HOME    PRIVILEGIA NE IRROGANTO    di Mauro Novelli    

ARCHIVIO DOSSIER SCUOLA

DALL’11 DICEMBRE 2007 AL 16 GENNAIO 2008


 

 

ARCHIVIO GENERALE DEL DOSSIER “SCUOLA

 

VAI AL DOSSIER “SCUOLA”

 

 

 TUTTI I DOSSIER


 

 

INDICE DEL DOSSIER

Articoli dal 14 al 16 gennaio 2008

"L'addove" crescono gli impuniti ciucci. MARIO PIRANI (La Repubblica del 14-1-2008)

Articoli dall’11 al 14 gennaio 2007

Scuola, la carica degli alunni stranieri. "Entro metà secolo più degli italiani" di Tullia Fabiani (La Repubblica 10-1-08

Aspiranti giudici ma un po' somari Oltre il 90% bocciati agli scritti (La Repubblica del 6-1-2008)

Articoli dal 5 al 10 gennaio 2008

Articoli dal 28 dicembre 2007 al 4 gennaio 2008

Articoli Dal 18 al 27 dicembre 2007

La Repubblica 17-12-2007 Se il 50% dei ragazzi non capisce cosa legge Mario Pirani

Articoli dall’11 al 16 dicembre 2007

 

ARCHIVIO DOSSIER SCUOLA

 

ARTICOLI DAL 14 AL 16 GENNAIO 2008

Compagni di scuola privata ( da "Panorama" del 14-01-2008)

Creato il Manifesto nazionale sulla qualità nel turismo ( da "Travel Trade Italia.com" del 14-01-2008)

Creato il Manifesto nazionale sulla qualità nel turismo ( da "TTG Italia" del 14-01-2008)

Frida Nacinovich ( da "Liberazione" del 15-01-2008)

Nuovi blocchi stradali nel Napoletano L'Ue: "Un disastro, rischiate sanzioni" ( da "Repubblica.it" del 16-01-2008)

Prodi: <Grande rammarico>. Napolitano scrive una lettera al Santo Padre ( da "Corriere.it" del 16-01-2008)

Giornata della memoria: Fioroni alla Risiera ( da "Piccolo di Trieste, Il" del 16-01-2008)

La Uil: la legge sul friulano è incostituzionale ( da "Piccolo di Trieste, Il" del 16-01-2008)

Dubbi e perplessità fra gli studenti ( da "Piccolo di Trieste, Il" del 16-01-2008)

Più collaborazione tra scuole e atenei per una scelta mirata ( da "Piccolo di Trieste, Il" del 16-01-2008)

I test per l'Università: da quest'anno contano anche i punti del liceo ( da "Piccolo di Trieste, Il" del 16-01-2008)

Rifiuti: ancora proteste e scuole chiuse. La Cdl incalza ( da "Giornale di Brescia" del 16-01-2008)

La Ue: un disastro, rischiate sanzioni ( da "Provincia di Cremona, La" del 16-01-2008)

L'opinione Una scuola in declino ( da "Libertà" del 16-01-2008)

Via manara, nomade arrestato aveva i documenti di cappuzzo ( da "Mattino di Padova, Il" del 16-01-2008)

Giornata della memoria: fioroni il 25 a san sabba ( da "Messaggero Veneto, Il" del 16-01-2008)

Uil contro il friulano: appello al governo ( da "Messaggero Veneto, Il" del 16-01-2008)

Debiti, crediti: la scuola insegni che ha risultati solo chi si impegna - sergio torcinovich * ( da "Nuova Venezia, La" del 16-01-2008)

Materne, niente iscrizioni online - teresa monestiroli ( da "Repubblica, La" del 16-01-2008)

Al via i corsi di recupero all'ipsia giorgi e al pertini - nadia davini ( da "Tirreno, Il" del 16-01-2008)

Se la materia più difficile è la tolleranza - giancarlo visitilli ( da "Repubblica, La" del 16-01-2008)

Rifiuti, la CdL "sfiducia" Pecoraro Scanio ( da "Gazzetta del Sud" del 16-01-2008)

<La scuola soffre di autoreferenzialità e centralismo> ( da "Eco di Bergamo, L'" del 16-01-2008)

Napoli, non cala la montagna di spazzatura ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 16-01-2008)

Sindacati verso lo sciopero <simbolico> ( da "Corriere Alto Adige" del 16-01-2008)

In crisi il <modello loft>, il Pd verso il trasloco <Basta con l'open space> ( da "Corriere della Sera" del 16-01-2008)

NELLE SCUOLE ( da "Corriere della Sera" del 16-01-2008)

Ricettatore slavo con documenti intestati a Gian Luca Cappuzzo ( da "Corriere del Veneto" del 16-01-2008)

Napoli, ancora tensioni per l'area di Pianura ( da "Sole 24 Ore, Il" del 16-01-2008)

Ancora proteste e scuole chiuse ( da "Adige, L'" del 16-01-2008)

Ancora 7mila tonnellate di spazzatura in strada In città è sempre allarme ( da "Giornale.it, Il" del 16-01-2008)

C'è tanta gente che raggiunge alti traguardi a livello professionale, ma quant ( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 16-01-2008)

Botte e furti Allarme bulli in provincia ( da "Libero" del 16-01-2008)

Controcorrenti ( da "Libero" del 16-01-2008)

Mostra alla polizia i documenti rubati al presunto omicida ( da "Mattino di Padova, Il" del 16-01-2008)

Rifiuti, nuovi blocchi stradali l'europa pronta alle sanzioni ( da "Messaggero Veneto, Il" del 16-01-2008)

Scuola, sms fasulli sugli scioperi ( da "Messaggero Veneto, Il" del 16-01-2008)

Fioroni, basta precari nuovi assunti solo su posti liberi ( da "Stampaweb, La" del 16-01-2008)

Presto si tornerà in classe: C'è l'impegno di Fioroni ( da "Denaro, Il" del 16-01-2008)

Amadei: anche noi diciamo no ai figli di clandestini all'asilo ( da "Gazzetta di Parma, La" del 16-01-2008)

Ancora proteste e scuole chiuse ( da "Corriere Adriatico" del 16-01-2008)

L'opinione ( da "Libertà" del 16-01-2008)

Unione divisa. La Cdl: Vergogna Il premier condanna il clima inaccettabile , ma la sinistra canta vittoria ( da "Nazione, La (Nazionale)" del 16-01-2008) + 2 altre fonti

PROVINCIA ALLO SBANDO, SCUOLE ANCORA CHIUSE ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 16-01-2008) + 3 altre fonti

Grande festa al teatro Verdi di ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 16-01-2008)

Roma NOSTRA REDAZIONE La ( da "Gazzettino, Il" del 16-01-2008)

LA POLEMICA ( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 16-01-2008) + 1 altra fonte

La carica dei ragazzi verso le superiori Le iscrizioni scadono il prossimo 30 gennaio: tantissimi gli indirizzi e le sperimentazioni ( da "Giorno, Il (Lodi)" del 16-01-2008) + 6 altre fonti

Castelli (Lega Nord): "Hanno vinto i nazisti rossi". Canali (Pd): "Perso il senso della prospettiva civile" ( da "Italia Sera" del 16-01-2008)

Pescara, malmenato con una spranga di ferro da un compagno di classe ( da "Redattore sociale" del 16-01-2008)


Articoli

Compagni di scuola privata (sezione: Schola)

( da "Panorama" del 14-01-2008)

 

Compagni di scuola privata ROMANA LIUZZO aule esclusive Da Moretti a Santoro, da Rutelli a Melandri, ecco chi, a sinistra, snobba gli istituti pubblici e manda i figli nei collegi a cinque stelle. D agli scranni del Parlamento o dalle poltrone dei talk-show esaltano la scuola pubblica, la celebrano come unica fonte del sapere democratico e chiedono di tagliare (e tagliano) i finanziamenti statali alla scuola privata. Poi, però dove mandano i loro figli? Nelle più prestigiose scuole a pagamento, con rette non certo accessibili a tutti. Sono i politici del centrosinistra e vip di area, girotondini e imprenditori radical chic, che non si fermano di fronte alle file per poter accedere in questi istituti a cinque stelle. Raccontano alcune madri del San Giuseppe De Merode, scuola privata, rigorosa, cattolica, che il ministro per i Beni culturali, Francesco Rutelli, ha fatto di tutto per inserire ad anno iniziato una delle figlie nelle splendide aule con vista su piazza di Spagna. Raccontano pure che una delle signore in questione, la cui erede non era stata accolta per numero chiuso (30 al massimo), non abbia affatto gradito di sentirsi scavalcata. E pare sia successo il putiferio. Intanto, mentre l'ex sindaco di Roma insediava la giovane rampolla (il primogenito Giorgio ha studiato dai gesuiti), Antonio Tajani, la cui famiglia al San Giuseppe va da generazioni, dopo le scuole medie ha deciso di spostare il figlio per mandarlo in un liceo statale ai Parioli ("Si trova benissimo" spiega l'europarlamentare di Forza Italia). Rutelli non è il solo: Nanni Moretti, l'ultimo leader dei girotondini, dopo aver invitato Massimo D'Alema e gli altri compagni a dire "qualcosa di sinistra", ha iscritto il proprio bimbo in un'esclusiva scuola anglo-americana, l'Ambritt, frequentata solo da ricchi rampolli dell'alta borghesia. Idem per Claudio Velardi, ex golden boy del governo D'Alema: il figlio ha frequentato la scuola americana. Marco Follini, neoresponsabile della comunicazione del Partito democratico, ha iscritto il proprio discendente, seguendo le procedure, nella scuola dei fratelli salesiani in pieno centro, a Roma. E al richiamo radical chic non ha saputo resistere nemmeno l'ex ds, ministro allo Sport, Giovanna Melandri. Per la sua progenie è stato ritenuto adeguato l'istituto San Giuseppe di via del Casaletto. Anche questo ambitissimo. Gestito da amorevoli suore. Istruzione a pagamento anche per Anna Finocchiaro, ex ministro per le Pari opportunità, uno dei 45 membri del comitato nazionale per il Partito democratico: le due figlie vanno in un istituto a Catania. Mettersi in fila, prego. L'attrazione della sinistra per la scuola privata non è roba di oggi: anche Piero Fassino ha studiato dai gesuiti. E chi avrebbe mai detto che un nonno di cognome Bertinotti andasse a prelevare i propri nipoti in uno degli istituti più chic di Roma, a gomito a gomito con la fondatrice del Manifesto, ex deputata e scrittrice di sinistra, Luciana Castellina? Politici ma anche giornalisti, tutti attirati come calamite dagli istituti a cinque stelle. Qualche esempio? Michele Santoro ha optato per il francese Chateaubriand. Il giornalista di Anno zero è in ottima compagnia. È francese e privata la scuola scelta dalla giornalista del Tg3, Bianca Berlinguer, per la bambina avuta dal sociologo Luigi Manconi. Lo stesso vale per molti altri fanciulli con genitori dalle spiccate tendenze a sinistra: da quelli dell'imprenditore Alfio Marchini a quelli dell'ex direttore della Stampa Marcello Sorgi, fino a quelli dell'ex senatore ulivista Vittorio Cecchi Gori. Noblesse oblige.

Torna all'inizio


Creato il Manifesto nazionale sulla qualità nel turismo (sezione: Schola)

( da "Travel Trade Italia.com" del 14-01-2008)

 

15.09 Creato il Manifesto nazionale sulla qualità nel turismo Nasce da Fist turismo, associazione che si occupa del settore, il Manifesto nazionale sulla qualità nel Turismo, un documento che vedrà la realizzazione nel 2008 e che si vuole porre come riferimento per l'attività normativa e amministrativa riconducibile al settore. Nel manifesto troveranno spazio la riforma della scuola, la classificazione delle imprese ricettive, la certificazione di qualità, l'ammodernamento della gestione dei servizi turistici, il rilancio e la riqualificazione della tradizione e della tipicità del prodotto turistico italiano e la gestione delle nuove tecnologie di settore Siti sponsorizzati.

Torna all'inizio


Creato il Manifesto nazionale sulla qualità nel turismo (sezione: Schola)

( da "TTG Italia" del 14-01-2008)

 

15.09 Creato il Manifesto nazionale sulla qualità nel turismo Nasce da Fist turismo, associazione che si occupa del settore, il Manifesto nazionale sulla qualità nel Turismo, un documento che vedrà la realizzazione nel 2008 e che si vuole porre come riferimento per l'attività normativa e amministrativa riconducibile al settore. Nel manifesto troveranno spazio la riforma della scuola, la classificazione delle imprese ricettive, la certificazione di qualità, l'ammodernamento della gestione dei servizi turistici, il rilancio e la riqualificazione della tradizione e della tipicità del prodotto turistico italiano e la gestione delle nuove tecnologie di settore.

Torna all'inizio


Frida Nacinovich (sezione: Schola)

( da "Liberazione" del 15-01-2008)

 

Nessuna intesa sulla bozza Bianco. I Verdi: "Il Pd privilegia l'accordo con Berlusconi". L'Udeur minaccia la crisi Angius: "A rischio la tenuta della maggioranza". Palazzo Chigi fa sapere: "Identità di vedute Prodi-Veltroni" Legge elettorale, non c'è accordo nell'Unione i piccoli partiti abbandonano il vertice Frida Nacinovich La conferma arriva poco prima delle otto di sera. Fumata nera sulla legge elettorale. Il vertice dell'Unione non è ancora finito, il capogruppo dei deputati Verdi Angelo Bonelli lascia la sala riunioni di palazzo Madama. "Non è andata bene. Nessuna intesa. Il piddì pensa solo a fare accordi con Berlusconi". Più che una notizia è la conferma di quanto successo nelle quarantott'ore precedenti. La maggioranza non trova una posizione comune sulla legge elettorale, tanto meno trova pace. Quella di Bonelli è la prima voce che esce dal vertice iniziato intorno alle 18,30. Ed è anche la voce di un partito, con Pdci, Udeur e Psi, contrario in tutto e per tutto alla bozza Bianco. Negli uffici al Senato del piddì, sono riuniti il ministro per le Riforme Vannino Chiti e i capigruppo di Camera e Senato di tutti i partiti dell'Unione. Per il Pd c'è anche il numero due Dario Franceschini. Dopo i Verdi che lasciano il tavolo del vertice di maggioranza, anche i socialisti con Gavino Angius bocciano il documento Bianco. "Noi non stiamo d'accordo sulla bozza. Quella proposta - dice Angius - rompe la coesione della maggioranza e rischia di minarne seriamente la tenuta del governo". "Non capiamo questa forzatura del Partito democratico per votare la bozza Bianco, se è un impegno inderogabile che ha preso con Berlusconi - aggiunge il vicesegretario dei Popolari-Udeur, Antonio Satta - Prodi rischia grosso". I piccoli partiti della maggioranza minacciano la crisi, già si sapeva e ora è certificato. "Non credo che domani ci sarà il voto sul testo base della riforma elettorale". Per il capogruppo di Rifondazione comunista al Senato, Giovanni Russo Spena, non è nemmeno prevedibile che "questa sera giungeremo ad un punto finale della discussione", tanto che "alcuni gruppi hanno chiesto di rinviare il momento del voto sulla bozza Bianco". Detto questo, però, Russo Spena è ottimista: "Vi è ancora la possibilità di farcela" a trovare un'intesa. Quanto alla posizione del Prc, "noi abbiamo chiesto che una volta votato il testo base questo diventi definitivo e non sia emendabile in ogni momento". Inoltre, per Rifondazione la bozza Bianco "va resa profondamente proporzionale, non bipartitica come ora, cioè che privilegia solo Forza Italia e Pd. Vogliamo una ripartizione nazionale dei resti e dei seggi, no al premio di maggioranza, su questo è d'accordo anche Sd". Infine, Russo Spena chiarisce che ciò che compatta Prc, Pd e Sd è che tutti e tre partono da una punto fermo: "La legge che uscirebbe dal referendum è il male peggiore per il Paese". L'affresco della giornata sulla legge elettorale non sarebbe completo senza il convitato di pietra. Lui, Silvio Berlusconi. Come Giano bifronte, il Cavaliere prima dice una cosa, poi ne dice una opposta. Dal legare indissolubilmente il dialogo sulla legge elettorale e la riforma del sistema televisivo a sostenere che l'una "non c'entra niente" con l'altra. Tutto in 24 ore. Il dietrofront di Berlusconi è corredato da una nota in cui il presidente di Forza Italia nega di aver "collegato" i due temi "che sono e restano separati e distinti perchè riguardano due piani diversi". Parole accolte con soddisfazione da Walter Veltroni e con ironia da Romano Prodi: "Ora mi aspetto una nuova dichiarazione tra un paio d'ore...". Testuale. Il tutto mentre il piddì insiste sulla necessità di stringere i tempi e arrivare al via libera in Commissione affari costituzionali del Senato del testo Bianco sulla riforma elettorale prima della decisione della Consulta sul referendum. Intanto da Quito il Presidente della Camera Fausto Bertinotti dice che il governo deve favorire la legge elettorale ma non intervenire direttamente in quanto non è un esecutivo istituzionale. "Il governo Prodi per sensibilità politica di insieme può favorire il processo - dice Bertinotti - e vuole disporsi a favore del percorso parlamentare con grande accortezza e accompagnarlo, così come viene maturandosi". Sempre Fausto Bertinotti invita poi a tenere separate le riforme dal programma di governo. "Una diversa concezione mi risulta istituzionalmente sgrammaticata e politicamente sbagliata e inquinante", dice il presidente della Camera che precisa in materia di legge elettorale "nessuno ha diritto di veto" e quindi "ha fatto bene Berlusconi che intende separare i tempi programmatici da quelli della riforma istituzionale. C'è bisogno - spiega ancora Bertinotti- della ricerca di consenso tra le principali forze politiche, perché una legge elettorale deve avere il massimo consenso politico e, in ogni caso, con un largo consenso". Il vertice è finito, l'Unione è divisa. I partiti più piccoli minacciano le barricate. Nel bel mezzo della discussione, arriva una nota da palazzo Chigi, dice così: identità di vedute fra Prodi e Veltroni. Domani è un altro giorno. Si vedrà. 15/01/2008.

Torna all'inizio


Nuovi blocchi stradali nel Napoletano L'Ue: "Un disastro, rischiate sanzioni" (sezione: Schola)

( da "Repubblica.it" del 16-01-2008)

 

La protesta contro l'emergenza rifiuti in Campania non accenna a diminuire Don Cipolletta accoglierà i militari con l'acquasanta. Contestate le discariche temporanee Nuovi blocchi stradali nel Napoletano L'Ue: "Un disastro, rischiate sanzioni" Dal commissario all'ambiente Dimas parole durissime contro i ritardi italiani Le scuole per recupare i giorni persi resteranno aperte a Carnevale o a Pasqua Nuovi blocchi stradali nel Napoletano L'Ue: "Un disastro, rischiate sanzioni" "/> NAPOLI - Tornano i blocchi stradali a Pianura. Ad Agnano resta chiuso dai manifestanti lo svincolo della tangenziale. Proteste anche lungo via Campana, tra Napoli e Pozzuoli. Nel capoluogo campano il traffico è in tilt. Un corteo di un centinaio di manifestanti ha bloccato la strada che porta all'area di Quarto, individuata come possibile nuova discarica. Una situazione che resta molto pesante, tanto da indurre la Commissione europea ad intervenire nuovamente. Ieri il presidente della Repubblica aveva sottolineato che al problema in ambito europeo si stava dando troppo peso, ma sull'emergenza Napoli Bruxelles non fa marcia indietro. Il commissario all'ambiente Stavros Dimas parla oggi di "disastro" e promette di andare avanti con la procedura d'infrazione senza esitare a minacciare multe. Nel suo intervento in apertura del dibattito al Parlamento Europeo, Dimas non ha usato mezzi termini. Ha citato "la documentazione impressionante venuta dai media", sulle 100.000 tonnellate di rifiuti, denunciando "le inerzie, mancanza di volontà politica di adottare le misure necessarie per risolvere il caso". Si tratta, ha aggiunto, di "una crisi che non viene dal nulla", ma che rappresenta "il culmine di un processo di insufficiente applicazione della legislazione europea per oltre 14 anni". Unica concessione fatta dal commissario Ue all'Italia è stata sul piano previsto dal governo per uscire dall'emergenza. "Il piano di emergenza annunciato da Prodi l'8 gennaio è un passo ambizioso", ha detto, "ma un elemento cruciale resta la il calendario dell'intervento, che deve essere tempestivo". Intanto Napoli e la Campania soffocano sotto il peso di 360 mila tonnellate di immondizia ancora da smaltire. Questa sera l'Esercito arriverà a Quarto: ad accoglierlo ci sarà anche il parroco. Don Cipolletta, vicino ai manifestanti di Pianura, sin dall'inizio ha dato la sua disponibiltà per ricevere e benedire i militari. "Sono pronto a benedire i mezzi dell'esercito che arriveranno in città a ripulirla dei rifiuti". Individuato il primo sito di stoccaggio d'emergenza in un'area dove si sperava di inaugurare, già da qualche anno, la super-annunciata cittadella della polizia: 5.000 metri quadrati nell'ex Manifattura Tabacchi, area ovest della città. Un altro sito è stato allestito in provincia, a Giugliano, dove già si preparano mugugni di comitati cittadini. Intanto la crisi rifiuti modifica il calendario scolastico. I ragazzi dovranno rinunciare alla vacanze di Carnevale o di Pasqua e la chiusura delle scuole, prevista per il 7 giugno, slitterà in avanti. Il ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni assicura che i 100 mila studenti campani di vario ordine e grado rimasti fuori dalle scuole in Campania torneranno "presto" tra i banchi. "Ho chiesto al commissario De Gennaro di intervenire - ha detto il ministro - Sarà fatto tutto il possibile per consentire rapidamente l'utilizzo delle scuole". (15 gennaio 2008.

Torna all'inizio


Prodi: <Grande rammarico>. Napolitano scrive una lettera al Santo Padre (sezione: Schola)

( da "Corriere.it" del 16-01-2008)

 

Dopo la decisione del pontefice di annullare la visita alla Sapienza Prodi: "Grande rammarico". Napolitano scrive una lettera al Santo Padre Casini: "Paura per il futuro". Berlusconi: "Italia umiliata". Veltroni: "Perde la cultura liberale" ROMA - Dopo l'annullamento della presenza del pontefice all'università La Sapienza di Roma il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato una lettera personale a Benedetto XVI. "Profondo rammarico" è invece il commento del presidente del Consiglio, Romano Prodi. "Condanno i gesti, le dichiarazioni e gli atteggiamenti che hanno provocato una tensione inaccettabile e un clima che non fa onore alle tradizioni di civiltà e di tolleranza dell'Italia. Esprimo quindi profondo rammarico per la decisione di Papa Benedetto XVI, esprimendo solidarietà forte e convinta alla Sua persona e rinnovando a Lui l'invito perché possa mantenere il programma originario. Nessuna voce deve tacere nel nostro Paese e a maggior ragione quella del Papa". "È una ferita che umilia l'università e l'Italia", ha affermato il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi. "La rinuncia a cui è stato costretto il Papa in nome di una presunta laicità della conoscenza è il segno dell'intolleranza e di un certo fanatismo che nulla hanno di autenticamente laico. L'università italiana e lo Stato non si dimostrano in grado di garantire la libertà di espressione alla massima autorità religiosa. La sinistra ancora una volta dovrebbe fare un severo esame di coscienza: l'alleanza con certe frange intolleranti, e la campagna di anticlericalismo ideologico fomentata da alcuni partiti, hanno creato il clima nel quale è maturata questa pagina vergognosa". Il presidente del Senato Franco Marini: "Esprimo profondo rincrescimento a nome mio e del Senato per come si è sviluppata e conclusa questa vicenda". Mentre il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, in visita di Stato in Sudamerica, si è trincerato dietro un "no comment. Non ho elementi. Quando le situazioni non si conoscono è meglio tacere". Il ministro degli Esteri, Massimo D'Alema: "Il clima di tensione è stato creato da atteggiamenti e prese di posizione estremistiche che non rappresentano affatto la grande maggioranza degli italiani e che non fanno onore alla coscienza civile e democratica del Paese". "Complimenti ai firmatari del documento contro la visita del Papa all'ateneo di Roma", ha commentato il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini. "Con la loro intolleranza hanno dimostrato lo stato di desolazione dell'università italiana e la debolezza culturale dei reduci del Sessantotto. Se questi sono i maestri dei nostri figli, c'è da aver paura per il nostro futuro". Il sindaco di Roma e segretario del Partito democratico, Walter Veltroni: "È una sconfitta della cultura liberale e di quel principio fondamentale che è il confronto delle idee e il rispetto delle istituzioni. Ogni critica è legittima e il confronto delle opinioni è l'ossigeno della nostra convivenza, ma ogni atteggiamento di intolleranza, come quelli che si sono manifestati in questi giorni verso il Pontefice, fa male alla democrazia e alla libertà". Il ministro dell'Università, Fabio Mussi, intervenendo alla Camera a nome del governo su quanto accaduto: "È grave e sbagliato per l'università e per la sua missione. L'università è un luogo che deve accogliere, non respingere e non è necessario condividere quel che dice il Papa, ma era giusto che parlasse". Il cardinale Ersilio Tonini, arcivescovo emerito di Ravenna: "Il Papa ha fatto bene ad annullare la visita, non ha accettato la sfida con chi non lo voleva. È una grande amarezza per tutti, per chi crede e anche per chi non crede". "È uno scandalo inaudito", ha aggiunto il segretario di La Destra, Francesco Storace. "Hanno vinto i teppisti e i loro cattivi maestri". Il presidente del Partito socialista, Enrico Boselli: "Nessuno ha il diritto di mettere il bavaglio al Papa, come era anche giusto che studenti e intellettuali avessero il loro diritto di critica". Il portavoce di Alleanza nazionale, Andrea Ronchi: " Siamo profondamente indignati per la gazzarra pseudo-culturale alimentata dal solito clan anticlericale e veteromarxista in servizio permanente effettivo. Oggi la pseudo-sinistra ha scritto una delle pagine più tristi della sua storia". Franco Giordano, segretario di Rifondazione comunista: "Penso che il primo principio della laicità sia il libero confronto e la libertà di parola anche di esprimere contenuti diversi e distanti dall'uditorio". Il segretario della Dc per le autonomie, Gianfranco Rotondi: "Il vento anticlericale che spira sull'Occidente e sui tempi moderni lascia preoccupati. Il fatto che il Santo Padre abbia rinunciato alla sua visita deve indurre a una riflessione profonda". Il ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni: "L'annullamento della visita del Papa non è una buona notizia né per La Sapienza, né per gli studenti, né per quanti pure auspicavano questa soluzione". Il ministro delle Infrastrutture e leader di Italia dei valori, Antonio Di Pietro: "Impedire a chi la pensa in maniera diversa di esprimere le proprie idee ed opinioni è un comportamento indegno di un buon cristiano e soprattutto di un buon cittadino". Roberto Castelli, capogruppo dei senatori della Lega Nord: "Hanno vinto i nazisti rossi. Chi non ha argomenti ha paura di quelli degli altri e si affida alla violenza e all'intolleranza. Io sono un galileiano di ferro e proprio per questo non avrei paura di confrontarmi con chi antepone la fede alla ragione". Francesco Cossiga, presidente emerito della Repubblica: "Oggi possono legittimamente far festa nel loft del Partito democratico. È una grande vittoria del popolo dell'Unione". Una nota dell'ufficio politico dell'Udeur: "Una vicenda penosa, frutto di una gazzarra laicista della sinistra anticlericale che ha puntato allo scontro, resuscitando uno spirito anticattolico". stampa |.

Torna all'inizio


Giornata della memoria: Fioroni alla Risiera (sezione: Schola)

( da "Piccolo di Trieste, Il" del 16-01-2008)

 

Definito a Palazzo Chigi il programma delle manifestazioni: tra Roma e Trieste dureranno dal 24 al 28 gennaio Saranno presenti Gattegna, presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche, e lo storico Michele Sarfatti Giornata della memoria: Fioroni alla Risiera Il 25 gennaio il ministro consegnerà premi agli studenti Sarà il ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni a celebrare a Trieste il 25 gennaio la Giornata della memoria che quest'anno avrà una scansione più lunga e importanti momenti istituzionali a Roma da parte sia della presidenza dello Stato sia dal governo. La seconda tappa naturalmente sarà la Risiera di San Sabba a Trieste, l'unico lager nazista in Italia: proprio in questi giorni il monumento è sottoposto a interventi di risanamento e consolidamento delle facciate per 230 mila euro da concludersi assolutamente alla vigilia della manifestazione. Fioroni premierà gli studenti che avranno fatto il miglior tema sull'argomento della Shoah, alla cerimonia parteciperanno sia il presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche d'Italia, Renzo Gattegna, sia lo storico del Centro di documentazione ebraica di Milano Michele Sarfatti. Sono queste alcune delle decisioni scaturite ieri dalla seconda riunione svoltasi a palazzo Chigi proprio per definire il programma delle cerimonie a Roma e a Trieste. Ai lavori, coordinati da Fabrizio Pagani, capo della Segreteria tecnica del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Enrico Letta, hanno partecipato i consiglieri del presidente della Repubblica, Pasquale Cascella e Arrigo Levi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Ricardo Franco Levi; il sottosegretario alla Pubblica istruzione, Maria Letizia De Torre, il presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche, Gattegna, rappresentanti dei ministeri degli Esteri, degli Interni e dei Beni culturali e del Dipartimento delle politiche giovanili della presidenza del Consiglio. Nel corso dell'incontro infine è stata anche decisa la costituzione di un gruppo di lavoro incaricato di studiare le modalità del rinnovo del padiglione italiano ad Auschwitz. Le celebrazioni per la Giornata della memoria si apriranno comunque già il 24 gennaio al Quirinale con una cerimonia alla presenza del capo dello Stato Giorgio Napolitano, del presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane e del vicepremier e ministro dei Beni culturali Francesco Rutelli che rappresenterà il governo. Nel corso della cerimonia, alla quale sono stati invitati gli studenti delle scuole, saranno ricordati i Giusti che operarono a favore degli ebrei italiani. Quest'anno inoltre cade il settantesimo anniversario delle Leggi razziali del novembre 1938 (che Mussolini annunciò proprio da Trieste): un tema che inevitabilmente accresce di senso e di peso questa Giornata. Sempre il 24 gennaio sia la Camera sia il Senato celebreranno la ricorrenza. Alla Camera verrà ricordata la deportazione mentre nell'aula del Senato verranno commemorati due senatori ebrei, Vito Volterra e Carlo Levi. Il 25 gennaio sarà appunto il ministro della Pubblica istruzione, Fioroni, a partecipare alla cerimonia alla Risiera di San Sabba, dove saranno premiati gli studenti. Il 27 (Giornata della memoria vera e propria) o il 28 gennaio, la data è ancora da stabilire, il ministro dei Beni culturali Rutelli ha organizzato un convegno internazionale sul tema dell'antisemitismo vecchio e nuovo. A Trieste nelle manifestazioni saranno coinvolti l'assessorato alla Cultura del Comune, i Civici musei, il teatro Verdi, il teatro Miela e varie associazioni musicali. Il programma completo sarà presentato nei prossimi giorni. Per questa importante serie di iniziative la Risiera dunque dovrà essere pronta senza ritardi, e così ha assicurato l'assessore ai Lavori pubblici, Franco Bandelli, che molto in fretta ha allestito soluzioni per rispondere all'appello lanciato anche dal direttore dei Civici musei, Adriano Dugulin, affinché si ponesse rimedio al lento ma grave degrado cui la ex pileria costruita nell'800 stava andando incontro. Con questo primo intervento il Comune "vetrifica" le alte pareti in mattoni della Risiera, bloccando il loro progressivo sfarinamento e provvede ad altri interventi di consolidamento anche sulla torretta. In un momento successivo i lavori proseguiranno per aprire le porte di sicurezza.

Torna all'inizio


La Uil: la legge sul friulano è incostituzionale (sezione: Schola)

( da "Piccolo di Trieste, Il" del 16-01-2008)

 

Il sindacato: "Ed è paradossale usare la marilenghe per insegnare la matematica a scuola. Friulani parificati a sloveni e tedeschi" La Uil: la legge sul friulano è incostituzionale Lettera a Fioroni e Lanzillotta: "Roma impugni la legge". Sotto accusa 23 articoli TRIESTE I due terzi della legge sulla valorizzazione della lingua friulana sono da rifare. Lo sostiene la Uil del Friuli Venezia Giulia che ieri ha spedito la lettera ai ministri Giuseppe Fioroni (Pubblica Istruzione) e Linda Lanzillotta (Affari regionali), invitandoli ad impugnare quella legge approvata dal consiglio regionale. Sotto accusa 23 articoli su 34. I firmatari, Luca Visentini (segretario regionale Uil) e Ugo Previti (segretario generale Uil scuola), hanno inviato ai ministri anche un promemoria sottoscritto da sei docenti della regione (due di Trieste, due di Udine, uno di Gorizia e uno di Pordenone) preoccupati per le ripercussioni della legge. Da Roma ancora nessuna dichiarazione ma gli uffici legali dei Ministeri sarebbero già al lavoro per scandagliare palmo a palmo la legge. LA MINORANZA La legge, secondo il sindacato, trasforma una lingua minoritaria in una minoranza in quanto "si propone non solo di salvaguardare la cultura e la lingua friulana, ma anche di "incrementare" ed "ampliare" l'uso della stessa, nonché di "promuovere l'uso sociale della lingua friulana e il suo sviluppo come codice linguistico adatto a tutte le situazioni della vita moderna". In questo modo - accusa la Uil - si determina un sostanziale bilinguismo nei campi dell'istruzione e della pubblica amministrazione, nonché la creazione di una "minoranza" equiparabile alle minoranze nazionali presenti nel nostro Paese, quali quelle slovena o tedesca". LA LINGUA "Lungi dal tutelare e diffondere la cultura e le tradizioni friulane - prosegue la Uil - la legge si occupa di garantire un uso pubblico e quotidiano del friulano che lo renda paritario all'italiano per importanza e diffusione, attraverso tutta una serie di interventi di sostegno e promozione, fino ad estendere l'uso del friulano anche in contesti in cui esso risulta paradossale e per i quali è sprovvisto persino di una terminologia appropriata". È il caso dell'insegnamento, per la Uil, di materie che richiedono terminologie specifiche "quali la matematica o le scienze". Il sindacato si spinge oltre: "Si tratterebbe solo di un episodio di folclore linguistico, purtroppo simile per impostazione autoritaria e impositiva a certe pratiche linguistiche di triste memoria, se non vi fossero più pericolose conseguenze". In base a questa visione: "Dall'esigenza corretta di tutelare una lingua e una cultura storicamente peculiari si passa alla rivendicazione etnica, alla artificiosa creazione di uno spazio etnico-linguistico esclusivo, che mette in discussione i diritti individuali delle persone, nonché l'italiano come lingua nazionale e lo spirito civico della Repubblica". LA SCUOLA Contestato duramente anche il ruolo dell'Arlef e le minime competenze riconosciute alle Università. Capitolo a parte per la scuola: l'insegnamento del friulano e il suo uso veicolare sono considerati un'imposizione. "In contesti in cui la prevalenza dei cittadini di lingua friulana è schiacciante - prosegue la Uil - ciò determinerà un pesante clima di condizionamento ambientale a danno di chi "friulano" non è, con forti pericoli di discriminazione. La norma ci pare quindi contraria al principio costituzionale di salvaguardia della libertà di scelta individuale". Contestato poi l'elenco regionale dei docenti, il finanziamento delle scuole da parte dell'Arlef, oltre che i corsi per immigrati e l'istituzione dei volontari di madrelingua friulana. Bocciati anche gli articoli che riguardano toponomastica, comunicazione e le modalità per la fuoriuscita dei comuni dal territorio friulanofono. m.mi.

Torna all'inizio


Dubbi e perplessità fra gli studenti (sezione: Schola)

( da "Piccolo di Trieste, Il" del 16-01-2008)

 

LA MAGGIORANZA NON CONOSCE LA NUOVA RIFORMA Dubbi e perplessità fra gli studenti C'è chi propone di considerare solo l'ultimo anno delle superiori Il ministro Fioroni colpisce ancora: è stata varata una nuova riforma che cambia le regole per entrare nelle facoltà a numero chiuso. Peccato, però, che la maggior parte dei giovani siano all'oscuro di tutto. A causa della poca informazione o del disinteresse generale, alla domanda "Cosa ne pensi della nuova riforma Fioroni?" i ragazzi hanno espresso dubbi e perplessità. Dice Sara : "Di che riforma parlate? L'unica cosa che so è che devo recuperare i debiti altrimenti devo farmi gli esami a settembre". Marco invece dichiara di aver sentito parlare di una nuova riforma ma non sa di che cosa tratti tanto meno chi riguardi. Evidentemente nessuno ha spiegato a Marco e Sara che la nuova riforma prevede un cambiamento ai test d'ingresso per le Facoltà a numero chiuso (Architettura e Medicina le più importanti). Verrà infatti considerato non solo l'esito del test - finito recentemente nella bufera a causa di errori nelle domande e fughe di notizie relative alle stesse - ma anche il rendimento scolastico delle aspiranti matricole relativo agli ultimi tre anni di superiori: a tutti coloro che avranno ottenuto una media dei voti superiore ai sette decimi, e a chi avrà superato l'esame di Stato con una valutazione superiore agli ottanta centesimi verranno assegnati 25 punti che, sommati a quelli del test, saranno necessari ad avvicinarsi il più possibile ai 105 totali. Ma c'è chi, peggio ancora, non sa nemmeno chi sia il ministro Fioroni. Gianluca infatti dichiara: "Non ho idea di chi sia questo Fioroni, so che centra qualcosa con la scuola, ma a me non interessa. Possono fare quello che vogliono tanto io da quest'anno lavoro". Tra alzate di spalle, esclamazioni di stupore ("Ma va ... c'è una nuova riforma? Sul serio?) e incertezze, siamo riusciti a scovare i pochi che si sono adeguatamente informati e che hanno saputo esprimere un giudizio. Matteo si è dichiarato favorevole: "È una cosa intelligente perché permette di creare una selezione naturale tra gli aspiranti universitari". Mattia invece crede che tre anni siano un periodo troppo lungo per prendere in considerazione l'andamento scolastico e che sarebbe meglio dare rilevanza soltanto all'ultimo anno. Anche Michele ha forti dubbi: "Francamente non so cosa rispondere perché il rendimento scolastico spesso può essere altalenante, ed è giusto invece premiare chi si impegna nel test d'ingresso alle Facoltà". Desirè invece è d'accordo: "Trovo questa Riforma una novità eccezionale nel mondo universitario , e anche utile per la nostra società perché le persone che si iscrivono a queste Facoltà, una volta laureate, occuperanno ruoli chiave nel mondo del lavoro ... Margherita infine non ha molta fiducia: "Questa riforma non servirà a molto perché si sa, chi ha i soldi andrà avanti, pagandosi l'ammissione, mentre gli altri, come sempre si dovranno arrangiare". Viene dunque spontaneo chiedersi: gli studenti triestini che hanno aderito allo sciopero di venerdì scorso, conoscevano il vero motivo per cui sono scesi in piazza a protestare? Sanno chi è il ministro Fioroni e che ruolo svolge nella politica italiana? Forse lo sciopero è servito alla maggior parte degli aderenti, come spesso accade, per approfittare dell'occasione e dedicarsi alle classiche "lippe". O, forse, eventualità che a noi pare molto remota, la maggior parte dei giovani che vi hanno partecipato stava lottando contro la nuova riforma. Senza fare di tutta l'erba un fascio il dubbio resta, mentre attendiamo con "fiducia" l'ennesimo cambiamento delle regole scolastiche e universitarie. Riccardo Laterza (Liceo scientifico G.Oberdan - Trieste) Chiara Bravi (Istituto tecnico G. Deledda - Trieste).

