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PRIVILEGIA NE IRROGANTO     di  Mauro Novelli         

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DOSSIER “SCUOLA”

 

 

 

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TUTTI I DOSSIER


Report "Scuola"  15-17 marzo 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Scuola

Barack Obama ha raccolto in eredità una crisi economica complessa e preoccupante. Si è mos... ( da "Stampa, La" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: La visione di Obama di un'istruzione di qualità per ogni americano rischia di finire con quei ragazzi cui non sarà permesso di frequentare una scuola privata per garantire il posto agli insegnanti della scuola pubblica del ghetto in cui vivono.

Crisi scuole Pdl e Pd si accusano ( da "Gazzetta di Modena,La" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: interrogazione al ministro Gelmini: «Ad aggravare la situazione di sofferenza - spiega il senatore Giuliano Barbolini - incidono le spese che le scuole devono affrontare anche per un solo giorno di assenza. A queste si aggiungono quelle per la predisposizione dei corsi di recupero per gli istituti secondari e di secondo grado, i cui finanziamenti si sono drasticamente ridotti»

Sacconi: In Pdl unione laici-cattolici ( da "Trentino" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Attesi la Gelmini e Fitto RIVA. «Il Pdl realizza il superamento dell'antinomia tra laici e cattolici sulla base di una definizione più ampia della laicità che non può non includere fondamentali valori cristiani come la centralità della persona umana". Lo ha detto il ministro Maurizio Sacconi parlando al convegno di Rete Italia,

Assalto alla scuola: 3.400 nuovi alunni ( da "Tribuna di Treviso, La" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: con i tagli previsti dal decreto Gelmini e la fuga degli insegnanti. Problema in parte risolvibile con l'aumento del numero minimo di alunni per classe, che consentirà di diminuire le sezioni. Riduzione per altro già visibile nei due licei del capoluogo. Allo scientifico «Da Vinci» sono previste dieci classi prime per 279 alunni: due sezioni in meno rispetto all'

Genitori in strada contro la Gelmini Mirco Artuso regista del volantinaggio ( da "Tribuna di Treviso, La" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Genitori in strada contro la Gelmini Mirco Artuso regista del volantinaggio Partiranno in treno alla volta di Venezia i genitori riunitisi in comitati per gridare «no» alla riforma della Gelmini. Ieri volantinaggio al mercato, per promuovere la grande manifestazione che si svolgerà nel capoluogo veneto.

scende in campo la squadra di occhipinti ( da "Tirreno, Il" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: dimostra la bocciatura della riforma Gelmini da parte degli stessi genitori che vorrebbero per i propri figli una buona scuola dalle competenze diversificate e capace di rispondere a problematiche complesse. Il polo scolastico di Castelfiorentino è invece centro di eccellenza per la formazione e punto di raccordo tra il mondo del lavoro e i giovani diplomati:

Scuola a rischio smantellamento ( da "Arena, L'" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Bra davanti a Palazzo Barbieri di Retescuoleverona contro i tagli finanziari e le nuove norme decisi dal ministro dell'Istruzione Gelmini «Scuola a rischio smantellamento» In piazza docenti, studenti e genitori: «Nella primaria senza la compresenza saltano progetti e uscite» Tanti palloncini gialli, striscioni, cartelloni e volantini per difendere il ruolo della scuola pubblica.

Agli studenti dello Stefani il premio sulla legalità ( da "Arena, L'" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: in anticipo sulle indicazioni del ministro Mariastella Gelmini. Il progetto portato avanti dalle classi dell'istituto Stefani ha affrontato l'argomento "mafia" ed è arrivato all'educazione al senso civico, al rispetto per gli altri, analizzando gli atteggiamenti sbagliati di prevaricazione che la scuola registra quotidianamente.

Gli studenti del Da Vinci"autogestiscono" la gita ( da "Secolo XIX, Il" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: contro le novità introdotte dal decreto del ministro Gelmini. Gli studenti del Da Vinci si sono mostrati coerenti: hanno rispettato gli impegni presi durante i giorni roventi della protesta anti Gelmini, ma hanno aggirato l'ostacolo e organizzato la "gita non scolastica" . Il primo esame di maturità lo hanno già superato.

scuola e università, 500 posti in pericolo ( da "Tirreno, Il" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: I ministri Brunetta e Gelmini - dice Francese - con i loro decreti poi convertiti in legge, tagliano drasticamente i posti di lavoro su Pisa. Poi la crisi economica e finanziaria fa il resto. I cinquecento posti a rischio nel comparto scuola, docenza e personale Ata, sono il risultato non solo del mancato rinnovo dei contratti del personale già precario,

ricorso al tar contro l'accorpamento - nino muggianu ( da "Nuova Sardegna, La" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Dopo il richiamo del ministro Gelmini, si era messa a correre recando non pochi danni soprattutto in provincia di Nuoro, e Oliena è stato uno dei centri che paga di più - conclude Pierpaolo Mazzella -. Ma noi non accettiamo le discriminazioni della Regione e della Provincia di Nuoro e Oliena non accetterà la richiesta di accorpamento tra le due direzioni di didattiche del paese»

tagli a scuola, appello a napolitano - francesca savino ( da "Repubblica, La" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: tagli al sistema scolastico barese imposti dai ministri Gelmini e Tremonti. Le tre sigle sindacali ieri mattina dalle 10 alle 13 hanno dato il via a una raccolta di firme in calce a una lettera aperta rivolta ai cittadini e alle istituzioni, intitolata "La scuola ha bisogno di voi": in tre ore 753 persone hanno sottoscritto la missiva in difesa dei lavoratori e per la qualità dell´

occuparono i binari, maxi multa in arrivo - valentina landucci ( da "Tirreno, Il" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: protestare contro al riforma della scuola del ministro Gelmini, non prevedeva inizialmente la "sosta" alla stazione poi messa in atto effettivamente da diverse decine di studenti con tanto di ragazzi seduti sui binari a giocare a carte. «Il nostro - continuano i cinque denunciati - è stato un atto dimostrativo: non siamo rimasti sui binari a lungo e ce ne siamo andati di nostra volontà.

duecento prof lasciano la scuola - mauro zucchelli ( da "Tirreno, Il" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: L'uno: il ministro Gelmini taglia le ore di lezione nella scuola media e questo significa far saltare il posto di lavoro di almeno 4-5 prof in ogni istituto con conseguente calvario da soprannumerario a caccia di ricollocazione in altra scuola (magari con lo spauracchio di finire all'Elba a 50 anni).

occuparono i binari: maximulta a 5 studenti ( da "Tirreno, Il" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: costerà caro il sit-in contro la Gelmini VIAREGGIO. Furono denunciati per aver occupato i binari della stazione in occasione di una manifestazione studentesca contro la riforma Gelmini, il 28 ottobre: ora cinque studenti di Viareggio rischiano di dover pagare ciascuno una multa tra i mille (per la precisione 1.

É facile dire sempre di no ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: 2010 Mussi prevedeva un FFO inferiore a quello previsto dalla Gelmini): a noi questo non risulta affatto, non abbiamo visto né la costituzione di comitati, né tantomeno alcuna forma di protesta da parte di questi, solo Azione Universitaria denunciò l'azione di Governo, e allora si parlava davvero di tagli economici indiscriminati senza alcuna intenzione di riforma!

Alessandra Mosca, 23 anni, studentessa universitaria, legge Bresciaoggi al bar Cafè 76... ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Semplicemente non sono ancora stati sciolti quei nodi che lo scorso autunno hanno portato alle pesanti contestazioni contro il ministro Gelmini. Nelle priorità di uno Stato ci devono essere sanità, istruzione e sicurezza. Tutti e tre i settori, storicamente, sono davvero piuttosto precari». PODE

l'istituto comprensivo diventa realtà ( da "Messaggero Veneto, Il" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: arrivato in Comune il decreto d'attuazione del piano regionale Riforma Gelmini: al vaglio dell'assessore l'impatto sulla primaria Un vertice con Fede L'istituto comprensivo diventa realtà La conferma da Dreosto. Da settembre assieme asili, elementari e medie SCUOLA A SPILIMBERGO SPILIMBERGO. Ormai non ci sono più dubbi.

ROSIGNANO RACCOLTA di firme del Comitato genitori insegnanti... ( da "Nazione, La (Livorno)" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: onda della riforma Gelmini. 435 firme raccolte a oggi sotto forma di riconferma collettiva, classe per classe, del modello educativo scelto al momento dell'iscrizione, da inviare a dirigenti scolastici, presidenti dei consigli di circolo, direttore dell'ufficio scolastico regionale, all'assessore regionale Simoncini, al ministro Gelmini.

MAIOLATI SPONTINI <SE LE COSE non cambieranno saremo costre... ( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: LA SITUAZIONE creatasi a Maiolati Spontini è già nota al Presidente del Consiglio, ai Ministri Tremonti, Gelmini e Prestigiacomo i quali, si legge ancora nel volantino, «non hanno nemmeno avuto il buon senso di rispondere e spiegare il perché di queste assurde decisioni. Si parla tanto di crisi economica e della necessità di mantenere l'occupazione con nuovi lavori;

Gelmini, Gasparri e Alemanno passano con le <auto blu> ( da "Adige, L'" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: sulla rivana Gelmini, Gasparri e Alemanno passano con le «auto blu» Sarà una mattinata difficile, quella odierna, per quanti dovranno percorrere la statale tra Mori e Riva. La città gardesana sta infatti ospitando un meeting nazionale al quale parteciperanno, oggi, alcune personalità della politica italiana: Gasparri,

Nei momenti di intervallo, a ricreazione, nei pochi minuti di pausa tra una lezione e l’... ( da "Messaggero, Il" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: secondo le ultime disposizioni previste nella riforma Gelmini, una continua inosservanza delle norme che regolano la vita di un istituto può incidere sulla valutazione del comportamento e «fumare dove è vietato - spiegano i presidi dei licei romani - equivale a non attenersi al regolamento interno».

Tagli contro i precari ( da "Nuova Ferrara, La" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Spero che il Ministro Gelmini torni sui suoi passi, visto che le esigenze delle famiglie si sono orientate in maniera diversa». Mercoledì la mobilitazione inizia alle 11 con un presidio davanti alla Prefettura e prosegue nel pomeriggio con una serie di appuntamenti presso la facoltà di giurisprudenza organizzati dal coordinamento istruzione pubblica,

L'ALLARME lanciato dal coordinamento genitori su <lezioni a rischio e c... ( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: ha presentato una interrogazione al ministro Gelmini chiedendo «come e quando intenda intervenire per consentire agli istituti scolastici l'accertamento formale dei residui attivi e come intenda garantire per l'anno in corso la corrispondenza tra previsioni accertate in base a norme di legge e disposizioni ministeriali ed entrate effettive.

DAVVERO non esiste la guerra delle iscrizioni tra le scuole? Davvero non esiste il bullismo ... ( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: sbaglia il ministro Gelmini che non meno di due giorni fa si è preoccupata di emanare dei regolamenti specifici per il voto in condotta. Intendiamoci, nessuno si sogna di gettare la croce sugli insegnanti i quali, molto spesso, subiscono anche l'autorità dei presidi.

mobilitazione per la scuola manin il tempo pieno può salvare san cosma ( da "Mattino di Padova, Il" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini», la Onlus nata per valorizzare la scuola della frazione trova la contromossa: trasformare la «Manin» in una scuola a tempo pieno. Giovedì scorso si è tenuto un incontro tra i combattivi genitori, il dirigente dell'Istituto Zanellato Cesare Boetto e l'Amministrazione comunale, presente con il sindaco Fabio Conte e l'

di VALERIO BARONCINI E POTREBBE anche finire così: con un personale a liv... ( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: il ministro Mariastella Gelmini e i suoi tagli «con l'accetta». Che, tradotti numericamente e plasmati sulla realtà ferrarese, porterebbero, solo per il personale (ata, ovvero amministrativo e tecnico, insomma non docente) a un -70: 46 sarebbero collaboratori e assistenti scolastici, gli altri amministrativi e tecnici di laboratorio.

Ma per i precari c'è l'ipotesi dell'assunzione ( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: 2 Ma per i precari c'è l'ipotesi dell'assunzione LO SPIRAGLIO APERTURA PER I DOCENTI CON INCARICO ANNUALE Davanti alle scuole verranno distribuiti migliaia di volantini. Ieri è stato invece il centro storico a essere invaso' dalla lotta alla Gelmini

Molte scuole rischiano di chiudere ( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: il ministro Mariastella Gelmini e i suoi tagli «con l'accetta». Che, tradotti numericamente e plasmati sulla realtà ferrarese, porterebbero, solo per il personale (ata, ovvero amministrativo e tecnico, insomma non docente) a un -70: 46 sarebbero collaboratori e assistenti scolastici, gli altri amministrativi e tecnici di laboratorio.

Tempo pieno per la scuola di Molini di Tenna ( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Le famiglie che hanno richiesto il tempo pieno saranno soddisfatte? «Saranno assolutamente soddisfatte grazie ad un miglior impegno delle risorse...» ha assicurato il Ministro Gelmini. Allora non ci resta che attendere Genitori sostenitori del tempo pieno della scuola Molini di Tenna

<Tempo pieno, da noi la richiesta più alta della Romagna> ( da "Resto del Carlino, Il (Ravenna)" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: assegnazione dei posti da parte del ministro Gelmini agli uffici scolastici regionali, che a loro volta avranno il compito di distribuire alle varie province». SEMPRE secondo i dati di Edera Fusconi, la provincia di Ravenna, in Romagna, presenta la maggior richiesta di tempo pieno (52,24 per cento) e si colloca al quarto posto in regione dopo Bologna (73 per cento)

Formigoni: con il Carroccio collaborazione competitiva Podestà? Scelta già definita ( da "Corriere della Sera" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: con un accordo che sembrava fatto tra Berlusconi e Bossi per candidare a Brescia il favorito di Maria Stella Gelmini, Giuseppe Romele, in cambio di qualche poltrona di peso per la Lega in Fiera o altrove. Accordo saltato, secondo chi dice d'essere informato, proprio per l'opposizione di Formigoni. Lui ieri lo ha negato a modo suo: «Io non mi metto mai di traverso rispetto a niente.

<Provincia, scelti i candidati>. <No, tutto da decidere> ( da "Corriere della Sera" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: sostegno a Romele (uomo fidato di Mariastella Gelmini, su cui lo stesso La Russa si era scontrato con il ministro dell'Istruzione). Resta «una questione aperta con la Lega, ma se ne occuperà il premier ». E poi insomma, «il Carroccio ha avuto Bergamo e altre due province...». Uomini e poltrone, la quadratura del cerchio è lontana.

Contro i tagli della Gelmini saltano le gite ( da "Corriere del Veneto" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: REDAZIONALE Professori mobilitati Contro i tagli della Gelmini saltano le gite PADOVA - La riforma del'istruzione scatena la «rivolta» delle gite. I professori si rifiutano di portare gli alunni in viaggio di istruzione per protestare contro i tagli all'istruzione pubblica. E' in arrivo nel Veneto una riduzione d'organico di quattromila insegnanti secondo i sindacati della scuola,

L'onda anomala ( da "Unita, L'" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Instant book su uno dei simboli del movimento di precari, studenti, insegnanti, genitori e bambini che in questi mesi ha occupato le piazze di tutta Italia e costretto il Governo Berlusconi a rimettere in discussione la Riforma Gelmini. Sono Anna Adamolo Voci e racconti dall'onda anomala Anna Adamolo pagine 127 euro 10,00 NdA Press

si allunga l'esistenza ( da "Centro, Il" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: in questi giorni non si fa che parlare della legge Gelmini, riferita in particolar modo al comportamento di ragazzi e dell'influenza del voto di condotta sulla promozione. Dalla mia esperienza trentennale ho potuto costatare come negli ultimi anni ci sia stata nella società italiana una regressione comportamentale, dovuta soprattutto ai rapporti familiari,

Nasce il Pdl. Chi conta e chi comanda nel nuovo partito ( da "Panorama.it" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Fabrizio Cicchitto, Mariastella Gelmini, Gianni Alemanno, Mara Carfagna, Angelino Alfano, Maurizio Gasparri, Raffaele Fitto, Elio Vito e Andrea Ronchi. Ancora ministri e capigruppo con l'eccezione della figura istituzionale del sindaco di Roma, uno degli astri della futura galassia postberlusconiana e postfiniana.

15/03/2009 13:10 UNIVERSITA': BERLUSCONI, E' SISTEMA DI AMMORTIZZATORI SOCIALI ( da "ITnews.it" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: stato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a Cernobbio notando l'operato del ministro Mariastella Gelmini che, ha sottolineato, "e' capacissima e determinatissima". Berlusconi ha continuato: "ho visto corsi di laurea che mi hanno fatto prima inorridire e poi ridere, come il corso in salute animale, che ha due iscritti in Italia".

Il piano Gelmini: un Cern italiano per attrarre cervelli Caprara ( da "Corriere.it" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: del Cern e rilancerà i nostri scienziati Il ministro Gelmini: «Grande opera per attirare cervelli stranieri» Il piano per scegliere le aree di investimento, la riforma degli enti e l'assunzione di nuovi addetti Ministro Mariastella Gelmini, per alcuni lei ha dimenticato il mondo della ricerca scientifica che assieme alla pubblica istruzione e all'Università è il suo terzo compito.

Pdl/ Gelmini: Venerazione per Berlusconi? Sinistra non ha ( da "Virgilio Notizie" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Istruzione Mariastella Gelmini - perché fanno fatica a trovare un leader". E dal raduno nazionale di "Rete Italia" a Riva del Garda (Trento) aggiunge: "Tra noi non c'è nessun dissapore". "Per i nostri leader - dice Gelmini a proposito del Pdl - conta il vissuto, gli anni vissuti insieme in un percorso complicato ma che ci ha portato a governare in parlamento"

Scuola/ Gelmini: Troppi dirigenti fanno politica contro ( da "Virgilio Notizie" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Istruzione Mariastella Gelmini, dal raduno nazionale del movimento "Rete Italia" in corso a Riva del Garda, chiede di bloccare la "controinformazione camuffata" e "gli "allarmismi ingiustificati" contro la riforma dell'istruzione. Il ministro si scaglia poi contro il Partito democratico: "L'errore più grande di Veltroni è stato quello di aver cavalcato una protesta facile,

Comitato contro la riforma Gelmini ( da "Corriere Adriatico" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Comitato contro la riforma Gelmini Tolentino Martedì 17 marzo Rifondazione comunista effettuerà un volantinaggio in sostegno allo sciopero del 18 marzo davanti le scuole di Tolentino. In città, infatti, si è costituito un comitato a garanzia dei diritti messi a dura prova dalla riforma Gelmini.

Funziona il gioco a premiper gli <alunni-modello>Scuola media San Francesco. ( da "Sicilia, La" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Insomma il cinque come cartellino giallo. Ed è anche questo è un esperimento nella scuola del ministro Gelmini dove spunta una novità al giorno, le regole arrivano mentre si è in campo a giocare la partita con gran disorientamenti di arbitro, allenatori e pubblico. M.C.G.

Adesso il ministero si scusaVILLALBA. ( da "Sicilia, La" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Maria Stella Gelmini, con nota recapitata ieri ai genitori dei due alunni diversamente abili esclusi dallo stage linguistico a Malta, ha risposto alla nota inviata dalle famiglie che hanno lamentato un presunto caso di discriminazione nei confronti dei loro figli (la scuola ha invece parlato di un difetto di comunicazione e si è dichiarata dispiaciuta dell'

Non sono mica il Gabibbo . Renato Brunetta ride per il paragone: tutti lo tirano in ballo... ( da "Gazzettino, Il" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: la politica sociale di Sacconi, la rivoluzione della Gelmini, le politiche economiche di Tremonti. Dal 28 marzo dovremo fare tutti dei "road show" per raccontare cosa fanno i nostri governi: sarà un partito di piazza». Ma è comprensibile o condivisibile che Bossi blandisca la sinistra per non avere ostacoli sul federalismo?

Sicurezza e la paura indotta A proposito di paura. In un periodo caratterizzato sempre d... ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: I decreti del Ministro della Pubblica Istruzione Gelmini di questi mesi hanno però cambiato in modo significativo dati importanti ai fini della sicurezza, dando la possibilità di aumentare di molto il numero degli alunni per classe: 26 all'infanzia e primaria, 27 alla secondaria di primo grado, 30 alla secondaria di secondo grado, con ulteriore deroga possibile del 10%

Incognita scuola, mancano 15 iscrizioni ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: a causa del passaggio verso la riforma Gelmini e il suo orario a geometria variabile. "Quasi tutti i genitori hanno scelto la formula con 30 ore di scuola", dicono entrambe le dirigenti scolastiche: Maristella Bosu per il Comprensivo Primo (elementari Costella, Foscolo, Sauro, Zanette) e Marisa Possa per il Comprensivo Secondo (elementari Crispi,

Mocellin in lizza per fare il sindaco con "madrine" Donazzan e Martini ( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Visto il momento particolare per le scuole, parleranno su "Per la scuola i veri contenuti della riforma Gelmini", con l'obiettivo di fare chiarezza su questa legge che ha creato preoccupazioni e confusione nella scuola e nelle famiglie». Ferdinando Celi

Il circolo didattico non esiste più ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: decreto Gelmini. Nel caso particolare di Spilimbergo, nelle classi prime del 2009-2010 risultano iscritti gli 84 nuovi alunni, il che vuol dire 4 classi: di cui probabilmente due saranno a tempo pieno a 40 ore e due con orario modulare a 27 ore. «Nei prossimi giorni - è il commento di Dreosto - mi incontrerò con il dirigente Elzio Fede per approfondire la situazione organizzativa»

Scuola/ Fioroni: Pdl promette miracoli, Pd segue ( da "Virgilio Notizie" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: ma non credo che il ministro Gelmini possa arrivare alla moltiplicazione dei pani dei pesci - continua Fioroni -. Con le scuole senza fondi e con i tagli al personale la chiusura delle scuole dei piccoli Comuni è un dato inevitabile". "Legga il ministro le cronache locali dei giornali e vedrà come al di fuori dell'opinione dei palazzi,

DIAMANTE MAROTTA FINALMENTE UNO SPIRAGLIO PER I PRECARI CASERTANI DOPO I DATI UFFICIALI TRASMESSI... ( da "Mattino, Il (Caserta)" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: non ha adottato la politica del muro contro muro con il ministro Gelmini». Tra gli insegnamenti ad avere il maggior numero di pensionamenti, ci sono: per la scuola media educazione tecnica (19 pensionamenti), italiano (83), scienze matematiche (24), inglese (14), educazione artistica (7). Per le scuole superiori di secondo grado: italiano (41 pensionamenti), italiano e latino (22),

GUIDO TROMBETTI IL 13 MARZO DEL 1989 NACQUE IL WORLD WIDE WEB, LA GRANDE RAGNATELA MONDIALE. CIO&... ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Italia compresa - che lo finanziano (bella l'idea del ministro Gelmini, anche se da precisare, di creare anche da noi una grande infrastruttura di ricerca proprio sul modello del Cern). Il problema di Tim Berners-Lee era quello di riuscire a far trasferire dati e informazioni in maniera semplice tra calcolatori diversi.

SINDACATI E COMITATI DEI PRECARI DELLA SCUOLA IN ORDINE SPARSO SULLE INIZIATIVE DI LOTTA ANNUNCIATE ... ( da "Mattino, Il (Caserta)" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: della Pubblica istruzione Mariastella Gelmini. Si terrà oggi a Roma, presso la sede di Carta «Sala Pintor», in via dello Scalo San Lorenzo, 67, dalle 9.30 alle 15, l'assemblea di tutte le componenti della scuola, indetta congiuntamente dai Coordinamenti interregionali dei precari e delle precarie del centro sud e del centro nord, riunitisi lo scorso primo marzo a Bologna e Napoli.

IL MINISTRO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE GELMINI VA AVANTI E RILANCIA: ADDIO GIUDIZI, TORNANO I VOTI E ... ( da "Mattino, Il (Caserta)" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Il ministro della Pubblica Istruzione Gelmini va avanti e rilancia: addio giudizi, tornano i voti e con il 5 in condotta si sarà bocciati.

PIACCIONO A STUDENTI E FAMIGLIE ALCUNI PRINCIPI INTRODOTTI DAL MINISTRO GELMINI (MERITO, PUGNO DI FE... ( da "Mattino, Il (Caserta)" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Piacciono a studenti e famiglie alcuni principi introdotti dal ministro Gelmini (merito, pugno di ferro contro i bulli) ma sono altrettanto forti le contestazioni relative al contenimento della spesa e al rallentamento del turn over per i docenti.

Giovanardi: il fondo per le dipendenze sarà presto ripristinato don gelmini: diciamo sì alla vita prevenzione al primo posto ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 15-03-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Scuola

Abstract: Giovanardi: «Il fondo per le dipendenze sarà presto ripristinato» Don Gelmini: «Diciamo sì alla vita» Prevenzione al primo posto

ELENA ROMANAZZI ROMA. VIENE VENDUTO COME INCENSO MA è CANNABIS DI SINTESI, DIFFICILE DA IDEN... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 15-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Sulla stessa linea don Pierino Gelmini: «Non si tratta di dire sì o no alla droga, ma di dire sì o no alla vita». Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, è orgoglioso della legge che porta il suo nome e non retrocede di un millimetro rispetto alla richiesta, giunta dai radicali, di liberalizzare la vendita.

"Ho finito i soldi" E per protesta non firma il bilancio ( da "Stampa, La" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Il ministro Gelmini, interpellata a Montecitorio, ha risposto all'aula che il danno è da imputare al governo precedente, che avrebbe ridotto la spesa per l'istruzione senza razionalizzare il personale: «Oggi non si può affermare che vi sia stata una diminuzione delle risorse sul funzionamento e sui servizi, al contrario queste sono state accresciute»

Berlusconi: impariamo dalla Lega a stare sul territorio ( da "Trentino" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Parole che sono state condivise anche dai numerosi ministri che anche ieri hanno sfilato a Riva del Garda. Nomi di primo piano come i ministri Alfano, Gelmini, Fitto e Frattini che hanno affiancato il governatore della Lombardia Formigoni, il portavoce del Pdl al senato Gasparri e il vice presidente della Camera Lupi.

Gelmini: troppo localismo in Trentino ( da "Trentino" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: SCUOLA Gelmini: troppo localismo in Trentino Il ministro sorvola sulle "vacanze tedesche" ma attacca sulla mancata riforma «Non si può venire a Roma soltanto per chiedere altri soldi: serve collaborazione» RIVA. Mariastella Gelmini è ministro delle istruzioni giovane e grintoso.

SCUOLA DI SOAVE ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: visto il lavoro del ministro Gelmini atto a demolire la scuola primaria, l'unica in Italia a essere a livello degli standard Europei. I numerosi cittadini presenti hanno sottolineato nella maggioranza degli interventi l'importanza della scuola in una comunità come la nostra e hanno compreso la gravità del problema al quale vanno ad aggiungersi il problema del trasporto pubblico,

Montorio3 Quinto Verona0 ( da "Arena, L'" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Quinto Verona: Pasetto, Montolli G (Composta), Knezevic (Marchi), Andolfo, Gelmini, Zantedeschi (Botchawj), Rama M, Aprile, Tollini, Montolli G (Ronca), Antolini. All. Sanzi. Arbitro: Grassi. Reti: 13' pt Cobelli, 3' st Fraccaroli, 31' st Micheloni G.

il cavaliere si sfoga in elicottero "quel fini mi mette in difficoltà" - (segue dalla prima pagina) dal nostro inviato ( da "Repubblica, La" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: la "determinatissima" Gelmini e la Brambilla ministro a breve (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) DAL NOSTRO INVIATO rodolfo sala è andata, lui ha garantito «l´assonanza assoluta» del governo con le loro richieste, la platea ha applaudito. Ma solo adesso, in volo verso il buen ritiro del lago Maggiore, si distende davvero.

meno ore a scuola ma anche nella regione le iniziative didattiche fanno il tutto esaurito ( da "Messaggero Veneto, Il" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: ulteriore riduzione delle ore d'insegnamento, calate grazie alla riforma Gelmini da tre a due settimanali perfino negli istituti d'arte, alla faccia del ruolo che il patrimonio artistico ha nell'economia del nostro Bel Paese, cresce il desiderio di conoscenza nei confronti dell'arte, e in particolare dell'arte contemporanea.

botte tra giovani ( da "Mattino di Padova, Il" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: contro il decreto Gelmini, organizzato dalla Cgil e dalla Gilda per dopodomani 18 marzo: per questo è prevista la chiusura al traffico di corso Garibaldi, piazza Garibaldi, via San Francesco, via del Santo, piazza del Santo, via Cesarotti dalle 8,30 alle 13, per il tempo necessario al transito del corteo.

Attacchi di Gelmini e Brunetta ( da "Adige, L'" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: ministri A Riva e Cernobbio Attacchi di Gelmini e Brunetta Le autonomie speciali e Trento in particolare sono state ieri nel mirino di due esponenti del governo. A Riva del Garda, al convegno di Rete Italia, il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini ha polemizzato con il governatore Dellai sulla mancata applicazione in Trentino della sua riforma della scuola.

Scuola: si combatte per le compresenze ( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: delle compresenze dei docenti abrogate del tutto dalla legge Gelmini nelle classi successive alle prima. Localmente a diffondere la modulistica e a caldeggiarne la consegnna alle segreterie è stato il comitato "Articolo 3. Per una scuola di tutti e di ciascuno", sorto fin dallo scorso autunno per contrastare la riforma ed in particolare l'introduzione del maestro unico o prevalente.

berlusconi: abbiamo dato soldi veri ( da "Mattino di Padova, Il" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Anche per Maria Stella Gelmini ci sono state parole di forte elogio «perché sta cambiando l'università diventata ormai un sistema di ammortizzatori sociali in cui ogni professore ha un parente». A proposito nel voto parlamentare ai soli capigruppo, ha spiegato che si trattava «solo una provocazione, un paradosso».

<Abbiamo dato soldi verissimi> banche e 9 miliardi per gli ammortizzatori sociali>. Domani l'incontro ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: affidato a Michela Vittoria Brambilla, «un'ira di dio che non molla mai l'osso» e interventi di un altra ministra «determinatissima», Mariastella Gelmini, sul sistema universitario dove ogni docente ha figli, cugini, cognati per i quali sono stati inventati corsi (salute animale) con due iscritti in tutta Italia.

C'ERANO studenti di tutte le scuole della Versilia, al seminario organizzato dall... ( da "Nazione, La (Lucca)" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: come protesta contro la riforma Gelmini. I LAVORI si sono aperti alle 9, con una prima introduzione dedicata alla Dichiarazione Universale dei Diritti umani' a cura del professor Raffaello Ciucci, docente di sociologia presso l'Università di Pisa. A seguire due interventi di Luca Martinelli, giornalista di "Altreconomia", il primo sul sistema economico e la violazione dei diritti,

Giuseppe Parroncini, capogruppo Pd alla Regione, e Anna Maria Massimi, presidente della commissione ... ( da "Messaggero, Il (Viterbo)" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: sono allarmati per i tagli del ministro Gelmini sul territorio e chiedono al governo di garantire il diritto allo studio. «Nel solo Lazio - evidenziano - le richieste presentate per il tempo pieno (ovvero le 40 ore) arrivano al 53 per cento e difficilmente riusciranno a essere soddisfatte perché la contemporanea riduzione del numero di collaboratori e insegnanti,

Un'ora di trasmissione radiofonica per portare all'attenzione dell'opinione pubblica le id... ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: oltre a presentare le finalità della nuova trasmissione ha anche commentato la nuova riforma Gelmini. «Il programma andrà in onda ogni primo venerdì del mese», spiega Forzanti che aggiunge «la trasmissione sarà trasmessa da radiorvietoweb». Si tratta di una radio on line che ha concesso gratuitamente lo spazio di un'ora: dalle 17.45 alle 18.

Del doman non v'è certezza. Soprattutto quando si tratta di scuola che sta attraversand... ( da "Messaggero, Il (Civitavecchia)" del 16-03-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Scuola

Abstract: anche perché il decreto del ministro Gelmini suggerisce di far lievitare il numero degli scolari addirittura fino a 29. Invece, all'Ellera 116 genitori hanno chiesto il tempo pieno per tutte e cinque le classi della primaria, così come 75 della Concetti. Chissà se i dirigenti troveranno un escamotage per soddisfarli, utilizzando magari i docenti non impegnati nelle compresenze.

Il Cavaliere: università ammortizzatore sociale per i parenti. E i prof: sbaglia ( da "Corriere della Sera" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: intervenendo ieri da Cernobbio sull'operato del ministro Mariastella Gelmini («capacissima e determinatissima»), non ha lesinato toni apocalittici, un po' alla Blade Runner: «Ho visto corsi di laurea che mi hanno fatto prima inorridire e poi ridere, come il corso in salute animale, che ha due iscritti in Italia».

Pdl, fusione con polemiche Fini amareggiato con i <suoi> ( da "Corriere della Sera" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: ieri entrambi presenti al convegno di Formigoni insieme a ministri azzurri come Alfano, Fitto, Gelmini e a proprio agio in quell'area impegnata sui valori cattolici come lo è Cielle. E infatti Gasparri non ha problemi a spiegare perché non ci sia stata una levata di scudi contro gli attacchi dai blog: «E' normale che quando si prendono certe posizioni —

Berlusconi premia i quarantenni ( da "Tempo, Il" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Mariastella Gelmini alle prese con le «mostruosità» dell'Università italiana. Per chiudere con una promozione sul campo destinata inevitabilmente a scatenare polemiche. «Presto faremo il ministero del Turismo», assicura Berlusconi ai commercianti. Poi, rivolto al presidente Carlo Sangalli che lo guarda con il volto visibilmente preoccupato,

Stranieri 8 alunni su 10 Ecco le scuole <ghetto> ( da "Tempo, Il" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: scuole ghetto» al quale il ministro Gelmini ha risposto dettando delle linee guida in cui si «suggerisce», soprattutto per le prime classi, dei «piccoli gruppi di inserimento», vale a dire aule composte da cinque, sei alunni stranieri e prevedendo anche delle sezioni «ponte» con programmi specifici per l'apprendimento dell'italiano.

È emergenza stranieri nelle scuole italiane ( da "Tempo, Il" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: scuole ghetto» al quale il ministro Gelmini ha risposto dettando delle linee guida in cui si «suggerisce», soprattutto per le prime classi, dei «piccoli gruppi di inserimento», vale a dire aule composte da cinque, sei alunni stranieri e prevedendo anche delle sezioni «ponte» con programmi specifici per l'apprendimento dell'italiano.

<Se essere italiani diventa una punizione> ( da "Tempo, Il" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: stampa La lettera delle mamme al ministro Gelmini «Se essere italiani diventa una punizione» «Nessuna tra noi mamme della "Carlo Pisacane" di Roma iscriverà i propri figli entro il 28 febbraio a questa scuola. Invitiamo tutte le mamme di tutte le scuole italiane che si trovano nelle nostre stesse condizioni a fare altrettanto».

Il critico che ci insegna quanto non s'impara più ( da "Tempo, Il" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: La suggeriamo noi e giriamo l'input al ministro Gelmini. A scuola la poesia grande - Pascoli e Carducci, Leopardi e Foscolo, - ora non si impara, si sorvola. Il sabato del villaggio, I sepolcri a memoria? Vade retro. Per non parlare di «Nel mezzo del cammin di nostra vita...», o di «Quel ramo del lago di Como.

iPod e politici, playlist tutta italiana per Franceschini. Il Boss per Maroni ( da "Adnkronos" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Il Boss per Maroni Il leader del Pd ascolta Mina e De Gregori. Inconsuete le scelte del ministro Gelmini, che è fan di Gaber ma preferisce Ligabue nel suo lettore. Per Maroni in testa c'è Springsteen commenta 0 vota 0 tutte le notizie di POLITICA ultimo aggiornamento: 16 marzo, ore 08:49

L'ottimismo della Regione ( da "Foglio, Il" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Infatti ci saranno il ministro Gelmini, il ministro Alfano. Ma questo è il punto: l?Italia ha bisogno di riforme, e io credo che noi, il Pdl, abbiamo oggi una grandissima chance, forse unica”. In che senso? “Perché ce n?è urgenza. E perché la sinistra, che si oppone al vero riformismno, è allo sbando.

Formigoni: "Mi candido se lo fanno tutti i ministri" ( da "Giornale.it, Il" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: nel Pdl Si preparano anche Gelmini, La Russa e Podestà nostro inviato a Riva del Garda «Che politica è se non si ha il gusto di andare tra la gente?». Roberto Formigoni chiude la tre giorni di Rete Italia e conferma la disponibilità a candidarsi per il Parlamento europeo, come richiesto da Silvio Berlusconi a ministri e presidenti di Regione.

Fondi alle università: il merito premierà Bologna e Padova ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: secondo il ministro Gelmini, gli incentivi dovrebbero salire fino a 2,5 miliardi. Il ministero dell'Università ha tempo fino al 31 marzo per varare la nuova distribuzione, e sta studiando gli ultimi correttivi da applicare al modello. Ma fin da oggi è possibile stimare quali università guadagneranno di più dai nuovi parametri fondati sulla qualità della ricerca e dell'

Atenei, più fondi dal merito ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Il ministro Mariastella Gelmini appare determinata a non indietreggiare ( si veda anche Il Sole 24 Ore di giovedì scorso), e a fare del 2009 l'anno del cambio di passo del finanziamento in nome del merito. Entro fine mese dovrebbe quindi vedere la luce il decreto con la nuova ripartizione dei fondi, mentre si studiano gli affinamenti al modello con cui distribuire i premi.

Gli istituti tecnici vincono il primo round-iscrizioni ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: e la riforma Gelmini, pur con qualche angolo da smussare, mi sembra una giusta risposta». All'istituto Leonardo Da Vinci di Firenze gli iscritti al primo anno dell'Itis sono aumentati del 26%per cento. «Questi risultati sono dovuti allo sforzo che la scuola sta facendo in termini di orientamento», spiega la professoressa Alessandra Cervato.

Il Cavaliere si sfoga in elicottero "Quel Fini mi mette in difficoltà" ( da "Repubblica.it" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: in odore di delfinato, poi la "determinatissima" Gelmini, la Brambilla che tra un mese sarà ministro, Fitto e la Prestigiacomo. Qualcuno di buono ci sarebbe pure a sinistra. Non Franceschini: "Rispetto a Veltroni non è cambiato niente". Però "di là ho molti amici, che invito sempre a venire con noi".

La Gelmini: i presidi sono bugiardi ( da "Stampaweb, La" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Istruzione Mariastella Gelmini ha dato un volto ai suoi nemici parlando ieri sul palco del raduno nazionale del movimento «Rete Italia», che si sta svolgendo a Riva del Garda. Sono la «controinformazione camuffata» e «gli allarmismi ingiustificati, come nel caso del tempo pieno» contro la riforma dell?

"Se essere italiani diventa una punizione" ( da "Tempo, Il" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: stampa La lettera delle mamme al ministro Gelmini "Se essere italiani diventa una punizione" Le mamme della "Pisacane" scrivono al ministro Mariastella Gelmini e a tutti i parlamentari. Una richiesta d'aiuto per far fronte alla difficoltà di far frequentare ai propri figli una scuola dove, su 180 studenti, solo pochi sono italiani.

ALMERICO DI MEGLIO IL PREMIER SILVIO BERLUSCONI HA PREANNUNCIATO CHE, CON LA PROSSIMA RIFORMA DEL... ( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Ho sentito il ministro Gelmini dire che i dirigenti scolastici devono applicare le leggi e non essere a loro volta legislatori. Mi ha fatto piacere, io ho lo stesso problema con i magistrati». Alfano ha anche assicurato il «massimo impegno per risolvere la questione dei processi civili», puntualizzando che «in Italia sono pendenti 5 milioni e 400 mila processi civili,

iPod e politici, playlist tutta italiana per Franceschini. Il Boss per Maroni. Ligabue per la Gelmini ( da "Adnkronos" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Ligabue per la Gelmini Il leader del Pd ascolta Mina e De Gregori. Inconsuete le scelte del ministro Gelmini, che è fan di Gaber. Per il ministro dell'Interno in testa c'è Springsteen commenta 0 vota 1 tutte le notizie di POLITICA ultimo aggiornamento: 16 marzo, ore 13:32

"Un 'esperienza importante visitare Strasburgo e l'Europarlamento" ( da "Varesenews" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Istruzione Mariastella Gelmini. Ci facciamo raccontare l'esperienza alsaziana da Simone Boldorini (quarta indirizzo grafico), Massimo Giamberini (quinta grafico), da Stefania Pasquetti ed Eva Santalucia della classe quinta indirizzo moda. «La città è molto bella e caratteristica» dicono i ragazzi, «molto più "tedesca" che francese.

Europee/ Gelmini: Io candidata? Deciderà Berlusconi ( da "Virgilio Notizie" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Maria Stella Gelmini, alla domanda su una sua possibile candidatura insieme agli altri ministri e governatori regionali in vista delle europee di giugno. Come il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, anche il ministro Gelmini attende che il premier Berlusconi fornisca ulteriori dettagli e formalizzi la proposta lanciata una paio di settimane fa.

Amministrative/ Gelmini: un danno penalizzare FI in ( da "Virgilio Notizie" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Maria Stalla Gelmini a proposito della spartizione delle candidature lombarde tra An, Forza Italia e la Lega in vista dall'appuntamento del 6-7 giugno. "Pensare che venga penalizzata la componente di Forza Italia penso che sarebbe un danno per tutti - ha detto questa mattina a margine di una conferenza stampa al Pirellone - sta a Berlusconi con la Lega trovare la soluzione migliore.

Assessore Virgilio propone ricorso Tar contro riforma Gelmini ( da "RomagnaOggi.it" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: di Bologna lancia la proposta di valutare un ricorso al Tar contro la riforma Gelmini. "Stiamo ragionando su quali punti potremo agire giudizialmente, facendo ricorso al Tar", ha aggiunto l'assessore. Virgilio valuterà dunque quali sono "i punti di ricaduta della riforma sull'ente locale", per lanciare poi un'offensiva al Governo "sia come portatori degli interessi dei cittadini,

Formazione. Intesa Formigoni-Gelmini: via al diploma regionale ( da "Sestopotere.com" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini: via al diploma regionale (16/3/2009 19:01) | (Sesto Potere) - Milano - 16 marzo 2009 - Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini e il presidente della Regione Roberto Formigoni hanno sottoscritto questa mattina in Regione un'Intesa che dà il via libera alla innovativa e piena attuazione del governo regionale dell'

Scuola/ Riduzione materie artistiche superiori, i prof ( da "Virgilio Notizie" del 16-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: espressa più volte dallo stesso ministro Gelmini, è quella di adeguare l'orario scolastico dei nostri istituti superiori (dove in alcuni casi si svolgono ancora 40 ore settimanali alla maggior parte dei paesi europei. Uno dei taglio maggiori di ore settimanali verrebbe comunque applicato ai liceo artistici;

Via al Federalismo, ma è già scontro ( da "Stampa, La" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: I-pod di Mariastella Gelmini la canzone più sentita è "Niente paura" di Ligabue, rocker super di sinistra, poi diversi classici di Vasco Rossi, ma gli elementi più interessanti sulla vita emotiva del ministro si acquisiscono venendo a sapere che, assai teneramente, le è di conforto Laura Pausini e la sonata "Per Elisa".

3. Gelmini & Pausini Il ministro ha come rocker preferito un'icona di sinistra, il rocker em... ( da "Stampa, La" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: 3. Gelmini & Pausini Il ministro ha come rocker preferito un'icona di sinistra, il rocker emiliano Ligabue («Niente paura»). Poi si adagia su Laura Pausini.

Il 5 in condotta fa più paura ( da "Gazzetta di Modena,La" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini con cui sono stati fissati i criteri per dare il 5 in condotta agli studenti. L'insufficienza nel comportamento ne determina da quest'anno la mancata promozione anche se risultassero bravi nelle altre discipline. Solo che, fino a ieri, per poter dare 5 in condotta il consiglio di classe doveva dimostrare che lo studente fosse stato sospeso dalla scuola per almeno 15 giorni

I colonnelli di An scelgono Silvio ( da "Stampa, La" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: collisione col governatore Formigoni ma soprattutto con la potente Gelmini. Su Brescia sono volate scintille. Si narra di una lite in cui sarebbero stati tirati in ballo, ma davvero si fatica a crederlo, gli amori veri o presunti di Ignazio e Mariastella. La cosa notevole è che, nello scontro con la ministra più stimata dal Capo, una parte influente di Forza Italia ha sostenuto La Russa,

Intesa Formigoni-Gelmini: via al diploma regionale ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini: via al diploma regionale Dalla Lombardia parte una nuova esperienza per riqualificare l'istruzione, in particolare quella tecnico professionale, con la possibilità di ottenere un diploma regionale al IV anno. L'intesa firmata ieri al Pirelli, tra il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini e il presidente della Regione Roberto Formigoni,

Errore l'assenza degli studenti all'incontro con l'Aderenti ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini alla stesura del decreto sulla scuola, era stato organizzato da istituto comprensivo e Comune come momento informativo e di confronto con genitori, docenti, ragazzi assessori sulla riforma scolastica. «Ma è spiaciuto notare come le classi terze non abbiano partecipato - sbotta Nicoletta Zambelli - è stato impedito ai ragazzi di potersi confrontare con un esponente delle istituzioni.

Animali ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: che a scuola ha 5 in condotta e se continua così la Gelmini lo boccia». «Lo so, ahimè, in ogni famiglia un animale c'è, a volte anche due. Nelle solide famiglie tradizionali, di solito, l'animale è il capofamiglia. Esistono però molte varianti: le famiglie composte di soli esseri umani sono rare, così come sono rare quelle composte di soli animali.

Un disoccupato del Lazio ( da "Corriere delle Alpi" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini a non consentire di uscire dalla scuola. Se i problemi sono altri, si dice quali sono ed eventualmente si cerca (se possibile) di risolverli. Purtroppo, invece, a mio parere, le conclusioni del comunicato di cui sopra non necessitano di interpretazioni: è ben evidente che si tratta di una protesta politica nei confronti delle innovazioni legislative recentemente introdotte,

uomini e donne della sinistra sui grandi temi ( da "Tirreno, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Si sono costituiti alcuni gruppi di lavoro per affrontare i temi del territorio (Volterra e la Valdicecina), le emergenze ambientali, il piano strutturale ed il regolamento urbanistico (recentemente approvati in consiglio comunale), la riforma Gelmini ed il suo impatto nella nostra zona, il lavoro e la precarietà», concludono.

torna in piazza l'onda no gelmini - ottavia giustetti ( da "Repubblica, La" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: onda No Gelmini Corteo di docenti Cgil e studenti: "Ecco il degrado di scuola e università" La manifestazione prevista per domani. Ci saranno anche gli operai della Indesit OTTAVIA GIUSTETTI L´Onda torna in piazza e chiama a raccolta tutte le forze dell´autunno caldo della protesta per ritrovare l´entusiasmo dei suoi giorni migliori.

a costapaloni gli iscritti sono pochi ma cercheremo di salvare la scuola ( da "Nuova Sardegna, La" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: un numero già inferiore a quello stabilito dalla legge Gelmini (50 alunni), affinchè una scuola possa svolgere l'attività». «Non capiamo il motivo di tanto astio - aggiungono dagli uffici -. Siamo noi i primi a voler tenere aperta la scuola di Costapaloni, ma purtroppo i numeri non sono dalla nostra parte».

Domani sciopero Cgil In tremila sul listòn ( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: il popolo dei delusi dai provvedimenti Gelmini. Ritrovo alle 9.30 in piazza Garibaldi, manifestazione per le strade del centro storico, gran finale a piazzale Pontecorvo dove una delegazione di scioperanti sarà ricevuta dal provveditore agli studi Franco Venturella. Probabile una tappa al Bo con relativo incontro anche con il magnifico rettore Vincenzo Milanesi.

arriva il cinque in condotta campanello d'allarme per la coscienza dei ragazzi ( da "Messaggero Veneto, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: allarme per la coscienza dei ragazzi Il Decreto ministeriale Gelmini del 16 gennaio 2009 ci dice chiaramente - benché tale chiarezza sia oggetto di discussione - quali siano i criteri che comportano l'assegnazione del famelico 5 in condotta. Ma lo stesso non ci dice, lasciandoci squisitamente liberi di fare le nostre congetture, quali siano le conseguenze, le pretese,

niente contributi al boccherini ( da "Tirreno, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: presidenti dei conservatori non statali hanno già chiesto un incontro con il ministro Gelmini il 22 dicembre scorso, non ricevendo risposta: ora sollecitano il presidente del consiglio a prendere a cuore questa situazione, non solo per il bene delle istituzioni e delle città elencate ma anche per il bene dell'educazione musicale e delle sorti della musica in questo nostro Paese.

un'accusa gratuita all'ateneo e al friuli ( da "Messaggero Veneto, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: sulla ministra Gelmini? E se non lo fanno loro, in questa vigilia della distribuzione dei famosi 500 milioni tra le Università più virtuose e bisognose d'Italia, perché tali passi non sono fatti insieme da tutti i parlamentari del Friuli? Altre volte ciò è stato fatto e con risultati positivi per la nostra gente e la nostra terra.

la gelmini contro i presidi "imparate a risparmiare soldi" ( da "Repubblica, La" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Il Pd: il ministro non sa di che parla La Gelmini contro i presidi "Imparate a risparmiare soldi" Dopo la denuncia dei sindacati sui conti delle scuole in rosso a causa dei tagli, il ministro dell´Istruzione Mariastella Gelmini attacca i presidi: «Imparino a risparmiare e usare le risorse.

pd, sui manifesti le facce dei cittadini ( da "Repubblica, La" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Ma tra gli azzurri c´è chi sostiene che si è perso troppo tempo e che pesa il veto leghista alla candidatura di Romele a Brescia. Oggi Berlusconi potrebbe incontrare Umberto Bossi, ma il ministro Mariastella Gelmini avverte: «Il Pdl non può essere penalizzato». E il sito AffariItaliani azzarda: «Podestà starebbe per rinunciare».

accordo governo-formigoni nasce il diploma regionale ( da "Repubblica, La" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Istruzione Mariastella Gelmini. Il suo predecessore Giuseppe Fioroni, che faceva parte del governo Prodi aveva bacchettato il governatore accusandolo «di voler fare il Pierino». La Gelmini, invece, ieri, lo ha promosso a pieni voti ritirando il ricorso contro la legge lombarda di riforma dell´istruzione, che rivendicava i poteri di controllo sulla scuola.

sull'istruzione niente scorciatoie - innocente pessina ( da "Repubblica, La" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Il ministro Mariastella Gelmini, di fronte alle lamentele di chi chiedeva spiegazioni per le commissioni di maturità non pagate, ha dichiarato: «Alcuni presidi dovrebbero andare meno sui giornali, fare meno politica e più i dirigenti». Detto così sembra che «fare politica» sia un´attività disdicevole, sconveniente, e preclusa ai dirigenti scolastici.

scuola, gelmini attacca i presidi - ilaria carra andrea montanari ( da "Repubblica, La" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Pagina V - Milano Scuola, Gelmini attacca i presidi "Non hanno soldi? Imparino a risparmiare e usare le risorse" "Meno politica e più attenzione" La replica: "Il ministro non si rende conto" ILARIA CARRA ANDREA MONTANARI Scuole al collasso con i bilanci in rosso per via dei tagli?

primarie, tempo scuola a rischio e le famiglie scrivono al ministro ( da "Messaggero Veneto, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: APPELLO L'IPOTESI «Caro ministro dell'Istruzione Gelmini, vogliamo garanzie su 30 ore settimanali di lezione 2009-2010 nei tre circoli didattici a Pordenone». Tempo scuola a rischio di riduzione nelle primarie, in settembre. Mamme e papà hanno scritto all'inquilina di viale Trastevere, perché l'organico docente sarà a dieta.

Gelmini-Formigoni: sì al diploma regionale ( da "Giornale di Brescia" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: in primo piano Gelmini-Formigoni: sì al diploma regionale MILANO Il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, ha siglato con il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, un accordo sull'istruzione e la formazione professionale che prevede, al quarto anno, il diploma regionale e la possibilità di un anno integrativo per l'

bilancio provinciale ( da "Mattino di Padova, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini, di corso Garibaldi, piazza Garibaldi, via San Francesco, via del Santo, piazza del Santo e via Cesarotti. PATTICHIARI PER GLI STUDENTI. Avvicinare i giovani ai temi finanziari fornendo le conoscenze utili per capire la complessità, i meccanismi e le prospettive dell'economia imprenditoriale, familiare e personale.

stesso numero di alunni, ma meno personale ( da "Messaggero Veneto, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: il decreto Gelmini che apporta alla scuola una serie di modifiche all'attuale sistema e considerato che l'articolo 4 della citata legge introduce la figura del maestro unico prevedendo nelle classi della scuola primaria la presenza di un insegnante con 24 ore settimanali», si dicono «preoccupati che, nell'ambito degli obiettivi di razionalizzazione stabiliti dalla riforma Gelmini,

E le poltrone di Alemanno costano a Roma diciotto milioni e mezzo ( da "Unita, L'" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: di sicuro gradimento alla maestra Gelmini, ai contribuenti romani: 396mila euro lordi dal settembre 2008 al dicembre 2010. Il calcolo di quanto costa agli azionisti lo sbaraccamento della politica industriale di Acea per dare spazio ai signori dell'edilizia romana Francesco Gaetano Caltagirone e Giancarlo Cremonesi non è ancora completato.

Difendiamo scuola e ricerca ( da "Nuova Ferrara, La" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: e docenti contro le diseguaglianze sociali prodotte dalla legge Gelmini «Difendiamo scuola e ricerca» Domani si mobilita il coordinamento istruzione pubblica Aumenta la disuguaglianza sociale. Questo è, secondo il coordinamento istruzione pubblica, l'organismo spontaneo nato dalla volontà di genitori, studenti, docenti, con l'obiettivo di contrastare gli effetti della legge 133,

Docenti, precari e ricercatori contro i tagli della Gelmini ( da "Unita, L'" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: precari e ricercatori contro i tagli della Gelmini MARISTELLA IERVASI Tutti insieme allo sciopero generale contro i tagli del governo alla Conoscenza. Domani si fermano, per la prima volta uniti, tutti coloro che lavorano nella scuola, negli Atenei, negli enti di ricerca, nella formazione professionale e Afam.

Tutti insieme allo sciopero generale contro i tagli del governo alla Conoscenza. Domani si fermano, ... ( da "Unita, L'" del 17-03-2009)
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Abstract: Gli universitari dei collettivi di protesta contro la riforma Gelmini proprio in queste ore hanno deciso di tornare a «surfare» nelle città. Nel giorno della Flc-Cgil anche l'Onda è intenzionata a guadagnarsi una fetta di protesta indipendente e autonoma, come fece in autunno. Le piazze dello sciopero Dall'Abruzzo alla Sardegna, senza saltare una regione.

Confluenza Alleate fin dalla Casa... ( da "Giornale.it, Il" del 17-03-2009)
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Abstract: aennina Giorgia Meloni e la forzista Mariastella Gelmini), i dirigenti, i fondatori, i reggenti del movimento. Ma da oggi cominciamo un viaggio nella base, nel vero Popolo che crede in questa avventura politica, gli elettori e i simpatizzanti. Perché ogni partito, ogni idea, ogni movimento appoggia sulla militanza e sull'organizzazione, sul territorio.

Broletto, se la Gelmini deve difendere Romele... ( da "Giornale di Brescia" del 17-03-2009)
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Abstract: se la Gelmini deve difendere Romele... Le dichiarazioni del ministro confermano la contesa in atto sui rapporti di forza tra la Lega e il nascente Pdl Il ministro Gelmini con l'on. Romele La candidatura dell'on. Romele a presidente del Broletto su indicazione della coalizione di centrodestra si allontana?

Comitato scuola: I genitori bocciano la riforma ( da "Giornale di Brescia" del 17-03-2009)
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Abstract: Gelmini vorrebbe imporre». «Abbiamo raccolto 1.519 schede certificate, circa il 60% del totale, di famiglie, relativamente alla città più un paio di comuni limitrofi e riferite ai bambini che passeranno alle seconde, terze, quarte e quinte della scuola primaria - ha detto Paola Dioni per il comitato - da cui si evince che la scelta delle stesse è la riconferma del modello di offerta

Freschezza e disciplina... ( da "Giornale.it, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Mariastella Gelmini il ministro dell'Istruzione, in Forza Italia dal 1994, e cioè da subito. Il nuovo partito, dice, «darà stabilità al governo, rafforzandone l'azione riformista». Evidentemente lei non è superstiziosa, ministro. «Guardi che noi non faremo la fine del governo Prodi, che cadde quando nacque il Pd.

Professionali: arriva il diploma in quattro anni ( da "Giornale.it, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: La nostra - spiega il ministro all'Istruzione Maria Stella Gelmini - è un'intesa a favore dei giovani. Collaboriamo per migliorare l'offerta formativa». «Sì - aggiunge il presidente Formigoni - e la sperimentazione parte proprio dalla Lombardia. È nostro dovere ampliare il più possibile la possibilità di scelta degli studenti».

virgilio: "portiamo al tar la riforma del ministro gelmini" - alessandro cori ( da "Repubblica, La" del 17-03-2009)
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Abstract: Portiamo al Tar la riforma del ministro Gelmini" ALESSANDRO CORI Sotto le Due Torri, dove la protesta contro i provvedimenti del ministro Gelmini è sempre viva, anche Palazzo D´Accursio fa la sua parte e valuta l´ipotesi di portare la riforma davanti al Tar. L´idea, che arriva dall´assessore alla scuola Milly Virgilio, piace al candidato sindaco del Pd Flavio Delbono:

rebaudengo apre la vertenza "difenderemo la nostra scuola" ( da "Repubblica, La" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: ufficiali gli enti locali scriveranno una piattaforma per mettere nero su bianco gli effetti prodotti dalla riforma Gelmini e dai tagli della Finanziaria». Si potrà poi «indire una grande mobilitazione». La piattaforma sarà costruita con la Regione e condivisa con sindacati, genitori e docenti. Paolo Rebaudengo, assessore provinciale alla scuola, si prepara a coordinare l´iniziativa.

ecco quanto costano le facoltà - ilaria venturi ( da "Repubblica, La" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini potrebbe distribuire agli Atenei in base al merito: l´Alma Mater è al top e beneficerebbe di 5 milioni in più. Il rettore parla di «prudente soddisfazione» in attesa della ripartizione. Ma incassa il primo posto in classifica. Sui report per Facoltà, il prorettore Marco Depolo spiega: «Siamo i primi tre le università pubbliche a rilasciare un sistema di report sulle Facoltà»

l'ex vicesindaco diego bernardis punta a diventare primo cittadino ( da "Messaggero Veneto, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: stando alla riforma Gelmini, di perdere il servizio per carenza di iscrizioni al plesso. Ci attiveremo assieme al Comune di Prepotto per studiare soluzioni per impedire la chiusura». Infine le opere pubbliche: la lista civica, se salirà al governo, si occuperà della realizzazione degli interventi rimasti disattesi nell'ultimo mandato per mancanza di contributi,

Scuola, all'istituto professionale il diploma si ottiene in 4 anni ( da "Giornale.it, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini e il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, hanno sottoscritto un accordo per dimenticare i contenziosi del passato. Che tradotto in termini pratici significa: via libera alla riforma lombarda sulla scuola. Quella stessa riforma studiata in ogni minimo dettaglio dai tecnici del Pirellone ma chiusa in un cassetto dopo il ricorso presentato dal governo alla

Debiti Mancano i soldi per pagare i supplenti e i commissari della maturità ( da "Giornale.it, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: risponde alle polemiche sul caso il ministro all'Istruzione Maria Stella Gelmini - dovrebbero comparire di meno sui giornali. Occuparsi meno di politica e fare un po' di più i dirigenti». Che le casse della scuola lombarda non versino in ottime condizioni non è una novità: i bilanci sono pressoché al collasso e il buco ammonta a circa 80 milioni di euro.

Il Comune di Bologna vuol ricorrere al Tar contro la Gelmini ( da "Gazzetta di Modena,La" del 17-03-2009)
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Abstract: Bologna vuol ricorrere al Tar contro la Gelmini E la Cgil: adesso il ministro dia le 40 ore a tutte le famiglie che lo hanno chiesto BOLOGNA. Il Comune di Bologna sta valutando la possibilità di «assumere iniziative giudiziarie contro la riforma Gelmini». Lo ha detto l'assessore Milli Virgilio alla Conferenza provinciale di coordinamento sulla scuola indetta dalla Provincia di Bologna,

festa e gazebo dei collettivi anti-gelmini ( da "Tirreno, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini PIETRASANTA. Una festa in piazza Duomo fra giochi, spazi ludici e punti informazione. L'iniziativa, a firma dei Collettivi contro la riforma Gelmini, è in programma il prossimo 21 marzo. Collettivi che, nel frattempo, dopo essersi tornati a riunire ieri sera alle scuole Africa, hanno riconsegnato «alla dirigenza degli istituti comprensivi di Stazzema,

E la Gelmini inciampa sul voto in condotta ( da "Italia Oggi (Azienda Scuola)" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: del 17/3/2009 | Indietro E la Gelmini inciampa sul voto in condotta AZIENDA SCUOLA Di A. R. comunicati&riforme Approvato il regolamento, il ministro annuncia: il 5 sarà dato dal collegio dei docenti. Ma non è così Le scuole avevano già cominciato a interrogarsi sulla portata della novità rispetto al precedente decreto (n.

<Tagliamo i progettie non gli organici> ( da "Secolo XIX, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Tornando alla riforma Gelmini, non posso altro che rimarcare che per la prima volta nella storia della scuola italiana si colpisce prima con tagli così pesanti e poi li si giustificano con una riforma degli ordinamenti. La Scuola ne uscirà con le ossa rotte: il prossimo anno toccherà alle elementari e medie, che vedranno devastato i loro sistema di lavoro e,

Questa è la nottedei "BALUNETTI" ( da "Secolo XIX, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: istruzione Gelmini, con tanto di invito per il 18 marzo 2010. L'iniziativa è destinata ad estendersi ad altri istituti savonesi e, secondo i promotori, potrebbe in futuro anche trasformarsi in una piccola attività artigianale destinata ai giovani. Luci, storia ed emozioni, come quelle della tradizionale fiaccolata - promossa dall'Unione Sportiva Letimbro,

IL SEGRETARIO ( da "Giorno, Il (Lodi)" del 17-03-2009)
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Abstract: Mariastella Gelmini, che tutela il suo uomo, Giuseppe Romele: «È un danno penalizzare il Pdl in Lombardia». PER la Leonessa d'altra parte la Lega sarebbe disposta a mollare anche Torino. Un quadro tutto da decidere, dunque, in cui la frase attribuita a Berlusconi su un possibile candidato forzista a Lodi non significa direttamente che la candidatura in pectore di Foroni sia da buttare.

di GUIDO BANDERA LODI DI DEFINITIVO, come al solito, non c ... ( da "Giorno, Il (Lodi)" del 17-03-2009)
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Abstract: Mariastella Gelmini, che tutela il suo uomo, Giuseppe Romele: «È un danno penalizzare il Pdl in Lombardia». PER la Leonessa d'altra parte la Lega sarebbe disposta a mollare anche Torino. Un quadro tutto da decidere, dunque, in cui la frase attribuita a Berlusconi su un possibile candidato forzista a Lodi non significa direttamente che la candidatura in pectore di Foroni sia da buttare.

Parte la rivoluzione. Il liceo Manzoni è salvo ( da "Giorno, Il (Lecco)" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Il liceo Manzoni è salvo La riforma Gelmini crea apprensione tra le famiglie che stanno iscrivendo i figli alle superiori VIAGGIO NEGLI ISTITUTI di BENEDETTA GUERRIERO LECCO UNA RIVOLUZIONE nelle scuole superori di Lecco. La sede dell'ex provveditorato agli studi, in via Marco d'Oggiono, è subissata di telefonate per chiarimenti.

<Non vogliamo una scuola al servizio dell'economia> ( da "Giorno, Il (Lecco)" del 17-03-2009)
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Abstract: ATTACCO contro la riforma Gelmini. Il nuovo modello di scuola proposto dal ministro dell'Istruzione non convince e continua a incassare critiche. «Non si può accettare che l'istruzione sia prevalentemente al servizio dell'economia - afferma Mario Rampello, segretario generale della Cisl scuola di Lecco - essa deve essere innanzitutto al servizio di ogni persona e del bene comune»

Formazione, via libera a scuola e diploma regionali ( da "Eco di Bergamo, L'" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Il ministro Gelmini e il presidente Formigoni hanno infatti firmato l'intesa. Ritirato il ricorso del governo Prodi, il nuovo esecutivo riconosce l'unificazione tra il sistema dell'istruzione professionale statale con l'istruzione professionale regionale, sotto il governo della Regione.

Lingue straniere, boom di richieste alle medie ( da "Provincia Pavese, La" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Le famiglie quindi si dividono tra chi chiede la nuova possibilità prevista dal ministro Gelmini (niente seconda lingua e le due ore vengono usate per approfondire l'inglese) e chi invece vuole che i propri figli imparino anche un'altra lingua straniera. E le iscrizioni? Non ci sono grosse sorprese. Le scuole pavesi sono abbastanza stabili.

E domani c'è lo sciopero della Cgil ( da "Provincia Pavese, La" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: iscrizioni esprimono una forte bocciatura del maestro unico proposto dal ministro Gelmini, dall'altro accendono i timori di genitori e insegnanti. Perché? Perché le scuole non sono sicure di poter garantire il modello a 40 ore se i tagli promessi dal ministro non si ridimensioneranno. Ci sono poi le preoccupazioni per le scuole medie, con la riduzione delle ore di italiano, e di tecnica.

E la Gelmini inciampa sul voto in condotta ( da "Italia Oggi" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: comunicati&riforme E la Gelmini inciampa sul voto in condotta Approvato il regolamento, il ministro annuncia: il 5 sarà dato dal collegio dei docenti. Ma non è così Le scuole avevano già cominciato a interrogarsi sulla portata della novità rispetto al precedente decreto (n.

Tutti al lavoro anche senza posto ( da "Italia Oggi" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: il regolamento sugli organici di prossima emanazione, attuativo della riforma Gelmini, rischia di mandare per strada circa 25 mila precari. Lavoratori che hanno finora avuto contratti di supplenza e che dal prossimo settembre dovranno cercarsi un altro impiego, giacché materialmente non esisteranno più i posti da coprire.

Nasce il diploma regionale ( da "Italia Oggi" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: delle riforme Nasce il diploma regionale Accordo tra Formigoni e Gelmini sugli istituti Ifp Si potrà avere un diploma regionale al IV anno delle superiori. È la prima esperienza federalista fatta in Italia e non è un caso che sia targata Lombardia. È stata firmata ieri l'intesa tra il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, e il presidente della regione, Roberto Formigoni,

Asta di opere d'arte per finanziare le attività e le missioni ( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del 17-03-2009)
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Abstract: Due delle novità previste dalla riforma del ministro della pubblica istruzione, Mariastella Gelmini, non piacciono ai genitori degli studenti del Piceno che come tanti altri si sono dovuti esprimere sulle recenti novità che saranno introdotte nel mondo dell'istruzione. Tra queste il ritorno in classe del maestro unico e l'orario settimanale di scuola.

Formazione professionale nasce il diploma regionale ( da "Eco di Bergamo, L'" del 17-03-2009)
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Abstract: Intesa tra Gelmini e Formigoni, cancellato il ricorso del governo Prodi La riforma lombarda è la prima in Italia. Possibile passaggio all'università Martedì 17 Marzo 2009 CRONACA, pagina 15 e-mail print I due lombardi Mariastella Gelmini, ministro dell'istruzione, e Roberto Formigoni, presidente della Regione, hanno sottoscritto ieri mattina al Pirellone,

Il ministro dell'Istruzione Gelmini e il presidente della Regione Lombardia Formigoni firmano l'inte... ( da "Eco di Bergamo, L'" del 17-03-2009)
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Abstract: Il ministro dell'Istruzione Gelmini e il presidente della Regione Lombardia Formigoni firmano l'inte... --> Martedì 17 Marzo 2009 CRONACA, pagina 15 e-mail print Il ministro dell'Istruzione Gelmini e il presidente della Regione Lombardia Formigoni firmano l'intesa per la formazione professionale 17/03/2009 nascosto-->

PERGINE - La legge di riforma Gelmini aveva fatto temere il peggio all'Istituto Marie Curie ( da "Adige, L'" del 17-03-2009)
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Abstract: La legge di riforma Gelmini aveva fatto temere il peggio all'Istituto Marie Curie PERGINE - La legge di riforma Gelmini aveva fatto temere il peggio all'Istituto Marie Curie. I mutamenti profondi e le soppressioni di indirizzi anticipati dal ministro dell'istruzione avrebbero potuto (sembrava quasi certo) convincere famiglie e ragazzi a scegliere diversamente,

Oltre seimila precari della scuola marchigiana rischiano di essere licenziati ( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 17-03-2009)
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Abstract: sono scesi in campo i precari della scuola, i primi ad essere colpiti dalla riforma Gelmini. Salta subito all'occhio il dato regionale, che vede questo esercito di lavoratori a scadenza in percentuale più alta rispetto alla media nazionale: il 18% dei docenti totali (16% media italiana) e il 32% degli Ata (29% media italiana).

ANCONA - Non è solo una questione di tagli all'istruzione, il prossimo anno ... ( da "Messaggero, Il (Marche)" del 17-03-2009)
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Abstract: dopo la riforma Gelmini. A rimetterci saranno soprattutto gli Ata (personale ausiliario). Così il sindacato conferma la data dello sciopero generale dei lavoratori di scuole e università, in programma domani. L'assemblea - «Il prossimo settembre - ha spiegato Rossi - nelle Marche verranno tagliati 443 posti tra il personale tecnico,

Bocciato il maestro unico anche nella provincia di Pescara. Così com'è successo a ... ( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: In attesa dei regolamenti sul decreto Gelmini per la riforma della scuola primaria che prevede la presenza del maestro unico, provveditore e docenti sono ancora nel caos. Il nodo è presto detto: secondo il decreto, a pagare le ore di insegnamento in più rispetto a quelle del maestro unico dovrebbe essere la scuola e purtroppo molti istituti non hanno risorse per coprire la spesa.

No al maestro unico, scelta virtuale ( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 17-03-2009)
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Abstract: Martedì 17 Marzo 2009 Chiudi Scuola in mezzo al guado. I dirigenti aspettano i dettagli del decreto Gelmini, anche il sindacato esprime incertezza No al maestro unico, scelta virtuale Aumentano le iscrizioni al tempo pieno ma non ci sono soldi per altri docenti

Due milioni in più grazie al <merito> ( da "Nazione, La (Siena)" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: secondo le intenzioni del ministro Gelmini, i premi agli Atenei che investono maggiormente su ricerca e qualità dovrebbero salire fino a 2,5 miliardi di euro, una cifra cinque volte superiore a quella prevista per quest'anno. «Sono soddisfatto ha aggiunto Focardi dell'applicazione, per la prima volta, di un criterio che premi la qualità della ricerca e della didattica:

<Rischiano il posto nella scuola 183 docenti> ( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)" del 17-03-2009)
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Abstract: Gelmini. Scuola, ricerca, università, Afam (Accademia belle arti, Isia e Conservatorio di Pesaro) si danno appuntamento alle 10,30 in piazza del Popolo, per uno sciopero proclamato dalla Flc-Cgil a cui sono invitate anche le famiglie. «I tagli per oltre 10 miliardi di euro previsti dalla Finanziaria e oggi confermati si legge in una nota della Flc Pesaro Urbino provocheranno effetti

I genitori bocciano i tagli Gelmini ( da "Giorno, Il (Bergamo - Brescia)" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: 5 I genitori bocciano i tagli Gelmini Oltre 1.500 mamme e papà chiedono il mantenimento del contratto formativo di MAGDA BIGLIA BRESCIA «LE MAMME E I PAPÀ bresciani hanno bocciato la riforma Gelmini delle elementari». Sbandiera i numeri il Comitato per la difesa della scuola pubblica, i cui rappresentanti ieri pomeriggio hanno portato al dirigente dell'

Aule, fucine di talenti? Il ministro venerdì dice la sua ( da "Giorno, Il (Bergamo - Brescia)" del 17-03-2009)
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Abstract: Università e ricerca Mariastella Gelmini con il suo intervento previsto alle 17.30. «Solo i Paesi che investono in formazione possono cogliere le opportunità dei cambiamenti. È importante capire quale alleanza sia possibile fra il mondo delle imprese e quello della scuola nella preparazione delle generazioni future»: nelle parole del presidente Franceschetti il senso del simposio.

La formazione si fa regionale ( da "Sole 24 Ore, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini e il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni. L'accordo mette la parola fine anche al contenzioso tra la Regione e lo Stato in materia di istruzione: il Governo ritira il ricorso alla Corte costituzionale contro la legge regionale lombarda 19/ 2007 sul «sistema educativo di istruzione e formazione »e la Giunta della Lombardia si impegna a ritirare i ricorsi contro

È caccia al tempo pieno ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: 1 È caccia al tempo pieno LE FAMIGLIE bresciane bocciano sul campo la riforma-Gelmini. In città il 60 per cento dei genitori che hanno un figlio dalla seconda alla quinta elementare, e il 90 per cento di chi l'avrà in prima elementare, ha chiesto moduli da 30 o 40 ore: insomma ha puntato sulla soluzione dei tre maestri su due classi, e non certo sull'«insegnante prevalente».

FORMAZIONE IN LOMBARDIA, INTESA FORMIGONI-GELMINI: VIA AL DIPLOMA REGIONALE POSSIBILE ACCESSO ALL'UNIVERSITA'. RITIRATO RICORSO DEL GOVERNO ( da "marketpress.info" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: GELMINI: VIA AL DIPLOMA REGIONALE POSSIBILE ACCESSO ALL´UNIVERSITA´. RITIRATO RICORSO DEL GOVERNO Milano, 17 marzo 2009 - Il ministro dell´Istruzione Mariastella Gelmini e il presidente della Regione Roberto Formigoni hanno sottoscritto ieri mattina in Regione un´Intesa che dà il via libera alla innovativa e piena attuazione del governo regionale dell´

Professionali, via al diploma regionale ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini e il presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni. Sperimentazione dall'anno scolastico 2009-10 Professionali, via al diploma regionale Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini e il presidente della Regione Roberto Formigoni hanno sottoscritto ieri mattina in Regione un'intesa che dà il via libera alla innovativa e piena attuazione del governo regionale dell'

Elementari, tutti per il tempo pieno ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: tempo pieno di Mimmo Varone I genitori bresciani bocciano la riforma Gelmini. Del maestro unico, o prevalente che sia, neanche vogliono sentir parlare. Si sono organizzati nel Comitato per la difesa della scuola pubblica, e ieri hanno fatto sentire la loro voce «pesante». In 1.519, che rappresentano oltre il 60 per cento degli iscritti in città dalla seconda alla quinta elementare,

<Tagli selvaggi> Sit-in in prefettura ( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: popolo degli insorti contro il ministro Mariastella Gelmini, che presenta il conto attraverso una «giornata di informazione» nella giornata dell'ennesimo sciopero targato Cgil. Per la precisione quella di domani sarà la battaglia della Flc-Cgil, i lavoratori della conoscenza. E il popolo' che si associa alle manifestazioni di protesta dal sit-in alle urla per spiegare che così l'

Patto Gelmini-Formigoni <Nasce il federalismo scolastico> ( da "Corriere della Sera" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Il Pd: illegittimo Patto Gelmini-Formigoni «Nasce il federalismo scolastico» Nasce il federalismo scolastico. Accordo firmato tra il ministro Gelmini e il governatore Formigoni. Sancita la parificazione tra corsi di formazione professionale regionali e statali. Ma il Pd: «è illegittimo».

La scuola regionale? Vale come quella statale ( da "Corriere della Sera" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Vale come quella statale Accordo Gelmini-Formigoni. Parte la sperimentazione in Lombardia. Il Pd: illegittimo Il Governo ha annunciato il ritiro del ricorso alla Corte Costituzionale contro la riforma lombarda del 2007 Federalismo scolastico, si parte. Dopo due anni di contenziosi (con il precedente governo) sul titolo V della Costituzione,

<In classe il ministro è ritratto con le orecchie da somaro> ( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: BRUNO DALLARI SCANDIANO UN RITRATTO del Ministro Mariastella Gelmini con le orecchie da somaro sarebbe esposto da diversi giorni all'interno di una classe delle elementari "Rocca" di Scandiano. Il condizionale è d'obbligo, visto che ieri non ci è stato ancora possibile contattare il dirigente del primo circolo competente, ma è pur vero che la questione è già stata formalizzata in un'

Scuola, il 70% delle famiglie sceglie il tempo pieno' ( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini bocciata» GENITORI e Gelmini remano' in direzioni opposte. E' quanto emerge dai dati delle iscrizioni 2009-10 alla classe prima della scuola primaria raccolti dall'ufficio scolastico regionale e diffusi dalla Flc Cigl che li commenta così: «La stragrande maggioranza dei genitori ha sonoramente bocciato gli orientamenti del ministro»

Scuole professionali regionali e statali: un diploma unico ( da "Giorno, Il (Milano)" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: ha annunciato lo stesso ministro Mariastella Gelmini prospettando un riordino dell'istruzione tecnica e professionale su tutto il territorio nazionale. L'intesa sulla sperimentazione, siglata ieri, avverrà in due fasi e sulla base dell'adesione volontaria dei professionali statali (170 in Lombardia) al sistema di formazione regionale (Ifp).

UNA <SOSTANZIALE copertura ad azioni eversive dell'ordinamento giuridic... ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: giudiziarie contro la riforma gelmini», come ha annunciato l'assessore comunale alla scuola, Milli Virgilio, domani-in occasione dello sciopero indetto contro le scelte del Governo, la Cgil regionale terrà in piazza Nettunto una manifestazione che inizia alle 9. I temi della scuola, dell'Università e della ricerca ,della formazione artistica e musicale e della formazione professionale,

Premio in arrivo per l'Ateneo ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: cifre sui docenti fannulloni di RENATA ORTOLANI LA RIFORMA Gelmini porterà più soldi proprio all'Alma Mater, che in base ai criteri relativi a ricerca, didattica e numero degli iscritti, si trova in posizione ottima: come riporta Il Sole-24 Ore di ieri infatti, si stima che all'Ateneo arriveranno nell'anno in corso oltre 30 milioni di euro di premio', sotto forma di quota incentivi.

la scuola torna in piazza domani riparte la protesta contro la riforma gelmini - felice paduano ( da "Mattino di Padova, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: riparte la protesta contro la riforma Gelmini TOTO' MAZZA (CGIL) «Sciopero sacrosanto nel Padovano rischiano il posto 3 mila docenti» Corteo regionale fino a Pontecorvo FELICE PADUANO Domani la Cgil chiama alla mobilitazione generale contro il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, accusata di voler dare un colpo mortale alle elementari con il ripristino del maestro unico.

"Il nuovo Pdl? Ve lo raccontiamo noi donne" ( da "Giornale.it, Il" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Il ministro Gelmini: "Fi porta una ventata di novità, An l'organizzazione di partito. Insieme rafforzeremo l'azione riformista" Roma - Sorride: «In questo periodo sono di umore molto ecumenico... stiamo celebrando un battesimo importante, e sa com?è, alle cerimonie augurali non si litiga con nessuno».

Il ministro Gelmini ( da "Giornale.it, Il" del 17-03-2009)
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Abstract: Istruzione mariastella Gelmini: "Forza Italia porta una ventata di novità, An l?organizzazione di partito. Insieme rafforzeremo l?azione riformista" Roma - Ogni volta che le domandi del Pdl lei disegna una freccia sul foglio e poi lo scrive: Pdl, con tanto di quadratino intorno.

Fiducia, Berlusconi ai suoi minimi Franceschini rivitalizza il Pd ( da "Repubblica.it" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: in particolare, Gelmini (3). Perdono, invece, i responsabili di sei dicasteri: Tremonti (-2), Frattini (-2), Matteoli (-4), Bondi (-2), Fitto (-1). Gli altri otto sono fermi. All'ultimo posto c'è Elio Vito con un tasso di fiducia del 33%. I partiti. Il dato più evidente è la risalita (4 punti) del Pd.

Neofascisti e destra di governo a braccetto con nostalgia ( da "Repubblica.it" del 17-03-2009)
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Abstract: la "coraggiosa" onorevole Mariastella Gelmini, all'epoca coordinatrice lombarda di Forza Italia e attuale ministro dell'Istruzione. Saluti romani, pistole e 'ndrine La famiglia calabrese dei Di Giovine e quella siciliana dei Crisafulli, la destra in doppiopetto di An e quella estremista di Cuore nero.

Flc-Cgil alla Gelmini salvi il plurilinguismo ( da "Stampaweb, La" del 17-03-2009)
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Abstract:

Pdl/ Gelmini: Freschezza e disciplina, cosi' cambieremo il ( da "Virgilio Notizie" del 17-03-2009)
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Abstract: Stella Gelmini, in un'intervista a Il Giornale parla del Pdl che nascerà ufficialmente con il congresso del 27,28 e 29 marzo a Roma. Gelmini aggiunge che il progetto del centrodestra è valido perchè "An e Forza Italia hanno fatto una traversata nel deserto insieme e insieme governano il Paese e il partito non è nato con una fusione a freddo decisa nelle stanze del potere come il Pd"

(ACR) SIMONETTI: LE RAGIONI DELLâ ADESIONE ALLO SCIOPERO DI DOMANI ( da "Basilicanet.it" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: per contrastare la politica dei tagli dei ministri Gelmini e Tremonti. In particolare â?? aggiunge Simonetti - occorre che la Giunta regionale dia una risposta alla richiesta della Cgil al fine di garantire le condizioni al diritto allo studio, mantenendo la continuità dei servizi di mensa e trasporti indispensabili per il tempo pieno e prolungato nella scuola dellâ?

Nasce il Gruppo scuola ( da "Corriere Adriatico" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: fa si era attivato per far conoscere i vari aspetti della riforma Gelmini), i quali hanno sentito la necessità di adoperarsi per migliorare il dialogo tra i familiari degli studenti delle scuole cittadine e tra questi ed istituzioni scolastiche, "nella convinzione che la carenza di comunicazione tra le parti potrebbe influire negativamente sul rapporto tra famiglia e insegnanti".

Oggi all'Itcg di Mussomeli assemblea contro i tagli nelle scuole ( da "Sicilia, La" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: La riforma del ministro Gelmini - continua il documento - non ha ancora fornito valide motivazioni per essere attuata da un punto di vista didattico e pedagogico e già si passa alla sua attuazione che, dovendo risparmiare e operando tagli alla spesa pubblica, ha la pretesa di far pagare ai lavoratori della conoscenza la crisi economica e finanziaria che attraversa il nostro paese.

I TAGLI DEGLI ORGANICI DELLA CAMPANIA SONO DETERMINATI DALLA FINANZIARIA MA ANCHE DAL CALO DEL... ( da "Mattino, Il (City)" del 17-03-2009)
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Abstract: parlato di scure da parte della Gelmini. Ma sulla base dei dati già in suo possesso è possibile fare già delle previsioni? «La popolazione scolastica della Campania rappresenta il dieci per cento di quella italiana. E considerato che la legge finanziaria ha previsto per l'anno prossimo una diminuzione di 42 mila posti è evidente che nella nostra regione toccano 4200 posti in meno»

A rischio tagli le mense degli studenti ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 17-03-2009)
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Abstract: applicazione del decreto Gelmini. La richiesta presentata da Zecchinon è molto articolata. «Tanto per cominciare - spiega l'ex insegnante - siamo preoccupati che, nell'ambito degli obiettivi di razionalizzazione stabiliti dalla riforma Gelmini, gli istituti scolastici debbano prendersi carico delle ore eccedenti le 24 settimanali previste con il maestro unico,

Il 5 in condotta è spesso colpa della famiglia ( da "Eco del Chisone" del 17-03-2009)
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Abstract: Il ministro Gelmini dà l'impressione del neofita che si esalta e infervora per un risultato che, a conti fatti, non è che un abbozzo di modifiche forse poco incidenti e dal dubbio effetto. Così almeno si sente dire negli ambienti scolastici. Ma un provvedimento mi è parso positivo, quello del ripristino del voto di condotta.

Scuola: manifestazioni Cgil contro riforma Gelmini ( da "gomarche.it" del 17-03-2009)
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Abstract: Home > Cronaca > Scuola: manifestazioni Cgil contro riforma Gelmini Martedì 17 Marzo 2009 16:34 Scuola: manifestazioni Cgil contro riforma Gelmini La Cgil ha organizzato per domani, mercoledì 18 marzo, in tutta Italia, lo sciopero generale della scuola, Università, ricerca, conservatori, accademie e formazione professionale.

La crisi economica intacca la fiducia a Berlusconi (-3%) e governo (-2%) ( da "Sestopotere.com" del 17-03-2009)
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Abstract: da notare il ritorno alla crescita di consensi di Maria Stella Gelmini, Ministro della Istruzione, Università e Ricerca, che pare ormai aver assorbito gli effetti negativi delle contestazioni (peraltro ormai assopite) del movimento dell`Onda, e risale al 40%, con una crescita di tre punti rispetto a febbraio.

Scontro tra Cisl Scuola Lombardia e ministro sulle risorse ( da "Sestopotere.com" del 17-03-2009)
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Abstract: scontro aperto tra la Cisl Scuola Lombardia e il ministro Gelmini. In risposta alla denuncia del sindacato sulla carenza di risorse per le scuole lombarde, la responsabile di dicastero ha accusato i presidi di fare politica e non saper amministrare e risparmiare. “Lo ha fatto per uscire dall?angolo, perché sa benissimo che moltissime scuole sono alla bancarotta –

Governo, l'ombra delle Bande nere ( da "AprileOnline.info" del 17-03-2009)
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Abstract: onorevole Mariastella Gelmini, all'epoca coordinatrice lombarda di Forza Italia e attuale ministro dell'Istruzione. Oggi, 17 marzo 2009, a Roma, la Facoltà di Lettere e Filosofia di Tor Vergata ha subito l'ennesima azione di forza da parte di Blocco Studentesco. Un'ottanina di "gorilla" armati di caschi, prevalentemente estranei all'università,

Governo/ La Russa: Foto di Ronchi? Con ex An noto a Milano ( da "Virgilio Notizie" del 17-03-2009)
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Abstract: uscito da tempo dal partito e ha fondato un movimento estremista - spiega La Russa accompagnato da Ronchi - Tutti quelli che hanno fatto politica a Milano nel centrodestra lo conoscono, dalla Moratti alla Gelmini, e possono avere una foto con lui. Voglio solo ricordare che quando è uscito da An lo ha fatto con una durissima polemica nei confronti del partito".

