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Dossier “Burocrazia”

Dossier: “I costi della politica”

5-2-2007 La politica e il suo prezzo. Di Federico Novelli

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Articoli dell’8-2-2008

Articoli del 6 e 7 febbraio 2008

Articoli del 4-2-2008

Roma. Scandalo alla Provincia: rimborsi di 3 milioni per 10 uomini d'oro di Alberto Zennaro (da comincialitalia.net 2-2-08)

Articoli dal 1° al 3 febbraio 2008

Articoli del 29-1-2008

Articoli del 28-1-2008

Articoli del 27-1-2008

Articoli dal 1° al 26 gennaio 2008

ARCHIVIO GENERALE DEL DOSSIER


ARTICOLI DELL’8-2-2008

SI TORNA a votare e io elettore divento protagonista. Sopporterò l'ennesima campag ( da "Resto del Carlino, Il (Faenza)" del 08-02-2008)
Argomenti: Province

Abstract: Na elettorale coi soliti discorsi dei soliti protagonisti che prometteranno: snellimento del Parlamento, abolizione delle Province, calo delle tasse, aumento degli stipendi. Parleranno di infrastrutture, di Ici, di caro prezzi ecc. Parole. Voterò, ma per la prima volta non m'interessa chi vince, solo che operi e soprattutto risolva. Gastone Capitoni, Castel Maggiore (Bo) - -->.

Le cose che voglio ( da "Nuova Venezia, La" del 08-02-2008)
Argomenti: Province

Abstract: della politica attraverso il dimezzamento del numero dei parlamentari, l'abolizione di Province e Municipalità, l'accorpamento di piccoli comuni e di comunità montane, chiudere gli enti inutili, basta sovvenzioni e agevolazioni; destinare ad altre attività i tanti dirigenti e addetti agli uffici pubblici in modo da rendere più spedite e trasparenti tutte quelle farraginose pratiche

Prodi e D'Alema: avanti senza alleati ( da "Sole 24 Ore, Il" del 08-02-2008)
Argomenti: Province

Abstract: è pure l'abolizione delle province.Un'ipotesi che sarà ammorbidita proponendo la cancellazione solo di quelle che coincidono con le aree metropolitane e proponendo di sfoltire tutti gli enti partecipati. Li. P. VERTICE SUL PROGRAMMA L'imperativo è meno tasse con i tagli alla spesa e con l'uscita dalle società partecipate.

Ebbene, le circostanziate e ben documentate denuncie del Procuratore generale e del P ( da "Messaggero, Il" del 08-02-2008)
Argomenti: Province

Abstract: abolizione delle province. Nel corso dei prossimi giorni e settimane noi liberaldemocratici espliciteremo altre proposte programmatiche chiare e nette. In conclusione, nuove formule, quali che siano, di "coesione nazionale" nella prossima legislatura, non dovrebbero essere solo mirate alla riforma della legge elettorale o dei regolamenti parlamentari,

Caro Direttore,il Suo Giornale è da sempre particolarmente attento alle questioni d ( da "Messaggero, Il" del 08-02-2008)
Argomenti: Province

Abstract: abolizione delle province. Nel corso dei prossimi giorni e settimane noi liberaldemocratici espliciteremo altre proposte programmatiche chiare e nette. In conclusione, nuove formule, quali che siano, di "coesione nazionale" nella prossima legislatura, non dovrebbero essere solo mirate alla riforma della legge elettorale o dei regolamenti parlamentari,

I tempi sono maturi per tre macroregioni ( da "Padania, La" del 08-02-2008)
Argomenti: Province

Abstract: "Vogliamo l abolizione delle prefetture, le cui competenze devono essere suddivise a province, comuni, camere di commercio e questure". Avete definito il simbolo? "Sì. Per la prima volta nel simbolo elettorale della Lega Nord ci sarà il nome di Bossi, oltre ovviamente all Alberto da Giussano".

Le Province, gli enti utili dalla parte dei cittadini ( da "Padania, La" del 08-02-2008)
Argomenti: Province

Abstract: chiedeva l abolizione dei Prefetti, battaglia questa che è sempre stata anche della Lega. Ecco, se vogliamo iniziare ad abbattere i costi dello stato, iniziamo ad abolire i Prefetti: a differenza dell eliminazione delle Province, che richiederebbe una legge costituzionale e una serie di passaggi tutt altro che semplici oltre che lunghi,


Articoli

SI TORNA a votare e io elettore divento protagonista. Sopporterò l'ennesima campag (sezione: Province)

( da "Resto del Carlino, Il (Faenza)" del 08-02-2008)

Argomenti: Province

Na elettorale coi soliti discorsi dei soliti protagonisti che prometteranno: snellimento del Parlamento, abolizione delle Province, calo delle tasse, aumento degli stipendi. Parleranno di infrastrutture, di Ici, di caro prezzi ecc. Parole. Voterò, ma per la prima volta non m'interessa chi vince, solo che operi e soprattutto risolva. Gastone Capitoni, Castel Maggiore (Bo) - -->.

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Le cose che voglio (sezione: Province)

( da "Nuova Venezia, La" del 08-02-2008)

Argomenti: Province

Altre Le cose che voglio Le cose che voglio dai nuovi eletti Se il Governo è caduto vuol dire che bisogna farne immediatamente un altro secondo la volontà del popolo sovrano. La nuova legge elettorale si può fare dopo le elezioni e con il concorso di tutte le forze politiche. Intanto, per le esigenze di rinnovamento, appare doveroso che le segreterie dei partiti presentino per i vari collegi dei candidati del posto, e non gente calata dall'alto. Servono infatti figure nuove, giovani, colte e capaci. Insomma, chi vuole andare a Roma a governare deve avere esperienze di effettivo lavoro svolto, non essere indagato, avere la coscienza e la fedina penale pulita e conoscere l'informatica e almeno qualche lingua straniera. Ormai, chi non sa usare il computer è mentalmente vecchio e quindi fuori del giro immediato delle informazioni, delle elaborazioni dei dati, dei calcoli rapidi e delle programmazioni. Visto il degrado della situazione politica, sociale e morale nella quale ci troviamo e che è nota anche all'estero per essere stata denunciata su recenti servizi giornalistici libri come: "La casta", "Gomorra", "Impuniti" e "La Casta dei giornali" il nostro bel Paese ha bisogno di pulizia morale oltre a quella delle immondizie. Troppe discariche da smodato consumismo, e dai reflui e dai fumi delle attività produttive e dei veicoli, avvelenano il territorio, inquinano l'aria e compromettono la salubrità dei prodotti alimentari. E' tempo di tutela ecologica ambientale e paesaggistica secondo concetti di sviluppo ecocompatibile o di edilizia verticale attraverso il riciclo di tanti brutti e deturpanti edifici. Basta cemento a macchia d'olio. Meglio costruire pochi grattacieli con tanto verde intorno. Basta produzioni. Puntiamo di più sul turismo. Credo pertanto che le preferenze degli elettori andranno a quei partiti che ci proporranno una forte riduzione dei costi della politica attraverso il dimezzamento del numero dei parlamentari, l'abolizione di Province e Municipalità, l'accorpamento di piccoli comuni e di comunità montane, chiudere gli enti inutili, basta sovvenzioni e agevolazioni; destinare ad altre attività i tanti dirigenti e addetti agli uffici pubblici in modo da rendere più spedite e trasparenti tutte quelle farraginose pratiche burocratiche che sono delle autentiche palle al piede per i cittadini nonché potenziali fonti di corruzione; chiudere subito e privatizzare le quattromila aziende partecipate a carattere regionale e comunale perché troppe, improduttive e riproducenti il superato concetto del vecchio Iri; aiutare i paesi extracomunitari in via di sviluppo in modo che, per i nostri interessi di tanto autentico sfruttamento, non siano ulteriormente privati di loro valide forze lavoro; garantire la sicurezza dei cittadini anche con il salutare e dignitoso ripristino delle ronde militari. Solo riducendo spese e sprechi e ammodernando le Stato si possono ridurre le tasse, ridare ossigeno alle iniziative e dare paghe più giuste a chi lavora e produce per tutti; stop al voto dei senatoria vita; una sola legislatura o massimo due per ogni eletto; elezione diretta del Capo dello Stato. Ferruccio Falconi Lido di Venezia Cambiare la fermata della linea 1 a Rialto Con molto disappunto, dopo tante battaglie combattute in merito nel passato, ho riscontrato che la fermata della linea 1 a Rialto è stata spostata in corrispondenza dei vicini imbarcaderi previsti per i motoscafi di altre linee più veloci. Davanti all'ingresso della sede del Comune è stata predisposta arrivo e partenza della linea 3, che però arriva fino a San Marco. Ragion per cui quanti hanno residenza nel sestiere di Castello, S. Elena, Lido, Pellestrina, etc. non hanno più la possibilità di arrivare e ripartire dalla Fondamenta della sede del Comune e dell'area circostante, Campi S. Luca e Manin. In particolare sono stati penalizzati gli anziani, i disabili e quanti, per diverse motivazioni, hanno problemi al movimento. Per cultura e civiltà, anche nel rispetto della osservanza di leggi vigenti, riteniamo indispensabile che, e al più presto, la fermata della linea 1 vaporetto venga ripristinata dove era e cioè, davanti all'ingresso della Sede del Comune di Venezia. Enzo Cucciniello Archetica Venezia Aumentano le tasse diminuiscono i servizi Continua in queste settimane lo stillicidio "gabella" avviato da questa giunta contro le famiglie e gli imprenditori di questo comune. Una giunta che abbonda di continui aumenti di tasse verso i propri cittadini, e una maggioranza "incantata" che si stupisce di tutto ciò. E mentre si allocano risorse ingenti per un quarto ponte sul Canal Grande, i cui costi risultano a oggi lievitati del 400%, per un assessorato al Decoro di cui non si vedono i benefici, per espropri a carico della comunità per opere di riqualificazione urbana di dubbia efficacia, senza parlare di investimenti immobiliari per nuovi uffici comunali risultanti insufficienti e poi non vorrei ricordare il canile piuttosto che il campo nomadi, o risorse per le attività culturali senza un progetto complessivo per la città che vedrebbe maggiori sinergie e ottimizzazioni dei costi e sicuramente maggiore qualità, latitanza della manutenzione nel centro storico, manovre di alienazione che danneggiano la città favorendo la mono-cultura turistica e nessuna politica abitativa stà favorendo lo spopolamento, allontana i servizi e colpisce chi resta, e via così con altri tanti esempi. Siamo consapevoli che le famiglie non arrivano a fine mese? Che il trasporto incide sugli studenti, sui lavoratori? Che ci avevano detto che il ticket sui bus aveva anche lo scopo di scongiurare gli aumenti della tassa dei rifiuti? Il dramma è che aumentano le richieste di minimo vitale e di contributi straordinari per l'affitto e per il pagamento di bollette: cosa ne pensa questa giunta se nella prossima riunione invece di decidere per l'ennesimo balzello non rivede i criteri, fermi da oltre dieci anni, per aumentare gli importi di tali contributi che ad oggi sono ridicoli? Deborah Onisto consigliere F.I. Municipalità di Favaro Sfinito dai politici non andrò a votare Evitando ogni commento, comunico a questa classe politica opportunista, corrotta e menefreghista, impegnata a sfasciare l'Italia, che non darò il mio voto a nessuno, disertando le urne il 13-14 aprile in segno di protesta e dissenso. Vergogna. Gianpaolo Zane Musile di Piave.

