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ARCHIVIO DEL DOSSIER “MONNEZZE”

DAL 23-12-2007 AL 4-1-2008


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ARCHIVIO DAL 23-12-2007 AL 4-1-2008

Articoli del 4 gennaio 2008

Emergenza rifiuti, la protesta continua Napolitano: "Interverrà il governo" In corso Umberto I fantocci "impiccati" contro Bassolino e Iervolino (La Repubblica del 4-1-2008)

Ecoballe in libertà. A Napoli si paga il 40% in più di tassa sui rifiuti per essere la città più sporca d'Italia. FLAVIA AMABILE (La Stampa del 4-1-08)

Articoli del 3 gennaio 2008

Articoli dal 23 dicembre 2007 al 3 gennaio 2008

 

 

 

 

 


ARTICOLI DEL 4 GENNAIO 2008

 

RIFIUTI: ROGHI, BLOCCHI E PROTESTE ( da "Giornale.it, Il" del 04-01-2008)

RIFIUTI: BONDI E VITO, SUBITO COMITATO SALUTE PUBBLICA ( da "ADN Kronos" del 04-01-2008)

ALFONSO PECORARO SCANIO La colpa è di un piano dei rifiuti, quello voluto da Rastrell ( da "Giornale di Brescia" del 04-01-2008)

Di ALESSANDRO FARRUGGIA DICE LA commissione parlamentare d'inchiesta sul ( da "Nazione, La (Nazionale)" del 04-01-2008) + 2 altre fonti

Il ministro: Camorra e interessi al Nord ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 04-01-2008)

Raccolta differenziata ai minimi Trentadue Comuni a rischio tumori ( da "Provincia di Cremona, La" del 04-01-2008)

Centrodestra col dito puntato ( da "Libertà" del 04-01-2008)

La iervolino accusa "soldi buttati riaprire pianura è ingiusto" - roberto fuccillo a pagina 3 ( da "Repubblica, La" del 04-01-2008)

La democrazia uccisa dalla spazzatura - francesco merlo ( da "Repubblica, La" del 04-01-2008)

Bassolino incalza il sindaco "basta con i particolarismi" ( da "Repubblica, La" del 04-01-2008)

Quando il palazzo si chiude in se stesso - marco rossi-doria ( da "Repubblica, La" del 04-01-2008)

L'assedio della discarica gli sprechi e il colera dei rifiuti ( da "Unita, L'" del 04-01-2008)

Barricate e scontri La discarica riapre ( da "Stampa, La" del 04-01-2008)

Il centrodestra attacca Bassolino <Ha fallito, deve dimettersi> ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 04-01-2008)

RIFIUTI/ FI: MENTRE NAPOLI BRUCIA, PRODI E' IN SETTIMANA BIANCA ( da "Virgilio Notizie" del 04-01-2008)

La produzione dei rifiuti è in leggero calo ( da "Eco di Bergamo, L'" del 04-01-2008)

LE ECOMAFIE Il giro di affari in Campania è stimato sui 45 miliardi di euro, gestiti da otto clan Nel 2006, trovati 4409 illeciti ( da "Nazione, La (Nazionale)" del 04-01-2008) + 2 altre fonti

E' una vergogna per tutti gli italiani ( da "Adige, L'" del 04-01-2008)

Proclami e illusioni: 14 anni di eco-balle ( da "Giornale.it, Il" del 04-01-2008)

Proclami e illusioni: 14 anni di eco-balle pag.1 ( da "Giornale.it, Il" del 04-01-2008)

Noi, pronti a tutto contro la discarica ( da "Manifesto, Il" del 04-01-2008)

Nietzsche a San Giorgio e le bugie della politica ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 04-01-2008)

U n'estate ( da "Corriere della Sera" del 04-01-2008)

NAPOLI - Un'altra giornata campale. I cumuli di rifiuti toccano i primi piani dei palazzi, i ro ( da "Messaggero, Il" del 04-01-2008)

ROMA- L'emergenza rifiuti a qualcuno ricorda il post-terremoto. Sono almeno ( da "Messaggero, Il" del 04-01-2008)

Il dieci per cento degli illeciti in Campania ( da "Tempo, Il" del 04-01-2008)

Politici e cassonetti ( da "Corriere.it" del 04-01-2008)

Napoli, 09:37 -NAPOLI: MANICHINI DI BASSOLINO E IERVOLINO IMPICCATI ( da "Repubblica.it" del 04-01-2008)

Rifiuti, notte difficile Bruciati 4 autobus Impiccati 20 manichini ( da "Giornale.it, Il" del 04-01-2008)

Rifiuti, notte difficile Bruciati 4 autobus Impiccati 20 manichini di Redazione - venerdì 04 gennaio... ( da "Giornale.it, Il" del 04-01-2008)

Eco-balle da 14 anni ( da "Giornale.it, Il" del 04-01-2008)

Rifiuti, 4 bus bruciati a Napoli e 21 manichini impiccati con il nome di Bassolino e del sindaco Iervolino ( da "Rai News 24" del 04-01-2008)

E il 14 gennaio parte il processo a o governatore ( da "Padania, La" del 04-01-2008)

PRODI: RIFIUTI, VERGOGNA INTOLLERABILE ( da "Mattino, Il (City)" del 04-01-2008)

PRODI: RIFIUTI, VERGOGNA INTOLLERABILE ( da "Mattino, Il (Circondario Nord)" del 04-01-2008)

Rifiuti, emergenza a Napoli Napolitano: "Sono allarmato" ( da "Giornale.it, Il" del 04-01-2008)

Napolitano su rifiuti: sono allarmato ( da "AudioNews.it" del 04-01-2008)

RIFIUTI: FORMISANO, E' BASSOLINO IL MAGGIORE RESPONSABILE ( da "Asca" del 04-01-2008)

Rifiuti, manichini impiccati a Napoli ( da "ADN Kronos" del 04-01-2008)


Articoli del 4 gennaio 2008

Senza titolo pag.1 (sezione: Monnezze)

( da "Giornale.it, Il" del 04-01-2008)

 

Rifiuti: roghi, blocchi e proteste di Redazione - giovedì 03 gennaio 2008, 18:32 Bruciato un autobus Nella notte è stato anche incendiato un autobus dell'Anm (azienda napoletana mobilità). Il conducente del mezzo, secondo fonti dell'Anm, è stato portato per precauzione nell'ospedale San Paolo in stato di shock. Sul posto vi sono molti mezzi e unità delle forze dell'ordine. Polizia e carabinieri sono riusciti a entrare nella discarica evitando lo scontro con i manifestanti utilizzando due entrate alternative. I manifestanti continuano a bloccare le strade ed è stato anche chiuso il tratto della ferrovia Cumana a Pianura. Il fumo dei roghi sprigionato dalle fiamme appiccate ai cassonetti e ai rifiuti sta avvolgendo l'intera area di Pianura mentre ai lati delle strade vi sono centinaia di topi morti. Pompieri al lavoro Sono stati 70 gli interventi dei vigili del fuoco compiuti la scorsa notte per spegnere gli incendi, sia nella città di Napoli che nei comuni della provincia, dei cumuli di spazzatura dati alle fiamme. Le operazioni hanno tenuto impegnate per diverse ore numerose squadre di vigili anche perché ormai, in numerosi centri, lungo le strade si sono formate delle vere e proprie discariche a cielo aperto. E sono già saliti a 40 gli interventi dei vigili del fuoco da questa mattina. I roghi più impegnativi si sono registrati a Napoli, in Via Argine, in una zona periferica accanto alla motorizzazione civile e sulla collina dei Camaldoli, in Via Vicinale; roghi di spazzatura anche a Ischia, nel territorio di Lacco Ameno, con 374 focolai; e poi a Pozzuoli, in particolare vicino ad un centro commerciale su Via Campana, un incendio che ha creato qualche problema alla squadra intervenuta. E ancora ad Afragola e a Boscoreale. Forza Italia: subito un comitato di salute pubblica "L'esasperazione dei cittadini ha superato da tempo il livello di guardia, ma mentre Napoli brucia, Roma è in settimana bianca". Lo dicono il coordinatore di Forza Italia, Sandro Bondi, e il capogruppo azzurro alla Camera, Elio Vito. "L'emergenza rifiuti a Napoli e in Campania si configura ormai come una vera e propria questione nazionale - dicono - che non può essere ulteriormente tollerata se l'Italia vuol essere ancora considerata un Paese civile. Le colpe delle amministrazioni regionale e locale sono antiche e gravissime, e i falò notturni dell'immondizia, con rischi gravissimi per la salute pubblica, simboleggiano tristemente non solo una inaccettabile situazione di degrado, ma un malgoverno che Bassolino ha elevato a sistema". "L'esasperazione dei cittadini ha superato da tempo il livello di guardia, ma mentre Napoli brucia - dicono Bondi e Vito - Roma è in settimana bianca. Al punto massimo del disastro corrisponde il punto massimo dell'irresponsabilità da parte del governo Prodi, il cui ministro dell'Ambiente, come se nulla fosse, favoleggia di riduzione dei rifiuti e di raccolta differenziata nel momento in cui si affaccia addirittura lo spettro di epidemie". "Forza Italia chiede di costituire da subito un comitato di salute pubblica per far uscire le popolazioni di Napoli e della Campania da questa indecenza civile e amministrativa sulla quale la stessa Ue è pronta a intervenire per sanzionare il nostro Paese. Il governatore Bassolino e il sindaco Iervolino - concludono i due esponenti azzurrui - a fronte di questo tragico sacco di Napoli, avrebbero il dovere morale prima che politico di trarre tutte le conseguenze dal loro fallimento".


RIFIUTI: BONDI E VITO, SUBITO COMITATO SALUTE PUBBLICA (sezione: Monnezze)

( da "ADN Kronos" del 04-01-2008)

 

GOVERNO IRRESPONSABILE, BASSOLINO E IERVOLINO HANNO FALLITO ascolta la notizia commenta 0 vota 0 tutte le notizie di POLITICA Roma, 3 gen. - (Adnkronos) - ''L'emergenza rifiuti a Napoli e in Campania si configura ormai come una vera e propria questione nazionale che non puo' essere ulteriormente tollerata se l'Italia vuol essere ancora considerata un Paese civile. Le colpe delle amministrazioni regionale e locale sono antiche e gravissime, e i falo' notturni dell'immondizia, con rischi gravissimi per la salute pubblica, simboleggiano tristemente non solo una inaccettabile situazione di degrado, ma un malgoverno che Bassolino ha elevato a sistema. L'esasperazione dei cittadini ha superato da tempo il livello di guardia, ma mentre Napoli brucia, Roma e' in settimana bianca''. E' quanto affermano in una dichiarazione congiunta il coordinatore di Forza Italia, Sandro Bondi, e il presidente dei deputati azzurri, Elio Vito.


ALFONSO PECORARO SCANIO La colpa è di un piano dei rifiuti, quello voluto da Rastrell (sezione: Monnezze)

( da "Giornale di Brescia" del 04-01-2008)

 

Edizione: 04/01/2008 testata: Giornale di Brescia sezione:IN PRIMO PIANO ALFONSO PECORARO SCANIO "La colpa è di un piano dei rifiuti, quello voluto da Rastrelli e confermato dal centrosinistra, che è servito a far arricchire, con il denaro dei contribuenti campani, una grande impresa del Nord e una serie di ecomafie locali". "Dietro i roghi che infiammano Napoli - conclude il ministro - ci sono le ecomafie, che in questo modo si sbarazzano dei rifiuti tossici. Nel caos che si crea ad arte, la Camorra è sempre vincente".


Di ALESSANDRO FARRUGGIA DICE LA commissione parlamentare d'inchiesta sul (sezione: Monnezze)

( da "Nazione, La (Nazionale)" del 04-01-2008)
Pubblicato anche in:
(Giorno, Il (Nazionale)) (Resto del Carlino, Il (Nazionale))

 

Di ALESSANDRO FARRUGGIA DICE LA commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti nelle relazione approvata il 19 dicembre: "Ribadiamo il giudizio incondizionatamente negativo sull'apparato commissariale, le cui inefficienze strutturali si sono rivelate in questi anni di entità tale da pregiudicarne in modo irreversibile operatività ed efficacia, dirottando parti consistenti delle risorse per l'autosussistenza". In altre parole, finiamola con un carrozzone inefficiente costato oltre 1 miliardo e 200 milioni di euro. Di conseguenza, che si è fatto? Il contrario. Il commissariamento, che scadeva il 31 dicembre, è stato prorogato per altri undici mesi ed è stato anzi sdoppiato. Si dice che servirà per liquidare il passato, ma è una speranza. "PRENDO ATTO con desolante rammarico ? commenta il presidente della commissione parlamentare, Roberto Barbieri (Sdi) ? che si è scelto di non cambiare rotta, con il rischio concreto di intasare ulteriormente il groviglio di poteri e di competenze, con sovrapposizione e duplicazioni che hanno sinora impedito una chiara ripartizione di responsabilità e l'adozione di decisioni rapide e coraggiose". Il che nella triste farsa dei rifiuti campani non è mai stato, avendo ogni attore protagonista aggiunto errori a errori. TUTTI prigionieri della scelta ? che fu di Rastrelli (An) e che venne confermata da Bassolino (Ds) ? di congegnare il sistema regionale di smaltimento dei rifiuti sul progetto Fibe/Fisia basato sulla scelta produzione di ecoballe più incenerimento. Scelta che ha fatto sì che il riciclaggio non partisse mai. E che era tecnicamente sbagliata, oltre che mal realizzata. Gli inceneritori infatti sono ancora in divenire e solo quello di Acerra sarà pronto (forse) nel 2008. E purtroppo anche le ecoballe si sono rivelate molto più balle che eco: prodotte a carissimo prezzo (150 euro a tonnellata) si sono rivelate inadatte a norma di legge per essere bruciate negli inceneritori e si sono ammonticchiate a milioni (pare siano circa 5 milioni) su terreni presi in affitto per lo stoccaggio provvisorio (150 euro più altri 20 a tonnelata per il trasporto). UN BUSINESS miliardario a fianco del quale è montato quello delle discariche. Osserva Roberto Della Seta, l'ex presidente di Legambiente oggi responsabile ambiente del Pd. "Per uscire dal tunnel occorre innanzitutto prendere atto del totale fallimento della politica, a livello nazionale, regionale e locale. Non è ammissibile fare finta di niente di fronte al fatto che 14 anni di poteri straordinari non hanno raggiunto, e nemmeno avvicinato, uno degli obiettivi che ci si era preposti". "LA RESPONSABILITÀ ? rincara la dose Della Seta ? è di chi doveva fare gli impianti e non li ha fatti, ossia la gestione commissariale, di chi doveva fare la raccolta differenziata e non l'ha fatta, ossia i Comuni, lasciando così campo libero al business criminale delle ecomafie". Osserva l'ex ministro dell'Ambiente Edo Ronchi, ex verde oggi nel Pd: "Quello che manca è un programma vero di gestione dei rifiuti, il che richiederebbe innanzitutto un programma di individuazione delle discariche, sulla base del quale poi andrebbe avviato un programma per la raccolta differenziata e il recupero energetico". "QUESTO ANDREBBE fatto ? aggiunge ? ma se sono stati spesi due miliardi di euro vuol dire che c'è chi fa i soldi su questa emergenza e una soluzione non la vuole". E sulla raccolta differenziata Ronchi, che è il padre della legge sui rifiuti, ha parole chiarissime. "Laddove la raccolta differenziata non è partita è perché i sindaci o gli assessori non ci credono e non si impegnano: la loro responsabilità è assolutamente primaria. Serve impegno per farla, devi spiegarla, discuterla con la gente. E qualcuno non ci ha creduto. Nel Nord forse abbiamo avuto degli amministratori un po' migliori". E NON SONO chiacchiere. A Venezia, ad esempio, un inceneritore per 300mila abitanti l'hanno costruito in dodici mesi: manda in discarica solo il 6% della spazzatura trattata ed è costato 95 milioni di euro. Si dirà, ma inquina: come no, emette ogni ora quanto quindici automobili euro 2. Ma ha risolto il problema e infatti nessuno, anche nell'Italia dei comitati, l'ha contestato. - -->.


Il ministro: Camorra e interessi al Nord (sezione: Monnezze)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 04-01-2008)

 

Nazionale pag. 2 Il ministro: "Camorra e interessi al Nord" "L'emergenza spazzatura a Napoli? La colpa è di un piano dei rifiuti, quello voluto da Rastrelli e confermato dal centrosinistra, che è servito a far arricchire, con il denaro dei contribuenti campani, una grande impresa del Nord e una serie di ecomafie locali". Lo ha affermato il ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio: "Dietro i roghi che infiammano Napoli ci sono le ecomafie, che in questo modo si sbarazzano dei rifiuti tossici. Nel caos che si crea ad arte, la Camorra è sempre vincente". Secondo l'ultimo rapporto sull'"Ecomafia" stilato da Legambiente, in tutta Italia sono 4.409 gli illeciti nel ciclo dei rifiuti accertati nel 2006, di cui il 10,2% (448) solo in Campania, che vede crescere i reati in questo settore. "Quello di questi giorni è il frutto di una strategia dell'emergenza creata ad arte per arrivare a soluzioni estreme decise in partenza perché in grado di garantire l'affare rifiuti", afferma il Wwf ricordando che il 14 gennaio, si apre il maxi-processo sulla gestione dei rifiuti in cui Wwf sarà parte civile: "Si tratta del primo processo sulla gestione politica dell'emergenza rifiuti in Campania e vede 28 imputati, chiamati a rispondere di reati contro la pubblica amministrazione". Ma l'emergenza sta ponendo anche seri quesiti sanitari. Sono 32 i Comuni campani ritenuti a maggior rischio ambientale. Nella maggior parte di questi è stata registrata una mortalità generale e per tumori elevata, localizzati tra le province di Caserta e di Napoli, e inclusi nei siti di bonifica litorale domizio flegreo e agro aversano, Litorale vesuviano e alcuni della penisola sorrentina, aree interessate dal rilascio incontrollato dei rifiuti. Secondo il Cnr i dati hanno evidenziato eccessi statisticamente significativi di rischio di malformazioni del sistema nervoso e dell'apparato urinario, con incrementi dell'8 e del 14% al crescere dell'indice di rischio da rifiuti, e un incremento medio della mortalità generale.


Raccolta differenziata ai minimi Trentadue Comuni a rischio tumori (sezione: Monnezze)

( da "Provincia di Cremona, La" del 04-01-2008)

 

Edizione di Venerdì 4 gennaio 2008 Benvenuto P.Review srl Raccolta differenziata ai minimi Trentadue Comuni a rischio tumori ROMA ? Nonostante l'emergenza, in Campania la produzione dei rifiuti urbani è in leggera flessione. La produzione al 2007 si attesta tra i 2,7 e i 2,8 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, era 2 milioni e 806 mila nel 2005. Rispetto al pro-capite si registra una riduzione: 435 kg l'anno a testa (sotto la media nazionale) rispetto ai 485 del 2005. Tumori. Sono 32 i comuni campani a maggior rischio ambientale, la maggior parte dei quali localizzati tra le province di Caserta e di Napoli. Tutte aree interessate dal rilascio incontrollato dei rifiuti. Secondo quanto riferisce il Cnr, i dati hanno evidenziato eccessi statisticamente significativi di rischio di malformazioni del sistema nervoso centrale e dell'apparato urinario, con incrementi rispettivamente dell'8 e del 14 per cento al crescere dell'indice di rischio da rifiuti, e un incremento medio della mortalità. Ecomafie. Secondo l'ultimo rapporto Ecomafia di Legambiente, in tutta Italia sono 4.409 gli illeciti nel ciclo dei rifiuti accertati nel 2006, di cui il 10,2% (448) solo in Campania, che vede crescere i reati in questo settore. Raccolta differenziata. La raccolta differenziata rifiuti urbani per macroarea geografica nel 2005 vede il Nord a quota 38,1%, il Centro al 19,4%, il Sud all'8,7% e l'Italia al 24,3%. La Regione Campania nello stesso anno registra un magro 10,6%. A Napoli, la differenziata si ferma al 7,4%, contro il 35,3% di altre città metropolitane come Torino, il 30,7% di Milano, il 15,3% di Roma, il 12,2 di Bari e l'8,4% di Palermo.


Centrodestra col dito puntato (sezione: Monnezze)

( da "Libertà" del 04-01-2008)

 

Quotidiano partner di Gruppo Espresso LIBERTA' di venerdì 4 gennaio 2008 > In Italia Centrodestra col dito puntato "La Commissione rifiuti si sciolga e Bassolino si dimetta" roma - Sull'emergenza rifiuti in Campania insorge il centrodestra. Commissariare la Regione: è questa la strada da seguire per mettere fine all'emergenza rifiuti secondo il deputato di Alleanza Nazionale Italo Bocchino. "Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha il dovere istituzionale di attivare l'art. 126 della Costituzione - spiega l'esponente di An - procedendo allo scioglimento del Consiglio regionale ed alla conseguente nomina di tre commissari che affrontino l'emergenza definitivamente". Sulla stessa lunghezza d'onda Mauro Libè, capogruppo Udc nella commissione bicamerale rifiuti: "L'Udc chiede ai presidenti di Senato e Camera di sciogliere la commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti". "Ci troviamo di fronte ad una situazione disastrosa in Campania - osserva Libè - e la commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti, pur avendo gli stessi poteri di inchiesta della magistratura, continua a lavorare producendo studi su studi. È una commissione che deve agire e che invece non ha agito. Per questo l'Udc scriverà una lettera ai presidenti delle Camere per chiedere lo scioglimento di questa commissione. Esistono infatti già le commissioni permanenti che possono fare benissimo il lavoro che si sta facendo. Mi aspettavo sinceramente qualcosa di diverso". "La situazione disastrosa che sta attraversando la Campania di tutto ha bisogno meno che di sterili polemiche di parte", è la pronta replica di Roberto Barbieri, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti. "Le dichiarazioni rese dal senatore Libè sono motivo di vivo rammarico, e anche di avvilimento per una politica che non riesce ad affrancarsi da tentazioni propagandistiche neanche in un momento come questo. Il senatore Libè, avendo partecipato con discreta assiduità ai suoi lavori, non può non essersi reso conto che ciò che la Commissione ha fatto in questo anno di attività non è assolutamente riducibile alla produzione di studi su studi. Al contrario, essa ha inteso sempre privilegiare la messa a punto di soluzioni concrete e coraggiose". "Dobbiamo discutere con urgenza in Parlamento della tragica emergenza rifiuti in Campania. Si tratta di una drammatica ferita nel cuore della nazione: il disastro ambientale, sanitario, sociale causato da Bassolino impone decisioni immediate, compreso lo scioglimento urgente degli organi di governo del territorio". Lo afferma in una dichiarazione Maurizio Gasparri, dell'ufficio politico Alleanza Nazionale. "Negli anni Settanta Giorgio Napolitano - aggiunge Gasparri - chiese che il Parlamento si occupasse della crisi causata dal colera. Si discuta anche oggi davanti al Paese e si agisca per liberare un pezzo d'Italia dalla barbarie causata da Bassolino. Il monito del capo dello Stato nel messaggio di fine anno non può rimanere privo di seguito. Formalizzerò la richiesta al Presidente della Camera. Sono urgenti risposte istituzionali, ma anche giudiziarie. Chi ha causato il disastro va messo in condizione di non nuocere ulteriormente". L'emergenza spazzatura a Napoli? "La colpa è di un piano dei rifiuti, quello voluto da Rastrelli e confermato dal centrosinistra, che è servito a far arricchire, con il denaro dei contribuenti campani, una grande impresa del Nord e una serie di ecomafie locali". Lo afferma il ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, in un'intervista che esce oggi su E Polis. "Dietro ai roghi che infiammano Napoli - conclude il ministro - ci sono le ecomafie, che in questo modo si sbarazzano dei rifiuti tossici". Secondo il governatore della Campania, Antonio Bassolino, di cui iol centrodestra ha chesto le dimissioni, la nuova fase di crisi è il risultato "del perdurare dei particolarismi e di un'ostinata opposizione a una gestione razionale del problema". Dice Bassolino: "Il piano definito nei mesi scorsi dal commissariato prevedeva un percorso serrato per l'uscita dalla crisi. Ma ogni volta che uno dei soggetti coinvolti si sottrae, per qualunque ragione, al dovere di dare piena attuazione alle decisioni prese, il sistema va in crisi e tanti cittadini si trovano ad affrontare gravissimi disagi". Intanto ieri la Rappresentanza permanente italiana presso l'Ue ha precisato che il governo italiano ha risposto alle osservazioni avanzate nel giugno e nell'ottobre scorso dalla Commissione Ue sull'emergenza rifiuti in Campania. Una lettera del ministero dell'Ambiente è stata infatti inviata alla vigilia di Natale. La precisazione ha fatto seguito alle dichiarazioni del portavoce del commissario Ue all'ambiente, Stavros Dimas, che ieri aveva dichiarato di non aver ricevuto da Roma alcun segnale. "In merito alla procedura di infrazione aperta dalla Commissione europea nel giugno scorso sull'emergenza rifiuti in Campania - spiega il portavoce della rappresentanza Manuel Jacoangeli interpellato dall'Ansa - sottolineo come l'Italia abbia risposto ai chiarimenti richiesti entro il termine previsto attraverso una nota della stessa rappresentanza inviata al segretariato generale della Commissione Ue il giorno 24 dicembre". Il termine per la risposta fissato da Bruxelles scadeva il 23 dicembre, che peraltro cadeva di domenica. [.


La iervolino accusa "soldi buttati riaprire pianura è ingiusto" - roberto fuccillo a pagina 3 (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 04-01-2008)

 

L'intervista Polemica sindaco-Bassolino La Iervolino accusa "Soldi buttati riaprire Pianura è ingiusto" ROBERTO FUCCILLO A PAGINA 3 SEGUE A PAGINA 3.


La democrazia uccisa dalla spazzatura - francesco merlo (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 04-01-2008)

 

Commenti LA DEMOCRAZIA UCCISA DALLA SPAZZATURA FRANCESCO MERLO E a Napoli Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino non ci vengano ancora a parlare di lotta alla camorra, di rinascita, di sogno meridionale. E smettano per sempre di declamare il loro impegno morale contro la criminalità organizzata. Il punto è che un amministratore del territorio che non riesce a risolvere i problemi del territorio si deve dimettere. E dunque o la Iervolino e Bassolino trovano subito una soluzione tecnica e politica alla spazzatura di Napoli oppure si tolgano davanti e ci provi qualcun altro con più coraggio, con più forza, con più coscienza; qualcun altro che, pur di sgominare Gomorra, pur di usare la tecnica contro la vischiosità locale, le stupidità ecologiche, gli spasmi plebei, gli interessi criminali e l'incompetenza arrivi a mettere a rischio anche se stesso, la propria carriera politica, la propria vita persino. Soffocata dagli escrementi di Napoli c'è infatti l'idea, con la quale eravamo cresciuti, che può esistere una maniera dolce di governare e di amministrare anche il nostro meraviglioso mondo meridionale. Muore tra i miasmi la speranza che i Bassolino avrebbero dato al Sud una nuova organizzazione, una nuova estetica, un nuovo ordine, una nuova etica: amministrare senza ammazzare, senza imbrogliare, senza scannarsi l'un l'altro. Ricordate il modello emiliano, toscano, umbro? Ebbene, è diventata spazzatura l'illusione che tutto il paese era toscano. Purtroppo nella spazzatura di Napoli c'è infatti la decomposizione di quell'antropologia che ci aveva fatto sognare, l'illusione che i bravi tecnici della sinistra, gli onesti funzionari della sinistra, i competenti e appassionati amministratori della sinistra sarebbero riusciti là dove erano falliti i Lauro, i Gava, i De Mita. E invece quella vecchia Napoli oggi si vendica su di noi. Guardiamo quella spazzatura e non capiamo come sia possibile che essa non laceri la coscienza civile dei nostri uomini di governo e della nostra sinistra. Perché l'orrore non diventa emergenza nazionale? E' questo governo di centrosinistra che deve tagliare il nodo, è Prodi che deve intervenire come Robespierre contro gli amministratori locali che sono invischiati fino al collo nel maleodorante guazzabuglio meridionale, impotenti e litigiosi, completamente incapaci di districarsi tra sperperi, sprechi e delitti. Il governo ha il dovere di separare le esigenze giuste dal plebeismo violento. Tocca a Prodi e ad Amato fronteggiare gli enormi interessi criminali, i rapporti della politica locale con la camorra ma anche gli estremismi ideologici. Non è possibile che si discuta ancora della spazzatura come fosse un problema accademico, una questione sociologica, una faccenda di storia e di geografia. Ho un amico a Parigi, un napoletano che possiede un ristorante italiano in Place Victor Hugo. Ebbene, attaccata alla parete ha la foto di sua madre, un vecchia signora un po' curva con uno scialle sulle spalle che si affaccia al balcone del suo appartamento al settimo piano e deposita un sacchetto di spazzatura sulla cima di un monte di rifiuti, ventisette metri di immondizia, che arriva appunto alla sua ringhiera. Ecco: noi vorremmo che Prodi la vedesse prima di spiegare agli italiani che non è vero c'è il declino e che, anzi, l'Italia ce l'ha fatta a ripartire. Vorremmo che Prodi andasse in quella pizzeria e illustrasse quella foto ai clienti francesi, raccontando quali possibilità di futuro stanno nascendo nelle strade di Napoli. Quella foto è cosi densa di significati e di presagi da battere in efficacia cento editoriali del New York Times sul degrado apocalittico dell'Italia. L'immagine basta da sola a dimostrare che in Italia ci sono alcuni problemi dinanzi ai quali non si può più tirare a campare. La spazzatura di Napoli mette in gioco la democrazia italiana. Ha bisogno di soluzioni tecniche, che ovviamente esistono. Non è infatti una cosa eccezionale smaltire la monnezza in un paese industrializzato con una forte coscienza ecologica. Ma poiché la politica locale non ce l'ha fatta, sia il governo a imporre la tecnica: con l'esercito, con leggi d'emergenza, con arresti di polizia, con la forza. Anche con la forza si può restituire Napoli a Napoli, ridare pulizia e splendore alle strade della Campania, dove oggi si aggira il peggiore e il più sordido dei diavoli: la forza al servizio della tecnica moderna prima di abbandonare Napoli a san Gennaro.


Bassolino incalza il sindaco "basta con i particolarismi" (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 04-01-2008)

 

Cronaca Bassolino incalza il sindaco "Basta con i particolarismi" E Pansa accusa i politici: "Cittadini sfiduciati" La Cdl chiede le dimissioni del governatore della Campania: "Alt alla barbarie" NAPOLI - è rissa sui rifiuti campani. Mentre quasi tutto il centrodestra chiede le dimissioni di Bassolino, quest'ultimo si associa alle mosse del commissario straordinario, il prefetto Alessandro Pansa, proprio nel giorno in cui Pansa viene invece apertamente contestato dal sindaco Rosa Russo Iervolino per la riapertura del sito di Pianura. Era stato proprio Pansa in mattinata a affermare: "Abbiamo riaperto Pianura senza incidenti, anche se alcuni avrebbero voluto lo scontro" e a denunciare: "C'è mancanza di fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni, a causa di anni di inganni, soprusi e insoddisfazioni. Quando non funziona la mediazione politica, le difficoltà aumentano". Parole che hanno sollevato la fiera protesta della Iervolino, contraria alla discarica. Nel frattempo si apriva l'assedio a Bassolino. Maurizio Gasparri chiedeva di por fine alla "barbarie da lui causata". Il suo compagno di partito Italo Bocchino si appellava a Napolitano ("Ha il dovere istituzionale di attivare l'articolo 126 della Costituzione e sciogliere il Consiglio regionale") e proponeva tre commissari: l'ex leader di Confidustria Antonio D'Amato per lo sviluppo, Gianni Di Gennaro per la lotta alla criminalità, Umberto Veronesi per il sistema sanitario regionale. Anche il segretario campano di An, Mario Landolfi, invitava Napolitano: "Richiami Bassolino all'adempimento di un elementare atto di responsabilità". C'era poi Forza Italia. Con Fabrizio Cicchitto che vede "la conclusione raccapricciante di oltre dieci anni di potere del centrosinistra con Bassolino "deus ex machina"". Sandro Bondi e Alfredo Vito a invocare "un comitato di salute pubblica" per Napoli e Campania. Chiara Moroni a chiedere che "Bassolino ammetta il totale fallimento della sua giunta". Anche Francesco Storace invitava Bassolino a dimettersi; Stefano Caldoro, ex ministro del Psi, chiedeva che il governo "intervenga per limitare i danni"; Daniele Capezzone urlava: "Che altro deve succedere perchè Bassolino si dimetta?". Perfino Francesco Caruso invitava Rifondazione a uscire dalla Giunta campana. C'è poi la reazione nordista. Beffardo il presidente del Veneto, Giancarlo Galan: "Vengano da noi a vedere come si fa". E l'ex ministro leghista Roberto Castelli: "Nessuno pensi di mandare i rifiuti al Nord, non vogliamo la spazzatura di Bassolino". Incurante del fuoco di fila, Bassolino si accodava intanto agli argomenti di Napolitano e alle decisioni di Pansa e del suo successore Umberto Cimmino, entrato in carica a Capodanno. "La nuova fase di crisi - scriveva il presidente della Regione - è il risultato del perdurare dei particolarismi". Poi aggiungeva che, "come Regione, lavoriamo al fianco del Commissariato", giudicava la riapertura di Pianura "un passo fondamentale, anche se doloroso". Peccato che la Iervolino sia di parere opposto. Intanto Pansa fissava così i suoi tempi. La discarica di Pianura resterà in funzione fino alla apertura del termovalorizzatore di Acerra che, fra gara in corso e successivo collaudo, dovrebbe avvenire nei primi mesi del 2009. Dopo Acerra, partirà il bando per il secondo termovalorizzatore, a Santa Maria La Fossa. Nel frattempo si ristruttureranno a rotazione gli impianti di Cdr. E questo dovrebbe tranquillizzare anche la Commissione europea: "A Bruxelles si preoccupano perché vedono le immagini, ma noi siamo in grado di portare avanti il programma di uscita dall'emergenza". (r.f.).


Quando il palazzo si chiude in se stesso - marco rossi-doria (sezione: Monnezze

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( da "Repubblica, La" del 04-01-2008)

Pagina XII - Napoli Quando il Palazzo si chiude in se stesso MARCO ROSSI-DORIA (segue dalla prima di cronaca) Lasciati soli senza cenno di dialogo e di ascolto da parte di chi la decisione l'ha presa. Senza parola. L'atto della riapertura, già molto pesante simbolicamente - perché nega il senso di un'intera stagione di speranza politica e la capovolge in modo definitivo, in quello stesso luogo in cui era stata peraltro promessa la realizzazione di un campo da golf - è stato dunque lasciato a sé. E questo lo farà pesare ancor più. è molto duro dover dire ai propri figli che la discarica era stata chiusa e che i terreni attigui erano stati pure bonificati per il comune bene e che ci si era creduto ma che lì, proprio lì, al posto della bonifica domani o dopodomani e comunque prima del 6 gennaio 2008, passati tredici anni, tornerà la monnezza. Le mamme che tirano i figli alla testa del corteo di protesta sono il simbolo di questo dramma. Perché la disattesa della promessa non è solo onta della politica. è anche dolore comune, di tutti noi. è una nostra sconfitta collettiva. è la solitudine estrema di chi subisce più da vicino le scelte senza che siano accompagnate da parole e da presenza la amplifica. Un giorno i nostri figli dovranno spiegare ai loro figli questi nostri anni. Con lo sviluppo fermo per lustri interi. I poveri che aumentano insieme all'antico divario tra la città di chi è escluso e quella di chi ce la fa comunque, sia pure senza speranza né vero progetto di futuro; e i giovani, ricchi e poveri, che vanno via, si trasferiscono altrove, in cerca di una esistenza migliore, di effettive possibilità di realizzazione personale e collettiva. Tanto che è probabile che il racconto avverrà in un'altra città, lontana da qui. E forse quei bimbi di Pianura faranno ai loro figli il racconto a Reggio Emilia o a Roma o a Torino o in qualsiasi altra città italiana. E ricorderanno del corteo di ieri. E diranno di una lunga stagione di cupa depressione civile. Sì, depressione civile. Perché la politica - che è lo strumento adibito a promuovere la partecipazione civile alla cosa pubblica ed ad affrontare le crisi con senso di possibilità e di speranza ma anche, semplicemente, con il doveroso esercizio della presenza - si è avviluppata su stessa. Fino ad evitare la presenza davanti ai cittadini non solo durante la comunicazione di una sconfitta come è nel caso della riapertura di Pianura, ma anche durante i rituali appuntamenti di piazza a Capodanno, con le massime istituzioni locali assenti al Plebiscito. E perché, ben prima e per anni, la politica ha voluto evitare di misurarsi con le difficoltà dell'impresa annunciata, lasciandone la responsabilità a una catena decisionale che rispondesse innanzitutto alle logiche di fedeltà ai circuiti stessi della politica. Perché la politica ha evitato di far vivere insieme processi decisionali e anelito di cambiamento e di autonoma iniziativa di cittadinanza, scegliendo - invece - di costruire consenso intorno a interessi e conservazioni. Con la conseguenza di ridurre le aspirazioni nate nel nome dell'interesse generale a un'entità velleitaria e dunque da deridere o a un pericolo per gli equilibri raggiunti volta per volta o a un fenomeno da ammaestrare e ricondurre all'ambito separato della politica stessa, al lessico e alle logiche suoi propri, sempre meno comprensibili e compresi. Depressione civile perché si ritorna indietro. E così la signora di Pianura non evoca la sua guarigione ma ricorda che è stata malata di cancro e l'altra dice che non mangia più mozzarella perché "le terre intere sono inquinate". E perché si è tradita la promessa del 1997 tanto che il malaffare prospera. Il calcolo di un giro di affari di circa 45 miliardi di euro da ecomafie in Campania ci fa sentire, insieme alla puzza delle discariche, un olezzo di denaro cattivo che va in cattive mani. Si è chiusa una stagione. E se ne apre una nuova. E come avviene sempre in politica - quella vera - la prima richiesta che sale è quella di interlocuzione, di poter dire, proporre, parlare, comunicare. Non sarà più possibile evitare di dialogare con i cittadini. Sarà sempre meno consentito chiudersi a parlare nei "palazzi" - come li chiamava Pasolini. Qualcuno da quella madre in testa al corteo dovrà e saprà andarci. E la partita che si apre non è tra correnti di partito o sotto gruppi delle stesse. Ma tra chi meglio saprà stare lì. Fare proposte, risolvere problemi. Proporre misure condivise per differenziare la monnezza, trattarla in modo differenziato, condurre processi di trasformazione. Per fare i conti con i nostri rifiuti. Come si è fatto in tutte le città del mondo. Con costanza, serietà. Con il rischio della presenza. Ma questo è quello che sarà. Se noi ci mettiamo, tutti, il nostro impegno. Un'opera davvero complessa. Molto incerta. Che si fa persino fatica a immaginare ora. Intanto c'è la certezza che per i nostri figli e i nostri nipoti dovranno esserci i racconti, irrimediabilmente legati ai nomi di chi qui ha governato, al di là della buona o della cattiva loro fede. L'icona, il simbolo di questi racconti saranno queste montagne di monnezza che bruciano o che stazionano anni nelle ecoballe, il fumo tossico che sale, il ragazzo o la vecchia che passa accanto tappandosi naso e bocca. E il corteo di Pianura.

 

 

 

 

L'assedio della discarica gli sprechi e il colera dei rifiuti (sezione: Monnezze)

( da "Unita, L'" del 04-01-2008)

Stai consultando l'edizione del L'assedio della discarica gli sprechi e il "colera" dei rifiuti di Enrico Fierro inviato a Napoli / Segue dalla prima Era il 2004, quando il prefetto Corrado Catenacci - uno degli otto commissari all'eterna emergenza rifiuti - decise di riaprire la discarica. A Pianura ancora ricordano le parole di Rosa Russo Iervolino. "Caro prefetto no, mi metterò la fascia tricolore e farò le barricate, ma quella discarica non va riaperta". Comune, Regione e Commissariato promisero un Piano di Bonifica: la costruzione di un verdissimo campo da golf con la bellezza di 18 buche e contorno di centro congressi e grandi alberghi. Otto anni dopo, del green neppure l'ombra, solo monnezza, puzza e veleni. E la disperazione di don Vincenzino Pipolo, uno dei 5mila abitanti di contrada Pisani. "E mo che faccio, avevo costruito qui la mia casa perché mi avevano detto che la discarica sarebbe stata chiusa per sempre". Urla, si piglia a schiaffi, qualcuno lo consola. Altri bestemmiano. In serata viene assalita anche una gazzella dei carabinieri contro cui è stato anche lanciato un estintore. La tensione resta alta. Intanto i camion entrano per preparare il "fosso". È lì che verranno sversati i rifiuti raccolti a Napoli e nei comuni dell'area flegrea. Nessuno lo ha detto ancora agli abitanti di Pianura, ma, a conti fatti, qui arriveranno qualcosa come 3milioni di metri cubi di mondezza nei prossimi mesi. Almeno fino a quando non aprirà l'inceneritore di Acerra. "Tra nove mesi", calcola il prefetto di Napoli Alessandro Pansa. E allora, se questa è la situazione, per favore, nessun dotto editorialista accusi gli abitanti di questa parte di Napoli di egoismo o, peggio ancora, di essere affetti dalla sindrome di "Nimby" (dovunque ma non nel mio giardino). "Perché noi siamo vittime di una straordinaria catena di errori politici, di follie gestionali, di incompetenze e di sprechi miliardari", dice con la rabbia negli occhi Ludovico Valentino, uno dei tanti che in questi giorni ha tentato di impedire l'apertura della discarica. La verità è che a Pianura e nei comuni sommersi da cumuli di rifiuti, nei roghi che ancora ieri a Ischia, Pozzuoli, Afragola e Boscoreale hanno avvelenato l'aria di diossina, è scritta la tragica storia di Napoli. Dove tutto - anche un "normale atto amministrativo" come è altrove la raccolta dei rifiuti - diventa emergenza. Un destino infame che sembra segnare la storia delle classi dirigenti di questa città negli ultimi quarant'anni. Nel lontanissimo 1973 il colera e il suo "vibrione" piegarono in due il potere di Antonio Gava; sette anni dopo, era il 1980, il terremoto dell'Irpinia e i suoi sprechi miliardari spensero l'astro di Ciriaco De Mita; tangentopoli si incaricò di frenare l'ascesa di pezzi da novanta come Pomicino, De Lorenzo, Scotti, Di Donato. Ora, il sogno della rinascita e del rinnovamento bassoliniano rischiano di essere sommersi e cancellati da tonnellate di monnezza. Per sempre. Perché è ad Antonio Bassolino che, a torto o a ragione, l'opinione pubblica della città e della regione attribuisce gran parte delle responsabilità di questa eterna emergenza. Ci sono stati otto commissari (l'ultimo, il prefetto Cimmino è in carica da pochi giorni), tre presidenti di Regione - Rastrelli, di An; Losco, Udeur; Bassolino - e cinque alti funzionari dello Stato - compreso il capo della Protezione civile Bertolaso - eppure il nome che senti pronunciare davanti ai roghi dei cumuli di rifiuti e sulle barricate di Pianura è uno solo: Antonio Bassolino, l'uomo che da 15 anni è al governo di Napoli e della Campania. Un destino ingiusto, se si vuole, di chi paga, insieme ad errori propri, il prezzo di una catena interminabile di valutazioni sbagliate, sprechi miliardari, incompetenze, affari, arricchimenti illeciti. Il tutto equamente diviso fra destra, centro e sinistra dello schieramento politico nazionale e regionale. Per Bassolino la Corte dei Conti chiede un risarcimento di 3 milioni di euro per gli sprechi di un call center ambientale pagato dal Commissariato e palesemente inutile. Con i suoi cento "operatori" costretti a smistare cinque telefonate a settimana. I magistrati della procura di Napoli ne chiedono il rinvio a giudizio insieme ad altre ventotto persone e ai Romiti padre e figlio, il discredito popolare sta travolgendo l'intero centrosinistra. Ma quando nasce l'eterna emergenza rifiuti? È il 1997, un decreto del ministro Edo Ronchi obbliga le regioni a fare piani e progetti per trasformare la monnezza in energia. In Campania governa il centrodestra con Antonio Rastrelli. In campo per aggiudicarsi l'appalto, due catene di imprese, una guidata dalla Fibe del gruppo Impregilo di Romiti e figli, e l'altra che vede presenti colossi come l'Ansaldo e l'Enel. Vincono le imprese dei Romiti. Non hanno le qualità richieste ("il progetto presentava lacune imbarazzanti", dichiara un docente universitario), ma abbassano i prezzi: 83 lire/kg per i rifiuti da conferire agli impianti Cdr (che trasformano la monnezza in combustibile) contro le 110 lire dei concorrenti. Ma non è l'unica stranezza, perché una ordinanza di Ronchi del 1998 fissa in dieci mesi i tempi per la realizzazione dei sette Cdr e in 24 mesi quelli per la costruzione dei due inceneritori. Nel frattempo, il materiale prodotto va collocato in cementifici e centrali elettriche e utilizzato come combustibile. La Fibe, però, non dispone di strutture del genere sul territorio campano. L'Enel sì, ma viene cancellata. Poco male perché nel passaggio tra l'ordinanza ministeriale e il capitolato d'appalto, spariscono quelle due semplici parole "impianti esistenti". E la Fibe e i Romiti possono andare avanti alla conquista di un business che si aggira intorno ai 600 miliardi di vecchie lire l'anno. Il contratto viene ratificato da due presidenti di Regione, Rastrelli e Losco, approvato anche da Bassolino quando nel 2000 diventa presidente della Regione e commissario straordinario. Il resto è inefficienza: dei due termovalorizzatori solo quello di Acerra, forse, entrerà in funzione, i sette impianti di Cdr producono rifiuti "tal quali", le ecoballe. Sei milioni di tonnellate, la gran parte stoccate a Taverna del Re, tra Giugliano e Villa Literno, in un'area di 3 chilometri per tre. Una montagna di mondezza impacchettata. Materiale che non potrà mai essere bruciato senza il rischio di provocare un immane disastro ambientale. Ma un dato è certo: il Commissariato all'emergenza rifiuti ha prodotto solo sprechi e clientele politiche. Lo documenta la Corte dei Conti. I Consorzi di bacino (una delle tante strutture burocratiche) sono nati "per trovare posto a personaggi trombati in precedenti incarichi politici". Uomini senza competenze, ma dotati di auto blu e autisti. E che dire delle indennità di commissari, subcommissari e vicecommissari: inizialmente erano fissate in 10 milioni di lire mensili, ma forse non bastavano, si decise di elevarle allo stesso livello dello stipendio percepito dagli assessori regionali. Un vero e proprio bingo: 10mila euro mensili. Intanto la raccolta differenziata in dieci anni passa dall'1,5% ad un misero 10, mentre nel resto del Paese siamo al 24,3%. Il Commissariato ha speso cifre da capogiro anche per pagare giornalisti (due nella struttura) "ma è mancata una adeguata informazione". Il consorzio Conai aveva 2316 dipendenti, ma "se lavorano in 200 è un miracolo", dice il prefetto Catenacci. Il risultato è che fino ad oggi la gestione Commissariale è costata al contribuente qualcosa come 1 miliardo e 200 milioni di euro, buona parte spesi per pagare i 101 dipendenti, consulenti e collaboratori, altri 60 milioni di euro l'anno sono stati sprecati per trasferire la mondezza in Germania, dove diventava combustibile per produrre energia. Per non parlare delle spese folli dei consulenti della struttura. Ti raccontano di commissari e loro collaboratori alloggiati nei più prestigiosi e costosi hotel del lungomare e dei 724.680,25 euro spesi in telefonate internazionali e in contatti con le "linee erotiche". E che dire di quel funzionario in trasferta a Rimini che decide di alloggiare al Grand Hotel (quello di Fellini), categoria cinque stelle extra-lusso? O di quel solo consulente del Commissariato che si fa rimborsare biglietti aerei per 35mila euro e spese per pasti che superano i 7mila euro? Amare le conclusioni dei magistrati contabili: "Dopo 13 anni di emergenza il ciclo dei rifiuti è ancora aperto. Si è venuta a creare una situazione endemica di emergenza che non trova riscontro in alcuna altra realtà locale d'Europa e che non è degna di un Paese civile". Per favore non prendetevela con gli abitanti di Pianura.

 

 

 

 

Barricate e scontri La discarica riapre (sezione: Monnezze)

( da "Stampa, La" del 04-01-2008)

[FIRMA]GUIDO RUOTOLO INVIATO A NAPOLI Fuochi d'artificio e barricate di "monnezza" che prendono fuoco accolgono all'alba l'arrivo della polizia, davanti all'entrata della discarica di Contrada Pisani, a Pianura. Per tutta la notte un centinaio di abitanti della Contrada, che si trova all'interno di un vecchio cratere dell'area flegrea, in un'area d'interesse ambientale devastata dall'abusivismo e dalla vecchia discarica, avevano presidiato la zona. Una frangia del "movimento" aveva squarciato i pneumatici di alcuni pullman e alle due di notte dirottato e incendiato un altro autobus. E si preparava a impedire alla polizia di entrare nella discarica. Ma nonostante i fuochi d'artificio e le barricate intossicanti, la polizia è riuscite a raggiungere l'obiettivo senza che ciò provocasse gli scontri tanto temuti quanto attesi. Un paio di chilometri prima del presidio popolare, infatti, per tutta la notte alcune escavatrici avevano aperto un varco tra la boscaglia, consentendo all'alba l'entrata nella vecchia discarica di tecnici e mezzi, con ciò che serve per predisporre l'utilizzazione del sito. Preso atto della "sconfitta", o meglio della vittoria tattico-militare della polizia, un gruppetto del "movimento" ha poi occupato per un'ora l'ingresso della tangenziale e in serata il presidio si è trasferito davanti al nuovo ingresso della discarica, non senza momenti di tensione. Nel "movimento" ci sono anche tre gruppi contrapposti: uno che fa riferimento a un centro sociale di Quarto, vicino ai Carc, l'altro ai giovani di An che hanno nel consigliere comunale Marco Nonno il loro punto di riferimento. E infine un gruppo legato agli ultrà. Insomma una miscela esplosiva. Qualche brutto segnale è arrivato ieri sera: una pattuglia dei vigili urbani è stata aggredita all'altezza della rotonda "don Giustino". Una gazzella dei carabinieri è stata assaltata a sua volta con un estintore. E quattro bus sono stati sequestrati. Insomma, le prossime ore non promettono nulla di buono, per via di questi tentativi di guerriglia urbana. Una polveriera che rischia di deflagrare nel tentativo di strumentalizzare e coinvolgere i cittadini di Contrada Pisani, estranei a queste "provocazioni". La presa di possesso della discarica è stata un successo indiscutibile, rivendicato dal prefetto di Napoli, Alessandro Pansa ("So che a molti non ha fatto piacere che non si siano registrati incidenti, perché avrebbero preferito lo scontro per radicalizzare le iniziative"), e accolta positivamente dal governatore della Campania, Antonio Bassolino (non dal sindaco di Napoli, Rosetta Iervolino). Pansa e Bassolino sono consapevoli che il cammino da percorrere per far rientrare nella "normalità" l'emergenza rifiuti è ancora tutto in salita. E non solo perché ieri si sono registrati 200 roghi di montagne di rifiuti (con ciò che comporta in termini di rischio diossina) e Caserta è a rischio collasso (ieri una delegazione del consiglio comunale ha occupato a Napoli la sede del commissariato straordinario): il sindaco di Caserta ha chiuso alcuni mercatini per evidenti problemi igienico-sanitari. Ma anche perché occorreranno non meno di cinque-sei giorni prima che Pianura accolga i rifiuti della sola Napoli per almeno un anno. E siccome i sette impianti di trattamento rifiuti sono fermi perché saturi, nelle prossime ore la "monnezza" continuerà a invadere la città. Dall'Asìa, Azienda igiene ambientale del Comune di Napoli, che si occupa della raccolta dei rifiuti, fanno sapere che ieri in città non erano state ritirate 1200 tonnellate di rifiuti, che diventeranno oggi 2000-2500. E le stime parlano di 40 mila tonnellate di rifiuti lasciati a terra in provincia di Napoli, 100 mila in Regione. Pianura, da questo punto di vista, rappresenta per Napoli una via d'uscita non dall'emergenza ma dalla catastrofe. Ne è consapevole Bassolino, che non risparmia critiche al "perdurare dei particolarismi e di un'ostinata opposizione a una gestione razionale del problema". Il governatore si schiera con il commissariato per l'emergenza rifiuti: "Riaprire la discarica di Pianura va nella direzione di superare la crisi ed è un passo fondamentale, anche se doloroso. Napoli si rende strutturalmente autonoma". Per un anno, ha spiegato Pansa, dovrà tamponare la situazione, in attesa che apra il termovalorizzatore di Acerra. Ma da oggi la prefettura dovrà convincere Contrada Pisani ad accettare la "dolorosa" decisione. Pansa ha annunciato la disponibilità a "misure compensative".

