HOME PRIVILEGIA NE IRROGANTO di Mauro Novelli Documento d’interesse Inserito il 1-9-2007 |
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“L’Espresso” in edicola (31-8-2007)
DA AFFITTOPOLI A COMPROPOLI, LO SCHIFO E’
BREVE: CASE REGALATE ALLA CASTA. VELTRONI: 190 METRI IN CENTRO PER 377 MILA
EURO - A CASINI-MOGLIE UNA PALAZZINA - A MARINI DUE PIANI DI UNA PALAZZINA AI
PARIOLI – MASTELLA HA BEN 5 APPARTAMENTI.
di Marco Lillo (ha collaborato Laura Venuti) –
Ci sono ministri e leader di partito, ex
presidenti del Parlamento e della Repubblica, magistrati e giornalisti. La
nazionale dell’acquisto immobiliare scontato è talmente vasta e
assortita che ci si potrebbe fare un ottimo governo di coalizione. Si va
dall’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga
ai presidenti della Camera e del Senato del primo
governo Prodi: Luciano Violante e Nicola Mancino. Dalla famiglia del presidente
dell’Udc Pier Ferdinando Casini a quella del
ministro della Giustizia Clemente Mastella passando
per la figlia del deputato di An Francesco
Proietti. C’è il candidato leader del Partito democratico, Walter Veltroni e il presidente del Senato Franco Marini. Non
mancano la Borsa, con il presidente della Consob Lamberto Cardia e il mondo
del lavoro con il segretario della Cisl Raffaele Bonanni. C’è il senatore Udc
Mario Baccini e il responsabile della Margherita in
Sicilia Salvatore Cardinale. Situazioni diverse tra loro che talvolta
convivono nello stesso palazzo. Prendiamo lo stabile Inpdai di via Velletri, a due passi da via Veneto. Al primo piano la
moglie di Walter Veltroni ha comprato più o meno allo stesso prezzo pagato dall’ex sottosegretario
Marianna Li Calzi che abita al quarto. Ma le due storie sono diverse. Li
Calzi ha ottenuto il suo attico alla vigilia della svendita a seguito di una
discussa procedura pubblica. Veltroni invece
è nato nelle case dell’ente previdenziale dei dirigenti. L’Inpdai aveva affittato sin dal 1956 un appartamento al
padre, dirigente Rai. Nel 1994 i Veltroni
restituirono all’ente i due alloggi nei quali vivevano Walter e la mamma per
averne in cambio uno più grande, il famoso primo piano di via Velletri da 190 metri
quadrati che nel 2005 è stato acquistato dalla moglie del sindaco,
Flavia Prisco, per 373 mila euro. Il prezzo è basso per effetto non di
un’elargizione personale ma per il meccanismo degli sconti collettivi
concessi a tutti allo stesso modo. Altra cosa ancora sono gli
acquisti delle case dell’Ina ora finite a Generali e Pirelli. Questi colossi
privati in alcuni casi si sono comportati come spietati alfieri del libero
mercato. Altre volte hanno fatto prezzi bassi per blocchi di appartamenti finiti poi a
famiglie dai nomi noti come Mastella e Casini.
Scelte discutibili per società quotate in Borsa come Pirelli e Generali
che dovrebbero puntare solo al profitto e che, evidentemente, hanno pensato
di fare gli interessi dei propri azionisti cedendo appartamenti ai politici e
ai loro amici a valori bassi. Insomma, ci sono differenze
radicali tra venditore privato e ente pubblico ma anche all’interno delle due
categorie. Se non bisogna far di tutta l’erba un fascio
però ci sono due cose che accomunano i protagonisti della
nostra inchiesta: sono potenti che hanno pagato troppo poco ieri per
l’affitto e oggi per l’acquisto. Inoltre nella maggioranza dei casi in quegli
immobili sono entrati grazie a conoscenze, entrature e amicizie. Questa
disparità di trattamento con i comuni mortali non è una
novità. Emerse con violenza populista nel 1996 durante il primo
Governo Prodi grazie alla campagna “Affittopoli” de
“il Giornale” di Vittorio Feltri. Oggi quegli stessi immobili
affittati dieci anni fa ad equo canone sono stati svenduti definitivamente e
il privilegio è stato reso eterno. Per fare qualche esempio: Lamberto
Cardia, presidente Consob, pagava 1 milione e 100 mila lire al mese di affitto nel 1996 e ha comprato nel 2002 a 328
mila euro 10 vani e due posti auto a due passi dal Palaeur.