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Prodi e D'Alema: avanti senza alleati (sezione: Province)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 08-02-2008)

Argomenti: Province

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2008-02-08 - pag: 6 autore: Nel simbolo Veltroni premier - Amato non si ricandida - "C'è voglia di vincere" Prodi e D'Alema: avanti senza alleati ROMA Un proprio simbolo, il nome di Walter Veltroni come candidatopremier e nessun accordo politico. Parte la corsa solitaria del Pd che ieri ha incassato il "sì" di tutti i big sulla linea del segretario. Restano in ballo "le convergenze " con l'Italia dei Valori mai conti si faranno sul programma. E anche sui sondaggi che magari potrebbero consigliare qualche "desistenza" con la Sinistra in alcune Regioni come la Sicilia, di cui proprio ieri ha parlato Anna Finocchiaro. Ma in ballo ci sarebbero anche il Molise, la Liguria anche se i veltroniani sono contrari. Spetterà comunque al segretario dire l'ultima parola sugli alleati e il 16 febbraio chiederà all'assemblea costituente di legittimare con un voto la sua scelta del "correre da soli". Ieri al loft c'erano tutti: da Romano Prodi a Massimo D'Alema a Franco Marini, Pierluigi Bersani. Tutti convinti che è meglio non fare pasticci e rispettare alla lettera un messaggio che ormai è passato: restare da soli.L'ha detto con una battuta Bersani: "O si va in chiesa o si sta a casa". E con questo criterio sono state bocciate le partnership con i socialisti e i radicali. Il dado ormai è tratto e si parte già da domenica prossima: dall'Umbria.è quella la prima tappa di Veltroni che l'ha scelta "perché è il cuore d'Italia". La corsa, certo, è in salita. Ma Romano Prodi – che se ne intende – parla di "voglia di vincere" e di condivisione totale sulla strategia di Veltroni. "è stata una bella discussione. C'è la condivisione unanime sulla linea di presentarsi da soli, con chiarezza, trasparenza e pulizia, sia alla Camera che al Senato, con l'indicazione della candidatura a premier di Walter Veltroni, che sarà raccolta anche nel simbolo ", spiegava il vicesegretario Dario Franceschini. Le liste sono l'altro fronte bollente. Si aspetta la definizione del regolamento per la selezione delle candidature che verrà votato all'assemblea costituente ma è già in fibrillazione tutto il mondo degli ex-diessini: soprattutto i fassiniani. Giuliano Amato, invece, non si ricandiderà. Ad annunciarlo è stato lo stesso ministro durante il vertice del Pd di ieri pomeriggio spiegandone la ragione: "Non intendo ricandidarmi ma mi impegnerò per la campagna elettorale per favorire l'ingresso in Parlamento di donne e giovani che abbiano la metà dei miei anni". Un passo indietro che i veltroniani vorrebbero fosse emulato, per evitare forzature che comunque ci saranno. Proprio sulle liste, su proposta di Enrico Letta, è stato deciso di affidare a Dario Franceschini il coordinamento di un tavolo nazionale di raccordo con i segretari regionali, coinvolti nella prima selezione delle candidature. Ma ieri c'è stata anche un'altra riunione. Quella sul programma che sarà ufficializzato all'assemblea del 16. Ieri è stata la prima volta per il team di Enrico Morando che ha approfondito il tema della spesa pubblica. "Noi vogliamo ridurre le tasse e l'unica strada è quella di ridurre la spesa pubblica. Non quella sociale ma quellache riguarda la macchina statale, l'efficienza del pubblico impiego, la riduzione della presenza dello Stato nelle 20mila società partecipate pubbliche", racconta Tiziano Treu coinvolto in prima linea nel think tank. Ieri c'erano anche due sindacalisti: Pierpaolo Baretta ( Cisl) e Achille Passoni (Cgil). Segno di una vicinanza che il Pd vuole mantenere con le confederazioni. Tra le misure in discussione c'è pure l'abolizione delle province.Un'ipotesi che sarà ammorbidita proponendo la cancellazione solo di quelle che coincidono con le aree metropolitane e proponendo di sfoltire tutti gli enti partecipati. Li. P. VERTICE SUL PROGRAMMA L'imperativo è meno tasse con i tagli alla spesa e con l'uscita dalle società partecipate. Presenti anche Baretta (Cisl) e Passoni (Cgil).

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Ebbene, le circostanziate e ben documentate denuncie del Procuratore generale e del P (sezione: Province)

( da "Messaggero, Il" del 08-02-2008)

Argomenti: Province

Di LAMBERTO DINI Ebbene, le circostanziate e ben documentate denuncie del Procuratore generale e del Presidente della Corte dei Conti, da voi ampiamente riportate, su "un quadro di corruzione ampiamente diffuso ("specie nel settore dei lavori pubblici e pubbliche forniture, nonché in materia sanitaria"), concussione, sprechi e frodi in non poche amministrazioni pubbliche", sul "non agire protratto per anni che può provocare danni tali che nessun giudice riuscirà mai a quantificare", confermano purtroppo le impressioni, idee, proposte che vado sostenendo da tempo. Il fattore primario di queste degenerazioni, è la debordante invasione da parte dei Partiti di sfere a essi non proprie, come le Amministrazioni, gli appalti, le imprese pubbliche, specie locali e, come ormai a tutti noto, la sanità. Purtroppo a questa patologia partitocratrica dilagante non corrisponde mi sembra di poter notare un adeguato allarme politico e sociale. Eppure, nella cosiddetta seconda Repubblica, così come nella prima, siamo davanti a una sorta di quello che Guglielmo Negri definiva "feudalesimo di ritorno", in cui al di sotto dei feudatari, operano decine di migliaia di vassalli e valvassori, specie a livello regionale e locale, della partitocrazia. Nessuno è riuscito a quantificare bene il numero di Consiglieri di amministrazione, incaricati e consulenti vari che ruota intorno al mondo magmatico delle aziende di servizi pubblici locali (in un libro documentato Cesare Salvi e Massimo Villone stimano i soli incarichi e consulenze, quasi sempre di origine partitocratrica, in termini di circa 278.000), e in cui impazza fra l'altro la proliferazione anomala e di comodo delle società miste, così come stigmatizzato dalla Corte dei Conti. Siamo poi in presenza di circa duecentomila persone retribuite per essere state elette o per avere un incarico di Governo. L'aspetto più grave di questo andazzo è appunto quel "non agire", non assumere decisioni (basti per tutti la vicenda dei rifiuti in Campania) che costituisce il più elevato "costo della partitocrazia", a pieno danno dei diritti, degli interessi, delle legittime aspettative dei cittadini. A questo punto spetta ai Partiti, di maggioranza come di opposizione, assumersi precise responsabilità rispetto a tale grave patologia che pesa sull'economia, sull'impresa, sulla società. In questi giorni vanno emergendo, a sinistra come a destra, istanze per qualche forma di coesione nazionale, di formule di Governo di responsabilità nazionali, o di forme di coinvolgimento nel Governo anche di quella che sarà l'opposizione, simile a quelle condotte da Sarkozy in Francia. "Liberare la crescita" è lo slogan dell'ormai ben noto documento Attali. Anche in Italia più che mai, come da tempo ho sostenuto nella mia azione politica e parlamentare, occorre finalmente "liberare la crescita", sconfiggendo il partito del "tassa e spendi". Ma per giungere a questo, occorre che maggioranza e opposizione si rendano conto che la via necessaria è quella di abbattere la partitocrazia, restituendo al privato, sulla base dei principio di sussidiarietà, quello che può fare molto meglio del pubblico, e varando quelle vere liberalizzazioni (a cominciare dai servizi pubblici locali) su cui è inciampato il Governo Prodi, che ha sostanzialmente proseguito quella patologia del "riformismo immobile" che ha caratterizzato la politica e ferito gravemente la società in pratica negli ultimi quindici anni. Per mia parte formulo alcune proposte che dovrebbero essere oggetto, finalmente, di una seria azione riformatrice condotta in una logica bipartisan: 1) Ridurre drasticamente, dai Comuni fino al Parlamento, il numero degli eletti. 2) Abolire a tutti i livelli il malaugurato sistema dello spoil system che ha generato contaminazione politica e ulteriori inefficienze nelle pubbliche amministrazioni. 3) Sradicare il sistema partitocratrico oggi vigente nelle nomine degli enti pubblici e nelle aziende sanitarie locali. Si potrebbe, ad esempio affidare a società indipendenti la selezione su basi meritocratica e professionale di una terna di candidati, in modo tale che solo tra questi possa essere scelto il "nominato". 4) Restituire alla Corte dei Conti i pieni poteri di controllo e la possibilità, come richiesto dal Procuratore Generale, di "poter disporre con efficacia immediata il blocco delle risorse che si stanno sperperando". 5) Ripensare profondamente quel "federalismo all'italiana" che genera sovrapposizioni di competenze e impossibilità di assumere per tempo decisioni utili per evitare gravi sprechi. In questo quadro un segnale forte dovrebbe essere, come da tempo sostengo, l'abolizione delle province. Nel corso dei prossimi giorni e settimane noi liberaldemocratici espliciteremo altre proposte programmatiche chiare e nette. In conclusione, nuove formule, quali che siano, di "coesione nazionale" nella prossima legislatura, non dovrebbero essere solo mirate alla riforma della legge elettorale o dei regolamenti parlamentari, ma dovrebbero farsi carico di quella che può essere una vera emergenza democratica: la partitocrazia invadente e impicciona che contribuisce allo sfondamento della spesa pubblica, ammazza ogni principio meritocratico, soffoca la vitalità delle imprese e ultimo ma non meno importante contribuisce con forza a delegittimare la classe politica presso i cittadini. Perché non avviare anche dalle colonne dei giornali un serio confronto per giungere ad un "patto per abbattere la partitocrazia e liberare la crescita".

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Caro Direttore,il Suo Giornale è da sempre particolarmente attento alle questioni d (sezione: Province)

( da "Messaggero, Il" del 08-02-2008)

