il governo Berlusconi
che, anzi, è il primo governo che vuole mettere in ordine una situazione che è
sfuggita di mano". E ANCORA critiche da parte del ministro, stavolta alla
stampa: "I mass media danno moltissimo spazio a proteste che coinvolgono
qualche migliaio di persone mentre ci sono decine di migliaia di ragazzi che
continuano a studiare a casa e a frequentare i corsi. Mi pare, dunque ? ha
proseguito ? come dimostrano gli scontri di martedì, che alcuni non facciano
esercizio di democrazia ma di prepotenza. Sono inoltre indignata per la notizia
di oggi (ieri, ndr) che in molte scuole e università alcuni gruppi minoritari
impediranno ai ragazzi di studiare non consentendo loro di entrare a scuola o
in facoltà". LA PROPOSTA di riforma dell'università è pronta, ma sarà
presentata nelle prossime settimane, dopo la conversione del decreto sulla
scuola. La Gelmini ha aggiunto di essere disponibile ad affrontare il problema
dei precari, ma "le risorse sono limitate e il loro numero
gigantesco".
( da
"Giorno, Il (Milano)" del 23-10-2008)
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PRIMO PIANO pag. 6
Annozero, no dei presidi A Bologna si va in piazza ? BOLOGNA ? I PRESIDI delle
scuole elementari di Bologna chiudono la porta in faccia alle telecamere di
Annozero, la trasmissione televisiva condotta da Michele Santoro (foto
LaPresse), in onda stasera su Rai 2. La squadra di Santoro voleva trasmettere
da uno degli istituti bolognesi capofila della protesta anti-Gelmini, ma "molti presidi di Bologna
hanno detto di no", spiega Marzia Mascagni, insegnante delle elementari
Longhena e responsabile scuola del Prc di Bologna. "Forse faremo il
collegamento da piazza Maggiore, ma informazioni più precise le avrò dopo aver
parlato con i giornalisti di Annozero", aggiunge Mascagni.
( da
"Giorno, Il (Milano)" del 23-10-2008)
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PRIMO PIANO pag. 3 La
linea Maroni "Tutelare tutti evitando scontri" OGGI TAVOLO TECNICO ?
ROMA ? UN FULMINE a ciel sereno. Che arriva quando Maroni è a pranzo con Bossi
e Fini a Montecitorio: la patata bollente entra nel menù, tra la sorpresa dei
commensali. Irrituale anche la convocazione per annuncio pubblico a Palazzo
Chigi del ministro dell'Interno, senza contare che ogni decisione operativa
sull'uso della polizia ? evocato dal premier per impedire le occupazioni
studentesche ? spetta al Viminale. Glielo ricorda il Pd con Marco Minniti
("l'autorità di pubblica sicurezza è Maroni non Berlusconi") e la dichiarazione
suona come un avvertimento alle orecchie del leghista che finora ha avuto un
rapporto civile con il centrosinistra. Peraltro: il pugno di ferro esibito dal
Cavaliere sembra aver spiazzato un po' tutti. Persino il ministro Gelmini, assicurano, non sapeva che l'avrebbe
esibito. Figuriamoci il resto del centrodestra, dove ? a cominciare dallo
stesso Fini ? c'è chi teme che la scintilla possa scatenare un incendio.
"NON C'È un salotto conversativo intenso nel governo", ammette il
ministro Rotondi. Che però avverte: "Bisogna scoraggiare gli abusi, ma ci
andremo piano e non ci sarà nessuno scontro come non ci fu nel '68 quando
l'allora ministro degli interni Restivo (Dc) disse che lo Stato non avrebbe
permesso l'occupazione dell'Università". Di certo, c'è che l'enuncio
politico non è facile da tradurre in atti concreti come fa notare Maroni al
premier quando ? alle cinque del pomeriggio ? lo incontra in compagnia del suo
vice Mantovano. L'invito è ad andare con i piedi di piombo, a ragionarci su:
soprattutto, in una situazione come quella attuale in cui Napolitano da un lato
e, dall'altro, il presidente della Cei Bagnasco invitano alla moderazione e al
confronto. Raccontano che, durante il colloquio, il premier avrebbe utilizzato
toni più sfumati: voglio che sia garantito il diritto allo studio, il metodo lo
scegli tu, avrebbe detto a Maroni. Modi sicuramente diversi da quelli esibiti
nella sala stampa di Palazzo Chigi. Nel suo ragionamento il capo del governo
sarebbe partito da un presupposto: la maggioranza degli studenti ? oltre a
condividere i principi della la riforma ? vorrebbe partecipare alle lezioni.
Fermo restando il diritto a manifestare, la minoranza che impedisce ai più di
entrare nelle aule lede la loro libertà. "Bisogna trovare una soluzione".
Di qui, la decisione del Viminale di convocare una riunione tecnica per
valutare i rischi per la sicurezza connessi alle "eventuali forme di
violenza" legate alle proteste, predisporre contromisure e trovare una via
d'uscita che non danneggi nè chi protesta nè chi studia. Non arrivare allo
scontro, fanno notare le forze dell'ordine, è l'obiettivo primario. Antonella
Coppari.
( da
"Stampa, La" del 23-10-2008)
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Il docente Marco
Revelli, cattedra Scienza della Politica: "C'è il rischio effettivo che i
piccoli atenei come il nostro chiudano. Secondo la proposta Gelmini rimarranno 3 o 4 università di
eccellenza, con tasse elevate. E potranno accedervi solo i più abbienti. Si
aprirà ancora di più la forbice di mobilità sociale, che consente a studenti
appartenenti alle classi più povere di salire nella scala sociale".
( da
"Tempo, Il" del 23-10-2008)
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Stampa Due sono gli
errori oggi possibili di fronte all'infiammarsi ... Due sono gli errori oggi
possibili di fronte all'infiammarsi di scuole e università dove la protesta,
tanto vaga quanto velleitaria, si indirizza genericamente contro l'ultimo
tentativo di riforma del ministro Gelmini.
Il primo errore è di lasciar correre nell'indifferenza delle autorità
scolastiche, nel disordine delle strutture educative e nella riproposizione
retorica di vuote parole ribellistiche, spesso sconosciute agli stessi
dimostranti che le pronunziano. Il secondo errore è di ritenere che i confusi
movimenti sorti in questi giorni possano essere affrontati come questioni di
ordine pubblico, al suono di manganellate più o meno energiche. Il lassismo e
la falsa tolleranza dell'illegalità sono l'altra faccia della repressione. è
per questo che bisogna maneggiare con cautela l'idea del presidente del
Consiglio di affrontare le eventuali occupazioni delle facoltà con la polizia.
Non perché non si debbano reprimere gli atti illegali, piccoli o grandi che
siano, e da chiunque commessi; ma perché le università come le chiese
dovrebbero rappresentare anche oggi dei santuari dove, fino al possibile,
l'ordine è mantenuto dai responsabili istituzionali - i sacerdoti nelle chiese
e i professori nelle scuole e università - senza l'intervento di uomini in
divisa a cui per legge è demandato il monopolio della forza. Con ciò non si
vuole affatto dire che occorre lasciare l'università in balia di se stessa, ed
avvenga quel che avvenga. segue a pag. 19.
( da
"Tempo, Il" del 23-10-2008)
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Scuola
Stampa Di fronte alle
agitazioni nelle scuole e nelle università, ... Di fronte alle agitazioni nelle
scuole e nelle università, il governo ha deciso di attuare la linea dura.
Berlusconi annuncia che userà la polizia contro le occupazioni, "per
garantire l'ordine e consentire a chi vuole studiare di poterlo fare". Il
Pd attacca il premier. "Spero ci sia ancora la possibilità di
dissentire", sottolinea Veltroni. Mentre il ministro Gelmini passa al contrattacco e critica
l'opposizione: "Prima sono rimasti zitti e adesso vanno in piazza".
Ma si moltiplicano le iniziative di sostegno alla sua riforma. Della Pasqua,
Dell'Orefice e Poggi alle pag. 2, 3, 5 e 6.
( da
"Stampa, La" del 23-10-2008)
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SCUOLA. NUOVE
INIZIATIVE Seimila firme contro il decreto Gelmini
Oggi alle 8 previsto sit-in di un'ora davanti all'Itis Giovedì
( da
"Centro, Il" del 23-10-2008)
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Scuola, dilaga la
protesta. Occupazioni a Lanciano, corteo all'Aquila "Polizia negli
atenei" Da Berlusconi linea dura, insorge il Pd ROMA. "Non
permetteremo che vengano occupate scuole e università, faremo intervenire la
polizia". Silvio Berlusconi usa parole contro la protesta contro la
riforma Gelmini che dilaga ormai in
tutta Italia, con manifestazioni e cortei anche in Abruzzo, a Lanciano e
all'Aquila. E le parole del premier contro i manifestanti non fermano le
occupazioni, che anzi si intensificano e fanno dire a Veltroni: "Il capo
del governo soffia sul fuoco, proteste così ampie e diffuse dovrebbero portare
il governo a ritirare il decreto". Interviene anche il Presidente della
Repubblica. Serve il confronto, dice Napolitano. (Alle pagine 5, 6, 7, 27 e
53).
( da
"Nuova Venezia, La" del 23-10-2008)
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Sale la protesta in
tutta Italia. Il premier: "Manderò le forze dell'ordine". Assemblee
con i rettori a Ca' Foscari e Iuav Gli studenti sfidano Berlusconi A Mestre
occupato il Franchetti, oggi il fronte si sposta a Venezia VENEZIA. Monta in
tutta Italia la protesta della scuola contro la riforma Gelmini. Ieri il liceo Franchetti di Mestre è stato occupato da
una settantina di ragazzi (foto); oggi sono in programma a Venezia cortei,
assemblee e sit-in. Si mobilitano anche le università veneziane con i
rispettivi rettori. E' una sfida a Berlusconi, che avverte: "Contro le
occupazioni faremo intervenire le forze dell'ordine". ALLE PAGINE 3, 4 E
5.
( da
"Nuova Venezia, La" del 23-10-2008)
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IL CASO SCUOLA LA
BRUTALITà DEL GOVERNO GIANFRANCO BETTIN L'ex insegnante Luciana Littizzetto lo
ha detto da par suo. A proposito del decreto Gelmini
(una riforma per decreto!), non stiamo tanto parlando di una riforma della
scuola: stiamo "solo" parlando di avere meno scuola. Meno insegnanti,
meno ore di lezione, meno ricerca e così via. Un taglio che basterebbe a
motivare mobilitazioni come quelle in corso da giorni in tutto il Paese, dalle
elementari alle università, e certo la Gelmini ha fatto da catalizzatore
dell'energia che, inattesa da molti, sta alzando l'onda di protesta contro la
quale giusto ieri Berlusconi ha minacciato di far intervenire la polizia.
Un'uscita che rischia, in realtà, di aumentare la tensione, mentre ci sarebbe
bisogno di aprire un vero confronto per progettare davvero una riforma
condivisa dalle componenti fondamentali (altro che decreto!). Detto ciò, è
evidente che il confronto in atto sulla scuola è un episodio, pur cruciale, di
una vicenda più grande, in cui visioni diverse si scontrano non solo su ciò che
attiene a grembiuli, orari, insegnanti. SEGUE A PAGINA 10.
( da
"Mattino di Padova, Il" del 23-10-2008)
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Prima Pagina Alt alla
Gelmini, l'università si ferma Stop di
tre ore alle lezioni, assemblee in facoltà. E domani famiglie in piazza PADOVA.
L'università si ferma questa mattina tre ore, dalle 10 alle 13, per dire no
alla riforma Gelmini, sintetizzata nella
legge 133 approvata dalla Camera e ora attesa al vaglio del Senato. In attesa
dello sciopero generale della scuola, proclamato dai sindacati per giovedì
prossimo, oggi stop, dunque, alle lezioni e assemblee nelle facoltà, con gli
studenti e i docenti uniti nella protesta. Gli istituti sono in trincea, in
tutto il Paese, contro questa proclamata riforma che in realtà ridimensiona
drasticamente la didattica pubblica. E domani scenderà in piazza il Comitato
genitori-insegnanti no-Gelmini. ALLE PAGINE 6, 7, 18 E 19.
( da
"Mattino di Padova, Il" del 23-10-2008)
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Cronaca ISTITUTI IN
TRINCEA "Alt alla riforma Gelmini
con barricate creative" Oggi presÍdi alle entrate delle superiori, alunne
in nero vestite a lutto Domani festa in piazza di genitori e insegnanti Al
Senato è partito ieri l'esame del decreto-legge sull'istruzione pubblica già passato
alla Camera, nel mondo della scuola monta la protesta e da oggi si prospetta un
fine-settimana di fuoco anche a Padova. "Occuperemo le entrate degli
istituti per sbarrare la strada alla riforma Gelmini e ai relativi tagli
previsti al sistema scolastico": l'appello della Rete nazionale degli
studenti a ribellarsi con scioperi "creativi", assemblee e sit-in è
stato immediatamente accolto dalla delegazione locale, che oggi farà
sbandierare grandi striscioni dalle finestre di Tito Livio, Cornaro, Duca D'Aosta,
Scalcerle e Galilei di Selvazzano. "Al Livio e al Fermi - annuncia
Margherita Colonnello, coordinatrice della Rete - faremo anche volantinaggio.
Al Ruzza le studentesse vestiranno a lutto, indossando tutte abiti neri".
Ma non è finita qui: "Il prossimo giovedì 30 ottobre marceremo assieme ai
sindacati su Roma per prendere parte allo sciopero generale della scuola
indetto per bloccare la riforma. Le adesioni da parte nostra sono finora giunte
a quota cinquanta". Domani sarà invece la volta del Comitato
genitori-insegnati no-Gelmini: da metà pomeriggio, piazza dei Signori sarà
teatro di un'iniziativa volta a sensibilizzare tutta la cittadinanza a sostegno
della causa della scuola pubblica. L'approccio non bellicoso della creatività
come chiave di lettura prescelta per contrastare il decreto legge 137 non
cambia: "In programma - spiega la portavoce Stefania Donegà - una festa
con spettacoli teatrali e musicali, danze, laboratori e maxi-merenda per i più
piccoli". Gli adulti saranno invitati a siglare con una firma un
"no" deciso alla "scure del ministro che colpisce principalmente
l'istruzione elementare, stravolgendone l'attuale organigramma e senza
esplicitare un nuovo, eventuale modello pedagogico". A mobilitarsi con
astensioni dalle lezioni e occupazioni sono anche Federazione giovanile veneta
dei Comunisti italiani, Psychology group di Padova e Associazione patavina
studenti universitari. Il 17 novembre, giornata mondiale per il diritto allo
studio, mobilitazione regionale di Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda. A destra, a
spalleggiare gli studenti anche Forza Nuova: il coordinatore nazionale Paolo
Caratossidis dichiara che "se Berlusconi minaccia gli studenti, noi li
fiancheggeremo". (Morena Trolese).
( da
"Mattino di Padova, Il" del 23-10-2008)
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Scuola
Cronaca UNIVERSITA'
FERMA Stop di 3 ore alla didattica assemblee nelle facoltà Il Senato accademico
contro i provvedimenti del governo Lezioni in piazza per protesta L'università
si ferma questa mattina tre ore, dalle 10 alle 13, per dire no alla riforma Gelmini sintetizzata nella legge 133,
approvata dalla Camera e ora attesa dal 30 ottobre al vaglio del Senato: data
per la quale è già stato proclamato dai sindacati lo sciopero generale della
scuola. Uno "stop", quello odierno, che trova uniti gli studenti e le
massime istituzioni accademiche. E' venuto dal Senato del Bo, che nei giorni scorsi
ha approvato all'unanimità una nuova dura mozione contro i provvedimenti del
governo, l'invito ai présidi di tutte le 13 facoltà dell'ateneo a promuovere
per oggi assemblee con contemporanea sospensione dell'attività didattica. E
questa mattina i dibattiti sono in programma ovunque, con più di un
appuntamento per le facoltà maggiori come Ingegneria, Scienze e Psicologia. Il
Senato ha lanciato anche diverse altre iniziative per contrastare la
"manovra d'estate" (ispirata dai ministri Tremonti e Brunetta) e la
sua successiva traduzione in legge: che comprende pesanti tagli finanziari alle
università e alla ricerca, la limitazione del turnover per il personale sia
docente che tecnico-amministrativo, la possibilità per gli atenei di
trasformazione in fondazioni private, il decurtamento delle retribuzioni dei
dipendenti. L'organismo accademico ha invitato il rettore Vincenzo Milanesi a
inviare alle famiglie degli studenti una lettera che illustri le posizioni
critiche del Bo, e i docenti a discutere nelle aule gli aspetti negativi dei
provvedimenti, considerando anche l'opportunità di svolgere "lezioni in
piazza" per protesta. Da parte loro gli studenti, che nei giorni scorsi
avevano più volte pacificamente occupato il cortile del palazzo centrale, anche
ieri hanno organizzato assemblee autogestite per "prepararsi" agli
odierni appuntamenti ufficiali. L'incontro di Lettere e Filosofia al Liviano ha
dato luogo a una breve manifestazione pubblica nell'attigua piazzetta San
Nicolò. Una parte del movimento porterà oggi agli incontri nelle facoltà la
proposta di bloccare la didattica fino al 30 ottobre, e di organizzare una
manifestazione di ateneo. Non sembra invece trovare seguito, per ora, l'ipotesi
di procedere a occupazioni. Un'eventualità contro la quale si sono espressi i
rettori e in particolare quelli aderenti ad Aquis, l'associazione delle
università cui aderisce il Bo. (p. vig.) LE OPINIONI DEI LETTORI NEL SITO DEL
GIORNALE WWW.MATTINOPADOVA.IT.
( da
"Stampa, La" del 23-10-2008)
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Scuola
VENTIMIGLIAIL PD: LA
RIFORMA GELMINI RISCHIA DI CREARE PROBLEMI PER LE FAMIGLIE NELLE FRAZIONI
Scuole e viabilità, i nodi in Consiglio [FIRMA]LORENZA RAPINI VENTIMIGLIA Il
Partito democratico presenterà questa mattina due ordini del giorno da inserire
nel Consiglio comunale di stasera. Uno è dedicato al problema delle scuole a
rischio chiusura, l'altro al riutilizzo delle aree ferroviarie. Scuole Come
spiega il capogruppo del Pd, Domenico De Leo, le preoccupazioni non riguardano
tanto il merito della riforma Gelmini, ma soprattutto le ripercussioni che avrà
sulle famiglie. Osserva: "Durante gli ultimi anni i ventimigliesi hanno già
subito alcuni tagli di scuole frazionali, come quelle di Bevera, Gallardi, San
Bernardo e Varase. Oggi le nostre frazioni stanno però subendo un effetto
inverso allo spopolamento degli anni passati e vedono crescere gli abitanti. E
la zona franca probabilmente sarà un ulteriore rilancio". Secondo il
capogruppo di minoranza le assicurazioni verbali del sindaco sul futuro delle
scuole nei sobborghi non bastano. "Chiediamo - dice il consigliere - che
venga dato un segnale chiaro e che venga votato questo ordine del giorno
affinché il sindaco si attivi, con i mezzi a propria disposizione, per far
giungere a tutti gli organi istituzionali di ogni grado l'elevato allarme
sociale che regna tra i nostri concittadini". Già, perché De Leo punta il
dito non tanto sulle questioni più tecniche della riforma scolastica
prospettata dal ministro Gelmini, ma su quello che potrà succedere nei nuclei
familiari dove i genitori lavorano, magari all'estero, con i bambini che non
frequenteranno più il tempo pieno. Ferrovie L'ordine del giorno verte sulla
strada che verrà realizzata in alternativa all'Aurelia, da Nervia a Roverino.
Dice il consigliere provinciale Sergio Scibilia: "Il Pd presenterà, oltre
a un odg in Comune, anche uno in Provincia. Siamo favorevoli a una strada che possa
snellire il traffico sull'Aurelia. Ma ricordiamo che quel percorso verrebbe
creato dove oggi ci sono binari e dove sorgono i servizi di lavatura dei mezzi.
Riflettiamo sul fatto che Ventimiglia tra pochi anni, quando sarà ultimato il
raddoppio ferroviario, diventerà nuovamente un capolinea importante".
L'intervento proporrà quindi di spostare le attività di pulitura e di lavoro
sui convogli al parco ferroviario del Roja, che tra l'altro rientra nella zona
franca urbana. "Condividiamo la scelta di questa viabilità con Comune e
Regione - conclude il consigliere provinciale del Pd - ma è necessario pensare
oggi ad una ricollocazione dei servizi che verranno cancellati con il nuovo
assetto sulle zone ferroviarie. Altrimenti, un domani sarà troppo tardi".
( da
"Centro, Il" del 23-10-2008)
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Scuola
LA RIFORMA
DELL'ISTRUZIONE Tagli, il "Marconi" in autogestione Oggi in Comune
assemblea dei genitori PESCARA. Un comitato cittadino per sviluppare nuove
forme di protesta contro la riforma della scuola proposta dal ministro Gelmini. Oggi alle 17,30, nella sala
consiliare del Comune, è in programma un'assemblea pubblica promossa dal
comitato genitori di via Benedetto Croce. Verranno affrontati i temi caldi
della contestata riforma, a partire da quello dei tagli e passando attraverso
l'abbassamento dell'età dell'obbligo scolastico. All'assemblea sono chiamati a
partecipare genitori, studenti, personale Ata, insegnanti e sindacati. Barbara
Magliani, in rappresentanza del comitato genitori, invita le famiglie a far
partecipare anche i figli che saranno intrattenuti da alcuni animatori. Lo
slogan scelto dal comitato è "Più si taglia, più si raglia". Nel
corso dell'incontro verranno stabilite nuove forme di mobilitazione. Sullo
stesso fronte sono impegnati anche gli studenti delle superiori. Ieri gli
iscritti dell'istituto "Marconi" hanno deciso di occupare gli spazi
della scuola e di autogestire le lezioni dalla quarta alla sesta ora "per
ricordare e pretendere la serietà all'interno dell'istruzione scolastica".
Gli studenti ringraziano il dirigente scolastico Rosanna Baldari e gli
assistenti tecnici dell'istituto.
( da
"Stampa, La" del 23-10-2008)
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Scuola
A MORIONDO IL SINDACO
E' FURIOSO il caso La protesta nelle elementari del Chierese IN PERICOLO
"I nostri bambini emigranti dell'istruzione" In molti Comuni non si
raggiungono quei 50 allievi previsti dalla riforma Anche in collina scuole a
rischio di soppressione ANTONELLA PEROTTI Pavarolo, Arignano Moncucco fuori dai
nuovi criteri CHIERI Giovanni il furioso. Il sindaco di Moriondo Torinese,
Giovanni Vergnano, in questi giorni è stato sommerso dalle telefonate dei
genitori preoccupati per la chiusura delle piccole scuole. Quanti iscritti
avete? "Quest'anno arriviamo a 32 allievi alle elementari e 31 alla
materna. Che cosa vogliamo fare? Cancellare un servizio primario come la scuola
elementare? Nel caso di una chiusura dove andranno? Castelnuovo è già in
sofferenza e non ci sono strutture che potrebbero riceverli. Trasformiamo i
nostri bambini in un popolo di emigranti dell'istruzione, un anno da una parte,
l' anno successivo chissà?". Non è possibile organizzare un servizio verso
altre scuole più grandi, magari a Chieri? "Già oggi è difficile organizzare
il trasporto dalle borgate fino al centro di Moriondo, figuriamoci se dovessimo
predisporre un altro scuolabus: con i tagli dell'Ici un Comune piccolo come il
nostro non riesce a far fronte ai costi. Abbiamo un nuovo piano piano
regolatore per altri 1000 abitanti, ed è pronto il progetto per il nuovo
edificio scolastico, ma se chiudono un servizio come le scuola è carta
straccia, nessuno verrà ad abitare a Moriondo". \ La Riforma Gelmini rischia di cancellare le scuole della
collina torinese: Montaldo e Moriondo sembrano pronte a capitolare, Pavarolo,
Arignano, Moncucco rientrano nelle "liste di proscrizione". La
Riforma, infatti, prevede la chiusura delle scuole sotto i 50 allievi -
( da
"Adige, L'" del 23-10-2008)
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Scuola
ROMA - È cominciato
nell'aula del Senato l'esame del contestato decreto legge Gelmini sulla scuola, alla presenza del
ministro. Prima dell'avvio della discussione generale bisognerà votare le otto
pregiudiziali di costituzionalità presentate dall'opposizione. Solo dopo che
sarà superato questo scoglio si avvierà il dibattito generale che dovrebbe
prendere il via oggi. Dopo ci sarà la votazione dei 250 emendamenti e i 45 odg
ripresentati in aula dall'opposizione. Per l'esame degli emendamenti, tutti
presentati dall'opposizione, sono previste votazioni tra giovedì e martedì
della prossima settimana in modo da poter dare il voto finale sul decreto, che
scade il 31 ottobre, mercoledì 29 ottobre. L'esame in Commissione si è fermato
all'articolo 4, quello che riguarda la contestata figura del maestro unico.
Prima che cominciasse l'illustrazione delle otto pregiudiziali, si è svolto un
breve dibattito, sollecitato dalla capogruppo del Pd, Finocchiaro, sulle frasi
del premier che, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi, aveva minacciato
l'uso delle forze di polizia. 23/10/2008.
( da
"Adige, L'" del 23-10-2008)
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Scuola
Neri inscenato dagli
universitari a Bari; assemblea di studenti universitari e medi all'Orientale di
Napoli per la quale è stata decisa l'occupazione; ancora occupazioni delle
facoltà umanistiche a Torino ROMA - Il dipartimento di Fisica de La Sapienza sbarrato
con i lucchetti; un lungo corteo funebre (come salma, ovviamente, l'università
pubblica) con tanto di ceri, fiori e scialli neri inscenato dagli universitari
a Bari; assemblea di studenti universitari e medi all'Orientale di Napoli per
la quale è stata decisa l'occupazione; ancora occupazioni delle facoltà
umanistiche a Torino... e tante, tante altre iniziative di protesta in tutta
Italia, dalle scuole elementari all'università. La rivolta contro i tagli dei
finanziamenti agli atenei e contro la riforma Gelmini
che ripristina il maestro unico continua. Continua anche mentre a Palazzo Chigi
il premier Berlusconi, e il ministro dell'Istruzione, Gelmini, sfoderano il pugno duro: non arretreremo di un
millimetro, andremo avanti nella direzione lungamente meditata, non
permetteremo che pochi contestatori - perchè sono pochi, assicura Berlusconi, e
dietro di loro, incalza il ministro Gelmini, c'è la regia della sinistra e dei
centri sociali - tengano in ostaggio i tanti, tantissimi che vogliono studiare.
E ancora, non solo non saranno permesse occupazioni (che siano di università o
di licei) ma i contestatori stiano attenti perchè le forze dell'ordine sono
pronte a intervenire. "Le parole del presidente del Consiglio sono molto
gravi e possono avere delle conseguenze - replica Veltroni -. L'impressione è
che voglia soffiare sul fuoco invece che sforzarsi di garantire l'unità del
Paese, cosa che un presidente del Consiglio non deve fare". E proprio ieri
al Viminale è stata convocata una riunione tecnica "per garantire i
diritti di tutti". Insomma, chi si aspettava che le manifestazioni di
questi giorni potessero indurre il Governo a qualche ripensamento si è
sbagliato di grosso. "L'ordine deve essere garantito. Lo Stato deve fare
il suo ruolo garantendo il diritto degli studenti che vogliono studiare di
entrare nelle classi e nelle aule" ha spiegato Berlusconi. Quanto ai
contenuti delle proteste, secondo premier e ministro, sono infondati: la tenuta
del tempo pieno è garantita - assicurano entrambi e rispondono con i numeri a
chi lo mette in dubbio: in 5 anni avremo quasi 6.000 classi in più con il tempo
pieno e sarà un tempo pieno "di qualità". Il maestro unico, o
prevalente, poi in classe non sarà solo: lo affiancheranno gli insegnanti di
lingua straniera, di religione e di informatica. Sul fronte degli atenei, il
ministro dell'Istruzione insiste nel pensare che i manifestanti abbiano le idee
confuse visto che - sostiene - "contestano un decreto che parla di scuola
e non di università". Loro però, quelli che sono scesi in piazza, puntano
l'indice su altro: il taglio delle risorse, l'ipotesi di trasformare le
università in fondazioni, il blocco del turn over. E sull'università il
ministro Gelmini attacca: "dal mondo universitario, professori e rettori -
dice - mi sarei aspettata un pò più di autocritica per come è stata gestita
l'università e per come è stata ridotta. Non c'è trasparenza nei bilanci. E per
questo ho già avviato controlli in 5 atenei, guarda caso quelli dove le
occupazioni sono più forti". Parole dure, forti, mitigate soltanto dalla
disponibilità al confronto: lo abbiamo fatto prima di varare i provvedimenti,
siamo pronti a farlo ora, ma - dice il ministro - stop alle
strumentalizzazioni. Un'apertura al dialogo che però non smorza l'indignazione
("Il governo - ha detto il segretario della Cgil Epifani - non può
ricorrere alle minacce"), dei leader dei no global ("Berlusconi? un
piccolo Putin" ha detto Casarini) e naturalmente dell'opposizione che
anche ieri durante il dibattito sul decreto Gelmini, ha parlato di "deriva
autoritaria". Reagiscono gli studenti, messi sul banco degli imputati:
"l'intimidazione non servirà a fermare la nostra lotta" assicura
l'Unione degli studenti e aggiunge che "le nostre azioni non sono semplici
provocazioni, ma sono strutturate in modo da essere costruttive, con lezioni
autogestite, momenti di didattica alternativa". 23/10/2008.
( da
"Stampaweb, La" del 23-10-2008)
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Scuola
MILANO Continuano in
tutto il Paese, nelle università come nei licei, le proteste contro la riforma
della scuola proposta dal ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini. I cancelli della Facoltà di Scienze
Politiche dell'Università degli Studi di Milano, ad esempio, sono stati
bloccati dagli studenti per un'ora, impedendo così l'ingresso a chi voleva
frequentare i corsi. Nessuna protesta da parte del centinaio di ragazzi
presenti all'esterno, dove sono stati appesi striscioni contro il ministro
dell'Istruzione Maria Stella Gelmini e il ministro dell'Economia Giulio
Tremonti. In mattinata, la mobilitazione contro i tagli all'Università prosegue
con gruppi di "libero sapere", che prepareranno le lezioni da tenere
domani all'aperto in piazza Duomo, e con il coinvolgimento di alcuni professori
disponibili a modificare i loro corsi per trattare temi di attualità, come ad
esempio, una lezione su "i 40 anni di fallimento dell'Università
pubblica" e "la paura e il controllo", oltre a uno
"sciopero della firma" in mattinata per quei corsi che prevedono
l'obbligo di frequenza. Nel pomeriggio, alle 14.30, gli studenti di Scienze
Politiche presenteranno un loro documento all'assemblea di Facoltà. La
mobilitazione continua anche in altre facoltà, atenei e scuole milanesi, ad
esempio con lezioni aperte nel pomeriggio all'Accademia di Belle Arti di Brera
e un'assemblea nella sede centrale della Statale in via Festa del Perdono. La
protesta non si ferma solo all'universtità e invade anche i licei: come
annunciato nei giorni scorsi dalla Rete degli Studenti, sono iniziate questa
mattina le occupazioni in scuole superiori di tutta Italia. In particolare a
Roma, a quanto risulta, sono stati occupati alcuni Licei come lo storico
classico Tasso o il periferico scientifico Malpighi La mobilitazione riguarda
anche il sud: in tutta la provincia di Cosenza stanno per partire i cortei per
manifestare contro il provvedimento del ministro dell'Istruzione e della
Ricerca. Sono previste manifestazioni nel capoluogo ma anche in molti altri
Comuni dove le scuole si sono organizzate per condividere la giornata di
protesta. Anche a Palermo proseguono le proteste: a Lettere il Consiglio di
facoltà ha approvato la sospensione per dieci giorni della didattica ordinaria
e la sostituzione con lezioni informative e attività culturali realizzate in
collaborazione con i docenti e ricercatori. L'obiettivo è informare studenti e
cittadinanza sui motivi della protesta. Oggi alle 16, presso l'Aula magna della
Facoltà, il primo incontro di approfondimento sulla legge 133. Nella altre
facoltà, dopo la sospensione di martedì, la didattica è ripresa, anche se
diversi studenti hanno disertato le lezioni. Intanto, Azione studentesca ha
annunciato per oggi alle 10 un sit in sotto la sede dell'Ufficio scolastico
provinciale di Palermo, in via Praga.
( da
"Corriere della Sera" del 23-10-2008)
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Corriere della Sera -
ROMA - sezione: Cronaca di Roma - data: 2008-10-23 num: - pag: 3 categoria:
REDAZIONALE La Sapienza: "Un'onda anomala" applaude la lettera di
Napolitano Guarini: mai fatto ricorso ad azioni di forza e non intendiamo farlo
Cresce il numero delle facoltà presidiate, oggi sit-in al Senato: "Creare
consapevolezza sugli effetti devastanti dei tagli" L'hanno ripetuto più
volte, gli studenti in mobilitazione della Sapienza: "Non abbiamo paura".
Nella terza assemblea d'ateneo, la parola d'ordine è "occupazione".
Ma "costruttiva ", per "creare consapevolezza sugli effetti
devastanti dei tagli all'università e alla ricerca ". Quattro facoltà,
Lettere, Fisica, Scienze Politiche e Chimica, hanno già trascorso la seconda
notte d'occupazione. Il dipartimento di Fisica è sbarrato con i lucchetti. Al
megafono qualcuno annuncia: "Ingegneria, c'è: occupiamo". E via via
le dichiarazioni d'intenti, si trasformano in proposte: Medicina, "è
uscita dal coma ", Economia è in "mobilitazione permanente",
Architettura, oggi, tiene la prima assemblea di facoltà, Giurisprudenza,
lunedì, decide nuove forme di protesta. Ancora: Psicologia, Sociologia e
Comunicazione. "Siamo un'onda anomala": è l'annuncio che si leva
dalla folla riunita sulla scalinata della facoltà di Lettere. Si lanciano
proposte e si attendono risposte, una in particolare che arriva, puntuale, alla
fine di una lunga giornata: quella del Presidente della Repubblica, Giorgio
Napolitano. Risponde punto per punto, il Presidente alla lettera consegnata
martedì da una delegazione di studenti, dottorandi e ricercatori della
Sapienza: "Non posso stare dalla parte del governo e delle sue scelte, nè
dalla parte opposta – si legge nella missiva – Ciò non significa che io mi senta
estraneo alle esigenze della scuola, della ricerca, dell'Università". Il
Presidente sottolinea la necessità di "investimenti nella ricerca che
dovrebbero costituire una priorità, anche nella allocazione delle risorse
pubbliche e private". Ma, aggiunge Napolitano, è "indispensabile che
su questi temi non si cristallizzi un clima di pura contrapposizione e ci si
apra all'ascolto reciproco". Una lunga lettera accolta con grande favore
dagli studenti in mobilitazione: il testo sarà letto a voce alta nelle singole facoltà
occupate. Come rimbalzerà di aula in aula, la nota resa pubblica dal Rettore
uscente Renato Guarini dopo il colloquio di un'ora avuto con una delegazione
degli studenti salita in rettorato, dopo l'ennesimo sit-in, per "ribadire
le ragioni della mobilitazione e delle occupazioni e chiedere una presa di
posizione sulla questione degli sgomberi". "Il Rettore – si legge
nella nota – fa presente che la libertà di espressione e l'autonomia delle
università deve essere rispettata e ricorda che nella tradizione delle
università europee, l'ingresso delle forze dell'ordine viene sempre autorizzata
dai Rettori ". "La Sapienza – conclude Guarini – anche nei momenti
più drammatici e di tensione, non ha mai ricorso ad azioni di forza e non
intende farlo nell'attuale situazione". L'assemblea degli studenti
ascolta. E non si scioglie prima di aver lanciato un nuovo appello:
l'"onda anomala", oggi alle 17, sarà al sit-in organizzato dagli
studenti delle scuole "per una protesta comune e contro l'approvazione del
decreto Gelmini". Le anime dei
saperi in mobilitazione, si incontrano alla Sapienza: anche un genitore della
scuola Iqbal Masih, Luca Mascini, interviene chiedendo agli studenti di
partecipare al sit-in. Per lui, applausi a non finire. Un corteo si muoverà,
alle 14, dalla città universitaria: "E il 7 e 14 novembre nuove
manifestazioni di concerto con le altre università italiane". In disparte,
c'è qualcuno che osserva con attenzione: Shaima e Imen, studentesse Erasmus
dalla Tunisia: "Non potremo partecipare, ma siamo con gli studenti ".
Simona De Santis.
( da
"Corriere della Sera" del 23-10-2008)
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ROMA - sezione: Cronaca di Roma - data: 2008-10-23 num: - pag: 2 categoria:
REDAZIONALE Farnese Coinvolti liceali e universitari. Domani a Montecitorio
Fisica, esperimenti in piazza Oltre alle lavagne, nelle lezioni di protesta
organizzate dal dipartimento di Fisica della Sapienza contro i tagli alla
ricerca, ieri i fisici hanno portato in piazza gli esperimenti. Intanto, nelle
lezioni di analisi matematica, le lavagne sistemate a piazza Farnese si sono
riempite di equazioni che hanno tradotto il decreto Gelmini in un modello matematico davanti agli studenti che
hanno seguito la lezione seduti a terra. "Il modello - ha spiegato uno
studente - mostra le conseguenze che il decreto potrà avere a lungo termine e
indica che, con il ritmo di tagli previsto dalla legge 133 e nessun nuovo
finanziamento, l'attività di ricerca tenderà a zero e che questo si rifletterà
anche sull'economia italiana. In entrambi i casi risulta una tendenza di
crescita negativa". Nel pomeriggio invece il direttore del dipartimento di
Fisica della Sapienza, Giancarlo Ruocco e il presidente del Consiglio di corso
di laurea, Egidio Longo hanno portato in piazza un giroscopio, dal diametro di
circa un metro, più o meno come una ruota di bicicletta, che gira attorno a un
asse: quando la ruota è in movimento, il suo asse tende a opporsi a ogni
tentativo di cambiare il suo orientamento. Le lezioni proseguiranno anche
domani quando a piazza Montecitorio uno dei più eminenti fisici italiani,
Giorgio Parisi, terrà una lezione di meccanica statistica. Esperimenti
all'aperto, fatti dagli studenti e dedicati ai bambini, in programma anche
domenica 26 ottobre negli spazi aperti della Sapienza.
( da
"Corriere della Sera" del 23-10-2008)
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ROMA - sezione: Cronaca di Roma - data: 2008-10-23 num: - pag: 2 categoria:
REDAZIONALE Superiori Assemblee e attività didattiche autogestite Occupato il
Tasso Dilaga la protesta La novità: "Stavolta i prof sono con noi"
Lavagne all'aperto Un momento delle lezioni in piazza Farnese (foto Jpeg)
Occupati anche il Nomentano e il De Chirico. Oggi assemblea straordinaria al
Fermi e al Gullace Si allarga la protesta degli studenti con cortei, sit-in,
lezioni alternative e blocco della didattica. Dopo Mamiani, Majorana e
Nomentano, ieri è stato occupato il Tasso di via Sicilia. L'assemblea degli
studenti era già programmata da tempo come la tentazione di occupare aleggiava da
giorni sul prestigioso istituto classico che dopo la direzione ventennale del
preside Achille Acciavatti, nel settembre scorso è passato sotto la guida di
Maria Letizia Terrinone, ex dirigente dell' artistico di via Ripetta.
"L'assemblea si era riunita per programmare azioni contro il decreto Gelmini racconta Antonio dei collettivi -
poi, in risposta alle dichiarazioni di Berlusconi su possibili azioni
repressive nelle scuole, l'assemblea ha votato l'occupazione: 800 voti
favorevoli e 250 contrari. Questa volta abbiamo al nostro fianco i professori
con cui c'è un atteggiamento collaborativo e pensiamo di organizzare
mobilitazioni comuni - prosegue Antonio - anche se la preside non può
appoggiare l'occupazione e ha dovuto comunicare la nostra presenza nell'istituto
alle forze dell'ordine". Intanto in forme diverse e creative, dilaga per
la città il "no" all'ennesima riforma e ai suoi contestati tagli.
Occupata la sede del liceo Nomentano a Talenti e del De Chirico nel X
Municipio. Oggi è in programma un'assemblea straordinaria al Fermi e al
Gullace, domani al Colonna e all'Aristotele. Gli studenti del liceo Augusto e
del Cristoforo Colombo insieme ad alcuni insegnanti hanno tentato ieri di fare
lezione in piazza Montecitorio. Bloccati dalla polizia, hanno proseguito in
corteo fino a piazza Farnese dove si sono uniti agli universitari di fisica che
seguivano un seminario on air. Al Pasteur di Monte Mario continua il blocco
della didattica con la proposta di gruppi di studio alternativi e domani è
previsto un corteo per coinvolgere altre scuole del territorio. "Creeremo
occasioni per continuare a "fare scuola a nostro modo" con attività
culturali - spiega Stefano Vitale, portavoce dell'Uds (Unione degli studenti).
Si discuterà di mafia, politica, letteratura, cinema, a dimostrazione che la
stragrande maggioranza degli studenti non vuole perdere tempo, ma costruire una
scuola migliore". Intanto, sia il liceo Giulio Cesare che il Giordano
Bruno, tramite la voce dei loro rappresentanti studenteschi (rispettivamente Lorenzo
Campanella e Giuseppe Piantedosi) hanno smentito le dichiarazioni
dell'organizzazione di estrema destra Blocco Studentesco sulla loro
partecipazione alle manifestazioni organizzate in queste giorni definendo tali
affermazioni "solo un tentativo di mistificazione e
strumentalizzazione". Il presidente della Consulta provinciale degli
studenti Andrea Moi (Azione studentesca) ha invece denunciato di essere
"stato spintonato da un professore davanti al liceo Russel " mentre
distribuiva volantini. Mobilitazioni infine anche in Provincia con
l'autogestione al Marco Polo di Monterotondo, le assemblee al Touchek di
Grottaferrata, al Joice di Ariccia e all'Istituto d'arte di Marino. Al
Buonarroti di Frascati occupate entrambe le sedi del liceo. Flavia Fiorentino.
( da
"Corriere della Sera" del 23-10-2008)
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NAZIONALE - sezione: Lettere al Corriere - data: 2008-10-23 num: - pag: 43
categoria: BREVI NEL NOSTRO PAESE Collegamenti Internet Caro Romano, ho sentito
dire che in Italia c'è una legge che impedisce i collegamenti Internet nei
luoghi pubblici. Mi hanno detto anche dagli hotel, al che naturalmente non ho
creduto. Dappertutto, anche nella più profonda Amazzonia, hotel e pousadas
offrono collegamenti e l'uso dei pc gratis o a modesto pagamento, ma sempre
disponibili. Qui a Rio l'intera spiaggia di Copacabana offre il collegamento,
rapido e gratuito, indistintamente a tutti. Nella maggior parte degli aeroporti
in tutto il mondo, questo collegamento è possibile. Mi sono rifiutato di
credere che in Italia sia in vigore una proibizione simile. Ci sarebbe da
provarne troppa vergogna. Piero Bondi pierobondi@terra.com.br Mi servo
abitualmente di Internet negli aerei, nei treni e negli alberghi. Può smentire.
ELEZIONI EUROPEE Le preferenze Caro Romano, ho letto nel suo articolo
"Elezioni senza preferenze per il Parlamento europeo" questa frase:
"Vi sono inoltre circoscrizioni elettorali soprattutto al Sud in cui il
voto di preferenza può essere gestito e manipolato con grande efficacia".
Questa vorrebbe essere una ragione contro le preferenze elettorali. Se si
comincia a ragionare così, si dovrebbero sospendere anche le opere pubbliche e
qualsiasi investimento al Sud e oggi pure al Nord e Centro, stando a quanto si
legge sulle ramificazioni. A me questo pare un argomento debole e pericoloso.
Angelo Capparelli angelocapparelli@ cappareli.it Ho detto soprattutto al Sud,
ma sono convinto che anche in altre parti del Paese la caccia al voto di
preferenza abbia effetti clientelari. In una recente intervista radiofonica
Sergio Cofferati, ora sindaco di Bologna, ha detto, se ho ben capito il suo
pensiero, che le primarie per la scelta dei candidati gli sembrano più
importanti dei voti di preferenza. Credo che abbia ragione. CITTADINI IN
DIFFICOLTà Urgono provvedimenti Il governo si preoccupa giustamente
dell'impatto che la crisi economica, causata dai subprime americani, ha su
banche e industria, ma non si preoccupa minimamente della situazione dei
cittadini a reddito fisso. Per questa categoria, stipendiati e pensionati, il
potere d'acquisto è in continuo calo, ma non si sente parlare di provvedimenti
da introdurre per consentirne almeno un parziale recupero. Come si può pensare
che in queste condizioni l'economia in Italia possa riprendersi quando gran
parte dei cittadini dispongono di redditi che a mala pena gli permettono solo
gli acquisti di generi di prima necessità? Virginio Zanardelli Comerio (Va)
TASSO EURIBOR Banche e clienti Dopo aver toccato il suo massimo storico a 5,4%
circa (8 e 9 ottobre), in questi giorni la scadenza a tre mesi del tasso
Euribor è scesa al 4,9%. Ma se per le banche il denaro costa meno, ho seri
dubbi che allo stesso tempo lo sia per quello prestato dalle banche ai propri
clienti. Decimo Pilotto Tombolo (Pd) RICHIESTI DALL'ENEL I dati catastali Con
la bolletta dell'Enel ho ricevuto la richiesta di dichiarazione dei dati
catastali identificativi dell'immobile presso cui è attivata la fornitura di
energia elettrica. Per quale motivo vengono chiesti dei dati facilmente
reperibili negli uffici preposti? Non è un modo per far lavorare le Poste
italiane? Chi chiede i dati ha pensato alle difficoltà che crea a tutte quelle
persone anziane che non sanno dove andare a reperire i dati richiesti? Antonio
D'Orsi suadsegr@ barti.esercito.difesa.it CONTRO IL "GIRO DI VITE"
Proteste inspiegabili In Italia prima ci si lamenta della nostra minima
attitudine ad essere rigorosi, ad osservare leggi e norme, si biasima la
tendenza prettamente italica a cercare sempre la scappatoia per aggirare ogni
divieto. Poi quando i ministri Brunetta e Gelmini
intendono assicurare ai propri dicasteri una decisa inversione di rotta, con
maggior rigore e severità, apriti cielo! Critiche a non finire, cortei e
manifestazioni contro il "giro di vite" anti assenteismo, lassismo e
scarsa efficienza. Siamo proprio incorreggibili! Mauro Luglio Monfalcone (Go)
TAGLI ALLA SCUOLA Calcolo assai semplice Cercando di informarmi sulla legge 133
di cui si parla dappertutto, un politico di massima importanza sostiene che non
si compie un "taglio delle risorse" quando si impedisce di sostituire
i pensionati con nuovi lavoratori. Ora, la politica è fatta di parole, ma basta
pensarci un momento: se prima ho 10 insegnanti e 3 vanno in pensione, quanti
insegnanti mi restano? Non so se è un taglio, di sicuro è una riduzione del
numero di persone che lavorano nel settore. Simone Secchi Dipart. di Matematica
e Applicazioni, Università di Milano-Bicocca TELEFONATE PUBBLICITARIE Messaggi
preregistrati All'ora di pranzo sono stato raggiunto da una telefonata
pubblicitaria con la quale Poste Italiane mi proponeva non so più quale serie
di servizi vantaggiosi. Sono telefonate in genere non gradite, ma questa aveva
una particolarità del tutto irritante: si trattava di un messaggio
preregistrato della durata di circa un minuto. E' una totale mancanza di
rispetto: neppure la decenza di una persona che parla con chi risponde al telefono.
Enrico Cattaneo enricocat@hotmail.com SUPERENALOTTO Un tetto alle vincite Il
Superenalotto mette in palio una cifra veramente notevole. Non sarebbe più
saggio porre un tetto per le vincite alle lotterie? Anche se di soli 5 0 7 o 10
mln di euro non credo che la gente li snobberebbe e quindi si ridurrebbero le
giocate. Ignazio Bertullio bertullio.ig@tiscali.it.
( da
"Corriere del Veneto" del 23-10-2008)
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Corriere del Veneto -
PADOVA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2008-10-23 num: - pag: 4 categoria:
REDAZIONALE Bocciati per un solo quattro o un cinque nella materia chiave
Autonomia scolastica, regole più rigide. Palumbo: "Si può fare" A
Mestre il caso del Foscari, a Venezia una bestemmia costa l'anno VENEZIA - Una
bestemmia in classe? Si rischia la bocciatura. Una occupazione? Si rischia
l'allontanamento dalla scuola anche fino alla fine dell'anno scolastico. Lo
stesso vale per chi usa il cellulare nelle ore proibite. Va meglio a chi verrà
pizzicato alla macchinetta del caffè fuori orario o a chi fuma in luoghi non
consentiti: al massimo tre giorni di sospensione. Non siamo in Accademia militare
ma al Liceo Artistico Statale di Venezia, dove il consiglio d'istituto ha
adottato il 9 ottobre un rigido regolamento per le infrazioni più comuni, con
tanto di tabelle descrittive: per ogni infrazione c'è una sanzione che va dal
richiamo verbale alla bocciatura. Per contro gli studenti del Foscari Massari
di Mestre faranno bene a sgobbare: basterà una sola insufficienza grave (un
"4"), due non gravi ("5") o anche una sola nella materia
chiave, per non essere ammessi all'anno successivo. Il Liceo artistico è in
fermento, gli studenti hanno deciso di non prendere alcuna iniziativa, ma di
"studiarlo", anche attraverso un'assemblea delle ultime classi. Ma è
così in tutto il Veneto. Le nuove norme emanate dal ministero in materia di
regolamenti da adottare scuola per scuola e la nuova stagione di rigore, hanno
scatenato i consigli di istituto. C'è chi minaccia di bocciare per la
parolaccia e chi per un unico
( da
"Denaro, Il" del 23-10-2008)
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Napoli Orientale,
occupazione Sun, stop alle attività Occupazione dell'Università Orientale di
Napoli: è la decisione dell'assemblea indetta ieri mattina dai collettivi
universitari contro la riforma Gelmini
e i tagli alla ricerca scientifica. Il confronto con i docenti è durato più di
due ore e, secondo gli organizzatori, vi hanno preso parte circa 1500 studenti.