Maura Cossutta, onorevole dei Comunisti Italiani,
pagava 1 milione e 50 mila lire allora e compra nel 2004 quattro camere, due
bagni e balconi a due passi da San Pietro a 165 mila
euro. Franco Marini pagava 1 milione e 700 mila lire allora e compra nel 2007
a un milione di euro due piani ai Parioli. A
rendere “svendopoli” ancora più odiosa di “affittopoli” c’è il peggioramento drastico del
mercato della casa. Il trattamento di favore diventa
un’offesa insopportabile per chi è costretto a combattere ogni giorno
con l’ufficiale giudiziario che vuole sfrattarlo. Per capire “svendopoli” bisogna iniziare il nostro viaggio da via Clitunno, nel quartiere
Trieste. In questa strada immersa nel verde, ci sono due palazzi che facevano
parte del patrimonio Ina-Assitalia e che
rappresentano bene il confine tra i sommersi e i salvati delle dismissioni.
Lì abitava, prima della separazione, Pier Ferdinando Casini con la
prima moglie Roberta Lubich e le due figlie
minorenni. Nello stabile accanto abitava una coppia di dipendenti Assitalia: Davide Morchio e la
moglie Maria Teresa. Negli anni Novanta le famiglie Morchio e Casini sono uguali: entrambi inquilini delle Generali, pagano un canone basso e sperano di poter
comprare l’appartamento con lo sconto. Poi arrivano le vendite tanto attese e
l’uguaglianza svanisce: la famiglia Lubich-Casini
rileva a prezzi di saldo tutto il palazzo. Morchio
insieme ad altre 19 famiglie deve andar via. Nessuna
offerta per lui dalla nuova proprietà, che per ironia della sorte
è Caltagirone, il nuovo suocero di Casini. Gran parte degli inquilini,
come l’ex ministro verde Edo Ronchi che può permettersi di comprare
lì vicino, lascia il campo. La famiglia Morchio
invece resiste all’ufficiale giudiziario che chiede l’intervento della forza
pubblica. «Abbiamo un contratto che ci dà il diritto di prelazione»,
spiega Davide Morchio, «ed è stato ignorato.
Nel palazzo vicino hanno potuto comprare a prezzi di favore. È
un’ingiustizia». Anche l’immobile dove vive la
prima moglie di Casini è stato ceduto in blocco ma con una procedura
atipica. Ha comprato a un prezzo basso, 1 milione e 750
mila euro, la Clitunno Spa,
società creata appositamente da un manager bolognese di area Udc, amico di Casini e della prima moglie. Si chiama
Franco Corlaita e ha già rivenduto tutto.
Indovinate a chi? Alla famiglia Lubich. Nel
novembre del 2006 la mamma di Roberta compra per 586 mila euro il secondo
piano. Ad aprile del 2007 la prima moglie di Casini compra il piano terra, a
323 mila euro. Passano due mesi e il 21 giugno scorso l’operazione si chiude
con la cessione alle due figlie minori di Casini del terzo piano (306 mila
euro per 5 vani catastali) e del primo piano (8,5 vani per 586 mila euro). Casini partecipa all’atto
(mediante un procuratore) in qualità di genitore
anche se il notaio precisa che paga tutto la moglie. Per convincere il
giudice tutelare ad autorizzare la stipula dell’atto, i genitori presentano
una perizia da cui risulta che l’acquisto è “molto conveniente”.
