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DOSSIER “SCUOLA”

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Berlusconi: «Mai detto né pensato alla Polizia nelle scuole» (Il Sole 24 Ore 23-10-08)

Scuole e università la protesta continua (La Repubblica 23-10-2008)

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Berlusconi: «Mai detto né pensato alla Polizia nelle scuole» (Il Sole 24 Ore 23-10-08)

 

 

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«Io non ho mai   né pensato che la polizia debba entrare nelle scuole. Ho detto invece che
chi vuole è liberissimo di manifestare e protestare, ma non può imporre a chi non è della sua idea a rinunciare al suo diritto essenziale. Ancora una volta c'è stato un divorzio tra i mezzi di informazione e la realtà». L'ha detto a Pechino il premier Silvio Berlusconi, che nella conferenza stampa di ieri a Palazzo Chigi aveva detto che non avrebbe permesso l'occupazione delle scuole.

Il premier attacca i titoli dei giornali italiani letti sull'aereo per Pechino. «Ho detto soltanto - precisa Berlusconi - che lo Stato non è più legittimato a essere Stato se non garantisce ai cittadini i propri diritti. Tutti hanno il diritto di protestare, ma non quello di impedire di andare a scuola a chi non vuole protestare».

Poi afferma di «sentire come un preciso dovere del governo, quello di garantire i diritti dei cittadini». Con tutta la preoccupazione «e la necessaria leggerezza che il caso ritiene, non possiamo non intervenire e sottrarci così al nostro dovere». Poi lancia l'ultima stoccata. «Volete manifestare in piazza? Siete i benvenuti - dice Berlusconi - ma almeno non sparate bufale sul numero. Di solito, si moltiplica per 25 l'entità dei manifestanti».

Replica immediata di Anna Finocchiaro, presidente dei senatori Pd. «A me pare che sia Berlusconi a essere scollegato, divorziato dalla realtà, basta guardare le agenzie e il video della conferenza stampa di ieri. Berlusconi forse in un eccesso di securitarismo ha detto che doveva consultare il ministro dell'Interno, Roberto Maroni su come dare le istruzioni per far intervenire le forze di polizia per impedire le manifestazioni e le occupazioni di scuole e università. Quindi l'ha detto e non siamo noi i bugiardi».

L'Ufficio stampa del Pd rende nota la trascrizione integrale delle dichiarazioni rilasciate ieri dal Presidente del consiglio Berlusconi in conferenza stampa, in merito all'intervento delle forze dell'ordine nei confronti delle proteste studentesche. Berlusconi: «Vorrei dare un avviso ai naviganti molto semplice: non permetteremo che vengano occupate scuole ed università. Perché l'occupazione di posti pubblici non è una dimostrazione, un'applicazione di libertà, non è un fatto di democrazia è una violenza nei confronti degli altri studenti, nei confronti delle famiglie, nei confronti delle istituzioni, nei confronti dello Stato. Convocherò oggi il ministro degli Interni e darò a lui istruzioni dettagliate su come intervenire attraverso le forze dell'ordine per evitare che questo possa accadere». (N.Co.)

 


 

Scuole e università la protesta continua (La Repubblica 23-10-2008)

 

All'indomani della durissima presa di posizione di Berlusconi, che ha minacciato di far intervenire la polizia contro le occupazioni, proseguono le manifestazioni contro la riforma Gelmini. Le parole del premier hanno scatenato la reazione delle opposizioni mentre il presidente Napolitano ha invitato al dialogo. Gelmini: "Convocherò da domani le associazioni degli studenti"

15:20 Roma, insulti a Maroni ma è in realtà l'imitatore Ballantini

Gli studenti che stanno manifestando davanti al Senato hanno scambiato l'imitatore di 'Striscia la notizia' Ballantini per il ministro dell'Interno Roberto Maroni e gli hanno urlato "Buffone, razzista". E' passato qualche minuto perché l'equivoco venisse chiarito. Intanto alla Sapienza sta per partire il corteo degli universitari, che raggiungerà Palazzo Madama.

15:17 Bergamo, Forza Nuova in piazza con la sinistra

A Bergamo si realizza l'unità tra sinistra e destra. Lo annuncia Forza Nuova in un comunicato dove afferma che "per una volta il Movimento studentesco e Lotta studentesca, l'associazione studentesca legata a Forza Nuova, si stringono la mano per manifestare uniti contro la riforma Gelmini. Preso atto delle intenzioni del presidente Berlusconi di reprimere con la forza la polare insurrezione contro la riforma Gelmini, Lotta Studentesca sarà in prima linea per combattere insieme agli studenti di sinistra per il futuro di noi giovani. Noi difenderemo con le unghie e con i denti la natura pubblica della scuola. Riteniamo, infatti, che in epoca di crisi economica gli investimenti debbano essere fatti principalmente sui giovani".

15:15 Parma, oggi il 'funerale' dell'università

Studenti dell'ateneo di Parma e del gruppo Uniprotesta scenderanno in corteo alle 18,30 per le strade della città. Saranno celebrati i "funerali" dell'università italiana. Il rettore dell'ateneo parmigiano, Gino Ferretti, lancia l'allarme: "Con i tagli nel 2010 rischiamo il collasso". E in caso di occupazione dice: "Non chiederò l'intervento della polizia"

15:13 Milano, consiglio di istituto a Scienze politiche

A Mlano, il preside della facoltà di Scienze politiche Daniele Checchi, è intervenuto durante la riunione del consiglio di istituto: "Nella grave situazione in cui versa l'università le parole di Berlusconi non fanno altro che scaldare il clima anche per questo propongo ai colleghi e al consiglio di votare una mozione che esprima una protesta pacifica". Per coinvolgere gli studenti nella nostra protesta ed evitare di dare dell'università l'immagine di un campo di battaglia "con lezioni interrotte e mobilitazioni di vario tipo, il preside ha proposto "una giornata in cui le lezioni siano sospese con momenti di didattica condivisa". Alle 15 un gruppo di studenti è entrato nell'aula interrompendo il consiglio e hanno proposto il blocco della didattica con lezioni alternative per mercoledì 29. Tra gli applausi della platea sono usciti: "Non vogliamo interromeper una votazione democratica".

14:49 Cosenza, pietre contro istituto e cassonetti rovesciati

Danneggiati i vetri delle finestre di un istituto scolastico e due autovetture parcheggiate a Cosenza, nel corso di una manifestazione promossa dagli studenti degli istituti superiori cittadini contro la riforma Gelmini. A provocare i danneggiamenti, stamani, sarebbero stati i lanci di pietre e di bottiglie vuote da parte di qualcuno dei manifestanti. Ad un'autovettura è stato danneggiato il parabrezza. Gli studenti, scandendo slogan contro il ministro della Pubblica istruzione, hanno rovesciato alcuni cassonetti dei rifiuti e occupato la carreggiata stradale impedendo il passaggio di auto e bus, con disagi e rallentamenti al traffico.

14:41 Dalla Chiesa: "Ho fatto il '68 non mi sento di criticare nessuno"

Nando Dalla Chiesa, docente di sociologia della criminalità organizzata a Scienze poliche: "Questi tagli indiscriminati lanciano un messaggio all'università: non ci interessa di voi". E ai ragazzi che interrompono le lezioni: "Ho fatto il '68 non mi sento di criticare nessuno. Non sarò io a dire: ragazzi non occupate".

14:37 Finocchiaro a studenti: "Se siete convintio continuate"

"Se siete convinti di quello che fate, fatelo perchè fate bene a farlo". Così il capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro si è rivolta agli studenti dei licei romani che stanno manifestando davanti a Palazzo Madama contro la riforma Gelmini. "Vi dico - ha raccontato Finocchiaro - che l'atmosfera in Aula è difficilissima; ai nostri emendamenti la maggioranza ha risposto che sono bugie e che le proteste di piazza sono strumentalizzate".

14:35 Milano, iniziativa del preside di Scienze politiche

A Milano, il preside di Scienze poliche Daniele Checchi si prepara a presentare in consiglio di facoltà una mozione in cui chiede la sospensione delle lezione 'tradizionali' per un giorno sostituite da momenti di didadattica alternativa. Il preside pur condannado l'interruzione delle lezioni da parte degli studenti protesta contro i tagli. Ora si attende la decisione del consiglio di facoltà.

14:32 Napoli mobilitazione di 60 istituti superiori. In Campania sono 120

A Napoli 60 istituti superiori occupati, o autogestiti o con assemblee permanenti. In Campania sono 120. Continua l'occupazione della sede centrale dell'università Orientale. Stamattina il secondo ateneo di napoli per decisione del Senato accademico ha sospeso le lezioni per convocarfe per oggi una assemblea generale. Mozione del senato insieme al consiglio d'amministrazione contro la politica del governo. Il rettore Franco Rossi ieri ha anche fatto un appello a non mandare la polizia.

14:26 Roma, occupata anche Ingegneria alla Sapienza

Si è tenuta un'assemblea formata da docenti, studenti e ricercatori della facoltà di Ingegneria di Roma, presso il Chiostro dell'ateneo in Via Eudossiana a San Pietro in vincoli. L'incontro, a cui hanno preso parte circa 1500 persone, ha portato alla decisione pressochè unanime di far evolvere la mobilitazione già in corso da circa 10 giorni in un'occupazione di facoltà, sottolineando che si tratterà di un atto dimostrativo "non violento", che garantirà la continuità dell'attività didattica, che verrà anzi potenziata attraverso seminari e gruppi di studio e di lavoro "propositivo" sulla legge 133.

14:25 Iniziative alla facoltà di Scienze politiche a Milano

Dopo aver bloccato questa mattina i due ingressi della Facoltà per circa un'ora, gli studenti aspettano ora la riunione del Consiglio di Facoltà, prevista alle 14,30, per un "assedio"simbolico e per leggere un volontino. Gli studenti chiedono la "convocazione degli Stati generali mercoledì 29 ottobre alle 10.30, il blocco della didattica in quella data per permettere alle persone di seguire" e invitano i docenti "a seguire forme di didattica sperimentale da gestire insieme ai docenti".

14:15 Molise, nessuna occupazione, solo assemblee negli istituti

Nessuna occupazione nelle scuole del molise, ma solo assemblee interne agli istituti. Le iniziative contro la riforma Gelmini proseguono, per il momento, sulla linea del confronto tra docenti, personale della scuola e docenti. Oggi sono in programma nuovi incontri tra i rappresentanti degli istituti e domani si terrà un'assemblea unitaria a Campobasso per organizzare le prossime iniziative.

14:14 Milano, assemblea a Scienze politiche

Oltre cento studenti universitari stanno partecipando ad un'assemblea nel cortile della Facoltà di Scienze Politiche a Milano, davanti agli striscioni 'Non siamo un costo da tagliare' e 'La vostra crisi non la pagheremo noi'. Gli studenti stanno prendendo a turno il megafono per proporre iniziative su come portare avanti la protesta. Dopo aver bloccato questa mattina i due ingressi della Facoltà per circa un'ora, gli studenti aspettano ora la riunione del Consiglio di Facoltà, prevista alle 14,30, per un "assedio"simbolico.

14:13 Torino, studenti del politecnico in corteo

Circa 200 studenti del politecnico di Torino stanno sfilando in corteo per protestare contro la riforma dell'Università. La manifestazione è nata spontaneamente dopo un'assemblea un po' movimentata che si è tenuta in mattinata nel cortile di facoltà di ingegneria e nel corso della quale gli studenti hanno anche criticato il rettore Francesco Profumo, invitandolo a prendere una posizione chiara.

14:12 Genova, cortei e assemblee

Stamattina tensione davanti al liceo Gobetti di Genova, oltre 200 studenti volevano entrare nella sede principale per fare un'assmblea. La preside si è chiusa dentro impedendo l'ingresso ai ragazzi. E' arrivata anche la Digos. Nel pomeriggio 'funerale' dell'università e della scuola pubblica. Il corteo degli universitari e degli studenti medi partirà da via Balbi e arriverà fino in centro a pizza dei Ferrari dove si unirà con un presidio di tutto il mondo della scuola. Prevista una merenda in piazza. Alle 17 nell'Aula magna del rettorato assemblea dei docenti universitari genovesi che incontrenno il rettore che sta per entrare in carica e tutte le autorità cittadine oltre ai parlamentari genovesi.

14:03 Firenze, da lunedì mattina no stop di Matematica

A Firenze da lunedì mattina alle 8.30 fino a martedì mattina lle 8.390 lezioni no stop a matematica, dipartimento Ulisse Dini, una delle facoltà occupate in questi giorni. Ogni ora si terrà una lezione diversa.

14:00 Manifestazioni a Siena

A Siena due manifestazioni. Una a partire dalle 16.30 da piazza Matteotti e una fiaccolata in difesa della scuola pubblica dalle 19.30 da piazza Salimbeni.

13:57 Rete studenti a Gelmini: "Disposti solo a confronto globale"

La Rete degli studenti medi conferma la propria disponibilità a discutere con il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, come già annunciato in passato, ma a una condizione: che il ministro "sia disponibile a discutere su tutto l'impianto alla base dei provvedimenti e non solo su alcuni di essi".

13:56 Senato, studenti protestano davanti al palazzo

Va in scena la protesta degli studenti davanti Palazzo Madama, dove è in discussione il decreto Gelmini sulla scuola. Nonostante l'annunciato corteo del pomeriggio, da pochi minuti un gruppo di studenti, arrivati alla spicciolata da Piazza Navona, si sono fermati in corso rinascimento davanti all'ingresso principale del Senato.

13:54 Senato, per il Pd il dl Gelmini è scoperto per 20 milioni

Il decreto Gelmini sulla scuola "è scoperto dal punto di vista finanziario per 20 milioni di euro per il solo 2009". E' quanto denuncia il senatore Pd, Enrico Morando intervenendo in Aula al Senato. Morando, a nome del Pd, ha chiesto il non passaggio all'esame degli articoli, su cui si voterà alle 16 alla ripresa dei lavori dell'Aula.

13:53 Mobilitazione a Ravenna

In questo momento a Ravenna, fanno sapere gli studenti, sono occupati: Il Liceo Classico "Dante Alighieri", Il Liceo Scientifico "Oriani", il Liceo Artistico "Nervi", L'istituto d'arte per il mosaico "Severini", l'Istituto tecnico per Geometri "Morigia", l'Istituto Tecnico e Commerciale "Ginanni". Le occupazioni sono partite lunedì e sono molto partecipate e ordinate. Vi è inoltre un coordinamento tra tutte le scuole occupate, mentre l'ITIS oggi ha svolto un'assemblea di approfondimento nel cortile dell scuola e pensa di unirsi alle occupazione da Venerdì.

13:49 Bologna, lezioni in piazza

Lezioni in piazza stamattina a Bologna nella cittadella universitaria dei docenti del dipartimento di chimica. Dietro la lavagna lo striscione: "Questa legge ci spiazza". nel pommeriggio assemblea della facoltà di Lettere (occupata in alcune aule). Assemblee nel poomeriggio anche a a Scienze, Giusiprudenza. Fiaccolata stasera deglio studenti delle superiori da piazza Malpighi. In serata diretta in collegamento con Anno zero di Michele Santoro.

13:47 Gelmini: "Accogliere l'invito di Napolitano al confronto"

Nonostante il clima di dura contrapposizione nell'aula del Senato, il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini richiama le opposizioni al dialogo, "Napolitano nella sua saggezza - sottolinea - ricorda che abbiamo bisogno di una scuola migliore e auspica spazi per il confronto".

13:44 Gelmini: "Mi si insulti pure, ma proteste non travalichino"

"Quando ho assunto l'incarico di ministro dell'istruzione ero consapevole delle difficoltà a cui sarei andata incontro e delle proteste, le accetto con consapevole rassegnazione ma spero che non travalichino il segno". Così il ministro dell'Istruzione, Mriastella Glmini, nel corso del suo intervento nell'aula del Snato. "Mi si insulti pure - aggiunge - ma non si limitino le libertà degli altri di poter prendere un treno o di poter seguire le lezioni".

13:37 Roma, studenti in corteo da Palazzo Chigi verso il Senato

E' in corso per le vie del cento storico un corteo spontaneo e non organizzato composto da alcune centinaia di studenti del Liceo Classico Russel. Gli alunni del liceo manifestano contro la legge Gelmini, che oggi pomeriggio approderà in Senato per essere votata. Il corteo spontaneo è partito circa 20 minuti fa di fronte a Palazzo Chigi ed in questo momento si sta dirigendo davanti a palazzo Madama. Per fare sentire la loro voce gli studenti stanno cantando "uno, due, dieci, cento passi", strofa di una canzone dedicata a Peppino Impastato ed il coro "noi marciamo contro la riforma".

13:35 Bari, lezioni in piazza e consiglio comunale straordinario

A Bari oggi si parte con le lezioni in piazza, «perché le ragioni della protesta escano dalle aule» come ricorda Claudio Riccio, dell´Unione degli universitari e del neonato "Coordinamento stop alla legge 133" che riunisce tutti i colori dell'opposizione alla riforma. Nel pomeriggio nell'aula magna dell'istituto Ettore Majorana il consiglio comunale di Bari si riunirà in una seduta straordinaria dedicata alla scuola. Alla riunione nel quartiere San Paolo parteciperanno anche i sindacati e i movimenti che chiederanno una presa di posizione decisa contro il pacchetto di riforme governative.

13:29 Roma, occupata acoltà di Scienze a Roma tre

Da stamattina la Facoltà di Scienze dell'Università Roma Tre è stata occupata, in seguito alla manifestazione ha coinvolto studenti, dottorandi, docenti e precari della ricerca in un corteo spontaneo che, attraversando i quartieri San Paolo e Ostiense, ha raggiunto il Rettorato. L'occupazione, riferiscono gli studenti, "nasce dalla volontà di dare un segnale di rottura nei confronti delle politiche che minano alla base l'esistenza dell'Università stessa".

13:28 Gelmini: "Campagna terroristica per bloccare riforma"

"Fuori dal senato si è scatenata una campagna terroristica che ha diffuso false informazioni tra le famiglie destinate a svaporare quando il tempo ne farà giustizia, ma che avvelenano il clima con l'obiettivo di bloccare la riforma e di alimentare la piazza creando un clima di allarmismo totalmente ingiustificato". Così il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini intervenendo nell'aula del Senato.

13:28 Roma, sempre pidi più gli istituti occupati

Aumentano gli istituti occupati, in autogestione o in stato di agitazione a Roma: si sono aggiunti il Mamiani e il Tasso in occupazione, il De Chirico, il Russell, il Malpighi e il magistrale Margherita Di Savoia e l'Orazio in autogestione.

13:27 Roma, cortei spontanei

Dilaga la protesta negli istituti romani. Stamani cortei spontanei hanno bloccato i quartieri di Primavalle e San Giovanni. Oltre un migliaio di studenti dei licei Pasteur, Cartesio, Gassman, Tacito, Einstein hanno sfilato a Primavalle, in periferia nord. Anche gli studenti dei licei Russell, De Chirico e dell'istituto magistrale Margherita Di Savoia, hanno dato vita ad una manifestazione da piazza Re di Roma fino a San Giovanni, attraversando la via Appia e mandando il traffico in tilt. Lo ha riferito la Rete degli Studenti Medi. Un tentativo di corteo è avvenuta anche da parte degli studenti del liceo Nomentano.

13:21 Firenze, corteo studenti si ponti Arno

Un corteo, o meglio, un 'attraversamento pedonale', come loro lo hanno definito, da Porta Romana fino alla Fortezza da Basso, passando per le strade del centro di Firenze. Così alcune centinaia di ragazzi (700, secondo gli organizzatori) dell'Istituto d'arte di Porta Romana hanno manifestato contro la riforma del ministro Gelmini.

13:21 Gelmini: "Mi ero illusa di un terreno di confronto non di scontro"

"Mi ero illusa di un terreno di confronto e non di scontro". Lo dice il ministro della Pubblica istruzione, Maria Stella Gelmini al Senato, replicando alle critiche che nel dibattito generale sul suo decreto ha sollevato l'opposizione. "Si sono scatenate proteste prive di fondamento ma più di questo mi preoccupano le falsificazioni" sottolinea il ministro che poi accusa il leader del Pd di voler cavalcare la protesta.

13:20 Sindacati: Gelmini ci convochi o il 14 sarà sciopero nazionale

Le segreterie nazionali di Flc Cgil, Cisl Università, Cisl Fir e Uil Pa-Ur ribadiscono la richiesta di essere convocati dal ministro Mariastella Gelmini per discutere delle politiche del governo che stanno "minando seriamente il futuro istituzionale dell'Università, degli Enti di ricerca e delle strutture Afam". In caso contrario, avvertono, saranno attivate tutte le procedure per indire il 14 novembre lo sciopero generale dell'Università e degli Enti di ricerca. Tra le altre iniziative di mobilitazione, in programma due sit-in: il 28 ottobre di fronte al ministero dell'Agricoltura, il 5 novembre davanti al ministero dell'Istruzione.

13:18 Gaffe del ministro Gelmini scatena bagarre al Senato

Una gaffe del ministro dell'istruzione Alimenta una vivace contestazione nell'aula del senato: mariastella gelmini accusa l'opposizione di aver dimenticato il libro bianco "scritto sotto l'egìda... Del governo prodi". L'accento sbagliato scatena il boato delle opposizioni, è costretto a intervenire il presidente del senato renato schifani per consentire alo ministro di proseguire. Appena la bagarre si placa, gelmini riprende e corregge l'accento: "...Scritto sotto l'ègida...".

13:16 Gelmini: "Veltroni ha fatto della scuola un terreno di scontro"

"Veltroni ha fatto della scuola un terreno di scontro politico, quasi pregustando nuovi autunni caldo". Lo ha detto il ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini, intervenendo nell'aula di Palazzo Madama, durante il dibattito sul dl scuola.

13:16 Gelmini: "Convocherò da domani le associazioni degli studenti"

"Convocherò da domani tutte le associazioni degli studenti per aprire uno spazio di confronto ad una sola condizione: che si discuta sui fatti". E' quanto ha annunciato il ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini al Senato in sede di replica dopo il dibattito generale sul decreto sulla scuola.

13:15 Maroni: "Oggi incontro tecnico per decidere cosa fare"

Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha confermato l'incontro al Viminale di oggi alle 17 per parlare del tema delicato della scuola. "Facciamo un incontro tecnico alle 17 - ha spiegato il ministro a margine di un incontro in prefettura a Trieste - per capire qual è la situazione e per decidere cosa fare".

13:13 Palermo, per protesta lezioni in piazza

Lezioni in piazza a Palermo per protesta contro la riforma Gelmini. L'iniziativa, questa mattina, degli studenti e dei docenti della Facoltà di Ingegneria che si sono ritrovati in piazza Politeama, nel centro della città, per svolgervi attività didattica. Assemblee si sono svolte anche oggi in diverse altre Facoltà, a cominciare da Lettere. Anche gli studenti di diversi istituti superiori della città hanno tenuto assemblee. Al momento a Palermo non si segnalano occupazioni né all'università né nelle scuole.

13:12 Gelmini contestata al Senato

Il ministro Gelmini sta intervenendo al Senato tra la protesta dell'opposizione.

13:01 Trieste, università organizza incontro aperto

Un "incontro aperto" al quale potranno partecipare anche dirigenti scolastici e insegnanti è stato organizzato dalla Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Trieste per domani per analizzare la riforma Gelmini. L'obiettivo dell'incontro - spiega l'ateneo triestino - è riflettere sia sulle problematiche emerse dopo la promulgazione dei decreti ministeriali, sia "sul ruolo che la scuola e l'università pubbliche dovrebbero avere all'interno di uno Stato moderno fondato sui principi democratici sanciti dalla Costituzione". L'incontro si terrà domani mattina, nella sede della facoltà di Scienze della Formazione.

13:00 Pisa, oggi manifestazione degli studenti

Oggi manifestazione a Pisa. Ieri si è tenuto un Senato accademico straordinario nel quale le associazioni studentesce, i ricercatori precari e il personale tecnico-amministrativo chiedevano forti prese di posizioni, in mancanza delle quali sarebbero state chieste le dimissioni di tutti i presidi e successivamente del rettore. Continuano le assemblee permanenti. Un polo didattico è occupato ormai da 15 giorni. Ogni facoltà ha un'aula occupata per la pianificazione delle attività di protesta.

12:56 Manifesti funebri a Genova

Manifesti funebri sono apparsi stamani nelle strade adicenti i poli universitari di via Balbi, a preludio del corteo-funerale previsto nel pomeriggio sino a piazza De Ferrari nell'ambito delle agitazioni studenteche contro i provvedimenti del governo. Sul volantino listato a lutto si legge: "Il 6 agosto 2008 sono infine mancate la scuola e l'università pubbliche. Ne danno il triste annuncio inconsolabili studenti, maestri, ricercatori precari tutti. Si uniscono il diritto allo studio e il futuro". Al corteo del pomeriggio le studentesse indosseranno una veletta nera.

12:55 Napoli, numerose manifestazioni, proteste e assemblee

Manifestazioni spontanee di studenti contro la riforma Gelmini si sono susseguite in mattinata a Napoli. Circa 400 ragazzi di quattro istituti superiori della zona occidentale della città, che in corteo hanno attraversato viale Kennedy, la sede dei binari del metro all'altezza della stazione di Campi Flegrei (provocando uno stop alla circolazione dei treni per un breve lasso di tempo), manifestando infine sotto la sede della Rai in viale Marconi. Assemblea e presidio spontaneo a piazza del Gesù, davanti allo storico liceo classico "Genovesi", occupato due giorni fa. Continua anche l'occupazione dell'ateneo "Orientale" e la protesta della facoltà di Architettura della "Federico II", con sospensione delle attività didattiche tra le 12 e le 16. In assemblea anche studenti, docenti e personale amministrativo della Seconda università di Napoli, con blocco delle attività didattiche deciso dal Senato accademico per favorire la partecipazione.

12:52 Bergamo, sit-in contro la riforma Gelmini

Anche gli studenti della provincia di Bergamo hanno oggi organizzato uno sciopero "pacifico e creativo" per "tenere fuori" la Gelmini dalla scuola. Cento gli studenti che hanno hanno bloccato la didattica. La Rete studenti medi di Bergamo in una nota spiega: "Non ci facciamo intimorire dalle minacce che il presidente del Cnsiglio ha lanciato ieri: continueremo a essere promotori di una mobilitazione ampia, pacifica e non violenta come quella portata avanti in questi giorni".

12:49 Catanzaro Lido, protesta studenti, traffico in tilt

Alcune centinaia di studenti degli istituti superiori secondari hanno attuato stamane, a Catanzaro Lido, una manifestazione di protesta contro i provvedimenti del governo in materia di istruzione. I giovani, scandendo slogan ed esponendo striscioni, hanno invaso il lungomare e la strada principale del quartiere marittimo del capoluogo calabrese, paralizzando il traffico per alcune ore. La dimostrazione si è conclusa pacificamente, senza far registrare incidenti.

12:47 Roma, manifestazione liceali davanti palazzo Chigi

Circa trecento studenti dei licei romani (fra i quali Tasso, Albertelli e Newton) stanno manifestando a piazza Colonna davanti a Palazzo Chigi, urlando slogan contro il Governo e chiedendo il ritiro del dl Gelmini.

12:45 Jovanotti: "Protesta condivisibile, tagli sono un errore"

Anche jovanotti si esprime in merito alla riforma scolastica: "non è giusto tagliare i fondi alla scuola. Non conosco molto la riforma, ma mi sembra un errore tagliare proprio in questo settore", ha dichiarato il cantante. "C'è bisogno di investire per crescere, non certo di sottrarre. La scuola italiana ha bisogno di più attenzione, fondi ed energie per crescere e strutturarsi. La protesta dei ragazzi è condivisibile - ha aggiunto - un giovane a scuola si sente come tradito dalla politica che dovrebbe garantire, in ogni modo, il diritto allo studio".

12:28 Neorettore La Sapienza: "Garantire diritto a studio e protesta"

"Vanno garantiti agli studenti il diritto di poter fare lezione e anche di manifestare il proprio dissenso e sta a chi governa garantirli". Lo ha detto, il neoeletto rettore della Sapienza Luigi Frati a proposito delle occupazioni degli studenti nell'università, avvenute negli ultimi giorni contro la legge 133.

12:26 Studenti cosentini sospendono proteste dopo arrivo carabinieri

Gli studenti degli istituti superiori di Fagnano Castello, San Marco Argentano e Roggiano, nel cosentino, hanno sospeso lo stato di agitazione in atto da due giorni dopo una visita di carabinieri e polizia. I rappresentanti delle forze dell'ordine, secondo quanto si è appreso, hanno spiegato agli studenti in stato di agitazione che le manifestazioni in atto sono configurabili come un reato penalmente perseguibile in quanto presuppongono il reato di interruzione di pubblico servizio. Gli studenti hanno posto fine all'agitazione riservandosi di intraprendere altre forme di protesta. Tutti gli striscioni che erano stati apposti all'entrata degli istituti sono stati rimossi.

12:13 Muro di libri a Trieste per dire no alla Gelmini

Una 'scuola di libri' è stata costruita stamani da oltre 200 studenti delle scuole medie superiori di Trieste, nella piazza del popolare rione di San Giacomo, in segno di protesta contro la riforma Gelmini. Gli studenti, arrivati di prima mattina dalle scuole, quasi tutte occupate o autogestite, hanno portato in piazza i loro libri di testo per erigere un simbolico muro davanti alla chiesa, sotto lo sguardo incuriosito dei passanti. Terminata la "costruzione", gli studenti sono tornati ordinatamente a presidiare le loro scuole, scandendo slogan contro la riforma.

12:09 Striscione in consiglio regionale veneto: "No a Stato di polizia"

Uno striscione con la scritta "Okkupazione no allo Stato di polizia" è stato srotolato nell'aula del Consiglio regionale del Veneto dai consiglieri di opposizione del Pd, Idv, Verdi, Prc e Rifondazione comunista. La protesta è stata messa in atto all'apertura dei lavori per iniziativa dei consiglieri del centrosinistra dopo le dichiarazioni del premier Silvio Berlusconi sull'uso delle forze dell'ordine in scuole e università occupate.

12:08 Nel pomeriggio corteo a Roma dalla Sapienza al Senato

E' previsto per le 15 un corteo di studenti universitari e medi che partendo dalla Sapienza arriverà sino al Senato. A Palzzo Madama nel pomeriggio è prevista infatti la discussione del decreto Gelmini.

12:05 A Pavia mobilitazione in Università e scuole superiori

Proseguono anche a Pavia le mobilitazioni degli studenti contro la riforma della scuola prevista dal decreto Gelmini. In questi giorni, in Università, si stanno svolgendo le assemblee di facoltà. Martedì prossimo, 28 ottobre, in contemporanea con il Consiglio di amministrazione dell'Ateneo, si svolgerà una nuova assemblea generale degli studenti nel corso della quale verranno formulate alcune proposte. Si mobilitano anche gli studenti delle scuole medie superiori di Pavia. Giovedì 30 ottobre è previsto un corteo per le vie del centro: a fianco dei ragazzi dovrebbero sfilare anche alcuni insegnanti.

12:04 Facoltà Sociologia fulcro mobilitazione studentesca a Trento

E' dalla facoltà di Sociologia che monta a Trento la protesta contro tagli e blocchi delle assunzioni. Dopo una prima lezione all'aperto tenuta ieri mattina in piazza Venezia, sotto il monumento ad Alcide De Gasperi, oggi si terranno altre assemblee che dovranno decidere di eventuali altre lezioni all'aperto o di una possibile occupazione. In preparazione anche una manifestazione che si terrà martedì 28 ottobre davanti al Rettorato, in coincidenza con la riunione del cda dell'Università.

12:02 Rotondi: "Bene Napolitano, ma decreto Gelmini è sintesi perfetta"

"Manifestare è legittimo, ma farlo in maniera pregiudiziale è sbagliato. La riforma della scuola che il governo vuole realizzare è la sintesi perfetta di tradizione e innovazione. Come sempre è stato saggio l'appello del presidente Napolitano affinché tutti discutano e si confrontino serenamente e costruttivamente sul sistema scolastico italiano. C'è bisogno della riforma e il governo intende realizzarla". Lo dichiara il ministro Gianfranco Rotondi.

11:52 Agenda proteste bolognese folta di appuntamenti

Numerose anche oggi le iniziative annunciate all'università di Bologna contro la riforma Gelmini. Assemblee sono in programma nelle facoltà di Giurisprudenza, Lettere, Lingue e Scienze, e lezioni in piazza Puntoni con alcuni docenti di Scienze. Alle 18.30 partenza da piazza San Francesco di una fiaccolata di liceali e universitari, con conclusione prevista in piazza Maggiore. In serata, da piazza Nettuno, collegamento con la trasmissione di Michele Santoro 'Annozero' su Raidue.

11:51 Unione studenti: "Stop a occupazioni solo con ritiro decreto"

La mobilitazioni nelle scuole italiane contro il decreto Gelmini prosegue. "Al presidente del Consiglio che con metodi intimidatori ci intima di sciogliere le proteste rispondiamo che le occupazioni si fermeranno soltanto quando ritirerà il decreto 137", afferma Roberto Iovino, coordinatore nazionale dell'Unione degli studenti che ha dato il via alla protesta. "Questo governo - aggiunge - non può continuare a non ascoltare le nostre proposte e a considerarci solo un problema di ordine pubblico. Chiediamo che il governo ci convochi al più presto per ascoltare le nostre proposte".

11:46 Solo una scuola occupata in provincia di Mantova

Per ora l'unica scuola occupata nel mantovano è l'istituto Manzoni di Suzzara, grosso centro della provincia, che ospita indirizzi di studio liceali e tecnici. L'autogestione è iniziata ieri e dovrebbe concludersi, secondo quanto dichiarato dagli studenti, domani.
A Mantova la situazione è tranquilla. In tutte le scuole superiori le lezioni si stanno svolgendo regolarmente così come nella locale università.

11:38 Controlli dei carabinieri nelle scuole della capitale

I carabinieri avrebbero avviato dei controlli nelle scuole della capitale. Una prima ricognizione sarebbe avvenuta al liceo Augusto, dove è in corso un'assemblea degli studenti.

11:36 A università Cagliari blocco lezioni, ma niente occupazione

Il fronte degli studenti universitari di Cagliari e dei docenti è compatto per dire no ad una riforma che vedrebbe ridurre i finanziamenti degli atenei. Lo hanno ribadito anche in un'assemblea nella facoltà di Lettere, ma sull'occupazione non vi è un accordo unitario. Così si è deciso, con i docenti, la sospensione delle regolari lezioni sino a giovedì prossimo quando è previsto un corteo.

11:34 Tensione a corteo studenti di Cosenza

Esplode anche a Cosenza la protesta degli studenti delle scuole superiori e dell'università. Stamattina centinaia di ragazzi degli istituti di secondo grado hanno sfilato inneggiando slogan contro la Gelmini. Nel corso del corteo sarebbero stati capovolti dei cassonetti e i vetri di alcune scuole sarebbero stati rotti con il lancio di pietre. La manifestazione ha richiamato l'intervento di pattuglie dei carabinieri, che però si sono limitate a controllare evitando qualsiasi contatto.

11:32 Cicchitto: "Veltroni vuole incendiare gli animi"

All'indomani dell'annuncio del premier di voler mandare la polizia nelle università, il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto accusa Walter Veltroni di voler "incendiare gli animi in vista della manifestazione del 25 ottobre" fomentando le proteste degli studenti in tutta Italia.

11:19 Bersani: "Gelmini vuole curare figlio malato a bastonate"

"Ho ascoltato ieri la Gelmini che elencava i mali dell'università. Sì, sono mali veri, ma lei, che è il ministro dell'istruzione, li elencava con odio. E' come se uno che avesse un figlio malato pensasse di guarirlo con le bastonate. Non è così che si cura la nostra scuola e università". Lo ha affermato il ministro ombra del Pd per l'economia Pierluigi Bersani.

11:11 Prefetto di Roma: "Libertà di riunione garantita dalla Costituzione"

"La nostra costituzione prevede che la libertà di riunione sia garantita, purché sia attuata pacificamente e senza armi. E' una garanzia costituzionale approntata per tutti coloro che sono sul nostro territorio". Così il prefetto di Roma, Carlo Mosca, commenta l'annuncio di Silvio Berlusconi, che ieri ha prospettato l'intervento delle forze dell'ordine contro le occupazioni di scuole e università. "Il diritto alla libertà di manifestazione di pensiero- dice Mosca - vale per tutti i cittadini, e ovviamente anche per gli studenti".

11:10 Picchetti davanti alle facoltà universitarie di Napoli

Picchetti davanti alle Facoltà napoletane, distribuzione di volantini e tentativi di blocco delle lezioni: la protesta degli studenti universitari a Napoli contro la riforma Gelmini e i tagli alla ricerca prosegue. Stamattina, dopo la prima notte di occupazione di palazzo Giusso, sede dell'università l'Orientale, l'assemblea 'Stop Gelmini', i collettivi studenteschi e le associazioni dei dottorandi e dei ricercatori si sono riuniti per decidere le azioni di protesta.

11:05 Forza Nuova partecipa ad occupazione liceo Malpighi di Roma

I militanti di Lotta Studentesca, movimento giovanile vicino a Forza Nuova, uniti ad altre centinaia di studenti, hanno occupato il liceo scientifico Malpighi di Roma per protestare contro il decreto Gelmini "che sta assestando il colpo ferale al sistema scolastico italiano".

10:56 Istituto d'arte d'Imperia proclama autogestione

I circa 360 alunni dell'Istituto d'Arte di Imperia hanno proclamato l'autogestione, come forma di protesta contro il decreto di riforma del ministro Gelmini. "Sono una quarantina gli alunni che svolgono regolare lezione - spiega la preside, Beatrice Grossi - Gli altri ragazzi hanno deciso di impostare le lezioni approfondendo i vari documenti e decreti relativi alla scuola e, più da vicino, la riforma, e trattando le materie del loro indirizzo con lezioni alternative, alcune organizzate direttamente da loro, altre con l'intervento degli insegnanti, quest'ultimi regolarmente in servizio e sempre a disposizione".

10:36 Manifestazioni studentesche creano problemi a traffico Napoli

Manifestazioni di studenti oggi a Napoli. Un corteo, non in programma, sta percorrendo Viale Kennedy, nel quartiere Fuorigrotta, e probabilmente raggiungerà la sede della Rai in Viale Marconi. Un altro corteo, anche questo non in programma, sta attraversando il centro della città e sta raggiungendo piazza del Gesù. Si stanno registrando pesanti ripercussioni sul traffico.

10:04 Corteo studentesco in centro a Torino

Diverse centinaia di studenti di scuole superiori di Torino stanno sfilando in corteo nel centro storico della città. I ragazzi, che marciano scandendo slogan, frequentano l'istituto professionale "Giulio", il magistrale "Regina Margherita", il liceo scientifico "Copernico", il tecnico commerciale "Rosa Luxemburg".

09:56 Centinaia di studenti delle superiori in corteo a Matera

Circa un migliaio di studenti delle scuole medie superiori hanno composto stamani, a Matera, un corteo che, partito da piazza Matteotti, si concluderà in piazza Vittorio Veneto, nel centro storico della città lucana. Con striscioni e cori, gli studenti stanno contestando la riforma del Ministro Gelmini.

09:56 Mantovano: "Eviteremo dissenso che usa violenza"

"Bisogna garantire la libertà del dissenso ma anche quella di chi non vuole protestare". Cosi' Alfredo Mantovano, sottosegretario all'interno, ospite di Radio Anch'Io su Radio 1. "Tra i diritti da garantire - sottolinea Mantovano - c'è anche quello di uno studente che non aderisce alla protesta e vuole entrare in aula, senza essere oggetto di minacce o peggio violenze, come purtroppo in qualche caso sta avvenendo". L'obiettivo del governo quindi è quello di "evitare che il dissenso passi attraverso minacce e violenze".

09:53 Cancelli bloccati alla facoltà milanese di Scienze politiche

I cancelli della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Milano sono stati bloccati dagli studenti per un'ora, impedendo così l'ingresso a chi voleva frequentare i corsi. Nessuna protesta da parte del centinaio di ragazzi presenti all'esterno, dove sono stati appesi striscioni contro il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini e il ministro dell'Economia Giulio Tremonti. In mattinata, la mobilitazione contro i tagli all'Università prosegue con gruppi di "libero sapere", che prepareranno le lezioni da tenere domani all'aperto in piazza Duomo, e con il coinvolgimento di alcuni professori disponibili a modificare i loro corsi per trattare temi di attualità.

09:38 La Rete degli studenti medi contro Berlusconi: "Parole gravi"

La Rete degli studenti medi ritiene le parole del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi "gravi e inaccettabili". In un clima di forte protesta e tensione sociale "viene meno alla sua responsabilità istituzionale, alimentando lo scontro e rifiutando il dialogo". La Rete è impegnata "nel mantenere forte il grande movimento pacifico e rispettoso nelle scuole e nelle università" che questi giorni ha dimostrato di saper esprimere istanze concrete e una straordinaria esigenza di cambiamento. Chiediamo al presidente del Consiglio di ritirare istantaneamente le minacce di ieri pomeriggio e di consentire il dialogo democratico".

09:19 Maroni: "Sulla scuola riunione oggi pomeriggio al Viminale"

"C'è una riunione oggi al Viminale alle 17".Lo ha detto a Trieste il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, rispondendo alla domanda dei giornalisti che gli chiedevano quali saranno le direttive per la protesta di studenti universitari e scuole.

09:18 Veneto mobilitato contro la Gelmini

Oggi è cominciata la campagna nazionale ''Teniamo la Gelmini fuori dalle nostre scuole''. Sit-in, striscioni, assemblee, informazione e ''controinformazione'' per affermare il diritto degli studenti a far sentire la nostra voce dentro e fuori le scuole. Tra le regioni più attive il Veneto dove in tutte le provincie si sono svolte o si svolgeranno nella giornata incontri e manifestazioni di Informazione, distribuzione di materiale informativo per "Tenere La Gelmini Fuori Dalle Nostra Scuole".

08:41 Roma, occupati vari licei

Come annunciato nei giorni scorsi dalla Rete degli Studenti, sono iniziate questa mattina le occupazioni in scuole superiori di tutta Italia. In particolare a Roma, a quanto risulta, sono stati occupati alcuni Licei come lo storico classico Tasso o il periferico scientifico Malpighi

08:40 Palermo, stop alla didattica a Lettere

Prosegue la mobilitazione contro il decreto Gelmini all'università di Palermo. A Lettere il Consiglio di facoltà ha approvato la sospensione per dieci giorni della didattica ordinaria e la sostituzione con lezioni informative e attività culturali realizzate in collaborazione con i docenti e ricercatori. L'obiettivo è informare studenti e cittadinanza sui motivi della protesta. Oggi alle 16, presso l'Aula magna della Facoltà, il primo incontro di approfondimento sulla legge 133



Report "Scuola"

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Sezione principale: Scuola

La protesta de los estudiantes eleva la tensión en Italia ( da "Pais, El" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini. Según afirman los sindicatos, tras la actuación del Gobierno "se esconde un plan para desmantelar la educación pública". 12.000 gitanos, fuera Italia A FONDO Capital: Roma. Gobierno: RepÚblica. PoblaciÓn: 58,145,321 (est. 2008) Ver cobertura completa --> La noticia en otros webs webs en espaÑol en otros idiomas Berlusconi compareció a mediodía junto a Gelmini en conferencia

Il braccio di ferro sulla scuola ( da "Corriere.it" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Cadorna inviato dagli studenti A Milano manifestazione contro il decreto Gelmini: tafferugli alla stazione Cadorna Cortei anti-Gelmini: nel capoluogo lombardo contusi sei studenti Dai tagli al maestro unico: parlano i rappresentanti degli insegnanti Le immagini stampa |.

I giovani di An: <Manifestare è un diritto Sbagliata la linea di Berlusconi> ( da "Corriere.it" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: ma chi vuole scendere in piazza deve poterlo fare" Berlusconi con il ministro Gelmini (Ansa) ROMA - "Ero uno studente diligentissimo: non ho mai manifestato". A Silvio Berlusconi non piacciono per niente le occupazioni e le proteste nel mondo della scuola. Anche perché, nel mirino di insegnanti e di studenti, ci sono la riforma Gelmini e i tagli all'Università.

Gli studenti non si fermano: blocchi a Milano, occupazioni a Roma e Napoli ( da "Corriere.it" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: proteste così ampie e diffuse dovrebbero portare il governo a ritirare il decreto Gelmini e le misure con i tagli alla scuola e all'università". Dal governo arriva la risposta del ministro del Lavoro Sacconi, secondo cui le proteste sono guidate da "giovani presuntuosi e politicizzati", frutto di una scuola e di una università "autoreferenziali" nate negli anni Settanta.

E' lecito esprimere il disagio ma non in modo inconcludente ( da "Trentino" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Insomma, meglio dialogare con la Gelmini che occupare le facoltà... "Io preferisco il dialogo. Ho una carica istituzionale e a fine mese devo pagare gli stipendi ai miei dipendenti. Non sono un politico, ma ho il dovere di discutere con il ministro di turno su ciò che tocca l'università.

Controllerò i bilanci dei tre atenei toscani ( da "Gazzetta di Modena,La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Il ministro Maria Stella Gelmini attacca a testa bassa cinque atenei, tra cui i tre toscani. "Ho avviato controlli - ha dichiarato - in alcuni atenei che sono vicini al dissesto finanziario e che sono peraltro quelli dove le occupazioni sono più forti". La dichiarazione rappresenta uno schiaffo a Pisa e Firenze, accomunate a Siena che si trova in una situazione del tutto diversa,

Bugie della sinistra? Furbizie del governo ( da "Gazzetta di Modena,La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Le guide turistiche come ha suggerito il ministro Gelmini?". Sempre il premier dice che non è vero che diminuiranno gli insegnanti di sostegno. "Infatti nessuno lo dice". Le scuole di montagna: il premier nega che verranno chiuse. "Il piano programmatico dice che devono essere gradualmente ridotte le sedi scolastiche con meno di 500 alunni.

Non abbiamo paura, andiamo avanti ( da "Gazzetta di Modena,La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Non abbiamo paura di Berlusconi e della Gelmini" hanno gridato gli studenti della Sapienza di Roma dove ieri il Dipartimento di Fisica è stato chiuso per protesta con catenaccio e lucchetti ed è stata occupata anche l'Aula 2 della Facoltà di Economia. Un corteo spontaneo di un migliaio di studenti di Roma Tre ha poi manifestato nel pomeriggio bloccando il quartiere Ostiense-

Ora Berlusconi agita il manganello ( da "Trentino" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Il decreto Gelmini non sarà ritirato e contro gli studenti che occupano le scuole e le università il governo è pronto a schierare la polizia. L'annuncio parte da palazzo Chigi dove Silvio Berlusconi convoca una conferenza stampa con Maria Stella Gelmini per difendere il contestatissimo decreto che porta il nome del ministro dell'Istruzione e per denunciare "

Veltroni: irresponsabile, soffia sul fuoco ( da "Trentino" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: E Veltroni ripete la richiesta di ritirare il decreto Gelmini e di dar vita a un tavolo con tutti le parti interessate. Di fronte al pugno di ferro brandito ieri da Berlusconi, Veltroni torna però anche a riproporre le preoccupazioni più generali per lo stato della democrazia. "E' ancora possibile dissentire in questo Paese?

Scuola, 3500 firme al prefetto contro i tagli del governo ( da "Stampa, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: contro il decreto Gelmini e la proposta di maestro unico. Ieri sono state consegnate a tutte le prefetture del Piemonte. E' uno dei primi passi della mobilitazione a cui il sindacato chiama a raccolta tutti gli attori della scuola dopo l'approvazione della legge 133 che prevede su scala nazionale una riduzione di circa 87 mila docenti e di 42 mila lavoratori Ata (

Volantinaggio degli studenti contro la Gelmini ( da "Tribuna di Treviso, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: "Fuori la Gelmini dalla scuola". Tutto questo in vista dello sciopero generale, con astensione dalle ore di lezione, previsto per il 30 ottobre. Anche gli studenti di "Lotta studentesca", dell'area di destra, si dicono contrari alla riforma Gelmini, senza però aderire allo sciopero del 30.

Ombralonga/1: la città ( da "Tribuna di Treviso, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Ivana Daccò Gelmini/1: attenti, è un campanello d'allarme Il mondo della scuola è, ormai da diversi giorni, in rivolta. E le manifestazioni di protesta, da Nord a Sud, da Est a Ovest, interessano non solo le scuole di ogni ordine e grado (scuola primaria, medie, superiori e università), ma vedono in prima fila tanto i docenti come gli studenti,

Minacce inaccettabili, non ci faranno tacere con la forza ( da "Tribuna di Treviso, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: sono solo la finanziaria di Tremonti e i decreti della Gelmini. Le manovre del governo Berlusconi sono il pretesto per far venire fuori tutto il malcontento di una generazione che non ci sta ad avere davanti un futuro con poche speranze. C'è chi come Federico, in tasca laurea specialistica che mette insieme Filosofia e Fisica quantistica, lavora in teatro come tecnico delle luci:

Torino, la trincea dove partì il '68 "vengano ad arrestarci, siamo più di loro" - paolo griseri ( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: L'aspetto più originale degli anti-Gelmini è che la protesta supera antichi steccati. Nell'atrio di Palazzo Nuovo, la sede delle facoltà umanistiche, Valentine sgrana gli occhi quando le chiedi: "Non è strano trovarsi dalla stessa parte della barricata con i professori?". "Perché strano?

"no alle occupazioni, garantiremo l'ordine" scuola, berlusconi minaccia l'uso della forza - carmelo lopapa ( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Bagnasco: serve moderazione Lo scontro Conferenza stampa con la Gelmini: sulla riforma nessuna marcia indietro CARMELO LOPAPA ROMA - Manda un avviso ai "naviganti". Che poi sarebbero studenti, famiglie, insegnanti e anche ai mezzi di informazione. "L'ordine deve essere garantito, lo Stato deve fare lo Stato".

I futuri geologi in strada per chiedere l'elemosina ( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini e Brunetta: voi non sapete l'autunno che vi aspetta I chimici a lezione listati a lutto, i geologi in strada a chiedere l'elemosina, gli agrari in tenda nei prati del campus. Anche a Torino la protesta degli studenti si allarga e studia strumenti folkloristici per fare breccia nell'opinione pubblica.

Da nord a sud la mappa della scuola sulle barricate ( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: celebrare il funerale della scuola pubblica mentre universitari e medi si sono riuniti all'Orientale di Napoli dove è stata decisa l'occupazione. Occupazioni anche delle facoltà umanistiche a Torino. Non solo studenti. A Roma il coordinamento genitori-insegnanti "Non rubateci il futuro" ha chiesto un incontro al ministro Gelmini e la sospensione "immediata" dei lavori parlamentari.

Studenti chiusi fuori: salta l'occupazione del liceo Gobetti ( da "Secolo XIX, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: lezioni per manifestare contro il decreto legge Gelmini. A chi ieri ha scelto di organizzare la protesta l'istituto però non ha dato asilo: "Ci hanno lasciati fuori sotto la pioggia - spiega Francesca, 17 anni, probabile futuro rappresentante d'istituto - Alle 7,30 eravamo già tutti qui davanti: molti sono entrati, ma dieci minuti prima delle otto ci hanno chiuso il portone in faccia"

Sfila il corteo funebre dell'istruzione pubblica ( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Nelle facoltà di Legge e Scienze politiche da lunedì scorso docenti e studenti hanno sospeso le lezioni per aprire il dibattito sulla legge 133. Le "133 coltellate inferte da Tremonti e Gelmini alla pubblica istruzione" hanno scatenato la protesta degli universitari che oggi partiranno con le lezioni in piazza. (f.s.).

Anche il vicesindaco nel mirino guerra di manifesti col comune ( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Cronaca Lo slogan Il leader Milano Anche il vicesindaco nel mirino guerra di manifesti col Comune Nessuna mediazione, fuori la Gelmini dall'istruzione Proseguono le assemblee di protesta nelle università milanesi. Ieri dopo una lezione all'aperto in piazza Duomo a cui hanno partecipato 500 persone, gli studenti della Statale hanno raggiunto in corteo la sede di Scienze politiche.

"date le università alle regioni" ( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: La proposta federalista del Piemonte sostenuta dai rettori Mentre la protesta contro la riforma Gelmini si estende anche alle Superiori, il Piemonte lancia una proposta a Calderoli: "Vogliamo il federalismo universitario. Date a noi la gestione degli atenei" dice l'assessore Bairati. E i rettori concordano. Gian Maria Bravo approva la protesta: "Giusta e sacrosanta".

Dal gioberti al volta sale la protesta scocca l'ora delle scuole superiori - milena vercellino ( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: contro la riforma Gelmini continua a montare la protesta anche nei licei e negli istituti tecnici e il calendario della mobilitazione s'infittisce sempre più di appuntamenti. E mentre in questi giorni una galassia di iniziative sta prendendo forma nei singoli istituti, i ranghi si stanno sempre più compattando in manifestazioni comuni,

"contestazione giusta e sacrosanta sgomberare sarebbe un errore" - vera schiavazzi ( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: no Gelmini'. E, questa volta - a differenza di diciotto anni fa, quando la Pantera lo sorprese mentre era preside a Scienze Politiche - non pare neppure troppo preoccupato per le forme che la protesta potrebbe assumere. Professor Bravo, nel 1990 lei giunse addirittura a presentare le sue dimissioni perché i metodi degli studenti,

Sapienza, generazione ammaniti "noi qui non abbiamo paura" - beppe sebaste ( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: ", ha detto una. "Noi non siamo violenti, violenta è la legge Gelmini-Tremonti". Ma la risposta collettiva, la parola d'ordine, è come il titolo del libro di un altro noto scrittore. "Io non ho paura". Mentre scrivo, la protesta non si ferma. Dilaga.

La sapienza sfida berlusconi "niente polizia all'università" - carlo alberto bucci ( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: uno dei leader del movimento anti Gelmini, da ieri ribattezzato "Onda anomala" - tra gli applausi scroscianti degli universitari che, assiepati dalle tre di pomeriggio sui gradini e nei giardinetti, hanno ripetuto: "Noi non abbiamo paura". "Le forze dell'ordine non possono entrare alla Sapienza senza il permesso del rettore.

Occupato il tasso e il blocco di destra sfila contro la gelmini - tea maisto ( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Milvio Occupato il Tasso e il Blocco di destra sfila contro la Gelmini TEA MAISTO Sono da poco trascorse le 12 quando arrivano i risultati della votazione: 779 favorevoli, 274 contrari. Il Tasso è occupato. Qualche ora più tardi arriva anche lo striscione: "Riforma? Ce ne occupiamo noi". Sì, perché lo storico liceo di via Sicilia ha occupato "per protestare contro il decreto Gelmini,

Dai maestri ai rettori, il fronte del no - laura mari ( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: nella voglia di bloccare i decreti Tremonti e Gelmini. Una massa critica che oggi pomeriggio alle ore 17, in concomitanza con la votazione al Senato del decreto Gelmini, ha convocato un sit-in proprio sotto a Palazzo Madama, una manifestazione a cui aderiranno anche gli universitari che giungeranno in corteo da piazzale Aldo Moro.

"padri, madri e nonni lottate insieme a noi" - claudia brunetto ( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: hanno partecipato alla prima vera assemblea degli studenti medi aperta per dibattere sulla riforma messa in campo dal ministro Mariastella Gelmini. Fra i partecipanti alcuni rappresentanti dei licei classici Meli, Umberto, Garibaldi, del linguistico Ninni Cassarà, dello psicopedagogico Finocchiaro Aprile e dei licei scientifici Galileo Galilei, Einstein e dell'Itc Vilfredo Pareto.

Assemblee e autogestione la protesta arriva nei licei - salvo intravaia ( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini Ma il preside del Galilei avverte "Se i ragazzi occupano chiamo la polizia" SALVO INTRAVAIA Monta la protesta nelle scuole palermitane. A guidare il fronte anti-Gelmini sono i licei. Il classico Umberto I è in autogestione da ieri mattina e in altri istituti, tra assemblee straordinarie e richieste di autogestione,

Scuola, la battaglia dei licei ( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Einstein assemblee contro la riforma Gelmini Anche i licei dilaga la protesta anti-Gelmini. Il classico Umberto I è in autogestione da ieri e in altri istituti, tra assemblee straordinarie e richieste di autogestione, la situazione è caldissima. Il vento del dissenso spira soprattutto in tre licei scientifici: il Galilei, il Cannizzaro e l'Einstein.

Università, si allarga la rivolta stop ai corsi a lettere e scienze - antonella romano ( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: impostazione globale della riforma Gelmini "targata più Tremonti che Gelmini". "Crediamo che la strada migliore per affrontare questo momento di sbandamento - dice Valerio Barrale, segretario provinciale giovani Udc - sia il dialogo e il confronto sul merito della riforma evitando forme di protesta estreme, come il blocco dell'anno accademico".

Colletta per aiutare le famiglie di tre bimbi disabili ( da "Secolo XIX, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Nonostante la carenza di fondi dell'ente siamo riusciti a garantire una minima assistenza di sostegno con educatori sociali del Comune". Intanto per domani sera nella sede del circolo di via Artisi si terrà un incontro con i genitori (inizio ore 20 e 30) per spiegare il senso della riforma Gelmini. Alberto Parodi 23/10/2008.

L'esperto: <non disperate i funghinasceranno> Scatta l'occupazionestudentescadel liceo"Pacinotti" ( da "Secolo XIX, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: dopo la pioggia prima iniziativa di lotta anti-gelmini Manifestazione in città degli studenti. Domani corteo nel centro e presidio al quartiere della Pianta "CERCATORI di funghi non disperate. Anche se fino ad ora siete tornati a casa col cesto vuoto, la stagione non è ancora finita e le recenti piogge promettono bene".

Diritto allo studio sit-in in regione "legge al palo" ( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gli studenti del liceo linguistico e sociopsicopedagogico Villari, schierati contro il decreto Gelmini, hanno organizzato un corteo che ha raggiunto il palazzo della Regione al Centro direzionale. Insieme ai ragazzi del Villari, rappresentanti di altre scuole occupate o in autogestione: il Gadda, il Fermi, il Duca di Buonvicino, il Galiani, il Da Vinci.

Ore 13.30, orientale occupato - giovanni chianelli ( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Orientale che fa capo alla rete "Stop Gelmini". All'una e mezza la "presa" di Palazzo Giusso è ufficiale. E subito una raffica di proposte: lezioni in piazza, gruppi di lavoro, assemblee. Intanto il cuore dell'università è occupato. Dallo striscione che sancisce l'inizio del presidio mancano le due "K" degli anni �90.

Mobilitazione anti-gelmini la sun blocca le lezioni - bianca de fazio ( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Pagina II - Napoli Mobilitazione anti-Gelmini la Sun blocca le lezioni Il rettore Rossi: non vogliamo i manganelli Tensione al De Sanctis di Salerno La polizia identifica gli studenti occupanti BIANCA DE FAZIO Solo a Napoli sono 60 le scuole mobilitate contro la Gelmini con occupazioni o autogestioni ed assemblee permanenti.

"ma noi con internet facciamo politica" ( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: "Gli dico: Berlusconi, Gelmini, Tremonti e Marcegaglia equiparano l'istruzione privata a quella pubblica. Si vendono il tuo titolo di studio. Quindi sono loro che ti fanno violenza". Il problema è sempre più la comunicazione? "Sì, occorre sensibilizzare gli studenti che rimangono a casa.

Studenti, dilaga la protesta ( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: legge Gelmini con occupazioni o autogestioni e assemblee permanenti. La protesta cresce e sposa le ragioni degli studenti delle scuole con quelle del mondo dell'università. Nelle scuole gli insegnanti sono in agitazione e attendono lo sciopero del 30 ottobre, nelle università i Senati accademici e i consigli di amministrazione si stanno pronunciando contro i provvedimenti romani.

Nell'alessandrino con la "gelmini" mille posti in meno ( da "Secolo XIX, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract:

Se la verità non si scopre ma si può regalare - fulvio tessitore ( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: del ministro Gelmini; i rettori alzano noiosi lai per la miseria delle università, costrette a tagliare ricerca e servizi; qualche docente illuminato quanto angosciato invita a fare autocritica, a eliminare gli sprechi per ottenere davvero la riforma delle università, tanto che conta se sono fondazioni di diritto privato o istituzioni pubbliche,

Salvatore, leon e luca chi sono i leader della protesta - franco vanni ( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Paga 400 euro di affitto per una stanza in porta Venezia e prima dell'ondata anti-Gelmini era stato a due sole manifestazioni: quella del 25 aprile e il concerto del Primo maggio a Roma. Salvatore è una mosca bianca. A organizzare la protesta sono soprattutto i veterani da collettivo. Studenti che la "politica contro" la facevano già al liceo.

Belluzzi, continua l'occupazione "ci aspettiamo l'arrivo della digos" - sara scheggia ( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: approvazione della legge Gelmini al Senato. Partiranno da piazza San Francesco per terminare sotto al Nettuno, a loro si aggiungeranno anche gli studenti universitari e, con ogni probabilità, anche i genitori e i maestri delle scuole elementari. Il Coordinamento degli studenti medi si è riunito ieri proprio al Belluzzi, per decidere come proseguire nella mobilitazione.

L'ateneo non segue berlusconi "nessun motivo per chiamare la polizia" ( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini" scuotono la testa: "Veramente allucinante: l'unica risposta che riesce a dare il governo a dei movimenti trasversali è quella dei manganelli. E' preoccupante per la mobilitazione e per il paese, il clima è pesante", dice Giulia, studentessa di Scienze politiche, dove gli universitari si ritrovano in un'aula in assemblea permanente.

Fortuzzi, cena etnica ai giardini contro le classi per gli stranieri - alessandro cori ( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: altra il ministro Gelmini illustra quella che viene definita: "Pagella a punti". Prima che inizi lo spettacolo del duo comico bolognese Paolo Maria Veronica e Roberto Malandrino (per i quali la Gelmini diventa "Enterogelmini"), i genitori vengono invitati a partecipare, stasera, in piazza del Nettuno, al collegamento della trasmissione "Anno Zero"

A scuola un buco da 10 milioni - ilaria venturi ( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini Al Polo artistico mancano i soldi per pagare il fondo d'istituto e i corsi di recupero ILARIA VENTURI CHI ancora non è riuscito a pagare gli insegnanti per i corsi di sostegno tenuti a marzo scorso e in estate. Chi non ha più soldi per i supplenti, chi non ha pagato i docenti per le ore aggiuntive e per i progetti didattici,

Mamme e fiaccolata in diretta da santoro - eleonora capelli ( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini è partita da Bologna ed è proprio dai piedi della fontana del Nettuno che stasera alle 21, in diretta, "Annozero" porterà nelle case degli italiani le ragioni di chi difende il tempo pieno. La trasmissione di Michele Santoro che ha scelto per titolo "Le mani sul futuro" parte dall'epicentro bolognese del movimento di mamme e bambini che hanno organizzato la notte bianca per

Sabato presidio in fiera contro il ministro brunetta ( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Con la Gelmini, anche il ministro Brunetta è al centro delle proteste di questi giorni. Gli stessi enti di ricerca sono in stato di agitazione e uno dei motivi riguarda un emendamento proposto dal ministro (emendamento all'articolo 37 del ddl 1441) che blocca il processo di "stabilizzazione", che avrebbe dovuto portare all'assunzione di almeno per una parte dei ricercatori precari.

Atenei, riforma necessariama manca una strategia ( da "Secolo XIX, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Così Giorgio Napolitano ha commentato le proteste contro la riforma Gelmini. E come dar torto al presidente della Repubblica? Limitando l'analisi alla sola Università, la fotografia dell'esistente è davvero sconfortante: conti in rosso, cattedre fasulle, strutture fatiscenti, atenei di quartiere. Insomma, un sistema fuori controllo.

La sinistra: <Il premier come Bava-Beccaris> ( da "Secolo XIX, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Veltroni ieri ha chiesto al governo il ritiro del decreto Gelmini e delle misure con i tagli all'Università, e la convocazione di "un tavolo con le organizzazioni sindacali, quella degli studenti, quella dei rettori"; "ci si dia un termine per decidere e si discuta - ha spiegato - perché la democrazia è decisione ma è anche ascolto".

Berlusconi allo scontro ( da "Secolo XIX, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Mariastella Gelmini, ad una conferenza stampa sul decreto-scuola. Sette ore dopo, alle cinque del pomeriggio, Roberto Maroni, ministro degli Interni ha varcato il portone di Palazzo Chigi per incontrare il premier: la convocazione gli è arrivata mentre era a pranzo con Gianfranco Fini e Umberto Bossi.

In mille al corteo anti gelmini - francesca savino ( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Bari In mille al corteo anti Gelmini E Vendola contesta il premier: gravità inaudita la polizia negli atenei FRANCESCA SAVINO "Non è che l'inizio". Mille universitari in piazza e centinaia in assemblea. Lezioni sospese nelle facoltà e da oggi spostate in strada, con l'invito da parte di presidi e docenti a "non aspettare un minuto in più per protestare"

Orlando: <Nel Pd ora serve un pensiero nuovo> ( da "Secolo XIX, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: È proprio tutta da buttare la riforma Gelmini? "Non siamo di fronte a una riforma, è solo un'operazione di carattere finanziario". I tagli dei maestri, però, li aveva previsti anche Prodi. "Non in questi termini e con queste dimensioni. Comunque, dietro il 7 in condotta, i grembiulini e il maestro unico, cose che le famiglie possono anche condividere perché segno di rigore,

Berlusconi: polizia nelle scuole ( da "Nuova Sardegna, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Il decreto Gelmini non sarà ritirato e contro gli studenti che occupano le scuole e le università il governo è pronto a schierare la polizia. Durissimo il premier Berlusconi che denuncia "tutte le bugie della sinistra" e convoca il ministro degli Interni e gli ordina "voglio che sia garantito il diritto allo studio,

Polveriera scuola ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Nazionale pag. 2 Polveriera scuola Sale la tensione sul decreto di riforma 5.500 i corsi di laurea in Italia secondo i dati forniti dal ministro Il ministro indignato "Ho avviato controlli negli atenei in dissesto" MARIASTELLA GELMINI Polveriera scuola.

Berlusconi ordina: Polizia negli atenei ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: contro le occupazioni studentesche indetta per potestare contro la riforma Gelmini. È muro contro muro tra i manifestanti e il governo. Il premier non intende permettere altri blocchi. "L'occupazione di luoghi pubblici non è la dimostrazione dell'applicazione della libertà", ha tuonato in una conferenza stampa a Palazzo Chigi, in cui parlando al fianco del ministro dell'Istruzione,

Gag tragica ( da "Unita, L'" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Maria Novella Oppo IERI MATTINA a Omnibus si parlava del decreto Gelmini e se ne dicevano di tutti i colori contro il movimento che viene dalle scuole, sobillato ovviamente dal Pd, a detta dei signori della destra. E magari fosse che il partito di Veltroni avesse tanta influenza tra i giovani! Gasparri, comunque, si è rivolto con queste parole a Fioroni: "Ignorante,

Il padrone unico ( da "Unita, L'" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Silvio Berlusconi e la stella Gelmini che non riesce a brillare di luce propria ed è costretta, nell'agitazione di cui non capisce il perché, a rivolgersi al Capo per ottenere legittimazione e rinnovata fiducia mentre crolla addosso a tutti e due il castello di carte di una riforma che non è un "semplice decreto".

Non permetteremo le occupazioni Berlusconi minaccia: dirò al Viminale di andare giù duro, al pugno di ferro farete il callo ( da "Unita, L'" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: già seccato dal dover fare da tutore a Mariastella Gelmini per far digerire il decreto sulla scuola. "Non chiamatela riforma", avverte lui, ma "un decreto sacrosanto, altro che ritirarlo" come ha chiesto Veltroni. Le manifestazioni? Berlusconi lancia un minaccioso "avviso ai naviganti: non permetteremo che vengano occupate scuole e università", non sarebbe "democrazia ma violenza"

Il premier: basta occupazioni, intervenga il Viminale. Il Pd: non toccate gli studenti Napolitano avverte: ci vuole il confronto. Cortei e blocchi, dilaga la protesta ( da "Unita, L'" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: "Non permetterò l'occupazione delle università. Darò istruzioni a Maroni su come intervenire". Berlusconi minaccia gli studenti che protestano in tutta Italia contro la legge Gelmini. Veltroni: parole gravi, il premier soffia sul fuoco. alle pagine 2, 3, 4 e 5.

Un intervento di inaudita violenza verbale per difendere un imbarazzato ministro Gelmini: Un decreto sacrosanto, altro che ritirarlo ( da "Unita, L'" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Un intervento di inaudita violenza verbale per difendere un imbarazzato ministro Gelmini: "Un decreto sacrosanto, altro che ritirarlo".

L'ex del pd difende la riforma ( da "Tirreno, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Chi sceglie senza mezzi termini l'opposizione al decreto Gelmini è Osvaldo Ciaponi, Pd, primo cittadino: "Nel mio comune numerosi genitori e insegnanti hanno costituito un comitato che si sta mobilitando per fare una completa e corretta informazione sulla legge 133 del ministro Tremonti e sul decreto 137 del ministro Gelmini.

Protestiamo, ma non siamo politici in erba ( da "Tirreno, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Parlano alcuni leader del movimento contro il decreto Gelmini SAN MINIATO. Ragazzi normali, con le passioni dell'età - a partire dalla discoteca - o politici in erba, per di più di sinistra? I giovani che guidano la protesta anti Gelmini nelle scuole del comprensorio rifiutano le etichette partitiche e dicono di essere adolescenti normalissimi, magari più impegnati di altri.

Comitati e iniziative ( da "Tirreno, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: preso in esame il progetto di riforma della scuola elaborato dal ministro Gelmini e attualmente in corso di approvazione da parte del parlamento. Da parte di tutti è stato sottolineato il carattere sostanzialmente distruttivo del cambiamento in atto, con riferimento ai pesantissimi tagli al personale docente e Ata di ogni ordine di scuola, all'accorpamento di istituti e discipline,

La protesta sale e si organizza ma sul corteo di ieri è polemica ( da "Tirreno, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Chi non salta Gelmini è" ai vari "Vaffa..." rivolti alla ministra. Un'iniziativa, quella di ieri mattina, alla quale hanno partecipato per lo più i ragazzi del Professionale e della quale era stata avvisata la Questura. Ma che non è piaciuta agli altri istituti superiori cittadini che si sono tutti dissociati dalla manifestazione.

In piazza o con la cogestione l'intera maremma si mobilita ( da "Tirreno, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Istituto Professionale hanno aderito in massa al corteo contro la riforma Gelmini e sono stati ricevuti in Comune. Dopo anni di scioperi sempre poco partecipati, per la prima volta anche a Orbetello tornano in piazza gli studenti. Il corteo è partito da piazza Eroe dei Due Mondi, è passato prima a far visita al preside di liceo e professionale e poi all'assessore Di Vincenzo.

Festa della lega nord per i successi 2008 ( da "Messaggero Veneto, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: attualmente è in discussione il testo della riforma Gelmini. "I sondaggi - ha dichiarato ieri Pietro Fontanini - ci danno in forte crescita. E questo significa che dopo aver svolto un forte ruolo all'opposizione, ora stiamo superando e con successo la prova "di governo". E questo sopratutto al lavoro che stanno facendo i nostri ministri a Roma, i nostri parlamentari ma anche grazie all'

Primi passi per il decreto gelmini ( da "Mattino di Padova, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Attualità Primi passi per il decreto Gelmini Il Senato respinge le otto pregiudiziali di costituzionalità presentate dall'opposizione. Ma alcuni dubbi restano ROMA. Il Senato ha respinto ieri sera in aula le otto pregiudiziali di costituzionalità presentate dall'opposizione sul decreto-scuola del ministro Maria Stella Gelmini: 133 voti a favore,

Il cavaliere e il movimento un uomo troppo semplice - mino fuccillo ( da "Provincia Pavese, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: oro quel che luccica nel movimento anti Gelmini. C'è l'ottone e la latta della irragionevolezza ignorante, sì ignorante, degli studenti quando pensano sia per loro una conquista da difendere e non un danno da evitare una scuola tanto facile quanto pessima. C'è la polvere molesta di una subcultura diffusa che vuole la scuola come luogo di socializzazione e intrattenimento dell'

Liceo classico e petrocchi occupati - marta quilici ( da "Tirreno, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: La contestazione al decreto Gelmini si fa sempre più dura anche a Pistoia. "Scuola occupata": da una parte all'altra della facciata del Forteguerri, ieri mattina padroneggiava uno striscione che comunicava il blocco delle attività scolastiche. Dopo poco ne sono apparsi altri con slogan ripresi da canzoni di De Andrè e di Guccini come "anche l'operaio vuole il figlio dottore"

Oggi la manifestazione dell'einaudi pacini e agraria verso l'autogestione ( da "Tirreno, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Sempre più probabili le occupazioni negli altri istituti pistoiesi contro il decreto Gelmini. Ancora niente di certo, ma gli studenti assicurano: "Occupazione o no, continueremo a farci sentire fino al 31, quando il decreto passerà al vaglio del Senato, e anche oltre". L'opposizione alla riforma Gelmini a Pistoia ha scatenato una grande agitazione studentesca.

Scuola, a rischio l'istituto comprensivo di ampezzo ( da "Messaggero Veneto, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: I sindacati fanno il punto sugli effetti della riforma Gelmini sul sistema scolastico in montagna, nei cui paesi è impossibile garantire 15 alunni per aula Scuola, a rischio l'istituto comprensivo di Ampezzo Si dovranno unire più sezioni, ma così si corre il pericolo di restare con un terzo delle attuali classi È stato chiesto un referendum contro la legge TOLMEZZO.

La risposta sbagliata ( da "Messaggero Veneto, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini. C'è l'ottone e la latta della irragionevolezza ignorante, sì ignorante, degli studenti quando pensano sia per loro una conquista da difendere e non un danno da evitare una scuola tanto facile quanto pessima. C'è la polvere molesta di una subcultura diffusa che vuole la scuola come luogo di socializzazione e intrattenimento dell'

Riforma Gelmini Incontro pubblico alla scuola media ( da "Eco di Bergamo, L'" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: La riforma Gelmini sul sistema scolastico non smette di far discutere e anche in Valle Brembana nascono iniziative per approfondire i punti della riforma. A San Giovanni Bianco, domani, alle 20, nell'aula magna della scuola media, alcuni docenti dell'istituto comprensivo organizzano un incontro pubblico.

Corteo in centro e comizio in piazza cavalieri - marco barabotti ( da "Tirreno, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Antonio alle 15 Pasquali replica al ministro Gelmini: il nostro bilancio a posto grazie a un percorso virtuoso MARCO BARABOTTI PISA. Tutto il mondo universitario, dal rettore agli studenti, aderisce alla manifestazione che oggi porterà in piazza non meno di 10mila persone, così dicono gli organizzatori ("una iniziativa pacifica, che sarà ricordata per molto tempo")

Da berlusconi parole a dir poco allarmanti ( da "Tirreno, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Università contro la pseudo riforma Gelmini e la legge 133, che colpiscono pesantemente ed in modo indifferenziato il sistema dell'istruzione pubblica nel nostro paese, è a dire poco allarmante. Di fronte ad un dissenso generalizzato e cresciuto spontaneamente tra gli studenti, le famiglie, i docenti e il personale tecnico delle scuole e dell'Università si preferisce,

<Classi ponte? No, meglio corsi di recupero> ( da "Eco di Bergamo, L'" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini parla di corsi appositi con esami, gli stranieri rilanciano. Sarah Nkarichia, presidente dell'associazione Pamoja Kenya di Bergamo: "Perché non si organizzano, per esempio per bimbi e ragazzi per i quali è già stata presentata una domanda di ricongiungimento in Italia, corsi di lingua italiana nelle ambasciate e consolati nei Paesi di origine o negli istituti di cultura?

Le classi-ponte non sono la soluzione ( da "Messaggero Veneto, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: proposte dal ministro dell'Istruzione Gelmini e dalla Lega Nord, per il primo step in aula dei ragazzi immigrati? "Non sono la soluzione - è l'opinione della liceale di Pordenone che sfoggia un profitto intorno a 8 decimi -. Mi sarei sentita estraniata e, forse, non avrei preso così sul serio l'impegno a scuola.

Durissimo scontro sulla scuola ( da "Tirreno, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini organizzato nell'istituto Verdigi di Pappiana. Un tema caldissimo che ha scatenato una serie di battibecchi protagonisti parte del pubblico (in larga parte insegnanti e dirigenti scolastici) ed alcuni esponenti del centrodestra. Tensione altissima soprattutto quando agli attacchi alla riforma Gelmini ha risposto il capogruppo di An Mannocci il cui intervento è stato più volte

La preside del forteguerri in questura ( da "Tirreno, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: utilizzandole per parlare del decreto Gelmini". Al Pacini, la preside Belliti ha proposto agli studenti un'assemblea d'istituto indetta per oggi alle 9 con il fine di creare un'occasione di confronto: "Vorremmo evitare - spiega il vicepreside Paolo Vaccai - un'occupazione". Il preside del liceo scientifico Alessandro Rabuzzi ha proposto agli studenti una cogestione:

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-10-23 num: - pag: 2 La Nota di M... ( da "Corriere della Sera" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: decreto del ministro Mariastella Gelmini. La reazione al premier di alcuni rettori lascia indovinare il timore che la sola ipotesi della polizia negli atenei inasprisca una situazione che per ora è degenerata solo in casi isolati, come a Milano. Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, anche per coerenza col suo passato giovanile ha già detto che gli studenti debbono poter manifestare.

Collaborò alla riforma per il Pd Ora è con la Gelmini: innovativa ( da "Corriere della Sera" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: REDAZIONALE Il latinista Alessandro Schiesaro Collaborò alla riforma per il Pd Ora è con la Gelmini: innovativa MILANO - La strada, per la contestazione, si fa ripida. O almeno, per la contestazione targata Pd. A breve, probabilmente in dicembre, il professor Alessandro Schiesaro sarà nominato responsabile della segreteria tecnica di Mariastella Gelmini per l'Università.

<I nostri giovani anti-Gelmini? E' ribellismo, Silvio esagera> ( da "Corriere della Sera" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: I nostri giovani anti-Gelmini? E' ribellismo, Silvio esagera" ROMA - "Questa protesta non ha una precisa connotazione ideologica. è piuttosto un vago ribellismo contestatorio normale nelle scuole e nelle università. Ma la sinistra sta provando a metterci sopra il cappello per riempire la manifestazione di sabato contro il governo".

La destra nelle scuole <Noi non faremo l'errore di Almirante> ( da "Corriere della Sera" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Scialanga risponde: "Noi non siamo contro il governo Berlusconi e non contestiamo la riforma Gelmini. Ma da domani (oggi, ndr) daremo anche noi il via alle occupazioni nelle scuole. Pazienza se Berlusconi non è d'accordo, noi siamo autonomi. Il nostro slogan è semplice: Basta prof incompetenti, più.

Napolitano agli studenti <Non posso schierarmi Ora serve il confronto> ( da "Corriere della Sera" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: ruolo da arbitro nel giorno della massima tensione sulla riforma Gelmini e chiede che "su questo tema non si cristallizzi un clima di pura contrapposizione". Infatti, sollecitare "ascolto reciproco " nel momento in cui il premier minaccia di schierare la polizia contro le occupazioni, e con studenti e centrosinistra tramortiti per l'annuncio, sembra una scelta quasi rinunciataria.

Brunetta ( da "Tirreno, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gianni Menicucci Pisa UNIVERSITA' I lucchetti li mette la ministra Gelmini Ho 25 anni e mi sono laureata. Se ho raggiunto questo traguardo è merito dei miei insegnanti di scuola di ogni ordine e grado che mi hanno educato con passione e coscienza alla vera Cultura con la "C" maiuscola: la Cultura che è sapere, cercare, scoprire" e non solo produrre.

Scuola, occupazioni a macchia d'olio ( da "Messaggero, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Il sindaco Alemanno: "Garantire il diritto di manifestare e la scelta di chi decide di non farlo" Scuola, occupazioni a macchia d'olio Si allarga il fronte contro la riforma Gelmini: in campo anche la destra.

Dopo le dichiarazioni del premier Silvio Berlusconi sull'utilizzo delle forze di polizia per ga ( da "Messaggero, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: istituti romani che protestano contro il decreto del Ministro Gelmini. La protesta si allarga a macchia d'olio e, ieri, si sono registrate nuove occupazioni e autogestioni, protagoniste le associazioni studentesche vicine alla sinistra come alla destra estrema. Ci sono anche forme "alternative" di manifestazione: al Righi stop alle attività extradidattiche, a gite e viaggi d'istruzione.

Le parole eccessive e forse rischiose del premier ( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: dissentire sulla riforma Gelmini, ma è difficile sostenere che i problemi della scuola o dell'università comincino oggi e non siano il prodotto di decenni di errori. Al punto che nessun ateneo italiano, ad esempio, figura fra i primi 150 del mondo. Ecco perché un '68 in sedicesimo non è proprio quello di cui ha bisogno Veltroni per restituire credibilità al suo progetto riformista.

Vado al Massimo ( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Le manifestazioni contro il decreto Gelmini non si contano più. Serviranno? Ho dei dubbi se è vero che l'indice di gradimento per un Governo non è mai stato così alto. Adesso bisogna vedere che cosa succederà questo sabato quando sarà la sinistra a manifestare. Berlusconi dice che "in piazza non si risolve nulla".

ROMA - L'ordine deve essere garantito, lo Stato deve fare lo Stato. Ma le intimidazioni n ( da "Messaggero, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: riempito le lavagne di equazioni che hanno tradotto il decreto Gelmini in un modello matematico. "Il modello - spiega uno studente seduto per terra - mostra le conseguenze che il decreto Gelmini potrà avere a lungo termine e indica che, con il ritmo di tagli previsto dalla legge 133 e nessun nuovo finanziamento, l'attività di ricerca tenderà a zero e questo si rifletterà anche sull'

ROMA - Sale le scalinate di Lettere scavalcando centinaia di ragazzi in t-shirt e prende il ( da "Messaggero, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Un gruppo di studenti raggiunge in serata l'Auditorium, "portiamo la protesta sul red carpet". Oggi pomeriggio appuntamento davanti al Senato, alle 17, con i prof e le maestre, e domani corteo per la città, "perché l'intelligenza non può arretrare, non vogliamo diventare tutti quanti stupidi come la Gelmini".

ROMA - Non siamo attaccabili da alcun punto di vista, per questo hanno scelto la scuola e l ( da "Messaggero, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: ha detto rivolgendosi alla Gelmini, non è unico ma "prevalente, dal momento che avrà accanto gli insegnanti di inglese, di religione e se sarà necessario di informatica". "Comunque - ha sottolineato - l'anomalia dei tre maestri è solo italiana. La sinistra dovrebbe ricordare che quando furono introdotti i tre maestri si schierò con la stessa veemenza per impedire la riforma"

Il ministro Gelmini ha presentato i dati che illustrano i mali dell'università. Ha cominci ( da "Messaggero, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract:

Sono cinque le università importanti con enormi buchi di bilancio, che avrebbero portato, se fo ( da "Messaggero, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: E sono le università in cui si manifesta di più, osserva il ministro Gelmini. Ma il dissesto è più ampio. Ci sono almeno una ventina di atenei con bilanci in rosso, tanto è vero che i rettori hanno lanciato un appello al governo. La replica è che occorre eliminare le sacche di spreco e di improduttività.

ROMA Tranquilli, siamo gente con la testa sulle spalle , fa Walter Veltroni che ( da "Messaggero, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: E chiede pure il leader del Pd senza però crederci troppo che il governo ritiri i decreti Gelmini "visto quel che hanno provocato in tutto il mondo della scuola". Ma è sempre sulla manifestazione che il leader torna. E al direttore del Gr Antonio Caprarica che lo intervista alla radio e gli chiede "ma se la manifestazione fallisse sarà un avviso di sfratto?

ROMA - Chi aspettava una riflessione, quantomeno una risposta franca a Veltroni, per il qual ( da "Messaggero, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: per il quale il ritiro del decreto Gelmini era ormai improrogabile, ha ricevuto da Silvio Berlusconi un "avviso ai naviganti" che suona, più o meno così. La sinistra racconta solo bugie, avanti con il decreto, nessuna occupazione di scuola o università, in caso contrario farò intervenire le forze di polizia.

Dal centro alla periferia si allarga la protesta degli studenti romani che a suon di occupazioni gri ( da "Messaggero, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: alla riforma Gelmini. Sacchi a pelo, musica, televisioni e radioline per la prima notte dei licei in mano a studenti "agguerriti" e decisi più che mai. Portone chiuso e ragazzi a fare la "selezione" all'ingresso al liceo classico Tasso in via Sicilia. Entrano solo gli interni ma sono tanti i giovani provenienti da altri istituti che provano a forzare inutilmente il "

Aumenta il fermento delle scuole romane. Le dichiarazioni del premier Silvio Berlusconi che ( da "Messaggero, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini rimbalzano negli istituti. E di fronte all'ipotesi dell'utilizzo della forza pubblica, la condanna arriva dall'Unione degli Studenti (vicina alla sinistra), così come dal Blocco Studentesco (movimento di Casa Pound). Fino al sostegno degli attivisti d'estrema destra di Forza Nuova, che dicono: "Saremo al fianco degli studenti nel caso il Governo li aggredisse"

Veltroni: il Governo soffia sul fuoco ( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: impatto del decreto Gelmini. E pure Ricki Levi fa la sua parte, pronto, poi in conferenza stampa, a spiegare quelle "minacce " del premier ai direttori dei quotidiani e delle Tivù. Davanti ai giornalisti, il messaggio del Pd è chiaro: siamo dalla parte di studenti e professori, il premier "soffia sul fuoco" e rischia di alzare il livello di scontro.

I TAGLI ( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: e dei relativi quadri orario Decreto legge Tra i provvedimenti contenuti nel Dl Gelmini c'è la reintroduzione del maestro unico, a partire dal 2009 nelle prime classi. Poi il ritorno del voto in condotta che farà media con le altre materiee chi sarà valutato con il 5 si ritroverà automaticamente bocciato. Il provvedimento riporta i voti in pagella alle elementari e per le medie.

Napolitano: dialogo in Parlamento ( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Non può pronunciarsi nel merito del decreto Gelmini che è all'origine della protesta, perchè - annota nella lettera nel nostro ordinamento al presidente della Repubblica non sono attribuiti poteri esecutivi. Ma può e deve dire la sua, contando sul potere di persuasione, non scritto nè codificato, su quella che viene comunemente definita moral suasion.

Polizia contro gli occupanti ( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: stampa convocata per spiegare che sui provvedimenti del ministro Mariastella Gelmini (presente alla conferenza) per scuola e università si dicono ( e si scrivono) soltanto "bugie". "La realtà è quella di aule universitarie piene di ragazzi che intendono studiare. Poi ci sono questi manifestanti, organizzati dall'estrema sinistra, molto spesso dai centri sociali come succede a Milano.

Maestro unico, copertura incerta ( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: contenuti nel Dl Gelmini arrivano dal dossier del Servizio bilancio del Senato. In particolare, per la misura sul docente unico, non si conosce quanto costerà il provvedimento. "Si segnala che non sono precisati né l'ammontare né gli eventuali fabbisogni di spesa ulteriori sotto il profilo strumentale e della didattica".

A Verona prof e studenti boicottano lo sciopero ( da "Corriere del Veneto" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: i professori di Scienze matematiche, fisiche e naturali a proseguire le lezioni nei giorni in cui il Consiglio di facoltà, unico in tutto l'Ateneo scaligero, ha decretato uno stop simbolico contro i tagli imposti dalla Gelmini. Per il preside, Roberto Giacobazzi (nella foto), è una libera scelta. A PAGINA 5.

I rettori: <Un patto sui tagli> ( da "Corriere del Veneto" del 23-10-2008)
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Abstract: manifestazioni studentesche contro i tagli imposti dalla riforma Gelmini, gli Atenei di Padova e Verona insieme agli altri undici virtuosi aderenti all'Aquis (Associazione per la qualità delle Università italiane) tentano la carta del dialogo. Ieri, a Roma, sei rettori in rappresentanza dei magnifici 13 hanno presentato un patto "do ut des" per scongiurare "la catastrofe di tutto il sistema"

< La polizia negli atenei > E divampa la polemica ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 23-10-2008)
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Abstract: tro la riforma Gelmini e i tagli ai fondi delle università da giorni portano avanti le proteste di piaz-za, non poteva essere più chiara. Il capo dello Stato Giorgio Na-politano è intervenuto per cer-care di placare gli animi. è in-dispensabile, ha affermato Na-politano, "che su questi temi non si cristallizzi un clima di pu-ra contrapposizione,

La riedizione del ' 68? No, ma serve il dialogo ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 23-10-2008)
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Abstract: Gelmini, rischiano di diventare campo incendiario, se a livello politicoistituziona-le si smarrisce il senso delle proporzioni. E la prima cosa da ricordare ai ragazzi che si mo-bilitano un po' perché a quel-l'età è quasi un dovere morale contestare, un po' perché loro non sembrano troppo informa-ti sul vero contenuto del cam-

Berlusconi: polizia nelle scuole occupate ( da "Messaggero, Il (Pesaro)" del 23-10-2008)
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Abstract: Il premier difende la riforma Gelmini e avverte: va tutelato da ogni violenza il diritto di chi vuole studiare. Cortei e blocchi in tutta Italia Berlusconi: polizia nelle scuole occupate Veltroni: soffia sul fuoco. Napolitano: no alla contrapposizione, serve il confronto.

A rischio le <scuolette> dell'Abbiatense ( da "Giorno, Il (Legnano)" del 23-10-2008)
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Abstract: Comune di Calvignasco BUBBIANO COSA CAMBIA CON IL PROVVEDIMENTO GELMINI di SILVIA LODI PASINI ? BUBBIANO ? SCUOLE A RISCHIO nei piccoli paesi? Fosse assiomatico che in un paese con pochi abitanti anche gli alunni sono pochi, il provvedimento del ministro Gelmini che prevede la chiusura dei plessi scolastici con meno di 50 alunni, nella Bassa abbiatense dovrebbe far strage di scuole.

Veltroni: < Non soffi sul fuoco > ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 23-10-2008)
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Abstract: in questi giorni sulla riforma della Gelmini e rese ancora più roventi dall'annuncio di Berlu-sconi di voler usare la polizia per sgombrare scuole e università occupate dagli studenti. è indi-spensabile, ha affermato Napo-litano in una lettera indirizzata agli studenti dell'università la Sapienza di Roma, "che su que-sti temi non si cristallizzi un cli-ma di pura contrapposizione,

Occupazioni, linea dura del premier ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: La sfida di Berlusconi agli studenti, che contro la riforma Gelmini e i ta-gli ai fondi delle università da giorni portano avanti le proteste di piazza, non poteva essere più chiara. Il Cavaliere non farà marcia in-dietro. Non ritirerà il contestato decreto che porta la firma della titolare di Viale Trastevere ed è "sacrosanto" .

Altolà di Berlusconi: ( da "Giorno, Il (Milano)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: conferenza stampa convocata in tarda mattinata con il ministro Gelmini per illustrare il decreto e denunciare le bugie della sinistra ? che la sua non è una dichiarazione di principio ma l'inizio di un piano d'azione. Decisionista. Tanto da convocare a tambur battente a Palazzo Chigi il ministro dell'interno Maroni per "dargli istruzioni dettagliate su come intervenire con le forze dell'

Università: da lunedì lezioni sospese a Scienze ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 23-10-2008)
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Abstract: 2008 SCUOLA E POLEMICHE CONTRO IL DECRETO GELMINI Università: da lunedì lezioni sospese a Scienze Assemblea infuocata al Campus: sciolto il Consiglio di Facoltà Giorgia C. Facchinetti II Blocco della didattica da lu-nedì. Questa la decisione presa dai docenti della Facoltà di Scienze che si sono autoconvo-cati in assemblea dopo lo scio-glimento del Consiglio di Facol-

Il Pdl: riforma Gelmini? Migliora la scuola ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 23-10-2008)
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Abstract: riforma Gelmini? Migliora la scuola Giovanni Cola II "Una feroce campagna di di-sinformazione condotta dai par-titi di centrosinistra volta a stra-volgere il reale significato della riforma Gelmini" . I rappresen-tanti del Popolo delle Libertà in consiglio provinciale hanno pre-sentato un ordine del giorno a sostegno del decreto che porta il nome dell'

REPLICA DEL '68 MA IN PEGGIO ( da "Giorno, Il (Milano)" del 23-10-2008)
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Abstract: da Pavia a Firenze la carica dei baroni anti-Gelmini; i docenti minacciano i ragazzi di bocciarli se non si mettono in fila con chi vuole scioperare; in duemila hanno tentato di occupare la stazione Cadorna...". Che ci siano questi allegri scioperanti ? pochi ? ciascun lo vede; quanti siano e chi siano nessun lo sa.

<Faccio autocritica, ma saprò voltare pagina> ( da "Giorno, Il (Milano)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: nel giorno in cui il titolare della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini esige trasparenza sui bilanci e annuncia l'invio degli ispettori in quei centri del sapere dove si sono registrate voragini nei conti. Bacchettate giunte ieri mentre era in corso a Firenze l'audizione in Regione dei tre rettori degli atenei toscani da cui è emerso che Siena presenta un deficit milionario,

Di DONATELLA BARBETTA ROMA SEDUTA ACCANTO al premier Berlusco ( da "Giorno, Il (Milano)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: il ministro Mariastella Gelmini difende a spada tratta la sua riforma davanti alla stampa e reagisce alle accese proteste sparse in tutt'Italia. E passa anche al contrattacco, dicendo che l'università deve cambiare per evitare il "dissesto totale". L'inizio non lascia adito a dubbi: "Da oggi si volta pagina ?

Annozero, no dei presidi A Bologna si va in piazza ( da "Giorno, Il (Milano)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: trasmettere da uno degli istituti bolognesi capofila della protesta anti-Gelmini, ma "molti presidi di Bologna hanno detto di no", spiega Marzia Mascagni, insegnante delle elementari Longhena e responsabile scuola del Prc di Bologna. "Forse faremo il collegamento da piazza Maggiore, ma informazioni più precise le avrò dopo aver parlato con i giornalisti di Annozero", aggiunge Mascagni.

La linea Maroni <Tutelare tutti evitando scontri> ( da "Giorno, Il (Milano)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Persino il ministro Gelmini, assicurano, non sapeva che l'avrebbe esibito. Figuriamoci il resto del centrodestra, dove ? a cominciare dallo stesso Fini ? c'è chi teme che la scintilla possa scatenare un incendio. "NON C'È un salotto conversativo intenso nel governo", ammette il ministro Rotondi.

Il docente Marco Revelli, cattedra Scienza della Politica: C'è il rischio effetti ( da "Stampa, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Secondo la proposta Gelmini rimarranno 3 o 4 università di eccellenza, con tasse elevate. E potranno accedervi solo i più abbienti. Si aprirà ancora di più la forbice di mobilità sociale, che consente a studenti appartenenti alle classi più povere di salire nella scala sociale".

Due sono gli errori oggi possibili di fronte all'infiammarsi ( da "Tempo, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: si indirizza genericamente contro l'ultimo tentativo di riforma del ministro Gelmini. Il primo errore è di lasciar correre nell'indifferenza delle autorità scolastiche, nel disordine delle strutture educative e nella riproposizione retorica di vuote parole ribellistiche, spesso sconosciute agli stessi dimostranti che le pronunziano.

Di fronte alle agitazioni nelle scuole e nelle università, ( da "Tempo, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Mentre il ministro Gelmini passa al contrattacco e critica l'opposizione: "Prima sono rimasti zitti e adesso vanno in piazza". Ma si moltiplicano le iniziative di sostegno alla sua riforma. Della Pasqua, Dell'Orefice e Poggi alle pag. 2, 3, 5 e 6.

Seimila firme contro il decreto Gelmini ( da "Stampa, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: NUOVE INIZIATIVE Seimila firme contro il decreto Gelmini Oggi alle 8 previsto sit-in di un'ora davanti all'Itis Giovedì 30 a Cuneo corteo degli studenti Sono 6.700 le firme raccolte nella Granda contro il decreto Gelmini e consegnate ieri dai rappresentanti sindacali al prefetto. Cresce la protesta contro la riforma della scuola dell'obbligo e si susseguono incontri,

Polizia negli atenei ( da "Centro, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: protesta contro la riforma Gelmini che dilaga ormai in tutta Italia, con manifestazioni e cortei anche in Abruzzo, a Lanciano e all'Aquila. E le parole del premier contro i manifestanti non fermano le occupazioni, che anzi si intensificano e fanno dire a Veltroni: "Il capo del governo soffia sul fuoco, proteste così ampie e diffuse dovrebbero portare il governo a ritirare il decreto"

Gli studenti sfidano berlusconi ( da "Nuova Venezia, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: tutta Italia la protesta della scuola contro la riforma Gelmini. Ieri il liceo Franchetti di Mestre è stato occupato da una settantina di ragazzi (foto); oggi sono in programma a Venezia cortei, assemblee e sit-in. Si mobilitano anche le università veneziane con i rispettivi rettori. E' una sfida a Berlusconi, che avverte: "Contro le occupazioni faremo intervenire le forze dell'

La brutalità del governo - gianfranco bettin ( da "Nuova Venezia, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: A proposito del decreto Gelmini (una riforma per decreto!), non stiamo tanto parlando di una riforma della scuola: stiamo "solo" parlando di avere meno scuola. Meno insegnanti, meno ore di lezione, meno ricerca e così via. Un taglio che basterebbe a motivare mobilitazioni come quelle in corso da giorni in tutto il Paese, dalle elementari alle università,

Alt alla gelmini, l'università si ferma ( da "Mattino di Padova, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Prima Pagina Alt alla Gelmini, l'università si ferma Stop di tre ore alle lezioni, assemblee in facoltà. E domani famiglie in piazza PADOVA. L'università si ferma questa mattina tre ore, dalle 10 alle 13, per dire no alla riforma Gelmini, sintetizzata nella legge 133 approvata dalla Camera e ora attesa al vaglio del Senato.

Istituti in trincea alt alla riforma gelmini con barricate creative ( da "Mattino di Padova, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Alt alla riforma Gelmini con barricate creative" Oggi presÍdi alle entrate delle superiori, alunne in nero vestite a lutto Domani festa in piazza di genitori e insegnanti Al Senato è partito ieri l'esame del decreto-legge sull'istruzione pubblica già passato alla Camera, nel mondo della scuola monta la protesta e da oggi si prospetta un fine-

Universita' ferma stop di 3 ore alla didattica assemblee nelle facoltà ( da "Mattino di Padova, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: per dire no alla riforma Gelmini sintetizzata nella legge 133, approvata dalla Camera e ora attesa dal 30 ottobre al vaglio del Senato: data per la quale è già stato proclamato dai sindacati lo sciopero generale della scuola. Uno "stop", quello odierno, che trova uniti gli studenti e le massime istituzioni accademiche.

Scuole e viabilità, i nodi in Consiglio ( da "Stampa, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: VENTIMIGLIAIL PD: LA RIFORMA GELMINI RISCHIA DI CREARE PROBLEMI PER LE FAMIGLIE NELLE FRAZIONI Scuole e viabilità, i nodi in Consiglio [FIRMA]LORENZA RAPINI VENTIMIGLIA Il Partito democratico presenterà questa mattina due ordini del giorno da inserire nel Consiglio comunale di stasera.

Tagli, il marconi in autogestione oggi in comune assemblea dei genitori ( da "Centro, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: forme di protesta contro la riforma della scuola proposta dal ministro Gelmini. Oggi alle 17,30, nella sala consiliare del Comune, è in programma un'assemblea pubblica promossa dal comitato genitori di via Benedetto Croce. Verranno affrontati i temi caldi della contestata riforma, a partire da quello dei tagli e passando attraverso l'abbassamento dell'età dell'obbligo scolastico.

Anche in collina scuole a rischio di soppressione ( da "Stampa, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: La Riforma Gelmini rischia di cancellare le scuole della collina torinese: Montaldo e Moriondo sembrano pronte a capitolare, Pavarolo, Arignano, Moncucco rientrano nelle "liste di proscrizione". La Riforma, infatti, prevede la chiusura delle scuole sotto i 50 allievi - 816 in tutto il Piemonte - e nei piccoli centri della collina i numeri sono risicati:

ROMA - È cominciato nell'aula del Senato l'esame del contestato decreto legge Gelmini sulla scuola, alla presenza del ministro ( da "Adige, L'" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: esame del contestato decreto legge Gelmini sulla scuola, alla presenza del ministro. Prima dell'avvio della discussione generale bisognerà votare le otto pregiudiziali di costituzionalità presentate dall'opposizione. Solo dopo che sarà superato questo scoglio si avvierà il dibattito generale che dovrebbe prendere il via oggi.

ROMA - Il dipartimento di Fisica de La Sapienza sbarrato con i lucchetti; un lungo corteo funebre (come salma, ovviamente, l'università pubblica) con tanto di ceri, fiori e scialli ( da "Adige, L'" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: contro i tagli dei finanziamenti agli atenei e contro la riforma Gelmini che ripristina il maestro unico continua. Continua anche mentre a Palazzo Chigi il premier Berlusconi, e il ministro dell'Istruzione, Gelmini, sfoderano il pugno duro: non arretreremo di un millimetro, andremo avanti nella direzione lungamente meditata, non permetteremo che pochi contestatori - perchè sono pochi,

Scuola, la protesta non si ferma ( da "Stampaweb, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Istruzione Maria Stella Gelmini. I cancelli della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Milano, ad esempio, sono stati bloccati dagli studenti per un'ora, impedendo così l'ingresso a chi voleva frequentare i corsi. Nessuna protesta da parte del centinaio di ragazzi presenti all'esterno, dove sono stati appesi striscioni contro il ministro dell'

La Sapienza: <Un'onda anomala> applaude la lettera di Napolitano ( da "Corriere della Sera" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: decreto Gelmini". Le anime dei saperi in mobilitazione, si incontrano alla Sapienza: anche un genitore della scuola Iqbal Masih, Luca Mascini, interviene chiedendo agli studenti di partecipare al sit-in. Per lui, applausi a non finire. Un corteo si muoverà, alle 14, dalla città universitaria: "E il 7 e 14 novembre nuove manifestazioni di concerto con le altre università italiane"

Fisica, esperimenti in piazza ( da "Corriere della Sera" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: il decreto Gelmini in un modello matematico davanti agli studenti che hanno seguito la lezione seduti a terra. "Il modello - ha spiegato uno studente - mostra le conseguenze che il decreto potrà avere a lungo termine e indica che, con il ritmo di tagli previsto dalla legge 133 e nessun nuovo finanziamento, l'attività di ricerca tenderà a zero e che questo si rifletterà anche sull'

Occupato il Tasso Dilaga la protesta ( da "Corriere della Sera" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: programmare azioni contro il decreto Gelmini racconta Antonio dei collettivi - poi, in risposta alle dichiarazioni di Berlusconi su possibili azioni repressive nelle scuole, l'assemblea ha votato l'occupazione: 800 voti favorevoli e 250 contrari. Questa volta abbiamo al nostro fianco i professori con cui c'è un atteggiamento collaborativo e pensiamo di organizzare mobilitazioni comuni -

NEL NOSTRO PAESE ( da "Corriere della Sera" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Poi quando i ministri Brunetta e Gelmini intendono assicurare ai propri dicasteri una decisa inversione di rotta, con maggior rigore e severità, apriti cielo! Critiche a non finire, cortei e manifestazioni contro il "giro di vite" anti assenteismo, lassismo e scarsa efficienza.

Bocciati per un solo quattro o un cinque nella materia chiave ( da "Corriere del Veneto" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: minaccia di bocciare per la parolaccia e chi per un unico 4 in pagella; chi si limita a ricorda che molte infrazioni sono reati e chi prevede "punizione" educative: dalle pulizie al tema sul comportamento tenuto con tanto di voto. Al Liceo artistico di Venezia, oerò, non c'è aria di rivolta. "Come era mio dovere fare, ho presentato il regolamento all'approvazione del consiglio d'

Orientale, occupazione Sun, stop alle attività ( da "Denaro, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: universitari contro la riforma Gelmini e i tagli alla ricerca scientifica. Il confronto con i docenti è durato più di due ore e, secondo gli organizzatori, vi hanno preso parte circa 1500 studenti. "La decisione è stata presa a maggioranza dall'assemblea, dopo il rifiuto dei docenti ad attuare il blocco della didattica", fa sapere il portavoce della rete dei dottorandi e dei ricercatori.

FI, fischi e applausi davanti alle scuole ( da "Resto del Carlino, Il (Ravenna)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: particolarmente soddisfatti della campagna di verità sul decreto Gelmini che fino al termine delle occupazioni sarà in atto all'ingresso delle scuole superiori della città". I volontari di FI Pdl oggi saranno all'Istituto d'arte per il mosaico e all'Olivetti. Ieri sono stati al Liceo artistico e allo Scientifico dove, raccontano, "nonostante cori di scherno e qualche battibecco,

Stavolta viaggia anche su Internet ( da "Resto del Carlino, Il (Ravenna)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Istruzione Mariastella Gelmini. Un'occupazione convinta, ragionata e 'gentile'. Niente eccessi e tanta organizzazione. "Certo non tutti gli studenti sanno perché stiamo occupando, per questo tra le nostre priorità c'è l'informazione" dicono i ragazzi. Rivendicano una totale autonomia politica e rifiutano l'etichetta di "nostalgici del '68".

SULLA RIFORMA della scuola del ministro Gelmini tutti si affannano ( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: ministro Gelmini tutti si affannano ... SULLA RIFORMA della scuola del ministro Gelmini tutti si affannano a dire la loro ma il consigliere comunale FI-Pdl Roberto Buda dice che spesso si tratta di banalità e falsità preconcette: "Sono genitore, docente e rappresentante politico e mi sembra che nel merito delle novità introdotte dalla riforma ci siano abbondanti falsità e tendenziosità.

<Pronti ad azioni forti contro la scure sulle scuole> ( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: gli amministratori hanno alzato nei confronti del decreto Gelmini, al termine della riunione tenuta a Pesaro dall'assessore provinciale alla Pubblica Istruzione Renzo Savelli. Contro l'accorpamento delle sedi distaccate con meno di 50 alunni, ad eccezione delle scuole d'infanzia, Casteldelci, Maiolo, Perticara di Novafeltria, Feltria, San Leo (ma anche Montecopiolo e Montegrimano)

Occupato il liceo scientifico Pacinotti ( da "Nazione, La (La Spezia)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: In provincia si sono formati comitati di genitori contro i decreti della Gelmini: anche a Lerici è in programma per domani alle 17 un'assemblea aperta nella sala del consiglio comunale. Sempre domani si terrà un'occupazione davanti alla scuola storica della Pianta, dove è nato il tempo pieno spezzino. Il consigliere comunale Luca Liguori è preoccupato.

FORMIGINE I GENITORI del distretto si mobilitano per raccogliere firme ( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: per confrontarsi sulla riforma introdotta dal decreto legge Gelmini. I genitori, più preoccupati per il modello di scuola che si va a delineare con la riforma, si sono mobilitati. Si sono riuniti per leggere e analizzare il corpus programmatico di legge, per informarsi e discutere circa i temi che riguardano maggiormente le famiglie.

Dietro front: l'università restituisce i soldi ( da "Nazione, La (Siena)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Come se non bastasse Gelmini fa notare "che si sarebbe attesa da Magnifici e professori un po' di autocritica per come è stata gestita l'università e per come è ridotta". I veleni proseguono: "Non sorprende che nell'elenco degli atenei con i 'buchi' ci siano quelli toscani ?

Le difficoltà della ministra Mariastella ( da "Opinione, L'" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini ci sono problemi, ma intanto approviamo il federalismo fiscale e poi magari la Lega chiederà il Ministero dell'Istruzione: questo disse nel consueto modo istintivo, ma non per questo avventato, Umberto Bossi nei primi giorni di settembre, quando, in tempi non sospetti, il Senatùr aveva identificato aspetti critici nel decreto di riforma scolastica e previsto le possibili

Tutti dietro la lavagna ( da "Opinione, L'" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: alunno Gelmini ha presentarsi accompagnato dal genitore Berlusconi. Certo, l'alunno si è comunque comportato bene, ma è stato il genitore a rubare ? come suo solito ? la scena a Palazzo Chigi. Come spesso accade, però, le cose vanno raccontate dalla fine, visto che da attore consumato Berlusconi ha tirato uno schiaffo dietro l'

Ai nostri studenti non resta che iscriversi a Cepu ( da "Opinione, L'" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Istruzione Mariastella Gelmini, la quale forse non lo sa, ma sta ricevendo un grosso favore dalla sinistra che scende in piazza. E già, perché si tratta di una sinistra cieca, che confonde la scuola con l'università e serve un assist d'oro alla ministra che specifica "che le proposte sugli atenei saranno presentate solo dopo l'approvazione dei decreti riguardanti la scuola dell'

LETTERA APERTA AGLI STUDENTI ( da "Giornale.it, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Ora tocca alla Gelmini, che "divora i bambini". Le rime sono persino facili, avanti con la fantasia. Vi siete mai chiesti, però, perché ogni riforma della scuola, proposta da qualsiasi ministro, di qualsiasi partito, è sempre fallita? Cui prodest? E che ci fanno dietro le vostre spalle professori e sindacalisti?

I professori mostrino responsabilità ( da "Tempo, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: si indirizza genericamente contro l'ultimo tentativo di riforma del ministro Gelmini. Il primo errore è di lasciar correre nell'indifferenza delle autorità scolastiche, nel disordine delle strutture educative e nella riproposizione retorica di vuote parole ribellistiche, spesso sconosciute agli stessi dimostranti che le pronunziano.

Proteste, èlinea dura. Berlusconi: "Polizia contro le occupazioni" Veltroni: "Soffia sul fuoco" ( da "Tempo, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: fino alla stessa Gelmini, che hanno affrontato di petto i problemi con il pugno di ferro e non si sono fatti intimidire dale resistenze del sistema. Quando il ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna affrontò il problema della prostituzione scatenando un polverone, subito schizzò al vertice del gradimento nei sondaggi.

Roma, 11:27 - SCUOLA: BERSANI, DA GELMINI TANTA ARROGANZA ( da "Repubblica.it" del 23-10-2008)
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Abstract:

<Polizia in scuole e atenei> Monta la protesta ( da "Corriere.it" del 23-10-2008)
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Abstract: BERSANI CONTRO LA GELMINI - Sulla riforma della scuola continua anche la polemica politica, con il ministro ombra dell'Economia del Pd, Pierluigi Bersani, che attacca il ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini: "Ho ascoltato la Gelmini mentre elencava i mali dell'università italiana: sono mali veri, ma lei lo diceva con odio e arroganza.

(ACR) SCUOLA E UNIVERSITAâ , NARDIELLO: CON PERSONALE E STUDENTI ( da "Basilicanet.it" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: " alle richieste di immediate dimissioni del ministro Gelmini per manifesta incapacità e incompetenza, per arroganza di potere che si traduce in mancanza di confronto e in ostentato disprezzo per tutti coloro che manifestano per il diritto allâ??istruzione e contro la privatizzazione del sapereâ?

STIGLIANO, PROTESTANO GLI STUDENTI CONTRO LA RIFORMA GELMINI ( da "Basilicanet.it" del 23-10-2008)
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Abstract: di Stigliano protestano contro la riforma Gelmini. In comune accordo con il dirigente scolastico hanno deciso di sospendere per tre ore al giorno le lezioni e organizzare gruppi di discussione affinché© ogni alunno possa manifestare le proprie idee. In ogni classe sono state stilate relazioni contenenti le opinioni degli studenti, che saranno inviate al ministro dellâ?

I dubbi dell'America su Sarah Palin E Obama allunga: McCain a -12 punti ( da "Quotidiano.net" del 23-10-2008)
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Abstract: Lettera aperta del ministro Gelmini: "Non ci sono soldi, finita un'epoca" (57 commenti) "Via la patente ai condannati per droga E se minori non potranno prenderla" (56 commenti) Raccontateci il 'vostro' sci e andrete gratis a Skipass (38 commenti) Multa record a senzatetto Oltre 700 euro per aver steso i cartoni (25 commenti) Sfila la rabbia degli universitari (

Traslochi vip: anche Paris vuole casa a Londra ( da "Quotidiano.net" del 23-10-2008)
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Abstract: Lettera aperta del ministro Gelmini: "Non ci sono soldi, finita un'epoca" (57 commenti) "Via la patente ai condannati per droga E se minori non potranno prenderla" (56 commenti) Raccontateci il 'vostro' sci e andrete gratis a Skipass (38 commenti) Multa record a senzatetto Oltre 700 euro per aver steso i cartoni (25 commenti) Sfila la rabbia degli universitari (

Berlusconi duro con le occupazioni: "Non ritiriamo il decreto sulla scuola" ( da "Panorama.it" del 23-10-2008)
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Abstract: continuiamo nella direzione lungamente meditata e poi intrapresa dal ministro Gelmini". A dirlo è il premier Silvio Berlusconi [1] in conferenza stampa a Palazzo Chigi, proprio con il [2] ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini. Perché: "L'obiettivo non è la riforma strutturale della scuola ma mettere al centro della scuola lo studente.

D'Alema attacca Brunetta: "Energumeno tascabile" ( da "Panorama.it" del 23-10-2008)
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Abstract: Mariastella Gelmini e Giulio Tremonti: "Il taglio di risorse per scuola, università e ricerca è drastico e danneggia il futuro del nostro paese". È andata pure peggio al Pdl intero, definito "faccia di tolla" perché con il premier Berlusconi, in mattinata, aveva osato contestare la scelta del Pd di scendere in piazza in una situazione economica così difficile:

Sette chili in più per Beyoncé Ma solo per motivi di copione ( da "Quotidiano.net" del 23-10-2008)
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Abstract: Lettera aperta del ministro Gelmini: "Non ci sono soldi, finita un'epoca" (57 commenti) "Via la patente ai condannati per droga E se minori non potranno prenderla" (56 commenti) Raccontateci il 'vostro' sci e andrete gratis a Skipass (38 commenti) Multa record a senzatetto Oltre 700 euro per aver steso i cartoni (25 commenti) Sfila la rabbia degli universitari (

Scuola, dilaga la rabbia in tutt'Italia Il prefetto: "Manifestare è un diritto" ( da "Quotidiano.net" del 23-10-2008)
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Abstract: bullismo Politica Esteri Libri Arte Musica Spettacolo Gossip Pazzo Mondo Salute Tecnologia Meteo Scommesse Casa LE PROTESTE ANTI-GELMINI Scuola, dilaga la rabbia in tutt'Italia Il prefetto: "Manifestare è un diritto" Cortei e manifestazioni in tutta Italia, dopo gli incidenti a Milano. Bersani: "Ministro arrogante e pieno di odio". Ermellino all'asta online. Bologna, Annozero in piazza.

All'attacco ( da "Avvenire" del 23-10-2008)
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Abstract: CRONACA 23-10-2008 all'attacco Il premier difende a spada tratta la riforma Gelmini e attacca l'estrema sinistra che strumentalizza le proteste degli studenti. Poi se la prende anche con i giornali che "distorcono la realtà" e con la tv pubblica che diffonde "solo immagini di chi protesta".

<Non è una questione di ordine pubblico> ( da "Avvenire" del 23-10-2008)
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Abstract: iter del decreto Gelmini in Parlamento è l'occasione per mettere l'accento sul periodo di crisi in Italia. "La dichiarazione del presidente Napolitano sui temi della scuola e dell'università indica la giusta direzione, quella cioè del dialogo aperto, di un approccio serio e positivo ad un grande tema sociale che non può essere ridotto ad una questione di ordine pubblico"

CRONACA 23-10-2008 COSA CAMBIA UNIVERSITÀ Nella manovra finanziaria di agosto, il governo ha stabili... ( da "Avvenire" del 23-10-2008)
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Abstract: ha assicurato il ministro Gelmini. ADOZIONE DEI LIBRI Il decreto prevede che l'adozione dei libri di testo sia quinquennale "salva la ricorrenza di specifiche e motivate esigenze". L'editore si impegna a non fare modifiche durante questi 5 anni. ABILITAZIONE E SSIS Viene ripristinato il valore abilitante della laurea in Scienza della formazione primaria.

<Polizia contro le occupazioni> ( da "Avvenire" del 23-10-2008)
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Abstract: E il ministro Gelmini chiarisce: "Sono indignata: in molte scuole e università gruppi minoritari impediscono ai ragazzi di entrare in classe e di studiare". Il ministro Mariastella Gelmini e il premier Silvio Berlusconi durante la conferenza stampa di ieri (Ansa).

<Le parole del premier non fermeranno la protesta> ( da "Avvenire" del 23-10-2008)
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Abstract: A Trento il comitato "no-Gelmini" ha rivendicato l'occupazione del rettorato dell'ateneo avvenuta martedì, rivendicando anche "l'estraneità a qualsiasi centro sociale" come invece "si è accusato di avere. Occupazione anche all'Università Orientale di Napoli, decisa al termine di una lunga assemblea durata quasi tutta la giornata.

Scuola, altro scontro Il Colle: serve dialogo ( da "Avvenire" del 23-10-2008)
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Abstract: Ï Berlusconi: i giornali e la sinistra disinformano, la riforma Gelmini è sacrosanta. Intendo tutelare gli studenti che vogliono entrare in classe Ï Il leader del Pd difende la protesta e plaude alle parole del capo dello Stato. E al premier: "Ritiri il decreto invece di provocare" D'ANGELO, GRASSO, LENZI, PICARIELLO 6/7.

Allievi a lutto e aule vuote Così nelle città venete Sale la protesta: 48 ore di sit-in, allievi a lutto e stop alle lezioni ( da "Corriere del Veneto" del 23-10-2008)
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Abstract: com, che "dice basta agli scioperi violenti e illegali e alle occupazioni", perchè "è ora di ascoltare il ministro Gelmini e capire dietro agli slogan quale è la verità". In compenso, Forza Nuova si dice pronta a difendere gli studenti in rivolta dalle forze dell'ordine mandate da Berlusconi.

E oggi Mazzucco al vertice della Crui <Punire la bestemmia?\n E' un segnale di crisi> ( da "Corriere del Veneto" del 23-10-2008)
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Abstract: Proprio questa attività mediatrice (che non esclude il governo come interlocutore) sarebbe all'origine del basso profilo mantenuto dal Senato accademico scaligero nei confronti del ddl Gelmini e delle proteste indirizzate alla riforma provenienti da gran parte del mondo universitario italiano. Paola Vescovi D.O.

Sale la protesta: 48 ore di sit-in, allievi a lutto e stop alle lezioni ( da "Corriere del Veneto" del 23-10-2008)
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Abstract: com, che "dice basta agli scioperi violenti e illegali e alle occupazioni", perchè "è ora di ascoltare il ministro Gelmini e capire dietro agli slogan quale è la verità". In compenso, Forza Nuova si dice pronta a difendere gli studenti in rivolta dalle forze dell'ordine mandate da Berlusconi.