 

 

 

 

Il centrodestra attacca Bassolino <Ha fallito, deve dimettersi> (sezione: Monnezze)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 04-01-2008)

Cronaca Italiana Pagina 107 Si infiamma la polemica politica. An: intervenga il Governo Il centrodestra attacca Bassolino "Ha fallito, deve dimettersi" Si infiamma la polemica politica. An: intervenga il Governo --> ROMA Nelle strade continuano a bruciare cumuli di rifiuti e la polemica politica si infiamma: mentre il governatore della Campania, Antonio Bassolino, parla "del perdurare dei particolarismi e di un'ostinata opposizione a una gestione razionale del problema", il centrodestra chiede le sue dimissioni. "La questione rifiuti è lo specchio del fallimento dell'intera classe dirigente del centrosinistra non soltanto in Campania ma in tutta la Nazione", afferma in una dichiarazione il portavoce di An, Andrea Ronchi. "Prodi la smetta - aggiunge Ronchi - di fare Alice nel paese delle meraviglie. Prenda atto che la crisi in Campania è ben più drammatica di quella che ci consegnano le immagini televisive e che si tratta di una realtà che non può essere risolta con balletti al vertice del commissariato straordinario, ma con un serio piano di intervento". "L'emergenza rifiuti a Napoli e in Campania si configura ormai come una vera e propria questione nazionale che non può essere ulteriormente tollerata se l'Italia vuol essere ancora considerata un Paese civile", così in una dichiarazione congiunta il deputato di Forza Italia Elio Vito e il coordinatore nazionale di Forza Italia Sandro Bondi inquadrano il disastro. "Le colpe delle amministrazioni regionale e locale sono antiche e gravissime, e i falò notturni dell'immondizia, con rischi gravissimi per la salute pubblica - prosegue la nota - simboleggiano tristemente non solo una inaccettabile situazione di degrado, ma un malgoverno che Bassolino ha elevato a sistema. L'esasperazione dei cittadini ha superato da tempo il livello di guardia, ma mentre Napoli brucia, Roma è in settimana bianca. Al punto massimo del disastro corrisponde il punto massimo dell'irresponsabilità da parte del governo Prodi. Il governatore Bassolino e il sindaco Iervolino, a fronte di questo tragico sacco di Napoli, avrebbero il dovere morale prima che politico di trarre tutte le conseguenze dal loro fallimento".

 

 

 

 

RIFIUTI/ FI: MENTRE NAPOLI BRUCIA, PRODI E' IN SETTIMANA BIANCA (sezione: Monnezze)

( da "Virgilio Notizie" del 04-01-2008)

03-01-2008 18:27 Serve comitato salute pubblica, da Comune-Regione sacco città Roma, 3 gen. (Apcom) - "L'esasperazione dei cittadini ha superato da tempo il livello di guardia, ma mentre Napoli brucia, Roma è in settimana bianca". Lo dicono il coordinatore di Forza Italia, Sandro Bondi, e il capogruppo azzurro alla Camera, Elio Vito. "L'emergenza rifiuti a Napoli e in Campania si configura ormai come una vera e propria questione nazionale - dicono - che non può essere ulteriormente tollerata se l'Italia vuol essere ancora considerata un Paese civile. Le colpe delle amministrazioni regionale e locale sono antiche e gravissime, e i falò notturni dell'immondizia, con rischi gravissimi per la salute pubblica, simboleggiano tristemente non solo una inaccettabile situazione di degrado, ma un malgoverno che Bassolino ha elevato a sistema". "L'esasperazione dei cittadini ha superato da tempo il livello di guardia, ma mentre Napoli brucia - dicono Bondi e Vito - Roma è in settimana bianca. Al punto massimo del disastro corrisponde il punto massimo dell'irresponsabilità da parte del governo Prodi, il cui ministro dell'Ambiente, come se nulla fosse, favoleggia di riduzione dei rifiuti e di raccolta differenziata nel momento in cui si affaccia addirittura lo spettro di epidemie". "Forza Italia chiede di costituire da subito un comitato di salute pubblica per far uscire le popolazioni di Napoli e della Campania da questa indecenza civile e amministrativa sulla quale la stessa Ue è pronta a intervenire per sanzionare il nostro Paese. Il governatore Bassolino e il sindaco Iervolino - concludono i due - a fronte di questo tragico sacco di Napoli, avrebbero il dovere morale prima che politico di trarre tutte le conseguenze dal loro fallimento".

 

 

 

 

La produzione dei rifiuti è in leggero calo (sezione: Monnezze)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 04-01-2008)

Nonostante l'emergenza, in Campania la produzione dei rifiuti urbani è in leggera flessione. In base a una proiezione, secondo la direzione controllo flusso rifiuti dell'Arpac (Agenzia regionale protezione ambientale Campania), la produzione al 2007 si attesta tra i 2,7 e i 2,8 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, era 2 milioni e 806 mila nel 2005. Rispetto al pro-capite si registra una riduzione: 435 chilogrammi l'anno a testa (sotto la media nazionale) rispetto ai 485 del 2005. Meno produzione ma tre nodi caldi in Campania: rischi per la salute, ecomafie e bassa raccolta differenziata. Secondo l'ultimo Rapporto rifiuti Apat (Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici) relativo al 2005 la media di produzione di rifiuti urbani pro capite al Nord era di 533 chili l'anno per abitante, al Centro di 633 chili pro capite e al Sud di 496 chili pro capite. In Campania il dato era di 485 chili, al di sotto media del Mezzogiorno. Per quanto riguarda la salute, sono 32 i comuni campani a maggior rischio ambientale, la maggior parte dei quali con mortalità generale e per tumori elevata (27 risultano a maggior rischio di tumori negli uomini e nelle donne), localizzati tra le province di Caserta e di Napoli, e inclusi nei siti di bonifica litorale domizio flegreo e agro aversano, Litorale vesuviano e alcuni della penisola sorrentina. Tutte aree interessate dal rilascio incontrollato dei rifiuti. Secondo quanto riferisce il Cnr, i dati hanno evidenziato eccessi statisticamente significativi di rischio di malformazioni del sistema nervoso centrale e dell'apparato urinario, con incrementi rispettivamente dell'8 e del 14 per cento al crescere dell'indice di rischio da rifiuti, e un incremento medio della mortalità generale in entrambi i sessi. Secondo l'ultimo rapporto Ecomafia di Legambiente, in tutta Italia sono 4.409 gli illeciti nel ciclo dei rifiuti accertati nel 2006, di cui il 10,2% (448) solo in Campania, che vede crescere i reati in questo settore. La raccolta differenziata dei rifiuti urbani per macroarea geografica nel 2005 vede il Nord a quota 38,1%, il Centro al 19,4%, il Sud all'8,7% e l'Italia al 24,3%. La Regione Campania nello stesso anno registra un magro 10,6%. A Napoli, la differenziata si ferma al 7,4%, contro il 35,3% di altre città metropolitane come Torino, il 30,7% di Milano, il 15,3% di Roma, il 12,2 di Bari e l'8,4% di Palermo.

 

 

 

 

LE ECOMAFIE Il giro di affari in Campania è stimato sui 45 miliardi di euro, gestiti da otto clan Nel 2006, trovati 4409 illeciti (sezione: Monnezze)

( da "Nazione, La (Nazionale)" del 04-01-2008)
Pubblicato anche in:
(Giorno, Il (Nazionale)) (Resto del Carlino, Il (Nazionale))

H LE ECOMAFIE Il giro di affari in Campania è stimato sui 45 miliardi di euro, gestiti da otto clan Nel 2006, trovati 4409 illeciti - -->.

 

 

 

 

E' una vergogna per tutti gli italiani (sezione: Monnezze)

( da "Adige, L'" del 04-01-2008)

Massimo Ranieri: "Come napoletano mi sento offeso". Il centrodestra chiede le dimissoni di Bassolino E' una vergogna per tutti gli italiani NAPOLI - "Ci vergogniamo di essere napoletani. Ci vergogniamo di essere italiani". Questo il ritornello di personaggi famosi e politici partenopei dopo l'ennesima emergenza rifiuti. Massimo Ranieri, interpellato sullo scandalo di Napoli che ha provocato il duro monito da Bruxelles, ha detto di sentirsi "vilipeso, offeso, preso a calci. E come me molti napoletani. È una vergogna, per tutti gli italiani. "Siamo la quinta potenza mondiale. Quanto sta accadendo è sconcertante. Giustamente l'Unione Europea ci ha bacchettato, ma non noi napoletani, ha bacchettato noi italiani. Vediamo cosa succederà". Durissimo il centrodestra che chiede apertamente le dimissioni di Bassolino. "E' una vergogna anzionale" tuona Mario Landolfi (An). "Siamo fieri ed orgogliosi di essere napoletani e campani, di essere figli di quella terra che, pur tra mille contraddizioni, ha dato lustro a grandi uomini di cultura e della politica, figli di quella terra ricca di storia e di bellezze naturali. Da oltre un decennio, però, grazie alle incapacità di Bassolino, Iervolino e di tutta la classe politica del centrosinistra regionale, siamo diventati un popolo umiliato e messo completamente alla gogna. Altro che decantato risorgimento napoletano. Siamo il popolo della monnezza, sommersi da tonnellate di rifiuti e di ecoballe, scherniti dal resto del Paese, attaccati dalla stampa estera, bacchettati dalla Comunità Europea. Siamo, insomma, diventati la vergogna d'Italia e dell'Europa, degno primato della classe politica che ci rappresenta". 04/01/2008.

 

 

 

 

Proclami e illusioni: 14 anni di eco-balle (sezione: Monnezze)

( da "Giornale.it, Il" del 04-01-2008)

Di Gabriele Villa - venerdì 04 gennaio 2008, 07:00 "Sulla spazzatura rischio di perdere la mia credibilità": Antonio Bassolino, agosto, 2007, Napoli. Italia. Pianeta Terra, non Marte né Saturno. Ma dove è stato Bassolino fino ad oggi? Ma quante cose avrebbe dovuto e potuto fare e non ha fatto Bassolino in tutti questi anni? La sua credibilità? Forse solo scavando tra scarpe vecchie, ossa di pollo e bucce di banana si può ancora trovarne traccia. Promesse, dichiarazioni d'intenti. Assicurazioni. Parole in libertà. Che, in quattordici anni, giorno dopo giorno, sono andate ad ammonticchiarsi una sopra l'altra. Stratificandosi esattamente come i rifiuti che stanno soffocando la Campania. È dal 1994 che i cassonetti di Napoli e dintorni traboccano. È dal 1994 che i politici di turno, sempre gli stessi (hanno solo cambiato posto come nel gioco antico della sedia) regalano proclami e certezze. E restando miracolosamente con la testa fuori dalla mondezza inanellano perle di un umorismo che potrebbe anche far sorridere se la situazione non fosse triste. E non c'è niente di peggio che un napoletano triste, diceva Totò. E pensare che se quelle degli amministratori campani di turno non fossero state solo balle, anzi eco-balle, a Pianura, nuova capitale della monnezza, l'unica raccolta che dovremmo fare oggi sarebbe quella delle palline da golf: una Srixon qui, una Taylor Made là. Sì, perché nel 1996, cioè undici anni fa, la discarica di Pianura avrebbe dovuto diventare un pregevole course nell'ambito di un progetto ambizioso che non è stato completato nemmeno sul tavolo da disegno: diciotto buche da ritagliare attorno al cratere Senga. Sembrava tutto facile. Scacciare la spazzatura con uno swing: geniale. E, nel contempo: risanamento idrogeologico, riqualificazione del sistema viario, parcheggio multipiano, poliambulatorio, parco di 60 ettari, centro congressi. Rosa Iervolino, sindaco di Napoli dal 2001, è una simpaticona. Le sue dichiarazioni sulla spazzatura, che tracima dappertutto, tranne che nel suo ufficio, hanno sempre messo i napoletani di buonumore. È il 12 maggio del 2003 quando il sindaco rivela: "Ci stiamo avviando alla normalità". Otto mesi più tardi si corregge: "Abbiamo qualche problema". Il 21 maggio del 2007 corregge la correzione e ammette: "La situazione è tragica". Ma poi, nove giorni dopo, ritrova il suo ottimismo: "L'emergenza a Napoli è chiusa". A onor del vero gli fa compagnia anche il neo (all'epoca) commissario per l'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso, che il 22 maggio annuncia: "In dieci giorni risolvo tutto". Qualche tempo dopo verrà aggredito dai manifestanti del no-discarica. Inferociti.

 

 

 

 

Proclami e illusioni: 14 anni di eco-balle pag.1 (sezione: Monnezze)

( da "Giornale.it, Il" del 04-01-2008)

Proclami e illusioni: 14 anni di eco-balle di Gabriele Villa - venerdì 04 gennaio 2008, 07:00 Intanto "Il Mostro che puzza e inquina ovunque" come canta Agnese Ginocchio, vocalist partenopea della protesta di massa contro il pattume, "inesorabilmente avanza". Ma quando il vescovo di Caserta, Raffaele Nogaro, celebrando Messa il 13 maggio del 2007 e ricelebrandola il 13 dicembre a Lo Ettaro, altro buco nero e maleodorante, le fa eco tuonando: "Dio liberaci dalla discarica" tornano in mente le parole, pronunciate il 10 maggio del 2003 dall'allora ministro dell'Ambiente, Altero Matteoli: "C'è una lobby delle discariche e noi dobbiamo fare i conti con i preti e i vescovi che predicano contro gli impianti di smaltimento invece di pensare ai loro fedeli". Fortuna che un altro ministro dell'Ambiente, l'onnipresente Percoraro Scanio, addolorato ma non troppo per le minacce contro Bertolaso, ha le sue certezze: "L'immondizia dobbiamo portarla nei siti militari e la polizia la smetta di caricare i manifestati che bloccano gli sversamenti". Torniamo a sorridere con l'immarcescibile Antonio Bassolino di due anni fa e la sua esilarante battuta: "Quando sono arrivato alla Regione il piano rifiuti c'era già. A decidere non sono stato io. Tutte le scelte più importanti erano state già fatte". Peccato che lui sia stato eletto sindaco di Napoli nel dicembre 1993, rieletto nel 1997 e poi sia diventato governatore e, continuando a "gestire" l'emergenza, sia stato riconfermato per altri quattro. Poche idee o semplice distrazione? In ogni caso un'idea gli è venuta, è storia di ieri, sfogliando le pagine del Corsera, e l'ha messa in rete nel suo Blog: "Bisogna fare come a Venezia, bruciare l'immondizia così cumm'è senza differenziare un fico secco". Idee ne ha avute in verità anche la Iervolino. Che nel 2005 batteva i pugni sul tavolo: "Napoli deve avere il termovalorizzatore". Peccato che giusto sette mesi fa ha ribattuto i pugni sul tavolo dicendo: "Napoli non avrà un suo termovalorizzatore". E come se l'è presa con l'ambasciatore americano che in luglio aveva avvertito i suoi connazionali della puzza e dei rifiuti: "Ma che sta dicendo quello lì: i rifiuti non ci sono più". Il 18 dicembre rettifica: il centrosinistra ha le sue responsabilità ma c'è stata una campagna di demonizzazione. Salvo poi fare il botto di Capodanno: "Sull'emergenza il Comune di Napoli non ha alcuna responsabilità e nessuna competenza. Spetta al commissario di governo trovare le soluzioni". Evvai. Suvvia siamo seri.

 

 

 

 

Noi, pronti a tutto contro la discarica (sezione: Monnezze)

( da "Manifesto, Il" del 04-01-2008)

"Noi, pronti a tutto contro la discarica" A Pianura Tra la protesta degli abitanti della periferia occidentale di Napoli, che non vogliono la discarica Francesca Pilla Napoli Sembra una collina un po' dissestata. E' di un verde brillante, si estende per centinaia di metri e guarda agli alberi, ai pini del parco degli Astroni protetto dal Wwf. In realtà è una montagna artificiale e sotto la vegetazione riposano migliaia di tonnellate dei rifiuti raccolti in quarant'anni in Campania. Centinaia di persone stazionano davanti alle tre entrate della discarica chiusa nel gennaio del '96, sono inferocite dopo che alle sei del mattino con un blitz le forze dell'ordine si sono aperte un varco in un terreno sequestrato per permettere ai tecnici di fare i primi sopralluoghi. Ieri a Contrada Pisani, nel quartiere di Pianura alla periferia occidentale di Napoli, è stato il giorno del pianto. "Siamo demotivati - urla una donna che tiene per mano una ragazzina - ma non ci arrendiamo, qui ci scappa il morto. Non lo farò per me, ma per mia figlia". Urla, litigi, disperazione e blocchi lungo la strada che porta a Quarto e a Pozzuoli. Alcuni manifestanti sradicano alberi dal ciglio della strada, smuovono massi e ricoprono il tutto con i pneumatici, si preparano alle barricate. Hanno saputo, in mattinata, che ci sono poche possibilità di scongiurare quello che mai avrebbero creduto possibile: la riapertura del sito almeno fino al 2009 o anche dopo se non entrerà in funzione il termovalorizzatore di Acerra. Da Roma hanno dato mandato al commissario di riaprire senza nessuna mediazione, perché solo a Pianura nel giro di pochi giorni possono finire le 100mila tonnellate di immondizia accatastate per strada. Contrada Pisani ha una capienza di 2milioni in tonnellate, dovrebbe servire Napoli e alcuni comuni della provincia, ma questo significa un carico di 1800 tonnellate al giorno. Il capoluogo, infatti, pesa oltre il 50% nella produzione complessiva. "Nessun politico di destra o sinistra si opporrà, ci si è messa anche l'Ue. Ma perché questa emergenza di 14 anni la dobbiamo pagare noi" - si lamenta una signora che ha acquistato casa da 5 anni, convinta di vivere nel verde e respirare aria pulita. Il comune aveva infatti promesso la bonifica e un campo da golf. Il sindaco Iervolino non può dire no, anche se ha dato indirettamente il suo appoggio ai cittadini. "La bonifica in realtà è iniziata. La montagna sta scendendo emettendo gas. Sopra c'è una centrale termoelettrica che raccoglie il singas e lo trasforma - spiega Michele Ramaglia, un ingegnere che collabora con il Cnr e che vive proprio qui. E' insieme agli altri pronto a sedersi per terra e a non lasciar passare i camion. "E' tecnicamente una follia mettere sopra la collina altri rifiuti - continua - il gas sprigionato verrà compresso, qui siamo in una conca non si respirerà più, da Fuorigrotta fino a Pozzuoli". La ditta De Falco che aveva nella discarica i compattatori da qualche anno ha smobilitato gli impianti e gli abitanti sono sicuri che l'area sarà nuovamente una discarica a cielo aperto. Ramaglia insieme a un altro ingegnere Ennio Italico Noviello avevano presentato un progetto per fornire i comuni di un dissociatore accelerato e bloccato: "Una tecnologia conosciuta da un secolo che noi abbiamo aggiornato, ma chissà perché non l'hanno nemmeno presa in considerazione". I manifestanti hanno le loro teorie: sono tutti venduti. Se la prendono con il governatore Bassolino, con le imprese del ciclo smaltimento: "Si sono rubati miliardi - urla un uomo - e stanno sempre lì, noi se facciamo una truffa per 5 euro andiamo in galera". I bambini giocano ad acchiapparello, fanno merenda e guardano disincantati gli adulti e la polizia in assetto antisommossa. La maggior parte dei presenti ha già lottato contro questa stessa discarica. "Ricordo che mia madre veniva a prendermi a scuola e mi portava qui. Ero in quinta elementare" - racconta Massimo Carandente che oggi è un asso nella riparazione di telefonini, conosciuto da tutti nel rione: "Io qui ci sono nato - continua - è stata sempre una protesta. Questa volta? O ci uccide la diossina o lo stato, non li lasceremo passare". Qui si dicono tutti pronti alla battaglia, ma pur sempre pacifica. "Non abbiamo intenzione di lasciarci andare alla violenza - afferma Angelo De Falco, consigliere di circoscrizione Fi - non approviamo chi durante la notte ha assaltato un bus e lo ha incendiato. Abbiamo allontanato tutti i facinorosi, ma resteremo qui". A sedare gli animi anche Paolo Tirelli presidente della municipalità che ha scritto a Napolitano chiedendo aiuto. Una lettera accorata dove si descrive un quartiere abbandonato privo persino di fogne e illuminazione. I manifestanti però lamentano di essere stati abbandonati non solo dalla politica ma dagli stessi "vicini di casa". "Molti a Pianura hanno abboccato a promesse stupide" - dice un adolescente che con i suoi compagni da tre giorni siede davanti ai cancelli della discarica. Il riferimento è alle dichiarazioni del consigliere regionale di An, Pietro Diodato, che ha tappezzato il quartiere di manifesti dove si promette in cambio dei rifiuti l'abbattimento dell'Ici e della Tarsu. "Ma chi si muove di qui, se riaprono diventiamo tutti zombi - controbatte una donna corpulenta - 4 anni fa abbiamo contestato l'apertura del sito temporaneo, mi hanno manganellato e sono rimasta svenuta in strada. Questa volta devono passare sul mio corpo". "Lo faranno chisti ca non hanno rispetto per nessuno, nemmeno per donne e bambini" - le assicura il marito indicando le camionette della polizia. Arriva la sera e sono ancora tutti fermi, dicono di avere paura della notte: "Verranno, lo fanno sempre prima dell'alba, lo so ci sgombereranno - si rammarica una ragazza - ma domani saremo ancora qui".

 

 

 

 

Nietzsche a San Giorgio e le bugie della politica (sezione: Monnezze)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 04-01-2008)

Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: OPINIONI - data: 2008-01-04 num: - pag: 10 categoria: REDAZIONALE FILOSOFIA E DEGRADO Nietzsche a San Giorgio e le bugie della politica di GIANCRISTIANO DESIDERIO L a scritta con la quale il negoziante di San Giorgio a Cremano ha chiuso bottega è qualcosa di più della fine di un'attività commerciale: "Causa eterno stazionamento monnezza". Ricorda il più celebre "eterno ritorno dell'uguale" di Friedrich Nietzsche. In fondo, la spazzatura non è sempre "uguale"? Non ritorna eternamente? E come l'"eterno ritorno" del filosofo dello Zarathustra è un "ospite inquietante" che annuncia il "nichilismo europeo", così l'"eterno stazionamento di monnezza" non è, forse, un ospite altrettanto inquietante che ha annunciato da tempo, ormai, il "nichilismo napoletano " (con tanto di sanzione europea)? Se Napoli e la Campania sono in ginocchio al cospetto del mondo e devono sperare che la Germania annichilisca le tonnellate di immondizia "made in Napoli" è sì, certo, perché non ci sono inceneritori, termovalorizzatori e sono stati fatti errori su errori senza costruire un moderno ciclo di smaltimento dei rifiuti, ma è anche e soprattutto perché è stata negata la verità. La verità è finita tra i rifiuti. Nichilismo napoletano, appunto. Ormai lo sanno anche le pietre: Bassolino e Iervolino hanno detto bugie su bugie. Ma la bugia non è né una colpa né un reato. Anzi, come si sa la bugia può essere detta a fin di bene. A volte è necessaria, a volte utile. Soprattutto, la bugia è strettamente legata e apparentata con la verità. Il bugiardo è colui che inganna perché conoscendo bene la verità - la realtà dei fatti, come si dice - la nasconde e sostituisce con la bugia. La moneta falsa presuppone la moneta buona. Ma ciò che ha prodotto la politica in Campania non è l'occultamento della verità, non è la sostituzione della verità con la menzogna, bensì la negazione della verità in sé. La politica non è artefice di un inganno ai danni della Campania, ma di qualcosa di più sofisticato e pericoloso: l'auto-inganno. Hannah Arendt nel saggio La menzogna in politica ha messo in luce il rapporto tra verità, politica e menzogna e ha posto la differenza tra la menzogna tradizionale - il mentire classico per ragion di Stato - e la scientifica falsificazione dei fatti, la manipolazione della realtà. La Campania è stata portata al fallimento perché si è sistematicamente negata la verità sui rifiuti, sulla spesa pubblica, sui fondi europei, sulla sanità malata, sulla povertà diffusa, sull'abusivismo edilizio, sulla criminalità organizzata. Soppiantando la categoria della verità, la politica si è privata della possibilità di poter decidere nell'interesse di tutti: ha organizzato un "suicidio" di massa. Negando la categoria della verità si è esclusa la "scelta del meglio" privilegiando la "possibilità del peggio ": là dove non c'è verità tutto è eternamente uguale, l'uno vale l'altro, nessuno ha ragione e nessuno ha torto, la politica si è suicidata ed esiste solo la potenza e il potente che inevitabilmente diventa prepotente. L'"eterno stazionamento della monnezza" ha la sua origine nella negazione ciclica e sistematica della verità dei fatti. Oggi Napoli è piena di spazzatura perché è vuota di verità. \\ La menzogna è strettamente legata e apparentata con la verità.

 

 

 

 

U n'estate (sezione: Monnezze)

( da "Corriere della Sera" del 04-01-2008)

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Libri - data: 2008-01-04 num: - pag: 48 categoria: REDAZIONALE Indice NOIR DE CATALDO E L'ECOMAFIA Torrida estate italiana tra incendi e vendette U n'estate italiana. Un'estate di fuochi, soprattutto al Sud dove gli incendi si appiccano - dicono le indagini - per molti motivi: rendere fabbricabili terreni boschivi, allargare i pascoli, per vendette, ma anche per iniziative auto-promozionali degli operai stagionali della Forestale. Il luogo scelto per il rogo nel racconto di Giancarlo De Cataldo è una foresta protetta vicino Lecce, confinante con un complesso turistico di lusso. Qui, nel mese delle vacanze, si ritrovano un bravo magistrato di Firenze con moglie e figlia, due gemelli romani ricchi e prepotenti, Leonardo Coppetiello sedicente ingegnere scappato da Napoli per sfuggire alla vendetta di Don Carmelo. Per salvarsi dal capocamorra che aveva voluto fregare, Leonardo chiama in soccorso il nemico del Don, che oltre a prendergli tutto chiede in cambio una prova: appunto, l'incendio del bosco. Nel microcosmo dei vacanzieri non manca il giornalista d'assalto, un po' pasticcione ma con buone intenzioni. Insomma, è un condensato dell'Italia di oggi (che, senza offesa per nessuno, ricorda un po' quella dei film di Neri Parenti e dei fratelli Vanzina, gli unici che da un Natale all'altro hanno saputo rappresentare il Paese com'è). Qui però la commedia sterza forte verso il dramma. Con una sola sicurezza (o speranza?): i ragazzi sono migliori dei padri. Il "Noir di Ecomafia" di De Cataldo scorre agile e serrato. Con una curiosità: nel personaggio del magistrato di Firenze lo scrittore si è divertito a dipingere un proprio semiserio autoritratto. GIANCARLO DE CATALDO Fuoco! EDIZIONI AMBIENTE PP. 232, e 10 Ranieri Polese.

 

 

 

 

NAPOLI - Un'altra giornata campale. I cumuli di rifiuti toccano i primi piani dei palazzi, i ro (sezione: Monnezze)

( da "Messaggero, Il" del 04-01-2008)

Di PAOLO MAINIERO NAPOLI - Un'altra giornata campale. I cumuli di rifiuti toccano i primi piani dei palazzi, i roghi continuano a diffondere diossina, anche l'ultimo dei sei impianti di Cdr ancora in funzione, quello di Caivano, ha chiuso perchè non c'è più lo spazio dove sistemare le (eco)balle. La situazione è disperata. A Pianura, Napoli, dove le ruspe nella notte hanno cominciato ad attrezzare la discarica, è guerriglia. Autobus incendiati, strade bloccate, petardi contro gli agenti di polizia: ma il commissariato va avanti e sulla discarica napoletana si consuma la frattura tra Antonio Bassolino e Rosetta Iervolino con il governatore che sostiene la decisione e il sindaco che la boccia. E mentre i rifiuti spadroneggiano e i siti internet e le tv e i giornali di mezzo mondo mostrano le immagini del disastro infuria la polemica politica. Nel mirino, soprattutto il presidente della Regione Antonio Bassolino e il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino di cui il centrodestra chiede le dimissioni. Nel caos totale la salvezza è Pianura. La discarica alla periferia occidentale di Napoli chiusa undici anni fa e che doveva essere trasformata in un avveniristico campo da golf riapre. Lo annuncia il prefetto di Napoli Alessandro Pansa rompendo gli indugi dopo una settimana di passione e nella consapevolezza che il tempo non avrebbe concesso tregua. "L'apertura - spiega Pansa - rientra in un più ampio piano che era già stato ipotizzato quando è sorta l'esigenza di chiudere il sito di stoccaggio delle ecoballe di Taverna del Re". L'entrata in funzione della discarica avverrà in due fasi: nella prima la spazzatura verrà stoccata nella vecchia discarica, utilizzata fino al 1996; nella seconda, la spazzatura, che subirà un processo di tritovagliatura finirà in un invaso che ha una capacità di un milione e centomila metri cubi. Napoli mediamente produce circa 1600-1800 tonnellate di rifiuti al giorno. E Pansa non esclude che nell'invaso possano essere smaltiti anche rifiuti di comuni confinanti con lo stesso quartiere di Pianura. Il prefetto di Napoli, che ha al suo fianco in conferenza stampa il nuovo commissario Umberto Cimmino, sottolinea come, "diversamente da quanto si pensava, e forse qualcuno voleva per poter radicalizzare lo scontro, non ci sono stati incidenti, anzi si sta dialogando". In realtà, a Pianura la tensione è altissima sin dalla notte scorsa quando gli abitanti del quartiere hanno incendiato un autobus mentre la polizia apriva un varco ai tecnici e alle ruspe che prendevano possesso dell'area per attrezzarla a discarica. E tutta la giornata di ieri è stata un susseguirsi di proteste: tangenziale bloccata, cortei e, in serata, i manifestanti bloccano l'uscita impedendo ai camion di lasciare il sito. I più arrabbiati aggrediscono verbalmente gli agenti e qualcuno lancia pure petardi. Poi, il clima si è disteso. Ma ormai la linea è tracciata. Pianura riaprirà. "La sua apertura è necessaria per rendere autonoma Napoli - ribadisce il prefetto Pansa - e quell'area è l'unica di dimensioni tali da poterci consentire un'operazione di questo genere". La discarica sarà attiva fin quando non entrerà in esercizio il termavalorizzatore di Acerra. "All'inizio del 2009", è la previsione di Pansa. Ma il prefetto assicura che Pianura sarà ricompensata con opere di riqualificazione ambientale (saranno bonificate anche alcune discariche abusive) e con iniziative sociali che possano anche garantire sbocchi occupazionali. Il prefetto prova a tranquillizzare anche l'Unione Europea che ha accusato il governo italiano di non aver rispettato gli impegni. "Mi dispiace - spiega Pansa -. Ero stato a Bruxelles per illustrare il piano per uscire dall'emergenza. La Ue si è spaventata non per quello che non stiamo facendo ma per le immagini che trasmette la tv. Bruxelles ritiene che il piano sia saltato. Non è così".

 

 

 

 

ROMA- L'emergenza rifiuti a qualcuno ricorda il post-terremoto. Sono almeno (sezione: Monnezze)

( da "Messaggero, Il" del 04-01-2008)

Di RITA DI GIOVACCHINO ROMA- L'emergenza rifiuti a qualcuno ricorda il post-terremoto. Sono almeno 13 anni, che tra un blocco stradale e l'occupazione di una discarica, a Napoli piovono soldi. "C'è un vero e proprio blocco sociale che campa sulla monnezza, dai manager ai lavoratori socialmente utili. Un magma che riesce a contenere clientelismo, malavita e illegittimità amministrative", dice Roberto Barbieri, dell'Unione, presidente della Commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti. Ma il business non è finito: in Campania, da qui al 2013, dovrebbero arrivare 20 miliardi di euro da destinare alla bonifica. Napoli, ringraziando Dio, vive di emergenza e la camorra, di fronte a questo fiume di denaro, non può certo farsi da parte. Tanto che ormai la chiamano Ecocamorra, nel senso che l'organizzazione criminale è diventata un punto fisso del circuito affaristico che ruota attorno ai problemi ambientali. Il suo ruolo è contribuire ad alimentarli e impedire di risolverli. Infiltrazioni camorriste sono state individuate in molte strutture ambientaliste, come la Eco 4, coinvolta nella della prima retata sullo smaltimento dei rifiuti quando, la scorsa primavera, l'inchiesta della Procura lambì addirittura il vertice dell'Alto Commissariato con l'arresto di Claudio Di Biasio. La camorra non è solo omicidi, anzi quando gli affari vanno bene le pistole tacciono e quello dei rifiuti è un circuito ben oleato, in grado di produrre consensi anche elettorali "purchè non si tocchino gli interessi". Forse per questo che l'"emergenza" rifiuti rischia di diventare stabile. Il business dei rifiuti gestito dalla camorra sembra percorrere in senso inverso quello della normale spazzatura. Mentre quest'ultima viene accolta dal Piemonte alla Sicilia (rifutata soltanto dal Veneto leghista) quando il fetore si fà più insopportabile, le balle di rifiuti tossici arrivano a Napoli dal Nord Italia e dall'Europa e vengono scaricate nelle discariche illegali, più spesso ormai a cielo aperto. Scrive Roberto Saviano, nel libro inchiesta che gli ha procurato tanto successo e tanti guai, che negli ultimi 4 anni un milione di tonnellate di rifiuti è stato sversato a Santa Maria Capua Vetere, altre 18 mila tonnellate sono partite da Brescia e smaltite tra Napoli e Caserta. C'è chi va e c'è chi viene. Secondo i dati di un'indagine di Ecomafia-Italia nella tasche dei clan nello stesso periodo sarebbero finiti 44 miliardi di euro. "Tanto di cappello alla camorra che per prima ha capito che con i rifiuti si fanno i soldi", dice padre Alex Zanotelli che pochi giorni fa era tra i manifestanti caricati dalla polizia a Giugliano. "Ma lo dobbiamo dire- incalza- che la camorra non fa tutto da sola, prima ha agito con la complicità degli industriali del nord, poi con il silenzio assenso delle istituzioni". Il sistema, o' sistema, è complice, dice Don Alex. Non deve stupire, se ad alimentare le centinaia di fuochi di queste notti non siano solo gli avanzi delle case napoletane, ma le sostanze tossiche che vengono smaltite in fretta approfittando della confusione. Non deve stupire se nel latte delle pecore campane è stata trovata una quantità di diossina pari a 13 volte la media nazionale.

 

 

 

 

Il dieci per cento degli illeciti in Campania (sezione: Monnezze)

( da "Tempo, Il" del 04-01-2008)

Nonostante l'emergenza, in Campania la produzione dei rifiuti urbani è in leggera flessione. In base a una proiezione, secondo la direzione controllo flusso rifiuti dell'Arpac, la produzione al 2007 si attesta tra i 2,7 e i 2,8 milioni di tonnellate di rifiuti urbani; era di 2 milioni e 806 mila nel 2005. Home Interni Esteri prec succ Contenuti correlati Video sexy, ministro malesiano si dimette Rave di Capodanno, 4 giorni tra musica e droga Musharraf rinvia il voto. "Bhutto, un vero martirio" La Spagna snobba il professore Trastevere, disabile "ostaggio" dei vigili Il Tocai non c'è più, senza nome dal 2008 Rispetto al pro-capite si registra una riduzione: 435 kg l'anno a testa (sotto la media nazionale) rispetto ai 485 del 2005. Meno produzione ma tre nodi caldi in Campania: rischi per la salute, ecomafie e bassa raccolta differenziata. Sono 32 i comuni campani a maggior rischio ambientale, la maggior parte dei quali con mortalità generale e per tumori elevata (27 risultano a maggior rischio di tumori negli uomini e nelle donne), localizzati tra le province di Caserta e di Napoli, e inclusi nei siti di bonifica litorale domizio flegreo e agro aversano. Secondo l'ultimo rapporto Ecomafia di Legambiente, in tutta Italia sono 4.409 gli illeciti nel ciclo dei rifiuti accertati nel 2006, di cui il 10,2% (448) solo in Campania, che vede crescere i reati in questo settore. 04/01/2008.

 

 

 

 

Politici e cassonetti (sezione: Monnezze)

( da "Corriere.it" del 04-01-2008)

I conti del commissariato Politici e cassonetti Dal 1994 due miliardi sprecati. Si potevano costruire non uno, ma quindici inceneritori Abbiamo capito di chi è la colpa dell'emergenza rifiuti: dei napoletani e degli altri cittadini della Campania. Colpa loro se le discariche sono stracolme. Colpa loro se gli inceneritori non si fanno. Colpa loro se la spazzatura da 14 anni divora, insieme alla salute della gente, anche miliardi di euro.Dal febbraio 1994, quando il dramma si è trasformato in "emergenza", quindi in un clamoroso affare economico, sono stati polverizzati 2 mila milioni: sarebbero bastati per farne non uno, ma 15, di inceneritori. Negli anni erano stati accumulati debiti per 557 milioni di euro. Dei soldi spesi per esportare i rifiuti in Germania dove vengono bruciati a nostre spese per produrre energia, poi, si è perso il conto. Si sa soltanto che Ecolog, divisione delle Fs che gestisce l'affare, avanza dal commissariato di governo qualcosa come 54 milioni di euro. L'export di spazzatura doveva durare qualche settimana: dura da sette anni. E ora si sta pensando di mandare ai tedeschi non 2 mila, ma più di 4 mila tonnellate al giorno. Cioè, il 60% di tutta la spazzatura della Campania per il modico prezzo di un milione di euro ogni 24 ore. Ebbene, i cittadini sono gli unici che hanno pagato per tutto questo. E i responsabili tecnici, i consulenti, i politici? Qualcuno ha perso il posto? Qualcuno ha dovuto rinunciare all'incarico? Una carriera politica, almeno una, è finita? Macché. Fra cassonetti incendiati, richieste di dimissioni e indagini giudiziarie, che coinvolgono dal presidente della Regione Antonio Bassolino fino all'ultimo presidente di consorzio di rifiuti, per esempio quello di Napoli 3 Mimmo Pinto (proprio lui, lo storico leader dei disoccupati organizzati di Napoli), si va avanti come se niente fosse. IERVOLINO: "NESSUNA RESPONSABILITA'" - Candidamente, il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino ha inaugurato l'anno così: "Sull'emergenza il Comune di Napoli non ha alcuna responsabilità e nessuna competenza. Spetta al commissario di governo trovare le soluzioni ". La croce finisce allora sulle spalle di Umberto Cimmino, vice del prefetto di Napoli Alessandro Pansa, commissario prima di lui. Pansa aveva rilevato Guido Bertolaso, che a sua volta aveva sostituito Corrado Catenacci, voluto da Bassolino, già commissario per quasi quattro anni. Quattro anni: più di Andrea Losco. Più di Antonio Rastrelli alla presidenza della Regione. Più di Umberto Improta, il primo commissario dell'emergenza rifiuti. Il commissariamento fu deciso dal governo di Carlo Azeglio Ciampi, di cui era ministro dell'Interno Nicola Mancino, presidente del Senato e ora vicepresidente del Csm. Decisione confermata dal governo di Lamberto Dini, ministro dell'Interno Antonio Brancaccio. Poi da quello di Romano Prodi, ministro Giorgio Napolitano, ora capo dello Stato e autore di due vibranti appelli. Quindi da quello di Massimo D'Alema, ministro Rosa Russo Iervolino. Da quello di Giuliano Amato, ministro Enzo Bianco. Da quello di Silvio Berlusconi, ministro Giuseppe Pisanu. E dal governo Prodi, ministro Amato. Rosa Iervolino è sindaco di Napoli dal 2001. All'epoca, presidente della Regione e commissario del governo era Bassolino, e c'era chi sperava che l'emergenza avesse le ore contate. Il 12 maggio del 2003 il sindaco proclamava: "Ci stiamo avviando alla normalità". Otto mesi più tardi: "Abbiamo qualche problema, ma da noi mafie non esistono ". Due anni dopo: "Napoli deve avere il termovalorizzatore". Sette mesi fa: "Napoli non avrà un suo termovalorizzatore ". Il 21 maggio 2007: "La situazione è tragica". Il 30 maggio: "L'emergenza a Napoli è chiusa". Il 10 luglio, dopo che l'ambasciatore Usa aveva messo in allarme i turisti americani: "Dichiarazioni inopportune. La città è pulita e i cumuli di rifiuti non ci sono più". Augurandosi infine, giusto prima delle feste, "un Natale senza immondizia". Eletta nel 2001 sindaco di Napoli con il 52,9% dei voti, Rosa Iervolino è stata confermata nel 2006 con il 57% delle preferenze. BASSOLINO: "NON SONO STATO IO A DECIDERE" - Non che Bassolino sia stato da meno. Memorabile una sua dichiarazione del 2005: "Quando sono arrivato alla Regione il piano rifiuti c'era già. A decidere non sono stato io. Tutte le scelte più importanti erano state già fatte". Eletto sindaco di Napoli nel dicembre 1993, superando Alessandra Mussolini al ballottaggio, è stato rieletto nel 1997 con il 72,9%. Eletto poi governatore con il 54,3% delle preferenze, dopo aver gestito per quattro anni l'emergenza è stato riconfermato addirittura con il 61,3%. A chi in quegli anni lo ha coadiuvato nell'incarico di commissario della spazzatura, non è andata peggio: sia pure in sedicesimi. L'ex vicecommissario Massimo Paolucci è al consiglio comunale di Napoli, risultando il più votato dei Ds. L'altro ex vice Ciro Turiello è stato nominato dalla Iervolino amministratore dell'Asia, la società per i rifiuti del Comune di Napoli: l'esperienza conterà pure qualcosa. stampa |.

 

 

 

 

Napoli, 09:37 -NAPOLI: MANICHINI DI BASSOLINO E IERVOLINO IMPICCATI (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica.it" del 04-01-2008)

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Rifiuti, notte difficile Bruciati 4 autobus Impiccati 20 manichini (sezione: Monnezze)

( da "Giornale.it, Il" del 04-01-2008)

Di Redazione - venerdì 04 gennaio 2008, 10:05 Napoli - Quattro autobus dell'Anm, l'azienda di mobilità napoletana, sono stati incendiati nel corso della notte in via Montagna Spaccata, una delle strade che conduce alla discarica del quartiere Pianura, a Napoli. I quattro mezzi erano stati assaltati nella serata di ieri e messi di traverso lungo la via per impedire il passaggio. Questa notte le ruote sono state forate e i mezzi dati alle fiamme. Numerosi i blocchi stradali. In tutta la provincia di Napoli continua l'emergenza roghi: 40 gli interventi dei vigili del fuoco sui rifiuti dati alle fiamme. Manichini impiccati Nella notte sono stati sistemati per le vie della città 21 manichini, impiccati, con il nome del sindaco partenopeo Rosa Russo Iervolino e del presidente della Regione Campania Antonio Bassolino. I manichini, ritrovati appesi ai pali della luce e agli alberi, sono stati sistemati nel tratto di strada tra piazza Garibaldi e piazza Nicola Amore, lungo il centralissimo corso Umberto, sede dell'università. Ignoti gli autori del gesto dimostrativo. I manichini erano in pantaloncini e maglietta ed al collo avevano appeso dei cartelli con scritte contro la gestione dei rifiuti da parte del sindaco Rosa Russo Iervolino e il malgoverno della Regione guidata da Antonio Bassolino.

 

 

 

 

Rifiuti, notte difficile Bruciati 4 autobus Impiccati 20 manichini di Redazione - venerdì 04 gennaio... (sezione: Monnezze)

( da "Giornale.it, Il" del 04-01-2008)

Rifiuti, notte difficile Bruciati 4 autobus Impiccati 20 manichini di Redazione - venerdì 04 gennaio 2008, 10:05 Napoli - Quattro autobus dell'Anm, l'azienda di mobilità napoletana, sono stati incendiati nel corso della notte in via Montagna Spaccata, una delle strade che conduce alla discarica del quartiere Pianura, a Napoli. I quattro mezzi erano stati assaltati nella serata di ieri e messi di traverso lungo la via per impedire il passaggio. Questa notte le ruote sono state forate e i mezzi dati alle fiamme. Numerosi i blocchi stradali. In tutta la provincia di Napoli continua l'emergenza roghi: 40 gli interventi dei vigili del fuoco sui rifiuti dati alle fiamme. Manichini impiccati Nella notte sono stati sistemati per le vie della città 21 manichini, impiccati, con il nome del sindaco partenopeo Rosa Russo Iervolino e del presidente della Regione Campania Antonio Bassolino. I manichini, ritrovati appesi ai pali della luce e agli alberi, sono stati sistemati nel tratto di strada tra piazza Garibaldi e piazza Nicola Amore, lungo il centralissimo corso Umberto, sede dell'università. Ignoti gli autori del gesto dimostrativo. I manichini erano in pantaloncini e maglietta ed al collo avevano appeso dei cartelli con scritte contro la gestione dei rifiuti da parte del sindaco Rosa Russo Iervolino e il malgoverno della Regione guidata da Antonio Bassolino.

 

 

 

 

Eco-balle da 14 anni (sezione: Monnezze)

( da "Giornale.it, Il" del 04-01-2008)

Proclami e illusioni: 14 anni di eco-balle di Gabriele Villa - venerdì 04 gennaio 2008, 07:00 "Sulla spazzatura rischio di perdere la mia credibilità": Antonio Bassolino, agosto, 2007, Napoli. Italia. Pianeta Terra, non Marte né Saturno. Ma dove è stato Bassolino fino ad oggi? Ma quante cose avrebbe dovuto e potuto fare e non ha fatto Bassolino in tutti questi anni? La sua credibilità? Forse solo scavando tra scarpe vecchie, ossa di pollo e bucce di banana si può ancora trovarne traccia. Promesse, dichiarazioni d'intenti. Assicurazioni. Parole in libertà. Che, in quattordici anni, giorno dopo giorno, sono andate ad ammonticchiarsi una sopra l'altra. Stratificandosi esattamente come i rifiuti che stanno soffocando la Campania. è dal 1994 che i cassonetti di Napoli e dintorni traboccano. è dal 1994 che i politici di turno, sempre gli stessi (hanno solo cambiato posto come nel gioco antico della sedia) regalano proclami e certezze. E restando miracolosamente con la testa fuori dalla mondezza inanellano perle di un umorismo che potrebbe anche far sorridere se la situazione non fosse triste. E non c'è niente di peggio che un napoletano triste, diceva Totò. E pensare che se quelle degli amministratori campani di turno non fossero state solo balle, anzi eco-balle, a Pianura, nuova capitale della monnezza, l'unica raccolta che dovremmo fare oggi sarebbe quella delle palline da golf: una Srixon qui, una Taylor Made là. Sì, perché nel 1996, cioè undici anni fa, la discarica di Pianura avrebbe dovuto diventare un pregevole course nell'ambito di un progetto ambizioso che non è stato completato nemmeno sul tavolo da disegno: diciotto buche da ritagliare attorno al cratere Senga. Sembrava tutto facile. Scacciare la spazzatura con uno swing: geniale. E, nel contempo: risanamento idrogeologico, riqualificazione del sistema viario, parcheggio multipiano, poliambulatorio, parco di 60 ettari, centro congressi. Rosa Iervolino, sindaco di Napoli dal 2001, è una simpaticona. Le sue dichiarazioni sulla spazzatura, che tracima dappertutto, tranne che nel suo ufficio, hanno sempre messo i napoletani di buonumore. è il 12 maggio del 2003 quando il sindaco rivela: "Ci stiamo avviando alla normalità". Otto mesi più tardi si corregge: "Abbiamo qualche problema". Il 21 maggio del 2007 corregge la correzione e ammette: "La situazione è tragica". Ma poi, nove giorni dopo, ritrova il suo ottimismo: "L'emergenza a Napoli è chiusa". A onor del vero gli fa compagnia anche il neo (all'epoca) commissario per l'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso, che il 22 maggio annuncia: "In dieci giorni risolvo tutto". Qualche tempo dopo verrà aggredito dai manifestanti del no-discarica. Inferociti.

 

 

 

 

Rifiuti, 4 bus bruciati a Napoli e 21 manichini impiccati con il nome di Bassolino e del sindaco Iervolino (sezione: Monnezze)

( da "Rai News 24" del 04-01-2008)

Napoli | 4 gennaio 2008 Rifiuti, 4 bus bruciati a Napoli e 21 manichini impiccati con il nome di Bassolino e del sindaco Iervolino I roghi tra i cumuli di spazzatura Quattro autobus del servizio di trasporto pubblico bruciano a Napoli, a Pianura nel quartiere assediato per scongiurare l'apertura della discarica in contrada Pisani. Si tratta di alcuni mezzi di trasporto utilizzati già nella serata di ieri per bloccare la circolazione stradale in via montagna spaccata, a largo Russolillo. Questa mattina sono stati trovati a Napoli 21 manichini impiccati che recavano il nome del presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, e del sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino. I manichini erano poizionati lungo il tratto di corso Umberto I che va da piazza Garibaldi a piazza Nicola Amore, nei pressi dell'abitazione del sindaco. Sul fatto indaga la Digos della Questura partenopea. A causa dell'emergenza rifiuti a Pianura e per garantire la sicurezza e l'incolumità dei suoi dipendenti e degli utenti, l'Azienda napoletana mobilità (Anm) ha previsto da oggi alcune variazioni alle tratte urbane dei mezzi di trasporto pubblico e ha soppresso le linee C11 e C14. Agli autobus erano state bucate le ruote da un gruppo di manifestanti, che avevano tra l'altro lanciato un estintore e alcuni sassi contro una automobile dei carabinieri in transito, danneggiandola. Sul posto sono intervenuti, per spegnere il rogo, i vigili del fuoco con due squadre e due autobotti e la polizia che sta presidiando il quartiere dall'alba di ieri. La situazione è tranquilla, invece, all'ingresso della discarica, mentre in tutta la provincia di Napoli continua l'emergenza roghi: dalle 20 di ieri sera i vigili del fuoco segnalano, fino da ora, quaranta interventi sui rifiuti dati alle fiamme.

