HOME PRIVILEGIA NE IRROGANTO di Mauro Novelli
ARCHIVIO DEL DOSSIER “MONNEZZE”
DAL 23-12-2007 AL 4-1-2008
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ALL’ARCHIVIO GENERALE DEL DOSSIER “MONNEZZE”
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“MONNEZZE”
ARTICOLI DEL 4 GENNAIO 2008
RIFIUTI: ROGHI, BLOCCHI E PROTESTE (
da "Giornale.it, Il" del 04-01-2008)
RIFIUTI: BONDI
E VITO, SUBITO COMITATO SALUTE PUBBLICA (
da "ADN Kronos" del 04-01-2008)
ALFONSO
PECORARO SCANIO La colpa è di un piano dei rifiuti, quello voluto da Rastrell (
da "Giornale di Brescia" del 04-01-2008)
Di ALESSANDRO
FARRUGGIA DICE LA commissione parlamentare d'inchiesta sul (
da "Nazione, La (Nazionale)" del 04-01-2008)
+ 2 altre fonti
Il ministro:
Camorra e interessi al Nord ( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 04-01-2008)
Raccolta
differenziata ai minimi Trentadue Comuni a rischio tumori (
da "Provincia di Cremona, La" del 04-01-2008)
Centrodestra
col dito puntato ( da "Libertà"
del 04-01-2008)
La iervolino
accusa "soldi buttati riaprire pianura è ingiusto" - roberto fuccillo
a pagina 3 ( da "Repubblica, La"
del 04-01-2008)
La democrazia
uccisa dalla spazzatura - francesco merlo (
da "Repubblica, La" del 04-01-2008)
Bassolino
incalza il sindaco "basta con i particolarismi" (
da "Repubblica, La" del 04-01-2008)
Quando il
palazzo si chiude in se stesso - marco rossi-doria (
da "Repubblica, La" del 04-01-2008)
L'assedio della
discarica gli sprechi e il colera dei rifiuti (
da "Unita, L'" del 04-01-2008)
Barricate e
scontri La discarica riapre ( da "Stampa, La"
del 04-01-2008)
Il centrodestra
attacca Bassolino <Ha fallito, deve dimettersi> ( da
"Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 04-01-2008)
RIFIUTI/ FI:
MENTRE NAPOLI BRUCIA, PRODI E' IN SETTIMANA BIANCA (
da "Virgilio Notizie" del 04-01-2008)
La produzione dei
rifiuti è in leggero calo ( da "Eco di Bergamo, L'"
del 04-01-2008)
LE ECOMAFIE Il
giro di affari in Campania è stimato sui 45 miliardi di euro, gestiti da otto
clan Nel 2006, trovati 4409 illeciti (
da "Nazione, La (Nazionale)" del 04-01-2008)
+ 2 altre fonti
E' una vergogna
per tutti gli italiani ( da "Adige, L'"
del 04-01-2008)
Proclami e
illusioni: 14 anni di eco-balle ( da "Giornale.it, Il"
del 04-01-2008)
Proclami e
illusioni: 14 anni di eco-balle pag.1 (
da "Giornale.it, Il" del 04-01-2008)
Noi, pronti a
tutto contro la discarica ( da "Manifesto, Il"
del 04-01-2008)
Nietzsche a San
Giorgio e le bugie della politica (
da "Corriere del Mezzogiorno" del 04-01-2008)
U n'estate (
da "Corriere della Sera" del 04-01-2008)
NAPOLI -
Un'altra giornata campale. I cumuli di rifiuti toccano i primi piani dei
palazzi, i ro ( da "Messaggero, Il"
del 04-01-2008)
ROMA-
L'emergenza rifiuti a qualcuno ricorda il post-terremoto. Sono almeno (
da "Messaggero, Il" del 04-01-2008)
Il dieci per
cento degli illeciti in Campania ( da "Tempo, Il"
del 04-01-2008)
Politici e
cassonetti ( da "Corriere.it"
del 04-01-2008)
Napoli, 09:37
-NAPOLI: MANICHINI DI BASSOLINO E IERVOLINO IMPICCATI (
da "Repubblica.it" del 04-01-2008)
Rifiuti, notte difficile
Bruciati 4 autobus Impiccati 20 manichini (
da "Giornale.it, Il" del 04-01-2008)
Rifiuti, notte
difficile Bruciati 4 autobus Impiccati 20 manichini di Redazione - venerdì 04
gennaio... ( da "Giornale.it, Il"
del 04-01-2008)
Eco-balle da 14
anni ( da "Giornale.it, Il"
del 04-01-2008)
Rifiuti, 4 bus
bruciati a Napoli e 21 manichini impiccati con il nome di Bassolino e del
sindaco Iervolino ( da "Rai News 24"
del 04-01-2008)
E il 14 gennaio
parte il processo a o governatore (
da "Padania, La" del 04-01-2008)
PRODI: RIFIUTI,
VERGOGNA INTOLLERABILE ( da "Mattino, Il (City)"
del 04-01-2008)
PRODI: RIFIUTI,
VERGOGNA INTOLLERABILE ( da "Mattino, Il
(Circondario Nord)" del 04-01-2008)
Rifiuti,
emergenza a Napoli Napolitano: "Sono allarmato" (
da "Giornale.it, Il" del 04-01-2008)
Napolitano su
rifiuti: sono allarmato ( da "AudioNews.it"
del 04-01-2008)
RIFIUTI:
FORMISANO, E' BASSOLINO IL MAGGIORE RESPONSABILE (
da "Asca" del 04-01-2008)
Rifiuti,
manichini impiccati a Napoli ( da "ADN Kronos"
del 04-01-2008)
Articoli del 4 gennaio 2008
Senza titolo pag.1 (sezione: Monnezze)
( da "Giornale.it, Il" del 04-01-2008)
Rifiuti: roghi, blocchi e proteste di Redazione -
giovedì 03 gennaio 2008, 18:32 Bruciato un autobus Nella notte è stato anche
incendiato un autobus dell'Anm (azienda napoletana mobilità). Il conducente del
mezzo, secondo fonti dell'Anm, è stato portato per precauzione nell'ospedale
San Paolo in stato di shock. Sul posto vi sono molti mezzi e unità delle forze
dell'ordine. Polizia e carabinieri sono riusciti a entrare nella discarica
evitando lo scontro con i manifestanti utilizzando due entrate alternative. I
manifestanti continuano a bloccare le strade ed è stato anche chiuso il tratto
della ferrovia Cumana a Pianura. Il fumo dei roghi sprigionato dalle fiamme
appiccate ai cassonetti e ai rifiuti sta avvolgendo l'intera area di Pianura
mentre ai lati delle strade vi sono centinaia di topi morti. Pompieri al lavoro
Sono stati 70 gli interventi dei vigili del fuoco compiuti la scorsa notte per
spegnere gli incendi, sia nella città di Napoli che nei comuni della provincia,
dei cumuli di spazzatura dati alle fiamme. Le operazioni hanno tenuto impegnate
per diverse ore numerose squadre di vigili anche perché ormai, in numerosi
centri, lungo le strade si sono formate delle vere e proprie discariche a cielo
aperto. E sono già saliti a 40 gli interventi dei vigili del fuoco da questa
mattina. I roghi più impegnativi si sono registrati a Napoli, in Via Argine, in
una zona periferica accanto alla motorizzazione civile e sulla collina dei
Camaldoli, in Via Vicinale; roghi di spazzatura anche a Ischia, nel territorio
di Lacco Ameno, con 374 focolai; e poi a Pozzuoli, in particolare vicino ad un
centro commerciale su Via Campana, un incendio che ha creato qualche problema
alla squadra intervenuta. E ancora ad Afragola e a Boscoreale. Forza Italia:
subito un comitato di salute pubblica "L'esasperazione dei cittadini ha
superato da tempo il livello di guardia, ma mentre Napoli brucia, Roma è in
settimana bianca". Lo dicono il coordinatore di Forza Italia, Sandro
Bondi, e il capogruppo azzurro alla Camera, Elio Vito. "L'emergenza
rifiuti a Napoli e in Campania si configura ormai come una vera e propria
questione nazionale - dicono - che non può essere ulteriormente tollerata se
l'Italia vuol essere ancora considerata un Paese civile. Le colpe delle
amministrazioni regionale e locale sono antiche e gravissime, e i falò notturni
dell'immondizia, con rischi gravissimi per la salute pubblica, simboleggiano
tristemente non solo una inaccettabile situazione di degrado, ma un malgoverno
che Bassolino ha elevato a sistema".
"L'esasperazione dei cittadini ha superato da tempo il livello di guardia,
ma mentre Napoli brucia - dicono Bondi e Vito - Roma è in settimana bianca. Al
punto massimo del disastro corrisponde il punto massimo dell'irresponsabilità
da parte del governo Prodi, il cui ministro dell'Ambiente, come se nulla fosse,
favoleggia di riduzione dei rifiuti e di raccolta differenziata nel momento in
cui si affaccia addirittura lo spettro di epidemie". "Forza Italia
chiede di costituire da subito un comitato di salute pubblica per far uscire le
popolazioni di Napoli e della Campania da questa indecenza
civile e amministrativa sulla quale la stessa Ue è pronta a intervenire per
sanzionare il nostro Paese. Il governatore Bassolino e il
sindaco Iervolino - concludono i due esponenti azzurrui - a fronte di questo
tragico sacco di Napoli, avrebbero il dovere morale prima che politico di
trarre tutte le conseguenze dal loro fallimento".
RIFIUTI: BONDI E VITO,
SUBITO COMITATO SALUTE PUBBLICA (sezione:
Monnezze)
( da "ADN Kronos" del
04-01-2008)
GOVERNO IRRESPONSABILE, BASSOLINO E IERVOLINO HANNO
FALLITO ascolta la notizia commenta 0 vota 0 tutte le notizie di POLITICA Roma,
3 gen. - (Adnkronos) - ''L'emergenza rifiuti a Napoli e in Campania si
configura ormai come una vera e propria questione nazionale che non puo' essere
ulteriormente tollerata se l'Italia vuol essere ancora considerata un Paese
civile. Le colpe delle amministrazioni regionale e locale sono antiche e gravissime,
e i falo' notturni dell'immondizia, con rischi gravissimi per la salute
pubblica, simboleggiano tristemente non solo una inaccettabile situazione di
degrado, ma un malgoverno che Bassolino ha elevato a
sistema. L'esasperazione dei cittadini ha superato da tempo il livello di
guardia, ma mentre Napoli brucia, Roma e' in settimana bianca''. E' quanto
affermano in una dichiarazione congiunta il coordinatore di Forza Italia,
Sandro Bondi, e il presidente dei deputati azzurri, Elio Vito.
ALFONSO PECORARO SCANIO
La colpa è di un piano dei rifiuti, quello voluto da Rastrell (sezione: Monnezze)
( da "Giornale di
Brescia" del 04-01-2008)
Edizione: 04/01/2008 testata: Giornale di Brescia sezione:IN
PRIMO PIANO ALFONSO PECORARO SCANIO "La colpa è di un piano dei rifiuti,
quello voluto da Rastrelli e confermato dal centrosinistra, che è servito a far arricchire, con il denaro dei contribuenti
campani, una grande impresa del Nord e una serie di ecomafie locali".
"Dietro i roghi che infiammano Napoli - conclude il ministro - ci sono le
ecomafie, che in questo modo si sbarazzano dei rifiuti tossici. Nel caos che si
crea ad arte, la Camorra è sempre vincente".
Di ALESSANDRO FARRUGGIA
DICE LA commissione parlamentare d'inchiesta sul
(sezione: Monnezze)
( da "Nazione, La
(Nazionale)" del 04-01-2008)
Pubblicato anche in: (Giorno, Il (Nazionale)) (Resto del
Carlino, Il (Nazionale))
Di ALESSANDRO FARRUGGIA DICE LA commissione parlamentare
d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti nelle relazione approvata il 19 dicembre:
"Ribadiamo il giudizio incondizionatamente negativo sull'apparato
commissariale, le cui inefficienze strutturali si sono rivelate in questi anni
di entità tale da pregiudicarne in modo irreversibile operatività ed efficacia,
dirottando parti consistenti delle risorse per l'autosussistenza". In
altre parole, finiamola con un carrozzone inefficiente costato oltre 1 miliardo
e 200 milioni di euro. Di conseguenza, che si è fatto? Il contrario. Il
commissariamento, che scadeva il 31 dicembre, è stato prorogato per altri
undici mesi ed è stato anzi sdoppiato. Si dice che servirà per liquidare il
passato, ma è una speranza. "PRENDO ATTO con desolante rammarico ?
commenta il presidente della commissione parlamentare, Roberto Barbieri (Sdi) ?
che si è scelto di non cambiare rotta, con il rischio concreto di intasare
ulteriormente il groviglio di poteri e di competenze, con sovrapposizione e
duplicazioni che hanno sinora impedito una chiara ripartizione di
responsabilità e l'adozione di decisioni rapide e coraggiose". Il che
nella triste farsa dei rifiuti campani non è mai stato, avendo ogni attore
protagonista aggiunto errori a errori. TUTTI prigionieri della scelta ? che fu
di Rastrelli (An) e che venne confermata da Bassolino (Ds) ? di congegnare il
sistema regionale di smaltimento dei rifiuti sul progetto Fibe/Fisia basato
sulla scelta produzione di ecoballe più incenerimento. Scelta che ha fatto sì
che il riciclaggio non partisse mai. E che era tecnicamente sbagliata, oltre
che mal realizzata. Gli inceneritori infatti sono ancora in divenire e solo
quello di Acerra sarà pronto (forse) nel 2008. E purtroppo anche le ecoballe si
sono rivelate molto più balle che eco: prodotte a carissimo prezzo (150 euro a
tonnellata) si sono rivelate inadatte a norma di legge per essere bruciate
negli inceneritori e si sono ammonticchiate a milioni (pare siano circa 5
milioni) su terreni presi in affitto per lo stoccaggio provvisorio (150 euro
più altri 20 a
tonnelata per il trasporto). UN BUSINESS miliardario a fianco del quale è
montato quello delle discariche. Osserva Roberto Della Seta, l'ex presidente di
Legambiente oggi responsabile ambiente del Pd. "Per uscire dal tunnel
occorre innanzitutto prendere atto del totale fallimento della politica, a
livello nazionale, regionale e locale. Non è ammissibile fare finta di niente
di fronte al fatto che 14 anni di poteri straordinari non hanno raggiunto, e
nemmeno avvicinato, uno degli obiettivi che ci si era preposti". "LA
RESPONSABILITÀ ? rincara la dose Della Seta ? è di chi doveva fare gli impianti
e non li ha fatti, ossia la gestione commissariale, di chi doveva fare la
raccolta differenziata e non l'ha fatta, ossia i Comuni, lasciando così campo libero al business criminale delle ecomafie".
Osserva l'ex ministro dell'Ambiente Edo Ronchi, ex verde oggi nel Pd:
"Quello che manca è un programma vero di gestione dei rifiuti, il che
richiederebbe innanzitutto un programma di individuazione delle discariche,
sulla base del quale poi andrebbe avviato un programma per la raccolta
differenziata e il recupero energetico". "QUESTO ANDREBBE
fatto ? aggiunge ? ma se sono stati spesi due miliardi di euro vuol dire che
c'è chi fa i soldi su questa emergenza e una soluzione non la vuole". E
sulla raccolta differenziata Ronchi, che è il padre della legge sui rifiuti, ha
parole chiarissime. "Laddove la raccolta differenziata non è partita è
perché i sindaci o gli assessori non ci credono e non si impegnano: la loro
responsabilità è assolutamente primaria. Serve impegno per farla, devi
spiegarla, discuterla con la gente. E qualcuno non ci ha creduto. Nel Nord
forse abbiamo avuto degli amministratori un po' migliori". E NON SONO chiacchiere.
A Venezia, ad esempio, un inceneritore per 300mila abitanti l'hanno costruito
in dodici mesi: manda in discarica solo il 6% della spazzatura trattata ed è
costato 95 milioni di euro. Si dirà, ma inquina: come no, emette ogni ora
quanto quindici automobili euro 2. Ma ha risolto il problema e infatti nessuno,
anche nell'Italia dei comitati, l'ha contestato. - -->.
Il ministro: Camorra e
interessi al Nord (sezione: Monnezze)
( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del
04-01-2008)
Nazionale pag. 2 Il ministro: "Camorra e interessi
al Nord" "L'emergenza spazzatura a Napoli? La colpa è di un piano dei
rifiuti, quello voluto da Rastrelli e confermato dal centrosinistra, che è
servito a far arricchire, con il denaro dei contribuenti campani, una grande impresa del Nord e una serie di ecomafie locali".
Lo ha affermato il ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio:
"Dietro i roghi che infiammano Napoli ci sono le ecomafie, che in questo
modo si sbarazzano dei rifiuti tossici. Nel caos che si crea ad arte, la
Camorra è sempre vincente". Secondo l'ultimo rapporto
sull'"Ecomafia" stilato da Legambiente, in tutta Italia sono 4.409
gli illeciti nel ciclo dei rifiuti accertati nel 2006, di cui il 10,2% (448)
solo in Campania, che vede crescere i reati in questo settore. "Quello di
questi giorni è il frutto di una strategia dell'emergenza creata ad arte per
arrivare a soluzioni estreme decise in partenza perché in grado di garantire
l'affare rifiuti", afferma il Wwf ricordando che il 14 gennaio, si apre il
maxi-processo sulla gestione dei rifiuti in cui Wwf sarà parte civile: "Si
tratta del primo processo sulla gestione politica dell'emergenza rifiuti in
Campania e vede 28 imputati, chiamati a rispondere di reati contro la pubblica
amministrazione". Ma l'emergenza sta ponendo anche seri quesiti sanitari.
Sono 32 i Comuni campani ritenuti a maggior rischio ambientale. Nella maggior
parte di questi è stata registrata una mortalità generale e per tumori elevata,
localizzati tra le province di Caserta e di Napoli, e inclusi nei siti di
bonifica litorale domizio flegreo e agro aversano, Litorale vesuviano e alcuni
della penisola sorrentina, aree interessate dal rilascio incontrollato dei
rifiuti. Secondo il Cnr i dati hanno evidenziato eccessi statisticamente
significativi di rischio di malformazioni del sistema nervoso e dell'apparato
urinario, con incrementi dell'8 e del 14% al crescere dell'indice di rischio da
rifiuti, e un incremento medio della mortalità generale.
Raccolta differenziata
ai minimi Trentadue Comuni a rischio tumori
(sezione: Monnezze)
( da "Provincia di
Cremona, La" del 04-01-2008)
Edizione di Venerdì 4 gennaio 2008 Benvenuto P.Review srl
Raccolta differenziata ai minimi Trentadue Comuni a rischio tumori ROMA ?
Nonostante l'emergenza, in Campania la produzione dei rifiuti urbani è in
leggera flessione. La produzione al 2007 si attesta tra i 2,7 e i 2,8 milioni
di tonnellate di rifiuti urbani, era 2 milioni e 806 mila nel 2005. Rispetto al
pro-capite si registra una riduzione: 435 kg l'anno a testa (sotto la media
nazionale) rispetto ai 485 del 2005. Tumori. Sono 32 i comuni campani a maggior
rischio ambientale, la maggior parte dei quali localizzati tra le province di
Caserta e di Napoli. Tutte aree interessate dal rilascio incontrollato dei
rifiuti. Secondo quanto riferisce il Cnr, i dati hanno evidenziato eccessi
statisticamente significativi di rischio di malformazioni del sistema nervoso
centrale e dell'apparato urinario, con incrementi rispettivamente dell'8 e del
14 per cento al crescere dell'indice di rischio da rifiuti, e un incremento
medio della mortalità. Ecomafie. Secondo l'ultimo rapporto
Ecomafia di Legambiente, in tutta Italia sono 4.409 gli illeciti nel ciclo dei
rifiuti accertati nel 2006, di cui il 10,2% (448) solo in Campania, che vede
crescere i reati in questo settore. Raccolta differenziata. La raccolta
differenziata rifiuti urbani per macroarea geografica nel 2005 vede il Nord a
quota 38,1%, il Centro al 19,4%, il Sud all'8,7% e l'Italia al 24,3%. La
Regione Campania nello stesso anno registra un magro 10,6%. A Napoli, la
differenziata si ferma al 7,4%, contro il 35,3% di altre città metropolitane
come Torino, il 30,7% di Milano, il 15,3% di Roma, il 12,2 di Bari e l'8,4% di
Palermo.
Centrodestra col dito
puntato (sezione: Monnezze)
( da "Libertà" del
04-01-2008)
Quotidiano partner di Gruppo Espresso LIBERTA' di venerdì
4 gennaio 2008 > In Italia Centrodestra col dito puntato "La
Commissione rifiuti si sciolga e Bassolino si dimetta" roma -
Sull'emergenza rifiuti in Campania insorge il centrodestra. Commissariare la
Regione: è questa la strada da seguire per mettere fine all'emergenza rifiuti
secondo il deputato di Alleanza Nazionale Italo Bocchino. "Il presidente
della Repubblica Giorgio Napolitano ha il dovere istituzionale di attivare
l'art. 126 della Costituzione - spiega l'esponente di An - procedendo allo scioglimento
del Consiglio regionale ed alla conseguente nomina di tre commissari che
affrontino l'emergenza definitivamente". Sulla stessa lunghezza d'onda
Mauro Libè, capogruppo Udc nella commissione bicamerale rifiuti: "L'Udc
chiede ai presidenti di Senato e Camera di sciogliere la commissione
parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti". "Ci troviamo di
fronte ad una situazione disastrosa in Campania - osserva Libè - e la
commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti, pur avendo gli stessi poteri di
inchiesta della magistratura, continua a lavorare producendo studi su studi. È
una commissione che deve agire e che invece non ha agito. Per questo l'Udc
scriverà una lettera ai presidenti delle Camere per chiedere lo scioglimento di
questa commissione. Esistono infatti già le commissioni permanenti che possono
fare benissimo il lavoro che si sta facendo. Mi aspettavo sinceramente qualcosa
di diverso". "La situazione disastrosa che sta attraversando la
Campania di tutto ha bisogno meno che di sterili polemiche di parte", è la
pronta replica di Roberto Barbieri, presidente della Commissione parlamentare
d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti. "Le dichiarazioni rese dal senatore
Libè sono motivo di vivo rammarico, e anche di avvilimento per una politica che
non riesce ad affrancarsi da tentazioni propagandistiche neanche in un momento
come questo. Il senatore Libè, avendo partecipato con discreta assiduità ai
suoi lavori, non può non essersi reso conto che ciò che la Commissione ha fatto
in questo anno di attività non è assolutamente riducibile alla produzione di
studi su studi. Al contrario, essa ha inteso sempre privilegiare la messa a
punto di soluzioni concrete e coraggiose". "Dobbiamo discutere con
urgenza in Parlamento della tragica emergenza rifiuti in Campania. Si tratta di
una drammatica ferita nel cuore della nazione: il disastro ambientale,
sanitario, sociale causato da Bassolino impone decisioni immediate, compreso lo
scioglimento urgente degli organi di governo del territorio". Lo afferma
in una dichiarazione Maurizio Gasparri, dell'ufficio politico Alleanza
Nazionale. "Negli anni Settanta Giorgio Napolitano - aggiunge Gasparri -
chiese che il Parlamento si occupasse della crisi causata dal colera. Si
discuta anche oggi davanti al Paese e si agisca per liberare un pezzo d'Italia
dalla barbarie causata da Bassolino. Il monito del capo dello Stato nel
messaggio di fine anno non può rimanere privo di seguito. Formalizzerò la
richiesta al Presidente della Camera. Sono urgenti risposte istituzionali, ma
anche giudiziarie. Chi ha causato il disastro va messo in condizione di non
nuocere ulteriormente". L'emergenza spazzatura a Napoli? "La colpa è
di un piano dei rifiuti, quello voluto da Rastrelli e confermato dal
centrosinistra, che è servito a far arricchire, con il denaro dei contribuenti
campani, una grande impresa del Nord e una serie di
ecomafie locali". Lo afferma il ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro
Scanio, in un'intervista che esce oggi su E Polis. "Dietro ai roghi che
infiammano Napoli - conclude il ministro - ci sono le ecomafie, che in questo
modo si sbarazzano dei rifiuti tossici". Secondo il governatore
della Campania, Antonio Bassolino, di cui iol centrodestra ha chesto le
dimissioni, la nuova fase di crisi è il risultato "del perdurare dei particolarismi
e di un'ostinata opposizione a una gestione razionale del problema". Dice
Bassolino: "Il piano definito nei mesi scorsi dal commissariato prevedeva
un percorso serrato per l'uscita dalla crisi. Ma ogni volta che uno dei
soggetti coinvolti si sottrae, per qualunque ragione, al dovere di dare piena
attuazione alle decisioni prese, il sistema va in crisi e tanti cittadini si
trovano ad affrontare gravissimi disagi". Intanto ieri la Rappresentanza
permanente italiana presso l'Ue ha precisato che il governo italiano ha
risposto alle osservazioni avanzate nel giugno e nell'ottobre scorso dalla
Commissione Ue sull'emergenza rifiuti in Campania. Una lettera del ministero
dell'Ambiente è stata infatti inviata alla vigilia di Natale. La precisazione
ha fatto seguito alle dichiarazioni del portavoce del commissario Ue
all'ambiente, Stavros Dimas, che ieri aveva dichiarato di non aver ricevuto da
Roma alcun segnale. "In merito alla procedura di infrazione aperta dalla
Commissione europea nel giugno scorso sull'emergenza rifiuti in Campania -
spiega il portavoce della rappresentanza Manuel Jacoangeli interpellato
dall'Ansa - sottolineo come l'Italia abbia risposto ai chiarimenti richiesti
entro il termine previsto attraverso una nota della stessa rappresentanza inviata
al segretariato generale della Commissione Ue il giorno 24 dicembre". Il
termine per la risposta fissato da Bruxelles scadeva il 23 dicembre, che
peraltro cadeva di domenica. [.
La iervolino accusa
"soldi buttati riaprire pianura è ingiusto" - roberto fuccillo a
pagina 3 (sezione: Monnezze)
( da "Repubblica, La" del
04-01-2008)
L'intervista Polemica sindaco-Bassolino La
Iervolino accusa "Soldi buttati riaprire Pianura è ingiusto" ROBERTO
FUCCILLO A PAGINA 3 SEGUE A PAGINA 3.
La democrazia uccisa
dalla spazzatura - francesco merlo
(sezione: Monnezze)
( da "Repubblica, La" del
04-01-2008)
Commenti LA DEMOCRAZIA UCCISA DALLA SPAZZATURA
FRANCESCO MERLO E a Napoli Antonio Bassolino e Rosa
Russo Iervolino non ci vengano ancora a parlare di lotta alla camorra, di
rinascita, di sogno meridionale. E smettano per sempre di declamare il loro impegno
morale contro la criminalità organizzata. Il punto è che un amministratore del
territorio che non riesce a risolvere i problemi del territorio si deve
dimettere. E dunque o la Iervolino e Bassolino
trovano subito una soluzione tecnica e politica alla spazzatura di Napoli
oppure si tolgano davanti e ci provi qualcun altro con più coraggio, con più
forza, con più coscienza; qualcun altro che, pur di sgominare Gomorra, pur di
usare la tecnica contro la vischiosità locale, le stupidità ecologiche, gli
spasmi plebei, gli interessi criminali e l'incompetenza arrivi a mettere a
rischio anche se stesso, la propria carriera politica, la propria vita persino.
Soffocata dagli escrementi di Napoli c'è infatti l'idea, con la quale eravamo
cresciuti, che può esistere una maniera dolce di governare e di amministrare
anche il nostro meraviglioso mondo meridionale. Muore tra i miasmi la speranza
che i Bassolino avrebbero dato al Sud una nuova
organizzazione, una nuova estetica, un nuovo ordine, una nuova etica: amministrare
senza ammazzare, senza imbrogliare, senza scannarsi l'un l'altro. Ricordate il
modello emiliano, toscano, umbro? Ebbene, è diventata spazzatura l'illusione
che tutto il paese era toscano. Purtroppo nella spazzatura di Napoli c'è
infatti la decomposizione di quell'antropologia che ci aveva fatto sognare,
l'illusione che i bravi tecnici della sinistra, gli onesti funzionari della
sinistra, i competenti e appassionati amministratori della sinistra sarebbero
riusciti là dove erano falliti i Lauro, i Gava, i De Mita. E invece quella
vecchia Napoli oggi si vendica su di noi. Guardiamo quella spazzatura e non
capiamo come sia possibile che essa non laceri la coscienza civile dei nostri
uomini di governo e della nostra sinistra. Perché l'orrore non diventa emergenza
nazionale? E' questo governo di centrosinistra che deve tagliare il nodo, è
Prodi che deve intervenire come Robespierre contro gli amministratori locali
che sono invischiati fino al collo nel maleodorante guazzabuglio meridionale,
impotenti e litigiosi, completamente incapaci di districarsi tra sperperi,
sprechi e delitti. Il governo ha il dovere di separare le esigenze giuste dal
plebeismo violento. Tocca a Prodi e ad Amato fronteggiare gli enormi interessi
criminali, i rapporti della politica locale con la camorra ma anche gli
estremismi ideologici. Non è possibile che si discuta ancora della spazzatura
come fosse un problema accademico, una questione sociologica, una faccenda di
storia e di geografia. Ho un amico a Parigi, un napoletano che possiede un
ristorante italiano in Place Victor Hugo. Ebbene, attaccata alla parete ha la
foto di sua madre, un vecchia signora un po' curva con uno scialle sulle spalle
che si affaccia al balcone del suo appartamento al settimo piano e deposita un
sacchetto di spazzatura sulla cima di un monte di rifiuti, ventisette metri di
immondizia, che arriva appunto alla sua ringhiera. Ecco: noi vorremmo che Prodi
la vedesse prima di spiegare agli italiani che non è vero c'è il declino e che,
anzi, l'Italia ce l'ha fatta a ripartire. Vorremmo che Prodi andasse in quella
pizzeria e illustrasse quella foto ai clienti francesi, raccontando quali
possibilità di futuro stanno nascendo nelle strade di Napoli. Quella foto è
cosi densa di significati e di presagi da battere in efficacia cento editoriali
del New York Times sul degrado apocalittico dell'Italia. L'immagine basta da
sola a dimostrare che in Italia ci sono alcuni problemi dinanzi ai quali non si
può più tirare a campare. La spazzatura di Napoli mette in gioco la democrazia
italiana. Ha bisogno di soluzioni tecniche, che ovviamente esistono. Non è
infatti una cosa eccezionale smaltire la monnezza in un paese industrializzato
con una forte coscienza ecologica. Ma poiché la politica locale non ce l'ha
fatta, sia il governo a imporre la tecnica: con l'esercito, con leggi
d'emergenza, con arresti di polizia, con la forza. Anche con la forza si può
restituire Napoli a Napoli, ridare pulizia e splendore alle strade della
Campania, dove oggi si aggira il peggiore e il più sordido dei diavoli: la
forza al servizio della tecnica moderna prima di abbandonare Napoli a san
Gennaro.
Bassolino incalza il
sindaco "basta con i particolarismi"
(sezione: Monnezze)
( da "Repubblica, La" del
04-01-2008)
Cronaca Bassolino incalza il
sindaco "Basta con i particolarismi" E Pansa accusa i politici:
"Cittadini sfiduciati" La Cdl chiede le dimissioni del governatore
della Campania: "Alt alla barbarie" NAPOLI - è rissa sui rifiuti
campani. Mentre quasi tutto il centrodestra chiede le
dimissioni di Bassolino, quest'ultimo si associa alle mosse del commissario
straordinario, il prefetto Alessandro Pansa, proprio nel giorno in cui Pansa
viene invece apertamente contestato dal sindaco Rosa Russo Iervolino per la
riapertura del sito di Pianura. Era stato proprio Pansa in mattinata a
affermare: "Abbiamo riaperto Pianura senza incidenti, anche se alcuni
avrebbero voluto lo scontro" e a denunciare: "C'è mancanza di fiducia
dei cittadini nei confronti delle istituzioni, a causa di anni di inganni,
soprusi e insoddisfazioni. Quando non funziona la mediazione politica, le
difficoltà aumentano". Parole che hanno sollevato la fiera protesta della
Iervolino, contraria alla discarica. Nel frattempo si apriva l'assedio a Bassolino. Maurizio Gasparri chiedeva di por fine alla
"barbarie da lui causata". Il suo compagno di partito Italo Bocchino
si appellava a Napolitano ("Ha il dovere istituzionale di attivare
l'articolo 126 della Costituzione e sciogliere il Consiglio regionale") e
proponeva tre commissari: l'ex leader di Confidustria Antonio D'Amato per lo
sviluppo, Gianni Di Gennaro per la lotta alla criminalità, Umberto Veronesi per
il sistema sanitario regionale. Anche il segretario campano di An, Mario Landolfi,
invitava Napolitano: "Richiami Bassolino
all'adempimento di un elementare atto di responsabilità". C'era poi Forza
Italia. Con Fabrizio Cicchitto che vede "la conclusione raccapricciante di
oltre dieci anni di potere del centrosinistra con Bassolino
"deus ex machina"". Sandro Bondi e Alfredo Vito a invocare
"un comitato di salute pubblica" per Napoli e Campania. Chiara Moroni
a chiedere che "Bassolino ammetta il totale
fallimento della sua giunta". Anche Francesco Storace invitava Bassolino a dimettersi; Stefano Caldoro, ex ministro del
Psi, chiedeva che il governo "intervenga per limitare i danni";
Daniele Capezzone urlava: "Che altro deve succedere perchè Bassolino si dimetta?". Perfino Francesco Caruso
invitava Rifondazione a uscire dalla Giunta campana. C'è poi la reazione
nordista. Beffardo il presidente del Veneto, Giancarlo Galan: "Vengano da
noi a vedere come si fa". E l'ex ministro leghista Roberto Castelli:
"Nessuno pensi di mandare i rifiuti al Nord, non vogliamo la spazzatura di
Bassolino". Incurante del fuoco di fila, Bassolino si accodava intanto agli argomenti di Napolitano e
alle decisioni di Pansa e del suo successore Umberto Cimmino, entrato in carica
a Capodanno. "La nuova fase di crisi - scriveva il presidente della
Regione - è il risultato del perdurare dei particolarismi". Poi aggiungeva
che, "come Regione, lavoriamo al fianco del Commissariato", giudicava
la riapertura di Pianura "un passo fondamentale, anche se doloroso".
Peccato che la Iervolino sia di parere opposto. Intanto Pansa fissava così i
suoi tempi. La discarica di Pianura resterà in funzione fino alla apertura del
termovalorizzatore di Acerra che, fra gara in corso e successivo collaudo,
dovrebbe avvenire nei primi mesi del 2009. Dopo Acerra, partirà il bando per il
secondo termovalorizzatore, a Santa Maria La Fossa. Nel frattempo si
ristruttureranno a rotazione gli impianti di Cdr. E questo dovrebbe
tranquillizzare anche la Commissione europea: "A Bruxelles si preoccupano
perché vedono le immagini, ma noi siamo in grado di portare avanti il programma
di uscita dall'emergenza". (r.f.).
Quando il palazzo si
chiude in se stesso - marco rossi-doria
(sezione: Monnezze
)
( da "Repubblica, La" del 04-01-2008)
Pagina XII - Napoli Quando il Palazzo si chiude in se
stesso MARCO ROSSI-DORIA (segue dalla prima di cronaca) Lasciati soli senza cenno
di dialogo e di ascolto da parte di chi la decisione l'ha presa. Senza parola.
L'atto della riapertura, già molto pesante simbolicamente - perché nega il
senso di un'intera stagione di speranza politica e la capovolge in modo
definitivo, in quello stesso luogo in cui era stata peraltro promessa la
realizzazione di un campo da golf - è stato dunque lasciato a sé. E questo lo
farà pesare ancor più. è molto duro dover dire ai propri figli che la discarica
era stata chiusa e che i terreni attigui erano stati pure bonificati per il
comune bene e che ci si era creduto ma che lì, proprio lì, al posto della
bonifica domani o dopodomani e comunque prima del 6 gennaio 2008, passati
tredici anni, tornerà la monnezza. Le mamme che tirano i figli alla testa del corteo
di protesta sono il simbolo di questo dramma. Perché la disattesa della
promessa non è solo onta della politica. è anche dolore comune, di tutti noi. è
una nostra sconfitta collettiva. è la solitudine estrema di chi subisce più da
vicino le scelte senza che siano accompagnate da parole e da presenza la
amplifica. Un giorno i nostri figli dovranno spiegare ai loro figli questi
nostri anni. Con lo sviluppo fermo per lustri interi. I poveri che aumentano
insieme all'antico divario tra la città di chi è escluso e quella di chi ce la
fa comunque, sia pure senza speranza né vero progetto di futuro; e i giovani,
ricchi e poveri, che vanno via, si trasferiscono altrove, in cerca di una
esistenza migliore, di effettive possibilità di realizzazione personale e collettiva.
Tanto che è probabile che il racconto avverrà in un'altra città, lontana da
qui. E forse quei bimbi di Pianura faranno ai loro figli il racconto a Reggio
Emilia o a Roma o a Torino o in qualsiasi altra città italiana. E ricorderanno
del corteo di ieri. E diranno di una lunga stagione di cupa depressione civile.
Sì, depressione civile. Perché la politica - che è lo strumento adibito a
promuovere la partecipazione civile alla cosa pubblica ed ad affrontare le
crisi con senso di possibilità e di speranza ma anche, semplicemente, con il
doveroso esercizio della presenza - si è avviluppata su stessa. Fino ad evitare
la presenza davanti ai cittadini non solo durante la comunicazione di una
sconfitta come è nel caso della riapertura di Pianura, ma anche durante i
rituali appuntamenti di piazza a Capodanno, con le massime istituzioni locali
assenti al Plebiscito. E perché, ben prima e per anni, la politica ha voluto
evitare di misurarsi con le difficoltà dell'impresa annunciata, lasciandone la
responsabilità a una catena decisionale che rispondesse innanzitutto alle
logiche di fedeltà ai circuiti stessi della politica. Perché la politica ha
evitato di far vivere insieme processi decisionali e anelito di cambiamento e
di autonoma iniziativa di cittadinanza, scegliendo - invece - di costruire
consenso intorno a interessi e conservazioni. Con la conseguenza di ridurre le
aspirazioni nate nel nome dell'interesse generale a un'entità velleitaria e
dunque da deridere o a un pericolo per gli equilibri raggiunti volta per volta
o a un fenomeno da ammaestrare e ricondurre all'ambito separato della politica
stessa, al lessico e alle logiche suoi propri, sempre meno comprensibili e
compresi. Depressione civile perché si ritorna indietro. E così la signora di
Pianura non evoca la sua guarigione ma ricorda che è stata malata di cancro e
l'altra dice che non mangia più mozzarella perché "le terre intere sono
inquinate". E perché si è tradita la promessa del 1997 tanto che il
malaffare prospera. Il calcolo di un giro di affari di
circa 45 miliardi di euro da ecomafie in Campania ci fa sentire, insieme alla
puzza delle discariche, un olezzo di denaro cattivo che va in cattive mani. Si
è chiusa una stagione. E se ne apre una nuova. E come avviene sempre in
politica - quella vera - la prima richiesta che sale è quella di
interlocuzione, di poter dire, proporre, parlare, comunicare. Non sarà
più possibile evitare di dialogare con i cittadini. Sarà sempre meno consentito
chiudersi a parlare nei "palazzi" - come li chiamava Pasolini. Qualcuno
da quella madre in testa al corteo dovrà e saprà andarci. E la partita che si
apre non è tra correnti di partito o sotto gruppi delle stesse. Ma tra chi
meglio saprà stare lì. Fare proposte, risolvere problemi. Proporre misure
condivise per differenziare la monnezza, trattarla in modo differenziato,
condurre processi di trasformazione. Per fare i conti con i nostri rifiuti.
Come si è fatto in tutte le città del mondo. Con costanza, serietà. Con il
rischio della presenza. Ma questo è quello che sarà. Se noi ci mettiamo, tutti,
il nostro impegno. Un'opera davvero complessa. Molto incerta. Che si fa persino
fatica a immaginare ora. Intanto c'è la certezza che per i nostri figli e i
nostri nipoti dovranno esserci i racconti, irrimediabilmente legati ai nomi di
chi qui ha governato, al di là della buona o della cattiva loro fede. L'icona,
il simbolo di questi racconti saranno queste montagne di monnezza che bruciano
o che stazionano anni nelle ecoballe, il fumo tossico che sale, il ragazzo o la
vecchia che passa accanto tappandosi naso e bocca. E il corteo di Pianura.
( da "Unita, L'" del 04-01-2008)
Stai consultando l'edizione del
L'assedio della discarica gli sprechi e il "colera" dei rifiuti di
Enrico Fierro inviato a Napoli / Segue dalla prima Era il 2004, quando il
prefetto Corrado Catenacci - uno degli otto commissari all'eterna emergenza
rifiuti - decise di riaprire la discarica. A Pianura ancora ricordano le parole
di Rosa Russo Iervolino. "Caro prefetto no, mi metterò la fascia tricolore
e farò le barricate, ma quella discarica non va riaperta". Comune, Regione
e Commissariato promisero un Piano di Bonifica: la costruzione di un verdissimo
campo da golf con la bellezza di 18 buche e contorno di centro congressi e
grandi alberghi. Otto anni dopo, del green neppure l'ombra, solo monnezza,
puzza e veleni. E la disperazione di don Vincenzino Pipolo, uno dei 5mila
abitanti di contrada Pisani. "E mo che faccio, avevo costruito qui la mia
casa perché mi avevano detto che la discarica sarebbe stata chiusa per
sempre". Urla, si piglia a schiaffi, qualcuno lo consola. Altri
bestemmiano. In serata viene assalita anche una gazzella dei carabinieri contro
cui è stato anche lanciato un estintore. La tensione resta alta. Intanto i
camion entrano per preparare il "fosso". È lì che verranno sversati i
rifiuti raccolti a Napoli e nei comuni dell'area flegrea. Nessuno lo ha detto ancora
agli abitanti di Pianura, ma, a conti fatti, qui arriveranno qualcosa come
3milioni di metri cubi di mondezza nei prossimi mesi. Almeno fino a quando non
aprirà l'inceneritore di Acerra. "Tra nove mesi", calcola il prefetto
di Napoli Alessandro Pansa. E allora, se questa è la situazione, per favore,
nessun dotto editorialista accusi gli abitanti di questa parte di Napoli di
egoismo o, peggio ancora, di essere affetti dalla sindrome di "Nimby"
(dovunque ma non nel mio giardino). "Perché noi siamo vittime di una straordinaria
catena di errori politici, di follie gestionali, di incompetenze e di sprechi
miliardari", dice con la rabbia negli occhi Ludovico Valentino, uno dei
tanti che in questi giorni ha tentato di impedire l'apertura della discarica.
La verità è che a Pianura e nei comuni sommersi da cumuli di rifiuti, nei roghi
che ancora ieri a Ischia, Pozzuoli, Afragola e Boscoreale hanno avvelenato
l'aria di diossina, è scritta la tragica storia di Napoli. Dove tutto - anche
un "normale atto amministrativo" come è altrove la raccolta dei
rifiuti - diventa emergenza. Un destino infame che sembra segnare la storia
delle classi dirigenti di questa città negli ultimi quarant'anni. Nel
lontanissimo 1973 il colera e il suo "vibrione" piegarono in due il
potere di Antonio Gava; sette anni dopo, era il 1980, il terremoto dell'Irpinia
e i suoi sprechi miliardari spensero l'astro di Ciriaco De Mita; tangentopoli
si incaricò di frenare l'ascesa di pezzi da novanta come Pomicino, De Lorenzo,
Scotti, Di Donato. Ora, il sogno della rinascita e del rinnovamento
bassoliniano rischiano di essere sommersi e cancellati da tonnellate di
monnezza. Per sempre. Perché è ad Antonio Bassolino che, a torto o
a ragione, l'opinione pubblica della città e della regione attribuisce gran
parte delle responsabilità di questa eterna emergenza. Ci sono stati otto
commissari (l'ultimo, il prefetto Cimmino è in carica da pochi giorni), tre
presidenti di Regione - Rastrelli, di An; Losco, Udeur; Bassolino - e cinque alti funzionari dello Stato - compreso il capo
della Protezione civile Bertolaso - eppure il nome che senti pronunciare
davanti ai roghi dei cumuli di rifiuti e sulle barricate di Pianura è uno solo:
Antonio Bassolino, l'uomo che da 15 anni è al governo
di Napoli e della Campania. Un destino ingiusto, se si vuole, di chi paga,
insieme ad errori propri, il prezzo di una catena interminabile di valutazioni
sbagliate, sprechi miliardari, incompetenze, affari, arricchimenti illeciti. Il
tutto equamente diviso fra destra, centro e sinistra dello schieramento
politico nazionale e regionale. Per Bassolino la Corte dei
Conti chiede un risarcimento di 3 milioni di euro per gli sprechi di un call
center ambientale pagato dal Commissariato e palesemente inutile. Con i suoi
cento "operatori" costretti a smistare cinque telefonate a settimana.
I magistrati della procura di Napoli ne chiedono il rinvio a giudizio insieme
ad altre ventotto persone e ai Romiti padre e figlio, il discredito popolare
sta travolgendo l'intero centrosinistra. Ma quando nasce l'eterna emergenza
rifiuti? È il 1997, un decreto del ministro Edo Ronchi obbliga le regioni a
fare piani e progetti per trasformare la monnezza in energia. In Campania
governa il centrodestra con Antonio Rastrelli. In campo per aggiudicarsi
l'appalto, due catene di imprese, una guidata dalla Fibe del gruppo Impregilo
di Romiti e figli, e l'altra che vede presenti colossi come l'Ansaldo e l'Enel.
Vincono le imprese dei Romiti. Non hanno le qualità richieste ("il
progetto presentava lacune imbarazzanti", dichiara un docente
universitario), ma abbassano i prezzi: 83 lire/kg per i rifiuti da conferire
agli impianti Cdr (che trasformano la monnezza in combustibile) contro le 110
lire dei concorrenti. Ma non è l'unica stranezza, perché una ordinanza di
Ronchi del 1998 fissa in dieci mesi i tempi per la realizzazione dei sette Cdr
e in 24 mesi quelli per la costruzione dei due inceneritori. Nel frattempo, il
materiale prodotto va collocato in cementifici e centrali elettriche e
utilizzato come combustibile. La Fibe, però, non dispone di strutture del
genere sul territorio campano. L'Enel sì, ma viene cancellata. Poco male perché
nel passaggio tra l'ordinanza ministeriale e il capitolato d'appalto,
spariscono quelle due semplici parole "impianti esistenti". E la Fibe
e i Romiti possono andare avanti alla conquista di un business che si aggira
intorno ai 600 miliardi di vecchie lire l'anno. Il contratto viene ratificato
da due presidenti di Regione, Rastrelli e Losco, approvato anche da Bassolino quando nel 2000 diventa presidente della Regione e
commissario straordinario. Il resto è inefficienza: dei due termovalorizzatori
solo quello di Acerra, forse, entrerà in funzione, i sette impianti di Cdr
producono rifiuti "tal quali", le ecoballe. Sei milioni di tonnellate,
la gran parte stoccate a Taverna del Re, tra Giugliano e Villa Literno, in
un'area di 3 chilometri per tre. Una montagna di mondezza impacchettata.
Materiale che non potrà mai essere bruciato senza il rischio di provocare un
immane disastro ambientale. Ma un dato è certo: il Commissariato all'emergenza
rifiuti ha prodotto solo sprechi e clientele politiche. Lo documenta la Corte
dei Conti. I Consorzi di bacino (una delle tante strutture burocratiche) sono
nati "per trovare posto a personaggi trombati in precedenti incarichi
politici". Uomini senza competenze, ma dotati di auto blu e autisti. E che
dire delle indennità di commissari, subcommissari e vicecommissari:
inizialmente erano fissate in 10 milioni di lire mensili, ma forse non
bastavano, si decise di elevarle allo stesso livello dello stipendio percepito
dagli assessori regionali. Un vero e proprio bingo: 10mila euro mensili.
Intanto la raccolta differenziata in dieci anni passa dall'1,5% ad un misero
10, mentre nel resto del Paese siamo al 24,3%. Il Commissariato ha speso cifre
da capogiro anche per pagare giornalisti (due nella struttura) "ma è
mancata una adeguata informazione". Il consorzio Conai aveva 2316
dipendenti, ma "se lavorano in 200 è un miracolo", dice il prefetto
Catenacci. Il risultato è che fino ad oggi la gestione Commissariale è costata
al contribuente qualcosa come 1 miliardo e 200 milioni di euro, buona parte
spesi per pagare i 101 dipendenti, consulenti e collaboratori, altri 60 milioni
di euro l'anno sono stati sprecati per trasferire la mondezza in Germania, dove
diventava combustibile per produrre energia. Per non parlare delle spese folli
dei consulenti della struttura. Ti raccontano di commissari e loro
collaboratori alloggiati nei più prestigiosi e costosi hotel del lungomare e
dei 724.680,25 euro spesi in telefonate internazionali e in contatti con le
"linee erotiche". E che dire di quel funzionario in trasferta a
Rimini che decide di alloggiare al Grand Hotel (quello di Fellini), categoria
cinque stelle extra-lusso? O di quel solo consulente del Commissariato che si
fa rimborsare biglietti aerei per 35mila euro e spese per pasti che superano i
7mila euro? Amare le conclusioni dei magistrati contabili: "Dopo 13 anni
di emergenza il ciclo dei rifiuti è ancora aperto. Si è venuta a creare una
situazione endemica di emergenza che non trova riscontro in alcuna altra realtà
locale d'Europa e che non è degna di un Paese civile". Per favore non
prendetevela con gli abitanti di Pianura.
( da "Stampa, La" del 04-01-2008)
[FIRMA]GUIDO RUOTOLO INVIATO A NAPOLI Fuochi
d'artificio e barricate di "monnezza" che prendono fuoco accolgono all'alba
l'arrivo della polizia, davanti all'entrata della discarica di Contrada Pisani,
a Pianura. Per tutta la notte un centinaio di abitanti della Contrada, che si
trova all'interno di un vecchio cratere dell'area flegrea, in un'area
d'interesse ambientale devastata dall'abusivismo e dalla vecchia discarica,
avevano presidiato la zona. Una frangia del "movimento" aveva
squarciato i pneumatici di alcuni pullman e alle due di notte dirottato e
incendiato un altro autobus. E si preparava a impedire alla polizia di entrare
nella discarica. Ma nonostante i fuochi d'artificio e le barricate
intossicanti, la polizia è riuscite a raggiungere l'obiettivo senza che ciò
provocasse gli scontri tanto temuti quanto attesi. Un paio di chilometri prima
del presidio popolare, infatti, per tutta la notte alcune escavatrici avevano
aperto un varco tra la boscaglia, consentendo all'alba l'entrata nella vecchia
discarica di tecnici e mezzi, con ciò che serve per predisporre l'utilizzazione
del sito. Preso atto della "sconfitta", o meglio della vittoria
tattico-militare della polizia, un gruppetto del "movimento" ha poi
occupato per un'ora l'ingresso della tangenziale e in serata il presidio si è
trasferito davanti al nuovo ingresso della discarica, non senza momenti di
tensione. Nel "movimento" ci sono anche tre gruppi contrapposti: uno
che fa riferimento a un centro sociale di Quarto, vicino ai Carc, l'altro ai
giovani di An che hanno nel consigliere comunale Marco Nonno il loro punto di
riferimento. E infine un gruppo legato agli ultrà. Insomma una miscela
esplosiva. Qualche brutto segnale è arrivato ieri sera: una pattuglia dei
vigili urbani è stata aggredita all'altezza della rotonda "don
Giustino". Una gazzella dei carabinieri è stata assaltata a sua volta con
un estintore. E quattro bus sono stati sequestrati. Insomma, le prossime ore
non promettono nulla di buono, per via di questi tentativi di guerriglia
urbana. Una polveriera che rischia di deflagrare nel tentativo di
strumentalizzare e coinvolgere i cittadini di Contrada Pisani, estranei a
queste "provocazioni". La presa di possesso della discarica è stata
un successo indiscutibile, rivendicato dal prefetto di Napoli, Alessandro Pansa
("So che a molti non ha fatto piacere che non si siano registrati incidenti,
perché avrebbero preferito lo scontro per radicalizzare le iniziative"), e
accolta positivamente dal governatore della Campania, Antonio
Bassolino (non dal sindaco di Napoli, Rosetta Iervolino). Pansa e Bassolino sono consapevoli che il cammino da percorrere per far rientrare
nella "normalità" l'emergenza rifiuti è ancora tutto in salita. E non
solo perché ieri si sono registrati 200 roghi di montagne di rifiuti (con ciò
che comporta in termini di rischio diossina) e Caserta è a rischio
collasso (ieri una delegazione del consiglio comunale ha occupato a Napoli la
sede del commissariato straordinario): il sindaco di Caserta ha chiuso alcuni
mercatini per evidenti problemi igienico-sanitari. Ma anche perché occorreranno
non meno di cinque-sei giorni prima che Pianura accolga i rifiuti della sola
Napoli per almeno un anno. E siccome i sette impianti di trattamento rifiuti
sono fermi perché saturi, nelle prossime ore la "monnezza" continuerà
a invadere la città. Dall'Asìa, Azienda igiene ambientale del Comune di Napoli,
che si occupa della raccolta dei rifiuti, fanno sapere che ieri in città non
erano state ritirate 1200 tonnellate di rifiuti, che diventeranno oggi
2000-2500. E le stime parlano di 40 mila tonnellate di rifiuti lasciati a terra
in provincia di Napoli, 100 mila in Regione. Pianura, da questo punto di vista,
rappresenta per Napoli una via d'uscita non dall'emergenza ma dalla catastrofe.
Ne è consapevole Bassolino, che non risparmia critiche
al "perdurare dei particolarismi e di un'ostinata opposizione a una gestione
razionale del problema". Il governatore si schiera con il commissariato
per l'emergenza rifiuti: "Riaprire la discarica di Pianura va nella
direzione di superare la crisi ed è un passo fondamentale, anche se doloroso.
Napoli si rende strutturalmente autonoma". Per un anno, ha spiegato Pansa,
dovrà tamponare la situazione, in attesa che apra il termovalorizzatore di
Acerra. Ma da oggi la prefettura dovrà convincere Contrada Pisani ad accettare
la "dolorosa" decisione. Pansa ha annunciato la disponibilità a
"misure compensative".
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 04-01-2008)
Cronaca Italiana Pagina 107 Si infiamma la polemica
politica. An: intervenga il Governo Il centrodestra attacca Bassolino
"Ha fallito, deve dimettersi" Si infiamma la polemica politica. An:
intervenga il Governo --> ROMA Nelle strade continuano a bruciare cumuli di
rifiuti e la polemica politica si infiamma: mentre il governatore della
Campania, Antonio Bassolino, parla "del perdurare
dei particolarismi e di un'ostinata opposizione a una gestione razionale del
problema", il centrodestra chiede le sue dimissioni. "La questione
rifiuti è lo specchio del fallimento dell'intera classe dirigente del
centrosinistra non soltanto in Campania ma in tutta la Nazione", afferma
in una dichiarazione il portavoce di An, Andrea Ronchi. "Prodi la smetta -
aggiunge Ronchi - di fare Alice nel paese delle meraviglie. Prenda atto che la
crisi in Campania è ben più drammatica di quella che ci consegnano le immagini
televisive e che si tratta di una realtà che non può essere risolta con
balletti al vertice del commissariato straordinario, ma con un serio piano di
intervento". "L'emergenza rifiuti a Napoli e in Campania si configura
ormai come una vera e propria questione nazionale che non può essere
ulteriormente tollerata se l'Italia vuol essere ancora considerata un Paese
civile", così in una dichiarazione congiunta il deputato di Forza Italia
Elio Vito e il coordinatore nazionale di Forza Italia Sandro Bondi inquadrano
il disastro. "Le colpe delle amministrazioni regionale e locale sono
antiche e gravissime, e i falò notturni dell'immondizia, con rischi gravissimi
per la salute pubblica - prosegue la nota - simboleggiano tristemente non solo
una inaccettabile situazione di degrado, ma un malgoverno che Bassolino ha elevato a sistema. L'esasperazione dei
cittadini ha superato da tempo il livello di guardia, ma mentre Napoli brucia,
Roma è in settimana bianca. Al punto massimo del disastro
corrisponde il punto massimo dell'irresponsabilità da parte del governo Prodi.
Il governatore Bassolino e il sindaco Iervolino, a fronte di questo tragico sacco di
Napoli, avrebbero il dovere morale prima che politico di trarre tutte le
conseguenze dal loro fallimento".
( da "Virgilio Notizie" del 04-01-2008)
03-01-2008 18:27 Serve comitato salute pubblica, da
Comune-Regione sacco città Roma, 3 gen. (Apcom) - "L'esasperazione dei
cittadini ha superato da tempo il livello di guardia, ma mentre Napoli brucia,
Roma è in settimana bianca". Lo dicono il coordinatore di Forza Italia,
Sandro Bondi, e il capogruppo azzurro alla Camera, Elio Vito. "L'emergenza
rifiuti a Napoli e in Campania si configura ormai come una vera e propria
questione nazionale - dicono - che non può essere ulteriormente tollerata se
l'Italia vuol essere ancora considerata un Paese civile. Le colpe delle
amministrazioni regionale e locale sono antiche e gravissime, e i falò notturni
dell'immondizia, con rischi gravissimi per la salute pubblica, simboleggiano
tristemente non solo una inaccettabile situazione di degrado, ma un malgoverno
che Bassolino ha elevato a sistema".
"L'esasperazione dei cittadini ha superato da tempo il livello di guardia,
ma mentre Napoli brucia - dicono Bondi e Vito - Roma è in settimana bianca. Al
punto massimo del disastro corrisponde il punto massimo dell'irresponsabilità
da parte del governo Prodi, il cui ministro dell'Ambiente, come se nulla fosse,
favoleggia di riduzione dei rifiuti e di raccolta differenziata nel momento in
cui si affaccia addirittura lo spettro di epidemie". "Forza Italia
chiede di costituire da subito un comitato di salute pubblica per far uscire le popolazioni di Napoli e della Campania da questa
indecenza civile e amministrativa sulla quale la stessa Ue è pronta a
intervenire per sanzionare il nostro Paese. Il governatore Bassolino e il sindaco Iervolino - concludono i due - a fronte di questo
tragico sacco di Napoli, avrebbero il dovere morale prima che politico di
trarre tutte le conseguenze dal loro fallimento".
( da "Eco di Bergamo, L'" del 04-01-2008)
Nonostante l'emergenza, in Campania la produzione dei
rifiuti urbani è in leggera flessione. In base a una proiezione, secondo la
direzione controllo flusso rifiuti dell'Arpac (Agenzia regionale protezione
ambientale Campania), la produzione al 2007 si attesta tra i 2,7 e i 2,8
milioni di tonnellate di rifiuti urbani, era 2 milioni e 806 mila nel 2005.
Rispetto al pro-capite si registra una riduzione: 435 chilogrammi l'anno a
testa (sotto la media nazionale) rispetto ai 485 del 2005. Meno produzione ma
tre nodi caldi in Campania: rischi per la salute, ecomafie
e bassa raccolta differenziata. Secondo l'ultimo Rapporto rifiuti Apat (Agenzia
per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici) relativo al 2005 la
media di produzione di rifiuti urbani pro capite al Nord era di 533 chili
l'anno per abitante, al Centro di 633 chili pro capite e al Sud di 496 chili
pro capite. In Campania il dato era di 485 chili, al di sotto media del
Mezzogiorno. Per quanto riguarda la salute, sono 32 i comuni campani a maggior
rischio ambientale, la maggior parte dei quali con mortalità generale e per
tumori elevata (27 risultano a maggior rischio di tumori negli uomini e nelle
donne), localizzati tra le province di Caserta e di Napoli, e inclusi nei siti
di bonifica litorale domizio flegreo e agro aversano, Litorale vesuviano e alcuni
della penisola sorrentina. Tutte aree interessate dal rilascio incontrollato
dei rifiuti. Secondo quanto riferisce il Cnr, i dati hanno evidenziato eccessi
statisticamente significativi di rischio di malformazioni del sistema nervoso
centrale e dell'apparato urinario, con incrementi rispettivamente dell'8 e del
14 per cento al crescere dell'indice di rischio da rifiuti, e un incremento
medio della mortalità generale in entrambi i sessi. Secondo l'ultimo rapporto
Ecomafia di Legambiente, in tutta Italia sono 4.409 gli illeciti nel ciclo dei
rifiuti accertati nel 2006, di cui il 10,2% (448) solo in Campania, che vede
crescere i reati in questo settore. La raccolta differenziata dei rifiuti
urbani per macroarea geografica nel 2005 vede il Nord a quota 38,1%, il Centro
al 19,4%, il Sud all'8,7% e l'Italia al 24,3%. La Regione Campania nello stesso
anno registra un magro 10,6%. A Napoli, la differenziata si ferma al 7,4%,
contro il 35,3% di altre città metropolitane come Torino, il 30,7% di Milano,
il 15,3% di Roma, il 12,2 di Bari e l'8,4% di Palermo.
( da "Nazione, La (Nazionale)" del 04-01-2008)
Pubblicato anche in: (Giorno, Il
(Nazionale)) (Resto del Carlino, Il (Nazionale))
H LE ECOMAFIE Il giro di affari in Campania è stimato
sui 45 miliardi di euro, gestiti da otto clan Nel 2006, trovati 4409 illeciti -
-->.
( da "Adige, L'" del 04-01-2008)
Massimo Ranieri: "Come napoletano mi sento
offeso". Il centrodestra chiede le dimissoni di Bassolino
E' una vergogna per tutti gli italiani NAPOLI - "Ci vergogniamo di essere
napoletani. Ci vergogniamo di essere italiani". Questo il ritornello di
personaggi famosi e politici partenopei dopo l'ennesima emergenza rifiuti.
Massimo Ranieri, interpellato sullo scandalo di Napoli che ha provocato il duro
monito da Bruxelles, ha detto di sentirsi "vilipeso, offeso, preso a
calci. E come me molti napoletani. È una vergogna, per tutti gli italiani.
"Siamo la quinta potenza mondiale. Quanto sta accadendo è sconcertante.
Giustamente l'Unione Europea ci ha bacchettato, ma non noi napoletani, ha
bacchettato noi italiani. Vediamo cosa succederà". Durissimo il
centrodestra che chiede apertamente le dimissioni di Bassolino.
"E' una vergogna anzionale" tuona Mario Landolfi (An). "Siamo
fieri ed orgogliosi di essere napoletani e campani, di essere figli di quella
terra che, pur tra mille contraddizioni, ha dato lustro a grandi uomini di
cultura e della politica, figli di quella terra ricca di storia e di bellezze
naturali. Da oltre un decennio, però, grazie alle
incapacità di Bassolino, Iervolino e di tutta la classe politica del centrosinistra
regionale, siamo diventati un popolo umiliato e messo completamente alla gogna.
Altro che decantato risorgimento napoletano. Siamo il popolo della monnezza,
sommersi da tonnellate di rifiuti e di ecoballe, scherniti dal resto del Paese,
attaccati dalla stampa estera, bacchettati dalla Comunità Europea. Siamo,
insomma, diventati la vergogna d'Italia e dell'Europa, degno primato della
classe politica che ci rappresenta". 04/01/2008.
( da "Giornale.it, Il" del 04-01-2008)
Di Gabriele Villa - venerdì 04 gennaio 2008, 07:00
"Sulla spazzatura rischio di perdere la mia credibilità": Antonio Bassolino, agosto, 2007, Napoli. Italia. Pianeta Terra, non
Marte né Saturno. Ma dove è stato Bassolino fino ad
oggi? Ma quante cose avrebbe dovuto e potuto fare e non ha fatto Bassolino in tutti questi anni? La sua credibilità? Forse
solo scavando tra scarpe vecchie, ossa di pollo e bucce di banana si può ancora
trovarne traccia. Promesse, dichiarazioni d'intenti. Assicurazioni. Parole in
libertà. Che, in quattordici anni, giorno dopo giorno, sono andate ad
ammonticchiarsi una sopra l'altra. Stratificandosi esattamente come i rifiuti
che stanno soffocando la Campania. È dal 1994 che i cassonetti di Napoli e
dintorni traboccano. È dal 1994 che i politici di turno, sempre gli stessi
(hanno solo cambiato posto come nel gioco antico della sedia) regalano proclami
e certezze. E restando miracolosamente con la testa fuori dalla mondezza
inanellano perle di un umorismo che potrebbe anche far sorridere se la
situazione non fosse triste. E non c'è niente di peggio che un napoletano
triste, diceva Totò. E pensare che se quelle degli amministratori campani di
turno non fossero state solo balle, anzi eco-balle, a Pianura, nuova capitale
della monnezza, l'unica raccolta che dovremmo fare oggi sarebbe quella delle
palline da golf: una Srixon qui, una Taylor Made là. Sì, perché nel 1996, cioè
undici anni fa, la discarica di Pianura avrebbe dovuto diventare un pregevole
course nell'ambito di un progetto ambizioso che non è stato completato nemmeno
sul tavolo da disegno: diciotto buche da ritagliare attorno al cratere Senga.
Sembrava tutto facile. Scacciare la spazzatura con uno swing: geniale. E, nel
contempo: risanamento idrogeologico, riqualificazione del sistema viario,
parcheggio multipiano, poliambulatorio, parco di 60 ettari, centro congressi. Rosa Iervolino, sindaco di Napoli dal 2001, è una simpaticona. Le
sue dichiarazioni sulla spazzatura, che tracima dappertutto, tranne che nel suo
ufficio, hanno sempre messo i napoletani di buonumore. È il 12 maggio del 2003
quando il sindaco rivela: "Ci stiamo avviando alla normalità".
Otto mesi più tardi si corregge: "Abbiamo qualche problema". Il 21
maggio del 2007 corregge la correzione e ammette: "La situazione è tragica".
Ma poi, nove giorni dopo, ritrova il suo ottimismo: "L'emergenza a Napoli
è chiusa". A onor del vero gli fa compagnia anche il neo (all'epoca)
commissario per l'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso, che il 22 maggio
annuncia: "In dieci giorni risolvo tutto". Qualche tempo dopo verrà
aggredito dai manifestanti del no-discarica. Inferociti.
( da "Giornale.it, Il" del 04-01-2008)
Proclami e illusioni: 14 anni di eco-balle di
Gabriele Villa - venerdì 04 gennaio 2008, 07:00 Intanto "Il Mostro che
puzza e inquina ovunque" come canta Agnese Ginocchio, vocalist partenopea
della protesta di massa contro il pattume, "inesorabilmente avanza".
Ma quando il vescovo di Caserta, Raffaele Nogaro, celebrando Messa il 13 maggio
del 2007 e ricelebrandola il 13 dicembre a Lo Ettaro, altro buco nero e
maleodorante, le fa eco tuonando: "Dio liberaci dalla discarica"
tornano in mente le parole, pronunciate il 10 maggio del 2003 dall'allora
ministro dell'Ambiente, Altero Matteoli: "C'è una lobby delle discariche e
noi dobbiamo fare i conti con i preti e i vescovi che predicano contro gli
impianti di smaltimento invece di pensare ai loro fedeli". Fortuna che un
altro ministro dell'Ambiente, l'onnipresente Percoraro Scanio, addolorato ma
non troppo per le minacce contro Bertolaso, ha le sue certezze:
"L'immondizia dobbiamo portarla nei siti militari e la polizia la smetta
di caricare i manifestati che bloccano gli sversamenti". Torniamo a
sorridere con l'immarcescibile Antonio Bassolino di
due anni fa e la sua esilarante battuta: "Quando sono arrivato alla
Regione il piano rifiuti c'era già. A decidere non sono stato io. Tutte le
scelte più importanti erano state già fatte". Peccato che lui sia stato
eletto sindaco di Napoli nel dicembre 1993, rieletto nel 1997 e poi sia
diventato governatore e, continuando a "gestire" l'emergenza, sia
stato riconfermato per altri quattro. Poche idee o semplice distrazione? In
ogni caso un'idea gli è venuta, è storia di ieri, sfogliando le pagine del
Corsera, e l'ha messa in rete nel suo Blog: "Bisogna fare come a Venezia,
bruciare l'immondizia così cumm'è senza differenziare un fico secco". Idee ne ha avute in verità anche la Iervolino. Che nel 2005
batteva i pugni sul tavolo: "Napoli deve avere il
termovalorizzatore". Peccato che giusto sette mesi fa ha ribattuto i pugni
sul tavolo dicendo: "Napoli non avrà un suo termovalorizzatore". E
come se l'è presa con l'ambasciatore americano che in luglio aveva avvertito i
suoi connazionali della puzza e dei rifiuti: "Ma che sta dicendo quello
lì: i rifiuti non ci sono più". Il 18 dicembre rettifica: il
centrosinistra ha le sue responsabilità ma c'è stata una campagna di demonizzazione.
Salvo poi fare il botto di Capodanno: "Sull'emergenza il Comune di Napoli
non ha alcuna responsabilità e nessuna competenza. Spetta al commissario di
governo trovare le soluzioni". Evvai. Suvvia siamo seri.
( da "Manifesto, Il" del 04-01-2008)
"Noi, pronti a tutto contro la discarica" A
Pianura Tra la protesta degli abitanti della periferia occidentale di Napoli,
che non vogliono la discarica Francesca Pilla Napoli Sembra una collina un po'
dissestata. E' di un verde brillante, si estende per centinaia di metri e
guarda agli alberi, ai pini del parco degli Astroni protetto dal Wwf. In realtà
è una montagna artificiale e sotto la vegetazione riposano migliaia di
tonnellate dei rifiuti raccolti in quarant'anni in Campania. Centinaia di
persone stazionano davanti alle tre entrate della discarica chiusa nel gennaio
del '96, sono inferocite dopo che alle sei del mattino con un blitz le forze
dell'ordine si sono aperte un varco in un terreno sequestrato per permettere ai
tecnici di fare i primi sopralluoghi. Ieri a Contrada Pisani, nel quartiere di
Pianura alla periferia occidentale di Napoli, è stato il giorno del pianto.