Torna all'inizio


Più collaborazione tra scuole e atenei per una scelta mirata (sezione: Schola)

( da "Piccolo di Trieste, Il" del 16-01-2008)

 

L'OPINIONE DEL PROFESSOR GUAGNINI Dopo il test di ammissione sarebbe utile un colloquio per capire meglio lo studente Più collaborazione tra scuole e atenei per una scelta mirata Sulla proposta del ministro Fioroni che introduce nuove regole per il test di ingresso alle università a numero chiuso, abbiamo sentito il parere del professor Elvio Guagnini, docente di letteratura italiana all'università di Trieste. Qual è stata la sua prima impressione riguardo alla nuova iniziativa del governo? Tenere in conto anche i risultati ottenuti gli ultimi tre anni delle superiori potrebbe essere un elemento interessante per capire lo studente e il suo percorso di studi. Bisogna rendersi conto però che le scelte fatte a sedici anni non possono avere un peso decisivo nella valutazione dei ragazzi. Ben pochi di noi avevano le idee chiare riguardo al proprio futuro all'inizio del triennio delle superiori ed i ragazzi di oggi non sono da meno. Si può cambiare idea durante il percorso di studi e risultare brillanti in materie che prima per numerosi motivi venivano studiate più superficialmente. Allora, al momento dell'ammissione all'università potrebbe trovarsi in difficoltà chi ha scoperto il suo interesse tardi, o chi non ha scelto la scuola più adatta alle sue capacità. Crede quindi che questa ulteriore valutazione potrebbe migliorare le cose? Sono quasi sicuro che se ci trovassimo a scegliere gli studenti secondo le nuove direttive del governo non otterremmo risultati migliori, ma riusciremmo soltanto ad aumentare di un po' lo stress dei ragazzi. Concentrarsi sulla media dei voti conseguiti sarebbe controproducente perché bisognerebbe allora tener conto di numerosi altri fattori quali, per esempio, la scuola di provenienza e l'indirizzo scolastico scelto, che complicherebbero di molto il lavoro. Guardare semplicemente le cifre, d'altro canto, risulterebbe inutile in mancanza del contesto. Il numero chiuso è una necessità di alcuni corsi, ma la selezione dovrebbe essere di un altro tipo. Che tipo di selezione sarebbe più appropriata? La scuola e l'università dovrebbero collaborare assieme per formare i ragazzi ed aiutarli nelle loro scelte. Il test di ammissione dovrebbe essere seguito da un colloquio per capire lo studente, le sue capacità ed i suoi interessi. Credo che le scuole superiori dovrebbero soprattutto fornire gli strumenti per affacciarsi con serenità alla vita universitaria e per non trovarsi a seguire il percorso sbagliato. Se i ragazzi venissero guidati prima nelle loro scelte, allora le votazioni rispecchierebbero i loro progetti per il futuro e sarebbe lecito tenerne conto. L'università per questo dovrebbe essere più presente negli istituti superiori e facilitare ai ragazzi la scoperta della loro vocazione per trovare la formula didattica adeguata alle loro necessità. Questi sono i principali problemi a monte dell'università e sono quelli che vanno risolti per cambiare veramente le cose. Eleonora Mendizza (Liceo scientifico G.Galilei - Trieste).

Torna all'inizio


I test per l'Università: da quest'anno contano anche i punti del liceo (sezione: Schola)

( da "Piccolo di Trieste, Il" del 16-01-2008)

 

IL NUOVO PROVVEDIMENTO DEL MINISTRO FIORONI I test per l'Università: da quest'anno contano anche i punti del liceo "Ora pagherà il merito, non le furbizie, e chi studia e sgobba non resterà più fuori gioco per l'accesso alle facoltà universitarie a numero chiuso". Così il Ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni ha commentato il provvedimento approvato il 28 dicembre scorso dal Consiglio dei Ministri, messo a punto assieme al ministro dell'Università e della Ricerca, Fabio Mussi. Le novità che verranno introdotte con il provvedimento, secondo Fioroni, sono anche un incentivo per i ragazzi a proseguire gli studi e a farlo coerentemente con le attitudini personali. "Per la prima volta il curriculum delle scuole superiori sarà determinante per il proseguimento degli studi all'università e i quiz universitari dovranno tenere conto dei programmi delle superiori". Dal prossimo anno accademico (2008/2009), infatti, le facoltà a numero chiuso (come Architettura, Medicina, Odontoiatria, Scienze della formazione primaria, Veterinaria) dovranno tenere conto del profitto degli ultimi tre anni di scuola superiore. Un risultato di eccellenza potrà valere fino a 25 punti, da sommare agli 80 dei test di ammissione. Il punteggio massimo sarà quindi di 105 punti, dei quali 80 saranno assegnati sulla base del risultato del test d'ingresso e 25 saranno dati agli studenti che avranno conseguito risultati di eccellenza a scuola e sarà l' università a stabilire come attribuirli, tenendo conto di quattro indicatori di eccellenza: 1) media del 7 negli scrutini finali del triennio, 2) maturità con lode, 3) votazione che rientra nel 20% dei risultati migliori della commissione, comunque non inferiore a 80/100, 4) otto di media negli scrutini finali del triennio nelle materie indicate nel bando di ammissione alla facoltà a numero chiuso. Sono risultati difficilmente raggiungibili, ma alla fine il merito secondo il ministro verrà premiato. I "superbravi" inoltre otterranno una "student card" per l'acquisto di libri e materiale informatico e sconti nei musei, oltre a poter usufruire di viaggi, tirocini e stage. Un altro elemento importante del decreto saranno i quiz per l'esame di ammissione alle facoltà. Non ci saranno più le tanto temute domande impossibili di "cultura generale", ma i test dovranno tener conto dei programmi delle superiori. Altra novità voluta dal ministro Fioroni sono le iniziative di orientamento che, a partire dal prossimo anno, verranno organizzati per consentire agli studenti di arrivare preparati ai corsi di laurea che hanno scelto. In questa attività orientativa - dice il decreto - è prevista una collaborazione tra i docenti delle superiori e quelli dell'università. I primi potranno lavorare alla stesura dei test di ammissione, mentre i secondi potranno andare nelle scuole a spiegare l'offerta formativa delle loro facoltà e saranno incaricati di preparare al meglio gli studenti ad affrontare i futuri corsi di studio da loro scelti. Insomma, un decreto che spacca in due il mondo delle future matricole. C'è chi lo definisce un vero colpo basso ai danni di tutti coloro che non rientrano negli indicatori di eccellenza per raggiungere il punteggio massimo dei 105 punti. Ma c'è anche chi è convinto che era ora che si pensasse a tutti coloro che si sono sempre impegnati, e aggiunge che è un peccato che questo decreto non sia stato proposto prima dei 3 mesi di una sessione di prove di ammissione a Medicina finite con decine di indagati. Muriel Doz (Liceo scientifico G. Galilei - Trieste).

Torna all'inizio


Rifiuti: ancora proteste e scuole chiuse. La Cdl incalza (sezione: Schola)

( da "Giornale di Brescia" del 16-01-2008)

 

Edizione: 16/01/2008 testata: Giornale di Brescia sezione:INTERNO Sulle strade del Napoletano restano 70mila tonnellate di "monnezza". L'opposizione prepara una mozione di sfiducia al ministro Pecoraro Rifiuti: ancora proteste e scuole chiuse. La Cdl incalza Cumuli di rifiuti in una strada di Ischia. Sullo sfondo l'istmo di Sant'Angelo NAPOLI Ancora proteste e blocchi stradali nel napoletano e ancora scuole chiuse per l'emergenza rifiuti, mentre la Cdl incalza il Governo e lancia accuse. Ieri è stata un'altra giornata di blocchi stradali e tensioni nel quartiere napoletano di Pianura. Ma la gente è scesa in strada anche a Quarto, Agnano e in via Campana. Settemila le tonnellate a terra a Napoli, nonostante la raccolta nella notte, e 70mila in tutta la provincia. Ma i numeri si danno anche al lotto, dove è andato per la maggiore proprio il terno della monnezza: 12 (militari), 60 (città di Napoli) e 70 (spazzatura). Ieri sono stati circa 50mila i ragazzi che non hanno potuto tornare a scuola (il 3% degli istituti erano però chiusi, ha precisato la Regione), ma il ministro Fioroni ha chiesto al commissario De Gennaro di intervenire perché si rimedi al più presto. Ma le scuole intanto chiuderanno oggi anche a San Nicola la Strada, nel casertano, mentre il primo cittadino di Trecase (Napoli) minaccia di chiudere anche il municipio perché "la spazzatura è uguale per tutti", anche nei piccoli comuni. Il sindaco di Torre Annunziata si è detto pronto a spalare personalmente i rifiuti, "purché - premette - ci dicano dove portarli". L'esercito intanto è arrivato a San Giorgio a Cremano, a Cercola e a Quarto, dove il parroco era pronto a riceverlo con una benedizione. Ma ormai gli albergatori danno per compromesso il turismo di Pasqua. Intanto proseguono in varie regioni anche le proteste contro l'arrivo della "monnezza" campana. In Abruzzo nuove proteste contro gli arrivi di rifiuti alla discarica di Cerratina e nelle Marche An ha protestato di fronte alla Provincia di Pesaro, mentre in Molise il presidente Iorio esulta per il fatto che non si farà più la contestata discarica di Morcone, nella vicina provincia di Benevento. Al Nord la Lega manda un pacco di sacchetti di spazzatura al presidente delle Liguria Burlando, "reo" di solidarietà con la Campania, mentre il centrodestra piemontese continua a contestare la disponibilità offerta dalla presidente Bresso, e Umbria e Veneto ribadiscono il loro no alla spazzatura campana. La politica è in fibrillazione. Da vicepresidente della Commissione Ue, Franco Frattini ha invitato il governo ad agire. Con Roberto Castelli, la Lega teme che intanto il governatore lombardo Formigoni stia cedendo rispetto al no iniziale e minaccia di far venire meno il suo appoggio. L'azzurro Jannone denuncia che al Nord viene tolto lo scalo di Malpensa mentre si portano i rifiuti di Napoli. Calendarizzata infine la mozione di sfiducia del centrodestra al ministro Pecoraro Scanio: voto il 22 alla Camera e il 23 al Senato.

Torna all'inizio


La Ue: un disastro, rischiate sanzioni (sezione: Schola)

( da "Provincia di Cremona, La" del 16-01-2008)

 

Edizione di Mercoledì 16 gennaio 2008 Benvenuto P.Review srl Emergenza rifiuti. Scuole chiuse, a Pianura tornano i blocchi stradali. Sale la protesta anche fuori dalla Campania La Ue: un disastro, rischiate sanzioni Attacco del commissario all'ambiente Dimas Roma replica: lavoriamo per applicare il piano di Piero Consoli ROMA ? Ancora proteste e blocchi stradali nel napoletano e ancora scuole chiuse per l'emergenza rifiuti, mentre la Cdl incalza il governo e lancia accuse. 70 mila tonnellate di 'monnezza' sulle strade del napoletano. Ieri è stata un'altra giornata di blocchi stradali e tensioni nel quartiere napoletano di Pianura. Ma la gente è scesa in strada anche a Quarto, Agnano e in via Campana. Settemila le tonnellate a terra a Napoli, nonostante la raccolta nella notte, e 70 mila in tutta la provincia. Ma i numeri si danno anche al lotto, dove è andato per la maggiore proprio il terno della monnezza: 12 (militari), 60 (città di Napoli) e 70 (spazzatura). Ieri sono stati circa 50 mila i ragazzi che non possono tornare a scuola (il 3% degli istituti sono però chiusi, si precisa in Regione), ma il ministro Fioroni ha chiesto al commissario De Gennaro di intervenire perchè si rimedi al più presto. Ma le scuole intanto chiudono oggi anche a San Nicola la Strada, nel casertano, mentre il primo cittadino di Trecase (Napoli) minaccia di chiudere anche il municipio perchè "la spazzatura è uguale per tutti", anche nei piccoli comuni. Il sindaco di Torre Annunziata si è detto pronto a spalare personalmente i rifiuti, "purchè ? premette ? ci dicano dove portarli". L'esercito intanto è arrivato a San Giorgio al Cremano, a Cercola e a Quarto, dove il parroco era pronto a riceverlo con una benedizione. Ma ormai gli albergatori danno per compromesso il turismo di Pasqua. Anche fuori della Campania acque ancora agitate. In Abruzzo nuove proteste contro gli arrivi di rifiuti alla discarica di Cerratina e nelle Marche An ha protestato di fronte alla Provincia di Pesaro, mentre in Molise il presidente Iorio esulta per il fatto che non si farà più la contestata discarica di Morcone, nella vicina provincia di Benevento. Al Nord la Lega manda un pacco di sacchetti di spazzatura al presidente delle Liguria Burlando, 'reo' di solidarietà con la Campania, mentre il centrodestra piemontese continua a contestare la disponibilità offerta dalla presidente Bresso, e Umbria e Veneto ribadiscono il loro no alla spazzatura campana. La Cdl prepara una mozione sfiducia al ministro Pecoraro. Da vicepresidente della Commissione Ue, Franco Frattini invita il governo ad agire, mentre il presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sui ciclo dei rifiuti, Roberto Barbieri, suggerisce l'immediato avvio di un tavolo di intesa tra Governo, Conferenza delle Regioni ed enti campani. Con Roberto Castelli, la Lega teme che intanto il governatore lombardo Formigoni stia cedendo rispetto al no iniziale e minaccia di far venire meno il suo appoggio. L'Udc Pionati propone intanto una legislatura di coalizione per la Campania, e trova sostegno nell'Idv Formisano, mentre tre eurodeputati di Fi paventano rischi di un'emergenza rifiuti anche a Roma e nel Lazio. Il Commissario Ue per l'ambiente. Basta con le violazioni alla normativa europea in tema di smaltimento dei rifiuti, l'Italia ripulisca le strade della Campania, ma soprattutto metta davvero in pratica un piano a lungo termine di misure strategiche, che releghino le discariche all'ultimo posto nel processo nel ciclo dei rifiuti. È questo il messaggio che il commissario Ue all'Ambiente Stavros Dimas ha consegnato all'Italia dall'aula del Parlamento europeo, durante un dibattito dedicato alla crisi dei rifiuti in Campania. La Commissione, ha sottolineato Dimas, è pronta ad assumere nuovi passi legali, che possono portare anche a multe se l'Italia continuerà a violare la normativa europea, ha chiarito Dimas, tenendo alta la pressione in vista dell'incontro che l'euroesecutivo avrà a Roma col governo italiano e gli enti locali il 28 gennaio. Sarà quello il momento della verità. La replica di Roma. "Stiamo lavorando per applicare il piano rifiuti" ha reagito Palazzo Chigi al rischio di multa per l'Italia adombrato a Bruxelles. "Il nostro impegno ? sottolineano fonti dell'esecutivo ? è testimoniato dal giudizio dello stesso Dimas sul piano approntato dal governo e che si sta approntando".

Torna all'inizio


L'opinione Una scuola in declino (sezione: Schola)

( da "Libertà" del 16-01-2008)

 

Quotidiano partner di Gruppo Espresso LIBERTA' di mercoledì 16 gennaio 2008 > Agenda l'opinione Una scuola in declino con alunni-clienti di LUIGI NICELLI Mi vorrei collegare al condivisibile ed efficace intervento di Bruno Cassinari apparso su questo quotidiano nei giorni scorsi in cui si evidenziava, tra l'altro, la necessità di ripristinare nelle nostre scuole il principio di autorità. E' sotto gli occhi di tutti il fatto che la scuola italiana sia diventata, da qualche tempo, un facile bersaglio per giornali, riviste e politici. Oggetto delle critiche sono gli scarsi risultati dei nostri allievi rilevati nel corso dell'indagine Ocse Pisa, che valuta e confronta i livelli di apprendimento degli studenti in Italia con quelli del resto d'Europa. Diamo atto alle fonti di informazione di aver perfettamente centrato il problema: la scuola italiana è in pieno ed inarrestabile declino. Dove sbagliano, invece, è nell'individuazione delle cause. Ritenere che tutti i mali della scuola italiana si possano imputare alla didattica è sbagliato, come è sbagliato pensare che per migliorare la didattica siano necessari provvedimenti che colpiscano unicamente il metodo di lavoro degli insegnanti. Un problema non può essere risolto se non dopo aver ricercato ed eliminato le sue vere radici. Ogni provvedimento che prescinda da questa analisi preliminare non solo sarebbe privo di senso, ma servirebbe solo ad acuire una situazione già tragica. Tentiamo dunque di capire i motivi che hanno portato la nostra scuola al declino. Primo fra tutti è l'indebolimento o, per meglio dire, l'annichilimento dell'autorità dei docenti, mutuata dal pensiero di alcuni pedagogisti e fatta propria da una larga schiera di riformatori della scuola. Frutti di questa deleteria filosofia sono stati i cosiddetti debiti formativi mai sanati, il 6 rosso al posto del quattro, l'abolizione degli esami di riparazione, la bocciatura vista come fallimento dell'educatore e non come strumento di recupero delle conoscenze. Eliminati i mezzi attraverso i quali l'insegnante poteva pretendere impegno e serietà dai propri allievi, la didattica ha perso forza e incisività, l'impegno è calato, lo studio è diventato superficiale, l'apprendimento è penosamente precipitato ai livelli attuali. Un'altra ragione del declino della scuola deriva dal tentativo di instaurare principi di stampo aziendalistico nella gestione scolastica. Il preside è diventato un manager, ossia l'amministratore di un istituzione sostenuta da un insieme variegato di finanziamenti. Gli allievi, persi ormai i connotati di discenti, hanno assunto il ruolo di clienti di un servizio e, da studenti, sono diventati utenti. La logica aziendalistica, che vede il cliente al centro delle attenzioni, ha imposto la sua ferrea legge: se in un istituto ci sono bocciature, allora quella scuola ha fallito la sua missione, ormai trasformatasi in mission dal significato imprenditoriale. La bocciatura, da strumento di educazione, è diventata elemento di valutazione della validità della didattica e del lavoro degli insegnanti. Queste sono cause che provengono dall'interno del sistema scolastico, e il Ministero dovrà tenerne conto prima di imbastire una nuova, ennesima riforma. Si troverà la soluzione solo garantendo agli insegnanti autorità e strumenti efficaci. [.

Torna all'inizio


Via manara, nomade arrestato aveva i documenti di cappuzzo (sezione: Schola)

( da "Mattino di Padova, Il" del 16-01-2008)

 

IL CASO Via Manara, nomade arrestato aveva i documenti di Cappuzzo Nei guai è finita anche una ragazza napoletana di 25 anni Avesse saputo a chi appartengono i documenti mostrati ai poliziotti, forse non li avrebbe nemmeno tirati fuori. Già. Perché un nomade di origini serba, D.N. di 39 anni, l'altra notte, ha estratto dalla tasca, per farsi identificare da una pattuglia delle Volanti, una tessera (scaduta) di iscrizione a Forza Italia e il tesserino di abilitazione per poter sparare al poligono di tiro di Padova. Documenti intestati a Gian Luca Cappuzzo, il medico specializzando attualmente in carcere perché accusato di aver ucciso la moglie Elena Fioroni con delle iniezioni di veleno e poi inscenato il suicidio nel febbraio del 2006. Lì per lì, gli agenti non hanno fatto molto caso alla faccenda. Gli hanno chiesto documenti validi visto che era alla guida di un autoveicolo e poi, dato che non aveva altro da mostrare, è stato denunciato per ricettazione. Poi una volta in questura hanno notato la stranezza e hanno cominciato ad indagare. Nei guai è finita anche una ragazza che era con lui in via Manara, alla Stanga, una venticinquenne di origini napoletane. Anche lei è stata denunciata per ricettazione ma per altri motivi: nella borsa nascondeva una macchina fotografica digitale che aveva una targhetta del Gruppo Veneto Banca, una macchina fotografica digitale Fuji, una Olympus, una Pentax e una Minolta. Tutti oggetti di cui non ha saputo spiegare la provenienza. I due hanno riferito agli agenti che stavano andando a rifornirsi di droga, ma non hanno voluto dire da chi stavano andando. Serbo e napoletana sono stati bloccati in via Manara lunedì sera verso le 23,30. E sono stati fermati perché l'auto su cui viaggiavano, procedeva in modo sospetto: fermandosi e riprendendo la marcia per poi bloccarsi nuovamente. Ora la polizia vuole verificare come mai la tessera (nonostante risulti scaduta) e il tesserino del poligono intestati al medico Cappuzzo siano finiti in mano ad un nomade. Ma anche se entrambi i documenti siano veri o falsi, oppure siano semplicemente (improbabile anche se possibile) ad un altro Gian Luca Cappuzzo, solamente omonimo del presunto uxoricida. Il medico in carcere dal febbraio del 2006, infatti, era iscritto a Forza Italia e le indagini sul suo passato avevano scoperto anche l'iscrizione al poligono padovano. Dunque se i documenti sono veri, c'è da capire come mai siano finiti in mano al nomade. Che, tra l'altro, non risulta mai stato in carcere. Forse i documenti sono stati rubati in passato e sono arrivati per caso in mano al serbo. (p.bar.).

Torna all'inizio


Giornata della memoria: fioroni il 25 a san sabba (sezione: Schola)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 16-01-2008)

 

Regione Giornata della memoria: Fioroni il 25 a San Sabba ROMA. Palazzo Chigi ha definito ieri le date delle celebrazioni del Giorno della memoria 2008. Si apriranno il 24 gennaio al Quirinale con una cerimonia alla presenza del Capo dello stato Giorgio Napolitano, del presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane (Ucei) Renzo Gattegna e del vicepremier e ministro dei beni culturali Francesco Rutelli che rappresenterà il Governo. Saranno ricordati i Giusti che operarono a favore degli ebrei italiani. Sempre il 24 Camera e Senato celebreranno la giornata. Il 25 gennaio il ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, sarà a Trieste alla Risiera di San Sabba - unico campo di sterminio in territorio italiano - dove saranno premiati i migliori temi degli studenti sulla Shoah. Alla cerimonia parteciperanno sia il presidente dell'Ucei Gattegna sia lo storico del Centro di documentazione ebraica di Milano Michele Sarfatti.

Torna all'inizio


Uil contro il friulano: appello al governo (sezione: Schola)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 16-01-2008)

 

Appello ai ministri Lanzillotta e Fioroni e a Letta: "La legge è incostituzionale perché discrimina docenti e studenti con rivendicazioni etniche" Uil contro il friulano: appello al governo Il segretario Visentini e il sindacato scuola chiedono il ricorso alla Consulta SCUOLA TRIESTE. La Uil e la Uil scuola del Friuli Venezia Giulia hanno chiesto al Governo di impugnare davanti alla Corte costituzionale la legge regionale sulla tutela della lingua friulana. La richiesta è contenuta in un documento di osservazioni alla norma regionale recentemente approvata, che è stato sottoscritto dal segretario generale, Luca Visentini, e da quello del comparto scuola, Ugo Previti. "La nostra richiesta - ha affermato Visentini - è che il Governo impugni la legge sia per incostituzionalità che per conflitto di attribuzione. Nel primo caso, per il meccanismo di silenzio-assenso, nel secondo, perché la norma va contro i princípî di autonomia scolastica, in particolare - ha aggiunto - per quanto riguarda il reclutamento e la formazione del personale e l'assegnazione delle classi". Nel documento, inviato ai ministri dell'Istruzione Fioroni, degli Affari regionali Lanzillotta e al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Letta, la Uil afferma che la legge "determinerà pesanti rischi di discriminazione a carico dei docenti e degli studenti della scuola pubblica, dei cittadini nel loro rapporto con le pubbliche amministrazioni locali e dei dipendenti - precisa il testo - delle stesse amministrazioni". Secondo il sindacato, in particolare, attraverso la legge si crea una "minoranza" equiparabile a quelle nazionali, ma che "non trova alcun riscontro nella storia e nell'attuale ordinamento. Il friulano - precisa la Uil - è linguaggio di origine popolare e proprio della società contadina, dalle mille varietà locali, prevalentemente orale e senza una codificazione scritta univoca, da sempre parlato in famiglia e mai formalizzato per un insegnamento sistematico nelle scuole, mai utilizzato - sottolinea il testo - negli atti pubblici e ufficiali in luogo dell'italiano". "Dall'esigenza corretta di tutelare una lingua e una cultura storicamente peculiari - nota la Uil - si passa alla rivendicazione etnica, alla artificiosa creazione di uno spazio etnico-linguistico esclusivo, che mette in discussione i diritti individuali delle persone, nonché - conclude la lettera del sindacato - l'italiano come lingua nazionale e lo spirito civico della Repubblica. Se si applicasse questo principio pseudo-storico ad altre regioni, che oltre a una specifica lingua possano vantare una storia di più antica data e una passata forma statuale indipendente (come ad esempio il regno di Napoli o delle Due Sicilie), salterebbero le basi stesse dell'unità dello Stato", scrive ancora Visintini. La Uil quindi segnala "l'articolo 32, nel quale si prevede che i Comuni oggi facenti parte del territorio friulano oggetto della legge, e che vi erano entrati in base all'articolo 5 della legge regionale 15/1996 attraverso la semplice segnalazione di una presenza friulanofona da parte del sindaco, debbano ora adottare una delibera del Consiglio comunale con maggioranza dei due terzi qualora vogliano uscire dalla delimitazione. In carenza di tale delibera vi si ritrovano automaticamente inseriti per i fini della nuova legge", conclude il sindacalista.

Torna all'inizio


Debiti, crediti: la scuola insegni che ha risultati solo chi si impegna - sergio torcinovich * (sezione: Schola)

( da "Nuova Venezia, La" del 16-01-2008)

 

Altre Debiti, crediti: la scuola insegni che ha risultati solo chi si impegna SERGIO TORCINOVICH * Proprio in questi giorni, nelle scuole medie superiore si sta decidendo in merito alle modalità di recupero degli allievi insufficienti in una o più discipline, a seguito del decreto del ministro Fiorini che prevede, fra l'altro, che la verifica dell'avvenuto recupero venga fatta entro agosto. In via preliminare, è da osservare che, ormai da più di un decennio, vale a dire da almeno due generazioni di studenti, l'abolizione degli esami di riparazione a settembre ha, di fatto, reso facoltativo lo studio di alcune discipline. Con il sistema dei debiti formativi si è data allo studente la possibilità di trascurare, a sua discrezione, la preparazione in alcune materie; il "recupero" delle lacune sarebbe potuto avvenire nel corso dell'anno successivo, con prove da tenersi entro maggio magari a seguito di corsi ad hoc organizzati dalle stesse istituzioni scolastiche, o ancora con tutti quei sistemi che l'autonomia scolastica, condita da italica fantasia, permetteva. Se nonostante tutto, il "recupero" non fosse avvenuto, pazienza: lo studente avrebbe solo rischiato di veder diminuita la sua media. Va dato atto al Ministro di essersi reso conto della situazione paradossale. A suo favore depone lo sforzo di porvi rimedio. C'è però un aspetto della "riforma Fioroni" sul recupero dei "debiti" formativi che non è stato adeguatamente posto in risalto. Si tratta dell'obbligatorietà per le istituzioni scolastiche di predisporre attività di recupero per gli allievi deficitari in una o più discipline, sia nel corso dell'anno scolastico (dopo i risultati tri o quadrimestrali) che durante l'estate, prima della verifica di fine agosto. A mio avviso non è da discutere l'obbligatorietà di tale attività: un sistema educativo fortunatamente non più elitario deve certamente preoccuparsi di sostenere i discenti che denunciano debolezze. Ciò che invece è assai opinabile è che questi corsi siano rivolti indistintamente a tutti gli studenti, senza che vi sia una valutazione di merito e di opportunità da parte di un organo competete, che non può essere altri che il Consiglio di classe nella componente docenti. Il fatto è che molto, troppo spesso l'insufficienza, specie se grave, in una o più materie dipende non dà oggettive difficoltà di comprensione e assimilazione dei concetti e dei contenuti ma dà un rifiuto del dialogo educativo. Rimane che, anche per lo studente "scaldabanco", la collettività dovrà impiegare risorse per tentare un recupero dove invece è, semmai, da recuperare il rifiuto di imparare. Ciò ci deve indignare in quanto contribuenti, prima ancora che educatori. La norma che estende l'accesso ai corsi e alle attività di recupero a tutti gli studenti indistintamente è da considerarsi altamente diseducativa, così come lo era ed è ancora il sistema dei debiti. Innanzitutto, la scuola di massa per essere veramente di qualità e per contribuire al riscatto sociale degli strati svantaggiati della popolazione deve abbandonare ogni scimmiottamento pseudo aziendalistico, cominciando dal linguaggio (debiti, crediti, offerte formative), a favore di percorsi educativi il cui punto d'arrivo sia in ogni caso la responsabilizzazione dell'allievo. Insomma, è da superare la (insana) logica del "successo formativo", almeno così come è stata fino a oggi declinata. A mio avviso sarebbe opportuno sostituirla con l'etica della responsabilità volta a insegnare che a certi comportamenti corrispondono certi risultati. Non ci può essere però nessun cambiamento in tale direzione se non si smette di umiliare gli insegnanti. Tanto per cominciare, si dovrebbe delegare a loro, sulla base di criteri condivisi e votati nel Collegio, la decisione rispetto a quale studente ammettere alle attività di recupero delle lacune. * insegnante, Venezia.

Torna all'inizio


Materne, niente iscrizioni online - teresa monestiroli (sezione: Schola)

( da "Repubblica, La" del 16-01-2008)

 

Pagina IX - Milano Numero verde intasato dalle troppe chiamate e disservizi a ripetizione nel primo giorno utile. Ma c'è tempo fino al 26 Materne, niente iscrizioni online Mancano i moduli, prenotazioni ferme. Ed è caos ai centralini Quest'anno si dovranno indicare cinque scuole. Ancora nessuna risposta ai rilievi di Fioroni sulle norme anti clandestini TERESA MONESTIROLI Scuole materne: iscrizioni in tilt. E non solo al numero verde, che anche quest'anno ha funzionato a singhiozzo tutto il pomeriggio perché le troppe telefonate in entrata hanno intasato l'800272709, ma anche via Internet. L'iscrizione online, pubblicizzata sulla circolare come la novità dell'anno, ieri, primo giorno per prenotare il colloquio in una scuola dell'infanzia, non era ancora attiva. Nessun link sulla home page, nessuna delucidazione per le famiglie. "Provi domani o dopodomani - spiega un po' esasperata la voce che risponde al numero indicato per la richiestra di informazioni delle scuole dell'infanzia - . Stanno facendo ancora delle verifiche per vedere se il sistema funziona correttamente". Ancora? La domanda sorge spontanea visto che la circolare è datata 17 dicembre e il Comune ha avuto quasi un mese per fare tutte le simulazioni del caso. Poi, finalmente, alle 18.30 sul sito del Comune compare il tanto atteso link, ma l'accesso al modulo manca ancora. Dopo i pasticci informatico dell'Ecopass - più volte è crollato il sistema impedendo il pagamento del ticket - , Palazzo Marino si incaglia di nuovo sui servizi telematici: un numero verde che non risponde - il messaggio registrato avvisa i genitori che il numero non è momentaneamente raggiungibile - e un sito Internet inaccessibile. "Abbiamo avuto dei problemi con il sistema - spiega il direttore del settore Scuola Carmela Madaffari - , ora però mi hanno detto che funziona". A fine pomeriggio, non proprio quello che si chiama efficienza. "Non cade il mondo - sdrammatizza la funzionaria - . I genitori hanno tempo per iscriversi. E poi al call center abbiamo ricevuto più di 1700 telefonate. Un modo per prenotarsi c'è stato comunque". L'ordine di prenotazione del colloquio non dà del resto alcuna precedenza in graduatoria, quindi il Comune consiglia di telefonare - e collegarsi al sito - fra qualche giorno. Ma si sa che le mamme in cerca di un posto alla materna sono un po' ansiose, e allora perché non potenziare il numero? La risposta non arriva. Si ribadisce invece che chi usa il numero verde può chiamare fino al 26 gennaio, mentre chi si vuole cimentare nella nuova modalità online ha tempo fino al 29 febbraio. Per farlo, però, bisogna prima registrarsi come utenti del sito del Comune e poi, con in mano un codice pin che si trova sulla cartella esattoriale Tarsu, accedere al servizio. Chi non ha il codice deve richiederlo agli uffici di via Larga. E c'è un'altra novità. Quest'anno le famiglie al colloquio dovranno indicare cinque scuole, non più tre. Due di queste vengono assegnate dal Comune come "le più vicine a casa" (15 punti), le altre tre sono a scelta dei genitori (6 punti). Alla diffida del ministro Fioroni che chiede di cambiare la regola per cui gli stranieri irregolari non possono iscrivere i figli alla materna, l'assessore all'Educazione Mariolina Moioli non ha ancora risposto. Mancano ancora quattro giorni.

Torna all'inizio


Al via i corsi di recupero all'ipsia giorgi e al pertini - nadia davini (sezione: Schola)

( da "Tirreno, Il" del 16-01-2008)

 

Lucca Al via i corsi di recupero all'Ipsia Giorgi e al Pertini NADIA DAVINI LUCCA. Attività di recupero mattutine e pomeridiane e studio individuale. Sono queste le parole chiave per l'aiuto a quegli studenti che devono colmare le lacune riportate nella pagella del primo quadrimestre. I corsi di recupero mirati a questo scopo si stanno attivando in questi giorni e proseguiranno fino a maggio. Ai primi di giugno, poi, ci sarà lo scrutinio finale e in quel momento i vari consigli di classe decideranno per l'attribuzione dei debiti e dei recuperi estivi. Ipsia Giorgi. Le attività sono delle più diversificate, con una concentrazione maggiore sulle classi prime. Qui infatti verranno svolti dei lavori per gruppi e ci saranno delle ore di co-presenza di due insegnanti della stessa materia, soprattutto per le discipline che registrano più insufficienze, come matematica e inglese. Sono state predisposte 300 ore complessive di corsi di recupero, con interventi pomeridiani mirati e specifici, che seguiranno gli studenti fino a maggio, dove, durante la prima settimana, gli insegnanti manderanno alle famiglie delle lettere contenenti l'esito della prima fase sanatoria dei brutti voti. Tuttavia non mancano i dubbi e la perplessità nelle parole del dirigente scolastico, Erminio Serniotti. "I fondi del ministero della pubblica istruzione sono stati mandati e già stanziati - dice -, ma la cifra complessiva non è così elevata, dovremo razionalizzare, cercando di contenere al massimo le spese". Nonostante il contenuto della riforma Fioroni sia largamente condiviso, sulle modalità di intervento si registra titubanza. "è una riforma complessivamente accettabile - prosegue Serniotti -, il problema sta nel fatto che si deve mettere in moto un meccanismo complicato da gestire, che mette tutti con l'acqua alla gola. Gli insegnanti capiscono l'esigenza della riforma; c'è un diffuso clima di collaborazione, tuttavia la novità, rappresentata da queste attività di recupero, spaventa e preoccupa. Dobbiamo far fronte al problema estate, cercando di far coincidere le esigenze dei docenti con quelle degli alunni e delle loro famiglie, in prospettiva, soprattutto, dell'organizzazione delle ferie". Isi Pertini. Le modalità di recupero saranno suddivise in una parte curriculare, da svolgersi nelle ore scolastiche, e in una parte pomeridiana, cercando di concentrarsi su pochi alunni per risolvere problematiche specifiche. In questo contesto si inseriscono le attività di classi aperte con corsi di recupero e corsi di potenziamento, di e-learning, la piattaforma virtuale che consente ai ragazzi di esercitarsi anche da casa e di tutoraggio, da parte degli studenti più bravi che sostengono e aiutano i compagni di classe in difficoltà. Le verifiche verranno effettuate entro aprile. "I corsi estivi - afferma la preside, Donatella Venturi - sono ancora da definire, perché stiamo aspettando delle indicazioni più precise e chiare dal ministero della pubblica istruzione, visto che è tutto ancora molto nebuloso".

Torna all'inizio


Se la materia più difficile è la tolleranza - giancarlo visitilli (sezione: Schola

)

( da "Repubblica, La" del 16-01-2008)

 

Pagina III - Bari IN CATTEDRA Se la materia più difficile è la tolleranza GIANCARLO VISITILLI Abbiamo cominciato l'anno solare a scuola "con le notizie brutte", come dice Nicola, prima C dell'Ipsia di Bitetto. Del resto come si può fare a meno di parlare ai ragazzi dei brutti fatti di cronaca, quelli dei bulli che imperversano dentro e fuori delle classi? Come, per esempio, quello accaduto sul finire dell'anno passato, che interpella direttamente la scuola? Matteo, un giovane studente, italo-filippino di Finale Ligure, ucciso e marchiato con una svastica e la scritta "gay" sul petto. A seguito di questo avvenimento, alcuni esponenti del Partito Democratico hanno scritto a Fioroni, Ministro della Pubblica Istruzione, una lettera aperta, con la quale, anch'io nella mia classe, ho voluto ben augurare un nuovo anno agli alunni, leggendola, ma soprattutto volendo cominciare un percorso didattico che rientra appieno nei programmi ministeriali, trattandosi della "diversità". "Caro Ministro - recita la lettera - un giovane omosessuale il più delle volte è solo, e senza alcun supporto sociale: a volte evita di parlare anche con se stesso. Un vero cortocircuito esistenziale che avviene proprio nel momento più delicato della propria formazione: l'adolescenza...". Qualcuno degli alunni ha cominciato a sorridere. Altri, invece, erano assolutamente impietriti, perché ho proseguito nella lettura in cui si fa cenno alle tante diversità: l'ebreo, il mussulmano, l'handicappato, il sovrappeso, ecc. SEGUE A PAGINA XII.