 

 

 

 

E il 14 gennaio parte il processo a o governatore (sezione: Monnezze)

( da "Padania, La" del 04-01-2008)

BASSOLINO KO E il 14 gennaio parte il processo a o governatore È fissata per il prossimo 14 gennaio, dopo il rinvio dello scorso 26 novembre, l udienza preliminare per quello che potrebbe trasformarsi nel processo dell anno sullo scandalo della gestione dello smaltimento dei rifiuti in Campania. E per evitare ulteriori rallentamenti il Tribunale di Napoli ha già calendarizzato le successive udienze per i prossimi due mesi. Tra i 28 imputati c è anche il governatore campano Antonio Bassolino in qualità di commissario per l emergenza dal 2000 al 2004. Le ipotesi di reato sono pesanti: truffa aggravata e continuata, frode nelle pubbliche forniture, abuso d ufficio. In sostanza, secondo gli inquirenti, l Ati - affidataria dell appalto per la gestione dello smaltimento dei rifiuti - non ha rispettato il contratto, e il commissariato per l emergenza, nel periodo della gestione Bassolino, glielo ha lasciato fare. La conseguenza sono le tonnellate di ecoballe di cdr scadente mai smaltite, per l assenza degli inceneritori, e la necessità, sempre temporanea e mai risolta, di nuovi siti di stoccaggio: vere discariche per tamponare l emergenza nelle strade, aperte con ordinanze firmate dal governatore. Che poi, a partire dal 2001, è sempre il solito Bassolino. E secondo i pm quell emergenza nelle strade è stata talvolta addirittura provocata dalle stesse società per fare pressione sul commissariato. Insomma un impianto accusatorio imponente che viene mantenuto anche nell ordinanza del gip Rosanna Saraceno, che a giugno dell anno scorso, ha disposto il sequestro di 750 milioni di euro del patrimonio del gruppo e delle controllate Fibe, Fibe Campania e Fisia Italimpianti, riconducibili in parte ad Impregilo i cui ex vertici Pier Giorgio e Paolo Romiti sono imputati nel processo insieme con Bassolino. Parte civile si è già costituita la Regione e così si preparano a fare la stragrande maggioranza dei Comuni della Campania. I. G. [Data pubblicazione: 04/01/2008].

 

 

 

 

PRODI: RIFIUTI, VERGOGNA INTOLLERABILE (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (City)" del 04-01-2008)

Il premier al Mattino dopo il richiamo europeo: governo in campo. Telefonata con Napolitano Prodi: rifiuti, vergogna intollerabile Scoppia la guerriglia per la riapertura di Pianura. Bassolino e Iervolino divisi "Una vergogna intollerable". Così Romano Prodi ha definito la situazione rifiuti in Campania. Il premier al Mattino: "Bisogna porre fine all'emergenza". Prodi, che si è sentito telefonicamente con il capo dello Stato ieri a Capri, è sceso in campo con decisione per richiamare tutti alle proprie responsabilità e porre fine a quella che è un'emergenza che coinvolge tutta l'Italia. Ieri, intanto, altra giornata drammatica a Napoli e in Campania con i cumuli d'immondizia che hanno toccato i primi piani dei palazzi, con i roghi che continuano a diffondere diossina e con l'ultimo dei sei impianti di Cdr ancora in funzione che ha chiuso. E, mentre Bassoliono e Iervolino si mostrano divisi sulla gestione dell'emergenza, è scoppiata la guerriglia per la riapertura della discarica a Pianura, dove la tensione è altissima. La giornata di ieri è stata un susseguirsi di momenti drammatici con gli abitanti del quartiere che hanno prima incendiato un autobus e poi bloccato la tangenziale. DE CRESCENZO, MAINIERO E P. RUSSO PAGG. 2, 3 E IN CRONACA La protesta degli abitanti del quartiere di Pianura.

 

 

 

 

PRODI: RIFIUTI, VERGOGNA INTOLLERABILE (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Circondario Nord)" del 04-01-2008)

Il premier al Mattino dopo il richiamo europeo: governo in campo. Telefonata con Napolitano Prodi: rifiuti, vergogna intollerabile Scoppia la guerriglia per la riapertura di Pianura. Bassolino e Iervolino divisi "Una vergogna intollerable". Così Romano Prodi ha definito la situazione rifiuti in Campania. Il premier al Mattino: "Bisogna porre fine all'emergenza". Prodi, che si è sentito telefonicamente con il capo dello Stato ieri a Capri, è sceso in campo con decisione per richiamare tutti alle proprie responsabilità per porre fine a quella che è un'emergenza nazionale. Ieri, intanto, altra giornata drammatica a Napoli e in Campania con i cumuli d'immondizia che hanno toccato i primi piani dei palazzi, con i roghi che continuano a diffondere diossina e con l'ultimo dei sei impianti di Cdr in funzione che ha chiuso. E, mentre Bassoliono e Iervolino si mostrano divisi sulla gestione dell'emergenza, è scoppiata la guerriglia per la riapertura della discarica a Pianura. La giornata di ieri è stata un susseguirsi di momenti drammatici con gli abitanti del quartiere che hanno prima incendiato un autobus e poi bloccato la tangenziale. DE CRESCENZO, MAINIERO, PAPPALARDO, P. RUSSO E VASTARELLA PAGG. 2, 3, 32, 33 E 34 La protesta degli abitanti del quartiere di Pianura.

 

 

 

 

Rifiuti, emergenza a Napoli Napolitano: "Sono allarmato" (sezione: Monnezze)

( da "Giornale.it, Il" del 04-01-2008)

Di Redazione - venerdì 04 gennaio 2008, 14:12 Napoli - Quattro autobus dell'Anm, l'azienda di mobilità napoletana, sono stati incendiati nel corso della notte in via Montagna Spaccata, una delle strade che conduce alla discarica del quartiere Pianura, a Napoli. I quattro mezzi erano stati assaltati nella serata di ieri e messi di traverso lungo la via per impedire il passaggio. Questa notte le ruote sono state forate e i mezzi dati alle fiamme. Numerosi i blocchi stradali. In tutta la provincia di Napoli continua l'emergenza roghi: 40 gli interventi dei vigili del fuoco sui rifiuti dati alle fiamme. Manichini impiccati Nella notte sono stati sistemati per le vie della città 21 manichini, impiccati, con il nome del sindaco partenopeo Rosa Russo Iervolino e del presidente della Regione Campania Antonio Bassolino. I manichini, ritrovati appesi ai pali della luce e agli alberi, sono stati sistemati nel tratto di strada tra piazza Garibaldi e piazza Nicola Amore, lungo il centralissimo corso Umberto, sede dell'università. Ignoti gli autori del gesto dimostrativo. I manichini erano in pantaloncini e maglietta ed al collo avevano appeso dei cartelli con scritte contro la gestione dei rifiuti da parte del sindaco Rosa Russo Iervolino e il malgoverno della Regione guidata da Antonio Bassolino. Napolitano allarmato "Sono allarmato, non sono preoccupato per la situazione dei rifiuti a Napoli". Così il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, risponde ai cronisti uscendo da un bar della piazzetta di Capri. "Penso che il governo prenderà un'iniziativa al massimo livello. Io - continua il Capo dello Stato - mi sono trovato d'accordo con il presidente del consiglio, il ministro degli Interni e dell'Ambiente che ci sia una assunzione di responsabilità precise per sbloccare questa situazione". Camion bruciati Continuano le intimidazioni alla ditta responsabile dei lavori di rimessa in opera della vecchia discarica di Contrada Pisani, a Napoli. Secondo quanto si è appreso da fonti della prefettura, tre camion dell'impresa sono stati bruciati. L'azienda ha rinnovato la richiesta di assicurazioni per poter proseguire i lavori. Se l'intervento della ditta non sarà ancora interrotto entro 24-36 ore la discarica di Pianura-Contrada Pisani potrebbe entrare in funzione ed accogliere le decine di migliaia di ecoballe che sono al momento stoccate in depositi provvisori.

 

 

 

 

Napolitano su rifiuti: sono allarmato (sezione: Monnezze)

( da "AudioNews.it" del 04-01-2008)

15.06 Cronaca Napolitano su rifiuti: sono allarmato 13.40: Sono allarmato, non sono preoccupato, penso che l'esecutivo prenderà iniziative al massimo livello. Così il Presidente Napolitano, da Capri, sull'emergenza rifiuti a Napoli dove continua il presidio contro la riapertura della discarica di Pianura. In tutta la Campania c'è bisogno di una grande e ferma unità delle istituzioni, la posizione espressa, poco fa, in una nota da Palazzo Chigi. All'attacco il centrodestra che chiede le dimissioni del governatore Bassolino e del sindaco Iervolino.

 

 

 

 

RIFIUTI: FORMISANO, E' BASSOLINO IL MAGGIORE RESPONSABILE (sezione: Monnezze)

( da "Asca" del 04-01-2008)

(ASCA) - Roma, 4 gen - ''Idv non pensa che l'intera classe dirigente politica campana sia collusa con la camorra. Chi afferma cio' commette un errore e, soprattutto, non conosce la realta' napoletana. Quel che e' avvenuto e sta avvenendo sui rifiuti e' la somma di incapacita' e sottovalutazioni, che hanno anche potuto determinare qualche smagliatura che ha consentito alla camorra di infiltrarsi. E' del tutto evidente che si tratta di responsabilita' politiche per le quali noi dell'Italia dei valori abbiamo da tempo richiesto e, finalmente, ottenuto una riunione del centrosinistra campano sull'allentamento della tensione morale che avevamo gia' denunciato''. E' quanto afferma il senatore Nello Formisano, capogruppo dell'Italia dei Valori a palazzo Madama. Sulla querelle Bassolino-Iervolino, tiene a precisare Formisano ''abbiamo le idee chiare. Non si possono accumulare in alcun modo le due responsabilita', essendo oggettivamente evidente che chi ha il ruolo di governo della coalizione in Campania ed e' stato anche commissario straordinario governativo per i rifiuti ne porta il peso maggiore, se non esclusivo. Questo, per quanto attiene alla polemica politica. Per quanto riguarda, invece, la necessita' di fare fronte all'emergenza, noi dell'Italia dei valori - conclude Formisano - abbiamo gia' avanzato alcune proposte per la realizzazione delle quali useremo tutto il nostro peso politico''. red-njb/mcc/rob (Asca).

 

 

 

 

Rifiuti, manichini impiccati a Napoli (sezione: Monnezze)

( da "ADN Kronos" del 04-01-2008)

Rimossi dalla polizia, i 21 fantocci erano stati appesi sopra cumuli di spazzatura in corso Umberto con corde al collo e listati a lutto. Su dei cartelli slogan contro Bassolino e la Iervolino in cui si denuncia l'emergenza spazzatura, la disoccupazione e il costo della vita. Dietro alla protesta il 'Circolo territoriale di Alleanza nazionale Mercato e Pendino'. Palazzo Chigi: ''C'è bisogno di grande e ferma unità delle istituzioni''. Partecipa al forum ascolta la notizia leggi i commenti commenta 2 vota 3 tutte le notizie di CRONACA Napoli, 4 gen. (Adnkronos/Ign) - Nuova notte di proteste a Pianura, quartiere di Napoli, con quattro bus messi di traverso lungo la strada e poi dati alle fiamme e atti di teppismo contro una pattuglia dei carabinieri. E oggi una nuova provocazione: ventuno manichini 'impiccati' sono stati trovati dalla polizia in corso Umberto I, nel centro della città. Sui fantocci cartelli con slogan contro il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino e il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino. I manichini avevano delle corde al collo, dei cartelli legati e in qualche caso erano listati a lutto. Sotto ad ognuno di essi cumuli di spazzatura. Rimossi dalla polizia, i fantocci erano alti poco più di un metro e mezzo ed erano appesi agli alberi che costeggiano i due lati di corso Umberto. L'iniziativa di protesta è riconducibile a Alleanza nazionale. Ai piedi di ognuno di questi fantocci, infatti, vi è la firma del 'Circolo territoriale di Alleanza nazionale Mercato e Pendino' e del blog del consigliere provinciale Luigi Rispoli. "Con questi manichini vogliamo denunciare la situazione di sofferenza che sta vivendo questa città - ha detto Rispoli all'ADNKRONOS - non c'è solo il problema della spazzatura che in questo momento è il più evidente ma anche il dramma abitativo, la disoccupazione, la sicurezza". Sui cartelli è stato scritto: 'Addio a stu munno 'e munnezza'; 'Non c'è che dire, proprio un bel rinascimento: più duri ancora e questa mia città va alla malora'. E ancora: 'Bassolino tene ddie famiglia. Mastella ne tiene una sola però è numerosa. Ma a mia chi ce penza?'; 'Pe mezza 'e Prodi nun arrivo a fine mese' ('per colpa di Prodi con i soldi non arrivo a fine mese'); 'Vedite 'a fine ch'aggio fatto. Vulite campa' bbuono? Levateve a tuorno Rosa Russo Bassolino'.

Emergenza rifiuti, la protesta continua Napolitano: "Interverrà il governo" In corso Umberto i fantocci "impiccati" contro Bassolino e Iervolino (La Repubblica del 4-1-2008)

Il capo dello Stato: "Daccordo con Prodi per intervento al massimo livello" Palazzo Chigi: "Condiviso appello prefetto, serve unità delle istituzioni"
A Pinura ancora tensioni, nella notte bus incendiati e strade occupate

NAPOLI - E' ancora alta la tensione nel quartiere napoletano di Pianura, dopo l'ennesima notte di protesta con autobus dati alle fiamme e blocchi stradali per scongiurare la riapertura della discarica in contrada Pisani. Continua l'emergenza roghi in tutta la provincia di Napoli: nella notte i vigili del fuoco hanno effettuato cinquanta interventi, le aree più colpite sono quelle della zona vesuviana e di quella flegrea, meno grave la situazione nella periferia napoletana.

Napolitano "allarmato". Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si dice "non preoccupato, ma "allarmato": "Penso che il governo prenderà un'iniziativa al massimo livello. Sono d'accordo con il presidente del Consiglio e con i ministri di Interni e Ambiente - ha detto il capo dello Stato - sul fatto che ci sia un'assunzione di responsabilità precisa per sbloccare questa situazione".

Palazzo Chigi: "Unità delle istituzioni". In una nota Palazzo Chigi si dice d'accordo con le parole del prefetto di Napoli, richiama alla "grande e ferma unità delle istituzioni a sostegno delle azioni, ineludibili e necessarie, intraprese sul fronte dei rifiuti", parla di "gruppi estremisti" che "hanno cercato e cercano di alzare barricate di dissenso" e di "radicata sfiducia dei cittadini", e sottolinea che il governo "fa sua la garanzia che ciascuno dei siti, a partire da Pianura, sia rigorosamente destinato all'autosufficienza locale".

Fantocci "impiccati". Questa mattina in corso Umberto I, a Napoli, sono stati trovati 21 manichini impiccati con scritte contro il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, e il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino. I pupazzi pendevano lungo il tratto che va da piazza Garibaldi a piazza Nicola Amore, nei pressi dell'abitazione del sindaco. Sulla vicenda indaga la Digos. I fantocci recavano cartelli contro la gestione dell'emergenza, la disoccupazione, l'aumento del costo della vita ed episodi di malgoverno della città e della Regione. Una protesta simile era avvenuta a Roma due anni fa, contro sfratti e caro-mutui.

Disagi a pianura. Intanto a Pianura sono stati rimossi gli autobus del servizio pubblico, con le ruote forate, che i manifestanti avevano messo sulla strada per bloccare la circolazione presso la rotonda Russolillo e che nella notte erano stati incendiati. Si registrano ancora disagi per la circolazione, e non è stata ripristinata la linea pubblica C12 che serve la zona. I cittadini diretti verso il centro di Napoli raggiungono a piedi il vicino quartiere di Soccavo, da dove possono viaggiare con i treni della Cumana e con altri autobus.

Presidio alla discarica. A presidiare l'ingresso della discarica sono rimasti pochi manifestanti, con i poliziotti che controllano l'area. Una ventina di persone ha trascorso la notte sul lato ingresso che confina con il parco degli Astroni. Sono rimasti all'interno del sito di stoccaggio i camion inviati, per l'emergenza, dal commissariato di governo, che erano riusciti a entrare all'alba di ieri, con un blitz, nella zona scelta per stoccare i rifiuti.

Danni al commercio. La protesta danneggia le attività commerciali. Numerosi negozi sono rimasti chiusi e per la spesa i cittadini della zona devono recarsi altrove. Lungo via Montagna Spaccata, sul selciato, ci sono ancora cumuli di spazzatura che intralciano la circolazione delle auto.

Il bilancio. Finora a Pianura non ci sono stati scontri. Il bilancio di ieri si è chiuso con un lancio di petardi contro gli agenti - nessuno si è fatto male - un'automobile dei carabinieri colpita da un estintore e da sassate, oltre ai quattro autobus dell'Azienda napoletana mobilità dati alle fiamme. Dopo le dirette Rai si è assistito anche a uno scontro verbale con i giornalisti, finito con qualche pugno e con qualche oggetto contundente contro il pulmino della Rai.

(4 gennaio 2008)


 

 

 

 

Ecoballe in libertà. A Napoli si paga il 40% in più di tassa sui rifiuti per essere la città più sporca d'Italia. FLAVIA AMABILE (La Stampa del 4-1-08)

Due miliardi di euro sono stati polverizzati in questi anni dall'Unione Europea, altri 1,8 miliardi  li ha spesi l'Italia solo per mantenere aperte le sedi e garantire gli stipendi di coloro che dovevano fronteggiare l'emergenza e il risultato è questo: tra le 1000 e le 1200 tonnellate di rifiuti non raccolti e ammonticchiati un po' ovunque nelle strade di Napoli. E tredici anni di commissariamento, pari a otto commissari succedutisi uno dietro l'altro. Senza che sul problema si intraveda minimamente la via d'uscita.
Un fallimento? Molto di più. Da sette anni la Campania esporta quotidianamente in Germania il 30% della propria spazzatura: 2.000 tonnellate, per un costo di 500.000 euro al giorno. Napoli è senza dubbio la città più sporca d'Italia ma i napoletani pagano il 40% in più rispetto alla media nazionale come tassa sui rifiuti. Ormai, stando ai dati Apat, la Campania rappresenta da sola il 43% del territorio italiano inquinato dallo smaltimento scriteriato, o addirittura criminale, della immondizia. Soltanto lo spreco nella raccolta di carta e cartone è costato 102 milioni di euro tra il 1999 e il 2005: spreco in questo caso vuol dire la mancata organizzazione da parte degli enti locali campani di un sistema efficace per la raccolta come avviene ovunque altrove, denuncia il Comieco, il consorzio nazionale per il Recupero e il Riciclo di Imballaggi.
A rendere quasi ridicola questa incapacità di gestire il problema, i napoletani hanno anche iniziato a produrre meno rifiuti. Secondo l'ultimo Rapporto Apat (relativo al 2005) la media di produzione di rifiuti urbani pro capite al Nord era di 533 kg l'anno per abitante, al Centro di 633 kg pro capite e al Sud di 496 kg pro capite. In Campania il dato era di 485 kg, al di sotto media del Mezzogiorno. Sporcano meno, buttano via meno i campani ma continuano a non amare la raccolta differenziata. Nel Nord la quota è del 38,1%, al Centro del 19,4%, al Sud dell'8,7%, con una media nazionale l'Italia del 24,3%. Ma in Campania raggiunge solo il 10,6% e a Napoli si ferma al 7,4%, contro il 35,3% di altre città metropolitane come Torino, il 30,7% di Milano, il 15,3% di Roma, il 12,2 di Bari e l'8,4% di Palermo. 
Prospettive? Non molte. Stanno chiudendo una alla volta tutti i sei impianti di Cdr della Campania per l'impossibilità di far uscire le balle di rifiuti lavorate. Dopo la chiusura del sito di Taverna del Re a Giugliano (Napoli) non esistono grandi alternative per lo stoccaggio di ecoballe. E quindi in città i rifiuti si sono rapidamente accumulati lasciando immaginare come soluzione la riapertura della discarica di Pianura e scatenando una mezza sommossa civile. Esisterebbe un inceneritore, pensato 14 anni fa, insieme ad altri 13. Poi si era scesi a tre. Nel 2003 è iniziata la costruzione in una posizione decisamente infelice, e a oggi ancora non è finito. Anche quando sarà terminato impiegherà 3-4 anni per bruciare soltanto i cinque milioni di ecoballe già accatastate (bombe ecologiche che tra l'altro l'Ue vieterebbe di bruciare perché trattate male). E intanto, delle sette mila tonnellate prodotte ogni giorno, che se ne fa?
'Una situazione di estrema gravità', ha denunciato il procuratore generale della Corte dei Conti Claudio De Rose. La colpa è di una struttura organizzativa 'complessa, duratura, extra ordine, che si affianca a quella ordinaria, bloccandone l'operatività', mentre 'l'avvicendamento continuo dei commissari straordinari con più vice e subcommissari non ha giovato alla continuità dell'azione'. Quindi la Corte punta il dito contro i 'rapporti tra imprenditoria deviata e burocrazia corrotta' e gli enti pubblici, che 'non vanno troppo per il sottile in fatto di appalti e di tutela dell'ambiente, con vantaggio per imprese che provengono dal nulla'. La colpa è di tutti ma il dito è puntanto contro Antonio Bassolino, da anni presidente della Regione ma da metà 2000 a inizio 2004 anche commissario ad acta.
Come denuncia l'ultimo rapporto Ecomafia di Legambiente, in tutta Italia sono 4.409 gli illeciti nel ciclo dei rifiuti accertati nel 2006, di cui il 10,2% (448) solo in Campania, che vede crescere i reati in questo settore.
E' una mission impossible, quella dei rifiuti a Napoli? A Venezia lo stesso tipo di immondizia viene smaltito senza problemi dal più grande impianto europeo di Cdr (Combustibile Derivato dai Rifiuti) che manda in discarica solo il 6% di quello che arriva coi camion e le chiatte. L’impianto si trova in riva alla laguna, ai margini di Marghera. La bolzanina «Ladurner» l’ha costruito (dal primo scavo nel terreno al fissaggio degli interruttori elettrici) in dodici mesi.

 

 

 

 

ARTICOLI DEL 3 GENNAIO 2008

Il silenzio della società civile di Giuseppe Galasso (Il Sole 24 Ore del 3-1-2008)

Il cassonetto dei fallimenti di una classe dirigente di Guido Gentili (Il Sole 24 Ore del 3-1-2008)

"rifiuti, problema dei problemi" monito di napolitano a capri - angelo carotenuto ( da "Repubblica, La" del 03-01-2008)

Pianura, le facce del dolore "condannati alla discarica" - antonio corbo ( da "Repubblica, La" del 03-01-2008)

E an corre a villa rosebery "sciogli comune e regione" ( da "Repubblica, La" del 03-01-2008)

Le soluzioni? La riapertura delle discariche e un comitato di salute pubblica Sodano, presidente commissione Ambiente del Senato: Abbiamo sei milioni di tonnellate di ecoballe che ( da "Unita, L'" del 03-01-2008)

Rischi reali, ma da 14 anni siamo commissariati ( da "Unita, L'" del 03-01-2008)

COLLINE ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 03-01-2008)

Quel campo da golf a diciotto buche è rimasto un sogno ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 03-01-2008)

Dal 1994 due miliardi sprecati Si potevano costruire 15 inceneritori ( da "Corriere della Sera" del 03-01-2008)

Bassolino e Iervolino niente festa in piazza <Erano già pronte le contestazioni> ( da "Corriere della Sera" del 03-01-2008)

SERVE CORAGGIO PER TROPPO TEMPO NON SI è AGITO ( da "Mattino, Il (Caserta)" del 03-01-2008)

La Repubblica dei SOPRANOs ( da "Espresso, L' (abbonati)" del 03-01-2008)

BASTA VETI, è L'ORA DELLE SCELTE IMPOPOLARI ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 03-01-2008)

CHIARA GRAZIANI SAPREMO QUANTA DIOSSINA C'è NELL'ARIA, NEL SANGUE, NEL GRASSO UMAN ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 03-01-2008)

RIFIUTI: PEZZELLA, ALTRO CHE RISORGIMENTO SIAMO POPOLO DELLA MONNEZZA ( da "Asca" del 03-01-2008)

 

 

 

 

Articoli

Il silenzio della società civile di Giuseppe Galasso (Il Sole 24 Ore del 3-1-2008)

Nel western americano c'è sempre il momento della verità in cui l'eroe buono (lo sceriffo o altri) risolve il problema, per lo più assicurando i cattivi alla giustizia e agli stessi cattivi un processo giusto. Quasi sempre, però, l'eroe buono ha intorno a sé la "società civile", che si mobilita spontaneamente, ingaggiando l'eroe per quella lotta, o è mobilitata da lui stesso, che così vince. Sono in molti a rilevare, a Napoli e altrove, che nella incredibile vicenda dei rifiuti nel capoluogo e in Campania questa mobilitazione dei buoni non si è vista.
È verissimo che buona parte della società civile locale è stata saldamente legata al carro del sistema di governo e di potere qui dominante da anni; ma la questione dei rifiuti è di quelle più idonee a rompere qualsiasi malfondata aggregazione politicosociale.
E allora? La società civile non è una nozione astratta. È ciò che nel linguaggio politico corrente si intende, senza scomodare Hegel, Marx o altri, per la "gente" in opposizione al " palazzo", pensando in particolare ai ceti che più operano nel vivo della vita sociale, dentro e fuori delle istituzioni, con le proprie professionalità, culture, capacità gestionali e innovative, nel proprio interesse, come è naturale, ma comprendendo e facendosi un problema anche degli interessi generali. Il legame tra questa società civile e il potere può, tuttavia, far sì che gli interessi generali siano l'ultima delle preoccupazioni, e, quando questo accade, non si abbassa solo il polso della vita morale, poichéne deriva una danno materiale e immediato a tutta la vita sociale, a cominciare dalle sue più immediate e concrete esigenze (e tra l'altrosi rompe pure il legame tra società civile e società comune che è una delle ragioni di maggiore forza della società civile quando è forte).
Accade questo in Campania? Le cose stanno andando in modo da confermare una tale impressione. Eppure, una certa reazione della società civile c'è stata e c'è in varie sedi politiche e non (lo si è visto pure nelle vicende del nascente partito democratico; nella costituzione di parte civile da parte numerosi sindaci nel processo per gli appalti del servizio di eliminazione dei rifiuti per il quale si attende la sentenza del Gip; in varii commenti giornalistici e non). Tratto significativo: la società civile che appariva preziosa e fu decisiva per i trionfi politici degli ultimi anni, adesso, se si muove in senso contrario, non è più buona, agisce inconsultamente,non capisce (nessuno capisce) che i problemi sono " complicati".
Non è questa l'ultima prova dell'arroganza e insensibilità politica dei responsabili (di ogni parte politica) di questo dramma dei rifiuti: non un gesto eloquente, non un'ammissione clamorosa di propria colpa almeno di omissione. Ma proprio per questo ci si attenderebbe un diverso moto di opinione di quella società civile da cui abbiamo preso le mosse. Ci saranno certo, a loro tempo, le elezioni.
Ma intanto Sagunto cade, anzi brucia. E si è a tanto da dover dare ragione e solidarietà anchea chi brucia le montagne dei rifiuti. Può la borghesia di ogni qualificazione, possono le classi medie, spina dorsale della società anche in Campania, limitarsi a cullare in seno le future vendette elettorali? Non lo crediamo, e qualcosa dev'essere fatto o tentato.Fra tante incertezze questo è sicuro.

Il cassonetto dei fallimenti di una classe dirigente di Guido Gentili (Il Sole 24 Ore del 3-1-2008)

Non suoni come un'offesa alla memoria della storia della città o, peggio, ad un invito alla sommossa, che di sommosse, roghi, blocchi stradali e ferroviari ne abbiamo già visti anche troppi.
Però, che Napoli abbia bisogno di uno scatto d'orgoglio civile, come ha scritto ieri sul Sole 24 Ore Giuseppe Galasso, e di rituffarsi in qualche modo in quello spirito “liberatorio” che nel 1943 – le famose Quattro Giornate - la portò ad insorgere contro l'occupazione nazista, questo nessuno lo può ormai ragionevolmente negare.
Quelle migliaia di tonnellate di rifiuti non rimossi che impestano l'aria sono le nuove truppe d'occupazione, il nemico da cacciare. E quell'emergenza irrisolta che assedia Napoli da quattordici anni gettando la città, e con essa l'Italia tutta, nel discredito internazionale, merita ormai ben di più di un'analisi tecnica e politica del problema.
Il tempo delle parole e delle promesse è esaurito. Napoli ogni giorno produce 1.400 tonnellate di rifiuti. La Campania tutta tre milioni ogni anno, che da qualche parte devono pur finire. Bruciati, “recuperati” o messi in una discarica, evidentemente “a norma”. Ma nessuno vuole sul suo territorio gli inceneritori o le discariche, mentre le anime belle di un ambientalismo di “lotta e di Governo” continuano a parlare di prevenzione e raccolta “differenziata”, quasi che il problema dello smaltimento potesse risolversi da solo.
Intanto i rifiuti vengono accatastati dappertutto, magari in attesa che la camorra, seguendo i suoi particolari piani regolatori, favorisca l'apertura di qualche discarica abusiva. Oppure le “ecoballe” prendono la via del Nord, e arrivano fino in Germania o in Romania, dove vengono smaltite a peso d'oro. L'emergenza ha oggi un solo, vero nome: mancanza di discariche legali.
Ma nessuna soluzione può profilarsi all'orizzonte, dopo tre lustri di commissariamenti fallimentari il cui costo reale nemmeno la Corte dei conti è riuscita a quantificare, se a partire da Napoli, dalla sua classe dirigente e dai suoi cittadini non prenderà corpo quello spirito “liberatorio” che le farà dire: «Basta, così non andiamo più avanti».
Le nuove Quattro Giornate? Una sorta di “marcia dei 40mila” in nome di un Mezzogiorno che rifiuta di essere sommerso dai suoi rifiuti (anche la Puglia è commissariata dal 1994, la Calabria dal 1997, la Sicilia dal 1999)? Dove è finito il famoso “Rinascimento napoletano”? Dove sono in questo caso gli industriali che pure in Sicilia, contro il pizzo e la mafia, hanno cominciato ad alzare la testa? Dove sono i sindacati? Dov'è la Chiesa? Dove sono gli “intellettuali”, i professori universitari e non? Dove sono i cittadini che ancora credono nello Stato?
Quanto alle istituzioni pubbliche locali – a partire dal presidente della Regione, Antonio Bassolino, e dal sindaco di Napoli, Rosa Russo Jervolino - non ci chiediamo neppure dove siano. Perché a fronte di questa vergogna che va in onda sulle televisioni di tutto il mondo, esse avrebbero già dovuto prendere atto, da tempo, del loro fallimento. Lasciando le loro poltrone.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, i cui appelli sono caduti nel vuoto, ha ricordato di recente il meridionalista irpino Guido Dorso e le sue “sferzanti” parole sui limiti della classe dirigente del Sud e l'arretratezza culturale della sua stessa società civile. Che piaccia o no, quella di Dorso e della sua “Rivoluzione meridionale” è in buona parte una lezione ancora attuale.
Immaginiamo che belle giornate sarebbero quelle in cui, armati di pale e secchioni, scendessero insieme in piazza bidelli e imprenditori, commercianti e impiegati, sindacalisti e parroci per cominciare a ripulire la città. Di nuovo, Napoli e l'Italia finirebbero sulle tv di tutto il mondo. E sarebbe una festa civile.

"rifiuti, problema dei problemi" monito di Napolitano a capri - angelo carotenuto (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 03-01-2008)

Pagina III - Napoli LA VISITA Il Capo dello Stato incontra Nicolais sull'isola. Avvocato denuncia l'Italia alla Ue "Rifiuti, problema dei problemi" monito di Napolitano a Capri la questione L'immondizia è il problema dei problemi, da esso dipendono gli altri le paure Paure irragionevoli e particolarismi impediscono la soluzione della crisi ANGELO CAROTENUTO DAL NOSTRO INVIATO CAPRI - In vacanza. Ma inseguito dall'ombra nera dei rifiuti. Il problema dei problemi. Ecco cos'è per Giorgio Napolitano questa indomabile scia nera di sacchetti che ancora tengono in ginocchio città e provincia. La città del presidente della Repubblica. Lo chiama così, "il problema dei problemi", coi suoi amici napoletani, durante le numerose telefonate di auguri di Capodanno fatte da Villa Rosebery, la residenza presidenziale che Napolitano tiene occupata solo per 24 ore, senza averla mai lasciata neanche per un minuto. Una toccata e fuga prima di correre verso Capri, dove si tratterrà per qualche giorno. Cumuli e incendi, per il Quirinale, sono diventati un'eccezionalità continua. Davvero troppo per potersi dire ottimista, così si confida Napolitano con le persone a lui più vicine, tra cui gli amici della Fondazione "Mezzogiorno Europa", oggi guidata da Andrea Geremicca. Se non si risolve, questo il senso del ragionamento di Napolitano, qualsiasi altro discorso sul futuro della città rischia di diventare complicato. Neppure dalla sua vacanza in forma privata, il grande assillo dei rifiuti resta fuori. Neppure nei giorni in cui non sono previsti momenti istituzionali, gli incontri di altre occasioni con il sindaco Iervolino o con il governatore Bassolino. Napolitano era già venuto da Roma a Napoli in treno un anno fa, stavolta si sposta a Capri in traghetto. Una normale nave di linea, una poltrona per sé, un'altra per la signora Clio. Saltando il solito aperitivo al Gambrinus, la solita passeggiata in centro, la solita visita a un musei. Ecco le vacanze di Capodanno del presidente, tanta Capri, zero Napoli. Ecco perché nei giorni scorsi dal Quirinale trapelava la notizia che non fosse prevista alcuna visita in città. Un soggiorno in forma privata, ma comunque inseguito dall'ombra dei rifiuti. Non ce sono lungo via Ferdinando Russo, la strada presidenziale che il Comune ha provveduto a sgomberare, togliendo dalla strada non solo i sacchetti d'immondizia, ma addirittura i cassonetti. Ce ne sono, e tanti, nei discorsi e nei pensieri di Napolitano. Dopo aver seguito "attimo per attimo" l'evoluzione della vicenda della discarica di Taverna del Re e le nuove tensioni a Pianura, il presidente ha parlato di rifiuti nel discorso di fine anno. Persino sul molo di Capri, appena sbarcato. Mentre alla signora Clio veniva donato un mazzo di fiori, Napolitano s'è fermato a chiacchierare con il sindaco Lembo che lo accoglieva. "Qui com'è andata?", e si riferiva all'immondizia. "Male, presidente. Ora ne stiamo uscendo, ma dipendiamo troppo dalla terraferma". Viaggio di 50 minuti in traghetto, ospiti della Caremar e nella sala d'onore del comandante. A bordo c'è pure il capogruppo alla Camera di Rifondazione, il napoletano Gennaro Migliore. "Anche tu qui in vacanza?", gli chiede il presidente, al quale vuole stringere la mano una bambina di Torino, Silvia. Applausi in piazzetta, tanta simpatia, nella hall dell'albergo caprese ad attendere il presidente c'è il ministro Nicolais. Un cocktail insieme, chiacchiere in libertà, l'appuntamento per vedersi a cena e approfondire temi seri. Tra cui Napoli tra i rifiuti. "Dobbiamo renderci conto che il sacrificio di qualcuno serve a tutti", sono le parole di Gino Nicolais, assessore nella prima giunta regionale di Bassolino, prima di essere chiamato al governo da Prodi. Un riferimento a Pianura, probabilmente. "Credo che a questo punto - ancora Nicolais - bisogna anche prendere qualche misura impopolare, per cercare di risolvere una situazione che è sotto gli occhi di tutti. Dobbiamo avere più solidarietà tra di noi. Un problema è stato la mancanza di giuste informazioni ai nostri cittadini. è necessario quel consenso condiviso che si verifica in altre parti del mondo su qualsiasi problema importante. A nessuno è consentito fare un passo indietro in questa emergenza acuta, tutti devono dare un mano". Il ministro sa, come del resto Napolitano, del monito giunto dalla Unione europea. "è opportuno che tutti noi lo prendiamo seriamente, cercando di lavorare insieme in questo momento difficoltà. Il governo ha già evitato ai cittadini napoletani una tassa aggiuntiva sull'immondizia". Ora bisogna evitare che sia l'Italia a pagare infrazioni alla comunità europea. Potrebbe farne le spese la Campania in termini di stanziamenti europei e fondi strutturali. Nello scorso mese di giugno, l'apertura del procedimento di infrazione era motivato dalla "cronica crisi dei rifiuti che colpisce Napoli e il resto della regione Campania, dove migliaia di tonnellate di rifiuti si sono accumulate nelle strade e vi sono stati riversamenti in discariche illegali". Alle procedure di infrazione si aggiunge la denuncia in Commissione europea contro lo Stato italiano presentata dall'avvocato Michele Colucci, residente ad Avellino ma domiciliato in Belgio, già membro del Servizio giuridico della Commissione europea. Colucci ricorda i disagi e i danni alla salute che da anni stanno subendo i cittadini di Avellino a causa della crisi rifiuti. Copia della denuncia andrà a Prodi, al Codacons e al sindaco di Avellino, Galasso.

 

 

 

 

Pianura, le facce del dolore "condannati alla discarica" - antonio corbo (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 03-01-2008)

Pagina II - Napoli Pianura, le facce del dolore "Condannati alla discarica" Protesta, tensioni, paura: "Difendiamo i nostri figli" "Una generazione è già malata". Insieme No-global e An Assalto ad un'auto per un equivoco, due interventi degli agenti In duemila sfilano per 4 ore invitando tutto il quartiere a ribellarsi ANTONIO CORBO Quattro ore, una marcia di protesta lenta come una processione. In duemila portano in giro l'ultima speranza. Liberare Pianura dall'incubo di una nuova discarica. Ma Pianura è già una discarica. Tutto il quartiere è sommerso, i rifiuti coprono il marciapiede dove c'è, strozzano strade e piazze. Sette i bambini rassegnati al freddo, alla fatica, alla noia. Le mamme li tirano, li spingono, li mostrano come bandiere di pace. "Chiediamo almeno pietà per loro, sono nati e crescono nell'aria pulita, che futuro hanno se riapre la discarica?", si ribella una donna che ne ha due, una mano sulla carrozzina e l'altra per fumare una sigaretta americana. Butterà la cicca su un cumulo di immondizia, "ha visto che schifo?", domanda sdegnata, e tira avanti, con le sue paure, le sue contraddizioni. Più che una protesta, il corteo è un appello. Una chiamata alle armi. Gli abitanti sono partiti per chiedere aiuto da Montagna Spaccata, dove undici anni fa chiuse la discarica e Antonio Bassolino annunciò un campo di golf. Il centro del quartiere, con i suoi 54mila abitanti censiti ma molti di più ce ne sono, immigrati clandestini compresi, è distante tre chilometri dal Fosso che può ingoiare quasi due milioni di metri cubi. Uno spettro lontano che la marcia di ieri ha voluto agitare. Con un corteo che raccoglie molte anime. La paura sincera degli abitanti delle contrade "Pisani" e "Romano". La rabbia di chi ha investito in costruzioni abusive e le vede svalutarsi. Il timore di chi ha avviato attività: maneggio, campi di calcio, piccole aziende. In prima fila Fabio Tirelli, il presidente della Municipalità, con striscia tricolore, inflessibile nel rigore: "Dev'essere una manifestazione civilissima, composta, seria, bisogna solo far capire il nostro dramma come ho già detto al prefetto Pansa, mi raccomando". Ma anche due traiettorie politiche si evidenziano. La prima è di An: Marco Nonno è consigliere comunale, un leader a Pianura, non esce mai dal corteo e neanche dai confini della protesta pacifica, con il suo gruppo. Pietro Diodato non c'è, costretto ad allontanarsi, perché nessuno gli perdona di aver lanciato l'allarme della discarica fissando però le condizioni per accettarla. Il partito lo ha subito smentito. An lascia la testa del corteo ad un gruppo di sinistra estrema, "Comitato flegreo difesa ambiente e territorio", un ragazzo alto in loden verde con cappuccio e megafono fionda slogan e detta i cori. Davide Secone, figlio del sindaco medico di Quarto: "Sto qui da sette giorni, lotto per questioni che conosco, io studio medicina". Gli è stato chiesto di non politicizzare la protesta, ed è stato ai patti. I No global ci sono ma non si espongono più di tanto. La correttezza non viene mai meno. Neanche quando un tipo issa un disegno e scritta volgare dedicata al sindaco Iervolino. Si scaglia Marco Nonno: "Non sono del partito del sindaco, sono dell'opposizione, ma Rosetta Iervolino è a Roma e ha preso posizione per noi". Sparisce subito l'infelice quadro. Lo stesso intervento pochi minuti prima, quando uno sconsiderato ha bloccato una Kia che chiedeva di passare. Un equivoco ha reso la scena ancora più allarmante. Un consigliere, Angelo De Falco, riconosce il cognato al volante e balza sul tetto dell'auto. Vuole proteggerla dall'assalto. Il resto lo fa il conducente. Si è abbandona ad un plateale isterismo, la moglie che urla e piange, in braccio una bimba terrorizzata, bravo il commissario Onorato di Pozzuoli che è alla guida dei pochi agenti, sdrammatizza ed il corteo si rimette in moto. Si notano le rappresentanze di Pozzuoli, che ha un villaggio modello (l'Abbazia) proprio a due passi dalla discarica. Un minuto di raccoglimento in piazza don Giustino Russolillo, il parroco che il quartiere vorrebbe santo. Qui alle nove, tre ore prima, 50 manifestanti si erano seduti sull'asfalto per bloccare il traffico, ma erano stati dispersi dalla polizia. Più tardi, un altro intervento in via Cinthia a Fuorigrotta. "Non state a guardare, venite a protestare, presto respirerete anche voi l'immondizia di tutta la Campania", gli appelli. "Chiudete le serrande, commercianti". Il megafono attraversa il quartiere coinvolgendolo nel clima di tensione e paura. Il corteo si ingrossa. Un ex commerciante, Ciro Scogliamiglio, terziario francescano, porta la prima indiscrezione: hanno deciso di espropriare il sito. Le conferme poco dopo: la ex società Di.Fra.Bi. era stata contattata dalla prefettura, bisognava notificare un avviso, ma il liquidatore non si trova, qualcuno dà un indirizzo di Roma, bisogna guadagnare tempo. Il proprietario è anche titolare di Cic, impresa di costruzioni, ha intanto ostruito l'ingresso con una montagnola di terriccio e due pale meccaniche. "Io le parcheggio sempre lì", glissa Giorgio Di Francia, che ha fittato spazi a dieci piccole aziende, due che estraggono biogas, ed ora si chiede che destino avranno. Con il frate si riflette su promesse e tempi perduti. "Il campo di golf, i 40 miliardi per le bonifiche che non sono state mai fatte, la strada a quattro corsie, vorremmo sapere dove sono finiti tanti soldi e tanti impegni", ripetono in questo corteo lento come una processione. E mesto come un funerale. Rientra alle tre del pomeriggio, la strada di Montagna Spaccata è chiusa al traffico. Vigila Rita Oriunto, "comitato ambiente flegreo". è di Pianura. "Sono stata malata di cancro ed ho visto morire parenti, amici. Mia cognata colpita ai polmoni, un mese fa, e non fumava. Fegato, reni, pancreas, quante disgrazie. Per la mia generazione la discarica è stata una condanna". Giura lei, donna senza un filo di trucco ma piena di coraggio: "Non passeranno. Sono qui per difendere la vita dei miei tre figli. Loro devono respirare ancora aria pulita". Rita Oriunto, la faccia del dolore.

 

 

 

 

E an corre a villa rosebery "sciogli comune e regione" (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 03-01-2008)

Pagina III - Napoli L'EMERGENZA LA MANIFESTAZIONE Gigantografie dell'immondizia e striscioni esibiti davanti alla residenza presidenziale E An corre a Villa Rosebery "Sciogli Comune e Regione" l'intervento Bassolino viola ogni tutela della salute e dell'ambiente: il Quirinale ora deve intervenire il sit-in Cinquanta militanti guidati da Bobbio hanno consegnato un dossier per il Capo dello Stato Hanno portato il problema rifiuti alle porte di Villa Rosebery. Non sacchetti di spazzatura, ma enormi immagini dei cumuli che invadono le strade e delle discariche che appestano aria, acqua e terreno. Gigantografie sui siti di stoccaggio dei rifiuti e sulle ecoballe che non si sa più dove stipare. Fotografie accompagnate da uno striscione con la scritta "Dopo il cenone sciogli Comune e Regione". La protesta, portata dinanzi alla residenza napoletana del presidente Giorgio Napolitano, è stata inscenata da circa cinquanta militanti di Alleanza Nazionale. Ed è al presidente che questi hanno chiesto di sciogliere gli enti locali responsabili di non aver trovato una soluzione alla questione rifiuti. All'inizio del sit in, alle porte della villa di Posillipo, c'erano solo i ragazzi di "Azione giovani"; ma più tardi a loro si è unito il presidente provinciale di An Luigi Bobbio. Che ha anche chiesto, allo staff del presidente, che una delegazione di manifestanti fosse ricevuta da Napolitano. "Vogliamo chiedergli di sciogliere con proprio decreto, a norma dell'articolo 126 della Costituzione, la Regione ed il Comune. A Napoli c'è una emergenza costituzionale per il disastro della gestione dei rifiuti. La città è disperata, ed il presidente deve intervenire". Non potendo parlargli direttamente, Bobbio ha poi deciso di consegnare ai funzionari del Quirinale un dossier: 50 pagine - in buona parte documentate con stralci della relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sui rifiuti - che mettono in risalto soprattutto la questione dei rifiuti tossici nelle discariche della Campania. Molto spazio, nel documento, è dato anche alle invivibili condizioni in cui versano alcuni quartieri di Napoli e i comuni che soffocano sotto tonnellate di rifiuti. Un dossier arricchito con immagini, quelle, in particolare, che raccontano gli ultimi giorni del sito di stoccaggio di Taverna del Re, con le sue ecoballe. Un sit in pacifico, quello di An, eppure ha messo i bastoni tra le ruote al programma del presidente in visita privata: Napolitano doveva partire per Capri, ma ha rinviato la partenza fino a quando i manifestanti hanno sgombrato il passaggio dinanzi a Villa Rosebery. L'intervento di Napolitano è chiesto a gran voce anche da Maurizio Gasparri, dell'esecutivo nazionale di An. "è sacrosanta la pacifica e propositiva iniziativa dei giovani di An, che hanno invitato il Presidente della Repubblica a promuovere lo scioglimento del Consiglio regionale campano e del Comune di Napoli per mandare a casa Bassolino e Iervolino". "Siamo di fronte a un'emergenza democratica: Bassolino - sostiene Gasparri - viola da anni i principi costituzionali posti a tutela della salute e dell'ambiente; dunque è arrivato il momento dell'intervento del Quirinale". Stessa richiesta da parte del coordinatore regionale di An, Mario Landolfi. Che aggiunge: "Non vi è dubbio che la civile e ferma denuncia dei giovani di An, per quanto di parte, interpreti e incarni l'identico sentimento d'indignazione e l'identica volontà di riscatto dei cittadini e dei contribuenti campani, opportunamente evidenziati nel messaggio presidenziale di fine anno". (bianca de fazio).

 

 

 

 

Le soluzioni? La riapertura delle discariche e un comitato di salute pubblica Sodano, presidente commissione Ambiente del Senato: Abbiamo sei milioni di tonnellate di ecoballe che (sezione: Monnezze)

( da "Unita, L'" del 03-01-2008)

Stai consultando l'edizione del "Le soluzioni? La riapertura delle discariche e un comitato di salute pubblica" Sodano, presidente commissione Ambiente del Senato: "Abbiamo sei milioni di tonnellate di ecoballe che non sappiamo come smaltire. Gli impianti del piano rifiuti non ci sono" di Eduardo Di Blasi / Roma TOMMASO SODANO, presidente della commissione Ambiente del Senato, agronomo e residente a Pomigliano D'Arco (Na), ritiene che per superare l'emergen- za rifiuti in Campania ci siano due cose da fare: riaprire le discariche e creare un Comitato di salute pubblica che coinvolga governo, commissioni parlamentari, Regione e province e prenda il posto del Commissariato che da 14 anni gestisce la situazione campana. Un commissariato, nato nel febbraio del '92 per evitare che la camorra gestisse le discariche, e finito a fronteggiare un'emergenza senza fine, iniziata, a suo parere, nella primavera del 2001". A causa di cosa? "Alla decisione di chiudere le discariche con un piano che, oltre ad avere come unico sbocco l'incenerimento dei rifiuti, non aveva ancora un solo impianto costruito. Il disastro di questi giorni nasce dall'idea folle che, si potessero ammonticchiare le ecoballe, che altro non sono che rifiuti imballati". Ma perché si stanno conservando ecoballe? "Il problema nasce con l'ordinanza del 2001 che autorizzò l'aggiudicatario della gara, la Fibe Impregilo, a poterle stoccare. Nel bando di gara c'era scritto che chi si aggiudicava la gara, ovemai non ci fosse stata coincidenza tra l'entrata in funzione dei nuovi impianti e la chiusura delle discariche, doveva prendersi in carico lo smaltimento dei rifiuti. Nel 2001 viene fatto un regalo notevole a Fibe: vista l'emergenza si autorizza la Fibe a stoccare ecoballe in Campania, senza smaltirle". Ma perché? "Credo fosse la dote che Impregilo dava alle banche per avere finanziamenti. Su ognuna di quelle esisteva il contributo "Cip 6", per la produzione di energia da fonti assimilate. Ma ricchezza per Fibe era disastro per i territori. Ogni mese noi ricopriamo di balle 40mila metri quadrati di terreni. A Taverna del Re oggi abbiamo 6 milioni di tonnellate di rifiuti stoccati in ecoballe". Taverna del Re è stata chiusa. Ma le ecoballe che stanno lì che fine faranno? "Quelle dovranno essere rilavorate, oppure inertizzate e messe in discarica. Non possono essere bruciate...". Perché sono immondizia impacchettata... "Solo per spostarle occorrerebbe qualcosa come una lunga fila di camion da Napoli a Stoccolma". L'impressione è che i rifiuti campani non siano "trasformati" ma solo portati in giro e accatastati... "Oggi il vero business è il trasporto. Piuttosto, io dico, mettiamoli in discariche a norma". Manca anche la differenziata... "Un'azienda modello che lavora le plastiche nel casertano rischia di chiudere perché non ha le plastiche da riciclare. Il problema è che un giro di interessi forti vuole tenere il meccanismo così com'è. Quando ci sono le emergenze c'è bisogno di mezzi, perché per togliere i rifiuti a cumuli non bastano i netturbini con le mani. E allora ecco gli appalti esterni". Oggi si guarda di nuovo alle discariche chiuse... "Attrezzare un'area a discarica richiede lavori e soldi. La discarica di Lo Uttaro a Caserta è costata 5 milioni di euro, quella di Villaricca 9. D'altronde il problema era nel piano rifiuti: se tu più produci rifiuti e più guadagni è evidente che non hai nessun interesse a fare la differenziata". Il privato no, ma il pubblico dovrebbe averne... "Sarà l'indagine della magistratura a fare chiarezza, ma la mia idea, che poi è stata la denuncia che ho presentato nel 2002, è che c'era una connivenza dentro la struttura commissariale con Fibe". Per rendere esecutivo il piano rifiuti cosa manca? "I Cdr devono essere tutti ristrutturati perché nessuno è a norma. Poi non è vero che manca solo l'inceneritore. Non ci sono nemmeno i siti del compostaggio". Chi doveva farli? "Sempre la società che ha vinto la gara".