"Siamo demotivati - urla una donna che tiene per mano una ragazzina - ma
non ci arrendiamo, qui ci scappa il morto. Non lo farò per me, ma per mia
figlia". Urla, litigi, disperazione e blocchi lungo la strada che porta a
Quarto e a Pozzuoli. Alcuni manifestanti sradicano alberi dal ciglio della
strada, smuovono massi e ricoprono il tutto con i pneumatici, si preparano alle
barricate. Hanno saputo, in mattinata, che ci sono poche possibilità di
scongiurare quello che mai avrebbero creduto possibile: la riapertura del sito
almeno fino al 2009 o anche dopo se non entrerà in funzione il
termovalorizzatore di Acerra. Da Roma hanno dato mandato al commissario di
riaprire senza nessuna mediazione, perché solo a Pianura nel giro di pochi
giorni possono finire le 100mila tonnellate di immondizia accatastate per
strada. Contrada Pisani ha una capienza di 2milioni in tonnellate, dovrebbe
servire Napoli e alcuni comuni della provincia, ma questo significa un carico
di 1800 tonnellate al giorno. Il capoluogo, infatti, pesa oltre il 50% nella
produzione complessiva. "Nessun politico di destra o sinistra si opporrà,
ci si è messa anche l'Ue. Ma perché questa emergenza di 14 anni la dobbiamo
pagare noi" - si lamenta una signora che ha acquistato casa da 5 anni,
convinta di vivere nel verde e respirare aria pulita. Il comune aveva infatti
promesso la bonifica e un campo da golf. Il sindaco
Iervolino non può dire no, anche se ha dato indirettamente il suo appoggio ai
cittadini. "La bonifica in realtà è iniziata. La montagna sta scendendo
emettendo gas. Sopra c'è una centrale termoelettrica che raccoglie il singas e
lo trasforma - spiega Michele Ramaglia, un ingegnere che collabora con il Cnr e
che vive proprio qui. E' insieme agli altri pronto a sedersi per terra e
a non lasciar passare i camion. "E' tecnicamente una follia mettere sopra
la collina altri rifiuti - continua - il gas sprigionato verrà compresso, qui
siamo in una conca non si respirerà più, da Fuorigrotta fino a Pozzuoli".
La ditta De Falco che aveva nella discarica i compattatori da qualche anno ha smobilitato
gli impianti e gli abitanti sono sicuri che l'area sarà nuovamente una
discarica a cielo aperto. Ramaglia insieme a un altro ingegnere Ennio Italico
Noviello avevano presentato un progetto per fornire i comuni di un dissociatore
accelerato e bloccato: "Una tecnologia conosciuta da un secolo che noi
abbiamo aggiornato, ma chissà perché non l'hanno nemmeno presa in
considerazione". I manifestanti hanno le loro teorie: sono tutti venduti.
Se la prendono con il governatore Bassolino, con le
imprese del ciclo smaltimento: "Si sono rubati miliardi - urla un uomo - e
stanno sempre lì, noi se facciamo una truffa per 5 euro andiamo in
galera". I bambini giocano ad acchiapparello, fanno merenda e guardano
disincantati gli adulti e la polizia in assetto antisommossa. La maggior parte
dei presenti ha già lottato contro questa stessa discarica. "Ricordo che
mia madre veniva a prendermi a scuola e mi portava qui. Ero in quinta
elementare" - racconta Massimo Carandente che oggi è un asso nella riparazione
di telefonini, conosciuto da tutti nel rione: "Io qui ci sono nato -
continua - è stata sempre una protesta. Questa volta? O ci uccide la diossina o
lo stato, non li lasceremo passare". Qui si dicono tutti pronti alla
battaglia, ma pur sempre pacifica. "Non abbiamo intenzione di lasciarci
andare alla violenza - afferma Angelo De Falco, consigliere di circoscrizione
Fi - non approviamo chi durante la notte ha assaltato un bus e lo ha
incendiato. Abbiamo allontanato tutti i facinorosi, ma resteremo qui". A
sedare gli animi anche Paolo Tirelli presidente della municipalità che ha
scritto a Napolitano chiedendo aiuto. Una lettera accorata dove si descrive un
quartiere abbandonato privo persino di fogne e illuminazione. I manifestanti
però lamentano di essere stati abbandonati non solo dalla politica ma dagli
stessi "vicini di casa". "Molti a Pianura hanno abboccato a
promesse stupide" - dice un adolescente che con i suoi compagni da tre
giorni siede davanti ai cancelli della discarica. Il riferimento è alle
dichiarazioni del consigliere regionale di An, Pietro Diodato, che ha
tappezzato il quartiere di manifesti dove si promette in cambio dei rifiuti
l'abbattimento dell'Ici e della Tarsu. "Ma chi si muove di qui, se
riaprono diventiamo tutti zombi - controbatte una donna corpulenta - 4 anni fa
abbiamo contestato l'apertura del sito temporaneo, mi hanno manganellato e sono
rimasta svenuta in strada. Questa volta devono passare sul mio corpo".
"Lo faranno chisti ca non hanno rispetto per nessuno, nemmeno per donne e
bambini" - le assicura il marito indicando le camionette della polizia.
Arriva la sera e sono ancora tutti fermi, dicono di avere paura della notte:
"Verranno, lo fanno sempre prima dell'alba, lo so ci sgombereranno - si
rammarica una ragazza - ma domani saremo ancora qui".
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 04-01-2008)
Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: OPINIONI
- data: 2008-01-04 num: - pag: 10 categoria: REDAZIONALE FILOSOFIA E DEGRADO
Nietzsche a San Giorgio e le bugie della politica di GIANCRISTIANO DESIDERIO L
a scritta con la quale il negoziante di San Giorgio a Cremano ha chiuso bottega
è qualcosa di più della fine di un'attività commerciale: "Causa eterno
stazionamento monnezza". Ricorda il più celebre "eterno ritorno
dell'uguale" di Friedrich Nietzsche. In fondo, la spazzatura non è sempre
"uguale"? Non ritorna eternamente? E come l'"eterno ritorno"
del filosofo dello Zarathustra è un "ospite inquietante" che annuncia
il "nichilismo europeo", così l'"eterno stazionamento di
monnezza" non è, forse, un ospite altrettanto inquietante che ha
annunciato da tempo, ormai, il "nichilismo napoletano " (con tanto di
sanzione europea)? Se Napoli e la Campania sono in ginocchio al cospetto del
mondo e devono sperare che la Germania annichilisca le tonnellate di immondizia
"made in Napoli" è sì, certo, perché non ci sono inceneritori,
termovalorizzatori e sono stati fatti errori su errori senza costruire un
moderno ciclo di smaltimento dei rifiuti, ma è anche e soprattutto perché è
stata negata la verità. La verità è finita tra i rifiuti. Nichilismo
napoletano, appunto. Ormai lo sanno anche le pietre: Bassolino e Iervolino hanno detto bugie su bugie. Ma la bugia non è né una
colpa né un reato. Anzi, come si sa la bugia può essere detta a fin di bene. A
volte è necessaria, a volte utile. Soprattutto, la bugia è strettamente legata
e apparentata con la verità. Il bugiardo è colui che inganna perché
conoscendo bene la verità - la realtà dei fatti, come si dice - la nasconde e
sostituisce con la bugia. La moneta falsa presuppone la moneta buona. Ma ciò
che ha prodotto la politica in Campania non è l'occultamento della verità, non
è la sostituzione della verità con la menzogna, bensì la negazione della verità
in sé. La politica non è artefice di un inganno ai danni della Campania, ma di
qualcosa di più sofisticato e pericoloso: l'auto-inganno. Hannah Arendt nel
saggio La menzogna in politica ha messo in luce il rapporto tra verità,
politica e menzogna e ha posto la differenza tra la menzogna tradizionale - il
mentire classico per ragion di Stato - e la scientifica falsificazione dei
fatti, la manipolazione della realtà. La Campania è stata portata al fallimento
perché si è sistematicamente negata la verità sui rifiuti, sulla spesa
pubblica, sui fondi europei, sulla sanità malata, sulla povertà diffusa,
sull'abusivismo edilizio, sulla criminalità organizzata. Soppiantando la
categoria della verità, la politica si è privata della possibilità di poter
decidere nell'interesse di tutti: ha organizzato un "suicidio" di
massa. Negando la categoria della verità si è esclusa la "scelta del
meglio" privilegiando la "possibilità del peggio ": là dove non
c'è verità tutto è eternamente uguale, l'uno vale l'altro, nessuno ha ragione e
nessuno ha torto, la politica si è suicidata ed esiste solo la potenza e il
potente che inevitabilmente diventa prepotente. L'"eterno stazionamento
della monnezza" ha la sua origine nella negazione ciclica e sistematica
della verità dei fatti. Oggi Napoli è piena di spazzatura perché è vuota di
verità. \\ La menzogna è strettamente legata e apparentata con la verità.
( da "Corriere della Sera" del 04-01-2008)
Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Libri -
data: 2008-01-04 num: - pag: 48 categoria: REDAZIONALE Indice NOIR DE CATALDO E
L'ECOMAFIA Torrida estate italiana tra incendi e vendette U
n'estate italiana. Un'estate di fuochi, soprattutto al Sud dove gli incendi si
appiccano - dicono le indagini - per molti motivi: rendere fabbricabili terreni
boschivi, allargare i pascoli, per vendette, ma anche per iniziative auto-promozionali
degli operai stagionali della Forestale. Il luogo scelto per il rogo nel
racconto di Giancarlo De Cataldo è una foresta protetta vicino Lecce,
confinante con un complesso turistico di lusso. Qui, nel mese delle vacanze, si
ritrovano un bravo magistrato di Firenze con moglie e figlia, due gemelli
romani ricchi e prepotenti, Leonardo Coppetiello sedicente ingegnere scappato
da Napoli per sfuggire alla vendetta di Don Carmelo. Per salvarsi dal
capocamorra che aveva voluto fregare, Leonardo chiama in soccorso il nemico del
Don, che oltre a prendergli tutto chiede in cambio una prova: appunto,
l'incendio del bosco. Nel microcosmo dei vacanzieri non manca il giornalista
d'assalto, un po' pasticcione ma con buone intenzioni. Insomma, è un condensato
dell'Italia di oggi (che, senza offesa per nessuno, ricorda un po' quella dei
film di Neri Parenti e dei fratelli Vanzina, gli unici che da un Natale
all'altro hanno saputo rappresentare il Paese com'è). Qui però la commedia
sterza forte verso il dramma. Con una sola sicurezza (o speranza?): i ragazzi
sono migliori dei padri. Il "Noir di Ecomafia" di De Cataldo scorre
agile e serrato. Con una curiosità: nel personaggio del magistrato di Firenze
lo scrittore si è divertito a dipingere un proprio semiserio autoritratto.
GIANCARLO DE CATALDO Fuoco! EDIZIONI AMBIENTE PP. 232, e 10 Ranieri Polese.
( da "Messaggero, Il" del 04-01-2008)
Di PAOLO MAINIERO NAPOLI - Un'altra giornata campale.
I cumuli di rifiuti toccano i primi piani dei palazzi, i roghi continuano a diffondere
diossina, anche l'ultimo dei sei impianti di Cdr ancora in funzione, quello di
Caivano, ha chiuso perchè non c'è più lo spazio dove sistemare le (eco)balle.
La situazione è disperata. A Pianura, Napoli, dove le ruspe nella notte hanno
cominciato ad attrezzare la discarica, è guerriglia. Autobus incendiati, strade
bloccate, petardi contro gli agenti di polizia: ma il
commissariato va avanti e sulla discarica napoletana si consuma la frattura tra
Antonio Bassolino e Rosetta Iervolino con il governatore che sostiene la decisione
e il sindaco che la boccia. E mentre i rifiuti spadroneggiano e i siti internet
e le tv e i giornali di mezzo mondo mostrano le immagini del disastro infuria
la polemica politica. Nel mirino, soprattutto il presidente della Regione
Antonio Bassolino e il sindaco di Napoli Rosa Russo
Iervolino di cui il centrodestra chiede le dimissioni. Nel caos totale la
salvezza è Pianura. La discarica alla periferia occidentale di Napoli chiusa
undici anni fa e che doveva essere trasformata in un avveniristico campo da
golf riapre. Lo annuncia il prefetto di Napoli Alessandro Pansa rompendo gli
indugi dopo una settimana di passione e nella consapevolezza che il tempo non
avrebbe concesso tregua. "L'apertura - spiega Pansa - rientra in un più
ampio piano che era già stato ipotizzato quando è sorta l'esigenza di chiudere
il sito di stoccaggio delle ecoballe di Taverna del Re". L'entrata in
funzione della discarica avverrà in due fasi: nella prima la spazzatura verrà
stoccata nella vecchia discarica, utilizzata fino al 1996; nella seconda, la
spazzatura, che subirà un processo di tritovagliatura finirà in un invaso che
ha una capacità di un milione e centomila metri cubi. Napoli mediamente produce
circa 1600-1800 tonnellate di rifiuti al giorno. E Pansa non esclude che
nell'invaso possano essere smaltiti anche rifiuti di comuni confinanti con lo
stesso quartiere di Pianura. Il prefetto di Napoli, che ha al suo fianco in
conferenza stampa il nuovo commissario Umberto Cimmino, sottolinea come, "diversamente
da quanto si pensava, e forse qualcuno voleva per poter radicalizzare lo
scontro, non ci sono stati incidenti, anzi si sta dialogando". In realtà,
a Pianura la tensione è altissima sin dalla notte scorsa quando gli abitanti
del quartiere hanno incendiato un autobus mentre la polizia apriva un varco ai
tecnici e alle ruspe che prendevano possesso dell'area per attrezzarla a
discarica. E tutta la giornata di ieri è stata un susseguirsi di proteste:
tangenziale bloccata, cortei e, in serata, i manifestanti bloccano l'uscita
impedendo ai camion di lasciare il sito. I più arrabbiati aggrediscono
verbalmente gli agenti e qualcuno lancia pure petardi. Poi, il clima si è
disteso. Ma ormai la linea è tracciata. Pianura riaprirà. "La sua apertura
è necessaria per rendere autonoma Napoli - ribadisce il prefetto Pansa - e
quell'area è l'unica di dimensioni tali da poterci consentire un'operazione di
questo genere". La discarica sarà attiva fin quando non entrerà in
esercizio il termavalorizzatore di Acerra. "All'inizio del 2009", è
la previsione di Pansa. Ma il prefetto assicura che Pianura sarà ricompensata
con opere di riqualificazione ambientale (saranno bonificate anche alcune
discariche abusive) e con iniziative sociali che possano anche garantire sbocchi
occupazionali. Il prefetto prova a tranquillizzare anche l'Unione Europea che
ha accusato il governo italiano di non aver rispettato gli impegni. "Mi
dispiace - spiega Pansa -. Ero stato a Bruxelles per illustrare il piano per
uscire dall'emergenza. La Ue si è spaventata non per quello che non stiamo
facendo ma per le immagini che trasmette la tv. Bruxelles ritiene che il piano
sia saltato. Non è così".
( da "Messaggero, Il" del 04-01-2008)
Di RITA DI GIOVACCHINO ROMA- L'emergenza rifiuti a
qualcuno ricorda il post-terremoto. Sono almeno 13 anni, che tra un blocco stradale
e l'occupazione di una discarica, a Napoli piovono soldi. "C'è un vero e
proprio blocco sociale che campa sulla monnezza, dai manager ai lavoratori
socialmente utili. Un magma che riesce a contenere clientelismo, malavita e
illegittimità amministrative", dice Roberto Barbieri, dell'Unione,
presidente della Commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti. Ma il business
non è finito: in Campania, da qui al 2013, dovrebbero arrivare 20 miliardi di
euro da destinare alla bonifica. Napoli, ringraziando Dio, vive di emergenza e
la camorra, di fronte a questo fiume di denaro, non può certo farsi da parte.
Tanto che ormai la chiamano Ecocamorra, nel senso che l'organizzazione
criminale è diventata un punto fisso del circuito affaristico che ruota attorno
ai problemi ambientali. Il suo ruolo è contribuire ad alimentarli e impedire di
risolverli. Infiltrazioni camorriste sono state individuate in molte strutture
ambientaliste, come la Eco 4, coinvolta nella della prima retata sullo
smaltimento dei rifiuti quando, la scorsa primavera, l'inchiesta della Procura
lambì addirittura il vertice dell'Alto Commissariato con l'arresto di Claudio
Di Biasio. La camorra non è solo omicidi, anzi quando gli affari vanno bene le
pistole tacciono e quello dei rifiuti è un circuito ben oleato, in grado di
produrre consensi anche elettorali "purchè non si tocchino gli
interessi". Forse per questo che l'"emergenza" rifiuti rischia
di diventare stabile. Il business dei rifiuti gestito dalla camorra sembra
percorrere in senso inverso quello della normale spazzatura. Mentre
quest'ultima viene accolta dal Piemonte alla Sicilia (rifutata soltanto dal
Veneto leghista) quando il fetore si fà più insopportabile, le balle di rifiuti
tossici arrivano a Napoli dal Nord Italia e dall'Europa e vengono scaricate
nelle discariche illegali, più spesso ormai a cielo aperto. Scrive Roberto
Saviano, nel libro inchiesta che gli ha procurato tanto successo e tanti guai,
che negli ultimi 4 anni un milione di tonnellate di rifiuti è stato sversato a
Santa Maria Capua Vetere, altre 18 mila tonnellate sono partite da Brescia e
smaltite tra Napoli e Caserta. C'è chi va e c'è chi viene. Secondo
i dati di un'indagine di Ecomafia-Italia nella tasche dei clan nello stesso
periodo sarebbero finiti 44 miliardi di euro. "Tanto di cappello alla
camorra che per prima ha capito che con i rifiuti si fanno i soldi", dice
padre Alex Zanotelli che pochi giorni fa era tra i manifestanti caricati dalla
polizia a Giugliano. "Ma lo dobbiamo dire- incalza- che la camorra
non fa tutto da sola, prima ha agito con la complicità degli industriali del
nord, poi con il silenzio assenso delle istituzioni". Il sistema, o'
sistema, è complice, dice Don Alex. Non deve stupire, se ad alimentare le
centinaia di fuochi di queste notti non siano solo gli avanzi delle case
napoletane, ma le sostanze tossiche che vengono smaltite in fretta
approfittando della confusione. Non deve stupire se nel latte delle pecore
campane è stata trovata una quantità di diossina pari a 13 volte la media
nazionale.
( da "Tempo, Il" del 04-01-2008)
Nonostante l'emergenza, in Campania la produzione dei
rifiuti urbani è in leggera flessione. In base a una proiezione, secondo la
direzione controllo flusso rifiuti dell'Arpac, la produzione al 2007 si attesta
tra i 2,7 e i 2,8 milioni di tonnellate di rifiuti urbani; era di 2 milioni e
806 mila nel 2005. Home Interni Esteri prec succ Contenuti correlati Video
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Tocai non c'è più, senza nome dal 2008 Rispetto al pro-capite si registra una
riduzione: 435 kg l'anno a testa (sotto la media nazionale) rispetto ai 485 del
2005. Meno produzione ma tre nodi caldi in Campania: rischi per la salute, ecomafie e bassa raccolta differenziata. Sono 32 i comuni campani
a maggior rischio ambientale, la maggior parte dei quali con mortalità generale
e per tumori elevata (27 risultano a maggior rischio di tumori negli uomini e
nelle donne), localizzati tra le province di Caserta e di Napoli, e inclusi nei
siti di bonifica litorale domizio flegreo e agro aversano. Secondo
l'ultimo rapporto Ecomafia di Legambiente, in tutta Italia sono 4.409 gli
illeciti nel ciclo dei rifiuti accertati nel 2006, di cui il 10,2% (448) solo
in Campania, che vede crescere i reati in questo settore. 04/01/2008.
( da "Corriere.it" del 04-01-2008)
I conti del commissariato Politici e cassonetti Dal 1994
due miliardi sprecati. Si potevano costruire non uno, ma quindici inceneritori
Abbiamo capito di chi è la colpa dell'emergenza rifiuti: dei napoletani e degli
altri cittadini della Campania. Colpa loro se le discariche sono stracolme.
Colpa loro se gli inceneritori non si fanno. Colpa loro se la spazzatura da 14
anni divora, insieme alla salute della gente, anche miliardi di euro.Dal
febbraio 1994, quando il dramma si è trasformato in "emergenza",
quindi in un clamoroso affare economico, sono stati polverizzati 2 mila
milioni: sarebbero bastati per farne non uno, ma 15, di inceneritori. Negli
anni erano stati accumulati debiti per 557 milioni di euro. Dei soldi spesi per
esportare i rifiuti in Germania dove vengono bruciati a nostre spese per
produrre energia, poi, si è perso il conto. Si sa soltanto che Ecolog,
divisione delle Fs che gestisce l'affare, avanza dal commissariato di governo
qualcosa come 54 milioni di euro. L'export di spazzatura doveva durare qualche
settimana: dura da sette anni. E ora si sta pensando di mandare ai tedeschi non
2 mila, ma più di 4 mila tonnellate al giorno. Cioè, il 60% di tutta la
spazzatura della Campania per il modico prezzo di un milione di euro ogni 24
ore. Ebbene, i cittadini sono gli unici che hanno pagato per tutto questo. E i
responsabili tecnici, i consulenti, i politici? Qualcuno ha perso il posto?
Qualcuno ha dovuto rinunciare all'incarico? Una carriera politica, almeno una,
è finita? Macché. Fra cassonetti incendiati, richieste di dimissioni e indagini
giudiziarie, che coinvolgono dal presidente della Regione Antonio Bassolino fino all'ultimo presidente di consorzio di
rifiuti, per esempio quello di Napoli 3 Mimmo Pinto (proprio lui, lo storico
leader dei disoccupati organizzati di Napoli), si va avanti come se niente
fosse. IERVOLINO: "NESSUNA RESPONSABILITA'" - Candidamente, il
sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino ha inaugurato l'anno così:
"Sull'emergenza il Comune di Napoli non ha alcuna responsabilità e nessuna
competenza. Spetta al commissario di governo trovare le soluzioni ". La
croce finisce allora sulle spalle di Umberto Cimmino, vice del prefetto di
Napoli Alessandro Pansa, commissario prima di lui. Pansa aveva rilevato Guido
Bertolaso, che a sua volta aveva sostituito Corrado Catenacci, voluto da Bassolino, già commissario per quasi quattro anni. Quattro
anni: più di Andrea Losco. Più di Antonio Rastrelli alla presidenza della
Regione. Più di Umberto Improta, il primo commissario dell'emergenza rifiuti.
Il commissariamento fu deciso dal governo di Carlo Azeglio Ciampi, di cui era
ministro dell'Interno Nicola Mancino, presidente del Senato e ora
vicepresidente del Csm. Decisione confermata dal governo di Lamberto Dini,
ministro dell'Interno Antonio Brancaccio. Poi da quello di Romano Prodi,
ministro Giorgio Napolitano, ora capo dello Stato e autore di due vibranti
appelli. Quindi da quello di Massimo D'Alema, ministro Rosa Russo Iervolino. Da
quello di Giuliano Amato, ministro Enzo Bianco. Da quello di Silvio Berlusconi,
ministro Giuseppe Pisanu. E dal governo Prodi, ministro Amato. Rosa Iervolino è
sindaco di Napoli dal 2001. All'epoca, presidente della Regione e commissario
del governo era Bassolino, e c'era chi sperava che
l'emergenza avesse le ore contate. Il 12 maggio del 2003 il sindaco proclamava:
"Ci stiamo avviando alla normalità". Otto mesi più tardi:
"Abbiamo qualche problema, ma da noi mafie non esistono ". Due anni
dopo: "Napoli deve avere il termovalorizzatore". Sette mesi fa:
"Napoli non avrà un suo termovalorizzatore ". Il 21 maggio 2007: "La
situazione è tragica". Il 30 maggio: "L'emergenza a Napoli è
chiusa". Il 10 luglio, dopo che l'ambasciatore Usa aveva messo in allarme
i turisti americani: "Dichiarazioni inopportune. La città è pulita e i
cumuli di rifiuti non ci sono più". Augurandosi infine, giusto prima delle
feste, "un Natale senza immondizia". Eletta nel
2001 sindaco di Napoli con il 52,9% dei voti, Rosa Iervolino è stata confermata
nel 2006 con il 57% delle preferenze. BASSOLINO: "NON SONO STATO IO A
DECIDERE" - Non che Bassolino sia stato da meno. Memorabile una sua dichiarazione del 2005:
"Quando sono arrivato alla Regione il piano rifiuti c'era già. A
decidere non sono stato io. Tutte le scelte più importanti erano state già
fatte". Eletto sindaco di Napoli nel dicembre 1993, superando Alessandra
Mussolini al ballottaggio, è stato rieletto nel 1997 con il 72,9%. Eletto poi
governatore con il 54,3% delle preferenze, dopo aver gestito per quattro anni
l'emergenza è stato riconfermato addirittura con il 61,3%. A chi in quegli anni
lo ha coadiuvato nell'incarico di commissario della spazzatura, non è andata
peggio: sia pure in sedicesimi. L'ex vicecommissario Massimo Paolucci è al
consiglio comunale di Napoli, risultando il più votato dei Ds. L'altro ex vice
Ciro Turiello è stato nominato dalla Iervolino amministratore dell'Asia, la
società per i rifiuti del Comune di Napoli: l'esperienza conterà pure qualcosa.
stampa |.
( da "Repubblica.it" del 04-01-2008)
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( da "Giornale.it, Il" del 04-01-2008)
Di Redazione - venerdì 04 gennaio 2008, 10:05 Napoli
- Quattro autobus dell'Anm, l'azienda di mobilità napoletana, sono stati
incendiati nel corso della notte in via Montagna Spaccata, una delle strade che
conduce alla discarica del quartiere Pianura, a Napoli. I quattro mezzi erano
stati assaltati nella serata di ieri e messi di traverso lungo la via per
impedire il passaggio. Questa notte le ruote sono state forate e i mezzi dati
alle fiamme. Numerosi i blocchi stradali. In tutta la provincia di Napoli
continua l'emergenza roghi: 40 gli interventi dei vigili del fuoco sui rifiuti
dati alle fiamme. Manichini impiccati Nella notte sono stati sistemati per le
vie della città 21 manichini, impiccati, con il nome del
sindaco partenopeo Rosa Russo Iervolino e del presidente della Regione Campania
Antonio Bassolino. I manichini, ritrovati appesi ai pali della luce e agli alberi,
sono stati sistemati nel tratto di strada tra piazza Garibaldi e piazza Nicola
Amore, lungo il centralissimo corso Umberto, sede dell'università.
Ignoti gli autori del gesto dimostrativo. I manichini erano in pantaloncini e
maglietta ed al collo avevano appeso dei cartelli con scritte contro la
gestione dei rifiuti da parte del sindaco Rosa Russo Iervolino e il malgoverno
della Regione guidata da Antonio Bassolino.
( da "Giornale.it, Il" del 04-01-2008)
Rifiuti, notte difficile Bruciati 4 autobus Impiccati
20 manichini di Redazione - venerdì 04 gennaio 2008, 10:05 Napoli - Quattro
autobus dell'Anm, l'azienda di mobilità napoletana, sono stati incendiati nel
corso della notte in via Montagna Spaccata, una delle strade che conduce alla
discarica del quartiere Pianura, a Napoli. I quattro mezzi erano stati
assaltati nella serata di ieri e messi di traverso lungo la via per impedire il
passaggio. Questa notte le ruote sono state forate e i mezzi dati alle fiamme.
Numerosi i blocchi stradali. In tutta la provincia di Napoli continua
l'emergenza roghi: 40 gli interventi dei vigili del fuoco sui rifiuti dati alle
fiamme. Manichini impiccati Nella notte sono stati sistemati per le vie della
città 21 manichini, impiccati, con il nome del sindaco
partenopeo Rosa Russo Iervolino e del presidente della Regione Campania Antonio
Bassolino. I manichini, ritrovati appesi ai pali della luce e agli alberi,
sono stati sistemati nel tratto di strada tra piazza Garibaldi e piazza Nicola
Amore, lungo il centralissimo corso Umberto, sede dell'università.
Ignoti gli autori del gesto dimostrativo. I manichini erano in pantaloncini e
maglietta ed al collo avevano appeso dei cartelli con scritte contro la
gestione dei rifiuti da parte del sindaco Rosa Russo Iervolino e il malgoverno
della Regione guidata da Antonio Bassolino.
( da "Giornale.it, Il" del 04-01-2008)
Proclami e illusioni: 14 anni di eco-balle di
Gabriele Villa - venerdì 04 gennaio 2008, 07:00 "Sulla spazzatura rischio
di perdere la mia credibilità": Antonio Bassolino,
agosto, 2007, Napoli. Italia. Pianeta Terra, non Marte né Saturno. Ma dove è
stato Bassolino fino ad oggi? Ma quante cose avrebbe
dovuto e potuto fare e non ha fatto Bassolino in tutti
questi anni? La sua credibilità? Forse solo scavando tra scarpe vecchie, ossa
di pollo e bucce di banana si può ancora trovarne traccia. Promesse, dichiarazioni
d'intenti. Assicurazioni. Parole in libertà. Che, in quattordici anni, giorno
dopo giorno, sono andate ad ammonticchiarsi una sopra l'altra. Stratificandosi
esattamente come i rifiuti che stanno soffocando la Campania. è dal 1994 che i
cassonetti di Napoli e dintorni traboccano. è dal 1994 che i politici di turno,
sempre gli stessi (hanno solo cambiato posto come nel gioco antico della sedia)
regalano proclami e certezze. E restando miracolosamente con la testa fuori
dalla mondezza inanellano perle di un umorismo che potrebbe anche far sorridere
se la situazione non fosse triste. E non c'è niente di peggio che un napoletano
triste, diceva Totò. E pensare che se quelle degli amministratori campani di
turno non fossero state solo balle, anzi eco-balle, a Pianura, nuova capitale
della monnezza, l'unica raccolta che dovremmo fare oggi sarebbe quella delle
palline da golf: una Srixon qui, una Taylor Made là. Sì, perché nel 1996, cioè
undici anni fa, la discarica di Pianura avrebbe dovuto diventare un pregevole
course nell'ambito di un progetto ambizioso che non è stato completato nemmeno
sul tavolo da disegno: diciotto buche da ritagliare attorno al cratere Senga.
Sembrava tutto facile. Scacciare la spazzatura con uno swing: geniale. E, nel
contempo: risanamento idrogeologico, riqualificazione del sistema viario,
parcheggio multipiano, poliambulatorio, parco di 60 ettari, centro congressi. Rosa Iervolino, sindaco di Napoli dal 2001, è una simpaticona. Le
sue dichiarazioni sulla spazzatura, che tracima dappertutto, tranne che nel suo
ufficio, hanno sempre messo i napoletani di buonumore. è il 12 maggio del 2003
quando il sindaco rivela: "Ci stiamo avviando alla normalità".
Otto mesi più tardi si corregge: "Abbiamo qualche problema". Il 21
maggio del 2007 corregge la correzione e ammette: "La situazione è
tragica". Ma poi, nove giorni dopo, ritrova il suo ottimismo:
"L'emergenza a Napoli è chiusa". A onor del vero gli fa compagnia
anche il neo (all'epoca) commissario per l'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso,
che il 22 maggio annuncia: "In dieci giorni risolvo tutto". Qualche
tempo dopo verrà aggredito dai manifestanti del no-discarica. Inferociti.
( da "Rai News 24" del 04-01-2008)
Napoli | 4 gennaio 2008 Rifiuti, 4 bus bruciati a
Napoli e 21 manichini impiccati con il nome di Bassolino e del sindaco Iervolino I roghi tra i cumuli di spazzatura
Quattro autobus del servizio di trasporto pubblico bruciano a Napoli, a Pianura
nel quartiere assediato per scongiurare l'apertura della discarica in contrada
Pisani. Si tratta di alcuni mezzi di trasporto utilizzati già nella serata di
ieri per bloccare la circolazione stradale in via montagna spaccata, a
largo Russolillo. Questa mattina sono stati trovati a Napoli 21 manichini
impiccati che recavano il nome del presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, e del sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino. I
manichini erano poizionati lungo il tratto di corso Umberto I che va da piazza
Garibaldi a piazza Nicola Amore, nei pressi dell'abitazione del sindaco. Sul
fatto indaga la Digos della Questura partenopea. A causa dell'emergenza rifiuti
a Pianura e per garantire la sicurezza e l'incolumità dei suoi dipendenti e
degli utenti, l'Azienda napoletana mobilità (Anm) ha previsto da oggi alcune
variazioni alle tratte urbane dei mezzi di trasporto pubblico e ha soppresso le
linee C11 e C14. Agli autobus erano state bucate le ruote da un gruppo di
manifestanti, che avevano tra l'altro lanciato un estintore e alcuni sassi
contro una automobile dei carabinieri in transito, danneggiandola. Sul posto
sono intervenuti, per spegnere il rogo, i vigili del fuoco con due squadre e
due autobotti e la polizia che sta presidiando il quartiere dall'alba di ieri.
La situazione è tranquilla, invece, all'ingresso della discarica, mentre in
tutta la provincia di Napoli continua l'emergenza roghi: dalle 20 di ieri sera
i vigili del fuoco segnalano, fino da ora, quaranta interventi sui rifiuti dati
alle fiamme.
( da "Padania, La" del 04-01-2008)
BASSOLINO KO E il 14 gennaio parte il processo a o
governatore È fissata per il prossimo 14 gennaio, dopo il rinvio dello scorso
26 novembre, l udienza preliminare per quello che potrebbe trasformarsi nel
processo dell anno sullo scandalo della gestione dello smaltimento dei rifiuti
in Campania. E per evitare ulteriori rallentamenti il Tribunale di Napoli ha
già calendarizzato le successive udienze per i prossimi due mesi. Tra i 28
imputati c è anche il governatore campano Antonio Bassolino in qualità di
commissario per l emergenza dal 2000 al 2004. Le ipotesi di reato sono pesanti:
truffa aggravata e continuata, frode nelle pubbliche forniture, abuso d
ufficio. In sostanza, secondo gli inquirenti, l Ati - affidataria dell appalto
per la gestione dello smaltimento dei rifiuti - non ha rispettato il contratto,
e il commissariato per l emergenza, nel periodo della gestione Bassolino,
glielo ha lasciato fare. La conseguenza sono le tonnellate di ecoballe di cdr
scadente mai smaltite, per l assenza degli inceneritori, e la necessità, sempre
temporanea e mai risolta, di nuovi siti di stoccaggio: vere
discariche per tamponare l emergenza nelle strade, aperte con ordinanze
firmate dal governatore. Che poi, a partire dal 2001, è sempre il solito Bassolino.
E secondo i pm quell emergenza nelle strade è stata talvolta addirittura
provocata dalle stesse società per fare pressione sul commissariato.
Insomma un impianto accusatorio imponente che viene mantenuto anche nell
ordinanza del gip Rosanna Saraceno, che a giugno dell anno scorso, ha disposto
il sequestro di 750 milioni di euro del patrimonio del gruppo e delle
controllate Fibe, Fibe Campania e Fisia Italimpianti, riconducibili in parte ad
Impregilo i cui ex vertici Pier Giorgio e Paolo Romiti sono imputati nel
processo insieme con Bassolino. Parte civile si è già costituita la Regione e
così si preparano a fare la stragrande maggioranza dei Comuni della Campania.
I. G. [Data pubblicazione: 04/01/2008].
( da "Mattino, Il (City)" del 04-01-2008)
Il premier al Mattino dopo il richiamo europeo:
governo in campo. Telefonata con Napolitano Prodi: rifiuti, vergogna
intollerabile Scoppia la guerriglia per la riapertura di Pianura. Bassolino e Iervolino divisi "Una vergogna intollerable". Così
Romano Prodi ha definito la situazione rifiuti in Campania. Il premier al
Mattino: "Bisogna porre fine all'emergenza". Prodi, che si è sentito
telefonicamente con il capo dello Stato ieri a Capri, è sceso in campo con
decisione per richiamare tutti alle proprie responsabilità e porre fine a
quella che è un'emergenza che coinvolge tutta l'Italia. Ieri, intanto, altra
giornata drammatica a Napoli e in Campania con i cumuli d'immondizia che hanno
toccato i primi piani dei palazzi, con i roghi che continuano a diffondere
diossina e con l'ultimo dei sei impianti di Cdr ancora in funzione che ha
chiuso. E, mentre Bassoliono e Iervolino si mostrano divisi sulla gestione
dell'emergenza, è scoppiata la guerriglia per la riapertura della discarica a
Pianura, dove la tensione è altissima. La giornata di ieri è stata un
susseguirsi di momenti drammatici con gli abitanti del quartiere che hanno
prima incendiato un autobus e poi bloccato la tangenziale. DE CRESCENZO,
MAINIERO E P. RUSSO PAGG. 2, 3 E IN CRONACA La protesta degli abitanti del
quartiere di Pianura.
( da "Mattino, Il (Circondario Nord)" del 04-01-2008)
Il premier al Mattino dopo il richiamo europeo:
governo in campo. Telefonata con Napolitano Prodi: rifiuti, vergogna
intollerabile Scoppia la guerriglia per la riapertura di Pianura. Bassolino e Iervolino divisi "Una vergogna intollerable". Così
Romano Prodi ha definito la situazione rifiuti in Campania. Il premier al
Mattino: "Bisogna porre fine all'emergenza". Prodi, che si è sentito
telefonicamente con il capo dello Stato ieri a Capri, è sceso in campo con
decisione per richiamare tutti alle proprie responsabilità per porre fine a
quella che è un'emergenza nazionale. Ieri, intanto, altra giornata
drammatica a Napoli e in Campania con i cumuli d'immondizia che hanno toccato i
primi piani dei palazzi, con i roghi che continuano a diffondere diossina e con
l'ultimo dei sei impianti di Cdr in funzione che ha chiuso. E, mentre
Bassoliono e Iervolino si mostrano divisi sulla gestione dell'emergenza, è
scoppiata la guerriglia per la riapertura della discarica a Pianura. La
giornata di ieri è stata un susseguirsi di momenti drammatici con gli abitanti
del quartiere che hanno prima incendiato un autobus e poi bloccato la
tangenziale. DE CRESCENZO, MAINIERO, PAPPALARDO, P. RUSSO E VASTARELLA PAGG. 2,
3, 32, 33 E 34 La protesta degli abitanti del quartiere di Pianura.
( da "Giornale.it, Il" del 04-01-2008)
Di Redazione - venerdì 04 gennaio 2008, 14:12 Napoli
- Quattro autobus dell'Anm, l'azienda di mobilità napoletana, sono stati
incendiati nel corso della notte in via Montagna Spaccata, una delle strade che
conduce alla discarica del quartiere Pianura, a Napoli. I quattro mezzi erano
stati assaltati nella serata di ieri e messi di traverso lungo la via per
impedire il passaggio. Questa notte le ruote sono state forate e i mezzi dati
alle fiamme. Numerosi i blocchi stradali. In tutta la provincia di Napoli
continua l'emergenza roghi: 40 gli interventi dei vigili del fuoco sui rifiuti
dati alle fiamme. Manichini impiccati Nella notte sono stati sistemati per le
vie della città 21 manichini, impiccati, con il nome del
sindaco partenopeo Rosa Russo Iervolino e del presidente della Regione Campania
Antonio Bassolino. I manichini, ritrovati appesi ai pali della luce e agli alberi,
sono stati sistemati nel tratto di strada tra piazza Garibaldi e piazza Nicola
Amore, lungo il centralissimo corso Umberto, sede dell'università.
Ignoti gli autori del gesto dimostrativo. I manichini erano in pantaloncini e
maglietta ed al collo avevano appeso dei cartelli con scritte contro la
gestione dei rifiuti da parte del sindaco Rosa Russo Iervolino e il malgoverno
della Regione guidata da Antonio Bassolino. Napolitano
allarmato "Sono allarmato, non sono preoccupato per la situazione dei
rifiuti a Napoli". Così il presidente della Repubblica, Giorgio
Napolitano, risponde ai cronisti uscendo da un bar della piazzetta di Capri.
"Penso che il governo prenderà un'iniziativa al massimo livello. Io -
continua il Capo dello Stato - mi sono trovato d'accordo con il presidente del
consiglio, il ministro degli Interni e dell'Ambiente che ci sia una assunzione di
responsabilità precise per sbloccare questa situazione". Camion bruciati
Continuano le intimidazioni alla ditta responsabile dei lavori di rimessa in
opera della vecchia discarica di Contrada Pisani, a Napoli. Secondo quanto si è
appreso da fonti della prefettura, tre camion dell'impresa sono stati bruciati.
L'azienda ha rinnovato la richiesta di assicurazioni per poter proseguire i
lavori. Se l'intervento della ditta non sarà ancora interrotto entro 24-36 ore
la discarica di Pianura-Contrada Pisani potrebbe entrare in funzione ed
accogliere le decine di migliaia di ecoballe che sono al momento stoccate in
depositi provvisori.
( da "AudioNews.it" del 04-01-2008)
15.06 Cronaca Napolitano su rifiuti: sono allarmato
13.40: Sono allarmato, non sono preoccupato, penso che l'esecutivo prenderà
iniziative al massimo livello. Così il Presidente Napolitano, da Capri,
sull'emergenza rifiuti a Napoli dove continua il presidio contro la riapertura
della discarica di Pianura. In tutta la Campania c'è
bisogno di una grande e ferma unità delle istituzioni, la posizione espressa,
poco fa, in una nota da Palazzo Chigi. All'attacco il centrodestra che chiede
le dimissioni del governatore Bassolino e del sindaco Iervolino.
( da "Asca" del 04-01-2008)
(ASCA) - Roma, 4 gen - ''Idv non pensa che l'intera
classe dirigente politica campana sia collusa con la camorra. Chi afferma cio'
commette un errore e, soprattutto, non conosce la realta' napoletana. Quel che
e' avvenuto e sta avvenendo sui rifiuti e' la somma di incapacita' e
sottovalutazioni, che hanno anche potuto determinare qualche smagliatura che ha
consentito alla camorra di infiltrarsi. E' del tutto evidente che si tratta di
responsabilita' politiche per le quali noi dell'Italia dei valori abbiamo da
tempo richiesto e, finalmente, ottenuto una riunione del centrosinistra campano
sull'allentamento della tensione morale che avevamo gia' denunciato''. E'
quanto afferma il senatore Nello Formisano, capogruppo dell'Italia dei Valori a
palazzo Madama. Sulla querelle Bassolino-Iervolino,
tiene a precisare Formisano ''abbiamo le idee chiare. Non si possono accumulare
in alcun modo le due responsabilita', essendo oggettivamente evidente che chi
ha il ruolo di governo della coalizione in Campania ed e' stato anche
commissario straordinario governativo per i rifiuti ne porta il peso maggiore,
se non esclusivo. Questo, per quanto attiene alla polemica politica. Per quanto
riguarda, invece, la necessita' di fare fronte all'emergenza, noi dell'Italia
dei valori - conclude Formisano - abbiamo gia' avanzato alcune proposte per la
realizzazione delle quali useremo tutto il nostro peso politico''.
red-njb/mcc/rob (Asca).
( da "ADN Kronos" del 04-01-2008)
Rimossi dalla polizia, i 21 fantocci erano stati
appesi sopra cumuli di spazzatura in corso Umberto con corde al collo e listati
a lutto. Su dei cartelli slogan contro Bassolino e la Iervolino
in cui si denuncia l'emergenza spazzatura, la disoccupazione e il costo della
vita. Dietro alla protesta il 'Circolo territoriale di Alleanza nazionale
Mercato e Pendino'. Palazzo Chigi: ''C'è bisogno di grande e ferma unità delle
istituzioni''. Partecipa al forum ascolta la notizia leggi i commenti commenta
2 vota 3 tutte le notizie di CRONACA Napoli, 4 gen. (Adnkronos/Ign) - Nuova
notte di proteste a Pianura, quartiere di Napoli, con quattro bus messi di
traverso lungo la strada e poi dati alle fiamme e atti di teppismo contro una
pattuglia dei carabinieri. E oggi una nuova provocazione: ventuno manichini
'impiccati' sono stati trovati dalla polizia in corso Umberto I, nel centro
della città. Sui fantocci cartelli con slogan contro il presidente della
Regione Campania Antonio Bassolino e il sindaco di
Napoli Rosa Russo Iervolino. I manichini avevano delle corde al collo, dei
cartelli legati e in qualche caso erano listati a lutto. Sotto ad ognuno di
essi cumuli di spazzatura. Rimossi dalla polizia, i fantocci erano alti poco
più di un metro e mezzo ed erano appesi agli alberi che costeggiano i due lati
di corso Umberto. L'iniziativa di protesta è riconducibile a Alleanza
nazionale. Ai piedi di ognuno di questi fantocci, infatti, vi è la firma del 'Circolo
territoriale di Alleanza nazionale Mercato e Pendino' e del blog del
consigliere provinciale Luigi Rispoli. "Con questi manichini vogliamo
denunciare la situazione di sofferenza che sta vivendo questa città - ha detto
Rispoli all'ADNKRONOS - non c'è solo il problema della spazzatura che in questo
momento è il più evidente ma anche il dramma abitativo, la disoccupazione, la
sicurezza". Sui cartelli è stato scritto: 'Addio a stu munno 'e munnezza';
'Non c'è che dire, proprio un bel rinascimento: più duri ancora e questa mia
città va alla malora'. E ancora: 'Bassolino tene ddie
famiglia. Mastella ne tiene una sola però è numerosa. Ma a mia chi ce penza?';
'Pe mezza 'e Prodi nun arrivo a fine mese' ('per colpa di Prodi con i soldi non
arrivo a fine mese'); 'Vedite 'a fine ch'aggio fatto. Vulite campa' bbuono?
Levateve a tuorno Rosa Russo Bassolino'.
Il capo dello Stato: "Daccordo
con Prodi per intervento al massimo livello" Palazzo Chigi:
"Condiviso appello prefetto, serve unità delle istituzioni"
A Pinura ancora tensioni, nella notte bus incendiati e strade occupate
NAPOLI - E' ancora alta la tensione
nel quartiere napoletano di Pianura, dopo l'ennesima notte di protesta con autobus
dati alle fiamme e blocchi stradali per scongiurare la riapertura della
discarica in contrada Pisani. Continua l'emergenza roghi in tutta la provincia
di Napoli: nella notte i vigili del fuoco hanno effettuato cinquanta
interventi, le aree più colpite sono quelle della zona vesuviana e di quella
flegrea, meno grave la situazione nella periferia napoletana.
Napolitano "allarmato". Il presidente della Repubblica, Giorgio
Napolitano, si dice "non preoccupato, ma "allarmato":
"Penso che il governo prenderà un'iniziativa al massimo livello. Sono
d'accordo con il presidente del Consiglio e con i ministri di Interni e
Ambiente - ha detto il capo dello Stato - sul fatto che ci sia un'assunzione di
responsabilità precisa per sbloccare questa situazione".
Palazzo Chigi: "Unità delle istituzioni". In una nota Palazzo Chigi
si dice d'accordo con le parole del prefetto di Napoli, richiama alla
"grande e ferma unità delle istituzioni a sostegno delle azioni,
ineludibili e necessarie, intraprese sul fronte dei rifiuti", parla di
"gruppi estremisti" che "hanno cercato e cercano di alzare
barricate di dissenso" e di "radicata sfiducia dei cittadini", e
sottolinea che il governo "fa sua la garanzia che ciascuno dei siti, a partire
da Pianura, sia rigorosamente destinato all'autosufficienza locale".
Fantocci "impiccati". Questa mattina in corso Umberto I, a Napoli,
sono stati trovati 21 manichini impiccati con scritte contro il presidente
della Regione Campania, Antonio Bassolino, e il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino.
I pupazzi pendevano lungo il tratto che va da piazza Garibaldi a piazza Nicola
Amore, nei pressi dell'abitazione del sindaco. Sulla vicenda indaga la Digos. I
fantocci recavano cartelli contro la gestione dell'emergenza, la
disoccupazione, l'aumento del costo della vita ed episodi di malgoverno della
città e della Regione. Una protesta simile era avvenuta a
Roma due anni fa, contro sfratti e caro-mutui.
Disagi a pianura. Intanto a Pianura sono stati rimossi gli autobus del servizio
pubblico, con le ruote forate, che i manifestanti avevano messo sulla strada
per bloccare la circolazione presso la rotonda Russolillo e che nella notte
erano stati incendiati. Si registrano ancora disagi per la circolazione, e non
è stata ripristinata la linea pubblica C12 che serve la zona. I cittadini
diretti verso il centro di Napoli raggiungono a piedi il vicino quartiere di
Soccavo, da dove possono viaggiare con i treni della Cumana e con altri
autobus.
Presidio alla discarica. A presidiare l'ingresso della discarica sono rimasti
pochi manifestanti, con i poliziotti che controllano l'area. Una ventina di
persone ha trascorso la notte sul lato ingresso che confina con il parco degli
Astroni. Sono rimasti all'interno del sito di stoccaggio i camion inviati, per
l'emergenza, dal commissariato di governo, che erano riusciti a entrare
all'alba di ieri, con un blitz, nella zona scelta per stoccare i rifiuti.
Danni al commercio. La protesta danneggia le attività commerciali. Numerosi
negozi sono rimasti chiusi e per la spesa i cittadini della zona devono recarsi
altrove. Lungo via Montagna Spaccata, sul selciato, ci sono ancora cumuli di
spazzatura che intralciano la circolazione delle auto.
Il bilancio. Finora a Pianura non ci sono stati scontri. Il bilancio di ieri
si è chiuso con un lancio di petardi contro gli agenti - nessuno si è fatto
male - un'automobile dei carabinieri colpita da un estintore e da sassate,
oltre ai quattro autobus dell'Azienda napoletana mobilità dati alle fiamme.
Dopo le dirette Rai si è assistito anche a uno scontro verbale con i
giornalisti, finito con qualche pugno e con qualche oggetto contundente contro
il pulmino della Rai.
(4 gennaio 2008)
Due miliardi di
euro sono stati polverizzati in questi anni dall'Unione Europea, altri 1,8 miliardi li ha spesi l'Italia solo per mantenere aperte
le sedi e garantire gli stipendi di coloro che dovevano fronteggiare
l'emergenza e il risultato è questo: tra le 1000 e le 1200 tonnellate di
rifiuti non raccolti e ammonticchiati un po' ovunque nelle strade di Napoli. E
tredici anni di commissariamento, pari a otto commissari succedutisi uno
dietro l'altro. Senza che sul problema si intraveda minimamente la via
d'uscita.
Un
fallimento? Molto di più. Da sette anni la Campania esporta
quotidianamente in Germania il 30% della propria spazzatura: 2.000 tonnellate,
per un costo di 500.000 euro al giorno. Napoli è senza dubbio la città più
sporca d'Italia ma i napoletani pagano il 40% in più rispetto alla media nazionale come tassa sui rifiuti. Ormai, stando
ai dati Apat, la Campania rappresenta da sola il 43% del territorio
italiano inquinato dallo smaltimento scriteriato, o
addirittura criminale, della immondizia. Soltanto lo spreco nella raccolta
di carta e cartone è costato 102 milioni di euro tra il 1999 e il 2005: spreco
in questo caso vuol dire la mancata organizzazione da parte degli enti locali
campani di un sistema efficace per la raccolta come avviene ovunque altrove,
denuncia il Comieco, il consorzio nazionale per il Recupero e il Riciclo di
Imballaggi.
A
rendere quasi ridicola questa incapacità di gestire il problema, i
napoletani hanno anche iniziato a produrre meno rifiuti. Secondo l'ultimo Rapporto Apat (relativo al 2005) la media di produzione
di rifiuti urbani pro capite al Nord era di 533 kg l'anno per abitante, al
Centro di 633 kg pro capite e al Sud di 496 kg pro capite. In Campania il dato
era di 485 kg, al di sotto media del Mezzogiorno. Sporcano meno, buttano
via meno i campani ma continuano a non amare la raccolta differenziata. Nel
Nord la quota è del 38,1%, al Centro del 19,4%, al Sud dell'8,7%, con una media
nazionale l'Italia del 24,3%. Ma in Campania raggiunge solo il 10,6%
e a Napoli si ferma al 7,4%, contro il 35,3% di altre città metropolitane
come Torino, il 30,7% di Milano, il 15,3% di Roma, il 12,2 di Bari e l'8,4% di
Palermo.
Prospettive?
Non molte. Stanno chiudendo una alla volta tutti i sei
impianti di Cdr della Campania per l'impossibilità di far uscire le balle di
rifiuti lavorate. Dopo la chiusura del sito di Taverna del Re a Giugliano
(Napoli) non esistono grandi alternative per lo stoccaggio di ecoballe. E
quindi in città i rifiuti si sono rapidamente accumulati lasciando immaginare
come soluzione la riapertura della discarica di Pianura e scatenando una mezza
sommossa civile. Esisterebbe un inceneritore, pensato 14 anni fa, insieme ad
altri 13. Poi si era scesi a tre. Nel 2003 è iniziata la costruzione in
una posizione decisamente infelice, e a oggi ancora non è finito.
Anche quando sarà terminato impiegherà 3-4 anni per bruciare soltanto i cinque
milioni di ecoballe già accatastate (bombe ecologiche che tra l'altro l'Ue
vieterebbe di bruciare perché trattate male). E intanto, delle sette mila
tonnellate prodotte ogni giorno, che se ne fa?
'Una
situazione di estrema gravità', ha denunciato il procuratore
generale della Corte dei Conti Claudio De Rose. La colpa è di una
struttura organizzativa 'complessa, duratura, extra ordine, che si affianca a
quella ordinaria, bloccandone l'operatività', mentre 'l'avvicendamento continuo
dei commissari straordinari con più vice e subcommissari non ha giovato alla
continuità dell'azione'. Quindi la Corte punta il dito contro i 'rapporti tra
imprenditoria deviata e burocrazia corrotta' e gli enti pubblici, che 'non
vanno troppo per il sottile in fatto di appalti e di tutela dell'ambiente, con
vantaggio per imprese che provengono dal nulla'. La colpa è di tutti ma il dito
è puntanto contro Antonio Bassolino, da anni presidente della
Regione ma da metà 2000 a inizio 2004 anche commissario ad acta.
Come denuncia l'ultimo rapporto Ecomafia di Legambiente, in tutta Italia sono 4.409
gli illeciti nel ciclo dei rifiuti accertati nel 2006, di cui il 10,2% (448)
solo in Campania, che vede crescere i reati in questo settore. E' una mission
impossible, quella dei rifiuti a Napoli? A Venezia lo
stesso tipo di immondizia viene smaltito senza problemi dal più grande impianto
europeo di Cdr (Combustibile Derivato dai Rifiuti) che manda in discarica solo
il 6% di quello che arriva coi camion e le chiatte. L’impianto si trova in
riva alla laguna, ai margini di Marghera. La bolzanina «Ladurner» l’ha
costruito (dal primo scavo nel terreno al fissaggio degli interruttori
elettrici) in dodici mesi.
Il silenzio della
società civile di Giuseppe Galasso (Il Sole 24 Ore del 3-1-2008)
Il cassonetto dei fallimenti
di una classe dirigente di Guido Gentili (Il Sole 24 Ore del 3-1-2008)
"rifiuti, problema
dei problemi" monito di napolitano a capri - angelo carotenuto ( da "Repubblica,
La" del 03-01-2008)
Pianura, le facce del
dolore "condannati alla discarica" - antonio corbo ( da "Repubblica,
La" del 03-01-2008)
E an corre a villa
rosebery "sciogli comune e regione" ( da "Repubblica,
La" del 03-01-2008)
Le soluzioni? La
riapertura delle discariche e un comitato di salute pubblica Sodano, presidente
commissione Ambiente del Senato: Abbiamo sei milioni di tonnellate di ecoballe
che ( da "Unita, L'" del 03-01-2008)
Rischi reali, ma da 14
anni siamo commissariati ( da "Unita,
L'" del 03-01-2008)
COLLINE ( da "Corriere
del Mezzogiorno" del 03-01-2008)
Quel campo da golf a
diciotto buche è rimasto un sogno ( da "Corriere
del Mezzogiorno" del 03-01-2008)
Dal 1994 due miliardi
sprecati Si potevano costruire 15 inceneritori ( da "Corriere
della Sera" del 03-01-2008)
Bassolino e Iervolino
niente festa in piazza <Erano già pronte le contestazioni> ( da "Corriere
della Sera" del 03-01-2008)
SERVE CORAGGIO PER
TROPPO TEMPO NON SI è AGITO ( da "Mattino,
Il (Caserta)" del 03-01-2008)
La Repubblica dei
SOPRANOs ( da "Espresso, L' (abbonati)" del 03-01-2008)
BASTA VETI, è L'ORA
DELLE SCELTE IMPOPOLARI ( da "Mattino,
Il (Benevento)" del 03-01-2008)
CHIARA GRAZIANI SAPREMO
QUANTA DIOSSINA C'è NELL'ARIA, NEL SANGUE, NEL GRASSO UMAN ( da "Mattino,
Il (Benevento)" del 03-01-2008)
RIFIUTI: PEZZELLA, ALTRO
CHE RISORGIMENTO SIAMO POPOLO DELLA MONNEZZA ( da "Asca" del 03-01-2008)
Nel western americano c'è sempre il momento
della verità in cui l'eroe buono (lo sceriffo o altri) risolve il problema, per
lo più assicurando i cattivi alla giustizia e agli stessi cattivi un processo
giusto. Quasi sempre, però, l'eroe buono ha intorno a sé la "società
civile", che si mobilita spontaneamente, ingaggiando l'eroe per quella
lotta, o è mobilitata da lui stesso, che così vince. Sono in molti a rilevare,
a Napoli e altrove, che nella incredibile vicenda dei rifiuti nel capoluogo e
in Campania questa mobilitazione dei buoni non si è vista.
È verissimo che buona parte della società civile locale è stata saldamente
legata al carro del sistema di governo e di potere qui dominante da anni; ma la
questione dei rifiuti è di quelle più idonee a rompere qualsiasi malfondata
aggregazione politicosociale.
E allora? La società civile non è una nozione astratta. È ciò che nel
linguaggio politico corrente si intende, senza scomodare Hegel, Marx o altri,
per la "gente" in opposizione al " palazzo", pensando in
particolare ai ceti che più operano nel vivo della vita sociale, dentro e fuori
delle istituzioni, con le proprie professionalità, culture, capacità gestionali
e innovative, nel proprio interesse, come è naturale, ma comprendendo e
facendosi un problema anche degli interessi generali. Il legame tra questa
società civile e il potere può, tuttavia, far sì che gli interessi generali
siano l'ultima delle preoccupazioni, e, quando questo accade, non si abbassa
solo il polso della vita morale, poichéne deriva una danno materiale e
immediato a tutta la vita sociale, a cominciare dalle sue più immediate e
concrete esigenze (e tra l'altrosi rompe pure il legame tra società civile e
società comune che è una delle ragioni di maggiore forza della società civile
quando è forte).
Accade questo in Campania? Le cose stanno andando in modo da confermare una
tale impressione. Eppure, una certa reazione della società civile c'è stata e
c'è in varie sedi politiche e non (lo si è visto pure nelle vicende del
nascente partito democratico; nella costituzione di parte civile da parte
numerosi sindaci nel processo per gli appalti del servizio di eliminazione dei
rifiuti per il quale si attende la sentenza del Gip; in varii commenti
giornalistici e non). Tratto significativo: la società civile che appariva
preziosa e fu decisiva per i trionfi politici degli ultimi anni, adesso, se si
muove in senso contrario, non è più buona, agisce inconsultamente,non capisce
(nessuno capisce) che i problemi sono " complicati".
Non è questa l'ultima prova dell'arroganza e insensibilità politica dei
responsabili (di ogni parte politica) di questo dramma dei rifiuti: non un
gesto eloquente, non un'ammissione clamorosa di propria colpa almeno di
omissione. Ma proprio per questo ci si attenderebbe un diverso moto di opinione
di quella società civile da cui abbiamo preso le mosse. Ci saranno certo, a
loro tempo, le elezioni.
Ma intanto Sagunto cade, anzi brucia. E si è a tanto da dover dare ragione e
solidarietà anchea chi brucia le montagne dei rifiuti. Può la borghesia di ogni
qualificazione, possono le classi medie, spina dorsale della società anche in
Campania, limitarsi a cullare in seno le future vendette elettorali? Non lo
crediamo, e qualcosa dev'essere fatto o tentato.Fra tante incertezze questo è
sicuro.
Non suoni come un'offesa alla memoria
della storia della città o, peggio, ad un invito alla sommossa, che di
sommosse, roghi, blocchi stradali e ferroviari ne abbiamo già visti anche
troppi.
Però, che Napoli abbia bisogno di uno scatto d'orgoglio civile, come ha scritto
ieri sul Sole 24 Ore Giuseppe Galasso, e di rituffarsi in qualche modo in
quello spirito “liberatorio” che nel 1943 – le famose Quattro Giornate - la
portò ad insorgere contro l'occupazione nazista, questo nessuno lo può ormai
ragionevolmente negare.
Quelle migliaia di tonnellate di rifiuti non rimossi che impestano l'aria sono
le nuove truppe d'occupazione, il nemico da cacciare. E quell'emergenza
irrisolta che assedia Napoli da quattordici anni gettando la città, e con essa
l'Italia tutta, nel discredito internazionale, merita ormai ben di più di
un'analisi tecnica e politica del problema.
Il tempo delle parole e delle promesse è esaurito. Napoli ogni giorno produce
1.400 tonnellate di rifiuti. La Campania tutta tre milioni ogni anno, che da
qualche parte devono pur finire. Bruciati, “recuperati” o messi in una discarica,
evidentemente “a norma”. Ma nessuno vuole sul suo territorio gli inceneritori o
le discariche, mentre le anime belle di un ambientalismo di “lotta e di
Governo” continuano a parlare di prevenzione e raccolta “differenziata”, quasi
che il problema dello smaltimento potesse risolversi da solo.
Intanto i rifiuti vengono accatastati dappertutto, magari in attesa che la
camorra, seguendo i suoi particolari piani regolatori, favorisca l'apertura di
qualche discarica abusiva. Oppure le “ecoballe” prendono la via del Nord, e
arrivano fino in Germania o in Romania, dove vengono smaltite a peso d'oro.
L'emergenza ha oggi un solo, vero nome: mancanza di discariche legali.
Ma nessuna soluzione può profilarsi all'orizzonte, dopo tre lustri di
commissariamenti fallimentari il cui costo reale nemmeno la Corte dei conti è
riuscita a quantificare, se a partire da Napoli, dalla sua classe dirigente e
dai suoi cittadini non prenderà corpo quello spirito “liberatorio” che le farà
dire: «Basta, così non andiamo più avanti».
Le nuove Quattro Giornate? Una sorta di “marcia dei 40mila” in nome di un
Mezzogiorno che rifiuta di essere sommerso dai suoi rifiuti (anche la Puglia è
commissariata dal 1994, la Calabria dal 1997, la Sicilia dal 1999)? Dove è
finito il famoso “Rinascimento napoletano”? Dove sono in questo caso gli
industriali che pure in Sicilia, contro il pizzo e la mafia, hanno cominciato
ad alzare la testa? Dove sono i sindacati? Dov'è la Chiesa? Dove sono gli
“intellettuali”, i professori universitari e non? Dove sono i cittadini che
ancora credono nello Stato?
Quanto alle istituzioni pubbliche locali – a partire dal presidente della
Regione, Antonio Bassolino, e dal sindaco di Napoli, Rosa Russo Jervolino - non
ci chiediamo neppure dove siano. Perché a fronte di questa vergogna che va in
onda sulle televisioni di tutto il mondo, esse avrebbero già dovuto prendere
atto, da tempo, del loro fallimento. Lasciando le loro poltrone.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, i cui appelli sono caduti
nel vuoto, ha ricordato di recente il meridionalista irpino Guido Dorso e le
sue “sferzanti” parole sui limiti della classe dirigente del Sud e
l'arretratezza culturale della sua stessa società civile. Che piaccia o no,
quella di Dorso e della sua “Rivoluzione meridionale” è in buona parte una
lezione ancora attuale.
Immaginiamo che belle giornate sarebbero quelle in cui, armati di pale e
secchioni, scendessero insieme in piazza bidelli e imprenditori, commercianti e
impiegati, sindacalisti e parroci per cominciare a ripulire la città. Di nuovo,
Napoli e l'Italia finirebbero sulle tv di tutto il mondo. E sarebbe una festa
civile.
( da "Repubblica, La" del 03-01-2008)
Pagina III - Napoli LA VISITA Il Capo
dello Stato incontra Nicolais sull'isola. Avvocato denuncia l'Italia alla Ue
"Rifiuti, problema dei problemi" monito di Napolitano a Capri la
questione L'immondizia è il problema dei problemi, da esso dipendono gli altri
le paure Paure irragionevoli e particolarismi impediscono la soluzione della
crisi ANGELO CAROTENUTO DAL NOSTRO INVIATO CAPRI - In vacanza. Ma inseguito
dall'ombra nera dei rifiuti. Il problema dei problemi. Ecco cos'è per Giorgio
Napolitano questa indomabile scia nera di sacchetti che ancora tengono in
ginocchio città e provincia. La città del presidente della Repubblica. Lo
chiama così, "il problema dei problemi", coi suoi amici napoletani,
durante le numerose telefonate di auguri di Capodanno fatte da Villa Rosebery,
la residenza presidenziale che Napolitano tiene occupata solo per 24 ore, senza
averla mai lasciata neanche per un minuto. Una toccata e fuga prima di correre
verso Capri, dove si tratterrà per qualche giorno. Cumuli e incendi, per il
Quirinale, sono diventati un'eccezionalità continua. Davvero troppo per potersi
dire ottimista, così si confida Napolitano con le persone a lui più vicine, tra
cui gli amici della Fondazione "Mezzogiorno Europa", oggi guidata da
Andrea Geremicca. Se non si risolve, questo il senso del ragionamento di
Napolitano, qualsiasi altro discorso sul futuro della città rischia di
diventare complicato. Neppure dalla sua vacanza in forma privata, il grande
assillo dei rifiuti resta fuori. Neppure nei giorni in cui non sono previsti
momenti istituzionali, gli incontri di altre occasioni con
il sindaco Iervolino o con il governatore Bassolino.
Napolitano era già venuto da Roma a Napoli in treno un anno fa, stavolta si
sposta a Capri in traghetto. Una normale nave di linea, una poltrona per sé,
un'altra per la signora Clio. Saltando il solito aperitivo al Gambrinus, la
solita passeggiata in centro, la solita visita a un musei. Ecco le
vacanze di Capodanno del presidente, tanta Capri, zero Napoli. Ecco perché nei
giorni scorsi dal Quirinale trapelava la notizia che non fosse prevista alcuna
visita in città. Un soggiorno in forma privata, ma comunque inseguito
dall'ombra dei rifiuti. Non ce sono lungo via Ferdinando Russo, la strada
presidenziale che il Comune ha provveduto a sgomberare, togliendo dalla strada
non solo i sacchetti d'immondizia, ma addirittura i cassonetti. Ce ne sono, e
tanti, nei discorsi e nei pensieri di Napolitano. Dopo aver seguito
"attimo per attimo" l'evoluzione della vicenda della discarica di
Taverna del Re e le nuove tensioni a Pianura, il presidente ha parlato di
rifiuti nel discorso di fine anno. Persino sul molo di Capri, appena sbarcato.
Mentre alla signora Clio veniva donato un mazzo di fiori, Napolitano s'è
fermato a chiacchierare con il sindaco Lembo che lo accoglieva. "Qui com'è
andata?", e si riferiva all'immondizia. "Male, presidente. Ora ne
stiamo uscendo, ma dipendiamo troppo dalla terraferma". Viaggio di 50
minuti in traghetto, ospiti della Caremar e nella sala d'onore del comandante.
A bordo c'è pure il capogruppo alla Camera di Rifondazione, il napoletano
Gennaro Migliore. "Anche tu qui in vacanza?", gli chiede il
presidente, al quale vuole stringere la mano una bambina di Torino, Silvia.
Applausi in piazzetta, tanta simpatia, nella hall dell'albergo caprese ad
attendere il presidente c'è il ministro Nicolais. Un cocktail insieme,
chiacchiere in libertà, l'appuntamento per vedersi a cena e approfondire temi
seri. Tra cui Napoli tra i rifiuti. "Dobbiamo renderci conto che il
sacrificio di qualcuno serve a tutti", sono le parole di Gino Nicolais,
assessore nella prima giunta regionale di Bassolino,
prima di essere chiamato al governo da Prodi. Un riferimento a Pianura,
probabilmente. "Credo che a questo punto - ancora Nicolais - bisogna anche
prendere qualche misura impopolare, per cercare di risolvere una situazione che
è sotto gli occhi di tutti. Dobbiamo avere più solidarietà tra di noi. Un
problema è stato la mancanza di giuste informazioni ai nostri cittadini. è
necessario quel consenso condiviso che si verifica in altre parti del mondo su
qualsiasi problema importante. A nessuno è consentito fare un passo indietro in
questa emergenza acuta, tutti devono dare un mano". Il ministro sa, come
del resto Napolitano, del monito giunto dalla Unione europea. "è opportuno
che tutti noi lo prendiamo seriamente, cercando di lavorare insieme in questo
momento difficoltà. Il governo ha già evitato ai cittadini napoletani una tassa
aggiuntiva sull'immondizia". Ora bisogna evitare che sia l'Italia a pagare
infrazioni alla comunità europea. Potrebbe farne le spese la Campania in
termini di stanziamenti europei e fondi strutturali. Nello scorso mese di
giugno, l'apertura del procedimento di infrazione era motivato dalla
"cronica crisi dei rifiuti che colpisce Napoli e il resto della regione Campania,
dove migliaia di tonnellate di rifiuti si sono accumulate nelle strade e vi
sono stati riversamenti in discariche illegali". Alle procedure di
infrazione si aggiunge la denuncia in Commissione europea contro lo Stato
italiano presentata dall'avvocato Michele Colucci, residente ad Avellino ma
domiciliato in Belgio, già membro del Servizio giuridico della Commissione
europea. Colucci ricorda i disagi e i danni alla salute che da anni stanno
subendo i cittadini di Avellino a causa della crisi rifiuti. Copia della
denuncia andrà a Prodi, al Codacons e al sindaco di Avellino, Galasso.
( da "Repubblica, La" del 03-01-2008)
Pagina II - Napoli Pianura, le facce
del dolore "Condannati alla discarica" Protesta, tensioni, paura:
"Difendiamo i nostri figli" "Una generazione è già malata".
Insieme No-global e An Assalto ad un'auto per un equivoco, due interventi degli
agenti In duemila sfilano per 4 ore invitando tutto il quartiere a ribellarsi
ANTONIO CORBO Quattro ore, una marcia di protesta lenta come una processione.
In duemila portano in giro l'ultima speranza. Liberare Pianura dall'incubo di
una nuova discarica. Ma Pianura è già una discarica. Tutto il quartiere è
sommerso, i rifiuti coprono il marciapiede dove c'è, strozzano strade e piazze.