Torna all'inizio

Rifiuti, la CdL "sfiducia" Pecoraro Scanio (sezione: Schola)

( da "Gazzetta del Sud" del 16-01-2008)

 

La mozione sarà discussa prima alla Camera (il 22 gennaio) e il giorno dopo al Senato. Fuori dalla Campania aumenta il malcontento per l'arrivo di spazzatura Rifiuti, la CdL "sfiducia" Pecoraro Scanio Scuole ancora chiuse, proteste e blocchi stradali. Qualche sindaco minaccia di sbarrare persino il Municipio ROMAAncora proteste e blocchi stradali nel Napoletano e ancora scuole chiuse per l'emergenza rifiuti, mentre la Cdl incalza il governo e lancia accuse. Ieri è stata un'altra giornata di blocchi stradali e tensioni nel quartiere napoletano di Pianura. Ma la gente è scesa in strada anche a Quarto, Agnano e in via Campana. Settemila le tonnellate a terra a Napoli, nonostante la raccolta nella notte, e 70 mila in tutta la provincia. Ma i numeri si danno anche al lotto, dove è andato per la maggiore proprio il terno della monnezza: 12 (militari), 60 (città di Napoli) e 70 (spazzatura). Ieri sono stati circa 50 mila i ragazzi che non sono potuti tornare a scuola (il 3% degli istituti sono però chiusi, si precisa alla Regione), ma il ministro della Pubblica istruzione Fioroni ha chiesto al commissario De Gennaro di intervenire perché si rimedi al più presto. Ma le scuole intanto chiudono oggi anche a San Nicola la Strada, nel Casertano, mentre il primo cittadino di Trecase (Napoli) minaccia di chiudere anche il Municipio perché "la spazzatura è uguale per tutti", anche nei piccoli comuni. Il sindaco di Torre Annunziata si è detto pronto a spalare personalmente i rifiuti, "purché premette ci dicano dove portarli". L'Esercito intanto è arrivato a San Giorgio a Cremano, a Cercola e a Quarto, dove il parroco era pronto a riceverlo con una benedizione. Ma ormai gli albergatori danno per compromesso il turismo di Pasqua. Ma anche fuori dalla Campania la situazione comincia a essere critica. In Abruzzo nuove proteste contro gli arrivi di rifiuti alla discarica di Cerratina e nelle Marche An ha protestato di fronte alla Provincia di Pesaro, mentre in Molise il presidente Iorio esulta per il fatto che non si farà più la contestata discarica di Morcone, nella vicina provincia di Benevento. Al Nord la Lega manda un pacco di sacchetti di spazzatura al presidente delle Liguria Burlando, "reo" di solidarietà con la Campania, mentre il centrodestra piemontese continua a contestare la disponibilità offerta dalla presidente Bresso, e Umbria e Veneto ribadiscono il loro "no" alla spazzatura campana. Da vicepresidente della Commissione Ue, Franco Frattini invita il governo ad agire, mentre il presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sui ciclo dei rifiuti, Roberto Barbieri, suggerisce l'immediato avvio di un tavolo di intesa tra Governo, Conferenza delle Regioni ed enti campani. Con Roberto Castelli, la Lega teme che intanto il governatore lombardo Formigoni stia cedendo rispetto al no iniziale e minaccia di far venire meno il suo appoggio. L'azzurro Jannone denuncia che al Nord viene tolto lo scalo di Malpensa mentre si portano i rifiuti di Napoli, ma il deputato piemontese de "La Destra" sostiene che tutte le regioni devono contribuire per risolvere l'emergenza. L'Udc Pionati propone intanto una legislatura di coalizione per la Campania, e trova sostegno nell'Idv Formisano, mentre tre eurodeputati di Fi paventano rischi di un'emergenza rifiuti anche a Roma e nel Lazio. Calendarizzata, infine, la mozione di sfiducia del centrodestra al ministro dell'Ambiente Pecoraro Scanio: voto il 22 alla Camera e il 23 al Senato. (mercoledì 16 gennaio 2008).

Torna all'inizio

<La scuola soffre di autoreferenzialità e centralismo> (sezione: Schola)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 16-01-2008)

 

"La scuola soffre di autoreferenzialità e centralismo" Fra contraddizioni e speranze. Così si muovono, sempre e in particolare oggi, genitori e insegnanti alle prese con la necessità di educare. Ne hanno parlato, sollecitati dalle domande del direttore de L'Eco di Bergamo Ettore Ongis, Mauro Ceruti e Alberto Barcella al cineteatro di Ponte San Pietro, inaugurando, alla presenza del sindaco Giuliana Reduzzi, il percorso di formazione 2008 dei genitori degli allievi della scuola "Caterina Cittadini", curato dal gruppo del Centro culturale Cittadini 3C (guidato da Giovanni Maggioni presso la scuola della Congregazione delle suore Orsoline di Somasca). L'educazione atto creativo Ceruti, preside della facoltà di Scienze della formazione dell'Università di Bergamo e consulente del ministro Fioroni per le Nuove Indicazioni per il primo ciclo di scuola e Barcella, presidente di Confindustria Bergamo e vicepresidente Education di Confindustria, hanno affrontato ciascuno dal proprio punto di vista il tema "Costruire il futuro, l'impresa formativa". Se formazione non è "imbottigliare" l'uomo in forme prestabilite come - ha ricordato Ongis citando il pedagogista Aldo Agazzi - intendeva fare Stalin, ma favorire lo svolgersi della forma originale di ciascuno, pur nel contesto genetico e culturale, allora l'educazione diventa un atto creativo che dalla disorganizzazione conduce (e-ducere, ha ricordato Ceruti) verso la forma organizzata e coerente, cioè verso l'identità. Il ruolo del genitore e dell'insegnante può essere oggi spiazzante, perché le tecnologie della comunicazione hanno aperto le cateratte dell'informazione (che arriva in gran copia, frammentata e velocissima), mentre l'utilizzo stesso dei congegni necessita di una manualità diversa, che impaccia molti adulti. Ma in questo mare, ha ricordato Ceruti, i ragazzi si trovano a proprio agio, essendovi nati. Non a caso parlano di "navigare" e "surfare" mentre i genitori spesso vi annaspano, affidandosi al telefonino, consegnato come una sorta di magica protezione ed estensibile cordone ombelicale. Se alla necessità di educare la persona si aggiunge lo sviluppo cognitivo e culturale, allora è chiaro che per il nostro Paese oggi la questione educativa è la vera emergenza. L'impresa, ha assicurato Barcella, è coinvolta. In parte perché il luogo di lavoro nella tradizione italiana, soprattutto la bottega medioevale e rinascimentale, è stato il fulcro del passaggio di saperi e competenze, in parte perché senza diffusione e qualificazione del sapere l'economia si ferma, legata com'è al progredire di ogni tipo di conoscenza. Che tipo di scuola, allora, che tipo di saperi, ha chiesto Ongis, posto che negli ultimi test Pisa-Ocse l'Italia è risultata di nuovo agli ultimi posti in matematica, scienze, lettura e scrittura? Occorre un mix di rigore, saperi di base ben assimilati, metodo e creatività. Una scuola così è ancora un sogno, almeno a livello-Paese. La scuola è oggi la fonte solo del 30% di informazioni che un ragazzino acquisisce e può mantenere la centralità del ruolo se è il luogo dove le informazioni vengono organizzate in conoscenze e competenze che permettano al ragazzo di diventare un cittadino consapevole, con la possibilità di entrare, restare ed evolvere nel mondo del lavoro. Una scuola, ha sottolineato Barcella, più autonoma e più legata alle necessità e opportunità del territorio. Per Bergamo significa il rilancio della grande tradizione delle scuole tecniche, che non formano solo buoni esecutori, ma giovani in possesso della cultura tecnica, chiave interpretativa della realtà di pari dignità della cultura classica. Il "nuovo umanesimo" che è un pò lo slogan delle Nuove Indicazioni, è anche questo: portare a unità, attraverso la scienza, le due facce, artificialmente separate, della cultura italiana. Resta tuttavia lo spinoso interrogativo: perché, con 750.000 insegnanti, la scuola italiana ha gli alunni più svogliati d'Europa? Tra assistenzialismo e aziendalismo, c'è una via di mezzo proponibile? I mali del sistema scuola Per Barcella, i mali della scuola sono autoreferenzialità e centralismo, mali che si guariscono introducendo la valutazione del personale e delle scuole (da parte di un ente esterno) e permettendo che gli insegnanti migliori abbiano uno stipendio migliore e le scuole migliori più risorse. Per Ceruti la svogliatezza si cura con una maggior energia e presenza da parte degli adulti ("ci facciamo chiedere poco dai ragazzi" in termini di coinvolgimento personale) e tenendo presente che va insegnato soprattutto il discernimento. La scuola non può trasformare in conoscenza organizzata tutte le informazioni con le quali i ragazzi vengono a contatto, ma può insegnare a distinguere tra informazioni importanti e irrilevanti, come organizzare i dati, come cercarli, come non restare prede inermi delle volontà altrui, siano travestite da moda, pubblicità, propaganda. Come genitori possiamo arginare le nostre ansie, come cittadini ridare speranza al Paese. I figli cresceranno meglio, gli studenti studieranno di più. Susanna Pesenti.

Torna all'inizio

Napoli, non cala la montagna di spazzatura (sezione: Schola)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 16-01-2008)

 

Cronaca Regionale Pagina 106 Molte scuole ancora chiuse in Campania, cresce la tensione. E si affaccia il rischio di gravi epidemie Napoli, non cala la montagna di spazzatura Molte scuole ancora chiuse in Campania, cresce la tensione. E si affaccia il rischio di gravi epidemie --> ROMA Ancora proteste e blocchi stradali nel napoletano e ancora scuole chiuse per l'emergenza rifiuti, mentre la Cdl incalza il governo e lancia accuse. Ieri è stata un'altra giornata di blocchi stradali e tensioni nel quartiere napoletano di Pianura. Ma la gente è scesa in strada anche a Quarto, Agnano e in via Campana. Settemila le tonnellate a terra a Napoli città, nonostante la raccolta nella notte, e almeno 70 mila in tutta la provincia. Ma i numeri si danno anche al lotto, dove è andato per la maggiore proprio il terno della monnezza: 12 (militari), 60 (città di Napoli) e 70 (spazzatura). SCUOLE Ieri sono stati circa 50 mila i ragazzi che non sono potuti tornare a scuola (il 3% degli istituti sono però chiusi, si precisa in Regione), ma il ministro Fioroni ha chiesto al commissario De Gennaro di intervenire perchè si rimedi al più presto. Ma le scuole intanto chiudono oggi anche a San Nicola la Strada, nel casertano, mentre il primo cittadino di Trecase (Napoli) minaccia di chiudere anche il municipio perchè "la spazzatura è uguale per tutti", anche nei piccoli comuni. Il sindaco di Torre Annunziata si è detto pronto a spalare personalmente i rifiuti, "purchè - premette - ci dicano dove portarli". L'esercito intanto è arrivato a San Giorgio al Cremano, a Cercola e a Quarto, dove il parroco era pronto a riceverlo con una benedizione. Ma ormai gli albergatori danno per compromesso il turismo di Pasqua. NELLE ALTRE REGIONI In Abruzzo nuove proteste contro gli arrivi di rifiuti alla discarica di Cerratina e nelle Marche An ha protestato di fronte alla Provincia di Pesaro, mentre in Molise il presidente Iorio esulta per il fatto che non si farà più la contestata discarica di Morcone, nella vicina provincia di Benevento. Al Nord la Lega manda un pacco di sacchetti di spazzatura al presidente delle Liguria Burlando, "reo" di solidarietà con la Campania, mentre il centrodestra piemontese continua a contestare la disponibilità offerta dalla presidente Bresso, e Umbria e Veneto ribadiscono il loro no alla spazzatura campana. SFIDUCIA AL MINISTRO Da vicepresidente della Commissione Ue, Franco Frattini invita il governo ad agire, mentre il presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sui ciclo dei rifiuti, Roberto Barbieri, suggerisce l'immediato avvio di un tavolo di intesa tra Governo, Conferenza delle Regioni ed enti campani. Con Roberto Castelli, la Lega teme che intanto il governatore lombardo Formigoni stia cedendo rispetto al no iniziale e minaccia di far venire meno il suo appoggio. L'azzurro Jannone denuncia che al Nord viene tolto lo scalo di Malpensa mentre si portano i rifiuti di Napoli, ma il deputato piemontese de La Destra sostiene che tutte le regioni devono contribuire alla emergenza. L'Udc Pionati propone intanto una legislatura di coalizione per la Campania, e trova sostegno nell'Idv Formisano, mentre tre eurodeputati di Fi paventano rischi di un'emergenza rifiuti anche a Roma e nel Lazio. Calendarizzata infine la mozione di sfiducia del centrodestra al ministro Pecoraro Scanio: voto il 22 alla Camera e il 23 al Senato. GRAVI RISCHI SANITARI Ma intanto, a distanza di circa una settimana dal decreto del governo, incomincia a profilarsi lo spettro delle epidemie. In tutta la regione la montagna di rifiuti non è diminuita: si calcola che siano almeno 120 mila le tonnellate di spazzatura sparse per le strade della Campania. Ieri il sindaco di Salerno, il diessino De Luca, ha tracciato un quadro drammatico: "La regione produce cinquemila tonnellate al giorno di rifiuti, anche se dovesse decollare lo smistamento previsto nelle altre regioni servirebbe a ben poco. Serve individuare immediatamente almeno 10 discariche a norma in Campania altrimenti qui si rischia a breve un'epidemia di colera".

Torna all'inizio

Sindacati verso lo sciopero <simbolico> (sezione: Schola)

( da "Corriere Alto Adige" del 16-01-2008)

 

Corriere dell'Alto Adige - TRENTO - sezione: TRENTOEPROV - data: 2008-01-16 num: - pag: 5 categoria: REDAZIONALE Scuola Esami di riparazione, le cinque sigle compatte contro la giunta Sindacati verso lo sciopero "simbolico" TRENTO - Subito un'assemblea provinciale con i 1.500 insegnanti degli istituti superiori e, a seguire, uno sciopero "simbolico". Reagiscono compatti i cinque sindacati del mondo scolastico trentino - Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda - all'ultima delibera della giunta di Piazza Dante in tema di debiti formativi e, al termine del vertice confederale di ieri pomeriggio, annunciano l'incontro previsto per il 30 gennaio con i docenti. "L'assemblea provinciale è un evento raro ed eccezionale - spiega Vincenzo Bonmassar, segretario della Uil -. All'ordine del giorno l'esposizione dei contenuti della delibera provinciale e dell'ordinanza ministeriale sui corsi di recupero dei debiti formativi, la definizione delle problematiche organizzative e metodologiche date dalla disposizione provinciale e la proposta di mobilitazione che potrà tradursi in uno sciopero. Simbolico, visto che difficilmente la giunta, che ha potere decisionale monocratico, cambierà la sostanza della delibera". Il provvedimento di Piazza Dante fa seguito a quello del 21 dicembre sul quale i sindacati avevano presentato le prime rimostranze. "La giunta ha confermato il suo orientamento segnando la distanza con le direttive del ministro Fioroni e con il resto d'Italia - chiarisce Gloria Bertoldi, Cgil -. Vogliamo capire, con gli insegnanti delle superiori, quale logica stia dietro alla decisione di non esigere dagli studenti il saldo e il recupero dei debiti formativi in corso d'anno scolastico". I sindacati non nascondono di essere "critici e perplessi" sulla decisione di Piazza Dante. "Se lo studente ha una lacuna e la scuola mette a disposizione tutti gli strumenti per colmarla prima del passaggio alla classe successiva, qual è la logica di far proseguire i ragazzi con programmi più complessi senza aver assimilato quelli precedenti? ", prosegue la Bertoldi. Un punto sul quale il 30 gennaio si confronteranno sindacati e corpo docente. Intanto la Uil non indietreggia: "Vista l'emergenza democratica - conclude Bonmassar - continuiamo a proporre l'idea del referendum perché sia la scuola a decidere del suo destino". Si. Sen. Reazione Vincenzo Bonmassar, Uil scuola.

Torna all'inizio

In crisi il <modello loft>, il Pd verso il trasloco <Basta con l'open space> (sezione: Schola)

( da "Corriere della Sera" del 16-01-2008)

 

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Politica - data: 2008-01-16 num: - pag: 13 categoria: REDAZIONALE Il nodo della sede In crisi il "modello loft", il Pd verso il trasloco "Basta con l'open space" ROMA - Poiché nell'itinerario politico di Walter Veltroni nulla è affidato al caso, la sede del partito open air era stata inaugurata il 9 novembre, anniversario del crollo del Muro. Spumante italiano, ressa di giornalisti e foto opportunity coi leader vecchi e nuovi sulla scaletta di piazza Santa Anastasia. Iniziava l'era del loft, primo partito italiano senza pareti e senza correnti. Sono passati due mesi e Walter già si appresta a far bagagli. E chissà se gli torna in mente la maliziosa premonizione che Beppe Fioroni, capo della corrente "popolare" del Pd, aveva buttato lì pochi giorni dopo: "Ciao Walter, ciao Dario, è bello vedervi ancora qui! Ormai lo sanno tutti che non potete spostare nemmeno un mobile, altrimenti la soprintendenza vi fa un c... così". Non siamo ancora alle carta bollate. Ma a quel che spifferano gli amanti del partito tradizionale le antiche pietre affittate a 250 mila euro l'anno sarebbero entrate nel mirino della soprintendenza: problemi di restauri e condoni. E la notizia rilanciata dalla dalemiana Velina rossa è diventata in poche ore il simbolo di un modello già in crisi. Che fine ha fatto il partito "liquido", governato dai cittadini? Le correnti sono vive e vegete, sulle regole si litiga da mesi e sta per nascere uno Statuto che rischia di demolire il sogno del "partito del popolo". E così, sui tetti secenteschi del loft, ha preso ad aleggiare come un fosco presagio il ricordo di Bettino Craxi che chiamò un architetto e fece dinamitare le pareti del palazzone Inps di via del Corso, che scandivano il sistema correntizio del vecchio Psi. "Altri tempi - rimpiange Ciriaco De Mita - Il partito di Veltroni è un'idea, ha un'immagine cangiante come il niente, e come il niente può stare anche in un luogo indefinito". Il trasloco sarà graduale per non smantellare d'un colpo la potente metafora del partito all'americana, arioso e luminoso come un appartamento newyorkese. Al loft resteranno Veltroni e Franceschini ( foto in alto), il coordinatore Goffredo Bettini ( foto sotto), invece, andrà a stare chez Rutelli a Sant'Andrea delle Fratte, dove entro l'anno approderà il partito intero. Il loft ospiterà l'aerea struttura dei forum e pazienza se Luigi Lusi, tesoriere della Margherita, si prenderà la rivincita. "Se il Pd vuole essere il primo partito deve avere una struttura adeguata per ospitare dirigenti e funzionari", lascia intendere il rutelliano Renzo Lusetti. E a riprova che la questione sia più politica che architettonica, ecco il consiglio del fassiniano Roberto Cuillo: "Un partito grande ha bisogno di una sede grande. E non ci voleva molto a capirlo dal principio". Sospettato dai compagni di viaggio di non avere "le carte in regola", il tesoriere del Pd, Mauro Agostini, difende la scelta del loft come "sede transitoria" e smentisce problemi di condoni mai rilasciati. "Solo voci maliziose - prova a chiudere il caso l'ufficio stampa del Pd - Il loft resta la sede ufficiale, ma certo è piccolo...". Monica Guerzoni.

Torna all'inizio

NELLE SCUOLE (sezione: Schola)

( da "Corriere della Sera" del 16-01-2008)

 

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Lettere al Corriere - data: 2008-01-16 num: - pag: 37 categoria: BREVI NELLE SCUOLE Imparare a riciclare Poiché servono fatti non parole, perché il ministro Fioroni non propone di istituire nelle scuole, anche materne ed elementari, qualche ora sulla raccolta differenziata, per insegnare ai bambini, e indirettamente ai genitori che ancora non la fanno, l'importanza del riciclo? Riguardo all'umido, in ogni scuola si potrebbe raccoglierlo per trasformarlo in compost. Alessandra Riva alessandra.riva@ tiscalinet.it.

Torna all'inizio

Ricettatore slavo con documenti intestati a Gian Luca Cappuzzo (sezione: Schola)

( da "Corriere del Veneto" del 16-01-2008)

 

Corriere del Veneto - PADOVA - sezione: PADOVA2A - data: 2008-01-16 num: - pag: 8 categoria: REDAZIONALE Il caso In tasca tessera di Forza Italia e del poligono. Omonimia? Ricettatore slavo con documenti intestati a Gian Luca Cappuzzo PADOVA - Avesse conosciuto bene la lingua italiana avrebbe fronteggiato i poliziotti con il rituale "Lei non sa chi sono io". In assenza di una corretta padronanza lessicale pensava che a salvarlo da una denuncia per ricettazione bastasse esibire una tessera del Coni, che lo qualifica come socio del tiro a segno cittadino e quella di un partito politico. Nella fattispecie, Forza Italia. Gli uomini in divisa non hanno per nulla abboccato alle credenziali vantate da D.G. nomade slavo di 39 anni, privo di precedenti penali, fermato in auto, nella zona di via Manara in compagnia di una napoletana ventiseienne D.G.R. Impossibile del resto che i poliziotti non potessero insospettirsi al controllo dei documenti. Sia la tessera di socio del poligono che quella di appartenenza al partito di Berlusconi, risultavano essere intestati a Gian Luca Cappuzzo. Un proprietario con lo stesso nome, infatti, risulta essere in carcere in attesa della sentenza per omicidio di Elena Fioroni, avvenuto un anno e mezzo fa. Ammesso che i documenti fossero proprio quelli del presunto omicida, sarebbe stata davvero impresa ardua per il ricettatore slavo spiegare come ne fosse venuto in possesso. Gli investigatori della questura sono comunque già al lavoro per verificare se le tessere sono effettivamente quelle appartenenti al medico trentasettenne, implicato nel crimine avvenuto nel febbraio di due anni fa. Non ha invece esibito tessere di sorta la donna con la quale era in compagnia. Ma la perquisizione compiuta all'interno dell'auto dai poliziotti, ha rivelato una passione smodata per le macchine fotografiche. In una borsa sportiva, ha infatti estratto, una dopo l'altra cinque macchine fotografiche, quattro delle quali modelli digitali dell'ultima generazione. Assieme alle macchine è comparso anche un telefonino. La donna non si è qualificata per fotografa per giustificare il possesso di tanta attrezzatura. E' apparso chiaro che le apparecchiature erano stata trafugate per barattarle immediatamente in droga. I due, a bordo di una Y10, cercavano qualche pusher disposto all'affare nella zona fra via Venezia e la Stanga. Sia per lo slavo che per la donna napoletana è scattata la denuncia per ricettazione. L.P.

Torna all'inizio

Napoli, ancora tensioni per l'area di Pianura (sezione: Schola)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 16-01-2008)

 

Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2008-01-16 - pag: 20 autore: L'emergenza rifiuti. Torino dice no all'arrivo dell'immondizia dalla Campania Napoli, ancora tensioni per l'area di Pianura Verso l'intesa con la Lombardia Molte scuole restano chiuse Francesco Prisco NAPOLI Nonostante la netta presa di posizione del presidente del Consiglio Romano Prodi, che dieci giorni fa definì "sacro" il ritorno alle attività scolastiche, l'emergenza rifiuti continua a non fare sconti: in una regione coperta da oltre 7mila tonnellate di spazzatura non raccolta, sono ancora 60 le scuole chiuse, circa 50mila gli alunni che ieri sono rimasti a casa, a fronte del record di 100mila assenti registrato due giorni fa. E dalla provincia l'allarme si sposta a Napoli città, dal momento che è a rischio l'apertura degli istituti della Prima municipalità, quella cioè che riunisce i quartieri del centro. Sulla vicenda ha chiesto così chiarimenti anche il ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni che si è rivolto direttamente al supercommissario per l'emergenza campana Gianni De Gennaro. "Ho chiesto al commissario – ha spiegato il ministro – di intervenire ottenendo impegni fattivi e immediati. Si metterà in atto tutto il possibile per consentire rapidamente l'utilizzo delle nostre scuole". La preoccupazione è sottolineata anche da Palazzo Chigi che ribadisce la volontà di riaprire al più presto le scuole. Il sistema scolastico campano, secondo il direttore regionale Alberto Bottino, si sta organizzando per "cercare di portare il maggior numero di studenti tra i banchi. Il dato di due giorni fa – sostiene Bottino – relativo ai 100mila studenti che non sono andati a scuola contava sia gli assenti perché le scuole sono chiuse e sia coloro che hanno scioperato autonomamente per protestare contro l'emergenza rifiuti. Ora le proteste sembrano notevolmente ridotte". Per un ritorno alla normalità nei Comuni più colpiti dall'emergenza sono entrati in azione, ieri sera, gli uomini del Genio militare, che hanno intensificato la raccolta a San Giorgio a Cremano, Quarto e Cercola, dove le scuole continuano a rimanere deserte. Cancelli sbarrati anche per gli studenti di Torre Annunziata, popolosa città della zona vesuviana, dove sono attualmente per strada oltre 1.500 tonnellate di rifiuti. Scuole chiuse da oggi anche a Terzigno, cittadina nella quale è stata disposta dal Governo l'apertura di una discarica a pochi passi dall'area del Parco nazionale del Vesuvio. A Pianura, il quartiere teatro delle contestazioni per l'apertura della discarica di Contrada Pisani, è stata ieri disposta dal Comune di Napoli la pulizia straordinaria di via Montagna Spaccata e delle scuole. Positiva, in ultimo, la notizia del prossimo ritorno in funzione degli impianti di produzione Cdr di Caivano e di Giugliano, in provincia di Napoli, dopo la ripresa dell'operatività di quelli di Casalduni (Benevento) e di Pianodardine (Avellino), con la conseguente intensificazione della rimozione di rifiuti. Intanto prosegue il programma di trasferimento dei rifiuti in altre regioni, in particolare in Abruzzo, Molise e Sardegna. Fonti di Palazzo Chigi spiegano che un accordo sarebbe prossimo anche con la Lombardia, mentre l'Autorità d'ambito (Ato) di Torino ieri sera si è pronunciata sull'impossibilità di accogliere l'immondizia dalla Campania. ANSA Ischia. Un cumulo di rifiuti su una strada di Bairano. Sullo sfondo l'istmo di Sant'Angelo, luogo tra i preferiti dal cancelliere tedesco Angela Merkel.

Torna all'inizio

Ancora proteste e scuole chiuse (sezione: Schola)

( da "Adige, L'" del 16-01-2008)

 

Sono salite a 70 mila le immondizie da smaltire nel Napoletano. Sul piede di guerra Marche e Molise Ancora proteste e scuole chiuse Blocchi stradali nei quartieri di Pianura, Quarto ed Agnano ROMA - Ancora proteste e blocchi stradali nel Napoletano e ancora scuole chiuse per l'emergenza rifiuti, mentre la Cdl incalza il governo e lancia accuse. 70 MILA TONNELLATE DI "MONNEZZA" SULLE STRADE NAPOLETANE - Quella di ieri è stata un'altra giornata di blocchi stradali e tensioni nel quartiere napoletano di Pianura. Ma la gente è scesa in strada anche a Quarto, Agnano e in via Campana. Settemila le tonnellate accumulate a Napoli, 70 mila in tutta la provincia. Ieri oltre 50 mila i ragazzi non hanno potuto tornare a scuola: il ministro Fioroni ha chiesto al commissario De Gennaro di intervenire perchè si rimedi al più presto. Ma le scuole intanto chiudono. Oggi tocchera a San Nicola la Strada, nel Casertano, mentre il primo cittadino di Trecase (Napoli) minaccia di chiudere anche il municipio perchè "la spazzatura è uguale per tutti", anche nei piccoli comuni. Il sindaco di Torre Annunziata si è detto pronto a spalare personalmente i rifiuti, "purchè ci dicano dove portarli". L'esercito intanto è arrivato a San Giorgio al Cremano, a Cercola e a Quarto, dove il parroco era pronto a riceverlo con una benedizione. E FUORI DELLA CAMPANIA ACQUE ANCORA AGITATE - In Abruzzo nuove proteste contro gli arrivi di rifiuti alla discarica di Cerratina e nelle Marche An ha protestato di fronte alla Provincia di Pesaro, mentre in Molise il presidente Iorio esulta per il fatto che non si farà più la contestata discarica di Morcone, nella vicina provincia di Benevento. Al Nord la Lega manda un pacco di sacchetti di spazzatura al presidente delle Liguria Burlando, "reo" di solidarietà con la Campania, mentre il centrodestra piemontese continua a contestare la disponibilità offerta dalla presidente Bresso, e Umbria e Veneto ribadiscono il loro no alla spazzatura campana. LA CDL PREPARA MOZIONE SFIDUCIA AL MINISTRO PECORARO - Da vicepresidente della Commissione Ue, Franco Frattini invita il governo ad agire, mentre il presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sui ciclo dei rifiuti, Roberto Barbieri, suggerisce l'immediato avvio di un tavolo di intesa tra Governo, Conferenza delle Regioni ed enti campani. La Lega, intanto, teme che il governatore lombardo Formigoni stia cedendo rispetto al no iniziale e minaccia di far venire meno il suo appoggio. L'azzurro Jannone denuncia che al Nord viene tolto lo scalo di Malpensa mentre si portano i rifiuti di Napoli, ma il deputato piemontese de La Destra sostiene che tutte le regioni devono contribuire alla emergenza. L'Udc Pionati propone a sua volta una legislatura di coalizione per la Campania, e trova sostegno nell'Idv Formisano, mentre tre eurodeputati di Forza Italia paventano rischi di un'emergenza rifiuti anche a Roma e nel Lazio. Calendarizzata infine la mozione di sfiducia del centrodestra al ministro Pecoraro Scanio: voto il 22 alla Camera e il 23 al Senato. 16/01/2008.

Torna all'inizio

Ancora 7mila tonnellate di spazzatura in strada In città è sempre allarme (sezione: Schola)

( da "Giornale.it, Il" del 16-01-2008)

 

Di Redazione - mercoledì 16 gennaio 2008, 07:00 Ancora proteste e blocchi stradali nel Napoletano e ancora scuole chiuse per l'emergenza rifiuti. Sono ormai 70mila le tonnellate di immondizia sulle strade della provincia di Napoli, settemila solo in città. Ieri ancora blocchi stradali e tensioni nel quartiere napoletano di Pianura. Ma la gente è scesa in strada anche a Quarto, Agnano e in via Campana. Ieri sono stati circa 50mila i ragazzi che sono potuti andare a scuola (il 3% degli istituti sono però chiusi, si precisa in Regione), ma il ministro Fioroni ha chiesto al commissario De Gennaro di intervenire perché si rimedi al più presto. Il primo cittadino di Trecase, Napoli, ha minacciato di chiudere anche il municipio, e il sindaco di Torre Annunziata si è detto pronto a spalare personalmente i rifiuti, "purché - premette - ci dicano dove portarli". L'esercito intanto è arrivato a San Giorgio al Cremano, a Cercola e a Quarto, dove il parroco era pronto a riceverlo con una benedizione. Ma ormai gli albergatori danno per compromesso il turismo di Pasqua. Proteste e lamentele anche da parte dei poliziotti che attraverso il sindacato Polizia ricordano: "Ogni giorno assistiamo ad una barriera umana costituita da poliziotti e carabinieri che, per garantire l'ordine pubblico, devono fronteggiare masse di cittadini che vogliono difendere il loro territorio dalle sostanze nocive e dai gas che emanano i depositi di rifiuti, dovendo subire violenze di ogni tipo. Periodicamente, molte di queste sostanze vengono bruciate dalla gente disperata ed esasperata da un problema che non vede soluzioni e che continua a degenerare ogni giorno. Nessuno vuole assumersi la responsabilità di questa tragedia che ha arrecato una gravissima offesa all'immagine di Napoli, della Campania, dell'Italia agli occhi del mondo intero - spiega ancora il sindacato di polizia -. L'unica soluzione presa è stata quella di fare intervenire l'Esercito, ciononostante la situazione rimane fortemente critica".

Torna all'inizio

C'è tanta gente che raggiunge alti traguardi a livello professionale, ma quant (sezione: Schola)

( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 16-01-2008)

 

"C'è tanta gente che raggiunge alti traguardi a livello professionale, ma quanti di loro sanno come è composto lo Stato italiano?". E' un cruccio che il presidente Coletti si porta dietro da un bel pezzo. "La prima cosa che ho chiesto al ministro Fioroni dopo il suo insediamento è stata quella di reinserire in qualche modo l'educazione civica nella scuola italiana". Per questo non può far altro che apprezzare l'iniziativa che la Provincia ha organizzato insieme alla Prefettura e all'Ufficio Scolastico Provinciale di Chieti: un convegno dal titolo Legalità e Dignità. Il convegno, sulla scia della campagna su scuola e legalità voluta da Fioroni, che per motivi di lavoro non sarà presente, si rivolge soprattutto alle nuove generazioni che "devono imparare a vivere nella cultura della legalità". Dopo il video messaggio di apertura della senatrice Montalcini, registrato recentemente nella sua abitazione, parleranno anche il sostituto procuratore capo di Bologna Vito Zincani, il prefetto Michele Lepri Gallerano, del Ministero dell'Interno e Marco Pezzetti, storico esperto di Shoah. L'appuntamento, fissato per giovedì mattina all'auditorium del Supercinema, segna l'inizio per le celebrazioni del Giorno della Memoria 2008. N.D.P.

Torna all'inizio

Botte e furti Allarme bulli in provincia (sezione: Schola)

( da "Libero" del 16-01-2008)

 

Roma 16-01-2008 Botte e furti Allarme bulli in provincia FABIANA FERRI Il bullismo non è più soltanto roba da adolescenti. La prepotenza arriva ora anche tra i banchi delle scuole elementari. Vittima di calci, pugni e furti di figurine, un bimbo di soli 8 anni e mezzo si è visto costretto a cambiare scuola. I soprusi, alla scuola Giuseppe Mazzini, nel quartiere Trieste, erano iniziati tre anni fa, quando il ragazzino frequentava soltanto la prima elementare. "Negli ultimi tempi, però", ha confermato anche Caterina, la mamma del piccolo, "la situazione era peggiorata". Una condizione, quella, talmente insopportabile che nel corso degli anni sono stati tanti gli alunni che hanno deciso di lasciare la Mazzini. Già tre i nulla osta richiesti da settembre a oggi. All'origine di quegli atti di bullismo una classe prevalentemente maschile e la presenza di una bambina affetta da problemi psichici, ma priva di un'inse gnante di sostegno. Spesso infatti la piccola veniva colta da raptus e crisi di violenza e sfogava la sua rabbia sui compagni di classe. Nessuno era , però, in grado di fermarla. Inutili le proteste. "Il 10 gennaio", racconta ancora la madre del piccolo, figlio, per altro, di Giovanni Aliquò, dirigente della divisione armi e esplosivi del ministero degli Interni, "abbiamo fatto una riunione con la preside che ci aveva garantito la risoluzione del problema in tre giorni. La soluzione non è stata trovata e quindi abbiamo chiesto il nulla osta". Ed è stato a questo punto che al danno si è aggiunta la beffa. La preside, infatti, una volta ricevuta la richiesta di trasferimento, ha cacciato il piccolo fuori dalla classe, rinchiudendolo per qualche ora nella biblioteca dell'istituto. La giustificazione: il bimbo non fa più parte di questa scuola e quindi non può più frequentare le nostre lezioni. "Per quanto ne sappiamo noi", ha invece precisato la signora Aliquò, "non esiste nessuna norma che dice che il nulla osta significa cessazione del diritto allo studio". Sul caso dovrà ora pronunciarsi il ministro Fioroni, al quale i genitori del piccolo hanno già provveduto a far recapitare una lettere di chiarimento. Il bullismo, nel frattempo, continua a mietere vittime. L'ultima nel tardo pomeriggio di lunedì. Mentre rientrava a casa, nella zona di Montespaccato, un 14enne è stato aggredito e derubato da due coetanei. I bulletti erano armati. Ed è stato proprio sotto la minaccia di un coltellino che i due baby banditi sono riusciti a sottrargli il cellulare. Episodio, questo, che conferma i dati resi noti ieri dal Codici, movimento che consegna al Lazio la maglia nera. Con una media di 24,2 denunce giunte allo sportello anti-bullismo ogni 10 mila minori (contro le 19,6 italiane), la nostra regione si inserisce tra quelle a più alto rischio di devianza minorile. E fra le cinque province è proprio Roma la città più abitata dai baby-delinquenti. Con 28,7 denunce ogni 10 mila minori, la Capitale batte tutti. Al secondo posto si piazza, invece, Viterbo (20,6). Non solo. Il fenomeno coinvolgerebbe soprattutto gli studenti delle scuole secondarie e superiori, in particolare gli istituti tecnici e professionali. Tra le zone più a rischio ci sarebbero Bravetta, San Paolo, Magliana, Tor Bella Monaca e Ostia, anche se non mancano episodi di violenza tra gli adolescenti dei quartieri della "Roma bene". E quattro giovani di età compresa tra 18 e 20 anni sono stati denunciati in stato di libertà dagli uomini del Commissariato di Polizia di Civitavecchia per aver compiuto atti di danneggiamento sugli infissi della chiesa parrocchiale intitolata a San Pio X. Oltre a questi fatti la denuncia che due sacerdoti avrebbero fatto al vice questore Quarantelli, dirigente del Commissariato, parla di bestemmie e minacce, anche telefoniche, dirette ai religiosi. Dopo un appostamento e brevi indagini gli inquirenti sarebbero risaliti ai quattro denunciati. Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.

Torna all'inizio

Controcorrenti (sezione: Schola)

( da "Libero" del 16-01-2008)

 

Italia 16-01-2008 Controcorrenti Definitivo contributo di chiarezza di Walter Veltroni circa il futuro del Pd. C'è da fare il partito nuovo, all'americana, liquido addirittura. E mica uno si può andare a infognare nelle correnti, come la Dc dei tempi belli. Pertanto, dice il leader, il Pd sarà "aperto alla discussione, ma non alle correnti ossificate". Si dicono d'accordo i dalemiani, così come lettiani e teodem. Freddi gli ex Ppi, in dissenso dai catto-pop di Fioroni. Dubbiosi i laici di Cuperlo e Pollastrini. Netta opposizione della pattuglia liberal: "Al congresso facciamo in conti". Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.