Argomenti: Province

Di LAMBERTO DINI Caro Direttore, il Suo Giornale è da sempre particolarmente attento alle questioni del "mal di merito" e del "mal di amministrazione". In una mia lettera pubblicata su queste colonne qualche settimana fa segnalavo un altro male purtroppo molto radicato nel Paese, il mal di partitocrazia. Ebbene, le circostanziate e ben documentate denuncie del Procuratore generale e del Presidente della Corte dei Conti, da voi ampiamente riportate, su "un quadro di corruzione ampiamente diffuso ("specie nel settore dei lavori pubblici e pubbliche forniture, nonché in materia sanitaria"), concussione, sprechi e frodi in non poche amministrazioni pubbliche", sul "non agire protratto per anni che può provocare danni tali che nessun giudice riuscirà mai a quantificare", confermano purtroppo le impressioni, idee, proposte che vado sostenendo da tempo. Il fattore primario di queste degenerazioni, è la debordante invasione da parte dei Partiti di sfere a essi non proprie, come le Amministrazioni, gli appalti, le imprese pubbliche, specie locali e, come ormai a tutti noto, la sanità. Purtroppo a questa patologia partitocratrica dilagante non corrisponde mi sembra di poter notare un adeguato allarme politico e sociale. Eppure, nella cosiddetta seconda Repubblica, così come nella prima, siamo davanti a una sorta di quello che Guglielmo Negri definiva "feudalesimo di ritorno", in cui al di sotto dei feudatari, operano decine di migliaia di vassalli e valvassori, specie a livello regionale e locale, della partitocrazia. Nessuno è riuscito a quantificare bene il numero di Consiglieri di amministrazione, incaricati e consulenti vari che ruota intorno al mondo magmatico delle aziende di servizi pubblici locali (in un libro documentato Cesare Salvi e Massimo Villone stimano i soli incarichi e consulenze, quasi sempre di origine partitocratrica, in termini di circa 278.000), e in cui impazza fra l'altro la proliferazione anomala e di comodo delle società miste, così come stigmatizzato dalla Corte dei Conti. Siamo poi in presenza di circa duecentomila persone retribuite per essere state elette o per avere un incarico di Governo. L'aspetto più grave di questo andazzo è appunto quel "non agire", non assumere decisioni (basti per tutti la vicenda dei rifiuti in Campania) che costituisce il più elevato "costo della partitocrazia", a pieno danno dei diritti, degli interessi, delle legittime aspettative dei cittadini. A questo punto spetta ai Partiti, di maggioranza come di opposizione, assumersi precise responsabilità rispetto a tale grave patologia che pesa sull'economia, sull'impresa, sulla società. In questi giorni vanno emergendo, a sinistra come a destra, istanze per qualche forma di coesione nazionale, di formule di Governo di responsabilità nazionali, o di forme di coinvolgimento nel Governo anche di quella che sarà l'opposizione, simile a quelle condotte da Sarkozy in Francia. "Liberare la crescita" è lo slogan dell'ormai ben noto documento Attali. Anche in Italia più che mai, come da tempo ho sostenuto nella mia azione politica e parlamentare, occorre finalmente "liberare la crescita", sconfiggendo il partito del "tassa e spendi". Ma per giungere a questo, occorre che maggioranza e opposizione si rendano conto che la via necessaria è quella di abbattere la partitocrazia, restituendo al privato, sulla base dei principio di sussidiarietà, quello che può fare molto meglio del pubblico, e varando quelle vere liberalizzazioni (a cominciare dai servizi pubblici locali) su cui è inciampato il Governo Prodi, che ha sostanzialmente proseguito quella patologia del "riformismo immobile" che ha caratterizzato la politica e ferito gravemente la società in pratica negli ultimi quindici anni. Per mia parte formulo alcune proposte che dovrebbero essere oggetto, finalmente, di una seria azione riformatrice condotta in una logica bipartisan: 1) Ridurre drasticamente, dai Comuni fino al Parlamento, il numero degli eletti. 2) Abolire a tutti i livelli il malaugurato sistema dello spoil system che ha generato contaminazione politica e ulteriori inefficienze nelle pubbliche amministrazioni. 3) Sradicare il sistema partitocratrico oggi vigente nelle nomine degli enti pubblici e nelle aziende sanitarie locali. Si potrebbe, ad esempio affidare a società indipendenti la selezione su basi meritocratica e professionale di una terna di candidati, in modo tale che solo tra questi possa essere scelto il "nominato". 4) Restituire alla Corte dei Conti i pieni poteri di controllo e la possibilità, come richiesto dal Procuratore Generale, di "poter disporre con efficacia immediata il blocco delle risorse che si stanno sperperando". 5) Ripensare profondamente quel "federalismo all'italiana" che genera sovrapposizioni di competenze e impossibilità di assumere per tempo decisioni utili per evitare gravi sprechi. In questo quadro un segnale forte dovrebbe essere, come da tempo sostengo, l'abolizione delle province. Nel corso dei prossimi giorni e settimane noi liberaldemocratici espliciteremo altre proposte programmatiche chiare e nette. In conclusione, nuove formule, quali che siano, di "coesione nazionale" nella prossima legislatura, non dovrebbero essere solo mirate alla riforma della legge elettorale o dei regolamenti parlamentari, ma dovrebbero farsi carico di quella che può essere una vera emergenza democratica: la partitocrazia invadente e impicciona che contribuisce allo sfondamento della spesa pubblica, ammazza ogni principio meritocratico, soffoca la vitalità delle imprese e ultimo ma non meno importante contribuisce con forza a delegittimare la classe politica presso i cittadini. Perché non avviare anche dalle colonne dei giornali un serio confronto per giungere ad un "patto per abbattere la partitocrazia e liberare la crescita".

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I tempi sono maturi per tre macroregioni (sezione: Province)

( da "Padania, La" del 08-02-2008)

Argomenti: Province

Maroni spiega il programma leghista I tempi sono maturi per tre macroregioni Onorevole Maroni, è pronto il programma elettorale della Lega? "Abbiamo discusso quelli che saranno i nostri sette punti principali, che prendono origine dal documento elaborato ed approvato dal Parlamento del Nord nel corso dell ultima seduta. Partiamo dalla riforma costituzionale dello Stato in chiave federalista vogliamo recuperare il progetto di Miglio: le tre macroregioni". Con che possibilità di successo, visto che era già stato proposto negli anni novanta? "C è una differenza sostanziale rispetto ad allora. Quando lo lanciammo era considerato, anche da noi, una sorta di provocazione". E oggi? "Può diventare davvero una proposta seria sul piano istituzionale e ha possibilità concreta di approvazione. Sono cambiate tante cose, sono cadute molte barriere: psicologiche, politiche, ideologiche. Si sono fatti passi in avanti sulla consapevolezza che il Federalismo è l unica salvezza per questo sciagurato Paese". E sul Federalismo fiscale? "Il Parlamento del Nord ha approvato la partecipazione al gettito erariale delle regioni, sul modello catalano". Può descrivere anche gli altri punti? "Sicurezza e immigrazione, con poteri ai sindaci e contrasto totale all immigrazione clandestina e alla criminalità. Mentre per quanto riguarda le infrastrutture, mettiamo al primo posto Malpensa, Pedemontana lombarda e Pedemontana veneta". E la famiglia? "Reddito e quoziente famigliare, nostro vecchio cavallo di battaglia, mutuato dal sistema francese. A cui aggiungiamo un sistema sociosanitario gratuito per i non autosufficienti". E veniamo alla burocrazia. "Vogliamo l abolizione delle prefetture, le cui competenze devono essere suddivise a province, comuni, camere di commercio e questure". Avete definito il simbolo? "Sì. Per la prima volta nel simbolo elettorale della Lega Nord ci sarà il nome di Bossi, oltre ovviamente all Alberto da Giussano". Matteo Mauri [Data pubblicazione: 08/02/2008].

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Le Province, gli enti utili dalla parte dei cittadini (sezione: Province)

( da "Padania, La" del 08-02-2008)

Argomenti: Province

Manuela Dal Lago* Abolire le Province? La proposta non mi sembra praticabile anche se comprendo lo spirito di Stefano Stefani, il quale propone di eliminare le Province ed, eventualmente, di riciclare i dipendenti provinciali nei ministeri romani. In realtà, ritengo, la proposta di Stefani è una provocazione, una battuta, visto che nessun leghista si sognerebbe mai di incrementare quella costosa macchina burocratica che si sviluppa nei corridoi ministeriali, rafforzando lo Stato centralista a scapito di un ente che dà risposte in materie strategiche come la gestione delle strade, il mercato del lavoro, l edilizia scolastica, la tutela ambientale, caccia, pesca e, soprattutto, la pianificazione di area vasta. La mia esperienza decennale alla guida di una Provincia del Nord, mi fa dire ben altro. Non è certo abolendo le Province che si avvia un riforma concreta quanto necessaria, che deve comunque mirare a garantire il miglior servizio pubblico possibile al miglior prezzo possibile. Perché, piuttosto, non abolire subito i Prefetti e le prefetture? Perché non eliminare tutti gli enti e le strutture ridondanti, che si sovrappongo tra loro o dei quali il cittadino sa poco o nulla, come Consorzi di Bonifica, Consorzi forestali, Bacini, Comunità Montane, Unioni di Comuni e via dicendo? Perché non ridurre il numero delle Asl, prevedendone una sola per provincia, abbattendo così i costi della burocrazia della dirigenza recuperando fondi per medici, paramedici o strutture socio-sanitarie? Come molti studiosi spiegano, le Province hanno un dimensionamento territoriale e demografico ideale per erogare quei servizi che i Comuni non possono dare ai cittadini in tempi ragionevoli e a prezzi equi; nelle Provincie si potrebbero concentrare servizi, funzioni, ruoli, oggi disseminati in più enti arrivando così a esemplificare il quadro, abbattere la burocrazia e gli apparati dirigenti, eliminando o ridimensionando, per di più, odiosi balzelli e tasse, come quelli di certi consorzi di bonifica. Semplificare è una necessità e un dovere: se concentriamo in poche strutture servizi, funzioni e ruoli, il cittadino potrà identificare subito i responsabili delle scelte effettuate e giudicarli. Meno enti, significa meno dirigenza e più efficienza, snellezza e velocità nelle pratiche, vicinanza ai cittadini e, dunque, conoscenza dei loro problemi e bisogni. Immaginiamo, una struttura federale, sussidiaria, per cui le decisioni che interessano la vita dei cittadini devono essere prese e gestite dai livelli più vicini ai cittadini stessi. Primo ente, erogatore di servizi, è il Comune a cui segue la Provincia, per la programmazione, il coordinamento e gli interventi di area vasta, cioè relativi a un grande numero di Comuni; alla Regione spetta il compito legislativo e di controllo, a Province e Comuni quello amministrativo e ciò sia perché in democrazia la divisione dei ruoli è fondamentale, sia per evitare di passare dal centralismo romano al centralismo regionale. L esperienza delle Provincie autonome di Trento e Bolzano è, da questo punto di vista, illuminante e credo che nessun trentino o sudtirolese rinuncerebbe alla propria autonomia e autogoverno. Luigi Einaudi spiegava che in Italia i furbi governano con i soldi degli onesti. Forse non era un caso se proprio Einaudi, da buon liberale, chiedeva l abolizione dei Prefetti, battaglia questa che è sempre stata anche della Lega. Ecco, se vogliamo iniziare ad abbattere i costi dello stato, iniziamo ad abolire i Prefetti: a differenza dell eliminazione delle Province, che richiederebbe una legge costituzionale e una serie di passaggi tutt altro che semplici oltre che lunghi, l abolizione delle Prefetture sarebbe molto più semplice e più veloce. Come già proposto dalla Lega, le competenze oggi svolte dalle prefetture potrebbero essere suddivise tra Comuni, Cciaa, Province, Questura, il tutto in tempi rapidi. Sarebbe un segnale importane, con il quale dire ai cittadini che questa volta le riforme e i tagli ai privilegi si fanno sul serio. * Commissario Nazionale Friuli Venezia Giulia [Data pubblicazione: 08/02/2008].

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Articoli del 6 e 7 febbraio 2008

ECCO GLI "ENTI INUTILI"FINITI NEL MIRINO ( da "Secolo XIX, Il" del 06-02-2008)
Argomenti: Province

Abstract: vari istituti di ricerca del Ministero della Politiche agricole, Enti Parco (ce ne sono 1.099 in Italia), consorzi di bonifica (191), Comunità Montane (365). Anche le Province erano finite in un primo momento sotto la voce "enti inutili". Ma il ministro per gli Affari regionali Linda Lanzillotta aveva di recente escluso la loro abolizione.

Cancelliamo l Ente Provincia ( da "Padania, La" del 06-02-2008)
Argomenti: Province

Abstract: L abolizione delle Province non sarebbe la soluzione dei guai economici dello Stato, ma certamente potrebbe essere una delle soluzioni . Tutto sta vedere chi avrà il coraggio di farlo. Tra coloro che porteranno avanti un progetto serio e non penalizzante io ci sarò di sicuro.

Abolizione dopo attente verifiche ( da "Trentino" del 07-02-2008)
Argomenti: Province

Abstract: la cui utilità non ha retto alle prove di efficacia dell'intervento, in quanto le malattie infettive sono spesso contagiose nella fase di incubazione, e solo raramente nella fase della convalescenza". Si è verificato, insomma, che dopo cinque giorni buona parte delle malattia è già innocua rendendo assolutamente superfluo il certificato del medico.

Rosa bianca un consigliere lascia casini ( da "Repubblica, La" del 07-02-2008)
Argomenti: Province

Abstract: "Un piano casa vero", elenca Rastelli, "l'abolizione dell'Ici sulle case di proprietà, l'abolizione del precariato diffuso, il controllo sulle privatizzazioni delle aziende comunali e partecipate, una politica dell'accoglienza e non della tolleranza senza regole". (gio. vi.).

Province da abolire ( da "Messaggero Veneto, Il" del 07-02-2008)
Argomenti: Province

Abstract: funziona e allora bisogna che questa situazione perduri e sia esportata alle altre Province. Come? Con l'abolizione di tali enti, tutti, in tutt'Italia, come previsto da tempo. Ci sarebbe un risparmio enorme di denaro pubblico. Da quel che so i partiti continuano però ad allungare le mani in previsione delle prossime elezioni.