Bocciati per un solo quattro o un cinque nella materia chiave ( da "Corriere del Veneto" del 23-10-2008)
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Abstract: minaccia di bocciare per la parolaccia e chi per un unico 4 in pagella; chi si limita a ricorda che molte infrazioni sono reati e chi prevede "punizione" educative: dalle pulizie al tema sul comportamento tenuto con tanto di voto. Al Liceo artistico di Venezia, oerò, non c'è aria di rivolta. "Come era mio dovere fare, ho presentato il regolamento all'approvazione del consiglio d'

Nell'agenda del Pd c'è "Salva l'Italia" ( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 23-10-2008)
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Abstract: Gelmini Nell'agenda del Pd c'è "Salva l'Italia"   È fitta di appuntamenti l'agenda del Pd bassanese, soprattutto in considerazione dell'imminente avvio di campagna elettorale. "Abbiamo aperto il tesseramento - spiega il consigliere comunale, nonché portavoce dei democratici, Giovanni Reginato - e il 25 ottobre saremo a Roma per partecipare alla manifestazione nazionale e portare

Istituti tecnici e professionali: taglio alle materie d'indirizzo ( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 23-10-2008)
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Abstract: abbondantemente in subbuglio rispetto al decreto Gelmini. Quando Francesco Bortolotto della Gilda, che ieri ha tenuto un assemblea sindacale al liceo Da Ponte, ha rivelato il contenuto della bozza ministeriale che propone i tagli da effettuare per ridurre di 4 ore settimanali il tempo scuola di istituti tecnici e professionali, si è levato tra i docenti un mormorio di disapprovazione.

CORTEO CONTRO LA GELMINI ( da "Corriere Adriatico" del 23-10-2008)
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Abstract: La manifestazione è stata organizzata dal collettivo studentesco Zenit "contro la Riforma Gelmini e la devastazione della scuola pubblica". "Sono ormai decenni - si legge nel comunicato che anticipa il corteo -che la scuola pubblica subisce continui attacchi, ma quest'anno le proporzioni di questa devastazione hanno toccato vette di indicibile pericolosità.

Con la riforma Gelmini sono 130 i prof. a rischio ( da "Stampa, La" del 23-10-2008)
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Abstract: Gelmini sono 130 i prof. a rischio La Regione ha presentato ricorso contro i tagli delle scuole Situazione in bilico anche per trenta impiegati e bidelli [FIRMA]VINCENZO AMATO OMEGNA La riforma della scuola metter a rischio 150 posti di lavoro: il piano-Gelmini avrà ripercussioni notevoli nel Vco fra insegnanti e personale non docente che andranno in pensione e non saranno rimpiazzati,

"Basta violenze, ora mando la polizia" ( da "Corriere Adriatico" del 23-10-2008)
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Abstract: non è vero che con questo decreto si cerchi di favorire la scuola privata: "Non vedo il nesso. Noi stiamo cercando di far funzionare meglio la scuola pubblica che oggi è inefficiente e costosissima". Contro queste proposte la sinistra, accusa il Cavaliere, cerca solo di "'strumentalizzare", "tenta di costruire un'opposizione di piazza su un terreno circoscritto,

"Il premier soffia sul fuoco" ( da "Corriere Adriatico" del 23-10-2008)
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Abstract: dato durante una conferenza stampa per sostenere il ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini, scatena un'ondata di proteste nel centrosinistra. La reazione più dura è quella del segretario del Pd Walter Veltroni che accusa il premier di voler "soffiare sul fuoco". Manifestare contro decisioni del governo, osserva, è "fisiologico in una democrazia".

Il ministro: "Buchi nel bilancio degli atenei di Urbino e Camerino" ( da "Corriere Adriatico" del 23-10-2008)
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Abstract: dietro la lavagna del ministro Gelmini. Nel mirino, in particolare gli atenei di Urbino e Camerino, che secondo l'esponente del governo presentano "gravi buchi in bilancio". Immediata la presa di distanza da questa affermazione degli interessati. Gelmini, s'è detta "indignata per la notizia che in molte scuole e università alcuni gruppi minoritari impediranno ai ragazzi di studiare.

Università e riforme ( da "Corriere Adriatico" del 23-10-2008)
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Abstract: NON sarà facile per gli studenti scesi in piazza contrastare le misure del ministro Gelmini. Come direbbe Heisemberg, solo uno dei due ha ragione, ma stabilire chi ce l'ha è quasi impossibile. Il problema principale è noto: scuola e università sono istituzioni sociali di estrema importanza e, come tali, difficilmente riformabili senza una piattaforma culturale condivisa.

La pioggia non ferma la protesta della scuola ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 23-10-2008)
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Abstract: bidelli e collaboratori hanno manifestato contro la riforma del ministro Gelmini. Il corteo, promosso da Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda, partito da piazza Roma ha fatto tappa prima davanti all'ex Provveditorato e poi in Prefettura. Brevi incontri per illustrare le conseguenze che la riforma potrebbe avere nel territorio oristanese.

Pensieri autogestiti nelle aule occupate ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 23-10-2008)
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Abstract: contro il Governo Berlusconi e la riforma della Gelmini, contro i tagli e contro quello che volete, colpisce che gli studenti ancora siano convinti che la liberazione e il sapere siano nascosti nel dibattito, come se nei parlarsi tutti sapessero tutto. E allora diventano interessanti "le regole per una buona autogestione" che circolano nelle scuole italiane.

Sette scuole rischiano la chiusura ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 23-10-2008)
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Abstract: straordinaria convocata per discutere della riforma Gelmini ha evidenziato le spaccature tra i due schieramenti, ma ha detto che occorrerà ritrovare l'unità per arrivare a una proposta unitaria che possa salvare il salvabile. L'assemblea è vissuta di schermaglie anche aspre tra maggioranza e opposizione, lontane anni luce sulla valutazione data alla proposta di riforma della scuola.

<Viaggi in autobus più comodiper gli studenti pendolari> ( da "Sicilia, La" del 23-10-2008)
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Abstract: Istruzione Mariastella Gelmini. A farsi portavoce del disagio studentesco è stata l'Udu (Unione studenti universitari), che lancia l'allarme sulla prospettiva di chiusura delle sedi decentrate a seguito dei tagli operati dall'esecutivo nazionale. "Per le sedi decentrate come quella di Caltanissetta - spiegano il consigliere provinciale Salvatore Licata,

<Sedi decentrate a rischio>Riforma Gelmini ( da "Sicilia, La" del 23-10-2008)
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Abstract: Sedi decentrate a rischio"Riforma Gelmini. Anche gli studenti universitari nisseni sono in fermento "Dodici scatti per un sorriso": così è denominata la particolare e lodevole iniziativa, a sfondo benefico, che vede coinvolte le Associazioni di volontariato "L'Arca" onlus di San Cataldo, nata lo scorso anno e presieduta da Pasquale Panvini,

Tramvia, respinti i ricorsi di Erg Petroli e privati ( da "Sicilia, La" del 23-10-2008)
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Abstract: il fronte universitario di contestazione al piano Gelmini prosegue col primo movimento, ma si seguono spartiti diversi. Anche la Facoltà di Scienze ha deciso ieri per lo "slittamento" delle lezioni al primo novembre, mentre c'è chi in simbolo di protesta ha deciso di farle in piazza e chi, infine, si oppone duramente al resto della banda.

(m.d.) Il Franchetti guida la protesta contro il Decreto ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 23-10-2008)
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Abstract: del ministro della Pubblica istruzione Maria Stella Gelmini. Ed è la prima volta nella storia recente delle proteste studentesche che i ragazzi del Liceo classico si mobilitano per primi, in città, e addirittura occupano la scuola mentre tutti gli altri sono a lezione. Dal '68 in poi a guidare l'inizio della protesta autunnale degli studenti sono sempre stati gli istituti tecnici,

Si mobilitano nidi e materne ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 23-10-2008)
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Abstract: informando di tutte le modifiche introdotte dalla riforma del ministro Gelmini, mira a coinvolgere anche chi ha i bambini al nido e alle materne. "Abbiamo notato una grande partecipazione tra i genitori delle elementari spiega Alberto Fiorin del Coordinamento veneziano per la difesa della scuola pubblica - mentre chi ha il bambino più piccolo è meno coinvolto nella protesta.

La musica e le fiaccole anti-riforma Gelmini ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 23-10-2008)
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Abstract: SINDACATO La musica e le fiaccole anti-riforma Gelmini (A.B.) La Cgil Scuola ha organizzato per domani, in piazza Ellero dei Mille, un pomeriggio di mobilitazione con concerto musicale con gli studenti-musicisti della Navarroband, corteo-fiaccolata intorno alle scuole Gabelli e interventi dei genitori per difendere la scuola pubblica.

I tagli alla scuola elementare e la demagogia dei contrari ( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 23-10-2008)
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Abstract: Dico questo, perché la riforma Gelmini, dopotutto, non è così male. Primo, si dice che il bilancio della scuola subirà tagli per 8 miliardi, mentre i tagli netti previsti per il triennio 2009-2011 sono pari a 3,6 miliardi spalmati su tre anni. Secondo, si fa credere che i licenziati saranno 87 mila.

La professoressa costringe gli studenti a rinunciare alla gita ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 23-10-2008)
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Abstract: di protesta nei confronti del noto decreto del Ministro Gelmini e delle sue modalità di approvazione. "I docenti dell'istituto comprensivo di Caerano -scrivono i docenti - esprimono profonda preoccupazione per le sorti dell'istruzione. Si ritiene che la fretta con cui è stato stilato ed approvato il decreto non abbia consentito la necessaria riflessione sugli aspetti pedagogici,

Boicottate tutte le gite scolastiche ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 23-10-2008)
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Abstract: gite scolastiche La decisione è stata presa dal collegio dei docenti: sotto accusa il decreto del ministro Gelmini CaeranoGite sospese contro la Gelmini. I quasi settecento alunni dell'istituto comprensivo di Caerano, che coinvolge elementari (427 alunni) e medie (246) per un totale di 32 classi, non effettueranno, quest'anno, né gite scolastiche di più giorni né di un solo giorno.

Il turismo è da abbinare alla partita Serve una ( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 23-10-2008)
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Abstract: molto dispiaciuti per le continue proteste nei confronti della riforma della scuola del ministro Gelmini da parte di alcuni gruppi di studenti che, con una protesta finalizzata unicamente all'attacco nei confronti del governo di centro-destra, ingnorano lo scopo della riforma, che è quello di riformare profondamente il sistema scolastico italiano per riportarlo ai vertici europei.

Ingiusta discriminazione tra tifosi Mi rivolgo ( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 23-10-2008)
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Abstract: Il governatore ha deciso di stare dalla parte della Gelmini. Noi siamo dalla parte degli studenti a cui verranno diminuite le ore nei tecnici e nei professionali, ai quali verranno tagliate le strutture, i laboratori, le gite, le attività extracurricolari. In una regione con la dispersione scolastica al 15\%, stiamo con chi non vuole il ritorno dell'obbligo ai 14 anni.

<Focus sulla Riforma>, invece, all'istituto tecnico commerciale Rizza ( da "Sicilia, La" del 23-10-2008)
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Abstract: Gelmini, e motivazioni di natura più concreta: "Da martedì occupiamo l'istituto solo la mattina - racconta Giulia Micalizio, una delle alunne dell'Insolera - e abbiamo deciso di attuare la forma di protesta visto che un punto del decreto Gelmini riguarda gli istituti tecnici come il nostro in maniera particolare: la riduzione delle ore settimanali di lezione da 36 a 30 riguarderebbe

Il Carroccio friulano in festa a San Daniele ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 23-10-2008)
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Abstract: Dalle 21 la parola passerà al senatore Mario Pittoni, capogruppo della Lega nella commissione Cultura della Camera, e con lo stesso Fontanini, presidente della Provincia di Udine. I due parleranno della riforma Gelmini in campo scolastico, di sicurezza e di riforma federalista.

Il premier al fianco della Gelmini convoca Maroni<Forze dell'ordine schierate davanti a scuole e atenei> ( da "Sicilia, La" del 23-10-2008)
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Abstract: premier al fianco della Gelmini convoca Maroni "Forze dell'ordine schierate davanti a scuole e atenei" Anna Rita Rapetta Roma. Il governo userà il pugno di ferro contro le occupazioni di scuole e università. L'intenzione è quella di schierare le forze dell'ordine davanti agli edifici scolastici e agli atenei per respingere qualsiasi tentativo di blocco delle attività didattiche.

Pianeta istruzione ( da "Sicilia, La" del 23-10-2008)
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Abstract: durante il suo intervento al Senato prima dell'avvio dell'esame del decreto Gelmini che è approdato in aula in fretta e furia, senza il parere della commissione Istruzione. Il Pd insiste affinché la commissione completi il suo lavoro e chiede che l'esame del decreto venga rinviato a lunedì prossimo nella speranza di aprire un confronto con la maggioranza.

Vaccari: <Il ministro ha promesso: niente tagli alla montagna> ( da "Gazzettino, Il (OgniSport)" del 23-10-2008)
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Abstract: Dopo un lungo e approfondito colloquio con il ministro Gelmini in merito alle scuole di montagna, ho avuto rassicurazioni che nel bellunese i nostri plessi saranno salvaguardati". Lo ha reso noto il senatore della Lega Nord Gianvittore Vaccari, sindaco di Feltre, il quale ha avuto l'incontro con il ministro al Senato, prima del dibattito relativo al decreto legge sulla scuola.

"All'Università niente polizia" ( da "Stampa, La" del 23-10-2008)
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Abstract: Erano tutti accovacciati sotto l'ombrello dell'assemblea No Gelmini "che ha convogliato le facoltà e i rispettivi comitati studenteschi in un unico fiume in piena - spiega Simone Rubino, 23 anni, uno degli organizzatori -: chiederemo al rettore di annullare l'inaugurazione dell'anno accademico perché non c'è niente da festeggiare".

La polizia resterà fuori dall'università. Il rettore Ezio Pelizzetti ha respinto le p ( da "Stampa, La" del 23-10-2008) + 1 altra fonte
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Abstract: Erano tutti accovacciati sotto l'ombrello dell'assemblea No Gelmini "che ha convogliato le facoltà e i rispettivi comitati studenteschi in un unico fiume in piena - spiega Simone Rubino, 23 anni, uno degli organizzatori -: chiederemo al rettore di annullare l'inaugurazione dell'anno accademico perché non c'è niente da festeggiare".

La carica dei sedicenni "autogestiti" ( da "Stampa, La" del 23-10-2008)
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Abstract: Gelmini che tiene insieme studenti, insegnanti, genitori ed è visto con simpatia da un buon numero di dirigenti scolastici. Chiara Gherra, rappresentante degli studenti del liceo Volta, ieri pomeriggio ha partecipato con i colleghi di una dozzina di istituti a un incontro in vista della visita del ministro il 28 e dello sciopero generale del 30.

"Io non faccio entrare la polizia all'Università" ( da "Stampa, La" del 23-10-2008)
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Abstract: che ha ricevuto nel pomeriggio una delegazione di esponenti dell'Assemblea "No Gelmini" al termine della riunione che si è tenuta nel cortile del rettorato. Ezio Pelizzetti, dal canto suo, ha voluto sottolineare, dopo il discorso del premier di ieri, che "è il rettore a decidere l'intervento eventuale della polizia all'interno dell'Università.

Insegnanti e genitori insieme La protesta allarga i temi ( da "Stampa, La" del 23-10-2008)
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Abstract: IERI DELEGAZIONE DAL PREFETTO Insegnanti e genitori insieme La protesta allarga i temi Contro la Gelmini corteo silenzioso del Terzo Circolo la sera di martedì Assemblee, cortei, petizioni e scioperi. E' il glossario della protesta contro le riforme nella scuola imposte dal ministro Gelmini. Molte le iniziative di lotta che stanno prendendo corpo.

La protesta anti Gelmini ( da "Stampa, La" del 23-10-2008)
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Abstract: Gelmini non arriva in provincia Occupazione a Torino, dibattiti ad Aosta e Alessandria [FIRMA]BARBARA COTTAVOZ NOVARA La protesta che sta bloccando le università di tutt'Italia sino ad ora ha toccato poco il Piemonte e la Valle d'Aosta: due occupazioni a Torino, un confronto pubblico ad Alessandria ma il clima è tranquillo e nelle facoltà di provincia tutto scorre nella piena normalità.

No al decreto Gelmini Raccolte 2.500 firme ( da "Stampa, La" del 23-10-2008)
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Abstract: No al decreto Gelmini" Raccolte 2.500 firme Anche i sindacati si preparano a dare guerra al ministro Gelmini. In tre settimane le organizzazioni sindacali della scuola hanno raccolto circa 20 mila firme di cittadini e lavoratori piemontesi (2500 a Vercelli) in calce ad un appello al governo contro i tagli di posti del personale docente e Ata,

India, prima missione spaziale Lancia una sonda verso la Luna ( da "Quotidiano.net" del 23-10-2008)
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Abstract: Lettera aperta del ministro Gelmini: "Non ci sono soldi, finita un'epoca" (63 commenti) Raccontateci il 'vostro' sci e andrete gratis a Skipass (45 commenti) "Le classi separate? Non ci saranno Solo corsi di lingua il pomeriggio" (39 commenti) Multa record a senzatetto Oltre 700 euro per aver steso i cartoni (34 commenti) Sfila la rabbia degli universitari (

Stop all'introduzione dei body scanner Europarlamento: 'Rischi per la privacy' ( da "Quotidiano.net" del 23-10-2008)
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Abstract: Lettera aperta del ministro Gelmini: "Non ci sono soldi, finita un'epoca" (63 commenti) Raccontateci il 'vostro' sci e andrete gratis a Skipass (45 commenti) "Le classi separate? Non ci saranno Solo corsi di lingua il pomeriggio" (39 commenti) Multa record a senzatetto Oltre 700 euro per aver steso i cartoni (34 commenti) Sfila la rabbia degli universitari (

Berlusconi: "Polizia nelle scuole? Mai detto né pensato" ( da "Quotidiano.net" del 23-10-2008)
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Abstract: GELMINI SBAGLIA L'ACCENTO: E' BAGARRE Una gaffe del ministro dell'Istruzione alimenta una vivace contestazione nell'aula del Senato: Mariastella Gelmini accusa l'opposizione di aver dimenticato il Libro bianco “scritto sotto l'egìda... del governo Prodi”

Cortei, lezioni all'aperto, corsi di occupazione: ecco la controriforma ( da "Giornale.it, Il" del 23-10-2008)
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Abstract: che hanno bloccato per qualche minuto la circonvallazione esterna urlando: "Gelmini, Tremonti, con noi farete i conti". L'altro partito da piazza Duomo e giunto fino in via Conservatorio, con tanto di blocco della cerchia dei Navigli, in via Visconti di Modrone, nel bel mezzo del pomeriggio. All'arrivo, i manifestanti hanno anche interrotto le lezioni in università, nell'aula 11,

Berlusconi: <No alle scuole occupate> ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: finanziamenti agli atenei e contro la riforma Gelmini che ripristina il maestro unico continua. Continua anche mentre a Palazzo Chigi il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, e il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, sfoderano il pugno duro: non arretreremo di un millimetro, andremo avanti nella direzione lungamente meditata, non permetteremo che pochi contestatori -

Veltroni accusa il Cavaliere <È lui a soffiare sul fuoco> ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: sostenere il ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini, scatena un'ondata di proteste nel centrosinistra e preoccupa anche il Capo dello Stato Giorgio Napolitano che invita le forze politiche a smetterla con le contrapposizioni e ad aprirsi al dialogo. La reazione più dura è quella del segretario del Pd Walter Veltroni che accusa il premier di voler "soffiare sul fuoco"

LATRONICO (PDL): URGENTE RIPENSARE Lâ IMPIANTO SCOLASTICO ( da "Basilicanet.it" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: intervenuto in aula nel dibattito sulla riforma Gelmini. â?? E' innegabile che la nostra scuola ha accumulato in questi anni ritardi significativi sui livelli di conoscenza e sulle competenze rispetto alle scuole di altri Paesi Europei. Per questo è¨ necessario un ripensamento dell' intero impianto scolastico.

Università, linea dura di Berlusconi sulle occupazioni ( da "Gazzetta di Parma Online, La" del 23-10-2008)
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Abstract: opposizione sulla riforma Gelmini, che secondo i sondaggi incontra pochi consensi. La piazza turba il premier, che non intende permettere altri blocchi. "L'occupazione di luoghi pubblici non è la dimostrazione dell'applicazione della libertà", ha tuonato il presidente del consiglio in una conferenza stampa a Palazzo Chigi, in cui parlando al fianco del ministro dell'

Berlusconi smentisce Berlusconi Frida Roy, 23 ottobre 2008, 17:50 Forse ha ragione Epifani nell'affe... ( da "AprileOnline.info" del 23-10-2008)
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Abstract: Dal Viminale si attendono le decisioni di Maroni e la Gelmini accetta di incontrare le rappresentanze studentesche Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi non ha detto né ha mai pensato di inviare la polizia contro gli occupanti di scuole e università. No, non è uno scherzo. E l'ennesima presa in giro a cui ci sottopone il presidente del Consiglio in perenne crisi d'identità.

Berlusconi smentisce Berlusconi ( da "AprileOnline.info" del 23-10-2008)
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Abstract: Dal Viminale si attendono le decisioni di Maroni e la Gelmini accetta di incontrare le rappresentanze studentesche Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi non ha detto né ha mai pensato di inviare la polizia contro gli occupanti di scuole e università. No, non è uno scherzo. E l'ennesima presa in giro a cui ci sottopone il presidente del Consiglio in perenne crisi d'identità.

Studenti, ma non solo ( da "AprileOnline.info" del 23-10-2008)
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Abstract: come è stato ad esempio nel caso della riforma Moratti e come avviene in questi giorni con il decreto della Gelmini. Rispetto al passato più lontano c'è però oggi una profonda anomalia: nella folla di manifestanti che vediamo sfilare per strada, nelle piazze e negli atenei non ci sono soltanto gli studenti, ma anche le loro famiglie e i loro stessi professori.

Muro contro muro tra Governo e studenti ( da "AprileOnline.info" del 23-10-2008)
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Abstract: si stringono la mano per manifestare uniti contro la riforma Gelmini". Dopo la decisione del presidente Berlusconi di reprimere le proteste con la forza "Lotta Studentesca sarà in prima linea per combattere insieme agli studenti di sinistra per il futuro di noi giovani", conclude poi il comunicato, "Noi difenderemo con le unghie e con i denti la natura pubblica della scuola.

Noi la crisi non la paghiamo ( da "AprileOnline.info" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: La realtà accademica chiede che venga ritirata la riforma Gelmini. Ecco il testo redatto dalle facoltà occupate de La Sapienza di Roma, che propone una giornata di mobilitazione per il 7/11 e un corteo nazionale nella capitale il 14 (in parallelo allo sciopero dell'università promosso dai confederali), mentre rilancia quello generale del 30 ottobre Alle facoltà in mobilitazione,

Caro Cav., la stampa non prende ordini ( da "Riformista, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: pardon del decreto Gelmini. Molte delle misure che vi sono previste sono giuste, o necessitate dai conti pubblici, come ha giustamente ricordato il presidente della Repubblica nella lettera agli studenti che pubblichiamo qui affianco. Molti altri giornali hanno avuto un atteggiamento rigoroso e serio nei confronti di queste misure,

<Solo due cattolici al governo Nel Pdl regna la massoneria> ( da "Riformista, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Per la prima volta in questo paese ci sono solo due ministri cattolici di peso, Gelmini e Scajola. A che cosa vuole alludere? Per esempio, alla mole di voti che il centrodestra ha preso in posti come la Toscana. Massoneria? Sì. Nella maggioranza ci sono eminenti figure della massoneria. Ma di più non dico. 23/10/2008.

Se gli studenti protestano Berlusconi chiama il 113 ( da "Riformista, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: è la conferenza stampa svoltasi ieri con a fianco il ministro Gelmini, bersaglio della protesta di questi giorni. Il premier non solo difende a spada tratta la riforma ma - a due giorni dalla manifestazione del Pd e a sette dallo sciopero generale sulla scuola - manda (a tutti) un messaggio forte e chiaro: "Non permetteremo - scandisce - che vengano occupate scuole e università.

Il Pd organizza la piazza La Cgil presta la macchina ( da "Riformista, Il" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Piene proprio in questi giorni di militanti che si oppongono alla riforma Gelmini e che potrebbero rinfoltire anche la manifestazione di sabato. "La nostra macchina si sta muovendo moltissimo sul territorio - racconta una fonte autorevole Cgil - perché il Pd non è ancora radicato. Certo, molti iscritti della Cgil sono simpatizzanti o iscritti del Pd.

Schifani bacchetta senatori Pdl "Basta pianisti, avete i numeri..." ( da "Repubblica.it" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: durante le votazioni agli emendamenti al decreto legge Gelmini, Schifani è stato costretto a intervenire. "Ci sono almeno 15 posti vuoti dove non c'è un senatore", attacca Giovanni Legnini del Pd rivolto al presidente. Che, seccato perché i pianisti sembrano non retrocedere, si rivolge ai banchi della maggioranza e dice: "Vi è una differenza di voti non indifferente,

Scienze Politiche Cagliari: studenti occupano aula magna ( da "Sardegna oggi" del 23-10-2008)
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Abstract: di Scienze Politiche del capoluogo sardo si mobilita contro la riforma Gelmini. Mercoledì sera al termine di un'assemblea con circa 500 partecipanti, gli studenti hanno occupato in modo permanente l'aula magna. "Mandare un forte segnale politico al Governo". Questo l'obiettivo dell'iniziativa frutto di un'idea condivisa anche da gran parte di docenti e ricercatori dell'università.

PD/Rusconi: incostituzionale il ``decreto Gelmini`` ( da "Merateonline.it" del 23-10-2008)
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Abstract: incostituzionale il ''decreto Gelmini'' Con la presente si trasmette testo dell'intervento del Sen. Rusconi, Capogruppo Pd, sull'incostituzionalità del cosiddetto 'decreto Gelmini' avvenuto nella seduta di ieri pomeriggio 22 ottobre. RUSCONI (PD) . Signor Presidente, signor Ministro, "I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi,

Eversivo ( da "Articolo21.com" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: E la Gelmini? Rischia seriamente di finire in un delizioso “gioco delle parti”. Con Berlusconi furente per averlo esposto, come dice Nichi Vendola, alla prima vera ondata d'opposizione, e con la parte democratica del paese a renderle omaggio per aver (involontariamente) restituito all'Italia una generazione che sembrava perduta.

Leggi l'articolo ( da "Quotidiano.it, Il" del 23-10-2008)
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Abstract: frazioni di Ripatransone rischiano di dover chiudere per far fronte al nuovo decredo "Gelmini". Il sindaco D'Erasmo convoca genitori e docenti. (foto d'archivio) Il Sindaco Paolo D'Erasmo ha fissato un incontro presso la Sala di rappresentanza del Comune per domani, venerdì 24 ottobre 2008, alle ore 21.00 alla presenza degli Amministratori comunali, del Dirigente Scolastico dell' I.

Braccio di ferro sulla scuola. Lucciarini: "reagiamo con forza ai tagli" ( da "Quotidiano.it, Il" del 23-10-2008)
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Abstract: Gelmini anche la direzione dell'Istituto Scolastico Comprensivo di Offida andrebbe smantellata per fare "cassa". L'amministrazione comunale, attraverso il Sindaco D'Angelo, si è attivata sin da subito, con altri comuni del territorio e con le istituzioni sovracomunali competenti, al fine di resistere e reagire ad un'iniziativa che mette a repentaglio il mantenimento della nostra

Petzner, il successore di Haider rivela: "Joerg era l'uomo della mia vita" ( da "Quotidiano.net" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Lettera aperta del ministro Gelmini: "Non ci sono soldi, finita un'epoca" (65 commenti) Bloccate le vie d'accesso al Senato Berlusconi: "Polizia nelle scuole? Mai detto né pensato" (50 commenti) "Le classi separate? Non ci saranno Solo corsi di lingua il pomeriggio" (46 commenti) Raccontateci il 'vostro' sci e andrete gratis a Skipass (46 commenti)

Giorgia ritorna con un triplo cd e un brano scritto a quattro mani ( da "Quotidiano.net" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Lettera aperta del ministro Gelmini: "Non ci sono soldi, finita un'epoca" (65 commenti) Bloccate le vie d'accesso al Senato Berlusconi: "Polizia nelle scuole? Mai detto né pensato" (50 commenti) "Le classi separate? Non ci saranno Solo corsi di lingua il pomeriggio" (46 commenti) Raccontateci il 'vostro' sci e andrete gratis a Skipass (46 commenti)

DI PIAZZA IN PIAZZA ( da "Stampa, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: genitori che la riforma voluta dal ministro Gelmini e approvata ieri per decreto (il ventitreesimo in cinque mesi) e con voto di fiducia (il settimo dall'insediamento del governo) sia la ricetta giusta per risistemare almeno un po' la scuola italiana. Del resto, da almeno trent'anni non c'è esecutivo - compresi i precedenti governi del Cavaliere - che non si sia puntualmente ritrovato,

Burlando: "Ecco che cosa farò per Cosseria" ( da "Stampa, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: che in base al decreto Gelmini potrebbe venire chiusa a partire dal prossimo anno scolastico, eventualità che se dovesse venire confermata spingerà il sindaco Cavallero a rinuncerà al rinnovo del mandato in segno di protesta, Burlando ha dichiarato che intende fare di questa struttura all'avanguardia, dotata di riscaldamento a pavimenti in parquet,

Alice Bardel prima nella gara tricolore ( da "Stampa, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini, allenatrice dell'Aosta 2000 - ha avuto un netto miglioramento dall'anno scorso, siamo passati da un punteggio che si aggirava intorno a 40 a un risultato di 68,91. Ha comunque ancora un margine di miglioramento". Un risultato importante, anche considerato che il Palaghiaccio d'Aosta è chiuso: "Sono contenta che nonostante tutti i problemi che abbiamo con gli allenamenti

Petizione dei docenti contro la "Gelmini" Raccolte 1500 firme ( da "Stampa, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: LA PROTESTA Provincia Petizione dei docenti contro la "Gelmini" Raccolte 1500 firme Tavolo tecnico valuterà gli accorpamenti La preoccupazione dei docenti biellesi per la riforma sulla scuola targata Gelmini, si è tradotta in una raccolta di firme consegnata ieri mattina in Prefettura e che il palazzo del Governo trasmetterà in Regione.

Scuola, ora la protesta cresce fra i professori ( da "Stampa, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: contrarietà al disegno di legge della Gelmini. I docenti hanno già organizzato tre appuntamenti per protestare. Domani dalle 18 un corteo aperto a studenti, insegnanti, genitori e personale di tutte le scuole. Il ritrovo è in piazza Roma a Porto Maurizio. Sabato invece le classi del Vieusseux e del De Amicis faranno lezione in varie piazze di Imperia e per mercoledì prossimo è prevista un'

Videosorveglianza Il piano esaminato in Prefettura ( da "Stampa, La" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: COMUNE POLEMICA PALLAVOLO SCUOLA All'interno Videosorveglianza Il piano esaminato in Prefettura Candelo minaccia di bloccare l'iper "Gli Orsi" Serie B1 nel caos Il Nuvolera Brescia dichiarato fallito I prof. bocciano la riforma Gelmini con 1500 firme Servizio Stefania Zorio Marco Perazzi Servizio.

Scuola e università, la protesta non si ferma ( da "AprileOnline.info" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: si stringono la mano per manifestare uniti contro la riforma Gelmini". Dopo la decisione del presidente Berlusconi di reprimere le proteste con la forza, Lotta Studentesca fa sapere che "sarà in prima linea per combattere insieme agli studenti di sinistra per il futuro di noi giovani". "Noi difenderemo con le unghie e con i denti la natura pubblica della scuola.

Scuola in piazza: la protesta non si ferma ( da "Panorama.it" del 23-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Istruzione Maria Stella Gelmini non si ferma solo all'universtità: adesso invade anche i licei: come annunciato nei giorni scorsi dalla [6] Rete degli Studenti, sono iniziate questa mattina le occupazioni in scuole superiori di tutta Italia. In particolare a Roma, a quanto risulta, sono stati occupati alcuni Licei come lo storico [7] classico Tasso o il periferico scientifico Malpighi.


Articoli

La protesta de los estudiantes eleva la tensión en Italia (sezione: Scuola)

( da "Pais, El" del 23-10-2008)

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Berlusconi afirma que no tolerará las ocupaciones de colegios y universidades MIGUEL MORA - Roma - 23/10/2008 Vota Resultado 1 votos Decenas de miles de estudiantes y profesores salieron ayer otra vez a la calle en toda Italia para protestar contra la reforma educativa del Gobierno de Silvio Berlusconi. Colegios y universidades fueron pacíficamente ocupados por los alumnos, para exigir la inmediata retirada del decreto elaborado por la ministra Mariastella Gelmini. Según afirman los sindicatos, tras la actuación del Gobierno "se esconde un plan para desmantelar la educación pública". 12.000 gitanos, fuera Italia A FONDO Capital: Roma. Gobierno: RepÚblica. PoblaciÓn: 58,145,321 (est. 2008) Ver cobertura completa --> La noticia en otros webs webs en espaÑol en otros idiomas Berlusconi compareció a mediodía junto a Gelmini en conferencia de prensa y utilizó tonos durísimos. Acusó a los manifestantes de pertenecer a la "extrema izquierda", señaló que "basan sus ataques en mentiras y falsedades", y dijo que intentan desplazar la oposición del Parlamento a la calle. Luego, advirtió: "No toleraremos más ocupaciones, no son una expresión democrática sino una forma de violencia". El primer ministro contó que había convocado de urgencia al ministro del Interior, Roberto Maroni, para indicarle "cómo tiene que actuar la policía". Según los sindicatos, Berlusconi "se ha puesto el casco en la cabeza y ha optado por el camino de la represión en vez de por el diálogo". El secretario general del Partido Demócrata, Walter Veltroni, acusó al primer ministro de "avivar el fuego" de las protestas con sus palabras, y afirmó que "quejas tan amplias y extendidas" como las que está viviendo el país deberían conducir a "retirar el decreto Gelmini" y buscar alternativas a los recortes financieros. "Es una irresponsabilidad convertir un problema social en un problema de orden público", agregó. El martes, en Milán, seis estudiantes habían resultado heridos leves en un choque con la policía. Ayer, los alumnos seguían ocupando pacíficamente centros escolares y facultades por todo el país: Turín, Milán, Roma, Florencia, Cosenza, Catanzaro, Calabria... En La Sapienza de Roma, los alumnos cerraron con candados y cadenas el departamento de Física. En Bari, se escenificó un cortejo fúnebre por la muerte de la universidad pública. Berlusconi está sufriendo en el campo educativo el único desgaste visible en estos meses de Gobierno, en los que su popularidad ha llegado al 62%. Los sindicatos de docentes y alumnos llevan semanas en pie de guerra contra la reforma, que según sus cálculos supondrá cerca de 90.000 despidos en tres años, recortará 8.000 millones de euros el gasto educativo y bajará la calidad de la enseñanza con el anunciado regreso a la vieja fórmula del maestro único, frente a la actual de los tres maestros cada dos clases. Sobre esa cuestión, Berlusconi aprovechó para recriminar en público a Gelmini por haber elegido mal la palabra: "Te has equivocado, no es maestro único sino principal. Porque también están el de inglés, religión e informática". Otra medida polémica es la propuesta de la Liga Norte de hacer un examen de italiano a los hijos de los inmigrantes y poner en clases aparte a aquellos que no tengan suficiente nivel. Berlusconi dio ayer su apoyo a la idea: "No es racismo, sino sentido común". El líder de Forza Italia acusó a la izquierda de "haber convertido la instrucción pública en un subsidio social, llenándola de profesores precarios". Calificó la situación de la educación italiana como "catastrófica", y afirmó que el país no puede permitirse tener 1.300.000 docentes. "Son demasiados". Además, prometió para acabar, "no se despedirá a nadie", pero el Gobierno bajará el número de maestros con jubilaciones y bloqueando los nuevos contratos. 12.000 gitanos, fuera El ministro del Interior, Roberto Maroni, presentó ayer los datos finales del censo de los campamentos gitanos realizado desde junio en Roma, Milán y Nápoles. En total, han sido registradas 12.346 personas, residentes en 167 campamentos (124 ilegales y 43 autorizados), y el número de menores de edad asciende a 5.436. Según Maroni, las cifras son más bajas de lo estimado por el Gobierno antes de empezar el censo; la razón es que muchos nómadas, en torno a 12.000 según sus cálculos, y "sobre todo rumanos", se han ido a otros países de Europa desde junio, "en particular a España, Francia y Suiza". Para el ministro de la xenófoba Liga Norte, ese éxodo es, "de por sí, un efecto importante de la iniciativa (el censo) decidida por el Ejecutivo". Diversas ONG, el Parlamento Europeo y la Iglesia católica han denunciado en estos meses la persecución de los gitanos llevada a cabo por el Gobierno de Silvio Berlusconi.

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Il braccio di ferro sulla scuola (sezione: Scuola)

( da "Corriere.it" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

MULTIMEDIA: Tutti i video e le immagini Il braccio di ferro sulla scuola La riforma Gelmini e le voci della protesta Linea dura del premier: non tollereremo occupazioni negli atenei Le voci della protesta Margherita Hack tra gli studenti a Firenze La conferenza stampa di Walter Veltroni Il video sugli scontri a P. Cadorna inviato dagli studenti A Milano manifestazione contro il decreto Gelmini: tafferugli alla stazione Cadorna Cortei anti-Gelmini: nel capoluogo lombardo contusi sei studenti Dai tagli al maestro unico: parlano i rappresentanti degli insegnanti Le immagini stampa |.

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I giovani di An: <Manifestare è un diritto Sbagliata la linea di Berlusconi> (sezione: Scuola)

( da "Corriere.it" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Il premier: "Ero uno studente modello, mai partecipato a una protesta" I giovani di An: "Manifestare è un diritto Sbagliata la linea di Berlusconi" Azione Universitaria: "Questa protesta è manovrata, ma chi vuole scendere in piazza deve poterlo fare" Berlusconi con il ministro Gelmini (Ansa) ROMA - "Ero uno studente diligentissimo: non ho mai manifestato". A Silvio Berlusconi non piacciono per niente le occupazioni e le proteste nel mondo della scuola. Anche perché, nel mirino di insegnanti e di studenti, ci sono la riforma Gelmini e i tagli all'Università. Il premier, annunciando la lina dura contro le occupazioni negli atenei, rievoca il suo passato di "studente modello" con "insegnanti esemplari". Tanto da non aver mai sentito il bisogno di scendere in piazza e manifestare. Come il suo collega di governo Umberto Bossi, a quanto pare. "Mai partecipato a un'occupazione?" gli chiedono i giornalisti. E il ministro per le Riforme risponde con un secco "no". ALEMANNO-MELONI - Più sfumata la posizione di Gianni Alemanno. "Nessuno può negare agli studenti il diritto di manifestare" afferma il sindaco di Roma, secondo il quale però "la violenza deve essere isolata". "Il problema di fondo - aggiunge - è che deve essere garantita a tutti gli studenti la libertà di scegliere se partecipare alle manifestazioni. E soprattutto bisogna rifiutare la violenza". Giorgia Meloni, ministro della Gioventù, ritiene che l'intervento delle forze dell'ordine sugli studenti che occupano scuole e Università non sarà necessario, anche perché si dice convinta che la protesta "non diventerà così violenta" e che chi manifesta non vorrà "usare violenza contro chi sceglie di non farlo". Allo stesso tempo, tuttavia, sottolinea che "chi vuole manifestare ha il diritto di farlo", ma anche che "chi vuole dare gli esami deve poterlo fare". LE REAZIONI - Che la linea di Berlusconi non piaccia ai Giovani comunisti c'era da aspettarselo. "Le straordinarie manifestazioni studentesche che si stanno svolgendo in tutta Italia, compreso il blocco della didattica, sono legittime proteste contro chi vuole negare a migliaia di studenti e ricercatori il loro diritto al futuro" dichiara Costanza Chirivino, coordinatrice provinciale di Palermo. Meno scontate erano le critiche di Azione universitaria, il movimento studentesco legato ad An. A loro la protesta di questi giorni non convince affatto: "È manovrata - afferma il presidente, Giovanni Donzelli -. Serve solo a rettori, presidi e baroni di turno a mantenere i loro privilegi". Ma, fatta questa premessa, "non si può accettare che venga negato il diritto di manifestare. Chi vuole protestare deve poterlo fare". E al dispiegamento delle forze di polizia per impedire le occupazioni "è meglio che non si arrivi". Anche perché Azione universitaria, movimento studentesco legato ad An, di proteste e occupazioni ha una lunga esperienza: l'ultima "tredici mesi fa, il 14 settembre 2007" quando, ricorda Donzelli, "occupavamo l'atrio del ministero dell'Istruzione". Da soli, "perché contro i tagli di Mussi non protestava nessuno. Ora invece, tutte quelle sigle... Mi fanno un po' ridere". stampa |.

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Gli studenti non si fermano: blocchi a Milano, occupazioni a Roma e Napoli (sezione: Scuola)

( da "Corriere.it" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

VELTRONI: "proteste così ampie dovrebbero portare il governo a ritirare il decreto" Gli studenti non si fermano: blocchi a Milano, occupazioni a Roma e Napoli In mobilitazione anche i ragazzi delle scuole superiori. Nel capoluogo lombardo corteo non autorizzato MILANO - Nonostante le parole di Berlusconi ("le occupazioni sono una violenza, manderemo le forze dell'ordine"), le proteste degli studenti delle scuole e delle università proseguono in tutta Italia. Tanto che secondo il leader del Pd Veltroni "proteste così ampie e diffuse dovrebbero portare il governo a ritirare il decreto Gelmini e le misure con i tagli alla scuola e all'università". Dal governo arriva la risposta del ministro del Lavoro Sacconi, secondo cui le proteste sono guidate da "giovani presuntuosi e politicizzati", frutto di una scuola e di una università "autoreferenziali" nate negli anni Settanta. OCCUPAZIONI E PROTESTE - Dopo gli incidenti di lunedì a Milano e l'occupazione di alcune facoltà a Roma e Torino, il corteo a Firenze e l'occupazione del rettorato a Bologna, mercoledì mattina alla Sapienza di Roma gli studenti hanno chiuso con lucchetti e catene il dipartimento di Fisica in segno di protesta. Sempre nella capitale è iniziata l'occupazione del liceo ginnasio Torquato Tasso. Favorevoli all'iniziativa circa 800 allievi su 1.200, riferiscono alcuni studenti, sottolineando "il sostegno ricevuto da parte della classe docente". Mercoledì mattina, all'entrata del liceo Russel, Azione Studentesca ha protestato contro la "casta dei professori" e due cortei non autorizzati, composti da studenti di scuola media superiore degli istituti Orazio, Nomentano, e Matteuzzi hanno sfilato a ponte Milvio e nel quartiere talenti. MILANO, CORTEO NON AUTORIZZATO - A . I circa 700 partecipanti - secondo gli organizzatori - si sono diretti alla facoltà di Scienze politiche della Statale in via Conservatorio, bloccando con un sit-in l'incrocio della circonvallazione interna tra via Visconti di Modrone e via Mascagni. Arrivati in sede i manifestanti hanno bloccato le lezioni per una decina di minuti e c'è stato un acceso confronto con i presenti. Gli studenti, un centinaio, hanno fatto irruzione nell'aula 11 di via Conservatorio e hanno esposto di fronte alla cattedra lo striscione "La vostra crisi non la pagheremo noi", cercando invano di convincere gli alunni e il professore a bloccare l'insegnamento o a spostarlo in cortile. "È un'evidente forzatura - ha detto il professor Giorgio Barba Novaretti -. È un'azione violenta". STATO DI AGITAZIONE A NAPOLI - Anche all'Università Orientale di Napoli è iniziata l'occupazione dopo l'assemblea indetta dai collettivi universitari. "La decisione è stata presa a maggioranza dopo il rifiuto dei docenti ad attuare il blocco della didattica" spiega un portavoce della rete dei dottorandi e dei ricercatori. Sempre a Napoli corteo di protesta degli studenti del liceo linguistico e sociopedagogico Villari che hanno dichiarato di essere "in stato di agitazione". Alla manifestazione si sono aggregati studenti di altre scuole. Gli studenti del liceo classico Pansini hanno deciso di non sospendere le lezioni ma di occupare la scuola di pomeriggio e di notte. UNIONE DEGLI STUDENTI - A Torino continua l'occupazione di Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche, decisa dall'assemblea degli studenti. Le lezioni proseguono regolarmente. È occupata anche la facoltà di Fisica, mentre davanti al Dipartimento di Scienze della Terra studenti e ricercatori hanno manifestato chiedendo simbolicamente l'elemosina. Uno studio mobile di Radio BlackOut, emittente vicina ai gruppi antagonisti, segue le proteste contro la riforma Gelmini. Fino al 29 ottobre, studenti, genitori, maestri, docenti delle scuole medie e dell'università si alternano ai microfoni della radio per circa due ore al giorno. A Bari è stato inscenato un corteo funebre per la morte dell'università pubblica. L'Unione degli Studenti fa sapere che il calendario delle iniziative è fitto, in vista della manifestazione nazionale del 14 novembre, praticamente in tutta Italia. "DICHIARAZIONI GRAVISSIME" - Le proteste e le occupazioni continueranno e "Berlusconi dovrà prendersi la responsabilità delle sue azioni". Così gli studenti rispondono alle dichiarazioni del presidente del Consiglio. "Dal presidente del consiglio non ci aspettavamo certo provocazioni questo tipo - dice Luca De Zolt, portavoce nazionale della rete degli studenti medi -. Le dimensioni della protesta hanno dimostrato che non c'è alcuna strumentalizzazione. C'è invece una risposta generale di studenti e docenti che si oppongono al taglio dei fondi e alla riforma Gelmini". Di "dichiarazioni gravissime" parla anche un esponente del collettivo di fisica dell'università La Sapienza di Roma, che "evidentemente mostrano che il governo è in difficoltà di fronte alla nostra protesta pacifica e determinata". A Napoli gli studenti hanno deciso di procedere all'occupazione di palazzo Giusso, al grido "non accettiamo la militarizzazione del territorio". stampa |.

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E' lecito esprimere il disagio ma non in modo inconcludente (sezione: Scuola)

( da "Trentino" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

"E' lecito esprimere il disagio ma non in modo inconcludente" TRENTO. Il rettore dell'ateneo trentino Davide Bassi sta vivendo giornate intense, proprio come i suoi studenti. Martedì era a Roma per la riunione di Aquis, da ieri sera si trova a Rotterdam per il convegno dei rettori europei. Rettore, a Trento c'è fermento come nel resto del Paese. Cosa pensa di una eventuale occupazione di Sociologia? "Quando ci sarà esprimerò un parere in merito". Pare certa però la "notte bianca" di lunedì in facoltà per preparare il corteo di martedì, sotto il rettorato... "Ognuno si deve prendere le sue responsabilità, non sta a me dirigere il traffico". E l'ipotesi delle lezioni in piazza? "Possono essere iniziative curiose per la stampa, ma inconcludenti per ottenere ciò che vogliamo. Sappiamo che c'è disagio, ma c'è modo e modo per esprimerlo". Insomma, meglio dialogare con la Gelmini che occupare le facoltà... "Io preferisco il dialogo. Ho una carica istituzionale e a fine mese devo pagare gli stipendi ai miei dipendenti. Non sono un politico, ma ho il dovere di discutere con il ministro di turno su ciò che tocca l'università. E dobbiamo fare in modo che il sistema regga la botta che sta arrivando". (j.t.).

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Controllerò i bilanci dei tre atenei toscani (sezione: Scuola)

( da "Gazzetta di Modena,La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Il ministro: le università "bollenti" vicine al dissesto "Controllerò i bilanci dei tre atenei toscani" FIRENZE. Il ministro Maria Stella Gelmini attacca a testa bassa cinque atenei, tra cui i tre toscani. "Ho avviato controlli - ha dichiarato - in alcuni atenei che sono vicini al dissesto finanziario e che sono peraltro quelli dove le occupazioni sono più forti". La dichiarazione rappresenta uno schiaffo a Pisa e Firenze, accomunate a Siena che si trova in una situazione del tutto diversa, dopo la scoperta di un buco di 145 milioni di euro. I tre rettori, fa capire la Gelmini, hanno sobillato la rivolta per coprire le proprie carenze. "Il tentativo di riversare sul governo la responsabilità di una cattiva gestione che oggi raggiunge il livello di guardia - ha detto il ministro - è smentito dai fatti. Quindi cerchiamo di mettere le carte in tavola". La Gelmini arriva a ipotizzare a carico dei rettori addebiti da codice penale: "Non c'è trasparenza - dice - nei bilanci. Il ministero vuole conoscere tutti i bilanci delle università e ha avviato controlli in 5 di queste con buchi in bilancio (Siena, Firenze, Pisa, Camerino, Urbino)". A rispondere per le rime è il rettore di Firenze Augusto Marinelli. "Ben vengano i controlli - ha affermato - perché così saranno messi in luce in modo inequivocabile i dati del sottofinanziamento del sistema. Sulla situazione finanziaria dell'ateneo c'è grande trasparenza: i bilanci sono pubblicati su internet". L'ateneo pisano, poi, ricorda che "il bilancio consolidato 2007 è stato chiuso con un sostanziale pareggio di cassa e che si prevede di chiudere in pareggio di cassa anche i bilanci 2008 e 2009".

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Bugie della sinistra? Furbizie del governo (sezione: Scuola)

( da "Gazzetta di Modena,La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Il sindacalista della Cgil Pantaleo replica punto per punto "E' vero, il tempo pieno non viene abolito formalmente ma di fatto sì. Le classi saranno di 30 ragazzi" CARLO ROSSO ROMA. Mimmo Pantaleo è il segretario della Flc-Cgil. A lui abbiamo chiesto di replicare alle accuse rivolte ieri da Silvio Berlusconi anche ai sindacati della scuola. Il premier accusa la sinistra di aver detto sette bugie sulla scuola. Cominciamo dalla prima: accusate il governo di voler abolire il tempo pieno. Berlusconi dice che non è vero. "Formalmente il governo non abolisce le leggi che introducono due modelli scolastici come i moduli e il tempo pieno. Ma la possibilità c'è ancora. Con il decreto 137, all'esame del Senato, si introduce un terzo modello, quello del maestro unico. Dopo di che si tagliano gli insegnati: 87.000 docenti e 44.500 personale Ata. Quando a gennaio il ministero autorizzerà il funzionamento dell'organico alle Regioni, queste ultime avranno un numero di posti inferiore rispetto all'anno scorso. Così devono distribuire meno posti per gli insegnanti. Allora vedremo se ci saranno più o meno "tempi pieni". Questa è la furbizia". Berlusconi nega che ci saranno classi con 30 alunni. "E invece è chiaro. Nella bozza di regolamento che attua il piano programmatico per la parte che riguarda la formazione delle classi, si dice che dovranno aumentare i numeri massimi di alunni per fare le classi, portandoli tutti a 30. Questi numeri massimi potranno inoltre aumentare di un altro 10%, così gli studenti arriveranno a 33". Altra accusa riguarda il maestro unico. Il premier nega che diminuirà la qualità dell'insegnamento, come sostenuto dalla sinistra. "Invece diminuisce. E' ovvio che tre insegnanti garantiscono più ricchezza. Il maestro unico deve sapere di tutto un po', mentre un maestro che insegna solo un'area disciplinare, le scienze o la matematica, è sicuramente più preparato nel suo settore. Questo discorso vale anche per l'insegnante di lingue straniere che ha fatto un corso di laurea o di 700 ore per poter insegnare. E' chiaro che conosce l'inglese meglio di chi farà un corso di appena 150 ore". Berlusconi nega che il governo voglia licenziare 87 mila insegnanti. "E' chiaro, lui si riferisce agli insegnati di ruolo. Infatti gli 87mila posti a rischio sono quelli coperti oggi dal personale precario. E questi non sono posti di lavoro che si perdono? Tutte persone che hanno un percorso di preparazione specifica, cosa faranno? Le guide turistiche come ha suggerito il ministro Gelmini?". Sempre il premier dice che non è vero che diminuiranno gli insegnanti di sostegno. "Infatti nessuno lo dice". Le scuole di montagna: il premier nega che verranno chiuse. "Il piano programmatico dice che devono essere gradualmente ridotte le sedi scolastiche con meno di 500 alunni. Non solo. Dice anche che gli enti locali devono attivare i trasporti locali e aggiunge che dovrà svilupparsi la formazione a distanza. Forse il governo vuole tornare ai tempi del maestro Manzi di 'Non è mai troppo tardi'". Infine voi dite che uno studente potrà essere bocciato con il 7 in condotta, circostanza negata dal premier. "Anche in questo caso Berlusconi sbaglia. Nessuno lo dice. Il governo parla del 5 in condotta e noi pensiamo che sia un provvedimento inutile per affrontare problemi disciplinari e di inserimento. La valutazione è qualcosa di ben più ampio per poterla esprimere con il 5 in condotta".

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Non abbiamo paura, andiamo avanti (sezione: Scuola)

( da "Gazzetta di Modena,La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Di Monica Viviani "Non abbiamo paura, andiamo avanti" Cortei, blocchi, occupazioni: gli studenti intensificano la protesta A Milano lezione in piazza Duomo, Napoli prepara la "lunga notte" "Non ci fermeremo". Così, dall'Unione degli studenti a Forza Nuova, dalle università alle scuole medie, il mondo studentesco risponde compatto alle minacce del premier Silvio Berlusconi e intensifica le azioni di protesta. Sul fronte universitario, cortei, blocchi e occupazioni ormai non si contano più. A Milano circa 700 studenti universitari hanno ieri seguito una lezione in piazza Duomo per poi formare un corteo non autorizzato che ha bloccato il traffico. A Torino è continuata l'occupazione delle facoltà umanistiche ed è stata occupata anche la facoltà di Fisica. Manifestazione non autorizzata pure a Trieste, corteo funebre e blocco della didattica invece a Parma mentre a Firenze il dipartimento di Matematica terrà il 27 e il 28 ottobre 24 ore di lezioni no stop. "Non abbiamo paura di Berlusconi e della Gelmini" hanno gridato gli studenti della Sapienza di Roma dove ieri il Dipartimento di Fisica è stato chiuso per protesta con catenaccio e lucchetti ed è stata occupata anche l'Aula 2 della Facoltà di Economia. Un corteo spontaneo di un migliaio di studenti di Roma Tre ha poi manifestato nel pomeriggio bloccando il quartiere Ostiense-San Paolo e infine la Facoltà di Lettere dell'Università Tor Vergata, ha deciso di indire un presidio di studenti e docenti della durata di una settimana. E da ieri a Napoli, dopo un'assemblea con 1.500 studenti, è occupata anche l'Università Orientale mentre la Seconda Università è in stato di agitazione permanente. E non è ancora finita. Un minuto di silenzio, ceri accesi, veli scuri calati sui visi, una grande bara marrone e un necrologio funebre: così centinaia di universitari hanno voluto protestare ieri a Bari. Intanto a Palermo il Consiglio di facoltà di Lettere e Filosofia ha detto sì alla sospensione delle lezioni fino al 31 ottobre. Manifestazioni, sit-in e assemblee anche a Catania, l'Aquila, Perugia e Cagliari. Un fermento che riguarda anche gli studenti delle superiori dove continua la tre-giorni di mobilitazione lanciata dall'Unione degli Studenti, secondo la quale le adesioni delle scuole hanno già superato il migliaio. Nel Milanese sono partite le prime occupazioni al liceo Omero e all'istituto Majorana di Cesano Maderno. A Trieste su 17 istituti, 11 risultano occupati e in sei sono in corso autogestioni. Occupazioni in aumento anche in Liguria, in Toscana e a Roma dove si prepara la manifestazione per lunedì prossimo a cui si stima che prenderanno parte 15mila ragazzi. Intanto ieri due cortei non autorizzati hanno sfilato in due diverse zone della Capitale, a ponte Milvio e a Talenti. Sono poi più di 50 (secondo l'Uds) le scuole di Napoli che si sono mobilitate con autogestioni, assemblee permanenti e occupazioni: ieri mattina 4000 studenti hanno sfilato in corteo sotto l'assessorato regionale all'Istruzione e per domani sera è in programma "La lunga notte della scuola". Anche a Salerno sono state occupate 13 scuole e occupazioni ed assemblee permanenti sono in corso ad Avellino e Caserta. Proseguono e si intensificano poi le proteste degli studenti calabresi con occupazioni, autogestioni e assemblee a Rende, Catanzaro e Reggio Calabria. Mentre 200 manifestanti, perlopiù docenti ma anche una delegazione di studenti, hanno sfilato ieri mattina sotto la pioggia per le vie di Oristano. Infine uno "sciopero creativo" sarà messo in atto oggi, in molte città, dagli alunni medi della Rete degli studenti che occuperanno le entrate delle scuole "per sbarrare la strada alla riforma e ai tagli con tutta la nostra creatività".

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Ora Berlusconi agita il manganello (sezione: Scuola)

( da "Trentino" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Anche il cardinale Bagnasco chiede "moderazione". Il premier incontra Maroni che convoca per oggi al Viminale un summit per decidere Ora Berlusconi agita il manganello "Manderò la polizia". Napolitano frena: serve ascolto e confronto GABRIELE RIZZARDI ROMA. Il decreto Gelmini non sarà ritirato e contro gli studenti che occupano le scuole e le università il governo è pronto a schierare la polizia. L'annuncio parte da palazzo Chigi dove Silvio Berlusconi convoca una conferenza stampa con Maria Stella Gelmini per difendere il contestatissimo decreto che porta il nome del ministro dell'Istruzione e per denunciare "tutte le bugie della sinistra". Il premier questa volta non si limita ad una semplice difesa d'ufficio del suo ministro ma manda un avvertimento anche i direttori dei giornali ("Ditegli che saremo molto indignati e preoccupati se la conferenza stampa di oggi non avesse seguito") e fa capire che contro le proteste degli studenti il governo userà il pugno duro. E, per non lasciare spazio ad equivoci, lancia quello che definisce "un avviso ai naviganti": "Non permetteremo che vengano occupate scuole e università perché l'occupazione non è un atto di democrazia ma di violenza. Convocherò il ministro dell'Interno per dargli istruzioni dettagliate su come devono intervenire le forze dell'ordine". La protesta che ormai coinvolge studenti e insegnanti di tutte le città italiane sarà repressa a colpi di manganello? "Voglio che sia garantito il diritto allo studio, il metodo sceglilo tu" dice il premier a Maroni durante l'incontro che si svolge nel pomeriggio a palazzo Grazioli e che si conclude con l'annuncio di una riunione tecnica che si svolgerà oggi al Viminale con il sottosegretario Mantovano e i vertici delle forze di polizia per fare il punto sui rischi per la sicurezza "derivanti dalle proteste degli studenti". Partendo dal presupposto che la maggioranza degli studenti, che i sondaggi quantificano nel 60-70%, vorrebbe partecipare regolarmente alle lezioni e condivide i principi della riforma, Berlusconi chiede a Maroni di trovare una soluzione di compromesso che non impedisca l'occupazione di spazi melle scuole e nelle università a condizione che ciò non ostacoli il regolare svolgimento di lezioni ed esami. La determinazione del governo ad usare il pugno duro viene letta dall'opposizione come una pericolosa provocazione ed anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno (An), invita il premier alla prudenza: "Nessuno può negare il diritto a manifestare". La tensione sale alle stelle e in serata il Capo dello Stato interviene sulla questione con una lettera di risposta agli studenti della Sapienza. Partendo dal presupposto che i compiti affidatigli dalla Costituzione non gli consentono di schierarsi ("Non posso decidere da che parte stare"), Giorgio Napolitano non commenta le dichiarazioni di Berlusconi ma auspica la creazione di uno spazio per il confronto. "E' indispensabile che su questi temi non si cristallizzi un clima di pura contrapposizione, ma" precisa il Presidente "ci si apra all'ascolto reciproco, a una seria considerazione delle rispetive ragioni". A chiedere "moderazione ed equilibrio" è anche il presidente della Cei, Angelo Bagnasco per il quale anche per la scuola vale il fatto che i "problemi complessi" non si risolvono con "soluzioni semplici". Durante la conferenza stampa, Berlusconi sferra un attacco alla Tv pubblica ("Diffonde ansia e le situazioni solo di chi protesta"), accusa l'informazione di aver sancito il "divorzio dalla realtà") e chiude l'incontro con i giornalisti in grande stile. Una cronista del Manifesto gli chiede se verrà usata la polizia anche contro le maestre elementari e Berlusconi risponde secco: "Tutelerò sempre il diritto dei cittadini, siano essi studenti o genitori. Avete 4 anni e mezzo per farci il callo. Non retrocederò di un millimetro, questo sia chiaro".

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Veltroni: irresponsabile, soffia sul fuoco (sezione: Scuola)

( da "Trentino" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Franceschini: noi stiamo con gli studenti. Fioroni: i tagli previsti sono almeno di 8 miliardi Veltroni: irresponsabile, soffia sul fuoco "Così trasforma un problema sociale in un problema di ordine pubblico" "I giovani non cadano nelle provocazioni, manifestino in modo pacifico e non violento" ANDREA PALOMBI ROMA. Berlusconi "soffia sul fuoco". Le sue sono "parole molto gravi che possono essere cariche di conseguenze". Walter Veltroni accusa duramente il premier di provocare a freddo un movimento di protesta che è stato finora del tutto pacifico. Pacifico e e composto da studenti, ma anche da insegnanti e genitori. Così facendo, avverte il segretario del Pd, Berlusconi si assume una grave responsabilità: quella di "trasformare un problema sociale in uno di ordine pubblico" e di radicalizzare la protesta. Per Dario Franceschini non c'è dubbio: Berlusconi "vuole lo scontro sociale". Magari per distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica. Per questo il Pd lancia un accorato appello agli studenti: non raccolgano le provocazioni e tutte le proteste avvengano in modo pacifico e non violento. "Mi auguro - dice Veltroni - che studenti e insegnanti abbiano la responsabilità di ignorare le parole di Berlusconi". Ma nello stesso tempo il Pd si rivolge anche al ministro dell'Interno "affinché - avverte Franceschini - non sia toccato neppure un capello agli studenti. E comunque - sottolinea - il Pd è con gli studenti". E Veltroni ripete la richiesta di ritirare il decreto Gelmini e di dar vita a un tavolo con tutti le parti interessate. Di fronte al pugno di ferro brandito ieri da Berlusconi, Veltroni torna però anche a riproporre le preoccupazioni più generali per lo stato della democrazia. "E' ancora possibile dissentire in questo Paese? E' possibile organizzare manifestazioni, o no? E' possibile scrivere sui giornali cose che non piacciono al governo, o no? Se la risposta è "no" - conclude - le cose cominciano a diventare molto serie". E poi si chiede come mai c'è "tanta agitazione" nel governo di fronte alla manifestazione del Pd di sabato prossimo se davvero i sondaggi sono così favorevoli. Preoccupazioni a cui si aggiungono nuovi timori sullo stato dell'informazione. I "saluti" spediti ieri dal Cavaliere ai direttori dei giornali assumono un senso tanto più minaccioso, spiega infatti Ricardo Franco Levi in conferenza stampa, perché il governo nello stesso tempo sta tentando di sottrarre al Parlamento i finanziamenti per la stampa e riservare ogni decisione al proposito al solo ministro dell'Economia. Non si tratta solo dei giornali di partito, ma di circa 300 milioni che ogni anno vengono versati ai grandi gruppi. Veltroni accusa poi il Cavaliere per aver detto che non ci sarà nessun taglio alla scuola pubblica: "Come fa a dire una bugia come questa?". E legge dal decreto della Gelmini i "risparmi di spesa" esplicitamente previsti che assommano a poco più di 8 miliardi di euro. Giuseppe Fioroni, ex ministro dell'Istruzione con Prodi, smonta invece una ad una tutte le cifre fatte ieri da Berlusconi (in risposta alle "bugie della sinistra") e lo accusa di non leggere neanche i provvedimenti del suo governo.

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Scuola, 3500 firme al prefetto contro i tagli del governo (sezione: Scuola)

( da "Stampa, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

PROTESTA.RACCOLTE DAI SINDACATI Scuola, 3500 firme al prefetto contro i tagli del governo [FIRMA]FRANCA NEBBIA ALESSANDRIA Circa 3500 firme sono state raccolte solo ad Alessandria (20 mila in Piemonte) dalle organizzazioni sindacali contro i previsti tagli nella scuola, per il rinnovo dei contratti di lavoro, per l'immissione in ruolo dei precari, contro il decreto Gelmini e la proposta di maestro unico. Ieri sono state consegnate a tutte le prefetture del Piemonte. E' uno dei primi passi della mobilitazione a cui il sindacato chiama a raccolta tutti gli attori della scuola dopo l'approvazione della legge 133 che prevede su scala nazionale una riduzione di circa 87 mila docenti e di 42 mila lavoratori Ata (bidelli e amministrativi). In provincia si calcola che si tratti di circa 349 posti in meno per i docenti e di oltre 200 per il personale Ata. Ieri i rappresentanti di varie organizzazioni sindacali, Maria Grazie Penna, per la Cisl, Maria Grazia Bodellini, per lo Snals, Alessandro Montaldi, per la Cgil, e Giovanni Guglielmi, della Uil, hanno illustrato le iniziative per il 30 ottobre, giornata di sciopero nazionale con manifestazione a Roma. Sono stati organizzati bus e treni notturni per raggiungere la capitale (Informazioni ai sindacati: 0131 52682; 0131 204727; 0131 308210; 338 7034516). Ma è stata pure preparata una lettera per i genitori, da distribuire davanti alle scuole, per spiegare "che cosa succederà". Nella scuola dell'infanzia e nella primaria - vi si dice - per i piccoli Comuni saranno necessari almeno 15 alunni per classe e 20 per i centri urbani, con classi che potranno comprendere 27/28 alunni e un "tempo scuola" in base a risorse di organico che non sono ancora decise. Nelle medie, almeno 20 ragazzi e fino a 29, nelle superiori almeno 27 nelle prime classi e 22 nelle successive. Anche in questo caso il "tempo scuola" diminuirà. "Meno scuola, più alunni per classe, più bassa la qualità didattica e l'offerta formativa, con meno attenzione ai singoli" dicono i sindacati. Intanto ci si prepara all'appuntamento del 30. Ci saranno assemblee nelle scuole, manifestazioni, coinvolgimento dei parlamentari e delle famiglie, raccolte di firme e partecipazione alle iniziative di carattere nazionale.

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Volantinaggio degli studenti contro la Gelmini (sezione: Scuola)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Oggi con manifesti e cartelli davanti alle scuole, in vista dello sciopero del 30 ottobre Un volantinaggio davanti alle scuole, oggi, all'inizio e alla fine delle lezioni. Sarà questa l'iniziativa della Rete Studentesco di Treviso, che hanno deciso di dare man forte alle iniziative di protesta contro la riforma Gelmini in tutte le città italiane. L'obiettivo è informare gli studenti sui contenuti del decreto in discussione alla Camera e al Senato: i tagli di 8 miliardi di euro, la riduzione degli orari e degli indirizzi di studio e il mancato stanziamento di fondi per il diritto allo studio. Il volantinaggio sarà accompagnato dall'affissione su finestre e muri dei plessi di cartelloni di protesta, che riporteranno lo slogan del gruppo. "Fuori la Gelmini dalla scuola". Tutto questo in vista dello sciopero generale, con astensione dalle ore di lezione, previsto per il 30 ottobre. Anche gli studenti di "Lotta studentesca", dell'area di destra, si dicono contrari alla riforma Gelmini, senza però aderire allo sciopero del 30. In questi giorni il gruppo sta elaborando iniziative per combattere il fenomeno del consumo e dello spaccio di stupefacenti nelle scuole. "Vogliamo creare un comitato in ciascuna scuola, con il compito di debellare il fenomeno droga, che sta diventando una piaga, spesso con l'omertà delle scuole stesse", dice il rappresentante, Alberto Nascimben. Il comitato sarà costituito da rappresentanti di studenti, dirigenti e docenti. (Laura Canzian).

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Ombralonga/1: la città (sezione: Scuola)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Ombralonga/1: la città deve fare autocritica In qualsiasi occasione, che derivi da iniziative lavorative, sociali, personali con risvolti allegri o tristi quando ci scappa il morto difficilmente si tende a fare autocritica ma ci si trova sempre ad estraniarsi e a cercare di trovare il colpevole di turno. Questa volta chi deve fare autocritica è tutta la città di Treviso e tutti coloro che non si sono adoperati (avendone il potere di farlo) abbastanza per evitare il ripetersi di una manifestazione che, a mio parere, non è nient'altro che un ubriacata collettiva che non porta nessun valore aggiunto a chi partecipa nè alla città. Forse agli organizzatori qualcosa rende se si oppongono a chi vuole bloccare tale manifestazione. Treviso è una città affascinante, gradevole, da vivere tranne durante questa manifestazione che ribalta bisogni fisiologici e vomiti sulle proprie strade. Passi che si provveda a ripulire, passi che si rimetta ordine velocemente ma non deve passare, per poi essere dimenticata o strumentalizzata, la morte di un giovane ragazzo che per la stanchezza si era appisolato ai bordi dei binari della ferrovia. Se una persona è stanca ed in grado di intendere e volere, il proprio cervello suggerisce di sederci su una panchina o comunque di trovare una sistemazione che possa farci rilassare; ma sicuramente non in un posto tale da farsi risucchiare da un treno!! Questa disgrazia non è sufficiente che serva di lezione. Non siamo ad un luna park oppure a bordo di un aereo dove per fatalità si è verificato un guasto nè tanto meno in un reality. Si piange una giovane vittima di una manifestazione inutile che nulla la accomuna con tradizioni sane e costruttive, sicuramente non omicide. Da oggi Treviso avrà l'onere di farsi perdonare ma non sappiamo chi chiederà direttamente scusa. Mirko Pozzi (Ponzano Veneto) Ombralonga/2: gli errori sono stati fatti a Paese Giusta l'osservazione. E' successo l'irreparabile e dobbiamo modificare i parametri del giudizio sull'ombralonga. Perché? Cosa c'è stato di diverso rispetto a qualsiasi altro giorno di festa in cui è anche lecito bere un bicchiere in più? C'è una responsabilità precisa e diretta degli organizzatori per la disgrazia, avvenuta lontano dal centro della manifestazione? Quanti altri incidenti minori sono avvenuti? Se c'è un parametro da modificare è quello delle persone presenti in stazione a Paese. Quelle persone che hanno visto il ragazzo seduto nel posto sbagliato e non sono intervenute a spostarlo. Ormai tendiamo a farci gli affari nostri e, pur vedendo, non interveniamo a correggere le tante cose che non vanno. Ecco, questo è il parametro da ripristinare con il coraggio di dire cosa non va e, anche se poi non cambia nulla, almeno avremo la coscienza in ordine e potremo piangere la solidarietà dovuta. Francesco Montagner (Treviso) Ombralonga/3: il rischio delle stazioni abbandonate Mentre è assolutamente lungi da me la sola idea di ridurre le responsabilità (morali, e non è poco!) dell'Ombralonga nella tragedia avvenuta, c'è tuttavia un altro elemento che non viene mai preso in considerazione, ed è il fatto delle piccole stazioni impresenziate. Già il termine è inaccettabile: occorre dire insicure, abbandonate con la gente che deve utilizzare un servizio di primaria importanza e il cui funzionamento è, di per sé, pericolosissimo. Luoghi che, da quando vengono così (mal)gestiti, danno luogo a problemi non di poco rilievo; finora forse mai prima alla tragedia, ma era solo questione di tempo. Si fa un gran parlare, periodicamente (e in occasione di tragedie subito dimenticate) della pericolosità dei passaggi a livello, e nel contempo, si lasciano a sé nelle stazioni passeggeri che possono aver bisogno di supporto, che possono dar luogo a problemi, che rischiano inevitabilmente anche la vita. Sarebbe bastata la presenza di un addetto a scongiurare una tragedia insuperabile. E chi gestisce, chi ha la responsabilità, del servizio ferroviario, non può non aver messo in conto, risparmiando sulla presenza di addetti al servizio nelle piccole stazioni, un tot di problemi, vale a dire anche di danni alle persone. Davvero questo non comporta responsabilità? Credo sia necessario riflettere sul fatto che i servizi alla persona (tutti: una volta c'era una persona sull'autobus ad affiancare il conducente e non si dibatteva sul bisogno assurdo di far salire la polizia) necessitano, per loro stessa natura, di essere gestiti da persone e non lasciati a sé o affidati a meccanismi. Resta che la fine dell'Ombralonga ha avuto un costo inaccettabile; modo improprio di esprimermi perché non è proprio possibile parlare di costi a fronte di valori assoluti quali la vita di una persona. Un grande abbraccio ai familiari di Andrea. Ivana Daccò Gelmini/1: attenti, è un campanello d'allarme Il mondo della scuola è, ormai da diversi giorni, in rivolta. E le manifestazioni di protesta, da Nord a Sud, da Est a Ovest, interessano non solo le scuole di ogni ordine e grado (scuola primaria, medie, superiori e università), ma vedono in prima fila tanto i docenti come gli studenti, genitori preoccupati delle sorti della scuola italiana e comuni cittadini. Obiettivo dichiarato il cosiddetto decreto "Gelmini" e i tagli dei fondi alle scuole e alle università. Sciopero degli insegnanti, sciopero degli studenti, scuole e università occupate, primi scontri a Milano fra manifestanti e forze dell'ordine: un preoccupante campanello d'allarme sociale che riporta con la memoria al 1968. A tutto ciò il nostro governo come risponde: con la più totale indifferenza. Non si tratta, né si convoca nessuno: né le parti sociali, né le organizzazioni sindacali, né i diretti interessati (docenti, rettori, organizzazioni degli studenti), né tantomeno gli enti locali. In Italia non esiste più nulla, soprattutto non si ascolta più nessuno che sia considerato "controparte". Si decide, si decreta, si pone il voto di fiducia. La Costituzione è carta straccia, il Parlamento è ridotto ad un circolo ricreativo, il diritto di manifestare idee diverse ed eventualmente di scioperare "un privilegio pericoloso" da limitare o togliere (meglio) al più presto. E cosa è rimasto della nostra democrazia? Ha già 60 anni, siamo in tempo di riforme, meglio sostituirla con l'oligarchia: è sicuramente più efficace. E per fortuna che questi signori si definiscono "liberali"! E' vero sono liberali. Con i nostri soldi hanno liberato dai debiti l'Alitalia e le banche, e adesso tocca all'industria dell'auto e degli elettrodomestici! In compenso stanno "legando" la gente comune! Attenzione signori governanti. E' vero che gli italiani hanno premiato questa maggioranza con il loro voto, ma sicuramente non avevano messo in considerazione né questo modo di agire politico, né tantomeno l'azzeramento del più elementare diritto democratico: il dibattito parlamentare. Continuare su questi binari è estremamente pericoloso e gli italiani con le manifestazioni di questi giorni, che credo siano trasversali, stanno cercando di farvelo capire: prima che sia troppo tardi, è meglio ricondurre tutto ad un livello di vera democrazia. In piazza, allora, si tornerebbe solo a passeggiare. Filippo Bagnasco (Breda di Piave).

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Minacce inaccettabili, non ci faranno tacere con la forza (sezione: Scuola)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

"Minacce inaccettabili, non ci faranno tacere con la forza" Reazioni stupite e indignate alla Sapienza di Roma. "Non blocchiamo la didattica" ROMA. "Nel maggio del '68 ero a Parigi e ho visto con i miei occhi la città invasa e bloccata dalle proteste degli studenti, senza che venisse mai interrotta la didattica, neanche per un'ora". Così ci racconta Edoardo Ferrario, professore associato di Estetica a La Sapienza di Roma. Sono parole importanti, in questo momento di grande confusione all'interno degli atenei. La maggior parte degli studenti che si stanno mobilitando in questi giorni sono con lui. In pochi credono che sia necessario bloccare le lezioni per farsi ascoltare dal governo. Molto meglio la proposta, da alcuni già messa in atto, di fare lezione nelle piazze o davanti alla sede del Parlamento. Alla domanda su cosa pensa riguardo alle dichiarazioni di Silvio Berlusconi sulla possibilità di un intervento della polizia all'interno delle università Ferrario ha parole chiare: "Le minacce, da qualunque parte provengano, non sono mai accettabili. Le parole vanno usate in modo opportuno, non a caso. La polizia? Che venga. Faremo lezione anche con loro". Intanto i ragazzi dei collettivi all'interno delle assemblee discutono per affermare le loro posizioni. C'è chi vuole a tutti i costi bloccare la didattica, ma si tratta di una minoranza. Andrea, 25 anni, è tra quelli che si danno da fare per organizzare lezioni fuori dalle aule: "E' il modo migliore per evitare che la nostra protesta venga strumentalizzata, come è accaduto in passato. Le dichiarazioni di Berlusconi dimostrano come il governo voglia evitare in tutti i modi di rispondere alle nostre richieste. Le minacce di un intervento della polizia sono solo un modo per spostare l'attenzione. Spero che non si riesca ad approfittare delle azioni di pochi facinorosi per rovinare un momento importante. Io, come la maggior parte degli studenti, sono un non-violento". Quello che viene fuori chiaramente dalle dichiarazioni di tutti è che alla base della protesta non ci sono solo la finanziaria di Tremonti e i decreti della Gelmini. Le manovre del governo Berlusconi sono il pretesto per far venire fuori tutto il malcontento di una generazione che non ci sta ad avere davanti un futuro con poche speranze. C'è chi come Federico, in tasca laurea specialistica che mette insieme Filosofia e Fisica quantistica, lavora in teatro come tecnico delle luci: "Non è un problema, è un lavoro che mi piace. Ma se avessi voluto intraprendere la carriera universitaria non avrei dovuto solo studiare, ma cercare di farmi amico qualche barone. Ed è questo che deve cambiare". Elettra, 20 anni, studentessa di Lettere, ha passato tutta la giornata alle assemblee di facoltà: "Non credo che Berlusconi farà davvero quello che ha minacciato. Noi non stiamo facendo niente di male se non chiedere quello che ci è dovuto. Io non credo che le università di oggi siano perfette. La nostra è una protesta che tende alla costruzione di un sistema migliore, e chi è al governo dovrebbe darci ascolto, non minacciare di metterci a tacere con la forza". Valentina Della Seta.

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Torino, la trincea dove partì il '68 "vengano ad arrestarci, siamo più di loro" - paolo griseri (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Il racconto Torino, la trincea dove partì il '68 "Vengano ad arrestarci, siamo più di loro" "Comunque qui la polizia non entra senza l'ok del rettore. E lui non la chiamerà" PAOLO GRISERI TORINO - La ragazza con il maglione viola afferra il microfono e grida: "Vengano pure a prenderci, siamo molti più di loro". La tv ha appena rilanciato il proclama di Berlusconi: "Se occuperanno le università, manderemo la polizia". Nel cortile del rettorato si radunano centinaia di persone, un'assemblea convocata in poche ore. E i più scatenati sono i professori. Angelo D'Orsi insegna storia del pensiero politico. è un allievo di Norberto Bobbio. Prende la parola di fronte a centinaia di persone. D'Orsi si scaglia contro "il modernismo reazionario che sta dietro questa riforma" e miete gli applausi degli studenti. L'atmosfera è tesa perché a Torino l'Università è già occupata. Terzo giorno di attività autogestite, concerti e seminari. Che cosa accadrà se davvero arriveranno i poliziotti con il manganello? "Non succederà nulla - dice Luigi, 23 anni, studente a lettere - perché la polizia non può entrare all'Università se non la chiama il Rettore. E il nostro Rettore non la chiamerà". L'aspetto più originale degli anti-Gelmini è che la protesta supera antichi steccati. Nell'atrio di Palazzo Nuovo, la sede delle facoltà umanistiche, Valentine sgrana gli occhi quando le chiedi: "Non è strano trovarsi dalla stessa parte della barricata con i professori?". "Perché strano? Siamo tutti sulla stessa barca. L'attacco è a tutta la scuola pubblica e coinvolge studenti, professori e genitori". Un minestrone sociale che si vede nei cortei: ricercatori in camice bianco a braccetto con i ragazzi dei centri sociali e le mamme con i figli sul passeggino. Tutto il mondo sta esplodendo, dall'asilo al dottorato. Torna il '68? La protesta riparte da Torino come era accaduto quarant'anni fa con l'occupazione dell'ateneo. Al quarto piano di Palazzo Nuovo c'è l'ufficio del titolare della cattedra di Storia contemporanea alla facoltà di Scienze della Formazione: è Giovanni De Luna, uno dei protagonisti dell'occupazione dell'università torinese nel '68. Professore, si ricomincia? De Luna sorride e fa gli scongiuri: "Ma per carità. Il primo invito che rivolgo a chi oggi protesta è di dimenticarsi i paragoni con il '68. Il '68 fu un episodio del Novecento. Quel secolo si è chiuso, per fortuna". Che cosa è cambiato da allora? "Ricordo bene la mattina del 10 gennaio 1968, quando occupammo Palazzo Campana, allora sede dell'Università. C'era un clima quasi spensierato, ben lontano da quello plumbeo di qualche mese dopo. Occupavamo perché imitavamo i movimenti americani. Facevamo i sit-in e la polizia ci portava fuori a braccia. Pensavamo che il nostro sciopero fosse un antipasto della vera rivolta, quella che doveva partire dalle fabbriche. Chi occupa oggi Palazzo Nuovo non pensa certo di suscitare la rivolta degli operai Fiat. è meglio che non inseguano miti oggi inutili". Basta scendere al piano terreno per capire che il rischio paventato da De Luna non si corre. Nell'atrio Davide è reduce da una riunione organizzativa: "Noi e il '68 siamo lontanissimi. Per noi il '68 è un'etichetta che ci appiccicano gli altri. Abbiamo obiettivi molto concreti, non inseguiamo storie vecchie. Chiediamo che non si smantelli la scuola pubblica, da tempo promuoviamo corsi di autoformazione alternativi a quelli dell'Università ufficiale. Siamo contro i tagli alla ricerca e alla riduzione del numero di docenti. Vogliamo che l'università sia accessibile a tutti e non una scuola di élite gestita dai privati". Il calendario della protesta è già fissato. Marta spunta dietro il megafono appoggiato sul tavolo: "Il primo appuntamento è la visita della Gelmini a Torino il 28 ottobre. Arriverà all'Unione industriale e noi vogliamo preparale una bella accoglienza e qualche sorpresa. Il 30 c'è lo sciopero generale della scuola e pensiamo di organizzare una manifestazione a Torino con gli studenti medi e il coordinamento genitori. Per questo chiediamo al Rettore di bloccare le didattica il 28, il 29 e il 30". Ecco un altro segno del superamento di vecchie ruggini. Quando mai gli studenti in rivolta hanno chiesto il permesso al Rettore per bloccare le lezioni? Accade anche questo nel pomeriggio, all'assemblea che si tiene nel cortile del Rettorato. Il prorettore, Sergio Roda, non può, ovviamente, accettare la richiesta. Riceve una delegazione di studenti e risponde con una formula sibillina: "Vedo difficile immaginare un blocco della didattica deciso dal Rettore. Credo però che tutti, salvo rare e schierate eccezioni, siano d'accordo sulla necessità di contrastare la riforma". Come dire che non sarà necessario bloccare le lezioni perché i professori sciopereranno spontaneamente. L'"assemblea anti-Gelmini", quella che firma tutti i manifesti e le iniziative di protesta di questi giorni a Torino, sembra aver raggiunto un elevato grado di consenso. Ma sarà davvero cosi nella società? L'opinione pubblica starà con la protesta o con la polizia? Davide risponde con una battuta: "Non ci muoviamo in base ai sondaggi". Poi torna serio: "La scuola siamo tutti. Ognuno ha figli che la frequentano, ha parenti che insegnano. Tutti sanno come si studia e con quali difficoltà. Non credo che riusciranno a far credere che siamo tutti un esercito di fannulloni".

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"no alle occupazioni, garantiremo l'ordine" scuola, berlusconi minaccia l'uso della forza - carmelo lopapa (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

"No alle occupazioni, garantiremo l'ordine" Scuola, Berlusconi minaccia l'uso della forza "Darò istruzioni al ministro dell'Interno". Bagnasco: serve moderazione Lo scontro Conferenza stampa con la Gelmini: sulla riforma nessuna marcia indietro CARMELO LOPAPA ROMA - Manda un avviso ai "naviganti". Che poi sarebbero studenti, famiglie, insegnanti e anche ai mezzi di informazione. "L'ordine deve essere garantito, lo Stato deve fare lo Stato". Le proteste e le occupazioni di questi giorni contro il decreto Gelmini e la riforma della scuola, frutto della strumentalizzazione "della sinistra e dei centri sociali", devono cessare. E il provvedimento del governo non sarà ritirato, tutt'altro. Silvio Berlusconi prova a liberarsi dall'assedio della piazza, dei coertei, delle assemblee e delle lezioni per strada. E trasforma la contestazione del mondo della scuola in un problema di ordine pubblico. Poche ore prima di imbarcarsi sul volo che lo porterà per alcuni giorni in Cina, convoca il ministro dell'Interno Roberto Maroni. Con lui vorrebbe concordare le modalità di utilizzo delle forze di polizia per sgomberare scuole e atenei, girargli "istruzioni dettagliate su come intervenire". Poi, nel faccia a faccia pomeridiano col capo del Viminale per un'ora a Palazzo Grazioli, le cose andranno diversamente. Nessun piano di sgomberi, per ora. Sta di fatto che l'annuncio - fatto in conferenza stampa al fianco della ministra nel mirino Mariastella Gelmini - ha l'effetto di una carica di dinamite. Cortei e proteste anche non autorizzate da Roma a Milano. Altre occupazioni annunciate per oggi in mezza Italia. L'opposizione che si mobilita e accusa il premier di agire da "provocatore", di "soffiare sul fuoco", di meditare una "strategia della tensione". Il clima politico si surriscalda al punto da indurre il Quirinale a intervenire e lo stesso fa il presidente dei vescovi Angelo Bagnasco: "I problemi complessi non si risolvono con soluzioni semplici, servono moderazione ed equilibrio". All'incontro con la stampa organizzato nel giro di poche ore per porre un argine al dilagare della protesta, Berlusconi si presenta con un minidossier di undici pagine sulla scuola e "tutte le bugie della sinistra". Lui, ex "studente modello e diligentissimo" che certo non avrebbe "mai occupato" una scuola, giudica semplicemente "falsi i messaggi dei leader della sinistra che sgambettano in tv" e che starebbe dietro la protesta coi centri sociali. E siccome "la realtà di questi giorni è ben altra di quella raccontata dai mezzi di informazione, ma è fatta di aule piene di ragazzi che intendono studiare", ecco la stretta, la svolta rigorista. "Non consentirò l'occupazione di università e di scuole, perché non è dimostrazione di libertà e democrazia, ma pura violenza nei confronti degli altri studenti, delle famiglie e nei confronti dello Stato". E preannuncia l'incontro che di lì a qualche ora avrebbe avuto a Palazzo Grazioli col ministro dell'Interno Maroni: "Gli darò istruzioni dettagliate su come intervenire attraverso le forze dell'ordine". Polizia in azione, dunque, anche se dall'altra parte della barricata dovessero esserci, come ci sono, gli insegnanti. Linea dura anche sul decreto: "Sulla riforma della scuola andremo avanti", avverte in risposta a Veltroni che lo aveva invitato a ritirarlo. "Non retrocederò di un centimetro, avete 4 anni e mezzo per farci il callo". Alla Gelmini rimprovera sorridendo di aver sbagliato a parlare di maestro unico, "meglio dire prevalente", poi elenca una per una le "bugie" di sinistra e occupanti e pregi della riforma. Che intanto procede a gonfie vele in Parlamento. Respinte ieri al Senato dalla maggioranza le otto pregiudiziali costituzionali sollevate dalle opposizioni, la riforma viaggia verso il voto finale previsto per mercoledì prossimo. L'ultima parola del premier è per la manifestazione del Pd del 25 ottobre. "è una possibilità della democrazia ed anche noi ne usufruimmo - riconosce a distanza al Veltroni che più volte glielo ha ricordato in questi giorni - Ma noi manifestammo contro la pressione fiscale del governo Prodi. La loro è solo contro il governo e non ha proposte".

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I futuri geologi in strada per chiedere l'elemosina (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Cronaca Lo slogan Il leader Torino I futuri geologi in strada per chiedere l'elemosina Tremonti, Gelmini e Brunetta: voi non sapete l'autunno che vi aspetta I chimici a lezione listati a lutto, i geologi in strada a chiedere l'elemosina, gli agrari in tenda nei prati del campus. Anche a Torino la protesta degli studenti si allarga e studia strumenti folkloristici per fare breccia nell'opinione pubblica. Mentre l'assemblea no-Gelmini sta organizzando una incursione al Salone del Gusto in programma a Torino a partire da oggi e fino a domenica. Prosegue intanto l'occupazione di Palazzo Nuovo, la sede delle facoltà umanistiche dell'Università, la facoltà di Fisica e quella di Agraria di Grugliasco. Martedì sera il collettivo ha organizzato una "notte bianca" degli universitari a Palazzo Nuovo alla quale hanno partecipato un migliaio tra studenti, professori, tecnici e amministrativi ma anche insegnanti delle scuole e genitori con i piccoli alunni. (o. giu.).

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Da nord a sud la mappa della scuola sulle barricate (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Cronaca Da Nord a Sud la mappa della scuola sulle barricate Sit in e manifestazioni, dilaga la protesta Le piazze Ogni giorno nuove forme di lotta In attesa del grande sciopero di giovedì prossimo ROMA - Un'altra giornata di protesta, ancora blocchi e cortei, ancora lezioni in piazza. è una mobilitazione diffusa e spontanea quella che attraversa scuole e università, con le iniziative che vengono decise di giorno in giorno. E che disegna la mappa di una contestazione destinata a continuare. Per oggi è previsto un sit in davanti al Senato ma ci sono manifestazioni in tutta Italia, in attesa dello sciopero generale della scuole del 30 ottobre e di quello dell'università del 14 novembre: da Catania all'Aquila, da Perugia a Reggio Calabria e Catanzaro, previste assemblee anche a Napoli, Firenze, Bologna, Teramo e Macerata. Ieri corteo non autorizzato a Milano, mentre a Roma il dipartimento di Fisica della Sapienza è stato sbarrato con i lucchetti e una delegazione di studenti di RomaTre è stata ricevuta dal rettore. A Firenze affollata lezione in piazza con l'astrofisica Margherita Hack. Corteo funebre invece a Bari per celebrare il funerale della scuola pubblica mentre universitari e medi si sono riuniti all'Orientale di Napoli dove è stata decisa l'occupazione. Occupazioni anche delle facoltà umanistiche a Torino. Non solo studenti. A Roma il coordinamento genitori-insegnanti "Non rubateci il futuro" ha chiesto un incontro al ministro Gelmini e la sospensione "immediata" dei lavori parlamentari.

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Studenti chiusi fuori: salta l'occupazione del liceo Gobetti (sezione: Scuola)

( da "Secolo XIX, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

La protesta Tensione all'istituto di Sampierdarena. I ragazzi contro la preside: "Ha fatto chiudere il portone per non farci entrare" 23/10/2008 DECINE DI STUDENTI in strada, sotto la pioggia. Molti fra i ragazzi del liceo di scienze sociali "Gobetti" di Sampierdarena ieri mattina hanno disertato le lezioni per manifestare contro il decreto legge Gelmini. A chi ieri ha scelto di organizzare la protesta l'istituto però non ha dato asilo: "Ci hanno lasciati fuori sotto la pioggia - spiega Francesca, 17 anni, probabile futuro rappresentante d'istituto - Alle 7,30 eravamo già tutti qui davanti: molti sono entrati, ma dieci minuti prima delle otto ci hanno chiuso il portone in faccia". "E' stato un gesto di un'arroganza inaccettabile - si accodano i compagni di scuola, infreddoliti e zuppi -. Sapevano le nostre intenzioni. Sapevano che volevamo tentare di occupare le classi, spiegare a tutti le nostre ragioni. Organizzarci per affermare la piena contrarietà verso una legge da tutti definita economica, non certo formativa. E ci hanno chiuso fuori, lasciati sotto il temporale". Dalla segreteria di presidenza del Gobetti la risposta è in poche parole: "Non è successo nulla - spiega una collaboratrice della preside Milena Romagnoli prima di riattaccare - Le lezioni si sono svolte regolarmente, come tutti i giorni". Ma tanti ragazzi hanno disertato le aule. Dicono di essere stati chiusi fuori, sotto la pioggia. Non è successo niente? "Le lezioni si sono svolte regolarmente" ripete. Non una parola in più. Infuriati per il comportamento dell'istituto anche alcuni genitori: "Sono rimasta in contatto telefonico con mia figlia per tutta la mattinata, perché volevo capire cosa stesse accadendo - sbotta Paola Domma, mamma di una diciassettenne iscritta al quarto anno - Mia figlia mi ha assicurato che alle otto meno un quarto hanno chiuso il portone lasciando tutti sotto l'acquazzone. E ieri veniva come le mele. Ho telefonato all'istituto per chiedere spiegazioni: come mamma avevo il diritto di sapere. Chi mi ha risposto, mi ha detto che le lezioni si stavano svolgendo senza problemi, che non capiva la mia preoccupazione. E di rivolgermi alla professoressa coordinatrice di classe". "Secondo me c'è poca collaborazione fra ragazzi e dirigenza del Gobetti - aggiunge - Anche noi genitori abbiamo problemi a comunicare con la presidenza". "Se abbiamo deciso di manifestare non è per saltare le lezioni - avverte Sara, 16 anni, iscritta al terzo anno, indirizzo linguistico - ma per organizzare una lotta che coinvolga tutti. Anche chi ha scelto di entrare, probabilmente per la paura di provvedimenti disciplinari. Che qui sono praticamente all'ordine del giorno". Martina, 15 anni, è iscritta in terza, indirizzo psico-pedagogico, assicura che non è finita: "Domani (oggi per chi legge, ndr) ci organizzeremo meglio - spiega - Vedremocosa fare e sceglieremo le forme di lotta". Probabilmente ci sarà sciopero e verrà indetta un'assemblea. Dopodiché si dovrà decidere per l'autogestione o direttamente l'occupazione. "Manifestare è un nostro diritto - riprende Francesca - Faremo sentire la nostra voce". FEDERICO AMODEO 23/10/2008.

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Sfila il corteo funebre dell'istruzione pubblica (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Cronaca Lo slogan Il leader Bari Sfila il corteo funebre dell'istruzione pubblica Contro chi uccide l'università, proteste e cortei in ogni facoltà Occupazioni, blocco della didattica e lezioni in piazza in scuole e facoltà di Bari, dove ieri mille universitari hanno inscenato un corteo funebre sfilando dietro la bara dell'università pubblica. I primi ad occupare, nella notte fra martedì e mercoledì, sono stati gli studenti di un liceo in provincia. "Eravamo in assemblea e abbiamo deciso di dare un segno forte" racconta Luigi Piccolomo dell'Oriani di Corato. "I professori sono con noi, e ora continueremo con loro la battaglia". Nelle facoltà di Legge e Scienze politiche da lunedì scorso docenti e studenti hanno sospeso le lezioni per aprire il dibattito sulla legge 133. Le "133 coltellate inferte da Tremonti e Gelmini alla pubblica istruzione" hanno scatenato la protesta degli universitari che oggi partiranno con le lezioni in piazza. (f.s.).

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Anche il vicesindaco nel mirino guerra di manifesti col comune (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Cronaca Lo slogan Il leader Milano Anche il vicesindaco nel mirino guerra di manifesti col Comune Nessuna mediazione, fuori la Gelmini dall'istruzione Proseguono le assemblee di protesta nelle università milanesi. Ieri dopo una lezione all'aperto in piazza Duomo a cui hanno partecipato 500 persone, gli studenti della Statale hanno raggiunto in corteo la sede di Scienze politiche. Qui hanno tentato di occupare un'aula, interrompendo una lezione di Economia, ma il docente si è opposto, sostenuto da buona parte dei ragazzi che stavano assistendo. Sempre più forte la contrapposizione tra universitari e Comune: fra i manifesti affissi sui muri delle università, centinaia quelli con la faccia del vicesindaco Riccardo De Corato e la scritta "wanted". Uno sberleffo da far-west: "Vuole fare lo sceriffo? Tuona contro i "comunisti" che come apache invadono Milano? Noi stiamo al gioco", dicono gli studenti. De Corato ieri ha parlato di "sobillatori di professione che usano gli studenti come massa d'urto". (f.v.).

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"date le università alle regioni" (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina VII - Torino Ma è polemica per l'aut aut di Berlusconi. Il decano Gian Mario Bravo: "Protesta giusta e sacrosanta" "Date le università alle Regioni" La proposta federalista del Piemonte sostenuta dai rettori Mentre la protesta contro la riforma Gelmini si estende anche alle Superiori, il Piemonte lancia una proposta a Calderoli: "Vogliamo il federalismo universitario. Date a noi la gestione degli atenei" dice l'assessore Bairati. E i rettori concordano. Gian Maria Bravo approva la protesta: "Giusta e sacrosanta". I SERVIZI ALLE PAGINE II E III.

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Dal gioberti al volta sale la protesta scocca l'ora delle scuole superiori - milena vercellino (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina VIII - Torino Lezioni in piazza nei licei e negli istituti tecnici: quattro giorni di fuoco tra il 27 e il 30 ottobre Dal Gioberti al Volta sale la protesta Scocca l'ora delle scuole Superiori Scendono in strada anche i genitori: stanno preparando un regalo al ministro Iniziative pure al Berti e al Cavour "C'interessa trovare l'intesa con i professori" MILENA VERCELLINO Lezioni in piazza, assemblee, sit-in: contro la riforma Gelmini continua a montare la protesta anche nei licei e negli istituti tecnici e il calendario della mobilitazione s'infittisce sempre più di appuntamenti. E mentre in questi giorni una galassia di iniziative sta prendendo forma nei singoli istituti, i ranghi si stanno sempre più compattando in manifestazioni comuni, che culmineranno nella quattro giorni di fuoco che va dal 27 al 30 ottobre: dalla vigilia, cioè, dell'annunciato arrivo del ministro a Torino per un convegno all'Unione industriale al giorno dello sciopero nazionale indetto dai sindacati. Anche ieri si sono moltiplicate le assemblee nelle scuole superiori torinesi; nel pomeriggio si sono riuniti gli studenti di diversi istituti, dal Cavour al Berti e al Gobetti, per decidere il programma di mobilitazioni per la prossima settimana. Martedì gli studenti del liceo scientifico Volta hanno bloccato le lezioni, sostituite da un'assemblea e ieri mattina il copione si è ripetuto, mentre nel pomeriggio i ragazzi e alcuni professori si sono spostati in piazza Castello, dove si sono tenute le prime lezioni all'aperto. Stesso programma per oggi, con l'aggiunta, nel pomeriggio, di "una rappresentazione teatrale sugli effetti della riforma Gelmini", spiega Chiara, rappresentante del Volta. Gran fermento anche al Gioberti, dove ieri al posto delle lezioni si è tenuta un'assemblea nel corso della quale si è deciso il programma di battaglia per la prossima settimana: un minicorteo dopo lo squillo della campanella il 28, lezioni all'aperto in via Po, piazza Castello o piazza Vittorio il 29, un concerto davanti alla scuola, sit-in pomeridiani in via Po per discutere della riforma. Tra il mosaico di iniziative ed assemblee, su una cosa gli studenti sembrano essere d'accordo: fare fronte comune con gli insegnanti. "Per ora ci interessa organizzare iniziative con i professori, e loro non sono d'accordo con l'occupazione", spiega Sara del liceo di via Sant'Ottavio. "Probabilmente non ci saranno occupazioni, da questo momento la linea è trovare un punto d'incontro con gli insegnanti", conferma Chiara del Volta. A partire da lunedì, altre scuole superiori sposteranno le aule in piazza. Gli studenti del Cavour hanno deciso, dal 27, "lezioni alternative" sulla proposta del ministro Cavour) mentre per il 30 ottobre l'assemblea studenti e studentesse "No Gelmini" sta organizzando un corteo che dovrebbe partire alle 9 da piazza Albarello. La strada da seguire è infatti quella dell'unione delle forze, e sotto l'ombrello dell'assemblea fioccano le iniziative comuni. Domani, alle 15, gli studenti monteranno un presidio davanti al Miur, in via Pietro Micca, mentre sabato sera alcune band studentesche terranno concerti anti-Gelmini all'Askatasuna. Il 28 sera, poi, ci saranno anche i ragazzi delle superiori a dare il benvenuto al ministro davanti all'Unione industriale, mentre gli esponenti del "Coogen" (il coordinamento genitori) stanno preparando un pacco regalo da consegnare alla Gelmini. Contenuto: disegni e oggetti fatti dai bambini a scuola. Il giorno prima, il 27, il coordinamento parteciperà ad un tavolo organizzato dai sindacati, al quale sono stati invitati gli enti locali. E dai genitori torinesi è partito un appello per una manifestazione nazionale del mondo della scuola che dovrebbe tenersi a Roma a novembre mentre il presidente della Provincia Antonio Saitta invita il premier Berlusconi a "imparare la lezione di Aldo Moro". SEGUE A PAGINA V.

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"contestazione giusta e sacrosanta sgomberare sarebbe un errore" - vera schiavazzi (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina IX - Torino Gli universitari La pantera Gli insegnanti Gian Mario Bravo, tra gli accademici più autorevoli, è schierato con nettezza con quelli del no "Contestazione giusta e sacrosanta Sgomberare sarebbe un errore" Come cattedratico non posso certo incoraggiarli a occupare le aule Condannarli però è difficile: è l'unico strumento che hanno Rettore e docenti dovrebbero restare al fianco degli studenti perché intravedo la precisa volontà di smantellare tutto quanto fatto finora Quegli allievi avevano intuito qualcosa, tuttavia non centrarono il bersaglio e non lasciarono tracce di sé VERA SCHIAVAZZI "Come docente non posso certo incoraggiare gli studenti a occupare l'Università, se non in modo simbolico. Ma loro sono maggiorenni e fanno quello che vogliono. Devo aggiungere che contro le proposte del governo c'è la quasi unanimità: questa volta non c'è dubbio, la protesta è giusta e sacrosanta". Gian Mario Bravo, docente di storia delle dottrine politiche, uno tra i più autorevoli e anziani docenti dell'ateneo torinese (si dedica all'insegnamento da quasi cinquant'anni, lascerà l'anno prossimo) è schierato con nettezza con quelli del �no Gelmini'. E, questa volta - a differenza di diciotto anni fa, quando la Pantera lo sorprese mentre era preside a Scienze Politiche - non pare neppure troppo preoccupato per le forme che la protesta potrebbe assumere. Professor Bravo, nel 1990 lei giunse addirittura a presentare le sue dimissioni perché i metodi degli studenti, che occupavano fisicamente buona parte di Palazzo Nuovo, erano a suo avviso incompatibili col funzionamento dell'ateneo, e poco democratici. Agli studenti del movimento lei spiegò anche che non esistevano soltanto loro, che non rappresentavano tutti. Come rilegge ora quei fatti? "Allora c'erano grossi problemi di sicurezza, i leader della Pantera promuovevano concerti ai quali partecipavano migliaia di ragazzi, perfino la biblioteca Gioele Solari e gli uffici della presidenza non si potevano più usare. In quelle condizioni non si poteva andare avanti. Ma con molti di quei ragazzi io avevo un buon dialogo. E da allora ad oggi l'Università è molto cambiata, in meglio, anche se alcuni dei problemi di vent'anni fa, come la carenza di spazi fisici, non si sono ancora risolti del tutto". Se li ricorda? "Certo, con qualcuno sono rimasto in contatto, come Igor Piotto, che poi è diventato un sindacalista della Cgil. Con molti mi incontravo tutti i giorni, venivamo perfino a casa mia a parlamentare. Ma, ripeto, erano tempi diversi, le condizioni di Palazzo Nuovo erano molto peggiori di quelle attuali, con materiali infiammabili, strutture pericolanti e grossi rischi per la sicurezza. Non era assolutamente possibile fare finta di niente, anche perché tutte le attività didattiche erano state bloccate. Per fortuna, e nonostante un'inchiesta penale e il relativo processo, nessuno si fece male, grazie anche alle capacità professionali dei dirigenti di polizia di allora". Le cronache di quell'epoca, però, la descrivono come il �docente comunista' che quasi auspicava l'intervento delle forse dell'ordine per far cessare l'occupazione. Non fu così? "No. Come ho avuto modo di chiarire già allora, non ho in nessun modo provocato l'intervento della polizia, che agì in modo autonomo, sia pure informando sempre il Rettorato. La protesta rientrò a un certo punto da sola e, purtroppo, non lasciò grandi eredità politiche, a differenza di quelle del �68 e del �77 che invece produssero un segno, anche culturale. Io mi limitai a mettere sul tavolo anche il mio incarico quando la situazione appariva insostenibile, e a cercare sempre il dialogo con tutti". Il suo giudizio sulla Pantera, però, resta negativo? "Quegli studenti avevano intuito qualcosa, si battevano contro l'autonomia universitaria e contro la legge approvata nel 1989. Tuttavia non centrarono il bersaglio e non lasciarono grandi tracce di sé. Io ero e sono ancora favorevole alla riforma che ha portato al 3 + 2, e se oggi dico che la protesta contro i tagli imposti dal governo è sacrosanta è proprio perché intravedo la precisa volontà politica di smantellare tutti i passi avanti fatti in questi anni". Che cosa dovrebbero fare il Rettore e i docenti, allora, ora che Silvio Berlusconi minaccia lo sgombero forzato delle università? "Restare al fianco degli studenti, continuare a protestare anche loro. Il movimento è trasversale e coinvolge tutti, poi ognuno deve fare la sua parte. Un docente non deve e non può occupare l'università, al massimo può andare a parlare o a tenere una conferenza se gli occupanti lo invitano. Ma agli studenti restano ben pochi strumenti al di fuori dell'occupazione: condannarli è difficile, sgomberarli sarebbe un gravissimo, tragico errore".

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Sapienza, generazione ammaniti "noi qui non abbiamo paura" - beppe sebaste (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina VIII - Roma Come la spazzatura Sapienza, generazione Ammaniti "Noi qui non abbiamo paura" La forza pubblica? Vogliono buttarci via come la spazzatura di Napoli BEPPE SEBASTE (segue dalla prima di cronaca) Guardo i bei volti di tante ragazze e ragazzi, l'eccitazione avvolta in una coltre di compostezza che mi colpisce, così come colpisce l'assenza di richiami ideologici. Ma "è la politica che si è allontanata da noi. Noi facciamo politica vera, i politici no", mi dice Andrea, studente di Filosofia. E' un "caos calmo", bella formula dell'amico Sandro Veronesi. Che vuol dire intensità, e un misto di sentimenti: la consapevolezza della gravità storica, del rischio di insensatezza degli studi (e quindi della vita), e una speranza comunque di cambiamento, di incidere sulle cose, insomma sulla vita. E' un occupazione costruttiva, che cerca la solidarietà dei docenti. Delusa invece dal neorettore, di cui si ricordano e promesse a salvaguardia dell'università fatte in campagna elettorale. "Siamo il contrario dei fannulloni", dice Luca, terzo anno di Lettere. "Vogliamo studiare, vogliamo fare lezioni nelle piazze, all'aperto, anche notturne". Un'università fuori orario. Alcuni professori hanno già dato la loro disponibilità. "Ma come si può continuare a studiare senza prospettive?"� si chiede Sabrina che studia Antropologia. "Già paghiamo di tasca nostra le ricerche sul campo per la Tesi. Io volevo fare ricerca. Ma che senso può avere per me ora, se i ricercatori stessi saranno di fatto aboliti?" "Tra poco mi laureo", continua Luca, "non lotto per me, ma per la collettività, anche se l'assenza di futuro mi riguarda. Studio e lavoro in un centro commerciale come precario". Spiegano che dall'aziendalizzazione di scuole e università, contro cui si protestava in passato ("Non siamo in vendita" era lo slogan), si passa alla privatizzazione vera e propria dei corsi di studio, o alla loro sparizione. La legge 133, cioè la finanziaria, contiene tre punti contro cui si incentra la protesta. Me li riepiloga un dottorando di ricerca: uno, il radicale taglio ai finanziamenti ordinari alle università - agli antipodi della retorica degli investimenti sulla formazione, i giovani, il sapere; due, l'interruzione del turn over, che permetteva ad esempio di assumere un precario per ogni due pensionamenti (ora ce ne vorranno cinque); tre, la trasformazione delle università in Fondazioni, che si suppone saranno in grado di aumentare e tasse e raccogliere al tempo stesso finanziamenti privati, che ovviamente orienteranno nella sostanza gli studi. Per questo, anche se le facoltà occupate sono quattro - Fisica, Chimica, Scienze politiche, Lettere - è in queste ultime che scelgo di fermarmi. Non solo perché mi identifico nella scelta degli studi umanistici, ma per sondare gli orizzonti dei coraggiosi o scriteriati che li scelgono oggi. Sono il maggior bersaglio di una politica finanziaria così miope da giudicare inutile il sapere. Un'ultima assemblea per fare il punto, prima del riposo. Nell'aula-anfiteatro passa qualche birra. Quelli seduti alla cattedra sono i più stanchi. Parlano di "una grande situazione", di "mobilitazione permanente". "Siamo in tanti". Ma occorre comunicare bene la protesta agli studenti che verranno al mattino: li accoglieranno con volantini e cornetti. Un'aula al pianoterra sarà l'info-point. Vogliono "far dilagare la mobilitazione", "trasformare le lezioni in assemblee". Il taglio a scuole e università, dicono, è parte dello smantellamento di tutto ciò che è pubblico. Il modello è la protesta che dilagò in Francia nel 2006 contro un progetto di legge del governo de Villepin. Determinante per la vittoria degli studenti fu la solidarietà del mondo del lavoro e dell'opinione pubblica. "Occorre dialogare con la città, coinvolgerla, uscire dalla cittadella accademica", insiste Sara, mia guida tra le aule di Scienze politiche. E' piena di energia. "Noi non difendiamo lo status quo, sia chiaro, volevamo una ristrutturazione, un rinnovamento dell'università, non la sua demolizione. Altro che investire, ora non vogliono neanche più farci esistere. Non so se l'anno prossimo saprò pagare le tasse, o se i miei studi saranno pilotati da un'azienda farmaceutica o un istituto privato che mi dirà cosa studiare". L'università che si vorrebbe è uno spazio con maggiore socialità e più ore di apertura. Con l'occupazione è aperta 24 ore su 24, dicono con orgoglio. Quello che è certo, pensavo l'altra notte seduto su un muretto di fronte allo scalone e alle colonne bianche del Rettorato, quasi metafisiche nell'illuminazione notturna, è che un'università aperta la notte, abitata dagli studenti, è molto più bella di un'università disabitata e chiusa. Guardavo gli studenti parlare, camminare, animare questo luogo che per una volta era un campus, e per una volta meritava il suo nome, "la Sapienza". Da qualche parte sullo scalone trillava perfino un grillo superstite in questa fine d'ottobre, come rallegrato dall'atmosfera. Dalle aule di Lettere veniva ancora luce e musica. Sarà per il grillo festoso, sarà perché molti sono studenti di Lettere, mi veniva in mente Il gelsomino notturno, la sensuale poesia sulla fecondità di Pascoli. Da tanta calma eccitazione qualcosa ha da nascere, pensavo. Certo non prevedevo fossero le dichiarazioni l'indomani del primo ministro: "Manderemo la polizia". Ho parlato con alcuni degli studenti allibiti: "Vogliono spazzarci via come la spazzatura di Napoli?", ha detto una. "Noi non siamo violenti, violenta è la legge Gelmini-Tremonti". Ma la risposta collettiva, la parola d'ordine, è come il titolo del libro di un altro noto scrittore. "Io non ho paura". Mentre scrivo, la protesta non si ferma. Dilaga.

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La sapienza sfida berlusconi "niente polizia all'università" - carlo alberto bucci (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina VI - Roma La Sapienza sfida Berlusconi "Niente polizia all'università" E gli studenti battezzano il nuovo movimento: "Onda anomala" Il rettore: "Qui non abbiamo mai fatto ricorso alla forza neanche nei momenti più difficili" CARLO ALBERTO BUCCI "Noi non abbiamo paura", ha urlato Francesco di Scienze politiche dalla cattedra piazzata in cima alla scalinata di Lettere perché i tremila studenti, accorsi per l'assemblea alla Sapienza fissata ieri per le 14.30, non c'entravano proprio nell'aula più grande della facoltà. "Noi non abbiamo paura delle minacce di Berlusconi che vuole mandare la polizia a sgomberare le università occupate" ha ripetuto Francesco Brancaccio - uno dei leader del movimento anti Gelmini, da ieri ribattezzato "Onda anomala" - tra gli applausi scroscianti degli universitari che, assiepati dalle tre di pomeriggio sui gradini e nei giardinetti, hanno ripetuto: "Noi non abbiamo paura". "Le forze dell'ordine non possono entrare alla Sapienza senza il permesso del rettore. Guarini e Frati daranno l'autorizzazione?" aveva strillato nel microfono Paola, rappresentante di Lettere, la prima dei delegati delle facoltà a chiedere al Magnifico uscente e a quello entrante di dire solennemente che la Sapienza occupata (Fisica, Lettere, Chimica, Giurisprudenza, tra le altre) non sarà sgomberata. Due ore e mezza dopo, quando la massa degli studenti in lotta s'era sparpagliata tra i viali dell'ateneo più grande d'Europa, il rettore Renato Guarini ha diramato un comunicato: "Nella tradizione delle università europee l'ingresso delle forze dell'ordine viene sempre autorizzata dai Rettori. La Sapienza, anche nei momenti più drammatici e di maggiore tensione, non ha mai ricorso ad azioni di forza". E Giorgio Sestili di Fisica, uno della delegazione che alle 17 ha incontrato il Magnifico, ha chiosato soddisfatto: "Di fronte alle dichiarazioni di Silvio Berlusconi c'era bisogno di una risposta netta da parte del rettore e questa c'è stata". La paura del premier che le occupazioni vietano a chi vuole studiare di farlo ("convocherò oggi - ha dichiarato ieri il Cavaliere - il ministro degli Interni, e darò a lui istruzioni dettagliate su come intervenire attraverso le forze dell'ordine") a Roma è infondata. Le matricole di lettere classiche sono andati tranquillamente a lezione mentre i loro colleghi discutevano sulla scalinata. Ed esultavano a sentire i racconti delle iniziative messe a segno di mattina: "Abbiamo messo le catene ai cancelli", hanno detto i ragazzi di Fisica, che sempre ieri con i loro prof sono andati a fare lezione a piazza Farnese. "Noi di Studi orientali non abbiamo occupato perché crediamo sia fondamentale espandersi a tutta la città", applausi anche per Matteo Pacini. "Oggi anche Economia è entrata in agitazione. E in 200 abbiamo disturbato l'inaugurazione dell'anno accademico alla presenza del governo e delle aziende". E battiti di mano scroscianti per la studentessa che ha raccontato la cerimonia mattutina cui ha preso parte ad Economia il sottosegretario alla presidenza del Coniglio, Gianni Letta, e l'amministratore delegato di Luxottica, Andrea Guerra. Fischi, durante l'assemblea pomeridiana, anche per una ragazza che distribuiva i volantini di Giulia Innocenzi, la giovane radicale del Pd favorevole alle occupazioni notturne e nei fine settimana. Ma i suoi appelli "Contro il NO ideologico" sono diventati in pochi secondi carta stracciata.

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Occupato il tasso e il blocco di destra sfila contro la gelmini - tea maisto (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina VI - Roma La mobilitazione anti-riforma. Corteo a Ponte Milvio Occupato il Tasso e il Blocco di destra sfila contro la Gelmini TEA MAISTO Sono da poco trascorse le 12 quando arrivano i risultati della votazione: 779 favorevoli, 274 contrari. Il Tasso è occupato. Qualche ora più tardi arriva anche lo striscione: "Riforma? Ce ne occupiamo noi". Sì, perché lo storico liceo di via Sicilia ha occupato "per protestare contro il decreto Gelmini, in difesa della scuola pubblica". "Domani (oggi per chi legge) terremo le porte aperte - assicura uno studente - Non ci sarà lezione, ma vorremo coinvolgere i docenti nella nostra protesta. Speriamo di durare fino al 30 ottobre". Intanto per oggi alle 16,30 è già stata convocata un'assemblea cittadina straordinaria. Sempre ieri, prima sotto Montecitorio poi in piazza Farnese una cinquantina di studenti del classico Augusto e due loro professori hanno dato vita a una protesta particolare: hanno fatto prima i compiti e poi una vera lezione di filosofia: "E' il nostro modo di dire "no" alla riforma - spiega una studentessa - non vogliamo bloccare la didattica, ma incentivarla". "Ho spiegato il rapporto tra la filosofia e la scienza - spiega la professoressa Irene Baratta - è stata una bellissima esperienza e la dimostrazione che abbiamo voglia di lavorare". La mattinata nelle scuole di tutta Roma si era aperta all'insegna della protesta. E a portare avanti la lotta contro la Gelmini, oltre all'Unione degli studenti vicina alla sinistra, anche i ragazzi di Blocco studentesco, legato alla destra. E a Berlusconi che ha parlato di una regia di sinistra dietro le proteste, Francesco Polacco, uno dei leader di Blocco risponde così: "Oggi abbiamo portato avanti tre occupazioni e due cortei e continueremo. Siamo contro questa riforma che uccide l'istruzione pubblica e l'università". Ieri infatti sono stati occupati i licei Azzarita, Genovesi e il Nervi di Morlupo. "Ci sono stati due cortei - aggiunge Guelfo Bartalucci, sempre di Blocco - uno partito dal Farnesina, con le scuole De Sanctis e Bernini, fino a Ponte Milvio e un altro nella zona est con la partecipazione di 6-7 scuole. Erano 4 mila studenti". Ma alla succursale del Nomentano ieri occupata non solo contro la riforma Gelmini, ma anche contro un'ipotesi di accorpamento con un plesso dell'Orazio spiegano: "La nostra protesta non è né di destra, né di sinistra". E anche dall'Orazio che ha partecipato al corteo spiegano: "Non seguivamo nessuna sigla politica" spiega una studentessa del classico dove oggi ci sarà una assemblea e si deciderà sull'autogestione. E parlano anche i ragazzi dell'Unione degli studenti: "Il De Chirico è stato occupato - spiega Stefano Vitale - c'è stata assemblea straordinaria al Plauto. Per domani (oggi per chi legge) assemblee straordinarie al Fermi, al Gullace e il 24 al Colonna e all'Aristotele". E la protesta non si ferma: oggi gli studenti dello scientifico Righi chiederanno l'assemblea, la "Rete degli studenti medi" occuperà l'entrata di alcuni istituti, nel pomeriggio fiaccolata delle elementari davanti al Senato (ieri il comitato "Non rubateci il futuro" ha chiesto lo stop dei lavori parlamentari e un incontro col ministro), domani Notte Bianca alla Saffi di San Lorenzo, lunedì corteo delle scuole del IV municipio e anche il Montale annuncia prossime mobilitazioni. Quanto al Nomentano, occupato anche per protestare contro l'ipotesi di accorpamento, ieri l'assessore provinciale alla scuola Paola Rita Stella ha incontrato i ragazzi spiegando che in questi giorni sarà sospeso ogni provvedimento sulla riorganizzazione delle succursali. Spiega il presidente della Provincia Nicola Zingaretti: "La nostra filosofia è comunque quella di favorire sempre la scuola pubblica".

