HOME PRIVILEGIA NE IRROGANTO di Mauro Novelli (www.mauronovelli.it) Il PuntO Documento
inserito il 9-7-2009 |
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Il PuntO n° 166 Servizi assicurativi: indagine quantitativa
2009 [ Fonte: Relazione ANIA 2-7-2009 del Presidente Cerchiai] Di A
fine 2007, il settore assicurativo continua a mantenere in Italia posizioni
di vantaggio ben superiori a quelle vantate dagli omologhi settori
nell’Europa dei 15. I dati sono forniti dalla Relazione annuale dell’Ania (2
luglio 2009) tenuta dal Presidente Cerchiai. Numero delle compagnie di
assicurazione: in Italia sono Raccolta premi per impresa: in Italia supera i 411
milioni di euro, in Francia 405 milioni, in Gran Bretagna 281 milioni, in
Svezia 64 milioni. [Tabella 1, 3^ colonna – anno 2007] Raccolta premi per
dipendente:
in Italia 2,495 milioni di euro, in Gran Bretagna 1,662 milioni, in Olanda
1,459, in Germania 0,746 [Tabella 1, 4^ colonna – anno 2007] Non
a caso, calcolando la clientela
potenziale, cioè su che bacino
di abitanti può contare ciascuna compagnia operante in ciascun
paese, le nostre hanno possibilità di pascolo sovrabbondante rispetto
alle concorrenti estere: 249 mila italiani per ogni nostra compagnia; 134.000
per le francesi; 128.000 per ciascuna
compagnia tedesca; 58.000 per le britanniche; 19.200 per le irlandesi. [ Tab.
2 ] In
Tab. 3, gli utili di esercizio: negativi per
- 1,969 miliardi di
euro. ************* LA POSIZIONE DELL'ITALIA. Con l’allargamento a 27, gli abitanti dell’Unione
Europea hanno raggiunto, a gennaio 2009) i 500 milioni di unità.
Secondo dati della Commissione europea la ricchezza totale dei nuovi arrivi
non supera il 5 % di quella complessiva dell'Unione. Per tal motivo le
analisi comparate riguarderanno, anche per il 2009, l’Europa dei 15. Nel 1998, nella U.E. operavano 4.874 imprese
d'assicurazione. Nel 2007, le imprese sono scese a 4.494 (meno 380
unità in 9 anni). Questi i dati di settore dei dieci paesi più
importanti. TAB 1 - SETTORE
ASSICURATIVO in alcuni paesi U.E. (tabella ordinata
per “raccolta premi per dipendente [ Fonti Ania ] Dati 31.12.2007
* Le compagnie italiane
sono risalite a 246 nel dicembre
2008 **
Nel 2004 c’è stato un cambiamento di definizione. I dati della tabella fanno riflettere. Con una
popolazione simile per Francia, Gran Bretagna ed Italia, nel nostro
paese operavano – a fine 2007 - 241 compagnie assicurative, la
metà di quelle presenti in Francia (480), un quarto di quelle operanti
in Gran Bretagna (1.050). Com’è possibile che in Italia siano in grado di
operare così poche compagnie di assicurazione? Non si può
“intraprendere” nel settore perché ben protetto, o non conviene per motivi
puramente mercantili? Più plausibile la prima ipotesi. Altre comparazioni risultano illuminanti: nel Altri atteggiamenti nei confronti dei prodotti
assicurativi, si dirà. Ma come spiegare il fatto che le 241 compagnie
italiane aggreghino il
più alto livello di premi per singola impresa? 411 milioni di
euro per ogni azienda italiana (erano 406 nel 2006) contro i 281 per ciascuna
delle inglesi, i 254delle tedesche, fino a giungere ai 64 milioni di euro per
ciascuna azienda svedese. Il dato non è occasionale: anche i premi aggregati