Sette i bambini rassegnati al freddo, alla fatica, alla noia. Le mamme li
tirano, li spingono, li mostrano come bandiere di pace. "Chiediamo almeno
pietà per loro, sono nati e crescono nell'aria pulita, che futuro hanno se
riapre la discarica?", si ribella una donna che ne ha due, una mano sulla
carrozzina e l'altra per fumare una sigaretta americana. Butterà la cicca su un
cumulo di immondizia, "ha visto che schifo?", domanda sdegnata, e
tira avanti, con le sue paure, le sue contraddizioni. Più che una protesta, il
corteo è un appello. Una chiamata alle armi. Gli abitanti sono partiti per
chiedere aiuto da Montagna Spaccata, dove undici anni fa chiuse la discarica e
Antonio Bassolino annunciò un campo di golf. Il centro
del quartiere, con i suoi 54mila abitanti censiti ma molti di più ce ne sono,
immigrati clandestini compresi, è distante tre chilometri dal Fosso che può
ingoiare quasi due milioni di metri cubi. Uno spettro lontano che la marcia di
ieri ha voluto agitare. Con un corteo che raccoglie molte anime. La paura
sincera degli abitanti delle contrade "Pisani" e "Romano".
La rabbia di chi ha investito in costruzioni abusive e le vede svalutarsi. Il
timore di chi ha avviato attività: maneggio, campi di calcio, piccole aziende.
In prima fila Fabio Tirelli, il presidente della Municipalità, con striscia
tricolore, inflessibile nel rigore: "Dev'essere una manifestazione
civilissima, composta, seria, bisogna solo far capire il nostro dramma come ho
già detto al prefetto Pansa, mi raccomando". Ma anche due traiettorie
politiche si evidenziano. La prima è di An: Marco Nonno è consigliere comunale,
un leader a Pianura, non esce mai dal corteo e neanche dai confini della
protesta pacifica, con il suo gruppo. Pietro Diodato non c'è, costretto ad
allontanarsi, perché nessuno gli perdona di aver lanciato l'allarme della
discarica fissando però le condizioni per accettarla. Il partito lo ha subito
smentito. An lascia la testa del corteo ad un gruppo di sinistra estrema,
"Comitato flegreo difesa ambiente e territorio", un ragazzo alto in
loden verde con cappuccio e megafono fionda slogan e detta i cori. Davide Secone,
figlio del sindaco medico di Quarto: "Sto qui da sette giorni, lotto per
questioni che conosco, io studio medicina". Gli è stato chiesto di non
politicizzare la protesta, ed è stato ai patti. I No global ci sono ma non si
espongono più di tanto. La correttezza non viene mai meno. Neanche
quando un tipo issa un disegno e scritta volgare dedicata al sindaco Iervolino.
Si scaglia Marco Nonno: "Non sono del partito del sindaco, sono
dell'opposizione, ma Rosetta Iervolino è a Roma e ha preso posizione per
noi". Sparisce subito l'infelice quadro. Lo stesso intervento pochi minuti
prima, quando uno sconsiderato ha bloccato una Kia che chiedeva di passare.
Un equivoco ha reso la scena ancora più allarmante. Un consigliere, Angelo De
Falco, riconosce il cognato al volante e balza sul tetto dell'auto. Vuole
proteggerla dall'assalto. Il resto lo fa il conducente. Si è abbandona ad un
plateale isterismo, la moglie che urla e piange, in braccio una bimba
terrorizzata, bravo il commissario Onorato di Pozzuoli che è alla guida dei pochi
agenti, sdrammatizza ed il corteo si rimette in moto. Si notano le
rappresentanze di Pozzuoli, che ha un villaggio modello (l'Abbazia) proprio a
due passi dalla discarica. Un minuto di raccoglimento in piazza don Giustino
Russolillo, il parroco che il quartiere vorrebbe santo. Qui alle nove, tre ore
prima, 50 manifestanti si erano seduti sull'asfalto per bloccare il traffico,
ma erano stati dispersi dalla polizia. Più tardi, un altro intervento in via
Cinthia a Fuorigrotta. "Non state a guardare, venite a protestare, presto
respirerete anche voi l'immondizia di tutta la Campania", gli appelli.
"Chiudete le serrande, commercianti". Il megafono attraversa il
quartiere coinvolgendolo nel clima di tensione e paura. Il corteo si ingrossa.
Un ex commerciante, Ciro Scogliamiglio, terziario francescano, porta la prima
indiscrezione: hanno deciso di espropriare il sito. Le conferme poco dopo: la
ex società Di.Fra.Bi. era stata contattata dalla prefettura, bisognava
notificare un avviso, ma il liquidatore non si trova, qualcuno dà un indirizzo
di Roma, bisogna guadagnare tempo. Il proprietario è anche titolare di Cic,
impresa di costruzioni, ha intanto ostruito l'ingresso con una montagnola di
terriccio e due pale meccaniche. "Io le parcheggio sempre lì", glissa
Giorgio Di Francia, che ha fittato spazi a dieci piccole aziende, due che
estraggono biogas, ed ora si chiede che destino avranno. Con il frate si
riflette su promesse e tempi perduti. "Il campo di golf, i 40 miliardi per
le bonifiche che non sono state mai fatte, la strada a quattro corsie, vorremmo
sapere dove sono finiti tanti soldi e tanti impegni", ripetono in questo
corteo lento come una processione. E mesto come un funerale. Rientra alle tre
del pomeriggio, la strada di Montagna Spaccata è chiusa al traffico. Vigila
Rita Oriunto, "comitato ambiente flegreo". è di Pianura. "Sono
stata malata di cancro ed ho visto morire parenti, amici. Mia cognata colpita
ai polmoni, un mese fa, e non fumava. Fegato, reni, pancreas, quante disgrazie.
Per la mia generazione la discarica è stata una condanna". Giura lei,
donna senza un filo di trucco ma piena di coraggio: "Non passeranno. Sono
qui per difendere la vita dei miei tre figli. Loro devono respirare ancora aria
pulita". Rita Oriunto, la faccia del dolore.
( da "Repubblica, La" del 03-01-2008)
Pagina III - Napoli L'EMERGENZA LA
MANIFESTAZIONE Gigantografie dell'immondizia e striscioni esibiti davanti alla
residenza presidenziale E An corre a Villa Rosebery "Sciogli Comune e
Regione" l'intervento Bassolino viola ogni tutela
della salute e dell'ambiente: il Quirinale ora deve intervenire il sit-in
Cinquanta militanti guidati da Bobbio hanno consegnato un dossier per il Capo
dello Stato Hanno portato il problema rifiuti alle porte di Villa Rosebery. Non
sacchetti di spazzatura, ma enormi immagini dei cumuli che invadono le strade e
delle discariche che appestano aria, acqua e terreno. Gigantografie sui siti di
stoccaggio dei rifiuti e sulle ecoballe che non si sa più dove stipare.
Fotografie accompagnate da uno striscione con la scritta "Dopo il cenone
sciogli Comune e Regione". La protesta, portata dinanzi alla residenza
napoletana del presidente Giorgio Napolitano, è stata inscenata da circa
cinquanta militanti di Alleanza Nazionale. Ed è al presidente che questi hanno
chiesto di sciogliere gli enti locali responsabili di non aver trovato una
soluzione alla questione rifiuti. All'inizio del sit in, alle porte della villa
di Posillipo, c'erano solo i ragazzi di "Azione giovani"; ma più
tardi a loro si è unito il presidente provinciale di An Luigi Bobbio. Che ha
anche chiesto, allo staff del presidente, che una delegazione di manifestanti
fosse ricevuta da Napolitano. "Vogliamo chiedergli di sciogliere con
proprio decreto, a norma dell'articolo 126 della Costituzione, la Regione ed il
Comune. A Napoli c'è una emergenza costituzionale per il disastro della
gestione dei rifiuti. La città è disperata, ed il presidente deve
intervenire". Non potendo parlargli direttamente, Bobbio ha poi deciso di
consegnare ai funzionari del Quirinale un dossier: 50 pagine - in buona parte
documentate con stralci della relazione della Commissione parlamentare di inchiesta
sui rifiuti - che mettono in risalto soprattutto la questione dei rifiuti
tossici nelle discariche della Campania. Molto spazio, nel documento, è dato
anche alle invivibili condizioni in cui versano alcuni quartieri di Napoli e i
comuni che soffocano sotto tonnellate di rifiuti. Un dossier arricchito con
immagini, quelle, in particolare, che raccontano gli ultimi giorni del sito di
stoccaggio di Taverna del Re, con le sue ecoballe. Un sit in pacifico, quello
di An, eppure ha messo i bastoni tra le ruote al programma del presidente in
visita privata: Napolitano doveva partire per Capri, ma ha rinviato la partenza
fino a quando i manifestanti hanno sgombrato il passaggio dinanzi a Villa
Rosebery. L'intervento di Napolitano è chiesto a gran voce anche da Maurizio
Gasparri, dell'esecutivo nazionale di An. "è sacrosanta la pacifica e
propositiva iniziativa dei giovani di An, che hanno invitato
il Presidente della Repubblica a promuovere lo scioglimento del Consiglio
regionale campano e del Comune di Napoli per mandare a casa Bassolino e Iervolino". "Siamo di fronte a un'emergenza
democratica: Bassolino - sostiene Gasparri - viola da anni i principi costituzionali
posti a tutela della salute e dell'ambiente; dunque è arrivato il momento
dell'intervento del Quirinale". Stessa richiesta da parte del
coordinatore regionale di An, Mario Landolfi. Che aggiunge: "Non vi è
dubbio che la civile e ferma denuncia dei giovani di An, per quanto di parte,
interpreti e incarni l'identico sentimento d'indignazione e l'identica volontà
di riscatto dei cittadini e dei contribuenti campani, opportunamente
evidenziati nel messaggio presidenziale di fine anno". (bianca de fazio).
( da "Unita, L'" del 03-01-2008)
Stai consultando l'edizione del
"Le soluzioni? La riapertura delle discariche e un
comitato di salute pubblica" Sodano, presidente commissione Ambiente del
Senato: "Abbiamo sei milioni di tonnellate di ecoballe che non sappiamo
come smaltire. Gli impianti del piano rifiuti non ci sono" di Eduardo Di
Blasi / Roma TOMMASO SODANO, presidente della commissione Ambiente del Senato, agronomo e residente a Pomigliano D'Arco (Na), ritiene che per
superare l'emergen- za rifiuti in Campania ci siano due cose da fare: riaprire
le discariche e creare un Comitato di salute pubblica che coinvolga governo,
commissioni parlamentari, Regione e province e prenda il posto del
Commissariato che da 14 anni gestisce la situazione campana. Un
commissariato, nato nel febbraio del '92 per evitare che la camorra gestisse le
discariche, e finito a fronteggiare un'emergenza senza
fine, iniziata, a suo parere, nella primavera del 2001". A causa di cosa?
"Alla decisione di chiudere le discariche con un
piano che, oltre ad avere come unico sbocco l'incenerimento dei rifiuti, non
aveva ancora un solo impianto costruito. Il disastro di questi giorni nasce
dall'idea folle che, si potessero ammonticchiare le ecoballe, che altro non
sono che rifiuti imballati". Ma perché si stanno conservando ecoballe?
"Il problema nasce con l'ordinanza del 2001 che autorizzò l'aggiudicatario
della gara, la Fibe Impregilo, a poterle stoccare. Nel bando di gara c'era
scritto che chi si aggiudicava la gara, ovemai non ci fosse stata coincidenza
tra l'entrata in funzione dei nuovi impianti e la chiusura delle discariche, doveva prendersi in carico lo smaltimento dei
rifiuti. Nel 2001 viene fatto un regalo notevole a Fibe: vista l'emergenza si
autorizza la Fibe a stoccare ecoballe in Campania, senza smaltirle". Ma
perché? "Credo fosse la dote che Impregilo dava alle banche per avere finanziamenti.
Su ognuna di quelle esisteva il contributo "Cip 6", per la produzione
di energia da fonti assimilate. Ma ricchezza per Fibe era disastro per i
territori. Ogni mese noi ricopriamo di balle 40mila metri quadrati di terreni.
A Taverna del Re oggi abbiamo 6 milioni di tonnellate di rifiuti stoccati in
ecoballe". Taverna del Re è stata chiusa. Ma le ecoballe che stanno lì che
fine faranno? "Quelle dovranno essere rilavorate, oppure inertizzate e
messe in discarica. Non possono essere bruciate...". Perché sono immondizia
impacchettata... "Solo per spostarle occorrerebbe qualcosa come una lunga
fila di camion da Napoli a Stoccolma". L'impressione è che i rifiuti
campani non siano "trasformati" ma solo portati in giro e
accatastati... "Oggi il vero business è il trasporto. Piuttosto, io dico,
mettiamoli in discariche a norma". Manca anche la
differenziata... "Un'azienda modello che lavora le plastiche nel casertano
rischia di chiudere perché non ha le plastiche da riciclare. Il problema è che
un giro di interessi forti vuole tenere il meccanismo così com'è. Quando ci
sono le emergenze c'è bisogno di mezzi, perché per togliere i rifiuti a cumuli
non bastano i netturbini con le mani. E allora ecco gli appalti esterni".
Oggi si guarda di nuovo alle discariche chiuse...
"Attrezzare un'area a discarica richiede lavori e soldi. La discarica di
Lo Uttaro a Caserta è costata 5 milioni di euro, quella di Villaricca 9.
D'altronde il problema era nel piano rifiuti: se tu più produci rifiuti e più
guadagni è evidente che non hai nessun interesse a fare la differenziata".
Il privato no, ma il pubblico dovrebbe averne... "Sarà l'indagine della
magistratura a fare chiarezza, ma la mia idea, che poi è stata la denuncia che
ho presentato nel 2002, è che c'era una connivenza dentro la struttura
commissariale con Fibe". Per rendere esecutivo il piano rifiuti cosa
manca? "I Cdr devono essere tutti ristrutturati perché nessuno è a norma.
Poi non è vero che manca solo l'inceneritore. Non ci sono nemmeno i siti del
compostaggio". Chi doveva farli? "Sempre la società che ha vinto la
gara".
( da "Unita, L'" del 03-01-2008)
Stai consultando l'edizione del ROSA
RUSSO IERVOLINO "Il monito europeo è preoccupante, ma è al commissario del
governo che bisogna chiedere cosa fare..." "Rischi reali, ma da 14
anni siamo commissariati" di Simone Collini / Roma La notte di San
Silvestro non ha partecipato alla festa organizzata a piazza del Plebiscito per
evitare il rischio di alimentare una tensione che, a causa dell'emergenza
rifiuti, tra i cittadini di Napoli è già decisamente alta. Una scelta che è
costata "grande sacrificio" al sindaco Rosa Russo
Iervolino: "Mi è dispiaciuto non esserci", non nasconde. Ma la cosa
che più le crea amarezza è il "non avere nessun potere per sanare questa
situazione, che non è di oggi ma che va avanti da tanti, troppi anni".
Eppure, sindaco Iervolino, ad accusare lei e Bassolino ci sono
leghisti come Calderoli ma anche forze del centrosinistra come l'Italia
dei valori. "Sono stufa di questa canzone e sono al limite della querela.
Da quattordici anni Napoli e la Campania sono commissariate dal governo. Porto
il peso di una situazione che non ho contribuito a creare e che non ho i poteri
per sanare. Tanto per essere chiari, il commissario del governo si chiama
Cimmino, prima si chiamava Pansa, poi Bertolaso, Catenacci e su e su. È stato
ed è loro l'onere di trovare soluzioni. Io ho solo il potere di raccogliere
l'immondizia, ma giorno per giorno mi dicono se la posso scaricare, quanta e
dove". Cosa ne pensa della proposta di istituire un comitato di salute
pubblica che coinvolga governo, commissioni parlamentari, Regione e province?
"Che già la situazione è complicata così com'è, si immagini se facciamo
uno zibaldone di una decina di persone, tutte con compiti diversi. Insomma non
si andrebbe da nessuna parte". La soluzione allora quale può essere,
secondo lei? "Il governo ora ha preso una decisione che ritengo giusta con
il decreto del primo dicembre: prima c'era un solo commissario, che era il
prefetto Pansa, adesso si prevede un commissario per la gestione quotidiana,
che è il prefetto Cimmino, e un commissario liquidatore, che deve essere ancora
nominato, per dipanare tutte le situazioni economiche pregresse. La previsione
è che gradualmente il prefetto Cimmino ridia i poteri ordinari agli enti
locali, cioè alla Provincia e al Comune". Un'operazione che comunque può
dare frutti nel medio e lungo termine, ma nell'immediato che si può fare, anche
pensando al monito che l'Ue ha rivolto all'Italia? "Il monito non può che
preoccupare, anche perché è il secondo dopo quello di quest'estate. Ma è al
commissario del governo che va chiesto cosa si può fare. Vorrei saperlo
anch'io". Un suggerimento che darebbe? "Il prefetto deve trovare le
aree dove scaricare e deve avere il coraggio di andare ad operare non sulla
pelle di chi ha già dato, ma rivolgendosi ai territori in grado di accogliere
rifiuti". Perché dice questo? "Deve nascere una solidarietà
territoriale reale. Come dico che il governo ha preso una linea giusta in
questo momento, con la stessa sincerità dico che precedentemente ha
sbagliato". Perché, cosa ha fatto? "Ha provincializzato il problema:
ogni provincia si arrangi da sola. Ma la provincia di Napoli, che ha milioni di
abitanti e poco terreno, o butta la spazzatura in mare o non sa come fare.
Altre province, come Avellino o Benevento, hanno pochi abitanti e tanto
terreno. Quindi la solidarietà deve essere non solo all'interno delle province
ma anche fra le province. È vero che tutti devono fare i sacrifici, ma che
siano fattibili rispetto la situazione reale. E non si può trattare l'area
urbana di Napoli, con tre milioni e mezzo di abitanti, come si tratta il centro
di Avellino che ne ha settantamila".
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 03-01-2008)
Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione:
1PAGINA - data: 2008-01-03 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE COLLINE DEL
DISONORE di ANTONIO FIORE T redici anni dopo, il tragicomico gioco dell'oca dei
rifiuti torna al punto di partenza: Pianura, la discarica della vergogna chiusa
nel '95 a dimostrazione che a Napoli s'era voltato pagina, che la camorra
avrebbe smesso di lucrare sulla monnezza, che la salute dei cittadini e le
ragioni della civiltà erano tornate al primo posto nell'agenda delle
istituzioni. Pianura stessa, nei discorsi di allora, era destinata a diventare
un ridente quartiere modello, anzi un'opulenta mecca del turismo vipposo, con
campi da golf a 9, a 18, a quante più buche la fantasia degli amministratori
era in grado di scavare. Fantasie scellerate: erano tutte balle. Anzi, ecoballe.
Tredici anni più tardi riapre la discarica, evidentemente non più della
vergogna. Nel frattempo, però, non solo anni, ma anche centinaia di miliardi
sono passati sotto gli occhi della cittadinanza, che nel suo tollerante
ottimismo ha a lungo creduto che quegli stanziamenti immani di denaro pubblico
sarebbero serviti a lenire una malattia senza eguali in Europa, ma che ormai è
vista con un misto di stupore e di orrore anche in paesi con standard inferiori
a quelli dell'Occidente. Invece, i miliardi sono stati ingoiati con una
voracità misurabile sulla crescente altezza delle colline del disonore che
ornano ogni angolo della regione mentre sindaci, governatori, prefetti,
commissari si alternavano in un eterno balletto di (ir)responsabilità; senza che
alcun beneficio si riverberasse sulla collettività. Ma, dato che c'è un limite
anche alla tolleranza di cittadini considerati alla stregua di servi della
gleba cui nessuno deve mai dar conto, ecco che gli stessi vertici
istituzionali, fino a ier l'altro ben felici di far la ruota in pubblico a ogni
occasione comandata, ecco che stavolta hanno disertato la festa. Il governatore Bassolino, il sindaco Iervolino, il
presidente della Provincia Di Palma sembravano, nella notte di San Silvestro, i
protagonisti di "Chi l'ha visto?": e il motivo della diserzione è
stato ben spiegato dalla stessa Iervolino, quando ha detto che la presenza in
piazza sua e di Bassolino sarebbe stata presa alla stregua di una provocazione. Per
la prima volta, i leader locali hanno paura. Ma, soprattutto, riconoscono di
essere loro stessi parte del problema, ammettendo che la semplice apparizione
su un palco cittadino costituisce motivo di imbarazzo e di turbamento della
comunità. Dopo anni di termovalorizzatori annunciati, di siti fantasma mai
individuati, di decreti inapplicati, è come se gli autori o i complici dello
scempio prendessero atto della perdita di credibilità: che non termina il 31
dicembre, ma suona come un'autocondanna politica definitiva. Del resto fino a
quando chi ha sbagliato continuerà a occupare con protervia il proprio posto, o
addirittura a godere di encomi e promozioni, tutti gli onesti propositi
finiranno in discarica. E i particolarismi seguiteranno ad avere buon gioco,
alimentati dalla sfiducia e dal disgusto.
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 03-01-2008)
Corriere del Mezzogiorno - CASERTA -
sezione: INPRIMOPIANO - data: 2008-01-03 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE
Le promesse Il progetto annunciato dal Comune nel '98 e finanziato dall'Ue per
rilanciare l'area Quel campo da golf a diciotto buche è rimasto un sogno
Sognavano di giocare a golf su quella collina, si ritroveranno invece i sacchetti
della spazzatura. Perché dopo dodici anni riaprirà la discarica di Contrada
Pisani, a Pianura. Nonostante il ripetere che "i sacrifici degli abitanti
di quell'area sono stati già tanti", come hanno detto in questi anni a
Palazzo San Giacomo. Ora però al Comune di Napoli sono stati travolti
dall'emergenza e dalle decisioni invalicabili del Commissariato rifiuti:
incombe infatti la riapertura della discarica di Contrada Pisani, mentre il
campo da golf resta un sogno nel cassetto. Un sogno vecchio di 10 anni. Era il
28 luglio 1998 - giunta Bassolino - quando viene fuori
il progetto per la realizzazione del campo da golf al posto della discarica
nell'ex cratere Senga, a pochi passi dal parco degli Astroni, da realizzare in
due anni. è qui che sarebbe dovuto sorgerà un complesso sportivo con tanto di
campo da golf pubblico a 18 buche, "il più grande del Sud Italia", si
disse. E poi ancora: aree attrezzate per insediamenti artigiani, reti viarie e
fognarie, incentivi per le imprese, un palazzotto della sanità. Il programma
operativo, chiamato "Napoli-Pianura" ed elaborato da palazzo San
Giacomo, fu inserito nell'ambito dei progetti del Fondo europeo di sviluppo
regionale. Il programma per il rilancio di Pianura si articolava in una serie
di interventi a carattere triennale e prevedeva una spesa di circa 55 milioni
di Ecu, il 49 per cento dei quali (27 milioni) a carico del Comune di Napoli e
il 45 per cento in quota Fesr, e il rimanente 6 per cento da parte di Stato e
privati investitori. D'impatto era anche la stima occupazionale formulata nel
dossier: circa 1.440 posti di lavoro per il triennio di interventi e poco meno
di mille di incremento stabile nel quartiere, frutto proprio delle nuove
attività. Due le finalità dichiarate dal progetto: l'avvio di un processo di
sviluppo socio-economico di uno dei quartieri più degradati della città; e la
sperimentazione di un modello integrato di analisi, programmazione e intervento
sul territorio. Undici, invece, gli obiettivi specifici: la creazione di nuove
imprese artigiane e commerciali; l'incremento delle attività cooperative,
soprattutto giovanili; la produzione di servizi alle persone; l'aumento dei
servizi connessi alle attività di trasporto e di comunicazione; la creazione di
servizi sanitari di base; la valorizzazione dei prodotti agricoli locali; il
recupero di un'identità per il quartiere; la crescita dell'associazionismo; il
miglioramento della vivibilità; il recupero della capacità programmatica e
progettuale delle istituzioni comunale; e l'aumento dell'efficacia degli
interventi a seguito delle sinergie. Dopo il via libero dell'Ue al Piano, il 25
giugno del 1999 la giunta comunale approva anche i progetti preliminari di gran
parte delle opere previste dal Programma. E non solo. Perché il 3 febbraio del
2001, la giunta regionale approva due delibere per Pianura relative ad un
parcheggio di interscambio per 220 posti auto ed un nuovo parco verde che si
aggiungevano al campo da golf. Oggi, invece, la sindaca
Iervolino è costretta a gettare le armi: "Sono contraria al trasporto dei
rifiuti a Pianura, ma da 14 anni c'è un commissario e a lui compete l'onere di
trovare le soluzioni", pur ricordando che "c'è un ordine del giorno
votato da tutto il Consiglio comunale che stabilisce che a Pianura rifiuti non
ne debbano più andare". Certezze che sembrano sbiadirsi col passare
delle ore per la gente di un un quartiere che nel 2008, su quella collina,
immaginava forse di andarci con mazze e palle da golf. Paolo Cuozzo.
( da "Corriere della Sera" del 03-01-2008)
Corriere della Sera - NAZIONALE -
sezione: Primo Piano - data: 2008-01-03 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE I
conti del commissariato Dal 1994 due miliardi sprecati Si potevano costruire 15
inceneritori SEGUE DALLA PRIMA Dal febbraio 1994, quando il dramma si è
trasformato in "emergenza", quindi in un clamoroso affare economico,
sono stati polverizzati 2 mila milioni: sarebbero bastati per farne non uno, ma
15, di inceneritori. Negli anni erano stati accumulati debiti per 557 milioni
di euro. Dei soldi spesi per esportare i rifiuti in Germania dove vengono
bruciati a nostre spese per produrre energia, poi, si è perso il conto. Si sa
soltanto che Ecolog, divisione delle Fs che gestisce l'affare, avanza dal
commissariato di governo qualcosa come 54 milioni di euro. L'export di
spazzatura doveva durare qualche settimana: dura da sette anni. E ora si sta
pensando di mandare ai tedeschi non 2 mila, ma più di 4 mila tonnellate al
giorno. Cioè, il 60% di tutta la spazzatura della Campania per il modico prezzo
di un milione di euro ogni 24 ore. Ebbene, i cittadini sono gli unici che hanno
pagato per tutto questo. E i responsabili tecnici, i consulenti, i politici?
Qualcuno ha perso il posto? Qualcuno ha dovuto rinunciare all'incarico? Una
carriera politica, almeno una, è finita? Macché. Fra cassonetti incendiati,
richieste di dimissioni e indagini giudiziarie, che coinvolgono dal presidente
della Regione Antonio Bassolino fino all'ultimo
presidente di consorzio di rifiuti, per esempio quello di Napoli 3 Mimmo Pinto
(proprio lui, lo storico leader dei disoccupati organizzati di Napoli), si va
avanti come se niente fosse. Candidamente, il sindaco di
Napoli Rosa Russo Iervolino ha inaugurato l'anno così: "Sull'emergenza il
Comune di Napoli non ha alcuna responsabilità e nessuna competenza. Spetta al
commissario di governo trovare le soluzioni ". La croce finisce allora
sulle spalle di Umberto Cimmino, vice del prefetto di Napoli Alessandro Pansa,
commissario prima di lui. Pansa aveva rilevato Guido Bertolaso, che a
sua volta aveva sostituito Corrado Catenacci, voluto da Bassolino,
già commissario per quasi quattro anni. Quattro anni: più di Andrea Losco. Più
di Antonio Rastrelli alla presidenza della Regione. Più di Umberto Improta, il
primo commissario dell'emergenza rifiuti. Il commissariamento fu deciso dal
governo di Carlo Azeglio Ciampi, di cui era ministro dell'Interno Nicola Mancino,
presidente del Senato e ora vicepresidente del Csm. Decisione confermata dal
governo di Lamberto Dini, ministro dell'Interno Antonio Brancaccio. Poi da
quello di Romano Prodi, ministro Gior\\ La Iervolino nel 2003: "Ci stiamo
avviando verso la normalità". Il 21 maggio 2007: "Situazione
tragica". E nove giorni dopo: "L'emergenza a Napoli è chiusa"
L'export in Germania L'export della spazzatura verso la Germania doveva durare
poche settimane Va avanti da sette anni.
( da "Corriere della Sera" del 03-01-2008)
Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione:
Primo Piano - data: 2008-01-03 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE
Il caso Bassolino e Iervolino niente festa in piazza "Erano già pronte le
contestazioni" MILANO - Tredici anni e sempre lo stesso copione: la festa
in piazza del Plebiscito, il conto alla rovescia, il concerto... E sul palco
sempre la stessa foto di gruppo: Antonio Bassolino, Rosa
Russo Iervolino e Dino Di Palma che festeggiano, con centomila e più
napoletani, lo scoccare dell'ultima mezzanotte. Ma il Capodanno del 2008, in
una Napoli sommersa dall'immondizia, regala un'altra istantanea: senza più
governatore, sindaco e presidente di Provincia. La "sacra triade" del
centrosinistra vesuviano è scomparsa dall'immagine. Per timore di
contestazioni, dicono i rivali. Per senso di responsabilità, ribattono gli
amici. Una cosa, comunque, è certa: l'ennesima ondata dell'emergenza rifiuti ha
trascinato sul bagnasciuga i resti di una stagione politica che aveva acceso
barlumi di speranza dopo un lungo periodo di buio. E che ora, a torto o a ragione,
sembra giunta al capolinea. "Rimanere in disparte è stato un atto di
responsabilità verso la città - replica Bassolino -.
Nei giorni scorsi, frange dell'opposizione avevano annunciato l'intenzione di
trasformare una notte di allegria e spensieratezza in una becera manifestazione
di protesta: se fossimo andati in piazza, avremmo prestato il fianco alla
volgare strumentalizzazione politica di quella che, per tantissimi napoletani,
è la festa di Capodanno con la "f" maiuscola. Per colpa d'una decina
di provocatori avremmo rischiato di rovinare la serata a migliaia e migliaia di
persone: ne valeva la pena? Credo proprio di no. In un momento così drammatico,
Napoli non ha certo bisogno di vedere la sua immagine offuscata anche dalle
bravate di qualche estremista". Ma è difficile non pensare che l'emergenza
rifiuti abbia scavato un solco profondo tra i napoletani e la politica. Gli
indizi sono evidenti, al punto che perfino Rosa Russo Iervolino è costretta ad
ammetterne l'esistenza. "La distanza è senza dubbio cresciuta, anche se le
istituzioni locali possono fare ben poco per risolvere il problema della
spazzatura - spiega il sindaco -. Purtroppo la gente conosce Bassolino,
Di Palma e me. E con noi se la prende. Adesso, però, sono stufa. Sul fronte
dell'immondizia, il Comune di Napoli è commissariato da 14 anni: per quale
motivo io, da sindaco, devo rispondere di una situazione sulla quale non ho
alcun potere? E lo stesso vale per Bassolino, che è
stato solo uno dei tanti commissari straordinari che si sono alternati in
questo lasso di tempo: lui è colpevole e gli altri sono innocenti come
angioletti? Ma basta... ". Allora perché non siete andati come ogni anno a
brindare in piazza del Plebiscito? "è stata una decisione sofferta, ma
alla fine ritengo che sia stata la cosa più saggia. E poi, mica siamo fuggiti
all'estero... Abbiamo soltanto evitato che la festa di Capodanno si
trasformasse in una ribalta per misere faide politiche. Ventiquattr'ore dopo,
ho partecipato alla manifestazione per la pace: abbiamo attraversato le strade
del centro e sono stata applaudita più volte, alla faccia di chi specula sulle
tragedie". Nel centrosinistra, però, non tutti sono sintonizzati su questa
frequenza. "Le parole del sindaco sono inquietanti - afferma Antonio Fantini,
segretario regionale dell'Udeur -. La situazione è drammatica e non possiamo
mettere la testa sotto la sabbia: disertare la festa di Capodanno è stato un
gravissimo errore. I napoletani sono stanchi di vivere tra i rifiuti: sarebbero
necessarie risposte forti e invece si vive nel timore che un magistrato sia
sempre in agguato. La fuga è un segnale di resa: soltanto mostrando coraggio
potremo chiudere questa pagina vergognosa ". Enzo d'Errico.
( da "Mattino, Il (Caserta)" del 03-01-2008)
PARLA NICOLAIS "Serve coraggio
per troppo tempo non si è agito" "È il momento delle decisioni, anche
se impopolari". Il ministro Nicolais, da Capri dove ha accolto il Capo
dello Stato, interviene dopo le nuove misure annunciate dalla Ue per
l'emergenza rifiuti in Campania e in una intervista al Mattino dichiara: "Avanti tutta con i siti di stoccaggio, con la riapertura delle
discariche, anche se le scelte possono apparire impopolari". Un messaggio
rivolto al sindaco Iervolino e al governatore Bassolino. E alla
domanda se va riaperta la discarica di Pianura risponde: "Il sacrificio di
qualcuno serve a tutti". L'INVIATO P. RUSSO A PAGINA 3.
( da "Espresso, L' (abbonati)" del 03-01-2008)
PRIMO PIANO MAFIA / ROBERTO SAVIANO
La Repubblica dei SOPRANOs DI ROBERTO SAVIANO è la fiction più amata nel mondo
ma l'Italia l'ignora. Perché demolisce il mito dei boss, mostrando la mafiosità
della vita e del potere. Mentre da noi si preferisce ammirare padrini forti e
arcaici E lei il signor Roberto Soprano? Credo di non aver capito e così non
rispondo sperando mi riformulino la domanda. "Roberto Soprano noh?".
Credo sia uno scherzo ma ho di fronte una lettrice tedesca, sono al festival
della letteratura di Berlino, tutto mi aspetto fuorché battute. E non è una
battuta, aveva confuso il mio cognome con quello di Tony Soprano, il boss
italo-americano della serie televisiva più famosa del mondo, 'I Sopranos'
appunto. "Saviano, non Soprano", e non sarà l'unica volta in cui
all'estero mi troverò nella necessità di precisare. "Il suono è uguale...",
mi si risponde. I Soprano in Europa, soprattutto nell'Europa del nord sono una
sorta di mito, hanno battuto i Robinson, Arnold, i Puffi. Sono la serie
televisiva più vista della storia e sono, per chi non si fosse mai imbattuto
nelle loro storie, una famiglia mafiosa di origini campane, stranamente
proveniente dall'Irpinia. Una famiglia normale, che vive nel New Jersey, non
più le baracche verticali del Bronx italiano, ma le villette a schiera della
nuova borghesia delle seconde e terze generazioni di immigrati. E le loro sono
storie di clan, di affari e di morte, di donne, tradimenti, droga, estorsioni.
E di viaggi. E di Italia, un'Italia che agli italiani non piace sia raccontata
così, spietata e balorda, perennemente procreatrice della genialità criminale
del mondo. La fiction prodotta dalla Hbo è diversa dalle altre, per la qualità
degli attori. Per l'incredibile capacità di riprendere le caratteristiche dei
protagonisti, una sorta di continuo reportage antropologico. Le battute dei
personaggi poi sono leggendarie, come quando il vecchio padrino della famiglia
si scopre pratichi cunnilingus alla sua amante, cosa assolutamente vietata a
chiunque passi per qualsiasi grado di affiliazione. Tabù indiscusso per
qualsiasi boss della mafia italiana da New York a Casal di Principe. E Tony
Soprano dice appena si avvicina al vecchio zio: "uhi, sento odore di
sushi...". 'I Sopranos' hanno avuto un'enorme successo in Germania,
Olanda, Svezia, Finlandia; quasi ovunque tranne che in Italia. In Italia sono finiti
sul satellite e poi lasciati quasi a metà. Non hanno incuriosito, non sono
sembrati parte del racconto della realtà. Ma l'aspetto più importante, forse
quello che non è stato capito e apprezzato da noi, è che 'I Sopranos' hanno
rivoluzionato radicalmente l'immaginario e il modo di raccontare delle mafia.
James Gandolfini non interpreta più il boss carismatico alla Brando o Al Pacino
del Padrino e nemmeno quelli violentissimi ma sempre duri di Goodfellas, Casinò
o altri film di Scorsese. Tony Soprano è un personaggio problematico, oppresso
da incubi - ed è la prima volta che si pensa di raccontare i sogni di un boss
di Cosa nostra - che addirittura cerca l'aiuto di uno strizzacervelli, figura
che appartiene alla tradizione narrativa ebraica e non certo a quella mafiosa.
'I Sopranos' sono il mito della mafia ribaltato, destrutturato e rimesso
assieme secondo regole nuove: e come oggi accade spesso, soprattutto per le
produzioni statunitensi, la televisione diventa il mezzo più innovativo sia nei
contenuti che nelle caratteristiche formali, rispetto al cinema. Perché dire
che 'I Sopranos' sono la versione bassa, comica, della grande epica tragica
mafiosa, che sarebbero come Aristofane rispetto a Sofocle, centra un punto
nodale, ma pare riduttivo. Forse le comunità italo-americane degli Stati Uniti
non si sentirebbero così insultate e vilipese dalla famiglia di James
Gandolfini, se veramente 'I Sopranos' non fossero altro che un simpatico - ma
per loro antipatico - sfottò. L'immaginario de 'Il Padrino' inchioda gli italo-americani
alla mafia, ma al tempo stesso la rende epica e grandiosa, la tinge in una luce
di violenza, ma anche di gloria. E quindi la reazione è ambigua. Solo 'I
Sopranos' entrano nella narrazione per smitizzare - a partire
dall'ambientazione nella suburbia del New Jersey che prende il posto di New
York, Chicago, Los Angeles o Las Vegas - e invece a modo loro creare un nuovo
mito. La famiglia criminale della porta accanto, ossia gente come me e te, che
litiga, ha problemi con i figli, e soprattutto lavora sodo; solo che lo fa
aggiungendo al telefonino e al computer l'uso del fucile. 'I Sopranos' sono
divenuti una sorta di specchio per l'America e non solo. Una sorta di 'noi',
uno di quei fenomeni artistici plurali. 'I Sopranos' come noi perché noi siamo
disposti a rispecchiarci nei Soprano. La mafia come norma, come qualcosa a
portata di mano: la mafia che siamo noi, noi tutti quanti. Ed è questo che
irrita le comunità italoamericane e forse è anche la ragione perché 'I
Sopranos' non sono mai piaciuti tanto qui da noi. A noi andavano bene un tempo
'La Piovra', ora 'La Squadra' e il 'Commissario Montalbano'. Persino una
fiction su Totò Riina. Ma offrirci i mafiosi come specchio tragico-comico di
noi stessi, questo no. Certo è più facile divertirsi con Tony Soprano ad
Helsinki che a Platì, a Casapesenna o a Corleone: dove di mafia si muore tutti
i giorni, dove il potere dei clan regna sovrano è difficile vederli con
autoironia. Eppure c'è qualcosa di ambivalente in questo rifiuto, perché la
narrazione drammatica, solo drammatica, persino nei più scontati e dozzinali
prodotti seriali nostrani, conserva alla mafia il suo alone di mito e di potere
assoluto. Per noi - da Bolzano a Canicattì - i mafiosi devono continuare ad
essere molto arcaici, forti, soprattutto cattivi, solo cattivi. Non vanno dallo
psicanalista. Non vengono mollati dalla fidanzata. Non sono - Dio ce ne scampi
- gay, non hanno la figlia di sinistra che si fidanza con un 'cioccolattino'
come lo definisce Tony Soprano. Ovviamente anche 'I Sopranos' vendono quel che
abbiamo di più richiesto, invidiato e imitato in Italia oltre alla moda: la
mafia. Ma rigirano l'immaginario mafioso come un guanto. E senza intaccare
l'immaginario di mafia, vero e proprio strumento di propaganda planetaria non
solo per quella italiana o di origine italiana, non sarà possibile intaccare
una parte del suo potere. E che loro trattino soprattutto del potere e soltanto
in un secondo livello della mafia è dimostrato dalla bizzarra scelta di Hillary
Clinton di girare uno spot in cui lei impersona la moglie di Tony Soprano e
Bill Clinton, Tony Soprano stesso. Ricalcano l'ultima enigmatica puntata della
serie, quella vista da milioni e milioni di cittadini statunitensi che fa quasi
presagire un possibile attentato ai danni dell'intero nucleo familiare. Ebbene
Hillary lascia, con la solita ironia salvatutto degli americani, intuire che
lei è come Carmela, la moglie di Tony che più di ogni altra cosa ama la
famiglia e gli interessi della famiglia. Solo che nel caso della candidata alla
Casa Bianca la famiglia sarebbe l'intero popolo americano. La forza ovviamente
epica americana ha permesso a questa fiction di raccontare meglio di qualsiasi
altra forma la trasformazione di una sensibilità, cosa che Hillary Clinton ha
capito e ha saputo giocare a proprio vantaggio. Chissà se
Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino, attentissimi circa l'immagine di Napoli,
hanno mai visto la puntata dei Soprano su Napoli. Dovrebbero farlo anche con
solerzia. Una puntata andata in onda molto tempo fa e che per milioni di
americani è stata una della più viste e amate. I Soprano, che sono
appunto molto più vicini a Napoli che a Palermo, che fanno gli affari classici
della camorra, cemento, rifiuti, riciclaggio di auto rubate, estorsioni
arrivano a Napoli per business e per alleanze con le famiglie camorristiche. E
a Napoli i killer italoamericani si sentono minuscoli, loro che vengono dalla
periferia di New York finalmente giunti al centro del crimine mondiale. Così
sembra emergere dalla puntata, intitolata proprio 'Viaggio a Napoli'. E i
Soprano sono in totale soggezione dei camorristi napoletani, sono completamente
sconcertati dalla facilità con cui si spara e si uccide. Dinanzi ad un bambino
che viene picchiato da un boss, Tony Soprano resta sconvolto. Ma qualcuno gli
risponde "non vi preoccupate questa è l'università di Napoli". E così
tra mangiate di pesce, e una bellezza di luce e mare che i boss venuti
dall'America non finiscono per definire "incredibile", Napoli diviene
negli occhi dei Soprano la cupola del potere. Attraverso la fiction si arriva
al racconto di una realtà che in Italia per troppi anni si è sottovalutata e
scacciata sotto il tappeto della bellezza come presenza eterna e consolante. Ma
i Soprano sono veri americani: l'antica bellezza del luogo li affascina, ma non
li inganna. A un certo punto si presenta a fare a affari con Tony Soprano una
donna di camorra. E lui, sempre pronto alla gaffe, non si trattiene dal
commentare: "Da noi una donna non sarebbe mai un boss". Nel mondo de
'I Sopranos' ci sono i gay, lo psicoanalista, un possibile genero di colore. Ma
quando si tratta della gestione del potere, del potere vero, Napoli, da vera
capitale del business, rimane avanti. Le fiction riescono a volte più di altri
strumenti a raccontare il mondo e far identificare Hillary Clinton nelle
dinamiche di una famiglia che viene dai dintorni di Ariano Irpino e chiede a
Napoli e ai suoi boss di salvare la mafia italiana in crisi negli Usa. Una
fiction prima della politica, dei media, dell'inchiostro dei aggi. n.
( da "Mattino, Il (Benevento)" del 03-01-2008)
"Basta veti, è l'ora delle
scelte impopolari" DALL'INVIATO PAOLO RUSSO Capri. "Basta tentennamenti.
Ora bisogna reagire, servono decisioni forti". Dopo l'ammonizione, la
diffida. Dopo l'ultimo avvertimento, l'Ue annuncia nuove misure contro l'Italia
che non riesce a gestire l'emergenza rifiuti in Campania. Il ministro campano
Luigi Nicolais non ci sta. E replica con fermezza: avanti tutta con i siti di
stoccaggio, con la riapertura delle discariche, anche se le scelte possono
apparire impopolari. Un messaggio diretto, rivolto anche al
sindaco Iervolino e al governatore Bassolino. "Non
è possibile, in questo momento, continuare a non agire facendo prevalere
opposizioni personalistiche". Ieri sera il ministro ha accolto a Capri il
presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e le parole del commissario
all'Ambiente Stavros Dimas avrebbe preferito non sentirle: "Perfino
nell'ultima riunione del consiglio dei ministri - scuote il capo - non siamo
riusciti a non occuparci di Napoli e della Campania, per evitare l'ennesima
beffa ai danni dei cittadini alle prese con l'emergenza rifiuti.". Si
riferisce all'aumento della Tarsu? "Come governo abbiamo cercato di fare
tutto il possibile per contribuire alla soluzione di un problema che va avanti
da troppi anni. L'ultimo consiglio dei ministri ha evitato che al danno subito
dai cittadini si aggiungesse anche la beffa di dover pagare di più la tassa sui
rifiuti. Sarebbe stato assurdo, siamo riusciti a evitarlo". Ma si è
discusso anche di come risolvere la crisi? "Il governo sa come va risolta.
Personalmente credo che l'intera vicenda dei rifiuti vada affrontata con molta
più decisione e maggiore spirito di solidarietà. Non è possibile pensare che
ancora oggi, dopo tanti danni, ci siano ancora opposizioni personalistiche e
non prevalga uno spirito di collaborazione tra i vari enti che devono gestire
il problema". Quindi, cosa bisogna fare? "Si deve al più presto
approntare un piano per uscire dall'emergenza, ma non per rinviare la
questione. Bisogna costruire e soprattutto procedere con decisione, tutti
insieme, affinché la soluzione all'emergenza sia definitiva". È un
richiamo agli enti locali? "Tutti, a qualsiasi livello devono sentirsi
impegnati nella soluzione di questo gravissimo problema. Ma c'è bisogno di uno
scatto d'orgoglio, di una svolta condivisa e per la quale tutti devono mettere
in campo le proprie responsabilità". Sotto gli occhi dell'Europa finora
tutto questo non c'è stato. "Ed infatti bisogna far vedere all'Europa che
i campani e la Campania sono in grado di reagire. Dobbiamo, a tutti i livelli,
dimostrare che siamo capaci di impegnarci e di essere in grado di superare le
difficoltà. Difficoltà che poi inevitabilmente rischiano di travolgerci se non
si interviene subito e con determinazione. Il monito dell'Ue va preso molto
seriamente. Siamo disponibili a offrire un contributo per superare la crisi ma
anche le istituzioni locali e i cittadini devono rendersi conto che il
sacrificio di alcuni serve a se stessi e anche a tutti gli altri". Un
contributo anche al commissario Cimmino, appena nominato dal governo?
"Voglio sperare che il nuovo commissario straordinario sia in grado di
risolvere la situazione, se ha bisogno di un aiuto siamo disponibili. Oggi
nessuno di noi può fare un passo indietro". Anche riaprendo la discarica
di Pianura? "Il governo è stato e si sente in questi giorni ancora più
vicino alla Campania. Ora, da un momento di grave difficoltà, bisogna trovare
la determinazione per intervenire con decisioni forti anche se qualche volta
impopolari. Ripeto, il sacrificio di qualcuno serve a tutti gli altri".
( da "Mattino, Il (Benevento)" del 03-01-2008)
CHIARA GRAZIANI Sapremo quanta diossina
c'è nell'aria, nel sangue, nel grasso umano, nel latte materno ed anche nei
cibi di produzione campana. Silvio Garattini, farmacologo ed autorevolissimo
consulente dell'Organizzazione mondiale della sanità, con il suo allarme sui
roghi di rifiuti alla diossina scatenati dal Capodanno, sembra avere messo in
moto la palla di neve che diventa valanga. "L'allarme ambientale - aveva
detto in sostanza - è gravissimo e va tempestivamente controllato con
analisi". E l'aria è sotto controllo, da ieri mattina e fino alla
conclusione dell'emergenza rifiuti che, anche nelle ultime ore, continua a
scaricare nell'ambiente i veleni di decine di piccoli inceneritori artigianali
accesi con incoscienza criminale: lo comunica l'Agenzia regionale per
l'Ambiente i cui dipartimenti provinciali di Napoli e Caserta stanno
distribuendo in queste ore sul territorio gli apparecchi che succhieranno e
analizzeranno l'aria, i cosiddetti campionatori di volume che daranno i primi
risultati nell'arco di 12-24 ore. Una campagna straordinaria dovuta "agli
incendi incontrollati di rifiuti che si susseguono nel napoletano e nel
casertano". È garantita, si assicura, una tempestiva informazione alla
popolazione. Se l'Arpac è il braccio, presso la Regione è stata costituita un'unità
di coordinamento di tutte le iniziative che dovrebbe esssere la mente di
un'eccezionale profilassi dovuta al precipitare drammatico in queste ore
dell'emergenza rifiuti. Non solo. Parte anche il cosiddetto biomonitoraggio
umano: per la prima volta in modo scientifico, (altri tentativi erano stati
fatti da privati con risultati allarmanti) da febbraio si analizzeranno i
tessuti di 780 persone tra i 20 ed i 64 anni che vivono nelle province di
Napoli e Caserta (le più inquinate) ed il latte materno di 50 donne, al primo
parto e non più che venticinquenni. Uno studio che sarà condotto dall'Istituto
superiore della sanità assieme all'istituto di fisiologia clinica del Cnr,
all'osservatorio epidemiologico, al registro dei tumori della Asl Na 4 e le
principali Asl della Campania. Lo screening ordinato dalla Regione Campania non
serve a capire se ci si ammala di più, ma quanta diossina (cancerogena
comunque) abbia assorbito l'organismo umano dall'ambiente. Noi siamo spugne
che, quando l'ambiente ne contenga, assorbono diossine e metalli pesanti
fissandoli nei tessuti grassi e passandoli anche nel latte materno. Tanto più
tempo dura l'esposizione, tanta più diossina si troverà. Siamo, dunque, anche
perfette cartine di tornasole della quantità di diossina nell'ambiente. Ora è
suonata l'ultima sveglia, dopo anni in cui tante Cassandre,
anche apprezzati oncologi, avvertivano che le ecomafie stavano scaricando nelle
campagne i rifiuti speciali, soprattutto del nord. Il presidente Bassolino, che
ha chiamato a raccolta tutti i tecnici e gli enti, si appella: "Non
bruciate i rifiuti. È assolutamente necessario".
( da "Asca" del 03-01-2008)
(ASCA) - Roma, 3 gen - ''Siamo andati
sempre fieri ed orgogliosi di essere napoletani e campani, di essere figli di
quella terra che, pur tra mille contraddizioni, ha dato i lustri a grandi
uomini di cultura e della politica, figli di quella terra ricca di storia e di
bellezze naturali. Da oltre un decennio, pero', grazie alle incapacita' di
Bassolino, Iervolino, e di tutta la classe politica del centrosinistra
regionale, siamo diventati un popolo umiliato e messo completamente alla
gogna''. Cosi' il deputato Antonio Pezzella, deputato e portavoce regionale de
La Destra, attacca duramente i vertici del centrosinistra campano per
l'emergenza rifiuti. ''Altro che decantato risorgimento napoletano-bassolinano
- polemizza Pezzella - siamo il popolo della 'monnezza', sommersi da tonnellate
di rifiuti e di ecoballe, che e' schernito dal resto del Paese, attaccato dalla
stampa estera, bacchettato dalla Comunita' Europea. Siamo, insomma, diventati
grazie al centrosinistra regionale la vergogna d'Italia e dell'Europa, degno
primato della classe politica che ci rappresenta. Ecco perche' oggi ci
vergogniamo di essere napoletani e campani, non per la nostra storia, ma per
chi indegnamente ci rappresenta e ci governa. E fin quando ci sara' questa
fallimentare classe dirigente non ci sara' alcuna speranza per i napoletani ed
i campani tutti!''. Red-Cer/mcc/ss (Asca).
Arte
e rifiuti, il natale di Napoli ( da
"Repubblica, La" del 23-12-2007)
Specchi,
neon e acciaio il mediterraneo in piazza - stella cervasio ( da "Repubblica, La"
del 23-12-2007)
Ventitré
anni fa la strage del 904 ( da
"Repubblica, La" del 23-12-2007)
Torna
l'ipotesi pianura tensione nel quartiere - patrizia capua ( da "Repubblica, La"
del 23-12-2007)
La
curiosità ( da "Repubblica, La" del 23-12-2007)
Legambiente,
nel direttivo entrano vigna e sacconi - maurizio bologni ( da "Repubblica, La"
del 23-12-2007)
Campania
di nuovo invasa dai rifiuti roghi in strada, l'esercito offre aiuto - patrizia
capua ( da "Repubblica, La" del 23-12-2007)
Montagne
di spazzatura e incubo diossina solo il centro storico si salva dall'assedio -
conchita sannino ( da "Repubblica, La" del 23-12-2007)
In
Campania scoppia di nuovo l'emergenza rifiuti ( da "Gazzetta del Sud"
del 23-12-2007)
Dentro
i mille presepi di Napoli ( da
"Gazzetta del Sud" del 23-12-2007)
Di
CARLO DONATI ANCHE una strada può diventare cattiva. Non solo pericolo ( da "Nazione, La (Nazionale)"
del 23-12-2007) + 2 altre fonti
Emergenza
rifiuti, la Campania ripiomba nel caos ( da
"Eco di Bergamo, L'" del 23-12-2007)
NAPOLI
- Riprendono a macinare i rifiuti campani i sei impianti Cdr; ieri mattina a
mezzogio ( da "Messaggero, Il
(Pesaro)" del 23-12-2007) + 10 altre fonti
NAPOLI
- Riprendono a macinare i rifiuti campani i sei impianti Cdr; ieri mattina a
mezzogio ( da "Messaggero, Il
(Ostia)" del 23-12-2007)
LETTERE ( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 23-12-2007)
CHIARA
GRAZIANI RIPRENDONO A MACINARE I RIFIUTI CAMPANI I SEI IMPIANTI CDR; IERI
MATTINA A MEZZOG ( da "Mattino, Il
(Benevento)" del 23-12-2007) + 2 altre fonti
SITO
PER LE ECOBALLE, SPUNTA UN'AREA MILITARE ( da
"Mattino, Il (Salerno)" del 23-12-2007)
A
TEATRO ( da "Mattino, Il (City)" del 23-12-2007)
PIACE
L'OPERA DI PISTOLETTO ISPIRATA AL DIALOGO TRA LE RELIGIONI. IERVOLINO:
PASSEGGIANDO HO ATTRAVERSATO IL DESERTO ( da
"Mattino, Il (Benevento)" del 23-12-2007) + 3 altre
fonti
Rifiuti
per strada, cittadini in piazza ( da
"Manifesto, Il" del 24-12-2007)
Napoli
spegne le luminarie di Natale ma si illumina coi roghi di spazzatura pag.1 ( da "Giornale.it, Il"
del 24-12-2007)
Questa
povera città buia e ostaggio della monnezza pag.1 ( da "Giornale.it, Il"
del 24-12-2007)
L'Onu
approva la moratoria ( da
"Quotidiano.net" del 24-12-2007)
La
luce di Napoli è un rogo di monnezza pag.1 ( da "Giornale.it, Il"
del 24-12-2007)
Rifiuti
nell'ex deposito di armi ( da
"Corriere del Mezzogiorno"
del 25-12-2007) + 1 altra fonte
Il
Forum delle culture invita Sting e Santana ( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 25-12-2007) + 1 altra fonte
Le
proteste a Napoli ( da "Corriere del
Mezzogiorno" del 25-12-2007) + 1 altra fonte
Casini:
Rifiuti e violenza a Napoli, Campania specchio del Paese ( da "Denaro, Il"
del 26-12-2007)
Bonifica
da gennaio, per Bagnoli 288 mln ( da
"Denaro, Il" del 26-12-2007)
E
il quirinale segue l'evolversi della crisi - ottavio lucarelli ( da "Repubblica, La"
del 27-12-2007)
LA
RICETTA LEGHISTA ( da "Corriere del
Mezzogiorno" del 27-12-2007)
Casa
Bassolino ( da "Corriere del
Mezzogiorno" del 27-12-2007)
Palumbo:
<Così viene meno la fiducia nel Governo Chiamerò di nuovo Prodi> ( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 27-12-2007)
I
problemi di Napoli e le responsabilità di Bassolino e Iervolino ( da "Libero" del 27-12-2007)
Napoli
invivibile, promesse disattese ( da
"Denaro, Il" del 27-12-2007)
LE
MANIFESTAZIONI ( da "Mattino, Il
(Salerno)" del 27-12-2007) + 1 altra fonte
CALDEROLI
ACCUSA: NIENTE SPAZZATURA SOTTO CASA DI IERVOLINO E BASSOLINO. ALLARME
DIOSSINA, ANCORA CENTINAIA DI ROGHI ( da
"Mattino, Il (Salerno)" del 27-12-2007) + 1 altra
fonte
NAPOLI:
PULITI CHIAIA E POSILLIPO, IN RIVOLTA GLI ALTRI QUARTIERI ( da "Mattino, Il (Salerno)"
del 27-12-2007) + 1 altra fonte
SOLO
CHIAIA E POSILLIPO PULITI: è RIVOLTA ( da
"Mattino, Il (Benevento)" del 27-12-2007) + 3 altre
fonti
LA
REAZIONE ( da "Mattino, Il
(Nazionale)" del 27-12-2007) + 5 altre fonti
La
denuncia su italia 1 ( da
"Mattino, Il (Benevento)" del 27-12-2007) + 5 altre
fonti
LETTERE ( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 27-12-2007)
L'Onu
approva la moratoria ( da
"Quotidiano.net" del 27-12-2007)
Iervolino
chieda scusa ai napoletani ( da
"Corriere del Mezzogiorno"
del 28-12-2007)
Ci
scrivono ( da "Corriere del
Mezzogiorno" del 28-12-2007)
Campania
datti una mossa ( da "Sole 24 Ore, Il" del 28-12-2007)
Un
inceneritore in Germania per bruciare i rifiuti di Napoli ( da "Corriere della Sera"
del 28-12-2007)
Il
silenzio della politica puzza ancor più dell'immondizia ( da "Libero" del 28-12-2007)
Da
depositare a casa Bassolino e Iervolino ( da
"Libero" del 28-12-2007)
La
Repubblica dei SOPRANOs ( da
"Espresso, L' (abbonati)" del 28-12-2007)
CAMION
BLOCCATI, TAFFERUGLI: CINQUE CONTUSI CINQUANTA AUTOMEZZI RIESCONO A SCARICARE ( da "Mattino, Il (Caserta)"
del 28-12-2007)
LA
PROTESTA ( da "Mattino, Il
(Benevento)" del 28-12-2007) + 4 altre fonti
Un
inceneritore in Germania ( da
"Corriere.it" del 28-12-2007)
Bagnoli,
colmata a mare: sperpero di denaro pubblico ( da "Denaro, Il"
del 28-12-2007)
Napoli
specchio del tempo ( da "Napoli.com" del 28-12-2007)
Un
inceneritore in Germania per bruciare i rifiuti di Napoli ( da "Napoli.com"
del 28-12-2007)
La
tratta dei cani business milionario che viene dall'est - davide carlucci milano ( da "Repubblica, La"
del 29-12-2007)
Lo
Stato ci dia quello che ci spetta e poi al nostro territorio ci pensiamo da
soli ( da "Padania, La" del 29-12-2007)
PLEBISCITO,
AUTO FERME FUNICOLARI FINO ALL'ALBA ( da
"Mattino, Il (Benevento)" del 29-12-2007) + 4 altre
fonti
Discarica,
pianura in rivolta - antonio corbo ( da
"Repubblica, La" del 30-12-2007)
Rifiuti,
braccio di ferro su pianura ( da
"Repubblica, La" del 30-12-2007)
Il
ministro Pecoraro Scanio ha smentito di aver proposto di bruciare i rifiuti
romani nella futura c ( da
"Messaggero, Il (Viterbo)"
del 30-12-2007) + 1 altra fonte
PROBLEMI
DI NAPOLI ( da "Libero" del 30-12-2007)
IL
COMMISSARIO USCENTE PANSA HA FIRMATO IERI L'ORDINANZA PER LA RIAPERTURA DELLA
DISCARICA DI P ( da "Mattino, Il
(Circondario Nord)" del 30-12-2007) + 2 altre
fonti
IL
SINDACO: CI HA SCAMBIATI CON NAPOLI ( da
"Mattino, Il (Circondario Nord)"
del 30-12-2007)
IL
COMMISSARIO USCENTE PANSA HA FIRMATO IERI L'ORDINANZA PER LA RIAPERTURA DELLA
DISCARICA DI P ( da "Mattino, Il
(Nazionale)" del 30-12-2007) + 1 altra fonte
SOPRALLUOGO
IN ELICOTTERO DEL COMMISSARIO CIMMINO, POI LA DECISIONE. Sì DI BASSOLINO E DI
PALMA, SECCO NO DAL COMUNE ( da
"Mattino, Il (Nazionale)" del 30-12-2007) + 5 altre
fonti
AFFIDIAMO
AI TEDESCHI LA RACCOLTA DEI RIFIUTI ( da
"Mattino, Il (Nazionale)" del 30-12-2007)
VIVA
GAIA! PRESENTA "FUOCO!" IL NUOVO ECONOIR DI GIANCARLO DE CATALDO ( da "Green Planet"
del 31-12-2007)
NASCE
VERDENERO BLOG, LA VOCE DELLA COLLANA ECONOIR DI EDIZIONI AMBIENTE ( da "Green Planet" del
31-12-2007)
L'imbarazzo
del capo dello stato andrà in vacanza lontano da qui - angelo carotenuto ( da "Repubblica, La"
del 31-12-2007)
L'INTERVISTA ( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)"
del 31-12-2007) + 3 altre fonti
Pianura
riapre per più di un anno ( da
"Corriere del Mezzogiorno" del
01-01-2008) + 1 altra fonte
De
Franciscis: <La proroga tutela interessi torbidi> ( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 01-01-2008) + 1 altra fonte
Pianura
verso la riapertura ( da
"Corriere del Mezzogiorno"
del 01-01-2008) + 1 altra fonte
2007,
i fatti salienti con Il Grecale ( da
"Grecale, Il" del 01-01-2008)
E
la politica scese dal palco istituzioni assenti in piazza - roberto fuccillo ( da "Repubblica, La"
del 02-01-2008)
"rifiuti,
è sempre più allarmante" - angelo carotenuto ( da "Repubblica, La"
del 02-01-2008)
Napoli,
cresce l'allarme diossina ( da
"Eco di Bergamo, L'" del 02-01-2008)
Iervolino:
<Napoli non ha egoismi> ( da
"Corriere del Mezzogiorno"
del 02-01-2008)
Discariche,
il no della Iervolino ( da
"Sole 24 Ore, Il" del 02-01-2008)
Iervolino
e Bassolino dove siete? ( da
"Libero" del 02-01-2008)
FAI
LA NANNA PRESIDENTE ( da
"Libero" del 02-01-2008)
Roghi
e botti, mix esplosivo ( da
"Padania, La" del 02-01-2008)
IL
SINDACO: SI ANNUNCIAVA UNA PROTESTA, HO PREFERITO EVITARE TENSIONI. SAL DA
VINCI SEDA UNA RISSA ( da
"Mattino, Il (Nazionale)" del 02-01-2008) + 3 altre
fonti
LA
CRISI IMMONDIZIA IRROMPE NEL DISCORSO DI FINE ANNO. BASSOLINO E IERVOLINO:
RICHIAMO GIUSTO. L'OPPOSIZIONE: VADANO VIA ( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 02-01-2008) + 5 altre fonti
Napolitano
"assediato" da an: l'ambiente, il problema dei problemi - angelo
carotenuto ( da "Repubblica, La" del 03-01-2008)
Ministro
Pecoraro-Scanio, nella "sua" Campania siamo di nuovo all'emergenza
rifiuti, ( da "Stampa, La" del 03-01-2008)
"Troppi
collusi dietro il grande business" ( da
"Stampa, La" del 03-01-2008)
RIFIUTI/
GASPARRI: SI' A SCIOGLIMENTO CONSIGLIO REGIONALE CAMPANIA ( da "Virgilio Notizie"
del 03-01-2008)
Napolitano:
<Sui rifiuti basta particolarismi> ( da
"Nuova Ecologia.it, La" del 03-01-2008)
"Troppi
collusi dietro il grande business" ( da
"Stampaweb, La" del 03-01-2008)
( da "Repubblica, La" del
23-12-2007)
Pagina I - Napoli In piazza del Plebiscito inaugurata
l'opera di Pistoletto, mentre nelle strade giacciono tremila tonnellate di
spazzatura Arte e rifiuti, il Natale di Napoli Pianura in allarme: teme un
blitz per riaprire la discarica Napoli festeggia il Natale tra arte e
spazzatura. Vertice in Regione sull'emergenza con Bassolino, Iervolino e il prefetto
Pansa, mentre in piazza del Plebiscito è stata inaugurata l'opera di
Pistoletto. La crisi continua, anche in provincia. La ventilata riapertura
della discarica di Pianura mette in allarme il quartiere, che teme un blitz.
Il ministero della Difesa ha confermato la disponibilità ad individuare siti
per la raccolta dell'immondizia. PATRIZIA CAPUA A PAGINA IV.
( da "Repubblica, La" del
23-12-2007)
Pagina II - Napoli Specchi, neon e acciaio il
Mediterraneo in piazza Pistoletto: "Sogno un parlamento interetnico"
L'installazione in città fino al 25 febbraio, poi andrà in un parco pubblico o
a Villa Favorita Presentata al Plebiscito l'opera dell'artista: un invito al
rispetto dei popoli e delle diverse culture STELLA CERVASIO Una bambina punta i
piedi e resta in bilico tra Malta e Gozo. Un bambino ha portato l'automobilina
telecomandata e si prepara per la sua Parigi-Dakar. Si fermerà a un certo
punto, perché la grande mappa mediterranea di Michelangelo Pistoletto non
arriva al Senegal. Ma il giro immaginario (ora si direbbe virtuale), sia pure
"in scala", del ragazzino, sarà sufficiente a fargli capire che il
mondo è bello perché è vario. Un ragazzo "salta" lo stretto di
Gibilterra. "Quante vite spesso mette a rischio quel viaggio di
clandestini", commenta amaro l'artista. "Love Difference", Amare
le differenze, è l'invito al rispetto dei popoli e delle diverse culture
dell'artista piemontese, che ieri ha presentato il suo lavoro per piazza
Plebiscito e le tre opere che ha realizzato per il Madre, con cui il curatore e
direttore del museo, Eduardo Cicelyn, propone una sorta di piccola antologica
dell'artista premiato con il Leone d'Oro alla carriera nel 2003 alla 50esima
Biennale di Venezia. Una grande pedana in acciaio dalla superficie specchiante
raffigura le terre emerse del Mediterraneo, da Gibilterra all'Albania, con lo
spessore alto circa sessanta centimetri verniciato con colore rifrangente. Lo
"specchio", comparso sin dai quadri specchianti del '62 di
Pistoletto, è il presente, costruisce l'interattività e sancisce la
partecipazione dell'osservatore all'opera. Il titolo in una serie di scritte al
neon in tutte le lingue dei paesi del Mediterraneo riflette la luce di diversi
colori sulla grande pedana-palcoscenico. è sembrato
naturale a Bassolino, a
Iervolino e a tutto il pubblico di artisti, galleristi, politici e normali
visitatori stare per tutto il tempo della presentazione in piedi sui territori
per i quali Pistoletto sogna un parlamento interculturale ed interetnico. Tanta
spontanea interattività riporta ai tempi della Montagna di sale di Paladino.
L'arte pubblica allora era giovane. Ora l'esperienza le dà consapevolezza:
"Stiamo per portare a Bagnoli l'Italia all'asta di Fabro (alle
inaugurazioni di ieri c'era anche la figlia dell'artista, Silvia, ndr) ora
discutiamo con Pistoletto perché l'opera rimanga a casa nostra. In Giappone mi
colpì un museo all'aria aperta dove avevano chiesto una serie di opere fruibili
agli artisti in modo che i bambini giocassero e si divertissero con l'arte
contemporanea. Andrà in un parco pubblico molto frequentato o a Villa Favorita
a Ercolano". L'opera resterà in piazza Plebiscito fino al 25 febbraio.
"Love Difference" è una installazione notturna, un globo terracqueo
disteso, che suscita memorie scolastiche metternichiane, o cinematografiche,
come il pallone del Grande Dittatore di Chaplin. "L'arte ha meno
responsabilità e più libertà quindi deve farsi carico di valori ideali. Sogno
un parlamento Intra-Mediterraneo, se si realizza, si potrà dire che l'arte
l'aveva già previsto", dice l'artista. "Love Difference" diventa
velocemente una piattaforma per le aspettative di ciascuno. Tutti si sentono
trasposti su di "un altro piano", forse anche le risposte di Bassolino e del sindaco ai giornalisti, che chiedono conto
di un'altra giornata alle prese con la questione rifiuti, non sono
autodifensive, ma colloquiali. Un riferimento alle tonnellate di materiali da
smaltire in Campania Pistoletto l'aveva fatta indirettamente nella chiesa di
Donnaregina vecchia, capolavoro del Trecento la cui suggestiva austerità
dialoga con la "Venere degli stracci", un'opera in marmo e stracci
colorati che risale al 1967, in pieno conflitto sociale, ma mantiene intatto il
senso della sua riflessione. "La Venere - spiega Pistoletto - è radicata
nella storia ed è immobile. Gli stracci sono in movimento, rappresentano la moda
che cambia nella dinamica presocratica tra essere e divenire. Sono anche per
strada, intorno a noi". A testimonianza di un consumismo che non sempre la
storia riesce a digerire. Il lavoro di Pistoletto, muovendo dalle istanze
dell'Arte Povera teorizzata da Germano Celant nel '67, ha avuto uno sbocco
naturale nel grande progetto sulla multiculturalità, dove l'arte è "motore
di una trasformazione del pensiero". Derivano da qui l'environment, cioè
opera contestualizzata in un ambiente, "Luogo di raccoglimento" e
"Il terzo paradiso", nella sala polivalente e nel cortile del Madre
(da guardare dall'alto) del 2000 e 2002 riadattate oggi.
( da "Repubblica, La" del
23-12-2007)
Pagina IX - Napoli Oggi cerimonia alla stazione
Ventitré anni fa la strage del 904 GIORNATA in memoria delle sedici vittime
innocenti della strage del rapido 904, avvenuta il 23 dicembre di ventitré anni
fa. L'associazione familiari delle vittime presieduta da Antonio Celardo, nel
ricordare che gli esecutori e alcuni dei mandanti non hanno ancora un nome,
comunica il programma di celebrazioni per oggi, con inizio alle ore 11.30 alla
stazione centrale nell'area ex biglietteria. Alle 12 verranno proiettati i
filmati delle edizioni straordinarie dei telegiornali del 23 dicembre 1984,
quindi un minuto di silenzio alle 12.55, orario di partenza
del rapido 904. Seguiranno gli interventi del governatore Antonio Bassolino, del sindaco Rosa Russo
Iervolino e del presidente della Provincia Riccardo Di Palma. Verrà infine
deposta una corona sotto la targa (foto sotto) in memoria delle vittime.