Generali non fa una piega. Inutile dire che gli inquilini del palazzo vicino
sono infuriati e ipotizzano una simulazione dietro questo
strano giro. Nella sostanza, dicono, la famiglia Casini ha comprato con lo
sconto e noi no. Alla beffa contro i vicini, si aggiunge quella agli
inquilini, senza alcuna distinzione di rango. Al primo piano del palazzetto Lubich-Casini vive
in affitto Roberto Barbieri, senatore del centrosinistra e presidente della
Commissione parlamentare sui rifiuti. Paga un canone di ben 3 mila euro ma è stato trattato come gli altri. Nessuno
gli ha detto che il suo appartamento è diventato della figlia di
Casini. Nessuno gli ha proposto l’acquisto a 586 mila euro. Con tremila euro al mese avrebbe potuto accendere un mutuo per comprare.
Invece a maggio del 2008 dovrà lasciare. Anche il caso della famiglia Mastella dimostra che non sempre le società
private sono così cattive. Il ministro della Giustizia abita
all’ottavo piano di un palazzo sul lungotevere Flaminio che ha fatto la stesa
trafila di quello di via Clitunno.
Da Ina-Assitalia a Initium,
società di Pirelli e Generali. Initium
è proprietaria anche dei condomini di via Nicolai alla Balduina, dove abita l’ex ministro Baccini e di via Visconti a Prati, dove vive Francesco Cossiga. Gli inquilini di questi palazzi non sono stati
trattati come quelli di via Clitunno.
Stavolta Initium ha concesso prelazione e sconto.
Così nel 2004 Baccini
ha comprato la sua reggia da 15 vani, due terrazze e 4 bagni per 875 mila
euro e Cossiga è diventato proprietario di
casa, soffitta e magazzino per 710 mila euro. Nel caso di Mastella
però Initium ha fatto di più. Il 3
dicembre del 2004 nello studio del notaio Claudio Togna
(dell’Udeur anche lui) c’era una riunione
familiare. I Mastella al gran completo facevano la
fila per stipulare atti e il povero Togna sfornava atti come una pizzeria di Ceppaloni.
Sandra Mastella ha comprato l’appartamento dove
dorme il marito e si è impegnata a prendere la residenza lì per
ottenere le agevolazioni fiscali. Per lei un ottimo affare: 500 mila euro per
un appartamento che include una veranda abusiva (condonata) e la terrazza su
tre lati che guarda il Tevere e Monte Mario dall’ottavo piano. Subito dopo la
moglie del ministro ecco arrivare i figli Elio e Pellegrino. Comprano altri
quattro appartamenti, due a testa. I prezzi erano davvero allettanti. A
Pellegrino vanno il primo piano da 4,5 vani per 175 mila euro e altri 6 vani
al quarto piano per 300 mila euro. Va ancora meglio al fratello che si
accaparra un terzo piano con 5,5 vani per soli 200 mila euro e un
miniappartamento con ingresso, camera, bagno e terrazza a livello per 67.500
euro, nemmeno il costo di un box in periferia. Le case sono state pagate in
gran parte grazie ai mutui concessi da San Paolo (400 mila euro alla moglie)
e Bnl (un milione e 100 mila euro ai figli che dovranno versare una rata
mensile di 6.430 euro). E che nessuno vada in giro più a dire che Initium è cattiva con gli inquilini. Anche Francesca Proietti, socia di Daniela Fini e figlia di Francesco, deputato di An e braccio destro di Gianfranco, ha comprato un
appartamento a un prezzo d’occasione: 267 mila euro per un secondo piano con terrazza
su tre lati, salone e due camere all’Eur. Sempre
dal patrimonio ex Ina arrivano gli immobili di Nicola Mancino e
Luciano Violante. L’ex magistrato torinese ha pagato con la moglie 327 mila
euro nel 2003 un gioiello incastonato tra i Fori Imperiali e piazza Venezia: due terrazzette, tre livelli e una
settantina di metri quadrati coperti. Nicola Mancino ha comprato insieme alla
figlia Chiara nel 2001 una dimora da 10 vani più una soffitta autonoma
su Corso Rinascimento, a due passi dal Senato per 1 miliardo e 550 mila lire
del vecchio conio. Sempre dal gruppo Pirelli
Giuliano Ferrara ha acquistato l’appartamento ex Ina da 7,5 vani in piazza
dell’Emporio al Testaccio nel palazzo che un tempo veniva
chiamato “il Cremlino” per l’alta percentuale di comunisti.