 

 

 

 

Rischi reali, ma da 14 anni siamo commissariati (sezione: Monnezze)

( da "Unita, L'" del 03-01-2008)

Stai consultando l'edizione del ROSA RUSSO IERVOLINO "Il monito europeo è preoccupante, ma è al commissario del governo che bisogna chiedere cosa fare..." "Rischi reali, ma da 14 anni siamo commissariati" di Simone Collini / Roma La notte di San Silvestro non ha partecipato alla festa organizzata a piazza del Plebiscito per evitare il rischio di alimentare una tensione che, a causa dell'emergenza rifiuti, tra i cittadini di Napoli è già decisamente alta. Una scelta che è costata "grande sacrificio" al sindaco Rosa Russo Iervolino: "Mi è dispiaciuto non esserci", non nasconde. Ma la cosa che più le crea amarezza è il "non avere nessun potere per sanare questa situazione, che non è di oggi ma che va avanti da tanti, troppi anni". Eppure, sindaco Iervolino, ad accusare lei e Bassolino ci sono leghisti come Calderoli ma anche forze del centrosinistra come l'Italia dei valori. "Sono stufa di questa canzone e sono al limite della querela. Da quattordici anni Napoli e la Campania sono commissariate dal governo. Porto il peso di una situazione che non ho contribuito a creare e che non ho i poteri per sanare. Tanto per essere chiari, il commissario del governo si chiama Cimmino, prima si chiamava Pansa, poi Bertolaso, Catenacci e su e su. È stato ed è loro l'onere di trovare soluzioni. Io ho solo il potere di raccogliere l'immondizia, ma giorno per giorno mi dicono se la posso scaricare, quanta e dove". Cosa ne pensa della proposta di istituire un comitato di salute pubblica che coinvolga governo, commissioni parlamentari, Regione e province? "Che già la situazione è complicata così com'è, si immagini se facciamo uno zibaldone di una decina di persone, tutte con compiti diversi. Insomma non si andrebbe da nessuna parte". La soluzione allora quale può essere, secondo lei? "Il governo ora ha preso una decisione che ritengo giusta con il decreto del primo dicembre: prima c'era un solo commissario, che era il prefetto Pansa, adesso si prevede un commissario per la gestione quotidiana, che è il prefetto Cimmino, e un commissario liquidatore, che deve essere ancora nominato, per dipanare tutte le situazioni economiche pregresse. La previsione è che gradualmente il prefetto Cimmino ridia i poteri ordinari agli enti locali, cioè alla Provincia e al Comune". Un'operazione che comunque può dare frutti nel medio e lungo termine, ma nell'immediato che si può fare, anche pensando al monito che l'Ue ha rivolto all'Italia? "Il monito non può che preoccupare, anche perché è il secondo dopo quello di quest'estate. Ma è al commissario del governo che va chiesto cosa si può fare. Vorrei saperlo anch'io". Un suggerimento che darebbe? "Il prefetto deve trovare le aree dove scaricare e deve avere il coraggio di andare ad operare non sulla pelle di chi ha già dato, ma rivolgendosi ai territori in grado di accogliere rifiuti". Perché dice questo? "Deve nascere una solidarietà territoriale reale. Come dico che il governo ha preso una linea giusta in questo momento, con la stessa sincerità dico che precedentemente ha sbagliato". Perché, cosa ha fatto? "Ha provincializzato il problema: ogni provincia si arrangi da sola. Ma la provincia di Napoli, che ha milioni di abitanti e poco terreno, o butta la spazzatura in mare o non sa come fare. Altre province, come Avellino o Benevento, hanno pochi abitanti e tanto terreno. Quindi la solidarietà deve essere non solo all'interno delle province ma anche fra le province. È vero che tutti devono fare i sacrifici, ma che siano fattibili rispetto la situazione reale. E non si può trattare l'area urbana di Napoli, con tre milioni e mezzo di abitanti, come si tratta il centro di Avellino che ne ha settantamila".

 

 

 

 

COLLINE (sezione: Monnezze)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 03-01-2008)

Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: 1PAGINA - data: 2008-01-03 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE COLLINE DEL DISONORE di ANTONIO FIORE T redici anni dopo, il tragicomico gioco dell'oca dei rifiuti torna al punto di partenza: Pianura, la discarica della vergogna chiusa nel '95 a dimostrazione che a Napoli s'era voltato pagina, che la camorra avrebbe smesso di lucrare sulla monnezza, che la salute dei cittadini e le ragioni della civiltà erano tornate al primo posto nell'agenda delle istituzioni. Pianura stessa, nei discorsi di allora, era destinata a diventare un ridente quartiere modello, anzi un'opulenta mecca del turismo vipposo, con campi da golf a 9, a 18, a quante più buche la fantasia degli amministratori era in grado di scavare. Fantasie scellerate: erano tutte balle. Anzi, ecoballe. Tredici anni più tardi riapre la discarica, evidentemente non più della vergogna. Nel frattempo, però, non solo anni, ma anche centinaia di miliardi sono passati sotto gli occhi della cittadinanza, che nel suo tollerante ottimismo ha a lungo creduto che quegli stanziamenti immani di denaro pubblico sarebbero serviti a lenire una malattia senza eguali in Europa, ma che ormai è vista con un misto di stupore e di orrore anche in paesi con standard inferiori a quelli dell'Occidente. Invece, i miliardi sono stati ingoiati con una voracità misurabile sulla crescente altezza delle colline del disonore che ornano ogni angolo della regione mentre sindaci, governatori, prefetti, commissari si alternavano in un eterno balletto di (ir)responsabilità; senza che alcun beneficio si riverberasse sulla collettività. Ma, dato che c'è un limite anche alla tolleranza di cittadini considerati alla stregua di servi della gleba cui nessuno deve mai dar conto, ecco che gli stessi vertici istituzionali, fino a ier l'altro ben felici di far la ruota in pubblico a ogni occasione comandata, ecco che stavolta hanno disertato la festa. Il governatore Bassolino, il sindaco Iervolino, il presidente della Provincia Di Palma sembravano, nella notte di San Silvestro, i protagonisti di "Chi l'ha visto?": e il motivo della diserzione è stato ben spiegato dalla stessa Iervolino, quando ha detto che la presenza in piazza sua e di Bassolino sarebbe stata presa alla stregua di una provocazione. Per la prima volta, i leader locali hanno paura. Ma, soprattutto, riconoscono di essere loro stessi parte del problema, ammettendo che la semplice apparizione su un palco cittadino costituisce motivo di imbarazzo e di turbamento della comunità. Dopo anni di termovalorizzatori annunciati, di siti fantasma mai individuati, di decreti inapplicati, è come se gli autori o i complici dello scempio prendessero atto della perdita di credibilità: che non termina il 31 dicembre, ma suona come un'autocondanna politica definitiva. Del resto fino a quando chi ha sbagliato continuerà a occupare con protervia il proprio posto, o addirittura a godere di encomi e promozioni, tutti gli onesti propositi finiranno in discarica. E i particolarismi seguiteranno ad avere buon gioco, alimentati dalla sfiducia e dal disgusto.

 

 

 

 

Quel campo da golf a diciotto buche è rimasto un sogno (sezione: Monnezze)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 03-01-2008)

Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: INPRIMOPIANO - data: 2008-01-03 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE Le promesse Il progetto annunciato dal Comune nel '98 e finanziato dall'Ue per rilanciare l'area Quel campo da golf a diciotto buche è rimasto un sogno Sognavano di giocare a golf su quella collina, si ritroveranno invece i sacchetti della spazzatura. Perché dopo dodici anni riaprirà la discarica di Contrada Pisani, a Pianura. Nonostante il ripetere che "i sacrifici degli abitanti di quell'area sono stati già tanti", come hanno detto in questi anni a Palazzo San Giacomo. Ora però al Comune di Napoli sono stati travolti dall'emergenza e dalle decisioni invalicabili del Commissariato rifiuti: incombe infatti la riapertura della discarica di Contrada Pisani, mentre il campo da golf resta un sogno nel cassetto. Un sogno vecchio di 10 anni. Era il 28 luglio 1998 - giunta Bassolino - quando viene fuori il progetto per la realizzazione del campo da golf al posto della discarica nell'ex cratere Senga, a pochi passi dal parco degli Astroni, da realizzare in due anni. è qui che sarebbe dovuto sorgerà un complesso sportivo con tanto di campo da golf pubblico a 18 buche, "il più grande del Sud Italia", si disse. E poi ancora: aree attrezzate per insediamenti artigiani, reti viarie e fognarie, incentivi per le imprese, un palazzotto della sanità. Il programma operativo, chiamato "Napoli-Pianura" ed elaborato da palazzo San Giacomo, fu inserito nell'ambito dei progetti del Fondo europeo di sviluppo regionale. Il programma per il rilancio di Pianura si articolava in una serie di interventi a carattere triennale e prevedeva una spesa di circa 55 milioni di Ecu, il 49 per cento dei quali (27 milioni) a carico del Comune di Napoli e il 45 per cento in quota Fesr, e il rimanente 6 per cento da parte di Stato e privati investitori. D'impatto era anche la stima occupazionale formulata nel dossier: circa 1.440 posti di lavoro per il triennio di interventi e poco meno di mille di incremento stabile nel quartiere, frutto proprio delle nuove attività. Due le finalità dichiarate dal progetto: l'avvio di un processo di sviluppo socio-economico di uno dei quartieri più degradati della città; e la sperimentazione di un modello integrato di analisi, programmazione e intervento sul territorio. Undici, invece, gli obiettivi specifici: la creazione di nuove imprese artigiane e commerciali; l'incremento delle attività cooperative, soprattutto giovanili; la produzione di servizi alle persone; l'aumento dei servizi connessi alle attività di trasporto e di comunicazione; la creazione di servizi sanitari di base; la valorizzazione dei prodotti agricoli locali; il recupero di un'identità per il quartiere; la crescita dell'associazionismo; il miglioramento della vivibilità; il recupero della capacità programmatica e progettuale delle istituzioni comunale; e l'aumento dell'efficacia degli interventi a seguito delle sinergie. Dopo il via libero dell'Ue al Piano, il 25 giugno del 1999 la giunta comunale approva anche i progetti preliminari di gran parte delle opere previste dal Programma. E non solo. Perché il 3 febbraio del 2001, la giunta regionale approva due delibere per Pianura relative ad un parcheggio di interscambio per 220 posti auto ed un nuovo parco verde che si aggiungevano al campo da golf. Oggi, invece, la sindaca Iervolino è costretta a gettare le armi: "Sono contraria al trasporto dei rifiuti a Pianura, ma da 14 anni c'è un commissario e a lui compete l'onere di trovare le soluzioni", pur ricordando che "c'è un ordine del giorno votato da tutto il Consiglio comunale che stabilisce che a Pianura rifiuti non ne debbano più andare". Certezze che sembrano sbiadirsi col passare delle ore per la gente di un un quartiere che nel 2008, su quella collina, immaginava forse di andarci con mazze e palle da golf. Paolo Cuozzo.

 

 

 

 

Dal 1994 due miliardi sprecati Si potevano costruire 15 inceneritori (sezione: Monnezze)

( da "Corriere della Sera" del 03-01-2008)

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-01-03 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE I conti del commissariato Dal 1994 due miliardi sprecati Si potevano costruire 15 inceneritori SEGUE DALLA PRIMA Dal febbraio 1994, quando il dramma si è trasformato in "emergenza", quindi in un clamoroso affare economico, sono stati polverizzati 2 mila milioni: sarebbero bastati per farne non uno, ma 15, di inceneritori. Negli anni erano stati accumulati debiti per 557 milioni di euro. Dei soldi spesi per esportare i rifiuti in Germania dove vengono bruciati a nostre spese per produrre energia, poi, si è perso il conto. Si sa soltanto che Ecolog, divisione delle Fs che gestisce l'affare, avanza dal commissariato di governo qualcosa come 54 milioni di euro. L'export di spazzatura doveva durare qualche settimana: dura da sette anni. E ora si sta pensando di mandare ai tedeschi non 2 mila, ma più di 4 mila tonnellate al giorno. Cioè, il 60% di tutta la spazzatura della Campania per il modico prezzo di un milione di euro ogni 24 ore. Ebbene, i cittadini sono gli unici che hanno pagato per tutto questo. E i responsabili tecnici, i consulenti, i politici? Qualcuno ha perso il posto? Qualcuno ha dovuto rinunciare all'incarico? Una carriera politica, almeno una, è finita? Macché. Fra cassonetti incendiati, richieste di dimissioni e indagini giudiziarie, che coinvolgono dal presidente della Regione Antonio Bassolino fino all'ultimo presidente di consorzio di rifiuti, per esempio quello di Napoli 3 Mimmo Pinto (proprio lui, lo storico leader dei disoccupati organizzati di Napoli), si va avanti come se niente fosse. Candidamente, il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino ha inaugurato l'anno così: "Sull'emergenza il Comune di Napoli non ha alcuna responsabilità e nessuna competenza. Spetta al commissario di governo trovare le soluzioni ". La croce finisce allora sulle spalle di Umberto Cimmino, vice del prefetto di Napoli Alessandro Pansa, commissario prima di lui. Pansa aveva rilevato Guido Bertolaso, che a sua volta aveva sostituito Corrado Catenacci, voluto da Bassolino, già commissario per quasi quattro anni. Quattro anni: più di Andrea Losco. Più di Antonio Rastrelli alla presidenza della Regione. Più di Umberto Improta, il primo commissario dell'emergenza rifiuti. Il commissariamento fu deciso dal governo di Carlo Azeglio Ciampi, di cui era ministro dell'Interno Nicola Mancino, presidente del Senato e ora vicepresidente del Csm. Decisione confermata dal governo di Lamberto Dini, ministro dell'Interno Antonio Brancaccio. Poi da quello di Romano Prodi, ministro Gior\\ La Iervolino nel 2003: "Ci stiamo avviando verso la normalità". Il 21 maggio 2007: "Situazione tragica". E nove giorni dopo: "L'emergenza a Napoli è chiusa" L'export in Germania L'export della spazzatura verso la Germania doveva durare poche settimane Va avanti da sette anni.

 

 

 

 

Bassolino e Iervolino niente festa in piazza <Erano già pronte le contestazioni> (sezione: Monnezze)

( da "Corriere della Sera" del 03-01-2008)

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-01-03 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE Il caso Bassolino e Iervolino niente festa in piazza "Erano già pronte le contestazioni" MILANO - Tredici anni e sempre lo stesso copione: la festa in piazza del Plebiscito, il conto alla rovescia, il concerto... E sul palco sempre la stessa foto di gruppo: Antonio Bassolino, Rosa Russo Iervolino e Dino Di Palma che festeggiano, con centomila e più napoletani, lo scoccare dell'ultima mezzanotte. Ma il Capodanno del 2008, in una Napoli sommersa dall'immondizia, regala un'altra istantanea: senza più governatore, sindaco e presidente di Provincia. La "sacra triade" del centrosinistra vesuviano è scomparsa dall'immagine. Per timore di contestazioni, dicono i rivali. Per senso di responsabilità, ribattono gli amici. Una cosa, comunque, è certa: l'ennesima ondata dell'emergenza rifiuti ha trascinato sul bagnasciuga i resti di una stagione politica che aveva acceso barlumi di speranza dopo un lungo periodo di buio. E che ora, a torto o a ragione, sembra giunta al capolinea. "Rimanere in disparte è stato un atto di responsabilità verso la città - replica Bassolino -. Nei giorni scorsi, frange dell'opposizione avevano annunciato l'intenzione di trasformare una notte di allegria e spensieratezza in una becera manifestazione di protesta: se fossimo andati in piazza, avremmo prestato il fianco alla volgare strumentalizzazione politica di quella che, per tantissimi napoletani, è la festa di Capodanno con la "f" maiuscola. Per colpa d'una decina di provocatori avremmo rischiato di rovinare la serata a migliaia e migliaia di persone: ne valeva la pena? Credo proprio di no. In un momento così drammatico, Napoli non ha certo bisogno di vedere la sua immagine offuscata anche dalle bravate di qualche estremista". Ma è difficile non pensare che l'emergenza rifiuti abbia scavato un solco profondo tra i napoletani e la politica. Gli indizi sono evidenti, al punto che perfino Rosa Russo Iervolino è costretta ad ammetterne l'esistenza. "La distanza è senza dubbio cresciuta, anche se le istituzioni locali possono fare ben poco per risolvere il problema della spazzatura - spiega il sindaco -. Purtroppo la gente conosce Bassolino, Di Palma e me. E con noi se la prende. Adesso, però, sono stufa. Sul fronte dell'immondizia, il Comune di Napoli è commissariato da 14 anni: per quale motivo io, da sindaco, devo rispondere di una situazione sulla quale non ho alcun potere? E lo stesso vale per Bassolino, che è stato solo uno dei tanti commissari straordinari che si sono alternati in questo lasso di tempo: lui è colpevole e gli altri sono innocenti come angioletti? Ma basta... ". Allora perché non siete andati come ogni anno a brindare in piazza del Plebiscito? "è stata una decisione sofferta, ma alla fine ritengo che sia stata la cosa più saggia. E poi, mica siamo fuggiti all'estero... Abbiamo soltanto evitato che la festa di Capodanno si trasformasse in una ribalta per misere faide politiche. Ventiquattr'ore dopo, ho partecipato alla manifestazione per la pace: abbiamo attraversato le strade del centro e sono stata applaudita più volte, alla faccia di chi specula sulle tragedie". Nel centrosinistra, però, non tutti sono sintonizzati su questa frequenza. "Le parole del sindaco sono inquietanti - afferma Antonio Fantini, segretario regionale dell'Udeur -. La situazione è drammatica e non possiamo mettere la testa sotto la sabbia: disertare la festa di Capodanno è stato un gravissimo errore. I napoletani sono stanchi di vivere tra i rifiuti: sarebbero necessarie risposte forti e invece si vive nel timore che un magistrato sia sempre in agguato. La fuga è un segnale di resa: soltanto mostrando coraggio potremo chiudere questa pagina vergognosa ". Enzo d'Errico.

 

 

 

 

SERVE CORAGGIO PER TROPPO TEMPO NON SI è AGITO (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Caserta)" del 03-01-2008)

PARLA NICOLAIS "Serve coraggio per troppo tempo non si è agito" "È il momento delle decisioni, anche se impopolari". Il ministro Nicolais, da Capri dove ha accolto il Capo dello Stato, interviene dopo le nuove misure annunciate dalla Ue per l'emergenza rifiuti in Campania e in una intervista al Mattino dichiara: "Avanti tutta con i siti di stoccaggio, con la riapertura delle discariche, anche se le scelte possono apparire impopolari". Un messaggio rivolto al sindaco Iervolino e al governatore Bassolino. E alla domanda se va riaperta la discarica di Pianura risponde: "Il sacrificio di qualcuno serve a tutti". L'INVIATO P. RUSSO A PAGINA 3.

 

 

 

 

La Repubblica dei SOPRANOs (sezione: Monnezze)

( da "Espresso, L' (abbonati)" del 03-01-2008)

PRIMO PIANO MAFIA / ROBERTO SAVIANO La Repubblica dei SOPRANOs DI ROBERTO SAVIANO è la fiction più amata nel mondo ma l'Italia l'ignora. Perché demolisce il mito dei boss, mostrando la mafiosità della vita e del potere. Mentre da noi si preferisce ammirare padrini forti e arcaici E lei il signor Roberto Soprano? Credo di non aver capito e così non rispondo sperando mi riformulino la domanda. "Roberto Soprano noh?". Credo sia uno scherzo ma ho di fronte una lettrice tedesca, sono al festival della letteratura di Berlino, tutto mi aspetto fuorché battute. E non è una battuta, aveva confuso il mio cognome con quello di Tony Soprano, il boss italo-americano della serie televisiva più famosa del mondo, 'I Sopranos' appunto. "Saviano, non Soprano", e non sarà l'unica volta in cui all'estero mi troverò nella necessità di precisare. "Il suono è uguale...", mi si risponde. I Soprano in Europa, soprattutto nell'Europa del nord sono una sorta di mito, hanno battuto i Robinson, Arnold, i Puffi. Sono la serie televisiva più vista della storia e sono, per chi non si fosse mai imbattuto nelle loro storie, una famiglia mafiosa di origini campane, stranamente proveniente dall'Irpinia. Una famiglia normale, che vive nel New Jersey, non più le baracche verticali del Bronx italiano, ma le villette a schiera della nuova borghesia delle seconde e terze generazioni di immigrati. E le loro sono storie di clan, di affari e di morte, di donne, tradimenti, droga, estorsioni. E di viaggi. E di Italia, un'Italia che agli italiani non piace sia raccontata così, spietata e balorda, perennemente procreatrice della genialità criminale del mondo. La fiction prodotta dalla Hbo è diversa dalle altre, per la qualità degli attori. Per l'incredibile capacità di riprendere le caratteristiche dei protagonisti, una sorta di continuo reportage antropologico. Le battute dei personaggi poi sono leggendarie, come quando il vecchio padrino della famiglia si scopre pratichi cunnilingus alla sua amante, cosa assolutamente vietata a chiunque passi per qualsiasi grado di affiliazione. Tabù indiscusso per qualsiasi boss della mafia italiana da New York a Casal di Principe. E Tony Soprano dice appena si avvicina al vecchio zio: "uhi, sento odore di sushi...". 'I Sopranos' hanno avuto un'enorme successo in Germania, Olanda, Svezia, Finlandia; quasi ovunque tranne che in Italia. In Italia sono finiti sul satellite e poi lasciati quasi a metà. Non hanno incuriosito, non sono sembrati parte del racconto della realtà. Ma l'aspetto più importante, forse quello che non è stato capito e apprezzato da noi, è che 'I Sopranos' hanno rivoluzionato radicalmente l'immaginario e il modo di raccontare delle mafia. James Gandolfini non interpreta più il boss carismatico alla Brando o Al Pacino del Padrino e nemmeno quelli violentissimi ma sempre duri di Goodfellas, Casinò o altri film di Scorsese. Tony Soprano è un personaggio problematico, oppresso da incubi - ed è la prima volta che si pensa di raccontare i sogni di un boss di Cosa nostra - che addirittura cerca l'aiuto di uno strizzacervelli, figura che appartiene alla tradizione narrativa ebraica e non certo a quella mafiosa. 'I Sopranos' sono il mito della mafia ribaltato, destrutturato e rimesso assieme secondo regole nuove: e come oggi accade spesso, soprattutto per le produzioni statunitensi, la televisione diventa il mezzo più innovativo sia nei contenuti che nelle caratteristiche formali, rispetto al cinema. Perché dire che 'I Sopranos' sono la versione bassa, comica, della grande epica tragica mafiosa, che sarebbero come Aristofane rispetto a Sofocle, centra un punto nodale, ma pare riduttivo. Forse le comunità italo-americane degli Stati Uniti non si sentirebbero così insultate e vilipese dalla famiglia di James Gandolfini, se veramente 'I Sopranos' non fossero altro che un simpatico - ma per loro antipatico - sfottò. L'immaginario de 'Il Padrino' inchioda gli italo-americani alla mafia, ma al tempo stesso la rende epica e grandiosa, la tinge in una luce di violenza, ma anche di gloria. E quindi la reazione è ambigua. Solo 'I Sopranos' entrano nella narrazione per smitizzare - a partire dall'ambientazione nella suburbia del New Jersey che prende il posto di New York, Chicago, Los Angeles o Las Vegas - e invece a modo loro creare un nuovo mito. La famiglia criminale della porta accanto, ossia gente come me e te, che litiga, ha problemi con i figli, e soprattutto lavora sodo; solo che lo fa aggiungendo al telefonino e al computer l'uso del fucile. 'I Sopranos' sono divenuti una sorta di specchio per l'America e non solo. Una sorta di 'noi', uno di quei fenomeni artistici plurali. 'I Sopranos' come noi perché noi siamo disposti a rispecchiarci nei Soprano. La mafia come norma, come qualcosa a portata di mano: la mafia che siamo noi, noi tutti quanti. Ed è questo che irrita le comunità italoamericane e forse è anche la ragione perché 'I Sopranos' non sono mai piaciuti tanto qui da noi. A noi andavano bene un tempo 'La Piovra', ora 'La Squadra' e il 'Commissario Montalbano'. Persino una fiction su Totò Riina. Ma offrirci i mafiosi come specchio tragico-comico di noi stessi, questo no. Certo è più facile divertirsi con Tony Soprano ad Helsinki che a Platì, a Casapesenna o a Corleone: dove di mafia si muore tutti i giorni, dove il potere dei clan regna sovrano è difficile vederli con autoironia. Eppure c'è qualcosa di ambivalente in questo rifiuto, perché la narrazione drammatica, solo drammatica, persino nei più scontati e dozzinali prodotti seriali nostrani, conserva alla mafia il suo alone di mito e di potere assoluto. Per noi - da Bolzano a Canicattì - i mafiosi devono continuare ad essere molto arcaici, forti, soprattutto cattivi, solo cattivi. Non vanno dallo psicanalista. Non vengono mollati dalla fidanzata. Non sono - Dio ce ne scampi - gay, non hanno la figlia di sinistra che si fidanza con un 'cioccolattino' come lo definisce Tony Soprano. Ovviamente anche 'I Sopranos' vendono quel che abbiamo di più richiesto, invidiato e imitato in Italia oltre alla moda: la mafia. Ma rigirano l'immaginario mafioso come un guanto. E senza intaccare l'immaginario di mafia, vero e proprio strumento di propaganda planetaria non solo per quella italiana o di origine italiana, non sarà possibile intaccare una parte del suo potere. E che loro trattino soprattutto del potere e soltanto in un secondo livello della mafia è dimostrato dalla bizzarra scelta di Hillary Clinton di girare uno spot in cui lei impersona la moglie di Tony Soprano e Bill Clinton, Tony Soprano stesso. Ricalcano l'ultima enigmatica puntata della serie, quella vista da milioni e milioni di cittadini statunitensi che fa quasi presagire un possibile attentato ai danni dell'intero nucleo familiare. Ebbene Hillary lascia, con la solita ironia salvatutto degli americani, intuire che lei è come Carmela, la moglie di Tony che più di ogni altra cosa ama la famiglia e gli interessi della famiglia. Solo che nel caso della candidata alla Casa Bianca la famiglia sarebbe l'intero popolo americano. La forza ovviamente epica americana ha permesso a questa fiction di raccontare meglio di qualsiasi altra forma la trasformazione di una sensibilità, cosa che Hillary Clinton ha capito e ha saputo giocare a proprio vantaggio. Chissà se Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino, attentissimi circa l'immagine di Napoli, hanno mai visto la puntata dei Soprano su Napoli. Dovrebbero farlo anche con solerzia. Una puntata andata in onda molto tempo fa e che per milioni di americani è stata una della più viste e amate. I Soprano, che sono appunto molto più vicini a Napoli che a Palermo, che fanno gli affari classici della camorra, cemento, rifiuti, riciclaggio di auto rubate, estorsioni arrivano a Napoli per business e per alleanze con le famiglie camorristiche. E a Napoli i killer italoamericani si sentono minuscoli, loro che vengono dalla periferia di New York finalmente giunti al centro del crimine mondiale. Così sembra emergere dalla puntata, intitolata proprio 'Viaggio a Napoli'. E i Soprano sono in totale soggezione dei camorristi napoletani, sono completamente sconcertati dalla facilità con cui si spara e si uccide. Dinanzi ad un bambino che viene picchiato da un boss, Tony Soprano resta sconvolto. Ma qualcuno gli risponde "non vi preoccupate questa è l'università di Napoli". E così tra mangiate di pesce, e una bellezza di luce e mare che i boss venuti dall'America non finiscono per definire "incredibile", Napoli diviene negli occhi dei Soprano la cupola del potere. Attraverso la fiction si arriva al racconto di una realtà che in Italia per troppi anni si è sottovalutata e scacciata sotto il tappeto della bellezza come presenza eterna e consolante. Ma i Soprano sono veri americani: l'antica bellezza del luogo li affascina, ma non li inganna. A un certo punto si presenta a fare a affari con Tony Soprano una donna di camorra. E lui, sempre pronto alla gaffe, non si trattiene dal commentare: "Da noi una donna non sarebbe mai un boss". Nel mondo de 'I Sopranos' ci sono i gay, lo psicoanalista, un possibile genero di colore. Ma quando si tratta della gestione del potere, del potere vero, Napoli, da vera capitale del business, rimane avanti. Le fiction riescono a volte più di altri strumenti a raccontare il mondo e far identificare Hillary Clinton nelle dinamiche di una famiglia che viene dai dintorni di Ariano Irpino e chiede a Napoli e ai suoi boss di salvare la mafia italiana in crisi negli Usa. Una fiction prima della politica, dei media, dell'inchiostro dei aggi. n.

 

 

 

 

BASTA VETI, è L'ORA DELLE SCELTE IMPOPOLARI (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 03-01-2008)

"Basta veti, è l'ora delle scelte impopolari" DALL'INVIATO PAOLO RUSSO Capri. "Basta tentennamenti. Ora bisogna reagire, servono decisioni forti". Dopo l'ammonizione, la diffida. Dopo l'ultimo avvertimento, l'Ue annuncia nuove misure contro l'Italia che non riesce a gestire l'emergenza rifiuti in Campania. Il ministro campano Luigi Nicolais non ci sta. E replica con fermezza: avanti tutta con i siti di stoccaggio, con la riapertura delle discariche, anche se le scelte possono apparire impopolari. Un messaggio diretto, rivolto anche al sindaco Iervolino e al governatore Bassolino. "Non è possibile, in questo momento, continuare a non agire facendo prevalere opposizioni personalistiche". Ieri sera il ministro ha accolto a Capri il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e le parole del commissario all'Ambiente Stavros Dimas avrebbe preferito non sentirle: "Perfino nell'ultima riunione del consiglio dei ministri - scuote il capo - non siamo riusciti a non occuparci di Napoli e della Campania, per evitare l'ennesima beffa ai danni dei cittadini alle prese con l'emergenza rifiuti.". Si riferisce all'aumento della Tarsu? "Come governo abbiamo cercato di fare tutto il possibile per contribuire alla soluzione di un problema che va avanti da troppi anni. L'ultimo consiglio dei ministri ha evitato che al danno subito dai cittadini si aggiungesse anche la beffa di dover pagare di più la tassa sui rifiuti. Sarebbe stato assurdo, siamo riusciti a evitarlo". Ma si è discusso anche di come risolvere la crisi? "Il governo sa come va risolta. Personalmente credo che l'intera vicenda dei rifiuti vada affrontata con molta più decisione e maggiore spirito di solidarietà. Non è possibile pensare che ancora oggi, dopo tanti danni, ci siano ancora opposizioni personalistiche e non prevalga uno spirito di collaborazione tra i vari enti che devono gestire il problema". Quindi, cosa bisogna fare? "Si deve al più presto approntare un piano per uscire dall'emergenza, ma non per rinviare la questione. Bisogna costruire e soprattutto procedere con decisione, tutti insieme, affinché la soluzione all'emergenza sia definitiva". È un richiamo agli enti locali? "Tutti, a qualsiasi livello devono sentirsi impegnati nella soluzione di questo gravissimo problema. Ma c'è bisogno di uno scatto d'orgoglio, di una svolta condivisa e per la quale tutti devono mettere in campo le proprie responsabilità". Sotto gli occhi dell'Europa finora tutto questo non c'è stato. "Ed infatti bisogna far vedere all'Europa che i campani e la Campania sono in grado di reagire. Dobbiamo, a tutti i livelli, dimostrare che siamo capaci di impegnarci e di essere in grado di superare le difficoltà. Difficoltà che poi inevitabilmente rischiano di travolgerci se non si interviene subito e con determinazione. Il monito dell'Ue va preso molto seriamente. Siamo disponibili a offrire un contributo per superare la crisi ma anche le istituzioni locali e i cittadini devono rendersi conto che il sacrificio di alcuni serve a se stessi e anche a tutti gli altri". Un contributo anche al commissario Cimmino, appena nominato dal governo? "Voglio sperare che il nuovo commissario straordinario sia in grado di risolvere la situazione, se ha bisogno di un aiuto siamo disponibili. Oggi nessuno di noi può fare un passo indietro". Anche riaprendo la discarica di Pianura? "Il governo è stato e si sente in questi giorni ancora più vicino alla Campania. Ora, da un momento di grave difficoltà, bisogna trovare la determinazione per intervenire con decisioni forti anche se qualche volta impopolari. Ripeto, il sacrificio di qualcuno serve a tutti gli altri".

 

 

 

 

CHIARA GRAZIANI SAPREMO QUANTA DIOSSINA C'è NELL'ARIA, NEL SANGUE, NEL GRASSO UMAN (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 03-01-2008)

CHIARA GRAZIANI Sapremo quanta diossina c'è nell'aria, nel sangue, nel grasso umano, nel latte materno ed anche nei cibi di produzione campana. Silvio Garattini, farmacologo ed autorevolissimo consulente dell'Organizzazione mondiale della sanità, con il suo allarme sui roghi di rifiuti alla diossina scatenati dal Capodanno, sembra avere messo in moto la palla di neve che diventa valanga. "L'allarme ambientale - aveva detto in sostanza - è gravissimo e va tempestivamente controllato con analisi". E l'aria è sotto controllo, da ieri mattina e fino alla conclusione dell'emergenza rifiuti che, anche nelle ultime ore, continua a scaricare nell'ambiente i veleni di decine di piccoli inceneritori artigianali accesi con incoscienza criminale: lo comunica l'Agenzia regionale per l'Ambiente i cui dipartimenti provinciali di Napoli e Caserta stanno distribuendo in queste ore sul territorio gli apparecchi che succhieranno e analizzeranno l'aria, i cosiddetti campionatori di volume che daranno i primi risultati nell'arco di 12-24 ore. Una campagna straordinaria dovuta "agli incendi incontrollati di rifiuti che si susseguono nel napoletano e nel casertano". È garantita, si assicura, una tempestiva informazione alla popolazione. Se l'Arpac è il braccio, presso la Regione è stata costituita un'unità di coordinamento di tutte le iniziative che dovrebbe esssere la mente di un'eccezionale profilassi dovuta al precipitare drammatico in queste ore dell'emergenza rifiuti. Non solo. Parte anche il cosiddetto biomonitoraggio umano: per la prima volta in modo scientifico, (altri tentativi erano stati fatti da privati con risultati allarmanti) da febbraio si analizzeranno i tessuti di 780 persone tra i 20 ed i 64 anni che vivono nelle province di Napoli e Caserta (le più inquinate) ed il latte materno di 50 donne, al primo parto e non più che venticinquenni. Uno studio che sarà condotto dall'Istituto superiore della sanità assieme all'istituto di fisiologia clinica del Cnr, all'osservatorio epidemiologico, al registro dei tumori della Asl Na 4 e le principali Asl della Campania. Lo screening ordinato dalla Regione Campania non serve a capire se ci si ammala di più, ma quanta diossina (cancerogena comunque) abbia assorbito l'organismo umano dall'ambiente. Noi siamo spugne che, quando l'ambiente ne contenga, assorbono diossine e metalli pesanti fissandoli nei tessuti grassi e passandoli anche nel latte materno. Tanto più tempo dura l'esposizione, tanta più diossina si troverà. Siamo, dunque, anche perfette cartine di tornasole della quantità di diossina nell'ambiente. Ora è suonata l'ultima sveglia, dopo anni in cui tante Cassandre, anche apprezzati oncologi, avvertivano che le ecomafie stavano scaricando nelle campagne i rifiuti speciali, soprattutto del nord. Il presidente Bassolino, che ha chiamato a raccolta tutti i tecnici e gli enti, si appella: "Non bruciate i rifiuti. È assolutamente necessario".

 

 

 

 

RIFIUTI: PEZZELLA, ALTRO CHE RISORGIMENTO SIAMO POPOLO DELLA MONNEZZA (sezione: Monnezze)

( da "Asca" del 03-01-2008)

(ASCA) - Roma, 3 gen - ''Siamo andati sempre fieri ed orgogliosi di essere napoletani e campani, di essere figli di quella terra che, pur tra mille contraddizioni, ha dato i lustri a grandi uomini di cultura e della politica, figli di quella terra ricca di storia e di bellezze naturali. Da oltre un decennio, pero', grazie alle incapacita' di Bassolino, Iervolino, e di tutta la classe politica del centrosinistra regionale, siamo diventati un popolo umiliato e messo completamente alla gogna''. Cosi' il deputato Antonio Pezzella, deputato e portavoce regionale de La Destra, attacca duramente i vertici del centrosinistra campano per l'emergenza rifiuti. ''Altro che decantato risorgimento napoletano-bassolinano - polemizza Pezzella - siamo il popolo della 'monnezza', sommersi da tonnellate di rifiuti e di ecoballe, che e' schernito dal resto del Paese, attaccato dalla stampa estera, bacchettato dalla Comunita' Europea. Siamo, insomma, diventati grazie al centrosinistra regionale la vergogna d'Italia e dell'Europa, degno primato della classe politica che ci rappresenta. Ecco perche' oggi ci vergogniamo di essere napoletani e campani, non per la nostra storia, ma per chi indegnamente ci rappresenta e ci governa. E fin quando ci sara' questa fallimentare classe dirigente non ci sara' alcuna speranza per i napoletani ed i campani tutti!''. Red-Cer/mcc/ss (Asca).


 

 

 

 

ARTICOLI DAL 23 DICEMBRE 2007 AL 3 GENNAIO 2008

Arte e rifiuti, il natale di Napoli ( da "Repubblica, La" del 23-12-2007)

Specchi, neon e acciaio il mediterraneo in piazza - stella cervasio ( da "Repubblica, La" del 23-12-2007)

Ventitré anni fa la strage del 904 ( da "Repubblica, La" del 23-12-2007)

Torna l'ipotesi pianura tensione nel quartiere - patrizia capua ( da "Repubblica, La" del 23-12-2007)

La curiosità ( da "Repubblica, La" del 23-12-2007)

Legambiente, nel direttivo entrano vigna e sacconi - maurizio bologni ( da "Repubblica, La" del 23-12-2007)

Campania di nuovo invasa dai rifiuti roghi in strada, l'esercito offre aiuto - patrizia capua ( da "Repubblica, La" del 23-12-2007)

Montagne di spazzatura e incubo diossina solo il centro storico si salva dall'assedio - conchita sannino ( da "Repubblica, La" del 23-12-2007)

In Campania scoppia di nuovo l'emergenza rifiuti ( da "Gazzetta del Sud" del 23-12-2007)

Dentro i mille presepi di Napoli ( da "Gazzetta del Sud" del 23-12-2007)

Di CARLO DONATI ANCHE una strada può diventare cattiva. Non solo pericolo ( da "Nazione, La (Nazionale)" del 23-12-2007) + 2 altre fonti

Emergenza rifiuti, la Campania ripiomba nel caos ( da "Eco di Bergamo, L'" del 23-12-2007)

NAPOLI - Riprendono a macinare i rifiuti campani i sei impianti Cdr; ieri mattina a mezzogio ( da "Messaggero, Il (Pesaro)" del 23-12-2007) + 10 altre fonti

NAPOLI - Riprendono a macinare i rifiuti campani i sei impianti Cdr; ieri mattina a mezzogio ( da "Messaggero, Il (Ostia)" del 23-12-2007)

LETTERE ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 23-12-2007)

CHIARA GRAZIANI RIPRENDONO A MACINARE I RIFIUTI CAMPANI I SEI IMPIANTI CDR; IERI MATTINA A MEZZOG ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 23-12-2007) + 2 altre fonti

SITO PER LE ECOBALLE, SPUNTA UN'AREA MILITARE ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 23-12-2007)

A TEATRO ( da "Mattino, Il (City)" del 23-12-2007)

PIACE L'OPERA DI PISTOLETTO ISPIRATA AL DIALOGO TRA LE RELIGIONI. IERVOLINO: PASSEGGIANDO HO ATTRAVERSATO IL DESERTO ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 23-12-2007) + 3 altre fonti

Rifiuti per strada, cittadini in piazza ( da "Manifesto, Il" del 24-12-2007)

Napoli spegne le luminarie di Natale ma si illumina coi roghi di spazzatura pag.1 ( da "Giornale.it, Il" del 24-12-2007)

Questa povera città buia e ostaggio della monnezza pag.1 ( da "Giornale.it, Il" del 24-12-2007)

L'Onu approva la moratoria ( da "Quotidiano.net" del 24-12-2007)

La luce di Napoli è un rogo di monnezza pag.1 ( da "Giornale.it, Il" del 24-12-2007)

Rifiuti nell'ex deposito di armi ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 25-12-2007) + 1 altra fonte

Il Forum delle culture invita Sting e Santana ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 25-12-2007) + 1 altra fonte

Le proteste a Napoli ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 25-12-2007) + 1 altra fonte

Casini: Rifiuti e violenza a Napoli, Campania specchio del Paese ( da "Denaro, Il" del 26-12-2007)

Bonifica da gennaio, per Bagnoli 288 mln ( da "Denaro, Il" del 26-12-2007)

E il quirinale segue l'evolversi della crisi - ottavio lucarelli ( da "Repubblica, La" del 27-12-2007)

LA RICETTA LEGHISTA ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 27-12-2007)

Casa Bassolino ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 27-12-2007)

Palumbo: <Così viene meno la fiducia nel Governo Chiamerò di nuovo Prodi> ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 27-12-2007)

I problemi di Napoli e le responsabilità di Bassolino e Iervolino ( da "Libero" del 27-12-2007)

Napoli invivibile, promesse disattese ( da "Denaro, Il" del 27-12-2007)

LE MANIFESTAZIONI ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 27-12-2007) + 1 altra fonte

CALDEROLI ACCUSA: NIENTE SPAZZATURA SOTTO CASA DI IERVOLINO E BASSOLINO. ALLARME DIOSSINA, ANCORA CENTINAIA DI ROGHI ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 27-12-2007) + 1 altra fonte

NAPOLI: PULITI CHIAIA E POSILLIPO, IN RIVOLTA GLI ALTRI QUARTIERI ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 27-12-2007) + 1 altra fonte

SOLO CHIAIA E POSILLIPO PULITI: è RIVOLTA ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 27-12-2007) + 3 altre fonti

LA REAZIONE ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 27-12-2007) + 5 altre fonti

La denuncia su italia 1 ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 27-12-2007) + 5 altre fonti

LETTERE ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 27-12-2007)

L'Onu approva la moratoria ( da "Quotidiano.net" del 27-12-2007)

Iervolino chieda scusa ai napoletani ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 28-12-2007)

Ci scrivono ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 28-12-2007)

Campania datti una mossa ( da "Sole 24 Ore, Il" del 28-12-2007)

Un inceneritore in Germania per bruciare i rifiuti di Napoli ( da "Corriere della Sera" del 28-12-2007)

Il silenzio della politica puzza ancor più dell'immondizia ( da "Libero" del 28-12-2007)

Da depositare a casa Bassolino e Iervolino ( da "Libero" del 28-12-2007)

La Repubblica dei SOPRANOs ( da "Espresso, L' (abbonati)" del 28-12-2007)

CAMION BLOCCATI, TAFFERUGLI: CINQUE CONTUSI CINQUANTA AUTOMEZZI RIESCONO A SCARICARE ( da "Mattino, Il (Caserta)" del 28-12-2007)

LA PROTESTA ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 28-12-2007) + 4 altre fonti

Un inceneritore in Germania ( da "Corriere.it" del 28-12-2007)

Bagnoli, colmata a mare: sperpero di denaro pubblico ( da "Denaro, Il" del 28-12-2007)

Napoli specchio del tempo ( da "Napoli.com" del 28-12-2007)

Un inceneritore in Germania per bruciare i rifiuti di Napoli ( da "Napoli.com" del 28-12-2007)

La tratta dei cani business milionario che viene dall'est - davide carlucci milano ( da "Repubblica, La" del 29-12-2007)

Lo Stato ci dia quello che ci spetta e poi al nostro territorio ci pensiamo da soli ( da "Padania, La" del 29-12-2007)

PLEBISCITO, AUTO FERME FUNICOLARI FINO ALL'ALBA ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 29-12-2007) + 4 altre fonti

Discarica, pianura in rivolta - antonio corbo ( da "Repubblica, La" del 30-12-2007)

Rifiuti, braccio di ferro su pianura ( da "Repubblica, La" del 30-12-2007)

Il ministro Pecoraro Scanio ha smentito di aver proposto di bruciare i rifiuti romani nella futura c ( da "Messaggero, Il (Viterbo)" del 30-12-2007) + 1 altra fonte

PROBLEMI DI NAPOLI ( da "Libero" del 30-12-2007)

IL COMMISSARIO USCENTE PANSA HA FIRMATO IERI L'ORDINANZA PER LA RIAPERTURA DELLA DISCARICA DI P ( da "Mattino, Il (Circondario Nord)" del 30-12-2007) + 2 altre fonti

IL SINDACO: CI HA SCAMBIATI CON NAPOLI ( da "Mattino, Il (Circondario Nord)" del 30-12-2007)

IL COMMISSARIO USCENTE PANSA HA FIRMATO IERI L'ORDINANZA PER LA RIAPERTURA DELLA DISCARICA DI P ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 30-12-2007) + 1 altra fonte

SOPRALLUOGO IN ELICOTTERO DEL COMMISSARIO CIMMINO, POI LA DECISIONE. Sì DI BASSOLINO E DI PALMA, SECCO NO DAL COMUNE ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 30-12-2007) + 5 altre fonti

AFFIDIAMO AI TEDESCHI LA RACCOLTA DEI RIFIUTI ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 30-12-2007)

VIVA GAIA! PRESENTA "FUOCO!" IL NUOVO ECONOIR DI GIANCARLO DE CATALDO ( da "Green Planet" del 31-12-2007)

NASCE VERDENERO BLOG, LA VOCE DELLA COLLANA ECONOIR DI EDIZIONI AMBIENTE ( da "Green Planet" del 31-12-2007)

L'imbarazzo del capo dello stato andrà in vacanza lontano da qui - angelo carotenuto ( da "Repubblica, La" del 31-12-2007)

L'INTERVISTA ( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del 31-12-2007) + 3 altre fonti

Pianura riapre per più di un anno ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 01-01-2008) + 1 altra fonte

De Franciscis: <La proroga tutela interessi torbidi> ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 01-01-2008) + 1 altra fonte

Pianura verso la riapertura ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 01-01-2008) + 1 altra fonte

2007, i fatti salienti con Il Grecale ( da "Grecale, Il" del 01-01-2008)

E la politica scese dal palco istituzioni assenti in piazza - roberto fuccillo ( da "Repubblica, La" del 02-01-2008)

"rifiuti, è sempre più allarmante" - angelo carotenuto ( da "Repubblica, La" del 02-01-2008)

Napoli, cresce l'allarme diossina ( da "Eco di Bergamo, L'" del 02-01-2008)

Iervolino: <Napoli non ha egoismi> ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 02-01-2008)

Discariche, il no della Iervolino ( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-01-2008)

Iervolino e Bassolino dove siete? ( da "Libero" del 02-01-2008)

FAI LA NANNA PRESIDENTE ( da "Libero" del 02-01-2008)

Roghi e botti, mix esplosivo ( da "Padania, La" del 02-01-2008)

IL SINDACO: SI ANNUNCIAVA UNA PROTESTA, HO PREFERITO EVITARE TENSIONI. SAL DA VINCI SEDA UNA RISSA ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 02-01-2008) + 3 altre fonti

LA CRISI IMMONDIZIA IRROMPE NEL DISCORSO DI FINE ANNO. BASSOLINO E IERVOLINO: RICHIAMO GIUSTO. L'OPPOSIZIONE: VADANO VIA ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 02-01-2008) + 5 altre fonti

Napolitano "assediato" da an: l'ambiente, il problema dei problemi - angelo carotenuto ( da "Repubblica, La" del 03-01-2008)

Ministro Pecoraro-Scanio, nella "sua" Campania siamo di nuovo all'emergenza rifiuti, ( da "Stampa, La" del 03-01-2008)

"Troppi collusi dietro il grande business" ( da "Stampa, La" del 03-01-2008)

RIFIUTI/ GASPARRI: SI' A SCIOGLIMENTO CONSIGLIO REGIONALE CAMPANIA ( da "Virgilio Notizie" del 03-01-2008)

Napolitano: <Sui rifiuti basta particolarismi> ( da "Nuova Ecologia.it, La" del 03-01-2008)

"Troppi collusi dietro il grande business" ( da "Stampaweb, La" del 03-01-2008)

 

 

 

 

Articoli                                                  

Arte e rifiuti, il natale di napoli (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 23-12-2007)

Pagina I - Napoli In piazza del Plebiscito inaugurata l'opera di Pistoletto, mentre nelle strade giacciono tremila tonnellate di spazzatura Arte e rifiuti, il Natale di Napoli Pianura in allarme: teme un blitz per riaprire la discarica Napoli festeggia il Natale tra arte e spazzatura. Vertice in Regione sull'emergenza con Bassolino, Iervolino e il prefetto Pansa, mentre in piazza del Plebiscito è stata inaugurata l'opera di Pistoletto. La crisi continua, anche in provincia. La ventilata riapertura della discarica di Pianura mette in allarme il quartiere, che teme un blitz. Il ministero della Difesa ha confermato la disponibilità ad individuare siti per la raccolta dell'immondizia. PATRIZIA CAPUA A PAGINA IV.