Torna all'inizio

Mostra alla polizia i documenti rubati al presunto omicida (sezione: Schola)

( da "Mattino di Padova, Il" del 16-01-2008)

 

Ricettatore nei guai Mostra alla polizia i documenti rubati al presunto omicida PADOVA. Pioggia di denunce e più di cento tessere Bancomat disabilitate solo ieri mattina per sospetta clonazione. E' di nuovo allarme in città e provincia. E per ricettazione di documenti rubati è finito nei guai un serbo, che a un controllo di polizia ha esibito un tesserino di abilitazione ai poligoni di tiro: era intestato a Gian Luca Cappuzzo (nella foto), il medico che ha ucciso la moglie Elena Fioroni ed è ora sotto processo. A PAGINA 17.

Torna all'inizio

Rifiuti, nuovi blocchi stradali l'europa pronta alle sanzioni (sezione: Schola)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 16-01-2008)

 

Dal commissario all'ambiente parole durissime contro i ritardi italiani. Individuato un nuovo sito per lo stoccaggio Rifiuti, nuovi blocchi stradali L'Europa pronta alle sanzioni NAPOLI. Sono ormai oltre 70 mila le tonnellate di rifiuti che sommergono Napoli e tutta la sua provincia. I cumuli raccolti ogni giorno sono caricati sui treni per la Germania, ma non basta a stroncare l'emergenza. In città si attende ormai da giorni l'apertura di un provvidenziale sito di stoccaggio. E al vaglio ora c'è anche l'area dell'ex Manifattura tabacchi, nella periferia orientale. Proprio ieri intanto il Consiglio comunale di Napoli ha detto sì all'apertura di una discarica nel capoluogo, mentre si profila un accordo tra il commissario De Gennaro e la Lombardia, che accoglierebbe una parte dei rifiuti. Una situazione che resta molto pesante, tanto da indurre la Commissione europea a intervenire nuovamente. Lunedì il presidente della Repubblica, parlando a Lubiana, aveva sottolineato che al problema in ambito europeo si stava dando troppo peso, ma sull'emergenza Napoli Bruxelles non fa marcia indietro. Il commissario all'ambiente Stavros Dimas parla di "disastro" e promette di andare avanti con la procedura d'infrazione senza esitare a minacciare multe. Nel suo intervento in apertura del dibattito al Parlamento europeo, Dimas non ha usato mezzi termini. Ha citato "la documentazione impressionante venuta dai media", sulle 100 mila tonnellate di rifiuti, denunciando "le inerzie, mancanza di volontà politica di adottare le misure necessarie per risolvere il caso"". Si tratta, ha aggiunto, di "una crisi che non viene dal nulla", ma che rappresenta "il culmine di un processo di insufficiente applicazione della legislazione europea per oltre 14 anni". Unica concessione fatta dal commissario Ue all'Italia è stata sul piano previsto dal governo per uscire dall'emergenza. "Il piano di emergenza annunciato da Prodi l'8 gennaio è un passo ambizioso - ha detto - ma un elemento cruciale resta la il calendario dell'intervento, che deve essere tempestivo". Intanto Napoli e la Campania soffocano sotto il peso di 360 mila tonnellate di immondizia ancora da smaltire. Nella notte l'esercito è arrivato a Quarto: ad accoglierlo anche il parroco. Don Cipolletta, vicino ai manifestanti di Pianura, sin dall'inizio ha dato la sua disponibiltà per ricevere e benedire i militari. "Sono pronto a benedire i mezzi dell'esercito che arriveranno in città a ripulirla dei rifiuti". Individuato il primo sito di stoccaggio d'emergenza in un'area dove si sperava di inaugurare, già da qualche anno, la super-annunciata cittadella della polizia: 5.000 metri quadrati nell'ex Manifattura tabacchi, area ovest della città. Un altro sito è stato allestito in provincia, a Giugliano, dove già si preparano mugugni di comitati cittadini. Intanto la crisi rifiuti modifica il calendario scolastico. I ragazzi dovranno rinunciare alla vacanze di Carnevale o di Pasqua e la chiusura delle scuole, prevista per il 7 giugno, slitterà in avanti. Il ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni assicura che i 100 mila studenti campani rimasti fuori dalle scuole in Campania torneranno "presto" tra i banchi. "Ho chiesto al commissario De Gennaro di intervenire - ha detto il ministro - Sarà fatto tutto il possibile per consentire rapidamente l'utilizzo delle scuole".

Torna all'inizio

Scuola, sms fasulli sugli scioperi (sezione: Schola)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 16-01-2008)

 

Pordenone Scuola, sms fasulli sugli scioperi IL CASO Occhio alla catena di Sant'Antonio che circola via sms e nelle caselle postali in rete: dopo gli ospedali e le banche, coinvolge anche la scuola. notizia dello "sciopero nazionale studentesco - rivogliamo i nostri debiti". La bufala via cellulare per gli studenti di Pordenone e d'Italia, in parte funziona, in parte no anche se per una questione di date: alcune iniziative, infatti, cadono di domenica. "Il mittente è anonimo, la catena degli avvisi al cellulare o via mail è cominciata qualche settimana fa - raccontano Marco e Lisa, destinatari come centinaia di altri studenti del messaggio -. Ci ha indicato l'11 gennaio nel calendario degli scioperi contro il ministro dell'Istruzione e la legge dei debiti da saldare. E' capitato anche un messaggino con lo sciopero il 20 gennaio e ci siamo fatti una risata: è domenica". L'11 gennaio vari studenti di Pordenone e Sacile hanno disertato le aule. Le "catene" girano sui cellulari, con e-mail, msn e yahoo answer. "Il passaparola continua - testimoniano alcuni ragazzi -. Con questo tipo di messaggio: "Fioroni ministro dell'Istruzione non ha ancora cambiato idea... ragà deve girare la bomba". Una beffa, nata da un gioco. "Tempo fa è passato un calendario con gli scioperi programmati, le smentite non arrivano e qualche volta è bello crederci". Tante le voci che decollano dal web. Non è una bufala la campagna "scheda il tuo commissario d'esame" nel sito www.studenti.it. Tempi anticipati sul 18 giugno, primo giorno degli scritti dell'esame di Stato 2008 e chi è disponibile a schedare il professore (temperamento, domande tipiche, debolezza in cattedra) aumenta i crediti on-line. Per regali e ricariche dei cellulari. (c.b.).

Torna all'inizio

Fioroni, basta precari nuovi assunti solo su posti liberi (sezione: Schola)

( da "Stampaweb, La" del 16-01-2008)

 

ROMA Assorbire tutti i docenti precari inseriti nelle graduatorie ad esaurimento, introdurre un rapporto paritetico tra sistema scolastico e università, creare un nuovo modello di assunzioni sulla base dei posti disponibili attraverso una selezione con validità biennale: sono queste le linee di indirizzo che provengono dalla giornata di studi, organizzata dal Cidi, sulla “Formazione iniziale dei docenti” svolta oggi a Roma presso Palazzo San Macuto. Le strategie del ministero della Pubblica amministrazione sono state tracciate dal ministro Giuseppe Fioroni e dal suo vice Mariangela Bastico. "Bisogna chiudere con il capitolo delle graduatorie ad esaurimento", ha detto Fioroni ribadendo più volte la necessità di non ricreare in futuro un sistema di precariato così complicato e difficile da sradicare. Il ministro si è voluto soffermare anche sulla necessità di introdurre una maggiore collaborazione tra scuola e università: "Il nuovo reclutamento ha bisogno di un rapporto paritetico tra i due ambiti - ha spiegato il responsabile di Viale Trastevere - al fine anche di creare un sistema di crediti formativi da spendere non necessariamente nel campo dell'istruzione ma anche in quello lavorativo". A tal proposito il titolare della Pubblica istruzione ha specificato che la gestione dei concorsi futuri per assumere i docenti dovrà essere di esclusiva competenze delle scuole: "Il periodo di prova dei docenti non a caso dovrà essere valutato in piena autonomia - ha sottolineato Fioroni - dagli istituti dove verranno di volta in volta svolti". Il ministro ha poi annunciato che per gli insegnanti da riqualificare o impegnati in avanzamenti di carriera dovrà essere introdotta la possibilità di accedere automaticamente a periodi di formazione attraverso la concessione dell'anno sabatico. Il sottosegretario, Miariangela Bastico si è invece soffermata sulla necessità di attivare delle graduatorie per abilitati "aperte e con validità biennale". I docenti che in pratica non entreranno in ruolo nel biennio successivo alla vincita del concorso ordinario dovranno sostenere un'altra selezione. Bastico ha poi ribadito che la formazione di questo tipo dovrebbe essere l'unico canale per entrare nella docenza scolastica: un sistema che richiederà almeno sei anni di formazione dopo aver acquisito il diploma di maturità. Questo l'iter che dovrà affrontare il nuovo aspirante docente dell'istruzione pubblica: tre anni di università di base, due anni di corso di specializzazione universitaria e uno di praticantato ma solo dopo aver vinto il concorso pubblico bandito a livello regionale su cattedre effettivamente vacanti. "Attenzione - ha avvertito il segretario della Uil-scuola, Massimo Di Menna - bisogna però fare in fretta perché il nuovo precariato si sta già formando. Ci risulta che da due, tre anni in alcune zone d'Italia vi sono diversi docenti che lavorano per un anno ma senza abilitazione. Abbiamo già avvisato il ministro dell'istruzione e il presidente del Consiglio Romano Prodi di questa situazione: non ci vengano a dire poi che il sindacato vuole tutelare dei lavoratori senza motivo".

Torna all'inizio

Presto si tornerà in classe: C'è l'impegno di Fioroni (sezione: Schola)

( da "Denaro, Il" del 16-01-2008)

 

Campania Presto si tornerà in classe: C'è l'impegno di Fioroni Presto in classe: il ministro per la pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, assicura che entro breve i circa 100 mila studenti campani torneranno nelle aule. "Ho chiesto al commissario De Gennaro afferma di intervenire in via prioritaria per liberare le aule". I circa 100 mila studenti campani che non sono potuti tornare a scuola dopo la pausa natalizia a causa dell'emergenza rifiuti torneranno "presto" in classe. Lo assicura il ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, a margine di un seminario organizzato dal Cidi sulla formazione degli insegnanti. "Ho chiesto al commissario Gianni De Gennaro - spiega il ministro - di intervenire ottenendo impegni fattivi e immediati. Si metterà in atto tutto il possibile per consentire rapidamente l'utilizzo delle nostre scuole. Bisogna fare presto e - conclude Fioroni - bene". Sono ancora numerose le scuole della provincia di Napoli che oggi, così come accade da diversi giorni, resteranno chiuse a causa dell'emergenza rifiuti. Il sistema scolastico campano, intanto, secondo il direttore regionale, Alberto Bottino, si sta organizzando per "cercare di portare il maggior numero di studenti tra i banchi". "Il dato di ieri - sostiene Bottino - relativo ai centomila studenti che non sono andati a scuola contava sia gli assenti perchè le scuole sono chiuse e sia coloro che hanno scioperato autonomamente per protestare contro l'emergenza rifiuti. Ora - continua - le proteste sembrano ridotte e quindi, anche se in modo paradossale, il numero degli studenti assenti dalle scuole si è ridotto ad oltre cinquantamila, dato riferito a coloro che non possono frequentare le lezioni perchè le scuole sono chiuse". del 16-01-2008 num.

Torna all'inizio

Amadei: anche noi diciamo no ai figli di clandestini all'asilo (sezione: Schola)

( da "Gazzetta di Parma, La" del 16-01-2008)

 

NUOVA DISPOSIZIONE DEL SINDACO DOPO L'ORDINANZA "ANTI-SBANDATI" Bassa ZIBELLO NUOVA DISPOSIZIONE DEL SINDACO DOPO L'ORDINANZA "ANTI-SBANDATI" Amadei: anche noi diciamo no ai figli di clandestini all'asilo "I servizi devono essere usufruiti da chi paga regolarmente le tasse" ZIBELLO Paolo Panni II Zibello come Parma e Milano. Il Comune, su disposizione del sindaco Manuela Amadei, in linea con quanto già disposto dai sindaci Letizia Moratti di Milano e Pietro Vignali di Parma, ha deciso di rifiutare l'iscrizione alla scuola dell'infanzia statale ai figli degli immigrati privi di permesso di soggiorno e quindi clandestini. Dopo l'ordinanza "anti-sbandati" e l'adesione al protocollo che prevede la segnalazione alle forze dell'ordine delle coppie straniere che intendono contrarre il matrimonio, il sindaco Manuela Amadei ha deciso di assumere anche questa scelta che, in questi giorni, ha già creato un vero e proprio scontro fra le amministrazioni locali ed il ministro dell'istruzione Giuseppe Fioroni. continua... Per leggere il testo completo dell'articolo, registrati al nuovo "sfogliatore" online.

Torna all'inizio

Ancora proteste e scuole chiuse (sezione: Schola)

( da "Corriere Adriatico" del 16-01-2008)

 

La Cdl incalza e prepara una mozione di sfiducia contro il ministro Pecoraro Scanio: voto il 22 alla Camera e il 23 al Senato Sono 70 mila le tonnellate di immondizia che invadono le strade del Napoletano Ancora proteste e scuole chiuse NAPOLI - Ancora proteste e blocchi stradali nel napoletano e ancora scuole chiuse per l'emergenza rifiuti, mentre la Cdl incalza il governo e lancia accuse. 70 mila tonnellate di monnezza su strade napoletano - Ieri è stata un'altra giornata di blocchi stradali e tensioni nel quartiere napoletano di Pianura. Ma la gente è scesa in strada anche a Quarto, Agnano e in via Campana. Settemila le tonnellate a terra a Napoli, nonostante la raccolta nella notte, e 70 mila in tutta la provincia. Ma i numeri si danno anche al lotto, dove è andato per la maggiore proprio il terno della monnezza: 12 (militari), 60 (città di Napoli) e 70 (spazzatura). Ieri sono stati circa 50 mila i ragazzi che non possono tornare a scuola (il 3% degli istituti sono però chiusi, si precisa in Regione), ma il ministro Fioroni ha chiesto al commissario De Gennaro di intervenire perché si rimedi al più presto. Ma le scuole intanto chiudono oggi anche a San Nicola la Strada, nel casertano, mentre il primo cittadino di Trecase (Napoli) minaccia di chiudere anche il municipio perché "la spazzatura è uguale per tutti", anche nei piccoli comuni. Il sindaco di Torre Annunziata si è detto pronto a spalare personalmente i rifiuti, "purché - premette - ci dicano dove portarli". L'esercito intanto è arrivato a San Giorgio al Cremano, a Cercola e a Quarto, dove il parroco era pronto a riceverlo con una benedizione. Ma ormai gli albergatori danno per compromesso il turismo di Pasqua. Anche fuori della Campania acque ancora agitate - In Abruzzo nuove proteste contro gli arrivi di rifiuti alla discarica di Cerratina e nelle Marche An ha protestato di fronte alla Provincia di Pesaro, mentre in Molise il presidente Iorio esulta per il fatto che non si farà più la contestata discarica di Morcone, nella vicina provincia di Benevento.Al Nord la Lega manda un pacco di sacchetti di spazzatura al presidente delle Liguria Burlando, reo di solidarietà con la Campania, mentre il centrodestra piemontese continua a contestare la disponibilità offerta dalla presidente Bresso, e Umbria e Veneto ribadiscono il loro no alla spazzatura campana. La Cdl prepara mozione sfiducia al ministro Pecoraro - Da vicepresidente della Commissione Ue, Franco Frattini invita il governo ad agire, mentre il presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sui ciclo dei rifiuti, Roberto Barbieri, suggerisce l'immediato avvio di un tavolo di intesa tra Governo, Conferenza delle Regioni ed enti campani. Con Roberto Castelli, la Lega teme che intanto il governatore lombardo Formigoni stia cedendo rispetto al no iniziale e minaccia di far venire meno il suo appoggio. L'azzurro Jannone denuncia che al Nord viene tolto lo scalo di Malpensa mentre si portano i rifiuti di Napoli, ma il deputato piemontese de La Destra sostiene che tutte le regioni devono contribuire alla emergenza. L'Udc Pionati propone intanto una legislatura di coalizione per la Campania, e trova sostegno nell'Idv Formisano, mentre tre eurodeputati di Fi paventano rischi di un'emergenza rifiuti anche a Roma e nel Lazio. Calendarizzata infine la mozione di sfiducia del centrodestra al ministro Pecoraro Scanio: voto il 22 alla Camera e il 23 al Senato. FULVIO CIPRIANI ,.

Torna all'inizio

L'opinione (sezione: Schola)

( da "Libertà" del 16-01-2008)

 

Quotidiano partner di Gruppo Espresso LIBERTA' di mercoledì 16 gennaio 2008 > Agenda L'opinione Una scuola in declino con alunni-clienti di LUIGI NICELLI Mi vorrei collegare al condivisibile ed efficace intervento di Bruno Cassinari apparso su questo quotidiano nei giorni scorsi in cui si evidenziava, tra l'altro, la necessità di ripristinare nelle nostre scuole il principio di autorità. E' sotto gli occhi di tutti il fatto che la scuola italiana sia diventata, da qualche tempo, un facile bersaglio per giornali, riviste e politici. Oggetto delle critiche sono gli scarsi risultati dei nostri allievi rilevati nel corso dell'indagine Ocse Pisa, che valuta e confronta i livelli di apprendimento degli studenti in Italia con quelli del resto d'Europa. Diamo atto alle fonti di informazione di aver perfettamente centrato il problema: la scuola italiana è in pieno ed inarrestabile declino. Dove sbagliano, invece, è nell'individuazione delle cause. Ritenere che tutti i mali della scuola italiana si possano imputare alla didattica è sbagliato, come è sbagliato pensare che per migliorare la didattica siano necessari provvedimenti che colpiscano unicamente il metodo di lavoro degli insegnanti. Un problema non può essere risolto se non dopo aver ricercato ed eliminato le sue vere radici. Ogni provvedimento che prescinda da questa analisi preliminare non solo sarebbe privo di senso, ma servirebbe solo ad acuire una situazione già tragica. Tentiamo dunque di capire i motivi che hanno portato la nostra scuola al declino. Primo fra tutti è l'indebolimento o, per meglio dire, l'annichilimento dell'autorità dei docenti, mutuata dal pensiero di alcuni pedagogisti e fatta propria da una larga schiera di riformatori della scuola. Frutti di questa deleteria filosofia sono stati i cosiddetti debiti formativi mai sanati, il 6 rosso al posto del quattro, l'abolizione degli esami di riparazione, la bocciatura vista come fallimento dell'educatore e non come strumento di recupero delle conoscenze. Eliminati i mezzi attraverso i quali l'insegnante poteva pretendere impegno e serietà dai propri allievi, la didattica ha perso forza e incisività, l'impegno è calato, lo studio è diventato superficiale, l'apprendimento è penosamente precipitato ai livelli attuali. Un'altra ragione del declino della scuola deriva dal tentativo di instaurare principi di stampo aziendalistico nella gestione scolastica. Il preside è diventato un manager, ossia l'amministratore di un istituzione sostenuta da un insieme variegato di finanziamenti. Gli allievi, persi ormai i connotati di discenti, hanno assunto il ruolo di clienti di un servizio e, da studenti, sono diventati utenti. La logica aziendalistica, che vede il cliente al centro delle attenzioni, ha imposto la sua ferrea legge: se in un istituto ci sono bocciature, allora quella scuola ha fallito la sua missione, ormai trasformatasi in mission dal significato imprenditoriale. La bocciatura, da strumento di educazione, è diventata elemento di valutazione della validità della didattica e del lavoro degli insegnanti. Queste sono cause che provengono dall'interno del sistema scolastico, e il Ministero dovrà tenerne conto prima di imbastire una nuova, ennesima riforma. Si troverà la soluzione solo garantendo agli insegnanti autorità e strumenti efficaci. [.

Torna all'inizio

Unione divisa. La Cdl: Vergogna Il premier condanna il clima inaccettabile , ma la sinistra canta vittoria (sezione: Schola)

( da "Nazione, La (Nazionale)" del 16-01-2008)
Pubblicato anche in:
(Giorno, Il (Nazionale)) (Resto del Carlino, Il (Nazionale))

 

Unione divisa. La Cdl: "Vergogna" Il premier condanna il "clima inaccettabile", ma la sinistra canta vittoria ? ROMA ? "VERGOGNA": è durissimo e unanime il giudizio del centrodestra, che prepara la mobilitazione sul caso la Sapienza e chiede la dimissioni del governo e del ministro dell'Università, mentre la maggioranza si spacca ancora una volta. Da "una scelta opportuna" giustificata dall'"interventismo delle gerarchie cattoliche nella vita pubblica" secondo Enrico Boselli, leader dei Socialisti, a Lanfranco Turci dello stesso partito: "Si sta montando una campagna di vittimismo che appare del tutto contraddittoria e infondata in una fase di invadenza clericale che non ha precedenti". Fino al silenzio di Oliviero Diliberto (Pdci) al quale fa da contraltare il grido di Alessandro Pignatiello della segreteria nazionale del medesimo gruppo: "Quando il nostro Stato diventerà confessionale potranno invitare tutti i preti che vorranno. Ora no". In ultimo, Ferrando (Pcl) pronto a manifestare alla Sapienza insieme con gli studenti. Difficile credere che posizioni così nette di soddisfazione per la mancata visita del Papa all'università appartengano a membri della medesima maggioranza che esprime la Bindi come la Binetti, Rutelli, Veltroni, Mussi o lo stesso premier Prodi che ieri facevano a gara nel rammaricarsi per l'appuntamento annullato. Con toni diversi, ma con uguale preoccupazione. La decisione del Pontefice ha reso "estremamente triste" il presidente del Consiglio che non ha esitato a condannare "chi ha creato una tensione inaccettabile", mentre il ministro Di Pietro si è definito "umiliato come cattolico e come cittadino" per i fatti accaduti. Per i senatori teodem Bobba, Baio e Binetti si tratta di un accadimento "grave" e che ha rappresentato "una chiusura al libero confronto di valori ed idee". Parole pesanti anche dai ministri Bindi e Melandri, da Rutelli che ha ricordato come chi ha urlato contro Ratzinger aveva invitato il Dalai Lama che pure è un'autorità religiosa; da Veltroni, che ha condannato ogni forma di intolleranza e che si porta a casa un altro smacco nella sua duplice veste di sindaco di Roma. Durissimo il responsabile dell'Università Fabio Mussi che ha sottolineato il "grave errore" che non deve ripetersi. Ora, si interroga il ministro Fioroni, il vero problema sarà quello di annullare la "miopia culturale" che ha portato a quest'epilogo. Per il responsabile della Difesa Parisi si tratta di "un giorno buio per la libertà". Il bavaglio non è piaciuto a nessuno se non alla sinistra estrema che ha cantato vittoria dopo l'annullamento della visita. Il problema, però, è che la maggioranza riesce ancora una volta a traformarsi in opposizione, divisa com'è tra le sue molte anime e Mastella non nasconde la figuraccia che l'Italia è riuscita a fare agli occhi del mondo. Il centrodestra chiede dimissioni dell'intero governo o, almeno, una riflessione sulla deriva che ha preso il Paese dove appare a rischio ? dicono ? persino la libertà di parola. Berlusconi invita ad approfondire il clima creatosi a causa di "certe frange intolleranti che fomentano una campagna di anticlericalismo ideologico". Fini insiste sulle ferite inferte alla coscienza di tutti gli italiani, sia laici che cattolici. "Gli intolleranti oggi cantano vittoria" è l'maro commento. s.m. - -->.

Torna all'inizio

PROVINCIA ALLO SBANDO, SCUOLE ANCORA CHIUSE (sezione: Schola)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 16-01-2008)
Pubblicato anche in:
(Mattino, Il (Circondario Sud2)) (Mattino, Il (Circondario Nord)) (Mattino, Il (City))

 

Provincia allo sbando, scuole ancora chiuse ROSA PALOMBA "In questa città la priorità non sono soltanto le scuole. Ai militari chiedo di rimuovere almeno alcuni di quei cumuli che da quasi un mese invadono le strade": il sindaco di San Giorgio a Cremano, Mimmo Giorgiano, tra i primi ad annunciare la chiusura delle scuole in provincia di Napoli, ieri sera ha chiesto interventi in diverse aree della città. "Ci sono residenti che non possono più aprire i balconi né entrare nei propri palazzi; ci sono commercianti che hanno chiuso le proprie attività; e ci sono strade che ormai non possono essere più percorse da auto e neanche dai pedoni", ha ribadito Giorgiano. Il primo cittadino di San Giorgio e la sua amministrazione che lunedì dopo un sit-in fuori palazzo Chigi sono stati ricevuti dal più stretto collaboratore del premier Prodi, sono decisi: "Se sarà prelevata soltanto qualche tonnellata di spazzatura le scuole difficilmente potranno essere riaperte". Ma l'ordine impartito ai militari è preciso e rigoroso: "Liberare dalla spazzatura soltanto gli edifici scolastici". Esercito anche a Cercola ieri sera. E in attesa che aiuti arrivino in tutta la provincia di Napoli, dove soltanto pochi Comuni non sono invasi dai sacchetti di quest'ultima crisi, dopo i sindaci di Boscoreale e Boscotrecase, Sant'Anastasia, Quarto, Afragola, Casalnuovo e Torre Annunziata, anche il primo cittadino di Terzigno, Domenico Auricchio, ieri sera ha detto che "finora abbiamo resistito per senso di responsabilità, ma ora siamo oltre ogni limite. Migliaia di sacchetti circondano gli edifici scolastici e quindi, in attesa della rimozione ho firmato l'ordinanza per il blocco delle lezioni". Tensione e contestazioni continuano intanto a Terzigno, per l'ipotesi che possa essere riaperta la discarica Sari, in pieno Parco nazionale del Vesuvio. A minacciare di chiudere perfino il Municipio è adesso il sindaco di Trecase. Blocchi e cortei ieri sera anche a Pozzuoli, dove fino all'arrivo di alcuni camion della Nu è stata bloccata l'unica strada che conduce a Napoli. E nonostante l'arrivo dell'Esercito a Quarto, una trentina di manifestanti ha poi bloccato in via Sei Tolla il transito delle auto e l'accesso al deposito della Sepsa, ritenuto probabile sito di trasferenza. Anche 40 dipendenti della ditta Lc Service, un'azienda privata che cura la manutenzione dei treni della Sepsa, non sono messi in condizione di accedere all'area. L'ipotesi paventata dall'amministrazione comunale di utilizzare l'area di deposito della Sepsa quale sito temporaneo per i rifiuti ha scatenato la protesta dei cittadini che non approvano la scelta in quanto a meno di 100 metri dal sito ci sono una scuola materna ed elementare, e numerose abitazioni civili. Nuova protesta anche ad Agnano, alla periferia di Napoli, dove per il secondo giorno consecutivo ieri i manifestanti hanno avviato blocchi stradali all'ingresso e all'uscita del casello della Tangenziale con ripercussioni sul traffico. Benedizioni e messa a Quarto, invece, dove ieri sera i camion del Genio Militare sono stati salutati da Giuseppe Cipolletta, parroco della chiesa San Castrese: "I mezzi militari vanno benedetti perché ripuliscono la nostra città", ha detto don Giuseppe. Chiesa ancora in campo anche a Sant'Anastasia, dove un container per la raccolta del vetro è stato portato nel parcheggio del santuario della Madonna dell'Arco. Tra interventi, proposte, riunioni e consigli comunali straordinari, anche oggi migliaia di studenti della provincia non potranno accedere alle scuole. "Il sistema scolastico campano, intanto - secondo il direttore regionale, Alberto Bottino - si sta organizzando per cercare di portare il maggior numero di studenti tra i banchi. Il dato relativo ai centomila studenti che nei giorni scorsi non sono andati a scuola contava gli assenti perché le lezioni sono sospese a causa della spazzatura, ma anche coloro che hanno scioperato autonomamente contro l'emergenza rifiuti. Ora le proteste sembrano ridotte e quindi, anche se in modo paradossale, il numero degli studenti assenti dalle scuole si è ridotto a oltre cinquantamila". Ieri pomeriggio, il ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, ha chiesto al commissario straordinario per i rifiuti in Campania, Gianni De Gennaro, di intervenire "perché si rimedi al più presto". Ma senza risposte istituzionali e con la città al collasso, è Giosué Starita, sindaco di Torre Annunziata, a lanciare un nuovo, provocatorio appello: "la spazzatura la spaleremo noi se ci dicono dove portarla", ha detto il primo cittadino. Già a settembre scorso Starita e alcuni assessori comunali si armarono di mascherine e guanti e ripulirono una strada dove era stata accumulata una quantità di rifiuti ormai ingombrante. I primi a rendere la situazione incandescente, sono i mercatali, che in seguito all'ordinanza che chiude scuole e mercato rionale quotidiano e settimanale, da dieci giorni sono senza lavoro.

Torna all'inizio

Grande festa al teatro Verdi di (sezione: Schola)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 16-01-2008)

 

Grande festa al teatro Verdi di Maniago per studenti e insegnanti del liceo e dell'Ipsia "Torricelli" di Maniago che hanno potuto scambiarsi gli auguri di buone feste a suon di tango argentino, con uno spettacolo di grande presa, tra un pubblico entusiasta. Un modo del tutto originale per presentare il "Progetto Tango", proposto dalle insegnanti Gladia Cozzi, Isabella Carnemolla e Monica Moro, rispettivamente dell'area motoria e linguistica, che rientra da quest'anno nel Piano dell'offerta formativa dell'istituto.Ballerini professionisti hanno allietato la festa, intervallata da alcune digressioni sul tango, con puntuali riferimenti storici. Apprezzata la performance di una studentessa del liceo, la nota campionessa di ballo Giada Lazzaroni, in coppia con Alessandro Zannier, dell'istituto "Manzini" di San Daniele.Una giornata davvero intensa per l'eccezionalità di alcuni momenti, come la consegna dei diplomi, con il conferimento della lode, alle migliori allieve liceali del passato anno scolastico, Federica Mian e Valentina Zammattio, che hanno apprezzato pure il meritato assegno di mille euro, stanziato in base a quanto previsto dalla normativa voluta dall'attuale ministro Fioroni. "Un merito che le due allieve si sono conquistate con impegno e dedizione, che è motivo di orgoglio per tutto l'istituto", hanno sottolineato al momento della consegna, Angela Dicidomine e Annamaria Poggioli, preside e vicepreside dell'istituto, alla presenza di Domenico Passaro, in rappresentanza della Direzione scolastica regionale.È seguito un momento dedicato alla solidarietà, in cui tutti gli studenti si sono impegnati a versare il loro prezioso contributo all'associazione "Smileagain", presieduta dal chirurgo udinese Giuseppe Losasso che, nel ringraziare, ha ricordato le finalità del sodalizio umanitario per offrire la possibilità alle ragazze dell'Asia centrale (Pakistan, Bangladesh, Nepal, ndr) di poter ricostruire il volto deturpato dagli acidi corrosivi.Sara Carnelos.

Torna all'inizio

Roma NOSTRA REDAZIONE La (sezione: Schola)

( da "Gazzettino, Il" del 16-01-2008)

 

RomaNOSTRA REDAZIONELa rinuncia forzata di Papa Ratzinger a partecipare all'apertura dell'anno accademico alla Sapienza, ha scatenato la riprovazione di tutto il mondo politico e culturale. Il gesto più carico di significato, è rappresentato dalla lettera personale inviata ieri sera da Giorgio Napolitano al Pontefice. Nella scelta di darne notizia, sta la volontà del Quirinale di condannare ciò che ha indotto Ratzinger alla rinuncia.Anche Romano Prodi "condanna" le contestazioni al Papa, esprime "profondo rammarico" per la decisione di non andare all'Università e invita il Pontefice a "mantenere il programma originario". Walter Veltroni parla di "sconfitta della cultura liberale", di intolleranza che "fa male alla democrazia e alla libertà". Non risparmiano i toni duri, il presidente del Consiglio e il segretario del maggior partito al governo: ma parlano quando il guaio - politico, diplomatico e di immagine - ormai è fatto. Il centrosinistra esprime il suo dispiacere e il suo disagio con accenti che, a volte, sembrano un po' troppo di circostanza. I laici ad oltranza - come socialisti e sinistra radicale - vedono in quanto accaduto il risultato dell'invadenza della Chiesa negli affari politici italiani. Insomma, "rammarico" è la parola più usata: ma poi sfumature e distinguo si sprecano.Da Palazzo Chigi, Prodi - che fin qui aveva evitato di intervenire - fa sapere: "Condanno i gesti, le dichiarazioni e gli atteggiamenti che hanno provocato una tensione inaccettabile e un clima che non fa onore alle tradizioni di civiltà e di tolleranza dell'Italia. Esprimo quindi profondo rammarico per la decisione di Papa Benedetto XVI, esprimendo solidarietà forte e convinta alla Sua persona e rinnovando a Lui l'invito perché possa mantenere il programma originario. Nessuna voce deve tacere nel nostro Paese - conclude la nota dell'ufficio stampa - e a maggior ragione quella del Papa". Poi, al Gr1, il premier dice di "provare un sentimento di tristezza all'idea che il Santo Padre non possa parlare all'università". Escluso che la rinuncia sia stata dettata da ragioni di sicurezza, che "era garantita", Prodi si augura che la visita del Pontefice "possa essere ancora compiuta".Veltroni dichiara che "la mancata partecipazione del Papa alla cerimonia, rappresenta una sconfitta della cultura liberale e di quel principio fondamentale che è il confronto delle idee ed il rispetto delle istituzioni".Parole, quelle di Prodi e Veltroni, che non bastano però a placare l'irritazione dell'Udeur: "Una vicenda penosa - denuncia il partito di Mastella - frutto di una gazzarra laicista che nei fatti ha impedito al Papa di esprimere il proprio pensiero. C'è da provare vergogna". Poi, la sferzata al governo: "Dispiace rilevare come ci sia stato anche l'assordante silenzio di gran parte dell'Unione e del governo, che è intervenuto troppo tardi e molto timidamente". Se l'Udeur prende così una posizione assai vicina a quella dell'opposizione, anche altri non si nascondono la gravità dell'accaduto e condannano le annunciate contestazioni al Pontefice. "Tappare la bocca, a chiunque, non è mai una vittoria per nessuno", dice il ministro Fioroni. Il ministro dell'Università Mussi afferma: "È uno sbaglio aver creato le condizioni per cui il Papa abbia dovuto rinunciare alla sua visita alla Sapienza". Ma c'è anche un'altra sinistra, quella radicale e laica ad oltranza. Così, per Boselli (Sdi), l'annullamento della visita è "una scelta opportuna. Bisogna ricordare che il clero in questi mesi ha contestato leggi in vigore, penso alla 194, e ha ammonito a non fare altre leggi, penso a quella sulle unioni civili. Per questo quando entrano fortemente nel dibattito politico devono attendersi che qualcuno risponda". Giordano (Prc) è "dispiaciuto", ma rileva anche che se il Papa ha il diritto di parlare, lo ha anche chi non la pensa come lui. Per Villetti (socialista) l'ipotesi di punire i 67 docenti che si erano schierati contro la visita del Papa riporterebbe l'Italia "ai tempi di Pio Nono". Lo storico Tranfaglia (Pdci) avverte: "Il Papa non può essere presentato come una vittima". E a Diliberto (Pdci) la vicenda non interessa: "Oggi parliamo di politica economica", risponde a chi gli chiede un parere.Mario Antolini.

Torna all'inizio

LA POLEMICA (sezione: Schola)

( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 16-01-2008)
Pubblicato anche in:
(Gazzettino, Il (Pordenone))

 

TriesteLa Uil e la Uil scuola del Friuli Venezia Giulia hanno chiesto al Governo di impugnare davanti alla Corte Costituzionale la legge regionale sulla tutela della lingua friulana. La richiesta è contenuta in un documento sottoscritto dal segretario generale, Luca Visentini, e da quello del comparto scuola, Ugo Previti. "La nostra richiesta - ha affermato Visentini - è che il Governo impugni la legge sia per incostituzionalità che per conflitto di attribuzione. Nel primo caso, per il meccanismo di silenzio-assenso, nel secondo, perché la norma va contro i principi di autonomia scolastica, specie per quanto riguarda il reclutamento e la formazione del personale e l'assegnazione delle classi".Nel documento, inviato ai ministri dell'Istruzione Fioroni, degli Affari regionali Lanzillotta e al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Letta, la Uil afferma che la legge "determinerà pesanti rischi di discriminazione a carico dei docenti e degli studenti della scuola pubblica, dei cittadini nel loro rapporto con le pubbliche amministrazioni locali e dei dipendenti delle stesse amministrazioni".Per il sindacato con la legge si crea una minoranza equiparabile a quelle nazionali, ma che "non trova riscontro nella storia e nell'attuale ordinamento. Il friulano - precisa la Uil - è linguaggio di origine popolare e proprio della società contadina, dalle mille varietà locali, prevalentemente orale e senza una codificazione scritta univoca, mai formalizzato per un insegnamento sistematico nelle scuole o usato negli atti ufficiali in luogo dell'italiano. Dall'esigenza corretta di tutelare una lingua e una cultura storicamente peculiari si passa alla rivendicazione etnica, all'artificiosa creazione di uno spazio etnico-linguistico esclusivo".

Torna all'inizio

La carica dei ragazzi verso le superiori Le iscrizioni scadono il prossimo 30 gennaio: tantissimi gli indirizzi e le sperimentazioni (sezione: Schola)

( da "Giorno, Il (Lodi)" del 16-01-2008)
Pubblicato anche in:
(Giorno, Il (Sondrio)) (Giorno, Il (Milano)) (Giorno, Il (Como)) (Giorno, Il (Varese)) (Giorno, Il (Lecco)) (Giorno, Il (Legnano))

 

SCUOLA GLI STUDENTI DI TERZA MEDIA CHIAMATI A DECIDERE SUL LORO FUTURO La carica dei ragazzi verso le superiori Le iscrizioni scadono il prossimo 30 gennaio: tantissimi gli indirizzi e le sperimentazioni di GIORGIO GUAITI ? MILANO ? ULTIMI GIORNI per una decisione importante. In queste settimane i ragazzi di terza media sono chiamati a scegliere l'indirizzo di studi per le superiori. Le iscrizioni scadono il 30 gennaio e le domande vanno presentate alla scuola media frequentata, che le dirotterà ai licei e agli istituti prescelti. Per questo alcune medie hanno invitato le famiglie ad accelerare i tempi, consegnando le richieste prima della scadenza nazionale. Tempi ancora più ristretti quindi per ragazzi e famiglie che si trovano a dover scegliere in un panorama vastissimo di proposte. Una volta le opportunità erano limitate ai diversi tipi di superiori: liceo (classico o scientifico), magistrali, istituti tecnici commerciali o industriali, istituti professionali. Ora il proliferare degli indirizzi di studio e delle sperimentazioni ha moltiplicato a dismisura le possibilità. Si calcola che le sperimentazioni siano ormai arrivate a quota 800. Un livello che lo stesso ministro Fioroni ha definito "indecente". "Questa eccessiva proliferazione di corsi alle superiori - ha detto il ministro - non aiuta certo la nostra scuola". Da qui l'annuncio di un prossimo taglio netto alle sperimentazioni. Nell'attesa che la mannaia ministeriale si abbatta sull'eccesso di indirizzi e progetti, la situazione vede ancora un ventaglio vastissimo di opportunità, distribuite anche all'interno della medesima scuola, che, nell'ambito del proprio indirizzo di studi, propone corsi differenziati per il tipo di formula adottata. Quello che vogliamo offrire è dunque una mappa "di base" delle opportunità presenti nelle superiori milanesi, anche avvalendoci delle indicazioni contenute nel volume "Iter 2007: viaggio nel sistema di istruzione e formazione dopo la scuola media", realizzato dalla Provincia "per offrire - ha detto l'assessore Sandro Barzaghi - un supporto all'importante scelta che attende ragazzi e famiglie". Il volume è messo a disposizione gratuitamente ed è anche possibile scaricarne il contenuto dal sito internet della Provincia. - -->.