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Dai maestri ai rettori, il fronte del no - laura mari (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina VII - Roma Dai maestri ai rettori, il fronte del no Contro i tagli, l'inedita alleanza tra insegnanti e docenti dei tre atenei LAURA MARI Hanno tessuto la rete filo dopo filo, giorno dopo giorno. Mobilitandosi nelle facoltà, organizzando assemblee permanenti. Occupando. E, alla fine, creando un movimento unitario, compatto e trasversale, in grado di unire le speranze dei bambini delle elementari con quelle degli studenti di tutte le università romane: Sapienza, Roma Tre e Tor Vergata. "I nostri figli nei giorni scorsi hanno occupato le scuole contro il decreto Gelmini. E in quei giorni pensavamo "speriamo che l'università si svegli". I bimbi guardano a voi con speranza, perché da voi può partire il cambiamento" ammette commosso, intervenendo all'assemblea degli studenti della Sapienza, Luca Mascini, papà di una bimba di 5 anni iscritta alla scuola elementare Iqbal Masih e leader del gruppo "Assalti Frontali". E loro, migliaia di studenti in mobilitazione, il vento di cambiamento vogliono davvero sentirlo soffiare. "Un vento nuovo, dove i professori sono a fianco degli alunni - sottolinea Giorgio Sestili, del coordinamento di Fisica - e dove i liceali lottano fianco a fianco con i bimbi delle materne e con i dottorandi". Un movimento eterogeneo nelle età e nelle funzioni sociali, ma omogeneo nell'ideologia, nella voglia di bloccare i decreti Tremonti e Gelmini. Una massa critica che oggi pomeriggio alle ore 17, in concomitanza con la votazione al Senato del decreto Gelmini, ha convocato un sit-in proprio sotto a Palazzo Madama, una manifestazione a cui aderiranno anche gli universitari che giungeranno in corteo da piazzale Aldo Moro. Per la prima volta, dunque, il fronte del no mette tutti d'accordo, dalla scuola elementare all'università. "Un'assemblea informale di 46 docenti - annuncia Franz Ciminieri, professore di Lettere classiche al liceo Tasso - ha stilato un documento contro la riforma per dire no ai tagli sulla scuola pubblica". Un no ribadito da Roberto Antonelli, preside della facoltà di Scienze Umanistiche della Sapienza, che giudica "spaventose le parole del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sugli sgomberi degli atenei occupati" e che inviterà "i presidi dei licei romani a parlare, venerdì 24, nella facoltà di Lettere". Una mobilitazione unitaria che ha coinvolto anche i docenti e il personale tecnico e amministrativo del liceo Righi (in 83 hanno firmato un documento in cui hanno stabilito, in segno di protesta, "il blocco delle visite guidate e dei viaggi di istruzione") e gli studenti delle facoltà di Lettere e Scienze di Tor Vergata (in mobilitazione permanente, dal prossimo 27 ottobre, "nelle ore serali per non interferire con la didattica"). E mentre il professore di Lettere della Sapienza, Pietro Bevilacqua, elogia gli studenti della Sapienza sostenendo che "devono essere orgogliosi per la straordinaria creatività del movimento e delle loro mobilitazioni", oltre 1500 studenti delle facoltà di Roma Tre ieri hanno bloccato via Ostiense e si sono radunati sotto il rettorato per chiedere il blocco della didattica. "Il rettore Fabiani - hanno fatto sapere gli studenti del terzo ateneo - ha affermato che nel prossimo senato accademico si impegnerà perché sia annullata l'inaugurazione dell'anno accademico e il 28 ottobre parteciperà all'assemblea indetta dagli studenti". Tutti uniti per dire no alla riforma Gelmini e al decreto Tremonti che taglia i fondi alle università.

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"padri, madri e nonni lottate insieme a noi" - claudia brunetto (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina II - Palermo Studenti di molte scuole cittadine, ma anche rappresentanti del coordinamento della facoltà di Lettere. E nessuna bandiera di partito "Padri, madri e nonni lottate insieme a noi" In mille al Cannizzaro per l'atto di nascita del nuovo movimento Dobbiamo far sentire il disagio restando nella legalità contro chi minaccia azioni di forza Vogliamo dimostrare che non è vero che non abbiamo voglia di studiare, vogliamo informare La sfida più grande è stare uniti, quello che ci viene proposto è assolutamente anti democratico I docenti sono con noi perché questa riforma danneggia tutti, necessario fare assemblee per spiegare a tutti CLAUDIA BRUNETTO (segue dalla prima di cronaca) Erano più di mille secondo i padroni di casa del liceo scientifico, le persone che hanno partecipato alla prima vera assemblea degli studenti medi aperta per dibattere sulla riforma messa in campo dal ministro Mariastella Gelmini. Fra i partecipanti alcuni rappresentanti dei licei classici Meli, Umberto, Garibaldi, del linguistico Ninni Cassarà, dello psicopedagogico Finocchiaro Aprile e dei licei scientifici Galileo Galilei, Einstein e dell'Itc Vilfredo Pareto. Corposa anche la presenza degli studenti universitari, rappresentati dal neonato coordinamento di Lettere e dal preside della Facoltà Vincenzo Guarrasi. Un ordine del giorno articolato, un foglio in bella vista su cui scrivere l'elenco delle persone che desideravano intervenire e giù le bandiere di partito, perché al di là dei movimenti di destra e sinistra, tutti gli studenti in questo momento si battono per "un'istruzione pubblica, accessibile a tutti e contro la privatizzazione della scuola e delle università". Per tutto il pomeriggio l'informazione sui decreti della riforma è andata di pari passo con le proposte degli studenti con l'interruzione di fragorosi applausi dopo ogni intervento. Su tutto, però, è stato lanciato da più parti e ripetutamente un appello agli studenti di tutte le scuole di Palermo e Provincia: "Dobbiamo essere - dice Maria Patti, fra i rappresentanti degli studenti del Cannizzaro - un unico fronte. Dobbiamo far sentire a gran voce il nostro disagio, rimanendo nella legalità contro chi minaccia di mandare le forze dell'ordine per sgomberare le scuole. Proponiamo di raccogliere anche delle firme qui nel nostro liceo. Ma tra i firmatari vogliamo madri, padri, nonni, zii e tutti quelli che hanno a cuore il futuro delle nuove generazioni. Scuola e università sono strettamente legate. Accanto a questo pensiamo di promuovere conferenze e dibattiti. Insomma vogliamo fare rumore". La linea comune, infatti, al momento sembra quella di bocciare l'occupazione degli istituti e di avviare iniziative di autogestione, cogestione accompagnate da manifestazioni pubbliche. Fra gli altri a prendere la parola Nazario Pastucci, intervenuto anche per moderare la discussione a tratti molto animata: "Vogliamo dimostrare - dice il rappresentante del Cannizzaro - che non è vero che non abbiamo voglia di studiare e che questa autogestione è un pretesto per frenare la didattica. Vogliamo realmente conoscere e far conoscere i termini di questa riforma che combattiamo e di cui chiediamo la revoca". Anche se i docenti non hanno partecipato attivamente all'assemblea sono al fianco dei loro ragazzi: "I professori sono con noi - dice Valeria Cultrera del Galileo Galilei che ha preso la parola a nome dei suoi compagni di istituto - Questa riforma danneggia tutti. Anche nella mia scuola stiamo iniziando a fare assemblee per informare i ragazzi più piccoli che magari vengono trascinati dagli eventi. Dobbiamo sensibilizzare l'opinione pubblica su questo tema". Molti anche gli studenti del liceo classico Meli arrivati in via Arimondi per far sentire la loro voce: "La sfida più grande è stare uniti - dice Marta Jacobs del liceo classico - è necessario aprire un tavolo di trattative, quello che ci viene proposto come plausibile è assolutamente antidemocratico". Prima di sciogliere l'assemblea tutti gli studenti si sono dati appuntamento lunedì prossimo alle 16 in piazza Politeama per una manifestazione comune accanto agli studenti universitari. "Noi delle scuole superiori - dice Vincenzo Cicero dell'Istituto tecnico commerciale Vilfredo Pareto di via Brigata Verona - dobbiamo muoverci come unico coordinamento. Lunedì in piazza ci saremo tutti". Poi, la promessa di non abbassare la guardia fino alla manifestazione nazionale del 30 ottobre che porterà in piazza il nascente movimento studentesco contro la riforma del ministro Gelmini. Sperando in una bocciatura definitiva della riforma. "Non ci fermeremo - dice Guido Bonfardeci del Cannizzaro - il nostro movimento non deve rimanere dentro le scuole. Aspettiamo il 30 ottobre, ma siamo pronti a continuare la nostra protesta a oltranza".

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Assemblee e autogestione la protesta arriva nei licei - salvo intravaia (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina II - Palermo Assemblee e autogestione la protesta arriva nei licei Dall'Umberto all'Einstein, mobilitazione anti-Gelmini Ma il preside del Galilei avverte "Se i ragazzi occupano chiamo la polizia" SALVO INTRAVAIA Monta la protesta nelle scuole palermitane. A guidare il fronte anti-Gelmini sono i licei. Il classico Umberto I è in autogestione da ieri mattina e in altri istituti, tra assemblee straordinarie e richieste di autogestione, la situazione è caldissima. "Stiamo discutendo - spiega Francesco Teresi, dell'Umberto I - i provvedimenti del governo che intende tagliare migliaia di posti nella scuola". Ma non solo. "Nei prossimi giorni - continua lo studente - vogliamo anche organizzare lezioni dimostrative in piazza". Il preside del primo istituto palermitano caduto nelle mani degli studenti, Antonino Raffaele, ammette che "la situazione è caotica". Il vento del dissenso in queste ore spira soprattutto in tre licei scientifici cittadini: il Galilei, il Cannizzaro e l'Einstein. Nel primo, ieri e l'altro ieri, gli studenti hanno svolto due assemblee consecutive per decidere il da farsi e non è escluso che si possa andare verso l'occupazione. "Abbiamo proposto agli studenti - dichiara il preside del Galilei, Salvatore D'Agostino - di svolgere regolarmente le lezioni antimeridiane e di concedere gli spazi per riunirsi e discutere nei pomeriggi. Ma la proposta è stata rigettata. A questo punto non so cosa accadrà: se i ragazzi tenteranno di occupare chiamerò le forze dell'ordine". Al Cannizzaro l'accordo è stato raggiunto e la protesta, al momento, non intacca le lezioni mattutine. Nel liceo di via Arimondi, fino al 30 ottobre, le lezioni mattutine si svolgeranno regolarmente ma senza compiti in classe e interrogazioni e nel pomeriggio i ragazzi potranno riunirsi in assemblea. All'Einstein i ragazzi premono per l'assemblea permanente ma finora il preside, Mario Casertano, "è riuscito ad aprire un canale di dialogo con i ragazzi" che ha scongiurato la sospensione delle lezioni. "Nei licei classici Garibaldi e Meli, per ogni decisione si aspettano le assemblee dei prossimi giorni", spiega Sofia Sabatino, portavoce della Rete degli studenti medi. Oggi, sarà la volta dei ragazzi del Garibaldi che, secondo Paolo Toro, "in questa protesta dovrà essere in prima linea con Villa Gallidoro che deve diventare il centro della protesta palermitana". La sensazione è che, sulla scia delle università, il muro contro muro stia prendendo il sopravvento su tutti i propositi di manifestazione cauta del dissenso contro i provvedimenti sulla scuola. A dare fuoco alle polveri ci ha pensato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che ieri ha annunciato il pugno di ferro. "Non permetterò - ha detto il premier - l'occupazione delle università. L'occupazione di luoghi pubblici non è la dimostrazione dell'applicazione della libertà e io non retrocederò di un millimetro". Berlusconi ha lanciato un chiaro avvertimento agli studenti che in queste ore pensano di occupare le scuole. "Convocherò - prosegue il capo del governo - il ministro degli Interni, e darò a lui istruzioni dettagliate su come intervenire attraverso le forze dell'ordine". Ma gli studenti non ci stanno. "Se il presidente del Consiglio aveva l'obiettivo di fermare la nostra protesta - aggiunge la Sabatino - con la minaccia della forza e della repressione armata non c'è riuscito. Il suo intervento non ha fatto altro che smascherare il vero volto di questo governo ma noi non abbiamo paura. Le proteste e le mobilitazioni nelle scuole palermitane, come in tutta Italia, continueranno fino a quando il decreto Gelmini non verrà bloccato perché noi studenti non possiamo accettare la demolizione della scuola pubblica che esso sta attuando".

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Scuola, la battaglia dei licei (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina I - Palermo La rivolta nel mondo dell'istruzione. Università, stop a Scienze e Lettere. Oggi lezioni in piazza Politeama Scuola, la battaglia dei licei Dall'Umberto all'Einstein assemblee contro la riforma Gelmini Anche i licei dilaga la protesta anti-Gelmini. Il classico Umberto I è in autogestione da ieri e in altri istituti, tra assemblee straordinarie e richieste di autogestione, la situazione è caldissima. Il vento del dissenso spira soprattutto in tre licei scientifici: il Galilei, il Cannizzaro e l'Einstein. Nel primo gli studenti in due assemblee hanno parlato della possibile occupazione. Al Cannizzaro la protesta non tocca le lezioni mattutine. All'Einstein i ragazzi pressano per l'assemblea permanente. E all'Università si fermano i corsi nelle facoltà di Scienze e di Lettere mentre per oggi è prevista la lezione dei docenti in piazza Politeama. INTRAVAIA E ROMANO ALLE PAGINE II E III.

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Università, si allarga la rivolta stop ai corsi a lettere e scienze - antonella romano (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina III - Palermo Gli studenti di destra presentano un esposto in Procura per interruzione di pubblico servizio Università, si allarga la rivolta stop ai corsi a Lettere e Scienze E Ingegneria oggi fa lezione in piazza Politeama L'associazione dei giuristi democratici offre assistenza legale a chi protesta ANTONELLA ROMANO SCONTRO a Lettere per la decisione del consiglio di facoltà di sospendere le lezioni fino al 31 ottobre, come misura anti-Gelmini. La delibera, votata da duecento docenti e da quaranta studenti (i componenti dell'organo di facoltà sono 250) ha ottenuto due voti contrari da parte dei rappresentanti di Azione Universitaria e sette astensioni. Ma tanto è bastato per spingere il movimento della destra a decidere oggi di presentare un esposto alla Procura della Repubblica, denunciando l'interruzione di pubblico servizio. L'associazione nazionale dei giuristi democratici, sul caso esploso a Palermo, scende in campo per costituire un collegio di difesa per chi sarà oggetto di denuncia e con azioni per salvaguardare l'autonomia dell'università. Intanto a Scienze è stato deciso lo slittamento della data d'inizio dei corsi al primo novembre (quelli iniziati di fatto si interrompono) mentre a Giurisprudenza lo stop all'attività accademica non è passato e si terranno lezioni pubbliche davanti al Tribunale e all'Ars. Oggi alle 16 studenti e docenti di Ingegneria partono con una lezione simbolica di protesta a piazza Politeama. A Lettere e Filosofia, facoltà che ha dato il via alla protesta di tutto l'ateneo, culminata nelle manifestazioni con migliaia di partecipanti, studenti e docenti difendono la loro scelta. "Abbiamo deciso di sospendere per un tempo limitato e legittimo. Nessuno ci può dettare come e quando fare la nostra attività - spiega il preside Enzo Guarrasi - Considerata l'eccezionalità del momento abbiamo optato per la sospensione ma la facoltà non chiude, i professori sono tutti qui e gli studenti pure. Salteranno solo le lezioni, che recupereremo nell'arco del semestre. Non è stata una decisione presa a cuor leggero, ma in rapporto alla drammaticità del momento e mobilitazione cosciente di un'intera facoltà". Secondo Azione universitaria si tratta invece di un "atto vergognoso". Per il consigliere di Lettere Mauro La Mantia sarebbe stato negato il diritto allo studio ad oltre dodicimila studenti, che pagano le tasse. "La maggioranza in consiglio, fatta di baroni e studenti compiacenti, non rappresenta certamente gli studenti di Lettere privati delle lezioni, mentre i docenti abbandoneranno il posto di lavoro senza avere intaccata la busta paga - insiste La Mantia - Oltre all'esposto, nei prossimi giorni promuoveremo azioni di protesta per difendere il diritto allo studio". Gli replica Francesco Citarda, uno dei rappresentanti dell'"assemblea permanente" di Lettere: "Il blocco effettivo durerà in tutto sette giorni. L'iniziativa è importante perché è stata condivisa dai docenti di tutte le fasce e dai ricercatori, ai quali gli studenti hanno dato manforte. è una protesta razionale i servizi di presidenza e amministrativi saranno garantiti e anche gli esami ai laureandi". A Giurisprudenza è stata scelta una linea più morbida. Come in tutte le facoltà si creerà un coordinamento centrale. "E si faranno delle commissioni per studiare le riforme, il malessere parte da quelle passate, la Gelmini è l'ultimo dei problemi - dichiara Salvo Lo Cascio, rappresentante nel cda d'Ateno degli studenti di Giurisprudenza - Terremo lezioni a tema in vari posti città, in piazza del Parlamento e nella piazza memoria di palazzo di Giustizia. La protesta secondo noi non deve morire dopo il 30, anche se il decreto Gelmini viene ratificato". A Giurisprudenza, la rappresentante di Azione Universitaria Carolina Varchi annuncia un'attività di "controinformazione" sugli sprechi dell'università e dice: "Prendiamo atto che Giurisprudenza ha votato contro qualsiasi blocco didattico, diversamente che a Lettere". Contrari a forme di protesta estreme anche i giovani dell'Udc, che sono d'accordo su alcuni punti, come il ritorno del grembiule e del maestro unico, ma contestano l'impostazione globale della riforma Gelmini "targata più Tremonti che Gelmini". "Crediamo che la strada migliore per affrontare questo momento di sbandamento - dice Valerio Barrale, segretario provinciale giovani Udc - sia il dialogo e il confronto sul merito della riforma evitando forme di protesta estreme, come il blocco dell'anno accademico".

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Colletta per aiutare le famiglie di tre bimbi disabili (sezione: Scuola)

( da "Secolo XIX, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Ricorso al tar contro i tagli delle ore di sostegno scolastico Punti di raccolta nei locali pubblici. Il Comune è intervenuto mettendo a disposizione degli educatori sociali 23/10/2008 Cairo. Da 24 a 18 ore settimanali. Era il taglio previsto a inizio anno scolastico, poi ridimensionato, aumentando le ore di sostegno da 18 a 21, sempre alla settimana. Il tempo scolastico restante da passare insieme agli altri alunni seguiti dalla stessa maestra. Una minor assistenza che ha spinto i genitori di tre alunni disabili - che frequentano la stessa classe, quinta elementare, del circolo didattico di Cairo, completamente non autonomi e bisognosi di essere costantemente seguiti a causa di gravi handicap fisici- a rivolgersi al Tar (Tribunale Amministrativo Regionale) per un ricorso contro il provvedimento ministeriale. La decurtazione delle ore è stata prevista per carenza di fondi da una normativa della legge finanziaria. E proprio per pagare le spese legali del ricorso, circa 900 euro, per i bar, negozi e attività commerciali del centro di Cairo, è scattata la corsa alla solidarietà con cassette-salvadanaio per raccogliere le offerte e venire incontro alle spese dei genitori guidati dalla signora Susanna C. che insieme alle altre due mamme si era recata in Comune nelle settimane scorse per chiedere un aiuto. "I nostri figli soffrono di una sindrome rarissima che li rende invalidi civili al 100%, nelle condizioni in cui sono la riduzione delle ore di sostegno potrebbe costringerci a lasciarli a casa", il grido di dolore consegnato agli amministratori. Il Comune è intervenuto garantendo a proprie spese una copertura di circa una dozzina di ore integrative, spalmate lungo la settimana, tramite operatori sociali, educatori, ma non veri e propri insegnanti di sostegno specializzati nella didattica. "Purtroppo sono state decurtate le risorse per gli insegnanti di sostegno, riducendone anche il numero", spiega Angela Cascio, vicepreside e fiduciaria della direzione didattica della scuola primaria cairese che entra nel merito della situazione dei tre bambini della quinta elementare. "Il loro handicap fisico è gravissimo, alcuni di loro sono costretti su una carrozzella, hanno bisogno di un'assistenza continua. Devono essere seguiti e accompagnati sempre, anche per essere alimentati. Siamo a conoscenza della battaglia delle loro famiglie". Il taglio iniziale disposto dal Provveditorato da 24 a 18 ore settimanali, è stato ridotto poi soltanto a 21. "Abbiamo avuto notizia del ricorso al Tar anche se non siamo in grado di capire l'eventuale beneficio dell'impugnazione delle direttive ministeriali- prosegue Angela Cascio- il rosicchiamento delle ore di sostegno è generale, ma non si può parlare di azzeramento, ma solo di riduzione. Per colmare il buco di ore di assistenza il Comune ci è venuto incontro come poteva. Le maestre fanno quel che possono, anche di più di quello a cui sarebbero tenute pur di aiutare i tre bambini disabili". I genitori si erano recati più volte prima dal sindaco Fulvio Briano, poi dall'assessore alla pubblica istruzione Gaetano Milintenda, per chiedere un aiuto. "L'attuale numero di insegnanti di sostegno in Liguria è la metà di quelli che servirebbero - la replica dell'ufficio scolastico provinciale - a Cairo ci sono addirittura alcuni casi che avrebbero diritto a una minima assistenza, e che invece hanno zero ore". Milintenda spiega: "Nonostante la carenza di fondi dell'ente siamo riusciti a garantire una minima assistenza di sostegno con educatori sociali del Comune". Intanto per domani sera nella sede del circolo di via Artisi si terrà un incontro con i genitori (inizio ore 20 e 30) per spiegare il senso della riforma Gelmini. Alberto Parodi 23/10/2008.

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L'esperto: <non disperate i funghinasceranno> Scatta l'occupazionestudentescadel liceo"Pacinotti" (sezione: Scuola)

( da "Secolo XIX, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

L'esperto: "non disperate i funghinasceranno" Scatta l'occupazionestudentescadel liceo"Pacinotti" dopo la pioggia prima iniziativa di lotta anti-gelmini Manifestazione in città degli studenti. Domani corteo nel centro e presidio al quartiere della Pianta "CERCATORI di funghi non disperate. Anche se fino ad ora siete tornati a casa col cesto vuoto, la stagione non è ancora finita e le recenti piogge promettono bene". Parola del presidente della Cooperativa per la raccolta dei frutti del sottobosco, Romano Magrini, esperto in mitologia e in grado di "monitorare" daI suo osservatorio di Comano, ai piedi del Lagastrello, le colline tradizionalmente ricche dei prelibati porcini. "Quest'anno i boleti, e neppure molti, si sono fatti vedere solo nel mese di giugno che è risultato eccezionalmente piovoso- dice allargando le braccia- poi la pioggia è rimasta, in cielo e di funghi neppure l'ombra. Ora peròè piovuto a sufficienza e considerata anche la mitezza del clima, tra una decina di giorni i boleti, quelli autunnali, che sono oltretutto assai migiiori di quelli primaverili, spunteranno sicuramente fuori". E Magrini, docente di lettere in pensione e pronto a chiamare con il proprio nome scientifico ogni specie di fungo, annuncia pure la qualità dei porcini che nasceranno e regala persino consigli su come devono essere cucinati. "Dobbiamo attenderci la nascita di tre specie di boleti ? spiega- il pinicola, I'edulis e l'aereus. Il boletus pinicola, che nasce sotto gli alberi di aghifoglie è ottimo per essere essicato. Appena colto, può essere cucinato alla griglia o trasformato in cotolette, passate nell'uovo, infarinate e fritte. Altro porcino tipico di questa stagione è il boletus edulis che è il fungo per eccellenza a resta inimitabile per l'intensità del suo aroma. Nascerà anche il boletus aereus o porcino nero, scurissimo e dalla carne dura e composta. Pino Piastri .x/23/0810.

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Diritto allo studio sit-in in regione "legge al palo" (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina III - Napoli Il caso Diritto allo studio sit-in in Regione "Legge al palo" Hanno scelto di far sentire la propria voce agli amministratori della Regione. Gli studenti del liceo linguistico e sociopsicopedagogico Villari, schierati contro il decreto Gelmini, hanno organizzato un corteo che ha raggiunto il palazzo della Regione al Centro direzionale. Insieme ai ragazzi del Villari, rappresentanti di altre scuole occupate o in autogestione: il Gadda, il Fermi, il Duca di Buonvicino, il Galiani, il Da Vinci. Gli studenti sono stati ricevuti in delegazione dall'assessore regionale all'Istruzione, Corrado Gabriele. Al quale i ragazzi hanno chiesto, ancora una volta, di finanziare la legge regionale sul diritto allo studio: "è l'unico strumento che possa dare una seria risposta ai provvedimenti calati dall'alto, da viale Trastevere". La legge fu approvata nel 2005, ma resta un pezzo di carta, mancando del tutto i finanziamenti.

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Ore 13.30, orientale occupato - giovanni chianelli (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina III - Napoli Ore 13.30, Orientale occupato "Le forze dell'ordine? Arrivino pure, noi ci difenderemo" GIOVANNI CHIANELLI "Andremo avanti finché la legge 133 non sarà ritirata. E se Berlusconi vuole mandare la polizia ci difenderemo", dice Stefano, uno dei leader della protesta all'Orientale che fa capo alla rete "Stop Gelmini". All'una e mezza la "presa" di Palazzo Giusso è ufficiale. E subito una raffica di proposte: lezioni in piazza, gruppi di lavoro, assemblee. Intanto il cuore dell'università è occupato. Dallo striscione che sancisce l'inizio del presidio mancano le due "K" degli anni �90. Forse perché "sarà un'occupazione matura e costruttiva. Vogliamo aprire l'ateneo, non barricarci dentro. Tra l'altro è una misura estrema: non pensavamo di arrivare a tanto. Siamo stati costretti dalle incertezze del corpo docente", continua Stefano. L'assemblea chiedeva il blocco della didattica e le dimissioni simboliche dei professori. Nonostante la solidarietà espressa dal senato accademico, per gli studenti una risposta vera non c'è stata. Il prorettore Giuseppe Cataldi ha tentato una mediazione: "Condivido gran parte della protesta. I tagli impediranno persino gli impegni ordinari. Ma rappresento l'istituzione e non posso avallare la paralisi delle attività accademiche". La replica è affidata a Ciro, che dirige la radio universitaria: "Era un mese che aspettavamo, abbiamo dimostrato di essere disponibili al dialogo. Ora facciamo da soli: ma invitiamo i professori a collaborare". L'idea è quella delle lezioni all'aperto sull'esempio degli atenei del centronord. Qualcuno propone lavagne, banchi e cattedre in via Mezzocannone. Giuseppe D'Alessandro, docente di Storia della filosofia vorrebbe farla in piazza san Domenico, la lezione. Tema, la libertà. Ma frena all'idea dell'occupazione: "Non posso dire niente sulla libertà se non sono libero di circolare nelle strutture dell'Orientale". Eppure sono tanti gli insegnanti vicini alla protesta. Sergio Muzzupappa, di Storia contemporanea: "Sono orgoglioso di questa università. Ha rispettato la tradizione di lotta. Mi dichiaro pronto ad insegnare in piazza, se lo vogliono i ragazzi". La collega di Inglese, Silvana Carotenuto, gli fa eco: "Penso che gli studenti possano insegnarci una via nuova di approccio al sistema universitario. In questo momento noi professori non ne abbiamo una. E i tagli ci coinvolgono in prima persona: nel 2010 avrò la miseria di 800 euro l'anno per la ricerca". Verso le 15, un'altra riunione. Si cerca di mettere un po' d'ordine tra le proposte pervenute al tavolo dell'assemblea. A cominciare dal come trasferire la protesta negli altri edifici dell'università. Vengono organizzati uffici stampa, picchetti e gruppi di studio, come quello sulla storia delle riforme universitarie negli ultimi vent'anni. Si lavorerà alla creazione di opuscoli ad hoc. Intanto arrivano i rappresentanti della rete dei ricercatori e dottorandi: "Siamo una cosa sola con gli studenti, divideremo con loro le nostre specificità e racconteremo come viene gestita male la precarietà della ricerca. Reclutamento, frammentazione dei contratti, turn over illogici. Per non parlare delle donne: per le ricercatrici non esistono maternità e agevolazioni sulla famiglia", spiega Salvatore, dottore di ricerca, annunciando assemblee anche da parte del suo coordinamento. Alle 19 c'è una videoconferenza con altri atenei e facoltà occupate, da Roma a Firenze. Si cerca unità. "La differenza con i movimenti del �68 e della Pantera è il tessuto sociale. Allora bastavano due manifestazioni per mobilitare tutti", dice ancora Stefano che sfoggia una maglietta con un cartello di segnalazione stradale. Sopra c'è scritto: "Si ricorda che questo mondo va cambiato".

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Mobilitazione anti-gelmini la sun blocca le lezioni - bianca de fazio (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina II - Napoli Mobilitazione anti-Gelmini la Sun blocca le lezioni Il rettore Rossi: non vogliamo i manganelli Tensione al De Sanctis di Salerno La polizia identifica gli studenti occupanti BIANCA DE FAZIO Solo a Napoli sono 60 le scuole mobilitate contro la Gelmini con occupazioni o autogestioni ed assemblee permanenti. E diventano 120 in Campania. La protesta cresce e sposa le ragioni degli studenti delle scuole con quelle del mondo dell'università. Tutti d'accordo contro i tagli, contro la politica scolastica ed universitaria del governo Berlusconi, contro la privatizzazione dell'istruzione con la trasformazione di scuole e università in fondazioni. E mentre ieri il premier minacciava l'invio delle forze dell'ordine negli istituti occupati, a Napoli proprio le occupazioni traevano nuova linfa dall'iniziativa dell'Orientale, dove, dopo un'affollata assemblea, alla quale hanno partecipato anche gli studenti medi, è stato deciso di "espugnare" Palazzo Giusso. Situazione più tesa a Salerno: dove la polizia entra al liceo De Sanctis, non per sgomberare l'istituto ma per identificare gli studenti. I giovani occupanti raccontano inoltre di una "nota" riservata con la quale il capo della polizia di Salerno avrebbe dato un ultimatum a sgomberare i locali entro 36 ore. Circostanza che la Questura di Salerno non conferma. Intanto tiene banco la protesta di Napoli. Ad Architettura, al termine dell'assemblea straordinaria, è stata decisa fino al 28 ottobre la sospensione delle attività didattiche dalle 12 alle 16 per dare spazio ad assemblee pubbliche e ad attività extradidattiche gestite da un coordinamento studentesco. Ma la protesta non è firmata solo dagli studenti. Nelle scuole gli insegnanti sono in agitazione e attendono lo sciopero del 30 ottobre, nelle università i Senati accademici e i consigli di amministrazione si stanno pronunciando contro i provvedimenti romani. Lo ha già fatto Salerno, e ieri è stata la volta del Secondo ateneo di Napoli. Che ha deciso, per oggi, di interrompere le attività didattiche e convocare un'assemblea, invitando docenti e studenti a partecipare, presso il Polo scientifico, via Vivaldi a Caserta. La decisione scaturisce da una riunione congiunta del Senato accademico e del consiglio di amministrazione, che hanno messo a punto un documento contro il decreto di cui si discute in Senato. Ed è il rettore dell'ateneo, Franco Rossi, ad annunciare che "sin da subito dovremo tagliare sulla ricerca, sui servizi agli studenti, sui soldi da assegnare a facoltà e dipartimenti. Stiamo discutendo l'eventualità di ricorrere ad aumenti delle tasse. Altrimenti dove li prendiamo i soldi?". Ma la polizia contro chi occupa no. "Le occupazioni - afferma Rossi - sono fatte dai giovani, che esprimono speranze e ambizioni per il futuro. Mandargli contro le forze dell'ordine significa negargli la speranza. Bisogna ascoltarli". Stato di agitazione permanente, assemblea generale, sospensione delle attività e sostegno pieno alla mobilitazione in corso nelle altre università del Paese sono i contenuti della mozione approvata dai massimi organi collegiali dell'ateneo. Una mozione che affronta, punto dopo punto, tutte le questioni poste dalle nuove leggi. "Tali provvedimenti - si legge - determinano uno scenario in cui si tende a fare sparire l'Università pubblica, libera, indipendente e garanzia per uguali possibilità di conoscenza per tutti. In primo luogo saranno danneggiati gli studenti, perché non sarà più possibile garantire la qualità dell'offerta formativa, della ricerca di eccellenza e dei servizi agli studenti; inoltre il taglio dei finanziamenti potrebbe condurre all'inevitabile aumento delle tasse universitarie. Saranno danneggiati i giovani studiosi, perché il blocco del turn-over impedirà il ricambio generazionale". Tutto assai simile a quel che lamentano gli studenti riunitisi in assemblea, ieri, a Scienze politiche della Federico II come all'Orientale, al Fonseca come al liceo De Sanctis di Salerno.

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"ma noi con internet facciamo politica" (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina III - Napoli Federico Simonetti, laureando in Lettere con specializzazione in Filosofia "Ma noi con Internet facciamo politica" "Non mi piacciono quei docenti che 40 anni lottavano e ora sono attaccati alla poltrona" Non voglio rifare il Sessantotto Vorrei piuttosto che non fosse necessario rifarlo (segue dalla prima di cronaca) Però vi dicono di volerlo rifare, il Sessantotto. Oppure, al contrario, di non avere nulla in comune con esso. "Mi fa molto arrabbiare chi mi chiama sessantottino. Oppure sessantottardo, cioè sessantottino in ritardo. Trovo insopportabile chi mi guarda con il sorrisino come per dire: eh, anch'io ero come te. Mi dà fastidio perché tutto ciò istituisce un limite comunicativo. E perché in realtà ho molto a cuore il Sessantotto. Anche se, diciamolo, ci sono dei sessantottini molto antipatici". Chi sono? "Quei docenti che quarant'anni fa facevano le lotte e oggi sono attaccati alla poltrona. Quelli che non prendono posizione". Molti altri invece sono al vostro fianco. "E quelli ci stanno meno antipatici". Lei non prende le distanze dall'anno fatidico? "Vorrei anzi che i ragazzi di oggi capissero quant'erano importanti quelle istanze di autodeterminazione. Ma non aver avuto esperienza diretta di Sessantotto, Settantasette, Pantera e collettivi anni Novanta, è per noi un vantaggio. Nasciamo liberi da tutte le stratificazioni che il movimento ha subito negli ultimi anni". Avvertite una frattura generazionale? "Non una frattura ma sicuramente una differenza. Chiunque ci abbia preceduto ha utilizzato forme di lotta già sedimentate, invece noi non diamo nulla per scontato". E le accuse ricorrenti di essere disinteressati alla politica? "Assolutamente false: noi facciamo politica. Chi dice il contrario non ha capito niente, non è mai venuto alle nostre assemblee. In questo paese per politica si intendono soltanto i giochi di vertice, partitici o sindacali. E noi siamo in rottura con tutte le strutture verticistiche. Non siamo un organismo monolitico perché non siamo ideologizzati. Ma abbiamo un'ideologia in senso marxiano, cioè una visione del mondo". Lei, Simonetti, si considera un leader? "No, sono solo uno dei compagni più esposti. Il leader è quello che manda al massacro le avanguardie. Io faccio al contrario: dovesse esserci uno scontro, sarei tra quelli che si becca le mazzate per proteggere gli altri". Ma finora non ci sono stati episodi di violenza. "No, a meno che non si consideri violenza interrompere le lezioni o bloccare una stazione. Capisco però le ragioni di chi ci accusa di questo perché magari, per seguire una lezione, si fa sei ore di treno ogni giorno". E come risponde a chi vi rivolge queste accuse? "Gli dico: Berlusconi, Gelmini, Tremonti e Marcegaglia equiparano l'istruzione privata a quella pubblica. Si vendono il tuo titolo di studio. Quindi sono loro che ti fanno violenza". Il problema è sempre più la comunicazione? "Sì, occorre sensibilizzare gli studenti che rimangono a casa. E poi i ragazzi dei licei. L'intera società, anche chi non è studente. E non ci riusciremo restando chiusi nelle università. Così scendiamo in strada, improvvisiamo cortei autorganizzati che bloccano il centro della città, usiamo Internet. Con la consapevolezza che non stiamo solo subendo un attacco all'università e alla scuola, ma alla stessa possibilità di fare cultura in questo paese". (a. t.).

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Studenti, dilaga la protesta (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina I - Napoli Nelle scuole anche gli insegnanti sono in agitazione in vista dello sciopero del 30, le università prendono posizione Studenti, dilaga la protesta Occupato l'Orientale, a Salerno polizia nel liceo Sessanta a Napoli, 120 in tutta la regione le scuole mobilitate contro la legge Gelmini con occupazioni o autogestioni e assemblee permanenti. La protesta cresce e sposa le ragioni degli studenti delle scuole con quelle del mondo dell'università. Nelle scuole gli insegnanti sono in agitazione e attendono lo sciopero del 30 ottobre, nelle università i Senati accademici e i consigli di amministrazione si stanno pronunciando contro i provvedimenti romani. A Salerno la polizia è arrivata al liceo De Sanctis per identificare gli studenti, a Napoli dopo un'affollata assemblea è stato deciso di occupare l'Orientale. BIANCA DE FAZIO A PAGINA II.

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Nell'alessandrino con la "gelmini" mille posti in meno (sezione: Scuola)

( da "Secolo XIX, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Scuola traffico limitato in via emilia Alessandria. Le prime 3.500 firme dell'appello al Governo di soprassedere alla riforma della scuola sono state consegnate ieri pomeriggio al prefetto di Alessandria Francesco Paolo Castaldo. La raccolta prosegue, come confermano i rappresentanti del settore dei sindacati confederali Maria Grazia Penna (Cisl), Alessandro Montali (Flc Cgil), Giovanni Guglielmi (Uil) e Maria Grazia Badellini (Snals). C'è grandissima attenzione sui provvedimenti legislativi definiti, in una lettera ai genitori "un machete che si abbatte sulla scuola pubblica". In questi giorni ci sono state richieste di chiarimenti, telefonate da parte di amministratori di piccoli Comuni che temono la scomparsa delle loro scuole ed esprimono preoccupazioni per i tagli. Che in provincia si tradurrebbero in circa un migliaio di posti, tra docenti e personale Ata sugli attuali oltre 5 mila. "Ma non si tratta soltanto di questo - aggiunge Guglielmi -. Si sta demolendo un servizio sociale essenziale, oltre che culturale". Per la prima volta tutte le sigle sindacali sono unite. Perchè si tratta di provvedimenti che, così come sono, riformano un settore puntando solo sulla "essenzializzazione, parola chiave del decreto, che significa riduzioni". Allo sciopero del 30 ottobre, a Roma, parteciperà un folto gruppo di alessandrini, oltre un centinaio le adesioni pervenute. In provincia ci saranno manifestazioni spontanee. "Dietro la riforma non c'è un ragionamento pedagogico ma puramente ragionieristico", sostengono i sindacalisti. Sintetizzando cosa succederà, secondo la bozza di decreto: "meno tempo a scuola, più alunni per classe", che si traduce in più bassa qualità didattica e offerta formativa, meno attenzione ai singoli. Si. Fo. .x/23/0810.

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Se la verità non si scopre ma si può regalare - fulvio tessitore (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina XII - Napoli SE LA VERITà NON SI SCOPRE MA SI PUò REGALARE La scienza o è tale e dunque positiva o non è scienza La laicità o è rispetto degli altri di tutti gli altri anche di quelli che si vuole convincere o non è laicità ma intolleranza FULVIO TESSITORE O ggi è tutto diverso: a causa dei lavori la stagione sinfonica è ridotta di due terzi e di quella lirica si attende il programma. In contemporanea con siffatte entusiasmanti elucubrazioni, docenti, famiglie, scolari protestano per la "riforma" del ministro Gelmini; i rettori alzano noiosi lai per la miseria delle università, costrette a tagliare ricerca e servizi; qualche docente illuminato quanto angosciato invita a fare autocritica, a eliminare gli sprechi per ottenere davvero la riforma delle università, tanto che conta se sono fondazioni di diritto privato o istituzioni pubbliche, l'importante è che costino il meno possibile; e gli studenti protestano, tanto si sa non vogliono fare lezioni e poi i professori non sono dei "fannulloni" che lavorano tre ore alla settimana e percepiscono diecimila euro al mese? Si tratta di cose poco rilevanti, dinanzi al "nuovo" che avanza e bisogna mediaticamente controllarle, perché sono cose fastidiose, che rischiano di distrarre i benpensanti concentrati sulla sicurezza, che va garantita dal basso, per esempio discriminando i ragazzi stranieri, che vanno chiusi in classi apposite; è necessario non allontanare lo sguardo dalla Napoli finalmente pulita e splendente. Se proprio bisogna lamentare qualcosa, è opportuno concentrarsi sui troppi lavori in corso, che impediscono di trovare comodi parcheggi, quando si va a teatro o a qualche festa da amici. Né bisogna dimenticare che quanto "succede a Napoli" (chi ricorda una antichissima trasmissione radiofonica di tal titolo, trasmessa cinquant'anni fa?) è tutto e solo opera della camorra, a iniziare da qualche innocente scappatella di qualche politico. Non voglio essere frainteso e mi affido a un solo fatterello, per spiegarmi. Da insonne seguo nottetempo o in ore antelucane le trasmissioni della ottima Rainews 24. Orbene questa tv nazionale (peraltro sulle orme di quanto già scritto su questo giornale) per almeno due volte ha trasmesso un servizio, corredato dalle testimonianze di due giornalisti austriaci e dello stesso pm indagante, secondo cui il famoso assalto al treno di cinquecento/mille invasati tifosi del Napoli fu mediaticamente esagerato, perché un solo gabinetto fu devastato e quattro o cinque vetri rotti, nessun ferroviere fu picchiato e nessun passeggero sbarcato di forza. Ma allora, forse, aveva ragione il capo della polizia che, per difendere prefetto e questore, anche lui ricorse alla camorra ed è appena il caso di precisare che una cosa è costatare, tra cinquecento/mille scalmanati inquisiti, violenti e delinquenti, altra cosa è lasciar pensare a una congiura della camorra, quando forse la congiura contro la squadra del Napoli fu accarezzata da altri, come prontamente e coraggiosamente denunciò il sindaco di Napoli. Che dire? Potenza della comunicazione mediatica. Che cosa fa notizia? Il negativo, qualche "balla" estemporanea, tanto divertente (lo dico nel senso etimologico della parola, ciò che di-verte, ossia allontana da altro). E i problemi seri, come quelli della scuola e dell'università, della ricerca scientifica e della formazione? Beh, questi sono interessi di pochi. Può essere sufficiente affidarsi al Sommo Pontefice, il quale, parlando a Pompei non ha citato la camorra per non offendere gli onesti, forse dimenticando la maledizione che il suo predecessore lanciò contro la mafia, su cui invocò il giudizio severo di Dio. Altri tempi! Il 16 ottobre, qualche giorno prima di Pompei, Benedetto XVI ha sostenuto che "la scienza non è in grado di elaborare principi etici, essa può solo accoglierli in sé e riconoscerli come necessari per debellare le sue eventuali patologie". Ciò perché la ragione e la scienza che deve seguirla devono sentire che "esiste una verità che non potranno mai scoprire partendo da se stesse, ma solo ricevere come dono gratuito". E la responsabilità degli scienziati? Questi devono affidarsi ai doni gratuiti, derivanti dalla "intelligibilità della creazione", che "non è frutto dello sforzo dello scienziato, ma condizione a lui offerta di scoprire la verità in essa presente". Se fossi irriverente, direi chi si contenta gode. Io ammiro il Pontefice per la drasticità, senza ammiccamenti, con cui enuncia le sue convinzioni, che ritiene essere la verità. Ciò che non apprezzo - a proposito di "regime di propaganda" - sono i tentativi dei corifei e commentatori per attenuare le impietose condanne papali. Confesso che non so capire che significa distinguere una scienza buona e una scienza cattiva, come non so capire che significa "laicità positiva" rispetto a una negativa (distinzione che, in verità, ha accolto anche il Papa, quando, in terra di Francia si è rivolto al presidente francese, con trattamento non riservato al presidente italiano). La scienza o è tale, e dunque positiva, o non è scienza. La laicità o è rispetto degli altri, di tutti gli altri, anche di quelli che si vuol convincere, o non è laicità, ma intolleranza. La mia è certo una semplificazione, ma confesso da impenitente che questa semplificazione mi sembra quella che, senza infingimenti che non piacciono al Pontefice, consente di capire i "segni dei tempi", ai quali guardava, con inquieta lucidità, il più grande papa dei nostri anni, Giovanni XXIII, che quei "segni" avvertiva con desta sensibilità e anziché guardarli strabicamente li affrontava per coniugarli con la consistenza dottrinale evangelica, non confondendo il relativo con l'indifferentismo etico. Da laico, da laico davvero e perciò rispettoso della fede, non mi affido al tanto peggio, tanto meglio, e ricevo da tutto quanto ho fin qui ricordato una ragione di angoscia, di preoccupazione. Mi angoscia la ottusa giovialità con la quale i nostri intellettuali revisionisti applaudono un davvero strabico neo-teocraticismo o neo-temporalismo, che non ha per sé l'avvenire, ma può far grande male al presente, che richiede ben altra "ricostituzione delle coscienze". Segni dei tempi, ahimè, anche questo?.

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Salvatore, leon e luca chi sono i leader della protesta - franco vanni (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina VII - Milano Luca Minghinelli Teo Todeschini Leon Blanchard Salvatore, Leon e Luca chi sono i leader della protesta Con loro anche Teo e Carlotta Cossutta. Arrivano dai collettivi della sinistra. "Ma il clima è forte e i gruppi politici non decidono" Sono in prima fila in questo autunno caldo delle università "Tutto parte dalle assemblee, noi gestiamo la piazza" "Le botte non mi spaventano nel 2005 all'ateneo di Bogotà ho visto sparare" Hanno un sogno: migliorare i corsi di laurea FRANCO VANNI Dove è nato Salvatore i collettivi non esistono. "Al liceo scientifico di Noci, in provincia di Bari, la politica era vissuta come una cosa privata, come la religione", racconta. Ieri il suo discorso ha aperto un'assemblea di quattro ore al Politecnico. Trecento persone pigiate in un'aula da 150 posti per decidere la svolta: "Scenderemo in piazza anche noi del Poli, fino a ora siamo stati a guardare", dice. E così il nome di Salvatore Gentile, 23 anni e tre esami alla laurea breve in Ingegneria, si aggiunge a quelli di Luca Minghinelli e Leon Blanchard, leader "storici" del collettivo a Scienze politiche. Carlotta Cossutta e Teo Todeschini, fra gli organizzatori delle assemblee in Statale. Quelli da prima fila. Quelli che guidano questo autunno caldo dell'università. "Sobillatori di professione", li definisce il vicesindaco Riccardo De Corato. Hanno storie diverse, ma da qualche settimana la routine è la stessa per tutti: sconosciuti compagni di corso che li salutano in cortile, le telecamere puntate in faccia, l'affanno a ripetere "noi non siamo i capi, il movimento nasce da solo, è in mano agli studenti". Salvatore si definisce "moderato di sinistra". Come rappresentante in consiglio di facoltà, eletto con la lista "Terna sinistrorsa", ha organizzato tornei di calcetto (a Bari giocava in Eccellenza). Paga 400 euro di affitto per una stanza in porta Venezia e prima dell'ondata anti-Gelmini era stato a due sole manifestazioni: quella del 25 aprile e il concerto del Primo maggio a Roma. Salvatore è una mosca bianca. A organizzare la protesta sono soprattutto i veterani da collettivo. Studenti che la "politica contro" la facevano già al liceo. Luca, 21 anni, è uno dei volti della protesta a Scienze politiche, assieme a Leon. Sobillatori? "No, sono uno studente che vive ancora con i genitori, lavora in un bar per comprare i libri dell'università e fatica a pagare l'assicurazione del motorino". Dai tempi dello scientifico Vittorio Veneto fa parte dell'assemblea del centro sociale Cantiere in via Monterosa, "ma in facoltà non ho mai cercato di convincere nessuno delle mie idee politiche, a muoverci è la paura per il destino dell'università, e il sogno di poterla migliorare". Anche Teo, 23 anni, iscritto a Scienze umane dell'ambiente in Statale, viene dai centri sociali. Da ragazzino militava al vecchio deposito Bulk. Quando il megafono lo tiene lui la gente in manifestazione canta più forte. "Sono andato per anni in curva del Milan a vedere le partite con gli amici, non sono mai stato un ultrà ma so come si lancia un coro", dice. Teo vive in una casa popolare col fratello, che è tutta la sua famiglia. Per mantenersi lavora come documentarista, ha fatto un corso per operatore tv. Negli scontri di martedì a Cadorna era davanti, le ha prese, una botta all'occhio. "Le botte non mi spaventano - dice - nel 2005 ero Bogotà, in Colombia, per fare un video nell'università occupata e l'esercito mitragliava l'edificio". Tre anni fa ha partecipato all'occupazione di un'ala della Statale contro la riforma Moratti. è fra i fondatori del collettivo Asso. "Ora che la protesta è forte - dice - i gruppi politici non decidono nulla. A prendere iniziativa sono le assemblee di facoltà, si naviga a vista, si improvvisa. Noi che abbiamo esperienza nella gestione della piazza diamo una mano". Carlotta Cossutta, che ha lavorato per organizzare l'assemblea degli "stati generali" di lunedì scorso in Statale, le ossa se le è fatte al collettivo del liceo classico Parini. La passione per la politica gliel'ha passata nonno Armando, ex senatore comunista, "ma non voglio farne una professione", dice. è al primo anno della laurea specialistica in Filosofia, vuole fare un dottorato. Ha fama di mediatrice: "Ho lavorato per unire la protesta degli studenti e quella dei lavoratori dell'università". Nel tempo libero fa corsi di teatro per i ragazzini dei licei e legge. I classici, soprattutto: Guerra e pace, Delitto e castigo. Ma anche i romanzi della trentenne belga Amelie Nothomb, "perché è veloce, ha un bello stile". Con lei, nel collettivo del Parini c'era Natalia Romanò, 20 anni, iscritta al secondo anno di Mediazione linguistica e culturale. Insieme alla sorella gemella Agnese, studentessa a Brera, anche Natalia è fra i volti noti della protesta: "Dicono che siamo sobillatori e che vogliamo rifare il Sessantotto dei nostri genitori. Io vivo oggi, e i miei non hanno mai contestato". E cosa facevano i suoi genitori all'università? "Ci andavano per studiare". SEGUE A PAGINA V.

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Belluzzi, continua l'occupazione "ci aspettiamo l'arrivo della digos" - sara scheggia (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina III - Bologna Rinviata a mercoledì prossimo la fiaccolata di protesta Belluzzi, continua l'occupazione "Ci aspettiamo l'arrivo della Digos" Ieri assemblea con gli studenti delle altre scuole: dal Copernico, al Minghetti dalle Aldrovandi alle Laura Bassi SARA SCHEGGIA "Siamo l'unico obiettivo rimasto": l'Itis Belluzzi di Casalecchio è l'unica scuola attualmente occupata, e potrebbe finire nel mirino delle forze dell'ordine. Nel frattempo, gli studenti medi hanno già deciso di tornare in strada: mercoledì prossimo daranno vita ad una grande fiaccolata, nel giorno dell'approvazione della legge Gelmini al Senato. Partiranno da piazza San Francesco per terminare sotto al Nettuno, a loro si aggiungeranno anche gli studenti universitari e, con ogni probabilità, anche i genitori e i maestri delle scuole elementari. Il Coordinamento degli studenti medi si è riunito ieri proprio al Belluzzi, per decidere come proseguire nella mobilitazione. Si sono dati appuntamento per il pomeriggio perché tutte le scuole sono ormai tornate in classe, terminando le occupazioni tra venerdì e sabato della settimana scorsa. E sulla scia delle dichiarazioni del primo ministro Silvio Berlusconi, che minaccia di mandare la polizia nelle scuole e negli atenei occupati, sanno che prima o poi toccherà a loro. "Dopo il monito dell'arrivo di ispettori ministeriali - ha spiegato Michele, uno dei rappresentanti del Belluzzi - ci aspettiamo la Digos da un momento all'altro, anche stasera. Siamo gli unici che ancora stanno occupando, ma noi andiamo avanti". Nessuna paura delle forze dell'ordine, dunque. Al Belluzzi sperano solo che le adesioni all'occupazione restino alte, per poter continuare con le attività che hanno iniziato martedì: laboratori, gruppi di discussione, continue assemblee per decidere il da farsi. Ieri all'assemblea generale c'erano tutti: dal Copernico al Minghetti, dalle Aldrovandi alle Laura Bassi. E anche l'alberghiero Scappi di Castel Maggiore, che oggi vorrebbe provare ad occupare dopo i falliti tentativi della settimana scorsa. In ballo non ci sono solo le prossime mosse come la fiaccolata, inizialmente indetta per oggi ma poi rimandata per motivi organizzativi, o i banchetti contro-informativi in risposta a quelli che il Popolo della Libertà porterà in piazza sabato. Bisogna decidere se partecipare o meno alla grande manifestazione della Cgil il 30 ottobre, a Roma. E, soprattutto, in che modo aderire: "Non abbiamo ancora raggiunto accordi, in assemblea ci sono stati interventi diversi - ha raccontato Riccardo del Copernico - ma è certo che qualcosa faremo". Sanno che è una grande mobilitazione contro una riforma che stanno contestando da settimane, ma non vogliono confluire in una protesta che non è la loro, soprattutto perché fin troppo politica: "Non vogliamo essere strumentalizzati dal sindacato - ha aggiunto il rappresentante dell'istituto di Casalecchio - ma è una tappa importante e non esserci significherebbe perdere un pezzo della protesta". Intanto, stamattina cercheranno di spargere la voce e portare quanta più gente possibile in piazza. Le decisioni importanti arriveranno da altre assemblee, previste nei prossimi giorni.

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L'ateneo non segue berlusconi "nessun motivo per chiamare la polizia" (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina III - Bologna Il prorettore Monari: "Ciò che accade in questi giorni è assolutamente fisiologico" L'Ateneo non segue Berlusconi "Nessun motivo per chiamare la polizia" Oggi assemblee a Giurisprudenza, Lettere, Lingue e Scienze con lezioni fuori dalle aule "NON abbiamo nessun motivo per chiamare la polizia, quello che sta accadendo nel nostro ateneo è fisiologico", dice il prorettore agli studenti Paola Monari. E rincara Giuseppe Sassatelli, preside di Lettere, la Facoltà dove i collettivi hanno occupato solo alcune aule, tra cui la "III", luogo storico del movimento studentesco: "La polizia? Ma scherziamo. Non è certo questo il modo di risolvere i problemi". Le dichiarazioni di Berlusconi, che invoca l'intervento delle forze dell'ordine per impedire occupazioni in università e nelle scuole, rimbalzano all'Alma Mater. E non trovano una sponda. "Non siamo preoccupati perché la situazione è sotto controllo, non vedo perché dovrebbero intervenire le forze dell'ordine, la discussione aperta è vivace, ma rientra nelle dinamiche democratiche della vita universitaria", spiega Paola Monari che ieri ha incontrato gli studenti per confermare il dibattito sulla legge 133 in Santa Lucia domani alle 15. "L'occupazione a Lettere non interrompe la didattica, sono spazi destinati agli studenti in cui il dibattito continua anche fuori dall'orario delle lezioni", continua il prorettore che conclude: "Gli annunci alla stampa di eventuali provvedimenti hanno modalità e funzioni diverse". Il preside Sassatelli passa ogni sera in via Zamboni 38, dove ieri gli studenti hanno proiettato film per un cineforum "resistente". "Nel nostro piccolo a Lettere abbiamo cercato la strada del dialogo, non sempre facile, perché bisogna consentire spazi, ed è giusto farlo, agli studenti che vogliono fare una riflessione critica e forte contro la legge, ma anche permettere agli altri di fare lezione. Ci siamo riusciti". Gli universitari "No-Gelmini" scuotono la testa: "Veramente allucinante: l'unica risposta che riesce a dare il governo a dei movimenti trasversali è quella dei manganelli. E' preoccupante per la mobilitazione e per il paese, il clima è pesante", dice Giulia, studentessa di Scienze politiche, dove gli universitari si ritrovano in un'aula in assemblea permanente. "La dichiarazione di Berlusconi preannuncia un futuro autoritario contro il dissenso e il tentativo di intimidire un movimento che ha dimostrato sua capacità di determinazione", aggiunge Andrea di Aut - Off. "Noi poniamo una riflessione politica, Berlusconi ne fa un problema di ordine pubblico", dice Marco del Cua. Intanto ricercatori precari e studenti preparano un documento da presentare all'assemblea di Ateneo. "Daremo avvio alla discussione e cercheremo di tenere ordinato il dibattito, ma in assoluta libertà, tutti sono invitati", spiega Paola Monari. La protesta continua con assemblee oggi a Giurisprudenza (ore 12), a Lettere (ore 16 di Facoltà, ore 19 dei "No Gelmini"), Lingue (11.30) e Scienze (ore 17) e con le lezioni fuori dalle aule. Ieri in piazza Verdi Rita Fioresi, docente di matematica, ha tenuto una lezione sul concetto di "gradiente". Oggi, altre lezioni, dalle 9, in piazza Puntoni, con i docenti di Scienze Balzani, Venturi, Morigi, Castro e Trombini. Crescono anche le prese di posizione dei consigli di corso di laurea (l'ultima è di Scienze della comunicazione) e delle Facoltà contro la legge 133. Chimica Industriale ha votato compatta, in un'assemblea dove la didattica è stata interrotta per tre ore, una mozione a difesa dell'università pubblica e delle conquiste sociali. (ilaria venturi).

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Fortuzzi, cena etnica ai giardini contro le classi per gli stranieri - alessandro cori (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina III - Bologna Iniziativa di alunni, genitori e insegnanti in difesa del "pubblico" Fortuzzi, cena etnica ai Giardini contro le classi per gli stranieri Fatto il paragone con le diversità culturali, anche culinarie, "che sono una vera e propria fonte di ricchezza per tutti" ALESSANDRO CORI "Lascia nonna, faccio io, sono capace di spalmare il burro". Con la sicurezza di un grande chef, Luca, nome italianissimo nonostante le sue origini in parte danesi e in parte svizzere, si fa passare il coltello e dà il suo contributo alla cena etnica riempiendo il pane nero di burro salato. Le altre pietanze sono già quasi tutte disposte sui piccoli banchi della scuola, mentre bambini e genitori fremono per dare l'assalto alle diverse specialità etniche. Alle scuole elementari Fortuzzi, nel cuore dei Giardini Margherita, ieri pomeriggio alunni, genitori e insegnanti hanno sostenuto in un modo del tutto particolare il valore della suola pubblica, che non ha bisogno di "classi d'inserimento" o "differenziali" come prevede la nuova riforma. In che modo? Mangiando e mettendo a confronto le diversità culturali, anche culinarie, "che sono una vera e propria fonte di ricchezza per tutti". La "Festa della scuola pubblica di qualità", organizzata dai genitori dell'VIII circolo didattico di Bologna, per cinque ore ha raccolto e divertito bambini filippini, marocchini, cinesi, europei e americani: un microcosmo che ogni giorno studia e gioca nelle aule delle scuole bolognesi. "Questa iniziativa - spiega Domenico Fata, presidente del consiglio di circolo dei genitori - è nata per raccogliere l'invito del presidente della Repubblica Napolitano, che ha suggerito di non essere sempre contro. E infatti noi siamo pro, perché la diversità è un accrescimento culturale non un ostacolo. Ora però mi accorgo che la nostra festa è diventata negativamente attuale dopo l'idea delle classi differenziate". Cous cous, hummous (piatto tipico medio orientale con ceci, sesamo, "ma senza aglio" precisa una mamma), pumpkin pie (torta dolce americana), spaghetti di soia, pollo alle mandorle ma anche insalata di riso e crostate. Ce n'è davvero per tutti i gusti. Attaccate alle porte della scuola spiccano una serie di vignette che ironizzano sui punti cardini della nuova riforma scolastica. In una c'è una maestra che con in mano il libro "Il padano per stranieri" cerca di insegnare la lingua ad un alunno, mentre in un'altra il ministro Gelmini illustra quella che viene definita: "Pagella a punti". Prima che inizi lo spettacolo del duo comico bolognese Paolo Maria Veronica e Roberto Malandrino (per i quali la Gelmini diventa "Enterogelmini"), i genitori vengono invitati a partecipare, stasera, in piazza del Nettuno, al collegamento della trasmissione "Anno Zero". "Una mamma della Fortuzzi e una della scuola Cremonini saranno invece in studio, a Roma, per far capire quanto vale la scuola pubblica".

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A scuola un buco da 10 milioni - ilaria venturi (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina II - Bologna A scuola un buco da 10 milioni Ogni istituto ha crediti da 50 a 100 mila euro. "Come pagheremo i supplenti?" La protesta anti-Gelmini Al Polo artistico mancano i soldi per pagare il fondo d'istituto e i corsi di recupero ILARIA VENTURI CHI ancora non è riuscito a pagare gli insegnanti per i corsi di sostegno tenuti a marzo scorso e in estate. Chi non ha più soldi per i supplenti, chi non ha pagato i docenti per le ore aggiuntive e per i progetti didattici, il cosiddetto fondo di istituto. Le scuole bolognesi sono di nuovo in ginocchio. La sofferenza di cassa che affligge gli istituti, dalle elementari alle superiori, allarma i dirigenti scolastici e fa crescere il malumore tra gli insegnanti che non vengono pagati. Si parla di un "buco" da circa dieci milioni a Bologna, oltre 50 nelle scuole dell'Emilia Romagna. Tutta colpa di soldi del 2005 e 2006 anticipati dalle scuole per pagare i supplenti e mai restituiti dal Ministero. Crediti che i presidi si sono trascinati in questi anni registrandoli come "residui attivi" nei bilanci. Nonostante l'arrivo di fondi nel 2007 e 2008, molte scuole rimangono con l'acqua alla gola. Ed è di nuovo emergenza. La preoccupazione espressa nelle assemblee dei presidi, dove c'è chi ha denunciato di avere appena venti euro in cassa, è arrivata all'ufficio scolastico regionale che ha già avviato un monitoraggio nelle scuole. "Vogliamo verificare il credito accumulato dalle scuole al termine del 2006, capire come si è chiuso il 2007 e fotografare la situazione al 30 settembre di quest'anno", spiega Luciano Fanti, dirigente Risorse finanziarie dell'Usr. Sergio Simoni, responsabile regionale dei dirigenti scolastici Cgil, denuncia: "La media del credito, cioè dei soldi che spettano alle scuole, va dai 50 ai 100mila euro". Per Simoni, che per le scuole di Crespellano è a credito di 110mila euro, "la madre di tutte le disgrazie è l'anticipo di cassa mai ripianato del 2006". Da qui la crisi di liquidità, perché i soldi che arrivano a tranche da Roma non coprono tutte le necessità. "Non ho risorse per pagare le supplenze da qui a dicembre", dice Simoni. Stefano Mari, dirigente del terzo circolo didattico, attende dal 2006 circa 80mila euro. "Questo comporta vivere in stato di sofferenza cronica, appena arrivano i soldi vengono subito spesi: ad agosto mi sono trovato con 1.200 euro in cassa, poi sono arrivati i soldi delle pulizie, ma ho pagato il fondo di istituto dell'anno scorso. Abbiamo sempre il budget stremato, non puoi pianificare nulla". Il Polo artistico vanta 210mila euro di credito. "Mi mancano i soldi per pagare il fondo di istituto e i corsi di recupero di marzo e quelli estivi", spiega il dirigente Vittorio Biagini. "Abbiamo problemi di liquidità", conferma Angela Cocchi, dirigente dell'istituto comprensivo 2. "Non riesco a pagare il fondo di istituto dell'anno scorso. Siamo a credito di circa 80mila euro lordi e in cassa ne ho meno di 30mila con i quali pagare supplenze e pulizie". In molte scuole i docenti attendono i soldi del fondo di istituto che doveva arrivare entro fine agosto, ma che sono stati "girati" ai supplenti. "Da una parte gli insegnanti comprendono l'esigenza di pagare i supplenti, nello stesso tempo il malumore sale", spiega Filomena Massaro, preside all'Ic 12. "Noi siamo a credito di 180 mila euro, tutto sotto il capitolo supplenze. In cassa? Abbiamo meno di 10mila euro. Abbiamo pagato le supplenze fino all'estate utilizzando gli anticipi del fondo di istituto. La situazione comincia ad essere un po' pesante in tante le scuole". SEGUE A PAGINA V.

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Mamme e fiaccolata in diretta da santoro - eleonora capelli (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina II - Bologna Ad "Annozero" stasera da piazza Nettuno la protesta di docenti e genitori "Veglia con fiaccole, candele e accendini" Mamme e fiaccolata in diretta da Santoro ELEONORA CAPELLI La protesta delle mamme contro i tagli alla scuola elementare previsti dal decreto Gelmini è partita da Bologna ed è proprio dai piedi della fontana del Nettuno che stasera alle 21, in diretta, "Annozero" porterà nelle case degli italiani le ragioni di chi difende il tempo pieno. La trasmissione di Michele Santoro che ha scelto per titolo "Le mani sul futuro" parte dall'epicentro bolognese del movimento di mamme e bambini che hanno organizzato la notte bianca per la scuola e l'occupazione di alcune scuole elementari, e i "contestatori" si sono dati appuntamento alle 20.30 in piazza Nettuno con fiaccole e candele. Gli autori della trasmissione avrebbero voluto collocare le telecamere direttamente in uno degli istituti bolognesi capofila della protesta, ma alla fine non è stato possibile ottenere le autorizzazioni necessarie. "I presidi cui alcune insegnanti si sono rivolte hanno risposto adducendo motivi di tempistica e procedura, in particolare la necessaria approvazione da parte del consiglio d'istituto che avrebbe comportato una settimana di tempo - spiega la responsabile scuola del Prc e membro dell'Assemblea delle scuole bolognesi - ma è anche chiaro che il clima di queste ore è sempre più pesante, nessuno se la sente di prendere "scorciatoie", tutto deve essere perfettamente in regola. La scuola per queste cose è un po' un dinosauro". Ma neanche la burocrazia ferma il movimento di genitori e così due mamme bolognesi tra le più attive nella protesta saranno in studio con Santoro, Walter Veltroni e il rappresentante della Lega Nord, Roberto Cota. Uno dei temi "caldi" che nel frattempo si è aggiunto al dibattito è infatti quello delle così dette "classi ponte" per immigrati, nell'emendamento al decreto voluto dalla Lega Nord, e proprio su questo punto verrà citata ad esempio l'attività didattica dell'Istituto Comprensivo 11, al quartiere San Donato, uno dei più attivi in materia di integrazione interculturale tra bambini nei primi anni di scuola, dove si registrano percentuali tra le più alte in città di alunni di origine straniera. La diretta da Bologna sarà condotta dal giornalista Stefano Maria Bianchi, sarà lui a gestire gli interventi dalla piazza di insegnanti e genitori. Per prendere la parola non resta che presentarsi sul crescentone con "fiaccole, candele, accendini, qualsiasi cosa faccia luce", e partecipare alla "veglia" per la scuola pubblica.

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Sabato presidio in fiera contro il ministro brunetta (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina II - Bologna La protesta Sabato presidio in fiera contro il ministro Brunetta IL ministro Brunetta a Bologna? E subito scatta la mobilitazione. Ad annunciarlo sono i sindacati di base che hanno indetto un presidio-manifestazione sabato, alle ore 15, in piazza della Costituzione, in concomitanza con un convegno organizzato da Forza Italia. Le Rdb/Cub pubblico impiego ieri hanno diffuso un volantino nei luoghi di lavoro, tra i dipendenti pubblici: "Brunetta viene a Bologna per illustrare a un convegno i significativi risultati conseguiti dal suo dicastero. Ci saremo anche noi e saranno presenti i lavoratori del parastato, degli enti locali, fra i quali i precari della provincia e le precarie degli asili nido, i lavoratori della scuola e dei ministeri, delle agenzie fiscali e della sanità". Con la Gelmini, anche il ministro Brunetta è al centro delle proteste di questi giorni. Gli stessi enti di ricerca sono in stato di agitazione e uno dei motivi riguarda un emendamento proposto dal ministro (emendamento all'articolo 37 del ddl 1441) che blocca il processo di "stabilizzazione", che avrebbe dovuto portare all'assunzione di almeno per una parte dei ricercatori precari. Nel volantino le Rdb/Cub indicano il ministro Brunetta, con i suoi atti legislativi e "le sue esternazioni" come "il capofila del violento attacco alla pubblica amministrazione e ai suoi lavoratori". "Ci saremo, non possiamo mancare all'appuntamento - si legge - per difendere la pubblica amministrazione e i suoi dipendenti, per chiedere l'assunzione dei precari, per difendere i diritti conquistati con anni e anni di lotta, per difendere il contratto nazionale e il diritto di sciopero".

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Atenei, riforma necessariama manca una strategia (sezione: Scuola)

( da "Secolo XIX, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Lorenzo Cuocolo Non si può dire solo di no. Così Giorgio Napolitano ha commentato le proteste contro la riforma Gelmini. E come dar torto al presidente della Repubblica? Limitando l'analisi alla sola Università, la fotografia dell'esistente è davvero sconfortante: conti in rosso, cattedre fasulle, strutture fatiscenti, atenei di quartiere. Insomma, un sistema fuori controllo. In questo, però, si muovono molti docenti e molti ricercatori motivati, seri, preparati, che cercano di offrire i migliori servizi ai propri studenti e alla comunità scientifica. Nonostante tutto. Ma se questo è il quadro - e basta fare due passi nell'atrio di una Facoltà universitaria di via Balbi, a Genova, per rendersene conto - si può essere contro in modo preconcetto? Dire no all'idea stessa di mettere mano al sistema universitario equivale ad avere un atteggiamento irresponsabile e ideologico, tanto da parte di chi fruisce dei servizi universitari, quanto di chi li presta. Tanto più che non è affatto chiaro dove il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini voglia andare a parare con le riforme, per ora solo preannunciate. Stando alle informazioni disponibili, è maggiormente utile cercare di individuare quanto può esserci di valido nelle proposte del ministro. Un dato oggettivo, facilmente verificabile con minime competenze contabili, è quello della disastrosa situazione finanziaria, che porta alcuni tra gli Atenei più importanti ad avere conti da fallimento immediato (solo che si trattasse di imprese private). Quindi non solo è opportuno, ma doveroso, che il governo studi come far fronte alla situazione calcificata dopo lunghi periodi di immobilismo clientelare. La più aspra critica al ministro Gelmini è di voler apportare tagli. A questo proposito bisogna chiarire, per evitare comode ambiguità: se tagliare significa ridurre gli sprechi e riallocare le risorse in modo più efficiente e produttivo, ma sempre nel sistema-Università, allora ben vengano i tagli. Se, invece, tagliare significa dissanguare ulteriormente il comparto della formazione e della ricerca scientifica destinando le risorse ad altri settori, allora i tagli non sono accettabili, né proponibili in un Paese che voglia seriamente accreditarsi fra quelli più sviluppati. La crescente fuga all'estero di ricercatori italiani, impietosamente fotografata dalle statistiche Ocse, è una vera e propria vergogna nazionale. Altro punto potenzialmente positivo è quello di trasformare le Università in fondazioni di diritto privato, come previsto dalla Finanziaria estiva del ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Sul punto, tuttavia, è ancora presto per esprimere un giudizio. Certo è che l'ingresso di capitali privati può essere una boccata di ossigeno importante per le Università, così come la natura privatistica può ulteriormente incentivare misure di razionalizzazione per una gestione virtuosa. L'apertura a capitali privati, però, non può essere una facile via di fuga per i finanziamenti pubblici che devono rimanere il primo baluardo del modello universitario. Inoltre non si dimentichi che l'articolo 33 della Costituzione già assegna particolari forme di autonomia agli Atenei che hanno diritto di darsi ordinamenti autonomi: nonostante le previsioni, però, i risultati sono stati deludenti. Per attrarre capitali privati, poi, è indispensabile un altro fattore, completamente dimenticato: l'utilità degli studi universitari per l'impresa. Tanto nelle facoltà scientifiche, quanto in quelle umanistiche, i collegamenti con il mondo reale sono molto labili: gli studenti arrivano a laurearsi in legge senza aver mai messo piede in uno studio legale, e in ingegneria senza aver mai visitato un cantiere. Perché mai un'impresa dovrebbe investire capitali nell'Università, se questa non è in grado di fornire alcuna utilità? Sotto questo profilo le responsabilità non sono solo del ministro o dei singoli Atenei, ma anche degli enti locali territoriali che troppo spesso non sanno fare da connettore tra le istituzioni di formazione e ricerca e le imprese presenti sul territorio. Un ulteriore elemento positivo è quello della valutazione degli Atenei e dei docenti: è di importanza vitale vincere l'appiattimento che consente l'esistenza di croniche sacche di inefficienza. Esistono docenti che non fanno ricerca, non scrivono, non seguono gli studenti e a mala pena fanno lezione. È accettabile questo, in un sistema al collasso? I professori, come gli Atenei, devono essere valutati in base al proprio lavoro, incentivando chi ottiene buoni risultati, pur senza creare circoli viziosi che portino a far piovere sempre sul bagnato. Questo profilo riguarda tutta la pubblica amministrazione, e le iniziative del ministro per la Pubblica amministrazione e l'Innovazione Renato Brunetta iniziano a farsi sentire anche in Università. Se queste sono le linee di sviluppo che la riforma Gelmini dovrebbe auspicabilmente seguire, quali sono gli elementi negativi? Il più importante, quasi un peccato originale, è la mancanza di un disegno strategico: qual è il progetto complessivo di questo governo in tema di Atenei? Non è dato saperlo. In altre parole, manca una capacità progettuale, e ciò trova conferma negli strumenti per ora utilizzati per le riforme: i decreti d'urgenza. Una profonda riforma del sistema universitario è improcrastinabile, ma non a spizzichi e bocconi, e non con strumenti normativi che la Costituzione riserva a casi di straordinaria necessità e urgenza. L'esecutivo ha tutta l'aria di essere un governo di legislatura: c'è dunque tempo per riforme che giungano al termine di un percorso di riflessione e di dialogo tra i vari portatori di interessi: governanti, docenti, studenti. E, a proposito di dialogo, lasciano perplessi le parole del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che minaccia di mandare le forze dell'ordine a liberare le facoltà occupate. Come altrettanto lasciano perplessi quei docenti che interrompono il proprio servizio pubblico rifiutando di fare lezione. 23/10/2008 pierfranco pellizzetti Prove tecniche di opposizione. Dopo sei mesi passati a gingillarsi quotidianamente come il celebre asino di Buridano tra l'inciucio (nobilitato in "Grande Coalizione") e il muso duro, il Partito democratico parrebbe finalmente intenzionato a scegliere di fare quanto gli avevano prescritto i risultati elettorali dell'aprile scorso: proporsi come alternativa di sistema al governo. Purtroppo il semestre perso (e le furberie tattiche della fase pre-elettorale) pesano gravemente sulla sua credibilità, rendendone le odierne bordate consistenti quanto proiettili di borotalco. Il popolo di sinistra se ne è accorto da quel dì. Difatti i cinque milioni di firme che dovevano fare da viatico alla grande manifestazione di riscossa del 25 ottobre rispondono all'appello per meno della metà. Mentre appare evidente che la dura opposizione del Pd si esercita più al proprio interno, frammentandosi in cordate l'una contro l'altra armata, che non contro la maggioranza alla guida del Paese. Ma anche la situazione ligure dei "democratici senza aggettivi" non risulta migliore, con il crollo dell'unico avamposto a Ponente rappresentato dal Comune di Sanremo, le svariate slavine savonesi e una scena politica genovese virata a paesaggio lunare (mentre la magistratura apre sempre nuovi crateri). Ciò nonostante, in questo clima da "ultimi giorni di Pompei", i massimi dirigenti locali paiono in bambola ancora più di quelli nazionali: Claudio Burlando promette di ritornare a "fare politica". Visti i precedenti, più che una promessa sembra un'inconsapevole minaccia. Mario Margini e Claudio Montaldo riuniscono un po' di amici e annunciano "dibattito, dibattito" come nel cineforum di Paolo Villaggio, quello della "Corazzata Potemkin". Siamo ormai giunti alla crisi terminale? Se ne è discusso ieri sera al Palazzo Ducale di Genova, prendendo spunto dal recente saggio di Paolo Crecchi e Giorgio Rinaldi "Indignati speciali contro la Casta" (Aliberti Editore), con Marta Vincenzi, Lanfranco Vaccari e Maurizio Maggiani. Cui è stato chiesto: scemando l'azione, l'indignazione può svolgere una funzione sostitutiva? Certo cresce il bestiario delle figure che danno voce a uno scontento più che giustificato, visto quanto si è scesi in basso. Svolgendo supplenza a sinistra. Resta sullo sfondo la causa scatenante di tale indignazione: il degrado umano che ha condotto i ceti dirigenti ("la Casta", secondo il dire alla moda; ma sarebbe più corretto chiamarla "Corporazione") a oltrepassare a ritroso la condizione di "nani e ballerine" per precipitare ancora più in basso: l'odierno conglomerato di affaristi, personaggi contigui alla malavita organizzata, fascisti post o paleo, damazze e avanzi di balera, piduisti e avvinazzati delle valli, (affiancati dal codazzo di spudorati yes-man dalle più variegate provenienze). La combriccola alla guida del Paese e che, col suo modo di essere, contagia pure la controparte. Ma l'indignazione non è categoria politica. Semmai uno stato d'animo in cui confluiscono tanto il disgusto come il narcisismo. Di certo non può risultare il cosiddetto "punto archimedico" per schiodare il tempo immobile e far risplendere di nuovo la luce di Grandi Politiche. Un Leonardo Sciascia in stato confusionale (perché messo ai margini da protagonisti più di lui determinati e determinanti nella battaglia civile) coniò la definizione "professionisti dell'antimafia". Ora si potrebbe parlare di "professionisti dell'indignazione"; come di una scelta puramente individuale, che trova la propria ragione di fondo nella posizione - gratificane quanto politicamente inerte - di icone mediatiche del Gran Rifiuto. Difatti tra le loro fila troviamo un po' di tutto: da chi paga di persona le conseguenze della propria presa di posizione a chi ne ricava un ruolo appagante, diventando quel personaggio pubblico che altrimenti non riuscirebbe a essere. A ulteriore conferma dell'assoluta inadeguatezza del personale umano, al governo come all'opposizione, di un Paese condannato alla mediocrità. Pierfranco Pellizzetti (pellizzetti@ fastwebnet.it) è opinionista di Micromega. 23/10/2008.

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La sinistra: <Il premier come Bava-Beccaris> (sezione: Scuola)

( da "Secolo XIX, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

La sinistra: "Il premier come Bava-Beccaris" le reazioni dell'opposizione E Veltroni mette in guardia Berlusconi: "Soffi sul fuoco, il disagio sociale non è una questione di ordine pubblico" 23/10/2008 Roma. "Avviso a "Bava Beccaris-Berlusconi". Rifondazione comunista sostiene e continuerà a sostenere tutte le occupazioni che si stanno svolgendo e si svolgeranno nelle scuole, nelle università e nelle strutture di ricerca del mondo scolastico italiano", afferma Paolo Ferrero segretario del Prc. Le sosterrà in coabitazione con il Pd che punta a riempire il Circo Massimo, sabato pomeriggio, grazie anche alla presenza di maestre mamme, presidi e rettori: sì, perché scuola e università sono diventate il nuovo perno della manifestazione del 25 ottobre e, chissà, forse anche un nuovo punto di incontro tra il Pd e la sinistra antagonista. "Il presidente del Consiglio non provi a trasformare una libera e democratica forma di protesta sociale in un problema di ordine pubblico - ha detto ieri Ferrero -; le forze dell'ordine il governo pensi ad usarle contro la criminalità organizzata che minaccia, uccide e scorrazza in un gran pezzo del territorio del Paese, non contro gli studenti, i professori e i ricercatori che non fanno altro che rivendicare i loro diritti". Veltroni, da parte sua, si è fatto portavoce del movimento di protesta, e spera che già sabato alla manifestazione parta un dialogo tra il Pd e il mondo della scuola che nelle ultime tre elezioni ha guardato più al centrodestra. Veltroni ieri ha chiesto al governo il ritiro del decreto Gelmini e delle misure con i tagli all'Università, e la convocazione di "un tavolo con le organizzazioni sindacali, quella degli studenti, quella dei rettori"; "ci si dia un termine per decidere e si discuta - ha spiegato - perché la democrazia è decisione ma è anche ascolto". Che il Pd voglia svolgere il ruolo di catalizzatore di questo movimento si evince anche dalle critiche di Veltroni all'annuncio del premier di voler usare la forza contro le occupazioni di scuole e atenei. Anzichè"soffiare sul fuoco" con "parole molto gravi cariche di conseguenze", ha detto il segretario del Pd, Berlusconi "dovrebbe sforzarsi di garantire l'unità del Paese". E poi l'appello di Dario Franceschini al ministro dell'Interno Roberto Maroni e alle forze dell'ordine afffinché"non sia torto un solo capello agli studenti". Un appello alla "prudenza" di Maroni è stato rivolto anche da Anna Finocchiaro, secondo cui "nemmeno Scelba avrebbe osato tanto". "Il movimento di protesta è ampio e diffuso - ha sottolineato Veltroni a "Radioanch'io" - e non può essere identificato con gli estremisti". Con questo mondo moderato di docenti, professori, genitori il segretario del Pd spera di aprire un'interlocuzione. Sì, perché se si deve parlare di alleanze per il Pd, allora si parli di quella "con la società, con i cittadini, prima che di quella con altri partiti". L'unico timore nel partito è che prima di sabato possano verificarsi nelle manifestazioni di protesta sulla scuola nuovi scontri con la polizia, come quelli di martedì a Milano. Di qui l'appello di Franceschini alla protesta "civile, pacifica, non violenta", senza accettare "la provocazione di Berlusconi". L'altra preoccupazione è che nel corteo di sabato possano infiltrarsi gruppetti di estremisti: ma su questo versante si sta organizzando un servizio d'ordine efficiente. La manifestazione di sabato poi assumerà un significato più ampio di diritto al dissenso. "Mi domando - ha detto Veltroni - se è ancora possibile dissentire. È possibile esprimere una opinione diversa dal governo o no? Organizzare una manifestazione o no? Scrivere sui giornali una cosa sgradita al governo o no? Se non è così, la cosa si fa seria". E col direttore del GrRai, Antonio Caprarica, che gli ha chiesto se rischiasse il posto in caso di flop della manifestazione, Veltroni ha quasi sbottato: "Ma perché gufate tanto contro questa manifestazione! Io una cosa del genere non l'ho mai vista. Perché siete tutti così preoccupati? Ma che cosa succede? C'è una manifestazione. È la democrazia che funziona così". E che comunque il Pd non tema il flop lo ha detto sempre Veltroni: "Siamo il primo partito che va al Circo Massimo; sarà una grande manifestazione e mai un partito politico ha fatto uno sforzo del genere. Berlusconi ha chiuso la campagna elettorale a Roma con 2500 persone. Perché siete così angosciati dal fatto che delle persone si ritrovino?". 23/10/2008.

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Berlusconi allo scontro (sezione: Scuola)

( da "Secolo XIX, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

"Polizia contro chi occupa e avanti con il decreto". Napolitano: "Dialogare" Roma. "Avviso ai naviganti: non permetteremo l'occupazione delle scuole e delle Università. L'occupazione di luoghi pubblici non è un fatto di libertà, non è un fatto di democrazia: è una violenza nei confronti degli studenti che vogliono studiare. Convocherò il ministro degli Interni e gli darò istruzioni dettagliate su come intervenire, attraverso le forze dell'ordine, per evitare che possano accadere queste cose": questo l'annuncio, di Silvio Berlusconi, a metà mattinata, dalla sala stampa dove ha partecipato, assieme al ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, ad una conferenza stampa sul decreto-scuola. Sette ore dopo, alle cinque del pomeriggio, Roberto Maroni, ministro degli Interni ha varcato il portone di Palazzo Chigi per incontrare il premier: la convocazione gli è arrivata mentre era a pranzo con Gianfranco Fini e Umberto Bossi. Bocche chiuse, invece, al termine del vertice durato quasi un'ora e mezzo. Ma qualcosa è trapelato. Il premier avrebbe detto a Maroni: "Voglio che sia garantito il diritto allo studio, il metodo sceglilo tu". E per questa mattina è convocata al Viminale una riunione tecnica, presieduta dal sottosegretario Alfredo Mantovano, alla presenza dei vertici delle forze dell'ordine, per "operare una completa ricognizione dei rischi per la sicurezza - si legge in una nota diffusa dal ministero dell'Interno - derivanti dalle proteste degli studenti". Il premier ha aperto fragorosamente, ieri, la "questione scuola", scatenando, come riferiamo in altra parte del giornale, l'immediata e violentissima replica delle opposizioni, ma anche un po' di dissenso nella sua stessa maggioranza. "Io non posso schierarmi, perché la Costituzione non mi affida compiti esecutivi. Ciò non significa che io mi senta estraneo alle esigenze della scuola, della ricerca, dell'Università. Spero che vi siano ancora spazi per un confronto, in sede parlamentare, su come definire meglio e distribuire nel tempo i tagli ritenuti indispensabili della spesa pubblica, cercando di valutare attentamente l'esigenza di salvaguardare livelli adeguati per la ricerca e la formazione. È indispensabile che, su questi temi, non si cristallizzi un clima di pura contrapposizione": tempestivo, proprio nel pieno della bufera politica, è arrivato l'invito alla pacatezza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il capo dello Stato ha fatto conoscere il testo della lettera che ha inviato alla delegazione di studenti (ricevuti il giorno prima), e che gli avevano illustrato le ragioni della protesta che sta incendiando gli atenei e gli istituti di tutta Italia. La maggioranza, però, non sembra disposta a fare aperture all'opposizione: ieri pomeriggio, in Senato, la discussione del decreto Gelmini, in commissione Istruzione, è stata troncata senza che fosse ultimato l'esame degli emendamenti. I capigruppo dell'opposizione hanno chiesto inutilmente al presidente di Palazzo Madama, Renato Schifani, che il testo non fosse portato all'esame dell'assemblea prima che fossero stati discussi i suggerimenti. Berlusconi, proprio in mattinata, era stato chiarissimo: "Il decreto non si ritira. Noi andremo avanti. È sacrosanto e va applicato" aveva detto, rispondendo ad una domanda dei giornalisti e, implicitamente, alla richiesta che da giorni avanzano studenti, docenti e leader dell'opposizione. Anche a costo di usare la polizia per gli sgomberi di atenei e scuole: "L'ordine deve essere garantito; lo Stato deve fare lo Stato" ha detto il premier, usando le stesse parole già spese in occasione del piano rifiuti per Napoli. "La sinistra dice bugie sulla scuola. Fa allarmismo inutile. Parlano di 86.000 insegnanti in meno: è falso. Con la riforma nessuno sarà cacciato: ci sarà solo il pensionamento di chi ha i requisiti ed il blocco del turn over": questo, per Berlusconi, il punto di partenza della puntigliosa confutazione delle tesi del centrosinistra. E poi sarebbe falso che saranno chiusi molti istituti, che non vi sarà"tempo pieno". Secondo il premier, anche la questione del maestro unico sarebbe stata mal posta: "Ti sei sbagliata - ha detto rivolgendosi al ministro Gelmini - non c'è un maestro unico, ma, semmai, un maestro prevalente, affiancato dall'insegnante di lingua straniera, di religione e di informatica". Questa frase del presidente del Consiglio ha creato qualche problema al ministro che, nel pomeriggio, anche su sollecitazione di esponenti della maggioranza, è stata costretta a spiegare, davanti alla commissione Istruzione, che non esistono versioni diverse del decreto, ma che le parole di Berlusconi sono state "interpretazioni semantiche" del testo. Il premier ha sostenuto anche che sulle manifestazioni studentesche vi sarebbe stata cattiva informazione: un eccesso di drammatizzazione. Ad occupare e manifestare sarebbe una minoranza ("Poche migliaia e non centinaia di migliaia") che userebbe violenza nei confronti della gran massa che, al contrario, avrebbe voluto non interrompere le lezioni. Da qui l'affondo contro i media: "Portate ai miei saluti - ha detto, rivolto ai cronisti presenti nella sala stampa di Palazzo Chigi con toni che hanno provocato altre polemiche - e quelli del ministro Gelmini, ai vostri direttori e dite che saremo molto, molto indignati se non sarà pubblicato nulla di questa conferenza stampa". Angelo Bocconetti bocconetti@ilsecoloxix.it 23/10/2008 ' 23/10/2008 la veritàdel cavaliereLa sinistra dice bugie, fa allarmismo inutile: nessun insegnante sarà cacciato silvio berlusconipresidente del Consiglio 23/10/2008 il rettore di padova "ora il confronto" 23/10/2008 l'unione studenti "la lotta continua" 23/10/2008 margherita hack "è una vergogna" 23/10/2008 il sindaco di roma "no alla violenza 23/10/2008 i sindacati "si apra un tavolo" 23/10/2008 "Ci auguriamo che il governo non assuma atteggiamenti muscolari, ma dia segnali di disponibilità al dialogo". È l'auspicio del rettore di Padova, Vincenzo Milanesi. 23/10/2008 Per l'Unione degli Studenti sono "inaccettabili" le parole del presidente del Consiglio. "L'utilizzo dell'intimidazione non servirà a fermare le lotte degli studenti". 23/10/2008 "È una vergogna" l'ipotesi di far intervenire la polizia. Lo ha detto l'astrofisica Margherita Hack, aggiungendo che la protesta dovrebbe coinvolgere l'intera popolazione. 23/10/2008 "Nessuno può negare agli studenti il diritto di manifestare - ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno - ma bisogna rifiutare la violenza". 23/10/2008 Renata Polverini, segretaria generale dell'Ugl ha invitato il governo a convocare i sindacati "per condividere le misure e gli impatti del dl sul sistema scolastico". 23/10/2008.

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In mille al corteo anti gelmini - francesca savino (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina V - Bari In mille al corteo anti Gelmini E Vendola contesta il premier: gravità inaudita la polizia negli atenei FRANCESCA SAVINO "Non è che l'inizio". Mille universitari in piazza e centinaia in assemblea. Lezioni sospese nelle facoltà e da oggi spostate in strada, con l'invito da parte di presidi e docenti a "non aspettare un minuto in più per protestare". Un liceo occupato a Corato e la promessa degli altri studenti medi di Bari e provincia di essere al fianco di professori e universitari nella lotta contro "l'attacco dei ministri Tremonti e Gelmini alla pubblica istruzione". Non ci sono cariche o scontri in città, nel giorno in cui il premier Silvio Berlusconi invita la polizia alla linea dura contro le proteste e il governatore Nichi Vendola lo accusa di minacciare "una scelta di illegalità e violenza di gravità inaudita". C'è invece la promessa di studenti e ricercatori, precari e professori: "Questo non è che l'inizio". Lo scandiscono i manifestanti che a Bari sfilano in corteo dietro la salma dell'università pubblica. Dal maggio francese all'ottobre barese, l'imperativo resta lo stesso: la mobilitazione di queste ore deve essere solo il primo passo. "Continuiamo a combattere per difendere la pubblica istruzione": con queste parole si chiude l'assemblea fiume che ieri ha trasformato per dieci ore l'Ateneo in un cantiere di idee e proposte contro i tagli e le ipotesi di privatizzazione dell'università. "Occuperemo, non appena sarà il momento: sappiamo che le assemblee non bastano" riflette il dottorando Giovanni De Giglio, uno dei volti della protesta barese. "Ma adesso puntiamo a fare le cose con calma, in attesa dell'assemblea generale del mondo della scuola e dell'università del 28 ottobre". Oggi si parte con le lezioni in piazza, "perché le ragioni della protesta escano dalle aule" come ricorda Claudio Riccio, dell'Unione degli universitari e del neonato "Coordinamento stop alla legge 133" che riunisce tutti i colori dell'opposizione alla riforma. Mentre la discussione sulle riforme arriva in strada, oggi pomeriggio nell'aula magna dell'istituto Ettore Majorana il consiglio comunale di Bari si riunirà in una seduta straordinaria dedicata alla scuola. Alla riunione nel quartiere San Paolo parteciperanno anche i sindacati e i movimenti che chiederanno una presa di posizione decisa contro il pacchetto di riforme governative. "Chiederemo al consiglio di esprimersi per il ritiro della legge 133 con i suoi tagli, il blocco del turn over e l'ipotesi di trasformare gli atenei in enti di diritto privato" annuncia il coordinamento. "E rivolgeremo anche un appello perché le forze dell'ordine di Bari e provincia non ascoltino l'invito di Berlusconi alla linea dura contro le proteste". L'invito a usare la forza è rimasto inascoltato per il liceo Oriani di Corato, prima occupato e ora autogestito. Come lo è stato ieri mattina a Bari, quando un corteo funebre ha attraversato le strade e le facoltà del centro per dare forma alla protesta delle facoltà del polo umanistico. Mille persone hanno sfilato seguendo la bara "dell'università pubblica deceduta in seguito a tagli finanziari e alle scriteriate riforme operate dai ministri Tremonti e Gelmini e dall'indifferenza del popolo italiano". Nelle aule di Lettere e filosofia, Lingue, Giurisprudenza e Scienze politiche, come in strada, la protesta si è svolta senza incidenti. Fra professori che invitavano gli allievi a scendere in piazza e i passanti incuriositi ("sembra più uno spettacolo che un corteo"), gli unici momenti di tensione sono stati fra manifestanti e gli studenti che non volevano interrompere le lezioni. "Potrà essere sembrata una violenza, ma era una risposta a un'altra violenza: l'indifferenza" commenta Alfredo Ferrara, del collettivo di Lettere e filosofia. Nelle facoltà di Lettere e di Scienze politiche i presidi Grazia Distaso e Ennio Triggiani avevano già autorizzato la sospensione delle lezioni che da lunedì, in molti casi, hanno lasciato il posto alle assemblee. Il consiglio di facoltà di Scienze politiche ha già chiesto il ritiro della legge, e Triggiani rivendica con orgoglio l'adesione alla protesta davanti alle centinaia di studenti e ai suoi colleghi intervenuti all'assemblea di ieri: "Lasciare i libri oggi vuol dire combattere per non doverli abbandonare domani". L'idea delle lezioni in piazza, avanzata anche dal professor Stefano Bronzini, ha convinto tutti i volti della lotta universitaria. Mentre il rettore Corrado Petrocelli ricorda che per il momento la posizione dell'Ateneo resta quella di "sedersi intorno a un tavolo e ragionare con il ministro", si rafforza l'ipotesi di indire per sabato prossimo un'assemblea interfacoltà alla quale invitare anche i parlamentari.

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Orlando: <Nel Pd ora serve un pensiero nuovo> (sezione: Scuola)

( da "Secolo XIX, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Orlando: "Nel Pd ora serve un pensiero nuovo" L'INTERVISTA "La sinistra e Di Pietro alzano di più la voce, ma non incidono. E i sindaci del Nord sbagliano a non venire sabato a Roma" 23/10/2008 roberto onofrio L'AGGETTIVO che usa di piùè"nuovo". Nuovo è il pensiero che deve sostenere questa fase di costruzione del Pd. Nuovo deve essere l'atteggiamento di chi, finora, passa più tempo a lamentarsi e a criticare che a dare una mano. Nuovo deve essere anche il segno da lanciare in vista delle prossime regionali. Perché la grande crisi economica sta squadernando le priorità delle agende politiche. Andrea Orlando, spezzino, diploma scientifico, 40 anni a febbraio, enfant prodige della politica ligure, è deputato del Pd e siede oggi in uno dei posti chiave del partito inventato da Walter Veltroni: è il responsabile organizzativo. Lavoro non facile se si tiene conto di come finora il Pd ha dovuto assorbire malesseri e tensioni di chi si è tuffato nella nuova avventura continuando a guardare con nostalgia la strada vecchia. Missione ai limiti del possibile se si considera che una struttura vera e un numero stabile di iscritti ancora non c'è. Mentre aumentano in compenso gli strappi (vedi Di Pietro) e i conflitti tra l'apparato romano e le periferie (vedi, per restare in Liguria, l'ultima polemica sortita dei super assessori Mario Margini e Claudio Montaldo). Onorevole Orlando, considerato il quadro generale, era proprio il caso di confermare la manifestazione in programma sabato ma pensata più di cinque mesi fa? "Assolutamente. Quello che è successo rende ancora più necessaria la manifestazione. Occorre mantenere una coscienza critica in questo Paese: penso in primo luogo alla scuola". È proprio tutta da buttare la riforma Gelmini? "Non siamo di fronte a una riforma, è solo un'operazione di carattere finanziario". I tagli dei maestri, però, li aveva previsti anche Prodi. "Non in questi termini e con queste dimensioni. Comunque, dietro il 7 in condotta, i grembiulini e il maestro unico, cose che le famiglie possono anche condividere perché segno di rigore, si prepara in realtà una riduzione complessiva dei servizi". In che senso? "La chiusura dei piccoli plessi scolastici, abbinata all'abolizione del tempo pieno, si tradurrà così: il tempo prima passato con il maestro si trasformerà in tempo passato sul pulmino e a casa da soli". Ma la scuola deve insegnare o fare babysitteraggio? "Deve sicuramente insegnare. Ma la societàè complicata, i saperi sono articolati e i bambini sono più esposti. Occorre quindi che stiano tra loro più tempo possibile, come occasione di crescita. E non soli a casa davanti a una tivù. Non dimentichiamo, poi, che oggi c'è una crisi enorme da affrontare". Il Pd come l'affronterebbe? "Occorre una politica economica che oggi non c è. È stato dilapidato il sostegno ai consumi e ai redditi bassi, utilizzati invece solo su Alitalia e Ici. Bisogna saper dare un segno per venirne fuori". Appunto, ripeto: come? "Cominciamo a defiscalizzare i redditi più bassi, aiutiamo oggi chi si trova in prima linea. L'abolizione dell'Ici ha restituito capacità d'acquisto a categorie che spendono poco". Il 25 ottobre in piazza per salvare l'Italia. O per salvare il Pd? "Il Pd ha attraversato una fase di difficoltà. In un mese però abbiamo fatto 200 mila iscritti. Le aspettative sono molto alte. Il ruolo del Pd è un ruolo conquistato. Ed è l'unico strumento di chi vuole occuparsi e contrastare la politica del governo". Beh, non c'è solo il Pd. "Altre formazioni politiche, la sinistra e Di Pietro, alzano magari di più la voce, ma non riescono ad incidere. Oggi serve un pensiero nuovo. Non possiamo rispondere solo rispolverando le ricette del passato. È questo il tema". È un bel tema, ma al vostro interno le critiche sono pesanti: il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, per esempio lamenta tra l'altro che per il Nord si è fatto poco. "Ritardi di elaborazione ci sono stati, è vero, anche se il federalismo sarà la prima contraddizione che esploderà nel centrodestra. Il Pdl è sempre più meridionalizzato". La "questione settentrionale", emergenza numero uno dopo la sconfitta elettorale, non sembra però più all'ordine del giorno. "Occorre un salto di qualità. Proprio per questo i sindaci del Nord sono importanti". Ma i sindaci del Nord come Cacciari, Marta Vincenzi e Sergio Chiamparino non parteciperanno alla manifestazione. "Questo è un errore sia perché i riflessi della crisi si ripercuoteranno inevitabilmente sugli enti locali, sia perché il loro apporto è fondamentale". Comunque del partito federale non si parla più. "Ma l'impianto federale esiste già. Il problema è che non basta. Occorre un progetto articolato territorio per territorio. Abbiamo bisogno, anche a livello ligure, di un pensiero nuovo. C'è però un problema di elaborazione collettiva. Abbiamo fatto lo scheletro, ma c'è bisogno di un pensiero che lo riempia". In Liguria come va riempito? "La Liguria deve rompere gli elementi di chiusura e di autoreferenzialità. Serve un livello più alto di internazionalizzazione, più contatti con le altre Regioni e un'ossigenazione della classe dirigente". Anche la vostra? "Noi abbiamo fatto la nostra parte. Questo sforzo deve proseguire, nell'economia, nella cultura". E poi? "Dobbiamo dare un segno nuovo in vista delle elezioni regionali. Perché la crisi economica in atto cambierà le priorità. Serve una conferenza programmatica a breve, non rituale". Quali sono le nuove priorità? "Sostegno al reddito. C'è il rischio di un'emergenza sanità. E deve aumentare il peso e il ruolo dell'utilizzo dei fondi strutturali". Intanto, però, in Liguria serpeggiano forti malesseri. Ci si lamenta che nel partito c'è poca democrazia. "Credo che davvero questa discussione rischia di essere sfasata. Quando invochiamo delle sedi in cui discutere dei problemi su come si sta e come si dirige il partito siamo fuori sintonia con l'opinione pubblica. Il tema da affrontare è che cosa dice il partito alla società. La discussione quindi va fatta, ma sapendo che siamo all'anno zero, siamo nudi di fronte a questa fase nuova. Tutti gli stimoli sono comunque utili". Le critiche non le sono piaciute. "La sfida si vince tutti insieme o si perde. Rivendicare un ruolo senza esercitarlo con la proposta, rischia di metterci in totale distonia. Deve cambiare il nostro costume. Invece, quando si convocano le riunioni, le sale sono quasi deserte, ognuno se ne sta attaccato al suo cellulare, si ascolta solo il proprio intervento". Francesco Rutelli invoca una rifondazione del Pd. "Una parte del malessere sta nel ritardo nel definire il modello organizzativo del partito. È stato ritardato il processo di tesseramento. Ma i circoli nascono e si moltiplicano: possono diventare il luogo in cui si torna a discutere. La collegialità rivendicata è il ripristino di alcune forme di direzione politica comunque di gruppi dirigenti ristretti. Dobbiamo decidere: o si ripristinano i caminetti o costruiamo una vera democrazia che dia la parola agli iscritti. Io sono per la seconda". Silvio Sircana ha scritto: rischiamo di trovarci la Dc con le sue correnti o il Pci con le sue oligarchie. Condivide? "Se si riaffermassero quei modelli ne sarebbero la parodia. Il Pci aveva oligarchie formate dal partito di classe. La Dc era una federazione di interessi presenti nella società. Non mi spaventa il pluralismo, ma la mancata rappresentazione dei problemi reali. Riproporre i modelli vecchi, che pure avevano una loro nobiltà, non fa capire nulla alla gente". Di Pietro: è stato un errore imbarcarlo prima delle elezioni o scaricarlo adesso? "Di Pietro sarà alla manifestazione". Lui raccoglierà le firme contro il lodo Alfano e voi no. "Il nostro ruolo è più complicato del suo. Noi vogliamo provare a battere Berlusconi. Lui cerca di erodere voti a noi". Quanti sarete sabato a Roma? "Saremo davvero tanti". onofrio@ilsecoloxix.it 23/10/2008 ' 23/10/2008 le polemichedei liguriQuesta discussione rischia di essere sfasata. Il tema è che cosa si dice alla società andrea orlandodeputato spezzino del Pd 23/10/2008.

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Berlusconi: polizia nelle scuole (sezione: Scuola)

( da "Nuova Sardegna, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

LINEA DURA Berlusconi: "Polizia nelle scuole" ROMA. Il decreto Gelmini non sarà ritirato e contro gli studenti che occupano le scuole e le università il governo è pronto a schierare la polizia. Durissimo il premier Berlusconi che denuncia "tutte le bugie della sinistra" e convoca il ministro degli Interni e gli ordina "voglio che sia garantito il diritto allo studio, il metodo sceglilo tu". Veltroni replica: il premier soffia sul fuoco. Napolitano invoca il confronto. alle pagine 14 e 15.

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Polveriera scuola (sezione: Scuola)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Nazionale pag. 2 Polveriera scuola Sale la tensione sul decreto di riforma 5.500 i corsi di laurea in Italia secondo i dati forniti dal ministro Il ministro indignato "Ho avviato controlli negli atenei in dissesto" MARIASTELLA GELMINI Polveriera scuola.

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Berlusconi ordina: Polizia negli atenei (sezione: Scuola)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

LINEA DURA. Il capo del governo: "Avanti col decreto, menzogne dalla sinistra". Monito ai giornalisti, la Fnsi reagisce Berlusconi ordina: "Polizia negli atenei" ROMA "Pronti a mandare la polizia negli atenei. Lo Stato deve fare lo Stato". Dopo i tafferugli di martedì a Milano, il presidente del Consiglio ha annunciato ieri la linea dura contro le occupazioni studentesche indetta per potestare contro la riforma Gelmini. È muro contro muro tra i manifestanti e il governo. Il premier non intende permettere altri blocchi. "L'occupazione di luoghi pubblici non è la dimostrazione dell'applicazione della libertà", ha tuonato in una conferenza stampa a Palazzo Chigi, in cui parlando al fianco del ministro dell'Istruzione, ha puntato il dito contro centri sociali e sinistra: "Non è un fatto di democrazia, è una violenza nei confronti degli altri studenti che vogliono studiare". Se qualcuno vuole manifestare lo faccia pure, è il ragionamento di Berlusconi, ma nelle strade o nelle piazze, non occupando le aule di scuole e università e negando alla "maggioranza silenziosa" il diritto allo studio. Il premier ha poi convocato il ministro dell'Interno Maroni per dargli istruzioni "dettagliate" sull'impiego delle forze dell'ordine. E per oggi al Viminale è previsto un vertice per valutare le misure da adottare. La linea del Viminale è quella di "garantire, nel rispetto della libertà di manifestazione del pensiero, e quindi anche del dissenso, la tutela dei diritti di tutti, in un quadro di assoluta legalità". Il Cavaliere non non ritirerà il decreto Gelmini. "La sinistra", ha sostenuto, "dice menzogne e fa un allarmismo" attraverso i media, "che ormai hanno divorziato dalla realtà". La tv pubblica "alimenta l'ansia" e i giornali "hanno trascurato di raccontare la realtà". Il premier ha affrontato il decreto, contestando le obiezioni dell'opposizione. Non ci saranno 86 mila insegnanti in meno; non verrà chiuso il tempo pieno, anzi "ci saranno 6 mila classi in più". Non saranno chiuse molte scuole: "Sarà solo razionalizzato il personale". Ed infine non è vero che con questo decreto si cerchi di favorire la scuola privata. Berlusconi ha poi ammonito i giornalisti: "Portate i miei saluti e quelli del ministro Gelmini ai vostri direttori e dite che saremo molto indignati se non sarà pubblicato nulla di questa conferenza stampa". Il presidente della Federazione nazionale della stampa, Roberto Natale, ha replicato: "Giudichiamo gravissime quelle dichiarazioni, anzitutto per quel riferimento ai direttori di testata. Non è mai successo che Berlusconi sia stato oscurato: le sue parole suonano minacciose. I colleghi continuino a fare il loro lavoro". Governo e maggioranza comunque andranno avanti, anche sulle classi ponte, a colpi di fiducia al Senato, dove il via libera è previsto il 29 ottobre. Ieri il dibattito in Aula è proseguito tra la tensione. È stata respinta la richiesta di Anna Finocchiaro (Pd) di rinviare i lavori a lunedì per consentire alla Commissione Pubblica istruzione di concludere l'esame del testo. E sulla scuola è intervenuto il capo dello Stato. "È indispensabile che su questi temi non si cristallizzi un clima di contrapposizione, ma ci si apra all'ascolto reciproco", ha affermato Napolitano in una lettera di risposta alla missiva che gli avevano inviato gli studenti de "La Sapienza". "Io non posso schierarmi", ricorda, sottolineando il ruolo del Parlamento: "In questa sede si deve sviluppare un dibattito anche "su come meglio definire e distribuire nel tempo i tagli ritenuti indispensabili della spesa pubblica tra i ministeri e i vari programmi, valutando attentamente l'esigenza di salvaguardare livelli adeguati di spesa per la ricerca e la formazione".

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Gag tragica (sezione: Scuola)

( da "Unita, L'" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Maria Novella Oppo IERI MATTINA a Omnibus si parlava del decreto Gelmini e se ne dicevano di tutti i colori contro il movimento che viene dalle scuole, sobillato ovviamente dal Pd, a detta dei signori della destra. E magari fosse che il partito di Veltroni avesse tanta influenza tra i giovani! Gasparri, comunque, si è rivolto con queste parole a Fioroni: "Ignorante, tu la scuola non l'hai conosciuta neanche da ragazzo, alle elementari". All'ex ministro del Pd è scappato da ridere e non ha reagito come avrebbe fatto qualsiasi persona normale. Speriamo almeno che lo abbia fatto a telecamere spente. Più tardi, al Tg2 delle 13, abbiamo sentito e visto Berlusconi, con a fianco la impalata Gelmini, minacciare gli studenti e dare al ministro dell'Interno l'ordine di usare la polizia. D'un tratto il barzellettiere si è fatto truce, il parrucchino si è fatto elmo di Scipio e l'imputato di mille processi si è fatto difensore della legalità. Una gag tragica e ridicola che nessuna parodia potrebbe rendere più grottesca. Ottantamila insegnanti e decine di comici sul lastrico. FRONTE DEL VIDEO.

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Il padrone unico (sezione: Scuola)

( da "Unita, L'" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

M.ci. Il Cavaliere e la Dama. Silvio Berlusconi e la stella Gelmini che non riesce a brillare di luce propria ed è costretta, nell'agitazione di cui non capisce il perché, a rivolgersi al Capo per ottenere legittimazione e rinnovata fiducia mentre crolla addosso a tutti e due il castello di carte di una riforma che non è un "semplice decreto". E lui che approfitta dell'occasione per impossessarsi della scena, per prendersi una sorta di interim mediatico sulla scuola in modo da riproporre con parole sue, i punti più devastanti dello tsunami riformistico. Qui non è una questione di contenuti. Che della cosiddetta riforma della scuola si è detto e si dirà. Ma colpisce ancora una volta l'atteggiamento che anche ieri Berlusconi ha tenuto nei confronti della ministra di turno relegata ad arredo, a bella statuina comprimaria. Le "ragazze del presidente" sono tutte destinatarie di un viscido comportamento finto rispettoso che le annulla, pena il ritorno all'anonimato in caso di ribellione. Anche ieri, con quella mano che sollecitava o zittiva, con quel coivolgimento ad uso e consumo delle sue tesi, con l'atteggiamento accondiscendente ma fermo rispetto a qualsivoglia pensiero contrario, se mai uno ve ne fosse stato, Berlusconi non ha fatto altro che il padrone. Il padre-padrone, unico e prevalente. Come il maestro. Senza preoccuparsi della contraddizione in termini. Il Corsivo.

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Non permetteremo le occupazioni Berlusconi minaccia: dirò al Viminale di andare giù duro, al pugno di ferro farete il callo (sezione: Scuola)

( da "Unita, L'" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

"Non permetteremo le occupazioni" Berlusconi minaccia: dirò al Viminale di andare giù duro, al pugno di ferro farete il callo di Natalia Lombardo/ Roma DICHIARAZIONE DI GUERRA in piena deriva putiniana contro proteste e informazione: Berlusconi dà "istruzioni" al ministro dell'Interno Maroni perché reprima con la forza le occupazioni nelle scuole e nelle università. Al pugno di ferro "dovete farci il callo", per i prossimi quattro anni e mezzo, io non retrocederò di un millimetro" tuona il premier alterato alla fine della conferenza stampa a Palazzo Chigi, già seccato dal dover fare da tutore a Mariastella Gelmini per far digerire il decreto sulla scuola. "Non chiamatela riforma", avverte lui, ma "un decreto sacrosanto, altro che ritirarlo" come ha chiesto Veltroni. Le manifestazioni? Berlusconi lancia un minaccioso "avviso ai naviganti: non permetteremo che vengano occupate scuole e università", non sarebbe "democrazia ma violenza" organizzata "dall'estrema sinistra e dai centri sociali, come a Milano". È la mezza, il premier annuncia la convocazione di Maroni, che avverrà alle cinque. La sparata di Silvio-Putin ha colto di sorpresa lo stesso ministro dell'Interno, che nella Lega dicono fosse irritato dall'essere convocato per ricevere "istruzioni dettagliate" per le forze dell'ordine. Col diktat finale: "dirò a Maroni di andare giù duro". E la deriva autoritaria non è piaciuta neppure a Gianfranco Fini. Da giorni il premier martellava sul "divorzio tra stampa e realtà", preoccupato (dai suoi sondaggi) che sia "passato il messaggio che non c'è più il tempo pieno" o che ci siano i tagli. Agitato dal vedere (in tv) che per le strade ci sono anche "le mamme con i cartelli", opinione pubblica che si mangia una fetta dei consensi plebiscitari. Così il cavaliere legge passo passo un opuscolo fornito ai senatori per smentire "tutte le bugie della sinistra". Non si riesce a fare una domanda sulle opposizioni, che esplode rabbioso contro i giornali che "fanno cattiva informazione sulla scuola". E sbotta livoroso: "Portate i miei saluti e quelli del ministro Gelmini ai vostri direttori e dite che saremo molto indignati se non sarà pubblicato nulla di questa conferenza stampa" nel merito della riforma. Ce l'ha, dice chi è vicino a lui, più con la stampa non di sinistra, infatti cita ironicamente "Il Corriere, giornale "amico"". E impartisce un diktat totale alla Rai: "La tv pubblica trasmette ansia" perché mostra le proteste. Giorni fa aveva telefonato di persona al capo del politico del Tg1 perché nel resoconto sulla manifestazione di Rifondazione si diceva che erano "100mila per la polizia", mentre la stima era di 20mila. E a farlo infuriare dev'essere stato quel filmato girato con un cellulare sulla polizia che picchiava un manifestante a Milano, trasmesso dal Tg1 serale martedì. Berlusconi alza il tiro, fa l'uomo d'ordine scavalcando a destra An e stringe il cerchio su ogni espressione che non sia il pensiero unico di governo. Come ha detto Veltroni, "soffia sul fuoco" (in modo rischioso) a pochi giorni dalla manifestazione del Pd che, evidentemente, tenta di criminalizzare in anticipo. La strategia, spiega un esponente del Pdl, è "spingere a sinistra il Pd", isolarlo con la colpa di "aizzare" le proteste. Anche se "c'è il rischio di scivolare sulla buccia di banana", dice un altro (un incidente in piazza), Silvio gioca come il gatto col topo per annientare l'opposizione: se prima associava Veltroni al giustizialismo dipietrista, ora lo mette insieme ai centri sociali. Sarà per la sintonia di Feltri con la Gelmini, ma ieri la sparata del premier è stata anticipata da Libero a firma Roberto Farina, alias Betulla: "Chiamate la polizia" contro i picchetti degli studenti. E La Padania incita: "La piazza rossa torna a picchiare", "cosa accadrà il 25 ottobre?". Pressioni alle quali anche alcuni fedelissimi del premier guardano con fastidio, insieme al martellamento di Bossi sulla sinistra che vorrebbe il nuovo '68. Nel governo, quindi c'è una spaccatura palpabile, prova ne sia quella che appare, in serata, una mezza marcia indietro almeno nei toni, dopo l'incontro con Maroni a casa di Berlusconi a via del Plebiscito. A Palazzo Chigi, invece, La Russa ha parlato con Gianni Letta. Sarà un caso, ma alla Difesa rispondono i carabinieri.

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Il premier: basta occupazioni, intervenga il Viminale. Il Pd: non toccate gli studenti Napolitano avverte: ci vuole il confronto. Cortei e blocchi, dilaga la protesta (sezione: Scuola)

( da "Unita, L'" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

"Non permetterò l'occupazione delle università. Darò istruzioni a Maroni su come intervenire". Berlusconi minaccia gli studenti che protestano in tutta Italia contro la legge Gelmini. Veltroni: parole gravi, il premier soffia sul fuoco. alle pagine 2, 3, 4 e 5.

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Un intervento di inaudita violenza verbale per difendere un imbarazzato ministro Gelmini: Un decreto sacrosanto, altro che ritirarlo (sezione: Scuola)

( da "Unita, L'" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Un intervento di inaudita violenza verbale per difendere un imbarazzato ministro Gelmini: "Un decreto sacrosanto, altro che ritirarlo".

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L'ex del pd difende la riforma (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Empoli L'ex del Pd difende la riforma Quaglierini, insegnante: don Milani era un maestro unico SANTA CROCE. Di fronte alla protesta studentesca la politica si divide. Un caso singolare è a Santa Croce dove il sindaco e l'ex vicesindaco, fino ad alcuni mesi fa fianco a fianco in Comune e nello stesso partito, ora sono su fronti opposti. Chi sceglie senza mezzi termini l'opposizione al decreto Gelmini è Osvaldo Ciaponi, Pd, primo cittadino: "Nel mio comune numerosi genitori e insegnanti hanno costituito un comitato che si sta mobilitando per fare una completa e corretta informazione sulla legge 133 del ministro Tremonti e sul decreto 137 del ministro Gelmini. Con gli assessori Guidi, Giannoni e Fanella, ho partecipato all'ultima riunione del comitato per dimostrare il sostegno della giunta alla mobilitazione". Chi invece assume un atteggiamento totalmente diverso, in linea con l'impostazione della riforma, è Letizia Quaglierini, ex vicesindaco a Santa Croce, ex esponente del Pd, ora consigliere comunale indipendente, in predicato di essere il candidato sindaco di una lista civica nel 2009. "C'è grande fermento nella scuola: assemblee di insegnanti, costituendi comitati di genitori, allarmati da previsioni catastrofiche quanto spesso inesatte - afferma -. Non ci sarà più il tempo pieno? Vediamo con la nuova strutturazione con il docente unico come può essere articolato il tempo scuola prima di stracciarci le vesti. Solo in Italia accade che ogniqualvolta viene elaborato un progetto di riforma scolastica, questo sia demolito, a prescindere, non per la proposta ma per posizioni ideologiche. Da tempo la vita della scuola italiana è afflitta da un sindacalismo deteriore, coniugato a un malinteso egualitarismo, che ha abbassato ogni produttività culturale e professionale. Gli insegnanti meritano il riconoscimento della loro professionalità e una retribuzione adeguata. Io sono convinta, da insegnante, che nella scuola elementare italiana, come avviene in tutti i Paesi d'Europa, può esserci benissimo il maestro unico, affiancato da specialisti di lingua straniera, musica, educazione fisica. Don Milani insegnava da solo ogni giorno e per tutta la settimana".

