ARCHIVIO GENERALE
DEL DOSSIER “SCUOLA”
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DOSSIER “SCUOLA”
TUTTI I
DOSSIER
ARTICOLI DAL 14 AL 16
GENNAIO 2008
Compagni di
scuola privata ( da "Panorama" del 14-01-2008)
Creato il Manifesto nazionale sulla qualità nel turismo ( da "Travel Trade Italia.com" del
14-01-2008)
Creato il Manifesto nazionale sulla qualità nel turismo ( da "TTG Italia" del
14-01-2008)
Frida
Nacinovich ( da "Liberazione" del 15-01-2008)
Nuovi blocchi stradali nel Napoletano L'Ue: "Un disastro,
rischiate sanzioni"
( da "Repubblica.it"
del 16-01-2008)
Prodi: <Grande rammarico>. Napolitano scrive una lettera al
Santo Padre ( da "Corriere.it" del 16-01-2008)
Giornata della memoria: Fioroni alla Risiera ( da "Piccolo di Trieste, Il" del
16-01-2008)
La Uil: la legge sul friulano è incostituzionale
( da "Piccolo di Trieste, Il"
del 16-01-2008)
Dubbi e perplessità fra gli studenti
( da "Piccolo di Trieste, Il"
del 16-01-2008)
Più collaborazione tra scuole e atenei per una scelta
mirata ( da "Piccolo di Trieste, Il" del
16-01-2008)
I test per
l'Università: da quest'anno contano anche i punti del liceo
( da "Piccolo di Trieste, Il"
del 16-01-2008)
Rifiuti:
ancora proteste e scuole chiuse. La Cdl incalza
( da "Giornale di Brescia"
del 16-01-2008)
La Ue: un disastro, rischiate sanzioni
( da "Provincia di Cremona, La"
del 16-01-2008)
L'opinione Una scuola in declino
( da "Libertà"
del 16-01-2008)
Via manara,
nomade arrestato aveva i documenti di cappuzzo
( da "Mattino di Padova, Il"
del 16-01-2008)
Giornata della memoria: fioroni il 25 a san sabba ( da "Messaggero Veneto, Il" del
16-01-2008)
Uil contro il friulano: appello al governo ( da "Messaggero Veneto, Il" del
16-01-2008)
Debiti,
crediti: la scuola insegni che ha risultati solo chi si impegna
- sergio torcinovich * ( da "Nuova Venezia, La" del
16-01-2008)
Materne,
niente iscrizioni online - teresa monestiroli
( da "Repubblica, La"
del 16-01-2008)
Al via i corsi di recupero all'ipsia giorgi e al pertini - nadia
davini ( da "Tirreno, Il" del
16-01-2008)
Se la materia più difficile è la tolleranza -
giancarlo visitilli
( da "Repubblica, La"
del 16-01-2008)
Rifiuti, la CdL "sfiducia" Pecoraro Scanio ( da "Gazzetta del Sud" del
16-01-2008)
<La
scuola soffre di autoreferenzialità e
centralismo> ( da "Eco di Bergamo, L'" del
16-01-2008)
Napoli, non
cala la montagna di spazzatura ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 16-01-2008)
Sindacati
verso lo sciopero <simbolico> ( da "Corriere Alto Adige" del 16-01-2008)
In crisi il
<modello loft>, il Pd verso il trasloco <Basta con l'open space> ( da "Corriere della Sera" del
16-01-2008)
NELLE
SCUOLE ( da "Corriere della Sera" del 16-01-2008)
Ricettatore slavo con documenti intestati a Gian Luca Cappuzzo ( da "Corriere del Veneto" del
16-01-2008)
Napoli, ancora tensioni per l'area di Pianura ( da "Sole 24 Ore, Il" del
16-01-2008)
Ancora
proteste e scuole chiuse ( da "Adige, L'" del 16-01-2008)
Ancora
7mila tonnellate di spazzatura in strada In
città è sempre allarme ( da "Giornale.it, Il" del
16-01-2008)
C'è tanta
gente che raggiunge alti traguardi a livello professionale,
ma quant ( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del
16-01-2008)
Botte e
furti Allarme bulli in provincia ( da "Libero" del 16-01-2008)
Controcorrenti
( da "Libero"
del 16-01-2008)
Mostra alla polizia i documenti rubati al presunto omicida ( da "Mattino di Padova, Il" del
16-01-2008)
Rifiuti, nuovi blocchi stradali l'europa pronta alle sanzioni ( da "Messaggero Veneto, Il" del
16-01-2008)
Scuola, sms
fasulli sugli scioperi ( da "Messaggero Veneto, Il" del 16-01-2008)
Fioroni, basta precari nuovi assunti solo su posti liberi ( da "Stampaweb, La" del
16-01-2008)
Presto si
tornerà in classe: C'è l'impegno di Fioroni
( da "Denaro, Il"
del 16-01-2008)
Amadei:
anche noi diciamo no ai figli di clandestini all'asilo
( da "Gazzetta di Parma, La"
del 16-01-2008)
Ancora
proteste e scuole chiuse ( da "Corriere Adriatico" del 16-01-2008)
L'opinione
( da "Libertà"
del 16-01-2008)
Unione
divisa. La Cdl: Vergogna Il premier condanna il clima inaccettabile , ma la sinistra canta vittoria
( da "Nazione, La (Nazionale)"
del 16-01-2008) + 2 altre fonti
PROVINCIA
ALLO SBANDO, SCUOLE ANCORA CHIUSE ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 16-01-2008) + 3 altre fonti
Grande festa al teatro Verdi di
( da "Gazzettino, Il (Pordenone)"
del 16-01-2008)
Roma NOSTRA
REDAZIONE La ( da "Gazzettino, Il" del 16-01-2008)
LA POLEMICA
( da "Gazzettino, Il (Udine)"
del 16-01-2008) + 1 altra fonte
La carica
dei ragazzi verso le superiori Le iscrizioni scadono
il prossimo 30 gennaio: tantissimi gli indirizzi e le sperimentazioni
( da "Giorno, Il (Lodi)"
del 16-01-2008) + 6 altre fonti
Castelli
(Lega Nord): "Hanno vinto i nazisti rossi". Canali
(Pd): "Perso il senso della prospettiva civile" ( da "Italia Sera" del
16-01-2008)
Pescara, malmenato con una spranga di ferro da un compagno di
classe ( da "Redattore sociale" del
16-01-2008)
Articoli
( da "Panorama" del
14-01-2008)
Compagni di scuola
privata ROMANA LIUZZO aule esclusive Da Moretti a Santoro, da Rutelli
a Melandri, ecco chi, a sinistra, snobba gli
istituti pubblici e manda i figli nei collegi a cinque stelle. D agli scranni del Parlamento o dalle poltrone dei talk-show
esaltano la scuola pubblica, la celebrano come unica fonte del sapere democratico
e chiedono di tagliare (e tagliano) i finanziamenti statali alla scuola privata. Poi, però
dove mandano i loro figli? Nelle più prestigiose
scuole a pagamento, con rette non certo accessibili a tutti. Sono i
politici del centrosinistra e vip di area,
girotondini e imprenditori radical chic, che non si fermano di fronte alle
file per poter accedere in questi istituti a cinque stelle. Raccontano alcune
madri del San Giuseppe De Merode, scuola privata,
rigorosa, cattolica, che il ministro per i Beni culturali, Francesco Rutelli,
ha fatto di tutto per inserire ad anno iniziato una delle figlie nelle
splendide aule con vista su piazza di Spagna. Raccontano pure che una delle
signore in questione, la cui erede non era stata
accolta per numero chiuso (30 al massimo), non abbia affatto gradito di
sentirsi scavalcata. E pare sia successo il
putiferio. Intanto, mentre l'ex sindaco di Roma
insediava la giovane rampolla (il primogenito Giorgio ha studiato dai
gesuiti), Antonio Tajani, la cui famiglia al San Giuseppe va da generazioni,
dopo le scuole medie ha deciso di spostare il figlio per mandarlo in un liceo
statale ai Parioli ("Si trova benissimo" spiega l'europarlamentare
di Forza Italia). Rutelli non è il solo: Nanni Moretti, l'ultimo
leader dei girotondini, dopo aver invitato Massimo D'Alema e
gli altri compagni a dire "qualcosa di sinistra", ha iscritto il
proprio bimbo in un'esclusiva scuola
anglo-americana, l'Ambritt, frequentata solo da ricchi rampolli dell'alta
borghesia. Idem per Claudio Velardi, ex golden boy
del governo D'Alema: il figlio ha frequentato la scuola
americana. Marco Follini, neoresponsabile della comunicazione del Partito
democratico, ha iscritto il proprio discendente, seguendo le procedure, nella
scuola dei fratelli salesiani in pieno centro, a
Roma. E al richiamo radical chic non ha saputo
resistere nemmeno l'ex ds, ministro allo Sport, Giovanna Melandri. Per la sua
progenie è stato ritenuto adeguato l'istituto San Giuseppe di via del
Casaletto. Anche questo ambitissimo. Gestito da
amorevoli suore. Istruzione a pagamento anche per Anna Finocchiaro, ex
ministro per le Pari opportunità, uno dei 45 membri del comitato
nazionale per il Partito democratico: le due figlie vanno in un istituto a
Catania. Mettersi in fila, prego. L'attrazione della sinistra per la scuola privata non è roba di oggi:
anche Piero Fassino ha studiato dai gesuiti. E chi avrebbe mai detto che un nonno di cognome Bertinotti andasse a
prelevare i propri nipoti in uno degli istituti più chic di Roma, a
gomito a gomito con la fondatrice del Manifesto, ex deputata e scrittrice di
sinistra, Luciana Castellina? Politici ma anche
giornalisti, tutti attirati come calamite dagli istituti a cinque stelle.
Qualche esempio? Michele Santoro ha optato per il
francese Chateaubriand. Il giornalista di Anno zero
è in ottima compagnia. È francese e privata
la scuola scelta dalla giornalista del Tg3, Bianca
Berlinguer, per la bambina avuta dal sociologo Luigi Manconi. Lo stesso vale
per molti altri fanciulli con genitori dalle
spiccate tendenze a sinistra: da quelli dell'imprenditore Alfio Marchini a
quelli dell'ex direttore della Stampa Marcello Sorgi, fino a quelli dell'ex
senatore ulivista Vittorio Cecchi Gori. Noblesse oblige.
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( da "Travel
Trade Italia.com" del 14-01-2008)
15.09 Creato il Manifesto nazionale sulla
qualità nel turismo Nasce da Fist turismo, associazione che si occupa
del settore, il Manifesto nazionale sulla qualità nel Turismo, un
documento che vedrà la realizzazione nel 2008 e che si vuole porre
come riferimento per l'attività normativa e amministrativa
riconducibile al settore. Nel
manifesto troveranno spazio la riforma della scuola, la classificazione delle imprese ricettive, la certificazione
di qualità, l'ammodernamento della gestione dei servizi turistici, il
rilancio e la riqualificazione della tradizione e della tipicità del
prodotto turistico italiano e la gestione delle nuove tecnologie di settore
Siti sponsorizzati.
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( da "TTG
Italia" del 14-01-2008)
15.09 Creato il Manifesto nazionale sulla
qualità nel turismo Nasce da Fist turismo, associazione che si occupa
del settore, il Manifesto nazionale sulla qualità nel Turismo, un
documento che vedrà la realizzazione nel 2008 e che si vuole porre
come riferimento per l'attività normativa e amministrativa
riconducibile al settore. Nel
manifesto troveranno spazio la riforma della scuola, la classificazione delle imprese ricettive, la certificazione
di qualità, l'ammodernamento della gestione dei servizi turistici, il
rilancio e la riqualificazione della tradizione e della tipicità del
prodotto turistico italiano e la gestione delle nuove tecnologie di settore.
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( da "Liberazione" del
15-01-2008)
Nessuna intesa sulla bozza Bianco. I
Verdi: "Il Pd privilegia l'accordo con
Berlusconi". L'Udeur minaccia la crisi Angius: "A rischio la tenuta
della maggioranza". Palazzo Chigi fa sapere: "Identità di
vedute Prodi-Veltroni" Legge elettorale, non c'è accordo
nell'Unione i piccoli partiti abbandonano il vertice Frida Nacinovich La
conferma arriva poco prima delle otto di sera. Fumata nera sulla legge
elettorale. Il vertice dell'Unione non è ancora finito, il capogruppo
dei deputati Verdi Angelo Bonelli lascia la sala
riunioni di palazzo Madama. "Non è andata bene. Nessuna intesa.
Il piddì pensa solo a fare accordi con Berlusconi". Più che una notizia è la conferma di quanto
successo nelle quarantott'ore precedenti. La maggioranza non trova una posizione comune sulla legge elettorale, tanto meno
trova pace. Quella di Bonelli è la prima voce che esce dal
vertice iniziato intorno alle 18,30. Ed è anche la voce di un partito, con Pdci, Udeur e
Psi, contrario in tutto e per tutto alla bozza Bianco. Negli uffici al Senato
del piddì, sono riuniti il ministro per le Riforme Vannino Chiti e i
capigruppo di Camera e Senato di tutti i partiti dell'Unione. Per il Pd
c'è anche il numero due Dario Franceschini. Dopo i Verdi che lasciano
il tavolo del vertice di maggioranza, anche i socialisti con Gavino Angius
bocciano il documento Bianco. "Noi non stiamo d'accordo sulla bozza.
Quella proposta - dice Angius - rompe la coesione della maggioranza e rischia
di minarne seriamente la tenuta del governo". "Non capiamo questa
forzatura del Partito democratico per votare la bozza Bianco, se è un
impegno inderogabile che ha preso con Berlusconi - aggiunge
il vicesegretario dei Popolari-Udeur, Antonio Satta - Prodi rischia grosso".
I piccoli partiti della maggioranza minacciano la crisi, già si sapeva e ora è certificato. "Non credo che
domani ci sarà il voto sul testo base della riforma
elettorale". Per il capogruppo di Rifondazione comunista al Senato,
Giovanni Russo Spena, non è nemmeno prevedibile che
"questa sera giungeremo ad un punto finale della discussione",
tanto che "alcuni gruppi hanno chiesto di rinviare il momento del voto
sulla bozza Bianco". Detto questo, però, Russo Spena è
ottimista: "Vi è ancora la possibilità di farcela" a
trovare un'intesa. Quanto alla posizione del Prc, "noi abbiamo chiesto
che una volta votato il testo base questo diventi
definitivo e non sia emendabile in ogni momento". Inoltre, per
Rifondazione la bozza Bianco "va resa profondamente proporzionale, non
bipartitica come ora, cioè che privilegia
solo Forza Italia e Pd. Vogliamo una ripartizione nazionale dei resti e dei
seggi, no al premio di maggioranza, su questo è
d'accordo anche Sd". Infine, Russo Spena chiarisce che ciò che
compatta Prc, Pd e Sd è che tutti e tre partono da una punto fermo:
"La legge che uscirebbe dal referendum è il male peggiore per il
Paese". L'affresco della giornata sulla legge elettorale non sarebbe
completo senza il convitato di pietra. Lui, Silvio Berlusconi. Come Giano
bifronte, il Cavaliere prima dice una cosa, poi ne dice una
opposta. Dal legare indissolubilmente il dialogo sulla legge
elettorale e la riforma del sistema televisivo a
sostenere che l'una "non c'entra niente" con l'altra. Tutto in 24
ore. Il dietrofront di Berlusconi è corredato da una nota in cui il
presidente di Forza Italia nega di aver "collegato" i due temi
"che sono e restano separati e distinti perchè riguardano due
piani diversi". Parole accolte con soddisfazione da Walter Veltroni e
con ironia da Romano Prodi: "Ora mi aspetto una nuova dichiarazione tra
un paio d'ore...". Testuale. Il tutto mentre il
piddì insiste sulla necessità di stringere i tempi e arrivare
al via libera in Commissione affari costituzionali del Senato del testo Bianco
sulla riforma elettorale prima della decisione della
Consulta sul referendum. Intanto da Quito il Presidente della Camera
Fausto Bertinotti dice che il governo deve favorire
la legge elettorale ma non intervenire direttamente in quanto non è un
esecutivo istituzionale. "Il governo Prodi per
sensibilità politica di insieme può favorire il processo - dice
Bertinotti - e vuole disporsi a favore del percorso parlamentare con grande
accortezza e accompagnarlo, così come viene maturandosi". Sempre
Fausto Bertinotti invita poi a tenere separate le
riforme dal programma di governo. "Una diversa concezione mi risulta istituzionalmente sgrammaticata e politicamente
sbagliata e inquinante", dice il presidente della Camera che precisa in
materia di legge elettorale "nessuno ha diritto di veto" e quindi
"ha fatto bene Berlusconi che intende separare i tempi programmatici da
quelli della riforma istituzionale. C'è
bisogno - spiega ancora Bertinotti- della ricerca di consenso tra le
principali forze politiche, perché una legge elettorale deve avere il massimo
consenso politico e, in ogni caso, con un largo consenso". Il vertice è finito, l'Unione è divisa. I partiti
più piccoli minacciano le barricate. Nel bel mezzo della discussione,
arriva una nota da palazzo Chigi, dice così:
identità di vedute fra Prodi e Veltroni. Domani è un altro
giorno. Si vedrà. 15/01/2008.
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Nuovi blocchi stradali nel Napoletano
L'Ue: "Un disastro, rischiate sanzioni" (sezione: Schola)
( da "Repubblica.it" del
16-01-2008)
La protesta contro l'emergenza rifiuti in
Campania non accenna a diminuire Don Cipolletta
accoglierà i militari con l'acquasanta. Contestate le discariche
temporanee Nuovi blocchi stradali nel Napoletano L'Ue: "Un disastro,
rischiate sanzioni" Dal commissario all'ambiente Dimas parole durissime
contro i ritardi italiani Le scuole per recupare i
giorni persi resteranno aperte a Carnevale o a Pasqua Nuovi blocchi stradali
nel Napoletano L'Ue: "Un disastro, rischiate sanzioni" "/>
NAPOLI - Tornano i blocchi stradali a Pianura. Ad Agnano resta
chiuso dai manifestanti lo svincolo della tangenziale. Proteste anche
lungo via Campana, tra Napoli e Pozzuoli. Nel
capoluogo campano il traffico è in tilt. Un
corteo di un centinaio di manifestanti ha bloccato la strada che porta
all'area di Quarto, individuata come possibile nuova discarica. Una situazione che resta molto pesante, tanto da indurre la
Commissione europea ad intervenire nuovamente. Ieri il presidente
della Repubblica aveva sottolineato che al problema
in ambito europeo si stava dando troppo peso, ma sull'emergenza Napoli
Bruxelles non fa marcia indietro. Il commissario all'ambiente Stavros Dimas
parla oggi di "disastro" e promette di andare avanti con la
procedura d'infrazione senza esitare a minacciare multe. Nel suo intervento
in apertura del dibattito al Parlamento Europeo, Dimas non ha usato mezzi
termini. Ha citato "la documentazione impressionante venuta dai media", sulle 100.000 tonnellate di rifiuti,
denunciando "le inerzie, mancanza di volontà politica di adottare
le misure necessarie per risolvere il caso". Si tratta, ha aggiunto, di
"una crisi che non viene dal nulla", ma che rappresenta "il
culmine di un processo di insufficiente applicazione
della legislazione europea per oltre 14 anni". Unica concessione fatta
dal commissario Ue all'Italia è stata sul piano previsto dal governo
per uscire dall'emergenza. "Il piano di emergenza
annunciato da Prodi l'8 gennaio è un passo ambizioso", ha detto,
"ma un elemento cruciale resta la il calendario dell'intervento, che
deve essere tempestivo". Intanto Napoli e la Campania soffocano sotto il
peso di 360 mila tonnellate di immondizia ancora da
smaltire. Questa sera l'Esercito arriverà a Quarto: ad accoglierlo ci
sarà anche il parroco. Don Cipolletta, vicino ai manifestanti di
Pianura, sin dall'inizio ha dato la sua disponibiltà per ricevere e
benedire i militari. "Sono pronto a benedire i mezzi dell'esercito che
arriveranno in città a ripulirla dei rifiuti". Individuato
il primo sito di stoccaggio d'emergenza in un'area dove si sperava di
inaugurare, già da qualche anno, la super-annunciata cittadella della
polizia: 5.000
metri quadrati nell'ex Manifattura Tabacchi, area
ovest della città. Un altro sito è stato allestito in
provincia, a Giugliano, dove già si preparano mugugni di comitati
cittadini. Intanto la crisi rifiuti modifica il calendario scolastico. I
ragazzi dovranno rinunciare alla vacanze di
Carnevale o di Pasqua e la chiusura delle scuole, prevista per il 7 giugno,
slitterà in avanti. Il ministro dell'Istruzione
Giuseppe Fioroni assicura che i 100 mila studenti
campani di vario ordine e grado rimasti fuori dalle scuole in Campania
torneranno "presto" tra i banchi. "Ho chiesto al commissario
De Gennaro di intervenire - ha detto il ministro - Sarà fatto tutto il
possibile per consentire rapidamente l'utilizzo delle scuole". (15 gennaio 2008.
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Prodi: <Grande rammarico>. Napolitano scrive una
lettera al Santo Padre (sezione: Schola)
( da "Corriere.it" del
16-01-2008)
Dopo la decisione del pontefice di
annullare la visita alla Sapienza Prodi: "Grande
rammarico". Napolitano scrive una lettera al Santo Padre Casini:
"Paura per il futuro". Berlusconi: "Italia umiliata".
Veltroni: "Perde la cultura liberale" ROMA - Dopo l'annullamento
della presenza del pontefice all'università La Sapienza di Roma il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha
inviato una lettera personale a Benedetto XVI. "Profondo rammarico"
è invece il commento del presidente del Consiglio, Romano Prodi.
"Condanno i gesti, le dichiarazioni e gli atteggiamenti che hanno
provocato una tensione inaccettabile e un clima che non fa onore alle
tradizioni di civiltà e di tolleranza dell'Italia. Esprimo quindi
profondo rammarico per la decisione di Papa Benedetto XVI, esprimendo
solidarietà forte e convinta alla Sua persona e rinnovando a Lui
l'invito perché possa mantenere il programma originario. Nessuna voce deve
tacere nel nostro Paese e a maggior ragione quella del Papa".
"È una ferita che umilia l'università e l'Italia", ha
affermato il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi. "La rinuncia
a cui è stato costretto il Papa in nome di
una presunta laicità della conoscenza è il segno
dell'intolleranza e di un certo fanatismo che nulla hanno di autenticamente
laico. L'università italiana e lo Stato non si dimostrano in grado di
garantire la libertà di espressione alla
massima autorità religiosa. La sinistra ancora una volta dovrebbe fare un severo esame di coscienza: l'alleanza con certe
frange intolleranti, e la campagna di anticlericalismo ideologico fomentata
da alcuni partiti, hanno creato il clima nel quale è maturata questa
pagina vergognosa". Il presidente del Senato Franco Marini:
"Esprimo profondo rincrescimento a nome mio e del Senato per come si
è sviluppata e conclusa questa vicenda". Mentre
il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, in visita di Stato in
Sudamerica, si è trincerato dietro un "no comment. Non ho
elementi. Quando le situazioni non si conoscono
è meglio tacere". Il ministro degli Esteri, Massimo D'Alema:
"Il clima di tensione è stato creato da atteggiamenti e prese di
posizione estremistiche che non rappresentano affatto
la grande maggioranza degli italiani e che non fanno onore alla coscienza
civile e democratica del Paese". "Complimenti ai firmatari del
documento contro la visita del Papa all'ateneo di Roma", ha commentato
il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini.
"Con la loro intolleranza hanno dimostrato lo stato di desolazione
dell'università italiana e la debolezza culturale dei reduci del
Sessantotto. Se questi sono i maestri dei nostri
figli, c'è da aver paura per il nostro futuro". Il sindaco di
Roma e segretario del Partito democratico, Walter Veltroni: "È
una sconfitta della cultura liberale e di quel principio fondamentale che
è il confronto delle idee e il rispetto delle istituzioni. Ogni
critica è legittima e il confronto delle opinioni è l'ossigeno
della nostra convivenza, ma ogni atteggiamento di
intolleranza, come quelli che si sono manifestati in questi giorni verso il
Pontefice, fa male alla democrazia e alla libertà". Il ministro
dell'Università, Fabio Mussi, intervenendo alla Camera a nome del governo su quanto accaduto: "È
grave e sbagliato per l'università e per la sua missione.
L'università è un luogo che deve accogliere, non respingere e
non è necessario condividere quel che dice il Papa, ma era giusto che parlasse". Il cardinale Ersilio
Tonini, arcivescovo emerito di Ravenna: "Il Papa ha fatto bene ad
annullare la visita, non ha accettato la sfida con chi non lo voleva.
È una grande amarezza per tutti, per chi
crede e anche per chi non crede". "È uno scandalo
inaudito", ha aggiunto il segretario di La
Destra, Francesco Storace. "Hanno vinto i teppisti e i loro cattivi
maestri". Il presidente del Partito socialista, Enrico Boselli:
"Nessuno ha il diritto di mettere il bavaglio al Papa, come era anche giusto che studenti e intellettuali
avessero il loro diritto di critica". Il portavoce di Alleanza
nazionale, Andrea Ronchi: " Siamo profondamente indignati per la
gazzarra pseudo-culturale alimentata dal solito clan anticlericale e
veteromarxista in servizio permanente effettivo. Oggi la pseudo-sinistra ha
scritto una delle pagine più tristi della sua storia". Franco
Giordano, segretario di Rifondazione comunista: "Penso che il primo
principio della laicità sia il libero confronto e la libertà di
parola anche di esprimere contenuti diversi e distanti dall'uditorio". Il segretario della Dc per le autonomie, Gianfranco Rotondi:
"Il vento anticlericale che spira sull'Occidente e sui tempi moderni
lascia preoccupati. Il fatto che il Santo Padre abbia rinunciato alla
sua visita deve indurre a una riflessione
profonda". Il ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni: "L'annullamento della visita del Papa non è una
buona notizia né per La Sapienza, né per gli studenti, né per quanti pure
auspicavano questa soluzione". Il ministro delle Infrastrutture e leader
di Italia dei valori, Antonio Di Pietro:
"Impedire a chi la pensa in maniera diversa di esprimere le proprie idee
ed opinioni è un comportamento indegno di un buon cristiano e
soprattutto di un buon cittadino". Roberto Castelli, capogruppo
dei senatori della Lega Nord: "Hanno vinto i nazisti rossi. Chi non ha
argomenti ha paura di quelli degli altri e si affida alla violenza e
all'intolleranza. Io sono un galileiano di ferro e proprio per questo non avrei paura di confrontarmi con chi antepone la fede alla
ragione". Francesco Cossiga, presidente emerito della Repubblica:
"Oggi possono legittimamente far festa nel loft del Partito democratico.
È una grande vittoria del popolo
dell'Unione". Una nota dell'ufficio politico dell'Udeur: "Una
vicenda penosa, frutto di una gazzarra laicista della sinistra anticlericale
che ha puntato allo scontro, resuscitando uno spirito anticattolico".
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Giornata della memoria: Fioroni alla
Risiera
(sezione: Schola)
( da "Piccolo
di Trieste, Il" del 16-01-2008)
Definito a Palazzo Chigi il programma
delle manifestazioni: tra Roma e Trieste dureranno
dal 24 al 28 gennaio Saranno presenti Gattegna, presidente dell'Unione delle
Comunità ebraiche, e lo storico Michele Sarfatti Giornata della
memoria: Fioroni alla Risiera Il 25 gennaio il ministro consegnerà premi
agli studenti Sarà il ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni a celebrare a Trieste il 25 gennaio la Giornata della memoria
che quest'anno avrà una scansione più lunga e importanti
momenti istituzionali a Roma da parte sia della presidenza dello Stato sia
dal governo. La seconda tappa naturalmente sarà la Risiera di
San Sabba a Trieste, l'unico lager nazista in Italia: proprio in questi
giorni il monumento è sottoposto a interventi
di risanamento e consolidamento delle facciate per 230 mila euro da
concludersi assolutamente alla vigilia della manifestazione. Fioroni premierà gli
studenti che avranno fatto il miglior tema sull'argomento della Shoah, alla
cerimonia parteciperanno sia il presidente dell'Unione delle Comunità
ebraiche d'Italia, Renzo Gattegna, sia lo storico del Centro di
documentazione ebraica di Milano Michele Sarfatti. Sono queste alcune delle
decisioni scaturite ieri dalla seconda riunione svoltasi
a palazzo Chigi proprio per definire il programma delle cerimonie a Roma e a
Trieste. Ai lavori, coordinati da Fabrizio Pagani, capo della Segreteria
tecnica del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Enrico Letta, hanno partecipato i consiglieri del presidente della
Repubblica, Pasquale Cascella e Arrigo Levi, il sottosegretario alla
presidenza del Consiglio, Ricardo Franco Levi; il sottosegretario alla Pubblica
istruzione, Maria Letizia De Torre, il presidente dell'Unione delle
Comunità ebraiche, Gattegna, rappresentanti dei ministeri degli
Esteri, degli Interni e dei Beni culturali e del Dipartimento delle politiche
giovanili della presidenza del Consiglio. Nel corso dell'incontro infine
è stata anche decisa la costituzione di un gruppo di lavoro incaricato
di studiare le modalità del rinnovo del
padiglione italiano ad Auschwitz. Le celebrazioni per la Giornata della
memoria si apriranno comunque già il 24 gennaio
al Quirinale con una cerimonia alla presenza del capo dello Stato Giorgio
Napolitano, del presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche
italiane e del vicepremier e ministro dei Beni culturali Francesco Rutelli
che rappresenterà il governo. Nel corso della cerimonia, alla quale
sono stati invitati gli studenti delle scuole, saranno ricordati i Giusti che
operarono a favore degli ebrei italiani. Quest'anno inoltre cade il
settantesimo anniversario delle Leggi razziali del novembre 1938 (che
Mussolini annunciò proprio da Trieste): un tema che inevitabilmente
accresce di senso e di peso questa Giornata. Sempre il 24 gennaio sia la
Camera sia il Senato celebreranno la ricorrenza.
Alla Camera verrà ricordata la deportazione
mentre nell'aula del Senato verranno commemorati due senatori ebrei, Vito
Volterra e Carlo Levi. Il 25 gennaio sarà appunto il ministro della
Pubblica istruzione, Fioroni, a partecipare alla
cerimonia alla Risiera di San Sabba, dove saranno premiati gli studenti. Il 27 (Giornata della memoria vera e propria) o il 28
gennaio, la data è ancora da stabilire, il ministro dei Beni culturali
Rutelli ha organizzato un convegno internazionale sul tema dell'antisemitismo
vecchio e nuovo. A Trieste nelle manifestazioni saranno coinvolti l'assessorato
alla Cultura del Comune, i Civici musei, il teatro Verdi, il teatro Miela e varie associazioni musicali. Il programma
completo sarà presentato nei prossimi giorni. Per questa
importante serie di iniziative la Risiera dunque dovrà essere
pronta senza ritardi, e così ha assicurato l'assessore ai Lavori
pubblici, Franco Bandelli, che molto in fretta ha allestito soluzioni per
rispondere all'appello lanciato anche dal direttore dei Civici musei, Adriano
Dugulin, affinché si ponesse rimedio al lento ma grave degrado cui la ex
pileria costruita nell'800 stava andando incontro. Con questo primo
intervento il Comune "vetrifica" le alte pareti in mattoni della
Risiera, bloccando il loro progressivo sfarinamento e provvede ad altri
interventi di consolidamento anche sulla torretta. In un momento successivo i
lavori proseguiranno per aprire le porte di sicurezza.
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La Uil: la legge sul friulano è incostituzionale (sezione: Schola)
( da "Piccolo
di Trieste, Il" del 16-01-2008)
Il sindacato: "Ed è
paradossale usare la marilenghe per insegnare la matematica a scuola.
Friulani parificati a sloveni e tedeschi" La Uil:
la legge sul friulano è incostituzionale Lettera a
Fioroni e Lanzillotta: "Roma impugni la legge". Sotto accusa
23 articoli TRIESTE I due terzi della legge sulla valorizzazione
della lingua friulana sono da rifare. Lo sostiene la Uil
del Friuli Venezia Giulia che ieri ha spedito la lettera ai ministri Giuseppe
Fioroni (Pubblica Istruzione) e Linda Lanzillotta (Affari regionali),
invitandoli ad impugnare quella legge approvata dal consiglio regionale.
Sotto accusa 23 articoli su 34. I firmatari, Luca Visentini (segretario
regionale Uil) e Ugo Previti (segretario generale Uil scuola), hanno inviato
ai ministri anche un promemoria sottoscritto da sei docenti della regione
(due di Trieste, due di Udine, uno di Gorizia e uno
di Pordenone) preoccupati per le ripercussioni della legge. Da Roma ancora
nessuna dichiarazione ma gli uffici legali dei Ministeri sarebbero già
al lavoro per scandagliare palmo a palmo la legge.
LA MINORANZA La legge, secondo il sindacato,
trasforma una lingua minoritaria in una minoranza in quanto "si propone
non solo di salvaguardare la cultura e la lingua friulana, ma anche di
"incrementare" ed "ampliare" l'uso della stessa, nonché
di "promuovere l'uso sociale della lingua friulana e il suo sviluppo
come codice linguistico adatto a tutte le situazioni della vita
moderna". In questo modo - accusa la Uil - si
determina un sostanziale bilinguismo nei campi dell'istruzione e della
pubblica amministrazione, nonché la creazione di una "minoranza"
equiparabile alle minoranze nazionali presenti nel nostro Paese, quali quelle
slovena o tedesca". LA LINGUA "Lungi dal tutelare e diffondere la
cultura e le tradizioni friulane - prosegue la Uil -
la legge si occupa di garantire un uso pubblico e quotidiano del friulano che
lo renda paritario all'italiano per importanza e diffusione, attraverso tutta
una serie di interventi di sostegno e promozione, fino ad estendere l'uso del
friulano anche in contesti in cui esso risulta paradossale e per i quali
è sprovvisto persino di una terminologia appropriata". È
il caso dell'insegnamento, per la Uil, di materie
che richiedono terminologie specifiche "quali la matematica o le
scienze". Il sindacato si spinge oltre: "Si tratterebbe solo di un
episodio di folclore linguistico, purtroppo simile per impostazione
autoritaria e impositiva a certe pratiche linguistiche di triste memoria, se
non vi fossero più pericolose conseguenze". In
base a questa visione: "Dall'esigenza corretta di tutelare una
lingua e una cultura storicamente peculiari si passa alla rivendicazione
etnica, alla artificiosa creazione di uno spazio etnico-linguistico
esclusivo, che mette in discussione i diritti individuali delle persone,
nonché l'italiano come lingua nazionale e lo spirito civico della
Repubblica". LA SCUOLA Contestato duramente
anche il ruolo dell'Arlef e le minime competenze riconosciute alle
Università. Capitolo a parte per la scuola: l'insegnamento del friulano
e il suo uso veicolare sono considerati un'imposizione. "In contesti in cui la prevalenza dei cittadini di lingua
friulana è schiacciante - prosegue la Uil - ciò
determinerà un pesante clima di condizionamento ambientale a danno di
chi "friulano" non è, con forti pericoli di discriminazione.
La norma ci pare quindi contraria al principio costituzionale di salvaguardia della libertà di scelta
individuale". Contestato poi l'elenco regionale dei
docenti, il finanziamento delle scuole da parte dell'Arlef, oltre che i corsi
per immigrati e l'istituzione dei volontari di madrelingua friulana. Bocciati anche gli articoli che riguardano toponomastica,
comunicazione e le modalità per la fuoriuscita dei comuni dal
territorio friulanofono. m.mi.
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Dubbi e perplessità fra gli studenti (sezione: Schola)
( da "Piccolo
di Trieste, Il" del 16-01-2008)
LA MAGGIORANZA NON CONOSCE LA NUOVA RIFORMA Dubbi e perplessità fra gli
studenti C'è chi propone di considerare solo l'ultimo anno delle
superiori Il ministro Fioroni colpisce ancora:
è stata varata una nuova riforma che cambia le regole per entrare
nelle facoltà a numero chiuso. Peccato, però, che la maggior
parte dei giovani siano all'oscuro di tutto. A causa
della poca informazione o del disinteresse generale, alla domanda "Cosa
ne pensi della nuova riforma Fioroni?" i
ragazzi hanno espresso dubbi e perplessità.
Dice Sara : "Di che riforma parlate? L'unica
cosa che so è che devo recuperare i debiti altrimenti devo farmi gli esami a settembre". Marco invece dichiara
di aver sentito parlare di una nuova riforma ma non
sa di che cosa tratti tanto meno chi riguardi. Evidentemente nessuno ha
spiegato a Marco e Sara che la nuova riforma prevede un cambiamento ai test
d'ingresso per le Facoltà a numero chiuso (Architettura e Medicina le
più importanti). Verrà infatti
considerato non solo l'esito del test - finito recentemente nella bufera a
causa di errori nelle domande e fughe di notizie relative alle stesse - ma
anche il rendimento scolastico delle aspiranti matricole relativo agli ultimi
tre anni di superiori: a tutti coloro che avranno ottenuto una media dei voti
superiore ai sette decimi, e a chi avrà superato l'esame di Stato con
una valutazione superiore agli ottanta centesimi verranno assegnati 25 punti
che, sommati a quelli del test, saranno necessari ad avvicinarsi il
più possibile ai 105 totali. Ma c'è chi, peggio
ancora, non sa nemmeno chi sia il ministro Fioroni. Gianluca infatti
dichiara: "Non ho idea di chi sia questo Fioroni, so che
centra qualcosa con la scuola, ma a me non interessa. Possono fare quello che
vogliono tanto io da quest'anno lavoro". Tra alzate di spalle,
esclamazioni di stupore ("Ma va ... c'è una nuova riforma?
Sul serio?) e incertezze, siamo riusciti a scovare i pochi che si sono
adeguatamente informati e che hanno saputo esprimere un giudizio. Matteo si
è dichiarato favorevole: "È una cosa intelligente perché
permette di creare una selezione naturale tra gli aspiranti
universitari". Mattia invece crede che tre anni siano un periodo troppo
lungo per prendere in considerazione l'andamento
scolastico e che sarebbe meglio dare rilevanza soltanto all'ultimo anno.
Anche Michele ha forti dubbi: "Francamente non so cosa rispondere perché
il rendimento scolastico spesso può essere altalenante, ed è
giusto invece premiare chi si impegna nel test
d'ingresso alle Facoltà". Desirè invece è
d'accordo: "Trovo questa Riforma una novità eccezionale nel mondo
universitario , e anche utile per la nostra
società perché le persone che si iscrivono a queste Facoltà,
una volta laureate, occuperanno ruoli chiave nel mondo del lavoro ...