Prodi, il ritorno al passato ( da "Giornale.it, Il" del 17-03-2009)
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Abstract: 2 Emails La Gelmini e il bel mondo di concorsopoli - 2 Emails Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra - 1 Emails Ultime News Crisi, Marcegaglia: "Dal governo alle pmi 70 miliardi di crediti"Case popolari: c'è piano per vendita agli inquiliniRonde, scontri e polemiche sul decreto Il video:

Scuola/ Gilda: sciopero inevitabile, Gelmini un 'muro di ( da "Virgilio Notizie" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: il ministro Gelmini a costruire un confronto chiaro e costruttivo, ma da parte sua - ha sottolineato Di Meglio - non c'è mai stata una reale disponibilità ad ascoltare e recepire le richieste". "Di fronte - ha continuato il coordinatore della Gilda - a questo 'muro di gomma', non possiamo che ricorrere allo sciopero per difendere la scuola pubblica statale e i troppi docenti che,

Il governo contro la scuola ovvero "la guerra continua" ( da "EUROPA ON-LINE" del 17-03-2009)
Argomenti: Scuola

Abstract: Ma che interesse ha la signora o signorina Gelmini, ministro della scuola per meriti di genere, a prendersela ora con i presidi, definendoli «bugiardi»? Bugiardi perché, sulla cosiddetta riforma della scuola, farebbero «controinformazione politica»? Si può sparare a zero su intere categorie di cittadini, pubblici dipendenti fannulloni, insegnanti lavativi,


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Barack Obama ha raccolto in eredità una crisi economica complessa e preoccupante. Si è mos... (sezione: Scuola)

( da "Stampa, La" del 15-03-2009)

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Barack Obama ha raccolto in eredità una crisi economica complessa e preoccupante. Si è mosso con rapidità, attivando un piano di stimoli fiscali, uno di intervento sui mercati finanziari e immobiliari, e proponendo le linee guida del bilancio per i prossimi due anni. Nonostante si sia insediato alla Casa Bianca da meno di due mesi, non è quindi troppo presto per cominciare una verifica. Larry Summers, economista di fama, ex presidente di Harvard e mente economica principe dell'Amministrazione, è intervenuto nei giorni scorsi al Brookings Institute cercando di fornire alla stampa e agli osservatori una visione d'insieme delle politiche economiche dell'Amministrazione. Purtroppo ha dovuto giocare in difesa, a mio parere senza successo. L'economia americana non dà segni di ripresa. Dall'inizio di gennaio la Borsa ha perso più del 20%. Questo, nonostante non manchino le buone notizie: il prezzo del petrolio è sceso di due terzi dai picchi dell'estate 2008, i mercati finanziari sono inondati di liquidità, i tassi di interesse interbancari sono tornati a livelli quasi normali, i valori immobiliari sono al livello precedente alla bolla (l'indice Case-Shiller ha perso il 27%), gli investimenti in scorte sono sull'orlo della ripresa. Ma l'economia non riparte. Non è certo il caso di distribuire meriti e colpe, come molti osservatori politicamente schierati ormai fanno, ma le politiche dell'amministrazione Obama, nel complesso, non aiutano. Lo stimolo fiscale è solo in parte mirato alla recessione. Anche gli osservatori più generosi con l'Amministrazione accettano che non più di metà dello stimolo avrà effetti nel giro di due anni. Purtroppo lo stimolo non contiene incentivi all'offerta di lavoro, anche perché i tagli alle tasse della classe media non avverranno nella forma di tagli alle aliquote. Gli interventi sui mercati finanziari non hanno avuto altro effetto che quello di tenere in vita banche e assicurazioni in crisi di intossicazione, senza agire sulle cause dell'intossicazione, e soprattutto senza effettuare quegli interventi dolorosi ma necessari perché tornino a operare con efficienza. Il tutto senza la fondamentale trasparenza, dando l'impressione che gli obiettivi dell'Amministrazione siano quelli di salvare Wall Street. Il gigante assicurativo Aig è al quarto intervento di salvataggio, che include 70 miliardi di dollari dei contribuenti. L'Amministrazione, che ormai possiede il 78% della società, non esclude un quinto intervento e rifiuta di rendere pubblici quali dei tanti creditori di Aig siano stati saldati, e perché. Gli interventi su Citigroup, la maggiore banca del Paese, appaiono anch'essi interventi di emergenza, senza un piano e una strategia di fondo. Gli stress test, i controlli sui bilanci delle banche, sono iniziati assurdamente tardi e non danno risultati apparenti. Infine il bilancio per i prossimi anni proposto dall'Amministrazione ha avuto un effetto devastante sull'umore dei mercati. È pieno di quelle spese inutili, che gli americani chiamano «pork», contro cui Obama e McCain si sono scagliati in campagna elettorale. Il bilancio prevede enormi investimenti in sanità, istruzione, energia, prospettando nuove tasse nel momento peggiore per l'economia. Nonostante il bilancio preveda interventi importanti, introduce anche dannose restrizioni e vincoli all'attività privata. Il caso della scuola è il più chiaro. Il bilancio prevede enormi spese ma limita i crediti privati all'istruzione (che quasi ogni studente accende in questo Paese) e inserisce forti vincoli ai programmi di vouchers che permettono agli studenti meritevoli e bisognosi di studiare nelle scuole che preferiscono, invece di essere costretti alle scuole pubbliche dei distretti in cui vivono. Obama ha grande abilità nell'articolare una visione del futuro dell'America che è di grande ispirazione per la società civile. Lo ha fatto ripetutamente in campagna elettorale e lo ha fatto anche nei giorni scorsi in un discorso sul futuro della scuola. In un certo senso Obama incarna questo futuro. Ma le discariche della politica sono piene di idee meravigliose e visionarie che sono fallite perché male applicate. La visione di Bush di una società in cui ogni cittadino possedesse un'abitazione è finita nei mutui subprime rilasciati con criminale facilità per gonfiare i profitti dei banchieri. La visione di Obama di un'istruzione di qualità per ogni americano rischia di finire con quei ragazzi cui non sarà permesso di frequentare una scuola privata per garantire il posto agli insegnanti della scuola pubblica del ghetto in cui vivono.

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Crisi scuole Pdl e Pd si accusano (sezione: Scuola)

( da "Gazzetta di Modena,La" del 15-03-2009)

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Crisi scuole Pdl e Pd si accusano Alle Cavour e Calvino stipendi garantiti da genitori e enti locali Scuole senza soldi: anche le medie Cavour e Calvino sono a rischio ma «gli stipendi dei supplenti e del personale Ata sono stati fino ad ora pagati regolarmente - fanno sapere dal consiglio d'istituto - perchè i soldi sono stati presi dai fondi messi a dispozione da genitori ed enti locali». Claudio Campioli, del consiglio d'istituto delle due scuole, spiega che «la scuola è riuscita a rimanere a galla perchè i docenti impegnati nelle supplenze sono stati pagati con fondi di provenienza extraministeriale». Intanto sulla vicenda delle scuole modenesi il Pd ha già presentato un'interrogazione al ministro Gelmini: «Ad aggravare la situazione di sofferenza - spiega il senatore Giuliano Barbolini - incidono le spese che le scuole devono affrontare anche per un solo giorno di assenza. A queste si aggiungono quelle per la predisposizione dei corsi di recupero per gli istituti secondari e di secondo grado, i cui finanziamenti si sono drasticamente ridotti». Ma per Adolfo Morandi, consigliere comunale del Pdl, se le scuole sono al verde non è colpa del governo Berlusconi "come vogliono far credere i parlamentari Pd Bastico e Ghizzoni", ma delle "Finanziarie del governo Prodi del 2007 e del 2008, come loro ben sanno".

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Sacconi: In Pdl unione laici-cattolici (sezione: Scuola)

( da "Trentino" del 15-03-2009)

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La due giorni voluta a Riva del Garda da Roberto Formigoni. Oggi il gran finale con l'intervento di Berlusconi Sacconi: «In Pdl unione laici-cattolici» Parata di ministri: Frattini si rallegra per il Darfur. Attesi la Gelmini e Fitto RIVA. «Il Pdl realizza il superamento dell'antinomia tra laici e cattolici sulla base di una definizione più ampia della laicità che non può non includere fondamentali valori cristiani come la centralità della persona umana". Lo ha detto il ministro Maurizio Sacconi parlando al convegno di Rete Italia, gruppo di lavoro vicino al presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. Ciò - ha aggiunto - significa che con questa laicità possiamo incontrarci tra credenti e non credenti perchè, come diceva Benedetto Croce, non possiamo non dirci cristiani. Per noi conta la centralità della persona: la persona in sè con le sue relazioni perchè da sola è astratta. Il metodo quello della responsabilità». Il presidente della regione Lombardia, Roberto Formigoni, chiede al Pdl di rafforzare il rapporto con la Lega e di imparare dal Carroccio la passione, la militanza e il rapporto con il territorio: «Con la Lega dobbiamo avere una collaborazione competitiva che una volta era fatta da Dc e Psi. Oggi deve essere fatta da noi con il partito di Bossi». In serata è arrivato a Riva anche il ministro degli esteri Franco Frattini.Si è rallegrato per la conclusione della vicenda degli ostaggi in Darfur ma ha parlato anche di libertà religiosa: «Vogliamo parlare anche con l'Islam ma il rispetto deve essere reciproco. Chi toglie un crocifisso da un'aula fa solo del male ad entrambi". Il ministro degli Esteri ha quindi ricordato la recente presa di posizione sulla conferenza di Durban sul razzismo: "Ma è possibile che si sia chiamati a discutere se Israele è, oppure no, un pericolo? Parteciperemo al manifesto quando si scriverà che l'Olocausto è stato, con lo stalinismo, la più grande tragedia della storia del secolo scorso». Un passaggio anche sull'economia: «Abbiamo la responsabilità di organizzare il G8 e dobbiamo allargarlo anche a quei Paesi che magari non hanno un grande Pil ma rappresentano milioni di persone. Il nostro sforzo è quello di trasformare le istituzioni finanziarie globali in istituzioni democratiche ed inclusive. Vi sembra possibile che nel G20 vi sia solo un Paese africano?» E' necessario coinvolgere tutti i Paesi del mondo per salvare il pianeta e siamo pronti ad accettare - ha detto - il messaggio di Obama perchè multilateralismo vuol dire responsabilità». Oggi si chiude la due giorni con gli interventi dei ministri Fitto e Gelmini e con l'intervento, pare telefonico, con il premier Berlusconi.

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Assalto alla scuola: 3.400 nuovi alunni (sezione: Scuola)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 15-03-2009)

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Mentre il decreto del governo taglia, il numero di studenti per il 2009-2010 cresce. Ad aumentare maggiormente sono Elementari e Medie Assalto alla scuola: 3.400 nuovi alunni Record di iscrizioni e ora ci sono problemi per carenza di spazi e insegnanti Il Canova in calo tecnici in aumento Fenomeno Cerletti Nelle scuole trevigiane è boom di alunni. Si sono concluse venerdì le iscrizioni alle classi prime di materne, elementari, medie e superiori. Per l' anno scolastico '09-10 sono previsti 3400 alunni in più rispetto allo '08-09. Un vero assalto alle aule che, almeno si spera, possano essere sufficienti a contenere l'esercito degli scolari. Ora è caccia agli insegnanti: a breve arriverà la definizione dell'organico. Tagli permettendo. Se si considera che in Veneto sono in tutto 8 mila gli alunni in più nelle scuole, Treviso, con le sue 3400 nuove leve, rappresenta un caso eccezionale. E' il provveditorato a fornire i numeri dell'assalto. Sono 6310 i bambini che affolleranno gli asili della provincia, contro i 6052 dell'anno in corso. Alle elementari 41.497 (40.268 nel 2008-09), alle medie 24.108 (contro 23.499) e alle superiori 35,881 contro i 34543 di quest'anno (dato ancora parziale e in sicuro aumento visto che all'appello mancano ancora tre scuole e i corsi serali). Salvo variazioni dovute a ritiri, cambiamenti nel corso dell'estate e spostamenti, questa sarà l'entità della popolazione scolastica per l'annata 2009-2010. A stupire sono i dati delle medie, che registrano 609 alunni in più: l'anno scorso erano le elementari le scuole che aveva registrato più incremento di alunni ed evidentemente i grossi numeri stanno avanzando alle medie. «E pensare che c'è il fenomeno del rientro degli immigrati - dice la responsabile dell'ufficio scolastico di Treviso, Maria Giuliana Bigardi - Senò il numero poteva essere anche più elevato». Adesso l'Ufficio, con Regione e ministero dell'Istruzione, si troverà di fronte a una bella partita: quella degli organici, con i tagli previsti dal decreto Gelmini e la fuga degli insegnanti. Problema in parte risolvibile con l'aumento del numero minimo di alunni per classe, che consentirà di diminuire le sezioni. Riduzione per altro già visibile nei due licei del capoluogo. Allo scientifico «Da Vinci» sono previste dieci classi prime per 279 alunni: due sezioni in meno rispetto all'anno scorso visto il tetto di 27 alunni per classe stabilito dal dicastero della Pubblica istruzione. Sono dieci gli alunni ricollocati in altri licei della provincia: anche quest'anno, come l'anno scorso, infatti il liceo ha dovuto propendere per una selezione degli alunni in base alla lontananza geografica. Il liceo classico «Canova» invece ha avuto meno iscritti rispetto all'anno scorso e anche in questo caso le sezioni sono diminuite. A questo proposito, altra novità di quest'anno è il boom di iscrizioni ai tecnici, in controtendenza rispetto all'anno scorso. Secondo una primissima ricognizione, gli itis si sono rivelati la scelta più gettonata dai giovani freschi di diploma di terza media. Alla scuola enologica di Conegliano, il «Cerletti», l'afflusso è stato superiore a qualsiasi previsione. Sarà frutto della campagna di promozione delle scuole tecniche e professionali avviata dalla Provincia di Treviso, che ha tappezzato autobus e pannelli pubblicitari dei Comuni con pubblicità pro itis e ipsia. Oppure della paura di non trovare lavoro dopo il diploma. Anche in questo caso la crisi economica ha bussato alle porte della scuola.

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Genitori in strada contro la Gelmini Mirco Artuso regista del volantinaggio (sezione: Scuola)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

Genitori in strada contro la Gelmini Mirco Artuso regista del volantinaggio Partiranno in treno alla volta di Venezia i genitori riunitisi in comitati per gridare «no» alla riforma della Gelmini. Ieri volantinaggio al mercato, per promuovere la grande manifestazione che si svolgerà nel capoluogo veneto. A distribuire il materiale, l'attore e regista Mirco Artuso. Il ritrovo sarà alle 14.45 di sbato alla stazione dei treni di Treviso.

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scende in campo la squadra di occhipinti (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 15-03-2009)

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Pagina 3 - Empoli Scende in campo la squadra di Occhipinti Il comitato elettorale del candidato sindaco Pd è già al lavoro CASTELFIORENTINO. è partita ufficialmente ieri mattina la campagna elettorale del candidato a sindaco di Castelfiorentino del Pd, Giovani Occhipinti. Ad accompagnarlo in questa nuova fase coloro che rappresentano le varie sensibilità e le competenze presenti nel territorio di Castelfiorentino: ragazze e ragazzi, donne e uomini, professionisti, studenti, pensionati, che già hanno animato la fase delle primarie nei due comitati e che da oggi lavorano insieme. «Molti i temi da affrontare - dichiara Occhipinti - a partire da quanto già emerso dai tanti momenti di ascolto e di confronto con i concittadini svolti negli ultimi mesi. La formula che sperimenteremo è molto semplice: 30 piazze, 100 incontri. Quattro i punti fondamentali sul quale si articolerà il nostro programma: lavoro, salute, sicurezza, scuola». Per quanto riguarda il tema del lavoro, ancora più centrale in questo momento di crisi economica, secondo Occhipinti bisogna lavorare su due fronti. «Il primo è quello di sostegno a chi perde il lavoro, riformando gli ammortizzatori sociali; il secondo è il modo in cui dalla crisi si esce, rilanciando lo sviluppo economico nei nuovi settori della green economy (le fonti di energia rinnovabile) e dei servizi alle imprese. In quest'ottica è necessario che il pubblico faccia la sua parte, ma anche che le categorie si facciano avanti con le loro proposte e la loro capacità di interloquire». La salute è forse il tema più sentito dai cittadini, visto anche il momento di riorganizzazione che stiamo vivendo e che andrà governato. «Pensiamo - ha detto il candidato sindaco del Pd - a una sanità efficiente, vicina ai cittadini, presente nei territori». Per quanto riguarda la sicurezza, la posizione di Occhipinti è la seguente: «Al di là del facile populismo significa poter vivere a pieno la propria città, grazie a un puntuale controllo del territorio, svolto da chi ne ha veramente competenza, ovvero le forze dell'ordine, e un rinnovato senso civico che porti tutti i cittadini ad abitare le piazze e le vie del nostro centro storico, alto e basso». Infine la scuola e la formazione, il vero investimento sul futuro. «L'andamento delle iscrizioni - aggiunge il candidato del Pd - dimostra la bocciatura della riforma Gelmini da parte degli stessi genitori che vorrebbero per i propri figli una buona scuola dalle competenze diversificate e capace di rispondere a problematiche complesse. Il polo scolastico di Castelfiorentino è invece centro di eccellenza per la formazione e punto di raccordo tra il mondo del lavoro e i giovani diplomati: su di loro vogliamo investire». Questi temi saranno approfonditi nella conferenza programmatica del Pd di Castelfiorentino, prevista per inizio aprile. «La campagna elettorale si svolgerà su più fronti - dichiara Paolo Ancilotti, cui spetta di coordinare il comitato elettorale - l'apertura quotidiana della sede di via Ferruccio, per incontrare chiunque vorrà contribuire alla discussione e al confronto sulle idee, tante iniziative di prossimità, ma anche le nuove forme di comunicazione: internet, newsletter, videomessaggi, facebook. Ogni suggerimento può essere mandato a occhipintipd@yahoo.it». E Daniele Scali, neo eletto coordinatore di Generazione Democratica, l'organizzazione giovanile del Pd di Castelfiorentino aggiunge: «Noi giovani vogliamo avere una parte da protagonisti a fianco di Giovanni, per progettare e vivere il nostro comune, con l'impegno che ci sentiamo di prendere e con l'entusiasmo che ci caratterizza». Numerosi gli interventi dai membri del comitato tra i quali Alessandro Dei, medico della Usl 11, Laura Rimi, esponente del comitato Tutte e tutti per la scuola pubblica, Rosa Barone, assistente sociale, che manifestano la varietà di competenze e sensibilità della "squadra di Occhipinti".

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Scuola a rischio smantellamento (sezione: Scuola)

( da "Arena, L'" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

Domenica 15 Marzo 2009 CRONACA Pagina 19 RIFORMA. Manifestazione in Bra davanti a Palazzo Barbieri di Retescuoleverona contro i tagli finanziari e le nuove norme decisi dal ministro dell'Istruzione Gelmini «Scuola a rischio smantellamento» In piazza docenti, studenti e genitori: «Nella primaria senza la compresenza saltano progetti e uscite» Tanti palloncini gialli, striscioni, cartelloni e volantini per difendere il ruolo della scuola pubblica. Si è presentata così, in modo giocoso ma per dire cose serissime, Retescuoleverona, il coordinamento di insegnanti, genitori, studenti e personale tecnico della scuola sceso in piazza ieri pomeriggio, con una manifestazione in Bra davanti a Palazzo Barbieri. Lo slogan del giorno era «Investire sulla scuola pubblica per costruire un futuro migliore», ricordando che «la riforma Gelmini scardina e impoverisce la scuola pubblica che abbiamo costruito in questi anni». Dice Andrea Turco, responsabile del coordinamento genitori democratici nonchè componente del Fopacs, il forum provinciale delle associazioni dei genitori:«Molto grave è il taglio delle comprensenze nella scuola elementare perchè non permetterà più le uscite didattiche nè i laboratori, come quello d'informatica, dove bisogna lavorare con piccoli gruppi di bambini. E poi questi tagli pesanti non toccano solo le prime classi ma tutto il ciclo scolastico e rischiano di demolire la scuola pubblica». Per Lidia Merlin e Chiara Zandonella, entrambe insegnanti di scuola primaria, «così la scuola primaria rischia di essere smantellata. La compresenza degli insegnanti è fondamentale per fare progetti di didattica a gruppi. Senza compresenza molti progetti non ptoranno più essere attuati». E Iaia, docente ma anche rappresentante degli studenti universitari, ricorda che lo scopo della manifestazione «è fare sentire la nostra voce alle famiglie e vincere la disinformazione fatta sulla reale portata dei tagli decisi per la scuola. Il coordinamento ha messo in atto iniziative d'informazione e di sensibilizzazione per denunciare i danni che la normativa Gelmini-Tremonti provocherà in tutti gli ordinamenti scolastici». Gli esponenti di Retescuoleverona si dicono anche preoccupati per il disegno di legge Aprea, in discussione in questi giorni al Parlamento che prevede la trasformazione in fondazioni private delle scuole di ogni ordine e grado.E.C.  

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Agli studenti dello Stefani il premio sulla legalità (sezione: Scuola)

( da "Arena, L'" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

Domenica 15 Marzo 2009 PROVINCIA Pagina 35 ISOLA DELLA SCALA Agli studenti dello Stefani il premio sulla legalità L'educazione alla legalità porta un premio all'istituto per l'agricoltura e l'ambiente Ettore Stefani. Gli studenti sono stati premiati nella sede della Scuola di polizia di Peschiera per il concorso "Segni immagini e parole per la Legalità", organizzato dall'Ufficio scolastico provinciale. Hanno vinto il premio speciale della Consulta degli studenti per l'originalità degli elaborati presentati e si sono classificati al secondo posto nella sezione "Parole" e al terzo nella sezione "Video". «È stato premiato lo sforzo della scuola di far riflettere sull'importanza del senso civico, del rispetto reciproco e della solidarietà», commenta Carmen De Simone, insegnante di diritto e coordinatore responsabile degli studenti, che spiega come l'educazione alla legalità sia materia di studio da anni nell'istituto, in anticipo sulle indicazioni del ministro Mariastella Gelmini. Il progetto portato avanti dalle classi dell'istituto Stefani ha affrontato l'argomento "mafia" ed è arrivato all'educazione al senso civico, al rispetto per gli altri, analizzando gli atteggiamenti sbagliati di prevaricazione che la scuola registra quotidianamente. «Come ad esempio», dice De Simone, «i piccoli dispetti nei confronti del compagno più debole o delle ragazze per i quali la scuola deve intervenire per promuovere atteggiamenti positivi». Occasioni di riflessione sono state proposte anche attraverso assemblee, proiezioni di film e documentari, incontri con esperti, iniziative in collaborazione con i carabinieri, il Comune, il cinema Capitan Bovo, dove il 23 marzo alle 10 sarà proiettato il documentario "Un silenzio particolare" dedicato alla disabilità. I vincitori del concorso sono stati premiati da Annalisa Tiberio, funzionario Usp, da Massimo Zanta, presidente dell'associazione Emergenza oggi, e da Maria Gallo, referente di "Riferimenti associazione antimafia" fondata nel 1995 dal giudice Antonino Caponnetto, padre del primo pool antimafia.M.F.  

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Gli studenti del Da Vinci"autogestiscono" la gita (sezione: Scuola)

( da "Secolo XIX, Il" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

Gli studenti del Da Vinci"autogestiscono" la gita a praga senza insegnanti VA BENE la protesta anti-Gelmini, ma la gita dell'ultimo anno è un rito al quale non si può rinunciare. Così alcune scuole si sono organizzate autonomamente. Il liceo scientifico Leonardo Da Vinci, ad esempio, va a Praga. «Non so nulla - precisa il preside Giosuè Margiotti - Meglio, sono stato informato per correttezza che alcuni ragazzi di quinta durante le vacanze di Pasqua andranno a Praga. Non perderanno neanche un giorno, ma anche se ne perdessero uno sarei favorevole, perché come esistono le assemblee di istituto questo è un modo per socializzare». Ribatte un rappresentante degli studenti: «Veramente di giorni ne perderemo due, perché saremo via da 5 all'11. Però porteremo regolare giustificazione: siamo favorevoli alle forme di protesta ma questa non è una gita scolastica». Precisa Margiotti: «Capisco la protesta anti-Gelmini, però avrei autorizzato le gite per le quinte, perché sono una cosa formativa. Avrei proposto una crociera nel Mediterraneo per conoscere luoghi storici. Il consiglio di istituto ha deciso altrimenti, ma questo per i ragazzi è un test: è un esame di maturità anticipa di due mesi». Gli studenti sono favorevoli alla protesta: «L'obiettivo era quello di bloccare il turismo scolastico - osserva un rappresentante - Per questo abbiamo deciso di non passare per le agenzie, ma abbiamo scelto di viaggiare con pullman di linea. Purtroppo, però, in questo modo possiamo andare solo in un'ottantina, e altri che avevano aderito devono restare a casa: i pullman dell'Eurolines per Praga sono due soltanto. non dormiremo in albergo ma nell'Ostello della Gioventù di Praga: non è solo un modo per risparmiare». La spedizione nella Repubblica Ceca è nata quasi per caso: «È partita dal basso - ammette il rappresentante - Gli studenti, pur d'accordo con la protesta in atto, hanno proposto questa iniziativa. È stato fatto girare un volantino nelle classi per raccogliere adesioni». Su 220 studenti delle quinte del liceo Da Vinci, le adesione erano un centinaio. «Riteniamo sia giusto andare sia per un fattore culturale sua perchéè l'ultima gita del ciclo scolastico». E il preside Margiotti rimarca: «È anche un ricordo che durerà tutta la vita». C'è di più: «Vivere insieme una settimana lontano da casa e fare vita comune - sottolinea il rappresentante degli studenti- è un'esperienza che ci farà maturare e crescere. È una cosa positiva e ci fa piacere aver trovato il sostegno della scuola. Salteremo le lezioni di lunedì e martedì, ma ci giustificheremo». È un anticipo di esame di maturità, che riguarda la vita, e non le nozioni che si possono apprendere a scuola. Altri istituti genovesi hanno scelto questa strada, per rispettando la linea della protesta e del rifiuto delle attività extrascolastiche decise come forma di protesta - fra le altre - contro le novità introdotte dal decreto del ministro Gelmini. Gli studenti del Da Vinci si sono mostrati coerenti: hanno rispettato gli impegni presi durante i giorni roventi della protesta anti Gelmini, ma hanno aggirato l'ostacolo e organizzato la "gita non scolastica" . Il primo esame di maturità lo hanno già superato. Giuliano Gnecco gnecco@ilsecoloxix.it 15/03/2009

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scuola e università, 500 posti in pericolo (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

Pagina 1 - Pisa Scuola e università, 500 posti in pericolo Allarme della Cgil: a rischio anche la stabilizzazione dei precari nei Comuni Il segretario Francese «Il patto di stabilità impedisce agli enti di spendere risorse per dare un futuro ai lavoratori atipici» PISA. «Cinquecento posti di lavoro, tra scuola e Università, sono messi a rischio. Altre decine di posti nel comparto del pubblico impiego di Comune e Provincia spariranno a luglio». L'allarme occupazione viene lanciato da Gianfranco Francese, segretario generale della Cgil di Pisa. «Da questa crisi - premette Francese - o ci usciamo tutti insieme o non ci esce nessuno, né gli imprenditori, né le banche, né le istituzioni». «I ministri Brunetta e Gelmini - dice Francese - con i loro decreti poi convertiti in legge, tagliano drasticamente i posti di lavoro su Pisa. Poi la crisi economica e finanziaria fa il resto. I cinquecento posti a rischio nel comparto scuola, docenza e personale Ata, sono il risultato non solo del mancato rinnovo dei contratti del personale già precario, ma anche di provvedimenti quali il maestro unico». Questi posti cadranno sotto la scure dei tagli a fine estate o comunque prima dell'inizio del prossimo anno scolastico. Per questo la Cgil di Pisa ha già organizzato tre autobus per la manifestazione del 18 marzo a Firenze contro i tagli alle risorse per la stabilizzazione dei precari nei settori scuola, università e ricerca. «E poi ci dicono - incalza Francese - che non dobbiamo scioperare! Ma come si fa a non manifestare o scioperare dopo che con fatica i sindacati ed i soggetti istituzionali locali intraprendono percorsi di stabilizzazione per poi, di punto in bianco, quando ormai arriviamo vicino al traguardo della stabilizzazione, intervengono leggi e decreti che bloccano tutto?». «I tagli occupazionali nelle pubbliche amministrazioni pisane - continua Francese - la cui stima, ripeto si tratta di una stima, dovrebbe aggirarsi in qualche decina di posti di lavoro, sono il risultato della legge Brunetta sul pubblico impiego». A pesare sull'occupazione negli enti locali pisani è anche il patto di stabilità che impedisce spesso ai Comuni di utilizzare risorse che ci sono per procedere alla stabilizzazione di giovani precari. «Un esempio di ciò - continua Francese - è il caso del Comune di Peccioli: pochi giorni fa ho incontrato il sindaco il quale mi ha parlato di questa grave difficoltà per stabilizzare i lavoratori a causa del patto di stabilità che vale ovviamente anche per tutti gli altri comuni del pisano». I problemi, dunque, circa la stabilizzazione dei precari non coinvolgono solo il settore privato con Saint Gobain e Continental, ma anche il pubblico, quello considerato il luogo del lavoro sicuro e garantito per eccellenza. Carlo Venturini

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ricorso al tar contro l'accorpamento - nino muggianu (sezione: Scuola)

( da "Nuova Sardegna, La" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

Pagina 4 - Nuoro Ricorso al Tar contro l'accorpamento Il Comune deciso a battersi per mantenere l'autonomia scolastica L'assessore Mazzella «La Regione ha creato un grave disagio» NINO MUGGIANU OLIENA. è alle ultime battute lo studio della pratica con il ricorso al tribunale amministrativo della Sardegna da parte del comune di Oliena che si oppone al paventato accorpamento delle scuole del paese. Pratica che è stata esaminata dall'avvocato incaricato dall'ente e che a giorni rientrerà a Oliena per essere esaminata dalla giunta che a quel punto deciderà il da farsi. In pratica sarà il responso che verrà dato dall'avvocato a decidere se ne varrà la pena di spendere circa 10 mila euro dai fondi di bilancio del comune, o lasciar perdere, se proprio non c'è appiglio. Quest'ultima possibilità è naturalmente la più remota perché gli amministratori sin dal primo momento hanno cercato e cercheranno di stoppare l'iniziativa che penalizza fortemente il paese che già fa parte di un territorio le cui difficoltà sono note. L'iniziativa parte dalla Regione, ma secondo gli amministratori olianesi non ha avuto il necessario e promesso impegno da parte dei responsabili a livello provinciale. La convinzione è che poco prima delle elezioni, si sono fatti figli e figliastri. «Non siamo un comune amico per cui veniamo costantemente penalizzati», aveva detto tra le altre cose il sindaco Francesco Capelli in un incontro con la stampa. «Ma non permettiamo a nessuno che ci prendano in giro come hanno fatto - aggiunge l'assessore alla Cultura del comune di Oliena, Pierpaolo Mazzella -. Ci avevano chiesto della documentazione che dimostrasse che anche Oliena rientrava tra i centri alluvionati, documenti che abbiamo prontamente prodotto e portato a Cagliari come richiestoci. Tutto sembrava risolto come ci era stato prospettato a Nuoro, invece, ci arriva la sorpresa dell'accorpamento. Una cosa è certa, non lasceremo niente di intentato perchè le cose restino come sono adesso senza stravolgere nulla. La Regione Sardegna che era in ritardo rispetto ai tempi prestabili alla fine. Dopo il richiamo del ministro Gelmini, si era messa a correre recando non pochi danni soprattutto in provincia di Nuoro, e Oliena è stato uno dei centri che paga di più - conclude Pierpaolo Mazzella -. Ma noi non accettiamo le discriminazioni della Regione e della Provincia di Nuoro e Oliena non accetterà la richiesta di accorpamento tra le due direzioni di didattiche del paese».

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tagli a scuola, appello a napolitano - francesca savino (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

Pagina VII - Bari Tagli a scuola, appello a Napolitano In via Sparano raccolte centinaia di firme: a rischio 500 posti FRANCESCA SAVINO Settecentocinquantatrè firme in difesa della scuola pubblica. Il sessanta per cento delle aule rimaste vuote con gli insegnanti, il personale Ata, i precari e gli studenti in piazza a Bari. Ieri la manifestazione convocata da Cisl, Uil e Snals Confsal ha raccolto in via Sparano parte delle voci di protesta contro i tagli al sistema scolastico barese imposti dai ministri Gelmini e Tremonti. Le tre sigle sindacali ieri mattina dalle 10 alle 13 hanno dato il via a una raccolta di firme in calce a una lettera aperta rivolta ai cittadini e alle istituzioni, intitolata "La scuola ha bisogno di voi": in tre ore 753 persone hanno sottoscritto la missiva in difesa dei lavoratori e per la qualità dell´offerta formativa, che sarà inviata nei prossimi giorni al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. «C´è grande partecipazione e enorme preoccupazione» spiega Lena Gissi, della segreteria generale della Cisl Scuola. «Alla vigilia del decreto sugli organici ci sono dubbi enormi su cosa resterà fra i banchi e i laboratori nei prossimi mesi: abbiamo solo proiezioni, ma il rischio di perdere 500 posti solo nella scuola primaria e interrompere continuità e progetti può essere ancora scongiurato». La manifestazione di ieri è stata anche l´occasione per un nuovo confronto con la rete dei docenti precari della provincia di Bari: una condizione che unisce circa 15mila laureati solo nel Barese, oltre 20mila in tutta la Puglia. «A fronte di tanti dubbi e proiezioni sull´anno prossimo, un dato certo c´è: i precari resteranno senza lavoro» scuote la testa Maria Rita Gadaleta. In attesa di scendere in piazza mercoledì 18 per lo sciopero regionale convocato dalla Cgil, i precari invocano l´unità sindacale perduta e chiedono lavoro e ammortizzatori sociali anche per il mondo della scuola. «Il problema adesso si riversa anche sulle famiglie e sulle istituzioni locali» riflette Francesco Rafaschieri, della segreteria generale della Uil scuola Bari. La manifestazione, promossa in forma di assemblea sindacale con un´adesione del 60 per cento, ha riunito in piazza anche l´assessore alla pubblica Istruzione Pasquale Martino e un folto gruppo di genitori: il 98 per cento dei baresi che ha iscritto i figli in prima elementare per il prossimo anno si è espresso per il tempo pieno o prolungato, una scelta a rischio dati i tagli all´organico. Uno dei temi che sarà discusso domani pomeriggio nell´agenzia Corsivo, che alle 17,30 ospiterà un dibattito su "I diritti della famiglia, dei bambini, degli studenti: il punto dopo la riforma Gelmini".

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occuparono i binari, maxi multa in arrivo - valentina landucci (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

Pagina 3 - Viareggio Occuparono i binari, maxi multa in arrivo Nei guai cinque studenti delle superiori, dovranno pagare fino a quattromila euro VALENTINA LANDUCCI VIAREGGIO. Rischiano di dover pagare una multa compresa tra 1.031 e 4.131 euro ciascuno i cinque studenti delle scuole superiori di Viareggio denunciati per aver occupato i binari della stazione ferroviaria in occasione di una manifestazione studentesca lo scorso 28 ottobre. Una settimana fa si sono visti recapitare a casa la notifica della sanzione amministrativa, prevista dalla legge per questo tipo di reato. E per tutti e cinque è stata un doccia fredda. Non se lo aspettavano. E lo hanno detto chiaramente ai giornalisti, convocando una conferenza stampa in piazza Shelley, a due passi dal liceo classico Carducci frequentato da tre degli studenti denunciati (gli altri due studiano allo scientifico Barsanti e Matteucci e all'Itis Galilei), mostrando i propri volti e fornendo le proprie generalità. Due di loro sono minorenni, uno lo era all'epoca dei fatti. Passano all'attacco, notifiche alla mano. «Anzitutto non comprendiamo perché la sanzione sia stata recapitata solo a cinque di noi - spiegano - quel giorno alla stazione c'erano almeno 250 ragazzi». Il corteo, organizzato per protestare contro al riforma della scuola del ministro Gelmini, non prevedeva inizialmente la "sosta" alla stazione poi messa in atto effettivamente da diverse decine di studenti con tanto di ragazzi seduti sui binari a giocare a carte. «Il nostro - continuano i cinque denunciati - è stato un atto dimostrativo: non siamo rimasti sui binari a lungo e ce ne siamo andati di nostra volontà. Oltre tutto nessun treno era in transito in quel momento di conseguenza non si configura un'interruzione di pubblico servizio». Da parte loro, soprattutto, tanta amarezza «per un provvedimento nei nostri confronti - dicono - adottato a distanza di cinque mesi dai fatti. Se fossero state prese subito delle iniziative contro di noi, quando il movimento studentesco era mobilitato, forse le cose ora sarebbero diverse». L'intenzione, comunque, è quella di opporsi al provvedimento: per farlo hanno scelto un legale che li rappresenti tutti e cinque, l'avvocato viareggino Francesco Frati, che entro un mese presenterà una memoria difensiva per i ragazzi, i quali successivamente saranno convocati direttamente dal Prefetto. «Non credo che una sanzione di questo tipo, come neppure il cinque in condotta propagandato dalla Gelmini - commenta da parte sua Alberto Giorgi, insegnante dell'Itis che ha voluto dare il proprio sostegno e la massima solidarietà ai cinque ragazzi denunciati - possa aiutare questi studenti che evidentemente esprimono un disagio nei confronti di una scuola e di una università che non risponde alle loro aspettative».

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duecento prof lasciano la scuola - mauro zucchelli (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

Pagina 4 - Livorno Duecento prof lasciano la scuola Raddoppiate le domande di pensione: chi può scappa E' la reazione al timore di finire all'Elba o a fare i pendolari: tutta colpa del taglio agli orari che fa saltare i posti MAURO ZUCCHELLI LIVORNO. I prof fuggono dalla scuola: è quasi raddoppiato rispetto allo scorso anno il numero degli insegnanti che hanno chiesto di andare in pensione e a settembre non rientreranno in classe. Stavolta, secondo informazioni raccolte nell'ambito dei sindacati di categoria, a livello provinciale si sfiorano le duecento richieste di pensionamento. Con punte nella fascia degli istituti secondari tanto di primo grado (medie) che di secondo (superiori): è lì che si concentra il 71 per cento dei docenti che intendono lasciare la scuola. Una curiosità: nella scuola media c'è un esercito di insegnanti di lettere (32) che hanno deciso di chiudere con l'impegno in cattedra. I dati parlano chiaro: fonti sindacali riferiscono di una alluvione di pensionamenti su scala nazionale, quasi 40mila. Quelli nella nostra provincia sono 191 per i docenti (più 37 sul per il personale non docente): 14 sono stati richiesti alle materne, 42 alle elementari, 67 alle medie e 68 alle superiori. Praticamente il doppio a paragone dei 110 del 2008, viene riferito da fonti sindacali. Soprattutto lettere. Gli insegnamenti in cui si apriranno più "buchi"? Principalmente lettere: 32 alle medie e 18 alle superiori. Ma nel triennio delle secondarie inferiori si contano anche 11 prof di matematica che se ne vanno e nove d'inglese. E nel quinquennio in vista del diploma di maturità: anche sei di filosofia e altrettanti sia di matematica che di educazione fisica, cinque di inglese. Non è la prima volta che si registra un'improvvisa impennata delle domande di pensionamento da parte degli insegnanti: agli inizi del 2007 avevano chiesto di lasciare la cattedra addirittura in 254 (20 alle materne, 58 alle elementari, 92 alle medie e 84 alle superiori) ai quali sommare 36 tecnici, addetti di segreteria e bidelli. Ma anche in quel caso era schizzato all'improvviso all'insù il grafico che soltanto quattro anni prima raggiungeva a malapena le 82 richieste di abbandonare l'insegnamento. Cosa c'è dietro. Il motivo di quest'ondata di pensionamenti? In parte ha a che fare con l'anagrafe: arriva all'età del collocamento a riposo per quella leva di docenti che è stata messa in cattedra dall'espansione della scuola negli anni settanta. Questo però spiega solo un aspetto e non dice perché esiste una differenza così rilevante in raffronto a quel che è accaduto solo dodici mesi fa. A spingere sull'acceleratore della "voglia di pensione", almeno a giudicare da impressioni e indicazioni raccolte in ambienti sindacali, sono principalmente due elementi. A cominciare dall'aspettativa di un giro di vite imminente che potrebbe peggiorare le condizioni attuali, soprattutto in termini di età pensionabile: negli ultimi mesi il tam tam della discussione nelle aule della politica e sulle pagine dei giornali insiste sull'innalzamento da 60 a 65 dell'età della pensione anche per le donne. E, siccome è ben noto che proprio la scuola è uno dei settori dove più alta è la presenza femminile fra i lavoratori dipendenti, tutto questo dibattito non ha fatto altro che agire da potente incentivo per convincere chi è nelle condizioni di poter presentare richiesta. Meglio fare domanda adesso piuttosto che mangiarsi le mani domani con l'eventualità di esser costrette a lavorare cinque anni in più. Peggioramento. Non è però questa l'unica spinta. A farsi sentire è anche il peggioramento delle condizioni di lavoro. Su almeno due fronti. L'uno: il ministro Gelmini taglia le ore di lezione nella scuola media e questo significa far saltare il posto di lavoro di almeno 4-5 prof in ogni istituto con conseguente calvario da soprannumerario a caccia di ricollocazione in altra scuola (magari con lo spauracchio di finire all'Elba a 50 anni). L'altro: macché lavoro da mezza giornata e stop, si è allargato a dismisura il carico di lavoro extra a suon di programmazione da fare, di scartoffie burocratiche da compilare, di griglie di valutazione da mettere a punto, di compiti da preparare (e poi valutare) con punteggi e percentuali di risposte calibrati domanda per domanda. Questa (raddoppiata) emorragia di prof esperti attutirà gli effetti del restrigimento degli organici che il ministro Gelmini conta di ottenere riducendo le ore di lezione. Al tempo stesso farà uscire dalla scuola una bella fetta di quella generazione di prof che ora ha in mano la gestione operativa degli istituti.

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occuparono i binari: maximulta a 5 studenti (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

Pagina 2 - Attualità Occuparono i binari: maximulta a 5 studenti Viareggio, costerà caro il sit-in contro la Gelmini VIAREGGIO. Furono denunciati per aver occupato i binari della stazione in occasione di una manifestazione studentesca contro la riforma Gelmini, il 28 ottobre: ora cinque studenti di Viareggio rischiano di dover pagare ciascuno una multa tra i mille (per la precisione 1.031) e i quattromila euro. I ragazzi una settimana fa si sono visti recapitare a casa la notifica della sanzione, e sono subito passati all'attacco, convocando una conferenza stampa: nessuno di loro si aspettava un simile provvedimento, dopo cinque mesi. Tre dei denunciati studiano al liceo classico Carducci, uno allo scientifico Barsanti e Matteucci e un altro all'Itis Galilei. «Anzitutto non comprendiamo perché la sanzione sia stata recapitata solo a cinque di noi - spiegano - quel giorno alla stazione c'erano almeno 250 ragazzi». Il corteo non prevedeva inizialmente la "sosta" alla stazione poi messa in atto da diverse decine di studenti con tanto di ragazzi seduti sui binari a giocare a carte. «Il nostro - continuano i cinque - è stato un atto dimostrativo: non siamo rimasti sui binari a lungo e ce ne siamo andati di nostra volontà. Oltre tutto nessun treno era in transito in quel momento, quindi non si configura un'interruzione di pubblico servizio». I ragazzi intendono opporsi al provvedimento.

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É facile dire sempre di no (sezione: Scuola)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

UNIVERSITÀ É facile dire sempre di no Gentile direttore, vorrei rispondere alle critiche contenute in una lettera pubblicata il 6 marzo e firmata da Francesco Esposto, noto esponente di Progetto Università - Studenti Democratici. In primo luogo vorrei chiarire una questione che ho spiegato diverse volte, ma che evidentemente a qualcuno risulta più comodo strumentalizzare a proprio uso e consumo. È vero, anche il sottoscritto ha votato in Consiglio di Facoltà di Ingegneria un documento, proposto dalla Presidenza, in cui venivano evidenziate alcune perplessità in merito alla legge 133. In questa legge effettivamente erano previsti consistenti tagli al fondo di finanziamento ma anche la possibilità per le università di trasformarsi in Fondazioni di diritto privato, possibilità che non veniva menzionata nel documento votato a Ingegneria e su cui noi ci siamo espressi assolutamente favorevoli. Nel frattempo veniva presentata in Crs una mozione firmata dal gruppo di Studenti Democratici, che a nostro avviso rappresentava un vero e proprio attacco fazioso nei confronti del Governo e, peraltro, conteneva considerazioni che non condividevamo affatto in materia di Università-Fondazioni: letta ed analizzata l'intera mozione punto per punto, il nostro gruppo si è espresso con voto contrario. Via via che la protesta montava, i nostri rappresentanti nazionali aprivano con il Ministero un tavolo di discussione, rigorosamente disertato dai dirigenti di sinistra. Da questo tavolo fu partorito il decreto 180: 135 milioni di euro stanziati in borse di studio, 65 milioni in alloggi per universitari, ripartizione dei fondi secondo criteri di qualità, obbligo di assumere giovani ricercatori per il 60% della spesa totale di assunzione, blocco delle assunzioni per gli atenei in rosso e altre misure atte a riformare il sistema accademico italiano. Non saranno certo le disposizioni di un solo decreto a risanare l'Università, ma a nostro avviso rappresentano un passo avanti e la chiara intenzione di viaggiare in direzione di meritocrazia e trasparenza. Tutto ciò noi l'abbiamo rivendicato nelle affissioni di manifesti citate da Esposto nella sua lettera. A tal proposito dispiace il fatto che ci si appella al decoro degli edifici, dato che, fino a non molto tempo fa, i muri delle nostre facoltà erano coperti di manifesti e adesivi recanti addirittura la sua fotografia: alla luce di tutto ciò le affermazioni di Esposto risultano tanto ipocrite quanto ridicole, denotando il tipico comportamento antidemocratico della sinistra che da sempre, in mancanza di argomentazioni, si arrampica sui vetri. Altro punto importante, che vorrei confutare, è il fatto che si continua ad asserire che gli studenti di sinistra criticarono il Governo Prodi quando tagliò i fondi alla ricerca (addirittura per il 2009/2010 Mussi prevedeva un FFO inferiore a quello previsto dalla Gelmini): a noi questo non risulta affatto, non abbiamo visto né la costituzione di comitati, né tantomeno alcuna forma di protesta da parte di questi, solo Azione Universitaria denunciò l'azione di Governo, e allora si parlava davvero di tagli economici indiscriminati senza alcuna intenzione di riforma! Francamente ritengo inammissibile e inconcepibile nascondersi dietro a un dito, dicendo che a Brescia tutto va bene, poiché ancora prima di essere studente bresciano, mi sento cittadino italiano, e nell'Università italiana purtroppo esistono molte, troppe situazioni al limite del paradosso di privilegi, di abusi e di sprechi ai danni di tutta la cittadinanza, nonché dell'immagine di tutte le Università italiane, anche di quella bresciana. Di certo l'azione del Governo per alcuni risulterà impopolare e apparentemente sfavorevole, ma i tempi delle chiacchiere, dei regali e dell'abbondanza sono finiti e, se non altro, si sta dimostrando la buona volontà e il coraggio di mettere mano a situazioni al limite dell'indecenza. Se si vuole migliorare la situazione credo si debba essere propositivi, al contrario, in tanti incontri organizzati dalla sinistra non ho visto che la tipica e strumentale politica del No: troppo comoda! È facile dire sempre di no facendo demagogia nelle piazze, senza avanzare alcuna proposta alternativa, probabilmente è per questo che la maggioranza degli italiani, alle ultime elezioni politiche, ha dimostrato di averne abbastanza e ha detto basta a questa sinistra ipocrita e populista. Andrea Romele PRESIDENTE PROVINCIALE AZIONE UNIVERSITARIA

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Alessandra Mosca, 23 anni, studentessa universitaria, legge Bresciaoggi al bar Cafè 76... (sezione: Scuola)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

cronaca pag. 15 Alessandra Mosca, 23 anni, studentessa universitaria, legge Bresciaoggi al bar «Cafè 76 Alessandra Mosca, 23 anni, studentessa universitaria, legge Bresciaoggi al bar «Cafè 76» di via Orzinuovi e commenta le notizie del giorno. Per la terza volta il giudice del lavoro considera discriminatorio il bonus bebè, a favore dei soli nati bresciani. Come giudica la decisione? «Personalmente la condivido in pieno. Le risorse principali del Comune, nell'ambito del sostegno alla natalità e alle famiglie, vanno destinate ai soli italiani. Questa è la vera misura anti crisi da mettere in campo: soldi a favore delle famiglie bresciane per far ripartire i consumi interni, o quantomeno per alleviare i costi dei generi di prima necessità a carico delle famiglie numerose. Questo non significa che gli stranieri debbano per forza essere tagliati fuori ad ogni costo dalle sovvenzioni: anche gli stranieri potrebbero esserne beneficiati ma solo in casi straordinari, e solo dopo aver soddisfatto tutti i criteri necessari». Non pensa che nell'ambito della questione relativa al bonus bebè si potrebbero trovare altre soluzioni rispetto alla sola individuazione di destinatari italiani? «Non in questo particolare momento di congiuntura economica. Si parla continuamente di piani per il rilancio dell'economia locale: la ripartenza non può prescindere dal coinvolgimento delle famiglie. Il bonus, se consegnato ai nuclei familiari italiani, può essere un buon sistema. Gli stranieri sono anche abituati a fare più figli, il che provoca delle sproporzioni tra i nuclei familiari stranieri e quelli italiani». La crisi colpisce anche la scuola: si parla già di una netta diminuzione delle supplenze. Che dire? «E' una situazione drammatica ed endemica: lo stato italiano è sempre stato molto carente da un punto di vista delle strutture dell'istruzione. La crisi quindi c'entra poco. Semplicemente non sono ancora stati sciolti quei nodi che lo scorso autunno hanno portato alle pesanti contestazioni contro il ministro Gelmini. Nelle priorità di uno Stato ci devono essere sanità, istruzione e sicurezza. Tutti e tre i settori, storicamente, sono davvero piuttosto precari». PODE

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l'istituto comprensivo diventa realtà (sezione: Scuola)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

Riassetto strutturale: arrivato in Comune il decreto d'attuazione del piano regionale Riforma Gelmini: al vaglio dell'assessore l'impatto sulla primaria Un vertice con Fede L'istituto comprensivo diventa realtà La conferma da Dreosto. Da settembre assieme asili, elementari e medie SCUOLA A SPILIMBERGO SPILIMBERGO. Ormai non ci sono più dubbi. Dal prossimo anno esisterà il nuovo istituto comprensivo della città del mosaico. La conferma viene dall'assessore all'Istruzione del Comune di Spilimbergo, Marco Dreosto. Nei giorni scorsi è arrivato il decreto d'attuazione del piano regionale di dimensionamento delle istituzioni scolastiche. Nel documento inviato dal ministero dell'Istruzione, viene confermata la soppressione delle attuali sedi di dirigenza, riferite al circolo didattico di Spilimbergo (comprendente scuola elementare e asilo), e scuola secondaria di primo grado "Bernardino Partenio", che dal primo settembre di quest'anno saranno unificate nell'istituto comprensivo di Spilimbergo. Il nuovo istituto, conterà in via previsionale su circa 934 allievi, di cui 160 alla scuola dell'infanzia, 496 alla scuola primaria, e 278 alla scuola secondaria di primo grado. Nel frattempo, l'Anci del Friuli Venezia Giulia, ha costituito un gruppo di lavoro sulle problematiche della scuola del quale fa parte lo stesso assessore Dreosto. Un gruppo che, come sottolineato da Dreosto «avrà il compito di approfondire le problematiche del binomio scuola-diritto allo studio, e i riflessi sociali sui territorio, predisponendo un documento da discutere con l'assessore regionale all'Istruzione, Roberto Molinaro, e col direttore dell'Ufficio scolastico regionale». Nel primo incontro, previsto entro marzo, verranno analizzati gli effetti del nuovo dimensionamento scolastico, e in particolare quelli legati ai nuovi assetti della scuola primaria, con la riorganizzazione degli orari previsti nel decreto Gelmini, già trasformato in legge. «Sto valutando - sottolinea Dreosto - quali impatti la nuova legge avrà sulla scuola elementare di Spilimbergo, tenendo conto che dai primi dati sulle iscrizioni forniti dalla scuola, risultano iscritti alle classi prime 84 alunni, con l'orientamento di istituire per l'anno scolastico 2009-2010, quattro classi prime delle quali due a tempo pieno a 40 ore e due con orario modulare a 27 ore». «Nei prossimi giorni - puntualizza l'assessore spilimberghese - mi incontrerò con il dirigente scolastico Elzio Fede, per approfondire ulteriori situazioni organizzative da attuare per il prossimo anno scolastico». Guglielmo Zisa

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ROSIGNANO RACCOLTA di firme del Comitato genitori insegnanti... (sezione: Scuola)

( da "Nazione, La (Livorno)" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

CECINA ROSIGNANO pag. 9 ROSIGNANO RACCOLTA di firme del Comitato genitori insegnanti... ROSIGNANO RACCOLTA di firme del Comitato genitori insegnanti nato sull'onda della riforma Gelmini. 435 firme raccolte a oggi sotto forma di riconferma collettiva, classe per classe, del modello educativo scelto al momento dell'iscrizione, da inviare a dirigenti scolastici, presidenti dei consigli di circolo, direttore dell'ufficio scolastico regionale, all'assessore regionale Simoncini, al ministro Gelmini. Con le firme, il Comitato chiede che le scuole continuino a essere autonome e presentino a territorio e famiglie un'offerta formativa ampia e pedagogicamente supportata. Che siano mantenute e incrementate le azioni formative per alunni con maggiori difficoltà e ampliate le attività laboratoriali. Che continui ad essere cardine della scuola la contemporaneità, indispensabile per un'attività didattica centrata su personalizzazione dei percorsi e su arricchimento dell'offerta formativa con esperienze didattiche sul territorio'. Per il comitato «la legge Gelmini non tiene conto di scelte organizzative e didattiche delle scuole, e neppure delle scelte delle famiglie». I genitori, nei moduli da presentare alle autorità competenti, chiedono un tempo disteso, 30 o 40 ore, insegnanti contitolari e mantenimento delle compresenze.

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MAIOLATI SPONTINI <SE LE COSE non cambieranno saremo costre... (sezione: Scuola)

( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

JESI pag. 12 MAIOLATI SPONTINI «SE LE COSE non cambieranno saremo costre... MAIOLATI SPONTINI «SE LE COSE non cambieranno saremo costretti a tenerci i morti in casa, a mandare i nostri figli in scuole al limite della sicurezza». C'è rabbia nelle parole del sindaco, Giancarlo Carbini, rabbia e delusione perché, nonostante abbia bussato alle porte di Regione, Provincia, prefettura e del sottosegretario Bertolaso, nessuno ha saputo dargli una risposta. Ecco allora che di fronte ad una situazione del genere Sindaco e Giunta comunale hanno diffuso un volantino contro la legge finanziaria ed il blocco degli investimenti. «Da Messina a Maiolati Spontini» è il provocatorio titolo del volantino: «Mentre il Governo Tremonti-Berlusconi ha deciso di dare il via al ponte sullo stretto di Messina a sostegno dicono dell'economia reale e delle imprese, le regole assurde del patto di stabilità impediscono al nostro Comune di realizzare gli investimenti programmati. I progetti sono pronti si legge ancora i soldi necessari sono già disponibili, oltre 8 milioni di euro, senza sottoscrivere nessun mutuo, senza dover pagare nessun interesse, senza indebitare in alcun modo il Comune. I lavori riporta il volantino potrebbero iniziare nel giro di pochi mesi, dando un grosso contributo all'economia per uscire da una crisi preoccupante, ma tutto deve restare fermo per tre anni». Una analisi, quella fatta da sindaco e Giunta, che non può non dare da pensare; un provvedimento che lega le mani a quegli amministratori della cosa pubblica che hanno "lavorato" bene e che intendono proseguire al meglio quel mandato loro conferito dal popolo. «Le grandi opere dello Stato si scrivono gli investimenti dei Comuni no, visto che possiamo appaltare il nuovo campus scolastico, il nuovo palazzetto dello sport, l'ampliamento del cimitero di Moie, l'ampliamento della discarica, i tanti lavori sulle strade di Moie ed altro ancora». I provvedimenti presi dal Governo penalizzano i Comuni, dicono in sostanze gli amministratori locali, «contro ogni logica e rispetto della loro autonomia e del ruolo». LA SITUAZIONE creatasi a Maiolati Spontini è già nota al Presidente del Consiglio, ai Ministri Tremonti, Gelmini e Prestigiacomo i quali, si legge ancora nel volantino, «non hanno nemmeno avuto il buon senso di rispondere e spiegare il perché di queste assurde decisioni. Si parla tanto di crisi economica e della necessità di mantenere l'occupazione con nuovi lavori; perché ci impediscono di farlo? Perché ci costringono a bloccare l'ampliamento della discarica, creando i presupposti per una possibile emergenza?». Sedulio Brazzini

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Gelmini, Gasparri e Alemanno passano con le <auto blu> (sezione: Scuola)

( da "Adige, L'" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

sulla rivana Gelmini, Gasparri e Alemanno passano con le «auto blu» Sarà una mattinata difficile, quella odierna, per quanti dovranno percorrere la statale tra Mori e Riva. La città gardesana sta infatti ospitando un meeting nazionale al quale parteciperanno, oggi, alcune personalità della politica italiana: Gasparri, Alemanno, Gelmini ed altri ancora. Le forze dell'ordine scorteranno le auto blu provenienti da Verona dall'uscita dell'A22 fino al lago. Prevedibile qualche disagio e consigliabile la massima prudenza per chi percorrerà quel tratto di strada. 15/03/2009

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Nei momenti di intervallo, a ricreazione, nei pochi minuti di pausa tra una lezione e l’... (sezione: Scuola)

( da "Messaggero, Il" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

Domenica 15 Marzo 2009 Chiudi di VERONICA CURSI Nei momenti di intervallo, a ricreazione, nei pochi minuti di pausa tra una lezione e l'altra, nascosti nei bagni o "infrattati" nei cortili: il divieto di fumo a scuola? Negli istituti capitolini non esiste. O meglio, c'è ma viene regolarmente raggirato. E non solo tra gli studenti dove hashish e tabacco girano "liberi". Ma anche tra prof e bidelli che alla "pausa sigaretta" non rinunciano anche dove non si potrebbe. Un'infrazione che comporta multe salatissime (da 27 a 222 euro), ma che da quest'anno, per i ragazzi, potrebbe anche costare un voto basso in condotta. Sì perché, secondo le ultime disposizioni previste nella riforma Gelmini, una continua inosservanza delle norme che regolano la vita di un istituto può incidere sulla valutazione del comportamento e «fumare dove è vietato - spiegano i presidi dei licei romani - equivale a non attenersi al regolamento interno». Come dire: a buon intenditor, poche parole. Affacciati alla finestra. «A scuola si fuma tranquillamente, insegnanti compresi». Parola di Marco studente diciasettenne del Kennedy. Si fuma in bagno, «tanto non controlla nessuno», in cortile «durante la ricreazione, dove gira pure qualche canna». E a non attenersi al divieto non sono solo i ragazzi: «i prof fumano nei corridoi, affacciati alle finestre». Controlli? «Davvero pochi. Da che mi ricordi io, non sono mai state fatte multe». Fumo "libero" anche al Cannizzaro «dove quando suona la campanella - racconta Marta, studentessa del III - c'è una bidella che, regolarmente, si accende la sigaretta mentre pulisce le classi». La "siga" «in relax» scatta automaticamente in cortile. «Di multe, manco a dirlo, nemmeno l'ombra». In pensione da due anni. E che dire del Nomentano? Per capire il livello di controlli presente in questo istituto basta leggere il cartello affisso nei corridoi: «il responsabile che dovrebbe vigilare sul divieto di fumo - racconta Giulio, studente dell'ultimo anno - è un professore in pensione da due anni. Gli insegnanti qui sono piuttosto diligenti, ma tra noi ragazzi si fuma liberamente, soprattutto nei bagni». «Non è mai stato sgamato nessuno» nemmeno al Peano: «certo il bagno è il luogo più rischioso, per questo si preferisce aspettare il suono della ricreazione e nascondersi in cortile - confessa Giacomo - Le canne? C'è chi si fa pure quelle, ma la maggior parte si limita a qualche tiro di sigaretta». Al Giulio Cesare, invece, nonostante le multe «che scattano spesso», i ragazzi continuano a trasgredire: «nel cortile della palestra, nei bagni o a ricreazione. Il divieto non spaventa nessuno». Non solo multe. Eppure quest'anno fumarsi una sigaretta a scuola potrebbe influire anche sul voto in condotta. «Il comportamento infatti - spiega Francesco Lo Russo, preside del Peano- raccoglie tutti gli atteggiamenti che possono dar luogo a sanzioni disciplinari. E secondo il decreto ministeriale tutto ciò che non corrisponde ai doveri dello studente viene giudicato con un voto basso: sigaretta compresa. Chi è recidivo e non rispetta il divieto di fumo, potrebbe anche rischiare un cinque in condotta». Linea condivisa anche dal Russell: «Trasgredire un divieto è grave quanto prendere una nota - afferma il preside Dario De Luca - Dunque al di là della multa, potrebbe esserci anche una valutazione negativa sulla condotta. Purtroppo molti ragazzi, soprattutto in cortile, si nascondo per fumare e sorprenderli non è facile. I controlli ci sono ma il personale predisposto è poco per poter sorvegliare 1.500 studenti». Fumare equivale a un sei in condotta anche all'Orazio. Qui una discontinua inosservanza delle norme che regolano la vita dell'istituto (e dunque anche fumare una sigaretta laddove è vietato) comportano automaticamente un voto basso in condotta.

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Tagli contro i precari (sezione: Scuola)

( da "Nuova Ferrara, La" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

Astensione nazionale che coinvolge i lavoratori della conoscenza «Tagli contro i precari» La Flc Cgil ha proclamato lo sciopero Un «no» secco ai tagli previsti dalla legge 133, che si ripercuotono prima di tutto sui precari, determinandone il licenziamento in tronco. Ecco il principio che anima lo sciopero nazionale indetto per mercoledì dalla Flc Cgil e che chiama a raccolta i lavoratori di tutti i settori della conoscenza: dalla scuola, all'Università, alla ricerca e alla formazione professionale, alta formazione artistica e musicale (il conservatorio di Ferrara da 38 mesi ha il contratto scaduto). «Le politiche del governo Berlusconi - dice la Cgil - nascondono un attacco profondo ai diritti costituzionali e del lavoro e non si intravede alcun progetto che prefiguuri l'uscita dalla crisi». La mobilitazione annunciata comunque paga; infatti il Ministro sembra stia rivedendo almeno informalmente le decisioni assunte, dichiarando che tutto il personale che lo scorso anno ha avuto un incarico annuale o fino al 30 giugno, verrà riconfermato per il prossimo anno. Secondo la proiezione Flc Cgil, ci saranno 71 posti in meno per il personale tecnico amministrativo: «Ciò significa commenta Fausto Chiarioni Flc Cgil - difficoltà ad aprire i plessi scolastici». A Ferrara solo il 24% delle famiglie ha chiesto le 24 ore alla settimana per i figli iscritti alle elementari, mentre le 40 ore settimanali sono state richieste dal 41,75% dei genitori, le 30 ore dal 40%, e le 27 ore dal 14% circa. «L'organico di diritto - prosegue Chiarioni - verrà determinato sulle 27 ore. Spero che il Ministro Gelmini torni sui suoi passi, visto che le esigenze delle famiglie si sono orientate in maniera diversa». Mercoledì la mobilitazione inizia alle 11 con un presidio davanti alla Prefettura e prosegue nel pomeriggio con una serie di appuntamenti presso la facoltà di giurisprudenza organizzati dal coordinamento istruzione pubblica, con la collaborazione di Flc Cgil e Rua (rete universitaria attiva) aderente all'unione nazionale degli universitari. «Ci stiamo rendendo conto - spiega Giulia Bertelli portavoce di Rua - che esiste uno scollamento troppo grande tra chi tutela i diritti dei lavoratori e la base sociale. Con queste iniziative vorremmo spiegare a chi interverrà, genitori, studenti, docenti, le ragioni della mobilitazione. Siamo convinti che una riforma del sistema universitario sia necessaria, non deve essere fatta sulla carta e calata dall'alto, ma coinvolgendo chi all'interno dell'università lavora e studia». Questo è il primo di una serie di impegni in vista del 4 aprile, data che le organizzazioni mobilitate a favore dei settori della conoscenza considerano una tappa per giungere ad una piattaforma più partecipata. Silvia Siano

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L'ALLARME lanciato dal coordinamento genitori su <lezioni a rischio e c... (sezione: Scuola)

( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

MODENA E AGENDA pag. 12 L'ALLARME lanciato dal coordinamento genitori su «lezioni a rischio e c... L'ALLARME lanciato dal coordinamento genitori su «lezioni a rischio e casse delle scuole vuote a causa dei 18 milioni che mancano dallo Stato», è stato «finalmente» raccolto dai parlamentari modenesi. Il senatore Pd Giuliano Barbolini parla di «crediti nei confronti dello stato che ammontano a circa 120mila euro» e di «drastica riduzione degli stanziamenti per il pagamento dei supplenti e del personale Ata». IL SENATORE, che cita il caso - esempio delle scuole medie Cavour e Calvino «ma il problema è a macchia d'olio» ha presentato una interrogazione al ministro Gelmini chiedendo «come e quando intenda intervenire per consentire agli istituti scolastici l'accertamento formale dei residui attivi e come intenda garantire per l'anno in corso la corrispondenza tra previsioni accertate in base a norme di legge e disposizioni ministeriali ed entrate effettive. Qui dice non si tratta di chiedere di più ma che lo Stato onori i suoi impegni». Interrogazioni e interpellanze, fanno sapere la senatrice Mariangela Bastico e l'onorevole Manuela Ghizzoni, le hanno già presentate «ma senza ricevere adeguata risposta». Ora il Pd torna alla carica presentando «una risoluzione per il ripiano dei debiti e il ripristino integrale del fondo per il 2009 che obbligatoriamente dovrà essere votata». «PROPONIAMO specificano Bastico e Ghizzoni una norma che scarichi completamente i bilanci delle scuole delle spese obbligatorie, lasciando al fondo di istituto e ai bilanci delle scuole unicamente quelle spese che attengono all'autonomia didattica, ai progetti di miglioramento e all'incentivazione dei docenti». E, se sul fronte istituzionale si stanno muovendo i parlamentari, anche i genitori continuano la loro battaglia: «Abbiamo intenzione di andare avanti con le nostri azioni», fa sapere Claudio Campioli del coordimento genitori. «I soldi che mancano incalza Adolfo Morandi del Pdl dipendono dalle finanziarie del governo Prodi». Valeria Selmi

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DAVVERO non esiste la guerra delle iscrizioni tra le scuole? Davvero non esiste il bullismo ... (sezione: Scuola)

( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

PS PRIMOPIANO pag. 2 DAVVERO non esiste la guerra delle iscrizioni tra le scuole? Davvero non esiste il bullismo ... DAVVERO non esiste la guerra delle iscrizioni tra le scuole? Davvero non esiste il bullismo tra gli studenti? A giudicare dalle risentite reazioni alla «lettera» pubblicata in questa rubrica una settimana fa, i nostri istitituti scolastici sono «isole felici». Dunque, sbaglia il questore quando invita a tenere alta la guardia; sbaglia il ministro Gelmini che non meno di due giorni fa si è preoccupata di emanare dei regolamenti specifici per il voto in condotta. Intendiamoci, nessuno si sogna di gettare la croce sugli insegnanti i quali, molto spesso, subiscono anche l'autorità dei presidi. Ovvio, la parola dei capi d'istituto vale. Eccome se vale. Quante volte (lo testimoniano i genitori) si insiste con le famiglie affinché un alunno pentito della scelta fatta, pur opponendo valide ragioni, non cambi scuola? Non è guerra delle iscrizioni, questa? Via, non nascondiamoci dietro un dito. Alla fine dell'anno ne avremo forse la riprova. Sarà curioso, ad esempio, conoscere il bilancio dei voti in condotta che oggi fanno media con le altre materie. In fondo cosa si chiede? Nient'altro che far diventare la scuola un luogo dove gli studenti si dedichino esclusivamente allo studio. E apprendano. Possibilmente con tutto il rispetto che si deve agli insegnanti e l'appoggio (questo sì) delle famiglie. E' troppo?.

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mobilitazione per la scuola manin il tempo pieno può salvare san cosma (sezione: Scuola)

( da "Mattino di Padova, Il" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

di Francesca Segato Mobilitazione per la scuola «Manin» Il tempo pieno può salvare San Cosma MONSELICE. Il tempo pieno per salvare la scuola. I genitori di San Cosma continuano la loro battaglia e incassano il sostegno dell'Amministrazione comunale. In un giorno hanno raccolto ben centodieci firme. Tutte quelle dei genitori che hanno i bambini alla scuola «Manin». Di fronte ai rischi di chiusura prodotti dall'effetto «Gelmini», la Onlus nata per valorizzare la scuola della frazione trova la contromossa: trasformare la «Manin» in una scuola a tempo pieno. Giovedì scorso si è tenuto un incontro tra i combattivi genitori, il dirigente dell'Istituto Zanellato Cesare Boetto e l'Amministrazione comunale, presente con il sindaco Fabio Conte e l'assessore Giovanni Belluco. Sul tavolo, la richiesta firmata dai centodieci genitori e presentata contestualmente alle iscrizioni, il 28 febbraio: il tempo pieno per tutte le classi di San Cosma. Amministrazione comunale e dirigente scolastico hanno promesso il loro pieno sostegno. Ora la richiesta di conversione al tempo pieno è stata trasmessa a Roma e all'ufficio scolastico provinciale: per sapere se potrà essere accolta, si dovrà attendere la fine di marzo. La scuola di San Cosma è la più colpita dal taglio del tempo lungo, con i suoi cinque rientri settimanali. La scelta del tempo pieno (40 ore) convince tutti i genitori. Che in un documento di dodici pagine, con tanto di grafici e cartine, spiegano il perché. «San Cosma è la frazione più estesa e più lontana dal centro. Il 70% degli iscritti alla scuola vive più vicino a Tribano, Pozzonovo e San Pietro». Se la scuola chiudesse, ripiegherebbero su questi comuni, magari trascinandosi dietro i fratelli più grandi. Non solo. Chi cerca il tempo pieno, per arrivare al «Giorgio Cini» dovrebbe passare via Orti: 25 minuti nelle ore di punta. San Cosma è anche l'area meno inquinata di Monselice, dove è previsto un forte incremento abitativo. Il tempo pieno poi sarebbe un bel risparmio per il Comune, che ora finanzia i due rientri facoltativi. In totale sono 103 gli iscritti alle primarie della «Zanellato». «Le prime partiranno in tutte le scuole - ha assicurato Boetto -. Aspettiamo che il Ministero ci dica quanti insegnanti avremo».

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di VALERIO BARONCINI E POTREBBE anche finire così: con un personale a liv... (sezione: Scuola)

( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

FERRARA PRIMO PIANO pag. 3 di VALERIO BARONCINI E POTREBBE anche finire così: con un personale a liv... di VALERIO BARONCINI E POTREBBE anche finire così: con un personale a livelli talmente bassi da non garantire l'apertura delle scuole. Sissì, della serie: cacciati via talmente tanti bidelli che non c'è più nessuno a togliere il catenaccio dall'uscio. La scena non è quella conclusiva di un romanzo distopico, ma quella che giurano i sindacati, o meglio la Flc-Cgil si potrebbe proporre col nuovo anno scolastico. Sul banco degli imputati sempre lei, il ministro Mariastella Gelmini e i suoi tagli «con l'accetta». Che, tradotti numericamente e plasmati sulla realtà ferrarese, porterebbero, solo per il personale (ata, ovvero amministrativo e tecnico, insomma non docente) a un -70: 46 sarebbero collaboratori e assistenti scolastici, gli altri amministrativi e tecnici di laboratorio. E questa è solo una delle tante declinazioni della scure che s'abbatterà sulla scuola: meno docenti, impossibile soddisfare tutte le richieste di tempo pieno, plessi a rischio. Motivi sufficienti per proclamare uno sciopero dell'intero settore conoscenza' per mercoledì. PARTIAMO dalla scuola primaria, e dai bisogni delle famiglie. I dati dell'Ufficio scolastico provinciale pubblicati l'altro giorno dal Carlino non lasciano molti dubbi: «Il modello delle 24 ore ha fallito, quindi ha fallito il maestro unico afferma Fausto Chiarioni, segretario provinciale di Flc-Cgil . Le famiglie, che a livello nazionale hanno optato soprattutto per le 30 ore, a Ferrara hanno invece scelto soprattutto il modello a 40 (42% delle domande, ndr). Questo testimonia il forte bisogno sociale. Bisogno sociale che purtroppo non troverà una risposta. Gli organici verranno definiti in base al tempo scuola di 27 ore: solo per le 30 sarà dunque necessario che qualcuno chieda le 24...cosa assai probabile. Cercheremo di trovare un punto d'intesa e la mobilitazione deve partire dalle famiglie: esiste un problema sociale, ed è anche grave. Il quadro è inquietante». Qualche esempio del ritratto a tinte fosche della scuola italiana e made in Ferrara? «Partiamo dai finanziamenti e dai fondi. Sono sempre di meno quelli a disposizione delle scuole afferma Chiarioni e abbiamo una nuova serie di vertenze davvero particolare. Molti dei supplenti e dei docenti che hanno effettuato delle sostituzioni ci hanno chiamati perché devono ancora essere pagati. C'è un serio problema economico: alcuni insegnanti devono addirittura ricevere ancora i soldi di aprile dell'anno scorso». TORNANDO però al nodo principale, e cioè quello dei docenti, i problemi maggiori saranno alle scuole elementari e medie, le più colpite dalla riforma Gelmini. «Secondo una nostra proiezione spiega Chiarioni il prossimo anno scolastico avremo 39 classi prime elementari che hanno chiesto le 40 ore quindi il tempo pieno ed una sessantina che hanno optato per il tempo scuola a 24, 27 e 30 ore. Calcolando il fabbisogno di insegnanti per le classi emerge che solo per le prime ci saranno circa 20 posti in meno». Insomma, è davvero una situazione ingarbugliata. Ed è per questo motivo che Flc-Cgil scende in piazza e, il 4 aprile, andrà alla manifestazione nazionale di Roma. A questo va poi aggiunto il piano di dimensionamento: saranno salvaguardati tutti i plessi? QUELLI che lo scorso anno avevano attorno alle 50 iscrizioni sono i seguenti. Ed è chiaro che per queste strutture, come ha spiegato il dirigente dell'ufficio scolastico provinciale Vincenzo Viglione, bisogna pensare a interclassi' e a interventi complessivi. Eccoli qua, comunque, anche se si tratta solo di un'indicazione: Alberone (55), Buonacompra (39), Mezzogoro (50), Volania (44), Serravalle (49), Villanova (51), Francolino (57), San Giovanni (32), Monticelli (28), Scortichino (59) e Stellata (43). Nel Ferrarese è stimata una decurtazione di 285 docenti nell'anno scolastico 2009/2010. Per Viglione comunque «probabilmente sarà necessario fare dei sacrifici e tenere maggior rigore nella formazione delle classi. Si fanno monitoraggi continui e simulazioni ma l'impressione è che nel prossimo anno scolastico dovremo sopprimere qualche classe in più o dare vita a pluriclassi. Non chiuderemo i plessi ma le norme sono più severe».

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Ma per i precari c'è l'ipotesi dell'assunzione (sezione: Scuola)

( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

FERRARA PRIMO PIANO pag. 2 Ma per i precari c'è l'ipotesi dell'assunzione LO SPIRAGLIO APERTURA PER I DOCENTI CON INCARICO ANNUALE Davanti alle scuole verranno distribuiti migliaia di volantini. Ieri è stato invece il centro storico a essere invaso' dalla lotta alla Gelmini

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Molte scuole rischiano di chiudere (sezione: Scuola)

( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

FERRARA PRIMO PIANO pag. 2 Molte scuole rischiano di chiudere La mappa dei mini-plessi'. Sciopero Cgil: «Tagli anche a bidelli. E molti istituti di VALERIO BARONCINI E POTREBBE anche finire così: con un personale a livelli talmente bassi da non garantire l'apertura delle scuole. Sissì, della serie: cacciati via talmente tanti bidelli che non c'è più nessuno a togliere il catenaccio dall'uscio. La scena non è quella conclusiva di un romanzo distopico, ma quella che giurano i sindacati, o meglio la Flc-Cgil si potrebbe proporre col nuovo anno scolastico. Sul banco degli imputati sempre lei, il ministro Mariastella Gelmini e i suoi tagli «con l'accetta». Che, tradotti numericamente e plasmati sulla realtà ferrarese, porterebbero, solo per il personale (ata, ovvero amministrativo e tecnico, insomma non docente) a un -70: 46 sarebbero collaboratori e assistenti scolastici, gli altri amministrativi e tecnici di laboratorio. E questa è solo una delle tante declinazioni della scure che s'abbatterà sulla scuola: meno docenti, impossibile soddisfare tutte le richieste di tempo pieno, plessi a rischio. Motivi sufficienti per proclamare uno sciopero dell'intero settore conoscenza' per mercoledì. PARTIAMO dalla scuola primaria, e dai bisogni delle famiglie. I dati dell'Ufficio scolastico provinciale pubblicati l'altro giorno dal Carlino non lasciano molti dubbi: «Il modello delle 24 ore ha fallito, quindi ha fallito il maestro unico afferma Fausto Chiarioni, segretario provinciale di Flc-Cgil . Le famiglie, che a livello nazionale hanno optato soprattutto per le 30 ore, a Ferrara hanno invece scelto soprattutto il modello a 40 (42% delle domande, ndr). Questo testimonia il forte bisogno sociale. Bisogno sociale che purtroppo non troverà una risposta. Gli organici verranno definiti in base al tempo scuola di 27 ore: solo per le 30 sarà dunque necessario che qualcuno chieda le 24...cosa assai probabile. Cercheremo di trovare un punto d'intesa e la mobilitazione deve partire dalle famiglie: esiste un problema sociale, ed è anche grave. Il quadro è inquietante». Qualche esempio del ritratto a tinte fosche della scuola italiana e made in Ferrara? «Partiamo dai finanziamenti e dai fondi. Sono sempre di meno quelli a disposizione delle scuole afferma Chiarioni e abbiamo una nuova serie di vertenze davvero particolare. Molti dei supplenti e dei docenti che hanno effettuato delle sostituzioni ci hanno chiamati perché devono ancora essere pagati. C'è un serio problema economico: alcuni insegnanti devono addirittura ricevere ancora i soldi di aprile dell'anno scorso». TORNANDO però al nodo principale, e cioè quello dei docenti, i problemi maggiori saranno alle scuole elementari e medie, le più colpite dalla riforma Gelmini. «Secondo una nostra proiezione spiega Chiarioni il prossimo anno scolastico avremo 39 classi prime elementari che hanno chiesto le 40 ore quindi il tempo pieno ed una sessantina che hanno optato per il tempo scuola a 24, 27 e 30 ore. Calcolando il fabbisogno di insegnanti per le classi emerge che solo per le prime ci saranno circa 20 posti in meno». Insomma, è davvero una situazione ingarbugliata. Ed è per questo motivo che Flc-Cgil scende in piazza e, il 4 aprile, andrà alla manifestazione nazionale di Roma. A questo va poi aggiunto il piano di dimensionamento: saranno salvaguardati tutti i plessi? QUELLI che lo scorso anno avevano attorno alle 50 iscrizioni sono i seguenti. Ed è chiaro che per queste strutture, come ha spiegato il dirigente dell'ufficio scolastico provinciale Vincenzo Viglione, bisogna pensare a interclassi' e a interventi complessivi. Eccoli qua, comunque, anche se si tratta solo di un'indicazione: Alberone (55), Buonacompra (39), Mezzogoro (50), Volania (44), Serravalle (49), Villanova (51), Francolino (57), San Giovanni (32), Monticelli (28), Scortichino (59) e Stellata (43). Nel Ferrarese è stimata una decurtazione di 285 docenti nell'anno scolastico 2009/2010. Per Viglione comunque «probabilmente sarà necessario fare dei sacrifici e tenere maggior rigore nella formazione delle classi. Si fanno monitoraggi continui e simulazioni ma l'impressione è che nel prossimo anno scolastico dovremo sopprimere qualche classe in più o dare vita a pluriclassi. Non chiuderemo i plessi ma le norme sono più severe».