Cgil, entro l'anno addio al comprensorio sebino-camuno ( da "Eco di Bergamo, L'" del 07-02-2008)
Argomenti: Province

Abstract: La storia dei comprensori all'interno della Cgil risale agli anni Ottanta quando si ipotizzava il superamento delle aree provinciali e quindi si ragionava in termini di ambiti territoriali nuovi. Nonostante le voci di abolizione che si sono succedute ad intervalli regolari nel corso degli ultimi due decenni, le Province sono rimaste in piedi e,


Articoli

ECCO GLI "ENTI INUTILI"FINITI NEL MIRINO (sezione: Province)

( da "Secolo XIX, Il" del 06-02-2008)

Argomenti: Province

I PROGRAMMI ABBATTERE i costi (fuori controllo) della politica italiana. In attesa delle sforbiciate alle indennità di ministri, parlamentari, amministratori locali, manager di Stato, si parte dal basso, dalle circoscrizioni, trentatré anni dopo la loro nascita. Ieri erano palestre di democrazia, oggi sono giudicate inutili orpelli. L'ultima Finanziaria ne ha sancito l'abolizione nelle città sotto i 250 mila abitanti, consentendone la sopravvivenza solo in quelle con più di 100 mila abitanti. Insomma, le circoscrizioni sono state individuate come fonte di sprechi. Eppure le spese per mantenerle in vita sono davvero spiccioli rispetto alle risorse complessive destinate al funzionamento della "macchina Stato". Ma da qualche parte si doveva pur cominciare. E il sacrificio degli organismi del decentramento era tutto sommato il più comodo. "Uno scalpo da mostrare all'antipolitica", dicono i nemici di questa scelta. "Un primo passo necessario", risponde Giulio Santagata, ministro per l'Attuazione del programma. E dopo le circoscrizioni a chi toccherà? Il governo Prodi lascia in eredità al prossimo esecutivo una sorta di lista nera. Ventisei pagine di "enti inutili". Fra questi, numerose società pubbliche o miste di carattere provinciale e regionale, "carrozzoni" come l'Enit, l'Anas, l'Istituto per il commercio con l'estero, l'Aran, L'Unioncamere, vari istituti di ricerca del Ministero della Politiche agricole, Enti Parco (ce ne sono 1.099 in Italia), consorzi di bonifica (191), Comunità Montane (365). Anche le Province erano finite in un primo momento sotto la voce "enti inutili". Ma il ministro per gli Affari regionali Linda Lanzillotta aveva di recente escluso la loro abolizione. Ma il discorso potrebbe tornare d'attualità se a vincere le prossime elezioni sarà il centrodestra. 06/02/2008.

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Cancelliamo l Ente Provincia (sezione: Province)

( da "Padania, La" del 06-02-2008)

Argomenti: Province

Potrebbe essere una soluzione ai guai economici dello Stato Cancelliamo l Ente Provincia Stefano Stefani Da qualche anno a questa parte uno degli argomenti ricorrenti, quando si parla di come rimettere in linea di galleggiamento i conti dell ondeggiante barchetta della Repubblica, è quello di ridurre i costi della politica. Un argomento sul quale in tanti si sono esercitati e si esercitano quasi quotidianamente, formulando spesso ipotesi sensate, ma anche una raffica di singolari proposte, che sembrano essere alimentate più dalla voglia di antipolitica che da una ragionevole analisi della situazione. La struttura delle Istituzioni italiane è quella che è, così come è sotto gli occhi di tutti che i meccanismi perequativi che la distinguono (stipendi di questo agganciati agli avanzamenti di carriera di quell altro e via discorrendo) sono una sorta di volano che deve fare riflettere. Tra le tante proposte che sono state avanzate, pochissime mi trovano d accordo, perché il risparmio - è di questo che stiamo parlando - sarebbe relativo e, peraltro, simbolico. Nel senso che sforbiciare qui e là poche decine di euro non incide sullo zoccolo duro della spesa. È comunque, una situazione complessa, ma che deve essere in qualche modo affrontata, perché è questo che ci chiede la gente. Ecco perché mi dico d accordo con coloro che propongono la prima, sostanziale rivoluzione , quella dell abolizione delle Province. Sono perfettamente cosciente che questa proposta mi inimicherà molti - e non parlo soltanto dei consiglieri provinciali e del personale di questi enti territoriali - di coloro che credono che le Province siano necessarie, indispensabili. Conosco perfettamente le pertinenze delle Province, conosco i carichi di lavoro che, quotidianamente, chi li dirige politicamente e chi ne è il braccio operativo si sobbarcano. E, ovviamente, so anche che le province - intese come entità non istituzionale, ma territoriale - costituiscono un importante bacino elettorale. Ma oggi, mi chiedo, hanno ancora un senso? Ha senso tenere su una struttura del genere in ogni provincia, con risultati che spesso non sono proporzionali ai costi che sopportano? E, aggiungo, a poco varrebbe, come pure si è pensato, ridurre il numero dei consiglieri, perché non eliminerebbe l anomalia di un ente territoriale che, almeno oggi, galleggia tra Regioni e Comuni. Queste cose, peraltro, la Lega le ha dette sin dall inizio, perché le Province di fatto sono in molti loro campi di attività semplici doppioni di altri enti, a cominciare dalle Regioni. Allora, perché respingere questa ipotesi senza discuterne? Quello che propongo, tanto per non essere frainteso. è la cancellazione dell Ente Provincia e l attribuzione delle sue competenze ad altri. Un processo che, nel medio periodo, porterà ad una razionalizzazione dell utilizzo del personale attualmente in servizio e, nel lungo, ad un risparmio che potrebbe essere sostanzioso. Anche perché il personale delle Province, il cui posto di lavoro è sacro, potrebbe essere spostato in quegli altri enti pubblici - basti pensare a quanti Ministeri piangono, ogni giorno, per le carenze di organico - che soffrono per il numero di dipendenti risicato. L abolizione delle Province non sarebbe la soluzione dei guai economici dello Stato, ma certamente potrebbe essere una delle soluzioni . Tutto sta vedere chi avrà il coraggio di farlo. Tra coloro che porteranno avanti un progetto serio e non penalizzante io ci sarò di sicuro. [Data pubblicazione: 06/02/2008].

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Abolizione dopo attente verifiche (sezione: Province)

( da "Trentino" del 07-02-2008)

Argomenti: Province

"Abolizione dopo attente verifiche" Betta (Azienda sanitaria): il certificato a scuola è inutile ROVERETO. L'abolizione del certificato medico da consegnare a scuola dopo le assenze oltre i cinque giorni sta preoccupando i genitori, ma dall'ambiente sanitario arrivano solo rassicurazioni. Quel certificato, spiegano i medici, è inutile e quindi costituiva un appesantimento burocratico per le famiglie. "La disposizione che abolisce l'obbligo di presentazione del certificato medico per il rientro a scuola degli alunni dopo i cinque giorni di malattia - spiega Alberto Betta, direttore del servizio di igiene e sanità pubblica dell'Azienda sanitaria provinciale - è confermata, sotto il profilo medico-scientifico, anche nel documento elaborato da uno specifico gruppo di lavoro costituito con decreto del ministro della salute in data 13 ottobre 2004, creato al fine di abolire norme, certificazioni o prassi di sanità pubblica "prive di impatto sui problemi di salute". I criteri generali di lavoro prevedevano, tra l'altro, di prendere in esame prioritariamente norme che potessero rientrare nella categoria "procedure certamente non utili", sulla base delle evidenze scientifiche accumulate dalla prassi nazionale ed internazionale. Fra queste ultime sono rientrate sia l'obbligo di periodiche disinfezioni e disinfestazioni degli ambienti scolastici (inutili nella prevenzione di contagi e di impatto negativo per lo sviluppo di resistenze agli agenti patogeni), riservandole alla valutazione caso per caso da parte dei medici responsabili di sanità pubblica, sia l'obbligo di presentazione del certificato di riammissione per assenze superiori ai cinque giorni, la cui utilità non ha retto alle prove di efficacia dell'intervento, in quanto le malattie infettive sono spesso contagiose nella fase di incubazione, e solo raramente nella fase della convalescenza". Si è verificato, insomma, che dopo cinque giorni buona parte delle malattia è già innocua rendendo assolutamente superfluo il certificato del medico.

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Rosa bianca un consigliere lascia casini (sezione: Province)

( da "Repubblica, La" del 07-02-2008)

Argomenti: Province

Pagina VIII - Roma Il centro E Ciocchetti non si candida in Provincia Rosa Bianca un consigliere lascia Casini Mentre il segretario regionale dell'Udc, Luciano Ciocchetti, annuncia di non essere più disponibile a correre per la presidenza della Provincia di Roma (candidatura peraltro contestata da An), il partito di Pierferdinando Casini perde un altro pezzo. è stato tenuto a battesimo ieri, nella Sala del Carroccio in Campidoglio, il movimento romano della Rosa Bianca, rappresentato in città dal consigliere comunale transfuga Roberto Rastelli. Che, insieme al vicepresidente del Senato Mario Baccini, ha presentato le credenziali della nuova formazione di centro, proposta come trasversale agli schieramenti. Secondo un sondaggio sulle intenzioni di voto di 818 residenti in Regione commissionato all'Istituto Poggi&Partners, infatti, alle prossime elezioni la Rosa Bianca prenderebbe nel Lazio il 7%, il Pd il 30.4, Forza Italia il 24.4, An il 16, La Destra il 2, Di Pietro l'1,9. Mentre gli indecisi sarebbero ancora il 24.3. Fanno sul serio i promotori del movimento che, a livello nazionale, nascerà ufficialmente domani, ma che su Roma ha già un programma concreto. "Un piano casa vero", elenca Rastelli, "l'abolizione dell'Ici sulle case di proprietà, l'abolizione del precariato diffuso, il controllo sulle privatizzazioni delle aziende comunali e partecipate, una politica dell'accoglienza e non della tolleranza senza regole". (gio. vi.).

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Province da abolire (sezione: Province)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 07-02-2008)

Argomenti: Province

RISPARMI Province da abolire L'altro giorno nei corridoi della Provincia passeggiava un ex amministratore e nessuno lo considerava. L'ente - senza politici, cioè senza consiglio, baruffe, accordi sottobanco, auto blu, vendette e rappresaglie, mille pettegolezzi - funziona. Meglio? Peggio? In ogni caso, funziona e allora bisogna che questa situazione perduri e sia esportata alle altre Province. Come? Con l'abolizione di tali enti, tutti, in tutt'Italia, come previsto da tempo. Ci sarebbe un risparmio enorme di denaro pubblico. Da quel che so i partiti continuano però ad allungare le mani in previsione delle prossime elezioni. Una ragione di più per procedere in fretta. Valentino Roiatti Udine.

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Cgil, entro l'anno addio al comprensorio sebino-camuno (sezione: Province)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 07-02-2008)

Argomenti: Province

L'ultimo congresso regionale della Cgil ne aveva decretato la fine e, in effetti, così sarà dato che entro il 31 dicembre 2008 scomparirà il comprensorio Valle Camonica-Sebino, a cavallo tra le province di Bergamo e Brescia. Per la verità, già negli anni Novanta la Cgil nazionale aveva deciso di porre fine ai comprensori che non corrispondevano ai confini provinciali, e questa decisione aveva decretato la conclusione dell'esperienza del comprensorio Treviglio, Adda e Milanese. Ma per il comprensorio sebino-camuno era scattata la deroga, che gli ha consentito di arrivare fino ai giorni nostri (uno degli ultimi in Italia, tra quelli non provinciali, ad essere ancora attivi). Il 2008, in ogni caso, vedrà la conclusione di questa esperienza. "Nel corso dell'anno - ha spiegato Domenico Ghirardi, segretario Cgil Valle Camonica-Sebino - saremo impegnati a gestire il dispositivo statutario approvato nell'ultimo congresso della Cgil regionale che ha stabilito il percorso per arrivare al superamento dell'esperienza comprensoriale, riportando la direzione politica a livello delle due province di Brescia e Bergamo. Il nostro approccio sarà di apertura e non improntato a una difesa fine a se stessa dell'esperienza realizzata, essendo convinti che ci sarà la volontà di riconoscere le specificità e le prerogative che le aree congressuali devono avere". Come spiega il segretario della Cgil di Bergamo, Maurizio Laini, il grosso del comprensorio sebino-camuno appartiene alla provincia di Brescia (quasi il 90%), mentre la zona bergamasca riguarda il Basso e l'Alto Sebino che da Sarnico arriva fino a Lovere. Gli iscritti bergamaschi sono circa 3 mila contro i 20 mila bresciani. "Sono in atto discussioni e confronti - prosegue Laini - perché questa operazione di passaggio dal comprensorio sebino-camuno alle due province di Bergamo e Brescia avvenga in modo tranquillo e consensuale". In ballo ci sono funzioni, sedi, personale, cariche. Comunque, entro la fine dell'anno la Cgil bergamasca prenderà in carico il territorio bergamasco del comprensorio Valle Camonica-Sebino. La storia dei comprensori all'interno della Cgil risale agli anni Ottanta quando si ipotizzava il superamento delle aree provinciali e quindi si ragionava in termini di ambiti territoriali nuovi. Nonostante le voci di abolizione che si sono succedute ad intervalli regolari nel corso degli ultimi due decenni, le Province sono rimaste in piedi e, al contrario, hanno perso una loro giustificazione appunto i comprensori interprovinciali. Con il 2009 nella Cgil arriverà a conclusione anche l'esperienza sebino-camuna.

