HOME PRIVILEGIA NE IRROGANTO di
DOSSIER “MONNEZZE” (dal 23 dicembre 2007)
ARCHIVIO DEL DOSSIER “MONNEZZE” VAI AL NUOVO DOSSIER
NIENTE
è cambiato. Si è tentato - tardi, tardissimo - ma non si è risolto nulla.
L'esercito, i volontari, la pazienza e le proteste. Ma tutto versa nello stesso
stato di prima. O quasi. Il centro e le piazze vengono salvati, si cerca di non
farli soffocare dai sacchetti. E nella scelta dei luoghi in cui raccoglierli
emerge la differenza fra le zone e le città. Zone dove conviene pulire per
evitare che turisti e telecamere arrivino facilmente, strade dove vivono
professionisti e assessori. E invece altre dove la spazzatura può continuare ad
accumularsi. Tanto lì la monnezza non va in prima pagina. I paesi divengono
discariche di fatto. Tutta la provincia è un'ininterrotta distesa di sacchetti.
E la rabbia aumenta. Spazzatura ai lati delle strade, o che si gonfia in collinette
multicolori fuori dai portoni, dove sono apparse scritte come "non
depositare qui sennò non si riesce più a bussare". Niente è cambiato se
non l'attenzione. Dalla prima pagina alle cronache locali.
Lentamente tutto questo rischia di divenire abituale, ordinario: la solita
monnezza, parte del folklore napoletano, quotidiana come lo scippo, il
lungomare e la nostalgia per Maradona. E invece qui è tragedia. Spazzatura
ovunque, discariche satolle, gonfie, marce. Camion stracolmi, in fila. Proteste.
E poi dibattiti, indagini, dimissioni, e colpevoli, ecologisti, camorristi,
politici, esperti. Maggioranze e opposizioni e cadute di governo. Ma la
monnezza resiste a tutto. E continua ad aumentare. La spostano dal centro alla
periferia, la spediscono fuori città, qualcosa fuori regione. Però non basta
mai, perché quella si riforma, si accumula di nuovo. Tutti pronti a parlare, in
un'orchestra che emette suoni talmente confusi da divenire indecifrabili come
il silenzio.
Certo risulta difficile credere che se Roma, Firenze, Milano o Venezia si
fossero trovate in una situazione simile avrebbero continuato a far marcire i
sacchetti nelle loro piazze, a tenersi strade bordate di pannolini e bucce di
banana, a lasciar invadere l'aria dall'odore putrescente degli scarti di pesce.
Difficile immaginare che in una di queste città la notte girino camion che
gettano calce sopra ai cumuli per evitare che le infezioni dilaghino e
soprattutto che vengano incendiati.
Il rinascimento napoletano finisce così, coperto di calce. Si sbandierava la
rivincita della cultura, ma sotto il tappeto delle mostre, dei convegni e delle
parole illuminate le contraddizioni erano pronte a esplodere. Non c'erano solo
stuoli di progetti culturali e promozionali per il turismo. Negli ultimi cinque
anni sono spuntati in un'area di meno di
Ultimo arrivato, a Nola, il Vulcano Buono progettato da Renzo Piano che ha
tratto spunto dall'icona napoletana per antonomasia: il Vesuvio. Una collina
artificiale, un'escrescenza del suolo che segue le uniche e sinuose forme del
vulcano. Alta
E per quanto riguarda il valore aggiunto pro capite, se la media nazionale
s'attesta a 21.806 euro per abitante, al Sud non supera quota 14.528. Keynes
diceva che quando l'accumulazione di capitale di un paese diventa il
sottoprodotto delle attività di un casinò, è probabile che le cose non vadano
bene. Riguardo il nostro paese bisognerebbe sostituire al termine casinò la
parola centro commerciale. Così rimangono, tra queste cattedrali di luci e cemento,
gli interrogativi di sempre. Perché a Napoli c'è tutta questa spazzatura? Come
è possibile quando cose del genere non accadono a Città del Messico e nemmeno a
Calcutta o a Giakarta? È incomprensibile. Bisogna quindi essere didascalici.
Perché le discariche napoletane sono piene? Semplice. Sono state usate male,
malissimo. Sversandoci dentro di tutto, senza controllo.
Chi gestiva le discariche non rispettava i limiti, né le regole riguardo alle
tipologie. Somiglianti più a buche fatte male che a strutture per lo
sversamento, le discariche si riempivano di percolato divenendo laghi ricolmi
di un frullato di schifezze, fogne a cielo a aperto. E così si sono riempite
presto, e non solo di rifiuti urbani. Scavare crateri enormi, portare giù il
camion e poi, uscito il conducente, saldare le porte del tir e sotterrare: era
un classico. Un modo per non toccare i rifiuti nemmeno con un dito. Il tutto
dava un guadagno talmente alto da poter sacrificare, intombandoli, interi tir.
A Pianura, racconta la gente, c'è persino una carcassa di balena, e a Parete
pacchi e pacchi di vecchie lire.
Ma perché i cittadini si ribellano alla riapertura delle discariche? Perché
sembrano così folli da preferire i sacchetti che da circa due mesi hanno
davanti a casa? Perché temono che insieme a quelli che dovrebbero essere solo
rifiuti solidi urbani invece arrivino anche i veleni. Eppure ricevono le
massime garanzie che la loro situazione non peggiorerà. Ma da chi le ricevono?
Da coloro di cui non si fidano più. Da coloro che hanno sempre appaltato lo
smaltimento a ditte colluse, a uomini imposti dai clan di camorra. E chi
deciderà quindi davvero la sorte dei rifiuti? Come sempre i clan.
A loro non ci si può ribellare. Ma siccome allo Stato invece sì, spesso
contando su una buona dose di pazienza dei reparti antisommossa, si fa
ostruzione alle sue decisioni perché non accada poi che si inneschino i
consueti accordi. Si preferisce rinunciare persino agli aiuti economici
destinati a chi vive nei pressi della discarica, piuttosto che correre il
rischio di finire marci di cancro per qualche sostanza intombata di nascosto.
Certo, tra i manifestanti ci sono anche i ragazzotti dei clan pagati 100 euro
al giorno per far chiasso, bloccare strade, saper lanciare porfido e caricare.
Ma loro rendono soltanto esasperate paure che invece sobbollono in tutti. E le
rendono isteriche perché più spazzatura ci sarà, meno controlli ci saranno per
le ditte pagate per raccoglierla e più l'uso dei macchinari in mano ai clan
sarà abbondante.
E più le discariche saranno bloccate, meglio si potranno infiltrare camion
colmi di rifiuti speciali da nascondere mentre quelli bloccati fuori fanno da
copertura. E i consorzi e la politica? I consorzi che gestivano i rifiuti lo
facevano per conto di imprenditori e boss, mentre la responsabilità della
politica locale e nazionale stava nella solita logica di non affidare posti a
chi aveva competenze tecniche, bensì ai soliti personaggi con il solo requisito
di essere in quota ai partiti. Quanti posti di lavoro distribuiti in periodi
preelettorali, in strutture dove la raccolta dei rifiuti o la differenziata
rappresentavano puramente un alibi. Perché non si è fatto nulla? Perché
l'emergenza fa arrivare soldi a tutti. E quindi di emergenza si vive.
Finita l'emergenza, finiti i soldi. Bisognava forse ribellarsi anche nei giorni
in cui i clan prendevano terre. E il termovalorizzatore di Acerra su cui tanto
si discute, che per anni non è stato costruito e ora lentamente sta per
realizzarsi? Quel genere di impianto non è dannoso, dichiarano gli oncologi, al
centro di Vienna uno simile è persino divenuto un palazzo prestigioso. Certo.
Ma in un territorio dove l'indice di mortalità per cancro svetta al 38.4%, chi
rassicura la gente che negli impianti verrà bruciato solo quel che si deve?
Quale politica saprà mantenere la promessa di massimo controllo in una terra
che è stata definita la Cernobyl d'Italia? Il centrosinistra ha creduto di
essere immune dalle infiltrazioni camorristiche perché la questione camorra
riguardava l'altra parte. Ma non era così. Le porte dei circoli della sinistra
si sono aperte ai clan mai come in questi ultimi anni.
E il crimine è stato percepito come un male naturale, fisiologico. La politica
ha continuato a presentarsi sempre più come qualcosa di indistinto con l'affare
e il crimine. Destra e sinistra uguali, basta mangiare. Il qualunquismo
italiano forse non è mai stato così sostenuto dall'esperienza. E oggi occupano,
bloccano, non collaborano perché non si fidano più di nessuno.
Non c'è altro da dire e da fare. Togliere, togliere la monnezza subito. Non si
può più aspettare. Togliere e poi capire chi ha ridotto così questa terra e
accorgersi che i meccanismi che qui hanno portato allo scempio totale sono gli
stessi che governano in modo meno mostruosamente suicida l'intero paese. In
questi giorni mi è venuta in mente una scena di un racconto di Salamov, forse
il più grande narratore dell'aberrazione del potere totalitario. Quando i
soldati sovietici misero in isolamento alcuni prigionieri del gulag, tutti
invalidi tranne Salamov, pretesero che consegnassero le loro protesi: busti,
dentiere, occhi di vetro, gambe di legno.
A Salamov che non ne aveva, il soldato, scherzando, chiese: "E tu che ci
consegni? L'anima?". "No, l'anima non ve la do" rispose. Prese
una punizione durissima per aver difeso qualcosa che fino ad allora credeva
inesistente. Questo è il momento di capire se ancora abbiamo un'anima, e non
farcela togliere come una gamba di legno. Non consegnarla. Prima che non ci
restino che protesi.
© 2008 by Roberto Saviano. Published by arrangement
with Roberto Santachiara Literary Agency
MULTE?
BASTEREBBE UN BUON GOVERNO ( da "Giorno, Il (Nazionale)" del 02-02-2008)
+ 2 altre fonti
Abstract: Bassolino,
Iervolino & C., dopo tre lustri di disastri, legittima gli egoismi
dissociativi delle popolazioni in rivolta e ridicolizza gli sforzi del
supercommissario De Gennaro. Il pugno di ferro usato dal governo dimissionario
con il governatore della Sicilia Cuffaro può a maggior ragione abbattersi sui
responsabili istituzionali di un caso estremo di malgoverno locale che
squalifica
Per
de mita 80 candeline finale di festa a posillipo - ottavio lucarelli ( da "Repubblica, La" del
02-02-2008)
Abstract: presidente
della Giunta regionale Antonio Bassolino. Posto d'onore a Villa Lanzillotta per
Rosa Russo Iervolino, che ci sarà. Una nuova puntata del suo amore-odio verso
Ciriaco. Proprio una settimana fa, commentando un'intervista in cui De Mita
sottolineava che avrebbe preferito due anni fa un avvicendamento a Palazzo San
Giacomo, la Iervolino sottolineò l'età del suo amico rivale.
Termovalorizzatori,
ecco i privati - piero ricci ( da "Repubblica, La" del
02-02-2008)
Abstract: Vendola:
"In Puglia nessuna ecomafia" Franzoso (Forza Italia): "A
Massafra arrivano 300 ecoballe al giorno da Napoli e dintorni" "Qui la
situazione più delicata è quella di Brindisi, che va tenuta sotto
controllo" PIERO RICCI L'ecomafia non abita qui. Parola del governatore
Nichi Vendola.
Spazzatura,
promossa la puglia ( da "Repubblica, La" del
02-02-2008)
Abstract: Qui
non siamo nelle mani dell'ecomafia" Spazzatura, promossa la Puglia
Vendola: sono pronti cinque termovalorizzatori privati "Il ciclo dei
rifiuti in Puglia non è nelle mani dell'ecomafia": così si è espresso il
governatore pugliese, Nichi Vendola durante l'audizione davanti alla
commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti.
Ma
motta va controcorrente "il salento in mano ai boss" ( da "Repubblica, La" del
02-02-2008)
Abstract: Almeno
da tre anni, l'ecomafia è uno dei settori di specializzazione dei clan nel
basso Leccese. è il senso dell'analisi proposta ieri dal procuratore aggiunto
dell'Antimafia distrettuale Cataldo Motta, a Taranto, alla commissione
d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti.
DOPO
ECONOMIX IL COMMISSARIO VA DA FABIO FAZIO ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del
02-02-2008)
Abstract: De
Gennaro ha risposto alle domande della giornalista Myrta Merlino nel corso del
programma di Rai Educational "Economix", in onda su Raitre. Si è
parlato del business dei rifiuti alimentato dalle ecomafie, delle iniziative
parlamentari in corso per la gestione del problema e delle potenzialità
economiche dei rifiuti, che è possibile trasformare energia.
Napoli,
il tetto fa acqua la Fed cup si allaga ( da "Stampa, La" del
03-02-2008)
Abstract: puntate
di Porta a porta, la Ue che mette becco sulla ricetta della pizza, Bassolino sempre
lì, la Russo Iervolino anche e Pecoraro Scanio pure: nulla viene risparmiato
alla più martoriata delle città italiane. Ma, dopo quel che è successo ieri,
l'impressione è che ci voglia un miracolo fuori stagione di San Gennaro.
Carta,
vetro e plastica dieci piazze per riciclare - angelo carotenuto ( da "Repubblica, La" del
03-02-2008)
Abstract: dalle
9 alle
Brevi,
schede e richiami 1 ( da "Repubblica, La" del
03-02-2008)
Abstract: centrosinistra
dei buoni sconfiggeva le forze del male e faceva diventare Bassolino presidente
della Regione, Iervolino sindaco di Napoli, Di Palma presidente della
Provincia; o ancora Prodi presidente del Consiglio, Napolitano della
Repubblica, Marini e Bertinotti di Senato e Camera. Ma tant'è. Il suo lettore
certo ragiona con il cuore dell'innamorato tradito che ne confonde i pensieri.
"a
bassolino dissi: attento al contratto se lo firmi non ne usciremo vivi" -
carlo bonini ( da "Repubblica, La" del
03-02-2008)
Abstract: Non
abbiamo più discariche disponibili!". "Mi spieghi che succede quando
tra qualche mese avrò i rifiuti in strada e dovrò pagare ad Enel (la
concorrente di Impregilo uscita sconfitta dalla gara, ndr) 120 lire per chilo
di rifiuto smaltito, quando invece ne pagherò 80?
<I
politici hanno lasciato solo il commissario> ( da "Corriere della Sera" del
03-02-2008)
Abstract: Non
dimentichiamo che fino a poco tempo fa le critiche a Bassolino sui rifiuti sono
arrivate dall'interno, da noi della sinistra. L'opposizione era coraggiosamente
assente e molto consociativa". De Gennaro scaricato dal centrodestra, lei
dice. Ma a Napoli Bassolino e Iervolino hanno fatto tutto quello che potevano
per aiutarlo?
UN
INSERTO DI QUATTRO PAGINE NEL NUMERO DE L'UNITà DI IERI DEDICATO AI RIFIUTI ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del
03-02-2008)
Abstract: sulla
raccolta differenziata e sulle ecomafie (soffermandosi sui rifiuti speciali
scaricati dal Nord in Campania). Il dossier contiene inoltre un servizio del
geologo Ugo Leone che traccia la road map per uscire dall'emergenza e
affrontare la gestione ordinaria dello smaltimento dei rifiuti e un intervento
del capogruppo regionale del Pd Mario Sena che indica le priorità politiche.
NEANCHE
LA MUNNEZZA è UGUALE PER TUTTI ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del
03-02-2008)
Abstract: immondizia
ma le strade dove abitano la Iervolino e Bassolino sono stranamente pulite. Non
conosco le strade dove abitano i nostri amministratori però anch'io ho notato
che a Napoli per l'Asia ci sono strade di serie A e di serie B. Svolgendo la
mia attività commerciale al Vomero, vedo che in via Cilea e dintorni i
cassonetti sono svuotati puntualmente tutti i giorni e spesso c'
SUL
RIMPASTO ALLA REGIONE L'EFFETTO MARINI ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del
03-02-2008)
Abstract: e
c'è chi dice anche del sindaco Rosa Russo Iervolino). Si dà per certo, invece,
che a guidare la lista sarà il ministro Luigi Nicolais. In Campania 2, rispetto
ai nove eletti nel 2006 si liberano i posti di Adriano Musi (repubblicano) e
Raffaele Aurisicchio (Sd). E il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca sarà
ricandidato?
( da "Giorno, Il
(Nazionale)" del 02-02-2008)
Pubblicato anche in: (Nazione, La (Nazionale)) (Resto del
Carlino, Il (Nazionale))
IL COMMENTO MULTE? BASTEREBBE UN BUON GOVERNO "QUI
SI SCIOGLIE l'Italia". Così Ugo La Malfa a chi gli chiedeva, un giorno
lontano, se non lo preoccupasse lo scioglimento delle Camere. Battuta
profetica. Da pessimista, il vecchio leader repubblicano vedeva lontano.
Dinanzi alla Campania sommersa dalle sue immondizie, nell'impotenza dei poteri
pubblici, sotto gli occhi scandalizzati del mondo e quelli un po' schifati ma
sostanzialmente indifferenti del resto d'Italia, oggi vedrebbe realizzarsi il
suo incubo di un'inarrestabile deriva della Penisola verso la sponda africana.
Si pensa alla pena di quella Cassandra repubblicana, quando scorrono sui
teleschermi le immagini della vergogna nazionale. O quando si sente dire che il
presidente della Repubblica è preoccupato perché può toccargli di staccare la
spina a una legislatura nata male. Con tutto il rispetto, il presidente ha ben
altro di cui preoccuparsi. IL PROBLEMA non è la maximulta minacciata all'Italia
dalla Corte di giustizia dell'Unione europea per infrazione delle reiterate,
inutili, ingiunzioni a "non fare mondezzaio" di una sua regione.
Minaccia risibile, a petto delle migliaia di miliardi gettati al vento in
quindici anni di gestioni commissariali, munifiche e inconcludenti, della
"emergenza rifiuti". Se la Repubblica versa, come sembra, in stato
comatoso, non c'è esposizione al pubblico ludibrio di una umiliante sanzione
amministrativa che possa stimolarne la ripresa. Non di multe l'Italia ha
bisogno da parte dell'Europa, ma di supplenza amministrativa. Una volta
Margaret Thatcher disse che, se fosse stata italiana, avrebbe preferito
ricevere da Bruxelles le leggi da applicare. Parole allora sprezzanti, oggi
complimentose. Le leggi europee non ci bastano: quello che ci serve dall'estero
è un'autorità di governo e un corpo di rangers che la faccia rispettare. Cose
che l'Europa non può darci. Non ancora. ASPETTANDO la liberazione nazionale dal
peso insostenibile dell'autogoverno, il presidente della Repubblica potrebbe
almeno richiamare il governo al dovere di applicare l'articolo 126 della
Costituzione, che prevede l'azzeramento degli organi di governo territoriale
"per gravi violazioni di legge". La permanenza in carica di Bassolino, Iervolino & C., dopo tre lustri di disastri, legittima gli
egoismi dissociativi delle popolazioni in rivolta e ridicolizza gli sforzi del
supercommissario De Gennaro. Il pugno di ferro usato dal governo dimissionario
con il governatore della Sicilia Cuffaro può a maggior ragione abbattersi sui
responsabili istituzionali di un caso estremo di malgoverno locale che
squalifica l'intera Nazione. - -->.
( da "Repubblica, La" del
02-02-2008)
Pagina IX - Napoli Oggi il compleanno dell'ex presidente
del Consiglio. Da Roma a Nusco tre giorni di ricevimenti. Lunedì l'appuntamento
a Napoli Per De Mita 80 candeline finale di festa a Posillipo A Villa
Lanzillotta oltre 150 invitati Stasera cena con il presidente Napolitano,
Marini, Ciampi, Casini e Arbore In città la serata con gli amici della
Margherita, artisti, medici e docenti universitari OTTAVIO LUCARELLI Tre giorni
di feste. Da Roma a Nusco, per chiudere lunedì sera a Posillipo a Villa
Lanzillotta tra registi, attori, professori universitari, medici e avvocati con
tanti parlamentari, sindaci e assessori del Partito democratico. Tre giorni di
festa per gli ottant'anni di Ciriaco De Mita. Ottant'anni trascorsi per oltre
due terzi in politica. Dalla casa romana a Posillipo. Stasera, giorno del
compleanno, la festa nel centro della Capitale organizzata dalla figlia
Antonia, giornalista professionista, assieme ai fratelli. Cena ristretta a cui
sono invitati tra gli altri il presidente Giorgio Napolitano, Franco Marini,
Nicola Mancino, Gianni Letta, Carlo Azeglio Ciampi, Walter Veltroni, Dario
Franceschini, Pierferdinando Casini, Marco Follini ma anche Renzo Arbore, Paolo
Mieli, Eugenio Scalfari, Ezio Mauro. Domani sera i festeggiamenti si spostano a
Nusco con gli amici di sempre per la "processione" nella villa di
famiglia che si annuncia come sempre molto ricca e variopinta. E lunedì il gran
finale a Napoli. Oltre centocinquanta invitati nell'ex Villa Scipione per la
serata organizzata dagli amici della Margherita ora confluiti nel Partito
democratico. Gli assessori regionali Angelo Montemarano e Teresa Armato, il
deputato Bruno Cesario, la coloratissima Maria Teresa Ferrari che riuscì tempo
fa a far infuriare il Cavallino rampante per un suo manifesto elettorale troppo
simile al logo della casa automobilistica modenese. Tre giorni a base di
ricette irpine e anche stasera, a Roma, nel menù non mancheranno i dolci tipici
campani. "Mio padre adora il babà e ci saranno sicuramente tante
pastiere" promette Antonia. Che aggiunge: "Volevamo fargli una
sorpresa, ma non potevamo tenere papà fuori dall'organizzazione". A Roma
ci saranno Napolitano e Marini, a Napoli in prima fila medici e mondo
universitario. Dei primi si è occupato direttamente l'assessore regionale alla
Sanità, il plenipotenziario Angelo Montemarano, assieme a Luigi Santini. Per il
mondo accademico davanti a tutti tre rettori: Raimondo Pasquino (Salerno),
l'uomo che De Mita due anni voleva far eleggere sindaco di Napoli, Guido
Trombetti della Federico II e Pasquale Ciriello dell'Orientale. Mondo accademico
e medici. Ma non mancheranno il vicepresidente del Csm Nicola Mancino (per lui
doppio invito Roma-Napoli), il senatore Antonio Polito e il presidente della Giunta regionale Antonio Bassolino. Posto d'onore a Villa Lanzillotta per Rosa Russo Iervolino, che
ci sarà. Una nuova puntata del suo amore-odio verso Ciriaco. Proprio una
settimana fa, commentando un'intervista in cui De Mita sottolineava che avrebbe
preferito due anni fa un avvicendamento a Palazzo San Giacomo, la Iervolino
sottolineò l'età del suo amico rivale. Due amici-nemici che lunedì sera
torneranno a brindare assieme.
( da "Repubblica, La" del
02-02-2008)
Pagina V - Bari Il governatore alla commissione
parlamentare sul ciclo dei rifiuti: "Non faremo la fine della
Campania" Termovalorizzatori, ecco i privati Al via 5 impianti. Vendola: "In Puglia nessuna ecomafia"
Franzoso (Forza Italia): "A Massafra arrivano 300 ecoballe al giorno da
Napoli e dintorni" "Qui la situazione più delicata è quella di
Brindisi, che va tenuta sotto controllo" PIERO RICCI L'ecomafia non abita qui. Parola del governatore Nichi Vendola. Ai
componenti della commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti,
durante le audizioni in prefettura a Bari, spiega che la Puglia non è la
Campania e chiuderà in modo moderno il ciclo dei rifiuti. Compresi i
termovalorizzatori. E non è il solo a dirlo. Anche i commissari, in modo
bipartisan, confermano che nel ciclo dei rifiuti in Puglia non c'è
infiltrazione delle cosche: solo qualche leggerezza nel rispetto della
normativa ambientale. "C'è un sistema di imprese che talvolta ha i suoi
momenti di spregiudicatezza o può violare le procedure - afferma Vendola - ma
noi non siamo nella condizione in cui un intero comparto ricchissimo, lucroso
dell'economia sia prigioniero della criminalità organizzata". Dopo un'ora
e mezzo di audizione, annuisce il vicepresidente Camillo Piazza (Verdi). E
anche l'altro vicepresidente, il pugliese Pietro Franzoso (Forza Italia), che
pure aveva osteggiato Vendola in consiglio regionale prima della promozione
parlamentare. La Puglia non è la Campania: non c'è camorra dietro la monnezza
che si produce in Puglia e non ci saranno i sacchetti della spazzatura per
strada. "è stato saggio chiudere la lunga stagione del commissariamento
perché la Campania sta lì a dimostrare che dove c'è un'autorità monocratica, il
territorio si deresponsabilizza", si compiace il governatore. Che ha
ancora qualche potere commissariale, ma solo per chiudere ciò che ha avviato.
Poca cosa per farne un "target": aver chiuso la parentesi
commissariale esattamente un anno fa, ha spuntato le ali ai suoi avversari
politici che ancora gli rimproverano di aver cassato i tre termovalorizzatori
pubblici dal piano del suo predecessore. "Se li avessi autorizzati, sì che
saremmo diventati la discarica d'Italia", dice Vendola, perché la Puglia
non ce l'avrebbe fatta a produrre tutti i rifiuti necessari per farli
funzionare. Il no ai termovalorizzatori di Bari, Trani e Brindisi non è stato
ideologico, tanto che ce ne sono cinque pronti a bruciare cdr, il combustibile
da rifiuti. Uno è già in esercizio ed è quello di Massafra, l'unico mobilitato
in Puglia per alleviare l'emergenza rifiuti in Campania. Un secondo è stato
autorizzato a Modugno. Altri tre sono in fase di autorizzazione tra
Manfredonia, Borgo Mazzanone e Statte. è singolare che sia proprio Vendola a
mandare in soffitta i termovalorizzatori pubblici per fare spazio a quelli
privati. Ma la risposta del governatore è immediata: "In quelli pubblici
sarebbero stati bruciati i rifiuti talquale, in quelli privati ci va il cdr, il
rifiuto trattato". Inquinano meno e non hanno bisogno di importare troppi
rifiuti. Insomma, non sono più un tabù. Anzi: "Abbiamo fatto partire i
cantieri di tutti gli impianti che devono servire a costruire un ciclo moderno
dello smaltimento dei rifiuti e che riguardano il pretrattamento, la selezione
della frazione umida dalla frazione secca, la biostabilizzaizone, il
compostaggio, il cdr. Abbiamo nella parte privata, tra termovalorizzatori
autorizzati e termovalorizzatori in via di autorizzazione, cinque
termovalorizzatori che ci fanno guardare con tranquillità al futuro".