Margherita infine non ha molta fiducia: "Questa riforma non
servirà a molto perché si sa, chi ha i soldi andrà avanti,
pagandosi l'ammissione, mentre gli altri, come sempre si dovranno
arrangiare". Viene dunque spontaneo chiedersi: gli studenti triestini
che hanno aderito allo sciopero di venerdì scorso, conoscevano il vero
motivo per cui sono scesi in piazza a protestare?
Sanno chi è il ministro Fioroni
e che ruolo svolge nella politica italiana? Forse lo sciopero è
servito alla maggior parte degli aderenti, come spesso accade, per
approfittare dell'occasione e dedicarsi alle classiche "lippe". O,
forse, eventualità che a noi pare molto
remota, la maggior parte dei giovani che vi hanno partecipato stava lottando
contro la nuova riforma. Senza fare di tutta l'erba un
fascio il dubbio resta, mentre attendiamo con "fiducia" l'ennesimo
cambiamento delle regole scolastiche e universitarie. Riccardo Laterza (Liceo
scientifico G.Oberdan - Trieste) Chiara Bravi (Istituto tecnico G. Deledda -
Trieste).
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Più collaborazione tra scuole e
atenei per una scelta mirata (sezione: Schola)
( da "Piccolo
di Trieste, Il" del 16-01-2008)
L'OPINIONE DEL PROFESSOR GUAGNINI Dopo il
test di ammissione sarebbe utile un colloquio per
capire meglio lo studente Più collaborazione tra
scuole e atenei per una scelta mirata Sulla proposta del ministro Fioroni che introduce nuove regole per il test di ingresso alle
università a numero chiuso, abbiamo sentito il parere del professor
Elvio Guagnini, docente di letteratura italiana all'università di
Trieste. Qual è stata la sua prima impressione riguardo alla nuova
iniziativa del governo? Tenere in conto anche i risultati ottenuti gli
ultimi tre anni delle superiori potrebbe essere un
elemento interessante per capire lo studente e il suo percorso di studi.
Bisogna rendersi conto però che le scelte fatte a sedici anni non
possono avere un peso decisivo nella valutazione dei ragazzi. Ben pochi di
noi avevano le idee chiare riguardo al proprio futuro all'inizio del triennio
delle superiori ed i ragazzi di oggi non sono da
meno. Si può cambiare idea durante il percorso di studi e risultare brillanti in materie che prima per numerosi
motivi venivano studiate più superficialmente. Allora, al momento
dell'ammissione all'università potrebbe trovarsi in difficoltà
chi ha scoperto il suo interesse tardi, o chi non ha
scelto la scuola più adatta alle sue capacità. Crede quindi che
questa ulteriore valutazione potrebbe migliorare le
cose? Sono quasi sicuro che se ci trovassimo a scegliere gli studenti secondo
le nuove direttive del governo non otterremmo risultati migliori, ma riusciremmo soltanto ad aumentare di un po' lo stress dei
ragazzi. Concentrarsi sulla media dei voti conseguiti sarebbe
controproducente perché bisognerebbe allora tener conto di numerosi altri
fattori quali, per esempio, la scuola di provenienza e l'indirizzo scolastico
scelto, che complicherebbero di molto il lavoro. Guardare semplicemente le
cifre, d'altro canto, risulterebbe inutile in mancanza del contesto.
Il numero chiuso è una necessità di alcuni
corsi, ma la selezione dovrebbe essere di un altro tipo. Che tipo di selezione sarebbe più appropriata? La
scuola e l'università dovrebbero collaborare assieme per formare i
ragazzi ed aiutarli nelle loro scelte. Il test di ammissione
dovrebbe essere seguito da un colloquio per capire lo studente, le sue
capacità ed i suoi interessi. Credo che le scuole superiori dovrebbero
soprattutto fornire gli strumenti per affacciarsi con serenità alla
vita universitaria e per non trovarsi a seguire il percorso sbagliato. Se i
ragazzi venissero guidati prima nelle loro scelte,
allora le votazioni rispecchierebbero i loro progetti per il futuro e sarebbe
lecito tenerne conto. L'università per questo dovrebbe essere
più presente negli istituti superiori e facilitare ai ragazzi la
scoperta della loro vocazione per trovare la formula didattica adeguata alle
loro necessità. Questi sono i principali problemi a
monte dell'università e sono quelli che vanno risolti per
cambiare veramente le cose. Eleonora Mendizza (Liceo scientifico G.Galilei -
Trieste).
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I test per l'Università: da
quest'anno contano anche i punti del liceo (sezione: Schola)
( da "Piccolo
di Trieste, Il" del 16-01-2008)
IL NUOVO PROVVEDIMENTO DEL
MINISTRO FIORONI I test
per l'Università: da quest'anno contano anche i punti del liceo
"Ora pagherà il merito, non le furbizie, e chi studia e sgobba
non resterà più fuori gioco per l'accesso alle facoltà
universitarie a numero chiuso". Così il Ministro della Pubblica
Istruzione Giuseppe Fioroni ha commentato il provvedimento
approvato il 28 dicembre scorso dal Consiglio dei Ministri, messo a
punto assieme al ministro dell'Università e della Ricerca, Fabio
Mussi. Le novità che verranno introdotte con
il provvedimento, secondo Fioroni, sono anche un
incentivo per i ragazzi a proseguire gli studi e a farlo coerentemente con le
attitudini personali. "Per la prima volta il curriculum delle scuole
superiori sarà determinante per il
proseguimento degli studi all'università e i quiz universitari
dovranno tenere conto dei programmi delle superiori". Dal prossimo anno
accademico (2008/2009), infatti, le facoltà a numero chiuso (come
Architettura, Medicina, Odontoiatria, Scienze della formazione primaria,
Veterinaria) dovranno tenere conto del profitto degli ultimi tre anni di scuola superiore. Un risultato di eccellenza
potrà valere fino a 25 punti, da sommare agli 80 dei test di
ammissione. Il punteggio massimo sarà quindi di 105 punti, dei quali
80 saranno assegnati sulla base del risultato del test d'ingresso e 25 saranno
dati agli studenti che avranno conseguito risultati di eccellenza
a scuola e sarà l' università a stabilire come attribuirli,
tenendo conto di quattro indicatori di eccellenza: 1) media del 7 negli
scrutini finali del triennio, 2) maturità con lode, 3) votazione che
rientra nel 20% dei risultati migliori della commissione, comunque non
inferiore a 80/100, 4) otto di media negli scrutini finali del triennio nelle
materie indicate nel bando di ammissione alla facoltà a numero chiuso.
Sono risultati difficilmente raggiungibili, ma alla
fine il merito secondo il ministro verrà premiato. I
"superbravi" inoltre otterranno una "student card" per l'acquisto di libri e materiale informatico
e sconti nei musei, oltre a poter usufruire di viaggi, tirocini e stage. Un
altro elemento importante del decreto saranno i quiz per l'esame di ammissione alle facoltà. Non ci saranno
più le tanto temute domande impossibili di "cultura generale", ma i test dovranno tener conto dei
programmi delle superiori. Altra novità voluta dal
ministro Fioroni sono le iniziative di
orientamento che, a partire dal prossimo anno, verranno organizzati per
consentire agli studenti di arrivare preparati ai corsi di laurea che hanno
scelto. In questa attività orientativa - dice
il decreto - è prevista una collaborazione tra i docenti delle
superiori e quelli dell'università. I primi potranno lavorare alla
stesura dei test di ammissione, mentre i secondi
potranno andare nelle scuole a spiegare l'offerta formativa delle loro
facoltà e saranno incaricati di preparare al meglio gli studenti ad
affrontare i futuri corsi di studio da loro scelti. Insomma,
un decreto che spacca in due il mondo delle future matricole.
C'è chi lo definisce un vero colpo basso ai danni di tutti coloro che non rientrano negli indicatori di eccellenza
per raggiungere il punteggio massimo dei 105 punti. Ma c'è anche chi
è convinto che era ora che si pensasse a tutti coloro
che si sono sempre impegnati, e aggiunge che è un peccato che questo
decreto non sia stato proposto prima dei 3 mesi di una sessione di prove di
ammissione a Medicina finite con decine di indagati. Muriel Doz (Liceo
scientifico G. Galilei - Trieste).
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( da "Giornale
di Brescia" del 16-01-2008)
Edizione: 16/01/2008 testata: Giornale di
Brescia sezione:INTERNO Sulle strade del Napoletano
restano 70mila tonnellate di "monnezza". L'opposizione prepara una
mozione di sfiducia al ministro Pecoraro Rifiuti: ancora proteste e scuole
chiuse. La Cdl incalza Cumuli di rifiuti in una strada di Ischia.
Sullo sfondo l'istmo di Sant'Angelo NAPOLI Ancora proteste e blocchi stradali
nel napoletano e ancora scuole chiuse per l'emergenza rifiuti,
mentre la Cdl incalza il Governo e lancia accuse. Ieri è stata
un'altra giornata di blocchi stradali e tensioni nel quartiere napoletano di
Pianura. Ma la gente è scesa in strada anche a Quarto, Agnano e in via Campana. Settemila le tonnellate a
terra a Napoli, nonostante la raccolta nella notte, e 70mila in tutta la
provincia. Ma i numeri si danno anche al
lotto, dove è andato per la maggiore proprio il terno della monnezza:
12 (militari), 60 (città di Napoli) e 70 (spazzatura). Ieri sono stati
circa 50mila i ragazzi che non hanno potuto tornare
a scuola (il 3% degli istituti erano però chiusi, ha precisato la
Regione), ma il ministro Fioroni ha
chiesto al commissario De Gennaro di intervenire perché si rimedi al
più presto. Ma le scuole intanto chiuderanno
oggi anche a San Nicola la Strada, nel casertano, mentre il primo cittadino
di Trecase (Napoli) minaccia di chiudere anche il municipio perché "la
spazzatura è uguale per tutti", anche nei piccoli comuni.
Il sindaco di Torre Annunziata si è detto pronto a spalare
personalmente i rifiuti, "purché - premette - ci dicano dove
portarli". L'esercito intanto è arrivato a San Giorgio a Cremano,
a Cercola e a Quarto, dove il parroco era pronto a riceverlo con una
benedizione. Ma ormai gli albergatori danno per
compromesso il turismo di Pasqua. Intanto proseguono in varie regioni anche
le proteste contro l'arrivo della "monnezza" campana. In Abruzzo
nuove proteste contro gli arrivi di rifiuti alla discarica di Cerratina e
nelle Marche An ha protestato di fronte alla Provincia di Pesaro, mentre in
Molise il presidente Iorio esulta per il fatto che non si farà
più la contestata discarica di Morcone, nella vicina provincia di
Benevento. Al Nord la Lega manda un pacco di sacchetti di spazzatura al
presidente delle Liguria Burlando, "reo"
di solidarietà con la Campania, mentre il centrodestra piemontese
continua a contestare la disponibilità offerta dalla presidente
Bresso, e Umbria e Veneto ribadiscono il loro no alla spazzatura campana. La
politica è in fibrillazione. Da vicepresidente della Commissione Ue,
Franco Frattini ha invitato il governo ad agire. Con Roberto Castelli, la
Lega teme che intanto il governatore lombardo Formigoni stia cedendo rispetto
al no iniziale e minaccia di far venire meno il suo
appoggio. L'azzurro Jannone denuncia che al Nord viene
tolto lo scalo di Malpensa mentre si portano i rifiuti di Napoli. Calendarizzata infine la mozione di sfiducia del centrodestra al
ministro Pecoraro Scanio: voto il 22 alla Camera e il 23 al Senato.
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La Ue: un disastro, rischiate sanzioni (sezione: Schola)
( da "Provincia
di Cremona, La" del 16-01-2008)
Edizione di Mercoledì 16 gennaio
2008 Benvenuto P.Review srl Emergenza rifiuti. Scuole chiuse, a Pianura
tornano i blocchi stradali. Sale la protesta anche fuori
dalla Campania La Ue: un disastro, rischiate sanzioni Attacco del
commissario all'ambiente Dimas Roma replica: lavoriamo per applicare il piano
di Piero Consoli ROMA ? Ancora proteste e blocchi stradali nel napoletano e
ancora scuole chiuse per l'emergenza rifiuti, mentre
la Cdl incalza il governo e lancia accuse. 70 mila tonnellate di 'monnezza'
sulle strade del napoletano. Ieri è stata un'altra giornata di blocchi
stradali e tensioni nel quartiere napoletano di Pianura. Ma la gente è
scesa in strada anche a Quarto, Agnano e in via
Campana. Settemila le tonnellate a terra a Napoli,
nonostante la raccolta nella notte, e 70 mila in tutta la provincia. Ma i numeri si danno anche al lotto, dove è andato
per la maggiore proprio il terno della monnezza: 12 (militari), 60
(città di Napoli) e 70 (spazzatura). Ieri sono stati circa 50 mila i
ragazzi che non possono tornare a scuola (il 3% degli istituti sono però chiusi, si precisa in Regione), ma il ministro Fioroni ha chiesto al commissario
De Gennaro di intervenire perchè si rimedi al più presto. Ma le scuole intanto chiudono oggi anche a San Nicola la
Strada, nel casertano, mentre il primo cittadino di Trecase (Napoli) minaccia
di chiudere anche il municipio perchè "la spazzatura è
uguale per tutti", anche nei piccoli comuni. Il sindaco di Torre
Annunziata si è detto pronto a spalare personalmente i rifiuti,
"purchè ? premette ? ci dicano dove portarli". L'esercito
intanto è arrivato a San Giorgio al Cremano, a Cercola e a Quarto,
dove il parroco era pronto a riceverlo con una benedizione. Ma ormai gli albergatori danno per compromesso il turismo
di Pasqua. Anche fuori della Campania acque ancora
agitate. In Abruzzo nuove proteste contro gli arrivi di rifiuti alla
discarica di Cerratina e nelle Marche An ha protestato di fronte alla
Provincia di Pesaro, mentre in Molise il presidente Iorio esulta per il fatto
che non si farà più la contestata discarica di Morcone, nella
vicina provincia di Benevento. Al Nord la Lega manda un pacco di sacchetti di
spazzatura al presidente delle Liguria Burlando,
'reo' di solidarietà con la Campania, mentre il centrodestra
piemontese continua a contestare la disponibilità offerta dalla
presidente Bresso, e Umbria e Veneto ribadiscono il loro no alla spazzatura
campana. La Cdl prepara una mozione sfiducia al
ministro Pecoraro. Da vicepresidente della Commissione Ue, Franco Frattini
invita il governo ad agire, mentre il presidente della Commissione
parlamentare di inchiesta sui ciclo dei rifiuti,
Roberto Barbieri, suggerisce l'immediato avvio di un tavolo di intesa tra
Governo, Conferenza delle Regioni ed enti campani. Con Roberto Castelli, la
Lega teme che intanto il governatore lombardo Formigoni stia cedendo rispetto
al no iniziale e minaccia di far venire meno il suo
appoggio. L'Udc Pionati propone intanto una legislatura di coalizione
per la Campania, e trova sostegno nell'Idv Formisano, mentre tre eurodeputati
di Fi paventano rischi di un'emergenza rifiuti anche a Roma e nel Lazio. Il
Commissario Ue per l'ambiente. Basta con le violazioni alla normativa europea
in tema di smaltimento dei rifiuti, l'Italia ripulisca le strade della
Campania, ma soprattutto metta davvero in pratica un piano a lungo termine di
misure strategiche, che releghino le discariche
all'ultimo posto nel processo nel ciclo dei rifiuti. È questo il
messaggio che il commissario Ue all'Ambiente Stavros Dimas ha consegnato
all'Italia dall'aula del Parlamento europeo, durante un dibattito dedicato
alla crisi dei rifiuti in Campania. La Commissione, ha sottolineato
Dimas, è pronta ad assumere nuovi passi legali, che possono portare
anche a multe se l'Italia continuerà a violare la normativa europea,
ha chiarito Dimas, tenendo alta la pressione in vista dell'incontro che
l'euroesecutivo avrà a Roma col governo italiano e gli enti locali il
28 gennaio. Sarà quello il momento della
verità. La replica di Roma. "Stiamo lavorando per
applicare il piano rifiuti" ha reagito Palazzo
Chigi al rischio di multa per l'Italia adombrato a Bruxelles. "Il nostro
impegno ? sottolineano fonti dell'esecutivo ?
è testimoniato dal giudizio dello stesso Dimas sul piano approntato
dal governo e che si sta approntando".
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L'opinione Una scuola in declino (sezione: Schola)
( da "Libertà" del
16-01-2008)
Quotidiano partner di Gruppo Espresso
LIBERTA' di mercoledì 16 gennaio 2008 > Agenda l'opinione
Una scuola in declino con alunni-clienti di
LUIGI NICELLI Mi vorrei collegare al condivisibile ed efficace intervento di
Bruno Cassinari apparso su questo quotidiano nei giorni scorsi in cui si
evidenziava, tra l'altro, la necessità di ripristinare nelle nostre
scuole il principio di autorità. E' sotto gli occhi di
tutti il fatto che la scuola italiana sia
diventata, da qualche tempo, un facile bersaglio per giornali, riviste e
politici. Oggetto delle critiche sono gli scarsi risultati dei nostri allievi
rilevati nel corso dell'indagine Ocse Pisa, che valuta e confronta i livelli di apprendimento degli studenti in Italia con quelli del
resto d'Europa. Diamo atto alle fonti di informazione
di aver perfettamente centrato il problema: la scuola
italiana è in pieno ed inarrestabile declino. Dove
sbagliano, invece, è nell'individuazione delle cause. Ritenere che
tutti i mali della scuola italiana si possano imputare alla didattica è sbagliato, come
è sbagliato pensare che per migliorare la didattica siano necessari
provvedimenti che colpiscano unicamente il metodo di lavoro degli insegnanti.
Un problema non può essere risolto se non dopo aver ricercato ed
eliminato le sue vere radici. Ogni provvedimento che prescinda
da questa analisi preliminare non solo sarebbe privo di senso, ma servirebbe
solo ad acuire una situazione già tragica. Tentiamo
dunque di capire i motivi che hanno portato la nostra scuola al declino. Primo fra tutti è l'indebolimento o, per
meglio dire, l'annichilimento dell'autorità dei docenti, mutuata dal
pensiero di alcuni pedagogisti e fatta propria da
una larga schiera di riformatori della scuola. Frutti di questa deleteria
filosofia sono stati i cosiddetti debiti formativi mai sanati, il 6
rosso al posto del quattro, l'abolizione degli esami di riparazione, la
bocciatura vista come fallimento dell'educatore e non come strumento di
recupero delle conoscenze. Eliminati i mezzi attraverso i quali l'insegnante
poteva pretendere impegno e serietà dai propri allievi, la didattica
ha perso forza e incisività, l'impegno è calato, lo studio
è diventato superficiale, l'apprendimento è penosamente
precipitato ai livelli attuali. Un'altra ragione del declino della scuola deriva dal tentativo di
instaurare principi di stampo aziendalistico nella gestione scolastica. Il
preside è diventato un manager, ossia l'amministratore di un istituzione sostenuta da un insieme variegato di
finanziamenti. Gli allievi, persi ormai i connotati di discenti, hanno assunto il ruolo di clienti di un servizio e, da studenti,
sono diventati utenti. La logica aziendalistica, che vede il cliente al centro delle attenzioni, ha imposto la sua ferrea
legge: se in un istituto ci sono bocciature, allora quella scuola
ha fallito la sua missione, ormai trasformatasi in mission dal significato
imprenditoriale. La bocciatura, da strumento di educazione,
è diventata elemento di valutazione della validità della
didattica e del lavoro degli insegnanti. Queste sono cause che provengono
dall'interno del sistema scolastico, e il Ministero dovrà tenerne conto prima di imbastire una nuova, ennesima riforma. Si troverà la soluzione solo garantendo agli insegnanti autorità e strumenti efficaci. [.
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( da "Mattino
di Padova, Il" del 16-01-2008)
IL CASO Via Manara, nomade arrestato aveva
i documenti di Cappuzzo Nei guai è finita anche una ragazza napoletana
di 25 anni Avesse saputo a chi appartengono i documenti mostrati ai
poliziotti, forse non li avrebbe nemmeno tirati
fuori. Già. Perché un nomade di origini
serba, D.N. di 39 anni, l'altra notte, ha estratto dalla tasca, per farsi
identificare da una pattuglia delle Volanti, una tessera (scaduta) di
iscrizione a Forza Italia e il tesserino di abilitazione per poter sparare al
poligono di tiro di Padova. Documenti intestati a Gian Luca Cappuzzo, il
medico specializzando attualmente in carcere perché accusato di aver ucciso la moglie Elena Fioroni con delle iniezioni di veleno e poi inscenato il suicidio nel
febbraio del 2006. Lì per lì, gli agenti non hanno fatto molto
caso alla faccenda. Gli hanno chiesto documenti validi visto che era alla
guida di un autoveicolo e poi, dato che non aveva altro da mostrare, è
stato denunciato per ricettazione. Poi una volta in questura hanno
notato la stranezza e hanno cominciato ad indagare. Nei guai è finita
anche una ragazza che era con lui in via Manara,
alla Stanga, una venticinquenne di origini napoletane. Anche lei è
stata denunciata per ricettazione ma per altri motivi: nella borsa nascondeva
una macchina fotografica digitale che aveva una targhetta del Gruppo Veneto
Banca, una macchina fotografica digitale Fuji, una Olympus,
una Pentax e una Minolta. Tutti oggetti di cui non ha
saputo spiegare la provenienza. I due hanno riferito agli agenti che
stavano andando a rifornirsi di droga, ma non hanno voluto dire da chi
stavano andando. Serbo e napoletana sono stati bloccati in via
Manara lunedì sera verso le 23,30. E sono stati fermati perché l'auto
su cui viaggiavano, procedeva in modo sospetto:
fermandosi e riprendendo la marcia per poi bloccarsi nuovamente. Ora la
polizia vuole verificare come mai la tessera (nonostante risulti
scaduta) e il tesserino del poligono intestati al medico Cappuzzo siano
finiti in mano ad un nomade. Ma anche se entrambi i documenti siano veri o falsi, oppure siano semplicemente
(improbabile anche se possibile) ad un altro Gian Luca Cappuzzo, solamente
omonimo del presunto uxoricida. Il medico in carcere dal febbraio del 2006,
infatti, era iscritto a Forza Italia e le indagini sul suo passato avevano
scoperto anche l'iscrizione al poligono padovano. Dunque se i documenti sono
veri, c'è da capire come mai siano finiti in
mano al nomade. Che, tra l'altro, non risulta mai stato in
carcere. Forse i documenti sono stati rubati in passato e sono
arrivati per caso in mano al serbo. (p.bar.).
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Giornata della memoria: fioroni il 25 a san sabba (sezione: Schola)
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 16-01-2008)
Regione Giornata della memoria: Fioroni il 25 a
San Sabba ROMA. Palazzo Chigi ha definito ieri le date delle celebrazioni del
Giorno della memoria 2008. Si apriranno il 24
gennaio al Quirinale con una cerimonia alla presenza del Capo dello stato
Giorgio Napolitano, del presidente dell'Unione delle
Comunità ebraiche italiane (Ucei) Renzo Gattegna e del vicepremier e
ministro dei beni culturali Francesco Rutelli che rappresenterà
il Governo. Saranno ricordati i Giusti che operarono a favore degli ebrei
italiani. Sempre il 24 Camera e Senato celebreranno la giornata. Il 25
gennaio il ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni,
sarà a Trieste alla Risiera di San Sabba - unico campo di sterminio in
territorio italiano - dove saranno premiati i migliori temi degli studenti
sulla Shoah. Alla cerimonia parteciperanno sia il presidente dell'Ucei
Gattegna sia lo storico del Centro di documentazione ebraica di Milano Michele Sarfatti.
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Uil contro il friulano: appello al governo (sezione: Schola)
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 16-01-2008)
Appello ai ministri
Lanzillotta e Fioroni e a Letta: "La legge è incostituzionale perché
discrimina docenti e studenti con rivendicazioni etniche" Uil contro il
friulano: appello al governo Il segretario Visentini
e il sindacato scuola chiedono il ricorso alla Consulta SCUOLA TRIESTE. La Uil e la Uil scuola del Friuli Venezia Giulia hanno
chiesto al Governo di impugnare davanti alla Corte costituzionale la legge
regionale sulla tutela della lingua friulana. La richiesta è contenuta
in un documento di osservazioni alla norma regionale
recentemente approvata, che è stato sottoscritto dal segretario
generale, Luca Visentini, e da quello del comparto scuola, Ugo Previti.
"La nostra richiesta - ha affermato Visentini - è che il Governo
impugni la legge sia per incostituzionalità che
per conflitto di attribuzione. Nel primo caso, per il meccanismo di
silenzio-assenso, nel secondo, perché la norma va contro i princípî di autonomia scolastica, in particolare - ha aggiunto -
per quanto riguarda il reclutamento e la formazione del personale e
l'assegnazione delle classi". Nel documento, inviato ai ministri
dell'Istruzione Fioroni, degli Affari regionali
Lanzillotta e al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Letta, la Uil afferma che la legge "determinerà
pesanti rischi di discriminazione a carico dei docenti e degli studenti della
scuola pubblica, dei cittadini nel loro rapporto con le pubbliche amministrazioni
locali e dei dipendenti - precisa il testo - delle stesse
amministrazioni". Secondo il sindacato, in particolare, attraverso la
legge si crea una "minoranza" equiparabile a quelle nazionali, ma
che "non trova alcun riscontro nella storia e nell'attuale ordinamento.
Il friulano - precisa la Uil - è linguaggio
di origine popolare e proprio della società contadina, dalle mille
varietà locali, prevalentemente orale e senza una codificazione
scritta univoca, da sempre parlato in famiglia e mai formalizzato per un
insegnamento sistematico nelle scuole, mai utilizzato - sottolinea il testo -
negli atti pubblici e ufficiali in luogo dell'italiano".
"Dall'esigenza corretta di tutelare una lingua e una cultura
storicamente peculiari - nota la Uil - si passa alla
rivendicazione etnica, alla artificiosa creazione di uno spazio
etnico-linguistico esclusivo, che mette in discussione i diritti individuali
delle persone, nonché - conclude la lettera del sindacato - l'italiano come
lingua nazionale e lo spirito civico della Repubblica. Se si applicasse
questo principio pseudo-storico ad altre regioni, che oltre a una specifica lingua possano vantare una storia di
più antica data e una passata forma statuale indipendente (come ad
esempio il regno di Napoli o delle Due Sicilie), salterebbero le basi stesse
dell'unità dello Stato", scrive ancora Visintini. La Uil quindi segnala "l'articolo 32, nel quale si
prevede che i Comuni oggi facenti parte del territorio friulano oggetto della
legge, e che vi erano entrati in base all'articolo 5 della legge regionale
15/1996 attraverso la semplice segnalazione di una presenza friulanofona da
parte del sindaco, debbano ora adottare una delibera del Consiglio comunale
con maggioranza dei due terzi qualora vogliano uscire dalla delimitazione. In
carenza di tale delibera vi si ritrovano
automaticamente inseriti per i fini della nuova legge", conclude il
sindacalista.
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( da "Nuova
Venezia, La" del 16-01-2008)
Altre Debiti,
crediti: la scuola insegni che ha risultati solo chi si impegna SERGIO
TORCINOVICH * Proprio in questi giorni, nelle scuole medie superiore si sta
decidendo in merito alle modalità di recupero degli allievi
insufficienti in una o più discipline, a seguito del decreto del
ministro Fiorini che prevede, fra l'altro, che la verifica dell'avvenuto
recupero venga fatta entro agosto. In via preliminare, è da osservare
che, ormai da più di un decennio, vale a dire da almeno due
generazioni di studenti, l'abolizione degli esami di riparazione a settembre
ha, di fatto, reso facoltativo lo studio di alcune
discipline. Con il sistema dei debiti formativi si è data allo
studente la possibilità di trascurare, a sua discrezione, la
preparazione in alcune materie; il "recupero" delle lacune sarebbe
potuto avvenire nel corso dell'anno successivo, con prove da tenersi entro
maggio magari a seguito di corsi ad hoc organizzati
dalle stesse istituzioni scolastiche, o ancora con tutti quei sistemi che
l'autonomia scolastica, condita da italica fantasia, permetteva. Se nonostante tutto, il "recupero" non fosse avvenuto,
pazienza: lo studente avrebbe solo rischiato di veder diminuita la sua media.
Va dato atto al Ministro di essersi reso conto della situazione paradossale.
A suo favore depone lo sforzo di porvi rimedio. C'è però un
aspetto della "riforma Fioroni"
sul recupero dei "debiti" formativi che non è stato
adeguatamente posto in risalto. Si tratta dell'obbligatorietà per le
istituzioni scolastiche di predisporre attività di recupero per gli
allievi deficitari in una o più discipline, sia nel corso dell'anno
scolastico (dopo i risultati tri o quadrimestrali) che durante l'estate,
prima della verifica di fine agosto. A mio avviso non è da discutere
l'obbligatorietà di tale attività: un sistema educativo
fortunatamente non più elitario deve certamente preoccuparsi di
sostenere i discenti che denunciano debolezze. Ciò che invece è
assai opinabile è che questi corsi siano rivolti indistintamente a
tutti gli studenti, senza che vi sia una valutazione di merito e di opportunità da parte di un organo competete, che
non può essere altri che il Consiglio di classe nella componente
docenti. Il fatto è che molto, troppo spesso l'insufficienza, specie
se grave, in una o più materie dipende non
dà oggettive difficoltà di comprensione e assimilazione dei
concetti e dei contenuti ma dà un rifiuto del dialogo educativo.
Rimane che, anche per lo studente "scaldabanco", la
collettività dovrà impiegare risorse per tentare un recupero
dove invece è, semmai, da recuperare il rifiuto di imparare.
Ciò ci deve indignare in quanto contribuenti, prima ancora che
educatori. La norma che estende l'accesso ai corsi e alle attività di
recupero a tutti gli studenti indistintamente è
da considerarsi altamente diseducativa, così come lo era ed è
ancora il sistema dei debiti. Innanzitutto, la
scuola di massa per essere veramente di qualità e per contribuire al
riscatto sociale degli strati svantaggiati della popolazione deve abbandonare
ogni scimmiottamento pseudo aziendalistico, cominciando dal linguaggio
(debiti, crediti, offerte formative), a favore di percorsi educativi il cui
punto d'arrivo sia in ogni caso la responsabilizzazione dell'allievo.
Insomma, è da superare la (insana) logica del "successo
formativo", almeno così come è
stata fino a oggi declinata. A mio avviso sarebbe opportuno sostituirla con
l'etica della responsabilità volta a
insegnare che a certi comportamenti corrispondono certi risultati. Non ci
può essere però nessun cambiamento in tale direzione se non si
smette di umiliare gli insegnanti. Tanto per cominciare, si dovrebbe delegare
a loro, sulla base di criteri condivisi e votati nel
Collegio, la decisione rispetto a quale studente ammettere alle
attività di recupero delle lacune. * insegnante, Venezia.
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( da "Repubblica,
La" del 16-01-2008)
Pagina IX - Milano Numero
verde intasato dalle troppe chiamate e disservizi a ripetizione nel primo
giorno utile. Ma c'è tempo fino al 26
Materne, niente iscrizioni online Mancano i moduli, prenotazioni ferme. Ed è caos ai centralini Quest'anno si dovranno
indicare cinque scuole. Ancora nessuna
risposta ai rilievi di Fioroni sulle norme anti clandestini TERESA MONESTIROLI Scuole
materne: iscrizioni in tilt. E non solo al
numero verde, che anche quest'anno ha funzionato a singhiozzo tutto il
pomeriggio perché le troppe telefonate in entrata hanno intasato l'800272709,
ma anche via Internet. L'iscrizione online,
pubblicizzata sulla circolare come la novità dell'anno, ieri, primo
giorno per prenotare il colloquio in una scuola dell'infanzia, non era ancora
attiva. Nessun link sulla home page, nessuna
delucidazione per le famiglie. "Provi domani o dopodomani - spiega un
po' esasperata la voce che risponde al numero indicato per la richiestra di informazioni delle scuole dell'infanzia - . Stanno
facendo ancora delle verifiche per vedere se il sistema funziona
correttamente". Ancora? La domanda sorge spontanea
visto che la circolare è datata 17 dicembre e il Comune ha
avuto quasi un mese per fare tutte le simulazioni del caso. Poi, finalmente,
alle 18.30 sul sito del Comune compare il tanto atteso link, ma l'accesso al
modulo manca ancora. Dopo i pasticci informatico
dell'Ecopass - più volte è crollato il sistema impedendo il
pagamento del ticket - , Palazzo Marino si incaglia di nuovo sui servizi
telematici: un numero verde che non risponde - il messaggio registrato avvisa
i genitori che il numero non è momentaneamente raggiungibile - e un
sito Internet inaccessibile. "Abbiamo avuto dei problemi con il sistema
- spiega il direttore del settore Scuola Carmela
Madaffari - , ora però mi hanno detto che funziona". A fine pomeriggio, non proprio quello che si chiama
efficienza. "Non cade il mondo - sdrammatizza la funzionaria - . I genitori hanno tempo per iscriversi. E poi al call center abbiamo ricevuto più di 1700
telefonate. Un modo per prenotarsi c'è stato comunque".
L'ordine di prenotazione del colloquio non dà del
resto alcuna precedenza in graduatoria, quindi il Comune consiglia di
telefonare - e collegarsi al sito - fra qualche giorno. Ma
si sa che le mamme in cerca di un posto alla materna sono un po' ansiose, e
allora perché non potenziare il numero? La risposta non arriva. Si ribadisce invece che chi usa il numero verde può
chiamare fino al 26 gennaio, mentre chi si vuole cimentare nella nuova
modalità online ha tempo fino al 29 febbraio. Per farlo, però,
bisogna prima registrarsi come utenti del sito del Comune e poi, con in mano un codice pin che si trova sulla cartella
esattoriale Tarsu, accedere al servizio. Chi non ha il codice deve
richiederlo agli uffici di via Larga. E c'è un'altra novità. Quest'anno le
famiglie al colloquio dovranno indicare cinque scuole, non più tre.
Due di queste vengono assegnate dal Comune come
"le più vicine a casa" (15 punti), le altre tre sono a
scelta dei genitori (6 punti). Alla diffida del ministro Fioroni che chiede di cambiare la regola per cui
gli stranieri irregolari non possono iscrivere i figli alla materna,
l'assessore all'Educazione Mariolina Moioli non ha ancora risposto. Mancano
ancora quattro giorni.
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Al via i corsi di recupero all'ipsia
giorgi e al pertini - nadia davini (sezione: Schola)
( da "Tirreno,
Il" del 16-01-2008)
Lucca Al via i corsi di
recupero all'Ipsia Giorgi e al Pertini NADIA DAVINI LUCCA.
Attività di recupero mattutine e pomeridiane e studio individuale.
Sono queste le parole chiave per l'aiuto a quegli studenti che devono colmare
le lacune riportate nella pagella del primo quadrimestre. I corsi di recupero
mirati a questo scopo si stanno attivando in questi
giorni e proseguiranno fino a maggio. Ai primi di giugno, poi, ci sarà
lo scrutinio finale e in quel momento i vari consigli
di classe decideranno per l'attribuzione dei debiti e dei recuperi estivi.
Ipsia Giorgi. Le attività sono delle più diversificate,
con una concentrazione maggiore sulle classi prime. Qui
infatti verranno svolti dei lavori per gruppi e ci saranno delle ore
di co-presenza di due insegnanti della stessa materia, soprattutto per le
discipline che registrano più insufficienze, come matematica e
inglese. Sono state predisposte 300 ore complessive di corsi di recupero, con
interventi pomeridiani mirati e specifici, che seguiranno gli studenti fino a
maggio, dove, durante la prima settimana, gli insegnanti manderanno alle
famiglie delle lettere contenenti l'esito della prima fase sanatoria dei
brutti voti. Tuttavia non mancano i dubbi e la
perplessità nelle parole del dirigente scolastico, Erminio Serniotti.
"I fondi del ministero della pubblica istruzione sono stati mandati e
già stanziati - dice -, ma la cifra
complessiva non è così elevata, dovremo razionalizzare,
cercando di contenere al massimo le spese". Nonostante
il contenuto della riforma Fioroni sia largamente condiviso,
sulle modalità di intervento si registra
titubanza. "è una riforma complessivamente accettabile - prosegue
Serniotti -, il problema sta nel fatto che si deve mettere in moto un meccanismo
complicato da gestire, che mette tutti con l'acqua alla gola. Gli
insegnanti capiscono l'esigenza della riforma; c'è un diffuso clima di
collaborazione, tuttavia la novità, rappresentata da queste
attività di recupero, spaventa e preoccupa. Dobbiamo far fronte al
problema estate, cercando di far coincidere le esigenze dei docenti con
quelle degli alunni e delle loro famiglie, in prospettiva, soprattutto,
dell'organizzazione delle ferie". Isi Pertini. Le modalità di
recupero saranno suddivise in una parte curriculare, da svolgersi nelle ore
scolastiche, e in una parte pomeridiana, cercando di concentrarsi su pochi
alunni per risolvere problematiche specifiche. In questo contesto
si inseriscono le attività di classi aperte con corsi di recupero e
corsi di potenziamento, di e-learning, la piattaforma virtuale che consente
ai ragazzi di esercitarsi anche da casa e di tutoraggio, da parte degli
studenti più bravi che sostengono e aiutano i compagni di classe in
difficoltà. Le verifiche verranno effettuate
entro aprile. "I corsi estivi - afferma la preside,
Donatella Venturi - sono ancora da definire, perché stiamo aspettando
delle indicazioni più precise e chiare dal ministero della pubblica
istruzione, visto che è tutto ancora molto nebuloso".
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Se la materia più difficile
è la tolleranza - giancarlo visitilli (sezione: Schola
)
( da "Repubblica, La" del 16-01-2008)
Pagina III - Bari IN CATTEDRA Se la
materia più difficile è la tolleranza GIANCARLO
VISITILLI Abbiamo cominciato l'anno solare a scuola "con le notizie
brutte", come dice Nicola, prima C dell'Ipsia di Bitetto. Del resto come
si può fare a meno di parlare ai ragazzi dei brutti fatti di cronaca, quelli dei bulli che imperversano dentro e
fuori delle classi? Come, per esempio, quello accaduto
sul finire dell'anno passato, che interpella direttamente la scuola? Matteo, un giovane studente, italo-filippino di Finale Ligure,
ucciso e marchiato con una svastica e la scritta "gay" sul petto.
A seguito di questo avvenimento, alcuni esponenti del Partito Democratico hanno scritto a Fioroni, Ministro della Pubblica Istruzione, una lettera aperta, con
la quale, anch'io nella mia classe, ho voluto ben augurare un nuovo anno agli
alunni, leggendola, ma soprattutto volendo cominciare un percorso didattico
che rientra appieno nei programmi ministeriali, trattandosi della
"diversità". "Caro Ministro - recita la lettera
- un giovane omosessuale il più delle volte è solo, e senza
alcun supporto sociale: a volte evita di parlare anche con se stesso. Un vero cortocircuito esistenziale che avviene proprio nel
momento più delicato della propria formazione: l'adolescenza...".