"La decisione è stata presa a maggioranza dall'assemblea, dopo il rifiuto
dei docenti ad attuare il blocco della didattica", fa sapere il portavoce
della rete dei dottorandi e dei ricercatori. Intanto, in una la mozione
approvata dal Senato Accademico e dal consiglio di amministrazione della
Seconda Università degli Studi di Napoli, si parla di stato di agitazione
permanente, assemblea generale, sospensione delle attività e sostegno pieno
alla mobilitazione in corso nelle altre università in Italia. "La legge
133/2008 - e' scritto nella mozione approvata dagli organi collegiali della Sun
- e le prime preoccupanti notizie sui contenuti della prossima Legge
Finanziaria sollevano pesanti interrogativi sul futuro delle Università
pubbliche. La totale mancanza di sensibilita' del Ministero verso le ripetute
istanze presentante da Crui e Cun, esprime una incomprensibile dicotomia tra il
mondo universitario e un'operazione meramente finanziaria, priva di ogni
progettualita'''. E' stato deliberato lo stato di agitazione permanente ''per
esigere che la prossima legge Finanziaria introduca misure di correzione degli effetti
negativi della legge 133/2008''. del 23-10-2008 num.
( da
"Resto del Carlino, Il (Ravenna)" del 23-10-2008)
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RAVENNA PRIMO PIANO
pag. 2 FI, fischi e applausi davanti alle scuole Dai ragazzi proteste e strette
di mano "SIAMO particolarmente soddisfatti della campagna di verità sul
decreto Gelmini che fino al termine
delle occupazioni sarà in atto all'ingresso delle scuole superiori della
città". I volontari di FI Pdl oggi saranno all'Istituto d'arte per il
mosaico e all'Olivetti. Ieri sono stati al Liceo artistico e allo Scientifico
dove, raccontano, "nonostante cori di scherno e qualche battibecco, hanno
contrastato il pensiero unico che una minoranza urlante pretende di instaurare
anche a Ravenna". "C'è anche ? dichiara il capogruppo Paolo Costa ?
chi ci ha applauditi e ci ha dato la mano". L'opposizione è decisa ad
andare avanti: "Anzi, poiché ci giungono informazioni su atti di
vandalismo nei confronti di alcuni insegnanti, desideriamo esprimere loro la
nostra incondizionata solidarietà. Molta meno ne esprimiamo a chi sta
annunciando ritorsioni nei confronti di studenti che non vengono visti impegnati
nell'opera di occupazione". FI ritiene infine "intollerabile che, in
nome di chissà quale necessità di 'non agitare gli animi' si permetta di
interrompere le lezioni, probabilmente per una decina o più di giorni, come se
nulla fosse. Per quale motivo la magistratura non agisce d'ufficio come sarebbe
suo dovere fare?".
( da
"Resto del Carlino, Il (Ravenna)" del 23-10-2008)
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RAVENNA PRIMO PIANO
pag. 2 stavolta viaggia anche su Internet Classico. E al Ginanni corsi di
recupero per chi non vuole saltare le lezioni GRUPPI di lavoro, controllo
serrato agli ingressi e continui contatti con le altre scuole. È il volto dell'occupazione
degli istituti superiori della città, quasi tutti sul piede di guerra contro il
decreto legge del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini. Un'occupazione convinta, ragionata e 'gentile'. Niente
eccessi e tanta organizzazione. "Certo non tutti gli studenti sanno perché
stiamo occupando, per questo tra le nostre priorità c'è l'informazione"
dicono i ragazzi. Rivendicano una totale autonomia politica e rifiutano
l'etichetta di "nostalgici del '68". Hanno giubbotti borchiati e borse
griffate, anfibi e ballerine, capelli corti e lunghi. Quasi una sfida a chi
vorrebbe incasellarli in categorie predefinite. Al Liceo classico si accede
dalla porta laterale, il controllo è affidato a due studenti. Una volta entrati
si deve firmare il registro. L'edificio è occupato parzialmente: un'ala per
ogni piano. Nei corridoi un gran via vai, secondo le firme ci saranno circa 700
ragazzi. La sala stampa è al piano terra. "Non potendo utilizzare l'aula
multimediale ? spiega Jessica ? ci siamo organizzati con i nostri 'portatili'.
Siamo collegati a Internet, così possiamo aggiornare il blog sulla scuola su
Myspace". Gli studenti qui si occupano della rassegna stampa, scrivono i
comunicati da inviare ai giornali, producono altro materiale informativo,
volantini. "Sabato ? continua Jessica ? alcuni di noi andranno al mercato
in piazza Sighinolfi a distribuirli". Hanno affidato le loro ragioni a un
breve documento nel quale esprimono "disappunto" verso la riforma
Gelmini, "un decreto che porterà il degrado della scuola pubblica con
tagli di cui noi studenti subiremo le dirette conseguenze". Fanno
riferimento al voto in condotta, alla riduzione delle ore, all'aumento degli
alunni per classe, ai tagli del personale. "Lo diceva Calamandrei 60 anni
fa, lo ribadiamo noi oggi: il primo passo verso la dittatura politica passa dal
degrado della scuola". Nell'aula a fianco alla sala stampa un altro gruppo
è al lavoro: sta mettendo a punto il programma dei prossimi giorni. È previsto
un incontro con gli operatori del Sert. Anche all'istituto tecnico commerciale
Ginanni, fresco di occupazione, gli studenti si sono divisi in gruppi: dalla
logistica all'organizzazione, dall'informazione alla sicurezza. "Vogliamo
che tutto sia 'perfetto', così da evitare anche il più piccolo danno" spiega
Keyvan Baharvand. "Lunedì ci siamo riuniti in assemblea ? racconta ? poi
abbiamo parlato con la nostra dirigente". Gli studenti erano divisi in due
liste: favorevoli e contrari. Ha vinto la maggioranza. "Il piano terra, il
primo e il secondo piano ? spiega ? sono occupati, anche se noi abbiamo deciso
di rimanere al piano terra. Gli uffici di segreteria al piano di sopra sono
aperti e al terzo gli insegnanti sono impegnati in corsi di recupero e attività
extracurriculari. Chi non è della nostra scuola non entra e abbiamo intenzione
di rimanere fino al 29, alla vigilia della manifestazione nazionale a
Roma". Benedetta Balzani è stata 'in missione' alle scuole medie.
"Abbiamo chiesto ai dirigenti ? dice ? di spiegare agli alunni le nostre
ragioni. Ci hanno detto che non era possibile, ma che avremmo potuto fare
volantinaggio all'esterno". Nel frattempo alla protesta si è unito
l'istituto per geometri Morigia anche se, spiega il dirigente Riccardo Masi,
"le classi quinte si sono dissociate e continuano a seguire regolarmente
le lezioni". Continua l'occupazione anche all'Istituto d'arte, dove ieri
sulla facciata sono apparsi nuovi striscioni, e al Liceo artistico. Così come
al Liceo scientifico dove questa mattina gli studenti incontreranno alcuni
esponenti del Teatro delle Albe e delle Donne in Nero. Con ogni probabilità
oggi inizierà l'occupazione anche all'Agrario, mentre gli studenti dell'Itis
Baldini rimarranno per protesta fuori dai cancelli. Ieri, a metà pomeriggio,
mentre a livello nazionale infuriavano le polemiche per l'annuncio del premier
Berlusconi di far intervenire le forze dell'ordine contro le occupazioni, le
scuole ravennati hanno risposto compatte: "Continueremo la nostra protesta
in maniera totalmente pacifica". Annamaria Corrado.
( da
"Resto del Carlino, Il (Cesena)" del 23-10-2008)
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CESENATICO pag. 9
SULLA RIFORMA della scuola del ministro Gelmini
tutti si affannano ... SULLA RIFORMA della scuola del ministro Gelmini tutti si affannano a dire la loro ma
il consigliere comunale FI-Pdl Roberto Buda dice che spesso si tratta di
banalità e falsità preconcette: "Sono genitore, docente e rappresentante
politico e mi sembra che nel merito delle novità introdotte dalla riforma ci
siano abbondanti falsità e tendenziosità. Per esempio sul tempo pieno: non è
affatto vero che venga tagliato ma in realtà aumenterà con la possibilità alle
famiglie di scegliere tra diverse tipologie orarie: dalle 24 ore settimanali
del maestro unico fino alle 40 ore del tempo pieno passando per le 27 ore
oppure le 30 ore". Sì, ma i tagli? "Nessun insegnante resterà a casa.
Il maestro unico, che entrerà in vigore dal prossimo anno a partire dalle
prime, sostituirà le tre maestre ora impegnate su due classi. Due maestre
invece che tre. Il maestro in più sarà impegnato nel tempo pieno, che quindi
sarà potenziato, o andrà a sostituire i maestri che andranno in pensione".
I critici dicono anche che un solo maestro creerà problemi didattici e
pedagogici. "Tutti noi siamo stati educati da una sola maestra e non
abbiamo avuto alcun problema. Occorre invece sottolineare che la scuola
italiana, si trova in difficoltà nonostante il modulo di più insegnanti per una
stessa classe, la preparazione dei ragazzi risulta insufficiente, soprattutto
nelle materie scientifiche. Invece di scioperare occorrerebbe al contrario
portare tranquillità all'ambiente scolastico lavorando per migliorarlo. Come
insegnante lo scorso anno mi sono dovuto confrontare con la riforma del
ministro Fioroni, che non condividevo, ma ho fatto di tutto perché venisse
applicata nel modo migliore. Gli slogan lanciati in questi giorni dagli
studenti in diverse piazze, appaiono strumentali e ridicoli. I sindacati,
invece di condurre battaglie di retroguardia, dovrebbero impegnarsi a
collaborare per il bene della scuola. Consiglio a tutti di leggere
personalmente il decreto Gelmini".
( da
"Resto del Carlino, Il (Rimini)" del 23-10-2008)
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BELLARIA E
VALMARECCHIA pag. 14 "Pronti ad azioni forti contro la scure sulle
scuole" VALMARECCHIA LA SCURE dei tagli si avvicina e la vallata insorge.
Giù le mani dalla scuola, è il grido che gli amministratori hanno alzato nei
confronti del decreto Gelmini, al
termine della riunione tenuta a Pesaro dall'assessore provinciale alla Pubblica
Istruzione Renzo Savelli. Contro l'accorpamento delle sedi distaccate con meno
di 50 alunni, ad eccezione delle scuole d'infanzia, Casteldelci, Maiolo,
Perticara di Novafeltria, Feltria, San Leo (ma anche Montecopiolo e Montegrimano)
porteranno un documento nei rispettivi consigli comunali, aperti alla
cittadinanza. Sindaci, vicesindaci e assessori sono pronti però anche ad azioni
dimostrative più forti, come una manifestazione pubblica per riconsegnare le
chiavi della scuola al Prefetto. "Se non c'è la scuola, sparisce anche la
speranza di crescita a di sviluppo per un paese ? commenta amara l'assessore
alla Scuola di Novafeltria, Maria Letizia Valli ? la scuola dopo la famiglia, è
il luogo educativo più importante". La legge 133 (art.64) e l'art. 3 della
Finanziaria però parlano chiaro: economizzare, parola che gli amministratori
dell'alta Valmarecchia traducono controvoglia in "tagliare". Sotto la
scure c'è la media di S. Agata e quella di San Leo (26 studenti), e le elementari
di Casteldelci (20 alunni in due pluriclassi), Maiolo e Perticara (41 bambini).
"I nostri istituti non possono chiudere. Questo significherebbe far morire
i piccoli comuni. Siamo in piena emergenza", protesta Francesco Sartini,
primo cittadino di Maiolo. "Perdere la scuola significa colpire a morte il
paese. È un provvedimento irrazionale, è così che si ferma lo spopolamento
della montagna?" rilancia il collega di Casteldelci Martina Brizzi. I
comuni devono inviare il loro piano entro il 7 novembre alla Provincia, la
quale girerà le proprie valutazioni alla regione a fine mese. Ma Pesaro
promette sostegno ai comuni interessati dai "tagli". m. c.
( da
"Nazione, La (La Spezia)" del 23-10-2008)
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CRONACA LA SPEZIA
pag. 7 Occupato il liceo scientifico Pacinotti SCUOLA IL VOTO DOPO L'ASSEMBLEA
L'ASSEMBLEA del Liceo scientifico "Pacinotti" della Spezia ha votato
l'occupazione del complesso scolastico. Su 700 studenti, hanno votato per
l'occupazione in 580. Per domani, venerdì, è stata decisa dai coordinamenti
studenteschi una grande iniziativa con corteo. In provincia si sono formati
comitati di genitori contro i decreti della Gelmini:
anche a Lerici è in programma per domani alle 17 un'assemblea aperta nella sala
del consiglio comunale. Sempre domani si terrà un'occupazione davanti alla
scuola storica della Pianta, dove è nato il tempo pieno spezzino. Il
consigliere comunale Luca Liguori è preoccupato. "Auspico che si apra un
confronto civile tra le parti. Chiederò che il sindaco intervenga convocando un
incontro con il Prefetto e i vertici delle forze dell'ordine". Il
coordinatore provinciale dei giovani di Forza Italia Giacomo Giampedrone è
pronto a a promuovere "una class action degli studenti se agli
universitari continuerà ad essere impedito il diritto di frequentare le
lezioni".
( da
"Resto del Carlino, Il (Modena)" del 23-10-2008)
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SASSUOLO, FORMIGINE,
FIORANO E MARANELLO pag. 16 ? FORMIGINE ? I GENITORI del distretto si
mobilitano per raccogliere firme ... ? FORMIGINE ? I GENITORI del distretto si
mobilitano per raccogliere firme contro la riforma della scuola. Lunedì in sala
della Loggia a Formigine si è tenuto un incontro organizzato dalle famiglie di
alunni che frequentano tutti gli ordini di scuola, da quella d'infanzia, alla
primaria, alle medie e superiori, per confrontarsi sulla riforma introdotta dal
decreto legge Gelmini. I genitori, più
preoccupati per il modello di scuola che si va a delineare con la riforma, si
sono mobilitati. Si sono riuniti per leggere e analizzare il corpus
programmatico di legge, per informarsi e discutere circa i temi che riguardano
maggiormente le famiglie. Durante l'assemblea,che ha visto la partecipazione di
quasi 200 persone, il dibattito è stato attivo e costruttivo: tanto da
impegnare molti genitori del comune di Formigine e dei comuni di Maranello e
Fiorano a elaborare un documento di rimostranze verso la riforma e a promuovere
una raccolta firme che proseguirà nei prossimi giorni in vari punti dei comuni,
dove verranno allestiti banchetti. I genitori organizzeranno a breve altri
momenti di dibattito per approfondire e divulgare l'argomento e sensibilizzare
la comunità. CHE IL TEMA fosse molto sentito lo dimostra il fatto che a causa
della grande affluenza molte famiglie non hanno potuto accedere alla Sala della
Loggia, dove la riunione è stata ripetuta il giorno successivo. Gloria Goldoni.
( da
"Nazione, La (Siena)" del 23-10-2008)
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CRONACA SIENA pag. 4
Dietro front: l'università restituisce i soldi MANIFESTAZIONE DEGLI
SPECIALIZZANDI TAGLIO DELLO STIPENDIO, BIGI SCENDE IN STRADA E SI SCUSA di
LAURA VALDESI "ARRIVANO gli ispettori". Gli sms con la novità del
giorno giungono in tarda mattinata al rettorato ma non scuotono più di tanto un
ambiente strapazzato da quindici giorni di bufera. Il ministero dell'Istruzione
si è attivato per fare chiarezza dopo un balletto di cifre tuttora irrisolto,
nel giorno in cui a Economia c'è un'occupazione "politica" da parte
degli studenti in totale dissenso con la legge 133 mentre a Scienze politiche
dopo una lunga assemblea con 400 partecipanti si è deciso a tarda sera, prima
di tornare al rettorato dove si è spostato alle 18 anche il consiglio della
facoltà di Lettere, di rinviare ad oggi la decisione sull'occupazione. I
giovani torneranno all'attacco per avere un'aula autogestita, ci sarà un sit-in
con volantinaggio in via Mattioli prima della mega manifestazione di protesta
nel pomeriggio con fiaccolata finale a cui ha aderito anche Rifondazione.
L'atmosfera dunque è incandescente nell'ambiente accademico, a maggiore ragione
dopo le dichiarazioni del ministro dell'Istruzione. Che denuncia la mancata
trasparenza dei bilanci e li pretende su internet. Che non ci sta al
"tentativo di far ricadere sul governo la responsabilità di una cattiva
gestione che raggiunge livelli di guardia" in gran parte degli atenei. "Disponibili
al confronto, ad incontrare i rettori, i consigli delle università e degli
studenti, tutte le realtà del mondo accademico ? tuona ? ma in nome di una
progettualità e non della difesa dello statu quo". Come se non bastasse Gelmini fa notare "che si sarebbe attesa
da Magnifici e professori un po' di autocritica per come è stata gestita
l'università e per come è ridotta". I veleni proseguono: "Non
sorprende che nell'elenco degli atenei con i 'buchi' ci siano quelli toscani ?
dice Riccardo Mazzoni, deputato del Pdl ?, sorprende semmai che i baroni
responsabili di tale disastro invece di fare il mea culpa stiano aizzando gli
studenti a protestare tollerando le occupazioni messe in atto da minoranze
organizzate che impediscono il diritto allo studio a chi, peraltro, paga tasse
universitarie salatissime. Quanto alla decisione del premier Berlusconi di
contrastare le okkupazioni in scuole ed atenei si tratta solo di garantire la
libertà di molti contro la sopraffazione di pochi". La reazione dei
ragazzi alle bordate non si è fatta attendere. L'Assemblea permanente di Ateneo
ha annunciato subito "che la sua mobilitazione non si arresterà di fronte
a quelle che appaiono intimidazioni di bassa levatura. La protesta che stiamo
portando avanti difende l'idea stessa dei saperi, il principio d'istruzione
pubblica, messa così in dubbio proprio dai provvedimenti del Governo".
Dichiarazioni a parte è serpeggiato subito il timore di essere costretti oggi,
su input del ministro dell'Interno alle forze dell'ordine, a smobilitare. Volenti
o nolenti. Invece sembra che non ricorrano da noi gli estremi per un intervento
d'autorità come indicato da Berlusconi poiché scuole superiori e università
hanno ottenuto i placet da docenti e presidi. NELLE ORE CALDE il rettore
Silvano Focardi era a Firenze per l'audizione davanti alla commissione cultura
del consiglio regionale, sollecitata dal vice presidente Alessandro Starnini.
Ha spiegato, si legge in una nota, "che nemmeno un mese fa la dirigenza
amministrativa ha pensato di risolvere i problemi di liquidità dell'Università
non versando i contributi Inpdap dovuti per il personale docente e non docente.
In 10 mesi si è così generato un deficit consistente che sommato a quello
attinente ai mutui contratti per interventi edilizi (ridotto e ristrutturato
nel 2006) ha prodotto un deficit corposo. 'Siamo impegnati ? ha aggiunto ? a
definire un piano di rientro che tra il 2009 e il 2012 dovrebbe consentirci di
giungere al pareggio'". Focardi ha lamentato poi che a partire dal 2001 i
Governi non hanno più finanziato gli aumenti stipendiali annuali delegando
questo compito alle singole università. "Siccome Siena ha molto personale
questo ha prodotto ulteriori difficoltà" ha concluso annunciando una
revisione del sistema di controllo amministrativo che non ha funzionato e va
riorganizzato.
( da
"Opinione, L'" del 23-10-2008)
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Oggi è Gio, 23 Ott
2008 Edizione 226 del 23-10-2008 Bossi premonitore a settembre Le difficoltà
della ministra Mariastella di Gianluca Marchi Con la Gelmini ci sono problemi, ma intanto approviamo il federalismo
fiscale e poi magari la Lega chiederà il Ministero dell'Istruzione: questo disse
nel consueto modo istintivo, ma non per questo avventato, Umberto Bossi nei
primi giorni di settembre, quando, in tempi non sospetti, il Senatùr aveva
identificato aspetti critici nel decreto di riforma scolastica e previsto le
possibili ripercussioni, puntualmente verificatesi. Seguì la doverosa risposta
di Silvio Berlusconi, ma più in difesa dei provvedimenti che della Ministra.
Poi il Premier soccorse ancora Mariastella da Brescia, chiarendo da Napoli i
termini più controversi relativi al taglio di risorse e di personale, colmando
evidenti difetti di comunicazione. E di nuovo l'ha ripetuto ieri, con toni più
solenni. Nel frattempo, anche il Presidente Giorgio Napolitano sorprese non
poco richiamando i piazzaioli, che si stavano organizzando per la protesta, ad
una maggiore responsabilità, a non ostacolare leggi necessarie. E lo stesso
concetto lo ha riaffermato pochi giorni or sono. Atti di solidarietà
autorevoli, robusti e quindi, com'è facile immaginare, per niente casuali:
sintomo di qualche debolezza da soccorrere. Sia chiaro, che nelle scuole le
cose non funzionino, che gli sprechi e gli abusi siano tanti e paradossali, che
il livello dell'istruzione nel nostro Paese ci releghi agli ultimi posti nelle
classifiche europee, è dimostrato. Che non ci sia mai stato un ministro esente
da contestazioni o sberleffi, mettendo mano a regole tanto anacronistiche, è
innegabile. Però, adesso, le questioni sono più complesse e si sovrappongono.
C'è di mezzo una sinistra evaporata che cerca visibilità scatenando nelle
piazze plotoni di ragazzi, i quali non vanno certo per il sottile nel trovare
ragioni o pretesti quando si tratta di fare casino collettivo e disertare lo
studio. C'è di mezzo un WalterVeltroni sottoposto ad accanimento terapeutico
che tenta di salvarsi dall'eutanasia (cui all'interno del Pd molti propendono),
approfittando di qualsiasi schiamazzo per sommarlo alla "sua"
manifestazione del prossimo 25 ottobre. E poi ci sono i docenti frustrati dalla
loro stessa insipienza arrogante, i nullafacenti che considerano lo stipendio
come il giusto compenso alla propria furbizia, alcuni sindacati che non
attirano più gli adulti ormai disintossicati e sperano di spacciare fumo ai
giovani, e ci sono genitori che tramandano ai figli quella loro nostalgica
attitudine alla prepotenza vigliacca già fallita negli Anni '70. Insomma,
un'orda barbarica difficile da contrastare con la ragione o da convincere col
buonsenso. A questo, si aggiunge ciò che da tempo si mormora nei corridoi,
relativo a relazioni poco idilliache tra Mariastella Gelmini e una parte di
colleghi(e). A scelte sbagliate riguardanti collaboratori, consiglieri e
comunicazione. Tutta roba che in altri momenti sarebbe passata inosservata ma
che, in una simile contingenza, non aiuta certo ad alleggerire la situazione. E
potrebbe procurare qualche graffio sulle medaglie fin qui conquistate dal
Governo, creando comprensibili malumori. Tant'è che, oggi, quella frase
estemporanea di Umberto Bossi troverebbe probabilmente qualche approvazione in
più.
( da
"Opinione, L'" del 23-10-2008)
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Oggi è Gio, 23 Ott
2008 Edizione 226 del 23-10-2008 Pugno duro per chi occupa atenei e scuole
"Stato di Polizia? Semplicemente Stato" Tutti dietro la lavagna di
Francesco Blasilli Disordini in strada, nelle scuole e nelle università, hanno
costretto l'alunno Gelmini ha
presentarsi accompagnato dal genitore Berlusconi. Certo, l'alunno si è comunque
comportato bene, ma è stato il genitore a rubare ? come suo solito ? la scena a
Palazzo Chigi. Come spesso accade, però, le cose vanno raccontate dalla fine,
visto che da attore consumato Berlusconi ha tirato uno schiaffo dietro l'altro
alla sinistra che fa "opposizione in piazza sulla scuola perché siamo
inattaccabili su tutto il resto", prima dell'affondo finale, quando con la
massima calma ha detto che di lì a poco avrebbe incontrato il ministro
dell'Interno "per dargli indicazioni". Tradotto niente più occupazioni.
E ai cronisti (di sinistra) che evocavano lo Stato di Polizia ha semplicemente
risposto che lo Stato "farà lo Stato" e che l'occupazione "è una
violazione". Sul concetto il Cavaliere è apparso fermissimo, visto che lui
è stato "un alunno diligentissimo" e che non si "può impedire
agli studenti di recarsi a lezione". E poi, tanto per ribadire il
pensiero, Berlusconi si è lasciato sfuggire un quasi minaccioso "avviso ai
naviganti", perché "bisognerà abituarsi visto che per i prossimi
quattro anni e mezzo così sarà". Tolleranza zero. Sull'immigrazione
clandestina così come sulle occupazioni selvagge. La garanzia si chiama Maroni.
Ma il motivo principale per cui Berlusconi si è presentato in sala stampa,
"come richiesto dall'ottimo ministro Gelmini" era quello di
sgomberare il campo dagli equivoci e dalle "falsità della sinistra"
sul decreto sulla scuola, precisando "che non si tratta di una
riforma". E se il Cavaliere se la prende con la sinistra che scende in
piazza, "perché dietro gli studenti e i professori che manifestano ci sono
i centri sociali", non manca una tirata d'orecchio ? ed anche qualcosa di
più ? ai media, rei di aver "divorziato dalla realtà" ed inondato
"di messaggi falsi" la popolazione. Ed anzi, c'è stato anche "un
salutatemi i vostri direttori, ma scrivete che cosa è questo decreto",
visto che già un paio di settimane fa c'era stata una conferenza stampa per
spiegarlo "ma io non ho letto nemmeno una riga sulla cosa". Dunque,
ecco l'inedito Berlusconi "sgambettato dai media", che non si tira
indietro nemmeno nella singolar tenzone con i colleghi di Unità, Manifesto e
Tg3, e che soprattutto non è allarmato dalla possibilità di scontri tra Polizia
e manifestanti, perché "noi siamo preoccupati se lo Stato non fa lo
Stato". Ma il tema era il decreto Gelmini, definito "sacrosanto"
e per questo non ci sono possibilità che venga "ritirato", nonostante
le grida di dolore veltroniane. Ed allora il Cavaliere ha subito fatto
chiarezza su tutte "le bugie della sinistra", spiegando che dire
"maestro unico è un errore", ma bisogna parlare di "maestro
prevalente, visto che religione e lingua straniera avranno insegnanti
diversi". Ricordando anche che era stata la Moratti ad inserire il
triplice insegnate, "con tanto di feroci critiche da parte della sinistra,
Repubblica in primis". Nessun taglio di otto miliardi di euro, quindi, ma
una "migliore allocazione" del personale da fare grazie ad una
manovra triennale con l'obiettivo di migliorare lo stipendio base degli
insegnati, visto che dopo 15 anni di lavoro prendono "27mila euro lordi
contro i 40mila della media Ocse". E la ricetta per far questo è di
brunettiana memoria, visto che il concetto chiave è quello del
"merito" che porterà i migliori insegnati, secondo il decreto saranno
un 40%, "ad avere nel 2012 un aumento di stipendio di 7mila euro". E
gli 87mila insegnati licenziati? "Assolutamente falso ? sbotta Berlusconi
? ci saranno i normali pensionamenti e il blocco delle assunzioni, perché
dobbiamo razionalizzare il numero del personale docente, ma nessun
licenziamento". Così come non verrà ridotto il tempo pieno "visto che
gli insegnanti che "non saranno più impegnati nei moduli, proprio a quello
si dedicheranno, aumentandone quantità e qualità". Rispedite al mittente
anche le accuse di razzismo, perché dare la possibilità a studenti stranieri di
imparare l'italiano "è buonsenso; ci sono in Italia 600mila alunni
stranieri e classi dove si parlano dieci lingue diverse". Ed ancora via a
smascherare gli altri falsi (d'autore?) come quello della chiusura di alcune
scuole ("saranno semplicemente unificati il preside e il personale
amministrativo", cosa prevista già dal precedente governo di
centrosinistra), mentre non si boccia con il
( da
"Opinione, L'" del 23-10-2008)
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Scuola
Oggi è Gio, 23 Ott
2008 Edizione 226 del 23-10-2008 Produciamo meno laureati del Cile e nessuna
università italiana figura tra le migliori 150 al mondo Ai nostri studenti non
resta che iscriversi a Cepu di Francesco Blasilli Per aiutare gli studenti
italiani, ci vorrebbe una sorta di Cepu di Stato, si un bel corso di
preparazione (e facilitazione) per gli esami, visto che l'università italiana
"produce meno laureati del Cile". Parola del ministro dell'Istruzione
Mariastella Gelmini, la quale forse non
lo sa, ma sta ricevendo un grosso favore dalla sinistra che scende in piazza. E
già, perché si tratta di una sinistra cieca, che confonde la scuola con
l'università e serve un assist d'oro alla ministra che specifica "che le
proposte sugli atenei saranno presentate solo dopo l'approvazione dei decreti
riguardanti la scuola dell'obbligo". Un modo sottile per dire ad
insegnanti, dottorandi e studenti (ad occhio più "fuori corso" che
"in corso") state protestando per il nulla. Certo è che il Governo
qualcosa farà, "perché serve trasparenza" e di questo passo "si
arriva al collasso". Sono i numeri, i cui esperti sono tanto inclini alla
piazza, ad inchiodare l'università italiana. Nella nostra penisola ci sono 94
atenei, con 320 sedi distaccate nei posti più disparati. Troppe? Decisamente
sì, visto che ci sono 37 corsi di laurea con un solo studente e 327 facoltà che
non superano i 15 iscritti. "E poi ? spiega la Gelmini ? negli ultimi 7
anni sono stati banditi concorsi per 13.232 posti da associato e nel 99,3% dei
casi sono stai promossi senza che ci fossero posti disponibili"; con un
aumento dei costi di circa 300 milioni di euro. Onestà intellettuale, però,
vuole che le colpe siano bipartisan, visto che dal
( da
"Giornale.it, Il" del 23-10-2008)
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Scuola
N. 254 del 2008-10-23
pagina 0 LETTERA APERTA AGLI STUDENTI di Mario Giordano "Cari studenti,
avete voglia di uscire dagli slogan?". Il direttore del Giornale lancia
una sfida democratica e costruttiva a chi, in questi giorni, scende in piazza
per protestare: discuterne insieme per trovare nuove proposte. Dite la vostra
nel forum: "Quale scuola volete?" Cari studenti, avete voglia di
uscire dagli slogan? Lo so che in queste ore di inebriante ribellione vi
sentite incaricati di una missione altissima. Guardavo per le vie e dentro le
Tv i vostri volti sorpresi dal primo rossore pubblico, le mani abituate a chat
e messenger che si levano timide a mostrare i tazebao, quelle mise un po'
smandrappate che si tirano dietro inconsapevoli strascichi di Sessantotto. E
pensavo che quando dite di volere una scuola migliore, be', avete proprio
ragione. Ma come si fa ad avere una scuola migliore? Provate a tirare fuori
dagli armadi delle aule gli slogan che vi hanno preceduto: "Ucci Ucci
sento odore di Falcucci", "Con simpatia la Moratti a Nassirya",
"Ministro Fioroni, servo dei padroni". A Berlinguer furono mostrate
le chiappe, De Mauro fu sbertucciato come Pinocchio. Ora tocca alla Gelmini, che "divora i bambini". Le
rime sono persino facili, avanti con la fantasia. Vi siete mai chiesti, però,
perché ogni riforma della scuola, proposta da qualsiasi ministro, di qualsiasi
partito, è sempre fallita? Cui prodest? E che ci fanno dietro le vostre spalle
professori e sindacalisti? E i no global? Che c'entrano? è davvero necessario
occupare le scuole? E occupare le stazioni? Chi è che vi spinge a iniziative
contro la legge? Che interesse ha? Che ci fanno i politici (persino l'assessore
all'Istruzione di Napoli) fra i vostri banchi? Chi è che pensa di sfruttare il
vostro primo rossore per colorare piazze altrimenti vuote? Vi hanno raccontato
un sacco di balle sulla riforma Gelmini. L'hanno fatto in classe. L'hanno fatto
in modo strumentale. Vogliamo discuterne? Noi siamo qui. A disposizione. Oggi
non invochiamo la Polizia: anzi, pensiamo che l'intervento delle forze
dell'ordine per garantire lo svolgimento delle lezioni sarebbe una sconfitta
per tutti. Pensateci. E, se potete, provate a uscire dal solito cliché delle
barricate. Provate ad andare oltre gli slogan. Provate a discutere nel merito
come si fa ad avere una scuola migliore. Questo sì che sarebbe, per una volta,
davvero rivoluzionario. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 -
20123 Milano.
( da
"Tempo, Il" del 23-10-2008)
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Scuola
Stampa l'editoriale I
professori mostrino responsabilità Due sono gli errori oggi possibili di fronte
all'infiammarsi di scuole e università dove la protesta, tanto vaga quanto velleitaria,
si indirizza genericamente contro l'ultimo tentativo di riforma del ministro Gelmini. Il primo errore è di lasciar correre
nell'indifferenza delle autorità scolastiche, nel disordine delle strutture
educative e nella riproposizione retorica di vuote parole ribellistiche, spesso
sconosciute agli stessi dimostranti che le pronunziano. Il secondo errore è di
ritenere che i confusi movimenti sorti in questi giorni possano essere
affrontati come questioni di ordine pubblico, al suono di manganellate più o
meno energiche. Il lassismo e la falsa tolleranza dell'illegalità sono l'altra
faccia della repressione. è per questo che bisogna maneggiare con cautela
l'idea del presidente del Consiglio di affrontare le eventuali occupazioni
delle facoltà con la polizia. Non perché non si debbano reprimere gli atti
illegali, piccoli o grandi che siano, e da chiunque commessi; ma perché le
università come le chiese dovrebbero rappresentare anche oggi dei santuari
dove, fino al possibile, l'ordine è mantenuto dai responsabili istituzionali -
i sacerdoti nelle chiese e i professori nelle scuole e università - senza
l'intervento di uomini in divisa a cui per legge è demandato il monopolio della
forza. Con ciò non si vuole affatto dire che occorre lasciare l'università in balia
di se stessa, ed avvenga quel che avvenga. In passato siffatte esperienze
negative si sono ripetute con effetti devastanti. Pur con le necessarie
distinzioni e graduazioni, bisogna però prendere atto che l'università e la
scuola sono scivolate in Italia in un degrado a cui hanno concorso
responsabilità plurime, in primo luogo quelle gravi dei professori che hanno
mirato più ad allargare la loro sfera di potere che non a perseguire
l'interesse generale. Chi scrive è un professore universitario che ha visto
intorno a sé l'assurda proliferazione delle materie, dei corsi e delle sedi
universitarie al solo comodo del corpo insegnante. Nella maggior parte delle
facoltà, soprattutto nuove, il rigore degli studi è ridotto ai minimi termini;
gli studenti posteggiati come fuori corso nelle università superano un terzo
dell'intero corpo discente; e l'assenteismo dei professori, per non parlare
dell'ignoranza, supera ogni ragionevole immaginazione. Ed è perciò che tanti
bravi ricercatori non hanno che la via dell'estero per portare a compimento le
loro legittime aspirazioni. Che fare? La risposta univoca e miracolosa non c'è.
Certo non sono i movimenti di piazza con i loro logori riti, spesso fomentati
dai professionisti della protesta, che possono contribuire a invertire la
tendenza. Così come la repressione pura e dura non aiuta a fare un passo
avanti, soprattutto quando è esercitata all'interno delle sedi scolastiche e
universitarie in cui l'ordine dovrebbe essere affidato ai codici disciplinari
propri di ogni istituzione. E sì vero che le variegate ragioni della protesta
spaziano dalla generica disaffezione per studi che non riescono a dare sbocchi
di lavoro alla mancanza di prospettive di vita, ma il motivo più chiaro di
quest'ultimo fuoco sono i tagli economici generalizzati che però non sono solo
dello specifico settore ma una necessità imposta dalla crisi. La parola giusta
è stata pronunziata dal presidente Napolitano: evitare la pura
contrapposizione, favorire l'ascolto reciproco, controllare la qualità della spesa
in maniera tale da non colpire la buona ricerca. I professori devono fare
autocritica e cominciare a porre limiti ai loro giochi di potere che vanno
sempre a scapito della qualità degli studi. E gli studenti devono sapere
isolare i mestatori di professione che accorrono numerosi non appena il
venticello della protesta turba la bonaccia quotidiana. Per la disciplina,
infine, c'è una e una sola risposta. Gli episodi di illegalità, tanto più se
violenti, devono essere isolati e additati al pubblico dagli stessi che fanno
parte della comunità degli studiosi in cui si verificano, che si tratti di
scuola superiore o di università. In tal senso è dei docenti la maggiore
responsabilità che non può essere surrogata da atteggiamenti ambigui: vedere e
non vedere, prendere o non prendere provvedimenti per quieto vivere. Solo così
si potrà impedire che le divise entrino in azione sconvolgendo l'antica regola
della sacralità degli studi.
( da
"Tempo, Il" del 23-10-2008)
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Scuola
Stampa scuola e
università, Oggi vertice al Viminale Proteste, è linea dura. Berlusconi:
"Polizia contro le occupazioni" Veltroni: "Soffia sul
fuoco" "Non permetteremo l'occupazione delle scuole e delle
università. L'ordine deve essere garantito, lo Stato deve fare lo Stato".
Berlusconi ha intenzione di affrontare con il pugno di ferro la rivolta contro
la riforma della scuola e senza mezzi termini avverte che userà la forza
pubblica per far cessare ogni manifestazione che violi il diritto dei
"cittadini studenti di fare il loro mestiere di studenti". Nel
governo c'è chi lo ha messo in guardia dall'esplodere di tensioni sociali che
dalla scuola potrebbero dilagare in altri settori, complice anche il malessere
per la crisi economica e la riduzione del potere d'acquisto dei salari. Insomma
una miscela esplosiva di cui la scuola rischia di essere il detonatore. Questo
spiega la determinazione con cui il premier ha deciso di affrontare il
problema, la stessa che ha usato contro i blocchi delle discariche in Campania.
Berlusconi quindi annuncia che convocherà il ministro dell'Interno Roberto
Maroni per "dargli istruzioni dettagliate su come far intervenire le forze
dell'ordine". In serata arriva una nota del Viminale che annuncia per oggi
una riunione tecnica con il sottosegretario Mantovano e i vertici delle forze
di Polizia per "effettuare una completa ricognizione dei rischi per la
sicurezza e per l'ordine pubblico derivanti da eventuali forme violente di
protesta". E se la prende con la sinistra che sta cavalcando "in modo
strumentale" queste proteste e con i media "che ormai hanno divorziato
dalla realtà". Il presidente del Consiglio vede dietro alle proteste nelle
scuole la regia della sinistra che con i centri sociali tenta questa strada per
rovesciare il governo. Nel governo è diffuso il sospetto che il Pd voglia usare
la strategia della piazza in senso lato. Ovvero non solo la manifestazione del
25 prossimo ma tutti quei focolai di protesta attorno ai provvedimenti del
governo. E complice di questo scenario sarebbero anche i mezzi d'informazione
che travisano la realtà. E la realtà, sostiene Berlusconi, "è quella di
aule piene di ragazzi che intendono studiare mentre i manifestanti sono
organizzati dall'estrema sinistra e spesso, come a Milano, dai centri
sociali". Quindi alla conferenza stampa a Palazzo Chigi sfida i
giornalisti presenti: "Vi prego di portare i nostri saluti ai vostri
direttori e dite loro che saremo molto preoccupati e indignati se la conferenza
stampa non avesse seguito e non dessero informazione ai lettori di questi
giornali". Poi incalza: "Il diritto allo studio va garantito dallo
Stato. Chi non vuole manifestare deve poter studiare. Chi commetterà reati sarà
punito. Lo Stato deve garantire i diritti". Alla fine respinge al mittente
l'invito del segretario del Pd Walter Veltroni a ritirare il decreto e
sottolinea che userà la linea dura perchè l'occupazione di scuole e università
"non sono una dimostrazione di libertà, non sono un fatto di democrazia ma
è pura violenza nei confronti degli altri studenti, delle famiglie, delle
istituzioni e nei confronti dello Stato". E per far intendere che andrà
avanti per questa strada e che non si farà quindi intimidire dalle proteste,
non risparmia parole dure e tranchant. A una giornalista del Manifesto che gli
chiede se verrà usata la Polizia anche contro le maestre elementari e
Berlusconi risponde determinatissimo: "Tutelerò sempre il diritto dei
cittadini, siano essi cittadini studenti o cittadini genitori. Avete 4 anni e
mezzo, fateci il callo, non retrocederò di un millimetro, questo sia
chiaro". Ma non è tutto qui. Dietro la linea dura adottata da Berlusconi
si intravede una strategia ben precisa che non è circoscritta alla questione
delle proteste nella scuola. Sul tavolo del premier ci sono i risultati degli
ultimi sondaggi. E questi dicono che al top del gradimento ci sono quei
ministri, a cominciare dal responsabile della Funzione pubblica Renato
Brunetta, al titolare dell'Economia Giulio Tremonti, fino alla stessa Gelmini, che hanno affrontato di petto i
problemi con il pugno di ferro e non si sono fatti intimidire dale resistenze
del sistema. Quando il ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna affrontò
il problema della prostituzione scatenando un polverone, subito schizzò al
vertice del gradimento nei sondaggi. Berlusconi a chi dei suoi lo tira per la
giacca e vorrebbe fargli abbassare i toni, gli porta l'esempio della Campania:
con l'impegno a ripulire Napoli abbiamo vinto le elezioni e con la
determinazione a rimuovere i blocchi abbiamo messo la sinistra nell'angolo.
( da
"Repubblica.it" del 23-10-2008)
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"Corriere.it" del 23-10-2008)
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Bersani: "Dalla
gelmini solo odio e arroganza" Scuola e università: occupati i licei,
assemblee e cortei negli atenei Iniziate giovedì mattina le occupazioni in
scuole superiori di tutta Italia. Forze dell'ordine in licei del Cosentino
MILANO - Non si fermano le proteste nel mondo della scuola e dell'università. Alle
17 al Viminale è in programma una riunione sulle occupazioni di istituti e
atenei, come ha reso noto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni. UNIVERSITÀ
- A Milano è stato programmato un blocco della didattica alla facoltà di
Scienze Politiche. Alle otto del mattino sono stati chiusi i cancelli e sono
partiti i "gruppi di libero sapere"; chi voleva ha potuto comunque
entrare a seguire le lezioni. Per domani sono state pianificate "lezioni
aperte" con i docenti in piazza Duomo e, nel pomeriggio, un simbolico
"assedio" al consiglio di facoltà. La mobilitazione continua anche in
altre facoltà, atenei e scuole milanesi, come all'Accademia di Brera, dove si è
tenuta la prima lezione autogestita. A Napoli due cortei non in programma in
mattinata nel centro della città hanno causato pesanti ripercussioni sul
traffico. A Urbino nell'aula magna della facoltà di economia i sindacati hanno
indetto un'assemblea con la partecipazione anche dell'associazione studentesca
Agorà. A Lecce blocco della didattica nella facoltà di scienze politiche
ottenuto dal Coordinamento per l'università pubblica. Blocco della didattica
anche a Cagliari da venerdì nella facoltà di lettere, con un'autogestione che
durerà fino al 30 ottobre. A Bari sono previste assemblee per gli studenti di
scienze matematiche, biotecnologia e farmacia e per quelli di lingue. Una
fiaccolata è in programma giovedì sera a Siena, mentre a Pisa nel pomeriggio si
terrà una manifestazione. LICEI - Come annunciato nei giorni scorsi dalla Rete
degli studenti, sono iniziate giovedì mattina le occupazioni in scuole
superiori di tutta Italia. In particolare a Roma sono stati occupati alcuni
licei come gli storici classici Tasso e Virgilio, il periferico scientifico
Malpighi e il Russel dove gli studenti hanno fatto suonare la banda di istituto
e organizzando un'assemblea in cortile. Non permesso dalla polizia un corteo
con circa 5 mila studenti di scuole del X municipio. Gli studenti degli
istituti superiori di Fagnano Castello, S.Marco Argentano e Roggiano, nel
Cosentino, hanno sospeso lo stato di agitazione in atto da due giorni dopo una
visita di carabinieri e polizia. I rappresentanti delle forze dell'ordine,
secondo quanto si è appreso, hanno detto agli studenti che le manifestazioni
potevano essere penalmente perseguibili come reato di interruzione di pubblico
servizio. BERSANI CONTRO LA GELMINI - Sulla riforma della scuola continua anche
la polemica politica, con il ministro ombra dell'Economia del Pd, Pierluigi
Bersani, che attacca il ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini: "Ho ascoltato la Gelmini mentre elencava i mali
dell'università italiana: sono mali veri, ma lei lo diceva con odio e
arroganza. Lei che è il ministro dell'Istruzione". Secondo Bersani,
"è come se uno avesse un figlio con dei problemi e provasse a guarirlo
bastonandolo. stampa |.
( da
"Basilicanet.it" del 23-10-2008)
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SCUOLA E
UNIVERSITAâ??, NARDIELLO: CON PERSONALE E STUDENTI 23/10/2008 12.40.09
[Basilicata] (ACR) - â??L'Universita' e la scuola sono luoghi di
partecipazione, confronto e democrazia. Ma Berlusconi non sa cosâ??è¨ la
democrazia. Lui e la democrazia sono due cose incompatibili, per questo vuole
risolvere i problemi dell'Università e della scuola con la poliziaâ?. Eâ?? quanto sostiene il capogruppo del Pdci alla Regione
Basilicata, Giacomo Nardiello, esprimendo solidarietà e sostegno alle
iniziative di protesta promosse dallâ??assemblea generale
dellâ??Università degli Studi della Basilicata e da studenti e personale
della scuola di numerosi istituti lucani. Nel sottolineare che â??specie le
piccole Università come quella della Basilicata è¨ destinata a subire le
conseguenze più¹ gravi della politica governativa dei tagliâ?, Nardiello ha aggiunto che â??nell'Università i giovani
devono avere la possibilità di esprimersi, di imparare. Conoscenza,
cultura, ma anche imparare ad essere cittadini e il restringimento degli spazi
di confronto e di partecipazione e' funzionale a chi immagina, dietro una finta
meritocrazia, il â??modello di Amici e Maria De Filippiâ?? per la nostra scuola
e per la nostra Università . Inoltre, le dichiarazioni di Berlusconi, che ha
annunciato di voler risolvere come un problema di ordine pubblico le
mobilitazioni e le occupazioni di questi giorni, dimostrano che il governo ha
pauraâ?. â??Ci associamo perciò² â?" ha detto il
capogruppo del Pdci â?" alle richieste di immediate dimissioni del
ministro Gelmini per manifesta incapacità e incompetenza, per arroganza
di potere che si traduce in mancanza di confronto e in ostentato disprezzo per
tutti coloro che manifestano per il diritto allâ??istruzione e contro la
privatizzazione del sapereâ?. â??Lâ??iniziativa
del Pdci dopo la grande manifestazione popolare dellâ??11 ottobre con il
ritorno in piazza della sinistra â?" ha riferito Nardiello â?" si è¨
concretizzata con la presentazione allâ??ufficio per i referendum della
Cassazione, di cinque proposte di legge di iniziativa popolare su scala mobile,
precariato, disagio abitativo, conflitto di interessi e diritto allo studioâ?. Nardiello, infine, ha detto che â??la manifestazione indetta dal Pd per
sabato prossimo a Roma rappresenta, finalmente, una risposta di opposizione al
Governo Berlusconi e come tale va sostenuta invitando, specie in questa
delicatissima fase per la democrazia, tutti i sinceri democratici lucani a
partecipareâ?. (dt ).
( da
"Basilicanet.it" del 23-10-2008)
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Scuola
12.05.04 [Basilicata]
Anche gli alunni dellâ??Istituto di Istruzione Superiore â??F. Alderisioâ? di Stigliano protestano contro la riforma Gelmini. In comune accordo con il dirigente
scolastico hanno deciso di sospendere per tre ore al giorno le lezioni e
organizzare gruppi di discussione affinché© ogni alunno possa manifestare le
proprie idee. In ogni classe sono state stilate relazioni contenenti le
opinioni degli studenti, che saranno inviate al ministro dellâ??istruzione.
"Siamo stupefatti e indignati â?" affermano gli alunni
dellâ??Istituto Superiore â??F. Alderisioâ? di Stigliano
- per lâ??approvazione
del disegno di legge che prevede la divisione tra classi di extracomunitari e
di cittadini italiani. A nostro avviso si tratta di una vera e propria
ghettizzazione incostituzionale e contraria al fine ultimo della scuola, che
prevede lâ??integrazione e il confronto tra popoli e culture diverse, e che
rappresenta un vero e proprio passo indietro per un paese come il nostro che si
definisce â??civileâ?. In secondo luogo â?" continuano gli
allievi â?" in riferimento al decreto legge n° 137 del 1° settembre
( da
"Quotidiano.net" del 23-10-2008)
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Scuola
Un sondaggio del Wall
Street Journal e della Nbc News rivela che il 55% degli intervistati non
considera la candidata alla vicepresidenza pronta per la Casa Bianca. Il
senatore dell'Illinois continua a correre
"
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Palin E Obama allunga: McCain a -12 punti Un sondaggio del Wall Street Journal
e della Nbc News rivela che il 55% degli intervistati non considera la
candidata alla vicepresidenza pronta per la Casa Bianca. Il senatore
dell'Illinois continua a correre Washington, 23 ottobre 2008 - Barack Obama
allunga la distanza dall'avversario e, complice il crescente scetticismo nei
confronti di Sarah Palin, si porta a 12 punti di vantaggio da John McCain.
