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DOSSIER “MONNEZZE” (dal 23 dicembre 2007)

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INDICE DEL DOSSIER top#

 

L'anima perduta nella monnezza di Napoli. di Roberto Saviano (La Repubblica 4-2-2008)

Articoli del 2 e 3 gennaio 2008

Articoli dal 25 gennaio al 1° febbraio 2008

Articoli dal 15 al 24 gennaio 2008

Rifiuti, nuovo avvertimento dell'Ue. La Stampa del 17-1-2008

Rifiuti, le Regioni del «sì» e quelle del «no» di Giovanna Faggionato ( Il Sole 24 Ore del 15-1-2008)

Articoli del 13 e 14 gennaio 2008

Monnezza bipartisan di Sebastiano Messina La Repubblica del 9-1-2008  

Articoli del 12-1-2008

Articoli dal 7 all’11 gennaio 2008

COMMISSIONE PARLAMENTARE D’INCHIESTA SUL CICLO DEI RIFIUTI E SULLE ATTIVITA` ILLECITE AD ESSO CONNESSE.

Testo della relazione trasmessa alle Camere il 13-6-2007

ARCHIVIO GENERALE DEL DOSSIER

 

 

L'anima perduta nella monnezza di Napoli di Roberto Saviano (La Repubblica 4-2-2008)

 

NIENTE è cambiato. Si è tentato - tardi, tardissimo - ma non si è risolto nulla. L'esercito, i volontari, la pazienza e le proteste. Ma tutto versa nello stesso stato di prima. O quasi. Il centro e le piazze vengono salvati, si cerca di non farli soffocare dai sacchetti. E nella scelta dei luoghi in cui raccoglierli emerge la differenza fra le zone e le città. Zone dove conviene pulire per evitare che turisti e telecamere arrivino facilmente, strade dove vivono professionisti e assessori. E invece altre dove la spazzatura può continuare ad accumularsi. Tanto lì la monnezza non va in prima pagina. I paesi divengono discariche di fatto. Tutta la provincia è un'ininterrotta distesa di sacchetti. E la rabbia aumenta. Spazzatura ai lati delle strade, o che si gonfia in collinette multicolori fuori dai portoni, dove sono apparse scritte come "non depositare qui sennò non si riesce più a bussare". Niente è cambiato se non l'attenzione. Dalla prima pagina alle cronache locali.

Lentamente tutto questo rischia di divenire abituale, ordinario: la solita monnezza, parte del folklore napoletano, quotidiana come lo scippo, il lungomare e la nostalgia per Maradona. E invece qui è tragedia. Spazzatura ovunque, discariche satolle, gonfie, marce. Camion stracolmi, in fila. Proteste. E poi dibattiti, indagini, dimissioni, e colpevoli, ecologisti, camorristi, politici, esperti. Maggioranze e opposizioni e cadute di governo. Ma la monnezza resiste a tutto. E continua ad aumentare. La spostano dal centro alla periferia, la spediscono fuori città, qualcosa fuori regione. Però non basta mai, perché quella si riforma, si accumula di nuovo. Tutti pronti a parlare, in un'orchestra che emette suoni talmente confusi da divenire indecifrabili come il silenzio.

Certo risulta difficile credere che se Roma, Firenze, Milano o Venezia si fossero trovate in una situazione simile avrebbero continuato a far marcire i sacchetti nelle loro piazze, a tenersi strade bordate di pannolini e bucce di banana, a lasciar invadere l'aria dall'odore putrescente degli scarti di pesce. Difficile immaginare che in una di queste città la notte girino camion che gettano calce sopra ai cumuli per evitare che le infezioni dilaghino e soprattutto che vengano incendiati.

Il rinascimento napoletano finisce così, coperto di calce. Si sbandierava la rivincita della cultura, ma sotto il tappeto delle mostre, dei convegni e delle parole illuminate le contraddizioni erano pronte a esplodere. Non c'erano solo stuoli di progetti culturali e promozionali per il turismo. Negli ultimi cinque anni sono spuntati in un'area di meno di 15 km enormi centri commerciali. Prima il più grande del Sud Italia nel casertano, poi il più grande di tutt'Italia, poi il più grande d'Europa e da poco uno tra i più grandi al mondo: un'area complessiva di 200.000 mq, con 80 negozi di brand nazionali e internazionali, un ipermercato, 25 ristoranti e bar, una multisala cinematografica con 11 schermi e 2500 posti a sedere.

Ultimo arrivato, a Nola, il Vulcano Buono progettato da Renzo Piano che ha tratto spunto dall'icona napoletana per antonomasia: il Vesuvio. Una collina artificiale, un'escrescenza del suolo che segue le uniche e sinuose forme del vulcano. Alta 40 metri e con un diametro di oltre 170, un complesso di 150 mila metri quadri coperti e 450 mila in tutto. Si costruiscono centri commerciali come unico modo di far girare soldi. Quali soldi? Le stime dell'Istat segnalano che la Campania cresce meno del resto d'Italia. La regione è mortificata nei settori dell'agricoltura e dell'industria e incapace di compiere il salto di qualità nel comparto dei servizi.

E per quanto riguarda il valore aggiunto pro capite, se la media nazionale s'attesta a 21.806 euro per abitante, al Sud non supera quota 14.528. Keynes diceva che quando l'accumulazione di capitale di un paese diventa il sottoprodotto delle attività di un casinò, è probabile che le cose non vadano bene. Riguardo il nostro paese bisognerebbe sostituire al termine casinò la parola centro commerciale. Così rimangono, tra queste cattedrali di luci e cemento, gli interrogativi di sempre. Perché a Napoli c'è tutta questa spazzatura? Come è possibile quando cose del genere non accadono a Città del Messico e nemmeno a Calcutta o a Giakarta? È incomprensibile. Bisogna quindi essere didascalici. Perché le discariche napoletane sono piene? Semplice. Sono state usate male, malissimo. Sversandoci dentro di tutto, senza controllo.

Chi gestiva le discariche non rispettava i limiti, né le regole riguardo alle tipologie. Somiglianti più a buche fatte male che a strutture per lo sversamento, le discariche si riempivano di percolato divenendo laghi ricolmi di un frullato di schifezze, fogne a cielo a aperto. E così si sono riempite presto, e non solo di rifiuti urbani. Scavare crateri enormi, portare giù il camion e poi, uscito il conducente, saldare le porte del tir e sotterrare: era un classico. Un modo per non toccare i rifiuti nemmeno con un dito. Il tutto dava un guadagno talmente alto da poter sacrificare, intombandoli, interi tir. A Pianura, racconta la gente, c'è persino una carcassa di balena, e a Parete pacchi e pacchi di vecchie lire.

Ma perché i cittadini si ribellano alla riapertura delle discariche? Perché sembrano così folli da preferire i sacchetti che da circa due mesi hanno davanti a casa? Perché temono che insieme a quelli che dovrebbero essere solo rifiuti solidi urbani invece arrivino anche i veleni. Eppure ricevono le massime garanzie che la loro situazione non peggiorerà. Ma da chi le ricevono? Da coloro di cui non si fidano più. Da coloro che hanno sempre appaltato lo smaltimento a ditte colluse, a uomini imposti dai clan di camorra. E chi deciderà quindi davvero la sorte dei rifiuti? Come sempre i clan.

A loro non ci si può ribellare. Ma siccome allo Stato invece sì, spesso contando su una buona dose di pazienza dei reparti antisommossa, si fa ostruzione alle sue decisioni perché non accada poi che si inneschino i consueti accordi. Si preferisce rinunciare persino agli aiuti economici destinati a chi vive nei pressi della discarica, piuttosto che correre il rischio di finire marci di cancro per qualche sostanza intombata di nascosto. Certo, tra i manifestanti ci sono anche i ragazzotti dei clan pagati 100 euro al giorno per far chiasso, bloccare strade, saper lanciare porfido e caricare. Ma loro rendono soltanto esasperate paure che invece sobbollono in tutti. E le rendono isteriche perché più spazzatura ci sarà, meno controlli ci saranno per le ditte pagate per raccoglierla e più l'uso dei macchinari in mano ai clan sarà abbondante.

E più le discariche saranno bloccate, meglio si potranno infiltrare camion colmi di rifiuti speciali da nascondere mentre quelli bloccati fuori fanno da copertura. E i consorzi e la politica? I consorzi che gestivano i rifiuti lo facevano per conto di imprenditori e boss, mentre la responsabilità della politica locale e nazionale stava nella solita logica di non affidare posti a chi aveva competenze tecniche, bensì ai soliti personaggi con il solo requisito di essere in quota ai partiti. Quanti posti di lavoro distribuiti in periodi preelettorali, in strutture dove la raccolta dei rifiuti o la differenziata rappresentavano puramente un alibi. Perché non si è fatto nulla? Perché l'emergenza fa arrivare soldi a tutti. E quindi di emergenza si vive.

Finita l'emergenza, finiti i soldi. Bisognava forse ribellarsi anche nei giorni in cui i clan prendevano terre. E il termovalorizzatore di Acerra su cui tanto si discute, che per anni non è stato costruito e ora lentamente sta per realizzarsi? Quel genere di impianto non è dannoso, dichiarano gli oncologi, al centro di Vienna uno simile è persino divenuto un palazzo prestigioso. Certo. Ma in un territorio dove l'indice di mortalità per cancro svetta al 38.4%, chi rassicura la gente che negli impianti verrà bruciato solo quel che si deve? Quale politica saprà mantenere la promessa di massimo controllo in una terra che è stata definita la Cernobyl d'Italia? Il centrosinistra ha creduto di essere immune dalle infiltrazioni camorristiche perché la questione camorra riguardava l'altra parte. Ma non era così. Le porte dei circoli della sinistra si sono aperte ai clan mai come in questi ultimi anni.

E il crimine è stato percepito come un male naturale, fisiologico. La politica ha continuato a presentarsi sempre più come qualcosa di indistinto con l'affare e il crimine. Destra e sinistra uguali, basta mangiare. Il qualunquismo italiano forse non è mai stato così sostenuto dall'esperienza. E oggi occupano, bloccano, non collaborano perché non si fidano più di nessuno.
Non c'è altro da dire e da fare. Togliere, togliere la monnezza subito. Non si può più aspettare. Togliere e poi capire chi ha ridotto così questa terra e accorgersi che i meccanismi che qui hanno portato allo scempio totale sono gli stessi che governano in modo meno mostruosamente suicida l'intero paese. In questi giorni mi è venuta in mente una scena di un racconto di Salamov, forse il più grande narratore dell'aberrazione del potere totalitario. Quando i soldati sovietici misero in isolamento alcuni prigionieri del gulag, tutti invalidi tranne Salamov, pretesero che consegnassero le loro protesi: busti, dentiere, occhi di vetro, gambe di legno.

A Salamov che non ne aveva, il soldato, scherzando, chiese: "E tu che ci consegni? L'anima?". "No, l'anima non ve la do" rispose. Prese una punizione durissima per aver difeso qualcosa che fino ad allora credeva inesistente. Questo è il momento di capire se ancora abbiamo un'anima, e non farcela togliere come una gamba di legno. Non consegnarla. Prima che non ci restino che protesi.
© 2008 by Roberto Saviano. Published by arrangement
with Roberto Santachiara Literary Agency



ARTICOLI DEL 2 E 3 GENNAIO 2008

 

MULTE? BASTEREBBE UN BUON GOVERNO ( da "Giorno, Il (Nazionale)" del 02-02-2008) + 2 altre fonti

Abstract: Bassolino, Iervolino & C., dopo tre lustri di disastri, legittima gli egoismi dissociativi delle popolazioni in rivolta e ridicolizza gli sforzi del supercommissario De Gennaro. Il pugno di ferro usato dal governo dimissionario con il governatore della Sicilia Cuffaro può a maggior ragione abbattersi sui responsabili istituzionali di un caso estremo di malgoverno locale che squalifica

Per de mita 80 candeline finale di festa a posillipo - ottavio lucarelli ( da "Repubblica, La" del 02-02-2008)

Abstract: presidente della Giunta regionale Antonio Bassolino. Posto d'onore a Villa Lanzillotta per Rosa Russo Iervolino, che ci sarà. Una nuova puntata del suo amore-odio verso Ciriaco. Proprio una settimana fa, commentando un'intervista in cui De Mita sottolineava che avrebbe preferito due anni fa un avvicendamento a Palazzo San Giacomo, la Iervolino sottolineò l'età del suo amico rivale.

Termovalorizzatori, ecco i privati - piero ricci ( da "Repubblica, La" del 02-02-2008)

Abstract: Vendola: "In Puglia nessuna ecomafia" Franzoso (Forza Italia): "A Massafra arrivano 300 ecoballe al giorno da Napoli e dintorni" "Qui la situazione più delicata è quella di Brindisi, che va tenuta sotto controllo" PIERO RICCI L'ecomafia non abita qui. Parola del governatore Nichi Vendola.

Spazzatura, promossa la puglia ( da "Repubblica, La" del 02-02-2008)

Abstract: Qui non siamo nelle mani dell'ecomafia" Spazzatura, promossa la Puglia Vendola: sono pronti cinque termovalorizzatori privati "Il ciclo dei rifiuti in Puglia non è nelle mani dell'ecomafia": così si è espresso il governatore pugliese, Nichi Vendola durante l'audizione davanti alla commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti.

Ma motta va controcorrente "il salento in mano ai boss" ( da "Repubblica, La" del 02-02-2008)

Abstract: Almeno da tre anni, l'ecomafia è uno dei settori di specializzazione dei clan nel basso Leccese. è il senso dell'analisi proposta ieri dal procuratore aggiunto dell'Antimafia distrettuale Cataldo Motta, a Taranto, alla commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti.

DOPO ECONOMIX IL COMMISSARIO VA DA FABIO FAZIO ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 02-02-2008)

Abstract: De Gennaro ha risposto alle domande della giornalista Myrta Merlino nel corso del programma di Rai Educational "Economix", in onda su Raitre. Si è parlato del business dei rifiuti alimentato dalle ecomafie, delle iniziative parlamentari in corso per la gestione del problema e delle potenzialità economiche dei rifiuti, che è possibile trasformare energia.

Napoli, il tetto fa acqua la Fed cup si allaga ( da "Stampa, La" del 03-02-2008)

Abstract: puntate di Porta a porta, la Ue che mette becco sulla ricetta della pizza, Bassolino sempre lì, la Russo Iervolino anche e Pecoraro Scanio pure: nulla viene risparmiato alla più martoriata delle città italiane. Ma, dopo quel che è successo ieri, l'impressione è che ci voglia un miracolo fuori stagione di San Gennaro.

Carta, vetro e plastica dieci piazze per riciclare - angelo carotenuto ( da "Repubblica, La" del 03-02-2008)

Abstract: dalle 9 alle 13 In strada il sindaco Iervolino gli assessori Mola e Nasti "Servono gesti concreti" Scelto un apposito luogo in ciascuna Municipalità dove sostano i furgoncini Asìa ANGELO CAROTENUTO Portate in piazza carta, vetro, plastica e alluminio. Lo chiede il Comune ai cittadini, oggi dalle 9 alle 13, in 10 punti individuati, uno per ogni Municipalità.

Brevi, schede e richiami 1 ( da "Repubblica, La" del 03-02-2008)

Abstract: centrosinistra dei buoni sconfiggeva le forze del male e faceva diventare Bassolino presidente della Regione, Iervolino sindaco di Napoli, Di Palma presidente della Provincia; o ancora Prodi presidente del Consiglio, Napolitano della Repubblica, Marini e Bertinotti di Senato e Camera. Ma tant'è. Il suo lettore certo ragiona con il cuore dell'innamorato tradito che ne confonde i pensieri.

"a bassolino dissi: attento al contratto se lo firmi non ne usciremo vivi" - carlo bonini ( da "Repubblica, La" del 03-02-2008)

Abstract: Non abbiamo più discariche disponibili!". "Mi spieghi che succede quando tra qualche mese avrò i rifiuti in strada e dovrò pagare ad Enel (la concorrente di Impregilo uscita sconfitta dalla gara, ndr) 120 lire per chilo di rifiuto smaltito, quando invece ne pagherò 80?

<I politici hanno lasciato solo il commissario> ( da "Corriere della Sera" del 03-02-2008)

Abstract: Non dimentichiamo che fino a poco tempo fa le critiche a Bassolino sui rifiuti sono arrivate dall'interno, da noi della sinistra. L'opposizione era coraggiosamente assente e molto consociativa". De Gennaro scaricato dal centrodestra, lei dice. Ma a Napoli Bassolino e Iervolino hanno fatto tutto quello che potevano per aiutarlo?

UN INSERTO DI QUATTRO PAGINE NEL NUMERO DE L'UNITà DI IERI DEDICATO AI RIFIUTI ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 03-02-2008)

Abstract: sulla raccolta differenziata e sulle ecomafie (soffermandosi sui rifiuti speciali scaricati dal Nord in Campania). Il dossier contiene inoltre un servizio del geologo Ugo Leone che traccia la road map per uscire dall'emergenza e affrontare la gestione ordinaria dello smaltimento dei rifiuti e un intervento del capogruppo regionale del Pd Mario Sena che indica le priorità politiche.

NEANCHE LA MUNNEZZA è UGUALE PER TUTTI ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 03-02-2008)

Abstract: immondizia ma le strade dove abitano la Iervolino e Bassolino sono stranamente pulite. Non conosco le strade dove abitano i nostri amministratori però anch'io ho notato che a Napoli per l'Asia ci sono strade di serie A e di serie B. Svolgendo la mia attività commerciale al Vomero, vedo che in via Cilea e dintorni i cassonetti sono svuotati puntualmente tutti i giorni e spesso c'

SUL RIMPASTO ALLA REGIONE L'EFFETTO MARINI ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 03-02-2008)

Abstract: e c'è chi dice anche del sindaco Rosa Russo Iervolino). Si dà per certo, invece, che a guidare la lista sarà il ministro Luigi Nicolais. In Campania 2, rispetto ai nove eletti nel 2006 si liberano i posti di Adriano Musi (repubblicano) e Raffaele Aurisicchio (Sd). E il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca sarà ricandidato?


Articoli

MULTE? BASTEREBBE UN BUON GOVERNO (sezione: Monnezze)

( da "Giorno, Il (Nazionale)" del 02-02-2008)
Pubblicato anche in:
(Nazione, La (Nazionale)) (Resto del Carlino, Il (Nazionale))

 

IL COMMENTO MULTE? BASTEREBBE UN BUON GOVERNO "QUI SI SCIOGLIE l'Italia". Così Ugo La Malfa a chi gli chiedeva, un giorno lontano, se non lo preoccupasse lo scioglimento delle Camere. Battuta profetica. Da pessimista, il vecchio leader repubblicano vedeva lontano. Dinanzi alla Campania sommersa dalle sue immondizie, nell'impotenza dei poteri pubblici, sotto gli occhi scandalizzati del mondo e quelli un po' schifati ma sostanzialmente indifferenti del resto d'Italia, oggi vedrebbe realizzarsi il suo incubo di un'inarrestabile deriva della Penisola verso la sponda africana. Si pensa alla pena di quella Cassandra repubblicana, quando scorrono sui teleschermi le immagini della vergogna nazionale. O quando si sente dire che il presidente della Repubblica è preoccupato perché può toccargli di staccare la spina a una legislatura nata male. Con tutto il rispetto, il presidente ha ben altro di cui preoccuparsi. IL PROBLEMA non è la maximulta minacciata all'Italia dalla Corte di giustizia dell'Unione europea per infrazione delle reiterate, inutili, ingiunzioni a "non fare mondezzaio" di una sua regione. Minaccia risibile, a petto delle migliaia di miliardi gettati al vento in quindici anni di gestioni commissariali, munifiche e inconcludenti, della "emergenza rifiuti". Se la Repubblica versa, come sembra, in stato comatoso, non c'è esposizione al pubblico ludibrio di una umiliante sanzione amministrativa che possa stimolarne la ripresa. Non di multe l'Italia ha bisogno da parte dell'Europa, ma di supplenza amministrativa. Una volta Margaret Thatcher disse che, se fosse stata italiana, avrebbe preferito ricevere da Bruxelles le leggi da applicare. Parole allora sprezzanti, oggi complimentose. Le leggi europee non ci bastano: quello che ci serve dall'estero è un'autorità di governo e un corpo di rangers che la faccia rispettare. Cose che l'Europa non può darci. Non ancora. ASPETTANDO la liberazione nazionale dal peso insostenibile dell'autogoverno, il presidente della Repubblica potrebbe almeno richiamare il governo al dovere di applicare l'articolo 126 della Costituzione, che prevede l'azzeramento degli organi di governo territoriale "per gravi violazioni di legge". La permanenza in carica di Bassolino, Iervolino & C., dopo tre lustri di disastri, legittima gli egoismi dissociativi delle popolazioni in rivolta e ridicolizza gli sforzi del supercommissario De Gennaro. Il pugno di ferro usato dal governo dimissionario con il governatore della Sicilia Cuffaro può a maggior ragione abbattersi sui responsabili istituzionali di un caso estremo di malgoverno locale che squalifica l'intera Nazione. - -->.

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Per de mita 80 candeline finale di festa a posillipo - ottavio lucarelli (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 02-02-2008)

 

Pagina IX - Napoli Oggi il compleanno dell'ex presidente del Consiglio. Da Roma a Nusco tre giorni di ricevimenti. Lunedì l'appuntamento a Napoli Per De Mita 80 candeline finale di festa a Posillipo A Villa Lanzillotta oltre 150 invitati Stasera cena con il presidente Napolitano, Marini, Ciampi, Casini e Arbore In città la serata con gli amici della Margherita, artisti, medici e docenti universitari OTTAVIO LUCARELLI Tre giorni di feste. Da Roma a Nusco, per chiudere lunedì sera a Posillipo a Villa Lanzillotta tra registi, attori, professori universitari, medici e avvocati con tanti parlamentari, sindaci e assessori del Partito democratico. Tre giorni di festa per gli ottant'anni di Ciriaco De Mita. Ottant'anni trascorsi per oltre due terzi in politica. Dalla casa romana a Posillipo. Stasera, giorno del compleanno, la festa nel centro della Capitale organizzata dalla figlia Antonia, giornalista professionista, assieme ai fratelli. Cena ristretta a cui sono invitati tra gli altri il presidente Giorgio Napolitano, Franco Marini, Nicola Mancino, Gianni Letta, Carlo Azeglio Ciampi, Walter Veltroni, Dario Franceschini, Pierferdinando Casini, Marco Follini ma anche Renzo Arbore, Paolo Mieli, Eugenio Scalfari, Ezio Mauro. Domani sera i festeggiamenti si spostano a Nusco con gli amici di sempre per la "processione" nella villa di famiglia che si annuncia come sempre molto ricca e variopinta. E lunedì il gran finale a Napoli. Oltre centocinquanta invitati nell'ex Villa Scipione per la serata organizzata dagli amici della Margherita ora confluiti nel Partito democratico. Gli assessori regionali Angelo Montemarano e Teresa Armato, il deputato Bruno Cesario, la coloratissima Maria Teresa Ferrari che riuscì tempo fa a far infuriare il Cavallino rampante per un suo manifesto elettorale troppo simile al logo della casa automobilistica modenese. Tre giorni a base di ricette irpine e anche stasera, a Roma, nel menù non mancheranno i dolci tipici campani. "Mio padre adora il babà e ci saranno sicuramente tante pastiere" promette Antonia. Che aggiunge: "Volevamo fargli una sorpresa, ma non potevamo tenere papà fuori dall'organizzazione". A Roma ci saranno Napolitano e Marini, a Napoli in prima fila medici e mondo universitario. Dei primi si è occupato direttamente l'assessore regionale alla Sanità, il plenipotenziario Angelo Montemarano, assieme a Luigi Santini. Per il mondo accademico davanti a tutti tre rettori: Raimondo Pasquino (Salerno), l'uomo che De Mita due anni voleva far eleggere sindaco di Napoli, Guido Trombetti della Federico II e Pasquale Ciriello dell'Orientale. Mondo accademico e medici. Ma non mancheranno il vicepresidente del Csm Nicola Mancino (per lui doppio invito Roma-Napoli), il senatore Antonio Polito e il presidente della Giunta regionale Antonio Bassolino. Posto d'onore a Villa Lanzillotta per Rosa Russo Iervolino, che ci sarà. Una nuova puntata del suo amore-odio verso Ciriaco. Proprio una settimana fa, commentando un'intervista in cui De Mita sottolineava che avrebbe preferito due anni fa un avvicendamento a Palazzo San Giacomo, la Iervolino sottolineò l'età del suo amico rivale. Due amici-nemici che lunedì sera torneranno a brindare assieme.

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Termovalorizzatori, ecco i privati - piero ricci (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 02-02-2008)

 

Pagina V - Bari Il governatore alla commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti: "Non faremo la fine della Campania" Termovalorizzatori, ecco i privati Al via 5 impianti. Vendola: "In Puglia nessuna ecomafia" Franzoso (Forza Italia): "A Massafra arrivano 300 ecoballe al giorno da Napoli e dintorni" "Qui la situazione più delicata è quella di Brindisi, che va tenuta sotto controllo" PIERO RICCI L'ecomafia non abita qui. Parola del governatore Nichi Vendola. Ai componenti della commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, durante le audizioni in prefettura a Bari, spiega che la Puglia non è la Campania e chiuderà in modo moderno il ciclo dei rifiuti. Compresi i termovalorizzatori. E non è il solo a dirlo. Anche i commissari, in modo bipartisan, confermano che nel ciclo dei rifiuti in Puglia non c'è infiltrazione delle cosche: solo qualche leggerezza nel rispetto della normativa ambientale. "C'è un sistema di imprese che talvolta ha i suoi momenti di spregiudicatezza o può violare le procedure - afferma Vendola - ma noi non siamo nella condizione in cui un intero comparto ricchissimo, lucroso dell'economia sia prigioniero della criminalità organizzata". Dopo un'ora e mezzo di audizione, annuisce il vicepresidente Camillo Piazza (Verdi). E anche l'altro vicepresidente, il pugliese Pietro Franzoso (Forza Italia), che pure aveva osteggiato Vendola in consiglio regionale prima della promozione parlamentare. La Puglia non è la Campania: non c'è camorra dietro la monnezza che si produce in Puglia e non ci saranno i sacchetti della spazzatura per strada. "è stato saggio chiudere la lunga stagione del commissariamento perché la Campania sta lì a dimostrare che dove c'è un'autorità monocratica, il territorio si deresponsabilizza", si compiace il governatore. Che ha ancora qualche potere commissariale, ma solo per chiudere ciò che ha avviato. Poca cosa per farne un "target": aver chiuso la parentesi commissariale esattamente un anno fa, ha spuntato le ali ai suoi avversari politici che ancora gli rimproverano di aver cassato i tre termovalorizzatori pubblici dal piano del suo predecessore. "Se li avessi autorizzati, sì che saremmo diventati la discarica d'Italia", dice Vendola, perché la Puglia non ce l'avrebbe fatta a produrre tutti i rifiuti necessari per farli funzionare. Il no ai termovalorizzatori di Bari, Trani e Brindisi non è stato ideologico, tanto che ce ne sono cinque pronti a bruciare cdr, il combustibile da rifiuti. Uno è già in esercizio ed è quello di Massafra, l'unico mobilitato in Puglia per alleviare l'emergenza rifiuti in Campania. Un secondo è stato autorizzato a Modugno. Altri tre sono in fase di autorizzazione tra Manfredonia, Borgo Mazzanone e Statte. è singolare che sia proprio Vendola a mandare in soffitta i termovalorizzatori pubblici per fare spazio a quelli privati. Ma la risposta del governatore è immediata: "In quelli pubblici sarebbero stati bruciati i rifiuti talquale, in quelli privati ci va il cdr, il rifiuto trattato". Inquinano meno e non hanno bisogno di importare troppi rifiuti. Insomma, non sono più un tabù. Anzi: "Abbiamo fatto partire i cantieri di tutti gli impianti che devono servire a costruire un ciclo moderno dello smaltimento dei rifiuti e che riguardano il pretrattamento, la selezione della frazione umida dalla frazione secca, la biostabilizzaizone, il compostaggio, il cdr. Abbiamo nella parte privata, tra termovalorizzatori autorizzati e termovalorizzatori in via di autorizzazione, cinque termovalorizzatori che ci fanno guardare con tranquillità al futuro". Citando un passo della relazione della Corte dei conti, Vendola spiega che il piano dei rifiuti è stato cominciato nel 2001 poi è stato ultimato e consegnato nel 2004. "Sono stati fatti i bandi - dice il governatore - sono state fatte le gare, tutte impugnate. Mi sono insediato che avevo tutte le gare impugnate e le discariche sostanzialmente verso l'esaurimento. Ho dovuto aspettare le sentenze del Consiglio di Stato, ho firmato tutti i contratti e quindi oggi, tranne in un caso, a Corigliano d'Otranto, dove c'è da fare un approfondimento per via della falda, abbiamo cantierizzato tutti gli impianti". Vendola ammette: "Non è il paradiso ma è un processo che stiamo costruendo, che ci fa mettere nella condizione perfino di esprimere solidarietà alla Campania". Perché a Massafra le prime ecoballe sono già arrivate. E stanno ancora arrivando. Lo dice Franzoso prima che cominci l'audizione di Vendola e del suo assessore all'Ecologia, Michele Losappio. "Ne arrivano 300 al giorno - afferma - e sappiamo tutti che si tratta di un cdr non adeguato dal punto di vista tecnico: quelle ecoballe dovranno essere disfatte, dividere l'umido dal secco, e affinate per produrre un cdr appropriato per essere bruciate nel termovalorizzatore di Massafra". E la Puglia che aiuta la Campania non diventerà come la Campania. "Ma il fatto che la situazione ora non desti preoccupazione - spiega Franzoso - non significa che fra un anno non si verifichino emergenze in territori come Brindisi".

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Spazzatura, promossa la puglia (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 02-02-2008)

 

Pagina III - Bari Il presidente ascoltato dalla commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti. "Qui non siamo nelle mani dell'ecomafia" Spazzatura, promossa la Puglia Vendola: sono pronti cinque termovalorizzatori privati "Il ciclo dei rifiuti in Puglia non è nelle mani dell'ecomafia": così si è espresso il governatore pugliese, Nichi Vendola durante l'audizione davanti alla commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti. "C'è un sistema di imprese - ha aggiunto - che talvolta ha i suoi momenti di spregiudicatezza o può violare le procedure, ma noi non siamo nella condizione in cui un intero comparto ricchissimo, lucroso dell'economia sia prigioniero della criminalità organizzata". Anche i commissari hanno riconosciuto in modo bipartisan che la Puglia non è nelle condizioni in cui versa il ciclo die rifiuti in altre regione del Sud. In Puglia - ha assicurato - non ci sarà un'emergenza in stile Campania: "Abbiamo fatto partire i cantieri di tutti gli impianti che devono servire a costruire un ciclo moderno dello smaltimento dei rifiuti. Abbiamo nella parte privata, tra autorizzati e in via di autorizzazione, cinque termovalorizzatori che ci fanno guardare con tranquillità al futuro", ha detto Vendola. Accanto all'impianto di Massafra, già in esercizio e dove, secondo quanto riferito nel corso delle audizioni stanno arrivando le ecoballe campane da incenerire previo trattamento, c'è quello autorizzato di Modugno e quelli da autorizzare tra Manfredonia, Borgo Mezzanone e Statte. RICCI A PAGINA III.

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Ma motta va controcorrente "il salento in mano ai boss" (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 02-02-2008)

 

Pagina V - Bari LA DENUNCIA Il procuratore antimafia: a sud di Lecce la situazione è pesante Ma Motta va controcorrente "Il Salento in mano ai boss" LECCE - La criminalità organizzata ha messo le mani sull'affare rifiuti nel Salento. Almeno da tre anni, l'ecomafia è uno dei settori di specializzazione dei clan nel basso Leccese. è il senso dell'analisi proposta ieri dal procuratore aggiunto dell'Antimafia distrettuale Cataldo Motta, a Taranto, alla commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti. In particolare si è fatto cenno a tre inchieste, una soltanto delle quali già approdata a dibattimento. La prima, condotta dalla pm Valeria Mignone, ha individuato un giro di smaltimento fuori da ogni regola e controllo, anche di rifiuti speciali e pericolosi, che farebbe capo alla ditta della famiglia Rosafio di Taurisano. La presenza di Gianluigi Rosafio e della moglie, figlia del boss Giuseppe Scarlino, nella compagine societaria della ditta incaricata del servizio di igiene urbana in alcuni comuni del basso Salento aveva portato il prefetto a disporre l'interdizione antimafia e l'Ato (Autorità di bacino) Lecce 3 a revocare l'incarico. Misura sospesa proprio ieri dal Tar. Ancora in corso invece le altre due inchieste, che nascono dalle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia. La zona è la stessa, il Salento meridionale, diversi i protagonisti del business. "Il fatto che il raggio d'azione sia circoscritto - spiega Motta - per un verso comporta l'esigenza della massima attenzione alle dinamiche dei gruppi criminali locali, per un altro, in un certo senso conforta, perché è un fenomeno finora isolato". (laura amorosi).

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DOPO ECONOMIX IL COMMISSARIO VA DA FABIO FAZIO (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 02-02-2008)

 

Dopo Economix il commissario va da Fabio Fazio Ieri da Myrta Merlino, domani da Fabio Fazio: è impegnato in una vera maratona televisiva il commissario straordinario Gianni De Gennaro, animato dalla volontà di chiarire i dettagli del suo piano, per stabilire un rapporto di collaborazione e dialogo con le popolazioni. Domani sera l'appuntamento nel salotto di "Che tempo che fa" è per le 20.50 circa. Ieri sera, invece, De Gennaro ha risposto alle domande della giornalista Myrta Merlino nel corso del programma di Rai Educational "Economix", in onda su Raitre. Si è parlato del business dei rifiuti alimentato dalle ecomafie, delle iniziative parlamentari in corso per la gestione del problema e delle potenzialità economiche dei rifiuti, che è possibile trasformare energia.

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Napoli, il tetto fa acqua la Fed cup si allaga (sezione: Monnezze)

( da "Stampa, La" del 03-02-2008)

 

Il caso Sospeso il match tra Italia e Spagna poi si copre la falla Napoli, il tetto fa acqua la Fed cup si allaga ALBERTO MATTIOLI Non c'è nemmeno la consueta consolazione di prendersela con l'Autorità. "Piove, governo ladro"? Ma se con la crisi non c'è più neppure quello... E poi se è normale che piova fuori, perché questo non è sempre "'o paese d'o sole", un po' meno normale è che piova dentro al PalaVesuvio di Ponticelli, e meno ancora che succeda durante la Fed Cup di tennis, quarti di finale con la Spagna, con conseguente figuraccia internazionale. Certo: per Napoli non sono mai momenti facili. Ma questo è particolarmente difficile. Cumuli di monnezza che hanno ormai l'altezza della Tour Eiffel, guerriglia per le strade, puntate di Porta a porta, la Ue che mette becco sulla ricetta della pizza, Bassolino sempre lì, la Russo Iervolino anche e Pecoraro Scanio pure: nulla viene risparmiato alla più martoriata delle città italiane. Ma, dopo quel che è successo ieri, l'impressione è che ci voglia un miracolo fuori stagione di San Gennaro. La scena sarebbe forse divertente se non fosse certamente umiliante. Terzo set, Nuria Llagostena Vives conduce 2 a 1 su Francesca Schiavone e sta per battere quando si accorge che dietro la linea di fondo si sta formando una piccola laguna. Perché il tetto del PalaVesuvio non "tiene" l'acqua. Come, raccontano gli sportivi napoletani, la copertura del San Paolo e quella della piscina Scandone, dove giocano i pallanuotisti del Posillipo. Interruzione, andirivieni di giudici arbitri e allenatori, asciugamani per tamponare le pozze poi, dopo 54 minuti di stop, qualcuno che sale sul tetto del Palallagato con un provvido telone. Inutile ricordare che anche a Madrid è successo lo stesso incidente, alla Madrid Arena, peraltro descritta come modernissima. A Napoli, i più eruditi si sono consolati con le comuni memorie del leggendario malgoverno spagnolo che faceva analoghi disastri sulle due sponde del Mediterraneo. I più e basta hanno sopportato filosoficamente l'attesa con la consueta sorridente ironia partenopea. Ma, insomma, per la città bagnata e sfortunata si tratta dell'ennesima "magra". E dire che, presentando la partita, la sindachessa aveva garantito che ci sarebbe stato il sole (un consiglio alla signora: soprattutto, non parli del Vesuvio. Non si sa mai...). Invece niente "'o sole mio" e molta acqua anche dove non dovrebbe entrare. Ma a Napoli, di questi tempi, piove davvero sul bagnato.

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Carta, vetro e plastica dieci piazze per riciclare - angelo carotenuto (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 03-02-2008)

 

Pagina V - Napoli Carta, vetro e plastica dieci piazze per riciclare Il Comune chiama i cittadini a depositare materiali da recuperare, dalle 9 alle 13 In strada il sindaco Iervolino gli assessori Mola e Nasti "Servono gesti concreti" Scelto un apposito luogo in ciascuna Municipalità dove sostano i furgoncini Asìa ANGELO CAROTENUTO Portate in piazza carta, vetro, plastica e alluminio. Lo chiede il Comune ai cittadini, oggi dalle 9 alle 13, in 10 punti individuati, uno per ogni Municipalità. è la prima volta che accade in 14 anni, ma la giunta non lo chiama inizio. Semmai rilancio. Cambio di passo. Un nuovo impulso. Una maxi raccolta differenziata dalle porte di casa direttamente ai furgoni dell'Asìa, saltando campane e bidoni. In ogni piazza 3 mezzi e 7 dipendenti. Serve a ridurre il volume dei rifiuti in strada, in un momento in cui il commissariato chiede apertamente un sacrificio per soccorrere la provincia. Il sindaco Iervolino, gli assessori Mola e Nasti, con Losa (numero uno dell'Asìa), saranno loro stessi in strada. Un'iniziativa con cui il Comune adotta le armi di chi altre armi non ha. Le associazioni e i movimenti. Arriva infatti a 48 ore dal blitz della rete "Salute e Ambiente", che ha portato il suo materiale al Plebiscito. Meno imponente, ma altrettanto simbolica, la raccolta fatta mercoledì scorso da Greenpeace con l'attore Lello Arena: sono arrivati sotto il palazzo della Regione. Meno imponente e in fondo meno antagonista, se Bassolino ha trovato la maniera di complimentarsi per l'iniziativa. "Differenziamoci" era pure lo slogan con cui organizzavano analoga raccolta "Napoli punto a capo" e "Decidiamo insieme". Senza blitz, ma chiedendo permessi per occupazione di suolo pubblico e appuntamenti all'Asìa. In rete, la voce girava. Girava così bene che all'improvviso hanno incontrato ostacoli, salvo scoprire che la stessa idea è venuta a palazzo San Giacomo. E per il 23 febbraio è annunciato il Mu-Day del meet up di Beppe Grillo. Gennaro Nasti, assessore comunale all'Ambiente, lancia un appello. "è venuto il momento di tradurre in gesti concreti la volontà di ridurre i rifiuti che altrimenti andrebbero nelle discariche. In occasione della prima domenica dedicata alla differenziata, auspico una massiccia partecipazione di cittadini. Dal buon esito dell'iniziativa di domani dipenderà la possibilità di rendere permanente l'appuntamento, una sorta di isola ecologica itinerante in attesa che partano quelle stabili. La grande crisi dei rifiuti che stiamo vivendo deve diventare opportunità per far affermare una volta per tutte la raccolta differenziata nelle nostre abitudini". è la domenica in cui la giunta veste i panni della "società civile", senza avere isole ecologiche né impianti di compostaggio, e con un Consiglio che aspetta di conoscere nella seduta dell'11 febbraio dettagli sul piano chiesto da De Gennaro per evitare il commissariamento. Basta spostarsi di pochi chilometri, Portici, e il piano sulla differenziata c'è già. è entrato nel vivo da poco, ma ha già consentito di aumentare la raccolta di cartone (37 tonnellate nel gennaio 2007, 50 nel 2008) e di plastica (20 tonnellate nel gennaio 2007 e 31 nel 2008), togliendo rifiuti dalla strada e abbattendo i costi di conferimento del 15 percento. Così Portici è uno dei pochi comuni vesuviani a non essere travolto dall'immondizia. Enzo Cuomo, sindaco e coordinatore provinciale Anci, chiede a De Gennaro "conferimenti equi ripartiti in proporzione per numero di abitanti", e intanto spiega come ha ridotto i suoi in città: "Sensibilizzando i commercianti, un punto forse sottovalutato. Sono previste multe, e anche 3 giorni di chiusura del negozio per chi viola i regolamenti". Ha destinato il 25 per cento dei suoi vigili ai controlli. Per la prima settimana nessun verbale, solo campagna di informazione. Poi arriveranno le stangate. Funziona già. Oggi Napoli comincia.

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Brevi, schede e richiami 1 (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 03-02-2008)

 

Il potere della politica dentro l'università Salvatore Cingolati Napoli Dagli organi di stampa nazionali e regionali si sottolinea che l'emergenza ambientale (leggi monnezza) e politica nella Regione Campania è sempre più bloccata dall'inefficienza del potere locale e della inamovibilità, tutelata dai principi democratici dei vertici istituzionali. Di fronte a queste grandi responsabilità nella gestione dei rifiuti in Campania, da più parti si sollecita un ricambio di una intera classe dirigente tra assessori, tecnici, consulenti, amministratori di Aziende pubbliche e parapubbliche. Penso che questo rinnovamento sia già iniziato. Infatti, tempestivamente il presidente Bassolino ed il Rettore Guido Trombetti hanno deciso a tavolino la sostituzione del dottor Carmine Marmo, direttore generale dell'Azienda universitaria Federico II, con il dottor Giovanni Canfora, senza che il popolo minuto possa conoscere, al momento, le reali ragioni di questo avvicendamento e valutare se l'incarico era stato svolto con professionalità, imparzialità e operatività. Con rammarico si osserva, ancora una volta, che i vertici istituzionali della Regione, sommersi dai rifiuti, per poter sopravvivere continuano a lottizzare nomine ed incarichi, indipendentemente dallo spessore e dalle capacità di gestire l'attività sanitaria campana, riconoscendo solamente come requisito indispensabile l'appartenenza ad una conventicola di partito. Già la nomina dell'assessore Montemarano, direttore della Asl più grande del mondo intero e per di più con una voragine spaventosa di debiti, era stata fatta secondo una logica spartitoria, pur essendo stato il responsabile principale del fallimento della sanità campana, per la quale ogni cittadino si è indebitato per i prossimi decenni. Vero è che, come si evince dagli organi di stampa, Carmine Marmo non ha tessere e pertanto idonee difese politiche né tantomeno padrini, mentre Giovanni Canfora, proconsole di Bassolino e Montemarano nell'azienda universitaria, orbita nell'area del Partito Democratico, come ex Ds. Una delle tesi avanzate è quella che il direttore Marmo avrebbe pagato soprattutto per aver ostacolato le baronie universitarie ridimensionando il numero di 190 primari a fronte di 700 posti letto reali. Niente di più falso. L'atto aziendale approvato recentemente in via definitiva anche dal direttore Marmo confermava l'impostazione globale licenziata dalla Facoltà di Medicina, compreso il numero delle figure apicali. Invece una chiave di lettura potrebbe essere che tutta questa operazione deve essere necessariamente inquadrata nell'ambito di un disegno complessivo, che mira all'inserimento del potere politico nell'università e nel Policlinico universitario. L'auspicio è che i massimi vertici universitari rettore e preside possano opporsi con tutta la loro forza per arginare questo malcelato tentativo della Regione di suggestionare con propri luogotenenti i professori della facoltà di Medicina tramite l'Azienda. La realtà parziale di chi vota a sinistra Salvatore Varriale Napoli Qual è probabilmente la colpa più grande che i fedelissimi rimproverano a Bassolino? Il fatto che a parlar male del centrosinistra oggi non si possa dar torto neanche agli odiatissimi berluscones, i politici irrimediabilmente corrotti dall'essere di centrodestra, per capirci. Probabilmente è quanto capitato al lettore Giulio Gentile che, dichiaratosi elettore di Bassolino, forse pentito, nella rubrica delle lettere di ieri si duole di dover ascoltare le denunce dell'onorevole Landolfi e del sottoscritto senza poterci dar torto nel merito. Secondo lui, anche se il fallimento di Bassolino è sotto gli occhi di tutti e quindi incontestabile, ma solo sul piano politico, altrettanto incontestabile ed evidente è la propensione al male del centrodestra. Propensione inequivocabilmente testimoniata dalle vicende giudiziarie della signora Mastella, inquisita ed obbligata al domicilio coatto, e di Totò Cuffaro, il quale si è si dimesso, ma solo perché costretto dai suoi. Ma la palese malvagità morale del centrodestra albergherebbe soprattutto nella "pletora di imprenditori, legati a filo doppio alla camorra, proprietari di piccole ditte di smaltimento di rifiuti che hanno lucrato milioni di euro sfruttando l'opportunità fornita dall'emergenza, tutti o quasi regolarmente inseriti nelle liste elettorali". Certo, ci sarebbe di che arrabbiarsi sul serio. Quantomeno della leggerezza con cui si dicono certe cose. Anzitutto perché sarebbe opportuno capire chi sono questi imprenditori-camorristi candidati regolarmente dal centrodestra, visto che, almeno per il momento, se ci sono politici campani inquisiti dalla magistratura per legami neanche marginali con la camorra, sono anzitutto nel centrosinistra. Come soprattutto di centrosinistra sono le amministrazioni comunali sciolte per infiltrazioni camorristiche. O perché Mastella e signora, che il lettore definisce come "tornati al servizio del potente di turno", ricollocandoli implicitamente nel centrodestra, nel mondo reale restano saldamente nel centrosinistra e gli unici che servono sono la Regione Campania ed il suo presidente. Forse, poi, non ricorda il lettore che appena ieri l'altro, grazie ai voti dei perfidi Lady e Lord Mastella il centrosinistra dei buoni sconfiggeva le forze del male e faceva diventare Bassolino presidente della Regione, Iervolino sindaco di Napoli, Di Palma presidente della Provincia; o ancora Prodi presidente del Consiglio, Napolitano della Repubblica, Marini e Bertinotti di Senato e Camera. Ma tant'è. Il suo lettore certo ragiona con il cuore dell'innamorato tradito che ne confonde i pensieri.

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"a bassolino dissi: attento al contratto se lo firmi non ne usciremo vivi" - carlo bonini (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 03-02-2008)

 

Cronaca Giulio Facchi, ex subcommissario per la raccolta differenziata, racconta il rapporto con Impregilo. "Così iniziò la catastrofe" "A Bassolino dissi: attento al contratto se lo firmi non ne usciremo vivi" "Antonio non l'aveva neanche letto, per lui contava solo la faccenda politica" "Salta l'accordo di programma e all'impresa sono riconosciuti i soldi che chiede" CARLO BONINI dal nostro inviato COLOGNO MONZESE (Milano) - Accampato in un ufficio del "Conapi", Consorzio nazionale piattaforme e imballaggi, vive un uomo di 53 anni che della catastrofe napoletana sa molte cose. "Su cui ? dice ? non ha più senso tacere". Si chiama Giulio Facchi. Nel 1998, dopo l'esperienza di assessore all'ambiente nella giunta provinciale di Milano del centro-sinistra, il ministro dell'Ambiente Edo Ronchi lo spedisce a Napoli come subcommissario per la raccolta differenziata. Ci resta fino al 2004. è uno degli occhi e delle orecchie di Antonio Bassolino. Ne diventa amico. Ne rimane travolto. Da subcommissario, alla sua porta bussano tutti. "Amici di amici" per consigliargli di "non rompere i coglioni". Il Sisde. Due commissioni parlamentari. La Procura di Napoli, che sulla sua testimonianza costruisce l'istruttoria che travolge Bassolino, l'Impregilo e lui stesso, che si ritrova imputato. "Rimborsi aerei per tornare ogni 15 giorni dalla famiglia a Milano; 180 euro di traghetti Capri-Napoli-Capri in un agosto in cui feci le ferie del pendolare". Dice Facchi: "Non si comprenderanno mai a pieno le ragioni della catastrofe fino a quando non sarà chiaro cosa accadde tra Napoli e Roma nel 2000". Impregilo-Fibe ha appena vinto la gara per la realizzazione di due termovalorizzatori e di 7 impianti per la produzione di combustibile da rifiuti, le "ecoballe". Antonio Bassolino, neopresidente della Regione e nuovo commissario all'emergenza, è di fronte a una scelta. Bassolino succede ad Andrea Losco (oggi consigliere regionale del Pd, per 15 mesi governatore della Campania dopo il ribaltone Udeur che ha fatto cadere la giunta Rastrelli di centro-destra). è lui, sin lì, ad aver proceduto all'assegnazione definitiva della gara. Alla definizione dei primi subappalti, alla formazione delle commissioni di collaudo. Ha ridisegnato gli uffici del commissario, affidandone le chiavi a una trimurti che opera in palese conflitto di interesse. Cura la parte legale Enrico Soprano (il cui studio assiste anche gli interessi di Impregilo). Curano la parte tecnica Salvatore Acampora e Raffaele Vanoli. Il primo, futuro "ingegnere capo" del progetto del termovalorizzatore di Acerra dopo averne scritto il capitolato di gara (Impregilo ne liquiderà la parcella di oltre un miliardo di lire). Il secondo, felice di abbracciare di fronte a una macchina fotografica un truffatore come Mario Scaramella, l'uomo della futura calunnia Mitrokhin. Quando Bassolino diventa governatore, il governo D'Alema si sfalda. Ronchi lascia il ministero dell'Ambiente, dove arriva Willer Bordon. Cambiano i presupposti per cui Impregilo-Fibe si è infilata nell'avventura campana. Immaginava di poter incassare dalla produzione del suo termovalorizzatore di Acerra 296 lire il kilowattora (cifra riconosciuta dall'accordo Cip6 sullo sfruttamento di fonti di energia rinnovabile), ma il nuovo "certificato verde" ha abbassato la sovvenzione a 180 lire. Non sta scritto evidentemente da nessuna parte che i costi di quello che è un rischio di impresa debbano far ridiscutere un contratto, ma è esattamente ciò che accade. "Bassolino ? dice Facchi - si scava la fossa". Accade a Roma, in una riunione a palazzo Chigi, cui partecipano il governatore, l'avvocato Soprano, Vanoli, Facchi, Bordon. Bassolino convince il governo a riconoscere a Impregilo-Fibe ciò che chiede. Viene cancellato ogni riferimento all'accordo di programma che, come previsto dal bando di gara, avrebbe obbligato il vincitore a fare i conti con le indicazioni della committenza. Viene riconosciuta la tariffa originaria prevista dagli accordi Cip6. è un passaggio cruciale. Si legge negli atti parlamentari della commissione di inchiesta "Russo": "L'eliminazione dell'accordo di programma cancella la possibilità di un'ulteriore negoziazione del contratto con Impregilo-Fibe, indispensabile per superare la sostanziale genericità del progetto. A cominciare dai tempi di realizzazione degli impianti, dagli obblighi nelle more della sua realizzazione". Facchi ricorda: "La mattina della firma del contratto con Impregilo, presi Bassolino da parte. Gli dissi: "Antonio, se firmiamo siamo fottuti. Non ne usciremo vivi". Lui si infuriò. Naturalmente, non aveva letto una sola riga del contratto, perché per lui, quel che contava era "la questione politica". Il resto era "roba da tecnici"? Cominciò a gridare: "E allora me lo spieghi tu cosa succede se non firmo? Non abbiamo più discariche disponibili!". "Mi spieghi che succede quando tra qualche mese avrò i rifiuti in strada e dovrò pagare ad Enel (la concorrente di Impregilo uscita sconfitta dalla gara, ndr) 120 lire per chilo di rifiuto smaltito, quando invece ne pagherò 80?" "Me lo spieghi cosa diremo tra dieci mesi, quando saremo in campagna elettorale?"". Con il bando di gara, gli accordi firmati da Bassolino con Impregilo hanno poco a che vedere. L'operazione si tramuta in un simulacro di project financing, ciò che non è mai stata. Impregilo è libera di scegliere i terreni degli impianti e sulle casse pubbliche grava un nuovo, imprevisto onere, che è quello di soccorrere finanziariamente chi ha vinto la gara per pagare i siti di stoccaggio temporanei delle "ecoballe". Sappiamo come è andata a finire. Non sappiamo perché Impregilo, firmato nel 2000 il contratto con Bassolino, impieghi quattro anni per chiedere e ottenere dal ministro dell'Ambiente del nuovo governo di centro-destra (Matteoli), l'autorizzazione ad allacciare il futuro termovalorizzatore di Acerra alla rete Enel, condizione imprescindibile per metterlo in funzione. Facchi sorride: "Perché? Perché Impregilo entra subito in sofferenza finanziaria e, di fatto, le banche che la sostengono diventano le vere interlocutrici del Commissario. Ottengono nuove clausole contrattuali che gli consentano di sfilarsi, come avverrà, in caso di inadempimento di Impregilo, senza doverne sostenere i costi".

