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Inserito 15-1-2007


 

 

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Dossier: i costi della politica

Il PuntO sulle pensioni

Il PuntO n° 85.La domanda di qualità si va essiccando: è il segno della decadenza del paese.

Il PuntO n° 88. Contro l’assolutismo occorre rivisitare John Locke!

 

 

 

 

Il PuntO n° 98.

Ma dove è finita la nostra civiltà? Dove finiscono i nostri soldi?

 

Di Mauro Novelli  -  15-1-2007

 

 

Il settimo (sesto, ottavo) Paese di questo mondo deve avere qualche grossa falla nelle casseforti di cui dispone l’Erario.

 

- Questo paese non ha soldi per le pensioni e, anzi, ritiene di risolvere problemi generali diminuendo le prestazioni previdenziali dei suoi vecchi, difficilmente in grado di reagire. Con grave nocumento per i cittadini ed eccellenti vantaggi per banche ed assicurazioni che forniranno servizi privati sostitutivi.

Si veda  “Il PuntO sulle pensioni” su questo stesso sito.

 

- Questo paese non ha soldi per le case, tanto che l’edilizia pubblica è praticamente ferma da decenni, anche quando sugli stipendi gravava il balzello Gescal. Con grave nocumento per i cittadini ed eccellenti vantaggi per i costruttori che possono approfittare di una domanda costantemente sostenuta dalla penuria di abitazioni di derivazione pubblica.

 

- Questo paese non ha soldi per la sanità ed anzi deve imporre tickets e limitazioni al servizio sanitario pubblico, tanto che uno dei pericoli maggiori per la vita e la salute dei cittadini è rappresentato proprio dallo stato di abbandono delle infrastrutture ospedaliere. Con grave nocumento per i cittadini ed eccellenti vantaggi per gestori della sanità privata.

 

- Questo paese non ha soldi per finanziare le amministrazioni locali (Regioni, Province, Comuni) che si vedono costrette ad aumentare la pressione fiscale sugli amministrati. Con grave nocumento per i cittadini ed eccellenti vantaggi per le società partecipate dalle stesse amministrazioni locali, con le quali campano bene migliaia di presidenti, decine di migliaia di consiglieri, sindaci, revisori ecc.

SPESA PER SUSSIDI ALLA  DISOCCUPAZIONE. UE dei 15

Da La Repubblica del 14-1-2007

 

  1. Spagna

12,2 %

  1. Belgio

11,9 %

  1. Danimarca

10,5 %

  1. Finlandia

10,4 %

  1. Irlanda

9,7 %

  1. Germania

8,4 %

MEDIA UE DEI 15

6,96 %

  1. Francia

6,9 %

  1. Svezia

6,5 %

  1. Grecia

6,1 %

  1. Olanda

5,1 %

  1. Austria

4,7 %

  1. Portogallo

3,8 %

  1. Lussemburgo

3,3 %

  1. Gran Bretagna

3,2 %

  1. Italia

1,7 %

 

- Questo paese non ha soldi per gli ammortizzatori sociali e scarica le inefficienze della politica sulla gestione privata delle famiglie italiane. Con grave nocumento dei cittadini che si trovano in situazioni di precarietà ed eccellenti vantaggi per i “gestori dei posti di lavoro”, veri e propri padroni del futuro dei giovani di questo paese. Questi caporali hanno godono di eccellente prosperità ed hanno nel circondario della politica politicante uno dei vivai più fertili. Ad essi basta un “pizzino” per cambiare le sorti di una famiglia.

A proposito degli ammortizzatori sociali, riportiamo  la percentuale di spesa pubblica destinata ai sussidi per la disoccupazione per la UE dei 15. La tabella a fianco evidenzia la posizione dell’Italia, saldamente ancorata all’ultimo posto. Il penultimo, la Gran Bretagna, destina per gli aiuti ai disoccupati quasi il doppio della nostra spesa; la prima, la Spagna, spende oltre sette volte quello che spendiamo noi.

 

- Questo paese non ha soldi per la scuola pubblica e la ricerca. Con grave nocumento per i cittadini ed eccellenti vantaggi per i gestori di scuole private (ben finanziate). Ne approfitterà la ricerca dei paesi in grado di remunerare adeguatamente i ricercatori formatisi in Italia.

 

- Questo paese non ha soldi da destinare ad una seria politica energetica alternativa che svincoli il Paese del sole dal cappio del petrolio. Con grave nocumento per i cittadini ed eccellenti vantaggi per i petrolieri, che possono continuare a mantenerci in situazioni di oliodipendenza.

 

- Questo paese non riesce a dare certezza credibile al diritto vigente. Con grave nocumento per i cittadini ed eccellenti vantaggi per chi delinque.

 

Ma, insomma, che fine fanno i nostri soldi? Di che civiltà godiamo?

Che cosa dobbiamo rivedere nella struttura del nostro apparato di gestione della cosa pubblica?

Chi taglieggia le finanze e l’etica degli italiani? Come evitare questa condanna che sembra insita nell’italico dna?

Governanti, produttori e commercianti lamentano lo scarso livello e la mancanza di dinamismo della domanda interna. Forse godono di un eccesso di faccia tosta. Noi, certamente godiamo di bocca buona.

Affrontare in queste condizioni le sfide della globalizzazione è francamente imbarazzante.

Dobbiamo riprendere in mano le leve che gestiscono la nostra vita ed il futuro nostro e dei nostri nipoti: le abbiamo affidate ad incompetenti o a profittatori? Non so scegliere.

 

In genere queste critiche sono tacciate di qualunquismo. Chi è o cerebralmente pigro o dialetticamente a corto di argomenti non ha altri strumenti di conversazione.