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Protestiamo, ma non siamo politici in erba (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Empoli "Protestiamo, ma non siamo politici in erba" Parlano alcuni leader del movimento contro il decreto Gelmini SAN MINIATO. Ragazzi normali, con le passioni dell'età - a partire dalla discoteca - o politici in erba, per di più di sinistra? I giovani che guidano la protesta anti Gelmini nelle scuole del comprensorio rifiutano le etichette partitiche e dicono di essere adolescenti normalissimi, magari più impegnati di altri. "Ma la politica lasciamola fuori", dicono. Non era mai accaduto che la prima scuola a essere stata occupata fosse il liceo sociopsicopedagico Carducci dove la maggioranza degli studenti è donna. Tra i coordinatori della protesta c'è però un ragazzo, Niccolò Moretti, frequenta la quarta G, ha 19 anni, è di Castelfranco di Sotto. Ha un motivo anche familiare che lo impegna, come scopriremo. "Sono tra gli organizzatori, ci suddividiamo i compiti. Mi ritrovo in questo ruolo, perché dopo un'assemblea d'istituto, in cui un po' tutti hanno preso la parola ed espresso consensi o critiche, i miei interventi hanno avuto un grande seguito tra gli studenti. Inoltre mi sono proposto tra i primi per dare la mia firma di responsabilità, tra le cinque che servivano per occupare la scuola". In famiglia che cosa pensano di questo supplemento d'impegno? "Mio padre ha una rivendita giornali; mia madre è insegnante alla scuola elementare, maestra precaria a 58 anni. Se passa il decreto del ministro Gelmini, rischia, anziché avere un posto di ruolo prima o poi, di perdere il lavoro a scuola. Alla quale dedica invece passione e attaccamento. Non è una carriera che s'interrompe, ma la vita di una persona che regredisce. Ecco perché sento in maniera particolare questo impegno, è un'ingiustizia che mi tocca nel vivo". All'istituto tecnico Cattaneo, Alessandro Cappellini, anche lui di Castelfranco, frequenta la quinta A Iti. Non ricorda precedenti occupazioni. "L'ultima, forse, c'è stata nel 2001", cita a memoria. Osserva: "Questo ruolo mi deriva dall'essere rappresentante d'istituto in carica nel passato anno scolastico. Non essendo ancora state rinnovate le cariche, ecco che insieme ad altri con analogo impegno faccio il portavoce del gruppo". Alessandro ha scelto un percorso scolastico sulle orme delle attività dei genitori: "Mio padre lavora in un'azienda di prodotti chimici per pelle e cuoio, mia madre ha un'azienda di lavorazioni per conto terzi nel settore conciario". Cappellini sta discutendo una novità con altri studenti: "Il collegio dei docenti ci ha appena fatto una proposta: lezioni all'aperto, in piazza o davanti a una chiesa. è interessante, ormai l'occupazione non fa più notizia. Ma il bello è che non sappiamo dove riunirci per discuterne, in quanto l'auditorium, per il quale protestammo l'anno scorso, è ripulito, ma non è ancora agibile dopo due anni che è finito. Domani, però, eccezionalmente ci viene concesso". Ieri pomeriggio c'è stato un incontro in Comune. Cappellini aveva chiesto di avere come interlocutori il sindaco Angelo Frosini o la vice Raffaella Grana, "perché, essendo insegnanti, hanno esperienza dei problemi della scuola". Grana "ci ha ricevuto, suggerendo un prossimo incontro allargato, di sera, tra studenti, genitori e docenti". Luciano Gianfranceschi.

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Comitati e iniziative (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

NEL VALDARNO Comitati e iniziative SANTA CROCE. Un comitato spontaneo, formato da genitori e insegnanti, per la difesa della scuola pubblica è nato a Santa Croce sull'Arno nei giorni scorsi. "Alla prima riunione, presenti anche amministratori e sindacalisti - spiegano i promotori - è stato preso in esame il progetto di riforma della scuola elaborato dal ministro Gelmini e attualmente in corso di approvazione da parte del parlamento. Da parte di tutti è stato sottolineato il carattere sostanzialmente distruttivo del cambiamento in atto, con riferimento ai pesantissimi tagli al personale docente e Ata di ogni ordine di scuola, all'accorpamento di istituti e discipline, al ritorno del maestro unico con insegnamento solo al mattino nelle scuole primarie e dell'infanzia. Si tratta di cambiamenti che, se veramente messi in pratica, porteranno a un peggioramento della qualità dell'istruzione su tutto il territorio nazionale che non ha eguali in epoca repubblicana". "Di fronte a così gravi avvenimenti che mettono a rischio l'avvenire dei nostri figli - affermano i promotori del comitato - abbiamo deciso di intraprendere ogni possibile iniziativa di informazione e sensibilizzazione di genitori e insegnanti anche attraverso la riproduzione integrale dei testi di legge e la loro distribuzione a tutti gli interessati. Il comitato ha pure deciso di riunirsi ogni lunedì nei locali della Pubblica Assistenza di Santa Croce sull'Arno". La protesta contro il decreto Gelmini si fa sentire anche all'istituto comprensivo "Carducci" a Santa Maria a Monte. Una delegazione ha partecipato alla fiaccolata di Firenze e ha aderito all'iniziativa nazionale "Una notte bianca per la scuola". "Tutti i plessi scolastici sono rimasti illuminati per una notte in segno di protesta nei confronti di una riforma che vuole spegnere la scuola pubblica in Italia annullando un'esperienza formativa e didattica che tutto il mondo riconosce come una delle migliori", dice l'assessore alla pubblica istruzione Cristina Falleri. Inoltre alcune scuole dell'istituto Carducci hanno organizzato uscite didattiche e laboratori a classi aperte.

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La protesta sale e si organizza ma sul corteo di ieri è polemica (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Grosseto La protesta sale e si organizza ma sul corteo di ieri è polemica PIANETA SCUOLA GROSSETO. Anche a Grosseto, alla fine, sono scesi in piazza. Ieri mattina le strade del centro storico hanno visto sfilare un corteo chiassoso e variopinto di studenti che per un paio d'ore hanno manifestato con striscioni, slogan e qualche fumogeno contro la riforma della scuola. Il serpentone è partito da via Montebello, è passato in piazza San Francesco e si è fermato davanti al duomo e in piazza Dante, dove sono stati accesi alcuni fumogeni rossi. Un solo striscione, "Con questa riforma a scuola non si torna", e tanti slogan, dal classico "Chi non salta Gelmini è" ai vari "Vaffa..." rivolti alla ministra. Un'iniziativa, quella di ieri mattina, alla quale hanno partecipato per lo più i ragazzi del Professionale e della quale era stata avvisata la Questura. Ma che non è piaciuta agli altri istituti superiori cittadini che si sono tutti dissociati dalla manifestazione. Un comunicato congiunto dell'Agrario, del Geometri e del Polo liceale diffuso ieri sera usa toni duri contro i manifestanti. "Noi studenti - si legge - riteniamo gli atti di oggi (ieri per chi legge, ndr) un vero attacco alla democrazia. Esortiamo tutti affinché non si ripetano più". Le critiche principali, spiega Andrea dell'Agrario, sono contro gli slogan offensivi e l'uso dei fumogeni. "Non ci interessano le pagliacciate come quella di oggi. Noi ci muoviamo su una linea più costruttiva. Venerdì mattina faremo un'assemblea tra i rappresentanti di classe del nostro istituto per cercare di mettere in piedi una campagna di informazione". Il collega Marcello, che martedì aveva preso in mano il megafono e aveva parlato in piazza radunando alcuni studenti davanti al duomo, tiene a precisare che "la manifestazione di ieri non è un'appendice di quella che abbiamo fatto noi ieri. Si tratta di un'iniziativa del tutto slegata e dalla quale ci dissociamo pienamente". Stessa musica al Polo liceale. Cade dalle nuvole Federico, candidato rappresentante di istituto, che spiega: "Della manifestazione in centro non sapevo niente. Nessuno di noi ha partecipato". Il Classico fa sapere, attraverso il suo portavoce Gianmarco, che intende muoversi solo nel pieno rispetto della legalità e prosegue nella sua protesta pacifica nel cortile della scuola. Al sit-in si sono aggiunte ieri anche alcune classi dello Scientifico che inizialmente non aveva preso parte alla mobilitazione ma si era organizzato in modo autonomo. In mattinata i manifestanti hanno ricevuto la visita dell'assessore alle Politiche giovanili del Comune di Grosseto Simone Ferretti che ha parlato dei progetti per i giovani, come quello della radio on-line. Stamani arriverà invece da Firenze Stefano Busi, dell'esecutivo nazionale dell'Unione degli Studenti. Le iniziative del Classico sembrano aver convinto anche gli studenti del Rosmini. Il Comitato studentesco del liceo linguistico, che fino a oggi non aveva preso parte alle proteste - anche per difficoltà legate alla frammentazione delle sedi, ben tre - ha diffuso una nota nella quale invita gli studenti a unirsi ai colleghi del Polo liceale. Una decisione unilaterale, fanno sapere dal Classico, che potrebbe comportare alcuni fastidi per gli organizzatori. L'autorizzazione a sostare davanti alla scuola, infatti, è stata concessa solo per i ragazzi del Polo liceale. è pur sempre un timido tentativo di far fronte comune, dopo i primi giorni di totale mancanza di coordinamento della protesta. Le manifestazioni grossetane, del resto, sono interamente autogestite e le scuole soffrono l'assenza di rappresentanti di istituto, che saranno eletti solo nel prossimo mese di novembre. Francesca Ferri.

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In piazza o con la cogestione l'intera maremma si mobilita (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Orbetello, Massa Marittima, Sorano... Ecco la mappa del dissenso In piazza o con la "cogestione" l'intera Maremma si mobilita In laguna adesione allo sciopero "come non si vedeva da anni" GROSSETO. La protesta degli studenti cresce in tutta la provincia. Orbetello.Gli studenti del liceo Classico, Linguistico e dell'Istituto Professionale hanno aderito in massa al corteo contro la riforma Gelmini e sono stati ricevuti in Comune. Dopo anni di scioperi sempre poco partecipati, per la prima volta anche a Orbetello tornano in piazza gli studenti. Il corteo è partito da piazza Eroe dei Due Mondi, è passato prima a far visita al preside di liceo e professionale e poi all'assessore Di Vincenzo. "Siamo circa 150 - spiegano gli organizzatori - su 200 studenti totali, abbiamo avuto un'altissima adesione e, al contrario di sempre, non siamo andati ognuno per i fatti propri, stiamo manifestando consapevolmente le nostre ragioni". I cori degli studenti in Corso Italia si sentivano dalle rive della Laguna, e deve averli uditi anche l'ex primo cittadino Di Vincenzo, tanto da decidere di ricevere una delegazione di studenti. "Noi cercavamo il sindaco in quanto Ministro - proseguono gli studenti - ma ci hanno detto che non c'era. Ci ha ricevuti l'assessore Di Vincenzo che ci ha chiesto quali punti della riforma non ci piacciono". Ora gli studenti aspettano un incontro con il loro sindaco per esporre a lui le proprie ragioni. Massa Marittima. è iniziata martedì l'autogetione degli alunni dell'Istituto comprensivo Lotti di Massa Marittima. "Una situazione inaccettabile - ha commentato uno degli studenti qualche giorno fa - che fa paura per il presente e minaccia il nostro futuro universitario". Dopo l'assemblea straordinaria richiesta dai ragazzi la scorsa settimana, ecco il resoconto che loro stessi fanno per nota del rappresentante d'Istituto Alberto Agostini. "Ci siamo separati in gruppi e organizzati in vari laboratori - raccontano - in cui abbiamo gestito le lezioni, in parte da soli, in parte con l'aiuto dei nostri insegnanti". Un'esperienza particolarmente costruttiva, è emersa da uno dei laboratori: alcuni ragazzi, hanno infatti creato un blog, www.autogestionelotti.splinder.com su cui postare interventi inerenti gli sviluppi della loro iniziativa. Ieri si è tenuta un'assemblea generale di tutti gli indirizzi. Giovedì infine, si concluderà l'autogestione, "ma - chiariscono i ragazzi del Lotti - non la nostra partecipazione alla protesta. Il 30 in occasione dello sciopero generale delle sigle sindacali dei professori, l'Unione degli studenti ha indetto uno sciopero a cui probabilmente aderiremo, magari prendendo parte alla manifestazione di Roma". Sorano. Hanno scelto la cogestione come forma di protesta e hanno chiesto la partecipazione dei professori alle attività alternative. Sono gli studenti del Liceo linguistico di Sorano, circa un centinaio, che da ieri risultano assenti dalle lezioni ma che di fatto assistono a lezioni parallele, tenute dai loro professori - circa una decina quelli che hanno accettato. In classe si parla del movimento studentesco del '68, di storia della musica, ci sono corsi di chitarra elettrica e dibattiti sulla vivisezione.

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Festa della lega nord per i successi 2008 (sezione: Scuola)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Fontanini: siamo forza di lotta e anche di governo Il 2008 come "anno politico" sicuramente da celebrare per la Lega Nord friulana. Ed ecco allora che sabato a San Daniele, dalle 17.30 in poi, il Carroccio della provincia di Udine (e non solo) si ritroverà per condividere qualche momento di riflessione (con due distinti dibattiti sui temi di maggiore attualità, con protagonisti i maggiori esponenti locali del partito) ma anche di festa con ampio spazio anche alla musica e all'enogastronomia. Sarà il "padrone di casa" Claudio Violino, segretario provinciale della Lega Nord, ad aprire questa giornata di festa e di riflessione del carroccio nostrano, ospitata nell'area del prosciuttifici il camarin di via San Luca. In qualità di assessore regionale all'agricolturà sarà infatti Violino ad animare un dibattito sul futuro dell'agricoltura in Friuli, partendo proprio dall'attuale momentio di crisi che sta vivendo il comparto. Dopo questo primo dibattito, ci sarà un break all'insegna dell'intrattenimento e della gastronomia con la partecipazione speciale di Zuleika Morsut, miss camicia verde al concorso Miss Padania del 2007 e di Joe bertoni e gli assaggi a base di prosciutto di san Daniele. Dopo cena, invece, dalle 21 in poi, ancora spazio alla riflessione e al confronto con un dibattito che affronterà i temi caldi della politica e della vita sociale italiana e locale di questi ultimi giorni. nel corso della serata si parlerà quindi di riforma della scuola, di sicurezza e di immigrazione. I protagonisti di questo secondo incontro saranno invece il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini, che è anche segretario "nazionale" della lega Nord del Friuli Venezia Giulia e il senatore Mario Pittoni, capogruppo della Lega Nord nella commissione cultura del senato, dove attualmente è in discussione il testo della riforma Gelmini. "I sondaggi - ha dichiarato ieri Pietro Fontanini - ci danno in forte crescita. E questo significa che dopo aver svolto un forte ruolo all'opposizione, ora stiamo superando e con successo la prova "di governo". E questo sopratutto al lavoro che stanno facendo i nostri ministri a Roma, i nostri parlamentari ma anche grazie all'impegno dei nostri assessori regionali e di tutti gli altri rappresentanti ai vertici delle altre istituzioni che ora ci troviamo a governare dopo il voto di primavera".

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Primi passi per il decreto gelmini (sezione: Scuola)

( da "Mattino di Padova, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Attualità Primi passi per il decreto Gelmini Il Senato respinge le otto pregiudiziali di costituzionalità presentate dall'opposizione. Ma alcuni dubbi restano ROMA. Il Senato ha respinto ieri sera in aula le otto pregiudiziali di costituzionalità presentate dall'opposizione sul decreto-scuola del ministro Maria Stella Gelmini: 133 voti a favore, 159 contrari, 6 astenuti. La discussione generale è cominciata in aula dopo la provocazione di Berlusconi a palazzo Chigi, sull'uso della polizia nelle scuole. Dopo il voto del Senato, i dubbi di costituzionalità rimangono, in particolare sull'articolo 117 della Carta, che fissa competenze e poteri delle Regioni. L'opposizione ha preteso e ottenuto la presenza anche in commissione del ministro Gelmini, ma i lavori non sono stati completati perché il governo ha fretta e in aula non c'è stata nessuna relazione preliminare. Il decreto scade il 31 ottobre, il governo vuole concluderlo due giorni prima, ma l'aula sarà alle prese con circa 250 emendamenti, tutti dell'opposizione, e con 45 ordini del giorno. La capogruppo del Pd, Anna Finocchiaro aveva chiesto che la commissione concludesse i suoi lavori prima dell'aula, ma la proposta è stata respinta dal presidente Schifani perché le ragioni apportate sono state definite "esterne" e perché non c'è stato il consenso della maggioranza. Luigi Zanda, senatore Pd, ha provocato la Lega sostenendo che la mossa antiregionalista del governo indebolisce "l'impalcatura logica che sostiene il federalismo fiscale". Neppure la Moratti, a suo tempo, lo aveva fatto. L'intervento della forza pubblica - ha ricordato la Finocchiaro - può essere richiesto solo dai responsabili scolastici e non imposto dal governo. E avverte: "Giù le mani dalla scuola: il governo - dice - trasforma ogni problema sociale in questione di ordine pubblico. Tra i manifestanti ci sono molte famiglie di elettori del centrodestra. Meglio affidarsi alla prudenza e al buon senso del ministro Maroni". Il leghista Filippi ha definito "infondate e assurde" le affermazioni della Finocchiaro. Il capogruppo Pdl Gasparri ha parlato di "manifestazioni legittime", ma si è detto certo che gli italiani approvano le scelte del centrodestra. Nel dibattito che ha preceduto le pregiudiziali, il capogruppo dell'Udc, Giampiero D'Alia, ha definito "esagerate e irresponsabili" le parole di Berlusconi sull'uso della polizia. L'Udc non va in piazza, ma rispetta le proteste "libere e genuine". Auspicio per un "dibattito aspro ma democratico". Felice Belisario, Idv, ha espresso il timore di una "deriva autoritaria del governo". Le dichiarazioni di Berlusconi sono "provocatorie e fuori dalle regole". "Benzina sul fuoco", ha detto Vincenzo Vita, Pd. Sono Berlusconi e la Gelmini a creare le premesse di "un nuovo '68". Vittoria Franco, Pd: con la formula del "maestro prevalente" si è solo creata confusione. Renato Venditti.

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Il cavaliere e il movimento un uomo troppo semplice - mino fuccillo (sezione: Scuola)

( da "Provincia Pavese, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

L'OPINIONE IL CAVALIERE E IL MOVIMENTO UN UOMO TROPPO SEMPLICE MINO FUCCILLO Non è tutt'oro quel che luccica nel movimento anti Gelmini. C'è l'ottone e la latta della irragionevolezza ignorante, sì ignorante, degli studenti quando pensano sia per loro una conquista da difendere e non un danno da evitare una scuola tanto facile quanto pessima. C'è la polvere molesta di una subcultura diffusa che vuole la scuola come luogo di socializzazione e intrattenimento dell'infanzia e della gioventù e non come luogo della trasmissione e della fatica del sapere. C'è il legno storto della resistenza al cambiamento da parte delle corporazioni delle mamme, delle maestre, dei rettori, degli insegnanti. C'è l'argilla solidificata del rifiuto, comune a tutta la società italiana, di fare i conti con la contemporaneità. Che impone e consiglia di non avere una scuola a debito finanziario e culturale. C'è l'alga vischiosa del rito delle occupazioni che, se cresce a dismisura, soffoca l'anno scolastico od accademico. Nel fiume della protesta scorrono anche questi non nobili e non utili materiali. Ma siccome la realtà, tutta la realtà, è per sua natura complessa, l'acqua che monta non è solo inquinata. Anzi, per così dire, sgorga da fonte pura. All'origine del movimento c'è, ed è intellettualmente disonesto negarlo, la voglia, democratica e civile, di una scuola pubblica efficiente, rispettata e rispettabile, in cui il pubblico Stato creda davvero senza considerarla un'elemosina ai meno abbienti da taglieggiare in tempi di crisi. C'è la consapevolezza, moderna e nobile, che la scuola non è né azienda e neanche caserma. C'è l'idea, si può dire perfino l'istinto civile, della scuola come condizione di sopravvivenza di un'umanità che non imbarbarisce. C'è la richiesta, purtroppo arruffata, di un servizio sociale di promozione sociale. Nella sua culturale semplicità Berlusconi non ha tempo, occhi e mente per vedere né l'uno né l'altro, non la vera fonte del movimento e neanche quel che l'acqua intorbida. Berlusconi non solo non ama ma neanche comprende la complessità, la capacità di intendere il reale come qualcosa di complicato e contraddittorio non fa parte del suo bagaglio emotivo e cognitivo. A lui basta e avanza l'idea semplice e sciocca che "sono i comunisti". Quindi chiama, invoca e minaccia la polizia. A spazzare le aule, a spezzare le reni ai rossi. Non la volontà del Parlamento, non la pedagogia degli eventuali buoni risultati delle sue leggi. No, non questo gli viene in mente. Berlusconi pensa alla polizia. Quanta ignoranza, della storia, dell'economia, della psicologia, della grammatica e della sintassi del viver sociale e di ogni materia nella pagella del governo di uomini e cose. Berlusconi stavolta è un alunno che non legge tutto il libro di testo ma impara una frase a memoria e sempre quella ripete, un preside che fa la voce grossa in mancanza di altri argomenti, un professore che sbatte fuori dalla classe quelli di cui non sa catturare l'attenzione, un docente universitario che da anni non apre più libri e solo ristampa i suoi come obbligatori per i laureandi. Sì, Berlusconi è proprio un figlio di questa scuola.

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Liceo classico e petrocchi occupati - marta quilici (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Montecatini Liceo classico e Petrocchi occupati La Digos al "Forteguerri" dopo la segnalazione della preside All'Istituto d'arte i ragazzi si sono fatti consegnare le chiavi della scuola dal custode MARTA QUILICI PISTOIA Liceo classico e Istituto d'arte occupati. Nelle altre scuole assemblee informali all'aperto, consigli studenteschi straordinari, scioperi di massa e picchetti all'entrata. La contestazione al decreto Gelmini si fa sempre più dura anche a Pistoia. "Scuola occupata": da una parte all'altra della facciata del Forteguerri, ieri mattina padroneggiava uno striscione che comunicava il blocco delle attività scolastiche. Dopo poco ne sono apparsi altri con slogan ripresi da canzoni di De Andrè e di Guccini come "anche l'operaio vuole il figlio dottore" fuori da una finestra dell'ultimo piano e più a sinistra "l'ignoranza fa paura e il silenzio è uguale morte". Lo stesso all'Istituto d'Arte dove a metà mattinata gli studenti hanno appeso all'ingresso: "I.S.A. Occupata". Alta la tensione per le prime ore in entrambe le scuole; al Petrocchi, poi, i toni si sono un po' smorzati e gli studenti hanno permesso l'ingresso ai docenti e alla vicepreside; al Classico invece ha prevalso la linea dura e l'occupazione ad oltranza con il blocco totale delle lezioni. Sono le 6.30 circa quando gli studenti del Classico arrivano davanti a scuola: aspettano che il custode apra la porta dell'istituto. Arriva, e loro lo seguono. Da lì il passo è breve e nel giro di pochi minuti la scuola è loro. Stessa cosa all'Istituto d'arte: qui i ragazzi sono arrivati un po' più tardi dei compagni del Classico-pedagogico, poco prima delle 7.30. Sono una ventina ad aspettare il primo custode. Quando arriva lo seguono fino alla porta sul retro, poi, spiegandogli cosa sarebbe successo di lì a pochi minuti, si sono fatti consegnare le chiavi. La scuola ormai era in mano agli studenti. Un atto di forza iniziale, all'Istituto d'arte, a cui è seguita una mattinata piuttosto tranquilla, almeno nei limiti del possibile, vista la particolarità della situazione: gli studenti hanno preso possesso dell'atrio centrale oltre il quale inizialmente non hanno fatto passare nessuno. Ma la situazione si è presto sbloccata ed è stato trovato un accordo con la vicepreside Truffaldini (che per il momento sostituisce il dirigente scolastico che è assente). In realtà all'Istituto d'arte l'accesso ai locali della scuola non è stato impedito del tutto ed è per questo che non è scattata la denuncia per stato di occupazione e interruzione di pubblico servizio. In classe, comunque, ieri non c'è stata lezione e al posto della portineria erano gli studenti a rispondere al telefono: "Pronto? Mi dispiace, il Petrocchi è occupato, richiami un'altra volta": in molti hanno fatto le veci della portineria. Ancora più intransigenti i compagni del Liceo classico che hanno bloccato le lezioni e l'ingresso ai docenti e all'amministrazione, allestendo un vero e proprio servizio di sicurezza alle entrate: l'accesso era consentito soltanto agli studenti della scuola. Oltre a molti professori, segretari e custodi è rimasta fuori anche la preside, Rita Flamma, che è stata dunque costretta a segnalare alla questura lo stato di occupazione, facendo partire una denuncia per interruzione di pubblico servizio. L'intervento della Digos non si è fatto attendere. Tra le 9.30 e le 10.30 le forze dell'ordine sono entrate al Forteguerri prendendo i documenti a più di una decina di ragazzi. Non c'è stato comunque nessuno scontro né tentativo di resistenza, ma la Digos ha vigilato difronte all'istituto per tutta la mattinata. Intorno alle 10 ad alcuni professori del Classico è stato permesso l'ingresso nell'istituto e alcuni sono anche intervenuti durante l'assemblea. Gli studenti hanno poi parlato anche con la preside che ha proposto loro altre forme di protesta, ma i ragazzi sono decisi a continuare l'occupazione. Sia al Classico-pedagogico che al Petrocchi l'occupazione è iniziata con un'assemblea degli studenti per decidere le prossime mosse. Il pomeriggio si è svolto pacificamente in entrambi gli istituti che hanno già allestito alcuni corsi e laboratori: al Classico in progetto c'è il corso di cineforum, di informazione sulla riforma Gelmini, di hip hop e per la patente. All'Istituto d'Arte i ragazzi hanno fatto una colletta raccogliendo circa 60 euro con cui hanno comprato tutto l'occorrente (fogli, tempere, ecc.) per iniziare il laboratorio artistico e di pittura; ci sarà poi lo spazio dibattiti, e lezioni di musica. Ancora nessuna occupazione negli altri istituti cittadini, ma anche oggi le classi erano in gran parte deserte. Appena 80 ragazzi entrati all'Istituto professionale Pacinotti, pochissimi al Liceo scientifico, lo stesso all'Istituto tecnico commerciale Pacini dove c'è stato per la seconda volta un picchetto davanti all'ingresso. Consiglio studentesco all'Iti, votazione dei rappresentanti all'Istituto agrario, breve picchetto davanti ai Geometri. Studenti in fermento ovunque. Dopo una specie di picchetto davanti a scuola al Pacini, molti studenti dell'istituto sono andati in piazza San Francesco per fare un'assemblea informale insieme ai compagni del Pacinotti. L'obbiettivo era quello di raccordarsi per organizzare contemporaneamente due contestazioni simili. Davanti al Pacini sono rimasti alcuni studenti, alcuni dei quali contrari a un'eventuale occupazione. "Io sono stata alla manifestazione a Pistoia e a quella di Firenze - afferma Chiara Bellini - ma l'occupazione è illegale e sono contraria: vorrei adottare un'altra forma di protesta". Il Liceo scientifico, dopo che alcuni organizzatori hanno proclamato lo sciopero degli studenti, ieri mattina era semi vuoto. Gli studenti hanno chiesto al preside Alessandro Rabuzzi di autorizzare un consiglio studentesco straordinario. L'autorizzazione c'è stata e dalle 11 fino alle 13 i ragazzi, due rappresentanti per classe, hanno discusso sulle forme di protesta da adottare nei prossimi giorni contro il decreto Gelmini. Il tempo non gli è bastato; si sono ritrovati quindi in più di cento al parco di Monteoliveto ieri pomeriggio alle 16.30. Senza essersi messi d'accordo a quell'ora a Monteoliveto c'erano anche i ragazzi dell'Iti, una ventina in tutto, che la mattina avevano indetto a scuola consiglio studentesco. Il fine di entrambi era lo stesso: decidere se occupare o meno. Intanto in queste ora la questura sta valutando la posizione di alcune decine di ragazzi - in particolare dell'Istituto d'arte e del Liceo classico - dopo che membri del personale docente e non delle scuole occupate hanno sporto denuncia. Il reato ipotizzato è quello di violenza privata, per le modalità con cui, in alcuni casi, a insegnanti e bidelli sarebbe stato impedito di accedere o sarebbero stati allontanati dalle scuole. Le verifiche, come detto, sono in corso, ma per i ragazzi eventualmente responsabili le conseguenze penali di gesti compiuti magari sulla spinta dell'entusiasmo giovanile potrebbero essere molto serie, soprattutto qualora fosse contestata loro l'aggravante di aver commesso le azioni violente nei confronti di persone incaricate di un pubblico servizio. Per non parlare della possibilità che vengano accusati anche di interruzione di pubblico servizio o di eventuali danneggiamenti alle scuole.

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Oggi la manifestazione dell'einaudi pacini e agraria verso l'autogestione (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Montecatini Oggi la manifestazione dell'Einaudi Pacini e Agraria verso l'autogestione PISTOIA. Sempre più probabili le occupazioni negli altri istituti pistoiesi contro il decreto Gelmini. Ancora niente di certo, ma gli studenti assicurano: "Occupazione o no, continueremo a farci sentire fino al 31, quando il decreto passerà al vaglio del Senato, e anche oltre". L'opposizione alla riforma Gelmini a Pistoia ha scatenato una grande agitazione studentesca. All'istituto tecnico industriale "Silvano Fedi", all'istituto professionale Pacinotti e al liceo scientifico un numero nutrito di studenti è sempre più intenzionato all'occupazione. Annunciata per stamani la manifestazione indetta dagli studenti dell'istituto professionale Einaudi contro il decreto. Probabilmente gli studenti organizzatori si ritroveranno davanti all'istituto poco prima delle 8 per organizzare un picchetto; il fine è quello di non far entrare in classe nessuno e di portare tutti i ragazzi alla manifestazione. Il corteo partirà alle 8,45 dall'istituto Einaudi e proseguirà per il centro passando per corso Gramsci, piazza San Francesco, piazza del Duomo e poi nuovamente in piazza San Francesco, dove è previsto il concentramento finale. Ieri all'Iti è stata fatta una votazione tra tutti gli studenti presenti a scuola: le alternative tra cui scegliere erano l'occupazione o una forma di protesta più leggera, come una cogestione. Il ripristino regolare delle lezioni è stato comunque escluso a priori. I risultati della votazione sono top secret e i rappresentanti dell'Iti si nascondono dietro un "no comment", come anche quelli del Pacinotti, ma l'impressione è che la volontà di occupare sia molto forte. Lo stesso al liceo scientifico, dove la votazione si è tenuta ieri pomeriggio in occasione di un'assemblea informale al parco Monteoliveto alla quale hanno partecipato oltre cento studenti. Al Pacinotti nessuna votazione, ma è ben deciso per l'occupazione un nutrito gruppo di studenti. Al Pacini invece il clima è più disteso e l'occupazione è esclusa. La forma di protesta adottata sarà una sorta di autogestione. Domani, dalle 9 alle 10, gli studenti parleranno con la preside Belliti in occasione di un'assemblea straordinaria. La linea degli studenti è comunque quella di permettere lezioni regolari per le prime quattro ore di lezione e di utilizzare le ultime due ore per organizzare laboratori degli studenti o altri corsi voluti dai ragazzi. Il pomeriggio e la sera, la scuola rimarrà chiusa o comunque non gestita dagli studenti. All'Agraria è quasi certa un'autogestione, ma ancora non sono stabiliti i tempi. Forteguerri e Petrocchi continuano invece con l'occupazione. Al Petrocchi però chi vorrà oggi potrà fare lezione nell'ala della scuola chiamata "Bolognini" e le attività urgenti della segreteria saranno garantite. (M.Q.).

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Scuola, a rischio l'istituto comprensivo di ampezzo (sezione: Scuola)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Tolmezzo. I sindacati fanno il punto sugli effetti della riforma Gelmini sul sistema scolastico in montagna, nei cui paesi è impossibile garantire 15 alunni per aula Scuola, a rischio l'istituto comprensivo di Ampezzo Si dovranno unire più sezioni, ma così si corre il pericolo di restare con un terzo delle attuali classi È stato chiesto un referendum contro la legge TOLMEZZO. In Carnia è a rischio l'assetto della maggior parte delle scuole dell'infanzia e primarie. Per loro l'imposizione di almeno 15 alunni per classe nelle scuole materne e nelle scuole primarie fa temere il moltiplicarsi, in misura ben più consistente dell'attuale, delle tanto discusse pluriclassi, se non addirittura la scomparsa di diverse scuole nei paesi della Carnia. La riforma Gelmini pare a prima vista salvare, richiedendo loro almeno 300 alunni (nel quinquennio), gli istituti comprensivi della Carnia che comprendono le scuole dell'infanzia, le scuole primarie e le secondarie di primo grado presenti nei vari paesi. Solo l'istituto comprensivo di Ampezzo (che comprende scuole di Forni di Sopra e Forni di Sotto, Mediis e Sauris) con 268 alunni potrebbe rischiare l'accorpamento. Gli istituti comprensivi di Comeglians (scuole di Comeglians, Forni Avoltri, Ovaro, Prato Carnico, Ravascletto e Rigolato), di Villa Santina (scuole di Villa Santina, Lauco, Enemonzo, Verzegnis) e di Paluzza (scuole di Paluzza, Cercivento, Sutrio, Timau, Treppo Carnico) rispettivamente con 389, 398 e 482 alunni sembrano invece tener per ora testa alle richieste delle riforma Gelmini. Neppure il circolo didattico di Tolmezzo, che comprende le scuole dell'infanzia e primarie del capoluogo carnico e di Amaro e Cavazzo Carnico nell'insieme, con 795 alunni, sembra risentire della riforma. Il problema si pone quando si confronta il numero minimo di alunni imposto per classe con quello reale. Sei scuole dell'infanzia e sei scuole primarie carniche (Comeglians, Ravascletto, Rigolato, Sauris, Lauco e Treppo Carnico) con i loro alunni non raggiungono neppure una classe modello "Gelmini". E sono mosche bianche le scuole primarie che potrebbero avere 5 classi da almeno 15 alunni: 75 alunni. I circa 1.270 alunni totali attuali potrebbero ritrovarsi suddivisi in neppure 17 scuole primarie, anziché le 26 di oggi. Ce la farebbe Tolmezzo, le scuole medie in genere, non invece la maggior parte delle scuole primarie delle frazioni del capoluogo carnico e degli Istituti comprensivi carnici. Ma come faranno? Si raggrupperanno, per raggiungere i 15, anche alunni di età ed esigenze formative diverse aumentando le discusse pluriclassi? O si arriverà a chiudere anche diverse scuole in Carnia? Questo è uno degli allarmi sollevati da più parti dai sindacati di categoria. La Cisal Scuola Fvg, dopo aver illustrato ieri, le molteplici ripercussioni negative della riforma Gelmini, ha ipotizzato anche la strada del referendum per fermarla. La Cgil Alto Friuli interverrà, martedì, all'assemblea di Istituto del Paschini-Marchi di Tolmezzo. Tanja Ariis.

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La risposta sbagliata (sezione: Scuola)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

IL PREMIER E I CONTESTATORI LA RISPOSTA SBAGLIATA di MINO FUCCILLO Non è tutt'oro quel che luccica nel movimento anti-Gelmini. C'è l'ottone e la latta della irragionevolezza ignorante, sì ignorante, degli studenti quando pensano sia per loro una conquista da difendere e non un danno da evitare una scuola tanto facile quanto pessima. C'è la polvere molesta di una subcultura diffusa che vuole la scuola come luogo di socializzazione e intrattenimento dell'infanzia e della gioventù e non come luogo della trasmissione e della fatica del sapere. C'è il legno storto della resistenza al cambiamento da parte delle corporazioni delle mamme, delle maestre, dei rettori, degli insegnanti. C'è l'argilla solidificata del rifiuto, comune a tutta la società italiana, di fare i conti con la contemporaneità. Che impone e consiglia di non avere una scuola a debito finanziario e culturale. C'è l'alga vischiosa del rito delle occupazioni che, se cresce a dismisura, soffoca l'anno scolastico o accademico. Nel fiume della protesta scorrono anche questi non nobili e non utili materiali. Ma siccome la realtà, tutta la realtà, è per sua natura complessa, l'acqua che monta non è solo inquinata. Anzi, per così dire, sgorga da fonte pura. All'origine del movimento c'è, ed è intellettualmente disonesto negarlo, la voglia, democratica e civile, di una scuola pubblica efficiente, rispettata e rispettabile, in cui il pubblico Stato creda davvero senza considerarla un'elemosina ai meno abbienti da taglieggiare in tempi di crisi. C'è la consapevolezza, moderna e nobile, che la scuola non è né azienda e neanche caserma. C'è l'idea, si può dire perfino l'istinto civile, della scuola come condizione di sopravvivenza di un'umanità che non imbarbarisce. C'è la richiesta, purtroppo arruffata, di un servizio sociale di promozione sociale. Nella sua culturale semplicità, Berlusconi non ha tempo, occhi e mente per vedere né l'uno né l'altro, non la vera fonte del movimento e neanche quel che l'acqua intorbida. Berlusconi non solo non ama, ma neanche comprende la complessità, la capacità di intendere il reale come qualcosa di complicato e contraddittorio non fa parte del suo bagaglio emotivo e cognitivo. A lui basta e avanza l'idea semplice e sciocca che "sono i comunisti". Quindi chiama, invoca e minaccia la polizia. A spazzare le aule, a spezzare le reni ai rossi. Non la volontà del Parlamento, non la pedagogia degli eventuali buoni risultati delle sue leggi. No, non questo gli viene in mente. Berlusconi pensa alla polizia. Quanta ignoranza, della storia, dell'economia, della psicologia, della grammatica e della sintassi del viver sociale e di ogni materia nella pagella del governo di uomini e cose. Berlusconi stavolta è un alunno che non legge tutto il libro di testo, ma impara una frase a memoria e sempre quella ripete, un preside che fa la voce grossa in mancanza di altri argomenti, un professore che sbatte fuori dalla classe quelli di cui non sa catturare l'attenzione, un docente universitario che da anni non apre più libri e solo ristampa i suoi come obbligatori per i laureandi. Sì, Berlusconi è proprio un figlio di questa scuola.

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Riforma Gelmini Incontro pubblico alla scuola media (sezione: Scuola)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

La riforma Gelmini sul sistema scolastico non smette di far discutere e anche in Valle Brembana nascono iniziative per approfondire i punti della riforma. A San Giovanni Bianco, domani, alle 20, nell'aula magna della scuola media, alcuni docenti dell'istituto comprensivo organizzano un incontro pubblico. Nel comunicato che annuncia l'assemblea, si giudica negativa la riduzione delle ore e del numero di docenti che "avrà l'effetto di impoverire la vita scolastica dei bambini". Una critica nasce anche verso la riduzione del monte ore nella scuola secondaria. "Meno insegnanti vuol dire meno possibilità di aiuto a chi ne ha più bisogno", affermano i promotori. All'incontro sono invitati docenti, genitori e quanti si interessano alla scuola.

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Corteo in centro e comizio in piazza cavalieri - marco barabotti (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pisa Corteo in centro e comizio in piazza Cavalieri Prevista partecipazione di almeno 10mila persone. Massiccia adesione: dal rettore agli studenti Concentramento in piazza S. Antonio alle 15 Pasquali replica al ministro Gelmini: il nostro bilancio a posto grazie a un percorso virtuoso MARCO BARABOTTI PISA. Tutto il mondo universitario, dal rettore agli studenti, aderisce alla manifestazione che oggi porterà in piazza non meno di 10mila persone, così dicono gli organizzatori ("una iniziativa pacifica, che sarà ricordata per molto tempo"). Il corteo si formerà alle 15 in piazza Sant'Antonio, percorrerà il centro storico e, dai lungarni, arriverà in piazza dei Cavalieri dove è previsto il comizio. Parlerà ciascun rappresentante delle quattro organizzazioni che hanno promosso la protesta, dopodiché inizieranno gli interventi. "Sarà una risposta decisa agli attacchi di Berlusconi che ci hanno lasciato assolutamente stupefatti", dice Alessandro Breccia, in rappresentanza dei ricercatori. Frattanto si sono delineati i primi distinguo. Gli studenti del polo Carmignani occupato, partendo dalla riunione del Senato accademico allargato dell'altro giorno al polo Fibonacci, denunciano come da questa assemblea sia venuta fuori sì una formale contrarietà alla 133, "ma nei fatti essa non impone nessuna presa di posizione da parte degli organi accademici centrali e nessun impegno chiaro degli ordinari e degli associati a sostegno della lotta degli studenti, dei precari e dei lavoratori amministrativi". "Insomma - dice uno dei rappresentanti - si è sancito lo scollamento tra la base e l'organo politico d'ateneo, anticipato dalla posizione debole del rettore nel programma "Otto e mezzo". Prendiamo atto quindi che d'ora in poi continueremo a lavorare in autonomia, insieme a quelle categorie veramente colpite da questa legge. Continueremo le nostre mobilitazioni fatte di blocchi, occupazioni e informazione. Questi sono gli unici veri atti concreti messi in atto fino a ora". Dal polo Carmignani è venuta fuori anche una anticipazione: scenderemo in piazza con un grande spezzone autonomo e colorato. Dimostreremo non solo che la legge 133 si può fermare, ma che è urgente costruire una nuova università, che non è né di Tremonti né di Pasquali". Un sostegno alla lotta è venuto anche dagli studenti delle scuole superiori pisane, dagli allievi della Normale della Scuola Sant'Anna che, in un documento congiunto, esprimono la loro completa adesione alle ragioni della protesta in corso a Pisa e nelle altre città italiane, dichiarando la loro partecipazione alla manifestazione di oggi. Intanto il rettore Marco Pasquali, ieri sera, ha replicato alle dichiarazioni del ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini fatte durante una conferenza stampa con il presidente del consiglio Silvio Berlusconi ("sono stati avviati controlli in alcune università riguardo ai bilanci non a posto: ci sono anche Firenze, Siena e Pisa"). "L'università di Pisa - dice il rettore Pasquali - ha chiuso il bilancio consolidato del 2007 con un sostanziale pareggio di cassa e prevede di chiudere in pareggio anche i bilanci relativi al 2008 e al 2009". "Questi risultati - prosegue Pasquali - sono stati raggiunti grazie ad un percorso virtuoso di contenimento delle spese, razionalizzazione delle risorse e miglioramento dell'efficacia e dell'efficienza nella gestione delle attività istituzionali. Nonostante questo, però, le condizioni poste dalla legge 133 con il taglio ulteriore dei finanziamenti destinati alle Università, se tenute ferme comporteranno nel 2010 un inevitabile risultato di disavanzo del bilancio, che porrà l'università di Pisa sullo stesso piano che caratterizza attualmente gli altri due atenei toscani e svariate università di altre regioni". Insomma anche per Pisa, dal 2010, dopo le riduzioni del finanziamento pubblico per le Università registrato anche negli anni scorsi, inizieranno i problemi. "Si determinerà ineludibilmente - dice infine il rettore - un indebitamento che tutte le università potranno tentare di fronteggiare solo ricorrendo al drastico taglio dei servizi essenziali e dei fondi destinati alla ricerca".

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Da berlusconi parole a dir poco allarmanti (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pisa "Da Berlusconi parole a dir poco allarmanti" PISA. "La presa di posizione del presidente del consiglio Silvio Berlusconi rispetto alla grande mobilitazione democratica del mondo della scuola e dell'Università contro la pseudo riforma Gelmini e la legge 133, che colpiscono pesantemente ed in modo indifferenziato il sistema dell'istruzione pubblica nel nostro paese, è a dire poco allarmante. Di fronte ad un dissenso generalizzato e cresciuto spontaneamente tra gli studenti, le famiglie, i docenti e il personale tecnico delle scuole e dell'Università si preferisce, anziché cercare soluzioni e dare risposte concrete nel merito dei problemi sollevati che producono seria preoccupazione in tutte le componenti del mondo della scuola dell'università e della ricerca, ricorrere a ipotesi patetiche di strumentalizzazione, addirittura a minacce esplicite di repressione". Così Fabiana Angiolini (Pd), consigliere regionale, che ha promosso come prima firmataria insieme a Gino Nunes e altri colleghi del Pd e della maggioranza una mozione, approvata nell'ultima seduta del consiglio regionale, contro la riforma Gelmini e la legge 133, ha commentato le dichiarazioni del premier Silvio Berlusconi in merito alla possibilità di invio delle forze dell'ordine nelle scuole e nelle università per evitare le occupazioni degli istituti. "Nel ventilare il ricorso allo stato di polizia - conclude Angiolini - c'è tutta l'incapacità di questo governo di confrontarsi correttamente e democraticamente con i problemi reali della nostra società. Si tratta di una reazione assolutamente inaccettabile che non può che indurre tutti coloro che hanno a cuore le sorti non solo dell'istruzione e il futuro del nostro paese, ma la qualità della sua democrazia, a manifestare il proprio legittimo e civile dissenso in ogni occasione, a partire dalla manifestazione pubblica indetta a Pisa per domani dagli studenti e dai precari dell'Università, cui ha aderito, tra i primi il Partito Democratico".

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<Classi ponte? No, meglio corsi di recupero> (sezione: Scuola)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

"Classi ponte? No, meglio corsi di recupero" Tutte le proposte degli immigrati per l'inserimento dei figli a scuola Sorpresa. Si pensano le riforme scolastiche pensando che i figli degli immigrati devono colmare un "gap" e si scopre che gli stranieri, su come cambiare la scuola per migliorare l'inserimento dei loro figli, hanno già parecchie idee. E pure chiare. I ragazzini devono sapere l'italiano? Le varie comunità straniere presenti a Bergamo applaudono: "Per i nostri figli sarà la prima lingua. È giusto che la studino. Ma certo non in classi separate: così non imparano niente". E se il ministro Mariastella Gelmini parla di corsi appositi con esami, gli stranieri rilanciano. Sarah Nkarichia, presidente dell'associazione Pamoja Kenya di Bergamo: "Perché non si organizzano, per esempio per bimbi e ragazzi per i quali è già stata presentata una domanda di ricongiungimento in Italia, corsi di lingua italiana nelle ambasciate e consolati nei Paesi di origine o negli istituti di cultura? Arriveranno già pronti". Una idea del genere ? spiega Said Nafty, marocchino, dell'Anolf Cisl, è già un progetto in Marocco ?. "Con l'appoggio del consolato a Casablanca stiamo creando corsi di italiano per chi arriverà grazie ai ricongiungimenti. Ma vietare l'ingresso a scuola a chi non sa l'italiano è assurdo: così si alimentano gli abbandoni. È un altro modo per isolare lo straniero, come le "classi ponte": i bambini stranieri devono stare con tutti, così le differenze diventano ricchezza". Conoscere la lingua italiana, quindi, viene considerato da tutti un requisito necessario ma i modi per attuare lo studio devono escludere le classi separate. "Piuttosto è proprio il contatto con gli altri che stimola l'apprendimento ? sottolinea Virginia Thwe Naing Winn King, della Birmania, a Bergamo da 30 anni, attiva con varie associazioni come mediatrice culturale nella Bassa bergamasca ed ex insegnante di inglese nelle scuole elementari e medie ?. Il problema dell'apprendimento senza dubbio c'è, ma non si accresce la conoscenza con la separazione. Piuttosto si incentivi il ruolo degli insegnanti di sostegno e della mediazione culturale. Non è affatto vero che i bambini stranieri se messi insieme agli italiani hanno un divario difficile da colmare: i miei nipoti, per esempio, appena arrivati a scuola a Bergamo erano comunque bravissimi in matematica anche se sapevano appena dire "ciao". La verità è che solo se si ha la possibilità di entrare in contatto con più lingue contemporaneamente si migliora l'apprendimento. E questo dipende parecchio dagli insegnanti". La mediazione culturale a scuola è un tema che agli stranieri sta parecchio a cuore: "Ci vorrebbero forse anche insegnanti di lingua madre, dallo spagnolo all'arabo, da affiancare agli italiani ? dice Carlina Iturralde, dell'associazione Galapagos dell'Ecuador ?. Così si avvicinerebbero all'italiano con più facilità. Ma ipotizzare invece le classi separate ha il sapore del razzismo". E di timore di apartheid parla Hamath Diagne, mediatore culturale e portavoce dei senegalesi bergamaschi: "I corsi di italiano obbligatorio non servono a nulla: i test d'ingresso per iscrivere i ragazzi a un giusto livello di apprendimento ci sono già, nelle scuole italiane. Bastano quelli, poi i ragazzi imparano stando con gli altri, e con il lavoro degli insegnanti: diversamente, significa riaprire i ghetti". E Anim Andrews, dell'associazione dei ghanesi bergamaschi aggiunge: "L'italiano si deve imparare con gli italiani. Qualcuno mi spieghi poi perché quando si volevano fare le scuole islamiche si diceva di no perché così si sarebbero isolati i bambini senza farli integrare. E ora invece si vogliono fare le classi solo di stranieri?". Gli immigrati, insomma, vogliono una scuola che insegni la convivenza con gli altri, altri stranieri e altri italiani: "Piuttosto si dovrebbe pensare a un equilibrio tra le presenze in classe ? sostiene Mohamed Kudsi, siriano, 5 figli, imprenditore di successo a Bergamo da 30 anni ?. Forse avrebbe un senso dare un ingresso nelle classi a percentuale di stranieri. Ma solo per poter permettere un equilibrio. E non certo per l'apprendimento: l'italiano e le nozioni si assimilano meglio stando tutti insieme. L'ho provato sulla mia pelle: io ho fatto le medie in Siria, le superiori qui. Ma in un anno, proprio grazie ai compagni italiani, ho imparato la lingua. Piuttosto si pensi a corsi di approfondimento fuori dall'orario scolastico, non classi a parte ma lezioni di sostegno. Credo che le risorse vadano convogliate qui". Sulla stessa linea è Leda Kola, presidente di Alba, associazione degli albanesi d'Italia: "No alle separazioni, così non si crea alcuna integrazione. Si permettano invece lezioni di recupero o di sostegno per chi è più indietro, e comunque sempre dopo e al di fuori dell'orario scolastico. I bambini e i ragazzi non devono mai sentirsi esclusi. Solo così si fa un vero lavoro di parità e democrazia. Sentir parlare di classi separate mi fa pensare ai periodi comunisti della mia Albania". Che ci sia il problema di una differenza di conoscenze tra chi è appena arrivato in Italia e chi invece in Italia ci è nato e ci vive, nessun immigrato lo nega. "Il fatto è che però separando chi è più indietro non si aiuta nessuno ? sottolinea Shagufta Arshad, mediatrice culturale pakistana, dell'associazione Tarkeewatan ?. Piuttosto l'allievo che ha bisogno di colmare lacune in alcune materie potrebbe essere distaccato, nelle ore di quelle materie, per corsi intensivi con insegnanti di sostegno. Ma nelle altre discipline, dove non ha problemi di lingua o di apprendimento, l'allievo immigrato deve assolutamente stare con gli altri. E la scuola italiana potrebbe trovare risorse importanti sia nelle associazioni culturali di stranieri sia tra i mediatori culturali. E ho qualche dubbio anche su questi corsi "ponte" di italiano: quei bambini che hanno mamme che neppure loro parlano l'italiano come farebbero? Secondo me tanti genitori immigrati non sanno neppure di questa ipotesi di riforma. L'italiano va imparato a scuola, tutti insieme. Altrimenti si rischia una esclusione che poi si ripercuoterà su tutta la vita dei ragazzi. Oltretutto, ora ci parlano di corsi preparatori per gli stranieri per entrare nelle classi normali. Ma non ci dicono quanto dureranno questi corsi: e se sono per sempre? Si tratterebbe ancora di classi separate. Piuttosto, si facciano lezioni prima dell'iscrizione a scuola". Sull'ipotesi di momenti formativi, ma fuori dall'orario scolastico, anche con il coinvolgimento dei mediatori culturali e delle associazioni che rappresentano le varie nazionalità insiste anche la Lega dei Romeni in Italia. E la presidente Emilia Stoica, che vive e lavora a in Bergamasca, aggiunge: "Nessuno può negare che esista il problema dei bambini immigrati in Italia con difficoltà a seguire le lezioni perché non intendono l'italiano. Ma quello che preoccupa è il modo in cui la Lega Nord ha proposto la risoluzione di questo problema, alimentando l'intolleranza. Ma questi bambini saranno gli adulti dell'Italia del domani". E non va per il sottile Bertha Bayon, formatrice nell'ambito interculturale e assistente sociale, boliviana: "Serve un progetto educativo, che non c'è. E le sezioni separate sono aberranti: stiamo tornando indietro, gli immigrati stanno vivendo le fatiche di Sisifo, hanno portato il pesante sasso fino in cima alla montagna e ora il sasso cade addosso a loro. Non è con la separazione che si educa. E anche l'ipotesi dell'esame di italiano prima dell'ingresso a scuola è una discriminazione: forse si fa l'esame agli italiani sulle lingue che parlano?". Carmen Tancredi.

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Le classi-ponte non sono la soluzione (sezione: Scuola)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pordenone "Le classi-ponte non sono la soluzione" L'inserimento in aula visto da una liceale originaria del Ghana che vanta un buon profitto "In una classe di romeni, albanesi, cinesi e indiani non sarei riuscita a comunicare: mi sono alfabetizzata tra i compagni di scuola italiani". Winifred Frimpong l'ha vissuta sulla propria pelle l'integrazione in aula a Pordenone. Il report della sua esperienza vissuta 5 anni fa è quello dell'integrazione "selvaggia": senza le classi-ponte. Quelle che fanno discutere, da settimane, il palazzo della politica e la scuola pordenonese. "Sono arrivata in città nel 2003 da Accra, la capitale del Ghana - è stato il ricongiungimento alla famiglia a 13 anni di Winny -. Mio padre lavora da 17 anni in Electrolux e la scuola media Centro storico mi è piaciuta subito. La professoressa di musica mi ha accolta con "welcome": non sapevo una parola di italiano". La legislazione scolastica prevede l'inserimento automatico, in aula, dei ragazzi stranieri spalmato in tutto l'arco dell'anno. "L'unica cosa che pensavo di saper dire era "non parlo bene l'italiano" - ricorda -. Mi ascoltavano e mi rispondevano confusi dalle mie parole: "Ma che lingua parli?". La mia connazionale Stacey mi ha dato una mano. Nel doposcuola la professoressa Laura Ruggero è stata decisiva: mi ha insegnato la mia nuova lingua e le sono molto grata". La media Centro ha un tasso alto di stranieri (oltre il 20 per cento) e corsi di alfabetizzazione non-stop. "Per imparare l'italiano serve un anno di scuola - è la teoria di Winny -. Gli amici della seconda L non mi hanno mai deriso per gli strafalcioni linguistici: in famiglia parliamo inglese, twi (ghanese) e anche italiano. Mi sono impegnata, ho studiato tanto e ce l'ho fatta". Le classi-ponte, proposte dal ministro dell'Istruzione Gelmini e dalla Lega Nord, per il primo step in aula dei ragazzi immigrati? "Non sono la soluzione - è l'opinione della liceale di Pordenone che sfoggia un profitto intorno a 8 decimi -. Mi sarei sentita estraniata e, forse, non avrei preso così sul serio l'impegno a scuola. La mia esperienza è un caso tra tanti, ma penso sia meglio inserirsi nelle classi con gli italiani, anche se non riesci a imparare tutto". Chiara Benotti.

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Durissimo scontro sulla scuola (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pisa Durissimo scontro sulla scuola Battibecchi e offese tra il pubblico e esponenti del centrodestra Infuocato consiglio comunale aperto a San Giuliano SAN GIULIANO. Oltre cento persone hanno assistito martedì sera al consiglio comunale aperto di San Giuliano sul tema della scuola e della riforma Gelmini organizzato nell'istituto Verdigi di Pappiana. Un tema caldissimo che ha scatenato una serie di battibecchi protagonisti parte del pubblico (in larga parte insegnanti e dirigenti scolastici) ed alcuni esponenti del centrodestra. Tensione altissima soprattutto quando agli attacchi alla riforma Gelmini ha risposto il capogruppo di An Mannocci il cui intervento è stato più volte interrotto da fischi ed grida. A quel punto il capogruppo di Forza Italia Riccardo Maini ha abbandonato il consiglio dopo un nuovo battibecco con gli esponenti della sinistra radicale. "Sono state espresse diverse opinioni - ha commentato il sindaco Panattoni - alcune delle quali non hanno trovato d'accordo i presenti. Tutti hanno comunque potuto parlare. Quando poi si sceglie la strada di abbandonare il dibattito secondo me vuol dire che non si ha argomenti per controbattere. Il consiglio comunale ha visto gli interventi dei consiglieri - conclude il primo cittadino termale - ed anche del pubblico proprio per portare un contributo alla discussione. Ovviamente il tema era caldo e la discussione non poteva non essere anch'essa calda". Sono infatti intervenuti i consiglieri Carioni, Della Croce, Sbrana, Mele. Anche l'ex senatore Modica ha partecipato al dibattito portando il suo contributo insieme a insegnanti e genitori. Ma alla fine comunque i più arrabbiati erano gli esponenti del centrodestra che attaccano senza mezzi termini la gestione dell'intero consiglio comunale. "Una bolgia giacobina, una riunione in stile sovietico - hanno affermato il capogruppo di An Mannocci e quello di Forza Italia Maini: non ci sono altri termini per definire il consiglio comunale aperto sulla scuola. Abbiamo ascoltato, con attenzione e in assoluto silenzio, una sequela di attacchi, invettive ed accuse preconfezionate dai partiti di sinistra e sciorinate dai dirigenti ed insegnanti delle scuole locali contro il decreto Gelmini. Una consolidata e ben conosciuta regia da parte dell'amministrazione comunale ha portato poi una pletora di personaggi, ben indottrinati, a dar sfogo ai loro repressi rancori ed asti contro il governo Berlusconi con momenti addirittura patetici come la lettura di una lettera di un nonno che vuol difendere i suoi nipotini dalla Gelmini". Maini e Mannocci attaccano a testa bassa. "Nel momento però in cui abbiamo preso la parola come Popolo della libertà (l'intervento come detto è stato fatto da Mannocci a nome di tutta l'opposizione, ndr), si è assistito ad una scomposta e preordinata gazzarra. Lo avevamo già verificato in passato: il confronto democratico non esiste a San Giuliano. Si cerca di impedire di parlare a chi la pensa diversamente - insistono i due consiglieri -. Ancora più grave se il tentativo viene da delle maestre che dovrebbero insegnare ai bambini. Ci domandiamo come facciano ad insegnare la tolleranza e il rispetto per gli altri". Dura anche la conclusione dei due esponenti di centrodestra. "A San Giuliano non viene permesso all'opposizione di difendere le proprie idee: bisogna che il messaggio da far arrivare ai cittadini sia quello, e solo quello, voluto dalla maggioranza locale. Questo comportamento è veramente inaccettabile. Non sapendo più a quali argomenti attaccarsi, la sinistra di San Giuliano nuovamente riunita (Pd con Rifondazione e Comunisti italiani) cerca ora di far passare la proposta delle classi ponte come una proposta che vuol discriminare gli studenti stranieri ed italiani. Se non si attua tale soluzione - concludono Mannocci e Maini -, il danno per la scuola e i bambini sarà doppio: i ragazzi stranieri faticheranno nell'inserimento e i ragazzi italiani rallenteranno il loro percorso formativo. Accettare certe affermazioni artatamente false, vuol dire condividere ideologie che danneggiano gli studenti, gli insegnanti, l'istituto stesso della scuola". Daniele Benvenuti.

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La preside del forteguerri in questura (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pistoia La preside del Forteguerri in questura Flamma: "Valuterò se, come e quando far sgomberare l'istituto" PISTOIA. Scuole per lo più deserte dall'inizio della settimana, ma i presidi non hanno ancora perso la pazienza. Qualche attrito soltanto tra la dirigente del liceo classico Forteguerri, Rita Flamma, e gli studenti che ieri mattina hanno occupato l'istituto. Di fronte all'occupazione della scuola che ha comportato il blocco delle lezioni e delle attività amministrative, la preside Rita Flamma ha infatti dovuto seguire la prassi e segnalare lo stato di occupazione in questura, facendo scattare, così, una denuncia per interruzione di pubblico servizio. "Sono andata in questura perché era mio compito farlo - afferma Rita Flamma -. La denuncia scattata non è personale perché io non ho segnalato nessun ragazzo in particolare, né ho fatto qualche nome". E aggiunge: "Protestare è un diritto degli studenti, però ho un po' di perplessità sulla forma della protesta che è stata scelta. Cercherò di parlare con alcuni rappresentanti degli studenti per proporre loro altre modalità di contestazione. Se sceglieranno di far proseguire l'occupazione, allora sarò costretta a valutare se, come e quando far intervenire le forze dell'ordine per sgomberare l'istituto". Sono giunti a un accordo, invece, i ragazzi dell'istituto d'Arte con la professoressa Truffaldini che, in quanto vice preside, sostituisce momentaneamente la preside Elisabetta Pastacaldi, attualmente impegnata in un viaggio di formazione in Francia. "Ho proposto ai ragazzi - spiega la professoressa Truffaldini - di permettere lo svolgimento delle attività di segreteria e delle lezioni. Queste, d'accordo con gli studenti, si terranno in un'ala distaccata dell'istituto, al cosiddetto "Bolognini", e vi potranno partecipare tutti i ragazzi che vorranno". La scuola rimarrà comunque gestita dagli studenti che ci rimarranno anche la notte. "Non avendo interrotto l'attività didattica - aggiunge la professoressa Truffaldini - non ho dovuto far partire la denuncia per interruzione di pubblico servizio". Nelle altre scuole il clima è più disteso, ma aleggiano venti di occupazione. Al Pacinotti le aule sono semideserte da venerdì e alcuni genitori iniziano a protestare. "La mia proposta per i ragazzi - afferma il preside dell'istituto professionale, Aldo Piras - è quella di coinvolgere i professori disponibili in una sorta di cogestione, fatta classe per classe. In questo modo gli insegnanti potrebbero mettere a disposizione dei ragazzi le loro ore di lezione, utilizzandole per parlare del decreto Gelmini". Al Pacini, la preside Belliti ha proposto agli studenti un'assemblea d'istituto indetta per oggi alle 9 con il fine di creare un'occasione di confronto: "Vorremmo evitare - spiega il vicepreside Paolo Vaccai - un'occupazione". Il preside del liceo scientifico Alessandro Rabuzzi ha proposto agli studenti una cogestione: "Vorrei - afferma - mantenere un buon dialogo con gli studenti". "Devono imparare - afferma invece Angelo Borchi, preside dell'Iti - ad essere responsabili delle loro azioni, ma chiaramente farò di tutto, come è nel mio compito, per tutelarli". Marta Quilici.

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Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-10-23 num: - pag: 2 La Nota di M... (sezione: Scuola)

( da "Corriere della Sera" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-10-23 num: - pag: 2 La Nota di Massimo Franco Fra voglia d'ordine e rischi di favorire le frange estremiste S i indovina una punta di allarme, dopo le parole del presidente del Consiglio contro l'occupazione di scuole e università. Ieri Silvio Berlusconi ha detto che quanti impediscono ai ragazzi di seguire le lezioni commettono "una violenza": anche perché a suo avviso a protestare è una minoranza. Ed ha convocato il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, "per dargli indicazioni su come devono intervenire le forze dell'ordine". Frase ambigua: ma non abbastanza da evitare una sollevazione all'idea di un intervento della polizia. La coincidenza con le polemiche legate alla manifestazione di sabato indetta dal Pd, ha fatto il resto. L'ipotesi che al premier quelle frasi siano scappate è poco verosimile. Anche questa volta, di fronte ad una protesta che lievita, Berlusconi ha deciso di rilanciare; di schierarsi con la "maggioranza silenziosa che studia". Ma con effetti contraddittori. Dal Quirinale è arrivata una nota cauta ed equidistante di Giorgio Napolitano. "Io non debbo decidere da che parte stare", ha spiegato a studenti e ricercatori della "Sapienza " di Roma. "Non posso stare dalla parte del governo e delle sue scelte, nè dalla parte opposta". Eppure il capo dello Stato non si sente "estraneo". Anzi, esorta a ridiscutere in Parlamento i tagli al bilancio per l'istruzione, contenuti nel decreto del ministro Mariastella Gelmini. La reazione al premier di alcuni rettori lascia indovinare il timore che la sola ipotesi della polizia negli atenei inasprisca una situazione che per ora è degenerata solo in casi isolati, come a Milano. Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, anche per coerenza col suo passato giovanile ha già detto che gli studenti debbono poter manifestare. Ma anche chi nel Pdl è schierato con Palazzo Chigi, poi suggerisce di fare proprio quanto ha detto ieri sull'argomento il presidente della Cei, Angelo Bagnasco: un inno alla moderazione e ad evitare scorciatoie semplicistiche, un po' diverso dalla prosa allarmistica del premier. Anche perché in quel modo Berlusconi ha finito per rafforzare soprattutto chi vuole lo scontro. Per questo Walter Veltroni indica al governo la "via maestra" di Napolitano. E il Pdl sembra disposto a farlo. Forse, cresce la preoccupazione salutare di non offrire pretesti ai provocatori che nella rissa troverebbero un ruolo da protagonisti. \\ Napolitano cerca di attenuare le polemiche sulle parole del premier.

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Collaborò alla riforma per il Pd Ora è con la Gelmini: innovativa (sezione: Scuola)

( da "Corriere della Sera" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-10-23 num: - pag: 5 categoria: REDAZIONALE Il latinista Alessandro Schiesaro Collaborò alla riforma per il Pd Ora è con la Gelmini: innovativa MILANO - La strada, per la contestazione, si fa ripida. O almeno, per la contestazione targata Pd. A breve, probabilmente in dicembre, il professor Alessandro Schiesaro sarà nominato responsabile della segreteria tecnica di Mariastella Gelmini per l'Università. Il fatto è che per il Partito democratico sarà un po' complicato accusare l'insigne latinista di essere un greve tagliatore di budget, o un Chicago boy in salsa accademica. Il fatto è che Schiesaro non soltanto è un esperto di riconosciuto valore del sistema universitario italiano. Soprattutto, fino ad oggi aveva riservato i suoi servigi all'area del Partito democratico. Al punto che la lettiana di ferro Alessia Mosca lo definisce, oltre che "una persona di grandissimi meriti", anche "uno dei nostri amici storici". E lui stesso, anche oggi non ha alcun problema a definirsi un "estimatore" di Enrico Letta. Savonese, 45 anni, Schiesaro ha un blog (non molto aggiornato, a dire il vero) e un album fotografico su Flickr. Non è nuovo agli incarichi ministeriali: è stato consulente del sottosegretario Luciano Modica (Pd) nella commissione per il "rientro dei cervelli" dall'estero. Del resto, lui stesso è uno dei (non molti) cervelli rientrati in Italia da brillanti carriere oltreconfine: tra l'altro, ha diretto il Department of Classics del King's College di Londra, oltre a esserne stato consigliere d'amministrazione prima e Honorary Senior Research Fellow poi. Oggi, dopo aver studiato alla Normale di Pisa, a Berkeley e a Oxford, è ordinario di Letteratura latina alla Sapienza di Roma, oltre che editorialista del Sole 24ore per i temi dell'università. Lui, di suo, politicamente si definisce un "riformista". E dice di non avere alcun problema a collaborare con la ministro del centrodestra: "Il problema dell'università italiana - spiega - è la competizione tra chi vuole innovare e chi vuole frenare. Ma queste due componenti sono ripartite in modo assolutamente equo tra i due schieramenti". Si ferma un attimo e riprende un po' amaro: "Basta vedere la lotta a Luciano Modica nella scorsa legislatura... Ma adesso è davvero il momento in cui tutti ci rimbocchiamo le maniche". Schiesaro ha accettato l'offerta di Mariastella Gelmini perché la ritiene "molto determinata a riformare e ha certamente idee molto innovative". In realtà, ascoltando il professore non si ha la sensazione di trovarsi di fronte a un consulente del governo, quanto a una sorta di lobbista del mondo universitario presso il governo: "Nel 2009, di tagli sostanziali non ce ne saranno. Chi sostiene il contrario, è in malafede. Secondo me, la priorità - di qui alla prossima finanziaria - è quella di impostare una serie di politiche credibili che ci consentano di dissipare quella nube che grava sul mondo universitario a partire dal 2010". Insomma: "Abbiamo tempo fino all'estate prossima per convincere il governo e il Paese che ci meritiamo di più". Ma, appunto, per l'opposizione il mestiere sarà un po' più difficile. Alessia Mosca allarga le braccia: "Per quanto ci riguarda, il fatto che presso il governo ci sia una persona stimabile come Schiesaro è certamente una garanzia. Speriamo che questo possa consentire una riforma condivisibile". Marco Cremonesi Alessandro Schiesaro.

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<I nostri giovani anti-Gelmini? E' ribellismo, Silvio esagera> (sezione: Scuola)

( da "Corriere della Sera" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-10-23 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE Il Secolo (An) "I nostri giovani anti-Gelmini? E' ribellismo, Silvio esagera" ROMA - "Questa protesta non ha una precisa connotazione ideologica. è piuttosto un vago ribellismo contestatorio normale nelle scuole e nelle università. Ma la sinistra sta provando a metterci sopra il cappello per riempire la manifestazione di sabato contro il governo". Il direttore del Secolo d'Italia, Flavia Perina spiega così perché il quotidiano di An sta dedicando da giorni ampio spazio alla protesta anti Gelmini, raccontando anche la partecipazione dei giovani di destra. Anche i giovani di destra partecipano ma non è una protesta politica? "Ma sì. Ricordo che all'inizio degli anni '70 gli studenti contestavano anche i decreti delegati di Malfatti che in realtà li facevano entrare nei consigli scolastici. C'ero anche io. Sinistra e destra protestavano insieme, un po' come adesso". Cosa pensa dell'idea di Berlusconi di far intervenire se necessario la polizia? "I diritti di chi vuole seguire le lezioni sono sacrosanti. Ma parlare di polizia nelle scuole e nelle università mi sembra eccessivo. Non si arriverà a tanto, ci penseranno i presidi". L. Sal.

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La destra nelle scuole <Noi non faremo l'errore di Almirante> (sezione: Scuola)

( da "Corriere della Sera" del 23-10-2008)

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Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-10-23 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE Occupanti anomali "Sgombrando regaleremmo il movimento" La destra nelle scuole "Noi non faremo l'errore di Almirante" SEGUE DALLA PRIMA Così, Scialanga, quando parla, sembra un po' il Crozza di Veltroni, quello del "ma anche". Un equilibrista sul filo. Per esempio, se gli chiedi: Azione studentesca occupa o no? Scialanga risponde: "Noi non siamo contro il governo Berlusconi e non contestiamo la riforma Gelmini. Ma da domani (oggi, ndr) daremo anche noi il via alle occupazioni nelle scuole. Pazienza se Berlusconi non è d'accordo, noi siamo autonomi. Il nostro slogan è semplice: Basta prof incompetenti, più.

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Napolitano agli studenti <Non posso schierarmi Ora serve il confronto> (sezione: Scuola)

( da "Corriere della Sera" del 23-10-2008)

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Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-10-23 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE Il capo dello Stato "Non sono estraneo alle esigenze della scuola" Napolitano agli studenti "Non posso schierarmi Ora serve il confronto" "Diluire nel tempo i tagli ritenuti necessari" Lettera del presidente a ricercatori e studenti che gli chiedevano di prendere posizione: siate determinati e intelligenti ROMA - Non debbo affatto "decidere da che parte stare ", scrive Giorgio Napolitano agli studenti e ricercatori de la Sapienza impegnati a protestare contro il governo e che lo hanno sollecitato a prendere posizione. E, più ansioso di farsi capire che piccato per com'è stato chiamato in causa, cita la Costituzione e aggiunge: "Non posso stare dalla parte del governo e delle sue scelte, né dalla parte opposta ". Il che significa, ripetono dal Quirinale, che lui sta "dalla parte di tutti". è un esercizio difficile, quello di un capo dello Stato che rivendica un ruolo da arbitro nel giorno della massima tensione sulla riforma Gelmini e chiede che "su questo tema non si cristallizzi un clima di pura contrapposizione". Infatti, sollecitare "ascolto reciproco " nel momento in cui il premier minaccia di schierare la polizia contro le occupazioni, e con studenti e centrosinistra tramortiti per l'annuncio, sembra una scelta quasi rinunciataria. E invece, si affannano a spiegare dal Colle, questa è l'unica opzione possibile per il presidente. Vale a dire che, più in là dei richiami e degli appelli non può spingersi. In realtà Napolitano va oltre un generico invito alla responsabilità. Da vecchio parlamentarista, indica nelle assemblee la sede appropriata del confronto, il luogo dove "si possono configurare soluzioni alternative ai problemi da affrontare ". Ora, fermo restando che "non spetta" a lui "pronunciarsi nel merito dell'una o dell'altra soluzione, né suggerirne una propria", tutto ciò "non significa che si senta estraneo alle esigenze della scuola, della ricerca, dell'università ". Sa, il capo dello Stato, che su questa partita "è in gioco il futuro del Paese". Perciò, dato che conosce bene le forme del conflitto e ha esperienza di come potrebbe chiudersi in perdita per tutti, consiglia un metodo non traumatico per riaprire la partita. Indica sedi, occasioni e strumenti per "meglio definire e distribuire nel tempo i tagli ritenuti complessivamente indispensabili alla spesa pubblica ", cercando di valutare "attentamente l'esigenza di salvaguardare livelli adeguati di spesa per la ricerca e la formazione ". Traduciamo: si costruisca un compromesso "ascoltando le reciproche ragioni", "rimuovendo distorsioni, insufficienze e sprechi" e lavorando di bulino sul decreto da approvare entro fine mese, sulla sessione di bilancio che si chiude il 31 dicembre, sul piano di programmazione triennale delle risorse pubbliche. Ci si può riuscire, dice agli studenti, "dando prova anche voi, responsabilmente, di determinazione e intelligenza ". M. Br.

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Brunetta (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Attualità BRUNETTA BRUNETTA Fannullone chi aiuta gli handicappati? Nella mia "opinione" in merito al problema linguistico posto dalla elevata presenza nella scuola dell'obbligo di alunni immigrati ("Il Tirreno" del 17 ottobre), era accennato al fatto che ogni volta che si fanno ritocchi restrittivi nella scuola, le prime norme a farne le spese sono quelle inerenti alunni e lavoratori scolastici disabili. Puntualmente il ministro della pubblica amministrazione Renato Brunetta, il grandissimo "public non-attendance exterminator", ha individuato nell'articolo 33 della legge 104 del 1992 (Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate) un inammissibile nodo assenteistico, nonchè un intollerabile spreco di denaro pubblico, e perfino una discriminante attribuzione di privilegio a una determinata categoria di "fannulloni". Solo che l'articolo di legge in questione concerne la concessione di permessi retribuiti ai lavoratori che assistono parenti con handicap grave. Questo provvedimento, firmato da Brunetta, è stato poi ritirato dal governo forse colpito, a differenza del ministro, da un improvviso attacco di pudore. Gianni Menicucci Pisa UNIVERSITA' I lucchetti li mette la ministra Gelmini Ho 25 anni e mi sono laureata. Se ho raggiunto questo traguardo è merito dei miei insegnanti di scuola di ogni ordine e grado che mi hanno educato con passione e coscienza alla vera Cultura con la "C" maiuscola: la Cultura che è sapere, cercare, scoprire" e non solo produrre. Vorrei esprimere tutta la mia solidarietà agli studenti che manifestano e che dicono "no" ai tagli alla scuola. Non è vero che gli studenti che occupano mettono i lucchetti alle porte delle scuole, a farlo è il ministro Gelmini. I tagli alla scuola, la necessità che la ricerca debba trovarsi finanziamenti privati, la riduzione dell'orario scolastico: questi sono i veri lucchetti alle nostre scuole! Elisa Guarascio Tassignano CRISI FINANZIARIA Nemmeno Stalin riuscì a proibire Ho letto la lettera del professor Mannocci ("Il Tirreno" di domenica 19), sperando di trovare uno spunto di riflessione per comprendere quanto sta accadendo alla finanza mondiale. Invece leggo che un suo studente ha trovato l'antidoto: proibire! Bene, allora facciamo la lista delle attività da proibire, iniziando con le case automobilistiche che costruiscano auto che non superino i 130 chilometri orari; chiusura discoteche alle 2 di notte; severamente proibito: l'evasione fiscale, l'infedeltà tra coniugi, fare cartello nelle varie "filiere" (petrolieri in testa). E ce ne sarebbero altre due o tremila cosucce da proibire. So che un tale nato a Gori, Georgia, il 21 dicembre 1879, di nome Joseph Stalin, ci abbia provato a proibire e a tenere il suo popolo sotto una dura e spietata dittatura ove "tutto" era sotto il suo controllo, ma gli esiti non sono stati quelli desiderati... Caro professore, il proibizionismo non ha mai ottenuto risultati. è l'indole umana che ci porta dove ci porta. Il relativismo col quale l'uomo convive e decide, come fosse un teorema, quando la vita inizia, quando è lecito finirla (la vita) e così via dicendo. Insomma l'uomo ha la volontà-potenzialità di essere buono e altruista o malvagio ed egoista e spesso, ahimè, è quest'ultima indole a prevalere. Ecco il vero antidoto: cambiare l'indole umana, rendendoci tutti buoni e altruisti: ma non credo che sia stato ancora scoperto come... Dr. ing. Antonio Nanna Capannoli (Pi) MAESTRO UNICO Un guaio se lavorano entrambi i genitori Se noi genitori siamo dei cretini, allora il signor Massimiliano Meini di Castellina Marittima ("Il Tirreno" di ieri) è un gran somaro perché si dovrebbe documentare meglio e leggersi l'articolo 133 del decreto Gelmini. La riforma prevede la riduzione di circa 78mila insegnanti. è vero che gli insegnanti in esubero vengono utilizzati in base alle risorse esistenti in quel momento, ma per quanto riguarda il tempo pieno con l'insegnante unico le ore settimanali di lezione scendono a 24; per la chiusura o l'accorpamento degli istituti tutto è demandato alle Regioni e quelle che non si adeguano verranno commissariate; per la lingua straniera non ci saranno più insegnanti esterni, ma tutti i docenti dovranno fare corsi specifici: ora lei ce la vede un'insegnante di cinquant'anni andare a imparare? Per le scuole dell'infanzia, infine, è previsto solo un turno di mattina, così i genitori che lavorano tutti e due sono obbligati a mandare io figli alle scuole private, che sembra essere proprio ciò che vuole il governo. Signor Meini, si documenti meglio. Franco Vanni Saltocchio (Lu) NOI E ISRAELE Se fanno Santo anche Papa Pio XII Caro direttore, papa Ratzinger non si recherà in Israele se il museo Yad Vashem non rimuoverà la targa su Pio XII. Già dopo i fatti della mancata visita all'Università di Roma La Sapienza, dovrebbe essere chiaro che il Vaticano è refrattario a ogni tipo di critica e dissenso. Stavolta però non siamo in Italia e ho l'impressione che toccherà ai vescovi subire le ingerenze di uno Stato estero anziché esercitarle come al solito, e la "longa manus ecclesiae" non riuscirà nei suoi intenti: se vorranno fare Santo anche Pio XII dovranno passare su un cadavere parecchio ingombrante. Ma non stupiamoci troppo, fra i Santi c'è tale Bernardo da Chiaravalle, il predicatore del malicidio; o Roberto Bellarmino, personaggio al quale dobbiamo il rogo di Giordano Bruno. Non si faranno certo problemi per uno in più, soprattutto se vanta un passato discutibile. Roberto Martina.

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Scuola, occupazioni a macchia d'olio (sezione: Scuola)

( da "Messaggero, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Il sindaco Alemanno: "Garantire il diritto di manifestare e la scelta di chi decide di non farlo" Scuola, occupazioni a macchia d'olio Si allarga il fronte contro la riforma Gelmini: in campo anche la destra.

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Dopo le dichiarazioni del premier Silvio Berlusconi sull'utilizzo delle forze di polizia per ga (sezione: Scuola)

( da "Messaggero, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Rantire la libertà di entrare a scuola e seguire le lezioni, cresce il fermento degli istituti romani che protestano contro il decreto del Ministro Gelmini. La protesta si allarga a macchia d'olio e, ieri, si sono registrate nuove occupazioni e autogestioni, protagoniste le associazioni studentesche vicine alla sinistra come alla destra estrema. Ci sono anche forme "alternative" di manifestazione: al Righi stop alle attività extradidattiche, a gite e viaggi d'istruzione. Marani all'interno.

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Le parole eccessive e forse rischiose del premier (sezione: Scuola)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2008-10-23 - pag: 16 autore: Le parole eccessive e forse rischiose del premier L e parole con cui Silvio Berlusconi ha ammonito studenti e insegnanti contestatori hanno suscitato perplessità e dubbi. S'intende, nessuno ha mai pensato che il governo in carica sarebbe disposto a tollerare violenze e prevaricazioni nelle strade o negli istituti occupati ( spesso solo in modo simbolico). Vorrebbe dire far torto a Berlusconi, a Maroni e agli altri esponenti di un esecutivo che ha fatto dell'ordine pubblico uno dei suoi cavalli di battaglia.Non c'è bisogno di un apposito "avviso ai naviganti" per sapere che il premier e i suoi alleati non intendono abbandonare il loro elettorato e più in generale quella "maggioranza silenziosa" evocata dal senatore Quagliariello. Maggioranza silenziosa... Il termine non viene usato a caso. Si torna con la mente a quarant'anni fa,al '68francese.E alla grande sfilata dei Campi Elisi con cui il generale De Gaulle dimostrò che esisteva una Francia laboriosa e, appunto, silenziosa schierata con le istituzioni. Una Francia maggioritaria nei grandi numeri, estenuata da settimane di tensioni e scontri alimentati, nelle università e nelle città, da gruppi studenteschi comunque minoritari. Ora, è chiaro che Berlusconi non è De Gaulle e che l'Italia del 2008 non è laFrancia del '68. Alimentare un simile parallelo non conviene a nessuno: senza dubbio non al governo, ma nemmeno al centrosinistra. Se non altro perché quest'ultimo dovrebbe ricordare la disfatta politica dell'opposizione francese, quarant'anni fa, quando la "maggioranza silenziosa" si fece sentire. Si può discutere e dissentire sulla riforma Gelmini, ma è difficile sostenere che i problemi della scuola o dell'università comincino oggi e non siano il prodotto di decenni di errori. Al punto che nessun ateneo italiano, ad esempio, figura fra i primi 150 del mondo. Ecco perché un '68 in sedicesimo non è proprio quello di cui ha bisogno Veltroni per restituire credibilità al suo progetto riformista. Certe rivincite è meglio cercarle su altri terreni. Riempire lo spazio del Circo Massimo, sabato prossimo, è importante, ma ancora più importante è mantenere la lucidità politica. Sotto questo aspetto,l'uscita berlusconiana appare superflua e rischiosa. Superflua perché nessuno immagina che il governo sia cedevole di fronte all'intolleranza. Ma per l'ordine pubblico c'è il ministero dell'Interno. Se il presidente del Consiglio scende in campo in prima persona, con particoloare enfasi, si entra nell'area del rischio. Non tutte le questioni possono essere trattate alla stregua della spazzatura di Napoli, quando l'effetto mediatico e spettacolare era essenziale: soprattutto per dare al paese l'immagine immediata di un ritorno dello Stato. La scuola ha bisogno di tutt'altro. è bene che il governo abbia un suo programma e dimostri determinazione. A patto di non dimenticare che la soluzione dei contrasti può venire solo da una seria capacità di ascoltoe di confronto. Anche a costo di accettare qualche compromesso sui punti cruciali. Ne deriva che l'invito alla moderazione e al buon senso venuto ieri da Giorgio Napolitano sembra quanto mai opportuno. Viceversa i toni aspri del premier rischiano di esporre Palazzo Chigi all'accusa di voler soffocare il dissenso. Rendendo così ancora più teso e nevrotico il dibattito politico. Naturalmente è eccessivo parlare di "provocazione", come fa il Pd. Ma è vero che sabato è in programma un'imponente manifestazione. Ed è meglio che tutti tengano i nervi saldi. www.ilsole24ore.com Online "Il Punto" di Stefano Folli 7 il PUNTO DI Stefano Folli Nessuno dubita che l'Esecutivo difenda l'ordine pubblico ma la scuola esige cautela.

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Vado al Massimo (sezione: Scuola)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2008-10-23 - pag: 18 autore: Vado al Massimo Il clima in Italia si sta infuocando? Se parliamo degli studenti, direi di sì. Le manifestazioni contro il decreto Gelmini non si contano più. Serviranno? Ho dei dubbi se è vero che l'indice di gradimento per un Governo non è mai stato così alto. Adesso bisogna vedere che cosa succederà questo sabato quando sarà la sinistra a manifestare. Berlusconi dice che "in piazza non si risolve nulla". Ma in gioco ci sono la forza e l'unità dell'opposizione. Gianna Gentiloni e-mail B erlusconi ha ragione, con le manifestazioni di piazza si risolve poco. Però, anche lui due anni fa smosse persone a centinaia di migliaia, contro il Governo di Prodi. E dunque: lasci a Veltroni di fare la sua ginnastica, e senza troppe prediche. C'è un limite alle prove muscolari, di forza - o di debolezza. Che si svolgano in ordine, senza violenza e disordini. Una volta salvo questo, è tutta salute. Per la democrazia, intendo. Tanta gente viaggia, cammina, porta cartelli e striscioni, strepita slogan. Si sfoga. Magari torna a casa in pace, ancorché provvisoria. E poi affitta autobus, prende treni, mangia panini, beve. Insomma: spende, consuma. è contro la recessione, bellezza. P.S. L'unico inconveniente è che tutto finisca al Circo Massimo. Nel giro stretto del segretario lamentano che non ci sia verso di liberarsene, in un modo o nell'altro D'Alema è sempre tra i piedi. - Prodi e l'ambiente Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, nell'intervista al Sole 24 Ore del 21 ottobre, fa riferimento a un presunto immobilismo del precedente Governo Prodi sulle politiche ambientalie climatiche, chiedendosi cosa abbia realizzato l'Esecutivo di centro-sinistra. è curioso, però, che lo stesso ministro, nel parlare dei provvedimenti per il clima dell'attuale Governo, citi come unico esempio proprio il Fondo rotativo per Kyoto di 600 milioni (triennali) che mette in moto investimenti per tre miliardi di euro, ideato dal precedente ministro Alfonso Pecoraro Scanio, previsto e finanziato dalla Finanziaria del 2006e confermato in quella del 2007. Entrambe fatte dal Governo di centro-sinistra. Potremmo fare un lungo elenco di tutti i provvedimenti contro l'inquinamento e per Kyoto, per l'efficienza e le rinnovabili, dal Nuovo conto energia che ha quadruplicato le installazioni di impianti fotovoltaici agli incentivi per il solare termodinamico, ai 270 milioni per il Fondo mobilità sostenibile o ai 210 milioni per i Piani per la qualità dell'aria. Antonio Barone Ufficio stampa dei Verdi Sicilia sprecona La Regione siciliana, a dispetto dei suoi oltre 20mila dipendenti fra cui 2.600 dirigenti, continua imperterrita nella sua politica suicida di riempire gli organici già intasati dell'amministrazione regionale. Il deprecabile fenomeno del fannullonismo non è solo dovuto al fatto che la gente non voglia lavorare e basta, ma nasce soprattutto dalla mancanza di motivazioni non solo economiche ma anchee soprattutto di carriera. Alla Regione siciliana i dipendenti assunti in forza di un concorso sono solo una sparuta minoranza. Il grosso dei dipendenti (ma anche dei dirigenti) è stato assunto graziea leggi speciali che hanno cooptato questo personale da societàa partecipazione regionale. Quale può essere lo stimolo o la motivazione a lavorare per coloro che, assunti per concorso, si sono visti sempre scavalcare da chi un concorso non lo ha mai fatto? Lettera firmata.

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ROMA - L'ordine deve essere garantito, lo Stato deve fare lo Stato. Ma le intimidazioni n (sezione: Scuola)

( da "Messaggero, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Di ANNA MARIA SERSALE ROMA - "L'ordine deve essere garantito, lo Stato deve fare lo Stato. Ma le intimidazioni non fermeranno le lotte studentesche, le parole di Berlusconi sono inaccettabili e le respingiamo. Il presidente del Consiglio vuole usare contro di noi la polizia ma questo è davvero grave", gli studenti che occupano le università reagiscono così alla decisione del premier di utilizzare le forze dell'ordine per "garantire i diritti dei cittadini" che non sono d'accordo con i manifestanti. "Così torna lo Stato di polizia", attaccano i ragazzi dell'Udu, una delle Associazioni di sinistra che si oppongono "all'utilizzo della repressione come metodo di risoluzione dei conflitti". "Invece di essere criminalizzati - continuano - gli studenti dovrebbero essere coinvolti nelle decisioni del governo, quelle parole sono il sintomo di una profonda crisi della democrazia". Ieri mattina alla Sapienza i manifestanti hanno chiuso con catenaccio e lucchetti il Dipartimento di Fisica in segno di protesta "contro i tagli ai fondi dell'università". Fisica è una delle facoltà più calde, insieme a Lettere, Filosofia e Scienze politiche. Occupate anche alcune aule delle facoltà di Economia, Scienze politiche, Lettere e Chimica. Per loro il "giorno di riflessione" indetto per domani con il blocco della didattica è un "segnale debole". Intanto Mariastella Gelmini invita ad "abbassare i toni". "Mi pare - ha detto il ministro - che ci sia qualcuno che cerchi strumentalmente lo scontro di piazza. La protesta di questi ultimi giorni è una protesta politica che ha come obiettivo la lotta al governo Berlusconi, con la regia della sinistra e dei centri sociali. I mass media danno moltissimo spazio a proteste che coinvolgono qualche migliaio di persone mentre ci sono decine di migliaia di ragazzi che continuano a studiare a casa e a frequentare i corsi". Ma in tutta Italia la protesta esplode. Le parole del premier hanno infiammato il clima. I ragazzi del 2008 archiviano le kefiah e vogliono partecipare al tavolo delle decisioni, vogliono essere interlocutori oscillando tra vecchie e nuove proteste. E dicono: "E ora picchiateci tutti". "Ancora assemblee, cortei e occupazioni, non ci fermerete". In tutta Italia aumentano i focolai di contestazione. Proteste anche negli atenei di Tor Vergata e Roma Tre. Nel terzo ateneo della Capitale il rettore Guido Fabiani al megafono ha parlato ai ragazzi: "Riconosco la validità e la legittimità della vostra protesta contro i tagli all'università previsti dalla legge 133. Questa disposizione mette in ginocchio l'università e questo significa mettere in discussione il futuro dei giovani". "Ecco perché insieme alle altre componenti del mondo accademico ci mobilitiamo per opporci allo smantellamento dell'Università pubblica", dicono gli studenti. Nel mirino, dunque, la legge dello scorso agosto. In serata poi la contestazione si è spostata alla mostra del cinema. Un'altra "grande giornata di mobilitazione" è prevista per oggi e approderà anche nella sede storica di Urbino, dopo avere contagiato Pisa, Siena, Perugia, L'Aquila e Roma. "L'uso della forza per reprimere le mobilitazioni lo rifiutiamo", continuano i ragazzi il cui obiettivo è di allargare la protesta in vista dello sciopero del 14 novembre, giorno nel quale si fermerà l'intero mondo universitario e della ricerca. Gli studenti dell'Udu poi lanciano un appello al presidente Napolitano (che ha risposto invitando tutti al dialogo) chiedendo che si faccia "garante del diritto di manifestare il pensiero". Intanto ieri è stato un susseguirsi di lezioni in strada. A piazza Farnese a Roma, nel cuore della città, i professori hanno riempito le lavagne di equazioni che hanno tradotto il decreto Gelmini in un modello matematico. "Il modello - spiega uno studente seduto per terra - mostra le conseguenze che il decreto Gelmini potrà avere a lungo termine e indica che, con il ritmo di tagli previsto dalla legge 133 e nessun nuovo finanziamento, l'attività di ricerca tenderà a zero e questo si rifletterà anche sull'economia italiana. In entrambi i casi risulta una tendenza di crescita negativa". In piazza ci sono anche i fisici, oggi faranno esperimenti durante le lezioni anti-tagli organizzate dal dipartimento dell'università La Sapienza. Esperimenti all'aperto sono in programma anche per domenica 26 ottobre negli spazi aperti della Sapienza. Ha suscitato molto clamore anche la lezione dell'astrofisica Margherita Hack, 86 anni, ma ha la grinta di una ventenne, che nel pomeriggio in piazza Signoria a Firenze, ha tenuto una lezione di fronte a oltre 2000 studenti, curiosi, insegnanti e turisti radunati all'ombra di Palazzo Vecchio. Ma la Gelmini, partendo dall'analisi dei mali dell'università, annuncia che presenterà presto un progetto. "I 5.500 corsi di laurea esistenti, per esempio, sono un'offerta didattica autoreferenziale volta a moltiplicare la cattedre e non certo a fare gli interessi degli studenti. A questo si aggiunge che l'università italiana produce meno laureati del Cile e ci sono 37 corsi di laurea con un solo studente, mentre 327 facoltà non superano i 15 iscritti e cinque importanti università importanti hanno buchi di bilancio enormi", ha sostenuto il ministro. Che ha aggiunto: "Da oggi si volta pagina e anche l'università deve fare autocritica e cambiare registro. Partiamo da una fotografia dell'esistente per intervenire. Non è alzando i torni a attaccando il ministro e il Governo che si risolvono i problemi. Ho dato la disponibilità a incontrare la Crui e tutte le realtà del mondo accademico aperto al cambiamento".

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ROMA - Sale le scalinate di Lettere scavalcando centinaia di ragazzi in t-shirt e prende il (sezione: Scuola)

( da "Messaggero, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Di MARIA LOMBARDI ROMA - Sale le scalinate di Lettere scavalcando centinaia di ragazzi in t-shirt e prende il microfono, ha l'aria di uno studente fuori corso. "Sono il papà di un bambino che frequenta l'elementare al Casilino, anche noi abbiamo occupato per una settimana. Noi lotteremo con voi, e voi con noi. Vi porto la solidarietà dei bambini. Ciao, fratelli e sorelle!". Nessuno mai li aveva chiamati così. Il papà sparisce tra la folla che dai marmi bianchi dell'ingresso si stende fino al prato e oltre travolgendo motorini e auto. Un boato lo insegue "bravo papà!". L'assemblea che nessuna aula della Sapienza potrebbe contenere trema di rabbia per le parole di Berlusconi. "Vuole mandare la polizia per sgomberare? Noi chiediamo al rettore di assicurarci che i manganelli non entreranno alla Sapienza". Un corteo raggiunge il rettorato, "Noi le guardie non le vogliamo!", urla e fischi sotto le finistre di Guarini, "rispettiamo solo i pompieri". Una delegazione di studenti viene ricevuta dal rettore, un lungo incontro, "ci ha garantito che non farà entrare la polizia", riferisce in serata Aliosha, studente di Lettere. "Le criticità - sostiene il rettore in una nota - devono essere affrontare col dialogo, ascoltando i giovani". "Il governo alza i toni per portarci ad azioni che possono screditarci", dalla scalinata della facoltà Matteo, di Studi Orientali, invita a non rispondere alle "provocazioni. Non limitiamoci a dire di no, facciamo proposte concrete". E Gigi, ricercatore precario, è convinto "che il governo fa la voce grossa perché nelle piazze è in minoranza. Siamo tanti, tutta l'Italia si sta mobilitando". La Sapienza è in prima linea: la protesta partita da Lettere, Fisica, Chimica e Scienze Politiche, le facoltà finora occupate, arriva anche a Economia, dove stamattina un corteo di studenti ha invaso l'aula 2, "abbiamo ostacolato la cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico", racconta all'assemblea una ragazza. Medicina "è uscita dal coma, anche noi partecipiamo alla vostra mobilitazione". Si muovono anche Architettura, "un'assemblea di facoltà parlerà dei danni della riforma", Sociologia e Scienza della Comunicazione. "A RomaTre hanno occupato il rettorato", notizia accolta dagli applausi. Fisica "sigillata", gli studenti in lotta hanno chiuso l'ingresso del dipartimento con lucchetti. "Siamo tanti, siamo noi il nuovo movimento", Francesco è un dottorando di ricerca, una specie in via di estinzione con questa legge. E lui non vuole sparire insieme a tutti i suoi anni di studio, urla al microfono. "Siamo un'onda anomale e non ci importa delle identità". E dunque, niente etichette per una mobilitazione che scavalca gli anni e gli schieramenti, abbraccia bimbi delle elementari, genitori, studenti e ricercatori, e cerca parole nuove. "Determiniamo noi i linguaggi della piazza", è ancora Francesco, "saremo imprevedibili". Ma violenti "mai, dov'è al violenza in queste occupazioni? Violento è il governo che vuole imporre questa riforma e minaccia di mandare la polizia nelle facoltà". Un gruppo di studenti raggiunge in serata l'Auditorium, "portiamo la protesta sul red carpet". Oggi pomeriggio appuntamento davanti al Senato, alle 17, con i prof e le maestre, e domani corteo per la città, "perché l'intelligenza non può arretrare, non vogliamo diventare tutti quanti stupidi come la Gelmini".

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ROMA - Non siamo attaccabili da alcun punto di vista, per questo hanno scelto la scuola e l (sezione: Scuola)

( da "Messaggero, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Di ANNA MARIA SERSALE ROMA - "Non siamo attaccabili da alcun punto di vista, per questo hanno scelto la scuola e l'università come terreno di scontro. I leader dell'opposizione imperversano, mandano messaggi assolutamente falsi, che a furia di essere ripetuti risultano verosimili creando allarmismi inutili tra le famiglie", ha esordito così Silvio Berlusconi prima di mostrare il pugno di ferro contro le occupazioni. All'incontro con i giornalisti un premier molto deciso ha voluto controbattere punto per punto alle accuse del Pd, bollandole come "un ritorno alla vecchia politica". "Noi - ha continuato Berlusconi - andremo spediti, altro che ritiro del decreto". Ma ha anche chiarito che "non licenzieremo nessuno per colpa del maestro unico". Che anzi, ha detto rivolgendosi alla Gelmini, non è unico ma "prevalente, dal momento che avrà accanto gli insegnanti di inglese, di religione e se sarà necessario di informatica". "Comunque - ha sottolineato - l'anomalia dei tre maestri è solo italiana. La sinistra dovrebbe ricordare che quando furono introdotti i tre maestri si schierò con la stessa veemenza per impedire la riforma". Poi, elencando i contenuti del decreto Gelmini, Berlusconi ha detto: "Ora rispondo alle bugie dell'opposizione. E' una falsità parlare di taglio da 8 miliardi alla pubblica istruzione. Piuttosto c'è una manovra sul triennio che porta a una migliore allocazione delle risorse, dal momento che la scuola costa molto e dà scarsi risultati. Spendiamo il 7,4% del Pil, mentre la Germania, che ha un sistema di istruzione migliore, spende il 6,3%. Da noi è più elevata anche la spesa pro capite per studente, 5.172 euro contro la media di 4mila di Francia e Gran Bretagna. L'altra anomalia è avere un insegnante ogni nove alunni, gli altri Paesi Ocse ne hanno uno ogni tredici. E abbiamo 10mila classi con meno di 10 alunni". "Inoltre - ha sostenuto il premier a sostegno della manovra economica - la spesa non tiene in considerazione il merito di chi si applica e lavora sul serio. Un professore di liceo a metà carriera guadagna 27.500 euro lordi, mentre un suo collega dell'Ocse ne guadagna in media 40mila. Ecco perchè vogliamo meno insegnanti ma meglio pagati. Questo non significa che ci saranno licenziamenti. Nessuno sarà cacciato. E' falso quello che dice l'opposizione, non manderemo via 87mila persone, si tratta solo di pensionamenti e blocco del turn-over. Del resto non si può continuare con l'inflazione dei precari, per poi assumerli in pianta stabile. La scuola non può essere un ammortizzatore sociale. E il tempo pieno? Mentono anche su questo. Parlano di abolizione, non è vero. Non ci sarà alcuna riduzione, ma un incremento del 50%, con quasi 6mila classi in più". "Ma se dobbiamo dare i numeri almeno diamoli giusti - attacca così Giuseppe Fioroni, l'ex ministro della Pubblica istruzione che critica l'intervento del premier - Le classi con meno 10 alunni non sono 10mila ma 7mila". E in serata il Pd presenta un controdossier: "Sulla razionalizzazione del personale si tocca il massimo della spudoratezza giocando con le parole e con la condizione di vita delle persone: falsi gli 87.000 licenziamenti dice Berlusconi. Sono purtroppo veri i licenziamenti di 87.000 insegnanti che lavorano da anni, ogni anno, con incarichi annuali nella scuola. Essendo precari non vengono licenziati: vengono soppressi definitivamente i loro stipendi e i loro posti di lavoro. A questi si aggiunge la mancata assunzione dei 75.000 precari già previsti nel piano del governo Prodi con copertura finanziaria. Il presidente del Consiglio e il ministro non sanno neanche quanti dipendenti hanno: hanno affermato che sono 1.350.000 e sono troppi. Dai dati della Ragioneria generale dello Stato si ricava che i dipendenti nel 2006 erano 1.143.164, scesi nel 2007 a 1.133.000. Non è vero neanche che in Italia il rapporto docente/alunni è 1 ogni 9: nella pubblicazione la scuola in cifre dello stesso ministero dell'Istruzione nella tabella 1.3.3 pag 23 (pubblicata a settembre 2008) il rapporto è 1 ogni 11,1".

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Il ministro Gelmini ha presentato i dati che illustrano i mali dell'università. Ha cominci (sezione: Scuola)

( da "Messaggero, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Ato dai corsi di laurea con un solo studente, sono 37. Uno spreco ingiustificabile, ha detto il ministro. A questi si aggiungono ben 327 facoltà che non superano i 15 iscritti. Dati negativi che si inseriscono in un quadro di scarsa produttività del sistema: l'Italia, infatti, sforna meno laureati del Cile. Un primato davvero negativo, che ci fa sprofondare in fondo alle classifiche.

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Sono cinque le università importanti con enormi buchi di bilancio, che avrebbero portato, se fo (sezione: Scuola)

( da "Messaggero, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Ssero state aziende, al licenziamento in tronco di chi le ha gestite per tanti anni . E sono le università in cui si manifesta di più, osserva il ministro Gelmini. Ma il dissesto è più ampio. Ci sono almeno una ventina di atenei con bilanci in rosso, tanto è vero che i rettori hanno lanciato un appello al governo. La replica è che occorre eliminare le sacche di spreco e di improduttività.

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ROMA Tranquilli, siamo gente con la testa sulle spalle , fa Walter Veltroni che (sezione: Scuola)

( da "Messaggero, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Di NINO BERTOLONI MELI ROMA "Tranquilli, siamo gente con la testa sulle spalle", fa Walter Veltroni che contesta a muso duro le "provocazioni" del premier. Annuisce Dario Franceschini, è d'accordo Beppe Fioroni, tutti schierati alla presidenza assieme a Maria Pia Garavaglia e a Ricki Levi per replicare a Silvio Berlusconi. Sarà pure vero che l'affondo berlusconiano alla fine "serve" al Pd alla vigilia di una manifestazione importante per il partito e per il suo leader; sarà pure vero che ai democrat arriva un "soccorso azzurro" insperato visto che l'attacco a chi manifesta finirà per portare acqua (cioè manifestanti) al mulino di chi sta organizzando il sabato 25. Eppure, tra le fila democrat, gratta gratta una preoccupazione si coglie: oltre al rischio oscuramento, al Pd temono un "effetto incontrollabilità", un caricare a tal punto l'appuntamento, un circondarlo di tali e tanti significati messaggi simboli, da farlo sfociare in qualcosa di imprevedibile e imprevisto e incontrollabile, un qualcosa che, dio ne scampi, rievochi il clima del G8 di Genova. Veltroni ci tiene a presentare il corteo di sabato come "pacifico, civile, democratico". Ma ai democrat non sono sfuggiti alcuni titoli dei giornali vicini al centrodestra che già presentano l'appuntamento di sabato come l'adunata di tutti gli scontenti e i refrattari e i centrisociali e i sindacati, e insomma i facinorosi; e non è sfuggito quel titolo a tutta pagina della Padania, giornale leghista, che grida "La piazza rossa torna a picchiare", "che a parte il capovolgimento della realtà non è proprio un titolo che inviti al dialogo e alla pacificazione", sottolinea Franceschini. Il vice del Pd dà la sua lettura dell'affondo di Berlusconi: "Lo fa per nascondere i problemi reali, alza lo scontro sulla scuola per occultare che le gente ce la fa sempre meno ad arrivare a fine mese, che la crisi finanziaria si sta abbattendo sulla vita reale con licenziamenti e cassa integrazione, che insomma una cosa sono gli annunci decisionisti, altra cosa la realtà vera". E se il Pd già prima era lancia in resta contro palazzo Chigi, a maggior ragione adesso. Veltroni raccoglie la sfida del premier e contrattacca: "E' un provocatore, invece di ascoltare insegnanti, studenti e operatori della scuola minaccia e promette l'uso della forza, così soffia sul fuoco". E mentre Fioroni fa vedere di non essere stato invano al ministero di viale Trastevere dando ampio sfoggio di dati e cifre e informazioni che contestano quelli del premier per concluderne con un sonoro "è un bugiardo", nell'aula del Senato si alza dai banchi la capogruppo Anna Finocchiaro e arringa: "Berlusconi vuole trasformare questioni sociali rilevanti in questioni di ordine pubblico", accenna anche lei a quel clima da provocazione che si vorrebbe creare ("Bisogna fare attenzione a certe infiltrazioni che potrebbero inquinare le proteste"), per concludere evocando un suo illustre corregionale che fu ministro dell'Interno: "Neanche Scelba aveva osato tanto". Veltroni chiede di aprire un tavolo con studenti, professori, genitori sui problemi della scuola. E chiede pure il leader del Pd senza però crederci troppo che il governo ritiri i decreti Gelmini "visto quel che hanno provocato in tutto il mondo della scuola". Ma è sempre sulla manifestazione che il leader torna. E al direttore del Gr Antonio Caprarica che lo intervista alla radio e gli chiede "ma se la manifestazione fallisse sarà un avviso di sfratto?", Veltroni sbotta: "E basta di "gufare" contro questa manifestazione, ma perché siete così preoccupati? E' la democrazia che funziona così".

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ROMA - Chi aspettava una riflessione, quantomeno una risposta franca a Veltroni, per il qual (sezione: Scuola)

( da "Messaggero, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Di FABRIZIO RIZZI ROMA - Chi aspettava una riflessione, quantomeno una risposta franca a Veltroni, per il quale il ritiro del decreto Gelmini era ormai improrogabile, ha ricevuto da Silvio Berlusconi un "avviso ai naviganti" che suona, più o meno così. La sinistra racconta solo bugie, avanti con il decreto, nessuna occupazione di scuola o università, in caso contrario farò intervenire le forze di polizia. Ma l'"avviso" non si conclude così, c'è dell'altro. "Tutelerò sempre il diritto dei cittadini, siano essi cittadini studenti o cittadini genitori. Avete 4 anni e mezzo, fateci il callo, non retrocederò di un millimetro". E chiosa: "Questo sia chiaro". Non spara soltanto sulla sinistra, ma anche sui media, che "ormai hanno divorziato dalla realtà". Mentre accusa il servizio pubblico di "diffondere ansia", mostrando "solo chi protesta", i giornali hanno "assolutamente trascurato di raccontare la realtà". Che, invece, è quella di aule "piene di ragazzi che intendono studiare e i manifestanti che sono organizzati dall'estrema sinistra e dai centri sociali". Manda un invito ai giornalisti presenti: "Vi prego, portate i nostri saluti ai vostri direttori e dite loro che saremo molto preoccupati e indignati se la conferenza stampa di oggi non avesse seguito e non dessero informazione ai lettori". Tra le tante proteste, la più accesa quella di Natale, Fnsi: "Le parole del premier sono minacciose". E' corposo il dossier preparato dal governo (dall'eloquente titolo, "tutte le bugie della sinistra") che Berlusconi depone sul tavolo di Palazzo Chigi quando si presenta, con il ministro Gelmini, alla conferenza stampa. E subito confuta le "menzogne" della sinistra. Non è vero che ci saranno tagli nella scuola e 86mila insegnanti in meno, nessuno "sarà cacciato", non è vero che verrà chiuso il tempo pieno, anzi saranno "6mila le classi in più", si razionalizza il personale e basta, non è vero che si favorisca la scuola privata, "stiamo cercando di far funzionare meglio la scuola pubblica, costa molto, 39miliardi all'anno, per lo più per stipendi, ma offre risultati deludenti". Corregge la Gelmini sul maestro unico (non sarà solo, verrà affiancato da insegnanti di lingua straniera, religione e informatica): "Meglio chiamarlo prevalente". La sinistra, è l'accusa, vuole soltanto strumentalizzare la situazione, "tenta di costruire un'opposizione di piazza su un terreno circoscritto, perché come governo siamo inattaccabili su tutta una serie di provvedimenti". Insomma, la sinistra alza la voce su un terreno amico, quello della scuola. Ma al premier che è stato, si definisce così, "uno studente modello, diligentissimo" che non ha mai "manifestato", quelle immagini di aule occupate, di cortei e bandiere e alzate, non vanno proprio giù. "L'ordine deve essere garantito, lo Stato deve fare il suo ruolo garantendo il diritto degli studenti che vogliono studiare ed entrare nelle classi e nelle aule". Se a Napoli, per riportare legalità, ha usato il pugno di ferro nel rimuovere la montagna di rifiuti, adesso, nella scuola, "lo Stato deve fare lo Stato". Pertanto userà la forza pubblica. Annuncia di convocare, per il pomeriggio, il ministro Maroni, gli "darò istruzioni dettagliate". Il faccia a faccia c'è stato ed durato più di un'ora a Palazzo Grazioli. Secondo quanto riferiscono alcune fonti, Maroni sarebbe rimasto "perplesso". La linea, comunque, sarebbe quella di non usare manganelli nelle università. Il premier in serata ha ppi usato un tono meno forte rispetto a quello del mattino, precisando che "è legittimo manifestare nelle strade e nelle piazze, ma non nelle aule, dove va garantito il diritto allo studio". In ogni caso, non può prevalere una minoranza facinorosa contro la stragrande maggioranza (valutata dai sondaggi al 60-70%) che vorrebbe frequentare lezioni con regolarità.

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Dal centro alla periferia si allarga la protesta degli studenti romani che a suon di occupazioni gri (sezione: Scuola)

( da "Messaggero, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Di GIOVANNI MANFRONI Dal centro alla periferia si allarga la protesta degli studenti romani che a suon di occupazioni gridano il loro "no" alla riforma Gelmini. Sacchi a pelo, musica, televisioni e radioline per la prima notte dei licei in mano a studenti "agguerriti" e decisi più che mai. Portone chiuso e ragazzi a fare la "selezione" all'ingresso al liceo classico Tasso in via Sicilia. Entrano solo gli interni ma sono tanti i giovani provenienti da altri istituti che provano a forzare inutilmente il "posto di blocco". Ieri sera, dopo l'ultima assemblea, sono state le ragazze a prendere in mano la situazione facendo la spola tra casa e scuola per cucinare pasta e carne così da rifocillare gli "highlander" che presidiavano l'istituto fin dalle prime ore della mattina. "Ci siamo organizzati per mangiare e dormire - racconta Francesco - ma alla fine credo che saranno pochi quelli che riusciranno a prendere sonno". Infatti, mentre i ragazzi del servizio d'ordine si assicureranno che nessuno faccia danni, pronti stereo e chitarre per improvvisare concerti live. E ieri sera c'era anche qualcuno che imprecava alla notizia che la partita della Roma non si sarebbe vista: "Non ci hanno permesso l'accesso alla sala dove c'è l'antenna - racconta uno dei ragazzi - la partita l'abbiamo dovuta seguire via radio. E' stato comunque divertente perché eravamo tutti insieme". E durante la notte sarà anche terminato lo striscione di circa cinque metri che campeggerà da oggi sulla facciata della scuola dei Parioli con scritto: "Riforma: ce ne OCCUPIAMO noi". Distesa di sacchi a pelo anche nella succursale del liceo scientifico "Nomentano", dove cattedre e banchi hanno lasciato spazio a dei veri e propri accampamenti. Qui l'occupazione è cominciata già alle 7,30 di ieri mattina, quando alcuni studenti hanno scavalcato i cancelli prima di impossessarsi di aule e corridoi. La facciata dell'edificio è stata ricoperta di striscioni. Si va da una diplomatica "Libertà di manifestare il pensiero" ad un irridente "La società dei magnaccioni" con le caricature di alcuni politici di vertice con la Gelmini in prima fila. E al grido di "Se ci bloccano il futuro noi blocchiamo la città" e "Con questa riforma a scuola non si torna", proprio intorno alle 20 di ieri sera la scuola vicino San Basilio ha deciso di proseguire la protesta. Pasta, patatine, CocaCola e un via vai di genitori muniti di viveri hanno contraddistinto la prima serata di occupazione: "Dormiranno in pochi - dice Alessandro, all'ultimo anno di liceo - sarà un lunga nottata dove non mancheranno confronti e dibattiti". "Ci faremo anche tante risate", aggiunge Erika. E chissà se sboccerà qualche amore sotto la zip del sacco a pelo rispolverato dopo le vacanze estive: "Da domani sono pronto a ripartire con la protesta - afferma Edoardo nascondendo un sorriso provocante - ma se stanotte la ragazza con cui ci provo da mesi dovesse finalmente baciarmi allora troverò una nuova carica".

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Aumenta il fermento delle scuole romane. Le dichiarazioni del premier Silvio Berlusconi che (sezione: Scuola)

( da "Messaggero, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Di ALESSIA MARANI Aumenta il fermento delle scuole romane. Le dichiarazioni del premier Silvio Berlusconi che si dice disposto a mandare la polizia davanti agli istituti pur di garantire il diritto allo studio per chi non partecipa alla protesta anti-Gelmini rimbalzano negli istituti. E di fronte all'ipotesi dell'utilizzo della forza pubblica, la condanna arriva dall'Unione degli Studenti (vicina alla sinistra), così come dal Blocco Studentesco (movimento di Casa Pound). Fino al sostegno degli attivisti d'estrema destra di Forza Nuova, che dicono: "Saremo al fianco degli studenti nel caso il Governo li aggredisse". Per oggi pomeriggio sono previste assemblee straordinarie negli istituti occupati Majorana e Pasteur, nonché un'assemblea dei rappresentanti delle varie scuole; ieri sono stati occupati il liceo Classico Torquato Tasso, in via Sicilia (qui l'occupazione è scattata alle 12,45 dopo che la proposta è stata votata in assemblea con 800 voti favoreli su 1200 studenti), l'artistico De Chirico, a Cinecittà (dove è intervenuto anche un delegato del presidente del X Municipio), mentre il Blocco Studentesco ha "rivedicato" l'occupazione di altre tre scuole, l'Azzarita, il Genovesi e il Nervi. Per domani mattina, invece, è stata programmata una mobilitazione territoriale degli studenti nel quartiere di Monte Mario. "È evidente che nessuno può negare agli studenti il diritto di manifestare - ha sottolineato, ieri, il sindaco Gianni Alemanno a margine della XXV Assemblea annuale dell'Anci a Trieste, commentando le parole di Silvio Berlusconi riguardo all'intenzione di non permettere le occupazioni - Berlusconi si riferisce al diritto degli studenti di scegliere se partecipare a una manifestazione, a un'occupazione oppure no". Per Alemanno, però, nessuno può negare agli studenti il diritto di manifestare anche se non si può passare da questo all'obbligare tutti quanti a non entrare a scuola durante l'occupazione. "Il problema di fondo - ha concluso il sindaco - è che deve essere garantita a tutti gli studenti la libertà di scegliere se partecipare o meno alle manifestazioni. Soprattutto bisogna rifiutare la violenza". "In queste ore - spiega Stefano Vitale, coordinatore dell'Unione Studenti di Roma - migliaia di studenti stanno autogestendo le proprie scuole con attività didattiche alternative di carattere culturale e col sostegno, in molti casi, dei professori. Nelle nostre scuole discuteremo del provvedimento del Governo, ma anche di mafia, politica, letteratura, a dimostrazione che non vogliamo perdere tempo, ma costruire una scuola migliore". Sempre ieri si sono svolte assemblee al liceo classico Plauto, di Spinaceto, e nella sede succursale del liceo Carducci. Continua l'autogestione del Marco Polo di Monterotondo, mentre gli studenti dell'Augusto e del Colombo hanno organizzato insieme ad alcuni professori una lezione davanti al Parlamento. Per oggi sono convocate assemblee straordinarie anche al Fermi e al Gullace, venerdì toccherà al Colonna e all'Aristotele. Massiccia è anche l'adesione delle scuole dei Castelli Romani. "È nostra intenzione portare avanti l'agitazione in vista dello sciopero del 30 ottobre e delle prossime date di mobilitazione studentesca - spiegano i ragazzi del Collettivo Tasso in un comunicato - fino al ritiro dei provvedimenti della Gelmini. Le scelte repressive del Governo di questi giorni non faranno che aumentare la determinazione delle lotte - continua il documento - Lavoreremo per trovare punti di contatto e di collaborazione nella lotta con le altre componenti della scuola contro cui, mai quanto adesso, è diretto l'attacco". In mattinata hanno sfilato due cortei non autorizzati, spontanei. Il primo è partito da piazza dei Giochi Istmici per dirigersi verso piazza diPonte Milvio; l'altro da piazza Timoli si è diretto verso il liceo Aristofane, a Talenti. Erano gli studenti (almeno un migliaio) del Nomentano, dell'Orazio, del Giulio Cesare e del Giordano Bruno. In particolare, nel IV Municipio la protesta è anche per dire "no" al ridimensionamento del liceo Nomentano, stabilito dalla Provincia. E in serata, ieri, l'assessore alla Scuola di Palazzo Valentini, Paola Rita Stella, dopo un incontro con i docenti, i genitori e gli alunni, ha fatto sapere di avere "preso atto delle richieste degli organi collegiali di non procedere al dimensionamento del liceo". "L'amministrazione - dice - ha deciso, quindi, di sospendere ogni decisione in proposito chiedendo un rinvio al Governo dei termini ultimi per la presentazione del Piano. Per questo i rappresentanti degli studenti hanno deciso di terminare l'occupazione dell'Istituto".