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<I politici hanno lasciato solo il commissario> (sezione: Monnezze)

( da "Corriere della Sera" del 03-02-2008)

 

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Cronache - data: 2008-02-03 num: - pag: 19 categoria: REDAZIONALE Villone "I politici hanno lasciato solo il commissario" ROMA - "Il governo non c'è più e quindi è logico: il commissario sui rifiuti, nominato da quel governo, è meno forte di prima. L'opposizione pensa alle elezioni e dunque è contentissima di infilare nella campagna elettorale non solo il fallimento sui rifiuti ma anche il fallimento aggiuntivo del commissario". Gianni De Gennaro rischia di rimanere solo, allora? "Non è un rischio, le cose stanno già così". Massimo Villone, senatore della Sinistra democratica, ieri mattina ha fatto un lungo "giro turistico" nella sua Napoli. Al pomeriggio il suo umore è ancora un po' così: "Rifiuti ovunque. è proprio vero, non basta De Gennaro ci vorrebbe San Gennaro". Eppure dopo la nomina dell'ex capo della polizia tutti si erano detti fiduciosi. "All'inizio sì. Ma adesso c'è chi accusa lui e i suoi di scarsa competenza, come il coordinatore campano di Forza Italia Nicola Cosentino. Una virata che si può leggere solo in chiave elettorale, con l'intenzione di trascinare anche lui nella battaglia all'ultimo voto. Sarebbe un paradosso". Perché un paradosso? "Perché si finirebbe per considerare De Gennaro un commissario, come dire, di sinistra. Mentre nella sinistra, dai tempi del G8, sono in molti a considerarlo un uomo di destra. E sarebbe un paradosso perché il problema dei rifiuti nasce in Campania proprio con un presidente di destra, Rastrelli, e perché anche con Berlusconi al potere non mi sembra che il governo abbia fatto granché. Non dimentichiamo che fino a poco tempo fa le critiche a Bassolino sui rifiuti sono arrivate dall'interno, da noi della sinistra. L'opposizione era coraggiosamente assente e molto consociativa". De Gennaro scaricato dal centrodestra, lei dice. Ma a Napoli Bassolino e Iervolino hanno fatto tutto quello che potevano per aiutarlo? "Apparentemente ci sono dichiarazioni di sostegno al suo operato. Mi auguro che i comportamenti siano stati conseguenti, anche se non ho elementi per dirlo". Non sembra molto convinto. "Le responsabilità passate possono avere un peso, e non parlo solo di Bassolino e Iervolino. Ci sono sindaci che non hanno fatto partire la raccolta differenziata e adesso prendono il megafono e guidano la protesta contro la discarica sotto casa. Ecco, non credo che in questi casi si possa parlare di collaborazione". Sarebbe stato meglio scegliere un politico per la poltrona di commissario? "Per carità. Anche senza elezioni il politico sarebbe stato etichettato subito, facendo scattare l'opposizione di quelli di colore diverso e mettendo in moto la solita folla di valvassini e valvassori". Crede che, isolato, De Gennaro possa dimettersi? "Spero di no. Si parla di elezioni ad aprile, il suo mandato scade proprio alla fine di quel mese. Facciamolo lavorare e lasciamolo fuori dalla campagna elettorale". Senatore Massimo Villone Lorenzo Salvia.

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UN INSERTO DI QUATTRO PAGINE NEL NUMERO DE L'UNITà DI IERI DEDICATO AI RIFIUTI (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 03-02-2008)

 

Un inserto di quattro pagine nel numero de "L'Unità" di ieri dedicato ai rifiuti. "La Campania oltre l'emergenza" è il titolo delle speciale a cura del gruppo consiliare del Partito democratico in Regione. L'inserto ospita un lungo intervento del presidente Antonio Bassolino che ripercorre le fasi dell'emergenza, spiega cosa ha fatto da commissario ai rifiuti nei tre anni e mezzo della sua gestione, indica cosa occorre fare per uscire dalla fase calda garantendo, come primo punto, il sostegno al supercommissario Gianni De Gennaro. "Basta egoismi, servono gli impianti. Opporsi è da irresponsabili", dice il governatore. L'inserto contiene due ampi servizi sulla raccolta differenziata e sulle ecomafie (soffermandosi sui rifiuti speciali scaricati dal Nord in Campania). Il dossier contiene inoltre un servizio del geologo Ugo Leone che traccia la road map per uscire dall'emergenza e affrontare la gestione ordinaria dello smaltimento dei rifiuti e un intervento del capogruppo regionale del Pd Mario Sena che indica le priorità politiche.

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NEANCHE LA MUNNEZZA è UGUALE PER TUTTI (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 03-02-2008)

 

RISPONDE PIETRO GARGANO Neanche la munnezza è uguale per tutti In una città colma inverosimilmente di rifiuti in ogni angolo di quartiere, mi sento un privilegiato e non capisco perchè. Mi assale una terribile curiosità. La strada dove abito al Vomero, via Gian Lorenzo Bernini, non vive alcuna emergenza rifiuti. I cassonetti sono svuotati anche più volte al giorno e di mattina presto due spazzatrici meccaniche puliscono la strada e i marciapiedi con una attenzione maniacale. Spesso, addirittura ogni mese, i contenitori vengono lavati e disinfettati. La stessa raccolta differenziata funziona grazie a un capillare prelievo settimanale per ogni edificio. Tutto sembra funzionare a meraviglia con un sincronismo e una professionalità unica. Un complimento sincero all'Asia. Insomma mi affaccio su una strada così pulita e ben trattata, che non mi sembra stare a Napoli. C'è qualcuno che riesce a svelarmi questo enigma? Nicola Campoli - NAPOLI *** È pur vero che si rischia di essere ripetitivi, monotoni, ma è altrettanto vero che la monotonia e la ripetitività delle gravi mancanze della nostra amministrazione comunale e regionale hanno abbondantemente superato ogni livello di umana sopportazione. Vorrei che fosse chiaro che Napoli non è solo composta del quartiere Chiaia o Posillipo ma di tanti altri quartieri che ormai affogano nella immondizia. Puntuale però arriva il bollettino della tassa sulla immondizia il cui mancato pagamento comporta le conseguenze previste dalla legge. Quella stessa legge che giustamente persegue i colpevoli ogni giorno nella aule di giustizia. Ma allora ci si chiede come mai non ci sia un fascicolo presso la Procura della Repubblica per interruzione di pubblico servizio o altro reato (ambientale per esempio), ma non quei fascicoli che vengono lasciati ammuffire sugli scaffali (buttarli sarebbe inutile visto che resterebbero comunque sotto la Procura) quanto piuttosto una vera indagine penale con condanne per i responsabili (troppo facile individuarli). Condanniamoli, rimuoviamoli, cacciamoli dai loro uffici dove di fatto oziano con i soldi nostri. Oppure adottiamo una misura diversa, forse più efficace. Racimoliamo l'immondizia sotto le loro abitazioni come accade tutti i giorni sotto le nostre e, forse, dato il tanfo insopportabile, riusciremo a stanarli. Si sta esagerando e si gioca con la vita delle persone. Raffaele Viscovo - NAPOLI *** I signori leghisti del Nord hanno giustamente notato che le strade di Napoli sono stracolme di immondizia ma le strade dove abitano la Iervolino e Bassolino sono stranamente pulite. Non conosco le strade dove abitano i nostri amministratori però anch'io ho notato che a Napoli per l'Asia ci sono strade di serie A e di serie B. Svolgendo la mia attività commerciale al Vomero, vedo che in via Cilea e dintorni i cassonetti sono svuotati puntualmente tutti i giorni e spesso c'è una spazzatrice meccanica. Invece, nella zona di via Epomeo, via Piave e via Giustiniani non solo i cassonetti sono strapieni ma accanto ai cumuli di monnezza c'è pure chi vende pane di contrabbando. Vergogna per l'Asia, vergogna per quei cittadini che continuano ad acquistare pane sulle bancarelle e vergogna per i vigili urbani che lo permettono. Luigi De Rosa - NAPOLI Napoli è storicamente spaccata in due parti, quella al sole e quella in penombra, la ricca e la povera. La fenditura si va allargando progressivamente, perfino questa storia della munnezza sembra confermarlo, anche se nel pieno della crisi pure i quartieri-bene sono stati assediati dalla munnezza. Va ricordato che chiunque abbia un briciolo di cervello sa che la città si riscatta soprattutto salvando i suoi vicoli e le sue periferie.

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SUL RIMPASTO ALLA REGIONE L'EFFETTO MARINI (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 03-02-2008)

 

I NODI DELLA POLITICA Dibattito nel centrosinistra L'Udeur avverte Bassolino: "Serve discontinuità azzerare tutto l'esecutivo" PAOLO MAINIERO Solo domani, quando Franco Marini avrà tirato le somme delle sue consultazioni, si avrà un quadro più chiaro sul rimpasto in Regione. Se si andrà (come sembra sempre più probabile) a elezioni anticipate, Bassolino potrebbe rinviare le scelte di qualche giorno, il tempo di capire quanti assessori si candideranno al Parlamento. Ad oggi sono libere due caselle, quelle dei dimissionari Andrea Abbamonte e Luigi Nocera. Ma il governatore avrebbe intenzione di non limitarsi alla sostituzione dei due ex assessori dell'Udeur. Da qui la necessità di capire quali caselle si libereranno in caso di politiche. Nel Pd sono tre gli assessori che potrebbero candidarsi: Teresa Armato in Campania 1, Rosa D'Amelio in Campania 2, Enzo De Luca al Senato (sostituirebbe in Irpinia Nicola Mancino). Ma al Parlamento punta anche il socialista Marco Di Lello e un pensiero potrebbero farlo anche Gabriella Cundari (Verdi) e Corrado Gabriele (Prc). Insomma, il rimpasto potrà essere molto più ampio mentre l'Udeur, che è con più di un piede fuori dalla maggioranza, chiede l'azzeramento della giunta. "Per risolvere la crisi - dice Pasquale Giuditta - non è sufficiente la sostituzione dei due assessori dell'Udeur. Bassolino abbia il coraggio di compiere scelte innovative segnando discontinuità con il passato". Le vicende campane si intrecciano con quelle nazionali. E anche se ufficialmente si sostiene l'iniziativa di Marini sotto sotto è già cominciata la corsa alla candidatura. Nel Pd si fanno i primi conti. Rispetto agli undici deputati eletti con l'Ulivo nel 2006 si liberano tre posti, quelli di Gerardo Bianco (non ha aderito al Pd), Arturo Scotto (è confluito in Sd), Paolo Affronti (è dell'Udeur). C'è poi il limite delle tre legislature, che riguarda (salvo deroghe) Umberto Ranieri e Mimmo Tuccillo. Gli altri uscenti sono Riccardo Villari, Maria Fortuna Incostante, Donato Mosella, Riccardo Marone, Fulvio Tessitore, Bruno Cesario. Come si vede c'è una sola donna. Troppo poco, e infatti, come per le primarie, il Pd garantirà la presenza femminile. Da qui la possibile candidatura della Armato (e c'è chi dice anche del sindaco Rosa Russo Iervolino). Si dà per certo, invece, che a guidare la lista sarà il ministro Luigi Nicolais. In Campania 2, rispetto ai nove eletti nel 2006 si liberano i posti di Adriano Musi (repubblicano) e Raffaele Aurisicchio (Sd). E il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca sarà ricandidato? Due le donne uscenti: Rosa Suppa e Franca Chiaromonte. Ma in questa circoscrizione potrebbero essere candidate anche l'irpina D'Amelio e la giovane Pina Picierno. Al Senato, tra Ds e Margherita, furono eletti dieci senatori ma qualche pezzo si è perso per strada: non hanno aderito al Pd Roberto Barbieri, Massimo Villone, Giuseppe Scalera, Roberto Manzione. E potrebbe non essere della partita Antonio Maccanico.

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Articoli dal 25 gennaio al 1° febbraio 2008

 

L'ambiente è centrale per il Pd Della Seta: il nuovo corso sarà per un ambientalismo del fare ( da "Unita, L'" del 25-01-2008)

Una cura omeopatica per riportare l'etica del mercato mondiale ( da "Manifesto, Il" del 25-01-2008)

Una regione decisiva ( da "Riformista, Il" del 25-01-2008)

Md e le ultime nomine di Mastella: sistemati i suoi ( da "Corriere della Sera" del 25-01-2008)

Una laurea ad honorem vada al popolo italiano ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 25-01-2008)

Rifiuti, la Ue vuole sapere ( da "Padania, La" del 25-01-2008)

DALLA CRISI SI ESCE DA SOLI ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 25-01-2008)

Spazzini per una notte. In discoteca ( da "Giornale.it, Il" del 26-01-2008)

193 ( da "Corriere della Sera" del 26-01-2008)

Nomine last minute dell'ex Guardasigilli Prodi: verificherò ( da "Corriere della Sera" del 26-01-2008)

E Napoli chiede il miracolo a San Gennaro anti-munnezza ( da "Libero" del 26-01-2008)

Quando capiranno sarà troppo tardi ( da "Libero" del 26-01-2008)

ENERGIA DAI RIFIUTI UNA NUOVA LOBBY ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 26-01-2008)

SCARICHI ILLEGALI, CHI PAGA? ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 26-01-2008)

CON IL GOVERNATORE 29 CONSIGLIERI SUI 49 PRESENTI. SERVONO SCELTE SU RIFIUTI E RIFORME. SUBITO IL RIMPASTO ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 26-01-2008)

De Gennaro garante Sigillerò io i siti Rifiuti: Benevento protesta, insorge Ariano ( da "Resto del Carlino, Il (Nazionale)" del 27-01-2008) + 2 altre fonti

Una valanga di rifiuti speciali - maurizio bologni ( da "Repubblica, La" del 27-01-2008)

BASTA CON LA GOGNA, ORA UNITI ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 27-01-2008)

GIUNTA REGIONALE, RIMPASTO SENZA L'UDEUR ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 27-01-2008)

Trenta investitori per napoli est q8 vende i suoli delle raffinerie - patrizia capua ( da "Repubblica, La" del 29-01-2008)

Brevi, schede e richiami 3 ( da "Repubblica, La" del 29-01-2008)

Munnezza, il grande business della camorra ( da "Nazione, La (Nazionale)" del 30-01-2008) + 1 altra fonte

Acerra, salta la gara d'appalto "mancano le garanzie politiche" - antonio corbo ( da "Repubblica, La" del 30-01-2008)

Bassolino verso il rimpasto ma senza l'Udeur ( da "Opinione, L'" del 30-01-2008)

L'emergenza rifiuti ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 30-01-2008)

Avvisi ai naviganti Decine e decine di link. Migliaia di download. Nei giorni della crisi di governo uno dei brani più scaricati in rete è stato Minchia signor Clemente , ironica p ( da "Liberazione" del 30-01-2008)

Lettera aperta a de gennaro - vittorio cogliati dezza e michele buonomo ( da "Repubblica, La" del 31-01-2008)

Rifiuti, il piano De Gennaro arranca tra gli scontri ( da "Manifesto, Il" del 31-01-2008)

Federico Raponi ( da "Liberazione" del 31-01-2008)

Rifiuti, proteste sospese per 48 ore Controlli sanitari sulle discariche. Blitz di Prodi: aiuti per i nuovi impianti ( da "Giorno, Il (Nazionale)" del 01-02-2008) + 2 altre fonti

Nelle strade inghiottite dai rifiuti "un mese dopo è ancora un inferno" - (segue dalla prima pagina) giovanni marino ( da "Repubblica, La" del 01-02-2008)

DISASTRO NAPOLETANO ( da "Libero" del 01-02-2008)

La curia invoca l'aiuto di San Gennaro Il Pd: si intromette ( da "Libero" del 01-02-2008)

<Botte o cancro fa lo stesso> Così la piazza sta fermando il supercommissario ( da "Corriere della Sera" del 01-02-2008)

VIAGGIO NEI 50 SITI FUORILEGGE DEL GIUGLIANESE. I ROM CORRIERI DELLA SPAZZATURA PERICOLOSA: GUADAGNANO 5 EURO A CARICO ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 01-02-2008)


Articoli

L'ambiente è centrale per il Pd Della Seta: il nuovo corso sarà per un ambientalismo del fare (sezione: Monnezze)

( da "Unita, L'" del 25-01-2008)

 

Stai consultando l'edizione del "L'ambiente è centrale per il Pd" Della Seta: il nuovo corso sarà per un ambientalismo del fare di Maristella Iervasi/ Roma L'AMBIENTE al centro della politica riformista e del futuro. Perchè in Italia i temi della salvaguardia ambientale si pongono con urgenza: clima, ecomafie, morsa del- l'inquinamento, dissesto idrogeologico, paesaggio e città, trasporti, energia, e non ultima - per restare alla cronaca recente - la questione rifiuti, con la crisi in atto in Campania. Ben venga quindi la due giorni fiorentina (domani e domenica) dell'"Ambientalismo del fare", slogan e tema del primo appuntamento programmatico nazionale del Partito democratico. Ne parliamo con Roberto Della Seta, responsabile ambiente del Pd. Che rivela: "La nostra ambizione? Segnare un punto di svolta. Rompere con la dimensione conservatrice dell'ambientalismo. Per difendere l'ambiente e i nostri territori - precisa - bisogna fare: costruire tramvie e trasporti su ferro e via mare e non autostrade. Reciclare i rifiuti e dotarsi di termovalorizzatori. Fare ambientalismo non vuol dire opporsi a tutto". Su questo c'è in questi giorni una polemica che investe Pecoraro Scanio. È quello l'ambientalismo del no? "Il problema non è Pecoraro. Non c'è dubbio che anche sulla vicenda Campania si sia visto all'opera un ambientalismo conservatore ed egoista. Adesso però non è il momento delle polemiche, bisogna dare un appoggio pieno e incondizionato al piano annunciato dal commissario straordinario De Gennaro". E qual è la vosta posizione sull'ambientalismo del fare? "Ambientalismo del fare significa dire chiaro e forte che i tram, come gli impianti per il compostaggio dei rifiuti, come le centrali ad energia eolica, come le linee ferroviarie, sono necessari proprio per difendere l'ambiente. Un ambientalismo serio non possa non vedere un'opera positiva nella linea tramviaria fiorentina: il centro storico verrà pedonalizzato, di conseguenza meno smog e traffico automolistico". Le città muoiono di smog, la Campania affoga nei rifiuti... Quale svolta per l'ambiente e l'ambientalismo? "C'è necessità di una discontinuità politica ed ambientale". Vale a dire? "Il centrosinistra ha sempre trascurato le questioni ambientali, ne ha fatto un pezzo di settore e mai una chiave per disegnare lo sviluppo. Il Pd invece ha fatto dell'ambiente uno dei temi fondanti della sua identità riformista, del suo programma". E come muoverà i primi passi l'ambientalismo del fare? "Nel prossimo week-end a Firenze nei forum tematici ci si confronterà con rappresentanti del mondo economico, della scienza, della cittadinanza attiva, per mettere l'ambiente al centro delle politiche per lo sviluppo, la sicurezza e il benessere dei territori. Domenica ci sarà una manifestazione con Walter Veltroni, Joschka Fischer, leaeder ambientalista di successo in Europa, Ségolène Royal e Leonardo Domenici. Poi cominceremo un lungo viaggio attraverso l'Italia".

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Una cura omeopatica per riportare l'etica del mercato mondiale (sezione: Monnezze)

( da "Manifesto, Il" del 25-01-2008)

 

Benedetto Vecchi La liberalizzazione dei mercati e il ridimensionamento del potere dello stato-nazione nel controllo dell'attività economica ha avuto come conseguenza la crescita di quella zona grigia dove le grandi organizzazioni criminali fanno transitare i loro capitali da reinvestire in imprese "legali". Ma il mondo unificato dal mercato vede anche uno sviluppo di iniziative imprenditoriali dove il confine tra il lecito e l'illecito è tanto esile, quanto privo di controlli. È questa la premessa da cui si sviluppa il libro di Loretta Napoleoni sull'"economia canaglia". Il problema che questo saggio consegna al lettore è tuttavia la qualifica stessa di canaglia per attività che spesso di illecito hanno ben poco. È noto che il termine canaglia è stato usato per definire alcuni stati nazionali da comportamento non proprio irreprensibile, dimenticando però i propri scheletri nell'armadio. Dunque un termine che esprime un giudizio morale. È questo il modo con cui lo usa spesso anche Loretta Napoleoni. Non è certo una novità il legame tra attività economica e organizzazioni criminali. Da sempre il denaro accumulato con il crimine è stato poi investito in attività legali. Per restare alla contemporaneità, il riciclo del "denaro sporco" da parte delle varie mafie vede al lavoro uno stuolo di stimati professionisti. La vicenda della cosiddetta "ecomafia" è, a questo proposito, esemplare: imprese presentabili che fanno affari con la criminalità organizzata campana, siciliani o con esponenti della mafia russa, rumena, serba per smaltire i rifiuti prodotti dalla società legale. Ci sono poi le attività che possono essere giudicate moralmente discutibili, ma certo non illegali. Prendiamo ad esempio il capitolo che l'autrice di Economia canaglia dedica alla tecnologia. Pochi gli accenni alla cosiddetta industria della duplicazione illegale, molti invece alla presenza della pornografia in rete, l'unico business che non conosce crisi o recessioni di sorta. Un successo che coinvolge anche i casinò on line, dove il gioco d'azzardo vede un crescente esercito di adepti. L'aspetto più rilevante è quando Loretta Napoleoni, ad esempio, descrive il sottobosco dei giovani che partecipano ai Massively Multiplier Online Games, cioè i giochi di ruolo su Internet a cui partecipano milioni di internauti.. Sono giochi dove bisogna superare ostacoli e spesso combattere mostri o armatissimi concorrenti. Per procurarsi le armi adatte devi avere molto denaro, che il giocatore guadagna superando delle prove. Bene, ci sono "giocatori" che accumulano questo denaro "irreale" e lo vendano in cambio di dollari o euro "reali". Lo stesso vale per Second life, dove il commercio di denaro valido solo per questo famosissimo ambiente artificiale si svolge con valuta del mondo reale. Non si capisce però perché qualificare tutto ciò come "economia canaglia". Può essere discutibile sul piano etico, ma molte attività economiche rispettabili di etico hanno ben poco. Come qualificare, infatti, il comportamento di marchi e griffe di successo quando usano lavoro minorile o relegano la forza lavoro in fabbriche-prigioni? Ed è certo affascinante la spiegazione del successo di alcune regioni del pianeta o di alcune economie nazionali attraverso la messa in evidenza di un tribalismo che permea quelle attività economiche. Ma siamo così distanti dal capitalismo familiare, componente rilevanti di molte rispettate economie nazionali? La necessità di stabilire un buon rapporto tra etica e economia può essere comprensibile, come anche condivisibile è la denuncia della tendenza a produrre denaro attraverso il denaro. E tuttavia la finanziarizzazione ha molti più rapporto con la produzione di quanto è sostenuto nell'Economia canaglia. L'etica, da Spinoza in poi, può essere la chiave di accesso alla critica della realtà, ma solo se si lega allo svelamento dei rapporti sociali su cui si base. Elemento questo che è però assente in questo libro.

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Una regione decisiva (sezione: Monnezze)

( da "Riformista, Il" del 25-01-2008)

 

Una regione decisiva Chi di Campania ferisce di Campania perisce Vedi Napoli e poi muori. Titolo non particolarmente originale, che però ci viene in mente pensando a quanto Napoli e la Campania abbiano influenzato, nel bene (poco) e nel male (abbastanza) l'esperienza di governo del centrosinistra. Dal sorpasso casertano nella convulsa serata elettorale, che consentì la decisiva acquisizione della Campania nel testa a testa al Senato, fino alle impietose immagini di una città incapace di badare a se stessa e che affoga lentamente nei propri rifiuti senza riuscire a individuare un solo responsabile dello scempio che ha fatto il giro del mondo. E con in mezzo le straordinarie performance di personaggi da operetta, che hanno sistematicamente lavorato alla demolizione di una coalizione che annoverava tra i suoi obiettivi principali la riconquista di una credibilità interna e internazionale - a loro dire - fortemente sbiadita dall'esperienza berlusconiana. Romano Prodi si è accorto dell'effetto Napoli quasi subito, in occasione delle votazioni per la composizione della commissione Difesa del Senato, col dipietrista Sergio De Gregorio che passa armi e bagagli col centrodestra in cambio della presidenza. E dire che il Professore era stato lungimirante, attirandosi addirittura gli strali dell'establishment vesuviano per un'esigua rappresentanza campana nella squadra di governo. Col tempo è stato chiaro a tutti che Luigi Nicolais ma soprattutto Clemente Mastella e Alfonso Pecoraro Scanio sono stati più che sufficienti. Partenopea fu anche una delle prime emergenze che il governo dovette affrontare: il caso Napoli, i morti ammazzati, l'edicolante ucciso per rapina, con conseguente piano speciale del Viminale. Perché, ça va sans dire, era una questione di ordine pubblico, un'emergenza nazionale. Mentre rischiò di diventarla - nel mormorio generale si levò la critica di Chiamparino - l'inserimento di Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino nel comitato promotore del Pd. Il resto è più o meno storia dei giorni nostri. Un ministro dell'Ambiente che resta saldo al suo posto di governo nonostante in questi anni si sia distinto per aver guidato la protesta di chi si opponeva alla realizzazione di un termovalorizzatore. E un ministro della Giustizia dimissionario dopo essere stato indagato e aver visto la propria moglie agli arresti domiciliari per un'inchiesta del Tribunale campano di Santa Maria Capua Vetere che ha lasciato perplesso persino Gerardo D'Ambrosio. Tutte questione nazionali, s'intende. Con un unico denominatore comune: la Campania. 25/01/2008.

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Md e le ultime nomine di Mastella: sistemati i suoi (sezione: Monnezze)

( da "Corriere della Sera" del 25-01-2008)

 

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-01-25 num: - pag: 8 categoria: REDAZIONALE L'accusa Magistratura democratica: per la scuola di Benevento scelti il suo avvocato e un pm di S. Maria Capua Vetere Md e le ultime nomine di Mastella: sistemati i suoi ROMA - Nomine "last minute" per il ministro Clemente Mastella che martedì 15 gennaio, il giorno prima di dimettersi, quando ormai già stava scrivendo il discorso pronunciato alla Camera, ha firmato un decreto con cui designa i 5 rappresentanti del Guardasigilli nel comitato direttivo della scuola della magistratura. Si tratta di Donato Ceglie (pm a Santa Maria Capua Vetere, lo stesso ufficio che indaga su Mastella, l'Udeur e Sandra Lonardo), l'avvocato Titta Madia (il difensore della moglie del ministro), il professor Perlingieri di Benevento e altri due docenti universitari. Contro la decisione di Mastella ha preso posizione Rita Sanlorenzo, segretario di Magistratura democratica (Md): "è davvero difficile leggere in un provvedimento di tale contenuto un qualche intento di attribuire alla scuola una autorevole e solida base di partenza". Si spiega il magistrato che guida la corrente di sinistra dell'Anm: "Dopo le molte riserve espresse di fronte al disegno normativo, oggi denunciamo che scelte di tal genere non ne potranno far altro che un apparato di potere marginale e periferico, dominato da interessi politici, localistici e addirittura personali". Md rimprovera al ministro che ha portato alle dimissioni il governo Prodi di aver agito all'ultimo minuto: quando ha nominato nel comitato direttivo della scuola "l'avvocato di famiglia, il preside della facoltà della città di Benevento ", la roccaforte dell'Udeur, "e uno dei sostituti presso la procura di Santa Maria Capua Vetere, lo stesso ufficio che sta procedendo nei suoi confronti e dei suoi congiunti". Al ministero rispondono che l'iter del decreto era iniziato da tempo e che è solo un caso che sia stato firmato il 15 gennaio quando, ormai, in via Arenula c'era già aria di smobilitazione. Ma Md insiste e chiede all'Associazione nazionale magistrati e al Consiglio superiore della magistratura di "opporsi subito a tale degenerazione, chiedendo la revoca immediata del decreto". Livio Pepino, consigliere togato di Md al Csm, ha annunciato che il consiglio, prima di nominare i suoi 7 rappresentanti nella scuola, si dovrà occupare del decreto Mastella: "è davvero questo il metodo per assicurare alla scuola un grande prestigio che sappia fornire una formazione di alto livello ai magistrati?". La scuola voluta dalla riforma Castelli, e poi confermata dalla legge Mastella, è articolata in tre sedi: Bergamo, Firenze e Benevento. E a suo tempo, la scelta di Mastella di spostare una sede da Catanzaro a Benevento ha già suscitato polemiche che, ora, vengono alimentate dal decreto: si assegna infatti al capoluogo sannita la sede del comitato direttivo mentre la qualità dei collegamenti avrebbe dovuto far cadere su Firenze la scelta per il "cuore" della scuola. Il pm Donato Ceglie è napoletano, ha 49 anni ed è considerato tra i maggiori esperti di ecomafie. In magistratura dal 1986, vicino a Md, è consulente dell'Osservatorio nazionale sui crimini ambientali, istituito dal ministro Alfonso Pecoraro Scanio. Ed è tra i firmatari, con altri colleghi, di un esposto contro il procuratore di Santa Maria, Mariano Maffei, ora all'esame del Csm. Vista l'evoluzione della crisi di governo, da alcune indiscrezioni risulta che Ceglie avrebbe in mente di ritirare la sua disponibilità a suo tempo assicurata a Mastella. La vigilia delle dimissioni Le designazioni per l'istituto di formazione delle toghe sono arrivate martedì, il giorno prima delle dimissioni Dino Martirano.

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Una laurea ad honorem vada al popolo italiano (sezione: Monnezze)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 25-01-2008)

 

Commenti Pagina 317 In pazienza e sopportazione Una laurea ad honorem vada al popolo italiano In pazienza e sopportazione --> Rita Levi Montalcini ha ricevuto, honoris causa, la laurea in Biotecnologia industriale dall'università Bicocca di Milano. Una consuetudine, quasi una moda, di questi tempi, incoronare ad honorem illustri personalità. Da Vasco a Valentino Rossi, passando per Mike Bongiorno. Mai che tocchi, però, a un nostro politico. E certo che ce ne sarebbero da diplomare. Chissà se qualche rettore ci stia già facendo un pensierino. Ipotizzando: di primo acchito, la coppia del momento, ovvero Sandra Lonardo e Clemente Mastella, potrebbe disputarsi i titoli in almeno due discipline (entrambe specialistiche): Amministrazioni e Politiche pubbliche e Culture e linguaggi per la comunicazione (ammesso che siano valide le intercettazioni telefoniche). Qualche magistrato napoletano, poi, potrebbe essere tentato di suggerire Scienze delle Professioni sanitarie, ma sarebbe un po' troppo. Da valutare, al limite, l'ipotesi di Terapia occupazionale. Passando a Romano Prodi, troppo semplice assegnargli un attestato in Matematica, nonostante la sua vasta esperienza nel contare i numeri (soprattutto in Senato). Più opportuna per il premier, forse, una laurea in Filosofia (perché, visti i chiari di luna, è solo così, oramai, che deve prenderla). Restando nello scontato, c'è chi vedrebbe bene Lettere per Antonio Di Pietro, anche se altri obiettano: "che c'azzeca?!". All'ex ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, invece, complici i problemini con l'afflusso dei voti alle politiche 2006, è sfuggita per un pelo la nomination in Informatica. Altro discorso per Pecoraro Scanio, Bassolino e Rosa Russo Iervolino: per loro ci sarebbe l'imbarazzo della scelta. Pescando nel mucchio (i campani aggiungerebbero "di rifiuti"): Analisi e gestione degli ambienti naturali, Chimica industriale e gestionale o Valorizzazione e tutela dell'ambiente e del territorio. I più avanguardisti, si dice, opterebbero persino per Viticoltura e Tecniche erboristiche (questa, di solito è appannaggio solo ed esclusivo dei pannelliani più antiproibizionisti). Infine, anche se qualche toga milanese avrebbe da ridire, al Cavaliere spetterebbe una laurea ad honorem in Giurisprudenza, vista la specialità nel campo, ma pare ne abbia già una. La scelta, insomma, sembra ardua. A chi il prossimo alloro? A un senatore a vita in Archeologia? A Veltroni in PoDologia? A Buttiglione in Biologia molecolare della cellula (figurarsi)? A Totò Cuffaro in Politica e istituzioni "comparate"? E perché non al popolo italiano, ad patientiam, in Tecnica della riabilitazione psichiatrica? LUIGI BARNABA FRIGOLI.

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Rifiuti, la Ue vuole sapere (sezione: Monnezze)

( da "Padania, La" del 25-01-2008)

 

Oggi il Consiglio regionale della Campania vota sulla sfiducia a Bassolino Napoli - Questa mattina alle ore 11 il Consiglio regionale della Campania discuterà la mozione di sfiducia, motivata dall emergenza rifiuti e presentata dai consiglieri del centrodestra nei confronti del presidente della Giunta regionale della Regione, Antonio Bassolino. "Lo sa come misuro il mio tempo a Napoli? In tonnellate. Ogni minuto che perdo, 5 tonnellate in più sul disastro". Inizia così l intervista a la Repubblica" del Commissario per l emergenza rifiuti in Campania, Gianni De Gennaro, che, analizzando la situazione nella regione, traduce in numeri l intero problema della Campania dove si producono 7.200 tonnellate al giorno di rifiuti, cui si aggiungono 250mila che sono ferme su strada o sui camion. "Per questo raccomando ai sindaci: collaborate, non serve alzare i muri. Ai cittadini dico: fatemi ogni domanda, esporrò fino alla nausea la ratio del mio piano, ma non chiedetemi di rispondere del passato. Non c è tempo di fermarsi". Detto, fatto. Ieri è attraccata nel porto Canale di Cagliari la nave Italroro two proveniente da Napoli con a bordo 800 tonnellate di rifiuti campani. Sale a tre quindi il numero di traghetti carichi di spazzatura, per un totale di 2.300 tonnellate, arrivati nell Isola nelle ultime due settimane. Nello scalo, ad attendere la nave, c erano, come si è verificato nelle precedenti occasioni, alcuni manifestanti dei movimenti indipendentisti dell Isola. "Farò di tutto perché l occhio vigile della Commissione continui per lungo tempo a posarsi su questa vergognosa situazione, che ha già messo e continua a mettere a gravissimo rischio la salute dei cittadini campani. Ho fatto rilevare la singolarità del fatto che il Governo italiano è l unico, in Europa, a dover affidare la gestione dei rifiuti ad un super-poliziotto, stanti le vistose infiltrazioni camorristiche fino ad ora ampiamente tollerate". Lo ha detto Mario Borghezio, capogruppo della Lega Nord intervendo al parlamento europeo. Su richiesta di Borghezio, il presidente della Commissione, il polacco Libicki, ha chiesto al Commissario europeo all Ambiente di presentare una relazione sulla situazione igienico-sanitaria in Campania. Anche Angelo Alessandri, segretario nazionale Lega Nord Emilia, è intervenuto sul tema: "Con un milione di tonnellate di rifiuti da smaltire in Campania e con nessuna garanzia che riescano davvero a rendersi autosufficienti (e 14 anni dimostrano che conviene pensare molto male), è opportuno continuare a tenere altissima l attenzione in Emilia. Non credo che arriveranno solo 5.000 tonnellate di rifiuti". "Più che un emergenza, è un disastro. L unica soluzione sarebbe quella di usare i sacchi per fare un muro che divida la Campania dalle altre Regioni e lasciarlo lì finché non saranno in grado di risolvere il loro problema. Perché vedere Bassolino, Iervolino e Pecoraro Scanio rimanere imperterriti al loro posto come se fossero esenti da responsabilità non fa altro che confermare l idea che se non si usa il pugno duro, non si risolverà nulla". "Quando si aprono le dighe poi è difficile bloccarle. E a monte il problema sta nelle scelte scellerate del presidente Errani, che ha accettato il rusco di Bassolino, senza chiedere il permesso agli emiliani. Continueremo a vigilare davanti alle discariche emiliane, perché la gente ci appoggia e ci chiede di non mollare, anche quando ha paura a partecipare ai blocchi con noi". "Abbiamo bloccato diverse volte i camion e continueremo a vigilare. Se ci accorgeremo di qualche trucco, chiederemo anche ai cittadini di mostrare finalmente il coraggio di difendere la propria terra". Alessandri: non mi aspetto solo 5mila tonnellate, bisogna continuare a vigilare, gli emiliani sono con noi [Data pubblicazione: 25/01/2008].

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DALLA CRISI SI ESCE DA SOLI (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 25-01-2008)

 

Dalla crisi si esce da soli I rifiuti ostacolano il pronto soccorso Sono un volontario della Croce Rossa Italiana. In qualità di operatore 118, evidenzio un problema che inizia a rivelarsi grave nel momento in cui svolgiamo l'attività di soccorso. L'ingente quantità di rifiuti sui marciapiedi e sulle strade in alcuni punti impedisce il passaggio dei mezzi di soccorso. In alcuni casi è impedito anche l'accesso alle abitazioni perché le porte o i cancelli sono sommersi dai rifiuti. Invito la popolazione, per quanto è possibile, a evitare di gettare rifiuti davanti agli accessi delle case; o, qualora fossero già ostacolati, di segnalarlo agli operatori del 118 nell'atto della chiamata di soccorso, in modo tale da poter inviare, oltre all'autoambulanza, un mezzo dei vigili del fuoco o di una pattuglia delle forze dell'ordine, allo scopo di risolvere il pericoloso imprevisto. Avere i marciapiedi e le strade liberi dai rifiuti è fondamentale; ritardi nel soccorso possono avere gravissime conseguenze sulle condizioni di salute della persona infortunata o colta da malore. Antonio Napolitano - NAPOLI "Io, prigioniero della guerriglia" Racconto quanto ho visto l'altra sera nella zona dell'ippodromo di Agnano. Dopo un pomeriggio che ha visto l'intera area isolata per le manifestazioni, verso le 21, mentre pochi uomini della polizia sorvegliavano i camion per la raccolta parziale dei cumuli, in una zona adiacente alcuni giovani agivano indisturbati e sbarravano tutte le strade in uscita e in entrata, non lasciando un varco per le emergenze, imprigionando decine di automobilisti. Trascorsa più di un'ora, sono cominciate azioni di guerriglia con il lancio di bombe carta verso aree private, adibite allo stoccaggio di merci. Siamo stati in balia dei manifestanti per quasi due ore, finchè non è stato aperto un varco in direzione tangenziale. Tutto ciò non dovrebbe accadere. Giuseppe Caniglia - NAPOLI Tra i rifiuti c'è di tutto L'Assoutenti denuncia che le montagne di spazzatura non raccolta sono stracolme di vetro, plastica, carta, cartoni e imballaggi vari oltre che umido: nessuno interviene a far rispettare le norme, né a ridurre lo spreco generalizzato. Al Vomero c'erano tanti sacchi per uso commerciale; enormi quantità di grandi latte di pelati, piene di residui di pomodoro; cassette, bottiglie, tutto proveniente da attività commerciali. I sacchi non vengono legati e spesso rovesciati. A Napoli, non risulta attivo nessun piano specifico per la raccolta del materiale presso i negozi, in particolare di gastronomia, che in genere depongono i materiali di risulta in ogni momento della giornata o subito dopo il passaggio dei compattatori. Chiediamo che al commissario De Gennaro sia dato il controllo di una task force per multare chi non rispetta le ordinanze in materia di raccolta differenziata, per far rispettare orari e regole della deposizione dei rifiuti. De Gennaro avvii subito un piano di recupero dei materiali da differenziare. Infine chiediamo un patto con le associazioni di categoria per ridurre al minimo la produzione di imballaggi e sacchetti di plastica. Antonio di Gennaro - NAPOLI Ogni giorno che passa più rischi e vergogna Ogni giorno in più aumentano le tonnellate di rifiuti per strada, i topi, i rischi per l'igiene, la vergogna di sentirsi napoletani. In questo tempo c'è stata rabbia, rancore, violenza, ma anche la pacifica speranza della gente di Pianura di non rivivere un incubo; ma lo scenario non è cambiato e ci rimane solo il senso d'impotenza. Ci sono siti mai presi in considerazione ritenuti idonei dagli esperti: perchè non son stati presi in considerazione? Si aspettano gli aiuti da altre regioni ma perchè non si fa partire una campagna pro raccolta differenziata? Magari facendo lavorare quei duemila dipendenti pagati invano. I napoletani hanno bisogno di risposte e fatti, di riprendere una vita normale. Maria Grazia Maglione - NAPOLI Vomero: rifiuti tutti giù per terra In tantissime strade cittadine ci sono cassonetti strapieni, ad esempio al Vomero in via Belvedere e via Santa Maria della Libera da due settimane i sacchetti non vengono prelevati. Un'altissima percentuale dei rifiuti sui marciapiedi era formata da cartoni, bottiglie di vetro e di plastica, alluminio e così via, tutto materiale da poter essere riciclato. Nello stesso tempo le campane per la differenziata erano vuote. Nonostante l'emergenza ci sono commercianti e residenti che continuano a non fare la differenziata. In attesa che le istituzioni si attrezzino e trovino metodi per incentivarla, iniziamo a farla seriamente. Sabino Genovese - NAPOLI Chi sa se arriva un principe buono I cattivi amministratori sono colpevoli dello sfacelo ambientale, del grave attentato alla salute pubblica, del conseguente danno economico, destinato a protrarsi per alcuni lustri. Chi sono i colpevoli? Uno, nessuno e centomila come si vuol fare apparire in tv? No, hanno nome e cognome. Con arroganza, ignoranza, cupidigia, hanno creato un incolmabile gap tra cittadini e istituzioni. Il sommo Alighieri li avrebbe collocati nell'ottavo cerchio dell'inferno. I napoletani, i campani, sono angosciati e sfiduciati. Si spera nella venuta di un principe buono che, con la sua spada, recida a uno a uno tutti i tentacoli che stritolano la democrazia. Il compianto amico e poeta Gennaro Esposito avrebbe sintetizzato così la situazione: "'e puliteche, cu 'a scusa 'e fa' bbene a' gente / s'hanno azzuppato tutte quante 'o pane / e, vuttannose 'ncuollo comm'e 'e cane, / loro hanno avuto merite e ricchezza / e nuje simmo fernute 'int' 'a munnezza". Antonio Parente - NAPOLI I funerali della democrazia Cosa sarebbe successo se invece di una giunta di centrosinistra ci fosse stata una giunta di centrodestra? La Campania in fiamme; in piazza noglobal, verdi, comunisti, greenpeace. Invece silenzio e tacito assenso da tutti i paladini dell'ecologia. Perché, se è nel suo potere, il presidente Napolitano non ha commissariato la Regione? Perché non ci sono stati avvisi di garanzia per disastro ecologico, sanitario ed economico per i responsabili, a tutti noti? Dove sono finiti Pecoraro Scanio e i suoi valletti pronti a protestare su tutto? Dove sono il deputato Caruso e i suoi seguaci che dovrebbero essere vicini alla popolazione in questi giorni infausti? Povera Italia e povera Napoli, abbandonati da tutti per interessi politici e personali. La democrazia è morta. Agonizzava da anni ma in questi giorni si fanno i suoi funerali. Il mondo ci guarda e ci umilia. È questa la democrazia di De Gasperi e di tanti altri che per essa hanno combattuto anche a costo della vita? Pino Occhionero - NAPOLI Tutti parlano nessuno propone Tutti vogliono il potere ma sono bravissimi a fare nulla o solo a incasinare e pensare ai comparielli. Ciò vale per rifiuti, sanità, ecologia, scuola, lavoro, edilizia, giustizia, delinquenza, urbanistica, leggi ad hoc, sicurezza, cultura, senso civico. A proposito della spazzatura: come mai tutto all'improvviso si è bloccato? Non è solo perché il recipiente era pieno. Nessuno propone. Secondo Bassolino, Fini, Iervolino, Pansa, Casini, Di Pietro, Mastella, Pecoraro Scanio, Russo Spena, Francesco Caruso, Antonio Martusciello, De Gennaro, Taglialatela, Mussolini, Alemanno, Sergio De Gregorio, Ronchi, Lepore, Sodano e via dicendo, cosa si deve fare a breve, media e lunga scadenza? Ci sarà un interessamento a Pozzuoli, Quarto, San Giorgio a Cremano, Qualiano, Afragola, Casalnuovo, Arpino di Casoria, Cercola? A Casalnuovo da qualche settimana c'è la triade prefettizia, speriamo che non sia ostacolata da tutti, che abbia voglia di fare, che riceva aiuto, I politicanti locali stanno già manovrando per fare ricorso, trattando la gente per fessi, come fosse proprietà loro. Due volte in tre mesi ci hanno dato i sacchetti per la raccolta differenziata (solo carta e plastica) ma senza spiegare come, dove e in che modo. Antonio Prato, Luigi e Patrizio Sigillo, Luigi e Imma Esposito - CASALNUOVO (NA) Non ha alcun diritto di dire "fate presto" Non si sa se ridere o piangere al "fate presto" della signora sindaco Iervolino, diretto al supercommissario De Gennaro. Come se ci trovassimo di fronte ad una catastrofe inaspettata e non causata certo da chi ci amministra da lustri. Incredibile e incommentabile. Elvira Pierri - NAPOLI In Cina li fucilano Se in Cina un servitore dello Stato fa quello che ha fatto il governatore Bassolino a Napoli viene fucilato e i familiari devono anche corrispondere il costo dei proiettili che sono serviti per l'esecuzione. In Italia quando ti comporti come si è comportato il governatore della Campania ti danno 120 giorni di tempo per riflettere, dopo di che dovrai scegliere tra un posto di dirigente nazionale del partito o di europarlamentare e poi ti puoi dimettere. Abbasso la dittatura e viva la democrazia. Mario Tafuri - SANTA MARIA C.V. (CE) Tutta la munnezza minuto per minuto Ricalcando le vecchie e gloriose radiocronache di Tutto il calcio minuto per minuto verrebbe da dire: spettatori paganti oltre un milione, giornata piena di sole, governatore Bassolino disperso tra i cumuli di immondizia, sindaco per grazia ricevuta in silenzio, Procura et procuratori a caccia (venatoria) o di veline, presidente Prodi in panchina a Ceppaloni (caput mundi), commissario De Gennaro chiuso in Palazzo Salerno a meditare sulle disgrazie della vita, e in stada ogni ora i rifiuti aumentano. Mi domando e dico: è un'emergenza nazionale o invece ci piace giocare a tutti giù per terra? Nel dubbio, l'unica certezza è la monnezza al secondo piano. Alfredo Buoninconti - NAPOLI Le discariche fatele in montagna In merito allo stoccaggio dei rifiuti, in attesa della costruzione dei termovalorizzatori o di successiva destinazione altrove, nessuno ha pensato di scegliere siti in montagna? Lì a volte non ci sono abitanti e coltivazioni a vista d'occhio. Si tenga presente che le pianure in Campania sono ricche di agricoltura di qualità e di allevamenti: inoltre hanno molte falde acquifere, anche a breve profondità. Alberico Stanzione - SALERNO Una canzone malinconica Da cantare sul motivo di "Santa Lucia luntana": Partono 'e bastimente / pe' terra assaie vice / con la benedizione / 'e Bassoline. / A buordo c'è munnezza / tutta napulitana, / sperammo ca dimane / torna a rislendera / chesta città! / Pecché è succieso / stu fatto ccà? / Nisciuno sape niente, / Antonio cu Rosetta / se fanno nu balletto / a taralluce e vino! / E' il triste simnolo / 'e 'sta città!". Antonio Vurgoni - NAPOLI Deve cambiare la nostra mentalità Anche se le strade vengono liberate dai rifiuti, resta a momte il problema dello smaltimento: bisogna far cambiare mentalità alla gente, far capire che senza la raccolta differenziata saremo sempre coperti di rifiuti fino alla cima dei capelli. Ho visto una donna depositare bottiglie di plastica nell'apposto contenitore ma senza averle schiacciate prima. Così si aumenta solo il volime dell'immondizia. Michele Marinaccio - MERCOGLIANO (AV) Bisogna dire no ai governanti del no I siti demaniali scelti per stoccare i rifiuti campani sono inutilizzabili perché non bonificati e non idonei. Con quesat uipocrisia non si va da nessuna parte. Che fanno quelli dell'esercito con i nostri soldi? Giocano ai soldatini? E' ora di dire no ai no delle istituzioni. I cittadini non sono scemi, la guerra è tra noi, anche a Pianura se ne sono accorti. Attaccare Pecoraro Scario è sirreale, ciò che diceva in passato lo diciamo tutti noi, i cittadini che non vogliono morire di cancro. I soldi per le spese militari e le "missione di pace" siano usati per vincere la guerra alla camorra e al malaffare, per rimettere in piedi una regione importante per l'Italia. Senza inceniritori e discariche si può vivere puliti e felici. Prendiamo esempio dai virtuosi americani, non solo quando fanno la guerra preventiva. Anna Palladino - NAPOLI Ma alla fine ce la faremo Il mio suggerimento è manifestare contro quei politici che ci amministrano in maniera indegna, umiliano l'onore di cittadini conosciuti nel mondo come persone che non si piegano davanti a nessuna difficoltà. Con l'aiuto di Dio e di politici di buona volantà sono sicuro che riusciremo ad andare avanti e a ricomuinciare una vita senza rifiuti. Enrico Di Bello - NAPOLI.