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Tempo pieno per la scuola di Molini di Tenna (sezione: Scuola)

( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

AGENDA E LETTERE pag. 7 Tempo pieno per la scuola di Molini di Tenna IL 28 FEBBRAIO si sono chiuse le operazioni di iscrizione degli alunni per il prossimo anno scolastico. Il Ministro dell'Istruzione rende noto il risultato di un sondaggio effettuato su un campione di 900 scuole primarie: il modello di tempo scuola a 24 ore sarebbe stato scelto solo dal 3% delle famiglie, il modello 27 ore avrebbe invece riscosso un 7% di consensi, il modello 30 ore il 56%, il tempo pieno il 34%. Sulla scelta del tempo pieno si sono orientati i genitori che hanno iscritto i figli alla scuola primaria di Molini Tenna, una scuola che già in passato ha dato vita e anima al tempo pieno a Fermo. Attualmente gli alunni che frequentano il plesso della primaria vivono un tempo scuola di 33 ore settimanali ed il sabato libero; con il 2009/2010 la proposta di un tempo a 40 ore settimanali è coerentemente in linea con l'esigenza di offrire agli alunni una scuola in cui oltre al programma curricolare possano essere proposte altre attività importanti per costruire ed arricchire il bagaglio umano e culturale degli alunni. Il tempo pieno nasce sulla base di queste esigenze didattiche, ma si proietta all'esterno della scuola come fatto sociale che viene sostenuto dai genitori: il tempo pieno dà infatti un grosso aiuto a quelle famiglie in cui spesso i genitori lavorano entrambi. La dirigenza scolastica, unitamente ai docenti, ha da subito cercato un confronto diretto con i genitori che hanno risposto con grande interesse, indirizzando lo sguardo anche all'intero territorio fermano. L'amministrazione comunale ha garantito la messa a disposizione di mensa e trasporto, condividendo pienamente il progetto. Le famiglie che hanno richiesto il tempo pieno saranno soddisfatte? «Saranno assolutamente soddisfatte grazie ad un miglior impegno delle risorse...» ha assicurato il Ministro Gelmini. Allora non ci resta che attendere Genitori sostenitori del tempo pieno della scuola Molini di Tenna

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<Tempo pieno, da noi la richiesta più alta della Romagna> (sezione: Scuola)

( da "Resto del Carlino, Il (Ravenna)" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

RAVENNA CRONACA pag. 11 «Tempo pieno, da noi la richiesta più alta della Romagna» SCUOLA ALLARME DELLA UIL: «A RISCHIO IL POSTO PER QUASI OTTANTA DOCENTI» NELLA PROVINCIA di Ravenna la maggior parte dei genitori che ha iscritto i figli alla prima elementare per l'anno scolastico 2009/2010, ha scelto il modello organizzativo delle 30 ore e il tempo pieno di 40 ore. In pratica cinque genitori su dieci scelgono il tempo pieno. Ad annunciarlo è Edera Fusconi, segretaria provinciale della Uil Scuola, preoccupata per l'assegnazione dei posti da parte del ministro Gelmini agli uffici scolastici regionali, che a loro volta avranno il compito di distribuire alle varie province». SEMPRE secondo i dati di Edera Fusconi, la provincia di Ravenna, in Romagna, presenta la maggior richiesta di tempo pieno (52,24 per cento) e si colloca al quarto posto in regione dopo Bologna (73 per cento), Modena (72,3 per cento) e Piacenza (61,50 per cento). «LA LEGGE Gelmini continua Edera Fusconi ha abrogato le compresenze nel modello organizzativo delle 27 e delle 30 ore, mentre dovrebbero rimanere nel tempo pieno. Tale misura determinerà comunque una situazione di esubero di personale, in media abbiamo calcolato che perderanno il posto tre docenti in ogni direzione didattica della provincia, pari a un totale di 78 docenti, che saranno solo in parte compensati dai 34 pensionamenti, e di conseguenza circa un centinaio di supplenti, solo nella scuola primaria. Tutto questo senza cassa integrazione». Image: 20090315/foto/9740.jpg

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Formigoni: con il Carroccio collaborazione competitiva Podestà? Scelta già definita (sezione: Scuola)

( da "Corriere della Sera" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

Corriere della Sera - MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2009-03-15 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE Il governatore a Riva del Garda Formigoni: con il Carroccio collaborazione competitiva Podestà? Scelta già definita DAL NOSTRO INVIATO RIVA DEL GARDA (Trento) — «La politica, si sa, comprende anche aspetti non sempre entusiasmanti. Aspetti meno ideali di altri, diciamo. Ma esistono anche quelli e vanno affrontati con realismo». Dopo due giorni di dibattito dai toni effettivamente alti e nobili sui «valori non negoziabili» dell'impegno politico — tipo la vita, la morte e così via —, il governatore Roberto Formigoni ha dovuto riassumere così il bilancio attuale della trattativa, in verità appena più prosaica, circa la spartizione di candidature e poltrone nel centrodestra tra nomine imminenti e provinciali in arrivo. E a conferma che almeno fino a ieri gli equilibri tra Pdl e Lega in materia erano tutto tranne che risolti, ha precisato come l'unica certezza «definita», allo stato, sia l'ormai nota candidatura di Guido Podestà quale avversario di Filippo Penati per la Provincia: «Podestà è definito». Il resto, a cominciare dalla scelta su Brescia e dagli strascichi più o meno conseguenti sulle poltrone future in ballo per la Fiera o per A2A, è tutto da vedere. Così al termine del suo intervento al meeting di Rete Italia, il «gruppo di lavoro» da lui stesso promosso e che riunisce in pratica la componente ciellina del Pdl, Formigoni ha sostenuto con i giornalisti di «non essere informato sugli ultimi sviluppi». Vale a dire sui seguiti delle puntate andate in onda nei giorni scorsi: con un accordo che sembrava fatto tra Berlusconi e Bossi per candidare a Brescia il favorito di Maria Stella Gelmini, Giuseppe Romele, in cambio di qualche poltrona di peso per la Lega in Fiera o altrove. Accordo saltato, secondo chi dice d'essere informato, proprio per l'opposizione di Formigoni. Lui ieri lo ha negato a modo suo: «Io non mi metto mai di traverso rispetto a niente. Semplicemente continuo dritto e vado avanti per la strada migliore». Quindi? «Quindi niente: da qui a ottobre dovremo rinnovare molti incarichi negli enti e vedremo. Finora non ho ricevuto né veti né richieste». Quanto al rapporto del Pdl con la Lega — una «collaborazione competitiva», l'ha definita Formigoni, che dobbiamo «accettare anche quando può farci storcere il naso» — ha ribadito al partito di Bossi che «non si può comunque essere partito di lotta e di governo: chi governa, governa». Ma «ricordiamoci che dalla Lega abbiamo anche molto da imparare, a cominciare dall'impegno e dal rapporto stretto col territorio. La politica si fa anche consumando la suola delle scarpe. Forse tra noi lo fanno in pochi». Paolo Foschini Presidente Roberto Formigoni protagonista del summit di due giorni in Trentino

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<Provincia, scelti i candidati>. <No, tutto da decidere> (sezione: Scuola)

( da "Corriere della Sera" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

Corriere della Sera - MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2009-03-15 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE «Provincia, scelti i candidati». «No, tutto da decidere» Scontro tra An e Lega. Il nodo Brescia. La Russa: intesa di fondo. Salvini: la trattativa resta aperta Il ministro: «Su Milano An ha fatto un passo indietro perché De Corato è stato chiamato dal sindaco a occuparsi di sicurezza» Nessun accordo ufficiale. Non ancora. Non «fino alle fine del mese», almeno. E non «senza qualche strappo». Pdl e Lega devono ancora rendere pubbliche le scelte definitive sui candidati che il 6 e 7 giugno correranno per conquistare 8 province e 114 Comuni lombardi. «Non sarà facile ». Perché se il ministro Ignazio La Russa, An, parla di «intesa di fondo raggiunta» su Guido Podestà a Milano e Giuseppe Romele a Brescia, il leghista Matteo Salvini attacca: «I giochi non sono ancora fatti, la trattativa è aperta». Amministrative, nessuna certezza. «Per Brescia il nostro candidato è Romele, ma la questione è affidata a Berlusconi». Ad annunciarlo, ieri mattina al Pdl point di corso Vittorio Emanuele, è La Russa. Con lui c'è Andrea Ronchi, ministro delle Politiche europee. E, ancora, lo stato maggiore «nordista» di An: Massimo Corsaro, Paola Frassinetti, Riccardo De Corato, Piergianni Prosperini, Mirko Tremaglia. Ordine del giorno: il congresso di An (l'ultimo) del 21 e 22 marzo, l'«attacco ingiustificato» a Gianfranco Fini, «leader della destra italiana», le prossime elezioni. Soddisfazione: «An — conferma La Russa— può contare su tre candidati: nel Comune di Bergamo, in provincia di Monza e di Lecco». Certo, mancano Milano e Brescia: «Su Milano abbiamo fatto un passo indietro perché De Corato è stato chiamato dal sindaco Moratti a occuparsi di sicurezza». Per Brescia, invece, sostegno a Romele (uomo fidato di Mariastella Gelmini, su cui lo stesso La Russa si era scontrato con il ministro dell'Istruzione). Resta «una questione aperta con la Lega, ma se ne occuperà il premier ». E poi insomma, «il Carroccio ha avuto Bergamo e altre due province...». Uomini e poltrone, la quadratura del cerchio è lontana. Lo fa notare Salvini: «Per la Lega nulla è chiuso prima della fine di marzo, quando sarà approvato il federalismo fiscale e si sarà tenuto il congresso costituente del Pdl». Tutto da decidere. O meglio: tutto aperto finché non sarà sciolto il nodo di Brescia. «Lì — puntualizza Salvini — abbiamo il 30 per cento dei consensi, logica vuole che il candidato sia nostro». Non è un mistero che la Lega si sia sentita «poco considerata ». E che «se dovesse perdere Brescia, potrebbe cercare una compensazione altrove». Non a Milano: il 22 marzo al Teatro Nuovo Silvio Berlusconi darà il via ufficiale alla corsa di Guido Podestà a Palazzo Isimbardi. «Ma la partita vera, ora — fanno notare nel centrodestra — è quella delle nomine dei coordinatori regionali» che saranno definite dopo il congresso del Pdl. Decidere. In fretta. Manfredi Palmeri, presidente del consiglio comunale, spiega: «è importante il richiamo di equilibri di coalizione ma lo è altrettanto la scelta di candidati autorevoli. Oggi non siamo in ritardo. Non dimentichiamo però che dopo i vertici vanno definiti i criteri per le liste». Ultimo tassello, l'Udc. Poco gradita alla Lega perché contraria al federalismo fiscale. «Ma noi — dice Pasquale Salvatore, capogruppo a Palazzo Marino — non accetteremo il ricatto del federalismo per far parte dell'alleanza ». Risultato: dopo l'incontro di venerdì tra Pierferdinando Casini e i segretari provinciali, «è emerso un orientamento a correre da soli: la gente vuole conoscere i programmi più che le poltrone». Candidato milanese: «Entro dieci giorni si potrebbe decidere». Annachiara Sacchi Ministro Ignazio La Russa

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Contro i tagli della Gelmini saltano le gite (sezione: Scuola)

( da "Corriere del Veneto" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

Corriere del Veneto - PADOVA - sezione: PADOVA2A - data: 2009-03-15 num: - pag: 10 categoria: REDAZIONALE Professori mobilitati Contro i tagli della Gelmini saltano le gite PADOVA - La riforma del'istruzione scatena la «rivolta» delle gite. I professori si rifiutano di portare gli alunni in viaggio di istruzione per protestare contro i tagli all'istruzione pubblica. E' in arrivo nel Veneto una riduzione d'organico di quattromila insegnanti secondo i sindacati della scuola, così i docenti hanno deciso il boicottaggio delle gite e non faranno più le valige per accompagnare i ragazzi nelle capitali europee. Salteranno i viaggi in programma nelle scuole superiori, così per decine di studenti padovani non ci sarà nemmeno il soggiorno studio all'estero. Stop alle gite. Accade nei licei scientifici Nievo e Fermi, dove quest'anno solo gli studenti di quinta avranno i viaggi di istruzione garantiti perché erano stati decisi dal consiglio di istituto durante l'anno precedente. «Alcuni professori hanno deciso di non andare in gita per protesta - spiega la preside del Fermi Annunziata Gagliardi - , gli altri non lo hanno ritenuto utile per il loro programma didattico». All'istituto Scarcerle e alla scuola professionale Valle, resistono solo gli scambi culturali con l'estero per non minare i progetti europei che sono in corso con altre scuole, salteranno invece tutte le altre gite compresi i soggiorni di terze e quarte in Italia. Ce n'è per tutti, perchè i professori stanno diseranto dal mettersi in lista per i viaggi di istruzione. Motivo? «Non sappiamo se molti di noi potranno lavorare dal prossimo anno con l'arrivo della riforma - spiegano gli insegnanti - , e già adesso ci sono professori che sono a casa e hanno l'orario ridotto. E' una scelta per far capire l'importanza degli insegnanti nell'offerta formativa, senza di noi le gite che sono molto educative non ci sarebbero. Ecco questo è lo scenario del prossimo anno che prefigura la riforma: non ci saranno insegnanti per i viaggi di istruzione, bisogna abituarcisi». Il boicottaggio dei viaggi di istruzione coinvolge la maggioranza delle scuole padovane, alcune però passano indenni la protesta dei professori. All'Itis Marconi, per i canonici cinque giorni-quattro notti di gita, le quinte hanno optato per Strasburgo, Praga e Monaco, spendendo 240 euro ad alunno. Al liceo scientifico Curiel invece i viaggi all'estero sono stati organizzati per Praga, al costo di 250 euro, Berlino, 230 euro e Londra a 300. Infine il liceo classico Tito Livio, alcune classi andranno in Grecia. Martino Galliolo

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L'onda anomala (sezione: Scuola)

( da "Unita, L'" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

L'onda anomala Voci e racconti dall'Onda Anomala. Instant book su uno dei simboli del movimento di precari, studenti, insegnanti, genitori e bambini che in questi mesi ha occupato le piazze di tutta Italia e costretto il Governo Berlusconi a rimettere in discussione la Riforma Gelmini. Sono Anna Adamolo Voci e racconti dall'onda anomala Anna Adamolo pagine 127 euro 10,00 NdA Press

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si allunga l'esistenza (sezione: Scuola)

( da "Centro, Il" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

Pagina 12 - Pagina Aperta Si allunga l'esistenza Si allunga l'esistenza ma la qualità della vita? Si prevede che la durata della vita possa aumentare (a 100 anni e oltre). A parte la «compatibilità» con l'ambiente e le risorse disponibili (a meno di limitare il privilegio di ultacentenario solo a pochi) vale la considerazione che è importante non quanto (a lungo) si vive, ma come si vive (possibilmente «per seguir virtute e conoscenza»). Lucio Di Nisio Montesilvano Il 5 in condotta non aiuta né studenti né scuola Sono un insegnante delle superiori, in questi giorni non si fa che parlare della legge Gelmini, riferita in particolar modo al comportamento di ragazzi e dell'influenza del voto di condotta sulla promozione. Dalla mia esperienza trentennale ho potuto costatare come negli ultimi anni ci sia stata nella società italiana una regressione comportamentale, dovuta soprattutto ai rapporti familiari, alla distanza sempre maggiore tra genitori ed alunni che ormai si parlano solo attraverso il cellulare, alla mancanza di infrastrutture dove i ragazzi potessero evolversi, crescere e soprattutto socializzare, alla completa assenza delle forze politiche insensibili a qualsiasi questione educativa, anche perché l'ignoranza regna sovrana tra i nostri politici sia di destra che di sinistra, ecco che allora il quadro è abbastanza completo. In pratica, pretendiamo educazione ed attenzione alla didattica da ragazzi, che vengono parcheggiati nelle nostre scuole, senza dargli un indirizzo sul loro futuro nel mondo del lavoro, per questo nell'80% dei casi sbagliano e lasciano la scuola, e non hanno assolutamente il concetto di socializzazione. Se poi aggiungiamo che nelle scuole le classi prime (soprattutto nelle superiori) hanno tra i 25 e i 35 alunni, mi domando come si possa svolgere insieme un compito educativo e didattico da parte dei professori. Per concludere possiamo dire che la mancanza di preparazione, gli elementi disturbativi (cellulari, Mp3, televisione), la completa assenza delle famiglie nei consigli di classe, che questi ragazzi vengono a scuola che dovrebbero già fare i corsi di recupero. Ora che senso ha mettere dei 5, la cosa è solamente repressiva, l'educazione dovrebbe far parte della cultura familiare; prendiamo ad esempio un contesto sociale come Napoli dove sono stati dati 50.000 cinque, che ci aspettiamo che i ragazzi capiscano di aver sbagliato? Come minimo distruggeranno l'auto dei professori o faranno peggio, come a Milano dove un ragazzo sospeso ha picchiato a sangue il figlio della professoressa. L'importante è la prevenzione, io ho avuto degli esempi di ragazzi sospesi che si vantavano di ciò, e la maggior parte degli altri li guardava come eroi. Non si cambia una mentalità così radicata, con dei semplici 5 in condotta, se volete che noi insegnanti ritorniamo ad essere educativi in tutti i sensi, c'è bisogno di una rivoluzione copernicana, dove ognuno riprenda il suo posto ma senza creare interferenze nella scuola, sempre che vogliamo chiamarla ancora così. Arcangelo Forcucci Pescara I sogni di una volta la realtà cupa di oggi Forse anche in questo caso sarà conseguenza dell'effetto serra o del buco nell'ozono; ad ogni modo, al giorno d'oggi, penso che tutti ce ne siamo accorti, si sogna di meno e, comunque, con sfondi e contenuti mutati rispetto al passato. Prima, su ognuno di noi gravitava un universo onirico decisamente caratterizzato da due opposte facce, costellato da toni cupi oppure al contrario da tinte meravigliose e fantastiche. C'era che, allora, la vita reale scorreva semplice, con ritmi e scadenze in un certo senso scontati, mentre il «brutto», cioè l'evento imprevisto e irreparabile, spesso si affacciava giusto da un sogno. La moderna diffusione di mezzi, il graduale affioramento di un'effimera sensazione di disponibilità e di ricchezze, il propagarsi dell'informazione e della conoscenza, anziché farci conseguire un più tonico indice di vita vivibile, hanno purtroppo ingenerato una lunga serie di guasti per gli antichi equilibri sui quali si reggeva l'umana convivenza. In particolare, si sono ingigantite le componenti negative del sentire comune: odio, violenza, arrivismo, egoismo, invidia, disprezzo del prossimo. Beninteso, non che prima la comunità fosse costituita da miti agnellini, e però vigeva una più alta soglia di correttezza, di buona creanza, di generosità. Persino il mondo dei grandi interessi e degli affari, persino l'arena dell'agone politico, le contrapposte ideologie, tutto ciò evidenziava una corteccia di umanità, di tolleranza e di propensione al confronto senza toni aspri. Dunque, la verità è che oggi risulterebbe proprio necessario tornare ad alimentarsi di sogni puliti. In linea generale servirebbe che noi tutti, nei rapporti con gli altri, bandissimo dai pensieri e dalle espressioni parole e sentimenti meno che rispettosi. E ancora, sarebbe utile che le voci e le opinioni dominanti che promanano dalla Tv e dai giornali si levassero sempre e dovunque, a fianco di ogni evento o occasione, al di sopra delle parti, in rigorosa indipendenza. Ciò legittimerebbe e consacrerebbe dette voci alla stregua di testimoni e modelli in regola con le loro coscienze, puntuali con il personale modo di operare e di relazionarsi con il prossimo, immuni pertanto da condizionamenti o minacce. Rocco Boccadamo E.mail

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Nasce il Pdl. Chi conta e chi comanda nel nuovo partito (sezione: Scuola)

( da "Panorama.it" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

- Italia - http://blog.panorama.it/italia - Nasce il Pdl. Chi conta e chi comanda nel nuovo partito Posted By mario.sechi On 14/3/2009 @ 8:45 In Headlines, NotiziaHome | 2 Comments Battute parlamentari: "La voluminosa biografia di von Verdini racconta che un giorno il centrodestra italiano passò dal Parteienstaat teorizzato da [1] Hans Kelsen al Gazebostaat.". Evocato al cospetto dei gonfi arancini di riso della buvette di Montecitorio, il [2] von Verdini (per la storia contemporanea di nome fa Denis), ultimo coordinatore dell'età di mezzo di Forza Italia, prossimo triumviro con [3] Sandro Bondi (sì, a volte ritornano) e [4] Ignazio La Russa dell'età del partito unico, il [5] Popolo della libertà che [6] il 27 marzo prossimo alla Nuova Fiera di Roma celebra il congresso fondativo. Sarà un venerdì, giorno dedicato a San Ruperto, predicatore itinerante dell'Ottavo secolo, a tenere a battesimo il Pdl. Due i padrini: Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, tanti gli invitati a un evento che però è più interessante nella preparazione piuttosto che nella celebrazione. Partiamo comunque da quest'ultima, visto che Panorama è in grado di anticipare la scaletta della due giorni congressuale. Possono cambiare ancora i nomi di alcuni personaggi, ma la sceneggiatura del film è scritta. Chi immagina un'assemblea che sia occasione per un confronto tra correnti, visioni del mondo differenti o più modestamente visioni del partito, può chiudere il taccuino. La ferraglia del partito novecentesco, superstrutturato, è archiviata. Il partito secondo Berlusconi è la fucina di due prodotti: nuova classe dirigente ed esperienza di governo. Fine dell'ideologia, spazio al pragmatismo. Il programma. I lavori si apriranno alle 17 con i saluti dei rappresentanti del Partito popolare europeo ([7] Hans-Gert Pöttering e [8] Wilfried Martens), ai quali seguiranno gli interventi di cinque giovani rappresentanti di circoli, fondazioni culturali, associazioni del mondo del lavoro e della scuola. I giovani, insieme al governo, rappresentano il leitmotiv dell'assemblea. Berlusconi già a Palazzo Chigi ha rinnovato la sua squadra nell'anagrafe e nella sostanza, nell'immagine del Pdl che verrà proiettata durante il congresso questo aspetto sarà accentuato. Il presidente del Consiglio prenderà la parola alle 18.30 per ripercorrere le tappe dell'avventura politica del centrodestra: "Dal 1994 a oggi: la storia del Popolo della libertà". Il primo giorno si chiude così, con la prima performance del Cavaliere. Punto e a capo. Si riparte sabato, dopo aver consumato cappuccino e cornetto è il turno di quattro parlamentari trentenni (per Forza Italia saranno Simone Baldelli e Beatrice Lorenzin) ai quali poi seguirà il primo blocco dei big: Franco Frattini, Renato Brunetta, Maurizio Sacconi, Gaetano Quagliariello, Stefania Prestigiacomo, Giorgia Meloni, Claudio Scajola, Italo Bocchino, Altero Matteoli. Sono ministri e capigruppo, non esponenti del vecchio apparato di Forza Italia e An. E [9] Gianfranco Fini, socio fondatore, [10] alleato-concorrente del Cav? Il Fini day sarà proprio sabato e forse dal suo intervento verranno gli spunti più stimolanti rispetto alla futura dialettica interna del Pdl. Qualcuno si attende scintille, ma è difficile che il presidente della Camera (destinato a essere l'ambasciatore del Pdl dentro la famiglia dei Popolari europei) voglia esibirsi in un discorso ad alto voltaggio. Ci sarà qualche scarica, ma non il cortocircuito. Pomeriggio "a specchio": altri quattro giovani e seconda tranche di big: Giulio Tremonti, Fabrizio Cicchitto, Mariastella Gelmini, Gianni Alemanno, Mara Carfagna, Angelino Alfano, Maurizio Gasparri, Raffaele Fitto, Elio Vito e Andrea Ronchi. Ancora ministri e capigruppo con l'eccezione della figura istituzionale del sindaco di Roma, uno degli astri della futura galassia postberlusconiana e postfiniana. La seconda carica dello Stato, il presidente del Senato Renato Schifani, parlerà subito dopo; quindi si aprirà una serie di interventi ancora da definire. Il terzo giorno nella Genesi "nelle acque inferiori viene separata la terra e viene generato il regno vegetale", nella storia del Pdl invece sarà domenica e dopo aver votato l'ufficio di presidenza e i coordinatori, cioè lo stato maggiore del partito, ci sarà l'intervento di chiusura del congresso di Berlusconi dal titolo: "Il nuovo partito e il futuro". Bottiglia che s'infrange sulla chiglia, varo del partito-transatlantico, apoteosi finale. A tutto questo si arriva attraverso un percorso lungo, difficile, a tratti tormentato, che in queste ore giunge al rush finale. Forza Italia e An hanno storie profondamente diverse: partito pragmatico con le sue radici nella rivoluzione reaganiana il primo, figlio della drammatica storia del Novecento, post-fascista, poi approdato alla destra europea il secondo. È lo scontro-incontro di culture diverse e sistemi di potere ormai consolidati. Una fusione tutt'altro che fredda (i lettori pensino all'esperimento malriuscito del Partito democratico); piuttosto, rovente. La ripartizione della rappresentanza tra Forza Italia e An sarà quella racchiusa nella formula 70-30. Così agli azzurri andranno due coordinatori (Bondi e Verdini) e uno al partito di Fini (La Russa). Forza Italia avrà 14 coordinatori regionali e sei ne spetteranno ad An (due regioni grandi, due medie e due piccole). Con un occhio all'incrocio fra poteri, perché dove c'è una forte presenza istituzionale ci sarà un bilanciamento. Per esempio a Roma, dove An esprime il sindaco, il coordinamento dovrebbe essere di Forza Italia. In ogni caso al Nord An avrà un suo proconsole, probabilmente nel Veneto, superando così un gap che costringerebbe la classe politica proveniente da An a riversarsi nel Centro-Sud. Il diavolo si annida nei dettagli e in queste ore si curano proprio questi: la direzione del partito, inizialmente di 20 elementi compresi i ministri, sarà allargata a 50-60 persone per evitare lo schiacciamento sul governo. Da questo organismo poi uscirà un comitato esecutivo, l'ufficio di collegamento tra il leader e la macchina del partito. L'esperimento del Pdl è un caso unico. Un partito carismatico strutturato su vari livelli: eletti, iscritti e, come aveva spiegato Mario Valducci su Panorama il 21 gennaio scorso, "partito dei registrati che non sono interessati a impegnarsi nella vita politica, ma vogliono dire la loro". I primi nelle istituzioni, i secondi nel partito, i terzi nella società civile che di volta in volta si mobilita ai gazebo per scegliere i suoi rappresentanti. Funzionerà? La risposta arriverà con il tempo, di certo per la politica italiana è qualcosa di nuovo, di moderno. Vedremo, e non solo per il Pdl, se sarà il futuro.

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15/03/2009 13:10 UNIVERSITA': BERLUSCONI, E' SISTEMA DI AMMORTIZZATORI SOCIALI (sezione: Scuola)

( da "ITnews.it" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

Cernobbio (Como), 15 mar. (Adnkronos) - Il sistema universitario italiano "e' diventato un sistema di ammortizzatori sociali, in cui ogni professore ha il figlio, il cugino, l'amico del figlio, il cognato, che ha la cattedra con l'invenzione di un corso di laurea". A dirlo e' stato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a Cernobbio notando l'operato del ministro Mariastella Gelmini che, ha sottolineato, "e' capacissima e determinatissima". Berlusconi ha continuato: "ho visto corsi di laurea che mi hanno fatto prima inorridire e poi ridere, come il corso in salute animale, che ha due iscritti in Italia".

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Il piano Gelmini: un Cern italiano per attrarre cervelli Caprara (sezione: Scuola)

( da "Corriere.it" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

Nascerà in Italia sul modello del Cern e rilancerà i nostri scienziati Il ministro Gelmini: «Grande opera per attirare cervelli stranieri» Il piano per scegliere le aree di investimento, la riforma degli enti e l'assunzione di nuovi addetti Ministro Mariastella Gelmini, per alcuni lei ha dimenticato il mondo della ricerca scientifica che assieme alla pubblica istruzione e all'Università è il suo terzo compito.... «Stiamo lavorando e per giugno sarà pronto il piano nazionale della ricerca in occasione del G8». E che cosa prevede? «Stabiliamo delle priorità per trasformare la situazione di crisi in cui ci troviamo in un'opportunità di rilancio. Le risorse non sono certo ampie ma il settore, grazie anche all'intervento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, non ha subito tagli». Quali sono le priorità scelte? «Innanzitutto è da valorizzare il settore agroalimentare e ad esso si affiancano l'ambiente e l'energia con le cosiddette "tecnologie verdi", la biomedicina e lo spazio. In quest'ultimo abbiamo maturato alcune competenze da difendere ed esistono già sulla Penisola realtà internazionali importanti, come il centro dell'agenzia spaziale europea di Frascati impegnato proprio sulla ricerca ambientale. Dobbiamo, inoltre, ripensare la programmazione della ricerca adesso inesistente. Ogni ente ha il suo piano ma la loro somma dimostra solo una frammentazione improduttiva. Voglio arrivare ad un progetto ricerca-Paese in cui si concentrano gli interessi tenendo conto delle esigenze della realtà industriale dove i giovani troveranno lavoro». Un'impresa ardua, altre volte tentata senza grandi risultati. Lei come pensa di materializzare questa ambizione? «Attraverso una serie di interventi. Ad esempio, dobbiamo realizzare in Italia una grande infrastruttura di ricerca, come del resto ci chiede l'Unione. Un centro, per capirci, come il Cern di Ginevra, un modello a cui far riferimento per diversi motivi». Quali sarebbero? «Prima di tutto perché è un luogo dove si fa ricerca al top della conoscenza attraendo i cervelli da altri continenti. Al Cern la costruzione del nuovo acceleratore Lhc, al quale hanno dato il contributo centinaia di ricercatori italiani attraverso l'Istituto nazionale di fisica nucleare, si è rivelata la giusta via per alimentare la ricerca, creare innovazione tecnologica nelle aziende coinvolte e sviluppare conoscenze applicabili in altri settori della vita quotidiana. Dagli studi al Cern, oltre all'invenzione del Web è nata anche la nuova macchina adronica con la quale si curano a Pavia i tumori». Con che risorse, se non ci sono, può nascere una nuova grande infrastruttura di ricerca? «Recuperando fondi da piccoli progetti poco utili eliminabili e da mille accordi di programma che rispondono a necessità lontane dalla scienza. Ma vorrei pure utilizzare a tale scopo i fondi Fas gestiti dalla Presidenza del Consiglio che magari finiscono in accordi clientelari. Insomma, eliminando degli sprechi e concentrandoci in una direzione precisa evitando di moltiplicare inutilmente le iniziative». Ma quali sono per lei i problemi più gravi della ricerca italiana: i fondi scarsi, il ridotto numero dei cervelli, le infrastrutture inadeguate... «Certo, senza soldi è difficile lavorare, ma già nei finanziamenti attuali esistono margini in cui si possono effettuare degli interventi e rendere più efficaci le disponibilità. Ma più necessario ancora è gestire con managerialità. Entro dicembre completeremo il riordino degli enti di ricerca proprio per arrivare ad una migliore gestione e valorizzare i buoni cervelli che oggi sono mortificati e sono numerosi». I cervelli appunto. Esiste una differenza abissale nel numero con altri Paesi europei. Che cosa intende fare? «Intanto con il recente decreto abbiamo creato quattromila nuovi posti per ricercatore che sono slegati dalla sistemazione dei precari. E non è poco, per cominciare». E i conti con i precari, come li fa. Lavorare in questa condizione non aiuta certo l'entusiasmo. E poi è un'esercito ormai? «Infatti, tra università e ricerca, non sappiamo nemmeno noi quanti siano. Per questo abbiamo avviato un censimento al fine di avere una fotografia precisa della realtà sulla quale incidere. Certo è che con la mancata approvazione della "norma dei 40 anni" si è persa un'importante occasione perché avrebbe consentito, attraverso dei prepensionamenti, di liberare posti nei quali inserire appunto i precari. Però bisogna tener presente che non è possibile stabilizzare tutti, è una proposta demagogica perché non ci sono le risorse necessarie e poi non sarebbe neanche giusto». Perché non lo sarebbe? «Anche qui bisogna distinguere. Non tutti sono precari allo stesso modo. Ed è opportuno valutare qualità e profili tecnici in base agli indirizzi». Un altro male riconosciuto è la scarsa ricerca privata nel nostro Paese. Non c'è più la Montecatini capace di sostenere Giulio Natta al Politecnico di Milano che scopre il Moplen e conquista il Premio Nobel per la chimica, ultimo Nobel nato nella Penisola. Era il 1963. Ha iniziative su questo fronte? «Qualche incentivo, concedere crediti d'imposta come già stiamo facendo e finalizzare meglio le risorse a disposizione. Di più non si può. Le agevolazioni fiscali sono comunque uno strumento utile». Per stimolare il rapporto tra ricerca pubblica e privata negli ultimi anni sono stati creati i distretti tecnologici. I risultati, tuttavia, non sono stati gratificanti e in qualche caso ci si chiede se i fondi siano andati nel posto giusto... «Affronteremo anche i distretti e taglieremo i progetti che si sono rivelati inadeguati valutando l'impatto avuto sul territorio. L'intervento sarà attuato dall'Agenzia per le nuove tecnologie e non sarà indolore. Ma non si può continuare a finanziare senza un risultato: la selezione è necessaria». Sempre su questa difficile prima linea c'è l'idea del presidente del CNR Luciano Maiani di rilanciare i progetti finalizzati nati negli anni Settanta proprio alla scopo di creare un ponte tra ricerca pubblica e privata fornendo a quest'ultima occasione di nuovi brevetti. Condivide? «Bisogna farli partire: li approvo perché saranno un aiuto prezioso. Ma dovranno seguire gli indirizzi del piano che stiamo preparando». Di tutti gli ostacoli si parla da tempo, ma ce n'è uno forse ancora più grande: i giovani da noi non vedono la ricerca come un mondo per il loro futuro. Coltiva una risposta? «E' forse il problema più grave e anche quello più arduo da risolvere. Per questo bisogna cambiare la scuola e motivare gli insegnanti. E diffondere, soprattutto, la cultura scientifica come stiamo facendo con la commissione presieduta da Luigi Berlinguer con cui sono in perfetto accordo. E i media devono raccontare di più le magnifiche storie dei nostri scienziati». Giovanni Caprara stampa |

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Pdl/ Gelmini: Venerazione per Berlusconi? Sinistra non ha (sezione: Scuola)

( da "Virgilio Notizie" del 15-03-2009)

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Riva del Garda (Tn), 15 mar. (Apcom) - La sinistra accusa gli esponenti del Pdl di venerare Berlusconi. "La loro è solo invidia - ribatte il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini - perché fanno fatica a trovare un leader". E dal raduno nazionale di "Rete Italia" a Riva del Garda (Trento) aggiunge: "Tra noi non c'è nessun dissapore". "Per i nostri leader - dice Gelmini a proposito del Pdl - conta il vissuto, gli anni vissuti insieme in un percorso complicato ma che ci ha portato a governare in parlamento". "Da parte di Fini - continua - la lealtà non è mai venuta meno in tutti questi anni". Occorre andare oltre "queste letture giornalistiche che non sono assolutamente vere".

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Scuola/ Gelmini: Troppi dirigenti fanno politica contro (sezione: Scuola)

( da "Virgilio Notizie" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

Riva del Garda, 15 mar. (Apcom) - Troppi dirigenti scolastici "fanno politica" e utilizzano i propri incarichi per "fare politica contro il governo". Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, dal raduno nazionale del movimento "Rete Italia" in corso a Riva del Garda, chiede di bloccare la "controinformazione camuffata" e "gli "allarmismi ingiustificati" contro la riforma dell'istruzione. Il ministro si scaglia poi contro il Partito democratico: "L'errore più grande di Veltroni è stato quello di aver cavalcato una protesta facile, suscitata il più delle volte ad arte. Con Franceschini la musica non è cambiata, quando parla per esempio della chiusura delle piccole scuole". "Bisogna dirgli - aggiunge - che con le regioni abbiamo preso delle decisioni diverse. Lo abbiamo fatto inanzitutto perché c'è il problema della sicurezza nelle scuole, che è uno dei problemi principali che dobbiamo affrontare. La scuola non è di destra o di sinistra, ma è di tutti i giovani".

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Comitato contro la riforma Gelmini (sezione: Scuola)

( da "Corriere Adriatico" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

Comitato contro la riforma Gelmini Tolentino Martedì 17 marzo Rifondazione comunista effettuerà un volantinaggio in sostegno allo sciopero del 18 marzo davanti le scuole di Tolentino. In città, infatti, si è costituito un comitato a garanzia dei diritti messi a dura prova dalla riforma Gelmini. Il comitato spiega il segretario di Rifondazione, Roberto Muscolini è composto da genitori, professori, studenti e cittadini di tutte le estrazioni culturali e politiche, e come per altre attività che si svolgono presso la nostra sede in via San Catervo. Tengo a precisare che il Prc Tolentino non è il comitato, ma ne fa parte con alcuni suoi rappresentanti, e mette a disposizione il circolo per le riunioni. La partecipazione alle riunioni è aperta a tutti quei cittadini che non si sentono tutelati dalla riforma Gelmini. Il comitato è a disposizione anche per informare i cittadini che ancora non hanno ben compreso di come cambierà in peggio la conoscenza nel nostro Paese. Per questo motivo abbiamo stampato alcuni vademecum per valutare al meglio la gravità della situazione e per avere uno strumento completo per reagire legalmente al taglio dei diritti di professori ma ancora più grave degli studenti e quindi dei nostri figli.

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Funziona il gioco a premiper gli <alunni-modello>Scuola media San Francesco. (sezione: Scuola)

( da "Sicilia, La" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

Funziona il gioco a premi per gli «alunni-modello»Scuola media San Francesco. Ma molti bambini sono stati puniti con il 5 in condotta perché disturbavano Cinque in condotta e da ieri dal Ministero altre novità contro alunni bulli, violenti ed indisciplinati: il "cartellino giallo" cioè la nota per l'alunno che si comporta male e in caso di malefatte reiterate il cartellino rosso e quindi il cinque in condotta che porta alla bocciatura. Sembra di stare allo stadio invece che a scuola. In un momento di novità sull'atteggiamento della scuola nei confronti di alunni dal comportamento poco edificante e corretto, giunge a metà del suo percorso un progetto sperimentale condotto dalla scuola media San Francesco dal titolo " Un computer contro la violenza ed il bullismo". Gli alunni della scuola diretta dalla preside Giovanna Palazzolo, durante il primo quadrimestre sono stati tutti monitorati nelle assenze, le presenze, i ritardi, le entrate alla seconda ora. In base a questi ed altri indicatori ogni giorno fino alla fine dell'anno gli alunni accumulano punti. Se non li rispettano non acquisiscono punti e nemmeno li perdono. Ogni quadrimestre poi il consiglio di classe assegna a ciascun alunno fino a 5 punti considerando altri parametri quali il comportamento in classe durante le lezioni, verso i docenti, verso i compagni. A fine anno l'alunno che ha accumulato più punti in assoluto nell'istituto ottiene in regalo un computer. Ma il progetto prevede un premio intermedio per i tre alunni che hanno totalizzato più punteggio nel primo quadrimestre. I regali saranno offerti martedì alle 11 dall'associazione antiracket "Gaetano Giordano" nel corso di una cerimonia che si tiene nell'aula magna della scuola. Sono stati convocati i primi cinquanta alunni con il punteggio più alto ma solo in tre saliranno sul podio. Il primo avrà in regalo un Ipod. Nella stessa scuola media dove si sperimenta questo progetto che si basa sulla logica di una scuola che premia invece che punire, c'è una terza classe con 24 alunni di cui 16 hanno avuto cinque in condotta. E allora ci si chiede: serve il cinque in condotta? o è meglio il gioco a premi? " L'uno è l'altro - dice il dirigente Giovanna Palazzolo - il gioco a premi funziona anche con gli alunni più ribelli per educarli al rispetto delle regole scolastiche, per ridurre il numero di assenze, ritardi ed entrate alla seconda ora. E' chiaro che altri comportamenti vanno sanzionati. Più della metà degli alunni di una una delle nostre classi ha avuto cinque in condotta per il disturbi che arrecano alle lezioni e per come si porgono verso i docenti. Il consiglio di classe ha dato loro il cinque un ammonimento chiaro". Insomma il cinque come cartellino giallo. Ed è anche questo è un esperimento nella scuola del ministro Gelmini dove spunta una novità al giorno, le regole arrivano mentre si è in campo a giocare la partita con gran disorientamenti di arbitro, allenatori e pubblico. M.C.G.

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Adesso il ministero si scusaVILLALBA. (sezione: Scuola)

( da "Sicilia, La" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

Adesso il ministero si scusaVILLALBA. Con i due alunni diversabili esclusi dallo stage a Malta Villalba. La segreteria particolare del Ministro alla Pubblica istruzione, Maria Stella Gelmini, con nota recapitata ieri ai genitori dei due alunni diversamente abili esclusi dallo stage linguistico a Malta, ha risposto alla nota inviata dalle famiglie che hanno lamentato un presunto caso di discriminazione nei confronti dei loro figli (la scuola ha invece parlato di un difetto di comunicazione e si è dichiarata dispiaciuta dell'accaduto, impegnandosi ad evitare che in futuro possano ripetersi episodi simili). Scrive il ministro: «Ho letto con molta attenzione la vostra lettera e comprendo l'amarezza del tono che emerge dalla stessa. In merito alla questione sollevata, vi informo che ho interessato gli uffici competenti al fine di sensibilizzare le componenti scolastiche. Talvolta i comportamenti non proprio esemplari di alcuni docenti alimentano un clima di sfiducia nelle Istituzioni, ma le assicuro che si stanno cercando adeguate soluzioni affinché la scuola possa accompagnare tutti i ragazzi e, soprattutto, quelli meno fortunati nella costruzione della propria identità e del proprio futuro in un clima di serenità. Nell'auspicare che quanto accaduto costituisca solo uno spiacevole episodio da dimenticare, colgo l'occasione per augurare a voi ed ai vostri figli un avvenire pieno di gioie e soddisfazioni». Nel merito, uno dei genitori dichiara; «Questo, a mio avviso, è scrivere con grande senso delle Istituzioni per le quali sto dedicando la mia vita con grande abnegazione». L'auspicio ovviamente è che quanto accaduto non abbia a ripetersi e che tra la scuola e i genitori possa tornare un clima di serena collaborazione per il bene di tutti i bambini, in particolare di quelli che hanno maggiori difficoltà come i due ragazzi in questione. R. M.

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Non sono mica il Gabibbo . Renato Brunetta ride per il paragone: tutti lo tirano in ballo... (sezione: Scuola)

( da "Gazzettino, Il" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

Domenica 15 Marzo 2009, «Non sono mica il Gabibbo». Renato Brunetta ride per il paragone: tutti lo tirano in ballo quando c'è da puntare il dito contro qualche malefatta del Sistema, siano le auto blu usate per andare a prendere i biglietti omaggio per Roma-Arsenal, siano i premi in denaro uguali per tutti i dirigenti regionali. «Sono solo un politico che fa sul serio, e sono in buona fede. Questo la gente l'ha capito». Allora parliamo di politica. Tra due settimane nasce il Pdl, ma per ora si sa solo che Berlusconi è il leader e tutto il resto è nebbia. Sbaglio? «È vero che al di là degli sforzi degli "sherpa" non sappiamo ancora come sarà la forma partito. Ma la cosa più importante c'è già, ed è la collaborazione saldata da 16 anni a questa parte. La cultura che lega le varie anime di questo partito è la cultura di governo, che in questo momento è la miglior garanzia di successo. Inutile lambiccarsi sul resto. Il Pdl sarà una sorta di evoluzione biologica. Non si può definire a tavolino la forma di un partito. I partiti servono per governare, mica per testimoniare: per realizzare le attese degli elettori». Ma pensate di farla, la campagna elettorale? Finora zero candidati, zero programmi. Per vincere in Sardegna, Berlusconi è partito otto mesi prima. «Ma in Veneto non è mica questo il problema: è il rapporto con la Lega. C'è leale collaborazione ma altrettanto leale e dura competizione: e sarà sempre così. Il Pdl in più ha la capacità di fare sintesi, di governare tenendo conto delle diverse sensibilità. La Lega ha sempre giocato facendo il battitore libero, ciò le ha portato vantaggi di tipo competitivo. Ma più diventa forte, più è costretta a perdere questo vantaggio: e più aumentano le contraddizioni». Ad esempio? «Tra breve il Pdl lancerà un dibattito sul superamento delle Province a partire dalla prossima legislatura, per farne degli enti di secondo grado. Queste che saranno elette, saranno le ultime Province formate così come le abbiamo conosciute. Su questo la Lega ha pensieri diversi: ci confronteremo». Per questo non la preoccupa la crescita della Lega? «Crescendo si è costretti a trovare nuovi equilibri: sulla sicurezza, sul welfare, sulla casa. In questo noi siamo più abituati. È su queste proposte che ci misureremo, andando a spiegare in giro cos'è il piano casa, la riforma della PA, la politica sociale di Sacconi, la rivoluzione della Gelmini, le politiche economiche di Tremonti. Dal 28 marzo dovremo fare tutti dei "road show" per raccontare cosa fanno i nostri governi: sarà un partito di piazza». Ma è comprensibile o condivisibile che Bossi blandisca la sinistra per non avere ostacoli sul federalismo? «In politica si fa anche di peggio: D'Alema ha definito la Lega "costola della sinistra". Bossi sta mostrando enorme saggezza, che a volte è brutale a volte acutissima. È geniale nell'esprimere quello che pensa la gente. Ne avessimo di genialità basiche come lui». Cosa pensa delle contumelie riversate su Gianfranco Fini nel sito di Forza Italia? «Fini svolge un ruolo di battitore libero dovuto anche alla sua carica istituzionale, e secondo me fa bene perché arricchisce il quadro. È una ricchezza che può magari urtare qualche suscettibilità, ma c'è spazio per tutti». È più cattocomunista Franceschini o clericofascista Berlusconi? «Sono battute. Però Franceschini pensa che una proposta al giorno tolga il medico di torno: rischia grosso, lo rende un battutaro poco credibile. Mi sembra una strategia un po' schematica e banale». Che male c'è a proporre un assegno per i disoccupati? «Il nostro welfare è perfettibile, ma ribadisco che è il migliore d'Europa. Perché la sua attivazione è condizionata e non automatica. La Cassa integrazione è frutto di un concerto che vede come attori sindacato, imprese e Stato: se fosse automatico, ogni imprenditore in difficoltà staccherebbe la spina. Per questo la proposta di Franceschini distrugge il sindacato, ché non avrebbe più voce in capitolo. È paradossale il livello di masochismo della sinistra. Franceschini e gli altri radical chic devono studiare di più: se vogliono lezioni private, sono a disposizione». Ha visto il servizio delle Iene? Quaranta auto blu impiegate per andare al Coni a ritirare i biglietti omaggio per Roma-Arsenal. Le dà più fastidio come ministro, come politico o come cittadino? «Diciamo che mi indigno per tre. Ma non è che posso risolvere in un colpo solo tutti i guasti di un sistema che funziona così da anni. E non sono il Gabibbo: faccio un passo alla volta, il più velocemente possibile. Sui precari, per esempio, martedì ne vedrete delle belle con i primi risultati sul censimento. Forse per questo la gente mi dà fiducia: mi considera il suo difensore civico». La distribuzione di premi uguali per tutti corrisponde alla sua idea di meritocrazia? «No. La mia legge prevede che i premi siano selettivi. Ci sono intere biblioteche che indicano come valutare oggettivamente il lavoro di un dipendente pubblico, e tra un mese i decreti delegati della mia legge che contengono queste indicazioni saranno pronti. Basterà volerli utilizzare». Quindi casi come quello che ha suscitato polemiche sui dirigenti della Regione Veneto non si ripeteranno? «Ci saranno gli strumenti per valutazioni oggettive. Ma attenzione: lo scandalismo generico sa tanto di sovietismo. Non si deve cadere nella strumentalizzazione egualitarista, che porta quella sì a incrementi uguali per tutti tipici di certo cattivo sindacato». Ario Gervasutti

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Sicurezza e la paura indotta A proposito di paura. In un periodo caratterizzato sempre d... (sezione: Scuola)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

Domenica 15 Marzo 2009, Sicurezza e la paura indotta A proposito di paura. In un periodo caratterizzato sempre di più dall'uso della "questione sicurezza" per nascondere le vere ragioni del malessere sociale fatto di precarietà, di bassi salari,di pensioni al di sotto della sussistenza, ecco che i nostri "amministratori" puntano sul senso civico della gente, richiedendo ai cittadini di comunicare informazioni per la sicurezza, magari con una telefonata,per prevenire e combattere eventuali fenomeni di criminalità: hanno forse scoperto l'acqua calda? Chiunque da sempre, quando intercetta una situazione di pericolo chiama il 113; è il comune senso civico e della sicurezza che te lo fa fare. Il messaggio subdolo che gli amministratori lanciano è però un altro! Da tempo ormai viene seminata la paura, peraltro assai enfatizzata dai media al punto da parlare di "percezione" dell'insicurezza; dunque non una paura spontanea. Il senso dell'insicurezza è invece determinato dalla paura, questa sì reale, di non riuscire a pagare il mutuo o l'affitto; di non arrivare a fine mese con la certezza che il tuo basso salario ti viene rapinato dal carovita; la paura è quella di perdere il lavoro a 50 anni o di non trovarlo prima dei 30; la paura di rimanere disoccupato o precario per sempre. In un tale scenario è molto più semplice far leva su paure indotte ed ecco che prendono corpo i bliz contro gli ambulanti stranieri al mercato settimanale o contro qualche gruppo di extracomunitari che parla a voce alta o contro qualche roulotte di nomadi che sosta ai margini... Nessuno si sogna di capire che in questo paese è legalizzata la riduzione in schiavitù dei migranti, così come è legalizzato lo sfruttamento intensivo di uomini e donne per aumentare i profitti dei padroni. Sembra sia diventata indispensabile per la vita la persecuzione di stranieri, rom e di tutto ciò che appare come diverso e non omologato agli schemi, mentre continua ad esistere l'impunità per le alte cariche dello stato o per i dirigenti di aziende che saccheggiano denaro pubblico, per amministratori incapaci o corrotti o per i tanti potenti che evadono il fisco. Sarebbe molto utile che la nostra "adrenalina" servisse a combattere i veri abusi. Alberto D'Andrea Rc San Donà Gli incidenti negli istituti scolastici Non abbiamo motivo di ritenere - data la serietà delle persone interessate - che gli Assessori all'Istruzione della provincia, quelli ai Lavori Pubblici dei Comuni e i Delegati ai Lavori Pubblici delle Municipalità veneziane non abbiano fatto quanto era nei loro poteri per migliorare la qualità dell'edilizia scolastica nelle scuole della Provincia, e ridurre quindi i rischi per la sicurezza degli alunni, degli insegnanti e degli altri operatori scolastici. I decreti del Ministro della Pubblica Istruzione Gelmini di questi mesi hanno però cambiato in modo significativo dati importanti ai fini della sicurezza, dando la possibilità di aumentare di molto il numero degli alunni per classe: 26 all'infanzia e primaria, 27 alla secondaria di primo grado, 30 alla secondaria di secondo grado, con ulteriore deroga possibile del 10% (quindi 29, 30 e 33). Il Decreto Interministeriale 18 dicembre 1975 fissa spazi minimi di 1,80 mq per alunno (1,96 nella scuola secondaria di secondo grado). È evidente a tutti che in molte aule di scuole italiane questo parametro non è assolutamente rispettato. Ma c'è un limite più preciso, quello del Decreto Ministeriale 26 agosto 1992, che parla di 26 persone al massimo per ogni aula scolastica, alunni ed insegnanti. se si deroga da questo numero il titolare dell'attività (cioè il Dirigente Scolastico) deve sottoscrivere un'apposita dichiarazione. E comunque dev'esserci una porta, antipanico ed apribile all'esterno, di almeno 1,20 m. E ancora, essendo la numerosità di 26 persone un"fattore di rischio", anche in presenza della porta adeguata, questa situazione deve essere provvisoria, non definitiva. Vero è che i Vigili del Fuoco, rispondendo ad una nota dell'Ufficio Scolastico Regionale Veneto, hanno risposto che può essere permesso "un modesto incremento numerico": Ma non si può certo permettere che la situazione peggiori, invece di migliorare nel tempo. Genitori, insegnanti, studenti, Consigli di Circolo e Istituto, Consigli di Municipalità, Comunali e Provinciale possono chiedere all'Ufficio Scolastico Regionale di non formare classi con numeri superiori a quanto previsto dal D.M. 26 agosto 1992. Alla Regione, alla quale è demandato dalla Costituzione il compito di occuparsi di questi temi, spetta di definire criteri adeguati ad evitare incidenti come quello avvenuto pochi mesi fa a Rivoli, in provincia di Torino. La scuola dev'essere un luogo sicuro e amichevole per i bambini, i ragazzi, le persone che vi lavorano: e deve essere anche un luogo dove si diffonde quella cultura della sicurezza che è un presupposto del vivere civile. Lorenzo Picunio Verdi veneziani Quelle accuse agli italiani non sono vere Fatta eccezione per gli esquimesi, ormai abbiamo fatto il pieno, nel senso che tutte le razze e le etnie del mondo sono presenti nel nostro territorio, tant'è che spesso devo fare uno sforzo mentale per non sentirmi straniero in patria. Altri tempi quando era più probabile vedere un alieno che un extracomunitario. Nostalgia, quindi, per quel passato rapportato, invece, ad un presente più incerto e preoccupante che mi induce a fare alcune considerazioni. Coloro che non sono più nella verde età ricorderanno com'era bello in gioventù andare in "camporella": termine ormai in disuso che significava appartarsi con la propria ragazza in qualche vicolo di campagna o nelle notti d'estate in riva al mare. Oggi le giovani coppie non lo possono più fare perchè il branco di violentatori stranieri li può sorprendere all'improvviso. Coloro che vivevano in campagna o in qualche abitazione isolata non avevano problemi per la loro sicurezza, al massimo subivano il furto di qualche gallina. Oggi, invece, devono sbarrare porte e balconi per il rischio sempre incombente di aggressioni e rapine con metodi da "arancia meccanica" da parte di bande di novelli lanzichenecchi. I nostri genitori dormivano tranquilli al contrario di quelli di oggi sempre più ossessionati che i propri figli finiscano nel baratro della droga (flagello sociale del terzo millennio), introdotta a fiumi nel nostro paese da organizzazioni criminali straniere che la spacciano anche davanti alle nostre scuole, reclutando clandestini che bighellonano senza arte e ne parte nelle nostre piazze. Le stesse organizzazioni che manovrano la prostituzione multietnica, veri e propri bordelli itineranti che veicolano gravissime patologie ed infezioni. La Cina era una entità geografica lontanissima, conosciuta solo per la fanatica e repressiva "rivoluzione culturale" del dittatore comunista Mao Tze-tung; oggi quei soggetti dagli occhi a mandorla hanno invaso letteralmente l'ex Bel Paese, una sorta di "Longa Manus" che si insinua sempre più profondamente e subdolamente nel nostro tessuto socio-economico, introducendo, tra l'altro, ingenti quantità di prodotti adulterati, dannosi per la nostra salute. Eppure, nonostante quanto fin qui denunciato (ma il discorso sarebbe ancora lungo) sono costretto a subire un giorno sì e l'altro pure le accuse di razzismo da parte dei predicatori a vario titolo contro la "violazione dei diritti civili" degli immigrati. Addirittura il presidente della Comunità di Sant'Egidio ha dichiarato che gli italiani "non sono più brava gente". Accuse gratuite e strampalate che mi offendono e che respingo sdegnosamente al mittente, considerandolo ipocrita demagogia. Gianfranco Pezzoli Venezia Migliorare gli annunci sui battelli Actv Venezia oltre ad essere muiltietnica è anche multilingue. Stranieri di ogni nazionalità e cultura affollano le nostre giornate. Gli annunci che vengono dati in autonmatico sui vaporetti sono registrati in varie lingue. Sarebbe auspicabile che venissero fatti registrare da persone di madrelingua. Si farebbe più bella figura. Claudio Nobbio Venezia

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Incognita scuola, mancano 15 iscrizioni (sezione: Scuola)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

Incognita scuola, mancano 15 iscrizioni Per le materne liste d'attesa alla Pola di Costa e a Santa Giustina. Una sezione in più alla Pazienza Domenica 15 Marzo 2009, Vittorio Veneto Sembrano parlare chiaro i numeri, ma dietro ci sono molte incertezze. Se da una parte possiamo pubblicare i dati sulle iscrizioni ai primi anni delle scuole primarie e dell'infanzia pubbliche vittoriesi per l'anno scolastico 2009/2010, dall'altra pero' non mancano i genitori che ancora non sanno dove andranno a scuola i loro figli, o quale sara' il loro orario scolastico. Quest'ultima è la sorte di tutti gli iscritti alle elementari, in realta', a causa del passaggio verso la riforma Gelmini e il suo orario a geometria variabile. "Quasi tutti i genitori hanno scelto la formula con 30 ore di scuola", dicono entrambe le dirigenti scolastiche: Maristella Bosu per il Comprensivo Primo (elementari Costella, Foscolo, Sauro, Zanette) e Marisa Possa per il Comprensivo Secondo (elementari Crispi, Manzoni, Polo, Parravicini, Pascoli). Insomma i genitori vorrebbero scuola con la stessa formula in vigore ora, sostanzialmente, e non con la riduzione che la riforma rende possibile. Ma le 30 ore ci saranno davvero? "Eh, speriamo", sospira Marisa Possa; "Eh, caro mio...", sospira Maristella Bosu. Ed erano due telefonate separate. Insomma: decisamente non si sa. Nè si sa quando si saprà. Tutto dipende dagli organici: se cioè il Ministero concedera' di assumere e pagare per il 2009/2010 maestre per coprire le 30 ore e il tempo mensa. Altro ambito di incertezza: "ci sono ancora 15 bambini - segnala Possa - residenti in città che dovrebbero iniziare la scuola elementare a settembre 2009 ma non risultano iscritti a nessun plesso cittadino, nemmeno alle private". Genitori sbadati? Le verifiche sono in corso. Se alle primarie non si sa quanto tempo si stara' a scuola, alla materna il dubbio e' dove. Alla Polo di Costa ci sono 20 bambini aspiranti a entrare piu' di quanti passeranno alle elementari: è lista d'attesa. Stessa situazione per 13 alla materna di Santa Giustina. Ma c'è forse una via d'uscita. "Ho richiesto di avere una sezione (cioè una classe) di materna in più", spiega Possa. Che conta sugli spazi piu' ampi (la materna si sposta nella ex elementare che trasloca a Forcal) e su una storia di liste d'attesa per avere il sì dell'ufficio scolastico provinciale. Arrivasse la sezione in più, bingo! Svanirebbe la lista d'attesa di Santa Giustina ed anche, se si è disposti a cambiare sede, anche quasi tutta quella della Polo. Una sezione in piu' ci sara' invece di sicuro alla materna Pazienza: la nuova sede in via Piccoli ha maggiore spazio della sede attuale. E quindi niente lista d'attesa, come invece era sempre, e abbondantementem accaduto per gli anni precedenti. Calano di iscritti, e quindi avranno una prima elementare in meno di quest'anno, sia la Costella che la Polo. Una sola prima elementare targata Manzoni esordira' a settembre nella nuova sede di Forcal, ma ci sarebbe spazio anche per due. Tommaso Bisagno

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Mocellin in lizza per fare il sindaco con "madrine" Donazzan e Martini (sezione: Scuola)

( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

Mocellin in lizza per fare il sindaco con "madrine" Donazzan e Martini Domenica 15 Marzo 2009, Pove del Grappa A seguito delle dimissioni di Orio Mocellin da assessore prende corpo un nuovo assetto politico con la sua prossima lista civica, denominata "Pove di tutti". Una formazione politica locale che fa riferimento al centro destra di Forza Italia, Lega e Alleanza Nazionale e che vedrà candidato sindaco Orio Mocellin. la nuova lista brucia i tempi e ha già programmato tre appuntamenti e un'assemblea dibattito con gli elettori povesi. La lista intanto ha già creato il proprio simbolo, un cerchio in un campo con tre colori sfumati, verde, bianco e blu, dove campeggia la scritta centrale: "Pove di tutti" e lo slogan"unione forza fedeltà". La prima serata con i cittadini, riservata alla zona a nord del paese, è programmata per mercoledì 18 marzo alle 20,40 nella sala riunioni del centro diurno. La seconda serata per la zona sud è fissata al ristorante Fior di Loto (già Valsugana) giovedì 2 aprile alle 20,40; la terza serata riservata alla zona est e al centro è per giovedì 16 aprile alle 20,40 nella sala riunioni del centro diurno. «Tre incontri - dice Orio Mocellin, già tenente colonnello degli alpini - per uno scambio di opinioni e raccogliere le diverse problematiche zonali e per presentare il nuovo gruppo politico povese ma non i candidati in consiglio comunale. Certamente un altro appuntamento importante è quello che si svolge martedì 24 marzo, nella sala polivalente di piazza Europa alle 20,30 con la presenza di Elena Donazzan, assessore all'istruzione e formazione della Regione Veneto, e con Morena Martini, assessore provinciale all'istruzione e al lavoro della provincia di Vicenza. Visto il momento particolare per le scuole, parleranno su "Per la scuola i veri contenuti della riforma Gelmini", con l'obiettivo di fare chiarezza su questa legge che ha creato preoccupazioni e confusione nella scuola e nelle famiglie». Ferdinando Celi

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Il circolo didattico non esiste più (sezione: Scuola)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

Il circolo didattico non esiste più Domenica 15 Marzo 2009, Spilimbergo (CR) È pervenuto ufficialmente il decreto di attuazione del Piano regionale di dimensionamento delle istituzioni scolastiche. Confermata la soppressione del Circolo didattico Gianbattista Cavedalis" e della scuola secondaria di primo grado Bernardino Partenio", che vengono così unificate nel nuovo Istituto comprensivo di Spilimbergo. Dovrebbe contare in base alle previsioni circa 940 allievi, di cui 160 nella scuola dell'infanzia, 500 alle elementari e 280 alle medie. Nel frattempo, l'Anci del Friuli Venezia Giulia (associazione che raggruppa i Comuni della regione) ha costituito un gruppo di lavoro sulle problematiche della scuola, del quale è stato chiamato a far parte anche l'assessore all'Istruzione di Spilimbergo Marco Dreosto. Tale gruppo avrà il compito di approfondire le problematiche legate al diritto allo studio e a ai riflessi sociali della scuola sul territorio. I componenti dovranno predisporre un documento da discutere con l'assessore regionale Roberto Molinaro e il direttore dell'Ufficio Scolastico regionale. In particolare, nel primo incontro saranno analizzati gli effetti del nuovo dimensionamento scolastico e della riorganizzazione degli orari previsti nel decreto Gelmini. Nel caso particolare di Spilimbergo, nelle classi prime del 2009-2010 risultano iscritti gli 84 nuovi alunni, il che vuol dire 4 classi: di cui probabilmente due saranno a tempo pieno a 40 ore e due con orario modulare a 27 ore. «Nei prossimi giorni - è il commento di Dreosto - mi incontrerò con il dirigente Elzio Fede per approfondire la situazione organizzativa».

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Scuola/ Fioroni: Pdl promette miracoli, Pd segue (sezione: Scuola)

( da "Virgilio Notizie" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

Roma, 15 mar. (Apcom) - "Il Partito Democratico sulla scuola segue la Costituzione e si oppone a tutti coloro che vogliono far ritornare le famiglie a scegliere la scuola in base al proprio reddito e al proprio stato sociale". E' quanto afferma l'ex ministro della Pubblica Istruzione Beppe Fioroni. "È vero che Berlusconi promette miracoli, ma non credo che il ministro Gelmini possa arrivare alla moltiplicazione dei pani dei pesci - continua Fioroni -. Con le scuole senza fondi e con i tagli al personale la chiusura delle scuole dei piccoli Comuni è un dato inevitabile". "Legga il ministro le cronache locali dei giornali e vedrà come al di fuori dell'opinione dei palazzi, il sistema pubblico di istruzione - conclude Fioroni - si sta lentamente smantellando e con esso i valori fondamentali che la nostra scuola da sessant'anni ha interpretato".

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DIAMANTE MAROTTA FINALMENTE UNO SPIRAGLIO PER I PRECARI CASERTANI DOPO I DATI UFFICIALI TRASMESSI... (sezione: Scuola)

( da "Mattino, Il (Caserta)" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

DIAMANTE MAROTTA Finalmente uno spiraglio per i precari casertani dopo i dati ufficiali trasmessi dall'Ufficio scolastico provinciale sul numero dei pensionamenti relativi al personale docente e Ata per ogni ordine di scuola. Saranno, infatti, 731 i lavoratori della scuola che dal prossimo primo settembre lasceranno il servizio per andare in pensione. In dettaglio: 59 docenti di scuola dell'infanzia, 148 di scuola primaria, 164 della secondaria di primo grado e 221 di scuola secondaria di secondo grado. Il personale amministrativo, tecnico e ausiliario interessato al pensionamento ha raggiunto, invece, la soglia di 139 unità. Ecco i numeri che tengono banco in questi giorni nella scuola casertana. Una fuga soprattutto dalla scuola primaria, media e secondaria di secondo grado, dove la manovra del governo sta cercando di rastrellare il maggior numero di posti. L'aumento di questi pensionamenti andrà sicuramente ad agevolare nella scelta della sede i docenti soprannumerari, ma potrebbe concedere qualche spiraglio alle aspettative e ai desideri anche dei numerosi precari grazie al meccanismo delle supplenze, degli incarichi annuali ed, eventualmente, delle immissioni in ruolo. A tal riguardo la segreteria provinciale dello Snals ha diffuso gli elenchi dei pensionamenti suddivisi per classi di concorso, tenendo conto del fatto che in provincia di Caserta ci sono soprannumerari nella scuola primaria, mentre gli insegnamenti in esubero sono materie letterarie ed educazione tecnica per la scuola media e discipline giuridiche ed economiche, elettronica, elettrotecnica, trattamento testi, lingue e civiltà straniere tedesco, laboratorio di elettronica, laboratorio di informatica gestionale, laboratorio di informatica industriale, esercitazione di pratica professionale per la secondaria di secondo grado. «È un segnale di speranza per centinaia di docenti - sottolinea il segretario provinciale dello Snals Carlo Dennetta - sia per quei docenti di ruolo in soprannumero, sia per tanti precari inseriti nelle graduatorie provinciali che hanno maturato il punteggio per una eventuale immissione in ruolo. Questi dati ci spingono a lasciare aperto il dialogo con il governo per la ricerca di nuove risorse e nuovi posti per il personale della scuola. Questo è il motivo per cui il nostro sindacato non ha adottato la politica del muro contro muro con il ministro Gelmini». Tra gli insegnamenti ad avere il maggior numero di pensionamenti, ci sono: per la scuola media educazione tecnica (19 pensionamenti), italiano (83), scienze matematiche (24), inglese (14), educazione artistica (7). Per le scuole superiori di secondo grado: italiano (41 pensionamenti), italiano e latino (22), latino e greco (7), matematica (5), matematica applicata (9), matematica e fisica (9), educazione fisica (15), scienze biologiche (11), francese (13), inglese (12), laboratorio di meccanica (12), discipline giuridiche ed economiche (7), discipline economiche aziendali (7), chimica (6), filosofia e storia (6). Un quadro che però stride con uno studio elaborato circa due settimane fa dalla Fl-Cgil partendo dai dati di organico di diritto: un prospetto statistico di quanto si prevede nella regione e in provincia dal primo settembre 2009. In Campania si perderebbero 1788 posti, di cui 439 per gli assistenti amministrativi, 168 per i tecnici, 1175 per i collaboratori scolastici e 6 per cuochi e addetti alle aziende agrarie. A Caserta i posti in meno - sempre secondo la Cgil - su un organico di 4581, sarebbero 287. Per gli assistenti amministrativi su un organico di 1036 unità si prevedono 66 posti in meno il prossimo anno; su 438 assistenti tecnici, invece, il taglio interesserà 31 posti; per i profili di cuoco, infermieri, guardarobieri e addetti alle aziende agrarie su 22 posti in organico se ne prevedono 2 in meno. Il taglio maggiore, infine, riguarda il profilo dei collaboratori scolastici: su un organico di 3085 posti in organico se ne prevedono 188 in meno. A questi dati poi va aggiunta anche la perdita dei posti dei direttori dei servizi generali e amministrativi per effetto del dimensionamento (in provincia 6 le scuole che perderanno l'autonomia) e la diminuzione dei supplenti temporanei per il personale Ata a seguito delle attribuzioni di mansioni aggiuntive al personale interno.

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GUIDO TROMBETTI IL 13 MARZO DEL 1989 NACQUE IL WORLD WIDE WEB, LA GRANDE RAGNATELA MONDIALE. CIO&... (sezione: Scuola)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

Guido Trombetti Il 13 marzo del 1989 nacque il World wide web, la grande ragnatela mondiale. Cioè il web. Usato quotidianamente da tutti. Singoli individui. Istituzioni. Aziende piccole. Medie. Grandi. L'idea venne a Tim Berners-Lee. Ricercatore del Cern di Ginevra. Il più grande laboratorio di fisica d'Europa. Nato da una cooperazione di più Paesi - Italia compresa - che lo finanziano (bella l'idea del ministro Gelmini, anche se da precisare, di creare anche da noi una grande infrastruttura di ricerca proprio sul modello del Cern). Il problema di Tim Berners-Lee era quello di riuscire a far trasferire dati e informazioni in maniera semplice tra calcolatori diversi. E con sistemi operativi diversi. SEGUE A PAGINA 13

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SINDACATI E COMITATI DEI PRECARI DELLA SCUOLA IN ORDINE SPARSO SULLE INIZIATIVE DI LOTTA ANNUNCIATE ... (sezione: Scuola)

( da "Mattino, Il (Caserta)" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

Sindacati e comitati dei precari della scuola in ordine sparso sulle iniziative di lotta annunciate contro i provvedimenti di riforma introdotti dal ministro della Pubblica istruzione Mariastella Gelmini. Si terrà oggi a Roma, presso la sede di Carta «Sala Pintor», in via dello Scalo San Lorenzo, 67, dalle 9.30 alle 15, l'assemblea di tutte le componenti della scuola, indetta congiuntamente dai Coordinamenti interregionali dei precari e delle precarie del centro sud e del centro nord, riunitisi lo scorso primo marzo a Bologna e Napoli. «Tale assemblea - spiegano i promotori - vuole rappresentare un salto di qualità all'interno dello stesso coordinamento nazionale precari, nella consapevolezza che la lotta da portare avanti contro la devastante politica dei tagli imposta alla scuola statale da Tremonti-Gelmini, non può essere scorporata dalla stessa lotta che i docenti di ruolo, i genitori, il personale Ata, gli studenti, hanno portato avanti e continuano a portare avanti nel comune obiettivo di salvare innanzitutto l'istruzione pubblica statale». Ma da Caserta non partirà nessuno. Eppure proprio i precari di Caserta si erano resi protagonisti, nei mesi scorsi, di varie iniziative di protesta, compreso un sit-in permanente con una tenda piazzata davanti alla sede del provveditorato in via Ceccano. «I lavoratori e le lavoratrici precari e precarie della scuola - spiegano ancora i promotori dell'assemblea convocata per oggi - lanciano un forte richiamo a tutti e a tutte affinché si scenda in campo insieme, diversi ma uniti, nel rispetto delle proprie appartenenze ma con parole d'ordine radicali, lineari, non patteggiabili». Su questi presupposti l'assemblea nazionale svolgerà i propri lavori sul seguente ordine del giorno: iscrizioni e tagli agli organici, il futuro prossimo della scuola italiana; formazione, reclutamento e nuove forme di gerarchizzazione; forme di mobilitazioni da attuare sull'intero territorio nazionale sino al boicottaggio degli scrutini. Intanto il Cip di Caserta (Comitato insegnanti precari, gruppo riconosciuto dal ministero) conferma di aderire allo sciopero del 18 marzo prossimo contro le iniziative del ministro Gelmini e la politica scolastica. «Il Cip Caserta ancora una volta sciopera a difesa dell'occupazione e del diritto all'istruzione per tutti - chiarisce Caterina Russo, responsabile Cip - due principi costituzionalmente sanciti». Il Cip chiede il rispetto della legge 296/2006, che prevedeva, in tre anni, l'immissione in ruolo di 150 mila precari; a tutt'oggi, le immissioni sono state solo 75 mila, «ne aspettavamo altrettante, ma la scure dei tagli, 160 mila, si è abbattuta su tutti noi - prosegue Russo - contestiamo, a fronte dei tagli imposti alla scuola pubblica, i fondi destinati invece agli istituti privati». Con queste motivazioni, dunque, il Cip Caserta ha confermato l'adesione alla manifestazione, mercoledì prossimo, sempre a Roma, organizzata dalla Cgil dopo che, nei giorni scorsi, si sono svolte apposite riunioni sindacali secondo un preciso calendario che ha riguardato tutte le scuole della provincia e della regione. Gli organizzatori confidano in una partecipazione più massiccia di quella ottenuta nel corso di un'analoga iniziativa svoltasi a metà dello scorso dicembre.

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IL MINISTRO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE GELMINI VA AVANTI E RILANCIA: ADDIO GIUDIZI, TORNANO I VOTI E ... (sezione: Scuola)

( da "Mattino, Il (Caserta)" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

Il ministro della Pubblica Istruzione Gelmini va avanti e rilancia: addio giudizi, tornano i voti e con il 5 in condotta si sarà bocciati.

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PIACCIONO A STUDENTI E FAMIGLIE ALCUNI PRINCIPI INTRODOTTI DAL MINISTRO GELMINI (MERITO, PUGNO DI FE... (sezione: Scuola)

( da "Mattino, Il (Caserta)" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

Piacciono a studenti e famiglie alcuni principi introdotti dal ministro Gelmini (merito, pugno di ferro contro i bulli) ma sono altrettanto forti le contestazioni relative al contenimento della spesa e al rallentamento del turn over per i docenti.

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Giovanardi: il fondo per le dipendenze sarà presto ripristinato don gelmini: diciamo sì alla vita prevenzione al primo posto (sezione: Scuola)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 15-03-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Benevento))

Argomenti: Scuola

Giovanardi: «Il fondo per le dipendenze sarà presto ripristinato» Don Gelmini: «Diciamo sì alla vita» Prevenzione al primo posto

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ELENA ROMANAZZI ROMA. VIENE VENDUTO COME INCENSO MA è CANNABIS DI SINTESI, DIFFICILE DA IDEN... (sezione: Scuola)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 15-03-2009)

Argomenti: Scuola

ELENA ROMANAZZI Roma. Viene venduto come incenso ma è cannabis di sintesi, difficile da identificare e dagli effetti devastanti. Ha diversi nomi, si vende in bustine colorate, si trova su internet ma anche negli smart-shop. C'è poi il «popper», sostanza già conosciuta ma il cui consumo sta pericolosamente aumentando. Si trova nei sex-shops e viene venduto come deodorante anche se di profumo ne ha davvero poco. Una nuova sostanza, il popper è un gas, le cui formule vengono modificate alla velocità della luce e dunque non rientrano nella tabella delle sostanze vietate. Le nuove droghe di sintesi costituiscono ora una grave emergenza. Si tratta di sostanze, tra queste rientra anche il Gbl (gamma butirolactone, generalmente usato come solvente industriale per produrre plastica e pesticidi), che non sono inserite nelle tabelle delle sostanze stupefacenti. L'allarme giunge dalla Conferenza nazionale sulle politiche antidroga che si è chiusa ieri a Trieste con l'intervento del presidente della Camera, Gianfranco Fini e del sottosegretario della presidenza del Consiglio con delega alle politiche per la famiglia, per la tossicodipenza e per il servizio civile, Carlo Giovanardi. Le tabelle vanno riviste. Su questo nel corso dei lavori sono emerse posizioni convergenti. L'intenzione del governo è proprio quella non solo di inserire rapidamente nelle tabelle le nuove droghe, ma anche di rivedere al ribasso i quantitativi ora consentiti per l'uso personale, una revisione che potrebbe riguardare, in particolare, la cocaina e l'ecstasy. Un intervento sulla cui opportunità concorda Silvio Garattini, farmacologo e direttore dell'istituto di ricerca Mario Negri di Milano: «Tutto ciò che si fa per diminuire la possibilità di spaccio è positivo». Sulla stessa linea don Pierino Gelmini: «Non si tratta di dire sì o no alla droga, ma di dire sì o no alla vita». Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, è orgoglioso della legge che porta il suo nome e non retrocede di un millimetro rispetto alla richiesta, giunta dai radicali, di liberalizzare la vendita. «Io - spiega Fini - rimango dell'idea che considerare la produzione, lo spaccio e il consumo di droghe illecito, ovviamente con livelli diversi di illegalità, sia un dovere se si vuole per davvero combattere quella che viene chiamata la cultura della morte». Il «no» di Fini è netto: «Non esiste un diritto a drogarsi, esiste semmai un diritto a essere liberi dalla droga». Un principio lanciato quattro giorni fa da Carlo Giovanardi e pienamente condiviso. Linea dura ma anche un potenziamento delle strutture per l'aiuto dei tossicodipendenti. «La terapia - aggiunge Fini - deve essere finalizzata al pieno recupero della persona». La prevenzione è uno dei punti sui quali il governo si impegnerà nei prossimi mesi. Due i piani sui quali si sta ragionando: uno è rivolto all'infanzia e all'adolescenza, l'altro alle famiglie in difficoltà. La droga resta una vera e propria emergenza anche se di tossicodipendenza si parla meno. Gianfranco Fini lancia l'allarme. Rispetto al passato «la percezione sociale del fenomeno droga - spiega - è oggi più tollerata culturalmente, c'è meno scandalo e allarme e questo processo di normalizzazione culturale va fortemente contrastato, rialzando la soglia della consapevolezza diffusa circa la pericolosità delle droghe». Infine, il tema spinoso delle risorse, «ineludibile» secondo Fini, e senza le quali «la guerra è ad armi impari». Ancor più preciso Giovanardi: «Vogliamo ripristinare il fondo nazionale per la lotta alle tossicodipendenze». Ma le regioni e gli operatori oltre alle risorse chiedono di essere ascoltati dal governo.

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"Ho finito i soldi" E per protesta non firma il bilancio (sezione: Scuola)

( da "Stampa, La" del 16-03-2009)

Argomenti: Scuola

"Ho finito i soldi" E per protesta non firma il bilancio Nella classifica Ocse Pisa, il Friuli Venezia Giulia è al secondo posto, dopo la Finlandia. Vorrei che ci restasse». Il dirigente scolastico del liceo Grigoletti di Pordenone è preoccupato. La sua scuola vanta crediti nei confronti del ministero dell'Istruzione per oltre 260 mila euro. Soldi già spesi, per le supplenze brevi e gli esami di Stato, dal 2006 a oggi. Una situazione comune a tutte le scuole italiane, di ogni ordine e grado, e le proteste non sono certo mancate. Ma il professor Francesco Andreoli per la sua scuola ha deciso un gesto in più. Dopo incontri con politici e amministratori locali e parlamentari di ogni schieramento politico, dopo aver inviato missive e dati al ministero e agli Uffici scolastici provinciali e regionali (rimaste senza risposta), dopo aver consultato le altre scuole della provincia e il Consiglio di istituto, il professor Andreoli ha praticamente piantato sul tetto della sua scuola una grossa bandiera bianca. Redatto il bilancio della scuola, accompagnato da una dura relazione ma anche dal parere positivo dei revisori dei conti, ha deciso di non approvarlo, con tutto il Consiglio. Un atto politico, che porterà al commissariamento della scuola. Un atto inevitabile, per Andreoli, condiviso da docenti, genitori e studenti: «La crisi economica c'è anche per Obama, ma negli Usa hanno deciso di affrontarla anche con investimenti per formazione e ricerca. Noi, invece, non paghiamo il dovuto e tagliamo. Senza neppure sapere che scuola vogliamo». Forse una scuola che spende meno, e meglio? «Parliamo di spese obbligatorie. E se vogliamo rispondere al ministro Brunetta, qui al Grigoletti c'è un tasso di assenteismo molto basso, e non si nomina un supplente per assenze inferiori a 15 giorni. La verità è che per far fronte a spese, ripeto obbligatorie, ormai siamo costretti a usare il fondo di Istituto, i contributi degli alunni. È un uso improprio e sbagliato di quei soldi, che ha portato al blocco negli ultimi due anni di qualsiasi progetto didattico. Da quando in qua si paga per avere riconosciuto un diritto costituzionale?». Il liceo di Pordenone ha 59 classi e costa ogni anno un milione di euro, meno di 800 per ognuno dei suoi 1.300 studenti. Un quarto del suo bilancio è ora bloccato. «I dipendenti devo pagarli, che siano supplenze o esami, per non trovarmi pure delle cause di lavoro. Col risultato, assurdo, che verso subito gli oneri riflessi, a uno Stato inadempiente». Non è un caso isolato. La cinquantina di scuole della provincia di Pordenone aspettano oltre 6 milioni di euro. Per l'intero Friuli sarebbero 23 milioni. Ma c'è anche chi sta peggio. In Lombardia ci sono scuole che avanzano mezzo milione, nella provincia di Lecco mancano oltre 3 milioni, in quella di Bergamo la media per istituto è di 180 mila euro, denuncia la Cisl scuola. E l'Ufficio scolastico regionale lombardo ha mandato un questionario a tutti per verificare l'ammontare complessivo dei residui attivi: mancano ancora i dati di Milano, più o meno il 40 per cento delle 1.300 scuole della regione, ma la cifra complessiva è già di 100 milioni di euro. I milioni che mancano alla provincia di Torino sono 5, calcola la Flc Cgil, per le scuole dell'Emilia Romagna sarebbero 44. A Sassari come in Puglia i dirigenti scolastici scrivono agli Uffici regionali, che scrivono al ministero dell'Istruzione. Tutti stanno mettendo mano al fondo d'istituto, e c'è chi chiede ai genitori degli alunni un aiuto per comprare carta igienica e saponette, a qualcuno hanno tagliato la luce, altri non pagano la mensa per i docenti e accumulano debiti col Comune di riferimento. «Stanno addirittura arrivando dei pignoramenti - avverte Domenico Pantaleo, segretario nazionale Flc Cgil - siamo all'ingovernabilità. Dal ministero dovrebbero finalmente arrivare 170 milioni di euro, a parziale saldo, ma non basta, in una situazione che si sta facendo esplosiva, e particolarmente drammatica al Sud». Una toppa che, avverte Pantaleo, potrebbe essere «vanificata dal blocco delle supplenze annuali, che porterebbe a un aumento di quelle brevi, proprio quelle che hanno determinato i residui attivi». Che hanno una storia annosa, ma se alla fine del 2007 il ministero dell'Istruzione aveva proceduto verso l'appianamento e aveva fatto promesse che erano musica per i dirigenti scolastici, tutto si è fermato con la caduta del governo Prodi. E le cifre hanno ricominciato ad aumentare, mentre lo stanziamento per le supplenze brevi passava dai 900 milioni di euro del 2004 ai 323 del 2008. Il ministro Gelmini, interpellata a Montecitorio, ha risposto all'aula che il danno è da imputare al governo precedente, che avrebbe ridotto la spesa per l'istruzione senza razionalizzare il personale: «Oggi non si può affermare che vi sia stata una diminuzione delle risorse sul funzionamento e sui servizi, al contrario queste sono state accresciute».

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Berlusconi: impariamo dalla Lega a stare sul territorio (sezione: Scuola)

( da "Trentino" del 16-03-2009)

Argomenti: Scuola

Berlusconi: impariamo dalla Lega a stare sul territorio Il monito alla convention di Formigoni a Riva, presente mezzo governo RIVA DEL GARDA. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in contatto telefonico con il convegno di Rete Italia di Riva si è detto d'accordo con il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, che il giorno prima aveva invitato a seguire l'esempio dei politici leghisti che hanno un continuo contatto con la gente e il territorio. «Abbiamo bisogno di avere un contatto vero con la gente» - ha detto Berlusconi. «Impariamo a consumare le scarpe per andare a parlare con la gente. Dobbiamo impegnarci, parlare con tutti, proprio come fanno i leghisti. Lo dico anche ai nostri ministri che qualche volta non hanno fatto questo. Imitino perciò i ministri della Lega. Dobbiamo imparare - ha proseguito Berlusconi - a spazzar via la nomenklatura perchè noi siamo per una politica di servizio. Questo lo devono imparare i nostri dirigenti e i nostri parlamentari che non devono pensare alla carriera». Parole che sono state condivise anche dai numerosi ministri che anche ieri hanno sfilato a Riva del Garda. Nomi di primo piano come i ministri Alfano, Gelmini, Fitto e Frattini che hanno affiancato il governatore della Lombardia Formigoni, il portavoce del Pdl al senato Gasparri e il vice presidente della Camera Lupi.

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Gelmini: troppo localismo in Trentino (sezione: Scuola)

( da "Trentino" del 16-03-2009)

Argomenti: Scuola

SCUOLA Gelmini: troppo localismo in Trentino Il ministro sorvola sulle "vacanze tedesche" ma attacca sulla mancata riforma «Non si può venire a Roma soltanto per chiedere altri soldi: serve collaborazione» RIVA. Mariastella Gelmini è ministro delle istruzioni giovane e grintoso. Che dice pane al pane e vino al vino. Al cronista che a margine della convention di Riva le chiede un giudizio sulle vacanze scolastiche "alla tedesca" che la Provincia intende varare tra un annetto risponde secca: «Prendo atto che all'interno del Paese ci sono esigenze e realtà diverse e su questo non mi sento di intervenire». Ma la domanda permette al ministro di togliersi un sassolino che la infastidiva da un po' di tempo: «Mi preoccupa invece da parte di questa Provincia autonoma una certa reticenza, anzi una mancanza di collaborazione, sull'applicazione delle riforme. Il calendario può avere una definizione territoriale, mi pare che i problemi siamo altri. Il Paese se vuole rispondere alla crisi deve farlo puntando sulla scuola, riformando la scuola, non accontentandosi. E questo è possibile solo se facciamo tutti la nostra parte». Intende dire che in Trentino si segue un po' troppo la strada autonomistica? «Non si può venire a Roma solo per chiedere soldi. C'è un eccesso di localismo. Ho notato che c'è qui c'è una sorta di pregiudizio nei confronti delle proposte del governo. Proposte che non debbono piacere a priori. Ma forse varebbe la pena applicarle, verificarne gli effetti e poi trarne le conclusioni. Dire no a priori non è il modo corretto per migliorare la scuola. Il calendario francamente...». Di suola si è parlato parecchio nella convention voluta da Roberto Formigoni: «L'errore più grande di Veltroni è stato quello di aver cavalcato una protesta dal fiato corto. Mi sembra che Franceschini stia seguendo la stessa strada quando parla della chiusura della piccole scuole". ha detto il ministro Gelmini, parlando al convegno di Rete Italia. «Bisogna dirgli che con le Regioni abbiamo preso decisioni diverse e lo abbiamo fatto perchè c'è il problema della sicurezza delle scuole, che è uno dei principali che dobbiamo affrontare, perchè ciò che è accaduto a Rivoli non deve più accadere. La scuola non è nè di destra nè di sinistra, è dei giovani e noi dobbiamo lavorare per loro, quindi basta soldi a pioggia senza controlli sugli esiti di questi finanziamenti. Si deve ripartire dalla scuola perchè ci deve essere l'orgoglio di essere italiani». (g.t.)

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SCUOLA DI SOAVE (sezione: Scuola)

( da "Gazzetta di Mantova, La" del 16-03-2009)

Argomenti: Scuola

SCUOLA DI SOAVE SCUOLA DI SOAVE Le assenze dell'amministrazione A Soave si è svolta lunedì 9 marzo una assemblea pubblica, in cui i rappresentanti del consiglio di circolo della scuola, la direzione didattica, le insegnanti e circa 150 cittadini hanno cercato il modo di scongiurare la perdita della prima elementare per l'anno in corso e in seguito magari di tutta la scuola visto il lavoro del ministro Gelmini atto a demolire la scuola primaria, l'unica in Italia a essere a livello degli standard Europei. I numerosi cittadini presenti hanno sottolineato nella maggioranza degli interventi l'importanza della scuola in una comunità come la nostra e hanno compreso la gravità del problema al quale vanno ad aggiungersi il problema del trasporto pubblico, dell'ufficio postale e dei servizi in genere. Avremmo gradito sentire il parere e le proposte del sindaco o dell'assessore alla pubblica istruzione o dell'assessore di Soave, invece i nostri amministratori non si sono presentati. Addirittura il neoassessore alla pubblica istruzione Bruna Dal Bosco nominata nell'incarico da circa tre settimane (a due mesi dalle elezioni amministrative!). Si dispiace che nella assemblea sia intervenuto un candidato politico che nulla ha a che vedere con organi scolastici e istituzioni amministrative. Il candidato politico è Maurizio Salvarani che assieme ad Andreetti di Soave, anch'egli presente, sono da cinque anni in consiglio comunale, all'opposizione, concetto, per i nostri assessori, sconosciuto. Salvarani e Andreetti non hanno ricevuto «l'investitura dall'alto» per fare il presidente di Asep per tre settimane e poi per fare l'assessore alla pubblica istruzione per soli due mesi, ce lo auguriamo! Loro sono stati votati da centinaia di cittadini di Porto. Evidentemente è un periodo molto difficile per l'amministrazione di Porto. Mentre Pezzali distribuisce quotidianamente pillole di saggezza politica e di democrazia e prepara la grande coalizione! La giunta se ne sta barricata in Comune ad attendere il prossimo dispaccio. Sono attaccati, infatti, dal comune di Mantova, dalla Provincia, dalla Tea, dal Pd, e non ultimo dai dipendenti comunali che addirittura pretendono soldi che gli spettano! Consiglio loro di tenere d'occhio il confine ad est perché da lì, come si sa, potrebbero entrare gli Scaligeri. E' tempo che si facciano vedere e sentire non solo nelle feste e nelle cerimonie, ma anche quando ci sono problemi urgenti da risolvere. Tanto la grande coalizione la prepara Pezzali, loro dovranno solo controllare che compaiano i loro nomi. La democrazia è un esercizio complicato e faticoso e queste fatiche da anni a loro vengono risparmiate. Gian Pietro Mezzadrelli COMUNICAZIONE I Salotti una vera sorpresa Chissà perché, quando un'iniziativa è gratuita, si può pensare che sia di poco valore. L'evento che lo scorso fine settimana si è svolto all'hotel Favorita di Mantova, i Salotti di Comunicazione, si è invece rivelato di notevole livello. Due giorni di approfondimento sui più vari temi di marketing e comunicazione aziendale. I relatori e gli ospiti invitati a parlare e dibattere si sono dimostrati perfettamente competenti e soprattutto aperti al confronto e alla discussione. Credo di esserne uscito molto arricchito, sia per aver appreso informazioni, nozioni e perfino tecniche e idee stimolanti, sia perché mi sono potuto confrontare con professionisti della comunicazione, ma anche con imprenditori che, come me, hanno la necessità di comunicare (bene) l'immagine e la sostanza dell'azienda e dei prodotti. Desidero esprimere il mio ringraziamento agli organizzatori e alle persone intervenute, con l'auspicio che il prossimo anno l'iniziativa abbia un seguito. Con due richieste: di aumentare il numero di giornate e di coinvolgere tutte le associazioni di categoria mantovane, sviluppando magari anche temi in verticale, per esempio per settori produttivi, commerciali e di servizio, incrementando così la specializzazione dei singoli eventi. Stefano Todeschi URBANISTICA Non ferite il territorio Nei prossimi giorni il consiglio comunale dovrà esprimere il parere definitivo sul piano urbanistico Nuovo Ospedale. La zona interessata è quella che circonda il canale Paiolo, un'area rimasta incontaminata che ospita una vegetazione spontanea comprendente anche alcune specie di piante ormai rare. Se il piano verrà approvato le piante, i cespugli e i prati verdi verranno cancellati per sempre dall'ennesima colata di cemento. Al loro posto, tra le altre cose, sorgeranno quattro palazzoni di otto piani. Quindici anni fa frequentavo le scuole elementari e, un giorno, la maestra spiegò a noi bambini il mondo degli anfibi. Ci fece vedere in fotografia alcune rane e alcuni rospi, spiegandoci la differenza tra loro. Rimasi affascinato da quel mondo, tanto che mio padre la sera dopo arrivò a casa con un piccolo rospo in un bicchiere. Cercammo insieme un contenitore più grande e dopo averlo riempito con dell'erba, qualche sasso e dei pezzettini di legno vi appoggiammo dentro Taddeo (è il nome che avevo dato al mio nuovo amico). Il giorno dopo mi presentai a scuola con lui. La maestra ci fece notare dal vivo le particolarità dell'animale, suscitando l'interesse di tutti i miei compagni di classe (bambine escluse). Taddeo rimase sul balcone di casa nel suo contenitore per un paio di giorni. Poi, un pomeriggio, io e mio padre ci avventurammo su una stradina sterrata, circondata da una fitta vegetazione. Una volta arrivati sulla riva del canale Paiolo lasciammo libero Taddeo, in quello che senza dubbio era l'ambiente migliore per lui. Non solo le piante, ma anche Taddeo e tutti gli abitanti della zona umida compresa tra via Donati e l'ospedale verranno sfrattati da quella che ogni amministratore di buonsenso trasformerebbe in un'oasi naturale. Invece arriveranno probabilmente le ruspe, che devasteranno per sempre un ecosistema incontaminato che fino a oggi era sopravvissuto. Ricordo ai consiglieri di maggioranza che nel testo redatto ad inizio 2006 dalla Commissione Nazionale per il Programma dei Ds in vista delle elezioni politiche, si indicava tra le linee guida in materia urbanistica la necessità di «rivitalizzare e riqualificare aree abbandonate o svantaggiate». (...) Faccio un appello a tutti i consiglieri affinché si eviti l'ennesima ferita al territorio mantovano con la cancellazione definitiva di 108mila mq di verde. Davide Scioscia Consigliere Circoscrizione Sud Forza Italia-PdL PARTITO UNICO Che cosa resterà di An? Così inizia la lettera di un'amico. Che cosa ci rimarrà di Alleanza Nazionale? Non è ozioso chiederselo alla vigilia del suo scioglimento nel partito del Popolo della libertà. Poiché dalla presenza del suo bagaglio identitario e dalla capacità di contaminare e di lasciarsi contaminare dipenderà, per buona parte, il futuro del soggetto destinato a incarnare il centrodestra. Non bisogna immaginare, cessioni gratuite, tentazioni egemoniche, ma l'armonizzazione di idee che per oltre mezzo secolo, aggiornate, riviste e corrette, hanno segnato la presenza della Destra sullo scenario politico con quelle di altri movimenti convergenti nel progetto di trasformare l'Italia in un paese moderno che non rinuncia alle proprie tradizioni, alla sua storia, ai suoi caratteri civili, morali e religiosi. Si passa, poi a elencare le idee-guida costruite da An nel corso del suo percorso storico e che, ora, saranno portate nel PdL, alla ricerca di un riformismo possibile che fondi le sue ragioni sulla centralità della persona; sull'inalienabile valore della libertà; sull'imprescindibile senso dello Stato come strumento equilibratore della società e regolatore del mercato del lavoro, dell'economia, dei conflitti; sul riconoscimento delle sovranità dei popoli e delle comunità; sulla difesa delle identità culturali e religiose. Con un'aggiunta non trascurabile: quel sentimento della Patria, per esempio, che la Destra ha tenuto desto per oltre mezzo secolo, anche quando la parola era impronunciabile perché rimandava, secondo qualcuno, a un passato impresentabile. Idee di ieri che si coniugano con quelle di oggi. Mauro Torreggiani

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Montorio3 Quinto Verona0 (sezione: Scuola)

( da "Arena, L'" del 16-03-2009)

Argomenti: Scuola

Lunedì 16 Marzo 2009 SPORT Pagina 40 Montorio3 Quinto Verona0 Montorio: Zangrandi, Lenotti (Lonardoni), Gaspari (Bakiu), Bianchi, Sauro, Verde, Micheloni M, Biasia (Martinez), Fraccaroli (Tosi), Cobelli (Micheloni G), Fiocco. All. Bertoldo. Quinto Verona: Pasetto, Montolli G (Composta), Knezevic (Marchi), Andolfo, Gelmini, Zantedeschi (Botchawj), Rama M, Aprile, Tollini, Montolli G (Ronca), Antolini. All. Sanzi. Arbitro: Grassi. Reti: 13' pt Cobelli, 3' st Fraccaroli, 31' st Micheloni G.  