Ferrara, che un tempo tuonava contro De Mita per il suo affitto a Fontana di Trevi, ha rilevato un sesto piano con terrazzo a 890 mila
euro. Molto più bassi i prezzi praticati
dagli enti previdenziali. Grazie al doppio sconto (30 per cento più 15
a chi compra tutto il palazzo) le parlamentari Franca Chiaromonte
e Maura Cossutta hanno stipulato un atto collettivo
per due appartamenti in via della stazione San Pietro rispettivamente per 113
mila e 165 mila euro. Notevole anche il caso di
Raffaele Bonanni. Il segretario della Cisl ha conquistato nel 2005 un grande appartamento dell’Inps al sesto piano in via del Perugino, nel cuore del
quartiere Flaminio: otto vani a 201 mila euro. Con quella cifra in zona si
compra solo un garage. L’anno scorso ha fatto il colpo del secolo anche l’ex
ministro e deputato della Margherita siciliana Totò Cardinale. In via
degli Avignonesi, una strada bellissima tra il
Tritone e via Veneto, ha messo le mani su un terzo piano da otto vani con
affaccio su via delle Quattro Fontane : un gioiellino da due milioni sul mercato libero portato via
per 844 mila euro. L’ultimo è stato Franco Marini. Il presidente del Senato ha
stipulato il rogito il 23 aprile scorso. Un milione di euro per aggiudicarsi la casa assegnata alla moglie dall’Inpdai in via Lima: due livelli per 14 vani nel cuore dei
Parioli. Se Marini è il politico che ha
pagato il prezzo più alto (per una casa che vale comunque il doppio)
l’oscar del rapporto qualità-prezzo spetta al senatore Udc Francesco Pionati. L’uomo
che ha sfornato per anni pastoni per i telespettatori del Tg1 ha comprato un
attico e superattico da favola in via Traversari. L’appartamento è aggrappato alla
collina di Monteverde ed è affacciato su Trastevere. Grazie al solito doppio sconto ha speso un’inezia.
L’allora mezzobusto del Tg uno aveva fatto ricorso
al Tar per ridurre ulteriormente la valutazione e in Parlamento gli amici
dell’Udc avevano presentato pure un’interrogazione
parlamentare per contestare il prezzo esorbitante: 509 milioni di lire nel
2001 per 10 vani con doppia terrazza. Sì, un prezzo veramente
scandaloso. QUEI FIGLI DI PAPÀ IN VIA
ARENULA Il motto dell’Udeur è “la famiglia prima di tutto”. Clemente Mastella lo ha applicato alla lettera
quando si è trovato di fronte a una grande occasione:
acquistare a un ottimo prezzo l’appartamento che ospita la redazione del
giornale del partito. Invece di intestare tutto all’Udeur,
il segretario ha preferito far comprare alla società dei figli, Elio e
Pellegrino. Permettendo loro un vero affarone. Se
vendessero oggi potrebbero incassare una plusvalenza da un milione di euro. Tutto inizia il 7 aprile del 2005 quando il consorzio che cura le vendite dell’Inail scrive all’Udeur, in
qualità di inquilino, per offrirgli di acquistare l’appartamento dove
ha sede il giornale del partito al prezzo di un milione e 452 mila euro
più Iva. Prendere o lasciare. Mastella
prende e fa bene. Stiamo parlando del quarto piano di Largo
Arenula 34, pienissimo centro con affaccio
su Largo Argentina. Un appartamento quasi identico, al primo piano dello
stesso stabile, è stato ceduto nel 2006 dall’Inail
a 1,4 milioni ed è stato rivenduto nel 2007 per 2 milioni e 350 mila
più 100 mila euro di commissioni. La
letterina che offre l’acquisto all’Udeur equivale a
un assegno circolare che andrebbe incassato subito. La prelazione spetta al
partito, che è intestatario del contratto di locazione. Stranamente
invece l’Udeur comincia un balletto di sigle e
lettere. Prima sembra che acquisti “Il
Campanile nuovo” la cooperativa che edita il giornale. Poi invece acquista la
società “Il campanile Srl”. Tra le due c’è una bella
differenza. Nel lontano 2001 anche “Il campanile Srl” era la casa editrice
del quotidiano ma ora, a dispetto del nome, è
diventata qualcosa di ben diverso. Dopo aver incassato 480 mila euro di
contributi per coprire i costi affrontati per il quotidiano nel 2000-2001, ha
ceduto il campo alla cooperativa, come vuole la nuova legge. La srl “Il
campanile” sembrava destinata alla rottamazione quando
Clemente Mastella la ricicla per comprare
l’appartamento di largo Arenula. L’atto doveva
essere fatto entro ottobre del 2005 ma prima di
firmare il segretario cambia opportunamente i connotati alla società.