Qualcuno degli alunni ha cominciato a sorridere. Altri, invece, erano
assolutamente impietriti, perché ho proseguito nella
lettura in cui si fa cenno alle tante diversità: l'ebreo, il
mussulmano, l'handicappato, il sovrappeso, ecc. SEGUE A PAGINA XII.
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( da "Gazzetta del Sud" del
16-01-2008)
La mozione sarà discussa
prima alla Camera (il 22 gennaio) e il giorno dopo al Senato. Fuori dalla Campania aumenta il malcontento per l'arrivo
di spazzatura Rifiuti, la CdL "sfiducia" Pecoraro Scanio Scuole
ancora chiuse, proteste e blocchi stradali. Qualche sindaco minaccia di
sbarrare persino il Municipio ROMAAncora proteste e blocchi stradali nel
Napoletano e ancora scuole chiuse per l'emergenza rifiuti,
mentre la Cdl incalza il governo e lancia accuse. Ieri è stata
un'altra giornata di blocchi stradali e tensioni nel quartiere napoletano di
Pianura. Ma la gente è scesa in strada anche a Quarto, Agnano e in via Campana. Settemila le tonnellate a
terra a Napoli, nonostante la raccolta nella notte, e 70 mila in tutta la
provincia. Ma i numeri si danno anche al
lotto, dove è andato per la maggiore proprio il terno della monnezza:
12 (militari), 60 (città di Napoli) e 70 (spazzatura). Ieri sono stati
circa 50 mila i ragazzi che non sono potuti tornare a scuola (il 3% degli
istituti sono però chiusi, si precisa alla
Regione), ma il ministro della Pubblica istruzione Fioroni ha chiesto al commissario De Gennaro di intervenire perché si
rimedi al più presto. Ma le scuole intanto
chiudono oggi anche a San Nicola la Strada, nel Casertano, mentre il primo
cittadino di Trecase (Napoli) minaccia di chiudere anche il Municipio perché
"la spazzatura è uguale per tutti", anche nei piccoli comuni.
Il sindaco di Torre Annunziata si è detto pronto a spalare
personalmente i rifiuti, "purché premette ci dicano dove portarli".
L'Esercito intanto è arrivato a San Giorgio a Cremano, a Cercola e a
Quarto, dove il parroco era pronto a riceverlo con una benedizione. Ma ormai gli albergatori danno per compromesso il turismo
di Pasqua. Ma anche fuori dalla Campania la
situazione comincia a essere critica. In Abruzzo nuove proteste contro gli
arrivi di rifiuti alla discarica di Cerratina e nelle Marche An ha protestato
di fronte alla Provincia di Pesaro, mentre in Molise il presidente Iorio
esulta per il fatto che non si farà più la contestata discarica
di Morcone, nella vicina provincia di Benevento. Al Nord la Lega manda un
pacco di sacchetti di spazzatura al presidente delle
Liguria Burlando, "reo" di solidarietà con la
Campania, mentre il centrodestra piemontese continua a contestare la
disponibilità offerta dalla presidente Bresso, e Umbria e Veneto
ribadiscono il loro "no" alla spazzatura campana. Da vicepresidente
della Commissione Ue, Franco Frattini invita il governo ad agire, mentre il
presidente della Commissione parlamentare di inchiesta
sui ciclo dei rifiuti, Roberto Barbieri, suggerisce l'immediato avvio di un
tavolo di intesa tra Governo, Conferenza delle Regioni ed enti campani. Con
Roberto Castelli, la Lega teme che intanto il governatore lombardo Formigoni
stia cedendo rispetto al no iniziale e minaccia di
far venire meno il suo appoggio. L'azzurro Jannone denuncia che al Nord viene tolto lo scalo di Malpensa mentre si portano i
rifiuti di Napoli, ma il deputato piemontese de "La Destra"
sostiene che tutte le regioni devono contribuire per risolvere l'emergenza.
L'Udc Pionati propone intanto una legislatura di coalizione
per la Campania, e trova sostegno nell'Idv Formisano, mentre tre eurodeputati
di Fi paventano rischi di un'emergenza rifiuti anche a Roma e nel Lazio. Calendarizzata, infine, la mozione di sfiducia del centrodestra
al ministro dell'Ambiente Pecoraro Scanio: voto il 22 alla Camera e il 23 al
Senato. (mercoledì 16 gennaio 2008).
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( da "Eco di Bergamo, L'" del
16-01-2008)
"La scuola soffre di autoreferenzialità e centralismo" Fra
contraddizioni e speranze. Così si muovono, sempre e in particolare
oggi, genitori e insegnanti alle prese con la necessità di educare. Ne
hanno parlato, sollecitati dalle domande del direttore de L'Eco di Bergamo
Ettore Ongis, Mauro Ceruti e Alberto Barcella al cineteatro di Ponte San
Pietro, inaugurando, alla presenza del sindaco Giuliana Reduzzi, il percorso
di formazione 2008 dei genitori degli allievi della
scuola "Caterina Cittadini", curato dal gruppo del Centro culturale
Cittadini 3C
(guidato da Giovanni Maggioni presso la scuola della Congregazione delle
suore Orsoline di Somasca). L'educazione atto creativo Ceruti, preside della facoltà di Scienze della formazione
dell'Università di Bergamo e consulente del ministro
Fioroni per le Nuove Indicazioni per il primo
ciclo di scuola e Barcella, presidente di Confindustria Bergamo e
vicepresidente Education di Confindustria, hanno affrontato ciascuno dal
proprio punto di vista il tema "Costruire il futuro, l'impresa
formativa". Se formazione non è "imbottigliare"
l'uomo in forme prestabilite come - ha ricordato Ongis citando il pedagogista
Aldo Agazzi - intendeva fare Stalin, ma favorire lo svolgersi della forma
originale di ciascuno, pur nel contesto genetico e
culturale, allora l'educazione diventa un atto creativo che dalla
disorganizzazione conduce (e-ducere, ha ricordato Ceruti) verso la forma organizzata
e coerente, cioè verso l'identità. Il ruolo del genitore e
dell'insegnante può essere oggi spiazzante, perché le tecnologie della
comunicazione hanno aperto le cateratte dell'informazione (che arriva in gran
copia, frammentata e velocissima), mentre l'utilizzo stesso dei congegni necessita di una manualità diversa, che impaccia
molti adulti. Ma in questo mare, ha ricordato
Ceruti, i ragazzi si trovano a proprio agio, essendovi nati. Non a caso
parlano di "navigare" e "surfare" mentre i genitori spesso
vi annaspano, affidandosi al telefonino, consegnato come una sorta di magica
protezione ed estensibile cordone ombelicale. Se
alla necessità di educare la persona si aggiunge lo sviluppo cognitivo
e culturale, allora è chiaro che per il nostro Paese oggi la questione
educativa è la vera emergenza. L'impresa, ha assicurato Barcella,
è coinvolta. In parte perché il luogo di lavoro nella tradizione
italiana, soprattutto la bottega medioevale e rinascimentale, è stato
il fulcro del passaggio di saperi e competenze, in parte perché senza
diffusione e qualificazione del sapere l'economia si ferma, legata
com'è al progredire di ogni tipo di
conoscenza. Che tipo di scuola, allora, che tipo di
saperi, ha chiesto Ongis, posto che negli ultimi test Pisa-Ocse l'Italia
è risultata di nuovo agli ultimi posti in matematica, scienze, lettura
e scrittura? Occorre un mix di rigore, saperi di base ben assimilati, metodo
e creatività. Una scuola così è ancora un sogno, almeno
a livello-Paese. La scuola è oggi la fonte solo del 30% di informazioni che un ragazzino acquisisce e può
mantenere la centralità del ruolo se è il luogo dove le
informazioni vengono organizzate in conoscenze e competenze che permettano al
ragazzo di diventare un cittadino consapevole, con la possibilità di
entrare, restare ed evolvere nel mondo del lavoro. Una scuola, ha sottolineato Barcella, più autonoma e più
legata alle necessità e opportunità del territorio. Per Bergamo
significa il rilancio della grande tradizione delle
scuole tecniche, che non formano solo buoni esecutori, ma giovani in possesso
della cultura tecnica, chiave interpretativa della realtà di pari
dignità della cultura classica. Il "nuovo umanesimo" che
è un pò lo slogan delle Nuove Indicazioni, è anche
questo: portare a unità, attraverso la
scienza, le due facce, artificialmente separate, della cultura italiana.
Resta tuttavia lo spinoso interrogativo: perché, con 750.000 insegnanti, la
scuola italiana ha gli alunni più svogliati d'Europa? Tra
assistenzialismo e aziendalismo, c'è una via di mezzo proponibile? I mali del sistema scuola Per Barcella, i mali della scuola sono
autoreferenzialità e centralismo, mali che si guariscono introducendo
la valutazione del personale e delle scuole (da parte di un ente esterno) e
permettendo che gli insegnanti migliori abbiano uno stipendio migliore e le
scuole migliori più risorse. Per Ceruti la svogliatezza si cura
con una maggior energia e presenza da parte degli adulti ("ci facciamo
chiedere poco dai ragazzi" in termini di coinvolgimento personale) e
tenendo presente che va insegnato soprattutto il discernimento. La scuola non
può trasformare in conoscenza organizzata tutte le informazioni con le
quali i ragazzi vengono a contatto, ma può insegnare a distinguere tra
informazioni importanti e irrilevanti, come organizzare i dati, come
cercarli, come non restare prede inermi delle volontà altrui, siano travestite da moda, pubblicità, propaganda.
Come genitori possiamo arginare le nostre ansie,
come cittadini ridare speranza al Paese. I figli cresceranno
meglio, gli studenti studieranno di più. Susanna Pesenti.
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( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
16-01-2008)
Cronaca Regionale Pagina 106 Molte
scuole ancora chiuse in Campania, cresce la tensione. E
si affaccia il rischio di gravi epidemie Napoli, non cala la montagna di
spazzatura Molte scuole ancora chiuse in Campania, cresce la tensione. E si
affaccia il rischio di gravi epidemie --> ROMA Ancora proteste e blocchi
stradali nel napoletano e ancora scuole chiuse per l'emergenza rifiuti, mentre la Cdl incalza il governo e lancia accuse.
Ieri è stata un'altra giornata di blocchi stradali e tensioni nel
quartiere napoletano di Pianura. Ma la gente è scesa in strada anche a
Quarto, Agnano e in via Campana. Settemila
le tonnellate a terra a Napoli città, nonostante la raccolta nella
notte, e almeno 70 mila in tutta la provincia. Ma
i numeri si danno anche al lotto, dove è andato per la maggiore
proprio il terno della monnezza: 12 (militari), 60 (città di Napoli) e
70 (spazzatura). SCUOLE Ieri sono stati circa 50
mila i ragazzi che non sono potuti tornare a scuola (il 3% degli istituti
sono però chiusi, si precisa in Regione), ma il
ministro Fioroni ha chiesto al commissario De Gennaro di intervenire
perchè si rimedi al più presto. Ma le
scuole intanto chiudono oggi anche a San Nicola la Strada, nel casertano,
mentre il primo cittadino di Trecase (Napoli) minaccia di chiudere anche il
municipio perchè "la spazzatura è uguale per tutti",
anche nei piccoli comuni. Il sindaco di Torre Annunziata si è
detto pronto a spalare personalmente i rifiuti, "purchè -
premette - ci dicano dove portarli". L'esercito intanto è
arrivato a San Giorgio al Cremano, a Cercola e a Quarto, dove il parroco era
pronto a riceverlo con una benedizione. Ma ormai gli
albergatori danno per compromesso il turismo di Pasqua. NELLE ALTRE REGIONI
In Abruzzo nuove proteste contro gli arrivi di rifiuti alla discarica di
Cerratina e nelle Marche An ha protestato di fronte alla Provincia di Pesaro,
mentre in Molise il presidente Iorio esulta per il fatto che non si
farà più la contestata discarica di Morcone, nella vicina provincia
di Benevento. Al Nord la Lega manda un pacco di sacchetti di spazzatura al
presidente delle Liguria Burlando, "reo"
di solidarietà con la Campania, mentre il centrodestra piemontese
continua a contestare la disponibilità offerta dalla presidente
Bresso, e Umbria e Veneto ribadiscono il loro no alla spazzatura campana.
SFIDUCIA AL MINISTRO Da vicepresidente della Commissione Ue, Franco Frattini
invita il governo ad agire, mentre il presidente della Commissione
parlamentare di inchiesta sui ciclo dei rifiuti,
Roberto Barbieri, suggerisce l'immediato avvio di un tavolo di intesa tra
Governo, Conferenza delle Regioni ed enti campani. Con Roberto Castelli, la
Lega teme che intanto il governatore lombardo Formigoni stia cedendo rispetto
al no iniziale e minaccia di far venire meno il suo
appoggio. L'azzurro Jannone denuncia che al Nord viene
tolto lo scalo di Malpensa mentre si portano i rifiuti di Napoli, ma il
deputato piemontese de La Destra sostiene che tutte le regioni devono
contribuire alla emergenza. L'Udc Pionati propone intanto una legislatura di coalizione per la Campania, e trova sostegno nell'Idv
Formisano, mentre tre eurodeputati di Fi paventano rischi di un'emergenza
rifiuti anche a Roma e nel Lazio. Calendarizzata infine la
mozione di sfiducia del centrodestra al ministro Pecoraro Scanio: voto il 22
alla Camera e il 23 al Senato. GRAVI RISCHI SANITARI Ma intanto, a
distanza di circa una settimana dal decreto del governo, incomincia a
profilarsi lo spettro delle epidemie. In tutta la regione
la montagna di rifiuti non è diminuita: si calcola che siano
almeno 120 mila le tonnellate di spazzatura sparse per le strade della
Campania. Ieri il sindaco di Salerno, il diessino De Luca, ha tracciato un
quadro drammatico: "La regione produce cinquemila tonnellate al giorno di rifiuti, anche se dovesse decollare lo
smistamento previsto nelle altre regioni servirebbe a ben poco. Serve
individuare immediatamente almeno 10 discariche a norma in Campania
altrimenti qui si rischia a breve un'epidemia di colera".
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( da "Corriere Alto Adige" del
16-01-2008)
Corriere dell'Alto Adige - TRENTO -
sezione: TRENTOEPROV - data: 2008-01-16 num: - pag: 5 categoria: REDAZIONALE
Scuola Esami di riparazione, le cinque sigle compatte contro
la giunta Sindacati verso lo sciopero "simbolico" TRENTO -
Subito un'assemblea provinciale con i 1.500 insegnanti degli istituti
superiori e, a seguire, uno sciopero "simbolico". Reagiscono compatti i cinque sindacati del mondo
scolastico trentino - Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda - all'ultima delibera
della giunta di Piazza Dante in tema di debiti formativi e, al termine del
vertice confederale di ieri pomeriggio, annunciano l'incontro previsto per il
30 gennaio con i docenti. "L'assemblea provinciale è un evento
raro ed eccezionale - spiega Vincenzo Bonmassar, segretario della Uil -. All'ordine del giorno
l'esposizione dei contenuti della delibera provinciale e dell'ordinanza
ministeriale sui corsi di recupero dei debiti formativi, la definizione delle
problematiche organizzative e metodologiche date dalla disposizione
provinciale e la proposta di mobilitazione che potrà tradursi in uno
sciopero. Simbolico, visto che difficilmente la giunta, che ha potere
decisionale monocratico, cambierà la sostanza della delibera". Il
provvedimento di Piazza Dante fa seguito a quello del 21 dicembre sul quale i
sindacati avevano presentato le prime rimostranze.
"La giunta ha confermato il suo orientamento
segnando la distanza con le direttive del ministro Fioroni e con il resto d'Italia - chiarisce Gloria
Bertoldi, Cgil -. Vogliamo capire, con gli insegnanti delle
superiori, quale logica stia dietro alla decisione di non esigere
dagli studenti il saldo e il recupero dei debiti formativi in corso d'anno
scolastico". I sindacati non nascondono di essere
"critici e perplessi" sulla decisione di Piazza Dante. "Se lo
studente ha una lacuna e la scuola mette a disposizione
tutti gli strumenti per colmarla prima del passaggio alla classe
successiva, qual è la logica di far proseguire i ragazzi con programmi
più complessi senza aver assimilato quelli precedenti? ",
prosegue la Bertoldi. Un punto sul quale il 30 gennaio si
confronteranno sindacati e corpo docente. Intanto la
Uil non indietreggia: "Vista l'emergenza democratica - conclude
Bonmassar - continuiamo a proporre l'idea del referendum perché sia la scuola
a decidere del suo destino". Si. Sen. Reazione Vincenzo Bonmassar, Uil
scuola.
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( da "Corriere della Sera" del
16-01-2008)
Corriere della Sera - NAZIONALE -
sezione: Politica - data: 2008-01-16 num: - pag: 13 categoria: REDAZIONALE Il
nodo della sede In crisi il "modello
loft", il Pd verso il trasloco "Basta con l'open space" ROMA -
Poiché nell'itinerario politico di Walter Veltroni nulla è affidato al
caso, la sede del partito open air era stata inaugurata il 9 novembre,
anniversario del crollo del Muro. Spumante italiano, ressa di giornalisti e
foto opportunity coi leader vecchi e nuovi sulla
scaletta di piazza Santa Anastasia. Iniziava l'era
del loft, primo partito italiano senza pareti e senza correnti. Sono passati due mesi e Walter già si appresta a
far bagagli. E chissà se gli torna in mente la
maliziosa premonizione che Beppe Fioroni, capo
della corrente "popolare" del Pd, aveva buttato
lì pochi giorni dopo: "Ciao Walter, ciao Dario, è bello
vedervi ancora qui! Ormai lo sanno tutti che non potete
spostare nemmeno un mobile, altrimenti la soprintendenza vi fa un c...
così". Non siamo ancora alle carta
bollate. Ma a quel che spifferano gli amanti del
partito tradizionale le antiche pietre affittate a 250 mila euro l'anno
sarebbero entrate nel mirino della soprintendenza: problemi di restauri e
condoni. E la notizia rilanciata dalla dalemiana
Velina rossa è diventata in poche ore il simbolo di un modello
già in crisi. Che fine ha fatto il partito
"liquido", governato dai cittadini? Le correnti sono vive e vegete,
sulle regole si litiga da mesi e sta per nascere uno Statuto che rischia di
demolire il sogno del "partito del popolo". E così, sui
tetti secenteschi del loft, ha preso ad aleggiare come un fosco presagio il ricordo di Bettino Craxi che chiamò un
architetto e fece dinamitare le pareti del palazzone Inps di via del Corso,
che scandivano il sistema correntizio del vecchio Psi. "Altri tempi -
rimpiange Ciriaco De Mita - Il partito di Veltroni è un'idea, ha
un'immagine cangiante come il niente, e come il niente può stare anche
in un luogo indefinito". Il trasloco sarà graduale per non
smantellare d'un colpo la potente metafora del partito all'americana,
arioso e luminoso come un appartamento newyorkese. Al loft resteranno
Veltroni e Franceschini ( foto in alto), il coordinatore Goffredo Bettini (
foto sotto), invece, andrà a stare chez Rutelli a Sant'Andrea delle
Fratte, dove entro l'anno approderà il partito intero. Il loft
ospiterà l'aerea struttura dei forum e pazienza se Luigi Lusi,
tesoriere della Margherita, si prenderà la rivincita. "Se il Pd vuole essere il primo partito deve avere una
struttura adeguata per ospitare dirigenti e funzionari", lascia
intendere il rutelliano Renzo Lusetti. E a riprova che la
questione sia più politica che architettonica, ecco il consiglio del
fassiniano Roberto Cuillo: "Un partito grande ha bisogno di una sede
grande. E non ci voleva molto a capirlo dal
principio". Sospettato dai compagni di viaggio di non avere "le
carte in regola", il tesoriere del Pd, Mauro Agostini, difende la scelta
del loft come "sede transitoria" e smentisce problemi di condoni
mai rilasciati. "Solo voci maliziose - prova a
chiudere il caso l'ufficio stampa del Pd - Il loft resta la sede ufficiale,
ma certo è piccolo...". Monica Guerzoni.
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( da "Corriere della Sera" del
16-01-2008)
Corriere della Sera - NAZIONALE -
sezione: Lettere al Corriere - data: 2008-01-16 num: - pag: 37 categoria:
BREVI NELLE SCUOLE Imparare a riciclare Poiché servono fatti non parole, perché il ministro Fioroni
non propone di istituire nelle scuole, anche materne ed elementari, qualche
ora sulla raccolta differenziata, per insegnare ai bambini, e indirettamente
ai genitori che ancora non la fanno, l'importanza del riciclo? Riguardo
all'umido, in ogni scuola si potrebbe raccoglierlo per trasformarlo in
compost. Alessandra Riva alessandra.riva@ tiscalinet.it.
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( da "Corriere del Veneto" del
16-01-2008)
Corriere del
Veneto - PADOVA - sezione: PADOVA2A - data: 2008-01-16 num: - pag: 8
categoria: REDAZIONALE Il caso In tasca tessera di Forza Italia e del
poligono. Omonimia? Ricettatore slavo con documenti intestati a
Gian Luca Cappuzzo PADOVA - Avesse conosciuto bene la
lingua italiana avrebbe fronteggiato i poliziotti con il rituale
"Lei non sa chi sono io". In assenza di una corretta padronanza
lessicale pensava che a salvarlo da una denuncia per ricettazione bastasse
esibire una tessera del Coni, che lo qualifica come
socio del tiro a segno cittadino e quella di un partito politico. Nella
fattispecie, Forza Italia. Gli uomini in divisa non hanno per nulla abboccato
alle credenziali vantate da D.G. nomade slavo di 39 anni, privo di precedenti
penali, fermato in auto, nella zona di via Manara in
compagnia di una napoletana ventiseienne D.G.R. Impossibile del resto che i
poliziotti non potessero insospettirsi al controllo dei documenti. Sia la
tessera di socio del poligono che quella di appartenenza
al partito di Berlusconi, risultavano essere intestati a Gian Luca Cappuzzo.
Un proprietario con lo stesso nome, infatti, risulta essere in carcere in attesa della sentenza per omicidio
di Elena Fioroni, avvenuto un anno e mezzo fa. Ammesso che i documenti fossero
proprio quelli del presunto omicida, sarebbe stata davvero impresa ardua per
il ricettatore slavo spiegare come ne fosse venuto in possesso. Gli
investigatori della questura sono comunque
già al lavoro per verificare se le tessere sono effettivamente quelle
appartenenti al medico trentasettenne, implicato nel crimine avvenuto
nel febbraio di due anni fa. Non ha invece esibito tessere di sorta la donna
con la quale era in compagnia. Ma la perquisizione
compiuta all'interno dell'auto dai poliziotti, ha rivelato una passione
smodata per le macchine fotografiche. In una borsa sportiva, ha infatti estratto, una dopo l'altra cinque macchine
fotografiche, quattro delle quali modelli digitali dell'ultima generazione.
Assieme alle macchine è comparso anche un telefonino. La donna non si
è qualificata per fotografa per giustificare il possesso di tanta
attrezzatura. E' apparso chiaro che le apparecchiature erano stata trafugate per barattarle immediatamente in droga. I
due, a bordo di una Y10, cercavano qualche pusher disposto all'affare nella
zona fra via Venezia e la Stanga. Sia per lo slavo
che per la donna napoletana è scattata la
denuncia per ricettazione. L.P.
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( da "Sole 24 Ore, Il" del
16-01-2008)
Il Sole-24 Ore
sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2008-01-16 - pag: 20 autore: L'emergenza
rifiuti. Torino dice no all'arrivo dell'immondizia dalla
Campania Napoli, ancora tensioni per l'area di Pianura Verso l'intesa con la
Lombardia Molte scuole restano chiuse Francesco
Prisco NAPOLI Nonostante la netta presa di posizione del presidente del
Consiglio Romano Prodi, che dieci giorni fa definì "sacro"
il ritorno alle attività scolastiche, l'emergenza rifiuti continua a
non fare sconti: in una regione coperta da oltre 7mila tonnellate di
spazzatura non raccolta, sono ancora 60 le scuole chiuse, circa 50mila gli
alunni che ieri sono rimasti a casa, a fronte del record di 100mila assenti
registrato due giorni fa. E dalla provincia l'allarme si sposta a Napoli
città, dal momento che è a rischio
l'apertura degli istituti della Prima municipalità, quella cioè
che riunisce i quartieri del centro. Sulla vicenda ha chiesto così chiarimenti anche il ministro della Pubblica istruzione
Giuseppe Fioroni che si è rivolto direttamente al supercommissario per
l'emergenza campana Gianni De Gennaro. "Ho chiesto al
commissario – ha spiegato il ministro – di intervenire ottenendo
impegni fattivi e immediati. Si metterà in atto tutto il possibile per
consentire rapidamente l'utilizzo delle nostre scuole". La
preoccupazione è sottolineata anche da
Palazzo Chigi che ribadisce la volontà di riaprire al più
presto le scuole. Il sistema scolastico campano,
secondo il direttore regionale Alberto Bottino, si sta organizzando per
"cercare di portare il maggior numero di studenti tra i banchi. Il dato
di due giorni fa – sostiene Bottino – relativo ai 100mila studenti che non
sono andati a scuola contava sia gli assenti perché le scuole sono chiuse e
sia coloro che hanno scioperato autonomamente per
protestare contro l'emergenza rifiuti. Ora le proteste sembrano notevolmente
ridotte". Per un ritorno alla normalità nei Comuni più
colpiti dall'emergenza sono entrati in azione, ieri sera, gli uomini del
Genio militare, che hanno intensificato la raccolta a San Giorgio a Cremano,
Quarto e Cercola, dove le scuole continuano a rimanere deserte. Cancelli
sbarrati anche per gli studenti di Torre Annunziata, popolosa città
della zona vesuviana, dove sono attualmente per
strada oltre 1.500 tonnellate di rifiuti. Scuole chiuse da oggi anche a
Terzigno, cittadina nella quale è stata
disposta dal Governo l'apertura di una discarica a pochi passi dall'area del
Parco nazionale del Vesuvio. A Pianura, il quartiere teatro delle
contestazioni per l'apertura della discarica di Contrada Pisani, è
stata ieri disposta dal Comune di Napoli la pulizia straordinaria di via Montagna Spaccata e delle scuole. Positiva,
in ultimo, la notizia del prossimo ritorno in funzione degli impianti di
produzione Cdr di Caivano e di Giugliano, in provincia di Napoli, dopo la
ripresa dell'operatività di quelli di Casalduni (Benevento) e di
Pianodardine (Avellino), con la conseguente intensificazione della rimozione
di rifiuti. Intanto prosegue il programma di trasferimento dei rifiuti in
altre regioni, in particolare in Abruzzo, Molise e Sardegna. Fonti di Palazzo
Chigi spiegano che un accordo sarebbe prossimo anche con la Lombardia, mentre
l'Autorità d'ambito (Ato) di Torino ieri sera si è pronunciata
sull'impossibilità di accogliere l'immondizia dalla Campania. ANSA
Ischia. Un cumulo di rifiuti su una strada di Bairano.
Sullo sfondo l'istmo di Sant'Angelo, luogo tra i preferiti
dal cancelliere tedesco Angela Merkel.
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( da "Adige, L'" del 16-01-2008)
Sono salite a 70 mila le immondizie
da smaltire nel Napoletano. Sul piede di guerra Marche e Molise Ancora
proteste e scuole chiuse Blocchi stradali nei quartieri di Pianura, Quarto ed
Agnano ROMA - Ancora proteste e blocchi stradali nel Napoletano e ancora
scuole chiuse per l'emergenza rifiuti, mentre la Cdl
incalza il governo e lancia accuse. 70 MILA TONNELLATE DI
"MONNEZZA" SULLE STRADE NAPOLETANE - Quella di ieri è stata
un'altra giornata di blocchi stradali e tensioni nel quartiere napoletano di
Pianura. Ma la gente è scesa in strada anche a Quarto, Agnano e in via Campana. Settemila le tonnellate
accumulate a Napoli, 70 mila in tutta la provincia. Ieri oltre 50 mila i ragazzi non hanno potuto
tornare a scuola: il ministro Fioroni ha
chiesto al commissario De Gennaro di intervenire perchè si rimedi al
più presto. Ma le scuole intanto chiudono. Oggi tocchera a San Nicola la Strada, nel Casertano, mentre il
primo cittadino di Trecase (Napoli) minaccia di chiudere anche il municipio
perchè "la spazzatura è uguale per tutti", anche nei
piccoli comuni. Il sindaco di Torre Annunziata si è detto
pronto a spalare personalmente i rifiuti, "purchè ci dicano dove
portarli". L'esercito intanto è arrivato a San Giorgio al
Cremano, a Cercola e a Quarto, dove il parroco era pronto a riceverlo con una
benedizione. E FUORI DELLA CAMPANIA ACQUE ANCORA
AGITATE - In Abruzzo nuove proteste contro gli arrivi di rifiuti alla
discarica di Cerratina e nelle Marche An ha protestato di fronte alla
Provincia di Pesaro, mentre in Molise il presidente Iorio esulta per il fatto
che non si farà più la contestata discarica di Morcone, nella
vicina provincia di Benevento. Al Nord la Lega manda un pacco di sacchetti di
spazzatura al presidente delle Liguria Burlando,
"reo" di solidarietà con la Campania, mentre il centrodestra
piemontese continua a contestare la disponibilità offerta dalla
presidente Bresso, e Umbria e Veneto ribadiscono il loro no alla spazzatura
campana. LA CDL PREPARA MOZIONE SFIDUCIA AL MINISTRO PECORARO - Da vicepresidente
della Commissione Ue, Franco Frattini invita il governo ad agire, mentre il
presidente della Commissione parlamentare di inchiesta
sui ciclo dei rifiuti, Roberto Barbieri, suggerisce l'immediato avvio di un
tavolo di intesa tra Governo, Conferenza delle Regioni ed enti campani. La
Lega, intanto, teme che il governatore lombardo Formigoni stia cedendo
rispetto al no iniziale e minaccia di far venire
meno il suo appoggio. L'azzurro Jannone denuncia che al Nord viene tolto lo scalo di Malpensa mentre si portano i
rifiuti di Napoli, ma il deputato piemontese de La Destra sostiene che tutte
le regioni devono contribuire alla emergenza. L'Udc Pionati propone a sua
volta una legislatura di coalizione per la Campania,
e trova sostegno nell'Idv Formisano, mentre tre eurodeputati di Forza Italia
paventano rischi di un'emergenza rifiuti anche a Roma e nel Lazio. Calendarizzata infine la mozione di sfiducia del centrodestra al
ministro Pecoraro Scanio: voto il 22 alla Camera e il 23 al Senato.
16/01/2008.
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( da "Giornale.it, Il" del
16-01-2008)
Di Redazione - mercoledì 16
gennaio 2008, 07:00 Ancora proteste e blocchi
stradali nel Napoletano e ancora scuole chiuse per l'emergenza rifiuti. Sono
ormai 70mila le tonnellate di immondizia sulle
strade della provincia di Napoli, settemila solo in città. Ieri ancora
blocchi stradali e tensioni nel quartiere napoletano di Pianura. Ma la gente
è scesa in strada anche a Quarto, Agnano e in via
Campana. Ieri sono stati circa 50mila i ragazzi che sono potuti andare a
scuola (il 3% degli istituti sono però
chiusi, si precisa in Regione), ma il ministro Fioroni ha chiesto al commissario De Gennaro di intervenire perché si
rimedi al più presto. Il primo cittadino di Trecase, Napoli, ha
minacciato di chiudere anche il municipio, e il sindaco di Torre Annunziata
si è detto pronto a spalare personalmente i rifiuti, "purché -
premette - ci dicano dove portarli". L'esercito intanto è
arrivato a San Giorgio al Cremano, a Cercola e a Quarto, dove il parroco era
pronto a riceverlo con una benedizione. Ma ormai gli
albergatori danno per compromesso il turismo di Pasqua. Proteste e lamentele
anche da parte dei poliziotti che attraverso il sindacato Polizia ricordano:
"Ogni giorno assistiamo ad una barriera umana costituita da poliziotti e
carabinieri che, per garantire l'ordine pubblico, devono fronteggiare masse
di cittadini che vogliono difendere il loro territorio dalle sostanze nocive
e dai gas che emanano i depositi di rifiuti, dovendo subire violenze di ogni tipo. Periodicamente, molte di queste sostanze vengono bruciate dalla gente disperata ed esasperata da un
problema che non vede soluzioni e che continua a degenerare ogni giorno.
Nessuno vuole assumersi la responsabilità di questa tragedia che ha
arrecato una gravissima offesa all'immagine di Napoli, della Campania,
dell'Italia agli occhi del mondo intero - spiega ancora il sindacato di
polizia -. L'unica soluzione presa è stata quella di fare intervenire
l'Esercito, ciononostante la situazione rimane fortemente
critica".
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( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del
16-01-2008)
"C'è tanta gente che
raggiunge alti traguardi a livello professionale, ma quanti di loro sanno come è composto lo Stato italiano?". E' un
cruccio che il presidente Coletti si porta dietro da un bel pezzo. "La prima cosa che ho chiesto al ministro Fioroni dopo il suo insediamento è stata
quella di reinserire in qualche modo l'educazione civica nella scuola
italiana". Per questo non può far altro che apprezzare
l'iniziativa che la Provincia ha organizzato insieme alla Prefettura e all'Ufficio
Scolastico Provinciale di Chieti: un convegno dal titolo Legalità e
Dignità. Il convegno, sulla scia della campagna su scuola e
legalità voluta da Fioroni, che per motivi di
lavoro non sarà presente, si rivolge soprattutto alle nuove
generazioni che "devono imparare a vivere nella cultura della
legalità". Dopo il video messaggio di apertura
della senatrice Montalcini, registrato recentemente nella sua abitazione,
parleranno anche il sostituto procuratore capo di Bologna Vito Zincani, il
prefetto Michele Lepri Gallerano, del Ministero dell'Interno e Marco
Pezzetti, storico esperto di Shoah. L'appuntamento, fissato per
giovedì mattina all'auditorium del
Supercinema, segna l'inizio per le celebrazioni del Giorno della Memoria
2008. N.D.P.
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( da "Libero" del 16-01-2008)
Roma 16-01-2008 Botte e furti
Allarme bulli in provincia FABIANA FERRI Il bullismo non è
più soltanto roba da adolescenti. La prepotenza arriva ora anche tra i
banchi delle scuole elementari. Vittima di calci, pugni e furti di figurine,
un bimbo di soli 8 anni e mezzo si è visto costretto a cambiare
scuola. I soprusi, alla scuola Giuseppe Mazzini, nel
quartiere Trieste, erano iniziati tre anni fa, quando il ragazzino
frequentava soltanto la prima elementare. "Negli ultimi tempi,
però", ha confermato anche Caterina, la mamma del piccolo,
"la situazione era peggiorata". Una condizione, quella, talmente
insopportabile che nel corso degli anni sono stati tanti gli alunni che hanno
deciso di lasciare la Mazzini. Già tre i
nulla osta richiesti da settembre a oggi.
All'origine di quegli atti di bullismo una classe prevalentemente maschile e
la presenza di una bambina affetta da problemi
psichici, ma priva di un'inse gnante di sostegno. Spesso
infatti la piccola veniva colta da raptus e crisi di violenza e
sfogava la sua rabbia sui compagni di classe. Nessuno era ,
però, in grado di fermarla. Inutili le proteste. "Il 10 gennaio",
racconta ancora la madre del piccolo, figlio, per altro, di Giovanni
Aliquò, dirigente della divisione armi e
esplosivi del ministero degli Interni, "abbiamo fatto una riunione con
la preside che ci aveva garantito la risoluzione del problema in tre giorni.
La soluzione non è stata trovata e quindi abbiamo chiesto il nulla
osta". Ed è stato a questo punto che al
danno si è aggiunta la beffa. La preside, infatti, una volta ricevuta
la richiesta di trasferimento, ha cacciato il piccolo fuori
dalla classe, rinchiudendolo per qualche ora nella biblioteca
dell'istituto. La giustificazione: il bimbo non fa
più parte di questa scuola e quindi non può più
frequentare le nostre lezioni. "Per quanto ne sappiamo noi", ha
invece precisato la signora Aliquò, "non esiste nessuna norma che
dice che il nulla osta significa cessazione del
diritto allo studio". Sul caso dovrà ora
pronunciarsi il ministro Fioroni,
al quale i genitori del piccolo hanno già provveduto a far recapitare
una lettere di chiarimento. Il bullismo, nel frattempo, continua a mietere
vittime. L'ultima nel tardo pomeriggio di lunedì.
Mentre rientrava a casa, nella zona di
Montespaccato, un 14enne è stato aggredito e derubato da due coetanei.
I bulletti erano armati. Ed è stato proprio
sotto la minaccia di un coltellino che i due baby banditi sono riusciti a
sottrargli il cellulare. Episodio, questo, che conferma i dati resi noti ieri
dal Codici, movimento che consegna al Lazio la
maglia nera. Con una media di 24,2 denunce giunte allo sportello
anti-bullismo ogni 10 mila minori (contro le 19,6 italiane), la nostra
regione si inserisce tra quelle a più alto
rischio di devianza minorile. E fra le cinque
province è proprio Roma la città più abitata dai
baby-delinquenti. Con 28,7 denunce ogni 10 mila minori, la Capitale batte
tutti. Al secondo posto si piazza, invece, Viterbo (20,6). Non solo. Il
fenomeno coinvolgerebbe soprattutto gli studenti delle scuole secondarie e
superiori, in particolare gli istituti tecnici e professionali. Tra le zone
più a rischio ci sarebbero Bravetta, San Paolo, Magliana, Tor Bella
Monaca e Ostia, anche se non mancano episodi di violenza tra gli adolescenti
dei quartieri della "Roma bene". E quattro
giovani di età compresa tra 18 e 20 anni sono
stati denunciati in stato di libertà dagli uomini del Commissariato di
Polizia di Civitavecchia per aver compiuto atti di danneggiamento sugli
infissi della chiesa parrocchiale intitolata a San Pio X. Oltre a questi
fatti la denuncia che due sacerdoti avrebbero fatto
al vice questore Quarantelli, dirigente del Commissariato, parla di bestemmie
e minacce, anche telefoniche, dirette ai religiosi. Dopo un appostamento e
brevi indagini gli inquirenti sarebbero risaliti ai quattro denunciati. Salvo
per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle
notizie senza autorizzazione.
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( da "Libero" del 16-01-2008)
Italia
16-01-2008 Controcorrenti Definitivo contributo di chiarezza di Walter
Veltroni circa il futuro del Pd. C'è da fare
il partito nuovo, all'americana, liquido addirittura. E mica uno si
può andare a infognare nelle correnti, come
la Dc dei tempi belli. Pertanto, dice il leader, il
Pd sarà "aperto alla discussione, ma non alle correnti
ossificate". Si dicono d'accordo i dalemiani, così come lettiani
e teodem. Freddi gli ex Ppi, in dissenso dai catto-pop di
Fioroni. Dubbiosi i laici di Cuperlo e Pollastrini.