Secondo l'ultimo sondaggio di Zogby, sempre più donne ed elettori indipendenti
si schierano con il senatore dell'Illinois che a meno di due settimane
dall'Election Day raccoglie il favore del 52 per cento degli intervistati
contro il 20 per cento per il candidato repubblicano. Gli ultimi quattro giorni
hanno rappresentato una crescita costante per Obama - che proprio da oggi si
prende una pausa di due giorni per andare nelle Hawaii al capezzale della nonna
malata - e John Zogby sottolinea che l'allargamento del suo consenso
"coinvolge tutti i gruppi demografici". Il vantaggio accumulato tra
le elettrici, ad esempio, è passato dai 16 ai 18 punti e quello tra gli
indipendenti - un elemento chiave negli swinging states e obiettivo principale
della massiccia campagna pubblicitaria scatenata dai candidati - ha addirittura
raggiunto i 30 punti (Obama al 59%, McCain al 29%). La crisi economica, il
problema dei mutui e il collasso delle borse sono i temi che, secondo Zogby,
continuano a giocare in favore di Obama. Mentre invece McCain scopre si essersi
legato un palla al piede. Un sondaggio condotto dal Wall Street Journal e da
Nbc News rivela che il 55 per cento degli intervistati non considera la
candidata repubblicana alla vicepresidenza pronta per la Casa Bianca. E su di
lei pensano l'ancora più preoccupante sospetto di aver abusato del proprio
potere nel cercare di far licenziare l'ex cognato dalla polizia dell'Alaska e
l'accusa di aver speso in sette settimane più di 150mila dollari in vestiti
pagati con i fondi della campagna elettorale. La Palin non riesce neppure a
raccogliere solidarietà tra le donne del suo partito: quando durante un
dibattito sul potere al femminile è stato chiesto a Condoleezza Rice un
commento sulla governatrice dell'Alaska, il segretario di Stato americano si è
rabbuiata in viso e ha glissato. Elezioni Usa, chi vincerà?Obama vola dalla nonna
gravemente malata Segnala ad un amico Tuo nome: Tua email: Nome amico: Email
amico: Testo dell'email: Invia una copia anche al tuo indirizzo di posta
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commentati Commenti Sondaggi Berlusconi: "Polizia nelle università"
Veltroni: "Il premier soffia sul fuoco" (95 commenti) Scuola,
sciopero e proteste in piazza Il ministero: "Adesione al 4,5%" (72
commenti) Classi separate per stranieri, a Bologna è già realtà (66 commenti)
Lettera aperta del ministro Gelmini:
"Non ci sono soldi, finita un'epoca" (57 commenti) "Via la
patente ai condannati per droga E se minori non potranno prenderla" (56
commenti) Raccontateci il 'vostro' sci e andrete gratis a Skipass (38 commenti)
Multa record a senzatetto Oltre 700 euro per aver steso i cartoni (25 commenti)
Sfila la rabbia degli universitari (25 commenti) 12:29:09 - "Bologna
diventa attrazione di chi non ha dimora ne' mezzi di sostentamento e non sa
come portare co[...] Mancuso: "Vigile 'obbligato' alla multa Servono
sanzioni alternative"12:23:28 - Andateci giù duri, cosa volete che gliene
freghi di una multa, gli serve solo per farsi pubblicità e[...] Mancuso: "Vigile
'obbligato' alla multa Servono sanzioni alternative"12:15:54 - formate i
vigili a scuola di civismo[...] Multa record a senzatetto Oltre 700 euro per
aver steso i cartoni11:07:33 - Il problema di Piazza San Francesco non è Marco
e la Polizia Municipale ha fatto una magra figura. P[...] Multa record a
senzatetto Oltre 700 euro per aver steso i cartoni11:01:51 - Ah! ci voleva una
riforma del genere : 1500 milioni (10%) tolti alle università in 5 anni (nb in
ogn[...] Berlusconi: "Polizia nelle università" Veltroni: "Il
premier soffia sul fuoco"10:58:51 - Non è certo la soluzione. Ma non
possiamo ignorare che, gira pure tutte le città europee, Bologna è [...] Multa
record a senzatetto Oltre 700 euro per aver steso i cartoni10:57:20 - Scusa
Daniele, ma ti rendi conto di quello che scrivi, tutta quella gentaglia che
manifesta tutte le[...] Berlusconi: "Polizia nelle università"
Veltroni: "Il premier soffia sul fuoco" Polizia per fermare le
occupazioni nelle scuole, sei d'accordo?Beckham la Milan, un buon acquisto?Cure
palliative a base di oppio contro il dolore: sei d'accordo?Togliere la patente
a chi è condannato in via definitiva per droga: sei d'accordo?Pacchetto clima,
giusta o sbagliata la richiesta dell'Italia alla Ue di tempi di applicazione
più lunghi?Gli italiani sono ancora un popolo di superstiziosi?Accettabile
assumere farmaci per migliorare le proprie prestazioni sportive?Serve una legge
per regolamentare gli scioperi dei trasporti?Riduzione dei permessi sindacali,
sei d'accordo?Classi separate per gli stranieri, sei d'accordo?Navigare sul web
affina la mente: è vero?Chi vorresti vedere nei panni di James Bond?I
provvedimenti presi sono sufficienti per contrastare la crisi finanziaria?Hai
fiducia nel governo Berlusconi?Servizi sociali ad Auschwitz per gli ultrà
fascisti di Sofia, sei d'accordo? La foto del giorno Un super reggiseno Adriana
Lima indossa il “Black diamond miracle bra”, il reggiseno più caro della storia
creato da Victoria's Secret. L'indumento costa 4 milioni di euro ed è composto
da 3.900 pietre preziose, migliaia di minuscoli diamanti neri, 117 diamanti da
un carato ciascuno e 34 rubini. La sua peculiarità sono le due grosse (e
rarissime) lacrime di diamante nero da 100 carati RICERCA ANNUNCI Archivio
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La Hilton, che
si trova nella capitale inglese per un reality show, intervistata da ‘The
London paper’ racconta di volersi trasferire in Gran Bretagna perchè attratta
dallo 'stile british'
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Paris vuole casa a Londra La Hilton, che si trova nella capitale inglese per un
reality show, intervistata da 'The London paper' racconta di volersi trasferire
in Gran Bretagna perchè attratta dallo 'stile british' Londra, 22 ottobre 2008
- Continua a dilagare il fenomeno della 'fuga delle celebrità' verso il Vecchio
Continente. Sempre più vip americani decidono di abbandonare gli Stati Uniti
per la Gran Bretagna. Intenzionata a traslocare sembra ora Paris Hilton, che
proprio in questi giorni si trova a Londra per partecipare a un reality show.
Intervistata da 'The London paper', l'attrice-cantante ha dichiarato di avere
il desiderio di trasferisrsi nella capitale inglese perchè affascinata dallo
stile di vita 'British'. FOTOSTORY: La star più chiacchierata Segnala ad un
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nel Web Più commentati Commenti Sondaggi Berlusconi: "Polizia nelle
università" Veltroni: "Il premier soffia sul fuoco" (95
commenti) Scuola, sciopero e proteste in piazza Il ministero: "Adesione al
4,5%" (72 commenti) Classi separate per stranieri, a Bologna è già realtà
(66 commenti) Lettera aperta del ministro Gelmini:
"Non ci sono soldi, finita un'epoca" (57 commenti) "Via la
patente ai condannati per droga E se minori non potranno prenderla" (56
commenti) Raccontateci il 'vostro' sci e andrete gratis a Skipass (38 commenti)
Multa record a senzatetto Oltre 700 euro per aver steso i cartoni (25 commenti)
Sfila la rabbia degli universitari (25 commenti) 12:29:09 - "Bologna
diventa attrazione di chi non ha dimora ne' mezzi di sostentamento e non sa
come portare co[...] Mancuso: "Vigile 'obbligato' alla multa Servono
sanzioni alternative"12:23:28 - Andateci giù duri, cosa volete che gliene
freghi di una multa, gli serve solo per farsi pubblicità e[...] Mancuso:
"Vigile 'obbligato' alla multa Servono sanzioni alternative"12:15:54
- formate i vigili a scuola di civismo[...] Multa record a senzatetto Oltre 700
euro per aver steso i cartoni11:07:33 - Il problema di Piazza San Francesco non
è Marco e la Polizia Municipale ha fatto una magra figura. P[...] Multa record
a senzatetto Oltre 700 euro per aver steso i cartoni11:01:51 - Ah! ci voleva
una riforma del genere : 1500 milioni (10%) tolti alle università in 5 anni (nb
in ogn[...] Berlusconi: "Polizia nelle università" Veltroni: "Il
premier soffia sul fuoco"10:58:51 - Non è certo la soluzione. Ma non
possiamo ignorare che, gira pure tutte le città europee, Bologna è [...] Multa
record a senzatetto Oltre 700 euro per aver steso i cartoni10:57:20 - Scusa
Daniele, ma ti rendi conto di quello che scrivi, tutta quella gentaglia che
manifesta tutte le[...] Berlusconi: "Polizia nelle università"
Veltroni: "Il premier soffia sul fuoco" Polizia per fermare le
occupazioni nelle scuole, sei d'accordo?Beckham la Milan, un buon acquisto?Cure
palliative a base di oppio contro il dolore: sei d'accordo?Togliere la patente
a chi è condannato in via definitiva per droga: sei d'accordo?Pacchetto clima,
giusta o sbagliata la richiesta dell'Italia alla Ue di tempi di applicazione
più lunghi?Gli italiani sono ancora un popolo di superstiziosi?Accettabile
assumere farmaci per migliorare le proprie prestazioni sportive?Serve una legge
per regolamentare gli scioperi dei trasporti?Riduzione dei permessi sindacali,
sei d'accordo?Classi separate per gli stranieri, sei d'accordo?Navigare sul web
affina la mente: è vero?Chi vorresti vedere nei panni di James Bond?I
provvedimenti presi sono sufficienti per contrastare la crisi finanziaria?Hai
fiducia nel governo Berlusconi?Servizi sociali ad Auschwitz per gli ultrà
fascisti di Sofia, sei d'accordo? La foto del giorno Un super reggiseno Adriana
Lima indossa il “Black diamond miracle bra”, il reggiseno più caro della storia
creato da Victoria's Secret. L'indumento costa 4 milioni di euro ed è composto
da 3.900 pietre preziose, migliaia di minuscoli diamanti neri, 117 diamanti da
un carato ciascuno e 34 rubini. La sua peculiarità sono le due grosse (e
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"Panorama.it" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Italia -
http://blog.panorama.it/italia - Berlusconi duro con le occupazioni: "Non
ritiriamo il decreto sulla scuola" Posted By redazione On 22/10/2008 @
13:42 In Headlines, NotiziaHome | 8 Comments Non cederà il governo. Non farà passi
indietro. Anzi, sulla riforma della scuola "Andremo avanti: continuiamo
nella direzione lungamente meditata e poi intrapresa dal ministro Gelmini". A dirlo è il premier Silvio
Berlusconi [1] in conferenza stampa a Palazzo Chigi, proprio con il [2] ministro
dell'Istruzione Maria Stella Gelmini.
Perché: "L'obiettivo non è la riforma strutturale della scuola ma mettere
al centro della scuola lo studente. Ci saranno risparmi e quindi avremo più
risorse in una scuola dove gli stipendi degli insegnanti assorbono ora oltre il
90% del budget". Non ci sta il premier alle "bugie" della
sinistra: "Dicono che taglieremo il tempo pieno, che licenziamo
insegnanti, che togliamo risorse alla scuola. Tutto falso". E allora
snocciola numeri, dati e cifre. Tutto per difendere le ragioni della riforma
della scuola a pochi giorni dalla manifestazione di protesta convocata per il
25 ottobre dal Pd e mentre nelle università italiane dilagano occupazioni e
mobilitazione. Uno ad uno, Berlusconi analizza tutti i punti del decreto
Gelmini, che anche questa mattina il leader del Pd Walter Veltroni ha invitato
a ritirare. "Siamo decisi ad andare avanti, e diamo un avviso ai
naviganti: non permetteremo l'occupazione di luoghi come università e scuole,
che è una violenza nei confronti delle famiglie, dello Stato, dei ragazzi che
vogliono studiare". Berlusconi ha reso noto che comunicherà al ministro
dell'Interno Maroni indicazioni su "come devono intervenire le forze
dell'ordine". La manifestazione del [3] 25 ottobre "La sinistra, vedendo
l'aria che tira, dice che in piazza saranno fatte delle proposte: non credo che
sia quello il luogo. Le proposte si fanno in Parlamento e, per ora, dalla
sinistra non e' arrivato nulla. Noi invece andammo in piazza per protestare
contro il fisco". I falsi della sinistra "Altro falso" ha
proseguito Berlusconi "è quello che dice: il governo caccia 87mila
insegnanti. È solo prepensionamento e blocco del turnover. Si mette fine alla
prassi della sinistra che ha inflazionato precari e trasformato la scuola in un
ammortizzatore sociale, dequalificandola. Il 38,8% degli studenti 15enni non
raggiunge il livello di competenza minimo in una società avanzata. Bisogna
cambiare le cose, ed è quello che si appresta a fare il ministro Gelmini. La
scuola ha 1 milione e 300mila insegnanti con il costo per studente più alto
d'Europa". Tempo pieno "La sinistra dice che aboliamo il tempo
pieno" ha detto ancora Berlusconi "Ma non c'è nessuna abolizione.
Anzi ci saranno più insegnanti da impiegare per il tempo pieno. Le classi di
tempo pieno potranno aumentare anche del 50%. In 5 anni ci saranno quasi 6mila
classi in più con il tempo pieno". Lingua straniera "Le ore
dell'inglese nelle elementari sono tagliate: è falso", ha aggiunto
Berlusconi snocciolando dati su dati che provano il mantenimento delle ore di
inglese in orario "E le famiglie possono chiedere altre 2 ore di inglese
in più sottraendole all'insegnamento della seconda lingua". Razzismo
"Andate voi" ha detto Berlusconi "a insegnare l'aritmetica e
l'italiano in classi, come al nord, dove si parlano 10 lingue e non l'italiano.
Si vuole dare solo l'opportunità di corsi per far parlare l'italiano a questi
ragazzi. Il primo passo è l'insegnamento della lingua italiana per
l'integrazione. Non per razzismo (come ancora ieri aveva [4] accusato Famiglia
Cristiana in un suo editoriale, ndr). In Francia ci sono da decenni le [5]
classi 'd'accueil' (CLA), in Germania ci sono classi analoghe" per
l'insegnamento della lingua e della cultura tedesca. Scuole chiuse "Altra
menzogna. Per le comunità montane e altro si è solo previsto il risparmio sul
personale dirigente. Ci saranno un preside unico in scuole con 50 bambini o
meno". Meno risorse "Il taglio di 8 miliardi di euro per la scuola.
Non è vero" ribatte Berlusconi "qui ci sono i dati. C'è una manovra
sul triennio che porta ad una migliore allocazione delle risorse. Oggi la
scuola costa 39 miliardi di euro l'anno e per il 96% sono stipendi del
personale. Spendiamo più del 7% del Pil in Istruzione, Germania e Francia
spendono più o meno lo stesso. Ogni studente ci costa 5172 euro, un record in
Europa: in Italia c'è 1 docente ogni 9 studenti contro 1 ogni 13 studenti in
Europa". Nessuna meritocrazia "Gli insegnanti guadagnano allo stesso
modo, quelli che meritano e quelli che non meritano" ha detto Berlusconi.
"Un insegnante con 15 anni di anzianità guadagna 27.500 euro dopo 15 anni;
in Germania guadagna 20mila euro in più". Per questo, ha aggiunto
Berlusconi, la riforma si propone di arrivare entro il
( da
"Panorama.it" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Italia -
http://blog.panorama.it/italia - D'Alema attacca Brunetta: "Energumeno
tascabile" Posted By redazione On 22/10/2008 @ 8:03 In Headlines | 2
Comments [1] Parla a un incontro del Pd, l'ex ministro degli Esteri. Dove si
dibatte, tra l'altro, sull'annoso tema: manifestare sì o no (e come), il
prossimo 25 ottobre. Ma si vede che per [2] Massimo D'Alema è già tempo di
piazza. Attacca, ironizza, gioca con le parole, il [3] presidente di
Italianieuropei. E alla fine spara: "Brunetta? Un energumeno
tascabile". Cioè, l'uomo accreditato - anche a destra - di una certa
statura politica se la prende con la statura fisica del [4] ministro della
Funzione pubblica, per sostenere che con la sua "virulenta campagna
rischia di colpire beni pubblici essenziali e di fare di tutta l'erba un
fascio". Per l'esattezza, la frase completa è stata: "L'altro giorno
in parlamento ci siamo dovuti battere per difendere i diritti dei disabili
gravi ad avere un'assistenza degna di questo nome. E ci siamo sentiti
rispondere da parte di quell'energumeno tascabile che è il ministro Brunetta
che ci sono degli abusi''. Ma per non farsi mancare nulla l'ex titolare della
Farnesina ha attaccato anche i ministri di Istruzione ed Economia, Mariastella Gelmini e Giulio Tremonti: "Il taglio di
risorse per scuola, università e ricerca è drastico e danneggia il futuro del
nostro paese". È andata pure peggio al Pdl intero, definito "faccia
di tolla" perché con il premier Berlusconi, in mattinata, aveva osato
contestare la scelta del Pd di scendere in piazza in una situazione economica
così difficile: "Trovo curioso che la destra con una faccia di tolla,
faccia polemica sulla nostra manifestazione quando loro scesero in piazza ed
abbandonarono il Parlamento per protestare contro l'ingresso nell'euro".
Insomma, per D'Alema "il governo non è all'altezza dei problemi del Paese,
al di là di un premier superman che dice di risolvere tutto". Che sia
stata una di quelle battute che, ogni tanto, all'ex segretario Ds scappano
(come quando disse che per il Pd votano giovani, laureati che leggono libri e
giornali)? Può essere. Di certo al ministro Brunetta la frase non sia piaciuta
è poco: "Quelle del deputato D'Alema sono solo volgarità razziste,
evidentemente la mancanza di potere gli ha fatto perdere la testa". A
Brunetta è arrivata la solidarietà di tutto il centrodestra:"Massimo
D'Alema, giunto al tramonto di una carriera politica tanto promettente quanto
fallimentare, ha compiuto oggi una svolta epocale: ha abbandonato la cultura
stalinista per abbracciare, con convinzione, quella nazista", afferma
Giorgio Stracquadanio, deputato del Pdl. - Discutine sul FORUM: "[5]
D'Alema: Brunetta "energumeno tascabile". Stavolta ha
esagerato?".
( da
"Quotidiano.net" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
La star, per
interpretare il personaggio del suo nuovo lavoro cinematografico, dovrà rendere
le sue curve ancora più burrose e mettersi 'all'ingrasso'
"
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Beyoncé Ma solo per motivi di copione La star, per interpretare il personaggio
del suo nuovo lavoro cinematografico, dovrà rendere le sue curve ancora più
burrose e mettersi 'all'ingrasso' Los Angeles, 23 ottobre 2008 - Finalmente
Beyoncé Knowles può permettersi di ingrassare. Non è una gravidanza in vista a
indurre la cantante a far lievitare le sue forme, ma il suo prossimo lavoro.
Beyoncé parteciperà infatti al cast di 'Cadillac Records' e per questo dovrà
necessariamente accrescere il volume delle sue curve mozzafiato. Al contrario
di quanto accadde con 'Dreamgirls', la star di 'Bootylicious' per interpretare
Etta James dovrà prendere almeno sette chili. Intervistata da 'Style magazine',
Beyoncè ha confessato di "aver goduto a lavorare". MULTIMEDIA
Beyoncé, tra palco e cinema Segnala ad un amico Tuo nome: Tua email: Nome
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università" Veltroni: "Il premier soffia sul fuoco" (95
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4,5%" (72 commenti) Classi separate per stranieri, a Bologna è già realtà
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"Non ci sono soldi, finita un'epoca" (57 commenti) "Via la
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Multa record a senzatetto Oltre 700 euro per aver steso i cartoni (25 commenti)
Sfila la rabbia degli universitari (25 commenti) 12:34:43 - Veramente un
editoriale interessantissimo.[...] Ellesse, come LeonardoServadio12:29:09 -
"Bologna diventa attrazione di chi non ha dimora ne' mezzi di
sostentamento e non sa come portare co[...] Mancuso: "Vigile 'obbligato'
alla multa Servono sanzioni alternative"12:23:28 - Andateci giù duri, cosa
volete che gliene freghi di una multa, gli serve solo per farsi pubblicità
e[...] Mancuso: "Vigile 'obbligato' alla multa Servono sanzioni
alternative"12:15:54 - formate i vigili a scuola di civismo[...] Multa
record a senzatetto Oltre 700 euro per aver steso i cartoni11:07:33 - Il
problema di Piazza San Francesco non è Marco e la Polizia Municipale ha fatto una
magra figura. P[...] Multa record a senzatetto Oltre 700 euro per aver steso i
cartoni11:01:51 - Ah! ci voleva una riforma del genere : 1500 milioni (10%)
tolti alle università in 5 anni (nb in ogn[...] Berlusconi: "Polizia nelle
università" Veltroni: "Il premier soffia sul fuoco"10:58:51 -
Non è certo la soluzione. Ma non possiamo ignorare che, gira pure tutte le
città europee, Bologna è [...] Multa record a senzatetto Oltre 700 euro per
aver steso i cartoni Polizia per fermare le occupazioni nelle scuole, sei
d'accordo?Beckham la Milan, un buon acquisto?Cure palliative a base di oppio
contro il dolore: sei d'accordo?Togliere la patente a chi è condannato in via
definitiva per droga: sei d'accordo?Pacchetto clima, giusta o sbagliata la
richiesta dell'Italia alla Ue di tempi di applicazione più lunghi?Gli italiani
sono ancora un popolo di superstiziosi?Accettabile assumere farmaci per
migliorare le proprie prestazioni sportive?Serve una legge per regolamentare
gli scioperi dei trasporti?Riduzione dei permessi sindacali, sei
d'accordo?Classi separate per gli stranieri, sei d'accordo?Navigare sul web
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Scuola
Cortei e
manifestazioni in tutta Italia, dopo gli incidenti
a Milano. Bersani: "Ministro arrogante e pieno di odio". Ermellino
all'asta online.
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Scommesse Casa LE PROTESTE ANTI-GELMINI Scuola, dilaga la rabbia in tutt'Italia
Il prefetto: "Manifestare è un diritto" Cortei e manifestazioni in
tutta Italia, dopo gli incidenti a Milano. Bersani: "Ministro arrogante e
pieno di odio". Ermellino all'asta online. Bologna, Annozero in piazza. Interviene
Napolitano ROMA, 23 ottobre 2008 - Continua in tutt'Italia la rabbia degli
studenti universitari e delle superiori, mentre monta la polemica sulle parole
del premier riguardo all'uso della polizia negli istituti. IL PREFETTO MOSCA
"La nostra Costituzione prevede la libertà di riunione, la libertà di
manifestazione del pensiero purchè siano attuate in modo pacifico e
responsabile": lo ha dichiarato il prefetto Mosca, a margine della
cerimonia di consegna delle 47 vetture per il 'Patto per Roma sicurà che si è
svolto oggi nella sede di Palazzo Valentini alla presenza del presidente del
Provincia di Roma Nicola Zingaretti. "Queste libertà sono una garanzia
costituzionale affrontata nei confronti di coloro che vivono e abitano sul
territorio. Naturalmente -ha aggiunto Mosca- tutto ciò vale per i cittadini ma
anche per gli studenti che liberamente possono manifestare". ERMELLINO IN
VENDITA "Tipico ermellino del Rettore dell'Università di Torino". E'
il titolo di un'inserzione comparsa su eBay, con base d'asta di 1 euro,
scadenza il 30 ottobre e foto del pregiato e tradizionale 'paramentò
accademico. A metterlo provocatoriamente all'asta è 'Azione Universitarià.
"Abbiamo trovato un modo per far guadagnare qualche soldino
all'Ateneo", afferma Augusta Montaruli, dell'Esecutivo Nazionale di
'Azione Universitarià. "ll Rettore di Torino ha lanciato l'allarme: 'con i
tagli non ci saranno più soldi per l'Università!'. Si vede -prosegue Montaruli-
che a forza di inventare corsi di laurea inutili, moltiplicare le cattedre per
i compagni dei compagni sono stati prosciugati i sudati proventi delle
salatissime tasse universitarie. è partito quindi il carosello dei Baroni che
mobilitano i 'vassallì ricercatori e stavolta torna utile addirittura schierare
qualche bel collettivo di pregiudicati dei centri sociali ma.....non c'è
problema!". Ad aggiudicazione dell'ermellino, promette infine Montaruli
"chiederemo al Rettore di consegnarcelo per inviarlo all'acquirente,
girando ovviamente l'importo al Rettore stesso". BERSANI, IL FIGLIO MALATO
E LE BASTONATE “Ho ascoltato ieri la Gelmini che elencava i mali
dell'universita'. Si', sono mali veri, ma lei, che e' il ministro
dell'Istruzione, li elencava con odio - è l'intervento di Pierluigi Bersani,
del Pd - E' come se uno che avesse un figlio malato pensasse di guarirlo con le
bastonate. Non e' cosi' che si cura la nostra scuola e universita'”. A margine
di un convegno sull'energia l'esponente del Pd torna sulle polemiche innescate
ieri dalle dichiarazioni di Berlusconi e sottolinea che mentre tutti
protestano, i giovani, gli studenti, i ricercatori, “sembra che solo lei abbia
capito tutto”. Per Bersani, invece, il ministro “fa arroganza sul nulla e
mostra una pericolosa presunzione”. Ma “non e' bastonando cosi'- ribadisce in
conclusione- che si potranno curare i mali della scuola”. CAPEZZONE:GLI
STUDENTI NON SI FACCIANO USARE E' intervenuto il portavoce di Forza Italia
Daniele Capezzone, convinto che le proteste studentesche non siano spontanee ma
frutto dell'organizzazione da parte di “professionistio del caos”. ”Mi auguro
davvero - afferma- che tanti ragazzi e ragazze delle scuole italiane decidano
di non farsi usare (e soprattutto di non farsi fregare) dai professionisti del
caos e della speculazione politica.Sulla pelle dei ragazzi, infatti, e usandoli
come massa di manovra, una opposizione tramortita cerca di giocare la carta
della caciara, della provocazione, di un clima teso, nella speranza di creare
difficoltà al Governo”. ”I ragazzi sappiano che il loro nemico non è la riforma
Gelmini, che invece è una buona riforma, che va giustamente nella direzione
della meritocrazia. Il loro nemico - conclude- è l'immobilismo, lo status quo,
la difesa di una situazione esistente che è invece costosa, improduttiva,
insostenibile. E di cui sono proprio i ragazzi a pagare il prezzo più alto”.
FINOCCHIARO: REGIONI ESPROPRIATE Il decreto legge Gelmini contiene un
potenziale conflitto tra il governo e le regioni. Lo afferma la presidente dei
senatori del Pd, Anna Finocchiaro che spiega: "Sei regioni italiane stanno
proponendo ricorso alla Corte Costituzionale perchè ritengono che con questo
decreto il governo stia espropriando le loro competenze. Addirittura proponendo
di commissariare quelle regioni che non eliminano gli istituti scolastici con il
minor numero di studenti entro i 31 dicembre. Un paradosso perchè questa
proposta viene dalla stessa maggioranza che fa de federalismo uno dei punti di
forza della sua azione politica" FRANCESCHINI: GLI STUDENTI NON SI TOCCANO
Il Pd non permetterà che agli studenti venga impedito di manifestare, ribadisce
il vicesegretario del Pd, Dario Franceschini, interpellato dai cronisti alla
Camera sulle dichiarazioni del premier che ieri ha promesso di mandare la
polizia nelle scuole per placare la protesta contro il decreto Gelmini. ”Non
esiste un paese democratico - afferma Franceschini - in cui il premier minaccia
preventivamente gli studenti per non farli manifestare. E' una cosa oltre la
fantasia, oltre l'immaginabile. Diciamo a Berlusconi che noi vigileremo affinché
non venga toccato un solo capello agli studenti”. ”Sabato andiamo in piazza
anche per chiedere il ritiro del decreto Gelmini”, conclude. JOVANOTTI IN CAMPO
Anche Jovanotti ha commentato le frasi di Berlusconi sulla polizia ''mi
sembrano rivolte non agli studenti, ma a chi non va a scuola e magari gli piace
sentire Berlusconi che parla di polizia. Ma mi auguro che la sua sia stata solo
una frase ad effetto: nelle scuole non c'e' la volonta' di violenza ma di
esprimere un disagio e questo va ascoltato''. ''Se ci dovessero essere problemi
di ordine pubblico - ha continuato Jovanotti - naturalmente la polizia fa il
suo lavoro ma non e' questo il caso. Quando si parla di scuola bisogna sentire
i ragazzi che ci vanno tutti i giorni. Penso che tagliare fondi alla scuola sia
una grande errore. Questo governo avrebbe dovuto aumentarli, in quanto la
nostra scuola ha bisogno di piu' soldi, piu' energie, e piu' attenzioni''. Per
Jovanotti ''un ragazzo dentro la scuola si sente tradito dalla politica che
dovrebbe garantire il diritto allo studio nelle forme migliori possibili. Penso
che i sentimenti dei ragazzi siano condivisibili. Evidentemente c'e' qualcosa
che non va''. TORINO, STUDENTI IN PIAZZA Circa mille studenti delle scuole
superiori di Torino hanno dato vita questa mattina a una manifestazione
spontanea per le strade del centro storico della città. I ragazzi sono partiti
alle 10 da piazza San Carlo e, in corteo, hanno percorso via Roma, via Pietro
Micca e sono giunti in piazza Solferino dove si trovano al momento. Gli
studenti scandiscono slogan contro la riforma della scuola. Intanto, continuano
nel torinese le occupazioni delle scuole: da ieri sono occupati anche alcuni
istituti scolastici di Pinerolo. NAPOLI, PICCHETTI ALLE FACOLTA' Continua la
protesta anche a Napoli, con picchetti davanti alle Facolta' napoletane,
distribuzione di volantini e tentativi di blocco delle lezioni. Stamattina,
dopo la prima notte di occupazione di palazzo Giusso, sede dell'universita'
l'Orientale, l'assemblea 'Stop Gelmini', i collettivi studenteschi sono poi
partiti diversi gruppi di studenti che hanno raggiunto le sedi dell'Orientale,
per cercare di bloccare la didattica, fare picchetti e distribuire volantini.
Alle 13, e' previsto un incontro nella sede della Facolta' di Lettere e
Filosofia della Federico II in via Porta di Massa, dove gia' da stamattina i
membri dell'assemblea permanente hanno tentato di attuare il blocco dei corsi.
PALERMO, LEZIONI IN PIAZZA I futuri ingegneri hanno scelto piazza Castelnuovo,
davanti al teatro Politeama, per la loro lezione-protesta, mentre i colleghi di
Lettere continuano la sospensione dell'attivita' didattica, decisa dal
Consiglio di facolta' fino al 31 ottobre. Un provvedimento, quest'ultimo, che
ha portato la componente di destra, ''Azione universitaria'', ad annunciare il
ricorso alla magistratura per interruzione di pubblico servizio. Autogestioni e
assemblee in molte scuole superiori. COSENZA, CASSONETTI ROVESCIATI Stamattina
centinaia di ragazzi delle superiori hanno sfilato urlando slogan contro la
riforma, ma soprattutto capovolgendo cassonetti per la raccolta dei rifiuti
solidi urbani e danneggiando i vetri di alcune scuole con il lancio di pietre.
La manifestazione ha richiesto pure l'intervento di pattuglie dei carabinieri,
che però si sono limitati a controllare evitando qualsiasi contatto. La
manifestazione è tuttora in corso e gli studenti si sono concentrati dinanzi al
Municipio. L'agitazione continua anche all'Università della Calabria, dove è
previsto un calendario fitto di assemblee e incontri per decidere le azioni di
protesta contro la riforma del governo. Le prime tre assemblee previste sono
state realizzate nelle Facoltà di Scienze matematiche, Fisiche e Naturali; di
Scienze Politiche e di Economia. Per oggi c'è grande attesa per le decisioni
degli studenti della facoltà di Ingegneria dove nei giorni scorsi - aggiungono
gli studenti - i docenti hanno già approvato una mozione con la quale è stato
deciso lo stato di assemblea permanente. POLIZIA E' scontro Berlusconi-VeltroniTensione
a MilanoPolizia per fermare le occupazioni? - Giuste le proteste studentesche?
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condannati per droga E se minori non potranno prenderla" (56 commenti)
Raccontateci il 'vostro' sci e andrete gratis a Skipass (38 commenti) Multa record
a senzatetto Oltre 700 euro per aver steso i cartoni (25 commenti) Sfila la
rabbia degli universitari (25 commenti) 12:34:43 - Veramente un editoriale
interessantissimo.[...] Ellesse, come LeonardoServadio12:29:09 - "Bologna
diventa attrazione di chi non ha dimora ne' mezzi di sostentamento e non sa
come portare co[...] Mancuso: "Vigile 'obbligato' alla multa Servono
sanzioni alternative"12:23:28 - Andateci giù duri, cosa volete che gliene
freghi di una multa, gli serve solo per farsi pubblicità e[...] Mancuso:
"Vigile 'obbligato' alla multa Servono sanzioni alternative"12:15:54
- formate i vigili a scuola di civismo[...] Multa record a senzatetto Oltre 700
euro per aver steso i cartoni11:07:33 - Il problema di Piazza San Francesco non
è Marco e la Polizia Municipale ha fatto una magra figura. P[...] Multa record
a senzatetto Oltre 700 euro per aver steso i cartoni11:01:51 - Ah! ci voleva
una riforma del genere : 1500 milioni (10%) tolti alle università in 5 anni (nb
in ogn[...] Berlusconi: "Polizia nelle università" Veltroni: "Il
premier soffia sul fuoco"10:58:51 - Non è certo la soluzione. Ma non
possiamo ignorare che, gira pure tutte le città europee, Bologna è [...] Multa
record a senzatetto Oltre 700 euro per aver steso i cartoni Polizia per fermare
le occupazioni nelle scuole, sei d'accordo?Beckham la Milan, un buon
acquisto?Cure palliative a base di oppio contro il dolore: sei
d'accordo?Togliere la patente a chi è condannato in via definitiva per droga:
sei d'accordo?Pacchetto clima, giusta o sbagliata la richiesta dell'Italia alla
Ue di tempi di applicazione più lunghi?Gli italiani sono ancora un popolo di
superstiziosi?Accettabile assumere farmaci per migliorare le proprie
prestazioni sportive?Serve una legge per regolamentare gli scioperi dei trasporti?Riduzione
dei permessi sindacali, sei d'accordo?Classi separate per gli stranieri, sei
d'accordo?Navigare sul web affina la mente: è vero?Chi vorresti vedere nei
panni di James Bond?I provvedimenti presi sono sufficienti per contrastare la
crisi finanziaria?Hai fiducia nel governo Berlusconi?Servizi sociali ad
Auschwitz per gli ultrà fascisti di Sofia, sei d'accordo? La foto del giorno Un
super reggiseno Adriana Lima indossa il “Black diamond miracle bra”, il
reggiseno più caro della storia creato da Victoria's Secret. L'indumento costa
4 milioni di euro ed è composto da 3.900 pietre preziose, migliaia di minuscoli
diamanti neri, 117 diamanti da un carato ciascuno e 34 rubini. La sua
peculiarità sono le due grosse (e rarissime) lacrime di diamante nero da 100
carati RICERCA ANNUNCI Archivio Notizie Anno: 1999 2000 2001 2002 2003 2004
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( da
"Avvenire" del 23-10-2008)
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CRONACA 23-10-2008
all'attacco Il premier difende a spada tratta la riforma Gelmini e attacca l'estrema sinistra che
strumentalizza le proteste degli studenti. Poi se la prende anche con i
giornali che "distorcono la realtà" e con la tv pubblica che diffonde
"solo immagini di chi protesta".
( da
"Avvenire" del 23-10-2008)
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Scuola
CRONACA 23-10-2008
"Non è una questione di ordine pubblico" DA ROMA ROBERTA D'ANGELO F a
un gran gioco la polemica con il presidente del Consiglio su un tema caldo come
la scuola alla vigilia della manifestazione di sabato. E fa ancora più gioco la
medesima richiesta di dialogo fatta dal presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano qualche ora dopo la proposta lanciata dai microfoni di 'Radio
anch'io' dal segretario del Pd. Walter Veltroni ha davanti una strada spianata
che porta al Circo Massimo con un argomento scottante come l'istruzione e la
speranza di migliaia di studenti, insegnati e genitori pronti a seguirlo. Il
problema è di quelli che chiama consensi, tan- to che sul sito ufficiale del Pd
compare in agenda lo "sciopero creativo degli studenti" con tanto di
"occupazioni e assemblee a Firenze, Roma, Bologna, Pisa, Massa Carrara,
Padova e Torino" in programma per il 23 del mese. Il partito non può che
essere con lui. E anche l'avvio dell'iter del decreto Gelmini in Parlamento è l'occasione per mettere l'accento sul
periodo di crisi in Italia. "La dichiarazione del presidente Napolitano
sui temi della scuola e dell'università indica la giusta direzione, quella cioè
del dialogo aperto, di un approccio serio e positivo ad un grande tema sociale
che non può essere ridotto ad una questione di ordine pubblico", dice
Veltroni a chiusura di una giornata di dichiarazioni che facevano appello
proprio alla ripresa della trattativa, con la necessaria e impraticabile
premessa però del ritiro del decreto da parte del governo. "Spero che
l'appello del capo dello Stato venga ascoltato e si dia rapidamente vita ad un
tavolo di confronto insiste il leader piddì che rispetti il ruolo del
Parlamento e si apra ai diversi soggetti, per affrontare e dare risposta ai
veri problemi della necessaria innovazione della scuola e
dell'università". Parole concilianti, dopo una giornata di fuoco, aperta
da Veltroni con una lunga intervista radiofonica, che però non ha risolto la
giornata. Le parole di Berlusconi nella conferenza stampa accanto al ministro
Gelmini obbligano il segretario democratico a convocare una immediata
conferenza stampa-ombra per replicare. E tra il ministro ombra Maria Pia
Garavaglia e il coordinatore Beppe Fioroni, l'ex sindaco di Roma contrattacca
il premier, le cui parole, esordisce, "sono molto gravi e cariche di
conseguenze", mentre un presidente del Consiglio anziché "soffiare
sul fuoco" dovrebbe "sforzarsi di garantire l'unità del Paese".
Anzi, per Veltroni è l'occasione per confermare lo stesso ragionamento relativo
alla manifestazione di sabato. Anche lì Berlusconi è partito con una critica
dura. Ma il presidente del Consiglio, incalza il segretario pd,
"radicalizza una situazione fisiologica in democrazia. A tutti è capitato
di stare al governo e avere un movimento di contestazione: questo è il sale
della democrazia". Ora però, continua, "il governo si assume la grave
responsabilità di trasformare un problema sociale in un problema di ordine
pubblico. I professori, gli studenti, i rettori sono un grande problema sociale
che come tale va affrontato. Migliaia di persone hanno manifestato
pacificamente per dire la loro come sempre è avvenuto nella democrazia. Mi
domando se è ancora possibile dissentire". Non solo. Per Veltroni, di
fronte a una protesta tanto estesa, l'esecutivo "dovrebbe ritirare il
decreto e le misure con i tagli", che, insiste, sono ben documentati e
soprattutto che hanno ispirato la riforma. Invece, incalza il suo vice Dario
Franceschini, Berlusconi cerca "di provocare il movimento
studentesco" al quale il vertice piddì si appella perché "non
risponda alle provocazioni ". E accanto a Veltroni, lavorano i suoi anche
in Parlamento perché il dl si blocchi. Ieri in aula al Senato la capogruppo
Finocchiaro ha chiesto di "rinviare l'esame" perché "la
commissione Istruzione non ha completato il suo lavoro". Veltroni chiede
che venga ritirato il decreto e aperto un tavolo di confronto con tutte le
parti interessate Veltroni (qui sopra) ha replicato ieri punto su punto alle
dichiarazioni di Berlusconi riguardo alla scuola.
( da "Avvenire"
del 23-10-2008)
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CRONACA 23-10-2008
COSA CAMBIA UNIVERSITÀ Nella manovra finanziaria di agosto, il governo ha
stabilito un taglio di 63 milioni di euro al Fondo di funzionamento ordinario
per il 2009. Ma offre anche la possibilità di trasformarsi in Fondazione.
COSTITUZIONE In forma sperimentale da quest'anno, poi materia autonoma. Oltre
alla Costituzione, è stato inserito anche lo studio degli Statuti regionali sia
di quelle ordinaria, sia di quelle a statuto speciale. CONDOTTA Viene
ripristinato. I docenti dovranno valutare anche il modo di comportarsi
complessivo tenuto dallo studente durante l'anno scolastico ed esprimere una
valutazione che andrà a fare media nel giudizio finale. TORNA IL VOTO Giudizi
addio, alle elementari e alle medie tornano i voti espressi in decimi, come
accadeva in passato. Per ottenere la promozione servirà raggiungere il
( da
"Avvenire" del 23-10-2008)
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CRONACA 23-10-2008
SCUOLA NELLA BUFERA "Polizia contro le occupazioni" Berlusconi
annuncia il pugno di ferro "Così difenderemo chi vuole studiare" DA
ROMA GIOVANNI GRASSO I l presidente del Consiglio Silvio Berlusconi promette il
pugno di ferro contro le occupazioni di scuole e università ("le
impediremo") e difende a spada tratta la riforma Gelmini: è un
provvedimento "sacrosanto", spiega in una conferenza stampa a Palazzo
Chigi insieme al ministro dell'Istruzione, e il governo non ha alcuna
intenzione di ritirarlo. Alla vigilia della manifestazione del Pd il
ciclone-Berlusconi si abbatte contro tutti: gli studenti che occupano le
scuole, strumentalizzati da "estremisti di sinistra"; le opposizioni
che usano la piazza per attaccare il governo; tv e giornali che non fanno il
proprio dovere "diffondendo ansia" (o facendo "cattiva
informazione", amplificando le "menzogne" della sinistra sul
decreto Gelmini). E, per far capire che sulle occupazioni non si scherza, ha
convocato ieri pomeriggio il ministro dell'Interno Roberto Maroni "per
dargli ha spiegato istruzioni dettagliate su come intervenire attraverso le
forze dell'ordine per evitare che questo possa succedere". Poi ha dettato
"un avviso ai naviganti: non permetteremo ha detto che vengano occupate
scuole e università, perché l'occupazione di luoghi pubblici non è la
dimostrazione dell'applicazione della libertà, non è un fatto di democrazia, è
una violenza nei confronti degli altri studenti, nei confronti delle famiglie,
nei confronti delle istituzioni e nei confronti dello Stato". La realtà di
questi giorni, ha aggiunto il premier, "è fatta di aule piene di ragazzi
che intendono studiare e i manifestanti sono organizzati dall'estrema sinistra,
dai centri sociali e da una sinistra che ha trovato il modo di far passare
nella scuola delle menzogne". Ed eccole le "menzogne della
sinistra". Il premier scandisce: non è vero "che ci saranno 86 mila
insegnanti in meno: nessuno sarà cacciato. Ci sarà solo il pensionamento di chi
ha già raggiunto l'età e il blocco del turn over". Non è vero "che
sarà tagliato il tempo pieno", perché con la riduzione dei docenti e
l'aumento degli alunni per classe (che saranno in media 21 e non 30 come accusa
la sinistra) si libera personale per fare "in cinque anni 6.000 nuove
classi". Così è falso che si tagliano fondi per la scuola: "Non c'è
nessun taglio ma una manovra su un triennio che porta risorse alla scuola e
agli alunni". Quanto al maestro unico, Berlusconi afferma che bisogna
parlare semmai di "maestro prevalente", visto che rimarranno i
docenti "di religione, informatica e lingua straniera". Scorretto
anche parlare di chiusura delle scuola nei piccoli centri: anche qui si tratta,
per il premier, solo di una razionalizzazione. Difesa a oltranza, poi, per
l'emendamento leghista che introduce classi di inserimento per i figli
dell'immigrati che non conoscono a sufficienza la lingua: "Non c'è nessun
razzismo, ma buonsenso. La prima cosa da fare è imparare l'italiano, poi avviare
i ragazzi allo studio delle altre materie". Non manca infine una
'spazzolata' per giornali e giornalisti, che "distorcono la realtà",
mentre "la tv pubblica italiana diffonde solo ansia e immagini di chi
protesta. Noi siamo preoccupati". E ai cronisti presenti dice:
"Mandate i saluti miei e del ministro Gelmini ai vostri direttori e
ditegli che saremmo molto indignati e preoccupati se la conferenza stampa di
oggi sulla scuola non avesse seguito". Mentre di fronte alle domande dei
giornalisti dell'Unità e del Manifesto che esprimono dissenso sull'idea di
mandare la polizia nelle scuole occupate, sbotta: "Fateci il callo, ho
ancora quattro anni e mezzo". Occhi puntati, dunque, sull'incontro
Berlusconi-Maroni. Il ministro è uscito dal vertice in silenzio, facendo
diramare poco dopo un comunicato nel quale fa sapere che oggi si riunirà sotto
la presidenza di un sottosegretario il comitato della sicurezza per valutare la
situazione delle occupazioni. Bossi ha commentato, prima dell'incontro:
"Non so cosa abbia in mente il premier". E davanti alle proteste
delle opposizioni e degli studenti, gli esponenti del Pdl precisano che
Berlusconi non ha intenzione di reprimere le proteste legittime, ma di tutelare
anche che non vuole protestare: "Le manifestazioni dice Maurizio Gasparri,
capogruppo al Senato sono un fatto legittimo, direi quasi rituale nei mesi di
autunno: ma non si blocchi l'attività didattica con argomentazioni false".
E il ministro Gelmini chiarisce:
"Sono indignata: in molte scuole e università gruppi minoritari
impediscono ai ragazzi di entrare in classe e di studiare". Il ministro
Mariastella Gelmini e il premier Silvio
Berlusconi durante la conferenza stampa di ieri (Ansa).
( da
"Avvenire" del 23-10-2008)
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CRONACA 23-10-2008
studenti e universitari Le associazioni giovanili che in queste settimane
coordinano la mobilitazione nelle superiori e negli atenei respingono le parole
del premier "Sono affermazioni inaccettabili" "Le parole del
premier non fermeranno la protesta" DA MILANO ENRICO LENZI U na
"intimidazione che non servirà a fermare la nostra protesta". Unione
degli studenti, Unione degli U- niversitari e Rete degli studenti - le
organizzazioni giovanili che i queste settimane stanno coordinando la
mobilitazione nelle scuole e nelle università - rispondono così alle parole
pronunciate in tarda mattina dal presidente del Consiglio. E così anche la
giornata di ieri è stata costellata di manifestazioni, lezioni bloccate o
svolte in piazza, cortei e mobilitazione in molti istituti superiori e in
diversi atenei. "Le dichiarazioni rilasciate da Berlusconi sono
inaccettabili commenta l'Unione degli studenti (Uds) . Siamo contrari
all'utilizzo della repressione come metodo di risoluzione dei conflitti,
crediamo inoltre che gli studenti invece che essere criminalizzati dovrebbero
essere coinvolti nelle decisioni di questo governo in materia di istruzione".
"Non siamo ultras da stadio aggiunge Roberto Iovino, coordinatore
nazionale della Rete degli studenti . Berlusconi non può reprimere la
contestazione a colpi di manganello. Quelle parole sono un segnale di un metodo
reazionario e violento a cui oppor- remo come sempre le nostre idee
pacifiche". Dello stesso tenore la reazione dell'Unione degli universitari
(Udu). "In un Paese democratico il dissenso si ascolta non si
reprime" afferma Federica Musetta dell'Udu, chiedendo al premier di fare
"un passo indietro rispetto alle parole dette in mattinata".
"Siamo entrati nell'era fascista" aggiunge con toni duri Riccardo
Messina, coordinatore nazionale della Fgci, la federazione giovanile del Pdci.