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Veltroni: il Governo soffia sul fuoco (sezione: Scuola)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2008-10-23 - pag: 17 autore: La tensione sociale. Sulla scuola dura risposta in vista del corteo del 25 ottobre: dal presidente del Consiglio una provocazione Veltroni: il Governo soffia sul fuoco "Ritirino il decreto" - Franceschini: ai nostri studenti non si torca un capello Lina Palmerini ROMA Convocano una conferenza stampa in fretta. Silvio Berlusconi ha da poco finito di parlare ai giornali e alle televisioni promettendo il ricorso alle forze dell'ordine per impedire le occupazioni nelle scuole. Una linea dura inaspettata. E il Partito democratico si mette subito in moto, questa volta con i riflessi pronti, forse anche per l'imminente appuntamento con la manifestazione di sabato su cui si temono le ricadute delle tensioni innescate dal premier. Mentre Walter Veltroni segue dalle agenzie come evolvono le proteste negli atenei, l'ex ministro dell'Istruzione Beppe Fioroni si mette a lavoro e tira giù datie cifre per confutare le dichiarazioni appena fatte dal presidente del Consiglio sull'impatto del decreto Gelmini. E pure Ricki Levi fa la sua parte, pronto, poi in conferenza stampa, a spiegare quelle "minacce " del premier ai direttori dei quotidiani e delle Tivù. Davanti ai giornalisti, il messaggio del Pd è chiaro: siamo dalla parte di studenti e professori, il premier "soffia sul fuoco" e rischia di alzare il livello di scontro. E Dario Franceschini abbandona il suo tono solitamente pacato per scandire: "Non si tocchi un capello ai nostri studenti ". In sintesi, il Pd chiede al Governo di non trasformare un tema sociale "in un problema di ordine pubblico", invita al ritiro del decreto e all'apertura di un tavolo negoziale "che, entro un tempo determinato, ascolti le obiezioni del mondo della scuola e poi decida". A fine serata, il partito si ritrova nelle parole del Colle che invita al confronto. Il succo dell'offensiva del Pd va però oltre il recinto degli atenei. Ed è ancora il modo di governare del premier che diventa il bersaglio di Veltroni: "Chiedo: si può ancora dire no in questo Paese? Si può ancora dissentire? Perché se la risposta è no allora la situazione si fa davvero seria". In ballo c'è pure la manifestazione del Pd, più volte attaccata da Berlusconi, ma ieri si parlava di scuola. "Spero – continua Veltroni – che tutti abbiano senso di responsabilità e anche di fronte alle parole del premier continuino con una protesta pacifica. Le sue sono parole molto gravi che rischiano di soffiare sul fuoco e di radicalizzare una situazione assolutamente fisiologica in una democrazia dove c'è chi governa e chi si può sentire danneggiato da quelle decisioni ". Dario Franceschini ha una sua teoria, che va oltre il clima infuocato delle aule scolastiche: "Credo che il premier voglia alzare la tensione per rinviare il problema che lo aspetta: la crisi economica, con tutto ciò che comporta su salari e imprese". è invece al veleno il commento di Ricki Levi che fa no-tare: "Le parole di Berlusconi in conferenza stampa ai direttori dei giornali sono suonate come minacce e vanno messe insieme alla modifica della legge sui finanziamenti ai media che ora verranno gestiti dal Governo". Le opposizioni si ritrovano insieme. Perché c'è anche l'Udc che critica il premier. Bruno Tabacci arriva a un paragone: "Berlusconi con i suoi modi sbrigativi su temi delicati come la scuola tradisce il suo desiderio di assomigliare al suo grande amico Putin". E Pier Ferdinando Casini si dice "amareggiato " perché "il premier amplifica le tensioni. I tagli alla scuola ci sono: prima di dare i soldi alle banche li dia alla scuola". LE REAZIONI AL CAVALIERE Levi: minaccia i giornali perché adesso è lui a gestire i fondi per l'editoria Casini: prima di dare i soldi alle banche li dia all'istruzione.

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I TAGLI (sezione: Scuola)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2008-10-23 - pag: 16 autore: I TAGLI Finanziaria. La manovra programmata dal ministero dell'Economia per la scuola prevede 87mila cattedre in meno e la riduzione di 42mila posti di personale Ata. Il risparmio sarà di circa 8 miliardi di euro in tre anni e il taglio del bilancio, a regime, sarà di 3,2 miliardi di euro. La Finanziaria indica anche la razionalizzazione dei piani di studio e dei relativi quadri orario Decreto legge Tra i provvedimenti contenuti nel Dl Gelmini c'è la reintroduzione del maestro unico, a partire dal 2009 nelle prime classi. Poi il ritorno del voto in condotta che farà media con le altre materiee chi sarà valutato con il 5 si ritroverà automaticamente bocciato. Il provvedimento riporta i voti in pagella alle elementari e per le medie. Altra novità riguarderà lo studio di "Cittadinanzae Costituzione".

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Napolitano: dialogo in Parlamento (sezione: Scuola)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2008-10-23 - pag: 16 autore: L'appello del Quirinale: reciproco ascolto Napolitano: dialogo in Parlamento Dino Pesole ROMA Due giorni fa, per la prima volta da quando è esplosa la pro-testa, Giorgio Napolitano ha incontrato alla Sapienza studenti, dottorandi e ricercatori. Ha ascoltato, e soprattutto ha riflettuto sulla lettera di due pagine che gli è stata consegnata al termine dell'incontro: "Ci auguriamo che anche lei decida da che parte stare e non abbandoni a se stesse scuola, università e ricerca pubblica". Ieri la risposta, che acquista un certo rilievo nel giorno in cui il premier Silvio Berlusconi adotta la linea dura,e ipotizza l'intervento delle forze dell'ordine per reprimere le contestazioni. è vero che la Costituzione assegna al Capo dello Stato un ruolo essenzialmente di arbitro super partes, ma non per questo Napolitano "si sente estraneo" alle esigenze della scuola, della ricerca e dell'Università. Non può pronunciarsi nel merito del decreto Gelmini che è all'origine della protesta, perchè - annota nella lettera nel nostro ordinamento al presidente della Repubblica non sono attribuiti poteri esecutivi. Ma può e deve dire la sua, contando sul potere di persuasione, non scritto nè codificato, su quella che viene comunemente definita moral suasion. "è davvero in gioco il futuro del Paese", premette Napolitano che già in più riprese ha puntato il dito contro i danni arrecati all'intero Paese dalla "fuga dei cervelli" all'estero. La priorità sono gli investimenti in ricerca, "anche nell'allocazione delle risorse pubbliche e private ". La realtà è che da tempo le scelte pubbliche e anche quelle del sistema delle imprese "non sembrano riconoscere tale priorità ", soprattutto quando a dettare legge sono le esigenze di bilancio. Il risultato è che "non ci si attiene ad alcun criterio di priorità e non si persegue un nuovo equilibrio nella distribuzione delle risorse tra i diversi settori di spesa". Il ragionamento implicito del Capo dello Stato è che la scuola rientra tra queste priorità e che dunque non si può affrontare la questione solo nell'ottica dei tagli. è indispensabile che su questi temi "non si cristallizzi un clima di pura contrapposizione, ma ci si apra all'ascolto reciproco, a una seria considerazione delle rispettive ragioni". In sostanza, è possibile individuare una via di compromesso che, pur tenendo nel debito conto le fondamentali esigenze di risanamento del bilancio pubblico, apra la strada a un confronto costruttivo in sede parlamentare. Pur mantenendo ferma la sua linea di assoluta equidistanza ("non posso stare dalla parte del Governo e delle sue scelte, nè dalla parte opposta"), Napolitanoavanza due proposte concrete nell'auspicio che contribuiscano a riaprire il dialogo tra le forze politiche sul tema centrale dell'istruzione e della ricerca. La prima è che si cominci subito a ragionare su come "meglio definire e distribuire nel tempo" tra i ministeri e i vari programmi i tagli della spesa pubblica che sono ritenuti nel complesso indispensabili dal Governo. In sostanza, ferma restando l'entità complessiva dei risparmi decisi con la manovra triennale della scorsa estate, si potrebbe prevede una diversa articolazione dei tagli "valutando attentamente l'esigenza di salvaguardare livelli adeguati di spesa per la ricerca e la formazione". La seconda proposta è che a sostegno di questo sforzo scendano in campo anche studenti e docenti, attraverso proposte concrete "per razionalizzare la spesa ed elevarne la qualità", in particolare nell'Università, settore nevralgico per il futuro del Paese, in cui albergano tuttora "insufficienze e sprechi che nessuno può negare". Tutte le istituzioni e le forze sociali e culturali - osserva infine il Capo dello Stato- dovranno predisporsi al più presto a tale confronto. "Date prova, anche voi, responsabilmente, di determinazione e intelligenza, come avete scritto a conclusione della vostra lettera". DUE PROPOSTE Dal Colle viene l'invito a distribuire nel tempo i tagli e a coinvolgere studenti e docenti nella razionalizzazione.

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Polizia contro gli occupanti (sezione: Scuola)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2008-10-23 - pag: 16 autore: Scuola. Il Cavaliere: regia di sinistra e centri sociali, garantiremo dalle violenze chi vuole studiare - Il ministro: abbassare i toni "Polizia contro gli occupanti" Berlusconi attacca sugli atenei, poi frena - Vertice con Maroni, dubbi del Viminale Luigi Illiano Alessia Tripodi ROMA "Non permetteremo che vengano occupate scuole e università. è una violenza, convocherò Maroni per dargli indicazioni su come devono intervenire le forze dell'ordine".è un Silvio Berlusconi agguerrito quello che ha parlato ieri mattina a Palazzo Chigi, durante la conferenza stampa convocata per spiegare che sui provvedimenti del ministro Mariastella Gelmini (presente alla conferenza) per scuola e università si dicono ( e si scrivono) soltanto "bugie". "La realtà è quella di aule universitarie piene di ragazzi che intendono studiare. Poi ci sono questi manifestanti, organizzati dall'estrema sinistra, molto spesso dai centri sociali come succede a Milano. Lo Stato deve fare il suo ruolo garantendo il diritto degli studenti che vogliono studiare di entrare nelle classi e nelle aule",ha aggiunto il premier.L'incontro con il ministro Maroni, durante il quale il premier avrebbe usato toni più soft ("voglio solo garantire il diritto allo studio"), c'è stato nel pomeriggio. Le reazioni, anche dalla stessa maggioranza, non si sono fatte attendere. Per il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, "è evidente che nessuno può negare agli studenti il diritto di manifestare". Per Giorgia Meloni, ministro dei Giovani: le forze dell'ordine non interverranno perché la protesta "non diventerà così violenta ". "Vorrei fare a tutti un appello affinché si abbassino i toni", ha detto il ministro Gelmini nel suo intervento. A intervenire anche il presidente Cei Bagnasco: "Serve moderazione". Scuola "Tutte le bugie della sinistra" è il titolo del dossier presentato da Berlusconi, il quale ha annunciato che in cinque anni ci saranno 5.750 classi in più con il tempo pieno, "con la media di 21 alunni per classe, 82.950 alunni in più avranno il tempo pieno". Si tratta, in realtà, dell'attuale media di alunni per classe già definita dalla Finanziaria del Governo Prodi. Poi il premier ha spiegato che non ci sarà il maestro unico ma il "maestro prevalente", affiancato dagli insegnanti di inglese e di religione. Passando al numero degli alunni, nel dossier è scritto che saranno in media 18 per classe e potranno arrivare al massimo a 26. Cifre non chiarissime e, forse, c'è stato un errore. Anche perché la media attuale supera i 20 alunni per classe e, se si abbassa, significa aumentare il numero delle classi. Azione poco in linea con gli interventi di risparmio imposti dall'Economia. Per Berlusconi è falso dire che verranno licenziati 87mila insegnanti: "Si razionalizza il numero dei docenti rispetto al fabbisogno, non assumendone ulteriori". Infine, non chiuderanno le scuole di montagna: "Sarà invece unificato il personale amministrativo con un unico preside e un unico segretario per due scuole vicine, come previsto dal Governo di centro-sinistra". Il Pd ha replicato con un suo dossier, contestando tutti i punti. In particolare sul personale: "Berlusconi gioca con le parolee con le condizioni di vita delle persone. Sono purtroppo veri i licenziamenti di 87mila docenti che lavorano da anni, con incarichi annuali. Essendo precari non vengono licenziati, ma soppressi definitivamente ". Università "Da professori e rettori mi sarei aspettata un po' più di autocritica per come è stata gestita l'università italiana" ha detto Gelmini, che sulla questione dei tagli in Finanziaria ha sottolineato che "non c'è trasparenza nei bilanci degli atenei" e che, per questo, ha avviato "controlli nelle università di Siena, Firenze, Pisa, Camerino e Urbino, quelle con maggiori buchi di bilancio e dove, guarda caso, le occupazioni sono più forti". E, dopo aver annunciato l'imminente presentazione di "un progetto per l'università" e aver ribadito la sua "disponibilità al confronto", il ministro ha elencato tutti i numeri delle inefficienze. A cominciare dalla quota di laureati, "inferiore a quella del Cile", ai "37 corsi di laurea con 1 solo studente" e le "327 facoltà che non superano i 15 iscritti ", fino ai "5.500 corsi di laurea, mentre in Europa ne troviamo la metà".Ma l'Unione degli studenti assicura che "l'intimidazione non servirà a fermare la nostra lotta",mentre i rettori dell'Aquis invitano il Governo a non assumere "atteggiamenti muscolari nei confronti dell'Università". GLI APPUNTAMENTI SU RADIO 24 Oggi alle 9.00 a "Viva Voce": Polizia all'Università LO STOP DI AN Freddezza del partito di Fini. Per Alemanno "la protesta è un diritto". La Meloni: gli studenti non esagereranno. Bagnasco: serve moderazione Orientale di Napoli occupata. L'assemblea nel cortile dell'Università Orientale di Napoli dove gli studenti hanno deciso l'occupazione della Facoltà contro la riforma Gelmini e i tagli alla ricerca scientifica. ANSA.

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Maestro unico, copertura incerta (sezione: Scuola)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2008-10-23 - pag: 16 autore: La riforma/1. Dubbi del servizio bilancio del Senato Maestro unico, copertura incerta ROMA Dubbi sul maestro unico (art. 4) e sui provvedimenti per la sicurezza nelle delle scuole ( art. 7 bis), contenuti nel Dl Gelmini arrivano dal dossier del Servizio bilancio del Senato. In particolare, per la misura sul docente unico, non si conosce quanto costerà il provvedimento. "Si segnala che non sono precisati né l'ammontare né gli eventuali fabbisogni di spesa ulteriori sotto il profilo strumentale e della didattica". L'analisi sottolinea che "la norma prevede che gli effetti finanziari in questione saranno verificati dopo la sua entrata in vigore". Le perplessità di copertura riguardano anche il pagamento delle ore aggiuntive ai maestri. Sul versante dell'edilizia scolastica le osservazioni riguardano gli oneri provenienti dalla prevista rescissione dei contratti già stipulati, l'istituzione "di un non meglio precisato soggetto attuatore ". Inoltre, continua il dossier "andrebbe chiarito l'impatto del piano in esame sui bilanci degli enti decentrati". In sostanza, secondo il documento, il Dl sembra non chiaro sulle cifre necessarie per l'attuazione. Il decreto sul maestro unico è, comunque, approdato nel pomeriggio di ieri nell'aula del Senato per la discussione che dovrebbe portare, salvo sorprese, all'approvazione definitiva mercoledì 29 ottobre. Non solo maestro unico nel decreto legge. Ma anche il ritorno del voto in condotta che farà media e il " 5"determinerà la bocciatura. Poi tornerà in pista la valutazione espressa in voti nel primo ciclo (elementari e medie). Per decidere la bocciature sarà necessaria l'unanimità alle elementari e basterà la maggioranza alle medie. Previsto anche l'avvio, come sperimentazione nazionale, dello studio di "Cittadinanza e Costituzione". Gli organi collegiali delle scuole potranno adottare solo libri di testoperiqualiglieditorisiimpegne-rannoamantenereinvariatoilcon-tenu o per cinque anni nel circuito primario, per la secondaria il blocco sarà di sei anni. Tornando al maestro unico,dal 2009/10 nella scuola elementare torneranno le classi con il maestro unico e funzionerà per 24 ore settimanali. La novità riguarderà le classi prime. Le ore eccedenti del maestro uniconel 2009 saranno retribuite con il fondo di istituto. Tutti le indicazioni sui risparmi di spesa sono contenute nella "manovra d'estate". Ad esempio, il rapporto alunni-docenti dovrà passare dall'attuale 8,9 al 9,9, obiettivo da raggiungere entro il 20011-12. La riorganizzazione del servizio scolastico dovrà determinare "per il bilancio dello Stato economie lorde di spesa, non inferiori a 456 milioni di euro per il 2009, a 1.650 milioni per il 2010, a 2.538 milioni per il 2011 e a 3.188 milioni di euro a decorrere dall'anno 2012". Margini molto stretti per il bilancio dell'Istruzione che, pur sfiorando quota 42,5 miliardi di euro (previsione 2008), per il 97% è destinato al pagamento degli stipendi. I risparmi si tradurranno in 87mila posti cattedre in meno e nella riduzione di 42.500 posti di personale Ata (amministrativo, tecnico, ausiliario). Sull'intera operazione pende la scura della "clausola di salvaguardia" introdotta dall'ex ministro Tommaso Padoa-Schioppa e confermata dall'attuale titolare dell'Economia, Giulio Tremonti. Significa che i mancati risparmi richiesti si trasformeranno in minori finanziamenti per l'Istruzione. L. Ill. COSTI DA DEFINIRE Faro dei tecnici parlamentari sulle "ore aggiuntive" dei docenti e i nuovi adempimenti per la sicurezza degli istituti.

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A Verona prof e studenti boicottano lo sciopero (sezione: Scuola)

( da "Corriere del Veneto" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Corriere del Veneto - PADOVA - sezione: PRIMAPAGINA - data: 2008-10-22 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE IL CASO di DAVIDE ORSATO A Verona prof e studenti boicottano lo sciopero VERONA - All'interno della Facoltà ribelle c'è un manipolo di dissidenti. Sono tre, i professori di Scienze matematiche, fisiche e naturali a proseguire le lezioni nei giorni in cui il Consiglio di facoltà, unico in tutto l'Ateneo scaligero, ha decretato uno stop simbolico contro i tagli imposti dalla Gelmini. Per il preside, Roberto Giacobazzi (nella foto), è una libera scelta. A PAGINA 5.

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I rettori: <Un patto sui tagli> (sezione: Scuola)

( da "Corriere del Veneto" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Corriere del Veneto - PADOVA - sezione: PRIMAPAGINA - data: 2008-10-22 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE Il numero uno del Bo portavoce delle università "virtuose". Galan: ma gli sprechi ci sono I rettori: "Un patto sui tagli" Appello al governo: "Fermateli o sarà un'altra Alitalia" VENEZIA - Mentre in tutta Italia imperversano le manifestazioni studentesche contro i tagli imposti dalla riforma Gelmini, gli Atenei di Padova e Verona insieme agli altri undici virtuosi aderenti all'Aquis (Associazione per la qualità delle Università italiane) tentano la carta del dialogo. Ieri, a Roma, sei rettori in rappresentanza dei magnifici 13 hanno presentato un patto "do ut des" per scongiurare "la catastrofe di tutto il sistema", una crisi "dieci volte superiore a quella di Alitalia". Intanto il governatore Galan punge: "Ma gli sprechi ci sono". A PAGINA 5 Nicolussi Moro.

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< La polizia negli atenei > E divampa la polemica (sezione: Scuola)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

PRIMA PAGINA 23-10-2008 SCUOLA IL MONITO DI NAPOLITANO. PARMA: DA LUNEDI' DIDATTICA BLOCCATA A SCIENZE " La polizia negli atenei" E divampa la polemica Berlusconi: "Impediremo le occupazioni" . Veltroni: "Soffia sul fuoco " ROMA II "Siamo pronti a mandare la polizia negli Atenei. L'ordine de-ve essere garantito, lo Stato deve fare lo Stato" . Dopo i tafferugli a Milano martedì, ieri è sceso in campo Silvio Berlusconi, che ha deciso la linea dura contro le oc-cupazioni studentesche, che di-lagano e coinvolgono anche pro-fessori e ricercatori. Per oggi al Viminale è previsto un vertice tecnico per valutare le misure da adottare per " garan-tire i diritti di tutti" . La sfida di Berlusconi agli studenti, che con-tro la riforma Gelmini e i tagli ai fondi delle università da giorni portano avanti le proteste di piaz-za, non poteva essere più chiara. Il capo dello Stato Giorgio Na-politano è intervenuto per cer-care di placare gli animi. è in-dispensabile, ha affermato Na-politano, "che su questi temi non si cristallizzi un clima di pu-ra contrapposizione, ma ci si apra all'ascolto reciproco, a una seria considerazione delle ri-spettive ragioni" . Ma la polemica non si ferma, anche se Walter Veltroni apprez-za l'iniziativa del Quirinale. Il lea-der del Pd si scaglia contro il pre-mier. "Gli studenti hanno ragio-ne" , sostiene, e Berlusconi, è il suo monito, "non soffi sul fuoco" ed eviti di trasformare una questione sociale in una di ordine pubblico. Intanto le proteste continuano anche a Parma: da lunedì si bloc-cherà la didattica delle facoltà di Scienze. u PAG. 3- 15 Anche al Campus Ieri c'è stata una manifestazione davanti a Chimica.

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La riedizione del ' 68? No, ma serve il dialogo (sezione: Scuola)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

PRIMA PAGINA 23-10-2008 EDITORIALE La riedizione del ' 68? No, ma serve il dialogo Federico Guiglia N on siamo né alla riedizione del Sessantotto - Dio ce ne scampi -, né al ruggire di un'altra Pantera, per restare ai movimenti di protesta studentesca del passa-to. Ma le manifestazioni che si susseguono nelle scuole e nelle Università contro la cosiddetta riforma- Gelmini, rischiano di diventare campo incendiario, se a livello politicoistituziona-le si smarrisce il senso delle proporzioni. E la prima cosa da ricordare ai ragazzi che si mo-bilitano un po' perché a quel-l'età è quasi un dovere morale contestare, un po' perché loro non sembrano troppo informa-ti sul vero contenuto del cam-biamento in corso, è che questa scuola italiana così com'è an-drebbe, essa sì, contestata dalla mattina alla sera. Ma non ri-sulta che cortei e occupazioni di questo genere siano stati in-detti anche prima dell'arrivo dell'attuale ministro alla Pub-blica istruzione. Ministro che proprio per le poche, ma non piccole novità apportate - ritor-no al voto in condotta, grem-biulino alle elementari, riorga-nizzazione dell'insegnamento per rafforzare la formazione e cercare di valorizzare il merito degli alunni -, gode del favore, dicono i sondaggi, della mag-gioranza dei cittadini. Non si comprende, allora, perché il leader del Pd, Walter Veltroni, solleciti il ritiro di una riforma che, forse per la prima volta tra le tante presentate e fallite in questi anni, qualcosa potrebbe riformare. segueu PAG. 3.

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Berlusconi: polizia nelle scuole occupate (sezione: Scuola)

( da "Messaggero, Il (Pesaro)" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Il premier difende la riforma Gelmini e avverte: va tutelato da ogni violenza il diritto di chi vuole studiare. Cortei e blocchi in tutta Italia Berlusconi: polizia nelle scuole occupate Veltroni: soffia sul fuoco. Napolitano: no alla contrapposizione, serve il confronto.

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A rischio le <scuolette> dell'Abbiatense (sezione: Scuola)

( da "Giorno, Il (Legnano)" del 23-10-2008)

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MAGENTINO ABBIATENSE pag. 11 A rischio le "scuolette" dell'Abbiatense La nuova elementare potrebbe mettere in crisi il vicino Comune di Calvignasco BUBBIANO COSA CAMBIA CON IL PROVVEDIMENTO GELMINI di SILVIA LODI PASINI ? BUBBIANO ? SCUOLE A RISCHIO nei piccoli paesi? Fosse assiomatico che in un paese con pochi abitanti anche gli alunni sono pochi, il provvedimento del ministro Gelmini che prevede la chiusura dei plessi scolastici con meno di 50 alunni, nella Bassa abbiatense dovrebbe far strage di scuole. Invece così non è per i due più piccoli Comuni del Parco Agricolo Sud: Bubbiano e Calvignasco. DOVE la regola dei "sotto i 50" qualche problema lo potrebbe creare in prospettiva vista la particolare situazione che lega i due paesi sul fronte scuole. Ma a Calvignasco assicurano che per i prossimi 2 anni i numeri ci sono per tenere aperta la primaria, anche se perderebbe di colpo 40 alunni con l'apertura a Bubbiano della nuova scuola programmata. Bubbiano è in assoluto il Comune messo meglio quanto a numeri, anche se conta meno alunni di Calvignasco. Nella primaria di Calvignasco ci sono attualmente 98 bambini, di cui 53 residenti in paese. Tutti gli altri vengono dai paesi vicini e di questi ben 40 sono residenti a Bubbiano. E' per consentire loro di frequentare la scuola nel proprio paese che l'Amministrazione del sindaco Vincenzo Montonati ha deciso di costruire un nuovo edificio scolastico, perché la vecchia scuola che ha riaperto nel 2005 non è abbastanza grande per contenere tutta la popolazione scolastica. ANCHE per questo la riapertura dell'edificio è avvenuta gradualmente, con la previsione di riempire le 5 sezioni a disposizione nell'arco dei successivi 5 anni. Fino al 2005 i bambini di Bubbiano si sono riversati nella primaria di Calvignasco, la cui popolazione scolastica è notevolmente aumentata rispetto alle reali esigenze del paese, in assoluto il più piccolo Comune dell'Abbiatense quanto a popolazione. Come dicono i numeri che fotografano la popolazione scolastica di Calvignasco, la scuola materna-elementare di via Marconi senza gli alunni bubbianesi resta di poco al di sopra del limite dei 50. AL MOMENTO il problema non si pone ed entrambi i paesi hanno i numeri per continuare ad avere la loro scuola. A Bubbiano, anzi, gli alunni adesso sono meno che a Calvignasco: 66, divisi in 4 sezioni. A Calvignasco le sezioni sono 6: una prima, una seconda, una terza, due quarte e una quinta. Come a Morimondo la scuola di via Marconi è suddivisa in scuola per l'infanzia e primaria, con quest'ultima rimpinguata dai paesi vicini. La costruzione di una nuova scuola a Bubbiano è da considerarsi cosa sicura, alla luce del fatto che la vecchia non ha neppure lo spazio sufficiente per avere la palestra. L'AMMINISTRAZIONE Montonati, che aveva preventivato di renderla disponibile ai cittadini entro l'anno scolastico da poco iniziato, ha appena avviato l'iter per l'aggiudicazione della gara d'appalto ed ha individuato l'area in cui sorgerà in un terreno dietro al cimitero.

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Veltroni: < Non soffi sul fuoco > (sezione: Scuola)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

PRIMO PIANO 23-10-2008 Monito di Napolitano: "No alla contrapposizione, spazio al dialogo " Veltroni: "Non soffi sul fuoco" II No allo scontro sulla scuola ma un dialogo su come meglio de-finire i tagli. Il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, interviene per placare le polemiche esplo-se in questi giorni sulla riforma della Gelmini e rese ancora più roventi dall'annuncio di Berlu-sconi di voler usare la polizia per sgombrare scuole e università occupate dagli studenti. è indi-spensabile, ha affermato Napo-litano in una lettera indirizzata agli studenti dell'università la Sapienza di Roma, "che su que-sti temi non si cristallizzi un cli-ma di pura contrapposizione, maci si apra all'ascolto recipro-co, a una seria considerazione delle rispettive ragioni" . Per il capo dello Stato è possibile un "confronto parlamentare" per meglio definire i tagli alla scuola ipotizzati dal governo. Ma la po-lemica non si ferma, anche se Walter Veltroni apprezza l'inizia - tiva del Quirinale. Il leader del Pd si scaglia contro il premier. "Gli studenti hanno ragione" , sostie-ne, e Berlusconi, è il suo monito, "non soffi sul fuoco" minaccian-do di inviare la polizia a sgom-brare le università occupate e eviti di trasformare una questio-ne sociale in una di ordine pub-blico. "Parole gravi" , quelle di Berlusconi, che per Veltroni "possono essere cariche di con-seguenze" . Il leader del Pd ha convocato una conferenza per invitare il presidente del consi-glio a evitare azioni di forza con-tro gli studenti. E a ritirare il de-creto della Gelmini. Per Veltroni le parole di Berlusconi rischiano di radicalizzare una situazione fisiologica in una democrazia "dove c'è chi governa e chi si può sentire danneggiato dalle deci-sioni di chi governa" . Il segre-tario del Pd è schierato dalla par-te degli studenti e minimizza quanto è accaduto a Milano do-ve le manifestazioni si sono tra-sformate in uno scontro con la polizia. Il numero due del Pd, Da-rio Franceschini, ha rivolto un appello al ministro Maroni affin-chè "non sia nemmeno sfiorato un capello a nessuno studente italiano" .

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Occupazioni, linea dura del premier (sezione: Scuola)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

PRIMO PIANO 23-10-2008 Primo piano SCUOLA MURO CONTRO MURO FRA IL GOVERNO E I MANIFESTANTI. BAGNASCO: "E' UN PROBLEMA COMPLESSO, SERVONO EQUILIBRIO E MODERAZIONE" Occupazioni, linea dura del premier Berlusconi: "Manderemo la polizia negli atenei, non permetteremo violenze. La sinistra racconta solo bugie" ROMA Andrea Longo II "Siamo pronti a mandare la polizia negli Atenei. L'ordine de-ve essere garantito, lo Stato deve fare lo Stato" . Dopo il segnale inquietante dei tafferugli a Milano, ieri è sceso in campo in prima persona il pre-sidente del Consiglio, Silvio Ber-lusconi, che ha usato la stessa formula utilizzata contro i bloc-chi delle discariche in Campania per annunciare la linea dura contro le occupazioni studente-sche, che in queste ore dilagano in tutta la penisola, e coinvol-gono anche professori e ricerca-tori. è muro contro muro tra i ma-nifestanti e il governo. Ed è scon-tro durissimo con l'opposizione sulla riforma del ministro Gel-mini, che secondo i sondaggi in-contra pochi consensi. La piazza turba il premier, che non inten-de permettere nuovi blocchi. "L'occupazione di luoghi pubbli-ci non è la dimostrazione dell'ap - plicazione della libertà" , ha tuo-nato il presidente del Consiglio nel corso una conferenza stam-pa tenuta ieri a Palazzo Chigi, in cui parlando al fianco del mi-nistro dell'Istruzione, ha punta-to il dito contro i centri sociali e la sinistra. " Non è un fatto di democrazia, è una violenza nei confronti degli altri studenti che vogliono stu-diare" . Di qui la decisione di convocare nel pomeriggio a Pa-lazzo Grazioli il ministro dell'In - terno Roberto Maroni per dargli "istruzioni dettagliate" sull'im-piego delle forze dell'ordine. E per oggi al Viminale è previsto un vertice tecnico per valutare le misure da adottare per " garan-tire i diritti di tutti" . La sfida di Berlusconi agli studenti, che contro la riforma Gelmini e i ta-gli ai fondi delle università da giorni portano avanti le proteste di piazza, non poteva essere più chiara. Il Cavaliere non farà marcia in-dietro. Non ritirerà il contestato decreto che porta la firma della titolare di Viale Trastevere ed è "sacrosanto" . Non ascolterà l'appello di studenti, genitori e insegnanti. E tanto meno quello di Walter Veltroni, leader del Pd, che secondo il governo sta sem-plicemente alimentando le po-lemiche per riempire il Circo Massimo, sabato prossimo. "La sinistra - ha spiegato Berlusconi - dice solo menzogne, fa un al-larmismo inutile e soffia sul fuo-co della protesta" attraverso i media, "che ormai hanno divor-ziato dalla realtà" . La tv pub-blica "alimenta l'ansia" e i gior-nali "hanno trascurato di rac-contare la realtà" . Il premier ha snocciolato poi punto per punto il decreto, con-testando tutte le obiezioni dell'opposizione. Non ci saranno 86 mila insegnanti in meno; non verrà chiuso il tempo pieno, anzi "ci saranno 6 mila classi in più" . Non saranno chiuse molte scuo-le, "sarà soltanto razionalizzato il personale" . Ed infine non è vero che con questo decreto si cerchi di favorire la scuola pri-vata. "Stiamo cercando di far funzionare meglio la scuola pub-blica - ha spiegato Berlusconi - che oggi è inefficiente e costo-sissima" . Nessun cedimento dunque, da parte di un premier che è stato "uno studente modello" . Gover-no e maggioranza andranno avanti, anche sulle classi ponte, a colpi di fiducia al Senato, dove il via libera definitivo al provve-dimento è previsto per il 29 ot-tobre. Ieri il dibattito in Aula è proseguito in un clima di cre-scente tensione, innescata dalle minacce di Berlusconi di fare in-tervenire la polizia nelle scuole e negli atenei, ed è stata respinta la richiesta di Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd, di rinviare i lavori a lunedì prossimo per con-sentire alla commissione Pub-blica istruzione di concludere l'esame del testo. Dal canto suo Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl, ha commentato le parole di Giorgio Napolitano. "Il Presi-dente, con la sua lettera agli stu-denti - ha commentato Cicchitto - ha indicato la strada maestra che deve essere praticata per da-re risposte positive alla scuola italiana, che richiede urgente-mente d'essere riformata. Que-sta strada è quella del confronto e non della pura contrapposizio-ne" . Secondo il senatore del Pdl, Alessio Butti, "le contestazioni mosse al decreto Gelmini in mol-ti casi non sono pertinenti e in altri sono basate su autentiche falsità. Contro il decreto la si-nistra sta alimentando una pro-testa fondata soltanto sulla bu-gia, per garantire il successo del-la manifestazione del 25 otto-bre" . Infine il presidente dei vescovi Angelo Bagnasco. Richiesto di un commento sulle proteste e le manifestazioni nel mondo della scuola e sugli annunciati prov-vedimenti del governo, ha detto: "per la scuola vale il fatto che i problemi complessi non si risol-vono con soluzioni semplici, ser-vono moderazione e equili-brio" . Pugno di ferro Il premier, Silvio Berlusconi, con il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, ieri a Palazzo Chigi. FOTO ANSA.

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Altolà di Berlusconi: (sezione: Scuola)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

PRIMO PIANO pag. 2 Altolà di Berlusconi: "Basta con i picchetti, difenderò chi studia". di ANTONELLA COPPARI ? ROMA ? "USEREMO le forze dell'ordine per impedire che vengano occupate scuole e università". Al culmine delle mobilitazioni studentesche, Silvio Berlusconi lancia un avviso ai naviganti: basta con i picchetti fuori dagli istituti. Basta alle prevaricazioni di pochi sui molti che vogliono studiare. Basta alla sinistra e ai centri sociali che fomentano la protesta. Democrazia, spiega, è libertà di scegliere, e siccome non poter entrare "è una violenza", siamo pronti a mandare la polizia per far rispettare la legge. "Lo Stato deve garantire il diritto di chi vuole studiare di entrare nelle classi e nelle aule". Non si entra nella psicologia del premier se si prescinde dai sondaggi: 7 italiani su 10 gli danno la loro fiducia; convinti che il governo debba portare avanti i suoi progetti. Ma altrettanto radicata in lui è l'idea che l'opposizione soffi sul fuoco. E sullo sfondo, c'è il timore diffuso nella maggioranza che ci possano essere infiltrazioni extrapolitiche (si può cogliere nell'accenno del premier ai centri sociali) nelle proteste. FORSE NON C'È un disegno dietro la mano pesante che, assicurano i colonnelli, è diretta solo a garantire il diritto allo studio. Di certo, raramente si è visto un Berlusconi così. Arcigno. Scuro in volto quando annuncia ? nella conferenza stampa convocata in tarda mattinata con il ministro Gelmini per illustrare il decreto e denunciare le bugie della sinistra ? che la sua non è una dichiarazione di principio ma l'inizio di un piano d'azione. Decisionista. Tanto da convocare a tambur battente a Palazzo Chigi il ministro dell'interno Maroni per "dargli istruzioni dettagliate su come intervenire con le forze dell'ordine". E' NETTO: "La realtà di questi giorni è una realtà di aule piene di ragazzi che intendono studiare e di manifestanti organizzati dall'estrema sinistra, dai centri sociali e da una sinistra che ha trovato il modo di fare passare nella scuole le menzogne e riempire le piazze". Accusa i giornali di aver "trascurato di raccontare la realtà" e la tivù pubblica di "diffondere solo ansia e immagini di chi protesta". Quindi lancia una sfida ai cronisti: dite ai vostri direttori che "saremo preoccupati se la conferenza di oggi non avesse seguito sui giornali". In questo contesto, respinge al mittente l'invito di Veltroni a ritirare il decreto "che ? sottolinea ? non è una riforma ma solo un provvedimento". La Gelmini annuisce mentre il Cavaliere fa un lungo elenco di quelle che, dice, sono "falsità" diffuse ad arte dalla sinistra "per creare inutili allarmismi". Non ci saranno tagli alla scuola, "anzi gli stipendi per i più meritevoli saranno aumentati di sette mila euro l'anno". Assicura che il progetto di classi separate per i bimbi stranieri che non parlano la lingua italiana è "dettato dal buon senso, non dal razzismo". Falso pure, continua, che ci saranno 86 mila insegnanti in meno. "Con la riforma non sarà cacciato nessuno. Ci sarà solo il pensionamento di chi ha raggiunto l'età e il blocco del turn-over". Ancora: non è vero che vogliamo chiudere le scuole. "Pensiamo a una razionalizzazione del personale". Un'altra questione calda è quella del maestro unico e Berlusconi ne approfitta per bacchettare il ministro: "Bisogna parlare di maestro prevalente". Questo progetto, puntualizza, consentirà di avere in cinque anni 6 mila classi a tempo pieno in più". L'elogio della linea dura. Sulla quale non transige: "Avete quattro anni e mezzo, fateci il callo, non retrocederò di un centimetro".

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Università: da lunedì lezioni sospese a Scienze (sezione: Scuola)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 23-10-2008)

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PARMA 23-10-2008 SCUOLA E POLEMICHE CONTRO IL DECRETO GELMINI Università: da lunedì lezioni sospese a Scienze Assemblea infuocata al Campus: sciolto il Consiglio di Facoltà Giorgia C. Facchinetti II Blocco della didattica da lu-nedì. Questa la decisione presa dai docenti della Facoltà di Scienze che si sono autoconvo-cati in assemblea dopo lo scio-glimento del Consiglio di Facol-tà. E' stato un pomeriggio lungo quello che ha visto protagonisti non solo professori e ricercatori impegnati in una lotta al decreto legge Gelimini, ma anche le cen-tinaia di studenti riunitisi davan-ti al Dipartimento di Chimica del Campus per manifestare la pro-pria solidarietà al comitato Uni-protesta. Alle 14, un presidio di circa 500 studenti ha esposto stri-scioni e cartelloni contro la legge facendo sentire la propria parte-cipazione silenziosa e rispettosa. "Abbiamo voluto essere qui per sostenere il Consiglio di Fa-coltà e dimostrare che ci siamo e che condividiamo questa prote-sta al fianco di docenti e ricer-catori. Nessuna azione di occu-pazione, ma una capillare infor-mazione su cosa stia succedendo, facoltà per facoltà" - ha spiegato Luca Grisanti, dottorando in Chi-mica e membro del comitato Uni-protesta. Mentre davanti all'edi - ficio i ragazzi rimanevano in at-tesa di notizie, all'interno della Facoltà di Scienze si svolgeva il Consiglio, al quale è stato invitato anche il rettore, Gino Ferretti, il cui ordine del giorno è stato pro-prio la Legge 133. Il Consiglio di Facoltà ha chiesto al Rettore di "dedicare l'inaugurazione dell'anno accademico alla discus-sione sul futuro dell'Università di Parma, invitando anche i rappre-sentanti delle istituzioni di Co-mune, Provincia e Regione, a far-si portavoce delle preoccupazioni qui espresse presso la Crui, Con-ferenza dei Rettori e il Consiglio Universitario Nazionale e di di-fendere la qualità dell'Ateneo" . Al preside Alessandro Mangia il Consiglio di Facoltà, nello stes-so documento, ha chiesto un voto contrario in Senato Accademico ad iniziative volte a trasformare l'Università in Fondazione pri-vata. Tre mozioni sono state ap-provate. "Ma per quanto riguar-dava l'ultima richiesta, quella del blocco dell'attività didattica, il preside ha ritenuto di non poter mettere ai voti una richiesta del genere all'interno di un organo ufficiale, in quanto un atto del genere sarebbe illegale. A quel punto, è stato dichiarato chiuso il Consiglio di Facoltà e alcuni membri hanno abbandonato l'aula. Ma la maggior parte di professori e ricercatori, insieme ai rappresentanti degli studenti, non sentendosi soddisfatti dei ri-sultati ottenuti, si sono autocon-vocati in assemblea mettendo comunque ai voti la mozione che è passata con una buona mag-gioranza di posizioni favorevoli" - ha spiegato il professor Alberto Giroldo. Da lunedì, a Scienze, quindi, saranno sospese le lezio-ni fino all'inaugurazione ufficia-le dell'anno accademico. "Tale periodo di sospensione, - si legge nel comunicato di Uniprotesta - evidenzierà cosa potrebbe diven-tare il futuro dell'Università" . Tensione Alcuni momenti della protesta di ieri davanti alla Facoltà di Chimica al Campus.

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Il Pdl: riforma Gelmini? Migliora la scuola (sezione: Scuola)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 23-10-2008)

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PARMA 23-10-2008 PRESA DI POSIZIONE I CONSIGLIERI PROVINCIALI Il Pdl: riforma Gelmini? Migliora la scuola Giovanni Cola II "Una feroce campagna di di-sinformazione condotta dai par-titi di centrosinistra volta a stra-volgere il reale significato della riforma Gelmini" . I rappresen-tanti del Popolo delle Libertà in consiglio provinciale hanno pre-sentato un ordine del giorno a sostegno del decreto che porta il nome dell'attuale ministro dell'Istruzione. La proposta di legge si prefigge l'obiettivo di ap-portare numerosi cambiamenti al sistema scolastico del nostro Paese. "In primo luogo - spie-gano Luigi Tanzi e Manfredo Pe-droni - è importante sfatare il mito delle scuole di montagna e dei piccoli comuni che verranno chiuse. Questa notizia è falsa e vuole solamente creare un allar-mismo del tutto ingiustificato. Le strutture a disposizione ri-marranno esattamente le stesse. La vera novità consisterà nell'ac - corpamento di più istituti sotto un'unica direzione. In questo modo vi sarà una sostanziale ri-duzione degli apparati burocra-tici e dunque un conseguente si-gnificativo risparmio dei costi di gestione. Il mondo dell'istruzio - ne deve poter contare sui posti di lavoro di cui effettivamente ne-cessita" . Altra questione contro-versa è quella del maestro unico: "Fino all'inizio degli anni 90 - proseguono Tanzi e Pedroni - la scuola primaria italiana, pog-giando sulla figura di un solo in-segnante per classe, ha raggiun-to standard di eccellenza che so-no stati presi ad esempio a livello internazionale. Le polemiche dell'opposizione ci sembrano quindi ideologiche e assoluta-mente strumentali. Va a tal pro-posito ricordato che nessun do-cente in servizio perderà il pro-prio posto di lavoro" .

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REPLICA DEL '68 MA IN PEGGIO (sezione: Scuola)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 23-10-2008)

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PRIMO PIANO pag. 7 REPLICA DEL '68 MA IN PEGGIO IL COMMENTO GLI STUDENTI (alcuni) protestano, il Governo tira dritto. Ecco alcuni appunti sparsi. 1) Sfogliando la stampa di questi giorni: "Gli studenti contro il ministro si trasformano nei black bloc; a Milano sei feriti negli scontri con la polizia dopo un corteo non autorizzato; a Bologna occupazione al rettorato; da Pavia a Firenze la carica dei baroni anti-Gelmini; i docenti minacciano i ragazzi di bocciarli se non si mettono in fila con chi vuole scioperare; in duemila hanno tentato di occupare la stazione Cadorna...". Che ci siano questi allegri scioperanti ? pochi ? ciascun lo vede; quanti siano e chi siano nessun lo sa. Sanno nascondersi bene. 2) Il '68, quello di Rudy il rosso e altri maestri simili aveva almeno delle ascendenze che si proclamavano culturali: Marcuse, Horkheimer, Adorno, tra gli altri vecchi che volevano vestire alla marinara e giocare a un infantilismo che chiamavano rivoluzionario. 3) Ora l'entroterra culturale non lo si coglie se non per sentito dire o per illazione: spesso lazzaroni che cercano di guadagnare a sbafo, tant'è che parecchie delle guide di allora sono finite in posti statali e in occupazioni un po' ludiche, ma comunque ben retribuite. 4) Adesso i genitori latitano ancor più dal loro compito educativo e parecchi ragazzi sono di chi li prende. S'accorgeranno che anche questa è una rivoluzione che non rivoluzionerà pressoché nulla, anzi. 5) Gli ex sessantottini che iniziano a perdere la bava si impancano a maestri: la letteratura che li riguarda può essere rinvenuta sui rotocalchi patinati. Viva la cultura. 6) Adesso giungiamo addirittura al ricatto di coloro che allora si proclamavano schiacciati dalla macchina di una scuola ridotta a ferraglie, ora prendono il posto dei loro maestri, spesso senza averne nemmeno l'inizio di informazione e di cultura: "Se non ci seguite nei nostri piani eversivi, rimarrete somari (come noi, con la laurea, però )". 7) Allora, chi comanda in Italia? Quattro scalzacani che urlano, o il popolo che vota per i poteri disegnati da Montesquieu? E come chiamiamo questo stile di manganelli e comunque di violenza? Indovini il lettore.

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<Faccio autocritica, ma saprò voltare pagina> (sezione: Scuola)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 23-10-2008)

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PRIMO PIANO pag. 7 "Faccio autocritica, ma saprò voltare pagina" FOCARDI, RETTORE NELLA CITTÀ DEL PALIO di LAURA VALDESI ? SIENA ? "FACCIO AUTOCRITICA per quelle che possono essere le mie responsabilità. Sto cercando di voltare pagina affinché la gestione dell'ateneo sia chiara come pretende il ministro". Non si nasconde il rettore dell'Università di Siena, Silvano Focardi (nella foto Di Pietro) , nel giorno in cui il titolare della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini esige trasparenza sui bilanci e annuncia l'invio degli ispettori in quei centri del sapere dove si sono registrate voragini nei conti. Bacchettate giunte ieri mentre era in corso a Firenze l'audizione in Regione dei tre rettori degli atenei toscani da cui è emerso che Siena presenta un deficit milionario, Firenze chiude il bilancio in pari grazie a ulteriori alienazioni immobiliari, Pisa non andrà in rosso ma ciò sicuramente avverrà nel 2009. Rettore Focardi, arrivano dunque gli ispettori. "Ho un contatto con il ministero che ha chiesto informazioni sulle vicende della nostra Università. Domani (oggi, ndr) consegnerò a Roma una relazione che fotografa la situazione. Quanto agli ispettori non ho avuto comunicazioni ufficiali, non so se l'annuncio rientra nel percorso intrapreso. Comunque sia è un diritto del ministero, nel caso forniremo i chiarimenti che chiederanno. Vorrei però aggiungere riguardo all'accostamento fra il fatto che le occupazioni sarebbero più 'forti' dove maggiore è il dissesto che per ora da noi non si registrano ostacoli alla didattica". Andranno messi in Internet i bilanci, serve più trasparenza. "Nulla osta da parte mia. Comunque sia dopo l'approvazione sono sempre disponibili. Giusto avere bilanci in regola, ma non si può pensare che le università migliori siano solo quelle con i conti in pareggio. Dovrebbero essere al top anche per altri parametri come ricerca, qualità dei servizi e della didattica in cui Siena risalta". Il ministro si sarebbe atteso dai 'baroni' maggiore autocritica. "Come detto non mi tiro indietro sulle responsabilità. Però non si può dimenticare che le università ricevono finanziamenti ministeriali tra i più bassi d'Europa. Gli atenei con l'autonomia hanno forse peccato sul versante organizzativo e ciò può aver comportato disfunzioni, ma colpa o merito non stanno mai da una parte sola". Ha consegnato una memoria alla procura e una alla Corte dei Conti: è stato ascoltato dal pm? "No. A breve informerò la Corte anche su come intendiamo risolvere il problema". Che non è di poco conto: si parla di 45 milioni che servono di qui a fine 2008 e di una cifra, fra debiti e mutui da pagare, che sfiorerebbe addirittura i 300. "Bisogna distinguere i debiti causati dalla gestione che dovremo correggere nei prossimi anni con un piano di risanamento cui stiamo lavorando. Diciamo che, compreso l'indebitamento afferente ai mutui, questo è pari al 20% del valore del patrimonio immobiliare (si parla di oltre un miliardo e mezzo, ndr) semmai sottostimato". L'Università di Firenze vende per avere un bilancio in pari. "Anche Siena raggiungerà tale obiettivo, confido entro il 2012". Focardi, allora non si dimette. "Non c'è motivo. Non si fugge dalle situazioni difficili, vanno affrontate e risolte".

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Di DONATELLA BARBETTA ROMA SEDUTA ACCANTO al premier Berlusco (sezione: Scuola)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 23-10-2008)

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PRIMO PIANO pag. 6 di DONATELLA BARBETTA ? ROMA ? SEDUTA ACCANTO al premier Berlusco... di DONATELLA BARBETTA ? ROMA ? SEDUTA ACCANTO al premier Berlusconi a Palazzo Chigi, il ministro Mariastella Gelmini difende a spada tratta la sua riforma davanti alla stampa e reagisce alle accese proteste sparse in tutt'Italia. E passa anche al contrattacco, dicendo che l'università deve cambiare per evitare il "dissesto totale". L'inizio non lascia adito a dubbi: "Da oggi si volta pagina ? dice la titolare della Pubblica Istruzione ? e anche l'università deve fare autocritica e cambiare registro. Partiamo da una fotografia dell'esistente per intervenire. Non è alzando i toni e attaccando il ministro e il Governo che si risolvono i problemi. Ho dato la disponibilità a incontrare la Crui (Conferenza rettori delle università italiane) e tutte le realtà del mondo accademico aperto al cambiamento". POI È IL MOMENTO dell'appello: "Invito ad abbassare i toni della protesta. Il Governo da sempre è aperto al confronto. Mi pare che ci sia qualcuno che cerchi strumentalmente lo scontro di piazza. La protesta di questi ultimi giorni è una protesta politica che ha come obiettivo la lotta al governo Berlusconi, con la regia della sinistra e dei centri sociali". PERÒ, sottolinea la Gelmini, "dal mondo universitario ? professori e rettori ? sinceramente mi sarei aspettata un po' di autocritica per come è stata gestita l'università italiana e per come è stata ridotta". Dalla tirata d'orecchie alle accuse. "Non c'è trasparenza nei bilanci ? sostiene ? e il ministero vuole conoscere tutti i bilanci delle università e ha avviato i controlli in cinque di queste con buchi di bilancio: Siena, Firenze, Pisa, Camerino e Urbino. Bisogna che i bilanci siano comprensibili e pubblicati su Internet". E sugli atenei in crisi finanziaria ha aggiunto che "se fossero state aziende, avrebbero portato al licenziamento in tronco di chi le ha gestite per tanti anni". Il ministro non si è fermata qui e ha snocciolato una serie di numeri assai poco lusinghieri sul deludente stato dell'università. "PRODUCIAMO meno laureati del Cile e non c'è un ateneo italiano tra i 150 migliori del mondo". E per dimostrare la disorganizzazione e l'inefficienza la Gelmini ha ricordato che ci sono 37 corsi di laurea con un solo studente; 94 università e più di 320 sedi distaccate nei posti più disparati; 327 facoltà che non superano i 15 iscritti; 5.500 corsi di laurea, il doppio della media Ue, "un'offerta didattica autoreferenziale volta a moltiplicare le cattedre e non certo a fare gli interessi degli studenti", ha evidenziato. SONO 170.000 le materie insegnate rispetto alle 90.000 della media europea, ha aggiunto la titolare del dicastero, puntando il dito anche sulla moltiplicazione di cattedre e di posti per professori. "Di tutto questo ? ha precisato ? non ha certo colpa il governo Berlusconi che, anzi, è il primo governo che vuole mettere in ordine una situazione che è sfuggita di mano". E ANCORA critiche da parte del ministro, stavolta alla stampa: "I mass media danno moltissimo spazio a proteste che coinvolgono qualche migliaio di persone mentre ci sono decine di migliaia di ragazzi che continuano a studiare a casa e a frequentare i corsi. Mi pare, dunque ? ha proseguito ? come dimostrano gli scontri di martedì, che alcuni non facciano esercizio di democrazia ma di prepotenza. Sono inoltre indignata per la notizia di oggi (ieri, ndr) che in molte scuole e università alcuni gruppi minoritari impediranno ai ragazzi di studiare non consentendo loro di entrare a scuola o in facoltà". LA PROPOSTA di riforma dell'università è pronta, ma sarà presentata nelle prossime settimane, dopo la conversione del decreto sulla scuola. La Gelmini ha aggiunto di essere disponibile ad affrontare il problema dei precari, ma "le risorse sono limitate e il loro numero gigantesco".

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Annozero, no dei presidi A Bologna si va in piazza (sezione: Scuola)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

PRIMO PIANO pag. 6 Annozero, no dei presidi A Bologna si va in piazza ? BOLOGNA ? I PRESIDI delle scuole elementari di Bologna chiudono la porta in faccia alle telecamere di Annozero, la trasmissione televisiva condotta da Michele Santoro (foto LaPresse), in onda stasera su Rai 2. La squadra di Santoro voleva trasmettere da uno degli istituti bolognesi capofila della protesta anti-Gelmini, ma "molti presidi di Bologna hanno detto di no", spiega Marzia Mascagni, insegnante delle elementari Longhena e responsabile scuola del Prc di Bologna. "Forse faremo il collegamento da piazza Maggiore, ma informazioni più precise le avrò dopo aver parlato con i giornalisti di Annozero", aggiunge Mascagni.

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La linea Maroni <Tutelare tutti evitando scontri> (sezione: Scuola)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

PRIMO PIANO pag. 3 La linea Maroni "Tutelare tutti evitando scontri" OGGI TAVOLO TECNICO ? ROMA ? UN FULMINE a ciel sereno. Che arriva quando Maroni è a pranzo con Bossi e Fini a Montecitorio: la patata bollente entra nel menù, tra la sorpresa dei commensali. Irrituale anche la convocazione per annuncio pubblico a Palazzo Chigi del ministro dell'Interno, senza contare che ogni decisione operativa sull'uso della polizia ? evocato dal premier per impedire le occupazioni studentesche ? spetta al Viminale. Glielo ricorda il Pd con Marco Minniti ("l'autorità di pubblica sicurezza è Maroni non Berlusconi") e la dichiarazione suona come un avvertimento alle orecchie del leghista che finora ha avuto un rapporto civile con il centrosinistra. Peraltro: il pugno di ferro esibito dal Cavaliere sembra aver spiazzato un po' tutti. Persino il ministro Gelmini, assicurano, non sapeva che l'avrebbe esibito. Figuriamoci il resto del centrodestra, dove ? a cominciare dallo stesso Fini ? c'è chi teme che la scintilla possa scatenare un incendio. "NON C'È un salotto conversativo intenso nel governo", ammette il ministro Rotondi. Che però avverte: "Bisogna scoraggiare gli abusi, ma ci andremo piano e non ci sarà nessuno scontro come non ci fu nel '68 quando l'allora ministro degli interni Restivo (Dc) disse che lo Stato non avrebbe permesso l'occupazione dell'Università". Di certo, c'è che l'enuncio politico non è facile da tradurre in atti concreti come fa notare Maroni al premier quando ? alle cinque del pomeriggio ? lo incontra in compagnia del suo vice Mantovano. L'invito è ad andare con i piedi di piombo, a ragionarci su: soprattutto, in una situazione come quella attuale in cui Napolitano da un lato e, dall'altro, il presidente della Cei Bagnasco invitano alla moderazione e al confronto. Raccontano che, durante il colloquio, il premier avrebbe utilizzato toni più sfumati: voglio che sia garantito il diritto allo studio, il metodo lo scegli tu, avrebbe detto a Maroni. Modi sicuramente diversi da quelli esibiti nella sala stampa di Palazzo Chigi. Nel suo ragionamento il capo del governo sarebbe partito da un presupposto: la maggioranza degli studenti ? oltre a condividere i principi della la riforma ? vorrebbe partecipare alle lezioni. Fermo restando il diritto a manifestare, la minoranza che impedisce ai più di entrare nelle aule lede la loro libertà. "Bisogna trovare una soluzione". Di qui, la decisione del Viminale di convocare una riunione tecnica per valutare i rischi per la sicurezza connessi alle "eventuali forme di violenza" legate alle proteste, predisporre contromisure e trovare una via d'uscita che non danneggi nè chi protesta nè chi studia. Non arrivare allo scontro, fanno notare le forze dell'ordine, è l'obiettivo primario. Antonella Coppari.

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Il docente Marco Revelli, cattedra Scienza della Politica: C'è il rischio effetti (sezione: Scuola)

( da "Stampa, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Il docente Marco Revelli, cattedra Scienza della Politica: "C'è il rischio effettivo che i piccoli atenei come il nostro chiudano. Secondo la proposta Gelmini rimarranno 3 o 4 università di eccellenza, con tasse elevate. E potranno accedervi solo i più abbienti. Si aprirà ancora di più la forbice di mobilità sociale, che consente a studenti appartenenti alle classi più povere di salire nella scala sociale".

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Due sono gli errori oggi possibili di fronte all'infiammarsi (sezione: Scuola)

( da "Tempo, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Stampa Due sono gli errori oggi possibili di fronte all'infiammarsi ... Due sono gli errori oggi possibili di fronte all'infiammarsi di scuole e università dove la protesta, tanto vaga quanto velleitaria, si indirizza genericamente contro l'ultimo tentativo di riforma del ministro Gelmini. Il primo errore è di lasciar correre nell'indifferenza delle autorità scolastiche, nel disordine delle strutture educative e nella riproposizione retorica di vuote parole ribellistiche, spesso sconosciute agli stessi dimostranti che le pronunziano. Il secondo errore è di ritenere che i confusi movimenti sorti in questi giorni possano essere affrontati come questioni di ordine pubblico, al suono di manganellate più o meno energiche. Il lassismo e la falsa tolleranza dell'illegalità sono l'altra faccia della repressione. è per questo che bisogna maneggiare con cautela l'idea del presidente del Consiglio di affrontare le eventuali occupazioni delle facoltà con la polizia. Non perché non si debbano reprimere gli atti illegali, piccoli o grandi che siano, e da chiunque commessi; ma perché le università come le chiese dovrebbero rappresentare anche oggi dei santuari dove, fino al possibile, l'ordine è mantenuto dai responsabili istituzionali - i sacerdoti nelle chiese e i professori nelle scuole e università - senza l'intervento di uomini in divisa a cui per legge è demandato il monopolio della forza. Con ciò non si vuole affatto dire che occorre lasciare l'università in balia di se stessa, ed avvenga quel che avvenga. segue a pag. 19.

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Di fronte alle agitazioni nelle scuole e nelle università, (sezione: Scuola)

( da "Tempo, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Stampa Di fronte alle agitazioni nelle scuole e nelle università, ... Di fronte alle agitazioni nelle scuole e nelle università, il governo ha deciso di attuare la linea dura. Berlusconi annuncia che userà la polizia contro le occupazioni, "per garantire l'ordine e consentire a chi vuole studiare di poterlo fare". Il Pd attacca il premier. "Spero ci sia ancora la possibilità di dissentire", sottolinea Veltroni. Mentre il ministro Gelmini passa al contrattacco e critica l'opposizione: "Prima sono rimasti zitti e adesso vanno in piazza". Ma si moltiplicano le iniziative di sostegno alla sua riforma. Della Pasqua, Dell'Orefice e Poggi alle pag. 2, 3, 5 e 6.

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Seimila firme contro il decreto Gelmini (sezione: Scuola)

( da "Stampa, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

SCUOLA. NUOVE INIZIATIVE Seimila firme contro il decreto Gelmini Oggi alle 8 previsto sit-in di un'ora davanti all'Itis Giovedì 30 a Cuneo corteo degli studenti Sono 6.700 le firme raccolte nella Granda contro il decreto Gelmini e consegnate ieri dai rappresentanti sindacali al prefetto. Cresce la protesta contro la riforma della scuola dell'obbligo e si susseguono incontri, volantinaggi, sit-in, dibattiti sui blog e nascono nuovi comitati. Ieri all'istituto "Virginio" di Cuneo, 70 rappresentanti delle Superiori del capoluogo si sono incontrati per pianificare le iniziative. Daniela Bedino, della Cgil, ha spiegato ai ragazzi: "Il decreto è vago per certi aspetti, ma richiede risparmi precisi: 8 miliardi di euro in 3 anni. Significa meno ore di lezione, 140 mila posti di lavoro persi e più alunni per classe". Oggi, alle 8, è previsto un sit-in di un'ora davanti all'Itis di Cuneo. Tommaso Martini, studente di V al "Delpozzo", con i compagni ha fondato la "Rete studenti medi": "E' un'iniziativa pacifica, insieme alle altre Superiori". Ettore Longo, IV D, geometri: "Giovedì 30 ci sarà una manifestazione a Roma e a Cuneo un corteo: ritrovo degli studenti alle 9 in piazza Europa. Stiamo creando un blog e distribuiremo volantini". Sempre, ieri, al Virginio, 12 insegnanti si sono ritrovati per ideare forme alternative di protesta. Angela Tesconi, insegna Lettere: "Oltre allo sciopero di giovedì, al pomeriggio noi professori terremo la scuola aperta perché i cittadini possano vedere, capire. Coinvolgeremo altri colleghi". "Ragionare, ragionare, ragionare - spiega il professor Domenico Chiesa del Centro di iniziativa democratica degli insegnanti - non vogliamo difendere l'esistente, ma lavorare insieme per cambiare in base a nuovi progetti culturali e non in base a tagli indiscriminati". Chiesa ha preso parte a molti incontri in questi giorni e sarà all'assemblea di martedì a Savigliano (sala Santa Chiara alle 21). Stasera è in programma un incontro a Fossano nella sala Brut e Bon, domani i sindacalisti saranno a Bernezzo e martedì a Bra. Domani, alle 11, i sindaci delle scuole a rischio chiusura incontreranno il prefetto. Sabato gazebo informativi a Saluzzo (corso Italia), mentre a Borgo San Dalmazzo corteo dalle 15. "Iniziative spontanee - dice Attilio Varengo della Cisl -: la gente ha capito che questo decreto mina la qualità della scuola. Il Governo dice di voler mantenere il tempo pieno, ma il testo del provvedimento parla di portare a 24 ore le lezioni settimanali alle Elementari". Entro il 30 ottobre il decreto passerà in Senato e potrebbe diventare legge. "La lotta proseguirà - dice Graziella Dogliani dello Snals - oltre allo sciopero di giovedì organizzeremo altre proteste". Un ordine del giorno sulla scuola sarà discusso lunedì in Consiglio comunale a Cuneo. Il primo firmatario è Silvio Falco (Cuneo Solidale): "Comuni e famiglie dovranno pagare con risorse proprie questi tagli. Chiediamo un Consiglio aperto". A Cuneo è stato costituito un Comitato genitori: riunione lunedì, alle 21, alle Elementari di viale Angeli. \ Il tema scuola fa "audience" e, ancor più se c'è un "faccia a faccia". L'altra sera gli ex Lavatoi a Cuneo erano gremiti, in particolare da insegnanti e genitori, per l'incontro tra l'assessore regionale all'Istruzione Giovanna Pentenero, e l'assessore provinciale Vito Valsania. La Pentenero ha spiegato i termini del decreto legge e l'iter del piano programmatico presentato alla conferenza unificata Stato-Regioni. La scuola dell'infanzia sarà ridisegnata su un modello antimeridiano (cioè al mattino), ma dovrebbe venir aumentato il numero delle sezioni; l'elementare avrà il maestro unico, la media si vedrà ridurre il tempo-scuola. Si è parlato, poi, della cancellazione delle scuole con meno di 50 alunni e della riduzione dell'organico: a livello nazionale 87 mila posti, in 3 anni, con una ricaduta, in percentuale, sul Piemonte di 6.500 posti. Tra gli altri argomenti sui quali si è soffermata la Pentenero, la richiesta del Ministero alle Regioni di ridefinire la rete scolastica entro il 15 dicembre, pena il commissariamento, a cui ha fatto seguito l'immediata protesta degli interessati, per l'estrema ristrettezza dei tempi. Infine, un plauso al Piemonte che ha lavorato in modo virtuoso nel dimensionamento già in passato, da cui l'intenzione di continuare il progetto, anche tenendo conto che dell'alto numero di comuni piemontesi di montagna e collina e dei costi che potrebbe avere lo spostamento dei bambini nei centri maggiori, dove sarebbe necessario costruire nuove scuole. Vito Valsania ha assicurato l'intento della Provincia di affrontare le decisioni in accordo con le amministrazioni locali. Ha spiegato che le indicazioni avute dalle Regioni e dal Ministero inducono a una certa cautela e, dopo la riunione di giunta, la posizione della Provincia relativamente al ridimensionamento degli indirizzi nelle Superiori è di non modificare l'esistente per il 2009-2010: non avviare nuovi indirizzi e neppure sopprimere quelli esistenti. Posizione seguita anche da altre Province e recepita dalla Regione. Per quanto riguarda gli istituti con autonomia scolastica che dovrebbero avere dai 600 ai 900 allievi, Valsania ha riferito che le più recenti indicazioni individuano in 500 unità, il numero minimo e nelle zone montane e collinari, 300. Ha rassicurato che, se le cifre saranno confermate, non ci dovrebbero essere cambiamenti nella rete scolastica.

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Polizia negli atenei (sezione: Scuola)

( da "Centro, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Scuola, dilaga la protesta. Occupazioni a Lanciano, corteo all'Aquila "Polizia negli atenei" Da Berlusconi linea dura, insorge il Pd ROMA. "Non permetteremo che vengano occupate scuole e università, faremo intervenire la polizia". Silvio Berlusconi usa parole contro la protesta contro la riforma Gelmini che dilaga ormai in tutta Italia, con manifestazioni e cortei anche in Abruzzo, a Lanciano e all'Aquila. E le parole del premier contro i manifestanti non fermano le occupazioni, che anzi si intensificano e fanno dire a Veltroni: "Il capo del governo soffia sul fuoco, proteste così ampie e diffuse dovrebbero portare il governo a ritirare il decreto". Interviene anche il Presidente della Repubblica. Serve il confronto, dice Napolitano. (Alle pagine 5, 6, 7, 27 e 53).

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Gli studenti sfidano berlusconi (sezione: Scuola)

( da "Nuova Venezia, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Sale la protesta in tutta Italia. Il premier: "Manderò le forze dell'ordine". Assemblee con i rettori a Ca' Foscari e Iuav Gli studenti sfidano Berlusconi A Mestre occupato il Franchetti, oggi il fronte si sposta a Venezia VENEZIA. Monta in tutta Italia la protesta della scuola contro la riforma Gelmini. Ieri il liceo Franchetti di Mestre è stato occupato da una settantina di ragazzi (foto); oggi sono in programma a Venezia cortei, assemblee e sit-in. Si mobilitano anche le università veneziane con i rispettivi rettori. E' una sfida a Berlusconi, che avverte: "Contro le occupazioni faremo intervenire le forze dell'ordine". ALLE PAGINE 3, 4 E 5.

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La brutalità del governo - gianfranco bettin (sezione: Scuola)

( da "Nuova Venezia, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

IL CASO SCUOLA LA BRUTALITà DEL GOVERNO GIANFRANCO BETTIN L'ex insegnante Luciana Littizzetto lo ha detto da par suo. A proposito del decreto Gelmini (una riforma per decreto!), non stiamo tanto parlando di una riforma della scuola: stiamo "solo" parlando di avere meno scuola. Meno insegnanti, meno ore di lezione, meno ricerca e così via. Un taglio che basterebbe a motivare mobilitazioni come quelle in corso da giorni in tutto il Paese, dalle elementari alle università, e certo la Gelmini ha fatto da catalizzatore dell'energia che, inattesa da molti, sta alzando l'onda di protesta contro la quale giusto ieri Berlusconi ha minacciato di far intervenire la polizia. Un'uscita che rischia, in realtà, di aumentare la tensione, mentre ci sarebbe bisogno di aprire un vero confronto per progettare davvero una riforma condivisa dalle componenti fondamentali (altro che decreto!). Detto ciò, è evidente che il confronto in atto sulla scuola è un episodio, pur cruciale, di una vicenda più grande, in cui visioni diverse si scontrano non solo su ciò che attiene a grembiuli, orari, insegnanti. SEGUE A PAGINA 10.

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Alt alla gelmini, l'università si ferma (sezione: Scuola)

( da "Mattino di Padova, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Prima Pagina Alt alla Gelmini, l'università si ferma Stop di tre ore alle lezioni, assemblee in facoltà. E domani famiglie in piazza PADOVA. L'università si ferma questa mattina tre ore, dalle 10 alle 13, per dire no alla riforma Gelmini, sintetizzata nella legge 133 approvata dalla Camera e ora attesa al vaglio del Senato. In attesa dello sciopero generale della scuola, proclamato dai sindacati per giovedì prossimo, oggi stop, dunque, alle lezioni e assemblee nelle facoltà, con gli studenti e i docenti uniti nella protesta. Gli istituti sono in trincea, in tutto il Paese, contro questa proclamata riforma che in realtà ridimensiona drasticamente la didattica pubblica. E domani scenderà in piazza il Comitato genitori-insegnanti no-Gelmini. ALLE PAGINE 6, 7, 18 E 19.

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Istituti in trincea alt alla riforma gelmini con barricate creative (sezione: Scuola)

( da "Mattino di Padova, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Cronaca ISTITUTI IN TRINCEA "Alt alla riforma Gelmini con barricate creative" Oggi presÍdi alle entrate delle superiori, alunne in nero vestite a lutto Domani festa in piazza di genitori e insegnanti Al Senato è partito ieri l'esame del decreto-legge sull'istruzione pubblica già passato alla Camera, nel mondo della scuola monta la protesta e da oggi si prospetta un fine-settimana di fuoco anche a Padova. "Occuperemo le entrate degli istituti per sbarrare la strada alla riforma Gelmini e ai relativi tagli previsti al sistema scolastico": l'appello della Rete nazionale degli studenti a ribellarsi con scioperi "creativi", assemblee e sit-in è stato immediatamente accolto dalla delegazione locale, che oggi farà sbandierare grandi striscioni dalle finestre di Tito Livio, Cornaro, Duca D'Aosta, Scalcerle e Galilei di Selvazzano. "Al Livio e al Fermi - annuncia Margherita Colonnello, coordinatrice della Rete - faremo anche volantinaggio. Al Ruzza le studentesse vestiranno a lutto, indossando tutte abiti neri". Ma non è finita qui: "Il prossimo giovedì 30 ottobre marceremo assieme ai sindacati su Roma per prendere parte allo sciopero generale della scuola indetto per bloccare la riforma. Le adesioni da parte nostra sono finora giunte a quota cinquanta". Domani sarà invece la volta del Comitato genitori-insegnati no-Gelmini: da metà pomeriggio, piazza dei Signori sarà teatro di un'iniziativa volta a sensibilizzare tutta la cittadinanza a sostegno della causa della scuola pubblica. L'approccio non bellicoso della creatività come chiave di lettura prescelta per contrastare il decreto legge 137 non cambia: "In programma - spiega la portavoce Stefania Donegà - una festa con spettacoli teatrali e musicali, danze, laboratori e maxi-merenda per i più piccoli". Gli adulti saranno invitati a siglare con una firma un "no" deciso alla "scure del ministro che colpisce principalmente l'istruzione elementare, stravolgendone l'attuale organigramma e senza esplicitare un nuovo, eventuale modello pedagogico". A mobilitarsi con astensioni dalle lezioni e occupazioni sono anche Federazione giovanile veneta dei Comunisti italiani, Psychology group di Padova e Associazione patavina studenti universitari. Il 17 novembre, giornata mondiale per il diritto allo studio, mobilitazione regionale di Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda. A destra, a spalleggiare gli studenti anche Forza Nuova: il coordinatore nazionale Paolo Caratossidis dichiara che "se Berlusconi minaccia gli studenti, noi li fiancheggeremo". (Morena Trolese).

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Universita' ferma stop di 3 ore alla didattica assemblee nelle facoltà (sezione: Scuola)

( da "Mattino di Padova, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Cronaca UNIVERSITA' FERMA Stop di 3 ore alla didattica assemblee nelle facoltà Il Senato accademico contro i provvedimenti del governo Lezioni in piazza per protesta L'università si ferma questa mattina tre ore, dalle 10 alle 13, per dire no alla riforma Gelmini sintetizzata nella legge 133, approvata dalla Camera e ora attesa dal 30 ottobre al vaglio del Senato: data per la quale è già stato proclamato dai sindacati lo sciopero generale della scuola. Uno "stop", quello odierno, che trova uniti gli studenti e le massime istituzioni accademiche. E' venuto dal Senato del Bo, che nei giorni scorsi ha approvato all'unanimità una nuova dura mozione contro i provvedimenti del governo, l'invito ai présidi di tutte le 13 facoltà dell'ateneo a promuovere per oggi assemblee con contemporanea sospensione dell'attività didattica. E questa mattina i dibattiti sono in programma ovunque, con più di un appuntamento per le facoltà maggiori come Ingegneria, Scienze e Psicologia. Il Senato ha lanciato anche diverse altre iniziative per contrastare la "manovra d'estate" (ispirata dai ministri Tremonti e Brunetta) e la sua successiva traduzione in legge: che comprende pesanti tagli finanziari alle università e alla ricerca, la limitazione del turnover per il personale sia docente che tecnico-amministrativo, la possibilità per gli atenei di trasformazione in fondazioni private, il decurtamento delle retribuzioni dei dipendenti. L'organismo accademico ha invitato il rettore Vincenzo Milanesi a inviare alle famiglie degli studenti una lettera che illustri le posizioni critiche del Bo, e i docenti a discutere nelle aule gli aspetti negativi dei provvedimenti, considerando anche l'opportunità di svolgere "lezioni in piazza" per protesta. Da parte loro gli studenti, che nei giorni scorsi avevano più volte pacificamente occupato il cortile del palazzo centrale, anche ieri hanno organizzato assemblee autogestite per "prepararsi" agli odierni appuntamenti ufficiali. L'incontro di Lettere e Filosofia al Liviano ha dato luogo a una breve manifestazione pubblica nell'attigua piazzetta San Nicolò. Una parte del movimento porterà oggi agli incontri nelle facoltà la proposta di bloccare la didattica fino al 30 ottobre, e di organizzare una manifestazione di ateneo. Non sembra invece trovare seguito, per ora, l'ipotesi di procedere a occupazioni. Un'eventualità contro la quale si sono espressi i rettori e in particolare quelli aderenti ad Aquis, l'associazione delle università cui aderisce il Bo. (p. vig.) LE OPINIONI DEI LETTORI NEL SITO DEL GIORNALE WWW.MATTINOPADOVA.IT.

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Scuole e viabilità, i nodi in Consiglio (sezione: Scuola)

( da "Stampa, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

VENTIMIGLIAIL PD: LA RIFORMA GELMINI RISCHIA DI CREARE PROBLEMI PER LE FAMIGLIE NELLE FRAZIONI Scuole e viabilità, i nodi in Consiglio [FIRMA]LORENZA RAPINI VENTIMIGLIA Il Partito democratico presenterà questa mattina due ordini del giorno da inserire nel Consiglio comunale di stasera. Uno è dedicato al problema delle scuole a rischio chiusura, l'altro al riutilizzo delle aree ferroviarie. Scuole Come spiega il capogruppo del Pd, Domenico De Leo, le preoccupazioni non riguardano tanto il merito della riforma Gelmini, ma soprattutto le ripercussioni che avrà sulle famiglie. Osserva: "Durante gli ultimi anni i ventimigliesi hanno già subito alcuni tagli di scuole frazionali, come quelle di Bevera, Gallardi, San Bernardo e Varase. Oggi le nostre frazioni stanno però subendo un effetto inverso allo spopolamento degli anni passati e vedono crescere gli abitanti. E la zona franca probabilmente sarà un ulteriore rilancio". Secondo il capogruppo di minoranza le assicurazioni verbali del sindaco sul futuro delle scuole nei sobborghi non bastano. "Chiediamo - dice il consigliere - che venga dato un segnale chiaro e che venga votato questo ordine del giorno affinché il sindaco si attivi, con i mezzi a propria disposizione, per far giungere a tutti gli organi istituzionali di ogni grado l'elevato allarme sociale che regna tra i nostri concittadini". Già, perché De Leo punta il dito non tanto sulle questioni più tecniche della riforma scolastica prospettata dal ministro Gelmini, ma su quello che potrà succedere nei nuclei familiari dove i genitori lavorano, magari all'estero, con i bambini che non frequenteranno più il tempo pieno. Ferrovie L'ordine del giorno verte sulla strada che verrà realizzata in alternativa all'Aurelia, da Nervia a Roverino. Dice il consigliere provinciale Sergio Scibilia: "Il Pd presenterà, oltre a un odg in Comune, anche uno in Provincia. Siamo favorevoli a una strada che possa snellire il traffico sull'Aurelia. Ma ricordiamo che quel percorso verrebbe creato dove oggi ci sono binari e dove sorgono i servizi di lavatura dei mezzi. Riflettiamo sul fatto che Ventimiglia tra pochi anni, quando sarà ultimato il raddoppio ferroviario, diventerà nuovamente un capolinea importante". L'intervento proporrà quindi di spostare le attività di pulitura e di lavoro sui convogli al parco ferroviario del Roja, che tra l'altro rientra nella zona franca urbana. "Condividiamo la scelta di questa viabilità con Comune e Regione - conclude il consigliere provinciale del Pd - ma è necessario pensare oggi ad una ricollocazione dei servizi che verranno cancellati con il nuovo assetto sulle zone ferroviarie. Altrimenti, un domani sarà troppo tardi".

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Tagli, il marconi in autogestione oggi in comune assemblea dei genitori (sezione: Scuola)

( da "Centro, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

LA RIFORMA DELL'ISTRUZIONE Tagli, il "Marconi" in autogestione Oggi in Comune assemblea dei genitori PESCARA. Un comitato cittadino per sviluppare nuove forme di protesta contro la riforma della scuola proposta dal ministro Gelmini. Oggi alle 17,30, nella sala consiliare del Comune, è in programma un'assemblea pubblica promossa dal comitato genitori di via Benedetto Croce. Verranno affrontati i temi caldi della contestata riforma, a partire da quello dei tagli e passando attraverso l'abbassamento dell'età dell'obbligo scolastico. All'assemblea sono chiamati a partecipare genitori, studenti, personale Ata, insegnanti e sindacati. Barbara Magliani, in rappresentanza del comitato genitori, invita le famiglie a far partecipare anche i figli che saranno intrattenuti da alcuni animatori. Lo slogan scelto dal comitato è "Più si taglia, più si raglia". Nel corso dell'incontro verranno stabilite nuove forme di mobilitazione. Sullo stesso fronte sono impegnati anche gli studenti delle superiori. Ieri gli iscritti dell'istituto "Marconi" hanno deciso di occupare gli spazi della scuola e di autogestire le lezioni dalla quarta alla sesta ora "per ricordare e pretendere la serietà all'interno dell'istruzione scolastica". Gli studenti ringraziano il dirigente scolastico Rosanna Baldari e gli assistenti tecnici dell'istituto.

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Anche in collina scuole a rischio di soppressione (sezione: Scuola)

( da "Stampa, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

A MORIONDO IL SINDACO E' FURIOSO il caso La protesta nelle elementari del Chierese IN PERICOLO "I nostri bambini emigranti dell'istruzione" In molti Comuni non si raggiungono quei 50 allievi previsti dalla riforma Anche in collina scuole a rischio di soppressione ANTONELLA PEROTTI Pavarolo, Arignano Moncucco fuori dai nuovi criteri CHIERI Giovanni il furioso. Il sindaco di Moriondo Torinese, Giovanni Vergnano, in questi giorni è stato sommerso dalle telefonate dei genitori preoccupati per la chiusura delle piccole scuole. Quanti iscritti avete? "Quest'anno arriviamo a 32 allievi alle elementari e 31 alla materna. Che cosa vogliamo fare? Cancellare un servizio primario come la scuola elementare? Nel caso di una chiusura dove andranno? Castelnuovo è già in sofferenza e non ci sono strutture che potrebbero riceverli. Trasformiamo i nostri bambini in un popolo di emigranti dell'istruzione, un anno da una parte, l' anno successivo chissà?". Non è possibile organizzare un servizio verso altre scuole più grandi, magari a Chieri? "Già oggi è difficile organizzare il trasporto dalle borgate fino al centro di Moriondo, figuriamoci se dovessimo predisporre un altro scuolabus: con i tagli dell'Ici un Comune piccolo come il nostro non riesce a far fronte ai costi. Abbiamo un nuovo piano piano regolatore per altri 1000 abitanti, ed è pronto il progetto per il nuovo edificio scolastico, ma se chiudono un servizio come le scuola è carta straccia, nessuno verrà ad abitare a Moriondo". \ La Riforma Gelmini rischia di cancellare le scuole della collina torinese: Montaldo e Moriondo sembrano pronte a capitolare, Pavarolo, Arignano, Moncucco rientrano nelle "liste di proscrizione". La Riforma, infatti, prevede la chiusura delle scuole sotto i 50 allievi - 816 in tutto il Piemonte - e nei piccoli centri della collina i numeri sono risicati: Montaldo con i suoi 14 allievi e la scuola bomboniera ricavata al primo piano del Comune deve chiudere, come pure Moriondo che conta solo 32 allievi. Per il momento Monucco e Arignano si salvano sul filo di lana. Gran parte dei Comuni in questi anni hanno investito proprio nell'edilizia scolastica per migliorare i servizi. Oggi la previsione della chiusura suona come una beffa. Montaldo a suo tempo si è riusciti a far riaprire la scuola elementare, realizzato la mensa, la palestra, i giochi. Ma ora non ha chance. La Riforma incassa la bocciatura anche del sindaco Gianpaolo Fassino, primo cittadino di Moncucco: "Ora abbiamo 54 iscritti alle elementari: numeri che dovrebbero metterci al riparo dai tagli. Abbiamo appena ristrutturato la scuola nel castello e creato un servizio aggiuntivo per il tempo pomeridiano: non vogliamo nemmeno pensare alla chiusura. Prima di razionalizzare bisogna pianificare l'edilizia scolastica e i trasporti". La collina torinese, insomma, ha tutti i problemi dei paesi di montagna. Le scuole di Chieri sono in agitazione da giorni: il 29 ci sarà un incontro con l'assessore Gianna Pentenero nell'Auditorium di via Bonello 2 a Chieri. "Ma quale Riforma, chiamiamola con il suo nome: è una ristrutturazione. Si taglia per investire di meno - spiega Paola Lasala, maestra elementare con 23 anni di servizio alle spalle -. Non è un discorso sindacale, quello che mi dispiace è vedere affossare la scuola pubblica. Tornare al maestro unico significa fare meno scuola, meno progetti". E i genitori? "Iniziano a condividere la nostra apprensione per la qualità dell'insegnamento. Ma c'è una grande diffidenza nei confronti del servizio pubblico, basata su luoghi comuni che non hanno niente a che fare con la realtà e che vengono utilizzati per giustificare tagli indiscriminati. La scuola non è un'azienda, forma ed educa gli essere umani. Bisognerebbe ricordarlo".

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ROMA - È cominciato nell'aula del Senato l'esame del contestato decreto legge Gelmini sulla scuola, alla presenza del ministro (sezione: Scuola)

( da "Adige, L'" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

ROMA - È cominciato nell'aula del Senato l'esame del contestato decreto legge Gelmini sulla scuola, alla presenza del ministro. Prima dell'avvio della discussione generale bisognerà votare le otto pregiudiziali di costituzionalità presentate dall'opposizione. Solo dopo che sarà superato questo scoglio si avvierà il dibattito generale che dovrebbe prendere il via oggi. Dopo ci sarà la votazione dei 250 emendamenti e i 45 odg ripresentati in aula dall'opposizione. Per l'esame degli emendamenti, tutti presentati dall'opposizione, sono previste votazioni tra giovedì e martedì della prossima settimana in modo da poter dare il voto finale sul decreto, che scade il 31 ottobre, mercoledì 29 ottobre. L'esame in Commissione si è fermato all'articolo 4, quello che riguarda la contestata figura del maestro unico. Prima che cominciasse l'illustrazione delle otto pregiudiziali, si è svolto un breve dibattito, sollecitato dalla capogruppo del Pd, Finocchiaro, sulle frasi del premier che, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi, aveva minacciato l'uso delle forze di polizia. 23/10/2008.

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ROMA - Il dipartimento di Fisica de La Sapienza sbarrato con i lucchetti; un lungo corteo funebre (come salma, ovviamente, l'università pubblica) con tanto di ceri, fiori e scialli (sezione: Scuola)

( da "Adige, L'" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Neri inscenato dagli universitari a Bari; assemblea di studenti universitari e medi all'Orientale di Napoli per la quale è stata decisa l'occupazione; ancora occupazioni delle facoltà umanistiche a Torino ROMA - Il dipartimento di Fisica de La Sapienza sbarrato con i lucchetti; un lungo corteo funebre (come salma, ovviamente, l'università pubblica) con tanto di ceri, fiori e scialli neri inscenato dagli universitari a Bari; assemblea di studenti universitari e medi all'Orientale di Napoli per la quale è stata decisa l'occupazione; ancora occupazioni delle facoltà umanistiche a Torino... e tante, tante altre iniziative di protesta in tutta Italia, dalle scuole elementari all'università. La rivolta contro i tagli dei finanziamenti agli atenei e contro la riforma Gelmini che ripristina il maestro unico continua. Continua anche mentre a Palazzo Chigi il premier Berlusconi, e il ministro dell'Istruzione, Gelmini, sfoderano il pugno duro: non arretreremo di un millimetro, andremo avanti nella direzione lungamente meditata, non permetteremo che pochi contestatori - perchè sono pochi, assicura Berlusconi, e dietro di loro, incalza il ministro Gelmini, c'è la regia della sinistra e dei centri sociali - tengano in ostaggio i tanti, tantissimi che vogliono studiare. E ancora, non solo non saranno permesse occupazioni (che siano di università o di licei) ma i contestatori stiano attenti perchè le forze dell'ordine sono pronte a intervenire. "Le parole del presidente del Consiglio sono molto gravi e possono avere delle conseguenze - replica Veltroni -. L'impressione è che voglia soffiare sul fuoco invece che sforzarsi di garantire l'unità del Paese, cosa che un presidente del Consiglio non deve fare". E proprio ieri al Viminale è stata convocata una riunione tecnica "per garantire i diritti di tutti". Insomma, chi si aspettava che le manifestazioni di questi giorni potessero indurre il Governo a qualche ripensamento si è sbagliato di grosso. "L'ordine deve essere garantito. Lo Stato deve fare il suo ruolo garantendo il diritto degli studenti che vogliono studiare di entrare nelle classi e nelle aule" ha spiegato Berlusconi. Quanto ai contenuti delle proteste, secondo premier e ministro, sono infondati: la tenuta del tempo pieno è garantita - assicurano entrambi e rispondono con i numeri a chi lo mette in dubbio: in 5 anni avremo quasi 6.000 classi in più con il tempo pieno e sarà un tempo pieno "di qualità". Il maestro unico, o prevalente, poi in classe non sarà solo: lo affiancheranno gli insegnanti di lingua straniera, di religione e di informatica. Sul fronte degli atenei, il ministro dell'Istruzione insiste nel pensare che i manifestanti abbiano le idee confuse visto che - sostiene - "contestano un decreto che parla di scuola e non di università". Loro però, quelli che sono scesi in piazza, puntano l'indice su altro: il taglio delle risorse, l'ipotesi di trasformare le università in fondazioni, il blocco del turn over. E sull'università il ministro Gelmini attacca: "dal mondo universitario, professori e rettori - dice - mi sarei aspettata un pò più di autocritica per come è stata gestita l'università e per come è stata ridotta. Non c'è trasparenza nei bilanci. E per questo ho già avviato controlli in 5 atenei, guarda caso quelli dove le occupazioni sono più forti". Parole dure, forti, mitigate soltanto dalla disponibilità al confronto: lo abbiamo fatto prima di varare i provvedimenti, siamo pronti a farlo ora, ma - dice il ministro - stop alle strumentalizzazioni. Un'apertura al dialogo che però non smorza l'indignazione ("Il governo - ha detto il segretario della Cgil Epifani - non può ricorrere alle minacce"), dei leader dei no global ("Berlusconi? un piccolo Putin" ha detto Casarini) e naturalmente dell'opposizione che anche ieri durante il dibattito sul decreto Gelmini, ha parlato di "deriva autoritaria". Reagiscono gli studenti, messi sul banco degli imputati: "l'intimidazione non servirà a fermare la nostra lotta" assicura l'Unione degli studenti e aggiunge che "le nostre azioni non sono semplici provocazioni, ma sono strutturate in modo da essere costruttive, con lezioni autogestite, momenti di didattica alternativa". 23/10/2008.

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Scuola, la protesta non si ferma (sezione: Scuola)

( da "Stampaweb, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

MILANO Continuano in tutto il Paese, nelle università come nei licei, le proteste contro la riforma della scuola proposta dal ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini. I cancelli della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Milano, ad esempio, sono stati bloccati dagli studenti per un'ora, impedendo così l'ingresso a chi voleva frequentare i corsi. Nessuna protesta da parte del centinaio di ragazzi presenti all'esterno, dove sono stati appesi striscioni contro il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini e il ministro dell'Economia Giulio Tremonti. In mattinata, la mobilitazione contro i tagli all'Università prosegue con gruppi di "libero sapere", che prepareranno le lezioni da tenere domani all'aperto in piazza Duomo, e con il coinvolgimento di alcuni professori disponibili a modificare i loro corsi per trattare temi di attualità, come ad esempio, una lezione su "i 40 anni di fallimento dell'Università pubblica" e "la paura e il controllo", oltre a uno "sciopero della firma" in mattinata per quei corsi che prevedono l'obbligo di frequenza. Nel pomeriggio, alle 14.30, gli studenti di Scienze Politiche presenteranno un loro documento all'assemblea di Facoltà. La mobilitazione continua anche in altre facoltà, atenei e scuole milanesi, ad esempio con lezioni aperte nel pomeriggio all'Accademia di Belle Arti di Brera e un'assemblea nella sede centrale della Statale in via Festa del Perdono. La protesta non si ferma solo all'universtità e invade anche i licei: come annunciato nei giorni scorsi dalla Rete degli Studenti, sono iniziate questa mattina le occupazioni in scuole superiori di tutta Italia. In particolare a Roma, a quanto risulta, sono stati occupati alcuni Licei come lo storico classico Tasso o il periferico scientifico Malpighi La mobilitazione riguarda anche il sud: in tutta la provincia di Cosenza stanno per partire i cortei per manifestare contro il provvedimento del ministro dell'Istruzione e della Ricerca. Sono previste manifestazioni nel capoluogo ma anche in molti altri Comuni dove le scuole si sono organizzate per condividere la giornata di protesta. Anche a Palermo proseguono le proteste: a Lettere il Consiglio di facoltà ha approvato la sospensione per dieci giorni della didattica ordinaria e la sostituzione con lezioni informative e attività culturali realizzate in collaborazione con i docenti e ricercatori. L'obiettivo è informare studenti e cittadinanza sui motivi della protesta. Oggi alle 16, presso l'Aula magna della Facoltà, il primo incontro di approfondimento sulla legge 133. Nella altre facoltà, dopo la sospensione di martedì, la didattica è ripresa, anche se diversi studenti hanno disertato le lezioni. Intanto, Azione studentesca ha annunciato per oggi alle 10 un sit in sotto la sede dell'Ufficio scolastico provinciale di Palermo, in via Praga.

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La Sapienza: <Un'onda anomala> applaude la lettera di Napolitano (sezione: Scuola)

( da "Corriere della Sera" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Corriere della Sera - ROMA - sezione: Cronaca di Roma - data: 2008-10-23 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE La Sapienza: "Un'onda anomala" applaude la lettera di Napolitano Guarini: mai fatto ricorso ad azioni di forza e non intendiamo farlo Cresce il numero delle facoltà presidiate, oggi sit-in al Senato: "Creare consapevolezza sugli effetti devastanti dei tagli" L'hanno ripetuto più volte, gli studenti in mobilitazione della Sapienza: "Non abbiamo paura". Nella terza assemblea d'ateneo, la parola d'ordine è "occupazione". Ma "costruttiva ", per "creare consapevolezza sugli effetti devastanti dei tagli all'università e alla ricerca ". Quattro facoltà, Lettere, Fisica, Scienze Politiche e Chimica, hanno già trascorso la seconda notte d'occupazione. Il dipartimento di Fisica è sbarrato con i lucchetti. Al megafono qualcuno annuncia: "Ingegneria, c'è: occupiamo". E via via le dichiarazioni d'intenti, si trasformano in proposte: Medicina, "è uscita dal coma ", Economia è in "mobilitazione permanente", Architettura, oggi, tiene la prima assemblea di facoltà, Giurisprudenza, lunedì, decide nuove forme di protesta. Ancora: Psicologia, Sociologia e Comunicazione. "Siamo un'onda anomala": è l'annuncio che si leva dalla folla riunita sulla scalinata della facoltà di Lettere. Si lanciano proposte e si attendono risposte, una in particolare che arriva, puntuale, alla fine di una lunga giornata: quella del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Risponde punto per punto, il Presidente alla lettera consegnata martedì da una delegazione di studenti, dottorandi e ricercatori della Sapienza: "Non posso stare dalla parte del governo e delle sue scelte, nè dalla parte opposta – si legge nella missiva – Ciò non significa che io mi senta estraneo alle esigenze della scuola, della ricerca, dell'Università". Il Presidente sottolinea la necessità di "investimenti nella ricerca che dovrebbero costituire una priorità, anche nella allocazione delle risorse pubbliche e private". Ma, aggiunge Napolitano, è "indispensabile che su questi temi non si cristallizzi un clima di pura contrapposizione e ci si apra all'ascolto reciproco". Una lunga lettera accolta con grande favore dagli studenti in mobilitazione: il testo sarà letto a voce alta nelle singole facoltà occupate. Come rimbalzerà di aula in aula, la nota resa pubblica dal Rettore uscente Renato Guarini dopo il colloquio di un'ora avuto con una delegazione degli studenti salita in rettorato, dopo l'ennesimo sit-in, per "ribadire le ragioni della mobilitazione e delle occupazioni e chiedere una presa di posizione sulla questione degli sgomberi". "Il Rettore – si legge nella nota – fa presente che la libertà di espressione e l'autonomia delle università deve essere rispettata e ricorda che nella tradizione delle università europee, l'ingresso delle forze dell'ordine viene sempre autorizzata dai Rettori ". "La Sapienza – conclude Guarini – anche nei momenti più drammatici e di tensione, non ha mai ricorso ad azioni di forza e non intende farlo nell'attuale situazione". L'assemblea degli studenti ascolta. E non si scioglie prima di aver lanciato un nuovo appello: l'"onda anomala", oggi alle 17, sarà al sit-in organizzato dagli studenti delle scuole "per una protesta comune e contro l'approvazione del decreto Gelmini". Le anime dei saperi in mobilitazione, si incontrano alla Sapienza: anche un genitore della scuola Iqbal Masih, Luca Mascini, interviene chiedendo agli studenti di partecipare al sit-in. Per lui, applausi a non finire. Un corteo si muoverà, alle 14, dalla città universitaria: "E il 7 e 14 novembre nuove manifestazioni di concerto con le altre università italiane". In disparte, c'è qualcuno che osserva con attenzione: Shaima e Imen, studentesse Erasmus dalla Tunisia: "Non potremo partecipare, ma siamo con gli studenti ". Simona De Santis.

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Fisica, esperimenti in piazza (sezione: Scuola)

( da "Corriere della Sera" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Corriere della Sera - ROMA - sezione: Cronaca di Roma - data: 2008-10-23 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE Farnese Coinvolti liceali e universitari. Domani a Montecitorio Fisica, esperimenti in piazza Oltre alle lavagne, nelle lezioni di protesta organizzate dal dipartimento di Fisica della Sapienza contro i tagli alla ricerca, ieri i fisici hanno portato in piazza gli esperimenti. Intanto, nelle lezioni di analisi matematica, le lavagne sistemate a piazza Farnese si sono riempite di equazioni che hanno tradotto il decreto Gelmini in un modello matematico davanti agli studenti che hanno seguito la lezione seduti a terra. "Il modello - ha spiegato uno studente - mostra le conseguenze che il decreto potrà avere a lungo termine e indica che, con il ritmo di tagli previsto dalla legge 133 e nessun nuovo finanziamento, l'attività di ricerca tenderà a zero e che questo si rifletterà anche sull'economia italiana. In entrambi i casi risulta una tendenza di crescita negativa". Nel pomeriggio invece il direttore del dipartimento di Fisica della Sapienza, Giancarlo Ruocco e il presidente del Consiglio di corso di laurea, Egidio Longo hanno portato in piazza un giroscopio, dal diametro di circa un metro, più o meno come una ruota di bicicletta, che gira attorno a un asse: quando la ruota è in movimento, il suo asse tende a opporsi a ogni tentativo di cambiare il suo orientamento. Le lezioni proseguiranno anche domani quando a piazza Montecitorio uno dei più eminenti fisici italiani, Giorgio Parisi, terrà una lezione di meccanica statistica. Esperimenti all'aperto, fatti dagli studenti e dedicati ai bambini, in programma anche domenica 26 ottobre negli spazi aperti della Sapienza.

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Occupato il Tasso Dilaga la protesta (sezione: Scuola)

( da "Corriere della Sera" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Corriere della Sera - ROMA - sezione: Cronaca di Roma - data: 2008-10-23 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE Superiori Assemblee e attività didattiche autogestite Occupato il Tasso Dilaga la protesta La novità: "Stavolta i prof sono con noi" Lavagne all'aperto Un momento delle lezioni in piazza Farnese (foto Jpeg) Occupati anche il Nomentano e il De Chirico. Oggi assemblea straordinaria al Fermi e al Gullace Si allarga la protesta degli studenti con cortei, sit-in, lezioni alternative e blocco della didattica. Dopo Mamiani, Majorana e Nomentano, ieri è stato occupato il Tasso di via Sicilia. L'assemblea degli studenti era già programmata da tempo come la tentazione di occupare aleggiava da giorni sul prestigioso istituto classico che dopo la direzione ventennale del preside Achille Acciavatti, nel settembre scorso è passato sotto la guida di Maria Letizia Terrinone, ex dirigente dell' artistico di via Ripetta. "L'assemblea si era riunita per programmare azioni contro il decreto Gelmini racconta Antonio dei collettivi - poi, in risposta alle dichiarazioni di Berlusconi su possibili azioni repressive nelle scuole, l'assemblea ha votato l'occupazione: 800 voti favorevoli e 250 contrari. Questa volta abbiamo al nostro fianco i professori con cui c'è un atteggiamento collaborativo e pensiamo di organizzare mobilitazioni comuni - prosegue Antonio - anche se la preside non può appoggiare l'occupazione e ha dovuto comunicare la nostra presenza nell'istituto alle forze dell'ordine". Intanto in forme diverse e creative, dilaga per la città il "no" all'ennesima riforma e ai suoi contestati tagli. Occupata la sede del liceo Nomentano a Talenti e del De Chirico nel X Municipio. Oggi è in programma un'assemblea straordinaria al Fermi e al Gullace, domani al Colonna e all'Aristotele. Gli studenti del liceo Augusto e del Cristoforo Colombo insieme ad alcuni insegnanti hanno tentato ieri di fare lezione in piazza Montecitorio. Bloccati dalla polizia, hanno proseguito in corteo fino a piazza Farnese dove si sono uniti agli universitari di fisica che seguivano un seminario on air. Al Pasteur di Monte Mario continua il blocco della didattica con la proposta di gruppi di studio alternativi e domani è previsto un corteo per coinvolgere altre scuole del territorio. "Creeremo occasioni per continuare a "fare scuola a nostro modo" con attività culturali - spiega Stefano Vitale, portavoce dell'Uds (Unione degli studenti). Si discuterà di mafia, politica, letteratura, cinema, a dimostrazione che la stragrande maggioranza degli studenti non vuole perdere tempo, ma costruire una scuola migliore". Intanto, sia il liceo Giulio Cesare che il Giordano Bruno, tramite la voce dei loro rappresentanti studenteschi (rispettivamente Lorenzo Campanella e Giuseppe Piantedosi) hanno smentito le dichiarazioni dell'organizzazione di estrema destra Blocco Studentesco sulla loro partecipazione alle manifestazioni organizzate in queste giorni definendo tali affermazioni "solo un tentativo di mistificazione e strumentalizzazione". Il presidente della Consulta provinciale degli studenti Andrea Moi (Azione studentesca) ha invece denunciato di essere "stato spintonato da un professore davanti al liceo Russel " mentre distribuiva volantini. Mobilitazioni infine anche in Provincia con l'autogestione al Marco Polo di Monterotondo, le assemblee al Touchek di Grottaferrata, al Joice di Ariccia e all'Istituto d'arte di Marino. Al Buonarroti di Frascati occupate entrambe le sedi del liceo. Flavia Fiorentino.

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NEL NOSTRO PAESE (sezione: Scuola)

( da "Corriere della Sera" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Lettere al Corriere - data: 2008-10-23 num: - pag: 43 categoria: BREVI NEL NOSTRO PAESE Collegamenti Internet Caro Romano, ho sentito dire che in Italia c'è una legge che impedisce i collegamenti Internet nei luoghi pubblici. Mi hanno detto anche dagli hotel, al che naturalmente non ho creduto. Dappertutto, anche nella più profonda Amazzonia, hotel e pousadas offrono collegamenti e l'uso dei pc gratis o a modesto pagamento, ma sempre disponibili. Qui a Rio l'intera spiaggia di Copacabana offre il collegamento, rapido e gratuito, indistintamente a tutti. Nella maggior parte degli aeroporti in tutto il mondo, questo collegamento è possibile. Mi sono rifiutato di credere che in Italia sia in vigore una proibizione simile. Ci sarebbe da provarne troppa vergogna. Piero Bondi pierobondi@terra.com.br Mi servo abitualmente di Internet negli aerei, nei treni e negli alberghi. Può smentire. ELEZIONI EUROPEE Le preferenze Caro Romano, ho letto nel suo articolo "Elezioni senza preferenze per il Parlamento europeo" questa frase: "Vi sono inoltre circoscrizioni elettorali soprattutto al Sud in cui il voto di preferenza può essere gestito e manipolato con grande efficacia". Questa vorrebbe essere una ragione contro le preferenze elettorali. Se si comincia a ragionare così, si dovrebbero sospendere anche le opere pubbliche e qualsiasi investimento al Sud e oggi pure al Nord e Centro, stando a quanto si legge sulle ramificazioni. A me questo pare un argomento debole e pericoloso. Angelo Capparelli angelocapparelli@ cappareli.it Ho detto soprattutto al Sud, ma sono convinto che anche in altre parti del Paese la caccia al voto di preferenza abbia effetti clientelari. In una recente intervista radiofonica Sergio Cofferati, ora sindaco di Bologna, ha detto, se ho ben capito il suo pensiero, che le primarie per la scelta dei candidati gli sembrano più importanti dei voti di preferenza. Credo che abbia ragione. CITTADINI IN DIFFICOLTà Urgono provvedimenti Il governo si preoccupa giustamente dell'impatto che la crisi economica, causata dai subprime americani, ha su banche e industria, ma non si preoccupa minimamente della situazione dei cittadini a reddito fisso. Per questa categoria, stipendiati e pensionati, il potere d'acquisto è in continuo calo, ma non si sente parlare di provvedimenti da introdurre per consentirne almeno un parziale recupero. Come si può pensare che in queste condizioni l'economia in Italia possa riprendersi quando gran parte dei cittadini dispongono di redditi che a mala pena gli permettono solo gli acquisti di generi di prima necessità? Virginio Zanardelli Comerio (Va) TASSO EURIBOR Banche e clienti Dopo aver toccato il suo massimo storico a 5,4% circa (8 e 9 ottobre), in questi giorni la scadenza a tre mesi del tasso Euribor è scesa al 4,9%. Ma se per le banche il denaro costa meno, ho seri dubbi che allo stesso tempo lo sia per quello prestato dalle banche ai propri clienti. Decimo Pilotto Tombolo (Pd) RICHIESTI DALL'ENEL I dati catastali Con la bolletta dell'Enel ho ricevuto la richiesta di dichiarazione dei dati catastali identificativi dell'immobile presso cui è attivata la fornitura di energia elettrica. Per quale motivo vengono chiesti dei dati facilmente reperibili negli uffici preposti? Non è un modo per far lavorare le Poste italiane? Chi chiede i dati ha pensato alle difficoltà che crea a tutte quelle persone anziane che non sanno dove andare a reperire i dati richiesti? Antonio D'Orsi suadsegr@ barti.esercito.difesa.it CONTRO IL "GIRO DI VITE" Proteste inspiegabili In Italia prima ci si lamenta della nostra minima attitudine ad essere rigorosi, ad osservare leggi e norme, si biasima la tendenza prettamente italica a cercare sempre la scappatoia per aggirare ogni divieto. Poi quando i ministri Brunetta e Gelmini intendono assicurare ai propri dicasteri una decisa inversione di rotta, con maggior rigore e severità, apriti cielo! Critiche a non finire, cortei e manifestazioni contro il "giro di vite" anti assenteismo, lassismo e scarsa efficienza. Siamo proprio incorreggibili! Mauro Luglio Monfalcone (Go) TAGLI ALLA SCUOLA Calcolo assai semplice Cercando di informarmi sulla legge 133 di cui si parla dappertutto, un politico di massima importanza sostiene che non si compie un "taglio delle risorse" quando si impedisce di sostituire i pensionati con nuovi lavoratori. Ora, la politica è fatta di parole, ma basta pensarci un momento: se prima ho 10 insegnanti e 3 vanno in pensione, quanti insegnanti mi restano? Non so se è un taglio, di sicuro è una riduzione del numero di persone che lavorano nel settore. Simone Secchi Dipart. di Matematica e Applicazioni, Università di Milano-Bicocca TELEFONATE PUBBLICITARIE Messaggi preregistrati All'ora di pranzo sono stato raggiunto da una telefonata pubblicitaria con la quale Poste Italiane mi proponeva non so più quale serie di servizi vantaggiosi. Sono telefonate in genere non gradite, ma questa aveva una particolarità del tutto irritante: si trattava di un messaggio preregistrato della durata di circa un minuto. E' una totale mancanza di rispetto: neppure la decenza di una persona che parla con chi risponde al telefono. Enrico Cattaneo enricocat@hotmail.com SUPERENALOTTO Un tetto alle vincite Il Superenalotto mette in palio una cifra veramente notevole. Non sarebbe più saggio porre un tetto per le vincite alle lotterie? Anche se di soli 5 0 7 o 10 mln di euro non credo che la gente li snobberebbe e quindi si ridurrebbero le giocate. Ignazio Bertullio bertullio.ig@tiscali.it.

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Bocciati per un solo quattro o un cinque nella materia chiave (sezione: Scuola)

( da "Corriere del Veneto" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Corriere del Veneto - PADOVA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2008-10-23 num: - pag: 4 categoria: REDAZIONALE Bocciati per un solo quattro o un cinque nella materia chiave Autonomia scolastica, regole più rigide. Palumbo: "Si può fare" A Mestre il caso del Foscari, a Venezia una bestemmia costa l'anno VENEZIA - Una bestemmia in classe? Si rischia la bocciatura. Una occupazione? Si rischia l'allontanamento dalla scuola anche fino alla fine dell'anno scolastico. Lo stesso vale per chi usa il cellulare nelle ore proibite. Va meglio a chi verrà pizzicato alla macchinetta del caffè fuori orario o a chi fuma in luoghi non consentiti: al massimo tre giorni di sospensione. Non siamo in Accademia militare ma al Liceo Artistico Statale di Venezia, dove il consiglio d'istituto ha adottato il 9 ottobre un rigido regolamento per le infrazioni più comuni, con tanto di tabelle descrittive: per ogni infrazione c'è una sanzione che va dal richiamo verbale alla bocciatura. Per contro gli studenti del Foscari Massari di Mestre faranno bene a sgobbare: basterà una sola insufficienza grave (un "4"), due non gravi ("5") o anche una sola nella materia chiave, per non essere ammessi all'anno successivo. Il Liceo artistico è in fermento, gli studenti hanno deciso di non prendere alcuna iniziativa, ma di "studiarlo", anche attraverso un'assemblea delle ultime classi. Ma è così in tutto il Veneto. Le nuove norme emanate dal ministero in materia di regolamenti da adottare scuola per scuola e la nuova stagione di rigore, hanno scatenato i consigli di istituto. C'è chi minaccia di bocciare per la parolaccia e chi per un unico 4 in pagella; chi si limita a ricorda che molte infrazioni sono reati e chi prevede "punizione" educative: dalle pulizie al tema sul comportamento tenuto con tanto di voto. Al Liceo artistico di Venezia, oerò, non c'è aria di rivolta. "Come era mio dovere fare, ho presentato il regolamento all'approvazione del consiglio d'istituto - spiega il preside Bartolomeo Tribuna - il nostro regolamento nasce dall'esperienza di questi anni e si riferisce ai casi più ricorrenti. Intanto lo sperimentiamo e qualora non funzioni lo correggeremo ". Intanto resta per tutti il rischio che qualche bravata in classe si trasformi in una vera e propria condanna mentre cento metri più in là, all'istituto a fianco, non avrebbe le stesse conseguenze. Al liceo Canova di Treviso il regolamento interno non è stato cambiato di una virgola, spiega la dirigente Alfea Faion: "Avevamo anche prima i nostri voti di condotta con il nostro regolamento interno e le relative punizioni. Riguardo agli scioperi, sono ben regolamentati e le sanzioni non dipendono dalla loro frequenza ma da fattori educativi". Una valutazione caso per caso è ciò che avviene anche al liceo padovano Tito Livio: "Mancanze molto gravi di rispetto, come bullismo o prevaricazioni, che per altro da noi non si sono mai verificate, si lasciano giudicare al Consiglio di Classe che propone le sanzioni ", afferma la dirigente Daria Zangirolami. Al turistico Gritti, invece, anche l'utilizzo di lavori socialmente utili sarà previsto tra le sanzioni, così come auspicato dall'assessore veneziano Andrea Ferrazzi. "Le sanzioni servono - dice - la Provincia è reduce da un'annata costata 500 mila euro solo per danni dolosi nelle scuole". L'istituto Foscari Massari di Mestre la stangata l'ha prevista in pagella. In prima basterà un "4", oppure al triennio un "5" in una materia di indirizzo, per venire bocciati. "Da anni abbiamo intrapreso un lungo lavoro per restringere i criteri di ammissione alla classe successiva - dice il dirigente Valer Rosato La mia è una scuola che forma dei tecnici: se un geometra ha 4 in Costruzioni, il consiglio di classe deve valutarlo in maniera diversa". Patti chiari, l'importante è che lo siano dall'inizio. La dirigente dell'ufficio scolastico regionale Carmela Palumbo elogia l'autonomia: "L'autonomia delle scuole è prima di tutto didattica, organizzativa e valutativa. é un diritto e un dovere loro quello di elaborarsi la propria griglia di valutazione, anzi è positivo che questi criteri siano codificati in modo chiaro e preventivo per le famiglie". Simile il ragionamento per la disciplina. "Anche qui, l'importante è che si seguano alcuni principi cardine" continua la dirigente Palumbo. "Io ritengo che il percorso del Liceo Artistico sia corretto. Individuare preventivamente i comportamenti rilevanti sul piano disciplinare è corretto verso i ragazzi e le famiglie, tantopiù che ogni scuola lo decide democraticamente. Sarebbe discutibile un regolamento che non individua norme e sanzioni". Andrea Campo Maria Paola Scaramuzza.

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Orientale, occupazione Sun, stop alle attività (sezione: Scuola)

( da "Denaro, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Napoli Orientale, occupazione Sun, stop alle attività Occupazione dell'Università Orientale di Napoli: è la decisione dell'assemblea indetta ieri mattina dai collettivi universitari contro la riforma Gelmini e i tagli alla ricerca scientifica. Il confronto con i docenti è durato più di due ore e, secondo gli organizzatori, vi hanno preso parte circa 1500 studenti. "La decisione è stata presa a maggioranza dall'assemblea, dopo il rifiuto dei docenti ad attuare il blocco della didattica", fa sapere il portavoce della rete dei dottorandi e dei ricercatori. Intanto, in una la mozione approvata dal Senato Accademico e dal consiglio di amministrazione della Seconda Università degli Studi di Napoli, si parla di stato di agitazione permanente, assemblea generale, sospensione delle attività e sostegno pieno alla mobilitazione in corso nelle altre università in Italia. "La legge 133/2008 - e' scritto nella mozione approvata dagli organi collegiali della Sun - e le prime preoccupanti notizie sui contenuti della prossima Legge Finanziaria sollevano pesanti interrogativi sul futuro delle Università pubbliche. La totale mancanza di sensibilita' del Ministero verso le ripetute istanze presentante da Crui e Cun, esprime una incomprensibile dicotomia tra il mondo universitario e un'operazione meramente finanziaria, priva di ogni progettualita'''. E' stato deliberato lo stato di agitazione permanente ''per esigere che la prossima legge Finanziaria introduca misure di correzione degli effetti negativi della legge 133/2008''. del 23-10-2008 num.

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FI, fischi e applausi davanti alle scuole (sezione: Scuola)

( da "Resto del Carlino, Il (Ravenna)" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

RAVENNA PRIMO PIANO pag. 2 FI, fischi e applausi davanti alle scuole Dai ragazzi proteste e strette di mano "SIAMO particolarmente soddisfatti della campagna di verità sul decreto Gelmini che fino al termine delle occupazioni sarà in atto all'ingresso delle scuole superiori della città". I volontari di FI Pdl oggi saranno all'Istituto d'arte per il mosaico e all'Olivetti. Ieri sono stati al Liceo artistico e allo Scientifico dove, raccontano, "nonostante cori di scherno e qualche battibecco, hanno contrastato il pensiero unico che una minoranza urlante pretende di instaurare anche a Ravenna". "C'è anche ? dichiara il capogruppo Paolo Costa ? chi ci ha applauditi e ci ha dato la mano". L'opposizione è decisa ad andare avanti: "Anzi, poiché ci giungono informazioni su atti di vandalismo nei confronti di alcuni insegnanti, desideriamo esprimere loro la nostra incondizionata solidarietà. Molta meno ne esprimiamo a chi sta annunciando ritorsioni nei confronti di studenti che non vengono visti impegnati nell'opera di occupazione". FI ritiene infine "intollerabile che, in nome di chissà quale necessità di 'non agitare gli animi' si permetta di interrompere le lezioni, probabilmente per una decina o più di giorni, come se nulla fosse. Per quale motivo la magistratura non agisce d'ufficio come sarebbe suo dovere fare?".

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Stavolta viaggia anche su Internet (sezione: Scuola)

( da "Resto del Carlino, Il (Ravenna)" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

RAVENNA PRIMO PIANO pag. 2 stavolta viaggia anche su Internet Classico. E al Ginanni corsi di recupero per chi non vuole saltare le lezioni GRUPPI di lavoro, controllo serrato agli ingressi e continui contatti con le altre scuole. È il volto dell'occupazione degli istituti superiori della città, quasi tutti sul piede di guerra contro il decreto legge del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini. Un'occupazione convinta, ragionata e 'gentile'. Niente eccessi e tanta organizzazione. "Certo non tutti gli studenti sanno perché stiamo occupando, per questo tra le nostre priorità c'è l'informazione" dicono i ragazzi. Rivendicano una totale autonomia politica e rifiutano l'etichetta di "nostalgici del '68". Hanno giubbotti borchiati e borse griffate, anfibi e ballerine, capelli corti e lunghi. Quasi una sfida a chi vorrebbe incasellarli in categorie predefinite. Al Liceo classico si accede dalla porta laterale, il controllo è affidato a due studenti. Una volta entrati si deve firmare il registro. L'edificio è occupato parzialmente: un'ala per ogni piano. Nei corridoi un gran via vai, secondo le firme ci saranno circa 700 ragazzi. La sala stampa è al piano terra. "Non potendo utilizzare l'aula multimediale ? spiega Jessica ? ci siamo organizzati con i nostri 'portatili'. Siamo collegati a Internet, così possiamo aggiornare il blog sulla scuola su Myspace". Gli studenti qui si occupano della rassegna stampa, scrivono i comunicati da inviare ai giornali, producono altro materiale informativo, volantini. "Sabato ? continua Jessica ? alcuni di noi andranno al mercato in piazza Sighinolfi a distribuirli". Hanno affidato le loro ragioni a un breve documento nel quale esprimono "disappunto" verso la riforma Gelmini, "un decreto che porterà il degrado della scuola pubblica con tagli di cui noi studenti subiremo le dirette conseguenze". Fanno riferimento al voto in condotta, alla riduzione delle ore, all'aumento degli alunni per classe, ai tagli del personale. "Lo diceva Calamandrei 60 anni fa, lo ribadiamo noi oggi: il primo passo verso la dittatura politica passa dal degrado della scuola". Nell'aula a fianco alla sala stampa un altro gruppo è al lavoro: sta mettendo a punto il programma dei prossimi giorni. È previsto un incontro con gli operatori del Sert. Anche all'istituto tecnico commerciale Ginanni, fresco di occupazione, gli studenti si sono divisi in gruppi: dalla logistica all'organizzazione, dall'informazione alla sicurezza. "Vogliamo che tutto sia 'perfetto', così da evitare anche il più piccolo danno" spiega Keyvan Baharvand. "Lunedì ci siamo riuniti in assemblea ? racconta ? poi abbiamo parlato con la nostra dirigente". Gli studenti erano divisi in due liste: favorevoli e contrari. Ha vinto la maggioranza. "Il piano terra, il primo e il secondo piano ? spiega ? sono occupati, anche se noi abbiamo deciso di rimanere al piano terra. Gli uffici di segreteria al piano di sopra sono aperti e al terzo gli insegnanti sono impegnati in corsi di recupero e attività extracurriculari. Chi non è della nostra scuola non entra e abbiamo intenzione di rimanere fino al 29, alla vigilia della manifestazione nazionale a Roma". Benedetta Balzani è stata 'in missione' alle scuole medie. "Abbiamo chiesto ai dirigenti ? dice ? di spiegare agli alunni le nostre ragioni. Ci hanno detto che non era possibile, ma che avremmo potuto fare volantinaggio all'esterno". Nel frattempo alla protesta si è unito l'istituto per geometri Morigia anche se, spiega il dirigente Riccardo Masi, "le classi quinte si sono dissociate e continuano a seguire regolarmente le lezioni". Continua l'occupazione anche all'Istituto d'arte, dove ieri sulla facciata sono apparsi nuovi striscioni, e al Liceo artistico. Così come al Liceo scientifico dove questa mattina gli studenti incontreranno alcuni esponenti del Teatro delle Albe e delle Donne in Nero. Con ogni probabilità oggi inizierà l'occupazione anche all'Agrario, mentre gli studenti dell'Itis Baldini rimarranno per protesta fuori dai cancelli. Ieri, a metà pomeriggio, mentre a livello nazionale infuriavano le polemiche per l'annuncio del premier Berlusconi di far intervenire le forze dell'ordine contro le occupazioni, le scuole ravennati hanno risposto compatte: "Continueremo la nostra protesta in maniera totalmente pacifica". Annamaria Corrado.