 

 

 

 

Specchi, neon e acciaio il mediterraneo in piazza - stella cervasio (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 23-12-2007)

Pagina II - Napoli Specchi, neon e acciaio il Mediterraneo in piazza Pistoletto: "Sogno un parlamento interetnico" L'installazione in città fino al 25 febbraio, poi andrà in un parco pubblico o a Villa Favorita Presentata al Plebiscito l'opera dell'artista: un invito al rispetto dei popoli e delle diverse culture STELLA CERVASIO Una bambina punta i piedi e resta in bilico tra Malta e Gozo. Un bambino ha portato l'automobilina telecomandata e si prepara per la sua Parigi-Dakar. Si fermerà a un certo punto, perché la grande mappa mediterranea di Michelangelo Pistoletto non arriva al Senegal. Ma il giro immaginario (ora si direbbe virtuale), sia pure "in scala", del ragazzino, sarà sufficiente a fargli capire che il mondo è bello perché è vario. Un ragazzo "salta" lo stretto di Gibilterra. "Quante vite spesso mette a rischio quel viaggio di clandestini", commenta amaro l'artista. "Love Difference", Amare le differenze, è l'invito al rispetto dei popoli e delle diverse culture dell'artista piemontese, che ieri ha presentato il suo lavoro per piazza Plebiscito e le tre opere che ha realizzato per il Madre, con cui il curatore e direttore del museo, Eduardo Cicelyn, propone una sorta di piccola antologica dell'artista premiato con il Leone d'Oro alla carriera nel 2003 alla 50esima Biennale di Venezia. Una grande pedana in acciaio dalla superficie specchiante raffigura le terre emerse del Mediterraneo, da Gibilterra all'Albania, con lo spessore alto circa sessanta centimetri verniciato con colore rifrangente. Lo "specchio", comparso sin dai quadri specchianti del '62 di Pistoletto, è il presente, costruisce l'interattività e sancisce la partecipazione dell'osservatore all'opera. Il titolo in una serie di scritte al neon in tutte le lingue dei paesi del Mediterraneo riflette la luce di diversi colori sulla grande pedana-palcoscenico. è sembrato naturale a Bassolino, a Iervolino e a tutto il pubblico di artisti, galleristi, politici e normali visitatori stare per tutto il tempo della presentazione in piedi sui territori per i quali Pistoletto sogna un parlamento interculturale ed interetnico. Tanta spontanea interattività riporta ai tempi della Montagna di sale di Paladino. L'arte pubblica allora era giovane. Ora l'esperienza le dà consapevolezza: "Stiamo per portare a Bagnoli l'Italia all'asta di Fabro (alle inaugurazioni di ieri c'era anche la figlia dell'artista, Silvia, ndr) ora discutiamo con Pistoletto perché l'opera rimanga a casa nostra. In Giappone mi colpì un museo all'aria aperta dove avevano chiesto una serie di opere fruibili agli artisti in modo che i bambini giocassero e si divertissero con l'arte contemporanea. Andrà in un parco pubblico molto frequentato o a Villa Favorita a Ercolano". L'opera resterà in piazza Plebiscito fino al 25 febbraio. "Love Difference" è una installazione notturna, un globo terracqueo disteso, che suscita memorie scolastiche metternichiane, o cinematografiche, come il pallone del Grande Dittatore di Chaplin. "L'arte ha meno responsabilità e più libertà quindi deve farsi carico di valori ideali. Sogno un parlamento Intra-Mediterraneo, se si realizza, si potrà dire che l'arte l'aveva già previsto", dice l'artista. "Love Difference" diventa velocemente una piattaforma per le aspettative di ciascuno. Tutti si sentono trasposti su di "un altro piano", forse anche le risposte di Bassolino e del sindaco ai giornalisti, che chiedono conto di un'altra giornata alle prese con la questione rifiuti, non sono autodifensive, ma colloquiali. Un riferimento alle tonnellate di materiali da smaltire in Campania Pistoletto l'aveva fatta indirettamente nella chiesa di Donnaregina vecchia, capolavoro del Trecento la cui suggestiva austerità dialoga con la "Venere degli stracci", un'opera in marmo e stracci colorati che risale al 1967, in pieno conflitto sociale, ma mantiene intatto il senso della sua riflessione. "La Venere - spiega Pistoletto - è radicata nella storia ed è immobile. Gli stracci sono in movimento, rappresentano la moda che cambia nella dinamica presocratica tra essere e divenire. Sono anche per strada, intorno a noi". A testimonianza di un consumismo che non sempre la storia riesce a digerire. Il lavoro di Pistoletto, muovendo dalle istanze dell'Arte Povera teorizzata da Germano Celant nel '67, ha avuto uno sbocco naturale nel grande progetto sulla multiculturalità, dove l'arte è "motore di una trasformazione del pensiero". Derivano da qui l'environment, cioè opera contestualizzata in un ambiente, "Luogo di raccoglimento" e "Il terzo paradiso", nella sala polivalente e nel cortile del Madre (da guardare dall'alto) del 2000 e 2002 riadattate oggi.

 

 

 

 

Ventitré anni fa la strage del 904 (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 23-12-2007)

Pagina IX - Napoli Oggi cerimonia alla stazione Ventitré anni fa la strage del 904 GIORNATA in memoria delle sedici vittime innocenti della strage del rapido 904, avvenuta il 23 dicembre di ventitré anni fa. L'associazione familiari delle vittime presieduta da Antonio Celardo, nel ricordare che gli esecutori e alcuni dei mandanti non hanno ancora un nome, comunica il programma di celebrazioni per oggi, con inizio alle ore 11.30 alla stazione centrale nell'area ex biglietteria. Alle 12 verranno proiettati i filmati delle edizioni straordinarie dei telegiornali del 23 dicembre 1984, quindi un minuto di silenzio alle 12.55, orario di partenza del rapido 904. Seguiranno gli interventi del governatore Antonio Bassolino, del sindaco Rosa Russo Iervolino e del presidente della Provincia Riccardo Di Palma. Verrà infine deposta una corona sotto la targa (foto sotto) in memoria delle vittime.

 

 

 

 

Torna l'ipotesi pianura tensione nel quartiere - patrizia capua (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 23-12-2007)

Pagina IV - Napoli An si divide: Diodato propone il sito, Nonno lo boccia e invoca l'intervento della magistratura Torna l'ipotesi Pianura tensione nel quartiere Rifiuti, scontro per la riapertura della discarica PATRIZIA CAPUA A mezzogiorno nella sede della Regione, a Santa Lucia, si riunisce il vertice istituzionale sull'emergenza rifiuti presieduto dal commissario straordinario, il prefetto Alessandro Pansa, con il capo di gabinetto del ministero dell'Ambiente, Giancarlo Viglione. Alla stessa ora il cdr di Caivano non ha ancora riaperto dopo la vertenza dei lavoratori della Fibe che non hanno ricevuto la tredicesima. Il secondo giorno consecutivo di stop ha effetti devastanti per Napoli dove nel giro di due giorni si è passati dalle duemila tonnellate di rifiuti non raccolti a tremila. Dal centro a Fuorigrotta, e i quartieri della periferia, il fronte spazzatura sembra una piena inarrestabile. Nei Comuni della provincia si vivono giornate di esasperazione per l'accumulo di spazzatura non raccolta. Arrivano ogni momento notizie di roghi appiccati nell'illusione di fare pulizia, mentre questo non fa che aumentare il tasso di diossina nell'aria ed esponendo la popolazione al rischio di intossicazione. Aumenta la crisi nella zona vesuviana a poche ore dal Natale, colpiti i Comuni di Sant'Anastasia, Cercola, Volla, Pollena Trocchia e tanti altri dove cataste di immondizia bloccano marciapiedi e strade. La situazione è molto critica nei quartieri periferici, con centinaia di tonnellate di spazzatura che non viene raccolta da circa due settimane. Le amministrazioni comunali cercano di limitare i disagi nel centro dei paesi. Nel vertice di Santa Lucia si discutono gli eventi delle ultime ore. Il prefetto Pansa è tornato da Roma per trattare con il presidente Prodi la proroga e lo sdoppiamento del commissariato: uno per la vicenda debiti, un altro che operi sul versante tecnico. Alle Province, poi, dovrebbero andare più poteri per la gestione delle discariche. Si parla della disponibilità espressa dal ministero della Difesa per individuare siti di stoccaggio. Il più grande è a Persano, a due passi dall'Oasi protetta del Wwf. Si parla anche dell'ipotesi di riaprire la discarica di Pianura, idea lanciata dal consigliere regionale di An, Pietro Diodato. Attorno al tavolo ci sono il sindaco Iervolino, il governatore Bassolino, il presidente della Provincia, Di Palma. Iervolino, dopo la riunione dice: "Pianura l'ho sempre difesa in tutti i modi e continuerò a difenderla". Su questa posizione arrivano voci uguali sia dalla destra che dalla sinistra. Il quartiere è già in stato di allerta. Ci sono timori addirittura di un blitz nella notte, deciso da prefetto e Regione, per riaprire il sito per liberare la città dalla spazzatura. Il presidente della circoscrizione, Fabio Tirelli, di Rifondazione, dice chiaro a nome dell'intera Municipalità: "Non permetteremo a nessuno di decidere sulla nostra testa". Giorgio Nugnes, del Pd, assessore comunale alla Difesa del suolo e alla Protezione civile, dice: "In queste ore stiamo valutando i pro e i contro, in sede di giunta e in sede di maggioranza. Credo che qualsiasi decisione in merito verrà presa da Pansa che se ne assumerà tutte le responsabilità. L'amministrazione comunale ne resta fuori". Nugnes ricorda che c'è un deliberato del Consiglio comunale che all'unanimità escludeva Pianura come sito di sversamento. "Qualsiasi soluzione diversa dovrebbe passare per il Consiglio comunale", conclude Nugnes. Ma c'è chi è più drastico. Marco Nonno consigliere comunale di An sconfessa completamente il compagno di partito Diodato. "Assurdo ciò che propone, l'ordine del giorno votato dal Consiglio su Pianura l'ho presentato io, più o meno l'anno scorso di questi tempi. Feci anche i manifesti per ringraziare il sindaco. E oggi lui riapre la discussione; invito la magistratura a intervenire. Tutta An è con me". Nonno annuncia l'intenzione di presentare un esposto. Ricorda che "due anni fa questa cava venne sequestrata perché ai bordi erano stati costruiti quattro capannoni abusivi. In contrada Pisani, poi, il tasso di malati di asma e di tumori ai polmoni è più alto della media campana, già di per se è alta". Bassolino nel suo blog esorta ad affrontare l'attuale emergenza e allo stesso tempo "guardare avanti, alla prospettiva, completando il termovalorizzatore di Acerra". Una strada che deve puntare anche sulla "collaborazione" e sulla "corresponsabilità", perché, dice, "chi mette il bastone tra le ruote va contro l'interesse dei cittadini".

 

 

 

 

La curiosità (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 23-12-2007)

Pagina IV - Napoli La gag di Rivieccio-Iervolino a caccia di un "cassonetto blu" LA CURIOSITà Rosa Russo Iervolino posseduta dal "demonio" di Antonio Bassolino che, in giro di notte per la città, cerca disperatamente un "cassonetto blu" in cui depositare il sacchetto dell'immondizia. è la nuova imitazione del sindaco targata Gino Rivieccio, uno dei pezzi più divertenti di "Non complichiamoci la vita" in scena al teatro Diana fino al 13 gennaio. Una Iervolino elegantissima, in tailleur azzurro e foulard colorato, che si aggira disperatamente per la città e che non riesce a depositare il sacchetto di immondizia nei contenitori stracolmi. Un sindaco la cui voce lentamente si trasforma in quella altrettanto nota del presidente della Regione Antonio Bassolino che la possiede e di cui lei non può liberarsi. Una Iervolino che, in stile Rivieccio, riesce comunque a ironizzare su se stessa: "Come mi difendo dalle polemiche? Utilizzando il sistema della raccolta differenziata. è molto semplice, separo le critiche dagli insulti e così vado avanti". (o.l.).

 

 

 

 

Legambiente, nel direttivo entrano vigna e sacconi - maurizio bologni (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 23-12-2007)

Pagina IX - Firenze Nuovo impegno per l'ex procuratore nazionale antimafia e l'europarlamentare ex diessino Legambiente, nel direttivo entrano Vigna e Sacconi L'ex magistrato: "Mi sono sempre impegnato con l'associazione" MAURIZIO BOLOGNI Pierluigi Vigna, fiorentino, già a capo della procura nella sua città e procuratore nazionale antimafia, il più noto magistrato toscano per l'impegno in prima linea e il rilievo delle inchieste che ha condotto con tenacia, rigore e competenza, entra nel direttivo nazionale di Legambiente, che tra le associazione ambientaliste è quella storicamente collocata più vicino al centrosinistra. La new entry inorgoglisce Legambiente, stupisce alcuni ma certamente non il diretto interessato. "Mi sono sempre impegnato con Legambiente - dice il procuratore antimafia oggi in quiescenza - Ho partecipato a eventi e convegni, ho coniato la definizione "I ladri del futuro" che poi l'associazione ha fatto propria in tante iniziative". Un punto forte di contatto tra Vigna e Legambiente sono sicuramente i crimini contro l'ambiente e le ecomafie, a lungo terreno d'attenzione e di indagini per il magistrato e che Legambiente studia e denuncia come nessun'altra associazione del settore. "Parecchi anni fa, quando ero a capo della Direzione distrettuale antimafia - ricorda Vigna - dedicai un'apposita struttura alla criminalità ecologica". Ma il magistrato promette un impegno nell'associazione ambientalista anche sugli altri temi, compresi quelli caldissimi in Toscana della tutela del territorio, dell'ambiente e del paesaggio. "Mi sono schierato a favore della tramvia, perfettamente in linea con Legambiente" ricorda Vigna. Impegno a tutto campo con una sola eccezione. "Essendo io anche un po' cacciatore - dice il magistrato - chiederò che il tema non sia affrontato quando sarò presente alla riunioni della direzione nazionale o comunque mi asterrò dal partecipare alle discussioni e ai voti sull'argomento. Pratica venatoria e ambientalismo mi sembrano però conciliabili, la caccia esiste dai tempi delle caverne, la vera minaccia all'ambiente e alla fauna sono la città e l'uomo moderni". Assieme a Vigna la Toscana piazza altre personalità di spicco nel direttivo nazionale di Legambiente. Entrano, tra gli altri, anche il parlamentare europeo Guido Sacconi, coordinatore del gruppo del Pse nella Commissione ambiente e presidente a Bruxelles della Commissione sul cambiamento climatico, e Gampiero Sammurri, presidente del Parco regionale della Maremma e coordinatore regionale di Federparchi. Si tratta - sottolinea una nota del Comitato regionale toscano di Legambiente - di "persone autorevoli che rappresentano in modo paradigmatico quella "Legambiente fuori di noi" che l'associazione vuole e vorrà sempre più efficacemente tenere in rete nella sua azione politica".

 

 

 

 

Campania di nuovo invasa dai rifiuti roghi in strada, l'esercito offre aiuto - patrizia capua (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 23-12-2007)

Cronaca Campania di nuovo invasa dai rifiuti roghi in strada, l'esercito offre aiuto "Pronti a trovare noi i siti". A Napoli tremila tonnellate non raccolte Tra la aree prese in esame per uscire dal caos quella di Persano, vicina all'oasi Wwf Emergenza per lo stop all'impianto di Caivano: è la più grave degli ultimi anni PATRIZIA CAPUA NAPOLI - Centomila tonnellate di spazzatura in Campania, tremila nelle strade di Napoli, senza differenze tra quartieri "alti" o "bassi", rifiuti che diventano roghi, appiccati per giorno e notte dai cittadini esasperati, mentre l'aria si avvelena di diossina. Anche l'esercito offre delle aree dove sversare l'immondizia. La Campania sta vivendo alle porte del Natale l'emergenza rifiuti forse più grave degli ultimi 14 anni. Con una lettera al commissario straordinario, il prefetto Alessandro Pansa, il ministero della Difesa ha confermato "la disponibilità a fornire la massima tempestiva collaborazione in merito all'individuazione dei siti da allestire per la raccolta di rifiuti". Sono state prese in esame alcune aree tra cui quella di Persano che però che si trova a ridosso dell'Oasi protetta del Wwf. La Campania scoppia di rifiuti perché mancano le discariche e non si trovano aree dove stoccare le cosiddette ecoballe e la spazzatura. Dalle popolazioni arrivano continui no. Il termovalorizzatore di Acerra entrerà in funzione nel 2008, quello di Santa Maria La Fossa forse nel 2012. L'unico sito di stoccaggio delle ecoballe, "Taverna del Re" a Giugliano, vicino Napoli, ha chiuso da poco. Senza siti di stoccaggio, la lavorazione negli impianti di Cdr si ferma e a cascata si blocca anche la raccolta nelle strade. Ma a rendere più pesante l'emergenza è stato nei giorni scorsi lo sciopero degli autotrasportatori, poi anche il blocco delle attività negli impianti di Cdr. I lavoratori si sono fermati perché non hanno ricevuto la tredicesima. Soltanto ieri, dopo un accordo sindacale, gli impianti hanno ripreso a funzionare sia pure molto a rilento. Intanto le istituzioni si sono riunite in un nuovo vertice nel palazzo della Regione, a Santa Lucia. C'era anche l'inviato del ministero dell'Ambiente. è stata valutata la proposta dell'esercito, poi la richiesta di proroga del commissariamento fatta da Pansa al presidente Prodi, incontrato il giorno precedente. è stata, inoltre, esaminata l'ipotesi di riaprire la discarica di Pianura, un quartiere nella zona occidentale di Napoli, lanciata dal consigliere regionale di Alleanza nazionale, Pietro Diodato. La notizia è trapelata e già ieri sera la comunità era in stato di allerta nel timore di un blitz notturno della prefettura. Maggioranza e opposizione hanno opposto un netto rifiuto. Lo stesso sindaco, Rosa Russo Iervolino ha dichiarato: "Difenderò Pianura". Le istituzioni tuttavia rilanciano l'appello alla collaborazione e all'assunzione di responsabilità da parte di tutti. Da un sondaggio aperto sul sito web napoli.repubblica.it emerge che per l'88 per cento l'intervento dell'esercito può essere una soluzione. Il governatore Antonio Bassolino sul suo blog invoca la "strada della sinergia". A suo giudizio, chi "mette il bastone in mezzo alle ruote, una volta sul termovalorizzatore, una volta sulla discarica e una volta sull'impianto di compostaggio, va contro gli interessi dei cittadini. Invece - afferma - abbiamo bisogno di costruirci un futuro in diverse direzioni". Il sindaco Iervolino ha ribadito che "la città di Napoli un sito per stoccare i rifiuti e toglierli, così, dalle strade lo ha già trovato", è a Poggioreale. Chiede aiuto "a tutti i sindaci", "lo diano - esorta - perché ci sono colleghi che hanno tanto spazio e pochi abitanti".

 

 

 

 

Montagne di spazzatura e incubo diossina solo il centro storico si salva dall'assedio - conchita sannino (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 23-12-2007)

Cronaca In alcune zone le cataste di sacchi arrivano fino al secondo piano. Ma i miasmi risparmiano le bancarelle di Spaccanapoli Montagne di spazzatura e incubo diossina solo il centro storico si salva dall'assedio Tra eventi d'arte e fiumi di turisti il sindaco incrocia le dita: "Speriamo di uscirne presto" C'è anche chi ci scherza su: un imprenditore fa affari d'oro con la pasta Munnezza CONCHITA SANNINO NAPOLI - Non fanno sconti neanche al Vesuvio innevato. Sacchetti che imperversano sulle strade e in molti comuni, spingono ieri migliaia di giovani a marciare contro "la sfilza di commissari all'emergenza, tutti falliti", corteo che attraversa le strade dello shopping disturbato dai miasmi. Ma poi l'effetto-spazzatura diventa opera d'arte o sale in palcoscenico, si impone nelle parodie televisive locali, diventa perfino marchio per pasta artigianale in raffinati cenoni di fine Anno. Dopo le recenti estati dello scandalo internazionale, la crisi rifiuti minaccia di fagocitare anche il cuore freddo e festoso d'inverno. Un'onda che preserva solo le bancarelle di Spaccanapoli. Si salvano Gesù neonato e altri ospiti della Grotta, napoletana o cinese che sia. è la nuova morsa che stringe provincia di Napoli e regione, arrestandosi appena nel centro antico. Lungo i Decumani dei presepi d'autore e della chincaglieria natalizia, i cumuli occhieggiano defilati e compressi, ci sono ma nascosti, magari spuntano dietro il gomito del primo vicolo, tra grappoli di Pulcinella, comitive sorridenti di visitatori e scorci di vulcano imbiancato su golfo. Poi ti allontani di pochi metri e capisci che il territorio è ancora loro, nel salotto di Chiaia, o nei quartieri di Vomero e Fuorigrotta si fa shopping tra distese di cartoni e maleodoranti effluvi; in periferia, da Pianura a San Giovanni, i rifiuti arrivano al secondo piano; in altri comuni, da Castellammare di Stabia a Boscoreale, da Ercolano a San Giorgio, le 50mila tonnellate non rimosse coprono i marciapiedi, assediano gli ingressi di scuole e parrocchie, insidiano perfino la quiete di un cimitero alle pendici del Vesuvio, contro la millenaria fede - sublimata nella celebre "Livella" di Totò - in un paritario riposo eterno, ultimo viaggio che scioglie le diseguaglianze. Ma se nei paesi di Sant'Anastasia o di Casal di Principe i rifiuti costeggiano pure le tombe, in molti paesi dell'hinterland il problema soffoca i centri abitati: c'è chi dà fuoco alle discariche a cielo aperto, i vigili del fuoco contano 60 roghi in 19 ore, sono numeri da cui sale un ulteriore dramma. Pericolo diossina. Mentre la Napoli che non vuole sprofondare nella propria zavorra si aggrappa all'evento culturale. Ieri l'inaugurazione dell'opera d'arte in piazza Plebiscito, sono grandi blocchi geografici su cui già si rincorrono frotte di ragazzini dei Quartieri e riproducono il "Mediterraneo": l'installazione di Michelangelo Pistoletto, il fondatore del movimento "Love Difference", l'arte che ama le differenze, come non esporla nella città dell'Eccezione? Il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino auspica "che sia un Natale senza immondizia, abbiamo lavorato tanto con il commissario Pansa, anche altri sindaci diano il loro contributo". Il governatore Antonio Bassolino accusa: "Non c'è il Mezzogiorno nell'agenda nazionale", tornando sul concetto che "il problema rifiuti e la Napoli d'arte vivono nella inestinguibile battaglia che si gioca qui tra aspetti positivi e negativi, e ognuno faccia in modo che gli aspetti positivi prevalgano". Intanto, tra Comune e Regione si lavora, dopo l'aggiudicazione ufficiale, all'evento Napoli sede del Forum delle Culture per il 2013. Mentre, tra sdegno e guizzo teatrale, c'è l'artista Pino Faiello che a Giugliano espone l'opera d'arte "Eco-balla" dinanzi a un santuario; il comico Gino Rivieccio ne fa satira, al teatro Diana, con una parodia della Iervolino, posseduta dal demone di Bassolino, a passeggio con il suo "sacchetto blu"; l'attore Alan De Luca prepara per un'emittente regionale la sit-com su rifiuti e altra attualità, titolo a effetto: "Licola dei famosi", da Licola, nome di un pezzo di costa flegrea sfigurata. Immondizia che diventa anche marchio: sugli scaffali è comparsa una pasta dal pessimo nome con accattivante confezione. Si chiama "Munnezza", proprio l'incubo di migliaia di cittadini, è fatta di minutaglie di grano duro ad essiccazione artigianale. è la vecchia pasta mista (usata dalle nonne per le minestre) ribattezzata con nuove aggiunte da una famiglia di vecchi bottegai del centro antico, i Marciano. Attira turisti e buongustai da Sorrento a Siena. Eccesso di trash? No, scuote il capo Mimmo Marciano, che lungo via Benedetto Croce in centro antico di Napoli, vende da tre generazione prodotti artigianali. "Questo nome esiste già nell'antico lessico napoletano: indica insieme di resti, frammenti spaiati. La distribuiamo in altre regioni: si vende tanto ad Amalfi, a Piano di Sorrento, e c'è un affezionato cliente che la offre agli ospiti del proprio agriturismo, a San Gimignano". Marciano ci scherza, anche: "Pioveranno polemiche? Non importa. Quando l'amico Mario mi chiama dall'agriturismo e mi ordina 10 cartoni di pasta penso: almeno lì, ogni anno, una tonnellata della "monnezza" di Napoli va a ruba".

 

 

 

 

In Campania scoppia di nuovo l'emergenza rifiuti (sezione: Monnezze)

( da "Gazzetta del Sud" del 23-12-2007)

È una delle crisi più gravi degli ultimi 14 anni anche perché, al momento, non si intravedono vie di uscita praticabili In Campania scoppia di nuovo l'emergenza rifiuti Alfonso Pirozzi NAPOLI Strade invase da decine di migliaia di tonnellate di spazzatura, rifiuti che ormai vengono dati alle fiamme, in qualsiasi ora del giorno e della notte, dai cittadini esasperati, con i veleni che si sprigionano nell'aria. La regione è nel pieno di una grave emergenza rifiuti, forse tra le più gravi registrate negli ultimi 14 anni anche perché, al momento, non si intravedono immediate vie di uscite. Una crisi causata dalla mancanza di discariche di servizio e di aree dove stoccare le cosiddette ecoballe; siti che non si riescono ad attrezzare per le resistenze delle popolazioni locali. Ma a rendere più pesante la situazione è stato anche il rallentamento delle attività negli ex impianti di Cdr, a causa di una protesta sindacale, terminata solo ieri. E intanto le istituzioni rilanciano l'appello alla collaborazione e all'assunzione di responsabilità da parte di tutti. Da Napoli a Caserta lo scenario non cambia. Ed anche i Comuni che finora erano riusciti a far fronte alla emergenza ora iniziano ad accusare gravi difficoltà. Quello dello smaltimento dei rifiuti in Campania è un sistema fragile. I rifiuti, al momento vengono vagliati (per ridurre i volumi) e imbustati ma non potranno essere bruciati. Servono però spazi dove stoccarli in attesa che si decida come smaltirli in futuro. E così senza siti di stoccaggio, la lavorazione negli impianti di Cdr si ferma e a cascata si blocca anche la raccolta lungo le strade. L'unico sito di stoccaggio delle ecoballe, quello in località "Taverna del Re" a Giugliano (Napoli), ha chiuso i cancelli l'altro giorno dopo aver accolto circa due milioni di cubi (ognuno dal peso di una tonnellata) di spazzatura imbustata. Il commissario di governo, il prefetto Pansa, è alla ricerca di nuove aree. Lo aveva detto due mesi fa che erano necessari come l'aria per tenere in vita, anche se affannosamente, il sistema dello smaltimento. Alla richiesta di collaborazione, la risposta è stata, nella maggior parte dei casi, solo un secco no. In queste ore è giunta la disponibilità del ministero della Difesa a mettere a disposizione alcune aree, che però non sufficienti per far vivere senza affanni per qualche mese. Ma servono innanzitutto spazi dove sversare nei prossimi mesi rifiuti "tal quale", in modo da consentire successivamente il fermo e l'adeguamento degli impianti che solo così potranno produrre ecoballe di qualità da destinare al termovalorizzatore di Acerra, che entrerà in funzione nel 2008 mentre quello di S. Maria La Fossa dovrebbe essere completato nel 2012. Per il presidente della giunta regionale Antonio Bassolino che oggi ha partecipato ad un nuovo vertice con il commissario Pansa, il capo di gabinetto del ministero dell'Ambiente e i rappresentanti delle Province e il sindaco di Napoli, "non c'è altra strada che quella della sinergia". A giudizio di Bassolino chi "mette il bastone in mezzo alle ruote, una volta sul termovalorizzatore, una volta sulla discarica e una volta sull'impianto di compostaggio, va contro gli interessi dei cittadini invece abbiamo bisogno di costruirci un futuro in diverse direzioni, nella direzione di una prospettiva diversa dei rifiuti, ma anche valorizzando l'enorme patrimonio culturale che abbiamo. Non, dunque, una cosa opposta all'altra". Il sindaco Iervolino ha ribadito che "Napoli un sito per stoccare i rifiuti lo ha già trovato" ma ha rivolto un appello "a tutti i sindaci che sono in condizioni di dare aiuto". (domenica 23 dicembre 2007).

 

 

 

 

Dentro i mille presepi di Napoli (sezione: Monnezze)

( da "Gazzetta del Sud" del 23-12-2007)

Un viaggio a San Gregorio Armeno, la storica strada degli artigiani che "fabbricano" i personaggi tradizionali e le caricature di tanti uomini pubblici... Dentro i mille presepi di Napoli Saverio Barbati A Napoli il turista che in questi giorni si avventura in Via San Gregorio Armeno, la strada degli artigiani del presepe, resta sbalordito. Nelle botteghe, sulle bancarelle, su scatoli di cartone, perfino per terra su un lenzuolo bianco è esposta una nutrita varietà di presepi. I più venduti, naturalmente, sono i tradizionali con la grotta, San Giuseppe, la Madonna, il bue e l'asinello; molto richiesti perché, belli e pronti, non richiedono alcun arricchimento. Sono i presepi storici completi di tutto: casette, forno, macelleria, pastori, ruscelli, neve, stella cometa. Si acquistano (da 35 euro in su fino a 1000 euro quelli firmati da Ferrigno!) si portano a casa, si esibiscono nel salone e lì, dopo una iniziale, fugace osservazione, restano - come sempre quasi dimenticati dopo la festosa accoglienza iniziale - fin dopo l'Epifania. Finite le feste, vengono frettolosamente incartati, messi in soffitta, se ne parlerà il prossimo anno. Ma, sempre a San Gregorio Armeno, si propone in vendita un'altra categoria di presepi cosiddetti "d'attualità". Hanno la struttura del presepe comune ma accanto ai pastori di Betlemme sono estrosamente collocati i più svariati personaggi - più immeritevoli che meritevoli - dell'attualità italiana, politica, televisiva, sportiva. Nella Grotta quest'anno figurano assieme alla Madonna ed al suo Sposo le caricature di Bassolino, della Iervolino e al posto del bambinello Gesù compare irriverentemente un piccolo cumulo di "monnezza"; sulle montagne troneggia la caricatura di Prodi aggredito alle "spalle" da Berlusconi, il Presidente della Camera Bertinotti si aggira in cappotto firmato sulle colline innevate in compagnia di un mezzo sigaro toscano; D'Alema, invece, nelle vesti di una strega con i baffetti scruta nella palla di vetro il suo destino futuro; Veltroni passeggia davanti alla Grotta sotto braccio a Berlusconi; Fini regge teneramente una bambolina neonata tra le braccia, mentre il Cardinale Sepe, come San Gennaro, tenta di fermare una gigantesca lava di immondizia che minaccia di sommergere la città. Non mancano caricature di boss della malavita trasformati in mendicanti che chiedono l'elemosina, di bellone della televisione, di Gerry Scotti, Pippo Baudo, Fiorello, Mike Bongiorno, del presidente del Napoli De Laurentis e di quasi tutti i personaggi dei quali negli ultimi tempi si è occupata la cronaca. Nelle ultimissime ore è apparso anche il ministro Padoa Schioppa nella caricatura di guerriero. vincente! Sono, questi di attualità, i più fotografati dai turisti ma, dicono i pastorai, i meno venduti. Ideati, alcuni da Pazzigno il "re" delle statuine di terracotta, rappresentano la divertente curiosità che non può mancare. Infine, i presepi cosiddetti "da vestire". Sono pochissimi (perché spesso restano invenduti) nudi e di recente invenzione per uso. condominiale. Li ha ideati un condomino buontempone, napoletano doc perennemente scontento e in lite con tutti i casigliani del palazzo. L'anno scorso costruì un simulacro di presepe, si procurò le caricature dei condomini avversari che gli stavano antipatici, dal portinaio all'Amministratore del condominio, le collocò sul cosiddetto presepe e durante tutte le vacanze natalizie le espose nell'androne del palazzo in modo che condomini e visitatori potessero vederle, sorriderne o incazzarsene. Sotto il presepe non mancava la scritta "Gloria in excelsis Deo et pax in condominium nostrum". L'idea piacque ai pastorai di San Gregorio Armeno che quest'anno ne hanno esposto un paio di esemplari, ma con scarso successo. Troppo sofisticati! Ma il vero, autentico presepe napoletano è quello che (sempre più raramente purtroppo) si costruisce e si ammira nelle case private e perciò ha anche un nome diverso, verace, sanguigno; si chiama 'o presebbio. Va puntualmente costruito a partire dal giorno della festa dell'Immacolata, l'8 dicembre, pazientemente preceduto da una serie di adempimenti che costituiscono il vero gusto della complessa operazione. È preliminarmente necessario ispezionare i pastori riposti l'anno precedente; quasi sempre riemergono dagli scatoloni amputati di un arto, di un braccio, di una gamba, se non addirittura della testa. Per la riparazione è raccomandata la colla di pesce, un antico miscuglio di olio di pescecane, cera e amido con il quale una volta, nei paesi, si incollavano le assi dei falegnami ma anche le suole delle scarpe confezionate a mano. Qualcuno più sbrigativamente usa anche la cera colante delle candele ma con deludenti risultati. Una volta ripristinata l'integrità delle statuine di terracotta, si provvede all'acquisto del muschio, del sughero, della carta d'imballaggio (indurita con il gesso umido serve per la costruzione delle colline) dell'ovatta per la neve, del brecciolino eccellente nella traccia di sentieri di montagna. Non è finita. Occorre ora aggirarsi pensosamente per la casa e scovare curiosi oggetti (pentole, sgabellini, borsoni, zuppiere, zainetti, vocabolari di greco) indispensabili per movimentare - opportunamente mascherati dal sughero - la dorsale dei monti che farà da sfondo alla valle di Betlemme. Quando finalmente si è provveduto a tutto ciò, sotto gli improperi delle mogli (Mi stai mettendo a soqquadro la casa! Ancora non ti sei stancato, alla tua età, di fare il presepe? Vuoi finalmente capire che questa non è "Casa Cupiello" di Eduardo de Filippo?) pazientemente bisogna por mano all'opera. Generalmente si comincia dalla Grotta della Natività; una volta collocata, le si costruisce attorno il paesaggio e si collocano i pastori. Ma è facile a dirsi. Provate a trovare subito una posizione della Grotta che vi soddisfi pienamente. Non è ben visibile, è troppo centrale, appare a ridosso delle montagne, è lontana dall'impianto elettrico che dovrà illuminarla, non c'è lo spazio per i Re Magi quando verranno a deporre ai piedi del Bambin Gesù oro, incenso e mirra! Come Dio vuole, dopo tante incertezze se ne sceglie l'ubicazione. Bisognerà ora cominciare a "vestire" il presepe. La lavandaia non potrà stare lontana dal ruscello, è evidente; il fornaio va al centro del villaggio ma lì c'è una gibbosità e il panificatore non regge neppure inchiodato; Benino, comunemente conosciuto come il pastore della meraviglia accecato dalla rivelazione, dovrà posizionarsi sotto la stella che lo ha illuminato, ma lontano dalla grotta; non parliamo poi dell'itinerario dei Re Magi e della insormontabile difficoltà della loro collocazione a causa dei cammelli che alti e scorbutici come sono non reggono alla colla di pesce. Si dovrà ricorrere ai chiodi. Dovranno inoltre essere lontani, sì, dalla stalla di Gesù Bambino ma ogni giorno occorrerà avvicinarli alla grotta in modo che vi giungano puntualmente all'alba del 6 gennaio. È una parola... Non sempre il passo avanti coincide con la disponibilità di una pianura dove gli animali possano stare in piedi senza cadere. Qui occorre esercitare il massimo della pazienza! Perciò, ci si alza all'alba, quando la casa dorme e non c'è la consorte a brontolare, i bambini a mettere le mani qua e là facendo rotolare i pastori faticosamente messi in piedi, il nonno che trova inaccettabile (e ha ragione!) il pascolo delle pecore al centro del paese, la cameriera che evidenzia alla signora la sporcizia che in tutta la casa spande la costruzione del presepe. L'opera d'arte non è ancora finita, vengono gli amici della domenica per il consueto pokerino, passano davanti al cantiere natalizio e notano che i Re magi sono tutti e tre uguali. È vero. L'anno scorso si ruppero. Il nipote sbadato inviato di corsa a comprarli sulla bancarella, non sapendo che uno è Baldassarre, l'altro Melchiorre e il terzo Gaspare per non sbagliare ha comprato tre Melchiorre e li ha sistemati in cima alla collina dove , secondo lo sciocco, più difficilmente si potrebbe scorgere la perfetta somiglianza fra i tre. Gli amici se ne vanno. Il costruttore rimedia alla sostituzione dei Sapienti d'Oriente, si sdraia sul divano estasiato dalla sua creatura e dice a se stesso "Quest'anno è perfetto". L'indomani si sveglia, corre al presepe e manca poco che non gli prenda un colpo. Il capolavoro è devastato, il bue è precipitato nel ruscello, la Madonna nel secchio della lavandaia, la stella cometa spenta e frantumata per terra, Benino il pastore della meraviglia addirittura nella greppia destinata al Salvatore del mondo. Un disastro! Come è stato possibile? Che è accaduto? Quale maledizione ha colpito il presepe? Semplice! Il gatto soriano, quel dannato parassita egoista, per stare più caldo si è sdraiato nella grotta ma per conquistarsi nottetempo il comodo giaciglio ha saltellato nel buio qua e là sull'opera d'arte e l'ha devastata. Si ricomincia, si riparano i danni, si ripongono i pastori, la Madonna e San Giuseppe tornano meritevolmente ai loro posti, si raddrizzano le montagne. Ma il presepe non è più bello come prima. Si giura "l'anno venturo non lo rifarò", ma non accadrà. In quella casa napoletana Natale non è Natale senza 'o presebbio. È stato sempre così e, penso, lo sarà a lungo. A Napoli le tradizioni come le disgrazie sono dure a scomparire. Purtroppo! Le multiformi rappresentazioni della Natività di Gesù nel capoluogo partenopeo (domenica 23 dicembre 2007).

 

 

 

 

Di CARLO DONATI ANCHE una strada può diventare cattiva. Non solo pericolo (sezione: Monnezze)

( da "Nazione, La (Nazionale)" del 23-12-2007)
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(Giorno, Il (Nazionale)) (Resto del Carlino, Il (Nazionale))

Di CARLO DONATI ANCHE una strada può diventare cattiva. Non solo pericolosa, ma proprio cattiva, cioè quasi umana. Simona Vinci, esploratrice del lato oscuro delle persone e delle cose, ha messo in scena, rovesciandolo, quel luogo familiare al quale i dizionari dedicano molte righe (più che alla stessa parola "vita") quasi tutte di elogi, a partire dall'antica convinzione che la strada sia simbolo e sinonimo di progresso e benessere. Il nuovo romanzo della scrittrice bolognese si intitola Strada Provinciale Tre (Einaudi). E' la storia di una donna che scappa. Ora corre, ora cammina, ora si trascina fino allo stremo delle forze, una fuga senza fine. Scappa da qualcuno o da qualcosa o da se stessa. Ma ciò da cui scappa sembra niente al confronto di ciò che di pauroso c'è su quella strada. Talmente pauroso che alla Vinci non è bastato il romanzo e, quasi in contemporanea, ha pubblicato anche un racconto, Rovina, scritto per "VerdeNero" una collana di piccoli noir contro ecomafie e speculatori edilizi promossa da Legambiente. Insomma il luogo "strada", forse qualunque strada ormai, non è più amichevole. Ma in fondo anche i romanzi della Vinci raramente sono amichevoli, quasi volessero ogni volta metterci in guardia da qualcosa o da qualcuno, a partire dal primo successo, Dei bambini non si sa niente del 1997, fino a Stanza 411 dell'anno scorso. Ne parliamo con l'autrice. Come è nata la storia di Strada Provinciale Tre? "E' stata lei a venirmi addosso, proprio con la SP3, che esiste veramente e dove io ho abitato per diversi anni". Prima che peggiorasse? "Era già un inferno, perché quando passavano i camion, cioè ogni minuto, tremava tutto. Però la casa l'ho affittata lo stesso perché era bella, aveva un bel parco e poi mi piaceva l'idea che la strada fosse destinata ad arrivare fino al mare". Invece? "Invece niente. Andavo al limite del parco e stavo lì, dietro la rete, a guardare passare i camion". Come una prigioniera? "Sarà stata quella rete che mi ha spinta a uscire, o a evadere, e a camminare per vedere da vicino che cosa succedeva". In mezzo ai camion? "In mezzo ai camion, prendendo appunti e scattando fotografie, ne ho fatte moltissime". Ma doveva scrivere un romanzo non un libro illustrato. "Ho fotografato per documentarmi sul territorio, senza però riuscirci perché i luoghi cambiano con una velocità impressionante, sempre nuovi cantieri, nuove villette, nuovi capannoni, nuove rotatorie". E i campi e i prati? "Come ha scritto il poeta Zanzotto siamo passati dai campi di sterminio allo sterminio dei campi. Comunque è stato lì che, come dicevo, la storia mi è venuta addosso, insieme ai protagonisti". Li ha incrociati dal vero? "Certi incontri più o meno sono avvenuti realmente". E i rifugi dove si nasconde la fuggitiva? "Case diroccate, fienili, magazzini, perlustrati e fotografati". Uno dei pochi che l'aiutano è un clandestino. Come mai l'ha scelto? "Perché lui, non volendolo, è quello che vorrebbe essere lei, cioè un nessuno". Un ucraino e proprio di Chernobyl? "Temo che ci sia una inquietante somiglianza tra le due pianure". Ma là c'è stato un disastro nucleare. "Adesso è pieno di alberi e prati, il veleno c'è eppure non si vede. Anche nella Pianura padana tutto sembra in ordine, ancora non si vede ma la nube c'è anche qui". Un altro buon samaritano è un vecchio ormai alla fine dei suoi giorni. "Nelle mie peregrinazioni le uniche persone con cui ho avuto scambi sono stati proprio i vecchi". O è un messaggio per dire che siamo alla fine? "Ah sì, sicuramente. Siamo inquinati anche nella testa, affaccendati in mille problemi, ci hanno riempiti di desideri non fondamentali, la seconda casa, quel certo divano...". Lei non ce l'ha una seconda casa? "Chiamiamola pure seconda casa, è sull'Appennino, col bagno fuori e per sei mesi pago quattrocento euro". E un divano? "Bellissimo, disegnato da Le Corbusier, era di Carlo Lucarelli, ma lo trovava scomodo e me l'ha regalato". Definirebbe i suoi romanzi crudi? "Li definirei poetici". Perché rappresenta spesso, anche stavolta, madri in difficoltà. "Forse risento del conflitto che vivono le donne della mia generazione che arrivano tardi a trovare un accordo tra famiglia e lavoro". Sua madre come giudica la figlia scrittrice noir? "C'è abituata. Già da bambina scrivevo storie un po' disturbate". I suoi romanzi sono pieni di tensione e di suspense, che rapporto ha con la paura? "Ne ho avuta e tanta. Per un anno ho sofferto di pesanti attacchi di panico che mi hanno costretta a rimanere praticamente chiusa in casa". Poi come è guarita? "Ho preso un aereo, sono andata da sola a New York e là, da sola, sono andata in giro". Anche la megalopoli può far paura. Come l'ha vinta? "Guardando gli altri negli occhi. Aiuta. Perché dopo quello che hanno passato con l'11 settembre, riescono a condurre una vita normale". E sulla Strada Provinciale Tre? "Non c'è nessuno da guardare negli occhi. Solo i fari dei camion". - -->.

 

 

 

 

Emergenza rifiuti, la Campania ripiomba nel caos (sezione: Monnezze)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 23-12-2007)

Napoli Strade invase da decine di migliaia di tonnellate di spazzatura, rifiuti che ormai vengono dati alle fiamme, in qualsiasi ora del giorno e della notte, dai cittadini esasperati, con i veleni che si sprigionano nell'aria. La regione è nel pieno di una grave emergenza rifiuti, forse tra le più gravi registrate negli ultimi 14 anni anche perché, al momento, non si intravedono immediate vie di uscite. stoccaggio impossibile Una crisi causata dalla mancanza di discariche di servizio e di aree dove stoccare le cosiddette ecoballe; siti che non si riescono ad attrezzare per le resistenze delle popolazioni locali. Ma a rendere più pesante la situazione è stato anche il rallentamento delle attività negli ex impianti di Cdr (ovvero per la produzione di combustibile derivato da rifiuti), a causa di una protesta sindacale, terminata solo ieri. E intanto le istituzioni rilanciano l'appello alla collaborazione e all'assunzione di responsabilità da parte di tutti. Da Napoli a Caserta lo scenario non cambia. Ed anche i Comuni che finora erano riusciti a far fronte alla emergenza ora iniziano ad accusare gravi difficoltà. Quello dello smaltimento dei rifiuti in Campania è un sistema fragile. I rifiuti, al momento vengono vagliati (per ridurre i volumi) e imbustati ma non potranno essere bruciati. Servono però spazi dove stoccarli in attesa che si decida come smaltirli in futuro. E così senza siti di stoccaggio, la lavorazione negli impianti di Cdr si ferma e a cascata si blocca anche la raccolta lungo le strade. L'unico sito di stoccaggio delle ecoballe, quello in località "Taverna del Re" a Giugliano (Napoli), ha chiuso i cancelli l'altro giorno dopo aver accolto circa due milioni di cubi (ognuno dal peso di una tonnellata) di spazzatura imbustata. Il commissario di governo, il prefetto Pansa, è alla ricerca di nuove aree. Lo aveva detto due mesi fa che erano necessari come l'aria per tenere in vita, anche se affannosamente, il sistema dello smaltimento. Alla richiesta di collaborazione, la risposta è stata, nella maggior parte dei casi, solo un secco no. In queste ore è giunta la disponibilità del ministero della Difesa a mettere a disposizione alcune aree, però non sufficienti per far vivere senza affanni per qualche mese. appelli alla responsabilità Ma servono innanzitutto spazi dove sversare nei prossimi mesi rifiuti "tal quali", in modo da consentire successivamente il fermo e l'adeguamento degli impianti che solo così potranno produrre ecoballe di qualità da destinare al termovalorizzatore di Acerra, che entrerà in funzione nel 2008 mentre quello di S. Maria La Fossa dovrebbe essere completato nel 2012. Per il presidente della giunta regionale Antonio Bassolino che ieri ha partecipato ad un nuovo vertice con il commissario Pansa, il capo di gabinetto del ministero dell'Ambiente e i rappresentanti delle Province e il sindaco di Napoli, "non c'è altra strada che quella della sinergia". A giudizio di Bassolino chi "mette il bastone in mezzo alle ruote, una volta sul termovalorizzatore, una volta sulla discarica e una volta sull'impianto di compostaggio, va contro gli interessi dei cittadini". Il sindaco di Napoli, Rosa Iervolino ha ribadito che "la città di Napoli un sito per stoccare i rifiuti e toglierli, così, dalle strade, lo ha già trovato" ma ha rivolto comunque un appello "a tutti i sindaci che sono in condizioni di dare aiuto". "Lo diano ? dice ? perché ci sono tanti colleghi che hanno tanto spazio e pochi abitanti". Alfonso Pirozzi.

 

 

 

 

NAPOLI - Riprendono a macinare i rifiuti campani i sei impianti Cdr; ieri mattina a mezzogio (sezione: Monnezze)

( da "Messaggero, Il (Pesaro)" del 23-12-2007)
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Di CHIARA GRAZIANTI NAPOLI - Riprendono a macinare i rifiuti campani i sei impianti Cdr; ieri mattina a mezzogiorno si è riacceso anche il gigante della filiera, Caivano, dopo ventisei ore di fermo causa mancati pagamenti agli operai, stremati dagli straordinari e con i Bancomat a secco. In una Napoli con tremila tonnellate di spazzatura sulle strade e almeno 45 interventi dei pompieri per roghi, il collasso finale dell'emergenza immondizia è evitato. Ma c'è un'ipoteca. I sindacati hanno accettato il patto della vigilia - stipendio e tredicesima in banca domani mattina - ma sono pronti a fermarsi di nuovo se il pagamento mancasse anche questo appuntamento. Pace fatta, ripartono gli impianti, e possono così partire stanotte le raccolte straordinarie per alleggerire la situazione delle strade sotto Natale. In una serie di riunioni fra Prefettura e palazzo Santa Lucia, con il prefetto Pansa, il sindaco Iervolino, il presidente Bassolino, il capo di gabinetto del ministro dell'Ambiente Giancarlo Viglione, sono state valutate le possibilità di queste ore. Che sono; via ai primi conferimenti in capannoni industriali nella zona orientale di Napoli, trovati ed affittati in queste ore. Via alla possibilità di parcheggiare le ecoballe, rifiuti impacchettati che intasano i Cdr, in una prima area indicata dal demanio militare, che ne lascerà la gestione al commissariato. Si tratta di un sito nel Salernitano: un luogo diverso dal sito militare del Persano il cui nome basterebbe a risvegliare suscettibilità locali delle quali nessuno sente il bisogno. Attorno alla zona del Persano, infatti, infuriò quest'estate la battaglia di Valle della Masseria, dove l'allora commissario Bertolaso voleva realizzare la grande discarica che gli avrebbe consentito di rimettere a nuovo il ciclo dei rifiuti. La discarica non si fece. Un'altra nota positiva registrata è la prossima apertura del sito per ospitare ecoballe a Casalduni. Un'altra possibilità di sgomberare da questo impaccio gli impianti Cdr, che dovrebbero essere fermati per revisione. Una lunga riunione tecnica, poi, si è protratta a sera in Prefettura sul nodo della riapertura di siti provvisori ad Acerra e sulla possibilità che la discarica di Pianura, che ha servito per anni la regione, torni a portare il peso di questi giorni. E si fa strada l'ipotesi che la discarica regionale futura, quella necessaria perchè la discarica di Macchia Soprana, Salerno, è insufficiente e poco accessibile, si faccia in provincia di Benevento. Esattamente a Sant'Arcangelo Trimonte. Località indicata con altre nel decreto del governo di sei mesi fa.

 

 

 

 

NAPOLI - Riprendono a macinare i rifiuti campani i sei impianti Cdr; ieri mattina a mezzogio (sezione: Monnezze)

( da "Messaggero, Il (Ostia)" del 23-12-2007)

Chiudi di CHIARA GRAZIANTI NAPOLI - Riprendono a macinare i rifiuti campani i sei impianti Cdr; ieri mattina a mezzogiorno si è riacceso anche il gigante della filiera, Caivano, dopo ventisei ore di fermo causa mancati pagamenti agli operai, stremati dagli straordinari e con i Bancomat a secco. In una Napoli con tremila tonnellate di spazzatura sulle strade e almeno 45 interventi dei pompieri per roghi, il collasso finale dell'emergenza immondizia è evitato. Ma c'è un'ipoteca. I sindacati hanno accettato il patto della vigilia - stipendio e tredicesima in banca domani mattina - ma sono pronti a fermarsi di nuovo se il pagamento mancasse anche questo appuntamento. Pace fatta, ripartono gli impianti, e possono così partire stanotte le raccolte straordinarie per alleggerire la situazione delle strade sotto Natale. In una serie di riunioni fra Prefettura e palazzo Santa Lucia, con il prefetto Pansa, il sindaco Iervolino, il presidente Bassolino, il capo di gabinetto del ministro dell'Ambiente Giancarlo Viglione, sono state valutate le possibilità di queste ore. Che sono; via ai primi conferimenti in capannoni industriali nella zona orientale di Napoli, trovati ed affittati in queste ore. Via alla possibilità di parcheggiare le ecoballe, rifiuti impacchettati che intasano i Cdr, in una prima area indicata dal demanio militare, che ne lascerà la gestione al commissariato. Si tratta di un sito nel Salernitano: un luogo diverso dal sito militare del Persano il cui nome basterebbe a risvegliare suscettibilità locali delle quali nessuno sente il bisogno. Attorno alla zona del Persano, infatti, infuriò quest'estate la battaglia di Valle della Masseria, dove l'allora commissario Bertolaso voleva realizzare la grande discarica che gli avrebbe consentito di rimettere a nuovo il ciclo dei rifiuti. La discarica non si fece. Un'altra nota positiva registrata è la prossima apertura del sito per ospitare ecoballe a Casalduni. Un'altra possibilità di sgomberare da questo impaccio gli impianti Cdr, che dovrebbero essere fermati per revisione. Una lunga riunione tecnica, poi, si è protratta a sera in Prefettura sul nodo della riapertura di siti provvisori ad Acerra e sulla possibilità che la discarica di Pianura, che ha servito per anni la regione, torni a portare il peso di questi giorni. E si fa strada l'ipotesi che la discarica regionale futura, quella necessaria perchè la discarica di Macchia Soprana, Salerno, è insufficiente e poco accessibile, si faccia in provincia di Benevento. Esattamente a Sant'Arcangelo Trimonte. Località indicata con altre nel decreto del governo di sei mesi fa.