E così la protesta non si ferma. A Torino gli studenti hanno occupato la sede
delle facoltà umanistiche a Palazzo Nuovo, anche se non c'è il blocco della
didattica nonostante la richiesta avanzata nei giorni scorsi dall'assemblea
degli studenti. "Qui la protesta si sta svolgendo in forme pacifiche e
civili" assicura il prorettore dell'ateneo torinese Sergio Roda. A Milano
lezione in piazza Duomo, con un successivo corteo che ha raggiunto, dopo un
breve sit in lungo la circonvallazione interna, la facoltà di Scienze Politiche
alla Statale, dove un gruppo di studenti ha cercato di bloccare la lezione di
Economia internazionale e dello sviluppo. Dopo un vivace scambio di battute con
gli studenti presenti a lezione e con lo stesso docente, i manifestanti hanno
abbandonato l'aula ripiegando nel cortile della sede. A Firenze, città nel
quale la mobilitazione prosegue da più tempo, ancora lezione in piazza della
Signoria, questa volta con un docente di eccezione, l'astrofisica Margherita
Hack, che si è espressa contro l'ipotesi di un ricorso alle forze dell'ordine
per fermare la protesta degli studenti. Da segnalare anche una dimostrazione
antiagitazione da parte dei giovani di Forza I- talia che hanno esposto due
striscioni di protesta contro i collettivi davanti a uno dei plessi
universitari occupati dai loro colleghi della sinistra. Assemblea permanente
anche all'Università di Siena che "non ha provocato alcun ostacolo al
regolare svolgimento delle lezioni" sottolinea il rettore dell'ateneo,
Silvano Focardi, sorpreso dalle parole del premier. A Trento il comitato
"no-Gelmini" ha rivendicato
l'occupazione del rettorato dell'ateneo avvenuta martedì, rivendicando anche
"l'estraneità a qualsiasi centro sociale" come invece "si è
accusato di avere. Occupazione anche all'Università Orientale di Napoli, decisa
al termine di una lunga assemblea durata quasi tutta la giornata. Anche il
mondo delle scuole superiori è in fermento. In concomitanza con la discussione
del decreto Gelmini al Senato, l'Uds e la Rete degli studenti hanno proclamato
tre giorni di mobilitazione. Lungo tutta la Penisola sono molti gli istituti
occupati o in autogestione. In Calabria occupato lo scientifico Pitagora di
Rende, mentre i loro colleghi dello scientifico di Catanzaro hanno optato per
l'autogestione. Mobilitazione anche nella capitale e la sua provincia. Secondo
l'Uds sarebbero una cinquantina le scuole superiori di Napoli coinvolte nella
protesta, a cui si aggiungono una dozzina di Salerno e altri istituti di
Avellino e Caserta. Anche in Toscana, secondo l'organizzazione degli studenti,
l'adesione sarebbe massiccia. Ora l'intera mobilitazione punta alla data del 30
ottobre, quando in piazza scenderanno per uno sciopero generale i lavoratori
della scuola aderenti ai sindacati confederali, allo Snals e alla Gilda. Ma
anche la data del 29, giorno in cui il decreto dovrebbe essere convertito in
legge, potrebbe diventare occasione per nuove manifestazioni. Ancora una
giornata di manifestazioni, cortei e lezioni svolte in piazza per dire
"no" al provvedimento.
( da
"Avvenire" del 23-10-2008)
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PRIMA 23-10-2008
Proteste. In una lettera agli studenti della Sapienza Napolitano auspica un
confronto sui tagli alla spesa Scuola, altro scontro Il Colle: serve dialogo
Berlusconi: forze dell'ordine contro le occupazioni Veltroni: parole gravi, il
premier non soffi sul fuoco Ï La risposta di Napolitano alla lettera di
universitari e ricercatori della Sapienza: "Tenere conto dell'esigenza di
contenere il deficit, ma considerare anche le proposte che vengono da docenti e
studenti" Ï Berlusconi: i giornali e la sinistra disinformano, la riforma Gelmini è sacrosanta. Intendo tutelare gli
studenti che vogliono entrare in classe Ï Il leader del Pd difende la protesta
e plaude alle parole del capo dello Stato. E al premier: "Ritiri il
decreto invece di provocare" D'ANGELO, GRASSO, LENZI, PICARIELLO 6/7.
( da
"Corriere del Veneto" del 23-10-2008)
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Corriere del Veneto -
VERONA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2008-10-23 num: - pag: 3 categoria:
REDAZIONALE Tra oggi e domani Allievi a lutto e aule vuote Così nelle città
venete Sale la protesta: 48 ore di sit-in, allievi a lutto e stop alle lezioni
VENEZIA - Tra oggi e domani sono previste proteste in tutto il Veneto.
Stamattina, dalle 10 alle
( da
"Corriere del Veneto" del 23-10-2008)
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Corriere del Veneto -
VERONA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2008-10-23 num: - pag: 3 categoria:
REDAZIONALE A Roma Don Bonazza E oggi Mazzucco al vertice della Crui
"Punire la bestemmia? E' un segnale di crisi" VENEZIA - "La
bestemmia è un segno di inciviltà, una stonatura potente, ma non mi permetto di
dare giudizi sulle decisioni di altri istituti. La mia attenzione, tuttavia,
rispetto a questa vicenda cade sulla eccezionalità del provvedimento: mi chiedo
se dietro non ci siano dei validi motivi per farlo". Don Natalino Bonazza,
parroco a San Salvador e presidente della "Fondazione Giovanni Paolo
I" che riunisce le scuole materne, primarie e medie afferenti al
Marcianum, usa estrema cautela nei confronti del professor Bartolomeo Tribuna,
il preside del liceo artistico di Venezia che ha proposto la punizione della
bocciatura per chi bestemmia in classe. "Cercherei di capire il contesto -
spiega ancora il sacerdote- ma se arriviamo a tali livelli forse è piuttosto
faticoso. Perchè il Consiglio di Istituto, peraltro composto anche da genitori,
dovrebbe alzare il livello della punizione? Forse è la spia di un segnale di un
disagio, innanzitutto sociale. Probabilmente a muovere il preside è stata una
necessità, più che una questione di principio. Rimane il fatto che ogni
situazione, quindi anche la bestemmia, va valutata singolarmente". VERONA
– E' iniziata la missione del rettore dell'università di Verona, Alessandro
Mazzucco, all'interno della Crui, la conferenza che riunisce i rettori di tutte
le università italiane, riunita in questi giorni a Roma. Mazzucco, membro
dell'esecutivo dell'associazione, ha partecipato ieri ad una riunione di giunta
mentre oggi si confronterà con il consiglio allargato, a cui appartengono i
rettori di tutti gli atenei aderenti. Un incarico che gli darà la possibilità
di levare all'interno dell'assemblea una voce a difesa delle università “con i
conti in regola” che rischiano, secondo il rettore, di essere penalizzate dalla
redistribuzione dei fondi nel caso in cui questi vengano usati per salvare gli
atenei in rosso, categoria in cui rischiano di finire università dalla solida
tradizione come quelle di Bologna e Firenze. Proprio questa attività mediatrice
(che non esclude il governo come interlocutore) sarebbe all'origine del basso
profilo mantenuto dal Senato accademico scaligero nei confronti del ddl Gelmini e delle proteste indirizzate alla
riforma provenienti da gran parte del mondo universitario italiano. Paola
Vescovi D.O.
( da
"Corriere del Veneto" del 23-10-2008)
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Corriere del Veneto -
TREVISO - sezione: PRIMOPIANO - data: 2008-10-23 num: - pag: 5 categoria:
REDAZIONALE Tra oggi e domani Sale la protesta: 48 ore di sit-in, allievi a
lutto e stop alle lezioni VENEZIA - Tra oggi e domani sono previste proteste in
tutto il Veneto. Stamattina, dalle 10 alle
( da "Corriere
del Veneto" del 23-10-2008)
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Corriere del Veneto -
TREVISO - sezione: PRIMOPIANO - data: 2008-10-23 num: - pag: 4 categoria:
REDAZIONALE Bocciati per un solo quattro o un cinque nella materia chiave
Autonomia scolastica, regole più rigide. Palumbo: "Si può fare" A
Mestre il caso del Foscari, a Venezia una bestemmia costa l'anno VENEZIA - Una
bestemmia in classe? Si rischia la bocciatura. Una occupazione? Si rischia
l'allontanamento dalla scuola anche fino alla fine dell'anno scolastico. Lo
stesso vale per chi usa il cellulare nelle ore proibite. Va meglio a chi verrà
pizzicato alla macchinetta del caffè fuori orario o a chi fuma in luoghi non
consentiti: al massimo tre giorni di sospensione. Non siamo in Accademia
militare ma al Liceo Artistico Statale di Venezia, dove il consiglio d'istituto
ha adottato il 9 ottobre un rigido regolamento per le infrazioni più comuni,
con tanto di tabelle descrittive: per ogni infrazione c'è una sanzione che va
dal richiamo verbale alla bocciatura. Per contro gli studenti del Foscari
Massari di Mestre faranno bene a sgobbare: basterà una sola insufficienza grave
(un "4"), due non gravi ("5") o anche una sola nella
materia chiave, per non essere ammessi all'anno successivo. Il Liceo artistico
è in fermento, gli studenti hanno deciso di non prendere alcuna iniziativa, ma
di "studiarlo", anche attraverso un'assemblea delle ultime classi. Ma
è così in tutto il Veneto. Le nuove norme emanate dal ministero in materia di
regolamenti da adottare scuola per scuola e la nuova stagione di rigore, hanno
scatenato i consigli di istituto. C'è chi minaccia di bocciare per la
parolaccia e chi per un unico
( da
"Giornale di Vicenza.it, Il" del 23-10-2008)
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PARTITI. Trasferta a
Roma e riforma Gelmini Nell'agenda del
Pd c'è "Salva l'Italia" È fitta di appuntamenti l'agenda del
Pd bassanese, soprattutto in considerazione dell'imminente avvio di campagna
elettorale. "Abbiamo aperto il tesseramento - spiega il consigliere
comunale, nonché portavoce dei democratici, Giovanni Reginato - e il 25 ottobre
saremo a Roma per partecipare alla manifestazione nazionale e portare le firme
raccolte con la petizione "Salva l'Italia". A novembre, a fronte
della riforma Gelmini, organizzeremo un incontro pubblico su temi legati alla
scuola, dopo il quale stiamo programmando, entro la fine del 2008, un dibattito
sulla sanità e uno sull'economia. Per quest'ultimo vogliamo coinvolgere anche i
rappresentanti dei settori produttivi e dei lavoratori". "Quanto ai
temi in agenda, siamo in linea con il Pd nazionale e con la petizione Salva
l'Italia: le questioni, a nostro avviso più importanti riguardano la politica
fiscale e la sicurezza. Nello specifico bassanese, ci stiamo preparando alla
campagna elettorale per le amministrative: un appuntamento fondamentale, anche
a fronte di un elettorato locale che risulta equamente ripartito tra noi, il
Pdl e la Lega".L.P. .
( da
"Giornale di Vicenza.it, Il" del 23-10-2008)
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SCUOLA. Lo dice una
bozza ministeriale. In città scoppia la polemica Istituti tecnici e
professionali: taglio alle materie d'indirizzo Saranno le materie
scientifiche, al biennio, e quelle tecniche di indirizzo, al triennio, a subire
i tagli necessari per portare da
( da
"Corriere Adriatico" del 23-10-2008)
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Scuola
SENIGALLIA -
"Non pagheremo noi la vostra crisi", con questo slogan sono state
aperte molte manifestazioni e assemblee in tutta Italia e anche a Senigallia
domani mattina si svolgerà un corteo studentesco che partirà alle 8 dal
palazzetto dello sport via Capanna. La manifestazione è stata organizzata dal
collettivo studentesco Zenit "contro la Riforma Gelmini e la devastazione della scuola pubblica".
"Sono ormai decenni - si legge nel comunicato che anticipa il corteo -che
la scuola pubblica subisce continui attacchi, ma quest'anno le proporzioni di
questa devastazione hanno toccato vette di indicibile pericolosità. Dal maestro
unico all'accorpamento delle cattedre, dal taglio dei corsi sperimentali alle
scuole su fondazione, tutto ciò impoverisce oltre ai nostri istituti anche la
nostra cultura e la nostra formazione".
( da
"Stampa, La" del 23-10-2008)
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OMEGNA. ALLARME DI
CIGL E CISL Decreto Con la riforma Gelmini
sono 130 i prof. a rischio La Regione ha presentato ricorso contro i tagli
delle scuole Situazione in bilico anche per trenta impiegati e bidelli
[FIRMA]VINCENZO AMATO OMEGNA La riforma della scuola metter a rischio 150 posti
di lavoro: il piano-Gelmini avrà
ripercussioni notevoli nel Vco fra insegnanti e personale non docente che
andranno in pensione e non saranno rimpiazzati, docenti che si troveranno in
"mobilità" a causa del ridimensionamento delle classi e supplenti ai
quali non verrà più proposto un contratto. I dati sono stati forniti a Omegna
dal Coordinamento genitori e insegnanti per la scuola pubblica del Cusio
nell'ambito di un'assemblea pubblica alla quale hanno partecipato anche Orietta
Monterza (Cisl Scuola) e Gabriella Prandi (Flc Cgil). "La nostra
provincia, per la conformazione geografica e per la tipologia di istituti
scolastici, è particolarmente colpita dal decreto del ministro Gelmini - ha
detto Monterza -, e Omegna non fa eccezione. Le ricadute saranno pesanti per
gli insegnanti e per gli studenti". Più nello specifico è entrata Prandi,
che ha portato numeri e cifre del futuro occupazionale. "Ci saranno oltre
150 posti di lavoro in meno. E' come se chiudesse una grande fabbrica, anche se
pochi per ora se ne sono accorti. Secondo una nostra proiezione nel Vco
resteranno senza lavoro ottanta supplenti: 28 addetti Ata, 16 insegnanti delle
scuole superiori, 8 delle medie e 28 delle elementari. Inoltre non verranno
rimpiazzati i docenti, una cinquantina, che andranno in pensione. Uva ventina,
infine, gli insegnanti in esubero che andranno in mobilità". "Siamo
preoccupati per il futuro delle nostre scuole, e penso alle elementari e alle
medie di Omegna che sono avanti nella sperimentazione dell'inserimento dei
bambini extracomunitari con modelli didattici avanzati e con il tempo prolungato:
rischia di sparire tutto - ha aggiunto Gabriella Prandi -. A proposito della
questione Omegna, c'è il rischio per il liceo artistico di una riduzione
oraria, sull'istituto commerciale e corrispondenti in lingue esteri c'è
addirittura un punto interrogativo perché non si capisce bene cosa diventerà
mentre per il professionale Dalla Chiesa è tutto rimandato al 2010 con
immaginabile difficoltà da parte delle famiglie e degli studenti che devono
scegliere dove inviare le iscrizioni per l'anno successivo". Alla domanda,
emersa nel dibattito, su cosa fare, la risposta è stata univoca:
"Cominciamo almeno a protestare".A proposito della riforma Gelmini e
dei tagli previsti, ieri a Verbania il presidente della Regione Mercedes Bresso
ha annunciato che l'amministrazione piemontese ha presentato ricorso alla corte
costituzionale: "Se il decreto non cambia ci troveremmo a dover chiudere
moltissime elementari e materne, soprattutto nelle zone di montagna". E
aggiunge: "Possiamo ragionare insieme sulla necessità di razionalizzare le
risorse ma è un processo che richiede tempo e che non possiamo portare a
termine entro il 30 novembre come richiesto. A meno di non lavorare con
l'accetta, e non siamo disposti a farlo".
( da
"Corriere Adriatico" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
"Non è vero che
ci saranno tagli e 86 mila insegnanti in meno nessuno sarà cacciato"
Mentre divampa la protesta sulla riforma Gelmini, Berlusconi sfida gli studenti
"Basta violenze, ora mando la polizia" ROMA - "L'ordine deve
essere garantito, lo Stato deve fare lo Stato". Silvio Berlusconi usa la
stessa formula già utilizzata contro i blocchi delle discariche in Campania,
per annunciare il pugno duro anche contro le occupazioni delle scuole e delle
università che si stanno diffondendo in tutta Italia. Nel corso di una
conferenza stampa convocata ieri mattina assieme al ministro dell'Istruzione
Mariastella Gelmini per difendere l'omonimo decreto e denunciare le "bugie
della sinistra", il premier avverte che userà la forza pubblica per far
cessare ogni manifestazione che violi il diritto dei "cittadini studenti
di fare il loro mestiere di studenti". Il premier Silvio Berlusconi non se
la prende soltanto con la sinistra, che "strumentalizza" queste
proteste, ma anche con i media "che ormai hanno divorziato con la
realtà". In primo luogo attacca il servizio pubblico televisivo
accusandolo di "diffondere ansia", mostrando "solo chi
protesta", poi i giornali per aver "assolutamente trascurato di
raccontare la realtà". "La realtà di questi giorni - sostiene al
contrario il presidente Berlusconi - è quella di aule piene di ragazzi che
intendono studiare e i manifestanti che sono organizzati dall'estrema sinistra
e spesso, come a Milano, dai centri sociali". Quindi, con un tono
piuttosto deciso, sfida i giornalisti presenti: "Vi prego di portate i
nostri saluti ai vostri direttori e dite loro che saremo molto preoccupati e
indignati se la conferenza stampa di oggi non avesse seguito e non dessero
informazione ai lettori di questi giornali". Infine, dopo aver respinto al
mittente l'invito di Walter Veltroni a ritirare il decreto, Berlusconi lancia
la linea dura: "Vorrei dare un avviso ai naviganti. Non permetteremo
l'occupazione di università e di scuole, perché - scandisce con vigore - non è
una dimostrazione di libertà, non è un fatto di democrazia ma è pura violenza
nei confronti degli altri studenti, delle famiglie, delle istituzioni e nei
confronti dello Stato. Convocherò oggi Maroni e darò a lui istruzioni
dettagliate su come intervenire attraverso le forze dell'ordine per evitare che
questo possa succedere". Una giornalista de "Il Manifesto", gli
chiede se verrà usata la polizia anche contro le maestre elementari e
Berlusconi risponde determinatissimo: "Tutelerò sempre il diritto dei
cittadini, siano essi cittadini studenti o cittadini genitori. Avete 4 anni e
mezzo, fateci il callo, non retrocederò di un millimetro, questo sia chiaro".
Un modo brusco per chiudere una conferenza stampa a tratti vibrante, convocata
dal premier per confutare, una dopo l'altra, le obiezioni avanzate dalle
opposizioni, bollate a più riprese come "menzogne". Non è vero -
sottolinea - che ci saranno tagli alla scuola pubblica e 86mila insegnanti in
meno: "Nessuno sarà cacciato, andrà solo in pensione chi ha già raggiunto
il limite d'età e sarà bloccato il turn over". Non è vero che verrà chiuso
il tempo pieno, anzi, assicura Berlusconi, "ci saranno 6000 classi in
piu". Altra "falsita", secondo il premier è che il governo
chiuderà molte scuole. "Noi pensiamo a razionalizzare il personale. Ad
esempio, nelle comunità montane un preside o un segretario possono occuparsi di
più scuole con meno di 50 alunni". Infine, per il Cavaliere, non è vero
che con questo decreto si cerchi di favorire la scuola
privata: "Non vedo il nesso. Noi stiamo cercando di far funzionare
meglio la scuola pubblica che oggi è
inefficiente e costosissima". Contro queste proposte la sinistra, accusa
il Cavaliere, cerca solo di "'strumentalizzare", "tenta di
costruire un'opposizione di piazza su un terreno circoscritto, perchè come
governo siamo inattaccabili su tutta una serie di provvedimenti, pensa che
questo della scuola sia un settore con cui poter alzare la voce". Infine,
rispondendo alla curiosità di una cronista, il presidente Berlusconi assicura
di non aver mai partecipato in passato ad alcun corteo: "Sono sempre stato
uno studente modello, diligentissimo, non ho mai manifestato e ho avuto sempre
degli insegnanti esemplari". MARCELLO CAMPO,.
( da
"Corriere Adriatico" del 23-10-2008)
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Scuola
"Nel '68 Moro
non usòla forza per fermarele manifestazioni ma convocò il leader del Movimento
studentesco" Secondo Veltroni manifestare contro il governo è fisiologico
in democrazia "Il premier soffia sul fuoco" Anche il presidente dei
vescovi chiede moderazione ROMA - La protesta studentesca contro la riforma
della scuola va fermata e così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi
convoca a Palazzo Grazioli il ministro dell'Interno Roberto Maroni per dargli
indicazioni su come devono intervenire le forze dell'ordine. L'annuncio, dato
durante una conferenza stampa per sostenere il ministro della Pubblica
Istruzione Mariastella Gelmini, scatena
un'ondata di proteste nel centrosinistra. La reazione più dura è quella del
segretario del Pd Walter Veltroni che accusa il premier di voler "soffiare
sul fuoco". Manifestare contro decisioni del governo, osserva, è
"fisiologico in una democrazia". "Ma mi chiedo - aggiunge - se
sia ancora possibile dissentire in questo Paese. E' possibile esprimere
un'opinione diversa dal governo o no?". Se così non fosse, sottolinea,
"la cosa si farebbe seria". Anche il presidente dei vescovi Angelo
Bagnasco osserva che "i problemi complessi" non si risolvono
"con soluzioni semplici", ma con la "moderazione" e
l'equilibrio". E nel Pdl, a cominciare dal vicepresidente della Camera
Maurizio Lupi, si apprezza l'intervento dell'alto prelato, anche se si
ribadisce l'intenzione del governo di voler difendere a tutti i costi il
diritto dei ragazzi ad andare a scuola, senza che questo venga limitato dalle
occupazioni degli atenei. Su questa linea anche il ministro per le Politiche
Giovanili Giorgia Meloni: "Chi vuole manifestare ha il diritto di farlo,
ma anche chi vuol dare gli esami deve poterlo fare". Tutti d'accordo
invece gli ex ministri dell'Istruzione e dell'Università: le proteste ci sono
sempre state, ma a nessuno, assicura Francesco D'Onofrio, "è mai venuto in
mente di far ricorso alle forze dell'ordine". E, parafrasando il motto
fascista 'libro e moschetto fascista perfettò, invita la maggioranza a ricorrere
a "più libri e a meno moschetti...". Fabio Mussi, invece, sollecita i
Rettori a respingere "la militarizzazione del conflitto che arriva dal
governo". Nel '
( da
"Corriere Adriatico" del 23-10-2008)
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Scuola
ANCONA - Due università
marchigiane finiscono dietro la lavagna del ministro Gelmini. Nel mirino, in particolare gli atenei di Urbino e
Camerino, che secondo l'esponente del governo presentano "gravi buchi in
bilancio". Immediata la presa di distanza da questa affermazione degli
interessati. Gelmini, s'è detta
"indignata per la notizia che in molte scuole e università alcuni gruppi
minoritari impediranno ai ragazzi di studiare. Non capisco, poi, perchè gli
universitari brucino in piazza un decreto che non c'entra niente con l'università".
"Dal mondo universitario (professori e rettori) - ha detto il ministro -,
sinceramente, mi sarei aspettata un po' più di autocritica per come è stata
gestita l'università italiana e per come è stata ridotta. Non c'è trasparenza
nei bilanci. Il ministero vuole conoscere tutti i bilanci delle università e ha
avviato controlli in 5 di queste con buchi in bilancio (Siena, Firenze, Pisa,
Camerino, Urbino). Bisogna - ha aggiunto Gelmini - che i bilanci siano
comprensibili e pubblicati su internet". La dichiarazione del ministro è
stata poi bissata dal deputato toscano del Pdl Riccardo Mazzoni. Immediata la
replica di Esposito. "L'Università di Camerino - ha detto il rettore - non
presenta buchi di bilancio ma gode di buona salute finanziaria".
"Sono sorpreso dalla dichiarazione rilasciata dall'on. Mazzoni. Siamo
ovviamente a completa disposizione del ministro e del suo staff - ha aggiunto
Esposito - per tutti gli accertamenti che vorranno effettuare e che
inevitabilmente porteranno a riscontrare la piena salute contabile di cui gode
l'Ateneo camerte". "Preciso infine - ha concluso - che, nell'ottica
di massima trasparenza che Unicam persegue e attua, l'Università di Camerino è
uno dei due soli atenei italiani a utilizzare la contabilità economico patrimoniale".
Indiretta, invece, la replica di Urbino, attraverso una mozione. "Grazie a
enormi sacrifici e una politica di rigoroso contenimento della spesa - vi è
scritto - l'ateneo ha riportato in equilibrio il proprio bilancio, dimezzando
il debito e riducendo i residui passivi".
( da
"Corriere Adriatico" del 23-10-2008)
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Scuola
NON sarà facile per
gli studenti scesi in piazza contrastare le misure del ministro Gelmini. Come direbbe Heisemberg, solo uno
dei due ha ragione, ma stabilire chi ce l'ha è quasi impossibile. Il problema
principale è noto: scuola e università sono istituzioni sociali di estrema
importanza e, come tali, difficilmente riformabili senza una piattaforma
culturale condivisa. E' pura utopia pensare che la politica, priva di una
simile piattaforma, possa dall'esterno riformare un potere che, tra l'altro,
fortemente la condiziona (il 20% dei personaggi celebri e potenti sono
professori universitari) e, magari, sperare di non suscitare la reazione
sdegnata dei protagonisti della vita universitaria o scolastica. Il problema ha
origine anche dal paradossale e insostenibile atteggiamento dei cosiddetti
poteri accademici che, da un canto, invocano piena autonomia e, dall'altro, non
sono in grado di produrre neanche essi una piattaforma culturale condivisa
sulle direttrici di sviluppo della nostra scuola e della nostra università. Nel
mio mondo universitario, sarà responsabilità dei rettori, responsabilità di
senati accademici e di consigli di facoltà che non volano mai alto, perché
tutti immersi a correre nei labirinti dell' "ordinario". Qui casca
l'asino, è il caso di dirlo. Le componenti più competenti dei poteri accademici
non sono in grado di esprimere un'autonomia di progetto, né un'autonomia di
concorrenza e continua a essere minoritaria nell'accademia una visione di
sistema. Accade anche nel nostro sistema regionale universitario, coordinato
con eccessivo understatement, con immersione totale nelle mille vicende e negli
interessi accademici che si susseguono giorno per giorno Due delle quattro
università marchigiane, le più antiche, hanno conosciuto nel ventennio una
chiara regressione di iscritti, una terza ha resistito, una quarta, quella di
più recente costituzione, che ha sede nel capoluogo regionale, è in ascesa ed è
reputata una delle università medio-piccole migliori in Italia. Da questo
ultimo Ateneo sono venute le note migliori, in quanto a crescita degli iscritti
e, soprattutto, in termini di offerta di specializzazioni disciplinari con
grandi possibilità applicative (lavoro, per intenderci). Ed è noto che questo
ateneo, in precedenza denominato Università di Ancona, ha cambiato nome
presentandosi come network regionale tecnico-scientifico. Questo era - è il
caso di usare il passato - un progetto che pure esprimeva una visione:
costituire un politecnico regionale, con epicentro in Ancona, ma di
articolazione regionale. I tre atenei in prevalenza di humanities, dalla loro,
hanno però continuato con i loro doppioni di facoltà e di corsi di laurea,
deprimendo così possibili prospettive di poli di eccellenza inter-ateneo. C'è
anche stato un momento che sembrava possibile una sorta di unità d'intenti tra
le Università di Camerino e Macerata, ma poi tutto è sfumato, a quanto sembra.
Come sempre, nei quattro atenei le baronie hanno continuato a macinare il loro
lavoro ordinario e guardano alle municipalità disposte a foraggiare i loro
sogni di gloria (di espandere posti), in tempi in cui si riducono le risorse
dal centro, mentre le piccole municipalità sono desiderose di un'investitura
accademica e pronte a sostenerla. Dopo tanto decentrare (le sedi staccate),
indebolendo la capacità di attrazione complessiva del sistema universitario
regionale, una sua riaggregazione razionale sarebbe opportuna. Capisco che si
tratta di università secolari, ma è urgente una loro riorganizzazione. L'ideale
sarebbe una riorganizzazione funzionale con chiare missioni disciplinari: un
network di humanities, un network politecnico, uno di scienze biogenetiche e
mediche. Si tratterebbe di tre direttrici in grado di ri-orientare anche un
sistema produttivo come il nostro, che ha assoluto bisogno di sviluppare
terziario della conoscenza, di moderne comunità professionali. Una piccola
rivoluzione dunque, ma con chiari intendimenti e investimenti. Comporterebbe
una riorganizzazione logistica modesta rimanendo epicentri universitari Urbino,
Ancona, Macerata e Camerino-Ascoli. Insomma, se parliamo di università,
cominciamo dalle problematiche del nostro sistema regionale, che ha bisogno di
trovare nuovi stimoli di crescita. In fondo, non vi sembra che noi marchigiani
riflettiamo e facciamo troppo poco per migliorare le nostre università?
*DOCENTE DI SOCIOLOGIA ALL'UNIVERSITÀ POLITECNICA DELLE MARCHE,.
( da
"Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 23-10-2008)
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Scuola
Oristano e Provincia
Pagina 4017 Oristano La pioggia non ferma la protesta della scuola Oristano
--> La pioggia battente non ha fermato il mondo della scuola. Oltre duecento
tra insegnanti e personale delle segreterie, bidelli e collaboratori hanno
manifestato contro la riforma del ministro Gelmini.
Il corteo, promosso da Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda, partito da piazza Roma
ha fatto tappa prima davanti all'ex Provveditorato e poi in Prefettura. Brevi
incontri per illustrare le conseguenze che la riforma potrebbe avere nel
territorio oristanese. Circa il 70 per cento delle scuole materne, il 50 delle
elementari e delle medie rischia di chiudere perché non raggiungono i 50
alunni. E anche buona parte degli istituti superiori sono in pericolo: non
hanno i requisiti per mantenere l'autonomia, ovvero continuare ad avere una
presidenza e la segreteria. Scuole come i geometri, la scuola d'arte, le
professionali per i servizi sociali ad esempio non hanno 500 studenti, sono
cioè al di sotto della soglia minima prevista dal decreto di legge. Sindacati e
insegnanti sono pronti a dare battaglia e chiedono parametri diversi per un
territorio come quello oristanese. ( v.p. ).
( da
"Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 23-10-2008)
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Scuola
Commenti Pagina 342
Nuove mode studentesche Pensieri autogestiti nelle aule occupate Nuove mode
studentesche --> L'autogestione "non deve essere la replica degli
stessi meccanismi della scuola. Non occorre un servizio d'ordine che richiami
ognuno alla civiltà, per quello bastano i bidelli. Va rivoluzionato il modo di
stare nelle classi, abbattendo la lezione frontale e instaurando il dibattito
come unica fonte di apprendimento e informazione". Sessantotto? No, 2008,
articolo 6 dei tredici comandamenti per una buona autogestione diffusi
dall'Unione degli studenti, il sindacato studentesco. Il "segue
dibattito", si sa, in Italia è tradizione da decenni. Nelle sezioni di
partito, nelle autonomie, persino in tv, il talk è diventato moda. Ora, però,
arrivare a proporlo come unica (dove va a finire il pluralismo della cultura e
delle idee?) fonte di informazione e apprendimento ci appare davvero esagerato.
Mettiamo pure il caso che, agli studenti italiani (liceali e universitari) le
loro scuole e atenei, così come sono organizzati, non piacciano. Va bene,
miglioriamoli, magari introducendo maggiori criteri di merito, scalfendo le
baronie sedimentate nelle Università, promuovendo i migliori. Ma non previo
dibattito, meglio, molto meglio se ne valutiamo lo studio, l'applicazione, il
sapere. Anche per questo nel tourbillon di scuole occupate e di universitari in
piazza, contro il Governo Berlusconi e la riforma della Gelmini, contro i tagli e contro quello che volete, colpisce
che gli studenti ancora siano convinti che la liberazione e il sapere siano
nascosti nel dibattito, come se nei parlarsi tutti sapessero tutto. E allora
diventano interessanti "le regole per una buona autogestione" che
circolano nelle scuole italiane. "Una volta votata l'autogestione - si
legge nel manuale degli studenti in rivolta - comunicate al preside la
decisione, presentando le motivazioni, il programma, le intenzioni. Se il
preside è civile non ci sarà rottura di rapporti. Se invece l'autogestione è
contro il preside, le cose cambiano ed allora la rottura sarà il passaggio
della protesta". Geniale, viene da chiosare, ma non avete ancora letto il
vademecum per le occupazioni. "L'idea di base - che risponde alla domanda
di cosa realizzare quando lo scuola è occupata - è: trasformate la vostra
scuola nel luogo in cui vi piacerebbe vivere. (...) Ovviamente avete tutta la
giornata per organizzare varie attività e potete anche prevedere momenti più divertenti".
Ma come, la scuola deve insegnare, formare o no? E allora, se a uno piacesse
vivere alle Maldive che fa, si porta la palma in classe con tanto di tinozza
per i tuffi? Contraddizioni che meriterebbero un dibattito. PAOLO DE LORENZI.
( da
"Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 23-10-2008)
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Scuola
Prov Ogliastra Pagina
6022 Tortolì. L'assessore Murino: "Non ci sono abbastanza alunni per
formare le classi" Sette scuole rischiano la chiusura Tortolì..
L'assessore Murino: "Non ci sono abbastanza alunni per formare le
classi" --> Divisi dalle idee, uniti dalla necessità. Sembra essere
questo il destino del Consiglio provinciale sul tema della scuola. L'assemblea
straordinaria convocata per discutere della riforma Gelmini ha evidenziato le spaccature tra i due schieramenti, ma
ha detto che occorrerà ritrovare l'unità per arrivare a una proposta unitaria
che possa salvare il salvabile. L'assemblea è vissuta di schermaglie anche
aspre tra maggioranza e opposizione, lontane anni luce sulla valutazione data
alla proposta di riforma della scuola. A mettere, in qualche modo, tutti
d'accordo è stato l'intervento dell'assessore alla Pubblica istruzione, Giorgio
Murino, che ha ricordato che in Ogliastra ci sono ben sette istituti
comprensivi che non hanno numeri sufficienti per la costituzione delle classi:
Barisardo, Baunei, Jerzu, Seui, Tortolì (Direzione didattica 1), Urzulei e Villagrande.
A questi vanno aggiunti tre istituti secondari superiori: gli Itc serali di
Lanusei e Tortolì e l'Agrario, con annesso convitto, sempre di Tortolì.
"Le province dovranno presentare un piano entro il 30 novembre - ha detto
Murino - per cui occorrerà procedere a degli incontri sul territorio con il
coinvolgimento di sindaci e dirigenti scolastici, allo scopo di predisporre il
piano, che sarà doloroso ma inevitabile. Entro il 20 novembre terremo una
grande conferenza provinciale". A rendere più cupa l'atmosfera un blackout
che ha oscurato l'aula consiliare per circa un'ora. Dai due banchi, valutazioni
diametralmente opposte sulla riforma Gelmini. La volontà della maggioranza di
votare un documento unitario sulla questione scuola si è quindi scontrata con
la ferma opposizione della minoranza. Alla fine, le quattro mozioni presentate
da Angelo Sioni (Pd), Salvatore Giacu (Psdaz), Mario Deiana (Pdci) e dai
socialisti Puddu e Serra, sono state riunite in un unico documento, votato solo
dalla maggioranza e dal socialista Serra. I tre esponenti di minoranza che
hanno votato contro (Russo, Todde e Deidda) hanno aspramente criticato la
scelta. Nella sua proposta, Giacu chiedeva al consiglio un intervento presso la
Commissione regionale, dove giace una proposta sardista per una legge sulla
scuola sarda. Il documento presentato da Angelo Sioni, così come quello di Ivan
Puddu e Roberto Serra criticavano sotto molti aspetti la "controriforma
Gelmini", mentre la mozione Deiana parlava di "emergenza educativa e
sociale". Il Consiglio ha osservato un minuto di silenzio per ricordare
Marcello Garau, il funzionario della Provincia recentemente scomparso.
FRANCESCO MANCA.
( da
"Sicilia, La" del 23-10-2008)
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Scuola
Il sindaco di delia
rinnova la protesta "Viaggi in autobus più comodi per gli studenti
pendolari" C'è fermento fra gli studenti universitari che frequentano i
corsi di laurea a Caltanissetta a seguito della recente riforma varata dal
ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini.
A farsi portavoce del disagio studentesco è stata l'Udu (Unione studenti
universitari), che lancia l'allarme sulla prospettiva di chiusura delle sedi
decentrate a seguito dei tagli operati dall'esecutivo nazionale. "Per le
sedi decentrate come quella di Caltanissetta - spiegano il consigliere
provinciale Salvatore Licata, il senatore accademico dell'ateneo catanese
Riccardo Vella e il presidente provinciale Udu Salvatore Porsio - la situazione
è molto grave. Tali sedi sono a forte rischio di chiusura e non è da escludere
un ritardo generale dell'inizio delle lezioni. Considerato tutto ciò sarebbe
opportuno che la politica e tutti gli altri settori della società
(imprenditori, commercianti, sindacati ecc..) incrementino notevolmente e
realmente il proprio contributo ed interesse per rafforzare e migliorare il più
possibile l'università nella nostra provincia nell'interesse della collettività
e soprattutto degli universitari iscritti e delle loro famiglie. Crediamo che a
penalizzare lo sviluppo universitario siano stati gli screzi e gli scontri in
cui, spesso, il politico di turno ha solo voluto dimostrare la propria
superiorità sulla parte avversaria interessandosi solo di alcuni corsi rispetto
al progetto complessivo". Gli scriventi hanno accolto con compiacimento
gli appelli e la disponibilità del vescovo Mario Russotto a rivolgere maggiore
attenzione all'Università, auspicando la condivisione d'intenti tra le
associazioni studentesche quali l'Udu, il Sism e la Fuci, basilare per
intraprendere un percorso costruttivo. V. P.
( da
"Sicilia, La" del 23-10-2008)
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Scuola
"Sedi decentrate
a rischio"Riforma Gelmini. Anche
gli studenti universitari nisseni sono in fermento "Dodici scatti per un
sorriso": così è denominata la particolare e lodevole iniziativa, a sfondo
benefico, che vede coinvolte le Associazioni di volontariato "L'Arca"
onlus di San Cataldo, nata lo scorso anno e presieduta da Pasquale Panvini,
"Karol Wojtyla" onlus di Mussomeli e "Tumani" onlus di
Roma, in supporto al "Progetto India". Le dodici foto, provenienti
dal sud dell'India, in particolare dallo stato del Tamil Nadu, caratterizzano
le pagine di un calendario per l'anno 2009, con colori vivaci. In ogni pagina
dei dodici mesi del nuovo anno, foto spontanee di bambini, ma anche di adulti,
tratte dalla raccolta personale della dott.ssa Maria Luisa Giannavola, medico
dentista di Caltanissetta, con la passione per le missioni umanitarie.
Espressioni gioiose di bambini che posseggono poco o niente, ma che, tuttavia,
manifestano una felicità essenziale, fatta di piccole cose, ormai dimenticate
dal mondo occidentale e "civilizzato". L'iniziativa prevede la
distribuzione del calendario, in cambio di un'offerta che andrà totalmente
devoluta al "Progetto India", finalizzato all'acquisto di 8 agri di
terreno (l'equivalente di quasi cinque campi di calcio), proprio nello stato
del Tamil Nadu, su cui sorgeranno un centro agricolo-zootecnico-commerciale,
una casa di accoglienza ed una scuola primaria, con l'obiettivo di allontanare
dalla strada 100 bambini orfani e abbandonati, dare loro una casa, istruzione e
mezzi di sostentamento. Ammonta ad oltre 200 mila euro la spesa complessiva del
progetto, che verrà realizzato in collaborazione con l'Ong Indiana "Help
Organization", il cui fondatore è Padre Joy Ashok. Claudio Costanzo.
( da
"Sicilia, La" del 23-10-2008)
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Scuola
Tar del lazio
Tramvia, respinti i ricorsi di Erg Petroli e privati Marco Bisanti Dopo la
grande ouverture della mobilitazione su strada, il fronte universitario di
contestazione al piano Gelmini prosegue
col primo movimento, ma si seguono spartiti diversi. Anche la Facoltà di
Scienze ha deciso ieri per lo "slittamento" delle lezioni al primo
novembre, mentre c'è chi in simbolo di protesta ha deciso di farle in piazza e
chi, infine, si oppone duramente al resto della banda. Sul tema del blocco
didattico fino al 31 ottobre deciso in primis da Lettere e Filosofia, risolute
dissonanze arrivano da Associazione Universitaria, che ha promesso di
presentare oggi un esposto in Procura per interruzione di pubblico servizio. Ma
a questo proposito l'associazione nazionale dei Giuristi democratici ha già
promesso "assistenza legale gratuita a tutti coloro che saranno denunciati
per le proteste negli Atenei". Mauro La Mantia è uno dei due membri di Au
nello stesso Consiglio di Lettere che ha approvato il blocco delle lezioni. Suo
è stato uno degli unici due voti contrari alla mozione: "La protesta
morirà il primo novembre. Se la 133 sarà approvata gli studenti dovranno
decidere se occupare o no. Ma gli oltre 12 mila che pagano le tasse,
giustamente non rinunceranno alle lezioni. Alcune Facoltà poi, come Economia e
Giurisprudenza hanno aderito scarsamente alla protesta". Anche Intesa
Universitaria si è detta "assolutamente preoccupata per la 133, ma
favorevole a proteste che non ledano il diritto allo studio". A giorni si
convocherà un Consiglio degli studenti e, mentre continuano assemblee in tutte
le facoltà, su impulso di Ingegneria da oggi si faranno lezioni nelle piazze
cittadine. "Iniziamo alle 16.30 davanti al Politeama con una lezione sulle
polveri sottili ? ha spiegato Onofrio Scialdone, ingegnere ricercatore ?.
Abbiamo raccolto molte adesioni di docenti di Lettere e Scienze e l'iniziativa
dovrebbe durare anche due o tre settimane in altre piazze e strade". Anche
il mondo della scuola palermitano non sta a guardare. Azione studentesca ha
indetto per oggi un sit-in sotto la sede dell'Ufficio scolastico provinciale
per chiedere al provveditore, Rosario Leone, la formazione di un organo di
garanzia contro violazioni dello statuto dei diritti degli studenti. Si allunga
anche il numero di istituti in agitazione. Il liceo statale Umberto I, invece,
ha decretato lo stato di autogestione. "Ormai in troppe scuole si respira
un clima repressivo", ha detto il responsabile di As Nino Costa.
( da
"Gazzettino, Il (Venezia)" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
(m.d.) Il Franchetti
guida la protesta contro il Decreto legge del ministro della Pubblica
istruzione Maria Stella Gelmini. Ed è
la prima volta nella storia recente delle proteste studentesche che i ragazzi
del Liceo classico si mobilitano per primi, in città, e addirittura occupano la
scuola mentre tutti gli altri sono a lezione. Dal '
( da
"Gazzettino, Il (Venezia)" del 23-10-2008)
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Scuola
Il Coordinamento
veneziano per la difesa della scuola pubblica annuncia una fiaccolata e un
corteo acqueo Si mobilitano nidi e materne "Siamo preoccupati per
l'introduzione della maestra unica anche per i più piccoli" "Cari
genitori delle scuole materne e dei nidi, siamo consapevoli che dal prossimo
anno si vuole introdurre anche alle materne la maestra unica e solo con orario
antimeridiano?".É questa la domanda d'apertura dell'ultimo volantino emesso
dal Coordinamento veneziano per la difesa della scuola pubblica che, informando
di tutte le modifiche introdotte dalla riforma del ministro Gelmini, mira a coinvolgere anche chi ha i
bambini al nido e alle materne. "Abbiamo notato una grande partecipazione
tra i genitori delle elementari spiega Alberto Fiorin del Coordinamento
veneziano per la difesa della scuola pubblica - mentre chi ha il bambino più
piccolo è meno coinvolto nella protesta. In verità proprio i genitori del nido
e delle materne dovrebbero essere i più preoccupati perché la riforma verrà
attuata entro tre anni".Non saranno poi solo le elementari ad essere
coinvolte dai tagli, ma anche le materne statali (nel centro storico ce ne sono
ben quattro). Questo almeno interpretando l'articolo del piano programmatico
che riguarda le scuole dell'infanzia che dice: l'orario obbligatorio delle
attività educative, nell'ottica di una progressiva generalizzazione, e tenendo
conto delle diversificate esigenze rappresentate dalle famiglie, si svolge
anche solamente nella fascia antimeridiana, impiegando una sola unita' di
personale docente per sezione e riorganizzando il piu' possibile il
funzionamento delle sezioni di una medesima scuola, sulla base di tali opzioni.
Le conseguenti economie di ore e di posti potranno consentire nuove attivazioni
e conseguentemente l'estensione del servizio."Il piano programmatico che
riguarda le scuole dell'infanzia statali continua Fiorin appare alquanto
nebuloso ed è interpretabile in molti modi. Il rischio della maestra unica e
con solo orario antimeridiano esiste anche per le materne. In ogni caso
verranno aumentati gli alunni per classe e vi sarà la reintroduzione, a nostro
avviso negativa, dell'anticipo d'iscrizione per i bambini di due anni. Il
nostro messaggio, comunque, è rivolto alla cittadinanza nel suo complesso dal
momento che questa riforma stravolge in negativo tutto il mondo della scuola
dalle materne all'università. In ogni famiglia c'è uno studente, dobbiamo
scendere in piazza per difendere la qualità dell'istruzione dei nostri
ragazzi".Molte le manifestazioni programmate per i prossimi giorni.
Un'ondata di protesta che sta crescendo sempre più anche perché il momento
dell'approvazione della legge potrebbe essere vicino. "Da oggi ogni
momento potrebbe essere quello buono. Il giorno in cui passerà in Senato la
legge conclude Alberto Fiorin ci daremo appuntamento alle
( da
"Gazzettino, Il (Pordenone)" del 23-10-2008)
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Scuola
SINDACATO La musica e
le fiaccole anti-riforma Gelmini (A.B.)
La Cgil Scuola ha organizzato per domani, in piazza Ellero dei Mille, un
pomeriggio di mobilitazione con concerto musicale con gli studenti-musicisti
della Navarroband, corteo-fiaccolata intorno alle scuole Gabelli e interventi
dei genitori per difendere la scuola pubblica. "Il disprezzo di Berlusconi
nei confronti dei lavoratori della scuola - ha dichiarato ieri Emanuele Iodice,
segretario Cgil - e degli studenti era già stato dimostrato dalla decisione di
procedere per decreto senza alcun confronto. Ora si pensa anche all'uso della
forza contro chi chiede un confronto democratico. Le gravvisime affermazioni
sono un motivo in più per aderire alla manifestazione di domani". Punto di
ritrovo, alle
( da
"Gazzettino, Il (Rovigo)" del 23-10-2008)
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Scuola
L'INTERVENTO I tagli
alla scuola elementare e la demagogia dei contrari di M.C. Finatti * Piazze
mobilitate, scuole occupate, distribuzioni di volantini, coinvolgimento
indebito di bambini, scioperi, insegnanti che si stracciano le vesti, maestri
che si presentano davanti alle scuole con il lutto al braccio, esagitati che
gridano che si sta attentando alla libertà Una scuola che ad ogni inizio di
anno scolastico galleggia sulle ondate delle manifestazioni studentesche e
sindacali. Questo è l'attuale scenario sociale che fa da sfondo alla proposta
ministeriale sulla riforma della scuola primaria. E tutto questo, perché? Per
dare una plastica dimostrazione dell'opposizione. Infatti, i sessantottini
irriducibili, i dipietristi, i sindacalisti lo spiegono dicendo che la riforma
è un brutale ridimensionamento di posti di lavoro, un servizio fondamentale che
va verso il disastro, perché incapace di affrontare le sfide del presente e del
futuro, il risultato di un approccio solo contabile, nonostante le goffe (?)
giustificazioni pedagogiche.Insomma, un florilegio di menzogne, spacciate per
verità.Quando si preferisce la piazza alle riforme significa che il tempo
educativo nel quale viviamo è attraversato da un disagio di fondo e che la
schizofrenia è tanta. Dico questo, perché la riforma Gelmini, dopotutto, non è così male. Primo, si dice che il
bilancio della scuola subirà tagli per 8 miliardi, mentre i tagli netti
previsti per il triennio 2009-2011 sono pari a 3,6 miliardi spalmati su tre
anni. Secondo, si fa credere che i licenziati saranno 87 mila. In verità la
riduzione del numero di cattedre avverrà limitando le nuove assunzioni, la
cifra di 87 mila insegnati in meno si raggiungerà nel 2012 e includerà nel
calcolo le riduzioni che erano già state pianificate da Prodi (circa 20 mila
unità, a suo tempo giudicate insufficienti nel Quaderno bianco sulla scuola
pubblicato giusto un anno fa). Terzo, i critici danno per scontato che
l'introduzione del maestro unico sia una scelta didatticamente sbagliata. Può
darsi, ma non ne sarei così sicura. Perché? Se la scuola elementare italiana
fosse così ben congegnata come ripetono i suoi paladini, forse non osserveremmo
quotidianamente quel che invece osserviamo noi insegnati della scuola
secondaria. Infatti, nelle scuole medie tantissimi ragazzi, oltre a fare errori
di grammatica e di ortografia, con cui un tempo nessuno avrebbe preso la
licenza elementare, non sanno organizzare un discorso né a voce né per
iscritto. Lo stesso dicasi per tanti universitari, i quali non sono in grado di
progettare una tesi o una tesina, non conoscono il significato esatto delle
parole, fanno spesso errori logici. Insomma, i ragazzi di oggi sono deboli
proprio nell'organizzazione del pensiero e nella padronanza del linguaggio,
cioè proprio in ciò che avrebbero dovuto acquisire nei cinque anni di scuola
elementare. Il sospetto è che l'attuale scuola elementare, pur essendo perfetta
come luogo di socializzazione e di ricreazione, faccia fatica a trasmettere
conoscenze e formare capacità.E ancora. Positiva, secondo me, l'introduzione del
voto in decimi, così gli insegnanti si risparmiano la fatica di riempire
pagelle e giudizi con sostantivi ed aggettivi che dicono tutto e niente. Il
voto dà un messaggio immediato, sintetico. Non ha bisogno di tanti
infingimenti. Così pure il voto in condotta mi sembra giusto. Se vogliamo
mettere un freno al bullismo e a tutti quegli atti gravi che purtroppo stanno
succedendo sempre più frequentemente nelle nostre aule, la valutazione del
comportamento diventa necessaria.La bocciatura? Non è un segno di punizione, né
un dramma: è semmai il segno di un mancato apprendimento, di un mancato
raggiungimento degli obiettivi. Se continuiamo a creare attorno alla scuola
elementare, al suo modo di essere, ai suoi valori il conflitto mettiamo a
repentaglio anche il futuro dei giovani.Non si vuole smontare una scuola, ma
introdurre ordine, serietà, rigore. Si chiede alla scuola tutta un salto di
qualità. Ecco perché considero positivo questo nuovo scenario riformatorio. Le
ostilità politiche applicate alla scuola sono un segno evidente di uno
strabismo politico.*Docente Ipsia Rovigo.