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SULLA RIFORMA della scuola del ministro Gelmini tutti si affannano (sezione: Scuola)

( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

CESENATICO pag. 9 SULLA RIFORMA della scuola del ministro Gelmini tutti si affannano ... SULLA RIFORMA della scuola del ministro Gelmini tutti si affannano a dire la loro ma il consigliere comunale FI-Pdl Roberto Buda dice che spesso si tratta di banalità e falsità preconcette: "Sono genitore, docente e rappresentante politico e mi sembra che nel merito delle novità introdotte dalla riforma ci siano abbondanti falsità e tendenziosità. Per esempio sul tempo pieno: non è affatto vero che venga tagliato ma in realtà aumenterà con la possibilità alle famiglie di scegliere tra diverse tipologie orarie: dalle 24 ore settimanali del maestro unico fino alle 40 ore del tempo pieno passando per le 27 ore oppure le 30 ore". Sì, ma i tagli? "Nessun insegnante resterà a casa. Il maestro unico, che entrerà in vigore dal prossimo anno a partire dalle prime, sostituirà le tre maestre ora impegnate su due classi. Due maestre invece che tre. Il maestro in più sarà impegnato nel tempo pieno, che quindi sarà potenziato, o andrà a sostituire i maestri che andranno in pensione". I critici dicono anche che un solo maestro creerà problemi didattici e pedagogici. "Tutti noi siamo stati educati da una sola maestra e non abbiamo avuto alcun problema. Occorre invece sottolineare che la scuola italiana, si trova in difficoltà nonostante il modulo di più insegnanti per una stessa classe, la preparazione dei ragazzi risulta insufficiente, soprattutto nelle materie scientifiche. Invece di scioperare occorrerebbe al contrario portare tranquillità all'ambiente scolastico lavorando per migliorarlo. Come insegnante lo scorso anno mi sono dovuto confrontare con la riforma del ministro Fioroni, che non condividevo, ma ho fatto di tutto perché venisse applicata nel modo migliore. Gli slogan lanciati in questi giorni dagli studenti in diverse piazze, appaiono strumentali e ridicoli. I sindacati, invece di condurre battaglie di retroguardia, dovrebbero impegnarsi a collaborare per il bene della scuola. Consiglio a tutti di leggere personalmente il decreto Gelmini".

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<Pronti ad azioni forti contro la scure sulle scuole> (sezione: Scuola)

( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

BELLARIA E VALMARECCHIA pag. 14 "Pronti ad azioni forti contro la scure sulle scuole" VALMARECCHIA LA SCURE dei tagli si avvicina e la vallata insorge. Giù le mani dalla scuola, è il grido che gli amministratori hanno alzato nei confronti del decreto Gelmini, al termine della riunione tenuta a Pesaro dall'assessore provinciale alla Pubblica Istruzione Renzo Savelli. Contro l'accorpamento delle sedi distaccate con meno di 50 alunni, ad eccezione delle scuole d'infanzia, Casteldelci, Maiolo, Perticara di Novafeltria, Feltria, San Leo (ma anche Montecopiolo e Montegrimano) porteranno un documento nei rispettivi consigli comunali, aperti alla cittadinanza. Sindaci, vicesindaci e assessori sono pronti però anche ad azioni dimostrative più forti, come una manifestazione pubblica per riconsegnare le chiavi della scuola al Prefetto. "Se non c'è la scuola, sparisce anche la speranza di crescita a di sviluppo per un paese ? commenta amara l'assessore alla Scuola di Novafeltria, Maria Letizia Valli ? la scuola dopo la famiglia, è il luogo educativo più importante". La legge 133 (art.64) e l'art. 3 della Finanziaria però parlano chiaro: economizzare, parola che gli amministratori dell'alta Valmarecchia traducono controvoglia in "tagliare". Sotto la scure c'è la media di S. Agata e quella di San Leo (26 studenti), e le elementari di Casteldelci (20 alunni in due pluriclassi), Maiolo e Perticara (41 bambini). "I nostri istituti non possono chiudere. Questo significherebbe far morire i piccoli comuni. Siamo in piena emergenza", protesta Francesco Sartini, primo cittadino di Maiolo. "Perdere la scuola significa colpire a morte il paese. È un provvedimento irrazionale, è così che si ferma lo spopolamento della montagna?" rilancia il collega di Casteldelci Martina Brizzi. I comuni devono inviare il loro piano entro il 7 novembre alla Provincia, la quale girerà le proprie valutazioni alla regione a fine mese. Ma Pesaro promette sostegno ai comuni interessati dai "tagli". m. c.

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Occupato il liceo scientifico Pacinotti (sezione: Scuola)

( da "Nazione, La (La Spezia)" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

CRONACA LA SPEZIA pag. 7 Occupato il liceo scientifico Pacinotti SCUOLA IL VOTO DOPO L'ASSEMBLEA L'ASSEMBLEA del Liceo scientifico "Pacinotti" della Spezia ha votato l'occupazione del complesso scolastico. Su 700 studenti, hanno votato per l'occupazione in 580. Per domani, venerdì, è stata decisa dai coordinamenti studenteschi una grande iniziativa con corteo. In provincia si sono formati comitati di genitori contro i decreti della Gelmini: anche a Lerici è in programma per domani alle 17 un'assemblea aperta nella sala del consiglio comunale. Sempre domani si terrà un'occupazione davanti alla scuola storica della Pianta, dove è nato il tempo pieno spezzino. Il consigliere comunale Luca Liguori è preoccupato. "Auspico che si apra un confronto civile tra le parti. Chiederò che il sindaco intervenga convocando un incontro con il Prefetto e i vertici delle forze dell'ordine". Il coordinatore provinciale dei giovani di Forza Italia Giacomo Giampedrone è pronto a a promuovere "una class action degli studenti se agli universitari continuerà ad essere impedito il diritto di frequentare le lezioni".

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FORMIGINE I GENITORI del distretto si mobilitano per raccogliere firme (sezione: Scuola)

( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

SASSUOLO, FORMIGINE, FIORANO E MARANELLO pag. 16 ? FORMIGINE ? I GENITORI del distretto si mobilitano per raccogliere firme ... ? FORMIGINE ? I GENITORI del distretto si mobilitano per raccogliere firme contro la riforma della scuola. Lunedì in sala della Loggia a Formigine si è tenuto un incontro organizzato dalle famiglie di alunni che frequentano tutti gli ordini di scuola, da quella d'infanzia, alla primaria, alle medie e superiori, per confrontarsi sulla riforma introdotta dal decreto legge Gelmini. I genitori, più preoccupati per il modello di scuola che si va a delineare con la riforma, si sono mobilitati. Si sono riuniti per leggere e analizzare il corpus programmatico di legge, per informarsi e discutere circa i temi che riguardano maggiormente le famiglie. Durante l'assemblea,che ha visto la partecipazione di quasi 200 persone, il dibattito è stato attivo e costruttivo: tanto da impegnare molti genitori del comune di Formigine e dei comuni di Maranello e Fiorano a elaborare un documento di rimostranze verso la riforma e a promuovere una raccolta firme che proseguirà nei prossimi giorni in vari punti dei comuni, dove verranno allestiti banchetti. I genitori organizzeranno a breve altri momenti di dibattito per approfondire e divulgare l'argomento e sensibilizzare la comunità. CHE IL TEMA fosse molto sentito lo dimostra il fatto che a causa della grande affluenza molte famiglie non hanno potuto accedere alla Sala della Loggia, dove la riunione è stata ripetuta il giorno successivo. Gloria Goldoni.

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Dietro front: l'università restituisce i soldi (sezione: Scuola)

( da "Nazione, La (Siena)" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

CRONACA SIENA pag. 4 Dietro front: l'università restituisce i soldi MANIFESTAZIONE DEGLI SPECIALIZZANDI TAGLIO DELLO STIPENDIO, BIGI SCENDE IN STRADA E SI SCUSA di LAURA VALDESI "ARRIVANO gli ispettori". Gli sms con la novità del giorno giungono in tarda mattinata al rettorato ma non scuotono più di tanto un ambiente strapazzato da quindici giorni di bufera. Il ministero dell'Istruzione si è attivato per fare chiarezza dopo un balletto di cifre tuttora irrisolto, nel giorno in cui a Economia c'è un'occupazione "politica" da parte degli studenti in totale dissenso con la legge 133 mentre a Scienze politiche dopo una lunga assemblea con 400 partecipanti si è deciso a tarda sera, prima di tornare al rettorato dove si è spostato alle 18 anche il consiglio della facoltà di Lettere, di rinviare ad oggi la decisione sull'occupazione. I giovani torneranno all'attacco per avere un'aula autogestita, ci sarà un sit-in con volantinaggio in via Mattioli prima della mega manifestazione di protesta nel pomeriggio con fiaccolata finale a cui ha aderito anche Rifondazione. L'atmosfera dunque è incandescente nell'ambiente accademico, a maggiore ragione dopo le dichiarazioni del ministro dell'Istruzione. Che denuncia la mancata trasparenza dei bilanci e li pretende su internet. Che non ci sta al "tentativo di far ricadere sul governo la responsabilità di una cattiva gestione che raggiunge livelli di guardia" in gran parte degli atenei. "Disponibili al confronto, ad incontrare i rettori, i consigli delle università e degli studenti, tutte le realtà del mondo accademico ? tuona ? ma in nome di una progettualità e non della difesa dello statu quo". Come se non bastasse Gelmini fa notare "che si sarebbe attesa da Magnifici e professori un po' di autocritica per come è stata gestita l'università e per come è ridotta". I veleni proseguono: "Non sorprende che nell'elenco degli atenei con i 'buchi' ci siano quelli toscani ? dice Riccardo Mazzoni, deputato del Pdl ?, sorprende semmai che i baroni responsabili di tale disastro invece di fare il mea culpa stiano aizzando gli studenti a protestare tollerando le occupazioni messe in atto da minoranze organizzate che impediscono il diritto allo studio a chi, peraltro, paga tasse universitarie salatissime. Quanto alla decisione del premier Berlusconi di contrastare le okkupazioni in scuole ed atenei si tratta solo di garantire la libertà di molti contro la sopraffazione di pochi". La reazione dei ragazzi alle bordate non si è fatta attendere. L'Assemblea permanente di Ateneo ha annunciato subito "che la sua mobilitazione non si arresterà di fronte a quelle che appaiono intimidazioni di bassa levatura. La protesta che stiamo portando avanti difende l'idea stessa dei saperi, il principio d'istruzione pubblica, messa così in dubbio proprio dai provvedimenti del Governo". Dichiarazioni a parte è serpeggiato subito il timore di essere costretti oggi, su input del ministro dell'Interno alle forze dell'ordine, a smobilitare. Volenti o nolenti. Invece sembra che non ricorrano da noi gli estremi per un intervento d'autorità come indicato da Berlusconi poiché scuole superiori e università hanno ottenuto i placet da docenti e presidi. NELLE ORE CALDE il rettore Silvano Focardi era a Firenze per l'audizione davanti alla commissione cultura del consiglio regionale, sollecitata dal vice presidente Alessandro Starnini. Ha spiegato, si legge in una nota, "che nemmeno un mese fa la dirigenza amministrativa ha pensato di risolvere i problemi di liquidità dell'Università non versando i contributi Inpdap dovuti per il personale docente e non docente. In 10 mesi si è così generato un deficit consistente che sommato a quello attinente ai mutui contratti per interventi edilizi (ridotto e ristrutturato nel 2006) ha prodotto un deficit corposo. 'Siamo impegnati ? ha aggiunto ? a definire un piano di rientro che tra il 2009 e il 2012 dovrebbe consentirci di giungere al pareggio'". Focardi ha lamentato poi che a partire dal 2001 i Governi non hanno più finanziato gli aumenti stipendiali annuali delegando questo compito alle singole università. "Siccome Siena ha molto personale questo ha prodotto ulteriori difficoltà" ha concluso annunciando una revisione del sistema di controllo amministrativo che non ha funzionato e va riorganizzato.

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Le difficoltà della ministra Mariastella (sezione: Scuola)

( da "Opinione, L'" del 23-10-2008)

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Oggi è Gio, 23 Ott 2008 Edizione 226 del 23-10-2008 Bossi premonitore a settembre Le difficoltà della ministra Mariastella di Gianluca Marchi Con la Gelmini ci sono problemi, ma intanto approviamo il federalismo fiscale e poi magari la Lega chiederà il Ministero dell'Istruzione: questo disse nel consueto modo istintivo, ma non per questo avventato, Umberto Bossi nei primi giorni di settembre, quando, in tempi non sospetti, il Senatùr aveva identificato aspetti critici nel decreto di riforma scolastica e previsto le possibili ripercussioni, puntualmente verificatesi. Seguì la doverosa risposta di Silvio Berlusconi, ma più in difesa dei provvedimenti che della Ministra. Poi il Premier soccorse ancora Mariastella da Brescia, chiarendo da Napoli i termini più controversi relativi al taglio di risorse e di personale, colmando evidenti difetti di comunicazione. E di nuovo l'ha ripetuto ieri, con toni più solenni. Nel frattempo, anche il Presidente Giorgio Napolitano sorprese non poco richiamando i piazzaioli, che si stavano organizzando per la protesta, ad una maggiore responsabilità, a non ostacolare leggi necessarie. E lo stesso concetto lo ha riaffermato pochi giorni or sono. Atti di solidarietà autorevoli, robusti e quindi, com'è facile immaginare, per niente casuali: sintomo di qualche debolezza da soccorrere. Sia chiaro, che nelle scuole le cose non funzionino, che gli sprechi e gli abusi siano tanti e paradossali, che il livello dell'istruzione nel nostro Paese ci releghi agli ultimi posti nelle classifiche europee, è dimostrato. Che non ci sia mai stato un ministro esente da contestazioni o sberleffi, mettendo mano a regole tanto anacronistiche, è innegabile. Però, adesso, le questioni sono più complesse e si sovrappongono. C'è di mezzo una sinistra evaporata che cerca visibilità scatenando nelle piazze plotoni di ragazzi, i quali non vanno certo per il sottile nel trovare ragioni o pretesti quando si tratta di fare casino collettivo e disertare lo studio. C'è di mezzo un WalterVeltroni sottoposto ad accanimento terapeutico che tenta di salvarsi dall'eutanasia (cui all'interno del Pd molti propendono), approfittando di qualsiasi schiamazzo per sommarlo alla "sua" manifestazione del prossimo 25 ottobre. E poi ci sono i docenti frustrati dalla loro stessa insipienza arrogante, i nullafacenti che considerano lo stipendio come il giusto compenso alla propria furbizia, alcuni sindacati che non attirano più gli adulti ormai disintossicati e sperano di spacciare fumo ai giovani, e ci sono genitori che tramandano ai figli quella loro nostalgica attitudine alla prepotenza vigliacca già fallita negli Anni '70. Insomma, un'orda barbarica difficile da contrastare con la ragione o da convincere col buonsenso. A questo, si aggiunge ciò che da tempo si mormora nei corridoi, relativo a relazioni poco idilliache tra Mariastella Gelmini e una parte di colleghi(e). A scelte sbagliate riguardanti collaboratori, consiglieri e comunicazione. Tutta roba che in altri momenti sarebbe passata inosservata ma che, in una simile contingenza, non aiuta certo ad alleggerire la situazione. E potrebbe procurare qualche graffio sulle medaglie fin qui conquistate dal Governo, creando comprensibili malumori. Tant'è che, oggi, quella frase estemporanea di Umberto Bossi troverebbe probabilmente qualche approvazione in più.

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Tutti dietro la lavagna (sezione: Scuola)

( da "Opinione, L'" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Oggi è Gio, 23 Ott 2008 Edizione 226 del 23-10-2008 Pugno duro per chi occupa atenei e scuole "Stato di Polizia? Semplicemente Stato" Tutti dietro la lavagna di Francesco Blasilli Disordini in strada, nelle scuole e nelle università, hanno costretto l'alunno Gelmini ha presentarsi accompagnato dal genitore Berlusconi. Certo, l'alunno si è comunque comportato bene, ma è stato il genitore a rubare ? come suo solito ? la scena a Palazzo Chigi. Come spesso accade, però, le cose vanno raccontate dalla fine, visto che da attore consumato Berlusconi ha tirato uno schiaffo dietro l'altro alla sinistra che fa "opposizione in piazza sulla scuola perché siamo inattaccabili su tutto il resto", prima dell'affondo finale, quando con la massima calma ha detto che di lì a poco avrebbe incontrato il ministro dell'Interno "per dargli indicazioni". Tradotto niente più occupazioni. E ai cronisti (di sinistra) che evocavano lo Stato di Polizia ha semplicemente risposto che lo Stato "farà lo Stato" e che l'occupazione "è una violazione". Sul concetto il Cavaliere è apparso fermissimo, visto che lui è stato "un alunno diligentissimo" e che non si "può impedire agli studenti di recarsi a lezione". E poi, tanto per ribadire il pensiero, Berlusconi si è lasciato sfuggire un quasi minaccioso "avviso ai naviganti", perché "bisognerà abituarsi visto che per i prossimi quattro anni e mezzo così sarà". Tolleranza zero. Sull'immigrazione clandestina così come sulle occupazioni selvagge. La garanzia si chiama Maroni. Ma il motivo principale per cui Berlusconi si è presentato in sala stampa, "come richiesto dall'ottimo ministro Gelmini" era quello di sgomberare il campo dagli equivoci e dalle "falsità della sinistra" sul decreto sulla scuola, precisando "che non si tratta di una riforma". E se il Cavaliere se la prende con la sinistra che scende in piazza, "perché dietro gli studenti e i professori che manifestano ci sono i centri sociali", non manca una tirata d'orecchio ? ed anche qualcosa di più ? ai media, rei di aver "divorziato dalla realtà" ed inondato "di messaggi falsi" la popolazione. Ed anzi, c'è stato anche "un salutatemi i vostri direttori, ma scrivete che cosa è questo decreto", visto che già un paio di settimane fa c'era stata una conferenza stampa per spiegarlo "ma io non ho letto nemmeno una riga sulla cosa". Dunque, ecco l'inedito Berlusconi "sgambettato dai media", che non si tira indietro nemmeno nella singolar tenzone con i colleghi di Unità, Manifesto e Tg3, e che soprattutto non è allarmato dalla possibilità di scontri tra Polizia e manifestanti, perché "noi siamo preoccupati se lo Stato non fa lo Stato". Ma il tema era il decreto Gelmini, definito "sacrosanto" e per questo non ci sono possibilità che venga "ritirato", nonostante le grida di dolore veltroniane. Ed allora il Cavaliere ha subito fatto chiarezza su tutte "le bugie della sinistra", spiegando che dire "maestro unico è un errore", ma bisogna parlare di "maestro prevalente, visto che religione e lingua straniera avranno insegnanti diversi". Ricordando anche che era stata la Moratti ad inserire il triplice insegnate, "con tanto di feroci critiche da parte della sinistra, Repubblica in primis". Nessun taglio di otto miliardi di euro, quindi, ma una "migliore allocazione" del personale da fare grazie ad una manovra triennale con l'obiettivo di migliorare lo stipendio base degli insegnati, visto che dopo 15 anni di lavoro prendono "27mila euro lordi contro i 40mila della media Ocse". E la ricetta per far questo è di brunettiana memoria, visto che il concetto chiave è quello del "merito" che porterà i migliori insegnati, secondo il decreto saranno un 40%, "ad avere nel 2012 un aumento di stipendio di 7mila euro". E gli 87mila insegnati licenziati? "Assolutamente falso ? sbotta Berlusconi ? ci saranno i normali pensionamenti e il blocco delle assunzioni, perché dobbiamo razionalizzare il numero del personale docente, ma nessun licenziamento". Così come non verrà ridotto il tempo pieno "visto che gli insegnanti che "non saranno più impegnati nei moduli, proprio a quello si dedicheranno, aumentandone quantità e qualità". Rispedite al mittente anche le accuse di razzismo, perché dare la possibilità a studenti stranieri di imparare l'italiano "è buonsenso; ci sono in Italia 600mila alunni stranieri e classi dove si parlano dieci lingue diverse". Ed ancora via a smascherare gli altri falsi (d'autore?) come quello della chiusura di alcune scuole ("saranno semplicemente unificati il preside e il personale amministrativo", cosa prevista già dal precedente governo di centrosinistra), mentre non si boccia con il 7 in condotta, bensì con il 5, "previsto solo in casi gravissimi, ma solo dopo aver avuto il consenso del consiglio d'istituto e di quello di classe". Insomma, dalla sinistra "solo menzogne", visto che il decreto Gelmini "ha poche innovazioni, ma chiare e garantisce la libertà di scelta". Chiusura, come sempre, con i sondaggi, quelli del Corriere, definito ironicamente "giornale amico" dal Cavaliere, sondaggi che danno un gradimento del 70% per la reintroduzione del grembiule e superiore all'80% per tutte le altre modifiche. Tutto secondo copione, dunque. Il genitore ha accompagnato l'alunno e ha spiegato tutto. Per ulteriori chiarimenti, rimane a disposizione lo zio Roberto (Maroni), quello con la faccia un po' cattiva.

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Ai nostri studenti non resta che iscriversi a Cepu (sezione: Scuola)

( da "Opinione, L'" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Oggi è Gio, 23 Ott 2008 Edizione 226 del 23-10-2008 Produciamo meno laureati del Cile e nessuna università italiana figura tra le migliori 150 al mondo Ai nostri studenti non resta che iscriversi a Cepu di Francesco Blasilli Per aiutare gli studenti italiani, ci vorrebbe una sorta di Cepu di Stato, si un bel corso di preparazione (e facilitazione) per gli esami, visto che l'università italiana "produce meno laureati del Cile". Parola del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, la quale forse non lo sa, ma sta ricevendo un grosso favore dalla sinistra che scende in piazza. E già, perché si tratta di una sinistra cieca, che confonde la scuola con l'università e serve un assist d'oro alla ministra che specifica "che le proposte sugli atenei saranno presentate solo dopo l'approvazione dei decreti riguardanti la scuola dell'obbligo". Un modo sottile per dire ad insegnanti, dottorandi e studenti (ad occhio più "fuori corso" che "in corso") state protestando per il nulla. Certo è che il Governo qualcosa farà, "perché serve trasparenza" e di questo passo "si arriva al collasso". Sono i numeri, i cui esperti sono tanto inclini alla piazza, ad inchiodare l'università italiana. Nella nostra penisola ci sono 94 atenei, con 320 sedi distaccate nei posti più disparati. Troppe? Decisamente sì, visto che ci sono 37 corsi di laurea con un solo studente e 327 facoltà che non superano i 15 iscritti. "E poi ? spiega la Gelmini ? negli ultimi 7 anni sono stati banditi concorsi per 13.232 posti da associato e nel 99,3% dei casi sono stai promossi senza che ci fossero posti disponibili"; con un aumento dei costi di circa 300 milioni di euro. Onestà intellettuale, però, vuole che le colpe siano bipartisan, visto che dal 2001 in poi, non sempre la sinistra è stata al governo. Anzi. E così, si è passati in poco tempo da 2444 corsi di laurea ai 5500 di oggi (in Europa ce ne sono la metà), con una mistica moltiplicazione delle cattedre e dei posti per i professori, senza che un solo ateneo italiano figuri tra i migliori 150 del mondo. "Da adesso in poi ? tuona la Gelmini ? si volta pagina, si cambia registro". Forse alla Moratti fischieranno le orecchie. La parola d'ordine è "trasparenza", visto che "ci sono cinque università importanti con buchi enormi". E sul discorso relativo al precariato, lancia una dura accusa alla sinistra che "ha assunto tutti, anche quando non c'era posto, creando solo lunghissime liste di attesa". La ministra si dice comunque pronta ad "incontrare i rappresentanti sociali ed ascoltare le loro proposte", augurandosi intanto un "abbassamento dei toni". Un appello questo, però, destinato a cadere nel vuoto. Perchè non può essere altrimenti. Oltre ai numeri impietosi, a condannare la nostra università sono i fatti. Vogliamo parlare di Papa Ratzinger che non ha potuto tenere la lectio magistratis a La Sapienza di Roma? E perché mai lo Stato dovrebbe dialogare con chi non ha voglia di stare a sentire chi non la pensa come lui. E già ci immaginiamo i titoli odierni di alcuni quotidiani, che spazieranno da "Stato di Polizia" a "Scuola di Polizia" passando per un "Silvio fascista" oppure "Olio di ricino e pennarello". E già, perché per una parte degli universitari italiani le regole sono un optional. Occupare è ritenuto un gesto normale, così come fare politica (quasi sempre di sinistra) invece che andare a lezione. Così come "riservarsi" delle aule, destinate allo studio, per farsi le canne (chi scrive non è un proibizionista, solo che quando fumava lo faceva in casa propria) è la regola. Questa è l'università italiana, dove si va per fare di tutto tranne che studiare. Con il plauso di docenti che pensano che il sessantotto non sia mai finito. E che la rivoluzione sia prossima ad arrivare. Forse non ci rimane altro che iscriverci a Cepu.

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LETTERA APERTA AGLI STUDENTI (sezione: Scuola)

( da "Giornale.it, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

N. 254 del 2008-10-23 pagina 0 LETTERA APERTA AGLI STUDENTI di Mario Giordano "Cari studenti, avete voglia di uscire dagli slogan?". Il direttore del Giornale lancia una sfida democratica e costruttiva a chi, in questi giorni, scende in piazza per protestare: discuterne insieme per trovare nuove proposte. Dite la vostra nel forum: "Quale scuola volete?" Cari studenti, avete voglia di uscire dagli slogan? Lo so che in queste ore di inebriante ribellione vi sentite incaricati di una missione altissima. Guardavo per le vie e dentro le Tv i vostri volti sorpresi dal primo rossore pubblico, le mani abituate a chat e messenger che si levano timide a mostrare i tazebao, quelle mise un po' smandrappate che si tirano dietro inconsapevoli strascichi di Sessantotto. E pensavo che quando dite di volere una scuola migliore, be', avete proprio ragione. Ma come si fa ad avere una scuola migliore? Provate a tirare fuori dagli armadi delle aule gli slogan che vi hanno preceduto: "Ucci Ucci sento odore di Falcucci", "Con simpatia la Moratti a Nassirya", "Ministro Fioroni, servo dei padroni". A Berlinguer furono mostrate le chiappe, De Mauro fu sbertucciato come Pinocchio. Ora tocca alla Gelmini, che "divora i bambini". Le rime sono persino facili, avanti con la fantasia. Vi siete mai chiesti, però, perché ogni riforma della scuola, proposta da qualsiasi ministro, di qualsiasi partito, è sempre fallita? Cui prodest? E che ci fanno dietro le vostre spalle professori e sindacalisti? E i no global? Che c'entrano? è davvero necessario occupare le scuole? E occupare le stazioni? Chi è che vi spinge a iniziative contro la legge? Che interesse ha? Che ci fanno i politici (persino l'assessore all'Istruzione di Napoli) fra i vostri banchi? Chi è che pensa di sfruttare il vostro primo rossore per colorare piazze altrimenti vuote? Vi hanno raccontato un sacco di balle sulla riforma Gelmini. L'hanno fatto in classe. L'hanno fatto in modo strumentale. Vogliamo discuterne? Noi siamo qui. A disposizione. Oggi non invochiamo la Polizia: anzi, pensiamo che l'intervento delle forze dell'ordine per garantire lo svolgimento delle lezioni sarebbe una sconfitta per tutti. Pensateci. E, se potete, provate a uscire dal solito cliché delle barricate. Provate ad andare oltre gli slogan. Provate a discutere nel merito come si fa ad avere una scuola migliore. Questo sì che sarebbe, per una volta, davvero rivoluzionario. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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I professori mostrino responsabilità (sezione: Scuola)

( da "Tempo, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Stampa l'editoriale I professori mostrino responsabilità Due sono gli errori oggi possibili di fronte all'infiammarsi di scuole e università dove la protesta, tanto vaga quanto velleitaria, si indirizza genericamente contro l'ultimo tentativo di riforma del ministro Gelmini. Il primo errore è di lasciar correre nell'indifferenza delle autorità scolastiche, nel disordine delle strutture educative e nella riproposizione retorica di vuote parole ribellistiche, spesso sconosciute agli stessi dimostranti che le pronunziano. Il secondo errore è di ritenere che i confusi movimenti sorti in questi giorni possano essere affrontati come questioni di ordine pubblico, al suono di manganellate più o meno energiche. Il lassismo e la falsa tolleranza dell'illegalità sono l'altra faccia della repressione. è per questo che bisogna maneggiare con cautela l'idea del presidente del Consiglio di affrontare le eventuali occupazioni delle facoltà con la polizia. Non perché non si debbano reprimere gli atti illegali, piccoli o grandi che siano, e da chiunque commessi; ma perché le università come le chiese dovrebbero rappresentare anche oggi dei santuari dove, fino al possibile, l'ordine è mantenuto dai responsabili istituzionali - i sacerdoti nelle chiese e i professori nelle scuole e università - senza l'intervento di uomini in divisa a cui per legge è demandato il monopolio della forza. Con ciò non si vuole affatto dire che occorre lasciare l'università in balia di se stessa, ed avvenga quel che avvenga. In passato siffatte esperienze negative si sono ripetute con effetti devastanti. Pur con le necessarie distinzioni e graduazioni, bisogna però prendere atto che l'università e la scuola sono scivolate in Italia in un degrado a cui hanno concorso responsabilità plurime, in primo luogo quelle gravi dei professori che hanno mirato più ad allargare la loro sfera di potere che non a perseguire l'interesse generale. Chi scrive è un professore universitario che ha visto intorno a sé l'assurda proliferazione delle materie, dei corsi e delle sedi universitarie al solo comodo del corpo insegnante. Nella maggior parte delle facoltà, soprattutto nuove, il rigore degli studi è ridotto ai minimi termini; gli studenti posteggiati come fuori corso nelle università superano un terzo dell'intero corpo discente; e l'assenteismo dei professori, per non parlare dell'ignoranza, supera ogni ragionevole immaginazione. Ed è perciò che tanti bravi ricercatori non hanno che la via dell'estero per portare a compimento le loro legittime aspirazioni. Che fare? La risposta univoca e miracolosa non c'è. Certo non sono i movimenti di piazza con i loro logori riti, spesso fomentati dai professionisti della protesta, che possono contribuire a invertire la tendenza. Così come la repressione pura e dura non aiuta a fare un passo avanti, soprattutto quando è esercitata all'interno delle sedi scolastiche e universitarie in cui l'ordine dovrebbe essere affidato ai codici disciplinari propri di ogni istituzione. E sì vero che le variegate ragioni della protesta spaziano dalla generica disaffezione per studi che non riescono a dare sbocchi di lavoro alla mancanza di prospettive di vita, ma il motivo più chiaro di quest'ultimo fuoco sono i tagli economici generalizzati che però non sono solo dello specifico settore ma una necessità imposta dalla crisi. La parola giusta è stata pronunziata dal presidente Napolitano: evitare la pura contrapposizione, favorire l'ascolto reciproco, controllare la qualità della spesa in maniera tale da non colpire la buona ricerca. I professori devono fare autocritica e cominciare a porre limiti ai loro giochi di potere che vanno sempre a scapito della qualità degli studi. E gli studenti devono sapere isolare i mestatori di professione che accorrono numerosi non appena il venticello della protesta turba la bonaccia quotidiana. Per la disciplina, infine, c'è una e una sola risposta. Gli episodi di illegalità, tanto più se violenti, devono essere isolati e additati al pubblico dagli stessi che fanno parte della comunità degli studiosi in cui si verificano, che si tratti di scuola superiore o di università. In tal senso è dei docenti la maggiore responsabilità che non può essere surrogata da atteggiamenti ambigui: vedere e non vedere, prendere o non prendere provvedimenti per quieto vivere. Solo così si potrà impedire che le divise entrino in azione sconvolgendo l'antica regola della sacralità degli studi.

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Proteste, èlinea dura. Berlusconi: "Polizia contro le occupazioni" Veltroni: "Soffia sul fuoco" (sezione: Scuola)

( da "Tempo, Il" del 23-10-2008)

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Stampa scuola e università, Oggi vertice al Viminale Proteste, è linea dura. Berlusconi: "Polizia contro le occupazioni" Veltroni: "Soffia sul fuoco" "Non permetteremo l'occupazione delle scuole e delle università. L'ordine deve essere garantito, lo Stato deve fare lo Stato". Berlusconi ha intenzione di affrontare con il pugno di ferro la rivolta contro la riforma della scuola e senza mezzi termini avverte che userà la forza pubblica per far cessare ogni manifestazione che violi il diritto dei "cittadini studenti di fare il loro mestiere di studenti". Nel governo c'è chi lo ha messo in guardia dall'esplodere di tensioni sociali che dalla scuola potrebbero dilagare in altri settori, complice anche il malessere per la crisi economica e la riduzione del potere d'acquisto dei salari. Insomma una miscela esplosiva di cui la scuola rischia di essere il detonatore. Questo spiega la determinazione con cui il premier ha deciso di affrontare il problema, la stessa che ha usato contro i blocchi delle discariche in Campania. Berlusconi quindi annuncia che convocherà il ministro dell'Interno Roberto Maroni per "dargli istruzioni dettagliate su come far intervenire le forze dell'ordine". In serata arriva una nota del Viminale che annuncia per oggi una riunione tecnica con il sottosegretario Mantovano e i vertici delle forze di Polizia per "effettuare una completa ricognizione dei rischi per la sicurezza e per l'ordine pubblico derivanti da eventuali forme violente di protesta". E se la prende con la sinistra che sta cavalcando "in modo strumentale" queste proteste e con i media "che ormai hanno divorziato dalla realtà". Il presidente del Consiglio vede dietro alle proteste nelle scuole la regia della sinistra che con i centri sociali tenta questa strada per rovesciare il governo. Nel governo è diffuso il sospetto che il Pd voglia usare la strategia della piazza in senso lato. Ovvero non solo la manifestazione del 25 prossimo ma tutti quei focolai di protesta attorno ai provvedimenti del governo. E complice di questo scenario sarebbero anche i mezzi d'informazione che travisano la realtà. E la realtà, sostiene Berlusconi, "è quella di aule piene di ragazzi che intendono studiare mentre i manifestanti sono organizzati dall'estrema sinistra e spesso, come a Milano, dai centri sociali". Quindi alla conferenza stampa a Palazzo Chigi sfida i giornalisti presenti: "Vi prego di portare i nostri saluti ai vostri direttori e dite loro che saremo molto preoccupati e indignati se la conferenza stampa non avesse seguito e non dessero informazione ai lettori di questi giornali". Poi incalza: "Il diritto allo studio va garantito dallo Stato. Chi non vuole manifestare deve poter studiare. Chi commetterà reati sarà punito. Lo Stato deve garantire i diritti". Alla fine respinge al mittente l'invito del segretario del Pd Walter Veltroni a ritirare il decreto e sottolinea che userà la linea dura perchè l'occupazione di scuole e università "non sono una dimostrazione di libertà, non sono un fatto di democrazia ma è pura violenza nei confronti degli altri studenti, delle famiglie, delle istituzioni e nei confronti dello Stato". E per far intendere che andrà avanti per questa strada e che non si farà quindi intimidire dalle proteste, non risparmia parole dure e tranchant. A una giornalista del Manifesto che gli chiede se verrà usata la Polizia anche contro le maestre elementari e Berlusconi risponde determinatissimo: "Tutelerò sempre il diritto dei cittadini, siano essi cittadini studenti o cittadini genitori. Avete 4 anni e mezzo, fateci il callo, non retrocederò di un millimetro, questo sia chiaro". Ma non è tutto qui. Dietro la linea dura adottata da Berlusconi si intravede una strategia ben precisa che non è circoscritta alla questione delle proteste nella scuola. Sul tavolo del premier ci sono i risultati degli ultimi sondaggi. E questi dicono che al top del gradimento ci sono quei ministri, a cominciare dal responsabile della Funzione pubblica Renato Brunetta, al titolare dell'Economia Giulio Tremonti, fino alla stessa Gelmini, che hanno affrontato di petto i problemi con il pugno di ferro e non si sono fatti intimidire dale resistenze del sistema. Quando il ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna affrontò il problema della prostituzione scatenando un polverone, subito schizzò al vertice del gradimento nei sondaggi. Berlusconi a chi dei suoi lo tira per la giacca e vorrebbe fargli abbassare i toni, gli porta l'esempio della Campania: con l'impegno a ripulire Napoli abbiamo vinto le elezioni e con la determinazione a rimuovere i blocchi abbiamo messo la sinistra nell'angolo.

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Roma, 11:27 - SCUOLA: BERSANI, DA GELMINI TANTA ARROGANZA (sezione: Scuola)

( da "Repubblica.it" del 23-10-2008)

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<Polizia in scuole e atenei> Monta la protesta (sezione: Scuola)

( da "Corriere.it" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Bersani: "Dalla gelmini solo odio e arroganza" Scuola e università: occupati i licei, assemblee e cortei negli atenei Iniziate giovedì mattina le occupazioni in scuole superiori di tutta Italia. Forze dell'ordine in licei del Cosentino MILANO - Non si fermano le proteste nel mondo della scuola e dell'università. Alle 17 al Viminale è in programma una riunione sulle occupazioni di istituti e atenei, come ha reso noto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni. UNIVERSITÀ - A Milano è stato programmato un blocco della didattica alla facoltà di Scienze Politiche. Alle otto del mattino sono stati chiusi i cancelli e sono partiti i "gruppi di libero sapere"; chi voleva ha potuto comunque entrare a seguire le lezioni. Per domani sono state pianificate "lezioni aperte" con i docenti in piazza Duomo e, nel pomeriggio, un simbolico "assedio" al consiglio di facoltà. La mobilitazione continua anche in altre facoltà, atenei e scuole milanesi, come all'Accademia di Brera, dove si è tenuta la prima lezione autogestita. A Napoli due cortei non in programma in mattinata nel centro della città hanno causato pesanti ripercussioni sul traffico. A Urbino nell'aula magna della facoltà di economia i sindacati hanno indetto un'assemblea con la partecipazione anche dell'associazione studentesca Agorà. A Lecce blocco della didattica nella facoltà di scienze politiche ottenuto dal Coordinamento per l'università pubblica. Blocco della didattica anche a Cagliari da venerdì nella facoltà di lettere, con un'autogestione che durerà fino al 30 ottobre. A Bari sono previste assemblee per gli studenti di scienze matematiche, biotecnologia e farmacia e per quelli di lingue. Una fiaccolata è in programma giovedì sera a Siena, mentre a Pisa nel pomeriggio si terrà una manifestazione. LICEI - Come annunciato nei giorni scorsi dalla Rete degli studenti, sono iniziate giovedì mattina le occupazioni in scuole superiori di tutta Italia. In particolare a Roma sono stati occupati alcuni licei come gli storici classici Tasso e Virgilio, il periferico scientifico Malpighi e il Russel dove gli studenti hanno fatto suonare la banda di istituto e organizzando un'assemblea in cortile. Non permesso dalla polizia un corteo con circa 5 mila studenti di scuole del X municipio. Gli studenti degli istituti superiori di Fagnano Castello, S.Marco Argentano e Roggiano, nel Cosentino, hanno sospeso lo stato di agitazione in atto da due giorni dopo una visita di carabinieri e polizia. I rappresentanti delle forze dell'ordine, secondo quanto si è appreso, hanno detto agli studenti che le manifestazioni potevano essere penalmente perseguibili come reato di interruzione di pubblico servizio. BERSANI CONTRO LA GELMINI - Sulla riforma della scuola continua anche la polemica politica, con il ministro ombra dell'Economia del Pd, Pierluigi Bersani, che attacca il ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini: "Ho ascoltato la Gelmini mentre elencava i mali dell'università italiana: sono mali veri, ma lei lo diceva con odio e arroganza. Lei che è il ministro dell'Istruzione". Secondo Bersani, "è come se uno avesse un figlio con dei problemi e provasse a guarirlo bastonandolo. stampa |.

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(ACR) SCUOLA E UNIVERSITAâ , NARDIELLO: CON PERSONALE E STUDENTI (sezione: Scuola)

( da "Basilicanet.it" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

SCUOLA E UNIVERSITAâ??, NARDIELLO: CON PERSONALE E STUDENTI 23/10/2008 12.40.09 [Basilicata] (ACR) - â??L'Universita' e la scuola sono luoghi di partecipazione, confronto e democrazia. Ma Berlusconi non sa cosâ??è¨ la democrazia. Lui e la democrazia sono due cose incompatibili, per questo vuole risolvere i problemi dell'Università  e della scuola con la poliziaâ?. Eâ?? quanto sostiene il capogruppo del Pdci alla Regione Basilicata, Giacomo Nardiello, esprimendo solidarietà  e sostegno alle iniziative di protesta promosse dallâ??assemblea generale dellâ??Università  degli Studi della Basilicata e da studenti e personale della scuola di numerosi istituti lucani. Nel sottolineare che â??specie le piccole Università  come quella della Basilicata è¨ destinata a subire le conseguenze più¹ gravi della politica governativa dei tagliâ?, Nardiello ha aggiunto che â??nell'Università  i giovani devono avere la possibilità  di esprimersi, di imparare. Conoscenza, cultura, ma anche imparare ad essere cittadini e il restringimento degli spazi di confronto e di partecipazione e' funzionale a chi immagina, dietro una finta meritocrazia, il â??modello di Amici e Maria De Filippiâ?? per la nostra scuola e per la nostra Università . Inoltre, le dichiarazioni di Berlusconi, che ha annunciato di voler risolvere come un problema di ordine pubblico le mobilitazioni e le occupazioni di questi giorni, dimostrano che il governo ha pauraâ?. â??Ci associamo perciò² â?" ha detto il capogruppo del Pdci â?" alle richieste di immediate dimissioni del ministro Gelmini per manifesta incapacità  e incompetenza, per arroganza di potere che si traduce in mancanza di confronto e in ostentato disprezzo per tutti coloro che manifestano per il diritto allâ??istruzione e contro la privatizzazione del sapereâ?. â??Lâ??iniziativa del Pdci dopo la grande manifestazione popolare dellâ??11 ottobre con il ritorno in piazza della sinistra â?" ha riferito Nardiello â?" si è¨ concretizzata con la presentazione allâ??ufficio per i referendum della Cassazione, di cinque proposte di legge di iniziativa popolare su scala mobile, precariato, disagio abitativo, conflitto di interessi e diritto allo studioâ?. Nardiello, infine, ha detto che â??la manifestazione indetta dal Pd per sabato prossimo a Roma rappresenta, finalmente, una risposta di opposizione al Governo Berlusconi e come tale va sostenuta invitando, specie in questa delicatissima fase per la democrazia, tutti i sinceri democratici lucani a partecipareâ?. (dt ).

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STIGLIANO, PROTESTANO GLI STUDENTI CONTRO LA RIFORMA GELMINI (sezione: Scuola)

( da "Basilicanet.it" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

12.05.04 [Basilicata] Anche gli alunni dellâ??Istituto di Istruzione Superiore â??F. Alderisioâ? di Stigliano protestano contro la riforma Gelmini. In comune accordo con il dirigente scolastico hanno deciso di sospendere per tre ore al giorno le lezioni e organizzare gruppi di discussione affinché© ogni alunno possa manifestare le proprie idee. In ogni classe sono state stilate relazioni contenenti le opinioni degli studenti, che saranno inviate al ministro dellâ??istruzione. "Siamo stupefatti e indignati â?" affermano gli alunni dellâ??Istituto Superiore â??F. Alderisioâ? di Stigliano - per lâ??approvazione del disegno di legge che prevede la divisione tra classi di extracomunitari e di cittadini italiani. A nostro avviso si tratta di una vera e propria ghettizzazione incostituzionale e contraria al fine ultimo della scuola, che prevede lâ??integrazione e il confronto tra popoli e culture diverse, e che rappresenta un vero e proprio passo indietro per un paese come il nostro che si definisce â??civileâ?. In secondo luogo â?" continuano gli allievi â?" in riferimento al decreto legge n° 137 del 1° settembre 2008 in materia di istruzione, pensiamo che sia difficile conseguire un voto mediocre in ogni materia. Ciò² significherebbe fermare ragazzi eccellenti in determinati campi che per un motivo o per lâ??altro non riescono a raggiungere la sufficienza in altri. A nostro avviso sarebbe meglio considerare la media raggiunta dallâ??alunno: se superiore al sei si è¨ promossi, se inferiore si è¨ rimandati. Per quanto concerne invece il taglio di fondi alle scuole pubbliche â?" concludono - il nostro Istituto ritiene ingiusto che si risparmi a discapito del futuro italiano: questa politica comporterà  la modifica di un sistema di istruzione come quello delle scuole primarie che vanta quasi il primato per la qualità  della formazione a livello mondiale. Le decurtazioni , inoltre, andranno a colpire la scuola superiore, già  â??scadenteâ? secondo i dati OCSE e la ricerca e le università  ne risulterebbero ancora più¹ colpite, con una conseguente accentuazione del fenomeno della fuga dei cervelliâ?. BAS 02.

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I dubbi dell'America su Sarah Palin E Obama allunga: McCain a -12 punti (sezione: Scuola)

( da "Quotidiano.net" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Un sondaggio del Wall Street Journal e della Nbc News rivela che il 55% degli intervistati non considera la candidata alla vicepresidenza pronta per la Casa Bianca. Il senatore dell'Illinois continua a correre

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Secondo l'ultimo sondaggio di Zogby, sempre più donne ed elettori indipendenti si schierano con il senatore dell'Illinois che a meno di due settimane dall'Election Day raccoglie il favore del 52 per cento degli intervistati contro il 20 per cento per il candidato repubblicano. Gli ultimi quattro giorni hanno rappresentato una crescita costante per Obama - che proprio da oggi si prende una pausa di due giorni per andare nelle Hawaii al capezzale della nonna malata - e John Zogby sottolinea che l'allargamento del suo consenso "coinvolge tutti i gruppi demografici". Il vantaggio accumulato tra le elettrici, ad esempio, è passato dai 16 ai 18 punti e quello tra gli indipendenti - un elemento chiave negli swinging states e obiettivo principale della massiccia campagna pubblicitaria scatenata dai candidati - ha addirittura raggiunto i 30 punti (Obama al 59%, McCain al 29%). La crisi economica, il problema dei mutui e il collasso delle borse sono i temi che, secondo Zogby, continuano a giocare in favore di Obama. Mentre invece McCain scopre si essersi legato un palla al piede. Un sondaggio condotto dal Wall Street Journal e da Nbc News rivela che il 55 per cento degli intervistati non considera la candidata repubblicana alla vicepresidenza pronta per la Casa Bianca. E su di lei pensano l'ancora più preoccupante sospetto di aver abusato del proprio potere nel cercare di far licenziare l'ex cognato dalla polizia dell'Alaska e l'accusa di aver speso in sette settimane più di 150mila dollari in vestiti pagati con i fondi della campagna elettorale. La Palin non riesce neppure a raccogliere solidarietà tra le donne del suo partito: quando durante un dibattito sul potere al femminile è stato chiesto a Condoleezza Rice un commento sulla governatrice dell'Alaska, il segretario di Stato americano si è rabbuiata in viso e ha glissato. Elezioni Usa, chi vincerà?Obama vola dalla nonna gravemente malata Segnala ad un amico Tuo nome: Tua email: Nome amico: Email amico: Testo dell'email: Invia una copia anche al tuo indirizzo di posta Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro Cerca su Quotidiano.Net nel Web Più commentati Commenti Sondaggi Berlusconi: "Polizia nelle università" Veltroni: "Il premier soffia sul fuoco" (95 commenti) Scuola, sciopero e proteste in piazza Il ministero: "Adesione al 4,5%" (72 commenti) Classi separate per stranieri, a Bologna è già realtà (66 commenti) Lettera aperta del ministro Gelmini: "Non ci sono soldi, finita un'epoca" (57 commenti) "Via la patente ai condannati per droga E se minori non potranno prenderla" (56 commenti) Raccontateci il 'vostro' sci e andrete gratis a Skipass (38 commenti) Multa record a senzatetto Oltre 700 euro per aver steso i cartoni (25 commenti) Sfila la rabbia degli universitari (25 commenti) 12:29:09 - "Bologna diventa attrazione di chi non ha dimora ne' mezzi di sostentamento e non sa come portare co[...] Mancuso: "Vigile 'obbligato' alla multa Servono sanzioni alternative"12:23:28 - Andateci giù duri, cosa volete che gliene freghi di una multa, gli serve solo per farsi pubblicità e[...] Mancuso: "Vigile 'obbligato' alla multa Servono sanzioni alternative"12:15:54 - formate i vigili a scuola di civismo[...] Multa record a senzatetto Oltre 700 euro per aver steso i cartoni11:07:33 - Il problema di Piazza San Francesco non è Marco e la Polizia Municipale ha fatto una magra figura. P[...] Multa record a senzatetto Oltre 700 euro per aver steso i cartoni11:01:51 - Ah! ci voleva una riforma del genere : 1500 milioni (10%) tolti alle università in 5 anni (nb in ogn[...] Berlusconi: "Polizia nelle università" Veltroni: "Il premier soffia sul fuoco"10:58:51 - Non è certo la soluzione. Ma non possiamo ignorare che, gira pure tutte le città europee, Bologna è [...] Multa record a senzatetto Oltre 700 euro per aver steso i cartoni10:57:20 - Scusa Daniele, ma ti rendi conto di quello che scrivi, tutta quella gentaglia che manifesta tutte le[...] Berlusconi: "Polizia nelle università" Veltroni: "Il premier soffia sul fuoco" Polizia per fermare le occupazioni nelle scuole, sei d'accordo?Beckham la Milan, un buon acquisto?Cure palliative a base di oppio contro il dolore: sei d'accordo?Togliere la patente a chi è condannato in via definitiva per droga: sei d'accordo?Pacchetto clima, giusta o sbagliata la richiesta dell'Italia alla Ue di tempi di applicazione più lunghi?Gli italiani sono ancora un popolo di superstiziosi?Accettabile assumere farmaci per migliorare le proprie prestazioni sportive?Serve una legge per regolamentare gli scioperi dei trasporti?Riduzione dei permessi sindacali, sei d'accordo?Classi separate per gli stranieri, sei d'accordo?Navigare sul web affina la mente: è vero?Chi vorresti vedere nei panni di James Bond?I provvedimenti presi sono sufficienti per contrastare la crisi finanziaria?Hai fiducia nel governo Berlusconi?Servizi sociali ad Auschwitz per gli ultrà fascisti di Sofia, sei d'accordo? La foto del giorno Un super reggiseno Adriana Lima indossa il “Black diamond miracle bra”, il reggiseno più caro della storia creato da Victoria's Secret. L'indumento costa 4 milioni di euro ed è composto da 3.900 pietre preziose, migliaia di minuscoli diamanti neri, 117 diamanti da un carato ciascuno e 34 rubini. La sua peculiarità sono le due grosse (e rarissime) lacrime di diamante nero da 100 carati RICERCA ANNUNCI Archivio Notizie Anno: 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Ricerca libera: pubblicità contattaci guadagna con Quotidiano.net fai di Quotidiano.net la tua Homepage aggiungi ai preferiti le news sul tuo pc rss archivio HOME - Copyright © 2008 MONRIF NET S.r.l. P.Iva 12741650159, a company of MONRIF GROUP - Informativa al trattamento dei dati personali - Powered by Softec div>.

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Traslochi vip: anche Paris vuole casa a Londra (sezione: Scuola)

( da "Quotidiano.net" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

La Hilton, che si trova nella capitale inglese per un reality show, intervistata da ‘The London paper’ racconta di volersi trasferire in Gran Bretagna perchè attratta dallo 'stile british'

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Berlusconi duro con le occupazioni: "Non ritiriamo il decreto sulla scuola" (sezione: Scuola)

( da "Panorama.it" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Italia - http://blog.panorama.it/italia - Berlusconi duro con le occupazioni: "Non ritiriamo il decreto sulla scuola" Posted By redazione On 22/10/2008 @ 13:42 In Headlines, NotiziaHome | 8 Comments Non cederà il governo. Non farà passi indietro. Anzi, sulla riforma della scuola "Andremo avanti: continuiamo nella direzione lungamente meditata e poi intrapresa dal ministro Gelmini". A dirlo è il premier Silvio Berlusconi [1] in conferenza stampa a Palazzo Chigi, proprio con il [2] ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini. Perché: "L'obiettivo non è la riforma strutturale della scuola ma mettere al centro della scuola lo studente. Ci saranno risparmi e quindi avremo più risorse in una scuola dove gli stipendi degli insegnanti assorbono ora oltre il 90% del budget". Non ci sta il premier alle "bugie" della sinistra: "Dicono che taglieremo il tempo pieno, che licenziamo insegnanti, che togliamo risorse alla scuola. Tutto falso". E allora snocciola numeri, dati e cifre. Tutto per difendere le ragioni della riforma della scuola a pochi giorni dalla manifestazione di protesta convocata per il 25 ottobre dal Pd e mentre nelle università italiane dilagano occupazioni e mobilitazione. Uno ad uno, Berlusconi analizza tutti i punti del decreto Gelmini, che anche questa mattina il leader del Pd Walter Veltroni ha invitato a ritirare. "Siamo decisi ad andare avanti, e diamo un avviso ai naviganti: non permetteremo l'occupazione di luoghi come università e scuole, che è una violenza nei confronti delle famiglie, dello Stato, dei ragazzi che vogliono studiare". Berlusconi ha reso noto che comunicherà al ministro dell'Interno Maroni indicazioni su "come devono intervenire le forze dell'ordine". La manifestazione del [3] 25 ottobre "La sinistra, vedendo l'aria che tira, dice che in piazza saranno fatte delle proposte: non credo che sia quello il luogo. Le proposte si fanno in Parlamento e, per ora, dalla sinistra non e' arrivato nulla. Noi invece andammo in piazza per protestare contro il fisco". I falsi della sinistra "Altro falso" ha proseguito Berlusconi "è quello che dice: il governo caccia 87mila insegnanti. È solo prepensionamento e blocco del turnover. Si mette fine alla prassi della sinistra che ha inflazionato precari e trasformato la scuola in un ammortizzatore sociale, dequalificandola. Il 38,8% degli studenti 15enni non raggiunge il livello di competenza minimo in una società avanzata. Bisogna cambiare le cose, ed è quello che si appresta a fare il ministro Gelmini. La scuola ha 1 milione e 300mila insegnanti con il costo per studente più alto d'Europa". Tempo pieno "La sinistra dice che aboliamo il tempo pieno" ha detto ancora Berlusconi "Ma non c'è nessuna abolizione. Anzi ci saranno più insegnanti da impiegare per il tempo pieno. Le classi di tempo pieno potranno aumentare anche del 50%. In 5 anni ci saranno quasi 6mila classi in più con il tempo pieno". Lingua straniera "Le ore dell'inglese nelle elementari sono tagliate: è falso", ha aggiunto Berlusconi snocciolando dati su dati che provano il mantenimento delle ore di inglese in orario "E le famiglie possono chiedere altre 2 ore di inglese in più sottraendole all'insegnamento della seconda lingua". Razzismo "Andate voi" ha detto Berlusconi "a insegnare l'aritmetica e l'italiano in classi, come al nord, dove si parlano 10 lingue e non l'italiano. Si vuole dare solo l'opportunità di corsi per far parlare l'italiano a questi ragazzi. Il primo passo è l'insegnamento della lingua italiana per l'integrazione. Non per razzismo (come ancora ieri aveva [4] accusato Famiglia Cristiana in un suo editoriale, ndr). In Francia ci sono da decenni le [5] classi 'd'accueil' (CLA), in Germania ci sono classi analoghe" per l'insegnamento della lingua e della cultura tedesca. Scuole chiuse "Altra menzogna. Per le comunità montane e altro si è solo previsto il risparmio sul personale dirigente. Ci saranno un preside unico in scuole con 50 bambini o meno". Meno risorse "Il taglio di 8 miliardi di euro per la scuola. Non è vero" ribatte Berlusconi "qui ci sono i dati. C'è una manovra sul triennio che porta ad una migliore allocazione delle risorse. Oggi la scuola costa 39 miliardi di euro l'anno e per il 96% sono stipendi del personale. Spendiamo più del 7% del Pil in Istruzione, Germania e Francia spendono più o meno lo stesso. Ogni studente ci costa 5172 euro, un record in Europa: in Italia c'è 1 docente ogni 9 studenti contro 1 ogni 13 studenti in Europa". Nessuna meritocrazia "Gli insegnanti guadagnano allo stesso modo, quelli che meritano e quelli che non meritano" ha detto Berlusconi. "Un insegnante con 15 anni di anzianità guadagna 27.500 euro dopo 15 anni; in Germania guadagna 20mila euro in più". Per questo, ha aggiunto Berlusconi, la riforma si propone di arrivare entro il 2012 a poter "premiare" con un aumento di stipendio significativo gli insegnanti più meritevoli. Partecipa al FORUM: [6] "Atenei occupati e disordini di piazza: che c'entra il decreto Gelmini?".

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D'Alema attacca Brunetta: "Energumeno tascabile" (sezione: Scuola)

( da "Panorama.it" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Italia - http://blog.panorama.it/italia - D'Alema attacca Brunetta: "Energumeno tascabile" Posted By redazione On 22/10/2008 @ 8:03 In Headlines | 2 Comments [1] Parla a un incontro del Pd, l'ex ministro degli Esteri. Dove si dibatte, tra l'altro, sull'annoso tema: manifestare sì o no (e come), il prossimo 25 ottobre. Ma si vede che per [2] Massimo D'Alema è già tempo di piazza. Attacca, ironizza, gioca con le parole, il [3] presidente di Italianieuropei. E alla fine spara: "Brunetta? Un energumeno tascabile". Cioè, l'uomo accreditato - anche a destra - di una certa statura politica se la prende con la statura fisica del [4] ministro della Funzione pubblica, per sostenere che con la sua "virulenta campagna rischia di colpire beni pubblici essenziali e di fare di tutta l'erba un fascio". Per l'esattezza, la frase completa è stata: "L'altro giorno in parlamento ci siamo dovuti battere per difendere i diritti dei disabili gravi ad avere un'assistenza degna di questo nome. E ci siamo sentiti rispondere da parte di quell'energumeno tascabile che è il ministro Brunetta che ci sono degli abusi''. Ma per non farsi mancare nulla l'ex titolare della Farnesina ha attaccato anche i ministri di Istruzione ed Economia, Mariastella Gelmini e Giulio Tremonti: "Il taglio di risorse per scuola, università e ricerca è drastico e danneggia il futuro del nostro paese". È andata pure peggio al Pdl intero, definito "faccia di tolla" perché con il premier Berlusconi, in mattinata, aveva osato contestare la scelta del Pd di scendere in piazza in una situazione economica così difficile: "Trovo curioso che la destra con una faccia di tolla, faccia polemica sulla nostra manifestazione quando loro scesero in piazza ed abbandonarono il Parlamento per protestare contro l'ingresso nell'euro". Insomma, per D'Alema "il governo non è all'altezza dei problemi del Paese, al di là di un premier superman che dice di risolvere tutto". Che sia stata una di quelle battute che, ogni tanto, all'ex segretario Ds scappano (come quando disse che per il Pd votano giovani, laureati che leggono libri e giornali)? Può essere. Di certo al ministro Brunetta la frase non sia piaciuta è poco: "Quelle del deputato D'Alema sono solo volgarità razziste, evidentemente la mancanza di potere gli ha fatto perdere la testa". A Brunetta è arrivata la solidarietà di tutto il centrodestra:"Massimo D'Alema, giunto al tramonto di una carriera politica tanto promettente quanto fallimentare, ha compiuto oggi una svolta epocale: ha abbandonato la cultura stalinista per abbracciare, con convinzione, quella nazista", afferma Giorgio Stracquadanio, deputato del Pdl. - Discutine sul FORUM: "[5] D'Alema: Brunetta "energumeno tascabile". Stavolta ha esagerato?".

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Sette chili in più per Beyoncé Ma solo per motivi di copione (sezione: Scuola)

( da "Quotidiano.net" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

La star, per interpretare il personaggio del suo nuovo lavoro cinematografico, dovrà rendere le sue curve ancora più burrose e mettersi 'all'ingrasso'

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Scuola, dilaga la rabbia in tutt'Italia Il prefetto: "Manifestare è un diritto" (sezione: Scuola)

( da "Quotidiano.net" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Cortei e manifestazioni in tutta Italia, dopo gli incidenti a Milano. Bersani: "Ministro arrogante e pieno di odio". Ermellino all'asta online.  Leggi il giornale Nome utente: Password: Prova GRATUITA Politica SPORT TV FOTO E VIDEO MOTORI BLOG SERVIZI LAVORO ANNUNCI Cronaca Stop al bullismo Politica Esteri Libri Arte Musica Spettacolo Gossip Pazzo Mondo Salute Tecnologia Meteo Scommesse Casa LE PROTESTE ANTI-GELMINI Scuola, dilaga la rabbia in tutt'Italia Il prefetto: "Manifestare è un diritto" Cortei e manifestazioni in tutta Italia, dopo gli incidenti a Milano. Bersani: "Ministro arrogante e pieno di odio". Ermellino all'asta online. Bologna, Annozero in piazza. Interviene Napolitano ROMA, 23 ottobre 2008 - Continua in tutt'Italia la rabbia degli studenti universitari e delle superiori, mentre monta la polemica sulle parole del premier riguardo all'uso della polizia negli istituti. IL PREFETTO MOSCA "La nostra Costituzione prevede la libertà di riunione, la libertà di manifestazione del pensiero purchè siano attuate in modo pacifico e responsabile": lo ha dichiarato il prefetto Mosca, a margine della cerimonia di consegna delle 47 vetture per il 'Patto per Roma sicurà che si è svolto oggi nella sede di Palazzo Valentini alla presenza del presidente del Provincia di Roma Nicola Zingaretti. "Queste libertà sono una garanzia costituzionale affrontata nei confronti di coloro che vivono e abitano sul territorio. Naturalmente -ha aggiunto Mosca- tutto ciò vale per i cittadini ma anche per gli studenti che liberamente possono manifestare". ERMELLINO IN VENDITA "Tipico ermellino del Rettore dell'Università di Torino". E' il titolo di un'inserzione comparsa su eBay, con base d'asta di 1 euro, scadenza il 30 ottobre e foto del pregiato e tradizionale 'paramentò accademico. A metterlo provocatoriamente all'asta è 'Azione Universitarià. "Abbiamo trovato un modo per far guadagnare qualche soldino all'Ateneo", afferma Augusta Montaruli, dell'Esecutivo Nazionale di 'Azione Universitarià. "ll Rettore di Torino ha lanciato l'allarme: 'con i tagli non ci saranno più soldi per l'Università!'. Si vede -prosegue Montaruli- che a forza di inventare corsi di laurea inutili, moltiplicare le cattedre per i compagni dei compagni sono stati prosciugati i sudati proventi delle salatissime tasse universitarie. è partito quindi il carosello dei Baroni che mobilitano i 'vassallì ricercatori e stavolta torna utile addirittura schierare qualche bel collettivo di pregiudicati dei centri sociali ma.....non c'è problema!". Ad aggiudicazione dell'ermellino, promette infine Montaruli "chiederemo al Rettore di consegnarcelo per inviarlo all'acquirente, girando ovviamente l'importo al Rettore stesso". BERSANI, IL FIGLIO MALATO E LE BASTONATE “Ho ascoltato ieri la Gelmini che elencava i mali dell'universita'. Si', sono mali veri, ma lei, che e' il ministro dell'Istruzione, li elencava con odio - è l'intervento di Pierluigi Bersani, del Pd - E' come se uno che avesse un figlio malato pensasse di guarirlo con le bastonate. Non e' cosi' che si cura la nostra scuola e universita'”. A margine di un convegno sull'energia l'esponente del Pd torna sulle polemiche innescate ieri dalle dichiarazioni di Berlusconi e sottolinea che mentre tutti protestano, i giovani, gli studenti, i ricercatori, “sembra che solo lei abbia capito tutto”. Per Bersani, invece, il ministro “fa arroganza sul nulla e mostra una pericolosa presunzione”. Ma “non e' bastonando cosi'- ribadisce in conclusione- che si potranno curare i mali della scuola”. CAPEZZONE:GLI STUDENTI NON SI FACCIANO USARE E' intervenuto il portavoce di Forza Italia Daniele Capezzone, convinto che le proteste studentesche non siano spontanee ma frutto dell'organizzazione da parte di “professionistio del caos”. ”Mi auguro davvero - afferma- che tanti ragazzi e ragazze delle scuole italiane decidano di non farsi usare (e soprattutto di non farsi fregare) dai professionisti del caos e della speculazione politica.Sulla pelle dei ragazzi, infatti, e usandoli come massa di manovra, una opposizione tramortita cerca di giocare la carta della caciara, della provocazione, di un clima teso, nella speranza di creare difficoltà al Governo”. ”I ragazzi sappiano che il loro nemico non è la riforma Gelmini, che invece è una buona riforma, che va giustamente nella direzione della meritocrazia. Il loro nemico - conclude- è l'immobilismo, lo status quo, la difesa di una situazione esistente che è invece costosa, improduttiva, insostenibile. E di cui sono proprio i ragazzi a pagare il prezzo più alto”. FINOCCHIARO: REGIONI ESPROPRIATE Il decreto legge Gelmini contiene un potenziale conflitto tra il governo e le regioni. Lo afferma la presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro che spiega: "Sei regioni italiane stanno proponendo ricorso alla Corte Costituzionale perchè ritengono che con questo decreto il governo stia espropriando le loro competenze. Addirittura proponendo di commissariare quelle regioni che non eliminano gli istituti scolastici con il minor numero di studenti entro i 31 dicembre. Un paradosso perchè questa proposta viene dalla stessa maggioranza che fa de federalismo uno dei punti di forza della sua azione politica" FRANCESCHINI: GLI STUDENTI NON SI TOCCANO Il Pd non permetterà che agli studenti venga impedito di manifestare, ribadisce il vicesegretario del Pd, Dario Franceschini, interpellato dai cronisti alla Camera sulle dichiarazioni del premier che ieri ha promesso di mandare la polizia nelle scuole per placare la protesta contro il decreto Gelmini. ”Non esiste un paese democratico - afferma Franceschini - in cui il premier minaccia preventivamente gli studenti per non farli manifestare. E' una cosa oltre la fantasia, oltre l'immaginabile. Diciamo a Berlusconi che noi vigileremo affinché non venga toccato un solo capello agli studenti”. ”Sabato andiamo in piazza anche per chiedere il ritiro del decreto Gelmini”, conclude. JOVANOTTI IN CAMPO Anche Jovanotti ha commentato le frasi di Berlusconi sulla polizia ''mi sembrano rivolte non agli studenti, ma a chi non va a scuola e magari gli piace sentire Berlusconi che parla di polizia. Ma mi auguro che la sua sia stata solo una frase ad effetto: nelle scuole non c'e' la volonta' di violenza ma di esprimere un disagio e questo va ascoltato''. ''Se ci dovessero essere problemi di ordine pubblico - ha continuato Jovanotti - naturalmente la polizia fa il suo lavoro ma non e' questo il caso. Quando si parla di scuola bisogna sentire i ragazzi che ci vanno tutti i giorni. Penso che tagliare fondi alla scuola sia una grande errore. Questo governo avrebbe dovuto aumentarli, in quanto la nostra scuola ha bisogno di piu' soldi, piu' energie, e piu' attenzioni''. Per Jovanotti ''un ragazzo dentro la scuola si sente tradito dalla politica che dovrebbe garantire il diritto allo studio nelle forme migliori possibili. Penso che i sentimenti dei ragazzi siano condivisibili. Evidentemente c'e' qualcosa che non va''. TORINO, STUDENTI IN PIAZZA Circa mille studenti delle scuole superiori di Torino hanno dato vita questa mattina a una manifestazione spontanea per le strade del centro storico della città. I ragazzi sono partiti alle 10 da piazza San Carlo e, in corteo, hanno percorso via Roma, via Pietro Micca e sono giunti in piazza Solferino dove si trovano al momento. Gli studenti scandiscono slogan contro la riforma della scuola. Intanto, continuano nel torinese le occupazioni delle scuole: da ieri sono occupati anche alcuni istituti scolastici di Pinerolo. NAPOLI, PICCHETTI ALLE FACOLTA' Continua la protesta anche a Napoli, con picchetti davanti alle Facolta' napoletane, distribuzione di volantini e tentativi di blocco delle lezioni. Stamattina, dopo la prima notte di occupazione di palazzo Giusso, sede dell'universita' l'Orientale, l'assemblea 'Stop Gelmini', i collettivi studenteschi sono poi partiti diversi gruppi di studenti che hanno raggiunto le sedi dell'Orientale, per cercare di bloccare la didattica, fare picchetti e distribuire volantini. Alle 13, e' previsto un incontro nella sede della Facolta' di Lettere e Filosofia della Federico II in via Porta di Massa, dove gia' da stamattina i membri dell'assemblea permanente hanno tentato di attuare il blocco dei corsi. PALERMO, LEZIONI IN PIAZZA I futuri ingegneri hanno scelto piazza Castelnuovo, davanti al teatro Politeama, per la loro lezione-protesta, mentre i colleghi di Lettere continuano la sospensione dell'attivita' didattica, decisa dal Consiglio di facolta' fino al 31 ottobre. Un provvedimento, quest'ultimo, che ha portato la componente di destra, ''Azione universitaria'', ad annunciare il ricorso alla magistratura per interruzione di pubblico servizio. Autogestioni e assemblee in molte scuole superiori. COSENZA, CASSONETTI ROVESCIATI Stamattina centinaia di ragazzi delle superiori hanno sfilato urlando slogan contro la riforma, ma soprattutto capovolgendo cassonetti per la raccolta dei rifiuti solidi urbani e danneggiando i vetri di alcune scuole con il lancio di pietre. La manifestazione ha richiesto pure l'intervento di pattuglie dei carabinieri, che però si sono limitati a controllare evitando qualsiasi contatto. La manifestazione è tuttora in corso e gli studenti si sono concentrati dinanzi al Municipio. L'agitazione continua anche all'Università della Calabria, dove è previsto un calendario fitto di assemblee e incontri per decidere le azioni di protesta contro la riforma del governo. Le prime tre assemblee previste sono state realizzate nelle Facoltà di Scienze matematiche, Fisiche e Naturali; di Scienze Politiche e di Economia. Per oggi c'è grande attesa per le decisioni degli studenti della facoltà di Ingegneria dove nei giorni scorsi - aggiungono gli studenti - i docenti hanno già approvato una mozione con la quale è stato deciso lo stato di assemblea permanente. POLIZIA E' scontro Berlusconi-VeltroniTensione a MilanoPolizia per fermare le occupazioni? - Giuste le proteste studentesche? Commenti Invia commento Segnala ad un amico Nessun commento presente Clicca qui per inviare il tuo commento Nome: Email: Commento: Caratteri rimasti Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro consenso al trattamento dei dati consenso allargato I commenti inviati vengono pubblicati solo dopo esser stati approvati dalla redazione Tuo nome: Tua email: Nome amico: Email amico: Testo dell'email: Invia una copia anche al tuo indirizzo di posta Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro Cerca su Quotidiano.Net nel Web Più commentati Commenti Sondaggi Berlusconi: "Polizia nelle università" Veltroni: "Il premier soffia sul fuoco" (95 commenti) Scuola, sciopero e proteste in piazza Il ministero: "Adesione al 4,5%" (72 commenti) Classi separate per stranieri, a Bologna è già realtà (66 commenti) Lettera aperta del ministro Gelmini: "Non ci sono soldi, finita un'epoca" (57 commenti) "Via la patente ai condannati per droga E se minori non potranno prenderla" (56 commenti) Raccontateci il 'vostro' sci e andrete gratis a Skipass (38 commenti) Multa record a senzatetto Oltre 700 euro per aver steso i cartoni (25 commenti) Sfila la rabbia degli universitari (25 commenti) 12:34:43 - Veramente un editoriale interessantissimo.[...] Ellesse, come LeonardoServadio12:29:09 - "Bologna diventa attrazione di chi non ha dimora ne' mezzi di sostentamento e non sa come portare co[...] Mancuso: "Vigile 'obbligato' alla multa Servono sanzioni alternative"12:23:28 - Andateci giù duri, cosa volete che gliene freghi di una multa, gli serve solo per farsi pubblicità e[...] Mancuso: "Vigile 'obbligato' alla multa Servono sanzioni alternative"12:15:54 - formate i vigili a scuola di civismo[...] Multa record a senzatetto Oltre 700 euro per aver steso i cartoni11:07:33 - Il problema di Piazza San Francesco non è Marco e la Polizia Municipale ha fatto una magra figura. P[...] Multa record a senzatetto Oltre 700 euro per aver steso i cartoni11:01:51 - Ah! ci voleva una riforma del genere : 1500 milioni (10%) tolti alle università in 5 anni (nb in ogn[...] Berlusconi: "Polizia nelle università" Veltroni: "Il premier soffia sul fuoco"10:58:51 - Non è certo la soluzione. Ma non possiamo ignorare che, gira pure tutte le città europee, Bologna è [...] Multa record a senzatetto Oltre 700 euro per aver steso i cartoni Polizia per fermare le occupazioni nelle scuole, sei d'accordo?Beckham la Milan, un buon acquisto?Cure palliative a base di oppio contro il dolore: sei d'accordo?Togliere la patente a chi è condannato in via definitiva per droga: sei d'accordo?Pacchetto clima, giusta o sbagliata la richiesta dell'Italia alla Ue di tempi di applicazione più lunghi?Gli italiani sono ancora un popolo di superstiziosi?Accettabile assumere farmaci per migliorare le proprie prestazioni sportive?Serve una legge per regolamentare gli scioperi dei trasporti?Riduzione dei permessi sindacali, sei d'accordo?Classi separate per gli stranieri, sei d'accordo?Navigare sul web affina la mente: è vero?Chi vorresti vedere nei panni di James Bond?I provvedimenti presi sono sufficienti per contrastare la crisi finanziaria?Hai fiducia nel governo Berlusconi?Servizi sociali ad Auschwitz per gli ultrà fascisti di Sofia, sei d'accordo? La foto del giorno Un super reggiseno Adriana Lima indossa il “Black diamond miracle bra”, il reggiseno più caro della storia creato da Victoria's Secret. L'indumento costa 4 milioni di euro ed è composto da 3.900 pietre preziose, migliaia di minuscoli diamanti neri, 117 diamanti da un carato ciascuno e 34 rubini. La sua peculiarità sono le due grosse (e rarissime) lacrime di diamante nero da 100 carati RICERCA ANNUNCI Archivio Notizie Anno: 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Ricerca libera: pubblicità contattaci guadagna con Quotidiano.net fai di Quotidiano.net la tua Homepage aggiungi ai preferiti le news sul tuo pc rss archivio HOME - Copyright © 2008 MONRIF NET S.r.l. P.Iva 12741650159, a company of MONRIF GROUP - Informativa al trattamento dei dati personali - Powered by Softec /div>.

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All'attacco (sezione: Scuola)

( da "Avvenire" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

CRONACA 23-10-2008 all'attacco Il premier difende a spada tratta la riforma Gelmini e attacca l'estrema sinistra che strumentalizza le proteste degli studenti. Poi se la prende anche con i giornali che "distorcono la realtà" e con la tv pubblica che diffonde "solo immagini di chi protesta".

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<Non è una questione di ordine pubblico> (sezione: Scuola)

( da "Avvenire" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

CRONACA 23-10-2008 "Non è una questione di ordine pubblico" DA ROMA ROBERTA D'ANGELO F a un gran gioco la polemica con il presidente del Consiglio su un tema caldo come la scuola alla vigilia della manifestazione di sabato. E fa ancora più gioco la medesima richiesta di dialogo fatta dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano qualche ora dopo la proposta lanciata dai microfoni di 'Radio anch'io' dal segretario del Pd. Walter Veltroni ha davanti una strada spianata che porta al Circo Massimo con un argomento scottante come l'istruzione e la speranza di migliaia di studenti, insegnati e genitori pronti a seguirlo. Il problema è di quelli che chiama consensi, tan- to che sul sito ufficiale del Pd compare in agenda lo "sciopero creativo degli studenti" con tanto di "occupazioni e assemblee a Firenze, Roma, Bologna, Pisa, Massa Carrara, Padova e Torino" in programma per il 23 del mese. Il partito non può che essere con lui. E anche l'avvio dell'iter del decreto Gelmini in Parlamento è l'occasione per mettere l'accento sul periodo di crisi in Italia. "La dichiarazione del presidente Napolitano sui temi della scuola e dell'università indica la giusta direzione, quella cioè del dialogo aperto, di un approccio serio e positivo ad un grande tema sociale che non può essere ridotto ad una questione di ordine pubblico", dice Veltroni a chiusura di una giornata di dichiarazioni che facevano appello proprio alla ripresa della trattativa, con la necessaria e impraticabile premessa però del ritiro del decreto da parte del governo. "Spero che l'appello del capo dello Stato venga ascoltato e si dia rapidamente vita ad un tavolo di confronto insiste il leader piddì che rispetti il ruolo del Parlamento e si apra ai diversi soggetti, per affrontare e dare risposta ai veri problemi della necessaria innovazione della scuola e dell'università". Parole concilianti, dopo una giornata di fuoco, aperta da Veltroni con una lunga intervista radiofonica, che però non ha risolto la giornata. Le parole di Berlusconi nella conferenza stampa accanto al ministro Gelmini obbligano il segretario democratico a convocare una immediata conferenza stampa-ombra per replicare. E tra il ministro ombra Maria Pia Garavaglia e il coordinatore Beppe Fioroni, l'ex sindaco di Roma contrattacca il premier, le cui parole, esordisce, "sono molto gravi e cariche di conseguenze", mentre un presidente del Consiglio anziché "soffiare sul fuoco" dovrebbe "sforzarsi di garantire l'unità del Paese". Anzi, per Veltroni è l'occasione per confermare lo stesso ragionamento relativo alla manifestazione di sabato. Anche lì Berlusconi è partito con una critica dura. Ma il presidente del Consiglio, incalza il segretario pd, "radicalizza una situazione fisiologica in democrazia. A tutti è capitato di stare al governo e avere un movimento di contestazione: questo è il sale della democrazia". Ora però, continua, "il governo si assume la grave responsabilità di trasformare un problema sociale in un problema di ordine pubblico. I professori, gli studenti, i rettori sono un grande problema sociale che come tale va affrontato. Migliaia di persone hanno manifestato pacificamente per dire la loro come sempre è avvenuto nella democrazia. Mi domando se è ancora possibile dissentire". Non solo. Per Veltroni, di fronte a una protesta tanto estesa, l'esecutivo "dovrebbe ritirare il decreto e le misure con i tagli", che, insiste, sono ben documentati e soprattutto che hanno ispirato la riforma. Invece, incalza il suo vice Dario Franceschini, Berlusconi cerca "di provocare il movimento studentesco" al quale il vertice piddì si appella perché "non risponda alle provocazioni ". E accanto a Veltroni, lavorano i suoi anche in Parlamento perché il dl si blocchi. Ieri in aula al Senato la capogruppo Finocchiaro ha chiesto di "rinviare l'esame" perché "la commissione Istruzione non ha completato il suo lavoro". Veltroni chiede che venga ritirato il decreto e aperto un tavolo di confronto con tutte le parti interessate Veltroni (qui sopra) ha replicato ieri punto su punto alle dichiarazioni di Berlusconi riguardo alla scuola.

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CRONACA 23-10-2008 COSA CAMBIA UNIVERSITÀ Nella manovra finanziaria di agosto, il governo ha stabili... (sezione: Scuola)

( da "Avvenire" del 23-10-2008)

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CRONACA 23-10-2008 COSA CAMBIA UNIVERSITÀ Nella manovra finanziaria di agosto, il governo ha stabilito un taglio di 63 milioni di euro al Fondo di funzionamento ordinario per il 2009. Ma offre anche la possibilità di trasformarsi in Fondazione. COSTITUZIONE In forma sperimentale da quest'anno, poi materia autonoma. Oltre alla Costituzione, è stato inserito anche lo studio degli Statuti regionali sia di quelle ordinaria, sia di quelle a statuto speciale. CONDOTTA Viene ripristinato. I docenti dovranno valutare anche il modo di comportarsi complessivo tenuto dallo studente durante l'anno scolastico ed esprimere una valutazione che andrà a fare media nel giudizio finale. TORNA IL VOTO Giudizi addio, alle elementari e alle medie tornano i voti espressi in decimi, come accadeva in passato. Per ottenere la promozione servirà raggiungere il 6 in ogni materia di studio. MAESTRO PREVALENTE Il ritorno dal 2009 alla figura di un docente prevalente per classe, che avrà un impegno settimanale di 24 ore, due ore in più rispetto all'orario previsto dal contratto. Possibile presenza di docenti specialisti, ha assicurato il ministro Gelmini. ADOZIONE DEI LIBRI Il decreto prevede che l'adozione dei libri di testo sia quinquennale "salva la ricorrenza di specifiche e motivate esigenze". L'editore si impegna a non fare modifiche durante questi 5 anni. ABILITAZIONE E SSIS Viene ripristinato il valore abilitante della laurea in Scienza della formazione primaria. Dopo la chiusura delle graduatorie, un emendamento prevede la possibilità per chi ha frequentato il IX ciclo Ssis di essere inseriti nelle graduatorie. Enrico Lenzi.

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<Polizia contro le occupazioni> (sezione: Scuola)

( da "Avvenire" del 23-10-2008)

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CRONACA 23-10-2008 SCUOLA NELLA BUFERA "Polizia contro le occupazioni" Berlusconi annuncia il pugno di ferro "Così difenderemo chi vuole studiare" DA ROMA GIOVANNI GRASSO I l presidente del Consiglio Silvio Berlusconi promette il pugno di ferro contro le occupazioni di scuole e università ("le impediremo") e difende a spada tratta la riforma Gelmini: è un provvedimento "sacrosanto", spiega in una conferenza stampa a Palazzo Chigi insieme al ministro dell'Istruzione, e il governo non ha alcuna intenzione di ritirarlo. Alla vigilia della manifestazione del Pd il ciclone-Berlusconi si abbatte contro tutti: gli studenti che occupano le scuole, strumentalizzati da "estremisti di sinistra"; le opposizioni che usano la piazza per attaccare il governo; tv e giornali che non fanno il proprio dovere "diffondendo ansia" (o facendo "cattiva informazione", amplificando le "menzogne" della sinistra sul decreto Gelmini). E, per far capire che sulle occupazioni non si scherza, ha convocato ieri pomeriggio il ministro dell'Interno Roberto Maroni "per dargli ha spiegato istruzioni dettagliate su come intervenire attraverso le forze dell'ordine per evitare che questo possa succedere". Poi ha dettato "un avviso ai naviganti: non permetteremo ha detto che vengano occupate scuole e università, perché l'occupazione di luoghi pubblici non è la dimostrazione dell'applicazione della libertà, non è un fatto di democrazia, è una violenza nei confronti degli altri studenti, nei confronti delle famiglie, nei confronti delle istituzioni e nei confronti dello Stato". La realtà di questi giorni, ha aggiunto il premier, "è fatta di aule piene di ragazzi che intendono studiare e i manifestanti sono organizzati dall'estrema sinistra, dai centri sociali e da una sinistra che ha trovato il modo di far passare nella scuola delle menzogne". Ed eccole le "menzogne della sinistra". Il premier scandisce: non è vero "che ci saranno 86 mila insegnanti in meno: nessuno sarà cacciato. Ci sarà solo il pensionamento di chi ha già raggiunto l'età e il blocco del turn over". Non è vero "che sarà tagliato il tempo pieno", perché con la riduzione dei docenti e l'aumento degli alunni per classe (che saranno in media 21 e non 30 come accusa la sinistra) si libera personale per fare "in cinque anni 6.000 nuove classi". Così è falso che si tagliano fondi per la scuola: "Non c'è nessun taglio ma una manovra su un triennio che porta risorse alla scuola e agli alunni". Quanto al maestro unico, Berlusconi afferma che bisogna parlare semmai di "maestro prevalente", visto che rimarranno i docenti "di religione, informatica e lingua straniera". Scorretto anche parlare di chiusura delle scuola nei piccoli centri: anche qui si tratta, per il premier, solo di una razionalizzazione. Difesa a oltranza, poi, per l'emendamento leghista che introduce classi di inserimento per i figli dell'immigrati che non conoscono a sufficienza la lingua: "Non c'è nessun razzismo, ma buonsenso. La prima cosa da fare è imparare l'italiano, poi avviare i ragazzi allo studio delle altre materie". Non manca infine una 'spazzolata' per giornali e giornalisti, che "distorcono la realtà", mentre "la tv pubblica italiana diffonde solo ansia e immagini di chi protesta. Noi siamo preoccupati". E ai cronisti presenti dice: "Mandate i saluti miei e del ministro Gelmini ai vostri direttori e ditegli che saremmo molto indignati e preoccupati se la conferenza stampa di oggi sulla scuola non avesse seguito". Mentre di fronte alle domande dei giornalisti dell'Unità e del Manifesto che esprimono dissenso sull'idea di mandare la polizia nelle scuole occupate, sbotta: "Fateci il callo, ho ancora quattro anni e mezzo". Occhi puntati, dunque, sull'incontro Berlusconi-Maroni. Il ministro è uscito dal vertice in silenzio, facendo diramare poco dopo un comunicato nel quale fa sapere che oggi si riunirà sotto la presidenza di un sottosegretario il comitato della sicurezza per valutare la situazione delle occupazioni. Bossi ha commentato, prima dell'incontro: "Non so cosa abbia in mente il premier". E davanti alle proteste delle opposizioni e degli studenti, gli esponenti del Pdl precisano che Berlusconi non ha intenzione di reprimere le proteste legittime, ma di tutelare anche che non vuole protestare: "Le manifestazioni dice Maurizio Gasparri, capogruppo al Senato sono un fatto legittimo, direi quasi rituale nei mesi di autunno: ma non si blocchi l'attività didattica con argomentazioni false". E il ministro Gelmini chiarisce: "Sono indignata: in molte scuole e università gruppi minoritari impediscono ai ragazzi di entrare in classe e di studiare". Il ministro Mariastella Gelmini e il premier Silvio Berlusconi durante la conferenza stampa di ieri (Ansa).

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<Le parole del premier non fermeranno la protesta> (sezione: Scuola)

( da "Avvenire" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

CRONACA 23-10-2008 studenti e universitari Le associazioni giovanili che in queste settimane coordinano la mobilitazione nelle superiori e negli atenei respingono le parole del premier "Sono affermazioni inaccettabili" "Le parole del premier non fermeranno la protesta" DA MILANO ENRICO LENZI U na "intimidazione che non servirà a fermare la nostra protesta". Unione degli studenti, Unione degli U- niversitari e Rete degli studenti - le organizzazioni giovanili che i queste settimane stanno coordinando la mobilitazione nelle scuole e nelle università - rispondono così alle parole pronunciate in tarda mattina dal presidente del Consiglio. E così anche la giornata di ieri è stata costellata di manifestazioni, lezioni bloccate o svolte in piazza, cortei e mobilitazione in molti istituti superiori e in diversi atenei. "Le dichiarazioni rilasciate da Berlusconi sono inaccettabili commenta l'Unione degli studenti (Uds) . Siamo contrari all'utilizzo della repressione come metodo di risoluzione dei conflitti, crediamo inoltre che gli studenti invece che essere criminalizzati dovrebbero essere coinvolti nelle decisioni di questo governo in materia di istruzione". "Non siamo ultras da stadio aggiunge Roberto Iovino, coordinatore nazionale della Rete degli studenti . Berlusconi non può reprimere la contestazione a colpi di manganello. Quelle parole sono un segnale di un metodo reazionario e violento a cui oppor- remo come sempre le nostre idee pacifiche". Dello stesso tenore la reazione dell'Unione degli universitari (Udu). "In un Paese democratico il dissenso si ascolta non si reprime" afferma Federica Musetta dell'Udu, chiedendo al premier di fare "un passo indietro rispetto alle parole dette in mattinata". "Siamo entrati nell'era fascista" aggiunge con toni duri Riccardo Messina, coordinatore nazionale della Fgci, la federazione giovanile del Pdci. E così la protesta non si ferma. A Torino gli studenti hanno occupato la sede delle facoltà umanistiche a Palazzo Nuovo, anche se non c'è il blocco della didattica nonostante la richiesta avanzata nei giorni scorsi dall'assemblea degli studenti. "Qui la protesta si sta svolgendo in forme pacifiche e civili" assicura il prorettore dell'ateneo torinese Sergio Roda. A Milano lezione in piazza Duomo, con un successivo corteo che ha raggiunto, dopo un breve sit in lungo la circonvallazione interna, la facoltà di Scienze Politiche alla Statale, dove un gruppo di studenti ha cercato di bloccare la lezione di Economia internazionale e dello sviluppo. Dopo un vivace scambio di battute con gli studenti presenti a lezione e con lo stesso docente, i manifestanti hanno abbandonato l'aula ripiegando nel cortile della sede. A Firenze, città nel quale la mobilitazione prosegue da più tempo, ancora lezione in piazza della Signoria, questa volta con un docente di eccezione, l'astrofisica Margherita Hack, che si è espressa contro l'ipotesi di un ricorso alle forze dell'ordine per fermare la protesta degli studenti. Da segnalare anche una dimostrazione antiagitazione da parte dei giovani di Forza I- talia che hanno esposto due striscioni di protesta contro i collettivi davanti a uno dei plessi universitari occupati dai loro colleghi della sinistra. Assemblea permanente anche all'Università di Siena che "non ha provocato alcun ostacolo al regolare svolgimento delle lezioni" sottolinea il rettore dell'ateneo, Silvano Focardi, sorpreso dalle parole del premier. A Trento il comitato "no-Gelmini" ha rivendicato l'occupazione del rettorato dell'ateneo avvenuta martedì, rivendicando anche "l'estraneità a qualsiasi centro sociale" come invece "si è accusato di avere. Occupazione anche all'Università Orientale di Napoli, decisa al termine di una lunga assemblea durata quasi tutta la giornata. Anche il mondo delle scuole superiori è in fermento. In concomitanza con la discussione del decreto Gelmini al Senato, l'Uds e la Rete degli studenti hanno proclamato tre giorni di mobilitazione. Lungo tutta la Penisola sono molti gli istituti occupati o in autogestione. In Calabria occupato lo scientifico Pitagora di Rende, mentre i loro colleghi dello scientifico di Catanzaro hanno optato per l'autogestione. Mobilitazione anche nella capitale e la sua provincia. Secondo l'Uds sarebbero una cinquantina le scuole superiori di Napoli coinvolte nella protesta, a cui si aggiungono una dozzina di Salerno e altri istituti di Avellino e Caserta. Anche in Toscana, secondo l'organizzazione degli studenti, l'adesione sarebbe massiccia. Ora l'intera mobilitazione punta alla data del 30 ottobre, quando in piazza scenderanno per uno sciopero generale i lavoratori della scuola aderenti ai sindacati confederali, allo Snals e alla Gilda. Ma anche la data del 29, giorno in cui il decreto dovrebbe essere convertito in legge, potrebbe diventare occasione per nuove manifestazioni. Ancora una giornata di manifestazioni, cortei e lezioni svolte in piazza per dire "no" al provvedimento.

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Scuola, altro scontro Il Colle: serve dialogo (sezione: Scuola)

( da "Avvenire" del 23-10-2008)

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PRIMA 23-10-2008 Proteste. In una lettera agli studenti della Sapienza Napolitano auspica un confronto sui tagli alla spesa Scuola, altro scontro Il Colle: serve dialogo Berlusconi: forze dell'ordine contro le occupazioni Veltroni: parole gravi, il premier non soffi sul fuoco Ï La risposta di Napolitano alla lettera di universitari e ricercatori della Sapienza: "Tenere conto dell'esigenza di contenere il deficit, ma considerare anche le proposte che vengono da docenti e studenti" Ï Berlusconi: i giornali e la sinistra disinformano, la riforma Gelmini è sacrosanta. Intendo tutelare gli studenti che vogliono entrare in classe Ï Il leader del Pd difende la protesta e plaude alle parole del capo dello Stato. E al premier: "Ritiri il decreto invece di provocare" D'ANGELO, GRASSO, LENZI, PICARIELLO 6/7.

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Allievi a lutto e aule vuote Così nelle città venete Sale la protesta: 48 ore di sit-in, allievi a lutto e stop alle lezioni (sezione: Scuola)

( da "Corriere del Veneto" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Corriere del Veneto - VERONA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2008-10-23 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE Tra oggi e domani Allievi a lutto e aule vuote Così nelle città venete Sale la protesta: 48 ore di sit-in, allievi a lutto e stop alle lezioni VENEZIA - Tra oggi e domani sono previste proteste in tutto il Veneto. Stamattina, dalle 10 alle 13, l'Ateneo di Padova ferma le lezioni, come stabilito dal Senato Accademico, per permettere lo svolgimento di assemblee aperte a studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo. Allo studio lezioni nelle piazze della città e fiaccolate. La "Rete degli studenti" annuncia invece incontri e manifestazioni nei sette capoluoghi, oltre a striscioni in molte superiori della città del Santo, dove gli allievi del Ruzza si vestiranno di nero "in segno di lutto per la morte della scuola pubblica". La "Rete degli studenti medi" proclama, sempre per oggi, "lo sciopero creativo". "Per sbarrare la strada alla riforma", occuperà le entrate delle scuole a Verona, Vicenza, Treviso, Padova e Venezia. Doppio appuntamento per domani. In mattinata gli studenti dell'Università di Verona terranno un sit-in davanti al rettorato, mentre alle 16.30 a Padova il "Comitato NoGelmini" animerà, in piazza dei Signori, la protesta delle elementari. In programma musica, animazione, teatro, punto informativo e raccolta di firme. Un carnet sgradito a www.scuolazoo.com, che "dice basta agli scioperi violenti e illegali e alle occupazioni", perchè "è ora di ascoltare il ministro Gelmini e capire dietro agli slogan quale è la verità". In compenso, Forza Nuova si dice pronta a difendere gli studenti in rivolta dalle forze dell'ordine mandate da Berlusconi.

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E oggi Mazzucco al vertice della Crui <Punire la bestemmia?\n E' un segnale di crisi> (sezione: Scuola)

( da "Corriere del Veneto" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Corriere del Veneto - VERONA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2008-10-23 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE A Roma Don Bonazza E oggi Mazzucco al vertice della Crui "Punire la bestemmia? E' un segnale di crisi" VENEZIA - "La bestemmia è un segno di inciviltà, una stonatura potente, ma non mi permetto di dare giudizi sulle decisioni di altri istituti. La mia attenzione, tuttavia, rispetto a questa vicenda cade sulla eccezionalità del provvedimento: mi chiedo se dietro non ci siano dei validi motivi per farlo". Don Natalino Bonazza, parroco a San Salvador e presidente della "Fondazione Giovanni Paolo I" che riunisce le scuole materne, primarie e medie afferenti al Marcianum, usa estrema cautela nei confronti del professor Bartolomeo Tribuna, il preside del liceo artistico di Venezia che ha proposto la punizione della bocciatura per chi bestemmia in classe. "Cercherei di capire il contesto - spiega ancora il sacerdote- ma se arriviamo a tali livelli forse è piuttosto faticoso. Perchè il Consiglio di Istituto, peraltro composto anche da genitori, dovrebbe alzare il livello della punizione? Forse è la spia di un segnale di un disagio, innanzitutto sociale. Probabilmente a muovere il preside è stata una necessità, più che una questione di principio. Rimane il fatto che ogni situazione, quindi anche la bestemmia, va valutata singolarmente". VERONA – E' iniziata la missione del rettore dell'università di Verona, Alessandro Mazzucco, all'interno della Crui, la conferenza che riunisce i rettori di tutte le università italiane, riunita in questi giorni a Roma. Mazzucco, membro dell'esecutivo dell'associazione, ha partecipato ieri ad una riunione di giunta mentre oggi si confronterà con il consiglio allargato, a cui appartengono i rettori di tutti gli atenei aderenti. Un incarico che gli darà la possibilità di levare all'interno dell'assemblea una voce a difesa delle università “con i conti in regola” che rischiano, secondo il rettore, di essere penalizzate dalla redistribuzione dei fondi nel caso in cui questi vengano usati per salvare gli atenei in rosso, categoria in cui rischiano di finire università dalla solida tradizione come quelle di Bologna e Firenze. Proprio questa attività mediatrice (che non esclude il governo come interlocutore) sarebbe all'origine del basso profilo mantenuto dal Senato accademico scaligero nei confronti del ddl Gelmini e delle proteste indirizzate alla riforma provenienti da gran parte del mondo universitario italiano. Paola Vescovi D.O.

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Sale la protesta: 48 ore di sit-in, allievi a lutto e stop alle lezioni (sezione: Scuola)

( da "Corriere del Veneto" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Corriere del Veneto - TREVISO - sezione: PRIMOPIANO - data: 2008-10-23 num: - pag: 5 categoria: REDAZIONALE Tra oggi e domani Sale la protesta: 48 ore di sit-in, allievi a lutto e stop alle lezioni VENEZIA - Tra oggi e domani sono previste proteste in tutto il Veneto. Stamattina, dalle 10 alle 13, l'Ateneo di Padova ferma le lezioni, come stabilito dal Senato Accademico, per permettere lo svolgimento di assemblee aperte a studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo. Allo studio lezioni nelle piazze della città e fiaccolate. La "Rete degli studenti" annuncia invece incontri e manifestazioni nei sette capoluoghi, oltre a striscioni in molte superiori della città del Santo, dove gli allievi del Ruzza si vestiranno di nero "in segno di lutto per la morte della scuola pubblica". La "Rete degli studenti medi" proclama, sempre per oggi, "lo sciopero creativo". "Per sbarrare la strada alla riforma", occuperà le entrate delle scuole a Verona, Vicenza, Treviso, Padova e Venezia. Doppio appuntamento per domani. In mattinata gli studenti dell'Università di Verona terranno un sit-in davanti al rettorato, mentre alle 16.30 a Padova il "Comitato NoGelmini" animerà, in piazza dei Signori, la protesta delle elementari. In programma musica, animazione, teatro, punto informativo e raccolta di firme. Un carnet sgradito a www.scuolazoo.com, che "dice basta agli scioperi violenti e illegali e alle occupazioni", perchè "è ora di ascoltare il ministro Gelmini e capire dietro agli slogan quale è la verità". In compenso, Forza Nuova si dice pronta a difendere gli studenti in rivolta dalle forze dell'ordine mandate da Berlusconi.

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Bocciati per un solo quattro o un cinque nella materia chiave (sezione: Scuola)

( da "Corriere del Veneto" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Corriere del Veneto - TREVISO - sezione: PRIMOPIANO - data: 2008-10-23 num: - pag: 4 categoria: REDAZIONALE Bocciati per un solo quattro o un cinque nella materia chiave Autonomia scolastica, regole più rigide. Palumbo: "Si può fare" A Mestre il caso del Foscari, a Venezia una bestemmia costa l'anno VENEZIA - Una bestemmia in classe? Si rischia la bocciatura. Una occupazione? Si rischia l'allontanamento dalla scuola anche fino alla fine dell'anno scolastico. Lo stesso vale per chi usa il cellulare nelle ore proibite. Va meglio a chi verrà pizzicato alla macchinetta del caffè fuori orario o a chi fuma in luoghi non consentiti: al massimo tre giorni di sospensione. Non siamo in Accademia militare ma al Liceo Artistico Statale di Venezia, dove il consiglio d'istituto ha adottato il 9 ottobre un rigido regolamento per le infrazioni più comuni, con tanto di tabelle descrittive: per ogni infrazione c'è una sanzione che va dal richiamo verbale alla bocciatura. Per contro gli studenti del Foscari Massari di Mestre faranno bene a sgobbare: basterà una sola insufficienza grave (un "4"), due non gravi ("5") o anche una sola nella materia chiave, per non essere ammessi all'anno successivo. Il Liceo artistico è in fermento, gli studenti hanno deciso di non prendere alcuna iniziativa, ma di "studiarlo", anche attraverso un'assemblea delle ultime classi. Ma è così in tutto il Veneto. Le nuove norme emanate dal ministero in materia di regolamenti da adottare scuola per scuola e la nuova stagione di rigore, hanno scatenato i consigli di istituto. C'è chi minaccia di bocciare per la parolaccia e chi per un unico 4 in pagella; chi si limita a ricorda che molte infrazioni sono reati e chi prevede "punizione" educative: dalle pulizie al tema sul comportamento tenuto con tanto di voto. Al Liceo artistico di Venezia, oerò, non c'è aria di rivolta. "Come era mio dovere fare, ho presentato il regolamento all'approvazione del consiglio d'istituto - spiega il preside Bartolomeo Tribuna - il nostro regolamento nasce dall'esperienza di questi anni e si riferisce ai casi più ricorrenti. Intanto lo sperimentiamo e qualora non funzioni lo correggeremo ". Intanto resta per tutti il rischio che qualche bravata in classe si trasformi in una vera e propria condanna mentre cento metri più in là, all'istituto a fianco, non avrebbe le stesse conseguenze. Al liceo Canova di Treviso il regolamento interno non è stato cambiato di una virgola, spiega la dirigente Alfea Faion: "Avevamo anche prima i nostri voti di condotta con il nostro regolamento interno e le relative punizioni. Riguardo agli scioperi, sono ben regolamentati e le sanzioni non dipendono dalla loro frequenza ma da fattori educativi". Una valutazione caso per caso è ciò che avviene anche al liceo padovano Tito Livio: "Mancanze molto gravi di rispetto, come bullismo o prevaricazioni, che per altro da noi non si sono mai verificate, si lasciano giudicare al Consiglio di Classe che propone le sanzioni ", afferma la dirigente Daria Zangirolami. Al turistico Gritti, invece, anche l'utilizzo di lavori socialmente utili sarà previsto tra le sanzioni, così come auspicato dall'assessore veneziano Andrea Ferrazzi. "Le sanzioni servono - dice - la Provincia è reduce da un'annata costata 500 mila euro solo per danni dolosi nelle scuole". L'istituto Foscari Massari di Mestre la stangata l'ha prevista in pagella. In prima basterà un "4", oppure al triennio un "5" in una materia di indirizzo, per venire bocciati. "Da anni abbiamo intrapreso un lungo lavoro per restringere i criteri di ammissione alla classe successiva - dice il dirigente Valer Rosato La mia è una scuola che forma dei tecnici: se un geometra ha 4 in Costruzioni, il consiglio di classe deve valutarlo in maniera diversa". Patti chiari, l'importante è che lo siano dall'inizio. La dirigente dell'ufficio scolastico regionale Carmela Palumbo elogia l'autonomia: "L'autonomia delle scuole è prima di tutto didattica, organizzativa e valutativa. é un diritto e un dovere loro quello di elaborarsi la propria griglia di valutazione, anzi è positivo che questi criteri siano codificati in modo chiaro e preventivo per le famiglie". Simile il ragionamento per la disciplina. "Anche qui, l'importante è che si seguano alcuni principi cardine" continua la dirigente Palumbo. "Io ritengo che il percorso del Liceo Artistico sia corretto. Individuare preventivamente i comportamenti rilevanti sul piano disciplinare è corretto verso i ragazzi e le famiglie, tantopiù che ogni scuola lo decide democraticamente. Sarebbe discutibile un regolamento che non individua norme e sanzioni". Andrea Campo Maria Paola Scaramuzza.

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Nell'agenda del Pd c'è "Salva l'Italia" (sezione: Scuola)

( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

PARTITI. Trasferta a Roma e riforma Gelmini Nell'agenda del Pd c'è "Salva l'Italia"   È fitta di appuntamenti l'agenda del Pd bassanese, soprattutto in considerazione dell'imminente avvio di campagna elettorale. "Abbiamo aperto il tesseramento - spiega il consigliere comunale, nonché portavoce dei democratici, Giovanni Reginato - e il 25 ottobre saremo a Roma per partecipare alla manifestazione nazionale e portare le firme raccolte con la petizione "Salva l'Italia". A novembre, a fronte della riforma Gelmini, organizzeremo un incontro pubblico su temi legati alla scuola, dopo il quale stiamo programmando, entro la fine del 2008, un dibattito sulla sanità e uno sull'economia. Per quest'ultimo vogliamo coinvolgere anche i rappresentanti dei settori produttivi e dei lavoratori". "Quanto ai temi in agenda, siamo in linea con il Pd nazionale e con la petizione Salva l'Italia: le questioni, a nostro avviso più importanti riguardano la politica fiscale e la sicurezza. Nello specifico bassanese, ci stiamo preparando alla campagna elettorale per le amministrative: un appuntamento fondamentale, anche a fronte di un elettorato locale che risulta equamente ripartito tra noi, il Pdl e la Lega".L.P.  .

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Istituti tecnici e professionali: taglio alle materie d'indirizzo (sezione: Scuola)

( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

SCUOLA. Lo dice una bozza ministeriale. In città scoppia la polemica Istituti tecnici e professionali: taglio alle materie d'indirizzo   Saranno le materie scientifiche, al biennio, e quelle tecniche di indirizzo, al triennio, a subire i tagli necessari per portare da 36 a 32 ore settimanali l'orario delle lezioni negli istituti tecnici e professionali. È questo il contenuto di una bozza ministeriale che è giunta nei giorni scorsi in alcuni istituti tecnici, anche della provincia di Vicenza, per una valutazione della proposta, e che sta facendo ulteriormente fermentare il mondo della scuola, già abbondantemente in subbuglio rispetto al decreto Gelmini. Quando Francesco Bortolotto della Gilda, che ieri ha tenuto un assemblea sindacale al liceo Da Ponte, ha rivelato il contenuto della bozza ministeriale che propone i tagli da effettuare per ridurre di 4 ore settimanali il tempo scuola di istituti tecnici e professionali, si è levato tra i docenti un mormorio di disapprovazione. È chiaro che quando si tratta di accorciare il tempo che i ragazzi dovranno passare tra i banchi di scuola, decisione che sarà sempre dolorosa anche se viene sentita come necessaria dagli stessi docenti, da qualche parte si dovranno pur effettuare questi tagli. Ma che negli istituti tecnici e professionali si vadano ad accorciare proprio le materie che costituiscono il punto di forza di quel particolare tipo di scuola sembra fuori luogo. Quella che viene dalla commissione ministeriale per l'istruzione tecnica e professionale pare in palese contraddizione con la necessità di non intaccare proprio il valore formativo e professionale di queste scuole, come chiesto a gran voce proprio dalle organizzazioni di categoria nel momento in cui si faceva insistente l'idea di liceizzazione degli istituti tecnici. V. B.  .

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CORTEO CONTRO LA GELMINI (sezione: Scuola)

( da "Corriere Adriatico" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

SENIGALLIA - "Non pagheremo noi la vostra crisi", con questo slogan sono state aperte molte manifestazioni e assemblee in tutta Italia e anche a Senigallia domani mattina si svolgerà un corteo studentesco che partirà alle 8 dal palazzetto dello sport via Capanna. La manifestazione è stata organizzata dal collettivo studentesco Zenit "contro la Riforma Gelmini e la devastazione della scuola pubblica". "Sono ormai decenni - si legge nel comunicato che anticipa il corteo -che la scuola pubblica subisce continui attacchi, ma quest'anno le proporzioni di questa devastazione hanno toccato vette di indicibile pericolosità. Dal maestro unico all'accorpamento delle cattedre, dal taglio dei corsi sperimentali alle scuole su fondazione, tutto ciò impoverisce oltre ai nostri istituti anche la nostra cultura e la nostra formazione".

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Con la riforma Gelmini sono 130 i prof. a rischio (sezione: Scuola)

( da "Stampa, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

OMEGNA. ALLARME DI CIGL E CISL Decreto Con la riforma Gelmini sono 130 i prof. a rischio La Regione ha presentato ricorso contro i tagli delle scuole Situazione in bilico anche per trenta impiegati e bidelli [FIRMA]VINCENZO AMATO OMEGNA La riforma della scuola metter a rischio 150 posti di lavoro: il piano-Gelmini avrà ripercussioni notevoli nel Vco fra insegnanti e personale non docente che andranno in pensione e non saranno rimpiazzati, docenti che si troveranno in "mobilità" a causa del ridimensionamento delle classi e supplenti ai quali non verrà più proposto un contratto. I dati sono stati forniti a Omegna dal Coordinamento genitori e insegnanti per la scuola pubblica del Cusio nell'ambito di un'assemblea pubblica alla quale hanno partecipato anche Orietta Monterza (Cisl Scuola) e Gabriella Prandi (Flc Cgil). "La nostra provincia, per la conformazione geografica e per la tipologia di istituti scolastici, è particolarmente colpita dal decreto del ministro Gelmini - ha detto Monterza -, e Omegna non fa eccezione. Le ricadute saranno pesanti per gli insegnanti e per gli studenti". Più nello specifico è entrata Prandi, che ha portato numeri e cifre del futuro occupazionale. "Ci saranno oltre 150 posti di lavoro in meno. E' come se chiudesse una grande fabbrica, anche se pochi per ora se ne sono accorti. Secondo una nostra proiezione nel Vco resteranno senza lavoro ottanta supplenti: 28 addetti Ata, 16 insegnanti delle scuole superiori, 8 delle medie e 28 delle elementari. Inoltre non verranno rimpiazzati i docenti, una cinquantina, che andranno in pensione. Uva ventina, infine, gli insegnanti in esubero che andranno in mobilità". "Siamo preoccupati per il futuro delle nostre scuole, e penso alle elementari e alle medie di Omegna che sono avanti nella sperimentazione dell'inserimento dei bambini extracomunitari con modelli didattici avanzati e con il tempo prolungato: rischia di sparire tutto - ha aggiunto Gabriella Prandi -. A proposito della questione Omegna, c'è il rischio per il liceo artistico di una riduzione oraria, sull'istituto commerciale e corrispondenti in lingue esteri c'è addirittura un punto interrogativo perché non si capisce bene cosa diventerà mentre per il professionale Dalla Chiesa è tutto rimandato al 2010 con immaginabile difficoltà da parte delle famiglie e degli studenti che devono scegliere dove inviare le iscrizioni per l'anno successivo". Alla domanda, emersa nel dibattito, su cosa fare, la risposta è stata univoca: "Cominciamo almeno a protestare".A proposito della riforma Gelmini e dei tagli previsti, ieri a Verbania il presidente della Regione Mercedes Bresso ha annunciato che l'amministrazione piemontese ha presentato ricorso alla corte costituzionale: "Se il decreto non cambia ci troveremmo a dover chiudere moltissime elementari e materne, soprattutto nelle zone di montagna". E aggiunge: "Possiamo ragionare insieme sulla necessità di razionalizzare le risorse ma è un processo che richiede tempo e che non possiamo portare a termine entro il 30 novembre come richiesto. A meno di non lavorare con l'accetta, e non siamo disposti a farlo".

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"Basta violenze, ora mando la polizia" (sezione: Scuola)

( da "Corriere Adriatico" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

"Non è vero che ci saranno tagli e 86 mila insegnanti in meno nessuno sarà cacciato" Mentre divampa la protesta sulla riforma Gelmini, Berlusconi sfida gli studenti "Basta violenze, ora mando la polizia" ROMA - "L'ordine deve essere garantito, lo Stato deve fare lo Stato". Silvio Berlusconi usa la stessa formula già utilizzata contro i blocchi delle discariche in Campania, per annunciare il pugno duro anche contro le occupazioni delle scuole e delle università che si stanno diffondendo in tutta Italia. Nel corso di una conferenza stampa convocata ieri mattina assieme al ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini per difendere l'omonimo decreto e denunciare le "bugie della sinistra", il premier avverte che userà la forza pubblica per far cessare ogni manifestazione che violi il diritto dei "cittadini studenti di fare il loro mestiere di studenti". Il premier Silvio Berlusconi non se la prende soltanto con la sinistra, che "strumentalizza" queste proteste, ma anche con i media "che ormai hanno divorziato con la realtà". In primo luogo attacca il servizio pubblico televisivo accusandolo di "diffondere ansia", mostrando "solo chi protesta", poi i giornali per aver "assolutamente trascurato di raccontare la realtà". "La realtà di questi giorni - sostiene al contrario il presidente Berlusconi - è quella di aule piene di ragazzi che intendono studiare e i manifestanti che sono organizzati dall'estrema sinistra e spesso, come a Milano, dai centri sociali". Quindi, con un tono piuttosto deciso, sfida i giornalisti presenti: "Vi prego di portate i nostri saluti ai vostri direttori e dite loro che saremo molto preoccupati e indignati se la conferenza stampa di oggi non avesse seguito e non dessero informazione ai lettori di questi giornali". Infine, dopo aver respinto al mittente l'invito di Walter Veltroni a ritirare il decreto, Berlusconi lancia la linea dura: "Vorrei dare un avviso ai naviganti. Non permetteremo l'occupazione di università e di scuole, perché - scandisce con vigore - non è una dimostrazione di libertà, non è un fatto di democrazia ma è pura violenza nei confronti degli altri studenti, delle famiglie, delle istituzioni e nei confronti dello Stato. Convocherò oggi Maroni e darò a lui istruzioni dettagliate su come intervenire attraverso le forze dell'ordine per evitare che questo possa succedere". Una giornalista de "Il Manifesto", gli chiede se verrà usata la polizia anche contro le maestre elementari e Berlusconi risponde determinatissimo: "Tutelerò sempre il diritto dei cittadini, siano essi cittadini studenti o cittadini genitori. Avete 4 anni e mezzo, fateci il callo, non retrocederò di un millimetro, questo sia chiaro". Un modo brusco per chiudere una conferenza stampa a tratti vibrante, convocata dal premier per confutare, una dopo l'altra, le obiezioni avanzate dalle opposizioni, bollate a più riprese come "menzogne". Non è vero - sottolinea - che ci saranno tagli alla scuola pubblica e 86mila insegnanti in meno: "Nessuno sarà cacciato, andrà solo in pensione chi ha già raggiunto il limite d'età e sarà bloccato il turn over". Non è vero che verrà chiuso il tempo pieno, anzi, assicura Berlusconi, "ci saranno 6000 classi in piu". Altra "falsita", secondo il premier è che il governo chiuderà molte scuole. "Noi pensiamo a razionalizzare il personale. Ad esempio, nelle comunità montane un preside o un segretario possono occuparsi di più scuole con meno di 50 alunni". Infine, per il Cavaliere, non è vero che con questo decreto si cerchi di favorire la scuola privata: "Non vedo il nesso. Noi stiamo cercando di far funzionare meglio la scuola pubblica che oggi è inefficiente e costosissima". Contro queste proposte la sinistra, accusa il Cavaliere, cerca solo di "'strumentalizzare", "tenta di costruire un'opposizione di piazza su un terreno circoscritto, perchè come governo siamo inattaccabili su tutta una serie di provvedimenti, pensa che questo della scuola sia un settore con cui poter alzare la voce". Infine, rispondendo alla curiosità di una cronista, il presidente Berlusconi assicura di non aver mai partecipato in passato ad alcun corteo: "Sono sempre stato uno studente modello, diligentissimo, non ho mai manifestato e ho avuto sempre degli insegnanti esemplari". MARCELLO CAMPO,.

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"Il premier soffia sul fuoco" (sezione: Scuola)

( da "Corriere Adriatico" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

"Nel '68 Moro non usòla forza per fermarele manifestazioni ma convocò il leader del Movimento studentesco" Secondo Veltroni manifestare contro il governo è fisiologico in democrazia "Il premier soffia sul fuoco" Anche il presidente dei vescovi chiede moderazione ROMA - La protesta studentesca contro la riforma della scuola va fermata e così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi convoca a Palazzo Grazioli il ministro dell'Interno Roberto Maroni per dargli indicazioni su come devono intervenire le forze dell'ordine. L'annuncio, dato durante una conferenza stampa per sostenere il ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini, scatena un'ondata di proteste nel centrosinistra. La reazione più dura è quella del segretario del Pd Walter Veltroni che accusa il premier di voler "soffiare sul fuoco". Manifestare contro decisioni del governo, osserva, è "fisiologico in una democrazia". "Ma mi chiedo - aggiunge - se sia ancora possibile dissentire in questo Paese. E' possibile esprimere un'opinione diversa dal governo o no?". Se così non fosse, sottolinea, "la cosa si farebbe seria". Anche il presidente dei vescovi Angelo Bagnasco osserva che "i problemi complessi" non si risolvono "con soluzioni semplici", ma con la "moderazione" e l'equilibrio". E nel Pdl, a cominciare dal vicepresidente della Camera Maurizio Lupi, si apprezza l'intervento dell'alto prelato, anche se si ribadisce l'intenzione del governo di voler difendere a tutti i costi il diritto dei ragazzi ad andare a scuola, senza che questo venga limitato dalle occupazioni degli atenei. Su questa linea anche il ministro per le Politiche Giovanili Giorgia Meloni: "Chi vuole manifestare ha il diritto di farlo, ma anche chi vuol dare gli esami deve poterlo fare". Tutti d'accordo invece gli ex ministri dell'Istruzione e dell'Università: le proteste ci sono sempre state, ma a nessuno, assicura Francesco D'Onofrio, "è mai venuto in mente di far ricorso alle forze dell'ordine". E, parafrasando il motto fascista 'libro e moschetto fascista perfettò, invita la maggioranza a ricorrere a "più libri e a meno moschetti...". Fabio Mussi, invece, sollecita i Rettori a respingere "la militarizzazione del conflitto che arriva dal governo". Nel '68, l'allora presidente del Consiglio Aldo Moro, ricorda Marco Boato, non usò la forza per fermare le manifestazioni, ma convocò il leader del Movimento studentesco Silvano Bassetti "per capire le ragioni della protesta". Berlusconi, invece, è ancora la critica del segretario del Pd, per riformare la scuola ha usato la strada del decreto legge senza ascoltare nessuno. Ed è per questo che il premier farebbe meglio, piuttosto che ad invocare l'intervento delle forze dell'ordine, a convocare un tavolo con studenti, rettori e professori, per aprire un vero confronto. Proprio come chiede Napolitano. Ma la decisione del presidente del Consiglio di ricorrere all'uso della forza per svuotare le piazze dagli studenti fa insorgere l'intera opposizione. Per il leader dell'Idv Antonio Di Pietro, se si continua così, si alimenta "una nuova strategia della tensione". ANNA LAURA BUSSA,.