Citando un passo della relazione della Corte dei conti, Vendola spiega che il
piano dei rifiuti è stato cominciato nel 2001 poi è stato ultimato e consegnato
nel 2004. "Sono stati fatti i bandi - dice il governatore - sono state
fatte le gare, tutte impugnate. Mi sono insediato che avevo tutte le gare
impugnate e le discariche sostanzialmente verso l'esaurimento. Ho dovuto
aspettare le sentenze del Consiglio di Stato, ho firmato tutti i contratti e
quindi oggi, tranne in un caso, a Corigliano d'Otranto, dove c'è da fare un
approfondimento per via della falda, abbiamo cantierizzato tutti gli
impianti". Vendola ammette: "Non è il paradiso ma è un processo che
stiamo costruendo, che ci fa mettere nella condizione perfino di esprimere
solidarietà alla Campania". Perché a Massafra le prime ecoballe sono già
arrivate. E stanno ancora arrivando. Lo dice Franzoso prima che cominci
l'audizione di Vendola e del suo assessore all'Ecologia, Michele Losappio.
"Ne arrivano 300 al giorno - afferma - e sappiamo tutti che si tratta di
un cdr non adeguato dal punto di vista tecnico: quelle ecoballe dovranno essere
disfatte, dividere l'umido dal secco, e affinate per produrre un cdr
appropriato per essere bruciate nel termovalorizzatore di Massafra". E la
Puglia che aiuta la Campania non diventerà come la Campania. "Ma il fatto
che la situazione ora non desti preoccupazione - spiega Franzoso - non
significa che fra un anno non si verifichino emergenze in territori come
Brindisi".
( da "Repubblica, La" del
02-02-2008)
Pagina III - Bari Il presidente ascoltato dalla
commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti. "Qui
non siamo nelle mani dell'ecomafia" Spazzatura, promossa
la Puglia Vendola: sono pronti cinque termovalorizzatori privati "Il ciclo
dei rifiuti in Puglia non è nelle mani dell'ecomafia":
così si è espresso il governatore pugliese, Nichi Vendola durante l'audizione
davanti alla commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti.
"C'è un sistema di imprese - ha aggiunto - che talvolta ha i suoi momenti
di spregiudicatezza o può violare le procedure, ma noi non siamo nella
condizione in cui un intero comparto ricchissimo, lucroso dell'economia sia
prigioniero della criminalità organizzata". Anche i commissari hanno
riconosciuto in modo bipartisan che la Puglia non è nelle condizioni in cui
versa il ciclo die rifiuti in altre regione del Sud. In Puglia - ha assicurato
- non ci sarà un'emergenza in stile Campania: "Abbiamo fatto partire i
cantieri di tutti gli impianti che devono servire a costruire un ciclo moderno
dello smaltimento dei rifiuti. Abbiamo nella parte privata, tra autorizzati e
in via di autorizzazione, cinque termovalorizzatori che ci fanno guardare con
tranquillità al futuro", ha detto Vendola. Accanto all'impianto di
Massafra, già in esercizio e dove, secondo quanto riferito nel corso delle
audizioni stanno arrivando le ecoballe campane da incenerire previo trattamento,
c'è quello autorizzato di Modugno e quelli da autorizzare tra Manfredonia,
Borgo Mezzanone e Statte. RICCI A PAGINA III.
( da "Repubblica, La" del
02-02-2008)
Pagina V - Bari LA DENUNCIA Il procuratore antimafia: a
sud di Lecce la situazione è pesante Ma Motta va controcorrente "Il
Salento in mano ai boss" LECCE - La criminalità organizzata ha messo le mani
sull'affare rifiuti nel Salento. Almeno da tre anni, l'ecomafia è uno dei settori di specializzazione dei clan nel basso
Leccese. è il senso dell'analisi proposta ieri dal procuratore aggiunto dell'Antimafia
distrettuale Cataldo Motta, a Taranto, alla commissione d'inchiesta sul ciclo
dei rifiuti. In particolare si è fatto cenno a tre inchieste, una
soltanto delle quali già approdata a dibattimento. La prima, condotta dalla pm
Valeria Mignone, ha individuato un giro di smaltimento fuori da ogni regola e
controllo, anche di rifiuti speciali e pericolosi, che farebbe capo alla ditta
della famiglia Rosafio di Taurisano. La presenza di Gianluigi Rosafio e della
moglie, figlia del boss Giuseppe Scarlino, nella compagine societaria della
ditta incaricata del servizio di igiene urbana in alcuni comuni del basso
Salento aveva portato il prefetto a disporre l'interdizione antimafia e l'Ato
(Autorità di bacino) Lecce
( da "Mattino, Il
(Nazionale)" del 02-02-2008)
Dopo Economix il commissario va da Fabio Fazio Ieri da
Myrta Merlino, domani da Fabio Fazio: è impegnato in una vera maratona
televisiva il commissario straordinario Gianni De Gennaro, animato dalla
volontà di chiarire i dettagli del suo piano, per stabilire un rapporto di
collaborazione e dialogo con le popolazioni. Domani sera l'appuntamento nel salotto
di "Che tempo che fa" è per le 20.50 circa. Ieri sera, invece, De Gennaro ha risposto alle domande della giornalista Myrta
Merlino nel corso del programma di Rai Educational "Economix", in
onda su Raitre. Si è parlato del business dei rifiuti alimentato dalle
ecomafie, delle iniziative parlamentari in corso per la gestione del problema e
delle potenzialità economiche dei rifiuti, che è possibile trasformare energia.
( da "Stampa, La" del
03-02-2008)
Il caso Sospeso il match tra Italia e Spagna poi si
copre la falla Napoli, il tetto fa acqua la Fed cup si allaga ALBERTO MATTIOLI Non
c'è nemmeno la consueta consolazione di prendersela con l'Autorità.
"Piove, governo ladro"? Ma se con la crisi non c'è più neppure
quello... E poi se è normale che piova fuori, perché questo non è sempre
"'o paese d'o sole", un po' meno normale è che piova dentro al
PalaVesuvio di Ponticelli, e meno ancora che succeda durante la Fed Cup di
tennis, quarti di finale con la Spagna, con conseguente figuraccia
internazionale. Certo: per Napoli non sono mai momenti facili. Ma questo è
particolarmente difficile. Cumuli di monnezza che hanno ormai l'altezza della
Tour Eiffel, guerriglia per le strade, puntate di Porta a
porta, la Ue che mette becco sulla ricetta della pizza, Bassolino sempre lì, la Russo Iervolino anche e Pecoraro Scanio pure:
nulla viene risparmiato alla più martoriata delle città italiane. Ma, dopo quel
che è successo ieri, l'impressione è che ci voglia un miracolo fuori stagione
di San Gennaro. La scena sarebbe forse divertente se non fosse
certamente umiliante. Terzo set, Nuria Llagostena Vives conduce
( da "Repubblica, La" del
03-02-2008)
Pagina V - Napoli Carta, vetro e plastica dieci piazze
per riciclare Il Comune chiama i cittadini a depositare materiali da
recuperare, dalle 9 alle
( da "Repubblica, La" del
03-02-2008)
Il potere della politica dentro l'università Salvatore
Cingolati Napoli Dagli organi di stampa nazionali e regionali si sottolinea che
l'emergenza ambientale (leggi monnezza) e politica nella Regione Campania è
sempre più bloccata dall'inefficienza del potere locale e della inamovibilità,
tutelata dai principi democratici dei vertici istituzionali. Di fronte a queste
grandi responsabilità nella gestione dei rifiuti in Campania, da più parti si
sollecita un ricambio di una intera classe dirigente tra assessori, tecnici,
consulenti, amministratori di Aziende pubbliche e parapubbliche. Penso che
questo rinnovamento sia già iniziato. Infatti, tempestivamente il presidente Bassolino ed il Rettore Guido Trombetti hanno deciso a
tavolino la sostituzione del dottor Carmine Marmo, direttore generale
dell'Azienda universitaria Federico II, con il dottor Giovanni Canfora, senza
che il popolo minuto possa conoscere, al momento, le reali ragioni di questo
avvicendamento e valutare se l'incarico era stato svolto con professionalità,
imparzialità e operatività. Con rammarico si osserva, ancora una volta, che i
vertici istituzionali della Regione, sommersi dai rifiuti, per poter
sopravvivere continuano a lottizzare nomine ed incarichi, indipendentemente
dallo spessore e dalle capacità di gestire l'attività sanitaria campana,
riconoscendo solamente come requisito indispensabile l'appartenenza ad una
conventicola di partito. Già la nomina dell'assessore Montemarano, direttore
della Asl più grande del mondo intero e per di più con una voragine spaventosa
di debiti, era stata fatta secondo una logica spartitoria, pur essendo stato il
responsabile principale del fallimento della sanità campana, per la quale ogni
cittadino si è indebitato per i prossimi decenni. Vero è che, come si evince
dagli organi di stampa, Carmine Marmo non ha tessere e pertanto idonee difese
politiche né tantomeno padrini, mentre Giovanni Canfora, proconsole di Bassolino e Montemarano nell'azienda universitaria, orbita
nell'area del Partito Democratico, come ex Ds. Una delle tesi avanzate è quella
che il direttore Marmo avrebbe pagato soprattutto per aver ostacolato le
baronie universitarie ridimensionando il numero di 190 primari a fronte di 700
posti letto reali. Niente di più falso. L'atto aziendale approvato recentemente
in via definitiva anche dal direttore Marmo confermava l'impostazione globale
licenziata dalla Facoltà di Medicina, compreso il numero delle figure apicali.
Invece una chiave di lettura potrebbe essere che tutta questa operazione deve
essere necessariamente inquadrata nell'ambito di un disegno complessivo, che
mira all'inserimento del potere politico nell'università e nel Policlinico
universitario. L'auspicio è che i massimi vertici universitari rettore e
preside possano opporsi con tutta la loro forza per arginare questo malcelato
tentativo della Regione di suggestionare con propri luogotenenti i professori
della facoltà di Medicina tramite l'Azienda. La realtà parziale di chi vota a
sinistra Salvatore Varriale Napoli Qual è probabilmente la colpa più grande che
i fedelissimi rimproverano a Bassolino? Il fatto che a
parlar male del centrosinistra oggi non si possa dar torto neanche agli
odiatissimi berluscones, i politici irrimediabilmente corrotti dall'essere di
centrodestra, per capirci. Probabilmente è quanto capitato al lettore Giulio
Gentile che, dichiaratosi elettore di Bassolino, forse
pentito, nella rubrica delle lettere di ieri si duole di dover ascoltare le
denunce dell'onorevole Landolfi e del sottoscritto senza poterci dar torto nel merito.
Secondo lui, anche se il fallimento di Bassolino è
sotto gli occhi di tutti e quindi incontestabile, ma solo sul piano politico,
altrettanto incontestabile ed evidente è la propensione al male del
centrodestra. Propensione inequivocabilmente testimoniata dalle vicende
giudiziarie della signora Mastella, inquisita ed obbligata al domicilio coatto,
e di Totò Cuffaro, il quale si è si dimesso, ma solo perché costretto dai suoi.
Ma la palese malvagità morale del centrodestra albergherebbe soprattutto nella
"pletora di imprenditori, legati a filo doppio alla camorra, proprietari
di piccole ditte di smaltimento di rifiuti che hanno lucrato milioni di euro
sfruttando l'opportunità fornita dall'emergenza, tutti o quasi regolarmente
inseriti nelle liste elettorali". Certo, ci sarebbe di che arrabbiarsi sul
serio. Quantomeno della leggerezza con cui si dicono certe cose. Anzitutto
perché sarebbe opportuno capire chi sono questi imprenditori-camorristi
candidati regolarmente dal centrodestra, visto che, almeno per il momento, se
ci sono politici campani inquisiti dalla magistratura per legami neanche
marginali con la camorra, sono anzitutto nel centrosinistra. Come soprattutto
di centrosinistra sono le amministrazioni comunali sciolte per infiltrazioni
camorristiche. O perché Mastella e signora, che il lettore definisce come
"tornati al servizio del potente di turno", ricollocandoli
implicitamente nel centrodestra, nel mondo reale restano saldamente nel
centrosinistra e gli unici che servono sono la Regione Campania ed il suo
presidente. Forse, poi, non ricorda il lettore che appena ieri l'altro, grazie
ai voti dei perfidi Lady e Lord Mastella il centrosinistra
dei buoni sconfiggeva le forze del male e faceva diventare Bassolino presidente della Regione, Iervolino sindaco di Napoli, Di Palma
presidente della Provincia; o ancora Prodi presidente del Consiglio, Napolitano
della Repubblica, Marini e Bertinotti di Senato e Camera. Ma tant'è. Il suo
lettore certo ragiona con il cuore dell'innamorato tradito che ne confonde i
pensieri.
( da "Repubblica, La" del
03-02-2008)
Cronaca Giulio Facchi, ex subcommissario per la raccolta
differenziata, racconta il rapporto con Impregilo. "Così iniziò la
catastrofe" "A Bassolino dissi: attento al contratto se lo firmi non
ne usciremo vivi" "Antonio non l'aveva neanche letto, per lui contava
solo la faccenda politica" "Salta l'accordo di programma e
all'impresa sono riconosciuti i soldi che chiede" CARLO BONINI dal nostro
inviato COLOGNO MONZESE (Milano) - Accampato in un ufficio del
"Conapi", Consorzio nazionale piattaforme e imballaggi, vive un uomo
di 53 anni che della catastrofe napoletana sa molte cose. "Su cui ? dice ?
non ha più senso tacere". Si chiama Giulio Facchi. Nel 1998, dopo
l'esperienza di assessore all'ambiente nella giunta provinciale di Milano del
centro-sinistra, il ministro dell'Ambiente Edo Ronchi lo spedisce a Napoli come
subcommissario per la raccolta differenziata. Ci resta fino al 2004. è uno
degli occhi e delle orecchie di Antonio Bassolino. Ne diventa amico. Ne rimane
travolto. Da subcommissario, alla sua porta bussano tutti. "Amici di
amici" per consigliargli di "non rompere i coglioni". Il Sisde.
Due commissioni parlamentari. La Procura di Napoli, che sulla sua testimonianza
costruisce l'istruttoria che travolge Bassolino, l'Impregilo e lui stesso, che
si ritrova imputato. "Rimborsi aerei per tornare ogni 15 giorni dalla
famiglia a Milano; 180 euro di traghetti Capri-Napoli-Capri in un agosto in cui
feci le ferie del pendolare". Dice Facchi: "Non si comprenderanno mai
a pieno le ragioni della catastrofe fino a quando non sarà chiaro cosa accadde
tra Napoli e Roma nel 2000". Impregilo-Fibe ha appena vinto la gara per la
realizzazione di due termovalorizzatori e di 7 impianti per la produzione di
combustibile da rifiuti, le "ecoballe". Antonio Bassolino, neopresidente
della Regione e nuovo commissario all'emergenza, è di fronte a una scelta.
Bassolino succede ad Andrea Losco (oggi consigliere regionale del Pd, per 15
mesi governatore della Campania dopo il ribaltone Udeur che ha fatto cadere la
giunta Rastrelli di centro-destra). è lui, sin lì, ad aver proceduto
all'assegnazione definitiva della gara. Alla definizione dei primi subappalti,
alla formazione delle commissioni di collaudo. Ha ridisegnato gli uffici del
commissario, affidandone le chiavi a una trimurti che opera in palese conflitto
di interesse. Cura la parte legale Enrico Soprano (il cui studio assiste anche
gli interessi di Impregilo). Curano la parte tecnica Salvatore Acampora e
Raffaele Vanoli. Il primo, futuro "ingegnere capo" del progetto del
termovalorizzatore di Acerra dopo averne scritto il capitolato di gara
(Impregilo ne liquiderà la parcella di oltre un miliardo di lire). Il secondo,
felice di abbracciare di fronte a una macchina fotografica un truffatore come
Mario Scaramella, l'uomo della futura calunnia Mitrokhin. Quando Bassolino
diventa governatore, il governo D'Alema si sfalda. Ronchi lascia il ministero
dell'Ambiente, dove arriva Willer Bordon. Cambiano i presupposti per cui
Impregilo-Fibe si è infilata nell'avventura campana. Immaginava di poter
incassare dalla produzione del suo termovalorizzatore di Acerra 296 lire il
kilowattora (cifra riconosciuta dall'accordo Cip6 sullo sfruttamento di fonti
di energia rinnovabile), ma il nuovo "certificato verde" ha abbassato
la sovvenzione a 180 lire. Non sta scritto evidentemente da nessuna parte che i
costi di quello che è un rischio di impresa debbano far ridiscutere un
contratto, ma è esattamente ciò che accade. "Bassolino ? dice Facchi - si
scava la fossa". Accade a Roma, in una riunione a palazzo Chigi, cui
partecipano il governatore, l'avvocato Soprano, Vanoli, Facchi, Bordon.
Bassolino convince il governo a riconoscere a Impregilo-Fibe ciò che chiede.
Viene cancellato ogni riferimento all'accordo di programma che, come previsto
dal bando di gara, avrebbe obbligato il vincitore a fare i conti con le
indicazioni della committenza. Viene riconosciuta la tariffa originaria
prevista dagli accordi Cip6. è un passaggio cruciale. Si legge negli atti
parlamentari della commissione di inchiesta "Russo":
"L'eliminazione dell'accordo di programma cancella la possibilità di
un'ulteriore negoziazione del contratto con Impregilo-Fibe, indispensabile per
superare la sostanziale genericità del progetto. A cominciare dai tempi di
realizzazione degli impianti, dagli obblighi nelle more della sua
realizzazione". Facchi ricorda: "La mattina della firma del contratto
con Impregilo, presi Bassolino da parte. Gli dissi: "Antonio, se firmiamo
siamo fottuti. Non ne usciremo vivi". Lui si infuriò. Naturalmente, non
aveva letto una sola riga del contratto, perché per lui, quel che contava era
"la questione politica". Il resto era "roba da tecnici"?
Cominciò a gridare: "E allora me lo spieghi tu cosa succede se non firmo? Non abbiamo più discariche disponibili!".
"Mi spieghi che succede quando tra qualche mese avrò i rifiuti in strada e
dovrò pagare ad Enel (la concorrente di Impregilo uscita sconfitta dalla gara,
ndr) 120 lire per chilo di rifiuto smaltito, quando invece ne pagherò 80?"
"Me lo spieghi cosa diremo tra dieci mesi, quando saremo in campagna
elettorale?"". Con il bando di gara, gli accordi firmati da Bassolino
con Impregilo hanno poco a che vedere. L'operazione si tramuta in un simulacro
di project financing, ciò che non è mai stata. Impregilo è libera di scegliere
i terreni degli impianti e sulle casse pubbliche grava un nuovo, imprevisto
onere, che è quello di soccorrere finanziariamente chi ha vinto la gara per
pagare i siti di stoccaggio temporanei delle "ecoballe". Sappiamo
come è andata a finire. Non sappiamo perché Impregilo, firmato nel 2000 il
contratto con Bassolino, impieghi quattro anni per chiedere e ottenere dal
ministro dell'Ambiente del nuovo governo di centro-destra (Matteoli),
l'autorizzazione ad allacciare il futuro termovalorizzatore di Acerra alla rete
Enel, condizione imprescindibile per metterlo in funzione. Facchi sorride:
"Perché? Perché Impregilo entra subito in sofferenza finanziaria e, di
fatto, le banche che la sostengono diventano le vere interlocutrici del
Commissario. Ottengono nuove clausole contrattuali che gli consentano di
sfilarsi, come avverrà, in caso di inadempimento di Impregilo, senza doverne
sostenere i costi".
( da "Corriere della
Sera" del 03-02-2008)
Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Cronache -
data: 2008-02-03 num: - pag: 19 categoria: REDAZIONALE Villone "I politici
hanno lasciato solo il commissario" ROMA - "Il governo non c'è più e
quindi è logico: il commissario sui rifiuti, nominato da quel governo, è meno
forte di prima. L'opposizione pensa alle elezioni e dunque è contentissima di
infilare nella campagna elettorale non solo il fallimento sui rifiuti ma anche
il fallimento aggiuntivo del commissario". Gianni De Gennaro rischia di
rimanere solo, allora? "Non è un rischio, le cose stanno già così".
Massimo Villone, senatore della Sinistra democratica, ieri mattina ha fatto un
lungo "giro turistico" nella sua Napoli. Al pomeriggio il suo umore è
ancora un po' così: "Rifiuti ovunque. è proprio vero, non basta De Gennaro
ci vorrebbe San Gennaro". Eppure dopo la nomina dell'ex capo della polizia
tutti si erano detti fiduciosi. "All'inizio sì. Ma adesso c'è chi accusa
lui e i suoi di scarsa competenza, come il coordinatore campano di Forza Italia
Nicola Cosentino. Una virata che si può leggere solo in chiave elettorale, con
l'intenzione di trascinare anche lui nella battaglia all'ultimo voto. Sarebbe
un paradosso". Perché un paradosso? "Perché si finirebbe per
considerare De Gennaro un commissario, come dire, di sinistra. Mentre nella
sinistra, dai tempi del G8, sono in molti a considerarlo un uomo di destra. E
sarebbe un paradosso perché il problema dei rifiuti nasce in Campania proprio
con un presidente di destra, Rastrelli, e perché anche con Berlusconi al potere
non mi sembra che il governo abbia fatto granché. Non
dimentichiamo che fino a poco tempo fa le critiche a Bassolino sui
rifiuti sono arrivate dall'interno, da noi della sinistra. L'opposizione era
coraggiosamente assente e molto consociativa". De Gennaro scaricato dal
centrodestra, lei dice. Ma a Napoli Bassolino e
Iervolino hanno fatto tutto quello che potevano per aiutarlo?
"Apparentemente ci sono dichiarazioni di sostegno al suo operato. Mi
auguro che i comportamenti siano stati conseguenti, anche se non ho elementi
per dirlo". Non sembra molto convinto. "Le responsabilità passate
possono avere un peso, e non parlo solo di Bassolino e
Iervolino. Ci sono sindaci che non hanno fatto partire la raccolta
differenziata e adesso prendono il megafono e guidano la protesta contro la
discarica sotto casa. Ecco, non credo che in questi casi si possa parlare di
collaborazione". Sarebbe stato meglio scegliere un politico per la
poltrona di commissario? "Per carità. Anche senza elezioni il politico
sarebbe stato etichettato subito, facendo scattare l'opposizione di quelli di
colore diverso e mettendo in moto la solita folla di valvassini e
valvassori". Crede che, isolato, De Gennaro possa dimettersi? "Spero
di no. Si parla di elezioni ad aprile, il suo mandato scade proprio alla fine
di quel mese. Facciamolo lavorare e lasciamolo fuori dalla campagna
elettorale". Senatore Massimo Villone Lorenzo Salvia.
( da "Mattino, Il
(Nazionale)" del 03-02-2008)
Un inserto di quattro pagine nel numero de
"L'Unità" di ieri dedicato ai rifiuti. "La Campania oltre
l'emergenza" è il titolo delle speciale a cura del gruppo consiliare del
Partito democratico in Regione. L'inserto ospita un lungo intervento del
presidente Antonio Bassolino che ripercorre le fasi dell'emergenza, spiega cosa
ha fatto da commissario ai rifiuti nei tre anni e mezzo della sua gestione,
indica cosa occorre fare per uscire dalla fase calda garantendo, come primo
punto, il sostegno al supercommissario Gianni De Gennaro. "Basta egoismi,
servono gli impianti. Opporsi è da irresponsabili", dice il governatore.
L'inserto contiene due ampi servizi sulla raccolta
differenziata e sulle ecomafie (soffermandosi sui rifiuti speciali scaricati
dal Nord in Campania). Il dossier contiene inoltre un servizio del geologo Ugo
Leone che traccia la road map per uscire dall'emergenza e affrontare la
gestione ordinaria dello smaltimento dei rifiuti e un intervento del capogruppo
regionale del Pd Mario Sena che indica le priorità politiche.
( da "Mattino, Il
(Nazionale)" del 03-02-2008)
RISPONDE PIETRO GARGANO Neanche la munnezza è uguale per
tutti In una città colma inverosimilmente di rifiuti in ogni angolo di
quartiere, mi sento un privilegiato e non capisco perchè. Mi assale una
terribile curiosità. La strada dove abito al Vomero, via Gian Lorenzo Bernini,
non vive alcuna emergenza rifiuti. I cassonetti sono svuotati anche più volte al
giorno e di mattina presto due spazzatrici meccaniche puliscono la strada e i
marciapiedi con una attenzione maniacale. Spesso, addirittura ogni mese, i
contenitori vengono lavati e disinfettati. La stessa raccolta differenziata
funziona grazie a un capillare prelievo settimanale per ogni edificio. Tutto
sembra funzionare a meraviglia con un sincronismo e una professionalità unica.
Un complimento sincero all'Asia. Insomma mi affaccio su una strada così pulita
e ben trattata, che non mi sembra stare a Napoli. C'è qualcuno che riesce a
svelarmi questo enigma? Nicola Campoli - NAPOLI *** È pur vero che si rischia
di essere ripetitivi, monotoni, ma è altrettanto vero che la monotonia e la
ripetitività delle gravi mancanze della nostra amministrazione comunale e
regionale hanno abbondantemente superato ogni livello di umana sopportazione.
Vorrei che fosse chiaro che Napoli non è solo composta del quartiere Chiaia o
Posillipo ma di tanti altri quartieri che ormai affogano nella immondizia.