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il cavaliere si sfoga in elicottero "quel fini mi mette in difficoltà" - (segue dalla prima pagina) dal nostro inviato (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 16-03-2009)

Argomenti: Scuola

Pagina 6 - Interni I cammelli di Gheddafi Il desiderio di Bossi Brambilla ministro Il Cavaliere si sfoga in elicottero "Quel Fini mi mette in difficoltà" Con il presidente in volo verso il buen retiro del Lago Maggiore, dove l´aspetta Veronica Gheddafi mi ha regalato tre cammelli, il maschio è alto tre metri e l´unico posto dove lo posso mettere è l´anticamera Qualcuno fa problemi sulle candidature ma è solo per avere altro, magari una poltronissima alla Fiera I suoi delfini sono Alfano, Fitto, la "determinatissima" Gelmini e la Brambilla ministro a breve (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) DAL NOSTRO INVIATO rodolfo sala è andata, lui ha garantito «l´assonanza assoluta» del governo con le loro richieste, la platea ha applaudito. Ma solo adesso, in volo verso il buen ritiro del lago Maggiore, si distende davvero. Allunga le gambe sul sedile di fronte, guarda il mondo dall´alto e gli viene un sorriso triste. L´ha detto già a Villa d´Este, «rimpiango il tempo in cui facevo solo l´imprenditore», ma è il caso di ribadire: «Il modus operandi dei politici è molto diverso dal nostro». Tutti i politici, mica solo quelli dell´opposizione. Fini, per esempio, messo in croce due ore prima da Formigoni per problemi di successione: «Ora che riveste un ruolo istituzionale - pensa a voce alta il premier - deve dimostrare di essere sempre sopra le parti; su quel ruolo ha investito tutto». Che poi faccia bene a comportarsi così, è un altro discorso: «Posso anche capirlo, ma questo a volte fa emergere momenti di difficoltà». Poi c´è Bossi, pure lui con i suoi smarcamenti e con quel suo «desiderio» di portare un leghista (e non l´azzurro Romele) alla guida della Provincia di Brescia. Un «desiderio» che impedisce di chiudere in fretta l´accordo nel centrodestra per le amministrative di giugno: «Qualcuno fa problemi perché anche a Milano c´è un candidato del Pdl, ma è solo per avere altro». Per esempio una poltronissima alla Fiera di Milano. Insomma: anche i leghisti hanno imparato bene i trucchi della politique politicienne, ma almeno «loro sanno stare sul territorio». Per non dire di Tremonti, che costringe il Cavaliere (parole sue) «a farmi concavo per evitare le curve». Il superministro a Cernobbio ha dato forfait, per evitare nuove polemiche. Anche questo fa parte del rito, del teatrino. E in questa domenica trascorsa tra due laghi, dopo una telefonata con Emma Marcegaglia («è stata male interpretata, abbiamo anche scherzato») Berlusconi si concede il lusso di arrivare a Cernobbio con la faccia scura, quasi tirata. Il corpo parla e lui, seduto e silente a fianco di Carluccio Sangalli, dice abbastanza: si agita sulla sedia, sistema la cravatta, si tocca il naso, fa qualche impercettibile sbuffo, picchetta il tavolo con la penna. E, mai visto prima, prende appunti prima di intervenire. «Si è stufato», confida un sodale della prima cerchia. Un po´ si sente. La nostalgia dichiarata per il mestiere dell´imprenditore fa il paio con i lamenti per lo stato in cui versa la pubblica amministrazione: «Quando voglio una lettera in fretta, la faccio fare alla mia Marinella». Meglio la segretaria privata degli uffici dominati da una «burocrazia costosa e inefficiente». Ma lui si tira fuori: «Utilizzo i soldi pubblici come se fossero miei, scrivo gli appunti sul retro bianco di fogli già usati». Ma «il sistema è bloccato», e anche nella sua metacampo politica le cose non marciano al meglio. Troppi sgomitatori con il peccato originale della politica vissuta come professione. Largo ai giovani della sua squadra, loro sì che sono bravi. Su tutti Angelino Alfano, in odore di delfinato, poi la «determinatissima» Gelmini, la Brambilla che tra un mese sarà ministro, Fitto e la Prestigiacomo. Qualcuno di buono ci sarebbe pure a sinistra. Non Franceschini: «Rispetto a Veltroni non è cambiato niente». Però «di là ho molti amici, che invito sempre a venire con noi». Magari non Prodi, omaggiato di un inusuale «poverino»: «è per colpa dei Verdi che il suo governo non ha fatto le infrastrutture». Meno male che c´è la politica estera, che impegna «il 60 per cento della mia attività». A parte i commissari Ue che si permettono di criticarlo, rendono quindi necessario «riorganizzare» il governo comunitario, fuori dal cortile italiano sì che lo apprezzano. Gheddafi, per dire, gli ha regalato «tre cammelli, il maschio è alto tre metri e l´unico posto dove lo posso mettere è l´anticamera». L´elicottero atterra su Villa Campari, sponda piemontese del lago Maggiore. Quanto gli piace questo posto, eppure è solo la seconda volta che ci viene, dopo il compleanno in famiglia del 29 settembre. Allora c´era Veronica, c´è anche adesso. Era all´indomani del derby vinto dal Milan, e va bene ancora: cinque pappine al Siena. Queste sono vere soddisfazioni, altro che la gabbia dorata del potere. E si può perfino essere generosi: «Contro il Manchester tifavo Inter, a cui invidio tantissimo un campione come Maicòn».

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meno ore a scuola ma anche nella regione le iniziative didattiche fanno il tutto esaurito (sezione: Scuola)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 16-03-2009)

Argomenti: Scuola

STORIA DELL'ARTE Meno ore a scuola ma anche nella regione le iniziative didattiche fanno il tutto esaurito di ISABELLA REALE Mentre l'Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell'Arte lancia sul suo sito (www.anisa.it) l'allarme per l'ulteriore riduzione delle ore d'insegnamento, calate grazie alla riforma Gelmini da tre a due settimanali perfino negli istituti d'arte, alla faccia del ruolo che il patrimonio artistico ha nell'economia del nostro Bel Paese, cresce il desiderio di conoscenza nei confronti dell'arte, e in particolare dell'arte contemporanea. Anche nella nostra regione i segnali sono chiarissimi: per la prima volta il Friuli Venezia Giulia si è qualificato alle Olimpiadi del Patrimonio promosse dalla stessa Anisa, grazie al liceo scientifico Marinelli di Udine con la guida della professoressa Dal Gobbo, e vere e proprie code si sono viste il 25 febbraio scorso alla biglietteria del Revoltella di Trieste per prenotarsi all'ottavo corso di storia dell'arte promosso dal museo. Non sono bastati i 170 posti previsti a soddisfare le molte richieste, a conferma di un sempre maggiore successo dell'iniziativa che prevede, con un minimo contributo, un totale di dodici lezioni dal 5 marzo al 23 aprile. Quest'anno di scena la pittura russa tra Otto e Novecento, con la guida di Caterina Prioglio Oriani, e i protagonisti italiani dell'arte nella Parigi del primo Novecento presentati dalla stessa direttrice del Revoltella, Maria Masau Dan, a introdurre la grande mostra che il museo dedicherà in giugno alla fascinosa musa del surrealismo, la pittrice di origini triestine Leonor Fini. Quanto all'attività delle associazioni, gli Amici dei Musei di Udine quest'anno hanno fatto il pieno dando appuntamento per un ideale Aperitivo col Tiepolo la prima domenica del mese, al Museo Diocesano, mentre la delegazione udinese del Fai, guidata da Laura Cominotti Stringari, ha riproposto, in collaborazione con il Dipartimento di storia e tutela dei beni culturali dell'Università di Udine, un nuovo ciclo di lezioni che, organizzate d'intesa con la Galleria d'Arte Moderna di Udine, si sono trasformate in veri e propri incontri ravvicinati con l'opera d'arte, grazie a letture miratissime di fronte all'opera condotte ogni lunedì alle 17.30 fino al 6 aprile da giovani studiosi del Dottorato di ricerca e della Scuola di specializzazione di storia dell'arte, e anche in questo caso sala piena e attentissima.

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botte tra giovani (sezione: Scuola)

( da "Mattino di Padova, Il" del 16-03-2009)

Argomenti: Scuola

Pagina 9 - Cronaca BOTTE TRA GIOVANI BOTTE TRA GIOVANI VIGILANTE SPARA IN ARIA. E' successo verso le 16 di ieri, in via del Portello, davanti all'agenzia di scommesse. Tre giovani, due moldavi di 18 anni e un rumeno di 17, sono stati aggrediti da due marocchini, che volevano impossessarsi della bici del rumeno. Un vigilante libero da servizio è uscito dall'agenzia di scommesse e ha esploso un colpo in aria per bloccare la rissa. I nordafricani sono fuggiti, i tre giovani dell'Est sono rimasti immobili fino all'arrivo della polizia. Le indagini sono in corso: sembra che i ragazzi si conoscessero. Gli agenti stanno valutando se denunciare il vigilante. ANTI ABUSIVI BORSE SEQUESTRATE. Il bilancio del servizio anti-abusivi in Prato di sabato: 5 senegalesi denunciati, 44 borse con marchio contraffatto sequestrate, con 5 giubbotti finti Belstaff, cinte e portafogli. BECCATO A RUBARE IN RISTORANTE. E' entrato nel ristorante al Fagiano di via Locatelli e si è fiondato nel reparto guardaroba per frugare nei giubbotti dei clienti. Roberto Bernardo, 43 anni di Cividale Friuli, è stato scoperto e inseguito da alcuni avventori. Una volante ha bloccato l'uomo poco lontano dal ristorante: aveva un portafoglio e un telefono cellulare. Arrestato. DROGA E PROSTITUTE BILANCIO DEI VIGILI. All'inizio dell'anno sono state fatte 27 multe ai clienti delle prostitute, mentre da maggio del 2007 (da quando è entrata in vigore l'ordinanza Zanonato) le contravvenzioni sono ben 700. Le zone maggiormente frequentate dalle lucciole sono le vie: Pontevigodarzere, Aspetti e Annibale Da Bassano. Le maxi multe anti spaccio sono già 20. SCIOPERO SCUOLA TRAFFICO CHIUSO. Sciopero della scuola, contro il decreto Gelmini, organizzato dalla Cgil e dalla Gilda per dopodomani 18 marzo: per questo è prevista la chiusura al traffico di corso Garibaldi, piazza Garibaldi, via San Francesco, via del Santo, piazza del Santo, via Cesarotti dalle 8,30 alle 13, per il tempo necessario al transito del corteo. Saranno anche disposte la chiusura di via Sanmicheli e piazzale Pontecorvo dalle 9,30 alle 13 e l'istituzione del divieto di sosta e di transito in piazza Garibaldi dalle 8 alle 11.

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Attacchi di Gelmini e Brunetta (sezione: Scuola)

( da "Adige, L'" del 16-03-2009)

Argomenti: Scuola

ministri A Riva e Cernobbio Attacchi di Gelmini e Brunetta Le autonomie speciali e Trento in particolare sono state ieri nel mirino di due esponenti del governo. A Riva del Garda, al convegno di Rete Italia, il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini ha polemizzato con il governatore Dellai sulla mancata applicazione in Trentino della sua riforma della scuola. «Valuteremo le vie giuridiche, se ci saranno gli estremi per ricorrere - ha dichiarato - Certo questo non è un modo aperto di dialogare. Non si può venire a Roma solo a chiedere soldi, senza applicare le riforme che decidiamo per tutto il paese». A Cernobbio, al forum della Confcommercio, il titolare della Funzione pubblica Renato Brunetta è andato oltre. «Il federalismo lo abbiamo già - ha affermato - ma è un federalismo bastardo, sprecone, piagnone. Un bambino della Val D'Aosta - ha aggiunto - riceve dallo Stato cinque volte di più di uno del vicino Piemonte. Cose simili accadono per Trentino, Bolzano e così via. Il sud e la Sardegna hanno una situazione un po' a parte». Secondo il ministro questa sperequazione «non è legata agli statuti speciali, che definiscono solo i perimetri delle competenze, ma è legata alla dabbenaggine, alla stupidità, alla captatio benevolentiae dello Stato centrale nei confronti degli aggressivi governi regionali». Meno violente, invece, le affermazioni del ministro degli Affari regionali Raffaele Fitto, anch'egli presente alla convention azzurra di Riva del Garda: «Sul federalismo stiamo lavorando ad una riforma complessiva. Tutti sono in discussione. I diritti delle autonomie speciali restano, ma senza sperequazioni. Sulla finanza pubblica abbiamo bisogno del contributo di tutti». 16/03/2009

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Scuola: si combatte per le compresenze (sezione: Scuola)

( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del 16-03-2009)

Argomenti: Scuola

CESENA pag. 2 Scuola: si combatte per le compresenze Venerdì manifestazione a Bologna SONO OLTRE 1700 le famiglie cesenati che nel confermare l'iscrizione dei loro figlioli alle elementari hanno sottoscritto un modello integrativo in cui si richiede espressamente il mantenimento delle compresenze dei docenti abrogate del tutto dalla legge Gelmini nelle classi successive alle prima. Localmente a diffondere la modulistica e a caldeggiarne la consegnna alle segreterie è stato il comitato "Articolo 3. Per una scuola di tutti e di ciascuno", sorto fin dallo scorso autunno per contrastare la riforma ed in particolare l'introduzione del maestro unico o prevalente. PER QUANTO riguarda le iscrizioni alle prime classi, il comitato si era battuto con una campagna informativa per orientare i genitori verso le 30 ore o il tempo pieno, opzioni che hanno riscosso pressoché il generale favore (quasi il 95% degli iscritti. «C'è però il fondato timore non si nascondono Valeria Bandini, coordinatrice di Articolo 3, e Veronica Gamberini, responsabile scuola del Pd di Cesena che l'insufficienza o comunque l' inadeguatezza degli organici che il ministero intende mettere a disposizione induca l'Ufficio scolastico regionale e le scuole a dirottare la massa dei neoiscritti che hanno scelto le 30 ore verso il modello a 27 ore, che pure ha avuto poche adesioni, a parte il caso isolato della scuola elementare di Macerone. In questo modo la volontà delle famiglie verrebbe pesantemente disattesa». VENERDÌ 20 marzo una delegazione dell' Articolo 3 (che conta circa 80 attivisti tra insegnanti, personale scolastico e genitori) parteciperà ad un'iniziativa che si terrà a Bologna che culminerà con una consegna in massa dei modelli integrativi raccolti nella sola provincia di Bologna sono stati quasi 18mila all'Ufficio scolastico regionale. Prevista una sfilata con striscioni ce ne sarà uno di 200 metri sotto le Due Torri. La settimana successiva, sabato 28 marzo, qui a Cesena ci sarà a fiancheggiamento un'iniziativa del Pd al San Biagio intitolata Quale tempo per la scuola? «Verrà fatto il punto annuncia Veronica Gamberini il punto della situazione nei vari cicli e verrà smascherata la riforma del Governo priva di un modello pedagogico, in cui prevale la concezione della scuola come costo su cui risparmiare e non invece come investimento su cui puntare per la crescita del Paese».

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berlusconi: abbiamo dato soldi veri (sezione: Scuola)

( da "Mattino di Padova, Il" del 16-03-2009)

Argomenti: Scuola

dall'inviato Vendice Lecis Berlusconi: «Abbiamo dato soldi veri» Il Cavaliere replica alle richieste della Marcegaglia Domani l'incontro: fatto tutto quello che serviva «Siamo intervenuti con tempestività Ho sempre speso i fondi pubblici come se fossero i miei» CERNOBBIO. Un discorso di oltre un'ora dedicato quasi esclusivamente alla puntigliosa elencazione del lavoro del governo e rivendicando successi personali in politica estera. Al forum della Confcommercio, Silvio Berlusconi, reagendo alle sollecitazioni di Confindustria e alle critiche dell'opposizione, ha comunque sottolineato che il suo gabinetto ha «fatto tutto quello che doveva fare con tempestività». Anzi «più degli altri paesi». Il premier ha confermato che domani incontrerà la presidente di Confindustria Marcegaglia e alle sue richieste «di soldi veri», confermerà di averli già versati: «Spendo i soldi pubblici esattamente come se fossero miei», perché «bisogna stare assolutamente attenti» quando si parla di conti pubblici. «Voglio dire ad Emma Marcegaglia - ha aggiunto - che abbiamo dato soldi veri per sostenere interi settori industriali, come l'automobile. Abbiamo messo da parte nove miliardi di euro per gli ammortizzatori sociali. Fatto interventi per le banche, in modo che possano continuare a fare il loro lavoro e consentire alle imprese di continuare ad investire». Al decimo forum di Cernobbio, davanti alla platea della Confcommercio di Carlo Sangalli, Berlusconi alle richieste delle categorie sociali ha risposto con rassicurazioni e impegni. «Sono bloccato - ha ammesso - da un 106% di debito rispetto al pil e non sappiamo quanto dobbiamo pagare in più di interessi». Anche sui ritardi dei pagamenti del pubblico verso le imprese ha confermato che «stiamo urlando per accelerarli» ma la colpa è della burocrazia. Berlusconi ha spiegato le difficoltà sul piano casa: «Bossi aveva capito che fosse fatto per privilegiare gli immigrati. Quando gli è stato spiegato, abbiamo avuto un'adesione entusiastica dalla Lega». Berlusconi ha giustificato l'atteggiamento prudente delle banche verso le imprese: «Mettiamoci nei loro panni. Se devono dare una linea di credito, ci deve essere una possibilità vicina al cento per cento che chi lo riceve lo restituisca». Ha, successivamente, lodato Cisl e Uil «che stanno dando veramente un forte sostegno, responsabile e razionale all'azione del governo». Ma al presidente del consiglio premeva mettere in evidenza la sua «soddisfazione assoluta verso il governo, fatta di ministri giovani, appassionati e intelligenti». Su tutti svetta il ministro Alfano per la riforma della giustizia civile e per la questione delle intercettazioni. «Dobbiamo purtroppo fare i conti con la politicizzazione di una parte della magistratura» che, anche per alcune inchieste su maxi cantieri, ha superato «ogni limite ragionevole. Ma modificheremo questa situazione patologica». Tra i promossi del governo c'è Maria Vittoria Brambilla che, da sottosegretario, diventerà ministro del Turismo. Anche per Maria Stella Gelmini ci sono state parole di forte elogio «perché sta cambiando l'università diventata ormai un sistema di ammortizzatori sociali in cui ogni professore ha un parente». A proposito nel voto parlamentare ai soli capigruppo, ha spiegato che si trattava «solo una provocazione, un paradosso». Berlusconi però ha riproposto un suo cavallo di battaglia: «Oggi chi va al governo si trova nell'impossibilità di intervenire» confermando l'utilizzo frequente dei decreti.

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<Abbiamo dato soldi verissimi> banche e 9 miliardi per gli ammortizzatori sociali>. Domani l'incontro (sezione: Scuola)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 16-03-2009)

Argomenti: Scuola

PRIMO PIANO pag. 5 «Abbiamo dato soldi verissimi» banche e 9 miliardi per gli ammortizzatori sociali». Domani l'incontro dall'inviato ALBERTO CAPISANI CERNOBBIO «SE IL PARLAMENTO ci mette più di un anno per approvare un provedimento, bisogna allora ricorrere alla decretazione d'urgenza. Porre la fiducia non è un atto ostile al Parlamento». Senza nominarli mai, Silvio Berlusconi replica alle critiche dei presidenti della repubblica, Giorgio Napolitano, e della Camera, Gianfranco Fini, che l'hanno accusato di svuotare il Parlamento con un eccessivo ricorso ai decreti legge. Ma, ieri, nel suo intervento al Forum di Confcommercio, il capo del Governo si è tolto anche qualche altro sassolino. «Non sono capace di dare ordini e allora metto in campo la mia capacità di farmi concavo con chi ha delle punte, facciamo un nome a caso: Tremonti, e di farmi convesso con chi è distratto». Una battuta e una stoccata al suo ministro dell'Economia, lo spigoloso Giulio Tremonti, assente nonostante l'annunciata partecipazione, che si è imbarcato in uno scontro con Bankitalia sulla proposta di far controllare dai prefetti i flussi di credito alle piccole e medie imprese. Strada che il presidente del Consiglio non intende pecorrere, puntando su una nuova soluzione: «I prefetti non vigileranno sul credito ma coordineranno un comitato di osservatori formato da protagonisti del mondo del lavoro», ha annunciato. Berlusconi ha poi respinto le critiche della presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che aveva chiesto «soldi veri» per affrontare la crisi. «Noi abbiamo dato soldi verissimi ha dichiarato . Li abbiamo dati per sostenere settori come l'auto e gli elettrodomestici e sono state misure efficaci; abbiamo messo da parte 9 miliardi per gli ammortizzatori sociali per cui nessuno verrà lasciato solo se perderà il lavoro; ci sono 12 miliardi per patrimonializzare le banche, cifra che rende possibili 150 miliardi di affidamenti in più. Ma non per tutti: «se un banchiere deve dare una linea di credito, deve avere una possibilità vicina al 100% che il prestito venga restituito». LA VERA uscita dalla crisi potrà però avvenire solo se i consumi non caleranno. E per questo occorre che si ritrovi la fiducia. In questo senso, dice Berlusconi, si stanno muovendo Cisl e Uil con grande responsabilità. L'Italia si è comunque mossa prima e meglio degli altri Paesi, grazie anche a una situazione più robusta (banche meno esposte e più solide; famiglie meno indebitate e spesso proprietarie delle loro case). Per ridar fiato all'economia, dice Berlusconi, «stiamo urlando per accelerare i pagamenti della pubblica amministrazione», in ritardo di anni. Continuano intanto gli incontri con le forze sociali (domani tocca a Confindustria) per monitorare la situazione e decidere gli interventi. Tra questi, il via libera alle opere dei Comuni virtuosi', la rivisitazione degli studi di settore e le misure contro l'evasione fiscale: «la considero un male di cui abbiamo il record in Europa, una cosa assolutamente negativa», ha dichiarato, sottolineando come l'aumento di un punto dell'aliquota Irpef più alta, suggerito da Confcommercio, «non farebbe che aumentare l'evasione». Berlusconi si è occupato anche di politica estera, favorendo l'apertura di due stabilimenti Pirelli in Russia. «L'estate scorsa ha poi raccontato ho giocato un ruolo fondamentale nell'evitare un conflitto tra Russia e Georgia. Le frasi di Putin erano: Andiamo là e attacchiamo il presidente georgiano all'albero più alto di Tiblisi', avevano completamente perso la trebisonda. Credo si siano fermati per il lavoro che abbiamo fatto io e Sarkozy, e che io ho preso e spedito a Mosca». DALLA LIBIA Berlusconi rivela di aver ottenuto la priorità per le aziende italiane quando verranno spesi i 120 miliardi di dollari a disposizione di Tripoli per grandi opere. Berlusconi ha infine annunciato il taglio al 10% delle intercettazioni telefoniche, la ricostituzione entro un mese, del ministero del Turismo, affidato a Michela Vittoria Brambilla, «un'ira di dio che non molla mai l'osso» e interventi di un altra ministra «determinatissima», Mariastella Gelmini, sul sistema universitario dove ogni docente ha figli, cugini, cognati per i quali sono stati inventati corsi (salute animale) con due iscritti in tutta Italia.

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C'ERANO studenti di tutte le scuole della Versilia, al seminario organizzato dall... (sezione: Scuola)

( da "Nazione, La (Lucca)" del 16-03-2009)

Argomenti: Scuola

CRONACA VERSILIA pag. 7 C'ERANO studenti di tutte le scuole della Versilia, al seminario organizzato dall... C'ERANO studenti di tutte le scuole della Versilia, al seminario organizzato dall'associazione "I Volti della Pace", in collaborazione con l'assessorato alla pubblica istruzione della provincia nell'ambito del progetto di educazione alla pace. Il 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti umani' è stato infatti lo spunto per una giornata che ha visto i riflettori puntati su tematiche da sempre seguite dall'associazione, nello specifico per questa edizione 2009 l'acqua, intesa come diritto per tutti, e lo studio dello sviluppo economico nel rispetto dei diritti dell'uomo. La giornata, che ha avuto come location Villa Borbone a Viareggio, ha dunque visto coinvolti una cinquantina di ragazzi dell'ultimo e penultimo anno delle superiori, provenienti da tutti gli istituti della Versilia (5 alunni per ciascuno), fatta eccezione per il liceo scientifico "Barsanti e Matteucci" che ha deciso di non partecipare ad alcune iniziative extracurriculari come protesta contro la riforma Gelmini. I LAVORI si sono aperti alle 9, con una prima introduzione dedicata alla Dichiarazione Universale dei Diritti umani' a cura del professor Raffaello Ciucci, docente di sociologia presso l'Università di Pisa. A seguire due interventi di Luca Martinelli, giornalista di "Altreconomia", il primo sul sistema economico e la violazione dei diritti, il secondo sull'acqua come diritto per l'uomo. Il pranzo è stato offerto come di consueto dall'Istituto professionale "G. Marconi - sezione Alberghiero", seguito poi da una performance teatrale sempre vicina ai temi trattati durante la mattinata. I ragazzi si sono poi divisi in gruppi di lavoro con il compito di aprire un dibattito ed esporre le conclusioni a commento della giornata. "E' importante partecipare a queste iniziative ha spiegato la professoressa del liceo classico Antonella Vischi perché ci sono diversi modi di fare scuola: uno di questi è proprio quello di cercare varie occasioni di incontro e stimolare il dibattito su tematiche normalmente poco affrontate durante le ore di lezione in classe''.

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Giuseppe Parroncini, capogruppo Pd alla Regione, e Anna Maria Massimi, presidente della commissione ... (sezione: Scuola)

( da "Messaggero, Il (Viterbo)" del 16-03-2009)

Argomenti: Scuola

Lunedì 16 Marzo 2009 Chiudi Giuseppe Parroncini, capogruppo Pd alla Regione, e Anna Maria Massimi, presidente della commissione scuola alla Pisana, sono allarmati per i tagli del ministro Gelmini sul territorio e chiedono al governo di garantire il diritto allo studio. «Nel solo Lazio - evidenziano - le richieste presentate per il tempo pieno (ovvero le 40 ore) arrivano al 53 per cento e difficilmente riusciranno a essere soddisfatte perché la contemporanea riduzione del numero di collaboratori e insegnanti, circa 5 mila, non lo consentirà». Il timore giustificato dai fatti è che si creino super-classi di 30-33 alunni, dimenticando le spese sui trasporti e sulle mense, i tempi di percorrenza, la mancanza di aule e la necessità di rispettare il disposto della legge sulla sicurezza 626 che impone per ogni alunno uno spazio fisico di almeno 2 metri quadrati. «Ne risentiranno in particolare - concludono Parroncini e Massimi - i piccoli comuni della Tuscia e della Sabina dove si verificherà una vera e propria situazione di emergenza. Invitiamo pertanto il Governo ad analizzare con attenzione le differenti esigenze che provengono dai territori e a elaborare soluzioni che assicurino il diritto allo studio».

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Un'ora di trasmissione radiofonica per portare all'attenzione dell'opinione pubblica le id... (sezione: Scuola)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 16-03-2009)

Argomenti: Scuola

Lunedì 16 Marzo 2009 Chiudi Un'ora di trasmissione radiofonica per portare all'attenzione dell'opinione pubblica le idee e le proposte degli studenti delle scuole superiori della provincia di Terni. E' Quanto stanno organizzando i rappresentati della consulta provinciale studentesca di Terni, che hanno cominciato la loro avventura venerdì scorso. Nel corso della puntata numero uno il presidente della Consulta, Francesco Forzanti, oltre a presentare le finalità della nuova trasmissione ha anche commentato la nuova riforma Gelmini. «Il programma andrà in onda ogni primo venerdì del mese», spiega Forzanti che aggiunge «la trasmissione sarà trasmessa da radiorvietoweb». Si tratta di una radio on line che ha concesso gratuitamente lo spazio di un'ora: dalle 17.45 alle 18.45.

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Del doman non v'è certezza. Soprattutto quando si tratta di scuola che sta attraversand... (sezione: Scuola)

( da "Messaggero, Il (Civitavecchia)" del 16-03-2009)
Pubblicato anche in: (Messaggero, Il (Viterbo))

Argomenti: Scuola

Lunedì 16 Marzo 2009 Chiudi di ANNABELLA MORELLI Del doman non v'è certezza. Soprattutto quando si tratta di scuola che sta attraversando un periodo caotico per le direttive piovute dall'alto che di chiaro hanno un solo obiettivo: risparmiare, nonché tagliare. I genitori della Tuscia questo messaggio lo hanno recepito abbastanza bene, tant'è che tra le opzioni del modulo da scegliere, ovvero 24, 27, 30 e 40 ore, hanno gettonato nella stragrande maggioranza dei casi le 30 ore, ritenute forse più gestibili e meno complicate da ottenere. Solo un numero così esiguo da essere insignificante ai fini di una statistica ha ritenuto buone le 24 o 27 ore: forse madri che non hanno impegni di lavoro e vedono di buon occhio la permanenza del proprio figlio solo per 4 ore al giorno per sei giorni alla settimana a scuola. Moltissimi hanno votato per il tempo normale (10.901), solo 1.320 per il tempo pieno e riguardano soprattutto le classi prime, dove il decreto ministeriale ha deciso il maestro unico (o prevalente, come ancora viene definito: ma prevalente rispetto a chi, se il team non esiste più?). Riguardo al tempo pieno si nutrono ragionevoli dubbi che potrà essere organizzato nelle diverse scuole spalmate sul territorio viterbese e dallo stesso ufficio scolastico provinciale (l'ex provveditorato agli studi) fanno sapere che i numeri sciorinati riguardano solo le richieste dei genitori, non sottintendono l'accoglienza di tali richieste. E i motivi sono molteplici. Per esempio, a Bassano in Teverina, a Grotte di Castro e alla "Alessandro Volta" di Viterbo solo per 11 bambini della prima classe è stato richiesto il tempo pieno, ma è difficile pensare che un numero così esiguo di alunni potrà usufruire di 40 ore settimanali, anche perché il decreto del ministro Gelmini suggerisce di far lievitare il numero degli scolari addirittura fino a 29. Invece, all'Ellera 116 genitori hanno chiesto il tempo pieno per tutte e cinque le classi della primaria, così come 75 della Concetti. Chissà se i dirigenti troveranno un escamotage per soddisfarli, utilizzando magari i docenti non impegnati nelle compresenze. Perché c'è da sciogliere anche il nodo delle compresenze. Cioè, attualmente gli insegnanti possono decidere a inizio scuola di tenere insieme le loro lezione in classe scegliendo un argomento attinente alle discipline di loro pertinenza. Finora, e non sembra ci sia spazio per ripensamenti, l'ordine è: basta compresenze. Quindi, se non si parla di tagli, il riciclaggio dei maestri è all'ordine del giorno. Ma almeno è sicuro che i bambini vedranno in cattedra nel prossimo settembre la loro insegnante? No, neanche su questo fronte c'è certezza perché alcuni dirigenti, preoccupati forse dalle pressioni di genitori che speravano di poter veder soddisfatte le scelte che avevano fatto all'inizio della carriera scolastica dei propri figli, hanno inviato alle famiglie un chiarimento dove si ribadiva il no alle compresenze, ma anche un ulteriore concetto: «Chi insegna che cosa nelle classi è affidata al dirigente scolastico che esercita la prerogativa sulla base di criteri che determineranno gli organi collegiali della scuola e la Rsu. In sostanza, ogni scuola dovrà decidere se le insegnanti dell'anno precedente continueranno ad insegnare le stesse discipline (per continuità didattica) o se tutto verrà rivisto sulla base di altri criteri». L'unica cosa certa, è l'incertezza.

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Il Cavaliere: università ammortizzatore sociale per i parenti. E i prof: sbaglia (sezione: Scuola)

( da "Corriere della Sera" del 16-03-2009)

Argomenti: Scuola

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2009-03-16 num: - pag: 5 categoria: REDAZIONALE Il caso Il rettore di Padova, Milanesi: è come dire che tutti i politici sono ladri. Perotti: troppi corsi? Si diano i fondi in base alla qualità Il Cavaliere: università ammortizzatore sociale per i parenti. E i prof: sbaglia MILANO — Più che un consesso di cervelli, una famiglia allargata. L'Università italiana secondo Berlusconi si riassume in poche battute, che delineano un quadro devastante. Un mondo che «è diventato un sistema di ammortizzatori sociali, in cui ogni professore ha il figlio, il cugino, l'amico del figlio, il cognato che ha la cattedra con l'invenzione di un corso di laurea». Il premier, intervenendo ieri da Cernobbio sull'operato del ministro Mariastella Gelmini («capacissima e determinatissima»), non ha lesinato toni apocalittici, un po' alla Blade Runner: «Ho visto corsi di laurea che mi hanno fatto prima inorridire e poi ridere, come il corso in salute animale, che ha due iscritti in Italia». Nepotismo, spreco di risorse, calo vertiginoso della qualità. Accuse già note, pronunciate negli ultimi anni da molti tra coloro che, per rabbia o per amore, hanno voluto analizzare nel dettaglio il sistema universitario italiano. Tra questi c'è Roberto Perotti, economista politico alla Bocconi, un curriculum che passa per Mit e Columbia, un libro — L'università truccata, Einaudi — non tenero con la nostra accademia. «Ma se Berlusconi ha dichiarato che ogni professore ha un cugino o un parente inserito nell'Università... Immagino volesse creare un'iperbole, per rendere più pregnante il suo discorso. Che però, al netto di questa, non aggiunge niente di nuovo o costruttivo sul tema». Dei corsi con denominazione e contenuti «esotici», Perotti non vuole quasi sentir parlare. «Sono un problema appariscente e che fa notizia; sta di fatto che i professori sono illicenziabili, e non è abolendo questi corsi che si ridurranno i costi. Senza contare — prosegue — che non è pensabile che qualcuno decida quali corsi bocciare e quali no: chi se ne prenderebbe la responsabilità? La soluzione è distribuire i fondi a seconda della qualità: gli atenei migliori si prenderanno più finanziamenti, i peggiori potranno anche programmare corsi dai titoli assurdi, fatti male, con docenti incapaci. Poi, però, si arrangino». Una linea che non può non trovare d'accordo Vincenzo Milanesi, rettore dell'Università di Padova, membro della Crui, la Conferenza dei rettori delle Università italiane, tra i capofila di Aquis, l'Associazione per la qualità delle università statali nata esattamente un anno fa a Bologna. «Perché i casi di nepotismo, i corsi dai contenuti esotici ci sono, ma generalizzare in modo grottesco queste eccezioni serve solo a stordire l'opinione pubblica, creando le premesse per operare tagli indiscriminati che ridurrebbero il sistema alla paralisi, penalizzando anche gli atenei di qualità». Al rettore di Padova, quelle frasi da Cernobbio proprio non vanno giù, «è incredibile che il presidente del Consiglio faccia affermazioni di questo genere: dire che tutti i docenti universitari sono delinquenti sarebbe come affermare che tutti i politici sono ladri... Noi chiediamo, piuttosto, che a fronte di riforme necessarie ci sia un investimento in risorse che porti il nostro sistema ai livelli di finanziamento ed efficienza degli altri Paesi». Gabriela Jacomella

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Pdl, fusione con polemiche Fini amareggiato con i <suoi> (sezione: Scuola)

( da "Corriere della Sera" del 16-03-2009)

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Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2009-03-16 num: - pag: 9 categoria: REDAZIONALE Centrodestra Cicchitto: nessun motivo di nervosismo tra noi e An Pdl, fusione con polemiche Fini amareggiato con i «suoi» Il leader e il gelo sugli attacchi dal sito azzurro. Gasparri: è normale ROMA — Dopo la tempesta, la quiete. Ma è una quiete solo apparente quella che accompagna lo storico scioglimento di An (sabato e domenica prossimi) e l'altrettanto storica nascita del Pdl (il 27 marzo). Hanno infatti lasciato molti strascichi le polemiche degli ultimi giorni tra Berlusconi e Fini sul ruolo del Parlamento, sui temi etici o politici (dal caso Englaro alla legge sulla sicurezza), sul reciproco rispetto, se è vero che ha destato scalpore la mole di critiche al limite dell'insulto contro Fini pubblicate sul blog di FI e non considerate dagli azzurri tali da doverne prendere le distanze. Ieri è stata la giornata dell'abbassamento dei toni: Fabrizio Cicchitto ha assicurato che non c'è «nessun motivo di nervosismo» tra An e FI, Sandro Bondi considera la varietà di posizioni e di personalità quali «quella di Fini» una «ricchezza » per il Pdl, Roberto Formigoni ha smentito di aver detto che Fini dovrebbe domandarsi se il Pdl «è la sua casa » e anche Ignazio La Russa pensa che le «frizioni» attuali siano «occasionali, non frutto di strategia». E però, una cosa è certa. Pur facendo buon viso a cattivo gioco, Fini con i suoi si è mostrato deluso, quasi amareggiato per il trattamento che gli è stato riservato non solo dagli alleati, ma anche nel suo stesso partito. Non gli è sfuggito che a prendere le sue parti in modo molto deciso e duro alla fine siano stati La Russa, Ronchi e pochi altri. Silenzio o scarsa considerazione agli attacchi sul blog da molti big del partito, da gente che pesa nel Pdl come Maurizio Gasparri o Gianni Alemanno, ieri entrambi presenti al convegno di Formigoni insieme a ministri azzurri come Alfano, Fitto, Gelmini e a proprio agio in quell'area impegnata sui valori cattolici come lo è Cielle. E infatti Gasparri non ha problemi a spiegare perché non ci sia stata una levata di scudi contro gli attacchi dai blog: «E' normale che quando si prendono certe posizioni — come sul caso Eluana, o sulla questione del dovere dei medici di denunciare i clandestini — si possono ricevere critiche o elogi. E Fini è sufficientemente esperto e consapevole per valutare l'impatto che ha sul popolo del centrodestra l'espressione di idee certamente legittime, ma diverse da quelle di una larga parte del nostro elettorato». Insomma, il vecchio meccanismo del partito che si stringe attorno al proprio leader sempre e comunque, con la nascita del Pdl, non c'è più. Il rimescolamento di posizioni è già in atto, cosa gradita a un Berlusconi che soffre il ruolo di presidente della Camera di Fini e il suo poter gestire i lavori dell'Aula in maniera pressoché autonoma a suo giudizio, tanto da poter condizionare (complici le assenze di troppi deputati del Pdl che lo fanno «infuriare») anche ritmi e priorità dell'attività del governo. D'altra parte, dice La Russa, «per un uomo di destra l'istituzione è sempre qualcosa di sacro e di distinto dal partito». Dunque al momento pare inevitabile un dissidio che il coordinatore di An vede comunque destinato a risolversi: «Fini non è più abituato a non essere il numero uno in un partito, Berlusconi non è abituato a doverlo essere assieme a un altro... Ci serve solo un po' di rodaggio, poi tutto filerà liscio». Paola Di Caro

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Berlusconi premia i quarantenni (sezione: Scuola)

( da "Tempo, Il" del 16-03-2009)

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stampa Il premier a cernobbio elogia ministri e azione del governo Berlusconi premia i quarantenni Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi al forum di Cernobbio risponde alla presidente di Confindustria Emma Marcegaglia che aveva chiesto soldi veri per affrontare la crisi: "Abbiamo dato soldi verissimi". Poi il premier elogia i suoi ministri. Vivere tutti fino a 120 anni. Per Silvio Berlusconi è una specie di sogno proibito. Ma non troppo. Perché, come racconta davanti alla platea del forum annuale di Confcommercio, il suo «amico» don Luigi Verzè (che sabato ha compiuto 89 anni ndr) glielo dice sempre: «Perché dobbiamo pensare che si tratti di una cosa impossibile? Oggi la vita media è 80 anni. Nell'ottocento era 23 anni, nel novecento con l'invenzione delle penicillina si è arrivati a 40. Perché non si può pensare di portarla a 120?». E mentre il Cavaliere, ormai prossimo alle 73 primavere, si gode già il mezzo secolo che don Verzè potrebbe regalargli («se mi chiede un aiuto io investo, speriamo siano soldi ben spesi»), la politica si interroga: sta forse pensando a ricandidarsi? Il premier lascia la domanda senza risposta anche se, nelle due ore trascorse nei saloni di Villa d'Este a Cernobbio, coglie l'occasione per sponsorizzare alcuni dei suoi «migliori» quarantenni. A cominciare dal Guardasigilli Angelino Alfano che sta gestendo uno dei capitoli più delicati e più cari al premier, la riforma della giustizia, e che in molti considerano già come il suo erede naturale. Poi è la volta della «capacissima e determinatissima» Mariastella Gelmini alle prese con le «mostruosità» dell'Università italiana. Per chiudere con una promozione sul campo destinata inevitabilmente a scatenare polemiche. «Presto faremo il ministero del Turismo», assicura Berlusconi ai commercianti. Poi, rivolto al presidente Carlo Sangalli che lo guarda con il volto visibilmente preoccupato, aggiunge: «Sapete che ira di Dio è la signora Brambilla. Una che non molla l'osso. Dillo che è brava!» Il numero uno di Confcommercio arrossisce, annuisce poi, a mezza bocca, ammette: «è brava, è brava». Le citazioni finiscono qui ed è inevitabile notare che si tratta di tre esponenti provenienti da Forza Italia. Elemento che, in periodo di costruzione del Pdl, appare tutt'altro che secondario. Come affatto secondaria appare l'assenza da Cernobbio del ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Il titolare di via XX Settembre, forse, ha semplicemente voluto lasciare la scena al premier. Ma c'è chi spiega, lontano dai taccuini, che la scelta sarebbe l'ennesimo sintomo del «nervosismo» del ministro finito sul banco degli imputati dopo lo scontro degli ultimi giorni con Bankitalia. Chissà quindi quale sarà stata la sua reazione quando, parlando di sè, il premier ha ironizzato: «Io non alcun potere anche perchè sono incapace di dare ordini. L'unica cosa che so fare è convicere gli altri con la mia personale autorevolezza e con la capacità di farmi concavo se ci sono delle punte. Facciamo un nome a caso, Tremonti. E convesso se qualcuno è distratto». A questo punto, quindi, al Cavaliere non resta che convicere gli altri. A partire dai commercianti («ditemi quello che devo fare e io lo faccio») cui assicura che la revisione degli studi di settore è una priorità dell'esecutivo. Passando per le banche che vanno capite perché non gli si può chiedere di fare «cattivo credito» (il premier usa le stesse parole pronunciate da Corrado Passera sabato proprio a Cernobbio) e che non devono preoccuparsi «perchè i prefetti coordineranno solamente i controlli». Fino ad arrivare a Confidustria («i soldi stanziati sono verissimi» assicura replicando ad Emma Marcegaglia) e ai sindacati («ringrazio Cisl e Uil che stanno dando un sostegno forte e responsabile all'azione del governo»). Anche perché, o si lavora tutti insieme, o difficilmente si potrà superare la crisi. Anche se vivremo tutti fino a 120 anni.

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Stranieri 8 alunni su 10 Ecco le scuole <ghetto> (sezione: Scuola)

( da "Tempo, Il" del 16-03-2009)

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stampa Stranieri 8 alunni su 10: il caso della Pisacane di Roma Italiani "cacciati" da scuola E' emergenza stranieri nelle scuole italiane. L'allarme è partito da Roma, dall'istituto "Pisacane" divenuto emblema di un fenomeno che rischia di trasformare le scuole in veri e propri "ghetti". Su 180 alunni che frequentano la "Pisacane", 165 sono stranieri. è emergenza stranieri nelle scuole italiane. L'allarme è partito da Roma. Precisamente dall'istituto Carlo Pisacane, divenuto emblema di un fenomeno che rischia sempre più di trasformare le scuole in veri e propri «ghetti». Basta citare alcuni numeri: su 180 alunni che frequentano la Pisacane, 165 sono stranieri. E i dati delle ultime iscrizioni confermano questa tendenza: solo tre bimbi italiani su 21 frequenteranno la prima elementare. Una situazione che si replica in tutti i Municipi capitolini. Laddove vive una comunità straniera, la scuola del quartiere inizia a «svuotarsi» di alunni italiani e ad essere frequentata in modo prevalente, anzi quasi esclusivo, da bambini extracomunitari. Un danno enorme per l'integrazione sociale e culturale da una parte, e una forma di «dicriminazione» al contrario che inizia a prevalere in alcune zone della Capitale, dall'altra. Cinesi all'Esquilino, Filippini ai Parioli, indiani al Prenestino. Capita così che nei presepi ci siano i minareti e, come si sperimentò per qualche mese, nelle mense si mangi couscous invece di pasta al pomodoro. L'integrazione, insomma, sembra compiersi al contrario, creando non pochi problemi sia agli alunni italiani (nelle scuole medie gli alunni italiani che provengono da scuole ad alta frequenza di extracomunitari hanno risultati di apprendimento inferiori agli altri), sia agli alunni stranieri. Sempre nella scuola emblema di un fenomeno che riguarda tutte le città italiane, una mamma cinese ha deciso di portare via la figlia: «Ho fatto e faccio tanti sacrifici per vivere qui e voglio che mia figlia impari l'italiano, si crei amicizie italiane ed abbia un futuro in questa città dove non si debba sentire sempre e solo una straniera». Un fenomeno, quello delle «scuole ghetto» al quale il ministro Gelmini ha risposto dettando delle linee guida in cui si «suggerisce», soprattutto per le prime classi, dei «piccoli gruppi di inserimento», vale a dire aule composte da cinque, sei alunni stranieri e prevedendo anche delle sezioni «ponte» con programmi specifici per l'apprendimento dell'italiano. Linee guida che lasciano però all'autonomia scolastica, e dunque alla discrezionalità dei singoli soggetti, la loro applicazione. Un esperimento riuscito a Bolzano e a Vicenza, dove grazie all'accordo tra istituzioni locali e direttori scolastici regionali, si sono stabilite delle «quote» ben precise: la provincia autonoma di Bolzano ha fissato il numero degli alunni stranieri per classe al 30%, mentre il sindaco di Vicenza, del Partito democratico, ha stabilito il «tetto» massimo di tre alunni stranieri per classe. Una quota che non è stato possibile fissare nella Capitale, nonostante un accordo di rete siglato proprio per l'istituto Pisacane, nel quale l'assessore capitolino, il direttore scolastico regionale, gli esponenti del Municipio e la dirigenza scolastica si impegnavano a «distribuire» le iscrizioni in tutte le scuole del territorio. Il Campidoglio si era anche offerto di garantire il servizio di scuolabus per i bambini che avessero accettato di trasferirsi in un'altra scuola. Non è bastato. L'accordo non è riuscito, forse per i tempi troppo stretti o per un'autonomia scolastica probabilmente male interpretata. Il «caso Pisacane» è comunque già finito alla commissione Cultura della Camera dei Deputati su richiesta del deputato Pdl, Fabio Rampelli, che sta lavorando a una soluzione che scongiuri scuole e quartieri mono-etnici, per garantire pari opportunità a tutti i bambini, non solo a quelli di Bolzano o di Vicenza.

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È emergenza stranieri nelle scuole italiane (sezione: Scuola)

( da "Tempo, Il" del 16-03-2009)

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stampa È emergenza stranieri nelle scuole italiane . L'allarme è partito da Roma. Precisamente dall'istituto Carlo Pisacane, divenuto emblema di un fenomeno che rischia sempre più di trasformare le scuole in veri e propri «ghetti». Basta citare alcuni numeri: su 180 alunni che frequentano la Pisacane, 165 sono stranieri. E i dati delle ultime iscrizioni confermano questa tendenza: solo tre bimbi italiani su 21 frequenteranno la prima elementare. Una situazione che si replica in tutti i Municipi capitolini. Laddove vive una comunità straniera, la scuola del quartiere inizia a «svuotarsi» di alunni italiani e ad essere frequentata in modo prevalente, anzi quasi esclusivo, da bambini extracomunitari. Un danno enorme per l'integrazione sociale e culturale da una parte, e una forma di «dicriminazione» al contrario che inizia a prevalere in alcune zone della Capitale, dall'altra. Cinesi all'Esquilino, Filippini ai Parioli, indiani al Prenestino. Capita così che nei presepi ci siano i minareti e, come si sperimentò per qualche mese, nelle mense si mangi couscous invece di pasta al pomodoro. L'integrazione, insomma, sembra compiersi al contrario, creando non pochi problemi sia agli alunni italiani (nelle scuole medie gli alunni italiani che provengono da scuole ad alta frequenza di extracomunitari hanno risultati di apprendimento inferiori agli altri), sia agli alunni stranieri. Sempre nella scuola emblema di un fenomeno che riguarda tutte le città italiane, una mamma cinese ha deciso di portare via la figlia: «Ho fatto e faccio tanti sacrifici per vivere qui e voglio che mia figlia impari l'italiano, si crei amicizie italiane ed abbia un futuro in questa città dove non si debba sentire sempre e solo una straniera». Un fenomeno, quello delle «scuole ghetto» al quale il ministro Gelmini ha risposto dettando delle linee guida in cui si «suggerisce», soprattutto per le prime classi, dei «piccoli gruppi di inserimento», vale a dire aule composte da cinque, sei alunni stranieri e prevedendo anche delle sezioni «ponte» con programmi specifici per l'apprendimento dell'italiano. Linee guida che lasciano però all'autonomia scolastica, e dunque alla discrezionalità dei singoli soggetti, la loro applicazione. Un esperimento riuscito a Bolzano e a Vicenza, dove grazie all'accordo tra istituzioni locali e direttori scolastici regionali, si sono stabilite delle «quote» ben precise: la provincia autonoma di Bolzano ha fissato il numero degli alunni stranieri per classe al 30%, mentre il sindaco di Vicenza, del Partito democratico, ha stabilito il «tetto» massimo di tre alunni stranieri per classe. Una quota che non è stato possibile fissare nella Capitale, nonostante un accordo di rete siglato proprio per l'istituto Pisacane, nel quale l'assessore capitolino, il direttore scolastico regionale, gli esponenti del Municipio e la dirigenza scolastica si impegnavano a «distribuire» le iscrizioni in tutte le scuole del territorio. Il Campidoglio si era anche offerto di garantire il servizio di scuolabus per i bambini che avessero accettato di trasferirsi in un'altra scuola. Non è bastato. L'accordo non è riuscito, forse per i tempi troppo stretti o per un'autonomia scolastica probabilmente male interpretata. Il «caso Pisacane» è comunque già finito alla commissione Cultura della Camera dei Deputati su richiesta del deputato Pdl, Fabio Rampelli, che sta lavorando a una soluzione che scongiuri scuole e quartieri mono-etnici, per garantire pari opportunità a tutti i bambini, non solo a quelli di Bolzano o di Vicenza.

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<Se essere italiani diventa una punizione> (sezione: Scuola)

( da "Tempo, Il" del 16-03-2009)

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stampa La lettera delle mamme al ministro Gelmini «Se essere italiani diventa una punizione» «Nessuna tra noi mamme della "Carlo Pisacane" di Roma iscriverà i propri figli entro il 28 febbraio a questa scuola. Invitiamo tutte le mamme di tutte le scuole italiane che si trovano nelle nostre stesse condizioni a fare altrettanto». Con queste parole si apre la lettera indirizzata al ministro Mariastella Gelmini e a tutti i parlamentari. Una richiesta d'aiuto che viene da un gruppo di mamme che ogni giorno toccano con mano la difficoltà di far frequentare ai propri figli una scuola dove, su 180 studenti, solo pochi sono italiani. Un appello che non nasce però da discriminazioni etniche, ma a difficoltà oggettive di convivenza che minuziosamente descrivono: «I nostri figli non possono essere diversi dai tanti bambini italiani che hanno la fortuna di frequentare scuole dove regna l'armonia e si compiono normali percorsi di apprendimento e socializzazione. I nostri figli hanno diritto ad avere degli amichetti con cui giocare anche al di fuori dell'orario canonico, mentre le comunità di stranieri presenti nel nostro istituto sono chiuse e non si lasciano frequentare, hanno diritto ad andare in gita scolastica, mentre per la stessa ragione e, probabilmente, anche per motivi economici i bambini stranieri non possono mai partecipare ai viaggi che - di tanto in tanto - si provano a organizzare. Niente città d'arte, nessun soggiorno sulla neve: non si raggiunge mai il numero minimo per partire. I nostri figli hanno diritto a fare e a vedere un presepe con il bambino Gesù, la Madonnina e San Giuseppe, mentre il «Villaggio globale» organizzato lo scorso anno aveva moschee, minareti e donne in burka mischiati ai pastori e ai Re Magi. I nostri figli conoscono il nostro alfabeto ed è evidente che questo risulta un vantaggio rispetto a chi scrive in cirillico, arabo, cinese, così come è evidente che questo vantaggio si trasforma in un handicap quando si cerca di uniformare l'offerta formativa per renderla adatta a tutti. I nostri figli hanno diritto a vivere la loro italianità con naturalezza e non come una punizione e noi mamme siamo prontissime a partecipare alla scommessa. Ma se una scuola arriva a contenere 15 bambini italiani su 180 e classi come l'attuale prima elementare, con un solo bambino italiano su 23, nessuna integrazione è possibile. Per questo abbiamo deciso di cambiare istituto. Così come - ed è un avvertimento - lasceremo a Lei, Ministro, la prima scuola pubblica d'Italia composta solo da stranieri. Ce ne andremo altrove, non possiamo permetterci le private, ma le famiglie romane hanno almeno la fortuna - facendo qualche sacrificio logistico in più - di potersi recare in altre scuole primarie della zona. Metteteci un po' di coraggio: da oggi per noi inizia il conto alla rovescia. Con stima e cordialità».

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Il critico che ci insegna quanto non s'impara più (sezione: Scuola)

( da "Tempo, Il" del 16-03-2009)

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stampa Il critico che ci insegna quanto non s'impara più Leopardi e Boccaccio, Machiavelli e Dante, Tasso, Petrarca, Alfieri . Evviva i classici della letteratura italiana, la voglia di leggerli coram populo, sugli sfondi più blasonati della capitale, quelli che si addicono a chi ci ha aiutato a dar colore alla nostra parola, al nostro immaginario. Sentire il Decameron letto da Alessandro Haber in Campidoglio (il 27 aprile) o la Vita Nova dell'Alighieri con la voce di Claudia Gerini a Palazzo Madama (il 30 marzo) è un regalo e una sfida. Il regalo viene dalla Fondazione De Sanctis, voluta dal nipote (omonimo) del più grande storico della letteratura italiana. «Mio nonno - dice - mi ha lasciato l'archivio del suo, di nonno, Francesco De Sanctis. Ci ho ritrovato i manoscritti su Petrarca, le lettere a Garibaldi e a Mazzini, i libri che ha studiato. Ho pensato di far parlare queste carte, di rimetterle al mondo. Così è nata la Fondazione, il ciclo di incontri che comincia oggi al Quirinale e che proseguirà a cadenza settimanale fino all'11 maggio, e un premio letterario per la Saggistica che sarà assegnato nel prossimo autunno». E la sfida? La suggeriamo noi e giriamo l'input al ministro Gelmini. A scuola la poesia grande - Pascoli e Carducci, Leopardi e Foscolo, - ora non si impara, si sorvola. Il sabato del villaggio, I sepolcri a memoria? Vade retro. Per non parlare di «Nel mezzo del cammin di nostra vita...», o di «Quel ramo del lago di Como...». Ai ragazzini delle elementari, delle medie, l'italiano viene insegnato a prescindere dai nostri poeti e romanzieri. Basta che riempiano con le crocette i test dove sono espulsi sentimenti e congiuntivi. Insieme con le parole dei poeti, che altri insegnanti ci facevano portare appresso tutta la vita come in uno scrigno. Dell'intelletto. Oggi nella prima Casa del Paese, il Quirinale, Anna Bonaiuto e Toni Servillo, introdotti da Giorgio Ficara, leggono La Ginestra e La sera del dì di festa davanti al primo cittadino d'Italia, il presidente Napolitano. La sfida è che la poesia torni, come un faro, sulle labbra degli italiani più importanti, i ragazzi.

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iPod e politici, playlist tutta italiana per Franceschini. Il Boss per Maroni (sezione: Scuola)

( da "Adnkronos" del 16-03-2009)

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iPod e politici, playlist tutta italiana per Franceschini. Il Boss per Maroni Il leader del Pd ascolta Mina e De Gregori. Inconsuete le scelte del ministro Gelmini, che è fan di Gaber ma preferisce Ligabue nel suo lettore. Per Maroni in testa c'è Springsteen commenta 0 vota 0 tutte le notizie di POLITICA ultimo aggiornamento: 16 marzo, ore 08:49

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L'ottimismo della Regione (sezione: Scuola)

( da "Foglio, Il" del 16-03-2009)

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16 marzo 2009 L'ottimismo della Regione Obama mi ha deluso. Le riforme è ora di farle. Il Pdl è il contenitore giusto per i cattolici. Come la Dc di De Gasperi? E di Sturzo. A Riva del Garda non nasce il partitino di Lepanto. Formigoni a tutto campo "Francamente mi ha deluso”. E arriccia le labbra per dare più enfasi al concetto. “Leggere Barack Obama che fa ricorso a giustificazioni, anzi giustificazionismi, di tipo religioso per tentare di coprire una scelta che in realtà è profondamente antireligiosa e antiumana…”. Sospira. “Ma è sempre così, è una caratteristica di questi ?tempi rei?, se mi lascia usare quest?espressione”. E? un Roberto Formigoni con molto entusiasmo (“determinato, soprattutto direi determinato”) quello che incontriamo in una mattina di sole, una delle poche di Milano in cui la vista dal suo ufficio in cima al Pirellone diventa davvero invidiabile. Va alla carica, il governatore di Lombardia, come ogni volta che l?impegno politico esce dalla routine e gli chiede di prendere posizione sulle grandi sfide e i grandi temi del dibattito pubblico. Le notizie che aprono i giornali, in questi i giorni, sono la ricerca sulle staminali rilanciata dal presidente americano, il dibattito in corso in Parlamento sul testamento biologico. Formigoni si è molto esposto – e con lui il governo regionale di cui è a capo – anche nel caso di Eluana Englaro, cittadina lombarda, anzi della sua Lecco. Quanto è diventato centrale, gli chiediamo, il dibattito bioetico nella società e nella politica? E, soprattutto, cosa ritiene si debba fare? “Il tema bioetico è diventato centralissimo oggi, perché è cresciuta a dismisura la capacità dell?uomo e della scienza di manipolare la natura e di manipolare anche se stesso. E? questa capacità enorme della scienza che pone problemi all?etica e alla politica. Attenzione: io ritengo che questa possibilità della scienza sia un bene, nasce dalla ricerca, nasce dalla capacità umana. Tutto sta però a come l?uomo la utilizza. Ancora una volta, il problema non è esterno, ma è tutto all?interno del soggetto uomo: è in gioco la sua possibilità di scegliere il bene e il male, usare queste tecniche per il bene si sé e dei suoi simili o per una manipolazione disumana. Questo crocevia della storia ci spinge a decidere, ancora una volta, su chi siamo e su che cosa vogliamo per noi”. E dunque il cambiamento di prospettiva che le prime mosse di Obama sembrano indicare a tutto il mondo, non la convince… “A parole sono tutti cattolici, sono tutti cristiani e credenti. Ma poi sentono la necessità di giustificare le loro scelte di morte, le loro scelte antiumane, dal punto di vista religioso. Lo abbiamo visto con Eluana, lo abbiamo visto ai tempi della legge 40 e lo vediamo adesso con Obama. Oggi sembra prendere maggior forza una cultura tragica, che tende a considerate l?uomo come soggetto manipolabile. Si dice di voler usare le conoscenze a scopo curativo, e invece c?è una deriva eutanasica, una possibile deriva eugenetica. Tutto questo sfida le culture religiose e le culture dell?uomo”. Da qui, secondo Formigoni, nasce la possibilità di un dialogo tra laici e cattolici che abbiano in comune la difesa e la salvaguardia dell?umano. Una battaglia prima culturale, che politica: “Bisogna parlarne, spingere la gente a riflettere e pronunciarsi. La bioetica non è uno dei temi di cui è invasa oggi l?agorà della comunicazione. E? ?il? tema, e non può essere lasciato nelle mani soltanto dei politici, anche se democraticamente eletti, con il consenso popolare come Obama. Riguarda tutti”. Ma intanto Silvio Berlusconi è tornato ad atteggiarsi ad “anarchico” in campo etico, dice che sul testamento bisogna lasciare libertà di coscienza. Non è contraddittorio rispetto a quanto lei sta dicendo? “Un momento. Il presidente Berlusconi parla di libertà di coscienza. Ma poi, al momento giusto, sceglie bene, sceglie il giusto e dice che chi vuole essere parte del popolo delle libertà deve essere dalla parte e dalla vita e non da quella della morte. Diciamolo con chiarezza: su Eluana c?era un paese spaccato, c?erano i sondaggi, probabilmente, erano più contro che a favore. E lui invece, sfidando anche i sondaggi, ha fatto la cosa giusta. Alla faccia dell?anarchia etica”. Dunque, il Pdl le sembra un buon contenitore, entro cui la sua cultura è ben rappresentata. “Ottimo contenitore. Sul caso di Eluana, del resto, si è creato un ?unum sentire?, penso a Sacconi ma anche a Quagliariello e ad altri, che mi ha fatto sentire davvero orgoglioso di essere nel Pdl. E anche pacificato, posso dirlo, con la mia coscienza per avere tante volte girato l?Italia, nelle campagne elettorali, per invitare i cattolici a votare per questo partito”. Tant?è vero che, come dicono i sospettosi, lei con i suoi amici sta già organizzando una corrente cattolica dentro il Pdl, per pesare di più. Non è così? “Molto di più”, ride. “E? molto di più che una corrente: è tutta un?altra cosa”. Allora ci spieghi che cosa succederà a Riva del Garda, al raduno nazionale di Rete Italia in programma per il prossimo weekwend. “Rete Italia non è una corrente, è un luogo di riflessione e dibattito aperto a tutto il Pdl e al servizio di tutto il Pdl, di tutte le sue componenti culturali, di chi abbia voglia di discutere. Tant?è vero che, oltre a ministri e deputati, ci saranno politici che nel partito provengono da altre tradizioni politiche e culturali. Vogliamo fare un grande partito? E allora bisogna pensare, studiare, confrontarsi, discutere. Niente a che fare con la vecchia logica delle correnti. Io mi auguro che ci siano dieci, cento, mille Rete Italia”. Allo stesso tempo, Rete Italia è un po? lo specchio e il risultato operativo di un?idea di partito e di politica molto attiva, partecipata, quasi movimentista che Formigoni ha da sempre nel suo Dna: “Noi ci ritroviamo due volte all?anno con una grande assemblea, ma poi anche mensilmente a Milano. Ci sono certamente esponenti della politica attiva e amministratori locali; ma ci sono anche uomini del sindacato, della presenza sociale, dell?impresa. E ci sono molti giovani. Gente che ha scelto il Pdl perché lo riconosce come un luogo di lavoro politico libero, costruttivo”. Ma qual è l?idea di base, la filosofia di una realtà come Rete Italia? “Direi il protagonismo dell?uomo e la sussidiarietà. L?uomo e non lo stato – non il partito, non l?ideologia – posto al centro del vivere sociale. E dunque la famiglia, il lavoro, la libertà d?impresa e la sussidarietà e la solidarietà. In questo senso, pensiamo che Rete Italia sia lo spazio ideale per un incontro tra tutti coloro che riconoscono questi valori”. Quindi non è un tentativo di organizzarsi, all?interno del nascente partito, in base e attorno all?identità cattolica? “No, assolutamente. Non è il partitino di Lepanto, la corrente identitaria. Un?ipotesi che aborrisco. Il tema che ci siamo dati per Riva del Garda è proprio l?opposto, è quello di un possibile dialogo e lavoro comune tra cattolici e laici attorno alla difesa della libertà della persona e della libertà nella società. Vede, noi viviamo ancora aggrappati a una tradizione, pure nobile, che viene dall?illuminismo e che pone al centro lo stato. E? lo stato hegeliano, in fondo. Noi invece diciamo che il centro oggi deve tornare a essere non più la macchina dello stato o del partito, ma la persona”. Dunque c?entra anche la questione bioetica, impostata attorno al tema della dignità della persona. “Certamente, lo dicevamo prima. Ma guai a ridurre la presenza dei cattolici nella vita politica, o dentro a un partito, ai soli temi etici o bioetici. Primo perché sono di tutti, secondo perché per un cristiano non c?è solo quello. Ci sono la famiglia, il lavoro come massima espressione della persona umana, c?è l?ambiente pensato fuori da un?ideologia catastrofista che ritiene l?uomo causa negativa di tutti i disatri. Rete Italia è nata perché di tutto questo si discuta apertamente anche tra le varie anime del partito”. Sandro Bondi ha detto di pensare al Pdl come a una nuova Dc di De Gasperi. E? un?immagine che condivide? “Sì, se intesa nel senso che la Dc – quella di De Gasperi, ma l?idea potrebbe tornare indietro fino a don Sturzo – è stata davvero un grande contenitore, un grande crogiuolo in cui si sono incontrate la cultura cattolica e quella laica del nostro paese. Ed è da quel crogiuolo che sono nate le riforme fondamentali che hanno dato forza all?Italia. Dunque, nel Pantheon del Pdl Sturzo e De Gasperi ci stanno tutti, di diritto. Dopo di che, però, sono passati anche sessant?anni, quell?esperienza è terminata e a questo nuovo progetto, a questo nuovo partito che stiamo costruendo si sono aggiunte altre tradizioni, gli amici An, o quelli che provengono dalla tradizione del riformismo socialista. Ognuno con i propri contributi. Nasciamo con l?ambizione di essere un partito del cinquanta per cento e anche oltre degli italiani, e questo vuol dire che è siamo un grande contenitore dentro cui sono destinate a incontrarsi e a convivere storie e sensibilità diverse. Ma con la consapevolezza di essere il grande partito dei moderati e dei riformatori”. Puntate a essere egemoni? “Non mi piace la parola, ha una derivazione gramsciana”. Però ha ha funzionato… “Certo, ma noi vogliamo mettere insieme tutta la maggioranza moderata italiana”. A proposito di riforme, viviamo in un periodo in cui il massimo di prospettiva politica possibile sembra essere il “cerchiamo di salvare la pelle dalla crisi”. Spesso sembra mancare una prospettiva più ampia dell?agire politico. Voi invece, a Riva del Garda, parlerete anche di riforme, persino di quelle “impossibili”, come quelle della scuola, della giustizia… “Infatti ci saranno il ministro Gelmini, il ministro Alfano. Ma questo è il punto: l?Italia ha bisogno di riforme, e io credo che noi, il Pdl, abbiamo oggi una grandissima chance, forse unica”. In che senso? “Perché ce n?è urgenza. E perché la sinistra, che si oppone al vero riformismno, è allo sbando. Attenzione, non è per avere o mantenere ?il potere?, ma per cambiare davvero l?italia, antico sogno berlusconiano, del resto. Dobbiamo renderci conto che negli ultimi decenni l?italia ha sprecato malamente altre occasioni di riforma, momenti in cui si erano aperte chance di cambiamento: negli anni 80, dopo il referendum sulla scala mobile, e poi con il riformismo di Craxi. Tutto sprecato, occasioni sprecate in un paese che attende riforme vere da cinquant?anni. Oggi il Pdl deve essere, assieme alla Lega e ai suoi alleati, la forza del cambiamento. E? un?occasione storica, dobbiamo essere determinati”. Ma è anche un momento di crisi difficile, lei è alla guida della regione economicamente più avanzata d?Italia, non sarà ottimista anche su questo fronte? “Non è questione di ottimismo, anche se è un dovere trasmettere una carica positiva. E? che vedo che abbiamo davanti a noi questa chance di riprendere, cambiare. Se poi mi chiede del paese, anche lì sono ottimista, pur con tutto il realismo del caso. Si dice sempre, ad esempio, che abbiamo un debito pubblico altissimo. Ma abbiamo anche il risparmio privato più alto al mondo, più forte del debito pubblico. E? qui ad esempio che sta la genialità del piano casa di Berlusconi: convincere la gente a utilizzare il suo risparmio per un bene importante come la casa, facendo ripartire in questo modo l?economia. E poi abbiamo le piccole medie imprese – qui in Lombardia ma non solo – che sono le prime a soffrire ma anche le prime ad avere la forza, la cultura imprenditoriale per reagire. E lo stanno facendo. E abbiamo un sistema bancario che sta soffrendo, ma certo più solido di altri. E abbiamo la genialità, la pragmaticità tipica della cultura e del lavoro italiani. Io dico che ce la possiamo fare. Lo dice anche Obama, ma quasi quasi ci credo di meno, per come sono messi loro”. Sei milioni di disoccupati annunciati dall?Unione europea, però, sono tanti. Com?è la situazione della sua Lombardia? “In questo momento, e spero non il mio sia non un ?non ancora?, i dati ci dicono che stiamo meglio di altre regioni. Soprattutto abbiamo messo in piedi un sistema di risposte sociali, di strumenti, che può funzionare. E parlo del grandissimo accordo stato-regioni sugli ammortizzatori sociali che ha messo otto miliardi a disposizione. E attenzione, la grandezza di questo accordo sta anche nel metodo usato: un metodo innovativo che ha coinvolto le regioni, molte delle quali ancora amministrate dalla sinistra, e dunque onore ai loro governatori di aver saputo superare le visioni ideologiche. Mentre a livello nazionale il Pd scatenava l?attacco al governo, mentre Epifani chiamava alla lotta, noi firmavamo un patto da otto miliardi. Senza contare che noi, in Lombardia, siamo stati previdenti e adesso possiamo mettere sul piatto investimenti, cioè spesa pubblica per le infrastrutture, per oltre dieci miliardi di euro. Interamente autofinanziati”. Buona notizia. Ma è anche vero che le infrastrutture per il nord e per la Lombardia in particolar modo, interessata da questioni-chiave come l?Expo del 2015, finora sono sembrate essere un contenzioso aperto, più che una risorsa. “A giugno apre il cantiere per la Brebemi, autofinanziata; entro fine anno quello della Pedemontana, autofinanziata al 70 per cento; poi partirà la nuova tangenziale di Milano; lì fuori c?è il nuovo grattacielo della Regione, e anche per quello, faticosamente, stiamo seguendo le tabelle di marcia”. Per la verità, i maligni dicono che è l?unico progetto che proceda a spron battuto… “Lo dicano, ma è una balla. Completamente. Abbiamo in costruzione undici nuovi ospedali, di cui dieci stanno procedendo a spron battuto. E settecento interventi di edilizia sanitaria realizati in questi anni. Sono esempi, ma dimostrano un?idea e una cultura politica che tutti possono giudicare”. E? la cultura che tutti si augurano di vedere in azione anche per la preparazione dell?Expo del 2015, che dovrebbe essere anche il grande volano per la ripresa economica. Ma finora si è perso quasi un anno. Come giudica la situazione ora? “E? così, si è perso un anno, è vero. Ma io dico: meglio trovare gli intoppi all?inizio e rimuoverli, che a metà strada quando è più difficile raddrizzare le cose. Ora non c?è più un minuto da perdere, ci sarà una fatica enorme da fare. Ma le risorse che servono sono ormai garantite al novanta per cento, la questione della governance è stata ripensata in un modo che mi sembra sia migliore e più utile per tutti, c?è un ?tavolo per la Lombardia? che si è messo al lavoro”. Tutto a posto, allora? “Mi lasci dire questo: il vero problema, a questo punto, non sono le infrastrutture. Quelle le faremo. Il vero problema è che avremo nel 2015 sei mesi, 180 giorni, da riempire di idee, cultura, fascino, proposte. La vera sfida sarà convincere i cinesi e i canadesi, che potrebbero stare a casa loro, a venirere qui, a vedere che cosa l?Italia e Milano hanno di nuovo da proporre. Altrimenti, avremo le strutture, ma faremo un mezzo fiasco, come a Saragozza. Ci vuole sapore e cultura, ma l?alimentazione e il cibo sono molto di più. Serve la magia dell?evento, è la parte più impegnativa”.

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Formigoni: "Mi candido se lo fanno tutti i ministri" (sezione: Scuola)

( da "Giornale.it, Il" del 16-03-2009)

Argomenti: Scuola

n. 11 del 2009-03-16 pagina 5 Formigoni: "Mi candido se lo fanno tutti i ministri" di Sabrina Cottone Verso le elezioni europee. Il governatore chiede una sfida "amichevole" nel Pdl Si preparano anche Gelmini, La Russa e Podestà nostro inviato a Riva del Garda «Che politica è se non si ha il gusto di andare tra la gente?». Roberto Formigoni chiude la tre giorni di Rete Italia e conferma la disponibilità a candidarsi per il Parlamento europeo, come richiesto da Silvio Berlusconi a ministri e presidenti di Regione. è chiaro il suo desiderio di andare alla conta dei voti: «Sarebbe anche l?occasione per vedere chi ha più consenso all?interno del Pdl. Se si candidano tutti i ministri, sono pronto». E così in Lombardia si profila una sfida amichevole tra grossi nomi della politica, tanto per citarne alcuni il ministro dell?Istruzione, Mariastella Gelmini (che è intervenuta all?incontro di Riva del Garda), e della Difesa, Ignazio La Russa. Ma anche Gabriele Albertini («sono europarlamentare uscente e mi preparo a tornare in campagna elettorale» assicura l?ex sindaco dalla convention formigoniana), e il coordinatore regionale azzurro, Guido Podestà. Formigoni comunque assicura di non aver intenzione di lasciare il lavoro in Lombardia. «Sarà Berlusconi a fare le liste per le europee, ma se sarò candidato, non si aprirà un problema in Regione perché la mia sarà una candidatura di testimonianza, di servizio» spiega il governatore. Esiste però anche l?opzione due: «Se si stabilirà la non incompatibilità tra le cariche, potrei fare qualche mese di doppio mandato. Ma non credo sia possibile, perché non lo consentono le normative europee». Berlusconi ha appunto chiesto a ministri e presidenti di Regione di candidarsi e, in collegamento telefonico con il convegno di Riva del Garda, li ha anche invitati a darsi da fare sul territorio: «Ha ragione Formigoni a dire che i nostri ministri devono imparare dalla Lega a consumare le scarpe e a stare con la gente». Il premier invita parlamentari e dirigenti del Pdl a «mettersi sempre in discussione» prendendo esempio da lui: «Io a ogni elezione metto la mia faccia, mi impegno in prima persona come successo in Abruzzo e in Sardegna». Il leader del Pdl, parlando poi da Cernobbio, si è mostrato ottimista sulle amministrative e sull?appianamento delle divergenze con la Lega per il voto locale in Lombardia: «Mi sembra tutto definito, abbiamo una sola Provincia in cui decidere». L?allusione del premier è a Brescia, dove il Carroccio continua a chiedere il candidato. Ma Berlusconi esclude conflitti: «Leggo di contrasti e impuntature, in realtà tra di noi si discute in modo amichevole. Il mio criterio è sempre stato scegliere il candidato migliore». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Fondi alle università: il merito premierà Bologna e Padova (sezione: Scuola)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 16-03-2009)

Argomenti: Scuola

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: PRIMA data: 2009-03-16 - pag: 1 autore: Atenei. I nuovi incentivi al debutto Fondi alle università: il merito premierà Bologna e Padova Ai nastri di partenza i «premi » da 525 milioni per aumentare i fondi alle università più virtuose allontanandosi progressivamente dal vecchio finanziamento su base storica. Entro il 2011, secondo il ministro Gelmini, gli incentivi dovrebbero salire fino a 2,5 miliardi. Il ministero dell'Università ha tempo fino al 31 marzo per varare la nuova distribuzione, e sta studiando gli ultimi correttivi da applicare al modello. Ma fin da oggi è possibile stimare quali università guadagneranno di più dai nuovi parametri fondati sulla qualità della ricerca e dell'attività didattica. Le doti più consistenti dal cambio di passo dei finanziamenti sono attese a Bologna e Padova, seguite da Torino e dai due atenei «storici » milanesi (Statale e Politecnico). Più in difficoltà gli atenei del Centro-Sud, a partire da Messina,Sassari e Palermo.Senza l'aumento dell' 1% al fondo ordinario introdotti per il 2009, 23 atenei su 58 perderebbero fondi con il cambio dei criteri Trovati u pagina 9 l'articolo prosegue in altra pagina

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Atenei, più fondi dal merito (sezione: Scuola)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 16-03-2009)

Argomenti: Scuola

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-03-16 - pag: 9 autore: Riforme. Bologna, Padova e Torino sono le università che otterranno i benefici maggiori dalla svolta Atenei, più fondi dal merito Budget 2009: cresce la quota ripartita con nuovi criteri di qualità Gianni Trovati Forse questa volta si cambia davvero. Al ministero dell'Università inizia oggi una settimana di superlavoro per condurre in porto i provvedimenti attuativi di tre riforme annunciate da anni, suscitando nell'accademia speranza ma anche molte paure. è pronto il regolamento attuativo per l'Agenzia di valutazione, già tentata senza successo nella scorsa legislatura, e quello per far partire i concorsi a sorteggio, ma soprattutto i tempi stringono per la ripartizione dei finanziamenti 2009 con i nuovi criteri «meritocratici». Il ministro Mariastella Gelmini appare determinata a non indietreggiare ( si veda anche Il Sole 24 Ore di giovedì scorso), e a fare del 2009 l'anno del cambio di passo del finanziamento in nome del merito. Entro fine mese dovrebbe quindi vedere la luce il decreto con la nuova ripartizione dei fondi, mentre si studiano gli affinamenti al modello con cui distribuire i premi. E tradurre in realtà una svolta già tentata senza successo da Letizia Moratti nel 2004 e da Mussi nel 2006/2007. Le resistenze, del resto, sono state tante, e a spiegarne la ragione sono i numeri: aumentando il valore degli incentivi fondati sulla qualità della ricerca e della didattica, diminuisce la quota di fondi distribuita su base storica, che premia chi in passato ha speso di più. La tabella qui sotto stima l'effetto della redistribuzione che si otterrebbe applicando il modello di assegnazione degli incentivi al 7% del finanziamento ordinario, cioè 525 milioni contro i 159 (pari 2,23% del fondo) del 2008. Bologna, Padova e Torino sono le università che avrebbero i benefici maggiori dalla svolta, aumentando di circa 5 milioni la dote rispetto allo scorso anno grazie a premi che all'Alma Mater superano i 30 milioni. In ottima posizione anche gli atenei "storici" di Milano (Statale e Politecnico) e Torino, mentre a soffrire di più sarà un gruppo di atenei del Centro-Sud: a partire da Messina, che nel nuovo quadro otterrebbe 1,5 milioni in meno rispetto al 2008. I saldi indicati sono quasi tutti positivi, ma tanti dei segni più non si spiegano con la virtuosità diffusa negli atenei. A salvare molti è l'incremento di circa 70 milioni del finanziamento statale destinato agli atenei nel 2009 rispetto a quello dello scorso anno. Senza questo intervento, infatti, La Sapienza di Roma sarebbe sotto di oltre 5 milioni, Messina ne perderebbe 3,5, Palermo 2,5 e Napoli 1,5. In totale, 23 università su 58 (il 40%) riceverebbero un assegno più leggero dell'anno scorso. Rispetto ai calcoli indicati in tabella, basati su criteri e valori utilizzati lo scorso anno, le novità reali portate dai fondi 2009 dovrebbero però essere ancora più incisive. Il ministero – anche sotto la spinta delle 13 università riunite in Aquis e dello stesso Cun- sta ristrutturando il modello di distribuzione dei premi, che nella sua versione "tradizionale" (su cui si basa la tabella) dedica alla ricerca solo un terzo del "punteggio", riservandone un altro terzo alla «domanda» (il numero di studenti) e la restante parte ai risultati della didattica (crediti ottenuti dagli studenti e numero di laureati). Il modello rinnovato, invece, dovrebbe destinare almeno metà del punteggio alla ricerca, e le ipotesi più «innovative» parlano anche del 66 per cento. In questo modo, naturalmente, aumenterebbero i premi per gli atenei più attivi, alleggerendo proporzionalmente i finanziamenti destinati a quelli meno impegnati su questo terreno. L'aumento di peso della ricerca, secondo gli ultimi dati del Miur, farebbe crescere le risorse in atenei come il Politecnico di Torino, Trento, Trieste e Siena, mentre stringerebbe i cordoni in molti piccoli atenei del Sud. Tutto questo, nei piani ministeriali, è solo l'antipasto,perché entro il 2011 i premi ai migliori dovrebbero salire, secondo le intenzioni più volte espresse dal ministro Gelmini, fino a 2,5 miliardi di euro, cinque volte la somma prevista quest'anno. Per far partire davvero l'impennata, però, bisognerà correggere il taglio ai fondi universitari previsto per 2010 e 2011 (oltre un miliardo di euro),altrimenti i conti dell'accademia sarebbero destinati a saltare. A vigilare su tutto, poi, sarà chiamata la nuova Agenzia, il cui regolamento attuativo - come detto - è ai nastri di partenza. Anche su questo fronte un'accelerazione sarebbe salutare perché la transizione infinita sta danneggiando i Comitati di valutazione del sistema universitario e della ricerca, cioè i veri autori dei sistemi chiamati a misurare il merito delle singole università. IN SETTIMANA Pronte anche le regole che rendono operativa l'Agenzia di valutazione, già tentata senza successo nella scorsa legislatura

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Gli istituti tecnici vincono il primo round-iscrizioni (sezione: Scuola)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 16-03-2009)

Argomenti: Scuola

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-03-16 - pag: 9 autore: In crescita le scuole storiche, legate alle imprese Gli istituti tecnici vincono il primo round-iscrizioni Francesca Milano Gli istituti tecnici attirano più iscritti, almeno a giudicare dai primi risultati messi in fila dalle scuole "storiche" d'Italia. Sono sempre di più (in media il 20%) gli studenti dell'ultimo anno delle medie che hanno scelto di proseguire gli studi optando per la formazione tecnica in uno di questi grandi istituti molto radicati sul territorio. All'Itis Tullio Buzzi di Prato le pre-iscrizioni sono state 275 contro le 207 dello scorso anno. «Formeremo due classi prime in più – spiega il preside Francesco Rossi –, anche se dal terzo anno con la riforma potremmo avere problemi a formare le classi dei vari indirizzi». Riforma a parte, l'appeal degli istituti tecnici è in aumento. «In un momento in cui i laureati faticano a trovare lavoro – spiega il preside Rossi – per un giovane è più appetibile una scuola che gli garantisca uno sbocco professionale». L'attrazione dei tecnici raggiunge a Vicenza numeri da record: all'istituto Alessandro Rossi le iscrizioni al primo anno sono cresciute quasi del 50% rispetto al2008. «Quest'anno avremo 296 iscritti alle prime classi – afferma il preside Gianni Zen – e formeremo tre nuove sezioni». Il merito, secondo il preside, è tutto dello stretto rapporto instaurato con le imprese del territorio. «Anche in momenti di crisi come quello che stiamo vivendo – spiega – c'è la necessità da parte delle imprese di assumere bravi tecnici». Una scuola che prepara al lavoro ma che dà anche le basi per poter accedere all'università. «Il 54% dei nostri ex allievi – conferma il preside – proseguono il percorso di studi, dimostrazione del fatto che i tecnici non sono scuole di serie B». A spingere i giovani verso gli istituti tecnici sono anche le famiglie: «Spesso –spiega la preside dell'Itis Enrico Fermi di Mantova, Cristina Bonaglia – i genitori che lavorano nelle imprese della provincia consigliano ai figli un'istruzione tecnica, proprio perché hanno esperienza diretta del bisogno di personale nelle aziende». Anche qui il legame tra il tessuto economico e le scuole è molto forte: «A maggio iniziano ad arrivare le richieste delle aziende che vogliono l'elenco dei diplomati – racconta – e a volte ai ragazzi viene offerto un contratto a tempo indeterminato ancora prima dell'esame di Stato». A Genova l'istituto tecnico nautico San Giorgio si prepara ad accogliere 340 nuovi iscritti, 30 in più rispetto al 2008. «La risalita – spiega il preside Wladimiro Iozzi – è iniziata qualche anno fa. è il mercato a chiedere gli i tecnici non muoiano, e la riforma Gelmini, pur con qualche angolo da smussare, mi sembra una giusta risposta». All'istituto Leonardo Da Vinci di Firenze gli iscritti al primo anno dell'Itis sono aumentati del 26%per cento. «Questi risultati sono dovuti allo sforzo che la scuola sta facendo in termini di orientamento», spiega la professoressa Alessandra Cervato. «Come dimostrano i dati raccolti – spiega Claudio Gentili, direttore Education di Confindustria – le iscrizioni agli istituti tecnici crescono laddove c'è un forte rapporto con le imprese». è il caso dell'Itis Eugenio Barsanti di Castelfranco Veneto, dove l'incremento è stato del 41% rispetto all'anno precedente. «Dietro a ogni grande azienda italiana – aggiunge Gentili – c'è un istituto tecnico di qualità». Tanto si sta facendo, ma tanto è ancora da fare. «Bisogna chiarire che in Italia esistono tre canali: i licei, gli istituti professionali e i tecnici. Questi ultimi offrono la possibilità agli studenti di trovare un impiego o di proseguire gli studi. Ma per spiegare questo è necessario potenziare il canale dell'orientamento, in modo da raggiungere anche le ragazze che troppo raramente si iscrivono a un istituto tecnico, credendo erroneamente che si tratti di una scuola "per maschi"». Anche il finanziamento della Regione Lazio rimarca la "nuova vita" dei tecnici. «Abbiamo stanziato 9 milioni di euro – spiega l'assessore all'Istruzione Silvia Costa – per consentire ai quasi cento istituti professionali della regione di incrementare l'offerta formativa e di dotarsi di laboratori e di strutture informatiche. è un segnale importante, soprattutto in un momento così difficile per la scuola italiana». francesca.milano@ilsole24ore.com DOPPIO SBOCCO A differenza dei licei e del professionale, l'Itis dà una reale possibilità di scegliere se proseguire gli studi o trovare lavoro

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Il Cavaliere si sfoga in elicottero "Quel Fini mi mette in difficoltà" (sezione: Scuola)

( da "Repubblica.it" del 16-03-2009)

Argomenti: Scuola

LESA - L'elicottero ha appena lasciato Cernobbio e l'ultimo rito a cui, sempre più suo malgrado, lui si sottopone. Stavolta Silvio Berlusconi doveva rassicurare i commercianti sfiancati dalla crisi. È andata, lui ha garantito "l'assonanza assoluta" del governo con le loro richieste, la platea ha applaudito. Ma solo adesso, in volo verso il buen ritiro del lago Maggiore, si distende davvero. Allunga le gambe sul sedile di fronte, guarda il mondo dall'alto e gli viene un sorriso triste. L'ha detto già a Villa d'Este, "rimpiango il tempo in cui facevo solo l'imprenditore", ma è il caso di ribadire: "Il modus operandi dei politici è molto diverso dal nostro". Tutti i politici, mica solo quelli dell'opposizione. Fini, per esempio, messo in croce due ore prima da Formigoni per problemi di successione: "Ora che riveste un ruolo istituzionale - pensa a voce alta il premier - deve dimostrare di essere sempre sopra le parti; su quel ruolo ha investito tutto". Che poi faccia bene a comportarsi così, è un altro discorso: "Posso anche capirlo, ma questo a volte fa emergere momenti di difficoltà". Poi c'è Bossi, pure lui con i suoi smarcamenti e con quel suo "desiderio" di portare un leghista (e non l'azzurro Romele) alla guida della Provincia di Brescia. Un "desiderio" che impedisce di chiudere in fretta l'accordo nel centrodestra per le amministrative di giugno: "Qualcuno fa problemi perché anche a Milano c'è un candidato del Pdl, ma è solo per avere altro". Per esempio una poltronissima alla Fiera di Milano. OAS_RICH('Middle'); Insomma: anche i leghisti hanno imparato bene i trucchi della politique politicienne, ma almeno "loro sanno stare sul territorio". Per non dire di Tremonti, che costringe il Cavaliere (parole sue) "a farmi concavo per evitare le curve". Il superministro a Cernobbio ha dato forfait, per evitare nuove polemiche. Anche questo fa parte del rito, del teatrino. E in questa domenica trascorsa tra due laghi, dopo una telefonata con Emma Marcegaglia ("è stata male interpretata, abbiamo anche scherzato") Berlusconi si concede il lusso di arrivare a Cernobbio con la faccia scura, quasi tirata. Il corpo parla e lui, seduto e silente a fianco di Carluccio Sangalli, dice abbastanza: si agita sulla sedia, sistema la cravatta, si tocca il naso, fa qualche impercettibile sbuffo, picchetta il tavolo con la penna. E, mai visto prima, prende appunti prima di intervenire. "Si è stufato", confida un sodale della prima cerchia. Un po' si sente. La nostalgia dichiarata per il mestiere dell'imprenditore fa il paio con i lamenti per lo stato in cui versa la pubblica amministrazione: "Quando voglio una lettera in fretta, la faccio fare alla mia Marinella". Meglio la segretaria privata degli uffici dominati da una "burocrazia costosa e inefficiente". Ma lui si tira fuori: "Utilizzo i soldi pubblici come se fossero miei, scrivo gli appunti sul retro bianco di fogli già usati". Ma "il sistema è bloccato", e anche nella sua metà campo politica le cose non marciano al meglio. Troppi sgomitatori con il peccato originale della politica vissuta come professione. Largo ai giovani della sua squadra, loro sì che sono bravi. Su tutti Angelino Alfano, in odore di delfinato, poi la "determinatissima" Gelmini, la Brambilla che tra un mese sarà ministro, Fitto e la Prestigiacomo. Qualcuno di buono ci sarebbe pure a sinistra. Non Franceschini: "Rispetto a Veltroni non è cambiato niente". Però "di là ho molti amici, che invito sempre a venire con noi". Magari non Prodi, omaggiato di un inusuale "poverino": "È per colpa dei Verdi che il suo governo non ha fatto le infrastrutture". Meno male che c'è la politica estera, che impegna "il 60 per cento della mia attività". A parte i commissari Ue che si permettono di criticarlo, rendono quindi necessario "riorganizzare" il governo comunitario, fuori dal cortile italiano sì che lo apprezzano. Gheddafi, per dire, gli ha regalato "tre cammelli, il maschio è alto tre metri e l'unico posto dove lo posso mettere è l'anticamera". L'elicottero atterra su Villa Campari, sponda piemontese del lago Maggiore. Quanto gli piace questo posto, eppure è solo la seconda volta che ci viene, dopo il compleanno in famiglia del 29 settembre. Allora c'era Veronica, c'è anche adesso. Era all'indomani del derby vinto dal Milan, e va bene ancora: cinque pappine al Siena. Queste sono vere soddisfazioni, altro che la gabbia dorata del potere. E si può perfino essere generosi: "Contro il Manchester tifavo Inter, a cui invidio tantissimo un campione come Maicòn". (16 marzo 2009

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La Gelmini: i presidi sono bugiardi (sezione: Scuola)

( da "Stampaweb, La" del 16-03-2009)

Argomenti: Scuola

ROMA Bacchettate ai presidi, che remano contro la scuola e contro il governo, e un?insufficienza al partito democratico, che cavalca l?onda della protesta. Il ministro dell?Istruzione Mariastella Gelmini ha dato un volto ai suoi nemici parlando ieri sul palco del raduno nazionale del movimento «Rete Italia», che si sta svolgendo a Riva del Garda. Sono la «controinformazione camuffata» e «gli allarmismi ingiustificati, come nel caso del tempo pieno» contro la riforma dell?istruzione, attività svolta dai troppi dirigenti scolastici che «fanno politica contro il governo». Un comportamento riprovevole, anche perché il governo ha fatto di tutto per «superare la scuola di matrice sessantottina». In che modo? Ad esempio, «ripristinando il voto in condotta e con la reintroduzione del grembiule». Quindi, è arrivato il momento di dire basta: agli operatori del settore «spetta applicare le leggi e le circolari del ministero. E? giusto - concede - che ognuno abbia una propria opinione, ma la politica deve restare fuori dagli istituti». Rimessi al loro posto i presidi, ce n?è anche per l?ex segretario del Partito democratico, Veltroni, e il successore, Franceschini: «L?errore più grande di Veltroni è stato quello di aver cavalcato una protesta facile, suscitata il più delle volte ad arte, che aveva però il fiato corto. E con Franceschini la musica non è cambiata, quando parla per esempio della chiusura delle piccole scuole». «Bisogna dirgli - ha aggiunto - che con le regioni abbiamo preso delle decisioni diverse. Innanzitutto perché c?è il problema della sicurezza nelle scuole, uno dei problemi principali che dobbiamo affrontare: la tragedia di Rivoli non deve più accadere. La scuola non è di destra o di sinistra, ma è di tutti i giovani e noi dobbiamo lavorare per loro. Basta soldi a pioggia senza controlli». La replica alle bordate del ministro dell?Istruzione è arrivata da Giuseppe Fioroni, responsabile Pd Area Educazione: «è vero che Berlusconi promette miracoli, ma non credo che il ministro Gelmini possa arrivare alla moltiplicazione dei pani dei pesci. Con le scuole senza fondi e con i tagli al personale la chiusura delle scuole dei piccoli Comuni è un dato inevitabile». Fioroni ha suggerito al ministro di leggere «le cronache locali dei giornali: vedrà come, al di fuori dell?opinione dei palazzi, il sistema pubblico di istruzione si sta lentamente smantellando e con esso i valori fondamentali che la nostra scuola da sessant?anni ha interpretato». + "Ho finito i soldi" E per protesta non firma il bilancio

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"Se essere italiani diventa una punizione" (sezione: Scuola)

( da "Tempo, Il" del 16-03-2009)

Argomenti: Scuola

stampa La lettera delle mamme al ministro Gelmini "Se essere italiani diventa una punizione" Le mamme della "Pisacane" scrivono al ministro Mariastella Gelmini e a tutti i parlamentari. Una richiesta d'aiuto per far fronte alla difficoltà di far frequentare ai propri figli una scuola dove, su 180 studenti, solo pochi sono italiani. «Nessuna tra noi mamme della "Carlo Pisacane" di Roma iscriverà i propri figli entro il 28 febbraio a questa scuola. Invitiamo tutte le mamme di tutte le scuole italiane che si trovano nelle nostre stesse condizioni a fare altrettanto». Con queste parole si apre la lettera indirizzata al ministro Mariastella Gelmini e a tutti i parlamentari. Una richiesta d'aiuto che viene da un gruppo di mamme che ogni giorno toccano con mano la difficoltà di far frequentare ai propri figli una scuola dove, su 180 studenti, solo pochi sono italiani. Un appello che non nasce però da discriminazioni etniche, ma a difficoltà oggettive di convivenza che minuziosamente descrivono. «I nostri figli non possono essere diversi dai tanti bambini italiani che hanno la fortuna di frequentare scuole dove regna l'armonia e si compiono normali percorsi di apprendimento e socializzazione. I nostri figli hanno diritto ad avere degli amichetti con cui giocare anche al di fuori dell'orario canonico, mentre le comunità di stranieri presenti nel nostro istituto sono chiuse e non si lasciano frequentare, hanno diritto ad andare in gita scolastica, mentre per la stessa ragione e, probabilmente, anche per motivi economici i bambini stranieri non possono mai partecipare ai viaggi che - di tanto in tanto - si provano a organizzare. Niente città d'arte, nessun soggiorno sulla neve: non si raggiunge mai il numero minimo per partire. I nostri figli hanno diritto a fare e a vedere un presepe con il bambino Gesù, la Madonnina e San Giuseppe, mentre il «Villaggio globale» organizzato lo scorso anno aveva moschee, minareti e donne in burka mischiati ai pastori e ai Re Magi. I nostri figli conoscono il nostro alfabeto ed è evidente che questo risulta un vantaggio rispetto a chi scrive in cirillico, arabo, cinese, così come è evidente che questo vantaggio si trasforma in un handicap quando si cerca di uniformare l'offerta formativa per renderla adatta a tutti. I nostri figli hanno diritto a vivere la loro italianità con naturalezza e non come una punizione e noi mamme siamo prontissime a partecipare alla scommessa. Ma se una scuola arriva a contenere 15 bambini italiani su 180 e classi come l'attuale prima elementare, con un solo bambino italiano su 23, nessuna integrazione è possibile. Per questo abbiamo deciso di cambiare istituto. Così come - ed è un avvertimento - lasceremo a Lei, Ministro, la prima scuola pubblica d'Italia composta solo da stranieri. Ce ne andremo altrove, non possiamo permetterci le private, ma le famiglie romane hanno almeno la fortuna - facendo qualche sacrificio logistico in più - di potersi recare in altre scuole primarie della zona. Metteteci un po' di coraggio: da oggi per noi inizia il conto alla rovescia. Con stima e cordialità».