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ARTICOLI DEL 4-2-2008

Forza Italia si prepara al voto: <Aboliamo le Province> ( da "Corriere del Veneto" del 04-02-2008)

Abstract: "E quello delle riforme istituzionali: federalismo fiscale, riforma elettorale e dei regolamenti parlamentari, riforma costituzionale. E in questo schema che s'inserisce l'abolizione delle Province ". Ma il Partito democratico starà a guardarvi, dialogo finito?


Articoli


Forza Italia si prepara al voto: <Aboliamo le Province> (sezione: Province)

( da "Corriere del Veneto" del 04-02-2008)

 

Corriere del Veneto - PADOVA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2008-02-03 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE Forza Italia si prepara al voto: "Aboliamo le Province" Triade veneta vara il nuovo programma di Berlusconi. Sacconi: politica economica tarata sulla nostra regione Assieme a Giulio Tremonti e Renato Brunetta l'ex sottosegretario sta elaborando le linee guida per la prossima legislatura TREVISO - Mentre il presidente del Senato, Franco Marini, rispetta il ruolino di marcia nel giro di consultazioni, in Forza Italia sono già al lavoro attorno al nuovo programma di governo, certi di andare al voto entro metà aprile e di uscire trionfanti dalle urne. Quelle che saranno le linee guida sul versante economico di un potenziale nuovo governo Berlusconi sono al vaglio in queste ore di un manipolo d'esperti azzurro, dove la componente veneta è preponderante: Renato Brunetta, Maurizio Sacconi e ovviamente Giulio Tremonti. E le idee, a sentire l'ex sottosegretario trevigiano al welfare Sacconi, sono già delineate con due novità di rilievo: l'abolizione delle Province e una politica economica nazionale che sarà tarata esclusivamente sul lombardoveneto. Senatore Sacconi, allora è vero che se vince il centrodestra rimangono solo Regioni e Comuni? "E' un'idea che all'interno di Forza Italia ormai è matura. Bisogna semplificare la catena demo-cratica: il federalismo ha una base regionale e riconosce un ruolo alle municipalità. Se aboliamo gli enti provinciali i Comuni poi dovranno lavorare per una dimensione intermedia dei servizi, una razionalizzazione in forme consortili o societarie: penso ai vigili urbani, al tema della sicurezza in generale, ma anche di tutti gli altri servizi obbligatori. In Forza Italia siamo pronti per questo passaggio, anche la collega Elisabetta Casellati è un'accesa sostenitrice di questo progetto, lo stesso Galan varie volte si è pronunciato in tal senso. E' un'idea che andrà condivisa con gli alleati, sia chiaro, ma credo sia percorribile". Si va al voto, supponiamo vinca il centrodestra, e... "Stiamo predisponendo una legislatura a due binari. Il primo, fondamentale, è dedicato alla crescita economica a partire da una manovra correttiva contro l'incombente recessione nazionale che siamo pronti ad effettuare già a maggio. Consiste nella diminuzione della spesa corrente e nella riduzione delle tasse per lavoro, famiglie e imprese in modo da rilanciare i consumi. Poi stiamo studiando un pacchetto di disegni legge delle tre C: capitale umano, concorrenza, coesione sociale. Con il primo vogliamo completare il processo della riforma scolastica, riprendendo il filo interrotto con la Moratti; con il secondo vogliamo liberalizzare il servizio pubblico locale e completare quello dell'energia e della comunicazione, altro che la cagata della "lenzuolata" Bersani- Visco; con l'ultimo vogliamo detassare i salari di merito, cioè i premi, incentivi e straordinari in modo che la ricchezza prodotta sia poi anche divisa". E il secondo binario? "E' quello delle riforme istituzionali: federalismo fiscale, riforma elettorale e dei regolamenti parlamentari, riforma costituzionale. E' in questo schema che s'inserisce l'abolizione delle Province ". Ma il Partito democratico starà a guardarvi, dialogo finito? "Assolutamente no. Il binario istituzionale sarà da condividere con l'opposizione, soprattutto spero che il federalismo fiscale troverà d'accordo anche il Pd. Così come auspico condivideranno anche il disegno di legge sulla privacy vera che vogliamo attuare, non quella delle tremila carte da firmare e poi trovi le tue conversazioni telefoniche prive di rilievo penale sui giornali". Galan ministro o meno, cosa deve attendersi il Veneto dal centrodestra? "Stiamo tarando la prossima politica economica italiana su quella che è la parte trainante del Paese: il Veneto e la Lombardia. Questo non significa abbandonare le aree più deboli che devono agganciarsi alla locomotiva, purché questa però traini a dovere. E una terra come il Veneto ha bisogno di un partito nazionale che ragioni così... ". Vabbè senatore, non c'è solo Forza Italia a centrodestra però... "Però Forza Italia è il partito guida della coalizione e Berlusconi stavolta non accetterà più freni a processi di riforma". Gli alleati sono avvisati. Gianluca Salvagno Con la testa alle elezioni L'ex sottosegretario al welfare del precedente governo Berlusconi, Maurizio Sacconi, nel pool di esperti che predispone il programma di Fi Il taglio degli enti è possibile, anche Galan lo condivide Ci sarà più spazio per i Comuni \\.

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Roma. Scandalo alla Provincia: rimborsi di 3 milioni per 10 uomini d'oro di Alberto Zennaro

 (da comincialitalia.net 2-2-2008)

2 Febbraio 2008 ore 13:58

Sembra incredibile, ma siamo di fronte a un nuovo record nell'Italia della politica sprecona. La vicenda dei rimborsi record concessi a dieci consiglieri della Provincia di Roma appare semplicemente paradossale. Sia per gli importi: tre milioni di euro. Sia perchè a beneficiarne sono stati gli organi di un ente, la Provincia, considerato sempre più come una fabbrica di poltrone: un ente che ha poche ragioni per giustificare la sua esistenza e molte per suggerire lo scioglimento. I fatti - oggetto una serie di articoli pubblicati dall'edizione romana del "Corriere della Sera" - sono choccanti. Dal 2003 al 2007 la Provincia di Roma presieduta da Enrico Gasbarra con una maggioranza di centrosinistra ha erogato 3 milioni e mezzo di euro per risarcire venti consiglieri dei mancati guadagni per loro attività professionale privata.

Gran parte del tesoro è finito a soli dieci consiglieri, che si sono divisi tre milioni. Al primo posto c’è Massimo Davenia de La Destra, con oltre 600 mila euro; seguito da Alessandro Coloni del Pd con 387 mila e da Francesco Paolo Posa, anche lui del Pd, con poco più di 300 mila. Nella lista ci sono in tutto 5 nomi del Pd, due di An, uno di Forza Italia, della Destra e dello Sdi. Guido Milana, per esempio, presidente del Consiglio provinciale e tessera Pd ha ricevuto 281.000 euro in poco più di due anni.

Adesso la procura aprirà un'inchiesta, perché c'è il sospetto che molti risarcimenti siano stati ottenuti grazie a contratti fittizi: consiglieri che si sarebbero fatti assumere da mogli e figli solo per giustificare il mancato guadagno e farsi rimborsare con denaro pubblico. Uno scandalo nello scandalo, che ancora una volta ripropone il tema dei costi della politica. E della moralità delle persone a cui affidiamo la gestione della cosa pubblica.

Alle prossime elezioni votate chi vuole abolire le province e combattere gli sprechi della politica.
Se vi dividete in Berlusconiani e antiberlusconiani fate il loro gioco.

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ARTICOLI DAL 1° AL 3 FEBBRAIO 2008

Vitalizi, l'Svp firma la proposta ( da "Alto Adige" del 01-02-2008)

Abstract: La forma è quella della mozione che impegna il presidente del consiglio regionale. I Verdi annunciano attraverso Riccardo Dello Sbarba che manterranno il proprio ddl, tenendo fermi alcuni punti: l'abolizione deve riguardare anche i consiglieri in carica ("non è eticamente tollerabile che gli attuali consiglieri votino una riforma che lascia intatti i propri privilegi"

Provincia, bene i servizi ( da "Provincia di Cremona, La" del 01-02-2008)

Abstract: portato avanti da tanti amministratori locali suscita reazioni positive da parte dei nostri cittadini, con dati che paiono contrastare con il trend che emerge a livello nazionale, anche sul tema dell'abolizione delle Province. Andremo avanti con decisione e determinazione, affinché in ogni ambito siano ottenuti i risultati attesi".

IL CODICE COLOMBO ( da "Espresso, L' (abbonati)" del 01-02-2008)

Abstract: Mi pare modificabile, invece, la parte delle procedure e delle istituzioni. Faccio tre esempi: la modifica del bicameralismo perfetto, la riduzione del numero dei parlamentari, l'abolizione delle province". E la legge elettorale, al centro di un teso negoziato tra maggioranza e opposizione?

<Aboliremo le Province> ( da "Corriere del Veneto" del 03-02-2008)

Abstract: le linee guida sul versante economico sono al vaglio in queste ore di un gruppo in cui la componente veneta è preponderante: Renato Brunetta, Maurizio Sacconi e Giulio Tremonti. E le idee, dice Sacconi, sono già delineate con due novità di rilievo: l'abolizione delle Province e una politica economica nazionale che sarà tarata esclusivamente sul lombardoveneto. A PAGINA 3 Salvagno.

<Il nostro programma Abolire le Province> ( da "Corriere del Veneto" del 03-02-2008)

Abstract: Quelle che saranno le linee guida sul versante economico sono al vaglio di un gruppo in cui la componente veneta è preponderante: Renato Brunetta, Maurizio Sacconi e Giulio Tremonti. E le idee, dice Sacconi, sono già delineate con due novità di rilievo: l'abolizione delle Province e una politica economica nazionale che sarà tarata sul lombardoveneto. A PAGINA 4 Salvagno.

La politica Gli scenari ( da "Corriere del Veneto" del 03-02-2008)

Abstract: PRIMOPIANO - data: 2008-02-03 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE La politica Gli scenari Il nuovo governo visto dagli azzurri I due punti fermi Il programma economico di Forza Italia è diviso in due parti: il primo dedicato alla crescita economica, il secondo alle riforme istituzionali tra cui l'abolizione delle Province.

Forza Italia si prepara al voto: <Aboliamo le Province> ( da "Corriere del Veneto" del 03-02-2008)

Abstract: "E quello delle riforme istituzionali: federalismo fiscale, riforma elettorale e dei regolamenti parlamentari, riforma costituzionale. E in questo schema che s'inserisce l'abolizione delle Province ". Ma il Partito democratico starà a guardarvi, dialogo finito?