Puntuale però arriva il bollettino della tassa sulla immondizia il cui mancato
pagamento comporta le conseguenze previste dalla legge. Quella stessa legge che
giustamente persegue i colpevoli ogni giorno nella aule di giustizia. Ma allora
ci si chiede come mai non ci sia un fascicolo presso la Procura della
Repubblica per interruzione di pubblico servizio o altro reato (ambientale per
esempio), ma non quei fascicoli che vengono lasciati ammuffire sugli scaffali
(buttarli sarebbe inutile visto che resterebbero comunque sotto la Procura)
quanto piuttosto una vera indagine penale con condanne per i responsabili
(troppo facile individuarli). Condanniamoli, rimuoviamoli, cacciamoli dai loro
uffici dove di fatto oziano con i soldi nostri. Oppure adottiamo una misura
diversa, forse più efficace. Racimoliamo l'immondizia sotto le loro abitazioni
come accade tutti i giorni sotto le nostre e, forse, dato il tanfo
insopportabile, riusciremo a stanarli. Si sta esagerando e si gioca con la vita
delle persone. Raffaele Viscovo - NAPOLI *** I signori leghisti del Nord hanno
giustamente notato che le strade di Napoli sono stracolme di immondizia ma le strade dove abitano la Iervolino e Bassolino sono stranamente pulite. Non conosco le strade dove abitano i
nostri amministratori però anch'io ho notato che a Napoli per l'Asia ci sono
strade di serie A e di serie B. Svolgendo la mia attività commerciale al
Vomero, vedo che in via Cilea e dintorni i cassonetti sono svuotati
puntualmente tutti i giorni e spesso c'è una spazzatrice meccanica.
Invece, nella zona di via Epomeo, via Piave e via Giustiniani non solo i
cassonetti sono strapieni ma accanto ai cumuli di monnezza c'è pure chi vende
pane di contrabbando. Vergogna per l'Asia, vergogna per quei cittadini che
continuano ad acquistare pane sulle bancarelle e vergogna per i vigili urbani
che lo permettono. Luigi De Rosa - NAPOLI Napoli è storicamente spaccata in due
parti, quella al sole e quella in penombra, la ricca e la povera. La fenditura
si va allargando progressivamente, perfino questa storia della munnezza sembra
confermarlo, anche se nel pieno della crisi pure i quartieri-bene sono stati
assediati dalla munnezza. Va ricordato che chiunque abbia un briciolo di
cervello sa che la città si riscatta soprattutto salvando i suoi vicoli e le
sue periferie.
( da "Mattino, Il
(Nazionale)" del 03-02-2008)
I NODI DELLA POLITICA Dibattito nel centrosinistra
L'Udeur avverte Bassolino: "Serve discontinuità
azzerare tutto l'esecutivo" PAOLO MAINIERO Solo domani, quando Franco
Marini avrà tirato le somme delle sue consultazioni, si avrà un quadro più
chiaro sul rimpasto in Regione. Se si andrà (come sembra sempre più probabile) a
elezioni anticipate, Bassolino potrebbe rinviare le
scelte di qualche giorno, il tempo di capire quanti assessori si candideranno
al Parlamento. Ad oggi sono libere due caselle, quelle dei dimissionari Andrea
Abbamonte e Luigi Nocera. Ma il governatore avrebbe intenzione di non limitarsi
alla sostituzione dei due ex assessori dell'Udeur. Da qui la necessità di
capire quali caselle si libereranno in caso di politiche. Nel Pd sono tre gli
assessori che potrebbero candidarsi: Teresa Armato in Campania 1, Rosa D'Amelio
in Campania 2, Enzo De Luca al Senato (sostituirebbe in Irpinia Nicola
Mancino). Ma al Parlamento punta anche il socialista Marco Di Lello e un
pensiero potrebbero farlo anche Gabriella Cundari (Verdi) e Corrado Gabriele
(Prc). Insomma, il rimpasto potrà essere molto più ampio mentre l'Udeur, che è
con più di un piede fuori dalla maggioranza, chiede l'azzeramento della giunta.
"Per risolvere la crisi - dice Pasquale Giuditta - non è sufficiente la
sostituzione dei due assessori dell'Udeur. Bassolino
abbia il coraggio di compiere scelte innovative segnando discontinuità con il
passato". Le vicende campane si intrecciano con quelle nazionali. E anche
se ufficialmente si sostiene l'iniziativa di Marini sotto sotto è già
cominciata la corsa alla candidatura. Nel Pd si fanno i primi conti. Rispetto
agli undici deputati eletti con l'Ulivo nel 2006 si liberano tre posti, quelli
di Gerardo Bianco (non ha aderito al Pd), Arturo Scotto (è confluito in Sd),
Paolo Affronti (è dell'Udeur). C'è poi il limite delle tre legislature, che
riguarda (salvo deroghe) Umberto Ranieri e Mimmo Tuccillo. Gli altri uscenti
sono Riccardo Villari, Maria Fortuna Incostante, Donato Mosella, Riccardo
Marone, Fulvio Tessitore, Bruno Cesario. Come si vede c'è una sola donna. Troppo
poco, e infatti, come per le primarie, il Pd garantirà la presenza femminile.
Da qui la possibile candidatura della Armato (e c'è chi
dice anche del sindaco Rosa Russo Iervolino). Si dà per certo, invece, che a
guidare la lista sarà il ministro Luigi Nicolais. In Campania 2, rispetto ai
nove eletti nel 2006 si liberano i posti di Adriano Musi (repubblicano) e
Raffaele Aurisicchio (Sd). E il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca sarà
ricandidato? Due le donne uscenti: Rosa Suppa e Franca Chiaromonte. Ma
in questa circoscrizione potrebbero essere candidate anche l'irpina D'Amelio e
la giovane Pina Picierno. Al Senato, tra Ds e Margherita, furono eletti dieci
senatori ma qualche pezzo si è perso per strada: non hanno aderito al Pd
Roberto Barbieri, Massimo Villone, Giuseppe Scalera, Roberto Manzione. E
potrebbe non essere della partita Antonio Maccanico.
L'ambiente
è centrale per il Pd Della Seta: il nuovo corso sarà per un ambientalismo del
fare ( da "Unita, L'" del
25-01-2008)
Una cura
omeopatica per riportare l'etica del mercato mondiale ( da "Manifesto, Il" del
25-01-2008)
Una regione
decisiva ( da "Riformista, Il" del
25-01-2008)
Md e le
ultime nomine di Mastella: sistemati i suoi ( da "Corriere della Sera" del
25-01-2008)
Una laurea
ad honorem vada al popolo italiano ( da "Unione Sarda, L'
(Nazionale)" del 25-01-2008)
Rifiuti, la
Ue vuole sapere ( da "Padania, La" del
25-01-2008)
DALLA CRISI
SI ESCE DA SOLI ( da "Mattino, Il
(Nazionale)" del 25-01-2008)
Spazzini
per una notte. In discoteca ( da "Giornale.it, Il" del
26-01-2008)
193 ( da "Corriere della Sera" del 26-01-2008)
Nomine last
minute dell'ex Guardasigilli Prodi: verificherò ( da "Corriere della Sera" del
26-01-2008)
E Napoli
chiede il miracolo a San Gennaro anti-munnezza ( da "Libero" del
26-01-2008)
Quando
capiranno sarà troppo tardi ( da "Libero" del
26-01-2008)
ENERGIA DAI
RIFIUTI UNA NUOVA LOBBY ( da "Mattino, Il
(Nazionale)" del 26-01-2008)
SCARICHI
ILLEGALI, CHI PAGA? ( da "Mattino, Il
(Nazionale)" del 26-01-2008)
CON IL
GOVERNATORE 29 CONSIGLIERI SUI 49 PRESENTI. SERVONO SCELTE SU RIFIUTI E
RIFORME. SUBITO IL RIMPASTO ( da "Mattino, Il
(Nazionale)" del 26-01-2008)
De Gennaro
garante Sigillerò io i siti Rifiuti: Benevento protesta, insorge Ariano ( da "Resto del Carlino, Il
(Nazionale)" del 27-01-2008) + 2 altre fonti
Una valanga
di rifiuti speciali - maurizio bologni ( da "Repubblica, La" del
27-01-2008)
BASTA CON
LA GOGNA, ORA UNITI ( da "Mattino, Il
(Nazionale)" del 27-01-2008)
GIUNTA
REGIONALE, RIMPASTO SENZA L'UDEUR ( da "Mattino, Il
(Nazionale)" del 27-01-2008)
Trenta
investitori per napoli est q8 vende i suoli delle raffinerie - patrizia capua ( da "Repubblica, La" del
29-01-2008)
Brevi,
schede e richiami 3 ( da "Repubblica, La" del
29-01-2008)
Munnezza,
il grande business della camorra ( da "Nazione, La
(Nazionale)" del 30-01-2008) + 1 altra fonte
Acerra,
salta la gara d'appalto "mancano le garanzie politiche" - antonio
corbo ( da "Repubblica, La" del
30-01-2008)
Bassolino
verso il rimpasto ma senza l'Udeur ( da "Opinione, L'" del
30-01-2008)
L'emergenza
rifiuti ( da "Mattino, Il
(Nazionale)" del 30-01-2008)
Avvisi ai
naviganti Decine e decine di link. Migliaia di download. Nei giorni della crisi
di governo uno dei brani più scaricati in rete è stato Minchia signor Clemente
, ironica p ( da "Liberazione" del
30-01-2008)
Lettera
aperta a de gennaro - vittorio cogliati dezza e michele buonomo ( da "Repubblica, La" del
31-01-2008)
Rifiuti, il
piano De Gennaro arranca tra gli scontri ( da "Manifesto, Il" del
31-01-2008)
Federico
Raponi ( da "Liberazione" del
31-01-2008)
Rifiuti,
proteste sospese per 48 ore Controlli sanitari sulle discariche. Blitz di
Prodi: aiuti per i nuovi impianti ( da "Giorno, Il
(Nazionale)" del 01-02-2008) + 2 altre fonti
Nelle
strade inghiottite dai rifiuti "un mese dopo è ancora un inferno" -
(segue dalla prima pagina) giovanni marino ( da "Repubblica, La" del
01-02-2008)
DISASTRO
NAPOLETANO ( da "Libero" del
01-02-2008)
La curia
invoca l'aiuto di San Gennaro Il Pd: si intromette ( da "Libero" del
01-02-2008)
<Botte o
cancro fa lo stesso> Così la piazza sta fermando il supercommissario ( da "Corriere della Sera" del
01-02-2008)
VIAGGIO NEI
50 SITI FUORILEGGE DEL GIUGLIANESE. I ROM CORRIERI DELLA SPAZZATURA PERICOLOSA:
GUADAGNANO 5 EURO A CARICO ( da "Mattino, Il
(Nazionale)" del 01-02-2008)
( da "Unita, L'" del
25-01-2008)
Stai consultando l'edizione del "L'ambiente è
centrale per il Pd" Della Seta: il nuovo corso sarà per un ambientalismo
del fare di Maristella Iervasi/ Roma L'AMBIENTE al centro della politica
riformista e del futuro. Perchè in Italia i temi della salvaguardia ambientale
si pongono con urgenza: clima, ecomafie, morsa del- l'inquinamento, dissesto
idrogeologico, paesaggio e città, trasporti, energia, e non ultima - per
restare alla cronaca recente - la questione rifiuti, con la crisi in atto in
Campania. Ben venga quindi la due giorni fiorentina (domani e domenica)
dell'"Ambientalismo del fare", slogan e tema del primo appuntamento
programmatico nazionale del Partito democratico. Ne parliamo con Roberto Della
Seta, responsabile ambiente del Pd. Che rivela: "La nostra ambizione?
Segnare un punto di svolta. Rompere con la dimensione conservatrice
dell'ambientalismo. Per difendere l'ambiente e i nostri territori - precisa -
bisogna fare: costruire tramvie e trasporti su ferro e via mare e non
autostrade. Reciclare i rifiuti e dotarsi di termovalorizzatori. Fare
ambientalismo non vuol dire opporsi a tutto". Su questo c'è in questi
giorni una polemica che investe Pecoraro Scanio. È quello l'ambientalismo del
no? "Il problema non è Pecoraro. Non c'è dubbio che anche sulla vicenda
Campania si sia visto all'opera un ambientalismo conservatore ed egoista.
Adesso però non è il momento delle polemiche, bisogna dare un appoggio pieno e
incondizionato al piano annunciato dal commissario straordinario De
Gennaro". E qual è la vosta posizione sull'ambientalismo del fare?
"Ambientalismo del fare significa dire chiaro e forte che i tram, come gli
impianti per il compostaggio dei rifiuti, come le centrali ad energia eolica,
come le linee ferroviarie, sono necessari proprio per difendere l'ambiente. Un
ambientalismo serio non possa non vedere un'opera positiva nella linea
tramviaria fiorentina: il centro storico verrà pedonalizzato, di conseguenza
meno smog e traffico automolistico". Le città muoiono di smog, la Campania
affoga nei rifiuti... Quale svolta per l'ambiente e l'ambientalismo? "C'è
necessità di una discontinuità politica ed ambientale". Vale a dire?
"Il centrosinistra ha sempre trascurato le questioni ambientali, ne ha
fatto un pezzo di settore e mai una chiave per disegnare lo sviluppo. Il Pd
invece ha fatto dell'ambiente uno dei temi fondanti della sua identità
riformista, del suo programma". E come muoverà i primi passi
l'ambientalismo del fare? "Nel prossimo week-end a Firenze nei forum
tematici ci si confronterà con rappresentanti del mondo economico, della
scienza, della cittadinanza attiva, per mettere l'ambiente al centro delle
politiche per lo sviluppo, la sicurezza e il benessere dei territori. Domenica
ci sarà una manifestazione con Walter Veltroni, Joschka Fischer, leaeder
ambientalista di successo in Europa, Ségolène Royal e Leonardo Domenici. Poi
cominceremo un lungo viaggio attraverso l'Italia".
( da "Manifesto, Il" del
25-01-2008)
Benedetto Vecchi La liberalizzazione dei mercati e il
ridimensionamento del potere dello stato-nazione nel controllo dell'attività
economica ha avuto come conseguenza la crescita di quella zona grigia dove le
grandi organizzazioni criminali fanno transitare i loro capitali da reinvestire
in imprese "legali". Ma il mondo unificato dal mercato vede anche uno
sviluppo di iniziative imprenditoriali dove il confine tra il lecito e
l'illecito è tanto esile, quanto privo di controlli. È questa la premessa da
cui si sviluppa il libro di Loretta Napoleoni sull'"economia
canaglia". Il problema che questo saggio consegna al lettore è tuttavia la
qualifica stessa di canaglia per attività che spesso di illecito hanno ben
poco. È noto che il termine canaglia è stato usato per definire alcuni stati
nazionali da comportamento non proprio irreprensibile, dimenticando però i
propri scheletri nell'armadio. Dunque un termine che esprime un giudizio
morale. È questo il modo con cui lo usa spesso anche Loretta Napoleoni. Non è
certo una novità il legame tra attività economica e organizzazioni criminali.
Da sempre il denaro accumulato con il crimine è stato poi investito in attività
legali. Per restare alla contemporaneità, il riciclo del "denaro
sporco" da parte delle varie mafie vede al lavoro uno stuolo di stimati
professionisti. La vicenda della cosiddetta "ecomafia" è, a questo proposito, esemplare: imprese presentabili che
fanno affari con la criminalità organizzata campana, siciliani o con esponenti della
mafia russa, rumena, serba per smaltire i rifiuti prodotti dalla società
legale. Ci sono poi le attività che possono essere giudicate moralmente
discutibili, ma certo non illegali. Prendiamo ad esempio il capitolo che
l'autrice di Economia canaglia dedica alla tecnologia. Pochi gli accenni alla
cosiddetta industria della duplicazione illegale, molti invece alla presenza
della pornografia in rete, l'unico business che non conosce crisi o recessioni
di sorta. Un successo che coinvolge anche i casinò on line, dove il gioco
d'azzardo vede un crescente esercito di adepti. L'aspetto più rilevante è
quando Loretta Napoleoni, ad esempio, descrive il sottobosco dei giovani che
partecipano ai Massively Multiplier Online Games, cioè i giochi di ruolo su
Internet a cui partecipano milioni di internauti.. Sono giochi dove bisogna
superare ostacoli e spesso combattere mostri o armatissimi concorrenti. Per
procurarsi le armi adatte devi avere molto denaro, che il giocatore guadagna
superando delle prove. Bene, ci sono "giocatori" che accumulano
questo denaro "irreale" e lo vendano in cambio di dollari o euro
"reali". Lo stesso vale per Second life, dove il commercio di denaro
valido solo per questo famosissimo ambiente artificiale si svolge con valuta
del mondo reale. Non si capisce però perché qualificare tutto ciò come
"economia canaglia". Può essere discutibile sul piano etico, ma molte
attività economiche rispettabili di etico hanno ben poco. Come qualificare,
infatti, il comportamento di marchi e griffe di successo quando usano lavoro
minorile o relegano la forza lavoro in fabbriche-prigioni? Ed è certo
affascinante la spiegazione del successo di alcune regioni del pianeta o di
alcune economie nazionali attraverso la messa in evidenza di un tribalismo che
permea quelle attività economiche. Ma siamo così distanti dal capitalismo
familiare, componente rilevanti di molte rispettate economie nazionali? La
necessità di stabilire un buon rapporto tra etica e economia può essere
comprensibile, come anche condivisibile è la denuncia della tendenza a produrre
denaro attraverso il denaro. E tuttavia la finanziarizzazione ha molti più
rapporto con la produzione di quanto è sostenuto nell'Economia canaglia.
L'etica, da Spinoza in poi, può essere la chiave di accesso alla critica della
realtà, ma solo se si lega allo svelamento dei rapporti sociali su cui si base.
Elemento questo che è però assente in questo libro.
( da "Riformista, Il" del
25-01-2008)
Una regione decisiva Chi di Campania ferisce di Campania
perisce Vedi Napoli e poi muori. Titolo non particolarmente originale, che però
ci viene in mente pensando a quanto Napoli e la Campania abbiano influenzato,
nel bene (poco) e nel male (abbastanza) l'esperienza di governo del
centrosinistra. Dal sorpasso casertano nella convulsa serata elettorale, che
consentì la decisiva acquisizione della Campania nel testa a testa al Senato,
fino alle impietose immagini di una città incapace di badare a se stessa e che
affoga lentamente nei propri rifiuti senza riuscire a individuare un solo
responsabile dello scempio che ha fatto il giro del mondo. E con in mezzo le
straordinarie performance di personaggi da operetta, che hanno sistematicamente
lavorato alla demolizione di una coalizione che annoverava tra i suoi obiettivi
principali la riconquista di una credibilità interna e internazionale - a loro
dire - fortemente sbiadita dall'esperienza berlusconiana. Romano Prodi si è
accorto dell'effetto Napoli quasi subito, in occasione delle votazioni per la
composizione della commissione Difesa del Senato, col dipietrista Sergio De
Gregorio che passa armi e bagagli col centrodestra in cambio della presidenza.
E dire che il Professore era stato lungimirante, attirandosi addirittura gli
strali dell'establishment vesuviano per un'esigua rappresentanza campana nella
squadra di governo. Col tempo è stato chiaro a tutti che Luigi Nicolais ma
soprattutto Clemente Mastella e Alfonso Pecoraro Scanio sono stati più che
sufficienti. Partenopea fu anche una delle prime emergenze che il governo
dovette affrontare: il caso Napoli, i morti ammazzati, l'edicolante ucciso per
rapina, con conseguente piano speciale del Viminale. Perché, ça va sans dire,
era una questione di ordine pubblico, un'emergenza nazionale. Mentre rischiò di
diventarla - nel mormorio generale si levò la critica di Chiamparino - l'inserimento di Antonio Bassolino e Rosa
Russo Iervolino nel comitato promotore del Pd. Il resto è più o meno storia dei
giorni nostri. Un ministro dell'Ambiente che resta saldo al suo posto di
governo nonostante in questi anni si sia distinto per aver guidato la protesta
di chi si opponeva alla realizzazione di un termovalorizzatore. E un
ministro della Giustizia dimissionario dopo essere stato indagato e aver visto
la propria moglie agli arresti domiciliari per un'inchiesta del Tribunale
campano di Santa Maria Capua Vetere che ha lasciato perplesso persino Gerardo
D'Ambrosio. Tutte questione nazionali, s'intende. Con un unico denominatore
comune: la Campania. 25/01/2008.
( da "Corriere della
Sera" del 25-01-2008)
Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano -
data: 2008-01-25 num: - pag: 8 categoria: REDAZIONALE L'accusa Magistratura
democratica: per la scuola di Benevento scelti il suo avvocato e un pm di S.
Maria Capua Vetere Md e le ultime nomine di Mastella: sistemati i suoi ROMA -
Nomine "last minute" per il ministro Clemente Mastella che martedì 15
gennaio, il giorno prima di dimettersi, quando ormai già stava scrivendo il
discorso pronunciato alla Camera, ha firmato un decreto con cui designa i 5 rappresentanti
del Guardasigilli nel comitato direttivo della scuola della magistratura. Si
tratta di Donato Ceglie (pm a Santa Maria Capua Vetere, lo stesso ufficio che
indaga su Mastella, l'Udeur e Sandra Lonardo), l'avvocato Titta Madia (il
difensore della moglie del ministro), il professor Perlingieri di Benevento e
altri due docenti universitari. Contro la decisione di Mastella ha preso
posizione Rita Sanlorenzo, segretario di Magistratura democratica (Md): "è
davvero difficile leggere in un provvedimento di tale contenuto un qualche
intento di attribuire alla scuola una autorevole e solida base di
partenza". Si spiega il magistrato che guida la corrente di sinistra
dell'Anm: "Dopo le molte riserve espresse di fronte al disegno normativo,
oggi denunciamo che scelte di tal genere non ne potranno far altro che un
apparato di potere marginale e periferico, dominato da interessi politici,
localistici e addirittura personali". Md rimprovera al ministro che ha
portato alle dimissioni il governo Prodi di aver agito all'ultimo minuto:
quando ha nominato nel comitato direttivo della scuola "l'avvocato di
famiglia, il preside della facoltà della città di Benevento ", la
roccaforte dell'Udeur, "e uno dei sostituti presso la procura di Santa
Maria Capua Vetere, lo stesso ufficio che sta procedendo nei suoi confronti e
dei suoi congiunti". Al ministero rispondono che l'iter del decreto era
iniziato da tempo e che è solo un caso che sia stato firmato il 15 gennaio
quando, ormai, in via Arenula c'era già aria di smobilitazione. Ma Md insiste e
chiede all'Associazione nazionale magistrati e al Consiglio superiore della
magistratura di "opporsi subito a tale degenerazione, chiedendo la revoca
immediata del decreto". Livio Pepino, consigliere togato di Md al Csm, ha
annunciato che il consiglio, prima di nominare i suoi 7 rappresentanti nella
scuola, si dovrà occupare del decreto Mastella: "è davvero questo il
metodo per assicurare alla scuola un grande prestigio che sappia fornire una
formazione di alto livello ai magistrati?". La scuola voluta dalla riforma
Castelli, e poi confermata dalla legge Mastella, è articolata in tre sedi:
Bergamo, Firenze e Benevento. E a suo tempo, la scelta di Mastella di spostare
una sede da Catanzaro a Benevento ha già suscitato polemiche che, ora, vengono
alimentate dal decreto: si assegna infatti al capoluogo sannita la sede del
comitato direttivo mentre la qualità dei collegamenti avrebbe dovuto far cadere
su Firenze la scelta per il "cuore" della scuola. Il pm Donato Ceglie
è napoletano, ha 49 anni ed è considerato tra i maggiori
esperti di ecomafie. In magistratura dal 1986, vicino a Md, è consulente
dell'Osservatorio nazionale sui crimini ambientali, istituito dal ministro
Alfonso Pecoraro Scanio. Ed è tra i firmatari, con altri colleghi, di un
esposto contro il procuratore di Santa Maria, Mariano Maffei, ora all'esame del
Csm. Vista l'evoluzione della crisi di governo, da alcune indiscrezioni
risulta che Ceglie avrebbe in mente di ritirare la sua disponibilità a suo
tempo assicurata a Mastella. La vigilia delle dimissioni Le designazioni per
l'istituto di formazione delle toghe sono arrivate martedì, il giorno prima
delle dimissioni Dino Martirano.
( da "Unione Sarda, L'
(Nazionale)" del 25-01-2008)
Commenti Pagina
( da "Padania, La" del
25-01-2008)
Oggi il Consiglio regionale della Campania vota sulla
sfiducia a Bassolino Napoli - Questa mattina alle ore 11
il Consiglio regionale della Campania discuterà la mozione di sfiducia,
motivata dall emergenza rifiuti e presentata dai consiglieri del centrodestra
nei confronti del presidente della Giunta regionale della Regione, Antonio Bassolino. "Lo sa come misuro il mio tempo a Napoli? In
tonnellate. Ogni minuto che perdo, 5 tonnellate in più sul disastro".