Torna all'inizio

Castelli (Lega Nord): "Hanno vinto i nazisti rossi". Canali (Pd): "Perso il senso della prospettiva civile" (sezione: Schola)

( da "Italia Sera" del 16-01-2008)

 

Cronaca Roma Castelli (Lega Nord): "Hanno vinto i nazisti rossi". Canali (Pd): "Perso il senso della prospettiva civile" di Anna Maria Funari "Hanno vinto i nazisti rossi". Lo afferma il capogruppo dei senatori della Lega Nord Roberto Castelli in merito alla decisione del Pontefice di annullare la visita all'Università La Sapienza di Roma, dopo le polemiche degli ultimi giorni. "Chi non ha argomenti -afferma Castelli- nel proprio cervello, ha paura di quello degli altri e si affida alla violenza e all'intolleranza per evitare che venga espresso il punto di vista altrui. A questo punto mi sembra doverso cambiare il nome alla Facoltà: il nome la Sapienza non le si addice più". "Il declino del paese è dovuto anche a un certo sistema universitario, permeato da docenti che dovrebbero insegnare e formare i nostri giovani. Mi domando cosa possano insegnare questi individui alle nuove generazioni se non l'intolleranza e l'odio. Io sono un galileiano di ferro e proprio per questo -conclude- non avrei paura di confrontarmi con chi antepone la fede alla ragione". Ecco invece il testo di Luigi Canali, Presidente della Commissione Scuola del Consiglio Regionale del Lazio "Come sempre più spesso avviene nel nostro paese, anche l'invito rivolto dall'Università 'La Sapienza' a Papa Benedetto XVI per l'apertura dell'anno accademico sta diventando oggetto di polemiche che smarriscono ogni senso di prospettiva civile, sociale e storica e sfociano nella più ottusa intolleranza, nel massimalismo più bieco. Chiunque è libero di esprimere una sua opinione, di giudicare l'operato di un Pontefice, di difendere una sua visione laica dello stato e della società: ma nessuno può essere libero di soffocare la voce di un altro, perché così si nega alla radice quel principio di democrazia e di rispetto reciproco di tutte le opinioni su cui si fonda non solo la nostra società ma anche la Costituzione repubblicana. Non si può invocare la democrazia per zittire un Papa sostenendo la tesi assurda che possa costituire una minaccia per quella stessa democrazia che di fatto si finisce per negare. Tanto peggio se per impedire a qualcuno di parlare, fosse anche il Capo della chiesa cattolica, si sceglie come scenario proprio l'istituzione universitaria che da sempre ha fatto della libertà dei valori, di tutti i valori, e della libertà di espressione, di tutte le espressioni, la ragione prima di esistenza e di progresso. In una libera università tutte le voci devono essere, e restare, libere, e questa non è una difesa di ufficio di un Papa, capace benissimo di difendersi da solo: è la difesa di un principio inviolabile, quello della libertà di tutti, Papa compreso, di esprimere liberamente le proprie opinioni. "L'aver costretto il Santo Padre ad annullare la sua visita all'Università La Sapienza rappresenta la vittoria dell'intolleranza violenta ed arrogante propria di una parte, seppur minoritaria, della cultura laica del nostro Paese". Lo afferma il segretario UDC, Lorenzo Cesa, secondo il quale "si è persa in questo modo l'opportunità di un confronto aperto e sereno, come era nelle intenzioni degli organizzatori e di tanti giovani, fra il Capo della Chiesa cattolica ed il mondo accademico sui grandi temi che riguardano l'Uomo e la società contemporanea". . "Ora viene la parte più difficile: annullare l'intolleranza e la miopia culturale. L'annullamento della visita del Papa non è una buona notizia per nessuno: né per l'Università la Sapienza, né per gli studenti, né per quanti pure auspicavano questa soluzione. Tappare la bocca, a chiunque, non è mai una vittoria per nessuno. Tanto meno per la democrazia di questo Paese". Lo dichiara in una nota il ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni. Edizione n. 11 del 16/01/2008.

Torna all'inizio

Pescara, malmenato con una spranga di ferro da un compagno di classe (sezione: Schola)

( da "Redattore sociale" del 16-01-2008)

 

MINORI 15.3316/01/2008 Pescara, malmenato con una spranga di ferro da un compagno di classe Rischia di perdere l'occhio destro. Il presidente della provincia Giuseppe de Dominicis: ''La violenza cieca non può trovare diritto di cittadinanza all'interno della scuola''. Domani a Chieti il ministro Fioroni PESCARA - E' stato malmenato con una spranga di ferro un giovane ragazzo di diciassette anni che frequenta l'istituto industriale "Alessandro Volta" di Pescara. La vicenda è stata riportata oggi dai quotidiani abruzzesi che parlano di gravi lesioni riportate dallo studente che rischia di perdere l'occhio destro. Il gravissimo gesto di bullismo è stato perpetrato a scuola da tre compagni di classe, che hanno aggredito il loro compagno a causa dell'origine sudamericana del padre. La vittima, ricoverata al reparto di Otorinolaringoiatria dell'ospedale di Pescara, è riuscita con difficoltà a ricostruire la dinamica dell'aggressione. Tutto era cominciato dalla ricreazione, quando il compagno che lo infastidisce da mesi, dopo averlo apostrofato con i soliti insulti, gli ha detto "adesso non ti posso fare fuori perchè siamo a scuola". Dopo la ricreazione il 17enne chiede alla professoressa di andare in bagno, ma proprio mentre sta per rientrare gli si para davanti il suo compagno che lo ferma nel corridoio e lo colpisce con una spranga di ferro mentre gli altri due ragazzi chiudono la porta dell'aula. La vittima riceve due colpi, uno alla nuca e l'altro al viso, quest'ultimo gli provoca fratture multiple al naso, occhio gonfio e perdita dei sensi. Solo l'intervento del bidello impedisce al bullo di continuare nella sua aggressione selvaggia. A chiedere giustizia il padre del diciassettenne che ha designato l'avvocato Claudia Centorame la quale ora ipotizza per l'aggressore il reato di tentato omicidio. Sulla questione stamani è intervenuto anche il presidente della provincia di Pescara Giuseppe De Dominicis. "Come amministratore, come padre, ma anche solo come semplice cittadino, non posso che dirmi sconvolto per quanto accaduto all'Istituto tecnico industriale di Pescara". "Qualora fosse confermata anche nei suoi particolari più agghiaccianti - ha continuato De Dominicis - , l'aggressione brutale di un ragazzo da parte di alcuni coetanei, non può trovare nessuna giustificazione. Nell'augurare alla vittima una pronta guarigione ed esprimere la più totale solidarietà alla famiglia del ragazzo ferito, mi auguro che nelle loro distinte sfere di responsabilità, tanto la magistratura quanto la scuola, la cui immagine e la cui qualità non escono certo scalfite da questa brutta vicenda, procedano all'accertamento delle responsabilità, procedendo alla punizione dei colpevoli in modo esemplare"."La violenza cieca - conclude - non può trovare diritto di cittadinanza all'interno della scuola. Compito delle istituzioni pubbliche, di quelle scolastiche, delle famiglie e dei ragazzi stessi, è cooperare affinché il bullismo sia bandito dalle aule e dalle coscienze". E domani arriva a Chieti il Ministro dell'Istruzioni Giuseppe Fioroni per partecipare con gli studenti delle scuole all'incontro intitolato "La legalità a garanzia e tutela della dignità dell'uomo, del cittadino".(lc).

Torna all'inizio

 


LINEA DI CONFINE "L'addove" crescono gli impuniti ciucci MARIO PIRANI (La Repubblica del 14-1-2008)

 

 L'addove, con l'apostrofo è solo uno degli infiniti strafalcioni che costellavano la prova scritta dei quattromila laureati in giurisprudenza, presentatisi all'ultimo concorso per entrare in magistratura. Gli errori di ortografia, di grammatica elementare, di sintassi, l'assoluta incapacità espositiva si sono rivelati tanto diffusi e irrecuperabili che alla fine il collegio docente ha rinunciato ad assegnare 58 dei 380 posti che aveva a disposizione. Le origini di questo test catastrofico di massa debbono esser cercate molto indietro negli anni, quando dalle elementari in poi a questi bambini, via via diventati adolescenti e adulti, si è lasciato credere che potevano largamente infischiarsene del rispetto della lingua nazionale (ma anche delle altre discipline, dalla matematica alla storia). Legioni di maestri, insegnanti, professori universitari hanno loro elargito egualmente promozioni, diplomi, lauree, lasciandoli disarmati al momento della verifica col mondo esterno. L'unico tentativo per erigere un primo argine, almeno per il futuro, a questa alluvione di ignoranza è consistito nel recente decreto del ministro Fioroni che blocca il trascinamento all'infinito dei debiti: chi si rivela insufficiente verrà sostenuto con corsi supplementari, da febbraio in poi e, se necessario, anche durante il periodo estivo ma se poi, a settembre, mostrasse ancora gravi mancanze, dovrà ripetere l'anno. La destra, che per iniziativa di un suo ministro aveva abolito gli esami di riparazione, si è schierata contro (in nome del diritto all'ignoranza?). Il presidente del Trentino, Dellai, ha inoltre impugnato l'ordinanza di Roma brandendo a sproposito l'indipendenza regionale. Vasti plausi, ma non unanimi, sono venuti, per contro, dal mondo della scuola. Chi mugugna lo fa soprattutto perché teme che le sue ferie subiscano qualche limatura anche se il ministero ha chiarito che le operazioni di verifica non debbano concludersi obbligatoriamente entro il 31 agosto. Si può, infatti, spostare di qualche giorno l'inizio dell'anno scolastico poiché l'ordinanza indica solo che il giudizio finale avvenga "entro la data d'inizio delle lezioni dell'anno successivo", senza stabilire un termine di calendario. Tutte queste osservazioni, peraltro, temo dimostrino soprattutto il persistere di un radicato scetticismo di fronte al tentativo di fronteggiare il disastro pedagogico nel quale ci troviamo e che tocca la questione di fondo di una rottura generazionale che non investe certo solo l'Italia. Anche in altri paesi ci si trova a fare i conti con gli effetti di riforme dell'istruzione più o meno simili quanto dannose e con una prolungata deriva permissiva in casa e a scuola, che ha delegittimato e affievolito ai minimi termini le possibilità di punizione e di premio da parte dei docenti e anche dei genitori. In Francia, ad esempio, la discussione ha investito anche il tema base dell'educazione familiare, premessa del comportamento in aula. "Le Monde" vi ha nei giorni scorsi dedicato una pagina. Quattro libri usciti negli ultimi due anni hanno titoli molto significativi: "Manuale di educazione ad uso dei genitori", "Dal bambino re al bambino tiranno", "Genitori, osate farvi obbedire", "Me ne infischio, ci andrò lo stesso! Quale autorità con un adolescente?". Il giornale parigino riporta osservazioni di psichiatri infantili, educatori, psicologi che si confrontano con i figli di una generazione che ha confuso autorità con autoritarismo e si è ritratta di fronte ad ogni forma di punizione (naturalmente si parla di punizioni non corporali). "Una punizione serve a sancire che certi limiti sono stati superati... Si è creduto invece che esprimendo molto amore e dilungandosi in spiegazioni, si arrivava a sconfiggere certi istinti tipici dell'infanzia. Ma invece di sviluppare in loro il senso dell'altro, si è potenziato l'egocentrismo". Così i tiranni in erba, sempre più numerosi, protestano di fronte alla minima frustrazione e trasgrediscono allegramente ad ogni regola, sotto l'occhio imbarazzato degli adulti. Non si tratta di chiudersi in una situazione conflittuale ma di far rispettare regole fissate in anticipo, con punizioni graduate e possibili così che il bambino sappia già cosa lo aspetta se trasgredisce. Il bambino e il ragazzo, per contro, vanno incoraggiati e valorizzati quando rispettano le regole e i doveri scolastici, La stima di sé può essere inficiata in bambini che hanno il convincimento di non arrivare mai a soddisfare i genitori e i maestri. L'importanza è che abbiano o recuperino il senso del limite. Se questo avverrà il percorso scolastico e la formazione familiare ritroveranno una proficua coerenza. Oggi non è così.

 


ARTICOLI DALL’11 AL 14 GENNAIO 2007

 

Sognare la Francia (pagando in Italia) ( da "Corriere della Sera" del 12-01-2008)

Illy, la strategia autonomista e il rapporto con il Pd ( da "Piccolo di Trieste, Il" del 13-01-2008)

Dirigenti di comunità al Fontana ( da "Trentino" del 13-01-2008)

MASSA - MORATTI-Fioroni: stessa politica, diversi nomi . Con questa frase ( da "Nazione, La (Massa - Carrara)" del 13-01-2008)

Scuola privata: quei compagni nelle aule più esclusive ( da "Panorama.it" del 13-01-2008)

Compagni di scuola privata ( da "Panorama" del 14-01-2008)

Articoli

Sognare la Francia (pagando in Italia) (sezione: Scuola)

( da "Corriere della Sera" del 12-01-2008)

 

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Opinioni - data: 2008-01-12 num: - pag: 36 categoria: REDAZIONALE Il dubbio di Piero Ostellino Sognare la Francia (pagando in Italia) I n un mese, Nicolas Sarkozy ha divorziato dalla moglie, si è trovato una compagna e forse si sposerà. Da noi, un giudice fissa a cinque anni la data per la prima udienza di separazione legale. Le vicende sentimentali del presidente francese sono la metafora della differenza che c'è fra la Francia e l'Italia. Da noi, un'intera regione affoga nella spazzatura, mentre il governo galleggia sulle disfunzioni del sistema politico. Da loro, il capo dello Stato mette in gioco la propria reputazione e il futuro del suo Paese in una conferenza stampa durante la quale si capisce quello che dice. Fine delle 35 ore lavorative (da noi, posticipo dell' età pensionabile); rilancio della partecipazione ai risultati delle aziende (da noi, i più bassi salari fra i Paesi industrializzati); soppressione della pubblicità nella tv pubblica (da noi, la riforma tv usata come ricatto politico a Berlusconi); fissazione di quote nella politica di immigrazione (da noi, Giuliano Amato smentisce subito un accordo in tal senso con Francia e Spagna); riforma della scuola primaria (da noi, gli studenti sono i peggio preparati d'Europa); nuovo preambolo alla Costituzione (da noi, manco a parlarne); sostegno della Cassa depositi e prestiti alle aziende (da noi, tasse, tasse). Poco spazio nei nostri telegiornali al programma. Molto alla relazione con Carla Bruni. Mi scrive un lettore: "Il 10 luglio 2005 ho venduto la mia abitazione a Napoli e mi sono trasferito nel Comune di Milano in cui sono ufficialmente residente e domiciliato. Tuttavia ricevo dal Comune di Napoli, al mio indirizzo di Milano, una cartella esattoriale per la Tarsu 2006 che, oltre che non dovuta, è anche palesemente sbagliata perché si riferisce a un'abitazione che avevo in affitto dal 1972 al 1996, oggi occupata dalla proprietaria che paga la Tarsu. Quindi, il Comune di Napoli pretende la Tarsu da due cittadini per la stessa casa. Tutto questo mi costringerà, secondo le istruzioni della cartella, a: 1. fotocopiare 0,5 cm di documenti per dimostrare che non sono più residente a Napoli dal 2005 e che non sono più domiciliato in quella casa dal 1996; 2. fare ricorso in bollo (ovviamente) per ogni cartella esattoriale inviatami per errore (perché adesso, dopo il 2006, mi aspetto vogliano anche i soldi per il 2007); 3. spedire, per raccomandata con ricevuta di ritorno (ovviamente) un plico di 1 cm di carta senza busta, che comporta anche una serie di studi per spillarlo o avvilupparlo nello scotch. Dopo 30 giorni, 1. costituirmi in giudizio, per ogni cartella, e quindi trovare qualcuno a Napoli che segua la pratica presso gli uffici tributari; 2.ingolfare, per una questione di 226 euro l'anno, le commissioni tributarie provinciali, perché non so che percorso dell'oca dovrà subire la mia pratica. 3. eventualmente, se la cosa prenderà una brutta piega, portare in giudizio il Comune di Napoli per i danni". Vive la France, vive Sarkozy. postellino@corriere.it \\ Sarkozy è deciso e veloce nelle scelte sentimentali e politiche. Noi.

Torna all'inizio

Illy, la strategia autonomista e il rapporto con il Pd (sezione: Scuola)

( da "Piccolo di Trieste, Il" del 13-01-2008)

 

RETROSCENA Il governatore si smarca sempre più dal centrosinistra. Obiettivo: ottenere consensi fra i moderati Illy, la strategia autonomista e il rapporto con il Pd TRIESTE Riccardo Illy si smarca sempre più dal centrosinistra e, in attesa della probabile ricandidatura, appesa ormai solo alla soluzione del nodo compartecipazioni sul gettito fiscale generato dai pensionati Inps della regione, accentua il profilo "autonomista" della sua strategia politica. Dalla legge sul friulano a scuola alla riforma dello Statuto speciale, fino alle diverse partite aperte con Roma (Tocai, commissario per la Terza corsia A4, norme attuative dell'Euroregione), il governatore in carica cerca di marcare le sue differenze dal centrosinistra in una regione con un elettorato orientato prevalentemente verso il centrodestra. E, non ultimo, ha ripreso a dialogare con il sindaco udinese Sergio Cecotti, dopo un gelo durato un pezzo di legislatura. "Ci vediamo ogni tre mesi - sottolinea il primo cittadino udinese - per motivi istituzionali e politici". Gli osservatori politici sono concordi: il ruolo di indipendente, Illy lo ha sempre interpretato molto bene, sin dalla prima discesa in campo come sindaco di Trieste, nel lontano 1993, quando si presentò come il primo cittadino slegato dai partiti, l'imprenditore prestato alla politica, l'esponente della società civile autonomo da tutto e da tutti. Ma Illy, ripetono gli stessi osservatori, per ripetere il bis del 2003, quando conquistò la Regione con un programma di centrosinistra, rappresentando allo stesso tempo un valore aggiunto alla coalizione, capace quindi di attrarre consensi anche a centrodestra, sta modificando ulteriormente la strategia. Cinque anni fa si presentò con una lista di supporto, quella dei Cittadini per il Presidente. Ora Illy, spiegano alcuni esponenti di Intesa, sta facendo un passo avanti, compie un'evoluzione: da un lato alleato del Partito democratico, dall'altro autonomo e "autonomista", allargando il consenso ad ampi settori della società civile, soprattutto nell'area friulana. Una divaricazione, fra Pd e Illy che, si sussurra sempre dal centrosinistra, prima o dopo rischia tuttavia di emergere. Per il momento, però, aggiungono le stesse fonti, l'obiettivo è vincere la partita, e persino il feeling Illy-Lega Nord (a partire dall'appoggio dato dal Carroccio in Consiglio regionale alla legge sul friulano) sono circostanze che in molti nel Pd ufficialmente minimizzano, ma che a microfoni spenti confermano potrà costituire un problema a urne chiuse. C'è chi però non si sorprende. "Non è un'invenzione elettorale" spiega Bruno Malattia, leader dei Cittadini. "Illy - sottolinea - è un direttore d'orchestra, non attende ordini da Roma, è lui a condurre i giochi. A differenza di Tondo che ha bisogno di un'investitura". "Personalmente credo che il Pd dovrebbe approfittare di avere un presidente indipendente, per dimostrare di essere una forza politica veramente nuova, non una somma di vecchi partiti". a.r.

Torna all'inizio

Dirigenti di comunità al Fontana (sezione: Scuola)

( da "Trentino" del 13-01-2008)

 

La Provincia approva il nuovo corso serale, via in settembre ROVERETO. Novità per l'istituto tecnico Fontana: la Provincia ha emesso una delibera in merito all'istituzione di un nuovo corso serale Sirio all'istituto roveretano, quello per dirigenti di comunità, che potranno. dunque formarsi nella scuola di via Teatro. E' l'unica novità di rilievo per le scuole roveretane contenuta nel pacchetto di delibere firmate venerdì dal presidente della provincia Dellai, che confermano la situazione esistente per l'Istituto delle Arti, il Musicale coreutico ed il linguistico, in attesa che il quadro normativo e organizzativo si completi con le nuove indicazioni nazionali per il secondo ciclo, attese per l'estate 2008. Ciò mette un freno, almeno momentaneo, alla riforma delle scuole e degli istituti d'arte, sui quali l'assessore Tiziano Salvaterra ha già annunciato volontà precise, mettendo in subbuglio il corpo docenti del Don Milani-Depero quanto quelli del liceo artistico di Trento, che della riforma non voglino nenmmeno sentir parlare. La delibera di venerdì aggiorna intanto il quadro dell'offerta scolastica provinciale con decorrenza dall'anno scolastico 2008/2009, e prevede l'istituzione del corso Sirio per dirigenti di comunità presso l'Itcg Fontana. Si tratta di un'opportunità in più per la scuole roveretana, che potrà dunque fregiarsi di un altro corso di studi da aggiungere alle sue diverse discipline, stabilendo anche un percorso formativo adeguato per chi si candida a guidare strutture comunitarie.

Torna all'inizio

MASSA - MORATTI-Fioroni: stessa politica, diversi nomi . Con questa frase (sezione: Scuola)

( da "Nazione, La (Massa - Carrara)" del 13-01-2008)

 

? MASSA ? "MORATTI-Fioroni: stessa politica, diversi nomi". Con questa frase e con striscioni i Comitati di base della scuola e il Coordinamento studentesco di Massa Carrara, in tutto circa trenta persone, ieri pomeriggio verso le 18 hanno contestato pacificamente il ministro della pubblica istruzione Giuseppe Fioroni mentre entrava nel centro congressi di Marina dove doveva presentare il libro sulla vita di don Lorenzo Milani scritto dal giornalista Mario Lancisi. In un volantino la critica al ministro. "Fioroni ha sfornato una raffica di provvedimenti ? hanno scritto e ribadito in strada i rappresentanti dei Cobas e del Comitato studentesco ? il cui scopo è sempre lo stesso: mazzolare la scuola pubblica e far prosperare quelle private". Nel mirino "l'aumento in modo esponenziale dei finanziamenti alle scuole private mentre la Finanziaria ha pesantemente tagliato i finanziamenti alle scuole pubbliche" ma anche il "taglio di 1900 cattedre di sostegno per i circa 200 mila alunni in situazione di handicap". E poi una serie di questioni: gli stipendi, che "andrebbero potenziati per motivare maggiormente i docenti nel loro lavoro", gli esami di riparazione ("anzichè risanare alla radice i mali della scuola si reintroducono gli esami a settembre"), l'ora di religione cattolica ("ne favorisce l'insegnamento e mantiene le discriminzioni tra gli insegnanti di religione e quelli di altre discipline") e l'autonomia. Per discutere su questi temi una delegazione dei presenti al presidio dopo la presentazione del libro, come previsto si è rivolta al ministro. "L'incontro è saltato ? ci ha dichiarato in serata un portavoce degli studenti ? perchè ci non è stata accolta la presenza in delegazione di una prof dei Cobas. E noi per solidarietà ce ne siamo andati". Da parte sua il ministro, da noi interpellato, ha precisato: "Ho ascoltato un rappresentante del Comitato studentesco al quale ho spiegato che avrei parlato con un singolo docente dei Cobas. E ho spiegato che per le riunioni sindacali, invece, bisogna seguire le normali procedure". A.S. - -->.

Torna all'inizio

Scuola privata: quei compagni nelle aule più esclusive (sezione: Scuola)

( da "Panorama.it" del 13-01-2008)

 

Italia - http://blog.panorama.it/italia - Scuola privata: quei compagni nelle aule più esclusive Posted By redazione On 13/1/2008 @ 10:25 In Apertura#1 | No Comments di Romana Liuzzo Dagli scranni del Parlamento o dalle poltrone dei talk-show esaltano la scuola pubblica, la celebrano come unica fonte del sapere democratico e chiedono di tagliare (e tagliano) i finanziamenti statali alla scuola privata. Poi, però dove mandano i loro figli? Nelle più prestigiose scuole a pagamento, con rette non certo accessibili a tutti. Sono i politici del centrosinistra e vip di area, girotondini e imprenditori radical chic, che non si fermano di fronte alle file per poter accedere in questi istituti a cinque stelle. Raccontano alcune madri del San Giuseppe De Merode, scuola privata, rigorosa, cattolica, che il ministro per i Beni culturali, Francesco Rutelli, ha fatto di tutto per inserire ad anno iniziato una delle figlie nelle splendide aule con vista su piazza di Spagna. Raccontano pure che una delle signore in questione, la cui erede non era stata accolta per numero chiuso (30 al massimo), non abbia affatto gradito di sentirsi scavalcata. E pare sia successo il putiferio. Intanto, mentre l'ex sindaco di Roma insediava la giovane rampolla (il primogenito Giorgio ha studiato dai gesuiti), Antonio Tajani, la cui famiglia al San Giuseppe va da generazioni, dopo le scuole medie ha deciso di spostare il figlio per mandarlo in un liceo statale ai Parioli ("Si trova benissimo" spiega l'europarlamentare di Forza Italia). Rutelli non è il solo: Nanni Moretti, l'ultimo leader dei girotondini, dopo aver invitato Massimo D'Alema e gli altri compagni a dire "qualcosa di sinistra", ha iscritto il proprio bimbo in un'esclusiva scuola anglo-americana, l'Ambritt, frequentata solo da ricchi rampolli dell'alta borghesia. Idem per Claudio Velardi, ex golden boy del governo D'Alema: il figlio ha frequentato la scuola americana. Marco Follini, neoresponsabile della comunicazione del Partito democratico, ha iscritto il proprio discendente, seguendo le procedure, nella scuola dei fratelli salesiani in pieno centro, a Roma. E al richiamo radical chic non ha saputo resistere nemmeno l'ex ds, ministro allo Sport, Giovanna Melandri. Per la sua progenie è stato ritenuto adeguato l'istituto San Giuseppe di via del Casaletto. Anche questo ambitissimo. Gestito da amorevoli suore. Istruzione a pagamento anche per Anna Finocchiaro, ex ministro per le Pari opportunità, uno dei 45 membri del comitato nazionale per il Partito democratico: le due figlie vanno in un istituto a Catania. Mettersi in fila, prego. L'attrazione della sinistra per la scuola privata non è roba di oggi: anche Piero Fassino ha studiato dai gesuiti. E chi avrebbe mai detto che un nonno di cognome Bertinotti andasse a prelevare i propri nipoti in uno degli istituti più chic di Roma, a gomito a gomito con la fondatrice del Manifesto, ex deputata e scrittrice di sinistra, Luciana Castellina? Politici ma anche giornalisti, tutti attirati come calamite dagli istituti a cinque stelle. Qualche esempio? Michele Santoro ha optato per il francese Chateaubriand. Il giornalista di Anno zero è in ottima compagnia. È francese e privata la scuola scelta dalla giornalista del Tg3, Bianca Berlinguer, per la bambina avuta dal sociologo Luigi Manconi. Lo stesso vale per molti altri fanciulli con genitori dalle spiccate tendenze a sinistra: da quelli dell'imprenditore Alfio Marchini a quelli dell'ex direttore della Stampa Marcello Sorgi, fino a quelli dell'ex senatore ulivista Vittorio Cecchi Gori. Noblesse oblige.

Torna all'inizio

Compagni di scuola privata (sezione: Scuola)

( da "Panorama" del 14-01-2008)

 

Compagni di scuola privata ROMANA LIUZZO aule esclusive Da Moretti a Santoro, da Rutelli a Melandri, ecco chi, a sinistra, snobba gli istituti pubblici e manda i figli nei collegi a cinque stelle. D agli scranni del Parlamento o dalle poltrone dei talk-show esaltano la scuola pubblica, la celebrano come unica fonte del sapere democratico e chiedono di tagliare (e tagliano) i finanziamenti statali alla scuola privata. Poi, però dove mandano i loro figli? Nelle più prestigiose scuole a pagamento, con rette non certo accessibili a tutti. Sono i politici del centrosinistra e vip di area, girotondini e imprenditori radical chic, che non si fermano di fronte alle file per poter accedere in questi istituti a cinque stelle. Raccontano alcune madri del San Giuseppe De Merode, scuola privata, rigorosa, cattolica, che il ministro per i Beni culturali, Francesco Rutelli, ha fatto di tutto per inserire ad anno iniziato una delle figlie nelle splendide aule con vista su piazza di Spagna. Raccontano pure che una delle signore in questione, la cui erede non era stata accolta per numero chiuso (30 al massimo), non abbia affatto gradito di sentirsi scavalcata. E pare sia successo il putiferio. Intanto, mentre l'ex sindaco di Roma insediava la giovane rampolla (il primogenito Giorgio ha studiato dai gesuiti), Antonio Tajani, la cui famiglia al San Giuseppe va da generazioni, dopo le scuole medie ha deciso di spostare il figlio per mandarlo in un liceo statale ai Parioli ("Si trova benissimo" spiega l'europarlamentare di Forza Italia). Rutelli non è il solo: Nanni Moretti, l'ultimo leader dei girotondini, dopo aver invitato Massimo D'Alema e gli altri compagni a dire "qualcosa di sinistra", ha iscritto il proprio bimbo in un'esclusiva scuola anglo-americana, l'Ambritt, frequentata solo da ricchi rampolli dell'alta borghesia. Idem per Claudio Velardi, ex golden boy del governo D'Alema: il figlio ha frequentato la scuola americana. Marco Follini, neoresponsabile della comunicazione del Partito democratico, ha iscritto il proprio discendente, seguendo le procedure, nella scuola dei fratelli salesiani in pieno centro, a Roma. E al richiamo radical chic non ha saputo resistere nemmeno l'ex ds, ministro allo Sport, Giovanna Melandri. Per la sua progenie è stato ritenuto adeguato l'istituto San Giuseppe di via del Casaletto. Anche questo ambitissimo. Gestito da amorevoli suore. Istruzione a pagamento anche per Anna Finocchiaro, ex ministro per le Pari opportunità, uno dei 45 membri del comitato nazionale per il Partito democratico: le due figlie vanno in un istituto a Catania. Mettersi in fila, prego. L'attrazione della sinistra per la scuola privata non è roba di oggi: anche Piero Fassino ha studiato dai gesuiti. E chi avrebbe mai detto che un nonno di cognome Bertinotti andasse a prelevare i propri nipoti in uno degli istituti più chic di Roma, a gomito a gomito con la fondatrice del Manifesto, ex deputata e scrittrice di sinistra, Luciana Castellina? Politici ma anche giornalisti, tutti attirati come calamite dagli istituti a cinque stelle. Qualche esempio? Michele Santoro ha optato per il francese Chateaubriand. Il giornalista di Anno zero è in ottima compagnia. È francese e privata la scuola scelta dalla giornalista del Tg3, Bianca Berlinguer, per la bambina avuta dal sociologo Luigi Manconi. Lo stesso vale per molti altri fanciulli con genitori dalle spiccate tendenze a sinistra: da quelli dell'imprenditore Alfio Marchini a quelli dell'ex direttore della Stampa Marcello Sorgi, fino a quelli dell'ex senatore ulivista Vittorio Cecchi Gori. Noblesse oblige.

Torna all'inizio

 

Scuola, la carica degli alunni stranieri. "Entro metà secolo più degli italiani" di TULLIA FABIANI (La Repubblica del 10-1-2008

 

Potrebbe bastare una decina di anni. O forse di più. Ma lo scenario di cambiamento già si profila nettamente: a scuola gli alunni stranieri saranno più numerosi di quelli italiani. Un sorpasso che statistici e demografi prevedono nel 2050; che altri anticipano, e che interroga in ogni caso sui mutamenti e sugli effetti possibili. Rischi e opportunità. Modelli didattici e orizzonti culturali: un sistema complesso di fattori in fermento, destinato a un lungo e delicato rodaggio.

A tale situazione guarda in particolare la Giornata mondiale delle Migrazioni, che la Chiesa cattolica celebra quest'anno il 13 gennaio. "Giovani migranti: risorsa e provocazione" è il tema scelto dalla commissione episcopale per le Migrazioni della Cei. Perché "oggi l'universo dei giovani migranti è molto ampio - sostiene monsignor Piergiorgio Saviola, direttore generale della fondazione Migrantes (http://www. migrantes. it), e si estende al mondo sempre più vasto degli immigrati in Italia, come pure a quelle forme di mobilità umana che sono minoritarie per numero, ma non per i problemi che suscitano e per l'attenzione che meritano".

I dati. In Italia, secondo l'ultimo Dossier statistico Immigrazione di Caritas-Migrantes di Roma, sono 665mila i minori stranieri residenti all'inizio del 2007, mentre circa 560 mila sono gli italiani minorenni emigrati all'estero. "Per quel che riguarda Sinti e Rom - aggiunge monsignor Saviola - ci troviamo di fronte a una realtà molto giovane: una popolazione di circa 120 mila unità, di cui oltre il 40 per cento sotto i 18 anni". Inoltre sono da considerare "le realtà circensi, 6 mila persone e circa 1.500 famiglie, che comprendono approssimativamente 900 giovani, quella lunaparkista: 6mila licenze registrate, 15 mila famiglie, circa 9600 giovani. Infine i marittimi, circa il 50 per cento dei 2 milioni in transito nei centri Stella Maris sono giovani".
Ma a registrare con maggiore evidenza la densità della popolazione giovanile straniera nel nostro Paese è soprattutto la scuola: "Secondo gli ultimi dati del ministero dell'Istruzione - nota Migrantes - gli alunni stranieri nell'anno in corso sono più di 500 mila, circa il 6 per cento della popolazione scolastica". E seppure è difficile fare previsioni precise per il futuro, "pensiamo che il numero sia destinato ad aumentare già fra una decina d'anni - osserva padre Gianromano Gnesotto, direttore nazionale per gli immigrati e i profughi - gli esperti in demografia a statistica prevedono il 2050 come l'anno del 'sorpasso' degli alunni stranieri su quelli italiani, ma potrebbe avvenire anche prima".

Gli scenari possibili. Con quali effetti e quali rischi? "Effetti positivi", valuta padre Gnesotto, "perché la scuola italiana si è posta da tempo obiettivi interculturali, dove le differenze sono non ostacolo ma ricchezza, e cerca di realizzarli". Ormai difficilmente le classi sono monoetniche, e ciò spinge verso un'evoluzione del modello educativo, "perciò la prospettiva può essere solo quella della mediazione tra le diverse culture di cui sono portatori gli alunni". Una sfida obbligata, per la quale secondo Migrantes servono programmi di informazione e aggiornamento per i docenti, e un forte impegno concreto. Del resto, se c'è plauso per le scelte di indirizzo ministeriale, avviate da tempo e confermate ad esempio dal recente documento "La via italiana alla scuola interculturale", dove si assume la diversità "come paradigma dell'identità stessa della scuola, occasione di apertura a tutte le differenze" si chiede però che l'idea non resti solo sulla carta.

"Nelle scuole italiane sono presenti 192 nazioni su 194 (mancano solo Lesotho e Vanuatu) - evidenzia Gnesotto - con una molteplicità di lingue, culture e abitudini. È dunque un contesto molto ricco e variegato, e la scuola ha il compito di superare il monoculturalismo, ed essere un luogo in cui si rende equilibrato il rapporto con la diversità". In genere, il primo approccio dei ragazzi e delle famiglie italiane è infatti quello che si ha quando si è abituati a una monocultura: sospetto, paura, diffidenza, a volte disprezzo. "Poi però grazie all'incontro reale tra le persone, l'atteggiamento cambia profondamente e si riconosce la ricchezza del confronto e del dialogo". Ecco la direzione auspicabile. Un indirizzo che non elude anche scelte politiche e civili precise: "Il discorso della cittadinanza è fondamentale - precisa padre Gnesotto - molti giovani vivono questa limitazione con estremo disagio. Chi nasce in Italia da genitori stranieri deve essere riconosciuto come italiano. La cittadinanza deve discendere dallo "ius soli" e non più "ius sanguinis", e noi crediamo sia giunto il momento per questo passaggio".
(10 gennaio 2008)

 

 

Aspiranti giudici ma un po' somari Oltre il 90% bocciati agli scritti (La Repubblica del 6-1-2008)

Un paradosso visto il record di domande di partecipazione (43mila)


In servizio 322 nuovi magistrati, 58 in meno dei posti da coprire

 

ROMA - Verbi sbagliati, errori di grammatica e di ortografia. Un disastro per gli esaminatori che sono inorriditi di fronte a lacune da scuola dell'obbligo e incapacità di coniugare i verbi secondo regole elementari, e hanno respinto oltre il 90 per cento dei candidati aspiranti giudici. Al punto che, nonostante il numero da record dei partecipanti al concorso per l'accesso in magistratura (43mila domande), alla fine sono rimasti scoperti una sessantina dei 380 posti da assegnare.

Una situazione che ha preoccupato la categoria e ha gettato ombre sulla formazione scolastica, universitaria e non solo, visto che la maggior parte dei candidati non era costituita da semplici neo-laureati, ma da avvocati, giudici onorari, funzionari della pubblica amministrazione, titolari di dottorati di ricerca e di specializzazioni giuridiche.

Questi i drammatici risultati registrati all'ultimo concorso che si è concluso con l'immissione in servizio di 322 nuove toghe, 58 in meno dei posti da coprire. Un risultato a dir poco inaspettato tenuto conto del vero e proprio boom di domande di partecipazione che c'era stato, senza precedenti nella storia della magistratura. Dell'esercito dei 43mila, ne sono stati ammessi alle prove scritte 18mila. Oltre 6mila candidati si sono effettivamente presentati e poco più di 4mila hanno consegnato tutte e due le prove scritte, il doppio dei precedenti concorsi.