 

 

 

 

 

 

 

Articoli

Vitalizi, l'Svp firma la proposta (sezione: Province)

( da "Alto Adige" del 01-02-2008)

Dello Sbarba (Verdi) incalza: possiamo abolirli subito BOLZANO. Taglio dei vitalizi agli ex consiglieri. L'Svp ha presentato la propria proposta in consiglio regionale. Superate le resistenze, l'Svp si inserisce nei disegni di legge depositati da Ds e Verdi. Come annunciato, l'ipotesi formulata dal capogruppo Lamprecht è di rendere più severa la riforma previdenziale, prevista dalla prossima legislatura, tagliando il 30 per cento dei contributi che dovrebbero essere versati dalla Regione. La forma è quella della mozione che impegna il presidente del consiglio regionale. I Verdi annunciano attraverso Riccardo Dello Sbarba che manterranno il proprio ddl, tenendo fermi alcuni punti: l'abolizione deve riguardare anche i consiglieri in carica ("non è eticamente tollerabile che gli attuali consiglieri votino una riforma che lascia intatti i propri privilegi"), le "pensioni" non potranno essere cumulabili con altri redditi. Favorevoli i Verdi al taglio del contributo fisso di 1550 euro ai gruppi (versato sia in Regione che in Provincia), "ma tenere invariato il contributo di 930 euro per ogni consigliere colpisce i gruppi in modo ineguale. E' una piccola vendetta verso le minoranze. Proporremo una formula più equa". Sui tempi: chiudere entro la fine della legislatura. La norma attuale prevede un vitalizio di 3700 euro (netti) dopo due legislature, 5200 dopo 3 e 6700 dopo 4, a prescindere dai contributi versati.

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Provincia, bene i servizi (sezione: Province)

( da "Provincia di Cremona, La" del 01-02-2008)

Edizione di Venerdì 1 febbraio 2008 Benvenuto P.Review srl Ekma Ricerche. Tra le prime venti in Italia. Torchio:"Premiato il buon governo" Provincia, bene i servizi di Giuseppe Bruschi I cittadini della provincia di Catania hanno piena fiducia del loro presidente, Raffaele Lombardo, mentre al secondo posto si piazza Renzo Masoero (Vercelli) ambedue a capo di una giunta di centrodestra, ed al terzo posto Enrico Gasparra, presidente della provincia di Roma e primo tra le giunte di centrosinistra. Tra i presidenti che hanno ottenuto un gradimento superiore al 55 per cento ci sono anche quelli di Como, Leonardo Carioni (ottavo con il 60,1) e di Varese, Marco Reguzzoni (undicesimo con il 59,8). Il presidente Giuseppe Torchio è a metà classifica, con il 50 per cento del gradimento. Sono i risultati dell'ottava edizione della ricerca Ekma Monitor Provincia, sondaggio compiuto con 109.800 mila interviste realizzate fra i maggiorenni residenti nelle province italiane tra il 1 ottobre ed il 20 dicembre 2007 e resi noti ieri. Tra i dati considerati anche quello relativo alla sicurezza: il dato nazionale è crollato di 10 punti rispetto al semestre precedente, passando dal 59,6% al 49,7&, fenomeno soprattutto evidente nel Lazio, dove il livello di soddisfazione crolla di 16 punti ed in Lombardia di 5 punti. Nerl settore servizi tra le prime venti province virtuose figurano tre lombarde: Cremona. Sondrio e Brescia. Immediato il commento del presidente Giuseppe Torchio:"E' positivo il risultato della rilevazione di 'Ekma ricerche' riferita al secondo semestre 2007. La Provincia di Cremona si colloca tra le prime 20 in Italia per i servizi offerti e questo conferma la qualità ed i risultati del lavoro posto in essere dalle Amministrazione nel nostro territorio. Ogni sondaggio o rilevazione va letto e interpretato con la necessaria dose di cautela e prudenza, non lasciandosi influenzare dalla crescita o dalla diminuzione di alcuni punti del potenziale consenso, ma certamente si conferma che il 'buon governo' portato avanti da tanti amministratori locali suscita reazioni positive da parte dei nostri cittadini, con dati che paiono contrastare con il trend che emerge a livello nazionale, anche sul tema dell'abolizione delle Province. Andremo avanti con decisione e determinazione, affinché in ogni ambito siano ottenuti i risultati attesi".

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IL CODICE COLOMBO (sezione: Province)

( da "Espresso, L' (abbonati)" del 01-02-2008)

Attualità PERSONAGGI / DA MAGISTRATO A EDUCATORE IL CODICE COLOMBO di enrico arosio L'agenda è piena fino al 2009. L'ex pm di Mani pulite gira l'Italia per parlare ai giovani di legalità. E ci racconta la sua nuova vita L'agenda, con rispetto parlando, è da rockstar. è impegnato in incontri e lezioni fino a settembre 2009. Il ritmo, a volte, è frenetico. Tra l'8 e il 23 gennaio ha inanellato 13 incontri con studenti, professori, associazioni, tra Aosta e Ravenna, Parma e Firenze. A Gessate, paesino di 6.800 anime a est di Milano che diede i natali a Claudio Martelli (e grazie alle giunte a guida socialista ebbe in dono la stazione del Metrò linea 2) ha parlato in una scuola media, "ragazzi attenti, molto più di quanto si creda". Il 25 alla Fondazione Cini a Venezia ha ricordato ai librai della Scuola Umberto e Elisabetta Mauri "la situazione drammatica che attraversa il Paese, un Paese in cui si cerca di organizzare la società in modo diverso da quello previsto dalla Costituzione". E i librai prendevano appunti sui loro quaderni Moleskine. è stato di parola, Gherardo Colombo. L'ex pm del pool Mani pulite, il consigliere di Cassazione che ha lasciato la magistratura, a sorpresa, nel febbraio 2007. Poteva buttarsi in politica (in Italia non è raro, vedi i colleghi Antonio Di Pietro e Gerardo D'Ambrosio). Invece no. A caldo Colombo dichiarò al 'Corriere della Sera': "Voglio incontrare i giovani. Spiegare loro il senso della giustizia". Annunciò di volersi impegnare per "una cultura condivisa di rispetto delle regole". Da allora, l'ex giudice gira l'Italia da maestro di legalità, con una assiduità alla Bob Dylan (Dylan è uno stakanovista del 1941, Colombo è del '46). Lo invitano professori, presidi, genitori, facoltà universitarie. Il carcere di San Vittore una volta al mese. A febbraio sarà a Roma a Rebibbia, a Locri su invito della diocesi, alle Università di Napoli e Cassino. L'ex magistrato dell'inchiesta sulla loggia P2 visita anche le scuole elementari. Funziona? "Se non ci credessi non lo farei", risponde: "Anche con i bambini si ragiona di regole. Faccio esempi tratti dalle dinamiche familiari, i genitori, le loro attese, l'esempio, la collaborazione tra i membri della famiglia". Lui stesso, oltre al primogenito adulto, ha due figli di 13 e 11 anni. Triste la scuola che ha bisogno di giudici, parafrasando il 'Galileo' di Brecht? O felice il Paese che ha un giudice pedagogo? Colombo, a 61 anni, nell'Italia gerontocratica è quasi un ragazzo. Non ha smesso lo stile da campus americano, polo, pullover e poca cravatta. Con i giovani, lui così esigente nel linguaggio e nei concetti, nemico dei luoghi comuni, sente che il dialogo è possibile. "Anche se, quando parlo delle mie vecchie inchieste, devo fare dei passi indietro. Neanche tra gli universitari c'è una diffusa conoscenza della P2, di Giorgio Ambrosoli o Michele Sindona. Nemmeno Mani pulite, per un liceale, è pane quotidiano". Sconforto? "No", risponde: "Di recente, all'Università di Parma, facevo la storia di alcune inchieste, ero arrivato all'arresto di Mario Chiesa. Per loro non è più cronaca e non ancora storia. Ma la curiosità era forte". Si parla di ragazzi cinici, consumisti, apolitici. "Farei attenzione. I ventenni sono più disponibili dei trentenni ad affrontare questi temi. I giovani capaci di pensare ci sono, eccome". Colombo non parla di politica. Nulla su Prodi e Berlusconi, sui casi Cuffaro, Mastella, De Magistris. A Venezia, dialogando con la giurista Eva Cantarella, invitato a ricamare sull'idea delle regole "da Polifemo a Mastella", ha glissato. E con 'L'espresso' sottolinea: "Oggi rispetto alla politica occorre fare un passo indietro. Per sconfiggere la corruzione italiana, l'abitudine alla furbizia e al privilegio bisogna insistere sulla cultura. Solo da una buona cultura diffusa può nascere una buona politica". E sulla Costituzione: "Quanti la conoscono? Pochissimi. Eppure ha 60 anni. è il libretto d'istruzioni su come tenere relazioni con gli altri". Testo intoccabile o modificabile? L'ex pm distingue: "Ricordo che le pietre angolari del testo sono due: il riconoscimento dei diritti fondamentali della persona, e l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. è ancora viva la parte sui diritti fondamentali, di libertà personale, pensiero, associazione, credo religioso, il diritto all'istruzione, al lavoro, alla salute; e caso mai andrebbe estesa a qualche diritto in più. Mi pare modificabile, invece, la parte delle procedure e delle istituzioni. Faccio tre esempi: la modifica del bicameralismo perfetto, la riduzione del numero dei parlamentari, l'abolizione delle province". E la legge elettorale, al centro di un teso negoziato tra maggioranza e opposizione? Colombo sgrana gli occhi : "Io non saprei indicare il sistema elettorale perfetto, lei sì? Avrei, in teoria, una preferenza per il proporzionale. Non mi pare il caso di riutilizzare una legge come quella in vigore dal 2006, oggetto di referendum, squalificata da alcuni dei suoi stessi promotori. Spero che gli elettori possano scegliere le persone. E che si possa lavorare insieme in Parlamento su un testo condiviso e in tempi ragionevoli". I giovani fanno domande imbarazzanti? Colombo riflette. "Chiedono perché gli extracomunitari sono trattati peggio. Ma anche perché il ragazzo rom che nelle Marche ha investito e ucciso quattro persone si prende 'così poco', solo sei anni e mezzo. Io ricordo che non è così poco, richiamo sentenze assai meno pesanti, magari per incidenti causati da italiani". A volte Colombo si scontra con pregiudizi tenaci, giustizialismo spiccio, 'tutti in galera'. Gli è capitato in una scuola del Nord-Est: "è stato un confronto duro, mi sono dovuto impuntare contro banalità e pregiudizi molto forti. Ad Aosta, invece, in una situazione sociale analoga, nulla di ciò". E sul malfunzionamento della giustizia? Qui Colombo si irrigidisce un po' anche con noi. "I processi durano troppo, lo dicono tutti, perché gli uffici sono ingolfati". Il presidente del Tribunale di Milano, Livia Pomodoro, dichiara che i procedimenti penali arretrati sono ancora 68 mila (125 mila nel 2003). "Non è solo quello. Le regole del processo non consentono svolgimenti rapidi; i mezzi tecnici sono insufficienti; la preparazione professionale è diseguale; l'organizzazione degli uffici è spesso carente; il numero degli avvocati è esorbitante, 160 mila in Italia, 21 mila solo a Roma, tanti quanto in Francia". Ha dovuto difendere l'indulto? "Ho ricordato che il sovraffollamento nelle carceri non è dignitoso perché anche l'ultimo detenuto è titolare di diritti fondamentali. L'indulto andrebbe meglio assistito da programmi che accompagnino il recupero sociale. Né basta lo slogan: fate nuove carceri. In Italia abbiamo una quindicina di carceri già costruite che ancora non funzionano per mancanza di personale. Inoltre: il carcere è sempre lo strumento più idoneo per far sì che si riducano i reati? Ragioniamo anche sulla mediazione, come si usa in tanti Stati soprattutto con i minorenni, il confronto tra vittima e autore del reato con la presenza di polizia, psicologi, figure della comunità". Colombo dialoga con i ragazzi di tante cose: la pena di morte; la congruità della sanzione; la certezza della pena; l'uso delle intercettazioni. "E cerco di distinguere. Nel caso delle telefonate per assumere medici nelle Asl ci si deve chiedere se queste telefonate, rese pubbliche, abbiano rilievo penale; ma è giusto anche chiedersi se vi è un rilievo sociale". Ed eccoci al ruolo dell'informazione: "In una società piramidale e corporativa, dove la persona è considerata uno strumento più che un valore, dove le opportunità sono negate a molti, è necessario sapere: per non essere vittime passive di chi dà le informazioni. In Italia va chiarito il conflitto tra il diritto alla privacy e l'interesse pubblico ai fatti rilevanti. Ci si domanda se la divisione classica tra i poteri, legislativo, esecutivo e giudiziario, sia ancora attuale". E come risponde? "Sarebbe opportuno identificarne almeno altri due: il potere economico-finanziario e, appunto, i mass media". n Regole di carta A marzo Gherardo Colombo pubblicherà un libro divulgativo, 'Sulle regole'. "è pensato per lettori giovani", dice l'autore, "ma non nuocerà agli adulti". Il libro esce da Feltrinelli, con cui pubblicò nel 1996 'Il vizio della memoria'. Colombo oggi è vicepresidente della Garzanti, chiamato dall'editore Stefano Mauri. Osserva ironico l'ex pm: "Io vengo da una terra dove si decide chi è colpevole e chi innocente. Ora, come Colombo, provo l'emozione di chi è approdato a una terra sconosciuta".