Inizia così l intervista a la Repubblica" del Commissario per l emergenza
rifiuti in Campania, Gianni De Gennaro, che, analizzando la situazione nella
regione, traduce in numeri l intero problema della Campania dove si producono
7.200 tonnellate al giorno di rifiuti, cui si aggiungono 250mila che sono ferme
su strada o sui camion. "Per questo raccomando ai sindaci: collaborate,
non serve alzare i muri. Ai cittadini dico: fatemi ogni domanda, esporrò fino
alla nausea la ratio del mio piano, ma non chiedetemi di rispondere del
passato. Non c è tempo di fermarsi". Detto, fatto. Ieri è attraccata nel
porto Canale di Cagliari la nave Italroro two proveniente da Napoli con a bordo
800 tonnellate di rifiuti campani. Sale a tre quindi il numero di traghetti
carichi di spazzatura, per un totale di 2.300 tonnellate, arrivati nell Isola
nelle ultime due settimane. Nello scalo, ad attendere la nave, c erano, come si
è verificato nelle precedenti occasioni, alcuni manifestanti dei movimenti
indipendentisti dell Isola. "Farò di tutto perché l occhio vigile della
Commissione continui per lungo tempo a posarsi su questa vergognosa situazione,
che ha già messo e continua a mettere a gravissimo rischio la salute dei
cittadini campani. Ho fatto rilevare la singolarità del fatto che il Governo
italiano è l unico, in Europa, a dover affidare la gestione dei rifiuti ad un
super-poliziotto, stanti le vistose infiltrazioni camorristiche fino ad ora
ampiamente tollerate". Lo ha detto Mario Borghezio, capogruppo della Lega
Nord intervendo al parlamento europeo. Su richiesta di Borghezio, il presidente
della Commissione, il polacco Libicki, ha chiesto al Commissario europeo all
Ambiente di presentare una relazione sulla situazione igienico-sanitaria in
Campania. Anche Angelo Alessandri, segretario nazionale Lega Nord Emilia, è
intervenuto sul tema: "Con un milione di tonnellate di rifiuti da smaltire
in Campania e con nessuna garanzia che riescano davvero a rendersi
autosufficienti (e 14 anni dimostrano che conviene pensare molto male), è
opportuno continuare a tenere altissima l attenzione in Emilia. Non credo che
arriveranno solo 5.000 tonnellate di rifiuti". "Più che un emergenza,
è un disastro. L unica soluzione sarebbe quella di usare i sacchi per fare un
muro che divida la Campania dalle altre Regioni e lasciarlo lì finché non
saranno in grado di risolvere il loro problema. Perché
vedere Bassolino, Iervolino e Pecoraro Scanio rimanere imperterriti al loro posto
come se fossero esenti da responsabilità non fa altro che confermare l idea che
se non si usa il pugno duro, non si risolverà nulla". "Quando si
aprono le dighe poi è difficile bloccarle. E a monte il problema sta
nelle scelte scellerate del presidente Errani, che ha accettato il rusco di Bassolino, senza chiedere il permesso agli emiliani.
Continueremo a vigilare davanti alle discariche emiliane, perché la gente ci
appoggia e ci chiede di non mollare, anche quando ha paura a partecipare ai
blocchi con noi". "Abbiamo bloccato diverse volte i camion e
continueremo a vigilare. Se ci accorgeremo di qualche trucco, chiederemo anche
ai cittadini di mostrare finalmente il coraggio di difendere la propria
terra". Alessandri: non mi aspetto solo 5mila tonnellate, bisogna
continuare a vigilare, gli emiliani sono con noi [Data pubblicazione:
25/01/2008].
( da "Mattino, Il (Nazionale)" del
25-01-2008)
Dalla crisi si esce da soli I rifiuti ostacolano il
pronto soccorso Sono un volontario della Croce Rossa Italiana. In qualità di
operatore 118, evidenzio un problema che inizia a rivelarsi grave nel momento
in cui svolgiamo l'attività di soccorso. L'ingente quantità di rifiuti sui
marciapiedi e sulle strade in alcuni punti impedisce il passaggio dei mezzi di
soccorso. In alcuni casi è impedito anche l'accesso alle abitazioni perché le
porte o i cancelli sono sommersi dai rifiuti. Invito la popolazione, per quanto
è possibile, a evitare di gettare rifiuti davanti agli accessi delle case; o,
qualora fossero già ostacolati, di segnalarlo agli operatori del 118 nell'atto
della chiamata di soccorso, in modo tale da poter inviare, oltre
all'autoambulanza, un mezzo dei vigili del fuoco o di una pattuglia delle forze
dell'ordine, allo scopo di risolvere il pericoloso imprevisto. Avere i
marciapiedi e le strade liberi dai rifiuti è fondamentale; ritardi nel soccorso
possono avere gravissime conseguenze sulle condizioni di salute della persona
infortunata o colta da malore. Antonio Napolitano - NAPOLI "Io,
prigioniero della guerriglia" Racconto quanto ho visto l'altra sera nella
zona dell'ippodromo di Agnano. Dopo un pomeriggio che ha visto l'intera area
isolata per le manifestazioni, verso le 21, mentre pochi uomini della polizia
sorvegliavano i camion per la raccolta parziale dei cumuli, in una zona
adiacente alcuni giovani agivano indisturbati e sbarravano tutte le strade in
uscita e in entrata, non lasciando un varco per le emergenze, imprigionando
decine di automobilisti. Trascorsa più di un'ora, sono cominciate azioni di
guerriglia con il lancio di bombe carta verso aree private, adibite allo
stoccaggio di merci. Siamo stati in balia dei manifestanti per quasi due ore,
finchè non è stato aperto un varco in direzione tangenziale. Tutto ciò non
dovrebbe accadere. Giuseppe Caniglia - NAPOLI Tra i rifiuti c'è di tutto
L'Assoutenti denuncia che le montagne di spazzatura non raccolta sono stracolme
di vetro, plastica, carta, cartoni e imballaggi vari oltre che umido: nessuno
interviene a far rispettare le norme, né a ridurre lo spreco generalizzato. Al
Vomero c'erano tanti sacchi per uso commerciale; enormi quantità di grandi
latte di pelati, piene di residui di pomodoro; cassette, bottiglie, tutto
proveniente da attività commerciali. I sacchi non vengono legati e spesso
rovesciati. A Napoli, non risulta attivo nessun piano specifico per la raccolta
del materiale presso i negozi, in particolare di gastronomia, che in genere
depongono i materiali di risulta in ogni momento della giornata o subito dopo
il passaggio dei compattatori. Chiediamo che al commissario De Gennaro sia dato
il controllo di una task force per multare chi non rispetta le ordinanze in
materia di raccolta differenziata, per far rispettare orari e regole della
deposizione dei rifiuti. De Gennaro avvii subito un piano di recupero dei
materiali da differenziare. Infine chiediamo un patto con le associazioni di
categoria per ridurre al minimo la produzione di imballaggi e sacchetti di
plastica. Antonio di Gennaro - NAPOLI Ogni giorno che passa più rischi e
vergogna Ogni giorno in più aumentano le tonnellate di rifiuti per strada, i
topi, i rischi per l'igiene, la vergogna di sentirsi napoletani. In questo
tempo c'è stata rabbia, rancore, violenza, ma anche la pacifica speranza della
gente di Pianura di non rivivere un incubo; ma lo scenario non è cambiato e ci
rimane solo il senso d'impotenza. Ci sono siti mai presi in considerazione ritenuti
idonei dagli esperti: perchè non son stati presi in considerazione? Si
aspettano gli aiuti da altre regioni ma perchè non si fa partire una campagna
pro raccolta differenziata? Magari facendo lavorare quei duemila dipendenti
pagati invano. I napoletani hanno bisogno di risposte e fatti, di riprendere
una vita normale. Maria Grazia Maglione - NAPOLI Vomero: rifiuti tutti giù per
terra In tantissime strade cittadine ci sono cassonetti strapieni, ad esempio
al Vomero in via Belvedere e via Santa Maria della Libera da due settimane i
sacchetti non vengono prelevati. Un'altissima percentuale dei rifiuti sui
marciapiedi era formata da cartoni, bottiglie di vetro e di plastica, alluminio
e così via, tutto materiale da poter essere riciclato. Nello stesso tempo le
campane per la differenziata erano vuote. Nonostante l'emergenza ci sono
commercianti e residenti che continuano a non fare la differenziata. In attesa
che le istituzioni si attrezzino e trovino metodi per incentivarla, iniziamo a
farla seriamente. Sabino Genovese - NAPOLI Chi sa se arriva un principe buono I
cattivi amministratori sono colpevoli dello sfacelo ambientale, del grave
attentato alla salute pubblica, del conseguente danno economico, destinato a
protrarsi per alcuni lustri. Chi sono i colpevoli? Uno, nessuno e centomila
come si vuol fare apparire in tv? No, hanno nome e cognome. Con arroganza,
ignoranza, cupidigia, hanno creato un incolmabile gap tra cittadini e
istituzioni. Il sommo Alighieri li avrebbe collocati nell'ottavo cerchio dell'inferno.
I napoletani, i campani, sono angosciati e sfiduciati. Si spera nella venuta di
un principe buono che, con la sua spada, recida a uno a uno tutti i tentacoli
che stritolano la democrazia. Il compianto amico e poeta Gennaro Esposito
avrebbe sintetizzato così la situazione: "'e puliteche, cu 'a scusa 'e fa'
bbene a' gente / s'hanno azzuppato tutte quante 'o pane / e, vuttannose
'ncuollo comm'e 'e cane, / loro hanno avuto merite e ricchezza / e nuje simmo
fernute 'int' 'a munnezza". Antonio Parente - NAPOLI I funerali della
democrazia Cosa sarebbe successo se invece di una giunta di centrosinistra ci
fosse stata una giunta di centrodestra? La Campania in fiamme; in piazza
noglobal, verdi, comunisti, greenpeace. Invece silenzio e tacito assenso da tutti
i paladini dell'ecologia. Perché, se è nel suo potere, il presidente Napolitano
non ha commissariato la Regione? Perché non ci sono stati avvisi di garanzia
per disastro ecologico, sanitario ed economico per i responsabili, a tutti
noti? Dove sono finiti Pecoraro Scanio e i suoi valletti pronti a protestare su
tutto? Dove sono il deputato Caruso e i suoi seguaci che dovrebbero essere
vicini alla popolazione in questi giorni infausti? Povera Italia e povera
Napoli, abbandonati da tutti per interessi politici e personali. La democrazia
è morta. Agonizzava da anni ma in questi giorni si fanno i suoi funerali. Il
mondo ci guarda e ci umilia. È questa la democrazia di De Gasperi e di tanti
altri che per essa hanno combattuto anche a costo della vita? Pino Occhionero -
NAPOLI Tutti parlano nessuno propone Tutti vogliono il potere ma sono
bravissimi a fare nulla o solo a incasinare e pensare ai comparielli. Ciò vale
per rifiuti, sanità, ecologia, scuola, lavoro, edilizia, giustizia,
delinquenza, urbanistica, leggi ad hoc, sicurezza, cultura, senso civico. A
proposito della spazzatura: come mai tutto all'improvviso si è bloccato? Non è
solo perché il recipiente era pieno. Nessuno propone. Secondo
Bassolino, Fini, Iervolino, Pansa, Casini, Di Pietro, Mastella, Pecoraro
Scanio, Russo Spena, Francesco Caruso, Antonio Martusciello, De Gennaro,
Taglialatela, Mussolini, Alemanno, Sergio De Gregorio, Ronchi, Lepore, Sodano e
via dicendo, cosa si deve fare a breve, media e lunga scadenza? Ci sarà
un interessamento a Pozzuoli, Quarto, San Giorgio a Cremano, Qualiano,
Afragola, Casalnuovo, Arpino di Casoria, Cercola? A Casalnuovo da qualche
settimana c'è la triade prefettizia, speriamo che non sia ostacolata da tutti,
che abbia voglia di fare, che riceva aiuto, I politicanti locali stanno già
manovrando per fare ricorso, trattando la gente per fessi, come fosse proprietà
loro. Due volte in tre mesi ci hanno dato i sacchetti per la raccolta
differenziata (solo carta e plastica) ma senza spiegare come, dove e in che
modo. Antonio Prato, Luigi e Patrizio Sigillo, Luigi e Imma Esposito -
CASALNUOVO (NA) Non ha alcun diritto di dire "fate presto" Non si sa
se ridere o piangere al "fate presto" della signora sindaco
Iervolino, diretto al supercommissario De Gennaro. Come se ci trovassimo di
fronte ad una catastrofe inaspettata e non causata certo da chi ci amministra
da lustri. Incredibile e incommentabile. Elvira Pierri - NAPOLI In Cina li
fucilano Se in Cina un servitore dello Stato fa quello che ha fatto il
governatore Bassolino a Napoli viene fucilato e i
familiari devono anche corrispondere il costo dei proiettili che sono serviti
per l'esecuzione. In Italia quando ti comporti come si è comportato il
governatore della Campania ti danno 120 giorni di tempo per riflettere, dopo di
che dovrai scegliere tra un posto di dirigente nazionale del partito o di
europarlamentare e poi ti puoi dimettere. Abbasso la dittatura e viva la
democrazia. Mario Tafuri - SANTA MARIA C.V. (CE) Tutta la munnezza minuto per
minuto Ricalcando le vecchie e gloriose radiocronache di Tutto il calcio minuto
per minuto verrebbe da dire: spettatori paganti oltre un milione, giornata
piena di sole, governatore Bassolino disperso tra i
cumuli di immondizia, sindaco per grazia ricevuta in silenzio, Procura et
procuratori a caccia (venatoria) o di veline, presidente Prodi in panchina a
Ceppaloni (caput mundi), commissario De Gennaro chiuso in Palazzo Salerno a
meditare sulle disgrazie della vita, e in stada ogni ora i rifiuti aumentano.
Mi domando e dico: è un'emergenza nazionale o invece ci piace giocare a tutti
giù per terra? Nel dubbio, l'unica certezza è la monnezza al secondo piano.
Alfredo Buoninconti - NAPOLI Le discariche fatele in montagna In merito allo
stoccaggio dei rifiuti, in attesa della costruzione dei termovalorizzatori o di
successiva destinazione altrove, nessuno ha pensato di scegliere siti in
montagna? Lì a volte non ci sono abitanti e coltivazioni a vista d'occhio. Si
tenga presente che le pianure in Campania sono ricche di agricoltura di qualità
e di allevamenti: inoltre hanno molte falde acquifere, anche a breve
profondità. Alberico Stanzione - SALERNO Una canzone malinconica Da cantare sul
motivo di "Santa Lucia luntana": Partono 'e bastimente / pe' terra
assaie vice / con la benedizione / 'e Bassoline. / A buordo c'è munnezza /
tutta napulitana, / sperammo ca dimane / torna a rislendera / chesta città! /
Pecché è succieso / stu fatto ccà? / Nisciuno sape niente, / Antonio cu Rosetta
/ se fanno nu balletto / a taralluce e vino! / E' il triste simnolo / 'e 'sta
città!". Antonio Vurgoni - NAPOLI Deve cambiare la nostra mentalità Anche
se le strade vengono liberate dai rifiuti, resta a momte il problema dello
smaltimento: bisogna far cambiare mentalità alla gente, far capire che senza la
raccolta differenziata saremo sempre coperti di rifiuti fino alla cima dei
capelli. Ho visto una donna depositare bottiglie di plastica nell'apposto
contenitore ma senza averle schiacciate prima. Così si aumenta solo il volime
dell'immondizia. Michele Marinaccio - MERCOGLIANO (AV) Bisogna dire no ai
governanti del no I siti demaniali scelti per stoccare i rifiuti campani sono
inutilizzabili perché non bonificati e non idonei. Con quesat uipocrisia non si
va da nessuna parte. Che fanno quelli dell'esercito con i nostri soldi? Giocano
ai soldatini? E' ora di dire no ai no delle istituzioni. I cittadini non sono
scemi, la guerra è tra noi, anche a Pianura se ne sono accorti. Attaccare
Pecoraro Scario è sirreale, ciò che diceva in passato lo diciamo tutti noi, i
cittadini che non vogliono morire di cancro. I soldi per le spese militari e le
"missione di pace" siano usati per vincere la guerra alla camorra e
al malaffare, per rimettere in piedi una regione importante per l'Italia. Senza
inceniritori e discariche si può vivere puliti e felici. Prendiamo esempio dai
virtuosi americani, non solo quando fanno la guerra preventiva. Anna Palladino
- NAPOLI Ma alla fine ce la faremo Il mio suggerimento è manifestare contro
quei politici che ci amministrano in maniera indegna, umiliano l'onore di
cittadini conosciuti nel mondo come persone che non si piegano davanti a
nessuna difficoltà. Con l'aiuto di Dio e di politici di buona volantà sono
sicuro che riusciremo ad andare avanti e a ricomuinciare una vita senza
rifiuti. Enrico Di Bello - NAPOLI.
( da "Giornale.it, Il" del
26-01-2008)
Di Massimo M. Veronese - sabato 26 gennaio 2008, 07:00 Si
sono dati appuntamento al Mood, il disco bar più trendy della città, per un
trash party molto cool. Si sono presentati con il look da giusti, guanti di
gomma, sacchi di plastica e mascherina sulla bocca, erano più di un centinaio,
tutti intorno ai vent'anni, happy hour garantito fino alle due. E hanno
ripulito la strada. Alle undici e mezzo lì davanti c'erano tonnellate di
immondizia, alle due non c'era più niente. Poi tutti a ballare in discoteca. A
Pozzuoli, Napoli, va così: se Iervolino e Bassolino sono lenti ci si arrangia con il rock. A chiamare la pulizia
sono state un paio di tipe belle toste, la venezuelana Barbara Clara, ex miss
Italia nel mondo, e l'ex letteronza Andrea Delogu: fanno disco music con il
nome di "Cinema 2", già una volta hanno improvvisato un concertino
alla Centrale di Milano durante uno sciopero dei treni. Un paio di
giorni fa hanno spedito via internet un Sos ai 130mila napoletani iscritti alla
community Badoo.com, con l'invito a darsi un sacco da fare: "Allora, siete
pronti? Vedete in che condizioni si trova questo posto? È uno dei tanti angoli
della città. Ripuliamolo". Molti hanno pensato fosse un bidone, ma 20mila
contatti dopo un pezzo di Napoli sembrava Zurigo. Pare che per celebrare il
successo le due tipe abbiano organizzato una festa a inviti. Non si accettano
rifiuti.
( da "Corriere della
Sera" del 26-01-2008)
Corriere della Sera - MILANO - sezione:
Tempo Libero - data: 2008-01-26 num: - pag: 19 categoria: BREVI 193 Le
discariche abusive tra Milano e hinterland, citate nel rapporto
"Ecomafia" di Legambiente e denunciate nello spettacolo.
( da "Corriere della
Sera" del 26-01-2008)
Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano -
data: 2008-01-26 num: - pag: 11 categoria: REDAZIONALE Cinque designati Nomine last
minute dell'ex Guardasigilli Prodi: verificherò ROMA - Le nomine "last
minute" deliberate per decreto il 15 gennaio dall'ex Guardasigilli,
Clemente Mastella, sono state portate all'attenzione del Consiglio dei ministri
da Romano Prodi: "Sto assumendo tutte le informazioni del caso", ha
detto il premier dimissionario che una settimana fa aveva assunto l'interim per
la Giustizia. Il "caso" - 5 nomine per il comitato direttivo della
scuola della magistratura, tra cui l'avvocato di famiglia di Mastella - non è
sfuggito ad Antonio Di Pietro che ha consegnato a Prodi una lettera assai
polemica sul metodo usato dal leader dell'Udeur. Di Pietro, che insieme ai
magistrati si è sempre opposto al controllo dell'esecutivo sulla scuola
chiamata dal prossimo settembre a valutare i curricula delle toghe, ricorda
come anche la scelta della sede principale della scuola (Benevento) sia un
rischio: "La scuola trova inopinatamente sede nel medesimo collegio
elettorale prediletto dal ministro della Giustizia di turno...Ma vede il suo
organo collegiale collettivo dominato dai componenti designati dallo stesso
ministro per cui sono chiare oltre ogni dubbio le manipolazioni di intangibili
precetti costituzionali". Per questo, il decreto va bloccato. Mastella,
però, non molla la presa e conferma che la sua scelta è stata compiuta quando
era legittimato a farlo: "In piena autonomia e sulla base di criteri ben
precisi". Si spiega meglio il leader dell'Udeur: "Ho indicato il
dottor Donato Ceglie, pm a Santa Maria Capua Vetere, esperto
di ecomafie; Pietro Perlingieri, preside della facoltà di Economia del Sannio,
professore di diritto civile, già rettore dell'Università di Camerino, Salerno,
Campobasso, Benevento ed ex membro del Csm; Angela Del Vecchio, docente di
diritto internazionale alla Luiss; l'avvocato Titta Madia, serio
professionista e mio consulente giuridico; Chiara Cacciavillani avvocato del
Foro di Venezia e professoressa di diritto amministrativo". Ecco, conclude
Mastella, "li ho scelti per le loro diversificate competenze e volendo che
ci fossero due donne su cinque componenti". Infine, "chi scrive che
io ho firmato il decreto di nomina dopo la tragedia dell'arresto di mia moglie
rispondo che si tratta di una falsità. Il decreto è precedente ed è maturato a
seguito di una decisione ponderata e presa da tempo". Tuttavia, il
criterio-Mastella ora viene smontato da Magistratura democratica che, dopo aver
denunciato con il segretario Rita Sanlorenzo il caso, registra nella sua
mailing list la presa di posizione del pm Donato Ceglie: "Informo che è
mia intenzione di rinunciare immediatamente e senza esitazione alla nomina
ricevuta con decreto ministeriale". Segue lunga e articolata motivazione
del passo indietro. Sempre ieri, il Consiglio dei ministri ha comunque avviato
le procedure per una serie di nomine: tra le altre quelle di Enrico Gelpi,
presidente dell'Aci; Fulvio Balsamo, presidente aggiunto della Corte dei Conti;
Pietro Cipollone, presidente del Servizio nazionale di valutazione del sistema
educativo di istruzione e formazione (Invalsi). Sempre in tema di nomine, il
direttore generale della Rai, Cappon, ha promosso 21 funzionari al ruolo di
dirigente. La scelta, lamentano i consiglieri Curzi e Staderini, non è stata
preventivamente comunicata al Cda. Dino Martirano.
( da "Libero" del
26-01-2008)
Prima pagina 26-01-2008 E Napoli chiede il miracolo a
San Gennaro anti-munnezza di MATTIAS MAINIERO San Genna', ma guarda un po' tu
che ci tocca vedere e sopportare a noi napoletani. Pure a te ieri sera hanno
rotto le scatole. Tu te ne stavi per i fatti tuoi nel Duomo, beato e pacifico.
Oddio, più santo che beato, e forse neppure tanto pacifico, visto quello che
sta succedendo in città, la tua città. Ma questa è un'altra storia. Io, San
Gennaro carissimo, ora voglio e devo parlarti di ieri sera. A te, che già sai,
e soprattutto ai nostri lettori, che forse anche loro già sanno e staranno
sorridendo o mettendosi le mani nei capelli. San Gennaro, io voglio parlarti di
questi napoletani che ieri sera, ore 20 per la cronaca di noi comuni mortali,
hanno preso le tue ampolle e le hanno portate in processione lungo la navata
del Duomo fino all'al tare. Un San Gennaro anti-munnezza, come se tu fossi un
commissario superstraordinario nominato dal governo celeste per ripulire strade
e vicoli. Un santo come ultima speranza di una città. Gesù mio, ma qui
veramente bisogna mettersi le mani nei capelli. E non per il santo e le ampolle
tirate fuori dalla cappella del Tesoro, per quei fedeli in preghiera, per il
cardinale Crescenzio Sepe che ha voluto la processione. No. Se loro ci credono,
se pregare li consola, facciano pure. Liberissimi e padronissimi. Tutto il
rispetto. Perché, se una città si riunisce in preghiera sperando che così
facendo si risolva l'emergenza rifiuti, vuol dire che quella città o ha perso
la testa oppure è rimasta sola. Vuol dire che a Napoli, dopo giorni e giorni di
accuse, polemiche, piani straordinari, nomine, dibattiti televisivi, ruspe ed
esercito, non è stato fatto proprio nulla. E vuol dire anche che quella è una
città disperata, in mano ai diavoli, una città-inferno. Scusa il gioco di
parole, San Genna': ma questi qui, questi napoletani qui, proprio non sanno a
quale santo rivolgersi, a chi raccomandarsi. E così, se l'uomo non si muove, si
rivolgono al cielo e scomodano persino te, giocano la carta delle situazioni
drammatiche, dei mali incurabili, delle eruzioni del Vesuvio, dei terremoti,
della peste e delle carestie. E non lo fanno per folklore, perché amano la
sceneggiata e i mandolini. Troppo semplice metterla così. Ora ti spiego io.
Devi sapere, San Gennaro, e devono sapere tutti i lettori, di Libero e non, che
ieri a Napoli, in consiglio comunale, era in votazione la sfiducia ad Antonio Bassolino. Ora tu, patrono mio, hai a che fare con cose
celesti, cose limpide, pulite. Lassù da te, se uno combina un gran casino, non
gode più di fiducia alcuna. Non so bene come funzionino le cose dalle tue
parti. Posso immaginare, però, che un tizio che ha sbagliato, e anche di
brutto, precipiti diritto all'in ferno. C'è una giustizia, da te. Quaggiù le
cose vanno un po' diversamente. C'è stato fermento in consiglio comunale,
qualche consigliere è uscito dall'Aula, qualche altro consigliere si è
astenuto. E Antonio Bassolino non è stato sfiduciato.
Hai capito un po', San Gennaro? L'uomo ritenuto da mezzo mondo responsabile di
una situazione che ha dell'incredibile, roba da Terzo se non addirittura Quarto
Mondo, il governatore della munnezza, l'ex commissario straordinario, proprio
lui, il vicerè Totonno Bassolino, sta ancora al suo
posto. Come l'immondizia, il fetore, i cassonetti bruciati e la disperazione
dei napoletani. Sono inamovibili, questi due monumenti partenopei. Da una parte
la merda, dall'altra Bassolino. Inamovibili e perenni.
Sfidano i secoli, i partiti che nascono e muoiono, i governi che cadono e prima
o poi rinasceranno. Sfidano la logica e vincono sempre. Dimmi la verità, San
Gennaro, e raccontala anche a chi ora ride. Da quanto tempo Antonio Bassolino è sindaco e poi governatore? E da quanto tempo c'è
l'immondizia a Napoli? E da quanto tempo non si riesce ad avere un solo vicolo
decente? E allora che devono fare i napoletani? Continuare a vivere tappandosi
il naso? Aspettare e sperare che il colera se li porti via? Ieri i napoletani,
molti napoletani, si sono riuniti in preghiera attorno a Crescenzio Sepe.
Parole di fuoco, quelle del cardinale che ha chiesto al Signore di illuminare i
responsabili, ha parlato di una città agonizzante e una realtà impossibile da
giustificare, ha invitato i cittadini a rialzarsi e lottare, ha spronato le
istituzioni a fare presto. Pensa un po', San Genna': il cardinale ha fatto il
sindaco, ha fatto ciò che avrebbe dovuto fare Rosa Russo Iervolino. E allora,
se a Napoli le cose stanno così, perché meravigliarsi se il popolo si rivolge
direttamente al suo santo non sapendo più a chi rivolgersi? Piombiamo nel Medio
Evo? Suscitiamo ilarità? Ci bec- chiamo la solita accusa di terroni? Può darsi.