per dipendente del settore assicurativo, che conta 39.765 dipendenti nel 2007
(saliti a 46.278 nel 2007, inclusi per la prima volta 4.554 dipendenti
di enti controllati), vedono gli italiani al primo posto: 2,495 milioni
di euro per ogni impiegato italiano (erano 2,750 milioni nel 2005); 1,662
milioni per l’inglese; 1,351 milioni di euro per il francese; 746 mila euro
per il tedesco. Il mercato italiano delle assicurazioni ha, quindi,
tutte le caratteristiche perché si intraprenda con floridezza. Dovrebbe
esserci spazio per ulteriori aziende, ma tale valutazione liberista non
risulta vincente e conferma il nostro giudizio di settore protetto ed
autoprotetto. Infatti, tenere basso il numero di aziende
mantiene più alto il bacino di utenza potenziale, cioè il
numero di cittadini che in media possono essere acquisiti da ciascuna
compagnia: 249 mila abitanti per azienda in l'Italia, 114 mila utenti
potenziali in più del secondo paese, l Francia, che può contare
su 134 mila abitanti per azienda. Tralasciando, per ovvie ragioni la
posizione del Lussemburgo, notiamo che in Svezia le compagnie di
assicurazione prosperano con un bacino potenziale di 24 mila abitanti,
in Irlanda di 19 mila 200. Di fatto, il bacino medio di utenza nella U.E.
è di circa 111 mila abitanti per compagnia. Nonostante questi dati, le assicurazioni italiane
lamentano da sempre un mercato interno asfittico e sterile, non tale da
permettere previsioni ottimistiche, falcidiato dal “collo debole degli
italiani” e dalle relative truffe sia nel ramo danni che in quello vita. Tab 2 - UTENZA POTENZIALE (ordinamento decrescente) (ANNO 2007 - Fonte ANIA – Eurostat - Elaborazioni Adusbef)
*
Nel 2004 c’è stato un cambiamento di definizione.
IL
MERCATO INTERNO Nel
2006, il monte premi ha aggregato 112,830 miliardi di Euro (- 1,85 per cento
rispetto al 2005 e + 54 per cento rispetto al 2000). Nel 2007 si
assiste ad un calo: 103,568 (- 8,2 per cento sul 2006, +41,5 per cento
rispetto al 2000), proseguito nel 2008: 94,992 miliardi euro (-8,1 per cento
rispetto al 2007 e -29,7 per cento rispetto alo 2000) In
particolare,nel 2008 il Ramo Vita ha raccolto premi per 56,450 miliardi di
Euro (- 10,9 per cento sul 2007) , il Ramo Danni 38,542 miliardi di
Euro (- 3,5 per cento sul 2007). Delle
due componenti fondamentali (ramo Vita e ramo Danni), il primo è
passato dal 27 per cento del 1990, al 59,4 per cento nel 2008 (era il
61,2 per cento del 2007). Al contrario il ramo Danni scende dal 73 per
cento del '90, al 40,6 per cento del 2008 ( era del 39 per cento nel
2007). In
particolare, il monte premi relativo alla RC Auto ammonta a 17,6 miliardi di
euro (-3,3 per cento sul 2007) UTILI
DEL SETTORE In
notevole crescita l’utile d’esercizio del settore assicurativo: TAB. 3 - UTILE D’ESERCIZIO DEL SETTORE ASSICURATIVO Fonte Ania – Elaborazione Adusbef. In miliardi di euro.
Nel 2007, le 244 compagnie hanno ottenuti utili medi
pari a circa 22 milioni di euro ciascuna. Nel periodo 2000/2007 gli utili del settore sono
cresciuti del 161,0 per cento, passando da 2.043 miliardi di euro del Il settore continua ad offrire quindi eccellenti prospettive
per chi vuole intraprendere. Perché nessuno si fa avanti? Dove sono gli ostacoli? A
chi è affidato il compito di predisporli? A chi quello di rimuoverli? |