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ALMERICO DI MEGLIO IL PREMIER SILVIO BERLUSCONI HA PREANNUNCIATO CHE, CON LA PROSSIMA RIFORMA DEL... (sezione: Scuola)

( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del 16-03-2009)

Argomenti: Scuola

ALMERICO DI MEGLIO Il premier Silvio Berlusconi ha preannunciato che, con la prossima riforma della Giustizia, le intercettazioni verranno ridotte al 10% dell'attuale quantità. Il ministro Angelino Alfano ha confermato, spiegando che verranno consentite solo quelle «assolutamente indispensabili alle indagini», specificando quali esse siano. Il presidente dell'Associazione magistrati, Luca Palamara, ha protestato distinguendo tra ascolti e pubblicazione delle registrazioni irrilevanti, e sottolineando che Gran Bretagna e Stati Uniti, finora ostili ad allargarne l'utilizzo, stanno studiando proprio il sistema italiano per contrastare il terrorismo (e la grande criminalità). È insorto il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro: «Se si ridurranno le intercettazioni al 10% vorrà dire che i reati impuniti aumenteranno al 90%». Parole simili dal responsabile Giustizia del Pd, Lanfranco Tenaglia: «Un regalo alla criminalità». Ma non solo intercettazioni. Il ministro della Giustizia, al convegno organizzato da "Rete Italia" a Riva del Garda, ha, infatti, ammonito i magistrati a non debordare dai propri àmbiti e competenze: «Ho sentito il ministro Gelmini dire che i dirigenti scolastici devono applicare le leggi e non essere a loro volta legislatori. Mi ha fatto piacere, io ho lo stesso problema con i magistrati». Alfano ha anche assicurato il «massimo impegno per risolvere la questione dei processi civili», puntualizzando che «in Italia sono pendenti 5 milioni e 400 mila processi civili, questo significa che ci sono almeno 10 milioni di persone che aspettano giustizia dallo Stato, una giustizia che non arriva». Il risultato è «un grande effetto di sfiducia non solo nella giustizia e nel processo civile» ma anche nell'«intera azione dello Stato», perciò «dobbiamo intervenire per migliorare la situazione». Particolare enfasi ha posto, il ministro, sulla grave situazione degli istituti di reclusione. «Siamo fuori dalla costituzione riguardo al principio di umanità nell'esecuzione della pena - ha affermato - La maggior parte delle carceri è stata costruita in secoli lontani. Il risultato è che talvolta siamo fuori dal principio costituzionale dell'umanità. Per questo, dobbiamo costruire nuove carceri». Alfano ha, inoltre, prospettato la modifica delle norme «in modo che i bambini sotto i tre anni» non vivano assieme alle madri detenute nei penitenziari. Un impegno che condividono i ministeri della Giustizia e delle Pari opportunità: «Sono 60 i bambini e speriamo di portarli entro pochi mesi tutti fuori e riconsegnare loro il diritto a una vita normale», ha precisato il ministro Mara Carfagna. Tornando alle intercettazioni, Berlusconi al forum di Confcommercio di Cernobbio, per spiegare la loro riduzione al 10%, s'è rivolto alla platea: «Chi di voi, alzando il telefono, è sicuro di non essere intercettato? Non è possibile che in una democrazia ci sia questo timore». Ha, tuttavia, riconosciuto che gli scolti restano «uno strumento importantissimo di indagini». Alfano, da parte sua, ha rimarcato che «già oggi le intercettazioni sono previste quando sono assolutamente indispensabili per la prosecuzione delle indagini» perciò la nuova legge spiegherà «ai magistrati che cosa vuole dire assolutamente indispensabili». Ed ha ricordato che il ministero della Giustizia ha un debito di 400 milioni di euro con le aziende che svolgono le registrazioni. «Meri pretesti per una legge che favorisce la criminalità», ha accusato il segretario dell'Anm, Giuseppe Cascini. E il presidente Palamara ha distinto tra le intercettazioni che servono per accertare i reati e la «pubblicazione di quelle irrilevanti ai fini delle indagini»: per evitare che finiscano sui media si potrebbe individuarle in una «udienza stralcio, prima del deposito degli atti di indagine» e custodirle in un «archivio riservato». Aspro il commento di Antonio Di Pietro: «La verità è che Berlusconi vuole evitare a tutti i costi che i suoi amici vengano intercettati, così sarà più difficile scoprire i suoi intrallazzi».

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iPod e politici, playlist tutta italiana per Franceschini. Il Boss per Maroni. Ligabue per la Gelmini (sezione: Scuola)

( da "Adnkronos" del 16-03-2009)

Argomenti: Scuola

iPod e politici, playlist tutta italiana per Franceschini. Il Boss per Maroni. Ligabue per la Gelmini Il leader del Pd ascolta Mina e De Gregori. Inconsuete le scelte del ministro Gelmini, che è fan di Gaber. Per il ministro dell'Interno in testa c'è Springsteen commenta 0 vota 1 tutte le notizie di POLITICA ultimo aggiornamento: 16 marzo, ore 13:32

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"Un 'esperienza importante visitare Strasburgo e l'Europarlamento" (sezione: Scuola)

( da "Varesenews" del 16-03-2009)

Argomenti: Scuola

Busto Arsizio - Impressioni raccolte tra i ragazzi degli istituti Olga Fiorini che lo scorso febbraio sono stati nella città alsaziona "Un 'esperienza importante visitare Strasburgo e l'Europarlamento" Strasburgo è una bella città, ma l'Europarlamento resta un po' un oggetto misterioso, da avvicinare con una punta di reverenza istituzionale e qualche perplessità sul modo in cui funziona. I ragazzi delle quarte e quinte delle superiori Fiorini e del Liceo Pantani (che hanno sede nello stesso plesso di via Varzi) lo scorso 2-3 febbraio sono stati in gita a Strasburgo e hanno avuto modo di approfondire le loro conoscenze sulle istituzioni europee. Ad accompagnarli erano il dirigente scolastico Rosario Vadalà, la vicepreside Giovanna Logozzi e i professori Luca Girardi, Marco Bina, Elio Turri. La gita formativa, così come l'incontro di oggi con l'europarlamentare Speroni, si inseriscono nel contesto della nuova disciplina «Cittadinanza e costituzione», introdotta dal ministro dell?Istruzione Mariastella Gelmini. Ci facciamo raccontare l'esperienza alsaziana da Simone Boldorini (quarta indirizzo grafico), Massimo Giamberini (quinta grafico), da Stefania Pasquetti ed Eva Santalucia della classe quinta indirizzo moda. «La città è molto bella e caratteristica» dicono i ragazzi, «molto più "tedesca" che francese. è linda, ordinata, pulita... perfino i servizi pubblici, che da noi nemmeno esistono, sono puliti - e gratuiti». Immancabilmente, i ragazzi hanno finito per farsi riconoscere rapidamente come italiani: poche le occasioni per fare conversazione in inglese, o per chi lo mastica, in francese. «Siamo finiti in un bar, abbiamo cercato di comunicare in inglese e subito siamo stati riconosciuti: i proprietari erano napoletani». Internazionalità poca, ma almeno un caffè fatto come Dio comanda. Visitata la città, chi intruppato, chi più o meno in libera uscita ma senza molta interazione con gli "indigeni" e le ciurme di "colleghi" di scuole d'ogni angolo d'Europa,si è andati dritti all'Europarlamento. «Architettonicamente l'edificio è una cosa... fuori dal mondo» gesticola Massimo per renderne le dimensioni e l'atmosfera solenne. «Dentro siamo rimasti un paio d'ore, eravamo stati preparati dagli insegnanti su alcuni temi delle istituzioni europee. C'erano pochissimi parlamentari nell'emiciclo, una decina circa, aveva appena finito di parlare Marco Pannella e abbiamo seguito un paio di interventi, saremo rimasti una mezz'ora. Poi abbiamo seguito una specie di conferenza in cui ci hanno spiegato per filo e per segno le funzioni e le attribuzioni dell'Europarlamento». Ad offuscare un po' il ricordo di Strasburgo la successiva tappa in una affascinante Parigi («meno male!» azzarda qualcuno). «Un'esperienza importante per noi a Strasburgo» dicono i ragazzi, «ci sarà a chi non è piaciuto questo o quello ma per noi è stata comunque un'occasione di cogliere le diversità tra l'Italia e gli altri Paesi d'Europa». E anche questo è crescere. Lunedi 16 Marzo 2009 SdA

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Europee/ Gelmini: Io candidata? Deciderà Berlusconi (sezione: Scuola)

( da "Virgilio Notizie" del 16-03-2009)

Argomenti: Scuola

Milano, 16 mar. (Apcom) - "Sarà Berlusconi a decidere: se lui chiama io lo seguirò come ho sempre fatto". Ha risposto il ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini, alla domanda su una sua possibile candidatura insieme agli altri ministri e governatori regionali in vista delle europee di giugno. Come il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, anche il ministro Gelmini attende che il premier Berlusconi fornisca ulteriori dettagli e formalizzi la proposta lanciata una paio di settimane fa.

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Amministrative/ Gelmini: un danno penalizzare FI in (sezione: Scuola)

( da "Virgilio Notizie" del 16-03-2009)

Argomenti: Scuola

Milano, 16 mar. (Apcom) - Penalizzare il ruolo di Forza Italia e più in generale del Pdl in Lombardia in vista delle prossime elezioni amministrative "sarebbe un danno per tutti", è questa l'opinione del ministro dell'Istruzione, Maria Stalla Gelmini a proposito della spartizione delle candidature lombarde tra An, Forza Italia e la Lega in vista dall'appuntamento del 6-7 giugno. "Pensare che venga penalizzata la componente di Forza Italia penso che sarebbe un danno per tutti - ha detto questa mattina a margine di una conferenza stampa al Pirellone - sta a Berlusconi con la Lega trovare la soluzione migliore. Non è un problema di questa o quella provincia ma di peso specifico delle forze". In Lombardia, in particolare, la scelta del candidato per la provincia di Brescia, non sia del tutto scontata come invece aveva lasciato intendere una settimana fa il premier Silvio Berlusconi. Non più tardi di due giorni fa la Lega aveva ribadito che il banco di prova per la tenuta delle alleanze sarà il voto per la riforma federalista. "Non è un problema di Brescia o di Monza - ha spiegato la Gelmini - è un problema di proporzionalità nel senso che in Lombardia vi è una forte presenza della Lega ma è anche forte la presenza del Pdl ma sopratutto al suo interno di Forza Italia".

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Assessore Virgilio propone ricorso Tar contro riforma Gelmini (sezione: Scuola)

( da "RomagnaOggi.it" del 16-03-2009)

Argomenti: Scuola

16 marzo 2009 - 17.16 (Ultima Modifica: 16 marzo 2009) BOLOGNA - L'assessore alla Scuola del Comune di Bologna lancia la proposta di valutare un ricorso al Tar contro la riforma Gelmini. "Stiamo ragionando su quali punti potremo agire giudizialmente, facendo ricorso al Tar", ha aggiunto l'assessore. Virgilio valuterà dunque quali sono "i punti di ricaduta della riforma sull'ente locale", per lanciare poi un'offensiva al Governo "sia come portatori degli interessi dei cittadini, sia come diretti interessati, per tutti i tipi di scuola, non solo per quelle comunali". L'assessore si riferisce non solo "ai tagli di organico", che avranno un effetto diretto sulla didattica e sull'organizzazione delle scuole, ma anche alle minori risorse che avranno a disposizione gli Enti locali e che incideranno negativamente. Ad esempio, "sul trasporto pubblico, esull'edilizia scolastica". Se l'ipotesi fosse praticabile, Virgilio auspica che possa essere adottata da tutti gli altri Comuni del territorio, per rendere piu' forte l'azione di protesta. Per l'assessore e' infatti necessario un "momento di confronto tra amministratori", che dia vita ad una "iniziativa politica di lotta di governo, per confrontarsidirettamente con la riforma: è un nostro dovere piu' che una possibilità". La possibilità è stata giudicata positivamente da Flavio Delbono, candidato del centrosinistra alla carica di sindaco di Bologna alle elezioni comunali del 6 e 7 giugno prossimo: "La proposta dell'assessore comunale alla Scuola - dice infatti Delbono - va nella giusta direzione: ogni strumento democratico, infatti, deve essere utilizzato per contrastare una riforma che, come sanno tutti i genitori e i docenti bolognesi, ha effetti devastanti sulla scuola italiana e, nella parte del maestro unico, e' gia' stata bocciata da quasi il 100% delle famiglie bolognesi, indipendentemente dalle simpatia politiche di ciascuno".

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Formazione. Intesa Formigoni-Gelmini: via al diploma regionale (sezione: Scuola)

( da "Sestopotere.com" del 16-03-2009)

Argomenti: Scuola

Formazione. Intesa Formigoni-Gelmini: via al diploma regionale (16/3/2009 19:01) | (Sesto Potere) - Milano - 16 marzo 2009 - Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini e il presidente della Regione Roberto Formigoni hanno sottoscritto questa mattina in Regione un'Intesa che dà il via libera alla innovativa e piena attuazione del governo regionale dell'istruzione e formazione professionale. Si sperimenta, a partire dall'anno 2009-2010, l'unificazione del sistema dell'istruzione professionale statale con l'istruzione e formazione professionale (IFP) regionale, appunto sotto il governo regionale. Sempre nell'intesa si sancisce il ritiro del ricorso del Governo contro la legge lombarda di riforma dell'istruzione (legge regionale n. 19 del 2007) e, quindi, dei ricorsi di Regione Lombardia contro le disposizioni della legge finanziaria del 2007 e la legge n. 40 del 2007. "Questa decisione - ha sottolineato il presidente Formigoni - chiude di fatto un contenzioso lungo due anni, durante i quali la Lombardia aveva contestato al Governo nazionale il tentativo di ricondurre indebitamente l'intera materia dell'istruzione professionale nella sfera delle competenze statali. E' un segnale promettente, per la Lombardia, di un'autentica attuazione della riforma del Titolo V della Costituzione". "Sanato il contenzioso - ha proseguito Formigoni - possiamo ora avviare una sperimentazione che ci permetterà di innalzare la qualità del nostro sistema di istruzione e formazione professionale e potrà essere di riferimento, se lo vorranno, anche per le altre Regioni d'Italia. Potremo garantire ai nostri giovani una formazione professionale personalizzata e rispondente alle esigenze del nostra sistema produttivo, che è tra i più avanzati d'Europa" "E' proprio avendo presente l'eccellenza del sistema Lombardia e della sua istruzione professionale - ha affermato il ministro Gelmini - che abbiamo voluto far partire la sperimentazione proprio da questa regione. Sostituendo la collaborazione istituzionale all'incomprensibile conflitto di competenze aperto dal precedente Governo, vogliamo realizzare insieme questo nuovo sistema formativo che parte dai profili tecnici. Può essere la risposta migliore alle richieste del mondo produttivo che lamenta la carenza di profili tecnici specifici" I TERMINI DELL'INTESA - L'intesa sulla sperimentazione si attua sulla base dell'adesione volontaria degli Istituti Professionali Statali (circa 170 in Lombardia) al sistema IFP (Istruzione e formazione professionale) regionale, così da garantire la continuità e l'unitarietà dell'offerta di istruzione e formazione professionale nel rispetto della libertà di scelta delle famiglie tra le istituzioni scolastiche e formative. La sperimentazione consente inoltre, anche nell'ambito dell'istruzione tecnica, l'avvio di forme innovative di organizzazione e gestione, valorizzando l'autonomia delle Istituzioni scolastiche, nel rispetto delle previsioni del Titolo V° della Costituzione. L'attuazione prevede due fasi. In una prima fase, anno scolastico 2009-2010, la IFP regionale verrà offerta anche dagli Istituti professionali statali in aggiunta ai loro tradizionali percorsi di Istruzione professionale. Permarranno quindi i percorsi di istruzione professionale statale accanto a quelli della IFP regionale. Già dall'anno scolastico 2009-2010 le istituzioni scolastiche e formative potranno rilasciare il diploma professionale di tecnico: la Lombardia sarà la prima Regione in Italia a rilasciare questo diploma. In una seconda fase, anno scolastico 2010-2011, si attuerà un più stretto raccordo, con la possibilità di avere per i primi 4 anni i percorsi di IFP regionale e di attivare un quinto anno per il raggiungimento del diploma di Stato. Coerentemente con il riordino dell'istruzione professionale, le qualifiche professionali verranno rilasciate solamente in esito ai percorsi triennali di Istruzione e Formazione Professionale. Quinto anno ed esame di Stato - L'ordinamento di IFP regionale si completerà con l'attivazione di un corso di quinto anno, realizzato d'intesa con le Università e con l'Alta Formazione artistica, musicale e coreutica, finalizzato a sostenere l'esame di Stato valido anche per l'ammissione all'Università. Contrattazione integrativa regionale - La Regione, limitatamente al personale degli istituti professionali, interverrà in ambiti quali: contrattazione territoriale integrativa, formazione del personale, criteri di utilizzazione del personale, premialità in rapporto a risultati conseguiti, criteri di allocazione e utilizzo di risorse attribuite alle scuole. "Sono molto soddisfatto - ha sottolineato l'assessore regionale all'Istruzione e Formazione Professionale Gianni Rossoni - che l'impianto complessivo del nostro sistema di istruzione e formazione professionale venga riconosciuto e preso a modello. Del resto in questi anni, nei quali l'abbiamo sperimentato, si è dimostrato assai rispondente alle esigenze, sia dei giovani che del modo del lavoro. Si tenga presente ad esempio il dato della dispersione scolastica; negli istituti professionali è di circa il 25%, nei nostri corsi di istruzione e formazione professionale è del 2%".

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Scuola/ Riduzione materie artistiche superiori, i prof (sezione: Scuola)

( da "Virgilio Notizie" del 16-03-2009)

Argomenti: Scuola

Roma, 16 mar. (Apcom) - I docenti delle discipline artistiche si ribellano contro la prevista riduzione oraria delle loro materie nelle scuole superiori, in particolare nei licei artistici: secondo la Marcella La Monica, presidente Anief e ricercatrice di Storia dell'arte moderna e contemporanea dell'università di Palermo, "quest'ennesimo taglio dimostra come la cultura non sia più oggetto d'attenzione del Miur sebbene il nostro patrimonio artistico sia considerato il primo nel mondo". Le riduzione delle ore delle discipline artistiche rientra nel quadro di riforma della scuola secondaria superiore, dove anche i professionali perderanno il 20% delle ore, e che entrerà in vigore solo però a partire dall'anno 2010-2011. L'intenzione, espressa più volte dallo stesso ministro Gelmini, è quella di adeguare l'orario scolastico dei nostri istituti superiori (dove in alcuni casi si svolgono ancora 40 ore settimanali alla maggior parte dei paesi europei. Uno dei taglio maggiori di ore settimanali verrebbe comunque applicato ai liceo artistici; i quali dovrebbero passare da 38 a 32 ore nel terzo, quarto e quinto anno, con l'azzeramento delle tre ore facoltative (cinque nel quinto anno) e la riduzione dell'orario opzionale obbligatorio Ma anche sugli istituti d'arte è probabile che si prevedono ridimensionamenti. Nelle scorse settimane la Flc-Cgil e i Cobas hanno già espresso il loro dissenso per questo progetto di riforma in diversi incontri e dibattiti. Ora è la volta dell'Anief, l'Associazione nazionale insegnanti ed educatori in formazione: secondo Marcella La Monica "il Parlamento deve chiedere al ministro Gelmini se si può vivere senza storia dell'arte: di fronte alla scelta ministeriale di ridurne l'orario ci siamo posti una domanda, a nostro avviso, fondamentale". "L'Italia - continua la ricercatrice accademica - ha la fortuna, non pienamente sfruttata, di possedere le opere d'arte più celebri a livello europeo e, in alcuni casi, internazionale. La storia dell'arte ci ha insegnato a riflettere sui temi dello spazio, del pieno e del vuoto e dei loro rapporti tanto nell'architettura che nella scultura". (Segue)

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Via al Federalismo, ma è già scontro (sezione: Scuola)

( da "Stampa, La" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

LA LEGA PARLA DI PASSO AVANTI, IL VENETO ATTACCA: I PRIVILEGI DI CERTE TERRE SONO INTOLLERABILI Retroscena La hit parade nell'iPod dei politici Via al Federalismo, ma è già scontro JACOPO IACOBONI E Dario sente la musica di un ex Fgci Da oggi il voto alla Camera, Pd verso l'astensione l'Udc resta contro [FIRMA]AMEDEO LA MATTINA ROMA Con il federalismo fiscale, in discussione da ieri nell'aula della Camera, è stato ingaggiato un durissimo braccio di ferro tra governo, Regioni a statuto speciale e Province autonome. L'intenzione dell'esecutivo era quella di mettere tutte le Regioni sullo stesso piano e limitare poteri e funzioni della Sicilia, Sardegna, Valle d'Aosta, Friuli Venezia Giulia e delle province di Trento e Bolzano. L'obiettivo era quello di ridurre i trasferimenti dallo Stato e i vantaggi fiscali, e di imporre in che misura contribuire al fondo di perequazione. La loro ribellione era una mina sulla strada del federalismo fiscale, che ieri è stata disinnescata momentaneamente dopo un incontro con Raffaele Fitto e Roberto Calderoli. I due ministri hanno presentato un emendamento all'articolo 25 nel quale si stabilisce che le autonomie speciali non devono concorrere al patto di convergenza (introdotto dall'articolo 17), ma al «patto di stabilità interno». Poi è stato introdotto un comma aggiuntivo che istituisce tavoli di confronto tra il governo e «ciascuna Regioni a statuto speciale e Province autonome». Una vittoria secondo Raffaele Lombardo (Sicilia), Ugo Cappellacci (Sardegna), Renzo Tondo (Friuli Venezia Giulia), Luis Durnwalder (Bolzano), Lorenzo Dellai (Trento) e Augusto Rollandin (Valle d'Aosta). «Un altro passo in avanti» per il leader leghista Umberto Bossi. Ma non sono soddisfatti i governatori della Lombardia e del Veneto, che invece dovranno contribuire al federalismo fiscale più pesantemente. «Le nostre aspettative - ha detto Roberto Formigoni - erano più alte». Ancora più critico Giancarlo Galan: «Se dobbiamo proseguire per altri sessant'anni nella morsa, diventa intollerabile: i privilegi delle Regioni a statuto speciale sono intollerabili». I loro colleghi, sia del centrodestra che del centrosinistra, invece cantano vittoria per lo scampato pericolo di essere ridotti al pari delle Regioni a statuto ordinario. E all'unisono sostengono che sono state accolte le loro richieste. Insomma, avrebbero vinto il braccio di ferro, ma non è detta ancora l'ultima parola. Dal governo, infatti, viene data un'altra spiegazione dell'accordo. Chi ha seguito la vicenda da vicino precisa che si tratta di una «pace forzata», di un «pareggio»: il problema è solo rinviato. La vera partita verrà giocata sui «tavoli di confronto» istituiti con l'emendamento Fitto-Calderoli. In questa sede l'esecutivo metterà il becco nei conti delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome, con l'obiettivo di far rientrare dalla finestra quello che ieri è uscito dalla porta. Intanto a Montecitorio da oggi si comincia a votare sui 400 emendamenti alla legge sul federalismo fiscale, con il nuovo sistema di voto basato sulle impronte digitali. Non è difficile immaginare che il termine fissato per l'approvazione (martedì della prossima settimana) verrà rinviato di diversi giorni. Quanto all'opposizione, le posizioni sono diverse. L'Idv è orientata a votare a favore; l'Udc contro (per Casini questa legge è solo «uno spot per la Lega»). Il Pd si asterrà se il governo darà parere positivo alla mozione Franceschini che punta ad allentare il patto di stabilità sui comuni. La Lega è disponibile, ma come ha spiegato Bossi «c'è il problema di rispettare il patto europeo»: «Figurati Tremonti..., non vorrà certo essere richiamato dall'Unione europea». Tra Pd e governo è in corso una trattativa. «Può darsi che il governo dia parere favorevole anche alla mozione del Pd - ha precisato il sotto segretario all'Economia Giuseppe Vegas - se vi saranno delle giuste modifiche».Non c'è il dilemma Beatles-Rolling Stone, non c'è la psichedelia, non c'è il rock anni settanta, non c'è il progressive, non c'è il punk, meno che mai il postpunk inglese (la musica più bella che c'è, Joy Division, Talking Heads, Pil, Magazine), non c'è il rock americano, non c'è Cobain, non c'è il suono di Seattle e di Portland, non c'è l'ambient e Brian Eno, non c'è la bossa nova, ci sono invece i nostri cari vecchi cantautori, ci sono gli anni ottanta, ci sono le nostre cantanti più acclamate, ci sono i fighetti della canzone italiana, non ci sono gli inglesi di oggi, e neanche gli americani di oggi, o i canadesi, o la nuova onda della musica di New York, i dj londinesi... Sentendo la musica che ascoltano i politici italiani si potrebbero scrivere libri sui loro caratteri, gusti, formazioni, persino sul tipo d'introspezione che la loro sensibilità predilige. Su «Sorrisi e Canzoni» - probabilmente per non mostrarsi in tutto e per tutto avulsi dalla vita - alcuni politici di destra e di sinistra hanno esibito le loro play list musicali. Sono, inutile aggiungere, per lo meno politici che hanno un i-pod, l'assenza di alcuni celebri musicofili, a cominciare dal presidente del Consiglio, si spiega così. Se il capo del centrodestra, Silvio Berlusconi, sentiva gli chansonnier francesi e i grandi napoletani, e adesso con Mariano Apicella le canzoni le scrive, quello del centrosinistra, Dario Franceschini, esibisce il gusto più tradizionale di un ex ragazzo della Fgci, pur non avendone mai fatto parte. E così Dario sente De Gregori (Atlantide e Mimì sarà), De Andrè (Giugno '73), Fossati (Bella), Mina (Besame Mucho), Jovanotti (Per te), Tenco (Lontano lontano), Vecchioni (Canzone da lontano), Vasco Rossi (Sally), Dalla (E non andar più via). Trattasi di play list non priva di belle canzoni, ma convenzionalmente scolpita nei riti di iniziazione di un cinquantenne d'oggi, con spruzzate di nuovo relativo (Jovanotti), vasto ricorso al cantautorato italiano, un unico, autentico lampo: il genio vero di Tenco. La leggenda sulla sinistra colta e la destra (in particolare la Lega) truce viene per lo meno incrinata dal fatto che Roberto Maroni, jazzista dilettante a sua volta, si muove tra "The Rising" di Springsteen, B.B. King, il nuovo Tom Waits (Orphans), "Psiche" di Paolo Conte. Su Zucchero si potrebbe discutere a lungo, ma insomma, al di là dei gusti la play list è più che accettabile, non rivoluzionaria ma non priva di una sua ricerca. Nell'I-pod di Mariastella Gelmini la canzone più sentita è "Niente paura" di Ligabue, rocker super di sinistra, poi diversi classici di Vasco Rossi, ma gli elementi più interessanti sulla vita emotiva del ministro si acquisiscono venendo a sapere che, assai teneramente, le è di conforto Laura Pausini e la sonata "Per Elisa". Pier Ferdinando Casini ha gusti di un signore d'altri tempi, aperto ma tradizionalista, si muove tra Celentano (Una carezza in un pugno) e la sua versione anni duemila Jovanotti (Fango), uno che ha continuato a sentire Battisti (Acqua azzurra acqua chiara) o Gino Paoli (Il cielo in una stanza). Il suo azzardo è: "Father and Son" di Cat Stevens. La Mussolini sta tra gli Articolo 31 e cose come i Depeche Mode di "Strangelove", Anastacia e Alex Britti. La Meloni, che comunica di sentire di tutto, anche heavy metal, ha citato però Negramaro e Red Hot Chili Peppers, tutto orecchiabile, carino, non troppo difficile e sofisticato. Le liste di Nick Hornby si fanno, infine, rimpiangere; valga la pena solo accennare, per dire, che Brown e Cameron in Inghilterra fanno la fila (la fila, niente biglietto omaggio) per andare a sentire Radiohead e Bjork.

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3. Gelmini & Pausini Il ministro ha come rocker preferito un'icona di sinistra, il rocker em... (sezione: Scuola)

( da "Stampa, La" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

3. Gelmini & Pausini Il ministro ha come rocker preferito un'icona di sinistra, il rocker emiliano Ligabue («Niente paura»). Poi si adagia su Laura Pausini.

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Il 5 in condotta fa più paura (sezione: Scuola)

( da "Gazzetta di Modena,La" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Il 5 in condotta fa più paura Via libera alle bocciature, maggiori poteri ai consigli di classe VINCENZO BRANCATISANO Voto di condotta, il gioco si fa duro. Potrebbe tradursi in un'ecatombe di bocciature il regolamento emesso venerdi dalla ministra Gelmini con cui sono stati fissati i criteri per dare il 5 in condotta agli studenti. L'insufficienza nel comportamento ne determina da quest'anno la mancata promozione anche se risultassero bravi nelle altre discipline. Solo che, fino a ieri, per poter dare 5 in condotta il consiglio di classe doveva dimostrare che lo studente fosse stato sospeso dalla scuola per almeno 15 giorni dal Consiglio di Istituto. Per fare questo era necessaria la dimostrazione che fosse stato commesso un reato o che fosse stato messo in atto uno stato di pericolo per l'incolumità o che fosse stata offesa la dignità delle persone e che l'allontanamento non fosse stato seguito da segni di ravvedimento. Il tutto accompagnato dall'intervento difensivo di genitori e rappresentanze studentesche. Una procedura che ha consentito nel primo quadrimestre a migliaia di studenti modenesi di cavarsela con un 6 in condotta, che i prof hanno regalato sia pure turandosi il naso pur di non sfidare l'insidia dei ricorsi. Nonostante questo però nella nostra provincia sono state registrate 172 insufficienze in condotta nei giorni scorsi. Ma ci sono istituti professionali dove la didattica è tenuta in ostaggio da centinaia di bulli dove non è stata registrata neppure un'insufficienza. Come avevamo anticipato nei giorni scorsi la ministra è ora corsa ai ripari facendo cadere il requisito della sospensione dei 15 giorni ed ha affidato alla sovranità del consiglio di classe (non del burocratico collegio dei docenti come erroneamente recita il comunicato stampa che ha gettato nello sconforto migliaia di docenti) il potere di bocciare chiunque abbia subìto durante l'anno una sanzione per la violazione di una delle seguenti regole: Gli studenti sono tenuti a: 1) frequentare regolarmente i corsi e ad assolvere assiduamente agli impegni di studio; 2) avere nei confronti del capo d'istituto, dei docenti, del personale tutto della scuola e dei loro compagni lo stesso rispetto, anche formale, che chiedono per se stessi; 3) osservare le disposizioni organizzative e di sicurezza; 4) utilizzare correttamente le strutture, i macchinari e i sussidi didattici e a comportarsi nella vita scolastica in modo da non arrecare danni al patrimonio della scuola. Dunque, prevedere una carneficina non è azzardato. Riferiscono alcuni insegnanti modenesi che sono gli stessi alunni e spesso anche i genitori a pretendere maggiore rigore dalla scuola ormai alla deriva. «Se non ci sanzionate mai perché dovremmo entrare in orario in classe?», avrebbe risposto uno studente ai professori che lamentavano le entrate in ritardo.

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I colonnelli di An scelgono Silvio (sezione: Scuola)

( da "Stampa, La" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

LA RUSSA E GASPARRI E MATTEOLI ALLINEATI: NIENTE DIARCHIA, COMANDERÀ SOLO BERLUSCONI I colonnelli di An scelgono Silvio [FIRMA]UGO MAGRI ROMA Tra cinque giorni An chiude bottega. C'è chi (il ministro Ronchi ad esempio) sostiene che niente paura, nel Pdl pure Fini siederà a capotavola, da una parte il Cavaliere dall'altra lui. E ci sono quelli che del ruolo di Fini gli importa ormai poco, si sentono già parte della nuova famiglia politica, anzi sgomitano per farsi largo intorno al buffet. Sono numerosi e, se si crede ai lamenti di Forza Italia, pure piuttosto famelici. La Russa ne è il capofila riconosciuto. Guida il corteo di quanti mirano a inserirsi senza troppe storie. Poi c'è Matteoli, altro capocorrente, il quale ieri sera da Vespa ha ribadito netto: niente diarchia, comanderà uno solo (Berlusconi). Per non dire di Gasparri che, da capogruppo Pdl al Senato, è l'esemplare meglio riuscito della fusione in provetta. I tre sono, guarda caso, gli stessi protagonisti di una famosa chiacchierata al bar che venne registrata da un giornalista del «Tempo»: parlavano male di Fini, vennero degradati sul campo, ma erano altri tempi (luglio 2005). Oggi le parti si sono rovesciate, chi rischia l'isolamento è proprio il presidente della Camera mentre loro tre sono i traghettatori, quelli che non solo trovano ascolto presso il Lìder Maximo («Riescono sempre a convincerlo», è la gelosia dei vecchi cortigiani), ma si sono perfettamente integrati nel paesaggio berlusconiano, facendosi amici e nemici, pestando piedi e stringendo alleanze. Esemplare il caso di La Russa. Reso celebre dall'imitazione di Fiorello, oltre che dal pizzetto alla Italo Balbo, La Russa è un talento mediatico. Sempre in tivù, vuoi come coordinatore di An vuoi come titolare della Difesa. Col risultato di espandersi in zone recintate, tipo la Lombardia, riserva di caccia di Forza Italia e Lega. Quando La Russa ha avanzato le sue pretese sulle candidature alle amministrative, è entrato in collisione col governatore Formigoni ma soprattutto con la potente Gelmini. Su Brescia sono volate scintille. Si narra di una lite in cui sarebbero stati tirati in ballo, ma davvero si fatica a crederlo, gli amori veri o presunti di Ignazio e Mariastella. La cosa notevole è che, nello scontro con la ministra più stimata dal Capo, una parte influente di Forza Italia ha sostenuto La Russa, mettendoci una buona parola, trattandolo come uno di casa. E La Russa, di casa, lo è sul serio. Ormai frequenta più spesso la sede forzista in via dell'Umiltà che il dicastero di via XX Settembre. Lui e il coordinatore azzurro Verdini sono come i ladri di Pisa, fingono di litigare sui posti salvo stringere patti di ferro. Gasparri non è da meno. Sul Lazio gli manca la presa che La Russa esercita in Lombardia anche grazie al fratello Romano, perché all'ombra del Cupolone lui deve fare i conti con la «destra sociale» di Alemanno e dell'emergente Augello. Tuttavia Gasparri è il presidente dei senatori di ambedue i partiti, con Cicchitto (dirimpettaio della Camera) sono il gatto e la volpe, se si aggiungono i vice Quagliariello e Bocchino formano «la banda dei quattro». Il passato è passato, Gasparri se l'è lasciato alle spalle senza lacrimucce. In sintonia con Berlusconi che, al funerale di An, probabilmente non andrà. Alla «Stampa» Gasparri dichiarò che il «Secolo d'Italia» lo legge quando è nella buca della posta. Squadrista non lo è stato mai, perfetto per il gioco di squadra.

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Intesa Formigoni-Gelmini: via al diploma regionale (sezione: Scuola)

( da "Gazzetta di Mantova, La" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

FORMAZIONE PROFESSIONALE Intesa Formigoni-Gelmini: via al diploma regionale Dalla Lombardia parte una nuova esperienza per riqualificare l'istruzione, in particolare quella tecnico professionale, con la possibilità di ottenere un diploma regionale al IV anno. L'intesa firmata ieri al Pirelli, tra il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini e il presidente della Regione Roberto Formigoni, dà il via libera alla innovativa e piena attuazione del governo regionale dell'istruzione e formazione professionale. Si sperimenta, a partire dall'anno 2009-2010, l'unificazione del sistema dell'istruzione professionale statale con l'istruzione e formazione professionale (IFP) regionale, appunto sotto il governo regionale. Sempre nell'intesa si sancisce il ritiro del ricorso del Governo contro la legge lombarda di riforma dell'istruzione (legge regionale n. 19 del 2007) e, quindi, dei ricorsi di Regione Lombardia contro le disposizioni della legge finanziaria del 2007 e la legge n. 40 del 2007. «Questa decisione - ha sottolineato il presidente Formigoni - chiude di fatto un contenzioso lungo due anni, durante i quali la Lombardia aveva contestato al Governo nazionale il tentativo di ricondurre indebitamente l'intera materia dell'istruzione professionale nella sfera delle competenze statali. E' un segnale promettente, per la Lombardia, di un'autentica attuazione della riforma del Titolo V della Costituzione». «Sanato il contenzioso - ha proseguito Formigoni - possiamo ora avviare una sperimentazione che ci permetterà di innalzare la qualità del nostro sistema di istruzione e formazione professionale e potrà essere di riferimento, se lo vorranno, anche per le altre Regioni d'Italia».

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Errore l'assenza degli studenti all'incontro con l'Aderenti (sezione: Scuola)

( da "Gazzetta di Mantova, La" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Bagnolo. Polemica la Lega: era un momento formativo «Errore l'assenza degli studenti all'incontro con l'Aderenti» BAGNOLO SAN VITO. «Ringrazio vivamente il candidato sindaco del Pd di Bagnolo e i professori dell'istituto di aver reso politico un incontro puramente informativo e quindi di aver impedito ai ragazzi di potersi confrontare con un esponente delle istituzioni». Attacca con la polemica dura Nicoletta Zambelli, della Lega nord di Bagnolo, sull'incontro di sabato con la senatrice Irene Aderenti. L'incontro con la senatrice del Carroccio, collaboratrice del ministro Gelmini alla stesura del decreto sulla scuola, era stato organizzato da istituto comprensivo e Comune come momento informativo e di confronto con genitori, docenti, ragazzi assessori sulla riforma scolastica. «Ma è spiaciuto notare come le classi terze non abbiano partecipato - sbotta Nicoletta Zambelli - è stato impedito ai ragazzi di potersi confrontare con un esponente delle istituzioni. Ho notato con rammarico che il candidato sindaco Pd e tutti gli insegnanti dell'istituto, che in maggior parte hanno scioperato contro il decreto, erano assenti. Anche la senatrice si è rammaricata che i professori abbiano commesso un così grave errore». «Nessuna motivazione politica - assicura l'assessore Maria Rosa Borsari - semplicemente il collegio dei docenti ha deciso di non farli intervenire, come è nel suo diritto. Inutile fare polemiche, come quella della Zambelli, per cui mi sono già scusata io col dirigente scolastico. Non c'era stato il tempo di preparare i ragazzi all'argomento, e portarli all'incontro così sarebbe stata un'inutile perdita di tempo».

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Animali (sezione: Scuola)

( da "Gazzetta di Mantova, La" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Animali «E' giunta l'ora di proseguire la campagna Un animale in ogni famiglia...» «Nella mia famiglia un animale c'è già: è mio fratello, che a scuola ha 5 in condotta e se continua così la Gelmini lo boccia». «Lo so, ahimè, in ogni famiglia un animale c'è, a volte anche due. Nelle solide famiglie tradizionali, di solito, l'animale è il capofamiglia. Esistono però molte varianti: le famiglie composte di soli esseri umani sono rare, così come sono rare quelle composte di soli animali. Insomma, in media, una bestia c'è ma non per questo bisogna preoccuparsi. In aggiunta, alla famiglia standard - è questo che intendevo dire proseguendo la campagna di sensibilizzazione - un piccolo animale domestico non guasta, anzi allieta. Replicando la rubrica 6 Zampe mi permetto quindi di segnalare i cani Lillo, Lucky, Livio e Pongo e i gatti Garfield, Felv, Brina, Viola, Delia e i fratellini Lino e Tino che vanno adottati insieme...» «E se poi uno diventa una bestia come mio fratello e prende 5 in condotta?» «Pazienza, ripeterà l'anno».

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Un disoccupato del Lazio (sezione: Scuola)

( da "Corriere delle Alpi" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Un disoccupato del Lazio Un disoccupato del Lazio vale più del collega veneto E' NOTIZIA di oggi l'introduzione in regione Lazio da parte della giunta regionale di sinistra del reddito minimo garantito. Si tratta di una legge che prevede questa misura per disoccupati, inoccupati e precari. Prevede l'erogazione di una somma di denaro, fino a 7.000 euro l'anno, e una serie di prestazioni indirette, tra le quali l'erogazione di contributi per il canone d'affitto e per l'utilizzo gratuito dei mezzi pubblici locali. Piero Marrazzo, presidente della Regione, ha così annunciato la nuova misura: "Portiamo nella nostra regione un modello di tutela presente in tutti i Paesi europei più avanzati, la Francia, l'Austria, il Belgio, l'Olanda, i Paesi scandinavi e anglosassoni". In Veneto, regione tra le piu virtuose, la giunta Galan di centrodestra, con notevoli esponenti della Lega al suo interno, riguardo a questa misura, utile in un periodo di crisi per permettere alle famiglie piu disagiate di non finire in mezzo alla strada, non fa nulla. In pratica un disoccupato laziale con la residenza da due anni in regione Lazio è meno povero a parità di condizione sociale di un disoccupato veneto. La Lega partito sedicente popolare, ma in realtà votato alla poltrona romana, sta zitta e intanto i veneti, dopo aver foraggiato per anni Roma e il sud, non hanno diritto a nulla. La politica sociale del centrodestra è unica sia a livello nazionale, regionale e comunale, ovvero molta propaganda ma pochi fatti. D'altronde il loro leader è conosciuto per la propaganda, la pubblicità e le promesse non mantenute. Ricordo, per esempio, un furgone pubblicitario in periodo elettorale dove era scritto «Con Berlusconi Veneto autonomo»: si vede quanto autonomi siamo.... In questo modo è diventato uno degli uomini piu ricchi al mondo, purtroppo lo stile è rimasto quello anche fra i collaboratori politici del partito azienda. Giovanni Tessarolo Scuola politicizzata anche in Alpago NEL Corriere di venerdì 13 è stato dato ampio risalto alla decisione del collegio dei docenti dell'istituto comprensivo di Puos d'Alpago di bloccare le gite scolastiche. In qualità di genitore di una bambina che frequenta la 4ª elementare a Pieve d'Alpago, ritengo opportuno esprimere alcune considerazioni personali in merito. Nelle conclusioni del comunicato nº 159 di cui sopra si legge: «I docenti...stante il letargo delle organizzazioni sindacali di categoria, e il silenzio mortale calato sul problema scuola nell'opinione pubblica, ritengono che la decisione presa sia l'unico modo per manifestare e rendere visibile il proprio essere vigili nella difesa del servizio scolastico pubblico statale....» (questa parte ben evidenziata in neretto). Prima di tutto vorrei capire dai docenti, che sono fonte di alta cultura e che sono preposti alla educazione dei nostri bambini, cosa è e cosa significa "silenzio mortale". In secondo luogo vorrei parimenti capire cosa c'entra "il letargo delle organizzazioni sindacali di categoria" con la scelta di non portare più i bambini in gita. Infine, vorrei capire come può essere inquadrata in "testimonianza di attenzione e interesse per il futuro della scuola e della società", una decisione di questo tipo. Tutte queste affermazioni che ho riportato, ed altre dello stesso tenore presenti nel comunicato, sanno tanto di luoghi comuni e risultano scollegate alla scelta di bloccare le gite. Se mancano i fondi, si dice che quello è il problema ed eventualmente si può chiedere (come già succede) una collaborazione alle famiglie (per quanto possibile in una situazione di crisi come l'attuale). Se organizzaztivamente non è possibile organizzare la gita, si dice che è il ministro Gelmini a non consentire di uscire dalla scuola. Se i problemi sono altri, si dice quali sono ed eventualmente si cerca (se possibile) di risolverli. Purtroppo, invece, a mio parere, le conclusioni del comunicato di cui sopra non necessitano di interpretazioni: è ben evidente che si tratta di una protesta politica nei confronti delle innovazioni legislative recentemente introdotte, che tendono a modificare un sistema scuola che non è più sostenibile. Trovo che non sia giusto cercare di ottenere con questi mezzi, una cassa di risonanza a difesa corporativa del sistema, sulle spalle degli utenti finali della scuola che, non dimentichiamolo, sono i bambini e le loro famiglie e solo loro. Tutta questa situazione mi conferma le impressioni di politicizzazione esasperata sul tema scuola, che avevo avuto fin dall'inizio dell'anno scolastico, quando a fronte di problematiche relative alla attuale organizzazione scolastica interna (mancanza di insegnanti, supplenze, orario, mensa, ecc.), veniva discusso unicamente il problema della riforma Gelmini, e soprattutto della stessa veniva anche parlato ai bambini durante le lezioni in modo poco equilibrato. La comunicazione scuola-famiglie dovrebbe essere basata sulla chiarezza e soprattutto sui fatti concreti e non sull'ideologia. Moreno De Col PIEVE D'ALPAGO Una precisazione sul telo del Brustolon SI APPRENDE dagli organi di informazione che solo grazie all'intervento del consigliere Marco Perale e della sua interrogazione presentata in consiglio, sarebbe stato sostituito il telo pubblicitario della mostra su Andrea Brustolon, non correttamente affisso sulla facciata di Palazzo Crepadona, dalla ditta esterna incaricata. Per amor del vero e per giusto riconoscimento del lavoro degli uffici, va invece detto che non appena il telo è stato montato male dalla ditta incaricata, l'ufficio competente se ne è accorto e ne ha chiesto l'immediata sostituzione (a spese della ditta), il 2 marzo. Trascorso il tempo necessario alla produzione fisica del nuovo telo, esso è stato sostituito all'altro, e solo casualmente questo è avvenuto il giorno successivo all'interrogazione del consigliere Perale, presentata il 9 marzo. Le date parlano da sole. Comune di Belluno

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uomini e donne della sinistra sui grandi temi (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Nasce un nuovo soggetto politico Uomini e donne della Sinistra sui grandi temi VOLTERRA. Uomini e donne della sinistra unitevi. Nasce a Volterra l'assemblea permanente del Movimento per la Sinistra di Volterra. Si tratta di una nuova realtà di cui fanno parte l'associazione per la Sinistra, il laboratorio di Democrazia Partecipativa, Sinistra Democratica. L'intenzione emersa da questo primo incontro è quella di lavorare per creare le basi per un nuovo soggetto politico capace di dare risposte adeguate nuove e attuali sui temi che anche nella realtà volterrana sono vissuti in modo problematico. I sostenitori del Movimento elencano le grandi croci della mancanza di lavoro, poca attenzione all'ambiente e disagi sulla mobilità, servizi socio sanitari da incrementare e migliorare, la laicità, la difesa dei principi antifascisti e costituzionali. «Il nostro obiettivo è quello di coinvolgere in questo percorso tutti coloro che non trovano nel panorama politico locale un riferimento credibile. Durante il primo incontro è emersa la necessità di darsi un minimo di struttura. L'assemblea ha affidato ad Agnese Grilli e Roberta Scarselli l'incarico di curare la comunicazione esterna. Si sono costituiti alcuni gruppi di lavoro per affrontare i temi del territorio (Volterra e la Valdicecina), le emergenze ambientali, il piano strutturale ed il regolamento urbanistico (recentemente approvati in consiglio comunale), la riforma Gelmini ed il suo impatto nella nostra zona, il lavoro e la precarietà», concludono.

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torna in piazza l'onda no gelmini - ottavia giustetti (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Pagina VII - Torino Torna in piazza l´onda No Gelmini Corteo di docenti Cgil e studenti: "Ecco il degrado di scuola e università" La manifestazione prevista per domani. Ci saranno anche gli operai della Indesit OTTAVIA GIUSTETTI L´Onda torna in piazza e chiama a raccolta tutte le forze dell´autunno caldo della protesta per ritrovare l´entusiasmo dei suoi giorni migliori. E cammina fianco a fianco con i lavoratori del settore della conoscenza durante la manifestazione torinese, partenza piazza Arbarello ore 9,30, nello sciopero indetto per domani dalla Flc-Cgil. Saranno presenti gli studenti di tutti i collettivi dell´Università, i ragazzi del Politecnico, dell´assemblea No Tremonti, i precari della ricerca, gli studenti medi, un gruppo di genitori, oltre, ovviamente, ai docenti e ai lavoratori tecnico amministrativi della scuola e dell´università. Infine, hanno aderito anche alcune rappresentanze sindacali di aziende piemontesi in crisi, come la Indesit, che da settimane stanno lavorando fianco a fianco con gli studenti del Politecnico e dell´Università per la mobilitazione. Il corteo raggiungerà piazza Castello dove interverranno sul palco rappresentanti degli studenti, dei precari della ricerca e delle associazioni dei genitori. Concluderanno il segretario generale della Flc-Cgil Piemonte, Rodolfo Aschiero e il segretario generale della Cgil Piemonte, Vincenzo Scudiere. «Vogliamo richiamare l´attenzione sulla grave situazione della scuola - spiega Scudiere - dopo i tagli del governo e le scelte del ministro Gelmini che si sono rivelate completamente sbagliate». E non mancheranno nemmeno le trovate folcloristiche per dare un tono di allegria alla protesta: un gruppo di sindaci piemontesi ha già organizzato un incatenamento sul palco come messinscena contro i tagli alla scuola promessi dalla finanziaria; l´assemblea No Tremonti sta costruendo in questi giorni una grande barca colorata trainata da una bici, a simboleggiare le protesta che cavalca ancora l´Onda; e poi manifesti e striscioni con slogan di ogni genere sono in fase di preparazione nelle "officine" improvvisate per l´allestimento dei tronconi di corteo. La speranza è di tornare a essere numerosissimi, come nelle manifestazioni di novembre e dicembre, con questo nuovo sodalizio lavoratori-studenti che non vuole scimmiottare i cortei del ´68 ma mette insieme due generazioni, la prima che vede passare gli effetti della crisi sul proprio presente, la seconda cui la crisi nega un futuro. Sempre meno evidente è, invece, la componente politica tra gli studenti che marceranno indicando l´appartenenza alla propria facoltà ma nessun movimento politico a contraddistinguerlo, fuorché l´antifascismo.

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a costapaloni gli iscritti sono pochi ma cercheremo di salvare la scuola (sezione: Scuola)

( da "Nuova Sardegna, La" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

LA REPLICA «A Costapaloni gli iscritti sono pochi ma cercheremo di salvare la scuola» SASSARI. Pronta la replica degli uffici amministrativi del nono circolo didattico sulla scuola di Costapaloni. «Le dichiarazioni dei genitori degli alunni di quella scuola sono inesatte - replicano -. Attualmente il plesso scolastico non ospita più di 46 bambini, un numero già inferiore a quello stabilito dalla legge Gelmini (50 alunni), affinchè una scuola possa svolgere l'attività». «Non capiamo il motivo di tanto astio - aggiungono dagli uffici -. Siamo noi i primi a voler tenere aperta la scuola di Costapaloni, ma purtroppo i numeri non sono dalla nostra parte». Numeri che sono destinati ad assotigliarsi. Infatti per l'anno scolastico 2009/10 è prevista la presenza di soli 38 alunni. Questo in base alla legge in vigore, porterà le autorità scolastiche e ammnistrative a prendere in esame l'eventuale chiusura del plesso della Buddi Buddi. «Siamo dispiaciuti per la situazione che si è venuta a creare - proseguono - nessuno del personale della scuola rema contro la piccola realtà scolastica di Costapaloni. Vogliamo che sia chiaro che, nessun impiegato, insegnante o operatore ammnistrativo del nono circolo, ha mai scoraggiato con frasi o gesti, la eventuale iscrizione dei bambini nella scuola in questione. E' anche nel nostro interesse che nessuna scuola che ricade all'interno del nostro circolo didattico, venga chiusa. Dobbiamo, ma soprattutto vogliamo, salvaguardare l'interesse dei bambini, dei genitori e dei bravi insegnanti che lavorano all'interno di queste piccole realtà, a rischio chiusura». Una replica quella del personale ammnistarivo scolastico, che non sembra lasciare spazio a dubbi. Al termine dell'anno scolastico, i genitori, i dirigenti scolastici e il personale ammnistraivo, faranno una ampia e approfondita analisi della situazione. L'obiettivo sarà ovviamente quello di trovare una soluzione al problema, che incontri il favore di tutte le parti. Piero Garau

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Domani sciopero Cgil In tremila sul listòn (sezione: Scuola)

( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Domani sciopero Cgil In tremila sul listòn Martedì 17 Marzo 2009, (F.C.) Sciopero generale della scuola pubblica, dell'università, della ricerca, della formazione professionale, dei conservatori e delle accademie: domani sarà black-out nel mondo della conoscenza per volere della Flc Cgil che, in assolo, senza Cisl e Uil, promuove una giornata di sensibilizzazione di piazza. Il concentramento regionale avverrà a Padova dove sono attese tremila persone, il popolo dei delusi dai provvedimenti Gelmini. Ritrovo alle 9.30 in piazza Garibaldi, manifestazione per le strade del centro storico, gran finale a piazzale Pontecorvo dove una delegazione di scioperanti sarà ricevuta dal provveditore agli studi Franco Venturella. Probabile una tappa al Bo con relativo incontro anche con il magnifico rettore Vincenzo Milanesi. «Rivendichiamo la necessità di mettere in campo un vero progetto riformatore che integri - sostiene Titò Mazza, segretario generale veneto della Flc Cgil - le politiche in tutti i comparti della conoscenza pubblica: chiediamo garanzie per una maggiore qualità dell'offerta formativa nella scuola dell'obbligo pesantemente peggioranta dai recenti regolamenti ministeriale, siamo per la difesa del tempo-scuola, fortemente contrari al ripristino del maestro unico, un provvedimento che avrà effetti devastanti nel Veneto, a Padova in particolare, a causa dell'abolizione delle compresenze, tre maestri su due classi, che garantivano il tempo lungo». Alla manifestazione parteciperanno il segretario regionale Cgil Emilio Viafora, Andrea Castagna, Romana Frattini e Teresa De Santis del direttivo Cgil, il referente della Gilda Francesco Bortolotto, rappresentanti dell'Anfass, del Comitato genitori e insegnanti di Padova e del Comitato precari. «A fronte di circa 7000 studenti in più, nel prossimo anno scolastico il Veneto godrà di 4000 insegnanti in meno in organico di diritto, una mannaia che si abbatterà soprattutto sugli alunni extracomunitari che si ritroveranno ad essere i più penalizzati - conclude Mazza - perchè la scarsezza di risorse comprometterà l'integrazione in una compagine scolastica dove gli stranieri stanno esponenzialmente crescendo di numero».

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arriva il cinque in condotta campanello d'allarme per la coscienza dei ragazzi (sezione: Scuola)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Questo l'effetto che si auspica abbia sugli studenti (e non solo) la reintroduzione del voto Arriva il cinque in condotta Campanello d'allarme per la coscienza dei ragazzi Il Decreto ministeriale Gelmini del 16 gennaio 2009 ci dice chiaramente - benché tale chiarezza sia oggetto di discussione - quali siano i criteri che comportano l'assegnazione del famelico 5 in condotta. Ma lo stesso non ci dice, lasciandoci squisitamente liberi di fare le nostre congetture, quali siano le conseguenze, le pretese, i piani e le promesse che ci si aspetta dall'iniziativa. A questo proposito se ne sono sentite tante: che il fine palese e principale del voto in condotta sia di monito per i ragazzi; che possa allontanare il fenomeno del bullismo dalle scuole; che reintegri la disciplina alla quale sottostavano i nostri nonni; che sia un mezzo con il quale premiare o punire i casi particolari. Insomma: mamme, professori, ragazzi e perfino politici hanno tentato di individuare le sorti di quest'ultimo arrivato. Leggendo il decreto si può rimanere un po' perplessi, infatti esso dichiara che l'insufficienza è da assegnare ai ragazzi che siano stati allontanati dalla scuola per almeno quindici giorni e che, dopo la sospensione, non abbiano mostrato segni di pentimento o cambiamento per quanto concerne il comportamento. Niente di scritto relativamente ad altri criteri di valutazione; tuttavia questa indeterminatezza può essere interpretata in due modi, poiché da un lato può apparire come una difficoltà e togliere validità al decreto; d'altro canto invece ciò dà la giusta libertà ai professori, così che possano valutare i singoli casi come hanno sempre fatto, in base ai propri regolamenti scolastici o ai determinati soggetti. Infatti, come afferma un professore del Liceo scientifico Copernico, a determinare il voto in condotta non sarà soltanto il comportamento dei ragazzi nei confronti dell'istituzione scolastica, bensì l'insieme dato dall'impegno, le presenze, la collaborazione e l'integrazione nell'ambiente classe: insomma tutto ciò che un ragazzo deve saper controllare per vivere serenamente il suo rapporto con la società. In realtà non è niente di nuovo nel panorama scolastico, considerando innanzi tutto che la scuola è formazione dai tempi dei romani e, tornando un poi più vicini a noi, che non molto tempo fa con il 7 in condotta si veniva rimandati a settembre in tutte le materie; poi per un po' di tempo questo aspetto era stato messo in secondo piano ed è ora semplicemente tornato alla ribalta, attirando l'attenzione di ragazzi e genitori. Per concretizzare ciò che già noi ragazzi pensiamo e per avere un'ulteriore conferma che non verremo bocciati per qualche innocua bravata, ho chiesto al preside del Copernico professor Andrea Carletti cosa ne pensasse in mezzo a tutto questo tumulto, e ne è emersa una grande verità: ciò che di più buono ci si aspetta dal voto in condotta è che accenda un campanello d'allarme nella coscienza degli studenti, ovvero che anticipi la loro attenzione pensando alle conseguenze (cosa che effettivamente non sempre ci riesce naturale), così da eliminare i casi estremi di bassezza morale, quali il bullismo, i danneggiamenti e i falsi. Infine è chiaro, ma è sempre bene dirlo, che la correttezza degli studenti debba essere inserita in un clima di totale rispetto da parte di tutte le componenti, cioè il rapporto tra professori, allievi, dirigenti e genitori deve sempre essere positivo e reciproco, il che purtroppo talvolta non avviene, dando vita a quegli episodi che già conosciamo. Ecco allora che l'attenzione va focalizzata anche sulle famiglie, poiché se un ragazzo sa comportarsi correttamente tra le mura di casa propria e ha ben presenti determinati valori, sarà difficile che non li applichi anche al di fuori di essa, e questi sono provvedimenti che vanno ben oltre un decreto legge. Eugenia Andrian Liceo scientifico Copernico

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niente contributi al boccherini (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Pagina 4 - Lucca Niente contributi al Boccherini Insieme ad altri istituti musicali non riceve soldi dallo Stato Serve coraggio per dare a Lucca un autentico respiro internazionale LUCCA. In Italia, oltre ai conservatori di musica statali, esistono altri 22 conservatori non statali ma pubblici, finanziati dagli enti locali. Queste istituzioni da un punto di vista legislativo fanno capo alle direttive ministeriali, le quali impongono uno statuto particolare e prevedono diversi organi di gestione (consiglio accademico, consiglio di amministrazione, revisori dei conti, nucleo di valutazione). Per sostenere tali organi - ricorda il coordinamento degli istituti musicali pareggiati - nel 2005 ci fu l'impegno dello Stato che fosse garantito ai conservatori non statali un contributo economico. Che in realtà fu elargito nel 2007 e nel 2008, ma che è stato completamento azzerato per l'anno in corso. «è ovvio - dice il coordinamento - che la mancanza dei contributi mette in grave difficoltà le istituzioni e gli enti locali di riferimento i quali si chiedono perché devono finanziare totalmente delle istituzioni che però fanno riferimento alle direttive del ministero dell'università (compreso il reclutamento dei docenti). Fra questi conservatori non statali ve ne sono alcuni di grandi città come Ancona, Aosta, Bergamo, Caltanisetta, Catania, Cremona, Livorno, Lucca, Modena, Pavia, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Siena, Taranto, Teramo, Terni. è dunque evidente che il sistema dell'alta formazione musicale non può non tenerne conto, in nome di una chiarezza sul ruolo che le stesse istituzioni sono chiamate a svolgere e in nome di un'omogeneità di rapporti al fine di creare un'offerta formativa musicale che sia degna di un paese come l'Italia che ha una tradizione musicale straordinaria». I direttori e i presidenti dei conservatori non statali hanno già chiesto un incontro con il ministro Gelmini il 22 dicembre scorso, non ricevendo risposta: ora sollecitano il presidente del consiglio a prendere a cuore questa situazione, non solo per il bene delle istituzioni e delle città elencate ma anche per il bene dell'educazione musicale e delle sorti della musica in questo nostro Paese.

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un'accusa gratuita all'ateneo e al friuli (sezione: Scuola)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Pagina 23 - Udine Un'accusa gratuita all'ateneo e al Friuli Il caso L'assessore all'Università della Regione Fvg - a margine all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Ateneo friulano - ha candidamente dichiarato che se l'Università di Udine è sottofinanziata non sono affari suoi e che «i bilanci vanno fatti con i soldi che si hanno in cassa e non con quelli che si ritiene di dovere avere». Si tratta di un'accusa gratuita non solo al rettore dell'Ateneo friulano, ma anche all'intera comunità universitaria dopo tutti i sacrifici fatti e che si dovranno fare e dopo una manovra di rientro, operata nelle ultime settimane, di ben 11 milioni di euro. Per quanto riguarda, invece, l'accusa di «fare i bilanci con i soldi che non si hanno», rileviamo che, mentre il rettore Compagno sostiene giustamente che per competere con l'Università di Trieste, nel merito e nella qualità, bisogna partire anche da una stessa linea di partenza (perequazione prima della "gara"), l'assessore sostiene una bene strana posizione. E cioè che le differenze, alla partenza, non la riguardano. Delle due l'una: o la questione universitaria (compresa la perequazione che riguarda Udine) è tutta materia statale, ma allora non si capisce che cosa ci stia a fare un assessore regionale all'Università, o, se un assessore regionale vuole esserci, si prenda anche parte delle responsabilità della perequazione. La tesi dell'assessore mette in evidenza una debolezza dell'intero suo mandato. Per spendere i 6 milioni di cui ha parlato il presidente Tondo basta infatti, e avanza, la struttura che c'è e non serve nemmeno un assessorato all'Università, basta la Cultura o altro che già c'è. La fondazione unica, a questo punto, nella migliore delle ipotesi, è solo un'operazione di immagine e, nella peggiore, un vero e proprio carrozzone. Anche se si vuole mettere in piedi con l'obiettivo di condizionare e ridurre, attraverso magari il ricatto dei contributi regionali, l'autonomia e l'identità dell'Università del Friuli. Che invece, a norma dei suoi compiti istituzionali definiti dalla apposita legge dello Stato, deve operare soltanto a favore del Friuli e del suo sviluppo economico, sociale, linguistico e culturale. Circa l'esigenza assoluta che lo Stato annulli o fortemente riduca i gravissimi tagli finanziari apportati all'Università di Udine, tra le più eccellenti d'Italia, perché l'assessore Rosolen e lo stesso presidente Tondo non intervengono con decisione sul Governo nazionale, sul presidente Berlusconi, sulla ministra Gelmini? E se non lo fanno loro, in questa vigilia della distribuzione dei famosi 500 milioni tra le Università più virtuose e bisognose d'Italia, perché tali passi non sono fatti insieme da tutti i parlamentari del Friuli? Altre volte ciò è stato fatto e con risultati positivi per la nostra gente e la nostra terra... Arnaldo Baracetti comitato per l'autonomia e il rilancio del Friuli Udine

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la gelmini contro i presidi "imparate a risparmiare soldi" (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Pagina I - Milano è polemica sul buco da 80 milioni nei conti delle scuole. Il Pd: il ministro non sa di che parla La Gelmini contro i presidi "Imparate a risparmiare soldi" Dopo la denuncia dei sindacati sui conti delle scuole in rosso a causa dei tagli, il ministro dell´Istruzione Mariastella Gelmini attacca i presidi: «Imparino a risparmiare e usare le risorse. Facciano i dirigenti invece che andare sui giornali. Le scuole dovranno coprire i costi con risorse interne. Meno politica e più attenzione». Ma i presidi non ci stanno: «Il ministro non conosce la nostra situazione. Di questa passo sarà il black-out». Protestano i sindacati e l´opposizione di centrosinistra in Regione: «La Gelmini non sa quello che dice, non può scaricare tutto sulle famiglie. Le scuole non possono autoprodurre le risorse tagliate». ANDREA MONTANARI A PAGINA V

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pd, sui manifesti le facce dei cittadini (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Pagina VII - Milano Pdl, salta la convention pro-Podestà Pd, sui manifesti le facce dei cittadini Parte da facce normali la campagna elettorale del Pd per le amministrative. Non solo per le provinciali, ma anche per i 93 Comuni nei quali a giugno si voterà per il sindaco. Sui manifesti i volti di quattro cittadini veri ma simbolici: una consulente, un papà, un pensionato, una grafica. Per dire lavoro, famiglia, sicurezza, sviluppo. «Noi ci mettiamo la faccia di chi poi affronterà i problemi reali. Non la faccia di un leader nazionale che torna a Roma», spiega Ezio Casati, segretario metropolitano del Pd, presentando alla Darsena la campagna elettorale con Filippo Penati, Luigi Vimercati, Barbara Pollastrini, Emanuele Fiano. Dal Pd al Pdl. Rinviata a sorpresa a dopo il congresso del Pdl, la convention al teatro Nuovo che domenica doveva incoronare Guido Podestà a candidato di Pdl e Lega alla Provincia. Lo ha comunicato lo stesso coordinatore regionale di Forza Italia in una lettera ai responsabili del partito. Oltre a Silvio Berlusconi dovevano partecipare Roberto Formigoni e Letizia Moratti. Ufficialmente il rinvio è stato deciso «per dare una maggiore visibilità all´iniziativa», dato che lo stesso giorno a Roma si riuniscono i delegati di An. Ma tra gli azzurri c´è chi sostiene che si è perso troppo tempo e che pesa il veto leghista alla candidatura di Romele a Brescia. Oggi Berlusconi potrebbe incontrare Umberto Bossi, ma il ministro Mariastella Gelmini avverte: «Il Pdl non può essere penalizzato». E il sito AffariItaliani azzarda: «Podestà starebbe per rinunciare».

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accordo governo-formigoni nasce il diploma regionale (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Pagina V - Milano La sperimentazione dell´istruzione professionale già da settembre Accordo governo-Formigoni nasce il diploma regionale In Lombardia debutta il diploma regionale. Ovvero, l´unificazione del sistema dell´istruzione professionale statale con quello professionale regionale, sotto il controllo del Pirellone. Una versione riveduta e corretta della riforma di Letizia Moratti in chiave formigoniana con la benedizione dell´attuale ministro dell´Istruzione Mariastella Gelmini. Il suo predecessore Giuseppe Fioroni, che faceva parte del governo Prodi aveva bacchettato il governatore accusandolo «di voler fare il Pierino». La Gelmini, invece, ieri, lo ha promosso a pieni voti ritirando il ricorso contro la legge lombarda di riforma dell´istruzione, che rivendicava i poteri di controllo sulla scuola. La sperimentazione partirà dall´anno scolastico 2009-2010. Già al termine del prossimo anno scolastico gli istituti tecnici e professionali lombardi potranno rilasciare il diploma professionale di tecnico. La Lombardia sarà la prima regione a farlo. Inoltre, è previsto un quinto anno integrativo per l´ammissione all´università e viene introdotta la contrattazione territoriale sulla formazione del personale, il suo utilizzo e la possibilità di premiarlo in rapporto ai risultati conseguiti. «Un modello da esportare anche in altre regioni per combattere la dispersione scolastica» - commenta il ministro Gelmini. «Vogliamo creare percorsi di formazione il più possibile personalizzati - aggiunge Formigoni - dove l´alunno e la famiglia possano scegliere la strada e la meta che ritengono più adeguata per le proprie capacita». Soddisfatto anche l´assessore regionale all´Istruzione Gianni Rossoni. Non il Pd: «L´intesa arriva con un anno di ritardo». (a. m.)

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sull'istruzione niente scorciatoie - innocente pessina (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Pagina V - Milano SULL´ISTRUZIONE NIENTE SCORCIATOIE INNOCENTE PESSINA In caso di malattia degli insegnanti titolari si ricorrerebbe così alla divisione delle classi o all´uscita/entrata differenziata. In un caso o nell´altro è evidente a tutti che si tratterebbe di un´offerta formativa ridimensionata. Le ore di assenza del titolare diventerebbero, di fatto, una mancanza di scuola o una lezione fortemente problematica. è già difficile fare lezione nella propria classe con 20/25 studenti, figuriamoci in una classe di 35 alunni in parte provenienti da un´altra, con caratteristiche e storie diverse. Immagino poi che sia discutibile anche far uscire degli studenti minorenni senza aver preventivamente avvisato i genitori. Siamo di fronte a decisioni che difficilmente possiamo condividere. La scuola ha bisogno di funzionare e per farlo bene ha bisogno degli insegnanti e quindi dei soldi necessari per pagarli. Non si può pensare alla scuola come a una semplice azienda che, in momenti di crisi, produce un po´ meno merce. Lì dentro non ci sono rubinetti o motori da produrre, ma persone, bambini e adolescenti. Con loro non possiamo scherzare, sono il nostro futuro e se non investiamo nella loro educazione sarà difficile essere ottimisti. Noi continuiamo testardamente a pensare che l´istruzione sia davvero l´unica strada per avere un futuro migliore. Per questo non si possono fare sconti o trovare scorciatoie. Ciò non significa evitare gli sprechi, anzi. Si intervenga con decisione, si chieda ai revisori dei conti di fare bene le loro indagini, di segnalare le cattive amministrazioni perché è vero che non tutte le scuole hanno gestito bene il loro patrimonio. A fronte di scuole che faticavano anche a comprarsi il materiale di cancelleria, ci sono state scuole che non riuscivano a spendere efficacemente i soldi del loro bilancio. Questo però non ci autorizza a generalizzare. Il ministro Mariastella Gelmini, di fronte alle lamentele di chi chiedeva spiegazioni per le commissioni di maturità non pagate, ha dichiarato: «Alcuni presidi dovrebbero andare meno sui giornali, fare meno politica e più i dirigenti». Detto così sembra che «fare politica» sia un´attività disdicevole, sconveniente, e preclusa ai dirigenti scolastici. Che pensino a gestire le loro scuole e si mantengano al di fuori del dibattito politico. Che il preside non debba farsi condizionare dai suoi convincimenti politici nella conduzione di una scuola è evidente e condivisibile. Ma questo non vuol dire che i presidi non hanno il diritto, e anche il dovere, di dire la loro e di esprimere un giudizio sulle questioni scolastiche. Senza pregiudizi ideologici, sempre nel merito, con competenza e con la forza di chi vive sul campo tutte le decisioni che vengono prese da legislatori forse troppo lontani.

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scuola, gelmini attacca i presidi - ilaria carra andrea montanari (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Pagina V - Milano Scuola, Gelmini attacca i presidi "Non hanno soldi? Imparino a risparmiare e usare le risorse" "Meno politica e più attenzione" La replica: "Il ministro non si rende conto" ILARIA CARRA ANDREA MONTANARI Scuole al collasso con i bilanci in rosso per via dei tagli? Il ministro dell´Istruzione Mariastella Gelmini non ha dubbi e replica senza mezzi termini alla denuncia della Cisl: «Dovranno provvedere ai costi con le loro risorse interne e imparare a risparmiare». I presidi sul piede di guerra perché non trovano il soldi nemmeno per pagare i commissari della scorsa maturità? «Dovrebbero andare meno sui giornali, fare meno politica e più i dirigenti. Dobbiamo imparare tutti a risparmiare e ad utilizzare meglio il denaro pubblico. Il governo è impegnato dall´inizio in una opera di razionalizzazione della spesa in materia di istruzione, ma non a costo di un impoverimento dell´offerta formativa. La maggior parte dei tagli, in realtà, sono stati decisi dal precedente governo. Affrontiamo i temi della scuola non in maniera ideologica e offriamo al Paese, agli studenti e alle famiglie un sistema adeguato. Penso sia un imperativo categorico in un momento di difficoltà economica come quello che stiamo passando». Poi una stoccata anche alla Cgil, che domani sciopererà contro i tagli e la crisi: «Abbiamo dormito finora sonni tranquilli senza di loro, continueremo a farlo». L´occasione è stata ieri la firma al Pirellone di un´intesa tra il suo ministero e il governatore Roberto Formigoni sull´istruzione e la formazione in Lombardia. Immediata la replica dei sindacati e dei presidi, che confermano che di questo passo saranno costretti a un blackout. «Il ministro Gelmini - spiega il segretario regionale della Cisl scuola Marco Bianchi - non ha fatto che confermare ciò che denunciamo da settimane. Ma le scuole non sono in grado di autoprodurre le risorse per sopperire ai tagli». Duro anche il Pd. «Il ministro non può dire che le scuole devono far ricorso a risorse proprie per pagare le supplenze e i corsi di recupero - denunciano i consiglieri regionali Sara Valmaggi e Carlo Spreafico - a meno che non si intenda chiedere contributi straordinari alle famiglie degli studenti, in questo caso il ministro lo deve dire chiaramente». Dello stesso avviso Luciano Muhlbauer di Rifondazione comunista: «Oggi sono in profonda crisi per mancanza di risorse finanziarie sia il sistema scolastico che l´istruzione tecnica e professionale. La Gelmini non trova altro da dire che devono cavarsela da soli? Di un «indegno scaricabarile» parla anche Giuseppe Biati, coordinatore regionale dei dirigenti scolastici della Cisl Scuola: «Il ministro deve rendersi conto che i presidi non sono più in grado di garantire il normale servizio scolastico. Alla faccia di un governo che aveva promesso di tagliare le tasse». Pietro De Luca, preside dell´istituto Severi-Correnti, che ha un credito da Roma tra i 4-500mila euro, denuncia: «Stiamo già attingendo alle nostre risorse, ma siamo ridotti all´osso». Anna Sandi, dirigente scolastico dell´istituto comprensivo di via Vespri Siciliani che ha un credito da Roma di circa 135mila euro, è sbigottita: «Noi stiamo già anticipando tutto di tasca nostra ma il rischio blackout è reale: il ministro non si rende conto di quanto siamo poveri».

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primarie, tempo scuola a rischio e le famiglie scrivono al ministro (sezione: Scuola)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Mantenere le 30 ore settimanali Una fiaccolata tra Sacile e Pordenone Primarie, tempo scuola a rischio e le famiglie scrivono al ministro L'APPELLO L'IPOTESI «Caro ministro dell'Istruzione Gelmini, vogliamo garanzie su 30 ore settimanali di lezione 2009-2010 nei tre circoli didattici a Pordenone». Tempo scuola a rischio di riduzione nelle primarie, in settembre. Mamme e papà hanno scritto all'inquilina di viale Trastevere, perché l'organico docente sarà a dieta. Le 30 ore settimanali richieste dal 75 per cento delle matricole a Pordenone, potrebbero ridursi a 27 di lezione e 3 di mensa. Il comitato spontaneo dei genitori dei circoli didattici cittadini, non ci sta. «Il diritto costituzionale allo studio va riconosciuto - hanno ribadito le mamme del gruppo Cristina Zanette e Sonia D'Aniello - per i nostri figli». Il gruppo spontaneo delle famiglie dei 3 circoli non molla, sul tempo scuola. «Alla luce delle informazioni disponibili dalle circolari ministeriali e dai dirigenti scolastici, siamo fortemente preoccupati - recita la lettera spedita al ministro Gelmini, al direttore regionale Panetta e al numero uno della scuola pordenonese Catucci -. Rispetto alla possibilità di non vedere confermate le richieste formulate in sede di iscrizione. La riduzione del tempo scuola incide pesantemente sull'organizzazione famigliare, in particolare delle famiglie che si trovano a subire gli effetti della profonda crisi in atto e, soprattutto, sull'offerta formativa per i nostri figli». Ci sono 433 matricole che hanno scelto 30 ore di lezione settimanali più mensa, nelle prime classi delle ex-elementari in città. «Chiediamo 30 ore effettive di insegnamento - hanno ribadito le mamme -. Con l'articolazione dei rientri pomeridiani, previsti nei diversi plessi all'atto delle iscrizioni di gennaio». L'"onda" dei genitori si muove anche a Sacile. «Centinaia di lettere anti-riforma - ha anticipato la portavoce dei genitori Maria Balliana -, saranno spedite al governatore regionale Panetta. La riforma toglie compresenze nel quinquennio delle primarie, tempo scuola e qualità dell'offerta formativa». I genitori si organizzano in rete (www.scuoladitutti.blogspot.com), con il passaparola e nelle assemblee serali. «La riforma della scuola primaria non è realizzata soltanto per risparmiare - hanno firmato centinaia di lettere fac-simile, i genitori sacilesi -. Ma stravolge un sistema educativo che funziona. Esprimiamo disappunto e preoccupazione, perché la riforma non può nascere senza risorse e senza consultare docenti e famiglie». L'ipotesi di una fiaccolata sincronizzata a Pordenone e Sacile, è nell'aria. «Non siamo schierati politicamente - ha detto Balliana -. Difendiamo il futuro dei figli». Chiara Benotti

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Gelmini-Formigoni: sì al diploma regionale (sezione: Scuola)

( da "Giornale di Brescia" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Edizione: 17/03/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano Gelmini-Formigoni: sì al diploma regionale MILANO Il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, ha siglato con il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, un accordo sull'istruzione e la formazione professionale che prevede, al quarto anno, il diploma regionale e la possibilità di un anno integrativo per l'accesso all'università. Nel protocollo d'intesa il Ministero ha ritirato il ricorso davanti alla Corte Costituzionale contro la legge regionale di riforma dell'istruzione e la Regione quello contro la legge finanziaria del 2007. La sperimentazione si attuerà sulla base dell'adesione volontaria degli Istituti professionali statali (circa 170) al sistema dell'Istruzione e formazione professionale regionale, così da garantire la continuità e l'unitarietà dell'offerta. «È un grande accordo - ha spiegato Formigoni - che permette di superare il contenzioso che il governo precedente aveva aperto contro di noi ed avviare una sperimentazione innovativa che porterà più qualità alla scuola». «Il modello della Lombardia - ha precisato Gelmini - è uno dei migliori a livello nazionale e non a caso abbiamo deciso di partire con la sperimentazione proprio da qui». «Vogliamo creare - ha aggiunto Formigoni - percorsi di formazione il più possibile personalizzati dove l'alunno e la famiglia possano scegliere la strada che più ritengono adeguata per le proprie capacità. Una regione competitiva ha bisogno che ai propri studenti sia data questa strada per essere tra i migliori d'Europa e del mondo». Già dal prossimo anno scolastico verrà rilasciato il diploma professionale tecnico, mentre dall'anno 2010-2011 verrà attivato un quinto anno con l'esame di stato.