Ma tu, San Genna', futtatenne. Tu lo sai: da queste parti ti pregano anche per
far trovare marito alla figlia bruttina, per vincere con i numeri al Lotto e
con il Totocalcio. Ti pregano persino per la salute di Maradona che ha preso
troppa coca e troppi peccati ha commesso. Da queste parti, San Gennaro non è
solo San Gennaro. È un amico importante, un vicino di casa che però abita al
Duomo. Anche i laici e gli spretati da queste parti credono in San Gennaro. Poi
negano, ma ci credono. E allora, carissimo San Gennaro, non arrabbiarti e facci
questo miracolo: rendi inoffensivo Bassolino, limita
in qualche modo Rosa Russo Iervolino, regola tu i conti con Pecoraro Scanio.
San Genna', noi ti abbiamo pregato. Ora spetta a te. Non tradirci. Almeno tu
non tradirci. P.S. Mentre stiamo scrivendo non sappiamo se a Napoli ci siano
stati miracoli e se il sangue di San Gennaro si sia liquefatto o meno.
Sappiamo, però, che l'immondizia, solida e puzzolente, è ancora lì. E anche Bassolino. San Genna', mi raccomando, tra noi c'è un patto
millenario. Non ti puoi tirare indietro. Tu no. Non lo hai mai fatto. Mica tu
sei un Bassolino qualunque. Salvo per uso personale è vietato
qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.
( da "Libero" del
26-01-2008)
Attualità 26-01-2008 Quando capiranno sarà troppo tardi
I napoletani inveiscono e strepitano vedendo le loro strade invase dai rifiuti.
Ma, nessuno di costoro ha inveito contro la Iervolino e Bassolino. Incredibile! A Ceppaloni per la signora Lonardo, applausi,
fiaccolate, petali di rosa e tanti attestati mielosi. Per i napoletani questi
tre personaggi sembrano, se non del tutto estranei al problema della mala
politica, benemeriti. Quando capiranno che tutti e tre sono responsabili
di una stessa malapolitica finalizzata, con modalità diverse, all'interesse
privato, sarà troppo tardi! Giuseppe Politi Brindisi Salvo per uso personale è
vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.
( da "Mattino, Il
(Nazionale)" del 26-01-2008)
Energia dai rifiuti una nuova lobby PIETRO GARGANO Il
commissario De Gennaro ha un compito a orologeria, della durata di quattro mesi:
dovrà ripulire le strade tamponando la cosiddetta emergenza, che tale non è
giacché dura da quindici anni e più: una sozza normalità. Di più non gli si può
chiedere. E intanto resta molto da fare, alcune faccende subito, altre da
scadenzare. Dovrebbe nascere un progetto virtuoso, ora e qui. I lettori del
Mattino richiamano a questo obbligo di fare presto. La magistratura napoletana
che indaga sull'ecomafia lamenta di non avere uomini e mezzi sufficienti. Dovrebbe
trovarli il governo, ma il governo non c'è più. Le nuove lobby sorte attorno ai
rifiuti - in fatto di energia il petrolio del domani - hanno campo libero, chi
sa per quando. E il piano di sicurezza promosso dall'oramai ex-ministro Amato
non ha fatto grandi passi avanti. La camorra che sversa munnezza tossica
resta in sostanza impunita. Un industriale del nord ha confessato che facendo
interrare illegalmente al sud i rifiuti velenosi paga dieci volte in meno di
quanto gli costerebbe una discarica legale. Questi signori hanno commesso
crimini: chi li individuerà, chi li punirà? Spetta ai giudici, il governo
dovrebbe varare leggi restrittive; ma alla magistratura continua a mancare
l'essenziale e il governo non c'è più. E non è solo questione di attentato
all'ambiente, è una emergenza - questa sì - per la salute. È stato ordinato uno
screening sugli abitanti di Pianura, a conferma che l'allarme non era solo un
lamento. In Campania si muore di cancro più che altrove: a quando i dati sulle
malattie in aree contaminate? A quando le bonifiche? Ma il governo non c'è più.
E gli amministratori locali rimasti al loro posto, per quanto potrebbero fare
sono delegittimati agli occhi della pubblica opinione. I campani, soli, possono
almeno cominciare a fare la raccolta differenziata.
( da "Mattino, Il
(Nazionale)" del 26-01-2008)
Scarichi illegali, chi paga? Il progetto dell'ecomafia Quale regia c'è dietro al mancato progetto di raccolta
differenziata? Perchè le aziende realizzano imballaggi over-size per i propri
prodotti? Perchè i commercianti a Napoli si ostinano a buttare plastica e
scatoli non compattati nell'immondizia ordinaria? Perchè c'è difficoltà a
costruire inceneritori? L'immondizia è fonte di energia; l'eco-mafia vuole
mettere mano sull'energia, forse c'è già dentro. L'energia vale più dell'oro,
più del denaro, più del mattone. Con l'energia controlli una nazione intera, le
sue industrie e quindi puoi decidere la sorte del Paese. Ogni fonte di energia
vale quanto il petrolio, anche la munnezza. Bloccare la raccolta di immondizia
in una regione significa cercare di mettere ai propri piedi politica e
imprenditori, quelli che devono decidere dove costruire e quanto denaro
spendere per realizzare inceneritori che diano energia. Non è possibile che in
14 anni non si sia programmato un piano di smaltimento dei rifiuti con tutti i
miliardi spesi. Quindi la criminalità organizzata sulla munnezza c'è. Acqua
calda. Ma dove vogliono arrivare? Probabilmente ad avere il controllo degli
appalti della costruzione di termovalorizzatori. Far assumere le persone che
dicono "loro", per controllare una parte di energia, una parte delle
industrie. Le popolazioni si ribellano pacificamente per la riapertura di
discariche; altri, possibilmente minorenni, fanno saltare in aria automezzi
delle autorità; altri incendiano per creare subbuglio. Stiamo assistendo a un
passaggio critico della nostra società, il possibile accaparramento
dell'energia: una nuova lobby che sarà dura da sconfiggere. Perchè i magistrati
che fanno il loro dovere vengono tacciati. Perchè i politici
"ribelli" rischiano potere e vita. Perchè certi giornalisti hanno il
bavaglio. Perchè ai cittadini non interessa che fine facciano i propri soldi
purchè sotto le loro case resti pulito. Marco Maraviglia - NAPOLI L'angoscia
per domani Ormai non più un segreto che in Campania si muore e ci si ammala di
tumore più che nel resto del Paese; che mangiamo da anni prodotti altamente
tossici e contaminati. L'ex Campania Felix è disseminata di discariche legali o
abusive (2.000) e accanto a ogni campo coltivato a frutta e verdura continuano
a sversare di tutto e di più. Ciò che non è del tutto chiaro è come sia
possibile che tutto accada nel silenzio totale delle istituzioni e
nell'indifferenza generale. Anzi, la nostra classe politica continua a farci
credere che è solo un'emergenza temporanea e che in
Campania nessuno è mai morto di immondizia (parole del sindaco Iervolino). Si è
paragonato il traffico di rifiuti tossici a quello della droga e delle armi.
Chi lucra da tempo in questo settore è diventato multimilionario: perché
smettere, perché cercare una soluzione? Per caso il traffico internazionale di
droga è stato debellato? Certo, si tenta di contrastarlo ma alla fine
sopravvive. I moderni trafficanti sono solo all'inizio della loro opera. Quando
la Campania non avrà più una sola cava da utilizzare per i rifiuti, quando
tutti i campi saranno disseminati di scorie di ogni tipo, quando tutte le
discariche saranno stracolme, allora i criminali dovranno pur cercare altri
spazi disponibili. In fondo la Campania è piccola ed è arrivata alla frutta. Si
sposteranno verso regioni vergini e poi esploreranno gli spazi all'estero. Così
anche la laboriosa classe industriale che tanti ci invidiano un giorno si
troverà sotto casa le sue scorie, quelle stesse che aveva affidato a "chi
di competenza" per un veloce e più competitivo smaltimento senza porsi il
problema di dove vanno a venire quegli scarti. Perché i nostri politici non
vanno alla radice? Smaltire legalmente gli scarti industriali è così poco
conveniente da spingere le aziende verso le scorciatoie che stanno distruggendo
una regione? Un imprenditore ha confessato che così facendo si risparmia fino a
dieci volte rispetto a uno smaltimento legale. Nel frattempo esorto i miei
concittadini che possono a scappare prima che sia troppo tardi. Il futuro dei
nostri figli non abita più qui. Claudia Paolillo - NAPOLI Le industrie e la
camorra I camorristi sono incalliti e spietati delinquenti che spesso arrecano
danni irreparabili alla comunità. Si pensi a quelli causati dal traffico e
dall'interramento di rifiuti tossici in tanti terreni della Campania, che per
la permeabilità dei suoli e conseguenti avvelenamenti delle falde acquifere o
per la volatilità delle sostanze venefiche in esse contenute hanno accusato
addirittura nascita di bambini con gravi malformazioni. Andrebbero puniti con
la pena capitale, cosa che ovviamente il nostro grado di civiltà ci vieta. Ma
non dovrebbe impedirci di infliggere loro con speciali leggi, snelle ma più
incisive, delle pesantissime pene detentive e la confisca di tutti loro beni.
Nel contempo, come definire sul piano morale i proprietari di industrie
chimiche e affini, dislocate soprattutto nel nord, che, per risparmiare danaro
occorrente per la distruzione degli scarti venefici con tutti i crismi della
legale tecnologia, per sbarazzersene senza scrupoli si servono proprio della
camorra. Quali pene meriterebbero di subire? Bruno Biondi - NAPOLI Ho dieci
anni vorrei vivere serena Sono una bambina, ho quasi dieci anni e vivo a
Napoli, nel quartiere Fuorigrotta. A me piace molto la mia città, ci vivo
volentieri e vorrei passarvi il resto dei miei giorni felice e serena. Ma come
faccio a vivere bene se ci sono montagne di spazzatura? Dovunque vado, dovunque
mi giro, vedo spazzatura. Proprio non so spiegarmelo, per questo dico a tutti
quelli che hanno potere di risolvere al più presto questa terribile emergenza.
Maria Virginia N. - NAPOLI Salvato Bassolino non voto
più per F.I. Bassolino ringrazia. Non i compagni del
centrosinistra ma i dodici senatori di Forza Italia che hanno consentito, con
la loro assenza, la bocciatora della risoluzione dell'on. Calderoli, intesa a
mandarlo finalmente a casa. Da vecchio elettore di Forza Italia sono rimasto
stupito e disgustato. Non voterò più (e come me chi sa quanti altri) per il
partito dell'on. Berlusconi, essendo venuto meno il vincolo di fiducia fra
elettore ed eletto. Andrò ad aumentare il numero dei non votanti, visto che non
posso certo sostenere i governanti che stanno portando alla rovina Campania e
Italia. Un plauso, invece, al senatore Scalera che ha avuto il coraggio di
votare a favore della risoluzione di Calderoli. R. C. - NAPOLI Anche la scuola
oggi è assediata Ieri la scuola traballava. La Comunità europea ci venne in
soccorso con i Fondi sociali. L'alternanza scuola-lavoro, con gli stage in
periodo di sospensione dell'attività didattica, essendo percorsi formativi
dovevano arricchire le conoscenze degli allievi. Ma erano "formale
documentazione" e servirono per abolire le ore di lezione previste dalla
legge. La scuola cominciava a procurare povertà di conoscenze, anticamere della
povertà. Chi lo notava era discreditato. All'Ocse non è sfuggito: il sapere, la
cultura erano dimezzati. Nell'indifferenza di tutti, ministri compresi. Oggi la
scuola è assediata da cumuli di rifiuti, procurati forse dalla stessa
indifferenza. Si chiude, eppure non ce lo possiamo permettere. Non si respira
né aria di sapere né cultura. Si respira aria maleodorante. 'A munnezza, passo
dopo passo, prevale sulla scuola. Eppure diciamo di essere un Paese civile e
moderno. Ugo Finelli - POMPEI (NA).
( da "Mattino, Il
(Nazionale)" del 26-01-2008)
Con il governatore 29 consiglieri sui 49 presenti.
"Servono scelte su rifiuti e riforme. Subito il rimpasto" CORRADO
CASTIGLIONE Avviare una nuova stagione politica in Campania, con un rimpasto di
giunta che dia spazio ai tecnici, con una coalizione che probabilmente non
potrà contare più sull'apporto dell'Udeur e con un programma essenziale da
attuare: nodo-rifiuti, statuto e decentramento. Quando? Nei prossimi mesi. Fino
a quando? La domanda non trova risposte, lasciando aperta l'eventualità di una
chiusura anticipata della legislatura. Rompe il silenzio il governatore Antonio
Bassolino nella seduta di Consiglio in cui senza
troppi affanni la maggioranza respinge la mozione di sfiducia presentata dalla
Cdl (29 no, 17 sì, 3 astenuti). In aula si parla di rifiuti, ma anche dei
destini della Regione e al presidente della giunta non sta a cuore solo
difendere le proprie scelte in tema ambientale e ammettere (come già ha fatto
per il passato) i propri errori. Piuttosto, c'è da rispondere ai molteplici
inviti alla svolta nell'azione di governo regionale che provengono da diversi segmenti
del centrosinistra. E Bassolino non si sottrae nel
lungo e articolato intervento che durerà un'ora e mezza. Si parte dalla crisi
rifiuti: il governatore ribadisce che sarebbe da irresponsabili dimettersi ora
e torna a delineare la costruzione del percorso che porti la Regione a
rientrare nei poteri ordinari, al termine del mandato di De Gennaro.
Altrimenti, dice senza mezzi termini, il rischio è "il disastro, la
rovina" che colpirebbe tutto lo schieramento politico. Ma le novità più
significative arrivano nella seconda parte dell'intervento, quando Bassolino si sofferma sul rilancio dell'azione di governo.
Il governatore cita Emanuele Macaluso che sul Mattino sottolineava la necessità
di "aprire una nuova stagione" e invitava Bassolino
a mettersi "in discussione" e ad essere "disponibile a uscire di
scena". E osserva: "Anch'io penso che ci sia bisogno di una fase di
nuova stagione politica, con segnali forti e veri di discontinuità, mettendoci
tutti in discussione". Personalmente ricorda di averlo
già fatto a San Giovanni a Teduccio nel 2006 quando dopo la vittoria della
Iervolino annunciò di aver deciso di non ripresentarsi alle successive elezioni
regionali dopo quattro turni elettorali tra Comune di Napoli e Regione
Campania: "Non voglio difendere - dice - un posto, o un ruolo che posso
lasciare in un momento, in un secondo". Come dire: non sono
attaccato alla poltrona. Dunque, si resta, "ma non per tirare a campare o
andare avanti per inerzia. A tutti i costi". E qui - come aveva
preannunciato ai capigruppo di maggioranza - precisa: "Bisogna dare
segnali forti di discontinuità, ma veri. Non quelli che uno chiede per gli
altri o attraverso ipotesi semplicistiche come l'azzeramento della
giunta". Parla di rilancio: "È con serietà che dobbiamo dare risposte.
Non mi interessa una operazione di immagine. Dobbiamo aprire strade nuove.
Bisogna aprire un laboratorio democratico di confronto con i cittadini. Ce la
faremo? Dipende". Per fare cosa? Bassolino elenca
tre punti: "L'emergenza rifiuti non si risolve con una staffetta, al
termine del mandato di De Gennaro. In mezzo c'è da fare un lavoro complesso,
costruire la rete per evitare che la Campania, alla fine dei 100 giorni, sia in
ginocchio. L'effetto sarebbe il disastro, la rovina. C'è poi lo statuto regionale
da approvare e il decentramento con le deleghe da affidare ai comuni. Dobbiamo
lasciare l'eredità più giusta a chi viene dopo. Altrimenti avrei già fatto
altre scelte". Come? Con una giunta nuova che darà spazio ai tecnici:
"Si va avanti per avere una Regione con le porte aperte alle competenze,
ai saperi, alle professionalità". Nel quadro di una coalizione che
probabilmente non conterà sull'Udeur, giacché spiega che "a Roma come a
Napoli e in Campania si è chiuso il ciclo politico cominciato nel '98". Mentre
da Ceppaloni Clemente Mastella frena: "Aspettiamo prima di risolvere le
vicende umane dei nostri esponenti di partito. Dopo di che si discuterà con
serenità".
( da "Resto del Carlino,
Il (Nazionale)" del 27-01-2008)
Pubblicato anche in: (Nazione, La (Nazionale)) (Giorno, Il
(Nazionale))
De Gennaro garante "Sigillerò io i siti"
Rifiuti: Benevento protesta, insorge Ariano di NINO FEMIANI ? NAPOLI ? SI FERMA
LA VALLE Caudina. In migliaia hanno protestato contro la riapertura della
discarica di Montesarchio, nel Beneventano, ma il commissario Gianni De Gennaro
conferma il suo piano dei cento giorni, che prevede l'apertura di tre
discariche (tra cui Montesarchio) e di tre siti di stoccaggio. In 3mila
(10mila, per gli organizzatori) bloccano strade e paesini della Valle, urlando
slogan contro Bassolino e l'ex capo della polizia.
Striscioni, cartelli e invettive, però la manifestazione non degenera e si
conclude davanti alla discarica di Tre Ponti. Ma il commissario non tentenna.
"Ho una missione da svolgere in cento giorni: togliere l'immondizia dalla
strada", dice dopo un incontro con il presidente della Provincia sannita,
Carmine Nardone. "Non è giusto vedere bambini che vanno a scuola tra
cumuli di immondizia. È a loro che penso". DECISIONI RAPIDE, promette:
appena avrà il via libera da geologi e sanitari, aprirà le discariche chiuse.
Anche le scadenze saranno tassative. "Ho stabilito il 30 aprile come
chiusura di Tre Ponti e a quella data sarò io stesso ad apporre il lucchetto
alla discarica". I sindaci sanniti sembrano limitarsi a chiedere controperizie
(quello di Montesarchio 'offre' a De Gennaro un milione di euro per fare la
discarica altrove), mentre nell'Avellinese si mobilita invece Ariano Irpino per
impedire la riapertura di Difesa Grande. Intanto i primi risultati iniziano a
vedersi. Napoli è pulita al 90 per cento (si è passati da
( da "Repubblica, La" del
27-01-2008)
Pagina II - Firenze I NUMERI Una valanga di rifiuti
speciali Ne produciamo 7,5 milioni di tonnellate, un terzo fuori controllo gli
impianti Sono meno del necessario, aiuterebbe un'iniziativa privata più spinta
Sono legati alla lavorazione delle imprese. Cinquecentomila tonnellate sono
scarti pericolosi Escono dalla Toscana più rifiuti di quanti arrivano: diamo
agli altri una parte della nostra spazzatura L'Arpat nel
( da "Mattino, Il (Nazionale)" del
27-01-2008)
Basta con la gogna, ora uniti Umiliato pure in Francia
Sono stato in Francia e in tv sono passate immagini sulla nostra mondezza. Mi
sono vergognato di essere napoletano e di ciò ringrazio governatore,
presidenti, sindaci e consiglieri vari. Gli auguro di sentirsi come me. Quando
stringono la mano ad amministratori di altre Regioni sappiano che i sorrisi
sono solo di circostanza: dopo si vanno a lavare di corsa le mani. Biagio
Riccio - NAPOLI Dal razzismo alla solidarietà Basta con la gogna. Da mesi ci
mortificate con immagini televisive spesso superflue, con foto e articoli sui
giornali, con qualsiasi mezzo che possa veicolare la vergogna, contribuendo a
danneggiare all'estero l'immagine della nazione e aggravando il danno economico.
Se noi napoletani abbiamo colpe (e ne abbiamo) le stiamo scontando con tutto il
fango che ci buttano addosso. Ma la Campania fa parte o no dell'Italia? Io non
mi vergogno di essere napoletana ma di essere italiana perché tutti - dai media
ai governanti - stanno traendo profitto da questo immane disastro. Lo
spettacolo che i poltici ci offrono con la puzza sotto il naso e la faccia
contrita è una pietosa sequela di accuse, solo accuse, molto spesso poco
documentate. Ma chi ha governato il Paese negli ultimi 15 anni? Sempre gli
stessi, con le facce di bronzo, a volte anche cambiando colore politico. Se la
Campania è Italia perché invece di dare esempi di razzismo non si danno esempi
di solidarietà? Perché i politici, invece di accusarsi a vicenda, non danno
esempi di senso dello Stato e di unità nazionale, lavorando insieme a risolvere
la crisi? E poi, sì, cadranno le teste che devono cadere e i napoletani faranno
i conti con la loro dignità perduta che sicuramente ritroveranno. Gloria Caruso
- NAPOLI Il futuro del mondo comincia da Napoli Tutti i giornali del pianeta
hanno dedicato la prima pagina a Napoli che affoga nei rifiuti, ma nessuno si è
chiesto il perché di una attenzione mediatica ossessiva e tutto sommato fuori
luogo. Ma la spiegazione è a livello inconscio: Napoli è l'immagine
premonitrice di un futuro quanto mai vicino, quando, se non si frena una
civiltà basata su un consumismo sfrenato e irrazionale, tutte le città del
mondo saranno sommerse dai rifiuti e avvelenate dai gas emessi da auto e
inceneritori. Napoli è il laboratorio dove si accavallano una serie di
tematiche che da tempo hanno raggiunto e superato il livello di guardia, ma che
interessano tutti i contemporanei: traffico, disoccupazione, delinquenza
organizzata, smaltimento dei rifiuti, abusivismo e via dicendo. Gli italiani
sono stati alla finestra senza muovere un dito, anzi rincarando la dose
attraverso il disprezzo. Non si è voluto affrontare il problema della
delinquenza e questa è dilagata come un cancro, aggredendo il tessuto sano, non
si voluto contrastare il business della falsificazione e tutta l'Europa è
oramai invasa da griffe fasulle e marchi contraffatti, non si fa niente per
risolvere alla radice il dramma dei rifiuti e il miasma comincia a dilagare
lontano e lo spettro di una crisi generale comincia a essere un'ipotesi
plausibile. Quanti si meravigliano che la città non sia ancora precipitata nel
baratro dimenticano che rimane ancora miracolosamente a galla, aggrappata alla
sviscerata devozione dei suoi abitanti che l'amano perdutamente e per il
ricordo, mai sbiadito di millenni di cultura, civiltà e nobili tradizioni. Ma
state attenti perché se dovesse veramente affondare creerà un gigantesco
risucchio e trascinerà con sé negli abissi tutto quello che la circonda per
larghissimo raggio e nessuno si salverà. Achille della Ragione - NAPOLI Bassolino resti e risolva il problema Ognuno ce sta
azzuppanno 'o ppane. Tutti dicono la loro, ma 'a munnezza rimane per le strade.
Tutti vogliono la testa dell'on. Bassolino, ma si doveva
arrivare a questo degrado per rimuoverlo? E perché, se per tanti anni gli é
stato permesso di fare tutto quello che voleva? Ha ammesso, da gentiluomo, le
proprie colpe e gli altri si trincerano dietro al dito. D'Alema e Fassino,
quando Bassolino serviva, venivano a Napoli e lo
incitavano a continuare; ora silenzio di tomba. Siamo maestri nel criticare,
nel dire di no. Per me Bassolino deve rimanere al suo
posto, rimboccarsi le maniche, cercare di risovere il problema, imporsi per
costruire inceneritori e degassificatori; con le sole discariche non si va
avanti. Il problema é stato trascurato da molti, non solo da Bassolino:
tutti insieme, lo debbono risolvere. A pagare non é solo la Campania; ma
l'Italia. Alberto Alovisi - NAPOLI Una discarica in ogni Comune Anche ieri
mattina, andando da Pozzuoli a Quarto, enormi quantità di rifiuti giacevano
lungo la strada, per centinaia di metri. Mi sono chiesto: passata questa
emergenza terribile e scandalosa, come si farà a non soccombere altre volte? E
ho pensato ai cimiteri, la cui costruzione è regolata dalla legge n. 5849 del
22 dicembre 1888. Come in ogni comune, piccolo o grande che sia, c'è un
cimitero, così le autorità comunali dovrebbero farsi carico di costruire in
appositi luoghi delle strutture per accogliere la propria spazzatura.
Ovviamente i comuni potrebbero consorziarsi e costruire dei termovalorizzatori.
