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ISTAT. 2019: DA GENNAIO A DICEMBRE IN CALO (-189.721 UNITÀ) LA
POPOLAZIONE RESIDENTE. CALA ANCHE LA DOMANDA INTERNA (BANKITALIA)
13-7-2020 ISTAT. COMUNICATO STAMPA. BILANCIO DEMOGRAFICO NAZIONALE
Al 31 dicembre 2019 la popolazione residente è
inferiore di quasi 189 mila unità (188.721) rispetto all’inizio dell’anno.
Il persistente declino avviatosi nel 2015 ha portato a una diminuzione di quasi
551 mila residenti in cinque anni.
Rispetto
all’anno precedente, si registra un nuovo minimo storico di nascite
dall’unità d’Italia, un lieve aumento dei decessi e più cancellazioni
anagrafiche per l’estero.
Il numero di cittadini stranieri che arrivano nel nostro Paese è in calo
(-8,6%), mentre prosegue l’aumento dell’emigrazione di cittadini italiani
(+8,1%).
Al 31
dicembre 2019 la popolazione residente in Italia ammonta a 60.244.639
unità, quasi 189 mila in meno rispetto all’inizio dell’anno (-0,3%).
Rispetto alla stessa data del 2014 diminuisce di 551 mila unità,
confermando la persistenza del declino demografico che ha caratterizzato
gli ultimi cinque anni.
Il calo di
popolazione residente è dovuto ai cittadini italiani, che al 31 dicembre
ammontano a 54 milioni 938 mila unità, 236 mila in meno dall’inizio
dell’anno (-0,4%) e circa 844 mila in meno in cinque anni: una perdita
consistente, di dimensioni pari, ad esempio, a quella di province come
Genova o Venezia.
Nello stesso
periodo, al contrario, la popolazione residente di cittadinanza straniera è
aumentata di oltre 292 mila unità attenuando in tal modo la flessione del
dato complessivo di popolazione residente. Il ritmo di incremento della
popolazione straniera si va tuttavia affievolendo. Al 31 dicembre 2019 sono
5.306.548 i cittadini stranieri iscritti in anagrafe, l’8,8% del totale
della popolazione residente, con un aumento, rispetto all’inizio dell’anno,
di sole 47 mila unità (+0,9%).
Mi ripeto, per l’ottava volta.
Se
l’orizzonte che l'azione della classe politica offre ai cittadini è plumbeo
e confuso, (dimostrazione plastica –il termine va molto di moda tra
giornalisti un po’ così - dell’incapacità della classe dirigente di creare
speranze nel futuro), le famiglie attivano gli unici due
strumenti economico-finanziari a loro disposizione: non consumano o
rinviano i consumi (strumento di breve periodo), quindi aumentano risparmi
e propensione al risparmio, e non fanno figli (strumento di
lungo periodo). Non possono fare altro.
E’ almeno un trentennio che la casta guarda al suo
deformato ombelico
Dunque,
non si fanno figli, non si consuma. Ma quale incosciente farebbe figli e
consumerebbe con gli orizzonti tanto plumbei?
Chiediamoci:
chi ha il compito di rischiarare l'orizzonte e provare a macchiarlo di rosa
se non la politica? Vedete voi nella vetrina dell’offerta politica una
classe capace di tanto? Di governare, cioè, i momenti critici che stiamo
attraversando, avendo a cuore gli "interessi collettivi della
comunità"? Curare gli interessi generali significa relegare
in secondo piano quelli della casta. Quando qualcuno ha tentato solo di
“pensare” una azione del genere, i
profittatori hanno reagito scatenando un disastro sociale: non si cedono di
buon grado vantaggi e privilegi enormi. Enormi!
Dovremmo
reagire a nostra volta, come cittadini coscienti di questo andazzo, con
intelligenza, cultura e buon senso, per curare i nostri.
Ma
troppi di noi hanno "altro da fare" in questo momento,
"forse domani... a mente fresca…"
Come volevasi dimostrare. Questa volta
sulla domanda interna::
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