Ma nonostante il dato così elevato, gli ammessi agli orali sono stati appena 342, pari all'8,53%. E una ventina di loro alla fine non è riuscita a tagliare il traguardo finale: i vincitori, proclamati dalla Commissione di esami, sono infatti stati 319 e altri 3 - che pur non avendo riportato alcuna insufficienza, non avevano raggiunto la votazione minima prevista - sono stati dichiarati tali con un provvedimento del ministro della Giustizia Mastella.

Dati preoccupanti che hanno indotto uno dei componenti della commissione d'esame, il giudice della Corte d'appello di Palermo Matteo Frasca, a esprimere "non poche perplessità sul livello medio di preparazione dei partecipanti", in un intervento pubblicato sul sito del Movimento per la Giustizia. E le lacune riscontrate non sono solo giuridiche : "La conoscenza della lingua italiana è una pre-condizione per partecipare al concorso, ma alcuni candidati non ce l'avevano" racconta il magistrato. "Ci siamo trovati a fare la disarmante constatazione che in alcune prove c'erano errori di grammatica e di ortografia, oltre che di forma espositiva, testimonianze evidenti di una mancanza formativa, che non è emendabile".

"Non faccio esempi per ragioni di riservatezza" prosegue Frasca, "posso dire solo che se il mio maestro delle elementari avesse visto in un mio compito verbi coniugati come in certe prove che ci sono state consegnate, mi avrebbe dato una bacchettata sulle dita". Tuttavia il giudice Frasca non vede tutto nero: "Abbiamo trovato anche candidati con livelli di preparazione eccellenti" assicura, "punte esaltanti che inducono all'ottimismo".

(6 gennaio 2008)

 

 

ARTICOLI DAL  5 al 10 gennaio 2008

 

Anche Guccini si dissocia Vuoi vedere che del '68 daranno la colpa a me? ( da "Libero" del 05-01-2008)

L'iscrizione al liceo? Col sorteggio ( da "Corriere della Sera" del 08-01-2008)

La Uil denuncia: promozioni per meriti politici ( da "Corriere della Sera" del 08-01-2008)

Più fiducia all'Italia del merito ( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-01-2008)

Articoli

Anche Guccini si dissocia Vuoi vedere che del '68 daranno la colpa a me? (sezione: Scuola)

( da "Libero" del 05-01-2008)

 

Prima pagina 05-01-2008 Anche Guccini si dissocia Vuoi vedere che del '68 daranno la colpa a me? di GIANLUIGI PARAGONE Ora, sta' a vedere che il Sessantotto l'ho fatto io. Che manco ero nato, tra l'altro. Nel giro di pochi giorni ho letto di alcune illustri e sorprendenti defezioni. Lucio Dalla non è mai stato comunista anzi concorda con l'Opus Dei: alle feste dell'Unità ci andavo perché mi pagavano. E al festival di Sanremo ci andava perché cantava alle feste dell'Unità o perché lo pagavano? Giuliano Ferrara fa la moratoria contro l'aborto proprio per dispetto alla cultura dominante di quegli anni, che pure lui frequentò ma che oggi nomina di malavoglia tant'è che scrive 67+1. È uscito fuori che neppure Francesco Guccini era marxista: in quegli anni adorava l'America di Bob Dylan. Strano, ricordavo di una certa Locomotiva dove si incita al trionfo della giustizia proletaria. Qualche tempo fa, i Nomadi ("Io vagabondo che son io, vagabondo che non sono altro...", ricordate?) alle primarie del Pd si sono schierati col giovane e deideologizzato Enrico Letta. A proposito di Partito democratico, su Veltroni è persino inutile porsi la domanda: lui nel Sessantotto era a letto ammalato, a completare l'al bum delle figurine Panini e a scrivere la legge elettorale (già allora). Comunque, di che vi impicciate? In attesa di conoscere se anche Claudio Lolli, Paolo Pietrangeli, Lucia Annunziata e Adriano Sofri si tenessero alla larga dai Libretti Rossi e dai megafoni della rivolta, sarebbe interessante sapere com'è che se il '68 faceva così schifo, oggi i sessantottini sono tutti direttori, presidenti, leader, commendatori, lup.mann. e gran.figl.di.putt.? Chiediamo il saldo del conto Quarant'anni dopo credo di avere il diritto di poter chiedere a qualcuno il saldo del conto. Certo, dal museo delle scienze daranno l'ora d'aria al solito Mario Capanna: per lui è già pronta la riedizione aggiornata di Formidabili quegli anni. Troppo poco, pretendo di più. Nel '68 non ero nato e non ero neanche nei lontani pensieri di mamma e papà. Però mi sono sorbito i sessantottini: li ho trovati nelle aule scolastiche dalla parte dei professori, li ho trovati nelle redazioni dei giornali e li ho trovati pure in politica. Qualcuno bel paraculo - s'è piazzato dalla mia stessa parte. Cioè di qua. La scomparsa dei compagni Di là sembra non esserci rimasto più nessuno. Non un cantante col pugnetto alzato, non un poeta ribelluccio, non un filosofetto, non un sociologone. Sono diventati tutti riformisti. Da rivoluzionari che erano, ora si son fatti riformisti. Che poi è la stessa cosa, visto che non si capisce che cavolo avessero da rivoluzionare prima (quando le cose andavano bene) e che cavolo di riforme vorrebbero fare ora (che le cose vanno effettivamente male). Nel Sessantotto smontarono la scuola, la famiglia, la fabbrica e la società. Nell'an no del Signore Duemila e otto vorrebbero rimontare la scuola, la famiglia e l'idea di socie- tà. Parlano di patria, di sicurezza e persino di presidenzialismo: ammazza che fascistelli son diventati 'sti sessantottini. Se non fosse che la prima legge dell'entropia dà loro torto: le rivoluzioni al contrario non funzionano. Se si pigliano dieci pesci dal mare e li si friggono in padella (il '68) non si possono poi riportare in mare, zampettanti e vispi (il 2008). Nel '68 gridavano giù le ma- ni dal Vietnam; nel 2008 buttano fuori da Rifondazione comunista il deputato pacifista che non vuole rifinanziare le missioni militari all'estero e per questo fa cadere il governo. A scuola, nelle università contestarono il merito, il rigore, l'impegno e il dovere. Misero a soqquadro finanche l'aspetto più ovvio dell'anda mento scolastico, cioè il voto. C'era da prendersi lo scalpo di quel fascista di Gentile. Vennero così le assemblee e la partecipazione collettiva. Vennero le occupazioni e le lunghe riflessioni. Che proseguirono nei Settanta e negli Ottanta. Ogni tanto qualche pirlotto dei Novanta e del Duemila si rimette pure lui a cavalcioni della pantera. Una pantera buona ormai per il circo. Ci ritroviamo così con le scuole riformate una volta ogni cinque anni, con studenti ignoranti e i professori conciati peggio di loro. Le poltrone dei rivoluzionari Dalla scuola alle fabbriche. Dai professori ai padroni. Rivolta di classe e cognizione del proletariato diventano le parole chiave per "disarticolare" il fascismo sociale. Senza capirci un accidenti, i figli della borghesia si stracciarono i pantaloni buoni della domenica, si misero dietro lo striscione color rosso e contestarono i padri. Qualche scemo, alcuni anni dopo, si mise persino in tasca una pistola e fu il dramma. Sono trascorsi quarant'anni e i rivoluzionari siedono in comodissime poltrone e guidano importanti aziende, banche o società di consulenza. Dall'altra parte della barricata, gli operai restano il Cipputi di Altan, quelli che hanno l'om brello nel didietro, che muoiono nelle fabbriche e che hanno buste paga da schifo. Tutto esattamente come prima. Compreso il ritornello: la colpa è del capitalismo. Capitalismo e masturbazione Quel capitalismo contestato al pari di ogni altra cosa. Persino la masturbazione ci andò di mezzo. Chi non ricorda il celeberrimo: Col dito, col dito, l'orgasmo è garantito. Fu così che per vent'anni qualcuno esagerò e non si fecero più bambini. Ora, gli stessi chiedono di darci dentro. Qual è il bilancio, allora? Evitiamo di scomodare Sarkozy e il dibattito francese sul Sessantotto: il loro '68 si chiuse davvero nel 1968. In Italia invece generò il '77 e poi un nuovo potentato di intoccabili. Per ricordare il Sessantotto italiano è sufficiente quel che disse il ragionier Ugo Fantozzi (unico, vero e illuso sessantottino) a proposito della Corazzata Potemkin: è una cagata pazzesca. Segue dibattito. LUCIO DALLA p Ha detto di concordare con l'Opus Dei e di non essere mai stato comunista. Alle feste dell'Unità? Ci andava per i soldi I NOMADI p Prima cantavano "Io vagabondo...", ma alle primarie del Pd hanno scelto il de-ideologizzato Enrico Letta GUCCINI p Pensa un po', anche Guccini non era marxista. In quegli anni adorava l'America di Bob Dylan... Strano Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.

L'iscrizione al liceo? Col sorteggio (sezione: Scuola)

( da "Corriere della Sera" del 08-01-2008)

 

Corriere della Sera - ROMA - sezione: Cronaca di Roma - data: 2008-01-08 num: - pag: 5 categoria: REDAZIONALE Scuola Da oggi il via alle richieste per un posto negli istituti superiori L'iscrizione al liceo? Col sorteggio C'è chi il posto, adesso, lo sorteggia: si inserisce il nome nel bussolotto e via, si delega la selezione alla "Dea bendata". E c'è chi, per farsi pubblicità, utilizza i cartelloni stradali. Partono oggi le iscrizioni per le scuole superiori romane e i vari istituti si organizzano per gestire le richieste, che spesso sono superiori ai posti disponibili. Così, se alcuni presidi ricorrono al vecchio criterio della territorialità (chi è residente nel quartiere ha maggiori chances di andare alla scuola sotto casa), qualcun altro si affida proprio al sorteggio: è il caso, ad esempio, del liceo scientifico Avogadro al Coppedé e del liceo ginnasio Pilo Albertelli, all'Esquilino, l'istituto che diplomò Enrico Fermi e Ugo Ojetti. Il vero boom di adesioni, negli ultimi tre anni, è stata per gli scientifici. "Una corsa - spiega mario Rusconi, del Newton - che non sarà arrestata dalla riforma delle scuole tecniche e professionali. Sempre più genitori hanno titoli di studio elevati e scelgono per i figli i licei che formano all'università". Ma se classico e scientifico continuano a "tirare", gli istituti professionali - dopo l'annunciata riforma Fioroni - si preparano a dare battaglia. Qualcuno, come il preside del tecnico-professionale Da Vinci, ha pensato anche alla pubblicità: "Abbiamo speso - dice Vincenzo Muzi - diverse migliaia di euro in volantini ed inserzioni sui giornali". Altri ancora hanno puntato sulla cartellonistica stradale. Le iscrizioni sono aperte fino al 30 gennaio, ma già da adesso si prevede il "tutto esaurito", con esuberi in molti licei romani. Il termometro sono gli incontri con i genitori fatti in tutto il territorio, frequentati da gruppi di almeno 100-150 persone: e questo vale sia per i licei che per gli istituti professionali. "Agli incontri di dicembre si sono presentate molte più famiglie - conferma Leandro Cantoni, preside del Cattaneo - e questo è un primo segnale importante: speriamo che ci sia anche un riscontro in termini di iscritti". Il preside Vincenzo Muzi del Da Vinci: abbiamo speso migliaia di euro in pubblicità e volantini Ernesto Menicucci.

La Uil denuncia: promozioni per meriti politici (sezione: Scuola)

( da "Corriere della Sera" del 08-01-2008)

 

Corriere della Sera - ROMA - sezione: Cronaca di Roma - data: 2008-01-08 num: - pag: 6 categoria: REDAZIONALE Comune La protesta La Uil denuncia: promozioni per meriti politici Domani alle 11 la protesta arriverà in piazza del Campidoglio: qui si terrà un'assemblea promossa dalla Uil che ha "rotto le relazioni sindacali con il Comune". Così ieri il segretario generale Sandro Biserna nell'annunciare la manifestazione ha lanciato accuse pesantissime. Anche quella che "il Campidoglio fa una politica di sartoria, progettando "vestitini su misura" per le promozioni dei dirigenti" che arrivano non per "meritocrazia di lavoro" ma "politica". E Sandro Biserna ha fatto anche i casi di quattro dirigenti "promossi " in base a questo principio: nel III municipio, nel dipartimento del vicesindaco, all'assessorato alla Cultura ed uno all'Urbanistica. La Uil chiede al sindaco di "cambiare la politica del personale". "O Walter Veltroni si siede a discutere con il sindacato - ha aggiunto Sandro Biserna - oppure la guerra continua. Chiediamo la possibilità di fissare le regole per la meritocrazia, di migliorare i servizi e di dare pari opportunità al personale". Il segretario della Uil Fpl (Federazione poteri locali) ricorda poi che le relazioni sindacali sono state rotte anche per la proposta di abolizione del 21 aprile e "questa festività non si tocca", per la proposta di "abolizione delle due ore per il cambio stipendio" e per la polizia municipale. Non manca la polemica sull'assenteismo del personale che, secondo l'assessore Lucio D'Ubaldo, raggiunge il 32 per cento. "I dati sono sbagliati - è la replica di Sandro Biserna - perché ha inserito anche le assenze per malattia che sono l'85 per cento dei casi. E i dipendenti capitolini - ha concluso - prendono meno di quelli di provincia e regione. In Campidoglio la media è di 1.100 euro al mese, in Provincia di 1250 e ancor di più in Regione". "è ormai inderogabile fissare regole certe per premiare le profesionalità interne a tutti i livelli, azzerando l'iper ricorso alle consulenze esterne", afferma Gianluca Quadrana, capogruppo di La Rosa nel Pugno. "è chiaro che il Campidoglio non è in grado di dotarsi di una politica del personale" dichiarano i consiglieri di An Bruno Prestagiovanni e Enrico Cavallari. L. Gar.

Più fiducia all'Italia del merito (sezione: Scuola)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-01-2008)

 

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2008-01-10 - pag: 14 autore: Più fiducia all'Italia del merito di Carlo Carboni T utti noi riteniamo che i nostri talenti vadano valorizzati in patria, che il merito aiuti a emergere negli studi e nella professione i soggetti socialmente più deboli e che esso sia un valore e un metodo prezioso per promuovere l'interesse comune del nostro Paese. Infatti, come cittadini, preferiamo, all'occorrenza, avere a che fare con medici, insegnanti, capi d'azienda, professionisti e politici capaci e competenti. Tuttavia, quando tocca a noi esserlo, e quindi essere sottoposti a una selezione di merito, non sempre siamo disponibili. Il merito è uno di quei concetti che a parole tutti accettano ma, quando ci riguarda direttamente, accusiamo qualche "mal di pancia" in più. Infatti, studiare bene o lavorare bene costa fatica, anche se sappiamo che, il più delle volte, rilascia sentimenti positivi di soddisfazione e autorealizzazione. Il merito è dunque uno di quei valori che appartiene alla cultura storico-sociale di un Paese: di conseguenza, affinché possa costituire un riferimento per gli habitus sociali, deve essere applicato, come metodo, innanzitutto nei circuiti formativi-educativi. Al contrario, il nostro sistema universitario è bersaglio, ormai da qualche anno, di critiche circostanziate per l'ambiguità con la quale funziona la selezione e la valutazione di professori e studenti,ma anche per l'assenza di premialità nella gestione e negli investimenti degli atenei. Non a caso l'autonomia universitariaè rimasta solo un principio e tra gli atenei manca una seria competizione, che non sia catturare iscritti delocalizzando corsi di laurea "sotto casa" degli studenti: ma, in questo caso, il localismo non paga di fronte all'internazionalizzazione dei propri studenti (e professori) promossa dai sistemi universitari di altri Paesi europei, come Gran Bretagna, Francia e Spagna. C'era, ad esempio, un impegno del ministro per una distribuzione premiale del Fondo ordinario ma, ad oggi, sembra tramontato non tanto nei principi (che restano nella Finanziaria recente) quanto nella disponibilità delle risorse dedicate per realizzarli. Le carenze del nostro sistema universitario hanno molte cause, tra le quali le principali appaiono la scarsa attenzione e manutenzione del sistema educativo da parte del potere politico, la mancanza del paradigma del merito come metodo, la liquidità e la vischiosità di un potere accademico invecchiato e refrattario al cambiamento. Lo stato insoddisfacente della nostra meritocrazia educativa, in particolare universitaria, comporta tre importanti distorsioni. La prima è che la nostra università di massa ha schiacciato verso "il basso" la preparazione media dei nostri studenti, che fino a oggi si sono in maggioranza orientati ai corsi di laurea più facili e meno faticosi. La seconda riguarda l'impossibilità che un tale sistema universitario (salvo rare eccezioni) possa assolvere bene al compito di costruire una legittimazione della nostre classi dirigenti sulla base della meritocrazia educativa. La terza è che di fatto c'è una sottovalutazione da parte delle nostre classi dirigenti ( soprattutto della nostra classe politica) del ruolo che l'università e la ricerca hanno nella nuova modernità sociale, tecnologica ed economica. L'università non è solo una palestra di opportunità di crescita dei cittadini, maè anche un nuovo straordinario volano per lo sviluppo socioeconomico che, oggi più di ieri, si alimenta di conoscenze tecniche e cognitive. Secondo uno studio di Hanushek e Woessmann (2007), un miglioramento deciso di tali conoscenze tra gli studenti, in 20 anni, porterebbe un aumento del Pil del 36%, mentre senza riforma una tale crescita sarebbe realizzabile in 75 anni. Mettere l'istruzione superiore al centro delle politiche sociali e dello sviluppo, modificare la composizione della spesa sociale, significa aprirsi a una diversa concezione di capitalismo sociale, incamminarsi verso un welfare culturale e tecnologico adeguato ai cambiamenti delle aspettative sociali di sviluppo. Altre nazioni europee hanno già imboccato questo percorso (anche i nostri cugini spagnoli). Un welfare culturale-tecnologico comporta investimenti, ma soprattutto la ricostruzione di una meritocrazia che poggi su provvedimenti incentivanti qualità delle prestazioni e produttività. Va tuttavia aggiunto che la meritocrazia educativa è monca se non è accompagnata da una meritocrazia professionale, poiché le eccellenze educative sono una precondizione importante, ma non sufficiente per avere eccellenze professionali. Nella vicina Francia, dove il sistema delle Alte scuole ha per anni legittimato la formazione delle classi dirigenti ( in particolare amministrative e manageriali), molti osservatori lamentano la mancanza di una meritocrazia professionale e sottolineano i rischi d'implosione di una meritocrazia essenzialmente basata sulle credenziali educative: rischi di formazione di gerarchie di rango, spesso rigide e demotivate, di vere e proprie caste autoreferenziali legittimate dalla "tirannia" del diploma iniziale (Bauer e Bertin Mourot su L'Esprit). Nel migliore dei casi si hanno brillanti pensatori, incapaci però di prendere parte a quella battaglia che si scatena quando idee e cognizioni vanno realizzate. Può quindi essere ulteriormente distorsivo avere un sistema educativo basato sul merito, se poi nell'esperienza professionale, ad esempio, si adottano retribuzioni impermeabili alla prestazione, alla produttività e al risultato, come avviene tra i nostri dirigenti e dipendenti pubblici ma anche, in parte, nel settore privato. I mortificanti risultati della produttività nel nostro sistema-Paese testimoniano la difficoltà della nostra meritocrazia educativa e di quella professionale. Un'iniezione di merito nelle lauree di " secondo livello", un aumento delle retribuzioni agganciate alla produttività e alla contrattazione aziendale sono provvedimenti di cui il Paese "triste e sfiduciato" ha bisogno. La nostra fortuna è che, a questa sciagurata regola di deficit di merito, fa eccezione una parte rilevante del Paese: non solo alcuni nostri atenei con visibilità internazionale, ma anche gran parte del nostro lavoro autonomo e delle nostre imprese che si muovono nel libero mercato e che di fatto sono motori importanti di mobilità e merito. Certo saremmo più "duemilaottimisti", se in questo anno il Governo, le parti sociali, gli atenei mettessero mano a pochi ma concreti provvedimenti premiali, nello studio e nel lavoro. DISTORSIONI L'università di massa ha schiacciato verso il basso la preparazione - La politica sottovaluta il ruolo dell'educazione per lo sviluppo.

 


ARTICOLI DAL 28 DICEMBRE 2007 AL 4 GENNAIO 2008

SCUOLA ( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 29-12-2007)

La legge Misasi, che ha aperto le porte dell'università a tutti, è certamente datata ( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 02-01-2008)

LA POLEMICA ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 04-01-2008)

SCUOLA (sezione: Scuola)

( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 29-12-2007)

 

Il riordino delle scuole superiori e la stabilizzazione dell'organico, soprattutto per i docenti di sostegno: è su questi fronti che Paolo Jacolino, capo del settore interventi educativi dell'Ufficio scolastico provinciale, spera arrivino importanti novità con l'anno nuovo.Il dirigente traccia un bilancio del 2007, ripercorrendo le tappe che hanno segnato i primi tre mesi dell'anno scolastico: "Quest'anno scolastico è partito con tanti insegnanti nuovi, ma anche con problemi vecchi, di orari, di sedi. Si è rimessa in discussione la questione del contratto di lavoro. Poi sono arrivate le indicazioni nazionali per il primo ciclo di istruzione, oggetto di dibattito e di rottura con il passato. L'obbligo scolastico è stato portato a 16 anni. Poi è emersa la questione dei debiti formativi, che se non vengono sanati implicano il rinvio a un'altra valutazione, con corsi di recupero e nuove verifiche entro il 31 agosto". Anche sul fronte dei progetti, la macchina scolastica sta procedendo con ritmo e su varie direzioni che confluiscono per lo più nel "progetto Benessere, all'interno del quale abbiamo inserito un osservatorio sul bullismo. C'è poi il progetto "Scuole aperte", per il quale sono arrivati a Vicenza 310 mila euro. Con tale somma si aiuteranno le scuole ad offrire un servizio oltre l'orario consueto delle lezioni. Anche la lettura rientra nei programmi di intervento, con "Amico libro", attraverso l'assegnazione a tutte le scuole di una certa somma di denaro che permette loro anche di abbonarsi a quotidiano".E le speranze per l'anno prossimo? "Attendiamo la riforma della scuola secondaria di secondo grado. Il decreto legislativo dell'ex ministro Moratti è stato fermato solo nelle due componenti del liceo economico e tecnologico, questo ha permesso di far sì che gli istituti tecnici continuassero a vivere. Rimangono attivabili il liceo musicale e il liceo coreutico. Non da ultimo, speriamo nella stabilizzazione dell'organico e soprattutto del personale chiamato a insegnare ai disabili. L'investimento c'è e ci sono già anche gli accordi sindacali. A Vicenza inoltre solo poco più di 400 insegnanti hanno una specializzazione per il sostegno, la maggior parte dei docenti è reclutata tra le persone che normalmente avrebbero fatto i supplenti ordinari. A fronte di 2.666 disabili, (di cui 2445 psichici, 99 fisici, 43 visivi, 78 uditivi) abbiamo bisogno di persone specializzate".L.P.

La legge Misasi, che ha aperto le porte dell'università a tutti, è certamente datata (sezione: Scuola)

( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 02-01-2008)

 

Risale al 1969 e fu fatta sulla spinta della contestazione studentesca che infiammava le piazze e le università d'Italia. Tuttavia il problema è complesso e non è immaginabile un dietrofront. Lei ha ragione nel sostenere che non funziona il sistema dei test che dovrebbero selezionare gli ingressi. Però tenga conto che gli studi sono una sorta di "ascensore sociale" e sarebbe ingiusto selezionare gli iscritti sulla base della provenienza. I giovani delle fasce più deboli frequentano gli istituti professionali, ma ci sono ragazzi che nel crescere scoprono di avere talento. Per evitare il pasticcio dei test non possiamo creare delle selezioni a monte, sarebbe una misura antidemocratica. Certo, chi proviene dagli istituti professionali nelle aule delle università si trova come un pesce fuor d'acqua. La preparazione è lontana dai livelli richiesti. I corsi di laurea a numero chiuso sono fondamentalmente quelli voluti dall'Ue: medicina, odontoiatria e veterinaria. I costi sociali per la formazione di un medico sono talmente elevati che non ci si può permettere di prepararne più di quanti il mercato ne possa assorbire. Oltre all'area medica ci sono sbarramenti ad Architettura e a Scienze della formazione primaria. A ciò si aggiungono i numeri "programmati" decisi dai singoli atenei. La babilonia dei test manipolati, trafugati, sbagliati, è certamente una vergogna nazionale. Però la soluzione va cercata riformando il sistema di selezione delle aspiranti matricole. L'ingresso nelle facoltà a numero chiuso va fatto sulla base del merito, senza discriminare la provenienza. Anche perché la riforma delle scuole superiori innalzerà i livelli di tutti gli indirizzi. Senza fare un processo di liceizzazione e lasciando a ciasuno il suo specifico indirizzo, in prospettiva sia i tecnici che i professionali dovranno irrobustire le materie principali.

LA POLEMICA (sezione: Scuola)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 04-01-2008)

 

L'Usl di Pieve ha il miglior bilancio del Veneto? Beh, se taglia qualche altro servizio può ottenere anche il miglior bilancio nazionale. Usa un'ironia amara G.F., assistito dell'Usl 7, per denunciare un grave disservizio. Che riguarda, oltre a lui, anche parecchi altri utenti. Tutti quelli, per essere precisi, che hanno bisogno di effettuare una densitometria ossea con tecnica Dexa. Si tratta dell'esame attualmente più utilizzato per la diagnosi della densità ossea e, dunque, dell'osteoporosi. Peccato che nell'Usl 7 non sia possibile non solo effettuarlo, ma neanche prenotarlo, se non a pagamento. Chiunque, infatti, chiami il Centro unico di prenotazioni per chiedere un appuntamento per effettuare l'esame si sente rispondere dagli operatori che non è possibile prenotare perché non abbiamo un calendario di disponibilità. Incredibile ma vero, visto che la normativa vieta di bloccare le liste. Dunque, l'Usl dovrebbe dare una data, anche se a distanza di mesi.Insistendo con l'operatore si ottengono due consigli: Può provare a richiamare ogni 2/3 giorni nel caso ci diano delle date o effettuare l'esame privatamente. Inutile dire che pagando bastano pochi giorni di attesa per riuscire a fare l'esame. Ma com'è possibile che il Cup non sia nemmeno in grado di prenotare l'esame? C'è un solo medico che effettua l'esame spiegano gli operatori e ci vengono date a intermittenza delle date in cui possiamo prendere appuntamenti. Attualmente non siamo in grado di sapere né quando ci verranno fornite le date né quanta disponibilità ci sarà. Situazione assurda, dunque, e in contrasto con quanto prevede la normativa, che vieta appunto di bloccare le liste. Sono stato informato di questa situazione spiega il direttore generale dell'Usl 7, Lino Del Favero e posso garantire che nel giro di qualche giorno la situazione si sbloccherà. Abbiamo acquistato 1000 ore di prestazioni aggiuntive al Centro di medicina e già dalla prossima settimana chi chiamerà il Cup otterrà l'appuntamento entro 30 giorni.

 


ARTICOLI DAL 18 AL 27 DICEMBRE 2007-12-28

 

Che novità in rete Il pirellone lancia <Scuolalombardia> ( da "Eco di Bergamo, L'" del 18-12-2007)

Non mi vogliono a scuola Preside: No, ha scelto lui Ma il direttore regionale lo invita a riammetterlo ( da "Nazione, La (Arezzo)" del 18-12-2007)

Riflettendo sulla riforma della scuola Luci e ombre della nuova legge ( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del 18-12-2007)

Scuola plurilingue, raccolte 12 mila firme ( da "Alto Adige" del 21-12-2007)

Scuola, Ds e Margherita di nuovo ai ferri corti ( da "Trentino" del 23-12-2007)

PIÙ MERITOCRAZIA contro la cultura della raccomandazione e un ma ( da "Nazione, La (Pisa)" del 24-12-2007)

De Eccher e Firmani contro il governatore ( da "Corriere Alto Adige" del 25-12-2007)

Maturità, candidati in diminuzione: saranno una sessantina in meno ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 27-12-2007)

Articoli

Che novità in rete Il pirellone lancia <Scuolalombardia> (sezione: Scuola)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 18-12-2007)

 

Che novità in rete Il pirellone lancia "Scuolalombardia" Novità in rete: è partito "Scuolalombardia", il nuovo portale dedicato all'istruzione e alla formazione. "Scuola Lombardia" è uno strumento di informazione e comunicazione tra le famiglie e gli allievi, i centri di formazione professionale e la Regione Lombardia; uno spazio garantito da trasparenza e da libertà, doppiamente utile: alla Regione stessa e ai cittadini che ne fanno uso. Sul sito www.scuolalombardia.it si trovano tutte le informazioni utili sull'offerta di corsi, servizi, borse di studio, opportunità formative esistenti in regione. Nato dalla nuova legge sul sistema educativo regionale (la numero 19 del 2007), entrata in vigore lo scorso 6 agosto, il nuovo spazio web è anche un efficace strumento per chi lavora nella scuola: gli operatori del settore potranno accedere alla sua ricca biblioteca documentale, aggiornare direttamente l'archivio di corsi, presentare le proprie attività. "Scuolalombardia" è un'autorevole fonte d'informazione: spiega la riforma della scuola, a partire dai valori di base, e i percorsi possibili, fino alla definizioni delle competenze e all'alternanza scuola lavoro. Dedica inoltre ampio spazio ai temi "caldi" legati alla scuola a cominciare dalla dispersione scolastica per arrivare alle pari opportunità. Naturalmente ci sono anche le news: notizie puntuali e aggiornate su tutto il settore e uno spazio di dialogo con gli utenti. È attivo infatti un forum all'interno del quale avviare un costruttivo scambio di idee, informazioni, critiche tra i cittadini, gli operatori della formazione e la Regione stessa. E allora che aspettate? Tutto quello che vi serve sapere sulla formazione e sulla comunicazione lo trovate su "Scuolalombardia": basta entrare in rete e un mondo vi aspetta.

Non mi vogliono a scuola Preside: No, ha scelto lui Ma il direttore regionale lo invita a riammetterlo (sezione: Scuola)

( da "Nazione, La (Arezzo)" del 18-12-2007)

 

"Non mi vogliono a scuola" Preside: "No, ha scelto lui" Ma il direttore regionale lo invita a riammetterlo di ALBERTO PIERINI "N ON MI VOGLIONO a scuola". Con la testa è ancora lì, su quel pullman per Amsterdam. Un pullman sul quale non è mai salito. Endri, escluso per ragioni scolastiche dalla gita con i suoi compagni, della scuola ha perso il filo. Forse definitivamente. Ma ieri mattina si è presentato in presidenza con un foglio pesante: l'invito del direttore regionale della pubblica istruzione Cesare Angotti a riammetterlo a scuola. "Ma il preside mi ha detto di no". "No, è stato lui a decidere, firmando più volte il nulla osta a ritirarsi" risponde Matteo Martelli, che del Liceo Scientifico di Sansepolcro è per l'appunto il preside. Chi ha ragione? Motori indietro. A giugno, tre mesi dopo la gita mancata, Endri non viene ammesso agli esami. Mentre i suoi compagni finiscono gli studi lui lavora, come fa tutti i giorni dopo il suono della campanella, in una pompa di benzina. Poi inizia il girotondo. "Non volevo tornare a scuola e avevo firmato il nulla osta per lasciarla. Poi, consigliato dai miei genitori, ci ho ripensato". La scuola lo riammette e viene inserito in una sezione. ma qualcosa non va. "Non si rapportava bene con un insegnante" spiega il preside. "Mi ha preso di punta, mi dava delle colpe che non avevo. Una volta ho semplicemente ricordato che la lezione era finita e mi ha richiamato". Com'è, come non è il rapporto si strappa. Addio? No, un arrivederci. Il ragazzo si rifà sotto per poter frequentare le lezioni. Il consiglio della vecchia classe dice no, quello di un'altra discute ma dice sì. Tutto finito? "Per qualche giorno ? dice il preside ? sembrava andare tutto per il meglio. Poi sono iniziate le assenze". "Non era una classe per me, non conoscevo nessuno". Una situazione di disagio evidente. Chiede di poter tornare nella vecchia classe. Il preside rifiuta. L'unica alternativa? Firmare un secondo nulla osta. "Ma gli ho spiegato che stavolta sarebbe stato definitivo". Endri firma. Forse per rabbia. Poi richiede di poter rientrare. "Non hanno voluto". "Lo sapeva che la scelta era fatta. Ma ero e sono disponibile a costruire un percorso per lui, sostenendolo come privatista". Fa effettivamente la domanda per sostenere gli esami dall'esterno. Ma intanto spedisce una lettera alla direzione generale della pubblica istruzione. E quella gli dà ragione: su tutta la linea. CHIEDE al preside di riammetterlo a scuola. E collega i dietrofront del ragazzo al disorientamento seguita a quella gita strappata. "Sono andato dal Preside, ma lui mi ha detto ancora di no". Endri scuote la testa, Martelli anche. "Dovrebbe essere non classificato in tutte le materie, sono praticamente tre mesi persi, finirebbe come l'anno scorso. Ritornare ora per lui sarebbe peggio: nel suo interesse deve andare fino in fondo e sostenere l'esame da privatista". Anche il provveditore Alfonso Caruso appoggia il dirigente. "Credo che la scuola abbia fatto di tutto per aiutarlo: non c'è stato alcun ostracismo, anzi. Una scelta edyucativa per venirgli incontro". Ma Endri non se ne fa una ragione, ha l'impressione di essere entrato in un tunnel del quale non vede l'uscita. "Sono deluso, è dall'anno scorso che mi ritrovo perseguitato. E non so perché". In mano ha la lettera con la quale Angotti richiede sia riammesso immediatamente a scuola. Ma già l'anno scorso altre lettere non gli erano bastate per andare ad Amsterdam. E sotto sotto ha paura di perdere l'ultimo pullman. - -->.

Riflettendo sulla riforma della scuola Luci e ombre della nuova legge (sezione: Scuola)

( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del 18-12-2007)

 

OGGI pomeriggio alle 17,30 presso la sala 'D' del Palazzo Europa, dibattito sul tema 'Una riflessione sulla scuola', organizzato dal Circolo Spazio Riformista. A presiedere l'incontro sarà Andrea De Pietri; interverranno Alessandra Cenerini, presidente nazionale dell'associazione Docenti Italiani (Adi) e Gino Malaguti, dirigente scolastico dell'Itis Corni di Modena. "Contrasto del bullismo, severità verso i docenti 'fannulloni', aumento degli organici. Spesso si è trattato -spiegano gli organizzatori- di interventi privi di reali concretizzazioni. Esempio recente, quello del recupero dei debiti scolastici dove, di fronte alla severità nella valutazione degli alunni, si è assistito a finanziamenti insufficienti per i corsi di recupero". - -->.

Scuola plurilingue, raccolte 12 mila firme (sezione: Scuola)

( da "Alto Adige" del 21-12-2007)

 

Di Maurizio Dallago Scuola plurilingue, raccolte 12 mila firme Consegnate al presidente Dello Sbarba Gli organizzatori: più libertà didattica L'iniziativa partita da Verdi, Rifondazione, Sd e Sdi Kury: evitare la netta distinzione tra i sistemi scolastici dei 3 gruppi. Margheri: autonomia da riequilibrare BOLZANO. Cento metri di carta con le 12.021 firme a favore della petizione per una scuola plurilingue. Il tutto consegnato ieri pomeriggio dagli organizzatori - sinistra più Verdi - al presidente del consiglio provinciale. Dello Sbarba ha rimarcato il segnale di democrazia che la raccolta di adesioni rappresenta. "In due mesi, con banchetti all'aperto e il porta a porta, la proposta ha trovato il sostegno della popolazione", sottolinea Fabio Visentin di Rifondazione. "Chiediamo libertà nell'insegnamento per le scuole di qualsiasi gruppo linguistico", sottolinea ancora Visentin. Il testo della petizione parla chiaro. "Sì all'autonomia scolastica, che permette ai docenti, ai genitori ed agli alunni di decidere obiettivi, metodologie, strumenti", si legge nel testo. Ed ancora: "Sì alle sperimentazioni didattiche perché qualificano la scuola e non sono affatto in contrasto con lo Statuto di autonomia, ma contribuiscono a realizzarne i principi fondativi". Il tema è quello della seconda lingua, quando si chiede "la possibilità per i genitori di scegliere la scuola pubblica capace di decidere in autonomia le metodologie più efficaci per l'apprendimento della seconda lingua". Gli organizzatori della raccolta di firme sono contrari alla legge di riforma delle scuole materne, elementari e medie della giunta provinciale che "limita molto l'autonomia scolastica e la libertà didattica consentendo solo le sperimentazioni in atto". Dal canto suo Riccardo Dello Sbarba ricevendo il malloppo con le firme ha ricordato come "sia un grande segno di democrazia, se 12 mila cittadini esprimono con le loro firme il valore che danno alla scuola ed al suo sviluppo". Il presidente del consiglio provinciale ha poi fatto riferimento ad un convegno tenutosi di recente proprio in consiglio provinciale. "Molti hanno sottolineato in quell'occasione la necessità di promuovere una scuola comune, e di evitare che le scuole dei tre gruppi linguistici percorrano vie differenti. L'obiettivo principale della lezione di seconda lingua nella scuola altoatesina è un rapporto migliore tra i gruppi linguistici, e proprio per questo bisognerebbe lasciare alle scuole ed ai genitori la libertà di scegliere i mezzi che ritengono più opportuni per realizzare questo scopo", così Dello Sbarba. Ieri esponenti di Verdi, Rifondazione e Sinistra democratica - ma la petizione è stata portata avanti anche dallo Sdi - hanno percorso il centro storico con i metri di carta necessaria alla raccolta delle firme, fino ad un sit-in davanti ai palazzi della politica, prima della consegna del documento al presidente del consiglio provinciale. "è da evitare che la legge sulla scuola porti ad una netta distinzione tra i sistemi scolastici dei 3 gruppi linguistici", ha sottolineato Cristina Kury. "Una catena ed un ponte" è l'allegoria scelta da Guido Margheri per sottolineare l'importanza dell'iniziativa. "Maggiore libertà ed autonomia nella scuola, ma anche la richiesta di un riequilibrio democratico dell'autonomia", ha concluso l'esponente di Sd.

