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Il PuntO  Documento inserito il 27-3-2008


 

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Il PuntO n° 128

 

Ma insomma… dov’è la falla di questa barca?

 

Di Mauro Novelli  27-3-2008

 

 

1)     A detta dei giuristi più illustri, dal 1948 l’Italia si è dotata di una delle costituzioni di più alto livello giuridico, etico, sociale ecc.

2)     Dal 1946 siamo stati governati da chi ha i suoi fondamenti morali nei principi del cristianesimo: dagli uomini della vecchia DC, a Berlusconi, Prodi ecc. Oggi, si dice, la nostra decadenza coincide con l’abbandono di quei principi e con il declino dei valori di cui il cristianesimo è veicolo da duemila anni.

3)     Godiamo da sempre della presenza della sede del cristianesimo cattolico e del suo capo; di una curia colta, tempestiva, avveduta, oculata, perspicace. O almeno così la giudica una gran parte del popolo italiano

4)     A detta di degni uomini di cultura, abbiamo potuto approfittare del lavoro di insigni statisti e di uomini politici di primissimo piano: De Gasperi, Togliatti, Moro, Berlinguer, La Malfa (padre). 

5)     Abbiamo avuto per mezzo secolo il contributo del più intelligente, accorto e colto partito comunista operante nei paesi occidentali.

6)     Abbiamo avuto sindacati potenti, sufficientemente unitari, presenti e pronti ad intervenire con intelligenza nelle vicende socioeconomiche di questo paese.

7)     Siamo il paese con i maggiori giacimenti culturali del mondo. Con il clima migliore.

 

Bene! Ma allora, con queste caratteristiche da magnifiche sorti e progressive,  dov’è la falla della barca che ci vede tutti passeggeri e che miseramente sta affondando?

 

Dobbiamo chiederci:

1)     Come mai siamo riusciti a gravare le prossime tre o quattro generazioni di oltre 1.600 miliardi di euro di debiti?

2)     Come mai, la domanda interna – che in un periodo di ristrettezze globalizzate sta sorreggendo le nazioni più avanzate – da noi non è in grado di sostenere un bel niente?

3)     Come mai siamo riusciti ad avere gli stipendi più bassi d’Europa con politici e manager più pagati del mondo?

4)     Come mai un paese che si vanta di avere il suo liceo come invidiata base culturale della sua scuola sforna ignoranti,  maleducati, bulletti e ladruncoli, essendo sempre tutti promossi?

5)     Come mai sproloquiamo tutti di meritocrazia, ma poi si ricerca la raccomandazione anche per un certificato al comune?

6)     Come mai, tra i paesi europei, siamo sempre gli ultimi in termini di sviluppo, sia quando s dello 0,5 per cento (governo Berlusconi) sia quando siamo cresciuti dell’1,8 per cento (governo Prodi)? Perché tutti gli altri paesi riescono a crescere più di noi?

7)     Come mai imprese e famiglie pagano di più degli altri europei l’energia, i servizi di telecomunicazione, quelli bancari, quelli assicurativi, quelli burocratici?

8)     Come mai nel 2000 abbiamo politici e burocrati non in grado di gestire la raccolta e lo smaltimento della “monnezza”?

9)     Come mai abbiamo dei partiti che – approfittando della cancellazione delle preferenze – rimpinzano le liste di mogli, amanti (non solo etero), avvocati al servizio, amici, benefattori ecc.?

 

Dov’è la falla di sistema? Come mai il potere è nettamente scisso dalla responsabilità.

Ci lamentiamo di essere stati ridotti a plebe: Ma se tutti noi aspiriamo ad avere più potere per avere meno responsabilità, perché  chi riesce a fare il politico di mestiere non dovrebbe avere le nostre stesse aspirazioni ?

La vicenda non è passata sulla testa di gente inconsapevole e sprovveduta. Abbiamo contribuito tutti. Ed invece di reagire, ci adeguiamo cercando le “maniglie giuste” (si diceva una volta).

Siamo diventati individualisti. E questo è ancora legittimo. Il guaio è che all’individualismo abbiamo aggiunto l’ottusità. Un esempio? Abbiamo finora creduto che la criminalità organizzata fosse un problema di in essa incappa, di chi deve pagare il pizzo. Oggi scopriamo che la monnezza non è solo un problema geograficamente localizzato. Coinvolge tutti, anche chi non paga il pizzo, anche chi vive tranquillo  a Trebaseleghe o a Roccacannuccia, anche chi fabbrica gorgonzola, asiago o parmigiano.

Se la classe politica è espressione del  popolo che la sopporta, non possiamo pensare che la sua qualità migliori senza che prima non migliori la nostra.

Oppure ancora crediamo nell’uomo della provvidenza, cioè in botta di fortuna con la c maiuscola?