 

 

 

 

LETTERE (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 23-12-2007)

Lettere Perché Natale cade in quel giorno Don Ezio Calabrese - NAPOLI Nei primi secoli, la Chiesa non celebrava il Natale. La data della natività era incerta. La prima volta in cui compare il 25 dicembre è nel 336 a Roma. Alla fine del IV secolo la solennità era ormai diffusa nella Chiesa (come ci conferma Sant'Agostino) e - nel secolo successivo - anche l'Oriente accettò in massima parte tale data. D'altronde nell'anno 274 l'imperatore Aureliano - preoccupato dall'espandersi della nuova dottrina - aveva eretto il tempio al sole "vincitore delle tenebre" e l'aveva inaugurato proprio il 25 dicembre, facendone una festa popolare e pagana. Probabilmente la Chiesa volle sostituirla con una cristiana. Un'altra ipotesi sulla data è la seguente: si riteneva, allora, che la creazione fosse iniziata durante l'equinozio di primavera e, quindi interpretando la Genesi, il sole risultava creato il quarto giorno, ossia il 25 marzo. Essendo Cristo il nuovo sole del mondo, il suo concepimento (l'Annunciazione) doveva essersi verificato nello stesso giorno e - di conseguenza - la nascita nove mesi dopo: cioè il 25 dicembre. Il termine praesepium significava, in origine, mangiatoia e il nome fu dato per estensione a tutto l'insieme. Il primo presepio fu realizzato da San Francesco a Greggio nel Natale del 1223. Ricordiamo solo che il presepe di San Francesco era vivente: contadini e pastori autentici a onorare Gesù Bambino. Una passeggiata dentro al presepe Giuseppe Vitale - NAPOLI Nella martoriata città di Napoli si realizza l'unico presepe vivibile d'Italia, nel senso che il visitatore entra e, come un "pastore", lo visita dall'interno. È in un teatro privo di poltrone, su una superficie di circa 500 metri quadrati. Usando come materiali legno, carta, polistirolo, colori, tanta fantasia, si è creata una struttura in cui il viitatore può camminare ammirando case alte quattro metri, un fiume lungo 14 metri, e tante altre cose, oltre a un buon numero di figuranti. L'iniziativa è a cura dell'associazione Marianella Nostra che raccoglie fondi per i bisognosi del Madagascar, dove sono state realizzate una scuola e una stalle con le mucche, grazia anche alla collaborazione dei Redentoristi. Il presepe si trova a poche decine di metri dalla casa natale di Sant'Alfonso Maria de' Liguori, nostro grande concittadino. Il signor Vitale è un volontario. La visita ai presepi è un eccellente modo di onorare le feste: buona passeggiata in questo di Marianella, un gigante buono. Perché dobbiamo conoscere l'Africa Ascanio De Sanctis - ROMA Come afferma il presidente della Commissione europea, Barroso, è essenziale aiutare i Paesi africani a migliorare la loro governance, cioè l'autogestione; ma altrettanto utile sarebbe aiutare i giovani europei, che dovranno sempre di più convivere con i flussi migratori, a conoscere gli aspetti positivi dell'Africa: la sua letteratura, la sua arte espressa con il legno, l'avorio, la terracotta, il bronzo e la pittura. Facendo apprezzare per esempio le statuette e le antiche maschere dei Dogon, le civiltà dello Yoruba o dell'antico Benin, le statuette fang del Gabon o quelle bamum del Camerun. Perchè la conoscenza reciproca può essere la premessa per una migliore convivenza. Call center e sms per le ztl napoletane Nello Margiotta - NAPOLI Un gestore di garage ha dovuto affiancare i vigili al varco di via Morelli della Ztl di Chiaia per permettere ai clienti di passare il blocco. Mesi fa avevo suggerito all'assessore Mola un sistema semplice ed efficace per far entrare nella Ztl del Vomero, mai attuata, le auto destinate ai parcheggi privati, sistema applicabile a qualunque Ztl, ovviamente: basta far prenotare il cliente a un call center e avere conferma via sms da mostrare al varco; con un po' di pazienza e di investimento si può migliorare il sistema e rendere superflua la presenza dei vigili ai varchi. È necessario attivare dissuasori mobili da istallare ai varchi (in Europa funzionano benissimo, chissà perchè solo a Napoli non si riesce di metterli in funzione, vedi via Chiaia) mediante un codice fornito anch' esso via sms: facile e funzionale. Quale grossa organizzazione e investimento sono necessari per metterlo in pratica? L'idea del cortese signor Margiotta è senz'altro buona. Ma chi è rimasto al tam tam (come il vostro cronista) e non sa battere o ricevere sms, dovrà andare a piedi? Una soluzione per i mutui cari Pasquale Cerullo - CERASO (SA) A seguito dell'impennata dell'Euribor che porterà le rate dei mutui a un ulteriore rincaro, mi permetto di suggerire un'idea per contenere l'aumento. Le parti (mutuatari, banche, governo) hanno interesse a una soluzione; le banche non vogliono creare sofferenze, (Basilea 2 e Ias sono alle porte), e le famiglie non vogliono vedere pignorata la casa. L'Abi replica a un ministro affermando che "i tassi praticati sono di mercato e non hanno nulla a che vedere con l'attività criminale e gli strozzini". I mutuatari si lamentano perché le rate sono aumentate; i risparmiatori sono contenti, in quanto il rendimento dei Bot è passato dal 2 al 3,54%. I Btp decennali rendono al netto della ritenuta il 4,08%. L'ortolano vuole la pioggia, il vasaio il bel tempo. Il problema potrebbe essere risolto, senza eccessivi sacrifici, mettendo le parti sullo stesso piano del rischio. Basterebbe chiedere la sostituzione delle rate a tasso variabile con una rata a "quote costanti", con effetto retroattivo. Il cliente pagherebbe l'importo della prima rata fino a quando non estingue il mutuo. Il periodo d'ammortamento può allungarsi o ridursi a seconda dell'andamento storico dei tassi. Se si ha una buona capacità di risparmio si può sempre estinguere, prima della scadenza, il mutuo contratto. Il mutuo "a quote costanti" già esiste. Il Governo dovrebbe eventualmente intervenire chiedendo alle banche di essere disponibili ad accogliere le richieste dei clienti facendo pagare d'ora in avanti la stessa somma della prima rata del mutuo. Le banche anche così facendo non subiscono perdite. La portabilità dei mutui a costo zero a seguito ultimo accordo tra Abi e Consiglio nazionale del notariato darà la possibilità al mutuatario di trovare la banca che surrogherà il prestito a quote costanti alle migliori condizioni. Senza commento. Pur continuando a pagare un mutuo, di danaro il vostro cronista non è esperto. "Per Bassolino un processo sereno" Francesco de Goyzueta - NAPOLI Il maxi processo sui rifiuti è stato rinviato a gennaio e Bassolino ha espresso attraverso i suoi legali il desiderio di vedersi giudicare rapidamente. La sua richiesta, oltre a esprimere la volontà, che gli fa onore, di non volersi sottrarre alla giustizia con artifizi legali o il ricorso a prescrizioni, esprime il legittimo desiderio di non restare per lungo tempo sulla graticola di un processo che rischia di divenire anche mediatico. E infatti si stanno svolgendo le prove generali dell'opposizione per una svolta giustizialista, di piazza, con striscioni che mostrano Bassolino dietro le sbarre. Ciò suscita non poche preoccupazioni per lo svolgimento sereno di un processo complesso che deve rispondere a un senso di giustizia e non di vendetta. Siamo convinti che Bassolino non abbia responsabilità penali dirette e quindi non sia colpevole di dolo. Le colpe politiche sono evidenti, ma non materia di tribunali, caratterizzate da una gestione della cosa pubblica disattenta e delegata oltremodo a terzi, con l'uso smodato e abnorme di consulenti ed esperti esterni. A tal proposito sarebbe auspicabile promuovere di nuovo la collaborazione degli uffici e relativi responsabili, con assunzione di responsabilità in proprio, anzicchè emarginarli con spreco di competenze, di professionalità. La responsabilità politica non è solo, però, di Bassolino, ingiustamente unico capro espiatorio, ma di tutta una classe dirigenziale inetta che si presenta al processo anche in qualità di parte civile, come molti sindaci che chiedono i risarcimenti dei danni esistenziali e ambientali, pur essendo colpevoli d'omissioni e ritardi per non avere provveduto a fare la differenziata, a interagire col commissariato per individuare siti e discariche necessarie, a denunziare ingerenze malavitose. Le pensioni dei parlamentari Salvatore Leopoldo - NAPOLI La Iervolino e Veltroni, oltre allo stipendio di sindaco, prendono la pensione parlamentare di 9500 euro al mese. Ma la pensione non viene data come sussidio a chi ne ha bisogno perchè non lavora più? A un qualsiasi lavoratore in pensione è vietato di lavorare. C'è un forte contrasto: perchè un lavoratore deve lavorare 38 anni, deve pagarsi i contributi per avere la pensione? L'Inps è in deficit, se non sbaglio. Allora mi chiedo come mai la Iervolino che si batte per l'onestà e legalità, sempre benevola con tutti e sempre molto caritatevole, non rinuncia per onestà e pulizia d'animo alla pensione parlamentare e la devolve - con gli tutti i parlamentari - ai più bisognosi? Cosa penserà di un suo elettore pensionato? Per una sola volta dia il buon esempio. La pensione non è un sussidio: è un diritto ed è in proporzione ai versamenti fatti alle casse di previdenza. Quindi la signora sindaco e Veltroni hanno pagato. Torniamo così all'entità dei compensi di onorevoli e senatori. I pericoli del mantra Achille della Ragione - NAPOLI Il mantra è un suono particolare in grado di liberare la mente dai pensieri, una scoperta codificata già nell'induismo e nel buddismo. È la ripetizione ossessiva di sillabe, lettere o frasi allo scopo di allontanare la mente dalla realtà dei sensi e di indurre una notevole concentrazione. Questo particolare tipo di cantilena è stato recepito dal cristianesimo, che ne ha fatto il modo per raggiungere l'estasi attraverso i ritmi incessanti della preghiera. Quasi nessuno può resistere alla ripetizione per ore di un rosario o di altre giaculatorie se la cadenza è uguale e ossessiva. Se vi è uno stato d'animo predisposto è consequenziale cadere in trance o avere visioni. Di queste poco indagate proprietà della mente hanno fatto tesoro stregoni e generali, i primi per comandare la tribù, i secondi per mandare al macello la fanteria al suono ritmico di un tamburo. Anche l'ipnosi induce il sonno attraverso una frase sussurrata o la visione di un pendolo ciondolante e tutti i riti magici giocano sull'estenuante ripetizione di formule e parole propiziatorie. Una frase o una preghiera replicata cento volte perde il suo significato originale, per trasportare la mente in un non luogo dove il ragionamento cede all'irrazionalità e la sensibilità subisce una prodigiosa amplificazione; è facile cadere allora in preda alla volontà altrui. L'ultima perversa applicazione di questo assemblaggio di suoni è costituita dalla musica metallica, che possiede numerosi seguaci tra giovani trasgressivi amanti del dark e dal cervello strizzato. Lei ha una visione un po' apocalittica del mantra, gentile dottore. Sono vibrazioni, talora perfino utili a ripulire le coscienze di chi crede, talora bellissime e laiche: ascolti Neapolitan Mantra di Gragnaniello. dove la voce si fa puro suono. Il cattivo uso dipende dai cattivi maestri. Il capitone è femmina Luigino Piccirilli - AFRAGOLA (NA) Caro Gargano, per la squisitezza della carne l'anguilla ha sempre onorato la tavola, specie della vigilia di Natale e Capodanno. Una volta era un "serpente proletario", perché abbondante e alla portata di tutte le tasche. Dalle nostre parti, fuori delle pescherie, la vasca dei capitoni, fornita di acqua corrente, era in bella mostra con il capannello di gente intenta a comprare, e di ragazzi a guardare, divertiti, come il viscido animale, verde-olivastro, sgusciava dalle mani del pescivendolo, che ogni tanto usava lanciarne in alto qualcuno tra i più grossi e riafferrarlo a volo, elogiandone a gran voce la qualità. Oggi, il capitone è più caro e più raro, una specie a rischio di estinzione, perciò va protetta, riducendone il tasso di sfruttamento: è l'allarme che, anni fa, Bruxelles lanciava all'Europa. Non è esatto credere che il pericolo possa essere scongiurato dagli allevamenti, perché di questo pesce, attivamente pescato, non si può effettuare la fecondazione artificiale. L'allevamento si limita a favorire la crescita degli esemplari, catturati ai primi stadi fisiologici. Quelli liberi, nel tempo della maturità sessuale, lasciano i corsi d'acqua e si versano nei mari, per ritornare nel tiepido mare dei Sargassi, a riprodursi e poi morire. La piccola larva trasparente, nata da loro, ripercorre a ritroso il viaggio, assumendo per gradi l'aspetto di un'anguilla. Alla fine, divenuta adulta, spinta quasi da una nostalgia irresistibile, raggiunge la patria lontana, come avevano fatto i suoi genitori. Ma se l'anguilla è in via di estinzione, non è anche perché ama le acque pulite e non gli va di vivere in tanto inquinamento e squilibrio ambientale? E poi l'abbiamo così smaliziata, che preferisce la morte naturale alla fine atroce che le facciamo fare: torcersi fino allo spasimo in casseruola, in padella o sulla brace. E come se non bastasse, si mettono pure le bizze della nostra lingua, la quale stranamente intende per "capitone" la femmina, e per "anguilla" il maschio, alla faccia della grammatica! Ai tempi di Augusto, Ateio Capitone era un illustre giurista e Sinnio Capitone un famoso grammatico. Perché già dall'antica Roma veniva chiamato "Capitone" chi aveva la testa grossa o, come diciamo a Napoli, "'na capa tanta". Il professore Piccirilli destina al capitone tante simpatie che quasi viene la voglia di onorarla con un minuto di silenzio, dopo averlo mangiato.

 

 

 

 

CHIARA GRAZIANI RIPRENDONO A MACINARE I RIFIUTI CAMPANI I SEI IMPIANTI CDR; IERI MATTINA A MEZZOG (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 23-12-2007)
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(Mattino, Il (Caserta)) (Mattino, Il (Avellino))

CHIARA GRAZIANI Riprendono a macinare i rifiuti campani i sei impianti Cdr; ieri mattina a mezzogiorno si è riacceso anche il gigante della filiera, Caivano, dopo ventisei ore di fermo causa mancati pagamenti agli operai, stremati dagli straordinari e con i Bancomat a secco. Il collasso finale dell'emergenza immondizia è evitato. Ma c'è un'ipoteca. I sindacati hanno accettato il patto della vigilia - stipendio e tredicesima in banca domani mattina - ma sono pronti a fermarsi di nuovo se il pagamento mancasse anche questo appuntamento. Pace fatta, ripartono gli impianti, e possono così partire stanotte le raccolte straordinarie per alleggerire la situazione delle strade sotto Natale. In una serie di riunioni fra Prefettura e palazzo Santa Lucia, con il prefetto Pansa, il sindaco Iervolino, il presidente Bassolino, il capo di gabinetto del ministro dell'Ambiente Giancarlo Viglione, sono state valutate le possibilità di queste ore. Che sono; via ai primi conferimenti in capannoni industriali nella zona orientale di Napoli, trovati ed affittati in queste ore. Via alla possibilità di parcheggiare le ecoballe, rifiuti impacchettati che intasano i Cdr, in una prima area indicata dal demanio militare, che ne lascerà la gestione al commissariato. Si tratta di un sito nel Salernitano: un luogo diverso dal sito militare del Persano il cui nome basterebbe a risvegliare suscettibilità locali delle quali nessuno sente il bisogno. Attorno alla zona del Persano, infatti, infuriò quest'estate la battaglia di Valle della Masseria, dove l'allora commissario Bertolaso voleva realizzare la grande discarica che gli avrebbe consentito di rimettere a nuovo il ciclo dei rifiuti. La discarica non si fece. Un'altra nota positiva registrata è la prossima apertura del sito per ospitare ecoballe a Casalduni. Un'altra possibilità di sgomberare da questo impaccio gli impianti Cdr, che dovrebbero essere fermati per revisione. Una lunga riunione tecnica, poi, si è protratta a sera in Prefettura sul nodo della riapertura di siti provvisori ad Acerra e sulla possibilità che la discarica di Pianura, che ha servito per anni la regione, torni a portare il peso di questi giorni. E si fa strada l'ipotesi che la discarica regionale futura, quella di cui abbiamo bisogno perchè la discarica di Macchia Soprana, Salerno, è insufficiente e poco accessibile, si faccia in provincia di Benevento. Esattamente a Sant'Arcangelo Trimonte. Località indicata con altre nel decreto del governo di sei mesi fa. Seicentonovantuno anime, trecento famiglie, 376 abitazioni, età media over 60, santo patrono San Sebastiano. Un profilo che garantisce una resistenza ambientale scarsa. Se non altro per motivi anagrafici. Serre, quest'estate, si fece scudo di un'oasi ecologica ad un chilometro da Valle dela Masseria. Sant'Arcangelo ha solo la sua discarica di paese, fatta quasi con una riunione condominiale, per pensarci una volta e mai più. Ci sono poi i siti dei sindaci. Vincenzo Cuomo, sindaco di Portici e coordinatore per la provincia di Napoli dell'Anci, sta coordinando di fatto anche i colleghi che gli telefonano in queste ore. Portici il suo sito ce l'ha dal 2006, requisito alle Ferrovie dello Stato, ed i risultati in strada si vedono. Un modello proposto al prefetto Pansa che l'ha riprodotto in un'ordinanza. In questo clima di caccia ad ogni minima soluzione il presidente Bassolino ha scelto una pubblica occasione per sottolineare quella che ritiene la distanza fra "Roma e la Campania, il Mezzogiorno in genere, espulsi dall'agenda di maggioranza ed opposizione". Il sindaco di Napoli, Rosa Iervolino si è appellata, da parte sua, alla fratellanza dei primi cittadini: "Ci son tanti colleghi con tanto spazio e pochi abitanti. Chi ha queste possibilità, aiuti".

 

 

 

 

SITO PER LE ECOBALLE, SPUNTA UN'AREA MILITARE (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 23-12-2007)

Sito per le ecoballe, spunta un'area militare CHIARA GRAZIANI Riprendono a macinare i rifiuti campani i sei impianti Cdr; ieri a mezzogiorno si è riacceso anche il gigante della filiera, Caivano, dopo 26 ore di fermo causa mancati pagamenti agli operai, stremati dagli straordinari e con i Bancomat a secco. Il collasso finale dell'emergenza immondizia è evitato. Ma c'è un'ipoteca. I sindacati hanno accettato il patto della vigilia - stipendio e tredicesima in banca domani mattina - ma sono pronti a fermarsi di nuovo se il pagamento mancasse anche questo appuntamento. Pace fatta, ripartono gli impianti, e possono così partire stanotte le raccolte straordinarie per alleggerire la situazione delle strade sotto Natale. In una serie di riunioni fra Prefettura e Regione, con il prefetto Pansa, il sindaco di Napoli Iervolino, il presidente Bassolino, il capo di gabinetto del ministro dell'Ambiente Giancarlo Viglione, sono state valutate le possibilità di queste ore. Una, subito disponibile, è la prima aera prestata dal demanio militare al commissariato di governo, che la gestirà autonomamente, per iniziare a parcheggiare le cosiddette ecoballe, immondizia impacchettata dai Cdr al ritmo di 2200 tonnellate al giorno. Si trova nel Salernitano, ma in una zona diversa dal Persano. Il sito militare di Persano, si ricorda, fu sfiorato dalla battaglia di Valle della Masseria, quest'estate, quando l'allora commissario straordinario Bertolaso non riuscì a aprirvi la discarica regionale che aveva pianificato, causa la resistenza del comune di Serre. Un aiuto a guadagnare tempo preziosissimo. Ce ne sono, poi, altri. Via ai primi conferimenti in capannoni industriali nella zona orientale di Napoli, trovati ed affittati in queste ore. Via, a breve, al sito per ecoballe a Casalduni. Una lunga riunione tecnica, poi, si è protratta a sera in Prefettura sul nodo della riapertura di siti provvisori ad Acerra, Napoli, e sulla possibilità che la discarica di Pianura, sempre a Napoli, che ha servito per anni la regione, torni a portare il peso di questi giorni. E si fa strada l'ipotesi che la discarica regionale futura, quella di cui abbiamo bisogno perchè la discarica di Macchia Soprana, Salerno, è insufficiente e poco accessibile, si faccia in provincia di Benevento. Esattamente a Sant'Arcangelo Trimonte. Seicentonovantuno anime, 300 famiglie, 376 abitazioni, età media over 60, santo patrono San Sebastiano. Un profilo che garantisce una resistenza ambientale scarsa. Se non altro per motivi anagrafici. Sant'Arcangelo non ha oasi protette nelle vicinanze. Solo la sua discarica di paese, fatta quasi con una riunione condominiale, per pensarci una volta e mai più. E ieri il presidente Bassolino ha scelto una pubblica occasione per sottolineare quella che ritiene la distanza fra "Roma e la Campania, espulsa dall'agenda di maggioranza ed opposizione".

 

 

 

 

A TEATRO (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (City)" del 23-12-2007)

Tam. Torna l'appuntamento con "Si...pariando", il laboratorio Tunnel giovani. gradini Nobile, alle 22. Trianon Viviani. Si replica "L'ultimo scugnizzo" di Viviani nell'allestimento di Tato Russo. Nino D'Angelo protagonista tra Antoine, Mena Steffen, Ciro Capano, Daniele Russo e Maria Rosaria Virgili. piazza Calenda, alle 19. Si replica fino al 23 Instabile. I Virtuosi di San Martino, dopo aver pubblicato l'album "Carogne", presentano lo spettacolo "Cinque in condotta", manifesto di indisciplina artistica e disaffezione per tutto ciò che è "genere" e luogo comune. Sempre nello stile del cabaret da camera. vico Purgatorio ad Arco, alle 21. Si replica sino al 6 gennaio Nuovo. Antonello Cossia porta in scena nella sala Assoli la storia di suo padre, primo atleta napoletano alle Olimpiadi, in "Un sogno del mille novecento cinquantasei", da lui scritto e interpretato. via Montecalvario, alle 19. Ultima replica Diana. Continuano le repliche di "Non complichiamoci la vita", show della neo-coppia Gino Rivieccio e Vittorio Marsiglia, firmato da Gustavo Verde e dallo stesso Rivieccio. Risate doc tra l'imitazione di Iervolino-Bassolino e una lieve satira di costume. via Luca Giordano, alle 19, repliche fino al 13 gennaio.

 

 

 

 

PIACE L'OPERA DI PISTOLETTO ISPIRATA AL DIALOGO TRA LE RELIGIONI. IERVOLINO: PASSEGGIANDO HO ATTRAVERSATO IL DESERTO (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 23-12-2007)
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Piace l'opera di Pistoletto ispirata al dialogo tra le religioni. Iervolino: passeggiando ho attraversato il deserto PIETRO TRECCAGNOLI Rosa Russo Iervolino sale dall'Algeria, sotto braccio a Eduardo Cicelyn, il direttore del Madre. "Abbiamo attraversato il deserto" scherza una volta sulla pedana mediterranea di Michelangelo Pistoletto a piazza Plebiscito. C'è aria di festa, nonostante la città galleggi sulla monnezza natalizia. Una festa culturale in un parco giochi. Un bambino "ingegna" l'automobilina telecomandata facendole fare il tour de France, sotto lo sguardo soddisfatto dell'artista: "Spero che già da domani la usino come lavagna". C'è una coppia di cinesi sul confine meridionale dell'Egitto. E due ragazzi napoletani si godono lo spettacolo da Cipro. Un giovanotto saggia la resistenza e la pericolosità di Gozo e Malta prima di sedersi. Questa è la Croazia, ci sono stata d'estate, spiega una signorina con il piercing all'amica che, con un semplice passo, traghetta sé stessa dalla Puglia alla Grecia: normalmente ci vuole una notte e oltre. Dalla punta della Tunisia, Anna Maria Carloni scruta la piazza come un gabbiere, pure lei sotto braccio a Cicelyn, cavaliere insospettabile. Non c'è tanta gente, mentre la luce del sole fa risaltare di più le scritte sul colonnato di San Francesco di Paola. Non ce l'hanno fatta ad arrivare Jannis Kounellis, Achille Bonito Oliva e Mimmo Paladino, precursore delle piazze di Natale. Ma la magia dell'arte c'è tutta, e anche quella dell'amore per le differenze che nelle mani di Pistoletto diventa una babele di lingue e un friccichio di colori. Nonostante tutto, è Natale a Napoli. Anzi, avrebbe detto Giuseppe Marotta, è Napoli a Napoli. La piazza sarà così fino al prossimo 25 febbraio, quando la struttura verrà smantellata. Dove andrà, presidente? Bassolino, per un giorno costretto a parlare non solo dell'emergenza spazzatura (ma anche di quella), risponde: "Vogliamo che resti a casa nostra. L'Italia capovolta di Fabro la collocheremo a Bagnoli. Per quest'opera di Pistoletto stiamo pensando a un parco cittadino o a Villa Favorita di Ercolano. Vorremmo un luogo frequentato dai bambini". Al Madre è in mostra la "Venere degli stracci" del maestro dell'arte povera, un singolare coincidenza. Ma il presidente della Regione non si scompone più di tanto, anche se è difficile strappargli un sorriso: "Rappresentano due diverse facce di questa realtà. Ognuno di noi deve cercare di vedere tutt'e due. E dobbiamo fare in modo che gli aspetti positivi superino quelli negativi". L'immagine della città, appunto, deturpata. Come risalire? Pistoletto, il festival del teatro, il Forum delle Culture. E Bassolino aggiunge: "Ci vuole tutto il nostro impegno, e quello di Roma, anche se, purtroppo, il Mezzogiorno sembra cancellato dall'agenda politica nazionale". Il Mediterraneo è grande. Dove le piacerebbe andare, presidente? "In Italia, a Napoli". Guai a chi gliela tocca. E proprio davanti alla Campania si mettono in posa Bassolino, la Iervolino e Pistoletto per le foto di rito. Il sindaco è invece sereno. "Ci porterò i miei nipotastri" scherza. "Però prima andremo allo stadio. Il Napoli deve assolutamente vincere, altrimenti faccio una figuraccia". E prima di scappare via per andare a prenderli all'aeroporto ha il tempo di complimentarsi pubblicamente con Pistoletto: "Un'opera bella, significativa e godibile. Riesce a far interiorizzare l'idea del Mediterraneo, quanto siamo vicini gli uni agli altri, in un'epoca in cui i fondamentalismi tendono ad esasperare gli animi". E ricorda come il messaggio di pace coincida con l'abbattimento delle frontiere con l'allargamento dell'area europea di Schengen. Anche l'assessore alla Cultura, Valeria Valente sottolinea il valore anche pedagogico della struttura e aggiunge: "Piazza Plebiscito accoglie il Mediterraneo e lo farà ancora di più la notte di San Silvestro con il concerto di Khaled, Bregovic e dei nostri musicisti". L'auspicio è unico e comune: amare le differenze e superare le diffidenze.

 

 

 

 

Rifiuti per strada, cittadini in piazza (sezione: Monnezze)

( da "Manifesto, Il" del 24-12-2007)

"Ecopalle" di monnezza simbolica ieri a Napoli. A consegnarle ai "politici di destra e sinistra" attivisti e comitati. Mentre la situazione si fa sempre più esplosiva Francesca Pilla Napoli Un migliaio di persone hanno portato di persona un regalo di natale speciale al commissario straordinario, Alessandro Pansa: le "ecopalle" sull'emergenza rifiuti dei "politici di destra e di sinistra che hanno avvelenato la Campania per i profitti di amici e ecomafie". Balle di rifiuti, non solo simboliche, impacchettate e consegnate ieri mattina in prefettura dopo un corteo di protesta a cui hanno partecipato diversi comitati cittadini: quelli di Giugliano che hanno finalmente ottenuto la chiusura di Taverna del Re; quelli di Terzigno che contestano il sito in prossimità del parco Vesuvio; quelli di Acerra che dal 2000 combattono l'apertura dell'inceneritore più grande d'Europa. A questi si sono aggiunti i neonati comitati di Pignataro contro la disastrosa condizione delle discariche nel casertano e di Napoli-Nord pronti a intervenire contro il nuovo cdr di Poggioreale promesso e voluto dalla Iervolino. E' iniziata, così, un'altra giornata di crisi per la Campania. La protesta popolare organizzata dalla Rete rifiuti zero, infatti, arriva dopo una decina di giorni di blocco nella raccolta e dopo lo sciopero di 24 ore dei dipendenti Fibe che non hanno ricevuto la tredicesima dall'azienda, sotto accusa per avere truffato la regione. Ma nonostante la mediazione di Pansa e l'annunciata ripresa dei servizi da parte dei dipendenti, ieri era ancora chiuso l'impianto cdr di Caivano. Una situazione che pesa sulla già precaria situazione del ciclo di smaltimento. Solo nel capoluogo il secondo giorno di stop consecutivo ha lasciato in strada 3mila tonnellate di sacchetti che potrebbero passare a 5mila questa mattina. Ma la crisi è scoppiata soprattutto nei comuni vesuviani e nella provincia di Caserta. Mentre per Natale si preannuncia il tracollo, tra servizi dimezzati e il surplus di spazzatura da cenone e regali. Una situazione drammatica e lo si denota anche dai numeri dei vigili del fuoco. In appena 19 ore sono stati oltre 60 gli interventi dei pompieri per spegnere i roghi dei cittadini esasperati. Le squadre sono tutte impegnate per sedare le fiamme, tanto che sia nella sede centrale che nei vari distaccamenti non ci sono uomini disponibili. "Non si tratta dell'incendio di cassonetti ma di cumuli lunghi anche 50 metri e alti fino al primo piano dei palazzi", spiega un viglie. I sindacati hanno scritto una lettera al presidente della Repubblica, al presidente del consiglio e alle amministrazioni locali per chiedere l'invio di "rinforzi". Pronta la risposta del ministero della difesa che con una lettera a Pansa ha confermato la disponibilità dell'esercito a intervenire "in merito all'individuazione di siti da allestire per la raccolta di rifiuti". Ieri il sindaco Iervolino impegnata in un incontro con il commissario e con la partecipazione, tra gli altri, del capo di gabinetto del ministero dell'Ambiente, Viglione ha detto che bisogna ripulire la città. Il governatore Bassolino se l'è presa invece con quelli che dicono "no" mettendo "il bastone in mezzo alle ruote, una volta sul termovalorizzatore, una volta sulla discarica e una volta sull'impianto di compostaggio". E' in effetti lo stallo nell'apertura delle discariche o degli impianti cdr a provocare questa nuova crisi. I cittadini di ogni provincia o comune si rivoltano alla sola idea di ospitare monnezza. Vige un clima di sfiducia a causa delle inadempienze di oltre 13 anni di commissariamento, delle truffe per cui è indagata l'attuale gestore Impregilo, ancora in "servizio" nonostante l'interdizione dai pubblici servizi, della negligenza, in buona o malafede, dei commissari che si sono succeduti e degli amministratori locali. Così è arrivato ieri l'ultimo "no" da parte di un piccolo comune nel salernitano. A Caggiano il primo cittadino ha convocato per oggi pomeriggio una seduta straordinaria del consiglio comunale, cui parteciperanno i sindaci del Vallo di Diano per contestare il sito individuato in località Serre Arenosa. Per gli amministratori del piccolo centro della Valle del Tanagro al confine con la provincia di Potenza "il sito individuato ha una capacità ricettiva di circa 100mila metri cubi a fronte dei 400mila richiesti per accogliere i rifiuti di tutto il salernitano". In fermento restano gli abitanti di Casalduni, nel beneventano, di Carniola nel casertano, e di Atena Lucana e Buccino nel salernitano. Una situazione con poche vie d'uscita.

 

 

 

 

Napoli spegne le luminarie di Natale ma si illumina coi roghi di spazzatura pag.1 (sezione: Monnezze)

( da "Giornale.it, Il" del 24-12-2007)

Napoli spegne le luminarie di Natale ma si illumina coi roghi di spazzatura di Carmine Spadafora - lunedì 24 dicembre 2007, 07:00 Potrebbe suonare ironico ma da ieri Napoli "respira" un po' meglio: riaperti gli impianti di cdr di Giugliano e Caivano, l'Asia (l'azienda per la raccolta dei rifiuti) ha tolto dalle strade della città qualche migliaio di tonnellate di monnezza. Ma, questo, non vuol dire che sarà un Natale senza spazzatura, senza roghi, senza il pericolo diossina. E, intanto, i pochi turisti che ancora si ostinano a venire nella città di Bassolino e Iervolino, con le loro digitali e telecamere, immortalano i cumuli della vergogna. Foto, filmati, che adesso stanno facendo il giro del mondo: "youtube" esiste anche per questo. Ma che importa: l'amministrazione comunale di Napoli è stata la prima in Italia a proibire il fumo nei parchi e allo stadio, rendendola capofila di civiltà.

 

 

 

 

Questa povera città buia e ostaggio della monnezza pag.1 (sezione: Monnezze)

( da "Giornale.it, Il" del 24-12-2007)

Questa povera città buia e ostaggio della monnezza di Redazione - lunedì 24 dicembre 2007, 07:00 Dai balconi si lanciano secchi d'acqua per spegnere i roghi, i "bassi" sono chiusi perché zoccole e scarrafoni possono cacciarsi in casa. Quando rimango in casa, accendo il televisore. E che vedo? Capitali europee addobbate a festa: Vienna, Londra, Madrid. Parigi, da sempre la ville lumière, a Natale lo è ancora di più. E Napoli? Napoli è la ville stutàta (spenta), l'antilumière. Grazie a un'amministrazione inetta e alla camorra, quest'anno non ci sono le luminarie, neppure un mozzicone di candela riciclata da qualche chiesa od ossario. L'unica luce viene dai falò della monnezza: grazie anche di questo, signor Bassolino e signora Iervolino. E grazie anche di questo, elettori di sinistra, che da anni date fiducia a personaggi che andrebbero esiliati, come fu fatto per i Savoia. Passando per Spaccanapoli, un tale che vendeva biglietti della lotteria, esclamava: "Accattàteve 'o biglietto, cagniàte 'a vita vosta...! Ca Prodi nun c'ha lasciato manco 'e sorde pe ll'uósse p''o bròro...!". (Compratevi il biglietto, cambiate la vostra vita, perché Prodi non ci ha lasciato neppure i soldi sufficienti ad acquistare gli ossi per cucinare il brodo). Come sarebbe bello se per Uno che arriva in Palestina, (almeno) tre partissero dall'Italia: Prodi, Bassolino e Iervolino.

 

 

 

 

L'Onu approva la moratoria (sezione: Monnezze)

( da "Quotidiano.net" del 24-12-2007)

Mobile email stampa PENA DI MORTE L'Onu approva la moratoria "Orgoglio per una vittoria italiana" L'Onu ha approvato il testo di risoluzione per la moratoria universale della pena di morte con 104 sì, 54 contrari e 29 astenuti Commenta Home Politica prec succ Contenuti correlati Don Benzi Paula Cooper Biùtiful cauntri, il paese delle ecomafie Scontri tra polizia e manifestanti Sei d'accordo con l'iniziativa italiana all'Onu per la moratoria della pena di morte? L'Onu approva la moratoria universale D'Alema: "Voto storico" Dice 'basta' anche il boia della Virginia New York, 18 dicembre 2007 - L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato il testo di risoluzione per la moratoria universale della pena di morte con 104 sì, 54 contrari e 29 astenuti. LA SCHEDA L'Italia lavora alla proposta dal 1994: una bozza di risoluzione fu battuta al Palazzo di Vetro per soli otto voti. Cinque anni dopo, una risoluzione dell'Unione Europea fu prima presentata e, all'ultimo minuto, ritirata. Nel luglio del 2006 la Camera dei Deputati, all'unanimità, impegnava il governo a: "presentare alla prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite (quella del 2006), la risoluzione pro moratoria. A ottobre Montecitorio insiste e chiede al governo di "dare tempestiva e piena attuazione" alla mozione di luglio. Palazzo Chigi mostra perplessità sulle possibilità di approvazione di una 'risoluzione' e, nonostante la pressione dei radicali di Marco Pannella, alleati di governo, propende per una semplice Dichiarazione contro la pena di morte a nome dell'Unione Europea. La proposta è respinta dal Parlamento. La Dichiarazione è stata comunque presentata dall'Ue all'Assemblea Generale il 19 Dicembre a firma di 85 Paesi. A gennaio del 2007 Palazzo Chigi dichiara in una nota: "Il Presidente del Consiglio e il Governo si impegnano ad avviare le procedure formali perchè questa Assemblea Generale delle Nazioni Unite metta all'ordine del giorno la questione della moratoria universale sulla pena di morte". Il primo febbraio: il Parlamento europeo, con un voto pressochè unanime, "sostiene fermamente l'iniziativa della Camera dei deputati e del governo italiani, sostenuta dal Consiglio e dalla Commissione UE nonchè dal Consiglio d'Europa; invita la Presidenza UE ad adottare con urgenza un'opportuna azione per garantire che tale risoluzione sia presentata in tempi brevi all'Assemblea generale ONU in corso". Analoga risoluzione viene nuovamente approvata dal Parlamento Europeo il 25 aprile 2007. Il 14 maggio 2007, il Consiglio Affari Generali dell'UE decide di dare via libera all'Italia per la redazione del testo di risoluzione, la raccolta di co-sponsor e per l'avvio con la presidenza dell'Assemblea Generale dell'ONU delle procedure per la riapertura di un punto specifico sulla moratoria. Il testo della risoluzione approda a settembre all'Assemblea Generale dell'ONU. La Terza Commissione l'approva il 15 novembre con 99 voti a favore, 52 contrari e 33 astenuti. Infine, il via libera dell'Assemblea generale con 104 sì, 54 contrari e 29 astenuti. IL BOIA AL LAVORO IN 27 PAESI Nel 2006 sono state eseguite almeno 5.628 condanne a morte in 27 Paesi diversi. A riferirlo è l'ultimo rapporto di 'Nessuno Tocchi Cainò. Ecco la lista degli Stati con il boia e del numero di esecuzioni compiute: - Cina: almeno 5.000 - Iran: 215 - Pakistan: 82 - Iraq: almeno 65 - Sudan: almeno 65 - Stati Uniti: 53 - Arabia Saudita: 39 - Yemen: 30 - Vietnam: almeno 14 - Kuwait: almeno 11 - Somalia: almeno 7 - Singapore: almeno 5 - Egitto: almeno 4 - Giordania: almeno 4 - Bangladesh: 4 - Giappone: 4 - Malaysia: 4 - Corea del Nord: almeno 3 - Bahrein: 3 - Bielorussia: 3 - Indonesia: 3 - Mongolia: 3 - Siria: 2 - Uganda: 2 - Botswana: 1 - Emirati Arabi Uniti: 1 - Guinea Equatoriale: 1 - Non risultano esecuzioni nel 2006 in Libia, Taiwan, Uzbekistan e nei territori amministrati dall'Autorità Nazionale Palestinese; in tutti ne erano però state effettuate durante il 2005. IL RECORD NEGATIVO DELLA CINA Da sempre la Cina detiene il triste primato delle esecuzioni capitali. Nel 2006 la cifra ufficiale è di 5.000 persone giustiziate, l'89% del totale nel mondo. Ma secondo Amnesty International e altre organizzazioni umanitarie, il numero reale si aggira intorno alle 8.000 esecuzioni eseguite ogni anno, poichè nella Repubblica Popolare le condanne a morte sono considerate "segreto di Stato". Il dato è stato confermato da notizie ufficiose trapelate dagli ambienti accademici, parlamentari e giudiziari di Pechino, raccolte nell'ultimo rapporto stilato da Nessuno tocchi Caino e pubblicato a fine agosto. Una cifra enorme, che conferma la Cina come primo paese in cui il boia lavora con maggiore lena al mondo e che, oltre a suscitare le critiche delle organizzazioni per i diritti umani, ha iniziato a far riflettere le stesse autorità di Pechino, più attente del passato ad eseguire le condanne. Sotto i riflettori dell'opinione pubblica mondiale per le Olimpiadi di agosto 2008, il Gigante asiatico sta facendo piccoli passi in avanti "per restringere attentamente la pratica attraverso la legislazione e il sistema legale", come ha di recente dichiarato un portavoce del ministero degli Esteri. Anche se, ha tenuto a precisare lo stesso funzionario, in Cina le condizioni non sono ancora "mature" per un'abolizione totale. La riforma più significativa del sistema giudiziario è stata l'approvazione di un emendamento per il quale tutte le condanne devono essere confermate dalla Corte Suprema e non basta più il via libera delle corti provinciali. IL TESTO VOTATO Il testo votato oggi dall'Assemblea generale dell'Onu, già approvato il 15 novembre alla Terza Commissione al Palazzo di Vetro, esorta tutti gli stati che hanno ancora la pena di morte a "stabilire una moratoria delle esecuzioni in vista dall'abolizione" della pena capitale. E intanto invita a ridurne progressivamente l'uso e il numero dei reati per i quali può essere comminata, rispettando gli standard internazionale a garanzia dei diritti dei condannati. Ecco i punti essenziali del testo della moratoria e l'elenco delle principali garanzie internazionali a protezione dei condannati: "Considerando che l'uso della pena di morte mina la dignità umana -si legge nel testo- e convinti del fatto che una moratoria sulla pena di morte contribuisca al miglioramento e al progressivo sviluppo dei diritti umani; che non esiste alcuna prova decisiva che dimostri il valore deterrente della pena di morte; che qualunque fallimento o errore giudiziario nell'applicazione della pena di morte è irreversibile e irreparabile; Accogliendo con favore le decisioni prese da un crescente numero di paesi di applicare una moratoria delle esecuzioni, in molti casi seguite dall'abolizione della pena di morte", l'Assemblea Generale: "Esprime la sua profonda preoccupazione circa la continua applicazione della pena di morte;" L'Assemblea generale, continua il testo, "invita tutti gli Stati che ancora hanno la pena di morte a: A) Rispettare gli standard internazionali che prevedono le garanzie che consentono la protezione dei diritti di chi è condannato a morte, in particolare gli standard minimi, stabiliti dall'annesso alla risoluzione del Consiglio Economico e Sociale, 1984/50; B)- Fornire al segretario generale le informazioni relative all'uso della pena capitale e al rispetto delle garanzie che consentono la protezione dei diritti dei condannati a morte; C)- Limitarne progressivamente l'uso e ridurre il numero dei reati per i quali la pena di morte può essere comminata; D)- Stabilire una moratoria delle esecuzioni in vista dall'abolizione della pena di morte". L'Assemblea, si legge in conclusione, "invita gli Stati che hanno abolito la pena di morte a non reintrodurla; chiede al segretario generale di riferire sull'applicazione di questa risoluzione alla 63ma sessione; decide di continuare la discussione sulla questione durante la 63ma sessione allo stesso punto all'ordine del giorno". Le garanzie cui si fa riferimento per la protezione dei condannati prevedono fra l'altro che la sentenza capitale possa essere comminata solo per i reati più gravi e che non possano essere condannate persone per reati compiuti sotto i 18 anni. Non possono essere inoltre eseguite le sentenze nei casi di donne incinte, madri di un bambino piccolo o persone sofferenti di handicap mentale. Per la condanna a morte servono prove chiare e convincenti e le garanzie di un processo giusto, con possibilità di appello e richiesta di grazia.Quando la pena capitale è applicata deve causare il minimo di sofferenze possibili al condannato. Anche il boia della Virginia è abolizionistaPena capitale, cosa ne pensi? - E della moratoria voluta dall'Italia?.

 

 

 

 

La luce di Napoli è un rogo di monnezza pag.1 (sezione: Monnezze)

( da "Giornale.it, Il" del 24-12-2007)

La luce di Napoli è un rogo di monnezza di Marcello D'Orta - lunedì 24 dicembre 2007, 12:07 Quando rimango in casa, accendo il televisore. E che vedo? Capitali europee addobbate a festa: Vienna, Londra, Madrid. Parigi, da sempre la ville lumière, a Natale lo è ancora di più. E Napoli? Napoli è la ville stutàta (spenta), l'antilumière. Grazie a un'amministrazione inetta e alla camorra, quest'anno non ci sono le luminarie, neppure un mozzicone di candela riciclata da qualche chiesa od ossario. L'unica luce viene dai falò della monnezza: grazie anche di questo, signor Bassolino e signora Iervolino. E grazie anche di questo, elettori di sinistra, che da anni date fiducia a personaggi che andrebbero esiliati, come fu fatto per i Savoia. Passando per Spaccanapoli, un tale che vendeva biglietti della lotteria, esclamava: "Accattàteve 'o biglietto, cagniàte 'a vita vosta...! Ca Prodi nun c'ha lasciato manco 'e sorde pe ll'uÓsse p''o bròro...!". (Compratevi il biglietto, cambiate la vostra vita, perché Prodi non ci ha lasciato neppure i soldi sufficienti ad acquistare gli ossi per cucinare il brodo). Come sarebbe bello se per Uno che arriva in Palestina, (almeno) tre partissero dall'Italia: Prodi, Bassolino e Iervolino.

 

 

 

 

Rifiuti nell'ex deposito di armi (sezione: Monnezze)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 25-12-2007)
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(Corriere del Mezzogiorno)

Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: 1PAGINA - data: 2007-12-23 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE Il governatore esalta il modello Venezia e ammette: "Sbagliammo a chiudere tutte le discariche" Rifiuti nell'ex deposito di armi Padula, scelta un'area militare. A Napoli è scontro su Pianura Mentre Napoli e provincia restano sommersi dai rifiuti, da ieri si profila forse una prima soluzione tampone. Tir carichi d'immondizia hanno infatti cominciato a fare rotta verso alcuni siti individuati in collaborazione con il ministero della Difesa. In particolare è stata scelta un'area a qualche chilometro da Padula dove c'è un grosso deposito di munizioni in disuso. La località si chiama Mandranello, a 1800 metri sul livello del mare. Intanto si torna a parlare di una possibile riapertura della discarica di Pianura. La sindaca Iervolino ha detto: "Ho sempre difeso e difenderò sempre Pianura". Infine Bassolino ha indicato l'inceneritore di Marghera come modello. ALLE PAGINE 2 E 3 Brandolini, Geremicca.

 

 

 

 

Il Forum delle culture invita Sting e Santana (sezione: Monnezze)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 25-12-2007)
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Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: 1CULTURA - data: 2007-12-23 num: - pag: 15 categoria: REDAZIONALE Nel 2008 concerto per la pace in attesa del meeting del 2013 con star da cinque contintenti. "Ora iniziamo a lavorare" Il Forum delle culture invita Sting e Santana Sting, Santana, Eric Clapton, Stevie Wonder. E poi Ligabue e i napoletani Onorato, Zurzolo, Sepe. L'assessore Oddati snocciola con evidente soddisfazione i nomi degli artisti - alcuni sono dei veri pezzi da novanta - che parteciperanno al concerto della pace previsto a Napoli per il 2008. Si tratterà di un assaggio in attesa del Forum delle culture del 2013, che ieri mattina è stato presentato alla stampa e ad alcuni degli intellettuali e professionisti già coinvolti nella elaborazione del progetto, da Gravagnuolo ad Attilio Belli, da Scalabrini a Grispello, da Cola a Cercola, da Mascilli Migliorini a Mangoni. Doveva essere una presentazione collettiva, con sindaca e governatore, invece c'era solo l'assessore, vero regista dell'operazione. La Iervolino ha fatto una fugace comparsa a inizio incontro, alle 11, e ha rimarcato l'assenza di Bassolino, ufficialmente impegnato nel vertice con Pansa (che però era fissato per le 12.30): "Non riusciamo mai a fare un festeggiamento tutti insieme...". La parola è rimasta a Oddati, che con foga ha illustrato le grandi linee del progetto. Il quale, promette, sarà occasione per una reale riqualificazione urbanistica e non solo una passerella di personaggi ed eventi. Anzi, il Forum delle culture - con il suo miliardo di euro di finanziamenti - dovrebbe essere il momento della realizzazione della nuova Bagnoli. Perché è l'area di Napoli occidentale quella prescelta per il meeting. Resta un interrogativo aperto: se la riqualificazione di Bagnoli non è stata realizzata finora, come possiamo credere che si farà nei prossimi sei anni? Intanto Oddati spiega che questo tempo sarà sufficiente per ideare un progetto complesso, fondato su due elementi fondamentali: la storia di Napoli e i suoi giovani. "Forse ora è ancora presto per scegliere un modello", aggiunge Oddati, "ma vorremmo che il Forum avesse anche un significato politico. Nel frattempo realizzeremo ogni anno un evento. Il 2008 sarà dedicato alla pace, il 2009 allo sviluppo sostenibile, e così via. Ma la politica dei grandi eventi non basta, vogliamo puntare anche sulle scuole e sulla riqualificazione culturale. I ragazzi di oggi saranno i giovani partecipanti al Forum del 2013". Il discorso torna sul piano urbanistico: "Il Forum consentirà la velocizzazione delle procedure nella riconversione di Bagnoli. Due alberghi saranno realizzati nella Mostra d'Oltremare, che sarà definitivamente ristrutturata. Il Collegio Ciano sarà riadattato per ospitare gratuitamente ragazzi da tutto il mondo nel 2013, ma poi potrebbe diventare uno studentato internazionale che a Napoli manca". "Rispetto a Monterrey", dichiara ancora l'assessore, "coltiviamo qualche ambizione in più. Ma in ogni caso il Forum delle culture ha cambiato il volto delle città nelle quali si è svolto. Per questo aspettiamo consigli e attiveremo un sito internet e un blog per far partecipare tutti, addetti ai lavori e semplici cittadini". Oddati ringrazia poi la "sua squadra", e cioè Mimmo Annunziata, Salvatore Di Maio e Cristina Basso. E infine abbandona il "low profile" e s'inorgoglisce: "Solo noi pensiamo sempre male della nostra città, Napoli è Napoli, è unica, e il Forum qui avrà uno scenario formidabile. Anche se i problemi quotidiani continueranno ad esistere". Dal pubblico un commento: è proprio questo che ci preoccupa. M. A. Sopra, Sting; a fianco, Carlos Santana: i due artisti sono tra gli invitati del concerto della pace che si svolgerà a Napoli nel 2008.