Scuola, Ds e Margherita di nuovo ai ferri corti (sezione: Scuola)

( da "Trentino" del 23-12-2007)

 

Sugli esami di riparazione l'ennesimo scontro della legislatura. Cogo all'attacco Ancora un dissidio dopo la delibera voluta con forza dal governatore Dalla formazione della giunta agli scontri sulla riforma della sanità, tutti i litigi tra i maggiori azionisti del governo provinciale UBALDO CORDELLINI TRENTO. Ds e Margherita, c'eravamo tanto odiati. Per fotografare il rapporto tra i due maggiori partner di giunta si può citare al contrario il famoso film di Ettore Scola con Vittorio Gassman, Nino Manfredi e Stefania Sandrelli. La tensione in giunta provinciale sulla delibera che boccia il ritorno agli esami di riparazione non fa altro che riproporre un film già visto. Fin dalla formazione del governo provinciale, i due alleati hanno litigato e ha vinto quasi sempre la Margherita, o meglio Lorenzo Dellai. Questa volta ci ha pensato Margherita Cogo ad alzare la voce. Ha detto che la delibera, così come l'aveva presentata Dellai, non l'avrebbe mai votata. Ha battuto i pugni sul tavolo e, alla fine, ha ottenuto che il presidente consulti i sindacati prima di prendere la decisione finale. Rimane da vedere in quale conto Dellai terrà i suggerimenti dei rappresentanti di docenti e dirigenti scolastici. La Cogo si è detta pronta a non votare la delibera: "L'autogoverno è importante, ma deve tener conto della realtà nazionale. Il presidente è troppo affezionato all'autonomia: non sono convinta che piccolo sia sempre più bello". Gli altri due assessori diessini hanno tenuto un profilo più defilato. Sotto la Quercia sperano che sia il ministro Fioroni a toglierli dall'imbarazzo dando l'altolà alla delibera di Dellai. Ma non è detto che da Roma arrivi l'aiuto sperato. In quel caso, i Ds saranno costretti ad ingoiare l'ennesimo rospo di questa legislatura, il decimo per la precisione. Dieci scontri e tutti persi, un po' troppi per un'alleanza di governo che si possa definire felice. Gli animi si sono scaldati subito, alla formazione della giunta. I Ds erano il secondo partito della coalizione, con il 14 per cento dei voti, e volevano un assessorato di peso. Avrebbero preferito l'urbanistica, ma andava bene anche la scuola. Invece Dellai gli ha dato la grana della sanità e poco altro. Primo rospo ingoiato, e anche digerito in fretta, con il solo Pinter a restar fuori dalla giunta. Ne seguirono altri. Ai Ds non piaceva il condono edilizio, ma alla fine lo hanno votato. Non volevano, ma alla fine hanno dovuto subire la trasformazione dell'Itc e di San Michele in fondazioni. Poi è arrivata la riforma della scuola dell'ex assessore Tiziano Salvaterra. L'ora di religione veniva inserita tra quelle valutate e si ampliavano i contributi alle scuole private. Apriti cielo. I Ds erano pronti a far barricate, ma poi la riforma è passata e non è successo nulla. I Ds volevano l'abolizione dei Comprensori. Sono state create le Comunità di valle. Bressanini si è anche dimesso per ottenere il referendum sulla Rendena con un quorum accettabile. Poi ci ha ripensato. Naturalmente del risultato della consultazione non si è tenuto conto. Siamo ormai ai giorni nostri. In Consiglio arriva la riforma della cultura voluta dalla Cogo, ma di riforma la legge ha davvero poco. Le grandi novità proposte dalla vicepresidente, come l'Agenzia per lo spettacolo, non hanno visto la luce. Per la sanità peggio che andar di notte. La riforma dell'assessore Andreolli è stata approvata in giunta, ma si è anche deciso che non sarà mai discussa in Consiglio con la scusa che non c'è il tempo. Tutto questo con, sullo sfondo, il grande scontro sul Pd. Anche quella volta i Ds speravano che Roma mettesse in riga la Margherita, ma non lo ha fatto e il Pd in Trentino non c'è.

PIÙ MERITOCRAZIA contro la cultura della raccomandazione e un ma (sezione: Scuola)

( da "Nazione, La (Pisa)" del 24-12-2007)

 

PIÙ "MERITOCRAZIA contro la cultura della raccomandazione" e un maggiore impegno in favore "della famiglia tradizionale, fondata sul matrimonio". E poi "la promozione dell'imprenditorialità giovanile", quale arma contro il dilagare del precariato e l'esigenza di una "nuova evangelizzazione per non trasformare la Chiesa in un'agenzia erogatrice di sacramenti". Sono i contenuti del "testamento" spirituale che monsignor Alessandro Plotti lascia ai pisani alla vigilia del suo ultimo Natale come arcivescovo della nostra città. Perché questo forte richiamo alla valorizzazione del merito? "Mi pare sia un'esigenza ormai non più procrastinabile, anche per dare speranza ai giovani. Da noi si continua a pensare che una raccomandazione conti più delle capacità della persona e questo è un freno enorme allo sviluppo". Un fenomeno che riguarda anche Pisa? "Direi di sì. Non che la situazione sia peggiore che altrove: ma lei non può immaginare quante siano le persone ancora convinte che basti una parola del vescovo per ottenere un buon posto di lavoro". Invece che cosa occorre? "Dobbiamo educare i nostri giovani ad avere più fiducia in sé stessi: ad esempio promuovendo l'imprenditorialità giovanile quale antidoto alla ricerca, un pochino anacronistica, del posto fisso. Ma, tanto per fare un esempio, le banche sono disposte ad investire sulle idee dei nostri ragazzi?" Il Natale è anche la festa della famiglia, un istituzione che alcuni danno in crisi e altri semplicemente in rapida trasformazione . "Mi permetta, la famiglia è una sola ed è quella tradizionale fondata sul matrimonio: se si trasforma diventa una cosa diversa e va chiamata in un altro modo". Ma come si pone di fronte al fatto che, anche a Pisa, tante giovani coppie scelgono forme di unione diverse dal matrimonio ? "Se non sono unioni matrimoniali non hanno nulla a che vedere con la famiglia, sono semplicemente suoi surrogati. Si tratta di storture frutto dell'individualismo dilagante nella nostra società: occorrerebbe più equilibrio fra i diritti individuali della persona e le responsabilità sociali che conseguono dalla scelta di costituire un nucleo familiare". Adesso non farà arrabbiare quelli di sinistra? "Ancora con questa storia: io predico il Vangelo, le assicuro che il giudizio dei politici di questo o quello schieramento è un problema che non mi sono mai posto". Si sarà posto più volte, invece, quello della crisi delle vocazioni sacerdotali. A Pisa com'è la situazione ? "La crisi è evidente ed è nei numeri: in vent'anni abbiamo perso cinquanta preti ed oggi vi sono 45 parrocchie senza sacerdote. Nonostante ciò in diocesi vi sono ancora circa duecento religiosi, in media uno ogni 1.500 abitanti". Quindi situazione meno drammatica che altrove? "Non contano solo i numeri e il modello di un parroco per ogni campanile non è più al passo con i tempi. Le famiglie abitano in una comunità e lavorano in un'altra, mentre i figli vanno a scuola in un'altra ancora diversa. Se non vogliamo che la parrocchia diventi una semplice agenzia erogatrice di sacramenti è necessario un forte impegno nella promozione di una nuova evangelizzazione". E' un suggerimento per il suo successore? "No, però spero, per la Chiesa pisana, che il nuovo arcivescovo possa dare un significativo impulso in questa direzione". Questo per lei è un Natale un po' particolare. Come la trascorrerà? "Come sempre: in prima mattinata andrò a celebrare in carcere e poi in Cattedrale a celebrare il Pontificale. Si chiude la pagina più importante della mia vita: un po' di malinconia è inevitabile. Ma sono sereno: è giusto, arrivati ad una certa età, lasciare spazio ad energie più fresche". A proposito stasera, durante la Messa Solenne in Cattedrale, annuncerà il nome del suo successore? "No guardi, parlerò di tutt altro". Francesco Paletti - -->.

De Eccher e Firmani contro il governatore (sezione: Scuola)

( da "Corriere Alto Adige" del 25-12-2007)

 

Corriere dell'Alto Adige - TRENTO - sezione: PRIMOPIANO - data: 2007-12-23 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE L'ex assessore Salvaterra: si tratta di una decisione che codifica ciò che in provincia esiste già De Eccher e Firmani contro il governatore TRENTO - Il dibattito sulla mancata reintroduzione, in Trentino, degli esami di riparazione non sembra seguire i tradizionali schemi politici. Se i Ds hanno espresso le loro perplessità alla scelta "autonomista" di Dellai, Agostino Catalano (Prc) plaude, con riserva, alla scelta del governatore. Nettamente contrari, Cristano de Eccher (An) Bruno Firmani (Idv) e Marcello Carli (Udc), mentre l'ex titolare dell'istruzione, Tiziano Salvaterra, ricorda come "in molte scuole trentine si stia già di fatto facendo ciò che la delibera rende obbligatorio". Oltre che consigliere provinciale e segretario di An, de Eccher è anche un insegnante. Ed è in base alla sua esperienza didattica che giudica "sbagliata " la scelta di Dellai. "Nella scuola - afferma - si avverte il bisogno di maggiore severità. Non è possibile, come invece avviene, che uno studente possa diplomarsi mantenendo fino alla fine l'insufficienza nelle materie d'indirizzo del suo istituto. Portare tutti al diploma e alla laurea non fa che alimentare in molti ragazzi speranze lavorative che verranno poi necessariamente deluse. è giusto che la selezione sia severa. Solo in questo modo, i ruoli dirigenziali verranno domani ricoperti da chi ha dimostrato maggiori capacità. Diversamente, il criterio di selezione sarà quello della conoscenza. Un criterio chiaramente sbagliato. dal mio punto di vista - conclude - la riforma Gentile resta la migliore riforma della scuola italiana". Anche dall'Italia dei valori arriva una bocciatura alla scelta della giunta. "Il livello di preparazione sia culturale che intellettuale degli studenti italiani in generale e trentini in particolare è assolutamente carente - premette Bruno Firmani, docente dell'Università di Trento -. Capacità di concentrazione ridotta a pochi minuti, capacità di elaborazione dei concetti quasi nulla, capacità di lavoro autonomo inesistente. In queste condizioni è impensabile un ragionevole inserimento nel mondo del lavoro. Eppure - prosegue - nonostante l'evidente situazione di crisi gravissima e con indicazioni ministeriali, una volta tanto, tendenti a rivalutare gli studi, nell'autonoma provincia di Trento, la giunta provinciale ha pensato bene di non "creare problemi" nè alle famiglie nè agli studenti e di continuare a far promuovere tutti". Un giudizio severo lo esprime Marcello Carli. "è una decisione fuori di senno quella di non voler reintrodurre, anche in Trentino, gli esami di riparazione. Si dimentica il loro alto valore educativo: lo studente rinviato a settembre sa che dovrà passare l'estate a studiare e questo aumenta senz'altro il suo senso di responsabilità. Politicamente poi - continua Carli - non posso non rilevare come Dellai appaia sempre più autoreferenziale, un vero e proprio uomo solo al comando". "A me non convince - afferma per parte sua Catalano (Prc), la decisione di Fioroni di tornare indietro nel tempo -. La scuola prima che giudicare i ragazzi deve prendersene cura. Mi sembra ragionevole la delibera della giunta, purché si mettano a disposizione le risorse necessarie. Diversamente, sarebbe una presa in giro. Da un punto di vista politico, invece, mi allarma come Dellai si confronti solo con quelle che lui ritiene le teste pensanti e releghi gli alleati nel ruolo di meri esecutori delle sue decisioni". A sostenere senza riserve il governatore, ci pensa il suo ex assessore, Tiziano Salvaterra. "Si dimentica che il compito primo della scuola è valorizzare i ragazzi e le responsabilità non sono solo degli studenti, ma anche degli insegnanti. La bocciatura, in questo senso, può essere utile, ma bisogna prima mettere a disposizione dello studente tutti gli strumenti, didattici e motivazionali. Non dimentichiamo poi che gli esami di riparazione richiedono quasi sempre il ricorso alle lezioni private, che non tutti sono in grado di pagare. In questo modo, invece, ogni studente avrà la possibilità di recuperare le sue lacune attraverso lezioni di recupero che sarà la scuola stessa a garantirgli. Fioroni ricorre ad uno strumento semplice per un problema complesso. Comunque - conclude - in Trentino molti istituti già fanno i corsi che la delibera ora rende obbligatori". Un altro insegnante che siede in consiglio è Giuseppe Zorzi (Civica). Non solo apprezza la decisione della giunta, ma va oltre. "Bisogna avere il coraggio di passare dall'educazione standardizzata alla certificazione delle competenze. Diversificare e personalizzare la formazione. Poi, bisognerebbe anche fare un passo in più e farla finita con il valore legale del titolo di studio". T. Sc.

Maturità, candidati in diminuzione: saranno una sessantina in meno (sezione: Scuola)

( da "Gazzetta di Mantova, La" del 27-12-2007)

 

EDIZIONE 2008 Solo i privatisti sono in aumento Saranno 2086 i ragazzi che il prossimo giugno affronteranno gli esami di maturità nelle scuole superiori mantovane. Il dato, aggiornato a metà dicembre e suscettibile di leggere variazioni alla fine dell'anno scolastico, è pubblicato sul sito dell'ufficio scolastico (l'ex provveditorato). I candidati saranno dunque in leggero calo (58 in meno) rispetto all'ultima edizione dell'esame, quando i candidati furono 2144. Le quinte che si presenteranno alla prova finale sono in tutto 106 (1971 ragazzi frequentati), due in meno rispetto al giugno scorso. A crescere sono invece i cosiddetti candidati esterni (quelli che un tempo venivano definiti privatisti, vale a dire maturandi che non hanno frequentato durante l'anno le lezioni) che saranno 115 contro i 97 del giugno scorso. Ancora una volta il record appartiene all'istituto tecnico Mantegna, che riserverà una commissione specifica per soli privatisti (45 candidati). Il contingente più elevato di maturandi appartiene al blocco degli istituti tecnici con 795 candidati (erano però 827 nell'ultima edizione), sorpassando i licei (scientifico, classico, linguistico e psico-pedagogico) che arretrano dagli 860 candidati di giugno 2007 ai 763 previsti per il giugno del 2008. In leggero calo anche i maturandi degli istituti professionali (dai 336 del 2007 ai 328 previsti per il giugno prossimo) e quelli dei due istituti d'arte (che hanno però la stessa presidenza) di Mantova e Guidizzolo che avranno 115 maturandi contro i 121 dell'ultima edizione. Per quanto riguarda il blocco delle scuole paritarie (vale a dire quelle private), le classi interessate agli esami di maturità sono in tutto 7 per un totale di 128 ragazzi candidati (26 dei quali privatisti). Il più grosso polo scolastico non statale è il Ferrini di città, con cinque indirizzi di studio superiore (licei classico, scientifico e linguistico, tecnico commerciale e geometri), che avrà 109 maturandi.

 

 

La Repubblica 17-12-2007 Se il 50% dei ragazzi non capisce cosa legge Mario Pirani

 

E’ terminato il primo trimestre dei corsi scolastici 2007-2008. Fra qualche giorno alunni e famiglie riceveranno le pagelle con gli scrutini. Quest'anno, però, vi sarà una novità. Chi avrà una o più insufficienze potrà usufruire da subito di un intervento di sostegno in un orario supplementare al fine di migliorare nello spazio dei due trimestri residui. Se a giugno l'alunno non avesse ancora raggiunto la sufficienza, la scuola sarà tenuta ad organizzare un intervento di recupero nei mesi estivi. A settembre il consiglio d'istituto giudicherà l'esito e promuoverà l'alunno o gli farà ripetere l'anno. Fino ad oggi non era così. Negli scrutini non figuravano insufficienze. A chi ne avesse veniva assegnato, comunque, un sei scritto in rosso, sostituito negli ultimi tempi da uno spazio bianco per non offendere la privacy dello studente, la cui famiglia nel frattempo riceveva per lettera notizia del cattivo risultato. La qualcosa non destava, peraltro, eccessivo allarme poiché l'ammenda si traduceva nel trascinarsi dietro nelle classi successive uno o più "debiti" con l'impegno puramente virtuale di saldarli in futuro. Il più delle volte questo saldo positivo non veniva onorato, i "debiti" si prolungavano fino alla licenza e magari uno si iscriveva ad ingegneria non avendo mai avuto una sufficienza in matematica. Si calcola che in dieci anni 8.800.000 ragazzi si siano diplomati, malgrado la permanenza di lacune gravi, certificata da "debiti" pregressi che non erano mai riusciti a superare. Questo dato di per sé boccia le riforme di sinistra e di destra che si sono susseguite e va dato atto al ministro Fioroni e alla sua vice Bastico di aver proclamato la ferma rinuncia ad ogni ulteriore rivoluzionamento, volendo invece dedicarsi a misure pratiche per riportare al centro della relazione didattica tra insegnanti e allievi il principio della responsabilità. La decisione che abolisce il "trascinamento" all'infinito dei "debiti" rientra in questa logica. Spetta ora a presidi e insegnanti fare la loro parte, organizzando bene i corsi gratuiti di sostegno per i quali la Finanziaria ha stanziato i fondi, ferma restando la libertà per le famiglie che lo desiderino pagarsi delle ripetizioni private. Elementare norma di buon senso che ha destato i rimbrotti di chi paventa la privatizzazione degli studi. Ma in nome di quale principio costituzionale si potrebbe vietare ad un genitore di far impartire a pagamento lezioni supplementari ai suoi figli? A meno di non rassegnarsi alla paradossale conclusione di un gruppo di insegnanti dell'istituto Planck di Lancenigo (Treviso) che in una lunga lettera preannunciano l'esplosione del "meccanismo ad orologeria innescato nelle scuole" dall'ordinanza ministeriale destinata, a parer loro, a devastare le casse dello Stato, l'industria del turismo estivo e le famiglie, impossibilitate ad organizzare le ferie. Tutto per un "obiettivo impraticabile", dato che la carenza in questa o quella materia, proprio perché circoscritta, è "imputabile a varie cause genetiche ed ambientali (sic!)". C'è da arguire che il richiamo alle "cause genetiche e ambientali" sia indotto dalle teorie messe in atto dal famigerato sindaco Gentilini nel vicino capoluogo? Ma in questo caso ne sarebbero succubi i docenti firmatari ancor più dei discenti. L'urgenza della svolta impressa dall'attuale ministro è stata, del resto, comprovata dal rapporto Pisa (Ocse 2006) che declassa i nostri studenti al 33 posto per le competenze di lettura, al 36 per la cultura scientifica e al 38 per la matematica. Un recente libro che gli educatori dovrebbero compulsare, "Le valutazioni internazionali e la scuola italiana", di Bolletta e Pozio (Zanichelli 2008) spiega a fondo i criteri di indagine. In particolare la valutazione del Pisa (Programme for International Student Assessment) è incentrata quest'anno su quanto i giovani debbono sapere una volta usciti dalla scuola. Ad esempio, se le competenze di lettura sono basse, ne deriva anche l'incapacità di usare Internet "che richiede abilità che vanno ben oltre la decodifica: scorrere rapidamente testi anche lunghi e complessi, giudicare quali informazioni, nella massa di quelle disponibili in rete siano affidabili ed esaustive, selezionare quelle pertinenti per i propri scopi. Compiti che evidenziano tra l'altro l'importanza del pensiero critico nella competenza di lettura". Ebbene, secondo Pisa, se nel 2000 il 44,5% dei ragazzi italiani non era in grado di capire neppure un minimo di quel che leggeva, oggi la percentuale è salita al 50,9%. Un fatto genetico?.

 

 

ARTICOLI DALL’11 AL 16 DICEMBRE 2007-12-17

Le scuole hanno l'autonomia Ma sono in gravi difficoltà ( da "Giorno, Il (Lodi)" del 11-12-2007)

Scuole paritarie, stretta di Fioroni ( da "Italia Oggi" del 11-12-2007)

Scuole materne: dalla Provincia fondi alle private ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 11-12-2007)

Il contatto tra scuola e lavoro è fondamentale e consente l'approfondimento delle materie Lecco capofila del polo edile, il Bovara traina ( da "Provincia di Lecco, La" del 11-12-2007)

Il ricordo Quindici anni fa moriva per un infarto il padre della prima riforma scolastica italiana Il genio di Casati ancora fa scuola La moglie: un impegno in spirito di servizio ( da "Provincia di Como, La" del 11-12-2007)

Indagine Ocse: Scuole private, in Italia le peggiori d'Europa ( da "Denaro, Il" del 12-12-2007)

L'Europa ce lo impone: soldi alle Come alle pubbliche . La Corte di giustizia ha richiamato una ( da "Giorno, Il (Nazionale)" del 12-12-2007)

Di MASSIMO PANDOLFI - ROMA - LA SCUOLA deve essere gratuita: non ( da "Giorno, Il (Nazionale)" del 12-12-2007)

Soldi a nove sezioni 'primavera' gli altri navigano in cattive acque ( da "Gazzetta di Modena,La" del 12-12-2007)

Andavano al bar per giocare ai videogiochi ed alle slot machine invece di recarsi a scuola dove eran ( da "Messaggero, Il (Frosinone)" del 13-12-2007)

Scuole migliori (anche le private) con il buono ( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-12-2007)

Grifo d'oro a Giorgio Bini, pedagogo e politico controcorrente ( da "Secolo XIX, Il" del 14-12-2007)

Sono 92 gli studenti da podio ( da "Provincia di Cremona, La" del 15-12-2007)

Priorità al capitale umano ( da "Sole 24 Ore, Il" del 15-12-2007)

Una retromarcia inaccettabile ( da "Trentino" del 16-12-2007)

Filosofia delle scienze Ceruti presidente della Società italiana ( da "Eco di Bergamo, L'" del 16-12-2007)

Velocità della luce, calcolo in "diretta" ( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 16-12-2007)

Articoli

Le scuole hanno l'autonomia Ma sono in gravi difficoltà (sezione: Scuola)

( da "Giorno, Il (Lodi)" del 11-12-2007)

 

L'INTERVISTA AL PROFESSORE SINDACALISTA "Le scuole hanno l'autonomia Ma sono in gravi difficoltà" ? LODI ? DAL PADRE, ragioniere, ha ereditato la logica della matematica; dalla madre, pittrice, l'estro artistico. Poi Claudio Rigettini ci ha messo molto anche di suo, come la vocazione per l'insegnamento e quella sindacale. E la straordinaria passione per la musica. Ha insegnato Matematica ed Informatica prima ai corsi serali dell'Itis Volta, poi al liceo scientifico Gandini, dove tottora è in forza anche se ha chiesto il distaccamento per occuparsi del settore scuola della Cisl. Oggi il professor Rigettini è tra gli organizzatori della quindicesima "Festa del Pensionato". Appuntamento questa mattina alle 10,20 per assistere alla messa a Sant'Alberto celebrata dal parroco Giancarlo Marchesi (dove a suonare l'organo sarà proprio il professor Rigettini), quindi pranzo al ristorante e pomeriggio danzante. Ma che cos'hanno i pensionati da festeggiare? "E' una giornata per stare insieme, anche se c'è poco da stare allegri. Siamo balìa delle altalene del governo". Quali sono le questioni sul tappeto? "La più urgente è quella delle graduatorie di terza fascia. Alcune scuole le ripercorrono correttamente, altre no, non sempre vengono rispettate, non tutti gli addetti ai lavori hanno le competenze per farlo. Lo stesso succede per le ricostruzioni di carriera, lì spesso ci sono decine di migliaia di euro che sballano. Quando uno decentra, deve decentrare anche le competenze e le risorse, non solo i compiti. Le scuole hanno ottenuto l'autonomia, ma sono in grosse difficoltà". E così entra in gioco il sindacato. "Sì. La maggior parte dei nostri iscritti viene qui per chiedere chiarimenti, che noi cerchiamo di soddisfare anche con la collaborazione dell'Ufficio scolastico provinciale". Nel Lodigiano come sono i rapporti dirigenti-docenti-personale ausiliario? "Buoni in generale, ma con alcune situazioni difficili. Quelle più critiche sono fra insegnanti e responsabili amministrativi delle segreterie. Questi ultimi, in certi casi, hanno atteggiamenti davero pesanti". Dei suoi anni di insegnamento cosa ricorda con piacere particolare? "I corsi che con alcuni colleghi avevamo intrapreso dieci anni fa sui nuclei fondanti delle discipline per la riforma delle scuole superiori. Forse avevamo anticipato i tempi, la nostra iniziativa non fu molto apprezzata". E del bullismo di oggi cosa pensa? "Lo vivo come un fatto orribile, del tutto estraneo alla mia esperienza. O sono cambiati gli studenti o è la scuola che ha qualcosa che non funziona". Come è nata la sua passione per la musica? "Me l'ha trasmessa il maestro Malabarba dal primo anno del liceo. La mia fortuna è stata quella di essere stonato. E' un paradosso, ma è così. Con lo spartito davanti eseguo pezzi anche difficili, ma l'orecchio non è qualcosa che si educa, o c'è o non c'è". - -->.

Scuole paritarie, stretta di Fioroni (sezione: Scuola)

( da "Italia Oggi" del 11-12-2007)

 

ItaliaOggi     ItaliaOggi Numero 293, pag. 17 del 11/12/2007 Autore: di Marco Gasparini Visualizza la pagina in PDF       Il ministro non recepisce le osservazioni del Consiglio di stato per l'accesso ai finanziamenti Scuole paritarie, stretta di Fioroni Per le primarie sarà più difficile recedere dalla convenzione Stretta del governo sui finanziamenti alle scuole primarie paritarie. Il recesso da parte del gestore che ha stipulato la convenzione con l'ufficio scolastico regionale potrà infatti avvenire solo per "giustificati e documentati motivi". Lo prevede l'articolo 6, comma 2 dello schema di regolamento predisposto dal ministro dell'istruzione, Giuseppe Fioroni, per rendere operativo il nuovo sistema di erogazione dei fondi pubblici imposto dalla soppressione delle scuole private parificate prevista dalla legge n. 2006 n. 27. La norma è contenuta nella bozza di decreto che approda oggi in consiglio dei ministri per il sì definitivo dopo aver ottenuto il parere favorevole del Consiglio di stato e delle commissioni parlamentari competenti. E proprio i giudici di Palazzo Spada avevano chiesto al governo di attenuare il rigore dei criteri volti a disciplinare l'esercizio del diritto da parte del titolare dell'istituto convenzionato di recedere dall'impegno assunto con lo Stato. Ma il ministero ha scelto la linea dura mettendo paletti più severi a carico di chi decide di aprire una scuola con risorse statali per evitare la tentazione di tirarsi indietro senza una valida e comprovata ragione. Chi, invece, si trovi in serie, purché comprovate, difficoltà, potrà sciogliersi dal vincolo facendo pervenire all'amministrazione una "apposita comunicazione" almeno tre mesi prima della chiusura dell'anno scolastico. L'obiettivo è evidentemente quello di evitare spiacevoli sorprese agli utenti. Mano pesante anche nei confronti di chi si rende responsabile di "gravi irregolarità di funzionamento". In quest'ultimo caso, infatti, il direttore dell'ufficio regionale dispone la sospensione del versamento (di "norma" in rate semestrali) dei contributi con effetto immediato dalla data della lettera di diffida a mettersi in regola con la quale viene, tra l'altro, avviato in modo formale il procedimento di revoca della convenzione. Le nuove disposizioni sono destinate a entrare in vigore entro la fine dell'anno e si applicheranno sia alle domande di rinnovo, sia alle nuove istanze di convenzionamento (durata massima nove anni) per l'anno scolastico 2008/2009 che dovranno essere inoltrate entro e non oltre il prossimo 31 marzo. Le modalità di presentazione della domanda da parte del gestore saranno soggette a una serie di requisiti, a partire dal numero minimo di allievi per classe (dieci) mentre quello massimo, precisa la relazione illustrativa, sarà quello già previsto per le scuole statali. L'entità del contributo varierà in funzione dell'importo complessivo che sarà fissato in via generale dal ministro dell'istruzione tenendo conto delle risorse complessivamente destinate al settore dalla legge finanziaria ora all'esame della camera. Ma per conoscere nel dettaglio le modalità operative di ripartizione dei fondi occorrerà attendere il varo di un ulteriore decreto attuativo previsto dall'articolo 4, comma 2 della bozza. La norma ha subito limature sino all'ultimo. Nella versione che approda oggi in cdm si parla, infatti, di criteri di assegnazione in senso stretto, mentre in quella esaminata in pre-consiglio si lasciava, più genericamente, spazio all'individuazione di "ulteriori parametri" di attribuzione probabilmente con l'obiettivo di premiare le richieste che prevedessero iscrizioni "free" e servizi mensa gratuiti per gli allievi in situazione di difficoltà, così come aveva chiesto la Sinistra democratica per il socialismo europeo con un'interrogazione presentata alla camera.

Scuole materne: dalla Provincia fondi alle private (sezione: Scuola)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 11-12-2007)

 

Iglesias Pagina 2027 Soldi anche per lo sport Scuole materne: dalla Provincia fondi alle private Soldi anche per lo sport --> Le casse della Provincia si arricchiscono più del previsto e per scuole e associazioni è in arrivo una pioggia di finanziamenti. Il Consiglio provinciale ha approvato alcune variazioni al bilancio, e ha potuto così dare il via libera alla programmazione delle nuove risorse disponibili. Tra le altre, se ne avvantaggeranno le scuole materne private di tutto il territorio, ma una serie di finanziamenti saranno destinati anche alle scuole civiche di musica di Carbonia, Domusnovas e Sant'Antioco, nonché le associazioni sportive. Si tratta in totale di 2 milioni 300 mila euro. "I primi fondi - spiega Antonio Castiglione, assessore provinciale al Bilancio - saranno erogati alle scuole materne non statali che riceveranno complessivamente una somma di circa 1 milione e 400 mila euro". I contributi alle scuole private sono previsti dalla Regione che ha trasferito le competenze alla Provincia. Ne usufruiranno le tre scuole di Iglesias, le quattro gestite dai privati a Carbonia. Tre sono le scuole private che riceveranno i finanziamenti dalla Provinci a Domusnovas, e una in ciascuno dei seguenti centri: Calasetta, Carloforte, Gonnesa, Portoscuso, Sant'Antioco e Santadi. I bambini che hanno frequentato le scuole dell'infanzia non statali sono 897, divisi in 45 sezioni. Il finanziamento è relativo alla gestione dell'anno scolastico 2006-2007. Si tratta della terza variazione di bilancio compiuta dall'amministrazione provinciale. "Un risultato politico di rilievo - sottolinea l'assessore Antonio Castiglione - oltre al fatto che la nostra Provincia aveva deliberato per prima in Sardegna il bilancio di previsione 2007, in quanto da un bilancio di previsione iniziale di spesa di circa 14 milioni, in assestamento di bilancio siamo arrivati a oltre 20 mila". A questi fondi si aggiungono i 15 milioni di investimenti previsti nell'annualità 2007 del piano delle opere pubbliche presentato a febbraio. "Per questa ragione - commenta Castiglione - possiamo sicuramente affermare che la Provincia di Carbonia Iglesias non è certo una provincia di serie B, ma può sicuramente svolgere a pieno i compiti e le funzioni trasferite dalla Regione a favore dei cittadini dei 23 comuni del territorio. Dal fondo unico di 500 milioni di euro che sono stati destinati agli enti locali dalla Regione, la nostra provincia ha ottenuto senza vincolo di destinazione d'uso oltre 4 milioni di euro per svolgere a pieno le funzioni trasferite in materia di Istruzione, Spettacolo, Sport e Attività Culturali, con particolare riferimento alla tutela e valorizzazione della cultura sarda". CINZIA SIMBULA.

Il contatto tra scuola e lavoro è fondamentale e consente l'approfondimento delle materie Lecco capofila del polo edile, il Bovara traina (sezione: Scuola)

( da "Provincia di Lecco, La" del 11-12-2007)

 

Da sinistra Carmelo Roberto Guido, Raffaele Cesana e Giovanni Pavone, membri dell'ufficio di dirigenza dell'Istituto Fiocchi (p. san. ) Entro metà mese a Legnano ci sarà un incontro di verifica sui risultati ottenuti dai vari poli regionali istituiti nel corso degli anni. Ventisei le realtà che trattano argomenti di vario rilievo come il turismo e il territorio. Poli che fanno da traino al tanto chiacchierato e ambito rapporto tra scuola e mondo del lavoro, ideali in previsione della riforma della scuola superiore tecnica che bussa alle porte e che dovrebbe prevedere un sesto anno di frequenza. Anno facoltativo destinato allo sviluppo di progetti direttamente sul campo. Lecco dovrebbe diventare capofila del polo edile con l'istituto per geometri Bovara, che già è patner del polo che si occupa di habitat e tecnologie. "Mettere a punto un polo edile ormai è una necessità, il nostro territorio ? spiega Carlo Ripamonti preside del Bovara ? deve guardare avanti e potenziare le possibilità di inserimento de ragazzi nel mondo del lavoro. Fortunatamente il nostro indirizzo, per il momento, offre ancora degli sbocchi professionali. C'è chi prosegue con l'università o il politecnico e chi si dedica alla professione del geometra". Ripamonti non nasconde certo l'importanza del continuo contatto tra la scuola e il lavoro. Negli anni scorsi la Regione ha finanziato ventisei poli di sviluppo su vari fronti, erano arrivate oltre cento richieste, scremate a trentuno si è passati al finanziamento di ventisei. A fine novembre a Carate partirà un primo corso di approfondimento. Lecco nei prossimi mesi potrebbe diventare capofila del tanto ambito polo edile, che permetterà un maggior approfondimento delle tematiche studiate nei cinque anni di superiori. Il Bovara per i geometri e l'Espe che sforna muratori sono due realtà che in città potrebbero fare da base, con l'adesione delle realtà dislocate sul territorio come il corso per geometri di Calolziocorte e quello di Oggiono. Un progetto che potrebbe diventare realtà, le basi ci sono, adesso serve la volontà e un minimo di organizzazione. Il settore edile è uno dei più proficui nel lecchese, una fetta di economia rilevante del nostro territorio.

Il ricordo Quindici anni fa moriva per un infarto il padre della prima riforma scolastica italiana Il genio di Casati ancora fa scuola La moglie: un impegno in spirito di servizio (sezione: Scuola)

( da "Provincia di Como, La" del 11-12-2007)

 

Fatale il ruolo di commissario nella Dc milanese BRENNA Una giovinezza fatta di studio e lavoro, un impegno politico nato all'oratorio e sempre concepito nel più completo spirito di servizio, una dedizione assoluta alla famiglia e al mondo della scuola. Poi la fine repentina, causata da infarto, su cui hanno molto influito le "malefatte" della Dc della prima Repubblica. Tutto questo, in estrema sintesi, è stato Francesco Casati, il parlamentare originario di Brenna, morto quindici anni fa - l'11 dicembre 1992 - all'età di 53 anni. Un impegno di alto profilo, il suo, che non è stato dimenticato: l'Università di Como gli ha intitolato l'Aula magna nel cui atrio ha anche trovato posto un'importante scultura di Eli Riva a lui dedicata. La "sua" Brenna gli ha dedicato una strada, così come hanno fatto alcuni altri Comuni del territorio lariano. Ed è stata anche fondata un'associazione che porta il suo nome, che in questi ultimi anni ha un po' diradato le iniziative, ma che ha saputo portare nel Comasco personalità del calibro don Ciotti, don Rigoldi, Luciano Violante, il giudice Caponnetto, Tina Anselmi, Rita Borsellino. "La prima virtù di mio marito - ricorda la signora Anna Casati - era certamente la capacità di fare sentire a proprio agio ogni suo interlocutore. Il suo sorriso e la sua disponibilità conquistavano. Era un uomo forte e determinato. Certamente temprato da anni duri di scuola e lavoro. Finite le elementari iniziò a fare l'intagliatore. Fu il parroco don Antonio Macchi a riportarlo sulla via degli studi, abbandonata per i problemi economici. Così tra i 18 e i 28 anni studiò prima alle medie, poi al liceo classico e infine si laureò. Era impegnato in Azione Cattolica ed ebbe una formazione politica basata sui principi dei cattolici democratici di don Sturzo". Nel 1976 il suo primo impegno da parlamentare, alla Camera dei Deputati. La scuola è stato il suo costante punto di riferimento. E' stato lui a concretizzare la prima riforma della scuola dell'obbligo. Sarebbe riuscito a portare a compimento anche quella della scuola superiore se, per almeno due volte, il Governo non fosse caduto proprio a metà dell'iter parlamentare. Già alla fine degli anni '80 pensava ad un campus universitario per la "sua" Como. Fu anche Presidente della Commissione Istruzione della Camera e consulente del Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. "Tanti sacrifici e un grande impegno - ricorda la signora Anna - ma questo non ha mai impedito a Francesco di essere vicino alla famiglia. Appena aveva un attimo di tempo era dedicato ai suoi figli - Mattia, Pietro e Filippo, che oggi hanno rispettivamente 36, 33 e 23 anni - a me e alla Brenna che tanto ha amato. Le sue grandi passioni erano le passeggiate in montagna e la musica classica. E manteneva un rapporto forte con le sue amicizie giovanili, quelle dell'oratorio: con Graziano Ballabio, Giulio Casati e Marco Citterio ha costituito un gruppo che davvero ha saputo farsi rispettare". Poi la bufera di tangentopoli si è abbattuta sulla Prima Repubblica. E sulla Dc. "Proprio perché al di sopra di ogni sospetto - conclude la signora Casati - mio marito è stato chiamato con Bodrato a svolgere il ruolo di commissario nella Dc milanese. Sei mesi che lo hanno profondamente cambiato. Lui voleva tener fuori me e la famiglia da questi avvenimenti che poi risulteranno devastanti. Però mi ripeteva spesso: "Sono finito in un covo di vipere". Una realtà che lo ha ferito interiormente. Che gli ha tolto il sorriso e la serenità". Sei mesi con il cuore sgomento. Si arriva così all'11 dicembre 1992. Alle 15.30 l'onorevole Francesco Casati conclude a Milano, nella sede di Unioncamere dove Marco Citterio è presidente, la riunione dell'Osservatorio delle professioni, tra i rettori delle Università e i presidenti delle Camere di Commercio lombarde. Un discorso appassionato, di cui esiste la registrazione, per concretizzare importanti sinergie sul territorio che porteranno poi alla nascita di poli d'eccellenza per la formazione. Poche ore dopo, verso le 19.30 il parlamentare è colto da infarto. E' la fine di tanto impegno. "Quella che ci ha lasciato - conclude il primogenito Mattia - è un'eredità morale grande e al tempo stesso pesante. Credo che da mio padre abbiamo soprattutto avuto il tempo di imparare il valore di un impegno disinteressato, la caparbietà nel perseguire quello che è bene e che è giusto. Cose d'altri tempi? Forse. Nella nostra famiglia però questi valori sono attuali oggi più che mai. Papà, almeno per noi e per la cerchia più stretta di amici, non ha mai smesso di fare scuola". Luciano Barocco.