Ma il tutto dovrebbe svolgersi a livello locale, molto locale, sotto gli occhi
di tutti quelli che pagano bollette salatissime per rimozione rifiuti e
sono-praticamente-turlupinati. Finirebbero le fughe in avanti, i blocchi, le
manifestazioni violente e spesso sacrosante. Forse questa proposta è troppo
elementare e banale per essere presa in considerazione. Ne prendo atto, fin da
questo momento. Arturo Capasso - NAPOLI È ora di unire tutti gli onesti La
tragedia dei rifiuti non è imputabile solo alla camorra che, col terrore della
violenza, condiziona i singoli e le amministrazioni. La crisi è imputabile
all'intreccio fra malapolitica, non politica e camorra. La camorra riesce a
raggiungere potere e arroganza quando lo Stato è assente, quando le forze
politiche di maggioranza e opposizione, locali e nazionali, litigano, si
distruggono a vicenda, trascurando di risolvere i problemi. La protesta di Pianura
segna il fallimento di gran parte della classe politica, troppo lontana dalle
esigenze dei cittadini. E anche la tempistica delle decisioni del governo non
fa ben sperare: si è deciso di intervenire solo perché l'Unione Europea ha
minacciato di multare il Paese e di bloccare i fondi, non per cancellare la
sofferenza della popolazione. Questa classe politica forse non appoggerà, anzi
ostacolerà il processo di pulizia e rinnovamento. Ma potrebbe essere
un'occasione irripetibile di rinascita, che va perseguita con la coesione di
tutte le forze sane, che vanno affiancate da ciascuno secondo competenze e
possibilità. Edmund Burke scrisse che "la sola cosa necessaria affinché il
male trionfi è che gli uomini buoni non facciano nulla". Insegniamolo ai
bambini, ai giovani. Antonio Napolitano - NAPOLI La differenziata spetta al
Comune Non è ammissibile che il sindaco Rosa Russo Iervolino affermi che
l'amministrazione comunale è esente da responsabilità perchè c'è la gestione
commissariale: la legge impone ai comuni l'organizzazione e l'attuazione della
raccolta differenziata e Napoli è a un misero 10%; ci sono quindi
responsabilità enormi tali da imporre lo scioglimento del consiglio comunale
per inadempienza. Ancora più grave è l'inattività di questi giorni; nulla è
stato fatto per impedire che la quantità di rifiuti aumentasse, nessuna
strategia, nessuna campagna di informazione, nulla. Come cittadino ho
incentivato la mia RD fino al 60%, tanto che non getto un sacchetto da 5 giorni
e come docente sto dando lezioni sull'argomento nel mio istituto; ma sono le
istituzioni a dover informare, indirizzare ed educare i cittadini, soprattutto
in un momento di crisi grave come questa Nello Margiotta - NAPOLI La soluzione
c'è perché non si adotta? "Per il Cnr la soluzione si chiama Thor"
scrivono i giornali. Ma di questo impianto non parlano i più. Vuoi vedere che è
troppo perfetto e soprattutto economico, per cui "mangerebbero" poche
persone? Da sottolineare - se vere - che le caratteristiche di mobilità, di non
passare per la raccolta differenziata, delle dimensioni, sarebbero proprio la
panacea per quelle tonnellate di balle non differenziate giacenti, da bruciare
e che nessuno vuole; mentre non ci sarebbe bisogno (forse) di gara di appalto
(che ha bloccato il termovalorizzatore di Acerra) perché la Assing SpA di Roma
dovrebbe essere assegnataria di diritto. Infine, pur non essendo un esperto,
penso che con personale numericamente adeguato e lavorando 24 ore su 24, data
la catastrofe in atto, un tale prorotipo potrebbe essere pronto in meno di un
mese. Infine - provocatoriamente - i costi dovrebbero essere a carico di tutti
i 945 parlamentari, più i senatori a vita, ma soprattutto a carico degli
assessori, amministratori, sindaci, presidenti di Regione e Provincia di questi
ultimi 15 anni, propozionalmente al tempo rimasti in carica, al solo fine di
"sciacquare il viso" di quei partiti che volessero presentarsi alle
prossime elezioni. Francesco Castracani - NAPOLI "Avete disonorato
l'Italia all'estero" La mia non breve esperienza di vita (classe 1944) mi
ha portato a conoscere vari aspetti della "napoletanità". Tra i
positivi, la cordialità, l'affettuosità nelle amicizie, la sapida saggezza di
molti proverbi, lo spirito gaio che ben si esprime nelle canzoni. Purtroppo
molti sono i lati negativi: la mentalità di fare fesso il prossimo, l'indolenza
nell'aspettare sempre la manna dal cielo (Stato, enti pubblici ma anche
camorra), un diffuso senso di illegalità che dal viaggiare senza casco in moto
a passare con il semaforo al rosso all'omertà verso i malavitosi. Non c'è
dubbio che la vicenda della spazzatura sia in buona parte dovuta alla quasi
inesistente quota da spazzatura differenziata da parte dei cittadini campani:
il 15 per cento scarso. Singolare la pretesa di inviare i propri rifiuti
altrove. Gravissime le responsabilità di Bassolino e della Iervolino, che nulla hanno fatto per incentivare la
differenziata, l'unica che permetta lo smaltimento da parte dei
termovalorizzatori, anche questi irresponsabilmente respinti dalle popolazioni
campane. Con la faccenda immondizia Napoli ha disonorato all'estero non solo se
stessa, ma l'Italia intera, e ciò è molto grave. Spero che le forze sane
di Napoli reagiscano, ma non sono molto fiducioso. Eugenio Zolli - MESTRE (VE).
( da "Mattino, Il
(Nazionale)" del 27-01-2008)
Giunta regionale, rimpasto senza l'Udeur CORRADO
CASTIGLIONE La fiducia ormai alle spalle. Poi da domani l'attesa per il Riesame
che entro giovedì deve decidere sui due assessori dell'Udeur (Andrea Abbamonte
e Luigi Nocera) agli arresti domiciliari: appuntamento indispensabile per un
chiarimento definitivo con Clemente Mastella, anche se l'uscita del Campanile
sembra cosa fatta. Intanto entra nel vivo il lavoro del governatore Antonio Bassolino, che è alle prese con il rimpasto di giunta
annunciato l'altro ieri in aula. Un rimpasto nel quale ci sarà ampio spazio
"per le competenze", come il presidente ha puntualizzato, lasciando
intravedere un programma a termine di fine consiliatura nello stile della prima
giunta di Bassolino sindaco nel '93. Si ragiona
innanzitutto sugli assetti: per l'Udeur dato in uscita, entrerebbero nella squadra
di governo Italia dei Valori e Sinistra democratica. Una scelta che premia il
lavoro svolto in aula dai consiglieri dei rispettivi partiti e che soprattutto
mette fine alle critiche serrate emerse anche nel dibattito sulla mozione di
sfiducia. Un segnale importante, visti i mal di pancia nell'Unione e
soprattutto nel Pd, laddove sono sempre più insistenti le voci di un passaggio
alla Cdl di Ernesto Sica. Quanto ai profili dei nuovi assessori, i nomi che
circolano descrivono la ricerca di personalità dalle competenze indiscusse. Si
parla di Mario Mautone, direttore generale del Ministero alle infrastrutture
(che disse no all'ingresso nella prima giunta-Iervolino);
del filosofo Biagio De Giovanni; del rettore dell'Università di Salerno
Raimondo Pasquino; del docente dell'ateneo federiciano Ugo Leone. E qualcuno
spera ancora in un sì di personalità del calibro di Sabino Cassese, noto
esperto di diritto amministrativo, docente alla Sapienza di Roma. In
uscita vengono dati innanzitutto i due dell'Udeur (Nocera e Abbamonte). Ma
potrebbe andare via anche Rosa D'Amelio, scelta dal listino. Capitolo a parte
per Marco Di Lello, che ha assunto una posizione critica insieme al suo partito
e che potrebbe essere interessato alla candidatura al Parlamento in caso di elezioni
politiche anticipate. Con lui anche Corrado Gabriele e Teresa Armato, che è
stata coordinatrice del comitato regionale campano a sostegno di Veltroni per
le primarie. Ritenuti certamente inamovibili dalla giunta quelli che sono
sbarcati dal Consiglio, e cioè Enzo De Luca e Andrea Cozzolino. Così anche
Angelo Montemarano ed Ennio Cascetta. Intanto nell'Unione continua la serrata
critica condotta dal coordinatore regionale di Sd Raffaele Porta che ritiene
indifferibile nel tempo il rilancio del governo regionale: "Il ricorso
alle elezioni anticipate in tempi brevi sarà inevitabile se Bassolino
non sarà in grado di costruire nei prossimi giorni, e non nei prossimi mesi,
una nuova maggioranza in sostegno di un nuovo esecutivo, costituito da
personalità di indiscutibile competenza e di alto profilo morale, capace di
ricucire il rapporto coi cittadini campani gravemente deterioratosi". Nel
frattempo dalla Cdl proseguono gli affondi. Il capogruppo di An Enzo Rivellini
parla di "centrosinistra in avanzato stato di decomposizione
politica". Mentre il capogruppo del Nuovo Psi Massimo Grimaldi ribadisce
che "le dimissioni di Bassolino sono un doveroso
atto di responsabilità". L'auspicio nella Cdl è quello di vedere crescere
il dissenso in Consiglio con l'arrivo della pattuglia Udeur (8 consiglieri),
tenendo conto che all'appello dei 19 sono mancati solo Luca Colasanto (Nuovo
Psi) e Antonio Peluso (gruppo misto), e che la tenuta complessiva da Fi ad An,
dall'Udc al Nuovo Psi è una buona premessa nel tentativo di contrastare la
maggioranza, giunta al voto solo a quota 29.
( da "Repubblica, La" del
29-01-2008)
Pagina IX - Napoli L'INIZIATIVA Domani alla Stazione
marittima le manifestazioni di interesse: sul mercato
( da "Repubblica, La" del
29-01-2008)
RIFIUTI CAMPANI al tpo Alle 21, al Tpo (Canarini 17/5), Testimonianze dalla Campania contro il business
"mondezza", le ecomafie e il governo delle emergenze: incontro con
Antonio Musella, della Rete Campana Salute e Ambiente. MOVIMENTI CULTURALI Alle
17,30 alla Feltrinelli (P. za Galvani 1/H), presentazione del volume
"L'Atlante dei movimenti culturali contemporanei dell'Emilia-Romagna.
1968-2007, Scritture, Arti, Controcul-ture. Volume I Poesia": i curatori,
Chiara Cretella e Piero Pieri ne parlano con Alberto Ber-toni, Sergio Rotino,
Fabiola Naldi STRAGE DI CLANDESTINI Alle 21, nell'Aula 1 della Facoltà di
Scienze della Formazione (Zamboni 34), "La strage dei clandestini",
storie di vittime dei naufragi, dei tir carichi di uomini, delle nevi sui
valichi, dei campi minati. Con Jean Leonard Touadì, giornalista congolese, e
Gabriele Del Grande di Fortress Europe, autore del libro "Mamdou va a
morire". libro di MAGNANI Alle 21, alla Scuderia (P. za Verdi 2), incontro
con Milena Magnani autrice de "Il circo capovolto". In collaborazione
con la Feltrinelli. Interviene Stefano Tassinari, letture di Andrea Lupo con
musica di Salvatore Panu. VIAN-DANTE Alle 17,15, all'Auditorium della Regione
(Aldo Moro 18), per l'itinerario dantesco VianDante, Guido Mascagni terrà una
lettura su "L'Amore negato". Si può artecipare con la tessera (15 ? )
ottenibile all'ingresso, valida anche per gli incontri successivi.
( da "Nazione, La
(Nazionale)" del 30-01-2008)
Pubblicato anche in: (Resto del Carlino, Il (Nazionale))
LA DIREZIONE ANTIMAFIA "Munnezza, il grande business
della camorra" ? PALERMO ? IL BUSINESS DELLA camorra nello smaltimento dei
rifiuti in Campania ha preso il posto del contrabbando delle sigarette. Le
analisi sui nuovi assetti criminali del meridione sono contenute nella
relazione annuale della Direzione nazionale antimafia firmata da Pietro Grasso.
I magistrati della Dna sostengono che "l'emergenza rifiuti è stata elevata
a sistema, grazie a una perversa strategia politico-economico-criminale che ha
fatto sì che la 'necessita' di affrontare il contingente col metodo
dell'urgenza rispondesse agli interessi di centri di potere politico, economico
e criminale (leggasi camorra)". In questo modo "ne è venuta fuori,
conseguentemente, secondo l'ordine naturale delle cose, una sorta di specializzazione
della criminalità organizzata campana". Per la Dna "oggi può in
generale affermarsi che l'ecomafia veste i panni della camorra". IN VIRTÙ DI QUESTO business,
l'analisi dei magistrati della Dna rileva che "mentre nei tempi passati
una buona fetta dell'economia napoletana si basava sul contrabbando, il cui
indotto garantiva la sopravvivenza di larghi strati della popolazione, nel
presente è l'emergenza rifiuti che svolge lo stesso ruolo". -
-->.
( da "Repubblica, La" del
30-01-2008)
Pagina III - Napoli Dopo gli italiani, si ritirano i
francesi del colosso Veolia: termovalorizzatore fermo Acerra, salta la gara
d'appalto "Mancano le garanzie politiche" Comune ANTONIO CORBO è nero
anche il futuro. Salta la terza gara per gestire ad Acerra l'inceneritore, il
terminale del ciclo di smaltimento, la stazione d'arrivo dei rifiuti. Proprio in
attesa del termovalorizzatore, il governo riapre le discariche. Ma ieri mattina "Veolia", colosso francese, ha
scritto al commissario De Gennaro una lettera cortese, ma molto chiara. Si
ritira perché mancano le garanzie politiche, valutata la crisi di governo. La società
di Parigi era l'unica candidata, lunedì si era già sfilata l'altra, la lombarda
"A2A", sintesi tra la bresciana "Asm" e la milanese
"Aem". "Mancano garanzie normative ed economiche, dispiace per
la Campania che rispettiamo molto", dice a "Repubblica" Antonio
Bonomo, vicedirettore generale. La holding da ieri è al centro di una
trattativa tra i sindaci Moratti e Chiamparino, obiettivo il Piemonte. La
doppia notizia, il no a Napoli e l'interesse per Torino, ha rilanciato il
titolo. Dopo un avvio positivo in Borsa (0, 51) il gruppo "A2A" ha
registrato un picco alle 11 con 1,44, chiusura buona a 0,79. L'inceneritore è
quasi ultimato. Opera di Fibe e Fisia, due società di Impregilo, che ha avuto
ieri un boom a Piazza Affari: 4,23. Non risente quindi della paralisi di
Acerra, dove invece affiorano preoccupazioni per il lavoro. Aspettano il
passaggio di cantiere 400 addetti. Da ricordare anche l'indotto. Si profila
un'altra crisi, l'occupazione. Ieri sera, un portavoce di Impregilo ha
confermato da Milano che Fibe e Fisia non completeranno i lavori, che pure
superano già la soglia del 90 per cento. Mancano cinque mesi e 75 milioni di
spesa. Fibe e e Fisia hanno i conti chiusi dalla magistratura, non possono
chiudere accordi con il Commissariato, sono interdette. Erano assenti anche in
questa gara. Si è concluso ieri il decennio terribile di Acerra. Comincia nel
1998 con un bando considerato infelice. Vince Fibe (allora Impregilo, con
Romiti nell'orbita Fiat) grazie ad una offerta economica molto bassa: si accontenta
di 63 lire al chilo contro le oltre cento chieste da Enel e dalla stessa
"Ams" di Brescia, allora in cordata con "De Vizia transfer
srl", attuale proprietaria della discarica di Difesa Grande ad Ariano. Il
bando ha previsto che bruciassero combustibili da rifiuti con un livello
calorico minimo molto elevato, per ogni chilo almeno 15mila
"kilojoule" (è una unità di misura). Questa prescrizione in linea con
la legge Ronchi ha messo in crisi il sistema: le ecoballe non superano quota
12mila, i sette impianti di Cdr quindi sono inadeguati, tutti da rimettere a
norma. Ecco il primo motivo di fuga per i candidati della gara saltata ieri. Ma
ce ne sono almeno altri due. Il primo è ambientale e segreto: le società temono
intralci, tra politici locali, comitati di protesta, clan. Il secondo è
economico: Acerra conviene se c'è un incentivo statale (il Cip6) che incoraggia
la produzione di energia da fonti alternative. I rifiuti erano, ma non sono più
equiparati ad altre fonti: eoliche e solari. Sembra che vi fosse un accordo non
ufficiale per una deroga, solo per Acerra. La crisi di governo cancella
qualsiasi impegno non scritto. Rimaneva solo una clausola nel bando: senza Cip
6 il contratto sarebbe stato più lungo, da
( da "Opinione, L'" del
30-01-2008)
Oggi è Mer, 30 Gen 2008 Edizione 20 del 30-01-2008 Il
Governatore rimane in carica e si prepara a fare un rimpasto al suo esecutivo Bassolino verso il rimpasto ma senza l'Udeur Da Sinistra
democratica e Comunisti italiani sono pronte levate di scudi, mentre le
lacerazioni interne al Pd sembrano insanabili di Eustachio Voza La mozione di
sfiducia all'esecutivo regionale non ha avuto il medesimo risultato di quella
al Governo Prodi e dopo il voto di venerdì Bassolino
rimane in carica per preparare l'inevitabile rimpasto. Un vero percorso ad
ostacoli che certo provoca grattacapi anche al funambolico governatore, pur
così avvezzo a difficili esercizi di equilibrio sulla poltrona che scotta. Dalla
maggioranza sono pronte le levate di scudi di Sinistra democratica e Comunisti
italiani, mentre le profonde lacerazioni interne al Pd si fanno insanabili tra
accuse incrociate di silenzi omissivi e attacchi irresponsabili. Parzialmente
chiarita dall'ex ministro Di Pietro l'ambigua posizione dell'Italia dei valori,
che si è astenuta sulla sfiducia: le "gravi responsabilità politiche di Bassolino" sarebbero ragione sufficiente per non
entrare nella nuova giunta ma non tale da favorire la Cdl. Da Martusciello,
consigliere regionale di Forza Italia, arriva la ferma sollecitazione per una
giunta di alto profilo. Da più parti si chiede di accantonare i rituali della
politica, scegliendo la strada di una discontinuità che consenta di pensare
esclusivamente alla già ormai scarsa credibilità della Campania. Nonostante
appaia improbabile che l'azione di governo regionale possa radicalmente
rinnovarsi sotto la medesima regia, da ambienti dell'esecutivo uscente vengono
decisi segnali in questo senso. L'assessore Cozzolino, uno dei pochi in aria di
rinnovo dell'incarico, insieme a Cascetta e De Luca, parla di "ristabilire
l'incrinato rapporto di fiducia con i cittadini. Respinta la sfiducia a Bassolino, tutte le forze politiche chiedono l'apertura di
una nuova fase di rilancio politico e programmatico" che non vorrebbe dire
vanificare tutto quanto costruito. La strenua difesa del lavoro svolto prevede
anche l'attacco a un Veltroni che non avrebbe creduto a una possibile soluzione
positiva della vicenda rifiuti, "il Pd nazionale è apparso spesso distante
quando non disinteressato alle vicende interne della regione". Al
contrario, dall'altra metà del cielo democratico campano soffiano venti di
tempesta. Dall'area di Alleanza riformista, il consigliere regionale Iossa e
l'esponente dell'esecutivo De Masi sottolineano la necessità di un poderoso
risanamento: "Bisogna avere il coraggio di fare questa scelta subito,
vincendo ogni forma di resistenza, perché ormai il tempo sta per scadere".
Se i difficili giochi del rimpasto vedono certamente fuori gli esponenti
dell'Udeur, Nocera e Abbamonte, la squadra del Pd sarebbe dimezzata dall'uscita
di Armato, D'Amelio e Montemarano, cui seguirebbero Gabriele di Rifondazione
comunista e il socialista Di Lello. Solo indiscrezioni, invece, sui nomi in
entrata: dal filosofo Biagio De Giovanni al docente universitario Ugo Leone
passando per il rettore dell'ateneo di Salerno Raimondo Pasquino, mentre Nicola
Oddati lascerebbe l'esecutivo del sindaco Iervolino per
entrare in quello regionale. Ragionando con disincanto politico, appare chiaro
che la nomenclatura locale del Pd, nella certa impossibilità di un'immediata
riscossa, sta preparando il campo per una valida alternativa che consenta di
esportare le "tecniche di buon governo" della cosa pubblica già
sperimentate in Campania. In caso di elezioni anticipate, gli assessori
uscenti potrebbero puntare alle Camere e l'innesto di qualche tecnico
consentirà al sempiterno governatore di arrivare alle prossime elezioni europee
con relativa calma. Loro si preparano a lasciarsi i rifiuti alle spalle mentre
i cittadini campani dovranno convivere per decenni con le conseguenze di uno
scempio senza precedenti.
( da "Mattino, Il
(Nazionale)" del 30-01-2008)
L'EMERGENZA RIFIUTI L'ex capo della
polizia ascoltato alla Bicamerale Ecomafie Sos al governo: servono più soldi
Incontro con i sindacati.
( da "Liberazione" del
30-01-2008)
Avvisi ai naviganti Decine e decine di link Avvisi ai
naviganti Decine e decine di link. Migliaia di download. Nei giorni della crisi
di governo uno dei brani più scaricati in rete è stato Minchia signor Clemente
, ironica parodia della canzone di Giorgio Faletti, realizzata dalla
trasmissione "La Banda" di Radio Popolare. Scritta da Gianmarco Bachi
e attribuita farsescamente a Prodi-Faletti-Sircana, "Minchia signor
Clemente" è una accorata invettiva rivolta da Romano Prodi all'ex alleato
Clemente Mastella. Come accadde qualche anno fa, quando lo stesso autore
realizzò il finto spot di Berlusconi comunista, il brano è diventato un cult
della rete attraverso il passaparola. Oggi la si può scaricare da almeno un
centinaio tra siti e blog, ma la versione originale la si trova cliccando
www.radiopopolare.it. Arcavacata (Cs) Verso il corteo del 2 febbraio a Cosenza.
Alle 17.30 al Dam, edificio polifunzionale, Università della Calabria la
proiezione del video Siamo tutti sovversivi di De Bonis e alle 18 dibattito con
Antonio Campenni e Franco Piperno docenti Unical, i deputati Francesco Caruso e
Paolo Cento e Francesco Febbraio direttore di Radio Ciroma. Grottaglie (Ta)
Conferenza stampa per fare il punto sul Consiglio comunale monotematico sui
rifiuti , a due giorni dall'incontro in Prefettura con la
Commissione parlamentare sulle Ecomafie, alle 11 al Presidio permanente No
Discariche, loc. Torre Caprarica, davanti ai cancelli della discarica
Ecolevante. Bari Per l'uscita del primo numero della rivista internazionale
"Studi pasoliniani", il seminario Il corpo, il sacro, il potere: il
dramma dell'ultimo Pasolini alle 17 Aula II facoltà di Lettere e Filosofia
dell'Università. Con Grazia Distaso, Raffaele Cavaluzzi, Daniele Maria
Pegorari, Jole Silvia Imbornone, Vito Santoro, Pasquale Voza e Guido Santato
direttore della rivista Capua (Ce) Un "viaggio" nelle curiosità della
storia di Napoli con il professor Camillo Albanese alle 19 Palazzo Lanza in
corso Gran Priorato di Malta 25. Da Enrico Caruso a Matilde Serao a Maria Borsa
(la cantante che inventò la "mossa")... Napoli Debutta o spettacolo
vincitore del Premio Ustica 2007, un testo venato di surrealtà, in cui è
centrale la figura concreta, del "boss dei boss": San Bernardo di
Claudia Puglisi alle 21 al teatro Elicantropo. In quarantatre anni di latitanza
del boss Bernardo Provenzano , su di lui è stato detto di tutto. Si è persino
arrivati a dichiararlo morto, mentre lui se ne stava proprio lì, fra le
campagne del suo paese, a gestire quella che è stata definita "l'altra mafia".
Chi è Bernardo Provenzano e chi ha coperto la sua latitanza per tanti anni? Nel
processo "Sud Ribelle" il Pm Fiordalisi ha chiesto decine di anni di
carcere per tredici attivisti. Ma la storia dei movimenti non si scrive nelle
aule di un tribunale e La memoria è un ingranaggio collettivo cui tutt* siamo
chiamat* a contribuire. Parliamone domani alle 16.30 Università orientale a
Palazzo Corigliano con Haidi Giuliani, Vincenzo Miliucci e gli imputati campani
del processo "Sud Ribelle". A seguire la proiezione di "Carlo
Giuliani Ragazzo". Roma Inaugurazione della mostra di fotografie sulla
Turchia, così come non è stata mai vista, la Turchia dei ragazzi e delle donne
curde di Dogubayazit: Kurdistan: Memoria storica. Strumento di conoscenza e di
pace . Alle 17 Casa delle Letterature in piazza dell'Orologio 3 con Fabio
Alberti presidente di Un Ponte per..., Adriana Spera presidente della
Commissione Elette, Mehmet Youksel presidente di Uiki e Gaia Parrini di Un
Ponte per... Vanna Gessa Kurotschka e Giuseppe Cacciatore ci parlano del libro
da loro curato Saperi umani e consulenza filosofica (Meltemi) alle 18 nella
Sala Conferenze della Fondazione Basso in via della Dogana Vecchia 5. Con
Giacomo Marramao, Alberto Oliverio, Carla Pasquinelli e Lucio Russo. Tre
narratori d'eccezione, Dario Fo, Lella Costa e Moni Ovadia ci accompagnano nel
viaggio attraverso le menzogne della versione ufficiale: Zero - Inchiesta
sull'11 settembre per la regia di F. Fracassi da un'inchiesta giornalistica di
Giulietto Chiesa alle 21.30 Off!Cine in via del Pigneto 215; con anche Paolo
Jormi Bianchi e Antonio Conte. Miriam G. L. Serranò presentano il libro di
Maura Fatarella Aspettando Tullio (G. Perrone) alle 19 Enolibreria
Contaminazioni largo Riccardo Monaco 6. La libreria Rinascita di via Prospero
Alpino 48 ospita alle 18.30 la presentazione del libro Vedi Napoli - Dieci anni
a Napoli, Marsiglia e Barcellona (Spartaco) con l'autore Luca Rossomando e con
lo scrittore Lorenzo Pavolini, lo storico Michele Colucci e Marco Carsetti esperto
di laboratori per bambin*. Musica, immagini e parole Contro la violenza degli
uomini sulle donne : alle 20 Stazione della Birra in via Placanica 172 il film
dei Marillion "Brave", il testo quasi teatrale di Be Free "La
moglie di Barbablu", Bittersuite + Neverland live. Teatro al Rialto
Sant'Ambrogio alle 21.30 con L'asino albino di e con Andrea Cosentino. Alla
vita di Carmine Crocco è ispirato Briganti scritto, diretto e interpretato da
Gianfranco Berardi alle 22.30 Teatro Cometa Off via Luca della Robbia 47 (fino
a domenica 3). Il salotto digitale: musica elettronica e arti visive con
Digital Sofà Lettere Caffè. Grandi standard jazz degli anni ruggenti con
Gerardo Di Lella Quartet live Cotton Club. Jono Manson Acoustic Set al Big
Mama. Concerto della pianista Marina Greco Per l'infanzia palestinese alle
18.30 Aula magna dell'Ateneo Valdese in via Pietro Cossa 42: musiche di Chopin,
Riccardo Rota legge poesie palestinese e degustazione tipica. Serata per il
Bangladesh alle 21 Locanda Atlantide in via dei Lucani 22 con Sara Modigliani
accompagnata da Gabriele Modigliani e Simone Colavecchi per non dimenticare la
terribile storia di Mari Begum e di suo figlio Hasib Mohamod, lanciatisi dalla
finestra di un palazzo in fiamme al quartiere Esquilino il 12 gennaio 2007.