( da "Repubblica, La" del
23-12-2007)
Pagina IV - Napoli An si divide: Diodato propone il
sito, Nonno lo boccia e invoca l'intervento della magistratura Torna l'ipotesi Pianura
tensione nel quartiere Rifiuti, scontro per la riapertura della discarica
PATRIZIA CAPUA A mezzogiorno nella sede della Regione, a Santa Lucia, si
riunisce il vertice istituzionale sull'emergenza rifiuti presieduto dal
commissario straordinario, il prefetto Alessandro Pansa, con il capo di
gabinetto del ministero dell'Ambiente, Giancarlo Viglione. Alla stessa ora il
cdr di Caivano non ha ancora riaperto dopo la vertenza dei lavoratori della
Fibe che non hanno ricevuto la tredicesima. Il secondo giorno consecutivo di
stop ha effetti devastanti per Napoli dove nel giro di due giorni si è passati
dalle duemila tonnellate di rifiuti non raccolti a tremila. Dal centro a
Fuorigrotta, e i quartieri della periferia, il fronte spazzatura sembra una
piena inarrestabile. Nei Comuni della provincia si vivono giornate di
esasperazione per l'accumulo di spazzatura non raccolta. Arrivano ogni momento
notizie di roghi appiccati nell'illusione di fare pulizia, mentre questo non fa
che aumentare il tasso di diossina nell'aria ed esponendo la popolazione al
rischio di intossicazione. Aumenta la crisi nella zona vesuviana a poche ore
dal Natale, colpiti i Comuni di Sant'Anastasia, Cercola, Volla, Pollena
Trocchia e tanti altri dove cataste di immondizia bloccano marciapiedi e
strade. La situazione è molto critica nei quartieri periferici, con centinaia
di tonnellate di spazzatura che non viene raccolta da circa due settimane. Le
amministrazioni comunali cercano di limitare i disagi nel centro dei paesi. Nel
vertice di Santa Lucia si discutono gli eventi delle ultime ore. Il prefetto
Pansa è tornato da Roma per trattare con il presidente Prodi la proroga e lo
sdoppiamento del commissariato: uno per la vicenda debiti, un altro che operi
sul versante tecnico. Alle Province, poi, dovrebbero andare più poteri per la
gestione delle discariche. Si parla della disponibilità espressa dal ministero
della Difesa per individuare siti di stoccaggio. Il più grande è a Persano, a
due passi dall'Oasi protetta del Wwf. Si parla anche dell'ipotesi di riaprire
la discarica di Pianura, idea lanciata dal consigliere regionale di An, Pietro
Diodato. Attorno al tavolo ci sono il sindaco Iervolino, il
governatore Bassolino, il
presidente della Provincia, Di Palma. Iervolino, dopo la riunione dice: "Pianura
l'ho sempre difesa in tutti i modi e continuerò a difenderla". Su questa
posizione arrivano voci uguali sia dalla destra che dalla sinistra. Il
quartiere è già in stato di allerta. Ci sono timori addirittura di un blitz
nella notte, deciso da prefetto e Regione, per riaprire il sito per liberare la
città dalla spazzatura. Il presidente della circoscrizione, Fabio Tirelli, di
Rifondazione, dice chiaro a nome dell'intera Municipalità: "Non
permetteremo a nessuno di decidere sulla nostra testa". Giorgio Nugnes,
del Pd, assessore comunale alla Difesa del suolo e alla Protezione civile,
dice: "In queste ore stiamo valutando i pro e i contro, in sede di giunta
e in sede di maggioranza. Credo che qualsiasi decisione in merito verrà presa
da Pansa che se ne assumerà tutte le responsabilità. L'amministrazione comunale
ne resta fuori". Nugnes ricorda che c'è un deliberato del Consiglio
comunale che all'unanimità escludeva Pianura come sito di sversamento.
"Qualsiasi soluzione diversa dovrebbe passare per il Consiglio
comunale", conclude Nugnes. Ma c'è chi è più drastico. Marco Nonno
consigliere comunale di An sconfessa completamente il compagno di partito
Diodato. "Assurdo ciò che propone, l'ordine del giorno votato dal
Consiglio su Pianura l'ho presentato io, più o meno l'anno scorso di questi
tempi. Feci anche i manifesti per ringraziare il sindaco. E oggi lui riapre la
discussione; invito la magistratura a intervenire. Tutta An è con me".
Nonno annuncia l'intenzione di presentare un esposto. Ricorda che "due anni
fa questa cava venne sequestrata perché ai bordi erano stati costruiti quattro
capannoni abusivi. In contrada Pisani, poi, il tasso di malati di asma e di
tumori ai polmoni è più alto della media campana, già di per se è alta". Bassolino nel suo blog esorta ad affrontare l'attuale
emergenza e allo stesso tempo "guardare avanti, alla prospettiva,
completando il termovalorizzatore di Acerra". Una strada che deve puntare
anche sulla "collaborazione" e sulla "corresponsabilità",
perché, dice, "chi mette il bastone tra le ruote va contro l'interesse dei
cittadini".
( da "Repubblica, La" del
23-12-2007)
Pagina IV - Napoli La gag di
Rivieccio-Iervolino a caccia di un "cassonetto blu" LA CURIOSITà Rosa
Russo Iervolino posseduta dal "demonio" di Antonio Bassolino che, in giro di notte per la città, cerca disperatamente
un "cassonetto blu" in cui depositare il sacchetto dell'immondizia. è
la nuova imitazione del sindaco targata Gino Rivieccio, uno dei pezzi più
divertenti di "Non complichiamoci la vita" in scena al teatro Diana
fino al 13 gennaio. Una Iervolino elegantissima, in tailleur azzurro e foulard
colorato, che si aggira disperatamente per la città e che non riesce a
depositare il sacchetto di immondizia nei contenitori stracolmi. Un sindaco la
cui voce lentamente si trasforma in quella altrettanto nota del presidente
della Regione Antonio Bassolino che la possiede
e di cui lei non può liberarsi. Una Iervolino che, in stile Rivieccio, riesce
comunque a ironizzare su se stessa: "Come mi difendo dalle polemiche?
Utilizzando il sistema della raccolta differenziata. è molto semplice, separo
le critiche dagli insulti e così vado avanti". (o.l.).
( da "Repubblica, La" del
23-12-2007)
Pagina IX - Firenze Nuovo impegno per l'ex
procuratore nazionale antimafia e l'europarlamentare ex diessino Legambiente,
nel direttivo entrano Vigna e Sacconi L'ex magistrato: "Mi sono sempre
impegnato con l'associazione" MAURIZIO BOLOGNI Pierluigi Vigna,
fiorentino, già a capo della procura nella sua città e procuratore nazionale
antimafia, il più noto magistrato toscano per l'impegno in prima linea e il
rilievo delle inchieste che ha condotto con tenacia, rigore e competenza, entra
nel direttivo nazionale di Legambiente, che tra le associazione ambientaliste è
quella storicamente collocata più vicino al centrosinistra. La new entry
inorgoglisce Legambiente, stupisce alcuni ma certamente non il diretto
interessato. "Mi sono sempre impegnato con Legambiente - dice il
procuratore antimafia oggi in quiescenza - Ho partecipato a eventi e convegni,
ho coniato la definizione "I ladri del futuro" che poi l'associazione
ha fatto propria in tante iniziative". Un punto forte di contatto tra Vigna e Legambiente sono sicuramente i crimini contro
l'ambiente e le ecomafie, a lungo terreno d'attenzione e di indagini per il
magistrato e che Legambiente studia e denuncia come nessun'altra associazione
del settore. "Parecchi anni fa, quando ero a capo della Direzione
distrettuale antimafia - ricorda Vigna - dedicai un'apposita struttura alla
criminalità ecologica". Ma il magistrato promette un impegno
nell'associazione ambientalista anche sugli altri temi, compresi quelli
caldissimi in Toscana della tutela del territorio, dell'ambiente e del paesaggio.
"Mi sono schierato a favore della tramvia, perfettamente in linea con
Legambiente" ricorda Vigna. Impegno a tutto campo con una sola eccezione.
"Essendo io anche un po' cacciatore - dice il magistrato - chiederò che il
tema non sia affrontato quando sarò presente alla riunioni della direzione
nazionale o comunque mi asterrò dal partecipare alle discussioni e ai voti
sull'argomento. Pratica venatoria e ambientalismo mi sembrano però
conciliabili, la caccia esiste dai tempi delle caverne, la vera minaccia
all'ambiente e alla fauna sono la città e l'uomo moderni". Assieme a Vigna
la Toscana piazza altre personalità di spicco nel direttivo nazionale di
Legambiente. Entrano, tra gli altri, anche il parlamentare europeo Guido
Sacconi, coordinatore del gruppo del Pse nella Commissione ambiente e
presidente a Bruxelles della Commissione sul cambiamento climatico, e Gampiero
Sammurri, presidente del Parco regionale della Maremma e coordinatore regionale
di Federparchi. Si tratta - sottolinea una nota del Comitato regionale toscano
di Legambiente - di "persone autorevoli che rappresentano in modo
paradigmatico quella "Legambiente fuori di noi" che l'associazione
vuole e vorrà sempre più efficacemente tenere in rete nella sua azione
politica".
( da "Repubblica, La" del
23-12-2007)
Cronaca Campania di nuovo invasa dai rifiuti roghi in
strada, l'esercito offre aiuto "Pronti a trovare noi i siti". A
Napoli tremila tonnellate non raccolte Tra la aree prese in esame per uscire
dal caos quella di Persano, vicina all'oasi Wwf Emergenza per lo stop
all'impianto di Caivano: è la più grave degli ultimi anni PATRIZIA CAPUA NAPOLI
- Centomila tonnellate di spazzatura in Campania, tremila nelle strade di
Napoli, senza differenze tra quartieri "alti" o "bassi",
rifiuti che diventano roghi, appiccati per giorno e notte dai cittadini
esasperati, mentre l'aria si avvelena di diossina. Anche l'esercito offre delle
aree dove sversare l'immondizia. La Campania sta vivendo alle porte del Natale
l'emergenza rifiuti forse più grave degli ultimi 14 anni. Con una lettera al
commissario straordinario, il prefetto Alessandro Pansa, il ministero della
Difesa ha confermato "la disponibilità a fornire la massima tempestiva
collaborazione in merito all'individuazione dei siti da allestire per la
raccolta di rifiuti". Sono state prese in esame alcune aree tra cui quella
di Persano che però che si trova a ridosso dell'Oasi protetta del Wwf. La
Campania scoppia di rifiuti perché mancano le discariche e non si trovano aree
dove stoccare le cosiddette ecoballe e la spazzatura. Dalle popolazioni
arrivano continui no. Il termovalorizzatore di Acerra entrerà in funzione nel
2008, quello di Santa Maria La Fossa forse nel 2012. L'unico sito di stoccaggio
delle ecoballe, "Taverna del Re" a Giugliano, vicino Napoli, ha
chiuso da poco. Senza siti di stoccaggio, la lavorazione negli impianti di Cdr
si ferma e a cascata si blocca anche la raccolta nelle strade. Ma a rendere più
pesante l'emergenza è stato nei giorni scorsi lo sciopero degli
autotrasportatori, poi anche il blocco delle attività negli impianti di Cdr. I
lavoratori si sono fermati perché non hanno ricevuto la tredicesima. Soltanto
ieri, dopo un accordo sindacale, gli impianti hanno ripreso a funzionare sia
pure molto a rilento. Intanto le istituzioni si sono riunite in un nuovo
vertice nel palazzo della Regione, a Santa Lucia. C'era anche l'inviato del
ministero dell'Ambiente. è stata valutata la proposta dell'esercito, poi la
richiesta di proroga del commissariamento fatta da Pansa al presidente Prodi,
incontrato il giorno precedente. è stata, inoltre, esaminata l'ipotesi di
riaprire la discarica di Pianura, un quartiere nella zona occidentale di
Napoli, lanciata dal consigliere regionale di Alleanza nazionale, Pietro
Diodato. La notizia è trapelata e già ieri sera la comunità era in stato di
allerta nel timore di un blitz notturno della prefettura. Maggioranza e
opposizione hanno opposto un netto rifiuto. Lo stesso sindaco, Rosa Russo Iervolino ha dichiarato: "Difenderò
Pianura". Le istituzioni tuttavia rilanciano l'appello alla collaborazione
e all'assunzione di responsabilità da parte di tutti. Da un sondaggio aperto
sul sito web napoli.repubblica.it emerge che per l'88 per cento l'intervento
dell'esercito può essere una soluzione. Il governatore Antonio Bassolino sul suo blog invoca la "strada della
sinergia". A suo giudizio, chi "mette il bastone in mezzo alle ruote,
una volta sul termovalorizzatore, una volta sulla discarica e una volta
sull'impianto di compostaggio, va contro gli interessi dei cittadini. Invece -
afferma - abbiamo bisogno di costruirci un futuro in diverse direzioni".
Il sindaco Iervolino ha ribadito che "la città di Napoli un sito per
stoccare i rifiuti e toglierli, così, dalle strade lo ha già trovato", è a
Poggioreale. Chiede aiuto "a tutti i sindaci", "lo diano -
esorta - perché ci sono colleghi che hanno tanto spazio e pochi abitanti".
( da "Repubblica, La" del
23-12-2007)
Cronaca In alcune zone le cataste di sacchi arrivano
fino al secondo piano. Ma i miasmi risparmiano le bancarelle di Spaccanapoli
Montagne di spazzatura e incubo diossina solo il centro storico si salva
dall'assedio Tra eventi d'arte e fiumi di turisti il sindaco incrocia le dita:
"Speriamo di uscirne presto" C'è anche chi ci scherza su: un
imprenditore fa affari d'oro con la pasta Munnezza CONCHITA SANNINO NAPOLI -
Non fanno sconti neanche al Vesuvio innevato. Sacchetti che imperversano sulle
strade e in molti comuni, spingono ieri migliaia di giovani a marciare contro
"la sfilza di commissari all'emergenza, tutti falliti", corteo che
attraversa le strade dello shopping disturbato dai miasmi. Ma poi
l'effetto-spazzatura diventa opera d'arte o sale in palcoscenico, si impone
nelle parodie televisive locali, diventa perfino marchio per pasta artigianale
in raffinati cenoni di fine Anno. Dopo le recenti estati dello scandalo
internazionale, la crisi rifiuti minaccia di fagocitare anche il cuore freddo e
festoso d'inverno. Un'onda che preserva solo le bancarelle di Spaccanapoli. Si
salvano Gesù neonato e altri ospiti della Grotta, napoletana o cinese che sia.
è la nuova morsa che stringe provincia di Napoli e regione, arrestandosi appena
nel centro antico. Lungo i Decumani dei presepi d'autore e della chincaglieria
natalizia, i cumuli occhieggiano defilati e compressi, ci sono ma nascosti,
magari spuntano dietro il gomito del primo vicolo, tra grappoli di Pulcinella,
comitive sorridenti di visitatori e scorci di vulcano imbiancato su golfo. Poi
ti allontani di pochi metri e capisci che il territorio è ancora loro, nel
salotto di Chiaia, o nei quartieri di Vomero e Fuorigrotta si fa shopping tra
distese di cartoni e maleodoranti effluvi; in periferia, da Pianura a San
Giovanni, i rifiuti arrivano al secondo piano; in altri comuni, da
Castellammare di Stabia a Boscoreale, da Ercolano a San Giorgio, le 50mila
tonnellate non rimosse coprono i marciapiedi, assediano gli ingressi di scuole
e parrocchie, insidiano perfino la quiete di un cimitero alle pendici del
Vesuvio, contro la millenaria fede - sublimata nella celebre
"Livella" di Totò - in un paritario riposo eterno, ultimo viaggio che
scioglie le diseguaglianze. Ma se nei paesi di Sant'Anastasia o di Casal di
Principe i rifiuti costeggiano pure le tombe, in molti paesi dell'hinterland il
problema soffoca i centri abitati: c'è chi dà fuoco alle discariche a cielo
aperto, i vigili del fuoco contano 60 roghi in 19 ore, sono numeri da cui sale
un ulteriore dramma. Pericolo diossina. Mentre la Napoli che non vuole
sprofondare nella propria zavorra si aggrappa all'evento culturale. Ieri
l'inaugurazione dell'opera d'arte in piazza Plebiscito, sono grandi blocchi
geografici su cui già si rincorrono frotte di ragazzini dei Quartieri e
riproducono il "Mediterraneo": l'installazione di Michelangelo
Pistoletto, il fondatore del movimento "Love Difference", l'arte che
ama le differenze, come non esporla nella città dell'Eccezione? Il sindaco di
Napoli Rosa Russo Iervolino auspica "che sia un Natale
senza immondizia, abbiamo lavorato tanto con il commissario Pansa, anche altri
sindaci diano il loro contributo". Il governatore Antonio Bassolino accusa: "Non c'è il
Mezzogiorno nell'agenda nazionale", tornando sul concetto che "il
problema rifiuti e la Napoli d'arte vivono nella inestinguibile battaglia che
si gioca qui tra aspetti positivi e negativi, e ognuno faccia in modo
che gli aspetti positivi prevalgano". Intanto, tra Comune e Regione si
lavora, dopo l'aggiudicazione ufficiale, all'evento Napoli sede del Forum delle
Culture per il 2013. Mentre, tra sdegno e guizzo teatrale, c'è l'artista Pino
Faiello che a Giugliano espone l'opera d'arte "Eco-balla" dinanzi a
un santuario; il comico Gino Rivieccio ne fa satira, al teatro Diana, con una
parodia della Iervolino, posseduta dal demone di Bassolino,
a passeggio con il suo "sacchetto blu"; l'attore Alan De Luca prepara
per un'emittente regionale la sit-com su rifiuti e altra attualità, titolo a
effetto: "Licola dei famosi", da Licola, nome di un pezzo di costa
flegrea sfigurata. Immondizia che diventa anche marchio: sugli scaffali è
comparsa una pasta dal pessimo nome con accattivante confezione. Si chiama
"Munnezza", proprio l'incubo di migliaia di cittadini, è fatta di
minutaglie di grano duro ad essiccazione artigianale. è la vecchia pasta mista
(usata dalle nonne per le minestre) ribattezzata con nuove aggiunte da una
famiglia di vecchi bottegai del centro antico, i Marciano. Attira turisti e
buongustai da Sorrento a Siena. Eccesso di trash? No, scuote il capo Mimmo
Marciano, che lungo via Benedetto Croce in centro antico di Napoli, vende da
tre generazione prodotti artigianali. "Questo nome esiste già nell'antico
lessico napoletano: indica insieme di resti, frammenti spaiati. La distribuiamo
in altre regioni: si vende tanto ad Amalfi, a Piano di Sorrento, e c'è un
affezionato cliente che la offre agli ospiti del proprio agriturismo, a San
Gimignano". Marciano ci scherza, anche: "Pioveranno polemiche? Non
importa. Quando l'amico Mario mi chiama dall'agriturismo e mi ordina 10 cartoni
di pasta penso: almeno lì, ogni anno, una tonnellata della "monnezza"
di Napoli va a ruba".
( da "Gazzetta del Sud" del
23-12-2007)
È una delle crisi più gravi degli ultimi 14 anni
anche perché, al momento, non si intravedono vie di uscita praticabili In Campania
scoppia di nuovo l'emergenza rifiuti Alfonso Pirozzi NAPOLI Strade invase da
decine di migliaia di tonnellate di spazzatura, rifiuti che ormai vengono dati
alle fiamme, in qualsiasi ora del giorno e della notte, dai cittadini
esasperati, con i veleni che si sprigionano nell'aria. La regione è nel pieno
di una grave emergenza rifiuti, forse tra le più gravi registrate negli ultimi
14 anni anche perché, al momento, non si intravedono immediate vie di uscite.
Una crisi causata dalla mancanza di discariche di servizio e di aree dove
stoccare le cosiddette ecoballe; siti che non si riescono ad attrezzare per le
resistenze delle popolazioni locali. Ma a rendere più pesante la situazione è
stato anche il rallentamento delle attività negli ex impianti di Cdr, a causa
di una protesta sindacale, terminata solo ieri. E intanto le istituzioni
rilanciano l'appello alla collaborazione e all'assunzione di responsabilità da
parte di tutti. Da Napoli a Caserta lo scenario non cambia. Ed anche i Comuni
che finora erano riusciti a far fronte alla emergenza ora iniziano ad accusare
gravi difficoltà. Quello dello smaltimento dei rifiuti in Campania è un sistema
fragile. I rifiuti, al momento vengono vagliati (per ridurre i volumi) e
imbustati ma non potranno essere bruciati. Servono però spazi dove stoccarli in
attesa che si decida come smaltirli in futuro. E così senza siti di stoccaggio,
la lavorazione negli impianti di Cdr si ferma e a cascata si blocca anche la
raccolta lungo le strade. L'unico sito di stoccaggio delle ecoballe, quello in
località "Taverna del Re" a Giugliano (Napoli), ha chiuso i cancelli
l'altro giorno dopo aver accolto circa due milioni di cubi (ognuno dal peso di
una tonnellata) di spazzatura imbustata. Il commissario di governo, il prefetto
Pansa, è alla ricerca di nuove aree. Lo aveva detto due mesi fa che erano
necessari come l'aria per tenere in vita, anche se affannosamente, il sistema
dello smaltimento. Alla richiesta di collaborazione, la risposta è stata, nella
maggior parte dei casi, solo un secco no. In queste ore è giunta la
disponibilità del ministero della Difesa a mettere a disposizione alcune aree,
che però non sufficienti per far vivere senza affanni per qualche mese. Ma
servono innanzitutto spazi dove sversare nei prossimi mesi rifiuti "tal
quale", in modo da consentire successivamente il fermo e l'adeguamento
degli impianti che solo così potranno produrre ecoballe di qualità da destinare
al termovalorizzatore di Acerra, che entrerà in funzione nel 2008 mentre quello
di S. Maria La Fossa dovrebbe essere completato nel 2012. Per il presidente
della giunta regionale Antonio Bassolino che oggi ha
partecipato ad un nuovo vertice con il commissario Pansa, il capo di gabinetto
del ministero dell'Ambiente e i rappresentanti delle Province e il sindaco di
Napoli, "non c'è altra strada che quella della sinergia". A giudizio
di Bassolino chi "mette il bastone in mezzo alle
ruote, una volta sul termovalorizzatore, una volta sulla discarica e una volta
sull'impianto di compostaggio, va contro gli interessi dei cittadini invece
abbiamo bisogno di costruirci un futuro in diverse direzioni, nella direzione
di una prospettiva diversa dei rifiuti, ma anche valorizzando l'enorme
patrimonio culturale che abbiamo. Non, dunque, una cosa
opposta all'altra". Il sindaco Iervolino ha ribadito che "Napoli un
sito per stoccare i rifiuti lo ha già trovato" ma ha rivolto un appello
"a tutti i sindaci che sono in condizioni di dare aiuto". (domenica
23 dicembre 2007).
( da "Gazzetta del Sud" del
23-12-2007)
Un viaggio a San Gregorio Armeno, la storica strada
degli artigiani che "fabbricano" i personaggi tradizionali e le caricature
di tanti uomini pubblici... Dentro i mille presepi di Napoli Saverio Barbati A
Napoli il turista che in questi giorni si avventura in Via San Gregorio Armeno,
la strada degli artigiani del presepe, resta sbalordito. Nelle botteghe, sulle
bancarelle, su scatoli di cartone, perfino per terra su un lenzuolo bianco è
esposta una nutrita varietà di presepi. I più venduti, naturalmente, sono i
tradizionali con la grotta, San Giuseppe, la Madonna, il bue e l'asinello;
molto richiesti perché, belli e pronti, non richiedono alcun arricchimento.
Sono i presepi storici completi di tutto: casette, forno, macelleria, pastori,
ruscelli, neve, stella cometa. Si acquistano (da 35 euro in su fino a 1000 euro
quelli firmati da Ferrigno!) si portano a casa, si esibiscono nel salone e lì,
dopo una iniziale, fugace osservazione, restano - come sempre quasi dimenticati
dopo la festosa accoglienza iniziale - fin dopo l'Epifania. Finite le feste,
vengono frettolosamente incartati, messi in soffitta, se ne parlerà il prossimo
anno. Ma, sempre a San Gregorio Armeno, si propone in vendita un'altra
categoria di presepi cosiddetti "d'attualità". Hanno la struttura del
presepe comune ma accanto ai pastori di Betlemme sono estrosamente collocati i
più svariati personaggi - più immeritevoli che meritevoli - dell'attualità
italiana, politica, televisiva, sportiva. Nella Grotta quest'anno figurano assieme alla Madonna ed al suo Sposo le caricature di Bassolino, della Iervolino e al posto
del bambinello Gesù compare irriverentemente un piccolo cumulo di
"monnezza"; sulle montagne troneggia la caricatura di Prodi aggredito
alle "spalle" da Berlusconi, il Presidente della Camera Bertinotti si
aggira in cappotto firmato sulle colline innevate in compagnia di un mezzo
sigaro toscano; D'Alema, invece, nelle vesti di una strega con i
baffetti scruta nella palla di vetro il suo destino futuro; Veltroni passeggia
davanti alla Grotta sotto braccio a Berlusconi; Fini regge teneramente una
bambolina neonata tra le braccia, mentre il Cardinale Sepe, come San Gennaro,
tenta di fermare una gigantesca lava di immondizia che minaccia di sommergere
la città. Non mancano caricature di boss della malavita trasformati in
mendicanti che chiedono l'elemosina, di bellone della televisione, di Gerry
Scotti, Pippo Baudo, Fiorello, Mike Bongiorno, del presidente del Napoli De
Laurentis e di quasi tutti i personaggi dei quali negli ultimi tempi si è
occupata la cronaca. Nelle ultimissime ore è apparso anche il ministro Padoa
Schioppa nella caricatura di guerriero. vincente! Sono, questi di attualità, i
più fotografati dai turisti ma, dicono i pastorai, i meno venduti. Ideati,
alcuni da Pazzigno il "re" delle statuine di terracotta,
rappresentano la divertente curiosità che non può mancare. Infine, i presepi
cosiddetti "da vestire". Sono pochissimi (perché spesso restano
invenduti) nudi e di recente invenzione per uso. condominiale. Li ha ideati un
condomino buontempone, napoletano doc perennemente scontento e in lite con
tutti i casigliani del palazzo. L'anno scorso costruì un simulacro di presepe,
si procurò le caricature dei condomini avversari che gli stavano antipatici,
dal portinaio all'Amministratore del condominio, le collocò sul cosiddetto
presepe e durante tutte le vacanze natalizie le espose nell'androne del palazzo
in modo che condomini e visitatori potessero vederle, sorriderne o
incazzarsene. Sotto il presepe non mancava la scritta "Gloria in excelsis
Deo et pax in condominium nostrum". L'idea piacque ai pastorai di San
Gregorio Armeno che quest'anno ne hanno esposto un paio di esemplari, ma con
scarso successo. Troppo sofisticati! Ma il vero, autentico presepe napoletano è
quello che (sempre più raramente purtroppo) si costruisce e si ammira nelle
case private e perciò ha anche un nome diverso, verace, sanguigno; si chiama 'o
presebbio. Va puntualmente costruito a partire dal giorno della festa
dell'Immacolata, l'8 dicembre, pazientemente preceduto da una serie di
adempimenti che costituiscono il vero gusto della complessa operazione. È
preliminarmente necessario ispezionare i pastori riposti l'anno precedente;
quasi sempre riemergono dagli scatoloni amputati di un arto, di un braccio, di
una gamba, se non addirittura della testa. Per la riparazione è raccomandata la
colla di pesce, un antico miscuglio di olio di pescecane, cera e amido con il
quale una volta, nei paesi, si incollavano le assi dei falegnami ma anche le
suole delle scarpe confezionate a mano. Qualcuno più sbrigativamente usa anche
la cera colante delle candele ma con deludenti risultati. Una volta
ripristinata l'integrità delle statuine di terracotta, si provvede all'acquisto
del muschio, del sughero, della carta d'imballaggio (indurita con il gesso
umido serve per la costruzione delle colline) dell'ovatta per la neve, del
brecciolino eccellente nella traccia di sentieri di montagna. Non è finita.
Occorre ora aggirarsi pensosamente per la casa e scovare curiosi oggetti
(pentole, sgabellini, borsoni, zuppiere, zainetti, vocabolari di greco)
indispensabili per movimentare - opportunamente mascherati dal sughero - la
dorsale dei monti che farà da sfondo alla valle di Betlemme. Quando finalmente
si è provveduto a tutto ciò, sotto gli improperi delle mogli (Mi stai mettendo
a soqquadro la casa! Ancora non ti sei stancato, alla tua età, di fare il presepe?
Vuoi finalmente capire che questa non è "Casa Cupiello" di Eduardo de
Filippo?) pazientemente bisogna por mano all'opera. Generalmente si comincia
dalla Grotta della Natività; una volta collocata, le si costruisce attorno il
paesaggio e si collocano i pastori. Ma è facile a dirsi. Provate a trovare
subito una posizione della Grotta che vi soddisfi pienamente. Non è ben
visibile, è troppo centrale, appare a ridosso delle montagne, è lontana
dall'impianto elettrico che dovrà illuminarla, non c'è lo spazio per i Re Magi
quando verranno a deporre ai piedi del Bambin Gesù oro, incenso e mirra! Come
Dio vuole, dopo tante incertezze se ne sceglie l'ubicazione. Bisognerà ora
cominciare a "vestire" il presepe. La lavandaia non potrà stare
lontana dal ruscello, è evidente; il fornaio va al centro del villaggio ma lì
c'è una gibbosità e il panificatore non regge neppure inchiodato; Benino,
comunemente conosciuto come il pastore della meraviglia accecato dalla
rivelazione, dovrà posizionarsi sotto la stella che lo ha illuminato, ma
lontano dalla grotta; non parliamo poi dell'itinerario dei Re Magi e della
insormontabile difficoltà della loro collocazione a causa dei cammelli che alti
e scorbutici come sono non reggono alla colla di pesce. Si dovrà ricorrere ai
chiodi. Dovranno inoltre essere lontani, sì, dalla stalla di Gesù Bambino ma
ogni giorno occorrerà avvicinarli alla grotta in modo che vi giungano
puntualmente all'alba del 6 gennaio. È una parola... Non sempre il passo avanti
coincide con la disponibilità di una pianura dove gli animali possano stare in
piedi senza cadere. Qui occorre esercitare il massimo della pazienza! Perciò,
ci si alza all'alba, quando la casa dorme e non c'è la consorte a brontolare, i
bambini a mettere le mani qua e là facendo rotolare i pastori faticosamente
messi in piedi, il nonno che trova inaccettabile (e ha ragione!) il pascolo
delle pecore al centro del paese, la cameriera che evidenzia alla signora la
sporcizia che in tutta la casa spande la costruzione del presepe. L'opera d'arte
non è ancora finita, vengono gli amici della domenica per il consueto pokerino,
passano davanti al cantiere natalizio e notano che i Re magi sono tutti e tre
uguali. È vero. L'anno scorso si ruppero. Il nipote sbadato inviato di corsa a
comprarli sulla bancarella, non sapendo che uno è Baldassarre, l'altro
Melchiorre e il terzo Gaspare per non sbagliare ha comprato tre Melchiorre e li
ha sistemati in cima alla collina dove , secondo lo sciocco, più difficilmente
si potrebbe scorgere la perfetta somiglianza fra i tre. Gli amici se ne vanno.
Il costruttore rimedia alla sostituzione dei Sapienti d'Oriente, si sdraia sul
divano estasiato dalla sua creatura e dice a se stesso "Quest'anno è
perfetto". L'indomani si sveglia, corre al presepe e manca poco che non gli
prenda un colpo. Il capolavoro è devastato, il bue è precipitato nel ruscello,
la Madonna nel secchio della lavandaia, la stella cometa spenta e frantumata
per terra, Benino il pastore della meraviglia addirittura nella greppia
destinata al Salvatore del mondo. Un disastro! Come è stato possibile? Che è
accaduto? Quale maledizione ha colpito il presepe? Semplice! Il gatto soriano,
quel dannato parassita egoista, per stare più caldo si è sdraiato nella grotta
ma per conquistarsi nottetempo il comodo giaciglio ha saltellato nel buio qua e
là sull'opera d'arte e l'ha devastata. Si ricomincia, si riparano i danni, si
ripongono i pastori, la Madonna e San Giuseppe tornano meritevolmente ai loro
posti, si raddrizzano le montagne. Ma il presepe non è più bello come prima. Si
giura "l'anno venturo non lo rifarò", ma non accadrà. In quella casa
napoletana Natale non è Natale senza 'o presebbio. È stato sempre così e,
penso, lo sarà a lungo. A Napoli le tradizioni come le disgrazie sono dure a
scomparire. Purtroppo! Le multiformi rappresentazioni della Natività di Gesù
nel capoluogo partenopeo (domenica 23 dicembre 2007).
( da "Nazione, La
(Nazionale)" del 23-12-2007)
Pubblicato anche in: (Giorno, Il (Nazionale)) (Resto del Carlino, Il
(Nazionale))
Di CARLO DONATI ANCHE una strada può diventare
cattiva. Non solo pericolosa, ma proprio cattiva, cioè quasi umana. Simona
Vinci, esploratrice del lato oscuro delle persone e delle cose, ha messo in
scena, rovesciandolo, quel luogo familiare al quale i dizionari dedicano molte
righe (più che alla stessa parola "vita") quasi tutte di elogi, a
partire dall'antica convinzione che la strada sia simbolo e sinonimo di
progresso e benessere. Il nuovo romanzo della scrittrice bolognese si intitola
Strada Provinciale Tre (Einaudi). E' la storia di una donna che scappa. Ora
corre, ora cammina, ora si trascina fino allo stremo delle forze, una fuga
senza fine. Scappa da qualcuno o da qualcosa o da se stessa. Ma ciò da cui
scappa sembra niente al confronto di ciò che di pauroso c'è su quella strada.
Talmente pauroso che alla Vinci non è bastato il romanzo e, quasi in
contemporanea, ha pubblicato anche un racconto, Rovina, scritto per
"VerdeNero" una collana di piccoli noir contro
ecomafie e speculatori edilizi promossa da Legambiente. Insomma il luogo
"strada", forse qualunque strada ormai, non è più amichevole. Ma in
fondo anche i romanzi della Vinci raramente sono amichevoli, quasi volessero
ogni volta metterci in guardia da qualcosa o da qualcuno, a partire dal primo
successo, Dei bambini non si sa niente del 1997, fino a Stanza 411
dell'anno scorso. Ne parliamo con l'autrice. Come è nata la storia di Strada
Provinciale Tre? "E' stata lei a venirmi addosso, proprio con la SP3, che
esiste veramente e dove io ho abitato per diversi anni". Prima che
peggiorasse? "Era già un inferno, perché quando passavano i camion, cioè
ogni minuto, tremava tutto. Però la casa l'ho affittata lo stesso perché era
bella, aveva un bel parco e poi mi piaceva l'idea che la strada fosse destinata
ad arrivare fino al mare". Invece? "Invece niente. Andavo al limite
del parco e stavo lì, dietro la rete, a guardare passare i camion". Come
una prigioniera? "Sarà stata quella rete che mi ha spinta a uscire, o a
evadere, e a camminare per vedere da vicino che cosa succedeva". In mezzo
ai camion? "In mezzo ai camion, prendendo appunti e scattando fotografie,
ne ho fatte moltissime". Ma doveva scrivere un romanzo non un libro
illustrato. "Ho fotografato per documentarmi sul territorio, senza però
riuscirci perché i luoghi cambiano con una velocità impressionante, sempre
nuovi cantieri, nuove villette, nuovi capannoni, nuove rotatorie". E i
campi e i prati? "Come ha scritto il poeta Zanzotto siamo passati dai
campi di sterminio allo sterminio dei campi. Comunque è stato lì che, come
dicevo, la storia mi è venuta addosso, insieme ai protagonisti". Li ha incrociati
dal vero? "Certi incontri più o meno sono avvenuti realmente". E i
rifugi dove si nasconde la fuggitiva? "Case diroccate, fienili, magazzini,
perlustrati e fotografati". Uno dei pochi che l'aiutano è un clandestino.
Come mai l'ha scelto? "Perché lui, non volendolo, è quello che vorrebbe
essere lei, cioè un nessuno". Un ucraino e proprio di Chernobyl?
"Temo che ci sia una inquietante somiglianza tra le due pianure". Ma
là c'è stato un disastro nucleare. "Adesso è pieno di alberi e prati, il
veleno c'è eppure non si vede. Anche nella Pianura padana tutto sembra in
ordine, ancora non si vede ma la nube c'è anche qui". Un altro buon
samaritano è un vecchio ormai alla fine dei suoi giorni. "Nelle mie
peregrinazioni le uniche persone con cui ho avuto scambi sono stati proprio i
vecchi". O è un messaggio per dire che siamo alla fine? "Ah sì,
sicuramente. Siamo inquinati anche nella testa, affaccendati in mille problemi,
ci hanno riempiti di desideri non fondamentali, la seconda casa, quel certo divano...".
Lei non ce l'ha una seconda casa? "Chiamiamola pure seconda casa, è
sull'Appennino, col bagno fuori e per sei mesi pago quattrocento euro". E
un divano? "Bellissimo, disegnato da Le Corbusier, era di Carlo Lucarelli,
ma lo trovava scomodo e me l'ha regalato". Definirebbe i suoi romanzi
crudi? "Li definirei poetici". Perché rappresenta spesso, anche
stavolta, madri in difficoltà. "Forse risento del conflitto che vivono le
donne della mia generazione che arrivano tardi a trovare un accordo tra
famiglia e lavoro". Sua madre come giudica la figlia scrittrice noir?
"C'è abituata. Già da bambina scrivevo storie un po' disturbate". I
suoi romanzi sono pieni di tensione e di suspense, che rapporto ha con la
paura? "Ne ho avuta e tanta. Per un anno ho sofferto di pesanti attacchi
di panico che mi hanno costretta a rimanere praticamente chiusa in casa".
Poi come è guarita? "Ho preso un aereo, sono andata da sola a New York e
là, da sola, sono andata in giro". Anche la megalopoli può far paura. Come
l'ha vinta? "Guardando gli altri negli occhi. Aiuta. Perché dopo quello
che hanno passato con l'11 settembre, riescono a condurre una vita
normale". E sulla Strada Provinciale Tre? "Non c'è nessuno da
guardare negli occhi. Solo i fari dei camion". - -->.
( da "Eco di Bergamo, L'" del
23-12-2007)
Napoli Strade invase da decine di migliaia di
tonnellate di spazzatura, rifiuti che ormai vengono dati alle fiamme, in qualsiasi
ora del giorno e della notte, dai cittadini esasperati, con i veleni che si
sprigionano nell'aria. La regione è nel pieno di una grave emergenza rifiuti,
forse tra le più gravi registrate negli ultimi 14 anni anche perché, al
momento, non si intravedono immediate vie di uscite. stoccaggio impossibile Una
crisi causata dalla mancanza di discariche di servizio e di aree dove stoccare
le cosiddette ecoballe; siti che non si riescono ad attrezzare per le
resistenze delle popolazioni locali. Ma a rendere più pesante la situazione è
stato anche il rallentamento delle attività negli ex impianti di Cdr (ovvero
per la produzione di combustibile derivato da rifiuti), a causa di una protesta
sindacale, terminata solo ieri. E intanto le istituzioni rilanciano l'appello
alla collaborazione e all'assunzione di responsabilità da parte di tutti. Da
Napoli a Caserta lo scenario non cambia. Ed anche i Comuni che finora erano
riusciti a far fronte alla emergenza ora iniziano ad accusare gravi difficoltà.
Quello dello smaltimento dei rifiuti in Campania è un sistema fragile. I
rifiuti, al momento vengono vagliati (per ridurre i volumi) e imbustati ma non
potranno essere bruciati. Servono però spazi dove stoccarli in attesa che si
decida come smaltirli in futuro. E così senza siti di stoccaggio, la
lavorazione negli impianti di Cdr si ferma e a cascata si blocca anche la
raccolta lungo le strade. L'unico sito di stoccaggio delle ecoballe, quello in
località "Taverna del Re" a Giugliano (Napoli), ha chiuso i cancelli
l'altro giorno dopo aver accolto circa due milioni di cubi (ognuno dal peso di
una tonnellata) di spazzatura imbustata. Il commissario di governo, il prefetto
Pansa, è alla ricerca di nuove aree. Lo aveva detto due mesi fa che erano
necessari come l'aria per tenere in vita, anche se affannosamente, il sistema
dello smaltimento. Alla richiesta di collaborazione, la risposta è stata, nella
maggior parte dei casi, solo un secco no. In queste ore è giunta la
disponibilità del ministero della Difesa a mettere a disposizione alcune aree,
però non sufficienti per far vivere senza affanni per qualche mese. appelli
alla responsabilità Ma servono innanzitutto spazi dove sversare nei prossimi
mesi rifiuti "tal quali", in modo da consentire successivamente il
fermo e l'adeguamento degli impianti che solo così potranno produrre ecoballe
di qualità da destinare al termovalorizzatore di Acerra, che entrerà in
funzione nel 2008 mentre quello di S. Maria La Fossa dovrebbe essere completato
nel 2012. Per il presidente della giunta regionale Antonio Bassolino
che ieri ha partecipato ad un nuovo vertice con il commissario Pansa, il capo
di gabinetto del ministero dell'Ambiente e i rappresentanti delle Province e il
sindaco di Napoli, "non c'è altra strada che quella della sinergia". A giudizio di Bassolino chi "mette il bastone in mezzo alle ruote, una volta sul
termovalorizzatore, una volta sulla discarica e una volta sull'impianto di
compostaggio, va contro gli interessi dei cittadini". Il sindaco di
Napoli, Rosa Iervolino ha ribadito che "la città di Napoli un sito per
stoccare i rifiuti e toglierli, così, dalle strade, lo ha già
trovato" ma ha rivolto comunque un appello "a tutti i sindaci che
sono in condizioni di dare aiuto". "Lo diano ? dice ? perché ci sono
tanti colleghi che hanno tanto spazio e pochi abitanti". Alfonso Pirozzi.
( da "Messaggero, Il
(Pesaro)" del 23-12-2007)
Pubblicato anche in: (Messaggero, Il (Ancona)) (Messaggero, Il (Frosinone))
(Messaggero, Il (Viterbo)) (Messaggero, Il (Rieti)) (Messaggero, Il (Marche))
(Messaggero, Il (Umbria)) (Messaggero, Il (Abruzzo)) (Messaggero, Il (Latina))
(Messaggero, Il) (Messaggero, Il (Civitavecchia))
Di CHIARA GRAZIANTI NAPOLI - Riprendono a macinare i
rifiuti campani i sei impianti Cdr; ieri mattina a mezzogiorno si è riacceso
anche il gigante della filiera, Caivano, dopo ventisei ore di fermo causa
mancati pagamenti agli operai, stremati dagli straordinari e con i Bancomat a
secco. In una Napoli con tremila tonnellate di spazzatura sulle strade e almeno
45 interventi dei pompieri per roghi, il collasso finale dell'emergenza
immondizia è evitato. Ma c'è un'ipoteca. I sindacati hanno accettato il patto
della vigilia - stipendio e tredicesima in banca domani mattina - ma sono
pronti a fermarsi di nuovo se il pagamento mancasse anche questo appuntamento.
Pace fatta, ripartono gli impianti, e possono così partire stanotte le raccolte
straordinarie per alleggerire la situazione delle strade sotto Natale. In una
serie di riunioni fra Prefettura e palazzo Santa Lucia, con
il prefetto Pansa, il sindaco Iervolino, il presidente Bassolino, il capo di gabinetto del
ministro dell'Ambiente Giancarlo Viglione, sono state valutate le possibilità
di queste ore. Che sono; via ai primi conferimenti in capannoni industriali
nella zona orientale di Napoli, trovati ed affittati in queste ore. Via
alla possibilità di parcheggiare le ecoballe, rifiuti impacchettati che
intasano i Cdr, in una prima area indicata dal demanio militare, che ne lascerà
la gestione al commissariato. Si tratta di un sito nel Salernitano: un luogo
diverso dal sito militare del Persano il cui nome basterebbe a risvegliare
suscettibilità locali delle quali nessuno sente il bisogno. Attorno alla zona
del Persano, infatti, infuriò quest'estate la battaglia di Valle della
Masseria, dove l'allora commissario Bertolaso voleva realizzare la grande discarica
che gli avrebbe consentito di rimettere a nuovo il ciclo dei rifiuti. La
discarica non si fece. Un'altra nota positiva registrata è la prossima apertura
del sito per ospitare ecoballe a Casalduni. Un'altra possibilità di sgomberare
da questo impaccio gli impianti Cdr, che dovrebbero essere fermati per
revisione. Una lunga riunione tecnica, poi, si è protratta a sera in Prefettura
sul nodo della riapertura di siti provvisori ad Acerra e sulla possibilità che
la discarica di Pianura, che ha servito per anni la regione, torni a portare il
peso di questi giorni. E si fa strada l'ipotesi che la discarica regionale
futura, quella necessaria perchè la discarica di Macchia Soprana, Salerno, è
insufficiente e poco accessibile, si faccia in provincia di Benevento.
Esattamente a Sant'Arcangelo Trimonte. Località indicata con altre nel decreto
del governo di sei mesi fa.
( da "Messaggero, Il
(Ostia)" del 23-12-2007)
Chiudi di CHIARA GRAZIANTI NAPOLI - Riprendono a
macinare i rifiuti campani i sei impianti Cdr; ieri mattina a mezzogiorno si è
riacceso anche il gigante della filiera, Caivano, dopo ventisei ore di fermo
causa mancati pagamenti agli operai, stremati dagli straordinari e con i
Bancomat a secco. In una Napoli con tremila tonnellate di spazzatura sulle
strade e almeno 45 interventi dei pompieri per roghi, il collasso finale
dell'emergenza immondizia è evitato. Ma c'è un'ipoteca. I sindacati hanno
accettato il patto della vigilia - stipendio e tredicesima in banca domani
mattina - ma sono pronti a fermarsi di nuovo se il pagamento mancasse anche
questo appuntamento. Pace fatta, ripartono gli impianti, e possono così partire
stanotte le raccolte straordinarie per alleggerire la situazione delle strade
sotto Natale. In una serie di riunioni fra Prefettura e palazzo Santa Lucia, con il prefetto Pansa, il sindaco Iervolino, il presidente Bassolino, il capo di gabinetto del
ministro dell'Ambiente Giancarlo Viglione, sono state valutate le possibilità
di queste ore. Che sono; via ai primi conferimenti in capannoni industriali
nella zona orientale di Napoli, trovati ed affittati in queste ore. Via
alla possibilità di parcheggiare le ecoballe, rifiuti impacchettati che
intasano i Cdr, in una prima area indicata dal demanio militare, che ne lascerà
la gestione al commissariato. Si tratta di un sito nel Salernitano: un luogo
diverso dal sito militare del Persano il cui nome basterebbe a risvegliare
suscettibilità locali delle quali nessuno sente il bisogno. Attorno alla zona
del Persano, infatti, infuriò quest'estate la battaglia di Valle della
Masseria, dove l'allora commissario Bertolaso voleva realizzare la grande
discarica che gli avrebbe consentito di rimettere a nuovo il ciclo dei rifiuti.
La discarica non si fece. Un'altra nota positiva registrata è la prossima
apertura del sito per ospitare ecoballe a Casalduni. Un'altra possibilità di
sgomberare da questo impaccio gli impianti Cdr, che dovrebbero essere fermati
per revisione. Una lunga riunione tecnica, poi, si è protratta a sera in
Prefettura sul nodo della riapertura di siti provvisori ad Acerra e sulla
possibilità che la discarica di Pianura, che ha servito per anni la regione,
torni a portare il peso di questi giorni. E si fa strada l'ipotesi che la
discarica regionale futura, quella necessaria perchè la discarica di Macchia
Soprana, Salerno, è insufficiente e poco accessibile, si faccia in provincia di
Benevento. Esattamente a Sant'Arcangelo Trimonte. Località indicata con altre
nel decreto del governo di sei mesi fa.
( da "Mattino, Il
(Nazionale)" del 23-12-2007)
Lettere Perché Natale cade in quel giorno Don Ezio
Calabrese - NAPOLI Nei primi secoli, la Chiesa non celebrava il Natale. La data
della natività era incerta. La prima volta in cui compare il 25 dicembre è nel
336 a Roma. Alla fine del IV secolo la solennità era ormai diffusa nella Chiesa
(come ci conferma Sant'Agostino) e - nel secolo successivo - anche l'Oriente
accettò in massima parte tale data. D'altronde nell'anno 274 l'imperatore
Aureliano - preoccupato dall'espandersi della nuova dottrina - aveva eretto il
tempio al sole "vincitore delle tenebre" e l'aveva inaugurato proprio
il 25 dicembre, facendone una festa popolare e pagana. Probabilmente la Chiesa
volle sostituirla con una cristiana. Un'altra ipotesi sulla data è la seguente:
si riteneva, allora, che la creazione fosse iniziata durante l'equinozio di
primavera e, quindi interpretando la Genesi, il sole risultava creato il quarto
giorno, ossia il 25 marzo. Essendo Cristo il nuovo sole del mondo, il suo
concepimento (l'Annunciazione) doveva essersi verificato nello stesso giorno e
- di conseguenza - la nascita nove mesi dopo: cioè il 25 dicembre. Il termine
praesepium significava, in origine, mangiatoia e il nome fu dato per estensione
a tutto l'insieme. Il primo presepio fu realizzato da San Francesco a Greggio
nel Natale del 1223. Ricordiamo solo che il presepe di San Francesco era
vivente: contadini e pastori autentici a onorare Gesù Bambino. Una passeggiata
dentro al presepe Giuseppe Vitale - NAPOLI Nella martoriata città di Napoli si
realizza l'unico presepe vivibile d'Italia, nel senso che il visitatore entra
e, come un "pastore", lo visita dall'interno. È in un teatro privo di
poltrone, su una superficie di circa 500 metri quadrati. Usando come materiali
legno, carta, polistirolo, colori, tanta fantasia, si è creata una struttura in
cui il viitatore può camminare ammirando case alte quattro metri, un fiume
lungo 14 metri, e tante altre cose, oltre a un buon numero di figuranti.
L'iniziativa è a cura dell'associazione Marianella Nostra che raccoglie fondi
per i bisognosi del Madagascar, dove sono state realizzate una scuola e una
stalle con le mucche, grazia anche alla collaborazione dei Redentoristi. Il
presepe si trova a poche decine di metri dalla casa natale di Sant'Alfonso
Maria de' Liguori, nostro grande concittadino. Il signor Vitale è un
volontario. La visita ai presepi è un eccellente modo di onorare le feste:
buona passeggiata in questo di Marianella, un gigante buono. Perché dobbiamo
conoscere l'Africa Ascanio De Sanctis - ROMA Come afferma il presidente della
Commissione europea, Barroso, è essenziale aiutare i Paesi africani a
migliorare la loro governance, cioè l'autogestione; ma altrettanto utile
sarebbe aiutare i giovani europei, che dovranno sempre di più convivere con i
flussi migratori, a conoscere gli aspetti positivi dell'Africa: la sua
letteratura, la sua arte espressa con il legno, l'avorio, la terracotta, il
bronzo e la pittura. Facendo apprezzare per esempio le statuette e le antiche
maschere dei Dogon, le civiltà dello Yoruba o dell'antico Benin, le statuette
fang del Gabon o quelle bamum del Camerun. Perchè la conoscenza reciproca può
essere la premessa per una migliore convivenza. Call center e sms per le ztl
napoletane Nello Margiotta - NAPOLI Un gestore di garage ha dovuto affiancare i
vigili al varco di via Morelli della Ztl di Chiaia per permettere ai clienti di
passare il blocco. Mesi fa avevo suggerito all'assessore Mola un sistema
semplice ed efficace per far entrare nella Ztl del Vomero, mai attuata, le auto
destinate ai parcheggi privati, sistema applicabile a qualunque Ztl,
ovviamente: basta far prenotare il cliente a un call center e avere conferma
via sms da mostrare al varco; con un po' di pazienza e di investimento si può
migliorare il sistema e rendere superflua la presenza dei vigili ai varchi. È
necessario attivare dissuasori mobili da istallare ai varchi (in Europa
funzionano benissimo, chissà perchè solo a Napoli non si riesce di metterli in
funzione, vedi via Chiaia) mediante un codice fornito anch' esso via sms:
facile e funzionale. Quale grossa organizzazione e investimento sono necessari
per metterlo in pratica? L'idea del cortese signor Margiotta è senz'altro
buona. Ma chi è rimasto al tam tam (come il vostro cronista) e non sa battere o
ricevere sms, dovrà andare a piedi? Una soluzione per i mutui cari Pasquale
Cerullo - CERASO (SA) A seguito dell'impennata dell'Euribor che porterà le rate
dei mutui a un ulteriore rincaro, mi permetto di suggerire un'idea per
contenere l'aumento. Le parti (mutuatari, banche, governo) hanno interesse a
una soluzione; le banche non vogliono creare sofferenze, (Basilea 2 e Ias sono
alle porte), e le famiglie non vogliono vedere pignorata la casa. L'Abi replica
a un ministro affermando che "i tassi praticati sono di mercato e non
hanno nulla a che vedere con l'attività criminale e gli strozzini". I
mutuatari si lamentano perché le rate sono aumentate; i risparmiatori sono
contenti, in quanto il rendimento dei Bot è passato dal 2 al 3,54%. I Btp decennali
rendono al netto della ritenuta il 4,08%. L'ortolano vuole la pioggia, il
vasaio il bel tempo. Il problema potrebbe essere risolto, senza eccessivi
sacrifici, mettendo le parti sullo stesso piano del rischio. Basterebbe
chiedere la sostituzione delle rate a tasso variabile con una rata a
"quote costanti", con effetto retroattivo. Il cliente pagherebbe
l'importo della prima rata fino a quando non estingue il mutuo. Il periodo
d'ammortamento può allungarsi o ridursi a seconda dell'andamento storico dei tassi.
Se si ha una buona capacità di risparmio si può sempre estinguere, prima della
scadenza, il mutuo contratto. Il mutuo "a quote costanti" già esiste.
Il Governo dovrebbe eventualmente intervenire chiedendo alle banche di essere
disponibili ad accogliere le richieste dei clienti facendo pagare d'ora in
avanti la stessa somma della prima rata del mutuo. Le banche anche così facendo
non subiscono perdite. La portabilità dei mutui a costo zero a seguito ultimo
accordo tra Abi e Consiglio nazionale del notariato darà la possibilità al
mutuatario di trovare la banca che surrogherà il prestito a quote costanti alle
migliori condizioni. Senza commento. Pur continuando a pagare un mutuo, di
danaro il vostro cronista non è esperto. "Per Bassolino
un processo sereno" Francesco de Goyzueta - NAPOLI Il maxi processo sui
rifiuti è stato rinviato a gennaio e Bassolino ha
espresso attraverso i suoi legali il desiderio di vedersi giudicare
rapidamente. La sua richiesta, oltre a esprimere la volontà, che gli fa onore,
di non volersi sottrarre alla giustizia con artifizi legali o il ricorso a
prescrizioni, esprime il legittimo desiderio di non restare per lungo tempo
sulla graticola di un processo che rischia di divenire anche mediatico. E
infatti si stanno svolgendo le prove generali dell'opposizione per una svolta
giustizialista, di piazza, con striscioni che mostrano Bassolino
dietro le sbarre. Ciò suscita non poche preoccupazioni per lo svolgimento
sereno di un processo complesso che deve rispondere a un senso di giustizia e
non di vendetta. Siamo convinti che Bassolino non
abbia responsabilità penali dirette e quindi non sia colpevole di dolo. Le
colpe politiche sono evidenti, ma non materia di tribunali, caratterizzate da
una gestione della cosa pubblica disattenta e delegata oltremodo a terzi, con
l'uso smodato e abnorme di consulenti ed esperti esterni. A tal proposito
sarebbe auspicabile promuovere di nuovo la collaborazione degli uffici e
relativi responsabili, con assunzione di responsabilità in proprio, anzicchè emarginarli
con spreco di competenze, di professionalità. La responsabilità politica non è
solo, però, di Bassolino, ingiustamente unico capro
espiatorio, ma di tutta una classe dirigenziale inetta che si presenta al
processo anche in qualità di parte civile, come molti sindaci che chiedono i
risarcimenti dei danni esistenziali e ambientali, pur essendo colpevoli
d'omissioni e ritardi per non avere provveduto a fare la differenziata, a
interagire col commissariato per individuare siti e discariche necessarie, a
denunziare ingerenze malavitose. Le pensioni dei
parlamentari Salvatore Leopoldo - NAPOLI La Iervolino e Veltroni, oltre allo
stipendio di sindaco, prendono la pensione parlamentare di 9500 euro al mese.
Ma la pensione non viene data come sussidio a chi ne ha bisogno perchè non
lavora più? A un qualsiasi lavoratore in pensione è vietato di lavorare.
C'è un forte contrasto: perchè un lavoratore deve lavorare 38 anni, deve
pagarsi i contributi per avere la pensione? L'Inps è in deficit, se non
sbaglio. Allora mi chiedo come mai la Iervolino che si batte per l'onestà e
legalità, sempre benevola con tutti e sempre molto caritatevole, non rinuncia
per onestà e pulizia d'animo alla pensione parlamentare e la devolve - con gli
tutti i parlamentari - ai più bisognosi? Cosa penserà di un suo elettore
pensionato? Per una sola volta dia il buon esempio. La pensione non è un
sussidio: è un diritto ed è in proporzione ai versamenti fatti alle casse di
previdenza. Quindi la signora sindaco e Veltroni hanno pagato. Torniamo così
all'entità dei compensi di onorevoli e senatori. I pericoli del mantra Achille
della Ragione - NAPOLI Il mantra è un suono particolare in grado di liberare la
mente dai pensieri, una scoperta codificata già nell'induismo e nel buddismo. È
la ripetizione ossessiva di sillabe, lettere o frasi allo scopo di allontanare
la mente dalla realtà dei sensi e di indurre una notevole concentrazione.
Questo particolare tipo di cantilena è stato recepito dal cristianesimo, che ne
ha fatto il modo per raggiungere l'estasi attraverso i ritmi incessanti della
preghiera. Quasi nessuno può resistere alla ripetizione per ore di un rosario o
di altre giaculatorie se la cadenza è uguale e ossessiva. Se vi è uno stato
d'animo predisposto è consequenziale cadere in trance o avere visioni. Di
queste poco indagate proprietà della mente hanno fatto tesoro stregoni e
generali, i primi per comandare la tribù, i secondi per mandare al macello la
fanteria al suono ritmico di un tamburo. Anche l'ipnosi induce il sonno
attraverso una frase sussurrata o la visione di un pendolo ciondolante e tutti
i riti magici giocano sull'estenuante ripetizione di formule e parole
propiziatorie. Una frase o una preghiera replicata cento volte perde il suo
significato originale, per trasportare la mente in un non luogo dove il
ragionamento cede all'irrazionalità e la sensibilità subisce una prodigiosa
amplificazione; è facile cadere allora in preda alla volontà altrui. L'ultima
perversa applicazione di questo assemblaggio di suoni è costituita dalla musica
metallica, che possiede numerosi seguaci tra giovani trasgressivi amanti del
dark e dal cervello strizzato. Lei ha una visione un po' apocalittica del
mantra, gentile dottore. Sono vibrazioni, talora perfino utili a ripulire le
coscienze di chi crede, talora bellissime e laiche: ascolti Neapolitan Mantra
di Gragnaniello. dove la voce si fa puro suono. Il cattivo uso dipende dai
cattivi maestri. Il capitone è femmina Luigino Piccirilli - AFRAGOLA (NA) Caro
Gargano, per la squisitezza della carne l'anguilla ha sempre onorato la tavola,
specie della vigilia di Natale e Capodanno. Una volta era un "serpente
proletario", perché abbondante e alla portata di tutte le tasche. Dalle
nostre parti, fuori delle pescherie, la vasca dei capitoni, fornita di acqua corrente,
era in bella mostra con il capannello di gente intenta a comprare, e di ragazzi
a guardare, divertiti, come il viscido animale, verde-olivastro, sgusciava
dalle mani del pescivendolo, che ogni tanto usava lanciarne in alto qualcuno
tra i più grossi e riafferrarlo a volo, elogiandone a gran voce la qualità.
Oggi, il capitone è più caro e più raro, una specie a rischio di estinzione,
perciò va protetta, riducendone il tasso di sfruttamento: è l'allarme che, anni
fa, Bruxelles lanciava all'Europa. Non è esatto credere che il pericolo possa
essere scongiurato dagli allevamenti, perché di questo pesce, attivamente
pescato, non si può effettuare la fecondazione artificiale. L'allevamento si
limita a favorire la crescita degli esemplari, catturati ai primi stadi
fisiologici. Quelli liberi, nel tempo della maturità sessuale, lasciano i corsi
d'acqua e si versano nei mari, per ritornare nel tiepido mare dei Sargassi, a
riprodursi e poi morire. La piccola larva trasparente, nata da loro, ripercorre
a ritroso il viaggio, assumendo per gradi l'aspetto di un'anguilla. Alla fine,
divenuta adulta, spinta quasi da una nostalgia irresistibile, raggiunge la
patria lontana, come avevano fatto i suoi genitori. Ma se l'anguilla è in via
di estinzione, non è anche perché ama le acque pulite e non gli va di vivere in
tanto inquinamento e squilibrio ambientale? E poi l'abbiamo così smaliziata,
che preferisce la morte naturale alla fine atroce che le facciamo fare:
torcersi fino allo spasimo in casseruola, in padella o sulla brace. E come se
non bastasse, si mettono pure le bizze della nostra lingua, la quale
stranamente intende per "capitone" la femmina, e per
"anguilla" il maschio, alla faccia della grammatica! Ai tempi di
Augusto, Ateio Capitone era un illustre giurista e Sinnio Capitone un famoso
grammatico. Perché già dall'antica Roma veniva chiamato "Capitone"
chi aveva la testa grossa o, come diciamo a Napoli, "'na capa tanta".
Il professore Piccirilli destina al capitone tante simpatie che quasi viene la
voglia di onorarla con un minuto di silenzio, dopo averlo mangiato.
( da "Mattino, Il
(Benevento)" del 23-12-2007)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Caserta)) (Mattino, Il (Avellino))
CHIARA GRAZIANI Riprendono a macinare i rifiuti
campani i sei impianti Cdr; ieri mattina a mezzogiorno si è riacceso anche il gigante
della filiera, Caivano, dopo ventisei ore di fermo causa mancati pagamenti agli
operai, stremati dagli straordinari e con i Bancomat a secco. Il collasso
finale dell'emergenza immondizia è evitato. Ma c'è un'ipoteca. I sindacati
hanno accettato il patto della vigilia - stipendio e tredicesima in banca
domani mattina - ma sono pronti a fermarsi di nuovo se il pagamento mancasse
anche questo appuntamento. Pace fatta, ripartono gli impianti, e possono così
partire stanotte le raccolte straordinarie per alleggerire la situazione delle
strade sotto Natale. In una serie di riunioni fra Prefettura e palazzo Santa
Lucia, con il prefetto Pansa, il sindaco Iervolino, il
presidente Bassolino, il
capo di gabinetto del ministro dell'Ambiente Giancarlo Viglione, sono state
valutate le possibilità di queste ore. Che sono; via ai primi conferimenti in
capannoni industriali nella zona orientale di Napoli, trovati ed affittati in
queste ore. Via alla possibilità di parcheggiare le ecoballe, rifiuti
impacchettati che intasano i Cdr, in una prima area indicata dal demanio
militare, che ne lascerà la gestione al commissariato. Si tratta di un sito nel
Salernitano: un luogo diverso dal sito militare del Persano il cui nome
basterebbe a risvegliare suscettibilità locali delle quali nessuno sente il
bisogno. Attorno alla zona del Persano, infatti, infuriò quest'estate la
battaglia di Valle della Masseria, dove l'allora commissario Bertolaso voleva
realizzare la grande discarica che gli avrebbe consentito di rimettere a nuovo
il ciclo dei rifiuti. La discarica non si fece. Un'altra nota positiva
registrata è la prossima apertura del sito per ospitare ecoballe a Casalduni.
Un'altra possibilità di sgomberare da questo impaccio gli impianti Cdr, che
dovrebbero essere fermati per revisione. Una lunga riunione tecnica, poi, si è
protratta a sera in Prefettura sul nodo della riapertura di siti provvisori ad
Acerra e sulla possibilità che la discarica di Pianura, che ha servito per anni
la regione, torni a portare il peso di questi giorni. E si fa strada l'ipotesi
che la discarica regionale futura, quella di cui abbiamo bisogno perchè la
discarica di Macchia Soprana, Salerno, è insufficiente e poco accessibile, si
faccia in provincia di Benevento. Esattamente a Sant'Arcangelo Trimonte. Località
indicata con altre nel decreto del governo di sei mesi fa. Seicentonovantuno
anime, trecento famiglie, 376 abitazioni, età media over 60, santo patrono San
Sebastiano. Un profilo che garantisce una resistenza ambientale scarsa. Se non
altro per motivi anagrafici. Serre, quest'estate, si fece scudo di un'oasi
ecologica ad un chilometro da Valle dela Masseria. Sant'Arcangelo ha solo la
sua discarica di paese, fatta quasi con una riunione condominiale, per pensarci
una volta e mai più. Ci sono poi i siti dei sindaci. Vincenzo Cuomo, sindaco di
Portici e coordinatore per la provincia di Napoli dell'Anci, sta coordinando di
fatto anche i colleghi che gli telefonano in queste ore. Portici il suo sito ce
l'ha dal 2006, requisito alle Ferrovie dello Stato, ed i risultati in strada si
vedono. Un modello proposto al prefetto Pansa che l'ha riprodotto in
un'ordinanza. In questo clima di caccia ad ogni minima soluzione il presidente Bassolino ha scelto una pubblica occasione per sottolineare
quella che ritiene la distanza fra "Roma e la Campania, il Mezzogiorno in
genere, espulsi dall'agenda di maggioranza ed opposizione". Il sindaco di
Napoli, Rosa Iervolino si è appellata, da parte sua, alla fratellanza dei primi
cittadini: "Ci son tanti colleghi con tanto spazio e pochi abitanti. Chi
ha queste possibilità, aiuti".
( da "Mattino, Il
(Salerno)" del 23-12-2007)
Sito per le ecoballe, spunta un'area militare CHIARA
GRAZIANI Riprendono a macinare i rifiuti campani i sei impianti Cdr; ieri a
mezzogiorno si è riacceso anche il gigante della filiera, Caivano, dopo 26 ore
di fermo causa mancati pagamenti agli operai, stremati dagli straordinari e con
i Bancomat a secco. Il collasso finale dell'emergenza immondizia è evitato. Ma
c'è un'ipoteca. I sindacati hanno accettato il patto della vigilia - stipendio
e tredicesima in banca domani mattina - ma sono pronti a fermarsi di nuovo se
il pagamento mancasse anche questo appuntamento. Pace fatta, ripartono gli
impianti, e possono così partire stanotte le raccolte straordinarie per
alleggerire la situazione delle strade sotto Natale. In una serie di riunioni
fra Prefettura e Regione, con il prefetto Pansa, il sindaco
di Napoli Iervolino, il presidente Bassolino, il capo di gabinetto del ministro dell'Ambiente Giancarlo
Viglione, sono state valutate le possibilità di queste ore. Una, subito
disponibile, è la prima aera prestata dal demanio militare al commissariato di
governo, che la gestirà autonomamente, per iniziare a parcheggiare le
cosiddette ecoballe, immondizia impacchettata dai Cdr al ritmo di 2200
tonnellate al giorno. Si trova nel Salernitano, ma in una zona diversa dal
Persano. Il sito militare di Persano, si ricorda, fu sfiorato dalla battaglia
di Valle della Masseria, quest'estate, quando l'allora commissario
straordinario Bertolaso non riuscì a aprirvi la discarica regionale che aveva
pianificato, causa la resistenza del comune di Serre. Un aiuto a guadagnare
tempo preziosissimo. Ce ne sono, poi, altri. Via ai primi conferimenti in
capannoni industriali nella zona orientale di Napoli, trovati ed affittati in
queste ore. Via, a breve, al sito per ecoballe a Casalduni. Una lunga riunione
tecnica, poi, si è protratta a sera in Prefettura sul nodo della riapertura di
siti provvisori ad Acerra, Napoli, e sulla possibilità che la discarica di
Pianura, sempre a Napoli, che ha servito per anni la regione, torni a portare
il peso di questi giorni. E si fa strada l'ipotesi che la discarica regionale
futura, quella di cui abbiamo bisogno perchè la discarica di Macchia Soprana,
Salerno, è insufficiente e poco accessibile, si faccia in provincia di
Benevento. Esattamente a Sant'Arcangelo Trimonte. Seicentonovantuno anime, 300
famiglie, 376 abitazioni, età media over 60, santo patrono San Sebastiano. Un
profilo che garantisce una resistenza ambientale scarsa. Se non altro per
motivi anagrafici. Sant'Arcangelo non ha oasi protette nelle vicinanze. Solo la
sua discarica di paese, fatta quasi con una riunione condominiale, per pensarci
una volta e mai più. E ieri il presidente Bassolino ha
scelto una pubblica occasione per sottolineare quella che ritiene la distanza
fra "Roma e la Campania, espulsa dall'agenda di maggioranza ed
opposizione".
( da "Mattino, Il (City)" del
23-12-2007)
Tam. Torna l'appuntamento con
"Si...pariando", il laboratorio Tunnel giovani. gradini Nobile, alle
22. Trianon Viviani. Si replica "L'ultimo scugnizzo" di Viviani
nell'allestimento di Tato Russo. Nino D'Angelo protagonista tra Antoine, Mena
Steffen, Ciro Capano, Daniele Russo e Maria Rosaria Virgili. piazza Calenda,
alle 19. Si replica fino al 23 Instabile. I Virtuosi di San Martino, dopo aver
pubblicato l'album "Carogne", presentano lo spettacolo "Cinque
in condotta", manifesto di indisciplina artistica e disaffezione per tutto
ciò che è "genere" e luogo comune. Sempre nello stile del cabaret da
camera. vico Purgatorio ad Arco, alle 21. Si replica sino al 6 gennaio Nuovo.