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Spazzini per una notte. In discoteca (sezione: Monnezze)

( da "Giornale.it, Il" del 26-01-2008)

 

Di Massimo M. Veronese - sabato 26 gennaio 2008, 07:00 Si sono dati appuntamento al Mood, il disco bar più trendy della città, per un trash party molto cool. Si sono presentati con il look da giusti, guanti di gomma, sacchi di plastica e mascherina sulla bocca, erano più di un centinaio, tutti intorno ai vent'anni, happy hour garantito fino alle due. E hanno ripulito la strada. Alle undici e mezzo lì davanti c'erano tonnellate di immondizia, alle due non c'era più niente. Poi tutti a ballare in discoteca. A Pozzuoli, Napoli, va così: se Iervolino e Bassolino sono lenti ci si arrangia con il rock. A chiamare la pulizia sono state un paio di tipe belle toste, la venezuelana Barbara Clara, ex miss Italia nel mondo, e l'ex letteronza Andrea Delogu: fanno disco music con il nome di "Cinema 2", già una volta hanno improvvisato un concertino alla Centrale di Milano durante uno sciopero dei treni. Un paio di giorni fa hanno spedito via internet un Sos ai 130mila napoletani iscritti alla community Badoo.com, con l'invito a darsi un sacco da fare: "Allora, siete pronti? Vedete in che condizioni si trova questo posto? È uno dei tanti angoli della città. Ripuliamolo". Molti hanno pensato fosse un bidone, ma 20mila contatti dopo un pezzo di Napoli sembrava Zurigo. Pare che per celebrare il successo le due tipe abbiano organizzato una festa a inviti. Non si accettano rifiuti.

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193 (sezione: Monnezze)

( da "Corriere della Sera" del 26-01-2008)

 

Corriere della Sera - MILANO - sezione: Tempo Libero - data: 2008-01-26 num: - pag: 19 categoria: BREVI 193 Le discariche abusive tra Milano e hinterland, citate nel rapporto "Ecomafia" di Legambiente e denunciate nello spettacolo.

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Nomine last minute dell'ex Guardasigilli Prodi: verificherò (sezione: Monnezze)

( da "Corriere della Sera" del 26-01-2008)

 

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-01-26 num: - pag: 11 categoria: REDAZIONALE Cinque designati Nomine last minute dell'ex Guardasigilli Prodi: verificherò ROMA - Le nomine "last minute" deliberate per decreto il 15 gennaio dall'ex Guardasigilli, Clemente Mastella, sono state portate all'attenzione del Consiglio dei ministri da Romano Prodi: "Sto assumendo tutte le informazioni del caso", ha detto il premier dimissionario che una settimana fa aveva assunto l'interim per la Giustizia. Il "caso" - 5 nomine per il comitato direttivo della scuola della magistratura, tra cui l'avvocato di famiglia di Mastella - non è sfuggito ad Antonio Di Pietro che ha consegnato a Prodi una lettera assai polemica sul metodo usato dal leader dell'Udeur. Di Pietro, che insieme ai magistrati si è sempre opposto al controllo dell'esecutivo sulla scuola chiamata dal prossimo settembre a valutare i curricula delle toghe, ricorda come anche la scelta della sede principale della scuola (Benevento) sia un rischio: "La scuola trova inopinatamente sede nel medesimo collegio elettorale prediletto dal ministro della Giustizia di turno...Ma vede il suo organo collegiale collettivo dominato dai componenti designati dallo stesso ministro per cui sono chiare oltre ogni dubbio le manipolazioni di intangibili precetti costituzionali". Per questo, il decreto va bloccato. Mastella, però, non molla la presa e conferma che la sua scelta è stata compiuta quando era legittimato a farlo: "In piena autonomia e sulla base di criteri ben precisi". Si spiega meglio il leader dell'Udeur: "Ho indicato il dottor Donato Ceglie, pm a Santa Maria Capua Vetere, esperto di ecomafie; Pietro Perlingieri, preside della facoltà di Economia del Sannio, professore di diritto civile, già rettore dell'Università di Camerino, Salerno, Campobasso, Benevento ed ex membro del Csm; Angela Del Vecchio, docente di diritto internazionale alla Luiss; l'avvocato Titta Madia, serio professionista e mio consulente giuridico; Chiara Cacciavillani avvocato del Foro di Venezia e professoressa di diritto amministrativo". Ecco, conclude Mastella, "li ho scelti per le loro diversificate competenze e volendo che ci fossero due donne su cinque componenti". Infine, "chi scrive che io ho firmato il decreto di nomina dopo la tragedia dell'arresto di mia moglie rispondo che si tratta di una falsità. Il decreto è precedente ed è maturato a seguito di una decisione ponderata e presa da tempo". Tuttavia, il criterio-Mastella ora viene smontato da Magistratura democratica che, dopo aver denunciato con il segretario Rita Sanlorenzo il caso, registra nella sua mailing list la presa di posizione del pm Donato Ceglie: "Informo che è mia intenzione di rinunciare immediatamente e senza esitazione alla nomina ricevuta con decreto ministeriale". Segue lunga e articolata motivazione del passo indietro. Sempre ieri, il Consiglio dei ministri ha comunque avviato le procedure per una serie di nomine: tra le altre quelle di Enrico Gelpi, presidente dell'Aci; Fulvio Balsamo, presidente aggiunto della Corte dei Conti; Pietro Cipollone, presidente del Servizio nazionale di valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione (Invalsi). Sempre in tema di nomine, il direttore generale della Rai, Cappon, ha promosso 21 funzionari al ruolo di dirigente. La scelta, lamentano i consiglieri Curzi e Staderini, non è stata preventivamente comunicata al Cda. Dino Martirano.

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E Napoli chiede il miracolo a San Gennaro anti-munnezza (sezione: Monnezze)

( da "Libero" del 26-01-2008)

 

Prima pagina 26-01-2008 E Napoli chiede il miracolo a San Gennaro anti-munnezza di MATTIAS MAINIERO San Genna', ma guarda un po' tu che ci tocca vedere e sopportare a noi napoletani. Pure a te ieri sera hanno rotto le scatole. Tu te ne stavi per i fatti tuoi nel Duomo, beato e pacifico. Oddio, più santo che beato, e forse neppure tanto pacifico, visto quello che sta succedendo in città, la tua città. Ma questa è un'altra storia. Io, San Gennaro carissimo, ora voglio e devo parlarti di ieri sera. A te, che già sai, e soprattutto ai nostri lettori, che forse anche loro già sanno e staranno sorridendo o mettendosi le mani nei capelli. San Gennaro, io voglio parlarti di questi napoletani che ieri sera, ore 20 per la cronaca di noi comuni mortali, hanno preso le tue ampolle e le hanno portate in processione lungo la navata del Duomo fino all'al tare. Un San Gennaro anti-munnezza, come se tu fossi un commissario superstraordinario nominato dal governo celeste per ripulire strade e vicoli. Un santo come ultima speranza di una città. Gesù mio, ma qui veramente bisogna mettersi le mani nei capelli. E non per il santo e le ampolle tirate fuori dalla cappella del Tesoro, per quei fedeli in preghiera, per il cardinale Crescenzio Sepe che ha voluto la processione. No. Se loro ci credono, se pregare li consola, facciano pure. Liberissimi e padronissimi. Tutto il rispetto. Perché, se una città si riunisce in preghiera sperando che così facendo si risolva l'emergenza rifiuti, vuol dire che quella città o ha perso la testa oppure è rimasta sola. Vuol dire che a Napoli, dopo giorni e giorni di accuse, polemiche, piani straordinari, nomine, dibattiti televisivi, ruspe ed esercito, non è stato fatto proprio nulla. E vuol dire anche che quella è una città disperata, in mano ai diavoli, una città-inferno. Scusa il gioco di parole, San Genna': ma questi qui, questi napoletani qui, proprio non sanno a quale santo rivolgersi, a chi raccomandarsi. E così, se l'uomo non si muove, si rivolgono al cielo e scomodano persino te, giocano la carta delle situazioni drammatiche, dei mali incurabili, delle eruzioni del Vesuvio, dei terremoti, della peste e delle carestie. E non lo fanno per folklore, perché amano la sceneggiata e i mandolini. Troppo semplice metterla così. Ora ti spiego io. Devi sapere, San Gennaro, e devono sapere tutti i lettori, di Libero e non, che ieri a Napoli, in consiglio comunale, era in votazione la sfiducia ad Antonio Bassolino. Ora tu, patrono mio, hai a che fare con cose celesti, cose limpide, pulite. Lassù da te, se uno combina un gran casino, non gode più di fiducia alcuna. Non so bene come funzionino le cose dalle tue parti. Posso immaginare, però, che un tizio che ha sbagliato, e anche di brutto, precipiti diritto all'in ferno. C'è una giustizia, da te. Quaggiù le cose vanno un po' diversamente. C'è stato fermento in consiglio comunale, qualche consigliere è uscito dall'Aula, qualche altro consigliere si è astenuto. E Antonio Bassolino non è stato sfiduciato. Hai capito un po', San Gennaro? L'uomo ritenuto da mezzo mondo responsabile di una situazione che ha dell'incredibile, roba da Terzo se non addirittura Quarto Mondo, il governatore della munnezza, l'ex commissario straordinario, proprio lui, il vicerè Totonno Bassolino, sta ancora al suo posto. Come l'immondizia, il fetore, i cassonetti bruciati e la disperazione dei napoletani. Sono inamovibili, questi due monumenti partenopei. Da una parte la merda, dall'altra Bassolino. Inamovibili e perenni. Sfidano i secoli, i partiti che nascono e muoiono, i governi che cadono e prima o poi rinasceranno. Sfidano la logica e vincono sempre. Dimmi la verità, San Gennaro, e raccontala anche a chi ora ride. Da quanto tempo Antonio Bassolino è sindaco e poi governatore? E da quanto tempo c'è l'immondizia a Napoli? E da quanto tempo non si riesce ad avere un solo vicolo decente? E allora che devono fare i napoletani? Continuare a vivere tappandosi il naso? Aspettare e sperare che il colera se li porti via? Ieri i napoletani, molti napoletani, si sono riuniti in preghiera attorno a Crescenzio Sepe. Parole di fuoco, quelle del cardinale che ha chiesto al Signore di illuminare i responsabili, ha parlato di una città agonizzante e una realtà impossibile da giustificare, ha invitato i cittadini a rialzarsi e lottare, ha spronato le istituzioni a fare presto. Pensa un po', San Genna': il cardinale ha fatto il sindaco, ha fatto ciò che avrebbe dovuto fare Rosa Russo Iervolino. E allora, se a Napoli le cose stanno così, perché meravigliarsi se il popolo si rivolge direttamente al suo santo non sapendo più a chi rivolgersi? Piombiamo nel Medio Evo? Suscitiamo ilarità? Ci bec- chiamo la solita accusa di terroni? Può darsi. Ma tu, San Genna', futtatenne. Tu lo sai: da queste parti ti pregano anche per far trovare marito alla figlia bruttina, per vincere con i numeri al Lotto e con il Totocalcio. Ti pregano persino per la salute di Maradona che ha preso troppa coca e troppi peccati ha commesso. Da queste parti, San Gennaro non è solo San Gennaro. È un amico importante, un vicino di casa che però abita al Duomo. Anche i laici e gli spretati da queste parti credono in San Gennaro. Poi negano, ma ci credono. E allora, carissimo San Gennaro, non arrabbiarti e facci questo miracolo: rendi inoffensivo Bassolino, limita in qualche modo Rosa Russo Iervolino, regola tu i conti con Pecoraro Scanio. San Genna', noi ti abbiamo pregato. Ora spetta a te. Non tradirci. Almeno tu non tradirci. P.S. Mentre stiamo scrivendo non sappiamo se a Napoli ci siano stati miracoli e se il sangue di San Gennaro si sia liquefatto o meno. Sappiamo, però, che l'immondizia, solida e puzzolente, è ancora lì. E anche Bassolino. San Genna', mi raccomando, tra noi c'è un patto millenario. Non ti puoi tirare indietro. Tu no. Non lo hai mai fatto. Mica tu sei un Bassolino qualunque. Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.

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Quando capiranno sarà troppo tardi (sezione: Monnezze)

( da "Libero" del 26-01-2008)

 

Attualità 26-01-2008 Quando capiranno sarà troppo tardi I napoletani inveiscono e strepitano vedendo le loro strade invase dai rifiuti. Ma, nessuno di costoro ha inveito contro la Iervolino e Bassolino. Incredibile! A Ceppaloni per la signora Lonardo, applausi, fiaccolate, petali di rosa e tanti attestati mielosi. Per i napoletani questi tre personaggi sembrano, se non del tutto estranei al problema della mala politica, benemeriti. Quando capiranno che tutti e tre sono responsabili di una stessa malapolitica finalizzata, con modalità diverse, all'interesse privato, sarà troppo tardi! Giuseppe Politi Brindisi Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.

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ENERGIA DAI RIFIUTI UNA NUOVA LOBBY (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 26-01-2008)

 

Energia dai rifiuti una nuova lobby PIETRO GARGANO Il commissario De Gennaro ha un compito a orologeria, della durata di quattro mesi: dovrà ripulire le strade tamponando la cosiddetta emergenza, che tale non è giacché dura da quindici anni e più: una sozza normalità. Di più non gli si può chiedere. E intanto resta molto da fare, alcune faccende subito, altre da scadenzare. Dovrebbe nascere un progetto virtuoso, ora e qui. I lettori del Mattino richiamano a questo obbligo di fare presto. La magistratura napoletana che indaga sull'ecomafia lamenta di non avere uomini e mezzi sufficienti. Dovrebbe trovarli il governo, ma il governo non c'è più. Le nuove lobby sorte attorno ai rifiuti - in fatto di energia il petrolio del domani - hanno campo libero, chi sa per quando. E il piano di sicurezza promosso dall'oramai ex-ministro Amato non ha fatto grandi passi avanti. La camorra che sversa munnezza tossica resta in sostanza impunita. Un industriale del nord ha confessato che facendo interrare illegalmente al sud i rifiuti velenosi paga dieci volte in meno di quanto gli costerebbe una discarica legale. Questi signori hanno commesso crimini: chi li individuerà, chi li punirà? Spetta ai giudici, il governo dovrebbe varare leggi restrittive; ma alla magistratura continua a mancare l'essenziale e il governo non c'è più. E non è solo questione di attentato all'ambiente, è una emergenza - questa sì - per la salute. È stato ordinato uno screening sugli abitanti di Pianura, a conferma che l'allarme non era solo un lamento. In Campania si muore di cancro più che altrove: a quando i dati sulle malattie in aree contaminate? A quando le bonifiche? Ma il governo non c'è più. E gli amministratori locali rimasti al loro posto, per quanto potrebbero fare sono delegittimati agli occhi della pubblica opinione. I campani, soli, possono almeno cominciare a fare la raccolta differenziata.

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SCARICHI ILLEGALI, CHI PAGA? (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 26-01-2008)

 

Scarichi illegali, chi paga? Il progetto dell'ecomafia Quale regia c'è dietro al mancato progetto di raccolta differenziata? Perchè le aziende realizzano imballaggi over-size per i propri prodotti? Perchè i commercianti a Napoli si ostinano a buttare plastica e scatoli non compattati nell'immondizia ordinaria? Perchè c'è difficoltà a costruire inceneritori? L'immondizia è fonte di energia; l'eco-mafia vuole mettere mano sull'energia, forse c'è già dentro. L'energia vale più dell'oro, più del denaro, più del mattone. Con l'energia controlli una nazione intera, le sue industrie e quindi puoi decidere la sorte del Paese. Ogni fonte di energia vale quanto il petrolio, anche la munnezza. Bloccare la raccolta di immondizia in una regione significa cercare di mettere ai propri piedi politica e imprenditori, quelli che devono decidere dove costruire e quanto denaro spendere per realizzare inceneritori che diano energia. Non è possibile che in 14 anni non si sia programmato un piano di smaltimento dei rifiuti con tutti i miliardi spesi. Quindi la criminalità organizzata sulla munnezza c'è. Acqua calda. Ma dove vogliono arrivare? Probabilmente ad avere il controllo degli appalti della costruzione di termovalorizzatori. Far assumere le persone che dicono "loro", per controllare una parte di energia, una parte delle industrie. Le popolazioni si ribellano pacificamente per la riapertura di discariche; altri, possibilmente minorenni, fanno saltare in aria automezzi delle autorità; altri incendiano per creare subbuglio. Stiamo assistendo a un passaggio critico della nostra società, il possibile accaparramento dell'energia: una nuova lobby che sarà dura da sconfiggere. Perchè i magistrati che fanno il loro dovere vengono tacciati. Perchè i politici "ribelli" rischiano potere e vita. Perchè certi giornalisti hanno il bavaglio. Perchè ai cittadini non interessa che fine facciano i propri soldi purchè sotto le loro case resti pulito. Marco Maraviglia - NAPOLI L'angoscia per domani Ormai non più un segreto che in Campania si muore e ci si ammala di tumore più che nel resto del Paese; che mangiamo da anni prodotti altamente tossici e contaminati. L'ex Campania Felix è disseminata di discariche legali o abusive (2.000) e accanto a ogni campo coltivato a frutta e verdura continuano a sversare di tutto e di più. Ciò che non è del tutto chiaro è come sia possibile che tutto accada nel silenzio totale delle istituzioni e nell'indifferenza generale. Anzi, la nostra classe politica continua a farci credere che è solo un'emergenza temporanea e che in Campania nessuno è mai morto di immondizia (parole del sindaco Iervolino). Si è paragonato il traffico di rifiuti tossici a quello della droga e delle armi. Chi lucra da tempo in questo settore è diventato multimilionario: perché smettere, perché cercare una soluzione? Per caso il traffico internazionale di droga è stato debellato? Certo, si tenta di contrastarlo ma alla fine sopravvive. I moderni trafficanti sono solo all'inizio della loro opera. Quando la Campania non avrà più una sola cava da utilizzare per i rifiuti, quando tutti i campi saranno disseminati di scorie di ogni tipo, quando tutte le discariche saranno stracolme, allora i criminali dovranno pur cercare altri spazi disponibili. In fondo la Campania è piccola ed è arrivata alla frutta. Si sposteranno verso regioni vergini e poi esploreranno gli spazi all'estero. Così anche la laboriosa classe industriale che tanti ci invidiano un giorno si troverà sotto casa le sue scorie, quelle stesse che aveva affidato a "chi di competenza" per un veloce e più competitivo smaltimento senza porsi il problema di dove vanno a venire quegli scarti. Perché i nostri politici non vanno alla radice? Smaltire legalmente gli scarti industriali è così poco conveniente da spingere le aziende verso le scorciatoie che stanno distruggendo una regione? Un imprenditore ha confessato che così facendo si risparmia fino a dieci volte rispetto a uno smaltimento legale. Nel frattempo esorto i miei concittadini che possono a scappare prima che sia troppo tardi. Il futuro dei nostri figli non abita più qui. Claudia Paolillo - NAPOLI Le industrie e la camorra I camorristi sono incalliti e spietati delinquenti che spesso arrecano danni irreparabili alla comunità. Si pensi a quelli causati dal traffico e dall'interramento di rifiuti tossici in tanti terreni della Campania, che per la permeabilità dei suoli e conseguenti avvelenamenti delle falde acquifere o per la volatilità delle sostanze venefiche in esse contenute hanno accusato addirittura nascita di bambini con gravi malformazioni. Andrebbero puniti con la pena capitale, cosa che ovviamente il nostro grado di civiltà ci vieta. Ma non dovrebbe impedirci di infliggere loro con speciali leggi, snelle ma più incisive, delle pesantissime pene detentive e la confisca di tutti loro beni. Nel contempo, come definire sul piano morale i proprietari di industrie chimiche e affini, dislocate soprattutto nel nord, che, per risparmiare danaro occorrente per la distruzione degli scarti venefici con tutti i crismi della legale tecnologia, per sbarazzersene senza scrupoli si servono proprio della camorra. Quali pene meriterebbero di subire? Bruno Biondi - NAPOLI Ho dieci anni vorrei vivere serena Sono una bambina, ho quasi dieci anni e vivo a Napoli, nel quartiere Fuorigrotta. A me piace molto la mia città, ci vivo volentieri e vorrei passarvi il resto dei miei giorni felice e serena. Ma come faccio a vivere bene se ci sono montagne di spazzatura? Dovunque vado, dovunque mi giro, vedo spazzatura. Proprio non so spiegarmelo, per questo dico a tutti quelli che hanno potere di risolvere al più presto questa terribile emergenza. Maria Virginia N. - NAPOLI Salvato Bassolino non voto più per F.I. Bassolino ringrazia. Non i compagni del centrosinistra ma i dodici senatori di Forza Italia che hanno consentito, con la loro assenza, la bocciatora della risoluzione dell'on. Calderoli, intesa a mandarlo finalmente a casa. Da vecchio elettore di Forza Italia sono rimasto stupito e disgustato. Non voterò più (e come me chi sa quanti altri) per il partito dell'on. Berlusconi, essendo venuto meno il vincolo di fiducia fra elettore ed eletto. Andrò ad aumentare il numero dei non votanti, visto che non posso certo sostenere i governanti che stanno portando alla rovina Campania e Italia. Un plauso, invece, al senatore Scalera che ha avuto il coraggio di votare a favore della risoluzione di Calderoli. R. C. - NAPOLI Anche la scuola oggi è assediata Ieri la scuola traballava. La Comunità europea ci venne in soccorso con i Fondi sociali. L'alternanza scuola-lavoro, con gli stage in periodo di sospensione dell'attività didattica, essendo percorsi formativi dovevano arricchire le conoscenze degli allievi. Ma erano "formale documentazione" e servirono per abolire le ore di lezione previste dalla legge. La scuola cominciava a procurare povertà di conoscenze, anticamere della povertà. Chi lo notava era discreditato. All'Ocse non è sfuggito: il sapere, la cultura erano dimezzati. Nell'indifferenza di tutti, ministri compresi. Oggi la scuola è assediata da cumuli di rifiuti, procurati forse dalla stessa indifferenza. Si chiude, eppure non ce lo possiamo permettere. Non si respira né aria di sapere né cultura. Si respira aria maleodorante. 'A munnezza, passo dopo passo, prevale sulla scuola. Eppure diciamo di essere un Paese civile e moderno. Ugo Finelli - POMPEI (NA).

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CON IL GOVERNATORE 29 CONSIGLIERI SUI 49 PRESENTI. SERVONO SCELTE SU RIFIUTI E RIFORME. SUBITO IL RIMPASTO (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 26-01-2008)

 

Con il governatore 29 consiglieri sui 49 presenti. "Servono scelte su rifiuti e riforme. Subito il rimpasto" CORRADO CASTIGLIONE Avviare una nuova stagione politica in Campania, con un rimpasto di giunta che dia spazio ai tecnici, con una coalizione che probabilmente non potrà contare più sull'apporto dell'Udeur e con un programma essenziale da attuare: nodo-rifiuti, statuto e decentramento. Quando? Nei prossimi mesi. Fino a quando? La domanda non trova risposte, lasciando aperta l'eventualità di una chiusura anticipata della legislatura. Rompe il silenzio il governatore Antonio Bassolino nella seduta di Consiglio in cui senza troppi affanni la maggioranza respinge la mozione di sfiducia presentata dalla Cdl (29 no, 17 sì, 3 astenuti). In aula si parla di rifiuti, ma anche dei destini della Regione e al presidente della giunta non sta a cuore solo difendere le proprie scelte in tema ambientale e ammettere (come già ha fatto per il passato) i propri errori. Piuttosto, c'è da rispondere ai molteplici inviti alla svolta nell'azione di governo regionale che provengono da diversi segmenti del centrosinistra. E Bassolino non si sottrae nel lungo e articolato intervento che durerà un'ora e mezza. Si parte dalla crisi rifiuti: il governatore ribadisce che sarebbe da irresponsabili dimettersi ora e torna a delineare la costruzione del percorso che porti la Regione a rientrare nei poteri ordinari, al termine del mandato di De Gennaro. Altrimenti, dice senza mezzi termini, il rischio è "il disastro, la rovina" che colpirebbe tutto lo schieramento politico. Ma le novità più significative arrivano nella seconda parte dell'intervento, quando Bassolino si sofferma sul rilancio dell'azione di governo. Il governatore cita Emanuele Macaluso che sul Mattino sottolineava la necessità di "aprire una nuova stagione" e invitava Bassolino a mettersi "in discussione" e ad essere "disponibile a uscire di scena". E osserva: "Anch'io penso che ci sia bisogno di una fase di nuova stagione politica, con segnali forti e veri di discontinuità, mettendoci tutti in discussione". Personalmente ricorda di averlo già fatto a San Giovanni a Teduccio nel 2006 quando dopo la vittoria della Iervolino annunciò di aver deciso di non ripresentarsi alle successive elezioni regionali dopo quattro turni elettorali tra Comune di Napoli e Regione Campania: "Non voglio difendere - dice - un posto, o un ruolo che posso lasciare in un momento, in un secondo". Come dire: non sono attaccato alla poltrona. Dunque, si resta, "ma non per tirare a campare o andare avanti per inerzia. A tutti i costi". E qui - come aveva preannunciato ai capigruppo di maggioranza - precisa: "Bisogna dare segnali forti di discontinuità, ma veri. Non quelli che uno chiede per gli altri o attraverso ipotesi semplicistiche come l'azzeramento della giunta". Parla di rilancio: "È con serietà che dobbiamo dare risposte. Non mi interessa una operazione di immagine. Dobbiamo aprire strade nuove. Bisogna aprire un laboratorio democratico di confronto con i cittadini. Ce la faremo? Dipende". Per fare cosa? Bassolino elenca tre punti: "L'emergenza rifiuti non si risolve con una staffetta, al termine del mandato di De Gennaro. In mezzo c'è da fare un lavoro complesso, costruire la rete per evitare che la Campania, alla fine dei 100 giorni, sia in ginocchio. L'effetto sarebbe il disastro, la rovina. C'è poi lo statuto regionale da approvare e il decentramento con le deleghe da affidare ai comuni. Dobbiamo lasciare l'eredità più giusta a chi viene dopo. Altrimenti avrei già fatto altre scelte". Come? Con una giunta nuova che darà spazio ai tecnici: "Si va avanti per avere una Regione con le porte aperte alle competenze, ai saperi, alle professionalità". Nel quadro di una coalizione che probabilmente non conterà sull'Udeur, giacché spiega che "a Roma come a Napoli e in Campania si è chiuso il ciclo politico cominciato nel '98". Mentre da Ceppaloni Clemente Mastella frena: "Aspettiamo prima di risolvere le vicende umane dei nostri esponenti di partito. Dopo di che si discuterà con serenità".

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De Gennaro garante Sigillerò io i siti Rifiuti: Benevento protesta, insorge Ariano (sezione: Monnezze)

( da "Resto del Carlino, Il (Nazionale)" del 27-01-2008)
Pubblicato anche in:
(Nazione, La (Nazionale)) (Giorno, Il (Nazionale))

 

De Gennaro garante "Sigillerò io i siti" Rifiuti: Benevento protesta, insorge Ariano di NINO FEMIANI ? NAPOLI ? SI FERMA LA VALLE Caudina. In migliaia hanno protestato contro la riapertura della discarica di Montesarchio, nel Beneventano, ma il commissario Gianni De Gennaro conferma il suo piano dei cento giorni, che prevede l'apertura di tre discariche (tra cui Montesarchio) e di tre siti di stoccaggio. In 3mila (10mila, per gli organizzatori) bloccano strade e paesini della Valle, urlando slogan contro Bassolino e l'ex capo della polizia. Striscioni, cartelli e invettive, però la manifestazione non degenera e si conclude davanti alla discarica di Tre Ponti. Ma il commissario non tentenna. "Ho una missione da svolgere in cento giorni: togliere l'immondizia dalla strada", dice dopo un incontro con il presidente della Provincia sannita, Carmine Nardone. "Non è giusto vedere bambini che vanno a scuola tra cumuli di immondizia. È a loro che penso". DECISIONI RAPIDE, promette: appena avrà il via libera da geologi e sanitari, aprirà le discariche chiuse. Anche le scadenze saranno tassative. "Ho stabilito il 30 aprile come chiusura di Tre Ponti e a quella data sarò io stesso ad apporre il lucchetto alla discarica". I sindaci sanniti sembrano limitarsi a chiedere controperizie (quello di Montesarchio 'offre' a De Gennaro un milione di euro per fare la discarica altrove), mentre nell'Avellinese si mobilita invece Ariano Irpino per impedire la riapertura di Difesa Grande. Intanto i primi risultati iniziano a vedersi. Napoli è pulita al 90 per cento (si è passati da 7.000 a 700 tonnellate ancora per strada: saranno rimosse entro 48 ore), grazie anche agli sforzi della municipalizzata Asìa che mette al lavoro 2mila persone a notte. Per questo le parole del cardinale Sepe hanno creato un 'incidente diplomatico' con il sindaco. VENERDÌ SERA il presule aveva fatto sfilare le ampolle con il sangue di San Gennaro in duomo, chiedendo protezione con parole dure: "Lo grido con forza: la nostra adorata, martoriata, generosa e sofferente Napoli non si salverà se Napoli non ha voglia di salvarsi. Rialzati Napoli!". Un monito che non era piaciuto a Rosa Russo Iervolino: "A ognuno il suo mestiere, il cardinale faccia il cardinale". Salvo poi, raffreddata la stizza, aggiungere che "non c'è nessun attacco alla Chiesa, e men che mai al cardinale". Laicità e fede si intrecciano anche davanti al sito di stoccaggio di Marigliano, fuori Napoli, dove i dimostranti (700, con sindaci e parroci) sistemano una gigantografia della Madonna di Fatima, mentre un manipolo va a bloccare per un'ora il traffico sull'Asse tra Nola e Villa Literno. - -->.

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Una valanga di rifiuti speciali - maurizio bologni (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 27-01-2008)

 

Pagina II - Firenze I NUMERI Una valanga di rifiuti speciali Ne produciamo 7,5 milioni di tonnellate, un terzo fuori controllo gli impianti Sono meno del necessario, aiuterebbe un'iniziativa privata più spinta Sono legati alla lavorazione delle imprese. Cinquecentomila tonnellate sono scarti pericolosi Escono dalla Toscana più rifiuti di quanti arrivano: diamo agli altri una parte della nostra spazzatura L'Arpat nel 2007 ha denunciato alla magistratura 164 tra aziende e smaltitori il 36 per cento è la percentuale che esportiamo in più rispetto a quella che importiamo le opere pubbliche Inattuato l'obbligo per chi vince un appalto di utilizzare al 30% materiale di recupero MAURIZIO BOLOGNI (segue dalla prima di cronaca) Per ogni chilo di rifiuto urbano, la Toscana ne produce tre di rifiuti speciali, fanghi delle cartiere e delle concerie, inerti delle acciaierie e resti del tessile, la marmettola e altro che viene dalle cave, gli avanzi di lavorazioni industriali grandi e piccole, fino ai "pericolosi", tetti in eternit e batterie esaurite, idrocarburi e fitofarmaci, morchie, tanto altro ancora. Più precisamente, a fronte di quasi 10 milioni di tonnellate di rifiuti scartati ogni anno in Toscana, poco più di 2,5 milioni (appena il 25%) sono urbani e quasi 7,5 milioni (ben il 75%) sono speciali, abbandonati al "libero mercato" delle imprese che sono autorizzate ad esportarli anche fuori regione e fuori Italia. Cosa che per gli urbani non si può fare. I numeri fondamentali sono questi - stando ai dati ufficiali, è bene ripeterlo - perché molti elementi testimoniano che la produzione toscana di rifiuti speciali è assai più massiccia. Lo provano le discariche abusive di speciali scoperte di tanto in tanto qua e là, a volte autentiche colline, come mesi fa accadde a Piombino nei pressi della Lucchini. Lo provano montagne di "rifiuti abusivi", alimentate da "speciali" inequivocabilmente e vergognosamente targati "aziende toscane", scovate di tanto in tanto dalle forze dell'ordine una volta alle falde del Vesuvio e un'altra in Puglia o in qualche regione del nord d'Italia. Procure e ambientalisti ritengono che ai controlli sfugga il 30% dei rifiuti speciali. Ma c'è un altro dato che imbarazza. La Toscana - e siamo ancora ai dati ufficiali, certamente sotto stimati rispetto al reale - "esporta" rifiuti speciali in quantità maggiore, molto maggiore, di quanto "importa": fuori regione vengono conferite 1.565.632 tonnellate di rifiuti speciali a fronte di un import che si ferma ad 1.150.329 tonnellate. Ufficialmente, dunque, esportiamo il 36% in più di quanto importiamo. E basterebbe questo dato a porre ombre serie sulla responsabilità sociale che la Toscana, intesa in senso largo, mostra nei confronti delle regioni confinanti e in particolare di quelle del sud, affogate anche dalla nostra monnezza industriale. Se poi si dà credito all'autorevole contabilità non ufficiale, quella degli ambientalisti, la quantità di spazzatura delle imprese scaricata fuori dai confini del Granducato sarebbe una valanga: la metà del totale. Insomma una quantità di "speciali" almeno pari a quella degli urbani, poco più di 2,5 milioni di tonnellate, che vengono smaltiti nella regione. "Obnubilati dall'ossessione del nanogrammo" dice, con definizione azzeccata, un ambientalista di lungo corso, per significare come il dibattito sugli incerti effetti delle emissioni in atmosferica degli inceneritori, o termovalorizzatori che dir di voglia, catalizzi l'attenzione di tutti, dai cittadini alle istituzioni e ai media, pur essendo questione per l'appunto "nana" rispetto alla mole del problema rifiuti speciali: è del 20-25% la frazione combustibile dei rifiuti urbani, che a loro volta rappresentano un quarto dell'intera montagna di spazzatura annualmente prodotta. Questione "nana", appunto. Altre dimensioni ha la valanga dei rifiuti speciali. Tanto da rendere difficile fare ordine, avere riferimenti e numeri certi. La Regione, ad esempio, nella relazione appena presentata dall'assessore Annarita Bramerini, in una pagina delle slide ci dice che dei quasi 7,5 milioni di tonnellate di rifiuti speciali prodotti dal sistema industriale toscano, il 45,4% viene recuperato, il 12,3% viene stoccato e posto in giacenza, appena l'1,9% viene smaltito in discarica. C'è poi una fetta importante dell'intera torta, la seconda per importanza che rappresenta il 20,7% del totale e che - riporta testualmente la slide - viene trattata in "altro modo": spiegano, dalla Regione, che sarebbero rifiuti, fanghi soprattutto, che vengono trattati chimicamente, per poi trasformarsi in acque depurate che rifluiscono nel ciclo idrico, in parte in fanghi avviati alla produzione di laterizi, in parte in compost per l'agricoltura e in parte in rifiuti smaltiti in discarica, senza che sia possibile censire meglio quanta parte di tutto questo venga recuperato e quant'altro no. Enigma non di poco conto visto che riguarda un quinto dell'intera mole degli speciali, più o meno 1,5 milioni di tonnellate. Smaltito in discarica sarebbe infine il 19,7% dei rifiuti speciali, terza voce per importanza, un altro milione e mezzo di monnezza industriale. Delle 7,5 tonnellate di rifiuti speciali ufficiali, si può dire, a cazzotti, che 1,5 sono macerie di edilizia, 5,5, specifici non pericolosi, 0,5 pericolosi (le quantità variano di anno in anno). "Il 60-70% sarebbe recuperabile, ma non si è fatto abbastanza, né a livello normativo né a livello impiantisco, perché ciò avvenga e avvenga in modo efficiente" dice il solito ambientalista di lungo corso. "Sarebbe importante - aggiunge Luca Venturi, responsabile rifiuti di Legambiente - se si imponesse ad ogni distretto di chiudere il ciclo e smaltire tutti i rifiuti che produce. Invece i piani provinciali danno indicazioni descrittive e non cogenti. Capita, ad esempio, che l'aretina Chimet sia autorizzata ad incenerire un tot di rifiuti ospedalieri, che potrebbero garantire il fabbisogno specifico di un vasto territorio interprovinciale, ma poi le si consente di bruciare tra i materiali in quota anche ciò che viene da fuori regione". Chiosa il segretario regionale di Legambiente, Piero Baronti: "E così non si sa che fine faccia buona parte dei rifiuti speciali toscani, o meglio, non si vuol sapere che fine faccia". Non si sa, ma qualcosa si scopre. Il traffico legale porta ad esempio i rifiuti toscani in impianti grandi e piccoli della Puglia, della Campania, ma anche al nord. I pericolosi, invece, viaggiano su camion fino al Veneto e poi in treno verso la Germania, dove imprenditori lungimiranti hanno fatto business più e meglio di come hanno saputo fare i maghi di Peccioli che trasformano in oro la spazzatura. Qualcos'altro, più faticosamente, ha scoperto la magistratura. Erasmo D'Angelis, presidente della commissione regionale ambiente e territorio, ha in proposito messo insieme un dossier. Delle 86 inchieste della magistratura in materia di ecomafie, ne ha estrapolate una decina, svolte dal 2003 ad oggi, che smascherano gli ingenti traffici illeciti di rifiuti che passano dalla Toscana alla Campania. I nomi delle inchieste hanno riempito i giornali: c'è la saga delle operazioni Mida, la Mosca e l'Agricoltura biologica, la Sabina e la Ultimo Carosello. "E' ora di chiudere l'emergenza rifiuti speciali" dice D'Angelis, che chiama le imprese "a farsi carico della messa in sicurezza degli impianti e dello smaltimento dei rifiuti". Intanto la politica ha margini per dare il buon esempio e fare la propria parte. Dieci anni fa, nel 1998, quando un censimento rivelò che i rifiuti speciali erano ben maggiori di quanto si era pensato fino a quel momento (7,5 milioni di tonnellate invece di 2-3), il piano regionale dettò regole sante. Per favorire il recupero, stabilì, ad esempio, che i capitolati delle gare per opere pubbliche stabilissero l'obbligo a carico del vincitore dell'appalto di utilizzare nelle costruzioni materiale recuperato almeno per una parte del 30%. Mai attuato. Il piano stabiliva - un altro esempio - che ogni discarica della Toscana destinasse un modulo alla raccolta dei "pericolosi". Mai attuato. "Oggi la Toscana non smaltisce in casa propria neppure un chilo di "pericolosi", è una vergogna" sostiene il solito ambientalista. Certo, le resistenze delle popolazioni hanno frenato la spinta delle imprese a creare impianti. Certo, gli ispettori dell'Arpat hanno fatto il massimo per controllare, sebbene le loro auto abbiano finito la benzina (la notizia della protesta sindacale è di ieri). Certo, le giustificazioni sono molte. Ma la conclusione è incontrovertibile: nel campo dei rifiuti la Toscana non fa sistema. Non fa sistema la Regione, che non è mai riuscita a far attuare il piano di 10 anni fa per la gestione autarchica della spazzatura speciale. Non fanno sistema le amministrazioni provinciali, o almeno alcune di loro, che quel piano non hanno applicato. Non fanno sistema le imprese che non costruiscono o non riescono a costruire nella "regione bella" gli impianti per smaltire in loco. Questa la realtà.

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BASTA CON LA GOGNA, ORA UNITI (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 27-01-2008)

 

Basta con la gogna, ora uniti Umiliato pure in Francia Sono stato in Francia e in tv sono passate immagini sulla nostra mondezza. Mi sono vergognato di essere napoletano e di ciò ringrazio governatore, presidenti, sindaci e consiglieri vari. Gli auguro di sentirsi come me. Quando stringono la mano ad amministratori di altre Regioni sappiano che i sorrisi sono solo di circostanza: dopo si vanno a lavare di corsa le mani. Biagio Riccio - NAPOLI Dal razzismo alla solidarietà Basta con la gogna. Da mesi ci mortificate con immagini televisive spesso superflue, con foto e articoli sui giornali, con qualsiasi mezzo che possa veicolare la vergogna, contribuendo a danneggiare all'estero l'immagine della nazione e aggravando il danno economico. Se noi napoletani abbiamo colpe (e ne abbiamo) le stiamo scontando con tutto il fango che ci buttano addosso. Ma la Campania fa parte o no dell'Italia? Io non mi vergogno di essere napoletana ma di essere italiana perché tutti - dai media ai governanti - stanno traendo profitto da questo immane disastro. Lo spettacolo che i poltici ci offrono con la puzza sotto il naso e la faccia contrita è una pietosa sequela di accuse, solo accuse, molto spesso poco documentate. Ma chi ha governato il Paese negli ultimi 15 anni? Sempre gli stessi, con le facce di bronzo, a volte anche cambiando colore politico. Se la Campania è Italia perché invece di dare esempi di razzismo non si danno esempi di solidarietà? Perché i politici, invece di accusarsi a vicenda, non danno esempi di senso dello Stato e di unità nazionale, lavorando insieme a risolvere la crisi? E poi, sì, cadranno le teste che devono cadere e i napoletani faranno i conti con la loro dignità perduta che sicuramente ritroveranno. Gloria Caruso - NAPOLI Il futuro del mondo comincia da Napoli Tutti i giornali del pianeta hanno dedicato la prima pagina a Napoli che affoga nei rifiuti, ma nessuno si è chiesto il perché di una attenzione mediatica ossessiva e tutto sommato fuori luogo. Ma la spiegazione è a livello inconscio: Napoli è l'immagine premonitrice di un futuro quanto mai vicino, quando, se non si frena una civiltà basata su un consumismo sfrenato e irrazionale, tutte le città del mondo saranno sommerse dai rifiuti e avvelenate dai gas emessi da auto e inceneritori. Napoli è il laboratorio dove si accavallano una serie di tematiche che da tempo hanno raggiunto e superato il livello di guardia, ma che interessano tutti i contemporanei: traffico, disoccupazione, delinquenza organizzata, smaltimento dei rifiuti, abusivismo e via dicendo. Gli italiani sono stati alla finestra senza muovere un dito, anzi rincarando la dose attraverso il disprezzo. Non si è voluto affrontare il problema della delinquenza e questa è dilagata come un cancro, aggredendo il tessuto sano, non si voluto contrastare il business della falsificazione e tutta l'Europa è oramai invasa da griffe fasulle e marchi contraffatti, non si fa niente per risolvere alla radice il dramma dei rifiuti e il miasma comincia a dilagare lontano e lo spettro di una crisi generale comincia a essere un'ipotesi plausibile. Quanti si meravigliano che la città non sia ancora precipitata nel baratro dimenticano che rimane ancora miracolosamente a galla, aggrappata alla sviscerata devozione dei suoi abitanti che l'amano perdutamente e per il ricordo, mai sbiadito di millenni di cultura, civiltà e nobili tradizioni. Ma state attenti perché se dovesse veramente affondare creerà un gigantesco risucchio e trascinerà con sé negli abissi tutto quello che la circonda per larghissimo raggio e nessuno si salverà. Achille della Ragione - NAPOLI Bassolino resti e risolva il problema Ognuno ce sta azzuppanno 'o ppane. Tutti dicono la loro, ma 'a munnezza rimane per le strade. Tutti vogliono la testa dell'on. Bassolino, ma si doveva arrivare a questo degrado per rimuoverlo? E perché, se per tanti anni gli é stato permesso di fare tutto quello che voleva? Ha ammesso, da gentiluomo, le proprie colpe e gli altri si trincerano dietro al dito. D'Alema e Fassino, quando Bassolino serviva, venivano a Napoli e lo incitavano a continuare; ora silenzio di tomba. Siamo maestri nel criticare, nel dire di no. Per me Bassolino deve rimanere al suo posto, rimboccarsi le maniche, cercare di risovere il problema, imporsi per costruire inceneritori e degassificatori; con le sole discariche non si va avanti. Il problema é stato trascurato da molti, non solo da Bassolino: tutti insieme, lo debbono risolvere. A pagare non é solo la Campania; ma l'Italia. Alberto Alovisi - NAPOLI Una discarica in ogni Comune Anche ieri mattina, andando da Pozzuoli a Quarto, enormi quantità di rifiuti giacevano lungo la strada, per centinaia di metri. Mi sono chiesto: passata questa emergenza terribile e scandalosa, come si farà a non soccombere altre volte? E ho pensato ai cimiteri, la cui costruzione è regolata dalla legge n. 5849 del 22 dicembre 1888. Come in ogni comune, piccolo o grande che sia, c'è un cimitero, così le autorità comunali dovrebbero farsi carico di costruire in appositi luoghi delle strutture per accogliere la propria spazzatura. Ovviamente i comuni potrebbero consorziarsi e costruire dei termovalorizzatori. Ma il tutto dovrebbe svolgersi a livello locale, molto locale, sotto gli occhi di tutti quelli che pagano bollette salatissime per rimozione rifiuti e sono-praticamente-turlupinati. Finirebbero le fughe in avanti, i blocchi, le manifestazioni violente e spesso sacrosante. Forse questa proposta è troppo elementare e banale per essere presa in considerazione. Ne prendo atto, fin da questo momento. Arturo Capasso - NAPOLI È ora di unire tutti gli onesti La tragedia dei rifiuti non è imputabile solo alla camorra che, col terrore della violenza, condiziona i singoli e le amministrazioni. La crisi è imputabile all'intreccio fra malapolitica, non politica e camorra. La camorra riesce a raggiungere potere e arroganza quando lo Stato è assente, quando le forze politiche di maggioranza e opposizione, locali e nazionali, litigano, si distruggono a vicenda, trascurando di risolvere i problemi. La protesta di Pianura segna il fallimento di gran parte della classe politica, troppo lontana dalle esigenze dei cittadini. E anche la tempistica delle decisioni del governo non fa ben sperare: si è deciso di intervenire solo perché l'Unione Europea ha minacciato di multare il Paese e di bloccare i fondi, non per cancellare la sofferenza della popolazione. Questa classe politica forse non appoggerà, anzi ostacolerà il processo di pulizia e rinnovamento. Ma potrebbe essere un'occasione irripetibile di rinascita, che va perseguita con la coesione di tutte le forze sane, che vanno affiancate da ciascuno secondo competenze e possibilità. Edmund Burke scrisse che "la sola cosa necessaria affinché il male trionfi è che gli uomini buoni non facciano nulla". Insegniamolo ai bambini, ai giovani. Antonio Napolitano - NAPOLI La differenziata spetta al Comune Non è ammissibile che il sindaco Rosa Russo Iervolino affermi che l'amministrazione comunale è esente da responsabilità perchè c'è la gestione commissariale: la legge impone ai comuni l'organizzazione e l'attuazione della raccolta differenziata e Napoli è a un misero 10%; ci sono quindi responsabilità enormi tali da imporre lo scioglimento del consiglio comunale per inadempienza. Ancora più grave è l'inattività di questi giorni; nulla è stato fatto per impedire che la quantità di rifiuti aumentasse, nessuna strategia, nessuna campagna di informazione, nulla. Come cittadino ho incentivato la mia RD fino al 60%, tanto che non getto un sacchetto da 5 giorni e come docente sto dando lezioni sull'argomento nel mio istituto; ma sono le istituzioni a dover informare, indirizzare ed educare i cittadini, soprattutto in un momento di crisi grave come questa Nello Margiotta - NAPOLI La soluzione c'è perché non si adotta? "Per il Cnr la soluzione si chiama Thor" scrivono i giornali. Ma di questo impianto non parlano i più. Vuoi vedere che è troppo perfetto e soprattutto economico, per cui "mangerebbero" poche persone? Da sottolineare - se vere - che le caratteristiche di mobilità, di non passare per la raccolta differenziata, delle dimensioni, sarebbero proprio la panacea per quelle tonnellate di balle non differenziate giacenti, da bruciare e che nessuno vuole; mentre non ci sarebbe bisogno (forse) di gara di appalto (che ha bloccato il termovalorizzatore di Acerra) perché la Assing SpA di Roma dovrebbe essere assegnataria di diritto. Infine, pur non essendo un esperto, penso che con personale numericamente adeguato e lavorando 24 ore su 24, data la catastrofe in atto, un tale prorotipo potrebbe essere pronto in meno di un mese. Infine - provocatoriamente - i costi dovrebbero essere a carico di tutti i 945 parlamentari, più i senatori a vita, ma soprattutto a carico degli assessori, amministratori, sindaci, presidenti di Regione e Provincia di questi ultimi 15 anni, propozionalmente al tempo rimasti in carica, al solo fine di "sciacquare il viso" di quei partiti che volessero presentarsi alle prossime elezioni. Francesco Castracani - NAPOLI "Avete disonorato l'Italia all'estero" La mia non breve esperienza di vita (classe 1944) mi ha portato a conoscere vari aspetti della "napoletanità". Tra i positivi, la cordialità, l'affettuosità nelle amicizie, la sapida saggezza di molti proverbi, lo spirito gaio che ben si esprime nelle canzoni. Purtroppo molti sono i lati negativi: la mentalità di fare fesso il prossimo, l'indolenza nell'aspettare sempre la manna dal cielo (Stato, enti pubblici ma anche camorra), un diffuso senso di illegalità che dal viaggiare senza casco in moto a passare con il semaforo al rosso all'omertà verso i malavitosi. Non c'è dubbio che la vicenda della spazzatura sia in buona parte dovuta alla quasi inesistente quota da spazzatura differenziata da parte dei cittadini campani: il 15 per cento scarso. Singolare la pretesa di inviare i propri rifiuti altrove. Gravissime le responsabilità di Bassolino e della Iervolino, che nulla hanno fatto per incentivare la differenziata, l'unica che permetta lo smaltimento da parte dei termovalorizzatori, anche questi irresponsabilmente respinti dalle popolazioni campane. Con la faccenda immondizia Napoli ha disonorato all'estero non solo se stessa, ma l'Italia intera, e ciò è molto grave. Spero che le forze sane di Napoli reagiscano, ma non sono molto fiducioso. Eugenio Zolli - MESTRE (VE).

