Il Giornale del 13-1-2008
Indagato
il pg che tolse l’inchiesta a De Magistris
di Gian
Marco Chiocci
Anna Maria
Greco
da Roma
Per la procura di
Salerno ci sarebbe una «regia» dietro gli attacchi al pm di Catanzaro, Luigi
De Magistris. E finiscono sotto inchiesta i suoi maggiori «nemici». Non solo
il procuratore capo Mariano Lombardi ma anche l’aggiunto Murone e il pm
Rinaldi: tutti e tre per corruzione in atti giudiziari per vicende legate
alle inchieste «Why Not» e «Poseidone». E sul registro degli indagati della
procura campana finisce anche, per abuso d’ufficio e calunnia, il procuratore
generale facente funzioni della Corte d’Appello di Catanzaro, Dolcino Favi,
quello che ha avocato l’inchiesta Why Not che coinvolge il ministro della
Giustizia, Clemente Mastella, e il premier Romano Prodi.
Tutto questo, e molto altro ancora, hanno
raccontato il 9 gennaio di fronte alla prima commissione del Csm, i pm di
Salerno Dionigi Verasani e Gabriella Nuzzi, titolari dei fascicoli sulle
toghe del capoluogo calabrese. Un’audizione alla quale ha partecipato anche
il procuratore capo Luigi Apicella, durata due ore e mezzo e poi segretata,
in cui i sostituti hanno spiegato che le indagini sono ancora in corso e
interessano protagonisti del mondo giudiziario e politico. L’esito sarebbe,
però, imminente.
Sembra quindi che i magistrati di Salerno
diano credito alle accuse rivolte da De Magistris soprattutto ai colleghi che
gli hanno sottratto, una dopo l’altra, le indagini più scottanti. E
ipotizzano una sorta di «filo conduttore» nelle azioni che avrebbero
intralciato il lavoro del magistrato, con addebiti sia penali che
disciplinari. Fu lo stesso Guardasigilli, iscritto da De Magistris per i suoi
contatti con il principale indagato della Why Not Antonio Saladino, a
chiedere al Csm l’apertura di un procedimento disciplinare e il trasferimento
urgente del pm. Quest’ultimo subisce ora un processo disciplinare a palazzo
dei Marescialli, e parallelamente su di lui svolge un’istruttoria la prima
commissione, competente per il trasferimento d’ufficio «incolpevole» per
incompatibilità ambientale e funzionale.
I due pm avrebbero anche sostenuto al Csm
che, allo stato, non emergerebbero fatti penalmente rilevanti riguardo alle
presunte violazione del segreto istruttorio da parte di De Magistris.
Verasani e Nuzzi
hanno spiegato che, sulla base del fascicolo trasmesso a Salerno da De
Magistris e di esposti su di lui, è stato inoltre indagato per abuso
d’ufficio Gianfranco Mantelli, l’ispettore del ministero inviato da Mastella
per fare luce su presunte «gravi anomalie» compiute da De Magistris
nell’inchiesta «toghe lucane». Fascicoli sono stati aperti anche sul senatore
azzurro Giancarlo Pittelli e sull’ex governatore della Calabria, Giuseppe
Chiaravalloti. Infine, a Salerno si cercherebbe di fare luce su una possibile
incompetenza territoriale della procura di Matera per l’indagine che riguarda
magistrati e politici della Basilicata, avviata da De Magistris.
Nell’audizione di ottobre alla prima
commissione del Csm, il procuratore Apicella aveva sostenuto che entro la
fine dell’anno tutte le inchieste su De Magistris sarebbero state chiuse. Per
questo era stato fissato ai primi di gennaio il nuovo incontro. Le indagini,
invece, si sono rivelate più complesse del previsto e proseguono. La
commissione ne tornerà a discutere martedì prossimo ma, come ha
precisato il presidente dell’organismo Mario Patrono, è sempre più
chiaro che le due inchieste parallele del Csm si stanno intersecando.
«Dovremmo tener conto anche dell’esito
della sezione disciplinare, perché i fatti esaminati sono in alcuni casi
coincidenti con quelli del giudizio disciplinare».
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