Netta opposizione della pattuglia liberal: "Al congresso facciamo in
conti". Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di
riproduzione delle notizie senza autorizzazione.
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( da "Mattino di Padova, Il" del
16-01-2008)
Ricettatore nei guai Mostra alla
polizia i documenti rubati al presunto omicida PADOVA. Pioggia
di denunce e più di cento tessere Bancomat disabilitate solo ieri
mattina per sospetta clonazione. E' di nuovo allarme in città e
provincia. E per ricettazione di documenti rubati
è finito nei guai un serbo, che a un
controllo di polizia ha esibito un tesserino di abilitazione ai poligoni di
tiro: era intestato a Gian Luca Cappuzzo (nella foto), il medico che ha
ucciso la moglie Elena Fioroni ed è ora sotto processo. A PAGINA 17.
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( da "Messaggero Veneto, Il" del
16-01-2008)
Dal commissario all'ambiente
parole durissime contro i ritardi italiani. Individuato un nuovo sito
per lo stoccaggio Rifiuti, nuovi blocchi stradali
L'Europa pronta alle sanzioni NAPOLI. Sono ormai oltre 70 mila le tonnellate
di rifiuti che sommergono Napoli e tutta la sua provincia. I cumuli raccolti
ogni giorno sono caricati sui treni per la Germania,
ma non basta a stroncare l'emergenza. In città si attende ormai da
giorni l'apertura di un provvidenziale sito di stoccaggio. E
al vaglio ora c'è anche l'area dell'ex Manifattura tabacchi, nella
periferia orientale. Proprio ieri intanto il Consiglio comunale di Napoli ha
detto sì all'apertura di una discarica nel capoluogo, mentre si
profila un accordo tra il commissario De Gennaro e la Lombardia, che accoglierebbe
una parte dei rifiuti. Una situazione che resta molto pesante, tanto da
indurre la Commissione europea a intervenire
nuovamente. Lunedì il presidente della Repubblica, parlando a Lubiana,
aveva sottolineato che al problema in ambito europeo
si stava dando troppo peso, ma sull'emergenza Napoli Bruxelles non fa marcia
indietro. Il commissario all'ambiente Stavros Dimas parla di
"disastro" e promette di andare avanti con la procedura
d'infrazione senza esitare a minacciare multe. Nel suo intervento in apertura
del dibattito al Parlamento europeo, Dimas non ha usato mezzi termini. Ha
citato "la documentazione impressionante venuta dai
media", sulle 100 mila tonnellate di rifiuti, denunciando
"le inerzie, mancanza di volontà politica di adottare le misure necessarie
per risolvere il caso"". Si tratta, ha aggiunto, di "una crisi
che non viene dal nulla", ma che rappresenta "il culmine di un
processo di insufficiente applicazione della
legislazione europea per oltre 14 anni". Unica concessione fatta dal
commissario Ue all'Italia è stata sul piano previsto dal governo per
uscire dall'emergenza. "Il piano di emergenza
annunciato da Prodi l'8 gennaio è un passo ambizioso - ha detto - ma
un elemento cruciale resta la il calendario dell'intervento, che deve essere tempestivo".
Intanto Napoli e la Campania soffocano sotto il peso di 360 mila tonnellate di immondizia ancora da smaltire. Nella notte l'esercito
è arrivato a Quarto: ad accoglierlo anche il parroco. Don Cipolletta,
vicino ai manifestanti di Pianura, sin dall'inizio ha dato la sua
disponibiltà per ricevere e benedire i militari. "Sono pronto a
benedire i mezzi dell'esercito che arriveranno in città a ripulirla
dei rifiuti". Individuato il primo sito di stoccaggio
d'emergenza in un'area dove si sperava di inaugurare, già da qualche
anno, la super-annunciata cittadella della polizia: 5.000 metri quadrati
nell'ex Manifattura tabacchi, area ovest della città. Un altro
sito è stato allestito in provincia, a Giugliano, dove già si
preparano mugugni di comitati cittadini. Intanto la crisi rifiuti modifica il
calendario scolastico. I ragazzi dovranno rinunciare alla
vacanze di Carnevale o di Pasqua e la chiusura delle scuole, prevista
per il 7 giugno, slitterà in avanti. Il ministro
dell'Istruzione Giuseppe Fioroni assicura
che i 100 mila studenti campani rimasti fuori dalle scuole in Campania
torneranno "presto" tra i banchi. "Ho chiesto al commissario
De Gennaro di intervenire - ha detto il ministro - Sarà fatto tutto il
possibile per consentire rapidamente l'utilizzo delle scuole".
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( da "Messaggero Veneto, Il" del
16-01-2008)
Pordenone
Scuola, sms fasulli sugli scioperi IL CASO Occhio alla catena di Sant'Antonio
che circola via sms e nelle caselle postali in rete: dopo gli ospedali e le
banche, coinvolge anche la scuola. Dà
notizia dello "sciopero nazionale studentesco - rivogliamo i nostri
debiti". La bufala via cellulare per gli studenti di Pordenone e
d'Italia, in parte funziona, in parte no anche se
per una questione di date: alcune iniziative, infatti, cadono di domenica.
"Il mittente è anonimo, la catena degli avvisi al cellulare o via
mail è cominciata qualche settimana fa - raccontano Marco e Lisa,
destinatari come centinaia di altri studenti del
messaggio -. Ci ha indicato l'11 gennaio nel
calendario degli scioperi contro il ministro dell'Istruzione e la legge dei
debiti da saldare. E' capitato anche un messaggino con lo sciopero il 20
gennaio e ci siamo fatti una risata: è domenica". L'11 gennaio vari studenti di Pordenone e Sacile hanno
disertato le aule. Le "catene" girano sui cellulari, con e-mail,
msn e yahoo answer. "Il passaparola continua -
testimoniano alcuni ragazzi -. Con questo tipo di
messaggio: "Fioroni ministro dell'Istruzione non ha ancora cambiato idea...
ragà deve girare la bomba". Una beffa, nata da un gioco.
"Tempo fa è passato un calendario con gli scioperi programmati,
le smentite non arrivano e qualche volta è bello crederci".
Tante le voci che decollano dal web. Non è
una bufala la campagna "scheda il tuo commissario d'esame" nel sito
www.studenti.it. Tempi anticipati sul 18 giugno, primo giorno degli scritti
dell'esame di Stato 2008 e chi è disponibile
a schedare il professore (temperamento, domande tipiche, debolezza in
cattedra) aumenta i crediti on-line. Per regali e ricariche dei cellulari.
(c.b.).
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( da "Stampaweb, La" del 16-01-2008)
ROMA Assorbire tutti i docenti
precari inseriti nelle graduatorie ad esaurimento, introdurre un rapporto
paritetico tra sistema scolastico e università, creare un nuovo
modello di assunzioni sulla base dei posti
disponibili attraverso una selezione con validità biennale: sono
queste le linee di indirizzo che provengono dalla giornata di studi, organizzata
dal Cidi, sulla “Formazione iniziale dei docenti” svolta oggi a Roma presso
Palazzo San Macuto. Le strategie del ministero della
Pubblica amministrazione sono state tracciate dal ministro Giuseppe Fioroni e dal suo vice Mariangela Bastico.
"Bisogna chiudere con il capitolo delle graduatorie ad
esaurimento", ha detto Fioroni ribadendo
più volte la necessità di non ricreare in futuro un sistema di
precariato così complicato e difficile da sradicare. Il
ministro si è voluto soffermare anche sulla necessità di
introdurre una maggiore collaborazione tra scuola e università:
"Il nuovo reclutamento ha bisogno di un rapporto paritetico tra i due
ambiti - ha spiegato il responsabile di Viale Trastevere - al fine anche di
creare un sistema di crediti formativi da spendere non necessariamente nel
campo dell'istruzione ma anche in quello lavorativo". A tal proposito il
titolare della Pubblica istruzione ha specificato che la gestione dei
concorsi futuri per assumere i docenti dovrà essere di
esclusiva competenze delle scuole: "Il periodo di prova dei
docenti non a caso dovrà essere valutato in piena autonomia - ha
sottolineato Fioroni - dagli istituti dove verranno
di volta in volta svolti". Il ministro ha poi annunciato che per gli
insegnanti da riqualificare o impegnati in avanzamenti di carriera
dovrà essere introdotta la possibilità di accedere
automaticamente a periodi di formazione attraverso la concessione dell'anno
sabatico. Il sottosegretario, Miariangela Bastico si è invece
soffermata sulla necessità di attivare delle graduatorie per abilitati
"aperte e con validità biennale". I docenti che in pratica
non entreranno in ruolo nel biennio successivo alla vincita del concorso ordinario dovranno sostenere un'altra selezione. Bastico
ha poi ribadito che la formazione di questo tipo
dovrebbe essere l'unico canale per entrare nella docenza scolastica: un
sistema che richiederà almeno sei anni di formazione dopo aver
acquisito il diploma di maturità. Questo l'iter che dovrà
affrontare il nuovo aspirante docente dell'istruzione pubblica: tre anni di università di base, due anni di corso di
specializzazione universitaria e uno di praticantato ma solo dopo aver vinto
il concorso pubblico bandito a livello regionale su cattedre effettivamente
vacanti. "Attenzione - ha avvertito il segretario della
Uil-scuola, Massimo Di Menna - bisogna però fare in fretta
perché il nuovo precariato si sta già formando. Ci risulta
che da due, tre anni in alcune zone d'Italia vi sono diversi docenti che
lavorano per un anno ma senza abilitazione. Abbiamo già avvisato il
ministro dell'istruzione e il presidente del Consiglio
Romano Prodi di questa situazione: non ci vengano a dire poi che il
sindacato vuole tutelare dei lavoratori senza motivo".
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( da "Denaro, Il" del 16-01-2008)
Campania Presto si tornerà in classe: C'è l'impegno di Fioroni Presto in classe: il ministro per la pubblica
Istruzione, Giuseppe Fioroni, assicura che
entro breve i circa 100 mila studenti campani torneranno nelle aule. "Ho
chiesto al commissario De Gennaro afferma di intervenire in via prioritaria
per liberare le aule". I circa 100 mila studenti campani che non sono
potuti tornare a scuola dopo la pausa natalizia a causa dell'emergenza rifiuti torneranno "presto" in classe.
Lo assicura il ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, a margine di un seminario organizzato dal Cidi sulla
formazione degli insegnanti. "Ho chiesto al commissario Gianni De
Gennaro - spiega il ministro - di intervenire ottenendo impegni fattivi e
immediati. Si metterà in atto tutto il possibile per consentire
rapidamente l'utilizzo delle nostre scuole. Bisogna fare presto e - conclude Fioroni - bene".
Sono ancora numerose le scuole della provincia di Napoli che oggi,
così come accade da diversi giorni, resteranno chiuse a causa
dell'emergenza rifiuti. Il sistema scolastico campano,
intanto, secondo il direttore regionale, Alberto Bottino, si sta organizzando
per "cercare di portare il maggior numero di studenti tra i
banchi". "Il dato di ieri - sostiene Bottino - relativo ai
centomila studenti che non sono andati a scuola contava sia gli assenti perchè
le scuole sono chiuse e sia coloro che hanno
scioperato autonomamente per protestare contro l'emergenza rifiuti. Ora -
continua - le proteste sembrano ridotte e quindi, anche se in modo
paradossale, il numero degli studenti assenti dalle scuole si è
ridotto ad oltre cinquantamila, dato riferito a coloro che
non possono frequentare le lezioni perchè le scuole sono
chiuse". del 16-01-2008 num.
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( da "Gazzetta di Parma, La" del
16-01-2008)
NUOVA DISPOSIZIONE DEL SINDACO DOPO
L'ORDINANZA "ANTI-SBANDATI" Bassa ZIBELLO NUOVA DISPOSIZIONE DEL
SINDACO DOPO L'ORDINANZA "ANTI-SBANDATI" Amadei: anche noi diciamo
no ai figli di clandestini all'asilo "I servizi devono essere usufruiti
da chi paga regolarmente le tasse" ZIBELLO Paolo Panni II Zibello come
Parma e Milano. Il Comune, su disposizione del sindaco Manuela Amadei, in
linea con quanto già disposto dai sindaci Letizia Moratti di Milano e
Pietro Vignali di Parma, ha deciso di rifiutare l'iscrizione alla scuola
dell'infanzia statale ai figli degli immigrati privi di permesso di soggiorno e quindi clandestini. Dopo l'ordinanza
"anti-sbandati" e l'adesione al protocollo che prevede la
segnalazione alle forze dell'ordine delle coppie straniere che intendono
contrarre il matrimonio, il sindaco Manuela Amadei ha
deciso di assumere anche questa scelta che, in questi
giorni, ha già creato un vero e proprio scontro fra le amministrazioni
locali ed il ministro dell'istruzione Giuseppe Fioroni. continua... Per leggere il testo completo dell'articolo,
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( da "Corriere Adriatico" del
16-01-2008)
La Cdl incalza e prepara una
mozione di sfiducia contro il ministro Pecoraro Scanio: voto il 22 alla
Camera e il 23 al Senato Sono 70 mila le tonnellate di immondizia
che invadono le strade del Napoletano Ancora proteste e scuole chiuse NAPOLI
- Ancora proteste e blocchi stradali nel napoletano e ancora scuole chiuse
per l'emergenza rifiuti, mentre la Cdl incalza il governo e lancia accuse. 70 mila tonnellate di monnezza su strade napoletano - Ieri
è stata un'altra giornata di blocchi stradali e tensioni nel quartiere
napoletano di Pianura. Ma la gente è scesa in strada anche a Quarto,
Agnano e in via Campana. Settemila
le tonnellate a terra a Napoli, nonostante la raccolta nella notte, e 70 mila
in tutta la provincia. Ma i numeri si danno
anche al lotto, dove è andato per la maggiore proprio il terno della
monnezza: 12 (militari), 60 (città di Napoli) e 70 (spazzatura). Ieri
sono stati circa 50 mila i ragazzi che non possono tornare a scuola (il 3%
degli istituti sono però chiusi, si precisa
in Regione), ma il ministro Fioroni ha
chiesto al commissario De Gennaro di intervenire perché si rimedi al
più presto. Ma le scuole intanto chiudono
oggi anche a San Nicola la Strada, nel casertano, mentre il primo cittadino
di Trecase (Napoli) minaccia di chiudere anche il municipio perché "la
spazzatura è uguale per tutti", anche nei piccoli comuni.
Il sindaco di Torre Annunziata si è detto pronto a spalare
personalmente i rifiuti, "purché - premette - ci dicano dove
portarli". L'esercito intanto è arrivato a San Giorgio al
Cremano, a Cercola e a Quarto, dove il parroco era pronto a riceverlo con una
benedizione. Ma ormai gli albergatori danno per
compromesso il turismo di Pasqua. Anche fuori della
Campania acque ancora agitate - In Abruzzo nuove proteste contro gli arrivi
di rifiuti alla discarica di Cerratina e nelle Marche An ha protestato di
fronte alla Provincia di Pesaro, mentre in Molise il presidente Iorio esulta
per il fatto che non si farà più la contestata discarica di
Morcone, nella vicina provincia di Benevento.Al Nord la Lega manda un pacco
di sacchetti di spazzatura al presidente delle Liguria
Burlando, reo di solidarietà con la Campania, mentre il centrodestra
piemontese continua a contestare la disponibilità offerta dalla
presidente Bresso, e Umbria e Veneto ribadiscono il loro no alla spazzatura
campana. La Cdl prepara mozione sfiducia al ministro Pecoraro - Da
vicepresidente della Commissione Ue, Franco Frattini invita il governo ad
agire, mentre il presidente della Commissione parlamentare di
inchiesta sui ciclo dei rifiuti, Roberto Barbieri, suggerisce
l'immediato avvio di un tavolo di intesa tra Governo, Conferenza delle
Regioni ed enti campani. Con Roberto Castelli, la Lega teme che intanto il
governatore lombardo Formigoni stia cedendo rispetto al no iniziale
e minaccia di far venire meno il suo appoggio. L'azzurro Jannone
denuncia che al Nord viene tolto lo scalo di
Malpensa mentre si portano i rifiuti di Napoli, ma il deputato piemontese de
La Destra sostiene che tutte le regioni devono contribuire alla emergenza.
L'Udc Pionati propone intanto una legislatura di coalizione
per la Campania, e trova sostegno nell'Idv Formisano, mentre tre eurodeputati
di Fi paventano rischi di un'emergenza rifiuti anche a Roma e nel Lazio. Calendarizzata infine la mozione di sfiducia del centrodestra al
ministro Pecoraro Scanio: voto il 22 alla Camera e il 23 al Senato.
FULVIO CIPRIANI ,.
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( da "Libertà" del 16-01-2008)
Quotidiano partner di Gruppo
Espresso LIBERTA' di mercoledì 16 gennaio 2008 > Agenda L'opinione Una scuola in declino
con alunni-clienti di LUIGI NICELLI Mi vorrei collegare al condivisibile ed
efficace intervento di Bruno Cassinari apparso su questo quotidiano nei
giorni scorsi in cui si evidenziava, tra l'altro, la necessità di
ripristinare nelle nostre scuole il principio di autorità. E' sotto
gli occhi di tutti il fatto che la scuola italiana sia diventata, da qualche tempo, un facile
bersaglio per giornali, riviste e politici. Oggetto delle critiche sono gli
scarsi risultati dei nostri allievi rilevati nel corso dell'indagine Ocse
Pisa, che valuta e confronta i livelli di apprendimento
degli studenti in Italia con quelli del resto d'Europa. Diamo atto alle fonti
di informazione di aver perfettamente centrato il
problema: la scuola italiana è in pieno ed
inarrestabile declino. Dove sbagliano, invece,
è nell'individuazione delle cause. Ritenere che tutti i mali della scuola italiana si possano
imputare alla didattica è sbagliato, come è sbagliato pensare
che per migliorare la didattica siano necessari provvedimenti che colpiscano
unicamente il metodo di lavoro degli insegnanti. Un problema non può
essere risolto se non dopo aver ricercato ed eliminato le sue vere radici.
Ogni provvedimento che prescinda da questa analisi
preliminare non solo sarebbe privo di senso, ma servirebbe solo ad acuire una
situazione già tragica. Tentiamo dunque di capire
i motivi che hanno portato la nostra scuola al
declino. Primo fra tutti è l'indebolimento o, per meglio dire,
l'annichilimento dell'autorità dei docenti, mutuata dal pensiero di alcuni pedagogisti e fatta propria da una larga schiera
di riformatori della scuola. Frutti di questa deleteria
filosofia sono stati i cosiddetti debiti formativi mai sanati, il 6
rosso al posto del quattro, l'abolizione degli esami di riparazione, la
bocciatura vista come fallimento dell'educatore e non come strumento di
recupero delle conoscenze. Eliminati i mezzi attraverso i quali l'insegnante
poteva pretendere impegno e serietà dai propri allievi, la didattica
ha perso forza e incisività, l'impegno è calato, lo studio
è diventato superficiale, l'apprendimento è penosamente
precipitato ai livelli attuali. Un'altra ragione del declino della scuola deriva dal tentativo di
instaurare principi di stampo aziendalistico nella gestione scolastica. Il preside
è diventato un manager, ossia l'amministratore di un
istituzione sostenuta da un insieme variegato di finanziamenti. Gli
allievi, persi ormai i connotati di discenti, hanno assunto
il ruolo di clienti di un servizio e, da studenti, sono diventati utenti.
La logica aziendalistica, che vede il cliente al centro
delle attenzioni, ha imposto la sua ferrea legge: se in un istituto ci
sono bocciature, allora quella scuola ha fallito la
sua missione, ormai trasformatasi in mission dal significato imprenditoriale.
La bocciatura, da strumento di educazione, è
diventata elemento di valutazione della validità della didattica e del
lavoro degli insegnanti. Queste sono cause che provengono dall'interno del
sistema scolastico, e il Ministero dovrà tenerne conto
prima di imbastire una nuova, ennesima riforma.
Si troverà la soluzione solo garantendo agli
insegnanti autorità e strumenti efficaci. [.
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( da "Nazione, La (Nazionale)" del
16-01-2008)
Pubblicato anche in: (Giorno, Il
(Nazionale)) (Resto del Carlino, Il (Nazionale))
Unione divisa. La Cdl:
"Vergogna" Il premier condanna il "clima inaccettabile",
ma la sinistra canta vittoria ? ROMA ? "VERGOGNA": è
durissimo e unanime il giudizio del centrodestra, che prepara la
mobilitazione sul caso la Sapienza e chiede la dimissioni del governo e del
ministro dell'Università, mentre la maggioranza si spacca ancora una
volta. Da "una scelta opportuna" giustificata
dall'"interventismo delle gerarchie cattoliche nella vita pubblica"
secondo Enrico Boselli, leader dei Socialisti, a Lanfranco Turci dello stesso
partito: "Si sta montando una campagna di vittimismo che appare del tutto contraddittoria e infondata in una fase di
invadenza clericale che non ha precedenti". Fino al silenzio di Oliviero Diliberto (Pdci) al quale fa da contraltare il
grido di Alessandro Pignatiello della segreteria nazionale del medesimo
gruppo: "Quando il nostro Stato diventerà confessionale potranno
invitare tutti i preti che vorranno. Ora no". In
ultimo, Ferrando (Pcl) pronto a manifestare alla Sapienza insieme con gli
studenti. Difficile credere che posizioni così nette di
soddisfazione per la mancata visita del Papa all'università
appartengano a membri della medesima maggioranza che esprime la Bindi come la
Binetti, Rutelli, Veltroni, Mussi o lo stesso premier Prodi
che ieri facevano a gara nel rammaricarsi per l'appuntamento annullato. Con
toni diversi, ma con uguale preoccupazione. La decisione del Pontefice ha
reso "estremamente triste" il presidente
del Consiglio che non ha esitato a condannare "chi ha creato una
tensione inaccettabile", mentre il ministro Di Pietro si è
definito "umiliato come cattolico e come cittadino" per i fatti
accaduti. Per i senatori teodem Bobba, Baio e Binetti si tratta di un
accadimento "grave" e che ha rappresentato "una chiusura al
libero confronto di valori ed idee". Parole pesanti anche dai ministri
Bindi e Melandri, da Rutelli che ha ricordato come
chi ha urlato contro Ratzinger aveva invitato il Dalai Lama che pure è
un'autorità religiosa; da Veltroni, che ha condannato ogni forma di
intolleranza e che si porta a casa un altro smacco nella sua duplice veste di
sindaco di Roma. Durissimo il responsabile dell'Università Fabio Mussi
che ha sottolineato il "grave errore" che
non deve ripetersi. Ora, si interroga il ministro Fioroni, il vero
problema sarà quello di annullare la "miopia culturale" che
ha portato a quest'epilogo. Per il responsabile della Difesa Parisi si tratta
di "un giorno buio per la libertà". Il bavaglio non è
piaciuto a nessuno se non alla sinistra estrema che ha cantato vittoria dopo
l'annullamento della visita. Il problema, però, è che la
maggioranza riesce ancora una volta a traformarsi in opposizione, divisa
com'è tra le sue molte anime e Mastella non nasconde la figuraccia che
l'Italia è riuscita a fare agli occhi del mondo. Il centrodestra
chiede dimissioni dell'intero governo o, almeno, una riflessione sulla deriva
che ha preso il Paese dove appare a rischio ? dicono ? persino la
libertà di parola. Berlusconi invita ad approfondire il clima creatosi
a causa di "certe frange intolleranti che fomentano una campagna di anticlericalismo ideologico". Fini insiste sulle ferite inferte alla coscienza di tutti gli
italiani, sia laici che cattolici. "Gli intolleranti
oggi cantano vittoria" è l'maro commento. s.m. - -->.
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( da "Mattino, Il (Nazionale)" del
16-01-2008)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il
(Circondario Sud2)) (Mattino, Il (Circondario Nord)) (Mattino, Il (City))
Provincia allo sbando, scuole
ancora chiuse ROSA PALOMBA "In questa città la priorità
non sono soltanto le scuole. Ai militari chiedo di
rimuovere almeno alcuni di quei cumuli che da quasi un mese invadono le
strade": il sindaco di San Giorgio a Cremano,
Mimmo Giorgiano, tra i primi ad annunciare la chiusura delle scuole in
provincia di Napoli, ieri sera ha chiesto interventi in diverse aree della
città. "Ci sono residenti che non possono più aprire i balconi
né entrare nei propri palazzi; ci sono commercianti che hanno chiuso le
proprie attività; e ci sono strade che ormai non possono essere
più percorse da auto e neanche dai pedoni", ha ribadito
Giorgiano. Il primo cittadino di San Giorgio e la sua amministrazione che
lunedì dopo un sit-in fuori palazzo Chigi
sono stati ricevuti dal più stretto collaboratore del premier Prodi,
sono decisi: "Se sarà prelevata soltanto qualche tonnellata di
spazzatura le scuole difficilmente potranno essere riaperte". Ma l'ordine impartito ai militari è preciso e
rigoroso: "Liberare dalla spazzatura soltanto gli edifici
scolastici". Esercito anche a Cercola ieri sera. E in
attesa che aiuti arrivino in tutta la provincia di Napoli, dove soltanto
pochi Comuni non sono invasi dai sacchetti di quest'ultima crisi, dopo i
sindaci di Boscoreale e Boscotrecase, Sant'Anastasia, Quarto, Afragola,
Casalnuovo e Torre Annunziata, anche il primo cittadino di Terzigno, Domenico
Auricchio, ieri sera ha detto che "finora abbiamo resistito per senso di
responsabilità, ma ora siamo oltre ogni limite. Migliaia di sacchetti
circondano gli edifici scolastici e quindi, in
attesa della rimozione ho firmato l'ordinanza per il blocco delle
lezioni". Tensione e contestazioni continuano intanto a Terzigno, per
l'ipotesi che possa essere riaperta la discarica
Sari, in pieno Parco nazionale del Vesuvio. A minacciare di chiudere perfino
il Municipio è adesso il sindaco di Trecase. Blocchi e cortei ieri
sera anche a Pozzuoli, dove fino all'arrivo di alcuni
camion della Nu è stata bloccata l'unica strada che conduce a Napoli.
E nonostante l'arrivo dell'Esercito a Quarto, una trentina di manifestanti ha
poi bloccato in via Sei Tolla il transito delle auto
e l'accesso al deposito della Sepsa, ritenuto probabile sito di trasferenza. Anche 40 dipendenti della ditta Lc Service, un'azienda
privata che cura la manutenzione dei treni della Sepsa, non sono messi in
condizione di accedere all'area. L'ipotesi paventata
dall'amministrazione comunale di utilizzare l'area di deposito della Sepsa
quale sito temporaneo per i rifiuti ha scatenato la protesta dei cittadini
che non approvano la scelta in quanto a meno di 100 metri dal sito ci
sono una scuola materna ed elementare, e numerose abitazioni civili. Nuova protesta anche ad Agnano, alla periferia di Napoli, dove
per il secondo giorno consecutivo ieri i manifestanti hanno avviato blocchi
stradali all'ingresso e all'uscita del casello della Tangenziale con
ripercussioni sul traffico. Benedizioni e messa a
Quarto, invece, dove ieri sera i camion del Genio Militare sono stati
salutati da Giuseppe Cipolletta, parroco della chiesa San Castrese: "I
mezzi militari vanno benedetti perché ripuliscono la nostra
città", ha detto don Giuseppe. Chiesa
ancora in campo anche a Sant'Anastasia, dove un container per la raccolta del
vetro è stato portato nel parcheggio del santuario della Madonna
dell'Arco. Tra interventi, proposte, riunioni e consigli comunali
straordinari, anche oggi migliaia di studenti della provincia non potranno accedere alle scuole. "Il sistema scolastico campano, intanto - secondo il direttore regionale, Alberto
Bottino - si sta organizzando per cercare di portare il maggior numero di
studenti tra i banchi. Il dato relativo ai centomila
studenti che nei giorni scorsi non sono andati a scuola contava gli assenti
perché le lezioni sono sospese a causa della spazzatura, ma anche coloro che
hanno scioperato autonomamente contro l'emergenza rifiuti. Ora le proteste
sembrano ridotte e quindi, anche se in modo paradossale, il numero degli
studenti assenti dalle scuole si è ridotto a
oltre cinquantamila". Ieri pomeriggio, il ministro della Pubblica
Istruzione, Giuseppe Fioroni, ha
chiesto al commissario straordinario per i rifiuti in Campania, Gianni De
Gennaro, di intervenire "perché si rimedi al più presto". Ma
senza risposte istituzionali e con la città al collasso, è
Giosué Starita, sindaco di Torre Annunziata, a lanciare un nuovo,
provocatorio appello: "la spazzatura la
spaleremo noi se ci dicono dove portarla", ha detto il primo
cittadino. Già a settembre scorso Starita e alcuni assessori comunali
si armarono di mascherine e guanti e ripulirono una strada dove era stata accumulata
una quantità di rifiuti ormai ingombrante. I primi a rendere la
situazione incandescente, sono i mercatali, che in seguito all'ordinanza che
chiude scuole e mercato rionale quotidiano e settimanale, da dieci giorni
sono senza lavoro.
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( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del
16-01-2008)
Grande festa al
teatro Verdi di Maniago per studenti e insegnanti del liceo e dell'Ipsia
"Torricelli" di Maniago che hanno potuto scambiarsi gli auguri di
buone feste a suon di tango argentino, con uno spettacolo di grande presa,
tra un pubblico entusiasta. Un modo del tutto originale per
presentare il "Progetto Tango", proposto dalle insegnanti Gladia
Cozzi, Isabella Carnemolla e Monica Moro, rispettivamente dell'area motoria e
linguistica, che rientra da quest'anno nel Piano dell'offerta formativa
dell'istituto.Ballerini professionisti hanno allietato la festa,
intervallata da alcune digressioni sul tango, con puntuali riferimenti
storici. Apprezzata la performance di una studentessa del
liceo, la nota campionessa di ballo Giada Lazzaroni, in coppia con Alessandro
Zannier, dell'istituto "Manzini" di San Daniele.Una giornata
davvero intensa per l'eccezionalità di alcuni
momenti, come la consegna dei diplomi, con il conferimento della lode, alle
migliori allieve liceali del passato anno scolastico, Federica Mian e
Valentina Zammattio, che hanno apprezzato pure il meritato assegno di mille
euro, stanziato in base a quanto previsto dalla normativa voluta dall'attuale ministro Fioroni.
"Un merito che le due allieve si sono conquistate con impegno e
dedizione, che è motivo di orgoglio per tutto
l'istituto", hanno sottolineato al momento della consegna, Angela
Dicidomine e Annamaria Poggioli, preside e vicepreside dell'istituto, alla
presenza di Domenico Passaro, in rappresentanza della Direzione scolastica
regionale.È seguito un momento dedicato alla
solidarietà, in cui tutti gli studenti si sono impegnati a versare il
loro prezioso contributo all'associazione "Smileagain", presieduta
dal chirurgo udinese Giuseppe Losasso che, nel ringraziare, ha ricordato le
finalità del sodalizio umanitario per offrire la possibilità
alle ragazze dell'Asia centrale (Pakistan, Bangladesh, Nepal, ndr) di poter
ricostruire il volto deturpato dagli acidi corrosivi.Sara Carnelos.
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( da "Gazzettino, Il" del 16-01-2008)
RomaNOSTRA REDAZIONELa rinuncia forzata di Papa Ratzinger a partecipare all'apertura
dell'anno accademico alla Sapienza, ha scatenato la riprovazione di
tutto il mondo politico e culturale. Il gesto più carico di
significato, è rappresentato dalla lettera personale inviata ieri sera
da Giorgio Napolitano al Pontefice. Nella scelta di darne
notizia, sta la volontà del Quirinale di condannare ciò che ha
indotto Ratzinger alla rinuncia.Anche Romano Prodi
"condanna" le contestazioni al Papa, esprime "profondo rammarico"
per la decisione di non andare all'Università e invita il Pontefice a
"mantenere il programma originario". Walter Veltroni parla di
"sconfitta della cultura liberale", di intolleranza
che "fa male alla democrazia e alla libertà". Non
risparmiano i toni duri, il presidente del Consiglio e il segretario del
maggior partito al governo: ma parlano quando il guaio - politico,
diplomatico e di immagine - ormai è fatto. Il
centrosinistra esprime il suo dispiacere e il suo
disagio con accenti che, a volte, sembrano un po' troppo di circostanza. I
laici ad oltranza - come socialisti e sinistra
radicale - vedono in quanto accaduto il risultato dell'invadenza della Chiesa
negli affari politici italiani. Insomma, "rammarico" è la
parola più usata: ma poi sfumature e distinguo si sprecano.Da Palazzo
Chigi, Prodi - che fin qui aveva evitato di intervenire - fa sapere:
"Condanno i gesti, le dichiarazioni e gli atteggiamenti che hanno
provocato una tensione inaccettabile e un clima che non fa onore alle tradizioni
di civiltà e di tolleranza dell'Italia. Esprimo quindi profondo
rammarico per la decisione di Papa Benedetto XVI, esprimendo
solidarietà forte e convinta alla Sua persona e rinnovando a Lui
l'invito perché possa mantenere il programma originario. Nessuna voce deve
tacere nel nostro Paese - conclude la nota
dell'ufficio stampa - e a maggior ragione quella del Papa". Poi, al Gr1,
il premier dice di "provare un sentimento di
tristezza all'idea che il Santo Padre non possa parlare
all'università". Escluso che la rinuncia sia
stata dettata da ragioni di sicurezza, che "era garantita", Prodi
si augura che la visita del Pontefice "possa essere ancora
compiuta".Veltroni dichiara che "la mancata partecipazione del Papa
alla cerimonia, rappresenta una sconfitta della cultura liberale e di quel
principio fondamentale che è il confronto delle idee ed il rispetto
delle istituzioni".Parole, quelle di Prodi e Veltroni, che non bastano
però a placare l'irritazione dell'Udeur: "Una vicenda penosa - denuncia
il partito di Mastella - frutto di una gazzarra laicista che nei fatti ha
impedito al Papa di esprimere il proprio pensiero. C'è da
provare vergogna". Poi, la sferzata al governo: "Dispiace rilevare
come ci sia stato anche l'assordante silenzio di gran parte dell'Unione e del
governo, che è intervenuto troppo tardi e molto timidamente". Se l'Udeur prende così una posizione assai vicina a
quella dell'opposizione, anche altri non si nascondono la gravità
dell'accaduto e condannano le annunciate contestazioni al Pontefice.
"Tappare la bocca, a chiunque, non è mai una vittoria per
nessuno", dice il ministro Fioroni. Il ministro dell'Università Mussi
afferma: "È uno sbaglio aver creato le condizioni per cui il Papa abbia dovuto rinunciare alla sua visita
alla Sapienza". Ma c'è anche un'altra sinistra, quella radicale e
laica ad oltranza. Così, per Boselli (Sdi),
l'annullamento della visita è "una scelta opportuna.
Bisogna ricordare che il clero in questi mesi ha contestato leggi in vigore,
penso alla 194, e ha ammonito a non fare altre leggi, penso a quella sulle
unioni civili. Per questo quando entrano fortemente nel dibattito politico devono attendersi che qualcuno risponda".
Giordano (Prc) è "dispiaciuto", ma
rileva anche che se il Papa ha il diritto di parlare, lo ha anche chi non la
pensa come lui. Per Villetti (socialista) l'ipotesi di punire i 67 docenti
che si erano schierati contro la visita del Papa
riporterebbe l'Italia "ai tempi di Pio Nono". Lo storico Tranfaglia
(Pdci) avverte: "Il Papa non può essere presentato come una
vittima". E a Diliberto (Pdci) la vicenda non
interessa: "Oggi parliamo di politica economica", risponde a chi
gli chiede un parere.Mario Antolini.
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( da "Gazzettino, Il (Udine)" del
16-01-2008)
Pubblicato anche in: (Gazzettino, Il
(Pordenone))
TriesteLa Uil e la
Uil scuola del Friuli Venezia Giulia hanno chiesto al Governo di
impugnare davanti alla Corte Costituzionale la legge regionale sulla tutela
della lingua friulana. La richiesta è contenuta in un documento
sottoscritto dal segretario generale, Luca Visentini, e da quello del
comparto scuola, Ugo Previti. "La nostra richiesta - ha affermato
Visentini - è che il Governo impugni la legge sia per
incostituzionalità che per conflitto di
attribuzione. Nel primo caso, per il meccanismo di silenzio-assenso, nel
secondo, perché la norma va contro i principi di autonomia
scolastica, specie per quanto riguarda il reclutamento e la formazione del
personale e l'assegnazione delle classi".Nel documento, inviato ai
ministri dell'Istruzione Fioroni, degli Affari
regionali Lanzillotta e al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio,
Letta, la Uil afferma che la legge
"determinerà pesanti rischi di discriminazione a carico dei
docenti e degli studenti della scuola pubblica, dei cittadini nel loro
rapporto con le pubbliche amministrazioni locali e dei dipendenti delle
stesse amministrazioni".Per il sindacato con la legge si crea una
minoranza equiparabile a quelle nazionali, ma che "non trova riscontro
nella storia e nell'attuale ordinamento. Il friulano - precisa la Uil - è linguaggio di origine popolare e proprio
della società contadina, dalle mille varietà locali,
prevalentemente orale e senza una codificazione scritta univoca, mai
formalizzato per un insegnamento sistematico nelle scuole o usato negli atti
ufficiali in luogo dell'italiano. Dall'esigenza corretta di tutelare una
lingua e una cultura storicamente peculiari si passa alla rivendicazione
etnica, all'artificiosa creazione di uno spazio etnico-linguistico
esclusivo".
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( da "Giorno, Il (Lodi)" del
16-01-2008)
Pubblicato anche in: (Giorno, Il
(Sondrio)) (Giorno, Il (Milano)) (Giorno, Il (Como)) (Giorno, Il (Varese))
(Giorno, Il (Lecco)) (Giorno, Il (Legnano))
SCUOLA GLI STUDENTI DI TERZA MEDIA
CHIAMATI A DECIDERE SUL LORO FUTURO La carica dei ragazzi verso le superiori Le iscrizioni scadono il prossimo 30 gennaio:
tantissimi gli indirizzi e le sperimentazioni di GIORGIO GUAITI ? MILANO ?