Antonello Cossia porta in scena nella sala Assoli la storia di suo padre, primo
atleta napoletano alle Olimpiadi, in "Un sogno del mille novecento
cinquantasei", da lui scritto e interpretato. via Montecalvario, alle 19.
Ultima replica Diana. Continuano le repliche di "Non
complichiamoci la vita", show della neo-coppia Gino Rivieccio e Vittorio
Marsiglia, firmato da Gustavo Verde e dallo stesso Rivieccio. Risate doc tra
l'imitazione di Iervolino-Bassolino e una lieve satira di costume. via Luca Giordano, alle 19,
repliche fino al 13 gennaio.
( da "Mattino, Il
(Benevento)" del 23-12-2007)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (City)) (Mattino, Il (Circondario Sud2))
(Mattino, Il (Circondario Sud1))
Piace l'opera di Pistoletto ispirata al dialogo tra
le religioni. Iervolino: passeggiando ho attraversato il deserto PIETRO
TRECCAGNOLI Rosa Russo Iervolino sale dall'Algeria, sotto braccio a Eduardo
Cicelyn, il direttore del Madre. "Abbiamo attraversato il deserto"
scherza una volta sulla pedana mediterranea di Michelangelo Pistoletto a piazza
Plebiscito. C'è aria di festa, nonostante la città galleggi sulla monnezza
natalizia. Una festa culturale in un parco giochi. Un bambino "ingegna"
l'automobilina telecomandata facendole fare il tour de France, sotto lo sguardo
soddisfatto dell'artista: "Spero che già da domani la usino come
lavagna". C'è una coppia di cinesi sul confine meridionale dell'Egitto. E
due ragazzi napoletani si godono lo spettacolo da Cipro. Un giovanotto saggia
la resistenza e la pericolosità di Gozo e Malta prima di sedersi. Questa è la
Croazia, ci sono stata d'estate, spiega una signorina con il piercing all'amica
che, con un semplice passo, traghetta sé stessa dalla Puglia alla Grecia:
normalmente ci vuole una notte e oltre. Dalla punta della Tunisia, Anna Maria
Carloni scruta la piazza come un gabbiere, pure lei sotto braccio a Cicelyn,
cavaliere insospettabile. Non c'è tanta gente, mentre la luce del sole fa
risaltare di più le scritte sul colonnato di San Francesco di Paola. Non ce
l'hanno fatta ad arrivare Jannis Kounellis, Achille Bonito Oliva e Mimmo
Paladino, precursore delle piazze di Natale. Ma la magia dell'arte c'è tutta, e
anche quella dell'amore per le differenze che nelle mani di Pistoletto diventa
una babele di lingue e un friccichio di colori. Nonostante tutto, è Natale a
Napoli. Anzi, avrebbe detto Giuseppe Marotta, è Napoli a Napoli. La piazza sarà
così fino al prossimo 25 febbraio, quando la struttura verrà smantellata. Dove
andrà, presidente? Bassolino, per un giorno costretto
a parlare non solo dell'emergenza spazzatura (ma anche di quella), risponde:
"Vogliamo che resti a casa nostra. L'Italia capovolta di Fabro la
collocheremo a Bagnoli. Per quest'opera di Pistoletto stiamo pensando a un
parco cittadino o a Villa Favorita di Ercolano. Vorremmo un luogo frequentato
dai bambini". Al Madre è in mostra la "Venere degli stracci" del
maestro dell'arte povera, un singolare coincidenza. Ma il presidente della
Regione non si scompone più di tanto, anche se è difficile strappargli un
sorriso: "Rappresentano due diverse facce di questa realtà. Ognuno di noi
deve cercare di vedere tutt'e due. E dobbiamo fare in modo che gli aspetti
positivi superino quelli negativi". L'immagine della città, appunto,
deturpata. Come risalire? Pistoletto, il festival del teatro, il Forum delle
Culture. E Bassolino aggiunge: "Ci vuole tutto il
nostro impegno, e quello di Roma, anche se, purtroppo, il Mezzogiorno sembra
cancellato dall'agenda politica nazionale". Il Mediterraneo è grande. Dove
le piacerebbe andare, presidente? "In Italia, a Napoli". Guai a chi
gliela tocca. E proprio davanti alla Campania si mettono in
posa Bassolino, la
Iervolino e Pistoletto per le foto di rito. Il sindaco è invece sereno.
"Ci porterò i miei nipotastri" scherza. "Però prima andremo allo
stadio. Il Napoli deve assolutamente vincere, altrimenti faccio una
figuraccia". E prima di scappare via per andare a prenderli all'aeroporto
ha il tempo di complimentarsi pubblicamente con Pistoletto:
"Un'opera bella, significativa e godibile. Riesce a far interiorizzare
l'idea del Mediterraneo, quanto siamo vicini gli uni agli altri, in un'epoca in
cui i fondamentalismi tendono ad esasperare gli animi". E ricorda come il
messaggio di pace coincida con l'abbattimento delle frontiere con
l'allargamento dell'area europea di Schengen. Anche l'assessore alla Cultura,
Valeria Valente sottolinea il valore anche pedagogico della struttura e
aggiunge: "Piazza Plebiscito accoglie il Mediterraneo e lo farà ancora di
più la notte di San Silvestro con il concerto di Khaled, Bregovic e dei nostri
musicisti". L'auspicio è unico e comune: amare le differenze e superare le
diffidenze.
( da "Manifesto, Il" del
24-12-2007)
"Ecopalle" di monnezza simbolica ieri a
Napoli. A consegnarle ai "politici di destra e sinistra" attivisti e
comitati. Mentre la situazione si fa sempre più esplosiva Francesca Pilla
Napoli Un migliaio di persone hanno portato di persona un regalo di natale
speciale al commissario straordinario, Alessandro Pansa: le
"ecopalle" sull'emergenza rifiuti dei "politici di destra e di
sinistra che hanno avvelenato la Campania per i profitti di amici e
ecomafie". Balle di rifiuti, non solo simboliche, impacchettate e
consegnate ieri mattina in prefettura dopo un corteo di protesta a cui hanno
partecipato diversi comitati cittadini: quelli di Giugliano che hanno
finalmente ottenuto la chiusura di Taverna del Re; quelli di Terzigno che
contestano il sito in prossimità del parco Vesuvio; quelli di Acerra che dal
2000 combattono l'apertura dell'inceneritore più grande d'Europa. A questi si
sono aggiunti i neonati comitati di Pignataro contro la disastrosa condizione
delle discariche nel casertano e di Napoli-Nord pronti
a intervenire contro il nuovo cdr di Poggioreale promesso e voluto dalla
Iervolino. E' iniziata, così, un'altra giornata di crisi per la Campania. La
protesta popolare organizzata dalla Rete rifiuti zero, infatti, arriva dopo una
decina di giorni di blocco nella raccolta e dopo lo sciopero di 24 ore dei
dipendenti Fibe che non hanno ricevuto la tredicesima dall'azienda, sotto
accusa per avere truffato la regione. Ma nonostante la mediazione di Pansa e
l'annunciata ripresa dei servizi da parte dei dipendenti, ieri era ancora
chiuso l'impianto cdr di Caivano. Una situazione che pesa sulla già precaria
situazione del ciclo di smaltimento. Solo nel capoluogo il secondo giorno di
stop consecutivo ha lasciato in strada 3mila tonnellate di sacchetti che
potrebbero passare a 5mila questa mattina. Ma la crisi è scoppiata soprattutto
nei comuni vesuviani e nella provincia di Caserta. Mentre per Natale si
preannuncia il tracollo, tra servizi dimezzati e il surplus di spazzatura da
cenone e regali. Una situazione drammatica e lo si denota anche dai numeri dei
vigili del fuoco. In appena 19 ore sono stati oltre 60 gli interventi dei
pompieri per spegnere i roghi dei cittadini esasperati. Le squadre sono tutte
impegnate per sedare le fiamme, tanto che sia nella sede centrale che nei vari
distaccamenti non ci sono uomini disponibili. "Non si tratta dell'incendio
di cassonetti ma di cumuli lunghi anche 50 metri e alti fino al primo piano dei
palazzi", spiega un viglie. I sindacati hanno scritto una lettera al
presidente della Repubblica, al presidente del consiglio e alle amministrazioni
locali per chiedere l'invio di "rinforzi". Pronta la risposta del
ministero della difesa che con una lettera a Pansa ha confermato la
disponibilità dell'esercito a intervenire "in merito all'individuazione di
siti da allestire per la raccolta di rifiuti". Ieri il sindaco Iervolino
impegnata in un incontro con il commissario e con la partecipazione, tra gli
altri, del capo di gabinetto del ministero dell'Ambiente, Viglione ha detto che
bisogna ripulire la città. Il governatore Bassolino se l'è presa invece con
quelli che dicono "no" mettendo "il bastone in mezzo alle ruote,
una volta sul termovalorizzatore, una volta sulla discarica e una volta
sull'impianto di compostaggio". E' in effetti lo stallo nell'apertura
delle discariche o degli impianti cdr a provocare
questa nuova crisi. I cittadini di ogni provincia o comune si rivoltano alla
sola idea di ospitare monnezza. Vige un clima di sfiducia a causa delle
inadempienze di oltre 13 anni di commissariamento, delle truffe per cui è
indagata l'attuale gestore Impregilo, ancora in "servizio" nonostante
l'interdizione dai pubblici servizi, della negligenza, in buona o malafede, dei
commissari che si sono succeduti e degli amministratori locali. Così è arrivato
ieri l'ultimo "no" da parte di un piccolo comune nel salernitano. A
Caggiano il primo cittadino ha convocato per oggi pomeriggio una seduta
straordinaria del consiglio comunale, cui parteciperanno i sindaci del Vallo di
Diano per contestare il sito individuato in località Serre Arenosa. Per gli
amministratori del piccolo centro della Valle del Tanagro al confine con la
provincia di Potenza "il sito individuato ha una capacità ricettiva di
circa 100mila metri cubi a fronte dei 400mila richiesti per accogliere i
rifiuti di tutto il salernitano". In fermento restano gli abitanti di
Casalduni, nel beneventano, di Carniola nel casertano, e di Atena Lucana e
Buccino nel salernitano. Una situazione con poche vie d'uscita.
( da "Giornale.it, Il" del
24-12-2007)
Napoli spegne le luminarie di Natale ma si illumina
coi roghi di spazzatura di Carmine Spadafora - lunedì 24 dicembre 2007, 07:00
Potrebbe suonare ironico ma da ieri Napoli "respira" un po' meglio:
riaperti gli impianti di cdr di Giugliano e Caivano, l'Asia (l'azienda per la
raccolta dei rifiuti) ha tolto dalle strade della città qualche migliaio di
tonnellate di monnezza. Ma, questo, non vuol dire che sarà un Natale senza
spazzatura, senza roghi, senza il pericolo diossina. E, intanto, i pochi turisti che ancora si ostinano a venire nella città di Bassolino e Iervolino, con le loro
digitali e telecamere, immortalano i cumuli della vergogna. Foto, filmati, che
adesso stanno facendo il giro del mondo: "youtube" esiste anche per
questo. Ma che importa: l'amministrazione comunale di Napoli è stata la prima
in Italia a proibire il fumo nei parchi e allo stadio, rendendola
capofila di civiltà.
( da "Giornale.it, Il" del
24-12-2007)
Questa povera città buia e ostaggio della monnezza di
Redazione - lunedì 24 dicembre 2007, 07:00 Dai balconi si lanciano secchi
d'acqua per spegnere i roghi, i "bassi" sono chiusi perché zoccole e
scarrafoni possono cacciarsi in casa. Quando rimango in casa, accendo il
televisore. E che vedo? Capitali europee addobbate a festa: Vienna, Londra,
Madrid. Parigi, da sempre la ville lumière, a Natale lo è ancora di più. E
Napoli? Napoli è la ville stutàta (spenta), l'antilumière. Grazie a
un'amministrazione inetta e alla camorra, quest'anno non ci sono le luminarie,
neppure un mozzicone di candela riciclata da qualche chiesa od ossario. L'unica
luce viene dai falò della monnezza: grazie anche di questo, signor Bassolino e signora Iervolino. E grazie anche di questo, elettori di
sinistra, che da anni date fiducia a personaggi che andrebbero esiliati, come
fu fatto per i Savoia. Passando per Spaccanapoli, un tale che vendeva biglietti
della lotteria, esclamava: "Accattàteve 'o biglietto, cagniàte 'a vita
vosta...! Ca Prodi nun c'ha lasciato manco 'e sorde pe ll'uósse p''o
bròro...!". (Compratevi il biglietto, cambiate la vostra vita, perché
Prodi non ci ha lasciato neppure i soldi sufficienti ad acquistare gli ossi per
cucinare il brodo). Come sarebbe bello se per Uno che arriva in Palestina,
(almeno) tre partissero dall'Italia: Prodi, Bassolino
e Iervolino.
( da "Quotidiano.net" del 24-12-2007)
Mobile email stampa PENA DI MORTE L'Onu approva la
moratoria "Orgoglio per una vittoria italiana" L'Onu ha approvato il testo
di risoluzione per la moratoria universale della pena di morte con 104 sì, 54
contrari e 29 astenuti Commenta Home Politica prec succ Contenuti correlati Don
Benzi Paula Cooper Biùtiful cauntri, il paese delle ecomafie Scontri tra
polizia e manifestanti Sei d'accordo con l'iniziativa italiana all'Onu per la
moratoria della pena di morte? L'Onu approva la moratoria universale D'Alema:
"Voto storico" Dice 'basta' anche il boia della Virginia New York, 18
dicembre 2007 - L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato il testo
di risoluzione per la moratoria universale della pena di morte con 104 sì, 54
contrari e 29 astenuti. LA SCHEDA L'Italia lavora alla proposta dal 1994: una
bozza di risoluzione fu battuta al Palazzo di Vetro per soli otto voti. Cinque
anni dopo, una risoluzione dell'Unione Europea fu prima presentata e,
all'ultimo minuto, ritirata. Nel luglio del 2006 la Camera dei Deputati,
all'unanimità, impegnava il governo a: "presentare alla prossima Assemblea
generale delle Nazioni Unite (quella del 2006), la risoluzione pro moratoria. A
ottobre Montecitorio insiste e chiede al governo di "dare tempestiva e
piena attuazione" alla mozione di luglio. Palazzo Chigi mostra perplessità
sulle possibilità di approvazione di una 'risoluzione' e, nonostante la
pressione dei radicali di Marco Pannella, alleati di governo, propende per una
semplice Dichiarazione contro la pena di morte a nome dell'Unione Europea. La
proposta è respinta dal Parlamento. La Dichiarazione è stata comunque
presentata dall'Ue all'Assemblea Generale il 19 Dicembre a firma di 85 Paesi. A
gennaio del 2007 Palazzo Chigi dichiara in una nota: "Il Presidente del
Consiglio e il Governo si impegnano ad avviare le procedure formali perchè
questa Assemblea Generale delle Nazioni Unite metta all'ordine del giorno la
questione della moratoria universale sulla pena di morte". Il primo
febbraio: il Parlamento europeo, con un voto pressochè unanime, "sostiene
fermamente l'iniziativa della Camera dei deputati e del governo italiani,
sostenuta dal Consiglio e dalla Commissione UE nonchè dal Consiglio d'Europa;
invita la Presidenza UE ad adottare con urgenza un'opportuna azione per
garantire che tale risoluzione sia presentata in tempi brevi all'Assemblea
generale ONU in corso". Analoga risoluzione viene nuovamente approvata dal
Parlamento Europeo il 25 aprile 2007. Il 14 maggio 2007, il Consiglio Affari
Generali dell'UE decide di dare via libera all'Italia per la redazione del
testo di risoluzione, la raccolta di co-sponsor e per l'avvio con la presidenza
dell'Assemblea Generale dell'ONU delle procedure per la riapertura di un punto
specifico sulla moratoria. Il testo della risoluzione approda a settembre
all'Assemblea Generale dell'ONU. La Terza Commissione l'approva il 15 novembre
con 99 voti a favore, 52 contrari e 33 astenuti. Infine, il via libera
dell'Assemblea generale con 104 sì, 54 contrari e 29 astenuti. IL BOIA AL
LAVORO IN 27 PAESI Nel 2006 sono state eseguite almeno 5.628 condanne a morte
in 27 Paesi diversi. A riferirlo è l'ultimo rapporto di 'Nessuno Tocchi Cainò.
Ecco la lista degli Stati con il boia e del numero di esecuzioni compiute: -
Cina: almeno 5.000 - Iran: 215 - Pakistan: 82 - Iraq: almeno 65 - Sudan: almeno
65 - Stati Uniti: 53 - Arabia Saudita: 39 - Yemen: 30 - Vietnam: almeno 14 -
Kuwait: almeno 11 - Somalia: almeno 7 - Singapore: almeno 5 - Egitto: almeno 4
- Giordania: almeno 4 - Bangladesh: 4 - Giappone: 4 - Malaysia: 4 - Corea del
Nord: almeno 3 - Bahrein: 3 - Bielorussia: 3 - Indonesia: 3 - Mongolia: 3 -
Siria: 2 - Uganda: 2 - Botswana: 1 - Emirati Arabi Uniti: 1 - Guinea
Equatoriale: 1 - Non risultano esecuzioni nel 2006 in Libia, Taiwan, Uzbekistan
e nei territori amministrati dall'Autorità Nazionale Palestinese; in tutti ne
erano però state effettuate durante il 2005. IL RECORD NEGATIVO DELLA CINA Da
sempre la Cina detiene il triste primato delle esecuzioni capitali. Nel 2006 la
cifra ufficiale è di 5.000 persone giustiziate, l'89% del totale nel mondo. Ma
secondo Amnesty International e altre organizzazioni umanitarie, il numero
reale si aggira intorno alle 8.000 esecuzioni eseguite ogni anno, poichè nella
Repubblica Popolare le condanne a morte sono considerate "segreto di
Stato". Il dato è stato confermato da notizie ufficiose trapelate dagli
ambienti accademici, parlamentari e giudiziari di Pechino, raccolte nell'ultimo
rapporto stilato da Nessuno tocchi Caino e pubblicato a fine agosto. Una cifra
enorme, che conferma la Cina come primo paese in cui il boia lavora con
maggiore lena al mondo e che, oltre a suscitare le critiche delle
organizzazioni per i diritti umani, ha iniziato a far riflettere le stesse
autorità di Pechino, più attente del passato ad eseguire le condanne. Sotto i
riflettori dell'opinione pubblica mondiale per le Olimpiadi di agosto 2008, il
Gigante asiatico sta facendo piccoli passi in avanti "per restringere
attentamente la pratica attraverso la legislazione e il sistema legale",
come ha di recente dichiarato un portavoce del ministero degli Esteri. Anche
se, ha tenuto a precisare lo stesso funzionario, in Cina le condizioni non sono
ancora "mature" per un'abolizione totale. La riforma più
significativa del sistema giudiziario è stata l'approvazione di un emendamento
per il quale tutte le condanne devono essere confermate dalla Corte Suprema e non
basta più il via libera delle corti provinciali. IL TESTO VOTATO Il testo
votato oggi dall'Assemblea generale dell'Onu, già approvato il 15 novembre alla
Terza Commissione al Palazzo di Vetro, esorta tutti gli stati che hanno ancora
la pena di morte a "stabilire una moratoria delle esecuzioni in vista
dall'abolizione" della pena capitale. E intanto invita a ridurne
progressivamente l'uso e il numero dei reati per i quali può essere comminata,
rispettando gli standard internazionale a garanzia dei diritti dei condannati.
Ecco i punti essenziali del testo della moratoria e l'elenco delle principali
garanzie internazionali a protezione dei condannati: "Considerando che
l'uso della pena di morte mina la dignità umana -si legge nel testo- e convinti
del fatto che una moratoria sulla pena di morte contribuisca al miglioramento e
al progressivo sviluppo dei diritti umani; che non esiste alcuna prova decisiva
che dimostri il valore deterrente della pena di morte; che qualunque fallimento
o errore giudiziario nell'applicazione della pena di morte è irreversibile e
irreparabile; Accogliendo con favore le decisioni prese da un crescente numero
di paesi di applicare una moratoria delle esecuzioni, in molti casi seguite
dall'abolizione della pena di morte", l'Assemblea Generale: "Esprime
la sua profonda preoccupazione circa la continua applicazione della pena di
morte;" L'Assemblea generale, continua il testo, "invita tutti gli
Stati che ancora hanno la pena di morte a: A) Rispettare gli standard internazionali
che prevedono le garanzie che consentono la protezione dei diritti di chi è
condannato a morte, in particolare gli standard minimi, stabiliti dall'annesso
alla risoluzione del Consiglio Economico e Sociale, 1984/50; B)- Fornire al
segretario generale le informazioni relative all'uso della pena capitale e al
rispetto delle garanzie che consentono la protezione dei diritti dei condannati
a morte; C)- Limitarne progressivamente l'uso e ridurre il numero dei reati per
i quali la pena di morte può essere comminata; D)- Stabilire una moratoria
delle esecuzioni in vista dall'abolizione della pena di morte".
L'Assemblea, si legge in conclusione, "invita gli Stati che hanno abolito
la pena di morte a non reintrodurla; chiede al segretario generale di riferire
sull'applicazione di questa risoluzione alla 63ma sessione; decide di
continuare la discussione sulla questione durante la 63ma sessione allo stesso
punto all'ordine del giorno". Le garanzie cui si fa riferimento per la
protezione dei condannati prevedono fra l'altro che la sentenza capitale possa
essere comminata solo per i reati più gravi e che non possano essere condannate
persone per reati compiuti sotto i 18 anni. Non possono essere inoltre eseguite
le sentenze nei casi di donne incinte, madri di un bambino piccolo o persone
sofferenti di handicap mentale. Per la condanna a morte servono prove chiare e
convincenti e le garanzie di un processo giusto, con possibilità di appello e
richiesta di grazia.Quando la pena capitale è applicata deve causare il minimo
di sofferenze possibili al condannato. Anche il boia della Virginia è
abolizionistaPena capitale, cosa ne pensi? - E della moratoria voluta
dall'Italia?.
( da "Giornale.it, Il" del
24-12-2007)
La luce di Napoli è un rogo di monnezza di Marcello
D'Orta - lunedì 24 dicembre 2007, 12:07 Quando rimango in casa, accendo il
televisore. E che vedo? Capitali europee addobbate a festa: Vienna, Londra,
Madrid. Parigi, da sempre la ville lumière, a Natale lo è ancora di più. E
Napoli? Napoli è la ville stutàta (spenta), l'antilumière. Grazie a
un'amministrazione inetta e alla camorra, quest'anno non ci sono le luminarie,
neppure un mozzicone di candela riciclata da qualche chiesa od ossario. L'unica
luce viene dai falò della monnezza: grazie anche di questo, signor Bassolino e signora Iervolino. E grazie anche di questo, elettori di
sinistra, che da anni date fiducia a personaggi che andrebbero esiliati, come
fu fatto per i Savoia. Passando per Spaccanapoli, un tale che vendeva biglietti
della lotteria, esclamava: "Accattàteve 'o biglietto, cagniàte 'a vita
vosta...! Ca Prodi nun c'ha lasciato manco 'e sorde pe ll'uÓsse p''o
bròro...!". (Compratevi il biglietto, cambiate la vostra vita, perché
Prodi non ci ha lasciato neppure i soldi sufficienti ad acquistare gli ossi per
cucinare il brodo). Come sarebbe bello se per Uno che arriva in Palestina,
(almeno) tre partissero dall'Italia: Prodi, Bassolino
e Iervolino.
( da "Corriere del
Mezzogiorno" del 25-12-2007)
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Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: 1PAGINA
- data: 2007-12-23 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE Il governatore esalta
il modello Venezia e ammette: "Sbagliammo a chiudere tutte le
discariche" Rifiuti nell'ex deposito di armi Padula, scelta un'area
militare. A Napoli è scontro su Pianura Mentre Napoli e provincia restano
sommersi dai rifiuti, da ieri si profila forse una prima soluzione tampone. Tir
carichi d'immondizia hanno infatti cominciato a fare rotta verso alcuni siti
individuati in collaborazione con il ministero della Difesa. In particolare è
stata scelta un'area a qualche chilometro da Padula dove c'è un grosso deposito
di munizioni in disuso. La località si chiama Mandranello, a 1800 metri sul
livello del mare. Intanto si torna a parlare di una
possibile riapertura della discarica di Pianura. La sindaca Iervolino ha detto:
"Ho sempre difeso e difenderò sempre Pianura". Infine Bassolino ha indicato l'inceneritore di
Marghera come modello. ALLE PAGINE 2 E 3 Brandolini, Geremicca.
( da "Corriere del
Mezzogiorno" del 25-12-2007)
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1CULTURA - data: 2007-12-23 num: - pag: 15 categoria: REDAZIONALE Nel 2008
concerto per la pace in attesa del meeting del 2013 con star da cinque
contintenti. "Ora iniziamo a lavorare" Il Forum delle culture invita
Sting e Santana Sting, Santana, Eric Clapton, Stevie Wonder. E poi Ligabue e i
napoletani Onorato, Zurzolo, Sepe. L'assessore Oddati snocciola con evidente
soddisfazione i nomi degli artisti - alcuni sono dei veri pezzi da novanta -
che parteciperanno al concerto della pace previsto a Napoli per il 2008. Si
tratterà di un assaggio in attesa del Forum delle culture del 2013, che ieri
mattina è stato presentato alla stampa e ad alcuni degli intellettuali e
professionisti già coinvolti nella elaborazione del progetto, da Gravagnuolo ad
Attilio Belli, da Scalabrini a Grispello, da Cola a Cercola, da Mascilli
Migliorini a Mangoni. Doveva essere una presentazione collettiva, con sindaca e
governatore, invece c'era solo l'assessore, vero regista dell'operazione. La Iervolino ha fatto una fugace comparsa a inizio incontro, alle
11, e ha rimarcato l'assenza di Bassolino, ufficialmente impegnato nel vertice con Pansa (che però era
fissato per le 12.30): "Non riusciamo mai a fare un festeggiamento tutti
insieme...". La parola è rimasta a Oddati, che con foga ha
illustrato le grandi linee del progetto. Il quale, promette, sarà occasione per
una reale riqualificazione urbanistica e non solo una passerella di personaggi
ed eventi. Anzi, il Forum delle culture - con il suo miliardo di euro di
finanziamenti - dovrebbe essere il momento della realizzazione della nuova
Bagnoli. Perché è l'area di Napoli occidentale quella prescelta per il meeting.
Resta un interrogativo aperto: se la riqualificazione di Bagnoli non è stata realizzata
finora, come possiamo credere che si farà nei prossimi sei anni? Intanto Oddati
spiega che questo tempo sarà sufficiente per ideare un progetto complesso,
fondato su due elementi fondamentali: la storia di Napoli e i suoi giovani.
"Forse ora è ancora presto per scegliere un modello", aggiunge
Oddati, "ma vorremmo che il Forum avesse anche un significato politico.
Nel frattempo realizzeremo ogni anno un evento. Il 2008 sarà dedicato alla
pace, il 2009 allo sviluppo sostenibile, e così via. Ma la politica dei grandi
eventi non basta, vogliamo puntare anche sulle scuole e sulla riqualificazione
culturale. I ragazzi di oggi saranno i giovani partecipanti al Forum del
2013". Il discorso torna sul piano urbanistico: "Il Forum consentirà
la velocizzazione delle procedure nella riconversione di Bagnoli. Due alberghi
saranno realizzati nella Mostra d'Oltremare, che sarà definitivamente
ristrutturata. Il Collegio Ciano sarà riadattato per ospitare gratuitamente
ragazzi da tutto il mondo nel 2013, ma poi potrebbe diventare uno studentato
internazionale che a Napoli manca". "Rispetto a Monterrey",
dichiara ancora l'assessore, "coltiviamo qualche ambizione in più. Ma in
ogni caso il Forum delle culture ha cambiato il volto delle città nelle quali
si è svolto. Per questo aspettiamo consigli e attiveremo un sito internet e un
blog per far partecipare tutti, addetti ai lavori e semplici cittadini".
Oddati ringrazia poi la "sua squadra", e cioè Mimmo Annunziata,
Salvatore Di Maio e Cristina Basso. E infine abbandona il "low
profile" e s'inorgoglisce: "Solo noi pensiamo sempre male della
nostra città, Napoli è Napoli, è unica, e il Forum qui avrà uno scenario
formidabile. Anche se i problemi quotidiani continueranno ad esistere".
Dal pubblico un commento: è proprio questo che ci preoccupa. M. A. Sopra,
Sting; a fianco, Carlos Santana: i due artisti sono tra gli invitati del
concerto della pace che si svolgerà a Napoli nel 2008.
( da "Corriere del
Mezzogiorno" del 25-12-2007)
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Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione:
INPRIMOPIANO - data: 2007-12-23 num: - pag: 3 categoria: BREVI Le proteste a Napoli
Cortei e sit-in I disoccupati dei Banchi nuovi, ma anche gruppi di varie
associazioni per la salvaguardia di territori dell'hinterland hanno sfilato
ieri mattina a Napoli, dando vita a una manifestazione di
protesta nel centro cittadino con slogan e manifesti indirizzati contro Bassolino, Iervolino e Di Palma ma anche
contro il prefetto Alessandro Pansa, commissario straordinario per l'emergenza
rifiuti. Intanto a Santo Stefano a scendere in piazza saranno gli Amici di
Beppe Grillo insieme al sacerdote comboniano Alex Zanotelli. Il corteo
partirà alle 18 da piazza Sanità, per ricordare che bisogna cominciare dalla
riduzione e dal riuso dei materiali per non avere più rifiuti nelle strade.
( da "Denaro, Il" del
26-12-2007)
Campania udc Casini: Rifiuti e violenza a Napoli,
Campania specchio del Paese Degrado e violenza a Napoli? Per il leader dell'Udc,
Pier Ferdinando Casini, "la Campania è lo specchio del Paese".
"Se l'Italia va male, la Campania va peggio - dice Casini a Napoli - devo
dire che sia Bassolino che la Iervolino - non è una
questione personale è una questione politica - stanno dimostrando la loro
incapacità a governare una regione con i problemi della Campania". E'
inqualificabile la situazione dei rifiuti urbani che ho visto lungo le strade
di Napoli". Esordisce così Pier Ferdinando Casini, intervenendo ieri nel
capoluogo campano al convegno "A tutela della sicurezza contro degrado e
violenza". Centinaia di iscritti all'Udc lo hanno accolto alla Stazione
Marittima di Napoli, al molo Beverello, per ascoltare una riflessione che,
partendo dai temi nazionali della Finanziaria e del welfare, conclude con le
questioni del degrado che investono la regione campana. "Se la Campania è
allo stallo, è perchè questo territorio è da sempre lo specchio del paese dice
-. L'Italia va male, la Campania va peggio". E poi, sul governo nazionale:
"E' all'epilogo. Noi continuiamo nel Parlamento e nel Paese una dura
battaglia contro un governo che sta portando l'Italia al fallimento dice Casini
- dalla sicurezza al welfare il governo sta dimostrando la sua insipienza e
incapacità". re. pol. del 22-12-2007 num.
( da "Denaro, Il" del
26-12-2007)
Napoli riqualificazione urbana Bonifica da gennaio,
per Bagnoli 288 mln Alla Toscana andranno 681 milioni alla Campania 288
milioni. Partiranno a gennaio i lavori per la bonifica e la
deindustrializzazione delle aree portuali di Bagnoli e Piombino, grazie ad uno
stanziamento di 970 milioni di euro. E' il contenuto dell'accordo quadro di
bonifica per Bagnoli e Piombino siglato ieri mattina dal ministro
dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, dal ministro dello Sviluppo Economico
Pierluigi Bersani, dal ministro della Ricerca Fabio Mussi, dai rappresentanti
degli enti locali delle due aree e le autorità portuali. "Questo accordo -
ha detto il ministro dell'Ambiente - dimostra che quando c'è la volontà di
coinvolgere tutti in un percorso di partecipazione, in pochi mesi si riesce a
sbloccare ciò che era impantanato da anni". Il ministero dell'Ambiente
finanzierà i progetti con 300 milioni di euro, mentre le altre risorse saranno
stanziate dal ministero dello Sviluppo Economico e dagli enti locali. Sabrina
Milano Parte tra un mese la vasta operazione di riqualificazione ambientale del
sito di Interesse Nazionale di Bagnoli e anche la colmata, simbolo della
vecchia acciaieria dell'Ilva, entro il 2010 sarà finalmente smantellata.
Firmato ieri a Roma al ministero dell'Ambiente, retto da Alfonso Pecoraro
Scanio l'accordo di Programma Quadro per gli interventi di bonifica negli
ambiti marino costieri dei siti di Piombino e Napoli Bagnoli-Coroglio tra la
Presidenza del Consiglio, i Ministeri dell'Ambiente, dello Sviluppo Economico,
dei Trasporti, delle Infrastrutture, dell'Università e della Ricerca, il
commissario di governo per l'emergenza bonifiche in Campania, le Regioni
Toscana e Campania, le Provincie di Livorno e di Napoli, le Autorità Portuali
di Piombino e di Napoli, i Comuni di Piombino e di Napoli, il Circondario Val
di Cornia, la Bagnolifutura (per la quale erano presenti il Presidente Rocco
Papa e il vicepresidente Casimiro Monti). Un investimento complessivo di quasi
un miliardo di euro, ossia di 970 milioni di euro, di cui 288 milioni di euro
destinati agli interventi di riqualificazione a Napoli e 681 milioni di euro
per quelli invece da realizzare nella città toscana di Piombino. Circa 186
milioni serviranno per la rimozione della colmata e della scogliera di Bagnoli,
il trasferimento dei materiali della colmata nelle vasche di Piombino, posa in
opera della barriera soffolta, rimozione dei sedimenti pericolosi presenti
nello specchio d'acqua antistante l'ex Ilva e il ripascimento degli arenili.
Altri 24 milioni per la bonifica degli arenili del litorale flegreo e circa 79
milioni di euro per il dragaggio dei fondali e il riempimento della cassa di
colmata della darsena di levante nella zona di Napoli orientale. I tempi di
attuazione degli interventi relativi al sito di Bagnoli sono in totale 34 mesi.
Di cui 9 mesi, da gennaio 2008 a settembre 2008 per la progettazione e
l'affidamento dei lavori. Le gare d'appalto quindi partiranno proprio nel mese
di settembre del 2008. Saranno necessari 18 mesi, da ottobre 2008 a marzo 2010
per rimuovere la colmata di Bagnoli mentre per la bonifica degli arenili 24
mesi a partire dal mese di aprile del 2008. Soggetti attuatori dell'accordo
quadro di programma e quindi titolari degli interventi da appaltare sono:
l'Autorità portuale di Piombino, Comune di Piombino, Commissariato per le
bonifiche della Regione Campania ed Autorità Portuale di Napoli. Il ministero
dell'Ambiente finanzierà i progetti con 300 milioni di euro, mentre le altre
risorse saranno stanziate dal ministero dello Sviluppo Economico e dagli enti
locali. \"Questo accordo - commenta il ministro dell'Ambiente, Alfonso
Pecoraro Scanio - dimostra che quando c'è la volontà di coinvolgere tutti in un
percorso di partecipazione, in pochi mesi si riesce a sbloccare ciò che era
impantanato da anni\". "Una giornata commenta Casimiro Monti,
vicepresidente di Bagnolifutura che conclude un lungo lavoro portato avanti
anche da Bagnolifutura al fianco del ministero dell'Ambiente. Un accordo
fondamentale per l'attuazione del piano di Bagnoli e che risolve i problemi di
tre siti di interesse nazionale: Piombino, Napoli orientale e Napoli
occidentale". Obiettivi, protagonisti e risvolti economici dell'intesa Lo
scopo dell'intesa Ripristinare la balneazione del litorale di Bagnoli Coroglio,
realizzare il terminal di levante del porto di Napoli, la bonifica delle aree
industriali di Piombino, la strada di accesso al porto e il terminal della
livornese Attori dell'accordo L'intesa ha per protagonisti tre Ministeri del
Governo Prodi (Ambiente, Sviluppo Economico e Infrastrutture), i rispettivi
enti locali della regione campana e di quella toscana Costo dell'operazione Lo
stanziamento complessivo sarà di 970 milioni di euro. Alla Toscana andranno 681
milioni di euro, alla Campania 288 milioni di euro. Il ministero dell'Ambiente
finanzierà i progetti con 300 milioni di euro, mentre le altre risorse saranno
stanziate dal ministero dello Sviluppo Economico e dagli enti locali L'inizio
dei lavori La bonifica e la deindustrializzazione delle aree portuali di
Bagnoli e Piombino partiranno a gennaio 2008 L'intervento di Bagnoli I fondi
serviranno per rimuovere la colmata di Bagnoli, per risanare i fondali marini e
gli arenili della zona occidentale dove per circa un secolo è stata attiva la
grande acciaieria dell'Ilva e per riempire le casse della darsena di levante Le
parole Antonio Bassolino gpvernatore della Campania
L'accordo è un passaggio importantissimo per la bonifica e la trasformazione di
Bagnoli. Come Regione Campania abbiamo fatto la nostra parte investendo oltre
31 milioni di euro tra risorse del Commissariato per l'emergenza bonifiche e
fondi europei del Por. Pierluigi Bersani ministro dello Sviluppo economico
Un'operazione importanteche dimostrerà come in aree che hanno una tradizione
industriale possiamo produrre sia bonifiche ambientali che sviluppo e
occupazione Fabio Mussi ministro dell'Università e della Ricerca Un esempio di
cooperazione leale come vuole la nostra Costituzione. Già nei prossimi tre mesi
sarà stilato il percorso che prevede il ritiro delle colmate di Bagnoli che
saranno riutilizzate nell'area industriale di Piombino, dove sono già pronte le
vasche di contenimento Rocco Papa presidente di Bagnolifutura Ora per Bagnoli
si può parlare effettivamente di una fase di svolta. La certezza del percorso
tracciato - conclude Papa - finalmente consentirà alla nostra società di trasformazione
urbana di indire i bandi di gara per la vendita dei suoli
Rosa Russo Iervolino sindaco di Napoli L'accordo è la realizzazione di un sogno
con il recupero di uno dei pezzi di costa più belli del mondo. Gli interventi
su Bagnoli si inseriranno in un progetto ampio di riqualificazione della zona
occidentale di Napoli che nel 2013 ospiterà il forum mondiale delle culture del
22-12-2007 num.
( da "Repubblica, La" del 27-12-2007)
Pagina III - Napoli Dopo l'appello lanciato nei
giorni scorsi dal sindaco E il Quirinale segue l'evolversi della crisi
Napolitano rassicura la Iervolino Calderoli, Lega Nord, attacca Comune e
Regione: "Sono da commissariare" OTTAVIO LUCARELLI (segue dalla prima
di cronaca) Appello al Capo dello Stato e "attenzione" da parte di
Giorgio Napolitano nel momento in cui il Comune e la Regione finiscono nel
mirino nazionale e da più parti si chiede di commissariare i due Palazzi della
politica. Una richiesta non solo "politica" perché l'ultimo
commissariamento anni Novanta firmato dall'ex ministro dell'Interno Nicola
Mancino puntava proprio sulle condizioni igienico sanitarie della città.
Appello nelle ore in cui il Commissariato straordinario potrebbe decidere
d'autorità e contro le scelte del Comune, di riaprire la discarica di Contrada
Pisani a Pianura che fu chiusa dieci anni fa e poi bonificata. La stessa area
su cui nei piani urbanistici avrebbe dovuto sorgere addirittura un campo da
golf. Un'offensiva contro Regione e Comune che è stata lanciata dal senatore
leghista Roberto Calderoli il quale si rivolge al governo e al presidente della
Repubblica a cui chiede di cacciare i mercanti dal tempio: "La città è
sommersa dai rifiuti, le epidemie sono dietro l'angolo ma le vie dove risiedono
il presidente della Regione e il sindaco sono assolutamente pulite"
riferendosi a un servizio mandato in onda da un'emittente nazionale.
"Vergogna, vergogna, vergogna! Il governo - aggiunge Calderoli - deve
commissariare subito chi ha ridotto Napoli ad un discarica. Scommetto che nella
zona in cui risiede il presidente della Repubblica si è già provveduto a
ripulire. Caro Napolitano, provveda dunque lei a cacciare i mercanti dal
tempio". Appelli rilanciati in serata da altre forze nazionali del
centrodestra. "Commissariare Comune e Regione" è
anche la richiesta di Luca Volonté dell'Udc: "La Campania e il Comune
guidati dal tandem Bassolino-Iervolino sono in tragica emergenza rifiuti. In questi giorni di
festività i cittadini napoletani e casertani in particolare, sono costretti a
incendiare i rifiuti per evitare che l'immondizia arrivi sotto le finestre. Una
vergogna. Bassolino, Iervolino e Pecoraro
Scanio devono pagare in prima persona". E Forza Italia accusa a livello
locale con il capogruppo comunale Raffaele Ambrosino, che vive a Secondigliano
dove le montagne di immondizia lievitano, come in tutta l'area Nord della
città, tra roghi notturni e rischi di epidemie: "Vedere la periferia
invasa dai rifiuti e il centro cittadino pulito è la conferma di quanto questa
amministrazione badi solo al salotto della città e consideri di serie B i
cittadini napoletani delle municipalità estreme". "Fino a prova contraria
- accusa Ambrosino - anche i cittadini delle periferie pagano la stessa e
medesima tassa per i rifiuti come tutti gli altri abitanti. Questo metodo
ingiusto e discriminante disattende anche un preciso indirizzo del Consiglio
comunale che approvò tempo fa un ordine del giorno a mia firma in cui è
stabilito che, in caso di nuove emergenze, i disagi dovevano essere distribuiti
uniformemente tra le diverse municipalità del centro e delle periferie".
( da "Corriere del
Mezzogiorno" del 27-12-2007)
Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: 1PAGINA
- data: 2007-12-27 num: - pag: 1 categoria: BREVI LA RICETTA LEGHISTA di SALVATORE
PRISCO Nei giorni scorsi ho incontrato per strada un amico professore di storia
dell'arte. Ci siamo scambiati i rituali auguri di Natale a ridosso di un
ragguardevole mucchio di monnezza. Notando il mio sguardo sconsolato sul
panorama circostante, con un guizzo ironico negli occhi mi ha filosoficamente
invitato a consolarmi: "Che vuoi che sia? Si tratta solo di una
performance artistica!". La grande arte, in effetti, precorre sempre la
realtà, la legge nel profondo e ce la disvela, forzando la nostra altrimenti
distratta attenzione. Così, un classico come la "Venere degli
stracci" - che Michelangelo Pistoletto espone in questo periodo in una
chiesa vicina al Madre, mentre può vedersi in piazza Plebiscito la sua
installazione dedicata alla tolleranza e alla coesistenza fra le culture spiega
l'attuale condizione di Napoli più di mille dotte analisi. Biellese, egli ama
la nostra città. Un altro uomo del nord assai meno tenero con noi, il senatore
leghista Roberto Calderoli, sceglie invece la via dell'attacco diretto,
chiedendo addirittura lo scioglimento degli organi istituzionali del Comune
capoluogo e della Regione. è lo stesso politico che definì la legge elettorale
per le Camere (da lui sottoscritta) come "una porcata". Ancora lui
indossò sotto la camicia una t-shirt con una delle vignette antimaomettane
uscite in Danimarca e, mostrandola in tv, provocò un putiferio e dovette
dimettersi da ministro. L'uomo insomma è urticante e poco elegante. Tuttavia,
quando dice che a Napoli le sole vie pulite dall'immondizia
sono forse quelle dove si trovano le abitazioni di Bassolino, della prima cittadina Iervolino e del presidente Napolitano, a
noi viene in mente un episodio della recente competizione ammini-strativa nella
nostra città, in provincia di Napoli. Si era nel pieno di un'altra emergenza
rifiuti e, come per miracolo, le sole strade perfettamente ripulite furono,
almeno per poche ore, quelle che si trovò a percorrere un esponente del
governo, calatovi in una fulminea presenza comiziante. A leggere i bilanci
provvisorÎ delle principali attività cittadine connesse al turismo c'è in
effetti da mettersi le mani nei capelli. Somigliano ai bollettini di una guerra
perduta, ai rendiconti di una realtà degradata che la propaganda non tenta più
nemmeno di edulcorare. Si lamenta del calo dei visitatori la sovrintendente
dell'Archeologico. La via verso Capodimonte sembra una discarica. Borbottano
gli albergatori. Insoddisfatti negozianti e Confcommercio, anche perché di
danari ne girano pochi e la sicurezza non è mai stata al massimo. Un po' sarà
il solito gioco delle parti, ma la situazione resta visibilmente pesantissima.
Sui siti di deposito dei rifiuti, poi, il balletto è perfino comico: si
chiudono perché non a norma, si riaprono con affanno, se ne preannunciano di
nuovi e immancabilmente popolazioni e deputazioni locali interessate preparano
le solite ribellioni. In questi giorni il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca,
ha annunciato di volere una nuova, grande piazza. In un attacco di megalomania
mistica che non gli ha risparmiato sarcasmi, ha svelato il desiderio di esservi
sepolto, quando fra cent'anni sarà venuto il suo tempo, al fine di restare per
sempre al centro dei luoghi che ha amministrato e nel cuore, nonché sotto gli
occhi, dei concittadini. Speriamo che l'esempio non prenda piede. Non osiamo
infatti pensare a quale potrebbe essere, nel caso, il loculo più degno per gli
amministratori comunali e regionali partenopei.
( da "Corriere del
Mezzogiorno" del 27-12-2007)
Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione:
INPRIMOPIANO - data: 2007-12-27 num: - pag: 2 categoria: BREVI
Casa Bassolino In via
Posillipo, dove abita il governatore Bassolino, nemmeno l'ombra di un sacchetto. A sinistra, via Foria: una
letterina di Natale spunta dal cassonetto (foto Massimo Pastore) Casa Iervolino
Nei pressi dello stabile dove abita Rosa Russo Iervolino, in via Duomo (sopra),
non c'è emergenza rifiuti. Non così a Scampia (a destra) come si vede
dallo skyline delle vele.
( da "Corriere del
Mezzogiorno" del 27-12-2007)
Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione:
INPRIMOPIANO - data: 2007-12-27 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE Palumbo:
"Così viene meno la fiducia nel Governo Chiamerò di nuovo Prodi"
Calderoli (Lega) e Volontè (Udc): vergogna, Napolitano commissari Regione e
Comune Il parlamentare di Giugliano sfiducia Prodi: "Il premier aveva
promesso la chiusura della discarica" NAPOLI - Se l'ex ministro per le
riforme, Roberto Calderoli, si appella al capo dello Stato "perché
commissari immediatamente la Regione Campania e il Comune di Napoli a causa
della vergogna rifiuti", il senatore di Giugliano del Partito democratico,
il fedelissimo demitiano Nello Palumbo, non solo condivide in buona parte la
contestazione del collega leghista, ma addirittura minaccia di far saltare la
maggioranza di centrosinistra al Senato nello stesso giorno in cui è Lamberto
Dini a decretarne ragionieristicamente la fine. "Con la riapertura del
sito di Taverna del re - tuona Palumbo - viene oggettivamente meno il rapporto
di fiducia con il governo Prodi, dato che lo scorso 18 dicembre era stato il
presidente del consiglio in persona a confermarmi la definitiva chiusura del
sito, avvenuta, di fatto, dopo due giorni su disposizione del prefetto
Alessandro Pansa. Ora lo si riapre in beffa a qualunque accordo e, soprattutto,
a causa della resistenza opposta da altre comunità. Stavolta ha ragione
Calderoli a dire che così siamo diventati una vergogna nazionale, un vero
scandalo". Insomma, Prodi rischia di ritrovarsi non soltanto senza i voti dei
diniani, ma anche del senatore di Giugliano: "Calderoli non ha tutti i
torti - aggiunge Palumbo - anche se il governo Berlusconi si è avvalso, come
tutti gli altri, della medesima politica commissariale sul versante
dell'emergenza rifiuti in Campania, senza, peraltro, raccogliere risultati
incoraggianti. Insomma, le inefficienze e le responsabilità sono molteplici e
coinvolgono più governi e livelli istituzionali. Ora, però, si vanifica il
programma del decreto del luglio scorso: la riapertura di Taverna del re è un
modo assurdo di scaricare le responsabilità di tutti sulla comunità di
Giugliano. Nelle prossime ore tornerò a chiamare Prodi: voglio capire dove si
vuole andare a parare". Il senatore leghista Calderoli si è rivolto al
capo dello Stato Giorgio Napolitano perché, a causa dell'emergenza rifiuti,
"scacci i mercanti dal tempio". In particolare, Calderoli attacca
inadempienze e ritardi: "La città di Napoli - sottolinea - è sommersa dai
rifiuti, le epidemie sono dietro l'angolo, ma le vie dove risiedono il
presidente della Regione e il sindaco di Napoli sono assolutamente pulite e
prive di qualunque cumulo di rifiuti. Vergogna, vergogna, vergogna! Incapaci da
sempre di gestire un'emergenza che rischia di diventare secolare trovano invece
il tempo, le risorse e la capacità per garantire il decoro del loro domicili ma
costringono a far vivere i propri cittadini nella ''munnezza''. Il Governo
commissari subito chi ha ridotto Napoli ad un discarica. Non sono a Napoli ma
scommetto che nella zona dove risiede il presidente della Repubblica i vertici
dei suddetti enti locali hanno provveduto a ripulire la zona in maniera
impeccabile. Caro presidente Napolitano, al posto di fare proclami provveda lei
a scacciare i mercanti dal tempio". Un affondo che riprende anche l'esponente
dell'Udc Luca Volonté: ""La Campania - dice - guidata
dal tandem Bassolino-
Iervolino e il Comune di Napoli, sono in tragica emergenza rifiuti. C'è bisogno
di un commissario di governo in regione e in comune. In questi giorni di
festività i cittadini campani e quelli napoletani e casertani in particolare
sono costretti ad incendiare i rifiuti per evitare che l'immondizia arrivi
sotto le finestre. Una vergogna per la quale Bassolino,
Iervolino e Pecoraro Scanio devono pagare in prima persona". A. A.
( da "Libero" del
27-12-2007)
Attualità 27-12-2007 I problemi
di Napoli e le responsabilità di Bassolino e Iervolino
Risponde Mattias Mainiero Dopo quindici anni la statua raffigurante una donna
che si dispera collocata davanti all'istituto dei tumori di Napoli "G.
Pascale", posta a suo tempo dall'amministrazione bassoliniana, è stata
tolta. La mia raccolta di firme ha avuto successo. Faccio una proposta: la
statua venga posta all'ingresso della città di Napoli con una targa: "Per
me si va nella città dolente. Per me si va nella città oscura. Perdete ogni
speranza voi che entrate". Ciro Visconti Napoli Eh no, caro Visconti, ora
non la seguo più. Ma come? Ha (e abbiamo) fatto una lotta per togliere quella
statua raffigurante il dolore dall'ingresso dell'ospedale Pascale, ospedale
specializzato nella cura dei tumori. Ha (abbiamo) spiegato che un'opera del
genere non poteva stare lì, che agli ammalati bisogna dare speranza, non
sofferenza. Ha organizzato una raccolta di firme e alla fine la statua, spero
anche grazie al contributo di questa rubrica e del sottoscritto, è giustamente
stata tolta. E ora, vinta la battaglia, lei propone di piazzare il dolore alle
porte di Napoli città-inferno? E perché si vuole così male? Perché vuole
etichettare, punire col dolore, condannare tutti i napoletani? Le cito qualche
dato. Nel 2007, rispetto all'anno precedente, nelle regioni più sviluppate del
paese l'incremento della ricchezza prodotta per abitante è stato di 1.143 euro,
nel Mezzogiorno di 430. Napoli entra nelle ultime dieci province italiane.
Brutto primato. Tra il 2002 e il 2005, tutti anni di governo di centrosinistra,
come i precedenti e quelli successivi, l'incremento medio del Pil a Napoli e in
Campania non ha superato il mezzo punto percentuale. Nel 2007 (fonte
Unioncamere) il Pil campano si attesterà sull'1,8 per cento, al di sotto della
media nazionale. Un altro dato: nel 2006, soltanto il 26 per cento delle
imprese campane ha visto crescere il fatturato e ben il 22 per cento ha subìto
una flessione (più 4 punti il saldo, contro i 14 punti del Centro-Nord). Colpa
del governo nazionale? Sicuramente sì. Anche dei cittadini napoletani? In
parte, forse. Ovvio, però, che gli amministratori locali hanno una buona dose
di responsabilità. Non le pare? E allora lasciamo ai napoletani almeno la
speranza e quella statua mettiamola a piazza Municipio, dinanzi a Palazzo San
Giacomo, sede del Comune e di Rosa Russo Iervolino. Se ce ne fosse una copia,
andrebbe benissimo davanti alla sede della Regione e di Antonio Bassolino. Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di
riproduzione delle notizie senza autorizzazione.
( da "Denaro, Il" del
27-12-2007)
Commenti rifiuti Napoli invivibile, promesse
disattese Gerardo Mazziotti "Nel continuare l'attività, finora
rigorosamente espletata, di vigilanza e contrasto delle infiltrazioni della
criminalità organizzata (...) e continuando nell'opera di modernizzazione dei
servizi (...) va effettuato un salto in avanti nel programma comunale di
gestione dei rifiuti finalizzato all'ottenimento del 35 per cento della
raccolta differenziata; un traguardo da raggiungere attraverso la realizzazione
di due impianti di trattamento dei rifiuti organici, di dieci aree ecologiche,
una per ogni municipalità, di un impianto di trattamento della carta e di cento
ecopiazzole (miniaree ecologiche) e, soprattutto, attraverso la raccolta porta
a porta della frazione organica umida dei rifiuti e degli imballaggi. Novità
significative del programma sono la istituzione del netturbino di quartiere' e
l'attuazione, con cadenza mensile, del Quartiere pulito', consistente nell'
accurata pulizia, con lavaggi e disinfezione, di reti fognarie, strade e piazze
di parti della città, previo divieto temporaneo di sosta delle auto" . E' quel che si legge nel programma di governo della città di Napoli
che la signora Iervolino, ricandidatasi a sindaco della città alle elezioni del
5 aprile 2006, ha presentato agli elettori e, una volta riconfermata nella
poltrona più alta di palazzo San Giacomo, ha letto nella seduta inaugurale del
nuovo Consiglio comunale. Ma, non avendo inverato nemmeno uno di questi
impegni dopo venti mesi e cinque anni di amministrazione, per complessivi
ottanta mesi, la città è ancora sommersa da montagne di rifiuti. Una vergogna
che scandalizza tutt'Italia e mezzo mondo. E che costringe il Sole24Ore a
confinare Napoli negli gli ultimissimi posti delle città vivibili. Ogni anno.
Dal 1994. Talchè, presa dallo sconforto, la sindaca ("che imbarazzo, non
c'è alcun dubbio che ci siano responsabilità nostre nei ritardi" ha detto
il 18 dicembre) non ha trovato di meglio la sera del 24 dicembre, vigilia del Santo
Natale, che rivolgere un accorato appello al Capo dello Stato perchè venga in
soccorso della "sua" città. Anzi che recitare il mea culpa e chiedere
scusa ai napoletani. Magari in un'assemblea popolare in piazza del Plebiscito.
E magari assieme al governatore Bassolino.
g_mazziotti@yahoo.it del 27-12-2007 num.
( da "Mattino, Il
(Salerno)" del 27-12-2007)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Caserta))
DALL'INVIATO GIGI DI FIORE Giugliano. La pioggia non
ha pietà. Non dà tregua all'inzuppato gazebo, testimone di 60 giorni di
proteste. Un fortino assediato, all'ingresso dello sterrato maledetto. Da qui,
pochi metri e si arriva all'area di stoccaggio di Taverna del Re. L'impianto
delle ecoballe, velenosa e mortale discarica a cielo aperto che doveva restare
chiusa. Tre giorni fa lo stop, per smistare altrove l'immondizia prodotta
dall'intera regione. Illusione: è arrivata invece l'improvvisa marcia indietro.
Il prefetto Alessandro Pansa è costretto a rimangiarsi la parola data. Di
fronte a veti e interessi politici, a potenti sponsor di altre zone, il
commissario per l'emergenza rifiuti non può far altro che disporre la
riapertura di Taverna del Re. E arginare l'emergenza, eredità di errori datati
nel tempo. Il tam tam e i timori erano partiti già dal giorno di Natale.
Qualche parroco, come nella chiesa di San Pio, aveva avvertito i fedeli sulle
voci di riapertura della discarica. L'allerta è partito via cellulari,
attraverso mail o blog. Ma sono giorni di festa e hanno risposto in pochi. Nel
pomeriggio, nel gazebo non sono più di cinque. Infreddoliti, arrabbiati.
Delusi. Hanno visto i camion, entrati di mattina presto carichi di immondizia.
Una trentina di automezzi, guardati dalla polizia. Il gazebo ha la bandiera
inzuppata d'acqua, le foto drammatiche del degrado con l'ironica scritta
"Benvenuti a Taverna del Re" diventate ormai un ricordo. Accanto, la
tenda scura con il braciere per dare calore e la luce: in serata accoglierà una
ventina di persone, in attesa di altri camion. Dice Raffaele Del Giudice, di
Legambiente: "Siamo delusi, perché la parola dello Stato non serve più a
nulla. Le promesse di chiusura sono durate tre giorni. Noi siamo carne da macello,
in altre province hanno sponsor importanti, deputati potenti. Qui, possono
scaricarci i rifiuti di tutta una regione, obbedendo ai veti altrui".
Venerdì scorso, nelle scuole di Giugliano avevano festeggiato: un albero
piantato in segno di speranza. Ad esorcizzare le voci ricorrenti di un aumento
di malformazioni fetali tra le donne incinte della zona. La rabbia, la
delusione. Il sindaco di Giugliano, Francesco Taglialatela, non può che
annunciare: "Ci opporremo, come abbiamo già fatto, nelle sedi giudiziarie
alla nuova decisione del commissario. Saremo accanto ai cittadini che
protestano, sempre pacificamente". È giorno di festa. La stanchezza, la
delusione, la rassegnazione hanno assalito gli attivisti del comitato di
Taverna del Re. Il tam tam fissa un nuovo luogo di incontro: la stazione di
Aversa. Sono una sessantina, in gran parte giovani. E donne. Urlano:
"Raccolta, raccolta, differenziata...!". Una decina di poliziotti
osserva. Con un invito: "Vi lasceremo solo pochi minuti sui binari".
È una mini-invasione. Simbolica. I passeggeri in partenza sono più agguerriti
di chi manifesta per la propria salute. Minacciano di malmenare i dimostranti,
se il treno non parte. Accusano: "Chi vi paga, qualcuno?".
Solidarietà zero, la chiusura negli egoismi è il parto del degrado. I
manifestanti sono pochi. Tra loro, Pina Elmo: "Hanno ragione anche loro.
In fondo, noi vogliamo solo che si sappia come ci trattano. Che qui si può fare
tutto impunemente. Che moriamo di cancro, subiamo gli
affari delle ecomafie, non ci danno servizi. E siamo qui, al freddo, solo per
urlare che esistiamo anche noi". Il blocco dei treni dura un quarto d'ora.
Lo spostamento è rapido: dalla stazione di Aversa a pochi metri più avanti.
Verso il secondo quadrivio, sulla "Variante" verso Melito. Ai
lati, lo scenario è da allegoria dantesca: colline di rifiuti. Basta spostarli,
metterli a centro strada, per sbarrare i quattro incroci. In pochi attimi, il
traffico si blocca. I manifestanti, ora un centinaio, urlano ancora:
"Raccolta differenziata". Un altro gruppo di persone è dinanzi al Cdr
di Giugliano: ferma tre camion in uscita, pieni di ecoballe. Verso le 20.30 a
Taverna del Re, viene squarciata la ruota di un automezzo, un manifestante si
sdraia davanti a un altro camion, ma la polizia in forze interviene e il
passaggio degli automezzi torna libero. Spiega Mimmo Di Gennaro, altro leader
del comitato: "L'alibi del prefetto è stato quello di un codicillo della
promessa, che subordinava la chiusura al superamento dell'emergenza. Cosa non
avvenuta. Un codicillo che non avevamo mai accolto, né preso in considerazione.
Hanno vinto gli egoismi". È un vero e proprio blitz la riapertura del sito
giuglianese. Una piazzola è invasa a metà di ecoballe scoperte, un'altra è
vuota. Pronta a ricevere lo scarico dei prossimi camion. Più in là, una terza
piattaforma cementata e una quarta sterrata. Ma Taverna del Re non doveva
chiudere? Per ora, si riapre. Fino al 31, dice l'ordinanza prefettizia. Non a
caso, è la data dell'avvicendamento al commissariato per l'emergenza.
( da "Mattino, Il
(Salerno)" del 27-12-2007)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Caserta))
Calderoli accusa: niente
spazzatura sotto casa di Iervolino e Bassolino. Allarme
diossina, ancora centinaia di roghi.
( da "Mattino, Il
(Salerno)" del 27-12-2007)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Caserta))
Napoli: puliti Chiaia e Posillipo, in rivolta gli altri
quartieri LUIGI ROANO Un centinaio di roghi di cassonetti: un bilancio ancora
pesante, gli esperti sanitari stanno verificando se dietro tanti veleni c'è
anche l'effetto diossina. Fiamme che hanno illuminato uno dei Natale peggiori
per Napoli e la sua provincia. La crisi dei rifiuti è molto grave. Il parco del
Vesuvio, per esempio, si trasforma sempre di più in discarica a cielo aperto. E
non deve lasciare sperare il dato che in città ci siano a terra 1400 tonnellate
rispetto alle 3000 del 23 dicembre. Perché come avvertono dall'Asìa (l'azienda
per la raccolta rifiuti) i nuovi siti di stoccaggio trovati in fretta e furia
con la collaborazione dell'Esercito, già sono saturi. Da oggi, e con gli
impianti cdr a mezzo servizio, potrebbero tornare ancora i cumuli di sacchetti
fino ai primi piani dei palazzi. C'è tuttavia un'oasi in questo scenario da
incubo: Chiaia e Posillipo, il salotto buono come viene spesso indicato, dove
non c'è traccia dell'emergenza. Un dato he ha scatenato gli altri presidenti di
Municipalità che si sentono discriminati e sono pronti a farsi sentire dal
sindaco Iervolino e dall'assessore competente Gennaro Mola. Ma la polemica
sulla città a due facce arriva fino a Roma, il senatore leghista Roberto
Calderoli accusa governatore e sindaco di godere, sotto le loro abitazioni, di
una sorta di corsia privilegiata: "La città - attacca Calderoli - è
sommersa dai rifiuti, le epidemie sono dietro l'angolo ma le vie dove risiedono
il presidente della Regione Antonio Bassolino e il
sindaco sono assolutamente pulite e prive di qualunque cumulo di rifiuti.
Vergogna, vergogna, vergogna! Scommetto che nella zona dove risiede il
presidente della Repubblica, i vertici dei suddetti enti locali hanno
provveduto a ripulire in maniera impeccabile. Caro presidente Napolitano, al
posto di fare proclami, provveda lei a scacciare i mercanti dal tempio".
"La Campania e il Comune guidati dal tandem Bassolino-Iervolino hanno bisogno di un
commissario di governo" l'appello di Luca Volontè, dell'Udc. Situazione
critica con la mina vagante di una guerra fra chi ha più immondizia: "Caro
sindaco non ne possiamo più - spiega Fabio Tirelli presidente della
Municipalità Pianura-Soccavo, che ha il triste record di spazzatura in strada,
circa 200 tonnellate - siamo sempre noi i più penalizzati. Perché Chiaia pulita
e Pianura no? Come se non bastasse si vuole riaprire pure la discarica dei
Pisani. Ma siamo pronti a fare le barricate". Oggi e domani consigli di
Municipalità straordinari sull'argomento. Riunioni per verificare anche una
indiscrezione: i titolari del sito dei Pisani sarebbero stati convocati dal
commissario per l'emergenza e ascoltati sulla possibilità di riaprire la
discarica. Avrebbero detto no a Pansa. Ma presidente e consiglieri vogliono
vederci chiaro. Anna Cozzino, presidente della Municipalità San
Giovanni-Ponticelli, è sulla stessa lunghezza d'onda di Tirelli. "La prima
cosa che farò oggi - dice - è andare dall'assessore Mola, qui l'emergenza è più
emergenza che altrove. Capisco che per le vie dell'arte ci possa essere
un'attenzione ma perché a Chiaia e Posillipo si respira e noi dobbiamo essere
sommersi dai rifiuti? La situazione è ormai insostenibile". Proteste
arrivano dai comitati Cupa Principe e Cupa Carbone nella zona di San Pietro a
Patierno dove il sindaco ha individuato il sito di stoccaggio provvisorio. Un
no secco alla decisione anche dai componenti dei comitati. Se Napoli piange, la
provincia è messa ancora peggio. A San Giorgio a Cremano, dove oggi è a rischio
la riapertura dei negozi perché le saracinesche sono ostruite dai sacchetti, il
sindaco si è visto bocciare da Arpac e Asl il sito di stoccaggio provvisorio.
Ercolano e i suoi magnifici scavi sono sfregiati dalla spazzatura. Situazione
drammatica anche nell'area flegrea: via Napoli che collega Napoli a Pozzuoli ha
un panorama unico, ma in queste ore è coperto da cassonetti stracolmi.
( da "Mattino, Il
(Benevento)" del 27-12-2007)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Circondario Nord)) (Mattino, Il (Circondario
Sud2)) (Mattino, Il (City))
IL LEGHISTA CALDEROLI:
CASSONETTI VUOTI NELLE STRADE DOVE ABITANO IERVOLINO E BASSOLINO Solo Chiaia e
Posillipo puliti: è rivolta ROANO A PAG. 30.
( da "Mattino, Il
(Nazionale)" del 27-12-2007)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Circondario Sud1)) (Mattino, Il (City))
(Mattino, Il (Circondario Nord)) (Mattino, Il (Circondario Sud2)) (Mattino, Il
(Avellino))
DALL'INVIATO GIGI DI FIORE Giugliano. La pioggia non
ha pietà. Non dà tregua all'inzuppato gazebo, testimone di 60 giorni di
proteste. Un fortino assediato, all'ingresso dello sterrato maledetto. Da qui, pochi
metri e si arriva all'area di stoccaggio di Taverna del Re. L'impianto delle
ecoballe, velenosa e mortale discarica a cielo aperto che doveva restare
chiusa. Tre giorni fa lo stop, per smistare altrove l'immondizia prodotta
dall'intera regione. Illusione: è arrivata invece l'improvvisa marcia indietro.
Il prefetto Alessandro Pansa è costretto a rimangiarsi la parola data. Di
fronte a veti e interessi politici, a potenti sponsor di altre zone, il
commissario per l'emergenza rifiuti non può far altro che disporre la
riapertura di Taverna del Re. E arginare l'emergenza, eredità di errori datati
nel tempo. Il tam tam e i timori erano partiti già dal giorno di Natale.
Qualche parroco, come nella chiesa di San Pio, aveva avvertito i fedeli sulle
voci di riapertura della discarica. L'allerta è partito via cellulari,
attraverso mail o blog. Ma sono giorni di festa e hanno risposto in pochi. Nel
pomeriggio, nel gazebo non sono più di cinque. Infreddoliti, arrabbiati.
Delusi. Hanno visto i camion, entrati di mattina presto carichi di immondizia.
Una trentina di automezzi, guardati dalla polizia. Il gazebo ha la bandiera
inzuppata d'acqua, le foto drammatiche del degrado con l'ironica scritta
"Benvenuti a Taverna del Re" diventate ormai un ricordo. Accanto, la
tenda scura con il braciere per dare calore e la luce: in serata accoglierà una
ventina di persone, in attesa di altri camion. Dice Raffaele Del Giudice, di
Legambiente: "Siamo delusi, perché la parola dello Stato non serve più a
nulla. Le promesse di chiusura sono durate tre giorni. Noi siamo carne da
macello, in altre province hanno sponsor importanti, deputati potenti. Qui,
possono scaricarci i rifiuti di tutta una regione, obbedendo ai veti
altrui". Venerdì scorso, nelle scuole di Giugliano avevano festeggiato: un
albero piantato in segno di speranza. Ad esorcizzare le voci ricorrenti di un
aumento di malformazioni fetali tra le donne incinte della zona. La rabbia, la
delusione. Il sindaco di Giugliano, Francesco Taglialatela, non può che
annunciare: "Ci opporremo, come abbiamo già fatto, nelle sedi giudiziarie
alla nuova decisione del commissario. Saremo accanto ai cittadini che
protestano, sempre pacificamente". È giorno di festa. La stanchezza, la
delusione, la rassegnazione hanno assalito gli attivisti del comitato di
Taverna del Re. Il tam tam fissa un nuovo luogo di incontro: la stazione di
Aversa. Sono una sessantina, in gran parte giovani. E donne. Urlano:
"Raccolta, raccolta, differenziata...!". Una decina di poliziotti
osserva. Con un invito: "Vi lasceremo solo pochi minuti sui binari".
È una mini-invasione. Simbolica. I passeggeri in partenza sono più agguerriti
di chi manifesta per la propria salute. Minacciano di malmenare i dimostranti,
se il treno non parte. Accusano: "Chi vi paga, qualcuno?". Solidarietà
zero, la chiusura negli egoismi è il parto del degrado. I manifestanti sono
pochi. Tra loro, Pina Elmo: "Hanno ragione anche loro. In fondo, noi
vogliamo solo che si sappia come ci trattano. Che qui si può fare tutto
impunemente. Che moriamo di cancro, subiamo gli affari
delle ecomafie, non ci danno servizi. E siamo qui, al freddo, solo per urlare
che esistiamo anche noi". Il blocco dei treni dura un quarto d'ora. Lo
spostamento è rapido: dalla stazione di Aversa a pochi metri più avanti. Verso
il secondo quadrivio, sulla "Variante" verso Melito. Ai lati,
lo scenario è da allegoria dantesca: colline di rifiuti. Basta spostarli,
metterli a centro strada, per sbarrare i quattro incroci. In pochi attimi, il
traffico si blocca. I manifestanti, ora un centinaio, urlano ancora:
"Raccolta differenziata". Un altro gruppo di persone è dinanzi al Cdr
di Giugliano: ferma tre camion in uscita, pieni di ecoballe. Verso le 20.30 a
Taverna del Re, viene squarciata la ruota di un automezzo, un manifestante si
sdraia davanti a un altro camion, ma la polizia in forze interviene e il
passaggio degli automezzi torna libero. Spiega Mimmo Di Gennaro, altro leader
del comitato: "L'alibi del prefetto è stato quello di un codicillo della
promessa, che subordinava la chiusura al superamento dell'emergenza. Cosa non
avvenuta. Un codicillo che non avevamo mai accolto, né preso in considerazione.