Il Campanile, diventa una società della sua famiglia. Prima era intestata a Tancredi Cimmino, l’ex tesoriere che nell’aprile del 2006 si candida con Di Pietro e viene trombato.
Dopo le elezioni, nel maggio del 2006, Cimmino cede
tutto a Clemente Mastella (che già aveva un
10 per cento della società). Pochi giorni dopo il ministro della
Giustizia gira le quote ai figli, Pellegrino ed Elio. Ora tutto è
pronto per il grande acquisto. Il 10 luglio 2006 finalmente la società
dei Mastella compra l’appartamento al quarto piano.
Non basta. La srl cambia oggetto e si trasforma da semplice società
editrice in azienda a tutto campo che può occuparsi di giornali ma
anche di acquisizioni immobiliari, pubblicità, import-export,
ristrutturazione di casali, attività turistiche e finanziarie. Poi
muta anche il nome: ora si chiama “Servizi e Sviluppo”. Una volta acquisita la sede,
addio Campanile. Oggi i figli di Mastella sono
proprietari dell’appartamento e il giornale (che aveva più diritto di
loro a comprare) è solo l’inquilino. Alla fine di questo giro tortuoso
sono due le cose che sorprendono: una società finanziata dallo Stato
con 480 mila euro nel biennio 2000-2001 per editare la testata del partito
è diventata nel 2006 l’immobiliare privata dei figli del leader,
scavalcando ogni distinzione tra interessi pubblici e affari privati che,
anche in un partito a conduzione familiare, dovrebbe restare sacra. Inoltre
la società di Pellegrino ed Elio ha fatto l’affare della sua vita
grazie alla rinuncia del partito di papà a esercitare un suo diritto.
«Non c’è nulla di strano», dice il tesoriere dell’Udeur
Pierpaolo Sganga, «l’acquisto è stato fatto
senza alcuno sconto e senza alcun favoritismo,
seguendo rigorosamente le procedure stabilite». Sganga annuncia che il partito sta per concludere un secondo
colpo, ancora più grande, nello stesso palazzo. Anche i due
appartamenti del secondo piano che ospitano la sede nazionale dell’Udeur presto saranno venduti all’inquilino. Un affarone che vale il doppio di quello già
concluso: sono 21 vani contro i 9 dell’appartamento del quarto piano.
Stavolta chi comprerà? Dalle carte depositate in conservatoria spunta
una lettera dell’Inail del 2005 nella quale l’ente
riconosce la prelazione per questi appartamenti, come per quello già
venduto, alla solita società “Il campanile Srl” oggi “Servizi e
Sviluppo” dei Mastella. A “L’espresso” il tesoriere
Sganga giura: «Comprerà l’Udeur». AAA VENDESI MA SOLTANTO AI
PRIVILEGIATI 1 PIER FERDINANDO CASINI presidente Udc Via Clitunno
(zona Trieste) Il palazzo nel
quale (fino al 1999) Casini viveva in affitto con la prima moglie
Roberta Lubich e le figlie è stato ceduto a
fine 2005 da Generali a una società di un amico di famiglia. I 5
appartamenti che lo compongono sono stati poi girati all’ex moglie (due
interni), alle due figlie (uno per ciascuna) e alla
ex suocera del presidente dell’Udc. Per un totale
di 30 vani catastali totale 1,8 milioni di euro Anno 2005-2007 stima zona 2006 fonte Agenzia del territorio 5100/6900 euro mq 2 WALTER VELTRONI sindaco di Roma, candidato segretario Pd Via Velletri
(piazza Fiume) acquistato dalla moglie dalla Scip ex Inpdai. Primo piano, 8,5 vani, (ingresso, 5 camere e
accessori per 190 mq) posto auto e cantina anno 2005 377 mila euro stima zona 2006 4900/6400 euro mq 3 MARIANNA LI CALZI ex deputato Fi ed ex sottosegretario
alla Giustizia Via Velletri
(piazza Fiume) acquisto da Scip ex Inpdai.