Perugia Una giornata per Mez e per tutte le donne vittime di violenza Cafè
Mensa universitaria in via Pascoli. Alle 16 frammento teatrale ispirato a Rita
Atria , donna che ha osato ribellarsi alla violenza patriarcale rompendo il
fronte della connivenza femminile. Ancora teatro con "Quattro quadri di
donna - Facili soluzioni per violenti problemi quotidiani". Alle 17 il
dibattito Violenza sessista, media, politica con Isabella Rossi di UmbriaLeft,
Tiziana Bartolini di NoiDonne, la "nostra" Angela Azzaro, Anna Lia
Sabelli del Corriere dell'Umbria e Tamar Pitch docente di Femminismo giuridico
all'Università di Perugia. Siena Per la Campagna per il diritto alla libertà di
espressione proiezione del film Jenin, Jenin e incontro con il regista Mohammed
Bakri, sotto processo in Israele per il contenuto del film. Alle 18.30 cinema
Nuovo Pendola in via San Quirico 13. Poggibonsi (Si) La Rassegna d'Essai
prosegue com un divertito ritratto del cinema italiano di oggi a firma di Mimmo
Calopresti: L'abbuffata . Alle 21 cinema Garibaldi via della Repubblica 158.
Montepulciano (Si) Da domani al 3 febbraio al ilCAntinonearte Teatri di piazza
Savonarola 10 Donne e Confini: dove il confine è un limite valicabile e il
corpo è libero come il pensiero conferenza e la rassegna di cinema e spettacoli
sulla violenza di genere. Si inizia domani, appunto, alle 20.30 con Sandra
Mariani e Furio Durando che introducono la proiezione del film Frida di Julie
Taymor. Firenze "Un Mercoledì da leoni. 24 incontri conviviali per incazzarsi
in compagnia": le serate di approfondimento culturale, sociale e politico
alla Cabina Teatrale di via Romagnosi 13a guardano a "Ciao mamma, sono
gay" "Anch'io figlio mio, tuo padre mi ha fregata" . Alle 21
discussione informale su diritti e libertà negate (a che punto siamo,
prospettive e progetti) con Marco Ravaioli di Azione gay e lesbica, Fabianna
Tozzi di Crisalide azione trans e due donne attiviste in Arcigay e Azione gay e
lesbica. Gradito il tuo intervento e vino e cioccolatini equo e solidali per
tutte e tutti. La cinerassegna Bunueliana prosegue alle 20 alla Cineteca di via
Reginaldo Giuliani 374 con La ragazza con gli stivali rossi di Bunuel e alle
21.30 Il fantasma della libertà di Bunuel. Bologna Secondo appuntamento per il
Corso introduttivo al Pensiero di Antonio Gramsci: La costruzione del Partito
Comunista e la lotta al fascismo alle 21 Politica e Classe in via Barbieri 95.
Piazza Grande raccoglie coperte e sacchi a pelo dalle 16 alle
( da "Repubblica, La" del
31-01-2008)
Pagina X - Napoli Lettera aperta a De Gennaro VITTORIO
COGLIATI DEZZA E MICHELE BUONOMO Egregio signor prefetto, l'inizio del suo mandato
da commissario per l'emergenza rifiuti campana è stato dedicato,
inevitabilmente, a ricercare una soluzione immediata allo smaltimento dei
rifiuti che ancora giacciono nelle strade della regione. Perché l'emergenza che
stiamo vivendo non sia, come per il passato, la "penultima", in
attesa della prossima già in gestazione, occorre mettere in pratica da subito
altre due azioni imprescindibili: l'avvio della raccolta differenziata
domiciliare in tutti i Comuni e l'immediata messa in esercizio degli impianti
di compostaggio. Le raccolte differenziate sono fondamentali per ridurre la
produzione dei rifiuti indifferenziati che devono essere trattati negli
impianti ex Cdr e dei loro residui (fos e sovvalli) da portare in discarica. I
sistemi di raccolta "porta a porta" per gli imballaggi e per la
frazione umida sono gli unici in grado di portare la differenziata in poche
settimane a percentuali che superano almeno il 50 per cento, dimezzando di
conseguenza il carico per gli impianti di trattamento e smaltimento successivi.
La seconda questione da affrontare una volta per tutte è l'annosa vicenda degli
impianti di compostaggio per avviare a riciclaggio la frazione organica dei
rifiuti. I Comuni più virtuosi della Campania a causa dell'inattività dei pochi
e insufficienti impianti campani realizzati sono costretti a esportare fuori
regione l'umido raccolto, affrontando una spesa inutile di circa 5 milioni di
euro all'anno solo per il trasporto. è arrivato il momento di sanare questa
paradossale anomalia. Occorre da una parte procedere alla rimessa in esercizio
in tempi brevissimi dei siti impossibilitati a funzionare, dall'altra occorre
velocizzare l'ultimazione degli impianti in costruzione e snellire le procedure
autorizzative per la realizzazione di quelli progettati o proposti. Le
chiediamo pertanto di attivare tutti i poteri straordinari che le sono stati
conferiti. Su questi due temi la nostra associazione darà il suo piccolo
contributo. Sabato 9 febbraio lanceremo una nuova giornata di mobilitazione per
la raccolta differenziata con decine di iniziative in Campania, chiamando a
raccolta le oltre 70 organizzazioni e i 150 sindaci "ricicloni" che
hanno promosso con Legambiente la manifestazione nazionale dello scorso 19
gennaio "Uscirne si può - Voler bene alla Campania".
Contemporaneamente Legambiente si farà promotrice della costituzione di un
Osservatorio sull'emergenza rifiuti - che si affiancherà a
quello attivo da decenni sulle ecomafie - con l'obiettivo di garantire
trasparenza, monitorando da una parte l'attivazione delle raccolte
differenziate nei Comuni in ritardo rispetto agli obblighi di legge e
dall'altra lo stato di avanzamento dei lavori per il necessario ammodernamento
dell'impiantistica esistente. Solo lavorando su una veloce ed efficace
riduzione dei quantitativi di rifiuti e parallelamente sul completamento
dell'impiantistica per il compostaggio, si creeranno le condizioni per uscire
nei prossimi mesi in maniera definitiva dall'emergenza. è questo il segnale di
forte discontinuità che ci aspettiamo dal suo mandato da commissario. Se così
sarà, Legambiente sarà pronta a darle tutto il sostegno che merita. Gli autori
sono presidente nazionale e regionale di Legambiente.
( da "Manifesto, Il" del
31-01-2008)
Cariche a Marigliano, guerriglia a Gianturco dopo lo
sgombero del sito occupato, con sassaiole e lanci di lacrimogeni. E il
commissario fa appello al "buon senso" dei cittadini Ilaria Urbani
Napoli E' un bollettino da vero stato d'assedio quello di ieri in Campania.
Alla cornice spettrale disegnata dai cumuli di immondizia diventati parte
integrante ormai delle strade delle periferie partenopee si sono unite ancora
una volta le proteste dei cittadini contro il piano De Gennaro. Dalle prime ore
della mattina tensione alle stelle a Marigliano, dove dovrebbe nascere un sito
di stoccaggio. Per ore i cittadini ha bloccato l'autostrada A 30 all'altezza
dello svincolo di Nola sdraiandosi sulla carreggiata. Le forze dell'ordine sono
intervenute nei pressi del presidio nel centro cittadino caricando i
manifestanti. Tra questi c'era anche il sindaco di Marigliano Felice Esposito
Concione, che ha protestato per il trattamento subito: "Un funzionario di
polizia voleva anche strapparmi la fascia tricolore". Bloccata anche la
linea ferroviaria Salerno-Cancello. Nelle stesse ore la protesta montava anche
a Gianturco. All'alba le forze dell'ordine hanno sgomberato il presidio nell'ex
Manifattura Tabacchi, luogo individuato dal commissario De Gennaro per stoccare
i rifiuti. Un dimostrante è salito su una ciminiera dell'area industriale
vicina minacciando di lanciarsi nel vuoto, mentre gli agenti delle forze
dell'ordine entravano nell'invaso. Il sito dell'ex Manifattura Tabacchi da
quasi due anni è deputato allo stoccaggio per conto dell'Asìa, la società di
raccolta rifiuti del Comune di Napoli, ma all'interno del posto sono centinaia
le tonnellate di rifiuti ammassate indistintamente. I manifestanti di Gianturco
hanno bloccato per ore la circolazione rovesciando cassonetti dell'immondizia e
ostruendo la strada con autobus. In serata, quando il cordone umano si è
spostato verso via Marina, ci sono stati scontri con le forze dell'ordine.
Lanci di petardi e pietre da un lato e di lacrimogeni dall'altro. Il sito è
stato poi abbandonato, ma l'assemblea dei cittadini si è data di nuovo
appuntamento per stamattina a Gianturco. Sempre ieri mattina donne e bambini
hanno bloccato l'accesso nelle vie principali del comune di Quarto, dove
l'aiuto dell'esercito invocato nelle settimane scorse dal sindaco Sauro Secone
è servito a ben poco. Alcuni residenti hanno rovesciato all'ingresso del
municipio flegreo decine di sacchetti dell'immondizia ostruendo il passaggio.
Il primo cittadino Secone, insieme ad alcuni dipendenti, ha ripulito di persona
l'ingresso del Comune. Tutto mentre davanti all'ingresso del Comune una
cinquantina di attivisti di Greenpeace dimostravano a favore del riciclo. E mentre
De Gennaro continua ad augurarsi che "prevarrà il buon senso",
annuncia che oggi deciderà definitivamente sui siti di stoccaggio "per
rimettere in moto il ciclo dello smaltimento dei rifiuti in Campania".
"Il piano predisposto - ha precisato il commissario - non è vangelo.
Proprio perché fa riferimento ad una situazione di emergenza, fisiologicamente
è destinato ad essere modificato in corso d'opera". Il presidente della
Regione Campania Antonio Bassolino intanto ha
assicurato un intervento finanziario di altri 20 milioni di euro e un comitato
composto da 24 ordini professionali della Campania ha offerto consulenze gratis
per risolvere la crisi dei rifiuti nella Regione. Ma è guerra anche tra i
tecnici. A Marigliano gli esperti incaricati di valutare le condizioni della
discarica di Montesarchio, in provincia di Benevento, ritengono che l'area non
possa essere riaperta per sversare altra immondizia mentre il team per la
salute del programma di governo per l'emergenza rifiuti diretto da Donato Greco
assicura che "l'apertura delle nuove discariche in Campania per fare
fronte all'emergenza rifiuti non comporterà, secondo l'analisi dei dati ad oggi
disponibili, un aumento dell'incidenza dei tumori e dei rischi per la salute
dei cittadini nelle aree interessate". Il sindaco di Napoli Rosa Russo
Iervolino sempre ieri ha appoggiato l'ipotesi sostenuta da anni dai cittadini
di Pianura e dintorni: "E' accaduto che alcune industrie, prevalentemente
di altre Regioni e soprattutto del nord Italia, per evitare la spesa di uno
smaltimento corretto e in luoghi controllati dei rifiuti industriali tossici,
abbiano preferito farli scaricare abusivamente in Campania, avvalendosi della
collaborazione di operatori disonesti e con la complicità di bande
camorristiche".
( da "Liberazione" del
31-01-2008)
Dopo "Storie di scorie" l'artista torna a occuparsi
di sud e di crimini contro l'ambiente Nel nuovo spettacolo i traffici illeciti
dei rifiuti urbani e industriali per mano della malavita Teatro civile tra la
monnezza: Ulderico Pesce asso di Pianura Federico Raponi Al tavolo del poker
giocato d'azzardo, la carta nella manica è l'imbroglio che può determinare una
partita e sbancare gli avversari. A questo fa riferimento Asso di monnezza ,
titolo del nuovo spettacolo di e con Ulderico Pesce presentato in prima
nazionale al Teatro Fabbrica del Vapore di Milano (fino al 3 febbraio). Un
racconto sui traffici illeciti dei rifiuti urbani e soprattutto industriali,
jolly nascosto e affare d'oro della malavita organizzata. Ulderico Pesce
prosegue così nel suo percorso di teatro civile legato all'ambiente, al sud, ai
poteri criminali connessi tra loro come nel precedente Storie di scorie: il
pericolo nucleare italiano , lavoro documentato sul
rapporto Ecomafie di Legambiente e atti della magistratura e indagini ancora in
corso. La denuncia dell'autore/attore è rivolta ai soggetti coinvolti nella
vicenda: clan della camorra, pubblici funzionari, titolari di finte società di
compost fertilizzante per l'agricoltura che, sotto tale copertura, scaricano
residui tossici in discariche abusive o terreni agricoli. Asso di
monnezza è la storia di Marietta e della sua famiglia a Pianura, periferia di
Napoli, a ridosso di una discarica di rifiuti tossici, mille tonnellate
provenienti dall'Acna di Cengio. Quei veleni le hanno ucciso di tumore i
genitori e una sorella. Sposatasi, va a vivere a Giugliano, in prossimità di
un'altra discarica. In visita a Roma, scopre che nel quartiere di Colli Aniene
si effettua la raccolta differenziata porta a porta. Dopo aver cercato di
convincere invano le autorità della sua zona, Marietta si mette a praticarla
insieme ai figli. Tutto ciò mentre, di contro, il marito e l'altro figlio
malavitosi scaricano rifiuti industriali provenienti dal Nord, illegalmente.
"Oggi - sostiene Pesce - i telegiornali si occupano della spazzatura che
invade le strade della Campania perché tutti la vedono. Ma io parlo anche di
quella "monnezza" che non si vede, assai pericolosa, prodotta dalle
industrie, che viene smaltita nell'ombra. Arsenico, cobalto, fosforo che viene
prelevato soprattutto nelle industrie del Nord". Lo spettacolo si muove
per le regioni della penisola, e un esempio citato è quello della Lombardia,
dove è finito in prigione un vice comandante della polizia provinciale e sono
state individuate 193 discariche abusive. Ulderico Pesce mira a sfatare l'immagine
del sud incapace e del nord efficiente e a dare risalto al taciuto traffico
degli scarti industriali velenosi e illegali dal nord al sud, il cui anello
centrale sta nei laboratori chimici toscani, pronti a rilasciare falsi
certificati in cui si attesta il trattamento di sostanze tossiche quali cromo,
zinco e arsenico. Nel paese, spariscono in questo modo ogni anno materiali
inquinanti per una superficie di tre ettari. L'autore sostiene la punibilità
penale, e non una semplice ammenda, per questi reati che ribadisce essere
contro l'ambiente, e sul suo sito (www.uldericopesce.com) sta raccogliendo
firme per una petizione popolare. "Ho intervistato giudici, gente che vive
nelle vicinanze di discariche, malati di tumore, malavitosi, ambientalisti, carabinieri.
Ho capito che dovremmo consumare di meno, promuovere la raccolta differenziata,
in poche parole andare verso la qualità della vita, cosa che mia nonna faceva
per necessità, perché era povera, e noi dovremo cominciare a fare per
scelta". 31/01/2008.
( da "Giorno, Il
(Nazionale)" del 01-02-2008)
Pubblicato anche in: (Nazione, La (Nazionale)) (Resto del
Carlino, Il (Nazionale))
Di NINO FEMIANI ? NAPOLI ? MARIGLIANO getta la spugna,
Ariano Irpino viene messa con le spalle al muro e Prodi fa il blitz sugli
incentivi Cip6, scontentando Verdi e Rifondazione. È il giorno della vittoria
per Gianni De Gennaro che chiude due fronti di rivolta e rinvia a oggi il piano
per la 'pattumiera da un milione di tonnellate', ovvero la
geografia delle discariche. Una vittoria di De Gennaro, almeno per ora. "Si tratta
solo di una tregua", dicono in prefettura a Napoli, quartier generale del
supercommissario. In realtà, il vertice per Marigliano e la chiamata del
sindaco Gambacorta al Quirinale segnano un punto per De Gennaro nella partita a
scacchi ingaggiata con i territori per domare l'emergenza. NESSUNA
sorpresa, invece, ci sarebbe sul piano dei rifiuti, sebbene ci sia sullo sfondo
più di un'incognita (da chiarire oggi). Le discariche
aperte e riaperte sarebbero quelle previste dal decreto del maggio scorso
(Savignano Irpino, Sant'Arcangelo Trimonte, Terzigno e Serre, quest'ultima già
in funzione) a cui si aggiungono quelle individuate, in modo temporaneo da De
Gennaro e "fino al completamento dell'invaso": ovvero Ariano Irpino,
Villaricca e Pianura. Oltre a diversi siti di stoccaggio e trasferenza tra cui
Ferrandelle, Marigliano e gli ex capannoni della Manifattura tabacchi di
Napoli, dove ancora ieri ci sono stati blocchi e tensione. Parapoti, altro
punto cruciale, resta al momento "in riserva strategica", sebbene sul
sito si addensino molte nubi nere. Su Marigliano in prefettura si sigla un
fragile accordo, una tregua di 48 ore come la definiscono gli amministratori
presenti. Di che cosa si tratta? "Verranno fatti dei carotaggi ? dice il
sindaco, Felice Corcione ? garantiti da organismi pubblici. Intanto si
sospendono i lavori, poi ci aggiorneremo dopo che le analisi avranno fugato i
dubbi della popolazione". In ogni caso le ecoballe da depositare nell'area
di Marigliano assommeranno a 30mila tonnellate e non a 98mila, come previsto
all'inizio, e ricoperte da doppio cellophane. Il primo cittadino poi spiega che
sul territorio verranno effettuate verifiche accurate, prelievi e analisi
condotte dall'Istituto superiore di sanità. Accertamenti anche sulla presenza
di materiale ferromagnetico nel sottosuolo per valutare, una volta per tutte,
se vi siano o meno rifiuti tossici sotterrati. MENTRE SI CHIUDE qualche fronte
di polemica, se ne apre un altro, politico e tecnico insieme. In uno dei suoi
ultimi giorni a Palazzo Chigi, Romano Prodi mette a segno un vero e proprio
blitz e accorda ai termovalorizzatori della Campania il regime agevolato del
Cip6 per favorirne la realizzazione. Sconfessando la sua stessa Finanziaria che
poche settimane fa aveva cancellato questo tipo di beneficio economico. Il
provvedimento di Prodi riapre i giochi per la gestione del termvolarizzatore di
Acerra, dopo che le aziende che intendevano raccogliere il testimone di Fibe-Impregilo,
cioè la francese Veolia e l'italiana A2A, si erano defilate. IL PROVVEDIMENTO
di Palazzo Chigi rimette in corsa le società interessate alla gestione di
Acerra, ma anche alla costruzione del termovalorizzatore di Santa Maria La
Fossa e dell'impianto di Salerno, non ancora in cantiere e nemmeno autorizzati.
Ma la mossa di Prodi non piace a Rifondazione e il presidente della commissione
Ambiente al Senato, Tommaso Sodano, la giudica "incomprensibile e
inaccettabile". - -->.
( da "Repubblica, La" del
01-02-2008)
Cronaca Pozzuoli, un mese fa Pozzuoli, ieri Melito, un
mese fa Melito, ieri Pianura, un mese fa Pianura, ieri Nelle strade inghiottite
dai rifiuti "Un mese dopo è ancora un inferno" Napoli, viaggio dentro
la provincia assediata dalla spazzatura Il reportage Solo il centro della città
è stato ripulito: in periferia cumuli fino ai primi piani L'immondizia mai
raccolta da fine dicembre E c'è chi cammina con la mascherina (SEGUE DALLA
PRIMA PAGINA) GIOVANNI MARINO Immondizia mai raccolta da fine dicembre, se non
da prima, a cui si aggiunge, giorno dopo giorno, inesorabilmente, altra
spazzatura. Non si respira, e non è un eufemismo, nella grande area a ridosso
di Napoli: a Pozzuoli, Quarto, Casoria, Melito, San Giorgio a Cremano,
Casavatore, Afragola, Cardito. Un mese dopo l'esplosione della grande crisi,
andare da quelle parti è un tour nella disperazione e nel più totale abbandono.
Nulla è cambiato in positivo, anzi, la situazione è peggiorata. Napoli è lì, a
pochi minuti di auto, ma sembra lontanissima. La città, da qualche giorno, è
stata ripulita. Dal centro alla periferia. Pianura è totalmente pacificata. Non
ci sono tracce di quei giorni infernali. La discarica è chiusa da strutture in
granito disposte ordinatamente. A terra, a ricordare quegli scontri, è rimasto
uno striscione contro Prodi, Bassolino, Iervolino e Pecoraro Scanio. Accanto alle loro foto una grande
scritta: "Camorra non siamo noi, il nostro tumore siete voi". Alla
Riviera di Chiaia, nel cuore elegante della città, non c'è una carta fuori dai
cassonetti. Tre settimane fa c'era stata una rivolta per lo stato di degrado
raggiunto. Adesso l'inferno si è spostato di pochi chilometri. O meglio,
c'è sempre stato anche nei giorni di Pianura. Ma brucia sempre di più. La
provincia è letteralmente inghiottita dalla spazzatura. Eppure, andando in
giro, raccogli frustrazione ma nessun cedimento davanti all'ipotesi di ospitare
eventuali discariche o siti da quelle parti. è come se non si accorgessero che
le discariche, tante mini-nauseabonde discariche, le hanno già sotto casa. Un
cartello rettangolare con la scritta "Napoli" sbarrata di rosso
avverte che si sta lasciando il capoluogo e si entra in un altro comune.
Pozzuoli, area flegrea, è diventato un immondo sversatoio. E i primi cumuli
alti e maleodoranti sono proprio all'altezza di quel cartello, quasi ad
avvisarti che da lì in poi sarà tutto così. Luca ha 13 anni e mugugna:
"Che vergogna". Va in terza media: "Studio a Napoli alla scuola
Fiorelli, lì è pulito ma quando torno qui, a casa, è tutto uno schifo. Mi
alleno con la corsa, ho dovuto sospendere, non puoi fare un passo con questo
fetore". Attorno a Luca il lungomare è sfregiato da carcasse di mobili,
stipiti in legno bruciacchiati, cucine sfondate, sacchetti di ogni tipo, un
antico calciobalilla, avanzi di cibo, cartoni di detersivo. Qualcuno ci ha
buttato sopra un po' di cemento. "Così puzza di meno", assicura
Antonio, un ragazzo in tuta. C'è un'auto della polizia che scorta una piccola
ruspa. Gli agenti hanno le mascherine sul volto. "Ce le hanno prestate i
netturbini", dicono. Il piccolo mezzo fa avanti e indietro tra i sacchetti
ed è l'immagine dell'impotenza. "Come svuotare l'Oceano con un
secchiello", commenta Carmine, vigile urbano in pensione. Poi arriva una
donna a bordo di una Fiat Cinquecento e inveisce: "Scusate, poliziotti, ma
come è possibile che in tutte le zone di Napoli la monnezza l'hanno tolta e da
noi, invece, no? Che siamo gli appestati, noi?". Gli agenti si guardano
tra loro e allargano le braccia. Un breve tragitto e si arriva a Quarto. Ma
sulla strada, in via Campana, ci si imbatte in un piccolo podere ostaggio dei
rifiuti. Raffaele Rusciano non parla, scava e basta: deve liberare un
passaggio. Maria La Ragione urla: "Non ne possiamo più, mandate il Tg3,
siamo al numero civico 226". A Quarto un uomo alto e robusto si presenta:
"Mi chiamo Mario e ho quasi 70 anni, volevo sapere soltanto una cosa: ma è
vero che vogliono buttare questa schifezza in una cava qua sopra?". Non
aspetta la risposta: "Perché noi facciamo le barricate, capito? E
chiamiamo le televisioni". Inutile tentare il dialogo, provare a ragionare
chiedendo: ma da qualche parte dovranno pur metterla l'immondizia? Mario fa
un'espressione severa e segue il filo del suo discorso che poi è comune a molti
a Napoli e provincia: "A Quarto 20-25 giorni fa vennero i soldati: una
sceneggiata. Guardate come siamo ridotti. La politica ha fatto questo guaio e
la politica lo deve riparare. Noi cittadini che c'entriamo?". è una scena
grottesca: dialoghiamo tappandoci bocche e nasi, in un luogo ostruito dalla spazzatura,
dove i primi piani delle case ormai si intuiscono soltanto tra i cumuli che si
arrampicano fino alle finestre, ma l'unica preoccupazione è dire no a qualsiasi
ipotesi di discarica. "Allora, se mi date i numeri vi chiamo per quando
facciamo i blocchi stradali, poi venite, siamo d'accordo?".
"Benvenuti a Casoria". La cartellonistica, nella provincia a nord di
Napoli, andrebbe cambiata. La scritta giunge al termine di una piramide di
spazzatura. Sulla statale Sannitica, dove si incrociano Casoria, Afragola e
Cardito, un serpentone chilometrico di spazzatura è il paradiso di ratti grossi
come gatti. "Appena si fa sera - racconta Maria, seduta davanti a un bar -
escono per mangiare; a mia figlia piccola ho imposto di andare in giro solo con
gli stivali alti, per evitare morsi e malattie". Si soffoca nella cintura
vesuviana e a San Giorgio a Cremano, il paese di Massimo Troisi, non c'è nulla
di cui sorridere. In via Gramsci sventola un drappo tricolore su una montagna
di monnezza. Si legge: "Ci vergogniamo di essere italiani". Da una
strada della provincia all'altra, dal degrado al degrado. Ma se c'è una
classifica del peggio, in questa drammatica crisi dei rifiuti, ai primi posti
va messa Melito. Attraversandola si ha l'impressione di stare in zona di guerra.