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GIUNTA REGIONALE, RIMPASTO SENZA L'UDEUR (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 27-01-2008)

 

Giunta regionale, rimpasto senza l'Udeur CORRADO CASTIGLIONE La fiducia ormai alle spalle. Poi da domani l'attesa per il Riesame che entro giovedì deve decidere sui due assessori dell'Udeur (Andrea Abbamonte e Luigi Nocera) agli arresti domiciliari: appuntamento indispensabile per un chiarimento definitivo con Clemente Mastella, anche se l'uscita del Campanile sembra cosa fatta. Intanto entra nel vivo il lavoro del governatore Antonio Bassolino, che è alle prese con il rimpasto di giunta annunciato l'altro ieri in aula. Un rimpasto nel quale ci sarà ampio spazio "per le competenze", come il presidente ha puntualizzato, lasciando intravedere un programma a termine di fine consiliatura nello stile della prima giunta di Bassolino sindaco nel '93. Si ragiona innanzitutto sugli assetti: per l'Udeur dato in uscita, entrerebbero nella squadra di governo Italia dei Valori e Sinistra democratica. Una scelta che premia il lavoro svolto in aula dai consiglieri dei rispettivi partiti e che soprattutto mette fine alle critiche serrate emerse anche nel dibattito sulla mozione di sfiducia. Un segnale importante, visti i mal di pancia nell'Unione e soprattutto nel Pd, laddove sono sempre più insistenti le voci di un passaggio alla Cdl di Ernesto Sica. Quanto ai profili dei nuovi assessori, i nomi che circolano descrivono la ricerca di personalità dalle competenze indiscusse. Si parla di Mario Mautone, direttore generale del Ministero alle infrastrutture (che disse no all'ingresso nella prima giunta-Iervolino); del filosofo Biagio De Giovanni; del rettore dell'Università di Salerno Raimondo Pasquino; del docente dell'ateneo federiciano Ugo Leone. E qualcuno spera ancora in un sì di personalità del calibro di Sabino Cassese, noto esperto di diritto amministrativo, docente alla Sapienza di Roma. In uscita vengono dati innanzitutto i due dell'Udeur (Nocera e Abbamonte). Ma potrebbe andare via anche Rosa D'Amelio, scelta dal listino. Capitolo a parte per Marco Di Lello, che ha assunto una posizione critica insieme al suo partito e che potrebbe essere interessato alla candidatura al Parlamento in caso di elezioni politiche anticipate. Con lui anche Corrado Gabriele e Teresa Armato, che è stata coordinatrice del comitato regionale campano a sostegno di Veltroni per le primarie. Ritenuti certamente inamovibili dalla giunta quelli che sono sbarcati dal Consiglio, e cioè Enzo De Luca e Andrea Cozzolino. Così anche Angelo Montemarano ed Ennio Cascetta. Intanto nell'Unione continua la serrata critica condotta dal coordinatore regionale di Sd Raffaele Porta che ritiene indifferibile nel tempo il rilancio del governo regionale: "Il ricorso alle elezioni anticipate in tempi brevi sarà inevitabile se Bassolino non sarà in grado di costruire nei prossimi giorni, e non nei prossimi mesi, una nuova maggioranza in sostegno di un nuovo esecutivo, costituito da personalità di indiscutibile competenza e di alto profilo morale, capace di ricucire il rapporto coi cittadini campani gravemente deterioratosi". Nel frattempo dalla Cdl proseguono gli affondi. Il capogruppo di An Enzo Rivellini parla di "centrosinistra in avanzato stato di decomposizione politica". Mentre il capogruppo del Nuovo Psi Massimo Grimaldi ribadisce che "le dimissioni di Bassolino sono un doveroso atto di responsabilità". L'auspicio nella Cdl è quello di vedere crescere il dissenso in Consiglio con l'arrivo della pattuglia Udeur (8 consiglieri), tenendo conto che all'appello dei 19 sono mancati solo Luca Colasanto (Nuovo Psi) e Antonio Peluso (gruppo misto), e che la tenuta complessiva da Fi ad An, dall'Udc al Nuovo Psi è una buona premessa nel tentativo di contrastare la maggioranza, giunta al voto solo a quota 29.

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Trenta investitori per napoli est q8 vende i suoli delle raffinerie - patrizia capua (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 29-01-2008)

 

Pagina IX - Napoli L'INIZIATIVA Domani alla Stazione marittima le manifestazioni di interesse: sul mercato 37 ettari LA PROCEDURA Trenta investitori per Napoli est Q8 vende i suoli delle raffinerie Dopo la presentazione delle offerte, la negoziazione e poi l'aggiudicazione Partecipano immobiliaristi, finanziarie e imprenditori PATRIZIA CAPUA Trenta investitori privati per Napoli est. Sono immobiliaristi, finanziarie, imprenditori nazionali e internazionali che hanno aderito alla proposta di partecipare al business di valorizzazione e rilancio dell'ex zona industriale di Napoli piena di fabbriche dismesse. Si presenteranno domani, nel salone del centro congressi Expo della Stazione marittima, si faranno avanti per presentare le manifestazioni d'interesse al road show promosso dalla Q8 che vuole vendere i 37 ettari di proprietà nella zona delle raffinerie. "Alienazione aree Kuwait raffinazione e chimica, un significativo contributo alla riqualificazione di Napoli Orientale" è il tema della convocazione indicato dall'azienda petrolifera. è un'altra tappa della iniziativa avviata dalla Q8 a 15 anni dalla chiusura della raffineria. Soltanto dal 2004, con il varo del nuovo piano regolatore della città, è cominciata la partita vera e propria. A quel punto l'azienda petrolifera ha proceduto senza troppi scetticismi. E ancora oggi è così, nonostante la gravissima crisi dei rifiuti metta in ginocchio la zona orientale che rischia di essere trasformata in una immensa discarica. Per la procedura delle manifestazioni d'interesse la Q8 si è rivolta al financial advisor, Lazard Domani saranno illustrati gli strumenti di finanza pubblica agevolata, molto consistenti, di cui gli investitori potranno servirsi a sostegno dei loro interventi. Molto nel concreto, come avere i soldi e quanti. Ad Alessandro Schiavone, amministratore delegato Europrogetti e finanza spa, il compito di spiegare i meccanismi di finanziamento che possono essere attivati. Si entra così più nel vivo dell'operazione di risanamento dell'area dell'ambito 13 che conta 420 ettari. Oltre al maggiore proprietario, la Q8, titolari dei suoli sono la Esso e altri soggetti anche privati. La Kuwait domani schiera tra i relatori i vertice della società, da Alessandro Gilotti, presidente e amministratore delegato Kuwait petroleum Italia spa, a Carlo Picchiotti presidente Krc (Kuwait raffinazione e chimica), che illustrerà il percorso di alienazione delle aree. Carlo Gasparrini è l'architetto che ha firmato il progetto di trasformazione e rigenerazione urbana dell'area Krc. Sono previsti gli interventi di Francesco Nerli presidente della società consortile Napoli Orientale spa, il sindaco Iervolino, il governatore Bassolino, il presidente della Provincia, Di Palma, l'ex ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio. Il percorso è ancora lungo. Dopo la manifestazione d'interesse ci saranno gli incontri, la presentazione delle offerte, la negoziazione, infine l'aggiudicazione. A Palazzo San Giacomo c'è un gruppo di tecnici con il compito di porre le basi per un itinerario di lavoro corretto e trasparente. "Ogni investitore farà una proposta di piano urbanistico attuativo" spiega Elena Camerlingo, responsabile della programmazione urbanistica del Comune di Napoli, "ma alla pubblica amministrazione spetta il compito fondamentale di coordinare con uno studio approfondito tutte le componenti del piano. è evidente che ci sono cose da mettere a punto. Ora c'è un preliminare di piano urbanistico attuativo". Aprendo le mappe la prima cosa che salta agli occhi è il deficit di residenze, con la fame di case che ha Napoli, e di linee di trasporto all'interno dell'area interessata. La zona est è servita ma soltanto sul suo perimetro. Come rendere più attrattiva l'area? "Il Comune sta valutando - risponde l'urbanista Camerlingo - se si può incrementare la quota di abitazioni, come pure se è possibile integrare la rete infrastrutturale con una linea su ferro di superficie che colleghi l'interno dell'ambito 13 con il resto della città. Più in generale, dobbiamo lavorare su diversi fronti. Vanno studiate le condizioni di accessibilità all'area, la bonifica dei siti, le condizioni di sicurezza per gli abitanti, gli indici di fabbricabilità, le quote di servizio, le quote di verde, le opere produttive. Elementi che devono sussistere allo stesso modo per tutti gli investitori, per dare a tutti la possibilità di intervenire". Il piano analizza l'insieme di tutti questi aspetti per poter consentire la fase di avvio del progetto. Camerlingo sottolinea: "La Kuwait ha interesse all'evidenza pubblica, i petrolieri non vogliono andare allo sbaraglio e la pubblica amministrazione deve controllare che non si facciano speculazioni".

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Brevi, schede e richiami 3 (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 29-01-2008)

 

RIFIUTI CAMPANI al tpo Alle 21, al Tpo (Canarini 17/5), Testimonianze dalla Campania contro il business "mondezza", le ecomafie e il governo delle emergenze: incontro con Antonio Musella, della Rete Campana Salute e Ambiente. MOVIMENTI CULTURALI Alle 17,30 alla Feltrinelli (P. za Galvani 1/H), presentazione del volume "L'Atlante dei movimenti culturali contemporanei dell'Emilia-Romagna. 1968-2007, Scritture, Arti, Controcul-ture. Volume I Poesia": i curatori, Chiara Cretella e Piero Pieri ne parlano con Alberto Ber-toni, Sergio Rotino, Fabiola Naldi STRAGE DI CLANDESTINI Alle 21, nell'Aula 1 della Facoltà di Scienze della Formazione (Zamboni 34), "La strage dei clandestini", storie di vittime dei naufragi, dei tir carichi di uomini, delle nevi sui valichi, dei campi minati. Con Jean Leonard Touadì, giornalista congolese, e Gabriele Del Grande di Fortress Europe, autore del libro "Mamdou va a morire". libro di MAGNANI Alle 21, alla Scuderia (P. za Verdi 2), incontro con Milena Magnani autrice de "Il circo capovolto". In collaborazione con la Feltrinelli. Interviene Stefano Tassinari, letture di Andrea Lupo con musica di Salvatore Panu. VIAN-DANTE Alle 17,15, all'Auditorium della Regione (Aldo Moro 18), per l'itinerario dantesco VianDante, Guido Mascagni terrà una lettura su "L'Amore negato". Si può artecipare con la tessera (15 ? ) ottenibile all'ingresso, valida anche per gli incontri successivi.

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Munnezza, il grande business della camorra (sezione: Monnezze)

( da "Nazione, La (Nazionale)" del 30-01-2008)
Pubblicato anche in:
(Resto del Carlino, Il (Nazionale))

 

LA DIREZIONE ANTIMAFIA "Munnezza, il grande business della camorra" ? PALERMO ? IL BUSINESS DELLA camorra nello smaltimento dei rifiuti in Campania ha preso il posto del contrabbando delle sigarette. Le analisi sui nuovi assetti criminali del meridione sono contenute nella relazione annuale della Direzione nazionale antimafia firmata da Pietro Grasso. I magistrati della Dna sostengono che "l'emergenza rifiuti è stata elevata a sistema, grazie a una perversa strategia politico-economico-criminale che ha fatto sì che la 'necessita' di affrontare il contingente col metodo dell'urgenza rispondesse agli interessi di centri di potere politico, economico e criminale (leggasi camorra)". In questo modo "ne è venuta fuori, conseguentemente, secondo l'ordine naturale delle cose, una sorta di specializzazione della criminalità organizzata campana". Per la Dna "oggi può in generale affermarsi che l'ecomafia veste i panni della camorra". IN VIRTÙ DI QUESTO business, l'analisi dei magistrati della Dna rileva che "mentre nei tempi passati una buona fetta dell'economia napoletana si basava sul contrabbando, il cui indotto garantiva la sopravvivenza di larghi strati della popolazione, nel presente è l'emergenza rifiuti che svolge lo stesso ruolo". - -->.

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Acerra, salta la gara d'appalto "mancano le garanzie politiche" - antonio corbo (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 30-01-2008)

 

Pagina III - Napoli Dopo gli italiani, si ritirano i francesi del colosso Veolia: termovalorizzatore fermo Acerra, salta la gara d'appalto "Mancano le garanzie politiche" Comune ANTONIO CORBO è nero anche il futuro. Salta la terza gara per gestire ad Acerra l'inceneritore, il terminale del ciclo di smaltimento, la stazione d'arrivo dei rifiuti. Proprio in attesa del termovalorizzatore, il governo riapre le discariche. Ma ieri mattina "Veolia", colosso francese, ha scritto al commissario De Gennaro una lettera cortese, ma molto chiara. Si ritira perché mancano le garanzie politiche, valutata la crisi di governo. La società di Parigi era l'unica candidata, lunedì si era già sfilata l'altra, la lombarda "A2A", sintesi tra la bresciana "Asm" e la milanese "Aem". "Mancano garanzie normative ed economiche, dispiace per la Campania che rispettiamo molto", dice a "Repubblica" Antonio Bonomo, vicedirettore generale. La holding da ieri è al centro di una trattativa tra i sindaci Moratti e Chiamparino, obiettivo il Piemonte. La doppia notizia, il no a Napoli e l'interesse per Torino, ha rilanciato il titolo. Dopo un avvio positivo in Borsa (0, 51) il gruppo "A2A" ha registrato un picco alle 11 con 1,44, chiusura buona a 0,79. L'inceneritore è quasi ultimato. Opera di Fibe e Fisia, due società di Impregilo, che ha avuto ieri un boom a Piazza Affari: 4,23. Non risente quindi della paralisi di Acerra, dove invece affiorano preoccupazioni per il lavoro. Aspettano il passaggio di cantiere 400 addetti. Da ricordare anche l'indotto. Si profila un'altra crisi, l'occupazione. Ieri sera, un portavoce di Impregilo ha confermato da Milano che Fibe e Fisia non completeranno i lavori, che pure superano già la soglia del 90 per cento. Mancano cinque mesi e 75 milioni di spesa. Fibe e e Fisia hanno i conti chiusi dalla magistratura, non possono chiudere accordi con il Commissariato, sono interdette. Erano assenti anche in questa gara. Si è concluso ieri il decennio terribile di Acerra. Comincia nel 1998 con un bando considerato infelice. Vince Fibe (allora Impregilo, con Romiti nell'orbita Fiat) grazie ad una offerta economica molto bassa: si accontenta di 63 lire al chilo contro le oltre cento chieste da Enel e dalla stessa "Ams" di Brescia, allora in cordata con "De Vizia transfer srl", attuale proprietaria della discarica di Difesa Grande ad Ariano. Il bando ha previsto che bruciassero combustibili da rifiuti con un livello calorico minimo molto elevato, per ogni chilo almeno 15mila "kilojoule" (è una unità di misura). Questa prescrizione in linea con la legge Ronchi ha messo in crisi il sistema: le ecoballe non superano quota 12mila, i sette impianti di Cdr quindi sono inadeguati, tutti da rimettere a norma. Ecco il primo motivo di fuga per i candidati della gara saltata ieri. Ma ce ne sono almeno altri due. Il primo è ambientale e segreto: le società temono intralci, tra politici locali, comitati di protesta, clan. Il secondo è economico: Acerra conviene se c'è un incentivo statale (il Cip6) che incoraggia la produzione di energia da fonti alternative. I rifiuti erano, ma non sono più equiparati ad altre fonti: eoliche e solari. Sembra che vi fosse un accordo non ufficiale per una deroga, solo per Acerra. La crisi di governo cancella qualsiasi impegno non scritto. Rimaneva solo una clausola nel bando: senza Cip 6 il contratto sarebbe stato più lungo, da 15 a 25 anni. Neanche questo convince le due candidate. Solo due, perché il prefetto Alessandro Pansa ha firmato a settembre un bando molto selettivo: tra i requisiti, un patrimonio netto di 500 milioni (erroneamente si è detto 800 nei giorni scorsi). In caso di Ati (associazione temporanea di imprese) la capofila doveva avere il 60 per cento, 300 milioni. Il partner il 40, quindi 200. Investimento da circa un miliardo con requisiti proibitivi: sono sparite le cordate tra società pubbliche. Alto anche il canone: 801 milioni per 15 anni. Tra le clausole più allarmanti, completare la costruzione di Acerra secondo le disposizioni del Commissariato. Cioè, secondo il progetto Fibe. Un impianto considerato "efficiente e molto avanzato" da "Veolia", ma Federambiente con il presidente Daniele Fortini auspica qualche collettivo per aumentare la produttività. "Va accelerato il rapporto tra combustibili e megawattora". Non influisce sul nuovo gestore, ma non è sfuggito il contenzioso tra Commissariato e Fibe: si sono costituiti l'uno contro l'altra, tutt'e due rivendicano un miliardo e mezzo di danno di immagine, non solo. Fibe avanza 667 milioni, il governo tira fuori i suoi conti, e ne chiede 700. Brutto clima. Il bando fu firmato da Alessandro Pansa. La nuova grana passa a Gianni De Gennaro. Ha in astratto i poteri per rimediare con una trattativa privata. Gli restano cento giorni. Avrebbe anche i tempi, ma da Palazzo Chigi quale segnale arriva, e da chi?.

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Bassolino verso il rimpasto ma senza l'Udeur (sezione: Monnezze)

( da "Opinione, L'" del 30-01-2008)

 

Oggi è Mer, 30 Gen 2008 Edizione 20 del 30-01-2008 Il Governatore rimane in carica e si prepara a fare un rimpasto al suo esecutivo Bassolino verso il rimpasto ma senza l'Udeur Da Sinistra democratica e Comunisti italiani sono pronte levate di scudi, mentre le lacerazioni interne al Pd sembrano insanabili di Eustachio Voza La mozione di sfiducia all'esecutivo regionale non ha avuto il medesimo risultato di quella al Governo Prodi e dopo il voto di venerdì Bassolino rimane in carica per preparare l'inevitabile rimpasto. Un vero percorso ad ostacoli che certo provoca grattacapi anche al funambolico governatore, pur così avvezzo a difficili esercizi di equilibrio sulla poltrona che scotta. Dalla maggioranza sono pronte le levate di scudi di Sinistra democratica e Comunisti italiani, mentre le profonde lacerazioni interne al Pd si fanno insanabili tra accuse incrociate di silenzi omissivi e attacchi irresponsabili. Parzialmente chiarita dall'ex ministro Di Pietro l'ambigua posizione dell'Italia dei valori, che si è astenuta sulla sfiducia: le "gravi responsabilità politiche di Bassolino" sarebbero ragione sufficiente per non entrare nella nuova giunta ma non tale da favorire la Cdl. Da Martusciello, consigliere regionale di Forza Italia, arriva la ferma sollecitazione per una giunta di alto profilo. Da più parti si chiede di accantonare i rituali della politica, scegliendo la strada di una discontinuità che consenta di pensare esclusivamente alla già ormai scarsa credibilità della Campania. Nonostante appaia improbabile che l'azione di governo regionale possa radicalmente rinnovarsi sotto la medesima regia, da ambienti dell'esecutivo uscente vengono decisi segnali in questo senso. L'assessore Cozzolino, uno dei pochi in aria di rinnovo dell'incarico, insieme a Cascetta e De Luca, parla di "ristabilire l'incrinato rapporto di fiducia con i cittadini. Respinta la sfiducia a Bassolino, tutte le forze politiche chiedono l'apertura di una nuova fase di rilancio politico e programmatico" che non vorrebbe dire vanificare tutto quanto costruito. La strenua difesa del lavoro svolto prevede anche l'attacco a un Veltroni che non avrebbe creduto a una possibile soluzione positiva della vicenda rifiuti, "il Pd nazionale è apparso spesso distante quando non disinteressato alle vicende interne della regione". Al contrario, dall'altra metà del cielo democratico campano soffiano venti di tempesta. Dall'area di Alleanza riformista, il consigliere regionale Iossa e l'esponente dell'esecutivo De Masi sottolineano la necessità di un poderoso risanamento: "Bisogna avere il coraggio di fare questa scelta subito, vincendo ogni forma di resistenza, perché ormai il tempo sta per scadere". Se i difficili giochi del rimpasto vedono certamente fuori gli esponenti dell'Udeur, Nocera e Abbamonte, la squadra del Pd sarebbe dimezzata dall'uscita di Armato, D'Amelio e Montemarano, cui seguirebbero Gabriele di Rifondazione comunista e il socialista Di Lello. Solo indiscrezioni, invece, sui nomi in entrata: dal filosofo Biagio De Giovanni al docente universitario Ugo Leone passando per il rettore dell'ateneo di Salerno Raimondo Pasquino, mentre Nicola Oddati lascerebbe l'esecutivo del sindaco Iervolino per entrare in quello regionale. Ragionando con disincanto politico, appare chiaro che la nomenclatura locale del Pd, nella certa impossibilità di un'immediata riscossa, sta preparando il campo per una valida alternativa che consenta di esportare le "tecniche di buon governo" della cosa pubblica già sperimentate in Campania. In caso di elezioni anticipate, gli assessori uscenti potrebbero puntare alle Camere e l'innesto di qualche tecnico consentirà al sempiterno governatore di arrivare alle prossime elezioni europee con relativa calma. Loro si preparano a lasciarsi i rifiuti alle spalle mentre i cittadini campani dovranno convivere per decenni con le conseguenze di uno scempio senza precedenti.

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L'emergenza rifiuti (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 30-01-2008)

 

L'EMERGENZA RIFIUTI L'ex capo della polizia ascoltato alla Bicamerale Ecomafie Sos al governo: servono più soldi Incontro con i sindacati.

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Avvisi ai naviganti Decine e decine di link. Migliaia di download. Nei giorni della crisi di governo uno dei brani più scaricati in rete è stato Minchia signor Clemente , ironica p (sezione: Monnezze)

( da "Liberazione" del 30-01-2008)

 

Avvisi ai naviganti Decine e decine di link Avvisi ai naviganti Decine e decine di link. Migliaia di download. Nei giorni della crisi di governo uno dei brani più scaricati in rete è stato Minchia signor Clemente , ironica parodia della canzone di Giorgio Faletti, realizzata dalla trasmissione "La Banda" di Radio Popolare. Scritta da Gianmarco Bachi e attribuita farsescamente a Prodi-Faletti-Sircana, "Minchia signor Clemente" è una accorata invettiva rivolta da Romano Prodi all'ex alleato Clemente Mastella. Come accadde qualche anno fa, quando lo stesso autore realizzò il finto spot di Berlusconi comunista, il brano è diventato un cult della rete attraverso il passaparola. Oggi la si può scaricare da almeno un centinaio tra siti e blog, ma la versione originale la si trova cliccando www.radiopopolare.it. Arcavacata (Cs) Verso il corteo del 2 febbraio a Cosenza. Alle 17.30 al Dam, edificio polifunzionale, Università della Calabria la proiezione del video Siamo tutti sovversivi di De Bonis e alle 18 dibattito con Antonio Campenni e Franco Piperno docenti Unical, i deputati Francesco Caruso e Paolo Cento e Francesco Febbraio direttore di Radio Ciroma. Grottaglie (Ta) Conferenza stampa per fare il punto sul Consiglio comunale monotematico sui rifiuti , a due giorni dall'incontro in Prefettura con la Commissione parlamentare sulle Ecomafie, alle 11 al Presidio permanente No Discariche, loc. Torre Caprarica, davanti ai cancelli della discarica Ecolevante. Bari Per l'uscita del primo numero della rivista internazionale "Studi pasoliniani", il seminario Il corpo, il sacro, il potere: il dramma dell'ultimo Pasolini alle 17 Aula II facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università. Con Grazia Distaso, Raffaele Cavaluzzi, Daniele Maria Pegorari, Jole Silvia Imbornone, Vito Santoro, Pasquale Voza e Guido Santato direttore della rivista Capua (Ce) Un "viaggio" nelle curiosità della storia di Napoli con il professor Camillo Albanese alle 19 Palazzo Lanza in corso Gran Priorato di Malta 25. Da Enrico Caruso a Matilde Serao a Maria Borsa (la cantante che inventò la "mossa")... Napoli Debutta o spettacolo vincitore del Premio Ustica 2007, un testo venato di surrealtà, in cui è centrale la figura concreta, del "boss dei boss": San Bernardo di Claudia Puglisi alle 21 al teatro Elicantropo. In quarantatre anni di latitanza del boss Bernardo Provenzano , su di lui è stato detto di tutto. Si è persino arrivati a dichiararlo morto, mentre lui se ne stava proprio lì, fra le campagne del suo paese, a gestire quella che è stata definita "l'altra mafia". Chi è Bernardo Provenzano e chi ha coperto la sua latitanza per tanti anni? Nel processo "Sud Ribelle" il Pm Fiordalisi ha chiesto decine di anni di carcere per tredici attivisti. Ma la storia dei movimenti non si scrive nelle aule di un tribunale e La memoria è un ingranaggio collettivo cui tutt* siamo chiamat* a contribuire. Parliamone domani alle 16.30 Università orientale a Palazzo Corigliano con Haidi Giuliani, Vincenzo Miliucci e gli imputati campani del processo "Sud Ribelle". A seguire la proiezione di "Carlo Giuliani Ragazzo". Roma Inaugurazione della mostra di fotografie sulla Turchia, così come non è stata mai vista, la Turchia dei ragazzi e delle donne curde di Dogubayazit: Kurdistan: Memoria storica. Strumento di conoscenza e di pace . Alle 17 Casa delle Letterature in piazza dell'Orologio 3 con Fabio Alberti presidente di Un Ponte per..., Adriana Spera presidente della Commissione Elette, Mehmet Youksel presidente di Uiki e Gaia Parrini di Un Ponte per... Vanna Gessa Kurotschka e Giuseppe Cacciatore ci parlano del libro da loro curato Saperi umani e consulenza filosofica (Meltemi) alle 18 nella Sala Conferenze della Fondazione Basso in via della Dogana Vecchia 5. Con Giacomo Marramao, Alberto Oliverio, Carla Pasquinelli e Lucio Russo. Tre narratori d'eccezione, Dario Fo, Lella Costa e Moni Ovadia ci accompagnano nel viaggio attraverso le menzogne della versione ufficiale: Zero - Inchiesta sull'11 settembre per la regia di F. Fracassi da un'inchiesta giornalistica di Giulietto Chiesa alle 21.30 Off!Cine in via del Pigneto 215; con anche Paolo Jormi Bianchi e Antonio Conte. Miriam G. L. Serranò presentano il libro di Maura Fatarella Aspettando Tullio (G. Perrone) alle 19 Enolibreria Contaminazioni largo Riccardo Monaco 6. La libreria Rinascita di via Prospero Alpino 48 ospita alle 18.30 la presentazione del libro Vedi Napoli - Dieci anni a Napoli, Marsiglia e Barcellona (Spartaco) con l'autore Luca Rossomando e con lo scrittore Lorenzo Pavolini, lo storico Michele Colucci e Marco Carsetti esperto di laboratori per bambin*. Musica, immagini e parole Contro la violenza degli uomini sulle donne : alle 20 Stazione della Birra in via Placanica 172 il film dei Marillion "Brave", il testo quasi teatrale di Be Free "La moglie di Barbablu", Bittersuite + Neverland live. Teatro al Rialto Sant'Ambrogio alle 21.30 con L'asino albino di e con Andrea Cosentino. Alla vita di Carmine Crocco è ispirato Briganti scritto, diretto e interpretato da Gianfranco Berardi alle 22.30 Teatro Cometa Off via Luca della Robbia 47 (fino a domenica 3). Il salotto digitale: musica elettronica e arti visive con Digital Sofà Lettere Caffè. Grandi standard jazz degli anni ruggenti con Gerardo Di Lella Quartet live Cotton Club. Jono Manson Acoustic Set al Big Mama. Concerto della pianista Marina Greco Per l'infanzia palestinese alle 18.30 Aula magna dell'Ateneo Valdese in via Pietro Cossa 42: musiche di Chopin, Riccardo Rota legge poesie palestinese e degustazione tipica. Serata per il Bangladesh alle 21 Locanda Atlantide in via dei Lucani 22 con Sara Modigliani accompagnata da Gabriele Modigliani e Simone Colavecchi per non dimenticare la terribile storia di Mari Begum e di suo figlio Hasib Mohamod, lanciatisi dalla finestra di un palazzo in fiamme al quartiere Esquilino il 12 gennaio 2007. Perugia Una giornata per Mez e per tutte le donne vittime di violenza Cafè Mensa universitaria in via Pascoli. Alle 16 frammento teatrale ispirato a Rita Atria , donna che ha osato ribellarsi alla violenza patriarcale rompendo il fronte della connivenza femminile. Ancora teatro con "Quattro quadri di donna - Facili soluzioni per violenti problemi quotidiani". Alle 17 il dibattito Violenza sessista, media, politica con Isabella Rossi di UmbriaLeft, Tiziana Bartolini di NoiDonne, la "nostra" Angela Azzaro, Anna Lia Sabelli del Corriere dell'Umbria e Tamar Pitch docente di Femminismo giuridico all'Università di Perugia. Siena Per la Campagna per il diritto alla libertà di espressione proiezione del film Jenin, Jenin e incontro con il regista Mohammed Bakri, sotto processo in Israele per il contenuto del film. Alle 18.30 cinema Nuovo Pendola in via San Quirico 13. Poggibonsi (Si) La Rassegna d'Essai prosegue com un divertito ritratto del cinema italiano di oggi a firma di Mimmo Calopresti: L'abbuffata . Alle 21 cinema Garibaldi via della Repubblica 158. Montepulciano (Si) Da domani al 3 febbraio al ilCAntinonearte Teatri di piazza Savonarola 10 Donne e Confini: dove il confine è un limite valicabile e il corpo è libero come il pensiero conferenza e la rassegna di cinema e spettacoli sulla violenza di genere. Si inizia domani, appunto, alle 20.30 con Sandra Mariani e Furio Durando che introducono la proiezione del film Frida di Julie Taymor. Firenze "Un Mercoledì da leoni. 24 incontri conviviali per incazzarsi in compagnia": le serate di approfondimento culturale, sociale e politico alla Cabina Teatrale di via Romagnosi 13a guardano a "Ciao mamma, sono gay" "Anch'io figlio mio, tuo padre mi ha fregata" . Alle 21 discussione informale su diritti e libertà negate (a che punto siamo, prospettive e progetti) con Marco Ravaioli di Azione gay e lesbica, Fabianna Tozzi di Crisalide azione trans e due donne attiviste in Arcigay e Azione gay e lesbica. Gradito il tuo intervento e vino e cioccolatini equo e solidali per tutte e tutti. La cinerassegna Bunueliana prosegue alle 20 alla Cineteca di via Reginaldo Giuliani 374 con La ragazza con gli stivali rossi di Bunuel e alle 21.30 Il fantasma della libertà di Bunuel. Bologna Secondo appuntamento per il Corso introduttivo al Pensiero di Antonio Gramsci: La costruzione del Partito Comunista e la lotta al fascismo alle 21 Politica e Classe in via Barbieri 95. Piazza Grande raccoglie coperte e sacchi a pelo dalle 16 alle 18 in via Libia 69. Perché i senza dimora continuano ad essere tanti... Con i prof di lingua, test di ingresso ai corsi e aperitivo solidale alle 18 BdM Potosi in via Mascarella 35a. Un libro di racconti fantapolitici in cui si riconosce di sottofondo l'attualità bolognese: Valerio Evangelisti presenta il libro Scorrete lacrime disse lo sceriffo alle 21.30 lab Crash in via Zanardi 106 per la Serata di Letteratura militante con reading by Pec e proiezioni di Virginia Capoluongo. In collaborazione con Fanucci editore, lo spettacolo Il circo delle nuvole Itc Teatro di San Lazzaro. Ferrara Il "nostro" Checchino Antonini, testimone di quei terribili giorni del luglio 2001, incontra Roberto Ferrucci, autore di Cosa cambia (Marsilio) alle 18.30 al Cafè de la Paix piazza Corelli. Cos'è successo a Genova in quei giorni del 2001? Cos'ha lasciato nelle persone che camminavano per quelle strade spianate dal sole? Reggio Emilia Fondata il 30 gennaio 2006, ha ideato, realizzato e promosso progetti educativi, seminari di studio ed eventi culturali creando ponti di pace e di dialogo. Due anni di Scuola di Pace domani e dopodomani in varie parti della città. Alle 21 libreria Mag 6 di via Sante Vincenzi 13, Daniele Novara presenta il libro che ha scritto con Luigi Regoliosi bulli non sanno litigare! L'intervento sui conflitti e lo sviluppo di comunità (Carocci). Con Pasquale Pugliese della Scuola di Pace. Padova Consumo a-critico in un'ottica di solidarietà globale: Partecipare è cambiare! Alle 20.30 nell'auditorium del liceo Modigliani Happy Hours - Spritz e Socialità con la compagnia teatrale I Fantaghirò. Verona Gianluca Solera presenta il suo libro Muri, lacrime e za'tar - Storie dalla Palestina alle 18.45 Rinascita. Vicenza A 60 anni dalla morte Gandhi. Il profeta della nonviolenza e dei diritti civili : alle 20.30 Istituto Saveriano in viale Trento 119 con Matteo Soccio del Movimento Nonviolento e Russel Hoitt ex soldato Usa della caserma di Ederle. Isola V. (Vi) Incontro della Rete di Gruppi Acquisto Solidale alle 15 Convento dei Frati. E poi la distribuzione dell'olio di Libera. Bolzano Il Mahatma letto da quattro angolature diverse a sessant'anni dalla scomparsa (30 gennaio 1948): Il futuro di Gandhi alle 20.30 nella Sala di Rappresentanza del comune. Una riflessione interculturale sulla lezione di uno dei personaggi simbolo del nostro tempo, con monsignor Luigi Bettazzi, Enrico Peyretti, Geshe Gedun Tharchin e Prakash Ramachandran. Trento Con il consigliere Andrea Causin e Franco Ianeselli della Cgil discutiamo di Tra precariato e flessibilità alle 18 nell'Aula 412 della Facoltà di Sociologia. A cura di UniStudent. Meano (Tn) Per la Giornata della Memoria , alle 17 in Biblioteca "Oltre il dolore la speranza". Paola Ruffo legge da "Diario 1941 - '43" e "Lettere di Etty Hillesum" e dall'opera di Edith Stein, la chitarra di Alberto Sommadossi suona canzoni yddish. Milano La rassegna teatrale Bruna della Ribalta propone Amleto avvisato mezzo salvato per la regia di Renato Sarti alle 21.30 La Scighera via Candiani 131. Una commedia dedicata al "povero Yorick", buffone di corte, maestro d'arte comica e burlesca. E insieme a Yorick, i protagonisti sono loro: i Clown che Shakespeare volle becchini al cimitero di Elsinore, dunque in qualche modo coinvolti nel dramma e custodi della vita, della morte e dell'arte... Genova Un romanzo intrigante e dalle tinte fosche che si dipana tra i vicoli stretti e bui del capoluogo ligure e negli ambienti dei gruppi extraparlamentari di sinistra , agli albori del quel terrorismo che tanto ha condizionato e sconvolto la vita politica e sociale del nostro Paese. Stefano Bigazzi e Vincenzo Guerrazzi ci parlano del loro Il compagno sbagliato alle 18.30 Arci Zenzero in via Torti 35. 30/01/2008.

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Lettera aperta a de gennaro - vittorio cogliati dezza e michele buonomo (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 31-01-2008)

 

Pagina X - Napoli Lettera aperta a De Gennaro VITTORIO COGLIATI DEZZA E MICHELE BUONOMO Egregio signor prefetto, l'inizio del suo mandato da commissario per l'emergenza rifiuti campana è stato dedicato, inevitabilmente, a ricercare una soluzione immediata allo smaltimento dei rifiuti che ancora giacciono nelle strade della regione. Perché l'emergenza che stiamo vivendo non sia, come per il passato, la "penultima", in attesa della prossima già in gestazione, occorre mettere in pratica da subito altre due azioni imprescindibili: l'avvio della raccolta differenziata domiciliare in tutti i Comuni e l'immediata messa in esercizio degli impianti di compostaggio. Le raccolte differenziate sono fondamentali per ridurre la produzione dei rifiuti indifferenziati che devono essere trattati negli impianti ex Cdr e dei loro residui (fos e sovvalli) da portare in discarica. I sistemi di raccolta "porta a porta" per gli imballaggi e per la frazione umida sono gli unici in grado di portare la differenziata in poche settimane a percentuali che superano almeno il 50 per cento, dimezzando di conseguenza il carico per gli impianti di trattamento e smaltimento successivi. La seconda questione da affrontare una volta per tutte è l'annosa vicenda degli impianti di compostaggio per avviare a riciclaggio la frazione organica dei rifiuti. I Comuni più virtuosi della Campania a causa dell'inattività dei pochi e insufficienti impianti campani realizzati sono costretti a esportare fuori regione l'umido raccolto, affrontando una spesa inutile di circa 5 milioni di euro all'anno solo per il trasporto. è arrivato il momento di sanare questa paradossale anomalia. Occorre da una parte procedere alla rimessa in esercizio in tempi brevissimi dei siti impossibilitati a funzionare, dall'altra occorre velocizzare l'ultimazione degli impianti in costruzione e snellire le procedure autorizzative per la realizzazione di quelli progettati o proposti. Le chiediamo pertanto di attivare tutti i poteri straordinari che le sono stati conferiti. Su questi due temi la nostra associazione darà il suo piccolo contributo. Sabato 9 febbraio lanceremo una nuova giornata di mobilitazione per la raccolta differenziata con decine di iniziative in Campania, chiamando a raccolta le oltre 70 organizzazioni e i 150 sindaci "ricicloni" che hanno promosso con Legambiente la manifestazione nazionale dello scorso 19 gennaio "Uscirne si può - Voler bene alla Campania". Contemporaneamente Legambiente si farà promotrice della costituzione di un Osservatorio sull'emergenza rifiuti - che si affiancherà a quello attivo da decenni sulle ecomafie - con l'obiettivo di garantire trasparenza, monitorando da una parte l'attivazione delle raccolte differenziate nei Comuni in ritardo rispetto agli obblighi di legge e dall'altra lo stato di avanzamento dei lavori per il necessario ammodernamento dell'impiantistica esistente. Solo lavorando su una veloce ed efficace riduzione dei quantitativi di rifiuti e parallelamente sul completamento dell'impiantistica per il compostaggio, si creeranno le condizioni per uscire nei prossimi mesi in maniera definitiva dall'emergenza. è questo il segnale di forte discontinuità che ci aspettiamo dal suo mandato da commissario. Se così sarà, Legambiente sarà pronta a darle tutto il sostegno che merita. Gli autori sono presidente nazionale e regionale di Legambiente.

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Rifiuti, il piano De Gennaro arranca tra gli scontri (sezione: Monnezze)

( da "Manifesto, Il" del 31-01-2008)

 

Cariche a Marigliano, guerriglia a Gianturco dopo lo sgombero del sito occupato, con sassaiole e lanci di lacrimogeni. E il commissario fa appello al "buon senso" dei cittadini Ilaria Urbani Napoli E' un bollettino da vero stato d'assedio quello di ieri in Campania. Alla cornice spettrale disegnata dai cumuli di immondizia diventati parte integrante ormai delle strade delle periferie partenopee si sono unite ancora una volta le proteste dei cittadini contro il piano De Gennaro. Dalle prime ore della mattina tensione alle stelle a Marigliano, dove dovrebbe nascere un sito di stoccaggio. Per ore i cittadini ha bloccato l'autostrada A 30 all'altezza dello svincolo di Nola sdraiandosi sulla carreggiata. Le forze dell'ordine sono intervenute nei pressi del presidio nel centro cittadino caricando i manifestanti. Tra questi c'era anche il sindaco di Marigliano Felice Esposito Concione, che ha protestato per il trattamento subito: "Un funzionario di polizia voleva anche strapparmi la fascia tricolore". Bloccata anche la linea ferroviaria Salerno-Cancello. Nelle stesse ore la protesta montava anche a Gianturco. All'alba le forze dell'ordine hanno sgomberato il presidio nell'ex Manifattura Tabacchi, luogo individuato dal commissario De Gennaro per stoccare i rifiuti. Un dimostrante è salito su una ciminiera dell'area industriale vicina minacciando di lanciarsi nel vuoto, mentre gli agenti delle forze dell'ordine entravano nell'invaso. Il sito dell'ex Manifattura Tabacchi da quasi due anni è deputato allo stoccaggio per conto dell'Asìa, la società di raccolta rifiuti del Comune di Napoli, ma all'interno del posto sono centinaia le tonnellate di rifiuti ammassate indistintamente. I manifestanti di Gianturco hanno bloccato per ore la circolazione rovesciando cassonetti dell'immondizia e ostruendo la strada con autobus. In serata, quando il cordone umano si è spostato verso via Marina, ci sono stati scontri con le forze dell'ordine. Lanci di petardi e pietre da un lato e di lacrimogeni dall'altro. Il sito è stato poi abbandonato, ma l'assemblea dei cittadini si è data di nuovo appuntamento per stamattina a Gianturco. Sempre ieri mattina donne e bambini hanno bloccato l'accesso nelle vie principali del comune di Quarto, dove l'aiuto dell'esercito invocato nelle settimane scorse dal sindaco Sauro Secone è servito a ben poco. Alcuni residenti hanno rovesciato all'ingresso del municipio flegreo decine di sacchetti dell'immondizia ostruendo il passaggio. Il primo cittadino Secone, insieme ad alcuni dipendenti, ha ripulito di persona l'ingresso del Comune. Tutto mentre davanti all'ingresso del Comune una cinquantina di attivisti di Greenpeace dimostravano a favore del riciclo. E mentre De Gennaro continua ad augurarsi che "prevarrà il buon senso", annuncia che oggi deciderà definitivamente sui siti di stoccaggio "per rimettere in moto il ciclo dello smaltimento dei rifiuti in Campania". "Il piano predisposto - ha precisato il commissario - non è vangelo. Proprio perché fa riferimento ad una situazione di emergenza, fisiologicamente è destinato ad essere modificato in corso d'opera". Il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino intanto ha assicurato un intervento finanziario di altri 20 milioni di euro e un comitato composto da 24 ordini professionali della Campania ha offerto consulenze gratis per risolvere la crisi dei rifiuti nella Regione. Ma è guerra anche tra i tecnici. A Marigliano gli esperti incaricati di valutare le condizioni della discarica di Montesarchio, in provincia di Benevento, ritengono che l'area non possa essere riaperta per sversare altra immondizia mentre il team per la salute del programma di governo per l'emergenza rifiuti diretto da Donato Greco assicura che "l'apertura delle nuove discariche in Campania per fare fronte all'emergenza rifiuti non comporterà, secondo l'analisi dei dati ad oggi disponibili, un aumento dell'incidenza dei tumori e dei rischi per la salute dei cittadini nelle aree interessate". Il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino sempre ieri ha appoggiato l'ipotesi sostenuta da anni dai cittadini di Pianura e dintorni: "E' accaduto che alcune industrie, prevalentemente di altre Regioni e soprattutto del nord Italia, per evitare la spesa di uno smaltimento corretto e in luoghi controllati dei rifiuti industriali tossici, abbiano preferito farli scaricare abusivamente in Campania, avvalendosi della collaborazione di operatori disonesti e con la complicità di bande camorristiche".

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Federico Raponi (sezione: Monnezze)

( da "Liberazione" del 31-01-2008)

 

Dopo "Storie di scorie" l'artista torna a occuparsi di sud e di crimini contro l'ambiente Nel nuovo spettacolo i traffici illeciti dei rifiuti urbani e industriali per mano della malavita Teatro civile tra la monnezza: Ulderico Pesce asso di Pianura Federico Raponi Al tavolo del poker giocato d'azzardo, la carta nella manica è l'imbroglio che può determinare una partita e sbancare gli avversari. A questo fa riferimento Asso di monnezza , titolo del nuovo spettacolo di e con Ulderico Pesce presentato in prima nazionale al Teatro Fabbrica del Vapore di Milano (fino al 3 febbraio). Un racconto sui traffici illeciti dei rifiuti urbani e soprattutto industriali, jolly nascosto e affare d'oro della malavita organizzata. Ulderico Pesce prosegue così nel suo percorso di teatro civile legato all'ambiente, al sud, ai poteri criminali connessi tra loro come nel precedente Storie di scorie: il pericolo nucleare italiano , lavoro documentato sul rapporto Ecomafie di Legambiente e atti della magistratura e indagini ancora in corso. La denuncia dell'autore/attore è rivolta ai soggetti coinvolti nella vicenda: clan della camorra, pubblici funzionari, titolari di finte società di compost fertilizzante per l'agricoltura che, sotto tale copertura, scaricano residui tossici in discariche abusive o terreni agricoli. Asso di monnezza è la storia di Marietta e della sua famiglia a Pianura, periferia di Napoli, a ridosso di una discarica di rifiuti tossici, mille tonnellate provenienti dall'Acna di Cengio. Quei veleni le hanno ucciso di tumore i genitori e una sorella. Sposatasi, va a vivere a Giugliano, in prossimità di un'altra discarica. In visita a Roma, scopre che nel quartiere di Colli Aniene si effettua la raccolta differenziata porta a porta. Dopo aver cercato di convincere invano le autorità della sua zona, Marietta si mette a praticarla insieme ai figli. Tutto ciò mentre, di contro, il marito e l'altro figlio malavitosi scaricano rifiuti industriali provenienti dal Nord, illegalmente. "Oggi - sostiene Pesce - i telegiornali si occupano della spazzatura che invade le strade della Campania perché tutti la vedono. Ma io parlo anche di quella "monnezza" che non si vede, assai pericolosa, prodotta dalle industrie, che viene smaltita nell'ombra. Arsenico, cobalto, fosforo che viene prelevato soprattutto nelle industrie del Nord". Lo spettacolo si muove per le regioni della penisola, e un esempio citato è quello della Lombardia, dove è finito in prigione un vice comandante della polizia provinciale e sono state individuate 193 discariche abusive. Ulderico Pesce mira a sfatare l'immagine del sud incapace e del nord efficiente e a dare risalto al taciuto traffico degli scarti industriali velenosi e illegali dal nord al sud, il cui anello centrale sta nei laboratori chimici toscani, pronti a rilasciare falsi certificati in cui si attesta il trattamento di sostanze tossiche quali cromo, zinco e arsenico. Nel paese, spariscono in questo modo ogni anno materiali inquinanti per una superficie di tre ettari. L'autore sostiene la punibilità penale, e non una semplice ammenda, per questi reati che ribadisce essere contro l'ambiente, e sul suo sito (www.uldericopesce.com) sta raccogliendo firme per una petizione popolare. "Ho intervistato giudici, gente che vive nelle vicinanze di discariche, malati di tumore, malavitosi, ambientalisti, carabinieri. Ho capito che dovremmo consumare di meno, promuovere la raccolta differenziata, in poche parole andare verso la qualità della vita, cosa che mia nonna faceva per necessità, perché era povera, e noi dovremo cominciare a fare per scelta". 31/01/2008.

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Rifiuti, proteste sospese per 48 ore Controlli sanitari sulle discariche. Blitz di Prodi: aiuti per i nuovi impianti (sezione: Monnezze)

( da "Giorno, Il (Nazionale)" del 01-02-2008)
Pubblicato anche in:
(Nazione, La (Nazionale)) (Resto del Carlino, Il (Nazionale))

 

Di NINO FEMIANI ? NAPOLI ? MARIGLIANO getta la spugna, Ariano Irpino viene messa con le spalle al muro e Prodi fa il blitz sugli incentivi Cip6, scontentando Verdi e Rifondazione. È il giorno della vittoria per Gianni De Gennaro che chiude due fronti di rivolta e rinvia a oggi il piano per la 'pattumiera da un milione di tonnellate', ovvero la geografia delle discariche. Una vittoria di De Gennaro, almeno per ora. "Si tratta solo di una tregua", dicono in prefettura a Napoli, quartier generale del supercommissario. In realtà, il vertice per Marigliano e la chiamata del sindaco Gambacorta al Quirinale segnano un punto per De Gennaro nella partita a scacchi ingaggiata con i territori per domare l'emergenza. NESSUNA sorpresa, invece, ci sarebbe sul piano dei rifiuti, sebbene ci sia sullo sfondo più di un'incognita (da chiarire oggi). Le discariche aperte e riaperte sarebbero quelle previste dal decreto del maggio scorso (Savignano Irpino, Sant'Arcangelo Trimonte, Terzigno e Serre, quest'ultima già in funzione) a cui si aggiungono quelle individuate, in modo temporaneo da De Gennaro e "fino al completamento dell'invaso": ovvero Ariano Irpino, Villaricca e Pianura. Oltre a diversi siti di stoccaggio e trasferenza tra cui Ferrandelle, Marigliano e gli ex capannoni della Manifattura tabacchi di Napoli, dove ancora ieri ci sono stati blocchi e tensione. Parapoti, altro punto cruciale, resta al momento "in riserva strategica", sebbene sul sito si addensino molte nubi nere. Su Marigliano in prefettura si sigla un fragile accordo, una tregua di 48 ore come la definiscono gli amministratori presenti. Di che cosa si tratta? "Verranno fatti dei carotaggi ? dice il sindaco, Felice Corcione ? garantiti da organismi pubblici. Intanto si sospendono i lavori, poi ci aggiorneremo dopo che le analisi avranno fugato i dubbi della popolazione". In ogni caso le ecoballe da depositare nell'area di Marigliano assommeranno a 30mila tonnellate e non a 98mila, come previsto all'inizio, e ricoperte da doppio cellophane. Il primo cittadino poi spiega che sul territorio verranno effettuate verifiche accurate, prelievi e analisi condotte dall'Istituto superiore di sanità. Accertamenti anche sulla presenza di materiale ferromagnetico nel sottosuolo per valutare, una volta per tutte, se vi siano o meno rifiuti tossici sotterrati. MENTRE SI CHIUDE qualche fronte di polemica, se ne apre un altro, politico e tecnico insieme. In uno dei suoi ultimi giorni a Palazzo Chigi, Romano Prodi mette a segno un vero e proprio blitz e accorda ai termovalorizzatori della Campania il regime agevolato del Cip6 per favorirne la realizzazione. Sconfessando la sua stessa Finanziaria che poche settimane fa aveva cancellato questo tipo di beneficio economico. Il provvedimento di Prodi riapre i giochi per la gestione del termvolarizzatore di Acerra, dopo che le aziende che intendevano raccogliere il testimone di Fibe-Impregilo, cioè la francese Veolia e l'italiana A2A, si erano defilate. IL PROVVEDIMENTO di Palazzo Chigi rimette in corsa le società interessate alla gestione di Acerra, ma anche alla costruzione del termovalorizzatore di Santa Maria La Fossa e dell'impianto di Salerno, non ancora in cantiere e nemmeno autorizzati. Ma la mossa di Prodi non piace a Rifondazione e il presidente della commissione Ambiente al Senato, Tommaso Sodano, la giudica "incomprensibile e inaccettabile". - -->.