( da
"Gazzettino, Il (Treviso)" del 23-10-2008)
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Scuola
CAERANO La
professoressa costringe gli studenti a rinunciare alla gita I settecento alunni
dell'istituto comprensivo di Caerano, che coinvolge elementari (427 alunni) e
medie (246) per un totale di 32 classi, non effettueranno, quest'anno, né gite
scolastiche di più giorni né di un solo giorno. Salteranno anche le visite
guidate di mezza giornata, fatta eccezione per qualche passeggiata o per la
partecipazione ad una lezione concerto. La decisione è stata presa dal Collegio
docenti dell'istituto come forma di protesta nei confronti del noto decreto del
Ministro Gelmini e delle sue modalità
di approvazione. "I docenti dell'istituto comprensivo di Caerano -scrivono
i docenti - esprimono profonda preoccupazione per le sorti dell'istruzione. Si
ritiene che la fretta con cui è stato stilato ed approvato il decreto non abbia
consentito la necessaria riflessione sugli aspetti pedagogici, relazionali,
culturali che ogni serio intervento nella scuola deve tenere presente"Bona
pagina X.
( da
"Gazzettino, Il (Treviso)" del 23-10-2008)
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Scuola
I settecento alunni
del Comprensivo di Caerano non faranno viaggi d'istruzione per protesta contro
la riforma Boicottate tutte le gite scolastiche La decisione è stata presa dal
collegio dei docenti: sotto accusa il decreto del ministro Gelmini CaeranoGite sospese contro la Gelmini. I quasi settecento alunni dell'istituto
comprensivo di Caerano, che coinvolge elementari (427 alunni) e medie (246) per
un totale di 32 classi, non effettueranno, quest'anno, né gite scolastiche di
più giorni né di un solo giorno. Salteranno anche le visite guidate di mezza
giornata, fatta eccezione per qualche passeggiata o per la partecipazione ad
una lezione concerto. La misura, che senza dubbio non passerà inosservata né
fra i genitori né fra gli alunni (e probabilmente, a lamentarsi, saranno più i
secondi dei primi, che non dovranno metter mano al portafoglio), è stata decisa
dal Collegio docenti dell'istituto come forma di protesta nei confronti del
noto decreto del Ministro Gelmini e delle sue modalità di approvazione. Una
scelta definitiva? Al momento il documento approvato dal Collegio parla di
"sospensione", ma tutto lascia intendere che gli insegnanti possano
non tornare sui propri passi a meno che non faccia altrettanto l'iter del
decreto, in particolare per quanto riguarda la questione del maestro unico e
della riduzione del numero di ore di insegnamento. "I docenti
dell'istituto comprensivo di Caerano -scrivono nello spiegare la propria
scelta- come i colleghi delle scuole pubbliche d'Italia esprimono profonda
preoccupazione per le sorti dell'istruzione. Si ritiene che la fretta con cui è
stato stilato ed approvato il decreto non abbia consentito la necessaria
riflessione sugli aspetti pedagogici, relazionali, culturali che ogni serio
intervento nella scuola deve tenere presente". Il progetto in atto, del
resto, prevede "cambiamenti radicali e riduttivi dei tempi e delle risorse
in ambito scolastico" che "minano irrimediabilmente la qualità
dell'apprendimento e del benessere relazionale che sta alla base di ogni azione
didattica". Poi uno sguardo agli alunni. "Gli adolescenti di oggi
-dicono gli insegnanti- vivono molteplici disagi e conflittualità, la società
attuale non è sempre in grado di accoglierli e di sostenerli. In questi anni la
scuola oltre al suo compito primario di istruire ha costituito un luogo di
ascolto, di convivenza democratica, di pluralità di idee e metodologie, un
riferimento positivo anche per le famiglie. Le scuole hanno tenuto le porte
aperte (sia in senso metaforico che letterale) con laboratori opzionali, con
progetti per l'integrazione, per la convivenza civile, con attività mirate al
recupero delle motivazioni. Le porte che inevitabilmente si stanno chiudendo
non sono risposte oneste e responsabili ai bisogni culturali e formativi delle
giovani generazioni".Laura Bon.
( da
"Gazzettino, Il (Udine)" del 23-10-2008)
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Scuola
Il turismoè da
abbinarealla partitaServe una maggiore responsabilizzazione delle tifoserie:
per questo è necessario che le società di calcio si sentano investite di questo
compito sociale ed educativo. Ero intervenuto in occasione della precedente
partita Udinese-Dortmund, in relazione alla decisione di vietare all day la
somministrazione e la vendita di alcol. Per fortuna, questa volta, la scelta di
ridurre l'orario del divieto (dalle 16 alle 19, ndr) non comporta eccessivi
danni alla categoria che non può essere penalizzata ed umiliata com'era
successo con lo sbarco degli ultras tedeschi. È del tutto condivisibile la
limitazione oraria dell'ordinanza anti-alcol, in quanto le esigenze di tutelare
la sicurezza devono andare di pari passo con l'obbligo di salvaguardare
un'intera categoria che lavora e non può perderci in dignità e incassi. Alla luce
del comportamento barbaro di cui si sono resi protagonisti molti tifosi
tedeschi, è evidente che non era ipotizzabile rinunciare completamente al
divieto alcolico, se non altro perché si deve lanciare un messaggio di tutela a
cittadini e commercianti. Lo sport non può produrre chiusura, ma deve essere
un'occasione in cui la città si apre, con tutte le misure di sicurezza del
caso, in modo che gli eventi vengano vissuti secondo la logica più appropriata,
e cioè quella turistica ed enogastronomica.È fondamentale che si capisca quanto
lo sport potrebbe portare a Udine in termini di rivitalizzazione di gran parte
del settore commerciale: si possono far conoscere le tipicità della cucina
friulana, si possono individuare brevi percorsi turistici da abbinare al
biglietto della partita, insomma è ora che Udine inizi a progettare lo sport
all'interno di un contesto più ampio, che includa turismo, enogastronomia e
immagine.Franco Mattiussiassessore provinciale al Turismovicepresidente
ConfcommercioGiovani padanie riformascolasticaSiamo molto dispiaciuti per le
continue proteste nei confronti della riforma della scuola del ministro Gelmini da parte di alcuni gruppi di studenti
che, con una protesta finalizzata unicamente all'attacco nei confronti del
governo di centro-destra, ingnorano lo scopo della riforma, che è quello di
riformare profondamente il sistema scolastico italiano per riportarlo ai
vertici europei. Vorremmo ricordare ai manifestanti che il numero di insegnanti
italiani è di gran lunga superiore alla media europea: un eventuale taglio del
numero di professori non coincide necessariamente con un impoverimento
dell'istruzione per gli allievi. Si rilevi che la scuola elementare era ai
vertici continentali proprio quando ad insegnare ai bambini c'era il maestro
unico. Lo spirito della riforma è invece quello di introdurre nella scuola
italiana il concetto di meritocrazia, che, comprendiamo, per la sinistra
estrema che i centri sociali rappresentano, non può essere accettato. Le
autogestioni che alcuni studenti vorrebbero organizzare sono un pretesto per
evitare lezioni e compiti in classe a cui il Movimento Giovani Padani si
opporrà in tutti i modi: la riforma può essere migliorata ma non lo si fa di
certo andando per le piazze a urlare insulti, bensì proponendo nuove
idee.Movimento Giovani padaniUdineL'uso dei vouchersnaturail lavoro
agricoloL'Assemblea nazionale dei Quadri e Delegati di Fai-Cisl, Flai-Cgil e
Uila-Uil a Roma avente come tema emersione del lavoro nero e sommerso e
politiche del lavoro in agricoltura' ha affrontato tra i tanti argomenti anche
quello caldo' relativo all'introduzione del lavoro accessorio nel settore
agricolo, con l'avvio della sperimentazione dei voucher. Le organizzazioni
imprenditoriali e lo stesso Inps sostengono che la sperimentazione ha avuto
esito positivo considerata la vendita di 500.000 voucher nell'intero
territorio, numero che però non è definitivo considerato che quelli acquistati
ma non utilizzati possono essere restituiti allo stesso Istituto. È emerso in
modo chiaro, anche dall'intervento del Ministro, la spinta' per la diffusione e
l'utilizzo di questo strumento convinti che non verrà a destrutturate il lavoro
agricolo, anzi aiuterà l'emersione del lavoro nero.Di avviso completamente
diverso sono state invece Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil, fortemente
preoccupate dall'introduzione di questo strumento in quanto oltre a non
garantire nessun controllo sulla sua gestione nei confronti dei prestatori
d'opera' e alcuna tutela contrattuale agli stessi, in quanto non sono considerati
a nessun effetto lavoratori dipendenti tanto che i contributi previdenziali
sono di competenza della gestione separata, e pertanto gli stessi lavoratori
non avranno diritto alle prestazioni previdenziali che interessano i dipendenti
agricoli, quali: indennità di malattia, assegni familiari, e tantomeno
disoccupazione di alcun genere. Ricordiamo che con il Protocollo firmato tra le
parti sociali ed il governo il 21 settembre 2007 e con la successiva legge
247/07 sono sufficienti 51 giornate di lavoro agricolo per avere la copertura
pensionistica per l'intero anno. Considerate le posizioni completamente
distinte tra le OO.SS. e gli ospiti sull'utilizzo di questo istituto, le stesse
Organizzazioni Sindacali hanno chiesto al Ministro di istituire una Commissione
di inchiesta' al fine di avere dati certi sulla diffusione del lavoro
accessorio, sulle aziende che lo hanno utilizzato, sulla loro mappatura per
provincia oltre al numero delle aziende nuove che sono emerse' e con quale
consistenza. Sarà interessante conoscere a consuntivo dell'anno 2008 con la
pubblicazione degli elenchi anagrafici Inps entro maggio 2009 - i dati
occupazionali del settore agricolo, considerato che l'anno
( da
"Gazzettino, Il (Padova)" del 23-10-2008)
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Scuola
Ingiustadiscriminazionetra
tifosiMi rivolgo al Questore, ho assistito con attenzione ad una trasmissione
sportiva dove erano presenti il Sindaco di Padova e Lei. Le dirò subito che il
provvedimento di vietare ai tifosi veneziani la trasferta a Padova è non solo
stata sacrosanta ma anche forse troppo leggera. Meglio sarebbe stato far
giocare la partita a porte chiuse. Ma proprio qui sta l'inghippo. L'errore, perché
di errore si tratta, è quella di aver permesso agli abitanti di Padova di poter
assistere alla partita e di aver proibito a quelli della provincia di Padova di
acquistare il biglietto. Poiché è evidente l'ingiustizia discrimanatoria fra
padovani di città e quelli di provincia e poiché, come certo lei ben sa,
l'ingiustizia spesso è la causa di successive reazioni, con questo cervellotico
provvedimento invece che calmare gli animi, non si fa altro che gettare benzina
nel fuoco. Lei perciò dovrebbe spiegarmi perché, io innocuo ottantenne abitante
a cinquanta metri dal confine con Padova debba rimaneere a casa e il gruppo
violento delal baby gang della Guizza può tranquillamente (si fa per dire)
recarsi allo stadio.Paolo CoppolaAlbignasegoComres, soloprovocazioninon
proposteSe già da tempo ne ero tentato, l'ennesima piazzata di Comres mi ha
convinto della necessità di poter esprimere un mio parere in ordine a questa
associazione che pretende di determinare, in città, il bello ed il cattivo
tempo, che si arroga meriti, che lancia anatemi, ma che si fa fatica a vedere
se non nel suo telegenico presidente e nel suo sodale vice. Detto meglio: due
ottimi generali che guidano un esercito di invisibili. So per esperienza
diretta (sono stato presidente delle Botteghe del Centro e sono consigliere di
Borgo Altinate) che un'associazione è una cosa difficile da gestire e prima
ancora, da realizzare.Non basta l'atto di un notaio per essere tale e nemmeno
l'autoconvocazione in municipio. Serve invece confrontarsi nelle assemblee,
fare progetti e, per quanto possibile, cercare di realizzarli. In tutti questi
mesi Comres si è distinta sicuramente per le provocazioni ad uso mediatico,
molto meno per le proposte degne di tale nome, direi mai per il confronto con
la base vera dei commercianti. Hanno richiesto a gran voce gli stessi parcheggi
che chiedevo io vent'anni fa, hanno sostenuto la nefandezza della ztl che in
Borgo Altinate abbiamo avversato fin dall'inizio, hanno sfilato (sempre in due
e più per far vedere un cartello che per altro) contro il degrado, hanno
tracciato (gli stessi due, stavolta in versione verniciatori) i parcheggi per
le moto, hanno millantato credito nei confronti di un presunto successo sul
fronte delle domeniche ecologiche ottenendo ciò che le associazioni di
categoria avevano già incamerato un anno fa e senza peraltro rimarcare ciò che
ormai tutti hanno capito, ovvero che le domeniche vanno abolite perché non
servono a nulla.Sui grandi temi, sulle iniziative da farsi, sulle
manifestazioni per rivitalizzare il centro c'è qualcuno che li ha visti?
Sbaglio, o sulla durissima battaglia che ci aspetta contro i centri commerciali
non hanno profferito parola? In compenso mi sembrano molto in palla quando
attraccano l'Ascom ed il suo presidente Zilio che forse non sarà un santo, ma
che, quanto meno, ha ridato dignità ad un comparto che, nel corso degli anni,
le stesse associazioni di categoria avevano fatto ben poco per
difendere.Scusatemi Pellizzari e Sadocco, ma io nutro un dubbio: che tutto
questo vostro bell'attivismo abbia un obiettivo ben preciso, ovvero un posto in
lista per Palazzo Moroni. Ci ho preso? Voi dite di no? E allora garantitemi,
come altri hanno già fatto, che non vi candiderete alle prossime amministrative
e fatelo in un'occasione pubblica convocando tutti i commercianti ed i
residenti del centro che dite di rappresentare.In caso contrario permettetemi
di dubitare della vostra buona fede!Andrea ZanellaScuola, sdegnatiper
quantodichiara GalanLa Rete degli studenti medi Veneto esprime sdegno per le
dichiarazioni volgari con cui il presidente del Veneto Galan attacca chi cerca
di difendere la scuola. Non capiamo come si possa essere così miopi da non
vedere come le razionalizzazioni e i tagli, che Galan esalta, porteranno la
scuola pubblica sul lastrico. Il governatore ha deciso di stare dalla parte
della Gelmini. Noi siamo dalla parte
degli studenti a cui verranno diminuite le ore nei tecnici e nei professionali,
ai quali verranno tagliate le strutture, i laboratori, le gite, le attività
extracurricolari. In una regione con la dispersione scolastica al 15\%, stiamo
con chi non vuole il ritorno dell'obbligo ai 14 anni. Siamo dalla parte degli
insegnanti precari che dopo anni di servizio si vedono lasciati a casa. Stiamo
con i ricercatori universitari senza la possibilità di far ricerca per mancanza
di soldi. Rete degli Studenti Medi.
( da
"Sicilia, La" del 23-10-2008)
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Scuola
"Focus sulla
Riforma", invece, all'istituto tecnico commerciale Rizza Dopo il Gargallo
e il Quintiliano, ieri la contestazione studentesca ha toccato l'Einaudi e
l'Insolera. Al Rizza "Focus sulla Riforma" gestito da studenti e
docenti. La forma dell'agitazione si è pian piano trasformata: anziché di
occupazioni vere e proprie si tratta perlopiù di autogestioni. Gli studenti del
Gargallo, del Quintiliano e dell'Insolera hanno autogestito la scuola al
mattino; e poi tutti a casa. All'Einaudi, invece, ieri mattina l'idea era
quella di rimanere a scuola anche oltre le ore curriculari: "Settecento
persone hanno occupato l'istituto - dice il rappresentante dell'Einaudi, Peppe
Falla - Il servizio d'ordine vigila le uscite e le entrate per evitare che
qualcuno se ne vada". All'Insolera tocca il primato dell'agitazione meno
ideologica. Con curiosità, nei confronti della riforma Gelmini, e motivazioni di natura più concreta: "Da martedì
occupiamo l'istituto solo la mattina - racconta Giulia Micalizio, una delle
alunne dell'Insolera - e abbiamo deciso di attuare la forma di protesta visto
che un punto del decreto Gelmini
riguarda gli istituti tecnici come il nostro in maniera particolare: la
riduzione delle ore settimanali di lezione da
( da
"Gazzettino, Il (Pordenone)" del 23-10-2008)
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Scuola
25 ottobre
appuntamento padano con il segretario Fontanini, l'assessore Violino e il
senatore Pittoni Il Carroccio friulano in festa a San Daniele UdineCarroccio in
festa sabato 25 ottobre, a San Daniele del Friuli. Nell'area del
prosciuttificio Al Camarin, dalle 17.30 fino a notte fonda la Lega nord della
provincia di Udine ha dato appuntamento a iscritti e simpatizzanti per una
giornata di confronto con la base del popolo padano, con stand enogastronomici
e musica."In un momento in cui i sondaggi ci indicano una crescita netta
del consenso dei cittadini verso la Lega nord - rileva il segretario regionale
Pietro Fontanini - ci è sembrato opportuno incontrare la base per affrontare
alcuni temi che ci stanno a cuore, spiegando ai cittadini quali sono le
battaglie in corso e quale è la nostra posizione anche nei confronti delle
decisioni prese dal Governo nazionale".Si partirà, a metà pomeriggio, con
un dibattito sull'agricoltura e sul distretto agroalimentare di San Daniele, al
quale parteciperà il segretario provinciale e assessore regionale Claudio
Violino. Il tutto in un momento di difficoltà per gli agricoltori, che vedono
crollare i prezzi dei loro prodotti.Dalle 21 la parola passerà al senatore
Mario Pittoni, capogruppo della Lega nella commissione Cultura della Camera, e
con lo stesso Fontanini, presidente della Provincia di Udine. I due parleranno
della riforma Gelmini in campo
scolastico, di sicurezza e di riforma federalista.
( da
"Sicilia, La" del 23-10-2008)
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Scuola
Il premier al fianco
della Gelmini convoca Maroni
"Forze dell'ordine schierate davanti a scuole e atenei" Anna Rita
Rapetta Roma. Il governo userà il pugno di ferro contro le occupazioni di
scuole e università. L'intenzione è quella di schierare le forze dell'ordine
davanti agli edifici scolastici e agli atenei per respingere qualsiasi
tentativo di blocco delle attività didattiche. E' la risposta del Cavaliere
alla dilagante protesta degli studenti di tutto il Paese e delle scuole di ogni
ordine e grado. "L'ordine deve essere garantito. Lo Stato deve fare il suo
ruolo garantendo il diritto degli studenti che vogliono studiare di entrare
nelle classi e nelle aule", dice il presidente del Consiglio annunciando
l'incontro con il ministro degli Interni in cui saranno definite le modalità di
intervento della Polizia. Nessun timore di alzare il livello dello scontro, di
scivolare verso uno stato di Polizia. "Avete quattro anni e mezzo, fateci
il callo, non retrocederò di un millimetro", taglia corto liquidando i cronisti
perplessi. Il premier Silvio Berlusconi accorre ancora una volta in soccorso
del ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini, finita nel mirino della
contestazione. In una conferenza stampa congiunta a Palazzo Chigi, la seconda
nel giro di poche settimane, ha cercato di smontare le tesi del centrosinistra
e difeso punto per punto il decreto che in questi giorni il Senato convertirà
in legge. Non verrà mandato via alcun insegnante, ma ci sarà solo il blocco del
turn over. Non ci sarà una riduzione del tempo pieno ma le famiglie
sceglieranno liberamente se lasciare i figli a scuola 24 o 40 ore. Non ci sarà
il maestro unico, ma il maestro prevalente ("Ti sei sbagliata", dice
rivolto al ministro lasciando intendere che su un errore lessicale è stato montato
un caso). Rimangono gli insegnanti di religione, educazione fisica, lingue
straniere e informatica. "I ragazzi potranno studiare anche uno strumento
musicale", insiste il premier. "Ma chi insegnerà musica, il maestro
di matematica?", domanda una giornalista. "Ovviamente no, ma che
domande sono?", ribatte il Cavaliere che passa oltre lasciando aperto
l'interrogativo. Quanto alle classe ponte, si tratta di un scelta di
"buonsenso" e "non c'è razzismo". "Il ministro Gelmini
è ottimo. Andremo avanti con il decreto che è sacrosanto, altro che ritirarlo,
bisogna applicarlo!", dice quindi puntando il dito contro il
centrosinistra e i media che farebbero disinformazione. La sinistra "dice
solo menzogne e falsità a proposito del tempo pieno, dei tagli e dei licenziamenti"
e ha "un atteggiamento strumentale". I giornali "hanno
trascurato la realtà, la tv pubblica diffonde solo ansia e immagini di chi
protesta. Noi siamo preoccupati per questo divorzio dei mezzi di comunicazione
rispetto alla realtà". Poi, rivolto ai giornalisti in sala, aggiunge:
"Mandate i saluti ai vostri direttori e ditegli che saremmo molto
indignati e preoccupati se la conferenza stampa di oggi sulla scuola non avesse
seguito". Anche il ministro è convinto che le proteste su scuola e
università "hanno dietro la regia della sinistra e dei centri
sociali". "Sono molto indignata perché in molte scuole e atenei
alcuni gruppi minoritari ostacolano l'ingresso", afferma prima di
annunciare interventi sull'università. Il ministro ha già pronto un ddl per
riformare gli atenei ma lo presenterà soltanto quando sarà convertito il
decreto scuola. Anche in questo settore gli interventi si prospettano massicci.
"L'università italiana produce meno laureati del Cile, abbiamo 94
università, più di 320 sedi distaccate nei posti più disparati, ci sono 37
corsi di laurea con un solo studente e 327 facoltà che non superano i 15
iscritti", afferma biasimando professori e rettori che non fanno
"autocritica" per come è stata gestita l'università. "Non c'è
trasparenza nei bilanci", denuncia la Gelmini che ha avviato controlli
negli atenei vicini al dissesto finanziario, tra cui Siena, Firenze, Pisa,
Camerino e Urbino "che sono peraltro quelli dove le occupazioni sono più
forti".
( da
"Sicilia, La" del 23-10-2008)
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Scuola
Pianeta istruzione
@@titolo@@Tra riforme e contestazioni Roma. "Il presidente del Consiglio
soffia sul fuoco e questa è una cosa che un premier non deve fare", dice
Walter Veltroni che è saltato sulla sedia dopo aver letto le dichiarazioni del
premier e ha indetto subito una contro-conferenza stampa insieme all'ex
ministro dell'Istruzione, Beppe Fioroni. "Berlusconi radicalizza una
situazione fisiologica in democrazia. A tutti è capitato di stare al governo e
avere un movimento di contestazione: questo è sale della democrazia. Il governo
si assume la grave responsabilità di trasformare un problema sociale in un
problema di ordine pubblico", dice il leader del Pd chiosando: "Mi
domando se è ancora possibile dissentire. E' possibile esprimere una opinione
diversa dal governo o no? Organizzare una manifestazione o no? Scrivere sui
giornali un'opinione diversa dal governo o no? Se non è così la cosa si fa
seria". Poi, con i dati alla mano, mostra la tabella di marcia dei tagli
previsti per la scuola dal ministro dell'economia, Giulio Tremonti:
"Berlusconi dice che non ci sono tagli alla scuola. Questi dati dimostrano
che è previsto un taglio di ben 8 miliardi di euro. Come fa Berlusconi a dire
bugie del genere davanti all'opinione pubblica?". "Neanche Scelba
avrebbe osato tanto!", esclama Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd a
Palazzo Madama, durante il suo intervento al Senato prima dell'avvio dell'esame
del decreto Gelmini che è approdato in
aula in fretta e furia, senza il parere della commissione Istruzione. Il Pd
insiste affinché la commissione completi il suo lavoro e chiede che l'esame del
decreto venga rinviato a lunedì prossimo nella speranza di aprire un confronto
con la maggioranza. Il timore che la mobilitazione degli studenti, finora
pacifica, degeneri attanaglia il centrosinistra alla vigilia della
manifestazione del Pd contro il governo. Gli studenti, pur respingendo le
"inaccettabili" dichiarazione del premier, però, non sembrano
intenzionati ad alzare il livello dello scontro. "Non siamo ultras da
stadio, Berlusconi non può reprimere la contestazione a colpi di
manganello", dice Roberto Iovino della Rete degli Studenti secondo cui le parole
del premier "sono il segnale di un metodo reazionario e violento a cui
opporremo come sempre le nostre idee pacifiche". "In un paese
democratico il dissenso si ascolta", incalza Federica Musetta dell'Udu. Il
fronte degli studenti è compatto nel dire "no alla repressione e allo
stato di polizia": per la prima volta i giovani del Prc e quelli di Forza
Nuova hanno qualcosa da condividere. "Berlusconi guardi in faccia la
realtà: è una protesta trasversale e fino a questo momento è stata pacifica",
afferma Roberto Fiore, segretario di Fn, che si dice pronto ad andare a
"farsi manganellare" insieme agli studenti. Anche nel centrodestra
l'uscita del premier ha suscitato perplessità. "Nessuno può negare agli
studenti il diritto di manifestare", dice il sindaco di Roma Alemanno
mentre il ministro Meloni minimizza perché convinta che la protesta non
diventerà violenta. Parla anche l'associazione dei Funzionari di polizia:
"L'azione delle forze dell'ordine dovrà essere equilibrata, imparziale e
rispettosa delle leggi per salvaguardare tutte le libertà delle parti in
gioco". An. Ra.
( da
"Gazzettino, Il (OgniSport)" del 23-10-2008)
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Scuola
SCUOLA Vaccari:
"Il ministro ha promesso: niente tagli alla montagna" Roma"Dopo
un lungo e approfondito colloquio con il ministro Gelmini
in merito alle scuole di montagna, ho avuto rassicurazioni che nel bellunese i
nostri plessi saranno salvaguardati". Lo ha reso noto il senatore della
Lega Nord Gianvittore Vaccari, sindaco di Feltre, il quale ha avuto l'incontro
con il ministro al Senato, prima del dibattito relativo al decreto legge sulla
scuola. "Apprezzo lo sforzo che sta facendo - ha detto Vaccari - per un
rinnovamento della formazione, necessario e richiesto. A lei va la mia
solidarieta per i continui attacchi gratuiti e la strumentalizzazione di questi
giorni. Tornando sulle scuole di montagna del bellunese, specialmente quelle
primarie, il ministro mi ha ampiamente assicurato e garantito la salvaguardia
dei nostri plessi di montagna non solo nei provvedimenti legislativi ma in
particolare nei regolamenti applicativi".Quindi ci sarà la deroga agli
indici di dimensionamento delle classi grazie alle specificità etniche e
linguistiche presenti nel Bellunese e sulla base dei parametri stabiliti che
devono tenere conto delle realtà montane e del loro disagio.Vaccari ha
presentato un emendamento a tal proposito, evidenziando che garantire la scuola
in montagna significa investire nel futuro di tutta la regione e garantire il
legame con il territorio e la cultura locale.
( da
"Stampa, La" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Polemica
Si fa più duro il braccio di ferro con il governo I DOCENTI
"All'Università niente polizia" Il rettore: qui si protesta ma si
continua a lavorare GIULIA VOLA "Ci si ritrova tutti dalla stessa parte
della barricata" La polizia resterà fuori dall'università. Il rettore Ezio
Pelizzetti ha respinto le provocazioni del premier Berlusconi - che ha
paventato l'intervento delle forze dell'ordine per impedire l'occupazione degli
atenei -: "Diverse facoltà sono occupate ma le lezioni sono garantite e
non credo che verranno sospese nei prossimi giorni come chiedono gli studenti:
è inutile soffiare sul fuoco. Si sta enfatizzando la questione: per entrare in
azione le forze dell'ordine avrebbero bisogno dell'autorizzazione del rettore
che dovrebbe accertare situazioni di rischio o d'impedimento dell'attività.
Sono restio a concederla: da sempre l'università è un luogo di confronto e
anche di aspro scontro. Sicuramente, ora come ora, non darei nessun via libera".
La voce della protesta universitaria è sempre più forte e compatta. Una
sessantina di studenti vive da più di due settimane nelle tende davanti ad
Agraria; da lunedì si dorme a Fisica: "Abbiamo organizzato incontri aperti
al pubblico con docenti e scienziati per dimostrare che cosa si perderebbe se
la legge venisse attuata" spiega Giacomo Ortona, studente di Scienze.
Martedì è toccato a Palazzo Nuovo che oltre ai dibattiti ha organizzato una
notte bianca a cui hanno partecipato quasi 5000 studenti. E poi ancora, ieri,
davanti al dipartimento di Scienze della Terra studenti e ricercatori hanno
passato la giornata a chiedere l'elemosina. Oggi tocca ai bibliotecari del
servizio Reference. "Lunedì ci sarà l'inaugurazione dell'anno accademico
al Politecnico - spiega Andrea Aimar - e porteremo anche lì la protesta".
Insomma, "se i ragazzi non vogliono smettere né di studiare né di lottare
- sottolinea Michele Roccato, professore associato di Psicologia - la riforma
risolve la fuga di cervelli: nessuno vorrà più italiani a scuola". Quindi
è ora di passare ai fatti. Come si è fatto ieri durante l'assemblea generale al
Rettorato di via Po. Alle 15 il cortile era pieno di studenti, ricercatori di
ruolo e precari, professori ordinari e a contratto, tecnici e amministrativi
pronti a fare il punto della situazione. Erano tutti accovacciati sotto
l'ombrello dell'assemblea No Gelmini
"che ha convogliato le facoltà e i rispettivi comitati studenteschi in un
unico fiume in piena - spiega Simone Rubino, 23 anni, uno degli organizzatori
-: chiederemo al rettore di annullare l'inaugurazione dell'anno accademico
perché non c'è niente da festeggiare". Quello che emerge, come ha
sottolineato Roda, è che "forse, per la prima volta, ci si ritrova tutti
dalla stessa parte della barricata, studenti e mondo accademico". E se
l'anima della protesta in Rettorato era studentesca, la colonna vertebrale
erano i docenti. "Continueremo con le proteste e con le lezioni all'aperto
- promette Alessandra Algostino, ordinaria di Diritto costituzionale comparato
-, questa non è una riforma ma la distruzione dell'Università". Martina
Sandroni, 22 anni, studentessa di chimica fa il punto: "Le collaborazioni
con i privati ci sono già: ad Analitica si fa ricerca sull'acqua. La
trasformazione in fondazione è uno specchio per allodole che costringerà molti
studenti ad abbandonare le facoltà per mancanza di soldi. La realtà è che i
tagli significano la fine della ricerca di base che ora svolgiamo con le
aziende italiane ed estere. Tanto vale chiudere la baracca e andare tutti a
casa".
(
da "Stampa, La" del 23-10-2008)
Pubblicato anche in: (Stampa, La)
Argomenti:
Scuola
Rovocazioni
del premier Berlusconi - che ha paventato l'intervento delle forze dell'ordine
per impedire l'occupazione degli atenei -: "Diverse facoltà sono occupate
ma le lezioni sono garantite e non credo che verranno sospese nei prossimi
giorni come chiedono gli studenti: è inutile soffiare sul fuoco. Si sta
enfatizzando la questione: per entrare in azione le forze dell'ordine avrebbero
bisogno dell'autorizzazione del rettore che dovrebbe accertare situazioni di
rischio o d'impedimento dell'attività. Sono restio a concederla: da sempre
l'università è un luogo di confronto e anche di aspro scontro. Sicuramente, ora
come ora, non darei nessun via libera". La voce della protesta
universitaria è sempre più forte e compatta. Una sessantina di studenti vive da
più di due settimane nelle tende davanti ad Agraria; da lunedì si dorme a
Fisica: "Abbiamo organizzato incontri aperti al pubblico con docenti e
scienziati per dimostrare che cosa si perderebbe se la legge venisse attuata"
spiega Giacomo Ortona, studente di Scienze. Martedì è toccato a Palazzo Nuovo
che oltre ai dibattiti ha organizzato una notte bianca a cui hanno partecipato
quasi 5000 studenti. E poi ancora, ieri, davanti al dipartimento di Scienze
della Terra studenti e ricercatori hanno passato la giornata a chiedere
l'elemosina. Oggi tocca ai bibliotecari del servizio Reference. "Lunedì ci
sarà l'inaugurazione dell'anno accademico al Politecnico - spiega Andrea Aimar
- e porteremo anche lì la protesta". Insomma, "se i ragazzi non
vogliono smettere né di studiare né di lottare - sottolinea Michele Roccato,
professore associato di Psicologia - la riforma risolve la fuga di cervelli:
nessuno vorrà più italiani a scuola". Quindi è ora di passare ai fatti.
Come si è fatto ieri durante l'assemblea generale al Rettorato di via Po. Alle
15 il cortile era pieno di studenti, ricercatori di ruolo e precari, professori
ordinari e a contratto, tecnici e amministrativi pronti a fare il punto della
situazione. Erano tutti accovacciati sotto l'ombrello dell'assemblea No Gelmini "che ha convogliato le facoltà e
i rispettivi comitati studenteschi in un unico fiume in piena - spiega Simone
Rubino, 23 anni, uno degli organizzatori -: chiederemo al rettore di annullare
l'inaugurazione dell'anno accademico perché non c'è niente da
festeggiare". Quello che emerge, come ha sottolineato Roda, è che
"forse, per la prima volta, ci si ritrova tutti dalla stessa parte della
barricata, studenti e mondo accademico". E se l'anima della protesta in
Rettorato era studentesca, la colonna vertebrale erano i docenti.
"Continueremo con le proteste e con le lezioni all'aperto - promette
Alessandra Algostino, ordinaria di Diritto costituzionale comparato -, questa
non è una riforma ma la distruzione dell'Università". Martina Sandroni, 22
anni, studentessa di chimica fa il punto: "Le collaborazioni con i privati
ci sono già: ad Analitica si fa ricerca sull'acqua. La trasformazione in
fondazione è uno specchio per allodole che costringerà molti studenti ad abbandonare
le facoltà per mancanza di soldi. La realtà è che i tagli significano la fine
della ricerca di base che ora svolgiamo con le aziende italiane ed estere.
Tanto vale chiudere la baracca e andare tutti a casa".
(
da "Stampa, La" del 23-10-2008)
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Scuola
ELEMENTARI
Reportage Le superiori si preparano allo sciopero La carica dei sedicenni
"autogestiti" Ieri alla Gambaro lenzuolo di
(
da "Stampa, La" del 23-10-2008)
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Scuola
SCUOLA
DELITTO DI GELOSIA PROTESTA ANTI GELMINIPELIZZETTI SI SCHIERA ANCORA UNA VOLTA
CON STUDENTI E PROFESSORI ARSENALE DELLA PACE ALLE 20,30 BORGO SAN PAOLO ALLE
10 AL LINGOTTO S'INAUGURA IL SALONE DEL GUSTO All'interno CASSA ALLA ARMANI E
alle superiori partono le prime occupazioni Ammazza la moglie dopo due anni può
tornare a casa "Io non faccio entrare la polizia all'Università"
Dibattito su finanza e futuro con D'Alema, Salza e Bindi L'ex palazzo Lancia è
diventato un covo per gli sbandati Celentano apre Terra Madre Dopo averlo
ucciso sono andati a ballare Il crollo delle Borse manda in crisi il tessile di
lusso Maria Teresa Martinengo Alberto Gaino Il rettore a Berlusconi:
"Ateneo luogo di confronto" Delia Cosereanu Tre arresti per
l'omicidio di Borgiallo, la banda è tornata al night prima di bruciare il
cadavere Maggio e Zancan Marina Cassi "Forse per la prima volta ci si
ritrova tutti dalla stessa parte della barricata e forse le parole del premier vanno
lette nel senso che incomincia a rendersi conto che quello che sta succedendo
non è una robetta da quattro soldi, forse si tratta di una posizione difensiva
che vuole far presa sull'opinione pubblica". Così ieri il prorettore
dell'Università, Sergio Roda, che ha ricevuto nel pomeriggio una delegazione di
esponenti dell'Assemblea "No Gelmini"
al termine della riunione che si è tenuta nel cortile del rettorato. Ezio
Pelizzetti, dal canto suo, ha voluto sottolineare, dopo il discorso del premier
di ieri, che "è il rettore a decidere l'intervento eventuale della polizia
all'interno dell'Università. In questo momento non ci sono proprio i
presupposti. Questo è un luogo aperto al confronto". Giulia Vola A PAGINA
64Il ministro dell'Agricoltura Luca Zaia e Carlo Petrini inaugurano alle 10 al
Lingotto il Salone del Gusto, due ore e mezzo dopo Adriano Celentano sarà tra
gli ospiti della cerimonia di apertura di Terra Madre al Palaisozaki. Con
questi due appuntamenti si alza il sipario sulla biennale enogastronomica che fino
a lunedì porterà in città migliaia di visitatori. Del Santo, Minucci e Rossi
ALLE PAG. 84 E 85"Nel buio di una grande crisi c'è sempre una luce".
La crisi è quella congiunturale che ora minaccia di strozzare l'economia reale.
La luce della speranza, spiega Ernesto Olivero, è quella che il Sermig auspica
di far emergere nel dibattito organizzato questa sera, ore 20,30, all'Arsenale
della Pace in piazza Borgo Dora 61. Sul tema si confronteranno Rosy Bindi,
Massimo D'Alema, Piercarlo Frigero, Bartolomeo Giachino, Enrico Salza. Modererà
David Sassoli.
(
da "Stampa, La" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
SCUOLA.IERI
DELEGAZIONE DAL PREFETTO Insegnanti e genitori insieme La protesta allarga i
temi Contro la Gelmini corteo
silenzioso del Terzo Circolo la sera di martedì Assemblee, cortei, petizioni e
scioperi. E' il glossario della protesta contro le riforme nella scuola imposte
dal ministro Gelmini. Molte le
iniziative di lotta che stanno prendendo corpo. La miccia era già stata accesa
nelle settimane scorse dallo sciopero degli studenti delle Superiori. E in
attesa dello sciopero generale della scuola del 30 ottobre (a Roma ci sarà
anche una delegazione con 200 docenti astigiani) la mobilitazione vede
muoversi, oltre a partiti del Centrosinistra e a sindacati, anche un fronte
compatto formato da docenti e genitori. Ieri mattina una delegazione formata da
insegnanti ed esponenti del sindacato hanno consegnato in prefettura alcune
migliaia firme in cui si contestano i possibili mutamenti introdotti dal
decreto. Un'iniziativa analoga a quanto sta avvenendo in altre città del
Piemonte. Ma a muoversi in collaborazione con gli insegnanti sono anche i
singoli Consigli di circolo. Un corteo è in programma martedì 28 alle 21: ad
organizzarlo è il Consiglio del terzo circolo che comprende le elementari
"Ferraris", "Baracca" e "Savio". "Il corteo
è aperto a insegnanti, genitori e alunni di tutte le scuole astigiane di ogni
ordine e grado - si afferma in un comunicato - in difesa della scuola pubblica
e contro la riforma". Il consiglio di circolo ha inoltre approvato una
mozione: "Esprimiamo una valutazione negativa dei provvedimenti
attualmente in discussione in Parlamento e ne chiediamo la sostanziale modifica
affinché il nostro sistema scolastico sia potenziato e non penalizzato da tagli
indiscriminati" si legge nelle ultime righe del documento. La
manifestazione in programma martedì 28 prenderà il via da piazza Primo Maggio:
il corteo attraverserà corso Alfieri per concludersi in piazza San Secondo.E
un'assemblea autoconvocata di genitori, studenti e lavoratori della scuola è in
programma oggi alle 18 al "Diavolo Rosso". Altre assemblee alle 16,30
al 5° circolo (scuola Rio Crosio) e alle 21 alla scuola di Castell'Alfero.
Inoltre, il futuro della scuola nell'Astigiano con gli annunciati tagli di
numerose sedi, sarà tema di un incontro a cui è invitata anche l'assessore all'Istruzione
della Regione, Gianna Pentenero: l'iniziativa, promossa dalla consigliera
regionale astigiana Angela Motta, si svolgerà domani alle 21, nel salone della
Provincia. L'assessore Pentenero illustrerà le iniziative e l'impegno della
Regione per "contenere i danni della riforma Gelmini".\.
(
da "Stampa, La" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
NELLE
UNIVERSITA'.IN PIEMONTE E VALLE D'AOSTA La protesta anti Gelmini non arriva in provincia Occupazione a
Torino, dibattiti ad Aosta e Alessandria [FIRMA]BARBARA COTTAVOZ NOVARA La
protesta che sta bloccando le università di tutt'Italia sino ad ora ha toccato
poco il Piemonte e la Valle d'Aosta: due occupazioni a Torino, un confronto
pubblico ad Alessandria ma il clima è tranquillo e nelle facoltà di provincia
tutto scorre nella piena normalità. Oggi a Torino doppia assemblea. Dalle 10,30
gli studenti del Politecnico si riuniscono nella sala del consiglio di facoltà
con il collegamento audio nelle aule 1, 3 e 5: le lezioni sono sospese sino
alle 12,30. Al pomeriggio tocca all'UniTo dove è stato il rettore Ezio
Pelizzetti a convocare un incontro: "Per discutere della situazione del
nostro ateneo e dell'università italiana in questo momento cruciale di
passaggio ritengo opportuno un confronto collettivo all'interno di un senato
accademico aperto a tutte le componenti (docenti, personale, studenti), nel
quale sarà possibile intervenire ed esprimere le proprie valutazioni".
Appuntamento oggi alle
(
da "Stampa, La" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
SINDACATI
SCUOLA "No al decreto Gelmini"
Raccolte 2.500 firme Anche i sindacati si preparano a dare guerra al ministro Gelmini. In tre settimane le organizzazioni
sindacali della scuola hanno raccolto circa 20 mila firme di cittadini e
lavoratori piemontesi (
(
da "Quotidiano.net" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
L’obiettivo
è di ridisegnare la cartografia della superficie lunare e di ciò che si trova
appena sotto la stessa. La Chandrayaan-1 non ha uomini a bordo
"
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della superficie lunare e di ciò che si trova appena sotto la stessa. La
Chandrayaan-1 non ha uomini a bordo Segnala ad un amico Tuo nome: Tua email:
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"Polizia nelle università" Veltroni: "Il premier soffia sul fuoco"
(107 commenti) Scuola, sciopero e proteste in piazza Il ministero:
"Adesione al 4,5%" (75 commenti) "Via la patente ai condannati
per droga E se minori non potranno prenderla" (63 commenti) Lettera aperta
del ministro Gelmini: "Non ci sono
soldi, finita un'epoca" (63 commenti) Raccontateci il 'vostro' sci e
andrete gratis a Skipass (45 commenti) "Le classi separate? Non ci saranno
Solo corsi di lingua il pomeriggio" (39 commenti) Multa record a
senzatetto Oltre 700 euro per aver steso i cartoni (34 commenti) Sfila la
rabbia degli universitari (31 commenti) 16:55:29 - Occupare gli istituti
scolastici non serve a nulla e danneggia coloro che vogliono studiare! E'
gius[...] Berlusconi: "Polizia nelle scuole? Mai detto né
pensato"16:54:28 - Non sempre per migliorare un servizio basta investirvi
piu' soldi...a volte e' piu' importante come [...] Berlusconi: "Polizia
nelle scuole? Mai detto né pensato"16:50:58 - Articolo stimolante;
varrebbe la pena di capire le ragioni della fuoruscita delle aziende italiane
d[...] Ellesse, come LeonardoServadio16:50:12 - sono d'accordo con Paolo.
inoltre, avete mai fatto la ciclabile di viale trieste? veramente pericolo[...]
'Sì' alla ciclabile sul Ponte Vecchio Ma serve l'ok della
Soprintendenza16:50:08 - sono d'accordo paolo, ma non siamo nemmeno tanto
infelici. Purtroppo oggi come oggi i delinquenti (i[...] "Questa è
un'isola felice ma la guardia resti alta"16:49:28 - Mi auguro che venga
fatto il possibile per la sopravvivenza del cinema Odeon perchè in un momento
di[...] Odeon, no alla chiusura Firma anche tu la petizione16:47:28 - scusa
paolo, adesso però mi viene da pensare che stai vaneggiando, quella pista è
rialzata e addirit[...] 'Sì' alla ciclabile sul Ponte Vecchio Ma serve l'ok
della Soprintendenza Gay in politica: è vero che sono discriminati?Polizia per
fermare le occupazioni nelle scuole, sei d'accordo?Beckham la Milan, un buon
acquisto?Cure palliative a base di oppio contro il dolore: sei
d'accordo?Togliere la patente a chi è condannato in via definitiva per droga:
sei d'accordo?Pacchetto clima, giusta o sbagliata la richiesta dell'Italia alla
Ue di tempi di applicazione più lunghi?Gli italiani sono ancora un popolo di
superstiziosi?Accettabile assumere farmaci per migliorare le proprie
prestazioni sportive?Serve una legge per regolamentare gli scioperi dei
trasporti?Riduzione dei permessi sindacali, sei d'accordo?Classi separate per
gli stranieri, sei d'accordo?Navigare sul web affina la mente: è vero?Chi
vorresti vedere nei panni di James Bond?I provvedimenti presi sono sufficienti
per contrastare la crisi finanziaria?Hai fiducia nel governo Berlusconi? La
foto del giorno Un super reggiseno Adriana Lima indossa il “Black diamond
miracle bra”, il reggiseno più caro della storia creato da Victoria's Secret.
L'indumento costa 4 milioni di euro ed è composto da 3.900 pietre preziose,
migliaia di minuscoli diamanti neri, 117 diamanti da un carato ciascuno e 34
rubini. La sua peculiarità sono le due grosse (e rarissime) lacrime di diamante
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Scuola
I
deputati hanno deciso di di bloccare, almeno per tre mesi, questa nuova
apparecchiatura arrivata dagli Usa. La tecnologia consente controlli con
immagini scannerizzate che di fatto mettono a nudo la persona
"
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"Polizia nelle università" Veltroni: "Il premier soffia sul
fuoco" (107 commenti) Scuola, sciopero e proteste in piazza Il ministero:
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inoltre, avete mai fatto la ciclabile di viale trieste? veramente pericolo[...]
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fermare le occupazioni nelle scuole, sei d'accordo?Beckham la Milan, un buon
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d'accordo?Togliere la patente a chi è condannato in via definitiva per droga:
sei d'accordo?Pacchetto clima, giusta o sbagliata la richiesta dell'Italia alla
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Scuola
Cortei
e manifestazioni in tutta Italia, dopo gli incidenti
a Milano. Bersani: "Ministro arrogante e pieno di odio". La Gelmini:
"Convoco gli studenti".
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nelle scuole? Mai detto né pensato"- VIDEO Cortei e manifestazioni in
tutta Italia, dopo gli incidenti a Milano. Bersani: "Ministro arrogante e
pieno di odio". La Gelmini: "Convoco gli studenti". Bologna,
Annozero in piazza. Interviene Napolitano ROMA, 23 ottobre 2008 - Continua in
tutt'Italia la rabbia degli studenti universitari e delle superiori, mentre
monta la polemica sulle parole del premier riguardo all'uso della polizia negli
istituti. IL PREMIER: MAI DETTO NE' PENSATO... "Non ho mai detto nè
pensato che servisse mandare la polizia nelle scuole. I titoli dei giornali che
ho potuto scorrere sono lontani dalla realtà". Così il presidente del
consiglio, Silvio Berlusconi, da Pechino torna sulle polemiche suscitate dalle
sue parole di ieri. "Quando leggo i giornali non riesco a riconoscermi
negli eventi di cui sono stato spesso pratotagonista - continua Berlusconi -
Questo è sempre accaduto e continua ad accadere: non mi riconosco nelle
situazioni raccontate dai giornali, c'è un divorzio tra l'informazione e la
realtà". Sulla scuola, in particolare, Berlusconi definisce
"totalmente contrari alla realtà" i titoli dei giornali rispetto a
quanto affermato ieri in conferenza stampa. Quanto all'accusa di soffiare sul
fuoco, il premier risponde: "Direi proprio che è il contrario".