Hanno vinto gli egoismi". È un vero e proprio blitz la riapertura del sito
giuglianese. Una piazzola è invasa a metà di ecoballe scoperte, un'altra è
vuota. Pronta a ricevere lo scarico dei prossimi camion. Più in là, una terza
piattaforma cementata e una quarta sterrata. Ma Taverna del Re non doveva
chiudere? Per ora, si riapre. Fino al 31, dice l'ordinanza prefettizia. Non a
caso, è la data dell'avvicendamento al commissariato per l'emergenza.
( da "Mattino, Il
(Benevento)" del 27-12-2007)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Circondario Sud1)) (Mattino, Il (Circondario
Sud2)) (Mattino, Il (Circondario Nord)) (Mattino, Il (City)) (Mattino, Il
(Avellino))
LA DENUNCIA SU "ITALIA 1" Mostrate le
immagini delle abitazioni del governatore e del sindaco: non c'è traccia di immondizia
L'Udc: enti locali da commissariare LUIGI ROANO Un centinaio di roghi di
cassonetti: un bilancio ancora pesante, gli esperti sanitari stanno verificando
se dietro tanti veleni c'è anche l'effetto diossina. Fiamme che hanno
illuminato uno dei Natale peggiori per Napoli e la sua provincia. La crisi dei
rifiuti è molto grave. Il parco del Vesuvio, per esempio, si trasforma sempre
di più in discarica a cielo aperto. E non deve lasciare sperare il dato che in
città ci siano a terra 1400 tonnellate rispetto alle 3000 del 23 dicembre.
Perché come avvertono dall'Asìa (l'azienda per la raccolta rifiuti) i nuovi
siti di stoccaggio trovati in fretta e furia con la collaborazione
dell'Esercito, già sono saturi. Da oggi, e con gli impianti cdr a mezzo servizio,
potrebbero tornare ancora i cumuli di sacchetti fino ai primi piani dei
palazzi. C'è tuttavia un'oasi in questo scenario da incubo: Chiaia e Posillipo,
il salotto buono come viene spesso indicato, dove non c'è traccia
dell'emergenza. Un dato he ha scatenato gli altri presidenti di Municipalità
che si sentono discriminati e sono pronti a farsi sentire dal sindaco Iervolino
e dall'assessore competente Gennaro Mola. Ma la polemica sulla città a due
facce arriva fino a Roma, il senatore leghista Roberto Calderoli accusa
governatore e sindaco di godere, sotto le loro abitazioni, di una sorta di
corsia privilegiata: "La città - attacca Calderoli - è sommersa dai
rifiuti, le epidemie sono dietro l'angolo ma le vie dove risiedono il
presidente della Regione Antonio Bassolino e il
sindaco sono assolutamente pulite e prive di qualunque cumulo di rifiuti.
Vergogna, vergogna, vergogna! Scommetto che nella zona dove risiede il
presidente della Repubblica, i vertici dei suddetti enti locali hanno
provveduto a ripulire in maniera impeccabile. Caro presidente Napolitano, al
posto di fare proclami, provveda lei a scacciare i mercanti dal tempio".
"La Campania e il Comune guidati dal tandem Bassolino-Iervolino hanno bisogno di un
commissario di governo" l'appello di Luca Volontè, dell'Udc. Situazione
critica con la mina vagante di una guerra fra chi ha più immondizia: "Caro
sindaco non ne possiamo più - spiega Fabio Tirelli presidente della
Municipalità Pianura-Soccavo, che ha il triste record di spazzatura in strada,
circa 200 tonnellate - siamo sempre noi i più penalizzati. Perché Chiaia pulita
e Pianura no? Come se non bastasse si vuole riaprire pure la discarica dei
Pisani. Ma siamo pronti a fare le barricate". Oggi e domani consigli di
Municipalità straordinari sull'argomento. Riunioni per verificare anche una
indiscrezione: i titolari del sito dei Pisani sarebbero stati convocati dal
commissario per l'emergenza e ascoltati sulla possibilità di riaprire la
discarica. Avrebbero detto no a Pansa. Ma presidente e consiglieri vogliono
vederci chiaro. Anna Cozzino, presidente della Municipalità San
Giovanni-Ponticelli, è sulla stessa lunghezza d'onda di Tirelli. "La prima
cosa che farò oggi - dice - è andare dall'assessore Mola, qui l'emergenza è più
emergenza che altrove. Capisco che per le vie dell'arte ci possa essere
un'attenzione ma perché a Chiaia e Posillipo si respira e noi dobbiamo essere
sommersi dai rifiuti? La situazione è ormai insostenibile". Proteste
arrivano dai comitati Cupa Principe e Cupa Carbone nella zona di San Pietro a
Patierno dove il sindaco ha individuato il sito di stoccaggio provvisorio. Un
no secco alla decisione anche dai componenti dei comitati. Se Napoli piange, la
provincia è messa ancora peggio. A San Giorgio a Cremano, dove oggi è a rischio
la riapertura dei negozi perché le saracinesche sono ostruite dai sacchetti, il
sindaco si è visto bocciare da Arpac e Asl il sito di stoccaggio provvisorio.
Ercolano e i suoi magnifici scavi sono sfregiati dalla spazzatura. Situazione
drammatica anche nell'area flegrea: via Napoli che collega Napoli a Pozzuoli ha
un panorama unico, ma in queste ore è coperto da cassonetti stracolmi.
( da "Mattino, Il
(Nazionale)" del 27-12-2007)
Lettere "Bassolino e Iervolino che brutto Natale!" Innocenzo Armando
Nista - NAPOLI Ringrazio il sindaco e il presidente della Regione per averci
regalato un Natale senza luminarie. In tutte le città degne di questo nome è il
Comune che si fa carico di illuminare i luoghi più rappresentativi. Voi
obietterete di non avere i fondi, eppure quando si tratta di finanziare forme
artistiche di dubbio valore i soldi si trovano, vedi l'opera in piazza del
Plebiscito. Quanto sarebbe bello per la gioia dei bambini se nella piazza
venisse installato un albero maestoso pieno di luci. Grazie per averci dato un
Natale pieno di monnezza, sarebbe giunto il momento di assumervi le vostre
gravi responsabilità e farvi da parte chiedendo scusa per una situazione
aggravatasi nei lunghi anni delle vostre amministrazioni. Grazie per aver
saputo relegare Napoli agli ultimi posti della classifica per la qualità della
vita. Basta recarsi a piazza Garibaldi: dirla da terzo mondo è da ottimisti;
più della metà delle persone fermate e controllate aveva problemi con la
giustizia. Obietterete che fra pochi anni la piazza sarà più bella e sicura di
place de la Concorde a Parigi, ma provi il presidente, che si vanta di aver
creato il sistema integrato dei trasporti, a mandarvi la figlia, magari a
prendere un treno per Benevento: un'odissea di pericoli e imprevisti. I più
cordiali auguri da un elettore di sinistra deluso. Una sottoscrizione per gli
orfani del lavoro G. N. - NAPOLI È ora di dimostrare che il Censis si è
sbagliato nel definire la nostra società "una poltiglia, una
mucillagine", aprendo una sottoscrizione a favore dei figli degli operai
morti per incidenti sul lavoro. Sono certo che tutti i napoletani sapranno
rinunciare a una fettina di panettone perché quei bambini, all'inconsolabile
dolore, non debbano aggiungere la disperazione della solitudine. Ci conto. Per
favore, non firmi la lettera, perché la solidarietà ha un solo nome: dovere. La
proposta è civilissima, ma chi sa come i lettori possono organizzarsi. Noi
abbiamo qualche difficoltà a fare da tramite. Ad esempio, abbiamo inviato ad
Antonietta di Foggia la seconda offerta - 200 euro - del generoso pensionato
M.S. e lo informiamo qui di averlo fatto, nella consapevolezza di aver violato
qualche norma, giacchè non potremmo maneggiare e smistare danaro. Il Pontefice
doveva rifiutare quell'abete Carmine Attanasio - NAPOLI Ha ragione il lettore
che ha protestato per l'abbattimento dell'abete secolare. Il Papa doveva
rifiutare quel regalo, frutto di un omicidio, e la cosa doveva sapersi in tutto
il mondo. Ho provato dolore quando ho appreso la notizia e leggendo quella
lettera sento il bisogno di esprimerlo pubblicamente. P.S. Sono cattolico. La
prima del San Carlo ritorni al 4 di novembre Renato Scalfaro - GIUGLIANO (NA)
Gentilissimo dottor Gargano, è stato suggestivo il "Parsifal" di
Wagner al San Carlo, per l'inaugurazione della stagione lirica, ma sarebbe
stato più opportuno iniziare con la "Turandot" di Giacomo Puccini
poiché nel 2008 cade il 150.mo anniversario della nascita del musicista
toscano. Purtroppo il nostro massimo continua a essere poco propenso alle
celebrazioni; e le rarissime volte che lo fa, usa sempre toni sommessi. Mentre
nel mondo si realizzano manifestazioni in grande stile, il San Carlo si limita
a un allestimento della "Turandot" non suo, ma prodotto dalla San
Francisco Opera e a stagione molto inoltrata: la prima sarà il 20 giugno. E poi
mi chiedo perché il San Carlo non ritorni a inaugurare le stagioni il 4
novembre, giorno di San Carlo, nome del re borbonico che fece costruire il
meraviglioso teatro. Anche le tradizioni a Napoli sono poco rispettate. Invece
in altre città le difendono, come Milano dove è obbligo inaugurare la Scala il
7 dicembre, Sant'Ambrogio. A via Solimena scivolo svanito Gennaro Capodanno -
NAPOLI Gentile dottor Gargano, ricorderà di aver pubblicato una mia lettera che
segnalava l'assurdità di uno scivolo per diversamente abili, all'incrocio tra
via Solimena e via Merliani al Vomero. Tale scivolo, tra l'altro, non era
accessibile in quanto dinanzi a esso era stato disegnato uno stallo per il
parcheggio delle auto e inoltre le strisce zebrate si trovavano in posizione
eccentrica. Ebbene il problema è stato risolto, ma non nella direzione
auspicata. Invece di liberare il tratto di carreggiata interessato,
ridisegnando le strisce, lo scivolo è stato eliminato, rialzando il marciapiede
e riempiendo il dislivello con terreno e una brutta colata di nero asfalto.
Ecco come s'intende a Napoli il rispetto dei diritti dei diversamente abili o,
più in generale, di coloro che hanno problemi di deambulazione. Per giunta lo
scivolo sul marciapiede opposto è rimasto al suo posto. Così, se per ventura un
diversamente abile dovesse riuscire a imboccarlo, auto in sosta permettendo,
giunto sull'altro lato si troverebbe di fronte alla barriera del marciapiede
rifatto. Un altro esempio di spreco di pubblico danaro, laddove il Comune di
Napoli, notoriamente, non ha neppure i fondi per finanziare servizi sociali
indispensabili, alcuni dei quali da quest'anno soppressi, come quello dei nonni
civici. L'ingegnere Capodanno ci ha scritto anche per dolersi del Natale
vomerese, senza luci e con un Babbo Natale che suonava il sax. "Derubato
dell'auto nel parcheggio Ikea" vittorio.alabiso@fastwebnet.it Caro
dottore, ho subito il furto della mia Alfa 156; e fin qui solo un episodio
frequente a Napoli. La stranezza è che l'auto era nel parcheggio dell'Ikea, a
soli 50 metri dall'ingresso, ed era sorvegliata da un vigilante in moto, il
quale, rispondeva dopo una rapida perlustrazione, informava che il furto di
auto in questa area è una piaga. A suo dire c'è sorveglianza di videocamere.
Addio Ikea. "E pure 'ncroce perdono cercava" Sergio Rolando - NAPOLI
Gentile dottor Gargano, le propongo questa "mia" confessandole che,
al Natale napoletano di quest'anno, che non è certo dei migliori, preferisco
piuttosto un Natale in napoletano. "Ce sta 'a Madonna che s'astregne 'n
sino / 'nu Piccerillo: 'o Nennillo Divino / e 'stu Nennillo, che stenne 'e
braccelle, / tene chill'uocchie ca pareno stelle. / Passano l'anne 'o nennille
crescette / e cu' chill'uocchie 'stu munno vedette; / guardaie 'stu munno cu'
l'uocchie chiù doce, / ma, pe' tramente 'O mettettero 'n croce / e pure 'n
croce, perdono cercava / pe' chella gente che Lu straziava. / Passano l'anne,
nun passa 'a memoria, / pecché 'sta croce ha cagnato la storia; / eppure,
ancora, ce sta tanta gente / che 'e chesta storia nun ne sape niente / e ce sta
pure chi l'ha rinnegata / e tene 'n'anema triste e dannata; / nun sape che nun
c'è storia chiù doce / 'e 'sta Madonna, stu Ninno e... 'sta croce!". Per
evitare valanghe di rime, raramente pubblichiamo poesie. Un'eccezione per i
versi dolenti del dottor Rolando. Quel farmaco non è rincarato Vincenzo De
Felice - NAPOLI Gentile dottore, rispondo alla domanda sul prezzo del
medicinale Nasonex che sarebbe aumentato del 50% in sei mesi da 15 a 23,15
euro. In effetti non c'è stato aumento, ma il paziente ha acquistato la prima
volta una confezione da 60 dosi (per patologie acute) pagandola 15 euro; la
seconda una da 120 dosi (per patologie croniche). * * * Giuseppe De Pasquale -
NAPOLI In riferimento alla lettera del signor Cuomo: esistono due confezioni
del Nasonex spray, una da 60 dosi (15,30 euro) e una a 120 (23,15). Forse prima
di "conservare le prove" il signor Cuomo avrebbe dovuto chiedere in
qualsiasi farmacia la spiegazione della differenza di prezzo. ***** Attilio
Giordano - SAN GIUSEPPE VESUVIANO (NA) Gentile dottor Gargano, il Nasonex è in
vendita in due confezioni: ecco spiegato il divario di prezzo. Il problema è da
dove esce questo prezzo; è inutile che il governo si sforzi di liberalizzare il
settore farmaceutico, quando non va a colpire la fonte dei prezzi. Quanti
dipendenti di farmacie, a seguito delle lenzuolate di Bersani, sono stati
licenziati? Quanti lo saranno? Le stesse parafarmacie, non quelle degli
ipermercati, che prospettive hanno? Come fanno a far fronte alle spese di
gestione? Il settore non ha via di uscita. Spieghino meglio quali sono i veri interessi
che vogliono tutelare, quali i danni che provocano. Stessa informazione ha dato
il signor Mario Bruino Infanti di Salento (SA). A lui, al dottor De Felice che
rappresenta l'Aiisf e agli altri, grazie per le notizie. Solo l'avvocato Cuomo
può dirsi soddisfatto o meno. Aspettare la Befana per fare gli acquisti Angelo
D'Amore - NAPOLI In questo momento di grossa incertezza politico istituzionale,
confusione partitica, crisi economica, senso di smarrimento verso valori
importanti, penso che sia molto limitativo fare sterili polemiche sulla
presenza o meno delle luminarie cittadine e tutte le complesse interpretazioni
psico-socio-istituzio-geo-territoriali che ne conseguono. È necessario
soffermarsi sul valore autentico della Festa. Comprare semplici strenne e
aspettare che passi l'Epifania, per concedersi gli acquisti necessari. Tanto i
saldi, come ogni anno, iniziano in quel periodo. Un mese e mezzo per una
raccomandata Annamaria Porzio - SCISCIANO (NA) Egregio dottor Gargano, le
sembra che 45 giorni per una raccomandata siano un tempo congruo per coprire la
distanza tra Scisciano (Napoli) e Cusago (Milano) di circa 800 km? Non riesco a
trovare un aggettivo da usare in simili vergognose circostanze, chissà che non
ci riesca lei. Ma ciò che più mi indigna è sapere che non ci sarà mai un
responsabile dell'accaduto. La va bene intollerabile? Purtroppo c'è da
aggiungere che l'episodio non è insolito.
( da "Quotidiano.net" del
27-12-2007)
Mobile email stampa PENA DI MORTE L'Onu approva la
moratoria "Orgoglio per una vittoria italiana" L'Onu ha approvato il
testo di risoluzione per la moratoria universale della pena di morte con 104
sì, 54 contrari e 29 astenuti Commenta Home Politica prec Contenuti correlati
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polizia e manifestanti Sei d'accordo con l'iniziativa italiana all'Onu per la
moratoria della pena di morte? L'Onu approva la moratoria universale D'Alema:
"Voto storico" Dice 'basta' anche il boia della Virginia New York, 18
dicembre 2007 - L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato il testo
di risoluzione per la moratoria universale della pena di morte con 104 sì, 54
contrari e 29 astenuti. LA SCHEDA L'Italia lavora alla proposta dal 1994: una
bozza di risoluzione fu battuta al Palazzo di Vetro per soli otto voti. Cinque
anni dopo, una risoluzione dell'Unione Europea fu prima presentata e,
all'ultimo minuto, ritirata. Nel luglio del 2006 la Camera dei Deputati,
all'unanimità, impegnava il governo a: "presentare alla prossima Assemblea
generale delle Nazioni Unite (quella del 2006), la risoluzione pro moratoria. A
ottobre Montecitorio insiste e chiede al governo di "dare tempestiva e
piena attuazione" alla mozione di luglio. Palazzo Chigi mostra perplessità
sulle possibilità di approvazione di una 'risoluzione' e, nonostante la
pressione dei radicali di Marco Pannella, alleati di governo, propende per una
semplice Dichiarazione contro la pena di morte a nome dell'Unione Europea. La
proposta è respinta dal Parlamento. La Dichiarazione è stata comunque
presentata dall'Ue all'Assemblea Generale il 19 Dicembre a firma di 85 Paesi. A
gennaio del 2007 Palazzo Chigi dichiara in una nota: "Il Presidente del
Consiglio e il Governo si impegnano ad avviare le procedure formali perchè
questa Assemblea Generale delle Nazioni Unite metta all'ordine del giorno la
questione della moratoria universale sulla pena di morte". Il primo febbraio:
il Parlamento europeo, con un voto pressochè unanime, "sostiene fermamente
l'iniziativa della Camera dei deputati e del governo italiani, sostenuta dal
Consiglio e dalla Commissione UE nonchè dal Consiglio d'Europa; invita la
Presidenza UE ad adottare con urgenza un'opportuna azione per garantire che
tale risoluzione sia presentata in tempi brevi all'Assemblea generale ONU in
corso". Analoga risoluzione viene nuovamente approvata dal Parlamento
Europeo il 25 aprile 2007. Il 14 maggio 2007, il Consiglio Affari Generali
dell'UE decide di dare via libera all'Italia per la redazione del testo di
risoluzione, la raccolta di co-sponsor e per l'avvio con la presidenza
dell'Assemblea Generale dell'ONU delle procedure per la riapertura di un punto
specifico sulla moratoria. Il testo della risoluzione approda a settembre
all'Assemblea Generale dell'ONU. La Terza Commissione l'approva il 15 novembre
con 99 voti a favore, 52 contrari e 33 astenuti. Infine, il via libera
dell'Assemblea generale con 104 sì, 54 contrari e 29 astenuti. IL BOIA AL
LAVORO IN 27 PAESI Nel 2006 sono state eseguite almeno 5.628 condanne a morte
in 27 Paesi diversi. A riferirlo è l'ultimo rapporto di 'Nessuno Tocchi Cainò.
Ecco la lista degli Stati con il boia e del numero di esecuzioni compiute: - Cina:
almeno 5.000 - Iran: 215 - Pakistan: 82 - Iraq: almeno 65 - Sudan: almeno 65 -
Stati Uniti: 53 - Arabia Saudita: 39 - Yemen: 30 - Vietnam: almeno 14 - Kuwait:
almeno 11 - Somalia: almeno 7 - Singapore: almeno 5 - Egitto: almeno 4 -
Giordania: almeno 4 - Bangladesh: 4 - Giappone: 4 - Malaysia: 4 - Corea del
Nord: almeno 3 - Bahrein: 3 - Bielorussia: 3 - Indonesia: 3 - Mongolia: 3 -
Siria: 2 - Uganda: 2 - Botswana: 1 - Emirati Arabi Uniti: 1 - Guinea
Equatoriale: 1 - Non risultano esecuzioni nel 2006 in Libia, Taiwan, Uzbekistan
e nei territori amministrati dall'Autorità Nazionale Palestinese; in tutti ne
erano però state effettuate durante il 2005. IL RECORD NEGATIVO DELLA CINA Da
sempre la Cina detiene il triste primato delle esecuzioni capitali. Nel 2006 la
cifra ufficiale è di 5.000 persone giustiziate, l'89% del totale nel mondo. Ma
secondo Amnesty International e altre organizzazioni umanitarie, il numero
reale si aggira intorno alle 8.000 esecuzioni eseguite ogni anno, poichè nella
Repubblica Popolare le condanne a morte sono considerate "segreto di
Stato". Il dato è stato confermato da notizie ufficiose trapelate dagli
ambienti accademici, parlamentari e giudiziari di Pechino, raccolte nell'ultimo
rapporto stilato da Nessuno tocchi Caino e pubblicato a fine agosto. Una cifra
enorme, che conferma la Cina come primo paese in cui il boia lavora con
maggiore lena al mondo e che, oltre a suscitare le critiche delle
organizzazioni per i diritti umani, ha iniziato a far riflettere le stesse
autorità di Pechino, più attente del passato ad eseguire le condanne. Sotto i
riflettori dell'opinione pubblica mondiale per le Olimpiadi di agosto 2008, il
Gigante asiatico sta facendo piccoli passi in avanti "per restringere
attentamente la pratica attraverso la legislazione e il sistema legale",
come ha di recente dichiarato un portavoce del ministero degli Esteri. Anche
se, ha tenuto a precisare lo stesso funzionario, in Cina le condizioni non sono
ancora "mature" per un'abolizione totale. La riforma più
significativa del sistema giudiziario è stata l'approvazione di un emendamento
per il quale tutte le condanne devono essere confermate dalla Corte Suprema e
non basta più il via libera delle corti provinciali. IL TESTO VOTATO Il testo
votato oggi dall'Assemblea generale dell'Onu, già approvato il 15 novembre alla
Terza Commissione al Palazzo di Vetro, esorta tutti gli stati che hanno ancora
la pena di morte a "stabilire una moratoria delle esecuzioni in vista
dall'abolizione" della pena capitale. E intanto invita a ridurne
progressivamente l'uso e il numero dei reati per i quali può essere comminata,
rispettando gli standard internazionale a garanzia dei diritti dei condannati.
Ecco i punti essenziali del testo della moratoria e l'elenco delle principali
garanzie internazionali a protezione dei condannati: "Considerando che
l'uso della pena di morte mina la dignità umana -si legge nel testo- e convinti
del fatto che una moratoria sulla pena di morte contribuisca al miglioramento e
al progressivo sviluppo dei diritti umani; che non esiste alcuna prova decisiva
che dimostri il valore deterrente della pena di morte; che qualunque fallimento
o errore giudiziario nell'applicazione della pena di morte è irreversibile e
irreparabile; Accogliendo con favore le decisioni prese da un crescente numero
di paesi di applicare una moratoria delle esecuzioni, in molti casi seguite
dall'abolizione della pena di morte", l'Assemblea Generale: "Esprime
la sua profonda preoccupazione circa la continua applicazione della pena di
morte;" L'Assemblea generale, continua il testo, "invita tutti gli
Stati che ancora hanno la pena di morte a: A) Rispettare gli standard
internazionali che prevedono le garanzie che consentono la protezione dei
diritti di chi è condannato a morte, in particolare gli standard minimi,
stabiliti dall'annesso alla risoluzione del Consiglio Economico e Sociale,
1984/50; B)- Fornire al segretario generale le informazioni relative all'uso
della pena capitale e al rispetto delle garanzie che consentono la protezione
dei diritti dei condannati a morte; C)- Limitarne progressivamente l'uso e
ridurre il numero dei reati per i quali la pena di morte può essere comminata;
D)- Stabilire una moratoria delle esecuzioni in vista dall'abolizione della
pena di morte". L'Assemblea, si legge in conclusione, "invita gli
Stati che hanno abolito la pena di morte a non reintrodurla; chiede al
segretario generale di riferire sull'applicazione di questa risoluzione alla
63ma sessione; decide di continuare la discussione sulla questione durante la 63ma
sessione allo stesso punto all'ordine del giorno". Le garanzie cui si fa
riferimento per la protezione dei condannati prevedono fra l'altro che la
sentenza capitale possa essere comminata solo per i reati più gravi e che non
possano essere condannate persone per reati compiuti sotto i 18 anni. Non
possono essere inoltre eseguite le sentenze nei casi di donne incinte, madri di
un bambino piccolo o persone sofferenti di handicap mentale. Per la condanna a
morte servono prove chiare e convincenti e le garanzie di un processo giusto,
con possibilità di appello e richiesta di grazia.Quando la pena capitale è
applicata deve causare il minimo di sofferenze possibili al condannato. Anche
il boia della Virginia è abolizionistaPena capitale, cosa ne pensi? - E della moratoria
voluta dall'Italia?.
( da "Corriere del
Mezzogiorno" del 28-12-2007)
Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: OPINIONI
- data: 2007-12-28 num: - pag: 10 categoria: REDAZIONALE RIFIUTI / 1. PROGRAMMA DI GOVERNO TRADITO DALLA SINDACA Iervolino chieda scusa
ai napoletani di GERARDO MAZZIOTTI "Nel continuare l'attività, finora
rigorosamente espletata, di vigilanza e contrasto delle infiltrazioni della
criminalità organizzata (…) e continuando nell'opera di modernizzazione dei
servizi (…) va effettuato un salto in avanti nel programma comunale di
gestione dei rifiuti finalizzato all'ottenimento del 35% della raccolta differenziata;
un traguardo da raggiungere attraverso la realizzazione di due impianti di
trattamento dei rifiuti organici, di dieci aree ecologiche, una per ogni
municipalità, di un impianto di trattamento della carta e di cento ecopiazzole
(miniaree ecologiche) e, soprattutto, attraverso la raccolta porta-a-porta
della frazione organica umida dei rifiuti e degli imballaggi. Novità
significative del programma sono la istituzione del "netturbino di
quartiere" e l'attuazione, con cadenza mensile, del "Quartiere
Pulito", consistente nell'accurata pulizia, con lavaggi e disinfezione, di
reti fognarie, strade e piazze di parti della città, previo divieto temporaneo
di sosta delle auto". è quel che si legge nel Programma di governo della
città di Napoli che la Iervolino, ricandidatasi a sindaco della città alle
elezioni del 5 aprile 2006, ha presentato agli elettori e, una volta
riconfermata nella poltrona più alta di palazzo San Giacomo, ha letto nella
seduta inaugurale del nuovo consiglio comunale. Ma, non avendo inverato nemmeno
uno di questi impegni dopo 20 mesi e 5 anni di amministrazione, per complessivi
80 mesi, la città è ancora sommersa da montagne di rifiuti. Una vergogna che
scandalizza tutt'Italia e mezzo mondo. E che costringe il Sole24Ore a confinare
Napoli negli gli ultimissimi posti delle città vivibili. Ogni anno. Dal 1994.
Talché, presa dallo sconforto, la Sindaca - "che imbarazzo, non c'è alcun
dubbio che ci siano responsabilità nostre nei ritardi" ha detto il 18
dicembre scorso - non ha trovato di meglio la sera del 24 dicembre, vigilia del
Santo Natale, che rivolgere un accorato appello al Capo dello Stato perché
venga in soccorso della "sua" città. Anziché recitare il mea culpa e
chiedere scusa ai napoletani. Magari in una assemblea popolare in piazza del
Plebiscito. E magari assieme al governatore Bassolino.
g_mazziotti@yahoo.it.
( da "Corriere del
Mezzogiorno" del 28-12-2007)
Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione:
OPINIONI - data: 2007-12-28 num: - pag: 10 categoria: BREVI Ci scrivono RIFIUTI
/ 3 Asia, strade di serie A e b Caro direttore, i signori leghisti hanno notato
che Napoli è stracolma di immondizia ma le strade dove
abitano Iervolino e Bassolino sono pulite. Per l'Asia infatti ci sono strade di serie A e di
serie B. Svolgo la mia attività commerciale al Vomero e lì i cassonetti sono
vuoti. Invece in via Epomeo sono strapieni. Luigi De Rosa Napoli RIFIUTI / 4
Basta fioretto Caro direttore, è arrivato il momento di lasciare il fioretto e
di usare la sciabola. O dobbiamo aspettare il Calderoli di turno per
dire che la situazione rifiuti è una vergogna? La prego lo faccia subito:
dietro ogni angolo di Napoli e provincia incombe un enorme rischio epidemia.
Ciro Vecchione San Paolo Belsito (Napoli).
( da "Sole 24 Ore, Il" del
28-12-2007)
Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data:
2007-12-28 - pag: 12 autore: ... EMERGENZA RIFIUTI Campania datti una mossa A N
apoli qualcosa si è mosso. Negli ultimi giorni la raccolta dei rifiuti è
ripresa in quasi tutti i quartieri. Ma l'emergenza rimane: si è solo spostata
nei paesi attorno. E nessun problema strutturale è stato affrontato e risolto:
la ricerca di una discarica o di un centro di stoccaggio fa ormai parte della
quotidiana frenesia degli amministratori locali. Eppure quattordici anni fa il
Governo centrale affidava al Prefetto di Napoli poteri straordinari di fronte
all'inefficienza dellestrutture di smaltimento rifiuti e la sempre più palese
presenza della camorra, ribattezzata per l'occasione"ecomafia".Nel '96 ulteriori poteri
commissariali sono stati affidati all'allora presidente della Regione Campania.
Poi i poteri sono tornati al Prefetto e infine, lo scorso anno, al responsabile
della Protezione civile che, tuttavia, dopo pochi mesi ha anch'egli dovuto
gettare la spugna. Ora i sindaci vogliono rivolgersi al presidente della
Repubblica. E se cercassero invece, tutti, ma proprio tutti, gli abitanti della
Campania, di affrontare e risolvere da soli i problemi?.
( da "Corriere della Sera" del
28-12-2007)
Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Cronache -
data: 2007-12-28 num: - pag: 19 categoria: REDAZIONALE L'emergenza Un gruppo
tedesco offre la costruzione dell'impianto per le "ecoballe" campane
in cambio di un contratto di 15 anni Un inceneritore in Germania per bruciare i
rifiuti di Napoli Trasferire l'immondizia costa meno che smaltirla qui
Remondis, la più grande impresa tedesca che si occupa di rifiuti, è disponibile
a realizzare la struttura in un'area tra la Renania e il Lussemburgo.
L'immondizia bruciata produrrà elettricità da rivendere ROMA - Il denaro non ha
odore: fin dai tempi di Vespasiano è questa una specie di legge universale. Ma
perfino l'immondizia, in alcuni casi, riesce a smettere di puzzare. Succede
quando si trasforma in moneta sonante. Ecco perché mentre in Campania non sanno
più dove metterlo, il pattume, con il nauseabondo serpentone di cinque milioni
di "ecoballe" (niente altro che enormi blocchi di immondizia
impacchettata: cos'avranno di "eco"?) che si allunga ogni giorno di
più e i cumuli di rifiuti che hanno ripreso a bruciare ammorbando l'aria, in
Germania c'è qualcuno che accoglierebbe a braccia aperte la spazzatura Made in
Napoli. Chi può avere avuto un'idea tanto pazzesca? Remondis, la più grande
azienda tedesca che opera nel campo dello smaltimento dei rifiuti, avrebbe dato
la propria disponibilità a realizzare in un'area della Renania ai confini con
il Lussemburgo un inceneritore per bruciare tutta l'immondizia della Campania
producendo elettricità. Ipotesi che potrebbe essere considerata davvero
assurda, e come tale sarebbe stata già liquidata dai responsabili
dell'emergenza rifiuti in Campania. Assurda, naturalmente, se la situazione non
fosse però ancora più assurda. L'emergenza rifiuti in
Campania va avanti da quattordici anni, durante i quali sono stati
letteralmente gettati al vento due miliardi di euro. Da ben sette anni, preso
atto che non si riuscivano a fare gli inceneritori, preso atto che le discariche erano piene, e preso atto che
la camorra controllava (e controlla?) ormai gran parte del ciclo, si è
deciso di mandare una parte della spazzatura nel Nord Italia e all'estero: destinazione
Germania. Dove l'immondizia della Campania, da sette anni, già ora viene
regolarmente bruciata in appositi impianti. Ogni giorno la spazzatura viene
caricata sui treni della Ecolog, una divisione delle Ferrovie, e spedita al di
là del Brennero per essere smaltita negli inceneritori tedeschi della Remondis,
che in questa operazione è partner di Fs. Naturalmente ne viene esportata
giornalmente soltanto una parte: un migliaio di tonnellate sulle 7.500 prodotte
(anche se il quantitativo è stato raddoppiato). E naturalmente non gratis.
L'export di pattume costa a tutti noi 215 euro la tonnellata per il cosiddetto
"tal quale", che sarebbero i classici sacchetti di rifiuti
indistinti: 400 mila euro al giorno, ai ritmi attuali. Metà va per il trasporto
(quindi in qualche modo torna allo Stato) e metà a chi la smaltisce: con
l'apparente contraddizione che siamo noi a fornire ai tedeschi, pagando di
tasca nostra, la materia prima per fare energia elettrica. Il bello è che il
costo per esportare in Germania, pur essendo ben superiore a quello dello
smaltimento in discarica nel resto dell'Italia, è nettamente inferiore a quello
che il commissariato per l'emergenza spende per smaltirli in Campania, quei
rifiuti. Il prezzo va da un minimo di 290 euro a tonnellata fino a cifre
imprecisate, persino, ha calcolato qualcuno, non inferiori a 1.000 euro. Com'è
possibile? Per prima cosa c'è il costo della trasformazione nelle famose
"ecoballe": 120 euro la tonnellata. Poi c'è il trasporto con i camion
sui terreni dove queste "ecoballe" vengono parcheggiate: altri 20
euro. Quindi il costo dello stoccaggio provvisorio: 150 euro. Provvisorio,
però, si fa per dire. Perché siccome non ci sono gli inceneritori, quelle
ecoballe stazionano per anni su terreni acquistati o presi in affitto a caro
prezzo: 250 ettari di territorio campano sono ormai completamente occupati. Più
stanno, più il costo sale. E dato che le prime "ecoballe" sono lì dal
2001, fate voi i conti. La cosa è talmente eclatante che il direttore generale
del ministero dell'Ambiente Gianfranco Mascazzini, considerato papabile per il
posto di commissario straordinario fino a oggi occupato dal prefetto di Napoli
Alessandro Pansa, non si capacita di come sia possibile che costi meno spedire
l'immondizia in Germania piuttosto che tenersela in Campania. E non si capacita
al punto da aver messo in moto i carabinieri perché compiano le necessarie
verifiche. Quando la risposta ai suoi interrogativi è sotto gli occhi di tutti,
e sta nella follia di un sistema che invece di bruciare la spazzatura
polverizza milioni di euro al giorno. Domanda: e gli inceneritori dei quali da
14 anni non si vede nemmeno l'ombra? L'appalto ce l'aveva la Fibe, del gruppo
Impregilo, incaricata anche di fabbricare le "ecoballe". Ce l'aveva,
appunto, perché il contratto è stato risolto. Uno dei due inceneritori, quello
di Acerra, sarebbe comunque quasi pronto. Meglio, potrebbe funzionare fra meno
di un anno. Ma c'è un particolare: non può bruciare le "ecoballe"
prodotte in Campania, perché mancano le specifiche tecniche. E allora? Allora
si sono fatti avanti i tedeschi, con la loro idea "pazzesca ".
Bruciare in Germania non una parte della spazzatura della Campania, come oggi,
ma tutta quanta, con un impianto nuovo di zecca da 100 megawatt destinato solo
a quello scopo, avendo la garanzia di un contratto di 15 anni e a un prezzo
molto più basso di quello attuale. Per tutta risposta a novembre è stata
bandita la nuova gara per completare gli inceneritori e sostituire Fibe. Sono
arrivate offerte dalla francese Veolia, dalla spagnola Abertis (quella che si
doveva fondere con Autostrade) e dall'Asm di Brescia, che da trent'anni
riscalda la città bruciandone i rifiuti. Ma se ne verrà mai a capo? Allarme I
cumuli di immondizia che invadono le strade di Napoli. A fianco il percorso che
la spazzatura compirà per raggiungere la Germania Sergio Rizzo.
( da "Libero" del
28-12-2007)
Italia 28-12-2007 Il silenzio della politica puzza
ancor più dell'immondizia DAVIDE GIACALONE Quattordici anni fa, in Campania,
considerando quella dei rifiuti non smaltiti un'emer genza, fu istituito il
commissario straordinario. Ora il consiglio dei ministri deve decidere se
rinnovarlo, ma le montagne di spazzatura sono ancora lì. Sono state irrigate
con fiumi di quattrini pubblici, affidati alle amorevoli mani del commissario e
delle autorità regionali, che poi erano sempre le mani di Antonio Bassolino. Si è scritto e ripetuto che buona parte di quei
soldi sono finiti alla camorra, ma dalla procura di Napoli, così interessata
alle attricette, non giunge notizia di significativa attività. Pecoraro e
Scanio, dopo avere passato il Natale assieme, hanno rilasciato le seguenti
stupidate: a) chiederò al governo di superare il commissariamento; b) è la
camorra a creare il caos. Detto da un ministro fa ridere e detto da un campano
fa piangere, perché la camorra non prospera generando caos, ma mettendo ordine
criminale nel caos prodotto da politicanti incapaci, dediti esclusivamente al
proprio tornaconto personale e alla raccolta demagogica del consenso. Roba di cui Bassolino è maestro: dalla coltivazione del feudo elettorale agli affari
fatti con il figlio. Il sindaco Iervolino s'appella a Napolitano, atteso a
villa Rosebery (residenza borbonica, poi savoiarda, infine rappresentanza
repubblicana per festività lontane dalla mondezza). Il presidente
conosce bene la situazione, essendo anch'egli napoletano e sodale politico del
sindaco e del presidente della Regione. Corresponsabile, s'ose rebbe dire.
Scenario non profumato, ma reso ancora più ammorbato dal fatto che sembra
inesistente l'opposizione politica. Quel che succede meriterebbe una vivace
battaglia d'informa zione, la proposizione del tema nel contesto nazionale, la
creazione del consenso mediante l'ascolto continuo della popolazione, la difesa
degli interessi legittimi e la denuncia di autorità pubbliche che,
inesorabilmente, tradiscono tutti gli impegni presi sulle discariche. Si
dovrebbe indicare una linea alternativa all'attua le, anche prendendo esempio
da realtà locali dove le cose funzionano, e si dovrebbe fermare l'emorragia di
pubblica ricchezza. Insomma, si dovrebbe far politica, avendo qualche idea da
spendere, offrendo la speranza di un'alternati va. Silenzio, invece. E la cosa
puzza, assai. www.davidegiacalone.it Salvo per uso personale è vietato
qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.
( da "Libero" del
28-12-2007)
Attualità 28-12-2007 Da
depositare a casa Bassolino
e Iervolino Complimenti al lettore Visconti e a Mainiero per aver contribuito a
far rimuovere dall'ingresso dell'ospedale Pascale di Napoli, dedicato alla cura
dei tumori, la statua della donna disperata. Sono un chirurgo di un ospedale
vicino che ogni giorno, obbligato a passare di là, guardando quella statua ero
preso dall'angoscia, figurarsi le povere pazienti. Solo dei cretini
avevano potuto avere quell'idea e degli ignavi lasciarcela per tanto tempo. Per
la destinazione futura concordo con le case di Bassolino
e della Iervolino, dove a mio avviso andrebbero scaricati anche i cumuli di
immodizia che insozzano Napoli. Pasquale Santé Napoli Salvo per uso personale è
vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.
( da "Espresso, L'
(abbonati)" del 28-12-2007)
PRIMO PIANO MAFIA / ROBERTO SAVIANO La Repubblica dei
SOPRANOs DI ROBERTO SAVIANO è la fiction più amata nel mondo ma l'Italia l'ignora.
Perché demolisce il mito dei boss, mostrando la mafiosità della vita e del
potere. Mentre da noi si preferisce ammirare padrini forti e arcaici E lei il
signor Roberto Soprano? Credo di non aver capito e così non rispondo sperando
mi riformulino la domanda. "Roberto Soprano noh?". Credo sia uno
scherzo ma ho di fronte una lettrice tedesca, sono al festival della
letteratura di Berlino, tutto mi aspetto fuorché battute. E non è una battuta,
aveva confuso il mio cognome con quello di Tony Soprano, il boss
italo-americano della serie televisiva più famosa del mondo, 'I Sopranos'
appunto. "Saviano, non Soprano", e non sarà l'unica volta in cui
all'estero mi troverò nella necessità di precisare. "Il suono è
uguale...", mi si risponde. I Soprano in Europa, soprattutto nell'Europa
del nord sono una sorta di mito, hanno battuto i Robinson, Arnold, i Puffi.
Sono la serie televisiva più vista della storia e sono, per chi non si fosse
mai imbattuto nelle loro storie, una famiglia mafiosa di origini campane, stranamente
proveniente dall'Irpinia. Una famiglia normale, che vive nel New Jersey, non
più le baracche verticali del Bronx italiano, ma le villette a schiera della
nuova borghesia delle seconde e terze generazioni di immigrati. E le loro sono
storie di clan, di affari e di morte, di donne, tradimenti, droga, estorsioni.
E di viaggi. E di Italia, un'Italia che agli italiani non piace sia raccontata
così, spietata e balorda, perennemente procreatrice della genialità criminale
del mondo. La fiction prodotta dalla Hbo è diversa dalle altre, per la qualità
degli attori. Per l'incredibile capacità di riprendere le caratteristiche dei
protagonisti, una sorta di continuo reportage antropologico. Le battute dei
personaggi poi sono leggendarie, come quando il vecchio padrino della famiglia
si scopre pratichi cunnilingus alla sua amante, cosa assolutamente vietata a
chiunque passi per qualsiasi grado di affiliazione. Tabù indiscusso per
qualsiasi boss della mafia italiana da New York a Casal di Principe. E Tony
Soprano dice appena si avvicina al vecchio zio: "uhi, sento odore di
sushi...". 'I Sopranos' hanno avuto un'enorme successo in Germania,
Olanda, Svezia, Finlandia; quasi ovunque tranne che in Italia. In Italia sono
finiti sul satellite e poi lasciati quasi a metà. Non hanno incuriosito, non
sono sembrati parte del racconto della realtà. Ma l'aspetto più importante,
forse quello che non è stato capito e apprezzato da noi, è che 'I Sopranos'
hanno rivoluzionato radicalmente l'immaginario e il modo di raccontare delle
mafia. James Gandolfini non interpreta più il boss carismatico alla Brando o Al
Pacino del Padrino e nemmeno quelli violentissimi ma sempre duri di Goodfellas,
Casinò o altri film di Scorsese. Tony Soprano è un personaggio problematico,
oppresso da incubi - ed è la prima volta che si pensa di raccontare i sogni di
un boss di Cosa nostra - che addirittura cerca l'aiuto di uno strizzacervelli,
figura che appartiene alla tradizione narrativa ebraica e non certo a quella
mafiosa. 'I Sopranos' sono il mito della mafia ribaltato, destrutturato e
rimesso assieme secondo regole nuove: e come oggi accade spesso, soprattutto
per le produzioni statunitensi, la televisione diventa il mezzo più innovativo
sia nei contenuti che nelle caratteristiche formali, rispetto al cinema. Perché
dire che 'I Sopranos' sono la versione bassa, comica, della grande epica
tragica mafiosa, che sarebbero come Aristofane rispetto a Sofocle, centra un
punto nodale, ma pare riduttivo. Forse le comunità italo-americane degli Stati
Uniti non si sentirebbero così insultate e vilipese dalla famiglia di James
Gandolfini, se veramente 'I Sopranos' non fossero altro che un simpatico - ma
per loro antipatico - sfottò. L'immaginario de 'Il Padrino' inchioda gli
italo-americani alla mafia, ma al tempo stesso la rende epica e grandiosa, la
tinge in una luce di violenza, ma anche di gloria. E quindi la reazione è
ambigua. Solo 'I Sopranos' entrano nella narrazione per smitizzare - a partire
dall'ambientazione nella suburbia del New Jersey che prende il posto di New
York, Chicago, Los Angeles o Las Vegas - e invece a modo loro creare un nuovo
mito. La famiglia criminale della porta accanto, ossia gente come me e te, che
litiga, ha problemi con i figli, e soprattutto lavora sodo; solo che lo fa
aggiungendo al telefonino e al computer l'uso del fucile. 'I Sopranos' sono
divenuti una sorta di specchio per l'America e non solo. Una sorta di 'noi',
uno di quei fenomeni artistici plurali. 'I Sopranos' come noi perché noi siamo
disposti a rispecchiarci nei Soprano. La mafia come norma, come qualcosa a
portata di mano: la mafia che siamo noi, noi tutti quanti. Ed è questo che
irrita le comunità italoamericane e forse è anche la ragione perché 'I
Sopranos' non sono mai piaciuti tanto qui da noi. A noi andavano bene un tempo
'La Piovra', ora 'La Squadra' e il 'Commissario Montalbano'. Persino una
fiction su Totò Riina. Ma offrirci i mafiosi come specchio tragico-comico di
noi stessi, questo no. Certo è più facile divertirsi con Tony Soprano ad
Helsinki che a Platì, a Casapesenna o a Corleone: dove di mafia si muore tutti
i giorni, dove il potere dei clan regna sovrano è difficile vederli con
autoironia. Eppure c'è qualcosa di ambivalente in questo rifiuto, perché la
narrazione drammatica, solo drammatica, persino nei più scontati e dozzinali
prodotti seriali nostrani, conserva alla mafia il suo alone di mito e di potere
assoluto. Per noi - da Bolzano a Canicattì - i mafiosi devono continuare ad
essere molto arcaici, forti, soprattutto cattivi, solo cattivi. Non vanno dallo
psicanalista. Non vengono mollati dalla fidanzata. Non sono - Dio ce ne scampi
- gay, non hanno la figlia di sinistra che si fidanza con un 'cioccolattino'
come lo definisce Tony Soprano. Ovviamente anche 'I Sopranos' vendono quel che
abbiamo di più richiesto, invidiato e imitato in Italia oltre alla moda: la
mafia. Ma rigirano l'immaginario mafioso come un guanto. E senza intaccare
l'immaginario di mafia, vero e proprio strumento di propaganda planetaria non
solo per quella italiana o di origine italiana, non sarà possibile intaccare
una parte del suo potere. E che loro trattino soprattutto del potere e soltanto
in un secondo livello della mafia è dimostrato dalla bizzarra scelta di Hillary
Clinton di girare uno spot in cui lei impersona la moglie di Tony Soprano e
Bill Clinton, Tony Soprano stesso. Ricalcano l'ultima enigmatica puntata della
serie, quella vista da milioni e milioni di cittadini statunitensi che fa quasi
presagire un possibile attentato ai danni dell'intero nucleo familiare. Ebbene
Hillary lascia, con la solita ironia salvatutto degli americani, intuire che
lei è come Carmela, la moglie di Tony che più di ogni altra cosa ama la
famiglia e gli interessi della famiglia. Solo che nel caso della candidata alla
Casa Bianca la famiglia sarebbe l'intero popolo americano. La forza ovviamente
epica americana ha permesso a questa fiction di raccontare meglio di qualsiasi
altra forma la trasformazione di una sensibilità, cosa che Hillary Clinton ha
capito e ha saputo giocare a proprio vantaggio. Chissà se
Antonio Bassolino e Rosa
Russo Iervolino, attentissimi circa l'immagine di Napoli, hanno mai visto la
puntata dei Soprano su Napoli. Dovrebbero farlo anche con solerzia. Una puntata
andata in onda molto tempo fa e che per milioni di americani è stata una della
più viste e amate. I Soprano, che sono appunto molto più vicini a Napoli
che a Palermo, che fanno gli affari classici della camorra, cemento, rifiuti,
riciclaggio di auto rubate, estorsioni arrivano a Napoli per business e per
alleanze con le famiglie camorristiche. E a Napoli i killer italoamericani si
sentono minuscoli, loro che vengono dalla periferia di New York finalmente
giunti al centro del crimine mondiale. Così sembra emergere dalla puntata,
intitolata proprio 'Viaggio a Napoli'. E i Soprano sono in totale soggezione
dei camorristi napoletani, sono completamente sconcertati dalla facilità con
cui si spara e si uccide. Dinanzi ad un bambino che viene picchiato da un boss,
Tony Soprano resta sconvolto. Ma qualcuno gli risponde "non vi preoccupate
questa è l'università di Napoli". E così tra mangiate di pesce, e una
bellezza di luce e mare che i boss venuti dall'America non finiscono per
definire "incredibile", Napoli diviene negli occhi dei Soprano la
cupola del potere. Attraverso la fiction si arriva al racconto di una realtà
che in Italia per troppi anni si è sottovalutata e scacciata sotto il tappeto
della bellezza come presenza eterna e consolante. Ma i Soprano sono veri
americani: l'antica bellezza del luogo li affascina, ma non li inganna. A un
certo punto si presenta a fare a affari con Tony Soprano una donna di camorra.
E lui, sempre pronto alla gaffe, non si trattiene dal commentare: "Da noi
una donna non sarebbe mai un boss". Nel mondo de 'I Sopranos' ci sono i
gay, lo psicoanalista, un possibile genero di colore. Ma quando si tratta della
gestione del potere, del potere vero, Napoli, da vera capitale del business,
rimane avanti. Le fiction riescono a volte più di altri strumenti a raccontare
il mondo e far identificare Hillary Clinton nelle dinamiche di una famiglia che
viene dai dintorni di Ariano Irpino e chiede a Napoli e ai suoi boss di salvare
la mafia italiana in crisi negli Usa. Una fiction prima della politica, dei
media, dell'inchiostro dei aggi. n.
( da "Mattino, Il
(Caserta)" del 28-12-2007)
Camion bloccati, tafferugli: cinque contusi Cinquanta
automezzi riescono a scaricare DALL'INVIATO GIGI DI FIORE Giugliano. Di agenti,
con manganelli e caschi anti-sommossa, ne arrivano tanti. Dinanzi l'ingresso di
Taverna del Re, si proclama l'allerta. C'è l'ordinanza del commissario
straordinario ai rifiuti, il prefetto Alessandro Pansa, da far rispettare. C'è
la riapertura, appena tre giorni dopo l'impegno alla chiusura definitiva, del
pseudo sito di stoccaggio che è in realtà una pestifera e velenosa discarica a
cielo aperto. C'è da sgombrare quelle poche decine di ostinati che, delusi,
sopraffatti, umiliati, si sentono presi in giro. Alle tre del mattino, il
presidio con il gazebo e la scarna tenda scura è vuoto. Durante la notte, tra
il freddo e il buio, assaliti dal puzzo mortale delle ecoballe, gli ultimi
dieci ostinati erano tornati a casa. Via libera a una decina di camion che,
poche ore dopo, hanno potuto scaricare i rifiuti partiti dal vicino Cdr di
Giugliano. L'obiettiva beffa di un'ordinanza che, appellandosi allo "stato
di emergenza", diventata in Campania ormai condizione abituale, sospende
la chiusura fino al 31 dicembre. L'emergenza viene dichiarata
"territoriale", il che vuol dire che dai Cdr di Caivano e Giugliano
dovrebbero arrivare solo camion di Comuni della provincia napoletana. Ma a
leggere le scritte a lato dei Tir, si scorgono anche Comuni avellinesi. La
chiamata alla protesta era per mezzogiorno. Nel gazebo, sono però non più di
una sessantina. Lo zoccolo duro della protesta è il gruppo di Attack Giugliano,
sigla non legata a partiti tradizionali che ha tra i suoi leader l'appassionata
Pina Elmo, o Mimmo Di Gennaro. In mattinata, arrivano comunicati politici di
più partiti. Pina era fuggita da via Epomeo a Napoli, per cercare aria pura
nella campagna di Giugliano. Ha trovato la mefitica atmosfera delle ecoballe.
Ora commenta: "I comunicati politici arrivano sempre dopo. Sono parole
strumentali e vuote. Qui si fa vedere qualcuno solo sotto elezioni. A Giugliano
si voterà tra qualche mese, chissà che affollamento ci sarà. E noi a registrare
l'incremento di tumori nel comprensorio". Gli agenti sono fermi, comandati
al loro dovere da 1200 euro al mese, infreddoliti come quegli sparuti
dimostranti che continuano ad urlare: "Raccolta, raccolta, differenziata.
Siti di stoccaggio provinciali". Senza più lavoro, né campi, né raccolti
sono rimasti 300 contadini vittime di Taverna del Re che ha appestato floride
colture di frutta. I contadini disertano il presidio, da sempre sono solo
vittime silenziose dell'eterna emergenza rifiuti. Si accende il fuoco, si
prende qualche panino. Mimmo, Pina, Lele, Umberto sono lì, ostinati. Attendono
padre Alex Zanotelli, che ha annunciato il suo solidale arrivo al presidio per
celebrare una Messa. Dicono: "Il prefetto continua ad affermare che
nell'accordo sulla chiusura era compresa anche l'ipotesi di riapertura in caso
di emergenza. Ma un accordo si fa in due. Evidentemente, se l'è scritto e
approvato da solo". Il prefetto Pansa è solo l'ultimo bersaglio di una
protesta che viene da lontano. Da scelte miopi che scelsero l'immediata e
demagogica chiusura delle discariche con alternative tutte da realizzare.
Altrove, come in Germania, si sono scelte strade graduali per arrivare
all'eliminazione delle discariche. Si ragiona, si fanno mille analisi, commenti
già sentiti. Poi, il chi va là: arrivano i camion. All'inizio, viene tentato il
diversivo dell'accesso da Ischitella, evitando il mini-blocco. Poi, i trenta
camion arrivano allo sterrato principale. Urla, fischi. Proteste. Gli agenti
fanno blocco. Spintoni. Prima lievi, poi più forti. Infine, volano
manganellate. Un uomo si stende per bloccare i Tir. Lo strattonano. Il blocco
viene forzato, con facilità. Non è una sommossa, non è un'aggressione, non è
uno sbarramento violento. I manifestanti sono pochi e disperati. I camion
trionfanti vanno alle piattaforme. Alla fine, la conta è di tre feriti: un
ragazzo alla mano, una ragazza perde sangue dalla bocca, un uomo ha lividi
ovunque. Tra gli agenti, in due denunciano contusioni. Passano tre ore e la
scena si ripete. Stavolta, viene strattonato anche padre Zanotelli, arrivato
puntuale e pronto a dire Messa. Non c'è più logica in
questa emergenza dell'emergenza. le analisi si perdono. Dice Raffaele Del
Giudice di Legambiente: "Ci riuniremo, per decidere nuove forme di
protesta e denuncia. Che dire più. Con tanti poliziotti a Giugliano, le
ecomafie sono libere di scaricare altrove senza controlli".
( da "Mattino, Il
(Benevento)" del 28-12-2007)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (City)) (Mattino, Il (Circondario Sud1))
(Mattino, Il (Circondario Nord)) (Mattino, Il (Salerno))
DALL'INVIATO GIGI DI FIORE Giugliano. Di agenti, con manganelli
e caschi anti-sommossa, ne arrivano tanti. Dinanzi l'ingresso di Taverna del
Re, si proclama l'allerta. C'è l'ordinanza del commissario straordinario ai
rifiuti, il prefetto Alessandro Pansa, da far rispettare. C'è la riapertura,
appena tre giorni dopo l'impegno alla chiusura definitiva, del pseudo sito di
stoccaggio che è in realtà una pestifera e velenosa discarica a cielo aperto.
C'è da sgombrare quelle poche decine di ostinati che, delusi, sopraffatti,
umiliati, si sentono presi in giro. Alle tre del mattino, il presidio con il
gazebo e la scarna tenda scura è vuoto. Durante la notte, tra il freddo e il
buio, assaliti dal puzzo mortale delle ecoballe, gli ultimi dieci ostinati
erano tornati a casa. Via libera a una decina di camion che, poche ore dopo,
hanno potuto scaricare i rifiuti partiti dal vicino Cdr di Giugliano.
L'oggettiva beffa di un'ordinanza che, appellandosi allo "stato di
emergenza", diventata in Campania ormai condizione abituale, sospende la
chiusura fino al 31 dicembre. L'emergenza viene dichiarata
"territoriale", il che vuol dire che dai Cdr di Caivano e Giugliano
dovrebbero arrivare solo camion di Comuni della provincia napoletana. Ma a
leggere le scritte a lato dei Tir, si scorgono anche Comuni avellinesi. La chiamata
alla protesta era per mezzogiorno. Nel gazebo, sono però non più di una
sessantina. Lo zoccolo duro della protesta è il gruppo di Attack Giugliano,
sigla non legata a partiti tradizionali che ha tra i suoi leader l'appassionata
Pina Elmo e Mimmo Di Gennaro. In mattinata, arrivano comunicati politici di più
partiti. Pina era fuggita da via Epomeo a Napoli, per cercare aria pura nella
campagna di Giugliano. Ha trovato la mefitica atmosfera delle ecoballe. Ora
commenta: "I comunicati politici arrivano sempre dopo. Sono parole
strumentali e vuote. Qui si fa vedere qualcuno solo sotto elezioni. A Giugliano
si voterà tra qualche mese, chissà che affollamento ci sarà. E noi a registrare
l'incremento di tumori nel comprensorio". Gli agenti sono fermi, comandati
al loro dovere da 1200 euro al mese, infreddoliti come quegli sparuti
dimostranti che continuano ad urlare: "Raccolta, raccolta, differenziata.
Siti di stoccaggio provinciali". Senza più lavoro, né campi né raccolti
sono rimasti 300 contadini vittime di Taverna del Re che ha appestato floride
colture di frutta. I contadini disertano il presidio, da sempre sono solo
vittime silenziose dell'eterna emergenza rifiuti. Si accende il fuoco, si
prende qualche panino. Mimmo, Pina, Lele, Umberto sono lì, ostinati. Attendono
padre Alex Zanotelli, che ha annunciato il suo solidale arrivo al presidio per
celebrare una Messa. Dicono: "Il prefetto continua ad affermare che
nell'accordo sulla chiusura era compresa anche l'ipotesi di riapertura in caso
di emergenza. Ma un accordo si fa in due. Evidentemente, se l'è scritto e
approvato da solo". Il prefetto Pansa è solo l'ultimo bersaglio di una
protesta che viene da lontano. Da scelte miopi che scelsero l'immediata e
demagogica chiusura delle discariche con alternative tutte da realizzare.
Altrove, come in Germania, si sono scelte strade graduali per arrivare
all'eliminazione delle discariche. Si ragiona, si fanno mille analisi, commenti
già sentiti. Poi, il chi va là: arrivano i camion. All'inizio, viene tentato il
diversivo dell'accesso da Ischitella, evitando il mini-blocco. Poi, i trenta
camion arrivano allo sterrato principale. Urla, fischi. Proteste. Gli agenti
fanno blocco. Spintoni. Prima lievi, poi più forti. Infine, volano
manganellate. Un uomo si stende per bloccare i Tir. Lo strattonano. Il blocco
viene forzato, con facilità. Non è una sommossa, non è un'aggressione, non è
uno sbarramento violento. I manifestanti sono pochi e disperati. I camion
trionfanti vanno alle piattaforme. Alla fine, la conta è di tre feriti: un ragazzo
alla mano, una ragazza perde sangue dalla bocca, un uomo ha lividi ovunque. Tra
gli agenti, in due denunciano contusioni. Passano tre ore e la scena si ripete.
Stavolta, viene strattonato anche padre Zanotelli, arrivato puntuale e pronto a
dire Messa. Non c'è più logica in questa emergenza dell'emergenza. Le analisi
si perdono. Dice Raffaele Del Giudice di Legambiente: "Ci riuniremo, per
decidere nuove forme di protesta e denuncia. Che dire più. Con
tanti poliziotti a Giugliano, le ecomafie sono libere di scaricare altrove
senza controlli". La rabbia è tanta, in una protesta senza solidarietà,
confusa tra gli egoismi di una regione assediata dalla spazzatura. La protesta
giuglianese si infrange contro la barriera degli Sos da rifiuti. Amare
le conclusioni dei manifestanti: "Era stato annunciato l'invio
dell'Esercito nelle province dove non venivano indicati e scelti siti di
stoccaggio. Invece, arrivano i manganelli a Giugliano. Prevale chi urla di più,
chi ha sponsor politici potenti. Comodo non scegliere e piegarsi alle non
scelte, quando c'è Taverna del Re. Sversatoio dei rifiuti campani".
( da "Corriere.it" del
28-12-2007)
Emergenze Un inceneritore in Germania per bruciare i
rifiuti di Napoli Trasferire l'immondizia costa meno che smaltirla qui ROMA Il
denaro non ha odore: fin dai tempi di Vespasiano è questa una specie di legge
universale. Ma perfino l'immondizia, in alcuni casi, riesce a smettere di
puzzare. Succede quando si trasforma in moneta sonante. Ecco perché mentre in
Campania non sanno più dove metterlo, il pattume, con il nauseabondo serpentone
di cinque milioni di "ecoballe" (niente altro che enormi blocchi di
immondizia impacchettata: cos'avranno di "eco"?) che si allunga ogni
giorno di più e i cumuli di rifiuti che hanno ripreso a bruciare ammorbando
l'aria, in Germania c'è qualcuno che accoglierebbe a braccia aperte la
spazzatura Made in Napoli. Chi può avere avuto un'idea tanto pazzesca?
Remondis, la più grande azienda tedesca che opera nel campo dello smaltimento
dei rifiuti, avrebbe dato la propria disponibilità a realizzare in un'area
della Renania ai confini con il Lussemburgo un inceneritore per bruciare tutta
l'immondizia della Campania producendo elettricità. Ipotesi che potrebbe essere
considerata davvero assurda, e come tale sarebbe stata già liquidata dai
responsabili dell'emergenza rifiuti in Campania. Assurda, naturalmente, se la
situazione non fosse però ancora più assurda. L'emergenza
rifiuti in Campania va avanti da quattordici anni, durante i quali sono stati
letteralmente gettati al vento due miliardi di euro. Da ben sette anni, preso
atto che non si riuscivano a fare gli inceneritori, preso atto che le discariche erano piene, e preso atto che
la camorra controllava (e controlla?) ormai gran parte del ciclo, si è
deciso di mandare una parte della spazzatura nel Nord Italia e all'estero:
destinazione Germania. Dove l'immondizia della Campania, da sette anni, già ora
viene regolarmente bruciata in appositi impianti. Ogni giorno la spazzatura
viene caricata sui treni della Ecolog, una divisione delle Ferrovie, e spedita
al di là del Brennero per essere smaltita negli inceneritori tedeschi della
Remondis, che in questa operazione è partner di Fs. Naturalmente ne viene
esportata giornalmente soltanto una parte: un migliaio di tonnellate sulle
7.500 prodotte (anche se il quantitativo è stato raddoppiato). E naturalmente
non gratis. L'export di pattume costa a tutti noi 215 euro la tonnellata per il
cosiddetto "tal quale", che sarebbero i classici sacchetti di rifiuti
indistinti: 400 mila euro al giorno, ai ritmi attuali. Metà va per il trasporto
(quindi in qualche modo torna allo Stato) e metà a chi la smaltisce: con
l'apparente contraddizione che siamo noi a fornire ai tedeschi, pagando di
tasca nostra, la materia prima per fare energia elettrica. Il bello è che il
costo per esportare in Germania, pur essendo ben superiore a quello dello
smaltimento in discarica nel resto dell'Italia, è nettamente inferiore a quello
che il commissariato per l'emergenza spende per smaltirli in Campania, quei
rifiuti. Il prezzo va da un minimo di 290 euro a tonnellata fino a cifre
imprecisate, persino, ha calcolato qualcuno, non inferiori a 1.000 euro. Com'è
possibile? Per prima cosa c'è il costo della trasformazione nelle famose
"ecoballe": 120 euro la tonnellata. Poi c'è il trasporto con i camion
sui terreni dove queste "ecoballe" vengono parcheggiate: altri 20
euro. Quindi il costo dello stoccaggio provvisorio: 150 euro. Provvisorio,
però, si fa per dire. Perché siccome non ci sono gli inceneritori, quelle
ecoballe stazionano per anni su terreni acquistati o presi in affitto a caro
prezzo: 250 ettari di territorio campano sono ormai completamente occupati. Più
stanno, più il costo sale. E dato che le prime "ecoballe" sono lì dal
2001, fate voi i conti. La cosa è talmente eclatante che il direttore generale
del ministero dell'Ambiente Gianfranco Mascazzini, considerato papabile per il
posto di commissario straordinario fino a oggi occupato dal prefetto di Napoli
Alessandro Pansa, non si capacita di come sia possibile che costi meno spedire
l'immondizia in Germania piuttosto che tenersela in Campania. E non si capacita
al punto da aver messo in moto i carabinieri perché compiano le necessarie
verifiche. Quando la risposta ai suoi interrogativi è sotto gli occhi di tutti,
e sta nella follia di un sistema che invece di bruciare la spazzatura
polverizza milioni di euro al giorno. Domanda: e gli inceneritori dei quali da
14 anni non si vede nemmeno l'ombra? L'appalto ce l'aveva la Fibe, del gruppo
Impregilo, incaricata anche di fabbricare le "ecoballe". Ce l'aveva,
appunto, perché il contratto è stato risolto. Uno dei due inceneritori, quello
di Acerra, sarebbe comunque quasi pronto. Meglio, potrebbe funzionare fra meno
di un anno. Ma c'è un particolare: non può bruciare le "ecoballe"
prodotte in Campania, perché mancano le specifiche tecniche. E allora? Allora
si sono fatti avanti i tedeschi, con la loro idea "pazzesca ".
Bruciare in Germania non una parte della spazzatura della Campania, come oggi,
ma tutta quanta, con un impianto nuovo di zecca da 100 megawatt destinato solo
a quello scopo, avendo la garanzia di un contratto di 15 anni e a un prezzo
molto più basso di quello attuale. Per tutta risposta a novembre è stata
bandita la nuova gara per completare gli inceneritori e sostituire Fibe. Sono
arrivate offerte dalla francese Veolia, dalla spagnola Abertis (quella che si
doveva fondere con Autostrade) e dall'Asm di Brescia, che da trent'anni
riscalda la città bruciandone i rifiuti. Ma se ne verrà mai a capo? stampa |.
( da "Denaro, Il" del
28-12-2007)
Commenti ambiente Bagnoli, colmata a mare: sperpero
di denaro pubblico Gerardo Mazziotti Negli anni Sessanta uno scellerato
direttore dell'Ilva decise di scaricare i residui della lavorazione della ghisa
e dell'acciaio misti a cemento nello spazio compreso la via Coroglio, il mare e
i due pontili, creando la così detta "colmata a mare". Venne
dichiarata "bomba ecologica" dal ministro dell' Ambiente Edo Rochi
nell'agosto 1966 e rientrava nella bonifica delle aree dismesse affidata nel
1996 alla Bagnolispa, che ha consumato 6 anni di tempo e 400 mld di lire per
non bonificare quasi nulla e per limitarsi a "mettere in sicurezza"
la colmata con accorgimenti tecnici, che molti esperti giudicano di dubbia efficacia.
Venne perciò sciolta nell'aprile 2002 per essere sostituita dalla società mista
Bagnolifutura. Il 17 luglio 2003 è stato firmato un accordo di programma tra
ministero dell'Ambiente (Matteoli), Comune di Napoli
(Iervolino), Regione Campania (Bassolino), Bagnolifutura (Santangelo) e Autorità Portuale di Napoli
(Nerli) che prevede la rimozione della colmata a cura di quest'ultima,
attraverso la bonifica dei materiali e il loro trasporto nel porto di Napoli
per realizzare la darsena di levante. Inizio dei lavori previsti per il
mese di ottobre 2003 e ultimazione entro dicembre 2006. Costo dell'operazione
40 milioni di euro, pari a circa 80 miliardi di lire. Trascorrono quattro anni
di polemiche accesissime tra quanti sollecitano la rimozione della colmata e
quanti invece ritengono conveniente conservala dov'è per realizzarvi
attrezzature sportive e ricreative (Tino Santangelo, Benedetto Gravagnuolo,
Pasquale Balzamo, Anna Rea tra gli altri). Il 28 luglio 2007 viene firmato un
diverso accordo di programma tra ministero dell'Ambiente (Pecoraro Scanio),
Regione (Bassolino), Comune di Napoli (Iervolino),
Bagnolifutura (Rocco Papa), Autorità portuale di Napoli (Nerli) e Comune di
Piombino (sindaco Anselmi), approvato il 28 agosto scorso dal Consiglio
comunale della città toscana, che prevede la rimozione della colmata e il
trasporto di tutti i materiali "bonificati" in quel porto. Un accordo
contrastato dai piombinesi, da Legambien te, Wwf e altre associazioni
ambientaliste. E anche dall'opinione pubblica napoletana, convinta della
fattibilità dell'accordo del 2003. Eppure è stato deciso di andare avanti come
bisonti. E, infatti, l' accordo del 2007 (il costo è lievitato fino a 970
milioni di euro, di cui 682 a Piombino e 288 a Bagnoli) è stato perfezionato il
21 dicembre scorso al ministero dell'Ambiente con la firma dei ministri
Pecoraro Scanio, Bersani, Di Pietro, Bianchi e Mussi, del presidente della
Regione Toscana e di quello della Campania, del sindaco di Napoli e del suo
collega di Piombino, del vicesindaco Santangelo, dei presidenti delle Province
di Napoli e di Livorno e di altri di cui non mette conto. Una folla di
autorità, grandi e piccole. Rebus sic stantibus bisognerà spiegare al
contribuente italiano perchè si preferisce attuare la soluzione Piombino (1.320
miliardi di lire) e non la soluzione Napoli Est (80 miliardi di lire) che costa
17 volte di meno. Non sembrano esserci motivi tecnici convincenti. Ha detto il
signor Nerli, presidente dell'Autorità portuale di Napoli, che "l'accordo
del 2003 è svanito perchè le relative autorizzazioni sono arrivate troppo
tardi". Ma non fa i nomi dei responsabili. L'Autorità di vigilanza sui
lavori pubblici e la Corte dei Conti dovrebbero occuparsi di questa scandalosa
vicenda. Un tale sperpero di denaro pubblico non sarebbe tollerato in nessun
Paese al mondo. del 28-12-2007 num.