 

 

 

 

Le proteste a Napoli (sezione: Monnezze)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 25-12-2007)
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Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: INPRIMOPIANO - data: 2007-12-23 num: - pag: 3 categoria: BREVI Le proteste a Napoli Cortei e sit-in I disoccupati dei Banchi nuovi, ma anche gruppi di varie associazioni per la salvaguardia di territori dell'hinterland hanno sfilato ieri mattina a Napoli, dando vita a una manifestazione di protesta nel centro cittadino con slogan e manifesti indirizzati contro Bassolino, Iervolino e Di Palma ma anche contro il prefetto Alessandro Pansa, commissario straordinario per l'emergenza rifiuti. Intanto a Santo Stefano a scendere in piazza saranno gli Amici di Beppe Grillo insieme al sacerdote comboniano Alex Zanotelli. Il corteo partirà alle 18 da piazza Sanità, per ricordare che bisogna cominciare dalla riduzione e dal riuso dei materiali per non avere più rifiuti nelle strade.

 

 

 

 

Casini: Rifiuti e violenza a Napoli, Campania specchio del Paese (sezione: Monnezze)

( da "Denaro, Il" del 26-12-2007)

Campania udc Casini: Rifiuti e violenza a Napoli, Campania specchio del Paese Degrado e violenza a Napoli? Per il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, "la Campania è lo specchio del Paese". "Se l'Italia va male, la Campania va peggio - dice Casini a Napoli - devo dire che sia Bassolino che la Iervolino - non è una questione personale è una questione politica - stanno dimostrando la loro incapacità a governare una regione con i problemi della Campania". E' inqualificabile la situazione dei rifiuti urbani che ho visto lungo le strade di Napoli". Esordisce così Pier Ferdinando Casini, intervenendo ieri nel capoluogo campano al convegno "A tutela della sicurezza contro degrado e violenza". Centinaia di iscritti all'Udc lo hanno accolto alla Stazione Marittima di Napoli, al molo Beverello, per ascoltare una riflessione che, partendo dai temi nazionali della Finanziaria e del welfare, conclude con le questioni del degrado che investono la regione campana. "Se la Campania è allo stallo, è perchè questo territorio è da sempre lo specchio del paese dice -. L'Italia va male, la Campania va peggio". E poi, sul governo nazionale: "E' all'epilogo. Noi continuiamo nel Parlamento e nel Paese una dura battaglia contro un governo che sta portando l'Italia al fallimento dice Casini - dalla sicurezza al welfare il governo sta dimostrando la sua insipienza e incapacità". re. pol. del 22-12-2007 num.

 

 

 

 

Bonifica da gennaio, per Bagnoli 288 mln (sezione: Monnezze)

( da "Denaro, Il" del 26-12-2007)

Napoli riqualificazione urbana Bonifica da gennaio, per Bagnoli 288 mln Alla Toscana andranno 681 milioni alla Campania 288 milioni. Partiranno a gennaio i lavori per la bonifica e la deindustrializzazione delle aree portuali di Bagnoli e Piombino, grazie ad uno stanziamento di 970 milioni di euro. E' il contenuto dell'accordo quadro di bonifica per Bagnoli e Piombino siglato ieri mattina dal ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, dal ministro dello Sviluppo Economico Pierluigi Bersani, dal ministro della Ricerca Fabio Mussi, dai rappresentanti degli enti locali delle due aree e le autorità portuali. "Questo accordo - ha detto il ministro dell'Ambiente - dimostra che quando c'è la volontà di coinvolgere tutti in un percorso di partecipazione, in pochi mesi si riesce a sbloccare ciò che era impantanato da anni". Il ministero dell'Ambiente finanzierà i progetti con 300 milioni di euro, mentre le altre risorse saranno stanziate dal ministero dello Sviluppo Economico e dagli enti locali. Sabrina Milano Parte tra un mese la vasta operazione di riqualificazione ambientale del sito di Interesse Nazionale di Bagnoli e anche la colmata, simbolo della vecchia acciaieria dell'Ilva, entro il 2010 sarà finalmente smantellata. Firmato ieri a Roma al ministero dell'Ambiente, retto da Alfonso Pecoraro Scanio l'accordo di Programma Quadro per gli interventi di bonifica negli ambiti marino costieri dei siti di Piombino e Napoli Bagnoli-Coroglio tra la Presidenza del Consiglio, i Ministeri dell'Ambiente, dello Sviluppo Economico, dei Trasporti, delle Infrastrutture, dell'Università e della Ricerca, il commissario di governo per l'emergenza bonifiche in Campania, le Regioni Toscana e Campania, le Provincie di Livorno e di Napoli, le Autorità Portuali di Piombino e di Napoli, i Comuni di Piombino e di Napoli, il Circondario Val di Cornia, la Bagnolifutura (per la quale erano presenti il Presidente Rocco Papa e il vicepresidente Casimiro Monti). Un investimento complessivo di quasi un miliardo di euro, ossia di 970 milioni di euro, di cui 288 milioni di euro destinati agli interventi di riqualificazione a Napoli e 681 milioni di euro per quelli invece da realizzare nella città toscana di Piombino. Circa 186 milioni serviranno per la rimozione della colmata e della scogliera di Bagnoli, il trasferimento dei materiali della colmata nelle vasche di Piombino, posa in opera della barriera soffolta, rimozione dei sedimenti pericolosi presenti nello specchio d'acqua antistante l'ex Ilva e il ripascimento degli arenili. Altri 24 milioni per la bonifica degli arenili del litorale flegreo e circa 79 milioni di euro per il dragaggio dei fondali e il riempimento della cassa di colmata della darsena di levante nella zona di Napoli orientale. I tempi di attuazione degli interventi relativi al sito di Bagnoli sono in totale 34 mesi. Di cui 9 mesi, da gennaio 2008 a settembre 2008 per la progettazione e l'affidamento dei lavori. Le gare d'appalto quindi partiranno proprio nel mese di settembre del 2008. Saranno necessari 18 mesi, da ottobre 2008 a marzo 2010 per rimuovere la colmata di Bagnoli mentre per la bonifica degli arenili 24 mesi a partire dal mese di aprile del 2008. Soggetti attuatori dell'accordo quadro di programma e quindi titolari degli interventi da appaltare sono: l'Autorità portuale di Piombino, Comune di Piombino, Commissariato per le bonifiche della Regione Campania ed Autorità Portuale di Napoli. Il ministero dell'Ambiente finanzierà i progetti con 300 milioni di euro, mentre le altre risorse saranno stanziate dal ministero dello Sviluppo Economico e dagli enti locali. \"Questo accordo - commenta il ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio - dimostra che quando c'è la volontà di coinvolgere tutti in un percorso di partecipazione, in pochi mesi si riesce a sbloccare ciò che era impantanato da anni\". "Una giornata commenta Casimiro Monti, vicepresidente di Bagnolifutura che conclude un lungo lavoro portato avanti anche da Bagnolifutura al fianco del ministero dell'Ambiente. Un accordo fondamentale per l'attuazione del piano di Bagnoli e che risolve i problemi di tre siti di interesse nazionale: Piombino, Napoli orientale e Napoli occidentale". Obiettivi, protagonisti e risvolti economici dell'intesa Lo scopo dell'intesa Ripristinare la balneazione del litorale di Bagnoli Coroglio, realizzare il terminal di levante del porto di Napoli, la bonifica delle aree industriali di Piombino, la strada di accesso al porto e il terminal della livornese Attori dell'accordo L'intesa ha per protagonisti tre Ministeri del Governo Prodi (Ambiente, Sviluppo Economico e Infrastrutture), i rispettivi enti locali della regione campana e di quella toscana Costo dell'operazione Lo stanziamento complessivo sarà di 970 milioni di euro. Alla Toscana andranno 681 milioni di euro, alla Campania 288 milioni di euro. Il ministero dell'Ambiente finanzierà i progetti con 300 milioni di euro, mentre le altre risorse saranno stanziate dal ministero dello Sviluppo Economico e dagli enti locali L'inizio dei lavori La bonifica e la deindustrializzazione delle aree portuali di Bagnoli e Piombino partiranno a gennaio 2008 L'intervento di Bagnoli I fondi serviranno per rimuovere la colmata di Bagnoli, per risanare i fondali marini e gli arenili della zona occidentale dove per circa un secolo è stata attiva la grande acciaieria dell'Ilva e per riempire le casse della darsena di levante Le parole Antonio Bassolino gpvernatore della Campania L'accordo è un passaggio importantissimo per la bonifica e la trasformazione di Bagnoli. Come Regione Campania abbiamo fatto la nostra parte investendo oltre 31 milioni di euro tra risorse del Commissariato per l'emergenza bonifiche e fondi europei del Por. Pierluigi Bersani ministro dello Sviluppo economico Un'operazione importanteche dimostrerà come in aree che hanno una tradizione industriale possiamo produrre sia bonifiche ambientali che sviluppo e occupazione Fabio Mussi ministro dell'Università e della Ricerca Un esempio di cooperazione leale come vuole la nostra Costituzione. Già nei prossimi tre mesi sarà stilato il percorso che prevede il ritiro delle colmate di Bagnoli che saranno riutilizzate nell'area industriale di Piombino, dove sono già pronte le vasche di contenimento Rocco Papa presidente di Bagnolifutura Ora per Bagnoli si può parlare effettivamente di una fase di svolta. La certezza del percorso tracciato - conclude Papa - finalmente consentirà alla nostra società di trasformazione urbana di indire i bandi di gara per la vendita dei suoli Rosa Russo Iervolino sindaco di Napoli L'accordo è la realizzazione di un sogno con il recupero di uno dei pezzi di costa più belli del mondo. Gli interventi su Bagnoli si inseriranno in un progetto ampio di riqualificazione della zona occidentale di Napoli che nel 2013 ospiterà il forum mondiale delle culture del 22-12-2007 num.

 

 

 

 

E il quirinale segue l'evolversi della crisi - ottavio lucarelli (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 27-12-2007)

Pagina III - Napoli Dopo l'appello lanciato nei giorni scorsi dal sindaco E il Quirinale segue l'evolversi della crisi Napolitano rassicura la Iervolino Calderoli, Lega Nord, attacca Comune e Regione: "Sono da commissariare" OTTAVIO LUCARELLI (segue dalla prima di cronaca) Appello al Capo dello Stato e "attenzione" da parte di Giorgio Napolitano nel momento in cui il Comune e la Regione finiscono nel mirino nazionale e da più parti si chiede di commissariare i due Palazzi della politica. Una richiesta non solo "politica" perché l'ultimo commissariamento anni Novanta firmato dall'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino puntava proprio sulle condizioni igienico sanitarie della città. Appello nelle ore in cui il Commissariato straordinario potrebbe decidere d'autorità e contro le scelte del Comune, di riaprire la discarica di Contrada Pisani a Pianura che fu chiusa dieci anni fa e poi bonificata. La stessa area su cui nei piani urbanistici avrebbe dovuto sorgere addirittura un campo da golf. Un'offensiva contro Regione e Comune che è stata lanciata dal senatore leghista Roberto Calderoli il quale si rivolge al governo e al presidente della Repubblica a cui chiede di cacciare i mercanti dal tempio: "La città è sommersa dai rifiuti, le epidemie sono dietro l'angolo ma le vie dove risiedono il presidente della Regione e il sindaco sono assolutamente pulite" riferendosi a un servizio mandato in onda da un'emittente nazionale. "Vergogna, vergogna, vergogna! Il governo - aggiunge Calderoli - deve commissariare subito chi ha ridotto Napoli ad un discarica. Scommetto che nella zona in cui risiede il presidente della Repubblica si è già provveduto a ripulire. Caro Napolitano, provveda dunque lei a cacciare i mercanti dal tempio". Appelli rilanciati in serata da altre forze nazionali del centrodestra. "Commissariare Comune e Regione" è anche la richiesta di Luca Volonté dell'Udc: "La Campania e il Comune guidati dal tandem Bassolino-Iervolino sono in tragica emergenza rifiuti. In questi giorni di festività i cittadini napoletani e casertani in particolare, sono costretti a incendiare i rifiuti per evitare che l'immondizia arrivi sotto le finestre. Una vergogna. Bassolino, Iervolino e Pecoraro Scanio devono pagare in prima persona". E Forza Italia accusa a livello locale con il capogruppo comunale Raffaele Ambrosino, che vive a Secondigliano dove le montagne di immondizia lievitano, come in tutta l'area Nord della città, tra roghi notturni e rischi di epidemie: "Vedere la periferia invasa dai rifiuti e il centro cittadino pulito è la conferma di quanto questa amministrazione badi solo al salotto della città e consideri di serie B i cittadini napoletani delle municipalità estreme". "Fino a prova contraria - accusa Ambrosino - anche i cittadini delle periferie pagano la stessa e medesima tassa per i rifiuti come tutti gli altri abitanti. Questo metodo ingiusto e discriminante disattende anche un preciso indirizzo del Consiglio comunale che approvò tempo fa un ordine del giorno a mia firma in cui è stabilito che, in caso di nuove emergenze, i disagi dovevano essere distribuiti uniformemente tra le diverse municipalità del centro e delle periferie".

 

 

 

 

LA RICETTA LEGHISTA (sezione: Monnezze)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 27-12-2007)

Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: 1PAGINA - data: 2007-12-27 num: - pag: 1 categoria: BREVI LA RICETTA LEGHISTA di SALVATORE PRISCO Nei giorni scorsi ho incontrato per strada un amico professore di storia dell'arte. Ci siamo scambiati i rituali auguri di Natale a ridosso di un ragguardevole mucchio di monnezza. Notando il mio sguardo sconsolato sul panorama circostante, con un guizzo ironico negli occhi mi ha filosoficamente invitato a consolarmi: "Che vuoi che sia? Si tratta solo di una performance artistica!". La grande arte, in effetti, precorre sempre la realtà, la legge nel profondo e ce la disvela, forzando la nostra altrimenti distratta attenzione. Così, un classico come la "Venere degli stracci" - che Michelangelo Pistoletto espone in questo periodo in una chiesa vicina al Madre, mentre può vedersi in piazza Plebiscito la sua installazione dedicata alla tolleranza e alla coesistenza fra le culture spiega l'attuale condizione di Napoli più di mille dotte analisi. Biellese, egli ama la nostra città. Un altro uomo del nord assai meno tenero con noi, il senatore leghista Roberto Calderoli, sceglie invece la via dell'attacco diretto, chiedendo addirittura lo scioglimento degli organi istituzionali del Comune capoluogo e della Regione. è lo stesso politico che definì la legge elettorale per le Camere (da lui sottoscritta) come "una porcata". Ancora lui indossò sotto la camicia una t-shirt con una delle vignette antimaomettane uscite in Danimarca e, mostrandola in tv, provocò un putiferio e dovette dimettersi da ministro. L'uomo insomma è urticante e poco elegante. Tuttavia, quando dice che a Napoli le sole vie pulite dall'immondizia sono forse quelle dove si trovano le abitazioni di Bassolino, della prima cittadina Iervolino e del presidente Napolitano, a noi viene in mente un episodio della recente competizione ammini-strativa nella nostra città, in provincia di Napoli. Si era nel pieno di un'altra emergenza rifiuti e, come per miracolo, le sole strade perfettamente ripulite furono, almeno per poche ore, quelle che si trovò a percorrere un esponente del governo, calatovi in una fulminea presenza comiziante. A leggere i bilanci provvisorÎ delle principali attività cittadine connesse al turismo c'è in effetti da mettersi le mani nei capelli. Somigliano ai bollettini di una guerra perduta, ai rendiconti di una realtà degradata che la propaganda non tenta più nemmeno di edulcorare. Si lamenta del calo dei visitatori la sovrintendente dell'Archeologico. La via verso Capodimonte sembra una discarica. Borbottano gli albergatori. Insoddisfatti negozianti e Confcommercio, anche perché di danari ne girano pochi e la sicurezza non è mai stata al massimo. Un po' sarà il solito gioco delle parti, ma la situazione resta visibilmente pesantissima. Sui siti di deposito dei rifiuti, poi, il balletto è perfino comico: si chiudono perché non a norma, si riaprono con affanno, se ne preannunciano di nuovi e immancabilmente popolazioni e deputazioni locali interessate preparano le solite ribellioni. In questi giorni il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, ha annunciato di volere una nuova, grande piazza. In un attacco di megalomania mistica che non gli ha risparmiato sarcasmi, ha svelato il desiderio di esservi sepolto, quando fra cent'anni sarà venuto il suo tempo, al fine di restare per sempre al centro dei luoghi che ha amministrato e nel cuore, nonché sotto gli occhi, dei concittadini. Speriamo che l'esempio non prenda piede. Non osiamo infatti pensare a quale potrebbe essere, nel caso, il loculo più degno per gli amministratori comunali e regionali partenopei.

 

 

 

 

Casa Bassolino (sezione: Monnezze)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 27-12-2007)

Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: INPRIMOPIANO - data: 2007-12-27 num: - pag: 2 categoria: BREVI Casa Bassolino In via Posillipo, dove abita il governatore Bassolino, nemmeno l'ombra di un sacchetto. A sinistra, via Foria: una letterina di Natale spunta dal cassonetto (foto Massimo Pastore) Casa Iervolino Nei pressi dello stabile dove abita Rosa Russo Iervolino, in via Duomo (sopra), non c'è emergenza rifiuti. Non così a Scampia (a destra) come si vede dallo skyline delle vele.

 

 

 

 

Palumbo: <Così viene meno la fiducia nel Governo Chiamerò di nuovo Prodi> (sezione: Monnezze)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 27-12-2007)

Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: INPRIMOPIANO - data: 2007-12-27 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE Palumbo: "Così viene meno la fiducia nel Governo Chiamerò di nuovo Prodi" Calderoli (Lega) e Volontè (Udc): vergogna, Napolitano commissari Regione e Comune Il parlamentare di Giugliano sfiducia Prodi: "Il premier aveva promesso la chiusura della discarica" NAPOLI - Se l'ex ministro per le riforme, Roberto Calderoli, si appella al capo dello Stato "perché commissari immediatamente la Regione Campania e il Comune di Napoli a causa della vergogna rifiuti", il senatore di Giugliano del Partito democratico, il fedelissimo demitiano Nello Palumbo, non solo condivide in buona parte la contestazione del collega leghista, ma addirittura minaccia di far saltare la maggioranza di centrosinistra al Senato nello stesso giorno in cui è Lamberto Dini a decretarne ragionieristicamente la fine. "Con la riapertura del sito di Taverna del re - tuona Palumbo - viene oggettivamente meno il rapporto di fiducia con il governo Prodi, dato che lo scorso 18 dicembre era stato il presidente del consiglio in persona a confermarmi la definitiva chiusura del sito, avvenuta, di fatto, dopo due giorni su disposizione del prefetto Alessandro Pansa. Ora lo si riapre in beffa a qualunque accordo e, soprattutto, a causa della resistenza opposta da altre comunità. Stavolta ha ragione Calderoli a dire che così siamo diventati una vergogna nazionale, un vero scandalo". Insomma, Prodi rischia di ritrovarsi non soltanto senza i voti dei diniani, ma anche del senatore di Giugliano: "Calderoli non ha tutti i torti - aggiunge Palumbo - anche se il governo Berlusconi si è avvalso, come tutti gli altri, della medesima politica commissariale sul versante dell'emergenza rifiuti in Campania, senza, peraltro, raccogliere risultati incoraggianti. Insomma, le inefficienze e le responsabilità sono molteplici e coinvolgono più governi e livelli istituzionali. Ora, però, si vanifica il programma del decreto del luglio scorso: la riapertura di Taverna del re è un modo assurdo di scaricare le responsabilità di tutti sulla comunità di Giugliano. Nelle prossime ore tornerò a chiamare Prodi: voglio capire dove si vuole andare a parare". Il senatore leghista Calderoli si è rivolto al capo dello Stato Giorgio Napolitano perché, a causa dell'emergenza rifiuti, "scacci i mercanti dal tempio". In particolare, Calderoli attacca inadempienze e ritardi: "La città di Napoli - sottolinea - è sommersa dai rifiuti, le epidemie sono dietro l'angolo, ma le vie dove risiedono il presidente della Regione e il sindaco di Napoli sono assolutamente pulite e prive di qualunque cumulo di rifiuti. Vergogna, vergogna, vergogna! Incapaci da sempre di gestire un'emergenza che rischia di diventare secolare trovano invece il tempo, le risorse e la capacità per garantire il decoro del loro domicili ma costringono a far vivere i propri cittadini nella ''munnezza''. Il Governo commissari subito chi ha ridotto Napoli ad un discarica. Non sono a Napoli ma scommetto che nella zona dove risiede il presidente della Repubblica i vertici dei suddetti enti locali hanno provveduto a ripulire la zona in maniera impeccabile. Caro presidente Napolitano, al posto di fare proclami provveda lei a scacciare i mercanti dal tempio". Un affondo che riprende anche l'esponente dell'Udc Luca Volonté: ""La Campania - dice - guidata dal tandem Bassolino- Iervolino e il Comune di Napoli, sono in tragica emergenza rifiuti. C'è bisogno di un commissario di governo in regione e in comune. In questi giorni di festività i cittadini campani e quelli napoletani e casertani in particolare sono costretti ad incendiare i rifiuti per evitare che l'immondizia arrivi sotto le finestre. Una vergogna per la quale Bassolino, Iervolino e Pecoraro Scanio devono pagare in prima persona". A. A.

 

 

 

 

I problemi di Napoli e le responsabilità di Bassolino e Iervolino (sezione: Monnezze)

( da "Libero" del 27-12-2007)

Attualità 27-12-2007 I problemi di Napoli e le responsabilità di Bassolino e Iervolino Risponde Mattias Mainiero Dopo quindici anni la statua raffigurante una donna che si dispera collocata davanti all'istituto dei tumori di Napoli "G. Pascale", posta a suo tempo dall'amministrazione bassoliniana, è stata tolta. La mia raccolta di firme ha avuto successo. Faccio una proposta: la statua venga posta all'ingresso della città di Napoli con una targa: "Per me si va nella città dolente. Per me si va nella città oscura. Perdete ogni speranza voi che entrate". Ciro Visconti Napoli Eh no, caro Visconti, ora non la seguo più. Ma come? Ha (e abbiamo) fatto una lotta per togliere quella statua raffigurante il dolore dall'ingresso dell'ospedale Pascale, ospedale specializzato nella cura dei tumori. Ha (abbiamo) spiegato che un'opera del genere non poteva stare lì, che agli ammalati bisogna dare speranza, non sofferenza. Ha organizzato una raccolta di firme e alla fine la statua, spero anche grazie al contributo di questa rubrica e del sottoscritto, è giustamente stata tolta. E ora, vinta la battaglia, lei propone di piazzare il dolore alle porte di Napoli città-inferno? E perché si vuole così male? Perché vuole etichettare, punire col dolore, condannare tutti i napoletani? Le cito qualche dato. Nel 2007, rispetto all'anno precedente, nelle regioni più sviluppate del paese l'incremento della ricchezza prodotta per abitante è stato di 1.143 euro, nel Mezzogiorno di 430. Napoli entra nelle ultime dieci province italiane. Brutto primato. Tra il 2002 e il 2005, tutti anni di governo di centrosinistra, come i precedenti e quelli successivi, l'incremento medio del Pil a Napoli e in Campania non ha superato il mezzo punto percentuale. Nel 2007 (fonte Unioncamere) il Pil campano si attesterà sull'1,8 per cento, al di sotto della media nazionale. Un altro dato: nel 2006, soltanto il 26 per cento delle imprese campane ha visto crescere il fatturato e ben il 22 per cento ha subìto una flessione (più 4 punti il saldo, contro i 14 punti del Centro-Nord). Colpa del governo nazionale? Sicuramente sì. Anche dei cittadini napoletani? In parte, forse. Ovvio, però, che gli amministratori locali hanno una buona dose di responsabilità. Non le pare? E allora lasciamo ai napoletani almeno la speranza e quella statua mettiamola a piazza Municipio, dinanzi a Palazzo San Giacomo, sede del Comune e di Rosa Russo Iervolino. Se ce ne fosse una copia, andrebbe benissimo davanti alla sede della Regione e di Antonio Bassolino. Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.

 

 

 

 

Napoli invivibile, promesse disattese (sezione: Monnezze)

( da "Denaro, Il" del 27-12-2007)

Commenti rifiuti Napoli invivibile, promesse disattese Gerardo Mazziotti "Nel continuare l'attività, finora rigorosamente espletata, di vigilanza e contrasto delle infiltrazioni della criminalità organizzata (...) e continuando nell'opera di modernizzazione dei servizi (...) va effettuato un salto in avanti nel programma comunale di gestione dei rifiuti finalizzato all'ottenimento del 35 per cento della raccolta differenziata; un traguardo da raggiungere attraverso la realizzazione di due impianti di trattamento dei rifiuti organici, di dieci aree ecologiche, una per ogni municipalità, di un impianto di trattamento della carta e di cento ecopiazzole (miniaree ecologiche) e, soprattutto, attraverso la raccolta porta a porta della frazione organica umida dei rifiuti e degli imballaggi. Novità significative del programma sono la istituzione del netturbino di quartiere' e l'attuazione, con cadenza mensile, del Quartiere pulito', consistente nell' accurata pulizia, con lavaggi e disinfezione, di reti fognarie, strade e piazze di parti della città, previo divieto temporaneo di sosta delle auto" . E' quel che si legge nel programma di governo della città di Napoli che la signora Iervolino, ricandidatasi a sindaco della città alle elezioni del 5 aprile 2006, ha presentato agli elettori e, una volta riconfermata nella poltrona più alta di palazzo San Giacomo, ha letto nella seduta inaugurale del nuovo Consiglio comunale. Ma, non avendo inverato nemmeno uno di questi impegni dopo venti mesi e cinque anni di amministrazione, per complessivi ottanta mesi, la città è ancora sommersa da montagne di rifiuti. Una vergogna che scandalizza tutt'Italia e mezzo mondo. E che costringe il Sole24Ore a confinare Napoli negli gli ultimissimi posti delle città vivibili. Ogni anno. Dal 1994. Talchè, presa dallo sconforto, la sindaca ("che imbarazzo, non c'è alcun dubbio che ci siano responsabilità nostre nei ritardi" ha detto il 18 dicembre) non ha trovato di meglio la sera del 24 dicembre, vigilia del Santo Natale, che rivolgere un accorato appello al Capo dello Stato perchè venga in soccorso della "sua" città. Anzi che recitare il mea culpa e chiedere scusa ai napoletani. Magari in un'assemblea popolare in piazza del Plebiscito. E magari assieme al governatore Bassolino. g_mazziotti@yahoo.it del 27-12-2007 num.

 

 

 

 

LE MANIFESTAZIONI (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 27-12-2007)
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(Mattino, Il (Caserta))

DALL'INVIATO GIGI DI FIORE Giugliano. La pioggia non ha pietà. Non dà tregua all'inzuppato gazebo, testimone di 60 giorni di proteste. Un fortino assediato, all'ingresso dello sterrato maledetto. Da qui, pochi metri e si arriva all'area di stoccaggio di Taverna del Re. L'impianto delle ecoballe, velenosa e mortale discarica a cielo aperto che doveva restare chiusa. Tre giorni fa lo stop, per smistare altrove l'immondizia prodotta dall'intera regione. Illusione: è arrivata invece l'improvvisa marcia indietro. Il prefetto Alessandro Pansa è costretto a rimangiarsi la parola data. Di fronte a veti e interessi politici, a potenti sponsor di altre zone, il commissario per l'emergenza rifiuti non può far altro che disporre la riapertura di Taverna del Re. E arginare l'emergenza, eredità di errori datati nel tempo. Il tam tam e i timori erano partiti già dal giorno di Natale. Qualche parroco, come nella chiesa di San Pio, aveva avvertito i fedeli sulle voci di riapertura della discarica. L'allerta è partito via cellulari, attraverso mail o blog. Ma sono giorni di festa e hanno risposto in pochi. Nel pomeriggio, nel gazebo non sono più di cinque. Infreddoliti, arrabbiati. Delusi. Hanno visto i camion, entrati di mattina presto carichi di immondizia. Una trentina di automezzi, guardati dalla polizia. Il gazebo ha la bandiera inzuppata d'acqua, le foto drammatiche del degrado con l'ironica scritta "Benvenuti a Taverna del Re" diventate ormai un ricordo. Accanto, la tenda scura con il braciere per dare calore e la luce: in serata accoglierà una ventina di persone, in attesa di altri camion. Dice Raffaele Del Giudice, di Legambiente: "Siamo delusi, perché la parola dello Stato non serve più a nulla. Le promesse di chiusura sono durate tre giorni. Noi siamo carne da macello, in altre province hanno sponsor importanti, deputati potenti. Qui, possono scaricarci i rifiuti di tutta una regione, obbedendo ai veti altrui". Venerdì scorso, nelle scuole di Giugliano avevano festeggiato: un albero piantato in segno di speranza. Ad esorcizzare le voci ricorrenti di un aumento di malformazioni fetali tra le donne incinte della zona. La rabbia, la delusione. Il sindaco di Giugliano, Francesco Taglialatela, non può che annunciare: "Ci opporremo, come abbiamo già fatto, nelle sedi giudiziarie alla nuova decisione del commissario. Saremo accanto ai cittadini che protestano, sempre pacificamente". È giorno di festa. La stanchezza, la delusione, la rassegnazione hanno assalito gli attivisti del comitato di Taverna del Re. Il tam tam fissa un nuovo luogo di incontro: la stazione di Aversa. Sono una sessantina, in gran parte giovani. E donne. Urlano: "Raccolta, raccolta, differenziata...!". Una decina di poliziotti osserva. Con un invito: "Vi lasceremo solo pochi minuti sui binari". È una mini-invasione. Simbolica. I passeggeri in partenza sono più agguerriti di chi manifesta per la propria salute. Minacciano di malmenare i dimostranti, se il treno non parte. Accusano: "Chi vi paga, qualcuno?". Solidarietà zero, la chiusura negli egoismi è il parto del degrado. I manifestanti sono pochi. Tra loro, Pina Elmo: "Hanno ragione anche loro. In fondo, noi vogliamo solo che si sappia come ci trattano. Che qui si può fare tutto impunemente. Che moriamo di cancro, subiamo gli affari delle ecomafie, non ci danno servizi. E siamo qui, al freddo, solo per urlare che esistiamo anche noi". Il blocco dei treni dura un quarto d'ora. Lo spostamento è rapido: dalla stazione di Aversa a pochi metri più avanti. Verso il secondo quadrivio, sulla "Variante" verso Melito. Ai lati, lo scenario è da allegoria dantesca: colline di rifiuti. Basta spostarli, metterli a centro strada, per sbarrare i quattro incroci. In pochi attimi, il traffico si blocca. I manifestanti, ora un centinaio, urlano ancora: "Raccolta differenziata". Un altro gruppo di persone è dinanzi al Cdr di Giugliano: ferma tre camion in uscita, pieni di ecoballe. Verso le 20.30 a Taverna del Re, viene squarciata la ruota di un automezzo, un manifestante si sdraia davanti a un altro camion, ma la polizia in forze interviene e il passaggio degli automezzi torna libero. Spiega Mimmo Di Gennaro, altro leader del comitato: "L'alibi del prefetto è stato quello di un codicillo della promessa, che subordinava la chiusura al superamento dell'emergenza. Cosa non avvenuta. Un codicillo che non avevamo mai accolto, né preso in considerazione. Hanno vinto gli egoismi". È un vero e proprio blitz la riapertura del sito giuglianese. Una piazzola è invasa a metà di ecoballe scoperte, un'altra è vuota. Pronta a ricevere lo scarico dei prossimi camion. Più in là, una terza piattaforma cementata e una quarta sterrata. Ma Taverna del Re non doveva chiudere? Per ora, si riapre. Fino al 31, dice l'ordinanza prefettizia. Non a caso, è la data dell'avvicendamento al commissariato per l'emergenza.

 

 

 

 

CALDEROLI ACCUSA: NIENTE SPAZZATURA SOTTO CASA DI IERVOLINO E BASSOLINO. ALLARME DIOSSINA, ANCORA CENTINAIA DI ROGHI (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 27-12-2007)
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Calderoli accusa: niente spazzatura sotto casa di Iervolino e Bassolino. Allarme diossina, ancora centinaia di roghi.

 

 

 

 

NAPOLI: PULITI CHIAIA E POSILLIPO, IN RIVOLTA GLI ALTRI QUARTIERI (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 27-12-2007)
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Napoli: puliti Chiaia e Posillipo, in rivolta gli altri quartieri LUIGI ROANO Un centinaio di roghi di cassonetti: un bilancio ancora pesante, gli esperti sanitari stanno verificando se dietro tanti veleni c'è anche l'effetto diossina. Fiamme che hanno illuminato uno dei Natale peggiori per Napoli e la sua provincia. La crisi dei rifiuti è molto grave. Il parco del Vesuvio, per esempio, si trasforma sempre di più in discarica a cielo aperto. E non deve lasciare sperare il dato che in città ci siano a terra 1400 tonnellate rispetto alle 3000 del 23 dicembre. Perché come avvertono dall'Asìa (l'azienda per la raccolta rifiuti) i nuovi siti di stoccaggio trovati in fretta e furia con la collaborazione dell'Esercito, già sono saturi. Da oggi, e con gli impianti cdr a mezzo servizio, potrebbero tornare ancora i cumuli di sacchetti fino ai primi piani dei palazzi. C'è tuttavia un'oasi in questo scenario da incubo: Chiaia e Posillipo, il salotto buono come viene spesso indicato, dove non c'è traccia dell'emergenza. Un dato he ha scatenato gli altri presidenti di Municipalità che si sentono discriminati e sono pronti a farsi sentire dal sindaco Iervolino e dall'assessore competente Gennaro Mola. Ma la polemica sulla città a due facce arriva fino a Roma, il senatore leghista Roberto Calderoli accusa governatore e sindaco di godere, sotto le loro abitazioni, di una sorta di corsia privilegiata: "La città - attacca Calderoli - è sommersa dai rifiuti, le epidemie sono dietro l'angolo ma le vie dove risiedono il presidente della Regione Antonio Bassolino e il sindaco sono assolutamente pulite e prive di qualunque cumulo di rifiuti. Vergogna, vergogna, vergogna! Scommetto che nella zona dove risiede il presidente della Repubblica, i vertici dei suddetti enti locali hanno provveduto a ripulire in maniera impeccabile. Caro presidente Napolitano, al posto di fare proclami, provveda lei a scacciare i mercanti dal tempio". "La Campania e il Comune guidati dal tandem Bassolino-Iervolino hanno bisogno di un commissario di governo" l'appello di Luca Volontè, dell'Udc. Situazione critica con la mina vagante di una guerra fra chi ha più immondizia: "Caro sindaco non ne possiamo più - spiega Fabio Tirelli presidente della Municipalità Pianura-Soccavo, che ha il triste record di spazzatura in strada, circa 200 tonnellate - siamo sempre noi i più penalizzati. Perché Chiaia pulita e Pianura no? Come se non bastasse si vuole riaprire pure la discarica dei Pisani. Ma siamo pronti a fare le barricate". Oggi e domani consigli di Municipalità straordinari sull'argomento. Riunioni per verificare anche una indiscrezione: i titolari del sito dei Pisani sarebbero stati convocati dal commissario per l'emergenza e ascoltati sulla possibilità di riaprire la discarica. Avrebbero detto no a Pansa. Ma presidente e consiglieri vogliono vederci chiaro. Anna Cozzino, presidente della Municipalità San Giovanni-Ponticelli, è sulla stessa lunghezza d'onda di Tirelli. "La prima cosa che farò oggi - dice - è andare dall'assessore Mola, qui l'emergenza è più emergenza che altrove. Capisco che per le vie dell'arte ci possa essere un'attenzione ma perché a Chiaia e Posillipo si respira e noi dobbiamo essere sommersi dai rifiuti? La situazione è ormai insostenibile". Proteste arrivano dai comitati Cupa Principe e Cupa Carbone nella zona di San Pietro a Patierno dove il sindaco ha individuato il sito di stoccaggio provvisorio. Un no secco alla decisione anche dai componenti dei comitati. Se Napoli piange, la provincia è messa ancora peggio. A San Giorgio a Cremano, dove oggi è a rischio la riapertura dei negozi perché le saracinesche sono ostruite dai sacchetti, il sindaco si è visto bocciare da Arpac e Asl il sito di stoccaggio provvisorio. Ercolano e i suoi magnifici scavi sono sfregiati dalla spazzatura. Situazione drammatica anche nell'area flegrea: via Napoli che collega Napoli a Pozzuoli ha un panorama unico, ma in queste ore è coperto da cassonetti stracolmi.

 

 

 

 

SOLO CHIAIA E POSILLIPO PULITI: è RIVOLTA (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 27-12-2007)
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IL LEGHISTA CALDEROLI: CASSONETTI VUOTI NELLE STRADE DOVE ABITANO IERVOLINO E BASSOLINO Solo Chiaia e Posillipo puliti: è rivolta ROANO A PAG. 30.

 

 

 

 

LA REAZIONE (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 27-12-2007)
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DALL'INVIATO GIGI DI FIORE Giugliano. La pioggia non ha pietà. Non dà tregua all'inzuppato gazebo, testimone di 60 giorni di proteste. Un fortino assediato, all'ingresso dello sterrato maledetto. Da qui, pochi metri e si arriva all'area di stoccaggio di Taverna del Re. L'impianto delle ecoballe, velenosa e mortale discarica a cielo aperto che doveva restare chiusa. Tre giorni fa lo stop, per smistare altrove l'immondizia prodotta dall'intera regione. Illusione: è arrivata invece l'improvvisa marcia indietro. Il prefetto Alessandro Pansa è costretto a rimangiarsi la parola data. Di fronte a veti e interessi politici, a potenti sponsor di altre zone, il commissario per l'emergenza rifiuti non può far altro che disporre la riapertura di Taverna del Re. E arginare l'emergenza, eredità di errori datati nel tempo. Il tam tam e i timori erano partiti già dal giorno di Natale. Qualche parroco, come nella chiesa di San Pio, aveva avvertito i fedeli sulle voci di riapertura della discarica. L'allerta è partito via cellulari, attraverso mail o blog. Ma sono giorni di festa e hanno risposto in pochi. Nel pomeriggio, nel gazebo non sono più di cinque. Infreddoliti, arrabbiati. Delusi. Hanno visto i camion, entrati di mattina presto carichi di immondizia. Una trentina di automezzi, guardati dalla polizia. Il gazebo ha la bandiera inzuppata d'acqua, le foto drammatiche del degrado con l'ironica scritta "Benvenuti a Taverna del Re" diventate ormai un ricordo. Accanto, la tenda scura con il braciere per dare calore e la luce: in serata accoglierà una ventina di persone, in attesa di altri camion. Dice Raffaele Del Giudice, di Legambiente: "Siamo delusi, perché la parola dello Stato non serve più a nulla. Le promesse di chiusura sono durate tre giorni. Noi siamo carne da macello, in altre province hanno sponsor importanti, deputati potenti. Qui, possono scaricarci i rifiuti di tutta una regione, obbedendo ai veti altrui". Venerdì scorso, nelle scuole di Giugliano avevano festeggiato: un albero piantato in segno di speranza. Ad esorcizzare le voci ricorrenti di un aumento di malformazioni fetali tra le donne incinte della zona. La rabbia, la delusione. Il sindaco di Giugliano, Francesco Taglialatela, non può che annunciare: "Ci opporremo, come abbiamo già fatto, nelle sedi giudiziarie alla nuova decisione del commissario. Saremo accanto ai cittadini che protestano, sempre pacificamente". È giorno di festa. La stanchezza, la delusione, la rassegnazione hanno assalito gli attivisti del comitato di Taverna del Re. Il tam tam fissa un nuovo luogo di incontro: la stazione di Aversa. Sono una sessantina, in gran parte giovani. E donne. Urlano: "Raccolta, raccolta, differenziata...!". Una decina di poliziotti osserva. Con un invito: "Vi lasceremo solo pochi minuti sui binari". È una mini-invasione. Simbolica. I passeggeri in partenza sono più agguerriti di chi manifesta per la propria salute. Minacciano di malmenare i dimostranti, se il treno non parte. Accusano: "Chi vi paga, qualcuno?". Solidarietà zero, la chiusura negli egoismi è il parto del degrado. I manifestanti sono pochi. Tra loro, Pina Elmo: "Hanno ragione anche loro. In fondo, noi vogliamo solo che si sappia come ci trattano. Che qui si può fare tutto impunemente. Che moriamo di cancro, subiamo gli affari delle ecomafie, non ci danno servizi. E siamo qui, al freddo, solo per urlare che esistiamo anche noi". Il blocco dei treni dura un quarto d'ora. Lo spostamento è rapido: dalla stazione di Aversa a pochi metri più avanti. Verso il secondo quadrivio, sulla "Variante" verso Melito. Ai lati, lo scenario è da allegoria dantesca: colline di rifiuti. Basta spostarli, metterli a centro strada, per sbarrare i quattro incroci. In pochi attimi, il traffico si blocca. I manifestanti, ora un centinaio, urlano ancora: "Raccolta differenziata". Un altro gruppo di persone è dinanzi al Cdr di Giugliano: ferma tre camion in uscita, pieni di ecoballe. Verso le 20.30 a Taverna del Re, viene squarciata la ruota di un automezzo, un manifestante si sdraia davanti a un altro camion, ma la polizia in forze interviene e il passaggio degli automezzi torna libero. Spiega Mimmo Di Gennaro, altro leader del comitato: "L'alibi del prefetto è stato quello di un codicillo della promessa, che subordinava la chiusura al superamento dell'emergenza. Cosa non avvenuta. Un codicillo che non avevamo mai accolto, né preso in considerazione. Hanno vinto gli egoismi". È un vero e proprio blitz la riapertura del sito giuglianese. Una piazzola è invasa a metà di ecoballe scoperte, un'altra è vuota. Pronta a ricevere lo scarico dei prossimi camion. Più in là, una terza piattaforma cementata e una quarta sterrata. Ma Taverna del Re non doveva chiudere? Per ora, si riapre. Fino al 31, dice l'ordinanza prefettizia. Non a caso, è la data dell'avvicendamento al commissariato per l'emergenza.

 

 

 

 

La denuncia su italia 1 (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 27-12-2007)
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LA DENUNCIA SU "ITALIA 1" Mostrate le immagini delle abitazioni del governatore e del sindaco: non c'è traccia di immondizia L'Udc: enti locali da commissariare LUIGI ROANO Un centinaio di roghi di cassonetti: un bilancio ancora pesante, gli esperti sanitari stanno verificando se dietro tanti veleni c'è anche l'effetto diossina. Fiamme che hanno illuminato uno dei Natale peggiori per Napoli e la sua provincia. La crisi dei rifiuti è molto grave. Il parco del Vesuvio, per esempio, si trasforma sempre di più in discarica a cielo aperto. E non deve lasciare sperare il dato che in città ci siano a terra 1400 tonnellate rispetto alle 3000 del 23 dicembre. Perché come avvertono dall'Asìa (l'azienda per la raccolta rifiuti) i nuovi siti di stoccaggio trovati in fretta e furia con la collaborazione dell'Esercito, già sono saturi. Da oggi, e con gli impianti cdr a mezzo servizio, potrebbero tornare ancora i cumuli di sacchetti fino ai primi piani dei palazzi. C'è tuttavia un'oasi in questo scenario da incubo: Chiaia e Posillipo, il salotto buono come viene spesso indicato, dove non c'è traccia dell'emergenza. Un dato he ha scatenato gli altri presidenti di Municipalità che si sentono discriminati e sono pronti a farsi sentire dal sindaco Iervolino e dall'assessore competente Gennaro Mola. Ma la polemica sulla città a due facce arriva fino a Roma, il senatore leghista Roberto Calderoli accusa governatore e sindaco di godere, sotto le loro abitazioni, di una sorta di corsia privilegiata: "La città - attacca Calderoli - è sommersa dai rifiuti, le epidemie sono dietro l'angolo ma le vie dove risiedono il presidente della Regione Antonio Bassolino e il sindaco sono assolutamente pulite e prive di qualunque cumulo di rifiuti. Vergogna, vergogna, vergogna! Scommetto che nella zona dove risiede il presidente della Repubblica, i vertici dei suddetti enti locali hanno provveduto a ripulire in maniera impeccabile. Caro presidente Napolitano, al posto di fare proclami, provveda lei a scacciare i mercanti dal tempio". "La Campania e il Comune guidati dal tandem Bassolino-Iervolino hanno bisogno di un commissario di governo" l'appello di Luca Volontè, dell'Udc. Situazione critica con la mina vagante di una guerra fra chi ha più immondizia: "Caro sindaco non ne possiamo più - spiega Fabio Tirelli presidente della Municipalità Pianura-Soccavo, che ha il triste record di spazzatura in strada, circa 200 tonnellate - siamo sempre noi i più penalizzati. Perché Chiaia pulita e Pianura no? Come se non bastasse si vuole riaprire pure la discarica dei Pisani. Ma siamo pronti a fare le barricate". Oggi e domani consigli di Municipalità straordinari sull'argomento. Riunioni per verificare anche una indiscrezione: i titolari del sito dei Pisani sarebbero stati convocati dal commissario per l'emergenza e ascoltati sulla possibilità di riaprire la discarica. Avrebbero detto no a Pansa. Ma presidente e consiglieri vogliono vederci chiaro. Anna Cozzino, presidente della Municipalità San Giovanni-Ponticelli, è sulla stessa lunghezza d'onda di Tirelli. "La prima cosa che farò oggi - dice - è andare dall'assessore Mola, qui l'emergenza è più emergenza che altrove. Capisco che per le vie dell'arte ci possa essere un'attenzione ma perché a Chiaia e Posillipo si respira e noi dobbiamo essere sommersi dai rifiuti? La situazione è ormai insostenibile". Proteste arrivano dai comitati Cupa Principe e Cupa Carbone nella zona di San Pietro a Patierno dove il sindaco ha individuato il sito di stoccaggio provvisorio. Un no secco alla decisione anche dai componenti dei comitati. Se Napoli piange, la provincia è messa ancora peggio. A San Giorgio a Cremano, dove oggi è a rischio la riapertura dei negozi perché le saracinesche sono ostruite dai sacchetti, il sindaco si è visto bocciare da Arpac e Asl il sito di stoccaggio provvisorio. Ercolano e i suoi magnifici scavi sono sfregiati dalla spazzatura. Situazione drammatica anche nell'area flegrea: via Napoli che collega Napoli a Pozzuoli ha un panorama unico, ma in queste ore è coperto da cassonetti stracolmi.