ULTIMI GIORNI per una decisione importante. In queste settimane i ragazzi di
terza media sono chiamati a scegliere l'indirizzo di studi per le superiori. Le iscrizioni scadono il 30 gennaio e le
domande vanno presentate alla scuola media frequentata, che le
dirotterà ai licei e agli istituti prescelti. Per
questo alcune medie hanno invitato le famiglie ad accelerare i tempi,
consegnando le richieste prima della scadenza nazionale. Tempi
ancora più ristretti quindi per ragazzi e famiglie che si trovano a
dover scegliere in un panorama vastissimo di proposte. Una volta le
opportunità erano limitate ai diversi tipi di superiori: liceo (classico
o scientifico), magistrali, istituti tecnici commerciali o industriali, istituti professionali. Ora il proliferare degli indirizzi
di studio e delle sperimentazioni ha moltiplicato a
dismisura le possibilità. Si calcola che le sperimentazioni siano
ormai arrivate a quota 800. Un
livello che lo stesso ministro Fioroni
ha definito "indecente". "Questa eccessiva
proliferazione di corsi alle superiori - ha detto il ministro - non aiuta
certo la nostra scuola". Da qui l'annuncio di un prossimo taglio netto
alle sperimentazioni. Nell'attesa che la mannaia ministeriale si abbatta sull'eccesso di indirizzi e progetti, la
situazione vede ancora un ventaglio vastissimo di opportunità,
distribuite anche all'interno della medesima scuola, che, nell'ambito del
proprio indirizzo di studi, propone corsi differenziati per il tipo di
formula adottata. Quello che vogliamo offrire è dunque una mappa
"di base" delle opportunità presenti nelle
superiori milanesi, anche avvalendoci delle indicazioni contenute nel
volume "Iter 2007: viaggio nel sistema di istruzione e formazione dopo
la scuola media", realizzato dalla Provincia "per offrire - ha
detto l'assessore Sandro Barzaghi - un supporto all'importante scelta che
attende ragazzi e famiglie". Il volume è messo a disposizione
gratuitamente ed è anche possibile scaricarne il contenuto dal sito
internet della Provincia. - -->.
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( da "Italia Sera" del 16-01-2008)
Cronaca Roma Castelli (Lega Nord):
"Hanno vinto i nazisti rossi". Canali (Pd): "Perso il senso
della prospettiva civile" di Anna Maria Funari
"Hanno vinto i nazisti rossi". Lo afferma il capogruppo dei
senatori della Lega Nord Roberto Castelli in merito alla decisione del
Pontefice di annullare la visita all'Università La Sapienza di Roma,
dopo le polemiche degli ultimi giorni. "Chi non ha argomenti -afferma
Castelli- nel proprio cervello, ha paura di quello degli altri e si affida
alla violenza e all'intolleranza per evitare che venga
espresso il punto di vista altrui. A questo punto mi sembra doverso cambiare
il nome alla Facoltà: il nome la Sapienza non
le si addice più". "Il declino del paese è
dovuto anche a un certo sistema universitario, permeato da docenti che
dovrebbero insegnare e formare i nostri giovani. Mi domando
cosa possano insegnare questi individui alle nuove generazioni se non
l'intolleranza e l'odio. Io sono un galileiano di ferro e proprio per
questo -conclude- non avrei paura di confrontarmi
con chi antepone la fede alla ragione". Ecco invece il testo di Luigi
Canali, Presidente della Commissione Scuola del Consiglio Regionale del Lazio "Come sempre più spesso avviene nel
nostro paese, anche l'invito rivolto dall'Università 'La Sapienza' a
Papa Benedetto XVI per l'apertura dell'anno accademico sta diventando oggetto
di polemiche che smarriscono ogni senso di prospettiva civile, sociale e
storica e sfociano nella più ottusa intolleranza, nel massimalismo
più bieco. Chiunque è libero di esprimere una sua opinione, di
giudicare l'operato di un Pontefice, di difendere
una sua visione laica dello stato e della società: ma nessuno
può essere libero di soffocare la voce di un altro, perché così
si nega alla radice quel principio di democrazia e di rispetto reciproco di
tutte le opinioni su cui si fonda non solo la nostra società ma anche
la Costituzione repubblicana. Non si può invocare la democrazia per
zittire un Papa sostenendo la tesi assurda che possa
costituire una minaccia per quella stessa democrazia che di fatto si finisce
per negare. Tanto peggio se per impedire a qualcuno di parlare, fosse anche
il Capo della chiesa cattolica, si sceglie come scenario proprio
l'istituzione universitaria che da sempre ha fatto della libertà dei
valori, di tutti i valori, e della libertà di espressione,
di tutte le espressioni, la ragione prima di esistenza e di progresso. In una libera università tutte le voci devono essere,
e restare, libere, e questa non è una difesa di ufficio di un Papa,
capace benissimo di difendersi da solo: è la difesa di un principio
inviolabile, quello della libertà di tutti, Papa compreso, di
esprimere liberamente le proprie opinioni. "L'aver costretto il Santo
Padre ad annullare la sua visita all'Università La Sapienza
rappresenta la vittoria dell'intolleranza violenta ed arrogante propria di
una parte, seppur minoritaria, della cultura laica del nostro Paese". Lo
afferma il segretario UDC, Lorenzo Cesa, secondo il quale "si è
persa in questo modo l'opportunità di un confronto aperto e sereno, come era nelle intenzioni degli organizzatori e di tanti
giovani, fra il Capo della Chiesa cattolica ed il mondo accademico sui grandi
temi che riguardano l'Uomo e la società contemporanea". .
"Ora viene la parte più difficile: annullare l'intolleranza e la
miopia culturale. L'annullamento della visita del Papa non è una buona
notizia per nessuno: né per l'Università la
Sapienza, né per gli studenti, né per quanti pure auspicavano
questa soluzione. Tappare la bocca, a chiunque, non è mai una vittoria
per nessuno. Tanto meno per la democrazia di questo
Paese". Lo dichiara in una nota il ministro della Pubblica
istruzione, Giuseppe Fioroni. Edizione n. 11 del 16/01/2008.
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( da "Redattore sociale" del
16-01-2008)
MINORI 15.3316/01/2008 Pescara,
malmenato con una spranga di ferro da un compagno di classe Rischia di
perdere l'occhio destro. Il presidente della provincia Giuseppe de Dominicis: ''La violenza cieca non può trovare diritto di
cittadinanza all'interno della scuola''. Domani a Chieti il
ministro Fioroni PESCARA - E' stato malmenato
con una spranga di ferro un giovane ragazzo di diciassette anni che frequenta
l'istituto industriale "Alessandro Volta" di Pescara. La vicenda
è stata riportata oggi dai quotidiani abruzzesi che parlano di gravi
lesioni riportate dallo studente che rischia di perdere l'occhio destro. Il
gravissimo gesto di bullismo è stato perpetrato a scuola da tre
compagni di classe, che hanno aggredito il loro
compagno a causa dell'origine sudamericana del padre. La vittima, ricoverata
al reparto di Otorinolaringoiatria dell'ospedale di
Pescara, è riuscita con difficoltà a ricostruire la dinamica
dell'aggressione. Tutto era cominciato dalla ricreazione, quando il compagno
che lo infastidisce da mesi, dopo averlo apostrofato con i soliti insulti,
gli ha detto "adesso non ti posso fare fuori
perchè siamo a scuola". Dopo la ricreazione il
17enne chiede alla professoressa di andare in bagno, ma proprio mentre sta
per rientrare gli si para davanti il suo compagno che lo ferma nel corridoio
e lo colpisce con una spranga di ferro mentre gli altri due ragazzi chiudono
la porta dell'aula. La vittima riceve due colpi, uno alla
nuca e l'altro al viso, quest'ultimo gli provoca fratture multiple al
naso, occhio gonfio e perdita dei sensi. Solo l'intervento del bidello
impedisce al bullo di continuare nella sua aggressione selvaggia. A chiedere giustizia il padre del diciassettenne che ha designato
l'avvocato Claudia Centorame la quale ora ipotizza per l'aggressore il reato
di tentato omicidio. Sulla questione stamani è intervenuto
anche il presidente della provincia di Pescara Giuseppe De Dominicis.
"Come amministratore, come padre, ma anche solo come semplice cittadino,
non posso che dirmi sconvolto per quanto accaduto all'Istituto tecnico
industriale di Pescara". "Qualora fosse confermata anche nei suoi
particolari più agghiaccianti - ha continuato De Dominicis - , l'aggressione brutale di un ragazzo da parte di alcuni
coetanei, non può trovare nessuna giustificazione. Nell'augurare alla
vittima una pronta guarigione ed esprimere la più totale
solidarietà alla famiglia del ragazzo ferito, mi auguro che nelle loro
distinte sfere di responsabilità, tanto la magistratura quanto la
scuola, la cui immagine e la cui qualità non escono certo scalfite da
questa brutta vicenda, procedano all'accertamento delle
responsabilità, procedendo alla punizione dei colpevoli in modo
esemplare"."La violenza cieca - conclude -
non può trovare diritto di cittadinanza all'interno della scuola.
Compito delle istituzioni pubbliche, di quelle scolastiche, delle famiglie e
dei ragazzi stessi, è cooperare affinché il bullismo sia bandito dalle
aule e dalle coscienze". E domani arriva a Chieti il Ministro dell'Istruzioni Giuseppe Fioroni
per partecipare con gli studenti delle scuole all'incontro intitolato
"La legalità a garanzia e tutela della dignità dell'uomo,
del cittadino".(lc).
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L'addove, con l'apostrofo è solo uno degli
infiniti strafalcioni che costellavano la prova scritta dei quattromila
laureati in giurisprudenza, presentatisi all'ultimo concorso per entrare in
magistratura. Gli errori di ortografia, di grammatica elementare, di
sintassi, l'assoluta incapacità espositiva si sono rivelati tanto
diffusi e irrecuperabili che alla fine il collegio docente ha rinunciato ad
assegnare 58 dei 380 posti che aveva a disposizione. Le origini di questo
test catastrofico di massa debbono esser cercate molto indietro negli anni,
quando dalle elementari in poi a questi bambini, via via diventati
adolescenti e adulti, si è lasciato credere che potevano largamente
infischiarsene del rispetto della lingua nazionale (ma anche delle altre
discipline, dalla matematica alla storia). Legioni di maestri, insegnanti,
professori universitari hanno loro elargito egualmente promozioni, diplomi,
lauree, lasciandoli disarmati al momento della verifica col mondo esterno.
L'unico tentativo per erigere un primo argine, almeno per il futuro, a questa
alluvione di ignoranza è consistito nel recente decreto del ministro
Fioroni che blocca il trascinamento all'infinito dei debiti: chi si rivela
insufficiente verrà sostenuto con corsi supplementari, da febbraio in
poi e, se necessario, anche durante il periodo estivo ma se poi, a settembre,
mostrasse ancora gravi mancanze, dovrà ripetere l'anno. La destra, che
per iniziativa di un suo ministro aveva abolito gli esami di riparazione, si
è schierata contro (in nome del diritto all'ignoranza?). Il presidente
del Trentino, Dellai, ha inoltre impugnato l'ordinanza di Roma brandendo a
sproposito l'indipendenza regionale. Vasti plausi, ma non unanimi, sono
venuti, per contro, dal mondo della scuola. Chi mugugna lo fa soprattutto
perché teme che le sue ferie subiscano qualche limatura anche se il ministero
ha chiarito che le operazioni di verifica non debbano concludersi
obbligatoriamente entro il 31 agosto. Si può, infatti, spostare di
qualche giorno l'inizio dell'anno scolastico poiché l'ordinanza indica solo
che il giudizio finale avvenga "entro la data d'inizio delle lezioni
dell'anno successivo", senza stabilire un termine di calendario. Tutte
queste osservazioni, peraltro, temo dimostrino soprattutto il persistere di
un radicato scetticismo di fronte al tentativo di fronteggiare il disastro
pedagogico nel quale ci troviamo e che tocca la questione di fondo di una
rottura generazionale che non investe certo solo l'Italia. Anche in altri
paesi ci si trova a fare i conti con gli effetti di riforme dell'istruzione
più o meno simili quanto dannose e con una prolungata deriva
permissiva in casa e a scuola, che ha delegittimato e affievolito ai minimi
termini le possibilità di punizione e di premio da parte dei docenti e
anche dei genitori. In Francia, ad esempio, la discussione ha investito anche
il tema base dell'educazione familiare, premessa del comportamento in aula.
"Le Monde" vi ha nei giorni scorsi dedicato una pagina. Quattro
libri usciti negli ultimi due anni hanno titoli molto significativi:
"Manuale di educazione ad uso dei genitori", "Dal bambino re
al bambino tiranno", "Genitori, osate farvi obbedire",
"Me ne infischio, ci andrò lo stesso! Quale autorità con
un adolescente?". Il giornale parigino riporta osservazioni di
psichiatri infantili, educatori, psicologi che si confrontano con i figli di
una generazione che ha confuso autorità con autoritarismo e si è
ritratta di fronte ad ogni forma di punizione (naturalmente si parla di
punizioni non corporali). "Una punizione serve a sancire che certi
limiti sono stati superati... Si è creduto invece che esprimendo molto
amore e dilungandosi in spiegazioni, si arrivava a sconfiggere certi istinti
tipici dell'infanzia. Ma invece di sviluppare in loro il senso dell'altro, si
è potenziato l'egocentrismo". Così i tiranni in erba,
sempre più numerosi, protestano di fronte alla minima frustrazione e
trasgrediscono allegramente ad ogni regola, sotto l'occhio imbarazzato degli
adulti. Non si tratta di chiudersi in una situazione conflittuale ma di far
rispettare regole fissate in anticipo, con punizioni graduate e possibili
così che il bambino sappia già cosa lo aspetta se trasgredisce.
Il bambino e il ragazzo, per contro, vanno incoraggiati e valorizzati quando
rispettano le regole e i doveri scolastici, La stima di sé può essere
inficiata in bambini che hanno il convincimento di non arrivare mai a
soddisfare i genitori e i maestri. L'importanza è che abbiano o
recuperino il senso del limite. Se questo avverrà il percorso
scolastico e la formazione familiare ritroveranno una proficua coerenza. Oggi
non è così.
Sognare la Francia (pagando in Italia) ( da "Corriere
della Sera" del
12-01-2008)
Illy,
la strategia autonomista e il rapporto con il Pd ( da "Piccolo di
Trieste, Il"
del 13-01-2008)
Dirigenti di comunità
al Fontana (
da "Trentino" del 13-01-2008)
MASSA -
MORATTI-Fioroni: stessa politica, diversi nomi . Con
questa frase ( da "Nazione, La (Massa - Carrara)" del 13-01-2008)
Scuola
privata: quei compagni nelle aule più esclusive ( da "Panorama.it" del 13-01-2008)
Compagni di scuola
privata (
da "Panorama" del 14-01-2008)
( da "Corriere della Sera" del
12-01-2008)
Corriere della Sera - NAZIONALE -
sezione: Opinioni - data: 2008-01-12 num: - pag: 36 categoria: REDAZIONALE Il
dubbio di Piero Ostellino Sognare la Francia (pagando in Italia) I n un mese,
Nicolas Sarkozy ha divorziato dalla moglie, si è trovato una compagna
e forse si sposerà. Da noi, un giudice fissa a cinque anni la data per
la prima udienza di separazione legale. Le vicende sentimentali del
presidente francese sono la metafora della differenza che c'è fra la
Francia e l'Italia. Da noi, un'intera regione affoga nella spazzatura, mentre
il governo galleggia sulle disfunzioni del sistema politico. Da loro, il capo
dello Stato mette in gioco la propria reputazione e il futuro del suo Paese
in una conferenza stampa durante la quale si capisce quello che dice. Fine
delle 35 ore lavorative (da noi, posticipo dell' età pensionabile);
rilancio della partecipazione ai risultati delle aziende (da noi, i
più bassi salari fra i Paesi industrializzati); soppressione
della pubblicità nella tv pubblica (da noi, la riforma tv usata come ricatto politico a Berlusconi); fissazione di
quote nella politica di immigrazione (da noi, Giuliano Amato smentisce subito
un accordo in tal senso con Francia e Spagna); riforma della scuola primaria (da noi, gli studenti sono i peggio preparati
d'Europa); nuovo preambolo alla Costituzione (da noi, manco a
parlarne); sostegno della Cassa depositi e prestiti alle aziende (da noi,
tasse, tasse). Poco spazio nei nostri telegiornali al programma. Molto alla
relazione con Carla Bruni. Mi scrive un lettore: "Il 10 luglio 2005 ho
venduto la mia abitazione a Napoli e mi sono trasferito nel Comune di Milano
in cui sono ufficialmente residente e domiciliato. Tuttavia ricevo dal Comune
di Napoli, al mio indirizzo di Milano, una cartella esattoriale per la Tarsu
2006 che, oltre che non dovuta, è anche palesemente sbagliata perché
si riferisce a un'abitazione che avevo in affitto dal 1972 al 1996, oggi
occupata dalla proprietaria che paga la Tarsu. Quindi, il Comune di Napoli
pretende la Tarsu da due cittadini per la stessa casa. Tutto questo mi
costringerà, secondo le istruzioni della cartella, a: 1. fotocopiare 0,5 cm di documenti per
dimostrare che non sono più residente a Napoli dal 2005 e che non sono
più domiciliato in quella casa dal 1996; 2. fare ricorso in bollo
(ovviamente) per ogni cartella esattoriale inviatami per errore (perché
adesso, dopo il 2006, mi
aspetto vogliano anche i soldi per il 2007); 3. spedire, per raccomandata con
ricevuta di ritorno (ovviamente) un plico di 1 cm di carta senza busta,
che comporta anche una serie di studi per spillarlo o avvilupparlo nello
scotch. Dopo 30 giorni, 1. costituirmi in giudizio, per ogni cartella, e
quindi trovare qualcuno a Napoli che segua la pratica presso gli uffici
tributari; 2.ingolfare, per una questione di 226 euro l'anno, le commissioni
tributarie provinciali, perché non so che percorso dell'oca dovrà
subire la mia pratica. 3. eventualmente, se la cosa prenderà una
brutta piega, portare in giudizio il Comune di Napoli per i danni". Vive
la France, vive Sarkozy. postellino@corriere.it \\ Sarkozy è deciso e
veloce nelle scelte sentimentali e politiche. Noi.
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( da "Piccolo di Trieste, Il" del
13-01-2008)
RETROSCENA Il governatore si smarca
sempre più dal centrosinistra. Obiettivo: ottenere consensi fra i
moderati Illy, la strategia autonomista e il rapporto con il Pd TRIESTE
Riccardo Illy si smarca sempre più dal centrosinistra e, in attesa
della probabile ricandidatura, appesa ormai solo alla soluzione del nodo
compartecipazioni sul gettito fiscale generato dai pensionati Inps della
regione, accentua il profilo "autonomista" della sua strategia
politica. Dalla legge sul friulano a scuola alla riforma dello Statuto speciale, fino alle diverse partite aperte con
Roma (Tocai, commissario per la Terza corsia A4, norme attuative
dell'Euroregione), il governatore in carica cerca di marcare le sue
differenze dal centrosinistra in una regione con un elettorato orientato
prevalentemente verso il centrodestra. E, non ultimo, ha ripreso a
dialogare con il sindaco udinese Sergio Cecotti, dopo un gelo durato un pezzo
di legislatura. "Ci vediamo ogni tre mesi - sottolinea il primo
cittadino udinese - per motivi istituzionali e politici". Gli
osservatori politici sono concordi: il ruolo di indipendente, Illy lo ha
sempre interpretato molto bene, sin dalla prima discesa in campo come sindaco
di Trieste, nel lontano 1993, quando si presentò come il primo
cittadino slegato dai partiti, l'imprenditore prestato alla politica,
l'esponente della società civile autonomo da tutto e da tutti. Ma
Illy, ripetono gli stessi osservatori, per ripetere il bis del 2003, quando
conquistò la Regione con un programma di centrosinistra,
rappresentando allo stesso tempo un valore aggiunto alla coalizione, capace
quindi di attrarre consensi anche a centrodestra, sta modificando
ulteriormente la strategia. Cinque anni fa si presentò con una lista
di supporto, quella dei Cittadini per il Presidente. Ora Illy, spiegano
alcuni esponenti di Intesa, sta facendo un passo avanti, compie un'evoluzione:
da un lato alleato del Partito democratico, dall'altro autonomo e
"autonomista", allargando il consenso ad ampi settori della
società civile, soprattutto nell'area friulana. Una divaricazione, fra
Pd e Illy che, si sussurra sempre dal centrosinistra, prima o dopo rischia
tuttavia di emergere. Per il momento, però, aggiungono le stesse
fonti, l'obiettivo è vincere la partita, e persino il feeling
Illy-Lega Nord (a partire dall'appoggio dato dal Carroccio in Consiglio
regionale alla legge sul friulano) sono circostanze che in molti nel Pd
ufficialmente minimizzano, ma che a microfoni spenti confermano potrà
costituire un problema a urne chiuse. C'è chi però non si
sorprende. "Non è un'invenzione elettorale" spiega Bruno
Malattia, leader dei Cittadini. "Illy - sottolinea - è un
direttore d'orchestra, non attende ordini da Roma, è lui a condurre i
giochi. A differenza di Tondo che ha bisogno di un'investitura".
"Personalmente credo che il Pd dovrebbe approfittare di avere un
presidente indipendente, per dimostrare di essere una forza politica
veramente nuova, non una somma di vecchi partiti". a.r.
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( da "Trentino" del 13-01-2008)
La Provincia approva il nuovo corso
serale, via in settembre ROVERETO. Novità per l'istituto tecnico
Fontana: la Provincia ha emesso una delibera in merito all'istituzione di un
nuovo corso serale Sirio all'istituto roveretano, quello per dirigenti di
comunità, che potranno. dunque formarsi nella scuola
di via Teatro. E' l'unica novità di rilievo per le scuole roveretane
contenuta nel pacchetto di delibere firmate venerdì dal presidente della
provincia Dellai, che confermano la situazione esistente per l'Istituto delle
Arti, il Musicale coreutico ed il linguistico, in attesa che il quadro
normativo e organizzativo si completi con le nuove indicazioni nazionali per
il secondo ciclo, attese per l'estate 2008. Ciò mette un freno, almeno momentaneo, alla riforma delle
scuole e degli istituti d'arte, sui quali l'assessore Tiziano Salvaterra ha
già annunciato volontà precise, mettendo in subbuglio il corpo
docenti del Don Milani-Depero quanto quelli del liceo artistico di Trento,
che della riforma non voglino nenmmeno sentir parlare. La delibera di
venerdì aggiorna intanto il quadro dell'offerta scolastica provinciale
con decorrenza dall'anno scolastico 2008/2009, e prevede l'istituzione del
corso Sirio per dirigenti di comunità presso l'Itcg Fontana. Si tratta
di un'opportunità in più per la scuole roveretana, che
potrà dunque fregiarsi di un altro corso di studi da aggiungere alle
sue diverse discipline, stabilendo anche un percorso formativo adeguato per
chi si candida a guidare strutture comunitarie.
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( da "Nazione, La (Massa - Carrara)" del
13-01-2008)
? MASSA ? "MORATTI-Fioroni:
stessa politica, diversi nomi". Con questa frase e con striscioni i
Comitati di base della scuola e il Coordinamento
studentesco di Massa Carrara, in tutto circa trenta persone, ieri pomeriggio
verso le 18 hanno contestato pacificamente il ministro della pubblica
istruzione Giuseppe Fioroni mentre entrava nel centro congressi di Marina
dove doveva presentare il libro sulla vita di don Lorenzo Milani scritto dal
giornalista Mario Lancisi. In un volantino la critica al ministro.
"Fioroni ha sfornato una raffica di provvedimenti ? hanno scritto e
ribadito in strada i rappresentanti dei Cobas e del Comitato studentesco ? il
cui scopo è sempre lo stesso: mazzolare la scuola pubblica e far prosperare quelle private". Nel mirino
"l'aumento in modo esponenziale dei finanziamenti
alle scuole private mentre la Finanziaria ha pesantemente tagliato i finanziamenti alle scuole pubbliche" ma anche il "taglio di 1900
cattedre di sostegno per i circa 200 mila alunni in situazione di
handicap". E poi una serie di questioni: gli stipendi, che
"andrebbero potenziati per motivare maggiormente i docenti nel loro
lavoro", gli esami di riparazione
("anzichè risanare alla radice i mali della scuola
si reintroducono gli esami a settembre"), l'ora
di religione cattolica ("ne favorisce l'insegnamento e mantiene le
discriminzioni tra gli insegnanti di religione e quelli di altre
discipline") e l'autonomia. Per discutere su questi temi una delegazione
dei presenti al presidio dopo la presentazione del libro, come previsto si
è rivolta al ministro. "L'incontro è saltato ? ci ha
dichiarato in serata un portavoce degli studenti ? perchè ci non
è stata accolta la presenza in delegazione di una prof dei Cobas. E
noi per solidarietà ce ne siamo andati". Da parte sua il
ministro, da noi interpellato, ha precisato: "Ho ascoltato un
rappresentante del Comitato studentesco al quale ho spiegato che avrei
parlato con un singolo docente dei Cobas. E ho spiegato che per le riunioni
sindacali, invece, bisogna seguire le normali procedure". A.S. - -->.
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( da "Panorama.it" del 13-01-2008)
Italia - http://blog.panorama.it/italia
- Scuola privata: quei compagni nelle aule
più esclusive Posted By redazione On 13/1/2008 @ 10:25 In Apertura#1 |
No Comments di Romana Liuzzo Dagli scranni del Parlamento o dalle poltrone
dei talk-show esaltano la scuola pubblica, la celebrano
come unica fonte del sapere democratico e chiedono di tagliare (e tagliano) i finanziamenti statali alla scuola privata. Poi, però
dove mandano i loro figli? Nelle più prestigiose scuole a pagamento,
con rette non certo accessibili a tutti. Sono i politici del centrosinistra e
vip di area, girotondini e imprenditori radical chic, che non si fermano di
fronte alle file per poter accedere in questi istituti a cinque stelle.
Raccontano alcune madri del San Giuseppe De Merode, scuola
privata, rigorosa, cattolica, che il ministro per i Beni culturali,
Francesco Rutelli, ha fatto di tutto per inserire ad anno iniziato una delle
figlie nelle splendide aule con vista su piazza di Spagna. Raccontano pure
che una delle signore in questione, la cui erede non era stata accolta per
numero chiuso (30 al massimo), non abbia affatto gradito di sentirsi
scavalcata. E pare sia successo il putiferio. Intanto, mentre l'ex sindaco di
Roma insediava la giovane rampolla (il primogenito Giorgio ha studiato dai
gesuiti), Antonio Tajani, la cui famiglia al San Giuseppe va da generazioni,
dopo le scuole medie ha deciso di spostare il figlio per mandarlo in un liceo
statale ai Parioli ("Si trova benissimo" spiega l'europarlamentare
di Forza Italia). Rutelli non è il solo: Nanni Moretti, l'ultimo
leader dei girotondini, dopo aver invitato Massimo D'Alema e gli altri
compagni a dire "qualcosa di sinistra", ha iscritto il proprio
bimbo in un'esclusiva scuola anglo-americana,
l'Ambritt, frequentata solo da ricchi rampolli dell'alta borghesia. Idem per
Claudio Velardi, ex golden boy del governo D'Alema: il figlio ha frequentato
la scuola americana. Marco Follini, neoresponsabile
della comunicazione del Partito democratico, ha iscritto il proprio
discendente, seguendo le procedure, nella scuola dei
fratelli salesiani in pieno centro, a Roma. E al richiamo radical chic non ha
saputo resistere nemmeno l'ex ds, ministro allo Sport, Giovanna Melandri. Per
la sua progenie è stato ritenuto adeguato l'istituto San Giuseppe di
via del Casaletto. Anche questo ambitissimo. Gestito da amorevoli suore.
Istruzione a pagamento anche per Anna Finocchiaro, ex ministro per le Pari
opportunità, uno dei 45 membri del comitato nazionale per il Partito
democratico: le due figlie vanno in un istituto a Catania. Mettersi in fila,
prego. L'attrazione della sinistra per la scuola privata
non è roba di oggi: anche Piero Fassino ha studiato dai gesuiti. E chi
avrebbe mai detto che un nonno di cognome Bertinotti andasse a prelevare i propri
nipoti in uno degli istituti più chic di Roma, a gomito a gomito con
la fondatrice del Manifesto, ex deputata e scrittrice di sinistra, Luciana
Castellina? Politici ma anche giornalisti, tutti attirati come calamite dagli
istituti a cinque stelle. Qualche esempio? Michele Santoro ha optato per il
francese Chateaubriand. Il giornalista di Anno zero è in ottima
compagnia. È francese e privata la scuola scelta dalla giornalista del Tg3, Bianca
Berlinguer, per la bambina avuta dal sociologo Luigi Manconi. Lo stesso vale
per molti altri fanciulli con genitori dalle spiccate tendenze a sinistra: da
quelli dell'imprenditore Alfio Marchini a quelli dell'ex direttore della
Stampa Marcello Sorgi, fino a quelli dell'ex senatore ulivista Vittorio
Cecchi Gori. Noblesse oblige.
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( da "Panorama" del 14-01-2008)
Compagni di scuola
privata ROMANA LIUZZO aule esclusive Da Moretti a Santoro, da Rutelli
a Melandri, ecco chi, a sinistra, snobba gli istituti pubblici e manda i
figli nei collegi a cinque stelle. D agli scranni del
Parlamento o dalle poltrone dei talk-show esaltano la scuola pubblica, la celebrano come unica fonte del sapere democratico
e chiedono di tagliare (e tagliano) i finanziamenti
statali alla scuola
privata. Poi, però dove mandano i
loro figli? Nelle più prestigiose scuole a pagamento, con rette non
certo accessibili a tutti. Sono i politici del centrosinistra e vip di
area, girotondini e imprenditori radical chic, che non si fermano di fronte
alle file per poter accedere in questi istituti a cinque stelle. Raccontano
alcune madri del San Giuseppe De Merode, scuola privata,
rigorosa, cattolica, che il ministro per i Beni culturali, Francesco Rutelli,
ha fatto di tutto per inserire ad anno iniziato una delle figlie nelle
splendide aule con vista su piazza di Spagna. Raccontano pure che una delle
signore in questione, la cui erede non era stata accolta per numero chiuso
(30 al massimo), non abbia affatto gradito di sentirsi scavalcata. E pare sia
successo il putiferio. Intanto, mentre l'ex sindaco di Roma insediava la
giovane rampolla (il primogenito Giorgio ha studiato dai gesuiti), Antonio
Tajani, la cui famiglia al San Giuseppe va da generazioni, dopo le scuole
medie ha deciso di spostare il figlio per mandarlo in un liceo statale ai
Parioli ("Si trova benissimo" spiega l'europarlamentare di Forza
Italia). Rutelli non è il solo: Nanni Moretti, l'ultimo leader dei
girotondini, dopo aver invitato Massimo D'Alema e gli altri compagni a dire
"qualcosa di sinistra", ha iscritto il proprio bimbo in
un'esclusiva scuola anglo-americana, l'Ambritt,
frequentata solo da ricchi rampolli dell'alta borghesia. Idem per Claudio
Velardi, ex golden boy del governo D'Alema: il figlio ha frequentato la scuola americana. Marco Follini, neoresponsabile della
comunicazione del Partito democratico, ha iscritto il proprio discendente,
seguendo le procedure, nella scuola dei fratelli
salesiani in pieno centro, a Roma. E al richiamo radical chic non ha saputo
resistere nemmeno l'ex ds, ministro allo Sport, Giovanna Melandri. Per la sua
progenie è stato ritenuto adeguato l'istituto San Giuseppe di via del
Casaletto. Anche questo ambitissimo. Gestito da amorevoli suore. Istruzione a
pagamento anche per Anna Finocchiaro, ex ministro per le Pari
opportunità, uno dei 45 membri del comitato nazionale per il Partito
democratico: le due figlie vanno in un istituto a Catania. Mettersi in fila,
prego. L'attrazione della sinistra per la scuola privata
non è roba di oggi: anche Piero Fassino ha studiato dai gesuiti. E chi
avrebbe mai detto che un nonno di cognome Bertinotti andasse a prelevare i
propri nipoti in uno degli istituti più chic di Roma, a gomito a
gomito con la fondatrice del Manifesto, ex deputata e scrittrice di sinistra,
Luciana Castellina? Politici ma anche giornalisti, tutti attirati come
calamite dagli istituti a cinque stelle. Qualche esempio? Michele Santoro ha
optato per il francese Chateaubriand. Il giornalista di Anno zero è in
ottima compagnia. È francese e privata la scuola scelta dalla giornalista del Tg3, Bianca
Berlinguer, per la bambina avuta dal sociologo Luigi Manconi. Lo stesso vale
per molti altri fanciulli con genitori dalle spiccate tendenze a sinistra: da
quelli dell'imprenditore Alfio Marchini a quelli dell'ex direttore della
Stampa Marcello Sorgi, fino a quelli dell'ex senatore ulivista Vittorio
Cecchi Gori. Noblesse oblige.
Torna all'inizio
Potrebbe bastare una decina di anni. O forse di più. Ma lo
scenario di cambiamento già si profila nettamente: a scuola gli alunni
stranieri saranno più numerosi di quelli italiani. Un sorpasso che
statistici e demografi prevedono nel 2050; che altri anticipano, e che
interroga in ogni caso sui mutamenti e sugli effetti possibili. Rischi e
opportunità. Modelli didattici e orizzonti culturali: un sistema complesso
di fattori in fermento, destinato a un lungo e delicato rodaggio.
A tale situazione guarda in particolare la Giornata mondiale delle
Migrazioni, che la Chiesa cattolica celebra quest'anno il 13 gennaio.
"Giovani migranti: risorsa e provocazione" è il tema scelto
dalla commissione episcopale per le Migrazioni della Cei. Perché "oggi
l'universo dei giovani migranti è molto ampio - sostiene monsignor
Piergiorgio Saviola, direttore generale della fondazione Migrantes
(http://www. migrantes. it), e si estende al mondo sempre più vasto
degli immigrati in Italia, come pure a quelle forme di mobilità umana
che sono minoritarie per numero, ma non per i problemi che suscitano e per
l'attenzione che meritano".
I dati. In Italia, secondo l'ultimo Dossier statistico Immigrazione di
Caritas-Migrantes di Roma, sono 665mila i minori stranieri residenti
all'inizio del 2007, mentre circa 560 mila sono gli italiani minorenni
emigrati all'estero. "Per quel che riguarda Sinti e Rom - aggiunge
monsignor Saviola - ci troviamo di fronte a una realtà molto giovane:
una popolazione di circa 120 mila unità, di cui oltre il 40 per cento
sotto i 18 anni". Inoltre sono da considerare "le realtà
circensi, 6 mila persone e circa 1.500 famiglie, che comprendono
approssimativamente 900 giovani, quella lunaparkista: 6mila licenze
registrate, 15 mila famiglie, circa 9600 giovani. Infine i marittimi, circa
il 50 per cento dei 2 milioni in transito nei centri Stella Maris sono
giovani".
Ma a registrare con maggiore evidenza la densità della
popolazione giovanile straniera nel nostro Paese è soprattutto la
scuola: "Secondo gli ultimi dati del ministero dell'Istruzione - nota
Migrantes - gli alunni stranieri nell'anno in corso sono più di 500
mila, circa il 6 per cento della popolazione scolastica". E seppure
è difficile fare previsioni precise per il futuro, "pensiamo che
il numero sia destinato ad aumentare già fra una decina d'anni -
osserva padre Gianromano Gnesotto, direttore nazionale per gli immigrati e i
profughi - gli esperti in demografia a statistica prevedono il 2050 come
l'anno del 'sorpasso' degli alunni stranieri su quelli italiani, ma potrebbe
avvenire anche prima".
Gli scenari possibili. Con quali effetti e quali rischi? "Effetti
positivi", valuta padre Gnesotto, "perché la scuola italiana si
è posta da tempo obiettivi interculturali, dove le differenze sono non
ostacolo ma ricchezza, e cerca di realizzarli". Ormai difficilmente le
classi sono monoetniche, e ciò spinge verso un'evoluzione del modello
educativo, "perciò la prospettiva può essere solo quella
della mediazione tra le diverse culture di cui sono portatori gli
alunni". Una sfida obbligata, per la quale secondo Migrantes servono
programmi di informazione e aggiornamento per i docenti, e un forte impegno
concreto. Del resto, se c'è plauso per le scelte di indirizzo
ministeriale, avviate da tempo e confermate ad esempio dal recente documento
"La via italiana alla scuola interculturale", dove si assume la
diversità "come paradigma dell'identità stessa della
scuola, occasione di apertura a tutte le differenze" si chiede
però che l'idea non resti solo sulla carta.
"Nelle scuole italiane sono presenti 192 nazioni su 194
(mancano solo Lesotho e Vanuatu) - evidenzia Gnesotto - con una
molteplicità di lingue, culture e abitudini. È dunque un
contesto molto ricco e variegato, e la scuola ha il compito di superare il
monoculturalismo, ed essere un luogo in cui si rende equilibrato il rapporto
con la diversità". In genere, il primo approccio dei ragazzi e delle
famiglie italiane è infatti quello che si ha quando si è
abituati a una monocultura: sospetto, paura, diffidenza, a volte disprezzo.
"Poi però grazie all'incontro reale tra le persone,
l'atteggiamento cambia profondamente e si riconosce la ricchezza del
confronto e del dialogo". Ecco la direzione auspicabile. Un indirizzo
che non elude anche scelte politiche e civili precise: "Il discorso
della cittadinanza è fondamentale - precisa padre Gnesotto - molti
giovani vivono questa limitazione con estremo disagio. Chi nasce in Italia da
genitori stranieri deve essere riconosciuto come italiano. La cittadinanza
deve discendere dallo "ius soli" e non più "ius
sanguinis", e noi crediamo sia giunto il momento per questo
passaggio".
(10
gennaio 2008)
ROMA - Verbi sbagliati, errori di grammatica e di
ortografia. Un disastro per gli esaminatori che sono inorriditi di fronte a
lacune da scuola dell'obbligo e incapacità di coniugare i verbi
secondo regole elementari, e hanno respinto oltre il 90 per cento dei
candidati aspiranti giudici. Al punto che, nonostante il numero da record dei
partecipanti al concorso per l'accesso in magistratura (43mila domande), alla
fine sono rimasti scoperti una sessantina dei 380 posti da assegnare.
Una situazione che ha preoccupato la categoria e ha gettato ombre sulla
formazione scolastica, universitaria e non solo, visto che la maggior parte
dei candidati non era costituita da semplici neo-laureati, ma da avvocati,
giudici onorari, funzionari della pubblica amministrazione, titolari di dottorati
di ricerca e di specializzazioni giuridiche.
Questi i drammatici risultati registrati all'ultimo concorso che si è
concluso con l'immissione in servizio di 322 nuove toghe, 58 in meno dei posti da
coprire. Un risultato a dir poco inaspettato tenuto conto del vero e proprio
boom di domande di partecipazione che c'era stato, senza precedenti nella
storia della magistratura. Dell'esercito dei 43mila, ne sono stati ammessi
alle prove scritte 18mila. Oltre 6mila candidati si sono effettivamente
presentati e poco più di 4mila hanno consegnato tutte e due le prove
scritte, il doppio dei precedenti concorsi.