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<Aboliremo le Province> (sezione: Province)

( da "Corriere del Veneto" del 03-02-2008)

Corriere del Veneto - PADOVA - sezione: PRIMAPAGINA - data: 2008-02-03 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE Verso il nuovo governo: una triade veneta al lavoro per il programma di Berlusconi "Aboliremo le Province" Sacconi: politica economica mirata su Veneto e Lombardia TREVISO - Mentre il presidente del Senato, Franco Marini, sta per terminare il suo giro di consultazioni, in Forza Italia sono già al lavoro sul programma di governo, certi di andare al voto entro metà aprile. Quelle che saranno le linee guida sul versante economico sono al vaglio in queste ore di un gruppo in cui la componente veneta è preponderante: Renato Brunetta, Maurizio Sacconi e Giulio Tremonti. E le idee, dice Sacconi, sono già delineate con due novità di rilievo: l'abolizione delle Province e una politica economica nazionale che sarà tarata esclusivamente sul lombardoveneto. A PAGINA 3 Salvagno.

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<Il nostro programma Abolire le Province> (sezione: Province)

( da "Corriere del Veneto" del 03-02-2008)

Corriere del Veneto - VERONA - sezione: PRIMAPAGINA - data: 2008-02-03 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE Verso il voto Sacconi: politica mirata sul Veneto "Il nostro programma Abolire le Province" TREVISO - Mentre il presidente del Senato, Franco Marini, sta per terminare il suo giro di consultazioni, in Forza Italia sono già al lavoro sul programma di governo, certi di andare al voto. Quelle che saranno le linee guida sul versante economico sono al vaglio di un gruppo in cui la componente veneta è preponderante: Renato Brunetta, Maurizio Sacconi e Giulio Tremonti. E le idee, dice Sacconi, sono già delineate con due novità di rilievo: l'abolizione delle Province e una politica economica nazionale che sarà tarata sul lombardoveneto. A PAGINA 4 Salvagno.

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La politica Gli scenari (sezione: Province)

( da "Corriere del Veneto" del 03-02-2008)

Corriere del Veneto - PADOVA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2008-02-03 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE La politica Gli scenari Il nuovo governo visto dagli azzurri I due punti fermi Il programma economico di Forza Italia è diviso in due parti: il primo dedicato alla crescita economica, il secondo alle riforme istituzionali tra cui l'abolizione delle Province.

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Forza Italia si prepara al voto: <Aboliamo le Province> (sezione: Province)

( da "Corriere del Veneto" del 03-02-2008)

Corriere del Veneto - PADOVA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2008-02-03 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE Forza Italia si prepara al voto: "Aboliamo le Province" Triade veneta vara il nuovo programma di Berlusconi. Sacconi: politica economica tarata sulla nostra regione Assieme a Giulio Tremonti e Renato Brunetta l'ex sottosegretario sta elaborando le linee guida per la prossima legislatura TREVISO - Mentre il presidente del Senato, Franco Marini, rispetta il ruolino di marcia nel giro di consultazioni, in Forza Italia sono già al lavoro attorno al nuovo programma di governo, certi di andare al voto entro metà aprile e di uscire trionfanti dalle urne. Quelle che saranno le linee guida sul versante economico di un potenziale nuovo governo Berlusconi sono al vaglio in queste ore di un manipolo d'esperti azzurro, dove la componente veneta è preponderante: Renato Brunetta, Maurizio Sacconi e ovviamente Giulio Tremonti. E le idee, a sentire l'ex sottosegretario trevigiano al welfare Sacconi, sono già delineate con due novità di rilievo: l'abolizione delle Province e una politica economica nazionale che sarà tarata esclusivamente sul lombardoveneto. Senatore Sacconi, allora è vero che se vince il centrodestra rimangono solo Regioni e Comuni? "E' un'idea che all'interno di Forza Italia ormai è matura. Bisogna semplificare la catena demo-cratica: il federalismo ha una base regionale e riconosce un ruolo alle municipalità. Se aboliamo gli enti provinciali i Comuni poi dovranno lavorare per una dimensione intermedia dei servizi, una razionalizzazione in forme consortili o societarie: penso ai vigili urbani, al tema della sicurezza in generale, ma anche di tutti gli altri servizi obbligatori. In Forza Italia siamo pronti per questo passaggio, anche la collega Elisabetta Casellati è un'accesa sostenitrice di questo progetto, lo stesso Galan varie volte si è pronunciato in tal senso. E' un'idea che andrà condivisa con gli alleati, sia chiaro, ma credo sia percorribile". Si va al voto, supponiamo vinca il centrodestra, e... "Stiamo predisponendo una legislatura a due binari. Il primo, fondamentale, è dedicato alla crescita economica a partire da una manovra correttiva contro l'incombente recessione nazionale che siamo pronti ad effettuare già a maggio. Consiste nella diminuzione della spesa corrente e nella riduzione delle tasse per lavoro, famiglie e imprese in modo da rilanciare i consumi. Poi stiamo studiando un pacchetto di disegni legge delle tre C: capitale umano, concorrenza, coesione sociale. Con il primo vogliamo completare il processo della riforma scolastica, riprendendo il filo interrotto con la Moratti; con il secondo vogliamo liberalizzare il servizio pubblico locale e completare quello dell'energia e della comunicazione, altro che la cagata della "lenzuolata" Bersani- Visco; con l'ultimo vogliamo detassare i salari di merito, cioè i premi, incentivi e straordinari in modo che la ricchezza prodotta sia poi anche divisa". E il secondo binario? "E' quello delle riforme istituzionali: federalismo fiscale, riforma elettorale e dei regolamenti parlamentari, riforma costituzionale. E' in questo schema che s'inserisce l'abolizione delle Province ". Ma il Partito democratico starà a guardarvi, dialogo finito? "Assolutamente no. Il binario istituzionale sarà da condividere con l'opposizione, soprattutto spero che il federalismo fiscale troverà d'accordo anche il Pd. Così come auspico condivideranno anche il disegno di legge sulla privacy vera che vogliamo attuare, non quella delle tremila carte da firmare e poi trovi le tue conversazioni telefoniche prive di rilievo penale sui giornali". Galan ministro o meno, cosa deve attendersi il Veneto dal centrodestra? "Stiamo tarando la prossima politica economica italiana su quella che è la parte trainante del Paese: il Veneto e la Lombardia. Questo non significa abbandonare le aree più deboli che devono agganciarsi alla locomotiva, purché questa però traini a dovere. E una terra come il Veneto ha bisogno di un partito nazionale che ragioni così... ". Vabbè senatore, non c'è solo Forza Italia a centrodestra però... "Però Forza Italia è il partito guida della coalizione e Berlusconi stavolta non accetterà più freni a processi di riforma". Gli alleati sono avvisati. Gianluca Salvagno Con la testa alle elezioni L'ex sottosegretario al welfare del precedente governo Berlusconi, Maurizio Sacconi, nel pool di esperti che predispone il programma di Fi Il taglio degli enti è possibile, anche Galan lo condivide Ci sarà più spazio per i Comuni \\.

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ARTICOLI DEL 29-1-2008

E dopo il Catullo Forza Italia apre il caso nomine ( da "Arena, L'" del 29-01-2008)

La città metropolitana in soffitta ( da "Giornale.it, Il" del 29-01-2008)

 

 

 

 

 

 

 

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E dopo il Catullo Forza Italia apre il caso nomine (sezione: Province)

( da "Arena, L'" del 29-01-2008)

AEROPORTO. I vertici del partito ieri da Tosi E dopo il Catullo Forza Italia apre il caso nomine "Non siamo andati ad elemosinare nomine, ma come alleati a pretendere pari dignità". Giancarlo Conta, consigliere regionale e membro del tavolo istituzionale che regge Forza Italia da un paio d'anni, commenta così il vertice di ieri mattina a Palazzo Barbieri con il sindaco Flavio Tosi. Sul tavolo le recenti nomine che hanno fatto infuriare i vertici del partito, in particolare quella di Fabio Bortolazzi, presidente della Camera di Commercio, alla presidenza dell'aeroporto. Insieme a Conta c'erano la senatrice Cinzia Bonfrisco e i consiglieri regionali Raffaele Bazzoni e Tiziano Zigiotto. Assente giustificato il deputato Pieralfonso Fratta Pasini, in vacanza ai Caraibi. Assente, ma non invitato, Aldo Brancher, deputato ed ex sottosegretario del governo Berlusconi che, a differenza dei colleghi, ha condiviso le scelte del sindaco. Ai presenti, il sindaco, che era affiancato dal segretario provinciale della Lega, Matteo Bragantini, ha detto di essersi comportato correttamente. "Abbiamo chiesto il perché di certe scelte", continua Conta, "visto che c'erano accordi precisi, dalla vicepresidenza Agsm alla presidenza del Catullo. Ma le indicazioni sono state disattese e al sindaco abbiamo chiesto lumi. Come partito siamo insoddisfatti per le risposte avute". "Perché", si chiede il consigliere regionale, "nella partita del Catullo, il sindaco ha ceduto la palla alla Camera di Commercio e alle Province di Trento Bolzano e Brescia, a scapito di quella di Verona e dei Comuni di Verona e Villafranca, che è rimasta esclusa del tutto". La tensione, ieri, era palpabile, tanto che, qualcuno dei presenti ha provocatoriamente minacciato di presentare disegni di legge in Regione e in Parlamento per l'abolizione delle Camere di Commercio. Una ritorsione contro l'ente camerale veronese per essersi alleato alle Province "straniere" per imporre Bortolazzi sul candidato azzurro Ettore Riello. "Noi", ribadisce il consigliere regionale, "non siamo andati dal sindaco a presentare richieste, vogliamo dignità politica. Non era mai successo che dalla presidenza del Catullo fossero espropriati la Provincia di Verona e due Comuni". A Tosi è stata rinfacciata anche la nomina all'Agsm di Anna Leso, che pure è di Forza Italia. "Ma non è il nome fatto da noi", puntualizza Conta, che però non vuol sentire parlare di divisioni nel partito. "Questa è la linea condivisa da otto consiglieri comunali su otto e da cinque coordinatori su sei dal momento che Brancher ha fatto una scelta personale". IL CONGRESSO. L'ipotesi di elezioni politiche anticipate non cambia i programmi: il congresso provinciale di Forza Italia, confermano i big del partito, si terrà il 16 febbraio in Fiera. Il vice coordinatore nazionale Sandro Bondi ha avviato le procedure e ai delegati sono già state inviate le lettere di convocazione. E.S.