"è evidente - aggiunge Berlusconi - che le manifestazioni contro la
riforma della scuola sono un pretesto della sinistra per fare una cosa contro
il governo: la stessa sinistra fece la guerra quando fu abbandonato il maestro
unico e questo dimostra la pretestuosità della loro azione". CONVINCIMENTO
SPIRITOSO Se ci sara' chi vorra' occupare le scuole, il premier e' pronto ad
azioni di ''convincimento'' che pero' non vuole svelare ai giornalisti, durante
una conferenza stampa a Pechino. ''Se ci sara' chi vorra' occupare a
prescindere con opportune azioni di convincimento, e ne ho in mente qualcuna
molto spiritosa, bisognera' garantire agli altri che vogliono imparare la
possibilita' di non essere disturbati da costoro''. Alle insistenti domande dei
giornalisti su quale tipo di azioni Berlusconi abbia in mente lui risponde
''non le dico, altrimenti farei i titoli''. Per Berlusconi “lo Stato deve
garantire ad altri che vogliono imparare la possibilità di non essere
disturbati”, ma “se a qualcuno piace andare in piazza a manifestare, scenda in
piazza a farlo”. ”La scuola - ha ribadito - è stata presa a pretesto dalla
sinistra per fare qualcosa contro il governo sull'università, i cartelli che ho
potuto vedere sono tutti basati su false informazioni che accusano il governo
di volere cose lontane dalla realtà”. ”Per l'università - ha concluso
Berlusconi - non abbiamo addirittura fatto niente. Abbiamo solo dato, nella
conferenza di ieri, i numeri dell'università italiana come i 5 mila corsi di
laurea, alcuni dei quali con un solo studente”. GELMINI SBAGLIA L'ACCENTO: E'
BAGARRE Una gaffe del ministro dell'Istruzione alimenta una vivace
contestazione nell'aula del Senato: Mariastella Gelmini
accusa l'opposizione di aver dimenticato il Libro bianco “scritto sotto
l'egìda... del governo Prodi”. L'accento sbagliato scatena il boato delle
opposizioni, è costretto a intervenire il presidente del Senato Renato Schifani
per consentire alo ministro di proseguire. Appena la bagarre si placa, Gelmini
riprende e corregge l'accento: “...scritto sotto l'ègida...”. "CONVOCHERO'
GLI STUDENTI" “Da domani convochero' una per una tutte le associazioni
degli studenti - annuncia il ministro - degli insegnanti e dei genitori per
creare un confronto pacato e sereno. Ma due sono le condizioni per questo
confronto: si discuta sui fatti e non sulle falsificazioni della realta' e che
la maggioranza parlamentare decida secondo le regole parlamentari”. LA RISPOSTA
DEGLI STUDENTI Il ministro Gelmini afferma di voler convocare le associazioni
degli studenti a partire da domani per un confronto. La Rete degli Studenti
Medi conferma la propria disponibilità a discutere con il ministro, come già
annunciato in passato. La disponibilità al confronto è però legata ad una
condizione: che il ministro sia disponibile a discutere su tutto l'impianto
alla base dei provvedimenti e non solo su alcuni di essi". Lo afferma la
stessa 'Rete degli Studenti Medì, in una nota. "Lo stato di agitazione
attuale è il risultato causato dalla mancanza di volontà del ministro a
discutere con le organizzazioni degli studenti. Questo è l'effetto dell'uso
della decretazione d'urgenza per riformare la scuola, negando il confronto.
L'unica vera urgenza è discutere con le associazioni degli studenti. Le mobilitazioni
non si placheranno fin quando il ministro non si fermerà ad ascoltarci, dopo
aver fatto la 'Panzer' per 6 mesi", conclude l'organizzazione studentesca.
INCONTRO UNIVERSITA'-ELEMENTARI In nome della rivolta contro la Gelmini, gli
atenei incontrano le scuole elementari: domenica 26 ottobre, i docenti del
Dipartimento di Fisica della Sapienza hanno invitato gli insegnanti e i
genitori delle scuole elementari di Roma a un incontro sugli effetti della
“riforma Gelmini” sul sistema scolastico pubblico. Gli studenti e i docenti di
Fisica hanno organizzato anche esperimenti scientifici e dimostrazioni per gli
alunni delle scuole elementari. L'appuntamento è per le 11, nel cortile del
Dipartimento di Fisica, “Sapienza” Università di Roma, Piazza Aldo Moro 2. IL
PREFETTO MOSCA "La nostra Costituzione prevede la libertà di riunione, la
libertà di manifestazione del pensiero purchè siano attuate in modo pacifico e
responsabile": lo ha dichiarato il prefetto Mosca, a margine della
cerimonia di consegna delle 47 vetture per il 'Patto per Roma sicurà che si è
svolto oggi nella sede di Palazzo Valentini alla presenza del presidente del
Provincia di Roma Nicola Zingaretti. "Queste libertà sono una garanzia
costituzionale affrontata nei confronti di coloro che vivono e abitano sul
territorio. Naturalmente -ha aggiunto Mosca- tutto ciò vale per i cittadini ma
anche per gli studenti che liberamente possono manifestare". ERMELLINO IN
VENDITA "Tipico ermellino del Rettore dell'Università di Torino". E'
il titolo di un'inserzione comparsa su eBay, con base d'asta di 1 euro,
scadenza il 30 ottobre e foto del pregiato e tradizionale 'paramentò
accademico. A metterlo provocatoriamente all'asta è 'Azione Universitarià.
"Abbiamo trovato un modo per far guadagnare qualche soldino all'Ateneo",
afferma Augusta Montaruli, dell'Esecutivo Nazionale di 'Azione Universitarià.
"ll Rettore di Torino ha lanciato l'allarme: 'con i tagli non ci saranno
più soldi per l'Università!'. Si vede -prosegue Montaruli- che a forza di
inventare corsi di laurea inutili, moltiplicare le cattedre per i compagni dei
compagni sono stati prosciugati i sudati proventi delle salatissime tasse
universitarie. è partito quindi il carosello dei Baroni che mobilitano i
'vassallì ricercatori e stavolta torna utile addirittura schierare qualche bel
collettivo di pregiudicati dei centri sociali ma.....non c'è problema!".
Ad aggiudicazione dell'ermellino, promette infine Montaruli "chiederemo al
Rettore di consegnarcelo per inviarlo all'acquirente, girando ovviamente
l'importo al Rettore stesso". BERSANI, IL FIGLIO MALATO E LE BASTONATE “Ho
ascoltato ieri la Gelmini che elencava i mali dell'universita'. Si', sono mali
veri, ma lei, che e' il ministro dell'Istruzione, li elencava con odio - è
l'intervento di Pierluigi Bersani, del Pd - E' come se uno che avesse un figlio
malato pensasse di guarirlo con le bastonate. Non e' cosi' che si cura la
nostra scuola e universita'”. A margine di un convegno sull'energia l'esponente
del Pd torna sulle polemiche innescate ieri dalle dichiarazioni di Berlusconi e
sottolinea che mentre tutti protestano, i giovani, gli studenti, i ricercatori,
“sembra che solo lei abbia capito tutto”. Per Bersani, invece, il ministro “fa
arroganza sul nulla e mostra una pericolosa presunzione”. Ma “non e' bastonando
cosi'- ribadisce in conclusione- che si potranno curare i mali della scuola”.
CAPEZZONE:GLI STUDENTI NON SI FACCIANO USARE E' intervenuto il portavoce di
Forza Italia Daniele Capezzone, convinto che le proteste studentesche non siano
spontanee ma frutto dell'organizzazione da parte di “professionistio del caos”.
”Mi auguro davvero - afferma- che tanti ragazzi e ragazze delle scuole italiane
decidano di non farsi usare (e soprattutto di non farsi fregare) dai
professionisti del caos e della speculazione politica.Sulla pelle dei ragazzi,
infatti, e usandoli come massa di manovra, una opposizione tramortita cerca di
giocare la carta della caciara, della provocazione, di un clima teso, nella
speranza di creare difficoltà al Governo”. ”I ragazzi sappiano che il loro
nemico non è la riforma Gelmini, che invece è una buona riforma, che va
giustamente nella direzione della meritocrazia. Il loro nemico - conclude- è
l'immobilismo, lo status quo, la difesa di una situazione esistente che è
invece costosa, improduttiva, insostenibile. E di cui sono proprio i ragazzi a
pagare il prezzo più alto”. FINOCCHIARO: REGIONI ESPROPRIATE Il decreto legge
Gelmini contiene un potenziale conflitto tra il governo e le regioni. Lo
afferma la presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro che spiega:
"Sei regioni italiane stanno proponendo ricorso alla Corte Costituzionale
perchè ritengono che con questo decreto il governo stia espropriando le loro
competenze. Addirittura proponendo di commissariare quelle regioni che non
eliminano gli istituti scolastici con il minor numero di studenti entro i 31
dicembre. Un paradosso perchè questa proposta viene dalla stessa maggioranza
che fa de federalismo uno dei punti di forza della sua azione politica"
FRANCESCHINI: GLI STUDENTI NON SI TOCCANO Il Pd non permetterà che agli
studenti venga impedito di manifestare, ribadisce il vicesegretario del Pd,
Dario Franceschini, interpellato dai cronisti alla Camera sulle dichiarazioni
del premier che ieri ha promesso di mandare la polizia nelle scuole per placare
la protesta contro il decreto Gelmini. ”Non esiste un paese democratico -
afferma Franceschini - in cui il premier minaccia preventivamente gli studenti
per non farli manifestare. E' una cosa oltre la fantasia, oltre l'immaginabile.
Diciamo a Berlusconi che noi vigileremo affinché non venga toccato un solo
capello agli studenti”. ”Sabato andiamo in piazza anche per chiedere il ritiro
del decreto Gelmini”, conclude. JOVANOTTI IN CAMPO Anche Jovanotti ha
commentato le frasi di Berlusconi sulla polizia ''mi sembrano rivolte non agli
studenti, ma a chi non va a scuola e magari gli piace sentire Berlusconi che
parla di polizia. Ma mi auguro che la sua sia stata solo una frase ad effetto:
nelle scuole non c'e' la volonta' di violenza ma di esprimere un disagio e
questo va ascoltato''. ''Se ci dovessero essere problemi di ordine pubblico -
ha continuato Jovanotti - naturalmente la polizia fa il suo lavoro ma non e'
questo il caso. Quando si parla di scuola bisogna sentire i ragazzi che ci
vanno tutti i giorni. Penso che tagliare fondi alla scuola sia una grande
errore. Questo governo avrebbe dovuto aumentarli, in quanto la nostra scuola ha
bisogno di piu' soldi, piu' energie, e piu' attenzioni''. Per Jovanotti ''un
ragazzo dentro la scuola si sente tradito dalla politica che dovrebbe garantire
il diritto allo studio nelle forme migliori possibili. Penso che i sentimenti
dei ragazzi siano condivisibili. Evidentemente c'e' qualcosa che non va''.
TORINO, STUDENTI IN PIAZZA Circa mille studenti delle scuole superiori di
Torino hanno dato vita questa mattina a una manifestazione spontanea per le
strade del centro storico della città. I ragazzi sono partiti alle 10 da piazza
San Carlo e, in corteo, hanno percorso via Roma, via Pietro Micca e sono giunti
in piazza Solferino dove si trovano al momento. Gli studenti scandiscono slogan
contro la riforma della scuola. Intanto, continuano nel torinese le occupazioni
delle scuole: da ieri sono occupati anche alcuni istituti scolastici di
Pinerolo. NAPOLI, PICCHETTI ALLE FACOLTA' Continua la protesta anche a Napoli,
con picchetti davanti alle Facolta' napoletane, distribuzione di volantini e
tentativi di blocco delle lezioni. Stamattina, dopo la prima notte di
occupazione di palazzo Giusso, sede dell'universita' l'Orientale, l'assemblea
'Stop Gelmini', i collettivi studenteschi sono poi partiti diversi gruppi di
studenti che hanno raggiunto le sedi dell'Orientale, per cercare di bloccare la
didattica, fare picchetti e distribuire volantini. Alle 13, e' previsto un
incontro nella sede della Facolta' di Lettere e Filosofia della Federico II in
via Porta di Massa, dove gia' da stamattina i membri dell'assemblea permanente
hanno tentato di attuare il blocco dei corsi. PALERMO, LEZIONI IN PIAZZA I
futuri ingegneri hanno scelto piazza Castelnuovo, davanti al teatro Politeama,
per la loro lezione-protesta, mentre i colleghi di Lettere continuano la
sospensione dell'attivita' didattica, decisa dal Consiglio di facolta' fino al
31 ottobre. Un provvedimento, quest'ultimo, che ha portato la componente di
destra, ''Azione universitaria'', ad annunciare il ricorso alla magistratura
per interruzione di pubblico servizio. Autogestioni e assemblee in molte scuole
superiori. COSENZA, CASSONETTI ROVESCIATI Stamattina centinaia di ragazzi delle
superiori hanno sfilato urlando slogan contro la riforma, ma soprattutto
capovolgendo cassonetti per la raccolta dei rifiuti solidi urbani e
danneggiando i vetri di alcune scuole con il lancio di pietre. La
manifestazione ha richiesto pure l'intervento di pattuglie dei carabinieri, che
però si sono limitati a controllare evitando qualsiasi contatto. La
manifestazione è tuttora in corso e gli studenti si sono concentrati dinanzi al
Municipio. L'agitazione continua anche all'Università della Calabria, dove è
previsto un calendario fitto di assemblee e incontri per decidere le azioni di
protesta contro la riforma del governo. Le prime tre assemblee previste sono
state realizzate nelle Facoltà di Scienze matematiche, Fisiche e Naturali; di
Scienze Politiche e di Economia. Per oggi c'è grande attesa per le decisioni
degli studenti della facoltà di Ingegneria dove nei giorni scorsi - aggiungono
gli studenti - i docenti hanno già approvato una mozione con la quale è stato
deciso lo stato di assemblea permanente. POLIZIA E' scontro
Berlusconi-VeltroniTensione a Milano - Le università occupatePolizia per
fermare le occupazioni? - Giuste le proteste studentesche? Commenti Invia
commento Segnala ad un amico 23/10/2008 12:53 stella andate a lavorare e a
studiare invece di fare cose inutili!Queste manifestazioni non servono proprio
a nessuno e soprattutto è solo ed esclusivamente un modo per non studiare!Se
fossi io il governo a calci vi mandavo a lavorare! 23/10/2008 13:00 jetset
Manifestare sarà pure un diritto, ma occupare luoghi pubblici come le scuole
no. E' un sopruso e va punito duramente. Vi sono molti che non approvano queste
manifestazioni e che vogliono studiare in pace. Le vostre rimostranze andatele
a sfogare in piazza, in manifestazioni autorizzate e senza, ripeto, senza
violenze od atti di teppismo. Avanti così senza timori, Berlusconi!!!
23/10/2008 13:23 adriano Non so perchè ma io a Capezzone lo prenderei
volentieri a calci in ... 23/10/2008 13:38 GIOIR NEL TITOLO " LA RABBIA
DEGLI STUDENTI " IO DICO LA FELICITA' DEGLI STUDENTI DI MARINARE LE
LEZIONI, ANCHE A GUARDARLI IN FACCIA SONO VISI CONTENTI, PER NIENTE ATTRISTITI
DAI PROBLEMI DELLA SCUOLA...!!! TUTTA UNA STRUMENTALIZZAZIONE POLITICA FATTA
DAI SOLITI SINISTRI MA CHE PRESTO SICURAMENTE SARA' SMONTATA PERCHE' LA GENTE
NON E' COSI' STUPIDA COME LA CREDONO LORO...!!! LIBERTA' DI MANIFESTARE, MA
ANCHE DI CHI NON VUOLE MANIFESTARE E VIENE ALLONTANATA DALLE AULE CON LA
MINACCIA DI ESSERE BOCCIATI SE NON SCENDONO IN PIAZZA...!!! IN FRANCIA GLI
SCIOPERI E LE MANIFESTAZIONE STUDENTESCHE SI AVEVANO SOLO DI DOMENICA E GLI
ALTRI GIORNI SI STUDIAVA, L'ESATTO CONTRARIO CHE IN ITALIA DOVE LA DOMENICA SI
RIPOSANO DALLE LUNGHE PASSEGGIATE DELLA SETTIMANA...!!! DOVREBBEO REAGIRE
STUDIANDO DI PIU', CON UNA PUNTA DI ORGOGLIO , PER PORTARSI NELLA ISTRUZIONE AI
LIVELLI EUROPEI...!!! SI DIPLOMERANNO SPECIALISTI IN SCIOPERI E SGOGAN, TANTO A
MANTENERLI CI PENSANO I GENITORI, IN PARTE RESPONSABILI DELL'IGNORANZA DEI
FIGLI... 23/10/2008 13:49 ivan per la quarta volta tento di mettere questo
commento .... __________ dalla redazione: e noi per la quarta volta non lo
mettiamo in linea. Sui fatti a cui lei si riferisce non c'è ancora una sentenza
definitiva, e quindi le sue affermazioni, se pure fatte a titolo personale,
rischiano di essere gravemente lesive e passibili di querela 23/10/2008 14:02
GIOIR ANCHE I GIOVANI DI FORZA NUOVA IN PIAZZA...!!! LA DIFFERENZA TRA I
GIOVANI COMUNISTI E I GIOVANI DI FORZA NUONA E' CHE I PRIMI SONO COLLOCATI A
SINISTRA E I SECONDI A DESTA, NESSUNA DIFFERENZA...!!! 23/10/2008 14:10 Daniele
"Per Jovanotti 'un ragazzo dentro la scuola si sente tradito dalla
politica che dovrebbe garantire il diritto allo studio nelle forme migliori
possibili. Penso che i sentimenti dei ragazzi siano condivisibili. Evidentemente
c'e' qualcosa che non va''."...pienamente d'accordo... 23/10/2008 14:23
natascia Nel Giorno del 23 Ottobre a pagina 3 nelle sette verità del premier
c'è scritto: Tempo Pieno "Non è vero che verra ridotto anzi!Con il maestro
unico sarà esteso ecc". Quindi si intende dire che il maestro unico ci
sarà,ma successivamente si ha: Inglese "Non scomparirà il maestro unico
dalle elemnentari. Non ci sarà il maestro unico ma il maestro prevalente".
Qual è la verità? Per quanto riguarda gli universitari a pagina 2 nel primo
paragrafo alle righe 8,9,10,11 e 12: " Basta alle prevaricazioni di pochi
su molti che vogliono studiare.Basta alla sinistra e ai centri sociali che
fomentano la democrazia." Ricordo che coloro che frequentano l'universita
pagano molto denaro x poterla frequentare, cambiano citta spesso,e dopo questi
sacrifici si pensa ancora che gli studenti siano dei fannulloni e che
organizzino queste manifestazioni per gioco o per saltare giorni di studio?E'
giusto lottare per un futuro migliore o è meglio subire decisioni altrui?
23/10/2008 14:32 marta credo che quando ci si trova davanti a prese di
posizione cm questa,quando il governo s permette d ignorare i pensieri dei
diretti interessati(ragazzi e prof.)SIA D'obbligo FARSI SENTIRE dire la propria
opinione e manifestare il malcontento!ma attenzione..è ignobile nascondersi
dietro una protesta per giustificarsi con i genitori da un
assenza!!!MANIFESTIAMO NON PER FARE LE PECORE E SEGUIRE LA MASSA!!FACCIAMOLO
PER DIFENDERE I NOSTRI IDEALI E DIRITTI. 23/10/2008 14:40 ivan anche la strada
è pubblica ma al governo berlusconi facevano comodo quando i taxisti bloccavano
roma per un provvedimento che l'attuale sindaco tra l'altro ha mantenuto, alla
faccia dei taxisti. 23/10/2008 14:40 jetset confermo che queste manifestazioni
siano solo un modo per non studiare e per marinare la scuola. Quando andavo al
Classico ogni scusa era buona per marinare, il 90% aderiva a tutte le
manifestazioni possibili, fossero state esse di sinistra o di destra. Una volta
addirittura mi raccontarono che si manifestò in occasione della morte di
Patrice Lumumba. Facciamo così, cari sinistri: gli studenti vengano esaminati
in matematica. Se passano l'esame allora avranno il diritto di manifestare,
altrimenti li si caccia dalla scuola e li si mette a lavorare. Oppure li
facciamo manifestare alla domenrica. Scommettiamo che alle manifestazioni ne
vediamo sì e no un centinaio? 23/10/2008 14:40 natascia Volevo anche far notare
di come basti un qualsiasi pretesto per scatenare la solita lotta tra destra e
sinistra: si sta parlando di istruzione non di chi ha ragione tra queste! Basta
con queste pagliacciate. Alle righe 26 e 27 si parla di un sondaggio..quale
sondaggio?? Nel terzo paragrafo iniziante con "E' Netto.." alle righe
31 e 32 si dice "gli stipendi per i più meritevoli saranno
aumentati.." in base a quale criterio si decidera dei più meritevoli? Se
tutti potessero decidere lo stipendio del Presidente ,a quanto ammonterebbe?
Nel mezzo dei paragrafi si dice INFORMAZIONE Nel mirino Rai e giornali
"Non raccontano la verità", chi dice la verità? Ad ogni modo anche
l'intervento delle forze dell'ordine nelle università è una cosa stupida poiché
fomenta ancora di più il disagio degli studenti. 23/10/2008 14:40 natascia
Volevo anche far notare di come basti un qualsiasi pretesto per scatenare la
solita lotta tra destra e sinistra: si sta parlando di istruzione non di chi ha
ragione tra queste! Basta con queste pagliacciate. Alle righe 26 e 27 si parla
di un sondaggio..quale sondaggio?? Nel terzo paragrafo iniziante con "E'
Netto.." alle righe 31 e 32 si dice "gli stipendi per i più
meritevoli saranno aumentati.." in base a quale criterio si decidera dei
più meritevoli? Se tutti potessero decidere lo stipendio del Presidente ,a
quanto ammonterebbe? Nel mezzo dei paragrafi si dice INFORMAZIONE Nel mirino
Rai e giornali "Non raccontano la verità", chi dice la verità? Ad
ogni modo anche l'intervento delle forze dell'ordine nelle università è una
cosa stupida poiché fomenta ancora di più il disagio degli studenti. 23/10/2008
14:47 maurizio A proposito della riforma GElmini,sarebbe bene che chi protesta
si rivedesse la legge.Penso che come al solito, si vada in piazza a
manifestare,a prescindere,solo per dare contro al Governo,e fomentando in tal
modo la protesta oltretutto a scapito di chi vuole continuare ad entrare in
classe a studiare.Certamente il dissenso può essere legittimo,ma nei modi
civili di un paese democratico.Non sei d'accordo? bene vai in piazza a
manifestare, SENZA OCCUPARE AULE CHE ALTRI VOGLIONO USARE.E stia tranquillo
Veltroni,che nessuno impedirà di manifestare il dissenso in Piazza.Poi
ancora,ma è mai possibile che in Italia ci siano 5.500 corsi di laurea
praticamente il doppio che in Europa? Ma è normale che vi siano dei corsi con
un solo studente?Allora si spiega perchè vi sono delle Università in rosso.Come
mai quando vi era Prodi,questi problemi non sono stati affrontati,assieme a
quella sinistra (leggasi rifondazione,verdi,comunisti,) che erano dalla parte
dei deboli? 23/10/2008 14:47 doc ..è solo una strumentalizzazione della sx.. se
chidete algi studenti per cosa scioperano, non sanno nemmenodi cosa si parla..
non si preclude il diritto allo sciopero, ma lasciate vivere chi non la pensa
come voi,sinistrosi!!! la cosa peggiore non è portare la polizia nelle scuole,
ma vietare a costo di bocciatura chi non vuole manifestare.. tipico del
cattocomunismo sociale.. solo con il lavoro e lo studio si riprende la vai
della crescita, rimboccarsi le maniche nn perdendo tempo.. ps: viva l'italia e
gli italiani!! difendere al patria è un dovere di tutti!! 23/10/2008 14:58
Vittorio60 Come luogo d'incontro con gli studenti-sobillatori ed i loro
patetici suggeritori consiglierei una stazione, in modo da poterli scaraventare
su un treno merci. e buon viaggio. 23/10/2008 15:02 toro scatenato
fermarli!bloccarli subito prima che questa contestazione, strumentalizzata da
parte di facironosi sinistroidi -come loro dna- sfoci in un clima di tensione
stile anni settanta....basta ad ascoltare la maggior parte degli studenti per
capire che non hanno capito -scusate il gioco di parole- nulla sulla testualità
del decreto,...bada ben non legge...bisogna intervenire su taluni docenti
"cattivi maestri" e studenti affetti da "protagonismo
rivoluzionario" che stanno formentando la protesta solo per le loro
frustrazioni personali..."così nacque il terrorismo"; le università
sono piene di debiti e di professori professionalmente poco dotati, ritengo
l'occupazione degli atenei un vero proprio atto di antidemocrazia: non si può esercitare
violenza su altri studenti intenti nel proseguire il programma didattico
prescelto,al governo dico, prudenza ad usare il manganello ora, ovviamente, è
una raccomandazione più che una convinzione, perchè non deve fare il gioco di
questa becera opposizione di ectoplasmatici.. 23/10/2008 15:08 alien a ridaglie
con la politica! tutti gli studenti d'Italia sono di sinistra, la scuola,
universita' rettori sono di sinistra, la magistratura e' di sinistrta, i
giornali sono di sinostra., E allora perche0 la sinistra ha fatto la figura di
mota che ha fatto, se era cosi' sostenuta? certo a quelli di destra non fa
effetto la polizia nella scuola, loro sono abituati a farsi sentire con la
forza ed i manganelli, conoscono solo qquesto modo di vedere le cose. 23/10/2008
15:13 mery mi domando come mai la sinistra non vuole riformare la scuola???
forse perchè hanno paura di non poter più mettere le mani in una fonte di
reddito che si sono costruiti con i tanti privilegi che hanno concesso in
cambio di voti??? perdere questo per loro significa non poter più sprecare
denari pubblici come hanno sempre fatto. la scuola è di tutti non è un
patrimonio della sinistra!!! basta strumentalizzazioni politiche per voler
danneggiare ancora una volta il vostro nemico da sempre, non se nè può più.
basta avete veramente passato ogni limite con la vostra invidia. 23/10/2008
15:23 sandro Ma ne avete figli voi? siete contenti che taglino i fondi alla
scuola, rendendo l'istruzione dei nostri ragazzi più scadente? ma meno male che
c'è ancora qualcuno che ha un briciolo di cervello e protesta... 23/10/2008
15:28 Carla Questi ragazzi hanno capito le "vere" intenzioni di
questo governo e hanno intrapreso la strada giusta cioè quella di manifestare
il loro dissenso. E' un loro pieno diritto e chiunque abbia un briciolo di
raziocinio non potrà che approvare. Mi fanno rabbrividire al solo pensiero le
dichiarazioni della Gelmini che vuole fare il ministro dell'istruzione non
sapendo nemmeno parlare con proprietà grammaticale e quelle di Berlusconi che
incutevano tutto l'odio viscerale che ha per chi non la pensa come lui. E' un
uomo pericoloso perchè ha tutte le caratteristiche di un dittatore. Spero che
tutti voi ipnotizzati dal suo potere mediatico vi possiate svegliare dal
torpore cerebrale in cui vi ha indotto. Agli studenti dico che li ammiro e li
appoggio. 23/10/2008 16:00 Carla E no! Se adesso Berlusconi sostiene di non
aver mai detto nè pensato di mandare la polizia nelle scuole è bene fargli un
bell'esame neurologico! Credo soffra di amnesie oppure di qualche altra
patologia che non voglio scrivere altrimenti vengo censurata 23/10/2008 16:03
jetset x ivan: hai ragione! Anche la strada è pubblica ed allora mettiamo in
galera chi va a fare le manifestazioni! Ne sarei felice. Comunuqe una manifestazione
è un diritto solo se viene autorizzata. "Autorizzare" significa
destinare momentaneamente quelle strade ad altro uso. In un edificio pubblico
invece non si può autorizzare nulla del genere perché le scuole sono fatte per
studiare, i comuni per gestire il territorio ed i teatri per le
rappresentazioni. Se vuoi urlare vai in strada (come ripeto, sempre che tu sia
autorizzato) e lì fai tutti i versi che vuoi. Sempre che non sfasci tutto come
i tuoi amici noglobal, in quel caso da parte delle forze dell'ordine è
opportuno olio di gomito e manganello. E' la democrazia, bellezza, che ti
premette di parlare ed esprimere anche le "idee" più balzane come le
tue ma non di danneggiare gli altri. Se non ti va questa democrazia ti
suggerisco un viaggio in Corea del Nord. Fai buon viaggio e soprattutto non
tornare più indietro, grazie! 23/10/2008 16:07 Luka x Carla Mi dici anche a me
quali sono le "vere" intenzioni del governo? poi tra qualche mese
verifichiamo se avevi ragione. Il diritto al dissenso è intoccabile però non
devono bloccare i treni o devastare proprietà pubbliche, si manifesta
tranquillamente e non si rovina la vita agli altri che magari devono anche
andare a lavorare per mangiare. Vedo che alla gelmini vengono contestati anche
gli accenti sulle parole, a di pietro invece non si dice niente vero? L'odio lo
vedo più nei tuoi discorsi sempre e solo contro berlusconi, lo vedo negli
studenti che protestano e lo vedo negli insegnanti che temono di perdere i loro
privilegi. Aspetto di conoscere le "vere" intenzioni del governo.
Grazie. 23/10/2008 16:12 www.giorgiocolomba.it Con una scuola di circa
1.200.000 dipendenti (la più grande azienda' dell'intero pianeta!), non v'è
dubbio che il vulnus risieda nella formazione di un corpo docente ancor oggi in
preda al virus sessantottino. Torna in mente l'economista Milton Friedman,
secondo cui le risorse andrebbero concesse come buono' agli studenti, da usare
nella scuola di propria scelta. E pure don Luigi Sturzo, quando affermava che
"Ogni scuola, quale che sia l'ente che la mantenga, deve poter dare i suoi
diplomi non in nome della repubblica, ma in nome della propria autorità; sia la
scoletta elementare di Pachino o di Tradate, sia l'università di Padova o di
Bologna, il titolo vale la scuola. Se una tale scuola ha una fama riconosciuta(
)il suo diploma sarà ricercato; se invece è una delle tante, il suo diploma
sarà uno dei tanti." Che Milton Friedman, premio Nobel per l'economia nel
1976, e Don Luigi Sturzo, antifascista e fondatore del Partito Popolare Italiano,
fossero pure loro a libro paga di Berlusconi? 23/10/2008 16:18 BEPPE DI LIVORNO
Ma perchè certa stampa, deve sempre travisare quello che in realtà è stato
detto ? Da quì a non credere più ai giornali, il passo è breve. non vi pare ?
23/10/2008 16:19 Harry A leggere la maggioranza dei commenti dei lettori del
Resto del Carlino/La Nazione/Quotidiano Nazionalista, non c'è da meravigliarsi
se l'Italia è un paese alla frutta. 23/10/2008 16:28 ALESSANDRO ULTIMA ORA:
l'unto dice di non aver mai detto di inviare la polizia nelle scuole. tutti i
video dei giornali online sono taroccati.porgiamo le nostre umili scuse e nel
contempo suggeriamo a giovanardi di iniziare con i test antidroga in
parlamento... sembra proprio che ce ne sia bisogno. 23/10/2008 16:32 ivan delle
due l'una: o non l'ha detto e quindi è un bugiardo, falso e prende in giro
l'italia intera (cosa che credo), oppure non l'ha detto, e allora i vari
jetset, gioir e compagnia bella stanno tenendo la parte di un leader che non
condivide le loro idee di ordine e diritti dei cittadini. nell'uno e nell'altro
caso, state spendendo parole e rancore per l'onore di una persona che
chiaramente non lo merita. 23/10/2008 16:54 ciccio Non sempre per migliorare un
servizio basta investirvi piu' soldi...a volte e' piu' importante come questi
vengano utilizzati. La scuola non funziona non perche'non si investe
nell'istruzione e ricerca ma perche' i soldi vengono investiti male! Tutte
queste critiche a Berlusconi non le capisco...se non sbaglio gli assegni di
dottorato sono stati portati da 800 a 1000 non grazie a Prodi! 23/10/2008 16:55
pierluigi Occupare gli istituti scolastici non serve a nulla e danneggia coloro
che vogliono studiare! E' giusto che la polizia intervenga a garantire il
diritto allo studio e che non vengano così lesi i diritti per coloro che
vogliono studiare. 23/10/2008 16:57 marianna I casi sono due: o gli ascoltatori
sono tutti sordi o il premier soffre di amnesie frequenti! Perchè si è negato
di aver detto che la polizia sarebbe stata presente nelle scuole per
garantire.....penso che la scuola non possa aver nuovi schemi ogni nuovo
governo. 23/10/2008 17:00 jetset sandro: Non ho figli ma sono stato un figlio
che andava a scuola e pure con ottimi risultati. Quindi ho cognizione di causa,
eccome! Perché, secondo te l'avere un figlio ti dà più ragione? Ma che dici?
Per Harry: noi siamo una grande nazione, altroché alla frutta, ma che per
decenni ha dovuto sopportare le nefandezze dei sinistri come voi. 23/10/2008
17:07 alberto Ecco come sempre arriva la classica frase "Mai detto!"
dalla quale si capisce quanto ridicolo e bugiardo sia il premier e quanto
prenda in giro gli italiani che ancora lo ascoltano. 23/10/2008 17:11
cicciobaldo Mettiamola come vogliamo. Vi dico cosa ha deciso un mio caro amico
di fare per sua figlia, che stava per iscriversi all'università e, grazie a
Dio, non l'ha fatto! Si è appena trasferita in Inghilterra (Reading - Città
universitaria) e sta facendo la commessa in un pub, oltre a lavorare in una
lavanderia due giorni alla settimana. Obbiettivo: perfezionare l'inglese già
studiato molto bene in una scuola parificata, e poi iscriversi all'università
in Inghilterra nel secondo semestre. Polizia o non polizia, la scuola pubblica
italiana è ormai alla canna del gas e invece di protestare i nostri giovanotti
più bravi e non politicizzati, alzino le chiappe e se ne vadano via da questa
"nazione" ingrata, di incapaci e deficienti! Ma si sa i bamboccioni
di sinistra sono duri a morire e non solo non vogliono fare un bel c..... zo
nulla, ma magari vorrebbero un bel posto fisso sotto casa. O no? 23/10/2008
17:19 toro scatenato non posso che condividere pienamente le parole di luka del
23.10 h.16,07....cara carla, abbiamo capito che sei una "fedele
compagna" ma sostenere chi provoca interruzioni nello svolgimento dei
servizi pubblici sia nei trasporti pubblici a scapito della gente comune,
questo mi sembra pura violenza gratuita....in nome di non sò che
cosa.......lecito è protestare, ma non quanto si lede la libertà e la
democrazia di terzi che non vogliono partecipare a nessuna manifestazione,...o
come hanno fatto certi "signorotti" a te compiacenti, disturbando
addirittura lo svolgimento di alcune lezioni all'interno di atenei solo per il
fatto di voler portare a termini le attività didattiche, fortunatamente non
tutti i docenti la pensano in modo rivoluzionario e distruttivo alla maniera
dei vari toni negri e altri idioti del recente passato,..o come certi
professori che hanno tenuto lezione all'esterno (nel senso letterale della
parola) fuori dalle università, bhe a questi gli decurterei parte dello
stipendio e quant'altro... Sono presenti 36 commenti, invia il tuo commento!
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d'accordo con Paolo. inoltre, avete mai fatto la ciclabile di viale trieste?
veramente pericolo[...] 'Sì' alla ciclabile sul Ponte Vecchio Ma serve l'ok
della Soprintendenza16:50:08 - sono d'accordo paolo, ma non siamo nemmeno tanto
infelici. Purtroppo oggi come oggi i delinquenti (i[...] "Questa è
un'isola felice ma la guardia resti alta"16:49:28 - Mi auguro che venga
fatto il possibile per la sopravvivenza del cinema Odeon perchè in un momento
di[...] Odeon, no alla chiusura Firma anche tu la petizione16:47:28 - scusa
paolo, adesso però mi viene da pensare che stai vaneggiando, quella pista è
rialzata e addirit[...] 'Sì' alla ciclabile sul Ponte Vecchio Ma serve l'ok della
Soprintendenza Gay in politica: è vero che sono discriminati?Polizia per
fermare le occupazioni nelle scuole, sei d'accordo?Beckham la Milan, un buon
acquisto?Cure palliative a base di oppio contro il dolore: sei
d'accordo?Togliere la patente a chi è condannato in via definitiva per droga:
sei d'accordo?Pacchetto clima, giusta o sbagliata la richiesta dell'Italia alla
Ue di tempi di applicazione più lunghi?Gli italiani sono ancora un popolo di
superstiziosi?Accettabile assumere farmaci per migliorare le proprie
prestazioni sportive?Serve una legge per regolamentare gli scioperi dei
trasporti?Riduzione dei permessi sindacali, sei d'accordo?Classi separate per
gli stranieri, sei d'accordo?Navigare sul web affina la mente: è vero?Chi
vorresti vedere nei panni di James Bond?I provvedimenti presi sono sufficienti
per contrastare la crisi finanziaria?Hai fiducia nel governo Berlusconi? La
foto del giorno Un super reggiseno Adriana Lima indossa il “Black diamond
miracle bra”, il reggiseno più caro della storia creato da Victoria's Secret.
L'indumento costa 4 milioni di euro ed è composto da 3.900 pietre preziose,
migliaia di minuscoli diamanti neri, 117 diamanti da un carato ciascuno e 34
rubini. La sua peculiarità sono le due grosse (e rarissime) lacrime di diamante
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(
da "Giornale.it, Il" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
N. 254
del 2008-10-23 pagina 2 Cortei, lezioni all'aperto, corsi di occupazione: ecco
la controriforma di Maria Sorbi Gli universitari protestano bloccando strade e
facendo seminari sul ""precariato migrante" Quello che lascia un
po' perplessi è invece leggere il programma degli interventi delle giornate di
autoformazione degli universitari. Autoformarsi per loro vuol dire imparare
cosa vuol dire fare sindacalismo di base oppure ascoltare lezioni sul
"precariato migrante", sui rom, o dai titoli eloquenti:
"Esperienze di autorganizzazione dei rifugiati politici a Torino
nell'occupazione di via Bologna" o "L'odissea dei rifugiati a Milano,
da via Lecco a piazzale Lodi". Agli studenti, insomma, interessa imparare
ad autorganizzarsi, a capire come si fa "azione collettiva". E nella
pratica sono già bravissimi, meglio dei sindacalisti che guidano le
manifestazioni nazionali. Anche ieri, dopo la loro lezione "en plein
air" ne hanno dato prova con due mini cortei non autorizzati: uno degli
studenti della facoltà di Mediazione culturale che hanno bloccato per qualche
minuto la circonvallazione esterna urlando: "Gelmini,
Tremonti, con noi farete i conti". L'altro partito da piazza Duomo e
giunto fino in via Conservatorio, con tanto di blocco della cerchia dei
Navigli, in via Visconti di Modrone, nel bel mezzo del pomeriggio. All'arrivo,
i manifestanti hanno anche interrotto le lezioni in università, nell'aula 11,
per circa un quarto d'ora. Per la serie: chi-se-ne-frega di chi studia e di chi
lavora. Non è finita qui. La protesta contro la riforma Gelmini continua oggi.
Si comincia con il blocco delle firme durante le prime due ore di lezione. E si
prosegue con iniziative di "libera università" (leggi occupazione).
La protesta in serata si trasformerà in una festa, con dibattiti e musica, in
cui gli studenti vivranno a modo loro l'ateneo. I toni si fanno sempre più
accesi. "Certo - commenta Leon, coordinatore dei collettivi degli
universitari - Stanno giocando al bastone e alla carota. La Gelmini dice che è
aperta al dialogo. Invece Berlusconi dice che ci manda l'esercito. Non ci fa
paura, noi continueremo le nostre mobilitazioni e le occupazioni sporadiche a
prescindere da quello che dirà lui".La protesta è trasversale a tutte le
facoltà: più acuta a Scienze politiche, più silenziosa nelle facoltà
scientifiche di via Celoria, dove però ogni mattina si salta la prima mezz'ora
delle lezioni per discutere del decreto Gelmini. "Il disagio è reale -
spiega Graglia - per gli studenti e per i docenti. Può essere strumentalizzato,
ma quello che sta accadendo alla scuola e all'università è percepito come una
vera ingiustizia. Parlo della diminuzione dell'offerta formativa, del blocco
del turn-over tra i docenti". La mobilitazione è spalmata in tutti i
capoluoghi. E dagli studenti di Bologna, Firenze, Roma e Napoli arrivano mail
di solidarietà a quelli che ormai sono considerati "i martiri" di
Milano "assaliti dalle forze dell'ordine" e "vittime dei
manganelli" durante il corteo di martedì. Sui tafferugli la Digos ha
redatto un'informativa: gli accertamenti sarebbero pronti per essere inviati in
Procura. I reati ipotizzati, dopo la visione di foto e filmati, sono di
manifestazione non autorizzata, resistenza e violenza a pubblico ufficiale,
lancio pericoloso di oggetti e interruzione di pubblico servizio. Maria Sorbi ©
SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.
(
da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Politica
Italiana Pagina 113 Berlusconi: "No alle scuole occupate" Polizia per
difendere i diritti di tutti. E scoppia la bagarre --> Polizia per difendere
i diritti di tutti. E scoppia la bagarre Scontro frontale sulla riforma della
scuola. Berlusconi difende a spada tratta il decreto del ministro Gelmini e
minaccia l'uso della polizia contro le violenze nelle scuole e nelle
università. ROMA Il dipartimento di Fisica de La Sapienza sbarrato con i
lucchetti; un lungo corteo funebre (come salma, ovviamente, l'università
pubblica) con tanto di ceri, fiori e scialli neri inscenato dagli universitari
a Bari; assemblea di studenti universitari e medi all'Orientale di Napoli per
la quale è stata decisa l'occupazione; ancora occupazioni delle facoltà
umanistiche a Torino e tante altre iniziative di protesta in tutta Italia,
dalle scuole elementari all'università. LA PROTESTA La rivolta contro i tagli
dei finanziamenti agli atenei e contro la riforma Gelmini
che ripristina il maestro unico continua. Continua anche mentre a Palazzo Chigi
il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, e il ministro dell'Istruzione,
Mariastella Gelmini, sfoderano il pugno
duro: non arretreremo di un millimetro, andremo avanti nella direzione
lungamente meditata, non permetteremo che pochi contestatori - perchè sono
pochi, assicura Berlusconi, e dietro di loro, incalza il ministro Gelmini, c'è
la regia della sinistra e dei centri sociali - tengano in ostaggio i tanti,
tantissimi che vogliono studiare. E ancora, non solo non saranno permesse occupazioni
(che siano di università o di licei) ma i contestatori stiano attenti perchè le
forze dell'ordine sono pronte a intervenire. E proprio per oggi al Viminale è
stata convocata una riunione tecnica di analisi, monitoraggio e valutazione
delle proteste, "per garantire i diritti di tutti". Insomma, chi si
aspettava che le manifestazioni di questi giorni potessero indurre il Governo a
qualche ripensamento si è sbagliato di grosso. "L'ordine deve essere
garantito. Lo Stato deve fare il suo ruolo garantendo il diritto degli studenti
che vogliono entrare nelle classi e nelle aule" ha spiegato Berlusconi.
DISINFORMAZIONE Quanto ai contenuti delle proteste, secondo premier e ministro,
sono infondati: la tenuta del tempo pieno è garantita - assicurano entrambi e rispondono
con i numeri a chi lo mette in dubbio: in 5 anni avremo quasi 6.000 classi in
più con il tempo pieno e sarà un tempo pieno "di qualità". Il maestro
unico poi ("meglio chiamarlo prevalente" dice con tono di scherzoso
rimprovero Berlusconi a Mariastella Gelmini) in classe non sarà solo: lo
affiancheranno gli insegnanti di lingua straniera, di religione e di
informatica. Sul fronte degli atenei, il ministro dell'Istruzione insiste nel
pensare che i manifestanti abbiano le idee confuse visto che - sostiene -
"contestano un decreto che parla di scuola e non di università". Loro
però, quelli che sono scesi in piazza, puntano l'indice su altro: il taglio
delle risorse, l'ipotesi di trasformare le università in fondazioni, il blocco
del turn over. E sull'università il ministro Gelmini attacca: "dal mondo
universitario, professori e rettori - dice - mi sarei aspettata un po' più di
autocritica per come è stata gestita l'università e per come è stata ridotta.
Non c'è trasparenza nei bilanci. E per questo ho già avviato controlli in 5
atenei, guarda caso quelli dove le occupazioni sono più forti".
(
da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Politica
Italiana Pagina 113 Veltroni accusa il Cavaliere "È lui a soffiare sul
fuoco" --> ROMA La protesta studentesca contro la riforma della scuola
va regolamentata e così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi convoca a
Palazzo Grazioli il ministro dell'Interno Roberto Maroni per dargli indicazioni
su come devono intervenire le forze dell'ordine in caso di occupazioni di licei
e università per garantire il diritto di chi vuole studiare. L'annuncio, dato
durante una conferenza stampa per sostenere il ministro della Pubblica
Istruzione Mariastella Gelmini, scatena
un'ondata di proteste nel centrosinistra e preoccupa anche il Capo dello Stato
Giorgio Napolitano che invita le forze politiche a smetterla con le
contrapposizioni e ad aprirsi al dialogo. La reazione più dura è quella del
segretario del Pd Walter Veltroni che accusa il premier di voler "soffiare
sul fuoco". Manifestare contro decisioni del governo, osserva, è
"fisiologico in una democrazia". "Ma mi chiedo - aggiunge - se
sia ancora possibile dissentire in questo Paese. È possibile esprimere
un'opinione diversa dal governo o no?". Se così non fosse, sottolinea,
"la cosa si farebbe seria". Veltroni, però, accoglie l'appello di
Napolitano e riconosce il merito al presidente della Repubblica di aver
indicato "la strada giusta". Ma quello del capo dello Stato non è
l'unico invito ad abbassare i toni. Anche il presidente dei vescovi Angelo
Bagnasco osserva che "i problemi complessi" non si risolvono
"con soluzioni semplici", ma con la "moderazione" e
l'equilibrio. E nel Pdl, a cominciare dal vicepresidente della Camera Maurizio
Lupi, si apprezza l'intervento dell'alto prelato, anche se si ribadisce
l'intenzione del governo di voler difendere a tutti i costi il diritto dei
ragazzi ad andare a scuola, senza che questo venga limitato dalle occupazioni
degli atenei. Su questa linea anche il ministro per le Politiche Giovanili
Giorgia Meloni: "Chi vuole manifestare ha il diritto di farlo, ma anche
chi vuol dare gli esami deve poterlo fare". Tutti d'accordo invece gli ex
ministri dell'Istruzione e dell'Università: le proteste ci sono sempre state,
ma a nessuno, assicura Francesco D'Onofrio, "è mai venuto in mente di far
ricorso alle forze dell'ordine". E, parafrasando il motto fascista
"libro e moschetto fascista perfetto", invita la maggioranza a
ricorrere a "più libri e a meno moschetti...". Fabio Mussi, invece,
sollecita i Rettori a respingere "la militarizzazione del conflitto che
arriva dal governo". Nel '
(
da "Basilicanet.it" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
LATRONICO
(PDL): URGENTE RIPENSARE Lâ??IMPIANTO SCOLASTICO 23/10/2008 18.00.43
[Basilicata] â??Da anni ormai le famiglie italiane si aspettano una nuova
scuola pubblica che: migliori e qualifichi la sua offerta formativa; sia in
grado di contribuire allo sviluppo culturale e civile e delle giovani
generazioni e metta al centro del suo interesse l' alunno e la sua primaria
esigenza di crescita umana ed educativaâ?. Lo ha
dichiarato il senatore del Pdl, Cosimo Latronico, intervenuto in aula nel
dibattito sulla riforma Gelmini. â?? E'
innegabile che la nostra scuola ha accumulato in questi anni ritardi
significativi sui livelli di conoscenza e sulle competenze rispetto alle scuole
di altri Paesi Europei. Per questo è¨ necessario un ripensamento dell' intero
impianto scolastico. Naturalmente è¨ impensabile che grandi progetti di riforma
possano essere realizzati senza il pieno coinvolgimento di Stato, Regioni,
autonomie locali e soggetti educativi, in una nuova governance dell'istruzione
- formazione ed in un quadro di più¹ appropriato ed efficace utilizzo delle
risorse disponibili. I severi critici dell'impianto del progetto Gelmini non si
sono dedicati abbastanza a valutare la portata di alcuni principi che la
riforma tenta di introdurre. Il valore del maestro prevalente, per offrire un
riferimento unitario dal punto di vista pedagogico agli alunni che non
comporterà nè¨ l' eliminazione dell' insegnamento della lingua, nè¨
quello dell' informatica. Con il maestro unico l' Italia occupava il terzo
posto nella classifica Ocse, con l'introduzione dei moduli è¨ scesa all'ottavo
posto ! Il nuovo assetto organizzativo consentirà di aumentare il tempo
pieno del 50% e assicurerà particolare attenzione verso i docenti
specializzati e di sostegno. Non pensiamo alla scuola solo come un capitolo di
spesa del bilancio dello Stato. Crediamo invece che la qualità e l'
efficacia del sistema scolastico passino attraverso l'ottimizzazione delle
risorse e la riduzione degli sprechi. Le famiglie italiane non si possono più¹
permettere che il 97% del bilancio della pubblica istruzione serva per pagare
unicamente gli stipendi e che vi siano più¹ di 10.000 classi con meno di dieci
alunni, anche in territori non particolarmente disagiati. Per questi motivi, è¨
necessario lavorare tutti insieme per una scuola che sappia premiare la
qualità dei suoi docenti, che sappia investire in innovazione e
formazione, che sappia rispondere alla domanda educativa delle nostre
comunità , che sappia contribuire alla ripresa sociale e produttiva della
nostra terra contrastando l' attuale declinoâ?. (bas -
04).
(
da "Gazzetta di Parma Online, La" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
"Siamo
pronti a mandare la polizia negli Atenei. L'ordine deve essere garantito, lo
Stato deve fare lo Stato". Dopo il segnale inquietante dei tafferugli a
Milano, ieri è sceso in campo Silvio Berlusconi, che ha usato la stessa formula
utilizzata contro i blocchi delle discariche in Campania per annunciare la
linea dura contro le occupazioni studentesche, che dilagano in tutta la
penisola, e coinvolgono anche professori e ricercatori. è muro contro muro tra
i manifestanti e il governo. Ed è scontro durissimo con l'opposizione sulla
riforma Gelmini, che secondo i sondaggi
incontra pochi consensi. La piazza turba il premier, che non intende permettere
altri blocchi. "L'occupazione di luoghi pubblici non è la dimostrazione
dell'applicazione della libertà", ha tuonato il presidente del consiglio
in una conferenza stampa a Palazzo Chigi, in cui parlando al fianco del
ministro dell'Istruzione, ha puntato il dito contro i centri sociali e la
sinistra. "Non è un fatto di democrazia, è una violenza nei confronti
degli altri studenti che vogliono studiare". Di qui la decisione di
convocare nel pomeriggio a Palazzo Grazioli il ministro dell'Interno Roberto
Maroni per dargli istruzioni dettagliate sull'impiego delle forze dell'ordine.