( da "Napoli.com" del
28-12-2007)
Di Bruno Prezioso Il New York Times ha scritto che l'Italia
è un "Paese triste", il Times entra nello specifico e pubblica che
gli italiani hanno problemi che vanno dall'illegalità alla mancanza di lavoro
per i giovani, cattiva assistenza sanitaria, sporcizia. L'ex Presidente della
Camera, ne profitta, e dice che Napoli è lo specchio del Paese. "Non
andate molto lontano a cercare il viatico per vivere meglio, amici napoletani,
perché le trappole sono davanti ai vostri occhi. Non vi è dubbio che Casini
abbia ragione da vendere, anche se al mercato delle pulci c'è arrivato un po'
tardi. E su quelle bancarelle hanno svenduto di tutto, dal vivere civile alla
cultura. E molti comprando "uno" hanno ricevuto "due", per
gentile concessione dei cattivi governanti. Ecco come ti governo il popolino:
una canzone, una chitarrata, una pizza su misura in quella Piazza dove puoi
pescare tutti i "plebisciti" che vuoi. Ma il palcoscenico della
Piazza, requisita dal governatore, è molto richiesto. Napoli, specchio opaco
del "fu Bel Paese", è terra di conquista e le richieste dei salvatori
della Patria sono numerose. Casini prepara il suo salotto politico, che va da
Via Chiatamone (dov'è la sede de Il Mattino) alle periferie di Napoli più
lontane dove la sofferenza è al culmine. A riceverlo certo gli udc, ma con
l'apporto di un giornale antico e glorioso ed oggi pur sempre primo quotidiano
del Mezzogiorno, pronto spianargli la strada. C'è da prevedere che nei
cambiamenti previsti a Il Mattino (vox populi?) si nasconda la grande volontà
dell'editore di dare mano forte al genero. Pare che sia in arrivo un vice
direttore (Cusenza?....) che dovrebbe sostituire il giovane Orfeo alla
direzione del giornale nel giro di pochi mesi, poi una strizzatina alla
redazione: via una decina di redattori prossimi alla pensione, cambio di
"comandanti" e, certo, una più affollata discesa di opinionisti da
Roma. La Redazione è sul piede di guerra. Ma, ormai, l'ossatura del giornale è
nelle mani dell'editore. Il nuovo direttore ha chiesto di lavorare in un
ambiente tranquillo, lontano da vendette interne che potrebbero manifestarsi se
fosse proprio lui a mettere fuori i dieci giornalisti. Quindi al giovane Orfeo
il compito di tagliare "il di più". E poichè, nel bene e nel male,
tutto ha un prezzo nella vita, l'attuale direttore potrebbe aspirare alla redazione
di Via del Tritone nelle vesti di "messaggero" di grande cultura,
quella di Piazza del Plebiscito che lo ha visto attore e spettatore. Intanto la
città, sotto gli occhi increduli di coloro (pochissimi?) che di passaggio
(obbligato?) per la Piazza del Plebiscito sbirciano sulle panchine che
rappresentano i Paesi che affacciano sul Mediterraneo, vive di meraviglia per
l'annuncio che nel 2013 Napoli ospiterà il Forum Mondiale delle Culture. La
notizia dell'ufficialità dell'accaparramento della
manifestazione è stata data al Comune dalla sindaca Iervolino, contornata da
coloro che hanno formato le due spedizioni (trecento persone?...) in Messico e
che puntano a "lavorare" per il Forum. Assente alla cerimonia il
governatore Bassolino.
Perché mai? I giornalisti sono andati a cercarlo con le lanterne ma non lo
hanno scovato. E non vi era neanche uno degli ormai pochissimi sostituti
che gli sono rimasti fedeli. Troppo lontano il 2013 per chi ha problemi urgenti
da risolvere. Uno in particolare: la scalata delle montagne della monnezza.
( da "Napoli.com" del
28-12-2007)
Trasferire l'immondizia costa meno che smaltirla qui
di Sergio Rizzo (da: Corriere della Sera del 28/12/2007) Il denaro non ha
odore: fin dai tempi di Vespasiano è questa una specie di legge universale. Ma
perfino l'immondizia, in alcuni casi, riesce a smettere di puzzare. Succede
quando si trasforma in moneta sonante. Ecco perché mentre in Campania non sanno
più dove metterlo, il pattume, con il nauseabondo serpentone di cinque milioni
di "ecoballe" (niente altro che enormi blocchi di immondizia
impacchettata: cos'avranno di "eco"?) che si allunga ogni giorno di
più e i cumuli di rifiuti che hanno ripreso a bruciare ammorbando l'aria, in
Germania c'è qualcuno che accoglierebbe a braccia aperte la spazzatura Made in
Napoli. Chi può avere avuto un'idea tanto pazzesca? Remondis, la più grande
azienda tedesca che opera nel campo dello smaltimento dei rifiuti, avrebbe dato
la propria disponibilità a realizzare in un'area della Renania ai confini con
il Lussemburgo un inceneritore per bruciare tutta l'immondizia della Campania
producendo elettricità. Ipotesi che potrebbe essere considerata davvero
assurda, e come tale sarebbe stata già liquidata dai responsabili
dell'emergenza rifiuti in Campania. Assurda, naturalmente, se la situazione non
fosse però ancora più assurda. L'emergenza rifiuti in
Campania va avanti da quattordici anni, durante i quali sono stati
letteralmente gettati al vento due miliardi di euro. Da ben sette anni, preso
atto che non si riuscivano a fare gli inceneritori, preso atto che le discariche erano piene, e preso atto che
la camorra controllava (e controlla?) ormai gran parte del ciclo, si è
deciso di mandare una parte della spazzatura nel Nord Italia e all'estero:
destinazione Germania. Dove l'immondizia della Campania, da sette anni, già ora
viene regolarmente bruciata in appositi impianti. Ogni giorno la spazzatura
viene caricata sui treni della Ecolog, una divisione delle Ferrovie, e spedita
al di là del Brennero per essere smaltita negli inceneritori tedeschi della
Remondis, che in questa operazione è partner di Fs. Naturalmente ne viene
esportata giornalmente soltanto una parte: un migliaio di tonnellate sulle
7.500 prodotte (anche se il quantitativo è stato raddoppiato). E naturalmente
non gratis. L'export di pattume costa a tutti noi 215 euro la tonnellata per il
cosiddetto "tal quale", che sarebbero i classici sacchetti di rifiuti
indistinti: 400 mila euro al giorno, ai ritmi attuali. Metà va per il trasporto
(quindi in qualche modo torna allo Stato) e metà a chi la smaltisce: con
l'apparente contraddizione che siamo noi a fornire ai tedeschi, pagando di
tasca nostra, la materia prima per fare energia elettrica. Il bello è che il
costo per esportare in Germania, pur essendo ben superiore a quello dello
smaltimento in discarica nel resto dell'Italia, è nettamente inferiore a quello
che il commissariato per l'emergenza spende per smaltirli in Campania, quei
rifiuti. Il prezzo va da un minimo di 290 euro a tonnellata fino a cifre
imprecisate, persino, ha calcolato qualcuno, non inferiori a 1.000 euro. Com'è
possibile? Per prima cosa c'è il costo della trasformazione nelle famose
"ecoballe": 120 euro la tonnellata. Poi c'è il trasporto con i camion
sui terreni dove queste "ecoballe" vengono parcheggiate: altri 20
euro. Quindi il costo dello stoccaggio provvisorio: 150 euro. Provvisorio,
però, si fa per dire. Perché siccome non ci sono gli inceneritori, quelle
ecoballe stazionano per anni su terreni acquistati o presi in affitto a caro
prezzo: 250 ettari di territorio campano sono ormai completamente occupati. Più
stanno, più il costo sale. E dato che le prime "ecoballe" sono lì dal
2001, fate voi i conti. La cosa è talmente eclatante che il direttore generale
del ministero dell'Ambiente Gianfranco Mascazzini, considerato papabile per il
posto di commissario straordinario fino a oggi occupato dal prefetto di Napoli
Alessandro Pansa, non si capacita di come sia possibile che costi meno spedire
l'immondizia in Germania piuttosto che tenersela in Campania. E non si capacita
al punto da aver messo in moto i carabinieri perché compiano le necessarie
verifiche. Quando la risposta ai suoi interrogativi è sotto gli occhi di tutti,
e sta nella follia di un sistema che invece di bruciare la spazzatura
polverizza milioni di euro al giorno. Domanda: e gli inceneritori dei quali da
14 anni non si vede nemmeno l'ombra? L'appalto ce l'aveva la Fibe, del gruppo
Impregilo, incaricata anche di fabbricare le "ecoballe". Ce l'aveva,
appunto, perché il contratto è stato risolto. Uno dei due inceneritori, quello
di Acerra, sarebbe comunque quasi pronto. Meglio, potrebbe funzionare fra meno
di un anno. Ma c'è un particolare: non può bruciare le "ecoballe"
prodotte in Campania, perché mancano le specifiche tecniche. E allora? Allora
si sono fatti avanti i tedeschi, con la loro idea "pazzesca ".
Bruciare in Germania non una parte della spazzatura della Campania, come oggi,
ma tutta quanta, con un impianto nuovo di zecca da 100 megawatt destinato solo
a quello scopo, avendo la garanzia di un contratto di 15 anni e a un prezzo molto
più basso di quello attuale. Per tutta risposta a novembre è stata bandita la
nuova gara per completare gli inceneritori e sostituire Fibe. Sono arrivate
offerte dalla francese Veolia, dalla spagnola Abertis (quella che si doveva
fondere con Autostrade) e dall'Asm di Brescia, che da trent'anni riscalda la
città bruciandone i rifiuti. Ma se ne verrà mai a capo?.
)
( da "Repubblica, La" del 29-12-2007)
Cronaca
La tratta dei cani business milionario che viene dall'Est Rispondiamo a un annuncio
e dopo tre ore arriva già la e-mail con prezzi e razze è boom di questi
cuccioli nei regali di Natale La criminalità organizzata gestisce il traffico
Vengono dall'Ungheria, dalla Romania o dalla Serbia e recapitati a casa DAVIDE
CARLUCCI MILANO Hugo e Sisi spuntano dal portabagagli della Peugeot 307 station
wagon spauriti e tremanti. Una volta fuori dalla cesta, cercano il calore tra i
seni della ragazza che ha scelto di prendersene cura. Si rintanano nella sua
sciarpa di lana, le leccano le dita e gliele mordono, affamati. Poi chiudono i
loro grandi occhi neri e si lasciano cullare. I due cuccioli hanno appena due
mesi di vita e hanno viaggiato per tutta la notte. Dodici ore di strada da
Lucenec, una cittadina di confine in Ungheria. E ora sono a Milano: il
parcheggio di una concessionaria di auto, vicino alla vecchia Fiera, è il luogo
scelto per l'appuntamento con Miro, trafficante slovacco di cani. Lui e sua
moglie, Susanne, hanno messo in piedi un bel business. Vendono i cagnolini a
prezzi ragionevoli - 200-300 euro - e li consegnano a domicilio anche nel più
piccolo paese del Nord Italia. In questi giorni lavorano molto: regalare un
Chihuahua o un Terrier per Natale o la Befana è un'ottima idea regalo per
nipotini, fidanzate o anziani soli. In Ungheria, Slovacchia e Romania costano
la metà del prezzo italiano - ma anche venti volte meno - e te li consegnano a
domicilio. Chi li acquista alimenta una tratta - gestita, si sospetta, dalla
criminalità organizzata - che costringe i cuccioli a viaggiare stipati al
freddo in un Tir, senza acqua e con quasi nulla da mangiare, esposti a
parassiti e malattie infettive. E non sempre è un affare. "Molti
veterinari ci hanno segnalato che portano patologie e tare genetiche scomparse
in Italia da anni", assicura Maria Rosaria Esposito, responsabile del
Nirda, il nucleo del Corpo forestale che si occupa della protezione degli
animali. Per farli sembrare sani, i contrabbandieri di cagnolini li
imbottiscono di farmaci o di cortisone. Ma i piccoli dopo pochi giorni, spesso,
muoiono. Di cimurro o di gastroenterite. Il business è fiorente da anni e
associazioni come Gaia non fanno altro che denunciarlo, scoraggiando in tutti i
modi l'acquisto sia dagli importatori abusivi che dai negozi e dalle fiere
spingendo, al contrario, per l'adozione di cani abbandonati nei canili. La
novità, ora, è che i cuccioli illegali si possono acquistare comodamente su
Internet: le loro foto o le loro descrizioni intenerite sono confuse tra le
migliaia di offerte di animali domestici di cui abbondano i mercatini virtuali.
Noi rispondiamo a un annuncio che propone, in un italiano improbabile, un
"bussiness-affaristico": "Vendesi cuccioli di bene razza da
importazione! MODICO costo! Consegna alla mio spese in nord italia! Capisco
inglese!". Contattiamo "suzanne23" e dopo tre ore già ci arriva
il primo messaggio di posta elettronica: "Si, cuccioli sono disponibili!
interesse? mandami mail o scrivi sms". Prenotiamo dei pinscher. "Sono
disponibili 2 mesi, prima vaccinati, sverminati, con microchip e eu pasaport!
colore nero-fulvo! prezzo per 4 cuccioli 1200 euro incl. consegna a tuo
indirizzi!". C'è un numero di telefono, chiamiamo e trattiamo sul prezzo:
ogni cane ci costa 300 euro ma con mille euro ne portiamo a casa quattro. A noi
ne bastano due, un maschio e una femmina. Noi diciamo 500 lui dice 600. Ad ogni
modo, conviene: i pinsher costano, vanno di moda - sono "cani da borsetta,
tea-cup pup" come quelli esibiti da Paris Hilton - e se normalmente
vengono venduti a 550-600 euro l'uno, in alcuni casi possono arrivare fino a
1.400 euro. L'appuntamento iniziale è in via Mosè Bianchi. Ma, all'ultimo
momento, i venditori decidono di cambiare: "I'm in Milan on viale
Teodorico, it's possible for you to come here?". Ok. Arrivati nel luogo
concordato, Miro e il suo socio fanno un giro di perlustrazione per verificare
che non ci sia polizia in giro. Le Guardie forestali e la Finanza da un po' di
tempo danno la caccia ai mercanti di cuccioli. Meglio non rischiare.
"Diteci con quale macchina arrivate e appena vedete la nostra Peugeot fate
una segnalazione con i lampeggianti", si raccomandano. Ecco Miro, è un
uomo sulla trentina alto un metro e novanta, è accompagnato da un ragazzo più
giovane che resta in macchina. Assicura che i suoi cani sono in regola. E mostra
il passaporto rilasciato dalle autorità slovacche, valido per l'Unione europea,
con il timbro dell'ultima vaccinazione. Un codice a barre identifica il cane:
corrisponde al microchip iniettato nella pelle del cane. Falsificare i
documenti, però, è un gioco abbastanza semplice. Quando chiediamo la ricevuta,
del resto, la risposta è un sorriso di sorpresa: ma quale scontrino, solo
contanti sulla fiducia. E sul prezzo si arriva a un compromesso: 550 euro.
Entrare in Italia, spiega Miro, è stato facilissimo. Nessun controllo alle
frontiere, e poi "da ieri anche la Slovacchia è in area Schengen".
Non che prima ci fossero problemi: "Finora non siamo mai stati
fermati". Clienti in Italia ne hanno parecchi, Miro e Susanne. La loro
area è il NordEst e la Lombardia. Hanno già consegnato a Sesto San Giovanni,
Pero, Pordenone, Trento. Tra i clienti, rivela, c'è anche una coppia di
Monfalcone, lei friulana, lui siciliano. "Comprano i cani da noi e poi li
rivendono come se fossero italiani. Ma non capisco come facciano". Si fa,
si fa... e lo fanno in molti. "Ormai l'80 per cento dei negozi di animali
vendono cani di questa provenienza - assicura Ermanno Giudici, presidente della
sezione milanese dell'Enpa, l'Ente nazionale di protezione animali - solo che
molti non lo dicono. E così bulldog inglesi comprati a 70-80 euro vengono
rivenduti a 1.500-2.000 euro. Sono così alti i margini di guadagno che molti
trafficanti di animali esotici si sono riconvertiti nel mercato dei cagnolini,
che dà anche meno nell'occhio". Questo spiega perché, ogni anno, migliaia
di cuccioli "clandestini" arrivano in Italia: dal Brennero, da
Tarvisio, da Trieste o da valichi minori come quello di Prosecco, vicino a
Gorizia. I loro passeurs vendono poi la merce ai negozianti o, furtivamente, ai
caselli autostradali - a Fiano Romano, per esempio - durante soste brevissime,
proponendo le cucciolate agli automobilisti. I numeri della tratta sono
impressionanti: "Basti pensare che nel 2004, l'ultimo anno in cui si
eseguivano i controlli, dalla dogana di Sant'Andrea di Gorizia sono passati,
tra cani e gatti, 500mila cuccioli", assicura Esposito. Molti, certo, sono
animali che i turisti portano con sé per compagnia. Tanti altri finiscono nelle
fiere o nei negozi per animali. Almeno trentamila all'anno, ha calcolato la Lav nel suo ultimo rapporto sulle ecomafie in
Italia. Tra questi anche Hugo e Sisi, i nostri piccoli clandestini a quattro
zampe. Li facciamo visitare da un veterinario, Roberto Loschiavo:
"Sembrano sani - ci dice - ma potrebbero avere malattie in incubazione: la
rabbia in quei paesi è ancora diffusa". E poi sono stati sottratti
troppo presto alla loro madre e vaccinati in anticipo rispetto a quel che si
dovrebbe. Anche per questo sono illegali: la legge vieta in tutta l'Unione
l'esportazione di animali che abbiano meno di tre settimane e ventun giorni di
vita. Ma se si anticipano i tempi, per Stefano Apuzzo, presidente di Gaia, una
ragione c'è: "Gli allevamenti sono vere e proprie catene di montaggio:
fanno figliare i cani a ritmo continuo e piazzano le cucciolate senza alcuna
selezione. Così, i cani arrivano in Italia con tare genetiche e mille
patologie. E finiscono puntualmente nei migliori negozi d'animali".
Secondo Apuzzo, il maggior canale di diffusione dei cuccioli importati sono le fiere.
"Per questo è stato un successo, per noi, riuscire a far vietare le
esposizioni in comuni come Rozzano, Gorgonzola e Opera", continua Apuzzo.
Altre fiere, come quella di Assago o di Cantù, erano state scelte come canale
di vendita dei cuccioli importati in un'inchiesta condotta dalla Guardia di
Finanza di Bologna, che ha portato al fermo di ventidue persone, tra le quali
anche veterinari: erano loro, secondo la Procura, a fornire ai criminali la
documentazione falsa per "regolarizzare" i cani importati. Se anche
per Hugo e Sisi siano state fatte carte false, in Slovacchia, non è dato
sapere. Quel che è certo è che il loro viaggio è andato a buon fine: i
volontari dell'associazione Gaia li hanno affidati a due famiglie di Milano.
Non corrono più rischi.
( da "Padania, La" del
29-12-2007)
Boni: la Lombardia non vuole fare la fine della
Campania Lo Stato ci dia quello che ci spetta e poi al nostro territorio ci
pensiamo da soli davide boni Mentre il Nord è occupato a salvare Malpensa, il
Sud è alle prese con l emergenza rifiuti. Cumuli di spazzatura in mezzo alle
strade e sacchi che galleggiano accanto alle abitazioni fanno parte della
cartolina che ritrae la città partenopea durante le feste natalizie. Un
immagine che ogni anno, puntuale, fa il giro del mondo, esempio emblematico di
una immobilità amministrativa disarmante e di una totale mancanza di
pianificazione territoriale. Da una parte la lotta dei lombardi per salvare il
proprio hub e l intero sistema aeroportuale, dall altra la situazione in cui si
trovano i campani, travolti dall immondizia che invade, come se niente fosse,
le strade di Napoli. E il Governo tace su questo, limitandosi a dire che va
tutto bene, che l Italia si è rimessa in cammino& peccato però che non ci
hanno ancora detto dove stiamo andando. E in tutto questo, proprio questo
esecutivo dovrebbe venirci a dire cosa fare con Malpensa? Sarebbe lui il
garante delle nostre infrastrutture, quello che dovrebbe avere in custodia le
sorti del nostro hub? No, grazie. Facciamo da soli. Ci diano quello che ci
spetta, perché meglio occuparsi in prima persona del territorio lombardo che
peraltro conosciamo meglio di chiunque altro. Perché comodo fare del
campanilismo quando si tratta di distruggere il potenziale del Nord mentre si
preferisce chiudere gli occhi e non affrontare l emergenza rifiuti in Campania,
evitando di andare alla ricerca dei colpevoli di questo disastro sociale e
ambientale. Perché mentre qui lottiamo e cerchiamo con ogni mezzo di salvare e
tutelare le potenzialità e i punti di forza del territorio, altrove non riescono
a garantire ai propri cittadini neppure i bisogni primari. Caro Presidente
Prodi, nel suo discorso di fine anno questo distacco è apparso netto e
profondo, come quando ci invita a fare partire la nostra compagnia aerea,
sottovalutando il nostro problema. Certo noi lombardi meritiamo senz altro di
più. Perché non vorremmo poi che la Lombardia, come al solito, debba correre in
soccorso della Regione Campania, di Bassolino e della Iervolino, e smaltire
a spese dei lombardi i rifiuti di altri. Buffo, chiediamo fondi, competenze e
il diritto di salvare il nostro il nostro aeroporto e in cambio riceviamo,
puntuali, solo spazzatura. Speriamo solo che l Anno Nuovo porti a tutti noi la
consapevolezza che lottare per il territorio in cui viviamo è un diritto e non
solo un dovere, è la presa di coscienza della nostra forza e del nostro
coraggio, diventando attori protagonisti di un sistema che troppo spesso ci
vuole relegare al ruolo di semplici comparse& [Data pubblicazione:
29/12/2007].
( da "Mattino, Il
(Benevento)" del 29-12-2007)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (City)) (Mattino, Il (Circondario Sud2))
(Mattino, Il (Circondario Sud1)) (Mattino, Il (Circondario Nord))
CAPODANNO IL PROGRAMMA Nuovo dispositivo di traffico
per la notte di San Silvestro Anche la metropolitana in servizio tutta la notte
FABIO JOUAKIM Stavolta, come già nelle prime edizioni della notte in piazza, il
Capodanno tornerà a concentrarsi al Plebiscito. Archiviata la breve esperienza
del concerto alternativo di piazza Mercato, oltre a quella della discoteca
notturna alla Stazione marittima, la tredicesima edizione ruoterà intorno ai
due palchi ai lati del colonnato della basilica di San Francesco di Paola, che
formeranno un unico proscenio insieme alla "Love difference" di
Michelangelo Pistoletto. Intanto, dalla città sommersa dai rifiuti, proseguono incessanti gli inviti al governatore Bassolino e al sindaco Iervolino a non salire
sul palco. Se da un lato per le forze dell'ordine sarà più semplice il
controllo di una sola location, dall'altro bisognerà provare a evitare
l'imbottigliamento nella zona attorno al Plebiscito, dove è in programma il
maxiconcerto: dalle ore 22 saliranno sui palchi Enzo Avitabile, Goran
Bregovic, Sal Da Vinci, Tullio De Piscopo, Gigi Finizio, Khaled, Marco Zurzolo
(inizio della diretta alle 23 su Telecapri). A mezzanotte partiranno i fuochi
d'artificio, mentre per lo spettacolo pirotecnico più suggestivo ci si sposterà
sul Lungomare, dove alle 2 è previsto l'inizio dell'incendio del Castel
dell'Ovo. La coppia di assessori interessati dal dispositivo - Valeria Valente
(Grandi eventi) e Gennaro Mola (Mobilità) - ripete ancora una volta il consueto
invito ai napoletani a lasciare l'auto a casa e a muoversi con i mezzi pubblici
per raggiungere i luoghi delle manifestazioni. La linea 1 della metropolitana e
le funicolari Chiaia, Montesanto e Centrale, infatti, effettueranno corse senza
interruzione del servizio per tutta la notte. Anche il dispositivo di traffico,
ufficializzato ieri, ricalca quello dello scorso San Silvestro. Dalle ore 21
scatta divieto di transito veicolare nelle carreggiate di piazza del Plebiscito
antistanti la Prefettura e il Commiliter e anche - salvo per residenti e
disabili con contrassegno - nelle seguenti strade: via Vittorio Emanuele III e
via San Carlo, dall'intersezione del primo interviale proveniente da piazza
Municipio a quella di piazza Trieste e Trento; via Solitaria, piazzetta
Salazar, Rampe Piaggeria; via Cesario Console nel tratto tra piazza del
Plebiscito e via Generale Orsini; via Santa Lucia; via Nicotera, nel tratto
compreso tra vico Mondragone e piazza Santa Maria Degli Angeli; piazza Santa
Maria Degli Angeli, via G. Serra, piazza Carolina, via Monte di Dio, via
Chiaia. Attenzione anche a dove si lascerà la propria auto in sosta. Dalle 8
del 31 dicembre alle 4 del primo gennaio è in vigore il divieto di sosta con
rimozione coatta in piazza Trieste e Trento, via Vittorio Emanuele III, via San
Carlo e via Cesario Console. Dalle 00.30, per consentire di assistere allo
spettacolo pirotecnico sul Lungomare, saranno chiuse alla circolazione via
Partenope e via Nazario Sauro. In concomitanza saranno istituiti anche il senso
unico in via Arcoleo, dall'intersezione di piazza Vittoria a quella di via
Chiatamone; il doppio senso nella Galleria della Vittoria; l'obbligo per i
veicoli provenienti da via Acton attraverso il tunnel della Vittoria di
svoltare a destra all'intersezione di via Morelli; il divieto di transito
pedonale in piazza del Municipio lungo il perimetro del cantiere del metrò.
( da "Repubblica, La" del
30-12-2007)
Pagina II - Napoli Discarica, Pianura in rivolta
Bloccati treno e strada, anche la Iervolino dice no E oggi
è atteso in prefettura il ministro Pecoraro Scanio. Si profila uno scontro Un
elicottero ispeziona l'area, scatta l'allarme e comincia la ribellione Pansa
mette i politici alle corde: "Unica soluzione" Sì di Bassolino e Di Palma Contrario
l'assessore Mola Chiusa Montagna Spaccata, sit-in sui binari della
Cumana ANTONIO CORBO L'allarme è scattato alle otto, quando gli abitanti di
Contrada Pisani hanno visto l'Agusta Bell 206 della polizia nel cielo pulito di
grecale. è spuntato da sud, dalla collina degli Astroni. Girava sulla discarica
di Pianura. Una collinetta di immondizia ricoperta di verde, alta 220 metri. Si
è abbassata di 15, dalla chiusura. Cinque gennaio 1996. Sono passati undici
anni dal trionfalismo di quel giorno: mai più una discarica in Campania. Non
l'avessero mai detto. Fu annunciato persino un polo turistico con impianto di
golf. Sta invece per essere riaperta la discarica. Prime reazioni: strada e
ferrovia bloccate. è atteso per oggi il ministro Pecoraro Scanio. Si profila
uno scontro: il Comune si oppone, il prefetto Pansa vuol chiudere il suo
mandato aprendo l'ultimo varco possibile. Bassolino e
Di Palma sembrano d'accordo. La "Pisani" dispone anche del Fosso, una
cavità profonda 150 metri, con 1,8 milioni di metri cubi, può ingoiare tre anni
di immondizia. A bordo dell'elicottero funzionari e tecnici del Commissariato.
Foto, filmati e apparecchi laser per riprendere l'area. Sulla collinetta è
possibile scaricare subito immondizia. Nel Fosso occorrono lavori per un mese.
Il primo spazio, secondo il piano, farà da sito di stoccaggio in attesa che
siano rivestite di argilla, quindi rese impermeabili, base e pareti interne del
Fosso. Sono state viste volanti della polizia, si è diffuso un altro allarme,
stavolta falso. Si è pensato all'imminente requisizione della
"Pisani", un "impianto di smaltimento di I e II categoria",
gestione privata dal 1988 con la società "Di.Fra.Bi." poi abbinata ai
La Marca, titolari del servizio di raccolta. Il prefetto Umberto Improta
escluse i privati per affidarla all'Enea, da allora si chiama
"Elektrica". "è buio istituzionale, vogliamo la verità, nessuno
si nasconda, grave che solo un giornale ci informi su quello che avverrà",
la prima scintilla di rivolta è stata del consigliere di Forza Italia,
Salvatore Varriale. Più tardi la replica dell'assessore Gennaro Mola. "Il
Comune, in testa il sindaco Iervolino, è contrario alla discarica e Napoli non ha
siti alternativi da offrire". Una posizione ufficiale. Netta. L'aveva
anticipata l'altra sera Rosa Russo Iervolino, seccata per aver già offerto
Poggioreale, sito non ancora utilizzato. Il sindaco incontrò Pansa e il nuovo
commissario Umberto Cimmino in prefettura. Incontro che si è ripetuto ieri
sera, con Mola, Bassolino e Di Palma. è stato drastico
Pansa: "La decisione spetta a voi. Pianura è la soluzione. Altrimenti
Napoli...". Bassolino ha annuito, Di Palma si è
associato, solo la Ievolino non molla. Fumata nera, quindi. Ed era già in
rivolta Pianura. Fabio Tirelli di Rifondazione, presidente della Municipalità,
ha guidato dal pomeriggio la prima manifestazione. Pacifica. Non ha potuto
impedire però il sit-in dinanzi alla discarica, con auto di traverso e cassonetti
per chiudere al traffico la strada di Montagna Spaccata. Con materassi sui
binari è stata interrotta la "Cumana", stazione di Pisani. Centinaia
i cittadini, con l'assessore Giorgio Nugnes e il consigliere Marco Nonno di An,
davanti alla discarica fino a tarda sera. "Pianura ha sofferto troppo, è
stata per anni una discarica, è solo da poco che ci siamo liberati di quel
terribile odore che ha reso l'aria irrespirabile in questa zona che è invece un
parco naturale tra gli Astroni e i Camaldoli". Duecento famiglie, zona
Abbazia, abitano proprio a due passi. Nel buio acceso un falò con tronchi
d'albero: luce e caldo. Alle 20 tramite il commissariato San Paolo l'invito in
prefettura: si è mossa una delegazione. Cominciava una notte di forti tensioni.
è solo la prima.
( da "Repubblica, La" del
30-12-2007)
Pagina I - Napoli Ispezionata la discarica, il
quartiere è in rivolta. Altri incidenti a Giugliano. Scontro sul commissario
liquidatore Rifiuti, braccio di ferro su Pianura Pansa: "è l'unica
soluzione". Ma il sindaco si oppone Il volo di un elicottero su Pianura
per ispezionare la discarica ha fatto scattare ieri mattina l'allarme e la
ribellione. Dopo giorni di silenzio, il prefetto Pansa ha invitato Regione, Provincia
e Comune di Napoli. Li ha messi dinanzi a una scelta difficile. "Aprire la
discarica di Pianura è l'unica soluzione. Altrimenti Napoli...". Bassolino e Di Palma prendono atto,
contraria è la Iervolino. è atteso in giornata il ministro Pecoraro Scanio per
evitare lo scontro istituzionale. Il quartiere è già in rivolta. Materassi sui
binari della Cumana, bloccata la strada di Montagna Spaccata. L'incontro
di una delegazione nella sede del Commissariato rifiuti ha inasprito i
manifestanti. Un funzionario (lo stesso che era in elicottero) ha dato garanzie
tecniche. Altri incidenti a Giugliano, dove è stata riattivata Taverna del Re.
Al nuovo commissario Cimmino non ancora abbinato il secondo, con funzioni di
liquidatore. Per uno scontro sul nome. Tre in lizza. PATRIZIA CAPUA E ANTONIO
CORBO ALLE PAGINE II e III.
( da "Messaggero, Il
(Viterbo)" del 30-12-2007)
Pubblicato anche in: (Messaggero, Il (Civitavecchia))
Entrale a carbone, ma il problema delle ecoballe
continua a volteggiare su Civitavecchia. Prima di tutto perché un inceneritore
a Civitavecchia è sempre nero su bianco nel programma regionale per i riufiuti,
ma soprattutto perché qualcuno favorevole a questa soluzione si trova sempre;
ultimo Luigi Scardone, della Uil romana, che, a proposito del quarto
inceneritotre del Lazio, ieri si è espresso contro il nuovo impianto ad Albano,
ma favorevole al cdr a Torre nord. E va sempre ricordato che la capitale si
trova a dover risovere con estrema urgenza il grande problema dei suoi rifiuti.
E sull'argomento si susseguono le prese di posizione degli ambientalisti, ma
anche di esponenti della maggioranza comunale. Nicola Porro, forse
tranquillizzato dalla assicurazioni giunte dai vertici del Pd, ha ironizzato
dicendo che "sulle ecoballe sono circolate delle ecoballe". Ma ha
anche aggiunto: "In materia di servitù energetiche la città ha già dato, e
abbondantemente. Sarebbe bene che tutti condividessero un'altra idea di
sviluppo per il nostro territorio, che passa per il progressivo
ridimensionamento del vincolo energetico in tutte le sue modalità". Dura è
stata la presa di posizioni di esponenti della coalizione di governo. "Non
sono solito usare espressioni troppo colorite - ha dichiarato il vice sindaco
Vinaccia - però in questo caso, ove le indiscrezioni fossero suffragate da
elementi di verità, non esiterei a definire un atto criminale la sola ipotesi
di bruciare a Tvn oltre al carbone anche i rifiuti dell'intera regione. Tale
progetto non potrebbe che trovare l'intera comunità e la sua classe politica
decisamente contraria e pronta a fermare questa scelta sciagurata del governo e
di quanti, Enel compresa, dovessero prestarsi a questo gioco sporco".
Sull'argomento, il consigliere Alessando Maruccio chiederà un dibattito in
consiglio quanto prima. Per il momento, l'esponente della Lista Moscherini se
la prende con l'incapacità del duo Iervolino-Bassolino di dare risposte concrete al
problema rifiuti, critica anche Veltroni e Marrazzo, quindi afferma che l'Enel
e gli enti suoperiori non psosono pià trattare Civitavecchia come terra di
conquista e conclude: "La monnezza non solo non può rrivare nell'idea di
un grande inceneritore, ma non deve essere presa in considerazione".
Scontata la rabbia e l'opposizione degli ambientalisti. Mario Dei Giudici, dei
Verdi, afferma che "bisogna riconvertire la riconversione". I verdi
credono alla smentita di Pecorario Scanio, ma "il fatto che gli sia stata
attribuita quella proposta, significa che qualcuno ci pensa". Dei Giudici
definisce l'ipitesi del cdr a tvn come "una follia carica di
arroganza". Ed è una pazzia è anche per il Coordinameno dei comitato
contro il carbone. "In Italia - afferma Giovanni Ghirga - è stato condotto
uno studio nel comune di Forlì, quartiere Coriano, ove sono ubicati due
inceneritori. Eccessi statisticamente significativi sono emersi per quanto
attiene il sesso femminile: in particolare si è registrato un aumento del
rischio di morte per tutte le cause correlato all'esposizione a metalli pesanti
tra il +7% e il + 17%".
( da "Libero" del
30-12-2007)
Attualità 30-12-2007 PROBLEMI
DI NAPOLI I media ignorano Iervolino e Bassolino Ciclicamente ci
arrivano le notizie dei disastrosi problemi che, in Campania, creano i rifiuti.
Come mai nessuna tv, nessun giornale, voi compresi, ci propone un'intervista
alla signora Iervolino o al signor Bassolino? Gabriela Held
e.mail Perché la signora Iervolino e il signor Bassolino, per
discolparsi, finirebbero per non dire nulla di interessante. Salvo per uso
personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza
autorizzazione.
( da "Mattino, Il
(Circondario Nord)" del 30-12-2007)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Circondario Sud2)) (Mattino, Il (Circondario
Sud1))
Il commissario uscente Pansa ha firmato ieri
l'ordinanza per la riapertura della discarica di Pianura, chiusa dal 1996. Ma
in un vertice con il suo successore Cimmino, la Iervolino, Bassolino e Di Palma è emersa la forte
contrarietà del sindaco di Napoli a dare il via libera al sito di stoccaggio in
contrada Pisani. Favorevoli alla soluzione Pianura son il governatore Bassolino e il presidente Di Palma,
mentre il "no" del Comune è stato ribadito dall'assessore Mola:
"Siamo stanchi di essere lo sversatoio della Campania". E da
ieri a Pianura è in corso un sit-in degli abitanti che presidiano l'area del
sito con striscioni di protesta. Intanto il neocommissario Cimmino,
ufficialmente all'opera dal 10 gennaio, ha compiuto una ricognizione in
elicottero sull'area di Pianura. SERVIZI ALLE PAGG. 30 E 31.
( da "Mattino, Il
(Circondario Nord)" del 30-12-2007)
Il sindaco: ci ha scambiati con Napoli Nola. "Ha
scambiato Nola per Napoli": il sindaco, Felice Napolitano contesta i
giudizi critici di Aldo Masullo sullo stato in cui versa la città. La
disaffezione alla vita civile ha provocato, secondo il filosofo, una deriva
politica e sociale che non ha giovato alla formazione di civiche amministrazioni
trasparenti e capaci di indirizzare processi evolutivi. È così? "Ripeto,
Masullo non vive più a Nola da tantissimo tempo. Evidentemente ai suoi ricordi
si sovrappone l'immagine degradata della realtà in cui vive che non è quella
nolana. Gli addebiti che ci rivolge dovrebbe girarli alla
Iervolino, che guida un'amministrazione incapace di dare risposte alla
comunità. Credo che Masullo in questi giorni un giro per Napoli lo abbia fatto.
E se non ha sentito quello che accade nel Palazzo, ha sicuramente sentito la
puzza dell'immondizia". Il professore ritiene che se nel Nolano
sono arrivate le discariche è perché i sindaci non sono stati capaci di gestire
il ciclo dei rifiuti in un'ottica consortile. "Se dico che l'area nolana è
tra le prime realtà della Campania dove la pratica della raccolta differenziata
ha prodotto risultati eccellenti, non mi invento nulla. E lo stesso vale per la
multiservizi, della quale oggi sono azionisti 6 comuni, che assicura servizi
dignitosi nonostante le difficoltà regionali. Masullo dovrebbe chiedere a Bassolino perché ancora oggi non si riesce a favorire la
gestione intercomunale del ciclo dei rifiuti. Per quanto ci riguarda noi la
invochiamo da tempo". E sulla teoria del territorio al quale sono stati
scippati ettari di terreno fertile per favorire le iniziative finanziare e
commerciali che non hanno portato vero sviluppo alla città, lei cosa pensa?
"Quello che ho sempre detto. Certe operazioni sono il segno dei tempi. Si
tratta adesso di favorire, senza cedimenti, l'integrazione tra la città storica
e la città economica. Per quanto mi riguarda sarò vigile ed attento ad evitare
soprusi e negativi effetti collaterali e soprattutto a denunciarne i
guasti". Sindaco ma è vero che a Nola la partecipazione collettiva si
esprime solo attraverso la festa dei Gigli? "La festa dei Gigli è
l'espressione dell'identità di un popolo ed è giusto che il popolo sia
protagonista della propria tradizione". ca.fu.
( da "Mattino, Il (Nazionale)" del
30-12-2007)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (City))
Il commissario uscente Pansa ha firmato ieri
l'ordinanza per la riapertura della discarica di Pianura, chiusa dal 1996. Ma
in un vertice con il neo-designato Cimmino, la Iervolino, Bassolino e Di Palma è emersa la forte
contrarietà del sindaco di Napoli a dare il via libera al sito di stoccaggio in
contrada Pisani. "Siamo stanchi di essere lo sversatoio della
Campania", ha detto l'assessore comunale alla nettezza urbana Mola, mentre
favorevoli alla soluzione Pianura sono Bassolino e Di Palma. E da ieri a Pianura è in corso un sit-in di
500 abitanti che presidiano l'area del sito con striscioni di protesta. Dai
tecnici arriva il via libera per l'idoneità di Contrada Pisani. Intanto il
nuovo commissario Cimmino, ufficialmente all'opera dal 10 gennaio, ha compiuto
una ricognizione in elicottero sull'area di Pianura. SERVIZI ALLE PAGG. 30 e
31.
( da "Mattino, Il
(Nazionale)" del 30-12-2007)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (City)) (Mattino, Il (Avellino)) (Mattino, Il
(Salerno)) (Mattino, Il (Circondario Sud1)) (Mattino, Il (Circondario Sud2))
Sopralluogo in elicottero del commissario Cimmino,
poi la decisione. Sì di Bassolino e Di Palma, secco no
dal Comune SALVO SAPIO Il messaggio del prefetto Pansa è stato chiarissimo: non
abbiamo altre soluzioni, Pianura deve riaprire. Le valutazioni tecniche hanno
dato esito positivo: contrada Pisani è idonea ad ospitare una discarica. Alle
istituzioni è stato chiesto un parere positivo sul piano politico e, puntuale,
è arrivato il no del Comune. Intorno al tavolo il commissario designato, il
prefetto Umberto Cimmino, il sindaco Iervolino, il
presidente della provincia Dino Di Palma e il governatore Antonio Bassolino. Clima istituzionale ma mai
teso. Poche parole per illustrare il piano del commissariato per trovare una
soluzione all'emergenza cronica. Pianura deve riaprire perché, al momento, è
l'unica soluzione praticabile ma il Comune ha fermamente detto no.
Soluzione inaccettabile per palazzo San Giacomo. Il sindaco ha spiegato che il
consiglio comunale si è già espresso a riguardo e che, sicuramente, darà ancora
parere negativo. Più cauta la posizione di Bassolino e
Di Palma che, comunque, hanno sottolineato la necessità di valutare soluzioni
alternative a Pianura. Un quadro chiaro: il commissariato chiede al Comune un
parere politico positivo; parere che, al contrario, è fermamente negativo. È
quanto conferma l'assessore comunale alla nettezza urbana, Gennaro Mola.
Presente all'incontro Mola ribadisce la "netta contrarietà dell'amministrazione
comunale di Napoli ad un'eventuale apertura del sito di Pianura. Sappiamo che
c'è un interesse per Pianura da parte del Commissariato in quanto è ritenuto un
sito idoneo sappiamo anche che ci sono accertamenti tecnici che, però, non ci
spaventano". Ieri mattina, infatti, alcuni tecnici hanno sorvolato in
elicottero l'area di contrada Pisani. In un momento successivo ci dovrà essere
la valutazione dell'Arpac, l'ente che ha curato la bonifica dell'area. Mentre
era in corso il vertice tra Pansa e il sindaco, i tecnici del commissariato
hanno incontrato una delegazione di residenti nella municipalità. "Ci
siamo sentiti presi in giro - spiega il presidente di Soccavo-Pianura, Fabio
Tirelli - i tecnici ci hanno spiegato che ci saranno garanzie rispetto ai cattivi
odori e all'igiene ma non c'è stata alcuna valutazione politica. E questo ci
delude. Non molleremo, faremo delle barricate, non possono decidere sulla
nostra testa. Passeremo la notte di San Silvestro in presidio a contrada
Pisani. Andiamo avanti fino allo scontro frontale". Ieri cinquecento
persone hanno presidiato contrada Pisani, tanta tensione tra i manifestanti ma
nulla più. "Noi siamo contrari e continuiamo ad esserlo - aggiunge Mola -
ciò che auspichiamo è che proprio questa nostra contrarietà possa convincere il
commissariato". L'assessore Mola, al commissariato straordinario per
l'emergenza rifiuti offre "grande collaborazione, come sempre. Il Comune
di Napoli non è mai stato irresponsabile, ma di sicuro è stanco di essere lo
sversatoio della Campania. Cosa significa? Che la città di Napoli non vuole
riaprire Pianura e non ha siti alternativi a Pianura. Ci sono altri Comuni che
hanno aree adeguate. Noi abbiamo già adempiuto ai nostri compiti". Stessa
linea per l'assessore Giorgio Nugnes: "Abbiamo già dato per 40 anni.
Tutt'al più sono disposto a dare un sito per ospitare inerti. Di più non si può
fare". E i pareri contrari alla riapertura di Pianura sono trasversali.
"La discarica di Pianura non deve assolutamente riaprire - spiega il
dirigente provinciale de "La destra" Antonio Todaro - Questo
quartiere per quasi 50 anni ha raccolto i rifiuti di tutta la Campania".
"Senza un vero piano d'emergenza - incalza il parlamentare di Forza
Italia, Paolo Russo - saremo costretti nelle prossime ore a chiedere una forte
mobilitazione a sostegno delle legittime proteste dei cittadini di Giugliano e
di Pianura". Salvatore Varriale (Fi) chiede al sindaco di spiegare alla
città cosa sta accadendo e Schifone (An) lancia l'allarme per l'ordine
pubblico.
( da "Mattino, Il
(Nazionale)" del 30-12-2007)
RISPONDE PIETRO GARGANO Affidiamo ai tedeschi la
raccolta dei rifiuti Quando nel 2001 circolava ancora la lira, un'indagine
rivelò che per raccolta e smaltimento dei rifiuti solo a Napoli si spendevano
200 miliardi per anno. Una trentina di anni fa dovemmo ricorrere, con scorno,
all'aiuto del servizio della nettezza urbana di Roma, Bologna e Brescia. Aiuto
non richiesto per la carenza ricettiva delle discariche ma per l'incapacità
dell'apparato preposto al compito. Da quando il servizio è stato affidato ai
privati, sono stati tutti penosi fallimenti. Non sarebbe il caso di affidarci a
un'organizzazione austriaca o tedesca? Con rigore, servendosi della manodopera locale,
ci garantirebbero un servizio efficiente e risolutivo. Bruno Biondi - NAPOLI
Caro dottor Gargano, il tempo fa dimenticare mille cose e non sono riuscito a
ricostruire date e circostanze del problema dei rifiuti. Siamo l'unico luogo in
Italia ad avere questa eterna emergenza. Di chi è la colpa? Aldo Mele - NAPOLI
Egregio dottor Gargano, in altre città il problema spazzatura è stato risolto
da anni e talvolta in maniera brillante: a Barcellona l'incenerimento avviene
al centro della città senza disagi; a Brescia se ne ricava acqua calda, e via
dicendo. Invece noi siamo in continua emergenza. Si pensi anche alle flotte di
navi da guerra o ai grandi transatlantici che, pur avendo a bordo migliaia di
persone, sono organizzati per smaltire ecologicamente i rifiuti. Ma allora da
noi cosa c'è che non va? Sotto sotto ci sarà anche la malavita e il business,
ma secondo me il motivo decisivo è dato da una generalizzata incapacità. Enzo
Scarpati - NAPOLI Vengano videosorvegliate le discariche piene di rifiuti tossici
e ci paghino i danni le ditte che hanno sversato qui con la complicità della
camorra e di coloro che verranno individuati. Si prevedano ispettori che
verifichino dove e come vengono eliminati i rifiuti delle fabbriche e abbiano
multe enormi per i danni arrecatici: pare che ci vorranno 10-15 anni per
bonificare la Campania. Graziella Iaccarino-Idelson - NAPOLI Ho trovato la
soluzione al caso immondizia. Esorto i cittadini a portare i sacchetti in via
Petrarca, via Orazio, via Nevio, via Posillipo, sotto casa dell'on.Bassolino o della signora Iervolino.
Come mai i cumuli d'immondizia in queste zone non si trovano mai? Sarà un caso?
Non mi dite perchè passano i turisti... Venite a Santa Teresa degli Scalzi, qui
passa anche il bus Napolicity: respirerete aria di montagna, alla faccia loro!
Roberto Giordano - NAPOLI La soluzione del problema rifiuti, per gli errori
commessi, non è certo facile. Giova, però, ricordare che la Regione, negli anni
'70, aveva redatto un piano per lo smaltimento dei rifiuti puntando sui sistemi
affidabili, prevalentemente inceneritori. Di quella esperienza è recuperabile
la responsabilizzazione degli enti locali da riunire in consorzio, con un piano
che interessi l'intero territorio. In maniera democratica e, ove del caso, a
rotazione, possono individuarsi aree di stoccaggio e per gli impianti. Duole
osservare che la recente proposta di Piano territoriale regionale, generica e
possibilista, dedica poco spazio al problema rifiuti e non fornisce dati sulla
dislocazione degli impianti in funzione di orografia, accessibilità,
peculiarità dei bacini di utenza. Pianificare non è solo imporre vincoli e
istituire parchi. Coordinare gli interventi e perseguire l'armonico sviluppo
polisettoriale, come recitavano le opzioni degli anni '70, resta una chimera.
Romano Bernasconi - NAPOLI Caro dottor Gargano, 325.000 euro è il costo
giornaliero per il trasporto dei rifiuti dalla Campania in Germania.
Considerato il prezzo spropositato, mi chiedo quanto tempo deve ancora passare
perché la Regione costruisca un suo termovalorizzatore? Perché non utilizzare,
nel frattempo, gli inceneritori nel territorio confinante? Perché non
incoraggiare la differenziata? Chi sono a pagare, i Comuni, la Regione o, come
al solito, lo Stato? Silvano Stoppa - NAPOLI Singolare la proposta di affidare
a tedeschi o austriaci la raccolta dei rifiuti. Quanto alla responsabilità
dell'intollerabile sfascio, essa è dei presidenti della Regione che si sono
succeduti, segnatamente di Bassolino. E dei governi
nazionali che hanno consentito che la Campania divenisse la pattumiera dei
rifiuti tossici di mezza Italia, alimentando gli affari della camorra.
( da "Green Planet" del
31-12-2007)
Tuesday 06 November 2007 La presentazione, in
anteprima nazionale, avrà luogo mercoledì 7 novembre, alle ore 20.15, presso il
Filmstudio, a Roma. Viva Gaia! Film e video ecologisti per il Terzo
Millennio", la prima rassegna di cinema ambientalista a Roma presenta in
anteprima nazionale "Fuoco!", il nuovo romanzo di Giancarlo De
Cataldo, un eco-noir che uscirà per "Verdenero", la collana di
Edizioni Ambiente realizzata in collaborazione con Legambiente. Interverranno
Giancarlo De Cataldo (già autore di "Romanzo Criminale"), Curzio
Maltese (editorialista de La Repubblica), Alberto Ibba (Edizioni Ambiente) e Antonio Pergolizzi (coordinatore editoriale del "Rapporto
Ecomafia" di Legambiente). Presenterà l'incontro Sabrina Pisu (giornalista
di Ecoradio). La presentazione avrà luogo mercoledì 7 novembre alle ore 20.15
presso il Filmstudio, in Via degli Orti D'Alibert 1/c, a Roma. Per maggiori
info visita il sito del Filmstudio.
( da "Green Planet" del
31-12-2007)
Wednesday 14 November 2007 Edizione Ambiente entra
nell'era del Web 2.0 con un blog contro l'ecomafia: è ufficialmente online
VerdeNero Blog, vera voce della omonima collana di narrativa. Uno spazio virtuale
aperto a tutti i lettori che contro l'Ecomafia hanno qualcosa da dire. In
occasione dell'uscita del sesto romanzo della collana, Fuoco! di
Giancarlo De Cataldo, Edizioni Ambiente lancia il suo nuovo progetto
multimediale. Nell'era del "se non hai un blog non esisti", l'idea è
quella di non rinunciare alla possibilità di tuffarsi nella mischia della rete
senza farsi però risucchiare dal vortice, trovando una propria identità
nell'impegno ambientale, nella forza evocatrice della letteratura noir e nella
grande capacità comunicativa che sottende il mondo dei blog e il web 2.0.
“VerdeNero Blog è la nostra sfida” – ha commentato Alberto Ibba di Edizioni
Ambiente – “da sempre ci siamo confrontati con le problematiche ambientali,
raccontando attraverso le pagine dei nostri volumi i punti di vista di esperti,
tecnici e giornalisti. Con VerdeNero, ormai da sette mesi, abbiamo intrapreso
il percorso della narrativa noir, per noi un'assoluta novità, che ci ha inoltre
permesso di iniziare un progetto di comunicazione a 360° per sensibilizzare
anche chi di illeciti ambientali non conosce nulla. Creare un blog è la
naturale conseguenza del nostro voler metterci in gioco, dando la parola ai
nostri lettori, veri protagonisti dell'iniziativa”. VerdeNero Blog, curato dal
giornalista Emiliano Angelelli, sarà naturalmente dedicato ai temi della
collana. Temi che fanno riferimento ai fatti esposti nel Rapporto Ecomafia e
che più di ogni altra cosa riguardano la vita di tutti noi, perché il futuro
dell'ambiente in cui viviamo è il nostro futuro. I temi saranno trattati in
modo accessibile, per avvicinare i lettori di "noir" alle questioni
ambientali, ma anche per generare curiosità sulla collana per chi fosse vicino
all'ecologia. Ci sarà quindi largo spazio per i romanzi, i "dietro le
quinte" e le anticipazioni, proseguendo così nell'opera di
sensibilizzazione che VerdeNero ha fatto propria. Un'occasione per raccogliere
in un unico grande spazio il lavoro legato alla collana; non solo quindi i
romanzi, ma la multimedialità in ogni suo aspetto: dai "booktrailer"
dei volumi, alle gallerie fotografiche realizzate dall'agenzia Prospekt e i
video delle presentazioni e degli incontri con gli autori. Leggere VerdeNero
Blog significherà, quindi, da una parte seguire giorno per giorno la vita della
collana e dall'altra intervenire attivamente con segnalazioni, suggerimenti e
proposte di iniziative. Non più quindi solo spettatori passivi dell'attività
della collana, ma veri e propri protagonisti: questo il nuovo ruolo dei lettori
di VerdeNero, con la possibilità di commentare le notizie, i libri, i video, le
foto e le iniziative, interagendo con gli altri utenti collegati attraverso la
community, che comprenderà non solo il blog, ma anche i canali personalizzati
di You Tube, MySpace e Flickr. VerdeNero Blog sarà un'altra voce che si unirà
al coro che urla "il suo basta nei confronti delle imprese colluse, delle
istituzioni troppo facilmente concilianti, del mondo che guarda agli scrittori
e agli ambientalisti come a dei radical chic neanche troppo simpatici". Un
basta che avrà la sua eco anche su internet e alla quale ogni singolo lettore
potrà dare il suo contributo. Per informazioni: http://blog.verdenero.it
www.verdenero.it.
( da "Repubblica, La" del 31-12-2007)
Pagina III - Napoli IL RETROSCENA Quasi certe le
assenze del sindaco e del presidente della Regione in piazza del Plebiscito L'imbarazzo del Capo dello Stato andrà in vacanza lontano da qui
ANGELO CAROTENUTO Meno tre: la Iervolino pensa al cincin in privato. Meno due: Bassolino è quasi arrivato alla stessa
conclusione. Meno uno: se non vanno loro, figurarsi Di Palma. Un Plebiscito di
assenze. Eppure in genere ci sono. Ci sono sempre. Il menu di fine anno pure
stanotte è il solito. L'inno al Mediterraneo, l'arte contemporanea, il
metrò aperto fino all'alba. Solo che stavolta l'ombra nera dei sacchetti sta
consigliando a sindaco, governatore e presidente di Provincia di tenersi
lontani dal brindisi in piazza tra la folla. Un imbarazzo che si allunga fino
al Quirinale, da dove trapela la notizia che il presidente Napolitano non ha
previsto alcun soggiorno in città. Il palco vuoto? Ufficialmente una questione
tecnica. Cinque minuti prima della mezzanotte sul palco sale Avitabile; cinque
minuti dopo, i 20 musicisti di Bregovic. Insomma, con tutto quel via vai di
strumenti si finirebbe per stare stretti. Per non dire della novità dei fuochi
d'artificio in piazza, autorizzati a patto che il backstage sia sgombro, mentre
tra politici, fasce tricolori, auto blu, scorta, la calca sarebbe assicurata.
Ufficialmente. In realtà ci sono i rifiuti, le montagne sotto casa e quelle
immagini di nuovo imbarazzanti che fanno il giro del mondo. Non c'è staff politico
che in queste ore non sia all'opera per capire quanta parte del dissenso
popolare arriverà al Plebiscito, nel cuore del brindisi. Quanta parte e con
quali modi. Alcune associazioni civiche già stanno invitando a dare le spalle
al palco. Ed è recentissimo l'imbarazzo per i fischi al sindaco in occasione
della Piedigrotta. "In piazza si è sempre festeggiato. Ma credo che a una
protesta organizzata, nessuno avrà voglia di dare spazio", le parole fin
troppo esplicite dell'organizzatore, Dario Scalabrini. "A questo si
aggiungono le esigenze dello spettacolo: sincronizzare la mezzanotte, i fuochi
e il cambio palco degli artisti con il brindisi può essere complicato". è
questo il quadro in cui si inserisce la rinuncia di Napolitano alle vacanze in
città tra Capodanno e l'Epifania. Era un'ipotesi, come del resto in ogni
periodo di ferie. Il capo dello Stato era qui 12 mesi fa, poche ore dopo aver
ricordato nel suo primo discorso di fine anno Emilia ed Enza, due ricercatrici
precarie napoletane. Era a Napoli pure in estate, e in città c'è stato per
visite ufficiali ben 4 volte, l'ultima in occasione del dialogo interreligioso
e l'arrivo del Papa. Sergio Fedele, associazione Napoli punto a capo, gli ha
scritto: "Venga perché il momento lo impone, perché le sue visite non
possono essere solo atti rituali e perché venga a dire che chi ha sbagliato
deve farsi da parte".
( da "Mattino, Il
(Circondario Sud2)" del 31-12-2007)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Avellino)) (Mattino, Il (Caserta)) (Mattino,
Il (Circondario Nord))
L'intervista Ieri mattina tra la gente di Pianura che
protestava a contrada Pisani c'era anche il presidente provinciale di An Luigi
Bobbio. "Era necessario spiegare alla gente quale fosse la reale posizione
del partito, al di là di fughe in avanti individuali. Noi siamo contro la
discarica di Pianura". Eppure un consigliere regionale del suo partito
sostiene una posizione diversa. "È un gioco tanto vecchio quanto inutile
quello di chiamare in causa il senso di responsabilità, che per altro da lungo
tempo ci appartiene, per tentare di dare un minimo di dignità politica alle
fughe in avanti individuali ed alla carenza di capacità progettuali". C'è
spazio per un confronto interno? "Ormai non più. Dispiace che questa
inaccettabile ipotesi sia sponsorizzata e caldeggiata anche dal consigliere
Diodato. La Federazione Provinciale di An, comunque, è e resta contraria a
questa eventualità proprio per cultura di governo e per senso di responsabilità
politica. L'attuale disastro sui rifiuti è figlio della scellerata politica
bassoliniana che partì proprio con la chiusura di tutte le discariche cui non
ha fatto seguito niente di concreto con il risultato che l'intera regione è una
discarica a cielo aperto". Stessa posizione del sindaco ma non del
governatore? "Chiedere le dimissioni della Iervolino
su questo è sbagliato ed è strumentale alle posizioni di Bassolino. La Federazione di An non
intende dare quindi nessuna copertura nè a Bassolino nè ad una gestione commissariale alquanto inconcludente. Tanto
più quando si pretenderebbe di inventare false soluzioni al problema sulla
pelle dei cittadini di Pianura". Soluzioni? "Vogliamo che lo
Stato e la Regione si assumano le loro responsabilità senza baratti e senza
violare la legge. Non sarà il piatto di lenticchie della riduzione controlegge
di Ici e Tarsu, nè strani accordi sul doloroso tema del condono edilizio che ci
indurranno a derogare alla nostra coerente linea politica o alla inflessibile difesa
del diritto alla salute della gente di Pianura". Ma senza discariche come
si risolve l'emergenza? "Con un piano serio che dia il via a consorzi
intercomunali che, ognuno per territorio, gestisca i rifiuti e gli eventuali
stabilimenti per vagliatura o lavorazione dell'immondizia. Un circuito virtuoso
non le perdite di tempo propinateci fino ad oggi". sa.sa.
( da "Corriere del
Mezzogiorno" del 01-01-2008)
Pubblicato anche in: (Corriere del Mezzogiorno)
Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: 1PAGINA
- data: 2007-12-30 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE Da Caserta l'accusa del
presidente de Franciscis: "La proroga commissariale tutela il
malaffare" Pianura riapre per più di un anno Discariche, nuove tensioni.
Scontri a Giugliano con sette feriti Si lavora per riaprire quanto prima la
discarica di Pianura per consentire a Napoli e provincia di avviarsi verso la
normalità. Ieri, nuova riunione tra il neocommissario Cimmino, Bassolino, Iervolino e Mola, nel corso
della quale è stata ribadita una generale contrarietà alla riapertura della
discarica chiusa undici anni fa. "Ma tra un paio di giorni", ha detto
Cimmino, "ci ritroveremo con una nuova crisi rifiuti". Intanto, nuovi
scontri con feriti a Giugliano tra i manifestanti che impediscono il passaggio
dei camion e le forze dell'ordine. Ancora accuse, infine, alla decisione
di prorogare il regime commissariale. "Il governo- dice il presidente
della Provincia di Caserta, de Franciscis - con la proroga tutela gli interessi
torbidi del malaffare e dello spreco, ma non quelli dei cittadini". ALLE
PAGINE 2 E 3 Agrippa, Geremicca, Lampugnani, Marino.
( da "Corriere del
Mezzogiorno" del 01-01-2008)
Pubblicato anche in: (Corriere del Mezzogiorno)
Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione:
INPRIMOPIANO - data: 2007-12-30 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE La
polemica Il presidente della Provincia De Franciscis: "La proroga tutela
interessi torbidi" "Caro Prodi, Caserta è caso nazionale"
L'amministratore di Terra di Lavoro accusa il Commissariato di alimentare
soltanto malaffare e inefficienza NAPOLI - "L'ennesima proroga
commissariale è prova che il governo ha preferito tutelare interessi finanziari
e connessioni sospette più forti del prioritario interesse di liberare la
popolazione campana dalla spazzatura ". Sandro de Franciscis, presidente
della Provincia di Caserta e segretario del Partito democratico di Terra di
Lavoro, ha consegnato al suo blog ( sandrodefranciscis. it) gli auguri per il
nuovo anno. Più che veri auguri, quasi una ''chiamata alle armi'':
l'esortazione diretta ai casertani a ribellarsi. E ora ripete e conferma:
"Con i 104 sindaci e l'amministrazione provinciale porterò Terra di Lavoro
a Palazzo Chigi. Qui non c'è più destra o sinistra che tengano: l'indignazione
della gente è la mia indignazione. Il disgusto dei concittadini è il mio
disgusto". Perché ce l'ha tanto con il commissariato per l'emergenza
rifiuti? "Perché è lì la radice del ma-laffare e della cattiva
amministrazione dalla quale trovano alimento interessi forti e torbidi ".
Addirittura? "Com'è possibile dar credito ad una struttura priva di qualunque
capacità strategica che in quattordici anni, pur avendo ricevuto migliaia di
milioni di fondi pubblici, ha generato una spaventosa situazione debitoria?
Ora, il prefetto Pansa ha scoperto che le tariffe applicate dagli
autotrasportatori dei rifiuti erano il doppio di quelle nazionali. Usciamo per
un attimo dall'emergenza rifiuti. Ma ritroviamo sempre lo stesso spartito
commissariale con tanto di stellone: le bonifiche dei siti inquinati non
vengono affidate a interventi programmati frutto di normali rapporti tra governo
ed enti locali, come sarebbe ovvio, ma ad un nuovo commissariato per le
bonifiche. E il risultato qual è? Nulla. Anzi, organismi e ditte che
sopravvivono a se stessi. E vogliamo parlare del commissariato per il ciclo
delle acque che gestisce soltanto vertenze di tipo giurisdizionale? Nella mia
provincia insistono cinque depuratori di costa che non depurano assolutamente
nulla. E, infine, qualcuno si è mai chiesto perché la rappresentanza sindacale
degli addetti al settore rifiuti è prevalentemente nelle mani di sindacati
autonomi che tengono sotto ricatto i consorzi, mentre i confederali sono
pressoché inesistenti? ". Insomma, un quadro fosco. Non teme che
contestando la struttura commissariale si delegittimano le istituzioni
governative? "Ma le istituzioni sono già delegittimate. Dai fatti. Dai
cumuli di spazzatura. Dalla esasperazione che non trova risposte. Dalle
proroghe mangiasoldi pubblici. Il presidente della commissione parlamentare di
inchiesta sui rifiuti, Roberto Barbieri, ha detto le stesse cose che dico io da
mesi. Ma è rimasto inascoltato". Ora, tuttavia, uno sforzo occorre farlo
per uscire dalla crisi. "Caserta è stata l'unica provincia ad accogliere
le richieste commissariali: abbiamo riaperto la discarica Lo Uttaro e a
distanza di tempo cosa ci ritroviamo? Una nuova richiesta di spazi. Lo vadano a
chiedere direttamente ai citadini di Aversa che si ritrovano con sei piani di
immondizia; a Maddaloni, città letteralemte in ginocchio; a Marcianise, altra
comunità ferita in lungo e in largo. Quale respiro strategico ci può essere
senza un piano provinciale dei rifiuti, un programma di infrastrutturazione, la
possibilità di poter scegliere sul mercato la migliore proposta per gestire il
ciclo rifiuti nel mio territorio?". Le Province di Benevento e Salerno
sarebbero già attrezzate per occuparsi direttamente della gestione dei rifiuti.
Caserta, invece, sembrerebbe legata al destino prolungato di Napoli. "Non
sono assolutamente prevedibili gradazioni nell'imboccare la via d'uscita
dall'emergenza. Caserta deve uscire per prima e non voglio sentire di alcun
nesso con altre aree. Il nostro è il territorio con il maggior numero di
comuni, 47, inseriti nell'elenco dei siti contaminati di interesse nazionale; è il territorio delle ecomafie; l'area maggiore di quel bacino
della morte dove le patologie neoplastiche registrano incidenze agghiaccianti.
Non voglio un euro in più. Ma esigo che mi vengano restituite la libertà di
decidere e la responsabilità di scegliere il futuro del mio territorio allo
stesso modo di come viene concesso al mio collega di Modena".
Angelo Agrippa \\ Il regime commissariale alimenta il malaffare e lo spreco dei
soldi pubblici.
( da "Corriere del
Mezzogiorno" del 01-01-2008)
Pubblicato anche in: (Corriere del Mezzogiorno)
Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione:
INPRIMOPIANO - data: 2007-12-30 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE Pianura
verso la riapertura Il neocommissario Cimmino: "Tra un paio di giorni
nuova crisi" Incontro in prefettura. Mola: "Napoli ha dato, si cerchi
altrove" Margini di tolleranza per una decina di giorni sfruttando i siti
di stoccaggio nei Cdr di Caivano e Giugliano NAPOLI - Si lotta contro il tempo.
Con i cumuli di rifiuti che crescono di giorno in giorno e che, domani, con la
richiusura di Taverna del re, potrebbero invadere anche il "salotto
buono" di Napoli, finora miracolosamente risparmiato dalle montagne di
spazzatura che assillano le periferie, umiliano l'area flegrea, devastano i
comuni vesuviani, sfregiano quelli a nord di Napoli e buona parte del
Casertano. Ieri, un sopralluogo aereo da parte di alcuni funzionari della
prefettura e di tecnici del Commissariato per verificare se la discarica di
Pianura in località Contrada Pisani potrà incominciare a ricevere un po' di
rifiuti probabilmente a partire già dai primi giorni di gennaio. Un centinaio
di cittadini, allertati, si sono radunati nei pressi del sito, chiuso nel 1996.
Poi, in serata un incontro in prefettura tra il neocommissario Umberto Cimmino,
il prefetto Alessandro Pansa, il capo di gabinetto Enzo Panico, il governatore Antonio Bassolino, la sindaca di Napoli Rosa Russo Iervolino e il presidente della
Provincia Dino Di Palma si è concluso con un nulla di fatto. "Fra un paio
di giorni - ammonisce il neocommissario Cimmino - corriamo il rischio di non
avere possibilità di rimuovere la spazzatura dalla strada".
Insomma, bisogna far presto. Per ora, si procederà con i siti di stoccaggio
temporaneo nei Cdr di Giugliano e Caivano. Una soluzione tampone valida per una
decina di giorni. Dopodiché, arriverà un nuovo picco critico. è per questo che
l'attenzione non può che concentrarsi sulla discarica di Pianura, la quale,
fatte salve tutte le garanzie tecniche, sarebbe destinata ad essere sfruttata
per il talquale per quasi un anno. Se non di più, come alcuni esperti
prevedono, per consentire a Napoli di poter entrare senza affanno nel ciclo
integrato dei rifiuti. Dunque, al di là dell'attivazione del termovalorizzatore
di Acerra, programmata (ottimisticamente) per novembre. Ma dal Comune di
Napoli, il rifiuto su Pianura resta netto: "Sappiamo - dice l'assessore
alla nettezza urbana Gennaro Mola - che c'è un interesse per Pianura da parte
del Commissariato in quanto è ritenuto un sito idoneo. Sono in corso accertamenti
tecnici. Noi siamo contrari all'utilizzo di Pianura e continuiamo ad esserlo.
Il Comune di Napoli non è mai stato irresponsabile, ma di sicuro è stanco di
essere lo sversatoio della Campania. Altrove ci sono aree alternative più
adeguate ". Se la Destra di Storace chiede l'annullamento della festa di
fine anno in piazza del Plebiscito e la dichiarazione di calamità naturale per
la Campania, la disperazione dei sindaci fa capolino in tv. Ieri, intervistato
dal Tg4 di Emilio Fede, il sindaco di Quarto, Sauro Secone, ha confessato di
sentirsi avvilito: "Troviamo solo porte chiuse - ha detto - ed un muro di
gomma. Ci troviamo in una emergenza che ormai ha risvolti drammatici con oltre
duemila tonnellate per strada. Se mi dessero la possibilità di conferire i
rifiuti in Australia non ci penserei su due volte e noleggerei una nave".
Intanto, la giunta regionale ha approvato lo stanziamento di 24 milioni di euro
per i siti di compostaggio già esistenti di Napoli, Caivano e Pomigliano
d'Arco, nonché per la messa in sicurezza delle discariche di Polla e
Montecorvino Pugliano, in provincia di Salerno. "Si tratta - ha
sottolineato l'assessore all'Ambiente della Regione Campania, Luigi Nocera - di
un provvedimento che rappresenta un impegno concreto della Regione per
contribuire a risolvere l'emergenza poichè consentirà di migliorare la raccolta
differenziata. La delibera - ha concluso l'assessore - dimostra anche la piena
collaborazione col commissariato rifiuti". Angelo Agrippa L'allerta Un
centinaio di cittadini hanno presidiato l'ingresso della discarica di Contrada
Pisani Il prefetto e il quartiere Il commissario per l'emergenza rifiuti in
Campania, il prefetto Umberto Cimmino, ieri ha presieduto una riunione con Bassolino, Iervolino e Di Palma in prefettura sulla
possibilità di poter riaprire la discarica di Pianura, chiusa undici anni fa e
che ora potrebbe accogliere il talquale di Napoli e Provincia. Nella foto
grande a sinistra il sit-in nel quartiere.