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Il ministro: "Buchi nel bilancio degli atenei di Urbino e Camerino" (sezione: Scuola)

( da "Corriere Adriatico" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

ANCONA - Due università marchigiane finiscono dietro la lavagna del ministro Gelmini. Nel mirino, in particolare gli atenei di Urbino e Camerino, che secondo l'esponente del governo presentano "gravi buchi in bilancio". Immediata la presa di distanza da questa affermazione degli interessati. Gelmini, s'è detta "indignata per la notizia che in molte scuole e università alcuni gruppi minoritari impediranno ai ragazzi di studiare. Non capisco, poi, perchè gli universitari brucino in piazza un decreto che non c'entra niente con l'università". "Dal mondo universitario (professori e rettori) - ha detto il ministro -, sinceramente, mi sarei aspettata un po' più di autocritica per come è stata gestita l'università italiana e per come è stata ridotta. Non c'è trasparenza nei bilanci. Il ministero vuole conoscere tutti i bilanci delle università e ha avviato controlli in 5 di queste con buchi in bilancio (Siena, Firenze, Pisa, Camerino, Urbino). Bisogna - ha aggiunto Gelmini - che i bilanci siano comprensibili e pubblicati su internet". La dichiarazione del ministro è stata poi bissata dal deputato toscano del Pdl Riccardo Mazzoni. Immediata la replica di Esposito. "L'Università di Camerino - ha detto il rettore - non presenta buchi di bilancio ma gode di buona salute finanziaria". "Sono sorpreso dalla dichiarazione rilasciata dall'on. Mazzoni. Siamo ovviamente a completa disposizione del ministro e del suo staff - ha aggiunto Esposito - per tutti gli accertamenti che vorranno effettuare e che inevitabilmente porteranno a riscontrare la piena salute contabile di cui gode l'Ateneo camerte". "Preciso infine - ha concluso - che, nell'ottica di massima trasparenza che Unicam persegue e attua, l'Università di Camerino è uno dei due soli atenei italiani a utilizzare la contabilità economico patrimoniale". Indiretta, invece, la replica di Urbino, attraverso una mozione. "Grazie a enormi sacrifici e una politica di rigoroso contenimento della spesa - vi è scritto - l'ateneo ha riportato in equilibrio il proprio bilancio, dimezzando il debito e riducendo i residui passivi".

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Università e riforme (sezione: Scuola)

( da "Corriere Adriatico" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

NON sarà facile per gli studenti scesi in piazza contrastare le misure del ministro Gelmini. Come direbbe Heisemberg, solo uno dei due ha ragione, ma stabilire chi ce l'ha è quasi impossibile. Il problema principale è noto: scuola e università sono istituzioni sociali di estrema importanza e, come tali, difficilmente riformabili senza una piattaforma culturale condivisa. E' pura utopia pensare che la politica, priva di una simile piattaforma, possa dall'esterno riformare un potere che, tra l'altro, fortemente la condiziona (il 20% dei personaggi celebri e potenti sono professori universitari) e, magari, sperare di non suscitare la reazione sdegnata dei protagonisti della vita universitaria o scolastica. Il problema ha origine anche dal paradossale e insostenibile atteggiamento dei cosiddetti poteri accademici che, da un canto, invocano piena autonomia e, dall'altro, non sono in grado di produrre neanche essi una piattaforma culturale condivisa sulle direttrici di sviluppo della nostra scuola e della nostra università. Nel mio mondo universitario, sarà responsabilità dei rettori, responsabilità di senati accademici e di consigli di facoltà che non volano mai alto, perché tutti immersi a correre nei labirinti dell' "ordinario". Qui casca l'asino, è il caso di dirlo. Le componenti più competenti dei poteri accademici non sono in grado di esprimere un'autonomia di progetto, né un'autonomia di concorrenza e continua a essere minoritaria nell'accademia una visione di sistema. Accade anche nel nostro sistema regionale universitario, coordinato con eccessivo understatement, con immersione totale nelle mille vicende e negli interessi accademici che si susseguono giorno per giorno Due delle quattro università marchigiane, le più antiche, hanno conosciuto nel ventennio una chiara regressione di iscritti, una terza ha resistito, una quarta, quella di più recente costituzione, che ha sede nel capoluogo regionale, è in ascesa ed è reputata una delle università medio-piccole migliori in Italia. Da questo ultimo Ateneo sono venute le note migliori, in quanto a crescita degli iscritti e, soprattutto, in termini di offerta di specializzazioni disciplinari con grandi possibilità applicative (lavoro, per intenderci). Ed è noto che questo ateneo, in precedenza denominato Università di Ancona, ha cambiato nome presentandosi come network regionale tecnico-scientifico. Questo era - è il caso di usare il passato - un progetto che pure esprimeva una visione: costituire un politecnico regionale, con epicentro in Ancona, ma di articolazione regionale. I tre atenei in prevalenza di humanities, dalla loro, hanno però continuato con i loro doppioni di facoltà e di corsi di laurea, deprimendo così possibili prospettive di poli di eccellenza inter-ateneo. C'è anche stato un momento che sembrava possibile una sorta di unità d'intenti tra le Università di Camerino e Macerata, ma poi tutto è sfumato, a quanto sembra. Come sempre, nei quattro atenei le baronie hanno continuato a macinare il loro lavoro ordinario e guardano alle municipalità disposte a foraggiare i loro sogni di gloria (di espandere posti), in tempi in cui si riducono le risorse dal centro, mentre le piccole municipalità sono desiderose di un'investitura accademica e pronte a sostenerla. Dopo tanto decentrare (le sedi staccate), indebolendo la capacità di attrazione complessiva del sistema universitario regionale, una sua riaggregazione razionale sarebbe opportuna. Capisco che si tratta di università secolari, ma è urgente una loro riorganizzazione. L'ideale sarebbe una riorganizzazione funzionale con chiare missioni disciplinari: un network di humanities, un network politecnico, uno di scienze biogenetiche e mediche. Si tratterebbe di tre direttrici in grado di ri-orientare anche un sistema produttivo come il nostro, che ha assoluto bisogno di sviluppare terziario della conoscenza, di moderne comunità professionali. Una piccola rivoluzione dunque, ma con chiari intendimenti e investimenti. Comporterebbe una riorganizzazione logistica modesta rimanendo epicentri universitari Urbino, Ancona, Macerata e Camerino-Ascoli. Insomma, se parliamo di università, cominciamo dalle problematiche del nostro sistema regionale, che ha bisogno di trovare nuovi stimoli di crescita. In fondo, non vi sembra che noi marchigiani riflettiamo e facciamo troppo poco per migliorare le nostre università? *DOCENTE DI SOCIOLOGIA ALL'UNIVERSITÀ POLITECNICA DELLE MARCHE,.

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La pioggia non ferma la protesta della scuola (sezione: Scuola)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Oristano e Provincia Pagina 4017 Oristano La pioggia non ferma la protesta della scuola Oristano --> La pioggia battente non ha fermato il mondo della scuola. Oltre duecento tra insegnanti e personale delle segreterie, bidelli e collaboratori hanno manifestato contro la riforma del ministro Gelmini. Il corteo, promosso da Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda, partito da piazza Roma ha fatto tappa prima davanti all'ex Provveditorato e poi in Prefettura. Brevi incontri per illustrare le conseguenze che la riforma potrebbe avere nel territorio oristanese. Circa il 70 per cento delle scuole materne, il 50 delle elementari e delle medie rischia di chiudere perché non raggiungono i 50 alunni. E anche buona parte degli istituti superiori sono in pericolo: non hanno i requisiti per mantenere l'autonomia, ovvero continuare ad avere una presidenza e la segreteria. Scuole come i geometri, la scuola d'arte, le professionali per i servizi sociali ad esempio non hanno 500 studenti, sono cioè al di sotto della soglia minima prevista dal decreto di legge. Sindacati e insegnanti sono pronti a dare battaglia e chiedono parametri diversi per un territorio come quello oristanese. ( v.p. ).

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Pensieri autogestiti nelle aule occupate (sezione: Scuola)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Commenti Pagina 342 Nuove mode studentesche Pensieri autogestiti nelle aule occupate Nuove mode studentesche --> L'autogestione "non deve essere la replica degli stessi meccanismi della scuola. Non occorre un servizio d'ordine che richiami ognuno alla civiltà, per quello bastano i bidelli. Va rivoluzionato il modo di stare nelle classi, abbattendo la lezione frontale e instaurando il dibattito come unica fonte di apprendimento e informazione". Sessantotto? No, 2008, articolo 6 dei tredici comandamenti per una buona autogestione diffusi dall'Unione degli studenti, il sindacato studentesco. Il "segue dibattito", si sa, in Italia è tradizione da decenni. Nelle sezioni di partito, nelle autonomie, persino in tv, il talk è diventato moda. Ora, però, arrivare a proporlo come unica (dove va a finire il pluralismo della cultura e delle idee?) fonte di informazione e apprendimento ci appare davvero esagerato. Mettiamo pure il caso che, agli studenti italiani (liceali e universitari) le loro scuole e atenei, così come sono organizzati, non piacciano. Va bene, miglioriamoli, magari introducendo maggiori criteri di merito, scalfendo le baronie sedimentate nelle Università, promuovendo i migliori. Ma non previo dibattito, meglio, molto meglio se ne valutiamo lo studio, l'applicazione, il sapere. Anche per questo nel tourbillon di scuole occupate e di universitari in piazza, contro il Governo Berlusconi e la riforma della Gelmini, contro i tagli e contro quello che volete, colpisce che gli studenti ancora siano convinti che la liberazione e il sapere siano nascosti nel dibattito, come se nei parlarsi tutti sapessero tutto. E allora diventano interessanti "le regole per una buona autogestione" che circolano nelle scuole italiane. "Una volta votata l'autogestione - si legge nel manuale degli studenti in rivolta - comunicate al preside la decisione, presentando le motivazioni, il programma, le intenzioni. Se il preside è civile non ci sarà rottura di rapporti. Se invece l'autogestione è contro il preside, le cose cambiano ed allora la rottura sarà il passaggio della protesta". Geniale, viene da chiosare, ma non avete ancora letto il vademecum per le occupazioni. "L'idea di base - che risponde alla domanda di cosa realizzare quando lo scuola è occupata - è: trasformate la vostra scuola nel luogo in cui vi piacerebbe vivere. (...) Ovviamente avete tutta la giornata per organizzare varie attività e potete anche prevedere momenti più divertenti". Ma come, la scuola deve insegnare, formare o no? E allora, se a uno piacesse vivere alle Maldive che fa, si porta la palma in classe con tanto di tinozza per i tuffi? Contraddizioni che meriterebbero un dibattito. PAOLO DE LORENZI.

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Sette scuole rischiano la chiusura (sezione: Scuola)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Prov Ogliastra Pagina 6022 Tortolì. L'assessore Murino: "Non ci sono abbastanza alunni per formare le classi" Sette scuole rischiano la chiusura Tortolì.. L'assessore Murino: "Non ci sono abbastanza alunni per formare le classi" --> Divisi dalle idee, uniti dalla necessità. Sembra essere questo il destino del Consiglio provinciale sul tema della scuola. L'assemblea straordinaria convocata per discutere della riforma Gelmini ha evidenziato le spaccature tra i due schieramenti, ma ha detto che occorrerà ritrovare l'unità per arrivare a una proposta unitaria che possa salvare il salvabile. L'assemblea è vissuta di schermaglie anche aspre tra maggioranza e opposizione, lontane anni luce sulla valutazione data alla proposta di riforma della scuola. A mettere, in qualche modo, tutti d'accordo è stato l'intervento dell'assessore alla Pubblica istruzione, Giorgio Murino, che ha ricordato che in Ogliastra ci sono ben sette istituti comprensivi che non hanno numeri sufficienti per la costituzione delle classi: Barisardo, Baunei, Jerzu, Seui, Tortolì (Direzione didattica 1), Urzulei e Villagrande. A questi vanno aggiunti tre istituti secondari superiori: gli Itc serali di Lanusei e Tortolì e l'Agrario, con annesso convitto, sempre di Tortolì. "Le province dovranno presentare un piano entro il 30 novembre - ha detto Murino - per cui occorrerà procedere a degli incontri sul territorio con il coinvolgimento di sindaci e dirigenti scolastici, allo scopo di predisporre il piano, che sarà doloroso ma inevitabile. Entro il 20 novembre terremo una grande conferenza provinciale". A rendere più cupa l'atmosfera un blackout che ha oscurato l'aula consiliare per circa un'ora. Dai due banchi, valutazioni diametralmente opposte sulla riforma Gelmini. La volontà della maggioranza di votare un documento unitario sulla questione scuola si è quindi scontrata con la ferma opposizione della minoranza. Alla fine, le quattro mozioni presentate da Angelo Sioni (Pd), Salvatore Giacu (Psdaz), Mario Deiana (Pdci) e dai socialisti Puddu e Serra, sono state riunite in un unico documento, votato solo dalla maggioranza e dal socialista Serra. I tre esponenti di minoranza che hanno votato contro (Russo, Todde e Deidda) hanno aspramente criticato la scelta. Nella sua proposta, Giacu chiedeva al consiglio un intervento presso la Commissione regionale, dove giace una proposta sardista per una legge sulla scuola sarda. Il documento presentato da Angelo Sioni, così come quello di Ivan Puddu e Roberto Serra criticavano sotto molti aspetti la "controriforma Gelmini", mentre la mozione Deiana parlava di "emergenza educativa e sociale". Il Consiglio ha osservato un minuto di silenzio per ricordare Marcello Garau, il funzionario della Provincia recentemente scomparso. FRANCESCO MANCA.

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<Viaggi in autobus più comodiper gli studenti pendolari> (sezione: Scuola)

( da "Sicilia, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Il sindaco di delia rinnova la protesta "Viaggi in autobus più comodi per gli studenti pendolari" C'è fermento fra gli studenti universitari che frequentano i corsi di laurea a Caltanissetta a seguito della recente riforma varata dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini. A farsi portavoce del disagio studentesco è stata l'Udu (Unione studenti universitari), che lancia l'allarme sulla prospettiva di chiusura delle sedi decentrate a seguito dei tagli operati dall'esecutivo nazionale. "Per le sedi decentrate come quella di Caltanissetta - spiegano il consigliere provinciale Salvatore Licata, il senatore accademico dell'ateneo catanese Riccardo Vella e il presidente provinciale Udu Salvatore Porsio - la situazione è molto grave. Tali sedi sono a forte rischio di chiusura e non è da escludere un ritardo generale dell'inizio delle lezioni. Considerato tutto ciò sarebbe opportuno che la politica e tutti gli altri settori della società (imprenditori, commercianti, sindacati ecc..) incrementino notevolmente e realmente il proprio contributo ed interesse per rafforzare e migliorare il più possibile l'università nella nostra provincia nell'interesse della collettività e soprattutto degli universitari iscritti e delle loro famiglie. Crediamo che a penalizzare lo sviluppo universitario siano stati gli screzi e gli scontri in cui, spesso, il politico di turno ha solo voluto dimostrare la propria superiorità sulla parte avversaria interessandosi solo di alcuni corsi rispetto al progetto complessivo". Gli scriventi hanno accolto con compiacimento gli appelli e la disponibilità del vescovo Mario Russotto a rivolgere maggiore attenzione all'Università, auspicando la condivisione d'intenti tra le associazioni studentesche quali l'Udu, il Sism e la Fuci, basilare per intraprendere un percorso costruttivo. V. P.

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<Sedi decentrate a rischio>Riforma Gelmini (sezione: Scuola)

( da "Sicilia, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

"Sedi decentrate a rischio"Riforma Gelmini. Anche gli studenti universitari nisseni sono in fermento "Dodici scatti per un sorriso": così è denominata la particolare e lodevole iniziativa, a sfondo benefico, che vede coinvolte le Associazioni di volontariato "L'Arca" onlus di San Cataldo, nata lo scorso anno e presieduta da Pasquale Panvini, "Karol Wojtyla" onlus di Mussomeli e "Tumani" onlus di Roma, in supporto al "Progetto India". Le dodici foto, provenienti dal sud dell'India, in particolare dallo stato del Tamil Nadu, caratterizzano le pagine di un calendario per l'anno 2009, con colori vivaci. In ogni pagina dei dodici mesi del nuovo anno, foto spontanee di bambini, ma anche di adulti, tratte dalla raccolta personale della dott.ssa Maria Luisa Giannavola, medico dentista di Caltanissetta, con la passione per le missioni umanitarie. Espressioni gioiose di bambini che posseggono poco o niente, ma che, tuttavia, manifestano una felicità essenziale, fatta di piccole cose, ormai dimenticate dal mondo occidentale e "civilizzato". L'iniziativa prevede la distribuzione del calendario, in cambio di un'offerta che andrà totalmente devoluta al "Progetto India", finalizzato all'acquisto di 8 agri di terreno (l'equivalente di quasi cinque campi di calcio), proprio nello stato del Tamil Nadu, su cui sorgeranno un centro agricolo-zootecnico-commerciale, una casa di accoglienza ed una scuola primaria, con l'obiettivo di allontanare dalla strada 100 bambini orfani e abbandonati, dare loro una casa, istruzione e mezzi di sostentamento. Ammonta ad oltre 200 mila euro la spesa complessiva del progetto, che verrà realizzato in collaborazione con l'Ong Indiana "Help Organization", il cui fondatore è Padre Joy Ashok. Claudio Costanzo.

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Tramvia, respinti i ricorsi di Erg Petroli e privati (sezione: Scuola)

( da "Sicilia, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Tar del lazio Tramvia, respinti i ricorsi di Erg Petroli e privati Marco Bisanti Dopo la grande ouverture della mobilitazione su strada, il fronte universitario di contestazione al piano Gelmini prosegue col primo movimento, ma si seguono spartiti diversi. Anche la Facoltà di Scienze ha deciso ieri per lo "slittamento" delle lezioni al primo novembre, mentre c'è chi in simbolo di protesta ha deciso di farle in piazza e chi, infine, si oppone duramente al resto della banda. Sul tema del blocco didattico fino al 31 ottobre deciso in primis da Lettere e Filosofia, risolute dissonanze arrivano da Associazione Universitaria, che ha promesso di presentare oggi un esposto in Procura per interruzione di pubblico servizio. Ma a questo proposito l'associazione nazionale dei Giuristi democratici ha già promesso "assistenza legale gratuita a tutti coloro che saranno denunciati per le proteste negli Atenei". Mauro La Mantia è uno dei due membri di Au nello stesso Consiglio di Lettere che ha approvato il blocco delle lezioni. Suo è stato uno degli unici due voti contrari alla mozione: "La protesta morirà il primo novembre. Se la 133 sarà approvata gli studenti dovranno decidere se occupare o no. Ma gli oltre 12 mila che pagano le tasse, giustamente non rinunceranno alle lezioni. Alcune Facoltà poi, come Economia e Giurisprudenza hanno aderito scarsamente alla protesta". Anche Intesa Universitaria si è detta "assolutamente preoccupata per la 133, ma favorevole a proteste che non ledano il diritto allo studio". A giorni si convocherà un Consiglio degli studenti e, mentre continuano assemblee in tutte le facoltà, su impulso di Ingegneria da oggi si faranno lezioni nelle piazze cittadine. "Iniziamo alle 16.30 davanti al Politeama con una lezione sulle polveri sottili ? ha spiegato Onofrio Scialdone, ingegnere ricercatore ?. Abbiamo raccolto molte adesioni di docenti di Lettere e Scienze e l'iniziativa dovrebbe durare anche due o tre settimane in altre piazze e strade". Anche il mondo della scuola palermitano non sta a guardare. Azione studentesca ha indetto per oggi un sit-in sotto la sede dell'Ufficio scolastico provinciale per chiedere al provveditore, Rosario Leone, la formazione di un organo di garanzia contro violazioni dello statuto dei diritti degli studenti. Si allunga anche il numero di istituti in agitazione. Il liceo statale Umberto I, invece, ha decretato lo stato di autogestione. "Ormai in troppe scuole si respira un clima repressivo", ha detto il responsabile di As Nino Costa.

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(m.d.) Il Franchetti guida la protesta contro il Decreto (sezione: Scuola)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

(m.d.) Il Franchetti guida la protesta contro il Decreto legge del ministro della Pubblica istruzione Maria Stella Gelmini. Ed è la prima volta nella storia recente delle proteste studentesche che i ragazzi del Liceo classico si mobilitano per primi, in città, e addirittura occupano la scuola mentre tutti gli altri sono a lezione. Dal '68 in poi a guidare l'inizio della protesta autunnale degli studenti sono sempre stati gli istituti tecnici, in prima fila il Pacinotti. Poi ci fu un periodo di gloria del Liceo scientifico Giordano Bruno, ma che il Liceo classico, la scuola che negli anni ha preparato la classe dirigente della città, prendesse la testa del movimento studentesco non si era mai visto. Eppure ieri mattina i ragazzi del Franchetti sono arrivati a scuola prima degli insegnanti e in un attimo hanno attaccato uno striscione fra le due colonne d'entrata: "Franchetti occupato". Poi hanno chiuso i cancelli con una catena.Erano una settantina all'interno, su un totale di 491 iscritti e il numero conta perchè nella riforma Gelmini è previsto l'accorpamento degli istituti con meno di 500 iscritti. Non sarà il caso del Franchetti - anche se mancano la bellezza di 10 studenti per arrivare alla fatidica soglia - ma gli studenti prendono spunto da questo per protestare contro la ministra della Pubblica istruzione. "Gli studenti sono il futuro di questo Paese, se il governo taglia i fondi alla scuola pubblica, questo Paese non ha futuro". Un sillogismo aristotelico che consola sulla preparazione dei ragazzi e accompagna una protesta che in tutta Italia sembra assumere le caratteristiche della lotta vera. Anche se, intanto, il Franchetti è da solo dal momento che nelle altre scuole di Mestre e Venezia le lezioni si sono svolte regolarmente. È vero che il coordinamento degli studenti aveva previsto una occupazione in contemporanea di altri istituti oltre al Franchetti, ma l'iniziativa non è andata in porto. Per quanto riguarda la piattaforma di lotta c'è da dire che i temi non sono dissimili da quelli che agitano il mondo della scuola in questi giorni in tutto il Paese. Si va dai tagli del personale - per la provincia di Venezia si parla di 6-700 persone solo fra impiegati e bidelli - al taglio dei fondi - 8 miliardi di euro - per la scuola pubblica. Ma gli studenti delle superiori, solo in parte toccati dal Decreto legge della Gelmini, protestano anche contro l'introduzione del maestro unico. Poi c'è la proposta della classe di inserimento - provvedimento già approvato, ma solo dalla Camera - e relativo agli studenti stranieri. Un provvedimento che è già stato bollato come razzista e discriminatorio.E al Franchetti?"Questa scuola è nella stessa identica situazione degli altri istituti pubblici di questo Paese, gli insegnanti riescono a fare un tot di fotocopie e poi, se il toner finisce, finiscono anche le fotocopie. Questa è la situazione - racconta Paolo - ecco perchè crediamo che gli insegnanti tutto sommato siano dalla nostra parte, perchè i primi ad andarci di mezzo saranno proprio loro. Certo non ci possono dire che facciamo bene ad occupare la scuola, ma credo che la battaglia per la prima volta sia veramente di tutti, una battaglia di civiltà. Studenti, insegnanti e famiglie infatti rischiano di avere lo stesso problema, quello di una scuola che non riesce a funzionare nemmeno ai livelli minimi e dunque a formare gli studenti" aggiunge Marina.Nel pomeriggio di ieri gli studenti del Franchetti hanno deciso di riaprire la scuola agli impiegati della segreteria. Stamattina con ogni probabilità tenteranno di rioccupare e si vedrà se il preside chiama la polizia a sgomberare la scuola occupata.Ah, per la storia, ecco un'altra chicca: gli studenti del Franchetti hanno steso un comunicato stampa e fatto regolare conferenza stampa. Che tempi.

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Si mobilitano nidi e materne (sezione: Scuola)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Il Coordinamento veneziano per la difesa della scuola pubblica annuncia una fiaccolata e un corteo acqueo Si mobilitano nidi e materne "Siamo preoccupati per l'introduzione della maestra unica anche per i più piccoli" "Cari genitori delle scuole materne e dei nidi, siamo consapevoli che dal prossimo anno si vuole introdurre anche alle materne la maestra unica e solo con orario antimeridiano?".É questa la domanda d'apertura dell'ultimo volantino emesso dal Coordinamento veneziano per la difesa della scuola pubblica che, informando di tutte le modifiche introdotte dalla riforma del ministro Gelmini, mira a coinvolgere anche chi ha i bambini al nido e alle materne. "Abbiamo notato una grande partecipazione tra i genitori delle elementari spiega Alberto Fiorin del Coordinamento veneziano per la difesa della scuola pubblica - mentre chi ha il bambino più piccolo è meno coinvolto nella protesta. In verità proprio i genitori del nido e delle materne dovrebbero essere i più preoccupati perché la riforma verrà attuata entro tre anni".Non saranno poi solo le elementari ad essere coinvolte dai tagli, ma anche le materne statali (nel centro storico ce ne sono ben quattro). Questo almeno interpretando l'articolo del piano programmatico che riguarda le scuole dell'infanzia che dice: l'orario obbligatorio delle attività educative, nell'ottica di una progressiva generalizzazione, e tenendo conto delle diversificate esigenze rappresentate dalle famiglie, si svolge anche solamente nella fascia antimeridiana, impiegando una sola unita' di personale docente per sezione e riorganizzando il piu' possibile il funzionamento delle sezioni di una medesima scuola, sulla base di tali opzioni. Le conseguenti economie di ore e di posti potranno consentire nuove attivazioni e conseguentemente l'estensione del servizio."Il piano programmatico che riguarda le scuole dell'infanzia statali continua Fiorin appare alquanto nebuloso ed è interpretabile in molti modi. Il rischio della maestra unica e con solo orario antimeridiano esiste anche per le materne. In ogni caso verranno aumentati gli alunni per classe e vi sarà la reintroduzione, a nostro avviso negativa, dell'anticipo d'iscrizione per i bambini di due anni. Il nostro messaggio, comunque, è rivolto alla cittadinanza nel suo complesso dal momento che questa riforma stravolge in negativo tutto il mondo della scuola dalle materne all'università. In ogni famiglia c'è uno studente, dobbiamo scendere in piazza per difendere la qualità dell'istruzione dei nostri ragazzi".Molte le manifestazioni programmate per i prossimi giorni. Un'ondata di protesta che sta crescendo sempre più anche perché il momento dell'approvazione della legge potrebbe essere vicino. "Da oggi ogni momento potrebbe essere quello buono. Il giorno in cui passerà in Senato la legge conclude Alberto Fiorin ci daremo appuntamento alle 18 in campo San Geremia per una fiaccolata, una protesta che avverrà contemporaneamente in numerose piazze italiane. Inoltre abbiamo intenzione di organizzare una grande manifestazione acquea in Canal Grande per ribadire il nostro no a questa riforma che non ci piace".Francesca Scarpa.

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La musica e le fiaccole anti-riforma Gelmini (sezione: Scuola)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

SINDACATO La musica e le fiaccole anti-riforma Gelmini (A.B.) La Cgil Scuola ha organizzato per domani, in piazza Ellero dei Mille, un pomeriggio di mobilitazione con concerto musicale con gli studenti-musicisti della Navarroband, corteo-fiaccolata intorno alle scuole Gabelli e interventi dei genitori per difendere la scuola pubblica. "Il disprezzo di Berlusconi nei confronti dei lavoratori della scuola - ha dichiarato ieri Emanuele Iodice, segretario Cgil - e degli studenti era già stato dimostrato dalla decisione di procedere per decreto senza alcun confronto. Ora si pensa anche all'uso della forza contro chi chiede un confronto democratico. Le gravvisime affermazioni sono un motivo in più per aderire alla manifestazione di domani". Punto di ritrovo, alle 17.30 in piazza Ellero dei Mille con gli interventi di lavoratori e studenti e, in particolare, di un genitore dell'Istituto comprensivo di Porcia; seguirà, alle 19.30, l'accensione delle fiaccole e il corteo attorno alla scuola primaria al fine di creare una rete di protezione attorno alle scuole del nostro territorio. La manifestazione sarà anticipata dal volantinaggio davanti alle principali scuole elementari e superiore del Pordenonese.

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I tagli alla scuola elementare e la demagogia dei contrari (sezione: Scuola)

( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

L'INTERVENTO I tagli alla scuola elementare e la demagogia dei contrari di M.C. Finatti * Piazze mobilitate, scuole occupate, distribuzioni di volantini, coinvolgimento indebito di bambini, scioperi, insegnanti che si stracciano le vesti, maestri che si presentano davanti alle scuole con il lutto al braccio, esagitati che gridano che si sta attentando alla libertà Una scuola che ad ogni inizio di anno scolastico galleggia sulle ondate delle manifestazioni studentesche e sindacali. Questo è l'attuale scenario sociale che fa da sfondo alla proposta ministeriale sulla riforma della scuola primaria. E tutto questo, perché? Per dare una plastica dimostrazione dell'opposizione. Infatti, i sessantottini irriducibili, i dipietristi, i sindacalisti lo spiegono dicendo che la riforma è un brutale ridimensionamento di posti di lavoro, un servizio fondamentale che va verso il disastro, perché incapace di affrontare le sfide del presente e del futuro, il risultato di un approccio solo contabile, nonostante le goffe (?) giustificazioni pedagogiche.Insomma, un florilegio di menzogne, spacciate per verità.Quando si preferisce la piazza alle riforme significa che il tempo educativo nel quale viviamo è attraversato da un disagio di fondo e che la schizofrenia è tanta. Dico questo, perché la riforma Gelmini, dopotutto, non è così male. Primo, si dice che il bilancio della scuola subirà tagli per 8 miliardi, mentre i tagli netti previsti per il triennio 2009-2011 sono pari a 3,6 miliardi spalmati su tre anni. Secondo, si fa credere che i licenziati saranno 87 mila. In verità la riduzione del numero di cattedre avverrà limitando le nuove assunzioni, la cifra di 87 mila insegnati in meno si raggiungerà nel 2012 e includerà nel calcolo le riduzioni che erano già state pianificate da Prodi (circa 20 mila unità, a suo tempo giudicate insufficienti nel Quaderno bianco sulla scuola pubblicato giusto un anno fa). Terzo, i critici danno per scontato che l'introduzione del maestro unico sia una scelta didatticamente sbagliata. Può darsi, ma non ne sarei così sicura. Perché? Se la scuola elementare italiana fosse così ben congegnata come ripetono i suoi paladini, forse non osserveremmo quotidianamente quel che invece osserviamo noi insegnati della scuola secondaria. Infatti, nelle scuole medie tantissimi ragazzi, oltre a fare errori di grammatica e di ortografia, con cui un tempo nessuno avrebbe preso la licenza elementare, non sanno organizzare un discorso né a voce né per iscritto. Lo stesso dicasi per tanti universitari, i quali non sono in grado di progettare una tesi o una tesina, non conoscono il significato esatto delle parole, fanno spesso errori logici. Insomma, i ragazzi di oggi sono deboli proprio nell'organizzazione del pensiero e nella padronanza del linguaggio, cioè proprio in ciò che avrebbero dovuto acquisire nei cinque anni di scuola elementare. Il sospetto è che l'attuale scuola elementare, pur essendo perfetta come luogo di socializzazione e di ricreazione, faccia fatica a trasmettere conoscenze e formare capacità.E ancora. Positiva, secondo me, l'introduzione del voto in decimi, così gli insegnanti si risparmiano la fatica di riempire pagelle e giudizi con sostantivi ed aggettivi che dicono tutto e niente. Il voto dà un messaggio immediato, sintetico. Non ha bisogno di tanti infingimenti. Così pure il voto in condotta mi sembra giusto. Se vogliamo mettere un freno al bullismo e a tutti quegli atti gravi che purtroppo stanno succedendo sempre più frequentemente nelle nostre aule, la valutazione del comportamento diventa necessaria.La bocciatura? Non è un segno di punizione, né un dramma: è semmai il segno di un mancato apprendimento, di un mancato raggiungimento degli obiettivi. Se continuiamo a creare attorno alla scuola elementare, al suo modo di essere, ai suoi valori il conflitto mettiamo a repentaglio anche il futuro dei giovani.Non si vuole smontare una scuola, ma introdurre ordine, serietà, rigore. Si chiede alla scuola tutta un salto di qualità. Ecco perché considero positivo questo nuovo scenario riformatorio. Le ostilità politiche applicate alla scuola sono un segno evidente di uno strabismo politico.*Docente Ipsia Rovigo.

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La professoressa costringe gli studenti a rinunciare alla gita (sezione: Scuola)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

CAERANO La professoressa costringe gli studenti a rinunciare alla gita I settecento alunni dell'istituto comprensivo di Caerano, che coinvolge elementari (427 alunni) e medie (246) per un totale di 32 classi, non effettueranno, quest'anno, né gite scolastiche di più giorni né di un solo giorno. Salteranno anche le visite guidate di mezza giornata, fatta eccezione per qualche passeggiata o per la partecipazione ad una lezione concerto. La decisione è stata presa dal Collegio docenti dell'istituto come forma di protesta nei confronti del noto decreto del Ministro Gelmini e delle sue modalità di approvazione. "I docenti dell'istituto comprensivo di Caerano -scrivono i docenti - esprimono profonda preoccupazione per le sorti dell'istruzione. Si ritiene che la fretta con cui è stato stilato ed approvato il decreto non abbia consentito la necessaria riflessione sugli aspetti pedagogici, relazionali, culturali che ogni serio intervento nella scuola deve tenere presente"Bona pagina X.

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Boicottate tutte le gite scolastiche (sezione: Scuola)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

I settecento alunni del Comprensivo di Caerano non faranno viaggi d'istruzione per protesta contro la riforma Boicottate tutte le gite scolastiche La decisione è stata presa dal collegio dei docenti: sotto accusa il decreto del ministro Gelmini CaeranoGite sospese contro la Gelmini. I quasi settecento alunni dell'istituto comprensivo di Caerano, che coinvolge elementari (427 alunni) e medie (246) per un totale di 32 classi, non effettueranno, quest'anno, né gite scolastiche di più giorni né di un solo giorno. Salteranno anche le visite guidate di mezza giornata, fatta eccezione per qualche passeggiata o per la partecipazione ad una lezione concerto. La misura, che senza dubbio non passerà inosservata né fra i genitori né fra gli alunni (e probabilmente, a lamentarsi, saranno più i secondi dei primi, che non dovranno metter mano al portafoglio), è stata decisa dal Collegio docenti dell'istituto come forma di protesta nei confronti del noto decreto del Ministro Gelmini e delle sue modalità di approvazione. Una scelta definitiva? Al momento il documento approvato dal Collegio parla di "sospensione", ma tutto lascia intendere che gli insegnanti possano non tornare sui propri passi a meno che non faccia altrettanto l'iter del decreto, in particolare per quanto riguarda la questione del maestro unico e della riduzione del numero di ore di insegnamento. "I docenti dell'istituto comprensivo di Caerano -scrivono nello spiegare la propria scelta- come i colleghi delle scuole pubbliche d'Italia esprimono profonda preoccupazione per le sorti dell'istruzione. Si ritiene che la fretta con cui è stato stilato ed approvato il decreto non abbia consentito la necessaria riflessione sugli aspetti pedagogici, relazionali, culturali che ogni serio intervento nella scuola deve tenere presente". Il progetto in atto, del resto, prevede "cambiamenti radicali e riduttivi dei tempi e delle risorse in ambito scolastico" che "minano irrimediabilmente la qualità dell'apprendimento e del benessere relazionale che sta alla base di ogni azione didattica". Poi uno sguardo agli alunni. "Gli adolescenti di oggi -dicono gli insegnanti- vivono molteplici disagi e conflittualità, la società attuale non è sempre in grado di accoglierli e di sostenerli. In questi anni la scuola oltre al suo compito primario di istruire ha costituito un luogo di ascolto, di convivenza democratica, di pluralità di idee e metodologie, un riferimento positivo anche per le famiglie. Le scuole hanno tenuto le porte aperte (sia in senso metaforico che letterale) con laboratori opzionali, con progetti per l'integrazione, per la convivenza civile, con attività mirate al recupero delle motivazioni. Le porte che inevitabilmente si stanno chiudendo non sono risposte oneste e responsabili ai bisogni culturali e formativi delle giovani generazioni".Laura Bon.

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Il turismo è da abbinare alla partita Serve una (sezione: Scuola)

( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Il turismoè da abbinarealla partitaServe una maggiore responsabilizzazione delle tifoserie: per questo è necessario che le società di calcio si sentano investite di questo compito sociale ed educativo. Ero intervenuto in occasione della precedente partita Udinese-Dortmund, in relazione alla decisione di vietare all day la somministrazione e la vendita di alcol. Per fortuna, questa volta, la scelta di ridurre l'orario del divieto (dalle 16 alle 19, ndr) non comporta eccessivi danni alla categoria che non può essere penalizzata ed umiliata com'era successo con lo sbarco degli ultras tedeschi. È del tutto condivisibile la limitazione oraria dell'ordinanza anti-alcol, in quanto le esigenze di tutelare la sicurezza devono andare di pari passo con l'obbligo di salvaguardare un'intera categoria che lavora e non può perderci in dignità e incassi. Alla luce del comportamento barbaro di cui si sono resi protagonisti molti tifosi tedeschi, è evidente che non era ipotizzabile rinunciare completamente al divieto alcolico, se non altro perché si deve lanciare un messaggio di tutela a cittadini e commercianti. Lo sport non può produrre chiusura, ma deve essere un'occasione in cui la città si apre, con tutte le misure di sicurezza del caso, in modo che gli eventi vengano vissuti secondo la logica più appropriata, e cioè quella turistica ed enogastronomica.È fondamentale che si capisca quanto lo sport potrebbe portare a Udine in termini di rivitalizzazione di gran parte del settore commerciale: si possono far conoscere le tipicità della cucina friulana, si possono individuare brevi percorsi turistici da abbinare al biglietto della partita, insomma è ora che Udine inizi a progettare lo sport all'interno di un contesto più ampio, che includa turismo, enogastronomia e immagine.Franco Mattiussiassessore provinciale al Turismovicepresidente ConfcommercioGiovani padanie riformascolasticaSiamo molto dispiaciuti per le continue proteste nei confronti della riforma della scuola del ministro Gelmini da parte di alcuni gruppi di studenti che, con una protesta finalizzata unicamente all'attacco nei confronti del governo di centro-destra, ingnorano lo scopo della riforma, che è quello di riformare profondamente il sistema scolastico italiano per riportarlo ai vertici europei. Vorremmo ricordare ai manifestanti che il numero di insegnanti italiani è di gran lunga superiore alla media europea: un eventuale taglio del numero di professori non coincide necessariamente con un impoverimento dell'istruzione per gli allievi. Si rilevi che la scuola elementare era ai vertici continentali proprio quando ad insegnare ai bambini c'era il maestro unico. Lo spirito della riforma è invece quello di introdurre nella scuola italiana il concetto di meritocrazia, che, comprendiamo, per la sinistra estrema che i centri sociali rappresentano, non può essere accettato. Le autogestioni che alcuni studenti vorrebbero organizzare sono un pretesto per evitare lezioni e compiti in classe a cui il Movimento Giovani Padani si opporrà in tutti i modi: la riforma può essere migliorata ma non lo si fa di certo andando per le piazze a urlare insulti, bensì proponendo nuove idee.Movimento Giovani padaniUdineL'uso dei vouchersnaturail lavoro agricoloL'Assemblea nazionale dei Quadri e Delegati di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil a Roma avente come tema emersione del lavoro nero e sommerso e politiche del lavoro in agricoltura' ha affrontato tra i tanti argomenti anche quello caldo' relativo all'introduzione del lavoro accessorio nel settore agricolo, con l'avvio della sperimentazione dei voucher. Le organizzazioni imprenditoriali e lo stesso Inps sostengono che la sperimentazione ha avuto esito positivo considerata la vendita di 500.000 voucher nell'intero territorio, numero che però non è definitivo considerato che quelli acquistati ma non utilizzati possono essere restituiti allo stesso Istituto. È emerso in modo chiaro, anche dall'intervento del Ministro, la spinta' per la diffusione e l'utilizzo di questo strumento convinti che non verrà a destrutturate il lavoro agricolo, anzi aiuterà l'emersione del lavoro nero.Di avviso completamente diverso sono state invece Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil, fortemente preoccupate dall'introduzione di questo strumento in quanto oltre a non garantire nessun controllo sulla sua gestione nei confronti dei prestatori d'opera' e alcuna tutela contrattuale agli stessi, in quanto non sono considerati a nessun effetto lavoratori dipendenti tanto che i contributi previdenziali sono di competenza della gestione separata, e pertanto gli stessi lavoratori non avranno diritto alle prestazioni previdenziali che interessano i dipendenti agricoli, quali: indennità di malattia, assegni familiari, e tantomeno disoccupazione di alcun genere. Ricordiamo che con il Protocollo firmato tra le parti sociali ed il governo il 21 settembre 2007 e con la successiva legge 247/07 sono sufficienti 51 giornate di lavoro agricolo per avere la copertura pensionistica per l'intero anno. Considerate le posizioni completamente distinte tra le OO.SS. e gli ospiti sull'utilizzo di questo istituto, le stesse Organizzazioni Sindacali hanno chiesto al Ministro di istituire una Commissione di inchiesta' al fine di avere dati certi sulla diffusione del lavoro accessorio, sulle aziende che lo hanno utilizzato, sulla loro mappatura per provincia oltre al numero delle aziende nuove che sono emerse' e con quale consistenza. Sarà interessante conoscere a consuntivo dell'anno 2008 con la pubblicazione degli elenchi anagrafici Inps entro maggio 2009 - i dati occupazionali del settore agricolo, considerato che l'anno 2007 ha visto, nella nostra provincia, un incremento positivo del 10\% con 288.936 giornate denunciate contro le 263.946 dell'anno 2006 e del 12\% sugli occupati con 5.309 unità contro 4.702 dell'anno precedente. Senz'altro questa positività è frutto delle visite ispettive degli Istituti preposti nelle campagne friulane nel corso delle vendemmie 2006 e che pare per disposizioni Ministeriali quest'anno siano state deviate in altri campi'.Claudia SacilottoSegretaria FAI-CislUdine.

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Ingiusta discriminazione tra tifosi Mi rivolgo (sezione: Scuola)

( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Ingiustadiscriminazionetra tifosiMi rivolgo al Questore, ho assistito con attenzione ad una trasmissione sportiva dove erano presenti il Sindaco di Padova e Lei. Le dirò subito che il provvedimento di vietare ai tifosi veneziani la trasferta a Padova è non solo stata sacrosanta ma anche forse troppo leggera. Meglio sarebbe stato far giocare la partita a porte chiuse. Ma proprio qui sta l'inghippo. L'errore, perché di errore si tratta, è quella di aver permesso agli abitanti di Padova di poter assistere alla partita e di aver proibito a quelli della provincia di Padova di acquistare il biglietto. Poiché è evidente l'ingiustizia discrimanatoria fra padovani di città e quelli di provincia e poiché, come certo lei ben sa, l'ingiustizia spesso è la causa di successive reazioni, con questo cervellotico provvedimento invece che calmare gli animi, non si fa altro che gettare benzina nel fuoco. Lei perciò dovrebbe spiegarmi perché, io innocuo ottantenne abitante a cinquanta metri dal confine con Padova debba rimaneere a casa e il gruppo violento delal baby gang della Guizza può tranquillamente (si fa per dire) recarsi allo stadio.Paolo CoppolaAlbignasegoComres, soloprovocazioninon proposteSe già da tempo ne ero tentato, l'ennesima piazzata di Comres mi ha convinto della necessità di poter esprimere un mio parere in ordine a questa associazione che pretende di determinare, in città, il bello ed il cattivo tempo, che si arroga meriti, che lancia anatemi, ma che si fa fatica a vedere se non nel suo telegenico presidente e nel suo sodale vice. Detto meglio: due ottimi generali che guidano un esercito di invisibili. So per esperienza diretta (sono stato presidente delle Botteghe del Centro e sono consigliere di Borgo Altinate) che un'associazione è una cosa difficile da gestire e prima ancora, da realizzare.Non basta l'atto di un notaio per essere tale e nemmeno l'autoconvocazione in municipio. Serve invece confrontarsi nelle assemblee, fare progetti e, per quanto possibile, cercare di realizzarli. In tutti questi mesi Comres si è distinta sicuramente per le provocazioni ad uso mediatico, molto meno per le proposte degne di tale nome, direi mai per il confronto con la base vera dei commercianti. Hanno richiesto a gran voce gli stessi parcheggi che chiedevo io vent'anni fa, hanno sostenuto la nefandezza della ztl che in Borgo Altinate abbiamo avversato fin dall'inizio, hanno sfilato (sempre in due e più per far vedere un cartello che per altro) contro il degrado, hanno tracciato (gli stessi due, stavolta in versione verniciatori) i parcheggi per le moto, hanno millantato credito nei confronti di un presunto successo sul fronte delle domeniche ecologiche ottenendo ciò che le associazioni di categoria avevano già incamerato un anno fa e senza peraltro rimarcare ciò che ormai tutti hanno capito, ovvero che le domeniche vanno abolite perché non servono a nulla.Sui grandi temi, sulle iniziative da farsi, sulle manifestazioni per rivitalizzare il centro c'è qualcuno che li ha visti? Sbaglio, o sulla durissima battaglia che ci aspetta contro i centri commerciali non hanno profferito parola? In compenso mi sembrano molto in palla quando attraccano l'Ascom ed il suo presidente Zilio che forse non sarà un santo, ma che, quanto meno, ha ridato dignità ad un comparto che, nel corso degli anni, le stesse associazioni di categoria avevano fatto ben poco per difendere.Scusatemi Pellizzari e Sadocco, ma io nutro un dubbio: che tutto questo vostro bell'attivismo abbia un obiettivo ben preciso, ovvero un posto in lista per Palazzo Moroni. Ci ho preso? Voi dite di no? E allora garantitemi, come altri hanno già fatto, che non vi candiderete alle prossime amministrative e fatelo in un'occasione pubblica convocando tutti i commercianti ed i residenti del centro che dite di rappresentare.In caso contrario permettetemi di dubitare della vostra buona fede!Andrea ZanellaScuola, sdegnatiper quantodichiara GalanLa Rete degli studenti medi Veneto esprime sdegno per le dichiarazioni volgari con cui il presidente del Veneto Galan attacca chi cerca di difendere la scuola. Non capiamo come si possa essere così miopi da non vedere come le razionalizzazioni e i tagli, che Galan esalta, porteranno la scuola pubblica sul lastrico. Il governatore ha deciso di stare dalla parte della Gelmini. Noi siamo dalla parte degli studenti a cui verranno diminuite le ore nei tecnici e nei professionali, ai quali verranno tagliate le strutture, i laboratori, le gite, le attività extracurricolari. In una regione con la dispersione scolastica al 15\%, stiamo con chi non vuole il ritorno dell'obbligo ai 14 anni. Siamo dalla parte degli insegnanti precari che dopo anni di servizio si vedono lasciati a casa. Stiamo con i ricercatori universitari senza la possibilità di far ricerca per mancanza di soldi. Rete degli Studenti Medi.

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<Focus sulla Riforma>, invece, all'istituto tecnico commerciale Rizza (sezione: Scuola)

( da "Sicilia, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

"Focus sulla Riforma", invece, all'istituto tecnico commerciale Rizza Dopo il Gargallo e il Quintiliano, ieri la contestazione studentesca ha toccato l'Einaudi e l'Insolera. Al Rizza "Focus sulla Riforma" gestito da studenti e docenti. La forma dell'agitazione si è pian piano trasformata: anziché di occupazioni vere e proprie si tratta perlopiù di autogestioni. Gli studenti del Gargallo, del Quintiliano e dell'Insolera hanno autogestito la scuola al mattino; e poi tutti a casa. All'Einaudi, invece, ieri mattina l'idea era quella di rimanere a scuola anche oltre le ore curriculari: "Settecento persone hanno occupato l'istituto - dice il rappresentante dell'Einaudi, Peppe Falla - Il servizio d'ordine vigila le uscite e le entrate per evitare che qualcuno se ne vada". All'Insolera tocca il primato dell'agitazione meno ideologica. Con curiosità, nei confronti della riforma Gelmini, e motivazioni di natura più concreta: "Da martedì occupiamo l'istituto solo la mattina - racconta Giulia Micalizio, una delle alunne dell'Insolera - e abbiamo deciso di attuare la forma di protesta visto che un punto del decreto Gelmini riguarda gli istituti tecnici come il nostro in maniera particolare: la riduzione delle ore settimanali di lezione da 36 a 30 riguarderebbe le ore di laboratorio. Che sono la parte pratica della didattica. Ovvero il motivo per cui ci siamo iscritti all'istituto tecnico anziché al liceo: la pratica laboratoriale è quella che ci dovrebbe accompagnare nell'inserimento nel mondo del lavoro". La protesta dell'Insolera ha un'agenda precisa: "Il primo giorno - prosegue Giulia Micalizio - abbiamo organizzato un forum finalizzato all'informazione sul decreto. Ieri abbiamo realizzato gli striscioni e occupato il cortile interno all'istituto che ci dovrebbe servire per l'assemblea che oggi chiuderà i tre giorni di protesta". In realtà forse oggi i ragazzi dell'Insolera potrebbero decidere di fare un corteo anziché l'assemblea. Tutto è in divenire, dipende da come si riusciranno a coordinare con il resto degli studenti siracusani. Il rapporto con le istituzioni qui è il seguente: "Il preside non ci appoggia - conclude Giulia - ma, non potendola evitare, preferisce che la protesta sia costruttiva e non causi danni. Ci ha negato l'auditorium per l'assemblea. Nel caso decidessimo di farla la faremmo nel cortile interno". Oggi, comunque, dovrebbe essere l'ultimo giorno di agitazione deciso per gli istituti superiori. La regia di tutto è politica, e nazionale. I pochi rappresentanti che gestiscono le agitazioni fanno riferimento a un unico volantino con una piattaforma rivendicativa molto ideologica. La maggior parte dei ragazzi dopo poche ore è già a casa a fare e a pensare ad altro. Funzionano i forum autogestiti in qualche istituto, ma solo le prime ore della giornata. Destano curiosità gli argomenti concreti come nel caso dell'Insolera. Massimiliano Torneo.

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Il Carroccio friulano in festa a San Daniele (sezione: Scuola)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

25 ottobre appuntamento padano con il segretario Fontanini, l'assessore Violino e il senatore Pittoni Il Carroccio friulano in festa a San Daniele UdineCarroccio in festa sabato 25 ottobre, a San Daniele del Friuli. Nell'area del prosciuttificio Al Camarin, dalle 17.30 fino a notte fonda la Lega nord della provincia di Udine ha dato appuntamento a iscritti e simpatizzanti per una giornata di confronto con la base del popolo padano, con stand enogastronomici e musica."In un momento in cui i sondaggi ci indicano una crescita netta del consenso dei cittadini verso la Lega nord - rileva il segretario regionale Pietro Fontanini - ci è sembrato opportuno incontrare la base per affrontare alcuni temi che ci stanno a cuore, spiegando ai cittadini quali sono le battaglie in corso e quale è la nostra posizione anche nei confronti delle decisioni prese dal Governo nazionale".Si partirà, a metà pomeriggio, con un dibattito sull'agricoltura e sul distretto agroalimentare di San Daniele, al quale parteciperà il segretario provinciale e assessore regionale Claudio Violino. Il tutto in un momento di difficoltà per gli agricoltori, che vedono crollare i prezzi dei loro prodotti.Dalle 21 la parola passerà al senatore Mario Pittoni, capogruppo della Lega nella commissione Cultura della Camera, e con lo stesso Fontanini, presidente della Provincia di Udine. I due parleranno della riforma Gelmini in campo scolastico, di sicurezza e di riforma federalista.

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Il premier al fianco della Gelmini convoca Maroni<Forze dell'ordine schierate davanti a scuole e atenei> (sezione: Scuola)

( da "Sicilia, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Il premier al fianco della Gelmini convoca Maroni "Forze dell'ordine schierate davanti a scuole e atenei" Anna Rita Rapetta Roma. Il governo userà il pugno di ferro contro le occupazioni di scuole e università. L'intenzione è quella di schierare le forze dell'ordine davanti agli edifici scolastici e agli atenei per respingere qualsiasi tentativo di blocco delle attività didattiche. E' la risposta del Cavaliere alla dilagante protesta degli studenti di tutto il Paese e delle scuole di ogni ordine e grado. "L'ordine deve essere garantito. Lo Stato deve fare il suo ruolo garantendo il diritto degli studenti che vogliono studiare di entrare nelle classi e nelle aule", dice il presidente del Consiglio annunciando l'incontro con il ministro degli Interni in cui saranno definite le modalità di intervento della Polizia. Nessun timore di alzare il livello dello scontro, di scivolare verso uno stato di Polizia. "Avete quattro anni e mezzo, fateci il callo, non retrocederò di un millimetro", taglia corto liquidando i cronisti perplessi. Il premier Silvio Berlusconi accorre ancora una volta in soccorso del ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini, finita nel mirino della contestazione. In una conferenza stampa congiunta a Palazzo Chigi, la seconda nel giro di poche settimane, ha cercato di smontare le tesi del centrosinistra e difeso punto per punto il decreto che in questi giorni il Senato convertirà in legge. Non verrà mandato via alcun insegnante, ma ci sarà solo il blocco del turn over. Non ci sarà una riduzione del tempo pieno ma le famiglie sceglieranno liberamente se lasciare i figli a scuola 24 o 40 ore. Non ci sarà il maestro unico, ma il maestro prevalente ("Ti sei sbagliata", dice rivolto al ministro lasciando intendere che su un errore lessicale è stato montato un caso). Rimangono gli insegnanti di religione, educazione fisica, lingue straniere e informatica. "I ragazzi potranno studiare anche uno strumento musicale", insiste il premier. "Ma chi insegnerà musica, il maestro di matematica?", domanda una giornalista. "Ovviamente no, ma che domande sono?", ribatte il Cavaliere che passa oltre lasciando aperto l'interrogativo. Quanto alle classe ponte, si tratta di un scelta di "buonsenso" e "non c'è razzismo". "Il ministro Gelmini è ottimo. Andremo avanti con il decreto che è sacrosanto, altro che ritirarlo, bisogna applicarlo!", dice quindi puntando il dito contro il centrosinistra e i media che farebbero disinformazione. La sinistra "dice solo menzogne e falsità a proposito del tempo pieno, dei tagli e dei licenziamenti" e ha "un atteggiamento strumentale". I giornali "hanno trascurato la realtà, la tv pubblica diffonde solo ansia e immagini di chi protesta. Noi siamo preoccupati per questo divorzio dei mezzi di comunicazione rispetto alla realtà". Poi, rivolto ai giornalisti in sala, aggiunge: "Mandate i saluti ai vostri direttori e ditegli che saremmo molto indignati e preoccupati se la conferenza stampa di oggi sulla scuola non avesse seguito". Anche il ministro è convinto che le proteste su scuola e università "hanno dietro la regia della sinistra e dei centri sociali". "Sono molto indignata perché in molte scuole e atenei alcuni gruppi minoritari ostacolano l'ingresso", afferma prima di annunciare interventi sull'università. Il ministro ha già pronto un ddl per riformare gli atenei ma lo presenterà soltanto quando sarà convertito il decreto scuola. Anche in questo settore gli interventi si prospettano massicci. "L'università italiana produce meno laureati del Cile, abbiamo 94 università, più di 320 sedi distaccate nei posti più disparati, ci sono 37 corsi di laurea con un solo studente e 327 facoltà che non superano i 15 iscritti", afferma biasimando professori e rettori che non fanno "autocritica" per come è stata gestita l'università. "Non c'è trasparenza nei bilanci", denuncia la Gelmini che ha avviato controlli negli atenei vicini al dissesto finanziario, tra cui Siena, Firenze, Pisa, Camerino e Urbino "che sono peraltro quelli dove le occupazioni sono più forti".

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Pianeta istruzione (sezione: Scuola)

( da "Sicilia, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pianeta istruzione @@titolo@@Tra riforme e contestazioni Roma. "Il presidente del Consiglio soffia sul fuoco e questa è una cosa che un premier non deve fare", dice Walter Veltroni che è saltato sulla sedia dopo aver letto le dichiarazioni del premier e ha indetto subito una contro-conferenza stampa insieme all'ex ministro dell'Istruzione, Beppe Fioroni. "Berlusconi radicalizza una situazione fisiologica in democrazia. A tutti è capitato di stare al governo e avere un movimento di contestazione: questo è sale della democrazia. Il governo si assume la grave responsabilità di trasformare un problema sociale in un problema di ordine pubblico", dice il leader del Pd chiosando: "Mi domando se è ancora possibile dissentire. E' possibile esprimere una opinione diversa dal governo o no? Organizzare una manifestazione o no? Scrivere sui giornali un'opinione diversa dal governo o no? Se non è così la cosa si fa seria". Poi, con i dati alla mano, mostra la tabella di marcia dei tagli previsti per la scuola dal ministro dell'economia, Giulio Tremonti: "Berlusconi dice che non ci sono tagli alla scuola. Questi dati dimostrano che è previsto un taglio di ben 8 miliardi di euro. Come fa Berlusconi a dire bugie del genere davanti all'opinione pubblica?". "Neanche Scelba avrebbe osato tanto!", esclama Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd a Palazzo Madama, durante il suo intervento al Senato prima dell'avvio dell'esame del decreto Gelmini che è approdato in aula in fretta e furia, senza il parere della commissione Istruzione. Il Pd insiste affinché la commissione completi il suo lavoro e chiede che l'esame del decreto venga rinviato a lunedì prossimo nella speranza di aprire un confronto con la maggioranza. Il timore che la mobilitazione degli studenti, finora pacifica, degeneri attanaglia il centrosinistra alla vigilia della manifestazione del Pd contro il governo. Gli studenti, pur respingendo le "inaccettabili" dichiarazione del premier, però, non sembrano intenzionati ad alzare il livello dello scontro. "Non siamo ultras da stadio, Berlusconi non può reprimere la contestazione a colpi di manganello", dice Roberto Iovino della Rete degli Studenti secondo cui le parole del premier "sono il segnale di un metodo reazionario e violento a cui opporremo come sempre le nostre idee pacifiche". "In un paese democratico il dissenso si ascolta", incalza Federica Musetta dell'Udu. Il fronte degli studenti è compatto nel dire "no alla repressione e allo stato di polizia": per la prima volta i giovani del Prc e quelli di Forza Nuova hanno qualcosa da condividere. "Berlusconi guardi in faccia la realtà: è una protesta trasversale e fino a questo momento è stata pacifica", afferma Roberto Fiore, segretario di Fn, che si dice pronto ad andare a "farsi manganellare" insieme agli studenti. Anche nel centrodestra l'uscita del premier ha suscitato perplessità. "Nessuno può negare agli studenti il diritto di manifestare", dice il sindaco di Roma Alemanno mentre il ministro Meloni minimizza perché convinta che la protesta non diventerà violenta. Parla anche l'associazione dei Funzionari di polizia: "L'azione delle forze dell'ordine dovrà essere equilibrata, imparziale e rispettosa delle leggi per salvaguardare tutte le libertà delle parti in gioco". An. Ra.

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Vaccari: <Il ministro ha promesso: niente tagli alla montagna> (sezione: Scuola)

( da "Gazzettino, Il (OgniSport)" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

SCUOLA Vaccari: "Il ministro ha promesso: niente tagli alla montagna" Roma"Dopo un lungo e approfondito colloquio con il ministro Gelmini in merito alle scuole di montagna, ho avuto rassicurazioni che nel bellunese i nostri plessi saranno salvaguardati". Lo ha reso noto il senatore della Lega Nord Gianvittore Vaccari, sindaco di Feltre, il quale ha avuto l'incontro con il ministro al Senato, prima del dibattito relativo al decreto legge sulla scuola. "Apprezzo lo sforzo che sta facendo - ha detto Vaccari - per un rinnovamento della formazione, necessario e richiesto. A lei va la mia solidarieta per i continui attacchi gratuiti e la strumentalizzazione di questi giorni. Tornando sulle scuole di montagna del bellunese, specialmente quelle primarie, il ministro mi ha ampiamente assicurato e garantito la salvaguardia dei nostri plessi di montagna non solo nei provvedimenti legislativi ma in particolare nei regolamenti applicativi".Quindi ci sarà la deroga agli indici di dimensionamento delle classi grazie alle specificità etniche e linguistiche presenti nel Bellunese e sulla base dei parametri stabiliti che devono tenere conto delle realtà montane e del loro disagio.Vaccari ha presentato un emendamento a tal proposito, evidenziando che garantire la scuola in montagna significa investire nel futuro di tutta la regione e garantire il legame con il territorio e la cultura locale.

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"All'Università niente polizia" (sezione: Scuola)

( da "Stampa, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Polemica Si fa più duro il braccio di ferro con il governo I DOCENTI "All'Università niente polizia" Il rettore: qui si protesta ma si continua a lavorare GIULIA VOLA "Ci si ritrova tutti dalla stessa parte della barricata" La polizia resterà fuori dall'università. Il rettore Ezio Pelizzetti ha respinto le provocazioni del premier Berlusconi - che ha paventato l'intervento delle forze dell'ordine per impedire l'occupazione degli atenei -: "Diverse facoltà sono occupate ma le lezioni sono garantite e non credo che verranno sospese nei prossimi giorni come chiedono gli studenti: è inutile soffiare sul fuoco. Si sta enfatizzando la questione: per entrare in azione le forze dell'ordine avrebbero bisogno dell'autorizzazione del rettore che dovrebbe accertare situazioni di rischio o d'impedimento dell'attività. Sono restio a concederla: da sempre l'università è un luogo di confronto e anche di aspro scontro. Sicuramente, ora come ora, non darei nessun via libera". La voce della protesta universitaria è sempre più forte e compatta. Una sessantina di studenti vive da più di due settimane nelle tende davanti ad Agraria; da lunedì si dorme a Fisica: "Abbiamo organizzato incontri aperti al pubblico con docenti e scienziati per dimostrare che cosa si perderebbe se la legge venisse attuata" spiega Giacomo Ortona, studente di Scienze. Martedì è toccato a Palazzo Nuovo che oltre ai dibattiti ha organizzato una notte bianca a cui hanno partecipato quasi 5000 studenti. E poi ancora, ieri, davanti al dipartimento di Scienze della Terra studenti e ricercatori hanno passato la giornata a chiedere l'elemosina. Oggi tocca ai bibliotecari del servizio Reference. "Lunedì ci sarà l'inaugurazione dell'anno accademico al Politecnico - spiega Andrea Aimar - e porteremo anche lì la protesta". Insomma, "se i ragazzi non vogliono smettere né di studiare né di lottare - sottolinea Michele Roccato, professore associato di Psicologia - la riforma risolve la fuga di cervelli: nessuno vorrà più italiani a scuola". Quindi è ora di passare ai fatti. Come si è fatto ieri durante l'assemblea generale al Rettorato di via Po. Alle 15 il cortile era pieno di studenti, ricercatori di ruolo e precari, professori ordinari e a contratto, tecnici e amministrativi pronti a fare il punto della situazione. Erano tutti accovacciati sotto l'ombrello dell'assemblea No Gelmini "che ha convogliato le facoltà e i rispettivi comitati studenteschi in un unico fiume in piena - spiega Simone Rubino, 23 anni, uno degli organizzatori -: chiederemo al rettore di annullare l'inaugurazione dell'anno accademico perché non c'è niente da festeggiare". Quello che emerge, come ha sottolineato Roda, è che "forse, per la prima volta, ci si ritrova tutti dalla stessa parte della barricata, studenti e mondo accademico". E se l'anima della protesta in Rettorato era studentesca, la colonna vertebrale erano i docenti. "Continueremo con le proteste e con le lezioni all'aperto - promette Alessandra Algostino, ordinaria di Diritto costituzionale comparato -, questa non è una riforma ma la distruzione dell'Università". Martina Sandroni, 22 anni, studentessa di chimica fa il punto: "Le collaborazioni con i privati ci sono già: ad Analitica si fa ricerca sull'acqua. La trasformazione in fondazione è uno specchio per allodole che costringerà molti studenti ad abbandonare le facoltà per mancanza di soldi. La realtà è che i tagli significano la fine della ricerca di base che ora svolgiamo con le aziende italiane ed estere. Tanto vale chiudere la baracca e andare tutti a casa".

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La polizia resterà fuori dall'università. Il rettore Ezio Pelizzetti ha respinto le p (sezione: Scuola)

( da "Stampa, La" del 23-10-2008)
Pubblicato anche in: (Stampa, La)

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Rovocazioni del premier Berlusconi - che ha paventato l'intervento delle forze dell'ordine per impedire l'occupazione degli atenei -: "Diverse facoltà sono occupate ma le lezioni sono garantite e non credo che verranno sospese nei prossimi giorni come chiedono gli studenti: è inutile soffiare sul fuoco. Si sta enfatizzando la questione: per entrare in azione le forze dell'ordine avrebbero bisogno dell'autorizzazione del rettore che dovrebbe accertare situazioni di rischio o d'impedimento dell'attività. Sono restio a concederla: da sempre l'università è un luogo di confronto e anche di aspro scontro. Sicuramente, ora come ora, non darei nessun via libera". La voce della protesta universitaria è sempre più forte e compatta. Una sessantina di studenti vive da più di due settimane nelle tende davanti ad Agraria; da lunedì si dorme a Fisica: "Abbiamo organizzato incontri aperti al pubblico con docenti e scienziati per dimostrare che cosa si perderebbe se la legge venisse attuata" spiega Giacomo Ortona, studente di Scienze. Martedì è toccato a Palazzo Nuovo che oltre ai dibattiti ha organizzato una notte bianca a cui hanno partecipato quasi 5000 studenti. E poi ancora, ieri, davanti al dipartimento di Scienze della Terra studenti e ricercatori hanno passato la giornata a chiedere l'elemosina. Oggi tocca ai bibliotecari del servizio Reference. "Lunedì ci sarà l'inaugurazione dell'anno accademico al Politecnico - spiega Andrea Aimar - e porteremo anche lì la protesta". Insomma, "se i ragazzi non vogliono smettere né di studiare né di lottare - sottolinea Michele Roccato, professore associato di Psicologia - la riforma risolve la fuga di cervelli: nessuno vorrà più italiani a scuola". Quindi è ora di passare ai fatti. Come si è fatto ieri durante l'assemblea generale al Rettorato di via Po. Alle 15 il cortile era pieno di studenti, ricercatori di ruolo e precari, professori ordinari e a contratto, tecnici e amministrativi pronti a fare il punto della situazione. Erano tutti accovacciati sotto l'ombrello dell'assemblea No Gelmini "che ha convogliato le facoltà e i rispettivi comitati studenteschi in un unico fiume in piena - spiega Simone Rubino, 23 anni, uno degli organizzatori -: chiederemo al rettore di annullare l'inaugurazione dell'anno accademico perché non c'è niente da festeggiare". Quello che emerge, come ha sottolineato Roda, è che "forse, per la prima volta, ci si ritrova tutti dalla stessa parte della barricata, studenti e mondo accademico". E se l'anima della protesta in Rettorato era studentesca, la colonna vertebrale erano i docenti. "Continueremo con le proteste e con le lezioni all'aperto - promette Alessandra Algostino, ordinaria di Diritto costituzionale comparato -, questa non è una riforma ma la distruzione dell'Università". Martina Sandroni, 22 anni, studentessa di chimica fa il punto: "Le collaborazioni con i privati ci sono già: ad Analitica si fa ricerca sull'acqua. La trasformazione in fondazione è uno specchio per allodole che costringerà molti studenti ad abbandonare le facoltà per mancanza di soldi. La realtà è che i tagli significano la fine della ricerca di base che ora svolgiamo con le aziende italiane ed estere. Tanto vale chiudere la baracca e andare tutti a casa".

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La carica dei sedicenni "autogestiti" (sezione: Scuola)

( da "Stampa, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

ELEMENTARI Reportage Le superiori si preparano allo sciopero La carica dei sedicenni "autogestiti" Ieri alla Gambaro lenzuolo di 200 metri e notte bianca MARIA TERESA MARTINENGO Niente fughe in avanti né passi falsi che possano far cadere nell'illegalità. E niente che possa dividere il movimento anti-Gelmini che tiene insieme studenti, insegnanti, genitori ed è visto con simpatia da un buon numero di dirigenti scolastici. Chiara Gherra, rappresentante degli studenti del liceo Volta, ieri pomeriggio ha partecipato con i colleghi di una dozzina di istituti a un incontro in vista della visita del ministro il 28 e dello sciopero generale del 30. E ne è riemersa con una convinzione: "Nei primi giorni della prossima settimana ci mobiliteremo, ma facendo attività utili anche con gli insegnanti". Cogestioni e lezioni in piazza o in strada di pomeriggio, per esempio. "Martedì sera saremo davanti all'Unione Industriale dove il ministro Gelmini dovrebbe parlare di meritocrazia". Il Volta, dopo la mattina di assemblea spontanea, lunedì, e un'altra di autogestione autorizzata ieri (che si ripete oggi), ieri pomeriggio si è spostato in piazza Castello: un centinaio di ragazzi hanno assistito a lezioni di latino (Catullo), matematica (analisi), filosofia (Bauman) e scienze (astronomia). Davanti alla Regione i ragazzi erano "vestiti" di sacchi della spazzatura decorati con lo slogan "Questa Volta ci rifiutiamo". La prof di Scienze, Anna Fronda: "Insieme dimostriamo che si può protestare nella legalità. I ragazzi hanno capito che le occupazioni non sono opportune e io certo non vorrei vedere picchiare i miei studenti". La collega di filosofia Anna Dall'Aglio: "Le interrogazioni previste venerdì ci saranno. La scuola va avanti, noi siamo pagati per insegnare. Ma di pomeriggio si può fare altro e infatti faremo anche degli incontri con i genitori". Oggi dalle 13,30 si replica con una parodia della riforma. In piazza, Eleonora Guerra racconta: "Io ho un fratello piccolo e i miei genitori hanno già partecipato a due assemblee nella sua scuola elementare". Marta Marchisio: "Anch'io ho un fratellino e anche i miei sono preoccupati. E lo sono per me, per il mio futuro all'Università". A proposito di genitori: martedì sera si è tenuto un affollato incontro promosso da Coogen e Manifesto dei 500. "Parteciperemo al presidio del 28 ottobre davanti all'Unione Industriale indetto dai sindacati", hanno detto Silvia Bodoardo e Lorenzo Varaldo. Nel frattempo, assemblee e notti bianche proseguono nelle scuole elementari. Ieri è toccato alla Gambaro di via Talucchi, dove genitori, maestre e bambini hanno disegnato un "lenzuolo" antiriforma lungo oltre 200 metri. Ieri mattina anche i ragazzi del liceo europeo Umberto I hanno protestato in cortile con un'assemblea e dei laboratori di approfondimento sulle norme del governo. Molto civilmente, anche se senza autorizzazione. Sergio Casto e Nicola Forno, rappresentanti degli studenti: "In questo edificio conviviamo con i bambini della scuola elementare e quindi di occupazioni non si parla". E nell'antico palazzo di via Bligny a mezzogiorno - proprio mentre i segretari di Cgil, Cisl, Uil e Snals portavano in Prefettura le 20 mila firme raccolte contro i tagli e il maestro unico - Marta Aleotti spiegava: "Una riforma della scuola ci vuole, ma non può essere fatta con una legge finanziaria. L'identità delle persone va formata seriamente, altrimenti nel futuro potremo essere solo bravi consumatori". Oggi all'istituto Natta di Rivoli attività alternative e dibattito alle 20,45 con il sindaco, l'assessore D'Ottavio e Domenico Chiesa del Cidi. Domani, poi, autogestione e notte bianca al liceo Giordano Bruno, mentre l'Itc Luxemburg conclude la settimana di informazione pomeridiana con aperitivo e dibattito dalle 19,30.

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"Io non faccio entrare la polizia all'Università" (sezione: Scuola)

( da "Stampa, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

SCUOLA DELITTO DI GELOSIA PROTESTA ANTI GELMINIPELIZZETTI SI SCHIERA ANCORA UNA VOLTA CON STUDENTI E PROFESSORI ARSENALE DELLA PACE ALLE 20,30 BORGO SAN PAOLO ALLE 10 AL LINGOTTO S'INAUGURA IL SALONE DEL GUSTO All'interno CASSA ALLA ARMANI E alle superiori partono le prime occupazioni Ammazza la moglie dopo due anni può tornare a casa "Io non faccio entrare la polizia all'Università" Dibattito su finanza e futuro con D'Alema, Salza e Bindi L'ex palazzo Lancia è diventato un covo per gli sbandati Celentano apre Terra Madre Dopo averlo ucciso sono andati a ballare Il crollo delle Borse manda in crisi il tessile di lusso Maria Teresa Martinengo Alberto Gaino Il rettore a Berlusconi: "Ateneo luogo di confronto" Delia Cosereanu Tre arresti per l'omicidio di Borgiallo, la banda è tornata al night prima di bruciare il cadavere Maggio e Zancan Marina Cassi "Forse per la prima volta ci si ritrova tutti dalla stessa parte della barricata e forse le parole del premier vanno lette nel senso che incomincia a rendersi conto che quello che sta succedendo non è una robetta da quattro soldi, forse si tratta di una posizione difensiva che vuole far presa sull'opinione pubblica". Così ieri il prorettore dell'Università, Sergio Roda, che ha ricevuto nel pomeriggio una delegazione di esponenti dell'Assemblea "No Gelmini" al termine della riunione che si è tenuta nel cortile del rettorato. Ezio Pelizzetti, dal canto suo, ha voluto sottolineare, dopo il discorso del premier di ieri, che "è il rettore a decidere l'intervento eventuale della polizia all'interno dell'Università. In questo momento non ci sono proprio i presupposti. Questo è un luogo aperto al confronto". Giulia Vola A PAGINA 64Il ministro dell'Agricoltura Luca Zaia e Carlo Petrini inaugurano alle 10 al Lingotto il Salone del Gusto, due ore e mezzo dopo Adriano Celentano sarà tra gli ospiti della cerimonia di apertura di Terra Madre al Palaisozaki. Con questi due appuntamenti si alza il sipario sulla biennale enogastronomica che fino a lunedì porterà in città migliaia di visitatori. Del Santo, Minucci e Rossi ALLE PAG. 84 E 85"Nel buio di una grande crisi c'è sempre una luce". La crisi è quella congiunturale che ora minaccia di strozzare l'economia reale. La luce della speranza, spiega Ernesto Olivero, è quella che il Sermig auspica di far emergere nel dibattito organizzato questa sera, ore 20,30, all'Arsenale della Pace in piazza Borgo Dora 61. Sul tema si confronteranno Rosy Bindi, Massimo D'Alema, Piercarlo Frigero, Bartolomeo Giachino, Enrico Salza. Modererà David Sassoli.

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Insegnanti e genitori insieme La protesta allarga i temi (sezione: Scuola)

( da "Stampa, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

SCUOLA.IERI DELEGAZIONE DAL PREFETTO Insegnanti e genitori insieme La protesta allarga i temi Contro la Gelmini corteo silenzioso del Terzo Circolo la sera di martedì Assemblee, cortei, petizioni e scioperi. E' il glossario della protesta contro le riforme nella scuola imposte dal ministro Gelmini. Molte le iniziative di lotta che stanno prendendo corpo. La miccia era già stata accesa nelle settimane scorse dallo sciopero degli studenti delle Superiori. E in attesa dello sciopero generale della scuola del 30 ottobre (a Roma ci sarà anche una delegazione con 200 docenti astigiani) la mobilitazione vede muoversi, oltre a partiti del Centrosinistra e a sindacati, anche un fronte compatto formato da docenti e genitori. Ieri mattina una delegazione formata da insegnanti ed esponenti del sindacato hanno consegnato in prefettura alcune migliaia firme in cui si contestano i possibili mutamenti introdotti dal decreto. Un'iniziativa analoga a quanto sta avvenendo in altre città del Piemonte. Ma a muoversi in collaborazione con gli insegnanti sono anche i singoli Consigli di circolo. Un corteo è in programma martedì 28 alle 21: ad organizzarlo è il Consiglio del terzo circolo che comprende le elementari "Ferraris", "Baracca" e "Savio". "Il corteo è aperto a insegnanti, genitori e alunni di tutte le scuole astigiane di ogni ordine e grado - si afferma in un comunicato - in difesa della scuola pubblica e contro la riforma". Il consiglio di circolo ha inoltre approvato una mozione: "Esprimiamo una valutazione negativa dei provvedimenti attualmente in discussione in Parlamento e ne chiediamo la sostanziale modifica affinché il nostro sistema scolastico sia potenziato e non penalizzato da tagli indiscriminati" si legge nelle ultime righe del documento. La manifestazione in programma martedì 28 prenderà il via da piazza Primo Maggio: il corteo attraverserà corso Alfieri per concludersi in piazza San Secondo.E un'assemblea autoconvocata di genitori, studenti e lavoratori della scuola è in programma oggi alle 18 al "Diavolo Rosso". Altre assemblee alle 16,30 al 5° circolo (scuola Rio Crosio) e alle 21 alla scuola di Castell'Alfero. Inoltre, il futuro della scuola nell'Astigiano con gli annunciati tagli di numerose sedi, sarà tema di un incontro a cui è invitata anche l'assessore all'Istruzione della Regione, Gianna Pentenero: l'iniziativa, promossa dalla consigliera regionale astigiana Angela Motta, si svolgerà domani alle 21, nel salone della Provincia. L'assessore Pentenero illustrerà le iniziative e l'impegno della Regione per "contenere i danni della riforma Gelmini".\.

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La protesta anti Gelmini (sezione: Scuola)

( da "Stampa, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

NELLE UNIVERSITA'.IN PIEMONTE E VALLE D'AOSTA La protesta anti Gelmini non arriva in provincia Occupazione a Torino, dibattiti ad Aosta e Alessandria [FIRMA]BARBARA COTTAVOZ NOVARA La protesta che sta bloccando le università di tutt'Italia sino ad ora ha toccato poco il Piemonte e la Valle d'Aosta: due occupazioni a Torino, un confronto pubblico ad Alessandria ma il clima è tranquillo e nelle facoltà di provincia tutto scorre nella piena normalità. Oggi a Torino doppia assemblea. Dalle 10,30 gli studenti del Politecnico si riuniscono nella sala del consiglio di facoltà con il collegamento audio nelle aule 1, 3 e 5: le lezioni sono sospese sino alle 12,30. Al pomeriggio tocca all'UniTo dove è stato il rettore Ezio Pelizzetti a convocare un incontro: "Per discutere della situazione del nostro ateneo e dell'università italiana in questo momento cruciale di passaggio ritengo opportuno un confronto collettivo all'interno di un senato accademico aperto a tutte le componenti (docenti, personale, studenti), nel quale sarà possibile intervenire ed esprimere le proprie valutazioni". Appuntamento oggi alle 15 in aula magna. All'"Avogadro" di Alessandria martedì si è tenuto un incontro sui "tagli" con un docente, Marco Revelli, una studentessa, Francesca Poli, e un ricercatore, Giorgio Barberis: tutti uniti contro i tagli. Ieri il rettore Paolo Garbarino era a Roma alla Conferenza dei vertici delle università: "Ciò che preoccupa di più è il blocco turn-over che vedrebbe la sostituzione di un docente ogni 5 che va in pensione. Vorrebbe dire invecchiamento del corpo docenti e poco futuro per la ricerca". Controcorrente Gianluca Torrisi Bertelli, rappresentante di Azione Giovani a Novara che si rifa ad Alleanza Nazionale: approva i tagli dei fondi alla scuola e condivide l'impostazione del ministro Renato Brunetta: "Sono bastati alcuni proclami per vedere risultati di maggiore produttività. Preoccupano invece i tagli alla ricerca". Gli studenti dell'ateneo valdostano hanno deciso, per il momento, di non scioperare ma non escludono di farlo. Della riforma scolastica si parlerà oggi alle 17 al convegno promosso da Scienze della formazione. "Una giornata di studio che vuol essere un contributo di idee - dice il preside Teresa Grange - perché gli studenti possano avere gli strumenti per criticare il decreto con cognizione di causa". HANNO COLLABORATO Laura Secci, Franca Nebbia.

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No al decreto Gelmini Raccolte 2.500 firme (sezione: Scuola)

( da "Stampa, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

SINDACATI SCUOLA "No al decreto Gelmini" Raccolte 2.500 firme Anche i sindacati si preparano a dare guerra al ministro Gelmini. In tre settimane le organizzazioni sindacali della scuola hanno raccolto circa 20 mila firme di cittadini e lavoratori piemontesi (2500 a Vercelli) in calce ad un appello al governo contro i tagli di posti del personale docente e Ata, per il rinnovo del contratto di lavoro scaduto, per l'immissione in ruolo dei precari, contro il maestro unico e più in generale contro i contenuti del "decreto Gelmini". Le firme sono state consegnate in Prefettura.

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India, prima missione spaziale Lancia una sonda verso la Luna (sezione: Scuola)

( da "Quotidiano.net" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

L’obiettivo è di ridisegnare la cartografia della superficie lunare e di ciò che si trova appena sotto la stessa. La Chandrayaan-1 non ha uomini a bordo

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Stop all'introduzione dei body scanner Europarlamento: 'Rischi per la privacy' (sezione: Scuola)

( da "Quotidiano.net" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

I deputati hanno deciso di di bloccare, almeno per tre mesi, questa nuova apparecchiatura arrivata dagli Usa. La tecnologia consente controlli con immagini scannerizzate che di fatto mettono a nudo la persona

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Berlusconi: "Polizia nelle scuole? Mai detto né pensato" (sezione: Scuola)

( da "Quotidiano.net" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Cortei e manifestazioni in tutta Italia, dopo gli incidenti a Milano. Bersani: "Ministro arrogante e pieno di odio". La Gelmini: "Convoco gli studenti".  Leggi il giornale Nome utente: Password: Prova GRATUITA Politica SPORT TV FOTO E VIDEO MOTORI BLOG SERVIZI LAVORO ANNUNCI Cronaca Stop al bullismo Politica Esteri Libri Arte Musica Spettacolo Gossip Pazzo Mondo Salute Tecnologia Meteo Scommesse Casa SCUOLA E UNIVERSITA' / CONTINUA LA PROTESTA Berlusconi: "Polizia nelle scuole? Mai detto né pensato"- VIDEO Cortei e manifestazioni in tutta Italia, dopo gli incidenti a Milano. Bersani: "Ministro arrogante e pieno di odio". La Gelmini: "Convoco gli studenti". Bologna, Annozero in piazza. Interviene Napolitano ROMA, 23 ottobre 2008 - Continua in tutt'Italia la rabbia degli studenti universitari e delle superiori, mentre monta la polemica sulle parole del premier riguardo all'uso della polizia negli istituti. IL PREMIER: MAI DETTO NE' PENSATO... "Non ho mai detto nè pensato che servisse mandare la polizia nelle scuole. I titoli dei giornali che ho potuto scorrere sono lontani dalla realtà". Così il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, da Pechino torna sulle polemiche suscitate dalle sue parole di ieri. "Quando leggo i giornali non riesco a riconoscermi negli eventi di cui sono stato spesso pratotagonista - continua Berlusconi - Questo è sempre accaduto e continua ad accadere: non mi riconosco nelle situazioni raccontate dai giornali, c'è un divorzio tra l'informazione e la realtà". Sulla scuola, in particolare, Berlusconi definisce "totalmente contrari alla realtà" i titoli dei giornali rispetto a quanto affermato ieri in conferenza stampa. Quanto all'accusa di soffiare sul fuoco, il premier risponde: "Direi proprio che è il contrario". "è evidente - aggiunge Berlusconi - che le manifestazioni contro la riforma della scuola sono un pretesto della sinistra per fare una cosa contro il governo: la stessa sinistra fece la guerra quando fu abbandonato il maestro unico e questo dimostra la pretestuosità della loro azione". CONVINCIMENTO SPIRITOSO Se ci sara' chi vorra' occupare le scuole, il premier e' pronto ad azioni di ''convincimento'' che pero' non vuole svelare ai giornalisti, durante una conferenza stampa a Pechino. ''Se ci sara' chi vorra' occupare a prescindere con opportune azioni di convincimento, e ne ho in mente qualcuna molto spiritosa, bisognera' garantire agli altri che vogliono imparare la possibilita' di non essere disturbati da costoro''. Alle insistenti domande dei giornalisti su quale tipo di azioni Berlusconi abbia in mente lui risponde ''non le dico, altrimenti farei i titoli''. Per Berlusconi “lo Stato deve garantire ad altri che vogliono imparare la possibilità di non essere disturbati”, ma “se a qualcuno piace andare in piazza a manifestare, scenda in piazza a farlo”. ”La scuola - ha ribadito - è stata presa a pretesto dalla sinistra per fare qualcosa contro il governo sull'università, i cartelli che ho potuto vedere sono tutti basati su false informazioni che accusano il governo di volere cose lontane dalla realtà”. ”Per l'università - ha concluso Berlusconi - non abbiamo addirittura fatto niente. Abbiamo solo dato, nella conferenza di ieri, i numeri dell'università italiana come i 5 mila corsi di laurea, alcuni dei quali con un solo studente”. GELMINI SBAGLIA L'ACCENTO: E' BAGARRE Una gaffe del ministro dell'Istruzione alimenta una vivace contestazione nell'aula del Senato: Mariastella Gelmini accusa l'opposizione di aver dimenticato il Libro bianco “scritto sotto l'egìda... del governo Prodi”. L'accento sbagliato scatena il boato delle opposizioni, è costretto a intervenire il presidente del Senato Renato Schifani per consentire alo ministro di proseguire. Appena la bagarre si placa, Gelmini riprende e corregge l'accento: “...scritto sotto l'ègida...”. "CONVOCHERO' GLI STUDENTI" “Da domani convochero' una per una tutte le associazioni degli studenti - annuncia il ministro - degli insegnanti e dei genitori per creare un confronto pacato e sereno. Ma due sono le condizioni per questo confronto: si discuta sui fatti e non sulle falsificazioni della realta' e che la maggioranza parlamentare decida secondo le regole parlamentari”. LA RISPOSTA DEGLI STUDENTI Il ministro Gelmini afferma di voler convocare le associazioni degli studenti a partire da domani per un confronto. La Rete degli Studenti Medi conferma la propria disponibilità a discutere con il ministro, come già annunciato in passato. La disponibilità al confronto è però legata ad una condizione: che il ministro sia disponibile a discutere su tutto l'impianto alla base dei provvedimenti e non solo su alcuni di essi". Lo afferma la stessa 'Rete degli Studenti Medì, in una nota. "Lo stato di agitazione attuale è il risultato causato dalla mancanza di volontà del ministro a discutere con le organizzazioni degli studenti. Questo è l'effetto dell'uso della decretazione d'urgenza per riformare la scuola, negando il confronto. L'unica vera urgenza è discutere con le associazioni degli studenti. Le mobilitazioni non si placheranno fin quando il ministro non si fermerà ad ascoltarci, dopo aver fatto la 'Panzer' per 6 mesi", conclude l'organizzazione studentesca. INCONTRO UNIVERSITA'-ELEMENTARI In nome della rivolta contro la Gelmini, gli atenei incontrano le scuole elementari: domenica 26 ottobre, i docenti del Dipartimento di Fisica della Sapienza hanno invitato gli insegnanti e i genitori delle scuole elementari di Roma a un incontro sugli effetti della “riforma Gelmini” sul sistema scolastico pubblico. Gli studenti e i docenti di Fisica hanno organizzato anche esperimenti scientifici e dimostrazioni per gli alunni delle scuole elementari. L'appuntamento è per le 11, nel cortile del Dipartimento di Fisica, “Sapienza” Università di Roma, Piazza Aldo Moro 2. IL PREFETTO MOSCA "La nostra Costituzione prevede la libertà di riunione, la libertà di manifestazione del pensiero purchè siano attuate in modo pacifico e responsabile": lo ha dichiarato il prefetto Mosca, a margine della cerimonia di consegna delle 47 vetture per il 'Patto per Roma sicurà che si è svolto oggi nella sede di Palazzo Valentini alla presenza del presidente del Provincia di Roma Nicola Zingaretti. "Queste libertà sono una garanzia costituzionale affrontata nei confronti di coloro che vivono e abitano sul territorio. Naturalmente -ha aggiunto Mosca- tutto ciò vale per i cittadini ma anche per gli studenti che liberamente possono manifestare". ERMELLINO IN VENDITA "Tipico ermellino del Rettore dell'Università di Torino". E' il titolo di un'inserzione comparsa su eBay, con base d'asta di 1 euro, scadenza il 30 ottobre e foto del pregiato e tradizionale 'paramentò accademico. A metterlo provocatoriamente all'asta è 'Azione Universitarià. "Abbiamo trovato un modo per far guadagnare qualche soldino all'Ateneo", afferma Augusta Montaruli, dell'Esecutivo Nazionale di 'Azione Universitarià. "ll Rettore di Torino ha lanciato l'allarme: 'con i tagli non ci saranno più soldi per l'Università!'. Si vede -prosegue Montaruli- che a forza di inventare corsi di laurea inutili, moltiplicare le cattedre per i compagni dei compagni sono stati prosciugati i sudati proventi delle salatissime tasse universitarie. è partito quindi il carosello dei Baroni che mobilitano i 'vassallì ricercatori e stavolta torna utile addirittura schierare qualche bel collettivo di pregiudicati dei centri sociali ma.....non c'è problema!". Ad aggiudicazione dell'ermellino, promette infine Montaruli "chiederemo al Rettore di consegnarcelo per inviarlo all'acquirente, girando ovviamente l'importo al Rettore stesso". BERSANI, IL FIGLIO MALATO E LE BASTONATE “Ho ascoltato ieri la Gelmini che elencava i mali dell'universita'. Si', sono mali veri, ma lei, che e' il ministro dell'Istruzione, li elencava con odio - è l'intervento di Pierluigi Bersani, del Pd - E' come se uno che avesse un figlio malato pensasse di guarirlo con le bastonate. Non e' cosi' che si cura la nostra scuola e universita'”. A margine di un convegno sull'energia l'esponente del Pd torna sulle polemiche innescate ieri dalle dichiarazioni di Berlusconi e sottolinea che mentre tutti protestano, i giovani, gli studenti, i ricercatori, “sembra che solo lei abbia capito tutto”. Per Bersani, invece, il ministro “fa arroganza sul nulla e mostra una pericolosa presunzione”. Ma “non e' bastonando cosi'- ribadisce in conclusione- che si potranno curare i mali della scuola”. CAPEZZONE:GLI STUDENTI NON SI FACCIANO USARE E' intervenuto il portavoce di Forza Italia Daniele Capezzone, convinto che le proteste studentesche non siano spontanee ma frutto dell'organizzazione da parte di “professionistio del caos”. ”Mi auguro davvero - afferma- che tanti ragazzi e ragazze delle scuole italiane decidano di non farsi usare (e soprattutto di non farsi fregare) dai professionisti del caos e della speculazione politica.Sulla pelle dei ragazzi, infatti, e usandoli come massa di manovra, una opposizione tramortita cerca di giocare la carta della caciara, della provocazione, di un clima teso, nella speranza di creare difficoltà al Governo”. ”I ragazzi sappiano che il loro nemico non è la riforma Gelmini, che invece è una buona riforma, che va giustamente nella direzione della meritocrazia. Il loro nemico - conclude- è l'immobilismo, lo status quo, la difesa di una situazione esistente che è invece costosa, improduttiva, insostenibile. E di cui sono proprio i ragazzi a pagare il prezzo più alto”. FINOCCHIARO: REGIONI ESPROPRIATE Il decreto legge Gelmini contiene un potenziale conflitto tra il governo e le regioni. Lo afferma la presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro che spiega: "Sei regioni italiane stanno proponendo ricorso alla Corte Costituzionale perchè ritengono che con questo decreto il governo stia espropriando le loro competenze. Addirittura proponendo di commissariare quelle regioni che non eliminano gli istituti scolastici con il minor numero di studenti entro i 31 dicembre. Un paradosso perchè questa proposta viene dalla stessa maggioranza che fa de federalismo uno dei punti di forza della sua azione politica" FRANCESCHINI: GLI STUDENTI NON SI TOCCANO Il Pd non permetterà che agli studenti venga impedito di manifestare, ribadisce il vicesegretario del Pd, Dario Franceschini, interpellato dai cronisti alla Camera sulle dichiarazioni del premier che ieri ha promesso di mandare la polizia nelle scuole per placare la protesta contro il decreto Gelmini. ”Non esiste un paese democratico - afferma Franceschini - in cui il premier minaccia preventivamente gli studenti per non farli manifestare. E' una cosa oltre la fantasia, oltre l'immaginabile. Diciamo a Berlusconi che noi vigileremo affinché non venga toccato un solo capello agli studenti”. ”Sabato andiamo in piazza anche per chiedere il ritiro del decreto Gelmini”, conclude. JOVANOTTI IN CAMPO Anche Jovanotti ha commentato le frasi di Berlusconi sulla polizia ''mi sembrano rivolte non agli studenti, ma a chi non va a scuola e magari gli piace sentire Berlusconi che parla di polizia. Ma mi auguro che la sua sia stata solo una frase ad effetto: nelle scuole non c'e' la volonta' di violenza ma di esprimere un disagio e questo va ascoltato''. ''Se ci dovessero essere problemi di ordine pubblico - ha continuato Jovanotti - naturalmente la polizia fa il suo lavoro ma non e' questo il caso. Quando si parla di scuola bisogna sentire i ragazzi che ci vanno tutti i giorni. Penso che tagliare fondi alla scuola sia una grande errore. Questo governo avrebbe dovuto aumentarli, in quanto la nostra scuola ha bisogno di piu' soldi, piu' energie, e piu' attenzioni''. Per Jovanotti ''un ragazzo dentro la scuola si sente tradito dalla politica che dovrebbe garantire il diritto allo studio nelle forme migliori possibili. Penso che i sentimenti dei ragazzi siano condivisibili. Evidentemente c'e' qualcosa che non va''. TORINO, STUDENTI IN PIAZZA Circa mille studenti delle scuole superiori di Torino hanno dato vita questa mattina a una manifestazione spontanea per le strade del centro storico della città. I ragazzi sono partiti alle 10 da piazza San Carlo e, in corteo, hanno percorso via Roma, via Pietro Micca e sono giunti in piazza Solferino dove si trovano al momento. Gli studenti scandiscono slogan contro la riforma della scuola. Intanto, continuano nel torinese le occupazioni delle scuole: da ieri sono occupati anche alcuni istituti scolastici di Pinerolo. NAPOLI, PICCHETTI ALLE FACOLTA' Continua la protesta anche a Napoli, con picchetti davanti alle Facolta' napoletane, distribuzione di volantini e tentativi di blocco delle lezioni. Stamattina, dopo la prima notte di occupazione di palazzo Giusso, sede dell'universita' l'Orientale, l'assemblea 'Stop Gelmini', i collettivi studenteschi sono poi partiti diversi gruppi di studenti che hanno raggiunto le sedi dell'Orientale, per cercare di bloccare la didattica, fare picchetti e distribuire volantini. Alle 13, e' previsto un incontro nella sede della Facolta' di Lettere e Filosofia della Federico II in via Porta di Massa, dove gia' da stamattina i membri dell'assemblea permanente hanno tentato di attuare il blocco dei corsi. PALERMO, LEZIONI IN PIAZZA I futuri ingegneri hanno scelto piazza Castelnuovo, davanti al teatro Politeama, per la loro lezione-protesta, mentre i colleghi di Lettere continuano la sospensione dell'attivita' didattica, decisa dal Consiglio di facolta' fino al 31 ottobre. Un provvedimento, quest'ultimo, che ha portato la componente di destra, ''Azione universitaria'', ad annunciare il ricorso alla magistratura per interruzione di pubblico servizio. Autogestioni e assemblee in molte scuole superiori. COSENZA, CASSONETTI ROVESCIATI Stamattina centinaia di ragazzi delle superiori hanno sfilato urlando slogan contro la riforma, ma soprattutto capovolgendo cassonetti per la raccolta dei rifiuti solidi urbani e danneggiando i vetri di alcune scuole con il lancio di pietre. La manifestazione ha richiesto pure l'intervento di pattuglie dei carabinieri, che però si sono limitati a controllare evitando qualsiasi contatto. La manifestazione è tuttora in corso e gli studenti si sono concentrati dinanzi al Municipio. L'agitazione continua anche all'Università della Calabria, dove è previsto un calendario fitto di assemblee e incontri per decidere le azioni di protesta contro la riforma del governo. Le prime tre assemblee previste sono state realizzate nelle Facoltà di Scienze matematiche, Fisiche e Naturali; di Scienze Politiche e di Economia. Per oggi c'è grande attesa per le decisioni degli studenti della facoltà di Ingegneria dove nei giorni scorsi - aggiungono gli studenti - i docenti hanno già approvato una mozione con la quale è stato deciso lo stato di assemblea permanente. POLIZIA E' scontro Berlusconi-VeltroniTensione a Milano - Le università occupatePolizia per fermare le occupazioni? - Giuste le proteste studentesche? Commenti Invia commento Segnala ad un amico 23/10/2008 12:53 stella andate a lavorare e a studiare invece di fare cose inutili!Queste manifestazioni non servono proprio a nessuno e soprattutto è solo ed esclusivamente un modo per non studiare!Se fossi io il governo a calci vi mandavo a lavorare! 23/10/2008 13:00 jetset Manifestare sarà pure un diritto, ma occupare luoghi pubblici come le scuole no. E' un sopruso e va punito duramente. Vi sono molti che non approvano queste manifestazioni e che vogliono studiare in pace. Le vostre rimostranze andatele a sfogare in piazza, in manifestazioni autorizzate e senza, ripeto, senza violenze od atti di teppismo. Avanti così senza timori, Berlusconi!!! 23/10/2008 13:23 adriano Non so perchè ma io a Capezzone lo prenderei volentieri a calci in ... 23/10/2008 13:38 GIOIR NEL TITOLO " LA RABBIA DEGLI STUDENTI " IO DICO LA FELICITA' DEGLI STUDENTI DI MARINARE LE LEZIONI, ANCHE A GUARDARLI IN FACCIA SONO VISI CONTENTI, PER NIENTE ATTRISTITI DAI PROBLEMI DELLA SCUOLA...!!! TUTTA UNA STRUMENTALIZZAZIONE POLITICA FATTA DAI SOLITI SINISTRI MA CHE PRESTO SICURAMENTE SARA' SMONTATA PERCHE' LA GENTE NON E' COSI' STUPIDA COME LA CREDONO LORO...!!! LIBERTA' DI MANIFESTARE, MA ANCHE DI CHI NON VUOLE MANIFESTARE E VIENE ALLONTANATA DALLE AULE CON LA MINACCIA DI ESSERE BOCCIATI SE NON SCENDONO IN PIAZZA...!!! IN FRANCIA GLI SCIOPERI E LE MANIFESTAZIONE STUDENTESCHE SI AVEVANO SOLO DI DOMENICA E GLI ALTRI GIORNI SI STUDIAVA, L'ESATTO CONTRARIO CHE IN ITALIA DOVE LA DOMENICA SI RIPOSANO DALLE LUNGHE PASSEGGIATE DELLA SETTIMANA...!!! DOVREBBEO REAGIRE STUDIANDO DI PIU', CON UNA PUNTA DI ORGOGLIO , PER PORTARSI NELLA ISTRUZIONE AI LIVELLI EUROPEI...!!! SI DIPLOMERANNO SPECIALISTI IN SCIOPERI E SGOGAN, TANTO A MANTENERLI CI PENSANO I GENITORI, IN PARTE RESPONSABILI DELL'IGNORANZA DEI FIGLI... 23/10/2008 13:49 ivan per la quarta volta tento di mettere questo commento .... __________ dalla redazione: e noi per la quarta volta non lo mettiamo in linea. Sui fatti a cui lei si riferisce non c'è ancora una sentenza definitiva, e quindi le sue affermazioni, se pure fatte a titolo personale, rischiano di essere gravemente lesive e passibili di querela 23/10/2008 14:02 GIOIR ANCHE I GIOVANI DI FORZA NUOVA IN PIAZZA...!!! LA DIFFERENZA TRA I GIOVANI COMUNISTI E I GIOVANI DI FORZA NUONA E' CHE I PRIMI SONO COLLOCATI A SINISTRA E I SECONDI A DESTA, NESSUNA DIFFERENZA...!!! 23/10/2008 14:10 Daniele "Per Jovanotti 'un ragazzo dentro la scuola si sente tradito dalla politica che dovrebbe garantire il diritto allo studio nelle forme migliori possibili. Penso che i sentimenti dei ragazzi siano condivisibili. Evidentemente c'e' qualcosa che non va''."...pienamente d'accordo... 23/10/2008 14:23 natascia Nel Giorno del 23 Ottobre a pagina 3 nelle sette verità del premier c'è scritto: Tempo Pieno "Non è vero che verra ridotto anzi!Con il maestro unico sarà esteso ecc". Quindi si intende dire che il maestro unico ci sarà,ma successivamente si ha: Inglese "Non scomparirà il maestro unico dalle elemnentari. Non ci sarà il maestro unico ma il maestro prevalente". Qual è la verità? Per quanto riguarda gli universitari a pagina 2 nel primo paragrafo alle righe 8,9,10,11 e 12: " Basta alle prevaricazioni di pochi su molti che vogliono studiare.Basta alla sinistra e ai centri sociali che fomentano la democrazia." Ricordo che coloro che frequentano l'universita pagano molto denaro x poterla frequentare, cambiano citta spesso,e dopo questi sacrifici si pensa ancora che gli studenti siano dei fannulloni e che organizzino queste manifestazioni per gioco o per saltare giorni di studio?E' giusto lottare per un futuro migliore o è meglio subire decisioni altrui? 23/10/2008 14:32 marta credo che quando ci si trova davanti a prese di posizione cm questa,quando il governo s permette d ignorare i pensieri dei diretti interessati(ragazzi e prof.)SIA D'obbligo FARSI SENTIRE dire la propria opinione e manifestare il malcontento!ma attenzione..è ignobile nascondersi dietro una protesta per giustificarsi con i genitori da un assenza!!!MANIFESTIAMO NON PER FARE LE PECORE E SEGUIRE LA MASSA!!FACCIAMOLO PER DIFENDERE I NOSTRI IDEALI E DIRITTI. 23/10/2008 14:40 ivan anche la strada è pubblica ma al governo berlusconi facevano comodo quando i taxisti bloccavano roma per un provvedimento che l'attuale sindaco tra l'altro ha mantenuto, alla faccia dei taxisti. 23/10/2008 14:40 jetset confermo che queste manifestazioni siano solo un modo per non studiare e per marinare la scuola. Quando andavo al Classico ogni scusa era buona per marinare, il 90% aderiva a tutte le manifestazioni possibili, fossero state esse di sinistra o di destra. Una volta addirittura mi raccontarono che si manifestò in occasione della morte di Patrice Lumumba. Facciamo così, cari sinistri: gli studenti vengano esaminati in matematica. Se passano l'esame allora avranno il diritto di manifestare, altrimenti li si caccia dalla scuola e li si mette a lavorare. Oppure li facciamo manifestare alla domenrica. Scommettiamo che alle manifestazioni ne vediamo sì e no un centinaio? 23/10/2008 14:40 natascia Volevo anche far notare di come basti un qualsiasi pretesto per scatenare la solita lotta tra destra e sinistra: si sta parlando di istruzione non di chi ha ragione tra queste! Basta con queste pagliacciate. Alle righe 26 e 27 si parla di un sondaggio..quale sondaggio?? Nel terzo paragrafo iniziante con "E' Netto.." alle righe 31 e 32 si dice "gli stipendi per i più meritevoli saranno aumentati.." in base a quale criterio si decidera dei più meritevoli? Se tutti potessero decidere lo stipendio del Presidente ,a quanto ammonterebbe? Nel mezzo dei paragrafi si dice INFORMAZIONE Nel mirino Rai e giornali "Non raccontano la verità", chi dice la verità? Ad ogni modo anche l'intervento delle forze dell'ordine nelle università è una cosa stupida poiché fomenta ancora di più il disagio degli studenti. 23/10/2008 14:40 natascia Volevo anche far notare di come basti un qualsiasi pretesto per scatenare la solita lotta tra destra e sinistra: si sta parlando di istruzione non di chi ha ragione tra queste! Basta con queste pagliacciate. Alle righe 26 e 27 si parla di un sondaggio..quale sondaggio?? Nel terzo paragrafo iniziante con "E' Netto.." alle righe 31 e 32 si dice "gli stipendi per i più meritevoli saranno aumentati.." in base a quale criterio si decidera dei più meritevoli? Se tutti potessero decidere lo stipendio del Presidente ,a quanto ammonterebbe? Nel mezzo dei paragrafi si dice INFORMAZIONE Nel mirino Rai e giornali "Non raccontano la verità", chi dice la verità? Ad ogni modo anche l'intervento delle forze dell'ordine nelle università è una cosa stupida poiché fomenta ancora di più il disagio degli studenti. 23/10/2008 14:47 maurizio A proposito della riforma GElmini,sarebbe bene che chi protesta si rivedesse la legge.Penso che come al solito, si vada in piazza a manifestare,a prescindere,solo per dare contro al Governo,e fomentando in tal modo la protesta oltretutto a scapito di chi vuole continuare ad entrare in classe a studiare.Certamente il dissenso può essere legittimo,ma nei modi civili di un paese democratico.Non sei d'accordo? bene vai in piazza a manifestare, SENZA OCCUPARE AULE CHE ALTRI VOGLIONO USARE.E stia tranquillo Veltroni,che nessuno impedirà di manifestare il dissenso in Piazza.Poi ancora,ma è mai possibile che in Italia ci siano 5.500 corsi di laurea praticamente il doppio che in Europa? Ma è normale che vi siano dei corsi con un solo studente?Allora si spiega perchè vi sono delle Università in rosso.Come mai quando vi era Prodi,questi problemi non sono stati affrontati,assieme a quella sinistra (leggasi rifondazione,verdi,comunisti,) che erano dalla parte dei deboli? 23/10/2008 14:47 doc ..è solo una strumentalizzazione della sx.. se chidete algi studenti per cosa scioperano, non sanno nemmenodi cosa si parla.. non si preclude il diritto allo sciopero, ma lasciate vivere chi non la pensa come voi,sinistrosi!!! la cosa peggiore non è portare la polizia nelle scuole, ma vietare a costo di bocciatura chi non vuole manifestare.. tipico del cattocomunismo sociale.. solo con il lavoro e lo studio si riprende la vai della crescita, rimboccarsi le maniche nn perdendo tempo.. ps: viva l'italia e gli italiani!! difendere al patria è un dovere di tutti!! 23/10/2008 14:58 Vittorio60 Come luogo d'incontro con gli studenti-sobillatori ed i loro patetici suggeritori consiglierei una stazione, in modo da poterli scaraventare su un treno merci. e buon viaggio. 23/10/2008 15:02 toro scatenato fermarli!bloccarli subito prima che questa contestazione, strumentalizzata da parte di facironosi sinistroidi -come loro dna- sfoci in un clima di tensione stile anni settanta....basta ad ascoltare la maggior parte degli studenti per capire che non hanno capito -scusate il gioco di parole- nulla sulla testualità del decreto,...bada ben non legge...bisogna intervenire su taluni docenti "cattivi maestri" e studenti affetti da "protagonismo rivoluzionario" che stanno formentando la protesta solo per le loro frustrazioni personali..."così nacque il terrorismo"; le università sono piene di debiti e di professori professionalmente poco dotati, ritengo l'occupazione degli atenei un vero proprio atto di antidemocrazia: non si può esercitare violenza su altri studenti intenti nel proseguire il programma didattico prescelto,al governo dico, prudenza ad usare il manganello ora, ovviamente, è una raccomandazione più che una convinzione, perchè non deve fare il gioco di questa becera opposizione di ectoplasmatici.. 23/10/2008 15:08 alien a ridaglie con la politica! tutti gli studenti d'Italia sono di sinistra, la scuola, universita' rettori sono di sinistra, la magistratura e' di sinistrta, i giornali sono di sinostra., E allora perche0 la sinistra ha fatto la figura di mota che ha fatto, se era cosi' sostenuta? certo a quelli di destra non fa effetto la polizia nella scuola, loro sono abituati a farsi sentire con la forza ed i manganelli, conoscono solo qquesto modo di vedere le cose. 23/10/2008 15:13 mery mi domando come mai la sinistra non vuole riformare la scuola??? forse perchè hanno paura di non poter più mettere le mani in una fonte di reddito che si sono costruiti con i tanti privilegi che hanno concesso in cambio di voti??? perdere questo per loro significa non poter più sprecare denari pubblici come hanno sempre fatto. la scuola è di tutti non è un patrimonio della sinistra!!! basta strumentalizzazioni politiche per voler danneggiare ancora una volta il vostro nemico da sempre, non se nè può più. basta avete veramente passato ogni limite con la vostra invidia. 23/10/2008 15:23 sandro Ma ne avete figli voi? siete contenti che taglino i fondi alla scuola, rendendo l'istruzione dei nostri ragazzi più scadente? ma meno male che c'è ancora qualcuno che ha un briciolo di cervello e protesta... 23/10/2008 15:28 Carla Questi ragazzi hanno capito le "vere" intenzioni di questo governo e hanno intrapreso la strada giusta cioè quella di manifestare il loro dissenso. E' un loro pieno diritto e chiunque abbia un briciolo di raziocinio non potrà che approvare. Mi fanno rabbrividire al solo pensiero le dichiarazioni della Gelmini che vuole fare il ministro dell'istruzione non sapendo nemmeno parlare con proprietà grammaticale e quelle di Berlusconi che incutevano tutto l'odio viscerale che ha per chi non la pensa come lui. E' un uomo pericoloso perchè ha tutte le caratteristiche di un dittatore. Spero che tutti voi ipnotizzati dal suo potere mediatico vi possiate svegliare dal torpore cerebrale in cui vi ha indotto. Agli studenti dico che li ammiro e li appoggio. 23/10/2008 16:00 Carla E no! Se adesso Berlusconi sostiene di non aver mai detto nè pensato di mandare la polizia nelle scuole è bene fargli un bell'esame neurologico! Credo soffra di amnesie oppure di qualche altra patologia che non voglio scrivere altrimenti vengo censurata 23/10/2008 16:03 jetset x ivan: hai ragione! Anche la strada è pubblica ed allora mettiamo in galera chi va a fare le manifestazioni! Ne sarei felice. Comunuqe una manifestazione è un diritto solo se viene autorizzata. "Autorizzare" significa destinare momentaneamente quelle strade ad altro uso. In un edificio pubblico invece non si può autorizzare nulla del genere perché le scuole sono fatte per studiare, i comuni per gestire il territorio ed i teatri per le rappresentazioni. Se vuoi urlare vai in strada (come ripeto, sempre che tu sia autorizzato) e lì fai tutti i versi che vuoi. Sempre che non sfasci tutto come i tuoi amici noglobal, in quel caso da parte delle forze dell'ordine è opportuno olio di gomito e manganello. E' la democrazia, bellezza, che ti premette di parlare ed esprimere anche le "idee" più balzane come le tue ma non di danneggiare gli altri. Se non ti va questa democrazia ti suggerisco un viaggio in Corea del Nord. Fai buon viaggio e soprattutto non tornare più indietro, grazie! 23/10/2008 16:07 Luka x Carla Mi dici anche a me quali sono le "vere" intenzioni del governo? poi tra qualche mese verifichiamo se avevi ragione. Il diritto al dissenso è intoccabile però non devono bloccare i treni o devastare proprietà pubbliche, si manifesta tranquillamente e non si rovina la vita agli altri che magari devono anche andare a lavorare per mangiare. Vedo che alla gelmini vengono contestati anche gli accenti sulle parole, a di pietro invece non si dice niente vero? L'odio lo vedo più nei tuoi discorsi sempre e solo contro berlusconi, lo vedo negli studenti che protestano e lo vedo negli insegnanti che temono di perdere i loro privilegi. Aspetto di conoscere le "vere" intenzioni del governo. Grazie. 23/10/2008 16:12 www.giorgiocolomba.it Con una scuola di circa 1.200.000 dipendenti (la più grande azienda' dell'intero pianeta!), non v'è dubbio che il vulnus risieda nella formazione di un corpo docente ancor oggi in preda al virus sessantottino. Torna in mente l'economista Milton Friedman, secondo cui le risorse andrebbero concesse come buono' agli studenti, da usare nella scuola di propria scelta. E pure don Luigi Sturzo, quando affermava che "Ogni scuola, quale che sia l'ente che la mantenga, deve poter dare i suoi diplomi non in nome della repubblica, ma in nome della propria autorità; sia la scoletta elementare di Pachino o di Tradate, sia l'università di Padova o di Bologna, il titolo vale la scuola. Se una tale scuola ha una fama riconosciuta( )il suo diploma sarà ricercato; se invece è una delle tante, il suo diploma sarà uno dei tanti." Che Milton Friedman, premio Nobel per l'economia nel 1976, e Don Luigi Sturzo, antifascista e fondatore del Partito Popolare Italiano, fossero pure loro a libro paga di Berlusconi? 23/10/2008 16:18 BEPPE DI LIVORNO Ma perchè certa stampa, deve sempre travisare quello che in realtà è stato detto ? Da quì a non credere più ai giornali, il passo è breve. non vi pare ? 23/10/2008 16:19 Harry A leggere la maggioranza dei commenti dei lettori del Resto del Carlino/La Nazione/Quotidiano Nazionalista, non c'è da meravigliarsi se l'Italia è un paese alla frutta. 23/10/2008 16:28 ALESSANDRO ULTIMA ORA: l'unto dice di non aver mai detto di inviare la polizia nelle scuole. tutti i video dei giornali online sono taroccati.porgiamo le nostre umili scuse e nel contempo suggeriamo a giovanardi di iniziare con i test antidroga in parlamento... sembra proprio che ce ne sia bisogno. 23/10/2008 16:32 ivan delle due l'una: o non l'ha detto e quindi è un bugiardo, falso e prende in giro l'italia intera (cosa che credo), oppure non l'ha detto, e allora i vari jetset, gioir e compagnia bella stanno tenendo la parte di un leader che non condivide le loro idee di ordine e diritti dei cittadini. nell'uno e nell'altro caso, state spendendo parole e rancore per l'onore di una persona che chiaramente non lo merita. 23/10/2008 16:54 ciccio Non sempre per migliorare un servizio basta investirvi piu' soldi...a volte e' piu' importante come questi vengano utilizzati. La scuola non funziona non perche'non si investe nell'istruzione e ricerca ma perche' i soldi vengono investiti male! Tutte queste critiche a Berlusconi non le capisco...se non sbaglio gli assegni di dottorato sono stati portati da 800 a 1000 non grazie a Prodi! 23/10/2008 16:55 pierluigi Occupare gli istituti scolastici non serve a nulla e danneggia coloro che vogliono studiare! E' giusto che la polizia intervenga a garantire il diritto allo studio e che non vengano così lesi i diritti per coloro che vogliono studiare. 23/10/2008 16:57 marianna I casi sono due: o gli ascoltatori sono tutti sordi o il premier soffre di amnesie frequenti! Perchè si è negato di aver detto che la polizia sarebbe stata presente nelle scuole per garantire.....penso che la scuola non possa aver nuovi schemi ogni nuovo governo. 23/10/2008 17:00 jetset sandro: Non ho figli ma sono stato un figlio che andava a scuola e pure con ottimi risultati. Quindi ho cognizione di causa, eccome! Perché, secondo te l'avere un figlio ti dà più ragione? Ma che dici? Per Harry: noi siamo una grande nazione, altroché alla frutta, ma che per decenni ha dovuto sopportare le nefandezze dei sinistri come voi. 23/10/2008 17:07 alberto Ecco come sempre arriva la classica frase "Mai detto!" dalla quale si capisce quanto ridicolo e bugiardo sia il premier e quanto prenda in giro gli italiani che ancora lo ascoltano. 23/10/2008 17:11 cicciobaldo Mettiamola come vogliamo. Vi dico cosa ha deciso un mio caro amico di fare per sua figlia, che stava per iscriversi all'università e, grazie a Dio, non l'ha fatto! Si è appena trasferita in Inghilterra (Reading - Città universitaria) e sta facendo la commessa in un pub, oltre a lavorare in una lavanderia due giorni alla settimana. Obbiettivo: perfezionare l'inglese già studiato molto bene in una scuola parificata, e poi iscriversi all'università in Inghilterra nel secondo semestre. Polizia o non polizia, la scuola pubblica italiana è ormai alla canna del gas e invece di protestare i nostri giovanotti più bravi e non politicizzati, alzino le chiappe e se ne vadano via da questa "nazione" ingrata, di incapaci e deficienti! Ma si sa i bamboccioni di sinistra sono duri a morire e non solo non vogliono fare un bel c..... zo nulla, ma magari vorrebbero un bel posto fisso sotto casa. O no? 23/10/2008 17:19 toro scatenato non posso che condividere pienamente le parole di luka del 23.10 h.16,07....cara carla, abbiamo capito che sei una "fedele compagna" ma sostenere chi provoca interruzioni nello svolgimento dei servizi pubblici sia nei trasporti pubblici a scapito della gente comune, questo mi sembra pura violenza gratuita....in nome di non sò che cosa.......lecito è protestare, ma non quanto si lede la libertà e la democrazia di terzi che non vogliono partecipare a nessuna manifestazione,...o come hanno fatto certi "signorotti" a te compiacenti, disturbando addirittura lo svolgimento di alcune lezioni all'interno di atenei solo per il fatto di voler portare a termini le attività didattiche, fortunatamente non tutti i docenti la pensano in modo rivoluzionario e distruttivo alla maniera dei vari toni negri e altri idioti del recente passato,..o come certi professori che hanno tenuto lezione all'esterno (nel senso letterale della parola) fuori dalle università, bhe a questi gli decurterei parte dello stipendio e quant'altro... Sono presenti 36 commenti, invia il tuo commento! 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La foto del giorno Un super reggiseno Adriana Lima indossa il “Black diamond miracle bra”, il reggiseno più caro della storia creato da Victoria's Secret. L'indumento costa 4 milioni di euro ed è composto da 3.900 pietre preziose, migliaia di minuscoli diamanti neri, 117 diamanti da un carato ciascuno e 34 rubini. La sua peculiarità sono le due grosse (e rarissime) lacrime di diamante nero da 100 carati RICERCA ANNUNCI Archivio Notizie Anno: 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Ricerca libera: pubblicità contattaci guadagna con Quotidiano.net fai di Quotidiano.net la tua Homepage aggiungi ai preferiti le news sul tuo pc rss archivio HOME - Copyright © 2008 MONRIF NET S.r.l. P.Iva 12741650159, a company of MONRIF GROUP - Informativa al trattamento dei dati personali - Powered by Softec >.

