HOME    PRIVILEGIA NE IRROGANTO    di Mauro Novelli    

Documento d’interesse   Inserito il 28-3-2007


 

 

Documenti correlati

DOSSIER Laici e Chierici

 

 

 

 

La Repubblica 28-3-2007

 

Bertone chiude l'era Ruini

Lettera al nuovo presidente Cei Bagnasco: d'ora in poi sarà la Santa Sede a gestire i rapporti con i politici.

Marco Politi

 

 Fioroni a Rutelli sul Family day: "Io ci vado, tu fai quello che vuoi" Il segretario di Stato incontra oggi il presidente della Camera CITTA' DEL VATICANO - Il Papa elogia l'ex presidente della Cei Ruini per il suo servizio reso alla Chiesa e alla Nazione e intanto il suo segretario di Stato Bertone smonta la filosofia della leadership ruiniana alla Cei. Nello stesso bollettino vaticano, che illustra la "riconoscenza" di Benedetto XVI per come Ruini ha guidato l'espiscopato "in una fase cruciale" del Paese, il cardinal Bertone annuncia in una lettera al neo-presidente della Cei che d'ora innanzi sarà il Vaticano a occuparsi dei rapporti politici con le autorità italiane. Quasi a simboleggiare questa svolta arriva l'annuncio che il segretario di Stato si recherà oggi dal presidente della Camera Fausto Bertinotti. E' chiaro che papa Ratzinger sembra essersi reso conto che la sovraesposizione politica della Chiesa rischia di danneggiare la sua credibilità, specie tra i ceti popolari. E così il Vaticano appare intenzionare a togliere ai vertici della Cei quell'alone di "segretario politico" che circondava Ruini negli ultimi anni. La lettera del cardinale Bertone a Bagnasco è estremamente chiara. La linea anti-Dico di Bagnasco viene apprezzata. "Per quanto concerne i rapporti con le istituzioni politiche - è scritto invece - assicuro fin d'ora a vostra eccellenza la cordiale collaborazione e la rispettosa guida della Santa Sede, nonchè mia personale". Compito della Segreteria di Stato è di "intessere e promuovere le relazioni con gli Stati e di attendere agli affari che, sempre per fini pastorali, debbono essere trattati con i Governi civili". Bertone sottolinea che la Santa Sede nutre "particolare sollecitudine" per l'Italia. E con questo cala il sipario sul "ruinismo". Alla Cei viene indicato come campo d'azione l'evangelizzazione, la catechesi, la disciplina del clero e il rilancio delle vocazioni. La lettera lamenta che in questi decenni si è registrato, oltre all'avanzata secolarizzazione della società, anche un "progressivo indebolimento del tessuto ecclesiale italiano": il che non è precisamente un complimento per Ruini, visto che lui era alla guida dell'episcopato. Bertone recepisce, infine, il malumore diffuso nell'episcopato per l'eccessiva centralizzazione operata dall'ex presidente della Cei. Dice il segretario di Stato che serve una "piena valorizzazione dell'autentica collegialità". Insomma, più partecipazione e meno autoritarismo. Di questo nuovo spirito Bagnasco si è già fatto portatore nel Consiglio permanente della Cei, iniziato lunedì. Tanto è vero che da ventiquattr'ore si sta discutendo approfonditamente del testo della Nota pastorale sulle coppie di fatto, soppesando ogni virgola. La bozza è di cinque pagine, sposa le tesi intransigenti di Bagnasco, ma alcuni vescovi vorrebbero evitare di nominare i Dico. La pretesa dei vescovi di interferire nella produzione delle leggi continua a suscitare malumori nella maggioranza e forti tensioni nella Margherita. Lunedì il vicepremier Rutelli aveva ricordato che la Cei parla liberamente, alla Chiesa è dovuto ascolto rispettoso, ma infine tocca alla politica "decidere secondo la propria responsabilità, in maniera libera ed autonoma". Conscio del carattere anti-Dico della manifestazione del 12 maggio, Rutelli ha aggiunto che sarebbe meglio che i ministri ascoltino la piazza, più che andare in piazza. Immediata e risentita la replica del ministro Fioroni: "Io vado al Family Day. Rutelli farà come gli pare"