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bilancio provinciale (sezione: Scuola)

( da "Mattino di Padova, Il" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Pagina 15 - Cronaca BILANCIO PROVINCIALE BILANCIO PROVINCIALE IN CONSIGLIO. Prevista per lunedì prossimo, o in caso contrario per quello successivo, la discussione sull'assestamento del bilancio provinciale a Palazzo Santo Stefano. Saranno resi pubblici, da parte della giunta di centrodestra, i correttivi dovuti alla contrazione delle entrate. Prima della fine dell'amministrazione sono previste almeno altre due sedute del consiglio, in modo da districare gli ultimi nodi rimasti aperti. LA CAMPAGNA DI SINISTRA E LIBERTA'. Prevista per oggi la riunione di Sinistra e libertà, il movimento che raccoglie Verdi, Sinistra democratica, partito socialista e Movimento per la sinistra (i fuoriusciti da rifondazione guidati da Nichi Vendola). Obiettivo dell'incontro: la stesura di un programma comune in vista delle prossime elezioni comunali e provinciali padovane. STRADE CHIUSE PER LO SCIOPERO. Chiusura al traffico, domani dalle 8,30 alle 13 per permettere lo svolgimento del corteo regionale anti-Gelmini, di corso Garibaldi, piazza Garibaldi, via San Francesco, via del Santo, piazza del Santo e via Cesarotti. PATTICHIARI PER GLI STUDENTI. Avvicinare i giovani ai temi finanziari fornendo le conoscenze utili per capire la complessità, i meccanismi e le prospettive dell'economia imprenditoriale, familiare e personale. Si chiama «Pattichiari con l'economia» ed è l'iniziativa, giunta al suo secondo anno di vita, promossa dalla Cassa di Risparmio del Veneto e dal consorzio Pattichiari in collaborazione con la Provincia di Padova, per permettere ai ragazzi di affrontare nel tempo scelte consapevoli in tema economico. «QUASI QUASI MI SBATTEZZO». Domani sera alle 21,30 nel circolo Arci Pixelle in via Turazza 19/d si terrà la presentazione del libro «Quasi quasi mi sbattezzo», un'odissea (vera) di un giovane che decide di sbattezzarsi per uscire dalla chiesa cattolica. Ingresso gratuito con tessera Arci, all'incontro parteciperanno Alessandro Lise e Alberto Talami, coppia di fumettisti fra le più originali del panorama dei comics italiani indipendenti.

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stesso numero di alunni, ma meno personale (sezione: Scuola)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Spilimbergo. Il Pd ha presentato un'interpellanza per chiedere quali garanzie il Comune può fornire alle famiglie sul rispetto delle scelte fatte al momento dell'iscrizione Stesso numero di alunni, ma meno personale L'unificazione di circolo didattico e scuola media avrà una serie di conseguenze non tutte positive SPILIMBERGO. Quali gli effetti della riforma della scuola primaria e gli impegni dell'amministrazione comunale nell'ambito scolastico spilimberghese? A pochi giorni dalla comunicazione arrivata alla giunta della città del mosaico da parte del ministero della Pubblica istruzione del decreto di attuazione del piano regionale di dimensionamento delle istituzioni scolastiche della Regione Friuli Venezia Giulia, che, di fatto, conferma la soppressione delle attuali sedi di dirigenza riferite al circolo didattico di Spilimbergo (comprendente elementare e scuola dell'infanzia) e alla scuola media Bernardino Partenio e, dal primo settembre 2009, la loro unificazione nell'istituto comprensivo di Spilimbergo, a tornare sugli sviluppi della "questione scuola" è il gruppo consiliare del Partito democratico attraverso un'interpellanza presentata a sindaco e giunta dal capogruppo Armando Zecchinon. Come si evince dal documento, «i consiglieri comunali del Pd, visto che il Parlamento ha convertito in legge il decreto Gelmini che apporta alla scuola una serie di modifiche all'attuale sistema e considerato che l'articolo 4 della citata legge introduce la figura del maestro unico prevedendo nelle classi della scuola primaria la presenza di un insegnante con 24 ore settimanali», si dicono «preoccupati che, nell'ambito degli obiettivi di razionalizzazione stabiliti dalla riforma Gelmini, gli istituti scolastici debbano prendersi carico delle ore eccedenti attraverso propri fondi e proprie economie di spesa». Inoltre, è stato «verificato che anche i nostri istituti risultano essere sottofinanziati e di conseguenza con bilanci che presentano pesanti passivi» e si è preso atto che, in base delle domande di iscrizione al prossimo anno scolastico per le classi prime della scuola primaria, «si evince che la quasi totalità dei genitori ha optato per la scelta del tempo scolastico di 27 o 40 ore settimanali». La creazione dell'istituto comprensivo di Spilimbergo a partire dal prossimo anno scolastico «comporterà - prosegue il documento del Pd - un taglio di organico sia per i collaboratori scolastici sia per gli assistenti e i coordinatori amministrativi, i quali dovranno far fronte a una popolazione scolastica di oltre 900 alunni, cifra questa sostanzialmente invariata rispetto all'anno precedente, ma con una perdita di personale stimata in parecchie unità». Il gruppo consiliare del Partito democratico ha quindi interpellato sindaco e giunta «per conoscere, in mancanza dei decreti attuativi, quali garanzie possano essere fornite alle famiglie in merito al rispetto delle scelte effettuate dai genitori al momento dell'iscrizione, quali iniziative l'amministrazione intenda attuare nei confronti della Regione per arginare i tagli previsti dalla riforma, quali impegni sia pronto ad assumersi il Comune nel caso molto probabile in cui il taglio degli organici non permetta di garantire la presenza degli insegnanti durante la mensa, nonché quali accorgimenti possano essere concordati al fine di omogeneizzare gli orari di uscita». Guglielmo Zisa

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E le poltrone di Alemanno costano a Roma diciotto milioni e mezzo (sezione: Scuola)

( da "Unita, L'" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

E le poltrone di Alemanno costano a Roma diciotto milioni e mezzo JOLANDA BUFALINI Perché chiamarla fibula e non spilla? Perché scrivere nelle didascalie dei musei «fistula plumbea» e non «tubo di piombo»?. La fistula al sovrintendente ai beni culturali del comune di Roma Umberto Broccoli ricorda una «malattia infettiva». Il Broccoli pensiero sui monumenti, che egli per la sua alta carica deve amministrare e proteggere, lo si può desumere da una brochure per la promozione della Città Eterna: «I monumenti sono come un profumo, come le canzoni, come le pagine ingiallite di un sussidiario di scuola». Cavalli di battaglia Sapevamo che il cavallo di battaglia del sovrintendente scelto da Alemanno al posto del professor La Rocca è la comunicazione, «bisogna usare parole che tutti capiscono». Quello che non sapevamo è quanto costa quel profondo pensiero, quello stile da maestro unico, di sicuro gradimento alla maestra Gelmini, ai contribuenti romani: 396mila euro lordi dal settembre 2008 al dicembre 2010. Il calcolo di quanto costa agli azionisti lo sbaraccamento della politica industriale di Acea per dare spazio ai signori dell'edilizia romana Francesco Gaetano Caltagirone e Giancarlo Cremonesi non è ancora completato. Certo è che il dimissionamento dell'ad Andrea Mangoni, manager interno, per sostituirlo con uno dei soliti noti dei CdA pubblici, Marco Staderini (già Rai, già Lottomatica), nonché fedelissimo del genero di F.G. Caltagirone, Pierferdinando Casini, a prima botta ha fatto perdere al titolo il 10%. Comprensibile: dalla sfida dell'energia (gas, acqua e elettricità) si è passati ai signori del mattone. All'azienda dei rifiuti, Alemanno ha nominato Franco Panzironi. Proviene dall'Unione nazionale per l'incremento delle razze equine, dove ha lasciato conti in rosso e un disastro finanziario che ha alimentato le proteste degli addetti all'ippica. Fra i suoi primi atti si segnala l'acquisto di due tappeti per coprire il parquet rovinato del suo ufficio. Lo spoil system selvaggio adottato da Alemanno a Roma ha travolto, insieme agli staff politici, dirigenti e tecnici. Risultato: sin qui 18 milioni e mezzo di spesa per consulenze e incarichi fino al 2010. Niente male per uno che tuonava: «Ridurremo gli sprechi, cancelleremo le nomine politiche». È successo esattamente l'opposto: il capo di gabinetto Sergio Gallo ha strappato la cifra record di 664.000 euro, molto più degli emolumenti al predecessore Meschino. Il generale Mori doveva prestare la sua opera a titolo gratuito e invece ha un compenso di 300.000 ma non è da solo nella direzione politiche sicurezza: c'è anche Mario Redditi, 364.000 euro. Buche e sicurezza Non si segnalano miglioramenti sulla sicurezza della città. A novembre il capogruppo Pd Umberto Marroni notava che erano ancora inattive le telecamere nei punti sensibili. Altre cifre record: 24 addetti all'ufficio stampa, il solo portavoce, Simone Turbolente, incassa - fino al 2010 - 394.000 euro. Nei corridoi del Campidoglio si mormora che le buche delle strade di Roma, tali - secondo il prefetto Pecoraro - da configurare pericolo per l'incolumità pubblica, sono l'incubo del sindaco. Non si conosce, però, quali provvedimenti egli abbia intenzione di prendere. Diamo al sovrintendente Broccoli quasi 400mila euro fino al 2010. La sua mission: cambiare le didascalie nei musei, al posto di «fibula» mettere «spilla», al posto di «fistula plumbea» usare «tubo di piombo».

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Difendiamo scuola e ricerca (sezione: Scuola)

( da "Nuova Ferrara, La" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Genitori, studenti e docenti contro le diseguaglianze sociali prodotte dalla legge Gelmini «Difendiamo scuola e ricerca» Domani si mobilita il coordinamento istruzione pubblica Aumenta la disuguaglianza sociale. Questo è, secondo il coordinamento istruzione pubblica, l'organismo spontaneo nato dalla volontà di genitori, studenti, docenti, con l'obiettivo di contrastare gli effetti della legge 133, il vero effetto di un progetto-non progetto di riforma dell'istruzione, che inizia dalla scuola elementare e si conclude all'università. Per questa ragione il coordinamento si mobilita insieme alla Flc Cgil, domani partecipando alle 11 al sit-in davanti alla Prefettura. Le iniziative di mobilitazione proseguono alle 17.30 alla sala del Borgonuovo con un'assemblea tra insegnanti e genitori e si concludono a mezzanotte in piazza Trento Trieste con una riflessione sui paradossi dell'università, con musica dal vivo. «Le componenti giovani della ricerca italiana vengono messe in un cassetto - denuncia Marcella Ravaglia del coordinamento ricercatori precari -; con i tagli vengono eliminati i docenti a contratto, l'offerta formativa si impoverisce. Chi aveva continuerà ad avere e chi non ha o non ha mai avuto, continuerà a non avere». E passiamo alla scuola elementare: «Le famiglie hanno dimostrato che la legge non risponde ai loro bisogni, - prosegue Nadia Migliari del comitato genitori difesa scuola pubblica - non solo dal punto quantitativo, ma anche qualitativo. L'attenzione dei genitori è alla qualità educativa e pedagogica del tempo scuola. Il timore delle famiglie è che questo modello di scuola discrimini i bambini che hanno maggiori difficoltà». Il disegno del Ministro, che non è nato da intenti di natura pedagogica, è stato bocciato dalla maggior parte delle famiglie. I genitori credono nella pluralità dei docenti come occasione di crescita culturale e metodo di cittadinanza attiva per i figli. «Per questo - spiega il maestro Mauro Presini - chiediamo a gran voce le dimissioni del Ministro Gelmini». Il sistema scolastico va migliorato, ma in modo concertato, e non con decreto legge. «Mancano aule, laboratori, - spiega Alessandro Pepe di Onda Ferrara Csu - mense e incentivi allo studio. Questi sono i reali problemi dell'Università. L'Italia - conclude Giovanni Oliva del Rua-Udu Ferrara - rispetto al resto dell'Europa in un momento di crisi va controcorrente e invece di investire nella ricerca, ne riduce i fondi e li potenzia su realtà già sicure». Silvia Siano

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Docenti, precari e ricercatori contro i tagli della Gelmini (sezione: Scuola)

( da "Unita, L'" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Docenti, precari e ricercatori contro i tagli della Gelmini MARISTELLA IERVASI Tutti insieme allo sciopero generale contro i tagli del governo alla Conoscenza. Domani si fermano, per la prima volta uniti, tutti coloro che lavorano nella scuola, negli Atenei, negli enti di ricerca, nella formazione professionale e Afam. Docenti, precari, ricercatori, collaboratori scolastici e dirigenti saranno nelle piazze con manifestazioni, cortei e presidi promossi dalla Flc-Cgil. Un'adesione allo sciopero della Conoscenza che si annuncia di peso. Già schierate la Sinistra e Legambiente scuola, la Rete nazionale precari e gli studenti medi, la scienziata Margherita Hack ma anche il Cidi e Movimento cooperazione educativa (Mce). Assenti i sindacati Cisl e Uil, come da copione, tranne il Gilda degli insegnanti che promette «cattedre deserte». Aderisce allo sciopero a titolo personale anche Mariangela Bastico, responsabile scuola del Pd. E in occasione della grande mobilitazione contro i provvedimenti del governo Berlusconi sull'istruzione e ricerca, anche l'Onda torna in movimento. Gli universitari dei collettivi di protesta contro la riforma Gelmini proprio in queste ore hanno deciso di tornare a «surfare» nelle città. Nel giorno della Flc-Cgil anche l'Onda è intenzionata a guadagnarsi una fetta di protesta indipendente e autonoma, come fece in autunno. Le piazze dello sciopero Dall'Abruzzo alla Sardegna, senza saltare una regione. Guglielmo Epifani, leader della Cgil, e Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil, concluderanno la manifestazione nazionale a Palermo in programma alle 9.30 al teatro Politeama. L'intervento di Epifani affronterà il tema dei giovani e del Mezzogiorno. La necessità di ottenere più fondi per l'istruzione e la formazione come ricetta per uscire dalla crisi. Una scelta non causale quella del Sud, dove il modello scuola del modulo l'ha fatta da padrone sul tempo pieno. Di conseguenza, con la soppressione delle compresenze (2 insegnanti su 3 classi) i tagli al personale docente saranno più visibili che altrove. A Roma nessun corteo ma una manifestazione in piazza Santi Apostoli a partire dalle 9.30. In Calabria, presidi con gazebo in ogni provincia sul precariato. A Milano un corteo da Bastioni di Porta Venezia a piazza Duomo. Idem a Torino: concentramento in piazza Arbarello poi in corteo fino a piazza Castello con comizio finale. E così via. Gli slogan: «Tutti insieme. Sciopero generale. Per uscire dalla crisi investendo nella Conoscenza». Tre almeno gli «stop» per non lasciare che i diritti «vadano in crisi» e rivolti tutti contro il governo Berlusconi che «fa pagare la crisi a cittadini e lavoratori, vuole indebolire la contrattazione e scommette sull'ignoranza». Docenti, educatori e l'alta formazione musicale e artistica scioperà per l'intera giornata. Negli enti di ricerca pubblici e privati e nella formazione professione l'astensione dal lavoro è di 4 ore. L'Onda Ritornano gli universitari, con scioperi selvaggi e imprevedibili come accadde nell'autunno scorso. A Roma l'appuntamento è alla Sapienza, in piazza della Minerva. A Milano in piazza Venezia. Ad Ancona in piazza del Papa, sotto la Prefettura. A Genova in piazza Caricamento. Tagli alla scuola, ricerca bistrattata, precari messi in strada. Dagli atenei alla ricerca, dalle elementari alla formazione il malcontento è generale. Domani sciopero generale della Flc-Cgil. Epifani a Palermo.

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Tutti insieme allo sciopero generale contro i tagli del governo alla Conoscenza. Domani si fermano, ... (sezione: Scuola)

( da "Unita, L'" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Tutti insieme allo sciopero generale contro i tagli del governo alla Conoscenza. Domani si fermano, per la prima volta uniti, tutti coloro che lavorano nella scuola, negli Atenei, negli enti di ricerca, nella formazione professionale e Afam. Docenti, precari, ricercatori, collaboratori scolastici e dirigenti saranno nelle piazze con manifestazioni, cortei e presidi promossi dalla Flc-Cgil. Un'adesione allo sciopero della Conoscenza che si annuncia di peso. Già schierate la Sinistra e Legambiente scuola, la Rete nazionale precari e gli studenti medi, la scienziata Margherita Hack ma anche il Cidi e Movimento cooperazione educativa (Mce). Assenti i sindacati Cisl e Uil, come da copione, tranne il Gilda degli insegnanti che promette «cattedre deserte». Aderisce allo sciopero a titolo personale anche Mariangela Bastico, responsabile scuola del Pd. E in occasione della grande mobilitazione contro i provvedimenti del governo Berlusconi sull'istruzione e ricerca, anche l'Onda torna in movimento. Gli universitari dei collettivi di protesta contro la riforma Gelmini proprio in queste ore hanno deciso di tornare a «surfare» nelle città. Nel giorno della Flc-Cgil anche l'Onda è intenzionata a guadagnarsi una fetta di protesta indipendente e autonoma, come fece in autunno. Le piazze dello sciopero Dall'Abruzzo alla Sardegna, senza saltare una regione. Guglielmo Epifani, leader della Cgil, e Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil, concluderanno la manifestazione nazionale a Palermo in programma alle 9.30 al teatro Politeama. L'intervento di Epifani affronterà il tema dei giovani e del Mezzogiorno. La necessità di ottenere più fondi per l'istruzione e la formazione come ricetta per uscire dalla crisi. Una scelta non causale quella del Sud, dove il modello scuola del modulo l'ha fatta da padrone sul tempo pieno. Di conseguenza, con la soppressione delle compresenze (2 insegnanti su 3 classi) i tagli al personale docente saranno più visibili che altrove. A Roma nessun corteo ma una manifestazione in piazza Santi Apostoli a partire dalle 9.30. In Calabria, presidi con gazebo in ogni provincia sul precariato. A Milano un corteo da Bastioni di Porta Venezia a piazza Duomo. Idem a Torino: concentramento in piazza Arbarello poi in corteo fino a piazza Castello con comizio finale. E così via. Gli slogan: «Tutti insieme. Sciopero generale. Per uscire dalla crisi investendo nella Conoscenza». Tre almeno gli «stop» per non lasciare che i diritti «vadano in crisi» e rivolti tutti contro il governo Berlusconi che «fa pagare la crisi a cittadini e lavoratori, vuole indebolire la contrattazione e scommette sull'ignoranza». Docenti, educatori e l'alta formazione musicale e artistica scioperà per l'intera giornata. Negli enti di ricerca pubblici e privati e nella formazione professione l'astensione dal lavoro è di 4 ore. L'Onda Ritornano gli universitari, con scioperi selvaggi e imprevedibili come accadde nell'autunno scorso. A Roma l'appuntamento è alla Sapienza, in piazza della Minerva. A Milano in piazza Venezia. Ad Ancona in piazza del Papa, sotto la Prefettura. A Genova in piazza Caricamento.

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Confluenza Alleate fin dalla Casa... (sezione: Scuola)

( da "Giornale.it, Il" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

n. 65 del 2009-03-17 pagina 3 Confluenza Alleate fin dalla Casa delle Libertà, le due anime del centrodestra sono pronte a fondersi in nome degli stessi ideali di Redazione Sono le ultime battute, i preparativi finali. Il 21 e 22 marzo, alla nuova Fiera di Roma, il congresso nazionale di An sancirà il passaggio «Dalla destra al Popolo della libertà: il partito degli italiani», il partito che nascerà poi ufficialmente il 27 marzo, con il congresso costitutivo del Pdl. In questi ultimi giorni di dibattito tra le anime di Alleanza nazionale e Forza Italia, abbiamo cercato di capire quale sarà il dna di quello che si propone di essere «il più grande partito della storia repubblicana». Per farlo, abbiamo cercato di unire i protagonisti, di interpretare il clima. Abbiamo intervistato i ministri (come l'aennina Giorgia Meloni e la forzista Mariastella Gelmini), i dirigenti, i fondatori, i reggenti del movimento. Ma da oggi cominciamo un viaggio nella base, nel vero Popolo che crede in questa avventura politica, gli elettori e i simpatizzanti. Perché ogni partito, ogni idea, ogni movimento appoggia sulla militanza e sull'organizzazione, sul territorio. Il nostro viaggio ha proprio questo scopo: cogliere le differenze e comprendere cosa unisce aree così distanti del Paese in un'unica grande anima di centrodestra. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Broletto, se la Gelmini deve difendere Romele... (sezione: Scuola)

( da "Giornale di Brescia" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Edizione: 17/03/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:la città Broletto, se la Gelmini deve difendere Romele... Le dichiarazioni del ministro confermano la contesa in atto sui rapporti di forza tra la Lega e il nascente Pdl Il ministro Gelmini con l'on. Romele La candidatura dell'on. Romele a presidente del Broletto su indicazione della coalizione di centrodestra si allontana? Allo stato dell'arte sicuramente non si avvicina, tanto che il ministro Mariastella Gelmini, che ieri ha siglato un protocollo con la Regione Lombardia sull'istruzione professionale, avverte la necessità di precisare: «Nella scelta dei candidati per le elezioni provinciali, il Pdl non può essere penalizzato». Se rileggiamo la cronistoria della vicenda, in principio troviamo FI che anticipa i tempi e mette sul tavolo del centrodestra la proposta della candidatura di Romele. Nessun via libera, ma neppure nessuna decisa interdizione iniziale. Mentre la Lega continua a tacere e l'Udc vuole sapere se è accolto nella coalizione, è An a porre inizialmente problemi di equilibri nella ripartizione di candidature con FI. Così viene fatto il nome dell'on. Beccalossi all'interno di un ridisegnato mosaico regionale. A questo punto è la Lega a prendere cappello: se FI e An pensano di costringerla ad accettare le soluzioni che accontentano gli alleati concorrenti, allora può anche decidere di andare da sola. Berlusconi e Bossi dicono che l'intesa si troverà, ma i rispettivi delegati non chiudono l'accordo. Anzi, la Lega dice di voler chiudere quando ci sarà il Pdl e FI e An non potranno giocare ciascuno in proprio. Di più: l'intesa dovrà essere su tutte le regioni del Nord; se in una si privilegia il Pdl nell'altra si compensa la Lega. Ulteriore criterio: se gli uni esprimono il sindaco della città, gli altri indicando il presidente della Provincia e viceversa. È in questa cornice che si inserisce la dichiarazione del ministro Gelmini, grande sostenitrice di Romele e preoccupata di un eccesso di arrendevolezza alle richieste della Lega: «È un problema di proporzionalità, nel senso che in Lombardia vi è una forte presenza della Lega, ma è anche forte quella del Pdl e al suo interno soprattutto di FI. Quindi pensare che venga penalizzata la componente del Pdl, e comunque quella di FI, credo sarebbe un danno per tutti. Ovviamente spetta al presidente Berlusconi trovare con la Lega le soluzioni migliori. Non è un problema di questa o quella provincia, ma di peso specifico delle forze». Intanto Berlusconi - questa la voce corrente - è più interessato al varo del Pdl e alla non belligeranza con la Lega piuttosto che alle singole vicende territoriali.

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Comitato scuola: I genitori bocciano la riforma (sezione: Scuola)

( da "Giornale di Brescia" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Edizione: 17/03/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:la città Comitato scuola: «I genitori bocciano la riforma» Il gruppo porta 1.519 schede al dirigente scolastico provinciale: «La scelta è opposta a quella prevista dal ministro» Alcuni bambini della scuola primaria Una nutrita rappresentanza di genitori aderenti al Comitato per la difesa della scuola pubblica ha incontrato il dirigente dell'Ufficio scolastico provinciale per consegnargli una documentazione che costituisce, si legge in una nota del comitato stesso, «una sonora bocciatura della scuola che il ministro Gelmini vorrebbe imporre». «Abbiamo raccolto 1.519 schede certificate, circa il 60% del totale, di famiglie, relativamente alla città più un paio di comuni limitrofi e riferite ai bambini che passeranno alle seconde, terze, quarte e quinte della scuola primaria - ha detto Paola Dioni per il comitato - da cui si evince che la scelta delle stesse è la riconferma del modello di offerta formativa esistente. Abbiamo anche fornito i dati relativi alle iscrizioni alla prima classe ed il modello delle 24 e 27 ore ha ricevuto 64 adesioni, contro le 1.025, cui vanno aggiunte la totalità delle scuole Colombo, Rodari, Torricella e S. Polo, che hanno indicato le 30 e le 40 ore, più o meno equamente ripartite. Crediamo che queste cifre si commentino da sole - ha aggiunto Dioni - e la nostra preoccupazione è davvero molto consistente, in quanto il dottor Giuseppe Colosio ci ha risposto che la scelta del maestro unico "rappresenta l'unità per i bambini" e che, in ogni modo, si dovrà attendere la metà di aprile per conoscere le risorse che verranno messe a disposizione da parte dell'Amministrazione centrale, risorse che determineranno ogni successiva scelta, che sarà lasciata al singolo istituto». «È esattamente il contrario di quanto ci era stato assicurato - ha aggiunto Sauro Di Giambattista, a nome del comitato - perché entro il termine richiamato, il Ministero definirà le risorse da attribuire alla scuola primaria e solo in funzione di queste, ogni scuola sarà costretta ad agire non già secondo le scelte e le indicazioni delle famiglie, ma dei fondi a disposizione. Saranno infatti i fondi a definire gli organici e non le necessità espresse dal "basso", come in un primo tempo ci era stato detto e confermato. Non si vede come il dottor Colosio possa ritenere che l'eccellenza bresciana possa trovare conferma in un'offerta formativa corrispondente alle reali esigenze delle famiglie». Il 21 marzo i rappresentanti dei genitori, provenienti da tutta Italia, porteranno a Roma i moduli inerenti alla scelte compiute. Franco Armocida

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Freschezza e disciplina... (sezione: Scuola)

( da "Giornale.it, Il" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

n. 65 del 2009-03-17 pagina 3 «Freschezza e disciplina Così cambieremo il Paese» Il ministro dell'Istruzione: «Forza Italia porta una ventata di novità, An l'organizzazione di partito. Insieme rafforzeremo l'azione riformista» di Paola Setti Ogni volta che le domandi del Pdl lei disegna una freccia sul foglio e poi lo scrive: Pdl, con tanto di quadratino intorno. Come a riordinare le idee, eppure le idee le ha chiarissime, Mariastella Gelmini il ministro dell'Istruzione, in Forza Italia dal 1994, e cioè da subito. Il nuovo partito, dice, «darà stabilità al governo, rafforzandone l'azione riformista». Evidentemente lei non è superstiziosa, ministro. «Guardi che noi non faremo la fine del governo Prodi, che cadde quando nacque il Pd. E le dirò di più: il nuovo partito trasformerà la crisi economica in un'opportunità». Moltiplicherete i pani e i pesci, come dice il Pd? «L'errore del Pd, lo fece Veltroni e lo sta facendo Franceschini, è quello di cavalcare il disagio sociale invece di condividere con noi la fatica di cambiare, come se tutto fosse solo una questione contabile». E non è così? «Il problema non è la quantità di risorse, ma come si spendono. Ai rettori dell'Università che protestano dico sempre: non si può mettere benzina in un motore rotto, bisogna prima aggiustare il motore». Quindi servono le riforme. «La cifra di questo governo è il riformismo. Bene. C'è una leadership forte e una maggioranza compatta. Manca solo un grande partito di centrodestra». Ma lei ci crede davvero che An e Forza Italia non faranno ognuna la sua corrente interna? «An e Forza Italia hanno fatto una traversata nel deserto insieme, e insieme governano il Paese. E il partito non è nato con una fusione a freddo decisa nelle stanze del potere come il Pd». Infatti l'ha deciso Silvio Berlusconi, il partito, salendo sul predellino. «All'intuizione del predellino siamo arrivati dopo 15 anni di percorso comune, e dopo tante battaglie che hanno visto An e Forza Italia mescolare le bandiere in nome di un progetto condiviso». Intanto però Berlusconi e Fini non smettono di punzecchiarsi. «Per loro parlano 15 anni di battaglie politiche comuni all'interno di un rapporto leale e consolidato». Litigano sulla decretazione d'urgenza e sul voto per delega. «Sono entrambi impegnati ad avvicinare la politica alle esigenze del Paese. Fini ha fatto un'operazione di trasparenza introducendo il voto digitale alla Camera. Berlusconi ha posto un problema serio di snellimento delle procedure, che prevedono lungaggini insostenibili. Infatti sulla necessità di riformare i regolamenti siamo tutti d'accordo». Allora nessuna corrente e nemmeno qualche spiffero. «Il nuovo partito avrà successo se saprà mantenere l'apertura, la freschezza, la fantasia e la creatività di Forza Italia e coniugarle con la disciplina e l'attaccamento al partito di An». Voi non ce lo avete l'attaccamento al partito? «C'è grande passione anche qui, ma il fatto di avere un leader forte come Berlusconi spesso ci ha consentito di fare a meno di un partito strutturato». Adesso si cambia. «Berlusconi ha chiesto anche a ministri e parlamentari di prendere esempio dalla Lega e di essere a fianco dei militanti sul territorio. Un compito che non ci spaventa». La Lega invece un po' vi spaventa. «Al Nord, più che con il Pd è con la Lega che siamo in competizione, ma è una competizione sana». Sarà sana, ma intanto la Lega non molla sulla Provincia di Brescia. «Non è un problema di quali province, ma di peso specifico delle forze». Lo spiega lei a Bossi il peso specifico? «E va bene, se la Lega non rinuncerà a Brescia, vorrà dire che Forza Italia correrà a Bergamo. Ma è un problema di proporzionalità: al Nord c'è una forte rappresentanza della Lega, ma anche del Pdl e in particolare di Forza Italia. Di certo non si può chiedere a Forza Italia di scomparire, sarebbe un danno per tutti. Ma Berlusconi e Bossi troveranno il punto di equilibrio, come sempre». Bossi ha detto: «Tocca sempre a noi vecchi trovare la quadra». «Se è alla leadership che vuole arrivare...». Il Pd vi prende in giro, dicono che avete una venerazione per Berlusconi... «Se abbiamo una venerazione è perché abbiamo un capo carismatico, noi. Non mi pare che del Pd si possa dire lo stesso...». Alle Europee lei raccoglie l'invito di Berlusconi ai ministri e si candida? «Credo che dopo il congresso del Pdl ci sarà una parola definitiva. Se Berlusconi mi chiama, io lo seguirò come ho sempre fatto». Berlusconi ha annunciato Michela Brambilla ministro del Turismo fra un mese. «Il patrimonio culturale, storico e paesaggistico è la nostra materia prima, il fatto che non ci sia un ministero del turismo è un paradosso. Michela è determinata e sta lavorando bene». Il partito è agitato, però. Il problema è che è donna? «Berlusconi ha creduto nelle donne, dando loro anche spazi non secondari. Ma lui guarda alle persone in quanto tali». Ministro, smentisca il Pd: dicono che vuol chiudere 3mila scuole. «Non è un atto unilaterale, ma un accordo preso in conferenza Stato-Regioni: chiuderemo le scuole non sicure. E anche i corsi universitari inutili e gli Atenei periferici». Lei ha una sorella maestra iscritta alla Cgil: non le ha ancora cavato gli occhi? «Mia sorella fa parte di quella maggioranza silenziosa di insegnanti che non usa la scuola per fare politica...». È vero che sul suo i pod ci sono Gaber e Vasco, Ligabue e Beethoven? «E la Pausini. Gaber lo porterò nelle scuole... Ma a lei chi lo ha detto, scusi?». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Professionali: arriva il diploma in quattro anni (sezione: Scuola)

( da "Giornale.it, Il" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

n. 65 del 2009-03-17 pagina 1 Professionali: arriva il diploma in quattro anni di Redazione È una cartellina rossa a contenere l'accordo chiave per la scuola lombarda. A custodire il documento che mette nero su bianco la pace stipulata tra Regione Lombardia e Roma. Il governo si impegna a ritirare il ricorso contro la riforma della formazione professionale studiata dal Pirellone, giudicata tempo fa illegittima. Questo significa grosse novità per gli studenti: negli istituti professionali il diploma si potrà ottenere in quattro anni. Solamente chi vorrà iscriversi all'università dovrà frequentare un quinto anno integrativo. «La nostra - spiega il ministro all'Istruzione Maria Stella Gelmini - è un'intesa a favore dei giovani. Collaboriamo per migliorare l'offerta formativa». «Sì - aggiunge il presidente Formigoni - e la sperimentazione parte proprio dalla Lombardia. È nostro dovere ampliare il più possibile la possibilità di scelta degli studenti». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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virgilio: "portiamo al tar la riforma del ministro gelmini" - alessandro cori (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Pagina V - Bologna L´idea dell´assessore piace anche al candidato Delbono Virgilio: "Portiamo al Tar la riforma del ministro Gelmini" ALESSANDRO CORI Sotto le Due Torri, dove la protesta contro i provvedimenti del ministro Gelmini è sempre viva, anche Palazzo D´Accursio fa la sua parte e valuta l´ipotesi di portare la riforma davanti al Tar. L´idea, che arriva dall´assessore alla scuola Milly Virgilio, piace al candidato sindaco del Pd Flavio Delbono: «Ogni strumento democratico - dice - deve essere utilizzato per contrastare una riforma che ha effetti devastanti sulla scuola». Virgilio, ieri a Palazzo Malvezzi per la conferenza provinciale di coordinamento sulla scuola, ha attaccato la riforma annunciando a breve iniziative concrete. «Stiamo ragionando su quali punti potremo agire giudizialmente, facendo ricorso al Tar», ha detto l´assessore, che valuterà «le ricadute della riforma sull´ente locale» per lanciare poi un´offensiva al governo «sia come portatori degli interessi dei cittadini, sia come diretti interessati». Virgilio si riferisce non solo «ai tagli di organico», ma anche alle minori risorse che avranno a disposizione gli enti locali: «Sul trasporto pubblico e sull´edilizia scolastica». Se l´ipotesi fosse praticabile, l´assessore auspica che possa essere adottata da altri comuni. Delbono, favorevole alla proposta, domani parteciperà a un´iniziativa del Pd sulla difesa del sistema scolastico bolognese. Punto di forza dei democratici, ricorda il candidato, «è realizzare altri 300 posti al nido entro il 2011».

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rebaudengo apre la vertenza "difenderemo la nostra scuola" (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Pagina V - Bologna Riunione della conferenza provinciale con i parlamentari Rebaudengo apre la vertenza "Difenderemo la nostra scuola" UNA vertenza sulla scuola per fare fronte ai tagli. E´ la proposta uscita ieri dalla Conferenza provinciale di coordinamento convocata a Palazzo Malvezzi e aperta ai parlamentari bolognesi. A lanciarla è il senatore del Pd Walter Vitali: «Non appena i dati saranno ufficiali gli enti locali scriveranno una piattaforma per mettere nero su bianco gli effetti prodotti dalla riforma Gelmini e dai tagli della Finanziaria». Si potrà poi «indire una grande mobilitazione». La piattaforma sarà costruita con la Regione e condivisa con sindacati, genitori e docenti. Paolo Rebaudengo, assessore provinciale alla scuola, si prepara a coordinare l´iniziativa. «Tutte le componenti istituzionali devono essere coinvolte. La parola d´ordine è: difendiamo la nostra scuola», spiega l´assessore invocando l´aiuto anche dei parlamentari bolognesi del centrodestra, ieri assenti, anzi polemici, in particolare Raisi e Garagnani, con il documento della Conferenza che rappresentava, in modo istituzionale, gli effetti dei tagli sulla scuola. Documento che ha incassato la scorsa settimana, per la prima volta, il voto contrario anche dell´ufficio scolastico provinciale. Maria Luisa Quintabà, presidente dell´associazione scuole autonome Bologna, ha chiesto agli uffici scolastici regionale e provinciale di «non cedere sulle risorse». (il.ve.)

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ecco quanto costano le facoltà - ilaria venturi (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Pagina V - Bologna Ecco quanto costano le facoltà Report dell´Ateneo. A Chimica 28mila euro per studente all´anno Il Sole 24 ore fa la stima delle università più meritevoli. Alma Mater in testa ILARIA VENTURI A CHIMICA industriale uno studente costa, in stipendi di professori, 28.162 euro all´anno. A Scienze della Formazione e a Giurisprudenza ne bastano poco più di 1.900. La media d´Ateneo è di 4.400 euro. Poi c´è il rapporto tra docenti-studenti: dai minimi di uno su quattro a Chimica Industriale e uno su otto ad Agraria, fuori corso compresi, ai massimi di uno su 59 a Scienze Politiche e a Scienze della Formazione. Infine, la spesa dell´Ateneo per un docente, l´età media di chi insegna e fa ricerca, le ore dedicate alle lezioni. Ecco il report sulle Facoltà, distribuito ai presidi a gennaio, con indicatori che saranno aggiornati a maggio. Un´operazione trasparenza per valutare l´efficienza e l´efficacia delle Facoltà. Che fa discutere i presidi. Quello del riequilibrio tra Facoltà che costano di più o che hanno più docenti è un tema caldo in campagna elettorale. «Da quando sono arrivato abbiamo dedicato un quarto del turn over al riequilibrio», spiega il rettore. «Si tratta di riprendere il discorso, ma ci sarà turn over in futuro?». Pier Ugo Calzolari annuncia che il consueto monitoraggio diventerà più sistematico, per «arrivare a valutare la qualità della didattica». Intanto il Sole 24 Ore ha misurato, sulla base dei criteri dello scorso anno, il «premio» che il ministro Gelmini potrebbe distribuire agli Atenei in base al merito: l´Alma Mater è al top e beneficerebbe di 5 milioni in più. Il rettore parla di «prudente soddisfazione» in attesa della ripartizione. Ma incassa il primo posto in classifica. Sui report per Facoltà, il prorettore Marco Depolo spiega: «Siamo i primi tre le università pubbliche a rilasciare un sistema di report sulle Facoltà». I confronti devono tenere conto di più variabili: il peso dei laboratori, i numeri chiusi, i coefficienti ministeriali. Nella classifica del costo medio dei docenti sul numero di iscritti regolari, dopo Chimica Industriale ci sono Agraria (15.193 euro) e Statistica (10.220), seguono Medicina Veterinaria e Scienze (sopra gli 8mila euro), Beni culturali (6.743), Scuola interpreti (5.884), Ingegneria (5.052), Farmacia (4.889), Architettura (4.531), Lingue (3.746), Lettere (2.946), Scienze politiche di Forlì (2.636), Scienze motorie (2.547), Economia Bologna (2.532), Psicologia (2.495), Scienze politiche (2.411). Per fare un laureato Chimica industriale spende in docenti 93mila euro, Lettere meno di 10mila. Sul numero medio di ore di lezioni per docente si va dalle 178 ore di Architettura alle 55 di Medicina e 71 di Veterinaria dove contano di più le ore di laboratorio. Un´altra forbice è sul costo medio del personale strutturato: da 132mila a Chimica industriale a 93mila a Giurisprudenza. SEGUE A PAGINA V

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l'ex vicesindaco diego bernardis punta a diventare primo cittadino (sezione: Scuola)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 17-03-2009)

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Pagina 7 - Gorizia L'ex vicesindaco Diego Bernardis punta a diventare primo cittadino DOLEGNA Alla guida di una lista trasversale DOLEGNA. Scende in lizza ufficialmente come candidato primo cittadino, con una lista civica dall'ampio consenso trasversale agli schieramenti politici, l'ex vicesindaco di Dolegna del Collio, Diego Bernardis. Lo affiancheranno nella corsa elettorale ex consiglieri comunali della maggioranza (Uniti per Dolegna) e dell'opposizione (Dolegna oggi e domani): 37 anni a dicembre, sposato, una figlia di tre anni, Bernardis ha ricoperto dal 1999 fino a gennaio la carica di vicesindaco e lavora in un'azienda cormonese come responsabile della sicurezza e della gestione del sistema ambientale. Anche se risiede da poco a Moraro, Bernardis rassicura: «Io vivo il territorio di Dolegna e lo amo profondamente. È proprio la passione per questa terra che mi ha spinto ad accettare la candidatura. Mi sento onorato della richiesta che mi è stata fatta. Mi impegnerò non già promettendo opere faraoniche, ma progetti concreti, che soddisfino le reali esigenze dei dolegnesi». Circa il programma della lista civica, ecco le priorità. Innanzitutto valorizzazione e promozione turistica del territorio. «Intendiamo rilanciare il turismo con nuove iniziative, appoggiandoci alla Regione per il sostegno finanziario - ha spiegato Bernardis -: in tal senso vorremmo anche ampliare l'offerta delle manifestazioni culturali». Uno dei problemi da affrontare, secondo l'ex vicesindaco, è la questione demografica. «Il nostro Comune ha registrato negli ultimi anni un forte calo della popolazione. Dobbiamo invertire la tendenza. Come? Inserendo, per esempio, nuove aree a uso residenziale e incentivando interventi di bioedilizia per accrescere l'interesse a trasferirsi da noi. Assieme all'insediamento di nuove famiglie, bisognerà poi fare il possibile per garantire la sopravvivenza del plesso scolastico del Comune limitrofo di Prepotto. Una quindicina di bambini dolegnesi, fra materna e primaria, frequentato l'istituto. Rischiamo, stando alla riforma Gelmini, di perdere il servizio per carenza di iscrizioni al plesso. Ci attiveremo assieme al Comune di Prepotto per studiare soluzioni per impedire la chiusura». Infine le opere pubbliche: la lista civica, se salirà al governo, si occuperà della realizzazione degli interventi rimasti disattesi nell'ultimo mandato per mancanza di contributi, come la sistemazione delle strade comunali di Restocina e il collegamento Lonzano-Scriò, il potenziamento dell'illuminazione pubblica e il completamento degli allacciamenti fognari a Mernico. A Scriò, poi, sarà portato avanti il progetto, per il quale Iris ha già stanziato i fondi, per realizzare un impianto di fitodepurazione in località Trussio analogo a quello fatto a Vencò. (ila.p.)

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Scuola, all'istituto professionale il diploma si ottiene in 4 anni (sezione: Scuola)

( da "Giornale.it, Il" del 17-03-2009)

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n. 65 del 2009-03-17 pagina 4 Scuola, all'istituto professionale il diploma si ottiene in 4 anni di Maria Sorbi Il governo ritira il ricorso contro la legge studiata dal Pirellone Dal 2011 via alle nuove regole contro gli abbandoni scolastici Pace fatta sulla scuola: governo e Regione Lombardia seppelliscono l'ascia di guerra. Il ministro all'Istruzione Maria Stella Gelmini e il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, hanno sottoscritto un accordo per dimenticare i contenziosi del passato. Che tradotto in termini pratici significa: via libera alla riforma lombarda sulla scuola. Quella stessa riforma studiata in ogni minimo dettaglio dai tecnici del Pirellone ma chiusa in un cassetto dopo il ricorso presentato dal governo alla Corte costituzionale. Finalmente sono state sciolte tutte le riserve e si può partire. Dall'anno scolastico 2010-2011, gli studenti potranno ottenere il diploma professionale in quattro anni. Solo quelli interessati a frequentare l'università dovranno iscriversi a un quinto anno integrativo. Un bell'antidoto contro la dispersione scolastica. «Abbiamo corsi di laurea - considera il ministro Gelmini - che sfornano disoccupati. Invece i corsi professionali hanno uno sbocco diretto nel mondo del lavoro». Al quarto anno gli studenti potranno decidere il da farsi: cominciare a spedire curriculum per cercare un'occupazione, frequentare stage nelle piccole e medie imprese della zona, o proseguire con gli studi. Il quinto anno dietro ai banchi, sarà realizzato d'intesa con le università e con l'alta formazione artistica e musicale per far sostenere ai ragazzi il classico esame di maturità. «La Lombardia - sostiene il presidente Formigoni - da tempo si è spinta avanti per trasformare il sistema. È nostro dovere avere scuole che diano il massimo della qualificazione e corsi personalizzati per i giovani. Vogliamo garantire una libertà di scelta vastissima». Ridurre di un anno il percorso di studi di chi ha scelto l'istituto professionale significa, secondo l'assessore all'Istruzione Gianni Rossoni, «non precludere nessuna strada ai ragazzi». Grazie a un accordo con Confartigianato si studieranno le reali possibilità di lavoro per i neo diplomati del 2014. Partirà già dall'anno prossimo la sperimentazione per unificare il sistema dell'istruzione professionale statale con la formazione professionale regionale. La direttrice dell'ufficio scolastico regionale Anna Maria Dominici riunirà presto i presidi degli istituti professionali statali e regionali per illustrare la riforma e studiare a tavolino il da farsi. In Lombardia gli istituti professionali sono 170: «Sui 40mila studenti che li frequentano - fa i conti l'assessore Rossoni - la dispersione scolastica è pari al due per cento, una percentuale già ridotta rispetto a quella delle altre scuole superiori». Percorsi di studio mirati e più brevi vorrà dire ancora meno abbandoni, in un Paese in cui, come sottolinea la stessa Gelmini «la dispersione scolastica è ancora un problema molto serio». La decisione del governo di ritirare il ricorso alla corte costituzionale contro la legge lombarda, ai tempi giudicata illegittima, piace anche al Pd: «Così - spiega il consigliere Carlo Spreafico - si pone fine a un periodo di conflitto istituzionale nato dall'opposizione della Regione contro il governo Prodi». Non mancano però le polemiche da parte dell'opposizione: «Rimangono aperti alcuni problemi - aggiunge l'esponente del Pd - come l'indeterminatezza di risorse e di standard formativi adeguati». Ci sarà tempo per discuterne. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Debiti Mancano i soldi per pagare i supplenti e i commissari della maturità (sezione: Scuola)

( da "Giornale.it, Il" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

n. 65 del 2009-03-17 pagina 4 Debiti Mancano i soldi per pagare i supplenti e i commissari della maturità di Redazione I commissari della maturità a giugno hanno fatto e faranno il loro dovere: hanno interrogato gli studenti, hanno corretto le prove scritte e valutato attentamente ogni singolo caso per una votazione corretta. Peccato però che siano ancora in attesa di essere pagati. Il problema è comune a più insegnanti, ma questo non sembra il periodo migliore per battere cassa e chiedere il pagamento arretrato. A rischio quindi ci sono anche i commissari di quest'anno. «Certi presidi - risponde alle polemiche sul caso il ministro all'Istruzione Maria Stella Gelmini - dovrebbero comparire di meno sui giornali. Occuparsi meno di politica e fare un po' di più i dirigenti». Che le casse della scuola lombarda non versino in ottime condizioni non è una novità: i bilanci sono pressoché al collasso e il buco ammonta a circa 80 milioni di euro. Per giunta, il debito è destinato a crescere: le scuole per il 2009 riceveranno dallo Stato 70 milioni ma le spese sono circa il doppio. Il provveditore Antonio Lupacchino ha chiesto alle scuole di fornire, entro il 20 marzo, i dati sul loro debito, per poter stendere una relazione da inviare a Roma. «È evidente a tutti - puntualizza la Gelmini - che il governo stia lottando contro gli sprechi, in ogni settore, scuola compresa. Sulla situazione di sofferenza della scuola e sui costi delle supplenze, al ministero abbiamo aperto un tavolo». È in corso la messa a punto di un piano per ridurre i costi e la ricetta si chiama: autonomia scolastica. Più le scuole saranno autonome nel gestire le proprie risorse, più si riuscirà a rientrare nelle spese. «È dal 2006 - aggiunge il ministro - che si sono generate queste sofferenze per la progressiva riduzione delle risorse contro cui combattiamo da quando ci siamo insediati al governo». Gli istituti intanto restano in attesa: di tutto. Di trovare i soldi, in qualche modo, per coprire le supplenze di questo anno scolastico, per comprare la carta per fare le fotocopie, per provvedere a mandare avanti gli istituti e tappare i debiti. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Il Comune di Bologna vuol ricorrere al Tar contro la Gelmini (sezione: Scuola)

( da "Gazzetta di Modena,La" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Il Comune di Bologna vuol ricorrere al Tar contro la Gelmini E la Cgil: adesso il ministro dia le 40 ore a tutte le famiglie che lo hanno chiesto BOLOGNA. Il Comune di Bologna sta valutando la possibilità di «assumere iniziative giudiziarie contro la riforma Gelmini». Lo ha detto l'assessore Milli Virgilio alla Conferenza provinciale di coordinamento sulla scuola indetta dalla Provincia di Bologna, dove si è scagliata contro la riforma del sistema scolastico annunciando le iniziative concrete che il Comune potrebbe mettere in campo a breve scadenza. «Stiamo ragionando su quali punti potremo agire giudizialmente, facendo ricorso al Tar». Sarà un ricorso «sia come portatori degli interessi dei cittadini, sia come diretti interessati, per tutti i tipi di scuola, non solo per quelle comunali». L'assessore si riferisce non solo «ai tagli di organico», ma anche alle minori risorse degli enti locali con ripercussioni negative «sul trasporto pubblico e l'edilizia scolastica». Se l'ipotesi del Comune fosse praticabile, Virgilio auspica che possa essere adottata da tutti gli altri Comuni del territorio, per rendere più forte l'azione di protesta. E la Cgil chiede che ora la Gelmini dia le 40 ore a tutti i genitori che le hanno chieste. I dati, spiega il sindacato, parlano chiaro: in Emilia-Romagna, «la stragrande maggioranza dei genitori ha sonoramente bocciato gli orientamenti del ministro Gelmini». Meno del 2% ha optato per l'orario preferito dal ministro. Nella tabella dell'Ufficio scolastico regionale, si legge che su 33.807 alunni che si iscrivono al prossimo anno scolastico, nella prima classe delle elementari solo 564 (1,67%) sceglie il modello a 24 ore; 3.624 (10,72%) hanno chiesto le 27 ore; 11.629 (34,40%) le 30 ore e 17.990 (53,21%) le 40 ore. Dunque, ora, «chiediamo con forza che le scelte delle famiglie vengano rispettate al di là delle alchimie di risparmio del Ministro Tremonti».

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festa e gazebo dei collettivi anti-gelmini (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

PIAZZA DUOMO Festa e gazebo dei collettivi anti-Gelmini PIETRASANTA. Una festa in piazza Duomo fra giochi, spazi ludici e punti informazione. L'iniziativa, a firma dei Collettivi contro la riforma Gelmini, è in programma il prossimo 21 marzo. Collettivi che, nel frattempo, dopo essersi tornati a riunire ieri sera alle scuole Africa, hanno riconsegnato «alla dirigenza degli istituti comprensivi di Stazzema, Seravezza e Pietrasanta I e II i moduli alternativi di iscrizione da loro preparati e compilati dai genitori che si sono così espressi riguardo ai modelli educativi che auspicherebbero per i loro figli. L'adesione a questa consultazione popolare - si legge in una nota - è stata di gran lunga superiore alle aspettative, sfiorando il 100% in numerose scuole. Quanto poi ai risultati, quasi univoci nel ribadire la volontà di conservare le compresenze, la contitolarità delle cattedre e l'organizzazione dell'insegnamento a modulo (33 o 40 ore), questi sono chiarissimi e perfettamente in sintonia con i risultati riscontrati in tutta Italia. Lo stesso ministro Gelmini, nel citare le percentuali relative alle pre-iscrizioni, ha dovuto ammettere che i genitori hanno rifiutato in massa il modello del maestro unico. Oltre a chiedere le dimissioni del ministro, che ha legato la propria figura ad una riforma oggi rigettata dalla stragrande maggioranza degli italiani, riteniamo che un plebiscito di simile portata non merita di incontrare l'opposizione di chi fino ad oggi è rimasto sordo alle esigenze della scuola, facendo passare i tagli per migliorie ed efficientismo».

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E la Gelmini inciampa sul voto in condotta (sezione: Scuola)

( da "Italia Oggi (Azienda Scuola)" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

ItaliaOggi Numero 064  pag. 13 del 17/3/2009 | Indietro E la Gelmini inciampa sul voto in condotta AZIENDA SCUOLA Di A. R. comunicati&riforme Approvato il regolamento, il ministro annuncia: il 5 sarà dato dal collegio dei docenti. Ma non è così Le scuole avevano già cominciato a interrogarsi sulla portata della novità rispetto al precedente decreto (n.5/2009): a dare il 5 in condotta al secondo quadrimestre non sarà il consiglio di classe, ma il collegio dei docenti, ovvero la complessità degli insegnanti di un [...] Costo Punti per Abbonati: 0 - Costo Punti per Registrati: 4      

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<Tagliamo i progettie non gli organici> (sezione: Scuola)

( da "Secolo XIX, Il" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

«Tagliamo i progettie non gli organici» Stamane assemblea al liceo Cassini di Genova organizzatadal sindacato Gilda. Domani sciopero insieme alla Cgil genova. «Mi preparo ad una assemblea degli insegnanti che si terrà questa mattina al liceo Cassini, in via Galata a Genova. Oltre a me ci sarà anche Alessandro Baragona che è il coordinatore regionale della Gilda degli Insegnanti e l'avvocato Eliana Ortori. Credo, spero che sarà un'assemblea molto affollata perché i temi sono importanti, ne va della qualità di vita professionale di milioni di persone. Di lavoratori della scuola. A livello nazionale ho invitato tutti i docenti ad aderire allo sciopero indetto per domani, pur essendo cosciente della scarsa possibilità di indurre il governo a mitigare i feroci tagli agli organici. Ma abbiamo comunque il dovere di testimoniare il nostro dissenso da una politica sbagliata che danneggerà, in modo forse irreparabile, la scuola pubblica statale. Va detto che è per me motivo di rammarico la mancata unità tra i sindacati, situazione da addebitare alla guerra in corso tra gli alti vertici delle confederazioni sindacali. E' intuibile che questa situazione rende più debole la scuola e crea polemiche anche strumentali, come quella innescata dalla Cgil sulla firma del contratto economico. L'ultimo contratto ha attribuito agli insegnanti una vera miseria, frutto dello scarica barile tra due governi, quello Prodi che aveva stanziato 8 euro per il 2008, e quello Berlusconi che ha stanziato solo l'inflazione programmata del 2009, circa 30 euro. Il tavolo contrattuale poteva solo decidere come utilizzare le risorse e, una volta respinta al mittente la proposta di destinarli alla "meritocrazia", poteva solo prendere o lasciare quanto stanziato dalla finanziaria. Ben altri sono stati i contratti che hanno danneggiato la funzione docente, mi riferisco a quelli, che mai abbiamo firmato, che hanno introdotto la logica del fondo d'istituto e dell'incentivo. Questa logica ha fatto sì che nella scuola fossero valorizzate più le competenze burocratiche ed i progetti, spesso inutili, che le capacità del buon docente, colui che conosce la propria materia e la trasmette bene agli allievi. Tornando alla riforma Gelmini, non posso altro che rimarcare che per la prima volta nella storia della scuola italiana si colpisce prima con tagli così pesanti e poi li si giustificano con una riforma degli ordinamenti. La Scuola ne uscirà con le ossa rotte: il prossimo anno toccherà alle elementari e medie, che vedranno devastato i loro sistema di lavoro e, con la soppressione di 47200 posti, obbligherà migliaia di docenti perdenti posto a girare da una scuola all'altra, poi toccherà alle superiori. In tre anni 90.000 docenti in meno cui si aggiungeranno 35.000 amministrativi. Per non parlare dei precari per i quali è stata trovata la soluzione definitiva: l'eliminazione dalla scuola e la condanna alla disoccupazione. Una scelta che non appare saggia, in un momento di crisi economica, lo Stato riduce i posti di lavoro, e contribuisce all'impoverimento generale. Il ministro Mariastella Gelmini fa molta propaganda. Sostiene ad esempio, che garantirà tutte le richieste di tempo pieno, ma non risulta che siano state sino ad oggi istituite nuove scuole o sezioni di tempo pieno. D'altro canto si è visto come è finita con il maestro unico, non voluto dalle famiglie italiane che, davanti a un'offerta improponibile, hanno preferito scegliere la continuità di un modello educativo. E per capire che era era improponibile, lo ribadisco, bastava venire in piazza lo scorso 30 ottobre, durante la manifestazione di protesta contro la riforma. Concludendo. Allo sciopero che abbiamo annunciato per domani, non è detto che non seguano altre forme di protesta, quali l'astensione dalle attività aggiuntive, dalle gite scolastiche e visite guidate, non escludendo ricadute sugli scrutini finali». RINO DI MEGLIO (Coordinatore nazionale della Gilda -insegnanti) 17/03/2009 GENOVA. Le frontiere del web sono nate per aprire orizzonti, così come i nuovi metodi di didattica. Per questo io ed alcuni miei colleghi degli Istituti scolastici, della Ssis di Genova e di altre realtà artistiche e culturali della provincia abbiamo pensato di aprire un sito internet per ora intitolato "La Tavola Rotonda" dedicato ad apporti culturali di ogni tipo che potessero spaziare negli ambiti più vari, appunto come intorno ad un'unica tavola del sapere ma sempre attinenti alle nostre competenze, senza trascurare la presenza e l'utilizzo degli strumenti più disparati, tra cui gli stessi ipertesti all'interno del sito o i links ad altri siti utili e magari ancora poco noti. E' un progetto da poco sviluppato e ancora in itinere, anzi, che vuole essere sempre in itinere, aperto cioè a tutti coloro che vogliono offrire un contributo, dare un segno della loro presenza nel panorama letterario, visivo, artistico di Genova, per permettere collegamenti continui e quanto più approfonditi e piacevoli agli argomenti trattati. Per questo a breve contatteremo soprattutto docenti ma anche alunni, speriamo, di molte scuole di Genova che abbiano piacere e sentano il bisogno di offrire e condividere validi e approfonditi contributi, percorsi di letteratura, arte, fotografia, musicali, cinematografici e quant'altro. Ma non solo: il sito si propone di diventare al momento una bacheca virtuale per dare luce a opere di diverso genere che abbiano un messaggio da comunicare, un esempio da trasmettere a chi vuole dedicarsi, per mestiere o per passione, all'universo caleidoscopico dei saperi e delle arti visive e non. Anche la grafica del sito e le singole pagine dei contributi degli autori sono state pensate per esser "sfogliate" in modo accattivante e agile, per non dar luogo al "solito database" basato su lunghi contributi letterari che spesso stancano o annoiano chi legge e nemmeno per costituire un doppione dei siti adibiti esclusivamente a riversare le lezioni del giorno o i materiali didattici di pronto uso. Al contrario, ogni pagina, ogni approfondimento vuole essere uno stimolo, un richiamo per chiunque a dedicarsi per qualche minuto o giornate intere se ha piacere, voglia e tempo ad un qualsiasi argomento, raccogliendo percorsi letterari uniti a immagini, opere teatrali, coreografiche, filmiche, fotografiche e quant'altro possa offrire il web e la propria esperienza personale. In quest'ultimo caso non mancano apporti forniti da giovani della Sdac e della Gai. La scelta è pressoché infinita: da un canto della Commedia di Dante a un richiamo in letteratura straniera, da un personaggio storico a un concetto comune a filosofi di età diverse, dalla storia della musica ai balletti dell'opera, da un aneddoto su un dipinto impressionista a una poesia che ritratti quel tema, da un personaggio reso celebre da un cantautore alla trasposizione in fumetto e così via. Il sito al momento è presente come link intitolato "La Tavola Rotonda" alla pagina personale www.simonepatrucco.itSimone Patrucco(Docente Istituto Maria Ausiliatrice) 17/03/2009

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Questa è la nottedei "BALUNETTI" (sezione: Scuola)

( da "Secolo XIX, Il" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Questa è la nottedei "BALUNETTI" Le luci illumineranno da stasera finestre e balconi della città STASERA, dopo il tramonto, provate a fare un giro per la città e date un'occhiata alle finestre delle case. Qua e là scoverete piccole luci, fiammelle malcelate dalla carta, al riparo dietro le persiane, oppure illuminazioni elettriche appese a davanzali e balconi. Una, dieci, cento luci, sempre più diffuse man mano che dal centro si entra in Villapiana e poi ancora più numerose a Lavagnola e lungo tutta la valle del Letimbro che porta al Santuario. Questa è la notte dei "balunetti", i lumini che a Savona brillano la vigilia del giorno che ricorda l'apparizione mariana. Testimonianza di fede autentica e popolare, certo, ma anche di una tradizione che in questi ultimi anni sembra riscoprirsi e diffondersi sempre più. Un piccolo, ma forte segnale di partecipazione alla festa di un'intera città. «Una tradizione nata dal sentimento popolare, dalla gente semplice - spiega Carlo Cerva, presidente de "A Campanassa"?. Ultimamente molti hanno riscoperto questa usanza e sarebbe bello che sempre più savonesi ricordassero la Madonna e i loro vecchi con un palloncino acceso o un bicchiere con lumino dentro». Ovviamente anche la tecnologia può venire in aiuto della tradizione: «L'importante è la luce alla finestra, vanno benissimo anche le illuminazioni elettriche - prosegue Cerva -. Ricordo un'anziana in via Milano che prendeva un modestissimo abat jour e lo spostava sotto le persiane, mai come in questo caso è il pensiero che conta». Pensiero, testimonianza, tradizione ecco dunque l'appello ai savonesi da parte del presidente della Campanassa: «In fondo costa poco - afferma -. Ricordiamoci che abbiamo un cuore e un sentimento si esprime anche con un lumino acceso». Come aggiunge Cerva, la tradizione è stata recentemente riscoperta anche grazie a iniziative come quella del C.I.V. di Villapiana. «Sendè un Ballunettu pé a Madonna»è l'invito dei commercianti del quartiere, che donano ai clienti i tradizionali palloncini da mettere alle finestre. «Si possono ritirare gratuitamente in tutte le panetterie di Villapiana - spiega il fornaio Mirko Apicella -. Quest'anno forse c'è ancora più entusiasmo, tanto che ho già esaurito i balunetti». Una tradizione che torna quindi, anche grazie ai bambini. Gli alunni della 1G alle medie "Guidobono" e della quinta elementare del Santuario hanno infatti realizzato i propri balunetti, sulla tradizione dei classici manufatti di un tempo. Questo grazie anche all'intervento di nonni e anziani, consulenti speciali nella costruzione di queste semplici, ma straordinarie e variopinte opere che oggi e domani saranno esposti nelle scuola primaria del Santuario. I ragazzi spiegano che una loro realizzazione sarà inviata al ministro dell'istruzione Gelmini, con tanto di invito per il 18 marzo 2010. L'iniziativa è destinata ad estendersi ad altri istituti savonesi e, secondo i promotori, potrebbe in futuro anche trasformarsi in una piccola attività artigianale destinata ai giovani. Luci, storia ed emozioni, come quelle della tradizionale fiaccolata - promossa dall'Unione Sportiva Letimbro, dalla Parrocchia di San Bernardo in Valle, dal C.S.I. , dalla I Circoscrizione e dal Comune di Savona - che quest'anno è dedicata ad Augusto Briano, l'indimenticato "sindaco del Santuario" scomparso nel gennaio scorso. Il corteo partirà alle 20,15 dalla chiesa di San Bernardo fino a raggiungere la Basilica, costeggiando il Letimbro fra le grandi luci dei falò e quelle piccole, ma preziose, dei balunetti. Marco Gervino 17/03/2009

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IL SEGRETARIO (sezione: Scuola)

( da "Giorno, Il (Lodi)" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

PRIMO PIANO pag. 2 IL SEGRETARIO Claudio Pedrazzini: «È ancora presto Ma il Carroccio ha la chance più forte» di GUIDO BANDERA LODI DI DEFINITIVO, come al solito, non c'è davvero nulla. Sulle elezioni provinciali il centrodestra si sta ancora arrovellando sulle candidature e la situazione di Lodi, un guscio di noce in tempesta, è in balìa delle onde anomale che arrivano da Brescia. Lì, come ampiamente detto, si gioca la battaglia decisiva fra Pdl e Lega. I leader locali sono semplicemente in attesa che qualcuno dia il via libera a uno o all'altro partito. Se nella Leonessa passa Forza Italia, la Lega ottiene delle «compensazioni», fra cui forse anche la nostra provincia. MA LA BATTAGLIA è tutt'altro che decisa. A confermarlo implicitamente è il gran capo, Sivlio Berlusconi, atterrato a Cernobbio domenica per un convegno economico. A domanda precisa sulle candidature risponde: «Praticamente chiuse. Abbiamo solo una procincia, mi pare che sia tutto definito». Poi rivendica la scelta della candidatura a sindaco di Pavia del giovane Cattaneo. Infine cita anche Lodi e Sondrio. E al Gr regionale, c'è anche riferiscono di un Berlusconi che assicura Lodi a Forza Italia. Tutto deciso, quindi? In realtà parrebbe proprio di no. A pompare acqua sugli eventuali entusiasmi forzisti ci pensa il segretario provinciale Claudio Pedrazzini. «È ancora prematuro parlare di una candidatura definita afferma . Le trattative sono in corso, ma al momento è la Lega ad avere le maggiori probabilità di rappresentare il centrodestra a Lodi». E l'epicentro della scossa tellurica che potrebbe scompaginare gli accordi già fatti è la trattativa su Brescia. Dove riprende quota la Lega, anche perché, secondo alcuni «spifferi» di palazzo, a Bossi non piacerebbero le compensazioni offerte in cambio: «della fiera non mi frega niente», avrebbe detto dell'ipotesi di un cda a guida leghista nella grande società milanese. E a difesa del Pdl, davanti alla Lega che guadagna terreno su Brescia, c'è anche per la prima volta Mariastella Gelmini, che tutela il suo uomo, Giuseppe Romele: «È un danno penalizzare il Pdl in Lombardia». PER la Leonessa d'altra parte la Lega sarebbe disposta a mollare anche Torino. Un quadro tutto da decidere, dunque, in cui la frase attribuita a Berlusconi su un possibile candidato forzista a Lodi non significa direttamente che la candidatura in pectore di Foroni sia da buttare. Semplicemente, allo stato attuale, ogni soluzione è possibile. Se nel grande gioco ad incastro delle candidature lombarde la Lega dovesse incassare direttamente Brescia, che unirebbe alla provincia di Bergamo e a Sondrio, dove peraltro è la Lega a «fare il favore» di accogliere in maggioranza il Pdl, difficilmente altre province potrebbero finire nelle mani del Carroccio. Da qui l'ipotesi di una candidatura forzista, peraltro, allo stato, tutta da costruire. Nomi che spiccano sopra gli altri non ce ne sono. RESTA PERÒ chiaro, finora, che al di là delle decisioni di Roma e Milano, Forza Italia potrebbe faticare non poco a tirar fuori dal cilindro un nome indiscutibile, che non sollevi mugugni all'interno del partito. In più, ora, c'è l'incognita del voto sul federalismo, atteso entro fine mese, che potrebbe anche segnare un eventuale riavvicinamento con l'Udc, la quale però ha già dato il via alle danze schierando Giacomo Arcaini. Ma un recupero centrista, potrebbe portare ad assegnare all'Udc la casella di Cremona, rimettendo in discussione ancora gli equilibri di distribuzione delle candidature. Poi c'è An, che si sta avvicinando a entrare nel partito unico, che potrebbe anche avere qualcosa da dire sulle candidature e sui nomi eventualmente proposti da Forza Italia. Insomma, per ora la vicenda delle candidature è un guazzabuglio, dal quale tanto il Pdl quanto la Lega hanno la possibilità di essere «incoronati». E così, i vertici locali del centrodestra si muovono con prudenza, in attesa di una fumata bianca.

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di GUIDO BANDERA LODI DI DEFINITIVO, come al solito, non c ... (sezione: Scuola)

( da "Giorno, Il (Lodi)" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

PRIMO PIANO pag. 3 di GUIDO BANDERA LODI DI DEFINITIVO, come al solito, non c ... di GUIDO BANDERA LODI DI DEFINITIVO, come al solito, non c'è davvero nulla. Sulle elezioni provinciali il centrodestra si sta ancora arrovellando sulle candidature e la situazione di Lodi, un guscio di noce in tempesta, è in balìa delle onde anomale che arrivano da Brescia. Lì, come ampiamente detto, si gioca la battaglia decisiva fra Pdl e Lega. I leader locali sono semplicemente in attesa che qualcuno dia il via libera a uno o all'altro partito. Se nella Leonessa passa Forza Italia, la Lega ottiene delle «compensazioni», fra cui forse anche la nostra provincia. MA LA BATTAGLIA è tutt'altro che decisa. A confermarlo implicitamente è il gran capo, Sivlio Berlusconi, atterrato a Cernobbio domenica per un convegno economico. A domanda precisa sulle candidature risponde: «Praticamente chiuse. Abbiamo solo una procincia, mi pare che sia tutto definito». Poi rivendica la scelta della candidatura a sindaco di Pavia del giovane Cattaneo. Infine cita anche Lodi e Sondrio. E al Gr regionale, c'è anche riferiscono di un Berlusconi che assicura Lodi a Forza Italia. Tutto deciso, quindi? In realtà parrebbe proprio di no. A pompare acqua sugli eventuali entusiasmi forzisti ci pensa il segretario provinciale Claudio Pedrazzini. «È ancora prematuro parlare di una candidatura definita afferma . Le trattative sono in corso, ma al momento è la Lega ad avere le maggiori probabilità di rappresentare il centrodestra a Lodi». E l'epicentro della scossa tellurica che potrebbe scompaginare gli accordi già fatti è la trattativa su Brescia. Dove riprende quota la Lega, anche perché, secondo alcuni «spifferi» di palazzo, a Bossi non piacerebbero le compensazioni offerte in cambio: «della fiera non mi frega niente», avrebbe detto dell'ipotesi di un cda a guida leghista nella grande società milanese. E a difesa del Pdl, davanti alla Lega che guadagna terreno su Brescia, c'è anche per la prima volta Mariastella Gelmini, che tutela il suo uomo, Giuseppe Romele: «È un danno penalizzare il Pdl in Lombardia». PER la Leonessa d'altra parte la Lega sarebbe disposta a mollare anche Torino. Un quadro tutto da decidere, dunque, in cui la frase attribuita a Berlusconi su un possibile candidato forzista a Lodi non significa direttamente che la candidatura in pectore di Foroni sia da buttare. Semplicemente, allo stato attuale, ogni soluzione è possibile. Se nel grande gioco ad incastro delle candidature lombarde la Lega dovesse incassare direttamente Brescia, che unirebbe alla provincia di Bergamo e a Sondrio, dove peraltro è la Lega a «fare il favore» di accogliere in maggioranza il Pdl, difficilmente altre province potrebbero finire nelle mani del Carroccio. Da qui l'ipotesi di una candidatura forzista, peraltro, allo stato, tutta da costruire. Nomi che spiccano sopra gli altri non ce ne sono. RESTA PERÒ chiaro, finora, che al di là delle decisioni di Roma e Milano, Forza Italia potrebbe faticare non poco a tirar fuori dal cilindro un nome indiscutibile, che non sollevi mugugni all'interno del partito. In più, ora, c'è l'incognita del voto sul federalismo, atteso entro fine mese, che potrebbe anche segnare un eventuale riavvicinamento con l'Udc, la quale però ha già dato il via alle danze schierando Giacomo Arcaini. Ma un recupero centrista, potrebbe portare ad assegnare all'Udc la casella di Cremona, rimettendo in discussione ancora gli equilibri di distribuzione delle candidature. Poi c'è An, che si sta avvicinando a entrare nel partito unico, che potrebbe anche avere qualcosa da dire sulle candidature e sui nomi eventualmente proposti da Forza Italia. Insomma, per ora la vicenda delle candidature è un guazzabuglio, dal quale tanto il Pdl quanto la Lega hanno la possibilità di essere «incoronati». E così, i vertici locali del centrodestra si muovono con prudenza, in attesa di una fumata bianca.

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Parte la rivoluzione. Il liceo Manzoni è salvo (sezione: Scuola)

( da "Giorno, Il (Lecco)" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

LECCO: PRIMO PIANO pag. 2 Parte la rivoluzione. Il liceo Manzoni è salvo La riforma Gelmini crea apprensione tra le famiglie che stanno iscrivendo i figli alle superiori VIAGGIO NEGLI ISTITUTI di BENEDETTA GUERRIERO LECCO UNA RIVOLUZIONE nelle scuole superori di Lecco. La sede dell'ex provveditorato agli studi, in via Marco d'Oggiono, è subissata di telefonate per chiarimenti. Il dirigente scolastico Fausto Gheller è in attesa di notizie dalla direzione regionale, in auttuazione della riforma. Alle Superiori si registra un incremento di iscritti ai licei e in alcuni istititi tecnici, mentre un cambiamento si prospetta alle elementari. «In questo momento - spiega il provveditore Fausto Gheller - non c'è ancora nulla di certo. I principali nodi restano ancora aperti e speriamo che dal Ministero arrivino presto dei chiarimenti». Il prossimo anno scolastico si prospetta particolarmente difficile a livello organizzativo nei 50 plessi delle elementari. Le famiglie potranno infatti scegliere tra quattro opzioni di orario: 24, 27, 30 o 40 ore e i problemi sono tanti, non ultimo quello della gestione della mensa. ANCHE NELLE SUPERIORI la situazione è complessa, nonostante la riforma Gelmini sia stata rinviata all'anno scolastico 2010-2011. Fino al settembre del 2010 tutto rimarrà invariato. Nelle preiscrizioni una volta è l'istituto Bertacchi a fare la parte del leone: nel prossimo anno le classi passeranno da 61 a 63 per un totale di circa 1.450 alunni. I numeri definitivi arriveranno a fine mese, visto che le iscrizioni rimangano aperte fino a tale data. «Certamente - afferma il preside Ugo Baglivo - il dato è incoraggiante: una crescita delle iscrizioni è sempre sinonimo di qualità. Gli aumenti riguardano soprattutto il Professionale e il Linguistico». L'anno scorso il Bertacchi aveva registrato un calo nelle prime classi del Professionale, passate da 5 a 4 perché si pensava che gli studenti in esubero venissero trasferiti a Calolziocorte. Ora questa paura non esiste più, visto che è stata trovata la soluzione in Lecco, e le classi sono tornate a essere 5. La crescita del Liceo linguistico va invece correlata con la diminuzione di iscritti nell'istituto di uguale indirizzo di Oggiono». Ma non è tutto. «Per la prima volta - continua Baglivo - l'anno prossimo la terza classe del professionale subirà un ridimensionamento di orario. Le ore passeranno da 40 a 36 con la soppressione dei rientri pomeridiani». Un primo passo, dunque, per preparare professori e studenti all'entrata in vigore della riforma che prevede un'ulteriore riduzione a 32 ore. A ESSERE FELICI del «congelamento» della riforma Gelmini sono soprattutto quelle scuole che, avendo un numero di iscrizioni inferiore alle 500 unità, rischiano di scomparire e di essere accorpate ad altri istituti. Ne sa qualcosa il Liceo classico «Manzoni» che da qualche anno a questa parte ha visto progressivamente diminuire i propri studenti. «Almeno per l'anno prossimo - fanno sapere dalla segreteria del Classico - siamo salvi. Fino ad ora abbiamo raccolto 73 nuovi iscritti e andiamo avanti sereni. Nessuna novità ci è stata comunicata nemmeno per i programmi e quindi riproporremo l'offerta formativa dell'anno in corso». Fiducioso anche Carlo Ripamonti, preside dell'Istituto per geometri «Bovara», anch'esso a rischio accorpamento. «La situazione è molto complessa - commenta Ripamonti - e ogni decisione è rimandata al 2010. Calolziocorte ha ottenuto l'autonomia, perché riconosciuta come comunità montana e quindi la soglia minima delle iscrizioni scende a quota 300. L'anno prossimo passeremo dalle solite 3 classi a 4 o addirittura 5, visto che gli alunni aumentano, ma siamo in attesa di sviluppi».

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<Non vogliamo una scuola al servizio dell'economia> (sezione: Scuola)

( da "Giorno, Il (Lecco)" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

LECCO: PRIMO PIANO pag. 2 «Non vogliamo una scuola al servizio dell'economia» LECCO SINDACATI ALL'ATTACCO contro la riforma Gelmini. Il nuovo modello di scuola proposto dal ministro dell'Istruzione non convince e continua a incassare critiche. «Non si può accettare che l'istruzione sia prevalentemente al servizio dell'economia - afferma Mario Rampello, segretario generale della Cisl scuola di Lecco - essa deve essere innanzitutto al servizio di ogni persona e del bene comune». La società cambia e si trasforma ed è quindi necessario che la scuola subisca delle modifiche. L'ingresso dei bambini stranieri nelle aule, l'evoluzione tecnologica e la contrazione delle offerte di lavoro pongono delle nuove sfide. I programmi hanno quindi bisogno di essere rivisti e rinnovati e di certo bisogna fare i conti con le finanze sempre più ridotte ma i sindacati vogliono salvaguardare la qualità della scuola. «Abbiamo assistito - continua Rampello - a continui tagli di spesa e all'assenza di politiche per il miglioramento del sistema pubblico di istruzione e formazione». Tagli che però, vista la disastrosa situazione delle finanze scolastiche lecchesi indebitate per quasi tre milioni di euro, sarà necessario attuare a discapito della formazione degli studenti.

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Formazione, via libera a scuola e diploma regionali (sezione: Scuola)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Formazione, via libera a scuola e diploma regionali --> Martedì 17 Marzo 2009 PRIMA, pagina 1 e-mail print Accordo raggiunto tra Regione e governo dopo il lungo braccio di ferro sulla formazione professionale. Il ministro Gelmini e il presidente Formigoni hanno infatti firmato l'intesa. Ritirato il ricorso del governo Prodi, il nuovo esecutivo riconosce l'unificazione tra il sistema dell'istruzione professionale statale con l'istruzione professionale regionale, sotto il governo della Regione. Prevista l'attivazione di un anno integrativo per l'accesso all'università. a pagina 15 17/03/2009 nascosto-->

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Lingue straniere, boom di richieste alle medie (sezione: Scuola)

( da "Provincia Pavese, La" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Lingue straniere, boom di richieste alle medie Spagnolo di moda alla Leonardo. Alla Angelini si spinge per l'inglese «potenziato» MARIANNA BRUSCHI PAVIA. Boom di richieste per l'insegnamento dello spagnolo alla media Leonardo da Vinci. Tante richieste per l'inglese potenziato alla Angelini. Le famiglie quindi si dividono tra chi chiede la nuova possibilità prevista dal ministro Gelmini (niente seconda lingua e le due ore vengono usate per approfondire l'inglese) e chi invece vuole che i propri figli imparino anche un'altra lingua straniera. E le iscrizioni? Non ci sono grosse sorprese. Le scuole pavesi sono abbastanza stabili. Nelle scuole medie rischia di ripetersi la situazione di incertezza che caratterizza in questo momento le elementari: le famiglie specificano una richiesta al momento dell'iscrizione, ma poi non sanno se sarà messa in pratica a settembre. Così per le 40 ore. Così adesso per le lingue alle medie. Alle famiglie infatti è stata data la possibilità di chiedere l'inglese potenziato, invece di studiare due ore anche di spagnolo o francese. Mentre alla Casorati e alla Leonardo da Vinci praticamente nessuno ne ha fatto richiesta, alla media Angelini sì. «In via Simonetta sono la maggioranza - spiega la preside Maddalena Corradini - prevedo anche qui in via Angelini». Il problema è che ci sono due insegnati di ruolo di spagnolo. «Non posso tagliare l'organico di spagnolo - spiega la dirigente - Noi siamo una delle uniche scuole che ha lo spagnolo in organico. Poi dalla bozza sugli organici, col taglio del personale la seconda lingua comunitaria ha tre corsi (nove classi con due ore ciascuna). A me sono rimaste due cattedre e uno spezzone, mentre l'anno scorso ne avevo una in più». Cosa significa? «Non riusciremo a fare la terza ora di lingua straniera», specifica la preside. Una possibilità che per la media Angelini, che quest'anno ha tra i 170 e i 180 iscritti, era un punto di forza, perché permetteva di approfondire anche la seconda lingua. C'è invece stato un boom di ragazzi che hanno chiesto lo spagnolo alla Leonardo da Vinci. «Sui 216 iscritti - spiega il preside Marco Lenti - che son più o meno gli stessi dell'anno scorso, 130 ragazzi hanno chiesto lo spagnolo. Quindi probabilmente faremo qualche classe in più. L'anno scorso erano 4 classi di spagnolo, diventeranno sei». Alla Casorati da settembre dovrebbe esserci una prima in più. «Abbiamo 259 iscritti - spiega il preside Fergonzi - faremo 11 prime, mentre l'anno scorso erano 10». L'inglese potenziato? «Abbiamo zero richieste - dice Fergonzi - anche perché non sappiamo se lo si potrà dare e lo avevamo detto alle famiglie».

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E domani c'è lo sciopero della Cgil (sezione: Scuola)

( da "Provincia Pavese, La" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

E domani c'è lo sciopero della Cgil Corteo a Milano per dire «no» alle riforme di tutto il settore istruzione PAVIA. Domani scuola, università e ricerca si uniscono nello sciopero generale della Cgil, esteso a tutti i «lavoratori della conoscenza». Non ci sarà una manifestazione a Pavia, il punto di riferimento resterà Milano. Nelle scuole potrebbe esserci qualche disagio. Anche se lo sciopero è stato indetto solo dalla Cgil, molti, tra docenti e personale tecnico amministrativo, aderiranno comunque, a livello personale. Perché le preoccupazioni per il prossimo anno scolastico sono tante, soprattutto nelle scuole elementari. Se da un lato le iscrizioni esprimono una forte bocciatura del maestro unico proposto dal ministro Gelmini, dall'altro accendono i timori di genitori e insegnanti. Perché? Perché le scuole non sono sicure di poter garantire il modello a 40 ore se i tagli promessi dal ministro non si ridimensioneranno. Ci sono poi le preoccupazioni per le scuole medie, con la riduzione delle ore di italiano, e di tecnica. Ma anche per le superiori, con la riforma rimandata solo di un anno. In questo quadro si inserisce il numero di docenti che dovrebbe restare a casa da settembre: 42mila in tutta Italia, 3.500 gli insegnanti in meno in Lombardia. Anche in ateneo, una nota sul sito internet, avverte che potrebbero verificarsi disservizi per lo sciopero «di tutto il personale dell'università indetto per l'intera giornata». La Cgil ha deciso per lo sciopero di domani per ribadire il suo «no» alla riforma della scuola e dell'università. Per esprimere le sue perplessità sui tagli, e per esprimere la posizione contraria al disegno di legge Aprea sulla formazione e sul reclutamento dei nuovi insegnanti. La manifestazione partirà dai bastioni di Porta Venezia a Milano alle 9.30. Il corteo si snoderà tra corso Venezia, piazza San Babila, corso Europa e piazza Fontana. L'arrivo è previsto intorno alle 11 in piazza Duomo. (ma.br.)

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E la Gelmini inciampa sul voto in condotta (sezione: Scuola)

( da "Italia Oggi" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

ItaliaOggi sezione: Azienda Scuola data: 17/03/2009 - pag: 13 autore: A. R. comunicati&riforme E la Gelmini inciampa sul voto in condotta Approvato il regolamento, il ministro annuncia: il 5 sarà dato dal collegio dei docenti. Ma non è così Le scuole avevano già cominciato a interrogarsi sulla portata della novità rispetto al precedente decreto (n.5/2009): a dare il 5 in condotta al secondo quadrimestre non sarà il consiglio di classe, ma il collegio dei docenti, ovvero la complessità degli insegnanti di un istituto. Ad annunciare il cambio di rotta era stato lo stesso ministro dell'istruzione, Mariastella Gelmini, con tanto di comunicato e conferenza stampa, a seguito dell'approvazione da parte del consiglio dei ministri del suo regolamento sulla valutazione. La sostituzione del consiglio di classe con il collegio dei docenti comporta l'allargamento della platea giudicante, ragionavano i prof, con un inevitabile annacquamento della decisione. Ma non è così. Perché a leggere il testo del regolamento sulla valutazione ci si rende conto che si tratta di un falso allarme, non c'è nessuna novità: l'insufficienza continuerà a deciderla il consiglio di classe. Come avvenuto al primo quadrimestre, quando i 5 sono stati 34 mila, una cifra record. Il 5 in condotta comporta la non ammissione all'anno successivo o agli esami di stato e concorre alla determinazione dei crediti scolastici. L'insufficienza sarà attribuita, precisa il regolamento, non solo agli indisciplinati, ma anche a chi non studia o marina la scuola, a chi non osserva le regole organizzative e di sicurezza interne alla scuola; agli alunni che non utilizzano correttamente le strutture, e i sussidi didattici o che arrecano danno al patrimonio della scuola.Per prendere un'insufficienza in condotta, comunque, si deve aver già preso una sanzione disciplinare. Se il comportamento scorretto si ripete l'insegnante con il consiglio di classe può decidere per l'attribuzione del 5, anche se non può essere questo l'unico metodo educativo. Precisazioni che dovrebbero servire ad evitare un profluvio di insufficienze, e dunque di bocciature. Il regolamento introduce, inoltre, la valutazione con il voto numerico per tutte le materie (esclusa religione cattolica) e in tutte le scuole, e criteri specifici per gli alunni disabili o con difficoltà di apprendimento. Sul provvedimento si attende il via libera del Consiglio di stato.

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Tutti al lavoro anche senza posto (sezione: Scuola)

( da "Italia Oggi" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

ItaliaOggi sezione: Azienda Scuola data: 17/03/2009 - pag: 13 autore: di Alessandra Ricciardi La proposta all'esame di Sacconi, in aiuto ai 25 mila precari che la riforma manda a casa Tutti al lavoro anche senza posto Misura alternativa all'assegno di disoccupazione, per un anno Le cifre sono ancora ballerine, molteplici le variabili: dal numero dei pensionamenti, che hanno sfondato al momento quota 38 mila, all'esclusione per il 2010 dei tagli delle Superiori, su cui ancora deve dire la sua l'Economia. Sta di fatto che, secondo stime prudenziali di viale Trastevere, il regolamento sugli organici di prossima emanazione, attuativo della riforma Gelmini, rischia di mandare per strada circa 25 mila precari. Lavoratori che hanno finora avuto contratti di supplenza e che dal prossimo settembre dovranno cercarsi un altro impiego, giacché materialmente non esisteranno più i posti da coprire. Visto il forte impatto sociale- e politico- che potrebbe avere un risultato occupazionale di questa portata, l'Istruzione ha avanzato al ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, la proposta di ricorrere a una misura alternativa di ammortizzatore sociale: invece del normale assegno di disoccupazione (con requisiti ordinari o ridotti, a seconda dei casi), rinnovare per il prossimo anno il contratto a tutti i precari che hanno maturato almeno 180 giorni di lavoro quest'anno. Gli insegnanti e i bidelli in questione potrebbero essere utilizzati dall'amministrazione locale per supplenze improvvise (anche le sostituzioni causa maternità che oggi sono a carico del Tesoro) oppure su progetti speciali, dalla dispersione scolastica all'immigrazione, ma anche in corsi di riconversione professionale. Una ipotesi, questa dell'Istruzione, a cui culturalmente Sacconi non è affatto lontano, vista la filosofia della sua riforma degli ammortizzatori sociali: preferire sempre la formazione e il lavoro, anche a fronte di uno stipendio più basso, all'inerzia della disoccupazione. E poi le differenze finanziarie, tra indennità di disoccupazione e supplenza, nella scuola non sono eccessive.Per il personale ci sarebbe il vantaggio non solo di salvare l'intero assegno per l'intero anno, ma soprattutto di portare a casa i relativi punteggi per le gradutorie. L'ipotesi è stata avanzata anche in risposta all'inziativa del duo responsabile Scuola e università del Pd, Giuseppe Fioroni e Mariangela Bastico, che tra camera e senato hanno presentato emendamenti per tutelare che perderà il posto di lavoro nella scuola. In sostanza, si prevede di introdurre, in via straordinaria, «un'indennità di disoccupazione per il personale scolastico che abbia avuto un incarico di almeno 180 giorni per quest'anno». Indennità pari al 60% della retribuzione per i primi dodici mesi e al 50%, nei secondi dodici mesi. Anche se, commenta la Bastico, «l'aumento delle richieste di tempo pieno da parte delle famiglie comporterebbe un incremento significativo del monte ore e degli organici rispetto all'ipotesi formulata dal ministero, che rischia di non soddisfare il pacchetto formativo scelto da 300 mila famiglie. Insomma, ci sarebbero gli estremi per sostanziose assunzioni piuttosto che per assegni di disoccupazione».