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Cortei, lezioni all'aperto, corsi di occupazione: ecco la controriforma (sezione: Scuola)

( da "Giornale.it, Il" del 23-10-2008)

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N. 254 del 2008-10-23 pagina 2 Cortei, lezioni all'aperto, corsi di occupazione: ecco la controriforma di Maria Sorbi Gli universitari protestano bloccando strade e facendo seminari sul ""precariato migrante" Quello che lascia un po' perplessi è invece leggere il programma degli interventi delle giornate di autoformazione degli universitari. Autoformarsi per loro vuol dire imparare cosa vuol dire fare sindacalismo di base oppure ascoltare lezioni sul "precariato migrante", sui rom, o dai titoli eloquenti: "Esperienze di autorganizzazione dei rifugiati politici a Torino nell'occupazione di via Bologna" o "L'odissea dei rifugiati a Milano, da via Lecco a piazzale Lodi". Agli studenti, insomma, interessa imparare ad autorganizzarsi, a capire come si fa "azione collettiva". E nella pratica sono già bravissimi, meglio dei sindacalisti che guidano le manifestazioni nazionali. Anche ieri, dopo la loro lezione "en plein air" ne hanno dato prova con due mini cortei non autorizzati: uno degli studenti della facoltà di Mediazione culturale che hanno bloccato per qualche minuto la circonvallazione esterna urlando: "Gelmini, Tremonti, con noi farete i conti". L'altro partito da piazza Duomo e giunto fino in via Conservatorio, con tanto di blocco della cerchia dei Navigli, in via Visconti di Modrone, nel bel mezzo del pomeriggio. All'arrivo, i manifestanti hanno anche interrotto le lezioni in università, nell'aula 11, per circa un quarto d'ora. Per la serie: chi-se-ne-frega di chi studia e di chi lavora. Non è finita qui. La protesta contro la riforma Gelmini continua oggi. Si comincia con il blocco delle firme durante le prime due ore di lezione. E si prosegue con iniziative di "libera università" (leggi occupazione). La protesta in serata si trasformerà in una festa, con dibattiti e musica, in cui gli studenti vivranno a modo loro l'ateneo. I toni si fanno sempre più accesi. "Certo - commenta Leon, coordinatore dei collettivi degli universitari - Stanno giocando al bastone e alla carota. La Gelmini dice che è aperta al dialogo. Invece Berlusconi dice che ci manda l'esercito. Non ci fa paura, noi continueremo le nostre mobilitazioni e le occupazioni sporadiche a prescindere da quello che dirà lui".La protesta è trasversale a tutte le facoltà: più acuta a Scienze politiche, più silenziosa nelle facoltà scientifiche di via Celoria, dove però ogni mattina si salta la prima mezz'ora delle lezioni per discutere del decreto Gelmini. "Il disagio è reale - spiega Graglia - per gli studenti e per i docenti. Può essere strumentalizzato, ma quello che sta accadendo alla scuola e all'università è percepito come una vera ingiustizia. Parlo della diminuzione dell'offerta formativa, del blocco del turn-over tra i docenti". La mobilitazione è spalmata in tutti i capoluoghi. E dagli studenti di Bologna, Firenze, Roma e Napoli arrivano mail di solidarietà a quelli che ormai sono considerati "i martiri" di Milano "assaliti dalle forze dell'ordine" e "vittime dei manganelli" durante il corteo di martedì. Sui tafferugli la Digos ha redatto un'informativa: gli accertamenti sarebbero pronti per essere inviati in Procura. I reati ipotizzati, dopo la visione di foto e filmati, sono di manifestazione non autorizzata, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, lancio pericoloso di oggetti e interruzione di pubblico servizio. Maria Sorbi © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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Berlusconi: <No alle scuole occupate> (sezione: Scuola)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Politica Italiana Pagina 113 Berlusconi: "No alle scuole occupate" Polizia per difendere i diritti di tutti. E scoppia la bagarre --> Polizia per difendere i diritti di tutti. E scoppia la bagarre Scontro frontale sulla riforma della scuola. Berlusconi difende a spada tratta il decreto del ministro Gelmini e minaccia l'uso della polizia contro le violenze nelle scuole e nelle università. ROMA Il dipartimento di Fisica de La Sapienza sbarrato con i lucchetti; un lungo corteo funebre (come salma, ovviamente, l'università pubblica) con tanto di ceri, fiori e scialli neri inscenato dagli universitari a Bari; assemblea di studenti universitari e medi all'Orientale di Napoli per la quale è stata decisa l'occupazione; ancora occupazioni delle facoltà umanistiche a Torino e tante altre iniziative di protesta in tutta Italia, dalle scuole elementari all'università. LA PROTESTA La rivolta contro i tagli dei finanziamenti agli atenei e contro la riforma Gelmini che ripristina il maestro unico continua. Continua anche mentre a Palazzo Chigi il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, e il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, sfoderano il pugno duro: non arretreremo di un millimetro, andremo avanti nella direzione lungamente meditata, non permetteremo che pochi contestatori - perchè sono pochi, assicura Berlusconi, e dietro di loro, incalza il ministro Gelmini, c'è la regia della sinistra e dei centri sociali - tengano in ostaggio i tanti, tantissimi che vogliono studiare. E ancora, non solo non saranno permesse occupazioni (che siano di università o di licei) ma i contestatori stiano attenti perchè le forze dell'ordine sono pronte a intervenire. E proprio per oggi al Viminale è stata convocata una riunione tecnica di analisi, monitoraggio e valutazione delle proteste, "per garantire i diritti di tutti". Insomma, chi si aspettava che le manifestazioni di questi giorni potessero indurre il Governo a qualche ripensamento si è sbagliato di grosso. "L'ordine deve essere garantito. Lo Stato deve fare il suo ruolo garantendo il diritto degli studenti che vogliono entrare nelle classi e nelle aule" ha spiegato Berlusconi. DISINFORMAZIONE Quanto ai contenuti delle proteste, secondo premier e ministro, sono infondati: la tenuta del tempo pieno è garantita - assicurano entrambi e rispondono con i numeri a chi lo mette in dubbio: in 5 anni avremo quasi 6.000 classi in più con il tempo pieno e sarà un tempo pieno "di qualità". Il maestro unico poi ("meglio chiamarlo prevalente" dice con tono di scherzoso rimprovero Berlusconi a Mariastella Gelmini) in classe non sarà solo: lo affiancheranno gli insegnanti di lingua straniera, di religione e di informatica. Sul fronte degli atenei, il ministro dell'Istruzione insiste nel pensare che i manifestanti abbiano le idee confuse visto che - sostiene - "contestano un decreto che parla di scuola e non di università". Loro però, quelli che sono scesi in piazza, puntano l'indice su altro: il taglio delle risorse, l'ipotesi di trasformare le università in fondazioni, il blocco del turn over. E sull'università il ministro Gelmini attacca: "dal mondo universitario, professori e rettori - dice - mi sarei aspettata un po' più di autocritica per come è stata gestita l'università e per come è stata ridotta. Non c'è trasparenza nei bilanci. E per questo ho già avviato controlli in 5 atenei, guarda caso quelli dove le occupazioni sono più forti".

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Veltroni accusa il Cavaliere <È lui a soffiare sul fuoco> (sezione: Scuola)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 23-10-2008)

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Politica Italiana Pagina 113 Veltroni accusa il Cavaliere "È lui a soffiare sul fuoco" --> ROMA La protesta studentesca contro la riforma della scuola va regolamentata e così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi convoca a Palazzo Grazioli il ministro dell'Interno Roberto Maroni per dargli indicazioni su come devono intervenire le forze dell'ordine in caso di occupazioni di licei e università per garantire il diritto di chi vuole studiare. L'annuncio, dato durante una conferenza stampa per sostenere il ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini, scatena un'ondata di proteste nel centrosinistra e preoccupa anche il Capo dello Stato Giorgio Napolitano che invita le forze politiche a smetterla con le contrapposizioni e ad aprirsi al dialogo. La reazione più dura è quella del segretario del Pd Walter Veltroni che accusa il premier di voler "soffiare sul fuoco". Manifestare contro decisioni del governo, osserva, è "fisiologico in una democrazia". "Ma mi chiedo - aggiunge - se sia ancora possibile dissentire in questo Paese. È possibile esprimere un'opinione diversa dal governo o no?". Se così non fosse, sottolinea, "la cosa si farebbe seria". Veltroni, però, accoglie l'appello di Napolitano e riconosce il merito al presidente della Repubblica di aver indicato "la strada giusta". Ma quello del capo dello Stato non è l'unico invito ad abbassare i toni. Anche il presidente dei vescovi Angelo Bagnasco osserva che "i problemi complessi" non si risolvono "con soluzioni semplici", ma con la "moderazione" e l'equilibrio. E nel Pdl, a cominciare dal vicepresidente della Camera Maurizio Lupi, si apprezza l'intervento dell'alto prelato, anche se si ribadisce l'intenzione del governo di voler difendere a tutti i costi il diritto dei ragazzi ad andare a scuola, senza che questo venga limitato dalle occupazioni degli atenei. Su questa linea anche il ministro per le Politiche Giovanili Giorgia Meloni: "Chi vuole manifestare ha il diritto di farlo, ma anche chi vuol dare gli esami deve poterlo fare". Tutti d'accordo invece gli ex ministri dell'Istruzione e dell'Università: le proteste ci sono sempre state, ma a nessuno, assicura Francesco D'Onofrio, "è mai venuto in mente di far ricorso alle forze dell'ordine". E, parafrasando il motto fascista "libro e moschetto fascista perfetto", invita la maggioranza a ricorrere a "più libri e a meno moschetti...". Fabio Mussi, invece, sollecita i Rettori a respingere "la militarizzazione del conflitto che arriva dal governo". Nel '68, l'allora presidente del Consiglio Aldo Moro, ricorda Marco Boato, non usò la forza per fermare le manifestazioni, ma convocò il leader del Movimento studentesco Silvano Bassetti "per capire le ragioni della protesta". Berlusconi, invece, è ancora la critica del segretario del Pd, per riformare la scuola ha usato la strada del decreto legge senza ascoltare nessuno. Ed è per questo che il premier farebbe meglio, piuttosto che ad invocare l'intervento delle forze dell'ordine, a convocare un tavolo con studenti, rettori e professori, per aprire un vero confronto. Proprio come chiede Napolitano. Ma la decisione del presidente del Consiglio di ricorrere all'uso della forza per svuotare le piazze dagli studenti fa insorgere l'intera opposizione. Per il leader dell'Idv Antonio Di Pietro, se si continua così, si alimenta "una nuova strategia della tensione", mentre il segretario del Prc Paolo Ferrero paragona il premier a Bava Beccaris. Il capogruppo dell'Udc alla Camera Pier Ferdinando Casini è polemico: questa è la legge "del contrappasso" spiega. Prima Berlusconi manifestava contro il governo Prodi, ora il centrosinistra manifesta contro di lui. Comunque, è il suo appello al premier, basta spargere veleni e tensioni. Più tranchant il segretario del Pdci Oliviero Diliberto secondo il quale il capo del governo è semplicemente "incompatibile con la democrazia". Per i disobbedienti Luca Casarini e Francesco Caruso, invece, il Cavaliere è, rispettivamente, "un piccolo Putin isterico "e uno che persegue "il modello Pinochet".

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LATRONICO (PDL): URGENTE RIPENSARE Lâ IMPIANTO SCOLASTICO (sezione: Scuola)

( da "Basilicanet.it" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

LATRONICO (PDL): URGENTE RIPENSARE Lâ??IMPIANTO SCOLASTICO 23/10/2008 18.00.43 [Basilicata] â??Da anni ormai le famiglie italiane si aspettano una nuova scuola pubblica che: migliori e qualifichi la sua offerta formativa; sia in grado di contribuire allo sviluppo culturale e civile e delle giovani generazioni e metta al centro del suo interesse l' alunno e la sua primaria esigenza di crescita umana ed educativaâ?. Lo ha dichiarato il senatore del Pdl, Cosimo Latronico, intervenuto in aula nel dibattito sulla riforma Gelmini. â?? E' innegabile che la nostra scuola ha accumulato in questi anni ritardi significativi sui livelli di conoscenza e sulle competenze rispetto alle scuole di altri Paesi Europei. Per questo è¨ necessario un ripensamento dell' intero impianto scolastico. Naturalmente è¨ impensabile che grandi progetti di riforma possano essere realizzati senza il pieno coinvolgimento di Stato, Regioni, autonomie locali e soggetti educativi, in una nuova governance dell'istruzione - formazione ed in un quadro di più¹ appropriato ed efficace utilizzo delle risorse disponibili. I severi critici dell'impianto del progetto Gelmini non si sono dedicati abbastanza a valutare la portata di alcuni principi che la riforma tenta di introdurre. Il valore del maestro prevalente, per offrire un riferimento unitario dal punto di vista pedagogico agli alunni che non comporterà  nè¨ l' eliminazione dell' insegnamento della lingua, nè¨ quello dell' informatica. Con il maestro unico l' Italia occupava il terzo posto nella classifica Ocse, con l'introduzione dei moduli è¨ scesa all'ottavo posto ! Il nuovo assetto organizzativo consentirà  di aumentare il tempo pieno del 50% e assicurerà  particolare attenzione verso i docenti specializzati e di sostegno. Non pensiamo alla scuola solo come un capitolo di spesa del bilancio dello Stato. Crediamo invece che la qualità  e l' efficacia del sistema scolastico passino attraverso l'ottimizzazione delle risorse e la riduzione degli sprechi. Le famiglie italiane non si possono più¹ permettere che il 97% del bilancio della pubblica istruzione serva per pagare unicamente gli stipendi e che vi siano più¹ di 10.000 classi con meno di dieci alunni, anche in territori non particolarmente disagiati. Per questi motivi, è¨ necessario lavorare tutti insieme per una scuola che sappia premiare la qualità  dei suoi docenti, che sappia investire in innovazione e formazione, che sappia rispondere alla domanda educativa delle nostre comunità , che sappia contribuire alla ripresa sociale e produttiva della nostra terra contrastando l' attuale declinoâ?. (bas - 04).

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Università, linea dura di Berlusconi sulle occupazioni (sezione: Scuola)

( da "Gazzetta di Parma Online, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

"Siamo pronti a mandare la polizia negli Atenei. L'ordine deve essere garantito, lo Stato deve fare lo Stato". Dopo il segnale inquietante dei tafferugli a Milano, ieri è sceso in campo Silvio Berlusconi, che ha usato la stessa formula utilizzata contro i blocchi delle discariche in Campania per annunciare la linea dura contro le occupazioni studentesche, che dilagano in tutta la penisola, e coinvolgono anche professori e ricercatori. è muro contro muro tra i manifestanti e il governo. Ed è scontro durissimo con l'opposizione sulla riforma Gelmini, che secondo i sondaggi incontra pochi consensi. La piazza turba il premier, che non intende permettere altri blocchi. "L'occupazione di luoghi pubblici non è la dimostrazione dell'applicazione della libertà", ha tuonato il presidente del consiglio in una conferenza stampa a Palazzo Chigi, in cui parlando al fianco del ministro dell'Istruzione, ha puntato il dito contro i centri sociali e la sinistra. "Non è un fatto di democrazia, è una violenza nei confronti degli altri studenti che vogliono studiare". Di qui la decisione di convocare nel pomeriggio a Palazzo Grazioli il ministro dell'Interno Roberto Maroni per dargli istruzioni dettagliate sull'impiego delle forze dell'ordine. E per oggi al Viminale è previsto un vertice tecnico per valutare le misure da adottare per "garantire i diritti di tutti". La sfida di Berlusconi agli studenti, che contro la riforma Gelmini e i tagli ai fondi delle università da giorni portano avanti le proteste di piazza, non poteva essere più chiara. Il Cavaliere non farà marcia indietro. Non ritirerà il contestato decreto che porta la firma della titolare di Viale Trastevere ed è "sacrosanto". Non ascolterà l'appello di studenti, genitori e insegnanti. E tanto meno quello di Walter Veltroni, leader del Pd, che secondo lui soffia sul fuoco per riempire il Circo Massimo sabato prossimo. "La sinistra - ha spiegato Berlusconi - dice solo menzogne, fa un allarmismo inutile e soffia sulla protesta" attraverso i media, "che ormai hanno divorziato dalla realtà". La tv pubblica "alimenta l'ansia" e i giornali "hanno trascurato di raccontare la realtà". Il premier ha snocciolato poi punto per punto il decreto, contestando tutte le obiezioni dell'opposizione. Non ci saranno 86 mila insegnanti in meno; non verrà chiuso il tempo pieno, anzi "ci saranno 6000 classi in più". Non saranno chiuse molte scuole, "sarà solo razionalizzato il personale". Ed infine non è vero che con questo decreto si cerchi di favorire la scuola privata. "Stiamo cercando di far funzionare meglio la scuola pubblica - ha spiegato Berlusconi - che oggi è inefficiente e costosissima". Nessun cedimento dunque, da parte di un premier che è stato "uno studente modello". Governo e maggioranza andranno avanti, anche sulle classi ponte, a colpi di fiducia al Senato, dove il via libera definitivo al provvedimento è previsto per il 29 ottobre. Ieri il dibattito in Aula è proseguito in un clima di crescente tensione, innescata dalle minacce di Berlusconi di fare intervenire la polizia nelle scuole e negli atenei, ed è stata respinta la richiesta di Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd, di rinviare i lavori a lunedì prossimo per consentire alla Commissione Pubblica istruzione di concludere l'esame del testo. (Aga).

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Berlusconi smentisce Berlusconi Frida Roy, 23 ottobre 2008, 17:50 Forse ha ragione Epifani nell'affe... (sezione: Scuola)

( da "AprileOnline.info" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Berlusconi smentisce Berlusconi Frida Roy, 23 ottobre 2008, 17:50 Forse ha ragione Epifani nell'affermare che "ci voleva la Cina per far rinsavire il presidente del Consiglio", probabilmente l'ennesimo dietrofront del premier, che ha negato di aver mai chiesto l'intervento della polizia contro gli studenti, è dovuto ad un pressing interno al Pdl e dalla sopraggiunta consapevolezza che la protesta non si ferma davanti alle minacce. Dal Viminale si attendono le decisioni di Maroni e la Gelmini accetta di incontrare le rappresentanze studentesche Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi non ha detto né ha mai pensato di inviare la polizia contro gli occupanti di scuole e università. No, non è uno scherzo. E l'ennesima presa in giro a cui ci sottopone il presidente del Consiglio in perenne crisi d'identità. Stavolta, non pago della gravità delle dichiarazioni rilasciata appena ieri, il cavaliere ha deciso di compiere la solita inversione di marcia addirittura da Pechino, in una conferenza stampa trasmessa da Skay. "Io -ha affermato- non ho mai detto né pensato che la polizia debba entrare nelle scuole. Ho detto invece -ha aggiunto- che chi vuole è liberissimo di manifestare e protestare, ma non può imporre a chi non é della sua stessa idea di rinunciare al suo diritto essenziale". E poi la rivelazione: "Accade di frequente, anzi molto spesso - ha detto ancora Berlusconi - che io non riesca a riconoscermi nelle situazioni che ho vissuto da protagonista. Posso perciò parlare di un divorzio tra la realtà di quanto da me vissuto e la realtà che raccontano i giornali". A "divorziare dalla realtà" deve essere stato anche Palazzo Chigi che nella informazione sulla conferenza stampa tenuta da Berlusconi insieme alla ministra Gelmini, sul sito internet ufficiale scrive tra l'altro che "il presidente del Consiglio convocherà oggi (ieri,n.d.r.) il ministro dell'Interno Maroni per dargli indicazioni su come devono intervenire le forze dell'ordine perché l'ordine deve essere garantito. Occupare è una violenza contro le famiglie, contro le istituzioni e lo Stato che deve svolgere il suo ruolo garantendo il diritto degli studenti che vogliono studiare di entrare nelle classi e nelle scuole". Sempre da Pechino - testimone Skay - Berlusconi ha spiegato che sì, aveva parlato di interventi ma non di polizia ma di "opportune azioni di convincimento e ne ho in mente qualcuna molto spiritosa". Richiesto di spiegare di cosa si tratta il premier si è però limitato a un "non le dico, altrimenti farei i titoli". "Ci voleva la Cina per far rinsavire il presidente". Il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, commenta così il tentativo di chiarimento da parte del presidente del Consiglio mentre il Partito democratico in una nota diramata alle agenzie di stampa sottolinea come la carica di presidente del consiglio richieda "senso dello Stato, rispetto del dissenso e controllo della parola e di sé stessi". Berlusconi, prosegue la nota del Pd, "smentisce oggi parole pronunciate ieri davanti a decine di telecamere e ascoltate da tutti gli italiani". E non è certo una novità di cui meravigliarsi. "Dopo aver annunciato la chiusura dei mercati a causa della grave crisi finanziaria, smentito poi addirittura dalla Casa Bianca, dopo aver invitato ad acquistare azioni di specifiche società quotate, dopo aver detto che la crisi finanziaria non avrebbe avuto effetti sull'economia reale, smentendosi il giorno dopo, il presidente del Consiglio su un argomento così delicato - conclude il Pd - si comporta in maniera intollerabile per chi ha simili responsabilità evidentemente per lui sproporzionate". è chiaro che a costringere Berlusconi all'ennesimo passo indietro c'è lo zampino di An. Quello di Berlusconi "è un monito, ma penso non ci sarà mai un seguito. E ci starei male se ci fosse...", aveva detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa e anche il sindaco di Roma, già nei giorni passati, aveva difeso le prerogative degli studenti che vogliono manifestare. D'altra parte la protesta contro il decreto taglia fondi è di casa anche tra i giovani della destra. Se gli esponenti del PdL si mischiassero ai contestatori scoprirebbero che non ci sono solo ragazzi e ragazze "strumentalizzati" dalla sinistra, ma anche tanti docenti, tante famiglie, elettori anche del centro destra perché quella della scuola è una questione centrale. Così, quella di oggi, mentre la protesta di piazza si gonfia sempre di più, sul fronte politico si profila come una giornata dedicata alle dichiarazioni concilianti in attesa che il ministro dell'Interno Roberto Maroni, nella riunione convocata alle 17 al Viminale, decida quali misure effettivamente adottare a fronte delle occupazioni. Lo stesso ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, ha aperto al dialogo: "Convocherò da domani, una per una, tutte le associazioni degli studenti e dei genitori per aprire uno spazio di confronto. Ad una sola condizione: che si discuta sui fatti", ha detto intervenendo in aula al Senato. E proprio a palazzo Madama, con 122 favorevoli e 155 contrari, la maggioranza ha bocciato la richiesta, avanzata dal Partito democratico, di non passare all'esame degli articoli del decreto Gelmini. Per il Pd mancherebbe al provvedimento la copertura finanziaria, la richiesta è stata sostenuta dagli altri gruppi di opposizione. L'aula ha quindi avviato l'esame del provvedimento, sul quale stamattina si è conclusa la discussione generale. "Poche idee, molta arroganza: non credo sia questa la chiave", ha attaccato il ministro ombra dell'Economia del Pd, Pierluigi Bersani. "Rispettare la legalità è un dovere, protestare civilmente è un diritto. Vale per gli studenti, ma anche per il presidente del Consiglio", ha sottolineato il presidente vicario dei deputati Udc, Michele Vietti. Per l'Unione di Centro, ha aggiunto, "l'istruzione è una priorità. Ben vengano le riforme, ma non se si realizzano solo con i tagli".

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Berlusconi smentisce Berlusconi (sezione: Scuola)

( da "AprileOnline.info" del 23-10-2008)

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Frida Roy, 23 ottobre 2008, 17:50 Forse ha ragione Epifani nell'affermare che "ci voleva la Cina per far rinsavire il presidente del Consiglio", probabilmente l'ennesimo dietrofront del premier, che ha negato di aver mai chiesto l'intervento della polizia contro gli studenti, è dovuto ad un pressing interno al Pdl e dalla sopraggiunta consapevolezza che la protesta non si ferma davanti alle minacce. Dal Viminale si attendono le decisioni di Maroni e la Gelmini accetta di incontrare le rappresentanze studentesche Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi non ha detto né ha mai pensato di inviare la polizia contro gli occupanti di scuole e università. No, non è uno scherzo. E l'ennesima presa in giro a cui ci sottopone il presidente del Consiglio in perenne crisi d'identità. Stavolta, non pago della gravità delle dichiarazioni rilasciata appena ieri, il cavaliere ha deciso di compiere la solita inversione di marcia addirittura da Pechino, in una conferenza stampa trasmessa da Skay. "Io -ha affermato- non ho mai detto né pensato che la polizia debba entrare nelle scuole. Ho detto invece -ha aggiunto- che chi vuole è liberissimo di manifestare e protestare, ma non può imporre a chi non é della sua stessa idea di rinunciare al suo diritto essenziale". E poi la rivelazione: "Accade di frequente, anzi molto spesso - ha detto ancora Berlusconi - che io non riesca a riconoscermi nelle situazioni che ho vissuto da protagonista. Posso perciò parlare di un divorzio tra la realtà di quanto da me vissuto e la realtà che raccontano i giornali". A "divorziare dalla realtà" deve essere stato anche Palazzo Chigi che nella informazione sulla conferenza stampa tenuta da Berlusconi insieme alla ministra Gelmini, sul sito internet ufficiale scrive tra l'altro che "il presidente del Consiglio convocherà oggi (ieri,n.d.r.) il ministro dell'Interno Maroni per dargli indicazioni su come devono intervenire le forze dell'ordine perché l'ordine deve essere garantito. Occupare è una violenza contro le famiglie, contro le istituzioni e lo Stato che deve svolgere il suo ruolo garantendo il diritto degli studenti che vogliono studiare di entrare nelle classi e nelle scuole". Sempre da Pechino - testimone Skay - Berlusconi ha spiegato che sì, aveva parlato di interventi ma non di polizia ma di "opportune azioni di convincimento e ne ho in mente qualcuna molto spiritosa". Richiesto di spiegare di cosa si tratta il premier si è però limitato a un "non le dico, altrimenti farei i titoli". "Ci voleva la Cina per far rinsavire il presidente". Il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, commenta così il tentativo di chiarimento da parte del presidente del Consiglio mentre il Partito democratico in una nota diramata alle agenzie di stampa sottolinea come la carica di presidente del consiglio richieda "senso dello Stato, rispetto del dissenso e controllo della parola e di sé stessi". Berlusconi, prosegue la nota del Pd, "smentisce oggi parole pronunciate ieri davanti a decine di telecamere e ascoltate da tutti gli italiani". E non è certo una novità di cui meravigliarsi. "Dopo aver annunciato la chiusura dei mercati a causa della grave crisi finanziaria, smentito poi addirittura dalla Casa Bianca, dopo aver invitato ad acquistare azioni di specifiche società quotate, dopo aver detto che la crisi finanziaria non avrebbe avuto effetti sull'economia reale, smentendosi il giorno dopo, il presidente del Consiglio su un argomento così delicato - conclude il Pd - si comporta in maniera intollerabile per chi ha simili responsabilità evidentemente per lui sproporzionate". è chiaro che a costringere Berlusconi all'ennesimo passo indietro c'è lo zampino di An. Quello di Berlusconi "è un monito, ma penso non ci sarà mai un seguito. E ci starei male se ci fosse...", aveva detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa e anche il sindaco di Roma, già nei giorni passati, aveva difeso le prerogative degli studenti che vogliono manifestare. D'altra parte la protesta contro il decreto taglia fondi è di casa anche tra i giovani della destra. Se gli esponenti del PdL si mischiassero ai contestatori scoprirebbero che non ci sono solo ragazzi e ragazze "strumentalizzati" dalla sinistra, ma anche tanti docenti, tante famiglie, elettori anche del centro destra perché quella della scuola è una questione centrale. Così, quella di oggi, mentre la protesta di piazza si gonfia sempre di più, sul fronte politico si profila come una giornata dedicata alle dichiarazioni concilianti in attesa che il ministro dell'Interno Roberto Maroni, nella riunione convocata alle 17 al Viminale, decida quali misure effettivamente adottare a fronte delle occupazioni. Lo stesso ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, ha aperto al dialogo: "Convocherò da domani, una per una, tutte le associazioni degli studenti e dei genitori per aprire uno spazio di confronto. Ad una sola condizione: che si discuta sui fatti", ha detto intervenendo in aula al Senato. E proprio a palazzo Madama, con 122 favorevoli e 155 contrari, la maggioranza ha bocciato la richiesta, avanzata dal Partito democratico, di non passare all'esame degli articoli del decreto Gelmini. Per il Pd mancherebbe al provvedimento la copertura finanziaria, la richiesta è stata sostenuta dagli altri gruppi di opposizione. L'aula ha quindi avviato l'esame del provvedimento, sul quale stamattina si è conclusa la discussione generale. "Poche idee, molta arroganza: non credo sia questa la chiave", ha attaccato il ministro ombra dell'Economia del Pd, Pierluigi Bersani. "Rispettare la legalità è un dovere, protestare civilmente è un diritto. Vale per gli studenti, ma anche per il presidente del Consiglio", ha sottolineato il presidente vicario dei deputati Udc, Michele Vietti. Per l'Unione di Centro, ha aggiunto, "l'istruzione è una priorità. Ben vengano le riforme, ma non se si realizzano solo con i tagli".

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Studenti, ma non solo (sezione: Scuola)

( da "AprileOnline.info" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Stefano Olivieri*, 23 ottobre 2008, 11:05 Dibattito Il minimo che può accadere dopo l'incauta minaccia del premier agli studenti è che in piazza il 25 ottobre con il PD ci siano anche loro, dal momento che ad un piano globalmente eversivo non si può che rispondere che con una manifestazione di lotta dove padri, madri e figli siano gli uni accanto agli altri, con i loro diritti e i loro problemi. Mandi pure la polizia signor Berlusconi, e nel frattempo prepari le valigie Nel nostro paese le rivolte studentesche non sono certo una novità. Almeno da 40 anni, dal mitico 1968, gli studenti sono presenti nel dibattito politico sociale di un paese che cambia con la loro voglia di cambiare, di partecipare più attivamente al processo di cambiamento quando questo li riguarda da vicino, come è stato ad esempio nel caso della riforma Moratti e come avviene in questi giorni con il decreto della Gelmini. Rispetto al passato più lontano c'è però oggi una profonda anomalia: nella folla di manifestanti che vediamo sfilare per strada, nelle piazze e negli atenei non ci sono soltanto gli studenti, ma anche le loro famiglie e i loro stessi professori. E' questo un dato su cui andrebbe avviata una profonda riflessione da parte di un premier "piacione" come Berlusconi prima di parlare di polizia all'università, perché sarebbe contro una sommossa intergenerazionale che si andrebbero a schierare i poliziotti, con esiti che potrebbero sul serio destabilizzare il nostro già molto precario equilibrio democratico. Questi giovani, questi adolescenti e bambini del terzo millennio sono la nostra preziosa, insostituibile, unica risorsa. Invece di scontare l'ICI ai benestanti, invece di caricare sui cittadini i miliardi di debiti di Alitalia, invece di regalare soldi a banche e petrolieri, perché questo è il risultato reale della Robinhood tax di Tremonti: benzina ancora alle stelle col petrolio precipitato a settanta dollari al barile e banche italiane che fanno carne da macello dei diritti dei risparmiatori, tant'è che hanno perfino rifiutato l'aiuto di stato; invece di promettere (senza dare ancora) il bancomat dei poveri o lo straordinario detassato a chi rischia perfino di non vedersi pagare l'orario ordinario di lavoro, invece di raccontare questa montagna di balle agli italiani questo governo dei miracoli annunciati dovrebbe preoccuparsi di loro, degli studenti, della futura classe dirigente del nostro paese, a cui dovremmo consegnare il futuro migliore possibile invece di tagliare i fondi alla scuola. Berlusconi, quest'uomo ricco, potente quanto ignorante, ha ormai raggiunto da tempo l'età dei nonni. I nonni sono buoni, spesso anche troppo con i loro nipotini, sono indulgenti perché ricordano i tempi in cui andare a scuola era un privilegio da ricchi, quando solo i figli dei padroni si istruivano e tutti gli altri a bottega, a imparare il mestiere accanto al padre. Ebbene, quei tempi stanno tornando, e il piano eversivo di nonno Berlusconi, che sulle sue ginocchia tiene le veline, non i nipotini, è quello di attanagliare e affamare l'intera classe lavoratrice, e un piano così che non può che passare anche per la scuola. Una scuola povera di mezzi e di risorse, fatta di grembiulini e bacchettate sulle dita per i figli della gleba, che tanto non saranno altro che schiavi per tutta la vita, e dunque è meglio che restino ignoranti. E una scuola ricca e privata per gli eletti, perchè i ricchi i figli li mandano solo in collegio e anche se non studiano, se sono somari incalliti come il figlio di Bossi, un titolo di studio si tira fuori sempre alla CEPU e poi via, sul tapirulant del padre. Suoni pure le sue trombe signor Berlusconi, che noi dal paese reale, non quello del mulino bianco, suoneremo le nostre campane. Il minimo che può accadere dopo la sua incauta minaccia agli studenti è che in piazza il 25 ottobre con il PD ci siano anche loro, come del resto è giusto e naturale che sia, dal momento che ad un piano globalmente eversivo non si può che rispondere che con una manifestazione di lotta dove padri, madri e figli siano gli uni accanto agli altri, con i loro diritti e i loro problemi. Mandi pure la polizia signor Berlusconi, e nel frattempo prepari le valigie. *http://democraticoebasta.ilcannocchiale.it/.

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Muro contro muro tra Governo e studenti (sezione: Scuola)

( da "AprileOnline.info" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Perla Pugi, 23 ottobre 2008, 18:05 Mobilitazioni La risposta del mondo della scuola al duro attacco di Berlusconi, che ha minacciato l'intervento della polizia contro l'occupazione, non è tardata a farsi sentire. Forte e chiara. Manifestazioni in tutta Italia da parte degli studenti e degli insegnanti Le proteste sono iniziate già di buon'ora, stamattina (giovedì, ndr) in tutte le città italiane e le scuole occupate e autogestite aumentano a vista d'occhio. Alcuni cortei spontanei, a Roma, hanno bloccato i quartieri di Primavalle e San Giovanni. Gli studenti dei licei Pasteur, Cartesio, Gassman, Tacito, Einstein hanno sfilato a Primavalle mentre i ragazzi dei licei Russell, De Chirico e quelli dell'istituto magistrale Margherita Di Savoia hanno manifestato in piazza Re di Roma fino ad arrivare a San Giovanni, mandando il tilt il traffico in via Appia. Alessio Zaccardini e Gianluca Grasselli, entrambi al quinto anno del liceo scientifico G. Peano, dichiarano "Siamo contro i tagli ai fondi delle università pubbliche perché mettono a rischio il nostro futuro universitario". Le università pubbliche per sopravvivere dovranno aumentare le tasse e "noi studenti, non potendo sostenere i costi, saremo costretti ad abbandonare gli studi. Non ci sarà più un diritto all'istruzione per tutti. Inoltre con le fondazioni anche i campi di ricerca verranno pilotati da interessi economici di privati e verrà negata la libertà scientifica". I due liceali, tutt'altro che impreparati, ci tengono ad aggiungere che loro vogliono studiare e che la protesta, che sta coinvolgendo tutti gli studenti italiani, non è una mossa di gruppi nullafacenti ma una forma di ribellione di persone che vogliono con "un'occupazione non violenta" esprimere il proprio dissenso in modo pacifico e produttivo. Per questo motivo, nel liceo di Peano hanno deciso di continuare "il percorso di studio senza cessare la nostra protesta". In questa mobilitazione generale, arriva a sorpresa un comunicato dove Forza Nuova fa sapere che per una volta il Movimento studentesco e Lotta studentesca, l'associazione a cui è legata, "si stringono la mano per manifestare uniti contro la riforma Gelmini". Dopo la decisione del presidente Berlusconi di reprimere le proteste con la forza "Lotta Studentesca sarà in prima linea per combattere insieme agli studenti di sinistra per il futuro di noi giovani", conclude poi il comunicato, "Noi difenderemo con le unghie e con i denti la natura pubblica della scuola. Riteniamo, infatti, che in epoca di crisi economica gli investimenti debbano essere principalmente sui giovani". Nel frattempo anche le segreterie nazionali di Flc Cgil, Cisl Università, Cisl Fir e Uil Pa-Ur si stanno muovendo per avere una convocazione dal ministro Gelmini e discutere con lei di questa riforma che sta "minando seriamente il futuro istituzionale dell'Università, degli Enti di ricerca e delle strutture Afam". Se il ministro non acconsentirà all'incontro, avvertono, saranno attivate tutte le procedure per indire il 14 novembre lo sciopero generale dell'Università e degli Enti di ricerca. Tra le altre iniziative di mobilitazione, in programma due sit-in: il 28 ottobre di fronte al ministero dell'Agricoltura, il 5 novembre davanti al ministero dell'Istruzione. Tra cortei-funebri come quelli organizzati dagli universitari genovesi previsti per il pomeriggio, manifestazioni napoletane di circa 400 ragazzi di quattro istituti superiori, strade con il traffico paralizzato per ore come a Catanzaro Lido, proteste originali come quelle dei ragazzi triestini che hanno creato un muro di libri scolastici e degli studenti milanesi che hanno offerto materiale informativo e brioche all'ingresso della facoltà di scienze politiche, o episodi discutibili come quello che ha coinvolto, a loro malgrado, gli alunni del cosentino che durante l'occupazione scolastica si sono visti far visita dalla polizia, la Gelmini perde il controllo della situazione e, non sapendo più che pesci prendere, continua a scambiare pacifiche manifestazioni di protesta con "campagne terroristiche" che, secondo lei, diffondono "false informazioni destinate a svaporare quando il tempo ne farà giustizia, ma che avvelenano il clima con l'obiettivo di bloccare la riforma e di alimentare la piazza creando un clima di allarmismo totalmente ingiustificato". Il ministro dopo questa dichiarazione a caldo ha espresso l'intenzione di convocare domani (venerdì, ndr) "tutte le associazioni degli studenti per aprire uno spazio di confronto ad una sola condizione: che si discuta sui fatti". Il ministro dell'Interno, Maroni, ha confermato l'incontro al Viminale di oggi (giovedì, ndr) alle 17 per discutere sulla riforma scolastica. Sarà un incontro tecnico utile per capire "qual è la situazione e per decidere cosa fare". Davanti al costante appoggio dell'opposizione alle proteste studentesche, come quello dei consiglieri del Pd, Idv, Verdi Prc e Rifondazione comunista, che stamani (giovedì, ndr) si sono presentati nell'aula del Consiglio regionale del Veneto con lo striscione "Okkupazione no allo Stato di polizia", il ministro dell'Istruzione ha dichiarato che l'opposizione e Walter Veltroni, in particolar modo, hanno fatto della scuola un "terreno di scontro politico, quasi pregustando nuovi autunni caldi". La Gelmini ha, poi, auspicato che l'invito del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al confronto venga accolto da tutte le parti coinvolte. "Le occupazioni si fermeranno solo quando ritirerà il decreto 137", ha ribattuto invece Roberto Iovino, coordinatore nazionale dell'Unione degli Studenti. La Rete degli studenti medi conferma, invece, la propria disponibilità al dialogo, ma alla sola condizione che il ministro metta in discussione tutto l'impianto alla base dei provvedimenti e non solo parte di essi. Nel frattempo, il capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro, ha accolto gli studenti dei licei romani che stanno manifestando davanti a Palazzo Madama affermando: "Se siete convinti di quello che fate, fatelo perché fate bene a farlo". E, inoltre, ha raccontato loro che l'atmosfera in Aula è molto pesante "ai nostri emendamenti la maggioranza ha risposto che sono bugie e che le proteste di piazza sono strumentalizzate". Nel pomeriggio (giovedì, ndr), dalle 15 in poi, è previsto a Roma un corteo di studenti che partirà dall'università La Sapienza per poi fermarsi sotto il Senato dove ci sarà la discussione sul decreto Gelmini.

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Noi la crisi non la paghiamo (sezione: Scuola)

( da "AprileOnline.info" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

***, 23 ottobre 2008, 12:08 L'appello La realtà accademica chiede che venga ritirata la riforma Gelmini. Ecco il testo redatto dalle facoltà occupate de La Sapienza di Roma, che propone una giornata di mobilitazione per il 7/11 e un corteo nazionale nella capitale il 14 (in parallelo allo sciopero dell'università promosso dai confederali), mentre rilancia quello generale del 30 ottobre Alle facoltà in mobilitazione, alle studentesse e agli studenti, ai dottorandi, ai precari della ricerca "Noi la crisi non la paghiamo", è questo lo slogan con cui poche settimane fa abbiamo iniziato le mobilitazioni all'interno dell'università la Sapienza. Uno slogan semplice, ma nello stesso tempo diretto: la crisi globale del nostro tempo è stata prodotta dalla speculazione finanziaria e immobiliare, da un sistema senza regole né diritti, da manager e società senza scrupoli; questa crisi non può ricadere sulle spalle della formazione, dalla scuola all'università, della sanità, dei contribuenti in genere. Lo slogan è diventato famoso, correndo veloce di bocca in bocca, di città in città. Dagli studenti ai precari, dal mondo del lavoro a quello della ricerca, nessuno vuole pagare la crisi, nessuno vuole socializzare le perdite, laddove la ricchezza è stata per anni distribuita tra pochi, pochissimi. Ed è proprio il contagio che si è determinato in queste settimane, la moltiplicazione delle mobilitazioni nelle scuole, nelle università, nelle città, che deve aver suscitato molta paura. Si sa, il cane che ha paura morde, altrettanto la reazione del presidente del Consiglio Berlusconi non si è fatta attendere: "polizia per le università e le scuole occupate", "faremo fuori la violenza dal paese". Soltanto ieri Berlusconi aveva dichiarato di voler aumentare i sostegni economici alle banche e di voler fare dello stato e della spesa pubblica garanti in ultima istanza per i prestiti alle imprese: in una parola, tagli alla formazione, meno risorse per gli studenti, tagli alla sanità, ma soldi alle imprese, alle banche, ai privati. Ci chiediamo allora dove si trova la violenza: è violenta un'occupazione o piuttosto è violento un governo che impone la legge 133 e il decreto Gelmini, in barba a qualsiasi discussione parlamentare? E' violento il dissenso o chi intende soffocarlo con la polizia? E' violento che si mobilita in difesa dell'università e della scuola pubblica o chi intende dismetterle per favorire gli interessi economici di pochi? La violenza sta dalla parte del governo Berlusconi, dall'altra parte, nelle facoltà o nelle scuole occupate, c'è la gioia e l'indignazione di chi lotte per il proprio futuro, di chi non accetta di essere messo all'angolo o costretto al silenzio, di chi vuole essere libero. Ci è stato detto che sappiamo soltanto dire no, non abbiamo proposte. Niente di più falso: proprio le occupazioni e le assemblee di questi giorni stanno costruendo una nuova università, un'università fatta di conoscenza, ma anche si socialità, di sapere ma anche di informazione, di consapevolezza. Studiare è per noi fondamentale, proprio per questo riteniamo indispensabili le proteste: occupare per poter far vivere l'università pubblica, dissentire per poter continuare a studiare o fare ricerca. Molte cose nell'università e nelle scuole vanno cambiate, ma una cosa è certa, il cambiamento non passa per il de-finanziamento. Cambiare l'università significa aumentare le risorse, sostenere la ricerca, qualificare i processi formativi, garantire la mobilità (dallo studio alla ricerca, dalla ricerca alla docenza). Il de-finanziamento, invece, ha un solo scopo: trasformare le università in fondazioni private, decretare la fine dell'università pubblica. Il disegno è chiaro, anche gli strumenti: la legge 133 è stata approvata nel mese d'agosto, di fronte al dissenso di decine di migliaia di studenti si invoca l'intervento della polizia. Questo governo vuole distruggere la democrazia, attraverso la paura, attraverso il terrore. Ma oggi, dalla Sapienza in mobilitazione e dalle facoltà occupate diciamo che noi non abbiamo paura e di certo non torneremo indietro sui nostri passi. è nostra intenzione, piuttosto, far retrocedere il governo: non fermeremo le lotte fin quando la legge 133 e il decreto Gelmini non verranno ritirati! E questa volta andiamo fino in fondo, non vogliamo perdere, non vogliamo abbassare la testa di fronte a tanta arroganza. Per questo invitiamo tutte le facoltà in mobilitazione del paese a fare la stessa cosa: vogliono colpire le occupazioni e allora che altre mille facoltà occupino! In più, al seguito dello straordinario successo dello sciopero e delle manifestazioni del 17 ottobre, indetti dai sindacati di base, riteniamo giunto il momento di dare una risposta unitaria e coordinata nelle piazze delle nostre città. Proponiamo di dare vita a due scadenze nazionali: una giornata di mobilitazione per venerdì 7 novembre, con manifestazioni dislocate in tutte le città; una grande manifestazione nazionale del mondo della formazione, dall'università alla scuola, a Roma per venerdì 14 novembre, giornata in cui i sindacati confederali hanno decretato lo sciopero dell'università. Altrettanto riteniamo utile attraversare, con le nostre forme e i nostri contenuti, lo sciopero generale della scuola promosso dai sindacati confederali fissato per giovedì 30 ottobre. Quello che sta accadendo in questi giorni ci parla di una mobilitazione straordinaria, potente, ricca. Una nuova onda, un'onda anomala che non intende fermarsi e che piuttosto vuole vincere. Facciamo crescere l'onda, facciamo crescere la voglia di lottare. Ci vogliono idioti e rassegnati, ma noi siamo intelligenti e in movimento e la nostra onda andrà lontano! Dalle facoltà occupate della Sapienza di Roma, dall'ateneo in mobilitazione.

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Caro Cav., la stampa non prende ordini (sezione: Scuola)

( da "Riformista, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Chi legge questo giornale sa che non abbiamo mai ceduto alla demagogia nei confronti della riforma, pardon del decreto Gelmini. Molte delle misure che vi sono previste sono giuste, o necessitate dai conti pubblici, come ha giustamente ricordato il presidente della Repubblica nella lettera agli studenti che pubblichiamo qui affianco. Molti altri giornali hanno avuto un atteggiamento rigoroso e serio nei confronti di queste misure, e alcuni si sono esibiti nella solita prostrazione acritica nei confronti del governo. Poi ci sono stati giornali che hanno invece criticato con maggiore o minore asprezza quelle misure. Tutto ciò è nella fisiologia di una società aperta. Ma nelle sue dichiarazioni di ieri, che commentiamo per gli aspetti più gravi in prima pagina con la firma di Peppino Caldarola, ha aggiunto uno sgradevole richiamo ai giornali ad obbedire a regole diverse da quelle della società aperta. Ha addirittura detto che "saremmo indignati se i giornali non riportassero la conferenza stampa di oggi", e ha dato la colpa ai giornali e alla Rai di tanta mobilitazione contro la Gelmini. Questo atteggiamento non è solo stucchevole - ogni politico alle prese con un problema dà la colpa alla stampa - non è solo sgradevole - dare ordini alla stampa non è accettabile in una moderna democrazia - ma è soprattutto sciocco. Pensa davvero il Cavaliere che i giornali siano in grado di montare un casino di queste proporzioni? Che gli studenti leggano i giornali prima di decidere che cosa fare? Troppa grazia, signor mio. Il problema, caro presidente del Consiglio, sta nella realtà del paese, non nelle redazioni dei giornali. E lei che è un grande comunicatore dovrebbe saperlo, e comportarsi di conseguenza, con un po' più di rispetto nei confronti della libera informazione. 23/10/2008.

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<Solo due cattolici al governo Nel Pdl regna la massoneria> (sezione: Scuola)

( da "Riformista, Il" del 23-10-2008)

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Compleanno Il riformista festeggia sei anni: tra i suoi pubblicisti c'è il presidente emerito "Solo due cattolici al governo Nel Pdl regna la massoneria" Parla Cossiga. "Ho votato Pd ma oggi non so più che cos'è. Veltroni dura perché non sanno chi mettere al suo posto". E su Berlusconi: "L'unico a potergli succedere è Tremonti". L'errore di Letta il giorno del voto. di Fabrizio d'Esposito Francesco Cossiga ha ottant'anni e un piccone come simbolo esistenziale. Il Riformista festeggia oggi il suo sesto compleanno ed è munito di solo cannocchiale. Il gigante e il bambino. Presidente lei è giornalista? Sì, sono un pubblicista dell'ordine del Lazio e Molise. Mi consegnò il tesserino quel giornalista di Repubblica che rapirono... come si chiama? Mastrogiacomo. Sì, lui. Era il segretario dell'ordine. Io sono diventato giornalista grazie al Riformista. A dire il vero, presidente, non è facile ricostruire la sua carriera da pubblicista: lei usa pseudonimi a iosa. Quando ho iniziato con voi e Libero ho scelto Franco Mauri per il centrodestra e Mauro Franchi per il centrosinistra. Mauri è figlio di un maresciallo dei carabinieri che è riuscito a laurearsi in filosofia. Franchi è un mio allievo universitario. Poi c'è il teologo. Sì, Jansenius e anche altri che non ricordo. Io scrivo da quando avevo 15 anni. Il primo articolo lo feci per una rivista della mia città, Sassari. Un saggio sul realismo cinematografico sovietico di Eisenstein. Mi vergognavo di firmare col mio nome, usai Franco Mauri. Lei deve sapere che io mio chiamo Francesco Maurizio Cossiga. Perché si vergognava? Ero il più bravo a scuola in tutta Sassari. Non stava bene scrivere articoli. Il Riformista fa sei anni. Lei sa dove è nata l'idea di fare un giornale del genere? No. È stato qui, in questa casa. Eravamo nel salotto io, Polito e il suo editore di allora, Velardi. E sa pure chi ha inventato l'arancione? No. Ma l'intervista la sta facendo lei, presidente. Sono stato io. Suggerii questo colore perché era inusuale, non era mai stato adoperato da nessuno. Erano i tempi di Cofferati in piazza San Giovanni. Poi è finito a piazza Grande, nel centro di Bologna dove non si perde neanche un bambino. E adesso è in Liguria a fare il papà. Mi sembra tutto naturale. Naturale? Cofferati è diventato un legalitario assoluto dopo essere stato un leader rivoluzionario. E adesso in Genova si troverà bene. I liguri sono stati fedeli sudditi del Regno di Sardegna, hanno il senso dell'ordine. L'opposizione torna in piazza sabato prossimo. Anche sei anni fa era lo stesso. Sembra il gioco dell'oca. Questo paese diventerà una democrazia normale quando Berlusconi non sarà più accusato di essere il mandante degli omicidi di Cesare e Lincoln. Andrà al Quirinale? No. E poi oggi si è completamente innamorato della politica estera. Ma non deve esagerare. In che senso? Dare del tu a Putin e Bush non implica considerarli amici. Lei ha votato Pd. È ancora il suo partito? Per rispondere dovrei sapere che cos'è il Pd. Ma non lo so. Doveva essere un partito riformista anche a costo di non vincere le elezioni. Oggi invece ha rispolverato l'antiberlusconismo. Allora aveva ragione Prodi: che senso aveva rompere con la sinistra radicale? Poi c'è Di Pietro. Non si capisce che c'entrino i riformisti con lui. Di Pietro è un fascista. Appartiene alla grande famiglia dei fascisti italiani. Veltroni dura? Sì. Per un semplice motivo: non sanno chi mettere al posto suo. In verità, un leader ci sarebbe. Scommettiamo che è D'Alema. Sì è lui. Io ero in aula quando alla Camera Togliatti difese Giolitti da Salvemini. D'Alema è l'unico vero antigiustizialista del centrosinistra. In questo è il vero erede di Togliatti. Uno che ha frequentato le Frattocchie non avrebbe mai comprato una casa a New York. A proposito di successione: chi dopo Berlusconi? Nessuno. Non vedo nessuno. L'unico in grado sarebbe Tremonti, ma al sud si scatenerebbe la rivoluzione. Mi faccia però parlare ancora di D'Alema e della sua intelligenza. Ma non è una notizia. No, le devo raccontare una cosa. Prego. Riguarda le elezioni di quest'anno. Mancava un quarto d'ora alla chiusura delle urne e chiamai Gianni Letta. Era preoccupato. Mi disse: "Vinceremo con uno scarto minimo, tra l'uno e il due per cento. Al Senato sarà dura". Poi telefonai a D'Alema. Aveva già tutto chiaro: "Prenderemo una di quelle legnate che non dimenticheremo". Dopo sei mesi il governo ha un consenso alle stelle. Almeno così dicono i sondaggi. Da perfetto uomo di spettacolo, Berlusconi ha messo su una magnifica e grande compagnia di teatro, in cui mi colpisce soprattutto una cosa. Quale? Per la prima volta in questo paese ci sono solo due ministri cattolici di peso, Gelmini e Scajola. A che cosa vuole alludere? Per esempio, alla mole di voti che il centrodestra ha preso in posti come la Toscana. Massoneria? Sì. Nella maggioranza ci sono eminenti figure della massoneria. Ma di più non dico. 23/10/2008.

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Se gli studenti protestano Berlusconi chiama il 113 (sezione: Scuola)

( da "Riformista, Il" del 23-10-2008)

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REAZIONE. "Non permetteremo che vengano occupate scuole e università". Il premier annuncia l'uso delle forze dell'ordine. E attacca la sinistra: "Va in piazza senza fare proposte". di Alessandro De Angelis Berlusconi sceglie la linea dura sulla scuola: con la piazza, con l'opposizione, con i media. L'occasione è la conferenza stampa svoltasi ieri con a fianco il ministro Gelmini, bersaglio della protesta di questi giorni. Il premier non solo difende a spada tratta la riforma ma - a due giorni dalla manifestazione del Pd e a sette dallo sciopero generale sulla scuola - manda (a tutti) un messaggio forte e chiaro: "Non permetteremo - scandisce - che vengano occupate scuole e università. L'occupazione non è una dimostrazione di libertà o un fatto di democrazia, ma è violenza verso gli altri". E, per riportare l'ordine, annuncia il pugno di ferro: "Darò indicazioni al ministro Maroni su come intervenire attraverso le forze dell'ordine per evitare che possano accadere occupazioni di scuole e università". Ci va giù duro il premier che vuole chiudere la pratica prima della sua partenza per la Cina: "Il diritto allo studio va garantito dallo Stato. Chi non vuole manifestare deve poter studiare. E chi commetterà reati sarà punito". Berlusconi è convinto che la protesta non sia affatto spontanea, ma frutto dei "falsi messaggi" dei leader della sinistra che "sgambettano nelle tv". Alla stampa presenta anche un dossier per mascherare tutte le "bugie della sinistra": un fascicolo messo a punto dal ministero in cui ci sono tutti i numeri della riforma. Capitolo dopo capitolo Berlusconi snocciola le cifre del decreto. Sui tagli: "Non è vero che si ridurrà il tempo pieno". E ancora: "Non è vero che verranno licenziati 87 mila insegnanti". E così via, punto dopo punto. Poi il premier interviene sulle classi ponte per gli immigrati: "Ci accusano di esser razzisti. Non è così, stiamo applicando solo buonsenso". E sul maestro unico aggiunge: "Non ci sarà il maestro unico ma il maestro prevalente". Ma è verso l'opposizione che arriva l'affondo più duro: "Noi manifestammo contro la pressione fiscale del governo Prodi. La manifestazione del 25 ottobre è solo contro il governo e non ha proposte". Il gran finale è per la stampa: "Mandate i saluti - dice ai giornalisti presenti - ai vostri direttori e ditegli che saremmo molto indignati e preoccupati se la conferenza stampa di oggi non avesse seguito". Pensato da tempo e preparato nei minimi dettagli, l'affondo di Berlusconi mira a chiudere il dossier scuola nel più breve tempo possibile. Fosse stato per lui, avrebbe messo la fiducia al decreto anche al Senato, ma il voto sulla Consulta ha ristretto i tempi parlamentari: "È materialmente impossibile" gli ha fatto sapere Schifani. E ieri il premier ha premuto sull'acceleratore. Col duplice obiettivo: approvare il decreto nel più breve tempo possibile e far rientrare la protesta, anche con le cattive. Sui tempi è intervenuto anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. In una lettera di risposta a quella consegnatagli due giorni fa da studenti, ricercatori e dottorandi della Sapienza, Napolitano ha difeso il Parlamento: "Le politiche relative a qualsiasi campo dell'azione dello Stato - ha scritto Napolitano - vengono definite dal Parlamento, in seno al quale la maggioranza e l'opposizione sono chiamate al confronto tra le rispettive proposte". Ma Berlusconi vuole il braccio di ferro. Spiegano fonti di Palazzo Grazioli: "La riforma della scuola ha il sostegno dell'opinione pubblica ma le manifestazioni in larga parte organizzate dai centri sociali e dall'estrema sinistra rischiano di spostare l'attenzione. Basta una testa calda e si parla di scontri e non di scuola". Il premier si è andato convincendo di questo, analizzando l'informazione negli ultimi giorni: troppe aperture dei tg sulle manifestazioni. A cui si aggiungerebbe Veltroni che sul tema batte e non poco: insomma, un clima non buono. Spiega Giorgio Straguadagno, uno degli spin doctor del Cavaliere: "Il Pd continua ad avere una sua egemonia in Rai. È un fatto oggettivo, c'è una comune sensibilità. E visto che Veltroni ha scelto la scuola come centro della sua iniziativa l'effetto amplificazione è evidente". Di qui le maniere forti: "In un contesto non conflittuale - prosegue Straguadagno - si sarebbe fatto un appello alla responsabilità dell'opposizione. In questo Berlusconi ha scelto di ristabilire l'ordine e di chiedere all'opposizione di prendere le distanze dall'antagonismo". Nel vertice che si è svolto nel pomeriggio di ieri con Maroni il premier ha chiesto di verificare "aree sensibili e situazioni al limite" per predisporre le contromisure. Oggi riunione al Viminale per mettere a punto il piano law and order. 23/10/2008.

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Il Pd organizza la piazza La Cgil presta la macchina (sezione: Scuola)

( da "Riformista, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Chi lavora alla manifestazione di sabato Il Pd organizza la piazza La Cgil presta la macchina Tonia Mastrobuoni È il morettiano "mi si nota di più se vengo e mi metto in disparte" applicato alla manifestazione del Pd. La Cgil ci sarà, sabato prossimo al Circo Massimo, con l'intero stato maggiore da Guglielmo Epifani in giù. Ma, come da tradizione per le manifestazioni di partito soltanto "a titolo personale", come ha spiegato per sé il leader sindacale. Tanto che il numero uno della Cisl, Bonanni, ironizzava ieri che lui, invece, "non parteciperà", ma "a titolo collettivo". Dunque, il maggiore sindacato italiano sfilerà per le strade di Roma, sempre per dirla con Ecce Bombo, "di profilo, in controluce". Garantirà una presenza discreta, per non dare l'idea di voler mettere il cappello sulla manifestazione. Tuttavia, ai piani alti della confederazione in questi giorni una fetta della Cgil è "in prestito" al Pd per garantire una presenza massiccia all'appuntamento di sabato. Il sindacato sta lavorando per mobilitare insomma quel territorio dov'è radicata da un secolo. L'uomo chiave della manifestazione, è un geniaccio delle piazze come Achille Passoni, senatore del Pd ed ex segretario confederale della Cgil. L'uomo dei tre milioni di Cofferati al Circo Massimo del 2002, tanto per dare un'idea. Su sabato, Passoni è ottimista: "andrà molto bene", azzarda, senza fare cifre, ma fornendo qualche indizio. Arriveranno 25 treni speciali con 700-1000 persone, più una marea di pullman da quasi tutte le regioni. E c'è una richiesta tale che da ieri, sul sito del Pd, è apparso un invito a organizzarsi anche con le macchine, scambiando posti e passaggi per venire a Roma. "Il Circo Massimo non li conterrà tutti", su questo Passoni mette la mano sul fuoco. Nonostante lui neghi, qualche ex collega, qualche talentuoso funzionario dell'organizzazione della Cgil pare gli stia dando dunque una mano. Stefano Breccia, ad esempio. Ma ai piani alti del sindacato di Corso d'Italia si fa anche il nome di Enrico Panini, segretario generale della Flc-Cgil, numero uno della Cgil scuola. Profondo conoscitore, per ovvi motivi, delle piazze. Piene proprio in questi giorni di militanti che si oppongono alla riforma Gelmini e che potrebbero rinfoltire anche la manifestazione di sabato. "La nostra macchina si sta muovendo moltissimo sul territorio - racconta una fonte autorevole Cgil - perché il Pd non è ancora radicato. Certo, molti iscritti della Cgil sono simpatizzanti o iscritti del Pd. Ma nel partito l'autosufficienza sociale non c'è ancora. E dunque, siccome c'è convergenza anche sulla piattaforma, cerchiamo di dare un mano". Ma anche sulla piattaforma, il Pd nega: "La piattaforma è quella di Cgil, Cisl e Uil di novembre 2007, non della Cgil da sola", s'infuria un onorevole pd. Che sabato ci sarà ma, giura, "con i militanti del Pd, non della Cgil". Sai che differenza. 23/10/2008.

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Schifani bacchetta senatori Pdl "Basta pianisti, avete i numeri..." (sezione: Scuola)

( da "Repubblica.it" del 23-10-2008)

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ROMA - Alla fine, davanti ad una così palese violazione del regolamento da parte dei "pianisti" della Pdl, il presidente del Senato, Renato Schifani non si è trattenuto: "Insomma, vi è una differenza di voti non indifferente, vi invito a non attuare comportamenti non consoni a un parlamentare". Lo sfogo del presidente era tutto indirizzato verso i banchi di quella maggioranza da cui proviene. Una reprimenda di un comportamento, quello di chi vota per il collega parlamentare assente, che più volte è stata la centro delle polemiche. E oggi, resa ancor più significativa dalla disparità di numeri a favore del centrodestra in Aula. E così, davanti alle ripetute "votazioni multiple", dai banchi del Pd si sono levate voci di protesta. Al punto che, durante le votazioni agli emendamenti al decreto legge Gelmini, Schifani è stato costretto a intervenire. "Ci sono almeno 15 posti vuoti dove non c'è un senatore", attacca Giovanni Legnini del Pd rivolto al presidente. Che, seccato perché i pianisti sembrano non retrocedere, si rivolge ai banchi della maggioranza e dice: "Vi è una differenza di voti non indifferente, vi invito a non attuare comportamenti non consoni a un parlamentare". Quindi invita i commessi d'aula a effettuare controlli "rigorosissimi". (23 ottobre 2008.

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Scienze Politiche Cagliari: studenti occupano aula magna (sezione: Scuola)

( da "Sardegna oggi" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

La facoltà di Scienze Politiche del capoluogo sardo si mobilita contro la riforma Gelmini. Mercoledì sera al termine di un'assemblea con circa 500 partecipanti, gli studenti hanno occupato in modo permanente l'aula magna. "Mandare un forte segnale politico al Governo". Questo l'obiettivo dell'iniziativa frutto di un'idea condivisa anche da gran parte di docenti e ricercatori dell'università. Ma non ci sarà il blocco della didattica, in programma previste lezioni all'aperto e diverse azioni per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla "gravità" dell'azione di governo. -->CAGLIARI - Dopo Torino, Milano, Roma, Firenze e Napoli, ovvero le città dove la protesta si è fatta decisamente sentire già da settimane, da ieri anche la facoltà "politica" di Cagliari sembra essersi destata dal torpore ed aver intrapreso iniziative "concrete" sulla scia di quanto sta accadendo nel resto d'Italia. Durante un'assemblea straordinaria "contro la legge 133" convocata mercoledì sera, alla quale hanno partecipato "più di 500 persone tra studenti e docenti" sono state intavolate una serie di proposte di sensibilizzazione, nel tentativo di allargare il più possibile l'interesse e in questo modo il fronte della partecipazione. Il primo passo è stato quello di occuparne fisicamente una parte. "Aula magna di Scienze Politiche occupata" è la scritta che da diverse ore campeggia su uno striscione appeso all'ingresso della facoltà. "Questo gesto è stato deciso per due motivi ? spiega Danilo, uno tra gli studenti occupanti ? per prima cosa abbiamo voluto dare un forte segnale politico al governo affermando che siamo disposti a portare avanti la battaglia contro la legge 133; inoltre abbiamo scelto questo punto perché è strategicamente utile per poter organizzare la mobilitazione". Le intenzioni vogliono che rimanga aperta tutti i giorni per l'intera giornata "la notte verrà infatti garantito un servizio d'ordine degli studenti". Stamane alla "base operativa" al lavoro erano già in una ventina, alcuni intenti a scrivere comunicati stampa, altri nel preparare volantini e striscioni: la motivazione non sembra certo mancare loro "Siamo consci della gravità e del potenziale distruttivo che la legge del governo ha per l'università pubblica, per questo sull'esempio di tante realtà universitarie italiane abbiamo deciso di promuovere mobilitazione e protesta studentesca" si legge nel comunicato trasmesso agli organi d'informazione. Non sono nemmeno preoccupati dalle recenti dichiarazioni del Presidente del Consiglio che preannunciavano lo sgombero forzato degli atenei occupati "Sono solo parole di terrorismo mediatico ? afferma sicuro marco, rappresentante degli studenti ? Non crediamo sia così poco accorto da fare cose del genere, anche perché gli si ritorcerebbero contro". L'occupazione dell'aula magna non è tuttavia l'unico strumento di cui si avvalgono gli studenti: tra le scelte degli organizzatori ci sarebbe anche quella di tenere delle lezioni all'aperto, quale segnale simbolico, per mostrare al resto dei cittadini il malessere che gli universitari stanno vivendo in questo momento. Come detto una protesta generale appoggiata dalla maggioranza dei docenti dell'ateneo cagliaritano che in una "lettera ai genitori" degli studenti redatta lunedì 20 ottobre hanno manifestato la loro netta presa di posizione riguardo le scelte ministeriali "La nuova legge 133 e i provvedimenti collegati prevedono un taglio di ben 1500 milioni di euro per i prossimi 5 anni, la riduzione del turn-over al 20%, e cioè l'avvicendamento di 1:5 per il personale docente e tecnico-amministrativo, il mancato rinnovo di migliaia di contratti dei giovani ricercatori attivi presso gli Enti pubblici di ricerca. E' evidente la volontà politica di emarginare l'Università pubblica, di costringere le Facoltà ad innalzare severamente le tasse di iscrizione e di selezionare gli accessi degli studenti sulla base del loro reddito familiare. D'altra parte, la possibilità che la legge offre ai Rettori di trasformare le università in fondazioni private conferma questa volontà da parte del governo. Per questo riteniamo molto importante che il Magnifico Rettore indica al più presto una giornata di informazione, di discussione, di ferma protesta dell'Università di Cagliari. Nei prossimi giorni organizzeremo manifestazioni aperte alle famiglie e a tutte le forze sociali e sindacali". --> Andrea Deidda.

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PD/Rusconi: incostituzionale il ``decreto Gelmini`` (sezione: Scuola)

( da "Merateonline.it" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Voce_ai_partiti >> Partito Democratico 23 / 10 / 2008 PD/Rusconi: incostituzionale il ''decreto Gelmini'' Con la presente si trasmette testo dell'intervento del Sen. Rusconi, Capogruppo Pd, sull'incostituzionalità del cosiddetto 'decreto Gelmini' avvenuto nella seduta di ieri pomeriggio 22 ottobre. RUSCONI (PD) . Signor Presidente, signor Ministro, "I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto". è la nostra Carta costituzionale all'articolo 34, i cui valori fondanti sono fortemente indeboliti da questo decreto-legge anche in riferimento a quanto solennemente ribadito dall'articolo 3: "è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese". è evidente che numerose norme contenute nel decreto-legge n. 137, recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università, non rispondono ai requisiti di straordinaria necessità e urgenza di cui all'articolo 77 della Costituzione e al corrispondente articolo 15 della legge 23 agosto 1988, n. 400. Inoltre, certamente non corrispondenti ai requisiti di necessità e urgenza sono le disposizioni di cui all'articolo 1 finalizzate all'acquisizione nel primo e nel secondo ciclo di istruzione delle conoscenze e delle competenze relative a "Cittadinanza e Costituzione", senza peraltro che siano definite in modo esplicito le indicazioni del monte ore da dedicare alla nuova disciplina né la sua relativa valutazione, come richiesto in Commissione anche con i nostri emendamenti. Il tutto rientra in quanto già previsto sin dal 1958 dalle normative precedenti sull'educazione civica dell'allora ministro dell'istruzione Aldo Moro e ribadite dal decreto del Presidente della Repubblica n. 275, del 1999. Quale urgenza vi può essere, infatti, nello stabilire per decreto il valore di un voto in condotta, frettolosamente cambiato durante l' iter da sette a cinque, dal momento che nessun provvedimento l'aveva mai revocato? L'unica motivazione evidente era come tagliare 8 miliardi di euro alla scuola italiana, stante le dichiarazioni anche oggi in Commissione di Governo e maggioranza di poter discutere solo degli ordini del giorno. Lo strumento più semplice, attraverso la riduzione di 9 e 12 ore per classe nella scuola elementare, era il ritorno al maestro unico; poco importava che la nostra scuola primaria fosse l'unica promossa dai recenti dati dell'OCSE. Non si tratta di un provvedimento di urgenza, ma di fretta e la fretta si distingue dall'urgenza perché cerca di trovare subito la soluzione senza approfondimento, senza dialogo e senza confronto. è cattiva consigliera per la scuola italiana. Vi è, pertanto, un po' di confusione comunicativa perché da una parte il provvedimento è purtroppo esemplarmente chiaro negli effetti di riduzione dell'offerta formativa, ma le esternazioni e le lettere del Ministro sui media ribadiscono con chiarezza quotidiana che non si taglierà nelle piccole scuole di montagna, né si licenzierà alcun insegnante, né si limiterà il tempo pieno e il sostegno scolastico. Peccato che il Ministro debba smentire se stesso perché, sul documento del piano programmatico sul sito del Ministero da un mese e sul quaderno n. 36 presso la Commissione istruzione del Senato da 20 giorni, compaiono le destinazioni dei 130.000 posti tagliati, di cui almeno 54.000 insegnanti e 11.500 specialisti di lingua inglese nella scuola elementare. D'altra parte, che il provvedimento in questione invada le competenze delle Regioni rispetto al piano di riorganizzazione della rete scolastica, è evidente, con un giudizio unanime, dall'audizione degli assessori regionali all'istruzione e formazione professionale effettuata in Commissione Settima martedì 14 ottobre, cui il Ministro non ha assistito. Pertanto è conseguente il ricorso, già deliberato da numerose Regioni per la declaratoria di illegittimità dell'articolo 64 della legge n. 133 del 2008. Non si tratta dunque di difesa di una lobby (non si capirebbe però allora perché i dipendenti che attualmente occupano quei posti nella scuola italiana abbiano meno dignità di quelli, giustamente tutelati dal Governo, dell'Alitalia) ma sono le famiglie italiane, la gran parte delle famiglie italiane che avranno un'offerta scolastico-formativa estremamente ridotta, con la superficialità didattica con cui si ritiene che dal primo settembre 2009 tutti i docenti attualmente in ruolo sappiano insegnare inglese, famiglie già gravate, secondo l'ISTAT, nel mese di settembre, di un aumento dei costi scolastici del 4,3 per cento. In coerenza bisognerebbe almeno leggere i risultati della Commissione Attali in Francia con un grande investimento per scuola, università e ricerca dove "l'apprendimento dell'inglese e l'utilizzo di Internet devono essere avviati in maniera intensiva e specifica fin dal primo ciclo scolastico". Alla luce di quanto detto, queste misure pertanto introducono un minus nel godimento del dritto all'istruzione nella scuola primaria, favorendo così l'accentuarsi di situazioni di disuguaglianza in palese violazione di quanto disposto dall'articolo 3 della Costituzione, rinnegando il progetto di una scuola come opportunità di ascensore sociale, dove il bambino, secondo l'insegnamento di don Milani, diventa cittadino protagonista. Saranno così colpiti da questo provvedimento i territori più poveri, le famiglie più problematiche, aumenterà la dispersione scolastica nelle realtà più disagiate, in contrasto con gli obiettivi firmati a Lisbona. Presidenza della vice presidente MAURO (ore 17,15) (Segue RUSCONI). Mi ha molto colpito, nell'incontro con il regista Marco Tullio Giordana, che presentava il suo celebre film, "I cento passi", una sua importante precisazione: "non ho voluto e non ho fatto un film politico. Il papà di Peppino Impastato vorrebbe anch'egli ribellarsi alla violenza e ai soprusi della mafia ma non ha la sua cultura, la sua istruzione. Non ha potuto proseguire gli studi. Non basterà la politica contro la mafia, c'è bisogno", dice Marco Tullio Giordana, "di tanta cultura e di tanta scuola di qualità". Siamo sicuri, con questo provvedimento, di rispondere con coerenza non solo ai principi della Costituzione ma alle esigenze di tante famiglie italiane, forse le più deboli, certo le più sole? Su questo vi chiediamo di riflettere grazie (Applausi dai Gruppi PD e IdV e del senatore D'Alia). Articoli Correlati: (c)www.merateonline.it Il primo giornale digitale della provincia di Lecco Scritto il 23/10/2008 alle 17.30.

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Eversivo (sezione: Scuola)

( da "Articolo21.com" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Di Gaetano Alessi “Schiererò la polizia contro i manifestanti. L'ordine sarà garantito”. I manganelli contro la protesta, così parlò Berlusconi. Eversivo. Non esiste nessun'altra parola per quell'uomo se non “eversivo”. Le forze dell'ordine contro mamme, bambini e ragazzi che difendono il loro diritto al futuro. Padri in divisa contro figli, mogli e fratelli. Questo vuole il premier e non è una novità in Italia. Un clima identico fu creato anni fa ed i protagonisti, al Governo, erano gli stessi. Furono i giorni di Genova, le cui ferite portiamo ancora in dote. In un momento in cui la pochezza politica dell'esecutivo si manifesta in tutta la sua atroce volgarità Berlusconi tenta la carta della “provocazione”. Sfruttando la sua potenza medianica, aizza il fuoco. Spera che qualche sprovveduto abbocchi, permettendogli di scatenare la cultura fascistoide del suo esecutivo.Il premier è alla ricerca di un utile idiota che lo ripeschi dalla buca in cui è caduto. Non è detto che non trovandolo, non finisca col costruirselo da solo. Questo è il rischio più grande per un movimento, quello contro la 133, che ha riunificato l'Italia. Da Trento a Palermo. Studenti medi, universitari, rettori, ricercatori, docenti, personale Ata, camminano fianco a fianco.Nuove Anabasi partigiane con un unico obiettivo: affermare che il “sapere” è di tutti, senza “ponti” né grembiulini. La gente scesa in piazza a Palermo non si vedeva dai tempi della Pantera. I movimenti schierati a Bologna, nonostante la netta opposizione d'Azione Giovani (ubi major) e l'assordante silenzio di Sinistra Universitaria, continuano a riempire le piazze di colori e passioni. Gli atenei di Firenze, Pisa, Roma, Parma fremono sotto lo stimolo di professori che sembrano aver ritrovato le ragioni del loro essere “educatori” e non meri velinisti di nozioni. Si ha la sensazione che la scuola italiana non abbia mai educato alla democrazia i suoi studenti come ora. E la Gelmini? Rischia seriamente di finire in un delizioso “gioco delle parti”. Con Berlusconi furente per averlo esposto, come dice Nichi Vendola, alla prima vera ondata d'opposizione, e con la parte democratica del paese a renderle omaggio per aver (involontariamente) restituito all'Italia una generazione che sembrava perduta. In democrazia il dissenso non è reato e ad un provvedimento errato è sacrosanto opporsi. Se il mondo della scuola saprà tenere ferma la barra di una protesta democratica, evitando la trappola del Premier, il tessuto sociale italiano non potrà che giovarsene. Questa, in ogni caso, sarà la vittoria più bella. http://gaetanoalessi.blogspot.com/.

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Leggi l'articolo (sezione: Scuola)

( da "Quotidiano.it, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Valtesino e San Savino rischiano la chiusura Ripatransone | Anche le piccole scuole dell'infanzia delle piccole frazioni di Ripatransone rischiano di dover chiudere per far fronte al nuovo decredo "Gelmini". Il sindaco D'Erasmo convoca genitori e docenti. (foto d'archivio) Il Sindaco Paolo D'Erasmo ha fissato un incontro presso la Sala di rappresentanza del Comune per domani, venerdì 24 ottobre 2008, alle ore 21.00 alla presenza degli Amministratori comunali, del Dirigente Scolastico dell' I.S.C. di Ripatransone, del personale Docente e i genitori degli allievi della scuola per l'infanzia Valtesino e San Savino, per valutare un'azione congiunta volta ad evitare la chiusura dei plessi scolastici con meno di 50 alunni (Val Tesino e San Savino) attualmente stabilita dal nuovo testo normativo "Gelmini" relativo al dimensionamento ed alla razionalizzazione dei plessi scolastici. Inoltre il Sindaco D'Erasmo, anche a nome di una delegazione dei Sindaci del Piceno, ha chiesto un incontro con il Prefetto di Ascoli Piceno per poter discutere sulla problematica inerente il rischio della chiusura di tante scuole della Provincia. 23/10/2008.

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Braccio di ferro sulla scuola. Lucciarini: "reagiamo con forza ai tagli" (sezione: Scuola)

( da "Quotidiano.it, Il" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Offida | L'assessore del comune di Offda interviene sulla scottante attualità: "il governo Berlusconi decide di smantellare la direzione dell'ISC di Offida. reagiamo con forza invece di fare speculazione politica sulla pelle dei cittadini." Valerio Lucciarini Dall'assessore del comune di Offida Valerio Lucciarini riceviamo e pubblichiamo quanto segue: "In un momento drammatico come quello che il mondo della scuola sta attraversando nel nostro Paese e, a cascata nel nostro territorio, il modo migliore per reagire è quello di sostenere le istituzioni (regione, provincia, comuni, sindacati) che intendono resistere ad un'azione tesa a smantellare la scuola pubblica, attivando ogni forma di protesta possibile contro il governo nazionale. E' inutile ed offensivo per i cittadini offidani cercare di confondere, alterare ed indirizzare argomentazioni in senso opposto a quello dettato dall'oggettiva realtà proponendo pubbliche riflessioni che mirano a strumentalizzare, per fini propagandistici/elettorali (che a nulla portano se non ad indebolire chi oggi ha potere politico "contrattuale"), situazioni e responsabilità che trovano sede soltanto nelle misure decretate da un governo che, invece, ha come unico obiettivo quello di tagliare la spesa pubblica riducendo i servizi fondamentali, partendo proprio dalla scuola. Stando al decreto Gelmini anche la direzione dell'Istituto Scolastico Comprensivo di Offida andrebbe smantellata per fare "cassa". L'amministrazione comunale, attraverso il Sindaco D'Angelo, si è attivata sin da subito, con altri comuni del territorio e con le istituzioni sovracomunali competenti, al fine di resistere e reagire ad un'iniziativa che mette a repentaglio il mantenimento della nostra direzione scolastica. Un'azione che si ritrova nel sostegno incondizionato alla Regione Marche disposta a farsi commissariale, insieme ad altre regioni, non accettando il ridimensionamento scolastico imposto dal Governo nazionale inoltrando ricorso alla Consulta. Ritengo, però, che qualunque sia la conclusione di questa vicenda che ci tocca da vicino, sia giusto e necessario promuovere una manifestazione pubblica in Offida, contro le misure adottate, con decreto d'urgenza, dal governo; misure che non guardano alla conformazione dei territori, alle proprie necessità; misure che non si pongono di proteggere ed ulteriormente rilanciare quel settore che più di altri garantisce il futuro di un Paese come è quello scolastico. Rispetto a tale inesorabile quadro c'è chi non trova di meglio che alterare la realtà cercando di delegittimare le istituzioni di cui si è rappresentanti e da cui si è rappresentati. Non si possono giustificare tali atteggiamenti per soli fini politici perché occorre avere la capacità di capire quando è il momento di innescare polemiche e quando, invece, è il momento che una comunità si unisca sostenendo le proprie istituzioni in modo propositivo prendendo una sola e praticabile direzione. E' paradossale, quindi, puntare il dito sull'amministrazione comunale di Offida, vittima insieme a tutta la cittadinanza, di una normativa decretata da quel governo di cui si tesse le lodi e da cui si è politicamente rappresentati perche, appunto, ad appannaggio dello stesso partito di chi oggi si erge a giudice "fazioso" non riuscendo a capire che si corre il serio rischio di complicare il lavoro di chi sta cercando in tutte le sedi ed in tutte le maniere possibili di garantire la stabilità del percorso educativo scolastico dei nostri figli. Non è giusto giocare sulla pelle dei cittadini per soli fini propagandistici e noi ci opporremo, da qui in avanti, con la proposta e l'attività quotidiana ma anche con la protesta, a questa modalità ormai vecchia e opportunistica che non porta da nessuna parte e che ha oramai stancato i cittadini che, come unica cosa, ci chiedono di rispondere con soluzioni adeguate alle proprie esigenze. Nient'altro. Certamente si comprende la difficoltà e l'imbarazzo di chi non può, come sarebbe giusto fare, (sempre per la solita concezione dell'appartenenza politica) criticare il "proprio" governo difendendo la linea della "propria" compagine politica e quindi cerca di mettere le mani avanti per non sbattere la faccia, ma non ci si può permettere di intraprendere queste modalità strumentali mettendo a repentaglio il futuro della nostra cittadina. Noi questo non lo permetteremo ne oggi, né domani, né mai". 23/10/2008.

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Petzner, il successore di Haider rivela: "Joerg era l'uomo della mia vita" (sezione: Scuola)

( da "Quotidiano.net" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Nemmeno due settimane dopo la sua morte, il 27enne Stefan Petzner, prima suo portavoce e consigliere, ora suo successore alla guida del partito Bzoe, ha ammesso in un’intervista radiofonica di aver avuto con lui una “relazione speciale"

" /> Leggi il giornale Nome utente: Password: Prova GRATUITA Esteri SPORT TV FOTO E VIDEO MOTORI BLOG SERVIZI LAVORO ANNUNCI Cronaca Stop al bullismo Politica Esteri Libri Arte Musica Spettacolo Gossip Pazzo Mondo Salute Tecnologia Meteo Scommesse Casa AUSTRIA Petzner, il successore di Haider rivela: "Joerg era l'uomo della mia vita" Nemmeno due settimane dopo la sua morte, il 27enne Stefan Petzner, prima suo portavoce e consigliere, ora suo successore alla guida del partito Bzoe, ha ammesso in un'intervista radiofonica di aver avuto con lui una “relazione speciale" KLAGENFURT, 23 OTTOBRE 2008- Nemmeno due settimane dopo la morte di Haider, il 27enne Stefan Petzner, prima suo portavoce e consigliere, ora suo successore alla guida del partito Bzoe, ha ammesso in un'intervista radiofonica di aver avuto con lui una ”relazione speciale”. Dopo aver raccontato di aver provato per Haider una “attrazione magnetica” nel momento stesso in cui lo incontrò cinque anni fa, Petzner è andato oltre confessando: “Avevamo una relazione che andava oltre l'amicizia. Joerg e io eravamo legati da qualcosa di davvero speciale. Era l'uomo della mia vita”. Secondo Petzner, la moglie del defunto leader dell'estrema destra austriaca, Claudia, non si era opposta alla relazione: ”Lei lo amava come una donna. Lui la amava come un uomo. Io lo amavo in un modo completamente differente e personale. Lei comprendeva tutto ciò”. Anche la sorella di Petzner aggiunge del suo a quella che per l'opinione pubblica austriaca è divenuta una telenovela. Alla rivista tedesca “Madonna”, Christiane rivela: “Stefan trascorreva tre quarti del suo tempo con Joerg. Anche nei fine settimana e durante le ferie. Talvolta Claudia era gelosa di lui, perché Stefan passava più tempo con il suo uomo di quanto facesse lei”. La carriera e la morte del leader della destra austriaca Segnala ad un amico Tuo nome: Tua email: Nome amico: Email amico: Testo dell'email: Invia una copia anche al tuo indirizzo di posta Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro Cerca su Quotidiano.Net nel Web Più commentati Commenti Sondaggi Berlusconi: "Polizia nelle università" Veltroni: "Il premier soffia sul fuoco" (111 commenti) Scuola, sciopero e proteste in piazza Il ministero: "Adesione al 4,5%" (76 commenti) "Via la patente ai condannati per droga E se minori non potranno prenderla" (65 commenti) Lettera aperta del ministro Gelmini: "Non ci sono soldi, finita un'epoca" (65 commenti) Bloccate le vie d'accesso al Senato Berlusconi: "Polizia nelle scuole? Mai detto né pensato" (50 commenti) "Le classi separate? 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Mai detto né pensato" Gay in politica: è vero che sono discriminati?Polizia per fermare le occupazioni nelle scuole, sei d'accordo?Beckham la Milan, un buon acquisto?Cure palliative a base di oppio contro il dolore: sei d'accordo?Togliere la patente a chi è condannato in via definitiva per droga: sei d'accordo?Pacchetto clima, giusta o sbagliata la richiesta dell'Italia alla Ue di tempi di applicazione più lunghi?Gli italiani sono ancora un popolo di superstiziosi?Accettabile assumere farmaci per migliorare le proprie prestazioni sportive?Serve una legge per regolamentare gli scioperi dei trasporti?Riduzione dei permessi sindacali, sei d'accordo?Classi separate per gli stranieri, sei d'accordo?Navigare sul web affina la mente: è vero?Chi vorresti vedere nei panni di James Bond?I provvedimenti presi sono sufficienti per contrastare la crisi finanziaria?Hai fiducia nel governo Berlusconi? La foto del giorno Un super reggiseno Adriana Lima indossa il “Black diamond miracle bra”, il reggiseno più caro della storia creato da Victoria's Secret. L'indumento costa 4 milioni di euro ed è composto da 3.900 pietre preziose, migliaia di minuscoli diamanti neri, 117 diamanti da un carato ciascuno e 34 rubini. La sua peculiarità sono le due grosse (e rarissime) lacrime di diamante nero da 100 carati RICERCA ANNUNCI Archivio Notizie Anno: 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Ricerca libera: pubblicità contattaci guadagna con Quotidiano.net fai di Quotidiano.net la tua Homepage aggiungi ai preferiti le news sul tuo pc rss archivio HOME - Copyright © 2008 MONRIF NET S.r.l. P.Iva 12741650159, a company of MONRIF GROUP - Informativa al trattamento dei dati personali - Powered by Softec.

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Giorgia ritorna con un triplo cd e un brano scritto a quattro mani (sezione: Scuola)

( da "Quotidiano.net" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Il nuovo lavoro della cantante, 'Spirito Libero, viaggi di voce 1992 - 2008' uscirà il 21 novembre. Il singolo 'Per fare a meno di te', scritto da Fabrizio Campanelli insieme all'artista, sarà il tema della colonna sonora della nuova pellicola di Lucini

" /> Leggi il giornale Nome utente: Password: Prova GRATUITA Musica SPORT TV FOTO E VIDEO MOTORI BLOG SERVIZI LAVORO ANNUNCI Cronaca Stop al bullismo Politica Esteri Libri Arte Musica Spettacolo Gossip Pazzo Mondo Salute Tecnologia Meteo Scommesse Casa UN GRANDE TALENTO ITALIANO Giorgia ritorna con un triplo cd e un brano scritto a quattro mani Il nuovo lavoro della cantante, 'Spirito Libero, viaggi di voce 1992 - 2008' uscirà il 21 novembre. Il singolo 'Per fare a meno di te', scritto da Fabrizio Campanelli insieme all'artista, sarà il tema della colonna sonora della nuova pellicola di Lucini Segnala ad un amico Tuo nome: Tua email: Nome amico: Email amico: Testo dell'email: Invia una copia anche al tuo indirizzo di posta Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro Cerca su Quotidiano.Net nel Web Più commentati Commenti Sondaggi Berlusconi: "Polizia nelle università" Veltroni: "Il premier soffia sul fuoco" (111 commenti) Scuola, sciopero e proteste in piazza Il ministero: "Adesione al 4,5%" (76 commenti) "Via la patente ai condannati per droga E se minori non potranno prenderla" (65 commenti) Lettera aperta del ministro Gelmini: "Non ci sono soldi, finita un'epoca" (65 commenti) Bloccate le vie d'accesso al Senato Berlusconi: "Polizia nelle scuole? Mai detto né pensato" (50 commenti) "Le classi separate? Non ci saranno Solo corsi di lingua il pomeriggio" (46 commenti) Raccontateci il 'vostro' sci e andrete gratis a Skipass (46 commenti) Multa record a senzatetto Oltre 700 euro per aver steso i cartoni (36 commenti) 19:15:50 - Il Master se lo meritano Del Potro e Simon. Uno ha vinto tantissimo nella seconda metà del 2008, l'a[...] Corsa a Shanghai: in 13 per 3 posti19:07:30 - ...(continua)...Ora sarebbe utile, l'insegnamento degli "Onesti"; trarne le dovute conseguenze e, f[...] Bloccate le vie d'accesso al Senato Berlusconi: "Polizia nelle scuole? Mai detto né pensato"19:05:49 - La storia della scuola, nella Repubblica Italiana, è stata, da sempre, molto travagliata. "La bufera[...] Bloccate le vie d'accesso al Senato Berlusconi: "Polizia nelle scuole? Mai detto né pensato"18:58:11 - @Elisa e Siglomane. E su cosa volete basare la forza di un giocatore, se non sui risultati? Sulla si[...] Flavia: Vinco perchè ho fiducia18:54:25 - jiovanotti è meglio che tace: faceva il militare nella caserma davanti alla mia nel 1988, ricordo an[...] Bloccate le vie d'accesso al Senato Berlusconi: "Polizia nelle scuole? Mai detto né pensato"18:50:48 - e' bello vedere che non tutti i ragazzi hanno il cervello atrofizzato e che hanno ancora il coraggio[...] Bloccate le vie d'accesso al Senato Berlusconi: "Polizia nelle scuole? Mai detto né pensato"18:49:23 - era ora che si mettesse mano all'ignorantificio.....[...] Bloccate le vie d'accesso al Senato Berlusconi: "Polizia nelle scuole? Mai detto né pensato" Gay in politica: è vero che sono discriminati?Polizia per fermare le occupazioni nelle scuole, sei d'accordo?Beckham la Milan, un buon acquisto?Cure palliative a base di oppio contro il dolore: sei d'accordo?Togliere la patente a chi è condannato in via definitiva per droga: sei d'accordo?Pacchetto clima, giusta o sbagliata la richiesta dell'Italia alla Ue di tempi di applicazione più lunghi?Gli italiani sono ancora un popolo di superstiziosi?Accettabile assumere farmaci per migliorare le proprie prestazioni sportive?Serve una legge per regolamentare gli scioperi dei trasporti?Riduzione dei permessi sindacali, sei d'accordo?Classi separate per gli stranieri, sei d'accordo?Navigare sul web affina la mente: è vero?Chi vorresti vedere nei panni di James Bond?I provvedimenti presi sono sufficienti per contrastare la crisi finanziaria?Hai fiducia nel governo Berlusconi? La foto del giorno Un super reggiseno Adriana Lima indossa il “Black diamond miracle bra”, il reggiseno più caro della storia creato da Victoria's Secret. L'indumento costa 4 milioni di euro ed è composto da 3.900 pietre preziose, migliaia di minuscoli diamanti neri, 117 diamanti da un carato ciascuno e 34 rubini. La sua peculiarità sono le due grosse (e rarissime) lacrime di diamante nero da 100 carati RICERCA ANNUNCI Archivio Notizie Anno: 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Ricerca libera: pubblicità contattaci guadagna con Quotidiano.net fai di Quotidiano.net la tua Homepage aggiungi ai preferiti le news sul tuo pc rss archivio HOME - Copyright © 2008 MONRIF NET S.r.l. P.Iva 12741650159, a company of MONRIF GROUP - Informativa al trattamento dei dati personali - Powered by Softec /div>.

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DI PIAZZA IN PIAZZA (sezione: Scuola)

( da "Stampa, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Federico Geremicca DI PIAZZA IN PIAZZA S i possono avere le più diverse opinioni critiche, naturalmente, sulla manifestazione nazionale che il Partito democratico ha messo in cantiere per sabato a Roma. Intanto, andrebbe annotato come il suo profilo sia cambiato nelle ultime settimane, e come sia diventata soprattutto la protesta della scuola - che agita le piazze, già collegandole idealmente ai cortei di sabato - la spina dorsale di una iniziativa che era stata lanciata su temi assai diversi. Si può giudicarla comunque inopportuna, considerati i venti di crisi che soffiano sul Paese; o immaginare che serva più al Pd, impegnato a serrare le file, piuttosto che all'Italia; o ipotizzare, addirittura, che rischi di diventare un pericoloso boomerang per Walter Veltroni, che tanto ci ha investito. Su una cosa, al contrario, si dovrebbe esser tutti d'accordo: che la manifestazione di sabato sia pacifica e che possa svolgersi con tranquillità e senza incidenti. Ma se questo è l'auspicio che dovrebbe accomunare maggioranza e "opposizione responsabile", allora non si può non rilevare come le dichiarazioni rilasciate ieri dal presidente del Consiglio - intorno all'intenzione di far intervenire la polizia nelle università e nelle scuole occupate - non rappresentino certo una iniezione di pacatezza e di serenità. Infatti, che sia stato o no voluto, il risultato prodotto dall'annuncio di Berlusconi è stato quello di saldare idealmente in un unico fronte i vari movimenti di protesta - a partire da quello studentesco - che inevitabilmente cominciano ad agitare un Paese sull'orlo della recessione. E non a caso, da più parti si è così levata la richiesta che i cortei annunciati per sabato a Roma vengano ora aperti "a tutte le forze antiberlusconiane della società civile" (Flores d'Arcais, direttore di MicroMega): con il risultato, se questo avvenisse, di mutare il senso dell'iniziativa del Pd, trasformandola in una riedizione di qualcosa che questo Paese ha già conosciuto (l'antiberlusconismo pregiudiziale e viscerale), che il centrosinistra ha già pagato e per la quale Silvio Berlusconi incassa da anni lauti dividendi politici. Non sappiamo, appunto, se è con questa intenzione (schiacciare l'opposizione del Pd su posizioni radicali) che il presidente del Consiglio ha voluto alzare la tensione e i toni della polemica, prima di partire alla volta della Cina. È un fatto, però, che la via tracciata non pare certo fatta per convincere studenti, insegnanti e genitori che la riforma voluta dal ministro Gelmini e approvata ieri per decreto (il ventitreesimo in cinque mesi) e con voto di fiducia (il settimo dall'insediamento del governo) sia la ricetta giusta per risistemare almeno un po' la scuola italiana. Del resto, da almeno trent'anni non c'è esecutivo - compresi i precedenti governi del Cavaliere - che non si sia puntualmente ritrovato, ad ogni autunno, a dover fare i conti con i disagi e le proteste del mondo universitario e studentesco: ma non si ricorda, a memoria, che la risposta a cortei e occupazioni sia stata l'irruzione di poliziotti in assetto antisommossa in scuole e atenei. Può darsi che in passato si sia esagerato col lassismo. Ed è fuor di dubbio che vada garantito a studenti e insegnanti il diritto a frequentare scuole e università, checché ne dicano assemblee autogestite e comitati di base. Ma passare da un eccesso all'altro non è mai una buona ricetta. Anche perché si creano precedenti potenzialmente pericolosi. "Che accadrà se e quando a protestare saranno gli operai delle fabbriche in crisi? - ha chiesto ieri Veltroni -. Si manderà la polizia anche lì?". Un ripensamento - e l'approdo ad una linea di maggior equilibrio - è dunque auspicabile, perché anche il decisionismo e il polso fermo hanno un confine che è rischioso oltrepassare. Va bene l'euforia e il senso di sicurezza che arrivano dai sondaggi; ed è certo comprensibile l'ebbrezza da "decisione rapida" prodotta dal legiferare per decreto e con voti di fiducia (efficienza e decisioni veloci continuano ad esser assai apprezzate dai cittadini). Ma una cosa è mandare più poliziotti a Caserta e l'esercito davanti alle discariche napoletane, e altra è "militarizzare" scuole e università. Si convinca, il premier, che quella via - oltre ad esser sbagliata - non gli porterà il consenso non solo degli studenti, ma probabilmente nemmeno quello di docenti e genitori. Senza contare il rischio, naturalmente, di trasformare la manifestazione di sabato in un evento ad alta tensione ed esposto ad ogni provocazione.

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Burlando: "Ecco che cosa farò per Cosseria" (sezione: Scuola)

( da "Stampa, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

La storia 100 mila euro destinati al museo della bicicletta e sostegno alla scuola LUCIA BARLOCCO Burlando: "Ecco che cosa farò per Cosseria" COSSERIA Una visita a sorpresa che ha portato con sè non poche novità, quella che il presidente della Regione, Claudio Burlando, ha fatto l'altra sera a Cosseria. Perchè proprio nel corso del blitz ha annunciato che la Regione finanzierà con 100 mila euro la realizzazione del "Museo della Bicicletta" e che la scuola unificata, inaugurata la scorsa settimana, diventerà un esempio e un caso a livello nazionale. E per finire, ha invitato il sindaco, Gianni Cavallero, che in tema di appartenenza politica è sul fronte opposto, a ricandidarsi alle prossime elezioni comunali. Ma ecco la cronistoria del "blitz" di Burlando. Insieme con il consigliere regionale Michele Boffa, e il suo staff, il governatore è arrivato inaspettatamente a Cosseria e ha telefonato al sindaco per un incontro al quale ha partecipato anche il cicloamatore Luciano Berruti, proprietario della preziosa collezione di biciclette e cimeli che ripercorrono oltre un secolo di storia del ciclismo e che andranno a costituire il patrimonio del futuro "Museo della Bicicletta" che verrà ospitato nelle vecchie scuole. Nel corso della cena al ristorante "Al Castello", Burlando ha rivolto parole di elogio al primo cittadino per l'"ottimo lavoro svolto", dichiarando che la Regione intende contribuire finanziariamente alla realizzazione del Museo con uno stanziamento di 100 mila euro. Somma che permetterà al Comune di realizzare il progetto in sei mesi utilizzando in aggiunta il ricavato dell'alienazione dell'edificio della vecchia scuola materna. E sempre in tema di bici d'epoca, il presidente della Regione ha chiesto e ottenuto la partecipazione di Berruti alla prossima inaugurazione di una pista ciclabile a Sanremo. Non solo, ma ha anche espresso l'intenzione di promuovere sin da subito il Museo, organizzando una mostra itinerante, che dovrebbe far tappa anche al Palazzo Ducale di Genova. Per quanto riguarda la nuova scuola, che in base al decreto Gelmini potrebbe venire chiusa a partire dal prossimo anno scolastico, eventualità che se dovesse venire confermata spingerà il sindaco Cavallero a rinuncerà al rinnovo del mandato in segno di protesta, Burlando ha dichiarato che intende fare di questa struttura all'avanguardia, dotata di riscaldamento a pavimenti in parquet, palestra di roccia, orto didattico, stazione meteorologica e costata 700 mila euro, "un caso nazionale, per dimostrare l'assurdità della riforma Gelmini di fronte alla capacità dimostrata da una piccola amministrazione come quella di Cosseria di utilizzare bene i mezzi a disposizione e trovare soluzioni innovative e intelligenti".

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Alice Bardel prima nella gara tricolore (sezione: Scuola)

( da "Stampa, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

PATTINAGGIO ARTISTICO. A MILANO Alice Bardel prima nella gara tricolore Buoni risultati per le due società di pattinaggio artistico di Aosta nella 1ª prova del campionato italiano Novice A e B a Milano. Alice Bardel, dell'Aosta Skating Club 2000, si è imposta nella categoria B, con Alice Bozzuto, dell'Hil Vallée d'Aoste 9ª. Nella A, Antonella Palmisano dell'Hil Vallée d'Aoste, è arrivata 17ª. "Alice Bardel - spiega Beatrice Gelmini, allenatrice dell'Aosta 2000 - ha avuto un netto miglioramento dall'anno scorso, siamo passati da un punteggio che si aggirava intorno a 40 a un risultato di 68,91. Ha comunque ancora un margine di miglioramento". Un risultato importante, anche considerato che il Palaghiaccio d'Aosta è chiuso: "Sono contenta che nonostante tutti i problemi che abbiamo con gli allenamenti a Courmayeur Alice sia riuscita a ottenere questo risultato - dice Gelmini -. Purtroppo gli atleti non riescono ad allenarsi come dovrebbero e sono costretti a spostarsi". L'allenatrice Stefania Manenti dell'Hil VdA spiega: "Alice Bozzuto ha fatto degli errori durante lo short program, poi si è ripresa nel programma lungo. Invece per Antonella Palmisano la categoria è nuova ed è anche la sua prima esperienza in una gara nazionale. Antonella è del '94 e con tre anni d'anticipo è entrata nella A perché ritengo che sia una categoria più stimolante per lei. Sarà un anno d'assestamento. Avere il Palaghiaccio lontano non aiuta, entrambe le atlete si allenano troppo poco dovendosi spostare a Courmayeur, ma nonostante questo il risultato è positivo".

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Petizione dei docenti contro la "Gelmini" Raccolte 1500 firme (sezione: Scuola)

( da "Stampa, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

SCUOLA. LA PROTESTA Provincia Petizione dei docenti contro la "Gelmini" Raccolte 1500 firme Tavolo tecnico valuterà gli accorpamenti La preoccupazione dei docenti biellesi per la riforma sulla scuola targata Gelmini, si è tradotta in una raccolta di firme consegnata ieri mattina in Prefettura e che il palazzo del Governo trasmetterà in Regione. Sono circa 20 mila gli insegnanti schierati contro il provvedimento che prevede la reintroduzione nelle elementari del maestro unico e tagli delle ore di insegnamento. A farsi portavoce del malcontento del mondo della scuola sono stati Cgil, Cisl, Snals e Gilda, che hanno unito al voluminoso plico anche un documento a firme congiunte, in cui sono spiegati i motivi della protesta. Non si tratta comunque di un provvedimento limitato alla provincia di Biella: la stessa iniziativa è infatti portata avanti dai sindacati in tutte le province piemontesi. "L'eccellenza della nostra scuola elementare oggi è riconosciuta a livello internazionale - spiega il segretario provinciale Cisl scuola di Biella Giuseppe Miolo -, ma oggi, improvvisamente, sembra che il mondo dell'istruzione sia la causa del deficit dello Stato e a farne la spese è proprio quel sistema scolastico decantato dagli altri Paesi. Il maestro unico, per esempio, non è più adeguato ai tempi". Altro cruccio di sindacati ed insegnanti è il monte-ore che, secondo la riforma, dovrebbe essere tagliato in tutte le scuole di ordine e grado, scuole dell'infanzia comprese. "Non ci si rende conto - continua Miolo -, che prevedere solamente l'orario antimeridiano nelle scuole, vorrebbe dire mettere in croce intere famiglie che non sanno più dove lasciare i loro figli quando vanno al lavoro". Tra i motivi della protesta, alcuni sono anche di carattere strutturale: "Un conto è dire che le scuole con meno di 50 alunni devono essere accorpate - spiega il segretario provinciale Cisl scuola -, ma qualcuno ha mai pensato che gli edifici devono rispettare determinate norme per accogliere più bambini? Se si chiude una scuola con 20 studenti, questi dovranno essere accolti in un altro istituto, che però dovrà essere adeguato per ospitarli". Contro la riforma gli insegnanti biellesi, sembrano quindi essere compatti; un po' meno invece per quanto riguarda lo sciopero nazionale indetto il 30 ottobre, al quale sembra che non tutti siano convinti di aderire: "Anche perché - sottolinea Miolo -, si tratta pure sempre di ore che vengono decurtate dallo stipendio". Intanto nelle scuole continuano a circolare volantini dell' "assemblea no Gelmini", organizzata dagli studenti per sabato pomeriggio in piazza del Monte, tra dibattiti, musica, giochi e fotografie. In Provincia, da ieri, l'assessore all'Istruzione Anna Maria Fazzari, ha costituito un gruppo tecnico che ha il compito di esaminare le strutture scolastiche biellesi che potrebbero essere chiuse, ed eventualmente accorpate ad altri plessi più importanti; e dalla prossima settimana inizierà gli incontri con i presidi per valutare insieme la situazione. Alla stregua della Provincia, anche i Comuni dovranno verificare la condizione delle scuole con meno di 50 alunni. Entro il 30 ottobre, sia Provincia che Comuni, dovranno aver preparato i progetti di dimensionamento da portare in Regione.

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Scuola, ora la protesta cresce fra i professori (sezione: Scuola)

( da "Stampa, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

IN PROVINCIA LE ADESIONI E LE INIZIATIVE DEGLI STUDENTI Scuola, ora la protesta cresce fra i professori Si allarga l'autogestione negli Istituti, domani alle 18 corteo [FIRMA]DIEGO MARRESE IMPERIA Ancora proteste nelle scuole imperiesi. Ieri, come previsto, Classico e Scientifico sono passati dall'occupazione all'autogestione. Tornano i registri in classe per segnare assenti e presenti e si possono seguire lezioni o approfondire i temi della protesta con la scuola aperta fino alle 20. Gli studenti hanno anche incassato il plauso delle forze dell'ordine per come hanno gestito il periodo di occupazione, senza estranei nelle aule e senza danni. Intanto i docenti e tutto il personale di Classico e Scientifico ha elaborato un documento per esprimere la forte contrarietà al disegno di legge della Gelmini. I docenti hanno già organizzato tre appuntamenti per protestare. Domani dalle 18 un corteo aperto a studenti, insegnanti, genitori e personale di tutte le scuole. Il ritrovo è in piazza Roma a Porto Maurizio. Sabato invece le classi del Vieusseux e del De Amicis faranno lezione in varie piazze di Imperia e per mercoledì prossimo è prevista un'assemblea pubblica (alle 18 nell'aula magna di via Terre Bianche) per confrontarsi sulla riforma. Anche l'istituto d'Arte intanto ha avviato l'autogestione. "Abbiamo organizzato corsi di fotografia, teatro e altre materie inerenti il nostro corso di studi per dimostrare come lavoriamo nella nostra scuola". Stessa iniziativa alle Magistrali che da oggi iniziano l'autogestione: lezioni garantite per chi vorrà, altri potranno invece fare attività alternative. Lezioni regolari al Ruffini dove i ragazzi elaboreranno un documento da inviare alla Gelmini e a Napolitano. Proteste da ieri all'alberghiero Ruffini di Taggia dove prof e studenti si sono radunati nei giardini della scuola per discutere della riforma. Disagi a Sanremo dove alcuni precari, assunti da inizio settembre in servizio al 3° Circolo didattico, attendono ancora il primo stipendio.

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Videosorveglianza Il piano esaminato in Prefettura (sezione: Scuola)

( da "Stampa, La" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

COMUNE POLEMICA PALLAVOLO SCUOLA All'interno Videosorveglianza Il piano esaminato in Prefettura Candelo minaccia di bloccare l'iper "Gli Orsi" Serie B1 nel caos Il Nuvolera Brescia dichiarato fallito I prof. bocciano la riforma Gelmini con 1500 firme Servizio Stefania Zorio Marco Perazzi Servizio.

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Scuola e università, la protesta non si ferma (sezione: Scuola)

( da "AprileOnline.info" del 23-10-2008)

Argomenti: Scuola

Perla Pugi, 23 ottobre 2008, 20:05 Mobilitazione Un'altra giornata di mobilitazione in tutta Italia, dove cresce di ora in ora il numero degli istituti superiori e delle facoltà occupate o autogestite. Cortei spontanei degli studenti invadono le piazze: a Roma, davanti al Senato, una manifestazione esorta il governo ad un dietrofront. Insieme agli alunni, anche gli insegnati, i rettori, i presidi Le proteste sono iniziate già di buon'ora, stamattina (giovedì, ndr), in tutte le città italiane, mentre le scuole occupate e autogestite aumentano a vista d'occhio. Alcuni cortei spontanei, nella Capitale, hanno bloccato i quartieri di Primavalle e San Giovanni. Gli studenti dei licei Pasteur, Cartesio, Gassman, Tacito, Einstein Russell, De Chirico e dell'istituto magistrale Margherita Di Savoia sono scesi in piazza, mandando in tilt il traffico cittadino in diverse zone. Una parte della mobilitazione ha avuto come teatro piazza Colonna, dove circa trecento studenti hanno protestato davanti a Palazzo Chigi. Un fiume colorato di striscioni e slogan che, scortato dalle forze dell'ordine, si è poi diretto verso Palazzo Madama, dove confluiva il corteo partito nel primo pomeriggio dall'università La Sapienza. Una protesta dove l'incertezza del futuro non si abbina al repertorio ideologico classico, fatto di anni '70 e di vecchie parole d'ordine, anche se resta un'eredità di fondo: la convinzione che la scuola debba rimanere pubblica e libera. Ci spiegano Alessio Zaccardini e Gianluca Grasselli, entrambi al quinto anno del liceo scientifico G. Peano, ci raccontano quale sia il senso della mobilitazione che dilaga in tutta Italia. "Siamo contro i tagli ai fondi delle università pubbliche perché mettono a rischio il nostro futuro universitario". Gli atenei, infatti, per sopravvivere dovranno aumentare le tasse e "noi studenti, non potendo sostenere i costi, saremo costretti ad abbandonare gli studi. Non ci sarà più un diritto all'istruzione per tutti". Ma è l'idea che l'università si trasformi in appendice dell'impresa a non convincerli. "Con l'introduzione delle fondazioni all'interno delle facoltà anche i campi di ricerca verranno pilotati da interessi economici di privati e verrà negata la libertà scientifica", ci spiegano. I due liceali, tutt'altro che impreparati, ci tengono ad aggiungere che la protesta nazionale "non è una mossa di gruppi nullafacenti ma una forma di ribellione organizzata, senza violenza, in modo pacifico e produttivo". Per questo motivo, nel liceo Peano hanno deciso di continuare "il percorso di studio senza cessare la nostra protesta, coinvolgendo anche i professori". E' forse in questo ruolo giocato dal corpo docenti che si ravvisa uno dei tratti distintivi di questa nuova stagione di fermento del mondo dell'istruzione, dove studenti e insegnanti sembrano schierati su un fronte comune che li vede entrambi coinvolti. Altrettanto caratteristico l'asse nato, per esempio a Brescia, fra sinistra e destra: una circostanza che dice molto di cosa comporti per la scuola il decreto del governo. Forza Nuova ha infatti reso noto che per una volta il Movimento studentesco (sinistra) e Lotta studentesca, l'associazione a cui è legata Fn, "si stringono la mano per manifestare uniti contro la riforma Gelmini". Dopo la decisione del presidente Berlusconi di reprimere le proteste con la forza, Lotta Studentesca fa sapere che "sarà in prima linea per combattere insieme agli studenti di sinistra per il futuro di noi giovani". "Noi difenderemo con le unghie e con i denti la natura pubblica della scuola. Riteniamo, infatti, che in epoca di crisi economica gli investimenti debbano essere principalmente sui giovani", sostengono gli attivisti dell'organizzazione. La mappa delle mobilitazioni coinvolge tutto lo Stivale: dal Nord al Sud, comprese le isole, cresce di ora in ora il numero degli istituti superiori e universitari occupati o autogestiti, mentre cortei e manifestazioni si moltiplicano in tutte le piazze italiane in modo spontaneo. A Roma, si diceva, il corteo partito da La Sapienza ha visto protagonisti migliaia di studenti che si sono riversati davanti a Palazzo Madama dove era in discussione la riforma. Erano in 20mila circa, provenienti dai diversi istituti capitolini e di diversa età, a radunarsi sotto lo striscione "Noi la crisi non la paghiamo", slogan divenuto il leit motiv della protesta nazionale e partito proprio dalle facoltà occupate della prima università di Roma. Il preside della facoltà milanese di Scienze politiche, Daniele Checchi, intervenendo alla riunione del consiglio di istituto ha dichiarato: "Nella grave situazione in cui versa l'università le parole di Berlusconi non hanno fanno altro che scaldare il clima" e propone ai propri colleghi e al consiglio di votare una mozione "che esprima una protesta pacifica" e di coinvolgere in questo anche gli studenti per evitare di dare dell'università l'aspetto di un campo di battaglia. Tra le lezioni interrotte e le manifestazioni, il preside Checchi ha proposto "una giornata in cui le lezioni siano sospese con momenti di didattica condivisa". Nel primo pomeriggio, alle 15 circa, un gruppo di studenti ha interrotto la discussione del consiglio e ha proposto il blocco della didattica con lezioni alternative per tutta la settimana seguente. Acclamati dalla platea sono usciti dichiarando: "Non vogliamo interrompere una votazione democratica". Sessanta istituti superiori napoletani sono occupati, autogestiti od ospitano quotidinamente assemblee permanenti. In Campania hanno, invece, raggiunto quota 120 istituti e continua l'occupazione della sede centrale dell'università Orientale, mentre è proprio di stamattina la decisione del Senato accademico del secondo ateneo di Napoli di sospendere le lezioni e di convocare un'assemblea generale. Il Senato ha esposto, insieme al consiglio d'amministrazione, una mozione contro la politica del governo Berlusconi. è notizia di ieri (mercoledì, ndr) che il rettore Franco Rossi ha fatto appello a non inviare la polizia nelle scuole e facoltà occupate. La protesta barese esce dalle aule universitarie per entrare nel consiglio comunale: Il sindaco Michele Emiliano e i consiglieri hanno incontrato oggi i sindacati della scuola e il movimento di studenti medi e universitari in una seduta straordinaria nell'Istituto Majorana. Il "coordinamento stop 133" ha intenzione di chiedere al consiglio di appoggiare il ritiro immediato della legge 133 e rivolgerà un appello alle forze dell'ordine per chieder loro di non mettere in atto la linea dura prospettata ieri da Berlusconi. Nelle università, nel frattempo, le lezioni si alternano ad assemblee informative ed organizzative. Per oggi pomeriggio erano in programma delle riunioni anche al Campus e nella facoltà di Lingue e letterature straniere. "Le occupazioni si fermeranno solo quando ritirerà il decreto 137", ha ribattuto Roberto Iovino, coordinatore nazionale dell'Unione degli Studenti. La Rete degli studenti medi conferma, invece, la propria disponibilità al dialogo, ma alla sola condizione che il ministro metta in discussione tutto l'impianto alla base dei provvedimenti e non solo parte di essi. Nel frattempo anche le segreterie nazionali di Flc Cgil, Cisl Università, Cisl Fir e Uil Pa-Ur si stanno muovendo per avere una convocazione dal responsabile di viale Trastevere per discutere di una riforma che, dicono, sta "minando seriamente il futuro istituzionale dell'Università, degli Enti di ricerca e delle strutture Afam". Se il ministro non acconsentirà all'incontro, avvertono, saranno attivate tutte le procedure per indire il 14 novembre lo sciopero generale dell'Università e degli Enti di ricerca. Tra le altre iniziative di mobilitazione, in programma due sit-in nella Capitale: il 28 ottobre di fronte al ministero dell'Agricoltura, il 5 novembre davanti al ministero dell'Istruzione.

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Scuola in piazza: la protesta non si ferma (sezione: Scuola)

( da "Panorama.it" del 23-10-2008)

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Italia - http://blog.panorama.it/italia - Scuola in piazza: la protesta non si ferma Posted By redazione On 23/10/2008 @ 12:40 In Headlines | 5 Comments [1] Non li ha fermati nemmeno [2] l'appello del presidente della Repubblica. Nemmeno [3] i toni duri del [4] presidente del Consiglio. Anzi, la protesta contro la [5] riforma della scuola proposta dal ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini non si ferma solo all'universtità: adesso invade anche i licei: come annunciato nei giorni scorsi dalla [6] Rete degli Studenti, sono iniziate questa mattina le occupazioni in scuole superiori di tutta Italia. In particolare a Roma, a quanto risulta, sono stati occupati alcuni Licei come lo storico [7] classico Tasso o il periferico scientifico Malpighi. Continuano quindi in tutto il Paese, nelle università come nei licei, le proteste. I cancelli della [8] Facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Milano, ad esempio, sono stati bloccati dagli studenti per un'ora, impedendo così l'ingresso a chi voleva frequentare i corsi. In mattinata, la mobilitazione prosegue con gruppi di "libero sapere", che prepareranno le lezioni da tenere domani all'aperto in piazza Duomo, e con il coinvolgimento di alcuni professori disponibili a modificare i loro corsi per trattare temi di attualità, come ad esempio, una lezione su "i 40 anni di fallimento dell'Università pubblica" e "la paura e il controllo", oltre a uno "sciopero della firma" in mattinata per quei corsi che prevedono l'obbligo di frequenza. Nel pomeriggio, alle 14.30, gli studenti di Scienze Politiche presenteranno un loro documento all'assemblea di Facoltà. La mobilitazione continua anche in altre facoltà, atenei e scuole milanesi, ad esempio con lezioni aperte nel pomeriggio all'Accademia di Belle Arti di Brera e un'assemblea nella sede centrale della Statale in via Festa del Perdono. La mobilitazione riguarda anche il sud: in tutta la provincia di Cosenza stanno per partire i cortei per manifestare contro il provvedimento del ministro dell'Istruzione e della Ricerca. Sono previste manifestazioni nel capoluogo ma anche in molti altri Comuni dove le scuole si sono organizzate per condividere la giornata di protesta. Anche a Palermo prosegue la rivolta : a Lettere il Consiglio di facoltà ha approvato la sospensione per dieci giorni della didattica ordinaria e la sostituzione con lezioni informative e attività culturali realizzate in collaborazione con i docenti e ricercatori. L'obiettivo è informare studenti e cittadinanza sui motivi della protesta. Oggi alle 16, presso l'Aula magna della Facoltà, il primo incontro di approfondimento sulla legge 133. Nelle altre facoltà, dopo la sospensione di martedì, la didattica è ripresa, anche se diversi studenti hanno disertato le lezioni. Intanto, [9] Azione studentesca ha annunciato per oggi alle 10 un sit-in sotto la sede dell'Ufficio scolastico provinciale di Palermo, in via Praga. Le parole di Berlusconi non fermano dunque le proteste degli universitari: "la mobilitazione continua, anzi aumenta", dice l'[10] Udu (Unione degli universitari). "Non ci sentiamo minimamente intimoriti dalle parole di Silvio Berlusconi di ieri" precisa "perchè non si tratta di una mobilitazione soltanto degli studenti. Questa contrarietà è ormai, oltre che dell'intero mondo accademico, anche propria della società civile che si sta rendendo conto che la L. 133 mina lo sviluppo del Paese oltre al diritto allo studio". Ecco alcune delle iniziative e delle proteste in programma per oggi. A l'Aquila è previsto un sit-in, alle 18, sotto la Prefettura; A Perugia è stata convocata un'Assemblea a Lettere dove si terrà un Consiglio di Facoltà aperto a tutti gli studenti. Ad Urbino nell'Aula Magna di Economia i sindacati hanno indetto un'assemblea per le 11.00 che vedrà la partecipazione anche dell'associazione studentesca Agorà. A Lecce ci sarà il blocco della didattica nella Facoltà di Scienze Politiche ottenuto dal Coordinamento per l'Università Pubblica. Blocco della didattica anche a Cagliari, da domani, nella facoltà di lettere, con un'autogestione che durerà fino al 30 Ottobre. A Bari sono previste Assemblee per gli studenti di Scienze Matematiche, Biotecnologia e Farmacia e per quelli della Facoltà di Lingue. Una fiaccolata è in programma stasera a Siena mentre a Pisa nel pomeriggio si terrà una manifestazione. A Imperia i circa 360 alunni dell'Istituto d'Arte hanno proclamato l'autogestione. Picchetti davanti alle Facoltà napoletane, distribuzione di volantini e tentativi di blocco delle lezioni: la protesta degli studenti universitari a Napoli continua così senza interruzioni. Corteo studentesco in centro a Torino e centinaia di studenti delle superiori in piazza a Matera. Di tutto ciò, alle 17, si discuterà nella [11] riunione in programma al Viminale, come ha reso noto il ministro dell'Interno Roberto Maroni. Il VIDEO servizio: LEGGI ANCHE: [12] I siti della protesta - [13] La cura Gelmini, punto per punto. Partecipa al [14] FORUM.

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