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Il PuntO  Documento inserito il 5-7-2008


 

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Il PuntO n° 139

 

Famiglie, ma perché non consumate?

Sacripante! Non vedete che ci crollano i consumi!?

 

Di Mauro Novelli  5-7-2008

 

 

 

Scrivevamo nel 2006 (Il PuntO (n° 78+79+80+81) sulle Pensioni: un problema (quasi)  inventato ?):

 

Per concludere, facciamo notare che, vista l’assoluta assenza di italici ammortizzatori sociali, la “pensione del vecchio” è in molte famiglie diventata l’unica fonte certa di reddito per l’intero nucleo familiare, il quale, a sua volta è il cardine sociale di sopravvivenza, vista la totale assenza di provvidenze istituzionali.

Nel giro di 20 anni, il ruolo del pensionato è stato rivoluzionato: da emarginato, a unica stampella finanziaria di molte famiglie.

Attenzione quindi a politiche di revisione settoriale (sempre miopi): potrebbero essere addirittura disarticolanti per una società, come la nostra, dove il cardine di sopravvivenza fa perno esclusivamente sulla famiglia e non sullo stato sociale. E’ il privato che sopperisce all’assenza di accorte politiche di supporto da parte di chi ci “amministra” e, visto il momentaccio, oggi non consuma (soluzione di breve periodo) e non fa più figli (soluzione di lungo periodo). Ecco le soluzioni del privato, al quale la stitichezza della domanda interna proprio non può interessare.

Da noi, lo “stato sociale” si confonde con “rendite di posizione”: è più comodo rivedere le pensioni che smantellare quelle rendite.

 

Insomma da decenni, ormai, la famiglia italiana è costretta a far da sé. Quindi interviene nel campo d’azione che le è ancora permesso: consumi e figli.

Sembrava che il nuovo millennio suggerisse migliori intelligenze ai governanti. Da due lustri, invece, siamo costretti a sopportare semestri persi dietro personali problemi giudiziari di Berlusconi, o dietro i problemi dei pacs, dei dico, delle coppie di fatto che hanno impegnato Prodi, mentre altri ministri stringevano le catene del  fisco. Il quale Prodi ha governato la maggioranza, quando il suo campo di intervento era ad ampio raggio, o il Consiglio dei ministri quando la platea era più ristretta. Il nuovo governo Berlusconi non è in grado di mutare di orientamento. Gli interessi nazionali non entrano nei pensieri dei professionisti della politica.

Insomma, dei problemi delle famiglie si fanno carico solo le famiglie stesse.

Mentre i nostri concorrenti internazionali cercano – spesso con affanno, ma sempre con decisione – di addomesticare e governare i problemi del pianeta e di rendere accettabile il loro impatto nella comunità che li ha chiamati al governo, i nostri satrapi si occupano di loro stessi.

Del resto, né la destra né la sinistra sono in grado di proporre uno straccio di programma in grado di smussare almeno gli spigoli più acuti di una realtà globalizzata che ormai sembra stringerci inesorabilmente. Per questa la sinistra ha perso. Per questo perderà la destra. Ma finché sarà questa l’offerta politica (di fatto un duopolio) non abbiamo vie di scampo: o voti per le cazzate promesse dall’una parte, o voti per le cazzate promesse dalla parte opposta.

Quando si sostiene la necessità di (almeno) uno “svecchiamento” della classe al potere, non si intende auspicare l’inserimento di giovani in grado di salire le scale due a due, ma ci si augura, attraverso quel rinnovamento non puramente anagrafico, di poter eliminare le concrezioni di casta calcinate addosso ai politici attuali: che finalmente qualcuno possa decidere senza dover tener conto di dinamiche oppressive sorte decenni fa e non eludibili dai nostri professionisti di lungo corso: vi immaginate un rinsanguamento che non accolga più un D’Alema, un Veltroni, un Rutelli, un Parisi… Oppure, sull’altro versante gente nuova in grado di giubilare Berlusconi, Letta, Fini, Casini?

Di fatto, questi abbiamo e questi sembrano starci bene.

Fanno i loro affarucci con alleanze ben pensate (media, burocrazia, potentati) e di tanto in tanto hanno valenze generali quando auspicano aumenti dei consumi per il bene di tutti, nel commovente tentativo di convincere i consumatori a spendere di più.

Ma oggi le nostre famiglie si trovano in una sconcertante situazione finanziaria:

- risultano indebitate, con mutui a tassi variabili, con quote di reddito futuro prenotate per decenni e per decine di migliaia di euro.

- sono bombardate da messaggi finanziariamente pornografici: “… compra oggi, paghi fra due anni….”

Insomma, l’unica spinta reale viene dal versante dell’offerta/produzione che cerca di accaparrarsi i restanti redditi futuri (anche se incerti) dei consumatori (come hanno fatto le banche con i mutui).

Emblematico l’avviso commerciale: “… sconto se paghi con una carta revolving… niente sconto se paghi in contanti…”.

 

Ragazzi, ma chi se la sente di consumare? Chi se la sente di fare figli?

Il guaio vero deriva dal fatto che nessuno è più in grado di reagire.

Eppure ci basterebbe un buon amministratore di condominio, meglio se finlandese.

Ieri ci si opponeva a Prodi portando in piazza “le famiglie”. O, tutt’al più  tacciando di coglioni, gli altri.

Oggi procediamo con la petizione di Veltroni. O, tutt’al più tacciando di “magnaccia” l’altro.

Due poderose falangi schierate…..