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Documento d’interesse   Inserito il 1-9-2007


 

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DOSSIER I costi della politica

 

Il Secolo XIX del 30-8-2007

Slot, il banco perde.

La Corte dei Conti contesta un danno erariale che vale tre-quattro manovre finanziarie MARCO MENDUNI FERRUCCIO SANSA

 

 

dalla prima pagina
«Per il 2006, secondo i dati dei Monopoli, a fronte di un volume di affari (ovvero la "raccolta di gioco") pari a circa 15,4 miliardi di euro (di cui la quasi totalità derivante da apparecchi con vincite di denaro) vi è stato un gettito fiscale pari a 2 miliardi e 72 milioni di euro con circa 200mila apparecchi attivati», scrive il rapporto della commissione d'inchiesta. E aggiunge: «L'effettiva raccolta di gioco sarebbe stata di molto superiore alla cifra citata. Secondo stime della Finanza, la predetta raccolta di gioco ammonterebbe a 43,5 miliardi di euro». Insomma, i due terzi del gioco sarebbero in nero. Due macchinette su tre non sarebbero collegate alla rete. Quindi il 70 per cento del "preu" - il prelievo fiscale su ogni singola giocata che dovrebbe finire nella casse dei Monopoli, e quindi dello Stato - è stato evaso.
«Abbiamo calcolato - raccontano gli investigatori - che tra imposte non pagate e multe non riscosse lo Stato ha perso circa 98 miliardi di euro». L'equivalente di tre Finanziarie che invece di andare allo Stato è rimasto nelle tasche di alcune concessionarie. E non basta, perché secondo gli uomini della Finanza e alcuni componenti della commissione d'inchiesta «in alcune delle società in questione siederebbero uomini vicini a Cosa Nostra, in particolare al clan di Nitto Santapaola». Altre invece sarebbero guidate da persone vicine a esponenti di primissimo piano di partiti politici (soprattutto Alleanza Nazionale).
Così l'indagine della Corte dei Conti sfocia in quello che sarebbe il più clamoroso caso di evasione fiscale della storia della Repubblica. Non solo. «Nel corso delle indagini sono sorti alcuni interrogativi su specifici comportamenti tenuti dai Monopoli in particolari occasioni», è scritto nel rapporto della commissione che da settimane è sulla scrivania del vice-ministro dell'Economia, Vincenzo Visco. Una critica pesante nei confronti dei Monopoli che non si sarebbero accorti di un'evasione di dimensioni colossali o che non avrebbero richiesto alle società concessionarie il pagamento delle somme dovute. «Zero. I Monopoli dello Stato non hanno fatto pagare un centesimo di sanzione alle società concessionarie che non avevano versato miliardi di euro di imposte», raccontano gli investigatori.
Dal ministero e dai Monopoli non è finora arrivato nessun commento.
Ieri ecco la notizia del «danno erariale» a sei zeri che la Corte dei Conti ha richiesto alle concessionarie. In particolare emergono le cifre indicate nella notifica di Lottomatica e Snai. E immediatamente le quotazioni in borsa delle due società precipitano. Lottomatica lascia sul campo il 4,02 per cento, mentre il titolo Snai perde addirittura l'11,27 per cento e viene sospeso per eccesso di ribasso. I volumi di scambi sono altissimi, con 4,18 milioni di pezzi passati di mano da una media giornaliera di 640.000. Alla fine Snai decide di diffondere un comunicato in cui afferma di aver ricevuto una notifica dalla Procura regionale della Corte dei conti del Lazio che la invita a presentare le sue deduzioni su un'ipotesi di danno erariale nel settore «new slot» valutato intorno ai 4,8 miliardi di euro. Snai sottolinea che «da tali procedure non potranno emergere responsabilità di sorta a suo carico derivarle conseguenze negative di carattere patrimoniale».
Ma il caso slot-machine è soltanto all'inizio e nelle prossime settimane potrebbe riservare clamorose sorprese. La Procura di Roma - che ha ricevuto gli atti dal pm di Potenza, John Henry Woodcock - ha intenzione di sentire i vertici dei Monopoli. Il magistrato Giancarlo Amato vuole ricostruire il meccanismo che ha portato ad attribuire le concessioni alle società che gestiscono le slot-machine. Non solo: si sta cercando di capire se vi siano state degli illeciti nei controlli compiuti dai Monopoli. Un'ipotesi che troverebbe conferma nel rapporto della Commissione d'inchiesta: non risulta, si dice nel documento, che siano stati compiuti controlli sui precedenti penali delle concessionarie. Non solo: alcuni degli ispettori incaricati dei controlli risultavano indagati proprio per presunti episodi di corruzione.
La Procura di Roma, però, vuole anche capire chi ci sia davvero dietro le società che gestivano il "tesoro" delle slot-machine. Alcune società, fa notare un membro della commissione d'inchiesta, hanno spostato la sede all'estero nonostante siano titolari di concessioni con lo Stato italiano.
Non solo. Secondo gli investigatori, il mondo del gioco d'azzardo legale sarebbe diventato un fondamentale strumento di finanziamento dei partiti di entrambi gli schieramenti.

29/06/2007
La Commissione d'inchiesta presieduta dal sottosegretario Alfiero Grandi e composta, tra gli altri, dal generale della Finanza Castore Palmerini produce un rapporto che finisce sul tavolo del vice-ministro, Vincenzo Visco. Si parla di imposte non riscosse e di multe non pagate per quasi cento miliardi di euro. La commissione accusa pesantamente i Monopoli dello Stato.

29/06/2007
SCOPPIA
IL GRANDE SCANDALO

29/06/2007
L'INCHIESTA DELLA
CORTE DEI CONTI
La Finanza e la Corte dei Conti avviano un'indagine sul mondo delle slot-machine: all'appello mancano 98 miliardi di euro. Anche la commissione d'inchiesta presieduta dal sottosegretario Grandi giunge alle stesse conclusioni.

29/06/2007
L'INCHIESTA DEL SECOLO XIX
Viene pubblicato il rapporto della commissione Grandi. Scoppia lo scandalo delle imposte che non sarebbero state pagate e delle multe non riscosse. L'evasione più consistente della storia della Repubblica

29/06/2007
IL CROLLO IN BORSA
La Procura della Corte dei Conti notifica a dieci società concessionarie un provvedimento per il «danno erariale» subìto dallo Stato. Snai e Lottomatica - che sarebbero debitrici di circa 4 miliardi ciascuna - crollano in Borsa.