Attico da 190 metri per 10,5 vani (doppio ingresso, salone, 5 camere, cucina,
tre bagni, ripostiglio e terrazza) con cantina da 18 mq anno 2005 366 mila euro stima zona 2006 4900/6400 euro mq 4 FRANCESCO FORLENZA ex direttore generale Fs Via Velletri
(piazza Fiume) acquisto da Scip ex Inpdai.
IV piano 7,5 vani (ingresso, 4 camere, accessori e balcone)
più 70 mq di magazzino e cantina anno 2005 278 mila euro stima zona 2006 4900/6400 euro mq 5 RAFFAELE BONANNI Segretario Cisl Via Perugino (Flaminio) acquisto da Scip ex Inps.
VI piano 8 vani più cantina anno 2005 201 mila euro stima zona 2006 5000/6200 euro mq 6 SALVATORE
CARDINALE segretario siciliano Margherita, ex ministro Via degli Avignonesi,
affaccio su via Quattro fontane (centro storico) III piano 8 vani anno 2006 844 mila euro stima attuale zona 6300/8600 euro mq 7 LAMBERTO CARDIA Presidente della Consob Via Nairobi (Eur) XII piano, 10 vani (ingresso, 5
camere, accessori e balconi) più due posti auto e cantina anno 2002 328 mila euro stima zona 2006 4200/5500 euro mq 8 MAURA COSSUTTA parlamentare Pdci Via Stazione San Pietro (dietro
al Vaticano) acquisto da Scip V piano, 6 vani
(ingresso, disimpegni, 3 camere, cameretta, cucina, 2 bagni e 2 balconi)
più cantina anno 2004 165 mila euro stima attuale zona 3600/4900 euro mq 9 FRANCA CHIAROMONTE senatore dell’Ulivo Via Stazione San Pietro acquisto da Scip 4 vani catastali
(ingresso, disimpegni, due camere, cameretta, cucina, bagno, 2 balconi)
più cantina anno 2004 113 mila euro stima zona 2006 3600/4900 euro mq 10 FRANCESCO PROIETTI deputato di An, ex segretario di Fini Via del
Serafico 106 (zona Eur) la figlia ha acquistato dalle Generali una casa ex Ina Secondo
piano, terrazza su 3 lati, salone, 2 camere disimpegno, posto auto coperto e
cantina anno 2004 267 mila euro stima zona 2006 3100/4100 euro mq 11 MARIO BACCINI senatore Udc ed ex ministro Via Filippo Niccolai
(Balduina) attico e superattico con scala interna, 15 vani (ingresso, 6
camere, 4 bagni e due ripostigli, doppia terrazza e soffitta privata
condonata più box e cantina) anno 2004 875 mila euro stima zona 2006 4200/5500 euro mq 12 CLEMENTE MASTELLA segretario Udeur e ministro della
Giustizia Edificio lungotevere Flaminio
(Flaminio) acquisito ex Ina 5 appartamenti intestati a moglie e figli per un
totale di 26 vani più balconi e terrazzo su tre lati, due verande e un
box auto anno 2004 1,2 milioni euro stima zona 2006 5000/6600 euro mq 13 MASTELLA/2 Largo Arenula
(centro storico, largo Argentina) acquisito da Scip, ex Inail un appartamento (sede del quotidiano dell’Udeur) ora intestato alla società “Servizi e
Sviluppo” dei figli del segretario. La società potrebbe comprarne un
altro al primo piano da 21,5 vani. L’Inail ha
già accettato l’opzione. IV piano 9,5 vani anno 2007 1,45 milioni di euro stima: un appartamento al piano inferiore è stato
venduto nel 2007 per 2,4 milioni di euro 14 LUCIANO
VIOLANTE deputato dei ds acquisito da ex Ina Via Santa Eufemia (tra il
