La Repubblica
4-6-2008
De Magistris, chiesta
l'archiviazione "Gravi ingereze nel suo lavoro" La procura di Salerno
lancia accuse precise ai vertici di quella di Catanzaro. Il pmo dell'inchiesta Why not ha agito in modo "assolutamente legittimo e
corretto"
di GIUSEPPE BALDESSARRO
CATANZARO - Non solo ha agito in maniera "assolutamente legittima e
corretta", ma è stato vittima di "pressioni e
interferenze" relative ai risultati "ottenuti con le sue
inchieste". E' un vero e proprio atto d'accusa contro i vertici della
Procura di Catanzaro, la richiesta di archiviazione dei magistrati di
Salerno, chiamati a indagare sull'operato di Luigi De Magistris.
Le quasi mille pagine prodotte dal procuratore Luigi Apicella e dal sostituto Gabriella Nuzzi,
trasformano, di fatto, il giudice "scomodo", in vittima di un
sistema di interessi che sarebbe l'oggetto delle sue indagini.
De Magistris incassa un risultato importantissimo.
Dopo che per mesi il suo operato era stato al centro di denunce, richieste di
azioni disciplinari e persino atti parlamentari. Il magistrato protagonista
di inchieste come "Poseidone",
"Toghe Lucane" e "Why Not" ha detto di essersi semplicemente
"difeso", esprimendo "sempre massima fiducia nella
magistratura di Salerno, competente per legge".
Un commento alla notizia della richiesta di archiviazione, a cui ha aggiunto
di aver soltanto "contribuito doverosamente, da magistrato, ad
evidenziare l'attività di ostacolo posta in essere" ai suoi danni
e alle funzioni che ha cercato e cerca ancora "di svolgere nell'esclusivo
interesse della giustizia". Poche frasi, nelle quali De Magistris lascia trasparire la propria soddisfazione alla
fine della maxi inchiesta.
Il pm di Catanzaro sarebbe insomma estraneo "ai reati di calunnia, abuso
d'ufficio e rivelazione di segreto d'ufficio". E niente darebbe ragione
ai magistrati, agli avvocati e ai politici che contro di lui hanno presentato
una serie di denunce. Insomma per gli inquirenti salernitani vi sarebbe
"insussistenza di illegittimità sostanziali o procedurali penalmente
rilevanti ovvero di condotte abusive addebitabili nell'esercizio delle
funzioni giudiziarie del De Magistris".
Piuttosto "i risultati investigativi ottenuti, la natura e la cadenza
degli interventi subiti a causa della intensità
delle sue indagini e il complesso materiale probatorio acquisito, ha
consentito di riscontrare la bontà della sua azione inquirente, nonché
di ricostruire la sequenza ed il contenuto degli atti procedimentali
appurandone la correttezza formale e sostanziale".
La richiesta di archiviazione affonda poi il bisturi contro i detrattori del
pm: "Il contesto giudiziario in cui si è trovato ad operare Luigi
De Magistris, appare connotato da un'allarmante
commistione di ruoli e fortemente condizionato dal perseguimento di interessi
extragiurisdizionali, anche di illecita natura".
Accuse pesantissime, ancora più chiare quando si parla della
"pressante attività di interferenza alle indagini posta in essere
dai vertici della Procura della Repubblica di Catanzaro, e resasi sempre
più manifesta con il progressivo intensificarsi delle investigazioni
da parte di De Magistris". Per evidenziare poi
che "alle continue ingerenze sull'attività inquirente è
risultata connessa, secondo una singolare cadenza cronologica la trasmissione
di continue denunce e segnalazioni agli organi disciplinari ed alla Procura
di Salerno".
Nella richiesta si legge ancora che "dagli accertamenti investigativi
condotti sono emersi fatti, situazioni concorrenti a delineare il difficile
contesto ambientale nel quale De Magistris si
è trovato a svolgere le funzioni inquirenti, i legami tra i vertici
dell'Ufficio giudiziario di Catanzaro, difensori ed indagati, gli interessi
sottostanti alle vicende oggetto dei procedimenti da lui trattati, le
condotte di interferenza ed ostacolo al suo operato". Un difficile
contesto ambientale "reiteratamente denunciato dal pm nelle sedi
istituzionali".
Infine i due magistrati di Salerno scrivono che "l'oggetto di indagini
svolte da De Magistris, coinvolgenti pubblici
amministratori, politici, imprenditori, professionisti, magistrati,
rappresentanti delle forze dell'ordine, le tecniche investigative impiegate,
i risultati derivati dagli atti di indagine esperiti hanno finito, nel tempo,
per esporre il sostituto procuratore ad una serie articolata di azioni
ostative al suo operato".
Tra queste si inseriscono "le svariate denunce in sede penale e le
segnalazioni disciplinari di soggetti indagati e difensori, alle quali sono seguite interpellanze, interrogazioni
parlamentari, ispezioni ministeriali riguardanti le più rilevanti
indagini condotte dal magistrato nei due periodi di permanenza a
Catanzaro".
Ma non è tutto. Infatti Salerno sta vagliando
"l'ipotesi investigativa della indebita strumentalizzazione di
attività di indagine coordinate dalle Procure di Matera e di Catanzaro
nei confronti di collaboratori di polizia giudiziaria e di giornalisti".
Di fatto, secondo la Procura campana, collaboratori di pg
e cronisti di giudiziaria sarebbero stati coinvolti strumentalmente nelle
inchieste, subendo anche perquisizioni. De Magistris
oltre ad essere stato denunciato, a sua volta produsse una serie di esposti.
La Procura Generale di Catanzaro non ha concesso
alcuni documenti dell'inchiesta "Why Not" chiesti da Salerno che indaga sulle denunce di
Luigi De Magistris. Luigi Apicella, è giunto
nel capoluogo calabrese dove ha incontrato il Procuratore Generale, Vincenzo Jannelli, ed i sostituti Alfredo Garbati e Domenico De
Lorenzo.
Per oltre tre ore i magistrati hanno discusso sulla richiesta di alcuni
documenti relativi all'inchiesta. Al termine dell'incontro, secondo quanto si
è appreso, i magistrati della Procura
Generale non hanno concesso la documentazione perché l'inchiesta è
attualmente in corso.
(4 giugno 2008)
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