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La città metropolitana in soffitta (sezione: Province)

( da "Giornale.it, Il" del 29-01-2008)

Di Redazione - martedì 29 gennaio 2008, 07:00 Della città metropolitana non si parla più. Eppure è prevista dalla Costituzione, dopo la riforma del Titolo V, mentre si chiede l'abolizione delle province. Ma, quel che è più importante, Milano ne ha bisogno: lo abbiamo visto, ad esempio, con l'introduzione dell'Ecopass, quando l'opposizione di alcuni centri dell'hinterland ha reso evidente la necessità di un governo della più vasta area milanese. Come pure è evidente che quell'Expò che ci auguriamo Milano ottenga, coinvolgerà un territorio perfino più grande della sua provincia, che perciò richiederà un governo unitario. D'altra parte sappiamo benissimo che la vera Milano non è la città dell'anagrafe, la città di chi vi dorme, piccola nel confronto globale fra sistemi urbani, luogo reale della competizione economica. È invece quella di chi con essa ha quotidiani rapporti, di chi tutti giorni la "usa", al di là delle registrazioni burocratiche. Se Milano vuole competere alla pari con gli altri sistemi metropolitani, deve acquisire massa critica di popolazione e territorio, assumere cioè la sua reale dimensione metropolitana. Il presidente di centrosinistra della Provincia, Penati, nei primi mesi di mandato sventolò la bandiera della città metropolitana, probabilmente per ragioni strumentali: contava di diventare lui sindaco metropolitano. Per ragioni simmetricamente strumentali il centrodestra era contrario. Ora che non è più certo della vittoria, Penati non sventola più quella bandiera. Lo faccia allora il sindaco Moratti, che è più capace di visioni strategiche. Bisogna uscire da questa meschina e miope logica di bottega del "chi ci guadagna e chi ci perde" e pensare in grande. È in gioco il futuro di questo territorio.

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ARTICOLI DEL 28-1-2008

Tre anni e poi lascia È giallo sul Cavaliere ( da "Tempo, Il" del 28-01-2008)

 

 

 

 

 

 

 

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Tre anni e poi lascia È giallo sul Cavaliere (sezione: Province)

( da "Tempo, Il" del 28-01-2008)

Tre anni e poi lascia è giallo sul Cavaliere Fabrizio dell'Orefice f.dellorefice@iltempo.it Resto tre anni e vado via. è giallo su Silvio Berlusconi e sui suoi propositi dopo le elezioni. Resta per cinque anni o cede a metà legislatura a un suo successore. E nel caso, chi? A rilanciare l'indiscrezione è il portavoce di Berlusconi, Paolo Bonaiuti. Home Politica prec succ Contenuti correlati Gaza, l'Egitto apre i varchi ai palestinesi L'atterraggio di emergenza a Heathrow La fiducia nelle istituzioni Giovanni Proietti Quanta rabbia per l'Astrea. Nell'ultima ... Michele Camaioni La giornata giusta ... Sono 550 i bambini che oggi crescono ... Il quale, in un'intervista al giornale inglese The Observer, spiega che il Cavaliere intende tornare al governo e fare come Tony Blair, con un programma in dieci punti, e passando il testimone a un "Gordon Brown italiano" dopo tre anni. "Berlusconi - dice il portavoce del leader del centrodestra - proporrà un piano molto semplice, molto pragmatico e molto britannico con 8-10 punti, simile allo stile di Tony Blair, che Berlusconi ammira per i risultati ottenuti, e con il quale ha sempre avuto un eccellente rapporto". "Noi andremo avanti alla maniera britannica - aggiunge Bonaiuti - con calma, possibilmente con richieste di cooperazione con l'opposizione su alcuni problemi difficili". Poi nel pomeriggio arriva una precisazione dall'ufficio stampa di Forza Italia: "L'onorevole Paolo Bonaiuti non ha annunciato nulla all'Observer, ma ha semplicemente confermato quello che il presidente Silvio Berlusconi aveva detto ad un gruppo di giornalisti a Napoli venerdì sera e che era stato riportato dai quotidiani di sabato mattina". Quindi si fa notare che Bonaiuti "ha aggiunto anche all'Observer: "Queste però sono solo ipotesi, avanzate in una conversazione, che non si sa se verranno confermate o meno?"". Ma che cosa aveva detto il Cavaliere a Napoli? Si era lasciato andare e aveva confessato: "Se ci penso mi chiedo a 71 anni chi me lo fa fare. Dovessi tornare a Palazzo Chigi sarebbe una grande fatica. Lo farei solo per il bene del Paese. Ve lo assicuro". Quindi aveva spiegato che il suo modello è l'ex premier inglese: "Il mio sogno - erano le parole del leader del centrodestra - è di comportarmi come Tony Blair. Stare lì tre anni, modernizzare l'Italia e poi lasciare a un Gordon Brown italiano". Dunque Blair, il modello inglese. Anche se nelle ultime settimane era affiorato un altro sistema da prendere ad esempio e che era piaciuto molto a Pier Ferdinando Casini. si tratta della commissione Attali incaricata dal presidente francese Sarkozy di mettere a punto un piano di riforme. Oltre trecento le proposte tra cui l'abolizione delle province, la deregolamentazione di vasti settori commerciali e dei saldi, lo sviluppo di nuovi sistemi antitrust e di sistemi di "class action", la riduzione a un solo mese della caparra per gli affitti di immobili e la creazione di altre politiche che favoriscano l'acquisto di una casa di proprietà. Ma Berlusconi non sembra molto entusiasta del piano francese (alla cui stesura hanno collaborato anche due italiani, Franco Bassanini e Mario Monti): "Tutto quello che è stato scritto dalla Commissione di Attali per Sarkozy lo conosco, lo sto finendo di leggere", ha spiegato il Cavaliere. Che ha aggiunto: "Ci sono idee valide ma non c'è nessuna novità che mi ha particolarmente colpito". E poi un po' stizzito ha concluso: "Se io dopo cinque anni di governo non avessi chiaro di cosa avesse bisogno il nostro Paese, dovrei starmene a casa". Tuttavia, Berlusconi ha più volte espresso apprezzamento per l'attuale inquilino dell'Eliseo. L'estate scorsa, partecipando alla festa dell'Udeur, gli venne chiesto se avrebbe imitato l'esempio di Sarkozy di pescare le menti anche nel campo opposto. Berlusconi replicò subito: "Dico subito di sì, perché le intelligenze vanno usate ovunque si trovino. Devo però dire che guardo con un sorriso questa magnificazione di Sarkozy, visto che la sinistra prima che vincesse le elezioni, lo considerava un fascista, e sosteneva Segolene Royal". D'altro canto lo stesso Sarkò, nel luglio 2003, disse di Berlusconi: "Si è lanciato in una grande opera di modernizzazione dell'Italia". Un feeling che dura da anni. Vai alla homepage 28/01/2008.

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ARTICOLI DEL 27-1-2008

I Comuni di confine salgono a quota 440 e Idris diventa sindaco onorario ( da "Giornale di Brescia" del 27-01-2008)

CONSIGLIO REGIONALE. Riduzione ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 27-01-2008) + 1 altra fonte

 

 

 

 

 

 

 

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I Comuni di confine salgono a quota 440 e Idris diventa sindaco onorario (sezione: Province)

( da "Giornale di Brescia" del 27-01-2008)

Edizione: 27/01/2008 testata: Giornale di Brescia sezione:GARDA E VALSABBIA DALLA QUARTA ASSEMBLEA GENERALE DELL'ASSCOMICONF TENUTASI NEL VERONESE I Comuni di confine salgono a quota 440 e Idris diventa sindaco onorario BOSCO CHIESANUOVA (VR) - Non si capisce bene cosa c'entra questo con i Comuni di confine, ma a Bosco Chiesanuova, dove la Provincia veronese incontra e si confronta con quella trentina, in occasione della IV assemblea generale dell'AssComiConf, Marco Scalvini cinge con la fascia tricolore il conduttore televisivo Idris, nominandolo fra gli applausi di tutti, "sindaco onorario" dell'associazione dei Comuni di confine da lui presieduta. "Ci siamo incontrati a Roma in occasione di una delle nostre trasferte mentre andavamo a fare le trattative al Ministero per i Comuni di confine e l'ho trovato informatissimo ed entusiasta per quello che stavamo facendo - ci ha detto il sindaco di Bagolino -. Idris è un personaggio simpatico e con la sua immagine pulita può ben rappresentare le persone normali, la gente dei nostri paesi". Spettacolo o politica? "Che differenza c'è" direbbero in molti. Sarebbe però un errore liquidare l'assemblea veronese registrando solo quest'operazione d'immagine, vedremo se e quanto efficace. In congresso, infatti, è valsa l'adesione formale dei Comuni "di seconda fascia" e questa novità ha portato l'AssComiConf a rappresentare con le sue insistenti richieste ministeriali ben 440 municipalità. "Bosco Chiesanuova passa così alla storia per aver dato origine alla più grande associazione nazionale di sindaci" ha affermato Scalvini, che fa ora i conti col milione e 400mila cittadini da loro rappresentati. Una "forza d'urto", con l'aggiunta di Idris, che ora intende chiedere più fondi e passaggi decisivi fra Camera e Senato: "Non sarà certo una crisi di Governo a fermarci - aggiunge Scalvini -. Destra o sinistra poco ci importa: ora che il ministro Linda Lanzillotta ed il Parlamento, approvando all'unanimità un ordine del giorno che ci riguardava, hanno riconosciuto quello che è un diritto dei cittadini che vivono nelle immediate vicinanze del confine con le ricche Province a statuto autonomo e con i ricchi paesi con i quali dividiamo le Alpi, è arrivato il momento di legiferare di conseguenza, deliberando una legge permanente dello Stato che preveda per noi più fondi". L'eco delle vicende romane è stata la causa di defezioni da parte di molti politici, nella due giorni fra venerdì e sabato che il centro veronese ha dedicato ad AssComiConf. Com'era comprensibile non s'è vista il ministro Lanzillotta che già non era più tale. C'era il senatore Sergio Divina della Lega Nord che ha indicato le richieste di AssComiConf come "una pista per raggiungere il federalismo, che sarà sempre la via maestra per rispondere alle aspettative dei cittadini". C'era anche l'onorevole Raffaele Costa di FI, che è sempre stato assai critico nei confronti delle autonomie regionali nelle sue battaglie contro gli sprechi, sostenendone a più riprese l'abolizione. Ubaldo Vallini.

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CONSIGLIO REGIONALE. Riduzione (sezione: Province)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 27-01-2008)
Pubblicato anche in:
(Gazzettino, Il (Udine))

CONSIGLIO REGIONALE. Riduzione dei consiglieri regionali da 60 a 40 e abolizione del loro vitalizio.NOMINE. Autorità indipendente per le nomine in enti e società pubbliche.ENTI LOCALI. Incentivazione di Unioni e Fusioni tra i Comuni. Trasferimenti finanziari da Regione a Comuni senza vincolo di destinazione. Nuovo ruolo delle Province: funzione di coordinamento degli Aster e programmazione di area vasta. Liberalizzazione del mercato dei servizi pubblici locali. Riforma della governance delle Comunità montane.RIFIUTI, ENERGIA, AMBIENTE. Realizzazione dell'Ambito unico per i rifiuti. Ato unico regionale per la risorsa acqua. Incentivazione per bioedilizia ed energie rinnovabili (pannelli fotovoltaici e solari).INFRASTRUTTURE. Progetto prioritario Corridoio 5. Terza corsia autostrada A4.LEGGI. Moratoria legislativa per passare dalle mille leggi attuali a 200 leggi tramite accorpamenti, testi unici, codici e regolamenti. Delega di giunta per la semplificazione.COSTI. Riduzione dei costi della Pubblica amministrazione con ottimizzazione dell'organizzazione e abbassamento del 10\% nel numero dei dipendenti.WELFARE. Completamento del processo di accorpamento delle Aziende sanitarie. Centralità del malato. Sostegno per la scuola a tempo pieno. Aumento dei contributi per mantenere gli anziani non autosufficienti nel proprio ambito.

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