Quirinale e i Fori) III/IV/V piano soggiorno,
quattro camere, accessori, disimpegno, terrazzo al
piano più terrazzo superiore anno 2003 327 mila euro stima zona 2006 7200/9400 euro mq 15 NICOLA
MANCINO senatore Ulivo, vicepresidente Csm Corso Rinascimento (centro
storico, Piazza Navona) 10 vani
più ampia soffitta acquisito
da Pirelli (ex Ina) anno 2001 1,550 miliardi di lire stima zona 2006 7300/9200 euro mq 16 FRANCESCO PIONATI senatore Udc e vicedirettore tg1 Via Traversari
(Monteverde vecchio, affaccio su Trastevere) attico e superattico 10 vani con terrazza panoramica acquisto
da Scip, ex Inpdai anno
2001 509 milioni di lire stima zona 2006 5200/7100 euro mq 17 GIULIANO FERRARA direttore del Foglio, ex ministro del primo governo Berlusconi Piazza Emporio (Testaccio, di
fronte all’Aventino) 6 vani, terrazzo, ripostiglio
acquisto dal gruppo Pirelli (ex Ina) anno 2003 889 mila euro stima zona 2006 4200/5500 euro mq 18 FRANCO MARINI senatore Margherita, presidente del Senato Via Lima (Parioli) acquisto da Scip ex Inpdai
Piano terra e primo piano per un totale di 14 vani catastali anno 2007 un milione di euro stima zona 2006 5400/7100 euro mq 19 FRANCESCO COSSIGA senatore a vita, presidente emerito della Repubblica Via Quirino Visconti (zona
Prati) acquisto da Generali, ex Ina 9,5 vani soffitta box auto ampio
magazzino anno 2004 710 mila euro stima zona 2006 4800/6600 euro mq MASTELLA QUERELA ESPRESSO PER INCHIESTA IMMOBILI (Apcom) - "La mia moralità è fuori discussione
e sfido il direttore de L'Espresso, quando e dove vuole, ad un pubblico
dibattito". Così il segretario politico dei Popolari-Udeur,
Clemente Mastella replica in una nota alle
anticipazioni del settimanale circa gli sconti bipartisan
ai politici nell'acquisto degli immobili. "Per trent'anni,
come tutti sanno, ho vissuto a Roma in affitto ed ho usufruito, lo ripeto,
dopo trent'anni, come migliaia di cittadini comuni,
- spiega - della legge che ha permesso agli affittuari di acquisire
l'immobile ad un prezzo stabilito dal mercato, dalla legge stessa, e non
certo da logiche di favore. Tant'è che, per
diventare proprietario della casa che avevo in affitto, ho investito tutti i
risparmi, miei e di mia moglie, con l'aggiunta di un
mutuo di ben 500mila euro". "Domando, - aggiunge Mastella - è questo lo sconto e i favori di cui avrei beneficiato? Se avessi voluto,
in questi trent'anni e nei ruoli che ho ricoperto,
la casa l'avrei potuta acquistare molto prima, e negli anni di tangentopoli,
forse me l'avrebbero anche regalata. Le insinuazioni de L'Espresso sono una
cosa ignobile. Se qualcuno immagina o vuole favorire la nascita di nuovi
partiti, pensando di attentare alla onorabilità e alla mia
onestà personale, ha sbagliato destinatario. Ripeto: sfido pubblicamente
L'Espresso e il suo direttore ad un dibattito e, sin d'ora, annuncio di aver
dato mandato al mio legale di querelare il settimanale. Può darsi che
l'azione giudiziaria mi aiuti ad estinguere quel
mutuo di 500 mila euro, non certo di favore". |