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Nasce il diploma regionale (sezione: Scuola)

( da "Italia Oggi" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

ItaliaOggi sezione: Azienda Scuola data: 17/03/2009 - pag: 17 autore: Alessandra Ricciardi il cantiere delle riforme Nasce il diploma regionale Accordo tra Formigoni e Gelmini sugli istituti Ifp Si potrà avere un diploma regionale al IV anno delle superiori. È la prima esperienza federalista fatta in Italia e non è un caso che sia targata Lombardia. È stata firmata ieri l'intesa tra il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, e il presidente della regione, Roberto Formigoni, che dà il via libera all'attuazione del governo regionale dell'istruzione e formazione professionale. Si sperimenterà, su base volontaria degli istituti professionali a partire dall'anno 2009-2010, l'unificazione del sistema dell'istruzione professionale statale con l'istruzione e formazione professionale (IFP) regionale, appunto sotto il governo regionale. Sempre nell'intesa si sancisce il ritiro del ricorso del governo contro la legge lombarda di riforma dell'istruzione (legge regionale n. 19 del 2007) e, quindi, dei ricorsi della Lombardia contro le disposizioni della legge finanziaria del 2007 e la legge n. 40 del 2007. «Questa decisione chiude di fatto un contenzioso lungo due anni, durante i quali la Lombardia aveva contestato al governo nazionale il tentativo di ricondurre indebitamente l'intera materia dell'istruzione professionale nella sfera delle competenze statali», ha commentato Formigoni, «è un segnale promettente, per la Lombardia, di un'autentica attuazione della riforma del Titolo V della Costituzione». Il ministro Gelmini ha ipotizzato la possibilità di «estendere questa esperienza anche a livello nazionale». L'eventuale trasferimento dei circa 1400 istituti professionali alle regioni riguarderebbe circa un terzo degli iscritti alle superiori. «La scelta presenta dichiaratamente profili di illegittimità visto che viene sperimentata in deroga alla legislazione nazionale vigente», attacca la resposnabile scuola del Pd, Mariangela Bastico, «si tratta di un'anticipazione del federalismo scolastico da applicarsi in tutto il paese, che spezza l'ordinamento nazionale dell'istruzione superiore e indebolisce proprio quella scuola che spesso accoglie i ragazzi più in difficoltà».

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Asta di opere d'arte per finanziare le attività e le missioni (sezione: Scuola)

( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

ASCOLI pag. 4 Asta di opere d'arte per finanziare le attività e le missioni L'INIZIATIVA PARROCCHIA DI SAN BARTOLOMEO di EMANUELA ASTOLFI BOCCIATO il maestro unico e secco no alla proposta delle 24 ore di scuola. Due delle novità previste dalla riforma del ministro della pubblica istruzione, Mariastella Gelmini, non piacciono ai genitori degli studenti del Piceno che come tanti altri si sono dovuti esprimere sulle recenti novità che saranno introdotte nel mondo dell'istruzione. Tra queste il ritorno in classe del maestro unico e l'orario settimanale di scuola. I genitori, dunque, hanno preso le difese del modello scolastico attuale. «Le richieste delle 24 ore fatte dalle famiglie sono pochissime, un numero insignificante» dice Adalberto Pieghi della Cisl Scuola. Per quanto rigurda i tagli che saranno imposti al corpo docente dalla riforma, invece, bisognerà aspettare ancora qualche giorno, prima di avere i numeri effettivi. Anche se tra sindacati e associazioni di categoria, Assoscuola in primis, qualche previsione è già stata fatta. «QUELLI più penalizzati spiega Laura Pallotta, presidente Assoscuola saranno gli insegnati delle elementari. I docenti sono molto preoccupati sia per questioni economiche che legate ai trasferimenti che la riforma avrà come conseguenza sull'insegnamento. Per esempio, dal prossimo anno a scuola non saranno più previste le compresenze e questo taglierà le gambe a qualsiasi progetto, riducendo la qualità della scuola stessa». «SE LE CIFRE resteranno quelle annunciate dal ministro Gelmini a livello nazioanale sottolinea Pieghi della Cisl , a livello provinciale la scuola primaria perderà circa 140 docenti mentre i tagli alla scuola secondaria di primo gardo potrebbero essere intorno al 25 per cento delle cattedre esistenti. Aspettiamo a giorni il decreto sull'organico, ma i più colpiti, nella scuola secondaria, saranno gli insegnati di lettere». INTANTO, per domani mattina è in programma uno sciopero nazionale proclamato dalla Flc-Cgil «contro i tagli del governo Berlusconi e le manovre che hanno impoverito e messo in crisi tutto il settore della conoscenza». La preoccupazione maggiore tra insegnati, genitori e sindacati in questo momento, è legata alle ripercussioni che potrebbe avere l'ipotesi di a riduzione degli organici nelle scuole.

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Formazione professionale nasce il diploma regionale (sezione: Scuola)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Formazione professionale nasce il diploma regionale --> Intesa tra Gelmini e Formigoni, cancellato il ricorso del governo Prodi La riforma lombarda è la prima in Italia. Possibile passaggio all'università Martedì 17 Marzo 2009 CRONACA, pagina 15 e-mail print I due lombardi Mariastella Gelmini, ministro dell'istruzione, e Roberto Formigoni, presidente della Regione, hanno sottoscritto ieri mattina al Pirellone, presente anche il vicepresidente e assessore regionale alla Formazione Gianni Rossoni, un'intesa che dà il via libera alla competenza regionale su istruzione e formazione professionale. La sperimentazione diventa ufficiale dal prossimo anno scolastico 2009-2010, unificando il sistema dell'istruzione professionale statale con l'istruzione e formazione professionale (Ifp) regionale, sotto il governo della Regione. Sempre nell'intesa si sancisce il ritiro del ricorso del Governo contro la legge lombarda di riforma dell'istruzione (n. 19 del 2007) e, quindi, dei ricorsi di Regione Lombardia contro le disposizioni della legge finanziaria e della legge n. 40 del 2007. Il contenzioso risale all'epoca Fioroni e riguardava la titolarità dell'istruzione professionale. «Questa decisione - ha sottolineato infatti il presidente Formigoni - è un segnale promettente, per la Lombardia, di un'autentica attuazione della riforma del Titolo V della Costituzione. Possiamo ora avviare una sperimentazione che ci permetterà di innalzare la qualità del nostro sistema di istruzione e formazione professionale e potrà essere di riferimento, se lo vorranno, anche per le altre Regioni d'Italia. Potremo garantire ai nostri giovani una formazione professionale personalizzata e rispondente alle esigenze del nostra sistema produttivo, che è tra i più avanzati d'Europa». «L'eccellenza del sistema Lombardia è il motivo - ha spiegato il ministro Gelmini - che fa cominciare la sperimentazione antidispersione in questa regione. Vogliamo realizzare insieme - ha detto il ministro durante la firma dell'accordo - questo nuovo sistema formativo che parte dai profili tecnici». L'intesa sulla sperimentazione si attua sulla base dell'adesione volontaria degli Istituti professionali statali (circa 170 in Lombardia) al sistema Ifp (Istruzione e formazione professionale) regionale, così da garantire l'unitarietà dell'offerta di formazione professionale e della libertà di scelta con forme innovative di organizzazione e gestione e valorizzando l'autonomia delle Istituzioni scolastiche. In una prima fase (anno scolastico 2009-2010), la Ifp regionale verrà offerta anche dagli Istituti professionali statali in aggiunta ai tradizionali percorsi di Istruzione professionale e le istituzioni scolastiche e formative potranno rilasciare il «diploma professionale di tecnico»: la Lombardia sarà la prima Regione in Italia a rilasciare questo diploma. Dall'anno scolastico 2010-2011 il raccordo sarà più stretto, con la possibilità di avere per i primi 4 anni i percorsi di Ifp regionale e di attivare un quinto anno per il raggiungimento del diploma di Stato. Le qualifiche professionali verranno rilasciate solamente in esito ai percorsi triennali di Istruzione e formazione professionale. Il quinto anno sarà realizzato d'intesa con le Università e con l'Alta formazione artistica, musicale e coreutica, finalizzato a sostenere l'esame di Stato valido anche per l'ammissione all'Università. «Vogliamo creare - ha spiegato Formigoni - percorsi di formazione il più possibile personalizzati adatti a una regione competitiva». La Regione interverrà nella contrattazione territoriale integrativa, formazione e criteri di utilizzazione del personale, premio/risultato, criteri di allocazione e utilizzo di risorse attribuite alle scuole. «Sono molto soddisfatto - ha sottolineato l'assessore regionale all'Istruzione e formazione professionale Gianni Rossoni -. In questi anni di sperimentazione il nostro modello si è dimostrato valido. La dispersione scolastica, al 25% negli Istituti professionali è al 2% nei corsi regionali». 17/03/2009 nascosto-->

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Il ministro dell'Istruzione Gelmini e il presidente della Regione Lombardia Formigoni firmano l'inte... (sezione: Scuola)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Il ministro dell'Istruzione Gelmini e il presidente della Regione Lombardia Formigoni firmano l'inte... --> Martedì 17 Marzo 2009 CRONACA, pagina 15 e-mail print Il ministro dell'Istruzione Gelmini e il presidente della Regione Lombardia Formigoni firmano l'intesa per la formazione professionale 17/03/2009 nascosto-->

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PERGINE - La legge di riforma Gelmini aveva fatto temere il peggio all'Istituto Marie Curie (sezione: Scuola)

( da "Adige, L'" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

PERGINE - La legge di riforma Gelmini aveva fatto temere il peggio all'Istituto Marie Curie PERGINE - La legge di riforma Gelmini aveva fatto temere il peggio all'Istituto Marie Curie. I mutamenti profondi e le soppressioni di indirizzi anticipati dal ministro dell'istruzione avrebbero potuto (sembrava quasi certo) convincere famiglie e ragazzi a scegliere diversamente, per effetto del possibile scardinamento dell'offerta formativa. Invece non c'è stato il temuto crollo delle iscrizioni, anzi. La «riforma» è slittata almeno d'un anno, sicché, alla prima verifica dei dati, compiuta dal dirigente Paolo Caspani , sono aumentate in modo significativo nei licei e nell'Ipsct, ma diminuite nell'Iti. Complessivamente, rispetto all'annata scorsa, nelle prime classi dell'Istituto Curie in settembre ci saranno una decina di ragazzi in più ovvero 175, nonostante i timori e nonostante l'annata 2008-2009 avesse fatto registrare il record delle iscrizioni nella ventennale vita dell'istituto. L'ordine liceale, il più a rischio per l'effetto della legge Gelmini, è invece quello che ha registrato il più netto incremento di iscrizioni: 19 ragazzi in più rispetto ai 65 dell'anno scorso, 11 nel liceo delle scienze sociali e gli altri nel liceo scientifico. Sui motivi dell'incremento si sta interrogando la scuola. Forse per l'organizzazione dei curricula, molto curata. Infatti, il progetto di questo liceo è senza dubbio particolare. L'indirizzo è centrato sulla comunicazione in aziende, banche, società di servizi. Alla fine del biennio si verificano le competenze raggiunte dagli allievi che, a al terzo anno, frequentano uno stage aziendale lungo un mese, a contatto con il pubblico. Ogni studente è seguito da un tutor, che monitora di frequente il lavoro-apprendimento ed il rapporto con l'azienda. Il modello ha incontrato il favore di ragazzi e famiglie. L'aumento di studenti al «Curie» di Pergine è speculare rispetto al calo delle iscrizioni di ragazzi dell'alta Valsugana al liceo Rosmini di Trento. Anche l'ordine professionale (Ipsct), che attende profondissime ristrutturazioni, registra abbastanza a sorpresa un contenuto ma percepibile incremento, ovvero 8 iscritti in più rispetto al dato dello scorso anno, sicché nella sede di Levico partiranno due classi prime del biennio polivalente, mentre l'anno scorso era solamente una. Fa riflettere la diminuzione del numero dei ragazzi iscritti agli istituti tecnici, che, se restano poco variati a livello di commerciali e geometri (quest'anno più ragionieri e meno geometri) diminuiscono invece sensibilmente tra i tecnici industriali Iti ad indirizzo informatico. In settembre ci sarà una mezza classe in meno del biennio polivalente, corrispondente a 14 ragazzi mancanti. Gli studenti figli di immigrati stranieri continuano invece a crescere, ora sono 90 al Curie, pari a circa il 10 per cento del totale dei frequentanti. 17/03/2009

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Oltre seimila precari della scuola marchigiana rischiano di essere licenziati (sezione: Scuola)

( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

CRONACHE MARCHE pag. 17 Oltre seimila precari della scuola marchigiana rischiano di essere licenziati EMERGENZA LA CGIL PREPARA LO SCIOPERO DI DOMANI E SNOCCIOLA I DATI REGIONALI: UN LAVORATORE SU TRE E' A RISCHIO ANCONA OLTRE seimila persone a casa a settembre. Questo il quadro allarmante denunciato dalla Cgil riguardo i precari della scuola, divisi tra docenti e Ata (personale tecnico amministrativo), che potrebbero perdere il posto se saranno attuati i tagli della legge 133. E così mentre il sindacato si prepara allo sciopero nazionale del 18, durante l'assemblea che si è tenuta ieri presso il liceo scientifico Galilei di Ancona, cui erano presenti il segretario nazionale Flc-Cgil Luigi Rossi, il dirigente Corrado Colangelo e la responsabile regionale Daniela Barbaresi, sono scesi in campo i precari della scuola, i primi ad essere colpiti dalla riforma Gelmini. Salta subito all'occhio il dato regionale, che vede questo esercito di lavoratori a scadenza in percentuale più alta rispetto alla media nazionale: il 18% dei docenti totali (16% media italiana) e il 32% degli Ata (29% media italiana). In pratica uno su tre, solo per quest'ultima categoria, è un lavoratore precario. Un numero cresciuto in maniera drammatica negli ultimi dieci anni, del 175 per cento per i docenti e del 321 per cento per gli Ata. In totale sono 3818 i docenti e 2265 gli Ata con contratti a termine nelle Marche, senza contare le supplenze brevi e saltuarie. «Ho quarant'anni, da sette lavoro nelle scuole superiori, vorrei sapere cosa mi aspetta nei prossimi mesi» ha detto Melanie Segal, coordinatrice della Rete regionale docenti precari', attiva dallo scorso giungo per difendere i diritti della categoria. «Sono precario da dieci anni, mai come adesso la minaccia di perdere il posto è stata così vicina e preoccupante» ha ammesso Pierpaolo Pacifici, docente con contratto a termine, due lauree e la specializzazione. Inutile dire che la formazione e i corsi sono tutti a spese dei docenti, che spesso non hanno scelta: per ottenere più crediti e salire nelle graduatorie devono frequentare costosi master per i quali spesso non è neanche richiesta la presenza. «Chiediamo ammortizzatori sociali per i precari che perderanno il posto, ma soprattutto un piano di stabilizzazione» ha tuonato il segretario Rossi che ha ricordato come le ricadute si avvertiranno prima di tutto sulla qualità dell'insegnamento. In queste ore intanto si apriranno intanto le graduatorie mentre a giugno saranno pronte le liste definitive con il numero di posti. Ilaria Traditi

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ANCONA - Non è solo una questione di tagli all'istruzione, il prossimo anno ... (sezione: Scuola)

( da "Messaggero, Il (Marche)" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Martedì 17 Marzo 2009 Chiudi di MARINA VERDENELLI ANCONA - «Non è solo una questione di tagli all'istruzione, il prossimo anno scolastico ci troveremo a dover gestire anche gli esuberi di personale». E' drammatica la situazione del personale scolastico delle Marche, docenti e personale Ata, e ieri non ha portato certo belle notizie da Roma Luigi Rossi, segretario nazionale della Flc-Cgil intervenuto all'assemblea regionale del sindacato nell'aula magna del liceo scientifico Galilei. Rossi, che ha annunciato un ultimo incontro oggi al Ministero, ha confermato le previsione dei tagli che verranno attuate in tre anni, dopo la riforma Gelmini. A rimetterci saranno soprattutto gli Ata (personale ausiliario). Così il sindacato conferma la data dello sciopero generale dei lavoratori di scuole e università, in programma domani. L'assemblea - «Il prossimo settembre - ha spiegato Rossi - nelle Marche verranno tagliati 443 posti tra il personale tecnico, amministrativo e ausiliario. Di questi, ben 294 sono collaboratori scolastici». Senza bidelli, la Flc Cgil teme il rischio chiusura di alcuni plessi nella scuola primaria, asili ed elementari. Il dato anticipato dal segretario nazionale riguarda solo il primo anno. Ma la situazione non migliorerà il secondo e terzo, visto che l'eliminazione degli esuberi sarà spalmata nei tre anni dalla riforma scolastica. «Non ci eravamo resi conto - ha aggiunto Rossi - che dietro la politica dei fannulloni e del libro verde c'era anche il "progetto" della scuola. La Cgil ha cercato fin da subito di difendere la precarietà. Ma negli ultimi 10 anni i precari sono raddoppiati, soprattutto nelle Marche». I docenti in questa situazione, nell'ultimo anno, sono 3.818 di cui 3.367 con un contratto a termine annuale e 451 con un contratto fino al termine dell'attività didattica. Gli Ata invece sono 2.265, di cui 1.823 con un contratto a termine annuale e 442 con un contratto fino al termine dell'attiva didattica. «E' precario - ha spiegato Daniela Barbaresi, segretario regionale della Flc Cgil - un Ata su 3 e un docente su 6. Se le nostre previsioni saranno confermate saranno 1.300 le persone che nelle Marche, tra docenti e Ata, perderanno il lavoro a settembre. Per i docenti i numeri saranno concentrati nelle scuole elementari e medie mentre per gli Ata su tutti gli ordini scolastici. E' a rischio la qualità del servizio offerto». Diversi i precari presenti all'assemblea, che ha raggruppato un centinaio di persone tra sindacalisti, docenti e ata, che hanno chiesto informazioni al segretario Rossi e al rappresentante del centro nazionale Flc Cgil Corrado Colangelo. Tante le storie di precariato come quella di Pierpaolo Pacifici, 34 anni, insegnante di italiano al liceo classico Nolfi di Fano. «Sono in questo stato da 10 anni - ha raccontato il docente - ed ora non so se a settembre avrò o meno il mio lavoro. Così si vive male, con l'ansia, con un mutuo da pagare e senza diritto alla cassa integrazione. Se non avrò il posto a scuola dovrò cambiare lavoro. In questo campo è molto difficile riciclarsi». Lo sciopero - Domani, a partire dalle 9.30, davanti alla Prefetture di Ancona, Ascoli Piceno, Macerata e Pesaro, la Flc Cgil incrocerà le braccia per dire no ai tagli e al precariato. Un sit-in di protesta è stato indetta invece il 26 marzo, a Pesaro, alle 15, davanti all'ex provveditorato, dalla rete Docenti Precari Marche.

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Bocciato il maestro unico anche nella provincia di Pescara. Così com'è successo a ... (sezione: Scuola)

( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Martedì 17 Marzo 2009 Chiudi di ADRIANA SETTUARIO Bocciato il maestro unico anche nella provincia di Pescara. Così com'è successo a livello nazionale, dalle stime delle iscrizioni nella scuola primaria, la scelta più gettonata dalle famiglie pescaresi è quella del tempo pieno. Per il prossimo anno scolastico dunque il desiderio di papà e mamme è quello di affidare i propri figli, alla prima esperienza col mondo scolastico, a due insegnanti, uno per la mattina e l'altro per il pomeriggio: «Questa scelta delle 40 ore settimanali ha registrato un notevole incremento nella nostra provincia - commenta il provveditore Rita Sebastiani - oltre a questa alternativa la maggior parte dei genitori ha scelto le 27 e 30 ore, poche invece le richieste per le classiche 24 ore settimanali». A cosa corrispondeva la scelta di questi orari? «La confusione generata nelle famiglie - spiega il provveditore - è aumentata all'atto dell'iscrizione, quando i genitori hanno dovuto appunto decidere tra le quattro opzioni. La prima possibilità erano le classiche 24 ore con un unico insegnante, poi il tempo pieno, dove possibile nella scuola: cioè 40 ore (due insegnanti, uno per la mattina e l'altro per il pomeriggio). Ma c'erano anche altre alternative: le 27 e le 30 ore, cioè con l'orario scolastico protratto fino all'una nel primo caso e fino alle 13,30 per la seconda opzione». Ora si aspettano indicazioni ministeriali più precise dopo la scadenza dei termini delle iscrizioni, slittata dal 31 gennaio al 28 febbraio. In attesa dei regolamenti sul decreto Gelmini per la riforma della scuola primaria che prevede la presenza del maestro unico, provveditore e docenti sono ancora nel caos. Il nodo è presto detto: secondo il decreto, a pagare le ore di insegnamento in più rispetto a quelle del maestro unico dovrebbe essere la scuola e purtroppo molti istituti non hanno risorse per coprire la spesa. Dunque, quella del maestro unico, al di là delle preferenze delle famiglie, finirebbe per essere una scelta obbligata. Sul generale clima di confusione, anche il sindacato esprime incertezza: «Gli schemi di regolamento - spiega Emilia Di Nicola, della Cgil scuola -, approvati dal consiglio dei ministri sono sottoposti al parere della conferenza unificata stato-Regioni e del Consiglio di Stato. Le indicazioni pubblicate non sono quindi ancora definitive e di conseguenza le norme contenute non sono vincolanti. Ecco il motivo di tanta indecisione negli ambienti scolastici». Il senso di precarietà è aumentato per i tagli annunciati qualche tempo fa dalla giunta regionale. La prima scossa avvertita in regione riguarda la perdita di una cinquantina di posti di lavoro, tra dirigenti scolastici e amministrativi. Tagli previsti in seguito al raggruppamento dei plessi scolastici sottodimensionati, quelli cioè con meno di 500 alunni: in regione sono 45, secondo le stime ministeriali. Il piano approvato dalla giunta regionale non dovrebbe creare problemi agli studenti, stando agli amministratori: trasferimenti di sede solo in pochi casi. Il punto caldo rimane la scuola primaria. «Il maestro unico garantirà 24 ore settimanali - dice il provveditore - e la scomparsa delle "compresenze", cioè non ci saranno docenti ad affiancargli. La compresenza dovrebbe sparire anche dalle seconde classi in poi». Non vengono toccati i docenti di religione e di inglese. «L'enigma - conclude Sebastiani - è quale attività far fare ai docenti oltre le 24 ore previste dalla legge». E a spese di chi.

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No al maestro unico, scelta virtuale (sezione: Scuola)

( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Martedì 17 Marzo 2009 Chiudi Scuola in mezzo al guado. I dirigenti aspettano i dettagli del decreto Gelmini, anche il sindacato esprime incertezza No al maestro unico, scelta virtuale Aumentano le iscrizioni al tempo pieno ma non ci sono soldi per altri docenti

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Due milioni in più grazie al <merito> (sezione: Scuola)

( da "Nazione, La (Siena)" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

PRIMO PIANO pag. 3 Due milioni in più grazie al «merito» UNIVERSITA' PIÙ FONDI al merito e alla ricerca: e così l'Ateneo di Siena dovrebbe ritrovarsi con qualche soldo in più nelle casse. Mentre al Ministero si lavora per la nuova ripartizione dei finanziamenti 2009 con nuovi criteri "meritocratici", la stima, pubblicata dal Sole24 Ore, dei finanziamenti che comunque arriverebbero al nostro Ateneo nel 2009 parla di quasi 2 milioni in più rispetto al 2008. Ciò grazie all'incremento, a livello nazionale, della quota di incentivi che passa dal 2,2 al 7 % del finanziamento ordinario, ovvero da 159 a 525 milioni. Nella classifica degli atenei che maggiormente beneficeranno della svolta, Siena compare al tredicesimo posto. Va detto che quasi tutte le università risultano con saldi positivi in virtù anche di un incremento di circa 70 milioni del finanziamento statale destinato agli atenei nel 2009 rispetto all'anno passato: senza questo intervento 23 università su 58 riceverebbero un assegno più leggero rispetto al 2008. Ma, come detto, il ministero sta tentando pure di rivedere il modello di distribuzione dei premi che, ora prevede solo un terzo del "punteggio" riservato alla qualità della ricerca: nel nuovo modello, invece, si dovrebbe destinare almeno metà del punteggio, se non il 66 %, alla ricerca. Soddisfatto il rettore Silvano Focardi: «Anche stando al vecchio modello di distribuzione , arriverebbero quest'anno circa 118,5 milioni, ovvero 4,5 milioni in più rispetto ai 114 indicati sul bilancio di previsione 2009. Se a questi andiamo a sommare gli 8 arrivati dalla Regione possiamo dire che si tratta di una vera boccata di ossigeno per le nostre casse». Ma il rettore guarda anche oltre, al 2011, quando, secondo le intenzioni del ministro Gelmini, i premi agli Atenei che investono maggiormente su ricerca e qualità dovrebbero salire fino a 2,5 miliardi di euro, una cifra cinque volte superiore a quella prevista per quest'anno. «Sono soddisfatto ha aggiunto Focardi dell'applicazione, per la prima volta, di un criterio che premi la qualità della ricerca e della didattica: un criterio che ci avrebbe sicuramente favorito". Francesco Ianniello

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<Rischiano il posto nella scuola 183 docenti> (sezione: Scuola)

( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

PESARO pag. 5 «Rischiano il posto nella scuola 183 docenti» DOMANI PRESIDIO IN PIAZZA ORGANIZZATO DALLA CGIL CENTOTRENTA DOCENTI della scuola primaria e 53 della scuola secondaria della nostra provincia rischiano il posto, assieme a oltre cento tra collaboratori scolastici e assistenti tecnici e amministrativi. Un piccolo esercito di «licenziati» dalla riforma della scuola, che scenderà in piazza domani, assieme ad altri docenti e ai genitori, proprio per protestare contro i tagli previsti dalla riforma Gelmini. Scuola, ricerca, università, Afam (Accademia belle arti, Isia e Conservatorio di Pesaro) si danno appuntamento alle 10,30 in piazza del Popolo, per uno sciopero proclamato dalla Flc-Cgil a cui sono invitate anche le famiglie. «I tagli per oltre 10 miliardi di euro previsti dalla Finanziaria e oggi confermati si legge in una nota della Flc Pesaro Urbino provocheranno effetti devastanti per il sistema pubblico della conoscenza. Sono tagli alle risorse che avranno ripercussioni pesanti sulla qualità dell'offerta formativa e sulle condizioni di lavoro di tantissimi lavoratori e lavoratrici ai quali sono stati negati contratti nazionali' degni di essere chiamati tali». «A pochi giorni dal termine per le iscrizioni all'anno scolastico 2009/2010, com'era prevedibile la maggioranza delle famiglie ha scelto un tempo scuola esteso dice Lilli Gargamelli, segretaria provinciale Flc Cgil provinciale e in particolare nella scuola primaria, la stragrande maggioranza dei genitori ha richiesto un tempo scuola a 30 ore. Crescono le richieste di tempo pieno, mentre sono pochissimi e marginali quelli che hanno chiesto le 24 ore. Poche anche le richieste di un orario a 27 ore. Nelle nuove iscrizioni alla prima classe, si confermano le 30 ore o il tempo pieno all'I.C. "Olivieri" di Pesaro, alla "Giò Pomodoro" di Orciano dove cresce anche la richiesta di tempo prolungato nella secondaria di primo grado, analogamente si confermano le 30 ore alla "Pirandello" di Pesaro, e in quasi tutti gli istituti comprensivi della provincia: eppure quasi 300 tra docenti e assistenti rischiano il posto. Le famiglie hanno bocciato il ritorno al maestro unico preferendo i modelli orari e organizzativi esistenti. Ora il ministro e il governo devono mantenere gli impegni presi pubblicamente e rispettare le scelte delle famiglie per la scuola dei loro figli e garantire il tempo scuola a 30 ore». In agitazione anche l'università di Urbino e l'Afam (Accademia belle arti di Urbino, Isia di Urbino e Conservatorio Pesaro) «i cui finanziamenti conclude la nota della Cgil sono stati ridotti del 45%, mentre sono stati annullati i fondi per il 2009 e 2010». d.e.

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I genitori bocciano i tagli Gelmini (sezione: Scuola)

( da "Giorno, Il (Bergamo - Brescia)" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

VETRINA pag. 5 I genitori bocciano i tagli Gelmini Oltre 1.500 mamme e papà chiedono il mantenimento del contratto formativo di MAGDA BIGLIA BRESCIA «LE MAMME E I PAPÀ bresciani hanno bocciato la riforma Gelmini delle elementari». Sbandiera i numeri il Comitato per la difesa della scuola pubblica, i cui rappresentanti ieri pomeriggio hanno portato al dirigente dell'Ufficio scolastico provinciale Giuseppe Colosio la richiesta, firmata e protocollata, di 1519 genitori di bambini già iscritti che chiedono «il mantenimento del contratto con il quale sono entrati nelle primarie», ovvero i tre maestri e le compresenze. Sono ben oltre la metà dei genitori cittadini, dicono Paola Dioni e Sauro Di Giovanbattista «eppure Colosio non ci ha potuto dare nessuna garanzia perché gli organici sono calati dall'alto in base ai tagli di risorse e non in base alle esigenze delle famiglie». Non esclude il Comitato, che da mesi si sta battendo, di passare alle vie legali se, a metà aprile quando arriveranno gli organici e i posti disponibili, «verrà rotto il patto siglato con l'iscrizione iniziale che prevedeva aree disciplinari, compresenze, laboratori, uscite didattiche, mense, tutte azioni che diventerebbero impossibili». Anche i numeri delle iscrizioni alle classi prime darebbero ragione al Comitato. Ci sono plessi come la Colombo, la Rodari, la Torricella, San Polo in cui tutti hanno scelto le 30 o le 40 ore, nessuno ha voluto le 24 o le 27. «Mettendo assieme i vari circoli si riuscirebbe a malapena a comporre una classe per le 24 ore e una per le 27». Al 1° circolo hanno preferito in 120 le 40 ore, all'XI in 99; al 2° in 180 hanno scelto le 30 ore, al IX in 121, al IV in 86. Insomma in città, dove madre e padre lavorano, dove la tradizione di eccellenza pedagogica, ieri riconosciuta anche da Colosio, faceva ben funzionare il sistema, si predilige il modello ormai assodato di tempo lungo che dà più occasioni di apprendimento. «Anzi - dice Di Giovanbattista - per reazione, per paura di vedere svilita la scuola, c'è stato un aumento delle richieste di 30 o addirittura di 40 ore, che vuol dire tempo prolungato, mensa». «Vedremo cosa farà un ministro che ha lasciato dirottare i fondi dalla ricerca per darli alle banche, vedremo che cosa potranno fare le scuole a cui saranno tagliate le risorse, a cui mancheranno gli insegnanti. Il dirigente scolastico ha risposto che decideranno gli istituti in autonomia ma se non riceveranno quanto serve come faranno?» aggiunge ancora Di Giovanbattista che ricorda come anche le superiori nel Bresciano non abbiano più un soldo, nemmeno per pagare i supplenti che aspettano lo stipendio da mesi. «I fondi dati dalle famiglie per le attività integrative vengono usati per poter chiamare chi sostituisce i docenti e non lasciare le classi abbandonate». Image: 20090317/foto/69.jpg

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Aule, fucine di talenti? Il ministro venerdì dice la sua (sezione: Scuola)

( da "Giorno, Il (Bergamo - Brescia)" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

VETRINA pag. 5 Aule, fucine di talenti? Il ministro venerdì dice la sua BRESCIA «LA SCUOLA fucina di talenti?». È un greve punto di domanda quello che sta nel titolo dell'annuale convegno del Gruppo giovani dell'Associazione industriale guidato da Francesco Franceschetti, in calendario il 20 marzo dalle 9.30 nella sala conferenze Beretta in via Cefalonia. Un punto di domanda al quale interverrà a rispondere il ministro alla Pubblica istruzione, Università e ricerca Mariastella Gelmini con il suo intervento previsto alle 17.30. «Solo i Paesi che investono in formazione possono cogliere le opportunità dei cambiamenti. È importante capire quale alleanza sia possibile fra il mondo delle imprese e quello della scuola nella preparazione delle generazioni future»: nelle parole del presidente Franceschetti il senso del simposio. Al quale parteciperanno assessori alla Pubblica istruzione, il regionale Gianni Rossoni, il provinciale Giampaolo Mantelli e il prorettore dell'Università Giancarlo Provasi, Saverio Gaboardi presidente di Isfor 2000, il presidente nazionale dei Giovani Federica Guidi. M.B.

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La formazione si fa regionale (sezione: Scuola)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-03-17 - pag: 35 autore: Istruzione. Intesa Stato-Lombardia sugli istituti tecnici La formazione si fa regionale Valentina Melis MILANO Dall'anno scolastico 2009-2010 gli Istituti di formazione professionale della Lombardia potranno rilasciare agli studenti, alla fine del quarto anno («a seguito di appositi esami»), un diploma di tecnico, in sostituzione dell'attuale certificazione di competenze. Un diploma che costituirà titolo per l'accesso ai concorsi pubblici. E dall'anno scolastico 2010-2011, gli istituti professionali statali che vorranno aderire alla sperimentazione (in Lombardia sono in tutto 170) potranno offrire, in aggiunta ai loro tradizionali percorsi, la formazione professionale di stampo «regionale». Sono questi i due punti cardine dell'intesa, firmata ieri a Milano, tra il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini e il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni. L'accordo mette la parola fine anche al contenzioso tra la Regione e lo Stato in materia di istruzione: il Governo ritira il ricorso alla Corte costituzionale contro la legge regionale lombarda 19/ 2007 sul «sistema educativo di istruzione e formazione »e la Giunta della Lombardia si impegna a ritirare i ricorsi contro alcune disposizioni della Finanziaria 2007 ( legge 296/06) e contro la legge 40 del 2007. Il ministero dell'Istruzione fa sapere che l'intesa si inserisce nel quadro della riforma degli istituti tecnici (si veda «Il Sole 24 Ore» del 3 e del 4 marzo) e «ne anticipa l'architettura di sistema ». Punto centrale della sperimentazione sarà infatti la riduzione degli indirizzi offerti agli studenti, che oggi sono 34 per l'istruzione professionale statale e 19 per la formazione professionale della Regione Lombardia. L'obiettivo è evitare duplicazioni tra i due sistemi, coordinando l'offerta formativa. Quanto alle risorse necessarie, soprattutto per gli insegnanti che dovranno garantire il " doppio binario" formativo statale e regionale negli istituti tecnici statali, il ministero dell'Istruzione aggiunge che «sta lavorando nell'ambito del master plan sul titolo V della Costituzione, per cui è già stato istituito un tavolo presso il ministero degli Affari regionali». E il tema, fa sapere sempre Viale Trastevere, «sarà trattato congiuntamente al federalismo fiscale ». Tutto fa pensare, insomma, a una progressiva «regionalizzazione » del sistema dell'istruzione e formazione professionale in Lombardia. Nell'intesa firmata ieri al Pirellone, rientra anche l'attivazione, dall'anno scolastico 2010-2011, di un quinto anno di formazione professionale regionale «finalizzato a sostenere l'esame di Stato valido anche per l'ammissione all'Università». «L'accordo sottoscritto tra il ministro Gelmini e il presidente Formigoni è vuoto nelle risorse e pericoloso negli effetti», ha commentato Mariangela Bastico, responsabile Scuola del Pd. «Il nostro obiettivo - replica Gianni Rossoni, assessore all'Istruzione,formazione e lavoro della Regione Lombardia - è quello di garantire pari dignità al canale della formazione professionale nel solo interesse degli allievi che la frequentano». APRIPISTA Dal prossimo anno scolastico gli studenti di quarta potranno ottenere il diploma per l'accesso ai concorsi pubblici

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È caccia al tempo pieno (sezione: Scuola)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

primapagina pag. 1 È caccia al tempo pieno LE FAMIGLIE bresciane bocciano sul campo la riforma-Gelmini. In città il 60 per cento dei genitori che hanno un figlio dalla seconda alla quinta elementare, e il 90 per cento di chi l'avrà in prima elementare, ha chiesto moduli da 30 o 40 ore: insomma ha puntato sulla soluzione dei tre maestri su due classi, e non certo sull'«insegnante prevalente». LA RICHIESTA del tempo prolungato è addirittura totalitaria in alcune scuole. E i moduli da 24 o da 27 ore? In prima elementare li chiedono 64 famiglie su 1.300. 9

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FORMAZIONE IN LOMBARDIA, INTESA FORMIGONI-GELMINI: VIA AL DIPLOMA REGIONALE POSSIBILE ACCESSO ALL'UNIVERSITA'. RITIRATO RICORSO DEL GOVERNO (sezione: Scuola)

( da "marketpress.info" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Martedì 17 Marzo 2009 FORMAZIONE IN LOMBARDIA, INTESA FORMIGONI-GELMINI: VIA AL DIPLOMA REGIONALE POSSIBILE ACCESSO ALL´UNIVERSITA´. RITIRATO RICORSO DEL GOVERNO Milano, 17 marzo 2009 - Il ministro dell´Istruzione Mariastella Gelmini e il presidente della Regione Roberto Formigoni hanno sottoscritto ieri mattina in Regione un´Intesa che dà il via libera alla innovativa e piena attuazione del governo regionale dell´istruzione e formazione professionale. Si sperimenta, a partire dall´anno 2009-2010, l´unificazione del sistema dell´istruzione professionale statale con l´istruzione e formazione professionale (Ifp) regionale, appunto sotto il governo regionale. Sempre nell´intesa si sancisce il ritiro del ricorso del Governo contro la legge lombarda di riforma dell´istruzione (legge regionale n. 19 del 2007) e, quindi, dei ricorsi di Regione Lombardia contro le disposizioni della legge finanziaria del 2007 e la legge n. 40 del 2007. "Questa decisione - ha sottolineato il presidente Formigoni - chiude di fatto un contenzioso lungo due anni, durante i quali la Lombardia aveva contestato al Governo nazionale il tentativo di ricondurre indebitamente l´intera materia dell´istruzione professionale nella sfera delle competenze statali. E´ un segnale promettente, per la Lombardia, di un´autentica attuazione della riforma del Titolo V della Costituzione". "Sanato il contenzioso - ha proseguito Formigoni - possiamo ora avviare una sperimentazione che ci permetterà di innalzare la qualità del nostro sistema di istruzione e formazione professionale e potrà essere di riferimento, se lo vorranno, anche per le altre Regioni d´Italia. Potremo garantire ai nostri giovani una formazione professionale personalizzata e rispondente alle esigenze del nostra sistema produttivo, che è tra i più avanzati d´Europa" "E´ proprio avendo presente l´eccellenza del sistema Lombardia e della sua istruzione professionale - ha affermato il ministro Gelmini - che abbiamo voluto far partire la sperimentazione proprio da questa regione. Sostituendo la collaborazione istituzionale all´incomprensibile conflitto di competenze aperto dal precedente Governo, vogliamo realizzare insieme questo nuovo sistema formativo che parte dai profili tecnici. Può essere la risposta migliore alle richieste del mondo produttivo che lamenta la carenza di profili tecnici specifici" I Termini Dell´intesa - L´intesa sulla sperimentazione si attua sulla base dell´adesione volontaria degli Istituti Professionali Statali (circa 170 in Lombardia) al sistema Ifp (Istruzione e formazione professionale) regionale, così da garantire la continuità e l´unitarietà dell´offerta di istruzione e formazione professionale nel rispetto della libertà di scelta delle famiglie tra le istituzioni scolastiche e formative. La sperimentazione consente inoltre, anche nell´ambito dell´istruzione tecnica, l´avvio di forme innovative di organizzazione e gestione, valorizzando l´autonomia delle Istituzioni scolastiche, nel rispetto delle previsioni del Titolo V° della Costituzione. L´attuazione prevede due fasi. In una prima fase, anno scolastico 2009-2010, la Ifp regionale verrà offerta anche dagli Istituti professionali statali in aggiunta ai loro tradizionali percorsi di Istruzione professionale. Permarranno quindi i percorsi di istruzione professionale statale accanto a quelli della Ifp regionale. Già dall´anno scolastico 2009-2010 le istituzioni scolastiche e formative potranno rilasciare il diploma professionale di tecnico: la Lombardia sarà la prima Regione in Italia a rilasciare questo diploma. In una seconda fase, anno scolastico 2010-2011, si attuerà un più stretto raccordo, con la possibilità di avere per i primi 4 anni i percorsi di Ifp regionale e di attivare un quinto anno per il raggiungimento del diploma di Stato. Coerentemente con il riordino dell´istruzione professionale, le qualifiche professionali verranno rilasciate solamente in esito ai percorsi triennali di Istruzione e Formazione Professionale. Quinto anno ed esame di Stato - L´ordinamento di Ifp regionale si completerà con l´attivazione di un corso di quinto anno, realizzato d´intesa con le Università e con l´Alta Formazione artistica, musicale e coreutica, finalizzato a sostenere l´esame di Stato valido anche per l´ammissione all´Università. Contrattazione integrativa regionale - La Regione, limitatamente al personale degli istituti professionali, interverrà in ambiti quali: contrattazione territoriale integrativa, formazione del personale, criteri di utilizzazione del personale, premialità in rapporto a risultati conseguiti, criteri di allocazione e utilizzo di risorse attribuite alle scuole. "Sono molto soddisfatto - ha sottolineato l´assessore regionale all´Istruzione e Formazione Professionale Gianni Rossoni - che l´impianto complessivo del nostro sistema di istruzione e formazione professionale venga riconosciuto e preso a modello. Del resto in questi anni, nei quali l´abbiamo sperimentato, si è dimostrato assai rispondente alle esigenze, sia dei giovani che del modo del lavoro. Si tenga presente ad esempio il dato della dispersione scolastica; negli istituti professionali è di circa il 25%, nei nostri corsi di istruzione e formazione professionale è del 2%". . <<BACK

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Professionali, via al diploma regionale (sezione: Scuola)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

LA NOVITÀ. Siglato un accordo tra il ministro Mariastella Gelmini e il presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni. Sperimentazione dall'anno scolastico 2009-10 Professionali, via al diploma regionale Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini e il presidente della Regione Roberto Formigoni hanno sottoscritto ieri mattina in Regione un'intesa che dà il via libera alla innovativa e piena attuazione del governo regionale dell'istruzione e formazione professionale. Si sperimenta, a partire dall'anno 2009-2010, l'unificazione del sistema dell'istruzione professionale statale con l'istruzione e formazione professionale (Ifp) regionale, appunto sotto il governo regionale. Sempre nell'intesa si sancisce il ritiro del ricorso del Governo contro la legge lombarda di riforma dell'istruzione (legge regionale numero 19 del 2007) e, quindi, dei ricorsi di Regione Lombardia contro le disposizioni della legge finanziaria del 2007 e la legge numero 40 del 2007. «Questa decisione - ha sottolineato il presidente Formigoni - chiude di fatto un contenzioso lungo due anni, durante i quali la Lombardia aveva contestato al Governo nazionale il tentativo di ricondurre indebitamente l'intera materia dell'istruzione professionale nella sfera delle competenze statali. È un segnale promettente, per la Lombardia, di un'autentica attuazione della riforma del Titolo V della Costituzione. Sanato il contenzioso - ha proseguito Formigoni - possiamo ora avviare una sperimentazione che ci permetterà di innalzare la qualità del nostro sistema di istruzione e formazione professionale e potrà essere di riferimento, se lo vorranno, anche per le altre Regioni d'Italia. Potremo garantire ai nostri giovani una formazione professionale personalizzata e rispondente alle esigenze del nostra sistema produttivo, che è tra i più avanzati d'Europa». «È proprio avendo presente l'eccellenza del sistema Lombardia e della sua istruzione professionale - ha affermato il ministro Gelmini - che abbiamo voluto far partire la sperimentazione proprio da questa regione. Sostituendo la collaborazione istituzionale all'incomprensibile conflitto di competenze aperto dal precedente Governo, vogliamo realizzare insieme questo nuovo sistema formativo che parte dai profili tecnici. Può essere la risposta migliore alle richieste del mondo produttivo che lamenta la carenza di profili tecnici specifici». I TERMINI. L'intesa sulla sperimentazione si attua sulla base dell'adesione volontaria degli istituti professionali statali (circa 170 in Lombardia) al sistema Ifp (Istruzione e formazione professionale) regionale, così da garantire la continuità e l'unitarietà dell'offerta di istruzione e formazione professionale nel rispetto della libertà di scelta delle famiglie tra le istituzioni scolastiche e formative. La sperimentazione consente inoltre, anche nell'ambito dell'istruzione tecnica, l'avvio di forme innovative di organizzazione e gestione, valorizzando l'autonomia delle Istituzioni scolastiche. L'attuazione prevede due fasi. In una prima fase, anno scolastico 2009 - 2010, la Ifp regionale verrà offerta anche dagli istituti professionali statali in aggiunta ai loro tradizionali percorsi di istruzione professionale. Permarranno quindi i percorsi di istruzione professionale statale accanto a quelli della Ifp regionale. Già dall'anno scolastico 2009-2010 le istituzioni scolastiche e formative potranno rilasciare il diploma professionale di tecnico: la Lombardia sarà la prima Regione in Italia a rilasciare questo diploma. In una seconda fase, anno scolastico 2010-2011, si attuerà un più stretto raccordo, con la possibilità di avere per i primi 4 anni i percorsi di Ifp regionale e di attivare un quinto anno per il raggiungimento del diploma di Stato. Coerentemente con il riordino dell'istruzione professionale, le qualifiche professionali verranno rilasciate solamente in esito ai percorsi triennali di Istruzione e Formazione Professionale. L'ORDINAMENTO di Ifp regionale si completerà con l'attivazione di un corso di quinto anno, realizzato d'intesa con le Università e con l'alta formazione artistica, musicale finalizzato a sostenere l'esame di Stato valido anche per l'ammissione all'Università. La Regione, limitatamente al personale degli istituti professionali, interverrà nella contrattazione territoriale integrativa, formazione del personale, criteri di utilizzazione del personale. «Sono molto soddisfatto - ha sottolineato l'assessore regionale all'Istruzione e formazione professionale Gianni Rossoni - che l'impianto complessivo del nostro sistema di istruzione e formazione professionale venga riconosciuto e preso a modello. Del resto in questi anni, nei quali l'abbiamo sperimentato, si è dimostrato assai rispondente alle esigenze, sia dei giovani che del modo del lavoro».

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Elementari, tutti per il tempo pieno (sezione: Scuola)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

ISCRIZIONI E PREISCRIZIONI. Il Comitato per la difesa della scuola pubblica ha consegnato al direttore dell'Ufficio scolastico provinciale Colosio 1.519 domande Elementari, tutti per il tempo pieno di Mimmo Varone I genitori bresciani bocciano la riforma Gelmini. Del maestro unico, o prevalente che sia, neanche vogliono sentir parlare. Si sono organizzati nel Comitato per la difesa della scuola pubblica, e ieri hanno fatto sentire la loro voce «pesante». In 1.519, che rappresentano oltre il 60 per cento degli iscritti in città dalla seconda alla quinta elementare, hanno chiesto che le scuole rispettino il «patto formativo» sottoscritto al momento dell'ingresso in prima. E oltre il 90 per cento di chi iscrive i propri figli per la prima volta ha scelto i modelli a 30 e a 40 ore. Uno «schiaffo» doppio. UNA VENTINA di mamme del Comitato ieri pomeriggio ha consegnato al direttore dell'Ufficio scolastico provinciale (Usp) Giuseppe Colosio il pacco di moduli per il rispetto del «Patto». Alla scelta delle 30 o delle 40 ore hanno allegato una richiesta scritta (e protocollata dalle segreterie scolastiche) di mantenimento dei moduli (tre insegnanti su due classi), dei laboratori didattici e delle compresenze. I Regolamenti della riforma Gelmini prevedono che il nuovo modello di scuola si applichi di punto in bianco a tutte le classi delle elementari, e non solo alle prime. «È un cambio delle regole in corso d'opera e non lo accettiamo - dice Paola Dioni, una delle genitrici del Comitato, all'uscita dall'incontro con Colosio -. Oltre alle 1.519 richieste appena consegnate ci sono tanti altri genitori anche di scuole della provincia che le stanno inviando singolarmente». Nel caso a Roma facessero orecchie da mercante, i genitori non escludono ricorsi per chiedere sanzioni amministrative contro quelle scuole che non rispettassero il «patto formativo» sottoscritto a suo tempo con le famiglie. Anche perchè non sono usciti molto confortati dall'incontro con Colosio. «Il direttore Usp non ci ha dato garanzie sugli organici che verranno concessi alle scuole per soddisfare le richieste dei genitori - dice Sauro Di Giovanbattista - ci ha detto che a metà aprile il ministero deciderà sugli insegnanti da attribuire alle varie scuole, divisi per regioni, e poi per province. Quindi non si parte dai bisogni delle famiglie ma da esigenze di cassa. La logica è sempre quella della Finanziaria estiva del ministro Tremonti». Neanche sul mantenimento delle compresenze i genitori hanno ottenuto garanzie. Colosio si è limitato a dire - riferiscono i genitori - che «sta all'autonomia scolastica decidere, nell'ambito delle risorse concesse». E la cosa non suona rassicurante. Anzi, «siamo molto preoccupati», ripete Dioni. A BOCCIARE sonoramente la riforma Gelmini sono pure le famiglie con bambini in ingresso alle scuole elementari. Come tutti gli altri Comitati sorti spontaneamente in moltissime città italiane, anche i bresciani hanno rifiutato subito i moduli d'iscrizione predisposti dal ministero, che imponevano di indicare le quattro opzioni orarie in ordine di priorità. Ne hanno fatti stampare di altri con la scelta secca, e hanno optato a stragrande maggioranza per i modelli a 30 e 40 ore. Come a dire o quello o niente. I DATI DEI CIRCOLI didattici della città e di Collebeato (manca all'appello solo l'ottavo circolo) dicono che su circa 1.300 bambini in ingresso in prima solo 24 seguiranno il modello a 24 ore e 40 quello a 27. A volere le 30 ore sono state 600 famiglie più tutte quelle della Colombo. Il tempo pieno di 40 ore, invece, è nelle opzioni di 540 famiglie più tutte quelle delle scuole Rodari, Torricella e San Polo. I bresciani, insomma, hanno detto all'unisono che vogliono la scuola com'era prima, e non sanno che farsene delle 27 ore settimanali poste a modello di riferimento dalla riforma. Il Comitato ha chiesto che almeno le scelte di orario per le prime classi vengano rispettate. Tuttavia «anche su questo il direttore Usp è stato aleatorio» riferisce Umberto Gobbi. A Colosio è stato chiesto di inviare al ministero le 1.519 richieste consegnate, e di far conoscere le eventuali risposte arrivate da Roma. In ogni caso ora la partita si giocherà direttamente con il ministero. Il 21 i comitati di Firenze, Bologna, Milano e altre città andranno nella Capitale per consegnare i moduli di conferma di compresenze e dei laboratori. Sarà una valanga di carta che si abbatterà su viale Trastevere, in attesa delle decisioni suglio organici annunciate per metà aprile. ORMAI I COMITATI sono organizzati, e quello bresciano non è da meno. Nei mesi scorsi hanno fatto assemblee e incontri a non finire, sono diventati punti di riferimento per le famiglie. Se le risposte alle loro richieste non saranno quelle attese, si può scommettere che non non se ne staranno a guardare.

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<Tagli selvaggi> Sit-in in prefettura (sezione: Scuola)

( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

FERRARA ECONOMIA E POLITICA pag. 8 «Tagli selvaggi» Sit-in in prefettura Domani pure summit e musica in piazza di VALERIO BARONCINI UN SIT-IN davanti alla prefettura «per dire no ai tagli selvaggi che depauperano la scuola, dalle elementari all'università». Un serpentone di centinaia di persone in corso Ercole I d'Este che si allungherà, dal mattino di domani fino alla notte, in piazza Trento e Trieste, per una giornata dedicata «alla partecipazione», agli incontri, al dibattito, alla musica. Ecco qua il popolo degli insorti contro il ministro Mariastella Gelmini, che presenta il conto attraverso una «giornata di informazione» nella giornata dell'ennesimo sciopero targato Cgil. Per la precisione quella di domani sarà la battaglia della Flc-Cgil, i lavoratori della conoscenza. E il popolo' che si associa alle manifestazioni di protesta dal sit-in alle urla per spiegare che così l'educazione va a morire è quello del Coordinamento istruzione pubblica: leggi ricercatori, insegnanti, personale tecnico amministrativo, Flc, Rua-Udu, onda Ferrara Csu, precari, genitori. A QUELLA che viene definita la «giornata della partecipazione» il coordinamento aderisce «perché siamo ancora tutti coinvolti, perché colpire l'istruzione è colpire il futuro del nostro paese, perché limitare la scelta delle persone è una violenza, perché nascondersi dietro la crisi economica è da irresponsabili». Il programma è dettagliato: dopo l'avvio dello sciopero, alle 11 ecco il sit-in. Dalle 17.30 alle 20, nella sala Borgonuovo in via Cairoli, assemblea di informazione e confronto tra insegnanti e genitori per un momento di dibattito sulla situazione delle scuole elementari, medie e superiori, con largo spazio alle domande dei genitori. Dalle 20 alle 24, infine, momento conclusivo di riflessione sui paradossi dell'Università in piazza Trento e Trieste, con considerazioni sulla situazione attuale, interventi e anche musica dal vivo. MA QUAL è la situazione attuale? Breve carrellata, a partire dall'Università. «Molti corsi rischiano di saltare e l'offerta formativa si impoverisce. A Ferrara siamo 400 precari inclusi i dottorandi spiega Marcella Ravaglia, del coordinamento ricercatori precari . Ormai si parla solo di sprechi e baronie per l'università, ma in realtà si sta depauperando un patrimonio pubblico». Esempi concreti: «Ad Architettura si sta avviando un processo di razionalizzazione spiega Giovanni Oliva, di Rua che ci porterà da 9 laboratori finali a 4. Si è cercato di non tagliare troppo ma molti piani di studio non verranno rispettati». Esempio concreto numero due: «A Giurisprudenza spiega Alessandro Pepe di Onda è stato già tagliato il servizio di abbonamento on line alle riviste giuridiche. E gli studenti restano a piedi». E le scuole superiori? «La situazione è problematica spiega Maria Calabrese, docente all'Ariosto . Con i nuovi coefficienti sugli alunni (classi più numerose, da 27, ndr) si perderanno delle classi. Nelle prime noi ne perderemo una secca a fronte di appena 4 richieste in meno rispetto allo scorso anno. E sulle terze si rischia di dover mischiare delle classi, anche se abbiamo fatto richiesta in senso contrario». Ma la protesta corre anche alle elementari, come spiegano Nadia Migliari (genitore) e Mauro Presini (maestro). Il sit-in, insomma, si preannuncia bollente.

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Patto Gelmini-Formigoni <Nasce il federalismo scolastico> (sezione: Scuola)

( da "Corriere della Sera" del 17-03-2009)

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Corriere della Sera - MILANO - sezione: PRIMA PAGINA - data: 2009-03-17 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE I corsi di formazione regionale avranno lo stesso valore di quelli statali. Il Pd: illegittimo Patto Gelmini-Formigoni «Nasce il federalismo scolastico» Nasce il federalismo scolastico. Accordo firmato tra il ministro Gelmini e il governatore Formigoni. Sancita la parificazione tra corsi di formazione professionale regionali e statali. Ma il Pd: «è illegittimo». A PAGINA 3

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La scuola regionale? Vale come quella statale (sezione: Scuola)

( da "Corriere della Sera" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Corriere della Sera - MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2009-03-17 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE Federalismo in classe Il ministro: qui la realtà più virtuosa d'Italia. Il governatore: alunni e famiglie potranno scegliere la strada che ritengono più adeguata La scuola regionale? Vale come quella statale Accordo Gelmini-Formigoni. Parte la sperimentazione in Lombardia. Il Pd: illegittimo Il Governo ha annunciato il ritiro del ricorso alla Corte Costituzionale contro la riforma lombarda del 2007 Federalismo scolastico, si parte. Dopo due anni di contenziosi (con il precedente governo) sul titolo V della Costituzione, la Lombardia inaugura il «suo» modello di istruzione superiore: un accordo firmato ieri tra il ministro Mariastella Gelmini e il governatore Roberto Formigoni sancisce la parificazione tra corsi di formazione professionale regionali e statali. «Ma questa scelta — commenta Mariangela Bastico, fino all'anno scorso vice di Giuseppe Fioroni — presenta profili di illegittimità: viene sperimentata in deroga alla legislazione nazionale vigente». Devolution in classe. E un passaggio di competenze — dallo Stato alla Regione — immediato: da settembre il sistema di istruzione professionale statale (circa 170 istituti) e quello regionale saranno unificati «sotto il governo» del Pirellone. Patto indolore, anzi «di pace »: con la sigla di ieri, il Governo ritira il ricorso alla Corte Costituzionale contro la riforma lombarda del 2007, e a sua volta Formigoni straccia il ricorso contro le finanziaria del 2007 e la legge n. 40 del 2007. «Questa decisione - sottolinea Formigoni - chiude un contenzioso lungo due anni, durante i quali la Lombardia aveva contestato al Governo il tentativo di ricondurre l'intera materia dell'istruzione professionale nella sfera delle competenze statali». Via alla sperimentazione. Nella prima fase (2009-2010), l'Istruzione professionale regionale (Ifp) verrà offerta anche dagli istituti statali (su base volontaria), in aggiunta ai loro percorsi didattici. Già da settembre la Regione (prima in Italia) rilascerà il diploma profess ionale e tecnico. Dal 2010-2011, infine, l'accordo sarà ancora più stretto: dopo il quadriennio «regionale» (valido per assolvere l'obbligo scolastico) gli studenti potranno accedere a un ultimo anno di studi superiori, sostenere l'esame di maturità e iscriversi, eventualmente, all'università. In vero e proprio regime di «passerelle ». Obiettivo: «Vogliamo creare - spiega Formigoni - percorsi di formazione il più possibile personalizzati. L'alunno e la famiglia potranno scegliere la strada che più ritengono adeguata ». Un occhio al mercato del lavoro, soprattutto in una stagione di crisi: «Una Regione competitiva deve dare ai propri giovani la possibilità di essere i migliori». Conferma il ministro: «Vogliamo combattere la dispersione scolastica (nei corsi regionali al 3 per cento, in quelli statali al 25, sottolinea l'assessore Gianni Rossoni) e offrire al sistema produttivo profili tecnici adeguati». Tanto più che «il modello lombardo è uno dei migliori a livello nazionale» e che la sperimentazione potrebbe essere estesa nel resto d'Italia. Stoccata a Fioroni, suo predecessore: «Abbiamo sostituito la collaborazione istituzionale all'incomprensibile conflitto di competenze aperto dal precedente Governo. Questo accordo può essere la risposta migliore alle richieste del mondo produttivo». E i docenti? La Regione, «limitatamente al personale degli istituti professionali», interverrà nella contrattazione territoriale integrativa, nella «premialità in rapporto a risultati conseguiti », nei criteri di utilizzo di risorse attribuite alle scuole. Commento dell'opposizione: «L'accordo sottoscritto con la Lombardia è vuoto nelle risorse e pericoloso negli effetti». Lo afferma Mariangela Bastico, responsabile Scuola del Pd: «Ci sono evidenti profili di illegittimità: l'intesa affida alla Lombardia la titolarità dell'istruzione professionale. Trasferire alle Regioni gli oltre 1.400 istituti professionali di Stato, con quasi un terzo degli studenti, significa spezzare l'ordinamento nazionale dell'istruzione superiore». Il consigliere regionale Prc, Luciano Muhlabauer, conclude: «Gli istituti pubblici finiscono sotto giurisdizione del Pirellone e vengono dunque inseriti in un sistema pubblico-privato ». A. Sac. Ministro Mariastella Gelmini, titolare dell'Istruzione

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<In classe il ministro è ritratto con le orecchie da somaro> (sezione: Scuola)

( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

RUBIERA, SCANDIANO E CERAMICHE pag. 13 «In classe il ministro è ritratto con le orecchie da somaro» SCANDIANO IL CONSIGLIERE FILIPPI (PDL) PRESENTA UN'INTERPELLANZA SCANDALIZZATA: «SUCCEDE ALL'ELEMENTARE ROCCA» IL CASO Le elementari al centro della polemica accesa dal consigliere regionale di BRUNO DALLARI SCANDIANO UN RITRATTO del Ministro Mariastella Gelmini con le orecchie da somaro sarebbe esposto da diversi giorni all'interno di una classe delle elementari "Rocca" di Scandiano. Il condizionale è d'obbligo, visto che ieri non ci è stato ancora possibile contattare il dirigente del primo circolo competente, ma è pur vero che la questione è già stata formalizzata in un'interpellanza in Regione sottoscritta dal consigliere pdl Fabio Filippi. «Continua la moda' accusa Filippi da parte di alcuni insegnanti, di sinistra, di fare politica in classe, perfino alle elementari. Il nuovo caso riguarda la scuola primaria "Rocca" di Scandiano. Un insegnante di quinta avrebbe infatti mostrato agli scolari, e poi appeso in aula, un ritratto raffigurante il ministro all'Istruzione Gelmini con le orecchie da somaro. Un'iniziativa deprecabile e volgare». Allora ha deciso di chiedere alla Presidente dell'assemblea legislativa regionale, Monica Donini, lumi sul fatto. Per chiedere se la Giunta regionale intenda «denunciare agli organi competenti questo tipo di comportamenti, ammonire il responsabile delle azioni di Scandiano e che giudizio formuli relativamente a questo tipo di comportamenti da parte degli insegnanti». Ma non solo: «Se intenda chiedere la rimozione del ritratto in oggetto e se i genitori siano stati informati del comportamento dell'insegnante di Scandiano e si intenda informare dell'accaduto l'Ufficio Scolastico provinciale e quello regionale». In buona sostanza, il consigliere chiede se si intenda «tutelare studenti e genitori da queste azioni inaccettabili». «COME ripetuto più volte dice Filippi è un diritto degli insegnanti promuovere o partecipare ad azioni di protesta contro la riforma Gelmini, ma nelle sedi preposte, quali ad esempio le assemblee sindacali. La scuola non è certo il luogo più adatto. Fare politica in classe, coinvolgendo bambini delle scuole primarie, non può che essere considerata un'azione inaccettabile. Siamo stanchi di subire il comportamento irresponsabile di insegnanti che considerano la scuola proprietà privata. Ci siamo stancati dei maestri-politici, guarda caso sempre di sinistra, insegnanti che non si fanno scrupoli a strumentalizzare bambini di dieci anni. E' dovere della Regione tutelare studenti e genitori da comportamenti inaccettabili e vergognosi come quello di Scandiano». Image: 20090317/foto/8151.jpg

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Scuola, il 70% delle famiglie sceglie il tempo pieno' (sezione: Scuola)

( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

MODENA pag. 8 Scuola, il 70% delle famiglie sceglie il tempo pieno' Elementari, i dati dell'ufficio regionale. «Gelmini bocciata» GENITORI e Gelmini remano' in direzioni opposte. E' quanto emerge dai dati delle iscrizioni 2009-10 alla classe prima della scuola primaria raccolti dall'ufficio scolastico regionale e diffusi dalla Flc Cigl che li commenta così: «La stragrande maggioranza dei genitori ha sonoramente bocciato gli orientamenti del ministro». In provincia di Modena, infatti, il 72,37 per cento 53, 21 la media regionale della famiglie ha scelto il modello a 40 ore, il classico tempo pieno. Mentre il 15,14 per cento ha barrato l'opzione 30 ore, l'11,54 quella a 27 e solo lo 0,95 per cento quella a 24. Dunque, meno di una famiglia su cento avrebbe scelto il modello promosso dal ministro Gelmini. In regione solo a Bologna la percentuale è più bassa (0,61 per cento) mentre la più alta è a Parma (4,52 per cento). A fronte di tali dati la Cgil chiede «che le scelte delle famiglie vengano rispettate al di là delle alchimie di risparmio del ministro Tremonti. Sulla scuola e sul futuro del nostro paese non si può risparmiare». IL SINDACATO respinge ancora una volta «una scuola pubblica minima e di scarsa qualità per riconfermare il modello, che per altro molti paesi ci invidiano, di una scuola pubblica di qualità, con tempi di insegnamento distesi, nella quale l'inclusione sociale, la compresenza degli insegnanti e la programmazione didattica possano essere quei fattori decisivi di qualità, che sono sempre stati». Anche per questo e «per contrastare la politica del Governo su tutti i settori della conoscenza (scuola, università, ricerca, alta formazione artistica e musicale, formazione professionale)» la Flc Cgil ha proclamato per domani una giornata di sciopero di tutti i questi comparti. Image: 20090317/foto/5656.jpg

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Scuole professionali regionali e statali: un diploma unico (sezione: Scuola)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

CRONACHE pag. 16 Scuole professionali regionali e statali: un diploma unico di STEFANIA CONSENTI MILANO PRIMA LA NOTIZIA che interesserà molte famiglie lombarde, alle prese con la scelta degli studi superiori per i propri figli. Dal 2010 ci sarà l'unificazione completa fra il sistema dell'istruzione professionale statale con quella di formazione professionale (IFP) regionale. Ma già da questo settembre la Ifp verrà offerta anche dagli istituti professionali statali in aggiunta ai loro tradizionali percorsi di Istruzione professionale. E ci sarà la possibilità di ottenere un diploma regionale già al quarto anno (facilitando l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro), con la possibilità di accedere a un quinto anno integrativo per il diploma di Stato e per frequentare l'Università. Poi il dato politico: il Governo ha ritirato il ricorso contro la legge lombarda della formazione professionale. «Questa decisione ha detto il governatore Roberto Formigoni, bollato dall'allora ministro dell'Istruzione, Giuseppe Fioroni, come un Pierino chiude di fatto un contenzioso lungo due anni. Un segnale promettente, per la Lombardia, di un'autentica attuazione della riforma del Titolo V della Costituzione». È la rivincita del «modello lombardo» che potrà anche diventare un riferimento per altre regioni d'Italia. L'ha annunciato lo stesso ministro Mariastella Gelmini prospettando un riordino dell'istruzione tecnica e professionale su tutto il territorio nazionale. L'intesa sulla sperimentazione, siglata ieri, avverrà in due fasi e sulla base dell'adesione volontaria dei professionali statali (170 in Lombardia) al sistema di formazione regionale (Ifp). Dall'anno scolastico 2009-2010 la Lombardia sarà la prima Regione in Italia a rilasciare «un diploma professionale tecnico» in quattro anni di studi. Nella seconda fase, dal 2011, si attuerà un più stretto raccordo fra le scuole con la possibilità di avere per i primi 4 anni i percorsi di Ifp regionale e di attivare un quinto anno per il raggiungimento del diploma di Stato. Positive le reazioni del Pd regionale: «Quest'intesa ha buone potenzialità ma il Governo dovrebbe metterci più risorse, inserendola poi in un quadro complessivo a livello nazionale». Image: 20090317/foto/5364.jpg

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UNA <SOSTANZIALE copertura ad azioni eversive dell'ordinamento giuridic... (sezione: Scuola)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 17-03-2009)

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BOLOGNA CRONACA pag. 13 UNA «SOSTANZIALE copertura ad azioni eversive dell'ordinamento giuridic... UNA «SOSTANZIALE copertura ad azioni eversive dell'ordinamento giuridico», dice il deputato azzurro Fabio Garagnani, rivolto alla Provincia e agli enti locali, riferendosi al 10 in pagella dato agli alunni dalle insegnanti delle Longhena. E poi «mi auguro che magistratura e autorità' scolastiche facciano presto chiarezza», esorta il politico. E mentre il Comune sta valutando la possibilità di «assumere iniziative giudiziarie contro la riforma gelmini», come ha annunciato l'assessore comunale alla scuola, Milli Virgilio, domani-in occasione dello sciopero indetto contro le scelte del Governo, la Cgil regionale terrà in piazza Nettunto una manifestazione che inizia alle 9. I temi della scuola, dell'Università e della ricerca ,della formazione artistica e musicale e della formazione professionale, e le relative misure che il ministero vuole prendere, sono al centro della protesta proclamata da Flc-Cgil, che dice : « 33.807 alunni che si iscrivono, per il prossimo anno scolastico, alla prima elementare, solo 564 (1,67%) sceglie il modello a 24 ore; 3.624 (10,72%) quello a 27 ore; 11.629 (34,40%) quello a 30 ore e 17.990 (53,21%) quello a 40 ore. Come risulta evidente dai dati, i genitori hanno scelto in maggioranza il modello a 40 ore e meno del 2% ha scelto quello modello preferito dal ministro, nonostante la campagna condotta anche da diversi dirigenti scolastici per consigliare la scelta dell'orario minimo».

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Premio in arrivo per l'Ateneo (sezione: Scuola)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

BOLOGNA CRONACA pag. 13 Premio in arrivo per l'Ateneo Il ministero attribuirà all'Alma Mater oltre 30 milioni di incentivi TIMORI Pier Ugo Calzolari ha esplicitamente ridimensionato le cifre sui docenti fannulloni di RENATA ORTOLANI LA RIFORMA Gelmini porterà più soldi proprio all'Alma Mater, che in base ai criteri relativi a ricerca, didattica e numero degli iscritti, si trova in posizione ottima: come riporta Il Sole-24 Ore di ieri infatti, si stima che all'Ateneo arriveranno nell'anno in corso oltre 30 milioni di euro di premio', sotto forma di quota incentivi. E mentre anche in fatto di concorsi si preannunciano nuove regole (presumibilmente ci saranno due liste da cui estrarre i commissari, una per i concorsi da ordinario e associato, l'altra per i ricercatori), i candidati al rettorato parlano oggi proprio di governance in tempo di crisi economica a Medicina: la più numerosa e la più pesante, in termini di elettorato, fra le facoltà. IL RETTORE Calzolari, a sua volta, ieri sera ha chiarito durante un' intervista a 7Gold che «parlare di professori fannulloni è ridicolo», riferendosi alla polemica scatenata dalla divulgazione, un po' confusa, dei dati contenuti nel rapporto del Nucleo di valutazione dell'Ateneo. Cifre che, contrariamente a quanto si era detto in un primo tempo, ora riducono «l'inefficienza del corpo docente dell'Alma Mater allo 0,5 % », ha precisato ieri il Magnifico. E CIO' perché nella lista dei 36 docenti «improduttivi» additati dal Nucleo di valutazione (formato tre professori di Atenei diversi dall'Alma Mater e uno nostrano) c'erano 13 «fuori ruolo» ha sottolineato Calzolari, confermando quanto anticipato nei giorni scorsi dal nostro giornale. «I NOMI di quei 13, che essendo fuori ruolo non possono svolgere attività didattica ha proseguito il Rettore non verranno resi pubblici, ma messi a disposizione dei presidi delle rispettive facoltà con il vincolo della segretezza.Questi casi saranno comunque oggetto di valutazione attenta da parte delle presidenze». SEMBRA ridimensionato, il caso dei prof fannulloni; così come quello di un'Alma Mater sprecona e a rischio di «portare i libri in tribunale», come aveva detto di temere alcuni mesi fa sempre Calzolari. Il budget 2009 dell'Ateneo, se tutto va come deve, sarà invece aumentato rispetto al passato. E Bologna, insieme con Padova e Torino, figurerà addirittura fra le prime (Università) della classe.

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la scuola torna in piazza domani riparte la protesta contro la riforma gelmini - felice paduano (sezione: Scuola)

( da "Mattino di Padova, Il" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Pagina 16 - Cronaca La scuola torna in piazza domani riparte la protesta contro la riforma Gelmini TOTO' MAZZA (CGIL) «Sciopero sacrosanto nel Padovano rischiano il posto 3 mila docenti» Corteo regionale fino a Pontecorvo FELICE PADUANO Domani la Cgil chiama alla mobilitazione generale contro il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, accusata di voler dare un colpo mortale alle elementari con il ripristino del maestro unico. I docenti, il personale Ata, i genitori e gli studenti sono invitati a scioperare tutta la giornata con una serie di manifestazioni che si svolgeranno in tutt'Italia. Quella del Veneto è stata organizzata a Padova. Il corteo partirà alle 9,30 da piazza Garibaldi e terminerà a piazzale Pontecorvo, all'incrocio con via Sanmicheli, dove si trovano gli uffici del «Provveditorato agli Studi» guidato da Franco Venturella, che riceverà una delegazione dei manifestanti. I disagi al traffico saranno limitati perché i docenti marceranno verso Pontecorvo attraverso via San Francesco che è stata pedonalizzata da anni. La Cgil prevede di portare in città 2500-3000 persone, gran parte delle quali arriverà a Padova a bordo di 30 corriere e in treno. Dal palco parleranno il segretario generale della Cgil del Veneto Emilio Viafora, il segretario di categoria Totò Mazza e il segretario veneto della Gilda, Francesco Bortolotto. Sono previsti interventi anche di un precario e di uno studente universitario. Hanno aderito allo sciopero anche la Gilda, il coordinamento precari, una parte dei Cobas, il Comitato genitori insegnanti e anche Sinistra democratica- Sinistra per Padova, con in prima fila Attilio Motta e Paolo Wieczoreck, entrambi insegnanti. Saranno folte sia la delegazione della provincia di Venezia, guidata dal segretario del settore Carlo Forte, che quella della Marca, coordinata da Ermanno Rambaldi. «Nel Veneto la politica dissennata del trio Berlusconi-Tremonti-Gelmini rischia di causare il licenziamento di 3000 docenti - sottolinea Mazza. Le classi, specialmente le prime degli istituti superiori, supereranno i 30 studenti e l'orario sia nella primaria che nella secondaria di primo grado, diventerà sempre più corto. La qualità del Pof (piano offerta formativa) sarà più bassa dell'attuale. In pratica la scuola pubblica verrà dequalificata ulteriormente dal momento che le risorse arriveranno con il contagocce». Ancora più duro il commento di Motta. «Abbiamo già calcolato che alcune prime delle superiori saranno formate da 33 ragazzi, pari a tre squadre di calcio al completo in una sola aula», dice il rappresentante di Sinistra Democratica. «Nelle elementari rischiano di saltare le mense ed il trasporto pubblico da casa a scuola. Se il ministro Gelmini con il consenso di Tremonti, non soddisferà la domanda generalizzata di tempo pieno e tempo lungo, nel Veneto circa 20.000 famiglie in cui lavorano entrambi i genitori, non sapranno a chi affidare i figli al pomeriggio. E' un attacco al diritto allo studio e al lavoro da respingere».

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"Il nuovo Pdl? Ve lo raccontiamo noi donne" (sezione: Scuola)

( da "Giornale.it, Il" del 17-03-2009)

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n. 65 del 2009-03-17 pagina 0 "Il nuovo Pdl? Ve lo raccontiamo noi donne" di Luca Telese Il ministro Meloni: "La militanza è il nostro dna, non deve insegnarcela Bossi". E dice no al partito leggero: "Preferire i salotti ai circoli sarebbe l?errore peggiore". Il ministro Gelmini: "Fi porta una ventata di novità, An l'organizzazione di partito. Insieme rafforzeremo l'azione riformista" Roma - Sorride: «In questo periodo sono di umore molto ecumenico... stiamo celebrando un battesimo importante, e sa com?è, alle cerimonie augurali non si litiga con nessuno». Però... Però Giorgia Meloni, alla vigilia della nascita del Popolo della libertà è chiamata in causa due volte. In primo luogo come ministro della Gioventù. E poi come presidente di Azione Giovani, l?organizzazione giovanile più grande della politica italiana. Così, il più giovane ministro della storia d?Italia, approfitta di questa intervista per piantare alcuni paletti intorno al perimetro del nuovo partito che immagina. E al primo punto pone un problema: «Le quote tra le diverse anime devono finire al più presto, subito dopo il congresso». Ministro, molti iscritti di An soprattutto nella base, temono un annacquamento della vostra identità. «Lo so, lo capisco, ma è un timore che non condivido». La destra chiude bottega? «No: la destra non è un partito, ma un?idea politica. Le identità non sono dettate dai contenitori che contengono, ma dai valori che le costituiscono». Sicura che non ci siano rischi? «Nessuno è sicuro a prescindere. La nostra identità non può essere affidata a un frammento di simbolo che si tramanda su una scheda elettorale». E allora cos?è? «Un patrimonio di idealità, storia, battaglie... e soprattutto una classe dirigente che offriamo alla nazione». Cose che quel simbolo, la vostra fiamma, raccontava. «Tutto questo non si mette in discussione con il nuovo partito, anzi: troverà una nuova linfa con cui rinnovarsi». Allora non ci sono rischi nella fusione? «Certo che ci sono: ma sono pari alle nuove opportunità che si creano». Mi spieghi le opportunità che immagina. «Vede, io non considero l?identità come un patrimonio statico: non è un lingotto d?oro che uno chiude dentro un caveau e che, anche dopo cento anni, ritrovi lì. E An non è una moneta d?oro dentro un galeone affondato. La nostra identità è in gioco, perché è viva: anche per questo bisogna avere chiaro cosa fare per tutelarla». Lei non teme l?incontro con un partito leggero? «C?è stata una affermazione di Berlusconi che non ho condiviso, in questi giorni». Quale? «Quella secondo cui noi dovremmo imparare dalla Lega il rapporto con la gente». Glielo impedisce l?orgoglio? «No, il buonsenso». Addirittura. «Vede, io rispetto loro, come tutti: ma il rapporto con la gente, non se lo è certo inventato la Lega!». Nemmeno solo voi, però. «E chi altri? Almeno nel centrodestra la militanza è la nostra storia: anni e anni di generazioni che si sono spese impegnandosi in piccole-grandi battaglie nelle periferie delle città e nelle più perdute province d?Italia». Un partito di militanti dicono, potrebbe essere di freno per la società civile. «L?errore più grande, nel nuovo partito, sarebbe discriminare chi viene dalla militanza». Ovvero? «Be?, ci sono migliaia di persone che hanno fatto politica e lavorato, in questi anni: chiaro che si debba preferire chi dà il suo contributo da una vita, rispetto a uno che si è fatto gli affari suoi, e magari pretende di improvvisarsi dal nulla». Quindi il partito non deve essere più leggero? «Dipende da cosa si intende per partito leggero: se si intende un partito capace di dotarsi di strumenti come circoli e gazebo per aprirsi all?esterno, va bene. Altra cosa è cedere all?idea che si debbano chiudere i circoli, perché magari ci si trastulla con l?illusione di potersi trasferire nei salotti e nei talk show. Noi, nel Pdl portiamo in dote la più grande organizzazione politica del centrodestra». E questo cosa vuole dire? «Che se la scelta fosse quella dei contenitore elettorale, ce ne saremmo restati tranquilli dentro la nostra casetta di An». Ronchi è addolorato per le mail anti-Fini. Gasparri no. E lei? «Non sottovaluto nulla. Però internet è uno strumento di indagine che può dirti molte cose interessanti, ma che non deve essere confuso con la realtà. Semmai mi preoccupa la scelta di pubblicizzare solo le mail negative». Ho chiesto a Gasparri se trova che la quota del 30 per cento per An nei gruppi dirigenti sia un capestro. «Voglio essere molto chiara: An non va a fare la corrente minoritaria del Pdl». Lei lo dice con fermezza. «Certo. Altrimenti ci tenevamo il nostro partito... Se mettiamo in gioco tutto è per fare qualcosa di più ambizioso, non di meno». Questo cosa c?entra con le quote? «Sono state uno strumento obbligato in una brevissima fase di transizione». C?è chi dice che serviranno anche per le elezioni. «Valuteremo. Se vogliamo che tutte le identità portino il loro contributo nessuno deve essere discriminato per la sua storia pregressa, ma per quello che vale». E la fusione delle organizzazioni giovanili? «Quello che dico vale ancora di più, senza riflessi burocratici». Cosa produrrà l?alleanza Ag-Azzurrini? «Un movimento giovanile serio, credibile. Capace di dare battaglia e di essere da pungolo per il Pdl. Altrimenti non ha senso». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Il ministro Gelmini (sezione: Scuola)

( da "Giornale.it, Il" del 17-03-2009)

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n. 65 del 2009-03-17 pagina 3 "Freschezza e disciplina: così cambieremo il Paese" di Paola Setti Il ministro dell?Istruzione mariastella Gelmini: "Forza Italia porta una ventata di novità, An l?organizzazione di partito. Insieme rafforzeremo l?azione riformista" Roma - Ogni volta che le domandi del Pdl lei disegna una freccia sul foglio e poi lo scrive: Pdl, con tanto di quadratino intorno. Come a riordinare le idee, eppure le idee le ha chiarissime, Mariastella Gelmini il ministro dell?Istruzione, in Forza Italia dal 1994, e cioè da subito. Il nuovo partito, dice, «darà stabilità al governo, rafforzandone l?azione riformista». Evidentemente lei non è superstiziosa, ministro. «Guardi che noi non faremo la fine del governo Prodi, che cadde quando nacque il Pd. E le dirò di più: il nuovo partito trasformerà la crisi economica in un?opportunità». Moltiplicherete i pani e i pesci, come dice il Pd? «L?errore del Pd, lo fece Veltroni e lo sta facendo Franceschini, è quello di cavalcare il disagio sociale invece di condividere con noi la fatica di cambiare, come se tutto fosse solo una questione contabile». E non è così? «Il problema non è la quantità di risorse, ma come si spendono. Ai rettori dell?Università che protestano dico sempre: non si può mettere benzina in un motore rotto, bisogna prima aggiustare il motore». Quindi servono le riforme. «La cifra di questo governo è il riformismo. Bene. C?è una leadership forte e una maggioranza compatta. Manca solo un grande partito di centrodestra». Ma lei ci crede davvero che An e Forza Italia non faranno ognuna la sua corrente interna? «An e Forza Italia hanno fatto una traversata nel deserto insieme, e insieme governano il Paese. E il partito non è nato con una fusione a freddo decisa nelle stanze del potere come il Pd». Infatti l?ha deciso Silvio Berlusconi, il partito, salendo sul predellino. «All?intuizione del predellino siamo arrivati dopo 15 anni di percorso comune, e dopo tante battaglie che hanno visto An e Forza Italia mescolare le bandiere in nome di un progetto condiviso». Intanto però Berlusconi e Fini non smettono di punzecchiarsi. «Per loro parlano 15 anni di battaglie politiche comuni all?interno di un rapporto leale e consolidato». Litigano sulla decretazione d?urgenza e sul voto per delega. «Sono entrambi impegnati ad avvicinare la politica alle esigenze del Paese. Fini ha fatto un?operazione di trasparenza introducendo il voto digitale alla Camera. Berlusconi ha posto un problema serio di snellimento delle procedure, che prevedono lungaggini insostenibili. Infatti sulla necessità di riformare i regolamenti siamo tutti d?accordo». Allora nessuna corrente e nemmeno qualche spiffero. «Il nuovo partito avrà successo se saprà mantenere l?apertura, la freschezza, la fantasia e la creatività di Forza Italia e coniugarle con la disciplina e l?attaccamento al partito di An». Voi non ce lo avete l?attaccamento al partito? «C?è grande passione anche qui, ma il fatto di avere un leader forte come Berlusconi spesso ci ha consentito di fare a meno di un partito strutturato». Adesso si cambia. «Berlusconi ha chiesto anche a ministri e parlamentari di prendere esempio dalla Lega e di essere a fianco dei militanti sul territorio. Un compito che non ci spaventa». La Lega invece un po? vi spaventa. «Al Nord, più che con il Pd è con la Lega che siamo in competizione, ma è una competizione sana». Sarà sana, ma intanto la Lega non molla sulla Provincia di Brescia. «Non è un problema di quali province, ma di peso specifico delle forze». Lo spiega lei a Bossi il peso specifico? «E va bene, se la Lega non rinuncerà a Brescia, vorrà dire che Forza Italia correrà a Bergamo. Ma è un problema di proporzionalità: al Nord c?è una forte rappresentanza della Lega, ma anche del Pdl e in particolare di Forza Italia. Di certo non si può chiedere a Forza Italia di scomparire, sarebbe un danno per tutti. Ma Berlusconi e Bossi troveranno il punto di equilibrio, come sempre». Bossi ha detto: «Tocca sempre a noi vecchi trovare la quadra». «Se è alla leadership che vuole arrivare...». Il Pd vi prende in giro, dicono che avete una venerazione per Berlusconi... «Se abbiamo una venerazione è perché abbiamo un capo carismatico, noi. Non mi pare che del Pd si possa dire lo stesso...». Alle Europee lei raccoglie l?invito di Berlusconi ai ministri e si candida? «Credo che dopo il congresso del Pdl ci sarà una parola definitiva. Se Berlusconi mi chiama, io lo seguirò come ho sempre fatto». Berlusconi ha annunciato Michela Brambilla ministro del Turismo fra un mese. «Il patrimonio culturale, storico e paesaggistico è la nostra materia prima, il fatto che non ci sia un ministero del turismo è un paradosso. Michela è determinata e sta lavorando bene». Il partito è agitato, però. Il problema è che è donna? «Berlusconi ha creduto nelle donne, dando loro anche spazi non secondari. Ma lui guarda alle persone in quanto tali». Ministro, smentisca il Pd: dicono che vuol chiudere 3mila scuole. «Non è un atto unilaterale, ma un accordo preso in conferenza Stato-Regioni: chiuderemo le scuole non sicure. E anche i corsi universitari inutili e gli Atenei periferici». Lei ha una sorella maestra iscritta alla Cgil: non le ha ancora cavato gli occhi? «Mia sorella fa parte di quella maggioranza silenziosa di insegnanti che non usa la scuola per fare politica...». è vero che sul suo i pod ci sono Gaber e Vasco, Ligabue e Beethoven? «E la Pausini. Gaber lo porterò nelle scuole... Ma a lei chi lo ha detto, scusi?». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Fiducia, Berlusconi ai suoi minimi Franceschini rivitalizza il Pd (sezione: Scuola)

( da "Repubblica.it" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

ROMA - Altri tre punti in meno. Silvio Berlusconi raggiunge il suo minimo storico da quando è ritornato a Palazzo Chigi. Il sondaggio mensile sulla fiducia di Ipr Marketing per Repubblica.it dice che 52 cittadini su 100 hanno molta o abbastanza fiducia nel presidente del Consiglio, mentre 45 ne hanno poca o nessuna e tre sono senza opinione. Solo un mese fa, a febbraio la fiducia toccava il 55%. Perde altri due punti anche il governo che scende a quota 44% di "fiduciosi" contro il 52% che esprimono un giudizio negativo. Tra i partiti, fermo il Pdl (48% di "sì") sale di un punto l'Idv (41%) e di 2 la Lega Nord (33%). Ma soprattutto, dopo alcuni mesi di picchiata, la cura Franceschini sembra rivitalizzare il Pd che riprende 4 punti. Tra i ministri, bene Maroni e Bossi, male Matteoli e Tremonti. GUARDA LE TABELLE Il premier. Nel maggio 2008 (primo di dieci sondaggi) il premier toccava quota 53% di "fiduciosi". Poi, una marcia trionfale fino al 62% dello scorso ottobre. Da lì, sotto i colpi della crisi, Berlusconi ha visto "appannarsi" il suo carisma: 4 punti in meno a novembre, poi uno stop e altri sei punti perduti dall'inizio dell'anno. In dieci mesi, il premier ha perso un notevole gruzzolo di fiducia: 10 punti percentuali. E per la prima volta scende sotto il dato di partenza: come dire che, per la prima volta gli elettori esprimono un tasso di fiducia inferiore a quello che avevano al momento delle elezioni. OAS_RICH('Middle'); Il governo. Perde, dunque, il premier, ma resta comunque sopra il 50% di giudizi positivi. Il trend del governo, invece, è decisamente negativo. Per il terzo mese consecutivo, infatti, la fiducia nell'esecutivo (che aveva toccato quota 54% in ottobre) resta sotto quota 50% e scende fino al 44%. Ma per la prima volta, i cittadini che danno un giudizio negativo in termini di fiducia sono diventati maggioranza assoluta passando dal 49% al 52%, mentre il 4% non esprime un giudizio. I ministri. Come quasi sempre è accaduto in questi mesi, in testa alla lista dei ministri, c'è Roberto Maroni (Interni) con un tasso del 60% di fiduciosi. E Maroni è anche l'unico che tocca quota 60%. Lo seguono, Angelino Alfano (Giustizia) a quota 59%, Bossi e Sacconi a quota 57%. Il leader leghista guadagna in un solo colpo cinque punti (dodici negli ultimi tre mesi) dando la sensazione che la relativa autonomia delle sue posizioni finisca per pagare in termini di consenso. Nel complesso, sono sette (su ventuno) i ministri che migliorano il loro punteggio. Oltre ai già citati, avanzano: Brunetta (2 punti), Scajola (1), Carfagna (2) e, in particolare, Gelmini (3). Perdono, invece, i responsabili di sei dicasteri: Tremonti (-2), Frattini (-2), Matteoli (-4), Bondi (-2), Fitto (-1). Gli altri otto sono fermi. All'ultimo posto c'è Elio Vito con un tasso di fiducia del 33%. I partiti. Il dato più evidente è la risalita (4 punti) del Pd. Evidente l'effetto Franceschini. I democratici restano ancora all'ultimo posto sotto quota trenta (29% di fiduciosi), ma tornano al livello dello scorso ottobre, a nove punti dal loro massimo (38%) toccato a maggio. Fermi l'Udc (30%) e il Pdl (48%, lontano dai vertici del 54% di ottobre). Salgono la Lega Nord (33% più tre punti) e l'Idv (di uno) a quota 41%. (17 marzo 2009

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Neofascisti e destra di governo a braccetto con nostalgia (sezione: Scuola)

( da "Repubblica.it" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

C'è il ministro della difesa La Russa che posa con un "camerata" di una famiglia mafiosa siciliana, i Crisafulli, narcotraffico e spaccio di droga a Quarto Oggiaro, periferia nord di Milano. C'è il suo collega di partito e di governo, il ministro per le politiche europee Ronchi, con uno dei fondatori del circolo nazifascista Cuore nero: quelli del brindisi all'Olocausto. Lui si chiama Roberto Jonghi Lavarini e presiede il comitato Destra per Milano (confluito nel Partito della libertà). Sostiene le "destre germaniche", il partito boero sudafricano pro-apartheid - il simbolo è una svastica a tre braccia sormontata da un'aquila - e rivendica con orgoglio l'appartenenza alla fondazione Augusto Pinochet. In un'altra foto compare a fianco del sindaco di Milano, Letizia Moratti. Poi ci sono gli stretti rapporti del sindaco leghista di Verona, Flavio Tosi, con l'ultra-destra violenta e xenofoba del Veneto Fronte Skinhead. Ruoli istituzionali, incarichi, poltrone distribuiti ai leader delle teste rasate venete, già arrestati per aggressioni e istigazione all'odio razziale. Fascisti del terzo millennio Almeno 150 mila giovani italiani sotto i 30 anni vivono nel culto del fascismo o del neofascismo. E non tutti, ma molti, nel mito di Hitler. Un'area geografica che attraversa tutta la penisola: dal Trentino Alto Adige alla Calabria, dalla Lombardia al Lazio, da Milano a Roma passando per Verona e Vicenza, culle della destra estrema o, come amano definirla i militanti, radicale. Cinque partiti ufficiali (Forza Nuova, Fiamma Tricolore, la Destra, Azione Sociale, Fronte Sociale Nazionale) - sei, se si considera anche il robusto retaggio di An ormai sciolta nel Pdl. I primi cinque raccolgono l'1,8 per cento di voti (tra i 450 e i 480 mila consensi). Ma a parte le formazioni politiche, l'onda "nera" - in fermento e in espansione - si allunga attraverso un paio di centinaia di circoli e associazioni, dilaga nelle scuole, trae linfa vitale negli stadi. OAS_RICH('Middle'); Sessantatre sigle di gruppi ultrà (su 85) sono di estrema destra: in pratica il 75 per cento delle tifoserie che, dietro il "culto" della passione calcistica, compiono aggressioni e altre azioni violente premeditate. La firma: croci celtiche, fasci littori, svastiche, bandiere del Terzo Reich, inni al Duce e a Hitler. Sono state 330 le aggressioni da parte di militanti neofascisti tra 2005 e 2008. Concentrate soprattutto in tre aree del paese: il Veneto (Verona, Vicenza, Padova), la Lombardia (Milano, Varese) e il Lazio (Roma, Viterbo). Sono i vecchi-nuovi "laboratori" dell'estremismo nero. Con Roma - anche qui - capitale. Dalle scuole ai centri sociali Dai centri sociali di destra alle occupazioni a scopo abitativo (Osa) e non conformi (Onc). Dalle aule dei licei a quelle delle università. Dai "campi d'azione" di Forza Nuova ai raid squadristi delle bande da stadio che si allenano al culto della violenza. La galassia del neofascismo si compone di più strati: e anche di distanze evidenti. L'esperimento più originale è quello di CasaPound a Roma, il primo centro sociale italiano di destra. Da lì nasce Blocco studentesco, il gruppo sceso in piazza contro la riforma della scuola. Una tartaruga come simbolo, i militanti si battono contro l'"affitto usura" e il caro vita. Il leader è Gianlcuca Iannone, anima del gruppo ZetaZeroAlfa: musica alternativa, concerti dove i militanti si divertono a prendersi a cinghiate. A Milano c'è Cuore Nero. Il circolo neofascista fondato da Roberto Jonghi Lavarini e dal capo ultrà interista Alessandro Todisco, già leader italiano degli Hammerskin, una setta violenta nata dal Ku Klux Klan che si batte in tutto il mondo per la supremazia della razza bianca. Dopo l'attentato incendiario subito l'11 aprile del 2007, i nazifascisti di Cuore nero ringraziano in un comunicato ufficiale tutti coloro che gli hanno espresso solidarietà e sostegno: tra gli altri, "in particolare", la "coraggiosa" onorevole Mariastella Gelmini, all'epoca coordinatrice lombarda di Forza Italia e attuale ministro dell'Istruzione. Saluti romani, pistole e 'ndrine La famiglia calabrese dei Di Giovine e quella siciliana dei Crisafulli, la destra in doppiopetto di An e quella estremista di Cuore nero. A Quarto Oggiaro, hinterland milanese, la ricerca del consenso politico incrocia sentieri scivolosi. A fare da cerniera tra le onorate famiglie - che gestiscono il mercato della droga -, le teste rasate e il Palazzo è sempre lui, il "Barone nero" Jonghi Lavarini. Quello fotografato con il ministro Ronchi e il sindaco Moratti. Quello che presenta a Ignazio La Russa Ciccio Crisafulli, erede del boss mafioso Biagio "Dentino" Crisafulli, in carcere dal '98 per traffico internazionale di droga. Camerata dichiarato, il rampollo Crisafulli frequenta Cuore nero così come il cugino James. A lui sarebbe stata dedicata la maglietta "Quarto Oggiaro stile di vita", prodotta dalla linea di abbigliamento da stadio "Calci&Pugni" di Alessandro Todisco. L'avvocato Adriano Bazzoni è braccio destro di La Russa. C'è anche lui in una foto con Lavarini e con Salvatore Di Giovine, detto "zio Salva", della cosca calabrese Di Giovine. Siamo sempre a Quarto Oggiaro, prima delle ultime elezioni politiche. (17 marzo 2009

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Flc-Cgil alla Gelmini salvi il plurilinguismo (sezione: Scuola)

( da "Stampaweb, La" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

ROMA Il provvedimento del governo attraverso cui intende ridurre, già dal prossimo anno scolastico, le ore di seconda lingua comunitaria va ritirato perché non in linea con quanto accade nel resto d?Europa: l?appello, rivolto al ministro, alle forze politiche e ai gruppi parlamentari è stato lanciato oggi durante un incontro a Roma, organizzato dalla Flc-Cgil, a difesa dell?insegnamento della seconda lingua comunitaria e per il plurilinguismo nel nostro paese. Secondo Alain Mouchoux, presidente della commissione Educazione e Cultura del comitato sindacale europeo per l?educazione,quella condotta del governo è «una politica miope e retrograda che penalizza i nostri giovani indotti a far a meno della seconda lingua comunitaria, creando un evidente svantaggio nei confronti dei loro coetanei europei». Maria Brigida, della segreteria nazionale della Flc-Cgil, ha rimarcato l?importanza dell?iniziativa di oggi, che si inquadra nella più vasta lotta che il sindacato «sta portando avanti da mesi contro la destrutturazione della scuola pubblica italiana e che vedrà un appuntamento importante come quello dello sciopero del prossimo 18 marzo di tutti i settori della conoscenza e culminerà con la grande manifestazione confederale nazionale del 4 aprile al Circo Massimo a Roma». Nell?appello rivolto al mondo politico e a quello parlamentare, il sindacato ha chiesto che la misura sia ritirata anche per dare certezza professionale ai docenti di ruolo e precari della seconda lingua comunitaria.