E per oggi al Viminale è previsto un vertice tecnico per valutare le misure da
adottare per "garantire i diritti di tutti". La sfida di Berlusconi
agli studenti, che contro la riforma Gelmini e i tagli ai fondi delle
università da giorni portano avanti le proteste di piazza, non poteva essere
più chiara. Il Cavaliere non farà marcia indietro. Non ritirerà il contestato
decreto che porta la firma della titolare di Viale Trastevere ed è
"sacrosanto". Non ascolterà l'appello di studenti, genitori e
insegnanti. E tanto meno quello di Walter Veltroni, leader del Pd, che secondo
lui soffia sul fuoco per riempire il Circo Massimo sabato prossimo. "La
sinistra - ha spiegato Berlusconi - dice solo menzogne, fa un allarmismo
inutile e soffia sulla protesta" attraverso i media, "che ormai hanno
divorziato dalla realtà". La tv pubblica "alimenta l'ansia" e i
giornali "hanno trascurato di raccontare la realtà". Il premier ha
snocciolato poi punto per punto il decreto, contestando tutte le obiezioni
dell'opposizione. Non ci saranno 86 mila insegnanti in meno; non verrà chiuso
il tempo pieno, anzi "ci saranno 6000 classi in più". Non saranno
chiuse molte scuole, "sarà solo razionalizzato il personale". Ed
infine non è vero che con questo decreto si cerchi di favorire la scuola
privata. "Stiamo cercando di far funzionare meglio la scuola pubblica - ha
spiegato Berlusconi - che oggi è inefficiente e costosissima". Nessun
cedimento dunque, da parte di un premier che è stato "uno studente
modello". Governo e maggioranza andranno avanti, anche sulle classi ponte,
a colpi di fiducia al Senato, dove il via libera definitivo al provvedimento è
previsto per il 29 ottobre. Ieri il dibattito in Aula è proseguito in un clima
di crescente tensione, innescata dalle minacce di Berlusconi di fare
intervenire la polizia nelle scuole e negli atenei, ed è stata respinta la
richiesta di Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd, di rinviare i lavori a lunedì
prossimo per consentire alla Commissione Pubblica istruzione di concludere
l'esame del testo. (Aga).
(
da "AprileOnline.info" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Berlusconi
smentisce Berlusconi Frida Roy, 23 ottobre 2008, 17:50 Forse ha ragione Epifani
nell'affermare che "ci voleva la Cina per far rinsavire il presidente del
Consiglio", probabilmente l'ennesimo dietrofront del premier, che ha
negato di aver mai chiesto l'intervento della polizia contro gli studenti, è
dovuto ad un pressing interno al Pdl e dalla sopraggiunta consapevolezza che la
protesta non si ferma davanti alle minacce. Dal Viminale si attendono le
decisioni di Maroni e la Gelmini
accetta di incontrare le rappresentanze studentesche Il presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi non ha detto né ha mai pensato di inviare la
polizia contro gli occupanti di scuole e università. No, non è uno scherzo. E
l'ennesima presa in giro a cui ci sottopone il presidente del Consiglio in
perenne crisi d'identità. Stavolta, non pago della gravità delle dichiarazioni
rilasciata appena ieri, il cavaliere ha deciso di compiere la solita inversione
di marcia addirittura da Pechino, in una conferenza stampa trasmessa da Skay. "Io
-ha affermato- non ho mai detto né pensato che la polizia debba entrare nelle
scuole. Ho detto invece -ha aggiunto- che chi vuole è liberissimo di
manifestare e protestare, ma non può imporre a chi non é della sua stessa idea
di rinunciare al suo diritto essenziale". E poi la rivelazione:
"Accade di frequente, anzi molto spesso - ha detto ancora Berlusconi - che
io non riesca a riconoscermi nelle situazioni che ho vissuto da protagonista.
Posso perciò parlare di un divorzio tra la realtà di quanto da me vissuto e la
realtà che raccontano i giornali". A "divorziare dalla realtà"
deve essere stato anche Palazzo Chigi che nella informazione sulla conferenza
stampa tenuta da Berlusconi insieme alla ministra Gelmini, sul sito internet
ufficiale scrive tra l'altro che "il presidente del Consiglio convocherà
oggi (ieri,n.d.r.) il ministro dell'Interno Maroni per dargli indicazioni su
come devono intervenire le forze dell'ordine perché l'ordine deve essere
garantito. Occupare è una violenza contro le famiglie, contro le istituzioni e
lo Stato che deve svolgere il suo ruolo garantendo il diritto degli studenti
che vogliono studiare di entrare nelle classi e nelle scuole". Sempre da
Pechino - testimone Skay - Berlusconi ha spiegato che sì, aveva parlato di
interventi ma non di polizia ma di "opportune azioni di convincimento e ne
ho in mente qualcuna molto spiritosa". Richiesto di spiegare di cosa si
tratta il premier si è però limitato a un "non le dico, altrimenti farei i
titoli". "Ci voleva la Cina per far rinsavire il presidente". Il
leader della Cgil, Guglielmo Epifani, commenta così il tentativo di chiarimento
da parte del presidente del Consiglio mentre il Partito democratico in una nota
diramata alle agenzie di stampa sottolinea come la carica di presidente del consiglio
richieda "senso dello Stato, rispetto del dissenso e controllo della
parola e di sé stessi". Berlusconi, prosegue la nota del Pd,
"smentisce oggi parole pronunciate ieri davanti a decine di telecamere e
ascoltate da tutti gli italiani". E non è certo una novità di cui
meravigliarsi. "Dopo aver annunciato la chiusura dei mercati a causa della
grave crisi finanziaria, smentito poi addirittura dalla Casa Bianca, dopo aver
invitato ad acquistare azioni di specifiche società quotate, dopo aver detto
che la crisi finanziaria non avrebbe avuto effetti sull'economia reale,
smentendosi il giorno dopo, il presidente del Consiglio su un argomento così
delicato - conclude il Pd - si comporta in maniera intollerabile per chi ha
simili responsabilità evidentemente per lui sproporzionate". è chiaro che
a costringere Berlusconi all'ennesimo passo indietro c'è lo zampino di An.
Quello di Berlusconi "è un monito, ma penso non ci sarà mai un seguito. E
ci starei male se ci fosse...", aveva detto il ministro della Difesa,
Ignazio La Russa e anche il sindaco di Roma, già nei giorni passati, aveva
difeso le prerogative degli studenti che vogliono manifestare. D'altra parte la
protesta contro il decreto taglia fondi è di casa anche tra i giovani della
destra. Se gli esponenti del PdL si mischiassero ai contestatori scoprirebbero
che non ci sono solo ragazzi e ragazze "strumentalizzati" dalla
sinistra, ma anche tanti docenti, tante famiglie, elettori anche del centro
destra perché quella della scuola è una questione centrale. Così, quella di
oggi, mentre la protesta di piazza si gonfia sempre di più, sul fronte politico
si profila come una giornata dedicata alle dichiarazioni concilianti in attesa
che il ministro dell'Interno Roberto Maroni, nella riunione convocata alle 17 al
Viminale, decida quali misure effettivamente adottare a fronte delle
occupazioni. Lo stesso ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, ha aperto
al dialogo: "Convocherò da domani, una per una, tutte le associazioni
degli studenti e dei genitori per aprire uno spazio di confronto. Ad una sola
condizione: che si discuta sui fatti", ha detto intervenendo in aula al
Senato. E proprio a palazzo Madama, con 122 favorevoli e 155 contrari, la
maggioranza ha bocciato la richiesta, avanzata dal Partito democratico, di non
passare all'esame degli articoli del decreto Gelmini. Per il Pd mancherebbe al
provvedimento la copertura finanziaria, la richiesta è stata sostenuta dagli
altri gruppi di opposizione. L'aula ha quindi avviato l'esame del
provvedimento, sul quale stamattina si è conclusa la discussione generale.
"Poche idee, molta arroganza: non credo sia questa la chiave", ha
attaccato il ministro ombra dell'Economia del Pd, Pierluigi Bersani.
"Rispettare la legalità è un dovere, protestare civilmente è un diritto.
Vale per gli studenti, ma anche per il presidente del Consiglio", ha
sottolineato il presidente vicario dei deputati Udc, Michele Vietti. Per
l'Unione di Centro, ha aggiunto, "l'istruzione è una priorità. Ben vengano
le riforme, ma non se si realizzano solo con i tagli".
(
da "AprileOnline.info" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Frida
Roy, 23 ottobre 2008, 17:50 Forse ha ragione Epifani nell'affermare che
"ci voleva la Cina per far rinsavire il presidente del Consiglio",
probabilmente l'ennesimo dietrofront del premier, che ha negato di aver mai
chiesto l'intervento della polizia contro gli studenti, è dovuto ad un pressing
interno al Pdl e dalla sopraggiunta consapevolezza che la protesta non si ferma
davanti alle minacce. Dal Viminale si attendono le decisioni di Maroni e la Gelmini accetta di incontrare le
rappresentanze studentesche Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi non
ha detto né ha mai pensato di inviare la polizia contro gli occupanti di scuole
e università. No, non è uno scherzo. E l'ennesima presa in giro a cui ci
sottopone il presidente del Consiglio in perenne crisi d'identità. Stavolta,
non pago della gravità delle dichiarazioni rilasciata appena ieri, il cavaliere
ha deciso di compiere la solita inversione di marcia addirittura da Pechino, in
una conferenza stampa trasmessa da Skay. "Io -ha affermato- non ho mai
detto né pensato che la polizia debba entrare nelle scuole. Ho detto invece -ha
aggiunto- che chi vuole è liberissimo di manifestare e protestare, ma non può
imporre a chi non é della sua stessa idea di rinunciare al suo diritto
essenziale". E poi la rivelazione: "Accade di frequente, anzi molto
spesso - ha detto ancora Berlusconi - che io non riesca a riconoscermi nelle
situazioni che ho vissuto da protagonista. Posso perciò parlare di un divorzio
tra la realtà di quanto da me vissuto e la realtà che raccontano i
giornali". A "divorziare dalla realtà" deve essere stato anche
Palazzo Chigi che nella informazione sulla conferenza stampa tenuta da
Berlusconi insieme alla ministra Gelmini, sul sito internet ufficiale scrive
tra l'altro che "il presidente del Consiglio convocherà oggi (ieri,n.d.r.)
il ministro dell'Interno Maroni per dargli indicazioni su come devono
intervenire le forze dell'ordine perché l'ordine deve essere garantito.
Occupare è una violenza contro le famiglie, contro le istituzioni e lo Stato
che deve svolgere il suo ruolo garantendo il diritto degli studenti che
vogliono studiare di entrare nelle classi e nelle scuole". Sempre da
Pechino - testimone Skay - Berlusconi ha spiegato che sì, aveva parlato di
interventi ma non di polizia ma di "opportune azioni di convincimento e ne
ho in mente qualcuna molto spiritosa". Richiesto di spiegare di cosa si
tratta il premier si è però limitato a un "non le dico, altrimenti farei i
titoli". "Ci voleva la Cina per far rinsavire il presidente". Il
leader della Cgil, Guglielmo Epifani, commenta così il tentativo di chiarimento
da parte del presidente del Consiglio mentre il Partito democratico in una nota
diramata alle agenzie di stampa sottolinea come la carica di presidente del
consiglio richieda "senso dello Stato, rispetto del dissenso e controllo
della parola e di sé stessi". Berlusconi, prosegue la nota del Pd,
"smentisce oggi parole pronunciate ieri davanti a decine di telecamere e
ascoltate da tutti gli italiani". E non è certo una novità di cui
meravigliarsi. "Dopo aver annunciato la chiusura dei mercati a causa della
grave crisi finanziaria, smentito poi addirittura dalla Casa Bianca, dopo aver
invitato ad acquistare azioni di specifiche società quotate, dopo aver detto
che la crisi finanziaria non avrebbe avuto effetti sull'economia reale, smentendosi
il giorno dopo, il presidente del Consiglio su un argomento così delicato -
conclude il Pd - si comporta in maniera intollerabile per chi ha simili
responsabilità evidentemente per lui sproporzionate". è chiaro che a
costringere Berlusconi all'ennesimo passo indietro c'è lo zampino di An. Quello
di Berlusconi "è un monito, ma penso non ci sarà mai un seguito. E ci
starei male se ci fosse...", aveva detto il ministro della Difesa, Ignazio
La Russa e anche il sindaco di Roma, già nei giorni passati, aveva difeso le
prerogative degli studenti che vogliono manifestare. D'altra parte la protesta
contro il decreto taglia fondi è di casa anche tra i giovani della destra. Se
gli esponenti del PdL si mischiassero ai contestatori scoprirebbero che non ci
sono solo ragazzi e ragazze "strumentalizzati" dalla sinistra, ma
anche tanti docenti, tante famiglie, elettori anche del centro destra perché
quella della scuola è una questione centrale. Così, quella di oggi, mentre la
protesta di piazza si gonfia sempre di più, sul fronte politico si profila come
una giornata dedicata alle dichiarazioni concilianti in attesa che il ministro
dell'Interno Roberto Maroni, nella riunione convocata alle 17 al Viminale,
decida quali misure effettivamente adottare a fronte delle occupazioni. Lo
stesso ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, ha aperto al dialogo:
"Convocherò da domani, una per una, tutte le associazioni degli studenti e
dei genitori per aprire uno spazio di confronto. Ad una sola condizione: che si
discuta sui fatti", ha detto intervenendo in aula al Senato. E proprio a
palazzo Madama, con 122 favorevoli e 155 contrari, la maggioranza ha bocciato
la richiesta, avanzata dal Partito democratico, di non passare all'esame degli
articoli del decreto Gelmini. Per il Pd mancherebbe al provvedimento la
copertura finanziaria, la richiesta è stata sostenuta dagli altri gruppi di
opposizione. L'aula ha quindi avviato l'esame del provvedimento, sul quale
stamattina si è conclusa la discussione generale. "Poche idee, molta
arroganza: non credo sia questa la chiave", ha attaccato il ministro ombra
dell'Economia del Pd, Pierluigi Bersani. "Rispettare la legalità è un
dovere, protestare civilmente è un diritto. Vale per gli studenti, ma anche per
il presidente del Consiglio", ha sottolineato il presidente vicario dei
deputati Udc, Michele Vietti. Per l'Unione di Centro, ha aggiunto,
"l'istruzione è una priorità. Ben vengano le riforme, ma non se si
realizzano solo con i tagli".
(
da "AprileOnline.info" del 23-10-2008)
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Stefano
Olivieri*, 23 ottobre 2008, 11:05 Dibattito Il minimo che può accadere dopo
l'incauta minaccia del premier agli studenti è che in piazza il 25 ottobre con
il PD ci siano anche loro, dal momento che ad un piano globalmente eversivo non
si può che rispondere che con una manifestazione di lotta dove padri, madri e
figli siano gli uni accanto agli altri, con i loro diritti e i loro problemi.
Mandi pure la polizia signor Berlusconi, e nel frattempo prepari le valigie Nel
nostro paese le rivolte studentesche non sono certo una novità. Almeno da 40
anni, dal mitico 1968, gli studenti sono presenti nel dibattito politico
sociale di un paese che cambia con la loro voglia di cambiare, di partecipare
più attivamente al processo di cambiamento quando questo li riguarda da vicino,
come è stato ad esempio nel caso della riforma Moratti e come avviene in questi
giorni con il decreto della Gelmini.
Rispetto al passato più lontano c'è però oggi una profonda anomalia: nella
folla di manifestanti che vediamo sfilare per strada, nelle piazze e negli
atenei non ci sono soltanto gli studenti, ma anche le loro famiglie e i loro
stessi professori. E' questo un dato su cui andrebbe avviata una profonda
riflessione da parte di un premier "piacione" come Berlusconi prima
di parlare di polizia all'università, perché sarebbe contro una sommossa
intergenerazionale che si andrebbero a schierare i poliziotti, con esiti che
potrebbero sul serio destabilizzare il nostro già molto precario equilibrio
democratico. Questi giovani, questi adolescenti e bambini del terzo millennio
sono la nostra preziosa, insostituibile, unica risorsa. Invece di scontare
l'ICI ai benestanti, invece di caricare sui cittadini i miliardi di debiti di
Alitalia, invece di regalare soldi a banche e petrolieri, perché questo è il
risultato reale della Robinhood tax di Tremonti: benzina ancora alle stelle col
petrolio precipitato a settanta dollari al barile e banche italiane che fanno
carne da macello dei diritti dei risparmiatori, tant'è che hanno perfino
rifiutato l'aiuto di stato; invece di promettere (senza dare ancora) il
bancomat dei poveri o lo straordinario detassato a chi rischia perfino di non vedersi
pagare l'orario ordinario di lavoro, invece di raccontare questa montagna di
balle agli italiani questo governo dei miracoli annunciati dovrebbe
preoccuparsi di loro, degli studenti, della futura classe dirigente del nostro
paese, a cui dovremmo consegnare il futuro migliore possibile invece di
tagliare i fondi alla scuola. Berlusconi, quest'uomo ricco, potente quanto
ignorante, ha ormai raggiunto da tempo l'età dei nonni. I nonni sono buoni,
spesso anche troppo con i loro nipotini, sono indulgenti perché ricordano i
tempi in cui andare a scuola era un privilegio da ricchi, quando solo i figli
dei padroni si istruivano e tutti gli altri a bottega, a imparare il mestiere
accanto al padre. Ebbene, quei tempi stanno tornando, e il piano eversivo di
nonno Berlusconi, che sulle sue ginocchia tiene le veline, non i nipotini, è
quello di attanagliare e affamare l'intera classe lavoratrice, e un piano così
che non può che passare anche per la scuola. Una scuola povera di mezzi e di
risorse, fatta di grembiulini e bacchettate sulle dita per i figli della gleba,
che tanto non saranno altro che schiavi per tutta la vita, e dunque è meglio
che restino ignoranti. E una scuola ricca e privata per gli eletti, perchè i
ricchi i figli li mandano solo in collegio e anche se non studiano, se sono
somari incalliti come il figlio di Bossi, un titolo di studio si tira fuori
sempre alla CEPU e poi via, sul tapirulant del padre. Suoni pure le sue trombe
signor Berlusconi, che noi dal paese reale, non quello del mulino bianco, suoneremo
le nostre campane. Il minimo che può accadere dopo la sua incauta minaccia agli
studenti è che in piazza il 25 ottobre con il PD ci siano anche loro, come del
resto è giusto e naturale che sia, dal momento che ad un piano globalmente
eversivo non si può che rispondere che con una manifestazione di lotta dove
padri, madri e figli siano gli uni accanto agli altri, con i loro diritti e i
loro problemi. Mandi pure la polizia signor Berlusconi, e nel frattempo prepari
le valigie. *http://democraticoebasta.ilcannocchiale.it/.
(
da "AprileOnline.info" del 23-10-2008)
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Scuola
Perla Pugi,
23 ottobre 2008, 18:05 Mobilitazioni La risposta del mondo della scuola al duro
attacco di Berlusconi, che ha minacciato l'intervento della polizia contro
l'occupazione, non è tardata a farsi sentire. Forte e chiara. Manifestazioni in
tutta Italia da parte degli studenti e degli insegnanti Le proteste sono
iniziate già di buon'ora, stamattina (giovedì, ndr) in tutte le città italiane
e le scuole occupate e autogestite aumentano a vista d'occhio. Alcuni cortei
spontanei, a Roma, hanno bloccato i quartieri di Primavalle e San Giovanni. Gli
studenti dei licei Pasteur, Cartesio, Gassman, Tacito, Einstein hanno sfilato a
Primavalle mentre i ragazzi dei licei Russell, De Chirico e quelli
dell'istituto magistrale Margherita Di Savoia hanno manifestato in piazza Re di
Roma fino ad arrivare a San Giovanni, mandando il tilt il traffico in via
Appia. Alessio Zaccardini e Gianluca Grasselli, entrambi al quinto anno del
liceo scientifico G. Peano, dichiarano "Siamo contro i tagli ai fondi
delle università pubbliche perché mettono a rischio il nostro futuro
universitario". Le università pubbliche per sopravvivere dovranno
aumentare le tasse e "noi studenti, non potendo sostenere i costi, saremo
costretti ad abbandonare gli studi. Non ci sarà più un diritto all'istruzione
per tutti. Inoltre con le fondazioni anche i campi di ricerca verranno pilotati
da interessi economici di privati e verrà negata la libertà scientifica".
I due liceali, tutt'altro che impreparati, ci tengono ad aggiungere che loro
vogliono studiare e che la protesta, che sta coinvolgendo tutti gli studenti
italiani, non è una mossa di gruppi nullafacenti ma una forma di ribellione di
persone che vogliono con "un'occupazione non violenta" esprimere il
proprio dissenso in modo pacifico e produttivo. Per questo motivo, nel liceo di
Peano hanno deciso di continuare "il percorso di studio senza cessare la
nostra protesta". In questa mobilitazione generale, arriva a sorpresa un
comunicato dove Forza Nuova fa sapere che per una volta il Movimento studentesco
e Lotta studentesca, l'associazione a cui è legata, "si stringono la mano
per manifestare uniti contro la riforma Gelmini".
Dopo la decisione del presidente Berlusconi di reprimere le proteste con la
forza "Lotta Studentesca sarà in prima linea per combattere insieme agli
studenti di sinistra per il futuro di noi giovani", conclude poi il
comunicato, "Noi difenderemo con le unghie e con i denti la natura
pubblica della scuola. Riteniamo, infatti, che in epoca di crisi economica gli
investimenti debbano essere principalmente sui giovani". Nel frattempo
anche le segreterie nazionali di Flc Cgil, Cisl Università, Cisl Fir e Uil
Pa-Ur si stanno muovendo per avere una convocazione dal ministro Gelmini e
discutere con lei di questa riforma che sta "minando seriamente il futuro
istituzionale dell'Università, degli Enti di ricerca e delle strutture
Afam". Se il ministro non acconsentirà all'incontro, avvertono, saranno
attivate tutte le procedure per indire il 14 novembre lo sciopero generale
dell'Università e degli Enti di ricerca. Tra le altre iniziative di
mobilitazione, in programma due sit-in: il 28 ottobre di fronte al ministero
dell'Agricoltura, il 5 novembre davanti al ministero dell'Istruzione. Tra
cortei-funebri come quelli organizzati dagli universitari genovesi previsti per
il pomeriggio, manifestazioni napoletane di circa 400 ragazzi di quattro
istituti superiori, strade con il traffico paralizzato per ore come a Catanzaro
Lido, proteste originali come quelle dei ragazzi triestini che hanno creato un
muro di libri scolastici e degli studenti milanesi che hanno offerto materiale
informativo e brioche all'ingresso della facoltà di scienze politiche, o
episodi discutibili come quello che ha coinvolto, a loro malgrado, gli alunni
del cosentino che durante l'occupazione scolastica si sono visti far visita
dalla polizia, la Gelmini perde il controllo della situazione e, non sapendo
più che pesci prendere, continua a scambiare pacifiche manifestazioni di
protesta con "campagne terroristiche" che, secondo lei, diffondono
"false informazioni destinate a svaporare quando il tempo ne farà
giustizia, ma che avvelenano il clima con l'obiettivo di bloccare la riforma e
di alimentare la piazza creando un clima di allarmismo totalmente
ingiustificato". Il ministro dopo questa dichiarazione a caldo ha espresso
l'intenzione di convocare domani (venerdì, ndr) "tutte le associazioni
degli studenti per aprire uno spazio di confronto ad una sola condizione: che
si discuta sui fatti". Il ministro dell'Interno, Maroni, ha confermato l'incontro
al Viminale di oggi (giovedì, ndr) alle 17 per discutere sulla riforma
scolastica. Sarà un incontro tecnico utile per capire "qual è la
situazione e per decidere cosa fare". Davanti al costante appoggio
dell'opposizione alle proteste studentesche, come quello dei consiglieri del
Pd, Idv, Verdi Prc e Rifondazione comunista, che stamani (giovedì, ndr) si sono
presentati nell'aula del Consiglio regionale del Veneto con lo striscione
"Okkupazione no allo Stato di polizia", il ministro dell'Istruzione ha
dichiarato che l'opposizione e Walter Veltroni, in particolar modo, hanno fatto
della scuola un "terreno di scontro politico, quasi pregustando nuovi
autunni caldi". La Gelmini ha, poi, auspicato che l'invito del presidente
della Repubblica, Giorgio Napolitano, al confronto venga accolto da tutte le
parti coinvolte. "Le occupazioni si fermeranno solo quando ritirerà il
decreto 137", ha ribattuto invece Roberto Iovino, coordinatore nazionale
dell'Unione degli Studenti. La Rete degli studenti medi conferma, invece, la
propria disponibilità al dialogo, ma alla sola condizione che il ministro metta
in discussione tutto l'impianto alla base dei provvedimenti e non solo parte di
essi. Nel frattempo, il capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro, ha
accolto gli studenti dei licei romani che stanno manifestando davanti a Palazzo
Madama affermando: "Se siete convinti di quello che fate, fatelo perché
fate bene a farlo". E, inoltre, ha raccontato loro che l'atmosfera in Aula
è molto pesante "ai nostri emendamenti la maggioranza ha risposto che sono
bugie e che le proteste di piazza sono strumentalizzate". Nel pomeriggio
(giovedì, ndr), dalle
(
da "AprileOnline.info" del 23-10-2008)
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***, 23
ottobre 2008, 12:08 L'appello La realtà accademica chiede che venga ritirata la
riforma Gelmini. Ecco il testo redatto
dalle facoltà occupate de La Sapienza di Roma, che propone una giornata di
mobilitazione per il 7/11 e un corteo nazionale nella capitale il 14 (in
parallelo allo sciopero dell'università promosso dai confederali), mentre
rilancia quello generale del 30 ottobre Alle facoltà in mobilitazione, alle
studentesse e agli studenti, ai dottorandi, ai precari della ricerca "Noi
la crisi non la paghiamo", è questo lo slogan con cui poche settimane fa
abbiamo iniziato le mobilitazioni all'interno dell'università la Sapienza. Uno
slogan semplice, ma nello stesso tempo diretto: la crisi globale del nostro
tempo è stata prodotta dalla speculazione finanziaria e immobiliare, da un
sistema senza regole né diritti, da manager e società senza scrupoli; questa
crisi non può ricadere sulle spalle della formazione, dalla scuola
all'università, della sanità, dei contribuenti in genere. Lo slogan è diventato
famoso, correndo veloce di bocca in bocca, di città in città. Dagli studenti ai
precari, dal mondo del lavoro a quello della ricerca, nessuno vuole pagare la
crisi, nessuno vuole socializzare le perdite, laddove la ricchezza è stata per
anni distribuita tra pochi, pochissimi. Ed è proprio il contagio che si è
determinato in queste settimane, la moltiplicazione delle mobilitazioni nelle
scuole, nelle università, nelle città, che deve aver suscitato molta paura. Si
sa, il cane che ha paura morde, altrettanto la reazione del presidente del
Consiglio Berlusconi non si è fatta attendere: "polizia per le università
e le scuole occupate", "faremo fuori la violenza dal paese".
Soltanto ieri Berlusconi aveva dichiarato di voler aumentare i sostegni
economici alle banche e di voler fare dello stato e della spesa pubblica
garanti in ultima istanza per i prestiti alle imprese: in una parola, tagli
alla formazione, meno risorse per gli studenti, tagli alla sanità, ma soldi
alle imprese, alle banche, ai privati. Ci chiediamo allora dove si trova la
violenza: è violenta un'occupazione o piuttosto è violento un governo che
impone la legge 133 e il decreto Gelmini, in barba a qualsiasi discussione
parlamentare? E' violento il dissenso o chi intende soffocarlo con la polizia?
E' violento che si mobilita in difesa dell'università e della scuola pubblica o
chi intende dismetterle per favorire gli interessi economici di pochi? La
violenza sta dalla parte del governo Berlusconi, dall'altra parte, nelle
facoltà o nelle scuole occupate, c'è la gioia e l'indignazione di chi lotte per
il proprio futuro, di chi non accetta di essere messo all'angolo o costretto al
silenzio, di chi vuole essere libero. Ci è stato detto che sappiamo soltanto
dire no, non abbiamo proposte. Niente di più falso: proprio le occupazioni e le
assemblee di questi giorni stanno costruendo una nuova università,
un'università fatta di conoscenza, ma anche si socialità, di sapere ma anche di
informazione, di consapevolezza. Studiare è per noi fondamentale, proprio per questo
riteniamo indispensabili le proteste: occupare per poter far vivere
l'università pubblica, dissentire per poter continuare a studiare o fare
ricerca. Molte cose nell'università e nelle scuole vanno cambiate, ma una cosa
è certa, il cambiamento non passa per il de-finanziamento. Cambiare
l'università significa aumentare le risorse, sostenere la ricerca, qualificare
i processi formativi, garantire la mobilità (dallo studio alla ricerca, dalla
ricerca alla docenza). Il de-finanziamento, invece, ha un solo scopo:
trasformare le università in fondazioni private, decretare la fine
dell'università pubblica. Il disegno è chiaro, anche gli strumenti: la legge
133 è stata approvata nel mese d'agosto, di fronte al dissenso di decine di
migliaia di studenti si invoca l'intervento della polizia. Questo governo vuole
distruggere la democrazia, attraverso la paura, attraverso il terrore. Ma oggi,
dalla Sapienza in mobilitazione e dalle facoltà occupate diciamo che noi non
abbiamo paura e di certo non torneremo indietro sui nostri passi. è nostra
intenzione, piuttosto, far retrocedere il governo: non fermeremo le lotte fin
quando la legge 133 e il decreto Gelmini non verranno ritirati! E questa volta
andiamo fino in fondo, non vogliamo perdere, non vogliamo abbassare la testa di
fronte a tanta arroganza. Per questo invitiamo tutte le facoltà in
mobilitazione del paese a fare la stessa cosa: vogliono colpire le occupazioni
e allora che altre mille facoltà occupino! In più, al seguito dello
straordinario successo dello sciopero e delle manifestazioni del 17 ottobre,
indetti dai sindacati di base, riteniamo giunto il momento di dare una risposta
unitaria e coordinata nelle piazze delle nostre città. Proponiamo di dare vita
a due scadenze nazionali: una giornata di mobilitazione per venerdì 7 novembre,
con manifestazioni dislocate in tutte le città; una grande manifestazione
nazionale del mondo della formazione, dall'università alla scuola, a Roma per
venerdì 14 novembre, giornata in cui i sindacati confederali hanno decretato lo
sciopero dell'università. Altrettanto riteniamo utile attraversare, con le
nostre forme e i nostri contenuti, lo sciopero generale della scuola promosso
dai sindacati confederali fissato per giovedì 30 ottobre. Quello che sta
accadendo in questi giorni ci parla di una mobilitazione straordinaria,
potente, ricca. Una nuova onda, un'onda anomala che non intende fermarsi e che
piuttosto vuole vincere. Facciamo crescere l'onda, facciamo crescere la voglia
di lottare. Ci vogliono idioti e rassegnati, ma noi siamo intelligenti e in
movimento e la nostra onda andrà lontano! Dalle facoltà occupate della Sapienza
di Roma, dall'ateneo in mobilitazione.
(
da "Riformista, Il" del 23-10-2008)
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Chi
legge questo giornale sa che non abbiamo mai ceduto alla demagogia nei
confronti della riforma, pardon del decreto Gelmini.
Molte delle misure che vi sono previste sono giuste, o necessitate dai conti
pubblici, come ha giustamente ricordato il presidente della Repubblica nella
lettera agli studenti che pubblichiamo qui affianco. Molti altri giornali hanno
avuto un atteggiamento rigoroso e serio nei confronti di queste misure, e alcuni
si sono esibiti nella solita prostrazione acritica nei confronti del governo.
Poi ci sono stati giornali che hanno invece criticato con maggiore o minore
asprezza quelle misure. Tutto ciò è nella fisiologia di una società aperta. Ma
nelle sue dichiarazioni di ieri, che commentiamo per gli aspetti più gravi in
prima pagina con la firma di Peppino Caldarola, ha aggiunto uno sgradevole
richiamo ai giornali ad obbedire a regole diverse da quelle della società
aperta. Ha addirittura detto che "saremmo indignati se i giornali non
riportassero la conferenza stampa di oggi", e ha dato la colpa ai giornali
e alla Rai di tanta mobilitazione contro la Gelmini. Questo atteggiamento non è
solo stucchevole - ogni politico alle prese con un problema dà la colpa alla
stampa - non è solo sgradevole - dare ordini alla stampa non è accettabile in
una moderna democrazia - ma è soprattutto sciocco. Pensa davvero il Cavaliere
che i giornali siano in grado di montare un casino di queste proporzioni? Che
gli studenti leggano i giornali prima di decidere che cosa fare? Troppa grazia,
signor mio. Il problema, caro presidente del Consiglio, sta nella realtà del
paese, non nelle redazioni dei giornali. E lei che è un grande comunicatore
dovrebbe saperlo, e comportarsi di conseguenza, con un po' più di rispetto nei
confronti della libera informazione. 23/10/2008.
(
da "Riformista, Il" del 23-10-2008)
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Compleanno
Il riformista festeggia sei anni: tra i suoi pubblicisti c'è il presidente
emerito "Solo due cattolici al governo Nel Pdl regna la massoneria"
Parla Cossiga. "Ho votato Pd ma oggi non so più che cos'è. Veltroni dura
perché non sanno chi mettere al suo posto". E su Berlusconi: "L'unico
a potergli succedere è Tremonti". L'errore di Letta il giorno del voto. di
Fabrizio d'Esposito Francesco Cossiga ha ottant'anni e un piccone come simbolo
esistenziale. Il Riformista festeggia oggi il suo sesto compleanno ed è munito
di solo cannocchiale. Il gigante e il bambino. Presidente lei è giornalista?
Sì, sono un pubblicista dell'ordine del Lazio e Molise. Mi consegnò il
tesserino quel giornalista di Repubblica che rapirono... come si chiama?
Mastrogiacomo. Sì, lui. Era il segretario dell'ordine. Io sono diventato
giornalista grazie al Riformista. A dire il vero, presidente, non è facile
ricostruire la sua carriera da pubblicista: lei usa pseudonimi a iosa. Quando
ho iniziato con voi e Libero ho scelto Franco Mauri per il centrodestra e Mauro
Franchi per il centrosinistra. Mauri è figlio di un maresciallo dei carabinieri
che è riuscito a laurearsi in filosofia. Franchi è un mio allievo
universitario. Poi c'è il teologo. Sì, Jansenius e anche altri che non ricordo.
Io scrivo da quando avevo 15 anni. Il primo articolo lo feci per una rivista
della mia città, Sassari. Un saggio sul realismo cinematografico sovietico di
Eisenstein. Mi vergognavo di firmare col mio nome, usai Franco Mauri. Lei deve
sapere che io mio chiamo Francesco Maurizio Cossiga. Perché si vergognava? Ero
il più bravo a scuola in tutta Sassari. Non stava bene scrivere articoli. Il
Riformista fa sei anni. Lei sa dove è nata l'idea di fare un giornale del
genere? No. È stato qui, in questa casa. Eravamo nel salotto io, Polito e il
suo editore di allora, Velardi. E sa pure chi ha inventato l'arancione? No. Ma
l'intervista la sta facendo lei, presidente. Sono stato io. Suggerii questo
colore perché era inusuale, non era mai stato adoperato da nessuno. Erano i
tempi di Cofferati in piazza San Giovanni. Poi è finito a piazza Grande, nel
centro di Bologna dove non si perde neanche un bambino. E adesso è in Liguria a
fare il papà. Mi sembra tutto naturale. Naturale? Cofferati è diventato un
legalitario assoluto dopo essere stato un leader rivoluzionario. E adesso in
Genova si troverà bene. I liguri sono stati fedeli sudditi del Regno di
Sardegna, hanno il senso dell'ordine. L'opposizione torna in piazza sabato
prossimo. Anche sei anni fa era lo stesso. Sembra il gioco dell'oca. Questo
paese diventerà una democrazia normale quando Berlusconi non sarà più accusato
di essere il mandante degli omicidi di Cesare e Lincoln. Andrà al Quirinale?
No. E poi oggi si è completamente innamorato della politica estera. Ma non deve
esagerare. In che senso? Dare del tu a Putin e Bush non implica considerarli
amici. Lei ha votato Pd. È ancora il suo partito? Per rispondere dovrei sapere
che cos'è il Pd. Ma non lo so. Doveva essere un partito riformista anche a
costo di non vincere le elezioni. Oggi invece ha rispolverato
l'antiberlusconismo. Allora aveva ragione Prodi: che senso aveva rompere con la
sinistra radicale? Poi c'è Di Pietro. Non si capisce che c'entrino i riformisti
con lui. Di Pietro è un fascista. Appartiene alla grande famiglia dei fascisti
italiani. Veltroni dura? Sì. Per un semplice motivo: non sanno chi mettere al
posto suo. In verità, un leader ci sarebbe. Scommettiamo che è D'Alema. Sì è
lui. Io ero in aula quando alla Camera Togliatti difese Giolitti da Salvemini.
D'Alema è l'unico vero antigiustizialista del centrosinistra. In questo è il
vero erede di Togliatti. Uno che ha frequentato le Frattocchie non avrebbe mai
comprato una casa a New York. A proposito di successione: chi dopo Berlusconi?
Nessuno. Non vedo nessuno. L'unico in grado sarebbe Tremonti, ma al sud si
scatenerebbe la rivoluzione. Mi faccia però parlare ancora di D'Alema e della
sua intelligenza. Ma non è una notizia. No, le devo raccontare una cosa. Prego.
Riguarda le elezioni di quest'anno. Mancava un quarto d'ora alla chiusura delle
urne e chiamai Gianni Letta. Era preoccupato. Mi disse: "Vinceremo con uno
scarto minimo, tra l'uno e il due per cento. Al Senato sarà dura". Poi
telefonai a D'Alema. Aveva già tutto chiaro: "Prenderemo una di quelle
legnate che non dimenticheremo". Dopo sei mesi il governo ha un consenso
alle stelle. Almeno così dicono i sondaggi. Da perfetto uomo di spettacolo,
Berlusconi ha messo su una magnifica e grande compagnia di teatro, in cui mi
colpisce soprattutto una cosa. Quale? Per la prima volta in questo paese ci
sono solo due ministri cattolici di peso, Gelmini
e Scajola. A che cosa vuole alludere? Per esempio, alla mole di voti che il
centrodestra ha preso in posti come la Toscana. Massoneria? Sì. Nella
maggioranza ci sono eminenti figure della massoneria. Ma di più non dico.
23/10/2008.
(
da "Riformista, Il" del 23-10-2008)
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Scuola
REAZIONE.
"Non permetteremo che vengano occupate scuole e università". Il
premier annuncia l'uso delle forze dell'ordine. E attacca la sinistra: "Va
in piazza senza fare proposte". di Alessandro De Angelis Berlusconi
sceglie la linea dura sulla scuola: con la piazza, con l'opposizione, con i
media. L'occasione è la conferenza stampa svoltasi ieri con a fianco il
ministro Gelmini, bersaglio della protesta
di questi giorni. Il premier non solo difende a spada tratta la riforma ma - a
due giorni dalla manifestazione del Pd e a sette dallo sciopero generale sulla
scuola - manda (a tutti) un messaggio forte e chiaro: "Non permetteremo -
scandisce - che vengano occupate scuole e università. L'occupazione non è una
dimostrazione di libertà o un fatto di democrazia, ma è violenza verso gli
altri". E, per riportare l'ordine, annuncia il pugno di ferro: "Darò
indicazioni al ministro Maroni su come intervenire attraverso le forze
dell'ordine per evitare che possano accadere occupazioni di scuole e
università". Ci va giù duro il premier che vuole chiudere la pratica prima
della sua partenza per la Cina: "Il diritto allo studio va garantito dallo
Stato. Chi non vuole manifestare deve poter studiare. E chi commetterà reati
sarà punito". Berlusconi è convinto che la protesta non sia affatto
spontanea, ma frutto dei "falsi messaggi" dei leader della sinistra
che "sgambettano nelle tv". Alla stampa presenta anche un dossier per
mascherare tutte le "bugie della sinistra": un fascicolo messo a
punto dal ministero in cui ci sono tutti i numeri della riforma. Capitolo dopo
capitolo Berlusconi snocciola le cifre del decreto. Sui tagli: "Non è vero
che si ridurrà il tempo pieno". E ancora: "Non è vero che verranno
licenziati 87 mila insegnanti". E così via, punto dopo punto. Poi il
premier interviene sulle classi ponte per gli immigrati: "Ci accusano di
esser razzisti. Non è così, stiamo applicando solo buonsenso". E sul maestro
unico aggiunge: "Non ci sarà il maestro unico ma il maestro
prevalente". Ma è verso l'opposizione che arriva l'affondo più duro:
"Noi manifestammo contro la pressione fiscale del governo Prodi. La
manifestazione del 25 ottobre è solo contro il governo e non ha proposte".
Il gran finale è per la stampa: "Mandate i saluti - dice ai giornalisti
presenti - ai vostri direttori e ditegli che saremmo molto indignati e
preoccupati se la conferenza stampa di oggi non avesse seguito". Pensato
da tempo e preparato nei minimi dettagli, l'affondo di Berlusconi mira a
chiudere il dossier scuola nel più breve tempo possibile. Fosse stato per lui,
avrebbe messo la fiducia al decreto anche al Senato, ma il voto sulla Consulta
ha ristretto i tempi parlamentari: "È materialmente impossibile" gli
ha fatto sapere Schifani. E ieri il premier ha premuto sull'acceleratore. Col
duplice obiettivo: approvare il decreto nel più breve tempo possibile e far
rientrare la protesta, anche con le cattive. Sui tempi è intervenuto anche il
presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. In una lettera di risposta a
quella consegnatagli due giorni fa da studenti, ricercatori e dottorandi della
Sapienza, Napolitano ha difeso il Parlamento: "Le politiche relative a
qualsiasi campo dell'azione dello Stato - ha scritto Napolitano - vengono
definite dal Parlamento, in seno al quale la maggioranza e l'opposizione sono
chiamate al confronto tra le rispettive proposte". Ma Berlusconi vuole il
braccio di ferro. Spiegano fonti di Palazzo Grazioli: "La riforma della
scuola ha il sostegno dell'opinione pubblica ma le manifestazioni in larga
parte organizzate dai centri sociali e dall'estrema sinistra rischiano di
spostare l'attenzione. Basta una testa calda e si parla di scontri e non di
scuola". Il premier si è andato convincendo di questo, analizzando
l'informazione negli ultimi giorni: troppe aperture dei tg sulle
manifestazioni. A cui si aggiungerebbe Veltroni che sul tema batte e non poco:
insomma, un clima non buono. Spiega Giorgio Straguadagno, uno degli spin doctor
del Cavaliere: "Il Pd continua ad avere una sua egemonia in Rai. È un
fatto oggettivo, c'è una comune sensibilità. E visto che Veltroni ha scelto la
scuola come centro della sua iniziativa l'effetto amplificazione è
evidente". Di qui le maniere forti: "In un contesto non conflittuale
- prosegue Straguadagno - si sarebbe fatto un appello alla responsabilità
dell'opposizione. In questo Berlusconi ha scelto di ristabilire l'ordine e di
chiedere all'opposizione di prendere le distanze dall'antagonismo". Nel
vertice che si è svolto nel pomeriggio di ieri con Maroni il premier ha chiesto
di verificare "aree sensibili e situazioni al limite" per predisporre
le contromisure. Oggi riunione al Viminale per mettere a punto il piano law and
order. 23/10/2008.
(
da "Riformista, Il" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Chi
lavora alla manifestazione di sabato Il Pd organizza la piazza La Cgil presta
la macchina Tonia Mastrobuoni È il morettiano "mi si nota di più se vengo
e mi metto in disparte" applicato alla manifestazione del Pd. La Cgil ci
sarà, sabato prossimo al Circo Massimo, con l'intero stato maggiore da Guglielmo
Epifani in giù. Ma, come da tradizione per le manifestazioni di partito
soltanto "a titolo personale", come ha spiegato per sé il leader
sindacale. Tanto che il numero uno della Cisl, Bonanni, ironizzava ieri che
lui, invece, "non parteciperà", ma "a titolo collettivo".
Dunque, il maggiore sindacato italiano sfilerà per le strade di Roma, sempre
per dirla con Ecce Bombo, "di profilo, in controluce". Garantirà una
presenza discreta, per non dare l'idea di voler mettere il cappello sulla
manifestazione. Tuttavia, ai piani alti della confederazione in questi giorni
una fetta della Cgil è "in prestito" al Pd per garantire una presenza
massiccia all'appuntamento di sabato. Il sindacato sta lavorando per mobilitare
insomma quel territorio dov'è radicata da un secolo. L'uomo chiave della
manifestazione, è un geniaccio delle piazze come Achille Passoni, senatore del
Pd ed ex segretario confederale della Cgil. L'uomo dei tre milioni di Cofferati
al Circo Massimo del 2002, tanto per dare un'idea. Su sabato, Passoni è
ottimista: "andrà molto bene", azzarda, senza fare cifre, ma fornendo
qualche indizio. Arriveranno 25 treni speciali con 700-1000 persone, più una
marea di pullman da quasi tutte le regioni. E c'è una richiesta tale che da
ieri, sul sito del Pd, è apparso un invito a organizzarsi anche con le
macchine, scambiando posti e passaggi per venire a Roma. "Il Circo Massimo
non li conterrà tutti", su questo Passoni mette la mano sul fuoco.
Nonostante lui neghi, qualche ex collega, qualche talentuoso funzionario
dell'organizzazione della Cgil pare gli stia dando dunque una mano. Stefano
Breccia, ad esempio. Ma ai piani alti del sindacato di Corso d'Italia si fa
anche il nome di Enrico Panini, segretario generale della Flc-Cgil, numero uno
della Cgil scuola. Profondo conoscitore, per ovvi motivi, delle piazze. Piene
proprio in questi giorni di militanti che si oppongono alla riforma Gelmini e che potrebbero rinfoltire anche la
manifestazione di sabato. "La nostra macchina si sta muovendo moltissimo
sul territorio - racconta una fonte autorevole Cgil - perché il Pd non è ancora
radicato. Certo, molti iscritti della Cgil sono simpatizzanti o iscritti del
Pd. Ma nel partito l'autosufficienza sociale non c'è ancora. E dunque, siccome
c'è convergenza anche sulla piattaforma, cerchiamo di dare un mano". Ma
anche sulla piattaforma, il Pd nega: "La piattaforma è quella di Cgil,
Cisl e Uil di novembre 2007, non della Cgil da sola", s'infuria un
onorevole pd. Che sabato ci sarà ma, giura, "con i militanti del Pd, non
della Cgil". Sai che differenza. 23/10/2008.
(
da "Repubblica.it" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
ROMA -
Alla fine, davanti ad una così palese violazione del regolamento da parte dei
"pianisti" della Pdl, il presidente del Senato, Renato Schifani non
si è trattenuto: "Insomma, vi è una differenza di voti non indifferente,
vi invito a non attuare comportamenti non consoni a un parlamentare". Lo
sfogo del presidente era tutto indirizzato verso i banchi di quella maggioranza
da cui proviene. Una reprimenda di un comportamento, quello di chi vota per il
collega parlamentare assente, che più volte è stata la centro delle polemiche.
E oggi, resa ancor più significativa dalla disparità di numeri a favore del
centrodestra in Aula. E così, davanti alle ripetute "votazioni
multiple", dai banchi del Pd si sono levate voci di protesta. Al punto
che, durante le votazioni agli emendamenti al decreto legge Gelmini, Schifani è stato costretto a
intervenire. "Ci sono almeno 15 posti vuoti dove non c'è un
senatore", attacca Giovanni Legnini del Pd rivolto al presidente. Che,
seccato perché i pianisti sembrano non retrocedere, si rivolge ai banchi della
maggioranza e dice: "Vi è una differenza di voti non indifferente, vi
invito a non attuare comportamenti non consoni a un parlamentare". Quindi
invita i commessi d'aula a effettuare controlli "rigorosissimi". (23
ottobre 2008.
(
da "Sardegna oggi" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
La
facoltà di Scienze Politiche del capoluogo sardo si mobilita contro la riforma Gelmini. Mercoledì sera al termine di
un'assemblea con circa 500 partecipanti, gli studenti hanno occupato in modo
permanente l'aula magna. "Mandare un forte segnale politico al
Governo". Questo l'obiettivo dell'iniziativa frutto di un'idea condivisa
anche da gran parte di docenti e ricercatori dell'università. Ma non ci sarà il
blocco della didattica, in programma previste lezioni all'aperto e diverse
azioni per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla "gravità" dell'azione
di governo. -->CAGLIARI - Dopo Torino, Milano, Roma, Firenze e Napoli,
ovvero le città dove la protesta si è fatta decisamente sentire già da
settimane, da ieri anche la facoltà "politica" di Cagliari sembra
essersi destata dal torpore ed aver intrapreso iniziative "concrete"
sulla scia di quanto sta accadendo nel resto d'Italia. Durante un'assemblea
straordinaria "contro la legge 133" convocata mercoledì sera, alla
quale hanno partecipato "più di 500 persone tra studenti e docenti"
sono state intavolate una serie di proposte di sensibilizzazione, nel tentativo
di allargare il più possibile l'interesse e in questo modo il fronte della
partecipazione. Il primo passo è stato quello di occuparne fisicamente una
parte. "Aula magna di Scienze Politiche occupata" è la scritta che da
diverse ore campeggia su uno striscione appeso all'ingresso della facoltà.