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Nelle strade inghiottite dai rifiuti "un mese dopo è ancora un inferno" - (segue dalla prima pagina) giovanni marino (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 01-02-2008)

 

Cronaca Pozzuoli, un mese fa Pozzuoli, ieri Melito, un mese fa Melito, ieri Pianura, un mese fa Pianura, ieri Nelle strade inghiottite dai rifiuti "Un mese dopo è ancora un inferno" Napoli, viaggio dentro la provincia assediata dalla spazzatura Il reportage Solo il centro della città è stato ripulito: in periferia cumuli fino ai primi piani L'immondizia mai raccolta da fine dicembre E c'è chi cammina con la mascherina (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) GIOVANNI MARINO Immondizia mai raccolta da fine dicembre, se non da prima, a cui si aggiunge, giorno dopo giorno, inesorabilmente, altra spazzatura. Non si respira, e non è un eufemismo, nella grande area a ridosso di Napoli: a Pozzuoli, Quarto, Casoria, Melito, San Giorgio a Cremano, Casavatore, Afragola, Cardito. Un mese dopo l'esplosione della grande crisi, andare da quelle parti è un tour nella disperazione e nel più totale abbandono. Nulla è cambiato in positivo, anzi, la situazione è peggiorata. Napoli è lì, a pochi minuti di auto, ma sembra lontanissima. La città, da qualche giorno, è stata ripulita. Dal centro alla periferia. Pianura è totalmente pacificata. Non ci sono tracce di quei giorni infernali. La discarica è chiusa da strutture in granito disposte ordinatamente. A terra, a ricordare quegli scontri, è rimasto uno striscione contro Prodi, Bassolino, Iervolino e Pecoraro Scanio. Accanto alle loro foto una grande scritta: "Camorra non siamo noi, il nostro tumore siete voi". Alla Riviera di Chiaia, nel cuore elegante della città, non c'è una carta fuori dai cassonetti. Tre settimane fa c'era stata una rivolta per lo stato di degrado raggiunto. Adesso l'inferno si è spostato di pochi chilometri. O meglio, c'è sempre stato anche nei giorni di Pianura. Ma brucia sempre di più. La provincia è letteralmente inghiottita dalla spazzatura. Eppure, andando in giro, raccogli frustrazione ma nessun cedimento davanti all'ipotesi di ospitare eventuali discariche o siti da quelle parti. è come se non si accorgessero che le discariche, tante mini-nauseabonde discariche, le hanno già sotto casa. Un cartello rettangolare con la scritta "Napoli" sbarrata di rosso avverte che si sta lasciando il capoluogo e si entra in un altro comune. Pozzuoli, area flegrea, è diventato un immondo sversatoio. E i primi cumuli alti e maleodoranti sono proprio all'altezza di quel cartello, quasi ad avvisarti che da lì in poi sarà tutto così. Luca ha 13 anni e mugugna: "Che vergogna". Va in terza media: "Studio a Napoli alla scuola Fiorelli, lì è pulito ma quando torno qui, a casa, è tutto uno schifo. Mi alleno con la corsa, ho dovuto sospendere, non puoi fare un passo con questo fetore". Attorno a Luca il lungomare è sfregiato da carcasse di mobili, stipiti in legno bruciacchiati, cucine sfondate, sacchetti di ogni tipo, un antico calciobalilla, avanzi di cibo, cartoni di detersivo. Qualcuno ci ha buttato sopra un po' di cemento. "Così puzza di meno", assicura Antonio, un ragazzo in tuta. C'è un'auto della polizia che scorta una piccola ruspa. Gli agenti hanno le mascherine sul volto. "Ce le hanno prestate i netturbini", dicono. Il piccolo mezzo fa avanti e indietro tra i sacchetti ed è l'immagine dell'impotenza. "Come svuotare l'Oceano con un secchiello", commenta Carmine, vigile urbano in pensione. Poi arriva una donna a bordo di una Fiat Cinquecento e inveisce: "Scusate, poliziotti, ma come è possibile che in tutte le zone di Napoli la monnezza l'hanno tolta e da noi, invece, no? Che siamo gli appestati, noi?". Gli agenti si guardano tra loro e allargano le braccia. Un breve tragitto e si arriva a Quarto. Ma sulla strada, in via Campana, ci si imbatte in un piccolo podere ostaggio dei rifiuti. Raffaele Rusciano non parla, scava e basta: deve liberare un passaggio. Maria La Ragione urla: "Non ne possiamo più, mandate il Tg3, siamo al numero civico 226". A Quarto un uomo alto e robusto si presenta: "Mi chiamo Mario e ho quasi 70 anni, volevo sapere soltanto una cosa: ma è vero che vogliono buttare questa schifezza in una cava qua sopra?". Non aspetta la risposta: "Perché noi facciamo le barricate, capito? E chiamiamo le televisioni". Inutile tentare il dialogo, provare a ragionare chiedendo: ma da qualche parte dovranno pur metterla l'immondizia? Mario fa un'espressione severa e segue il filo del suo discorso che poi è comune a molti a Napoli e provincia: "A Quarto 20-25 giorni fa vennero i soldati: una sceneggiata. Guardate come siamo ridotti. La politica ha fatto questo guaio e la politica lo deve riparare. Noi cittadini che c'entriamo?". è una scena grottesca: dialoghiamo tappandoci bocche e nasi, in un luogo ostruito dalla spazzatura, dove i primi piani delle case ormai si intuiscono soltanto tra i cumuli che si arrampicano fino alle finestre, ma l'unica preoccupazione è dire no a qualsiasi ipotesi di discarica. "Allora, se mi date i numeri vi chiamo per quando facciamo i blocchi stradali, poi venite, siamo d'accordo?". "Benvenuti a Casoria". La cartellonistica, nella provincia a nord di Napoli, andrebbe cambiata. La scritta giunge al termine di una piramide di spazzatura. Sulla statale Sannitica, dove si incrociano Casoria, Afragola e Cardito, un serpentone chilometrico di spazzatura è il paradiso di ratti grossi come gatti. "Appena si fa sera - racconta Maria, seduta davanti a un bar - escono per mangiare; a mia figlia piccola ho imposto di andare in giro solo con gli stivali alti, per evitare morsi e malattie". Si soffoca nella cintura vesuviana e a San Giorgio a Cremano, il paese di Massimo Troisi, non c'è nulla di cui sorridere. In via Gramsci sventola un drappo tricolore su una montagna di monnezza. Si legge: "Ci vergogniamo di essere italiani". Da una strada della provincia all'altra, dal degrado al degrado. Ma se c'è una classifica del peggio, in questa drammatica crisi dei rifiuti, ai primi posti va messa Melito. Attraversandola si ha l'impressione di stare in zona di guerra. Sono più i residenti con le mascherine che quelli senza. Le portano i grandi e i piccoli e non le tolgono mai, finché stanno per strada. Via Giulio Cesare, via Cristoforo Colombo, Traversa Melitiello, sono ormai discariche a cielo aperto. Ogni strada reca i segni della protesta: cassonetti rovesciati e immondizia ovunque. In Corso Europa ci sono due chilometri di spazzatura. Forse più. Un uomo di colore, furtivo, ci getta su un televisore maxischermo andato in frantumi e fugge. Pochi metri dopo bisogna fermarsi. Giovani esasperati stanno bruciando i rifiuti. Impediscono il passaggio. E invocano: "Aiutateci".

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DISASTRO NAPOLETANO (sezione: Monnezze)

( da "Libero" del 01-02-2008)

 

Attualità 01-02-2008 DISASTRO NAPOLETANO Mucchi di rifiuti e montagne di soldi Il commissario De Gennaro chiede soldi per far fronte all'emergenza rifiuti in Campania. Cosa dovevamo aspettarci? Al costo per i compensi al sindaco Iervolino, al governatore Bassolino, al ministro Pecoraro Scanio, dobbiamo aggiungere i costi dell'esercito, il compenso e le richieste del commissario, il danno d'im magine che colpisce il turismo. E qualcosa per la camorra dovremo pur calcolarla; si crede forse di poterla mettere da parte gratis? Così va il Belpaese presieduto dal presidente di tutti gli italiani che, innanzi al 60% dei cittadini che desidera andare al voto, dice che la situazione è complicata. Marco Chierici e.mail Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.

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La curia invoca l'aiuto di San Gennaro Il Pd: si intromette (sezione: Monnezze)

( da "Libero" del 01-02-2008)

 

Italia 01-02-2008 La curia invoca l'aiuto di San Gennaro Il Pd: si intromette PEPPE RINALDI NAPOLI Non sono solo i roghi a bruciare in Campania. C'è anche una sottile e quasi impercettibile fiamma che arde tra le stanze di Palazzo San Giacomo, sede del comune di Napoli, arriva fino alla diocesi e si spinge oltre, lambendo la sinagoga della comunità ebraica. Con una "doverosa" puntatina più in alto, in direzione di quel San Gennaro cui il popolo s'è votato per un miracolo che cancelli la tragedia dei rifiuti. Parliamo delle scintille prodotte dall'attrito fra il sindaco Iervolino ed il cardinale Sepe a proposito della presunta "sovraesposizione mediatica" di cui l'alto prelato era stato accusato in più di una occasione, e non solo dal primo cittadino. "Pensi a fare il cardinale" aveva detto la Iervolino, rendendo evidente il fastidio montante dalle sue parti per le iniziative del cardinale. Le veglie di preghiera, l'affidamento al santo patrono, tutto è stato percepito come ingerenza: del resto i contenuti poco teneri adottati da Crescenzio Sepe, riferiti ai livelli istituzionali nel quadro della drammatica, epica, storia della spazzatura, hanno subito impattato le stanze della politica. La cosa si è poi trasferita nella sede regionale del Pd, guidato da uno dei "gurka" di Ciriaco De Mita, il deputato salernitano Tino Iannuzzi. In uno dei tanti vertici degli organi dirigenti dedicati soprattutto alle conseguenze del terremoto Udeur e dal rimpasto della giunta Bassolino, l'ala "sinistra" del partito aveva in qualche modo sposato le posizioni del sindaco, dicendosi concorde sulla riflessione relativa alla "spropositata presenza sui media di Sepe". L'ala cosiddetta "cattolica" del Pd campano (cui pure l'ex basista Dc Iervolino appparterrebbe) si è invece schierata con il capo della diocesi, in un caso producendo anche documenti politici a sostegno del suo diritto di parola e di critica. Com'è stato per un nutrito gruppo di consiglieri comunali in palese dissenso dal sindaco. A questi si sono uniti proprio l'al tro ieri un gruppo di intellettuali napoletani che, in una nota diffusa ai media, ha apertamente parlato di "arroganza di chi tenta di zittire il cardinale nell'esercizio del suo magistero invece che prendere consapevolezza della catastrofe e della necessità di uscirne". Insomma, a liquefarsi non è il sangue di San Gennaro ma il tessuto di un partito dall'identi tà ancora obliqua alle prime prove generali di tenuta. Ma la cosa ancor più significativa è l'inciden te con il rabbino capo di Napoli Pierpaolo Pinhas Pinturello. In diverse occasioni pubbliche, la Iervolino aveva paragonato la situazione mediorientale all'occupazione nazista, come un Diliberto qualsiasi: inutile dire che Pinturello ha dato forfait alle celebrazioni della Giornata della Memoria cui pure era stato invitato seppur attraverso una semplice email. Vicenda letteralmente snobbata da tutti, eccezion fatta per un consigliere comunale di una lista civica, Marco Mansueto. Il che la dice lunga sulla sproporzione tra la generalizzata, quasi conformistica, condanna dell'antisemitismo e l'interesse vero manifestato nelle occasioni concrete. Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.

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<Botte o cancro fa lo stesso> Così la piazza sta fermando il supercommissario (sezione: Monnezze)

( da "Corriere della Sera" del 01-02-2008)

 

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Cronache - data: 2008-02-01 num: - pag: 23 categoria: REDAZIONALE Politica e barricate Le oscillazioni della Iervolino "Botte o cancro fa lo stesso" Così la piazza sta fermando il supercommissario DAL NOSTRO INVIATO NAPOLI - I tre bambini prendono la rincorsa dal prato, tra gli applausi della gente che già pregusta la scena. Si tengono per mano, salgono sulla strada di corsa, sputano all'unisono sui finestrini della macchina della polizia, e tornano indietro ridendo. Tutto intorno, signore strette nei cappotti che si scaldano davanti ad un fuoco acceso sulla carreggiata, pensionati in bicicletta che distribuiscono viveri, ragazzi che fanno la faccia feroce ai "nemici ", gli uomini in divisa. "Tanto qui nessuno tiene paura", dice uno dei tre bambini, avrà al massimo dieci anni. "O moriamo di tumore o di mazzate". Marigliano doveva essere facile. Nel piano presentato undici giorni fa dal commissario straordinario per l'emergenza rifiuti Gianni De Gennaro, l'apertura della discarica temporanea non avrebbe dovuto presentare problemi, almeno non di ordine pubblico. Invece, via Isonzo è un percorso di guerra urbana, reticolati e piastre di cemento che ostruiscono il passaggio. L'autostrada è bloccata, la statale pure. Il sito, dieci moggi di terreno, è in fondo a una stradina di campagna, località Bosconfangone. Accanto c'è il depuratore, sequestrato dalla magistratura nel 2004 perché scaricava liquame nella falda acquifera. Di fronte, uno stabilimento dell'Alenia sul quale gli abitanti raccontano storie di esalazioni, operai intossicati, vapori tossici. è su questo sentiero che nei giorni scorsi si sono scontrati poliziotti e manifestanti. In palio c'era il passaggio di due pale meccaniche dirette alla futura discarica. Le ha prese il sindaco, le ha prese un bimbo di otto anni, Filippo. Ma i veri simboli di questa protesta, esibiti come icone, indicati a vista da chi vuole dare spiegazioni e convincere, sono gli ammalati. La zia di Filippo, ad esempio. è una donna dall'aria semplice, per nulla aggressiva, è vestita con gonna nera e dolcevita grigio. Fa la casalinga, ha 35 anni, ha il cancro. "Linfoma dovuto a fattore ambientale ", le dissero i medici quattro anni fa. Chemio e radioterapia, un trapianto di midollo al Cardarelli, la convalescenza sorvegliata e la convinzione che il calvario sia dovuto ai veleni che si sprigionano da un terreno esausto, dove per anni è stato abusivamente sepolto di tutto. è qualcosa che dà forza alla protesta, la rende più convinta e sorda. Il risultato è un pareggio, tregua di due giorni, apertura subordinata all'esito degli esami sul terreno. Stallo. E così i furgoni della polizia carichi degli agenti che devono dare il cambio ai colleghi che presidiano il sito da dieci ore restano in coda sulla stradina, fermi, circondati dai manifestanti. Non si va avanti, non si va indietro. è l'immagine che riassume queste giornate, dove i rifiuti sono stati soltanto oscurati da notizie più nuove. Di immagini ce ne sono anche altre, ormai consuete. A Cittadella, una frazione di Casoria, i bimbi delle scuole elementari e medie, accompagnati dai genitori, hanno bloccato la via Nazionale mettendo di traverso la montagna di immondizia che da settimane colma i marciapiedi. I camion sono passati lo stesso su questo tappeto nauseabondo, spiaccicando i sacchi della spazzatura, seminando il loro contenuto per centinaia di metri. A Ponticelli, quartiere di Napoli, qualcuno ha messo il metro marino in mezzo ad un cumulo di munnezza che sfiora i tre metri di altezza. La spazzatura come una marea montante, da misurare ogni mattina. Il centro di Napoli è pulito, ma è un'illusione ottica. Le periferie e la provincia sono sommersi, l'esercito che ogni tanto fa respirare qualche quartiere crea soltanto un effetto placebo. E Gianni De Gennaro, l'uomo che doveva tamponare una situazione giunta al punto di non ritorno, è un commissario dai superpoteri ma senza più un governo. L'ex capo della polizia è stato chiaro fin da subito. A lui spetta la soluzione di questa emergenza, non dell'emergenza rifiuti nel suo insieme. Ha firmato le ordinanze per l'entrata nei siti di stoccaggio "battezzati " dal suo piano, e poco altro. Non firma l'ordinaria amministrazione, si attiene al piano. è una presa di distanza simbolizzata anche dalla scelta di aprire il proprio ufficio non al Commissariato, ma al Comiliter, il palazzo dell'esercito in piazza Plebiscito. "Così non si va avanti", ha detto due giorni fa. I primi 24 giorni di De Gennaro somigliano molto agli ultimi del suo predecessore, il prefetto Alessandro Pansa. La sensazione di essere fermi, di non avere l'aiuto necessario, che tutti pensino (anche) ad altro mentre ogni ora dovrebbe essere invece preziosa. I superpoteri di un Commissario senza governo non scalfiscono il potere politico locale. E senza politica non si va da nessuna parte. Lo sa bene il prefetto Pansa, commissario straordinario "caduto" sulla discarica di Pianura dopo avere ricevuto abbondanti assicurazioni dai politici campani. è una storia vecchia di un mese ma da raccontare, perché aiuta a capire come nessuno sia senza colpa. Nella disperata corsa contro il tempo - la chiusura del sito di stoccaggio Taverna del Re, annunciata al 31 dicembre, segnava l'inizio del disastro - l'ipotesi di riaprire Pianura viene considerata l'extrema ratio. Il Commissariato è perplesso, timori per l'ordine pubblico. Antonio Bassolino presenta a Pansa una relazione dei suoi collaboratori nella quale si sostiene che la situazione ambientale è difficile, ma comunque "percorribile". Poco prima di Natale, un incontro in Prefettura con Bassolino, il sindaco Iervolino e il presidente della Provincia Dino Di Palma mette a punto la strategia. "Nessuna indicazione contraria dei presenti" si legge nelle informative inoltrate alla presidenza del Consiglio. Si proceda, allora. La scelta diventa ufficiale. Due giorni dopo, Iervolino si dichiara pubblicamente contraria alla riapertura della discarica di Pianura, e si schiera al fianco dei suoi abitanti. Ma ancora il 28 dicembre, quando ormai sono cominciati i blocchi stradali e ferroviari, durante una riunione in prefettura il sindaco di Napoli è d'accordo nel cercare "un consenso quantomeno a livello politico per mediare con la popolazione" e arrivare all'apertura della discarica. Il cerino resta in mano a Pansa, che si brucia. De Gennaro ha trovato una soluzione compromessa da notti di battaglia e trattative con i capi della protesta che avanzavano richieste sempre più esose. E ha tirato una riga su Pianura. Ma il modo in cui è maturata questa rinuncia è benzina che alimenta le proteste degli altri, una eredità che pesa su qualunque nuova trattativa. Anche tra i prati di Marigliano appare chiaro che si è creato un precedente dove lo Stato è venuto, è stato contestato, se ne è andato sconfitto. Un pensionato, un attivista, la madre di Filippo: "Siccome noi siamo persone pacifiche e quelli di Pianura invece no, dobbiamo prenderci i rifiuti di Napoli al posto loro?" è un coro rassegnato, perché tutti sanno che alla fine la discarica, qui, si farà. Ma la disfatta che lo Stato ha incassato a Pianura è un tormento ulteriore, alimenta il retrogusto di ingiustizia. "Brava gente" dice il vicequestore che dirige la polizia messa a proteggere il sito. Convinta di subire un torto, l'ennesimo. Lo scorso anno Marigliano ha vinto un premio per la raccolta differenziata. "E adesso ci dobbiamo prendere i rifiuti di quelli che non la fanno?" Qui, come ad Ariano Irpino e negli altri luoghi della protesta, c'è la convinzione inscalfibile che ognuno si debba prendere i suoi rifiuti e le sue eventuali colpe, e basta. L'eterna rivalità campana tra metropoli e provincia. Non c'è bisogno di arrivare in Veneto. La solidarietà nazionale finisce appena fuori Napoli. Anzi, non comincia nemmeno. Proteste Prima le parole di sdegno, poi i cortei, ora i blocchi stradali. è l'onda in crescita delle proteste contro la riapertura delle discariche indicate da De Gennaro Nella foto un tir fermo sull'autostrada fra Caserta e Salerno (Ansa) Commissario Gianni De Gennaro Scontri Tensione per i cortei contro il sito di stoccaggio di Marigliano (Emmevì) Marco Imarisio.

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VIAGGIO NEI 50 SITI FUORILEGGE DEL GIUGLIANESE. I ROM CORRIERI DELLA SPAZZATURA PERICOLOSA: GUADAGNANO 5 EURO A CARICO (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 01-02-2008)

 

Viaggio nei 50 siti fuorilegge del Giuglianese. I rom corrieri della spazzatura pericolosa: guadagnano 5 euro a carico DALL'INVIATO A QUALIANO PIETRO TRECCAGNOLI I roghi li appiccano alle cinque di mattina, quando il vento spinge il fumo nero e i veleni verso il mare e grazia i 27mila abitanti di Qualiano. Nella terra dei fuochi, prima dell'alba, ardono i copertoni, ammonticchiati dovunque. Gli pneumatici non servono a riscaldare l'Onu della prostituzione che lungo tutta la Circumvallazione fa mostra di sé a tutte le ore del giorno e della notte. A loro ci pensano i magnaccia (africani e slavi per lo più) che le hanno prese in franchising della Camorra, quella con la "c" maiuscola. Le gomme sono usate come combustibile. È come una legna tossica che serve a far sparire più rapidamente le morchie di nafta che vengono sversate in abbondanza sui copertoni. Poi basta un fiammifero e, puff, il veleno è servito. Brucia prima e, a fine rogo, è impossibile capirci qualcosa in quell'impasto scuro e fetente. A Ponte Riccio, poco lontano dalla zona Asi di Giugliano, c'è l'inferno. Chi passa velocemente lungo l'Asse Mediano intuisce e qualche volta annusa. Ma per scoprirne i gironi, le balze e la dannazione bisogna addentarsi nelle strade di campagna, prima asfalto e poi pantani, neri di fango, di scorie, impregnanti di peste chimica che la pioggia di gennaio non riesce a neutralizzare. Attorno a Qualiano ci sono una cinquantina di siti di scarico. A volte piccoli, nascosti tra i frutteti, le case in costruzione, i campi da tennis mai finiti, o sotto i ponti che dal lago Patria si addentrano negli acquitrini dove ancora si ostinano ad allevare bufale. Qualiano paga l'esoso prezzo della geografia, stretto tra le periferie di Giugliano e di Villaricca. Perché si scrive Taverna del Re, Giugliano, appunto, e si legge Qualiano. Si scrive Cava Riconta, via Ripuaria, Villaricca, e si legge Qualiano. "In un'area molto concentrata, per decenni si è scaricato di tutto, senza nessun controllo" denuncia Raffaele Del Giudice di Legambiente che qui ci è nato e ci vive e di questa battaglia ne ha fatto una ragione di vita. "Si brucia, si sotterra, si uccide una zona di frutteti ricchissima. Qui se pianti l'asta di una scopa dopo un po' fruttifica". E ora? "Ora solo veleni di tutti i tipi". È qui che Esmeralda Calabria, Andrea D'Ambrosio e Peppe Ruggiero hanno girato il documentario "Biùtiful cauntri" che ha entusiasmato Nanni Moretti e che tra poco arriverà nelle sale. Lungo strade e sentieri senza nome, fiancheggiati da canneti rinsecchiti dalla diossina, si possono trovare tubi catodici, divani, aspirapolveri, volumi sparsi di enciclopedie, bottiglie, parafanghi e altri residui di smaltimento di auto, in gran parte derivati del petrolio. Ci sono anche pezzi di tronchi di palme. Sono quelle infettate dal punteruolo rosso, un insetto mediorientale. Non le smaltiscono secondo la legge. Le bruciano insieme a tutto il resto. E l'animale sta sempre lì. Ma i rifiuti più pericolosi sono quelli che non si riescono a distinguere. Come attorno alla centrale Enel, dove le puttane battono accanto a un monterozzo di scorie di fonderie che due giorni fa non c'era e che è bruciato per una mattinata intera. I vigili del fuoco? Ormai nessuno li chiama più. Se v'infilate in una traversa dalle parti della Masseria del Cardinale, poco dopo la costruenda chiesa dell'Immacolata, siete in piena discarica. Qualche contadino si ostina a potare alberi di albicocche, ma l'assedio è totale. Vedono, mugugnano, ma la loro rabbia non produce effetti. E così molti tacciono. Frutteti si alternano a piccoli spazi incolti, scampìe. I più sfiduciati hanno sradicato tutto e hanno attaccato le cesoie al chiodo, perché i cumuli abusivi e tossici, crescono di giorno in giorno. A trasportare le schifezze sono i rom. Chi ha bisogno di far scomparire monnezza pericolosa o ingombrante gli mette in mano cinque euro ed è fatta. Provvedono loro, con i propri trabiccoli improbabili a portare tutto dove l'occhio non vede, ma il naso sente e i polmoni s'incancreniscono. Del resto i nomadi tra i veleni, all'ingresso dell'area industriale, ci vivono in settecento, su un terreno dove, anno dopo anno, è stato infilato di tutto. Poco più avanti, superato l'immpianto verde di Cdr, c'è una vecchia discarica abusiva dove fino a dieci anni fa, quando è stata finalmente chiusa, hanno interrato ogni specie di scoria. C'è un recinto di cemento che la contiene, ma la collinetta, dove cresce erba grigia, svetta beffarda tra gli alberi di percoche (le indimenticabili puteolane), i cui tronchi hanno ora un colore indefinibile, che intossica già a guardarlo. Non si raccoglie più nulla, sperano i consumatori. A cinque metri dall'ecomostro ci sono i teloni di alcune serre dove per ora non è ancora spuntato nulla, se mai spunterà. Per contrasto, i broccoli sono già "spicati", come altrove le mimose: c'è chi caparbio e incosciente li coltiva a due passi da una delle ex-centrali dell'ecomafia. Nella campagna attorno a Qualiano, dove senti sempre addosso gli occhi di chi non ha bisogno di chiedere per sapere che cosa stai facendo, la tragedia non è il sacchetto di casa. Ce ne sono a montagne anche qui, ovviamente. Impudichi e sventrati, a pezzatura di un centinaio di metri, e fanno da nutrimento per cani randagi e bestie innominabili. È un contrappasso che Dante non aveva previsto per i suoi peccatori. Anche perché qui puniscono soprattutto gli innocenti. Innocenti come le folaghe (quelle che amava cacciare Ferdinando IV di Borbone), i gabbiani e qualche cormorano che sguazzano nelle acque del lago Patria. Sono immersi in una schiuma bianca che infesta le rive. E sbattono le ali come il cormorano nel petrolio della prima guerra del Golfo. Allora sapevi da dove arrivava la morte. Oggi, invece, nessuno sa dirtelo con certezza. (1. continua).

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17/1/2008 (13:26) - EMERGENZA RIFIUTI, INTERVIENE LA COMMISSIONE EUROPEA

Rifiuti, nuovo avvertimento dell'Ue. La Stampa del 17-1-2008

Bruxelles orientata a proseguire la
procedura d'infrazione. A fine mese
previsto invio di un secondo richiamo

BRUXELLES
La Commissione Europea è orientata a proseguire la procedura d’infrazione contro l’Italia per la questione dei rifiuti.

Il 30 gennaio prossimo  sarà deciso l’invio di un secondo richiamo alle autorità italiane dopo la lettera di messa in mora già inviata in giugno. «Ci sarà una seconda lettera», hanno riferito le fonti, facendo riferimento al secondo passo della procedura che prevede l’invio di un parere motivato.

Il 28 gennaio è previsto a Roma un incontro a livello tecnico tra le autorità italiane e quelle comunitarie per valutare le misure già prese per far fronte all’emergenza e quelle previste dal governo per la gestione nel medio e lungo termine dei rifiuti. Ma l’orientamento che sta prevalendo a Bruxelles  è che non esistono le condizioni per bloccare la procedura aperta in giugno verso l’Italia. La linea dura di Bruxelles è stata di fatto preannunciata dall’intervento del commissario ue all’ambiente Stavros Dimas, martedì davanti all’europarlamento. «Se le attuali violazioni delle legislazioni comunitarie dovessero continuare, useremo tutte le misure disponibili, inclusa la possibilità di applicare multe», aveva detto Stavros.

Dal ricevimento del parere motivato, l’Italia avrà due mesi di tempo per rispondere e conformarsi alle richieste comunitarie. Qualora la Commissione Ue non si ritenesse soddisfatta, scatterebbe la terza fase della procedura d’infrazione, che prevede il ricorso alla Corte di giustizia della Ue del Lussemburgo e, nell’ipotesi di una condanna, severe sanzioni pecuniarie. Ieri il ministro Emma Bonino ha rilevato che per le violazioni alla tutela di ambiente e salute, la Ue potrebbe imporre «multe da 20 mila a 700 mila euro giornaliere».


Rifiuti, le Regioni del «sì» e quelle del «no» di Giovanna Faggionato ( Il Sole 24 Ore del 15-1-2008)

In Campania il 35% dei traffici illegali

 

Dossier rifiuti Legambiente

 

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L'Italia è tutta qui. Le proteste per i rifiuti punteggiano la penisola, ma più il tempo passa più cresce il numero delle Regioni disposte ad offrire solidarietà alla Campania.

Le Regioni del sì...
Puglia.
Sarà l'intero «sistema Puglia» ad accogliere, in quantità limitata e per un tempo limitato ai120 giorni stabiliti dal Governo, una parte dei rifiuti provenienti dalla Campania. Questo il piano del governatore Nicki Vendola che non ha però parlato di numeri, lasciando nel vago sia i siti prescelti che il quantitativo di rifiuti che dovranno accogliere gli impianti pugliesi. La Puglia potrà accettare «alcune decine di migliaia di tonnellate di rifiuti» ha detto il governatore.

Abruzzo.
L'accordo firmato dal «supercommissario» Gianni De Gennaro, Regione Abruzzo e Consorzio di smaltimento rifiuti di Cerratina prevede che nella discarica vicino Lanciano siano scaricate 120 tonnellate di rifiuti campani al giorno, la capienza di circa 4 tir. Per pagare lo smaltimento lo Stato (via Regione Campania) girerà al Consorzio 375mila euro. La Regione Abruzzo si è impegnata a ricevere 15 mila tonnellate di rifiuti, guadagnandosi il primo posto nella classifica della solidarietà. Il sindaco di Lanciano chiede però di rivedere l'accordo portando a 5mila tonnellate la quota di rifiuti da smaltire nel suo comune.

Sardegna.
La Sardegna si è impegnata a smaltire circa 6mila tonnellate di rifiuti campani, un quantitativo pari allo 0,3% della capacità delle discariche sarde. Dopo l'arrivo delle prime navi l'assessorato regionale della Difesa dell'Ambiente ha inviato una richiesta al commissario straordinario, Gianni De Gennaro, chiedendo che i prossimi carichi destinati alla Sardegna siano costituiti da ecoballe, cioè da rifiuti già trattati.

Lazio. «
Il Lazio ha disdetto da poco i contratti per smaltire immondizia da altre Regioni ed è quindi pronto ad accogliere circa 5mila tonnellate di rifiuti di provenienza campana» ha spiegato il presidente Piero Marrazzo, che non ha però ancora indicato con precisione i siti prescelti per far fronte all'emergenza.

Emilia-Romagna.
L'Emilia-Romagna farà la propria parte. E «senza mettere il nostro sistema in nessuna condizione di criticità perché «si verificherà la qualità dei rifiuti che arriveranno», ha spiegato più volte il presidente della Regione Errani. Delle 5mila tonnellate destinate all'Emilia-Romagna, pari allo 0,2% della produzione di rifiuti del sistema regionale, 3mila saranno smaltite nella discarica di Imola e 2mila a Modena.

Lombardia.
Il governatore della Lombardia dopo un no dal sapore tutto politico, ha dichiarato che la Lombardia è disponibile ad accogliere ben 5 mila tonnellate. Non si sa quanto, su questo possibile dietrofront, abbiano pesato i ripetuti appelli a una maggiore responsabilità lanciati dal premier Romano Prodi, fatto sta che di fronte all'emergenza la Lombardia è pronta a tendere una mano alla Campania, ma solo a precise condizioni. Più che altro perché i 25 impianti lombardi sono tutti tecnologicamente molto avanzati, e perciò in grado di smaltire ecoballe di materiale differenziato già trattato sul luogo di origine.

Toscana. La Regione Toscana ha approvato con una delibera regionale lo smaltimento sul suo territorio di 4mila tonnellate di rifiuti made in Campania. Di queste 1.300 saranno smaltite ad Arezzo.Il presidente Martini ha sollecitato il Governo perché venga immediatamente istituito un tavolo Governo-Regioni sulla riduzione dei rifiuti. «Dalla Campania - ha sottolineato - deve venir fuori proprio questo».

Molise.
Dal Molise il governatore Iorio si è detto favorevole ad accogliere 3mila tonnellate dopo la decisione di De Gennaro di bloccare la discarica di Colle Alto, che era stata al centro delle proteste nei giorni scorsi.

Marche.
Le Marche hanno accettato di accollarsi lo smaltimento di 2.600 tonnellate di rifiuti. Mille metri cubi sono destinati alla provincia di Ancona, 750 alla provincia di Ascoli Piceno, 750 a quella di Pesaro Urbino e 100 metri cubi alla provincia di Macerata.

Sicilia.
Il presidente della Sicilia Salvatore Cuffaro dopo il contestato arrivo delle 1.500 tonnellate concordate, ha detto stop agli sbarchi dell'immondizia di Napoli. «Ci è stato chiesto di smaltire una quota di 1.500 tonnellate - ha spiegato Cuffaro - noi lo abbiamo fatto, per un senso di collaborazione e di responsabilità, ma nessun altro arrivo è stato concordato»

...quelle del forse...
Liguria.
La Regione Liguria aveva detto no, ma l'assessore regionale all'Ambiente, Franco Zunino, ci ha ripensato. «Il nostro no non era politico, ma motivato dalla consapevolezza che la discarica di Scarpino non può accogliere rifiuti aggiuntivi» ha spiegato Zunino che ha capitolato dopo la pressione crescente del Governo. L'assessore ha quindi acconsentito ad una risposta almeno simbolica alle richieste dell'esecutivo, che potrebbe corrispondere alla ricezione di mille tonnellate di rifiuti.

Piemonte.
La situazione resta controversa e i fronti confusi. Nei giorni scorsi si sono schierati per il sì la presidente Mercedes Bresso, l'assessore regionale all'ambiente Nicola De Ruggiero e il sindaco di Torino Chiamparino. Contrari ad accogliere i rifuti campani restano gli esponenti di centro-destra, ma anche il democratico ribelle Antonio Saitta, presidente della Provincia di Torino, mentre il Pd piemontese ha detto di condividere le preoccupazioni di quest'ultimo senza sposarne le conclusioni. La questione dunque è tuttora irrisolta, a prendere una decisione è chiamato il consiglio regionale.

... e quelle del no.

Basilicata. Un no netto l'ha ribadito la Regione Basilicata. L'assessore all'ambiente Vincenzo Santochirico è intervenuto precisando che la Regione è pronta «ad intervenire con mezzi tecnici ed uomini per esprimere solidarietà alla Campania, ma non siamo in grado di importare i rifiuti poiché il sistema lucano, per la sua conformazione, è un sistema che è disegnato per rispondere al fabbisogno della Basilicata».

Veneto.
Il governatore del Veneto, Giancarlo Galan, si è sempre schierato per il no. Si potrebbe fare anche un gesto simbolico, ha detto Galan, «accogliendo 5mila tonnellate di rifiuti: che non significano nulla, la raccolta di una giornata». Secondo Galan, se si continuasse su questa strada però «il sistema andrebbe in tilt», perché fondato sulla raccolta differenziata. «Il Veneto - ha precisato Galan - fa una raccolta differenziata al 49%. Vuol dire che nelle discariche devono arrivare materiali trattati. Non roba a caso. Interrompere per una o due settimane questo meccanismo vuol dire bloccare tutto».

Umbria.
«Oggi l'Umbria non è in condizione di ricevere rifiuti da altre regioni. Oltretutto è in atto ancora un contenzioso sia economico che giudiziario in relazione a quanto fatto dalla Regione nella precedente, analoga, crisi».Queste le parole con cui l'assessore regionale Lamberto Bottini ha spiegato la posizione della giunta dell'Umbria a proposito dell'emergenza.

 

 

ARTICOLI DEL 13 E 14 GENNAIO 2008

La grande balla delle ecoballe – di Giovanni Valentini ( da "Repubblica, La" del 14-01-2008)

Spazzatura, meglio le soluzioni realizzabili oggi di quelle futuribili che rinviano solo il problema ( da "Secolo XIX, Il" del 13-01-2008)

Manifestazione-flop a Napoli: pochi in piazza con la destra Circa in 10mila a sfilare contro il governo, ma la città non c'era. E An ammette: i napoletani non ci hanno seguito ( da "Unita, L'" del 13-01-2008)

LA PROTESTA IN DIECIMILA AI TRE CORTEI DI NAPOLI: HANNO FALLITO, MANDIAMOLI A CASA 0 E a Terzigno si preparano le barricate ( da "Giorno, Il (Nazionale)" del 13-01-2008) + 2 altre fonti

Campania, terra malata ecco "biùtiful cauntri" - gianni valentino ( da "Repubblica, La" del 13-01-2008)

Diecimila in piazza contro bassolino - ottavio lucarelli ( da "Repubblica, La" del 13-01-2008)

"hanno gettato cifre spaventose l'inettitudine è tutta dei politici" - giovanni marino ( da "Repubblica, La" del 13-01-2008)

Fabio Perugia f.perugia@iltempo.it Tutti in riga, così non ( da "Tempo, Il" del 13-01-2008)

In piazza per smaltire Bassolino ( da "Tempo, Il" del 13-01-2008)

Rivolta di Napoli contro i colpevoli: "Quei quattro dimissioni subito" ( da "Giornale.it, Il" del 13-01-2008)

Il sondaggio del "Giornale", sette italiani su dieci: "Responsabili a casa" ( da "Giornale.it, Il" del 13-01-2008)

Nella polveriera sarda esplodono gli ultrà ( da "Giornale.it, Il" del 13-01-2008)

Schifani: <Sul caso indaghi il Parlamento> ( da "Giornale.it, Il" del 13-01-2008)

Vetro, carta, plastica e lattine il nord ricicla, il sud no - caterina pasolini ( da "Repubblica, La" del 13-01-2008)

LA POLEMICA pag.1 ( da "Giornale.it, Il" del 13-01-2008)

Corteo anti Bassolino ( da "Corriere della Sera" del 13-01-2008)

Veltroni: la legge elettorale non si fa senza Berlusconi ( da "Corriere della Sera" del 13-01-2008)

L'ULTIMA IDEA: MEGA-DISCARICA AI CONFINI TRA IRPINIA E PUGLIA ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 13-01-2008)

RIFONDAZIONE ATTACCA DE GENNARO IL PREFETTO HA POTERI DITTATORIALI ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 13-01-2008)

L'INCUBO DEI VELENI NASCOSTI ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 13-01-2008)

SFILANO IN DIECIMILA PER CHIEDERE LE DIMISSIONI DI GOVERNATORE E SINDACO. FUNERALE PER IL RINASCIMENTO NAPOLETANO ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 13-01-2008)

Rifiuti, l'ato ribadisce il suo no ( da "Repubblica, La" del 14-01-2008)

Bassolino e il cinismo del centrosinistra ( da "Repubblica, La" del 14-01-2008)

Crisi rifiuti in consiglio i "grillini" pronti al blitz - ottavio lucarelli ( da "Repubblica, La" del 14-01-2008)

Brevi, schede e richiami 1 ( da "Repubblica, La" del 14-01-2008)

Ci sono 6mila tonnellate di rifiuti nelle strade La cura Prodi è un flop pag.1 ( da "Giornale.it, Il" del 14-01-2008)

Lo strappo di Lodi: <Mandateci la monnezza> ( da "Giornale.it, Il" del 14-01-2008)

Quelle campagne di camorra e diossina dove i bimbi giocano tra carcasse di agnelli - concita de gregorio ( da "Repubblica, La" del 14-01-2008)

"Una vita tra libri e cazzotti" ( da "Stampa, La" del 14-01-2008)

Emergenza rifiuti, fra i lettori si infiamma la discussione ( da "Stampa, La" del 14-01-2008)

Perché la solidarietà non è più automatica ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 14-01-2008)

Rifiuti, la cura Prodi è un flop pag.1 ( da "Giornale.it, Il" del 14-01-2008)

Blocchi stradali nel Napoletano I consumatori: "Nessun allarme cibo" ( da "Quotidiano.net" del 14-01-2008)

Blocchi stradali nel Napoletano I consumatori: "Nessun allarme cibo" ( da "Quotidiano.net" del 14-01-2008)

Alta (in) fedeltà all'Amantes ( da "Stampa, La" del 14-01-2008) + 1 altra fonte

 

 

Articoli del 13 e 14 gennaio 2008

 

 

La grande balla delle ecoballe – di Giovanni Valentini

( da "Repubblica, La" del 14-01-2008)

E’ già singolare che una forza politica rappresentata in Parlamento, nelle amministrazioni locali e perfino nel governo nazionale, decida di acquistare una pagina pubblicitaria su un giornale non per diffondere le sue idee o raccogliere voti, ma per difendersi dalle accuse che le vengono rivolte. Lo hanno fatto l'altro ieri i Verdi con un "avviso a pagamento" su Repubblica, per chiarire quali sono le loro "colpe" sull'emergenza rifiuti o meglio quelle che ? come si legge nel testo ? "in modo disonesto e strumentale, molti cercano di scaricare" su di loro.è un'autodifesa che merita di essere presa in considerazione, almeno da parte di chi vuole capire ? al di là delle strumentalizzazioni politiche e mediatiche ? chi sono i veri colpevoli di questo disastro ambientale e civile, a cominciare dalle imprese appaltatrici guidate dall'Impregilo che l'hanno determinato. Premesso che "da 14 anni la legge attribuisce al Commissario straordinario tutte le competenze e i poteri per l'emergenza rifiuti in Campania", i Verdi riassumono in otto punti quello che hanno fatto nel frattempo: 1) hanno chiesto più volte di sciogliere una "struttura commissariale inefficace e inadeguata" che fra l'altro ha sperperato due miliardi di euro dei contribuenti; 2) hanno contrastato il "fallimentare" Piano di smaltimento dei rifiuti che ha prodotto cinque milioni di ecoballe; 3) hanno denunciato costantemente il giro del malaffare camorristico e le infiltrazioni delle ecomafie nel traffico dei rifiuti; 4) hanno proposto un moderno modello di gestione dei rifiuti, in linea con le Direttive europee; 5) hanno contributo ad avviare la raccolta differenziata in oltre 150 Comuni della Campania; 6) hanno sostenuto la realizzazione dell'unica discarica controllata e funzionante nella regione, quella di Serre; 7) hanno ottenuto la possibilità di commissariare i Comuni che non effettueranno la raccolta differenziata; 8) e infine, hanno contribuito a fermare il meccanismo perverso del cosiddetto CIP6, oltre 30 miliardi di euro sottratti alle energie rinnovabili e destinati ad alcune potenti lobby industriali. Le uniche "colpe" che i Verdi sono disposti ad ammettere, dunque, sono da una parte quella di aver detto "no ad affaristi, camorristi ed ecomafie" e, dall'altra, quella di aver detto "sì alla raccolta differenziata e alla salute dei cittadini". E chi è in buona fede, se proprio non vuole rendergliene merito, deve almeno prenderne atto. Il partito del Sole che ride farebbe bene, piuttosto, a riflettere sulla propria immagine, sulla propria credibilità e capacità di comunicazione, per verificare se in qualche caso non ha peccato di estremismo o di massimalismo, compromettendo l'efficacia delle sue iniziative. Quali sono, allora, i nomi dei veri colpevoli? Lo stesso leader dei Verdi, il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, nell'intervista rilasciata mercoledì scorso al nostro giornale, ne ha fatto esplicitamente uno: quello di Cesare Romiti. E ha richiamato il "disgraziato appalto alla Fibe del gruppo Impregilo", la società di costruzioni e ingegneria di cui Romiti ha mantenuto il controllo dopo l'uscita dalla Fiat fino al 2005 e la presidenza fino al 2006, che ha prodotto 5 milioni di tonnellate di ecoballe. Il nome di Cesare Romiti non figura per la verità nella richiesta di rinvio a giudizio depositata dalla Procura di Napoli per il processo che avrebbe dovuto aprirsi proprio oggi e che è stato rinviato per lo sciopero degli avvocati. Ma in compenso ci sono quelli dei suoi due figli, Pier Giorgio e Paolo, rispettivamente nella qualità di amministratore delegato di Impregilo e di direttore commerciale di Fisia Italimpianti controllata dallo stesso gruppo. Insieme ad altre 26 persone, tra cui spicca l'ex governatore della Campania Antonio Bassolino, sono imputati "in concorso tra loro e con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso" di vari reati come frode, truffa, inadempimento dei contratti d'appalto, stoccaggio illegale di rifiuti e abuso d'ufficio. Nelle 45 pagine del provvedimento, emesso dopo un'indagine durata cinque anni, c'è la ricostruzione precisa ? data per data, cifra per cifra ? del "puzzle" che ha originato l'emergenza in Campania da dieci anni a questa parte. E sebbene molti reati rischino di cadere in prescrizione, questo sarà comunque il primo processo sui rifiuti contro le imprese e i rappresentanti della Pubblica amministrazione, nel quale anche il Wwf si costituirà parte civile. Paradossalmente, oltre alla presidenza del Consiglio dei ministri e alla Protezione civile, nel lungo elenco delle parti offese compaiono la stessa Regione, tutte le Province e i Comuni della Campania. A dare il via al grande scandalo della spazzatura è un'ordinanza commissariale del 12 giugno 1998, con cui furono indette le gare d'appalto per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti. A seguito dell'aggiudicazione all'Impregilo e alle aziende controllate, i contratti vengono stipulati il 7 giugno 2000 e il 5 settembre 2001. Prevedono l'obbligo di costruire sette impianti di produzione di cdr (combustibile derivato da rifiuti); di edificare due termovalorizzatori e di gestirli secondo le prescrizioni della normativa di settore. Ebbene, in base all'accusa della Procura napoletana, gli imputati hanno presentato progetti difformi dagli atti di gara o hanno realizzato impianti difformi dai progetti approvati, in violazione degli obblighi contrattuali. L'Impregilo dei fratelli Romiti e le altre società del gruppo hanno prodotto cdr di qualità diversa da quella concordata, con un potere calorifico inferiore e un'umidità superiore al 25%, ma soprattutto con valori di piombo, cromo, arsenico e cloro ben oltre i limiti previsti. Il compost non risultava idoneo a essere utilizzato per recuperi ambientali. In numerose circostanze le ditte appaltatrici "hanno rifiutato o fortemente ritardato il conferimento dei rifiuti solidi urbani con i camion delle aziende di raccolta", costringendo così il Commissario straordinario e i sindaci a disporre l'imballaggio della spazzatura e il trasporto in altre regioni italiane o all'estero. Spesso sia i trasporti sia la gestione delle discariche sono stati subappaltati, con il rischio di alimentare le infiltrazioni camorristiche. E infine, la grande balla delle ecoballe: in attesa di realizzare i termovalorizzatori, non è stato effettuato il recupero energetico dalle balle di cdr. Quanto al Commissario Antonio Bassolino, al vicecommissario Raffaele Vanoli e al subcommissario Giulio Facchi, la loro colpa in sostanza è quella di non aver impedito che tutto ciò accadesse nell'esercizio delle loro funzioni. Nel provvedimento della magistratura, si cita un fitto elenco di ordinanze con cui gli amministratori pubblici hanno consentito la violazione degli obblighi contrattuali e la pratica dei subappalti. O comunque, non le hanno contestate e denunciate. è per tutte queste ragioni che Raffaele Raimondi, presidente emerito della Corte di Cassazione, in qualità di magistrato e di presidente del Comitato giuridico per la difesa dell'Ambiente, ha presentato recentemente un ricorso contro l'Impregilo alla Corte europea per disastro ambientale. L'accusa, com'è già accaduto nei casi di Marghera e di Severo, è di aver attentato alla salute dei cittadini. E il reato in questione è ancora più grave di quelli contestati dalla Procura di Napoli, tanto da superare anche i rischi di prescrizione e i termini di indulto.