( da "Grecale, Il" del
01-01-2008)
Riviviamo alcuni degli argomenti trattati dalla
nostra agenzia e che hanno segnato l'anno che sta terminando di Redazione Nella
foto di Franco Cautillo alcune auto bruciate nella baia di San Nicola, a
Peschici Giorno dopo giorno, mese dopo mese, anche il 2007 è volato via. Sono
state tantissime le notizie pubblicate dall'agenzia di stampa quotidiana Il
Grecale. Notizie che hanno segnato quest'anno ormai agli sgoccioli di speranza
e delusione, di rabbia e indignazione, di voglia di andare avanti. Tra gli
eventi che hanno segnato più profondamente il popolo foggiano, non possiamo non
iniziare da quell'89' minuto dell'incontro Avellino-Foggia, che ha spezzato il
sogno della serie B, tanto agognato dai tifosi rossoneri. Il 2007 è l'anno
dell'assegnazione dell'Authority per la sicurezza alimentare al capoluogo
dauno, che riesce a spuntarla su Parma, ma anche l'anno del riconoscimento del
coraggio dei foggiani in seconda guerra mondiale, col conferimento della
medaglia d'oro al valor militare. Dopo aver incantato le piazze di tutt'Italia
con il suo "Tutto Dante", Roberto Benigni conquista anche Foggia, ma
il flop dell'estate foggiana, organizzata dal Comune, è mastodontico, tanto che
il 2007 verrà ricordato come l'anno degli eventi annullati. Ma non è stato,
purtroppo, solo lo spettacolo ad infiammare l'estate del 2007. Il 24 luglio,
infatti, un vasto incendio (di origine dolosa) ha colpito il Gargano e in
particolare la città di Peschici, creando incalcolabili danni ambientali e
mietendo anche 3 vittime. Ma la cittadina garganica, forte anche della grande
solidarietà dimostrata da tutta la provincia, risorge dalle sue ceneri e sul
palco della terza edizione del Peschijazz dà prova della sua grande forza e
della ferma volontà di andare avanti. Peschici, inoltre, ha fatto onore alla
Capitanata, poiché si è aggiudicata (unica in provincia di Foggia) la bandiera
azzurra della Fee per la qualità del mare e dei servizi. E' stato l'anno della
Pet-Tac a San Giovanni Rotondo e della polemica sulla riesumazione della salma
di Padre Pio, ancora senza una concreta risposta. E senza una risposta è anche
la chiusura inaspettata della redazione de Il Meridiano, quotidiano nazionale
con sede a Foggia che ha lasciato senza lavoro decine di giornalisti. E' stato
l'anno delle diatribe sulla chiusura dell'asilo Trotta e sull'apertura della
centrale En Plus a San Severo, Tornando in tema di cronaca nera, è stato un
annus horribilis per alcuni eventi raccapriccianti: la ragazzina stuprata da un
branco a Vico del Gargano a maggio, le estorsioni ai danni di un bambino a
Serracapriola, l'intera famiglia manfredoniana sterminata dal monossido di
carbonio ad Ippocampo, la riapertura delle guerre di mafia del Gargano
(soprattutto a San Nicandro) e a Foggia (culminante con l'omicidio del
"paciere" Franco Spiritoso). Se il maestro Umberto Giordano guarda
con delusione e riprovazione lo smantellamento della piazza a lui dedicata, gli
rendono omaggio le amministrazioni comunali di Foggia e San Severo con la
riproposizione, nel centenario della sua prima messe en scene, del gioiello
giordaniano "Marcella". Mentre il Teatro Comunale langue sotto le
impalcature degli interminabili lavori di ristrutturazione, la città si
riappropria dei suoi tesori. Torna a splendere la fontana del Sele, la
Cattedrale e, per ultima, Porta Grande (o porta Arpana). Si apre, inoltre, un
vero forum sulla chiusura di via Arpi al traffico. Il 2007, purtroppo, verrà
ricordato anche per gli efferati fatti di sangue consumati tra Foggia e
provincia: mentre resta irrisolto il caso Biagini, sono 21 gli omicidi e oltre
gli 30 agguati che hanno macchiato di sangue la Capitanata in questi 12 mesi. A
gennaio, la questura di Foggia saluta il questore Stefano Cecere e passa sotto
la guida di Bruno D'Agostino. Le forze di polizia, carabinieri e guardia di
finanza hanno messo a segno importanti operazioni tese a sgominare vaste
organizzazioni criminali. Ricordiamo l'operazione "Joker" che ha
portato all'arresto di 38 persone a San Severo accusate, a vario titolo, di tentato
omicidio, detenzione illegale di armi, estorsioni, detenzione e spaccio di
sostanze stupefacenti. Ancora, l'operazione antidroga "Maracaibo",
che ha portato all'arresto di 25 persone tra San Severo e Torremaggiore, e la
brillante operazione "Veleno", collegata a reati
di ecomafia, che ha portato
all'arresto di 54 persone ad Orta Nova. Non è altrettanto brillante la
situazione politica in Capitanata: se l'amministrazione comunale di Foggia va
avanti sul filo del rasoio, non si sono dimostrate altrettanto salde quelle di
San Severo e San Giovanni Rotondo. Se la giunta Santarelli si è
ricostituita appigliandosi ad un vizio di forma, non riesce a fare altrettanto
Mangiacotti, alla cui giunta sono state fatali le dimissioni di 11 consiglieri.
Intanto, si inizia già a programmare la corsa a Palazzo Dogana. Mentre riapre
lo storico locale foggiano, la Taverna del Gufo, il Teatro dei Limoni inaugura
il suo spazio teatrale indipendente ed autogestito, l'ennesima conquista per la
compagnia foggiana. Nello sport, il centravanti garganico del Lucera Cannarozzi
conquista il Pallone d'Oro di Capitanata. Sono solo alcune delle tante notizie
raccolte e divulgate attraverso la pagine di questa agenzia che, giunta ormai
ai suoi primi 2 milioni di click, insegue il suo sogno di gloria e, perseguendo
nel suo progetto, raccoglie i suoi frutti. E' il caso del successo riscosso
dall'allegato telematico "Dilettanti in rete", seguito in massa dagli
appassionati e tifosi del calcio dilettantistico di Capitanata e del suo primo
Almanacco, ormai "a ruba" su tutti i campi di gioco. I progetti sono
tanti, l'entusiasmo e la voglia di fare non ci manca. Accompagneremo i nostri
lettori (tanti ed affezionati) anche nel 2008! Buon anno dalla redazione de
"Il Grecale". (Il Grecale) (Pubblicato il 30/12/07 - 10:05 ).
( da "Repubblica, La" del
02-01-2008)
Pagina IV - Napoli IL CASO Interrotta la tradizione che
voleva le autorità al Plebiscito per il Capodanno E la politica scese dal palco
istituzioni assenti in piazza Salta il brindisi: "Volevamo evitare
tensioni" ROBERTO FUCCILLO "LOVE the difference". L'allestimento
di Pistoletto a piazza Plebiscito invita ancora a legittimare le differenze, e
le istituzioni partenopee devono aver pensato che toccasse anche a loro
introdurre una seria diversità col passato, ovvero rinunciare al passaggio sul
palco del concerto di San Silvestro. Non c'era Bassolino, iniziatore nel 1994 della
tradizione. Niente Iervolino, che pure al calore della sua gente ha manifestato
più volte di tenere. Astenuto anche il presidente della Provincia Dino Di
Palma. Una assenza per la verità già pronosticata alla vigilia, causa rischio
contestazioni. Coi rifiuti per strada, soprattutto la destra aveva
alzato subito la contraerea contro l'eventuale "panem et circenses".
Il presidente della municipalità Chiaia-Posillipo, Fabio Chiosi di An, aveva
esplicitamente invitato Bassolino e gli altri vertici
istituzionali a non farsi vedere sul palco perché "non c'è nulla da
festeggiare". Sempre da An, il capogruppo alla Provincia Luigi Rispoli
aveva chiesto l'annullamento tout court della manifestazione. Idem gli uomini
della "Destra" di Francesco Storace. Che la piazza non fosse facile è
stato confermato dal fatto che poi sul palco del concerto sono arrivati, nella
mattinata del 31, anche i disoccupati della Unione disoccupati organizzati, che
poi sono riusciti a ottenere un incontro in Comune con l'assessore Giulio
Riccio. Non senza avere lasciato per strada anche striscioni sui rifiuti, che
ieri ancora facevano mostra di sé da alcune impalcature della festa. Alla fine
è toccato ancora a Chiosi fare un bilancio politico: "Il fatto che Bassolino e compagni non siano saliti sul palco di Piazza
del Plebiscito per la prima volta dopo anni è il segnale inequivocabile della
fine dell'esperienza politica del centrosinistra a Napoli ed in Campania. Ho
personalmente assistito anche alle proteste dei napoletani e dei turisti per il
bluff dei fuochi dal Castel dell'Ovo: alcune fiaccole accese per pochi minuti,
la gente che protestava con i vigili e faceva il confronto ironico fra i fuochi
del castello e quelli dei falò di spazzatura". Se dunque negli anni scorsi
magari le istituzioni erano state accusate di cavalcare un po' troppo la
popolarità della festa, stavolta fa notizia la loro ritirata. Con una
giustificazione che si è diffusa nei rispettivi staff, quella di evitare
proprio che l'aspetto spettacolare corresse il rischio di essere rovinato da
quello politico. Tesi resa esplicita dal sindaco Rosa Russo Iervolino:
"C'era una situazione di tensione fra la gente nei giorni scorsi. E
quindi, anche se con grande sacrificio, perché a me è dispiaciuto non esserci,
e credo anche a Bassolino, abbiamo fatto la scelta di
non essere presenti, per non dare adito a fenomeni irritativi, perché la
presenza non potesse essere intesa come provocatoria e irritante". La
locandina in effetti era di livello: Enzo Avitabile con i suoi Bottari di
Portico, Goran Bregovic, Khaled, Tullio De Piscopo, Consiglia Licciardi, Sal Da
Vinci, Marco Zurzolo, Gigi Finizio. Resta il fatto che l'unica a goderseli, e a
reggere il fronte per conto del Palazzo, è stata l'assessore comunale Valeria
Valente. D'altro canto il sindaco non si è affatto chiusa a casa, anzi ieri
sera ha partecipato alla marcia della pace organizzata dalla Comunità di
Sant'Egidio in piazza del Gesù. "Rivendico - ha aggiunto - il fatto di
essere fra la nostra gente, qui, stasera, tranquilla, per partecipare a questa
marcia". Al suo fianco c'erano anche Di Palma e l'assessore regionale
Teresa Armato. è stata l'occasione per tornare a parlare della questione
rifiuti, con annesso riferimento alle parole del Capo dello Stato. Cosa che peraltro
in mattinata aveva fatto anche Bassolino. Quasi un
segno del fatto che i due hanno soltanto voluto non mettere a repentaglio la
festa di piazza Plebiscito. Tesi che ovviamente non convince un'altra carica
istituzionale come Salvatore Ronghi, An, vicepresidente del Consiglio
regionale: "Nella loro consapevolezza, Bassolino,
Iervolino e Di Palma dovrebbero, per augurare finalmente un felice 2008 ai
cittadini di Napoli e della Campania, dimettersi dai loro incarichi".
( da "Repubblica, La" del 02-01-2008)
Pagina IV - Napoli "Rifiuti, è sempre più
allarmante" La replica del sindaco: Napoli non ha egoismi Oggi presidio di
Alleanza Nazionale davanti alla dimora posillipina Il discorso in tv contro i
"particolarismi" e la risposta della Iervolino
Napolitano a Villa Rosebery in vacanza fino all'Epifania ANGELO CAROTENUTO Un
soggiorno in forma strettamente privata. è la formula con cui Giorgio
Napolitano è giunto ieri intorno alle 13 a Villa Rosebery, la residenza
posillipina che è patrimonio della presidenza della Repubblica, a due mesi
dalla visita ufficiale alla città per il convegno di dialogo interreligioso,
e a tre di distanza dall'intervento per l'inaugurazione del restauro alla
stazione metropolitana di Mergellina. Era settembre quando disse: "Ho
trovato una città libera dai rifiuti. Siccome tanti titoli sono stati dedicati
alle strade di Napoli ingombre di immondizia, mi auguro che ci sia qualche
titolo sulle strade liberate, spero in modo duraturo, dalla crisi". Invece
i rifiuti di Napoli e della Campania, a Capodanno, non sono finiti soltanto nei
titoli dei giornali, ma persino nel cuore del suo secondo discorso di san
Silvestro da capo dello Stato. A reti unificate, e per la prima volta anche
attraverso You Tube, Napolitano ha fatto riferimento a "paure
irragionevoli e particolarismi, politici o localistici, che emergono in troppi
casi: impedendo, ad esempio, la soluzione del sempre più allarmante problema
dei rifiuti in Campania, con grave danno per le condizioni e per l'immagine di
una città e di una regione nelle quali invece non mancano energie positive,
realtà nuove e iniziative di qualità". Una presa d'atto di un allarme
cresciuto, in coda a giorni in cui il Quirinale ha seguito "attimo per
attimo" le nere vicende dell'immondizia campana. Nessuno dissente. Antonio
Bassolino fa sapere di aver apprezzato e condiviso.
Tra i due c'è stata anche una telefonata di auguri. "è giusto - così dice
il governatore - il richiamo a superare paure irragionevoli e particolarismi
che impediscono di trovare una soluzione al problema dei rifiuti, una soluzione
che è necessaria per lo sviluppo e l'immagine delle nostre terre dove, come ha
ricordato il presidente della Repubblica, sono presenti ed attive tante forze
positive". Le paure e i particolarismi sono quelle del quartiere Pianura?
Rosa Russo Iervolino nega. "Napoli non ha egoismi né particolarismi".
Anche lei condivide il richiamo del presidente, ma ricorda che "i
cittadini e i quartieri di Napoli, quando sono stati chiamati a fare dei
sacrifici, li hanno fatti. Penso a Poggioreale e San Pietro a Patierno. Adesso
attendono con fiducia le decisioni del commissario di governo, sicuri che
saranno compatibili con la necessità di trovare posti per sversare, ma anche
con i diritti di chi ha già dato tanto. Quelli di Pianura sono tra essi. Io
faccio il sindaco, il commissario di governo si chiama Cimmino: chiedete a lui
se il sito è stato scelto. Io ho fatto presente, come mio dovere, quali sono le
situazioni ambientali e abitative della contrada Pisani". Per il
centrodestra, il discorso di Napolitano va letto come uno schiaffo alle
amministrazioni locali. Ronghi, il vicepresidente An del consiglio regionale,
dice che "il presidente Bassolino non può fingere
di non capire, dal momento che ha fatto raggiungere alla Campania tutti i
primati negativi apparsi sui maggiori quotidiani del mondo, e per la prima
volta anche il presidente della Repubblica, nel suo messaggio augurale di fine
anno, non ha potuto fare a meno di evidenziarlo". An ha presentato in
prefettura col suo coordinatore cittadino Chiosi una richiesta di incontro con
Napolitano, e stamattina i giovani del partito - se ne annunciano una
cinquantina - saranno alle porte della residenza presidenziale posillipina con
un dossier di foto scattate in città e in provincia in questi giorni. L'album
dell'immondizia aggiornato alla mattina del 31 dicembre, con i cumuli in strada
e i cassonetti incendiati. Vogliono consegnarlo nelle mani del presidente.
( da "Eco di Bergamo, L'" del
02-01-2008)
NAPOLI I rifiuti entrano nel messaggio di fine anno
del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che accusa: "Paure
irragionevoli, particolarismi politici e localistici" impediscono la
soluzione di una emergenza "sempre più allarmante". Rifiuti ancora in
strada Nelle strade della Campania l'immondizia ancora giace per le strade e,
ora più che mai, brucia: nella notte di San Silvestro i cassonetti saltano in
aria. Petardi e fuochi pirotecnici. Il sindaco di Napoli sottolinea ancora una
volta: "Egoismi Napoli non ne ha. Il Comune, nell'emergenza, non ha alcuna
responsabilità e competenza. La città è commissariata da 14 anni, il prefetto è
commissario del governo e a lui compete l'onere di trovare delle
soluzioni". Sui cassonetti distrutti, però, protesta l'Asia, addetta alla
raccolta dei rifiuti solidi urbani, e cresce l'allarme diossina, che attira
l'attenzione, anche in questo caso, di voci di livello nazionale: interviene da
Milano il farmacologo Silvio Garattini, che suggerisce di monitorare i livelli
di veleno sprigionato a Capodanno. I problemi sollevati nello scorcio del 2007,
fra l'altro, restano tutti aperti per il 2008: chiuso il sito di stoccaggio di
Taverna del Re, a Giugliano si combatte sul fronte napoletano con il sindaco
deciso a difendere i cittadini di Pianura dall'ipotesi della riapertura di
Contrada Pisani. La polemica politica Ieri in serata, Rosa
Russo Iervolino, dopo avergli fatto gli auguri per telefono per il nuovo anno,
risponde anche a Napolitano, arrivato intanto in città: "Giusto parlare di
egoismi e particolarismi ? dice citandone le parole ?, ma Napoli non ha né
l'una né l'altra cosa". Basta pensare alla disponibilità su
Poggioreale, dice. L'ipotesi di un sito di stoccaggio per le ecoballe a
Pianura, sulla quale sembra puntare il commissario di governo? Il sindaco resta
contrario: va difeso anche chi chiede la tutela dei suoi diritti, "avendo
già dato...". Oggi ci sarà una marcia, nel quartiere, contro la discarica.
Anche per il presidente della Campania Antonio Bassolino
è "giusto il richiamo di Napolitano a superare irragionevoli paure e
particolarismi". Il messaggio del Quirinale viene letto invece come un
preciso atto d'accusa alla classe dirigente locale dalla Casa delle libertà: An
e Azione giovani annunciano un presidio davanti a Villa Rosebery.
"Chiederemo al presidente della Repubblica ? dichiarano An e Ag ? di
esercitare il potere concesso dall'articolo 126 della Costituzione, che prevede
la possibilità di sciogliere il Consiglio comunale e regionale "quando
compia atti contrari alla Costituzione o gravi violazioni di legge".
Consegneremo poi al presidente un "souvenir" con le foto dei cumuli
di immondizia che sono sulle strade di Napoli e Provincia". Il rischio
diossina Infine, il farmacologo Silvio Garattini suggerisce di effettuare test
di tossicità dell'aria. Secondo Garattini, "presumibilmente a seguito
degli incendi, la concentrazione di diossina e altre sostanze dannose nell'aria
è aumentata e va dunque tenuta sotto controllo. Oggi questa concentrazione ?
rileva l'esperto ? è probabilmente superiore alla media proprio per effetto dei
roghi di Capodanno". "Test di misurazione" "Sarebbe dunque
bene che le autorità locali effettuassero test di misurazione per accertare il
livello di diossina e sostanze dannose presenti e il generale grado di
inquinamento dell'aria". A ogni modo, precisa ancora Garattini,
"l'effetto, per quanto pericoloso per la salute, è comunque temporaneo:
venti e condizioni atmosferiche particolari contribuiscono, infatti, a
disperdere tali sostanze". Ma se i roghi dovessero intensificarsi,
avverte, "la situazione sarebbe d'allarme". Produce infatti molta più
diossina la combustione incontrollata di rifiuti solidi urbani che non un
inceneritore che opera rispettando regole precise e utilizzando le nuove
tecnologie, sottolineano anche gli esperti dell'Istituto superiore di sanità
(Iss). Gli incendi di rifiuti, soprattutto per la grande quantità di buste di
plastica presenti tra l'immondizia, rappresentano indubbiamente un grave
pericolo per la salute pubblica.
( da "Corriere del
Mezzogiorno" del 02-01-2008)
Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: INPRIMOPIANO
- data: 2008-01-02 num: - pag: 4 categoria: REDAZIONALE La sindaca "Il
richiamo del Presidente è giusto, gli siamo grati per quello che fa"
Iervolino: "Napoli non ha egoismi" NAPOLI - Il presidente della
Repubblica, Giorgio Napolitano, condanna le "paure irragionevoli " ed
i "particolarismi, politici o localistici", che ostacolano la
soluzione dell'emergenza rifiuti in Campania: il passaggio, contenuto nel
discorso di fine anno, viene commentato positivamente dal governatore Bassolino e dalla sindaca Iervolino, la quale precisa però
che il "no" all'ipotesi di riaprire lo sversatoio cittadino di
Pianura non può essere considerato né un egoismo né un particolarismo,
"perché i cittadini e i quartieri di Napoli - ricorda la sindaca - quando
sono stati chiamati a fare dei sacrifici, l'hanno fatto. Adesso i napoletani
attendono con fiducia le decisioni del commissario di Governo, sicuri che
saranno compatibili con la necessità di trovare posti per sversare, ma anche
con i diritti dei cittadini che hanno già dato tanto". Iervolino si
riferisce all'attualità: l'altro ieri ha chiuso il sito di stoccaggio di
Giugliano, ed a Napoli si discute della riapertura dello storico invaso di
Pianura, chiuso 12 anni fa. Ipotesi che vede la sindaca contraria. Ecco perché
la Iervolino rimarca un concetto: che "egoismi" che intralciano la
soluzione della crisi dei rifiuti "Napoli non ne ha". Al capo dello
Stato la prima cittadina risponde a margine della marcia per la Pace
organizzata dalla Comunità di Sant'Egidio, in piazza del Gesù. "Gli siamo
grati fino in fondo per quello che fa". Poi aggiunge: "Per quello che
ci riguarda, il presidente ha detto giustamente di superare particolarismi e
egoismi. Direi però che Napoli non ha né l'una né l'altra cosa". Eppure
pare che il sito sia stato già scelto dal commissariato rifiuti? "Ognuno
fa il suo mestiere - sottolinea ancora - . Io sono il sindaco di Napoli, il
commissario di Governo si chiama Cimmino. Chiedete a lui". Frasi
pronunciate da chi non intende rimanere col fiammifero tra le mani. Ecco perché
la sindaca ha ribadito dai microfoni del Gr2 che il Comune di Napoli
"sull'emergenza rifiuti non ha alcuna responsabilità e nessuna
competenza" e che "spetta al commissario l'onere di trovare le
soluzioni". Anche Bassolino, condivide il
richiamo fatto dal capo dello Stato sull'emergenza rifiuti in Campani. "è
giusto - dice il governatore - il richiamo a superare paure irragionevoli e
particolarismi che impediscono di trovare una soluzione al problema dei
rifiuti". L'emergenza rifiuti ha però creato un clima teso in città. Tanto
che i vertici delle istituzioni, Bassolino, Iervolino e Di Palma, hanno preferito disertare la festa di
fine anno in piazza Plebiscito. "Assenza" che per la Iervolino è
frutto di una "scelta", "perché - spiega - c'era una situazione
di tensione fra la gente nei giorni scorsi e quindi, anche se con grande
sacrificio, perché a me è dispiaciuto non esserci, e anche a Bassolino, perché la presenza non potesse essere intesa come
provocatoria e irritante. Ma il fatto che io sia qui, alla fiaccolata, tra la
gente, è una prova che non ho alcun timore del confronto". Paolo Cuozzo.
( da "Sole 24 Ore, Il" del
02-01-2008)
Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2008-01-02
- pag: 15 autore: Ambiente. Mancano i siti di smaltimento - Su contrada Pisani
(Napoli) parere contrario del sindaco Discariche, il no della Iervolino Contro
l'emergenza trasferite in Germania 4mila tonnellate di rifiuti Francesco Prisco
NAPOLI Occupa soltanto da un giorno la scomoda poltrona di commissario per
l'emergenza rifiuti in Campania ma già è chiamato a prendere una decisione
tanto strategica quanto osteggiata dalla piazza e sgradita alla politica.
Umberto Cimmino, venerdì scorso nominato dal Viminale per gestire la crisi e di
fatto operativo da ieri, entro stasera metterà la firma sul documento che
riapre la discarica di contrada Pisani (nella municipalità napoletana di
Pianura), un vecchio sito chiuso dal '96,profondo 150 metri, della capacità di
1,8 milioni di metri cubi che scongiurerebbe l'ennesima recrudescenza
dell'emergenza. Lunedì pomeriggio,in Prefettura, Cimmino ha discusso dell'ipotesi con il governatore Antonio Bassolino ed il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino avversa come i suoi
concittadini alla riapertura dell'area che fu simbolo del degrado della
periferia partenopea. Il tavolo si è chiuso con una pausa di 48 ore strappata
dal Municipio, al fine di valutare altre soluzioni come l'utilizzo di siti
militari. "Continua a non piacerci l'ipotesi contrada Pisani
–spiega l'assessore napoletano alla nettezza urbana Gennaro Mola – e confidiamo
in eventuali alternative.Siamo però consapevoli della gravità della situazione
e pronti ad essere collaborativi con le decisioni del Commissariato ".
Alternative almeno per il momento non ce ne sono,dopo la chiusura la sera del
31 dicembre della discarica di Taverna del Re, nel Comune di Giugliano. E se
non c'è discarica,si blocca per forza di cose la lavorazione degli impianti Cdr
oggi ridotta al di sotto della preoccupante soglia del 70 per cento.Soluzione
tampone si rivela così l'invio di 4mila tonnellate e mezzo di rifiuto "tal
quale" in Germania, al costo di 230 euro a tonnellata. La situazione
campana continua ad essere grave, tanto da essersi meritata ancora una volta un
esplicito riferimento nel tradizionale messaggio di fine anno del presidente
della Repubblica Giorgio Napolitano. Il capoluogo partenopeo, nei giorni scorsi
ricoperto da mille tonnellate di spazzatura,dopo Capodanno tira comunque un
sospiro di sollievo. è ripresa proprio la notte dell'uno gennaio, alle 3, la
raccolta straordinaria da parte dell'Asia, municipalizzata che si occupa del
servizio. L'azienda ha impiegato circa 2.000 addetti con 250 autocompattatori,
una trentina di mezzi carrabili e 25 pale meccaniche. Per scongiurare il
rischio incendi l'Asia ha provveduto anche alla raccolta di oltre 120
tonnellate di cartoni da imballaggi. Nonostante il momento clou fosse
trascorso, dalla sala operativa dei vigili del fuoco fanno sapere che, soltanto
nella mattina di ieri sono stati eseguiti 90 interventi. Il pericolo di roghi
appiccati ai cumuli di immondizia accumulati nelle strade era stato già
paventato al punto che erano stati allertati anche i volontari della Protezione
civile per poter essere di supporto ai vigili del fuoco. La Provincia di Napoli
aveva messo a disposizione quattro mezzi in più per poter aiutare nello
spegnimento degli incendie per bagnare i rifiuti ammassati sia nell'hinterland
che a Napoli città. Situazione critica anche in provincia di Caserta, altro
territorio per il quale si registra urgente domanda di discariche. Il
neocommissario Cimmino sta contrattando, tra le solite plateali contestazioni
dei residenti e i dubbi dei politici, l'apertura di un sito a San Tammaro e di
un'area di stoccaggio per ecoballe a Carinola. Se la passano decisamente meglio
le province di Salerno, Avellino e Benevento, i cui sindaci grazie al ricorso a
piccoli siti di stoccaggio impediscono al precarissimo ciclo di smaltimento di
andare in tilt.
( da "Libero" del
02-01-2008)
Attualità 02-01-2008 Iervolino e Bassolino dove siete? In Italia
qualsiasi avvenimento che danneggia il cittadino diventa una pubblica denuncia
verso le istituzioni e chi le rappresenta. Giornali e tv fanno a gara per
scoprire i responsabili di questi disservizi, compresi sindaci e presidenti di
Regione che ne hanno la responsabilità politica. Non è così per il
sindaco di Napoli e per il governatore della Campania che, ignorati dai media
di regime, si guardano bene loro stessi dall'apparire. A veder tutte quelle
sequenze sulla monnezza di Napoli e della Campania viene naturale chiedere: ma
dove sono Iervolino e Bassolino? Giuseppe Condò e.mail
Io un'idea ce l'avrei: stanno sotto quei cumuli. Proviamo a scavare. Forse li
troveremo. Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione
delle notizie senza autorizzazione.
( da "Libero" del
02-01-2008)
Prima pagina 02-01-2008 FAI LA NANNA PRESIDENTE di
VITTORIO FELTRI Non ho invidiato, la sera del 31 dicembre, Giorgio Napolitano
davanti alle telecamere per il rituale - liturgicamente noioso - augurio agli
italiani. Mentre attaccava a parlare, poveraccio, mi è sembrato a disagio nel
ruolo di predicatore televisivo istituzionale. D'altronde una specie di
maresciallo in pensione dell'Armata Rossa alla presidenza di una Repubblica
sedicente liberale è di per sé una forzatura, se non altro del destino. Dalla
guerra fredda, in cui Napolitano stava coi nemici della Nato e del Patto
Atlantico, al Quirinale simbolo delle democrazie occidentali alleate degli
Stati Uniti: è un salto che dà le vertigini. Sorvolando su queste faccende cui
solo noi di una certa età diamo rilievo, c'è da dire che nessun nostro capo
dello Stato, escluso Cossiga, è stato capace o ha avuto l'oppor tunità di
liquidare la pratica augurale di fine d'anno con un discorso all'altezza delle
aspettative dei cittadini. Aspettative minime eppure sempre ingannate: un po'
di franchezza e di sincerità. Non era Napolitano l'uomo adatto a dare un segno
di novità, lui che è l'antitesi del nuovo e che, per l'occasione, si è
imbellettato come Berlusconi in una delle sue migliori performance. Il
presidente, da perfetto ex comunista di forte fibra, si è esibito in una serie
di esercizi equilibristici e ha sferrato con certosina precisione un colpo alla
botte e un colpo al cerchio. Risultato: una vaghezza degna di un priore. Prima
banalità. Bisogna avere fiducia nell'avvenire e puntare su innovazione e
merito, privilegiando l'istruzione. L'incipit pareva prelevato da un intervento
routinario di Montezemolo nei giorni di scarsa forma. Qui da noi l'innovazio ne
o è frutto degli sforzi di alcuni privati - aziende leader - o è una chimera.
Lo Stato considera la ricerca un lusso e quindi non la finanzia a meno che si
tratti di accontentare la signora Levi Montalcini, alla quale mollare dei
milioni di euro per la sua fondazione in cambio della fiducia al governo Prodi.
Per il resto, zero al quoto. L'università si è trasformata in un diplomificio
sostitutivo delle medie superiori (declassate a scuola di intrattenimento)
salvo rare eccezioni, la Bocconi, la Normale e poche altre. L'istruzione in generale,
a furia di riforme peggiorative dello statu quo ante, è stata ridotta a impresa
assistenziale la cui funzione principale è: distribuire stipendi umilianti ai
docenti che aumentano di numero in misura inversamente proporzionale alla loro
qualità. Conviene cambiare argomento, per senso di pietà. Seconda banalità.
L'incertezza del lavoro, specialmente per troppi giovani del Sud. I lavoratori
precari, dei quali si straparla, sono una netta minoranza. In ogni caso la
precarietà come dimostra il fatto che la legge Biagi non è stata toccata dal
governo - è fisiologica in una società avanzata. Nella nostra poi, in cui è
vietato licenziare per Statuto (dei lavoratori), è una necessità
imprescindibile. L'alternativa per le aziende è non assumere. Comunque, meglio
precario che disoccupato. Il lavoro al Sud? Ci sarebbe se ci si desse una
mossa, anzitutto imparando un mestiere, magari nel settore del turismo che
invece è trasandato nonostante le risorse naturali e ambientalistiche, al punto
di essere stato superato da quello spagnolo, croato eccetera. Il lavoro inoltre
occorre aver voglia di farlo e di affrontarne le fatiche. Più comodo rifilarlo
agli immigrati e sperare in un posto in comune o in provincia dove talvolta ci
si gratta. Terza banalità. Incidenti sul lavoro. Gli enti pubblici non
controllano. I sindacati se ne fregano. Gli stessi operai sono convinti non
valga la pena di prevenire, tant'è che nei cantieri edili e nelle fabbriche
volontariamente non usano, per idiosincrasia, né caschi né scarpe né altre
protezioni. E gli addetti alla sicurezza nel vano tentativo di far rispettare
le norme si mangiano il fegato. Eppure dalle statistiche si evince che gli
incidenti non sono in aumento, semmai il contrario, salvo qualche picco. Quarta
banalità. Napolitano ha scoperto con stupore che all'estero il nostro
patrimonio artistico e culturale è molto quotato. Ma va' là... E si compiace
della mostra allestita al Quirinale con pezzi sottratti illegittimamente
all'Italia e riportati in Patria. A parte che la mostra non sta riscuotendo un
gran successo, se c'è un settore in cui lo Stato è deficitario è proprio
questo. Un esempio per tutti. Presidente, faccia un salto a Pompei senza farsi
annunciare da squilli di trombe e vedrà come è stato conciato il maggior
giacimento archeologico del mondo. Una discarica. Poi ne parli con i giovani
del Sud che si lagnano perché nelle loro regioni non si sfruttano le risorse
locali. Quinta banalità. Il presidente ha disquisito di sicurezza e criminalità
legata alla crescita dell'immigrazione. Peccato si sia dimenticato che il
nostro è l'unico Paese della Ue che accetta i clandestini perché non è capace
di espellerli e preferisce, periodicamente, metterli in regola, legalizzando
così l'illegalità. Quanto ai comunitari, l'unico romeno rimpatriato -
sottolineo, uno solamente - è già rientrato in Italia col pullman. I
complimenti a chi vanno rivolti? Al compagno Amato? A tutta l'Unione? Sesta
banalità. La magistratura e le Forze dell'Ordine si sono date da fare
raggiungendo degli obiettivi. Le credo, signor presidente. Le credo meno quando
aggiunge che serve garantire a Polizia e Carabinieri mezzi adeguati. Ma lei ha
presente il parco automobili delle questure? Le più recenti hanno percorso 100
mila chilometri. Le meno recenti hanno sette o otto anni di vita e sono
scassate. Lo sa che spesso manca la benzina per avviarle? Lo sa che agenti e
funzionari sono pagati come badanti, a differenza delle quali tuttavia non
hanno diritto a vitto e alloggio gratuito? Mentre i Palazzi della politica dispongono
di 500 mila e passa macchine blu con più di un milione di autisti dipendenti
pubblici? Perché queste cose non le ha dette in tivù? Settima banalità. Parole
sue: "Paure irragionevoli o particolarismi, politici o localistici,
emergono in troppi casi: impedendo, a esempio, la soluzione del sempre più
allarmante problema dei rifiuti in Campania, con grave danno per le condizioni
e per l'immagine di una città e di una regione nelle quali invece non mancano
energie positive, realtà nuove e iniziative di qualità". Si rende conto
dell'enormità di questa osservazione? In ogni regione l'immondizia non è un
problema: si raccoglie e si smaltisce senza rompere l'anima a nessuno. Soltanto
a Napoli, e in Campania, siamo a livelli di subporcilaia. Ci sarà un motivo, di
sicuro non localistico, che determina simile schifezza. Nelle sue visite
periodiche, includa Brescia, per citare una città del Nord. Lì c'è un
termovalorizzatore che brucia il pattume e produce energia bastevole a
riscaldare alcuni quartieri popolosi. O sono dei fenomeni i bresciani o i
campani sono schiavi di chi, dei topi? Telefoni al suo
compagno Bassolino o alla
vispa Iervolino e si faccia spiegare. Non mi pare un cattivo consiglio. Ottava
banalità. Ieri ricorreva il sessantesimo anniversario della Costituzione di cui
Napolitano ha tessuto le lodi, raccomandando di rimanere ancorati ai suoi
princìpi e valori morali. Quindi ha posto l'accento sull'esigenza di
approvare riforme, senza precisare quali. Un'idea ce l'avrei. Riformate proprio
la Costituzione, vecchia come il cucco e paralizzante visto che non tratta solo
questioni di principio, ma anche di ingegneria istituzionale che blocca e rende
asfittici gli apparati, Parlamento compreso. La Costituzione fu scritta quando
i cannoni della Seconda guerra mondiale fumavano ancora e l'Italia si era
improvvisata antifascista, uccidendo i gerarchi per evitare il suicidio della
nazione. E gli autori erano, in numero non esiguo, ex fascisti o comunisti cioè
democratici con la coda. Nona banalità. Nemmeno un accenno al referendum, che
si decide fra quindici giorni, anzi quattordici, e sarebbe l'unica riforma
elettorale di assoluta rilevanza. È stata una dimenticanza o un eccesso di
prudenza pelosa? Decima banalità. Napolitano ha chiuso il discorso sostenendo,
a proposito di pari opportunità, che l'equiparazione Uomo-Donna è avvenuta
parzialmente. È vero. Tant'è che gli uomini, che crepano cinque anni prima
delle donne, vanno in pensione cinque anni dopo le signore che campano cinque
anni di più. Anche questa è una bella riformetta da fare, ma non si fa perché
farebbe risparmiare tanti soldi all'Inps, agli italiani. Meglio parlare di
omofobia. Lei che ne dice, presidente. .p Ieri ricorreva il sessantesimo
anniversario della Costituzione di cui Napolitano ha tessuto le lodi,
raccomandando di rimanere ancorati ai suoi princìpi e valori morali. Quindi ha
posto l'accento sull'esigenza di approvare riforme, senza precisare quali.
Un'idea ce l'avrei. Riformate proprio la Costituzione, vecchia come il cucco e
paralizzante Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione
delle notizie senza autorizzazione.
( da "Padania, La" del
02-01-2008)
Napoli: nulla di fatto nell ultimo vertice tra il commissario
per l emergenza e gli enti locali Napoli - La scorsa notte numerosi cassonetti
per la raccolta dei rifiuti e per la differenziata sono stati danneggiati. Lo
denuncia l Asia - l Azienda speciale igiene ambientale del Comune di Napoli -
evidenziando che i danneggiamenti e gli incendi sono avvenuti anche lungo
alcune strade e in alcuni quartieri che nella mattinata di lunedì erano stati
completamente ripuliti, anche con la rimozione degli imballaggi. Incendi di
cassonetti e di campane per la differenziata si sono verificati al corso
Garibaldi e nel quartiere Arenella. I vigili del fuoco parlano di oltre cento
interventi dalle ore 20 di lunedì fino a Capodanno tra il capoluogo e la
provincia. Le 17 squadre al lavoro hanno dovuto impegnarsi soprattutto nel
Vesuviano e nell area flegrea. Molte anche le auto danneggiate dai botti.
Nonostante il momento clou dell emergenza sia trascorso, dalla sala operativa
dei vigili del fuoco fanno sapere che, soltanto nella mattinata dell 1 sono
stati eseguiti 30 interventi e 60 sono ancora in attesa di essere portati a
termine. Una mole di lavoro notevole che difficilmente sarà smaltita in breve
tempo. Il pericolo di roghi appiccati ai cumuli di immondizia accumulati, da
settimane, nelle strade era stato paventato già nei giorni scorsi al punto che
erano stati allertati anche i volontari della Protezione civile per poter
essere di supporto ai vigili del fuoco. La Provincia di Napoli aveva messo a
disposizione quattro mezzi in più per poter aiutare nello spegnimento degli
incendi e per bagnare i rifiuti ammassati sia nell hinterland che a Napoli.
Torniamo appunto alla situazione del capoluogo. È ripresa la notte tra il 31 e
l 1, alle 3, la raccolta straordinaria da parte dell Asia. L azienda - come
informa la dirigenza - sta impiegando circa 2.000 addetti con 250
autocompattatori, una trentina di mezzi scarrabili e 25 pale meccaniche. Per
scongiurare il rischio incendi l Asia lunedì pomeriggio ha provveduto anche
alla raccolta di oltre 120 tonnellate di cartoni da imballaggi. Intanto, ieri
mattina alle sette hanno ripreso a funzionare gli impianti di Cdr (Combustibile
derivato dai rifiuti). La raccolta straordinaria è proseguita fino alle 14 di
ieri ed è ripresa poi alle 19. L obiettivo è quello di rimuovere tutti i rifiuti
che si sono accumulati lungo le strade nei giorni scorsi, quando si sono
registrate difficoltà nelle operazioni di conferimento agli impianti di Cdr,
ingolfati dalla presenza delle ecoballe. Intanto, prosegue il confronto sulla
possibile riapertura della discarica di località Pisani a Pianura, alla
periferia di Napoli. Lunedì pomeriggio, in prefettura si è tenuto un altro
vertice con il commissario Cimmino, il presidente della
giunta regionale Bassolino,
il sindaco di Napoli Iervolino, e numerosi rappresentanti delle forze politiche
presenti in Consiglio. Nel corso della riunione si è discusso della necessità
di riaprire l invaso che era stato chiuso 12 anni fa: un ipotesi sulla quale
finora il sindaco si è detta fortemente contraria. "I volontari
della protezione civile della Provincia di Napoli sono nelle strade di Napoli e
provincia anche oggi (ieri per chi legge, ndr) per ridurre i rischi derivanti
dai tanti fuochi inesplosi che ci sono in giro", ha detto l assessore alla
Protezione civile della Provincia di Napoli, Francesco Emilio Borrelli,
ringraziando "le centinaia di volontari che, anche nella notte di San
Silvestro, sono stati in giro per aiutare le forze dell ordine e i vigili del
fuoco e ridurre i rischi derivanti dall uso sconsiderato dei fuochi d
artificio". Intanto, dopo l Epifania le tonnellate di rifiuti sparsi nelle
strade di Cercola potranno essere raccolti e portati in un sito di stoccaggio
provvisorio individuato in località Masseria Totaro. Lo ha annunciato il
commissario straordinario del comune vesuviano, Mario Fasano, che nei giorni
scorsi, in ottemperanza al provvedimento del commissariato all emergenza
rifiuti, ha previsto la sistemazione provvisoria dell immondizia nel sito per
far fronte all emergenza che sta provocando forti disagi alla cittadinanza.
"Occorrono alcuni lavori all interno dell area per metterla in sicurezza -
ha sottolineato Fasano - ma c è da dire che al massimo potranno essere
depositati i rifiuti che di solito si accumulano in paese per una decina di
giorni, e non di più". Anche se la soluzione non è ideale - ha concluso -è
sempre meglio che avere l immondizia sotto casa, nelle strade e nelle piazze
con il rischio di incendi, peraltro verificatisi negli ultimi giorni con la
propagazione nell aria di sostanze dannose per la salute, diossina in primo
luogo". La soluzione, però, sta provocando le prime reazioni, sia da parte
dei residenti della zona, che hanno annunciato iniziative contro il sito, sia
da parte del segretario locale dello Sdi, ed ex sindaco, Luigi Di Dato: "L
area - afferma Di Dato - è una ex discarica chiusa e che deve ancora essere
completamente bonificata" [Data pubblicazione: 02/01/2008].
( da "Mattino, Il
(Nazionale)" del 02-01-2008)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Caserta)) (Mattino, Il (City)) (Mattino, Il
(Avellino))
Il sindaco: si annunciava una protesta, ho preferito evitare
tensioni. Sal Da Vinci seda una rissa LEANDRO DEL GAUDIO Fuochi d'artificio,
arte contemporanea, impegno civile. Poi: risonanze mediterranee, festa fino
all'alba. Un brindisi appassionato, multietnico: ci sono tutti gli ingredienti
del capodanno napoletano. Tranne uno. Lunedì notte non c'erano i vertici
istituzionali della città. Piazza Plebiscito è rimasta senza sindaco,
governatore e presidente della Provincia per il brindisi di fine anno. Ed è la
prima volta che accade, da tredici anni a questa parte, che politici e
amministratori rinunciano al bagno di folla di San Silvestro. Un'assenza - quella del sindaco Rosa Russo Iervolino, del
presidente della Regione Antonio Bassolino e della Provincia Dino Di Palma - che consegna al 2008 un primo
elemento di novità. La più grande ribalta mediatica, il luogo simbolo del
cosiddetto rinascimento napoletano, resta orfana del livello politico.
Non c'è una spiegazione tecnica. È lo stesso sindaco Iervolino a chiarirlo:
"Il mio rapporto con la gente non è cambiato. Lunedì notte era annunciata
una protesta plateale e organizzata. Ho preferito evitare a tanti napoletani
momenti di tensione". Interviene anche Dario Scalabrini, organizzatore
dell'evento più importante del Natale partenopeo: "Era annunciata una
protesta organizzata, ha prevalso il buon senso. Forse si è preferito non dare
adito a momenti di scontro e di accesa polemica". Cinquantamila in piazza,
tanta voglia di rimanere in piedi fino all'alba. La serata scorre in modo
piacevole, complice un clima freddo e una cornice mozzafiato. Il palco è stato
sistemato a metà della piazza, subito dopo l'allestimento di Pistoletto,
illuminato dai neon che santificano il rispetto della differenza nelle
principali lingue del Mediterraneo. Alle dieci c'è già il tutto esaurito e la
tammurriata afronapoletana è il modo migliore per sopportare il gelo
dell'ultima notte dell'anno. Ci sono famiglie, gruppi di turisti, comitive.
Sono tantissimi che hanno tra le mani una bottiglia di spumante e c'è anche chi
ha portato con sé thermos di lenticchie calde per il primo beneaugurante
aperitivo del 2008. La festa è a tema. Amnesty International ha infatti scelto
Napoli per rilanciare la lotta alla pena capitale, che è anche il ritornello
del sound di Enzo Avitabile e dell'algerino Khaled ("Tricche-tracche,
botta-botta, nun vulimm 'a pena 'e morte"). Il pensiero vola alla bella
Rahel, una donna nordafricana che sta per essere giustiziata nel peggiore dei
modi (la lapidazione) per aver reagito alle violenze domestiche del marito. Il
ritmo diventa frenetico, fino a quando si arriva al clou della notte. Il
countdown unisce Napoli alle principali capitali del mondo occidentale e quando
scocca la mezzanotte è un tripudio spumeggiante: volano migliaia di tappi e
siamo solo all'inizio. Dalle volte del Plebiscito esplodono evoluzioni
pirotecniche. È l'anno nuovo che tiene tutti col naso all'insù. La piazza è
gremita, c'è gente anche sul Lungomare e in piazza Trieste e Trento. Spuntano
tra la folla sciarpe e magliette azzurre del Napoli (la più gettonata quella di
Lavezzi), ci sono bandiere di turisti inglesi e balcanici. Proprio questi
ultimi sono i protagonisti dell'"assalto" finale, quello di Goram
Bregovic, del "kalashnikov" ritmato dall'orchestra. Poi tocca agli
scugnizzi Sal Da Vinci e Gigi Finizio, la mezzanotte è passata da un pezzo, la
piazza è ancora gremita. C'è un principio di rissa, Sal Da Vinci interrompe la
sua performance e dice: "Per favore no. Non abbiamo bisogno di altra
violenza". Scorrono le note di "Scugnizzi", poi tocca a Marco
Zurzolo e a Consiglia Licciardi con il ritornello liturgico di "'O surdato
'nnammurato". Termina la festa, inizia la corsa alle cornetterie e
all'alba del Lungomare, con l'incendio di Castel dell'Ovo.
( da "Mattino, Il
(Nazionale)" del 02-01-2008)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (City)) (Mattino, Il (Circondario Sud2))
(Mattino, Il (Caserta)) (Mattino, Il (Avellino)) (Mattino, Il (Salerno))
La crisi immondizia irrompe nel discorso di fine
anno. Bassolino e Iervolino:
richiamo giusto. L'opposizione: vadano via LUIGI ROANO Un anno fa Napoli entrò
nel discorso di fine anno del Capo dello Stato Giorgio Napolitano come esempio
positivo per la nazione, con gli elogi a due donne: una mamma che aveva
strappato il figlio alle sirene della camorra e una ricercatrice che per mille
euro al mese studiava 12 ore al giorno a un progetto di genetica. Anche
lunedì sera la città ha avuto il suo momento nel consueto discorso del
presidente della Repubblica, ma Napolitano ha espresso questa volta grandi
preoccupazioni: "Paure irragionevoli e particolarismi, politici o
localistici, emergono in troppi casi: impedendo, ad esempio, la soluzione del
sempre più allarmante problema dei rifiuti in Campania, con grave danno per le
condizioni e per l'immagine di una città e di una regione nelle quali invece
non mancano energie positive, realtà nuove e iniziative di qualità". La
crisi dei rifiuti allarma il Presidente ma non lo ha fermato ieri - e per il
secondo anno consecutivo - è giunto a Napoli per trascorrere un periodo di
vacanza. Tuttavia, a testimoniare il momento critico c'è lo strappo al
cerimoniale non scritto che contraddistingue le visite di inizio anno: non c'è
stato l'augurale brindisi al Gambrinus e il bagno di folla che sempre i suoi
concittadini gli dedicano. E oggi - inoltre - il Presidente dovrebbe partire
alla volta di Capri dove trascorrerà alcuni giorni di relax. Quindi starà
lontano da Napoli. A tenere banco resta il suo discorso che ha innescato una
serie di reazioni di segno opposto. Chiamato direttamente in causa, il
governatore della Campania Antonio Bassolino (ha
sentito il presidente della Repubblica al telefono) così commenta il discorso:
"È giusto - dice - il richiamo a superare paure irragionevoli e
particolarismi che impediscono di trovare una soluzione al problema dei
rifiuti, una soluzione che è necessaria per lo sviluppo e l'immagine delle
nostre terre dove, come ha ricordato il presidente della Repubblica, sono
presenti e attive tante forze positive". A proposito di particolarismi il
sindaco Rosa Russo Iervolino è impegnata a sventare la riapertura della
discarica di Pianura anche se "non è il mio mestiere decidere ma tocca al
commissario per l'emergenza". La Iervolino puntualizza il ruolo del
capoluogo nella soluzione della crisi: "Condivido l'analisi del
Presidente, gli egoismi intralciano la soluzione della crisi dei rifiuti. Ma
Napoli, egoismi, non ne ha. Purtroppo la città non ha territorio. Quando i
cittadini sono stati chiamati a fare dei sacrifici, li hanno fatti: basta
pensare ai siti individuati a Poggioreale e San Pietro a Patierno". Poi il
riferimento a Pianura: "Adesso i napoletani attendono con fiducia le
decisioni del commissario di governo, sicuri che saranno compatibili con la
necessità di trovare posti per sversare, ma anche con i diritti dei cittadini
che hanno già dato tanto". A Pianura la discarica è stata aperta 43 anni.
Il discorso del Presidente ha spinto Antonio Martusciello deputato di Forza
Italia a chiedere elezioni anticipate in Campania: "La condanna che il
capo dello Stato Giorgio Napolitano ha rivolto ai particolarismi, politici o
localistici, che impediscono l'uscita dall'emergenza rifiuti è un monito alle
amministrazioni. Una retta coscienza politica dovrebbe indurre i responsabili
di questo disastro ambientale a rassegnare le dimissioni". L'ex ministro
di An Maurizio Gasparri è sulla stessa lunghezza d'onda: "Dopo queste
parole Bassolino dovrebbe dimettersi subito.
Ammettendo un fallimento sancito dalla massima istituzione della Repubblica.
Cui va dato atto di un monito che deve trovare riscontro anche in iniziative
giudiziarie. Chi sa se la procura di Napoli, oltre che violare il segreto
istruttorio, si ricorderà di mettere dentro i responsabili del disastro
ambientale".
( da "Repubblica, La" del
03-01-2008)
Cronaca Il capo dello Stato a Capri. Bloccati alcuni
manifestanti con un dossier Napolitano "assediato" da An: l'ambiente,
il problema dei problemi Agli amici della Fondazione "Mezzogiorno
Europa" ha detto di essere in pensiero: questo è un dramma da risolvere al
più presto ANGELO CAROTENUTO DAL NOSTRO INVIATO CAPRI - Sarà anche una visita
non ufficiale, ma l'assillo dei rifiuti in strada si allunga senza sconti sulla
vacanza d'inizio anno di Giorgio Napolitano. Un soggiorno in forma privata,
come dal Quirinale è stato più volte sottolineato. Ma stavolta è soprattutto un
soggiorno lontano dalla residenza consueta di Villa Rosebery, a Posillipo. Il
Comune aveva sgomberato la strada dai cassonetti, eppure una ventina di
militanti di An, guidati dall'ex senatore Luigi Bobbio, si sono spinti lì con
un dossier composto da atti ufficiali e fotografie per documentare il nuovo
picco di crisi da immondizia. Una vacanza inseguita dall'ombra dei rifiuti, già
motivo d'imbarazzo per il sindaco Iervolino e per il
governatore Bassolino, che
nella notte di San Silvestro hanno rinunciato a partecipare al tradizionale
brindisi di mezzanotte tra la folla in piazza Plebiscito. Napolitano è potuto
partire solo nel tardo pomeriggio per Capri, dove ha scelto di arrivare in
compagnia della moglie Clio senza l'auto blu, a bordo di un normale
traghetto di linea, poltrone da 13 euro e 90 ognuna. La compagnia Caremar ha
voluto che il presidente fosse suo ospite, riservandogli la sala d'onore da 40
posti a disposizione del comandante per i 50 minuti di viaggio nel Golfo.
All'arrivo, il sindaco di Capri ha accolto Napolitano. La chiacchierata tra i
due? Ovviamente sui rifiuti. "Qui come va?", ha chiesto il
presidente. "Male, ora ne stiamo uscendo. Ma dipendiamo dalla terraferma".
Per la signora Clio un mazzo di fiori. Applausi in piazzetta e tanta simpatia
per il presidente, al quale ha voluto stringere la mano una bambina di Torino,
Silvia. La stessa Capri è uno strappo alle consuetudini recenti del capo dello
Stato. A Napoli, il presidente è rimasto per sole 24 ore, tutte trascorse
all'interno di villa Rosebery, senza alcun contatto con la città, alle prese
con i rifiuti. Un dramma ricordato anche nel discorso tv di fine anno, e
definito sempre "più allarmante". C'è di più. Napolitano è ancora più
preoccupato di quanto sia apparso in pubblico. Lo ha confidato agli amici con
cui s'è sentito al telefono negli ultimi giorni per gli auguri, compresi i
rappresentanti della Fondazione "Mezzogiorno Europa" a lui cara, e
oggi guidata dall'ex deputato Andrea Geremicca. Napolitano s'è detto molto in
pensiero per i rifiuti in strada. Lo chiama "il problema dei
problemi", vede una situazione di perdurante eccezionalità. Se la crisi
non si risolve - il senso del suo ragionamento - qualsiasi altro discorso relativo
al futuro della città di Napoli diventa complicato. Ad attenderlo, nella hall
dell'hotel a Capri, il ministro dell'Innovazione Gino Nicolais.
( da "Stampa, La" del
03-01-2008)
E la commissione Ue minaccia sanzioni. Possibile che
non si riesca a venirne a capo? "All'Ue bisogna rispondere coi fatti, non
con parole generiche. E la cosa importante è che il governo, dopo 14 anni ha deciso
di nominare un commissario liquidatore del passato, per chiudere tutte le
pendenze di quella che io catalogo come una delle più grandi truffe
d'Italia". A quale truffa allude? "La Campania è stata l'unica
Regione ad aver dato un appalto a una grande impresa, la Fibe, legata a
Impregilo, che ha fatto chiudere tutte le discariche
perché ogni problema si doveva risolvere con i famosi Cdr, impianti che
avrebbero dovuto produrre i combustibili dalla massa enorme dei rifiuti. Una
soluzione giusta, in teoria. Perchè a Venezia, dove i Verdi sono stati
ascoltati, questo biocombustibile viene addirittura venduto per produrre
elettricità". A Venezia. In Campania, invece? "Invece di fare
biocombustibile, i 7 impianti si limitavano a compattare i rifiuti in qualche
modo, impacchettarli nelle buste e accumularli. Catalogate come ecombustibile,
queste ecoballe venivano addirittura date in garanzia alle banche, come se
fossero petrolio. Alcune partite sono ancora sotto sequestro perchè c'è la
causa in corso". E per quanto tempo è andata avanti la truffa?
"Almeno un decennio. Anni fa io ho fatto fare delle le analisi e ho
denunciato che c'era troppa roba organica, tanto che i gabbiani ci andavo sopra
a mangiare. Ma per molto tempo, pur di evitare l'emergenza, si è creduto in
questo progetto. Un ciclo chiuso". Regione, Comune, enti locali, in tanti
anni facevano finta di niente o erano collusi? "Molti denunciavano, tanto
che poi c'è stata un'inchiesta. Ma il risultato è che la
Campania è l'unica regione a non avere più nemmeno discariche. Non ha nessun sistema per smaltire i suoi rifiuti". I
cittadini rifiutano le discariche, rifiutano i termovalorizzatori per bruciare i rifiuti in modo
controllato. Poi li bruciano da soli, e magari la camorra ne approfitta per
bruciarvi insieme i rifiuti tossici importati. "Non sono stati i
cittadini a farle chiudere. E oggi a Macchia Soprana, la comunità di Serre ha
accettato di aprire una discarica sotto il controllo del ministero
dell'Ambiente, che ha investito un mucchio di soldi nelle operazioni di
bonifica. E' di qui che bisogna ricominciare". Dalle discariche
controllate? "Anche da quelle. Per ricominciare o si arriva davvero alla
produzione di ecocombustibile, ma per far questo serve avviare la raccolta
differenziata, cominciando magari dalle strutture maggiori, come i centri
commerciali. O si creano discariche controllate, una
soluzione obbligata, nel medio periodo. E Napoli, il capoluogo, deve dare
l'esempio, consentendo la riapertura della discarica di Pianura". Si parla
da tempo dei rifiuti come business della camorra e di collusioni coi poteri
locali. Il nuovo commissario cosa può fare? Che poteri gli sono stati
conferitia? "Il commissario ha ampi poteri per chiudere i contenziosi col
passato, così che gli enti locali possano poi prendersi le loro responsabilità.
Il groviglio che si è creato è enorme. La malavita ha approfittato ampiamente
della situazione. Gestiva soprattutto il trasporto delle ecoballe che
accatastava a Giuliano e Villaricca, che sono diventanti enormi depositi.
Cambiando sistema, si toglie loro spazio. Ma sugli aspetti giudiziari ad
indagare è la magistratura".
( da "Stampa, La" del
03-01-2008)
Ministro Pecoraro-Scanio, nella "sua" Campania
siamo di nuovo all'emergenza rifiuti, e la commissione Ue minaccia sanzioni.
Possibile che non si riesca a venirne a capo? "All'Ue bisogna rispondere
coi fatti, non con parole generiche. E la cosa importante è che il governo,
dopo 14 anni ha deciso di nominare un commissario liquidatore del passato, per
chiudere tutte le pendenze di quella che io catalogo come una delle più grandi
truffe d'Italia". A quale truffa allude? "La Campania è stata l'unica
Regione ad aver dato un appalto a una grande impresa, la Fibe, legata a
Impregilo, che ha fatto chiudere tutte le discariche
perché ogni problema si doveva risolvere con i famosi Cdr, impianti che
avrebbero dovuto produrre i combustibili dalla massa enorme dei rifiuti. Una
soluzione giusta, in teoria. Perchè a Venezia, dove i Verdi sono stati
ascoltati, questo biocombustibile viene addirittura venduto per produrre
elettricità". A Venezia. In Campania, invece? "Invece di fare
biocombustibile, i 7 impianti si limitavano a compattare i rifiuti in qualche
modo, impacchettarli nelle buste e accumularli. Catalogate come ecombustibile,
queste ecoballe venivano addirittura date in garanzia alle banche, come se
fossero petrolio. Alcune partite sono ancora sotto sequestro perchè c'è la
causa in corso". E per quanto tempo è andata avanti la truffa?
"Almeno un decennio. Anni fa io ho fatto fare delle le analisi e ho
denunciato che c'era troppa roba organica, tanto che i gabbiani ci andavo sopra
a mangiare. Ma per molto tempo, pur di evitare l'emergenza, si è creduto in
questo progetto. Un ciclo chiuso". Regione, Comune, enti locali, in tanti
anni facevano finta di niente o erano collusi? "Molti denunciavano, tanto
che poi c'è stata un'inchiesta. Ma il risultato è che la
Campania è l'unica regione a non avere più nemmeno discariche. Non ha nessun sistema per smaltire i suoi rifiuti". I
cittadini rifiutano le discariche, rifiutano i termovalorizzatori per bruciare i rifiuti in modo
controllato. Poi li bruciano da soli, e magari la camorra ne approfitta per
bruciarvi insieme i rifiuti tossici importati. "Non sono stati i
cittadini a farle chiudere. E oggi a Macchia Soprana, la comunità di Serre ha
accettato di aprire una discarica sotto il controllo del ministero
dell'Ambiente, che ha investito un mucchio di soldi nelle operazioni di
bonifica. E' di qui che bisogna ricominciare". Dalle discariche
controllate? "Anche da quelle. Per ricominciare o si arriva davvero alla
produzione di ecocombustibile, ma per far questo serve avviare la raccolta
differenziata, cominciando magari dalle strutture maggiori, come i centri
commerciali. O si creano discariche controllate, una
soluzione obbligata, nel medio periodo. E Napoli, il capoluogo, deve dare
l'esempio, consentendo la riapertura della discarica di Pianura". Si parla
da tempo dei rifiuti come business della camorra e di collusioni coi poteri
locali. Il nuovo commissario cosa può fare? Che poteri gli sono stati
conferitia? "Il commissario ha ampi poteri per chiudere i contenziosi col
passato, così che gli enti locali possano poi prendersi le loro responsabilità.
Il groviglio che si è creato è enorme. La malavita ha approfittato ampiamente
della situazione. Gestiva soprattutto il trasporto delle ecoballe che
accatastava a Giuliano e Villaricca, che sono diventanti enormi depositi. Cambiando
sistema, si toglie loro spazio. Ma sugli aspetti giudiziari ad indagare è la
magistratura".
( da "Virgilio Notizie" del
03-01-2008)
02-01-2008 20:01 Procura Napoli intervenga contro Bassolino Napoli, 2 gen. (Apcom) - L'esponente di An,
Maurizio Gasparri, chiede, appoggiando la protesta dei giovani di An svoltasi
questa mattina a Napoli, lo scioglimento del Consiglio regionale campano. Gasparri
definisce "sacrosanta la pacifica e propositiva iniziativa dei giovani di
An che a Napoli, davanti a Villa Rosebery, hanno invitato il presidente della
Repubblica a promuovere lo scioglimento del Consiglio regionale campano e del
Comune di Napoli per - dice l'onorevole Gasparri - mandare a casa Bassolino e Iervolino. Siamo di fronte a un'emergenza
democratica. Bassolino viola da anni i principi
costituzionali posti a tutela della salute e dell'ambiente. E' arrivato il
momento dell'intervento del Quirinale in osservanza dell'articolo 126 della
Costituzione italiana (secondo il quale il capo dello Stato può sciogliere un
Consiglio regionale qualora venisse violata la tutela alla salute pubblica,
ndr)". Gasparri ha poi aggiunto che la Procura di Napoli "invece di
origliare inutili telefonate sulle vallette Rai prepari le manette per un
nemico della salute pubblica. Chissà - conclude - se Mancuso (Pm che si sta
occupando dell'inchiesta, ndr) troverà tempo per questa emergenza o deve solo
occuparsi di Berlusconi".
( da "Nuova Ecologia.it,
La" del 03-01-2008)
EMERGENZA| Napolitano: "Sui rifiuti basta
particolarismi" Il capo dello Stato cita la crisi campana nel suo discorso
di fine anno. E critica gli atteggiamenti che rendono allarmante la situazione
dei rifiuti. Le reazioni del sindaco di Napoli e del presidente della Regione I
rifiuti entrano nel messaggio di fine anno del presidente della Repubblica,
Giorgio Napolitano, che accusa: "Paure irragionevoli, particolarismi
politici e localistici" impediscono la soluzione di una emergenza
"sempre più allarmante". Nelle strade della Campania l'immondizia
ancora giace e, ora più che mai, brucia: nella notte di San Silvestro, i
cassonetti sono addirittura saltati in aria con petardi e fuochi pirotecnici.
Il sindaco di Napoli sottolinea ancora una volta: "Egoismi Napoli non ne
ha. Il Comune nell'emergenza non ha alcuna responsabilità e competenza, la
città è commissariata da 14 anni, il prefetto è commissario del governo e a lui
compete l'onere di trovare dele soluzioni". Sui cassonetti distrutti,
però, protesta l'Asia, addetta alla raccolta dei rifiuti solidi urbani e cresce
l'allarme diossina, che attira l'attenzione, anche in questo caso, di voci di
livello nazionale. Interviene da Milano il farmacologo Silvio Garattini, che
suggerisce di monitorare i livelli di veleno sprigionato a Capodanno. Garattini
ritiene che "presumibilmente, a seguito degli incendi, la concentrazione
di diossina e altre sostanze dannose nell'aria sia aumentata e vada dunque
tenuta sotto controllo". I problemi sollevati nello scorcio del 2007, fra
l'altro, restano aperti nel 2008: chiuso (dopo la riapertura) il sito di
stoccaggio di Taverna del Re, a Giugliano, si combatte sul fronte napoletano,
con il sindaco deciso a difendere i cittadini di Pianura dall'ipotesi della
riapertura di Contrada Pisani. Nella serata di ieri, Rosa
Russo Iervolino, dopo avergli fatto gli auguri per telefono per il nuovo anno,
risponde anche al Capo dello Stato, arrivato intanto in città: "Giusto
parlare di egoismi e particolarismi - dice citandone le parole - ma Napoli non
ha né l'una né l'altra cosa". Basta pensare alla disponibilità su
Poggioreale, dice. Sullo stoccaggio delle ecoballe a Pianura, ipotesi sulla
quale sembra puntare il Commissariato di Governo, il sindaco resta contrario:
va difeso anche chi chiede la tutela dei suoi diritti, "avendo già
dato". Anche per il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino è "giusto il richiamo di Napolitano a
superare irragionevoli paure e particolarismi". Il messaggio del Quirinale
viene letto invece come un preciso atto d'accusa alla classe dirigente locale
dalla Cdl: An e Azione giovani annunciano un presidio davanti a Villa Rosebery.
2 gennaio 2008 Articoli collegati: > Roghi e proteste a Napoli > Sito
Giugliano chiude il 31 dicembre > Corte Ue condanna Italia sui rifiuti >
Ambiente, i dati del Rapporto Apat > Rifiuti, sequestro nel napoletano >
Campania, verso rinnovo commissario rifiuti.
( da "Stampaweb, La" del
03-01-2008)
(7:4) - INTERVISTA A PECORARO SCANIO "Troppi
collusi dietro il grande business" Alfonso Pecoraro Scanio, ministro
dell'Ambiente "La Campania non ha nessun sistema per smaltire i suoi
rifiuti. Bisogna ricominciare dalle operazioni di bonifica" MARIA GRAZIA
BRUZZONE ROMA Ministro Pecoraro-Scanio, nella "sua" Campania siamo di
nuovo all'emergenza rifiuti, e la commissione Ue minaccia sanzioni. Possibile
che non si riesca a venirne a capo? "All'Ue bisogna rispondere coi fatti,
non con parole generiche. E la cosa importante è che il governo, dopo 14 anni
ha deciso di nominare un commissario liquidatore del passato, per chiudere
tutte le pendenze di quella che io catalogo come una delle più grandi truffe
d'Italia". A quale truffa allude? "La Campania è stata l'unica
Regione ad aver dato un appalto a una grande impresa, la Fibe, legata a
Impregilo, che ha fatto chiudere tutte le discariche
perché ogni problema si doveva risolvere con i famosi Cdr, impianti che
avrebbero dovuto produrre i combustibili dalla massa enorme dei rifiuti. Una
soluzione giusta, in teoria. Perchè a Venezia, dove i Verdi sono stati
ascoltati, questo biocombustibile viene addirittura venduto per produrre
elettricità". A Venezia. In Campania, invece? "Invece di fare
biocombustibile, i 7 impianti si limitavano a compattare i rifiuti in qualche
modo, impacchettarli nelle buste e accumularli. Catalogate come ecombustibile,
queste ecoballe venivano addirittura date in garanzia alle banche, come se
fossero petrolio. Alcune partite sono ancora sotto sequestro perchè c'è la
causa in corso". E per quanto tempo è andata avanti la truffa?
"Almeno un decennio. Anni fa io ho fatto fare delle le analisi e ho
denunciato che c'era troppa roba organica, tanto che i gabbiani ci andavo sopra
a mangiare. Ma per molto tempo, pur di evitare l'emergenza, si è creduto in
questo progetto. Un ciclo chiuso". Regione, Comune, enti locali, in tanti
anni facevano finta di niente o erano collusi? "Molti denunciavano, tanto
che poi c'è stata un'inchiesta. Ma il risultato è che la
Campania è l'unica regione a non avere più nemmeno discariche. Non ha nessun sistema per smaltire i suoi rifiuti". I cittadini
rifiutano le discariche,
rifiutano i termovalorizzatori per bruciare i rifiuti in modo controllato. Poi
li bruciano da soli, e magari la camorra ne approfitta per bruciarvi insieme i
rifiuti tossici importati. "Non sono stati i cittadini a farle chiudere.
E oggi a Macchia Soprana, la comunità di Serre ha accettato di aprire una
discarica sotto il controllo del ministero dell'Ambiente, che ha investito un
mucchio di soldi nelle operazioni di bonifica. E' di qui che bisogna
ricominciare". Dalle discariche controllate?
"Anche da quelle. Per ricominciare o si arriva davvero alla produzione di
ecocombustibile, ma per far questo serve avviare la raccolta differenziata,
cominciando magari dalle strutture maggiori, come i centri commerciali. O si
creano discariche controllate, una soluzione
obbligata, nel medio periodo. E Napoli, il capoluogo, deve dare l'esempio,
consentendo la riapertura della discarica di Pianura". Si parla da tempo
dei rifiuti come business della camorra e di collusioni coi poteri locali. Il
nuovo commissario cosa può fare? Che poteri gli sono stati conferitia? "Il
commissario ha ampi poteri per chiudere i contenziosi col passato, così che gli
enti locali possano poi prendersi le loro responsabilità. Il groviglio che si è
creato è enorme. La malavita ha approfittato ampiamente della situazione.
Gestiva soprattutto il trasporto delle ecoballe che accatastava a Giuliano e
Villaricca, che sono diventanti enormi depositi. Cambiando sistema, si toglie
loro spazio. Ma sugli aspetti giudiziari ad indagare è la magistratura".