"Questo gesto è stato deciso per due motivi ? spiega Danilo, uno tra gli
studenti occupanti ? per prima cosa abbiamo voluto dare un forte segnale
politico al governo affermando che siamo disposti a portare avanti la battaglia
contro la legge 133; inoltre abbiamo scelto questo punto perché è
strategicamente utile per poter organizzare la mobilitazione". Le
intenzioni vogliono che rimanga aperta tutti i giorni per l'intera giornata
"la notte verrà infatti garantito un servizio d'ordine degli
studenti". Stamane alla "base operativa" al lavoro erano già in
una ventina, alcuni intenti a scrivere comunicati stampa, altri nel preparare
volantini e striscioni: la motivazione non sembra certo mancare loro
"Siamo consci della gravità e del potenziale distruttivo che la legge del
governo ha per l'università pubblica, per questo sull'esempio di tante realtà
universitarie italiane abbiamo deciso di promuovere mobilitazione e protesta
studentesca" si legge nel comunicato trasmesso agli organi d'informazione.
Non sono nemmeno preoccupati dalle recenti dichiarazioni del Presidente del
Consiglio che preannunciavano lo sgombero forzato degli atenei occupati
"Sono solo parole di terrorismo mediatico ? afferma sicuro marco,
rappresentante degli studenti ? Non crediamo sia così poco accorto da fare cose
del genere, anche perché gli si ritorcerebbero contro". L'occupazione
dell'aula magna non è tuttavia l'unico strumento di cui si avvalgono gli
studenti: tra le scelte degli organizzatori ci sarebbe anche quella di tenere
delle lezioni all'aperto, quale segnale simbolico, per mostrare al resto dei
cittadini il malessere che gli universitari stanno vivendo in questo momento.
Come detto una protesta generale appoggiata dalla maggioranza dei docenti
dell'ateneo cagliaritano che in una "lettera ai genitori" degli
studenti redatta lunedì 20 ottobre hanno manifestato la loro netta presa di
posizione riguardo le scelte ministeriali "La nuova legge 133 e i
provvedimenti collegati prevedono un taglio di ben 1500 milioni di euro per i
prossimi 5 anni, la riduzione del turn-over al 20%, e cioè l'avvicendamento di
1:5 per il personale docente e tecnico-amministrativo, il mancato rinnovo di
migliaia di contratti dei giovani ricercatori attivi presso gli Enti pubblici
di ricerca. E' evidente la volontà politica di emarginare l'Università
pubblica, di costringere le Facoltà ad innalzare severamente le tasse di
iscrizione e di selezionare gli accessi degli studenti sulla base del loro
reddito familiare. D'altra parte, la possibilità che la legge offre ai Rettori
di trasformare le università in fondazioni private conferma questa volontà da
parte del governo. Per questo riteniamo molto importante che il Magnifico Rettore
indica al più presto una giornata di informazione, di discussione, di ferma
protesta dell'Università di Cagliari. Nei prossimi giorni organizzeremo
manifestazioni aperte alle famiglie e a tutte le forze sociali e
sindacali". --> Andrea Deidda.
(
da "Merateonline.it" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Voce_ai_partiti
>> Partito Democratico 23 / 10 / 2008 PD/Rusconi: incostituzionale il
''decreto Gelmini'' Con la presente si
trasmette testo dell'intervento del Sen. Rusconi, Capogruppo Pd,
sull'incostituzionalità del cosiddetto 'decreto Gelmini'
avvenuto nella seduta di ieri pomeriggio 22 ottobre. RUSCONI (PD) . Signor
Presidente, signor Ministro, "I capaci e i meritevoli, anche se privi di
mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica
rende effettivo questo diritto". è la nostra Carta costituzionale
all'articolo 34, i cui valori fondanti sono fortemente indeboliti da questo
decreto-legge anche in riferimento a quanto solennemente ribadito dall'articolo
3: "è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico
e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini,
impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione
di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del
Paese". è evidente che numerose norme contenute nel decreto-legge n. 137,
recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università, non
rispondono ai requisiti di straordinaria necessità e urgenza di cui
all'articolo 77 della Costituzione e al corrispondente articolo 15 della legge
23 agosto 1988, n. 400. Inoltre, certamente non corrispondenti ai requisiti di
necessità e urgenza sono le disposizioni di cui all'articolo 1 finalizzate
all'acquisizione nel primo e nel secondo ciclo di istruzione delle conoscenze e
delle competenze relative a "Cittadinanza e Costituzione", senza peraltro
che siano definite in modo esplicito le indicazioni del monte ore da dedicare
alla nuova disciplina né la sua relativa valutazione, come richiesto in
Commissione anche con i nostri emendamenti. Il tutto rientra in quanto già
previsto sin dal 1958 dalle normative precedenti sull'educazione civica
dell'allora ministro dell'istruzione Aldo Moro e ribadite dal decreto del
Presidente della Repubblica n. 275, del 1999. Quale urgenza vi può essere,
infatti, nello stabilire per decreto il valore di un voto in condotta,
frettolosamente cambiato durante l' iter da sette a cinque, dal momento che
nessun provvedimento l'aveva mai revocato? L'unica motivazione evidente era
come tagliare 8 miliardi di euro alla scuola italiana, stante le dichiarazioni
anche oggi in Commissione di Governo e maggioranza di poter discutere solo
degli ordini del giorno. Lo strumento più semplice, attraverso la riduzione di
9 e 12 ore per classe nella scuola elementare, era il ritorno al maestro unico;
poco importava che la nostra scuola primaria fosse l'unica promossa dai recenti
dati dell'OCSE. Non si tratta di un provvedimento di urgenza, ma di fretta e la
fretta si distingue dall'urgenza perché cerca di trovare subito la soluzione
senza approfondimento, senza dialogo e senza confronto. è cattiva consigliera
per la scuola italiana. Vi è, pertanto, un po' di confusione comunicativa
perché da una parte il provvedimento è purtroppo esemplarmente chiaro negli
effetti di riduzione dell'offerta formativa, ma le esternazioni e le lettere
del Ministro sui media ribadiscono con chiarezza quotidiana che non si taglierà
nelle piccole scuole di montagna, né si licenzierà alcun insegnante, né si
limiterà il tempo pieno e il sostegno scolastico. Peccato che il Ministro debba
smentire se stesso perché, sul documento del piano programmatico sul sito del
Ministero da un mese e sul quaderno n. 36 presso la Commissione istruzione del
Senato da 20 giorni, compaiono le destinazioni dei 130.000 posti tagliati, di
cui almeno 54.000 insegnanti e 11.500 specialisti di lingua inglese nella
scuola elementare. D'altra parte, che il provvedimento in questione invada le
competenze delle Regioni rispetto al piano di riorganizzazione della rete
scolastica, è evidente, con un giudizio unanime, dall'audizione degli assessori
regionali all'istruzione e formazione professionale effettuata in Commissione
Settima martedì 14 ottobre, cui il Ministro non ha assistito. Pertanto è
conseguente il ricorso, già deliberato da numerose Regioni per la declaratoria
di illegittimità dell'articolo 64 della legge n. 133 del 2008. Non si tratta
dunque di difesa di una lobby (non si capirebbe però allora perché i dipendenti
che attualmente occupano quei posti nella scuola italiana abbiano meno dignità
di quelli, giustamente tutelati dal Governo, dell'Alitalia) ma sono le famiglie
italiane, la gran parte delle famiglie italiane che avranno un'offerta
scolastico-formativa estremamente ridotta, con la superficialità didattica con
cui si ritiene che dal primo settembre 2009 tutti i docenti attualmente in
ruolo sappiano insegnare inglese, famiglie già gravate, secondo l'ISTAT, nel
mese di settembre, di un aumento dei costi scolastici del 4,3 per cento. In
coerenza bisognerebbe almeno leggere i risultati della Commissione Attali in
Francia con un grande investimento per scuola, università e ricerca dove
"l'apprendimento dell'inglese e l'utilizzo di Internet devono essere
avviati in maniera intensiva e specifica fin dal primo ciclo scolastico".
Alla luce di quanto detto, queste misure pertanto introducono un minus nel
godimento del dritto all'istruzione nella scuola primaria, favorendo così
l'accentuarsi di situazioni di disuguaglianza in palese violazione di quanto
disposto dall'articolo 3 della Costituzione, rinnegando il progetto di una
scuola come opportunità di ascensore sociale, dove il bambino, secondo
l'insegnamento di don Milani, diventa cittadino protagonista. Saranno così
colpiti da questo provvedimento i territori più poveri, le famiglie più
problematiche, aumenterà la dispersione scolastica nelle realtà più disagiate,
in contrasto con gli obiettivi firmati a Lisbona. Presidenza della vice
presidente MAURO (ore 17,15) (Segue RUSCONI). Mi ha molto colpito,
nell'incontro con il regista Marco Tullio Giordana, che presentava il suo
celebre film, "I cento passi", una sua importante precisazione:
"non ho voluto e non ho fatto un film politico. Il papà di Peppino
Impastato vorrebbe anch'egli ribellarsi alla violenza e ai soprusi della mafia
ma non ha la sua cultura, la sua istruzione. Non ha potuto proseguire gli
studi. Non basterà la politica contro la mafia, c'è bisogno", dice Marco
Tullio Giordana, "di tanta cultura e di tanta scuola di qualità".
Siamo sicuri, con questo provvedimento, di rispondere con coerenza non solo ai
principi della Costituzione ma alle esigenze di tante famiglie italiane, forse
le più deboli, certo le più sole? Su questo vi chiediamo di riflettere grazie
(Applausi dai Gruppi PD e IdV e del senatore D'Alia). Articoli Correlati:
(c)www.merateonline.it Il primo giornale digitale della provincia di Lecco
Scritto il 23/10/2008 alle 17.30.
(
da "Articolo21.com" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Di Gaetano
Alessi “Schiererò la polizia contro i manifestanti. L'ordine sarà garantito”. I
manganelli contro la protesta, così parlò Berlusconi. Eversivo. Non esiste
nessun'altra parola per quell'uomo se non “eversivo”. Le forze dell'ordine
contro mamme, bambini e ragazzi che difendono il loro diritto al futuro. Padri
in divisa contro figli, mogli e fratelli. Questo vuole il premier e non è una
novità in Italia. Un clima identico fu creato anni fa ed i protagonisti, al
Governo, erano gli stessi. Furono i giorni di Genova, le cui ferite portiamo
ancora in dote. In un momento in cui la pochezza politica dell'esecutivo si
manifesta in tutta la sua atroce volgarità Berlusconi tenta la carta della
“provocazione”. Sfruttando la sua potenza medianica, aizza il fuoco. Spera che
qualche sprovveduto abbocchi, permettendogli di scatenare la cultura
fascistoide del suo esecutivo.Il premier è alla ricerca di un utile idiota che
lo ripeschi dalla buca in cui è caduto. Non è detto che non trovandolo, non
finisca col costruirselo da solo. Questo è il rischio più grande per un
movimento, quello contro la 133, che ha riunificato l'Italia. Da Trento a
Palermo. Studenti medi, universitari, rettori, ricercatori, docenti, personale
Ata, camminano fianco a fianco.Nuove Anabasi partigiane con un unico obiettivo:
affermare che il “sapere” è di tutti, senza “ponti” né grembiulini. La gente
scesa in piazza a Palermo non si vedeva dai tempi della Pantera. I movimenti
schierati a Bologna, nonostante la netta opposizione d'Azione Giovani (ubi major)
e l'assordante silenzio di Sinistra Universitaria, continuano a riempire le
piazze di colori e passioni. Gli atenei di Firenze, Pisa, Roma, Parma fremono
sotto lo stimolo di professori che sembrano aver ritrovato le ragioni del loro
essere “educatori” e non meri velinisti di nozioni. Si ha la sensazione che la
scuola italiana non abbia mai educato alla democrazia i suoi studenti come ora.
E la Gelmini? Rischia seriamente di
finire in un delizioso “gioco delle parti”. Con Berlusconi furente per averlo
esposto, come dice Nichi Vendola, alla prima vera ondata d'opposizione, e con
la parte democratica del paese a renderle omaggio per aver (involontariamente)
restituito all'Italia una generazione che sembrava perduta. In democrazia il
dissenso non è reato e ad un provvedimento errato è sacrosanto opporsi. Se il
mondo della scuola saprà tenere ferma la barra di una protesta democratica,
evitando la trappola del Premier, il tessuto sociale italiano non potrà che
giovarsene. Questa, in ogni caso, sarà la vittoria più bella.
http://gaetanoalessi.blogspot.com/.
(
da "Quotidiano.it, Il" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Valtesino
e San Savino rischiano la chiusura Ripatransone | Anche le piccole scuole
dell'infanzia delle piccole frazioni di Ripatransone rischiano di dover
chiudere per far fronte al nuovo decredo "Gelmini".
Il sindaco D'Erasmo convoca genitori e docenti. (foto d'archivio) Il Sindaco
Paolo D'Erasmo ha fissato un incontro presso la Sala di rappresentanza del
Comune per domani, venerdì 24 ottobre 2008, alle ore 21.00 alla presenza degli
Amministratori comunali, del Dirigente Scolastico dell' I.S.C. di Ripatransone,
del personale Docente e i genitori degli allievi della scuola per l'infanzia
Valtesino e San Savino, per valutare un'azione congiunta volta ad evitare la
chiusura dei plessi scolastici con meno di 50 alunni (Val Tesino e San Savino)
attualmente stabilita dal nuovo testo normativo "Gelmini" relativo al
dimensionamento ed alla razionalizzazione dei plessi scolastici. Inoltre il
Sindaco D'Erasmo, anche a nome di una delegazione dei Sindaci del Piceno, ha
chiesto un incontro con il Prefetto di Ascoli Piceno per poter discutere sulla
problematica inerente il rischio della chiusura di tante scuole della
Provincia. 23/10/2008.
(
da "Quotidiano.it, Il" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Offida
| L'assessore del comune di Offda interviene sulla scottante attualità:
"il governo Berlusconi decide di smantellare la direzione dell'ISC di
Offida. reagiamo con forza invece di fare speculazione politica sulla pelle dei
cittadini." Valerio Lucciarini Dall'assessore del comune di Offida Valerio
Lucciarini riceviamo e pubblichiamo quanto segue: "In un momento
drammatico come quello che il mondo della scuola sta attraversando nel nostro
Paese e, a cascata nel nostro territorio, il modo migliore per reagire è quello
di sostenere le istituzioni (regione, provincia, comuni, sindacati) che
intendono resistere ad un'azione tesa a smantellare la scuola pubblica,
attivando ogni forma di protesta possibile contro il governo nazionale. E'
inutile ed offensivo per i cittadini offidani cercare di confondere, alterare
ed indirizzare argomentazioni in senso opposto a quello dettato dall'oggettiva
realtà proponendo pubbliche riflessioni che mirano a strumentalizzare, per fini
propagandistici/elettorali (che a nulla portano se non ad indebolire chi oggi
ha potere politico "contrattuale"), situazioni e responsabilità che
trovano sede soltanto nelle misure decretate da un governo che, invece, ha come
unico obiettivo quello di tagliare la spesa pubblica riducendo i servizi
fondamentali, partendo proprio dalla scuola. Stando al decreto Gelmini anche la direzione dell'Istituto
Scolastico Comprensivo di Offida andrebbe smantellata per fare
"cassa". L'amministrazione comunale, attraverso il Sindaco D'Angelo,
si è attivata sin da subito, con altri comuni del territorio e con le
istituzioni sovracomunali competenti, al fine di resistere e reagire ad
un'iniziativa che mette a repentaglio il mantenimento della nostra direzione
scolastica. Un'azione che si ritrova nel sostegno incondizionato alla Regione
Marche disposta a farsi commissariale, insieme ad altre regioni, non accettando
il ridimensionamento scolastico imposto dal Governo nazionale inoltrando ricorso
alla Consulta. Ritengo, però, che qualunque sia la conclusione di questa
vicenda che ci tocca da vicino, sia giusto e necessario promuovere una
manifestazione pubblica in Offida, contro le misure adottate, con decreto
d'urgenza, dal governo; misure che non guardano alla conformazione dei
territori, alle proprie necessità; misure che non si pongono di proteggere ed
ulteriormente rilanciare quel settore che più di altri garantisce il futuro di
un Paese come è quello scolastico. Rispetto a tale inesorabile quadro c'è chi
non trova di meglio che alterare la realtà cercando di delegittimare le
istituzioni di cui si è rappresentanti e da cui si è rappresentati. Non si
possono giustificare tali atteggiamenti per soli fini politici perché occorre
avere la capacità di capire quando è il momento di innescare polemiche e
quando, invece, è il momento che una comunità si unisca sostenendo le proprie
istituzioni in modo propositivo prendendo una sola e praticabile direzione. E'
paradossale, quindi, puntare il dito sull'amministrazione comunale di Offida,
vittima insieme a tutta la cittadinanza, di una normativa decretata da quel
governo di cui si tesse le lodi e da cui si è politicamente rappresentati
perche, appunto, ad appannaggio dello stesso partito di chi oggi si erge a
giudice "fazioso" non riuscendo a capire che si corre il serio
rischio di complicare il lavoro di chi sta cercando in tutte le sedi ed in
tutte le maniere possibili di garantire la stabilità del percorso educativo
scolastico dei nostri figli. Non è giusto giocare sulla pelle dei cittadini per
soli fini propagandistici e noi ci opporremo, da qui in avanti, con la proposta
e l'attività quotidiana ma anche con la protesta, a questa modalità ormai
vecchia e opportunistica che non porta da nessuna parte e che ha oramai
stancato i cittadini che, come unica cosa, ci chiedono di rispondere con
soluzioni adeguate alle proprie esigenze. Nient'altro. Certamente si comprende
la difficoltà e l'imbarazzo di chi non può, come sarebbe giusto fare, (sempre
per la solita concezione dell'appartenenza politica) criticare il
"proprio" governo difendendo la linea della "propria"
compagine politica e quindi cerca di mettere le mani avanti per non sbattere la
faccia, ma non ci si può permettere di intraprendere queste modalità
strumentali mettendo a repentaglio il futuro della nostra cittadina. Noi questo
non lo permetteremo ne oggi, né domani, né mai". 23/10/2008.
(
da "Quotidiano.net" del 23-10-2008)
Argomenti:
Scuola
Nemmeno
due settimane dopo la sua morte, il 27enne Stefan Petzner, prima suo portavoce
e consigliere, ora suo successore alla guida del partito Bzoe, ha ammesso in
un’intervista radiofonica di aver avuto con lui una “relazione speciale"
"
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rivela: "Joerg era l'uomo della mia vita" Nemmeno due settimane dopo
la sua morte, il 27enne Stefan Petzner, prima suo portavoce e consigliere, ora
suo successore alla guida del partito Bzoe, ha ammesso in un'intervista
radiofonica di aver avuto con lui una “relazione speciale" KLAGENFURT, 23
OTTOBRE 2008- Nemmeno due settimane dopo la morte di Haider, il 27enne Stefan
Petzner, prima suo portavoce e consigliere, ora suo successore alla guida del
partito Bzoe, ha ammesso in un'intervista radiofonica di aver avuto con lui una
”relazione speciale”. Dopo aver raccontato di aver provato per Haider una
“attrazione magnetica” nel momento stesso in cui lo incontrò cinque anni fa,
Petzner è andato oltre confessando: “Avevamo una relazione che andava oltre
l'amicizia. Joerg e io eravamo legati da qualcosa di davvero speciale. Era
l'uomo della mia vita”. Secondo Petzner, la moglie del defunto leader
dell'estrema destra austriaca, Claudia, non si era opposta alla relazione: ”Lei
lo amava come una donna. Lui la amava come un uomo. Io lo amavo in un modo
completamente differente e personale. Lei comprendeva tutto ciò”. Anche la
sorella di Petzner aggiunge del suo a quella che per l'opinione pubblica
austriaca è divenuta una telenovela. Alla rivista tedesca “Madonna”, Christiane
rivela: “Stefan trascorreva tre quarti del suo tempo con Joerg. Anche nei fine
settimana e durante le ferie. Talvolta Claudia era gelosa di lui, perché Stefan
passava più tempo con il suo uomo di quanto facesse lei”. La carriera e la
morte del leader della destra austriaca Segnala ad un amico Tuo nome: Tua
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cartoni (36 commenti) 19:15:50 - Il Master se lo meritano Del Potro e Simon.
Uno ha vinto tantissimo nella seconda metà del
(
da "Quotidiano.net" del 23-10-2008)
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Scuola
Il
nuovo lavoro della cantante, 'Spirito Libero, viaggi di voce 1992 - 2008'
uscirà il 21 novembre. Il singolo 'Per fare a meno di te', scritto da Fabrizio
Campanelli insieme all'artista, sarà il tema della colonna sonora della nuova
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un triplo cd e un brano scritto a quattro mani Il nuovo lavoro della cantante,
'Spirito Libero, viaggi di voce 1992 - 2008' uscirà il 21 novembre. Il singolo
'Per fare a meno di te', scritto da Fabrizio Campanelli insieme all'artista,
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del ministro Gelmini: "Non ci sono
soldi, finita un'epoca" (65 commenti) Bloccate le vie d'accesso al Senato
Berlusconi: "Polizia nelle scuole? Mai detto né pensato" (50
commenti) "Le classi separate? Non ci saranno Solo corsi di lingua il
pomeriggio" (46 commenti) Raccontateci il 'vostro' sci e andrete gratis a
Skipass (46 commenti) Multa record a senzatetto Oltre 700 euro per aver steso i
cartoni (36 commenti) 19:15:50 - Il Master se lo meritano Del Potro e Simon.
Uno ha vinto tantissimo nella seconda metà del
(
da "Stampa, La" del 23-10-2008)
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Scuola
Federico
Geremicca DI PIAZZA IN PIAZZA S i possono avere le più diverse opinioni critiche,
naturalmente, sulla manifestazione nazionale che il Partito democratico ha
messo in cantiere per sabato a Roma. Intanto, andrebbe annotato come il suo
profilo sia cambiato nelle ultime settimane, e come sia diventata soprattutto
la protesta della scuola - che agita le piazze, già collegandole idealmente ai
cortei di sabato - la spina dorsale di una iniziativa che era stata lanciata su
temi assai diversi. Si può giudicarla comunque inopportuna, considerati i venti
di crisi che soffiano sul Paese; o immaginare che serva più al Pd, impegnato a
serrare le file, piuttosto che all'Italia; o ipotizzare, addirittura, che
rischi di diventare un pericoloso boomerang per Walter Veltroni, che tanto ci
ha investito. Su una cosa, al contrario, si dovrebbe esser tutti d'accordo: che
la manifestazione di sabato sia pacifica e che possa svolgersi con tranquillità
e senza incidenti. Ma se questo è l'auspicio che dovrebbe accomunare
maggioranza e "opposizione responsabile", allora non si può non
rilevare come le dichiarazioni rilasciate ieri dal presidente del Consiglio -
intorno all'intenzione di far intervenire la polizia nelle università e nelle
scuole occupate - non rappresentino certo una iniezione di pacatezza e di
serenità. Infatti, che sia stato o no voluto, il risultato prodotto
dall'annuncio di Berlusconi è stato quello di saldare idealmente in un unico
fronte i vari movimenti di protesta - a partire da quello studentesco - che
inevitabilmente cominciano ad agitare un Paese sull'orlo della recessione. E
non a caso, da più parti si è così levata la richiesta che i cortei annunciati
per sabato a Roma vengano ora aperti "a tutte le forze antiberlusconiane
della società civile" (Flores d'Arcais, direttore di MicroMega): con il
risultato, se questo avvenisse, di mutare il senso dell'iniziativa del Pd,
trasformandola in una riedizione di qualcosa che questo Paese ha già conosciuto
(l'antiberlusconismo pregiudiziale e viscerale), che il centrosinistra ha già
pagato e per la quale Silvio Berlusconi incassa da anni lauti dividendi
politici. Non sappiamo, appunto, se è con questa intenzione (schiacciare
l'opposizione del Pd su posizioni radicali) che il presidente del Consiglio ha
voluto alzare la tensione e i toni della polemica, prima di partire alla volta
della Cina. È un fatto, però, che la via tracciata non pare certo fatta per
convincere studenti, insegnanti e genitori che la riforma voluta dal ministro Gelmini e approvata ieri per decreto (il
ventitreesimo in cinque mesi) e con voto di fiducia (il settimo dall'insediamento
del governo) sia la ricetta giusta per risistemare almeno un po' la scuola
italiana. Del resto, da almeno trent'anni non c'è esecutivo - compresi i
precedenti governi del Cavaliere - che non si sia puntualmente ritrovato, ad
ogni autunno, a dover fare i conti con i disagi e le proteste del mondo
universitario e studentesco: ma non si ricorda, a memoria, che la risposta a
cortei e occupazioni sia stata l'irruzione di poliziotti in assetto
antisommossa in scuole e atenei. Può darsi che in passato si sia esagerato col
lassismo. Ed è fuor di dubbio che vada garantito a studenti e insegnanti il
diritto a frequentare scuole e università, checché ne dicano assemblee
autogestite e comitati di base. Ma passare da un eccesso all'altro non è mai
una buona ricetta. Anche perché si creano precedenti potenzialmente pericolosi.
"Che accadrà se e quando a protestare saranno gli operai delle fabbriche
in crisi? - ha chiesto ieri Veltroni -. Si manderà la polizia anche lì?".
Un ripensamento - e l'approdo ad una linea di maggior equilibrio - è dunque
auspicabile, perché anche il decisionismo e il polso fermo hanno un confine che
è rischioso oltrepassare. Va bene l'euforia e il senso di sicurezza che
arrivano dai sondaggi; ed è certo comprensibile l'ebbrezza da "decisione rapida"
prodotta dal legiferare per decreto e con voti di fiducia (efficienza e
decisioni veloci continuano ad esser assai apprezzate dai cittadini). Ma una
cosa è mandare più poliziotti a Caserta e l'esercito davanti alle discariche
napoletane, e altra è "militarizzare" scuole e università. Si
convinca, il premier, che quella via - oltre ad esser sbagliata - non gli
porterà il consenso non solo degli studenti, ma probabilmente nemmeno quello di
docenti e genitori. Senza contare il rischio, naturalmente, di trasformare la
manifestazione di sabato in un evento ad alta tensione ed esposto ad ogni
provocazione.
(
da "Stampa, La" del 23-10-2008)
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Scuola
La
storia 100 mila euro destinati al museo della bicicletta e sostegno alla scuola
LUCIA BARLOCCO Burlando: "Ecco che cosa farò per Cosseria" COSSERIA
Una visita a sorpresa che ha portato con sè non poche novità, quella che il
presidente della Regione, Claudio Burlando, ha fatto l'altra sera a Cosseria.
Perchè proprio nel corso del blitz ha annunciato che la Regione finanzierà con
100 mila euro la realizzazione del "Museo della Bicicletta" e che la
scuola unificata, inaugurata la scorsa settimana, diventerà un esempio e un
caso a livello nazionale. E per finire, ha invitato il sindaco, Gianni
Cavallero, che in tema di appartenenza politica è sul fronte opposto, a
ricandidarsi alle prossime elezioni comunali. Ma ecco la cronistoria del
"blitz" di Burlando. Insieme con il consigliere regionale Michele
Boffa, e il suo staff, il governatore è arrivato inaspettatamente a Cosseria e
ha telefonato al sindaco per un incontro al quale ha partecipato anche il
cicloamatore Luciano Berruti, proprietario della preziosa collezione di
biciclette e cimeli che ripercorrono oltre un secolo di storia del ciclismo e
che andranno a costituire il patrimonio del futuro "Museo della
Bicicletta" che verrà ospitato nelle vecchie scuole. Nel corso della cena
al ristorante "Al Castello", Burlando ha rivolto parole di elogio al
primo cittadino per l'"ottimo lavoro svolto", dichiarando che la
Regione intende contribuire finanziariamente alla realizzazione del Museo con
uno stanziamento di 100 mila euro. Somma che permetterà al Comune di realizzare
il progetto in sei mesi utilizzando in aggiunta il ricavato dell'alienazione
dell'edificio della vecchia scuola materna. E sempre in tema di bici d'epoca,
il presidente della Regione ha chiesto e ottenuto la partecipazione di Berruti
alla prossima inaugurazione di una pista ciclabile a Sanremo. Non solo, ma ha
anche espresso l'intenzione di promuovere sin da subito il Museo, organizzando
una mostra itinerante, che dovrebbe far tappa anche al Palazzo Ducale di Genova.
Per quanto riguarda la nuova scuola, che in base al decreto Gelmini potrebbe venire chiusa a partire dal
prossimo anno scolastico, eventualità che se dovesse venire confermata spingerà
il sindaco Cavallero a rinuncerà al rinnovo del mandato in segno di protesta,
Burlando ha dichiarato che intende fare di questa struttura all'avanguardia,
dotata di riscaldamento a pavimenti in parquet, palestra di roccia, orto
didattico, stazione meteorologica e costata 700 mila euro, "un caso
nazionale, per dimostrare l'assurdità della riforma Gelmini di fronte alla
capacità dimostrata da una piccola amministrazione come quella di Cosseria di
utilizzare bene i mezzi a disposizione e trovare soluzioni innovative e
intelligenti".
(
da "Stampa, La" del 23-10-2008)
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Scuola
PATTINAGGIO
ARTISTICO. A MILANO Alice Bardel prima nella gara tricolore Buoni risultati per
le due società di pattinaggio artistico di Aosta nella 1ª prova del campionato
italiano Novice A e B a Milano. Alice Bardel, dell'Aosta Skating Club 2000, si
è imposta nella categoria B, con Alice Bozzuto, dell'Hil Vallée d'Aoste 9ª.
Nella A, Antonella Palmisano dell'Hil Vallée d'Aoste, è arrivata 17ª.
"Alice Bardel - spiega Beatrice Gelmini,
allenatrice dell'Aosta 2000 - ha avuto un netto miglioramento dall'anno scorso,
siamo passati da un punteggio che si aggirava intorno a
(
da "Stampa, La" del 23-10-2008)
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Scuola
SCUOLA.
LA PROTESTA Provincia Petizione dei docenti contro la "Gelmini" Raccolte 1500 firme Tavolo
tecnico valuterà gli accorpamenti La preoccupazione dei docenti biellesi per la
riforma sulla scuola targata Gelmini,
si è tradotta in una raccolta di firme consegnata ieri mattina in Prefettura e
che il palazzo del Governo trasmetterà in Regione. Sono circa 20 mila gli insegnanti
schierati contro il provvedimento che prevede la reintroduzione nelle
elementari del maestro unico e tagli delle ore di insegnamento. A farsi
portavoce del malcontento del mondo della scuola sono stati Cgil, Cisl, Snals e
Gilda, che hanno unito al voluminoso plico anche un documento a firme
congiunte, in cui sono spiegati i motivi della protesta. Non si tratta comunque
di un provvedimento limitato alla provincia di Biella: la stessa iniziativa è
infatti portata avanti dai sindacati in tutte le province piemontesi.
"L'eccellenza della nostra scuola elementare oggi è riconosciuta a livello
internazionale - spiega il segretario provinciale Cisl scuola di Biella
Giuseppe Miolo -, ma oggi, improvvisamente, sembra che il mondo dell'istruzione
sia la causa del deficit dello Stato e a farne la spese è proprio quel sistema
scolastico decantato dagli altri Paesi. Il maestro unico, per esempio, non è
più adeguato ai tempi". Altro cruccio di sindacati ed insegnanti è il
monte-ore che, secondo la riforma, dovrebbe essere tagliato in tutte le scuole
di ordine e grado, scuole dell'infanzia comprese. "Non ci si rende conto -
continua Miolo -, che prevedere solamente l'orario antimeridiano nelle scuole,
vorrebbe dire mettere in croce intere famiglie che non sanno più dove lasciare
i loro figli quando vanno al lavoro". Tra i motivi della protesta, alcuni
sono anche di carattere strutturale: "Un conto è dire che le scuole con
meno di 50 alunni devono essere accorpate - spiega il segretario provinciale
Cisl scuola -, ma qualcuno ha mai pensato che gli edifici devono rispettare
determinate norme per accogliere più bambini? Se si chiude una scuola con 20
studenti, questi dovranno essere accolti in un altro istituto, che però dovrà
essere adeguato per ospitarli". Contro la riforma gli insegnanti biellesi,
sembrano quindi essere compatti; un po' meno invece per quanto riguarda lo
sciopero nazionale indetto il 30 ottobre, al quale sembra che non tutti siano
convinti di aderire: "Anche perché - sottolinea Miolo -, si tratta pure sempre
di ore che vengono decurtate dallo stipendio". Intanto nelle scuole
continuano a circolare volantini dell' "assemblea no Gelmini",
organizzata dagli studenti per sabato pomeriggio in piazza del Monte, tra
dibattiti, musica, giochi e fotografie. In Provincia, da ieri, l'assessore
all'Istruzione Anna Maria Fazzari, ha costituito un gruppo tecnico che ha il
compito di esaminare le strutture scolastiche biellesi che potrebbero essere
chiuse, ed eventualmente accorpate ad altri plessi più importanti; e dalla
prossima settimana inizierà gli incontri con i presidi per valutare insieme la
situazione. Alla stregua della Provincia, anche i Comuni dovranno verificare la
condizione delle scuole con meno di 50 alunni. Entro il 30 ottobre, sia
Provincia che Comuni, dovranno aver preparato i progetti di dimensionamento da
portare in Regione.
(
da "Stampa, La" del 23-10-2008)
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Scuola
IN
PROVINCIA LE ADESIONI E LE INIZIATIVE DEGLI STUDENTI Scuola, ora la protesta
cresce fra i professori Si allarga l'autogestione negli Istituti, domani alle
18 corteo [FIRMA]DIEGO MARRESE IMPERIA Ancora proteste nelle scuole imperiesi.
Ieri, come previsto, Classico e Scientifico sono passati dall'occupazione
all'autogestione. Tornano i registri in classe per segnare assenti e presenti e
si possono seguire lezioni o approfondire i temi della protesta con la scuola
aperta fino alle 20. Gli studenti hanno anche incassato il plauso delle forze
dell'ordine per come hanno gestito il periodo di occupazione, senza estranei
nelle aule e senza danni. Intanto i docenti e tutto il personale di Classico e
Scientifico ha elaborato un documento per esprimere la forte contrarietà al
disegno di legge della Gelmini. I
docenti hanno già organizzato tre appuntamenti per protestare. Domani dalle 18
un corteo aperto a studenti, insegnanti, genitori e personale di tutte le
scuole. Il ritrovo è in piazza Roma a Porto Maurizio. Sabato invece le classi
del Vieusseux e del De Amicis faranno lezione in varie piazze di Imperia e per
mercoledì prossimo è prevista un'assemblea pubblica (alle 18 nell'aula magna di
via Terre Bianche) per confrontarsi sulla riforma. Anche l'istituto d'Arte
intanto ha avviato l'autogestione. "Abbiamo organizzato corsi di
fotografia, teatro e altre materie inerenti il nostro corso di studi per
dimostrare come lavoriamo nella nostra scuola". Stessa iniziativa alle
Magistrali che da oggi iniziano l'autogestione: lezioni garantite per chi
vorrà, altri potranno invece fare attività alternative. Lezioni regolari al
Ruffini dove i ragazzi elaboreranno un documento da inviare alla Gelmini e a
Napolitano. Proteste da ieri all'alberghiero Ruffini di Taggia dove prof e
studenti si sono radunati nei giardini della scuola per discutere della
riforma. Disagi a Sanremo dove alcuni precari, assunti da inizio settembre in
servizio al 3° Circolo didattico, attendono ancora il primo stipendio.
(
da "Stampa, La" del 23-10-2008)
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Scuola
COMUNE
POLEMICA PALLAVOLO SCUOLA All'interno Videosorveglianza Il piano esaminato in
Prefettura Candelo minaccia di bloccare l'iper "Gli Orsi" Serie B1
nel caos Il Nuvolera Brescia dichiarato fallito I prof. bocciano la riforma Gelmini con 1500 firme Servizio Stefania
Zorio Marco Perazzi Servizio.
(
da "AprileOnline.info" del 23-10-2008)
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Scuola
Perla
Pugi, 23 ottobre 2008, 20:05 Mobilitazione Un'altra giornata di mobilitazione in
tutta Italia, dove cresce di ora in ora il numero degli istituti superiori e
delle facoltà occupate o autogestite. Cortei spontanei degli studenti invadono
le piazze: a Roma, davanti al Senato, una manifestazione esorta il governo ad
un dietrofront. Insieme agli alunni, anche gli insegnati, i rettori, i presidi
Le proteste sono iniziate già di buon'ora, stamattina (giovedì, ndr), in tutte
le città italiane, mentre le scuole occupate e autogestite aumentano a vista
d'occhio. Alcuni cortei spontanei, nella Capitale, hanno bloccato i quartieri
di Primavalle e San Giovanni. Gli studenti dei licei Pasteur, Cartesio,
Gassman, Tacito, Einstein Russell, De Chirico e dell'istituto magistrale
Margherita Di Savoia sono scesi in piazza, mandando in tilt il traffico cittadino
in diverse zone. Una parte della mobilitazione ha avuto come teatro piazza
Colonna, dove circa trecento studenti hanno protestato davanti a Palazzo Chigi.
Un fiume colorato di striscioni e slogan che, scortato dalle forze dell'ordine,
si è poi diretto verso Palazzo Madama, dove confluiva il corteo partito nel
primo pomeriggio dall'università La Sapienza. Una protesta dove l'incertezza
del futuro non si abbina al repertorio ideologico classico, fatto di anni '70 e
di vecchie parole d'ordine, anche se resta un'eredità di fondo: la convinzione
che la scuola debba rimanere pubblica e libera. Ci spiegano Alessio Zaccardini
e Gianluca Grasselli, entrambi al quinto anno del liceo scientifico G. Peano,
ci raccontano quale sia il senso della mobilitazione che dilaga in tutta
Italia. "Siamo contro i tagli ai fondi delle università pubbliche perché
mettono a rischio il nostro futuro universitario". Gli atenei, infatti,
per sopravvivere dovranno aumentare le tasse e "noi studenti, non potendo
sostenere i costi, saremo costretti ad abbandonare gli studi. Non ci sarà più
un diritto all'istruzione per tutti". Ma è l'idea che l'università si
trasformi in appendice dell'impresa a non convincerli. "Con l'introduzione
delle fondazioni all'interno delle facoltà anche i campi di ricerca verranno
pilotati da interessi economici di privati e verrà negata la libertà
scientifica", ci spiegano. I due liceali, tutt'altro che impreparati, ci
tengono ad aggiungere che la protesta nazionale "non è una mossa di gruppi
nullafacenti ma una forma di ribellione organizzata, senza violenza, in modo
pacifico e produttivo". Per questo motivo, nel liceo Peano hanno deciso di
continuare "il percorso di studio senza cessare la nostra protesta,
coinvolgendo anche i professori". E' forse in questo ruolo giocato dal
corpo docenti che si ravvisa uno dei tratti distintivi di questa nuova stagione
di fermento del mondo dell'istruzione, dove studenti e insegnanti sembrano
schierati su un fronte comune che li vede entrambi coinvolti. Altrettanto caratteristico
l'asse nato, per esempio a Brescia, fra sinistra e destra: una circostanza che
dice molto di cosa comporti per la scuola il decreto del governo. Forza Nuova
ha infatti reso noto che per una volta il Movimento studentesco (sinistra) e
Lotta studentesca, l'associazione a cui è legata Fn, "si stringono la mano
per manifestare uniti contro la riforma Gelmini".
Dopo la decisione del presidente Berlusconi di reprimere le proteste con la
forza, Lotta Studentesca fa sapere che "sarà in prima linea per combattere
insieme agli studenti di sinistra per il futuro di noi giovani". "Noi
difenderemo con le unghie e con i denti la natura pubblica della scuola.
Riteniamo, infatti, che in epoca di crisi economica gli investimenti debbano
essere principalmente sui giovani", sostengono gli attivisti
dell'organizzazione. La mappa delle mobilitazioni coinvolge tutto lo Stivale:
dal Nord al Sud, comprese le isole, cresce di ora in ora il numero degli
istituti superiori e universitari occupati o autogestiti, mentre cortei e
manifestazioni si moltiplicano in tutte le piazze italiane in modo spontaneo. A
Roma, si diceva, il corteo partito da La Sapienza ha visto protagonisti
migliaia di studenti che si sono riversati davanti a Palazzo Madama dove era in
discussione la riforma. Erano in 20mila circa, provenienti dai diversi istituti
capitolini e di diversa età, a radunarsi sotto lo striscione "Noi la crisi
non la paghiamo", slogan divenuto il leit motiv della protesta nazionale e
partito proprio dalle facoltà occupate della prima università di Roma. Il
preside della facoltà milanese di Scienze politiche, Daniele Checchi,
intervenendo alla riunione del consiglio di istituto ha dichiarato: "Nella
grave situazione in cui versa l'università le parole di Berlusconi non hanno fanno
altro che scaldare il clima" e propone ai propri colleghi e al consiglio
di votare una mozione "che esprima una protesta pacifica" e di
coinvolgere in questo anche gli studenti per evitare di dare dell'università
l'aspetto di un campo di battaglia. Tra le lezioni interrotte e le
manifestazioni, il preside Checchi ha proposto "una giornata in cui le
lezioni siano sospese con momenti di didattica condivisa". Nel primo
pomeriggio, alle 15 circa, un gruppo di studenti ha interrotto la discussione
del consiglio e ha proposto il blocco della didattica con lezioni alternative
per tutta la settimana seguente. Acclamati dalla platea sono usciti
dichiarando: "Non vogliamo interrompere una votazione democratica".
Sessanta istituti superiori napoletani sono occupati, autogestiti od ospitano
quotidinamente assemblee permanenti. In Campania hanno, invece, raggiunto quota
120 istituti e continua l'occupazione della sede centrale dell'università
Orientale, mentre è proprio di stamattina la decisione del Senato accademico
del secondo ateneo di Napoli di sospendere le lezioni e di convocare
un'assemblea generale. Il Senato ha esposto, insieme al consiglio
d'amministrazione, una mozione contro la politica del governo Berlusconi. è
notizia di ieri (mercoledì, ndr) che il rettore Franco Rossi ha fatto appello a
non inviare la polizia nelle scuole e facoltà occupate. La protesta barese esce
dalle aule universitarie per entrare nel consiglio comunale: Il sindaco Michele
Emiliano e i consiglieri hanno incontrato oggi i sindacati della scuola e il
movimento di studenti medi e universitari in una seduta straordinaria
nell'Istituto Majorana. Il "coordinamento stop 133" ha intenzione di
chiedere al consiglio di appoggiare il ritiro immediato della legge 133 e
rivolgerà un appello alle forze dell'ordine per chieder loro di non mettere in
atto la linea dura prospettata ieri da Berlusconi. Nelle università, nel
frattempo, le lezioni si alternano ad assemblee informative ed organizzative.
Per oggi pomeriggio erano in programma delle riunioni anche al Campus e nella
facoltà di Lingue e letterature straniere. "Le occupazioni si fermeranno
solo quando ritirerà il decreto 137", ha ribattuto Roberto Iovino,
coordinatore nazionale dell'Unione degli Studenti. La Rete degli studenti medi
conferma, invece, la propria disponibilità al dialogo, ma alla sola condizione
che il ministro metta in discussione tutto l'impianto alla base dei
provvedimenti e non solo parte di essi. Nel frattempo anche le segreterie
nazionali di Flc Cgil, Cisl Università, Cisl Fir e Uil Pa-Ur si stanno muovendo
per avere una convocazione dal responsabile di viale Trastevere per discutere
di una riforma che, dicono, sta "minando seriamente il futuro
istituzionale dell'Università, degli Enti di ricerca e delle strutture
Afam". Se il ministro non acconsentirà all'incontro, avvertono, saranno
attivate tutte le procedure per indire il 14 novembre lo sciopero generale
dell'Università e degli Enti di ricerca. Tra le altre iniziative di
mobilitazione, in programma due sit-in nella Capitale: il 28 ottobre di fronte
al ministero dell'Agricoltura, il 5 novembre davanti al ministero
dell'Istruzione.
(
da "Panorama.it" del 23-10-2008)
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Scuola
Italia
- http://blog.panorama.it/italia - Scuola in piazza: la protesta non si ferma
Posted By redazione On 23/10/2008 @ 12:40 In Headlines | 5 Comments [1] Non li
ha fermati nemmeno [2] l'appello del presidente della Repubblica. Nemmeno [3] i
toni duri del [4] presidente del Consiglio. Anzi, la protesta contro la [5]
riforma della scuola proposta dal ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini non si ferma solo all'universtità:
adesso invade anche i licei: come annunciato nei giorni scorsi dalla [6] Rete
degli Studenti, sono iniziate questa mattina le occupazioni in scuole superiori
di tutta Italia. In particolare a Roma, a quanto risulta, sono stati occupati
alcuni Licei come lo storico [7] classico Tasso o il periferico scientifico
Malpighi. Continuano quindi in tutto il Paese, nelle università come nei licei,
le proteste. I cancelli della [8] Facoltà di Scienze Politiche dell'Università
degli Studi di Milano, ad esempio, sono stati bloccati dagli studenti per
un'ora, impedendo così l'ingresso a chi voleva frequentare i corsi. In
mattinata, la mobilitazione prosegue con gruppi di "libero sapere",
che prepareranno le lezioni da tenere domani all'aperto in piazza Duomo, e con
il coinvolgimento di alcuni professori disponibili a modificare i loro corsi
per trattare temi di attualità, come ad esempio, una lezione su "i 40 anni
di fallimento dell'Università pubblica" e "la paura e il
controllo", oltre a uno "sciopero della firma" in mattinata per
quei corsi che prevedono l'obbligo di frequenza. Nel pomeriggio, alle 14.30,
gli studenti di Scienze Politiche presenteranno un loro documento all'assemblea
di Facoltà. La mobilitazione continua anche in altre facoltà, atenei e scuole
milanesi, ad esempio con lezioni aperte nel pomeriggio all'Accademia di Belle
Arti di Brera e un'assemblea nella sede centrale della Statale in via Festa del
Perdono. La mobilitazione riguarda anche il sud: in tutta la provincia di
Cosenza stanno per partire i cortei per manifestare contro il provvedimento del
ministro dell'Istruzione e della Ricerca. Sono previste manifestazioni nel
capoluogo ma anche in molti altri Comuni dove le scuole si sono organizzate per
condividere la giornata di protesta. Anche a Palermo prosegue la rivolta : a
Lettere il Consiglio di facoltà ha approvato la sospensione per dieci giorni
della didattica ordinaria e la sostituzione con lezioni informative e attività
culturali realizzate in collaborazione con i docenti e ricercatori. L'obiettivo
è informare studenti e cittadinanza sui motivi della protesta. Oggi alle 16,
presso l'Aula magna della Facoltà, il primo incontro di approfondimento sulla
legge 133. Nelle altre facoltà, dopo la sospensione di martedì, la didattica è
ripresa, anche se diversi studenti hanno disertato le lezioni. Intanto, [9]
Azione studentesca ha annunciato per oggi alle 10 un sit-in sotto la sede
dell'Ufficio scolastico provinciale di Palermo, in via Praga. Le parole di
Berlusconi non fermano dunque le proteste degli universitari: "la
mobilitazione continua, anzi aumenta", dice l'[10] Udu (Unione degli
universitari). "Non ci sentiamo minimamente intimoriti dalle parole di
Silvio Berlusconi di ieri" precisa "perchè non si tratta di una
mobilitazione soltanto degli studenti. Questa contrarietà è ormai, oltre che dell'intero
mondo accademico, anche propria della società civile che si sta rendendo conto
che la L. 133 mina lo sviluppo del Paese oltre al diritto allo studio".
Ecco alcune delle iniziative e delle proteste in programma per oggi. A l'Aquila
è previsto un sit-in, alle 18, sotto la Prefettura; A Perugia è stata convocata
un'Assemblea a Lettere dove si terrà un Consiglio di Facoltà aperto a tutti gli
studenti. Ad Urbino nell'Aula Magna di Economia i sindacati hanno indetto
un'assemblea per le 11.00 che vedrà la partecipazione anche dell'associazione
studentesca Agorà. A Lecce ci sarà il blocco della didattica nella Facoltà di
Scienze Politiche ottenuto dal Coordinamento per l'Università Pubblica. Blocco
della didattica anche a Cagliari, da domani, nella facoltà di lettere, con
un'autogestione che durerà fino al 30 Ottobre. A Bari sono previste Assemblee
per gli studenti di Scienze Matematiche, Biotecnologia e Farmacia e per quelli
della Facoltà di Lingue. Una fiaccolata è in programma stasera a Siena mentre a
Pisa nel pomeriggio si terrà una manifestazione. A Imperia i circa 360 alunni
dell'Istituto d'Arte hanno proclamato l'autogestione. Picchetti davanti alle
Facoltà napoletane, distribuzione di volantini e tentativi di blocco delle
lezioni: la protesta degli studenti universitari a Napoli continua così senza
interruzioni. Corteo studentesco in centro a Torino e centinaia di studenti
delle superiori in piazza a Matera. Di tutto ciò, alle 17, si discuterà nella
[11] riunione in programma al Viminale, come ha reso noto il ministro
dell'Interno Roberto Maroni. Il VIDEO servizio: LEGGI ANCHE: [12] I siti della
protesta - [13] La cura Gelmini, punto per punto. Partecipa al [14] FORUM.