Ma nonostante il dato così elevato, gli ammessi agli orali sono stati
appena 342, pari all'8,53%. E una ventina di loro alla fine non è
riuscita a tagliare il traguardo finale: i vincitori, proclamati dalla
Commissione di esami, sono infatti stati 319 e altri 3 - che pur non avendo
riportato alcuna insufficienza, non avevano raggiunto la votazione minima
prevista - sono stati dichiarati tali con un provvedimento del ministro della
Giustizia Mastella.
Dati preoccupanti che hanno indotto uno dei componenti della commissione
d'esame, il giudice della Corte d'appello di Palermo Matteo Frasca, a
esprimere "non poche perplessità sul livello medio di preparazione
dei partecipanti", in un intervento pubblicato sul sito del Movimento
per la Giustizia. E le lacune riscontrate non sono solo giuridiche : "La
conoscenza della lingua italiana è una pre-condizione per partecipare
al concorso, ma alcuni candidati non ce l'avevano" racconta il
magistrato. "Ci siamo trovati a fare la disarmante constatazione che in
alcune prove c'erano errori di grammatica e di ortografia, oltre che di forma
espositiva, testimonianze evidenti di una mancanza formativa, che non è
emendabile".
"Non faccio esempi per ragioni di riservatezza"
prosegue Frasca, "posso dire solo che se il mio maestro delle elementari
avesse visto in un mio compito verbi coniugati come in certe prove che ci
sono state consegnate, mi avrebbe dato una bacchettata sulle dita".
Tuttavia il giudice Frasca non vede tutto nero: "Abbiamo trovato anche
candidati con livelli di preparazione eccellenti" assicura, "punte
esaltanti che inducono all'ottimismo".
(6 gennaio 2008)
Anche Guccini si
dissocia Vuoi vedere che del '68 daranno la colpa a
me? (
da "Libero" del 05-01-2008)
L'iscrizione al
liceo? Col sorteggio ( da "Corriere della Sera" del 08-01-2008)
La
Uil denuncia: promozioni per meriti politici ( da "Corriere
della Sera" del
08-01-2008)
Più
fiducia all'Italia del merito ( da "Sole 24 Ore,
Il" del
10-01-2008)
( da "Libero" del 05-01-2008)
Prima pagina 05-01-2008 Anche
Guccini si dissocia Vuoi vedere che del '68 daranno la colpa a me? di
GIANLUIGI PARAGONE Ora, sta' a vedere che il Sessantotto l'ho fatto io. Che
manco ero nato, tra l'altro. Nel giro di pochi giorni ho letto di alcune
illustri e sorprendenti defezioni. Lucio Dalla non è mai stato
comunista anzi concorda con l'Opus Dei: alle feste dell'Unità ci
andavo perché mi pagavano. E al festival di Sanremo ci andava perché cantava
alle feste dell'Unità o perché lo pagavano? Giuliano Ferrara fa la
moratoria contro l'aborto proprio per dispetto alla cultura dominante di
quegli anni, che pure lui frequentò ma che oggi nomina di malavoglia
tant'è che scrive 67+1. È uscito fuori che neppure Francesco
Guccini era marxista: in quegli anni adorava l'America di Bob Dylan. Strano,
ricordavo di una certa Locomotiva dove si incita al trionfo della giustizia
proletaria. Qualche tempo fa, i Nomadi ("Io vagabondo che son io,
vagabondo che non sono altro...", ricordate?) alle primarie del Pd si
sono schierati col giovane e deideologizzato Enrico Letta. A proposito di
Partito democratico, su Veltroni è persino inutile porsi la domanda:
lui nel Sessantotto era a letto ammalato, a completare l'al bum delle
figurine Panini e a scrivere la legge elettorale (già allora).
Comunque, di che vi impicciate? In attesa di conoscere se anche Claudio
Lolli, Paolo Pietrangeli, Lucia Annunziata e Adriano Sofri si tenessero alla
larga dai Libretti Rossi e dai megafoni della rivolta, sarebbe interessante
sapere com'è che se il '68 faceva così schifo, oggi i sessantottini
sono tutti direttori, presidenti, leader, commendatori, lup.mann. e
gran.figl.di.putt.? Chiediamo il saldo del conto Quarant'anni dopo credo di
avere il diritto di poter chiedere a qualcuno il saldo del conto. Certo, dal
museo delle scienze daranno l'ora d'aria al solito Mario Capanna: per lui
è già pronta la riedizione aggiornata di Formidabili quegli
anni. Troppo poco, pretendo di più. Nel '68 non ero nato e non ero
neanche nei lontani pensieri di mamma e papà. Però mi sono
sorbito i sessantottini: li ho trovati nelle aule scolastiche dalla parte dei
professori, li ho trovati nelle redazioni dei giornali e li ho trovati pure
in politica. Qualcuno bel paraculo - s'è piazzato dalla mia stessa
parte. Cioè di qua. La scomparsa dei compagni Di là sembra non
esserci rimasto più nessuno. Non un cantante col pugnetto alzato, non
un poeta ribelluccio, non un filosofetto, non un sociologone. Sono diventati
tutti riformisti. Da rivoluzionari che erano, ora si son fatti riformisti.
Che poi è la stessa cosa, visto che non si capisce che cavolo avessero
da rivoluzionare prima (quando le cose andavano bene) e che cavolo di riforme
vorrebbero fare ora (che le cose vanno effettivamente male). Nel Sessantotto
smontarono la scuola, la famiglia, la fabbrica e la
società. Nell'an no del Signore Duemila e otto vorrebbero rimontare la
scuola, la famiglia e l'idea di socie- tà.
Parlano di patria, di sicurezza e persino di presidenzialismo: ammazza che
fascistelli son diventati 'sti sessantottini. Se non fosse che la prima legge
dell'entropia dà loro torto: le rivoluzioni al contrario non
funzionano. Se si pigliano dieci pesci dal mare e li si friggono in padella
(il '68) non si possono poi riportare in mare, zampettanti e vispi (il 2008).
Nel '68 gridavano giù le ma- ni dal Vietnam; nel 2008 buttano fuori da
Rifondazione comunista il deputato pacifista che non vuole rifinanziare le
missioni militari all'estero e per questo fa cadere il governo. A scuola, nelle università contestarono il merito, il
rigore, l'impegno e il dovere. Misero a soqquadro finanche l'aspetto
più ovvio dell'anda mento scolastico, cioè il voto. C'era da
prendersi lo scalpo di quel fascista di Gentile. Vennero così le
assemblee e la partecipazione collettiva. Vennero le occupazioni e le lunghe
riflessioni. Che proseguirono nei Settanta e negli Ottanta. Ogni tanto qualche pirlotto dei Novanta e del Duemila si
rimette pure lui a cavalcioni della pantera. Una pantera buona ormai per il
circo. Ci ritroviamo così con le scuole riformate una
volta ogni cinque anni, con studenti ignoranti e i professori conciati peggio
di loro. Le poltrone dei rivoluzionari Dalla scuola
alle fabbriche. Dai professori ai padroni. Rivolta di classe e cognizione del
proletariato diventano le parole chiave per "disarticolare" il
fascismo sociale. Senza capirci un accidenti, i figli della borghesia si
stracciarono i pantaloni buoni della domenica, si misero dietro lo striscione
color rosso e contestarono i padri. Qualche scemo, alcuni anni dopo, si mise
persino in tasca una pistola e fu il dramma. Sono trascorsi quarant'anni e i
rivoluzionari siedono in comodissime poltrone e guidano importanti aziende,
banche o società di consulenza. Dall'altra parte della barricata, gli
operai restano il Cipputi di Altan, quelli che hanno l'om brello nel didietro,
che muoiono nelle fabbriche e che hanno buste paga da schifo. Tutto
esattamente come prima. Compreso il ritornello: la colpa è del
capitalismo. Capitalismo e masturbazione Quel capitalismo contestato al pari
di ogni altra cosa. Persino la masturbazione ci andò di mezzo. Chi non
ricorda il celeberrimo: Col dito, col dito, l'orgasmo è garantito. Fu
così che per vent'anni qualcuno esagerò e non si fecero
più bambini. Ora, gli stessi chiedono di darci dentro. Qual è
il bilancio, allora? Evitiamo di scomodare Sarkozy e il dibattito francese
sul Sessantotto: il loro '68 si chiuse davvero nel 1968. In Italia invece
generò il '77 e poi un nuovo potentato di intoccabili. Per ricordare
il Sessantotto italiano è sufficiente quel che disse il ragionier Ugo
Fantozzi (unico, vero e illuso sessantottino) a proposito della Corazzata
Potemkin: è una cagata pazzesca. Segue dibattito. LUCIO DALLA p Ha
detto di concordare con l'Opus Dei e di non essere mai stato comunista. Alle
feste dell'Unità? Ci andava per i soldi I NOMADI p Prima cantavano
"Io vagabondo...", ma alle primarie del Pd hanno scelto il
de-ideologizzato Enrico Letta GUCCINI p Pensa un po', anche Guccini non era
marxista. In quegli anni adorava l'America di Bob Dylan... Strano Salvo per
uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie
senza autorizzazione.
( da "Corriere della Sera" del
08-01-2008)
Corriere della Sera - ROMA -
sezione: Cronaca di Roma - data: 2008-01-08 num: - pag: 5 categoria:
REDAZIONALE Scuola Da oggi il via alle richieste per un posto negli istituti
superiori L'iscrizione al liceo? Col sorteggio C'è chi il posto,
adesso, lo sorteggia: si inserisce il nome nel bussolotto e via, si delega la
selezione alla "Dea bendata". E c'è chi, per farsi
pubblicità, utilizza i cartelloni stradali. Partono oggi le iscrizioni
per le scuole superiori romane e i vari istituti si organizzano per gestire
le richieste, che spesso sono superiori ai posti disponibili. Così, se
alcuni presidi ricorrono al vecchio criterio della territorialità (chi
è residente nel quartiere ha maggiori chances di andare alla scuola sotto casa), qualcun altro si affida proprio al
sorteggio: è il caso, ad esempio, del liceo scientifico Avogadro al
Coppedé e del liceo ginnasio Pilo Albertelli, all'Esquilino, l'istituto che
diplomò Enrico Fermi e Ugo Ojetti. Il vero boom di adesioni, negli
ultimi tre anni, è stata per gli scientifici. "Una corsa - spiega
mario Rusconi, del Newton - che non sarà arrestata
dalla riforma delle scuole tecniche e professionali. Sempre più
genitori hanno titoli di studio elevati e scelgono per i figli i licei che
formano all'università". Ma se classico e scientifico continuano
a "tirare", gli istituti professionali - dopo l'annunciata riforma Fioroni - si preparano a dare battaglia. Qualcuno, come
il preside del tecnico-professionale Da Vinci, ha pensato anche alla
pubblicità: "Abbiamo speso - dice Vincenzo Muzi - diverse
migliaia di euro in volantini ed inserzioni sui giornali". Altri ancora
hanno puntato sulla cartellonistica stradale. Le iscrizioni sono aperte fino
al 30 gennaio, ma già da adesso si prevede il "tutto
esaurito", con esuberi in molti licei romani. Il termometro sono gli
incontri con i genitori fatti in tutto il territorio, frequentati da gruppi
di almeno 100-150 persone: e questo vale sia per i licei che per gli istituti
professionali. "Agli incontri di dicembre si sono presentate molte più
famiglie - conferma Leandro Cantoni, preside del Cattaneo - e questo è
un primo segnale importante: speriamo che ci sia anche un riscontro in
termini di iscritti". Il preside Vincenzo Muzi del Da Vinci: abbiamo
speso migliaia di euro in pubblicità e volantini Ernesto Menicucci.
( da "Corriere della Sera" del
08-01-2008)
Corriere della Sera - ROMA -
sezione: Cronaca di Roma - data: 2008-01-08 num: - pag: 6 categoria:
REDAZIONALE Comune La protesta La Uil denuncia: promozioni per meriti
politici Domani alle 11 la protesta arriverà in piazza del
Campidoglio: qui si terrà un'assemblea promossa dalla Uil che ha
"rotto le relazioni sindacali con il Comune". Così ieri il
segretario generale Sandro Biserna nell'annunciare la manifestazione ha
lanciato accuse pesantissime. Anche quella che "il Campidoglio fa una
politica di sartoria, progettando "vestitini su
misura" per le promozioni dei dirigenti" che arrivano non per
"meritocrazia di lavoro" ma "politica". E Sandro Biserna ha
fatto anche i casi di quattro dirigenti "promossi " in base a
questo principio: nel III municipio, nel dipartimento del vicesindaco,
all'assessorato alla Cultura ed uno all'Urbanistica. La Uil chiede al sindaco di
"cambiare la politica del personale". "O Walter Veltroni si
siede a discutere con il sindacato - ha aggiunto Sandro Biserna - oppure la
guerra continua. Chiediamo la possibilità di fissare le regole per la meritocrazia, di migliorare i servizi e di dare pari
opportunità al personale". Il segretario della Uil Fpl
(Federazione poteri locali) ricorda poi che le relazioni sindacali sono state
rotte anche per la proposta di abolizione del 21 aprile e "questa
festività non si tocca", per la proposta di "abolizione
delle due ore per il cambio stipendio" e per la polizia municipale. Non
manca la polemica sull'assenteismo del personale che, secondo l'assessore
Lucio D'Ubaldo, raggiunge il 32 per cento. "I dati sono sbagliati -
è la replica di Sandro Biserna - perché ha inserito anche le assenze
per malattia che sono l'85 per cento dei casi. E i dipendenti capitolini - ha
concluso - prendono meno di quelli di provincia e regione. In Campidoglio la
media è di 1.100 euro al mese, in Provincia di 1250 e ancor di
più in Regione". "è ormai inderogabile fissare regole
certe per premiare le profesionalità interne a tutti i livelli,
azzerando l'iper ricorso alle consulenze esterne", afferma Gianluca
Quadrana, capogruppo di La Rosa nel Pugno. "è chiaro che il
Campidoglio non è in grado di dotarsi di una politica del
personale" dichiarano i consiglieri di An Bruno Prestagiovanni e Enrico
Cavallari. L. Gar.
( da "Sole 24 Ore, Il" del
10-01-2008)
Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E
INCHIESTE data: 2008-01-10 - pag: 14 autore: Più fiducia all'Italia
del merito di Carlo Carboni T utti noi riteniamo che i nostri talenti vadano
valorizzati in patria, che il merito aiuti a emergere negli studi e nella
professione i soggetti socialmente più deboli e che esso sia un valore
e un metodo prezioso per promuovere l'interesse comune del nostro Paese.
Infatti, come cittadini, preferiamo, all'occorrenza, avere a che fare con
medici, insegnanti, capi d'azienda, professionisti e politici capaci e
competenti. Tuttavia, quando tocca a noi esserlo, e quindi essere sottoposti
a una selezione di merito, non sempre siamo disponibili. Il merito è
uno di quei concetti che a parole tutti accettano ma, quando ci riguarda
direttamente, accusiamo qualche "mal di pancia" in più.
Infatti, studiare bene o lavorare bene costa fatica, anche se sappiamo che,
il più delle volte, rilascia sentimenti positivi di soddisfazione e
autorealizzazione. Il merito è dunque uno di quei valori che
appartiene alla cultura storico-sociale di un Paese: di conseguenza, affinché
possa costituire un riferimento per gli habitus sociali, deve essere applicato,
come metodo, innanzitutto nei circuiti formativi-educativi. Al contrario, il
nostro sistema universitario è bersaglio, ormai da qualche anno, di
critiche circostanziate per l'ambiguità con la quale funziona la
selezione e la valutazione di professori e studenti,ma anche per l'assenza di
premialità nella gestione e negli investimenti degli atenei. Non a
caso l'autonomia universitariaè rimasta solo un principio e tra gli
atenei manca una seria competizione, che non sia catturare iscritti
delocalizzando corsi di laurea "sotto casa" degli studenti: ma, in
questo caso, il localismo non paga di fronte all'internazionalizzazione dei
propri studenti (e professori) promossa dai sistemi universitari di altri
Paesi europei, come Gran Bretagna, Francia e Spagna. C'era, ad esempio, un
impegno del ministro per una distribuzione premiale del Fondo ordinario ma,
ad oggi, sembra tramontato non tanto nei principi (che restano nella
Finanziaria recente) quanto nella disponibilità delle risorse dedicate
per realizzarli. Le carenze del nostro sistema universitario hanno molte
cause, tra le quali le principali appaiono la scarsa attenzione e
manutenzione del sistema educativo da parte del potere politico, la mancanza
del paradigma del merito come metodo, la liquidità e la vischiosità
di un potere accademico invecchiato e refrattario al cambiamento. Lo stato
insoddisfacente della nostra meritocrazia educativa,
in particolare universitaria, comporta tre importanti distorsioni. La prima
è che la nostra università di massa ha schiacciato verso
"il basso" la preparazione media dei nostri studenti, che fino a
oggi si sono in maggioranza orientati ai corsi di laurea più facili e
meno faticosi. La seconda riguarda l'impossibilità che un tale sistema
universitario (salvo rare eccezioni) possa assolvere bene al compito di
costruire una legittimazione della nostre classi dirigenti sulla base della meritocrazia educativa. La terza è che di fatto
c'è una sottovalutazione da parte delle nostre classi dirigenti (
soprattutto della nostra classe politica) del ruolo che l'università e
la ricerca hanno nella nuova modernità sociale, tecnologica ed
economica. L'università non è solo una palestra di
opportunità di crescita dei cittadini, maè anche un nuovo
straordinario volano per lo sviluppo socioeconomico che, oggi più di
ieri, si alimenta di conoscenze tecniche e cognitive. Secondo uno studio di
Hanushek e Woessmann (2007), un miglioramento deciso di tali conoscenze tra
gli studenti, in 20 anni, porterebbe un aumento del Pil del 36%, mentre senza
riforma una tale crescita sarebbe realizzabile in 75 anni. Mettere
l'istruzione superiore al centro delle politiche sociali e dello sviluppo,
modificare la composizione della spesa sociale, significa aprirsi a una
diversa concezione di capitalismo sociale, incamminarsi verso un welfare
culturale e tecnologico adeguato ai cambiamenti delle aspettative sociali di
sviluppo. Altre nazioni europee hanno già imboccato questo percorso
(anche i nostri cugini spagnoli). Un welfare culturale-tecnologico comporta
investimenti, ma soprattutto la ricostruzione di una meritocrazia che poggi su provvedimenti incentivanti qualità delle
prestazioni e produttività. Va tuttavia aggiunto che la meritocrazia educativa è monca se non è accompagnata da una meritocrazia professionale, poiché le eccellenze educative sono una
precondizione importante, ma non sufficiente per avere eccellenze
professionali. Nella vicina Francia, dove il sistema delle Alte scuole
ha per anni legittimato la formazione delle classi dirigenti ( in particolare
amministrative e manageriali), molti osservatori lamentano la mancanza di una
meritocrazia professionale e sottolineano i rischi
d'implosione di una meritocrazia essenzialmente
basata sulle credenziali educative: rischi di formazione di gerarchie di
rango, spesso rigide e demotivate, di vere e proprie caste autoreferenziali
legittimate dalla "tirannia" del diploma iniziale (Bauer e Bertin
Mourot su L'Esprit). Nel migliore dei casi si hanno brillanti pensatori,
incapaci però di prendere parte a quella battaglia che si scatena
quando idee e cognizioni vanno realizzate. Può quindi essere
ulteriormente distorsivo avere un sistema educativo basato sul merito, se poi
nell'esperienza professionale, ad esempio, si adottano retribuzioni impermeabili
alla prestazione, alla produttività e al risultato, come avviene tra i
nostri dirigenti e dipendenti pubblici ma anche, in parte, nel settore
privato. I mortificanti risultati della produttività nel nostro
sistema-Paese testimoniano la difficoltà della nostra meritocrazia educativa e di quella professionale.
Un'iniezione di merito nelle lauree di " secondo livello", un
aumento delle retribuzioni agganciate alla produttività e alla
contrattazione aziendale sono provvedimenti di cui il Paese "triste e
sfiduciato" ha bisogno. La nostra fortuna è che, a questa
sciagurata regola di deficit di merito, fa eccezione una parte rilevante del
Paese: non solo alcuni nostri atenei con visibilità internazionale, ma
anche gran parte del nostro lavoro autonomo e delle nostre imprese che si
muovono nel libero mercato e che di fatto sono motori importanti di
mobilità e merito. Certo saremmo più
"duemilaottimisti", se in questo anno il Governo, le parti sociali,
gli atenei mettessero mano a pochi ma concreti provvedimenti premiali, nello
studio e nel lavoro. DISTORSIONI L'università di massa ha schiacciato
verso il basso la preparazione - La politica sottovaluta il ruolo
dell'educazione per lo sviluppo.
SCUOLA ( da "Gazzettino,
Il (Vicenza)"
del 29-12-2007)
La legge Misasi, che
ha aperto le porte dell'università a tutti, è certamente datata ( da "Messaggero,
Il (Abruzzo)"
del 02-01-2008)
LA POLEMICA ( da "Gazzettino,
Il (Treviso)"
del 04-01-2008)
( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del
29-12-2007)
Il riordino delle scuole superiori
e la stabilizzazione dell'organico, soprattutto per i docenti di sostegno:
è su questi fronti che Paolo Jacolino, capo del settore interventi
educativi dell'Ufficio scolastico provinciale, spera arrivino importanti
novità con l'anno nuovo.Il dirigente traccia un bilancio del 2007,
ripercorrendo le tappe che hanno segnato i primi tre mesi dell'anno
scolastico: "Quest'anno scolastico è partito con tanti insegnanti
nuovi, ma anche con problemi vecchi, di orari, di sedi. Si è rimessa
in discussione la questione del contratto di lavoro. Poi sono arrivate le
indicazioni nazionali per il primo ciclo di istruzione, oggetto di dibattito
e di rottura con il passato. L'obbligo scolastico è stato portato a 16
anni. Poi è emersa la questione dei debiti formativi, che se non vengono
sanati implicano il rinvio a un'altra valutazione, con corsi di recupero e
nuove verifiche entro il 31 agosto". Anche sul fronte dei progetti, la
macchina scolastica sta procedendo con ritmo e su varie direzioni che
confluiscono per lo più nel "progetto Benessere, all'interno del
quale abbiamo inserito un osservatorio sul bullismo. C'è poi il
progetto "Scuole aperte", per il quale sono arrivati a Vicenza 310
mila euro. Con tale somma si aiuteranno le scuole ad offrire un servizio
oltre l'orario consueto delle lezioni. Anche la lettura rientra nei programmi di intervento, con "Amico libro",
attraverso l'assegnazione a tutte le scuole di una certa
somma di denaro che permette loro anche di abbonarsi a quotidiano".E le
speranze per l'anno prossimo? "Attendiamo la riforma della scuola secondaria di secondo grado. Il decreto legislativo dell'ex
ministro Moratti è stato fermato solo nelle due componenti del liceo
economico e tecnologico, questo ha permesso di far sì che gli
istituti tecnici continuassero a vivere. Rimangono attivabili il liceo
musicale e il liceo coreutico. Non da ultimo, speriamo nella stabilizzazione
dell'organico e soprattutto del personale chiamato a insegnare ai disabili.
L'investimento c'è e ci sono già anche gli accordi sindacali. A
Vicenza inoltre solo poco più di 400 insegnanti hanno una
specializzazione per il sostegno, la maggior parte dei docenti è
reclutata tra le persone che normalmente avrebbero fatto i supplenti
ordinari. A fronte di 2.666 disabili, (di cui 2445 psichici, 99 fisici, 43 visivi,
78 uditivi) abbiamo bisogno di persone specializzate".L.P.
( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del
02-01-2008)
Risale al 1969 e fu fatta sulla
spinta della contestazione studentesca che infiammava le piazze e le
università d'Italia. Tuttavia il problema è complesso e non
è immaginabile un dietrofront. Lei ha ragione nel sostenere che non
funziona il sistema dei test che dovrebbero selezionare gli ingressi.
Però tenga conto che gli studi sono una sorta di "ascensore
sociale" e sarebbe ingiusto selezionare gli iscritti sulla base della
provenienza. I giovani delle fasce più deboli frequentano gli istituti
professionali, ma ci sono ragazzi che nel crescere scoprono di avere talento.
Per evitare il pasticcio dei test non possiamo creare delle selezioni a
monte, sarebbe una misura antidemocratica. Certo, chi proviene dagli istituti
professionali nelle aule delle università si trova come un pesce fuor
d'acqua. La preparazione è lontana dai livelli richiesti. I corsi di
laurea a numero chiuso sono fondamentalmente quelli voluti dall'Ue: medicina,
odontoiatria e veterinaria. I costi sociali per la formazione di un medico
sono talmente elevati che non ci si può permettere di prepararne
più di quanti il mercato ne possa assorbire. Oltre all'area medica ci sono sbarramenti ad Architettura e a Scienze
della formazione primaria. A ciò si aggiungono i numeri "programmati"
decisi dai singoli atenei. La babilonia dei test manipolati, trafugati,
sbagliati, è certamente una vergogna nazionale. Però la
soluzione va cercata riformando il sistema di selezione delle aspiranti matricole.
L'ingresso nelle facoltà a numero chiuso va fatto sulla base del
merito, senza discriminare la provenienza. Anche perché la riforma
delle scuole superiori innalzerà i livelli di tutti gli indirizzi.
Senza fare un processo di liceizzazione e lasciando a ciasuno il suo
specifico indirizzo, in prospettiva sia i tecnici che i professionali
dovranno irrobustire le materie principali.
( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del
04-01-2008)
L'Usl di Pieve ha il miglior
bilancio del Veneto? Beh, se taglia qualche altro servizio può
ottenere anche il miglior bilancio nazionale. Usa un'ironia amara G.F.,
assistito dell'Usl 7, per denunciare un grave disservizio. Che riguarda,
oltre a lui, anche parecchi altri utenti. Tutti quelli, per essere precisi,
che hanno bisogno di effettuare una densitometria ossea con tecnica Dexa. Si
tratta dell'esame attualmente più utilizzato per la diagnosi della
densità ossea e, dunque, dell'osteoporosi. Peccato che nell'Usl 7 non
sia possibile non solo effettuarlo, ma neanche prenotarlo, se non a
pagamento. Chiunque, infatti, chiami il Centro unico di prenotazioni per
chiedere un appuntamento per effettuare l'esame si sente rispondere dagli
operatori che non è possibile prenotare perché non abbiamo un
calendario di disponibilità. Incredibile ma vero, visto che la
normativa vieta di bloccare le liste. Dunque, l'Usl dovrebbe dare una data,
anche se a distanza di mesi.Insistendo con l'operatore si ottengono due consigli:
Può provare a richiamare ogni 2/3 giorni nel caso ci diano delle date
o effettuare l'esame privatamente.
Inutile dire che pagando bastano pochi giorni di attesa per riuscire a fare
l'esame. Ma com'è possibile che il Cup non sia nemmeno in grado di
prenotare l'esame? C'è un solo medico che effettua l'esame spiegano
gli operatori e ci vengono date a intermittenza delle date in cui possiamo
prendere appuntamenti. Attualmente non siamo in grado di sapere né
quando ci verranno fornite le date né quanta disponibilità ci
sarà. Situazione assurda, dunque, e in contrasto con quanto prevede la
normativa, che vieta appunto di bloccare le liste. Sono stato informato di
questa situazione spiega il direttore generale dell'Usl 7, Lino Del Favero e
posso garantire che nel giro di qualche giorno la situazione si
sbloccherà. Abbiamo acquistato 1000 ore di prestazioni aggiuntive al
Centro di medicina e già dalla prossima settimana chi chiamerà
il Cup otterrà l'appuntamento entro 30 giorni.
Che
novità in rete Il pirellone lancia <Scuolalombardia> ( da "Eco di
Bergamo, L'"
del 18-12-2007)
Non mi vogliono a
scuola Preside: No, ha scelto lui Ma il direttore
regionale lo invita a riammetterlo ( da "Nazione, La (Arezzo)" del 18-12-2007)
Riflettendo
sulla riforma della scuola Luci e ombre della nuova legge ( da "Resto del
Carlino, Il (Modena)"
del 18-12-2007)
Scuola plurilingue,
raccolte 12 mila firme ( da "Alto Adige" del 21-12-2007)
Scuola,
Ds e Margherita di nuovo ai ferri corti ( da "Trentino" del 23-12-2007)
PIÙ
MERITOCRAZIA contro la cultura della raccomandazione e un ma ( da "Nazione, La
(Pisa)" del
24-12-2007)
De
Eccher e Firmani contro il governatore ( da "Corriere
Alto Adige" del
25-12-2007)
Maturità,
candidati in diminuzione: saranno una sessantina in meno ( da "Gazzetta di
Mantova, La"
del 27-12-2007)
( da "Eco di Bergamo, L'" del
18-12-2007)
Che novità in rete Il
pirellone lancia "Scuolalombardia" Novità in rete: è
partito "Scuolalombardia", il nuovo portale dedicato all'istruzione
e alla formazione. "Scuola Lombardia" è uno strumento di
informazione e comunicazione tra le famiglie e gli allievi, i centri di
formazione professionale e la Regione Lombardia; uno spazio garantito da
trasparenza e da libertà, doppiamente utile: alla Regione stessa e ai
cittadini che ne fanno uso. Sul sito www.scuolalombardia.it
si trovano tutte le informazioni utili sull'offerta di corsi, servizi, borse
di studio, opportunità formative esistenti in regione. Nato dalla
nuova legge sul sistema educativo regionale (la numero 19 del 2007), entrata
in vigore lo scorso 6 agosto, il nuovo spazio web è anche un efficace
strumento per chi lavora nella scuola: gli operatori
del settore potranno accedere alla sua ricca biblioteca documentale,
aggiornare direttamente l'archivio di corsi, presentare le proprie
attività. "Scuolalombardia" è un'autorevole
fonte d'informazione: spiega la riforma della scuola, a partire dai valori di base, e i percorsi possibili, fino
alla definizioni delle competenze e all'alternanza scuola lavoro.
Dedica inoltre ampio spazio ai temi "caldi" legati alla scuola a cominciare dalla dispersione scolastica per arrivare alle
pari opportunità. Naturalmente ci sono anche le news: notizie
puntuali e aggiornate su tutto il settore e uno spazio di dialogo con gli
utenti. È attivo infatti un forum all'interno del quale avviare un
costruttivo scambio di idee, informazioni, critiche tra i cittadini, gli
operatori della formazione e la Regione stessa. E allora che aspettate? Tutto
quello che vi serve sapere sulla formazione e sulla comunicazione lo trovate
su "Scuolalombardia": basta entrare in rete e un mondo vi aspetta.
( da "Nazione, La (Arezzo)" del
18-12-2007)
"Non mi vogliono a scuola" Preside: "No, ha scelto lui" Ma il
direttore regionale lo invita a riammetterlo di ALBERTO PIERINI "N ON MI
VOGLIONO a scuola". Con la testa è
ancora lì, su quel pullman per Amsterdam. Un pullman sul quale non
è mai salito. Endri, escluso per ragioni scolastiche dalla gita con i
suoi compagni, della scuola ha perso il filo. Forse
definitivamente. Ma ieri mattina si è presentato in presidenza con un
foglio pesante: l'invito del direttore regionale della pubblica istruzione
Cesare Angotti a riammetterlo a scuola. "Ma il
preside mi ha detto di no". "No, è stato lui a decidere,
firmando più volte il nulla osta a ritirarsi" risponde Matteo
Martelli, che del Liceo Scientifico di Sansepolcro è per l'appunto il
preside. Chi ha ragione? Motori indietro. A giugno, tre mesi dopo la gita
mancata, Endri non viene ammesso agli esami. Mentre
i suoi compagni finiscono gli studi lui lavora, come fa tutti i giorni dopo
il suono della campanella, in una pompa di benzina. Poi inizia il girotondo.
"Non volevo tornare a scuola e avevo firmato il
nulla osta per lasciarla. Poi, consigliato dai miei genitori, ci ho
ripensato". La scuola lo riammette e viene
inserito in una sezione. ma qualcosa non va. "Non si rapportava bene con
un insegnante" spiega il preside. "Mi ha preso di punta, mi dava
delle colpe che non avevo. Una volta ho semplicemente ricordato che la
lezione era finita e mi ha richiamato". Com'è, come non è
il rapporto si strappa. Addio? No, un arrivederci. Il ragazzo si rifà
sotto per poter frequentare le lezioni. Il consiglio della vecchia classe
dice no, quello di un'altra discute ma dice sì. Tutto finito?
"Per qualche giorno ? dice il preside ? sembrava andare tutto per il
meglio. Poi sono iniziate le assenze". "Non era una classe per me,
non conoscevo nessuno". Una situazione di disagio evidente. Chiede di
poter tornare nella vecchia classe. Il preside rifiuta. L'unica alternativa?
Firmare un secondo nulla osta. "Ma gli ho spiegato che stavolta sarebbe
stato definitivo". Endri firma. Forse per rabbia. Poi richiede di poter
rientrare. "Non hanno voluto". "Lo sapeva che la scelta era
fatta. Ma ero e sono disponibile a costruire un percorso per lui,
sostenendolo come privatista". Fa effettivamente la domanda per
sostenere gli esami dall'esterno. Ma intanto
spedisce una lettera alla direzione generale della pubblica istruzione. E
quella gli dà ragione: su tutta la linea. CHIEDE al preside di
riammetterlo a scuola. E collega i dietrofront del
ragazzo al disorientamento seguita a quella gita strappata. "Sono andato
dal Preside, ma lui mi ha detto ancora di no". Endri scuote la testa,
Martelli anche. "Dovrebbe essere non classificato in tutte le materie,
sono praticamente tre mesi persi, finirebbe come l'anno scorso. Ritornare ora
per lui sarebbe peggio: nel suo interesse deve andare fino in fondo e
sostenere l'esame da privatista". Anche il
provveditore Alfonso Caruso appoggia il dirigente. "Credo che la scuola abbia fatto di tutto per aiutarlo: non c'è stato alcun
ostracismo, anzi. Una scelta edyucativa per venirgli incontro". Ma Endri
non se ne fa una ragione, ha l'impressione di essere entrato in un tunnel del
quale non vede l'uscita. "Sono deluso, è dall'anno scorso
che mi ritrovo perseguitato. E non so perché". In mano ha la lettera con
la quale Angotti richiede sia riammesso immediatamente a scuola.
Ma già l'anno scorso altre lettere non gli erano bastate per andare ad
Amsterdam. E sotto sotto ha paura di perdere l'ultimo pullman. - -->.
( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del
18-12-2007)
OGGI pomeriggio alle 17,30 presso
la sala 'D' del Palazzo Europa, dibattito sul tema 'Una riflessione sulla scuola', organizzato dal Circolo Spazio Riformista. A
presiedere l'incontro sarà Andrea De Pietri; interverranno Alessandra
Cenerini, presidente nazionale dell'associazione Docenti Italiani (Adi) e
Gino Malaguti, dirigente scolastico dell'Itis Corni di Modena.
"Contrasto del bullismo, severità verso i docenti 'fannulloni',
aumento degli organici. Spesso si è trattato -spiegano gli
organizzatori- di interventi privi di reali concretizzazioni. Esempio
recente, quello del recupero dei debiti scolastici dove, di fronte alla
severità nella valutazione degli alunni, si è assistito a
finanziamenti insufficienti per i corsi di recupero". - -->.
( da "Alto Adige" del 21-12-2007)
Di Maurizio Dallago Scuola
plurilingue, raccolte 12 mila firme Consegnate al presidente Dello Sbarba Gli
organizzatori: più libertà didattica L'iniziativa partita da
Verdi, Rifondazione, Sd e Sdi Kury: evitare la netta distinzione tra i
sistemi scolastici dei 3 gruppi. Margheri: autonomia da riequilibrare
BOLZANO. Cento metri di carta con le 12.021 firme a favore della petizione
per una scuola plurilingue. Il tutto consegnato ieri
pomeriggio dagli organizzatori - sinistra più Verdi - al presidente
del consiglio provinciale. Dello Sbarba ha rimarcato il segnale di democrazia
che la raccolta di adesioni rappresenta. "In due mesi, con banchetti
all'aperto e il porta a porta, la proposta ha trovato il sostegno della
popolazione", sottolinea Fabio Visentin di Rifondazione. "Chiediamo
libertà nell'insegnamento per le scuole di qualsiasi gruppo
linguistico", sottolinea ancora Visentin. Il testo della petizione parla
chiaro. "Sì all'autonomia scolastica, che permette ai docenti, ai
genitori ed agli alunni di decidere obiettivi, metodologie, strumenti",
si legge nel testo. Ed ancora: "Sì alle sperimentazioni
didattiche perché qualificano la scuola e non sono
affatto in contrasto con lo Statuto di autonomia, ma contribuiscono a
realizzarne i principi fondativi". Il tema è quello della seconda
lingua, quando si chiede "la possibilità per i genitori di
scegliere la scuola pubblica capace di decidere in
autonomia le metodologie più efficaci per l'apprendimento della
seconda lingua". Gli organizzatori della raccolta di firme sono contrari
alla legge di riforma delle scuole materne,
elementari e medie della giunta provinciale che "limita molto
l'autonomia scolastica e la libertà didattica consentendo solo le
sperimentazioni in atto". Dal canto suo Riccardo Dello Sbarba ricevendo
il malloppo con le firme ha ricordato come "sia un grande segno di
democrazia, se 12 mila cittadini esprimono con le loro firme il valore che
danno alla scuola ed al suo sviluppo". Il
presidente del consiglio provinciale ha poi fatto riferimento ad un convegno
tenutosi di recente proprio in consiglio provinciale. "Molti hanno
sottolineato in quell'occasione la necessità di promuovere una scuola comune, e di evitare che le scuole dei tre gruppi linguistici
percorrano vie differenti. L'obiettivo principale della lezione di seconda
lingua nella scuola altoatesina è un rapporto migliore tra i gruppi
linguistici, e proprio per questo bisognerebbe lasciare alle scuole ed ai
genitori la libertà di scegliere i mezzi che ritengono più
opportuni per realizzare questo scopo", così Dello Sbarba.
Ieri esponenti di Verdi, Rifondazione e Sinistra democratica - ma la
petizione è stata portata avanti anche dallo Sdi - hanno percorso il
centro storico con i metri di carta necessaria alla raccolta delle firme,
fino ad un sit-in davanti ai palazzi della politica, prima della consegna del
documento al presidente del consiglio provinciale. "è da evitare
che la legge sulla scuola porti ad una netta
distinzione tra i sistemi scolastici dei 3 gruppi linguistici", ha
sottolineato Cristina Kury. "Una catena ed un ponte" è
l'allegoria scelta da Guido Margheri per sottolineare l'importanza
dell'iniziativa. "Maggiore libertà ed autonomia nella scuola, ma anche la richiesta di un riequilibrio
democratico dell'autonomia", ha concluso l'esponente di Sd.