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Pdl/ Gelmini: Freschezza e disciplina, cosi' cambieremo il (sezione: Scuola)

( da "Virgilio Notizie" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Roma, 17 mar. (Apcom) - "Noi non faremo la fine del governo Prodi che cadde quando nacque il Pd. Il nuovo partito trasformerà la crisi economica in un'opportunità". Il ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini, in un'intervista a Il Giornale parla del Pdl che nascerà ufficialmente con il congresso del 27,28 e 29 marzo a Roma. Gelmini aggiunge che il progetto del centrodestra è valido perchè "An e Forza Italia hanno fatto una traversata nel deserto insieme e insieme governano il Paese e il partito non è nato con una fusione a freddo decisa nelle stanze del potere come il Pd" e sulla tenuta del governo aggiunge "c'è una leadership forte e una maggioranza compatta. Manca solo un grande partito di centrodestra". Il ministro non ha dubbi, all'interno della nuova formazione non si formeranno correnti e la ricetta per il successo, secondo il ministro sarà "mantenere l'apertura, la freschezza, la fantasia e la creatività di Forza Italia e coniugarle con la disciplina e l'attaccamento al partito di An". Sulla possibilità di candidarsi alle europee, infine, la Gelmini risponde che "se Berlusconi mi chiama, io lo seguirò come ho sempre fatto".

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(ACR) SIMONETTI: LE RAGIONI DELLâ ADESIONE ALLO SCIOPERO DI DOMANI (sezione: Scuola)

( da "Basilicanet.it" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

SIMONETTI: LE RAGIONI DELLâ??ADESIONE ALLO SCIOPERO DI DOMANI 17/03/2009 13.55.11 [Basilicata] (ACR) - â??Le motivazioni dello sciopero di domani indetto dalla Flc-Cgil nel settore della Scuola, Università  e Ricerca hanno un significato particolare in Basilicata, dove siamo nella delicata fase di gestione del Piano di dimensionamento scolasticoâ?. A sostenerlo è¨ la presidente del gruppo del Prc in Consiglio regionale, Emilia Simonetti che sottolinea come â??le prese di posizione di Comuni, Istituti scolastici, personale della scuola che hanno accompagnato il documento non possono essere sottovalutate, anche perché© il Piano è¨ solo un primo intervento che precede quello più¹ doloroso che ci attende per lâ??anno scolastico 2009-2010â?. â??Esprimo il sostegno â?? afferma Simonetti - allo sciopero e alle iniziative di mobilitazione promosse per domani dalla Flc-Cgil a Potenza e a Matera. Il dato complessivo dei tagli che si abbatterebbero sullâ??istruzione pubblica lucana è¨ pesante: solo nelle scuole dellâ??infanzia e della primaria duemila posti in meno. Eâ?? evidente che alla protesta di domani è¨ necessario far seguire iniziative di sostegno politico-istituzionali sia da parte del Consiglio che della Giunta regionale a livello nazionale, per contrastare la politica dei tagli dei ministri Gelmini e Tremonti. In particolare â?? aggiunge Simonetti - occorre che la Giunta regionale dia una risposta alla richiesta della Cgil al fine di garantire le condizioni al diritto allo studio, mantenendo la continuità  dei servizi di mensa e trasporti indispensabili per il tempo pieno e prolungato nella scuola dellâ??obbligo. Va sottolineato, inoltre, il fronte unitario che domani vedrà  insieme la Scuola, lâ??Università  e la Ricerca per contrastare il disegno del Governo Berlusconi che colpisce soprattutto i piccoli Atenei â??come il nostroâ?? ed in particolare, il settore della ricerca che si avvale ormai di pochi operatori e pochissime struttureâ?. â??Per tutte queste ragioni â?? conclude Emilia Simonetti - gli addetti alla istruzione pubblica non vanno lasciati soli e mi auguro che anche gli altri partiti del centrosinistra mostrino la dovuta attenzione ed il sostegno allo sciopero di domani per affermare un vero e proprio progetto riformatore in tutti i settori della conoscenzaâ?. (dt )

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Nasce il Gruppo scuola (sezione: Scuola)

( da "Corriere Adriatico" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

"Superare la carenza di comunicazione che può influire sul rapporto famiglie-insegnanti" Associazione formata da genitori degli studenti falconaresi Nasce il Gruppo scuola Falconara Nei giorni scorsi si è costituita ufficialmente l'associazione di genitori "Gruppo Scuola Falconara". L'associazione nasce per volontà di alcuni genitori, che già facevano parte del "Comitato Scuola Falconara" (che alcuni mesi fa si era attivato per far conoscere i vari aspetti della riforma Gelmini), i quali hanno sentito la necessità di adoperarsi per migliorare il dialogo tra i familiari degli studenti delle scuole cittadine e tra questi ed istituzioni scolastiche, "nella convinzione che la carenza di comunicazione tra le parti potrebbe influire negativamente sul rapporto tra famiglia e insegnanti". Obiettivo del "Gruppo Scuola Falconara" è anche "guardare con molta attenzione a ciò che accade a livello nazionale nel mondo della scuola. Il cda dell'associazione è formato da Paolo Baldelli (presidente), Renato D'Autilia (vice presidente), Paola Brugnoli (segretario), Miranda Pierdica (vice segretario) e Cristiana Giancarli (economo. Ieri sera presso i locali della Parrocchia S. Antonio (Chiesa dei Frati) è stata convocata la prima assemblea dell'associazione, aperta anche a chi non è socio e agli insegnanti, per presentare le iniziative ed i progetti futuri del "Gruppo Scuola Falconara". "Ci aspettiamo di trovare persone che vogliano dare una mano dice Paolo Baldelli illustrando programmi e obiettivi iscrivendosi sia come volontari attivi sia come contribuenti". Per maggiori informazioni è possibile inviare una e-mail a grupposcuolafalconara@gmail.com o visitare il blog che è stato recentemente aperto all'indirizzo www.grupposcuolafalconara.blogspot.com. Il recapito telefonico dell'associazione è 339.4621614

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Oggi all'Itcg di Mussomeli assemblea contro i tagli nelle scuole (sezione: Scuola)

( da "Sicilia, La" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Oggi all'Itcg di Mussomeli assemblea contro i tagli nelle scuole Mussomeli. r.m.) Si terrà questo pomeriggio alle 16, presso l'auditorium dell'Itcg "Hodierna", l'assemblea del Coordinamento del Vallone che raggruppa docenti, personale Ata, precari, famiglie e amministratori locali che intendono protestare contro gli annunciati tagli e riduzione di personale. Già predisposta la bozza di documento che sarà sottoposta al vaglio dell'assemblea per l'approvazione. Si legge: «Sembra un calcolo fatto a tavolino, da parte di chi ci governa, che un'area territoriale quale quella del "Vallone", tra le più depresse d'Italia da un punto di vista socioeconomico, non solo non viene fornita dei sevizi indispensabili, come le vie di comunicazione e le infrastrutture necessarie per il suo sviluppo economico, ma viene a perdere posti di lavoro nel settore scolastico mortificando diritti costituzionali, tra i quali il diritto allo studio, e la mancata tutela di piccole comunità penalizzate per il loro scarso numero di alunni. La morte fisica e morale di tante comunità, paesi piccoli e medi all'interno della Sicilia, comporterà per i prossimi anni conseguenze drammatiche. E' questa la tipologia di paesi come Acquaviva Platani, Sutera, Campofranco, Villalba, Marianopoli, Milena, Vallelunga, Montedoro, Serradifalco e anche se in minor misura Mussomeli, il centro più grande del Vallone. La riforma del ministro Gelmini - continua il documento - non ha ancora fornito valide motivazioni per essere attuata da un punto di vista didattico e pedagogico e già si passa alla sua attuazione che, dovendo risparmiare e operando tagli alla spesa pubblica, ha la pretesa di far pagare ai lavoratori della conoscenza la crisi economica e finanziaria che attraversa il nostro paese. Tagli che penalizzano le famiglie che non potranno usufruire più come prima di un adeguato tempo scolastico. Tagli che puniscono gli alunni che si vedranno numerosi in classe sapendo che la didattica subirà inevitabili rallentamenti e difficoltà organizzative. Tagli che colpiscono tanti lavoratori, soprattutto i precari che, di fatto, non potranno più lavorare e che costringeranno anche i docenti di ruolo a coprire le proprie ore su più cattedre con inevitabili disfunzioni della didattica. Tagli che decreteranno la morte civile ed economica di tante piccole comunità. Ci chiediamo se tanti politici siciliani, sempre pronti a difendere gli interessi dell'isola e della sua autonomia, si stanno impegnando per tutelare la qualità della scuola e i tanti posti di lavoro a rischio, in un periodo di grave crisi economica e di difficoltà per il mondo del lavoro». Per domani intanto è previsto lo sciopero della scuola primaria.

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I TAGLI DEGLI ORGANICI DELLA CAMPANIA SONO DETERMINATI DALLA FINANZIARIA MA ANCHE DAL CALO DEL... (sezione: Scuola)

( da "Mattino, Il (City)" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

«I tagli degli organici della Campania sono determinati dalla finanziaria ma anche dal calo della popolazione scolastica»: il direttore Alberto Bottino spiega che cosa potrebbe accadere nei prossimi mesi nelle scuole della nostra Regione. Cifre certe ancora non ce ne sono, perché non sono ancora arrivati i contigenti di organico dal ministero. E il direttore non ha mai parlato di scure da parte della Gelmini. Ma sulla base dei dati già in suo possesso è possibile fare già delle previsioni? «La popolazione scolastica della Campania rappresenta il dieci per cento di quella italiana. E considerato che la legge finanziaria ha previsto per l'anno prossimo una diminuzione di 42 mila posti è evidente che nella nostra regione toccano 4200 posti in meno». Altri elementi? «Sì, va considerata anche la nota negativa rappresentata dal decremento delle iscrizioni che al momento nella sola scuola primaria è pari a oltre diecimila alunni in meno. Questa diminuzione di alunni nella scuola primaria aggiunta alla prevedibile diminuzione negli altri ordini d'istruzione rappresenterà evidentemente un ulteriore decremento di posti. Dalle prime stime si dovrebbe arrivare complessivamente a 5000 cattedre in meno in tutti gli ordini di scuola». Perché questo calo? «Dipende dal decremento della natalità che è stata continua negli ultimo anni, tanto che nel 2008 in tutti i gradi d'istruzione ci sono stati 13 mila studenti in meno. Il dato drammatico è che questa sta diventando sempre più una regione abitata dai vecchi». Ma non accade lo stesso al Nord? «No, perché in quelle regioni gli extracomunitari arrivano, si stabiliscono e mandano i figli a scuola. Questo da noi non sempre accade». Ma le private non stanno rubando iscritti alle pubbliche grazie all'orario prolungato in vigore in molti istituti? «Lo escludo. La scuola paritaria ha un costo e quella statale no: un fattore destinato a pesare in una regione come la nostra dove i redditi restano bassi. Ritengo perciò che non ci sarà alcun incremento della paritaria». Si aprirà un confronto con i sindacati? «Certo abbiamo già avuto un primo incontro di carattere generale e i sindacati sono già a conoscenza delle diminuite iscrizioni. A giorni avremo ulteriori tavoli di confronto per esaminare insieme le situazioni che si vanno a determinare e le possibili soluzioni. Non ho mai detto che c'è una scure da parte del governo». d.d.c.

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A rischio tagli le mense degli studenti (sezione: Scuola)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

A rischio tagli le mense degli studenti Spilimbergo, organici e fondi ridotti. Il Pd chiede al Comune di farsi carico del servizio Martedì 17 Marzo 2009, Spilimbergo Quando si parla di scuola, si pensa ai libri e ai quaderni. Ma in questo caso al centro dell'attenzione c'è la pastasciutta. Nel prossimo anno, infatti, gli insegnanti potrebbero non essere in grado di garantire la sorveglianza durante il servizio mensa degli alunni. A lanciare l'allarme sono i consiglieri comunali del Partito democratico, che per mano del capogruppo Armando Zecchinon (in qualche modo un addetto ai lavori, in quanto ha insegnato per molti anni alle elementari "Gianbattista Cavedalis"), hanno scritto al sindaco Renzo Francesconi per chiedere un suo intervento. Alla base di questo come di altri problemi sarebbero i tagli conseguenti all'applicazione del decreto Gelmini. La richiesta presentata da Zecchinon è molto articolata. «Tanto per cominciare - spiega l'ex insegnante - siamo preoccupati che, nell'ambito degli obiettivi di razionalizzazione stabiliti dalla riforma Gelmini, gli istituti scolastici debbano prendersi carico delle ore eccedenti le 24 settimanali previste con il maestro unico, attraverso fondi propri e con proprie economie di spesa. Il che, considerato anche che i nostri istituti risultano essere sottofinanziati e di conseguenza presentano pesanti passivi nei bilanci, non fa sperare bene per il futuro». Il caso di Spilimbergo si presenta poi particolare, a seguito della creazione dell'istituto comprensivo che, unendo dal prossimo anno scolastico elementari e medie, «comporterà un taglio di organico sia per i collaboratori scolastici che per gli assistenti e i coordinatori amministrativi, i quali dovranno far fronte a una popolazione scolastica di oltre 900 alunni. Tale cifra è invariata rispetto all'anno precedente; ma si tratta di una stabilità apparente, perché a fronte ci sarà una perdita di personale stimata in diverse unità». Le conseguenze, come detto, potrebbero ricadere sulla mensa: «Abbiamo chiesto al sindaco - conclude Zecchinon - quali impegni sia pronto ad assumersi il Comune nel caso molto probabile in cui il taglio degli organici non permetta di garantire la presenza degli insegnanti durante la mensa, ma questo servizio sia devoluto all'ente locale». Insomma, dovrà essere forse il Comune a farsi carico della sorveglianza dei bambini a ora di pranzo? E se sì, come farà? Altri problemi infine si potrebbero riscontrare nel servizio di trasporto scuolabus alla fine della giornata di lezione, considerando che la quasi totalità dei genitori nelle prime elementari ha optato per la scelta del tempo scolastico di 27 o 40 ore settimanali. Claudio Romanzin

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Il 5 in condotta è spesso colpa della famiglia (sezione: Scuola)

( da "Eco del Chisone" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Il 5 in condotta è spesso colpa della famiglia Vista dall'esterno non è poi una gran riforma! Il ministro Gelmini dà l'impressione del neofita che si esalta e infervora per un risultato che, a conti fatti, non è che un abbozzo di modifiche forse poco incidenti e dal dubbio effetto. Così almeno si sente dire negli ambienti scolastici. Ma un provvedimento mi è parso positivo, quello del ripristino del voto di condotta. Non l'ho demonizzato come arma di condizionamento indebito (sono ormai passati gli anni in cui la lotta contro il voto di condotta sapeva di ideologia politica!), né l'ho salutato come strumento definitivo e unico per ridare alla scuola la sua funzione primaria di cinghia tra passato e futuro e di comunità che educa. Due elementi mi inducono a pensare seriamente: il primo quadrimestre nelle scuole italiane si sono registrati oltre 34mila voti negativi in condotta, soprattutto negli istituti professionali/industriali e, per l'aspetto geografico, nel Sud d'Italia. Non sono particolari di poco conto! Chissà perché proprio al Sud e negli istituti non umanistici? Lungi da me il sospetto di voler deresponsabilizzare i singoli studenti, anche i più indisciplinati o mascalzoni, assolvendoli in toto e sempre: no! Educare vuole dire anche punire. Però si richiede che qualcuno (e più di uno!) abbia insegnato e vigilato che non si gira in motorino senza casco, che non si imbrattano i muri, che non si passa col rosso, che non si danneggiano le panchine del parco, ecc. Va sempre però considerato, in un'analisi fredda, il meccanismo per cui il retroterra e il reddito familiare, assieme al livello di cultura di base, giochino il loro ruolo decisionale soprattutto nel Sud della penisola e perché questi elementi nella scelta della scuola spingano soprattutto verso gli istituti professionali e industriali. Con una risposta epidermica, concisa e poco esaustiva, si può dire che viene il sospetto (e anche qualcosa di più) che la povertà materiale, il degrado, la difficoltà del vivere, i condizionamenti di vario genere non consentano altri sbocchi scolastici e, che i modelli identificativi vigenti in alcune realtà (gli esempi trascinano sempre, ancor più se giungono dall'alto!), specie se delinquenziali, immettano nelle coscienze forme di condotte e abitudini personali e di gruppo che impediscono all'istituzione scolastica di insegnare con profitto ed educare con gradualità. Ma i dati di fatto non esimono dal porci una domanda: un cinque in condotta, con il rischio di ripetere l'anno scolastico, quale influenza ha in una famiglia benestante o, viceversa, in quella che stenta ad arrivare alla fine mese, oppure vive la precarietà del lavoro o dell'abitazione? Dopo che la liturgia del voto quadrimestrale avrà esaurito il suo impatto dolorifico (ma non sempre è dolorifico per certi studenti!) che cosa resta da fare da parte dei docenti, delle famiglie, degli oratori, delle agenzie educative? Dare uno scappellotto (su cui anche concordava don Milani), proibire l'uso del motorino o l'uscita serale sono provvedimenti sufficienti per ottenere modifiche di comportamento? Ci vogliono, ma non è tutto! Probabilmente contro il bullismo occorre studiare piani più graffianti e incidenti; contro la maleducazione, ritenuta prassi normale, forse incombe il compito per i docenti di rieducare anche certe famiglie (tocca però anche ad altri tale compito!), assieme ad una didattica che insegni (e non solo insegni!) anche valori e idealità più coinvolgenti la psicologia giovanile. Certo, non è un compito e una missione da poco per la scuola che pare navigare in acque tempestose. E non ci si illuda che i cambiamenti di comportamento emergano in poco tempo. E se i genitori si compiacessero un po' meno delle "potenzialità" dei loro figli? E se ricominciassero a sentirsi un po' meno "amici" di essi e un po' di più educatori che non lasciano solo libero il soggetto, ma gli forniscono anche indicazioni? Purtroppo nemmeno il 5 in condotta, seppur ritenuto necessario, potrà fare miracoli se lasciato solo a combattere una serrata battaglia rieducativa. Sergio Buttiero

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Scuola: manifestazioni Cgil contro riforma Gelmini (sezione: Scuola)

( da "gomarche.it" del 17-03-2009)

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navigazione: Home > Cronaca > Scuola: manifestazioni Cgil contro riforma Gelmini Martedì 17 Marzo 2009 16:34 Scuola: manifestazioni Cgil contro riforma Gelmini La Cgil ha organizzato per domani, mercoledì 18 marzo, in tutta Italia, lo sciopero generale della scuola, Università, ricerca, conservatori, accademie e formazione professionale. ANCONA - La Cgil ha organizzato per domani, marcoledì 18 marzo, in tutta Italia, lo sciopero generale della scuola, Università, ricerca, conservatori, accademie e formazione professionale. Nelle Marche si terranno presidi in tutte le province davanti alle sedi delle Prefetture. Ad Ancona l'appuntamento è in piazza del Plebiscito alle 10. Lo sciopero è stato proclamato dalla categoria Slc Cgil contro i tagli della riforma Gelmini e per rivendicare nuove politiche di investimento nel mondo della conoscenza.

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La crisi economica intacca la fiducia a Berlusconi (-3%) e governo (-2%) (sezione: Scuola)

( da "Sestopotere.com" del 17-03-2009)

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La crisi economica intacca la fiducia a Berlusconi (-3%) e governo (-2%) (17/3/2009 16:20) | (Sesto Potere) - Milano - 17 marzo 2009 -Il momento di crisi economica, e le incertezze legate alle conseguenze interne per l`Italia colpiscono in modo significativo la fiducia espressa dai cittadini nei confronti del Governo, ed anche del Premier. Rispetto allo scorso mese infatti, la fiducia nei confronti di Berlusconi, in calo di tre punti, scende al 52%. Il contraccolpo della dilatazione della percezione della crisi economica, tuttavia, colpisce in modo particolare il Governo nel suo complesso che, con un calo del 2% rispetto a febbraio, scende al 44% al livello minimo finora rilevato. Nella classfica dei Ministri, si evidenzia in modo particolarmente forte il momento di preoccupazione del Paese, e queste inquietudini si traducono in una generale richiesta di protezione e sicurezza. Non a caso, ai vertici della graduatoria della fiducia restano le figure titolari dei compiti di tutela essenziali: il Ministro degli Interni, Roberto Maroni - a dispetto delle polemiche innescate dal tema delle ronde- quello della Giustizia, Angelino Alfano, che guadagna nuove posizioni, quello del Welfare, Sacconi. Il sondaggio è stato effettuato dall?Istituto IPR Marketing, diretto da Antonio Noto, per conto di Repubblica.it (intervistando, con il proprio esclusivo Tempo Reale, un campione di 1.000 italiani - rappresentativo per età, sesso, area di residenza ed ampiezza comune di residenza della popolazione maggiorenne residente). I MINISTRI. Per quanto riguarda i Ministri, si evidenziano risultati molto positivi in particolare per coloro che cercano di interpretare una linea politica decisa e convinta, ma non necessariamente di continua contrapposizione; infatti, subito dietro la leadership confermata del Ministro degli Interni, Roberto Maroni (stabile al 60%), troviamo la conferma di una tendenza positiva di crescita per Angelino Alfano, titolare del dicastero della Giustizia, interprete di una linea riformatrice che viene apprezzata al punto da portarlo ormai ad un passo dalla vetta (59%, +2%). Subito dietro , risale di due punti rispetto allo scorso mese, il Ministro Sacconi, (Welfare), il cui impegno sul difficile tema delle pensioni viene evidentemente valutato positivamente, e gli consente di risalire al 57%. Al suo fianco, spicca l?exploit del Ministro Umberto Bossi. Probabilmente più in veste di leader della Lega che di Ministro delle riforme,: terzo in classifica, nell`ultimo mese aumenta di 5 punti e dal giorno del giuramento guadagna il 14%, grazie a una condotta - specie sul federalismo, ma anche sul testamento biologico - percepita come aperta al confronto e allo stesso tempo dalla forte vocazione concreta. Tra i Ministri premiati, da notare il ritorno alla crescita di consensi di Maria Stella Gelmini, Ministro della Istruzione, Università e Ricerca, che pare ormai aver assorbito gli effetti negativi delle contestazioni (peraltro ormai assopite) del movimento dell`Onda, e risale al 40%, con una crescita di tre punti rispetto a febbraio. I PARTITI. In questa speciale classifica sulla fiducia ai partiti che sono oggi presenti in Parlamento (da non confondere con le intenzioni di voto), è da notare un primo effetto rigenerante per il Partito Democratico del cambio di leadership. Con la nomina a segretario di Dario Franceschini: il suo attivismo, in modo particolare nelle contro proposte in materia economica, sembra aver ricompattato anzitutto il proprio elettorato; dopo mesi di cali continui, il PD recupera in un solo colpo ben quattro punti, salendo al 29%, frutto evidente di una ritrovata capacità di contendere all?esecutivo la definizione dell?agenda politica. Sul versante della maggioranza, se in vetta si mantiene stabile il PDL che rimane, in attesa dei progressi congressuali, al 48%, è la Lega a rendersi protagonista di una ulteriore crescita: salendo al 33%, il partito di Umberto Bossi, arriva al suo massimo risultato. Link: http://www.iprmarketing.it/

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Scontro tra Cisl Scuola Lombardia e ministro sulle risorse (sezione: Scuola)

( da "Sestopotere.com" del 17-03-2009)

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Scontro tra Cisl Scuola Lombardia e ministro sulle risorse (17/3/2009 18:45) | (Sesto Potere) - Milano - 17 marzo 2009 -E? scontro aperto tra la Cisl Scuola Lombardia e il ministro Gelmini. In risposta alla denuncia del sindacato sulla carenza di risorse per le scuole lombarde, la responsabile di dicastero ha accusato i presidi di fare politica e non saper amministrare e risparmiare. “Lo ha fatto per uscire dall?angolo, perché sa benissimo che moltissime scuole sono alla bancarotta – afferma Renato Capelli, segretario generale Cisl Scuola Lombardia – con la cassa vuota e i debiti enormi che si trascinano da anni”. “Debiti derivati, e il ministero lo sa, non dall?incapacità dei dirigenti scolastici – aggiunge – ma dalla necessità di far funzionare la scuola rispettando le leggi, i contratti, le circolari e le disposizioni ministeriali”. Secondo il segretario generale della Cisl Scuola Lombardia, se il ministro Gelmini vuole che le famiglie siano chiamate a pagare per il funzionamento della scuola “deve avere il coraggio di dirlo e andare in parlamento e fare approvare una legge in tal senso”. “Altrimenti – conclude – procuri i soldi strettamente necessari al buon funzionamento delle istituzioni scolastiche”.

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Governo, l'ombra delle Bande nere (sezione: Scuola)

( da "AprileOnline.info" del 17-03-2009)

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Governo, l'ombra delle Bande nere Ida Rotano, 17 marzo 2009, 19:25 Da domani in libreria il libro di Berizzi, giornalista a "la Repubblica", che propone un'inchiesta sui giovani fascisti. Un libro che rivela preoccupanti contiguità: al suo interno vi è ritratto il ministro La Russa che posa con un "camerata" della famiglia mafiosa siciliana Crisafulli, narcotraffico e spaccio di droga nella periferia nord di Milano. C'è il suo collega di partito e di governo, il ministro Ronchi, con uno dei fondatori del circolo nazifascista Cuore nero: quelli del brindisi all'Olocausto. Intanto, a Roma, l'armadietto dell'aula dove si riuniscono i giovani di destra della facoltà di Scienze Politiche si è rivelato essere un vero e proprio arsenale: sono state trovate spranghe e catene Almeno centocinquantamila giovani italiani sotto i 30 anni vivono nel culto del fascismo o del neofascismo. Questo il dato più sorprendente messo in luce da Paolo Berizzi nel libro "Bande nere come vivono, chi sono, chi protegge i nuovi nazifascismi", pubblicato da Bompiani in libreria da domani. Berizzi, giornalista a "la Repubblica", propone un'inchiesta sui giovani fascisti che si muovono nelle strade, nelle piazze e negli stadi e, soprattutto, nelle scuole e nelle università d'Italia. In un viaggio nell'area nera della Penisola, Berizzi studia una zona geografica che va dal Trentino Alto Adige alla Calabria, dalla Lombardia al Lazio, da Milano a Roma passando per Verona e Vicenza, culle della destra estrema. Un'area che può contare su cinque partiti ufficiali (Forza Nuova, Fiamma tricolore, la Destra, Azione Sociale, Fronte sociale nazionale). Un'area, ancora, che conta su circa duecento tra associazioni, circoli e centri sociali sparsi nel Paese e su 63 sigle di gruppi ultrà (su 85) dichiaratamente di destra, cioè il 75 per cento delle tifoserie che, dietro "il culto" della passione calcistica, compiono aggressioni e altre azioni violente premeditate. Numeri che - secondo l'autore della ricerca - testimoniano che l'onda nera sta entrando potentemente nella nostra società, facendo proseliti tra i giovanissimi. Un libro che "scopre" preoccupanti contiguità: al suo interno vi è ritratto il ministro della difesa La Russa che posa con un "camerata" di una famiglia mafiosa siciliana, i Crisafulli, narcotraffico e spaccio di droga a Quarto Oggiaro, periferia nord di Milano. C'è il suo collega di partito e di governo, il ministro per le politiche europee Ronchi, con uno dei fondatori del circolo nazifascista Cuore nero: quelli del brindisi all'Olocausto. Lui si chiama Roberto Jonghi Lavarini e presiede il comitato Destra per Milano (confluito nel Partito della libertà). Sostiene le "destre germaniche", il partito boero sudafricano pro-apartheid - il simbolo è una svastica a tre braccia sormontata da un'aquila - e rivendica con orgoglio l'appartenenza alla fondazione Augusto Pinochet. In un'altra foto compare a fianco del sindaco di Milano, Letizia Moratti. Poi ci sono gli stretti rapporti del sindaco leghista di Verona, Flavio Tosi, con l'ultra-destra violenta e xenofoba del Veneto Fronte Skinhead. Ruoli istituzionali, incarichi, poltrone distribuiti ai leader delle teste rasate venete, già arrestati per aggressioni e istigazione all'odio razziale. Almeno 150 mila giovani italiani sotto i 30 anni vivono nel culto del fascismo o del neofascismo. E non tutti, ma molti, nel mito di Hitler. Un'area geografica che attraversa tutta la penisola: dal Trentino Alto Adige alla Calabria, dalla Lombardia al Lazio, da Milano a Roma passando per Verona e Vicenza, culle della destra estrema o, come amano definirla i militanti, radicale. Cinque partiti ufficiali (Forza Nuova, Fiamma Tricolore, la Destra, Azione Sociale, Fronte Sociale Nazionale) - sei, se si considera anche il robusto retaggio di An ormai sciolta nel Pdl. I primi cinque raccolgono l'1,8 per cento di voti (tra i 450 e i 480 mila consensi). Ma a parte le formazioni politiche, l'onda "nera" - in fermento e in espansione - si allunga attraverso un paio di centinaia di circoli e associazioni, dilaga nelle scuole, trae linfa vitale negli stadi. L'opposizione chiede chiarezza. "Berlusconi chiarisca sui rapporti tra alcuni ministri del suo governo e i movimenti neo fascisti". I deputati del Pd, Emanuele Fiano e Antonio Misiani, insieme ai vicepresidenti del gruppo, Marina Sereni e Gianclaudio Bressa, hanno scritto una lettera aperta al presidente del Consiglio, chiedendo chiarimenti dopo aver visto "con stupore e sconcerto, fotografie dei ministri La Russa e Ronchi con esponenti del mondo dell'estremismo neofascista e neonazista italiano, oltre che con un presunto appartenente al mondo dello spaccio di droga collegato alla n'drangheta". Nella missiva si chiede "se quegli abbracci siano stati casuali o frutto invece di una frequentazione e di un'amicizia più consolidata. Perché, in quest'ultimo caso, ci si troverebbe di fronte a inaccettabili amicizie di autorevoli esponenti dell'attuale governo con rappresentanti politici di un mondo dell'estrema destra extraparlamentare le cui inclinazioni neofasciste, razziste e violente sono state più volte oggetto della cronaca di questi ultimi anni". Per il Pd "sarebbe impossibile accettare che un ministro della Repubblica si faccia fotografare sorridente accanto al leader di un circolo di destra estrema la cui rivista su internet riportava solo un anno fa una vergognosa copertina in cui si irrideva alla tragedia della Shoah e del campo di sterminio di Auschwitz. Dunque, per questi motivi- concludono gli esponenti del Pd- ci aspettiamo smentite dai diretti interessati e dallo stesso presidente del Consiglio Berlusconi sul persistere di vecchi e intollerabili legami che pensavamo consegnati definitivamente al passato". Per il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, "come volevasi dimostrare: fascisti erano e fascisti sono rimasti. C'è un fascismo di ritorno, i cui rappresentanti, ora è la prova provata, siedono anche nelle istituzioni e anelano alla riapparizione di quei periodi bui della nostra storia". "è incredibile quanto sta accadendo nel nostro Paese: si cancellano la memoria, i valori democratici per riabilitare il fascismo e quei gruppi che propugnano l'apartheid e istigano all'odio razziale. Nel libro di Berizzi si fanno nomi e cognomi dei compari, degli sponsor di questi pericolosi personaggi che occupano ruoli istituzionali in tutta la penisola. è bene che questi signori escano allo scoperto, dicano ai cittadini se lavorano per affermare i valori tracciati dai nostri padri costituenti o per far risorgere un nuovo fascismo". Dalle scuole ai centri sociali, all'università. Dai centri sociali di destra alle occupazioni a scopo abitativo (Osa) e non conformi (Onc). Dalle aule dei licei a quelle delle università. Dai "campi d'azione" di Forza Nuova ai raid squadristi delle bande da stadio che si allenano al culto della violenza. La galassia del neofascismo si compone di più strati: e anche di distanze evidenti. L'esperimento più originale è quello di CasaPound a Roma, il primo centro sociale italiano di destra. Da lì nasce Blocco studentesco, il gruppo sceso in piazza contro la riforma della scuola. Una tartaruga come simbolo, i militanti si battono contro l'"affitto usura" e il caro vita. Il leader è Gianlcuca Iannone, anima del gruppo ZetaZeroAlfa: musica alternativa, concerti dove i militanti si divertono a prendersi a cinghiate. A Milano c'è Cuore Nero. Il circolo neofascista fondato da Roberto Jonghi Lavarini e dal capo ultrà interista Alessandro Todisco, già leader italiano degli Hammerskin, una setta violenta nata dal Ku Klux Klan che si batte in tutto il mondo per la supremazia della razza bianca. Dopo l'attentato incendiario subito l'11 aprile del 2007, i nazifascisti di Cuore nero ringraziano in un comunicato ufficiale tutti coloro che gli hanno espresso solidarietà e sostegno: tra gli altri, "in particolare", la "coraggiosa" onorevole Mariastella Gelmini, all'epoca coordinatrice lombarda di Forza Italia e attuale ministro dell'Istruzione. Oggi, 17 marzo 2009, a Roma, la Facoltà di Lettere e Filosofia di Tor Vergata ha subito l'ennesima azione di forza da parte di Blocco Studentesco. Un'ottanina di "gorilla" armati di caschi, prevalentemente estranei all'università, hanno nuovamente militarizzato la facoltà distribuendo volantini e affiggendo uno striscione dal chiaro significato: "Basta con la Discriminazione Antifascista" (in riferimento al presidio antifascista che si è svolto venerdì 13 nella facoltà di Lettere). Si sono dapprima recati nei pressi dell'aula autogestita, dando luogo ad una serie di provocazioni ed accrescendo il già alto livello di tensione con la loro presenza intimidatoria. Successivamente hanno occupato l'atrio ed il piazzale della facoltà, presidiando l'intero complesso con le loro ronde organizzate. Stesso clima alla Facoltà di Roma Tre. L'armadietto dell'aula dove si riuniscono i giovani di destra della facoltà di Scienze Politiche si è rivelato essere un vero e proprio arsenale: sono state trovate spranghe e catene. La scoperta è stata fatta da studenti e personale dell'istituto. Nell'armadietto c'erano anche volantini inneggianti alle associazioni "Foro753", "Azione Universitaria", "Il Manifesto di Verona". Gli studenti dei Collettivi hanno esposto all'ingresso dell'aula A un pannello contenente il materiale trovato nella stanza dei giovani di destra dove c'erano scritte come "Onore a Jorge Haider", "Comandante Cecchini: presente", una copia dell'edizione straordinaria del Messaggero intitolata "L'Italia è in guerra", nonché una grande vignetta sulla presenza degli zingari in Italia con frasi come "io da grande ruberò in metropolitana" oppure "non sono maggiorenne ma ho già 14 figli", riferite ai bimbi rom.

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Governo/ La Russa: Foto di Ronchi? Con ex An noto a Milano (sezione: Scuola)

( da "Virgilio Notizie" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Roma, 17 mar. (Apcom) - Anche le foto del ministro Andrea Ronchi, ritratto con Roberto Jonghi, sono del tutto "prive di qualsiasi rilievo politico". Lo sostiene il reggente di An Ignazio La Russa. "Si tratta di foto con un ex iscritto di Msi e An di Milano, che ha fatto numerose campagne elettorali in città, conosciuto da moltissime persone e da moltissimi politici del centrodestra milanese. E' uscito da tempo dal partito e ha fondato un movimento estremista - spiega La Russa accompagnato da Ronchi - Tutti quelli che hanno fatto politica a Milano nel centrodestra lo conoscono, dalla Moratti alla Gelmini, e possono avere una foto con lui. Voglio solo ricordare che quando è uscito da An lo ha fatto con una durissima polemica nei confronti del partito".

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Prodi, il ritorno al passato (sezione: Scuola)

( da "Giornale.it, Il" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

E così Romano Prodi ridiscende in campo. Non mi sorprende affatto, del resto l'avevo preventivato e scritto in altri post. Era solo questione di tempo. Pensare che il Prof si auto-pensionasse davvero non era nell'ordine delle cose (politiche) e nemmeno nel carattere dell'uomo. Farsi da parte? Proprio lui, il fondatore dell'Ulivo? Eppoi la scuola della vecchia Dc lascia il suo imprinting nel dna politico di chi ne ha praticato a lungo il rito. Ha solo aspettato che le cose andassero come dovevano andare (dal suo punto di vista), che il centrosinistra si sfasciasse sotto il peso delle sconfitte elettorali veltroniane. E ora torna a giocare il ruolo di "padre nobile", di grande "federatore". Comodamente seduto nel salotto tv buonista e caramelloso di Fabio Fazio, il Prof ha alzato l'indice della mano sinistra e ha affondato definitivamente il Pd così com'era stato concepito da Walter, il perdente di successo. E non l'ha fatto nemmeno troppo "pacatamente", evitando pure i "ma anche". Un assist prefetto per il buon Franceschini impegnato a de-veltronizzare il partito e a duettare con l'Udc di Casini. Fra ex della sinistra Dc si intendono, almeno loro. Altro che Pd come partito identitario e solitario. "Io ho sempre sostenuto che il Pd non deve andare da solo. Ritengo che sia compito della democrazia assorbire e portare nella cultura di governo anche le ali estreme. Se la legge permette ancora la frammentazione, allora serve una coalizione per vincere le elezioni e il Pd ne è il nucleo portante", ha detto tra l'altro Romano. Insomma, assieme alla tessera del Pd ("non c'è stata una nuova iscrizione, c'è stato un gran can can ma sono iscritto da sempre. Non arrivava la tessera stampata") Prodi redivivo lancia la nuova-vecchia parola d'ordine: "Bisogna coalizzarsi". Insomma, rifare l'Ulivo (o l'Unione se preferite) e possibilmente allargarlo. Verso il centro? Verso la sinistra? Da tutte e due le parti? Il Prof per ora si ferma, sul punto, ma un fatto è certo: è tornato, e non farà la comparsa. Due volte affondato dai suoi, pare che voglia riprovarci con un copione che in realtà non è affatto nuovo ma che prevede a mio parere una variante importante: saranno gli ex Dc a pesare di più nella Balena bianco-rossa assieme all'ala anti veltroniana del Pd. Restano da capire due cose: quale sarà il ruolo di Massimo D'Alema? E come verrà declinata l'allenza con Di Pietro e l'ala giustizialista-girotondina della sinistra? E voi cosa ne pensate del ritorno di Prodi, serve davvero al centrosinistra? "Prodi affonda il Pd per riusumare l'Ulivo" di Federico Novella Cossiga: "Romano era in agguato. Ora si prende la rivincita" di Roberto Scafuri Cacciari: "Con il rientro di Romano torniamo al vecchio Ulivo, meglio scioglierci" di Francesco Cramer Scritto in Varie Commenti ( 45 ) » (20 votes, average: 1.8 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 11Mar 09 Se il cemento è di sinistra Il governo prepara il piano casa e subito il segretario del Pd Dario Franceschini pronuncia il più ovvio dei no. Come dire: dove sta la notizia? Già, avesse detto sì, invece. Nulla di nuovo sul fronte dell'opposizione, parafrando Remarque. Eppure il rilancio dell'edilizia (privata e pubblica) è uno dei più classici volani dell'economia perché muove, tra l'altro, un indotto enorme: dall'industria all'artigianato al terziario ai servizi. Ma quello che mi ha colpito nella politica esplosa attorno al piano casa è il grido di dolore (politicamente iprocrita) che si è levato dagli pseudo-neo ambientalisti dela centro sinistra: così il governo cementifica l'Italia, è in arrivo un nuovo sacco del territorio, sarà speculazione selvaggia. Se non fosse vero non ci crederei. E bene fa Vittorio Sgarbi a denunciare gli architetti-Attila che hanno cementificato il Belpaese e ora protestano (leggi l'articolo). E bene fa chi ricorda il partito del cemento delle regioni rosse (qualcuno deve pur ricordarlo a Franceschini). La polemica sul cemento assomiglia a quella sugli euromissili ai tempi di Craxi e Berlinguer. Ricordate? Per la sinistra i missili dell'Urss erano "buoni", quelli degli americani "cattivi". Per il cemento è lo stesso: quello "rosso" è buono, buonissimo e fa bene all'ambiente e al paesaggio. Vallo a spiegare ad Alberto Asor Rosa parlando di vicende edilizie nella rossa Toscana, recenti e passate. Certo, l'ombra della speculazioni è sempre in agguato, per non parlare dell'abusivismo dei singoli. Piccolo aneddoto personale: "Signor x - chiedo a un residente di un comune amministrato dalla sinistra (ma poteva anche essere la destra) - ma perché ha rialzato abusivamente la casa nel centro storico, proprio a due passi dal comune?" Risposta: "Tanto siamo in campagna elettorale, nessuno interverrà.". Alle successive amministrative il signor x ha poi fatto qualche altro "lavoretto". Insomma, non ci sono solo gli eco-mostri, la materia è complicatissima e se ne sono viste di tutti i colori in giro per l'Italia. Ma pensare di snellire le pratiche burocratiche infinite, costose, defatiganti per aprire i cantiere, poter ampliare la casa d'abitazione, riqualificare periferie e zone industriali inasprendo le pene per gl iabusi e senza deroghe ai vincoli ambientali e paesaggisti non significa automaticamente voler cementificare il Belpaese. E le nuove tasse pure. Stavolta mi sembra che Francheschini e chi lo segue abbiano fatto un autogol. Del resto anche Dario, checchè ne dica D'Alema, veltroneggia guardando a Obama e riparte con le tasse, proprio così, tasse: una bella una tantum da prelevare dalle tasche dei "ricchi" per darla ai poveri, altro che capitalismo compassionevole, era l'idea di Rifondazione quando era al governo assieme a Prodi. Come se le tasse in Italia non fossero già alte anzi, altissime, soprattutto per chi ha la busta paga (anche da 120mila e più euro lordi all'anno). Bossi dice che se ne può discutere. Mah. Prodi ha perso una campagna elettorale proprio sul punto, Berlusconi l'ha vinta. Qualcosa vorrà pur dire. LEGGI: Piano casa del governo: ecco cosa prevede Scritto in Varie Commenti ( 47 ) » (6 votes, average: 3.67 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 03Mar 09 Balena rossa la trionferà? Il giorno dell'investitura bulgara di Dario Franceschini alla guida del Pd, dopo la ritirata pre-elettorale di Veltroni, sul sito avevo titolato "Un ex Dc alla guida degli ex Pci", oggi, sul "Giornale" Vittorio Macioce scrive un interessante articolo sulla svolta cattocomunista degli esponenti del nuovo Pd. E l'articolo mi fa tornare alla mente la Balena bianca che non c'è più, alla diaspora degli ex Dc ma soprattutto a quei cattolici democratici (i Dc di sinistra) che dopo aver affossato la Democrazia cristiana (ricordate Martinazzoli e la Bindi? la nascita del Ppi, partito puro e duro post tangentopoli?) si sono aggrappati come alla zattera della Medusa al Partito democratico del fu Veltroni. Fanno pensare alla trasformazione della specie: dalla Balena bianca alla Balena rossa. In fondo i cattocomunisti (come spesso vengono definiti) sognano proprio questo, sotto sotto ritengono di avere una idea della politica e della cultura politica del dialogo (soprattutto con gli ex Pci), superiore a quella degli alleati e tale comunque da poterli alla fine, condizionare e "guidare" all'approdo verso una sorta di catto-socialdemocrazia, in un partito e con un programma che possa includere pezzi della sinistra ora divenuta extraparlamentare, depotenziati e sconfitti, in cerca anche loro di un approdo sicuro. Balena rossa che potrebbe, con l'inclusione dell'Udc, tornare a navigare più sicura nell'oceano della Seconda Repubblica affiancata dal neo-collateralismo della Cgil (peccato alla guida della Cisl non ci sia più Pezzotta.). Pensiero in libertà, il mio, anche perché gli ex Pci-Pds-Ds a cominciare da Massimo D'Alema non saranno certo disposti a farsi ingoiare come Giona. Anche Franceschini del resto cerca di non farsi ingabbiare e ha annunciato: "Non mi ricandiderò al congresso di ottobre". Il mio è un "mandato a termine e di garanzia": cioè con due obbiettivi, quello di evitare l'ennesima catastrofe elettorale alle europee (ma anche alle amministrative) e quello di preparare il congresso. Nel frattempo Dario si tiene le mani libere, "non ho il problema di candidarmi.". Le grandi manovre sono due iniziate ufficialmente, nel centrosinistra, dove c'è (come fece Fanfani all'inizio degli anni Settanta) a contare amici e nemici. Dopo il voto "liberi tutti". Balena rossa la trionferà, dunque? Voi cosa ne dite? Scritto in Varie Commenti ( 82 ) » (19 votes, average: 3.79 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 24Feb 09 Il "vizietto" di Dario Anche Dario Franceschini ha fatto il suo giuramento, come quelli di Pontida, però a Ferrara, la sua città. E ha subito innalzato gli emblemi del suo pantheon: la Costituzione e l'antifascismo. Poi ha indicato il nemico, quello di sempre: Silvio Berlusconi, sempre e solo lui. "Vizietto" che non muore mai, a sinistra come fra i cattolici democratici. Niente di nuovo, si dirà, il vice di Veltroni eletto con una maggioranza bulgara all'improvvisato congresso del Pd a Roma (ho fatto avere un pò di voti a Parisi, altrimenti sai che figura.", avrebbe detto) da perfetto democristiano di scuola zaccagninana rinnova nella continuità anti berlusconiana. A Ferrara sembrava uno Scalfaro giovane, ma di "giovane" Dario ha poco: anche lui è un democristiano di lungo corso che ha sempre masticato pane e politica nella dc di sinistra. E si fa grande all'ombra del salvifico nemico Silvio. Antonio Polito, direttore del "Riformista" sostiene infatti che "è fermo agli anni Settanta". Già, è questo il "vizietto" di Dario che lo porta a parlare più alla nomenklatura che alla gente anche perché deve rimettere insieme i cocci del Pd, o meglio le sue anime divise quasi su tutto: ex Ds ed ex Margherita, ulivisti delusi, binettiani teodem e radicali, veltroniani in cerca di rivincite, dalemiani sempre più aggressivi con Rutelli perso alla ricerca della "terza via". Dialettica interna si dice, su temi come la bioetica o la sicurezza, ad esempio. Impresa difficile a ridosso di elezioni europee ed amministrative. Poi c'è la questione delle alleanze: la sirena dellUdc da un lato, il rapporto con Di Pietro (l'unico ad aver gradito davvero l'elezione di Franceschini). Quello che il Time ha definito (chissà perché poi?) "l'Obama italiano", quel Matteo Renzi presidente della Provincia di Firenze, volto nuovo della Margherita, che ha sbancato alle primarie del Pd a Firenze, è stato impietoso e l'ha definito "vicedisastro". Riuscirà dunque il "vicedisastro" a risollevare le sorti del "superdisastro" chiamato Pd? E basterà il collante ormai vecchio ed elettoralmente perdente dell'antiberlusconismo di maniera? I primi sondaggi dicono di no. Staremo a vedere se davvero sarà l'ex dc a tracciare la rotta del Titanic piddino. Intanto D'Alema si è detto pronto a collaborare ("organizziamo il partito, torniamo a parlare alla gente, occupiamoci dei problemi reali del Paese, lavoriamo alle riforme condivise.") e anche Cofferati si è fatto avanti. "Se Dario mi chiama") soccorso rosso anti veltroniano in movimento e sicuramente non disinteressato, pensando al dopo elezioni. Quando si faranno i giochi veri. Difficile che gli ex ds vogliano davvero morire democristiani. Facile pensare che se Dario non si libererà del "vizietto" farà poca strada. E intanto non resta che tentare di rispolverare l'Unione e magari il sepolcro imbiancato del silente Prodi. COSA NE PENSATE? Ma D'Alema cosa sta tramando? di Peppino Caldarola Non basterà il "ragazzo alibi" a fermare la scissione nel Pd/di Paolo Guzzanti Povero Pd non gli resta che Pecoraro Scanio/di Massimo de' Manzoni Scritto in Varie Commenti ( 102 ) » (26 votes, average: 3.62 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 17Feb 09 Walter, un perdente perfetto Come via crucis è proprio dolorosa: elezioni regionali in Friuli, Sicilia e Abruzzo, comune di Roma, le elezioni politiche, regionali in Sardegna. A mettere il fila le sconfitte infilate una dopo l'altra da Walter Veltroni vengono i brividi (politici ma anche umani). Nessuno era riuscito a ottenerne così tante in così poco tempo. Sembra la sceneggiatura di un film: il perdente perfetto al comando del Pd. O di quel che resta di un partito e di sogno politico rimasto tale, ovviamente al di là delle intenzioni (e dei meriti che pure ha) di Walter. Che si dimette, lascia la carica di segretario davanti direttivo del partito che l'ha messo sotto processo e che era pronto a tenerlo in sella ma commissariandolo. Lascia nel momento peggiore: caduta di consenso, scarso appeal, fuga dei militanti ed elezioni europee e amministrative alle porte. Il Pd è allo sbando mentre Di Pietro insiste: l'unica vera opposizione sono io. Epilogo dell'ennesima tragedia della sinistra italiana e delle sue divisioni senza fine. D'Alema (che ha lanciato Bersani nella corsa alla segreteria) ha intuito da tempo quale sarebbe stato (e quale dirompente portata avrebbe avuto) il capolavoro di Silvio Berlusconi in Sardegna. Replica del blitz in Molise ma nobilitata da un avversario indubbiamente di spessore come l'ex governatore e editore dell'Unità, Renato Soru. D'Alema da tempo predica ai quattro venti che il Veltroni-pensiero è inadeguato, che nel Pd non c'è "amalgama" che il centro-sinistra dovrebbe esssere un centro-sinistra-sinistra (con l'inclusione organica di pezzi di ex rifondaroli e quant'altri disposti ad allearsi organicamente con il Pd dopo la diaspora causata dallo tsunami delle politiche). D'Alema sapeva che Silvio avrebbe tirato dritto, che l'azzardo delle dimissioni di Soru avrebbe portato a una diaspora sarda nella sinistra. E ha avvertito a lungo inascoltato che l'Italia dei Valori giustizialisti di Di Pietro avrebbe pescato a strascico nell'elettorato piddino. Tra lui e Walter si è consumato un scontro duro, a volte sotterraneo a volte alla luce del sole, scandito da armistizi di facciata. Una vera guerra di logoramento (da premier toccò a Massimo subirla quando su lasciato solo a battersi in una campagna elettorale persa malamente.). L'ultimo episodio il duetto tra D'Alema e Bertinotti, con "baffino" che dice: "Non siamo autosufficienti.". Sardegna ultimo passaggio per Veltroni, dunque. Caporetto del segretario ma anche del Pd. Ricordate la campagna elettorale? Ugo Cappellacci è stato marchiato a fuoco dagli avversari (suoi ma soprattutto di Berlusconi, il "colonialista"). "Ugo chi?. "Signor nessuno.", "Spalla perfetta.", hanno cercato di far passare Cappellacci addiritura come un non sardo, lui che è anche amministratore pubblico a Cagliari. Messaggio da veicolare, questo, non tanto in Sardegna quanto nel Continente per far vedere che Berlusconi appoggiava un "governatore fantoccio". I sardi ovviamente non hanno abboccato. E Soru, con stile, ha ammesso che quel voto va rispettato perché è il voto dei sardi ed è soprattutto un voto democratico. Parole che mi sono piaciute, queste di Renato Soru: aveva un suo progetto, ha provato ad attuarlo e sono stati proprio i suoi alleati a metterlo in difficoltà. L'ennesima guerra nella sinistra che mangia i propri figli. L'effetto Soru combinato all'effetto Margherita, che ha visto trionfare alle primarie del Pd di Firenze Matteo Renzi (34 anni) opposto soprattutto a Lapo Pistelli, indicato proprio dal segretario del Pd, è stato fatale a Veltroni che sembrava deciso a resistere magari anticipando il congresso per blindare la sua poltrona e quella del gruppo dirigente, arroccato nell'ultima ridotta prima delle elezioni europee. E forse la mossa delle dimissioni potrebbe essere utile a forzare la mano per convocare il congresso anticipato per fare la conta di amici e nemici. Così Walter, un perdente lasciato solo al comando dai suoi avversari interni, si è smarcato lasciando in mano ad altri il cerino acceso. E per il Pd è un salto nel buio. Ha fatto bene Veltroni a dimettersi? Il progetto del Pd riformista potrà andare avanti lo stesso? Chi è secondo voi l'uomo più adatto a guidare il Pd dopo Veltroni? Enrico Letta ad esempio, dice sì all'Udc: sarà Casini il nuovo Prodi del Pd in versione ulivista rivista e corretta? Dite la vostra Leggi: Lettera aperta di Paolo Guzzanti a Walter Scritto in Varie Commenti ( 238 ) » (58 votes, average: 3.6 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09Feb 09 Passante di Mestre, yes we can. L'inaugurazione del Passante di Mestre, una grande opera inserita da Silvio Berlusconi fra le priorità delle infrastrutture necessarie a rilanciare l'Italia è una realtà: 32 chilometri e mezzo, costati meno di un miliardo di euro, realizzati in meno di quattro anni. Era prima dell'ultimo ultimo governo Prodi, ricordate? Quante polemiche sulle grandi opere berlusconiane, sulla legge-obbiettivo, quanti attacchi feroci dale centrosinistra e dalla sinistra, dai verdi e dai comitati. L'Italietta del no era insorta compatta contro i cantieri, contro il piano delle Grandi opere. Inutile rivangare. Già, perché il Passante di Mestre è una realtà, serviva al Veneto e tutto il Nord Est ed è stato fatto. Quel taglio del nastro di ieri con il premier Berlusconi e il governatore del Veneto Galan sorridenti, le strette di mano alle maestranze col caschetto giallo non sono uno slogan. "L'Italia del fare" non dovrebbe essere considerato uno slogan (come fa la sinistra) ma una realtà per un Paese che investe nel futuro e nella sua modernizzazione. Per un paese che ha necessità di puntare sulle infrastrutture a servizio delle imprese, del lavoro, della competitività, dei cittadini. E che cerca di farlo fra mille ostacoli politici, burocratici, finanziari e dopo anni di ritardi che sembrano incolmabili rispetto al resto d'Europa. Fa bene Berlusconi a insistere. Stato, Regioni, enti locali in Veneto hanno dimostrato che esiste un altro modo di declinare il veltroniano "yes we can". Quattro anni fa ero a Roma e dopo la firma dell'intesa per il Passante fra governo e regione, Galan mi prese a braccetto e mi disse: "Guarda Alberto che il Passante è indispensabile e si farà. Non si ripeterà la storia dei cantieri che aprono e non chiudono mai. I soldi ci sono e quella "strada" la faremo". Certo, la strada da percorrere è ancora lunga e difficile : c'è da completare la Tav, da finire la Salerno-Reggio Calabria, il Mose, le metropolitane per Roma e Milano e quant'altro indicato nel piano delle "Centro grandi opere". Ci sono 16,6 miliardi stanziati dal Cipe e ne servono ancora più di 100 per raggiungere i 125 necessari a realizzare il piano, soldi che il premier si è impegnato a reperire nei prossimi anni. Il Passante è un esempio che si può fare: indica un metodo, un percorso. Il Ponte sullo Stretto di Messina è il simbolo più eclatante del piano e quello più osteggiato. Mi domando: ma perché quando ad esempio il Giappone o la Danimarca costruiscono mega-ponti sono un esempio positivo, fanno notizia in tutto il mondo e se lo fa l'Italia no? Resta un mistero o forse no, se si legge questa storia in chiave squisitamente "politica". Scritto in Varie Commenti ( 71 ) » (32 votes, average: 4.22 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 29Jan 09 Di Pietro tribuno senza popolo Antonio Di Pietro è stato iscritto nel registro degli indagati della procura di Roma per offesa all'onore e al prestigio del capo dello Stato. L'iscrizione è un atto dovuto dopo la denuncia presentata dal presidente dell'Unione delle Camere Penali Oreste Dominioni e del vicepresidente Renato Borzone e fa riferimento alla manifestazione tenuta dal leader dell'Idv in piazza Farnese, a Roma, durante la quale fu esposto uno striscione che faceva riferimento a una presunta non terzietà di Napolitano. (Ansa, 3 febbraio). Aggiornamento *NAPOLITANO/ PM ROMA CHIEDE ARCHIVIAZIONE INDAGINE SU DI PIETRO «Nessuna offesa all'onore e al prestigio del Capo dello Stato» Roma, 13 feb. (Apcom) - La Procura di Roma ha chiesto l'archiviazione dell'indagine a carico di Antonio Di Pietro, per offesa all'onore e al prestigio del capo dello Stato, in relazione all'intervento del leader dell'Italia dei valori del 28 gennaio scorso. Secondo il pm Giancarlo Amato da una «lettura attenta» del complessivo discorso di Di Pietro, va escluso che il riferimento al «silenzio mafioso» abbiano avuto quale destinatario non il presidente della Repubblica ma lo stesso oratore. «Quanto alle espressioni che certamente sono state rivolte al residente Napolitano, dovendosi esse inquadrare nell'esercizio del diritto di critica che è consentito anche neiconfronti delle più alte cariche dello Stato se espresso in forme continenti (qui senz'altro ravvisabili), nessuna offesaall'onore ovverso al prestigio del capo dello Stato potrebbe essere ipotizzata». Così si afferma il pm Amato nellarichiesta di archiviazione dell'indagine a carico di Di Pietro. Secondo l'autorità inquirente è imposssibile «configurare la fattispecie prevista dall'articolo 278 del codice penale e la conseguente decisione di non richiedere l'appositaautorizzazione prevista» al ministro della giustizia. Tutta la questione è - secondo gli inquirenti - un «malinteso», che è «verosimilmente insorto per il richiamo al rispettò ed al 'silenzio' che figura in entrambe le autonome parti dell'intervento dell'onorevole Di Pietro, da prima rivolto al presidente della Repubblica, l'oratore ha detto 'ci possiamo permettere di non essere d'accordo con alcuni suoi silenzi. ma lo rispettiamo, abbiamo il senso delle istituzioni. 'mentre in seguito - prosegue il magistrato ormai non più riferendosi al capo dello Stato, si è usata l'espressione 'lo possiamo dire o no? Rispettosamente,ma il rispetto è una cosa, il silenzio è un'altra: il silenzio uccide, il silenzio è mafioso, il silenzio è un comportamento mafioso. Ecco perché non vogliamo rimanere in silenzio». La vicenda Di Pietro 1. È il sequestro in piazza di un manifesto che riportava una scritta critica nei confronti del presidente della Repubblica («Napolitano dorme, l'Italia insorge») a scatenare Antonio Di Pietro a piazza Farnese. Vogliono farci lo scherzetto di piazza Navona ma in una piazza civile c'è tutto il diritto a manifestare?», si chiede protestando per il sequestro del manifesto. In una piazza «può essere accolto chi non è d'accordo con alcuni silenzi» del Capo dello Stato), prosegue. Poi aggiunge: «A lei che dovrebbe essere arbitro possiamo dire che a volte il suo giudizio è poco da arbitro e da terzo». Di Pietro afferma poi che questa critica è «fatta del tutto rispettosamente». Quindi conclude: «Il silenzio uccide, il silenzio è un comportamento mafioso per questo io voglio dire quello che penso». (Ansa) Di Pietro 2. «Mi amareggia molto - dice in una nota il leader dell'Italia dei Valori - per l'oggettiva disinformazione che contiene e perché mi mette in bocca ciò che non ho detto, il comunicato del residente della Repubblica in merito al mio intervento di questa mattina. Ho detto e ribadisco che, a mio avviso, è stato ingiusto e ingiustificato non avere permesso ad alcuni manifestanti i tenere esposto uno striscione non offensivo, ma di critica politica». «In democrazia - prosegue Di Pietro - deve essere permesso a tutti di avanzare critiche e dissensi. Non ho mai detto che a far togliere lo striscione fosse stata la Presidenza della Repubblica, e non ho mai offeso, né inteso offendere, il Capo dello Stato quando ho ricordato pubblicamente che il silenzio uccide come la mafia, giacché non a lui che mi riferivo, ma a chi vuole mettere la museruola ai magistrati che indagano sui potenti di Stato». (Apcom) Il Tonino-pensiero è arrivato (forse) alle estreme conseguenze dell'invettiva politica con la frase e il giudizio sul Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano (guarda il video). Dal palco, l'autonominatosi tribuno del popolo lancia il suo atto d'accusa più grave colpendo la più alta istituzione dell'Italia repubblicana. quella parola, "mafioso", rimbalza e rotola in quella piazza che oceanica non è perché Tonino sta perdendo per strada il suo popolo (dopotutto una questione morale come si è visto esisste anche per lui, il Grande Moralizzatore). Rimbalza fra lo stupore di chi l'ascolta, arriva fino al Colle ma poi ridiscende (accusa rispedita seccamente e duramente al mittente da Napolitano) verso la piazza, rimbalza ancora ed esplode come una bomba impazzita sul palco da dove è partita. In mano a Di Pietro. Che poi fa una goffa, lunare retromarcia, vorrebbe metterci una pezza "ma è peggio del buco" come scrive Antonio Polito sul Riformista. Di Pietro-Grillo-Travaglio, le madonne addolorate del giustizialismo italiano, del neo-qualunquismo politico in versione aggiornata erano insieme, in quella piazza. giusto così. Gli italiani li hanno visti all'opera, a ciascuno la sua parte nella sceneggiata sul palco di piazza Farnese, Roma, Italia. Il pubblico giudichi. Inutile stavolta spendere troppe parole su Di Pietro e i suoi amici. Una parola invece la vorrei spendere sul Partito Democratico e sul Walter Veltroni: ha già detto per due volte di aver rotto con Di Pietro, poi è andato avanti tutto come prima. Romperà allo stesso modo per la terza volta? O il centrosinistra riformista (ma lo è davvero?) dovrà aspettare che all'alba il gallo canti ancora? Walter avrà finalmente capito, come hanno già capito molti esponenti democratici, che si è avvinto in un abbraccio mortale? Già, perché Di Pietro e i neo-girotondini aspettano le elezioni europee, continuando ad alzare il tiro per prendere i voti proprio al Pd e ai cespugli della sinistra. I conti li faranno dopo. I COSTITUZIONALISTI: "IPOTIZZABILE IL REATO DI VILIPENDIO" - Leggi Il demagogo in trappola di Mario Giordano Tonino, messia al tramonto tra scandali e parole a vuoto di Filippo Facci Il gioco di Tonino è durato poco. L'antipolitica l'ha già scaricato di Paolo Granzotto E TONINO NON RISPONDE A QUESTE DOMANDE SU NAPOLI Scritto in Varie Commenti ( 154 ) » (46 votes, average: 3.54 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 21Jan 09 Vendola: "Rifondazione addio" Nichi Vendola lascia Rifondazione comunista. L'ex partito di Bertinotti perde pezzi (importanti). In un'intervista al Tg3, il governatore della Puglia annuncia: sabato a Chianciano, "chiuderemo una stagione politica e faremo i conti con la crisi travolgente della politica". La decisione di Vendola, per ora, resta individuale: "Io parlo per me, non voglio una leve militare, non chiedo un reclutamento. Ognuno deve fare i conti con la propria coscienza". Poche parole che sanciscono l'inizio della spaccatura già alle viste subito dopo la vittoria di Ferrero e la conquista delle segreteria. Vendola era - o sembrava - il candidato su cui scommettere, l'uomo che Bertinotti avrebbe voluto alla guida del partito e invece. Dopo il ribaltone e la vicenda del quotidiano del partito, "Liberazione", l'addio era inevitabile. Quanti vendoliani seguiranno Nichi, e quale sarà il loro approdo? Forse la riedizione rivista, corretta e allargata dell'Ulivo post veltroniano? Scritto in Varie Commenti ( 40 ) » (11 votes, average: 3.55 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 13Jan 09 D'Alema, preavviso di sfratto a Veltroni Tanto tuonò che Massimo D'Alema (ri)uscì allo scoperto contro l'eterno avversario interno: Walter Veltroni. Con un preavviso di sfratto (dopo le elezioni amministrative e quelle europee?). Il partito democratico ormai è allo sbando (ma questa non è una notizia, ormai), logorato e indebolito prima spaccato poi dalle guerre per bande intestine e dalle "diversità" fra ex Ds ex prodian-uliviti ed ex della Margherita. Infine infilzato sul tema sensibilissimo della questione morale e della "diversità" rispetto al centrodestra e a Silvio Berlusconi. A Nord si pensa a un centro-sinistra autonomo e federato e il partito dei sindaci è in rivolta mentre i "cacicchi" portatori di voti a livello locale annusano l'aria pronti al salto della quaglia per appoggiare chi vincerà il braccio di ferro (sperando che non restino solo macerie.). E incombe lo spettro del tirono all'Ulivo prodiano, rivisto e corretto. Così Massimo D'Alema è tornato all'attacco di Veltroni con un accusa politica pesante: "Il Pd non è governato". "Anzichè demonizzare i miei convegni ci si doveva occupare di governare il partito". Massimo, intervistato da Red tv, definisce "amareggianti" le polemiche interne di questi mesi al Pd, sottolinea che c'è "confusione, mancanza di responsabilità in diversi", e a proposito della tregua fino alle europee invocata da Walter dice: "Io sono unilateralmente impegnato in questo da tempo". Ma il presidente di Italianieuropei sembra ritenere soprattutto ingiusto il clima di astio riservato, a suo giudizio, alle ue iniziative degli ultimi mesi: "È stato sbagliato, anzichè affrontare i problemi del partito, alimentare una campagna per cui il Pd si trovava in una situazione splendida tranne D'Alema, non capendo che le iniziative che abbiamo presoerano un contribuito per il partito che dovevano essere apprezzate e non demonizzate". Quindi il messaggio: "Oggi è giusto chiamare a raccolta le maggiori personalità del partito per vedere cosa si può fare per rilanciarlo". "Spero che il processo fondativo trovi un momento di rilancio con la conferenza programmatica. Io resto pronto, non ho ricevuto chiamate, sono disponibile". Già, nessuna chiamata per Massimo. La farà Veltroni, o si sente davvero così forte da non farla? E D'Alema è davvero l'uomo giyusto per rilanciare il Pd, magari di nuovo aperto alla sinistra frammentata e distrutta (con i verdi) dalle ultime elezioni che l'hanno messa fuori dal parlamento? E come riuscirà, Walter, a tenere unite le anime sparse, perse e divise del Pd che ormai pare solo un simulacro di partito? Perché mentre lo scontro si consuma fra gli ex Ds, il centro del partito potrebbe sfaldarsi clamorosamente. Rutelli, Letta, Parisi e gli ulivisti: chi lascerà per primo? Chi dirà addio senza rimpianti per un fallimento annunciato già il giorno dopo la sconfitta di Prodi? Pierferdinando Casini ha di nuovo battuto un colpo verso Rutelli e Letta (lanciato da Cesa, segretario dell'Udc): mettiamoci assieme. nel segno delle "alleanze di nuovo conio" evocate proprio da Rutelli. Insomma, lavori in corso per quello che Dellai, presidente della provincia di Trento, inventore della Margherita, chiama già Centro Riformatore. Leggi l'articolo "Il big bang della sinistra fa risorgere l'Unione di Prodi" di Roberto Scafuri Scritto in Varie Commenti ( 50 ) » (20 votes, average: 3.5 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 08Jan 09 Neve, ma Milano non è Marsiglia. nè Madrid. E nemmeno Londra (per fortuna) (AGI/AFP) - Marsiglia, 8 gen. - Marsiglia è stretta nella morsa della neve. La città portuale del sud della Francia è praticamente paralizzata: 10mila abitazioni sono senza elettricità, i trasporti su terra e binari sono fermi, scuole, asili e università sono chiusi. Sulla Bocca del Rodano sono caduti dai 20 ai 40 centimetri di neve e sei autostrade intorno alla seconda città del Paese sono chiuse. Circa tremila automobilisti sono rimasti intrappolati ieri sulle autostrade e un migliaio in città; 2.600 persone sono state costrette a trovarsi un rifugio di fortuna per la notte: un migliaio si è riparata nei terminal dell'aeroporto e 200 in alcuni treni riscaldati messi a disposizione dalle ferrovie nella stazione centrale. Disagi anche in altre città della Francia, come Tolosa, dove è stato chiuso l'aeroporto. (nella prima foto a sinistra un'immagine di Marsiglia) Stavolta cari amici, piaccia o non piaccia, vado controcorrente parlando di neve. Già, perché a leggere questa agenzia di stampa che descrive una bella nevicata praticamente in contemporanea con quella di Milano (e più o meno con la stessa quantità di neve caduta) mi sono detto: "Chissà se fosse successo a Milano.". Già, perché poteva succedere ma non è successo. Milano non è Marsiglia, per fortuna". Caos, paralisi, proteste, la sinistra contro la Moratti e Palazzo Marino, segnalazioni e proteste sui blog, polemiche su scuole aperte o chiuse (pessima la figura dell'assessore all'Istruzione della Provincia che ha annunciato ben due giorni di chiusra delle superiori, per poi essere smentito dal sindaco almeno per quel che riguardava la città). E poi il sale che mancava con i camion in (lenta) marcia su Milano causa neve. Certo, problemi e criticità, disagi e disservizi mezzi in ritardo ci sono stati fra scambi di tram gelati e spalatori che mancavano (si possono solo pescare da apposite liste interinali e se sono meno quel che serve ciccia.) problemi insomma tipici delle emergenze. Ovvio che in questi casi la sinistra insorga come da copione eccettera eccetera. Ma parlare di disastro mi sembra troppo per una città orgogliosa come Milano che però da un po' di tempo mostra un preoccupante propensione al lamento.). Scusate, ma io ho vissuto la Grande Nevicata del 1985 e per andare a lavorare al Giornale mi feci a piedi andata e ritorno il tragitto piazza Piola - piazza Cordusio). E ricordo pochi anni fa (giunta Albertini, vicesindaco De Corato) un'altra nevicata che provocò disagi (soprattutto per le interruzioni delle linee aeree dei tram a causa dei rami di alberi spezzati che cadevano sui fili).. Più o meno le stesse polemiche di oggi, disagi anche allora, proteste per il traffico a rilento e i marciapiedi non puliti (in gran parte come oggi perché troppi condomini non lo facevano in barba all'obbligo). Ricorso una ricognizione notturna di De Corato lungo le linee dei tram. Eppure nevicò molto meno. Qualcuno poi si è stupito per il fatto che sono arrivati 750 volontari dal Friuli: meno male che sono venuti, ce n'era bisogno. Mi chiedo infatti dov'erano i volontari milanesi. Meglio lamentarsi che spalare? Tanto che il sindaco ha chiesto al ministro La Russa e ottenuto, soldati per spalare la neve: sono già al lavoro (tutto il quattro ore) e dovrebbero essere circa 600, all'opera, ha spiegato il vicesindaco De Corato. Poi la polemica sull'Ecopass: meglio "auto libera". di intralciare e aumentare i disagi, chiedere a chi senza gomme da neve si è messo di traverso magari bloccando spazzaneve o autobus. Sbagliato allora l'appello a usare i mezzi pubblici fatto dal sindaco? E gli aeroporti chiusi (e riaperti in anticipo rispetto a quanto era stato indicato?) . A Parigi, alla vigilia di Befana c'è stato lo stesso problemino con bivacchi negli aeroporti: strano ci sono maxi-nevicate anche in Francia.Poi se si risolve tutto è merito. della pioggia. L'importante è il "mugugno", come lo chiamano a Genova. e se qualche problema viene risolto di chi è il merito? Ma della pioggia, naturalmente. La pianto qui e ripeto, a scanso di equivoci: disagi e disservizi ci sono stati ma Milano non è Marsiglia (per fortuna). E faccio un piccolo aggiornamento, non è nemmeno Madrid. SPAGNA/ MADRID PARALIZZATA DALLA NEVE, AEROPORTO CHIUSO La circolazione bloccata anche nell eautostrade Roma, 9 gen. (Apcom) - Una nevicata straordinaria ha colpito Madrid e adesso la capitale spagnola è completamente paralizzata dalla neve. Mentre l'aeroporto internazionale di Barajas è stato chiuso e nessun volo arriva o parte anche le principali autostrade che portano in città sono praticamente bloccate, con incolonamenti, code e decine di incidenti. Il portavoce della direzione generale al traffico della regione ha sottolineato che la «circolazione è molto difficile in utto il centro della Spagna» e ha invitato la popolazione a «evitare di spostarsi in automobile». Il governo della regione di Madrid, in considerazione dell'eccezionalità della precipitazione (la più intensa che la storia ricordi, sottolinea El Mundo) ha organizzato un «gabinetto di crisi» per coordinare gli interventi necessari. Sul fronte previsioni, tutto lascia pensare che la situazione critica dovrebbe protrarsi almeno sino a domani. AGGIORNAMENTO DEL 2 FEBBRAIO 2009 (SENZA COMMENTO) *MALTEMPO/ LONDRA NEL CAOS PER TEMPESTA DI NEVE Bloccato Heathrow, sospeso servizio bus Londra, 2 feb. (Ap) - Aeroporti bloccati e trasporto pubblico nel caos a Londra dopo la tempesta che ha lasciato la capitale britannica sotto 10 centimetri di neve. le due piste dell'aeroporto di Heathrow sono state chiuse e oltre 250 voli cancellati, dopo che un apparecchio della Cyprus Airlines è uscito dalla pista di rullaggio senza che vi fossero danni o feriti; sospesi i voli anche al London City Airport mentre pesanti ritardi si sono registrati negli scali di Gatwick e Stanstead. In città è stato sospeso il servizio di autobus mentre ritardi e sospensioni interessano invece metropolitana e treni regionali, dopo che in alcuni punti del sudest dell'Inghilterra sono caduti 25 centimetri di neve. Scritto in Varie Commenti ( 21 ) » (12 votes, average: 3.08 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (65) Ultime discussioni Alberto Taliani: Caro Fulvio, ma ha letto bene? Mai scritta quella frase nel post, forse è lei che dovrebbe (e me lo... Ely: Sig. Mandara! non so se lei ha seguito ierisera porta a porta, c'era un interessantissimo dibattito... Alberto: Prodi mi fa orrore, la sinistra che nell'anno 2009 usa ancora bandiere rosse, falce e martello anche.... Fulvio: Prodi, il ritorno al passato il Giornale - Milano,Italy E' proprio vero che le disgrazie non arrivano mai... Ely: per maccios! primo dipende da che biografia e' da leggere e poi vorrei ricordarle che mussolini era... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Il rito delle "okkupazioni" e quel che il Pd non dice - 5 Emails Passante di Mestre, yes we can... - 4 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails Walter, un perdente perfetto - 3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2 Emails Girotondo attorno a Walter - 2 Emails La guerra (in)civile degli psico-comici della politica - 2 Emails La Gelmini e il bel mondo di concorsopoli - 2 Emails Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". 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Scuola/ Gilda: sciopero inevitabile, Gelmini un 'muro di (sezione: Scuola)

( da "Virgilio Notizie" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Roma, 17 mar. (Apcom) - Secono il leader della Gilda degli insegnanti, il sindacato che assieme alla Flc-Cgil ha indetto lo sciopero della scuola in programma domani a livello nazionale, l'astensione dal lavoro era necessaria per porre freno "ai tagli indiscriminati agli organici e al progressivo impoverimento del sistema dell'istruzione italiano". Il sindacalista, che nei giorni scorsi ha cercato di unire nella protesta di domani, ma senza esito positivo, anche gli altri sindacati, ha detto di aver "invitato più volte il ministro Gelmini a costruire un confronto chiaro e costruttivo, ma da parte sua - ha sottolineato Di Meglio - non c'è mai stata una reale disponibilità ad ascoltare e recepire le richieste". "Di fronte - ha continuato il coordinatore della Gilda - a questo 'muro di gomma', non possiamo che ricorrere allo sciopero per difendere la scuola pubblica statale e i troppi docenti che, a causa dei tagli selvaggi stabiliti dal Governo, rischiano di perdere il lavoro".

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Il governo contro la scuola ovvero "la guerra continua" (sezione: Scuola)

( da "EUROPA ON-LINE" del 17-03-2009)

Argomenti: Scuola

Il governo contro la scuola ovvero ?la guerra continua? FEDERICO ORLANDO RISPONDE Cara Europa, quando si è con l?acqua alla gola, non solo in mare ma anche in politica si gridano anche frasi sconnesse. Ma che interesse ha la signora o signorina Gelmini, ministro della scuola per meriti di genere, a prendersela ora con i presidi, definendoli «bugiardi»? Bugiardi perché, sulla cosiddetta riforma della scuola, farebbero «controinformazione politica»? Si può sparare a zero su intere categorie di cittadini, pubblici dipendenti fannulloni, insegnanti lavativi, presidi agit-prop? Nell?edizione napoletana di Repubblica vedo l?articolo, che vi accludo, del professor Ernesto Paolozzi sullo stato della scuola qual è. Se lo ritenete utile, fatene circolare il contenuto. ROBERTO FILACCHIONE, NAPOLI Caro Filacchione, l?onorevole Gelmini, di cui ho recentemente e insolitamente condiviso e lodato un?iniziativa, quella sul voto in condotta, è stata definita dal premier a Cernobbio «determinatissima»: e dunque deve dimostrare con le parole (se no, come?) di meritare il riconoscimento del padrone. Bacchetta i presidi perché «remano contro il governo», forse non legge sui giornali le ragioni di quel preside campano che, costretto a ristrettezze inconcepibili in un servizio pubblico, si rifiuta di firmare il bilancio del suo istituto; o di quegli amministratori Pd, leghisti e perfino Pdl di tutta Italia che denunciano d?avere le casse comunali e provinciali piene di euro e ma di non poterli spendere ? causa patto di stabilità ? per scuole cadenti, strade sconvolte, torme di randagi da catturare, forniture da pagare. E dà l?insufficienza al Pd, che «cavalca una protesta creata ad arte». Vedremo oggi, con lo sciopero della scuola proclamato da Cgil e Gilda, a chi andrà l?insufficienza. Vedremo se hanno torto Franceschini a denunciare la prossima chiusura delle scuole dei piccoli comuni; e Fioroni a spiegare che «con scuole senza fondi e tagli al personale, la chiusura delle scuole dei piccoli comuni è un dato inevitabile. Basta che il ministro legga le cronache locali dei giornali». La ringrazio dunque di averci mandato proprio una cronaca locale, peraltro di una metropoli. Scrive il professor Paolozzi, docente di filosofia morale all?università di Napoli: «Credo che i genitori non sappiano e quindi non si rendano conto di cosa sta per accadere nelle scuole medie inferiori napoletane». E glie lo fa sapere lui, ricordando che nelle medie ogni sezione ha due docenti di lettere, uno con orario pieno (18 ore settimanali) l?altro con orario ridotto (15 ore, donde i ?quindicisti?). Con la riduzione delle ore di italiano e geografia, l?istituto dovrà eliminare un quindicista ogni due sezioni. Costoro, in quanto precari, perderanno il posto, pur essendo diventati quarantenni e con famiglia in attesa di contratto definitivo. Insieme a loro, molti docenti di ruolo, anche ultracinquantenni di lunga esperienza, si troveranno senza classi e saranno sballottolati dove il caso vorrà. Affari loro, dirà la solita plebe di piazza Venezia, e invece sono affari di padri e madri, perché saranno i loro figli a risentire gli effetti dello tsunami. Può darsi che docenti così maltrattati finiscano col fare finalmente contento Brunetta, che li vuole puntuali ai tornelli, con le carte in ordine e con l?influenza controllata dai medici fiscali, pagati dall?istituto squattrinato; ma perderanno la passione e l?intelligenza. Così, grazie alla trimurti Tremonti-Brunetta-Gelmini, le scuole stanno facendo appelli a famiglie e docenti per comprare carta genica e gessetti (altro che computer). E se l?Onda che fu momentaneamente degli studenti venisse cavalcata dai genitori? Già oggi potremmo averne un annunzio. Il professor Paolozzi auspica che il Pd, che «ha ritrovato nuovo slancio e nuova capacità organizzativa», svolga nelle scuole e nella società quella «funzione informativa», perfino militante, che è il cuore della democrazia. Anche a costo di costringere la ministra ad asciugarsi qualche lacrimuccia col grembiulino.

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