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Spazzatura, meglio le soluzioni realizzabili oggidi quelle futuribili che rinviano solo il problema (sezione: Monnezze

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( da "Secolo XIX, Il" del 13-01-2008)

Enrico musso Sul disastro-rifiuti, il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, ha dichiarato: "Queste bande di criminali colpiscono in modo non pianificato e senza una strategia complessiva". Se vi resta la forza di ridere, queste parole sembrano descrivere alla lettera il comportamento del ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, del presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, del sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino e quant'altri. È inutile e dannoso concentrarci sul "non vogliamo i rifiuti di Napoli": molto presto saremo sommersi dai nostri stessi rifiuti, tragica metafora del tracollo della società opulenta. E purtroppo non c'è motivo per sperare che lo stesso contesto politico, istituzionale e morale (scusate il termine) produca qui un personale politico migliore che a Napoli o a Roma. La buona notizia è questa: che gli uomini e le donne che ci governano conoscono bene gli errori da evitare, perché li hanno commessi quasi tutti. Ora, per un'efficiente gestione del ciclo dei rifiuti è indispensabile una corretta pianificazione tecnico-organizzativa, con tre obiettivi cruciali: aumentare la raccolta differenziata (oggi inchiodata a Genova a un ridicolo 12%), scegliere la tecnologia disponibile più avanzata e meno dannosa per la salute umana e per l'ambiente, scegliere il sito "sgradito" degli impianti di smaltimento mirando a minimizzare i costi collettivi, e non seguendo gli umori mutevoli delle folle. È un compito complesso, ostacolato da pressioni ideologiche di sedicenti ambientalisti (spesso i principali responsabili dell'inerzia che conduce ai disastri partenopei), o dagli interessi particolari di comitati vari, così come dall'inadeguatezza tecnica e dall'opportunismo elettorale della classe politica che dovrebbe invece esercitare con fermezza la propria funzione principale: coagulare il consenso della maggioranza dell'elettorato su scelte tecnicamente praticabili. È bene sgombrare il campo da alcuni equivoci, spesso voluti. La tecnologia non ha smesso di evolversi dal giorno dell'invenzione della ruota fino a oggi. Quindi le "nuove tecnologie" sono tali oggi - e sono quelle esistenti, sperimentate e confortate oggi da risultati certi - e saranno vecchie fra qualche anno, perché avremo inventato il metodo per trasformare la spazzatura in gioielli o in quadri d'autore (già oggi, direbbe Woody Allen, riusciamo a trasformarla in programmi televisivi). È facile ma lievemente criminale indirizzare la popolazione verso una qualche "nuova tecnologia" del ventiduesimo secolo, perché nel frattempo verremo sommersi dai rifiuti. Non a caso l'acronimo inglese Bat indica le "Best avalailable technologies", cioè le migliori tecnologie "disponibili", non "futuribili". La proposta di adottare tecnologie a stento in via di sperimentazione è talora fatta in buona fede, ma altre volte nasconde un trucco del politico di turno: evitare di affrontare il problema finché la propria carriera lo abbia portato a ricoprire un ruolo più elevato. Nel frattempo, la situazione può deflagrare con effetti ambientalmente e socialmente devastanti: oggi a Napoli, domani forse a Genova o altrove. Campania e Liguria sono due fra le regioni d'Italia (e d'Europa) più indietro nella soluzione del problema, e la Liguria è forse rimasta la sola a non avere neppure avviato la costruzione di un impianto di smaltimento. Aver delegato la soluzione del problema all'Amiu, anziché ricorrere a una gara per la migliore soluzione tecnologica, ha prodotto l'indicazione di un impianto obsoleto e di dimensioni eccessive, concepito per bruciare di tutto e a prescindere dalla differenziazione della raccolta. Da neoassunto e "co.co.pro." della politica, mi permetto sommessamente di suggerire che i nostri governanti: 1) ascoltino i tecnici competenti e predispongano pianificazioni praticabili sulla base delle migliori tecnologie disponibili per la salute umana e l'ambiente, ma non propongano demagogicamente delle bufale per giustificare continui rinvii; 2) essendo eletti dalla maggioranza dei cittadini, non concedano il diritto di veto a nessuna minoranza organizzata su basi ideologiche o territoriali e abbiano il coraggio di rappresentare l'interesse collettivo, anche quando confligge con gli interessi privati di una ristretta categoria di persone; 3) non abbiano, di conseguenza, paura di perdere in popolarità: i cittadini sono molto meno fessi di quanto i politici possano pensare per il fatto di essere riusciti a ottenerne il voto. E apprezzano chi corre il rischio dell'impopolarità per tutelare il bene comune. Enrico Musso è consigliere comunale di Genova. 13/01/2008.

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Manifestazione-flop a Napoli: pochi in piazza con la destra Circa in 10mila a sfilare contro il governo, ma la città non c'era. E An ammette: i napoletani non ci hanno seguito (sezione: Monnezze)

( da "Unita, L'" del 13-01-2008)

Stai consultando l'edizione del Manifestazione-flop a Napoli: pochi in piazza con la destra Circa in 10mila a sfilare contro il governo, ma la città non c'era. E An ammette: i napoletani non ci hanno seguito di Marcella Ciarnelli inviata a Napoli "FARE IL GALLO sulla monnezza". È il modo di dire molto efficace, quasi plastico, che si usa da queste parti per definire chi fa il forte approfittando della debo- lezza degli altri. Ci ha provato il centrodestra ad approfittare della debolezza delle istituzioni della Campania con un occhio a quelle nazionali (non si sa mai, da cosa nasce cosa). Ed ha indetto una manifestazione di protesta nel solco della "spallata". Hanno aderito tutti i partiti di quell'area. Forza Italia, quella dei grandi e quella dei giovani. L'Udc, proprio mentre i quadri nazionali lavorano ad una possibile intesa elettorale, An e tutti i mille rivoli della destra fino a quella più destra che c'è, i cui rappresentanti, nell'entusiasmo, si sono fatto scappare anche qualche saluto a braccio teso un po' di "boia chi molla". Associazioni culturali, sempre di area. Ed anche i commercianti della zona chic della città. Ce l'hanno messa tutta. Secondo gli organizzatori i partecipanti sono stati diecimila. Mille in più, mille in meno. Cifra tonda. E dato il numero delle sigle organizzatrici, 13 partiti, 22 associazioni, non è da escludere che ci siano andati vicino. Ma non c'era Napoli. Non c'era la città che si è dimostrata come impermeabile alle intenzioni dei partecipanti. Sbucavano un po' da tutte le parti del centro cittadino nel primo pomeriggio di un sabato grigio e ventoso. La strategia era proprio quella di cominciare da punti diversi, tre cortei, per poi convergere, tutti insieme, sotto il palazzo della Regione, il luogo simbolo della protesta. Nella traversa di via Santa Lucia li aspettava il palco con l'esplicita scritta "Hanno fallito. Mandiamoli a casa" e le gigantografie, in successione, di Prodi con l'aureola, Pecoraro Scanio, Bassolino, Rosa Russo Iervolino. Lo userà la società civile per dire tutto il suo sdegno. Mentre i politici, alcuni parlamentari, molti locali, si sono dati un gran da fare in previsioni di possibili elezioni comunali, provinciali e regionali nel caso la spallata dovesse avere successo. Meglio attrezzarsi. Ma Napoli non c'era. I gruppi di manifestati hanno incrociato famiglie in giro per acquisti. I saldi meglio non lasciarseli sfuggire. Gruppi di ragazzi. Anziani a spasso per un caffè. Sguardi interrogativi. Un occhio ai volantini e agli striscioni. La sala corse di fronte alla Regione non ha perso un cliente. Ai banchi del lotto c'era la fila. La fortuna non si può pretendere se non la si sfida. E numeri in questi giorni ce ne sono da giocare. I cassonetti della spazzatura lungo il corteo sono colmi quasi tutti. Come al solito, anche davanti all'emergenza, c'è chi non rinuncia a scaricare in strada rifiuti di grosse dimensioni. Anzi ne approfitta. Alcuni contenitori sono stati svuotati di recente. E siamo in pieno centro. La periferia è ancora in affanno. I paesi dell'hinterland soffrono. Questo è ben chiaro a chi vede passare persino una bara montata sul tetto di un'automobile su cui si celebra il funerale del "rinascimento bassoliniano" ma non convince. Perché i napoletani hanno ben chiara la volontà di non essere strumentalizzati. La città, la regione non si salva diventando il palcoscenico di speculazioni politiche. Invasi dai rifiuti non vogliono essere invasi anche da chi, su un problema così grande, conseguenza di una lunga serie di errori, e non di una sola parte, ci vuole speculare e costruire, magari, un consenso finalizzato alla carriera personale. La gente di questa città, indignata e provata, non cede al gioco troppo facile di trovare un solo capro espiatorio. La spazzatura di Napoli ha molti padri. E solo poco meno di due anni fa il governo centrale era di centrodestra e ad esso riferivano i commissari straordinari. Il che nulla toglie alle responsabilità di chi oggi ha le responsabilità di governo, centrale e locale. La fantasia dei manifestanti è scatenata. Va molto il macabro, con manifesti listati a lutto ed anche le corone di fiori. Gli inviti ad andarsene, specialmente per Antonio Bassolino, il contestato governatore, sono espliciti. Conditi dall'ironia e dalle facili rime. Sventolano le bandiere. Ci sono anche quelle dei nuovi democristiani e dei nuovi socialisti. Forza Italia è presente numerosa. An non è da meno. Ma il feeling non c'è. Alla fine della manifestazione, quando un'acqua torrenziale costringe i manifestanti a ripiegare di gran carriera i loro simboli, il vicepresidente del Consiglio regionale, Salvatore Ronghi, esponente di An, è costretto ad ammettere "la città non ci ha seguiti. È stata un'ottima manifestazione di militanti ma i napoletani non sono stati con noi".

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LA PROTESTA IN DIECIMILA AI TRE CORTEI DI NAPOLI: HANNO FALLITO, MANDIAMOLI A CASA 0 E a Terzigno si preparano le barricate (sezione: Monnezze)

( da "Giorno, Il (Nazionale)" del 13-01-2008)
Pubblicato anche in:
(Nazione, La (Nazionale)) (Resto del Carlino, Il (Nazionale))

LA PROTESTA IN DIECIMILA AI TRE CORTEI DI NAPOLI: "HANNO FALLITO, MANDIAMOLI A CASA" E a Terzigno si preparano le barricate ? NAPOLI ? IN DIECIMILA per chiedere le dimissioni di Bassolino, Iervolino e Pecoraro Scanio, la 'triade' ritenuta responsabile della deriva sui rifiuti. La Cdl mette in campo le sue 'truppe', nonostante la giornata di pioggia e gelo: tre cortei confluiscono in via Santa Lucia, davanti al Palazzo della Regione, preceduti da una macchina che reca una bara nera, simbolo della morte della politica e della convivenza civile a Napoli. Slogan e striscioni contro il Governatore e Prodi ? "Hanno fallito, mandiamoli a casa", dice un grande e pittoresco manifesto che campeggia con le foto del Professore e di Bassolino ? ma nessun incidente nelle tre ore della manifestazione che fila via tranquilla. "E' stato un grande evento democratico che non può essere sottovalutato", dice l'ex ministro Gianni Alemanno. Ma Bassolino non intende lasciare. E lo ribadisce: "Le dimissioni? Ci ho pensato, ma sarebbero una fuga dalla realtà. Qui siamo in trincea e la priorità è togliere i rifiuti dalle strade". POI HA RICORDATO il fallimento dei tecnici: "Anche loro (Catenacci e Bertolaso, ndr) si sono dovuti dimettere, fermati dal 'no' del territorio". Ora Bassolino dovrà rispondere alla mozione di sfiducia presentata dalla Cdl e sperare che altre firme ? ad esempio quelle di IdV e di Rifondazione ? non si aggiungano all'opposizione. Intanto arrivano le prime gatte da pelare per De Gennaro. Oltre alle contestazioni della sinistra radicale sui suoi poteri, deve far fronte alla rivolta dei comuni scelti come sede di discarica. Già a Terzigno, in provincia di Napoli (le altre due sedi sono Savignano Irpino e Sant'Arcangelo Trimonte), si è creato un fronte compatto del n', sottolineando che l'area della discarica è nel Parco nazionale del Vesuvio. IL RISCHIO è di vedere anche qui barricate in mezzo alle strade contro l'esercito chiamato ad approntare la discarica. Gli ambientalisti di Terzigno ricordano di aver già presentato soluzioni alternative (Vallesaccarda, Vallata, Macedonia e Bisaccia, nelle province di Salerno, Benevento e Avellino), ma di non aver avuto risposte. A Cercola, comune scelto per un sito di stoccaggio, la gente ha bloccato per tre ore la Statale del Vesuvio, a San Giorgio a Cremano, da lunedì scuole chiuse per una settimana. Nino Femiani - -->.

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Campania, terra malata ecco "biùtiful cauntri" - gianni valentino (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 13-01-2008)

Pagina VI - Napoli L'ANTEPRIMA Domani al cinema Modernissimo il film premiato da Nanni Moretti Campania, terra malata ecco "Biùtiful cauntri" GIANNI VALENTINO In un'intercettazione concessa agli autori dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere due uomini con l'accento del Nord parlano dei loro affari: "Mi hanno detto che lunedì vogliono un bilico di prova. Se va bene vorrebbero farne due al giorno. Ma mica male no!?". Risposta: "Certo? senti. Dovrebbe essere più diluito o va bene il talquale?". E ancora: "Il primo carico mettimelo un po' diluito. Dopo, una volta che dà l'ok il presidente? hmm capito? Il primo carico diluiscilo un attimino, ch'è meglio. Il trucchetto è quello no?". Risposta: "Sì, sì certo... ". La telefonata finisce qui. Non il film, lungo 73 minuti. Dura tanto "Biùtiful cauntri", terra bella, il documentario di Peppe Ruggiero (curatore dei rapporti Ecomafia di Legambiente), Esmeralda Calabria e Andrea D'Ambrosio che al Torino Film Festival di Nanni Moretti ha vinto la "Menzione speciale". L'opera che denuncia traffici di rifiuti tossici, discariche abusive e percentuali sproporzionate di diossina nell'organismo dei cittadini campani uscirà nelle sale solo a marzo, ma domani alle 21 al Modernissimo di via Cisterna dell'Olio gli spettatori potranno assistere a un'anteprima (per gli inviti disponibili scrivere a biutifulcauntrialice. it). La proiezione sarà l'ennesimo elemento dialettico per comprendere quanto la Campania subisce la crisi spazzatura. "L'"emergenza rifiuti" - dice Esmeralda Calabria - è una frase senza senso, viste le collusioni che ci sono dietro questa delinquenza, per certi versi acculturata". E ora che la munnezza industriale scaricata al Sud è diventata marchio boomerang per il crollo del turismo, ecco arrivare in città il video: una processione tra erbe cresciute dal "talquale", intercettazioni e agnelli dell'hinterland che nascono già morti. Districandosi tra inceneritori, percolato, operazioni della Protezione civile e bambini che giocano in campagna, i registi intervistano abitanti di Acerra, Villaricca, Qualiano e Giugliano. "Abbiamo iniziato il lavoro lo scorso febbraio - aggiunge la Calabria - per raccontare il presente dell'Italia e capire in che situazioni ci troviamo, specie dopo il cambio del governo da Berlusconi a Prodi. La sensazione immediata è stata aver sentito che ci avessero nascosto quanto avveniva nel Meridione. Da tempo non si parlava di camorra a livelli così pericolosi e vedere in diretta i fatti ci ha molto sconvolto: carcasse di animali per strada, amianto abbandonato dove capita, polveri nocive gettate nei parchi. Quest'era la normalità ed è inverosimile che la gente si adatti a un simile stile di vita". Tant'è. Questa realtà diventa un film che "brucerà sulla pelle della gente", soprattutto quando si vedrà il commento di un allevatore di Acerra a proposito dei suoi capi di bestiame: "Si contorcono a terra, fino a morire piano piano. Come l'umanità: deve finire di consumarsi?".

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Diecimila in piazza contro bassolino - ottavio lucarelli (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 13-01-2008)

Pagina VI - Napoli Il corteo è partito da Palazzo Reale per protestare davanti alla sede della giunta. In testa la "bara del Rinascimento napoletano" Diecimila in piazza contro Bassolino Sfila il centrodestra: "Si dimetta, bisogna sciogliere la Regione" L'ex presidente Rastrelli: "Fossi rimasto io in due anni avremmo costruito gli inceneritori e risolto il problema da molto tempo" Ma Ronghi di An fa autocritica: "Ottima la manifestazione ma non siamo riusciti a intercettare il dissenso popolare" OTTAVIO LUCARELLI "Dimettersi? Bassolino e compagni, piuttosto, dovrebbero andare in galera. Questi sono crimini e Giorgio Napolitano sa tutto. è stato eletto qui a Napoli". Alessandra Mussolini torna a sfilare in città e Nicola Cosentino, segretario regionale di Forza Italia, rincara: "Sono occupanti abusivi del Palazzo. Bassolino si deve dimettere e bisogna sciogliere la Regione". Il corteo dei diecimila, partito da piazza Vittoria, piazza Dante e piazza Municipio, si riunisce nel pomeriggio davanti Palazzo Reale per sfilare e assediare la sede della giunta regionale a Santa Lucia. Una manifestazione degli undici partiti del centrodestra contro Bassolino innanzitutto, ma contro tutto il centrosinistra compresi il sindaco Rosa Russo Iervolino e il ministro dell'ambiente Alfonso Pecoraro Scanio. In testa la "bara del Rinascimento napoletano". Disegni con il Vesuvio ricoperto da sacchetti di immondizia. Duecentottanta pullman, 3800 bandiere, 800 magliette, 400 bandane, 68 striscioni. Il più "apprezzato" porta la firma dell'associazione "Napoli liberal" dell'imprenditore Ninni De Santis. Un disegno con Pecoraro Scanio che indossa la camicia di forza, la Iervolino che entra nella sede dell'Inps per ritirare la pensione e Bassolino che si accomoda su un mezzo di trasporto che sembra un camion della Nu e che invece, con la scritta che cambia da "pulizia" in "polizia", diventa un blindato per il trasferimento dei detenuti con tanto di sbarre. In diecimila a sfilare per piazza dei Martiri, via Chiaia, via Toledo, piazza Trieste e Trento. Tanti parlamentari non solo campani. Da Roma arriva Gianni Alemanno: "Tutti, a cominciare dal presidente Giorgio Napolitano, devono lavorare per voltare pagina ottenendo le dimissioni di Bassolino. Le colpe sono sue, non di Pecoraro o Iervolino". D'accordo Francesco Pionati dell'Udc: "Suggerisco a Bassolino di accelerare le dimissioni perché la sua permanenza rischia di essere una provocazione in termini di ordine pubblico". D'accordo anche Paolo Russo e Luigi Cesaro di Forza Italia: "Subito le dimissioni di Bassolino, responsabile di un disastro ambientale ed economico". Secondo Mario Landolfi di An "Prodi dovrebbe venire in città e chiedere scusa ai napoletani". Per il senatore Sergio De Gregorio "l'emergenza è stata costruita negli anni con l'obiettivo di lucrare soldi". E Gianfranco Rotondi della Dc aggiunge: "Tutto il centrosinistra ha fallito". In piazza anche Antonio Rastrelli, ex presidente di Regione, il commissario che avviò il piano rifiuti mai realizzato: "Fossi rimasto io, in due anni avremo costruito gli inceneritori. Bassolino si è rivelato un disastro". Tanti parlamentari, sindaci, consiglieri regionali, comunali e di quartiere, tante associazioni davanti al palco dove parlano una ragazza di Scampia, Chiara Giordano, Nino De Nicola per i commercianti di Chiaia, Marco Nonno per la gente di Pianura e Cosentino che legge il documento degli undici partiti con il benservito a Bassolino. Secondo Luigi Bobbio di An "la manifestazione segna il via all'espulsione di Bassolino". Ma non è d'accordo un altro esponente dello stesso partito, Salvatore Ronghi: "Ottima manifestazione di militanti del centrodestra. Peccato, però, che non siamo riusciti a intercettare il dissenso popolare. Il centrodestra deve interrogarsi del perché il popolo campano, pur apprezzandoci, non ha sfilato per la città". Tino Iannuzzi, segretario del Partito democratico, in serata prova a spiegarlo: "Rispetto ogni manifestazione, ma è l'ora di lavorare e confrontarsi sulle cose da fare".

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"hanno gettato cifre spaventose l'inettitudine è tutta dei politici" - giovanni marino (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 13-01-2008)

Pagina VII - Napoli Il procuratore generale Galgano replica alle accuse di lentezza rivolte alla magistratura "Hanno gettato cifre spaventose l'inettitudine è tutta dei politici" Non so se Bassolino, Iervolino e Pecoraro siano ancora in grado di svolgere le proprie funzioni in questo stato di cose. Mai mi sarei aspettato tale catastrofe Noi non perseguiamo colpe morali, quando le ipotesi di reato sono state identificate ci siamo mossi, in una città dilaniata da una lotta implacabile GIOVANNI MARINO (segue dalla prima di cronaca) Procuratore generale Galgano, se voi siete il "bersaglio", chi è il tiratore scelto anti-giudici? "Se la classe politica napoletana e nazionale non è stata in grado di fare qualcosa di positivo sull'emergenza rifiuti non può scaricare sulla magistratura la sua evidente inettitudine. Detto ciò, sono pronto a replicare a ogni accusa che viene dall'esterno". Accusa numero uno: avete dormito sonni tranquilli invece di indagare senza soste. "Una Procura agisce quando ravvisa i termini di un reato, sono contorni precisi e ben definiti. Non perseguiamo colpe morali, politiche, sociali. Ebbene, quando le ipotesi di reato sono state identificate ci siamo mossi come dovevamo". Con eccessiva prudenza, dice qualcuno. "Ma chi conosce le cose napoletane sa bene che da molto tempo la città è dilaniata da una lotta implacabile che una parte politica combatte a colpi di denunce ed esposti di vario genere contro un'altra. E allora occorre senso di responsabilità che è ben diverso da cautela o pavidità. Significa saper distinguere cosa può essere un reato o cosa non lo è affatto". Vista oggi la storia dei rifiuti sembra pullulare di spunti investigativi: c'è l'imbarazzo della scelta. "Vista oggi, dice lei. La magistratura però è un organo che interviene solo dopo che i fatti sono avvenuti e non per inerzia ma perché questo è il suo ruolo; in ogni caso, voglio andare oltre: da quando a capo dell'ufficio dei pm c'è Giandomenico Lepore i suoi inquirenti hanno fatto tutto ciò che dovevano per contrastare la sconcertante gestione del ciclo dei rifiuti. E poi non c'è solo Napoli: abbiamo avuto inchieste aperte dagli uffici giudiziari di Avellino, Sant'Angelo dei Lombardi, Ariano Irpino, Nola, Torre Annunziata, Santa Maria Capua Vetere". Da cittadino, perché Napoli rischia di sparire sotto una montagna di immondizia? "Perché chi doveva controllare, dal punto di vista amministrativo, non lo ha fatto. Perché chi doveva progettare, dal punto di vista politico, non lo ha fatto. Noi abbiamo operato in un luogo dove sono state gettate al vento cifre spaventose, siamo intervenuti anche con sequestri a raffica". Appunto: un'altra accusa è che, quando vi siete mossi, lo avete fatto come un elefante in una cristalleria. Per esempio il caso Fibe: si dice che bloccando i soldi dell'azienda avete di fatto rallentato il completamento del termovalorizzatore di Acerra, ultima ancora di salvezza per Napoli. "C'era una azienda che non aveva rispettato il contratto, che aveva assunto un comportamento ritenuto dai pm semplicemente truffaldino. è nostro compito perseguire i reati. Noi non abbiamo bloccato Acerra. Noi non c'entriamo con questo ritardo accumulato da altri. Quello che noi abbiamo impedito è che volassero via altri milioni di euro senza che questo portasse a nulla. Se Acerra non è ancora pronta è perché la politica si è scannata a colpi di veti incrociati sul termovalorizzatore". Chi, dal suo osservatorio, poteva fare e non ha fatto? "Mi limito a dire che un compito della Regione, di qualsiasi colore possa essere, è quello della salute pubblica. E ancora: i tanti commissari che si sono succeduti, non sono diretta emanazione di Roma? Come è possibile che il governo sia sceso in campo fattivamente solo ora?". Bassolino, Iervolino e il ministro Pecoraro: dovrebbero dimettersi? "Non so dire se Bassolino, Iervolino e Pecoraro siano ancora in grado di svolgere le proprie funzioni in questo stato di cose. La tristezza per la mia città mi assale. Ho 72 anni: mai mi sarei aspettato una simile catastrofe".

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Fabio Perugia f.perugia@iltempo.it Tutti in riga, così non (sezione: Monnezze)

( da "Tempo, Il" del 13-01-2008)

Fabio Perugia f.perugia@iltempo.it Tutti in riga, così non va. Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, mette sull'attenti i governatori delle regioni. "Non è possibile che un Paese come l'Italia, in questa situazione, non dimostri una responsabilità collettiva". Home Politica prec succ Contenuti correlati L'amica dei cani: "Abbandonata da tutti" Un bravo ragazzo e uno sportivo vero amato da tutti I numeri sono tutti contro la Siviglia Wear Teramo Bianco e nero, l'amore travolge il razzismo Benedetto XVI: "Degrado e famiglie, emergenza a Roma" Il venerdì? Tutti a teatro La situazione, ormai, la conosce tutta l'Europa, se non anche chi abita oltre i confini del Vecchio Continente. L'emergenza rifiuti, scoppiata in Campania, ha scoperchiato un pentolone che stava letteralmente per esplodere. E se ora l'esigenza è ripulire il Napoletano dalle tonnellate d'immondizia, l'ostacolo è convincere tutti i Comuni, le Province e le Regioni a collaborare allo smaltimento. Ma ovunque sono arrivati camion o navi, colmi di rifiuti, sono scoppiate le proteste. E se non sono mai arrivati è per il muro alzato da alcuni sindaci. Per il premier si è superato il limite. "Qui bisogna collaborare", sbotta da Malta. "è ora di finirla", tuona sottolineando che "nei prossimi giorni le autorità della Campania prenderanno contatti per risolvere questa emergenza che è una vergogna per tutta l'Italia", e che "oltre a danneggiare i cittadini ci mette in cattiva luce anche all'estero". Secondo Prodi è anche ora di porre la parola fine all'invio dei nostri rifiuti all'estero: "è un'altra vergogna che dobbiamo risolvere all'interno". Il Professore ribadisce che "in occasioni anche più tragiche ci siamo uniti per risolvere il problema. Dobbiamo farlo anche stavolta", perché "l'Italia si merita molto di più che l'immagine che si sono fatti di noi all'estero". E il monito del premier agli amministratori locali, arriva anche per bacchettare quei Comuni, anche quelli di centrosinistra, che non vogliono cedere al governo il potere sulle loro questioni amministrative. Osvaldo Napoli (FI), vicepresidente dell'Anci, spiega che i Comuni non gradirebbero cedere i loro poteri all'esecutivo. Dunque, da Nord a Sud la tensione in queste ore è sempre alta. "Vanno a colpire i deboli, i sindaci dei piccoli Comuni - spiega Napoli - invece dei veri responsabili come Pecoraro Scanio, Bassolino e Iervolino". Il braccio di ferro ha così costretto Prodi ad alzare la voce. "Alcuni operatori di settore che si erano tirati indietro - spiega il premier - ora hanno detto che se le Regioni li autorizzano loro sono disponibili" a mettere a disposizione gli inceneritori. "Voglio vedere qual è la Regione che si prende la responsabilità di non autorizzare il trattamento dei rifiuti, senza alcun danno e guadagnando qualcosa, semplicemente per un pregiudizio politico". Prodi si dice "disposto a qualsiasi confronto in materia" ricordando che "il presidente del Consiglio può usare solo l'autorità che ha ma ci sono momenti in cui l'autorità morale pesa più dell'autorità politica". Prodi torna a parlare anche degli episodi di violenza verificatisi in Sardegna: "C'è una regione che dimostrando spirito di solidarietà e ha visto il suo presidente oggetto di attacchi", dice riferendosi alla Sardegna e al governatore Renato Soru. Secondo il premier servirebbe un piccolo sforzo da parte di tutti: "Si tratta di tre grammi di immondizia a testa per ogni cittadino italiano nei pochi giorni dell'emergenza". I governatori sono avvertiti. 13/01/2008.

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In piazza per smaltire Bassolino (sezione: Monnezze)

( da "Tempo, Il" del 13-01-2008)

Ci sono i militanti, la maggior parte, e la gente comune con signore in pelliccia. I comitati di Pianura in lotta contro la discarica e le associazioni dei commercianti di Chiaia, salotto buono di Napoli. E poi ci sono i partiti del centrodestra. Tutti, diecimila alla fine quelli che hanno sfilato, con un'idea chiara in testa: il governatore campano Antonio Bassolino è il principale responsabile dell'attuale emergenza rifiuti e deve dare le dimissioni. Home Politica prec Contenuti correlati Tute blu l'80% è sceso in piazza Bassolino e le lacrime napoletane Piazza Roma, il caso rischia di finire in Procura TERMOLI Apre la Fiera delle novità in piazza Giovanni Paolo ... Natale di Roma e cambi assegni i dipendenti scendono in piazza Buon piazzamento in Irpinia Tre i cortei partiti da tre punti diversi della città che si sono ritrovati dinanzi alla sede della Regione Campania. Tanto il folklore. Un manifesto funebre affisso su una macchina annuncia la morte del Rinascimento Napoletano. Sulla vettura c'è una bara e dietro segue la processione dei militanti di An, autori dell'iniziativa. Due figuranti con la maschera di D'Alema e di Prodi ramazzano la strada dai rifiuti. Una gigantografia di Prodi lo vede protagonista capellone di un film di Thomas Milian, "Il ritorno der Monnezzà". Ancora Prodi, con Pecoraro Scanio, Iervolino e Bassolino, è ritratto sui manifesti appiccicati su dei sacchetti di rifiuti. Ma il principale bersaglio degli slogan e dei cori del popolo del centrodestra è il governatore campano, che qualcuno, non solo tra i manifestanti, vorrebbe in galera. Come spiega Alessandra Mussolini: "Per quello che ho visto a Pianura questi sono crimini, quindi non si devono dimettere, Bassolino e compagni devono andare in galera". Una manifestante vede la nipote del Duce e la lusinga così: "Ci vorrebbe tuo nonno per aggiustare Napoli". Dal palco interviene il presidente del comitato Pianura, Marco Nonno, per chiedere l'intervento della magistratura, mentre il rappresentante dell'associazione dei commercianti di Chiaia, Nino De Nicola, prima che la pioggia induca qualcuno ad andarsene dice: "Prima le dimissioni di Bassolino poi si discute del resto". E il governatore? In una nota replica indirettamente: "Le dimissioni? Ci ho pensato ma sarebbe una fuga dalla realtà. La priorità ora è ripulire le strade". A Cagliari, passata la notte, una brutta notte di violenze, la Sardegna si libera delle "scorie", quelle vere, che l'hanno tenuta in ostaggio di un manipolo di teppisti. Destra e sinistra, divise dall'arrivo dei rifiuti campani, si ricompattano per condannare la "guerriglia da stadio" consumata davanti all'abitazione del governatore Renato Soru.Ma le dichiarazioni del presidente della Regione, con l'accusa esplicita alla destra di aver fomentato la protesta, hanno innescato la replica piccata dell'opposizione che non intende farsi processare. Polemiche a parte Soru ha confermato l'impegno nei confronti della Campania: "Continueremo a dare sostegno e solidarietà", promette. Il governatore parla, si moltiplicano i messaggi di solidarietà del mondo politico e istituzionale (ma anche di semplici cittadini), passano su Youtube decine di filmati sugli scontri di ieri notte. E arrivano le repliche dei partiti chiamati in causa. "Le idee, specie se buone, non hanno bisogno, per diffondersi e farsi apprezzare, di gesti di teppismo - sottolinea il senatore di An Mariano Delogu, il quale nega che attivisti del partito e di Azione Giovani abbiamo partecipato "in alcuna misura" agli atti di violenza. Quindi contrattacca: "Quanto accaduto, per quanto riprovevole e inaccettabile, dipende esclusivamente all'atteggiameto tracotante del presidente Soru". 13/01/2008.

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Rivolta di Napoli contro i colpevoli: "Quei quattro dimissioni subito" (sezione: Monnezze)

( da "Giornale.it, Il" del 13-01-2008)

Di Carmine Spadafora - domenica 13 gennaio 2008, 07:40 da Napoli Diecimila napoletani hanno "assediato" ieri Palazzo Santa Lucia, dove risiedono Antonio Bassolino e la sua giunta regionale. Diecimila che hanno sfidato il maltempo, per urlare di andarsene, perché lui, il sindaco Rosa Russo Iervolino, il premier Romano Prodi e il ministro per l'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio "hanno fallito", come recitava il grande manifesto, steso alle spalle del palco, dal quale hanno parlato alcuni rappresentanti della società civile. Alla manifestazione, organizzata da Forza Italia, ha preso parte, come ai vecchi tempi, tutto il centrodestra, con i vertici locali e una ventina di parlamentari nazionali. Ma, a urlare tutta la loro rabbia contro il dramma della spazzatura, che sta investendo i quattro quinti della Campania, sono scesi in piazza, anche una delle tante frange del variegato mondo dei disoccupati organizzati, le "madri coraggio antidroga", il sindacato "Polizia nuova", associazioni ecologiste e, naturalmente, la gente di Pianura, motivata un po' più degli altri manifestanti, per il timore che, quella discarica di Contrada Pisani, chiusa 12 anni fa e sulla quale doveva sorgere un campo di golf possa invece riaprire e tornare a essere la pattumiera di tutti i napoletani. Centinaia di bandiere, Fi, la Destra, An, Udc, Nuovo Psi, i Pensionati, qualche leader nazionale, come Sergio De Gregorio, fondatore del movimento Italiani nel mondo e presidente della Commissione Difesa; ma anche l'europarlamentare forzista Gargani, l'ex presidente della Campania, Rastrelli (la Destra), Rotondi (Dc), Mussolini (As) e Alemanno (An). Dei quattro imputati dello sfascio rifiuti individuati dai napoletani, uno in particolare è stato preso di mira dagli strali dei manifestanti: il governatore Bassolino, ritenuto il "numero 1" dei colpevoli. Slogan, spesso irripetibili, sono stati una costante durante i tre cortei, mossisi da alcune zone del centro e poi a Santa Lucia. Il volto di Antonio era raffigurato su molti cartelloni, spesso associato a sacchi dell'immondizia che oggi a decine di migliaia di tonnellate giace nelle strade di quasi tutta la Campania. Alcuni manifestanti stringevano nelle mani grappoli di palloncini, creati con i sacchetti della spazzatura. Sul palco, un improvvisato e divertente show di un giovane extracomunitario africano, che impugnava una bandiera del centrodestra, e ha compiuto alcune abili giravolte e urlato in "napoletano", "Bassolì, vavattenne". Chiara Giordano dell'associazione l'Altra Scampia, ha urlato dal microfono che "anche i più tenaci sostenitori di Bassolino si stanno rendendo conto che siamo alla bancarotta delle istituzioni".

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Il sondaggio del "Giornale", sette italiani su dieci: "Responsabili a casa" (sezione: Monnezze)

( da "Giornale.it, Il" del 13-01-2008)

Di Redazione - domenica 13 gennaio 2008, 07:00 A casa. Gli italiani sono chiari: i responsabili dello scandalo rifiuti in Campania devono togliersi di mezzo ammettendo così il proprio fallimento. Poco più di sette italiani su dieci pretendono che i nostri governanti facciano le valigie. Lo dice un sondaggio effettuato per il Giornale dalla Ferrari Nasi & Grisantelli. Il 74,1% degli intervistati vuole le dimissioni di almeno uno degli inquilini del Palazzo, coinvolti in questa vicenda. Imputato numero uno è il governatore Bassolino. Chiede la sua testa il 45,7% dei cittadini. A seguire il sindaco di Napoli Russo Iervolino (40,2%); quindi il premier Prodi (26,3%) e il ministro dell'Ambiente, Pecoraro Scanio (22,5%). E sull'esito della ricerca, Arnaldo Ferrari Nasi commenta: "I campani confermano uno spiacevole luogo comune. Sono convinti che De Gennaro risolverà la situazione ma lo sono meno quando pensano che la raccolta differenziata possa riuscire".

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Nella polveriera sarda esplodono gli ultrà (sezione: Monnezze)

( da "Giornale.it, Il" del 13-01-2008)

Di Gabriele Villa - domenica 13 gennaio 2008, 07:00 "Non è stata guerriglia, ma violenza da stadio: ultrà del Cagliari calcio hanno occupato una piazza della città e hanno fatto le stesse cose che si fanno negli stadi. Non è stata la Sardegna a protestare, la scorsa notte, ma soltanto dei teppisti, pagati per fare quello che hanno fatto". Commento a caldo di Renato Soru, governatore della Sardegna, obbiettivo di una lunga notte di follia e terrore, quella tra venerdì e sabato, innescata nel centro di Cagliari. Tesi sottoscritta e confermata, peraltro, dal questore di Cagliari, Giacomo Deiana: "Qualcuno ha pagato i teppisti violenti, che si sono uniti a pacifici manifestanti per creare incidenti. Lo dimostra come ha agito un manipolo di violenti, molti dei quali già conosciuti per le loro azioni teppistiche fuori dai campi di calcio". Bene. Anzi, non troppo bene. Ma ora siamo più tranquilli. Perché abbiamo toccato il fondo dello schifo, il fondo dei cassonetti. Perché, sul palcoscenico del dramma napoletano messo in scena dalla coppia Bassolino-Iervolino hanno fatto irruzione anche i rifiuti dei rifiuti. Gli ultrà, appunto. E così dopo la camorra, i no global, i centri sociali, gli pseudo pacifisti modello no-Tav, il popolo variegato e senza scrupoli, che si agita attorno al business della munnezza, si è arricchito di una nuova inquietante presenza. Gli ultrà, appunto. Che, momentaneamente a digiuno di arbitri e tifosi avversari da picchiare, hanno pensato bene di tenersi in allenamento. Ma davvero solo adesso ci si accorge di loro? Ci sbaglieremo, ma i ragazzi in passamontagna e incappucciati, i ragazzi dei Niss, acronimo di "Niente incontri ma solo scontri", che fino all'altro giorno sbarravano il passo alle forze dell'ordine, impegnate a Pianura, non erano forse ultrà anche loro? E nella variegata galassia antagonista, dove, appunto la camorra sguazza, non c'erano e non ci sono forse politici bipartisan a fianco del fondatore di Potere operaio, Oreste Scalzone che a Napoli ha urlato: "che l'invio di De Gennaro è un segnale mafioso". Insomma chi ha interesse a soffiare sul fuoco della protesta? Lanciando sacchetti d'immondizia nell'abitazione di Soru e poi incendiando la notte con una serie di scorribande e violenze gli ultrà cagliaritani hanno risposto a quelli napoletani, vero. Con un discreto bilancio: sette arresti (a proposito come mai a Cagliari sono scattate le manette mentre a Pianura e dintorni con tutto quello che è successo non è stato arrestato neanche un moscerino?) sedici feriti, dodici tra le forze dell'ordine.

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Schifani: <Sul caso indaghi il Parlamento> (sezione: Monnezze)

( da "Giornale.it, Il" del 13-01-2008)

Schifani: "Sul caso indaghi il Parlamento" di Anna Maria Greco - domenica 13 gennaio 2008, 07:00 da Roma Senatore Schifani lei torna adesso da Napoli, dove una manifestazione della Cdl chiede le dimissioni di Bassolino e della Iervolino: è così che si risolve il dramma Campania? "L'emergenza non è della Regione, è nazionale e da tutti gli italiani ci vuole solidarietà. Comprendo ma non giustifico le reazioni violente di alcuni, come in Sardegna: le regioni con termovalorizzatori devono smaltire l'immondizia, ma contestualmente i politici locali responsabili del disastro devono dimettersi". Le responsabilità sono solo loro? "No, ma loro innanzitutto e 40-50mila persone in piazza chiedono un passo indietro. A cominciare da Bassolino, sindaco e commissario prima che governatore. Altro grande colpevole è Pecoraro Scanio, per il quale abbiamo presentato in Senato una mozione di sfiducia. Per un contrasto con lui, che si è sempre opposto a discariche e termovalorizzatori, Bertolaso ha lasciato il suo posto". Eppure, queste dimissioni nessuno vuole presentarle. "È inspiegabile e preoccupante. A Napoli ho visto una città triste, assediata dai rifiuti e dai problemi igienici. Ho visitato discariche come quella di Giuliano, dove giacciono montagne di ecoballe impossibili da smaltire perché contengono di tutto, vere bombe ecologiche. Si sta pagando per le enormi responsabilità della classe politica locale". È il fallimento anche della politica del commissariamento? "Il commissariamento è sempre un riconoscimento di fallimento delle istituzioni. In un gioco delle parti i politici locali, non avendo il coraggio di imporre le scelte necessarie, si sono trincerati dietro al commissario. Ma Bassolino per anni ha cumulato i poteri di commissario e di governatore". Vuole sempre una commissione d'inchiesta? "È necessaria insediarne subito una, poco numerosa, per accertare fatti e pericoli per la salute dei cittadini". Come giudica le prime misure del governo e la nomina del commissario De Gennaro? "De Gennaro non è l'uomo dei miracoli. Lo stimo, ma potrà fare poco rispetto alla situazione disastrosa del territorio. Molto, però, come uomo dello Stato senza condizionamenti ambientali".

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Vetro, carta, plastica e lattine il nord ricicla, il sud no - caterina pasolini (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 13-01-2008)

Cronaca Vetro, carta, plastica e lattine il Nord ricicla, il Sud no Raccolta differenziata, Italia ancora lontana dall'obiettivo 40% Anche le regioni del Centro al di sotto della soglia fissata dalla legge per il 2007 CATERINA PASOLINI ROMA - è decisamente fuori legge, nonostante abbia raddoppiato in sei anni le tonnellate di rifiuti riciclati. Lontana anni luce dagli obiettivi ecologici previsti dai governi, all'affannosa ricerca di nuovi comportamenti per salvarsi dalla montagna di pattume che produce. è questa l'Italia di oggi: un paese che viaggia a due velocità anche per quanto riguarda la spazzatura. Tra comuni del Nord che riutilizzano e risparmiano sfiorando livelli europei di efficienza e altri, soprattutto al Centro Sud, sommersi da rifiuti indifferenziati tranne rare eccezioni. Un paese soffocato ogni anno da 31 milioni di tonnellate di spazzatura, oltre 545 chili che ogni italiano butta spesso a casaccio. Scordando che per distruggere un sacchetto di plastica la natura impiega mille anni, 450 per un pannolino, 50 per una lattina e cinque per una gomma da masticare. A fotografare l'Italia che produce, consuma, spreca o riutilizza sono l'Agenzia per la protezione dell'ambiente (ampiamente citata nel Green Book 2007 di Federambiente) e le classifiche di Legambiente. Dati che raccontano la distanza tra sogni, leggi e realtà. Se infatti il target fissato dalla legislazione nazionale prevedeva che si arrivasse al 40% dei rifiuti con la raccolta differenziata entro il 2007 (per poi puntare al 65% entro il 2012), la realtà parla di un 24% di media, che nasconde picchi positivi come Asti o Novara dove la raccolta differenziata raggiunge il 60% e Messina dove la quota è desolatamente zero. Non solo. Guardando la mappa delle regioni si scopre che su 7 milioni di tonnellate di raccolta differenziata, la sola Lombardia ne produce oltre un quarto (2 milioni) e il nord ovest (3 milioni) quasi la metà di tutto il paese. Con il Friuli leader col 47% dei rifiuti riciclati, seguito da Trentino col 44, la Lombardia col 42, il Piemonte col 37. Al Centro l'Emilia è a quota 31, la Toscana al 30, il Lazio non va oltre il 10. Infine il Sud: in Campania la raccolta differenziata risulta coprire il 10% della produzione, in Calabria, l'8%, in Sicilia poco più del 5%. La spiegazione? "Il Nord è partito dieci anni fa quando sono state chiuse le grandi discariche, è uscito dall'emergenza attrezzandosi con la raccolta differenziata, il riciclaggio, il compostaggio e solo per quello che rimaneva con gli inceneritori. Al Centro Sud invece si è tirato a campare avendo spazi per nuove discariche, con la corresponsabilità delle ecomafie interessate all'affare e la superficialità del mondo politico. Perché non è questione di Nord o Sud ma di scelte", dice Stefano Ciafani responsabile scientifico di Legambiente. Che infatti cita ben 50 comuni campani premiati perché raccolgono in maniera differenziata oltre il 50% dell'immondizia. E racconta di numerose cittadine della stessa regione che fanno raccolta differenziata ma visto che non ci sono impianti di compostaggio finiscono per spendere ogni anno cinque milioni di euro per trasportare il tutto in Sardegna. Raccolta differenziata, riciclaggio, riutilizzo sono le parole chiave per Legambiente. Per il filosofo e scrittore Guido Viale, autore de "La civiltà dei rifiuti e i rifiuti della civiltà", l'unica via di uscita è ridurre la produzione di rifiuti, diminuendo gli imballaggi che rappresentano il 60% della spazzatura, tornando alla resa dei vuoti, passando alle ricariche per i prodotti sfusi alimentari e non. Soluzioni innovative ed economiche.

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LA POLEMICA pag.1 (sezione: Monnezze)

( da "Giornale.it, Il" del 13-01-2008)

LA POLEMICA di Redazione - domenica 13 gennaio 2008, 07:00 In Italia, oltre la metà della plastica riciclata va a finire nell'inceneritore, per cui un comportamento ecologicamente virtuoso non è curarsi di differenziarla (come religiosamente fa mia moglie) ma rifiutarsi di farlo (come faccio io). Il fotovoltaico e l'eolico nel settore energetico, la raccolta differenziata nel settore dei rifiuti, i cibi biologici nel settore alimentare, e via di questo passo, senza creare alcun valore aggiunto creano però enormi costi aggiuntivi, appetitosissimi dalle ecomafie coinvolte. Che non sono a Napoli, ma a Roma, e qualcuna a Bruxelles. E grazie alle quali siamo tutti più poveri.

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Corteo anti Bassolino (sezione: Monnezze)

( da "Corriere della Sera" del 13-01-2008)

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-01-13 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE La Cdl Corteo anti Bassolino Diecimila persone hanno partecipato al corteo del centrodestra per chiedere le dimissioni delle istituzioni locali, in particolare del presidente della Regione Campania Bassolino, considerato il responsabile dell'emergenza rifiuti. I manifestanti, partiti con tre diversi cortei, si sono ritrovati dalla sede della Regione, in via Santa Lucia, con cori e striscioni contro Bassolino e la Iervolino. (Foto Emmevi).

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Veltroni: la legge elettorale non si fa senza Berlusconi (sezione: Monnezze)

( da "Corriere della Sera" del 13-01-2008)

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-01-13 num: - pag: 8 categoria: REDAZIONALE Veltroni: la legge elettorale non si fa senza Berlusconi "Dobbiamo ripensare l'imprenditore: è un lavoratore che rischia" ROMA - Sindaco Veltroni, comincia una settimana decisiva per la legge elettorale, e cruciale per la politica economica del governo e la costruzione del Pd. "E io mai come oggi avverto il bisogno che la politica si immerga nella vita reale dei cittadini. Ho la sensazione devastante di una separazione netta tra la vita delle persone, tra ciò che le angoscia, le spaventa, ne determina l'umore, e ciò di cui parla la politica. La politica pare un acquario, in cui alcuni pesci nuotano, altri si sbranano, ma tutti sono separati sia dalla sofferenza sia dal talento di chi sta fuori. Sarà per il lavoro che faccio, sarà perché parlo con le persone e non guardo la società dai numeri dei sondaggi, fatto sta che ne sono sempre più convinto: la politica è la risposta ai bisogni dei cittadino, è l'elaborazione di un sistema di valori, di una visione del mondo che argini lo spirito del tempo, il nuovo egoismo sociale che si diffonde come un virus. L'idea per cui ognuno è una monade, un piccolo mondo isolato dagli altri. L'idea per cui, se Napoli ha bisogno di un sostegno nell'emergenza, le stesse amministrazioni di centrodestra del Nord che in passato chiesero e ottennero aiuto voltano le spalle. Io preferisco lo spirito dei ragazzi che nel '66 si precipitarono a Firenze. Preferisco l'Italia che nelle grandi tragedie nazionali si mostra solidale". L'emergenza rifiuti non è una calamità naturale. "Ma anche in altre tragedie, come il terremoto dell'Irpinia, emersero responsabilità politiche; e la reazione fu certo di denuncia ma anche di solidarietà ". Lei ha difeso Bassolino, ma ha poi aggiunto che le dimissioni sarebbero inopportune nell'ora dell'emergenza. Questo significa che dopo il presidente della Campania dovrebbe dimettersi? "Quanto accade non è solo responsabilità di Bassolino e della Iervolino. Se Bassolino si dimettesse ora, commetterebbe un gravissimo errore. Infatti, con senso di responsabilità, resta al suo posto. Conoscendolo, posso immaginare il suo travaglio di queste ore. Quando l'emergenza sarà risolta, insieme affronteremo una discussione serena. Io sono fatto così: quando vedo che tutti danno addosso a qualcuno, lo difendo. A Napoli ho visto manichini appesi dalla destra del presidente della Regione e del sindaco impiccati: scene che evocano i tempi della Repubblica di Salò. Il rischio è che il Paese si sfarini. Che si affermino idee come quella emersa in un municipio romano, sorprendente tanto più perché viene dall'estrema sinistra, di separare sui bus i bambini rom dai bambini non rom. Contro questo arroccamento individualista occorre un nuovo alfabeto della politica. Al quale si è ispirato il documento dei valori che ieri la commissione, dopo una bella discussione, ha sostanzialmente varato smentendo tutte le profezie di incompatibilità tra le culture e le identità del Pd. Il Partito democratico si è già dato alcuni grandi obiettivi. Dimostrare che esiste un ambientalismo del fare: dire sì alle ferrovie, sì ai pannelli ferroviari anziché al petrolio, sì ai termovalorizzatori anziché alle discariche. A febbraio in Sicilia parteciperò con Amato alla manifestazione a fianco degli imprenditori che si sono ribellati al pizzo. E a marzo ci sarà la prima conferenza operaia del Pd, nel ricordo della tragedia della Thyssen e con la convinzione che i lavoratori non vadano lasciati soli oltre i cancelli delle fabbriche". Veltroni, al governo c'è il centrosinistra. Cosa farete di concreto? "Il governo Prodi, come si vedrà meglio quando la storia consentirà una lettura più serena, ha conseguito risultati straordinari. Ha ricevuto dalla destra un'eredità storica devastante, eppure ha già ridotto il deficit all'1,3%, il dato previsto per il 2010. E ha condotto una politica di redistribuzione, attraverso il cuneo fiscale, l'aumento delle pensioni minime, il pacchetto sul welfare". Le pare sufficiente? "Il rischio di una recessione americana, i suoi effetti in Europa, il boom del petrolio, la diminuzione dei consumi impongono uno sforzo ulteriore, nuove misure a sostegno dello sviluppo, e anche una svolta culturale per la sinistra. è tempo di uscire dalla contrapposizione tra impresa e lavoro. Dobbiamo ripensare chi è l'imprenditore". Appunto: chi è l'imprenditore? "è un lavoratore. Che rischia, che ci mette del suo, che magari non dorme la notte perché ha un mutuo in banca e non sa se potrà pagarlo. In questi giorni, visitando le fabbriche italiane, ho visto storie esemplari. La Carpigiani: due fratelli che nel dopoguerra si sono inventati macchine, esportate in tutto il mondo, da cento milioni di gelati al giorno. La VidiVici, una azienda di famiglia con due giovani ragazzi, che ha avuto l'idea degli occhiali ripiegabili in un astuccio e che in dieci anni è diventata una grande azienda del settore. La Technogym di Nerio Alessandri, uno che ha cominciato sbirciando il laboratorio artigianale sotto casa. C'è una comunità di destini tra imprenditori e lavoratori. Per questo agli imprenditori tocca garantire ai lavoratori salari adeguati, la sicurezza fisica e la serenità, che consenta loro di sentirsi parte dell'impresa. Chi conosce gli operai sa che hanno un grande patriottismo aziendale, talora molto più dei manager che si assegnano le stock-options. è il momento di costruire un'alleanza tra imprese e lavoro, e varare una politica fiscale a sostegno dei salari". Anche Prodi lo dice, ma Padoa-Schioppa frena. Chi ha ragione? "Credo che abbia ragione chi sostiene l'urgenza di interventi peraltro previsti dalla legge finanziaria, che al comma 4 dell'articolo 1 destina tutto l'extragettito alla detrazione delle imposte sul lavoro dipendente. Dobbiamo dare ossigeno alle famiglie e alle imprese, e prima lo facciamo meglio è. Le risorse ci sono, e devono produrre un aumento significativo dei redditi, non 15 euro l'anno, che non servono a nessuno. Qui si sta rompendo l'ascensore sociale. Nel dopoguerra, i contadini pensavano che i loro figli avrebbero fatto gli operai, gli operai che avrebbero fatto gli impiegati, gli impiegati che avrebbero fatto i professori. Questo meccanismo, che ha tenuto su l'Italia, è in panne. Sta alla politica ripararlo al più presto. Anche per questo sono convinto, a differenza della sinistra radicale, che la crescita dei salari debba essere accompagnata dalla crescita della produttività, oltre che dal sostegno alle famiglie e agli incapienti". A dire il vero, le divisioni della maggioranza emerse in questi giorni riguardano soprattutto la legge elettorale. "Ma la legge elettorale è necessaria per tutto questo, per far funzionare il sistema, per rimettere in moto il Paese. Io posso fare il pieno di benzina, ma se la macchina è guasta il motore non si accende. L'emergenza rifiuti conferma la crisi della politica; e il tempo non è illimitato. Nel suo bel saggio su Weimar, Gian Enrico Rusconi racconta come una democrazia possa implodere". Siamo dunque a Weimar? "Non siamo più al tempo delle notti dei cristalli e delle marce su Roma, sono convinto che possa essere la democrazia a risolvere la crisi della politica. Prima del 27 ottobre, Berlusconi rifiutava qualsiasi dialogo e reclamava la spallata, alla testa di una Cdl unita. Oggi siamo a un passo da una soluzione positiva, sollecitata dal presidente Napolitano nel suo appello di fine anno. Nell'ultimo miglio - il più difficile - che attende la riforma elettorale, tutti sono chiamati a un gesto di responsabilità, per ridurre la frammentazione del sistema. Io ho partecipato l'altro giorno a un vertice di 38 persone. Ma non erano meno affollati i vertici del centrodestra nella scorsa legislatura. In quale Paese del mondo accade questo?". Crede che stavolta Berlusconi sia pronto a un accordo? Lei se ne fida davvero? "Questa è una domanda che non mi posso porre. Gli interlocutori sono quelli che sono. Non si scelgono. La domanda che mi faccio è: si può pensare di riscrivere la legge elettorale senza Berlusconi, senza il partito che con il nostro è il più grande d'Italia? Non si può. Io voglio passare dalla concezione della destra, per cui le regole del gioco le scrive la maggioranza e poi sulla partita ci si mette d'accordo, alla concezione per cui le regole del gioco si scrivono insieme e poi ognuno gioca la partita per vincere; possibilmente senza colpi bassi". Il colpo basso rischia di riceverlo il governo. I partiti minori della maggioranza sono in rivolta, il prezzo dell'accordo con l'opposizione potrebbe essere la caduta di Prodi. "La verità è che, a un anno dalla nascita di un governo, mettere sul suo percorso la mina del referendum - per quanto nato da un'esigenza reale - è stato un errore politico. Pare una situazione da "Comma 22": se l'accordo non si fa, la maggioranza si spacca sul referendum; ma l'alternativa non è stare fermi, è trovare una soluzione. Il Pd considera che il sistema ideale per il futuro sia quello francese, come ho sempre detto; ma nelle condizioni date è importante aver trovato sulla bozza Bianco una convergenza con Forza Italia, Rifondazione, Udc, ora anche An. Cercheremo di allargarla ancora". Abbassando lo sbarramento sotto il 5%? "No. Non possiamo fare una legge peggiore di \\ Letta Ho detto a Enrico Letta, che non sapeva della proposta dei suoi di inserire nello statuto che il leader sconfitto si dimetta, che do il contenuto per ovvio. Ma quel leader deve avere il tempo di espletare il suo mandato.