Indagine Ocse: Scuole private, in Italia le peggiori d'Europa (sezione: Scuola)

( da "Denaro, Il" del 12-12-2007)

 

Europa francia, parigi Indagine Ocse: Scuole private, in Italia le peggiori d'Europa La scuola privata italiana è la peggiore d'Europa. Non solo: è anche una delle ultime al mondo. In Italia, sulle scuole non statali, da alcuni anni a questa parte si confrontano due opposte idee: pro e contro il finanziamento pubblico. I favorevoli ritengono che il ruolo e il conseguente trasferimento di fondi pubblici delle scuole private sia indispensabile per fare crescere l'intero sistema scolastico nazionale. I contrari sostengono che il trasferimento diretto di risorse pubbliche alle scuole non statali sia incostituzionale. Intanto arriva l'impietoso giudizio dell'indagine Ocse-Pisa (Programme for international student assessment) 2007, che boccia gli istituti privati senza appello. Il report internazionale sulle competenze dei quindicenni nelle cosiddette literacy relative alla Lettura, alle competenze in Matematica e materie scientifiche certifica, in Italia, la maggiore qualità del pubblico sul privato. In poche parole, il pur deludente quadro emerso dalla comparazione internazionale dei quindicenni italiani con i coetanei di altri 56 Stati sparsi nei 5 continenti, pubblicato appena una settimana fa, si accentua se si prendono in considerazione i risultati delle sole scuole private. L'Italia è uno dei pochi Paesi occidentali e industrializzati dove gli adolescenti della scuola pubblica risultano "più" attrezzati dei compagni delle private. I numeri parlano chiaro e non lasciano spazio a troppi dubbi. Degli oltre 21 mila quindicenni presi in considerazione nel Belpaese il 4 per cento, al momento dell'indagine, è iscritto in istituti privati. Il divario emerso nella literacy Matematica è pari a 11 punti: 462 per gli adolescenti delle scuole statali e 451 per i compagni iscritti nelle classi delle scuole private. 12-12-2007.

L'Europa ce lo impone: soldi alle Come alle pubbliche . La Corte di giustizia ha richiamato una (sezione: Scuola)

( da "Giorno, Il (Nazionale)" del 12-12-2007)

 

L'Europa ce lo impone: soldi alle "Come alle pubbliche". La Corte di giustizia ha richiamato una di MASSIMO PANDOLFI ? ROMA ? LA SCUOLA deve essere gratuita: non solo negli istituti pubblici, ma pure in quelli privati parificati. Ce lo ricorda l'Europa (e non è la prima volta) sotto forma di una sentenza passata sotto silenzio, ed emessa qualche settimana fa dalla Corte di giustizia della Ue. Il caso in sé è un po' complesso. La Corte ha risolto una controversia sorta tra una famiglia tedesca, che mandava i figli a scuola in un istituto britannico, e l'Inghilterra. Si è riconosciuto a questa famiglia il diritto a detrarre le spese sostenute per l'istruzione dei figli, anche se la scuola frequentata era in un'altra nazione. La Corte ha ribadito ciò che il Parlamento europeo firmò il 14 marzo 1984. Cioè che "il diritto alla libertà di insegnamento implica l'obbligo da parte degli Stati membri di consentire, anche dal punto di vista finanziario, l'esercizio pratico di tale diritto e di assegnare alle scuole le sovvenzioni pubbliche necessarie, alle stesse condizioni previste per gli istituti pubblici". IN QUASI tutti i Paesi europei questa direttiva è stata seguita. In Italia no. Col risultato che di fatto le scuole private restano le 'scuole dei ricchi' e non tutti possono permettersele. È un giochino diabolico: la stragrande maggioranza delle spese (dalla gestione dei locali agli stipendi degli insegnanti) è a carico degli istituti parificati, che a loro volta si rifanno sulle famiglie. Le quali pagano così due volte: le tasse (per una scuola pubblica che non utilizzano) e migliaia di euro (da 3mila a 10mila l'anno) per mantenere agli studi i figli. Solo la Grecia, in Europa, è più 'statalista' di noi. Pochi contributi arrivano anche in Svizzera e Portogallo, mentre in Belgio, Irlanda e Paesi Bassi vengono riservate alle private le stesse attenzioni finanziarie dedicate alle scuole pubbliche. PERSINO gli Stati dell'Est (dalla Lituania alla Polonia, dall'Ungheria alla Repubblica Ceca) hanno più agevolazioni dell'Italia. In Francia i salari del personale sono coperti al 100% dal governo centrale, mentre le autorità locali coprono in parte gli investimenti sulle strutture. La Spagna (dove uno su tre studia nelle private) gli istituti non statali si dividono in sussidiati e non sussidiati: i primi (paragonabili alle nostre scuole parificate) possono spuntare anche una copertura economica del 100%. In Germania le autorità regionali finanziano tra il 40 e il 50% le private, mentre in Austria è lo Stato centrale a coprire la totalità degli stipendi e pagare fino al 30% del costo di costruzione degli edifici. In Inghilterra, Galles e Scozia molti istituti sono finanziati totalmente dallo Stato. VINCENZO Silvano, presidente della Foe (Federazione opere educative), uno dei maggiori sponsor delle scuole private, gioisce per la sentenza della Corte di giustizia. "Anche in Italia bisognerebbe permettere alle tante famiglie che scelgono le scuole private paritarie di detrarsi dalle imposte le spese scolastiche sostenute. Invece siamo al paradosso: il contribuente può scalare il 19% di alcune spese sociali sostenute per sanità, assistenza e, di recente, anche per asilo nido, ma non può far nulla per le spese scolastiche". "CIOÈ ? precisa ?, potrebbe. Con una previsione che suona come una presa in giro, la legge fiscale prevede che le spese scolastiche siano detraibili, ma in misura non superiore a quella stabilita per le tasse e i contributi degli istituti statali, quando la scuola pubblica è di fatto gratuita per tutta l'utenza". In Italia circa l'11% degli studenti frequenta le scuole private e qualcuno ha provato a fare dei conti: lo Stato risparmia una marea di quattrini (6 miliardi 245 milioni di euro l'anno) grazie all'esistenza di questi istituti e uno studente privato costa da dieci a venti volte meno di uno pubblico. E I CONTRIBUTI? Qualcosa arriva alle private parificate primarie (quelle che una volta chiamavamo elementari): circa 20mila euro a classe. Ma per secondarie di primo e secondo grado (ex medie e superiori) è notte fonda. La Lombardia è la regione italiana dove l'istruzione privata costa meno: copre il 25% delle spese. INUTILE dire che in Italia scuola privata parificata fa rima con scuola cattolica. "Ma a noi ? chiude Silvano ? interessa la libertà di educazione per tutti, non solo per i cattolici. In Italia ci sono tanti esempi, oltre ai nostri, di scuole libere non statali, che lavorano con passione ad alti livelli. La libertà di educazione è l'unica vera riforma da cui partire. Ne riceverebbe un beneficio l'intera società e anche la stessa scuola statale". - -->.

Di MASSIMO PANDOLFI - ROMA - LA SCUOLA deve essere gratuita: non (sezione: Scuola)

( da "Giorno, Il (Nazionale)" del 12-12-2007)

 

Di MASSIMO PANDOLFI ? ROMA ? LA SCUOLA deve essere gratuita: non solo negli istituti pubblici, ma pure in quelli privati parificati. Ce lo ricorda l'Europa (e non è la prima volta) sotto forma di una sentenza passata sotto silenzio, ed emessa qualche settimana fa dalla Corte di giustizia della Ue. Il caso in sé è un po' complesso. La Corte ha risolto una controversia sorta tra una famiglia tedesca, che mandava i figli a scuola in un istituto britannico, e l'Inghilterra. Si è riconosciuto a questa famiglia il diritto a detrarre le spese sostenute per l'istruzione dei figli, anche se la scuola frequentata era in un'altra nazione. La Corte ha ribadito ciò che il Parlamento europeo firmò il 14 marzo 1984. Cioè che "il diritto alla libertà di insegnamento implica l'obbligo da parte degli Stati membri di consentire, anche dal punto di vista finanziario, l'esercizio pratico di tale diritto e di assegnare alle scuole le sovvenzioni pubbliche necessarie, alle stesse condizioni previste per gli istituti pubblici". IN QUASI tutti i Paesi europei questa direttiva è stata seguita. In Italia no. Col risultato che di fatto le scuole private restano le 'scuole dei ricchi' e non tutti possono permettersele. È un giochino diabolico: la stragrande maggioranza delle spese (dalla gestione dei locali agli stipendi degli insegnanti) è a carico degli istituti parificati, che a loro volta si rifanno sulle famiglie. Le quali pagano così due volte: le tasse (per una scuola pubblica che non utilizzano) e migliaia di euro (da 3mila a 10mila l'anno) per mantenere agli studi i figli. Solo la Grecia, in Europa, è più 'statalista' di noi. Pochi contributi arrivano anche in Svizzera e Portogallo, mentre in Belgio, Irlanda e Paesi Bassi vengono riservate alle private le stesse attenzioni finanziarie dedicate alle scuole pubbliche. PERSINO gli Stati dell'Est (dalla Lituania alla Polonia, dall'Ungheria alla Repubblica Ceca) hanno più agevolazioni dell'Italia. In Francia i salari del personale sono coperti al 100% dal governo centrale, mentre le autorità locali coprono in parte gli investimenti sulle strutture. La Spagna (dove uno su tre studia nelle private) gli istituti non statali si dividono in sussidiati e non sussidiati: i primi (paragonabili alle nostre scuole parificate) possono spuntare anche una copertura economica del 100%. In Germania le autorità regionali finanziano tra il 40 e il 50% le private, mentre in Austria è lo Stato centrale a coprire la totalità degli stipendi e pagare fino al 30% del costo di costruzione degli edifici. In Inghilterra, Galles e Scozia molti istituti sono finanziati totalmente dallo Stato. VINCENZO Silvano, presidente della Foe (Federazione opere educative), uno dei maggiori sponsor delle scuole private, gioisce per la sentenza della Corte di giustizia. "Anche in Italia bisognerebbe permettere alle tante famiglie che scelgono le scuole private paritarie di detrarsi dalle imposte le spese scolastiche sostenute. Invece siamo al paradosso: il contribuente può scalare il 19% di alcune spese sociali sostenute per sanità, assistenza e, di recente, anche per asilo nido, ma non può far nulla per le spese scolastiche". "CIOÈ ? precisa ?, potrebbe. Con una previsione che suona come una presa in giro, la legge fiscale prevede che le spese scolastiche siano detraibili, ma in misura non superiore a quella stabilita per le tasse e i contributi degli istituti statali, quando la scuola pubblica è di fatto gratuita per tutta l'utenza". In Italia circa l'11% degli studenti frequenta le scuole private e qualcuno ha provato a fare dei conti: lo Stato risparmia una marea di quattrini (6 miliardi 245 milioni di euro l'anno) grazie all'esistenza di questi istituti e uno studente privato costa da dieci a venti volte meno di uno pubblico. E I CONTRIBUTI? Qualcosa arriva alle private parificate primarie (quelle che una volta chiamavamo elementari): circa 20mila euro a classe. Ma per secondarie di primo e secondo grado (ex medie e superiori) è notte fonda. La Lombardia è la regione italiana dove l'istruzione privata costa meno: copre il 25% delle spese. INUTILE dire che in Italia scuola privata parificata fa rima con scuola cattolica. "Ma a noi ? chiude Silvano ? interessa la libertà di educazione per tutti, non solo per i cattolici. In Italia ci sono tanti esempi, oltre ai nostri, di scuole libere non statali, che lavorano con passione ad alti livelli. La libertà di educazione è l'unica vera riforma da cui partire. Ne riceverebbe un beneficio l'intera società e anche la stessa scuola statale". - -->.

Soldi a nove sezioni 'primavera' gli altri navigano in cattive acque (sezione: Scuola)

( da "Gazzetta di Modena,La" del 12-12-2007)

 

Ecco i soldi per le sezioni "primavera", ma è allarme per le finanze delle scuole. E mentre gli istututi superiori affrontano l'incandescente materia dei debiti degli studenti (una lettera del ministro rivolta ai presidi minaccia decurtazioni di indennità e revoca degli incarichi se non organizzeranno i corsi di recupero), c'è chi chiede al ministero di dare per primo il buon esempio: "Paghi intanto i debiti nei nostri confronti", protestano i Cobas degli insegnanti, che citano: arretrati 2006-2007, indennità di vacanza contrattuale, ferie non godute dei precari, mensilità non percepite da molti supplenti, compenso per gli esami di Stato e altro ancora. Segnali allarmanti provengono dai dirigenti scolastici per i problemi finanziari nella gestione delle scuole, conferma la viceministro Bastico, che ricorda come i debiti pregressi siano stati certificati in 1 miliardo e 33 milioni di euro, in parte colmati con risorse speciali. Ma se si volesse approfondire la materia, si scoprirebbe che una delle cause del dissesto sarebbe da addebitare alle prof precarie che si permettono anche di fare figli. "L'ordinanza della Corte Costituzionale 337/2003 - scrive tra l'altro il Capo Dipartimento Emanuele Barbieri in una lettera ai presidi - ha infatti riconosciuto il diritto al trattamento economico del personale supplente della scuola che abbia maturato il diritto alla nomina e non possa assumere servizio in quanto in congedo per maternità". Il funzionario sembra infastidito anche del fatto che, vi si legge, "le disposizioni su congedi per maternità e paternità, recepite nelle specifiche disposizioni contrattuali del comparto scuola, hanno sancito l'assoluta identità di trattamento giuridico ed economico tra docenti di ruolo e supplenti". Non c'è che dire, per un governo di sinistra. Il quale deve pure fare i conti con una pesante sentenza della Corte di Giustizia europea, secondo cui è illegittimo negare gli scatti di anzianità e la progressione di carriera ai precari, che invece percepiscono anche per decenni lo stipendio di prima nomina grazie al benestare dei sindacati i cui contratti collettivi e la legge, sancisce la Corte, "non possono giustificare quella discriminazione". Non ci sono soldi, dunque? Non necessariamente. Per le scuole private ci sono, con un governo di sinistra che riesce laddove la Dc non era riuscita. "Colgo l'occasione per aggiungere agli auguri di un anno sereno e proficuo un primo consuntivo degli interventi realizzati nel 2007 per le scuole paritarie", scriveva il 9 settembre scorso il ministro Fioroni, nell'annunciare con una lettera spedita ai gestori delle scuole paritarie le cifre dei finanziamenti. Tornando alle benvenute scuole primavera modenesi, si tratta di 9 sezioni sperimentali per bambini di 24-36 mesi. Troppo grandi per i nidi, ma piccoli per la scuola d'infanzia. (vincenzo brancatisano).

Andavano al bar per giocare ai videogiochi ed alle slot machine invece di recarsi a scuola dove eran (sezione: Scuola)

( da "Messaggero, Il (Frosinone)" del 13-12-2007)

 

Di EMILIANO PAPILLO Andavano al bar per giocare ai videogiochi ed alle slot machine invece di recarsi a scuola dove erano regolarmente iscritti. Passavano così le loro mattinate quattro ragazzi terribili di Ferentino, tutti minorenni ed iscritti alla scuola dell'obbligo del centro ernico. Assenze continue che non sono sfuggite ai dirigenti scolastici che hanno avvertito i servizi sociali del comune ed i carabinieri. Dopo l'incontro con i genitori ai quali si raccomandava maggior cura per i loro ragazzi, i quattro non sono tornati a scuola. Così i carabinieri del maresciallo Alberto Munno li hanno trovati al bar e sono stati costretti a denunciare le quattro famiglie per inosservanza dell'obbligo scolastico dei propri figli tutti minorenni. Un caso di disagio sociale grave che non è passato inosservato in comune. "Si tratta di casi che avvengono in tutta Italia non bisogna drammatizzare. Sono solo quattro famiglie in disagio sociale. Abbiamo provato ad incontrare i genitori, ma non c'è stato nulla da fare i ragazzi a scuola non vogliono andare", hanno spiegato dai servizi sociali di Ferentino. Ma cosa può fare un comune in questi casi? "Di solito cerchiamo di fare prendere il diploma anche privatamente o in scuole private, ma dovrebbe partire dalle famiglie l'educazione di base".

Scuole migliori (anche le private) con il buono (sezione: Scuola)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-12-2007)

 

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2007-12-14 - pag: 16 autore: CRITICAMENTE ... Scuole migliori (anche le private) con il "buono" D alle pieghe del periodico rapporto Ocse-Pisa sui risultati scolastici,è emerso quest'anno un ulteriore dato: lo scadente livello che nel nostro Paese caratterizza anche le scuole private. Mentre infatti in 21 Paesi gli istituti privati sono risultati migliori di quelli pubblici, in Italia avviene il contrario: il che potrebbe essere anche una buona notizia se la scuola pubblica eccellesse. Purtroppo, proprio il rapporto Pisa ci dice che non è così; col risultato di far apparire ancor più disastrato il quadro generale. Sul quale pesa pure una drammatica frammentazione qualitativa che deprime l'immagine complessiva di un sistema educativo che in certi casi presenta livelli di assoluta eccellenza. L'inefficienza del sistema privato è probabilmente la conseguenza di un sistema dove a vecchi vizi si aggiunge la scarsa propensione al cambiamento e alla concorrenza. I vecchi vizi sono rappresentati dal pregiudizio,comune a molte famiglie, che la scuola privata rappresenti la scorciatoia per far guadagnare ai figli somari il benedetto "pezzo di carta" (anche per questo occorrerebbe abolire la validità legale del titolo di studio). L'immobilismo è determinato da un sistema che non premia la ricerca della qualità, ma solo la capacità delle scuole e degli utenti di ottenere dalla parte pubblica benefici finanziari. è un vizio del nostro sistema di welfare, dominato dall'idea che il servizio prestato dal privato debba essere finanziato dallo Stato e non pagato da chi lo consuma (con finanziamenti che lo Stato assicura a lui, non ai fornitori).Solo così l'utente avrebbe la possibilità di scegliere e quindi di ricercare la qualità, scatenando un benefico processo di concorrenza. Molti servizi alla persona, per esempio, sono oggi affidati a soggetti privati, spesso non profit, che lavorano sulla base di concessioni dal pubblico a esercitare quel servizio, non della scelta dell'utente finale.La concorrenza in questo modo non si esprime sul mercato, ma nelle stanze degli assessorati. Così, per le scuole, il sistema migliore sarebbe certo quello del buono- scuola, ossia della possibilità per la famiglia di spendere dove vuole una "dote" assicurata dallo Stato per educare i figli, scegliendo tra i vari istituti, pubblici o privati che siano. Il che è ben diverso dal farsi rimborsare, come molti pretendono (le scuole private in primis),le rette pagate per l'istruzione privata: una misura che ovviamente non motiva alla concorrenza sulla qualità del servizio prestato. Ecco perché al buono-scuola, molto spesso, sono contrarie le stesse scuole private, almeno le più scadenti, che preferiscono brigare per ottenere contributi pubblici anziché darsi da fare per garantire l'eccellenza. Che la concorrenza sia uno strumento importante per garantire efficienza è ribadito in questi giorni dalla determinazione con la quale la Francia sta procedendo per rendere definitiva, a partire dal prossimo anno, la fine dell'obbligo di iscrizione alle scuole di competenza territoriale: d'ora in poi, ciascuno si potrà iscrivere dove vuole, secondo determinate regole, proprio per favorire la competizione. Le scuole che risulteranno meno gradite saranno seguite per migliorarne i livelli; con la prospettiva, se non otterranno risultati, di essere chiuse. In mancanza di buono-scuola, non resta che sperare che il programma approvato mercoledì dal Governo per favorire e premiare le eccellenze scolastiche funzioni: sempre che burocrazie e sindacati non si mettano di mezzo per penalizzare il merito e premiare la mediocrità. salvatore.carrubba@ilsole24ore.com CONCORRENZA In Francia si può scegliere l'istituto più efficiente, in Italia primi passi per offrire eccellenza di Salvatore Carrubba.

Grifo d'oro a Giorgio Bini, pedagogo e politico controcorrente (sezione: Scuola)

( da "Secolo XIX, Il" del 14-12-2007)

 

Oggi a palazzo tursi L'intellettuale genovese compie ottant'anni. Ha affrontato i problemi della scuola italiana sul campo e come parlamentare 14/12/2007 OGGI pomeriggio alle 17, nella sala di rappresentanza di Palazzo Tursi il sindaco Marta Vincenzi conferirà il Grifo d'oro a Giorgio Bini, in occasione dei suoi ottant'anni, e Pino Boero, preside della facoltà di Scienze della formazione, ne racconterà i meriti, ben noti a tutti quelli che hanno avuto la fortuna di averlo interlocutore e maestro. Lo sa chi vivendo a Genova e lavorando nella scuola è stato catturato dal suo parlare piano capace di dissacrare con una battuta tanti luoghi comuni e di aprire gli occhi ai giovani maestrini. Maestro in tutti i sensi è Bini: senza abbandonare mai i panni dello studioso attento a documentare con sterminate bibliografie tutto il possibile, comprese le idee di chi la pensa diversamente, e a produrre saggi rigorosi come "La pedagogia attivistica in Italia" (Editori Riuniti, 1971. Un impegno pedagogico-politico documentato dalle centinaia di articoli sfornati per l'"Unità", per "Riforma della scuola", per "Critica marxista", per "Rinascita", per "Insegnare", sempre pronto a intervenire dove c'è volontà di confronto, con prosa piana, nemica delle facili civetterie, condita di ragionamenti sensati a ridosso del lampo aperto dalla battuta dissacrante, stile che segnò il successo del suo pamphlet più riuscito: "Da Don Milani a Orbilus" (De Donato, 1979). Impegno che "LG Argomenti", la rivista del Centro studi letteratura giovanile della Biblioteca De Amicis, da lui amorevolmente seguita, ha voluto ricordare col fascicolo di aprile-giugno 2007. Ironicamente caustico verso tutte le forme di potere, spesso anche verso le rigidità del suo amato Pci, ma di un'ironia costruttiva che sapeva sempre proporre dopo la critica l'indicazione opportuna. Nel 1969 con un gruppo di maestri genovesi era uscito "Lo Stupidario", rassegna impietosa delle sciocchezze e delle storture ideologiche propinate dai libri di testo agli scolari di allora. Era seguita l'avventura di "Io e gli altri" l'Enciclopedia "di sinistra", prodotto nuovo nella palude del conformismo educativo che si era attirato la scomunica di Malfatti. E Giorgio con le censure del ministro andava a nozze, libero di dar spazio alla sua critica lucida e al suo richiamo a guardare le cose senza lenti deformanti; come quando spiegava sornione che i bambini "si fanno" ed era nato il libretto "Come si fanno i bambini", titolo felice e di successo che segnava prepotentemente l'ingresso nella scuola dell'educazione sessuale, tema ripreso nel saggio: "Educazione sessuale e scuola" (La Nuova Italia, 1996). Nel 1969 era iniziata l'avventura parlamentare: allora i partiti si interessavano anche di scuola e facevano eleggere non solo avvocati e baroni universitari. Il pendolarismo romano gli aveva fatto scoprire privilegi e "stranezze" della vita parlamentare guardati con la solita arguta cattiveria. Aveva sperato in un risultato migliore per la sua proposta di legge sulla scuola che il Pci aveva invece sostenuto tiepidamente; la delusione aveva accelerato il rientro a Genova, un po' in odore di scarsa santità partitica, un po' perché qualche sua battuta era stata presa sul serio da un apparato assai poco disposto a ironizzare su se stesso. Non aveva abbandonato l'attività docente: alla Scuola Magistrale Ortofrenica, al Centro dei servizi di ateneo per la ricerca educativa e didattica, alla Scuola di specializzazione per l'insegnamento secondario; la "Lettera a una maestra" (Valore Scuola, 2001) rappresenta un po' la summa del suo pensiero.Maestro di scuola e maestro di vita. Tollerante, ma capace di usare il massimo della severità verso chi massacra grammatica o sintassi: non saccenteria, ma semplicità linguistica, rispettosa dell'interlocutore. Formule fumose o abborracciate sono un'offesa politica ancor prima che lessicale: non le ha mai sopportate. Maestro anche in questo. PIERO FOSSATI 14/12/2007.

Sono 92 gli studenti da podio (sezione: Scuola)

( da "Provincia di Cremona, La" del 15-12-2007)

 

Edizione di Sabato 15 dicembre 2007 Benvenuto P.Review srl Scuola. Quest'anno ai 41 premi dell'associazione si sono aggiunti i 51 alla memoria di imprenditori e loro familiari Sono 92 gli studenti da podio Ieri al Cittanova consegna delle Borse di studio degli Industriali di Nicola Arrigoni Sono stati in tutto 92 i ragazzi premiati ieri pomeriggio al Cittanova nell'ambito della tradizionale consegna delle borse di studio dell'Associazione industriali. La platea gremita e la presenza delle massime autorità civili e militari hanno fatto da scenario ai protagonisti della cerimonia: i ragazzi che nel corso del passato anno scolastico hanno superato la media dell'8. Sono state in tutto 124 le domande pervenute alla segreteria dell'Associazione, di queste 92 sono state accolte con una media che partiva dall'8,33 fino al record della media del 9,78 di Filippo Poli di Casalmaggiore. Anche quest'anno le ragazze hanno svettato: 54 bravissime contro 37 studenti eccellenti. Al fianco delle tradizionali 41 borse di studio dell'associazione, sono state creati 51 premi che gli imprenditori dell'Associazione hanno voluto istituire in ricordo dei familiari. A fare da regista alla cerimonia, come è sempre, è stato il direttore, Ernesto Cabrini. ad aprire il pomeriggio è stato l'intervento del presidente dell'Associazione Industriali, Mario Buzzella che non si è limitato a plaudire la bravura dei ragazzi, ma ha evidenziato come la scuola sia oggi nell'occhio del ciclone, come le troppe riforme formulare e poi cambiate col mutare dei Governi siano motivo di sconvolgimento del sistema scolastico. Ma altra grande pecca della scuola è la mancanza di una vera cultura della meritocrazia. A parlare di merito è stato anche il provveditore, Francesco Gentile, citando la posizione critica di Montezemolo nei confronti della scuola, ma anche ribadendo come la forza della scuola sia quella di valorizzare le potenzialità dei singoli. Il sindaco Corada ha invece puntato il suo intervento sulla valorizzazione delle diversità che deve essere alla base del progetto educativo. A completare il novero delle autorità c'erano anche il prefetto Giuseppe Badalamenti, Mons. Roggero Zucchelli, Giandomenico Auricchio, presidnente della Camera di Commercio. Ma gli applausi sono andati ai 92 ragazzi che hanno sfilato per ricevere i premi.

Priorità al capitale umano (sezione: Scuola)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 15-12-2007)

 

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2007-12-15 - pag: 3 autore: Pininfarina: ogni anno di istruzione fa salire la produttività "Priorità al capitale umano" Massimo Mascini ROMA L'Italia rallenta, ma non c'è soluzione senza innovazione, quindi senza un capitale umano in grado di far scoccare la scintilla. è per questo che Confindustria da tempo si sta adoperando per rappresentare alla pubblica opinione l'urgenza di un intervento forte sui temi dell'education che ci faccia risalire i gradini che abbiamo precipitosamente disceso nelle scale mondiali. Andrea Pininfarina, vicepresidente incaricato del Centro studi, ha sottolineato l'importanza di questa azione, che può consentire una crescita sostanziale del Pil, quindi un aumento in termini concreti del livello di benessere. "L'istruzione – ha affermato aprendo ieri i lavori del seminario di previsione del Centro studi – rappresenta un aspetto vitale per la vita sociale e la competitività del Paese". Di qui l'urgenza, anche alla luce dei risultati negativi delle classifiche dell'Ocse, di un intervento che riformi scuola e università. Compito non facile anche perché, come ha rilevato il vicepresidente di Confindustria per l'education, Gianfelice Rocca, non si colgono risultati se una riforma non è condivisa da larghe maggioranze. "In questi anni –ha affermato –si sono susseguite tante riforme della scuola, ma niente è davvero cambiato, perché riforme vere su questo tema non si fanno con maggioranze al 51%, solo con alleanze a largo spettro si colgono risultati ". Scuola e università. Per quest'ultima, ha sottolineato Rocca,si presenta un'occasione irripetibile perché stanno giungendo al pensionamento assieme un ampio numero di docenti."Possiamo –ha detto – innovare davvero, ma dobbiamo stare molto attenti a come ci muoviamo, a come fare selezione dei docenti". Anche perché, lo ha rimarcato Pininfarina, in realtà nel nostro sistema è sempre mancata la cultura del merito e della valutazione, dei docenti soprattutto. "La stragrande maggioranza di docenti – ha affermato si dedica all'istruzione con impegno e passione, ma la mancanza di un sistema di valutazione, che non serva a punire, ma a studiare incentivi e metodi per migliorare il lavoro di tutti, va a scapito proprio di quella maggioranza". Pininfarina ha ricordato come "più conoscenza voglia dire più benessere, più salute, più opportunità, più consapevolezza, un ambiente più tutelato, una democrazia più adulta, una maggiore apertura alle sfide della globalizzazione, una maggiore adattabilità ai cambiamenti richiesti dal confronto internazionale e dal progresso tecnologico ". Di qui l'urgenza del cambiamento, che del resto rappresenta una possibilità di veloce crescita. Aumentare gli anni di istruzione della popolazione significa far crescere la produttività da un minimo dell'8% a un massimo del 30%, in funzione dell'entità dell'aumento. Ogni anno aggiuntivo di istruzione fa crescere il prodotto dal 3 al 6 per cento. Un aumento di meno di un anno nel livello medio di istruzione aumenta dello 0,4% il tasso di crescita del Pil. IMAGOECONOMICA Andrea Pininfarina.

Una retromarcia inaccettabile (sezione: Scuola)

( da "Trentino" del 16-12-2007)

 

Più morbida la Cisl: "La riforma può creare degli intoppi". Domani incontro tra i sindacati "Una retromarcia inaccettabile" Dure Cgil e Uil: la Provincia sfrutta l'autonomia per risparmiare JACOPO TOMASI TRENTO. L'ipotesi di eliminare gli esami di riparazione in Trentino, sconfessando di fatto la riforma voluta dal ministro Fioroni, non piace ai sindacati. Dure Cgil e Uil: "La Provincia vuole sfruttare l'autonomia per risparmiare sforzi e soldi". Più possibilista la Cisl: "Il provvedimento ministeriale creerebbe in effetti dei problemi e di conseguenza se si potesse sfruttare l'autonomia per lasciare le bocce ferme ed organizzarsi meglio potrebbe anche essere positivo". La situazione è di quelle delicate. La riforma del ministro Fioroni rispolvera gli esami di riparazione per ridare credibilità alla scuola e porre fine al problema, reale, dei debiti non saldati (in Trentino non lo è uno su tre). In pratica, gli studenti che non hanno saldato i debiti entro giugno o che hanno materie insufficienti, devono sistemare tutto entro il 31 agosto. Per questo devono essere attivati dei corsi durante l'estate per gli alunni che devono recuperare le materie e successivamente devono essere svolti gli esami. Solo a questo punto, se un alunno passerà gli esami, sarà promosso alla classe successiva. Altrimenti verrà bocciato. è questo passaggio a preoccupare la giunta provinciale. Secondo il governatore Lorenzo Dellai (come si legge nell'intervista in alto) "si corre il rischio di compromettere il regolare inizio dell'anno scolastico". Il timore è che i corsi di recupero e gli esami di riparazione scombussolino la stesura del calendario scolastico e l'organizzazione delle classi, minando il sistema. Per questo il Trentino sceglierebbe la via autonoma, lasciando tutto com'è ora. Con alunni promossi direttamente a giugno, con i debiti da saldare durante l'anno sucessivo. Una scelta che non piace a molti professori "arrabbiati ed indignati" e che lascia perplessi anche i sindacati. Vincenzo Bonmassar della Uil è convinto che la Provincia abbia la sindrome dell'Alpenvorland. "Dellai proclama l'autonomia speciale anche quando non ce n'è alcun bisogno. è una sciocchezza non applicare la riforma Fioroni perché abbiamo tutti gli strumenti per fare le cose per bene. Non si corre il rischio di bloccare l'inizio delle lezioni perché coi soldi che abbiamo si può risolvere tutto. La Provincia ha appena speso un milione per finanziare le scuole private, non vedo perché non possa sborsare 300.000 euro per organizzare a dovere questa riforma". Un altro rischio è quello di creare un conflitto col resto d'Italia, dove gli studenti vengono promossi o bocciati a settembre, mentre in Trentino lo sono a giugno. Ma secondo Gloria Bertoldi (Cgil) la questione è politica e formativa. "Mi auguro sinceramente che la Provincia non segua la "via autonomia" solo per lavarsi le mani di fronte a un problema concreto, che va affrontato, e per risparmiare qualche euro che andrebbe speso per organizzare i corsi di riparazione estivi con professori esterni. L'obiettivo della riforma è quello di ridare credibilità al sistema scolastico pubblico, ponendo fine alla barzelletta dei debiti non saldati, e questo è un principio che tutti dovrebbero condividere". Bruno Paganini della Cisl si dice "timidamente d'accordo" con la proposta della Provincia. "Il problema sollevato da Dellai è reale: i tempi per fare corsi ed esami e per dare forma alle classi sono stretti. Credo sia giusto rivedere il sistema dei debiti, ma però bisogna strutturare meglio gli esami di riparazione. Comunque, non mi piace il metodo usato dalla Provincia, perché il dialogo coi sindacati è importante ed in questo caso non c'è stato". Cgil, Cisl e Uil si incontreranno lunedì per valutare la situazione. Intanto Antonio Di Seclì preside del "Prati" è convinto che "gli esami di riparazione creeranno problemi organizzativi" e per questo si dice d'accordo se la Provincia decidesse di "congelare" la riforma in Trentino.

Filosofia delle scienze Ceruti presidente della Società italiana (sezione: Scuola)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 16-12-2007)

 

Promuovere la partecipazione alla rete globale delle istituzioni accademiche italiane che si dedicano alla ricerca e, allo stesso tempo, favorire interventi che migliorino l'educazione e la formazione scientifica dei più piccoli. Sono questi, in sintesi, gli obiettivi che Mauro Ceruti ha illustrato all'assemblea dei soci della Società italiana di logica e filosofia delle scienze (Silfs) che ieri l'ha eletto presidente. Ceruti è stato eletto a Firenze: la sua è stata una candidatura unica, avanzata all'unanimità del direttivo della Società. Nome illustre dell'Università di Bergamo ? dove è preside della facoltà di Scienze della formazione, docente di Logica e filosofia della scienza e direttore della scuola di dottorato in Antropologia ed epistemologia della complessità ?, Mauro Ceruti succede nel ruolo di presidente a Giulio Giorello, docente di Filosofia della scienza all'Università degli Studi di Milano. "Essere stato scelto costituisce per me grande motivo di orgoglio", commenta il neoeletto presidente. La Società italiana di logica e filosofia delle scienze è un'associazione culturale senza fini di lucro, costituita con l'obiettivo di incentivare la ricerca in logica e filosofia delle scienze in Italia. Fondata nel 1952, ha contato e conta, fra i suoi iscritti, personalità del calibro di Ludovico Geymonat, fra gli artefici della rinascita della logica e della filosofia della scienza in Italia. Mauro Ceruti da tempo fa parte della Silfs, ma senza ricoprire incarichi di direttivo. Ora, ribadendo di essere "onorato per questa scelta", ha fatto propri gli obiettivi della società e già ieri ha illustrato quelli che saranno i suoi indirizzi d'azione: "Credo sia importante promuovere l'organizzazione di eventi e istituzioni volti a collegare la ricerca e la filosofia sulla scienza italiana alle maggiori realtà europee". Da questo punto di vista Bergamo avrà un ruolo chiave: "In Università, dove la Scuola di dottorato in epistemologia può contare collegamenti con Berlino, Oxford, Kyoto, sarà trasferita la segreteria scientifica della Silfs". Così non solo il ruolo della Scuola sarà valorizzato, ma allo stesso tempo essa farà da volano a nuove esperienze che coinvolgeranno altri atenei italiani. Fin qui un'apertura verso l'esterno, verso "l'alto". Ma Ceruti pensa anche a coloro che di fatto costituiscono il futuro della scienza e della ricerca: i giovanissimi. "L'Ocse ha diffuso dati poco confortanti, che vedono i ragazzi italiani agli ultimi posti per preparazione scientifica ? prosegue Ceruti ?. Attraverso la Società, anche in sintonia con la Commissione da me presieduta per la riforma dei programmi delle scuole medie ed elementari, promuoveremo iniziative per migliorare l'educazione e la formazione scientifica di bambini e ragazzi". Anna Gandolfi.

Velocità della luce, calcolo in "diretta" (sezione: Scuola)

( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 16-12-2007)

 

ISTITUTO BARBARIGO Velocità della luce, calcolo in "diretta" Un gruppo di studenti insieme ad alcuni professori hanno organizzato una serata veramente interessante ed insolita aperta ai loro compagni ed ai genitori. Protagonisti sette allievi di quarta liceo scientifico dell'istituto Barbarigo in collaborazione con i professori Renzo Serafin e Antonio Da Re che nel laboratorio di fisica della scuola hanno mostrato in diretta il "Calcolo della velocità della luce": all'esperimento erano presenti anche l'ingegnere Franco Frigo, consigliere regionale veneto, e l'onorevole Andrea Colasio, capogruppo della Commissione cultura della Camera dei deputati sulla riforma della scuola.Alla serata sono state invitate le famiglie e gli appassionati della materia. Oltre 150 persone hanno aderito alla proposta dell'Agesc, Associazione Genitori Scuole Cattoliche, con l'obiettivo di creare un maggior rapporto fra professori e famiglia, con dialogo e scambio di idee ed esperienze. "In questi incontri viene offerta una duplice possibilità - spiega il preside don Giancarlo Battistuzzi - Vivere insieme ai ragazzi l'emozione di eseguire dal vivo un esperimento dal grande contenuto scientifico e ricco di spunti per affascinanti riflessioni e dare una "sbirciatina" a quello che gli studenti sperimentano". L'esperimento scientifico è riuscito e non sarà l unico: seguiranno altri incontri a cui tutti quelli che saranno interessati all'argomento proposto saranno invitati.Katia Rossi.