Sono più i residenti con le mascherine che quelli senza. Le portano i grandi e
i piccoli e non le tolgono mai, finché stanno per strada. Via Giulio Cesare,
via Cristoforo Colombo, Traversa Melitiello, sono ormai discariche a cielo
aperto. Ogni strada reca i segni della protesta: cassonetti rovesciati e
immondizia ovunque. In Corso Europa ci sono due chilometri di spazzatura. Forse
più. Un uomo di colore, furtivo, ci getta su un televisore maxischermo andato
in frantumi e fugge. Pochi metri dopo bisogna fermarsi. Giovani esasperati
stanno bruciando i rifiuti. Impediscono il passaggio. E invocano:
"Aiutateci".
( da "Libero" del
01-02-2008)
Attualità 01-02-2008 DISASTRO NAPOLETANO Mucchi di
rifiuti e montagne di soldi Il commissario De Gennaro chiede soldi per far
fronte all'emergenza rifiuti in Campania. Cosa dovevamo aspettarci? Al costo per i compensi al sindaco Iervolino, al governatore Bassolino, al ministro Pecoraro Scanio, dobbiamo aggiungere i costi
dell'esercito, il compenso e le richieste del commissario, il danno d'im magine
che colpisce il turismo. E qualcosa per la camorra dovremo pur calcolarla;
si crede forse di poterla mettere da parte gratis? Così va il Belpaese
presieduto dal presidente di tutti gli italiani che, innanzi al 60% dei
cittadini che desidera andare al voto, dice che la situazione è complicata.
Marco Chierici e.mail Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di
riproduzione delle notizie senza autorizzazione.
( da "Libero" del
01-02-2008)
Italia 01-02-2008 La curia invoca l'aiuto di San Gennaro
Il Pd: si intromette PEPPE RINALDI NAPOLI Non sono solo i roghi a bruciare in
Campania. C'è anche una sottile e quasi impercettibile fiamma che arde tra le
stanze di Palazzo San Giacomo, sede del comune di Napoli, arriva fino alla
diocesi e si spinge oltre, lambendo la sinagoga della comunità ebraica. Con una
"doverosa" puntatina più in alto, in direzione di quel San Gennaro
cui il popolo s'è votato per un miracolo che cancelli la tragedia dei rifiuti.
Parliamo delle scintille prodotte dall'attrito fra il
sindaco Iervolino ed il cardinale Sepe a proposito della presunta
"sovraesposizione mediatica" di cui l'alto prelato era stato accusato
in più di una occasione, e non solo dal primo cittadino. "Pensi a fare il
cardinale" aveva detto la Iervolino, rendendo evidente il fastidio
montante dalle sue parti per le iniziative del cardinale. Le veglie di
preghiera, l'affidamento al santo patrono, tutto è stato percepito come
ingerenza: del resto i contenuti poco teneri adottati da Crescenzio Sepe,
riferiti ai livelli istituzionali nel quadro della drammatica, epica, storia
della spazzatura, hanno subito impattato le stanze della politica. La cosa si è
poi trasferita nella sede regionale del Pd, guidato da uno dei
"gurka" di Ciriaco De Mita, il deputato salernitano Tino Iannuzzi. In
uno dei tanti vertici degli organi dirigenti dedicati soprattutto alle
conseguenze del terremoto Udeur e dal rimpasto della giunta Bassolino,
l'ala "sinistra" del partito aveva in qualche modo sposato le
posizioni del sindaco, dicendosi concorde sulla riflessione relativa alla
"spropositata presenza sui media di Sepe". L'ala cosiddetta
"cattolica" del Pd campano (cui pure l'ex basista Dc Iervolino
appparterrebbe) si è invece schierata con il capo della diocesi, in un caso
producendo anche documenti politici a sostegno del suo diritto di parola e di
critica. Com'è stato per un nutrito gruppo di consiglieri comunali in palese
dissenso dal sindaco. A questi si sono uniti proprio l'al tro ieri un gruppo di
intellettuali napoletani che, in una nota diffusa ai media, ha apertamente
parlato di "arroganza di chi tenta di zittire il cardinale nell'esercizio
del suo magistero invece che prendere consapevolezza della catastrofe e della
necessità di uscirne". Insomma, a liquefarsi non è il sangue di San
Gennaro ma il tessuto di un partito dall'identi tà ancora obliqua alle prime
prove generali di tenuta. Ma la cosa ancor più significativa è l'inciden te con
il rabbino capo di Napoli Pierpaolo Pinhas Pinturello. In diverse occasioni
pubbliche, la Iervolino aveva paragonato la situazione mediorientale
all'occupazione nazista, come un Diliberto qualsiasi: inutile dire che
Pinturello ha dato forfait alle celebrazioni della Giornata della Memoria cui
pure era stato invitato seppur attraverso una semplice email. Vicenda
letteralmente snobbata da tutti, eccezion fatta per un consigliere comunale di
una lista civica, Marco Mansueto. Il che la dice lunga sulla sproporzione tra
la generalizzata, quasi conformistica, condanna dell'antisemitismo e
l'interesse vero manifestato nelle occasioni concrete. Salvo per uso personale
è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.
( da "Corriere della
Sera" del 01-02-2008)
Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Cronache -
data: 2008-02-01 num: - pag: 23 categoria: REDAZIONALE Politica e barricate Le
oscillazioni della Iervolino "Botte o cancro fa lo stesso" Così la
piazza sta fermando il supercommissario DAL NOSTRO INVIATO NAPOLI - I tre
bambini prendono la rincorsa dal prato, tra gli applausi della gente che già
pregusta la scena. Si tengono per mano, salgono sulla strada di corsa, sputano
all'unisono sui finestrini della macchina della polizia, e tornano indietro
ridendo. Tutto intorno, signore strette nei cappotti che si scaldano davanti ad
un fuoco acceso sulla carreggiata, pensionati in bicicletta che distribuiscono
viveri, ragazzi che fanno la faccia feroce ai "nemici ", gli uomini
in divisa. "Tanto qui nessuno tiene paura", dice uno dei tre bambini,
avrà al massimo dieci anni. "O moriamo di tumore o di mazzate".
Marigliano doveva essere facile. Nel piano presentato undici giorni fa dal
commissario straordinario per l'emergenza rifiuti Gianni De Gennaro, l'apertura
della discarica temporanea non avrebbe dovuto presentare problemi, almeno non
di ordine pubblico. Invece, via Isonzo è un percorso di guerra urbana,
reticolati e piastre di cemento che ostruiscono il passaggio. L'autostrada è
bloccata, la statale pure. Il sito, dieci moggi di terreno, è in fondo a una
stradina di campagna, località Bosconfangone. Accanto c'è il depuratore,
sequestrato dalla magistratura nel 2004 perché scaricava liquame nella falda
acquifera. Di fronte, uno stabilimento dell'Alenia sul quale gli abitanti
raccontano storie di esalazioni, operai intossicati, vapori tossici. è su
questo sentiero che nei giorni scorsi si sono scontrati poliziotti e
manifestanti. In palio c'era il passaggio di due pale meccaniche dirette alla
futura discarica. Le ha prese il sindaco, le ha prese un bimbo di otto anni,
Filippo. Ma i veri simboli di questa protesta, esibiti come icone, indicati a
vista da chi vuole dare spiegazioni e convincere, sono gli ammalati. La zia di
Filippo, ad esempio. è una donna dall'aria semplice, per nulla aggressiva, è
vestita con gonna nera e dolcevita grigio. Fa la casalinga, ha 35 anni, ha il
cancro. "Linfoma dovuto a fattore ambientale ", le dissero i medici
quattro anni fa. Chemio e radioterapia, un trapianto di midollo al Cardarelli,
la convalescenza sorvegliata e la convinzione che il calvario sia dovuto ai
veleni che si sprigionano da un terreno esausto, dove per anni è stato
abusivamente sepolto di tutto. è qualcosa che dà forza alla protesta, la rende
più convinta e sorda. Il risultato è un pareggio, tregua di due giorni,
apertura subordinata all'esito degli esami sul terreno. Stallo. E così i
furgoni della polizia carichi degli agenti che devono dare il cambio ai
colleghi che presidiano il sito da dieci ore restano in coda sulla stradina,
fermi, circondati dai manifestanti. Non si va avanti, non si va indietro. è
l'immagine che riassume queste giornate, dove i rifiuti sono stati soltanto
oscurati da notizie più nuove. Di immagini ce ne sono anche altre, ormai
consuete. A Cittadella, una frazione di Casoria, i bimbi delle scuole
elementari e medie, accompagnati dai genitori, hanno bloccato la via Nazionale
mettendo di traverso la montagna di immondizia che da settimane colma i
marciapiedi. I camion sono passati lo stesso su questo tappeto nauseabondo,
spiaccicando i sacchi della spazzatura, seminando il loro contenuto per
centinaia di metri. A Ponticelli, quartiere di Napoli, qualcuno ha messo il
metro marino in mezzo ad un cumulo di munnezza che sfiora i tre metri di
altezza. La spazzatura come una marea montante, da misurare ogni mattina. Il
centro di Napoli è pulito, ma è un'illusione ottica. Le periferie e la
provincia sono sommersi, l'esercito che ogni tanto fa respirare qualche
quartiere crea soltanto un effetto placebo. E Gianni De Gennaro, l'uomo che
doveva tamponare una situazione giunta al punto di non ritorno, è un
commissario dai superpoteri ma senza più un governo. L'ex capo della polizia è
stato chiaro fin da subito. A lui spetta la soluzione di questa emergenza, non
dell'emergenza rifiuti nel suo insieme. Ha firmato le ordinanze per l'entrata
nei siti di stoccaggio "battezzati " dal suo piano, e poco altro. Non
firma l'ordinaria amministrazione, si attiene al piano. è una presa di distanza
simbolizzata anche dalla scelta di aprire il proprio ufficio non al
Commissariato, ma al Comiliter, il palazzo dell'esercito in piazza Plebiscito.
"Così non si va avanti", ha detto due giorni fa. I primi 24 giorni di
De Gennaro somigliano molto agli ultimi del suo predecessore, il prefetto
Alessandro Pansa. La sensazione di essere fermi, di non avere l'aiuto necessario,
che tutti pensino (anche) ad altro mentre ogni ora dovrebbe essere invece
preziosa. I superpoteri di un Commissario senza governo non scalfiscono il
potere politico locale. E senza politica non si va da nessuna parte. Lo sa bene
il prefetto Pansa, commissario straordinario "caduto" sulla discarica
di Pianura dopo avere ricevuto abbondanti assicurazioni dai politici campani. è
una storia vecchia di un mese ma da raccontare, perché aiuta a capire come
nessuno sia senza colpa. Nella disperata corsa contro il tempo - la chiusura
del sito di stoccaggio Taverna del Re, annunciata al 31 dicembre, segnava
l'inizio del disastro - l'ipotesi di riaprire Pianura viene considerata
l'extrema ratio. Il Commissariato è perplesso, timori per l'ordine pubblico. Antonio Bassolino presenta a Pansa una relazione dei suoi collaboratori nella
quale si sostiene che la situazione ambientale è difficile, ma comunque
"percorribile". Poco prima di Natale, un incontro in Prefettura con Bassolino, il sindaco Iervolino e il presidente della Provincia Dino Di
Palma mette a punto la strategia. "Nessuna indicazione contraria
dei presenti" si legge nelle informative inoltrate alla presidenza del
Consiglio. Si proceda, allora. La scelta diventa ufficiale. Due giorni dopo,
Iervolino si dichiara pubblicamente contraria alla riapertura della discarica
di Pianura, e si schiera al fianco dei suoi abitanti. Ma ancora il 28 dicembre,
quando ormai sono cominciati i blocchi stradali e ferroviari, durante una
riunione in prefettura il sindaco di Napoli è d'accordo nel cercare "un
consenso quantomeno a livello politico per mediare con la popolazione" e
arrivare all'apertura della discarica. Il cerino resta in mano a Pansa, che si
brucia. De Gennaro ha trovato una soluzione compromessa da notti di battaglia e
trattative con i capi della protesta che avanzavano richieste sempre più esose.
E ha tirato una riga su Pianura. Ma il modo in cui è maturata questa rinuncia è
benzina che alimenta le proteste degli altri, una eredità che pesa su qualunque
nuova trattativa. Anche tra i prati di Marigliano appare chiaro che si è creato
un precedente dove lo Stato è venuto, è stato contestato, se ne è andato
sconfitto. Un pensionato, un attivista, la madre di Filippo: "Siccome noi
siamo persone pacifiche e quelli di Pianura invece no, dobbiamo prenderci i
rifiuti di Napoli al posto loro?" è un coro rassegnato, perché tutti sanno
che alla fine la discarica, qui, si farà. Ma la disfatta che lo Stato ha
incassato a Pianura è un tormento ulteriore, alimenta il retrogusto di ingiustizia.
"Brava gente" dice il vicequestore che dirige la polizia messa a
proteggere il sito. Convinta di subire un torto, l'ennesimo. Lo scorso anno
Marigliano ha vinto un premio per la raccolta differenziata. "E adesso ci
dobbiamo prendere i rifiuti di quelli che non la fanno?" Qui, come ad
Ariano Irpino e negli altri luoghi della protesta, c'è la convinzione
inscalfibile che ognuno si debba prendere i suoi rifiuti e le sue eventuali
colpe, e basta. L'eterna rivalità campana tra metropoli e provincia. Non c'è
bisogno di arrivare in Veneto. La solidarietà nazionale finisce appena fuori
Napoli. Anzi, non comincia nemmeno. Proteste Prima le parole di sdegno, poi i
cortei, ora i blocchi stradali. è l'onda in crescita delle proteste contro la
riapertura delle discariche indicate da De Gennaro Nella foto un tir fermo
sull'autostrada fra Caserta e Salerno (Ansa) Commissario Gianni De Gennaro
Scontri Tensione per i cortei contro il sito di stoccaggio di Marigliano
(Emmevì) Marco Imarisio.
( da "Mattino, Il
(Nazionale)" del 01-02-2008)
Viaggio nei 50 siti fuorilegge del Giuglianese. I rom
corrieri della spazzatura pericolosa: guadagnano 5 euro a carico DALL'INVIATO A
QUALIANO PIETRO TRECCAGNOLI I roghi li appiccano alle cinque di mattina, quando
il vento spinge il fumo nero e i veleni verso il mare e grazia i 27mila
abitanti di Qualiano. Nella terra dei fuochi, prima dell'alba, ardono i
copertoni, ammonticchiati dovunque. Gli pneumatici non servono a riscaldare
l'Onu della prostituzione che lungo tutta la Circumvallazione fa mostra di sé a
tutte le ore del giorno e della notte. A loro ci pensano i magnaccia (africani
e slavi per lo più) che le hanno prese in franchising della Camorra, quella con
la "c" maiuscola. Le gomme sono usate come combustibile. È come una
legna tossica che serve a far sparire più rapidamente le morchie di nafta che
vengono sversate in abbondanza sui copertoni. Poi basta un fiammifero e, puff,
il veleno è servito. Brucia prima e, a fine rogo, è impossibile capirci
qualcosa in quell'impasto scuro e fetente. A Ponte Riccio, poco lontano dalla
zona Asi di Giugliano, c'è l'inferno. Chi passa velocemente lungo l'Asse
Mediano intuisce e qualche volta annusa. Ma per scoprirne i gironi, le balze e
la dannazione bisogna addentarsi nelle strade di campagna, prima asfalto e poi
pantani, neri di fango, di scorie, impregnanti di peste chimica che la pioggia
di gennaio non riesce a neutralizzare. Attorno a Qualiano ci sono una
cinquantina di siti di scarico. A volte piccoli, nascosti tra i frutteti, le
case in costruzione, i campi da tennis mai finiti, o sotto i ponti che dal lago
Patria si addentrano negli acquitrini dove ancora si ostinano ad allevare
bufale. Qualiano paga l'esoso prezzo della geografia, stretto tra le periferie
di Giugliano e di Villaricca. Perché si scrive Taverna del Re, Giugliano,
appunto, e si legge Qualiano. Si scrive Cava Riconta, via Ripuaria, Villaricca,
e si legge Qualiano. "In un'area molto concentrata, per decenni si è
scaricato di tutto, senza nessun controllo" denuncia Raffaele Del Giudice
di Legambiente che qui ci è nato e ci vive e di questa battaglia ne ha fatto
una ragione di vita. "Si brucia, si sotterra, si uccide una zona di
frutteti ricchissima. Qui se pianti l'asta di una scopa dopo un po'
fruttifica". E ora? "Ora solo veleni di tutti i tipi". È qui che
Esmeralda Calabria, Andrea D'Ambrosio e Peppe Ruggiero hanno girato il
documentario "Biùtiful cauntri" che ha entusiasmato Nanni Moretti e
che tra poco arriverà nelle sale. Lungo strade e sentieri senza nome,
fiancheggiati da canneti rinsecchiti dalla diossina, si possono trovare tubi
catodici, divani, aspirapolveri, volumi sparsi di enciclopedie, bottiglie,
parafanghi e altri residui di smaltimento di auto, in gran parte derivati del
petrolio. Ci sono anche pezzi di tronchi di palme. Sono quelle infettate dal
punteruolo rosso, un insetto mediorientale. Non le smaltiscono secondo la
legge. Le bruciano insieme a tutto il resto. E l'animale sta sempre lì. Ma i
rifiuti più pericolosi sono quelli che non si riescono a distinguere. Come
attorno alla centrale Enel, dove le puttane battono accanto a un monterozzo di
scorie di fonderie che due giorni fa non c'era e che è bruciato per una
mattinata intera. I vigili del fuoco? Ormai nessuno li chiama più. Se
v'infilate in una traversa dalle parti della Masseria del Cardinale, poco dopo
la costruenda chiesa dell'Immacolata, siete in piena discarica. Qualche
contadino si ostina a potare alberi di albicocche, ma l'assedio è totale.
Vedono, mugugnano, ma la loro rabbia non produce effetti. E così molti
tacciono. Frutteti si alternano a piccoli spazi incolti, scampìe. I più
sfiduciati hanno sradicato tutto e hanno attaccato le cesoie al chiodo, perché
i cumuli abusivi e tossici, crescono di giorno in giorno. A trasportare le
schifezze sono i rom. Chi ha bisogno di far scomparire monnezza pericolosa o
ingombrante gli mette in mano cinque euro ed è fatta. Provvedono loro, con i
propri trabiccoli improbabili a portare tutto dove l'occhio non vede, ma il
naso sente e i polmoni s'incancreniscono. Del resto i nomadi tra i veleni,
all'ingresso dell'area industriale, ci vivono in settecento, su un terreno
dove, anno dopo anno, è stato infilato di tutto. Poco più avanti, superato
l'immpianto verde di Cdr, c'è una vecchia discarica abusiva dove fino a dieci
anni fa, quando è stata finalmente chiusa, hanno interrato ogni specie di
scoria. C'è un recinto di cemento che la contiene, ma la collinetta, dove
cresce erba grigia, svetta beffarda tra gli alberi di percoche (le
indimenticabili puteolane), i cui tronchi hanno ora un colore indefinibile, che
intossica già a guardarlo. Non si raccoglie più nulla, sperano i consumatori. A
cinque metri dall'ecomostro ci sono i teloni di alcune serre dove per ora non è
ancora spuntato nulla, se mai spunterà. Per contrasto, i broccoli sono già "spicati",
come altrove le mimose: c'è chi caparbio e incosciente li coltiva a due passi
da una delle ex-centrali dell'ecomafia. Nella campagna attorno a Qualiano, dove senti sempre addosso
gli occhi di chi non ha bisogno di chiedere per sapere che cosa stai facendo,
la tragedia non è il sacchetto di casa. Ce ne sono a montagne anche qui,
ovviamente. Impudichi e sventrati, a pezzatura di un centinaio di metri, e
fanno da nutrimento per cani randagi e bestie innominabili. È un
contrappasso che Dante non aveva previsto per i suoi peccatori. Anche perché
qui puniscono soprattutto gli innocenti. Innocenti come le folaghe (quelle che
amava cacciare Ferdinando IV di Borbone), i gabbiani e qualche cormorano che
sguazzano nelle acque del lago Patria. Sono immersi in una schiuma bianca che
infesta le rive. E sbattono le ali come il cormorano nel petrolio della prima
guerra del Golfo. Allora sapevi da dove arrivava la morte. Oggi, invece,
nessuno sa dirtelo con certezza. (1. continua).
17/1/2008 (13:26) - EMERGENZA RIFIUTI, INTERVIENE LA COMMISSIONE EUROPEA
Bruxelles orientata a proseguire la
procedura d'infrazione. A fine mese
previsto invio di un secondo richiamo
BRUXELLES
La Commissione Europea è orientata a proseguire la
procedura d’infrazione contro l’Italia per la questione dei rifiuti.
Il 30 gennaio prossimo sarà deciso l’invio di un
secondo richiamo alle autorità italiane dopo la lettera di messa in mora già
inviata in giugno. «Ci sarà una seconda lettera», hanno riferito le fonti,
facendo riferimento al secondo passo della procedura che prevede l’invio di un
parere motivato.
Il 28 gennaio è previsto a Roma un incontro a livello
tecnico tra le autorità italiane e quelle comunitarie per valutare le misure
già prese per far fronte all’emergenza e quelle previste dal governo per la
gestione nel medio e lungo termine dei rifiuti. Ma l’orientamento che sta
prevalendo a Bruxelles è che non esistono le condizioni per bloccare la
procedura aperta in giugno verso l’Italia. La linea dura di Bruxelles è stata
di fatto preannunciata dall’intervento del commissario ue all’ambiente Stavros
Dimas, martedì davanti all’europarlamento. «Se le attuali violazioni delle legislazioni
comunitarie dovessero continuare, useremo tutte le misure disponibili, inclusa
la possibilità di applicare multe», aveva detto Stavros.
Dal ricevimento del parere motivato, l’Italia avrà due
mesi di tempo per rispondere e conformarsi alle richieste comunitarie. Qualora
la Commissione Ue non si ritenesse soddisfatta, scatterebbe la terza fase della
procedura d’infrazione, che prevede il ricorso alla Corte di giustizia della Ue
del Lussemburgo e, nell’ipotesi di una condanna, severe sanzioni pecuniarie.
Ieri il ministro Emma Bonino ha rilevato che per le violazioni alla tutela di
ambiente e salute, la Ue potrebbe imporre «multe da 20 mila a 700 mila euro
giornaliere».
In Campania il 35% dei traffici
illegali
Articoli Correlati
Rifiuti, protesta
davanti a discarica in Abruzzo
Rifiuti,
continuano le proteste. A Tradate multe per chi trasporta quelli «non lombardi»
Emergenza
rifiuti, scontri davanti alla villa di Soru
La grande balla delle
ecoballe – di Giovanni Valentini ( da "Repubblica, La" del
14-01-2008)
Diecimila
in piazza contro bassolino - ottavio lucarelli ( da "Repubblica,
La" del
13-01-2008)
Fabio
Perugia f.perugia@iltempo.it Tutti in riga, così non ( da "Tempo,
Il" del
13-01-2008)
In
piazza per smaltire Bassolino ( da "Tempo, Il" del 13-01-2008)
Nella
polveriera sarda esplodono gli ultrà ( da "Giornale.it, Il" del 13-01-2008)
Schifani:
<Sul caso indaghi il Parlamento> ( da "Giornale.it, Il" del 13-01-2008)
LA
POLEMICA pag.1
( da "Giornale.it, Il" del 13-01-2008)
Corteo
anti Bassolino
( da "Corriere della Sera" del 13-01-2008)
Veltroni:
la legge elettorale non si fa senza Berlusconi ( da "Corriere
della Sera" del
13-01-2008)
L'INCUBO
DEI VELENI NASCOSTI ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 13-01-2008)
Rifiuti,
l'ato ribadisce il suo no ( da "Repubblica, La" del 14-01-2008)
Bassolino
e il cinismo del centrosinistra ( da "Repubblica, La" del 14-01-2008)
Brevi,
schede e richiami 1 ( da "Repubblica, La" del 14-01-2008)
Lo
strappo di Lodi: <Mandateci la monnezza> ( da "Giornale.it,
Il" del
14-01-2008)
"Una
vita tra libri e cazzotti" ( da "Stampa, La" del 14-01-2008)
Emergenza
rifiuti, fra i lettori si infiamma la discussione ( da "Stampa,
La" del
14-01-2008)
Perché
la solidarietà non è più automatica ( da "Unione Sarda, L'
(Nazionale)" del
14-01-2008)
Rifiuti,
la cura Prodi è un flop pag.1 ( da "Giornale.it, Il" del 14-01-2008)
Alta
(in) fedeltà all'Amantes ( da "Stampa, La" del 14-01-2008) + 1 altra fonte
( da "Repubblica, La" del 14-01-2008)
(
da "Secolo
XIX, Il" del 13-01-2008)
( da "Unita, L'" del 13-01-2008)
( da "Repubblica, La" del 13-01-2008)
( da "Repubblica, La" del 13-01-2008)
( da "Repubblica, La" del 13-01-2008)
( da "Tempo, Il" del 13-01-2008)
( da "Tempo, Il" del 13-01-2008)
( da "Giornale.it, Il" del 13-01-2008)
( da "Giornale.it, Il" del 13-01-2008)
( da "Giornale.it, Il" del 13-01-2008)
( da "Giornale.it, Il" del 13-01-2008)
( da "Repubblica, La" del 13-01-2008)
( da "Giornale.it, Il" del 13-01-2008)
( da "Corriere della Sera" del 13-01-2008)
( da "Corriere della Sera" del 13-01-2008)
( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 13-01-2008)
( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 13-01-2008)
( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 13-01-2008)
( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 13-01-2008)
( da "Repubblica, La" del 14-01-2008)
( da "Repubblica, La" del 14-01-2008)
( da "Repubblica, La" del 14-01-2008)
( da "Repubblica, La" del 14-01-2008)
( da "Giornale.it, Il" del 14-01-2008)
( da "Giornale.it, Il" del 14-01-2008)
( da "Repubblica, La" del 14-01-2008)
( da "Stampa, La" del 14-01-2008)
( da "Stampa, La" del 14-01-2008)
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 14-01-2008)
( da "Giornale.it, Il" del 14-01-2008)
( da "Quotidiano.net" del 14-01-2008)
( da "Quotidiano.net" del 14-01-2008)
( da "Stampa, La" del 14-01-2008)
Pubblicato anche in: (Stampa, La)