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L'ULTIMA IDEA: MEGA-DISCARICA AI CONFINI TRA IRPINIA E PUGLIA (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 13-01-2008)

L'ultima idea: mega-discarica ai confini tra Irpinia e Puglia CHIARA GRAZIANI Ritorno al futuro, ritorno al piano Bertolaso, il capo della Protezione civile affondato l'estate scorsa sulla soglia della discarica salernitana, Serre, dalla quale avrebbe voluto rifondare il sistema di smaltimento dei rifiuti già marcato dal collasso in arrivo. Gianni De Gennaro, da commissario all'emergenza rifiuti il prefetto più potente della storia dei funzionari della Repubblica, oggi incontra a Napoli il suo braccio operativo, il generale Giannini, mentre dal nord continuano ad affluire i mezzi dell'Esercito verso Caserta. Si muove, il commissario, sul doppio fronte dell'immediato - 200mila tonnellate di rifiuti di cui liberarsi - e del ritorno alla normalità di smaltimento. Tutto in 120 giorni. Una grande discarica da due milioni di tonnellate, probabilmente in provincia di Avellino. Questo per il futuro immediatissimo. In attesa dei tempi di allestimento, e questo riguarda l'oggi, potrà essere riaperta ed affidata all'esercito che provvederà anche a presidiarla, ogni discarica campana chiusa da almeno un anno, come stabilito con Roma. Ossia, tutte. Tranne Villaricca, Giugliano, nord di Napoli, chiusa a maggio da Bertolaso. Una scelta, la riapertura delle discariche, che segnerebbe, secondo la denuncia dei sindacati e più di un'indicazione, l'abbandono temporaneo degli impianti di trasformazione: quei sei Cdr morti uno dopo l'altro nei giorni del breve mandato del commissario Umberto Cimmino, strangolati dalle cosiddette ecoballe, tal quale impacchettato. L'immondizia, infatti, andrebbe dritta in discarica. E sparsa per tutta la regione. Incerta, a questo proposito, la riapertura al momento di Pianura, zona occidentale di Napoli, con la sua discarica malata per gli sversamenti clandestini e decennali della camorra e delle imprese del nord Italia. La discarica regionale che dovrebbe consentire lo svuotamento e la messa a nuovo degli impianti di Cdr strangolati da un milione di tonnellate di balle non-eco là parcheggiate alla meglio, è in provincia di Avellino e confina con la Puglia (tasto dolente). Il comune di Vallata è un pugno di frazioni abitate da un totale di tremila persone. Ben servita da accessi larghi, l'area identificata è persa in un deserto gestibile e controllabile. Di più. C'è una solida istruttoria sul sito avviata dalle precendenti gestioni del commissariato. Il progetto è più che fattibile. È giudicato una soluzione. O la soluzione. Il piano Bertolaso - disfarsi in una discarica fatta a regola d'arte delle balle prodotte da Impregilo e mettere gli impianti in grado di produrre ecoballe vere e bruciabili - affondò, come si ricorda. Oggi De Gennaro, il commissario di ferro, ha però l'arma inedita dei poteri adattabili alle circostanze: a palazzo Chigi il segretario generale Carlo Malinconico ha, infatti, il mandato di predisporre ogni ordinanza il prefetto ed ex capo della polizia ritenga opportuna a sbloccare qualunque problema. Libero dai vincoli paesaggistici ed ambientali De Gennaro può già decidere anche l'apertura di Terzigno, parco del Vesuvio, indicata nel decreto del maggio scorso. E visto che l'orientamento pare quello di abbandonare, al momento, i Cdr che non sono in grado di produrre quel che il contratto con Fibe prometteva, ossia combustibile da rifiuto per il termovalorizzatore e Fos per le discariche, ogni discarica riaperta riceverà l'immondizia tal quale. Sullo sfondo l'ansia dei 650 lavoratori degli impianti che già lunedì mattina busseranno alla porta di De Gennaro chiedendo quando i Cdr riapriranno: impianti che, fermi dall'8 gennaio, intasati da rifiuti in balle, puzzano come sepolcri. È la guerra dei rifiuti, che si carica di incidenti per tutta Italia causati da chi soffia malevolmente sul fuoco: una velenosa appendice che minaccia di farsi emergenza nell'emergenza e sulla quale vigila L'Aisi, l'ex Sisde, in raccordo con De Gennaro. La riapertura delle discariche, paradossalmente l'opposto del provvedimento assunto dalla Regione anni fa, sembra ormai inevitabile. Preoccupazione e sconforto agitano le popolazioni che hanno sempre sofferto per tutti e non vogliono più concedere fiducia a nessuno. Da Taverna del Re, Giugliano, sale l'allarme per la presunta requisizione di un ex deposito di autobus da parte del commissariato. Girano promesse: "faremo come a Pianura". Blocchi e resistenza. Il conto alla rovescia è innescato. Il prefetto De Gennaro sta mettendo insieme l'apparato, i mezzi dell'esercito continuano ad arrivare da nord. Stamane puliranno la faccia a Caserta, disastrata dai rifiuti e senza una discarica. Poi, dato sollievo ai centri più in difficoltà, si potrà passare alla fase dolente. Riaprire i siti. Con l'esercito.

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RIFONDAZIONE ATTACCA DE GENNARO IL PREFETTO HA POTERI DITTATORIALI (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 13-01-2008)

Rifondazione attacca De Gennaro "Il prefetto ha poteri dittatoriali" ADOLFO PAPPALARDO "Solo compiti di logistica". Le precisazioni che arrivano da Romano Prodi sul tipo di operatività dell'esercito nell'emergenza rifiuti in Campania sembrano rassicurare Rifondazione comunista. "Ora ci sentiamo più tranquilli" dice Giovanni Russo Spena, capogruppo del Prc a Palazzo Madama e autore, insieme al collega della Camera, Gennaro Migliore, del documento in cui ieri mattina si chiedevano due chiarimenti sull'ordinanza in cui venivano affidati i poteri di supercommissario a Gianni De Gennaro. Il primo: "In nessun caso le forze armate devono essere adoperate per proteggere i siti adibiti a discarica". Il secondo: "Il potere di De Gennaro di attivare siti anche in deroga a specifiche norme ambientali è inaccettabile". Sul primo punto, anche se il decreto prevede espressamente "l'uso delle forse armate per la protezione dei cantieri e dei siti", il partito di Fausto Bertinotti si tranquillizza dopo le parole del premier di ieri pomeriggio da Malta. Non solo perché anche il ministro Arturo Parisi usa toni rassicuranti. "Ci sono momenti - sottolinea il titolare della Difesa - nei quali tutti sono chiamati a fare la loro parte. Sono i momenti di emergenza e di calamità nei quali la necessità impone l'urgenza di un intervento straordinario. Questo è il senso dell'intervento dell'Esercito, che è stato chiamato a concorrere alla soluzione dell'emergenza rifiuti, mettendo in campo le specifiche capacità logistiche ed operative del Genio militare". Le tensioni, insomma, sembrano sfumate. Non così invece, per quanto riguarda i poteri di De Gennaro. Anzi Giovanni Russo Spena si dice pronto a dare battaglia nelle aule parlamentari. "Non possiamo accettare - spiega ieri sera - l'ordinanza con cui vengono affidati una serie di superpoteri a De Gennaro in materia di aperture di discariche. Questo creerà problemi con le popolazioni dei siti individuati. Ci saranno ulteriori e forti proteste e quindi, problemi di ordine pubblico. Senza contare che è anticostituzionale concedere poteri per aggirare una serie di norme ambientali". E quindi? "Bisogna essere più precisi, più chiari altrimenti noi, assieme agli amici di Sinistra democratica e Verdi, siamo pronti a dare battaglia in aula". Tra l'ex capo della Polizia e Rifondazione non è mai corsa simpatia. Anzi, dal G8 di Genova in poi, gli scontri, gli attriti, sono stati molti. E nelle ultime ore, sui siti no global, viene rilanciato ed evidenziato il decreto di nomina a De Gennaro in vista della mobilitazione a Napoli prevista per il 22 gennaio a Napoli. Senza contare poi, le accuse lanciate al prefetto dal deputato vicino ai movimenti, Francesco Caruso. "De Gennaro dovrà capire che non sta a Genova, al G8. E che qui la questione non si risolve con l'uso della forza. Lui propone il dialogo? Io dico - aveva spiegato mercoledì a mo' di benvenuto - che non si dialoga con la pistola puntata sulla testa". E ieri Caruso rincara la dose. "L'ordinanza di nomina di De Gennaro va ritirata immediatamente perché in gioco non c'è solo la corretta risoluzione del problema drammatico dei rifiuti in Campania, ma anche e soprattutto la difesa dei principi elementari della democrazia" tuonava ieri il deputato sannita. Poi continua: "Il suo, per quanto limitato a quattro mesi, è un potere dittatoriale che disintegra la nostra Costituzione". Un altolà arriva però, da Italia dei valori. "Mi sento di chiedere agli amici dei Verdi e di Rifondazione Comunista di lasciare in pace De Gennaro. Se non vogliamo fare un altro "buco nell'acqua" - afferma il senatore Nello Formisano, capogruppo a Palazzo Madama - occorre che De Gennaro abbia la più ampia facoltà di muoversi per raggiungere l'obbiettivo che il governo gli ha dato. Le polemiche sterili non giovano alla causa". Stesso ragionamento del centrodestra che chiede, anzi, più poteri, a De gennaro pur di uscire definitivamente dalla crisi. "Pieni poteri e non limiti politici. Se De Gennaro verrà condizionato, se verrà limitato, come sembra non è sospetto pensare che esista una compiacenza o una collusione e non si vuole davvero risolvere il problema" dice Mario Baccini dell'Udc. "Estensione dei poteri al prefetto affinché sia messo in condizione di poter portare a termine il processo di rimozione dei rifiuti della Campania proteggendo efficacemente le discariche e i siti di stoccaggio" dice il deputato azzurro, Antonio Martusciello che bolla l'altolà di Rifondazione al commissario come "fanatismo ideologico". Intanto ieri a Napoli in 10mila hanno marciato i manifestanti del centrodestra. Sfilando in corteo per le vie del centro, i militanti e i simpatizzanti della Cdl, accanto ad esponenti delle associazioni e movimenti, hanno sollecitato le dimissioni di coloro che sono ritenuti i responsabili dell'emergenza: in testa il governatore Antonio Bassolino, il sindaco Rosa Iervolino, il ministro Alfonso Pecoraro Scanio. La manifestazione del centrodestra organizzata ieri pomeriggio a Napoli.

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L'INCUBO DEI VELENI NASCOSTI (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 13-01-2008)

L'incubo dei veleni nascosti Questo schifo ci sta avvelenando "Campania come Chernobyl". Mi rivolgo a questi superuomini che pensano di camminare un metro e mezzo più su di noi, magari sul piedistallo di sporco riciclato denaro. Avevo sei anni quando scorrazzavo dietro mia madre che lavorava nel reparto di oncologia del Policlinico, sapevo già tutto di tumori, metastasi, sofferenza. Sapevo di Donato che a vent'anni aveva la faccia devastata dal cancro. Forse questi signori non sanno cosa significa tutto ciò, i rifiuti tossici che hanno fatto nascondere per anni finiscono in mezzo a noi. Forse non sanno che il cromo esavalente, tra le infinità di conseguenze, provoca malformazioni e cancro ai polmoni di cui ci preoccupiamo quando pensiamo al fumo. Il cromo non svanisce, cancerogena nuvoletta, come tante altre sostanze si attacca ai nostri capelli, alle nostre ossa al nostro dna. Mi domando se questi uomini pensano di respirare aria diversa dalla nostra o di mangiare mozzarella di bufala più bufala della nostra. Questo marciume non si può sotterrare, non si può nascondere. Ma mi fa rabbia pensare alle gimkane che facciamo per evitare i cumuli e i topi in strada, mi fa rabbia che i nostri figli debbano camminare con le manine sulla bocca per non sentire la puzza. E pensare che quello che vedo fuori è solo la metà di quello che c'è sotto. Mi fa rabbia pensare che tutto questo schifo arrivi sotto forma di acqua, di cibo, di vita sulle tavole e nei rubinetti di tutti noi. Queste scorie non fanno differenze, questa è l'unica democrazia. Stefania F. - NAPOLI Tutto scorre immutabilmente Traffico scorrevole, città apparentemente vivibile, ma fetida, traboccante di immondizia, uno sgargiante osceno spettacolo che ti entra nel sangue e ti deprime. Ti attenderesti una presa d'atto del gigantesco fallimento gestionale, direi quasi un orgoglioso, nobile gesto di atterrita impotenza; ma qui tutto scorre arrogante e immutabile, mentre la città tracima e soccombe offrendosi sporca agli occhi del mondo. Antonio Areniello - NAPOLI Nostra specialità: munnezza alla brace Vorremmo sapere come mai anche in regioni povere e mafiose come la Calabria, la Puglia, la Sicilia, la raccolta della spazzatura avviene regolarmente. L'obiettivo dei cittadini è solo questo, invece tutti hanno i paraocchi e ripetono le stesse cose. Bisogna far capire a chi protesta che non sempre è sensato farlo, altrove la spazzatura non viene buttata in mare o chissà dove. Possibile che solo in Campania debba esistere la specialità della "munnezza alla brace"? Biagio Devoto - NAPOLI Un disastro contagioso La tragedia dei rifiuti è la Chernobyl italiana. Due disastri ambientali irreversibili, accomunati dal fatto che possono esservi responsabili ma non colpevoli. Il vero colpevole è il sistema istituzionale, la pubblica amministrazione, che non riesce più a risolvere il problema del cittadino ma è diventata "il problema". L'elefantiasi della casta è il vero responsabile della catastrofe napoletana. I costi sono oramai insostenibili ed è iutile sperare che la soluzione sia il "grand'uomo" che cala sulla scena con la bacchetta magica. Occorre mettere mano alla riforma di tutta la organizzazione dello Stato, creandone una capace di assicurare il bene comune. In caso contrario la Chernobyl napoletana si estenderà a tutta l'Italia. Salvatore Iervolino - VERONA Il solito scaricabarile Da quando il puzzo della spazzatura ha invaso gli alti piani degli amministratori campani, c'è stata una corsa a rimbalzare le proprie responsabilità. A parte la Iervolino, Bassolino e Pecoraro Scanio - che debbono in qualche modo difendersi, essendo i principali responsabili - tutti gli altri si sentono in dovere (per necessità di sopravvivenza) di dire la loro; pure l'assessore al Turismo Marco Di Lello. Non fanno che dare un altro spettacolo indecoroso. È il caso dell'intervista rilasciata da Ciriaco De Mita, il quale afferma che "la Iervolino è del tutto inadeguata, non doveva essere eletta, ma neanche candidata" (e siamo d'accordo). Ma lui dov'era? Perchè solo oggi sfoggia le sue sagge intuizioni? Non c'è da meravigliarsi che i cittadini non abbiano più fiducia nella politica. Tutti cercano di scendere dal carro e di salvarsi, anche se hanno spartito e condiviso; e ciò vale anche per l'opposizione. "Tutta la classe politica ha pensato a campare" ha detto bene Ciampi. Ora Prodi emana i suoi diktat: "Tutti a scuola, la scuola è sacra" e annuncia soluzioni radicali (ma inattuabili); ma, con esse, avrebbe dovuto proporre sgravi fiscali e misure sanitarie per i cittadini penalizzati e costretti a convivere con una discarica. Deve pur esserci una contropartita se si vuole raggiungere un risultato positivo. Anche il sindacato, in particolare quello dei pensionati, non ha svolto il giusto ruolo. I suoi autorevoli esponenti tacciano come hanno sempre fatto nei confronti del loro "amico" Bassolino. Perché non sono state mobilitate le "truppe" dei pensionati, sempre pronte a partecipare ai convegni dei politici di sinistra? Dina Casillo - AFRAGOLA (NA) "A Pecoraro Scanio va impedito di nuocere" La sistematica denuncia del Mattino contro l'estremismo ambientalista del ministro Pecoraro Scanio - peraltro condivisa da amministratori locali come Sergio Chiamparino e ministri come Di Pietro - deve indurre Prodi a una approfondita riflessione. Non sappiamo se passerà al Senato la mozione di sfiducia contro il ministro, presentata dall'opposizione. Esprimo il fervido auspicio che venga accolta anche dalla maggioranza e che il presidente Prodi prenda lui la delega all'Ambiente. Sono esistiti in passato casi di premier che hanno preso la delega di altri Ministeri. Ricordate Berlusconi con quella agli Esteri? Ma se malauguratamente quella mozione di sfiducia non passasse, potrà tornare tutto come prima? Pecoraro Scanio tornerà a impazzare con i dirigenti del suo ministero, coi suoi comitati per la via, con la sua strategia della dilazione su tutto ciò che è sviluppo e che trova a livello locale - anche in Puglia - alleati in settori delle istituzioni? In Puglia rischiamo di perdere investimenti per miliardi di euro autofinanziati da chi li ha proposti, fra cui il raddoppio della raffineria dell'Eni di Taranto che prevede anche la costruzione di un oleodotto verso Nola in Campania. E il Pd, non avrebbe nulla da dire? E lo stesso Pecoraro Scanio non dovrebbe avvertire la dignità comunque di rimettere il mandato, essendo stato di fatto sfiduciato da governo, stampa, amministratori locali e grande opinione pubblica? Federico Pirro - BARI Unica scelta le dimissioni Possibile che questi signori non abbiano la sensibilità di dimettersi per il loro fallimento? E di mettere a disposizione i loro beni (che sono tanti) per risarcire i campani per il danno procurato? Hanno fatto conoscere Napoli negli angoli più remoti del globo. Chi sa se si riuscirà a recuperare il calo di turisti. Pasquale Murolo POMIGLIANO D'ARCO (NA) *** È una vergogna, è in gioco il nome dell'Italia. I napoletani oramai non gradiscono Bassolino e la Iervolino. Consiglio le dimissioni, in quanto le proteste potrebbero montare e travolgerci tutti. Francesco De Leo - NAPOLI *** Bassolino si deve dimettere per motivi politici gravi e specifici. Dalle prime ore da sindaco gli doveva essere chiaro che lo scenario era di portata storica: si giocava la possibilità di riportare Napoli in una civile competizione nazionale e internazionale. Le sue iniziali risposte sono state invece vincolate a imbrigliare lo sviluppo delle energie esistenti, creando un campo sterminato di azione per pratiche illegali e non virtuose. La cosiddetta rinascita è stata solo un debole tentativo per far passare un progetto di natura personale e non all'altezza dei gravi problemi di Napoli. Da presidente della Regione ha creato un regime tecnico, professionale, amministrativo e vaste zone grigie formate da una paccottiglia metropolitana fatta da soggetti e interessi più disparati, che non ha permesso far entrare uno spillo, a meno che non si avesse la capacità di creare difficoltà nello sviluppo del suo progetto. Ora questo progetto getta fango dappertutto. Non capisce che se non esce di scena, non permette a noi tutti di verificare quali energie reali sono in campo per uscire dalla metastasi. Con le sue posizioni sta offendendo le migliori energie. Mario Mangone - NAPOLI C'è modo e modo di esprimere dissenso Il problema dei rifiuti è gravissimo, sicuramente hanno colpe i nostri governanti ma non penso solo loro. Nella protesta di Pianura (per quanto uno voglia capire le ragioni dei dimostranti) trovo ingiusto, esagerato e vergognoso che si commettano atti incivili, come l'attacco alla polizia e l'incendio degli autobus. Come mai chi commette queste cose non finisce in galera? Non viene denunciato? Giuseppe Pasquale - NAPOLI La spazzatura nelle buche da golf Come tanti cittadini di Pianura sono sconvolta. Erano stati promessi piani di riqualificazione, milioni di euro per risanare la zona, addirittura un campo da golf. Dove son finiti questi progetti? E i soldi? Se si fosse realizzato solo la metà di quanto avevano promesso, non staremmo a buttare la spazzatura nelle buche da golf. Pianura non merita di diventare per l'ennesima volta la pattumiera "temporanea". Antonietta C. - NAPOLI.

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SFILANO IN DIECIMILA PER CHIEDERE LE DIMISSIONI DI GOVERNATORE E SINDACO. FUNERALE PER IL RINASCIMENTO NAPOLETANO (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 13-01-2008)

Sfilano in diecimila per chiedere le dimissioni di governatore e sindaco. Funerale per il Rinascimento napoletano CORRADO CASTIGLIONE Sacchetti pieni d'aria che volteggiano come dei palloncini verso il cielo plumbeo. Così le centinaia di bandiere dei partiti e delle associazioni sventolano forte sotto il libeccio che terrà lontana la pioggia fino alla fine. Mentre a decine gli striscioni e i cartelli invocano le dimissioni del governatore Antonio Bassolino, del sindaco Rosa Iervolino, del ministro Alfonso Pecoraro Scanio e del premier Romano Prodi, ritenuti i responsabili dell'emergenza: la fantasia spazia a tutto campo senza confini, cedendo solo in qualche caso alla volgarità. Eccolo il corteo voluto dall'intera Cdl che sfila per le vie del centro, da piazza Dante, da piazza Municipio e da piazza Vittoria, in una marcia pacifica verso la sede della Regione a Santa Lucia: si calcola che siano in 10mila a manifestare. Gli organizzatori snocciolano cifre: 287 bus, 3800 bandiere, 800 magliette, 68 striscioni. Il principale sforzo viene sostenuto dai militanti: in testa Forza Italia e An, poi Udc, Nuovo Psi, Dc, Italiani nel mondo, Repubblicani, Fiamma tricolore, Pensionati. Ma sono nutrite anche le rappresentanze di associazioni e movimenti vicini al centrodestra, a partire dai comitati di Pianura e andando avanti con Napoli punto a capo, Cittàsenzaperiferie, L'Altrascampia. Ancora: ci sono gli Eurodisoccupati napoletani, i lavoratori dei consorzi di bacino e le "Madri coraggio antidroga" con Assunta Esposito in prima linea. Cori e slogan. Fra tutti primeggiano gli inviti universali "Dimettetevi" e "Mandiamoli a casa". Ma il principale bersaglio della protesta è Bassolino. C'è chi lo vuole "Santo subito", come spiegano quelli dell'associazione Impe, a voler dire che "14 anni sono sufficienti anche per un processo di canonizzazione e che qualsiasi destino si dischiuda per il governatore va bene, purché se ne vada". C'è chi lo raffigura come il re di denari, con la scritta: "Re di munnezza". C'è chi cerca la facile rima: "Bassolino, non stai all'altezza: ecco pecché stamme chine 'e munnezza". Mentre un extracomunitario danza, agita una bandiera del Nuovo Psi e a ritmo canta: "Bassoli', vavattenne". Sotto tiro anche il ministro all'Ambiente, con "Pecoraro, cambia mestiere". Mentre si confida nel supercommissario: "De Gennaro, fai pulizia". Nel frattempo una cassa da morto - per iniziativa di un consigliere provinciale di An - sfila con la dicitura: "Bara del Rinascimento". Viene avvistata, fra l'altro, una bandiera con la croce celtica. E qualcuno, vedendo passare la Mussolini, le grida: "Solo tuo nonno avrebbe potuto salvarci". Tra i manifestanti qualcuno chiede il sequestro dei beni a chi è responsabile del disastro ambientale e si domanda: "Ma i magistrati non esistono più?". Giuseppe Caniglia, presidente del Circolo del Buon Governo di Napoli centro, ammonisce: "È ora di ridare la parola ai cittadini affinché si possa dare alla città e alla regione nuove amministrazioni in grado di risolvere l'emergenza". Chiara Giordani, dell'associazione Altrascampia, tuona: "L'hanno capito anche i più tenaci sostenitori di Bassolino: siamo alla bancarotta delle istituzioni". Nino De Nicola, presidente dell'associazione Nuove botteghe dei Mille, scandisce i tempi: "Prima devono andare a casa, poi possiamo parlare". In corteo sono in tanti parlamentari, consiglieri regionali e comunali, ma anche esponenti della società civile, come Sergio Fedele, Rossella Paliotto, Ninni De Santis. Accanto al palco allestito in via De Cesare, nei pressi della Regione, c'è anche l'ex governatore Antonio Rastrelli, che ancora una volta rimpiange il naufragio del "suo" piano: "Era un gioiello. Sarebbe bastato poco, 300 giorni, per realizzare il termovalorizzatore. Poi ci fu il ribaltone voluto da Clemente Mastella: che peccato. Bassolino? Poteva essere una grande risorsa per il Sud, invece è stato un disastro". Dal palco conclude Nicola Cosentino, coordinatore regionale di Forza Italia, che legge un documento unitario con il quale vengono invocate le dimissioni di Bassolino, Iervolino, Pecoraro e Di Palma: "Ora basta. Le dimissioni, prim'ancora di avere una valenza politica, rappresentano un atto di civiltà".

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Rifiuti, l'ato ribadisce il suo no (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 14-01-2008)

Pagina III - Torino Il presidente dell'Autorità Foietta lancia però l'idea di un gemellaggio tra i comuni e Esposito guarda ad un'alleanza del NordOvest Rifiuti, l'Ato ribadisce il suo no Resta un giallo chi accoglierà i tir in arrivo dalla Campania Opposizione scatenata: "Invece di criticare tutti perché non invitano Bassolino e Iervolino a dimettersi subito?" Alla vigilia del verdetto dell'Autorità d'ambito per il sì o il no ai rifiuti nella discarica di Basse di Stura, il presidente Paolo Foietta ribadisce la sua posizione contraria, ma dice che sarà l'assemblea a decidere. Lui però arriverà al tavolo con una proposta: un documento in cui si dice no ai rifiuti campani, ma si offre la disponibilità a gemellaggi fra comuni campani e torinesi per portare una solidarietà "fattiva" e concreta. E il consigliere provinciale del Pd Stefano Esposito lancia una proposta: "Perché non mettere alla prova il famoso asse Mi-To, o Ge-Mi-To che sia, per prendere una posizione condivisa su una microarea? Brescia non ha alcun problema e non è assolutamente vero che il fatto che i rifiuti campani non siano trattati renderebbe impossibile accoglierli". Oggi, a Palazzo Civico si attende la comunicazione del sindaco Chiamparino e del suo assessore Domenico Mangone. Il quale ribadisce che sarà l'Ato a decidere: "Il nostro sarà un intervento di tipo tecnico". L'opposizione intanto scalpita e questa mattina a Palazzo Lascaris lancerà i suoi strali contro la presidente Bresso. E il parlamentare di Forza Italia Osvaldo Napoli torna all'attacco: "Invece di criticare i partiti e la chiesa perché non inviti Pecoraro Scanio, Bassolino e Iervolino a dimettersi?". Ieri la presidente della Regione, che sabato aveva attaccato con durezza il fronte del no, incassa l'approvazione del Pdci. Il viceresponsabile degli enti locali Luca Roobotti scrive una lettera al presidente della Provincia Saitta per dirgli che sta sbagliando: "Stai assumendo una posizione da capoultras". Parlo a tutto il Pd, aggiunge Robotti: "Non potete stare in silenzio di fronte al'immobilismo del Pd campano, senza porvi il problema delle dimissioni di Bassolino, e qui assumere la posizione di paladini". Il parlamentare del Pd Giorgio Merlo dice che le argomentazioni del presidente della Provincia non sono riconducibili a motivazioni demagogiche o propagandistiche. "Rispondono invece ad un senso di responsabilità politica ed istituzionale". è evidente che il carattere nazionale dell'emergenza, incalza, impone scelte coraggiose e risolutive direttamente riconducibili al Governo. (s.str.).

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Bassolino e il cinismo del centrosinistra (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 14-01-2008)

Pagina IV - Napoli BASSOLINO E IL CINISMO DEL CENTROSINISTRA Ma anche del segretario del Pd, che alla fine non ha potuto evitare di pronunciare anche lui la sua timida scomunica, nonostante lo stretto legame tra le sue fortune e quelle del "compagno Antonio". Il punto è che al governatore non crede oramai più nessuno; il suo fascino nei confronti dei napoletani è completamente esaurito e non c'è chi sia disposto a concedergli credito, specialmente dopo il salto all'indietro di quindici anni fatto con l'annuncio della riapertura della discarica a Pianura. Pensi direttore, che il 24 Ore svizzero dava ieri notizia di una coppia di Napoli che ha chiesto asilo politico oltr'Alpe. Lei incinta di quattro mesi ha convinto il marito che, per il bene del proprio bambino, bisognava scappare via dalla Campania e dall'immondizia. Subito! E la politica cosa fa? Sabato 10 mila persone hanno risposto all'appello del centrodestra e sono scese in piazza per chiedere a Bassolino, Di Palma e Iervolino di andar via. La stessa cosa che chiedevano mercoledì i seimila manifestanti dei centri sociali e dell'estrema sinistra. Toni soltanto in parte diversi da quelli di venerdì pomeriggio al battesimo della componente dalemiana del Pd, dove Amendola, Pittella e La Torre hanno minacciosamente detto a Bassolino che il giudizio sul suo operato è soltanto sospeso, in attesa che si esca dall'emergenza. Insomma, tutti individuano nel governatore il responsabile della catastrofe, ma Pd e centrosinistra fanno finta di niente per paura della catastrofe elettorale. Con tanti saluti a quell'interesse generale che dovrebbe essere alla base di ogni scelta politica. Perché la verità è che la questione rifiuti e la strana storia di Antonio Bassolino, il buono diventato cattivo, sono soltanto epifenomeni rivelatori di un più radicale cinismo che affligge il centrosinistra campano che neanche oggi si smentisce. Il potere per il potere è la priorità, e per questo si possono sacrificare la politica con la p maiuscola o anche la propria dignità. salvatore varriale (Forza Italia).

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Crisi rifiuti in consiglio i "grillini" pronti al blitz - ottavio lucarelli (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 14-01-2008)

Pagina IV - Napoli Comune, oggi seduta straordinaria. Domani si discute dell'emergenza a Strasburgo Crisi rifiuti in Consiglio i "grillini" pronti al blitz Il centrodestra presenterà una mozione di sfiducia nei confronti dell'amministrazione Polemica nel centrosinistra tra il sindaco Iervolino e sei consiglieri del Pd che chiedono un posto in giunta OTTAVIO LUCARELLI Oggi seduta straordinaria del Consiglio comunale con mozione di sfiducia del centrodestra al sindaco Iervolino e assedio annunciato in via Verdi dagli "amici di Beppe Grillo". Domani sarà invece il Parlamento europeo a discutere a Strasburgo del dramma rifiuti in Campania. Dopo la relazione del commissario all'ambiente, Stavros Dimas, si aprirà un dibattito a cui sono già iscritti molti eurodeputati italiani. Da via Verdi all'Europa la tragedia rifiuti entra nelle aule mentre in città e provincia la situazione peggiora a gran ritmo. Oggi in Consiglio comunale il centrodestra, dopo la manifestazione dei diecimila di sabato contro il "governatore" Antonio Bassolino, presenterà una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco e della giunta guidata da Rosa Russo Iervolino. Un documento, spiegano i capigruppo di An e Forza Italia Luciano Schifone e Raffaele Ambrosino, in cui sarà espressa una "netta contrarietà alla riapertura dell'ex discarica di Contrada Pisani a Pianura". Una mozione di sfiducia contro l'amministrazione Iervolino costruita anche attorno alla "incapacità di attuare la raccolta differenziata" e con la richiesta di "costituire il Comune di Napoli parte civile nel processo sulla gestione dell'emergenza rifiuti contro i ventotto indagati tra i quali c'è il presidente della Regione Antonio Bassolino". Questo l'affondo del centrodestra con l'ampia maggioranza della Iervolino, che conta sui due terzi del Consiglio, riunita ieri mattina per trovare una linea unitaria. Impresa non facile ma, in ogni caso, è pronto un documento in cui, oltre alla fiducia al sindaco e al supercommissario rifiuti Gianni De Gennaro, si annuncia un potenziamento della raccolta differenziata. Sono gli unici tre punti di coesione. Per il resto grande confusione anche attorno alla vicenda Pianura, con Rifondazione contraria e con i comunisti italiani che chiedono un rimpasto in giunta per ottenere la delega ai rifiuti. Ma non basta. Durante la riunione di maggioranza il sindaco ha accusato di "tradimento" il consigliere Emilio Montemarano, figlio dell'assessore regionale Angelo, che guida un gruppo di sei consiglieri ex Margherita ora tutti nel Pd i quali chiedono anch'essi rimpasto e un posto in giunta. Grande confusione e, in tutto questo, arrivano in centro anche i "grillini" che dalle 11 presidieranno il palazzo del Consiglio comunale in via Verdi. Gli "Amici di Beppe Grillo" si sono dati appuntamento "contro la disastrosa situazione che vede la città sommersa dai rifiuti". I "grillini" partenopei sosterranno a gran voce il no alla riapertura della discarica di Pianura ma porteranno anche le istanze elaborate dagli esperti delle Assise di Palazzo Marigliano, riuniti anche ieri mattina, che hanno individuato siti alternativi da utilizzare come discariche. "Come gruppo abbiamo richiesto l'immediata convocazione del Consiglio comunale - commenta Roberto Fico, organizzatore del Meetup Napoli - perché è incredibile che in questa situazione di emergenza non si fosse ancora riunito. Protesteremo pacificamente ma con forza contro i nostri amministratori". In città e provincia lievitano le montagne di immondizia e in Consiglio comunale si torna a parlare di Contrada Pisani, chiusa dal '95, di cui l'assemblea aveva confermato nel '97 la definitiva chiusura. Contraria alla riapertura era anche la Iervolino. Fino al momento in cui l'emergenza si è trasformata in un dramma.

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Brevi, schede e richiami 1 (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 14-01-2008)

Amare le differenze? Meglio la differenziata Roberto Iossa Pomigliano d'Arco - Napoli Campeggia amaramente, in piazza del Plebiscito, l'opera d'arte natalizia, enorme scritta-neon in tutte le lingue: "Amare le Differenze". Meglio sarebbe stato ricordare, e quando si era per tempo: "Amare la Differenziata". I nostri cibi carichi di diossina Delio Montieri Napoli Sono uno studente di giurisprudenza e abito nella municipalità Soccavo-Pianura, la stessa dove fra poco vorrebbero riaprire la discarica. Da parecchio tempo contribuisco in una qualche maniera a fornire un segnale di miglioramento per la mia città: faccio parte di un'associazione per la legalità e partecipo alle manifestazioni che promuovono lo smaltimento dei rifiuti attraverso la raccolta differenziata. Ho sempre pensato di non voler abbandonare Napoli, perché per vivere qui una ragione ci dovrà pur essere; la motivazione a restare è sempre stata per me la seguente: continuare a combattere le ingiustizie che si vivono quotidianamente, contribuendo, anche se con piccoli gesti, a fornire un po' di luce a una città che si nutre solamente di buio. Ma, da un po' di tempo a questa parte, la luce sembra divenuta un bagliore che tende sempre più ad affievolirsi. Ho sempre detestato Giorgio Bocca, quando ha scritto per Napoli parole senza speranza; eppure risulta ormai difficile trovare la forza per andare avanti con una motivazione sensata. Ciò che mi fa perdere ogni fiducia nei confronti del futuro sono le statistiche che quotidianamente ci propinano, le quali affermano che i tumori nella nostra terra sono aumentati vertiginosamente. Sono statistiche che trovano riscontro anche nella realtà visto che ormai la stragrande maggioranza dei cittadini campani ha in famiglia almeno un malato di tumore. D'altronde, quando ci sediamo a tavola, ci accorgiamo che i prodotti della nostra terra non sono più gli stessi: le cosiddette mele annurche, un tempo uno dei nostri migliori prodotti tipici, sono divenute immangiabili, perché provenienti dai campi tossici disseminati per la Campania. "Noi siamo ciò che mangiamo" e i cibi di cui ci nutriamo noi campani sono carichi di diossina. Ma allora quale futuro? Come si fa a trovare un motivo per sperare? Il silenzio dei sindacati Eugenio Giordano Pomigliano d'Arco - Napoli Come iscritto Fiom di Alenia Pomigliano d'Arco, faccio presente che in un momento così delicato, sulla grave situazione rifiuti la Fiom napoletana e regionale, unitamente ai sindacati confederali regionali ma anche nazionali, non ha detto una parola, nemmeno per esprimere solidarietà a quella parte di cittadini che in modo democratico difendono il territorio. Non c'è un cordone democratico capace di salvare il paese, non c'è più, purtroppo, una classe dirigente politica e sindacale capace di salvare l'Italia. Non c'è un'altra vita per rimediare Claudia Musto clamou7@gmail.com Sono un'emigrante di 27 anni, non una di quelle con la valigia di cartone e lo spago per tenerla stretta, ma sempre una napoletana che vive al nord, a Treviso, inutile credo sia sottolineare la differenza abissale che sussiste fra le due città. Da quando sono tornata qui dopo le vacanze di Natale, non faccio altro che sentire parlare di Napoli, non certo per le lodi tessute da colleghi o conoscenti. In passato l'immagine che veniva trasmessa di Napoli mi sembrava completamente diversa dalla realtà. Ora da lontano vedo una città che muore, che non può sopravvivere basandosi sulle isole felici, sembra che ci sia in corso una guerra civile, e credo che, stavolta, l'immagine trasmessa non sia tanto distante dalla realtà. Una città che affonda nei propri rifiuti, cosa ci può essere di più deprimente. Tutto ciò non può essere vero, è un incubo, è surreale. La mia Napoli è arrivata a questo punto e tutti hanno fatto finta di nulla, non è possibile che persone nate e cresciute qui abbiano permesso ciò, ma cosa credono, che avranno un'altra vita per sistemare? Che tutto questo non verrà ricordato e la responsabilità non sarà loro? È necessario riprendersi la città, se non si vuole affondare, rimboccarsi le maniche e lasciare spazio a chi lo spazio lo merita, essere uniti, guardare all'interesse generale una volta tanto, far parlare chi ha cose da dire, chi ha la mente aperta, chi sa che amministrare la cosa pubblica è una responsabilità, non un'entrata in più al proprio tornaconto personale, chi ha voglia di assumersi la responsabilità e non ha paura, andare fra la gente e rassicurarla, far sentire una presenza forte sempre, non solo nelle emergenze. Ma nessuno muta i suoi comportamenti Antonio di Gennaro Napoli I cittadini e tante associazioni, anche quelle ambientaliste che per anni hanno taciuto, pur sapendo, mostrano la loro indignazione sulla questione rifiuti, facendo giungere infinite quantità di lettere ai giornali sull'argomento, e ognuno ha la sua ricetta per risolvere la questione. Tutti ora gridano allo scandalo nel vedere nei mucchi di spazzatura ogni sorta di materiale altrove destinato alla raccolta differenziata, ma nello stesso tempo, si noti, nessun ordine perentorio arriva da qualche autorità a non farlo, né mutano gli atteggiamenti, magari degli stessi che si lamentano. Qualche giorno fa le associazioni dei commercianti si lamentavano dei mucchi di rifiuti davanti ai loro negozi, ma essi stessi continuano a riempirli di ogni ben di dio, con il solito miscuglio di plastica, vetro, cartoni e verdura ben abbandonati alla rinfusa su di essi. Certamente una delle prime cose che dovrebbe fare il Commissario De Gennaro, dovrebbe essere quella di sguinzagliare uomini a multare chi non rispetta le ordinanze esistenti, compresa la antica abitudine di tutti, visibile anche nei filmati che ci trasmettono in tv, di depositare il sacchetto a ogni ora, sin dal mattino presto. Certo ora tutto è difficile, in alcune zone (ma perché solo in alcune?) i rifiuti sono ancora tanti, mentre al Vomero tutto è tornato fisiologico (e anche su certe differenze di raccolta andrebbe fatta chiarezza). Mentre si parla solo di rifiuti, nessuno s'accorge che è tutta la città ad essere abbandonata a se stessa e senza reale amministrazione. In questi giorni il livello di smog è tremendo, l'aria puzza sempre di più, il traffico sempre più impazzito, i cantieri stradali non riaprono e continuano a durare mesi e mesi, i trasporti giorno dopo giorno sempre peggio. Non parliamo della frutta esposta ai fumi di scarico delle auto e dei prezzi che nessuno ferma o della Polizia municipale, come sempre, latitante. Parlare di rifiuti sta divenendo anche alibi per non fare più altro. Affidiamoci all'Europa Mario Mangone Napoli Come era facile prevedere. Di fronte al catastrofico scenario napoletano e campano, chi doveva finalmente fare i conti con coraggiose "scelte radicali", si sta velocemente rifugiando nell'illusione che tutto ciò possa essere trattato come un incidente di percorso, perché tutto possa ritornare nell'irresponsabile andazzo precedente. Qui non è in gioco qualche tonnellata di spazzatura da raccogliere in un tempo medio-lungo, ma la possibilità di azzerare tutte le filiere operative e procedurali che hanno permesso di raggiungere questi risultati. Se non si fa ciò, si continua a prendere in giro l'opinione pubblica e già girano tesi ciniche e irresponsabili che addirittura indicano questi intrecci perversi come la causa di tutto ciò, ma anche il motivo per cui nulla potrà cambiare. A cosa servono altri forum autoreferenziali, se non si apportano profonde modificazioni virtuose nelle filiere decisionali che hanno apportato linfa vitale a un modello di gestione istituzionale e politica piramidale, sul tipo di quella sviluppata dal governatore Bassolino? Come è stato possibile che una intera classe dirigente fatta di supini burocrati, professionisti, politici, imprenditori, operatori culturali, artisti, abbia avallato questa catastrofe? Chi potrà agire con efficacia su questa realtà? Bassolino? Iervolino? Prodi? Veltroni? Ma non facciamo ridere i polli e non offendiamo quel poco di dignità che ci è rimasta. Io non ci credo e, come me, gran parte dei napoletani e campani. Allora chi è il soggetto giusto? A mio avviso è solo l'Europa. L'Europa si insedi simbolicamente a piazza Plebiscito e da questo luogo inizi a invertire la storia di Napoli in Europa, ma inizi a invertire il ruolo dell'Europa a Napoli e nell'intera area mediterranea. Bisogna inserire una realtà terza che ri-converta metastasi consolidate nelle menti, nelle pratiche, negli strumenti che agiscono in ogni luogo ed in qualsiasi spazio ormai degenerato del nostro territorio. Bisogna produrre un "nuovo tempo", non è tempo di semplici aggiustamenti, ma di scelte epocali in cui si rimettano in gioco il senso, il significato di ciò che può significare vivere e morire a Napoli, in Campania e nel sud dell'Europa. L'ultima risorsa era la speranza Raffaele de Chiara Napoli "Napoli maledetta" è l'emblematico titolo dell'ennesima stilettata del grande vecchio del giornalismo nostrano: Giorgio Bocca. Pare quasi di vederlo seduto in poltrona con la solita camicia cinigliata lo sguardo fiero e il tono della voce stentoreo osservare i mali di una città tanto lontana e pure così vicina al nord civile e produttivo, tanto vicina da divenirne quasi l'emblema del suo attuale decadimento. Bocca ha ragione. Il Dio della giustizia e del rispetto reciproco è morto! È morto nei mefistofelici miasmi dei rifiuti ai bordi delle strade, nello strazio dei mille ammalati di cancro, negli occhi malinconici di chi è costretto a lasciare i propri affetti per migrare altrove in cerca di un lavoro onesto, nell'inettitudine di una politica locale ridotta a ripugnante canea, nella rabbia cieca di chi difende il proprio diritto alla vita mosso semplicemente da istinti bestiali. Risorgerà? Ho un disperato bisogno di credere che qualcosa possa ancora cambiare, che il sacrificio di chi è morto per la giustizia abbia un senso che un futuro migliore sia possibile qui non altrove. Si sta uccidendo finanche l'ultima risorsa rimasta nelle mani della mia generazione: la speranza di cambiamento, ho venticinque anni, ed è il peggior delitto che chi ci ha preceduto poteva commettere. La necessità di andare a scuola Pino Ferraro Napoli Prodi lo ha dichiarato subito, con enfasi. La scuole sono sacre e la Campania questo lo deve capire. Più o meno è stata questa la dichiarazione. Ha poi assicurato che avrebbe mandato l'esercito e che le scuole sarebbero state aperte. Non sapeva dello stato reale delle cose. Credo che non gli importasse saperlo più di tanto. Quella dichiarazione aveva un valore simbolico. Mi si permetta l'interpretazione. Era come dire, siete degli incivili, dovreste andare a scuola, essere rinserrati nelle scuole per ritrovare la civiltà che non avete mai avuto o che avete perduto. Più o meno quello che ci sentiamo dire da tutti ora che stiamo in fondo al mondo. Il sangue degli innocenti Elvira Pierri Napoli Karim sta lottando da due settimane per non morire. Non possiamo certo affidare alla sua vita la speranza di una qualche risurrezione della nostra città, ma l'intera cittadinanza deve farsi sentire vicina alla famiglia, così provata. Dobbiamo ricominciare a mobilitarci per gli altri, per la famiglia del povero Giuseppe Veropalumbo ucciso a Capodanno in casa sua da proiettili vaganti, dobbiamo provare vergogna per il far west di casa nostra e dobbiamo indignarci. Solo una sana indignazione può metterci al riparo dalle critiche pungenti che equiparano cattiva amministrazione a rassegnazione della cittadinanza. Io non voglio rassegnarmi all'idea che ci siano altri bambini o adulti per bene vittime delle pistolettate, il cui sangue innocente debba correre su queste strade insozzate di rifiuti. Servizio civile obbligatorio Luca Coppola Ercolano La "nuttata" può schiarirsi soltanto investendo sulle giovani generazioni per smettere di assistere inermi all'emigrazione quotidiana di talenti, cervelli e capitali umani in Italia e all'estero, col rischio di creare un gap culturale e umano irreversibile in questi territori. Per questo motivo lancio una proposta all'assessore regionale Rosa D'Amelio: rendere il servizio civile regionale obbligatorio. Rappresenta, dopo l'abolizione della leva militare, una straordinaria opportunità umana e lavorativa. In tal senso tutti i giovani sarebbero coinvolti in una grande mission capace di trasmettere e infondere un senso di orgoglio, appartenenza e responsabilità per i futuri cittadini campani.