( da "Trentino" del 23-12-2007)
Sugli esami di riparazione
l'ennesimo scontro della legislatura. Cogo all'attacco Ancora un dissidio
dopo la delibera voluta con forza dal governatore Dalla formazione della
giunta agli scontri sulla riforma della
sanità, tutti i litigi tra i maggiori azionisti del governo
provinciale UBALDO CORDELLINI TRENTO. Ds e Margherita, c'eravamo tanto
odiati. Per fotografare il rapporto tra i due maggiori partner di giunta si
può citare al contrario il famoso film di Ettore Scola con Vittorio
Gassman, Nino Manfredi e Stefania Sandrelli. La tensione in giunta
provinciale sulla delibera che boccia il ritorno agli esami di riparazione
non fa altro che riproporre un film già visto. Fin dalla formazione
del governo provinciale, i due alleati hanno litigato e ha vinto quasi sempre
la Margherita, o meglio Lorenzo Dellai. Questa volta ci ha pensato Margherita
Cogo ad alzare la voce. Ha detto che la delibera, così come l'aveva
presentata Dellai, non l'avrebbe mai votata. Ha battuto i pugni sul tavolo e,
alla fine, ha ottenuto che il presidente consulti i sindacati prima di
prendere la decisione finale. Rimane da vedere in quale conto Dellai terrà
i suggerimenti dei rappresentanti di docenti e dirigenti scolastici. La Cogo
si è detta pronta a non votare la delibera: "L'autogoverno
è importante, ma deve tener conto della realtà nazionale. Il
presidente è troppo affezionato all'autonomia: non sono convinta che
piccolo sia sempre più bello". Gli altri due assessori diessini
hanno tenuto un profilo più defilato. Sotto la Quercia sperano che sia
il ministro Fioroni a toglierli dall'imbarazzo dando l'altolà alla
delibera di Dellai. Ma non è detto che da Roma arrivi l'aiuto sperato.
In quel caso, i Ds saranno costretti ad ingoiare l'ennesimo rospo di questa
legislatura, il decimo per la precisione. Dieci scontri e tutti persi, un po'
troppi per un'alleanza di governo che si possa definire felice. Gli animi si sono scaldati subito, alla formazione della
giunta. I Ds erano il secondo partito della coalizione, con il 14 per cento
dei voti, e volevano un assessorato di peso. Avrebbero preferito
l'urbanistica, ma andava bene anche la scuola. Invece
Dellai gli ha dato la grana della sanità e poco altro. Primo
rospo ingoiato, e anche digerito in fretta, con il solo Pinter a restar fuori
dalla giunta. Ne seguirono altri. Ai Ds non piaceva il condono edilizio, ma
alla fine lo hanno votato. Non volevano, ma alla fine hanno dovuto subire la
trasformazione dell'Itc e di San Michele in fondazioni. Poi è arrivata
la riforma della scuola dell'ex assessore Tiziano
Salvaterra. L'ora di religione veniva inserita tra quelle valutate e si
ampliavano i contributi alle scuole private. Apriti cielo. I Ds erano pronti
a far barricate, ma poi la riforma è passata
e non è successo nulla. I Ds volevano l'abolizione dei Comprensori.
Sono state create le Comunità di valle. Bressanini si è anche
dimesso per ottenere il referendum sulla Rendena con un quorum accettabile.
Poi ci ha ripensato. Naturalmente del risultato della consultazione non si
è tenuto conto. Siamo ormai ai giorni nostri. In Consiglio arriva la riforma della cultura voluta dalla Cogo, ma di riforma la legge ha davvero poco. Le grandi novità
proposte dalla vicepresidente, come l'Agenzia per lo spettacolo, non hanno
visto la luce. Per la sanità peggio che andar di notte. La riforma dell'assessore Andreolli è stata approvata
in giunta, ma si è anche deciso che non sarà mai discussa in
Consiglio con la scusa che non c'è il tempo. Tutto questo con, sullo
sfondo, il grande scontro sul Pd. Anche quella volta i Ds speravano che Roma
mettesse in riga la Margherita, ma non lo ha fatto e il Pd in Trentino non
c'è.
( da "Nazione, La (Pisa)" del
24-12-2007)
PIÙ "MERITOCRAZIA contro la cultura della raccomandazione" e un
maggiore impegno in favore "della famiglia tradizionale, fondata sul
matrimonio". E poi "la promozione dell'imprenditorialità
giovanile", quale arma contro il dilagare del precariato e l'esigenza di
una "nuova evangelizzazione per non trasformare la Chiesa in un'agenzia
erogatrice di sacramenti". Sono i contenuti del "testamento"
spirituale che monsignor Alessandro Plotti lascia ai pisani alla vigilia del
suo ultimo Natale come arcivescovo della nostra città. Perché questo
forte richiamo alla valorizzazione del merito? "Mi pare sia un'esigenza
ormai non più procrastinabile, anche per dare speranza ai giovani. Da
noi si continua a pensare che una raccomandazione conti più delle
capacità della persona e questo è un freno enorme allo
sviluppo". Un fenomeno che riguarda anche Pisa? "Direi di
sì. Non che la situazione sia peggiore che altrove: ma lei non
può immaginare quante siano le persone ancora convinte che basti una
parola del vescovo per ottenere un buon posto di lavoro". Invece che
cosa occorre? "Dobbiamo educare i nostri giovani ad avere più
fiducia in sé stessi: ad esempio promuovendo l'imprenditorialità
giovanile quale antidoto alla ricerca, un pochino anacronistica, del posto
fisso. Ma, tanto per fare un esempio, le banche sono disposte ad investire
sulle idee dei nostri ragazzi?" Il Natale è anche la festa della
famiglia, un istituzione che alcuni danno in crisi e altri semplicemente in
rapida trasformazione . "Mi permetta, la famiglia è una sola ed
è quella tradizionale fondata sul matrimonio: se si trasforma diventa
una cosa diversa e va chiamata in un altro modo". Ma come si pone di
fronte al fatto che, anche a Pisa, tante giovani coppie scelgono forme di
unione diverse dal matrimonio ? "Se non sono unioni matrimoniali non
hanno nulla a che vedere con la famiglia, sono semplicemente suoi surrogati.
Si tratta di storture frutto dell'individualismo dilagante nella nostra
società: occorrerebbe più equilibrio fra i diritti individuali
della persona e le responsabilità sociali che conseguono dalla scelta
di costituire un nucleo familiare". Adesso non farà arrabbiare
quelli di sinistra? "Ancora con questa storia: io predico il Vangelo, le
assicuro che il giudizio dei politici di questo o quello schieramento
è un problema che non mi sono mai posto". Si sarà posto
più volte, invece, quello della crisi delle vocazioni sacerdotali. A
Pisa com'è la situazione ? "La crisi è evidente ed
è nei numeri: in vent'anni abbiamo perso cinquanta preti ed oggi vi
sono 45 parrocchie senza sacerdote. Nonostante ciò in diocesi vi sono
ancora circa duecento religiosi, in media uno ogni 1.500 abitanti".
Quindi situazione meno drammatica che altrove? "Non contano solo i
numeri e il modello di un parroco per ogni campanile non è più
al passo con i tempi. Le famiglie abitano in una comunità e lavorano
in un'altra, mentre i figli vanno a scuola in un'altra ancora diversa. Se non
vogliamo che la parrocchia diventi una semplice agenzia erogatrice di
sacramenti è necessario un forte impegno nella promozione di una nuova
evangelizzazione". E' un suggerimento per il suo successore? "No,
però spero, per la Chiesa pisana, che il nuovo arcivescovo possa dare
un significativo impulso in questa direzione". Questo per lei è
un Natale un po' particolare. Come la trascorrerà? "Come sempre:
in prima mattinata andrò a celebrare in carcere e poi in Cattedrale a
celebrare il Pontificale. Si chiude la pagina più importante della mia
vita: un po' di malinconia è inevitabile. Ma sono sereno: è
giusto, arrivati ad una certa età, lasciare spazio ad energie più
fresche". A proposito stasera, durante la Messa Solenne in Cattedrale,
annuncerà il nome del suo successore? "No guardi, parlerò
di tutt altro". Francesco Paletti - -->.
( da "Corriere Alto Adige" del
25-12-2007)
Corriere dell'Alto Adige - TRENTO -
sezione: PRIMOPIANO - data: 2007-12-23 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE
L'ex assessore Salvaterra: si tratta di una decisione che codifica ciò
che in provincia esiste già De Eccher e Firmani contro il governatore
TRENTO - Il dibattito sulla mancata reintroduzione, in Trentino, degli esami
di riparazione non sembra seguire i tradizionali schemi politici. Se i Ds
hanno espresso le loro perplessità alla scelta "autonomista"
di Dellai, Agostino Catalano (Prc) plaude, con riserva, alla scelta del
governatore. Nettamente contrari, Cristano de Eccher (An) Bruno Firmani (Idv)
e Marcello Carli (Udc), mentre l'ex titolare dell'istruzione, Tiziano
Salvaterra, ricorda come "in molte scuole trentine si stia già di
fatto facendo ciò che la delibera rende obbligatorio". Oltre che
consigliere provinciale e segretario di An, de Eccher è anche un
insegnante. Ed è in base alla sua esperienza didattica che giudica
"sbagliata " la scelta di Dellai. "Nella scuola
- afferma - si avverte il bisogno di maggiore severità. Non è
possibile, come invece avviene, che uno studente possa diplomarsi mantenendo
fino alla fine l'insufficienza nelle materie d'indirizzo del suo istituto.
Portare tutti al diploma e alla laurea non fa che alimentare in molti ragazzi
speranze lavorative che verranno poi necessariamente deluse. è giusto
che la selezione sia severa. Solo in questo modo, i ruoli dirigenziali
verranno domani ricoperti da chi ha dimostrato maggiori capacità.
Diversamente, il criterio di selezione sarà quello della conoscenza. Un criterio chiaramente sbagliato. dal mio
punto di vista - conclude - la riforma Gentile
resta la migliore riforma
della scuola italiana". Anche
dall'Italia dei valori arriva una bocciatura alla scelta della giunta.
"Il livello di preparazione sia culturale che intellettuale degli
studenti italiani in generale e trentini in particolare è
assolutamente carente - premette Bruno Firmani, docente
dell'Università di Trento -. Capacità di concentrazione ridotta
a pochi minuti, capacità di elaborazione dei concetti quasi nulla,
capacità di lavoro autonomo inesistente. In queste condizioni è
impensabile un ragionevole inserimento nel mondo del lavoro. Eppure -
prosegue - nonostante l'evidente situazione di crisi gravissima e con
indicazioni ministeriali, una volta tanto, tendenti a rivalutare gli studi,
nell'autonoma provincia di Trento, la giunta provinciale ha pensato bene di
non "creare problemi" nè alle famiglie nè agli
studenti e di continuare a far promuovere tutti". Un giudizio severo lo
esprime Marcello Carli. "è una decisione fuori di senno quella di
non voler reintrodurre, anche in Trentino, gli esami di riparazione. Si
dimentica il loro alto valore educativo: lo studente rinviato a settembre sa
che dovrà passare l'estate a studiare e questo aumenta senz'altro il
suo senso di responsabilità. Politicamente poi - continua Carli - non
posso non rilevare come Dellai appaia sempre più autoreferenziale, un
vero e proprio uomo solo al comando". "A me non convince - afferma
per parte sua Catalano (Prc), la decisione di Fioroni di tornare indietro nel
tempo -. La scuola prima che giudicare i ragazzi
deve prendersene cura. Mi sembra ragionevole la delibera della giunta, purché
si mettano a disposizione le risorse necessarie. Diversamente, sarebbe una
presa in giro. Da un punto di vista politico, invece, mi allarma come Dellai
si confronti solo con quelle che lui ritiene le teste pensanti e releghi gli
alleati nel ruolo di meri esecutori delle sue decisioni". A sostenere
senza riserve il governatore, ci pensa il suo ex assessore, Tiziano
Salvaterra. "Si dimentica che il compito primo della scuola
è valorizzare i ragazzi e le responsabilità non sono solo degli
studenti, ma anche degli insegnanti. La bocciatura, in questo senso,
può essere utile, ma bisogna prima mettere a disposizione dello
studente tutti gli strumenti, didattici e motivazionali. Non dimentichiamo
poi che gli esami di riparazione richiedono quasi sempre il ricorso alle
lezioni private, che non tutti sono in grado di pagare. In questo modo,
invece, ogni studente avrà la possibilità di recuperare le sue
lacune attraverso lezioni di recupero che sarà la scuola
stessa a garantirgli. Fioroni ricorre ad uno strumento semplice per un
problema complesso. Comunque - conclude - in Trentino molti istituti
già fanno i corsi che la delibera ora rende obbligatori". Un
altro insegnante che siede in consiglio è Giuseppe Zorzi (Civica). Non
solo apprezza la decisione della giunta, ma va oltre. "Bisogna avere il
coraggio di passare dall'educazione standardizzata alla certificazione delle
competenze. Diversificare e personalizzare la formazione. Poi, bisognerebbe
anche fare un passo in più e farla finita con il valore legale del
titolo di studio". T. Sc.
( da "Gazzetta di Mantova, La" del
27-12-2007)
EDIZIONE 2008 Solo i privatisti sono in aumento Saranno 2086 i ragazzi che il
prossimo giugno affronteranno gli esami di
maturità nelle scuole superiori mantovane. Il dato, aggiornato a
metà dicembre e suscettibile di leggere variazioni alla fine dell'anno
scolastico, è pubblicato sul sito dell'ufficio scolastico (l'ex
provveditorato). I candidati saranno dunque in leggero calo (58 in meno) rispetto
all'ultima edizione dell'esame, quando i candidati furono 2144. Le quinte che
si presenteranno alla prova finale sono in tutto 106 (1971 ragazzi
frequentati), due in meno rispetto al giugno scorso. A crescere sono invece i
cosiddetti candidati esterni (quelli che un tempo venivano definiti privatisti, vale a dire maturandi che non hanno
frequentato durante l'anno le lezioni) che saranno 115 contro i 97 del giugno
scorso. Ancora una volta il record appartiene all'istituto tecnico Mantegna,
che riserverà una commissione specifica per soli privatisti
(45 candidati). Il contingente più elevato di maturandi appartiene al
blocco degli istituti tecnici con 795 candidati (erano però 827
nell'ultima edizione), sorpassando i licei (scientifico, classico,
linguistico e psico-pedagogico) che arretrano dagli 860 candidati di giugno
2007 ai 763 previsti per il giugno del 2008. In leggero calo
anche i maturandi degli istituti professionali (dai 336 del 2007 ai 328
previsti per il giugno prossimo) e quelli dei due istituti d'arte (che hanno
però la stessa presidenza) di Mantova e Guidizzolo che avranno 115
maturandi contro i 121 dell'ultima edizione. Per quanto riguarda
il blocco delle scuole paritarie (vale a dire quelle private), le classi
interessate agli esami di maturità sono in tutto 7 per un totale di 128
ragazzi candidati (26 dei quali privatisti). Il
più grosso polo scolastico non statale è il Ferrini di città,
con cinque indirizzi di studio superiore (licei classico, scientifico e
linguistico, tecnico commerciale e geometri), che avrà 109
maturandi.
E’ terminato il primo
trimestre dei corsi scolastici 2007-2008. Fra qualche giorno alunni e
famiglie riceveranno le pagelle con gli scrutini. Quest'anno, però, vi
sarà una novità. Chi avrà una o più insufficienze
potrà usufruire da subito di un intervento di sostegno in un orario
supplementare al fine di migliorare nello spazio dei due trimestri residui.
Se a giugno l'alunno non avesse ancora raggiunto la sufficienza, la scuola
sarà tenuta ad organizzare un intervento di recupero nei mesi estivi.
A settembre il consiglio d'istituto giudicherà l'esito e
promuoverà l'alunno o gli farà ripetere l'anno. Fino ad oggi
non era così. Negli scrutini non figuravano insufficienze. A chi ne
avesse veniva assegnato, comunque, un sei scritto in rosso, sostituito negli
ultimi tempi da uno spazio bianco per non offendere la privacy dello
studente, la cui famiglia nel frattempo riceveva per lettera notizia del
cattivo risultato. La qualcosa non destava, peraltro, eccessivo allarme
poiché l'ammenda si traduceva nel trascinarsi dietro nelle classi successive
uno o più "debiti" con l'impegno puramente virtuale di
saldarli in futuro. Il più delle volte questo saldo positivo non
veniva onorato, i "debiti" si prolungavano fino alla licenza e
magari uno si iscriveva ad ingegneria non avendo mai avuto una sufficienza in
matematica. Si calcola che in dieci anni 8.800.000 ragazzi si siano
diplomati, malgrado la permanenza di lacune gravi, certificata da
"debiti" pregressi che non erano mai riusciti a superare. Questo
dato di per sé boccia le riforme di sinistra e di destra che si sono
susseguite e va dato atto al ministro Fioroni e alla sua vice Bastico di aver
proclamato la ferma rinuncia ad ogni ulteriore rivoluzionamento, volendo
invece dedicarsi a misure pratiche per riportare al centro della relazione
didattica tra insegnanti e allievi il principio della responsabilità.
La decisione che abolisce il "trascinamento" all'infinito dei
"debiti" rientra in questa logica. Spetta ora a presidi e
insegnanti fare la loro parte, organizzando bene i corsi gratuiti di sostegno
per i quali la Finanziaria ha stanziato i fondi, ferma restando la
libertà per le famiglie che lo desiderino pagarsi delle ripetizioni
private. Elementare norma di buon senso che ha destato i rimbrotti di chi
paventa la privatizzazione degli studi. Ma in nome di quale principio
costituzionale si potrebbe vietare ad un genitore di far impartire a
pagamento lezioni supplementari ai suoi figli? A meno di non rassegnarsi alla
paradossale conclusione di un gruppo di insegnanti dell'istituto Planck di
Lancenigo (Treviso) che in una lunga lettera preannunciano l'esplosione del
"meccanismo ad orologeria innescato nelle scuole" dall'ordinanza
ministeriale destinata, a parer loro, a devastare le casse dello Stato,
l'industria del turismo estivo e le famiglie, impossibilitate ad organizzare
le ferie. Tutto per un "obiettivo impraticabile", dato che la
carenza in questa o quella materia, proprio perché circoscritta, è
"imputabile a varie cause genetiche ed ambientali (sic!)".
C'è da arguire che il richiamo alle "cause genetiche e
ambientali" sia indotto dalle teorie messe in atto dal famigerato
sindaco Gentilini nel vicino capoluogo? Ma in questo caso ne sarebbero
succubi i docenti firmatari ancor più dei discenti. L'urgenza della
svolta impressa dall'attuale ministro è stata, del resto, comprovata
dal rapporto Pisa (Ocse 2006) che declassa i nostri studenti al 33 posto per
le competenze di lettura, al 36 per la cultura scientifica e al 38 per la
matematica. Un recente libro che gli educatori dovrebbero compulsare,
"Le valutazioni internazionali e la scuola italiana", di Bolletta e
Pozio (Zanichelli 2008) spiega a fondo i criteri di indagine. In particolare
la valutazione del Pisa (Programme for International Student Assessment) è
incentrata quest'anno su quanto i giovani debbono sapere una volta usciti
dalla scuola. Ad esempio, se le competenze di lettura sono basse, ne deriva
anche l'incapacità di usare Internet "che richiede abilità
che vanno ben oltre la decodifica: scorrere rapidamente testi anche lunghi e
complessi, giudicare quali informazioni, nella massa di quelle disponibili in
rete siano affidabili ed esaustive, selezionare quelle pertinenti per i
propri scopi. Compiti che evidenziano tra l'altro l'importanza del pensiero
critico nella competenza di lettura". Ebbene, secondo Pisa, se nel 2000
il 44,5% dei ragazzi italiani non era in grado di capire neppure un minimo di
quel che leggeva, oggi la percentuale è salita al 50,9%. Un fatto
genetico?.
Le scuole hanno l'autonomia Ma sono in gravi difficoltà ( da "Giorno, Il
(Lodi)" del
11-12-2007)
Scuole paritarie,
stretta di Fioroni ( da "Italia Oggi" del 11-12-2007)
Scuole materne:
dalla Provincia fondi alle private ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 11-12-2007)
Il contatto tra
scuola e lavoro è fondamentale e consente
l'approfondimento delle materie Lecco capofila del polo edile, il Bovara
traina (
da "Provincia di Lecco, La" del 11-12-2007)
Il ricordo Quindici
anni fa moriva per un infarto il padre della prima riforma scolastica italiana Il genio di Casati ancora fa scuola La moglie: un
impegno in spirito di servizio ( da "Provincia di Como, La" del 11-12-2007)
Indagine
Ocse: Scuole private, in Italia le peggiori d'Europa ( da "Denaro, Il" del 12-12-2007)
L'Europa ce lo impone: soldi alle Come alle pubbliche . La Corte di
giustizia ha richiamato una ( da "Giorno, Il (Nazionale)" del 12-12-2007)
Di MASSIMO PANDOLFI -
ROMA - LA SCUOLA deve essere gratuita: non ( da "Giorno, Il
(Nazionale)"
del 12-12-2007)
Soldi a nove sezioni
'primavera' gli altri navigano in cattive acque ( da "Gazzetta di
Modena,La" del 12-12-2007)
Andavano al bar per
giocare ai videogiochi ed alle slot machine invece
di recarsi a scuola dove eran ( da "Messaggero, Il (Frosinone)" del 13-12-2007)
Scuole
migliori (anche le private) con il buono ( da "Sole 24 Ore,
Il" del
14-12-2007)
Grifo d'oro a
Giorgio Bini, pedagogo e politico controcorrente ( da "Secolo XIX,
Il" del 14-12-2007)
Sono 92 gli studenti
da podio (
da "Provincia di Cremona, La" del 15-12-2007)
Priorità al
capitale umano ( da "Sole 24 Ore, Il" del 15-12-2007)
Una retromarcia
inaccettabile ( da "Trentino" del 16-12-2007)
Filosofia
delle scienze Ceruti presidente della Società italiana ( da "Eco di
Bergamo, L'"
del 16-12-2007)
Velocità
della luce, calcolo in "diretta" ( da "Gazzettino,
Il (Padova)"
del 16-12-2007)
( da "Giorno, Il (Lodi)" del
11-12-2007)
L'INTERVISTA AL PROFESSORE
SINDACALISTA "Le scuole hanno l'autonomia Ma sono in gravi
difficoltà" ? LODI ? DAL PADRE, ragioniere, ha ereditato la
logica della matematica; dalla madre, pittrice, l'estro artistico. Poi
Claudio Rigettini ci ha messo molto anche di suo, come la vocazione per
l'insegnamento e quella sindacale. E la straordinaria passione per la musica.
Ha insegnato Matematica ed Informatica prima ai corsi serali dell'Itis Volta,
poi al liceo scientifico Gandini, dove tottora è in forza anche se ha
chiesto il distaccamento per occuparsi del settore scuola
della Cisl. Oggi il professor Rigettini è tra gli organizzatori della
quindicesima "Festa del Pensionato". Appuntamento questa mattina
alle 10,20 per assistere alla messa a Sant'Alberto celebrata dal parroco
Giancarlo Marchesi (dove a suonare l'organo sarà proprio il professor
Rigettini), quindi pranzo al ristorante e pomeriggio danzante. Ma che
cos'hanno i pensionati da festeggiare? "E' una giornata per stare
insieme, anche se c'è poco da stare allegri. Siamo balìa delle
altalene del governo". Quali sono le questioni sul tappeto? "La
più urgente è quella delle graduatorie di terza fascia. Alcune
scuole le ripercorrono correttamente, altre no, non sempre vengono rispettate,
non tutti gli addetti ai lavori hanno le competenze per farlo. Lo stesso
succede per le ricostruzioni di carriera, lì spesso ci sono decine di
migliaia di euro che sballano. Quando uno decentra, deve decentrare anche le
competenze e le risorse, non solo i compiti. Le scuole hanno ottenuto
l'autonomia, ma sono in grosse difficoltà". E così entra
in gioco il sindacato. "Sì. La maggior parte dei nostri iscritti
viene qui per chiedere chiarimenti, che noi cerchiamo di soddisfare anche con
la collaborazione dell'Ufficio scolastico provinciale". Nel Lodigiano
come sono i rapporti dirigenti-docenti-personale ausiliario? "Buoni in
generale, ma con alcune situazioni difficili. Quelle più critiche sono
fra insegnanti e responsabili amministrativi delle segreterie. Questi ultimi,
in certi casi, hanno atteggiamenti davero pesanti". Dei
suoi anni di insegnamento cosa ricorda con piacere particolare? "I corsi
che con alcuni colleghi avevamo intrapreso dieci anni fa sui nuclei fondanti
delle discipline per la riforma delle scuole superiori.
Forse avevamo anticipato i tempi, la nostra iniziativa non fu molto
apprezzata". E del bullismo di oggi cosa pensa? "Lo vivo
come un fatto orribile, del tutto estraneo alla mia esperienza. O sono
cambiati gli studenti o è la scuola che ha
qualcosa che non funziona". Come è nata la sua passione per la
musica? "Me l'ha trasmessa il maestro Malabarba dal primo anno del
liceo. La mia fortuna è stata quella di essere stonato. E' un
paradosso, ma è così. Con lo spartito davanti eseguo pezzi
anche difficili, ma l'orecchio non è qualcosa che si educa, o
c'è o non c'è". - -->.
( da "Italia Oggi" del 11-12-2007)
ItaliaOggi ItaliaOggi
Numero 293, pag. 17 del 11/12/2007 Autore: di Marco Gasparini Visualizza la
pagina in PDF Il ministro non recepisce le osservazioni
del Consiglio di stato per l'accesso ai finanziamenti Scuole paritarie, stretta di Fioroni Per le primarie
sarà più difficile recedere dalla convenzione Stretta del
governo sui finanziamenti alle scuole primarie paritarie. Il recesso da parte del
gestore che ha stipulato la convenzione con l'ufficio scolastico regionale
potrà infatti avvenire solo per "giustificati e documentati
motivi". Lo prevede l'articolo 6, comma 2 dello schema di
regolamento predisposto dal ministro dell'istruzione, Giuseppe Fioroni, per
rendere operativo il nuovo sistema di erogazione dei fondi pubblici imposto
dalla soppressione delle scuole private parificate prevista dalla legge n.
2006 n. 27. La norma è contenuta nella bozza di decreto che approda
oggi in consiglio dei ministri per il sì definitivo dopo aver ottenuto
il parere favorevole del Consiglio di stato e delle commissioni parlamentari
competenti. E proprio i giudici di Palazzo Spada avevano chiesto al governo
di attenuare il rigore dei criteri volti a disciplinare l'esercizio del
diritto da parte del titolare dell'istituto convenzionato di recedere
dall'impegno assunto con lo Stato. Ma il ministero ha scelto la linea dura
mettendo paletti più severi a carico di chi decide di aprire una scuola con risorse statali per evitare la tentazione di
tirarsi indietro senza una valida e comprovata ragione. Chi, invece, si trovi
in serie, purché comprovate, difficoltà, potrà sciogliersi dal
vincolo facendo pervenire all'amministrazione una "apposita
comunicazione" almeno tre mesi prima della chiusura dell'anno
scolastico. L'obiettivo è evidentemente quello di evitare spiacevoli
sorprese agli utenti. Mano pesante anche nei confronti di chi si rende
responsabile di "gravi irregolarità di funzionamento". In
quest'ultimo caso, infatti, il direttore dell'ufficio regionale dispone la
sospensione del versamento (di "norma" in rate semestrali) dei
contributi con effetto immediato dalla data della lettera di diffida a
mettersi in regola con la quale viene, tra l'altro, avviato in modo formale
il procedimento di revoca della convenzione. Le nuove disposizioni sono
destinate a entrare in vigore entro la fine dell'anno e si applicheranno sia
alle domande di rinnovo, sia alle nuove istanze di convenzionamento (durata
massima nove anni) per l'anno scolastico 2008/2009 che dovranno essere
inoltrate entro e non oltre il prossimo 31 marzo. Le modalità di presentazione
della domanda da parte del gestore saranno soggette a una serie di requisiti,
a partire dal numero minimo di allievi per classe (dieci) mentre quello
massimo, precisa la relazione illustrativa, sarà quello già
previsto per le scuole statali. L'entità del contributo varierà
in funzione dell'importo complessivo che sarà fissato in via generale
dal ministro dell'istruzione tenendo conto delle risorse complessivamente
destinate al settore dalla legge finanziaria ora all'esame della camera. Ma per
conoscere nel dettaglio le modalità operative di ripartizione dei
fondi occorrerà attendere il varo di un ulteriore decreto attuativo
previsto dall'articolo 4, comma 2 della bozza. La norma ha subito limature
sino all'ultimo. Nella versione che approda oggi in cdm si parla, infatti, di
criteri di assegnazione in senso stretto, mentre in quella esaminata
in pre-consiglio si lasciava, più genericamente, spazio
all'individuazione di "ulteriori parametri" di attribuzione
probabilmente con l'obiettivo di premiare le richieste che prevedessero
iscrizioni "free" e servizi mensa gratuiti per gli allievi in
situazione di difficoltà, così come aveva chiesto la Sinistra
democratica per il socialismo europeo con un'interrogazione presentata alla
camera.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
11-12-2007)
Iglesias Pagina 2027 Soldi anche
per lo sport Scuole materne: dalla Provincia fondi alle private Soldi anche
per lo sport --> Le casse della Provincia si arricchiscono più del
previsto e per scuole e associazioni è in arrivo una pioggia di finanziamenti. Il Consiglio provinciale ha approvato alcune
variazioni al bilancio, e ha potuto così dare il via libera alla
programmazione delle nuove risorse disponibili. Tra le altre, se ne
avvantaggeranno le scuole materne private di tutto il territorio, ma una
serie di finanziamenti saranno destinati anche alle
scuole civiche di musica di Carbonia, Domusnovas e Sant'Antioco, nonché le
associazioni sportive. Si tratta in totale di 2 milioni 300 mila euro.
"I primi fondi - spiega Antonio Castiglione, assessore provinciale al
Bilancio - saranno erogati alle scuole materne non statali che riceveranno
complessivamente una somma di circa 1 milione e 400 mila euro". I
contributi alle scuole private sono previsti dalla Regione che ha trasferito
le competenze alla Provincia. Ne usufruiranno le tre scuole di Iglesias, le
quattro gestite dai privati a Carbonia. Tre sono le scuole private che
riceveranno i finanziamenti dalla Provinci a
Domusnovas, e una in ciascuno dei seguenti centri: Calasetta, Carloforte,
Gonnesa, Portoscuso, Sant'Antioco e Santadi. I bambini che hanno frequentato
le scuole dell'infanzia non statali sono 897, divisi in 45 sezioni. Il
finanziamento è relativo alla gestione dell'anno scolastico 2006-2007.
Si tratta della terza variazione di bilancio compiuta dall'amministrazione
provinciale. "Un risultato politico di rilievo - sottolinea l'assessore
Antonio Castiglione - oltre al fatto che la nostra Provincia aveva deliberato
per prima in Sardegna il bilancio di previsione 2007, in quanto da un
bilancio di previsione iniziale di spesa di circa 14 milioni, in assestamento
di bilancio siamo arrivati a oltre 20 mila". A questi fondi si
aggiungono i 15 milioni di investimenti previsti nell'annualità 2007
del piano delle opere pubbliche presentato a febbraio. "Per questa
ragione - commenta Castiglione - possiamo sicuramente affermare che la
Provincia di Carbonia Iglesias non è certo una provincia di serie B,
ma può sicuramente svolgere a pieno i compiti e le funzioni trasferite
dalla Regione a favore dei cittadini dei 23 comuni del territorio. Dal fondo
unico di 500 milioni di euro che sono stati destinati agli enti locali dalla
Regione, la nostra provincia ha ottenuto senza vincolo di destinazione d'uso
oltre 4 milioni di euro per svolgere a pieno le funzioni trasferite in
materia di Istruzione, Spettacolo, Sport e Attività Culturali, con
particolare riferimento alla tutela e valorizzazione della cultura
sarda". CINZIA SIMBULA.
( da "Provincia di Lecco, La" del
11-12-2007)
Da sinistra Carmelo Roberto Guido,
Raffaele Cesana e Giovanni Pavone, membri dell'ufficio di dirigenza
dell'Istituto Fiocchi (p. san. ) Entro metà mese a Legnano ci
sarà un incontro di verifica sui risultati ottenuti dai vari poli
regionali istituiti nel corso degli anni. Ventisei le realtà che
trattano argomenti di vario rilievo come il turismo e il territorio. Poli che fanno da traino al tanto chiacchierato e ambito
rapporto tra scuola e mondo del lavoro, ideali in previsione della riforma della scuola superiore tecnica che bussa alle porte e che dovrebbe
prevedere un sesto anno di frequenza. Anno facoltativo destinato allo
sviluppo di progetti direttamente sul campo. Lecco dovrebbe diventare
capofila del polo edile con l'istituto per geometri Bovara, che già
è patner del polo che si occupa di habitat e tecnologie. "Mettere
a punto un polo edile ormai è una necessità, il nostro territorio
? spiega Carlo Ripamonti preside del Bovara ? deve guardare avanti e
potenziare le possibilità di inserimento de ragazzi nel mondo del
lavoro. Fortunatamente il nostro indirizzo, per il momento, offre ancora
degli sbocchi professionali. C'è chi prosegue con l'università
o il politecnico e chi si dedica alla professione del geometra".
Ripamonti non nasconde certo l'importanza del continuo contatto tra la scuola e il lavoro. Negli anni scorsi la Regione ha
finanziato ventisei poli di sviluppo su vari fronti, erano arrivate oltre
cento richieste, scremate a trentuno si è passati al finanziamento di
ventisei. A fine novembre a Carate partirà un primo corso di
approfondimento. Lecco nei prossimi mesi potrebbe diventare capofila del
tanto ambito polo edile, che permetterà un maggior approfondimento
delle tematiche studiate nei cinque anni di superiori. Il Bovara per i
geometri e l'Espe che sforna muratori sono due realtà che in
città potrebbero fare da base, con l'adesione delle realtà
dislocate sul territorio come il corso per geometri di Calolziocorte e quello
di Oggiono. Un progetto che potrebbe diventare realtà, le basi ci
sono, adesso serve la volontà e un minimo di organizzazione. Il
settore edile è uno dei più proficui nel lecchese, una fetta di
economia rilevante del nostro territorio.
( da "Provincia di Como, La" del
11-12-2007)
Fatale il ruolo di commissario
nella Dc milanese BRENNA Una giovinezza fatta di studio e lavoro, un impegno
politico nato all'oratorio e sempre concepito nel più completo spirito
di servizio, una dedizione assoluta alla famiglia e al mondo della scuola. Poi la fine repentina, causata da infarto, su cui
hanno molto influito le "malefatte" della Dc della prima
Repubblica. Tutto questo, in estrema sintesi, è stato Francesco Casati,
il parlamentare originario di Brenna, morto quindici anni fa - l'11 dicembre
1992 - all'età di 53 anni. Un impegno di alto profilo, il suo, che non
è stato dimenticato: l'Università di Como gli ha intitolato
l'Aula magna nel cui atrio ha anche trovato posto un'importante scultura di
Eli Riva a lui dedicata. La "sua" Brenna gli ha dedicato una
strada, così come hanno fatto alcuni altri Comuni del territorio
lariano. Ed è stata anche fondata un'associazione che porta il suo
nome, che in questi ultimi anni ha un po' diradato le iniziative, ma che ha
saputo portare nel Comasco personalità del calibro don Ciotti, don
Rigoldi, Luciano Violante, il giudice Caponnetto, Tina Anselmi, Rita
Borsellino. "La prima virtù di mio marito - ricorda la signora
Anna Casati - era certamente la capacità di fare sentire a proprio
agio ogni suo interlocutore. Il suo sorriso e la sua disponibilità
conquistavano. Era un uomo forte e determinato. Certamente temprato da anni
duri di scuola e lavoro. Finite le elementari
iniziò a fare l'intagliatore. Fu il parroco don Antonio Macchi a
riportarlo sulla via degli studi, abbandonata per i problemi economici.
Così tra i 18 e i 28 anni studiò prima alle medie, poi al liceo
classico e infine si laureò. Era impegnato in Azione Cattolica ed ebbe
una formazione politica basata sui principi dei cattolici democratici di don
Sturzo". Nel 1976 il suo primo impegno da parlamentare, alla Camera dei
Deputati. La scuola è stato il suo costante
punto di riferimento. E' stato lui a concretizzare la prima riforma della scuola dell'obbligo. Sarebbe riuscito a
portare a compimento anche quella della scuola
superiore se, per almeno due volte, il Governo non fosse caduto proprio a
metà dell'iter parlamentare. Già alla fine degli anni '80
pensava ad un campus universitario per la "sua" Como. Fu anche
Presidente della Commissione Istruzione della Camera e consulente del
Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. "Tanti sacrifici e un
grande impegno - ricorda la signora Anna - ma questo non ha mai impedito a
Francesco di essere vicino alla famiglia. Appena aveva un attimo di tempo era
dedicato ai suoi figli - Mattia, Pietro e Filippo, che oggi hanno
rispettivamente 36, 33 e 23 anni - a me e alla Brenna che tanto ha amato. Le
sue grandi passioni erano le passeggiate in montagna e la musica classica. E
manteneva un rapporto forte con le sue amicizie giovanili, quelle
dell'oratorio: con Graziano Ballabio, Giulio Casati e Marco Citterio ha
costituito un gruppo che davvero ha saputo farsi rispettare". Poi la
bufera di tangentopoli si è abbattuta sulla Prima Repubblica. E sulla
Dc. "Proprio perché al di sopra di ogni sospetto - conclude la signora
Casati - mio marito è stato chiamato con Bodrato a svolgere il ruolo
di commissario nella Dc milanese. Sei mesi che lo hanno profondamente
cambiato. Lui voleva tener fuori me e la famiglia da questi avvenimenti che
poi risulteranno devastanti. Però mi ripeteva spesso: "Sono
finito in un covo di vipere". Una realtà che lo ha ferito
interiormente. Che gli ha tolto il sorriso e la serenità". Sei
mesi con il cuore sgomento. Si arriva così all'11 dicembre 1992. Alle 15.30 l'onorevole
Francesco Casati conclude a Milano, nella sede di Unioncamere dove Marco
Citterio è presidente, la riunione dell'Osservatorio delle
professioni, tra i rettori delle Università e i presidenti delle
Camere di Commercio lombarde. Un discorso appassionato, di cui esiste la
registrazione, per concretizzare importanti sinergie sul territorio che
porteranno poi alla nascita di poli d'eccellenza per la formazione. Poche ore
dopo, verso le 19.30 il parlamentare è colto da infarto. E' la fine di
tanto impegno. "Quella che ci ha lasciato - conclude il primogenito
Mattia - è un'eredità morale grande e al tempo stesso pesante.
Credo che da mio padre abbiamo soprattutto avuto il tempo di imparare il
valore di un impegno disinteressato, la caparbietà nel perseguire
quello che è bene e che è giusto. Cose d'altri tempi? Forse.