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Ci sono 6mila tonnellate di rifiuti nelle strade La cura Prodi è un flop pag.1 (sezione: Monnezze)

( da "Giornale.it, Il" del 14-01-2008)

Ci sono 6mila tonnellate di rifiuti nelle strade La cura Prodi è un flop di Guido Mattioni - lunedì 14 gennaio 2008, 07:00 C'è poi la vox populi più politicizzata. Sia quella banalmente "di pancia", che si limita a rognare contro Bassolino e la Iervolino, lamentandosi che adesso tutti quelli che li avevano votati sembrano di colpo scomparsi; sia quella che ti conferma la vera ragione per cui Romano Prodi non può permettersi, nonostante l'immaginabile forte imbarazzo, di scaricare o' governatore. Non può per due serissimi motivi. Primo, perché fu proprio dalla Campania di Bassolino, nel 2006, in quella notte di scrutini elettorali da mago Bustric, che dal cappello a cilindro - complice anche un misterioso blackout - spuntarono i voti necessari ad attribuire i due seggi che assicuravano la maggioranza all'Unione. Secondo, per quello che oggi è un singolo voto - ma quanto mai determinante, dopo la desistenza dell'ex rifondarolo Franco Turigliatto, passato al Gruppo misto - di Anna Maria Carloni, potente e onnipresente senatrice, nonché temutissima moglie di Bassolino. Temutissima - qui lo sanno tutti - anche da lui.

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Lo strappo di Lodi: <Mandateci la monnezza> (sezione: Monnezze)

( da "Giornale.it, Il" del 14-01-2008)

Lo strappo di Lodi: "Mandateci la monnezza" di Redazione - lunedì 14 gennaio 2008, 07:00 Ok all'arrivo dei rifiuti campani nel Lodigiano. La disponibilità l'ha comunicata l'assessore all'Ambiente della Provincia (centrosinistra) Francesca Sanna: "Noi già accogliamo una parte dei rifiuti di altre province e avevamo una piccola disponibilità nell'impianto di Bellisolina, a Montanaso Lombardo, che è in grado di trattare anche i rifiuti indifferenziati. Si tratta di circa 70 tonnellate al giorno. Abbiamo dato la nostra disponibilità ad accoglierle. Del resto, se normalmente diamo aiuto alle altre province, non vedo perché non dovremmo dare una mano anche alla Campania. L'immondizia puzza allo stesso modo sia al Nord che al Sud". E mentre si attende che ricominci la settimana lavorativa per vedere come il territorio reagirà a questa presa di posizione, una prima impressione, espressa a toni decisi, c'è già. Parla, a riguardo, Carlo Franciosi, presidente della Coldiretti Milano e Lodi spiegando: "No a questa decisione: le soluzioni vanno trovate sul posto. Già è un impegno dover smaltire i propri rifiuti: il trasporto, poi, causa ulteriore inquinamento. E questo non va dimenticato. Tra l'altro, i finanziamenti statali anche per lo smaltimento sono arrivati anche in Campania costantemente, come nel resto d'Italia. Ognuno paghi per gli errori commessi". Di analogo avviso Silvia Ferretto Clementi, consigliere regionale (gruppo Misto): "Inutile chiedere azioni di solidarietà da parte della Regione per lo smaltimento dei rifiuti campani se i responsabili di un simile scempio continuano a governare, restando incollati alle proprie poltrone e proseguendo nell'azione devastatrice del territorio, della legalità e dell'igiene pubblica. Si dimettano Bassolino, la Iervolino e Pecoraro Scanio. Già nel 2001 la Lombardia ha accolto l'Sos della regione Campania, smaltendo circa 50.000 tonnellate di suoi rifiuti. Ora basta: così si rischia di farla diventare una beffa ciclica". Un appuntamento che si ripropone ogni tot anni senza che sul posto si faccia nulla o quasi. Ma la Ferretto Clementi sottolinea anche un'altra questione: "Non ci sono nemmeno garanzie sul fatto che tra le tonnellate che potrebbero spedire non arrivino anche rifiuti pericolosi, ospedalieri, che metterebbero a rischio anche la nostra salute. Chi ci assicura che non sarà così ?". Infatti, in merito non butta acqua sul fuoco un esperto del settore, il geologo Piero Valentino Mazza. Spiega: "Il rischio che, tra le tante tonnellate che potranno arrivare, vi siano rifiuti pericolosi o tossico nocivi non si può escludere. Bisognerebbe procedere con una classificazione di quanto arriva ma il problema rimane quello del prelievo di un campione rappresentativo. Si possono fare analisi sull'eluato nel terreno ma solo là sul posto, dove vengono prelevati, non qui quando arrivano. C'è, poi, come prima arma, la possibilità di un'analisi visiva. Ma davanti a tonnellate di rifiuti questo diventa praticamente impossibile a meno di non assumere squadre di uomini dedite solo a questo. E risulterebbe che gli impianti che essiccano, come quello che viene indicato per la raccolta nel Lodigiano, non siano dotati di spie che potrebbero indicare se il prodotto che si sta trattando appartenga alle pericolose tipologie dei rifiuti pericolosi o tossico-nocivi". La Bellisolina, dove si prevede possano andare i rifiuti campani a giorni, è un impianto di essiccazione e produzione di combustibile derivato da rifiuti. La società Bellisolina srl è a partecipazione paritetica tra Eal Spa e Fertilvita Srl (Gruppo Ecodeco Spa).

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Quelle campagne di camorra e diossina dove i bimbi giocano tra carcasse di agnelli - concita de gregorio (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 14-01-2008)

Cronaca Il film Prime proiezioni per "Biùtiful cauntri", documentario shock sull'ecomafia in Campania Quelle campagne di camorra e diossina dove i bimbi giocano tra carcasse di agnelli Tonnellate di veleni scaricate nei terreni e nelle falde idriche da industriali senza scrupoli, soprattutto del Nord Il film dovrebbe arrivare nelle sale entro febbraio. Ma il condizionale è d'obbligo, visto che fa nomi e cognomi... CONCITA DE GREGORIO C'è una scena, in "Biùtiful cauntri", in cui due bambini giocano con le carcasse degli agnelli. Non è proprio chiaro se stiano giocando o se li stiano trascinando per buttarli via con una familiarità tale, tuttavia, che sembra giochino: li agitano tenendoli per le zampe come fossero bambole di stracci, li fanno volare, ridono. Gli agnellini sono candidi e minuscoli. Sono morti per eccesso di diossina nel sangue. Un camion passa la sera e raccoglie di casa in casa, di baracca in baracca questo particolare tipo di rifiuti: gli animali morti. Il camion che ritira i sacchi con gli agnelli di Patrizia e Mario è già carico: ha due bufale, dentro. Morte per diossina, appena raccolte lungo la strada. In una scena di poco successiva la madre prepara ai figli dei panini bellissimi a vedersi: pane, prosciutto crudo e mozzarella. Il prosciutto sembra di velluto, la mozzarella a tagliarla rilascia il suo latte. La telecamera indugia con lo zoom. I bambini sono felici. Che bei panini. Saranno di certo buonissimi. La famosa mozzarella di bufala campana: "Femos in de uord". Se l'Italia non fosse l'Italia ma un paese minimamente reattivo, se gli italiani andassero a vedere i documentari anche quando non sono di Michael Moore, se la televisione comprasse i diritti e mandasse in onda lavori come questo al posto delle gare di pacchi e se poi col satellite "Biutiful cauntri" arrivasse in Europa e nel mondo anche un qualunque spettatore tedesco, inglese, anche un giapponese pronto a partire per le vacanze a Pompei rinuncerebbe e penserebbe quello che pensiamo noi in questo preciso istante: che la mozzarella campana non solo non bisogna pagarla più delle altre ma non bisogna proprio mangiarla più e speriamo che non faccia troppo male quella mangiata finora. Vediamo, poi, se il crollo del mercato alimentare e del turismo potranno quel che vent'anni di politica non hanno potuto. Di ricotta e mozzarelle si muore dicono le immagini limpide e asciutte del film, perché questo è un posto dove la camorra con la complicità dei politici locali e degli imprenditori di tutto il paese (hanno accento del Nord tutte le voci intercettate nelle telefonate) ha scaricato per anni sul terreno, nei fiumi, nei tombini aperti col piede di porco e quindi nelle fogne, nei fiumi e nei campi tonnellate di amianto. cobalto, alluminio, arsenico, milioni di quintali di sostanze tossiche e proibite che le stesse voci del Nord (ridendo, quasi sempre, al telefono) annunciano di aver appena spedito perché siano seppellite "alla cifra convenuta" e senza dare nell'occhio con le popolazioni che poi "rompono le palle". Che seccatura tutti questi che prima di essere avvelenati "rompono le palle" invece di morire in silenzio come le pecore. Ecco: tonnellate di metri cubi di percolato nerastro e velenoso che hanno infiltrato la falda acquifera (i contadini lo sanno; infatti nel film annaffiano le piante con l'acqua minerale) e i campi dove si coltiva la patata doc di Acerra, i pomodini che al mercato di Torino si vendono più cari perché vengono dalla terra del sole, i finocchi e l'insalata. Allora: le mucche, le bufale e i vitelli che pascolano accanto alle discariche muoiono per la diossina. Le discariche sono ovunque, prevalentemente abusive. Le persone che mangiano quelle mozzarelle, per esempio i bambini del film così contenti del panino, hanno una fibra più forte degli agnellini e non si accasciano sulle zampe, non restano accucciati agonizzanti per giorni ma non è che non si avvelenino: si avvelenano anche i bimbi. Per le persone non c'è un camion che passi a prenderle la notte: gli ospedali, però, sono pieni. Il puzzo nell'aria non è solo puzzo: è veleno, qui si muore di tumore. Esmeralda Calabria (debutto alla regia, ha lavorato al montaggio con Moretti, Placido, Piccioni, Archibugi), Andrea D'Ambrosio (suo il documentario "Pesci combattenti" sui maestri di strada) e Peppe Ruggiero (curatore del rapporto Ecomafie di Legambiente Campania) sono gli autori del documentario che ha avuto al Festival di Torino la menzione speciale della giuria e che si proietta stasera al cinema Modernissimo di Napoli, domani al Nuovo Sacher di Roma, serate solo a inviti. Nelle sale dovrebbe uscire entro febbraio, ma non bisogna dare niente per scontato: in fondo si parla pur sempre di politica corrotta e di camorra, ci sono voci e volti di tutti, il sostituto procuratore di Santa Maria Capua Vetere, l'Impregilo di Cesare Romiti raccontata per filo e per segno, l'incredibile appalto che ha avuto e chi glielo ha dato, ci sono le voci delle vittime e dei carnefici e non tutti parlano con lingua del posto, c'è l'elenco dei sette commissari straordinari in tredici anni e c'è anche Bassolino. Ci sono le immagini, principalmente. Ci sono quelle nuvole nere quei sacchi che figliano liquame a terra: le immagini quando le vedi non te le dimentichi più. Come i bambini che giocano tirandosi addosso le carcasse degli agnelli morti. Poi hai voglia ad ingaggiare pubblicitari all'ente del turismo, hai voglia a spruzzare tre volte al giorno deodorante con gli elicotteri. Se se ne accorgono all'estero addio export di mozzarella. Bisognerà mangiarla noi o magari mandarla in Africa con una missione umanitaria. Scriverci sopra made in Italy, però: e biutiful cauntri.

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"Una vita tra libri e cazzotti" (sezione: Monnezze)

( da "Stampa, La" del 14-01-2008)

AI TEMPI DELLO SPORT LA GUERRA DEI RIFIUTI Dice di loro Intervista Tullio Pironti IL SINDACO MIGLIORE E QUELLO DI OGGI "Il rinascimento di Napoli? È nella discarica, come tutto" "Boxavo con Benvenuti le donne ci seguivano Quando lui lasciò passò a trovarmi, vendeva enciclopedie a rate" "A Bassolino è andato sempre tutto bene, tanto che a un certo punto si è sentito un mammasantissima" "La mia boxe una sintesi di paura e talento. Ho lasciato al primo kappao serio" "Sto per pubblicare il dossier Monnezzopoli: dove sono finiti i soldi per l'emergenza?" "Fellini voleva pubblicare i ritratti delle sue donne nude. Si mise di traverso la Masina perché c'erano tutte tranne lei" "Tinto Brass per me ha scritto l'elogio del culo Venne in città con il suo autista e due ragazze bellissime" "Una vita tra libri e cazzotti" GIANCARLO DOTTO "È stato Maurizio Valenzi ma quanta jella: gli son piovuti addosso terremoto e colera" "La Iervolino è una donna onesta, niente di più: di sicuro non è mai stata un'aquila" ROMA Jean Gabin è il porto delle nebbie. Tullio Pironti è piazza Dante, i vicoli dei Tribunali, Forcella, le viscere della città borbonica. Faccia totemica come poche. Maglione nero modello dolce vita e bavero alzato. Il naso è intatto. Le mani escono dalla tasca del cappotto solo per l'essenziale, accendere una Pall Mall, dare le carte a poker e tranciare l'esagerata pizza di Esterina. Le usa anche, le mani, per mostrare come si proteggeva da pugile negli anni '50. La destra sulla mascella destra, la sinistra sul mento e la spalla a guardia della mascella sinistra. "Come una testuggine", spiega furbo lo scugnizzo settantenne con la licenza della terza media. "La mia boxe? Una sintesi di paura e talento". Fifone con i guantoni, audace, quasi pazzo quando maneggia libri. Scappava e colpiva da pugile. Da editore colpisce e basta. Incassa comunque, che vinca o che perda, ma sempre per kappao. "Un grande pugile mancato e un grande editore mancato", si definisce lui. La sua autobiografia ora la traducono in America. "Libri e cazzotti", due generi in via di estinzione. La vecchia Napoli gli sta addosso come una seconda pelle. Sempre la stessa, buffona e macabra, la città che trucca i cadaveri come fossero bambole e viceversa. La più bella e la più grandiosa di tutte le battaglie perse, l'equilibrio sopra la follia. Amuleti, corna, avanzi di presepe, annunci di lutto ovunque, l'agenzia funebre che si chiama "Kaiser", decine di questuanti tendono la mano e si fingono storpi maledicendo 'o terremoto di 30 anni fa, le pizzerie che sembrano bordelli, i clienti in fila, più rassegnati che smaniosi. Nessuno crede a niente eppure tutto capita a Napoli, inclusi i ventuno manichini impiccati lungo corso Umberto dedicati a Bassolino e alla Jervolino, non so quanti bambini ricoverati al "Santobono" per i botti di Capodanno. Sta per uscire "Munnezzepoli", sottotitolo "La grande truffa", e saranno guai certi per Tullio Pironti, un talento unico nello scovare talenti ma anche nel cacciarsi nei guai. Sono tanti i Pironti a Napoli e vendono tutti libri. Tullio vive a piazza Dante, tra gli uffici della casa editrice e la sua libreria, un'istituzione in città. Gli piace raccontare storie. Uno che, come scrive Ermanno Rea, "terrebbe sveglio anche un moribondo". Quando gli prende la malinconia va dal suo amico, O' Pacioccone, a Santa Lucia, e affitta una barca. "O' Pacioccone è immenso. Appena mi vede mi chiede una sigaretta. Una volta mi addormentai sulla barca e venne a stuzzicarmi con la punta del remo. Pensava fossi morto. Il mare per me è come la musica. Mi dà calma. Quando le cose mi girano storto vado in barca e la notte ascolto i Pink Floyd, Another brick in the wall. Ne avrà bisogno di mare e musica, dopo l'uscita di "Munnezzepoli". "Sarà un dossier di Paolo Chiariello, il massimo esperto al mondo sul tema. La domanda chiave: dove sono finiti i due miliardi di euro per l'emergenza rifiuti?" A chi darà fastidio? "A tanti. Non piacerà certo a Bassolino e a tutte le istituzioni napoletane". Spara sulla Croce Rossa.. "Maurizio Valenzi è stato l'ultimo sindaco di qualità. Ma troppo iellato. Colera, terremoto, tutte le catastrofi gli sono cadute addosso. Viceversa a Bassolino gli è andato tutto bene. Il G7, Ciampi che amava Napoli. Il guaio di Bassolino è che a un certo punto si è sentito un mammasantissima. Da allora ha sbagliato tutto". La Jervolino combatte dalla sua trincea. "Donna onesta, punto e basta. Non è mai stata un'aquila". E il rinascimento napoletano? "Nella discarica, come tutto il resto. Una città a vocazione turistica unica al mondo, che mette in fuga la gente". Si stravendono i libri sulla camorra. "La camorra ha superato anche letterariamente la mafia. Io fui il primo. Con "Il camorrista" vendetti 50 mila copie quasi 30 anni fa. Ne fece un bel film Peppuccio Tornatore, con Ben Gazzarra". Lo scrisse il grande Joe Marrazzo. "Joe era il mio spirito guida. Ma non sempre lo ascoltavo. Mi consigliò di andarci piano con la Chiesa. Avevo già pubblicato "The Vatican Connection" su Marcinkus e Sindona, uscii poco dopo con "In nome di Dio", sul giallo della morte di papa Luciani. Due enormi successi". Pubblicò anche la versione italiana delle lettere di Yuro Kata. "Era il cannibale che aveva ucciso e poi mangiato per amore la fidanzata olandese. Un flop totale. E pensare che a Napoli c'era stato il caso di un padre che aveva staccato il pisello al figlio con un morso per eccesso di amore". Fece scalpore quando rinunciò a pubblicare il memoriale di Licio Gelli. "Avevo versato al Venerabile un congruo anticipo. Passai tre notti insonni a rimuginare, alla fine decisi per il no. Quel libro era una delusione, non aggiungeva nulla alle verità già note. Rinunciai a una fortuna.". Sui giornali ci tornò per la storia degli arresti domiciliari. "Kafka, una barzelletta al confronto. Fui accusato di ricettazione per acquisto incauto di libri. Li pagai con un mio assegno e telefonai alla casa editrice per avvisarli. In pratica, mi autodenunciai. Intellettuali famosi firmarono una petizione a mio favore. Telefonai a Enzo Biagi: puoi fare qualcosa per me? Mi rispose: ho provato con Enzo Tortora, non è servito a niente". Nella copertina di "Libri e cazzotti" c'è il boxeur non l'editore. "Avevo una paura tremenda ma ho fatto il pugile per sentirmi protagonista. Funzionava con le donne. Era l'epoca dei Tiberio Mitri e dei Marcel Cerdan, il bombardiere di Casablanca, amante della Piaf". Tullio Pironti e Nino Benvenuti erano da dilettanti le due grandi promesse della boxe italiana . "Ricordo il ritiro collegiale di Porto Recanati, le donne ci aspettavano a frotte. Schivare e rientrare era la nostra boxe. Benvenuti faceva un passo indietro uno avanti, io quattro indietro e uno avanti. Quando smise, Nino venne a trovarmi a Napoli. Vendeva enciclopedie a rate". Tiberio Mitri le somigliava, bello e spaventato all'idea di prender pugni. "E' morto all'alba investito alle spalle da un treno mentre camminava sui binari. Dicevano che era ubriaco, ma è la morte che si è scelto". Lei si è già scelto una morte adeguata? "Mi viene sempre in mente a proposito Thomas Mann: "Stiamo sempre a pensare alla morte ma quando verrà so già che dirò : tutto qua?"". Quella volta che la mandarono al massacro con lo zingaro? "Si chiamava Tongo Troianovic. Era una montagna. Mi nutrivano con latte e carne di cavallo, niente sesso per mesi. Il ring era a Capua nel loro campo profughi. Un inferno. Avevo una tale paura che lo colpii con una violenza inaudita, indietreggiando. Poi lui morì in una rapina a New York". Quando saliva sulle navi americane.... "Ci spruzzavano di ddt prima di combattere con i loro soldati. Scendevamo con le tasche piene di whisky, sigarette e cioccolata". Quella volta del kappao. "Primo e definitivo. L'avevo promesso a me stesso, avrei smesso al primo kappao serio. Si chiamava Zara, un torinese che menava come un boscaiolo. Il suo destro al mento mi fulminò". I suoi kappao vincenti da editore. Ha fatto conoscere in Italia Bret Easton Ellis, Raymond Carver e Don DeLillo. "I diritti di Bret Easton Ellis li vinsi in un'asta telefonica. Mi spiegarono che l'unico modo per spuntarla era offrire più di 50 milioni, oltre i quali le grandi case editrici dovevano convocare il consiglio di amministrazione. Offrii 55 milioni, l'equivalente di 200 di oggi. Prevalse l'incoscienza del giocatore". Fernanda Pivano le scrisse la prefazione. "Un suo regalo. Fu lei a confermarmi che avevo battuto la Mondadori nell'asta. Nanda era un mito per me. Mi tremava il cuore quando la sentii per la prima volta". Federico Fellini voleva pubblicare i suoi ritratti di donne nude. "Mi ricevette a casa sua. Gli brillavano gli occhi ma poi non se ne fece più nulla. Seppi che fu Giulietta Masina a mettersi di traverso. In quell'album c'erano tutte le donne che Fellini aveva desiderato e amato, tutte tranne che lei". Sta scrivendo il secondo volume della sua autobiografia. "Si chiamerà Il paradiso al primo piano, un verso tratto da "Via del campo" di Fabrizio De Andrè. Le prime pagine sono ambientate al "Gianna", il bordello di Mezzocannone dove andai la prima volta. Incontrai tutti i professori universitari di Napoli". Che futuro per i piccoli editori? "Nessuno. Si pubblica troppo in Italia e per noi non c'è spazio. Io sono poi tra i piccoli editori il più povero d'Italia e forse d'Europa. Ma non mollo. Noi Pironti i libri li abbiamo incisi nelle vene". L'ultima invenzione, la collana degli elogi. Cito tra i tanti l'elogio della suocera di Peppe Lanzetta e l'elogio del culo di Tinto Brass. "Tinto venne da me a Napoli con il suo autista e due belle zoccolone delle sue. A proposito, ti andrebbe di farmi un elogio dell'amore mercenario?". Napoli è sempre malavita? "Ma non sempre nel senso deteriore. Nel dopoguerra, il contrabbando di Forcella ci ha salvato la vita. Da loro si trovava da mangiare". Suo padre ha vissuto 102 anni. "Ma lui non beveva, non fumava e fotteva. Io sono l'opposto, bevo, fumo e non fotto".

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Emergenza rifiuti, fra i lettori si infiamma la discussione (sezione: Monnezze)

( da "Stampa, La" del 14-01-2008)

FORUM Oggi su www.lastampa.it MULTIMEDIA Emergenza rifiuti, fra i lettori si infiamma la discussione Marilyn Monroe le immagini del mito Il passato a portata di clic: nella video rubrica "Accadde oggi" potete scoprire giorno per giorno gli avvenimenti indimenticabili del mondo sportivo, politico e culturale. Rivivete il mito di Marilyn attraverso le immagini del suo secondo matrimonio, con il campione di baseball Joe Di Maggio. http://www.lastampa.it/accaddeoggi"Le Regioni devono aiutare Napoli". Tommaso spinge per una soluzione condivisa, ma si scontra con il muro di Mauro Bolzoni e altri: "La spazzatura non è un problema nazionale". La discussione sui rifiuti infiamma il forum, e molti utenti chiedono un segnale forte. "Bassolino e la Iervolino si dimettano, la situazione è fuori controllo", attacca Enzo Sicilia. Amedeo prova a mediare: "Va bene la solidarietà per uscire dall'emergenza, non dimentichiamo però che non siamo di fronte a una calamità naturale, ma a una situazione che ha delle responsabilità precise". Il botta e risposta continua su LaStampa.it: registrati e di' la tua. www.lastampa.it/forum.

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Perché la solidarietà non è più automatica (sezione: Monnezze)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 14-01-2008)

Prima Pagina Pagina 2 Gli italiani e il virus dell'egoismo Perché la solidarietà non è più automatica Gli italiani e il virus dell'egoismo di Massimo Crivelli --> di Massimo Crivelli Domanda: siamo diventati improvvisamente un popolo di gente gretta e meschina, incapace di un gesto di solidarietà? Dove è finita l'Italia generosa, sempre in prima fila dopo una catastrofe, un terremoto o lo tsunami, e per giunta additata ad esempio nel mondo per la sua competenza nel campo della protezione civile? Siamo ancora il Paese dei Telethon e delle maratone di beneficenza che raccolgono milioni di euro? E allora perchè, di fronte alla tragedia dei rifiuti a Napoli, stenta a materializzarsi quello scatto morale che insistentemente le istituzioni ci chiedono? Dopo dieci giorni di psicodramma nazionale vale forse la pena di soffermarsi su questi interrogativi, per tentare di comprendere un fenomeno spiazzante ma reale, che niente ha a che vedere - ovviamente - con la violenza aberrante scatenatasi a Cagliari, e che tuttavia riguarda il civile dissenso di tanti amministratori e cittadini comuni, persino in regioni amministrate dal centrosinistra, che non vogliono accogliere la monnezza campana. Ci ha provato a farlo, lodevolmente, Walter Veltroni, leader del Pd, che in un'intervista al Corriere della sera chiama in causa l'egoismo sociale "che si diffonde come un virus" accompagnandosi alla crisi della politica: una sorta di sindrome del cortile, insomma, che indurrebbe gli italiani a rinchiudersi in se stessi, in un piccolo mondo, isolato dagli altri. Una visione condivisibile ancorchè omissiva nella parte che riguarda le responsabilità politiche: perchè alla domanda delle domande, e cioè per quale motivo Antonio Bassolino (l'emblema riconosciuto dello sfascio con i suoi 14 anni da sindaco di Napoli, commissario straordinario e governatore della Campania) sia ancora sulla sua poltrona, Veltroni avvalora la tesi del "meglio non fuggire dalle responsabilità" e conclude affermando, inopinatamente: "Io sono fatto così: quando vedo che tutti danno addosso a qualcuno, io lo difendo". Posizione persino nobile se non fosse che l'ineffabile Antò è un suo compagno di partito. Il punto è che ormai le dimissioni di Bassolino (o della Iervolino, o Pecoraro Scanio) non servono più. Sarebbero state necessarie, addirittura indispensabili, dieci giorni fa quando è iniziata la chiamata alle armi della solidarietà nazionale, per rendere credibili gli appelli, dare un forte segnale di svolta, aprire davvero il cuore della gente alla speranza, provare a immaginare che, per una volta, la "casta" non difende gli indifendibili. In assenza di questo atto di giustizia sociale e politica (che non può essere semplicisticamente liquidato come richiesta giacobina e strumentale del centrodestra) ogni predica sembra inevitabilmente svuotata di autorevolezza morale e le decisioni assunte in alto loco, senza concertazione, assumono il sapore indigesto di certi cibi precotti. Napoli uscirà dall'emergenza e lo farà con il contributo doveroso e responsabile della maggioranza degli italiani. Ma non è difficile immaginare che a distanza di quattro mesi dall'otto settembre, da quel poderoso "vaffa" che si levò da Bologna, e mentre in tutta Italia cresce la voglia di partecipazione reale ai destini della democrazia, questo sberleffo del disastro napoletano e della monnezza sparsa per il Paese, finirà per allargare il solco tra una politica brutta e autoreferenziale e la vita reale dei cittadini.

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Rifiuti, la cura Prodi è un flop pag.1 (sezione: Monnezze)

( da "Giornale.it, Il" del 14-01-2008)

Rifiuti, la cura Prodi è un flop di Guido Mattioni - lunedì 14 gennaio 2008, 09:00 Eppure in Comune, come si è visto, c'è chi chiude le strade per preoccuparsi dell'arredo urbano. Si potrebbe racchiudere in fondo tutta qui, nell'assurdità di questo paradosso, l'ormai incontrollata traiettoria del Pianeta Napoli. I cui abitanti, pur senza saper rinunciare al gusto dello sberleffo, come i manifesti in cui Bassolino diventa il "compagno munnezza", alla fine ti confessano di cominciare ad avere per davvero paura. E a tremare di più è soprattutto la povera gente, la più debole, quella che tira l'esistenza con i denti. Non trema tanto per l'emergenza dell'oggi - qualcosa a cui in fondo è rassegnata da sempre - quanto per cosa potrà accadere domani in questa Napoli che già senza l'incubo immondizia avrebbe validi motivi per piangere. Come la microcriminalità che rende i vicoli ancora più stretti e bui; il primato di una disoccupazione che non intende retrocedere e che fornisce mano d'opera alla camorra; e buona parte di quel poco lavoro che c'è, condannato a galleggiare sul precario travicello dell'abusivismo. Così trovi chi ti parla dei 70 milioni di euro già persi dal turismo, tanti quanti quelli bruciati qui dopo l'11 settembre 2001; degli alberghi semivuoti che guardano con terrore ai possibili effetti di questa crisi sulle prenotazioni della primavera-estate, cioè la stagione che vale un anno di lavoro; dei ristoranti dove è ormai superfluo prenotare; di un noto noleggiatore di barche che ha già ricevuto l'80% di disdette; o di un prestigioso congresso medico, con migliaia di partecipanti, precauzionalmente già spostato nella capitale. E con Napoli, insieme a Napoli, tremano le isole di Capri e Ischia, il golfo di Sorrento, la costiera amalfitana e tutto l'indotto, dai grandi traghetti alle lavanderie, dai camerieri stagionali ai venditori di souvenir, dalle flotte di pullman all'autista di piazza. C'è poi la vox populi più politicizzata. Sia quella banalmente "di pancia", che si limita a rognare contro Bassolino e la Iervolino, lamentandosi che adesso tutti quelli che li avevano votati sembrano di colpo scomparsi; sia quella che ti conferma la vera ragione per cui Romano Prodi non può permettersi, nonostante l'immaginabile forte imbarazzo, di scaricare o' governatore. Non può per due serissimi motivi. Primo, perché fu proprio dalla Campania di Bassolino, nel 2006, in quella notte di scrutini elettorali da mago Bustric, che dal cappello a cilindro - complice anche un misterioso blackout - spuntarono i voti necessari ad attribuire i due seggi che assicuravano la maggioranza all'Unione. Secondo, per quello che oggi è un singolo voto - ma quanto mai determinante, dopo la desistenza dell'ex rifondarolo Franco Turigliatto, passato al Gruppo misto - di Anna Maria Carloni, potente e onnipresente senatrice, nonché temutissima moglie di Bassolino. Temutissima - qui lo sanno tutti - anche da lui.

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Blocchi stradali nel Napoletano I consumatori: "Nessun allarme cibo" (sezione: Monnezze)

( da "Quotidiano.net" del 14-01-2008)

Mobile email stampa L'EMERGENZA RIFIUTI Blocchi stradali nel Napoletano I consumatori: "Nessun allarme cibo" Gruppi di persone chiedono la rimozione della 'munnezza' dalle strade. L'Unione consumatori: "Le discariche sono in tutt'Italia, qui la spazzatura è in città, non nelle campagne" Commenta Home Cronaca prec succ Contenuti correlati Emergenza rifiuti a Napoli Sui rifiuti della Campania si scatena la polemica 1-4-71-38: la quaterna della casta campana Rifiuti, giusto concedere a De Gennaro tutti questi poteri straordinari? Berlusconi: "Non c'è alcun legame tra la legge elettorale e quella sulle tv" Rifiuti, mille tonnellate da smaltire In provincia l'immondizia campana Rifiuti, pronto il vertice in prefettura Napoli, 14 gennaio 2008 - Mattinata di blocchi stradali nel napoletano ad opera di cittadini che chiedono la rimozione dei rifiuti dalle strade. Un gruppo di persone sta protestando nel quartiere napoletano di Agnano, in via Pisciarelli, via Scarfoglio mentre un altro gruppo di manifestanti blocca lo svincolo della tangenziale sempre ad Agnano. In zona Flegrea, a Quarto, un gruppo di cittadini sta manifestando fuori dagli uffici comunali per chiedere al sindaco di intervenire per accelerare la rimozione dei cumuli di immondizia che da giorni è ammassata ovunque. A nord del capoluogo partenopeo, nel comune di Arzano, un gruppo di genitori del quarto circolo didattico blocca via Napoli; mentre un corteo di studenti a Pollena Trocchia chiede di non rientrare in classe a causa della immondizia accumulata fuori dagli edifici scolastici. Situazione tesa anche a corso Malta, dove è stato bloccato lo svincolo di entrata e di uscita alla tangenziale. Problemi anche a corso Arnaldo Lucci, nella zona industriale di Napoli. In via Foria, invece, nel centro di Napoli, la protesta si è placata unicamente per l'intervento di alcuni mezzi della Asìa che hanno provveduto a rimuovere una parte dell'immondizia sparsa lungo una delle principali arterie cittadine. "ALIMENTARI, ALLARME INFONDATO" "L'allarme per i prodotti alimentari provenienti dalla Campania è del tutto ingiustificato", afferma l'Unione Nazionale Consumatori che invita i consumatori a comprare tranquillamente i prodotti campani osservando, in primo luogo, che gli accumuli di rifiuti sono nei centri urbani e non nelle campagne, quindi non c'è alcun rischio che possano contaminare ortofrutticoli e prodotti di origine animale come il latte e le mozzarelle". "In caso contrario bisognerebbe preoccuparsi di tutte le discariche d'Italia, che oltretutto sono dislocate fuori dai centri urbani. L'eventuale contaminazione microbica da parte dei rifiuti organici, afferma ancora l'Unione Consumatori, è esclusa poichè potrebbe avvenire tutt'al più a distanza di qualche metro, mentre i rifiuti inorganici sono praticamente inerti e le esalazioni maleodoranti sono soltanto gas che si disperdono nell'aria circostante. Per quanto riguarda la diossina, conclude il comunicato, si produce quando alcuni rifiuti, che sono una minima parte, vengono bruciati al di sotto di certe temperature. Ma i rifiuti campani rimangono lì o vengono "esportati". L'INCHIESTA E' fissata per oggi a Napoli l'udienza davanti al gup dell'inchiesta su presunte irregolarità commesse nello smaltimento di rifiuti in Campania. L'udienza preliminare potrebbe, però, slittare per l'astensione degli avvocati del foro di Napoli. L'inchiesta vede ventotto imputati tra cui il presidente della Regione, Antonio Bassolino e i vertici di Impregilo (Piergiorgio e Paolo Romiti) e di altre società del Gruppo come la Fibe che, fino al 2005, si sono occupate dello smaltimento dei rifiuti in Campania attraverso gli impianti di Cdr (combustibile da rifiuti) e che avrebbero dovuto realizzare il termovalorizzatore di Acerra, nel Napoletano. Le accuse formulate sono truffa aggravata ai danni dello Stato, frode in pubbliche forniture, falso e abuso d'ufficio. La prima udienza, fissata già lo scorso 26 novembre fu rinviata per il mancato avviso a un imputato e a circa 80 tra le 549 amministrazioni comunali indicate come offese. La spazzatura sbarca ad Agrigento - Prodi alle Regioni: "Una vergogna"Giusto concedere poteri straordinari a De Gennaro? - Sei d'accordo che i rifiuti campani vengano smaltiti nella tua regione?.

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Blocchi stradali nel Napoletano I consumatori: "Nessun allarme cibo" (sezione: Monnezze)

( da "Quotidiano.net" del 14-01-2008)

Mobile email stampa L'EMERGENZA RIFIUTI Blocchi stradali nel Napoletano I consumatori: "Nessun allarme cibo" Gruppi di persone chiedono la rimozione della 'munnezza' dalle strade. L'Unione consumatori: "Le discariche sono in tutt'Italia, qui la spazzatura è in città, non nelle campagne" Commenta Home prec succ Contenuti correlati Emergenza rifiuti a Napoli Sui rifiuti della Campania si scatena la polemica 1-4-71-38: la quaterna della casta campana Rifiuti, giusto concedere a De Gennaro tutti questi poteri straordinari? Berlusconi: "Non c'è alcun legame tra la legge elettorale e quella sulle tv" Rifiuti, mille tonnellate da smaltire In provincia l'immondizia campana Rifiuti, pronto il vertice in prefettura Napoli, 14 gennaio 2008 - Mattinata di blocchi stradali nel napoletano ad opera di cittadini che chiedono la rimozione dei rifiuti dalle strade. Un gruppo di persone sta protestando nel quartiere napoletano di Agnano, in via Pisciarelli, via Scarfoglio mentre un altro gruppo di manifestanti blocca lo svincolo della tangenziale sempre ad Agnano. In zona Flegrea, a Quarto, un gruppo di cittadini sta manifestando fuori dagli uffici comunali per chiedere al sindaco di intervenire per accelerare la rimozione dei cumuli di immondizia che da giorni è ammassata ovunque. A nord del capoluogo partenopeo, nel comune di Arzano, un gruppo di genitori del quarto circolo didattico blocca via Napoli; mentre un corteo di studenti a Pollena Trocchia chiede di non rientrare in classe a causa della immondizia accumulata fuori dagli edifici scolastici. Situazione tesa anche a corso Malta, dove è stato bloccato lo svincolo di entrata e di uscita alla tangenziale. Problemi anche a corso Arnaldo Lucci, nella zona industriale di Napoli. In via Foria, invece, nel centro di Napoli, la protesta si è placata unicamente per l'intervento di alcuni mezzi della Asìa che hanno provveduto a rimuovere una parte dell'immondizia sparsa lungo una delle principali arterie cittadine. "ALIMENTARI, ALLARME INFONDATO" "L'allarme per i prodotti alimentari provenienti dalla Campania è del tutto ingiustificato", afferma l'Unione Nazionale Consumatori che invita i consumatori a comprare tranquillamente i prodotti campani osservando, in primo luogo, che gli accumuli di rifiuti sono nei centri urbani e non nelle campagne, quindi non c'è alcun rischio che possano contaminare ortofrutticoli e prodotti di origine animale come il latte e le mozzarelle". "In caso contrario bisognerebbe preoccuparsi di tutte le discariche d'Italia, che oltretutto sono dislocate fuori dai centri urbani. L'eventuale contaminazione microbica da parte dei rifiuti organici, afferma ancora l'Unione Consumatori, è esclusa poichè potrebbe avvenire tutt'al più a distanza di qualche metro, mentre i rifiuti inorganici sono praticamente inerti e le esalazioni maleodoranti sono soltanto gas che si disperdono nell'aria circostante. Per quanto riguarda la diossina, conclude il comunicato, si produce quando alcuni rifiuti, che sono una minima parte, vengono bruciati al di sotto di certe temperature. Ma i rifiuti campani rimangono lì o vengono "esportati". L'INCHIESTA E' fissata per oggi a Napoli l'udienza davanti al gup dell'inchiesta su presunte irregolarità commesse nello smaltimento di rifiuti in Campania. L'udienza preliminare potrebbe, però, slittare per l'astensione degli avvocati del foro di Napoli. L'inchiesta vede ventotto imputati tra cui il presidente della Regione, Antonio Bassolino e i vertici di Impregilo (Piergiorgio e Paolo Romiti) e di altre società del Gruppo come la Fibe che, fino al 2005, si sono occupate dello smaltimento dei rifiuti in Campania attraverso gli impianti di Cdr (combustibile da rifiuti) e che avrebbero dovuto realizzare il termovalorizzatore di Acerra, nel Napoletano. Le accuse formulate sono truffa aggravata ai danni dello Stato, frode in pubbliche forniture, falso e abuso d'ufficio. La prima udienza, fissata già lo scorso 26 novembre fu rinviata per il mancato avviso a un imputato e a circa 80 tra le 549 amministrazioni comunali indicate come offese. La spazzatura sbarca ad Agrigento - Prodi alle Regioni: "Una vergogna"Giusto concedere poteri straordinari a De Gennaro? - Sei d'accordo che i rifiuti campani vengano smaltiti nella tua regione?.

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Alta (in) fedeltà all'Amantes (sezione: Monnezze)

( da "Stampa, La" del 14-01-2008)
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(Stampa, La)

IN ARABO A CURA DI YOUNIS TAWFIK INCONTRI, EVENTI, MANIFESTAZIONI IN CINESE MAPPAMONDO A CURA DI KUMALE' IN ROMENO SERATE A FAVORE DI INTERNATIONAL HELP Alta (in) fedeltà all'Amantes Agenda della solidarietà A CURA DI TIZIANA MONTALDO YOGA E MASSAGGIO AYURVEDICO. L'Associazione Italia India, inaugura il nuovo anno con un nuovo ciclo di corsi. Il primo è dedicato all'approccio con l'Hatha Yoga, si tratta di un corso applicativo in quattro incontri serali che unisce alle tecniche dello yoga la pratica di respirazione, meditazione e rilassamento. Sono aperte anche le iscrizioni al corso di massaggio ayurvedico. I corsi si terranno presso la sede Associazione Italia India in zona piazza Bengasi. Per informazioni: tel. 389/113.20.10, sito internet: www.shanti.to.it/italiaindia. CORSO DI FORMAZIONE INTERCULTURALE. L'Associazione Lisangà organizza, in collaborazione con Idea Solidale, un corso di formazione sull'interculturalità nel weekend del 26-27 gennaio presso il rifugio "La Madlena" a Giaveno. Il corso verrà tenuto da mediatrici culturali di Romania, Argentina e Marocco e verterà sui temi della convivenza tra le culture e aspetti delle culture materiali quali: musica, lingua e cibo. Sono aperte le iscrizioni. Per informazioni: 011/937.64.66. SERATA DEDICATA A PETRA. Venerdì 11 gennaio alle ore 21 l'Associazione Italo-araba Petra organizza in collaborazione con l'Associazione Prova Vacanze una serata alla scoperta dei tesori della città di Petra con degustazione della cucina nabatea, spettacolo di musica e danza oriantale. L'iniziativa è ospite del ristorante Petra di via Galliari 16c. Informazioni allo 011/650.86.96.Munca. Românii si bulgarii vor trebui sa mai astepte înca un an pentru a putea avea acces liber la piata muncii în Italia. Angajarile vor fi libere doar în domeniile: agricol, turistic si hotelier, munca menajera si îngrijirea persoanelor, constructii, metal-mecanic, functii de conducere si munca cu un grad foarte ridicat de calificare si munca sezoniera. În aceste domenii angajarea se face la fel ca si pentru cetatenii italieni. Pentru toate celelalte domenii este nevoie de autorizatie nulla osta de la Ghiseul Unic. Consulat. Noul program de lucru al Consulatului general al României de la Torino este urmatorul: de luni pâna vineri de la orele 9 - 15, miercurea de la orele 9 - 21. Sediul Consulatului este în via Ancona 7. Înscrierea la gradinita. Cererile de înscriere copiilor la gradinitele orasenesti, de stat si conventionate din Torino pot fi prezentate pâna în data de 30 ianuarie 2008. Gradinitele orasenesti sunt deschise de la orele 7,30 la 17,30, de luni pâna vineri. Serviciul poate fi prelungit pâna la orele 18, pe baza de cerere documentata de la locul de munca. \ CAFFÈ BASAGLIA. Il Caffè Basaglia ha appena aperto i battenti in via Mantova 34 e inizia subito le sue attività: venerdì 11 alle 20,30 cena di solidarietà in favore della cooperativa "Reciclando suenos" di Buenos Aires. La cooperativa promuove la raccolta differenziata fatta da 20 famiglie comuni rompendo così le ecomafie locali che si sono fatte sentire la notte di Natale bruciando il loro capannone. La cena costa 15 euro (se qualcuno vuole portare qualcosa può scrivere avvisando). Il Basaglia vuole essere un luogo anche di promozione concreta di chi è di solito emarginato: il caffè è acquistato dalla cooperativa operante nel carcere Lorusso Cotugno che provvede alla torrefazione, nel locale lavorano anche disabili psichici seguiti dai servizi sanitari e le pulizie impiegano alcuni rifugiati del Darfur. Info info@caffebasaglia.org AMICI DI LAZZARO. Venerdì 11 alle 19 in via Toselli 1 incontro per tutti coloro che vogliano conoscere e magari partecipare alle attività che l'associazione Amici di Lazzaro organizza con le donne di strada, i senza dimora, i doposcuola per bambini italiani e stranieri, i corsi di lingua italiana per donne e ragazzi stranieri finoa i 16 anni. Info www.amicidilazzaro.it oppure 340/48.17.498 IL RUOLO DELLA DONNA IN AFRICA. Venerdì 11 alle 19 vernissage con l'autore di libri per ragazzi Ignace Audifac della mostra "Il ruolo della donna in Africa nel mondo rurale. Fotografie dal Mali di Francesco Laera" realizzata dal consorzio delle ong piemontesi in collaborazione con il Coordinamento Comuni per la pace. La mostra si tiene alla Chiesa SS Nome di Gesù in via Carlo Alberto 6 a Moncalieri dove resterà aperta fino la 20 gennaio. Sempre alle donne africane è dedicata la tavola rotonda con proiezione del documentario "Ritratto di Altiné nella stagione secca" di Elisa Mereghetti giovedì 17 alle 9,30 al Collegio Carlo Alberto in via Real Collegio 30 a Moncalieri. Le iniziative fanno parte della rassegna "Prima non ti conoscevo" organizzata dall'Ufficio Pace di Moncalieri. Info 011/64.01.461. COMUNITA' ALLOGGIO. L'Associazione "Comunità Alloggio", operante all'interno della comunità per adolescenti "Centro Base" di Ivrea, presenta la terza edizione del corso gratuito di formazione per volontari che si terrà da lunedì 14 gennaio a lunedì 25 febbraio dalle 20,30 alle 23 presso i locali del Cvs in vicolo San Nicola 2 a Ivrea, pianoterra (a destra della Cattedrale). L'intento è formare volontari, maggiorenni e interessati ai temi dell'affidamento familiare, per l'Associazione Comunità Alloggio e sensibilizzare alle tematiche dell'educazione professionale con gli adolescenti. Si inizia lunedì 14 con Cristina Berutti, responsabile dell'Area Minori Consorzio In.Re.Te, che parlerà de "Le risorse del territorio e le leggi di riferimento". E' richiesta adesione con conferma telefonica o e-mail. Info 339/48.41.298 oppure centrobase@libero.it SCIENZA E VITA. La nascente associazione Scienza e Vita cerca medici, giuristi, universitari, docenti, disposti a svolgere inziiative culturali e di formazione sui temi della bioetica: eutanasia, manipolazione genetica, fecondazione artificiale, accanimento terapeutico e hospice, eugenetica. Info scienzaevita.torino@yahoo.it NOMADI FANS CLUB. Riprendono gli incontri dei "Vagabondi della Mole" che si riuniscono tutti i martedì per parlare di Nomadi e solidarietà al pub "La pioletta" in corso Francia (davanti al parco la Tesoriera). Inoltre I Vagabondi della Mole di Torino organizzano un pulmann per il 16 e 17 febbraio a Novellara (Re) in occasione della due giorni di concerti e festeggiamenti per i 45 anni dei Nomadi. Partenza da Lanzo Torinese sabato 16 alle 7, fermate anche a Torino corso Regina Margherita angolo corso Lecce (ore 7,45) e Nichelino (alle 8). Arrivo a Novellara previsto per le 13. Concerti nel Palatenda il sabato sera e la domenica pomeriggio. Pasti liberi. Rientro a Torino verso le 24. Per info e prenotazioni telefonare a Massimo 011/28.17.82, oppure a Maria Pia 011/93.11.252, Silvana 338/414.29.82, Sandrina 347/06.22.574. ALZHEIMER. L'associazione Alzheimer Piemonte continua gli incontri quindicinali del gruppo di auto mutuo aiuto coordinati dalle dottoresse Gisella Riva e Laura Grassoe rivolti ai familiari dei malati. Informazioni ai numeri telefonici 011/51.84.444 oppure 011/50.92.102 MOONCUP. Alla Bottega del mondo Equamente in via Vasco 6/b è in vendita la Mooncup, già diffusa in Gran Bretagna, una morbida coppetta in silicone ipoallergenico da inserire più in basso rispetto ai tamponi tradizionali che raccoglie il flusso mestruale, si svuota ogni 4-8 ore e dura 10 anni. In termine di ripsetto dell'ambiente significa un notevole risparmio di sostanze inquinanti nella produzione e nello smaltimento come rifiuto, dal punto di vista individuale significa un notevole risparmio economico per le donne che nell'arco della loro vita cosumano in media 10 mila tamponi. Nei casi di utero retroverso è necessario consultare il proprio ginecologo. Info 011/817.90.41 GIULIANO ADAGLIO L'ispirazione è in certo senso leggera: il libro di Nick Hornby, "Alta Fedeltà", nel quale il protagonista stila le proprie "top five" personali sui più disparati agromenti, dalla musica, al cinema, alle donne. L'intento, invece, è più che mai nobile: far conoscere e promuovere l'attività di International Help, associazione Onlus diretta da Gianni Sartorio, medico torinese impegnato da anni a portare aiuti concreti e solidarietà nelle aree del mondo dove sono più a rischio la sopravvivenza, la salute e i diritti umani. Il circolo culturale Amantes di via Principe Amedeo 38/a organizza, da gennaio a marzo, una serie di aper-incontri ideati e condotti da Claudio Paletto e Maurizio Lorenzati: il lunedì sera, a settimane alterne, il locale ospiterà un personaggio noto, che sarà chiamato a compilare le proprie classifiche personali, con l'unica condizione che queste ultime non riguardino l'attività per cui è conosciuto. Un modo semplice e originale per costringere gli ospiti a interagire con il pubblico, svelando le proprie passioni e le proprie manie. Il primo appuntamento è per la sera di lunedì 14 gennaio con Stefano Della Casa, uno dei massimi esperti di cinema italiani. Mercoledì 19, invece, l'Amantes ospiterà Bruno Gambarotta e Renzo Cappelletto, che animeranno una serata di presentazione di International Help: al dibattito parteciperanno alcuni responsabili della Onlus in Guatemala e saranno svelati il calendario e gli ospiti della rassegna "Alta (in)Fedeltà". L'Associazione Onlus International Help è nata a Torino nel 1995 da un gruppo di amici, prevalentemente viaggiatori, impegnati da tempo in attività sociali. Nei suoi dieci anni di vita l'organizzazione si è impegnata in vari progetti di volontariato in Paesi quali il Guatemala, il Kenya, l'India, l'Etiopia, il Mozambico, il Myanmar, il Madagascar, Cuba, l'Argentina, la Repubblica Democratica del Congo. ALTA (IN)FEDELTÀ LUNEDÌ 14 GENNAIO, ORE 19,30 CIRCOLO CULTURALE AMANTES, VIA PRINCIPE AMEDEO 38/A Ingresso Soci Arci Info 011/8172427.

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