Nella nostra famiglia però questi valori sono attuali oggi più
che mai. Papà, almeno per noi e per la cerchia più stretta di
amici, non ha mai smesso di fare scuola".
Luciano Barocco.
( da "Denaro, Il" del 12-12-2007)
Europa francia, parigi Indagine
Ocse: Scuole private, in Italia le peggiori d'Europa La scuola
privata italiana è la peggiore d'Europa. Non solo: è
anche una delle ultime al mondo. In Italia, sulle scuole non statali, da
alcuni anni a questa parte si confrontano due opposte idee: pro e contro il finanziamento pubblico. I favorevoli ritengono
che il ruolo e il conseguente trasferimento di fondi pubblici delle scuole
private sia indispensabile per fare crescere l'intero sistema scolastico
nazionale. I contrari sostengono che il trasferimento diretto di risorse
pubbliche alle scuole non statali sia incostituzionale. Intanto arriva
l'impietoso giudizio dell'indagine Ocse-Pisa (Programme for international
student assessment) 2007, che boccia gli istituti privati senza appello. Il
report internazionale sulle competenze dei quindicenni nelle cosiddette
literacy relative alla Lettura, alle competenze in Matematica e materie
scientifiche certifica, in Italia, la maggiore qualità del pubblico
sul privato. In poche parole, il pur deludente quadro emerso dalla
comparazione internazionale dei quindicenni italiani con i coetanei di altri
56 Stati sparsi nei 5 continenti, pubblicato appena una settimana fa, si
accentua se si prendono in considerazione i risultati delle sole scuole
private. L'Italia è uno dei pochi Paesi occidentali e industrializzati
dove gli adolescenti della scuola pubblica risultano
"più" attrezzati dei compagni delle private. I numeri
parlano chiaro e non lasciano spazio a troppi dubbi. Degli oltre 21 mila
quindicenni presi in considerazione nel Belpaese il 4 per cento, al momento
dell'indagine, è iscritto in istituti privati. Il divario emerso nella
literacy Matematica è pari a 11 punti: 462 per gli adolescenti delle
scuole statali e 451 per i compagni iscritti nelle classi delle scuole
private. 12-12-2007.
( da "Giorno, Il (Nazionale)" del
12-12-2007)
L'Europa ce lo impone: soldi alle
"Come alle pubbliche". La Corte di giustizia ha richiamato una di
MASSIMO PANDOLFI ? ROMA ? LA SCUOLA deve essere gratuita: non solo negli
istituti pubblici, ma pure in quelli privati parificati. Ce lo ricorda
l'Europa (e non è la prima volta) sotto forma di una sentenza passata
sotto silenzio, ed emessa qualche settimana fa dalla Corte di giustizia della
Ue. Il caso in sé è un po' complesso. La Corte ha risolto una
controversia sorta tra una famiglia tedesca, che mandava i figli a scuola in un istituto britannico, e l'Inghilterra. Si
è riconosciuto a questa famiglia il diritto a detrarre le spese
sostenute per l'istruzione dei figli, anche se la scuola
frequentata era in un'altra nazione. La Corte ha ribadito ciò che il
Parlamento europeo firmò il 14 marzo 1984. Cioè che "il
diritto alla libertà di insegnamento implica l'obbligo da parte degli
Stati membri di consentire, anche dal punto di vista finanziario, l'esercizio
pratico di tale diritto e di assegnare alle scuole le sovvenzioni pubbliche
necessarie, alle stesse condizioni previste per gli istituti pubblici".
IN QUASI tutti i Paesi europei questa direttiva è stata seguita. In
Italia no. Col risultato che di fatto le scuole private restano le 'scuole
dei ricchi' e non tutti possono permettersele. È un giochino
diabolico: la stragrande maggioranza delle spese (dalla gestione dei locali
agli stipendi degli insegnanti) è a carico degli istituti parificati,
che a loro volta si rifanno sulle famiglie. Le quali pagano così due
volte: le tasse (per una scuola pubblica che non
utilizzano) e migliaia di euro (da 3mila a 10mila l'anno) per mantenere agli
studi i figli. Solo la Grecia, in Europa, è più 'statalista' di
noi. Pochi contributi arrivano anche in Svizzera e Portogallo, mentre in
Belgio, Irlanda e Paesi Bassi vengono riservate alle private le stesse
attenzioni finanziarie dedicate alle scuole pubbliche. PERSINO gli Stati
dell'Est (dalla Lituania alla Polonia, dall'Ungheria alla Repubblica Ceca)
hanno più agevolazioni dell'Italia. In Francia i salari del personale
sono coperti al 100% dal governo centrale, mentre le autorità locali
coprono in parte gli investimenti sulle strutture. La Spagna (dove uno su tre studia nelle private) gli istituti non statali si
dividono in sussidiati e non sussidiati: i primi (paragonabili alle nostre
scuole parificate) possono spuntare anche una copertura economica del 100%.
In Germania le autorità regionali finanziano tra il 40 e il 50% le
private, mentre in Austria è lo Stato centrale a coprire la
totalità degli stipendi e pagare fino al 30% del costo di
costruzione degli edifici. In Inghilterra, Galles e Scozia molti istituti
sono finanziati totalmente dallo Stato. VINCENZO Silvano, presidente della
Foe (Federazione opere educative), uno dei maggiori sponsor delle scuole
private, gioisce per la sentenza della Corte di giustizia. "Anche in
Italia bisognerebbe permettere alle tante famiglie che scelgono le scuole
private paritarie di detrarsi dalle imposte le spese scolastiche sostenute.
Invece siamo al paradosso: il contribuente può scalare il 19% di
alcune spese sociali sostenute per sanità, assistenza e, di recente,
anche per asilo nido, ma non può far nulla per le spese
scolastiche". "CIOÈ ? precisa ?, potrebbe. Con una
previsione che suona come una presa in giro, la legge fiscale prevede che le
spese scolastiche siano detraibili, ma in misura non superiore a quella
stabilita per le tasse e i contributi degli istituti statali, quando la scuola pubblica è di fatto gratuita per tutta
l'utenza". In Italia circa l'11% degli studenti frequenta le scuole
private e qualcuno ha provato a fare dei conti: lo Stato risparmia una marea
di quattrini (6 miliardi 245 milioni di euro l'anno) grazie all'esistenza di
questi istituti e uno studente privato costa da dieci a venti volte meno di
uno pubblico. E I CONTRIBUTI? Qualcosa arriva alle private parificate
primarie (quelle che una volta chiamavamo elementari): circa 20mila euro a
classe. Ma per secondarie di primo e secondo grado (ex medie e superiori)
è notte fonda. La Lombardia è la regione italiana dove
l'istruzione privata costa meno: copre il 25% delle
spese. INUTILE dire che in Italia scuola privata
parificata fa rima con scuola cattolica. "Ma a
noi ? chiude Silvano ? interessa la libertà di educazione per tutti,
non solo per i cattolici. In Italia ci sono tanti esempi, oltre ai nostri, di
scuole libere non statali, che lavorano con passione ad alti livelli. La
libertà di educazione è l'unica vera riforma da cui partire. Ne
riceverebbe un beneficio l'intera società e anche la stessa scuola statale". - -->.
( da "Giorno, Il (Nazionale)" del 12-12-2007)
Di MASSIMO PANDOLFI ? ROMA ? LA
SCUOLA deve essere gratuita: non solo negli istituti pubblici, ma pure in
quelli privati parificati. Ce lo ricorda l'Europa (e non è la prima
volta) sotto forma di una sentenza passata sotto silenzio, ed emessa qualche
settimana fa dalla Corte di giustizia della Ue. Il caso in sé è un po'
complesso. La Corte ha risolto una controversia sorta tra una famiglia
tedesca, che mandava i figli a scuola in un istituto
britannico, e l'Inghilterra. Si è riconosciuto a questa famiglia il
diritto a detrarre le spese sostenute per l'istruzione dei figli, anche se la
scuola frequentata era in un'altra nazione. La Corte
ha ribadito ciò che il Parlamento europeo firmò il 14 marzo
1984. Cioè che "il diritto alla libertà di insegnamento
implica l'obbligo da parte degli Stati membri di consentire, anche dal punto
di vista finanziario, l'esercizio pratico di tale diritto e di assegnare alle
scuole le sovvenzioni pubbliche necessarie, alle stesse condizioni previste
per gli istituti pubblici". IN QUASI tutti i Paesi europei questa
direttiva è stata seguita. In Italia no. Col risultato che di fatto le
scuole private restano le 'scuole dei ricchi' e non tutti possono
permettersele. È un giochino diabolico: la stragrande maggioranza
delle spese (dalla gestione dei locali agli stipendi degli insegnanti)
è a carico degli istituti parificati, che a loro volta si rifanno
sulle famiglie. Le quali pagano così due volte: le tasse (per una scuola pubblica che non utilizzano) e migliaia di euro (da
3mila a 10mila l'anno) per mantenere agli studi i figli. Solo la Grecia, in
Europa, è più 'statalista' di noi. Pochi contributi arrivano
anche in Svizzera e Portogallo, mentre in Belgio, Irlanda e Paesi Bassi
vengono riservate alle private le stesse attenzioni finanziarie dedicate alle
scuole pubbliche. PERSINO gli Stati dell'Est (dalla Lituania alla Polonia,
dall'Ungheria alla Repubblica Ceca) hanno più agevolazioni
dell'Italia. In Francia i salari del personale sono coperti al 100% dal
governo centrale, mentre le autorità locali coprono in parte gli
investimenti sulle strutture. La Spagna (dove uno su tre
studia nelle private) gli istituti non statali si dividono in sussidiati e
non sussidiati: i primi (paragonabili alle nostre scuole parificate) possono
spuntare anche una copertura economica del 100%. In Germania le
autorità regionali finanziano tra il 40 e il 50% le private, mentre in
Austria è lo Stato centrale a coprire la totalità degli
stipendi e pagare fino al 30% del costo di costruzione degli edifici.
In Inghilterra, Galles e Scozia molti istituti sono finanziati totalmente
dallo Stato. VINCENZO Silvano, presidente della Foe (Federazione opere
educative), uno dei maggiori sponsor delle scuole private, gioisce per la
sentenza della Corte di giustizia. "Anche in Italia bisognerebbe
permettere alle tante famiglie che scelgono le scuole private paritarie di
detrarsi dalle imposte le spese scolastiche sostenute. Invece siamo al
paradosso: il contribuente può scalare il 19% di alcune spese sociali
sostenute per sanità, assistenza e, di recente, anche per asilo nido,
ma non può far nulla per le spese scolastiche". "CIOÈ
? precisa ?, potrebbe. Con una previsione che suona come una presa in giro,
la legge fiscale prevede che le spese scolastiche siano detraibili, ma in
misura non superiore a quella stabilita per le tasse e i contributi degli
istituti statali, quando la scuola pubblica è
di fatto gratuita per tutta l'utenza". In Italia circa l'11% degli
studenti frequenta le scuole private e qualcuno ha provato a fare dei conti:
lo Stato risparmia una marea di quattrini (6 miliardi 245 milioni di euro
l'anno) grazie all'esistenza di questi istituti e uno studente privato costa
da dieci a venti volte meno di uno pubblico. E I CONTRIBUTI? Qualcosa arriva
alle private parificate primarie (quelle che una volta chiamavamo
elementari): circa 20mila euro a classe. Ma per secondarie di primo e secondo
grado (ex medie e superiori) è notte fonda. La Lombardia è la
regione italiana dove l'istruzione privata costa
meno: copre il 25% delle spese. INUTILE dire che in Italia scuola
privata parificata fa rima con scuola
cattolica. "Ma a noi ? chiude Silvano ? interessa la libertà di
educazione per tutti, non solo per i cattolici. In Italia ci sono tanti
esempi, oltre ai nostri, di scuole libere non statali, che lavorano con
passione ad alti livelli. La libertà di educazione è l'unica
vera riforma da cui partire. Ne riceverebbe un beneficio l'intera
società e anche la stessa scuola statale".
- -->.
( da "Gazzetta di Modena,La" del
12-12-2007)
Ecco i soldi per le sezioni
"primavera", ma è allarme per le finanze delle scuole. E
mentre gli istututi superiori affrontano l'incandescente materia dei debiti
degli studenti (una lettera del ministro rivolta ai presidi minaccia
decurtazioni di indennità e revoca degli incarichi se non organizzeranno
i corsi di recupero), c'è chi chiede al ministero di dare per primo il
buon esempio: "Paghi intanto i debiti nei nostri confronti",
protestano i Cobas degli insegnanti, che citano: arretrati 2006-2007,
indennità di vacanza contrattuale, ferie non godute dei precari,
mensilità non percepite da molti supplenti, compenso
per gli esami di Stato e altro ancora. Segnali allarmanti provengono dai
dirigenti scolastici per i problemi finanziari nella gestione delle scuole,
conferma la viceministro Bastico, che ricorda come i debiti pregressi siano
stati certificati in 1 miliardo e 33 milioni di euro, in parte colmati con
risorse speciali. Ma se si volesse approfondire la materia, si
scoprirebbe che una delle cause del dissesto sarebbe da addebitare alle prof
precarie che si permettono anche di fare figli. "L'ordinanza della Corte
Costituzionale 337/2003 - scrive tra l'altro il Capo Dipartimento Emanuele
Barbieri in una lettera ai presidi - ha infatti riconosciuto il diritto al
trattamento economico del personale supplente della scuola
che abbia maturato il diritto alla nomina e non possa assumere servizio in
quanto in congedo per maternità". Il funzionario sembra
infastidito anche del fatto che, vi si legge, "le disposizioni su
congedi per maternità e paternità, recepite nelle specifiche
disposizioni contrattuali del comparto scuola, hanno
sancito l'assoluta identità di trattamento giuridico ed economico tra
docenti di ruolo e supplenti". Non c'è che dire, per un governo
di sinistra. Il quale deve pure fare i conti con una pesante sentenza della
Corte di Giustizia europea, secondo cui è illegittimo negare gli
scatti di anzianità e la progressione di carriera ai precari, che
invece percepiscono anche per decenni lo stipendio di prima nomina grazie al
benestare dei sindacati i cui contratti collettivi e la legge, sancisce la
Corte, "non possono giustificare quella discriminazione". Non ci
sono soldi, dunque? Non necessariamente. Per le scuole private ci sono, con
un governo di sinistra che riesce laddove la Dc non era riuscita. "Colgo
l'occasione per aggiungere agli auguri di un anno sereno e proficuo un primo
consuntivo degli interventi realizzati nel 2007 per le scuole
paritarie", scriveva il 9 settembre scorso il ministro Fioroni,
nell'annunciare con una lettera spedita ai gestori delle scuole paritarie le
cifre dei finanziamenti. Tornando alle benvenute
scuole primavera modenesi, si tratta di 9 sezioni sperimentali per bambini di
24-36 mesi. Troppo grandi per i nidi, ma piccoli per la scuola
d'infanzia. (vincenzo brancatisano).
( da "Messaggero, Il (Frosinone)" del
13-12-2007)
Di EMILIANO PAPILLO Andavano al bar
per giocare ai videogiochi ed alle slot machine invece di recarsi a scuola dove erano regolarmente iscritti. Passavano
così le loro mattinate quattro ragazzi terribili di Ferentino, tutti
minorenni ed iscritti alla scuola dell'obbligo del
centro ernico. Assenze continue che non sono sfuggite ai dirigenti scolastici
che hanno avvertito i servizi sociali del comune ed i carabinieri. Dopo
l'incontro con i genitori ai quali si raccomandava maggior cura per i loro
ragazzi, i quattro non sono tornati a scuola.
Così i carabinieri del maresciallo Alberto Munno li hanno trovati al
bar e sono stati costretti a denunciare le quattro famiglie per inosservanza
dell'obbligo scolastico dei propri figli tutti minorenni. Un caso di disagio
sociale grave che non è passato inosservato in comune. "Si tratta
di casi che avvengono in tutta Italia non bisogna drammatizzare. Sono solo
quattro famiglie in disagio sociale. Abbiamo provato ad incontrare i
genitori, ma non c'è stato nulla da fare i ragazzi
a scuola non vogliono andare", hanno spiegato dai servizi sociali
di Ferentino. Ma cosa può fare un comune in questi casi? "Di
solito cerchiamo di fare prendere il diploma anche privatamente o
in scuole private, ma dovrebbe partire dalle famiglie l'educazione di
base".
( da "Sole 24 Ore, Il" del
14-12-2007)
Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E
INCHIESTE data: 2007-12-14 - pag: 16 autore: CRITICAMENTE ... Scuole migliori
(anche le private) con il "buono" D alle pieghe del periodico
rapporto Ocse-Pisa sui risultati scolastici,è emerso quest'anno un
ulteriore dato: lo scadente livello che nel nostro Paese caratterizza anche
le scuole private. Mentre infatti in 21 Paesi gli istituti privati sono
risultati migliori di quelli pubblici, in Italia avviene il contrario: il che
potrebbe essere anche una buona notizia se la scuola
pubblica eccellesse. Purtroppo, proprio il rapporto Pisa ci dice che non
è così; col risultato di far apparire ancor più
disastrato il quadro generale. Sul quale pesa pure una drammatica
frammentazione qualitativa che deprime l'immagine complessiva di un sistema
educativo che in certi casi presenta livelli di assoluta eccellenza.
L'inefficienza del sistema privato è probabilmente la conseguenza di
un sistema dove a vecchi vizi si aggiunge la scarsa propensione al
cambiamento e alla concorrenza. I vecchi vizi sono rappresentati dal
pregiudizio,comune a molte famiglie, che la scuola privata
rappresenti la scorciatoia per far guadagnare ai figli somari il benedetto
"pezzo di carta" (anche per questo occorrerebbe abolire la
validità legale del titolo di studio). L'immobilismo è
determinato da un sistema che non premia la ricerca della qualità, ma solo la capacità delle scuole e degli utenti di
ottenere dalla parte pubblica benefici finanziari. è un vizio del
nostro sistema di welfare, dominato dall'idea che il servizio prestato dal
privato debba essere finanziato dallo Stato e non pagato da chi lo consuma
(con finanziamenti che lo Stato assicura a lui, non ai fornitori).Solo
così l'utente avrebbe la possibilità di scegliere e quindi di
ricercare la qualità, scatenando un benefico processo di concorrenza.
Molti servizi alla persona, per esempio, sono oggi affidati a soggetti
privati, spesso non profit, che lavorano sulla base di concessioni dal
pubblico a esercitare quel servizio, non della scelta dell'utente finale.La
concorrenza in questo modo non si esprime sul mercato, ma nelle stanze degli
assessorati. Così, per le scuole, il sistema migliore sarebbe certo
quello del buono- scuola, ossia della
possibilità per la famiglia di spendere dove vuole una
"dote" assicurata dallo Stato per educare i figli, scegliendo tra i
vari istituti, pubblici o privati che siano. Il che è ben diverso dal
farsi rimborsare, come molti pretendono (le scuole private in primis),le
rette pagate per l'istruzione privata: una misura
che ovviamente non motiva alla concorrenza sulla qualità del servizio
prestato. Ecco perché al buono-scuola, molto spesso,
sono contrarie le stesse scuole private, almeno le più scadenti, che
preferiscono brigare per ottenere contributi pubblici anziché darsi da fare
per garantire l'eccellenza. Che la concorrenza sia uno strumento importante
per garantire efficienza è ribadito in questi giorni dalla
determinazione con la quale la Francia sta procedendo per rendere definitiva,
a partire dal prossimo anno, la fine dell'obbligo di iscrizione alle scuole
di competenza territoriale: d'ora in poi, ciascuno si potrà iscrivere
dove vuole, secondo determinate regole, proprio per favorire la competizione.
Le scuole che risulteranno meno gradite saranno seguite per migliorarne i
livelli; con la prospettiva, se non otterranno risultati, di essere chiuse.
In mancanza di buono-scuola, non resta che sperare
che il programma approvato mercoledì dal Governo per favorire e
premiare le eccellenze scolastiche funzioni: sempre che burocrazie e
sindacati non si mettano di mezzo per penalizzare il merito e premiare la
mediocrità. salvatore.carrubba@ilsole24ore.com CONCORRENZA In Francia
si può scegliere l'istituto più efficiente, in Italia primi
passi per offrire eccellenza di Salvatore Carrubba.
( da "Secolo XIX, Il" del 14-12-2007)
Oggi a palazzo tursi
L'intellettuale genovese compie ottant'anni. Ha
affrontato i problemi della scuola italiana sul campo e come
parlamentare 14/12/2007 OGGI pomeriggio alle 17, nella sala di rappresentanza
di Palazzo Tursi il sindaco Marta Vincenzi conferirà il Grifo d'oro a
Giorgio Bini, in occasione dei suoi ottant'anni, e Pino Boero, preside della
facoltà di Scienze della formazione, ne racconterà i meriti,
ben noti a tutti quelli che hanno avuto la fortuna di averlo interlocutore e
maestro. Lo sa chi vivendo a Genova e lavorando nella scuola
è stato catturato dal suo parlare piano capace di dissacrare con una
battuta tanti luoghi comuni e di aprire gli occhi ai giovani maestrini.
Maestro in tutti i sensi è Bini: senza abbandonare mai i panni dello
studioso attento a documentare con sterminate bibliografie tutto il
possibile, comprese le idee di chi la pensa diversamente, e a produrre saggi
rigorosi come "La pedagogia attivistica in Italia" (Editori
Riuniti, 1971. Un impegno pedagogico-politico documentato dalle centinaia di
articoli sfornati per l'"Unità", per "Riforma della scuola", per "Critica marxista", per
"Rinascita", per "Insegnare", sempre pronto a intervenire
dove c'è volontà di confronto, con prosa piana, nemica delle
facili civetterie, condita di ragionamenti sensati a ridosso del lampo aperto
dalla battuta dissacrante, stile che segnò il successo del suo
pamphlet più riuscito: "Da Don Milani a Orbilus" (De Donato,
1979). Impegno che "LG Argomenti", la rivista del Centro studi
letteratura giovanile della Biblioteca De Amicis, da lui amorevolmente
seguita, ha voluto ricordare col fascicolo di aprile-giugno 2007.
Ironicamente caustico verso tutte le forme di potere, spesso anche verso le
rigidità del suo amato Pci, ma di un'ironia costruttiva che sapeva
sempre proporre dopo la critica l'indicazione opportuna. Nel 1969 con un
gruppo di maestri genovesi era uscito "Lo Stupidario", rassegna
impietosa delle sciocchezze e delle storture ideologiche propinate dai libri
di testo agli scolari di allora. Era seguita l'avventura di "Io e gli
altri" l'Enciclopedia "di sinistra", prodotto nuovo nella
palude del conformismo educativo che si era attirato la scomunica di
Malfatti. E Giorgio con le censure del ministro andava a nozze, libero di dar
spazio alla sua critica lucida e al suo richiamo a guardare le cose senza
lenti deformanti; come quando spiegava sornione che i bambini "si
fanno" ed era nato il libretto "Come si fanno i bambini",
titolo felice e di successo che segnava prepotentemente l'ingresso nella scuola dell'educazione sessuale, tema ripreso nel saggio:
"Educazione sessuale e scuola" (La Nuova
Italia, 1996). Nel 1969 era iniziata l'avventura parlamentare: allora i
partiti si interessavano anche di scuola e facevano
eleggere non solo avvocati e baroni universitari. Il pendolarismo romano gli
aveva fatto scoprire privilegi e "stranezze" della vita parlamentare
guardati con la solita arguta cattiveria. Aveva sperato in un risultato
migliore per la sua proposta di legge sulla scuola
che il Pci aveva invece sostenuto tiepidamente; la delusione aveva accelerato
il rientro a Genova, un po' in odore di scarsa santità partitica, un
po' perché qualche sua battuta era stata presa sul serio da un apparato assai
poco disposto a ironizzare su se stesso. Non aveva abbandonato
l'attività docente: alla Scuola Magistrale Ortofrenica, al Centro dei
servizi di ateneo per la ricerca educativa e didattica, alla Scuola di
specializzazione per l'insegnamento secondario; la "Lettera a una
maestra" (Valore Scuola, 2001) rappresenta un po' la summa del suo
pensiero.Maestro di scuola e maestro di vita.
Tollerante, ma capace di usare il massimo della severità verso chi
massacra grammatica o sintassi: non saccenteria, ma semplicità
linguistica, rispettosa dell'interlocutore. Formule fumose o abborracciate
sono un'offesa politica ancor prima che lessicale: non le ha mai sopportate.
Maestro anche in questo. PIERO FOSSATI 14/12/2007.
( da "Provincia di Cremona, La" del
15-12-2007)
Edizione di Sabato 15 dicembre 2007
Benvenuto P.Review srl Scuola. Quest'anno ai 41 premi dell'associazione si
sono aggiunti i 51 alla memoria di imprenditori e loro familiari Sono 92 gli
studenti da podio Ieri al Cittanova consegna delle Borse di studio degli Industriali
di Nicola Arrigoni Sono stati in tutto 92 i ragazzi premiati ieri pomeriggio
al Cittanova nell'ambito della tradizionale consegna delle borse di studio
dell'Associazione industriali. La platea gremita e la presenza delle massime
autorità civili e militari hanno fatto da scenario ai protagonisti
della cerimonia: i ragazzi che nel corso del passato anno scolastico hanno
superato la media dell'8. Sono state in tutto 124 le domande pervenute alla
segreteria dell'Associazione, di queste 92 sono state accolte con una media
che partiva dall'8,33 fino al record della media del 9,78 di Filippo Poli di
Casalmaggiore. Anche quest'anno le ragazze hanno svettato: 54 bravissime
contro 37 studenti eccellenti. Al fianco delle tradizionali 41 borse di
studio dell'associazione, sono state creati 51 premi che gli imprenditori
dell'Associazione hanno voluto istituire in ricordo dei familiari. A fare da
regista alla cerimonia, come è sempre, è stato il direttore,
Ernesto Cabrini. ad aprire il pomeriggio è stato l'intervento del
presidente dell'Associazione Industriali, Mario Buzzella che non si è
limitato a plaudire la bravura dei ragazzi, ma ha evidenziato come la scuola
sia oggi nell'occhio del ciclone, come le troppe riforme formulare e poi
cambiate col mutare dei Governi siano motivo di sconvolgimento del sistema
scolastico. Ma altra grande pecca della scuola è
la mancanza di una vera cultura della meritocrazia. A
parlare di merito è stato anche il provveditore, Francesco Gentile,
citando la posizione critica di Montezemolo nei confronti della scuola, ma
anche ribadendo come la forza della scuola sia quella di valorizzare le
potenzialità dei singoli. Il sindaco Corada ha invece puntato
il suo intervento sulla valorizzazione delle diversità che deve essere
alla base del progetto educativo. A completare il novero delle
autorità c'erano anche il prefetto Giuseppe Badalamenti, Mons. Roggero
Zucchelli, Giandomenico Auricchio, presidnente della Camera di Commercio. Ma
gli applausi sono andati ai 92 ragazzi che hanno sfilato per ricevere i
premi.
( da "Sole 24 Ore, Il" del
15-12-2007)
Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO
PIANO data: 2007-12-15 - pag: 3 autore: Pininfarina: ogni anno di istruzione
fa salire la produttività "Priorità al capitale
umano" Massimo Mascini ROMA L'Italia rallenta, ma non c'è
soluzione senza innovazione, quindi senza un capitale umano in grado di far
scoccare la scintilla. è per questo che Confindustria da tempo si sta
adoperando per rappresentare alla pubblica opinione l'urgenza di un
intervento forte sui temi dell'education che ci faccia risalire i gradini che
abbiamo precipitosamente disceso nelle scale mondiali. Andrea Pininfarina,
vicepresidente incaricato del Centro studi, ha sottolineato l'importanza di
questa azione, che può consentire una crescita sostanziale del Pil,
quindi un aumento in termini concreti del livello di benessere.
"L'istruzione – ha affermato aprendo ieri i lavori del seminario di previsione
del Centro studi – rappresenta un aspetto vitale per la vita sociale e la
competitività del Paese". Di qui l'urgenza, anche
alla luce dei risultati negativi delle classifiche dell'Ocse, di un
intervento che riformi scuola e università. Compito non facile anche perché, come ha
rilevato il vicepresidente di Confindustria per l'education, Gianfelice
Rocca, non si colgono risultati se una riforma non
è condivisa da larghe maggioranze. "In questi anni –ha
affermato –si sono susseguite tante riforme della scuola,
ma niente è davvero cambiato, perché riforme vere su questo tema non
si fanno con maggioranze al 51%, solo con alleanze a largo spettro si colgono
risultati ". Scuola e università. Per quest'ultima, ha
sottolineato Rocca,si presenta un'occasione irripetibile perché stanno
giungendo al pensionamento assieme un ampio numero di docenti."Possiamo
–ha detto – innovare davvero, ma dobbiamo stare molto attenti a come ci
muoviamo, a come fare selezione dei docenti". Anche perché, lo ha
rimarcato Pininfarina, in realtà nel nostro sistema è sempre
mancata la cultura del merito e della valutazione, dei docenti soprattutto.
"La stragrande maggioranza di docenti – ha affermato si dedica
all'istruzione con impegno e passione, ma la mancanza di un sistema di
valutazione, che non serva a punire, ma a studiare incentivi e metodi per
migliorare il lavoro di tutti, va a scapito proprio di quella
maggioranza". Pininfarina ha ricordato come "più conoscenza
voglia dire più benessere, più salute, più
opportunità, più consapevolezza, un ambiente più
tutelato, una democrazia più adulta, una maggiore apertura alle sfide
della globalizzazione, una maggiore adattabilità ai cambiamenti
richiesti dal confronto internazionale e dal progresso tecnologico ". Di
qui l'urgenza del cambiamento, che del resto rappresenta una
possibilità di veloce crescita. Aumentare gli anni di istruzione della
popolazione significa far crescere la produttività da un minimo
dell'8% a un massimo del 30%, in funzione dell'entità dell'aumento.
Ogni anno aggiuntivo di istruzione fa crescere il prodotto dal 3 al 6 per
cento. Un aumento di meno di un anno nel livello medio di istruzione aumenta
dello 0,4% il tasso di crescita del Pil. IMAGOECONOMICA Andrea Pininfarina.
( da "Trentino" del 16-12-2007)
Più morbida la Cisl:
"La riforma può creare degli intoppi". Domani incontro tra i
sindacati "Una retromarcia inaccettabile" Dure Cgil e Uil: la
Provincia sfrutta l'autonomia per risparmiare JACOPO TOMASI TRENTO. L'ipotesi
di eliminare gli esami di riparazione in Trentino,
sconfessando di fatto la riforma voluta dal ministro Fioroni, non piace ai
sindacati. Dure Cgil e Uil: "La Provincia vuole sfruttare l'autonomia
per risparmiare sforzi e soldi". Più possibilista la Cisl:
"Il provvedimento ministeriale creerebbe in effetti dei problemi e di
conseguenza se si potesse sfruttare l'autonomia per lasciare le bocce ferme ed
organizzarsi meglio potrebbe anche essere positivo". La situazione
è di quelle delicate. La riforma del ministro Fioroni rispolvera gli esami di riparazione per ridare credibilità alla scuola e porre fine al problema, reale, dei debiti non
saldati (in Trentino non lo è uno su tre). In pratica, gli studenti
che non hanno saldato i debiti entro giugno o che hanno materie
insufficienti, devono sistemare tutto entro il 31 agosto. Per questo devono
essere attivati dei corsi durante l'estate per gli alunni che devono
recuperare le materie e successivamente devono essere svolti gli esami. Solo a questo punto, se un alunno passerà
gli esami, sarà promosso alla classe
successiva. Altrimenti verrà bocciato. è questo passaggio a
preoccupare la giunta provinciale. Secondo il governatore Lorenzo Dellai
(come si legge nell'intervista in alto) "si corre il rischio di
compromettere il regolare inizio dell'anno scolastico". Il timore
è che i corsi di recupero e gli esami di
riparazione scombussolino la stesura del calendario scolastico e l'organizzazione
delle classi, minando il sistema. Per questo il Trentino sceglierebbe la via
autonoma, lasciando tutto com'è ora. Con alunni promossi direttamente
a giugno, con i debiti da saldare durante l'anno sucessivo. Una scelta che
non piace a molti professori "arrabbiati ed indignati" e che lascia
perplessi anche i sindacati. Vincenzo Bonmassar della Uil è convinto
che la Provincia abbia la sindrome dell'Alpenvorland. "Dellai proclama
l'autonomia speciale anche quando non ce n'è alcun bisogno. è
una sciocchezza non applicare la riforma Fioroni perché abbiamo tutti gli
strumenti per fare le cose per bene. Non si corre il rischio di bloccare
l'inizio delle lezioni perché coi soldi che abbiamo si può risolvere
tutto. La Provincia ha appena speso un milione per
finanziare le scuole private, non vedo perché non possa sborsare 300.000 euro
per organizzare a dovere questa riforma". Un altro rischio è
quello di creare un conflitto col resto d'Italia, dove gli studenti vengono
promossi o bocciati a settembre, mentre in Trentino lo sono a giugno.
Ma secondo Gloria Bertoldi (Cgil) la questione è politica e formativa.
"Mi auguro sinceramente che la Provincia non segua la "via
autonomia" solo per lavarsi le mani di fronte a un problema concreto,
che va affrontato, e per risparmiare qualche euro che andrebbe speso per
organizzare i corsi di riparazione estivi con professori esterni. L'obiettivo
della riforma è quello di ridare credibilità al sistema
scolastico pubblico, ponendo fine alla barzelletta dei debiti non saldati, e
questo è un principio che tutti dovrebbero condividere". Bruno
Paganini della Cisl si dice "timidamente d'accordo" con la proposta
della Provincia. "Il problema sollevato da Dellai è reale: i
tempi per fare corsi ed esami e per dare forma alle
classi sono stretti. Credo sia giusto rivedere il sistema dei debiti, ma
però bisogna strutturare meglio gli esami di
riparazione. Comunque, non mi piace il metodo usato dalla Provincia, perché
il dialogo coi sindacati è importante ed in questo caso non c'è
stato". Cgil, Cisl e Uil si incontreranno lunedì per valutare la
situazione. Intanto Antonio Di Seclì preside del "Prati"
è convinto che "gli esami di riparazione
creeranno problemi organizzativi" e per questo si dice d'accordo se la
Provincia decidesse di "congelare" la riforma in Trentino.
( da "Eco di Bergamo, L'" del
16-12-2007)
Promuovere la partecipazione alla
rete globale delle istituzioni accademiche italiane che si dedicano alla
ricerca e, allo stesso tempo, favorire interventi che migliorino l'educazione
e la formazione scientifica dei più piccoli. Sono questi, in sintesi,
gli obiettivi che Mauro Ceruti ha illustrato all'assemblea dei soci della
Società italiana di logica e filosofia delle scienze (Silfs) che ieri
l'ha eletto presidente. Ceruti è stato eletto a Firenze: la sua
è stata una candidatura unica, avanzata all'unanimità del direttivo
della Società. Nome illustre dell'Università di Bergamo ? dove
è preside della facoltà di Scienze della formazione, docente di
Logica e filosofia della scienza e direttore della scuola
di dottorato in Antropologia ed epistemologia della complessità ?,
Mauro Ceruti succede nel ruolo di presidente a Giulio Giorello, docente di
Filosofia della scienza all'Università degli Studi di Milano.
"Essere stato scelto costituisce per me grande motivo di orgoglio",
commenta il neoeletto presidente. La Società italiana di logica e
filosofia delle scienze è un'associazione culturale senza fini di
lucro, costituita con l'obiettivo di incentivare la ricerca in logica e
filosofia delle scienze in Italia. Fondata nel 1952, ha contato e
conta, fra i suoi iscritti, personalità del calibro di Ludovico
Geymonat, fra gli artefici della rinascita della logica e della filosofia
della scienza in Italia. Mauro Ceruti da tempo fa parte della Silfs, ma senza
ricoprire incarichi di direttivo. Ora, ribadendo di essere "onorato per
questa scelta", ha fatto propri gli obiettivi della società e
già ieri ha illustrato quelli che saranno i suoi indirizzi d'azione:
"Credo sia importante promuovere l'organizzazione di eventi e
istituzioni volti a collegare la ricerca e la filosofia sulla scienza italiana
alle maggiori realtà europee". Da questo punto di vista Bergamo
avrà un ruolo chiave: "In Università, dove la Scuola di
dottorato in epistemologia può contare collegamenti con Berlino,
Oxford, Kyoto, sarà trasferita la segreteria scientifica della
Silfs". Così non solo il ruolo della Scuola sarà
valorizzato, ma allo stesso tempo essa farà da volano a nuove
esperienze che coinvolgeranno altri atenei italiani. Fin qui un'apertura
verso l'esterno, verso "l'alto". Ma Ceruti pensa anche a coloro che
di fatto costituiscono il futuro della scienza e della ricerca: i
giovanissimi. "L'Ocse ha diffuso dati poco confortanti, che vedono i
ragazzi italiani agli ultimi posti per preparazione scientifica ? prosegue
Ceruti ?. Attraverso la Società, anche in sintonia
con la Commissione da me presieduta per la riforma dei programmi delle scuole medie ed elementari, promuoveremo iniziative per
migliorare l'educazione e la formazione scientifica di bambini e
ragazzi". Anna Gandolfi.
( da "Gazzettino, Il (Padova)" del
16-12-2007)
ISTITUTO BARBARIGO Velocità
della luce, calcolo in "diretta" Un gruppo di studenti insieme ad
alcuni professori hanno organizzato una serata veramente interessante ed
insolita aperta ai loro compagni ed ai genitori. Protagonisti sette allievi
di quarta liceo scientifico dell'istituto Barbarigo in collaborazione con i
professori Renzo Serafin e Antonio Da Re che nel laboratorio di fisica della scuola hanno mostrato in diretta il "Calcolo della
velocità della luce": all'esperimento erano presenti anche
l'ingegnere Franco Frigo, consigliere regionale veneto, e l'onorevole Andrea
Colasio, capogruppo della Commissione cultura della
Camera dei deputati sulla riforma della scuola.Alla serata
sono state invitate le famiglie e gli appassionati della materia. Oltre 150
persone hanno aderito alla proposta dell'Agesc, Associazione Genitori Scuole
Cattoliche, con l'obiettivo di creare un maggior rapporto fra professori e
famiglia, con dialogo e scambio di idee ed esperienze. "In questi
incontri viene offerta una duplice possibilità - spiega il preside don
Giancarlo Battistuzzi - Vivere insieme ai ragazzi l'emozione di eseguire dal
vivo un esperimento dal grande contenuto scientifico e ricco di spunti per
affascinanti riflessioni e dare una "sbirciatina" a quello che gli
studenti sperimentano". L'esperimento scientifico è riuscito e
non sarà l unico: seguiranno altri incontri a cui tutti quelli che
saranno interessati all'argomento proposto saranno invitati.Katia Rossi.
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