 

 

 

 

LETTERE (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 27-12-2007)

Lettere "Bassolino e Iervolino che brutto Natale!" Innocenzo Armando Nista - NAPOLI Ringrazio il sindaco e il presidente della Regione per averci regalato un Natale senza luminarie. In tutte le città degne di questo nome è il Comune che si fa carico di illuminare i luoghi più rappresentativi. Voi obietterete di non avere i fondi, eppure quando si tratta di finanziare forme artistiche di dubbio valore i soldi si trovano, vedi l'opera in piazza del Plebiscito. Quanto sarebbe bello per la gioia dei bambini se nella piazza venisse installato un albero maestoso pieno di luci. Grazie per averci dato un Natale pieno di monnezza, sarebbe giunto il momento di assumervi le vostre gravi responsabilità e farvi da parte chiedendo scusa per una situazione aggravatasi nei lunghi anni delle vostre amministrazioni. Grazie per aver saputo relegare Napoli agli ultimi posti della classifica per la qualità della vita. Basta recarsi a piazza Garibaldi: dirla da terzo mondo è da ottimisti; più della metà delle persone fermate e controllate aveva problemi con la giustizia. Obietterete che fra pochi anni la piazza sarà più bella e sicura di place de la Concorde a Parigi, ma provi il presidente, che si vanta di aver creato il sistema integrato dei trasporti, a mandarvi la figlia, magari a prendere un treno per Benevento: un'odissea di pericoli e imprevisti. I più cordiali auguri da un elettore di sinistra deluso. Una sottoscrizione per gli orfani del lavoro G. N. - NAPOLI È ora di dimostrare che il Censis si è sbagliato nel definire la nostra società "una poltiglia, una mucillagine", aprendo una sottoscrizione a favore dei figli degli operai morti per incidenti sul lavoro. Sono certo che tutti i napoletani sapranno rinunciare a una fettina di panettone perché quei bambini, all'inconsolabile dolore, non debbano aggiungere la disperazione della solitudine. Ci conto. Per favore, non firmi la lettera, perché la solidarietà ha un solo nome: dovere. La proposta è civilissima, ma chi sa come i lettori possono organizzarsi. Noi abbiamo qualche difficoltà a fare da tramite. Ad esempio, abbiamo inviato ad Antonietta di Foggia la seconda offerta - 200 euro - del generoso pensionato M.S. e lo informiamo qui di averlo fatto, nella consapevolezza di aver violato qualche norma, giacchè non potremmo maneggiare e smistare danaro. Il Pontefice doveva rifiutare quell'abete Carmine Attanasio - NAPOLI Ha ragione il lettore che ha protestato per l'abbattimento dell'abete secolare. Il Papa doveva rifiutare quel regalo, frutto di un omicidio, e la cosa doveva sapersi in tutto il mondo. Ho provato dolore quando ho appreso la notizia e leggendo quella lettera sento il bisogno di esprimerlo pubblicamente. P.S. Sono cattolico. La prima del San Carlo ritorni al 4 di novembre Renato Scalfaro - GIUGLIANO (NA) Gentilissimo dottor Gargano, è stato suggestivo il "Parsifal" di Wagner al San Carlo, per l'inaugurazione della stagione lirica, ma sarebbe stato più opportuno iniziare con la "Turandot" di Giacomo Puccini poiché nel 2008 cade il 150.mo anniversario della nascita del musicista toscano. Purtroppo il nostro massimo continua a essere poco propenso alle celebrazioni; e le rarissime volte che lo fa, usa sempre toni sommessi. Mentre nel mondo si realizzano manifestazioni in grande stile, il San Carlo si limita a un allestimento della "Turandot" non suo, ma prodotto dalla San Francisco Opera e a stagione molto inoltrata: la prima sarà il 20 giugno. E poi mi chiedo perché il San Carlo non ritorni a inaugurare le stagioni il 4 novembre, giorno di San Carlo, nome del re borbonico che fece costruire il meraviglioso teatro. Anche le tradizioni a Napoli sono poco rispettate. Invece in altre città le difendono, come Milano dove è obbligo inaugurare la Scala il 7 dicembre, Sant'Ambrogio. A via Solimena scivolo svanito Gennaro Capodanno - NAPOLI Gentile dottor Gargano, ricorderà di aver pubblicato una mia lettera che segnalava l'assurdità di uno scivolo per diversamente abili, all'incrocio tra via Solimena e via Merliani al Vomero. Tale scivolo, tra l'altro, non era accessibile in quanto dinanzi a esso era stato disegnato uno stallo per il parcheggio delle auto e inoltre le strisce zebrate si trovavano in posizione eccentrica. Ebbene il problema è stato risolto, ma non nella direzione auspicata. Invece di liberare il tratto di carreggiata interessato, ridisegnando le strisce, lo scivolo è stato eliminato, rialzando il marciapiede e riempiendo il dislivello con terreno e una brutta colata di nero asfalto. Ecco come s'intende a Napoli il rispetto dei diritti dei diversamente abili o, più in generale, di coloro che hanno problemi di deambulazione. Per giunta lo scivolo sul marciapiede opposto è rimasto al suo posto. Così, se per ventura un diversamente abile dovesse riuscire a imboccarlo, auto in sosta permettendo, giunto sull'altro lato si troverebbe di fronte alla barriera del marciapiede rifatto. Un altro esempio di spreco di pubblico danaro, laddove il Comune di Napoli, notoriamente, non ha neppure i fondi per finanziare servizi sociali indispensabili, alcuni dei quali da quest'anno soppressi, come quello dei nonni civici. L'ingegnere Capodanno ci ha scritto anche per dolersi del Natale vomerese, senza luci e con un Babbo Natale che suonava il sax. "Derubato dell'auto nel parcheggio Ikea" vittorio.alabiso@fastwebnet.it Caro dottore, ho subito il furto della mia Alfa 156; e fin qui solo un episodio frequente a Napoli. La stranezza è che l'auto era nel parcheggio dell'Ikea, a soli 50 metri dall'ingresso, ed era sorvegliata da un vigilante in moto, il quale, rispondeva dopo una rapida perlustrazione, informava che il furto di auto in questa area è una piaga. A suo dire c'è sorveglianza di videocamere. Addio Ikea. "E pure 'ncroce perdono cercava" Sergio Rolando - NAPOLI Gentile dottor Gargano, le propongo questa "mia" confessandole che, al Natale napoletano di quest'anno, che non è certo dei migliori, preferisco piuttosto un Natale in napoletano. "Ce sta 'a Madonna che s'astregne 'n sino / 'nu Piccerillo: 'o Nennillo Divino / e 'stu Nennillo, che stenne 'e braccelle, / tene chill'uocchie ca pareno stelle. / Passano l'anne 'o nennille crescette / e cu' chill'uocchie 'stu munno vedette; / guardaie 'stu munno cu' l'uocchie chiù doce, / ma, pe' tramente 'O mettettero 'n croce / e pure 'n croce, perdono cercava / pe' chella gente che Lu straziava. / Passano l'anne, nun passa 'a memoria, / pecché 'sta croce ha cagnato la storia; / eppure, ancora, ce sta tanta gente / che 'e chesta storia nun ne sape niente / e ce sta pure chi l'ha rinnegata / e tene 'n'anema triste e dannata; / nun sape che nun c'è storia chiù doce / 'e 'sta Madonna, stu Ninno e... 'sta croce!". Per evitare valanghe di rime, raramente pubblichiamo poesie. Un'eccezione per i versi dolenti del dottor Rolando. Quel farmaco non è rincarato Vincenzo De Felice - NAPOLI Gentile dottore, rispondo alla domanda sul prezzo del medicinale Nasonex che sarebbe aumentato del 50% in sei mesi da 15 a 23,15 euro. In effetti non c'è stato aumento, ma il paziente ha acquistato la prima volta una confezione da 60 dosi (per patologie acute) pagandola 15 euro; la seconda una da 120 dosi (per patologie croniche). * * * Giuseppe De Pasquale - NAPOLI In riferimento alla lettera del signor Cuomo: esistono due confezioni del Nasonex spray, una da 60 dosi (15,30 euro) e una a 120 (23,15). Forse prima di "conservare le prove" il signor Cuomo avrebbe dovuto chiedere in qualsiasi farmacia la spiegazione della differenza di prezzo. ***** Attilio Giordano - SAN GIUSEPPE VESUVIANO (NA) Gentile dottor Gargano, il Nasonex è in vendita in due confezioni: ecco spiegato il divario di prezzo. Il problema è da dove esce questo prezzo; è inutile che il governo si sforzi di liberalizzare il settore farmaceutico, quando non va a colpire la fonte dei prezzi. Quanti dipendenti di farmacie, a seguito delle lenzuolate di Bersani, sono stati licenziati? Quanti lo saranno? Le stesse parafarmacie, non quelle degli ipermercati, che prospettive hanno? Come fanno a far fronte alle spese di gestione? Il settore non ha via di uscita. Spieghino meglio quali sono i veri interessi che vogliono tutelare, quali i danni che provocano. Stessa informazione ha dato il signor Mario Bruino Infanti di Salento (SA). A lui, al dottor De Felice che rappresenta l'Aiisf e agli altri, grazie per le notizie. Solo l'avvocato Cuomo può dirsi soddisfatto o meno. Aspettare la Befana per fare gli acquisti Angelo D'Amore - NAPOLI In questo momento di grossa incertezza politico istituzionale, confusione partitica, crisi economica, senso di smarrimento verso valori importanti, penso che sia molto limitativo fare sterili polemiche sulla presenza o meno delle luminarie cittadine e tutte le complesse interpretazioni psico-socio-istituzio-geo-territoriali che ne conseguono. È necessario soffermarsi sul valore autentico della Festa. Comprare semplici strenne e aspettare che passi l'Epifania, per concedersi gli acquisti necessari. Tanto i saldi, come ogni anno, iniziano in quel periodo. Un mese e mezzo per una raccomandata Annamaria Porzio - SCISCIANO (NA) Egregio dottor Gargano, le sembra che 45 giorni per una raccomandata siano un tempo congruo per coprire la distanza tra Scisciano (Napoli) e Cusago (Milano) di circa 800 km? Non riesco a trovare un aggettivo da usare in simili vergognose circostanze, chissà che non ci riesca lei. Ma ciò che più mi indigna è sapere che non ci sarà mai un responsabile dell'accaduto. La va bene intollerabile? Purtroppo c'è da aggiungere che l'episodio non è insolito.

 

 

 

 

L'Onu approva la moratoria (sezione: Monnezze)

( da "Quotidiano.net" del 27-12-2007)

Mobile email stampa PENA DI MORTE L'Onu approva la moratoria "Orgoglio per una vittoria italiana" L'Onu ha approvato il testo di risoluzione per la moratoria universale della pena di morte con 104 sì, 54 contrari e 29 astenuti Commenta Home Politica prec Contenuti correlati Don Benzi Paula Cooper Biùtiful cauntri, il paese delle ecomafie Scontri tra polizia e manifestanti Sei d'accordo con l'iniziativa italiana all'Onu per la moratoria della pena di morte? L'Onu approva la moratoria universale D'Alema: "Voto storico" Dice 'basta' anche il boia della Virginia New York, 18 dicembre 2007 - L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato il testo di risoluzione per la moratoria universale della pena di morte con 104 sì, 54 contrari e 29 astenuti. LA SCHEDA L'Italia lavora alla proposta dal 1994: una bozza di risoluzione fu battuta al Palazzo di Vetro per soli otto voti. Cinque anni dopo, una risoluzione dell'Unione Europea fu prima presentata e, all'ultimo minuto, ritirata. Nel luglio del 2006 la Camera dei Deputati, all'unanimità, impegnava il governo a: "presentare alla prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite (quella del 2006), la risoluzione pro moratoria. A ottobre Montecitorio insiste e chiede al governo di "dare tempestiva e piena attuazione" alla mozione di luglio. Palazzo Chigi mostra perplessità sulle possibilità di approvazione di una 'risoluzione' e, nonostante la pressione dei radicali di Marco Pannella, alleati di governo, propende per una semplice Dichiarazione contro la pena di morte a nome dell'Unione Europea. La proposta è respinta dal Parlamento. La Dichiarazione è stata comunque presentata dall'Ue all'Assemblea Generale il 19 Dicembre a firma di 85 Paesi. A gennaio del 2007 Palazzo Chigi dichiara in una nota: "Il Presidente del Consiglio e il Governo si impegnano ad avviare le procedure formali perchè questa Assemblea Generale delle Nazioni Unite metta all'ordine del giorno la questione della moratoria universale sulla pena di morte". Il primo febbraio: il Parlamento europeo, con un voto pressochè unanime, "sostiene fermamente l'iniziativa della Camera dei deputati e del governo italiani, sostenuta dal Consiglio e dalla Commissione UE nonchè dal Consiglio d'Europa; invita la Presidenza UE ad adottare con urgenza un'opportuna azione per garantire che tale risoluzione sia presentata in tempi brevi all'Assemblea generale ONU in corso". Analoga risoluzione viene nuovamente approvata dal Parlamento Europeo il 25 aprile 2007. Il 14 maggio 2007, il Consiglio Affari Generali dell'UE decide di dare via libera all'Italia per la redazione del testo di risoluzione, la raccolta di co-sponsor e per l'avvio con la presidenza dell'Assemblea Generale dell'ONU delle procedure per la riapertura di un punto specifico sulla moratoria. Il testo della risoluzione approda a settembre all'Assemblea Generale dell'ONU. La Terza Commissione l'approva il 15 novembre con 99 voti a favore, 52 contrari e 33 astenuti. Infine, il via libera dell'Assemblea generale con 104 sì, 54 contrari e 29 astenuti. IL BOIA AL LAVORO IN 27 PAESI Nel 2006 sono state eseguite almeno 5.628 condanne a morte in 27 Paesi diversi. A riferirlo è l'ultimo rapporto di 'Nessuno Tocchi Cainò. Ecco la lista degli Stati con il boia e del numero di esecuzioni compiute: - Cina: almeno 5.000 - Iran: 215 - Pakistan: 82 - Iraq: almeno 65 - Sudan: almeno 65 - Stati Uniti: 53 - Arabia Saudita: 39 - Yemen: 30 - Vietnam: almeno 14 - Kuwait: almeno 11 - Somalia: almeno 7 - Singapore: almeno 5 - Egitto: almeno 4 - Giordania: almeno 4 - Bangladesh: 4 - Giappone: 4 - Malaysia: 4 - Corea del Nord: almeno 3 - Bahrein: 3 - Bielorussia: 3 - Indonesia: 3 - Mongolia: 3 - Siria: 2 - Uganda: 2 - Botswana: 1 - Emirati Arabi Uniti: 1 - Guinea Equatoriale: 1 - Non risultano esecuzioni nel 2006 in Libia, Taiwan, Uzbekistan e nei territori amministrati dall'Autorità Nazionale Palestinese; in tutti ne erano però state effettuate durante il 2005. IL RECORD NEGATIVO DELLA CINA Da sempre la Cina detiene il triste primato delle esecuzioni capitali. Nel 2006 la cifra ufficiale è di 5.000 persone giustiziate, l'89% del totale nel mondo. Ma secondo Amnesty International e altre organizzazioni umanitarie, il numero reale si aggira intorno alle 8.000 esecuzioni eseguite ogni anno, poichè nella Repubblica Popolare le condanne a morte sono considerate "segreto di Stato". Il dato è stato confermato da notizie ufficiose trapelate dagli ambienti accademici, parlamentari e giudiziari di Pechino, raccolte nell'ultimo rapporto stilato da Nessuno tocchi Caino e pubblicato a fine agosto. Una cifra enorme, che conferma la Cina come primo paese in cui il boia lavora con maggiore lena al mondo e che, oltre a suscitare le critiche delle organizzazioni per i diritti umani, ha iniziato a far riflettere le stesse autorità di Pechino, più attente del passato ad eseguire le condanne. Sotto i riflettori dell'opinione pubblica mondiale per le Olimpiadi di agosto 2008, il Gigante asiatico sta facendo piccoli passi in avanti "per restringere attentamente la pratica attraverso la legislazione e il sistema legale", come ha di recente dichiarato un portavoce del ministero degli Esteri. Anche se, ha tenuto a precisare lo stesso funzionario, in Cina le condizioni non sono ancora "mature" per un'abolizione totale. La riforma più significativa del sistema giudiziario è stata l'approvazione di un emendamento per il quale tutte le condanne devono essere confermate dalla Corte Suprema e non basta più il via libera delle corti provinciali. IL TESTO VOTATO Il testo votato oggi dall'Assemblea generale dell'Onu, già approvato il 15 novembre alla Terza Commissione al Palazzo di Vetro, esorta tutti gli stati che hanno ancora la pena di morte a "stabilire una moratoria delle esecuzioni in vista dall'abolizione" della pena capitale. E intanto invita a ridurne progressivamente l'uso e il numero dei reati per i quali può essere comminata, rispettando gli standard internazionale a garanzia dei diritti dei condannati. Ecco i punti essenziali del testo della moratoria e l'elenco delle principali garanzie internazionali a protezione dei condannati: "Considerando che l'uso della pena di morte mina la dignità umana -si legge nel testo- e convinti del fatto che una moratoria sulla pena di morte contribuisca al miglioramento e al progressivo sviluppo dei diritti umani; che non esiste alcuna prova decisiva che dimostri il valore deterrente della pena di morte; che qualunque fallimento o errore giudiziario nell'applicazione della pena di morte è irreversibile e irreparabile; Accogliendo con favore le decisioni prese da un crescente numero di paesi di applicare una moratoria delle esecuzioni, in molti casi seguite dall'abolizione della pena di morte", l'Assemblea Generale: "Esprime la sua profonda preoccupazione circa la continua applicazione della pena di morte;" L'Assemblea generale, continua il testo, "invita tutti gli Stati che ancora hanno la pena di morte a: A) Rispettare gli standard internazionali che prevedono le garanzie che consentono la protezione dei diritti di chi è condannato a morte, in particolare gli standard minimi, stabiliti dall'annesso alla risoluzione del Consiglio Economico e Sociale, 1984/50; B)- Fornire al segretario generale le informazioni relative all'uso della pena capitale e al rispetto delle garanzie che consentono la protezione dei diritti dei condannati a morte; C)- Limitarne progressivamente l'uso e ridurre il numero dei reati per i quali la pena di morte può essere comminata; D)- Stabilire una moratoria delle esecuzioni in vista dall'abolizione della pena di morte". L'Assemblea, si legge in conclusione, "invita gli Stati che hanno abolito la pena di morte a non reintrodurla; chiede al segretario generale di riferire sull'applicazione di questa risoluzione alla 63ma sessione; decide di continuare la discussione sulla questione durante la 63ma sessione allo stesso punto all'ordine del giorno". Le garanzie cui si fa riferimento per la protezione dei condannati prevedono fra l'altro che la sentenza capitale possa essere comminata solo per i reati più gravi e che non possano essere condannate persone per reati compiuti sotto i 18 anni. Non possono essere inoltre eseguite le sentenze nei casi di donne incinte, madri di un bambino piccolo o persone sofferenti di handicap mentale. Per la condanna a morte servono prove chiare e convincenti e le garanzie di un processo giusto, con possibilità di appello e richiesta di grazia.Quando la pena capitale è applicata deve causare il minimo di sofferenze possibili al condannato. Anche il boia della Virginia è abolizionistaPena capitale, cosa ne pensi? - E della moratoria voluta dall'Italia?.

 

 

 

 

Iervolino chieda scusa ai napoletani (sezione: Monnezze)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 28-12-2007)

Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: OPINIONI - data: 2007-12-28 num: - pag: 10 categoria: REDAZIONALE RIFIUTI / 1. PROGRAMMA DI GOVERNO TRADITO DALLA SINDACA Iervolino chieda scusa ai napoletani di GERARDO MAZZIOTTI "Nel continuare l'attività, finora rigorosamente espletata, di vigilanza e contrasto delle infiltrazioni della criminalità organizzata (…) e continuando nell'opera di modernizzazione dei servizi (…) va effettuato un salto in avanti nel programma comunale di gestione dei rifiuti finalizzato all'ottenimento del 35% della raccolta differenziata; un traguardo da raggiungere attraverso la realizzazione di due impianti di trattamento dei rifiuti organici, di dieci aree ecologiche, una per ogni municipalità, di un impianto di trattamento della carta e di cento ecopiazzole (miniaree ecologiche) e, soprattutto, attraverso la raccolta porta-a-porta della frazione organica umida dei rifiuti e degli imballaggi. Novità significative del programma sono la istituzione del "netturbino di quartiere" e l'attuazione, con cadenza mensile, del "Quartiere Pulito", consistente nell'accurata pulizia, con lavaggi e disinfezione, di reti fognarie, strade e piazze di parti della città, previo divieto temporaneo di sosta delle auto". è quel che si legge nel Programma di governo della città di Napoli che la Iervolino, ricandidatasi a sindaco della città alle elezioni del 5 aprile 2006, ha presentato agli elettori e, una volta riconfermata nella poltrona più alta di palazzo San Giacomo, ha letto nella seduta inaugurale del nuovo consiglio comunale. Ma, non avendo inverato nemmeno uno di questi impegni dopo 20 mesi e 5 anni di amministrazione, per complessivi 80 mesi, la città è ancora sommersa da montagne di rifiuti. Una vergogna che scandalizza tutt'Italia e mezzo mondo. E che costringe il Sole24Ore a confinare Napoli negli gli ultimissimi posti delle città vivibili. Ogni anno. Dal 1994. Talché, presa dallo sconforto, la Sindaca - "che imbarazzo, non c'è alcun dubbio che ci siano responsabilità nostre nei ritardi" ha detto il 18 dicembre scorso - non ha trovato di meglio la sera del 24 dicembre, vigilia del Santo Natale, che rivolgere un accorato appello al Capo dello Stato perché venga in soccorso della "sua" città. Anziché recitare il mea culpa e chiedere scusa ai napoletani. Magari in una assemblea popolare in piazza del Plebiscito. E magari assieme al governatore Bassolino. g_mazziotti@yahoo.it.

 

 

 

 

Ci scrivono (sezione: Monnezze)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 28-12-2007)

Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: OPINIONI - data: 2007-12-28 num: - pag: 10 categoria: BREVI Ci scrivono RIFIUTI / 3 Asia, strade di serie A e b Caro direttore, i signori leghisti hanno notato che Napoli è stracolma di immondizia ma le strade dove abitano Iervolino e Bassolino sono pulite. Per l'Asia infatti ci sono strade di serie A e di serie B. Svolgo la mia attività commerciale al Vomero e lì i cassonetti sono vuoti. Invece in via Epomeo sono strapieni. Luigi De Rosa Napoli RIFIUTI / 4 Basta fioretto Caro direttore, è arrivato il momento di lasciare il fioretto e di usare la sciabola. O dobbiamo aspettare il Calderoli di turno per dire che la situazione rifiuti è una vergogna? La prego lo faccia subito: dietro ogni angolo di Napoli e provincia incombe un enorme rischio epidemia. Ciro Vecchione San Paolo Belsito (Napoli).

 

 

 

 

Campania datti una mossa (sezione: Monnezze)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 28-12-2007)

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2007-12-28 - pag: 12 autore: ... EMERGENZA RIFIUTI Campania datti una mossa A N apoli qualcosa si è mosso. Negli ultimi giorni la raccolta dei rifiuti è ripresa in quasi tutti i quartieri. Ma l'emergenza rimane: si è solo spostata nei paesi attorno. E nessun problema strutturale è stato affrontato e risolto: la ricerca di una discarica o di un centro di stoccaggio fa ormai parte della quotidiana frenesia degli amministratori locali. Eppure quattordici anni fa il Governo centrale affidava al Prefetto di Napoli poteri straordinari di fronte all'inefficienza dellestrutture di smaltimento rifiuti e la sempre più palese presenza della camorra, ribattezzata per l'occasione"ecomafia".Nel '96 ulteriori poteri commissariali sono stati affidati all'allora presidente della Regione Campania. Poi i poteri sono tornati al Prefetto e infine, lo scorso anno, al responsabile della Protezione civile che, tuttavia, dopo pochi mesi ha anch'egli dovuto gettare la spugna. Ora i sindaci vogliono rivolgersi al presidente della Repubblica. E se cercassero invece, tutti, ma proprio tutti, gli abitanti della Campania, di affrontare e risolvere da soli i problemi?.

 

 

 

 

Un inceneritore in Germania per bruciare i rifiuti di Napoli (sezione: Monnezze)

( da "Corriere della Sera" del 28-12-2007)

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Cronache - data: 2007-12-28 num: - pag: 19 categoria: REDAZIONALE L'emergenza Un gruppo tedesco offre la costruzione dell'impianto per le "ecoballe" campane in cambio di un contratto di 15 anni Un inceneritore in Germania per bruciare i rifiuti di Napoli Trasferire l'immondizia costa meno che smaltirla qui Remondis, la più grande impresa tedesca che si occupa di rifiuti, è disponibile a realizzare la struttura in un'area tra la Renania e il Lussemburgo. L'immondizia bruciata produrrà elettricità da rivendere ROMA - Il denaro non ha odore: fin dai tempi di Vespasiano è questa una specie di legge universale. Ma perfino l'immondizia, in alcuni casi, riesce a smettere di puzzare. Succede quando si trasforma in moneta sonante. Ecco perché mentre in Campania non sanno più dove metterlo, il pattume, con il nauseabondo serpentone di cinque milioni di "ecoballe" (niente altro che enormi blocchi di immondizia impacchettata: cos'avranno di "eco"?) che si allunga ogni giorno di più e i cumuli di rifiuti che hanno ripreso a bruciare ammorbando l'aria, in Germania c'è qualcuno che accoglierebbe a braccia aperte la spazzatura Made in Napoli. Chi può avere avuto un'idea tanto pazzesca? Remondis, la più grande azienda tedesca che opera nel campo dello smaltimento dei rifiuti, avrebbe dato la propria disponibilità a realizzare in un'area della Renania ai confini con il Lussemburgo un inceneritore per bruciare tutta l'immondizia della Campania producendo elettricità. Ipotesi che potrebbe essere considerata davvero assurda, e come tale sarebbe stata già liquidata dai responsabili dell'emergenza rifiuti in Campania. Assurda, naturalmente, se la situazione non fosse però ancora più assurda. L'emergenza rifiuti in Campania va avanti da quattordici anni, durante i quali sono stati letteralmente gettati al vento due miliardi di euro. Da ben sette anni, preso atto che non si riuscivano a fare gli inceneritori, preso atto che le discariche erano piene, e preso atto che la camorra controllava (e controlla?) ormai gran parte del ciclo, si è deciso di mandare una parte della spazzatura nel Nord Italia e all'estero: destinazione Germania. Dove l'immondizia della Campania, da sette anni, già ora viene regolarmente bruciata in appositi impianti. Ogni giorno la spazzatura viene caricata sui treni della Ecolog, una divisione delle Ferrovie, e spedita al di là del Brennero per essere smaltita negli inceneritori tedeschi della Remondis, che in questa operazione è partner di Fs. Naturalmente ne viene esportata giornalmente soltanto una parte: un migliaio di tonnellate sulle 7.500 prodotte (anche se il quantitativo è stato raddoppiato). E naturalmente non gratis. L'export di pattume costa a tutti noi 215 euro la tonnellata per il cosiddetto "tal quale", che sarebbero i classici sacchetti di rifiuti indistinti: 400 mila euro al giorno, ai ritmi attuali. Metà va per il trasporto (quindi in qualche modo torna allo Stato) e metà a chi la smaltisce: con l'apparente contraddizione che siamo noi a fornire ai tedeschi, pagando di tasca nostra, la materia prima per fare energia elettrica. Il bello è che il costo per esportare in Germania, pur essendo ben superiore a quello dello smaltimento in discarica nel resto dell'Italia, è nettamente inferiore a quello che il commissariato per l'emergenza spende per smaltirli in Campania, quei rifiuti. Il prezzo va da un minimo di 290 euro a tonnellata fino a cifre imprecisate, persino, ha calcolato qualcuno, non inferiori a 1.000 euro. Com'è possibile? Per prima cosa c'è il costo della trasformazione nelle famose "ecoballe": 120 euro la tonnellata. Poi c'è il trasporto con i camion sui terreni dove queste "ecoballe" vengono parcheggiate: altri 20 euro. Quindi il costo dello stoccaggio provvisorio: 150 euro. Provvisorio, però, si fa per dire. Perché siccome non ci sono gli inceneritori, quelle ecoballe stazionano per anni su terreni acquistati o presi in affitto a caro prezzo: 250 ettari di territorio campano sono ormai completamente occupati. Più stanno, più il costo sale. E dato che le prime "ecoballe" sono lì dal 2001, fate voi i conti. La cosa è talmente eclatante che il direttore generale del ministero dell'Ambiente Gianfranco Mascazzini, considerato papabile per il posto di commissario straordinario fino a oggi occupato dal prefetto di Napoli Alessandro Pansa, non si capacita di come sia possibile che costi meno spedire l'immondizia in Germania piuttosto che tenersela in Campania. E non si capacita al punto da aver messo in moto i carabinieri perché compiano le necessarie verifiche. Quando la risposta ai suoi interrogativi è sotto gli occhi di tutti, e sta nella follia di un sistema che invece di bruciare la spazzatura polverizza milioni di euro al giorno. Domanda: e gli inceneritori dei quali da 14 anni non si vede nemmeno l'ombra? L'appalto ce l'aveva la Fibe, del gruppo Impregilo, incaricata anche di fabbricare le "ecoballe". Ce l'aveva, appunto, perché il contratto è stato risolto. Uno dei due inceneritori, quello di Acerra, sarebbe comunque quasi pronto. Meglio, potrebbe funzionare fra meno di un anno. Ma c'è un particolare: non può bruciare le "ecoballe" prodotte in Campania, perché mancano le specifiche tecniche. E allora? Allora si sono fatti avanti i tedeschi, con la loro idea "pazzesca ". Bruciare in Germania non una parte della spazzatura della Campania, come oggi, ma tutta quanta, con un impianto nuovo di zecca da 100 megawatt destinato solo a quello scopo, avendo la garanzia di un contratto di 15 anni e a un prezzo molto più basso di quello attuale. Per tutta risposta a novembre è stata bandita la nuova gara per completare gli inceneritori e sostituire Fibe. Sono arrivate offerte dalla francese Veolia, dalla spagnola Abertis (quella che si doveva fondere con Autostrade) e dall'Asm di Brescia, che da trent'anni riscalda la città bruciandone i rifiuti. Ma se ne verrà mai a capo? Allarme I cumuli di immondizia che invadono le strade di Napoli. A fianco il percorso che la spazzatura compirà per raggiungere la Germania Sergio Rizzo.

 

 

 

 

Il silenzio della politica puzza ancor più dell'immondizia (sezione: Monnezze)

( da "Libero" del 28-12-2007)

Italia 28-12-2007 Il silenzio della politica puzza ancor più dell'immondizia DAVIDE GIACALONE Quattordici anni fa, in Campania, considerando quella dei rifiuti non smaltiti un'emer genza, fu istituito il commissario straordinario. Ora il consiglio dei ministri deve decidere se rinnovarlo, ma le montagne di spazzatura sono ancora lì. Sono state irrigate con fiumi di quattrini pubblici, affidati alle amorevoli mani del commissario e delle autorità regionali, che poi erano sempre le mani di Antonio Bassolino. Si è scritto e ripetuto che buona parte di quei soldi sono finiti alla camorra, ma dalla procura di Napoli, così interessata alle attricette, non giunge notizia di significativa attività. Pecoraro e Scanio, dopo avere passato il Natale assieme, hanno rilasciato le seguenti stupidate: a) chiederò al governo di superare il commissariamento; b) è la camorra a creare il caos. Detto da un ministro fa ridere e detto da un campano fa piangere, perché la camorra non prospera generando caos, ma mettendo ordine criminale nel caos prodotto da politicanti incapaci, dediti esclusivamente al proprio tornaconto personale e alla raccolta demagogica del consenso. Roba di cui Bassolino è maestro: dalla coltivazione del feudo elettorale agli affari fatti con il figlio. Il sindaco Iervolino s'appella a Napolitano, atteso a villa Rosebery (residenza borbonica, poi savoiarda, infine rappresentanza repubblicana per festività lontane dalla mondezza). Il presidente conosce bene la situazione, essendo anch'egli napoletano e sodale politico del sindaco e del presidente della Regione. Corresponsabile, s'ose rebbe dire. Scenario non profumato, ma reso ancora più ammorbato dal fatto che sembra inesistente l'opposizione politica. Quel che succede meriterebbe una vivace battaglia d'informa zione, la proposizione del tema nel contesto nazionale, la creazione del consenso mediante l'ascolto continuo della popolazione, la difesa degli interessi legittimi e la denuncia di autorità pubbliche che, inesorabilmente, tradiscono tutti gli impegni presi sulle discariche. Si dovrebbe indicare una linea alternativa all'attua le, anche prendendo esempio da realtà locali dove le cose funzionano, e si dovrebbe fermare l'emorragia di pubblica ricchezza. Insomma, si dovrebbe far politica, avendo qualche idea da spendere, offrendo la speranza di un'alternati va. Silenzio, invece. E la cosa puzza, assai. www.davidegiacalone.it Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.

 

 

 

 

Da depositare a casa Bassolino e Iervolino (sezione: Monnezze)

( da "Libero" del 28-12-2007)

Attualità 28-12-2007 Da depositare a casa Bassolino e Iervolino Complimenti al lettore Visconti e a Mainiero per aver contribuito a far rimuovere dall'ingresso dell'ospedale Pascale di Napoli, dedicato alla cura dei tumori, la statua della donna disperata. Sono un chirurgo di un ospedale vicino che ogni giorno, obbligato a passare di là, guardando quella statua ero preso dall'angoscia, figurarsi le povere pazienti. Solo dei cretini avevano potuto avere quell'idea e degli ignavi lasciarcela per tanto tempo. Per la destinazione futura concordo con le case di Bassolino e della Iervolino, dove a mio avviso andrebbero scaricati anche i cumuli di immodizia che insozzano Napoli. Pasquale Santé Napoli Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.

 

 

 

 

La Repubblica dei SOPRANOs (sezione: Monnezze)

( da "Espresso, L' (abbonati)" del 28-12-2007)

PRIMO PIANO MAFIA / ROBERTO SAVIANO La Repubblica dei SOPRANOs DI ROBERTO SAVIANO è la fiction più amata nel mondo ma l'Italia l'ignora. Perché demolisce il mito dei boss, mostrando la mafiosità della vita e del potere. Mentre da noi si preferisce ammirare padrini forti e arcaici E lei il signor Roberto Soprano? Credo di non aver capito e così non rispondo sperando mi riformulino la domanda. "Roberto Soprano noh?". Credo sia uno scherzo ma ho di fronte una lettrice tedesca, sono al festival della letteratura di Berlino, tutto mi aspetto fuorché battute. E non è una battuta, aveva confuso il mio cognome con quello di Tony Soprano, il boss italo-americano della serie televisiva più famosa del mondo, 'I Sopranos' appunto. "Saviano, non Soprano", e non sarà l'unica volta in cui all'estero mi troverò nella necessità di precisare. "Il suono è uguale...", mi si risponde. I Soprano in Europa, soprattutto nell'Europa del nord sono una sorta di mito, hanno battuto i Robinson, Arnold, i Puffi. Sono la serie televisiva più vista della storia e sono, per chi non si fosse mai imbattuto nelle loro storie, una famiglia mafiosa di origini campane, stranamente proveniente dall'Irpinia. Una famiglia normale, che vive nel New Jersey, non più le baracche verticali del Bronx italiano, ma le villette a schiera della nuova borghesia delle seconde e terze generazioni di immigrati. E le loro sono storie di clan, di affari e di morte, di donne, tradimenti, droga, estorsioni. E di viaggi. E di Italia, un'Italia che agli italiani non piace sia raccontata così, spietata e balorda, perennemente procreatrice della genialità criminale del mondo. La fiction prodotta dalla Hbo è diversa dalle altre, per la qualità degli attori. Per l'incredibile capacità di riprendere le caratteristiche dei protagonisti, una sorta di continuo reportage antropologico. Le battute dei personaggi poi sono leggendarie, come quando il vecchio padrino della famiglia si scopre pratichi cunnilingus alla sua amante, cosa assolutamente vietata a chiunque passi per qualsiasi grado di affiliazione. Tabù indiscusso per qualsiasi boss della mafia italiana da New York a Casal di Principe. E Tony Soprano dice appena si avvicina al vecchio zio: "uhi, sento odore di sushi...". 'I Sopranos' hanno avuto un'enorme successo in Germania, Olanda, Svezia, Finlandia; quasi ovunque tranne che in Italia. In Italia sono finiti sul satellite e poi lasciati quasi a metà. Non hanno incuriosito, non sono sembrati parte del racconto della realtà. Ma l'aspetto più importante, forse quello che non è stato capito e apprezzato da noi, è che 'I Sopranos' hanno rivoluzionato radicalmente l'immaginario e il modo di raccontare delle mafia. James Gandolfini non interpreta più il boss carismatico alla Brando o Al Pacino del Padrino e nemmeno quelli violentissimi ma sempre duri di Goodfellas, Casinò o altri film di Scorsese. Tony Soprano è un personaggio problematico, oppresso da incubi - ed è la prima volta che si pensa di raccontare i sogni di un boss di Cosa nostra - che addirittura cerca l'aiuto di uno strizzacervelli, figura che appartiene alla tradizione narrativa ebraica e non certo a quella mafiosa. 'I Sopranos' sono il mito della mafia ribaltato, destrutturato e rimesso assieme secondo regole nuove: e come oggi accade spesso, soprattutto per le produzioni statunitensi, la televisione diventa il mezzo più innovativo sia nei contenuti che nelle caratteristiche formali, rispetto al cinema. Perché dire che 'I Sopranos' sono la versione bassa, comica, della grande epica tragica mafiosa, che sarebbero come Aristofane rispetto a Sofocle, centra un punto nodale, ma pare riduttivo. Forse le comunità italo-americane degli Stati Uniti non si sentirebbero così insultate e vilipese dalla famiglia di James Gandolfini, se veramente 'I Sopranos' non fossero altro che un simpatico - ma per loro antipatico - sfottò. L'immaginario de 'Il Padrino' inchioda gli italo-americani alla mafia, ma al tempo stesso la rende epica e grandiosa, la tinge in una luce di violenza, ma anche di gloria. E quindi la reazione è ambigua. Solo 'I Sopranos' entrano nella narrazione per smitizzare - a partire dall'ambientazione nella suburbia del New Jersey che prende il posto di New York, Chicago, Los Angeles o Las Vegas - e invece a modo loro creare un nuovo mito. La famiglia criminale della porta accanto, ossia gente come me e te, che litiga, ha problemi con i figli, e soprattutto lavora sodo; solo che lo fa aggiungendo al telefonino e al computer l'uso del fucile. 'I Sopranos' sono divenuti una sorta di specchio per l'America e non solo. Una sorta di 'noi', uno di quei fenomeni artistici plurali. 'I Sopranos' come noi perché noi siamo disposti a rispecchiarci nei Soprano. La mafia come norma, come qualcosa a portata di mano: la mafia che siamo noi, noi tutti quanti. Ed è questo che irrita le comunità italoamericane e forse è anche la ragione perché 'I Sopranos' non sono mai piaciuti tanto qui da noi. A noi andavano bene un tempo 'La Piovra', ora 'La Squadra' e il 'Commissario Montalbano'. Persino una fiction su Totò Riina. Ma offrirci i mafiosi come specchio tragico-comico di noi stessi, questo no. Certo è più facile divertirsi con Tony Soprano ad Helsinki che a Platì, a Casapesenna o a Corleone: dove di mafia si muore tutti i giorni, dove il potere dei clan regna sovrano è difficile vederli con autoironia. Eppure c'è qualcosa di ambivalente in questo rifiuto, perché la narrazione drammatica, solo drammatica, persino nei più scontati e dozzinali prodotti seriali nostrani, conserva alla mafia il suo alone di mito e di potere assoluto. Per noi - da Bolzano a Canicattì - i mafiosi devono continuare ad essere molto arcaici, forti, soprattutto cattivi, solo cattivi. Non vanno dallo psicanalista. Non vengono mollati dalla fidanzata. Non sono - Dio ce ne scampi - gay, non hanno la figlia di sinistra che si fidanza con un 'cioccolattino' come lo definisce Tony Soprano. Ovviamente anche 'I Sopranos' vendono quel che abbiamo di più richiesto, invidiato e imitato in Italia oltre alla moda: la mafia. Ma rigirano l'immaginario mafioso come un guanto. E senza intaccare l'immaginario di mafia, vero e proprio strumento di propaganda planetaria non solo per quella italiana o di origine italiana, non sarà possibile intaccare una parte del suo potere. E che loro trattino soprattutto del potere e soltanto in un secondo livello della mafia è dimostrato dalla bizzarra scelta di Hillary Clinton di girare uno spot in cui lei impersona la moglie di Tony Soprano e Bill Clinton, Tony Soprano stesso. Ricalcano l'ultima enigmatica puntata della serie, quella vista da milioni e milioni di cittadini statunitensi che fa quasi presagire un possibile attentato ai danni dell'intero nucleo familiare. Ebbene Hillary lascia, con la solita ironia salvatutto degli americani, intuire che lei è come Carmela, la moglie di Tony che più di ogni altra cosa ama la famiglia e gli interessi della famiglia. Solo che nel caso della candidata alla Casa Bianca la famiglia sarebbe l'intero popolo americano. La forza ovviamente epica americana ha permesso a questa fiction di raccontare meglio di qualsiasi altra forma la trasformazione di una sensibilità, cosa che Hillary Clinton ha capito e ha saputo giocare a proprio vantaggio. Chissà se Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino, attentissimi circa l'immagine di Napoli, hanno mai visto la puntata dei Soprano su Napoli. Dovrebbero farlo anche con solerzia. Una puntata andata in onda molto tempo fa e che per milioni di americani è stata una della più viste e amate. I Soprano, che sono appunto molto più vicini a Napoli che a Palermo, che fanno gli affari classici della camorra, cemento, rifiuti, riciclaggio di auto rubate, estorsioni arrivano a Napoli per business e per alleanze con le famiglie camorristiche. E a Napoli i killer italoamericani si sentono minuscoli, loro che vengono dalla periferia di New York finalmente giunti al centro del crimine mondiale. Così sembra emergere dalla puntata, intitolata proprio 'Viaggio a Napoli'. E i Soprano sono in totale soggezione dei camorristi napoletani, sono completamente sconcertati dalla facilità con cui si spara e si uccide. Dinanzi ad un bambino che viene picchiato da un boss, Tony Soprano resta sconvolto. Ma qualcuno gli risponde "non vi preoccupate questa è l'università di Napoli". E così tra mangiate di pesce, e una bellezza di luce e mare che i boss venuti dall'America non finiscono per definire "incredibile", Napoli diviene negli occhi dei Soprano la cupola del potere. Attraverso la fiction si arriva al racconto di una realtà che in Italia per troppi anni si è sottovalutata e scacciata sotto il tappeto della bellezza come presenza eterna e consolante. Ma i Soprano sono veri americani: l'antica bellezza del luogo li affascina, ma non li inganna. A un certo punto si presenta a fare a affari con Tony Soprano una donna di camorra. E lui, sempre pronto alla gaffe, non si trattiene dal commentare: "Da noi una donna non sarebbe mai un boss". Nel mondo de 'I Sopranos' ci sono i gay, lo psicoanalista, un possibile genero di colore. Ma quando si tratta della gestione del potere, del potere vero, Napoli, da vera capitale del business, rimane avanti. Le fiction riescono a volte più di altri strumenti a raccontare il mondo e far identificare Hillary Clinton nelle dinamiche di una famiglia che viene dai dintorni di Ariano Irpino e chiede a Napoli e ai suoi boss di salvare la mafia italiana in crisi negli Usa. Una fiction prima della politica, dei media, dell'inchiostro dei aggi. n.

 

 

 

 

CAMION BLOCCATI, TAFFERUGLI: CINQUE CONTUSI CINQUANTA AUTOMEZZI RIESCONO A SCARICARE (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Caserta)" del 28-12-2007)

Camion bloccati, tafferugli: cinque contusi Cinquanta automezzi riescono a scaricare DALL'INVIATO GIGI DI FIORE Giugliano. Di agenti, con manganelli e caschi anti-sommossa, ne arrivano tanti. Dinanzi l'ingresso di Taverna del Re, si proclama l'allerta. C'è l'ordinanza del commissario straordinario ai rifiuti, il prefetto Alessandro Pansa, da far rispettare. C'è la riapertura, appena tre giorni dopo l'impegno alla chiusura definitiva, del pseudo sito di stoccaggio che è in realtà una pestifera e velenosa discarica a cielo aperto. C'è da sgombrare quelle poche decine di ostinati che, delusi, sopraffatti, umiliati, si sentono presi in giro. Alle tre del mattino, il presidio con il gazebo e la scarna tenda scura è vuoto. Durante la notte, tra il freddo e il buio, assaliti dal puzzo mortale delle ecoballe, gli ultimi dieci ostinati erano tornati a casa. Via libera a una decina di camion che, poche ore dopo, hanno potuto scaricare i rifiuti partiti dal vicino Cdr di Giugliano. L'obiettiva beffa di un'ordinanza che, appellandosi allo "stato di emergenza", diventata in Campania ormai condizione abituale, sospende la chiusura fino al 31 dicembre. L'emergenza viene dichiarata "territoriale", il che vuol dire che dai Cdr di Caivano e Giugliano dovrebbero arrivare solo camion di Comuni della provincia napoletana. Ma a leggere le scritte a lato dei Tir, si scorgono anche Comuni avellinesi. La chiamata alla protesta era per mezzogiorno. Nel gazebo, sono però non più di una sessantina. Lo zoccolo duro della protesta è il gruppo di Attack Giugliano, sigla non legata a partiti tradizionali che ha tra i suoi leader l'appassionata Pina Elmo, o Mimmo Di Gennaro. In mattinata, arrivano comunicati politici di più partiti. Pina era fuggita da via Epomeo a Napoli, per cercare aria pura nella campagna di Giugliano. Ha trovato la mefitica atmosfera delle ecoballe. Ora commenta: "I comunicati politici arrivano sempre dopo. Sono parole strumentali e vuote. Qui si fa vedere qualcuno solo sotto elezioni. A Giugliano si voterà tra qualche mese, chissà che affollamento ci sarà. E noi a registrare l'incremento di tumori nel comprensorio". Gli agenti sono fermi, comandati al loro dovere da 1200 euro al mese, infreddoliti come quegli sparuti dimostranti che continuano ad urlare: "Raccolta, raccolta, differenziata. Siti di stoccaggio provinciali". Senza più lavoro, né campi, né raccolti sono rimasti 300 contadini vittime di Taverna del Re che ha appestato floride colture di frutta. I contadini disertano il presidio, da sempre sono solo vittime silenziose dell'eterna emergenza rifiuti. Si accende il fuoco, si prende qualche panino. Mimmo, Pina, Lele, Umberto sono lì, ostinati. Attendono padre Alex Zanotelli, che ha annunciato il suo solidale arrivo al presidio per celebrare una Messa. Dicono: "Il prefetto continua ad affermare che nell'accordo sulla chiusura era compresa anche l'ipotesi di riapertura in caso di emergenza. Ma un accordo si fa in due. Evidentemente, se l'è scritto e approvato da solo". Il prefetto Pansa è solo l'ultimo bersaglio di una protesta che viene da lontano. Da scelte miopi che scelsero l'immediata e demagogica chiusura delle discariche con alternative tutte da realizzare. Altrove, come in Germania, si sono scelte strade graduali per arrivare all'eliminazione delle discariche. Si ragiona, si fanno mille analisi, commenti già sentiti. Poi, il chi va là: arrivano i camion. All'inizio, viene tentato il diversivo dell'accesso da Ischitella, evitando il mini-blocco. Poi, i trenta camion arrivano allo sterrato principale. Urla, fischi. Proteste. Gli agenti fanno blocco. Spintoni. Prima lievi, poi più forti. Infine, volano manganellate. Un uomo si stende per bloccare i Tir. Lo strattonano. Il blocco viene forzato, con facilità. Non è una sommossa, non è un'aggressione, non è uno sbarramento violento. I manifestanti sono pochi e disperati. I camion trionfanti vanno alle piattaforme. Alla fine, la conta è di tre feriti: un ragazzo alla mano, una ragazza perde sangue dalla bocca, un uomo ha lividi ovunque. Tra gli agenti, in due denunciano contusioni. Passano tre ore e la scena si ripete. Stavolta, viene strattonato anche padre Zanotelli, arrivato puntuale e pronto a dire Messa. Non c'è più logica in questa emergenza dell'emergenza. le analisi si perdono. Dice Raffaele Del Giudice di Legambiente: "Ci riuniremo, per decidere nuove forme di protesta e denuncia. Che dire più. Con tanti poliziotti a Giugliano, le ecomafie sono libere di scaricare altrove senza controlli".

 

 

 

 

LA PROTESTA (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 28-12-2007)
Pubblicato anche in:
(Mattino, Il (City)) (Mattino, Il (Circondario Sud1)) (Mattino, Il (Circondario Nord)) (Mattino, Il (Salerno))

DALL'INVIATO GIGI DI FIORE Giugliano. Di agenti, con manganelli e caschi anti-sommossa, ne arrivano tanti. Dinanzi l'ingresso di Taverna del Re, si proclama l'allerta. C'è l'ordinanza del commissario straordinario ai rifiuti, il prefetto Alessandro Pansa, da far rispettare. C'è la riapertura, appena tre giorni dopo l'impegno alla chiusura definitiva, del pseudo sito di stoccaggio che è in realtà una pestifera e velenosa discarica a cielo aperto. C'è da sgombrare quelle poche decine di ostinati che, delusi, sopraffatti, umiliati, si sentono presi in giro. Alle tre del mattino, il presidio con il gazebo e la scarna tenda scura è vuoto. Durante la notte, tra il freddo e il buio, assaliti dal puzzo mortale delle ecoballe, gli ultimi dieci ostinati erano tornati a casa. Via libera a una decina di camion che, poche ore dopo, hanno potuto scaricare i rifiuti partiti dal vicino Cdr di Giugliano. L'oggettiva beffa di un'ordinanza che, appellandosi allo "stato di emergenza", diventata in Campania ormai condizione abituale, sospende la chiusura fino al 31 dicembre. L'emergenza viene dichiarata "territoriale", il che vuol dire che dai Cdr di Caivano e Giugliano dovrebbero arrivare solo camion di Comuni della provincia napoletana. Ma a leggere le scritte a lato dei Tir, si scorgono anche Comuni avellinesi. La chiamata alla protesta era per mezzogiorno. Nel gazebo, sono però non più di una sessantina. Lo zoccolo duro della protesta è il gruppo di Attack Giugliano, sigla non legata a partiti tradizionali che ha tra i suoi leader l'appassionata Pina Elmo e Mimmo Di Gennaro. In mattinata, arrivano comunicati politici di più partiti. Pina era fuggita da via Epomeo a Napoli, per cercare aria pura nella campagna di Giugliano. Ha trovato la mefitica atmosfera delle ecoballe. Ora commenta: "I comunicati politici arrivano sempre dopo. Sono parole strumentali e vuote. Qui si fa vedere qualcuno solo sotto elezioni. A Giugliano si voterà tra qualche mese, chissà che affollamento ci sarà. E noi a registrare l'incremento di tumori nel comprensorio". Gli agenti sono fermi, comandati al loro dovere da 1200 euro al mese, infreddoliti come quegli sparuti dimostranti che continuano ad urlare: "Raccolta, raccolta, differenziata. Siti di stoccaggio provinciali". Senza più lavoro, né campi né raccolti sono rimasti 300 contadini vittime di Taverna del Re che ha appestato floride colture di frutta. I contadini disertano il presidio, da sempre sono solo vittime silenziose dell'eterna emergenza rifiuti. Si accende il fuoco, si prende qualche panino. Mimmo, Pina, Lele, Umberto sono lì, ostinati. Attendono padre Alex Zanotelli, che ha annunciato il suo solidale arrivo al presidio per celebrare una Messa. Dicono: "Il prefetto continua ad affermare che nell'accordo sulla chiusura era compresa anche l'ipotesi di riapertura in caso di emergenza. Ma un accordo si fa in due. Evidentemente, se l'è scritto e approvato da solo". Il prefetto Pansa è solo l'ultimo bersaglio di una protesta che viene da lontano. Da scelte miopi che scelsero l'immediata e demagogica chiusura delle discariche con alternative tutte da realizzare. Altrove, come in Germania, si sono scelte strade graduali per arrivare all'eliminazione delle discariche. Si ragiona, si fanno mille analisi, commenti già sentiti. Poi, il chi va là: arrivano i camion. All'inizio, viene tentato il diversivo dell'accesso da Ischitella, evitando il mini-blocco. Poi, i trenta camion arrivano allo sterrato principale. Urla, fischi. Proteste. Gli agenti fanno blocco. Spintoni. Prima lievi, poi più forti. Infine, volano manganellate. Un uomo si stende per bloccare i Tir. Lo strattonano. Il blocco viene forzato, con facilità. Non è una sommossa, non è un'aggressione, non è uno sbarramento violento. I manifestanti sono pochi e disperati. I camion trionfanti vanno alle piattaforme. Alla fine, la conta è di tre feriti: un ragazzo alla mano, una ragazza perde sangue dalla bocca, un uomo ha lividi ovunque. Tra gli agenti, in due denunciano contusioni. Passano tre ore e la scena si ripete. Stavolta, viene strattonato anche padre Zanotelli, arrivato puntuale e pronto a dire Messa. Non c'è più logica in questa emergenza dell'emergenza. Le analisi si perdono. Dice Raffaele Del Giudice di Legambiente: "Ci riuniremo, per decidere nuove forme di protesta e denuncia. Che dire più. Con tanti poliziotti a Giugliano, le ecomafie sono libere di scaricare altrove senza controlli". La rabbia è tanta, in una protesta senza solidarietà, confusa tra gli egoismi di una regione assediata dalla spazzatura. La protesta giuglianese si infrange contro la barriera degli Sos da rifiuti. Amare le conclusioni dei manifestanti: "Era stato annunciato l'invio dell'Esercito nelle province dove non venivano indicati e scelti siti di stoccaggio. Invece, arrivano i manganelli a Giugliano. Prevale chi urla di più, chi ha sponsor politici potenti. Comodo non scegliere e piegarsi alle non scelte, quando c'è Taverna del Re. Sversatoio dei rifiuti campani".

 

 

 

 

Un inceneritore in Germania (sezione: Monnezze)

( da "Corriere.it" del 28-12-2007)

Emergenze Un inceneritore in Germania per bruciare i rifiuti di Napoli Trasferire l'immondizia costa meno che smaltirla qui ROMA Il denaro non ha odore: fin dai tempi di Vespasiano è questa una specie di legge universale. Ma perfino l'immondizia, in alcuni casi, riesce a smettere di puzzare. Succede quando si trasforma in moneta sonante. Ecco perché mentre in Campania non sanno più dove metterlo, il pattume, con il nauseabondo serpentone di cinque milioni di "ecoballe" (niente altro che enormi blocchi di immondizia impacchettata: cos'avranno di "eco"?) che si allunga ogni giorno di più e i cumuli di rifiuti che hanno ripreso a bruciare ammorbando l'aria, in Germania c'è qualcuno che accoglierebbe a braccia aperte la spazzatura Made in Napoli. Chi può avere avuto un'idea tanto pazzesca? Remondis, la più grande azienda tedesca che opera nel campo dello smaltimento dei rifiuti, avrebbe dato la propria disponibilità a realizzare in un'area della Renania ai confini con il Lussemburgo un inceneritore per bruciare tutta l'immondizia della Campania producendo elettricità. Ipotesi che potrebbe essere considerata davvero assurda, e come tale sarebbe stata già liquidata dai responsabili dell'emergenza rifiuti in Campania. Assurda, naturalmente, se la situazione non fosse però ancora più assurda. L'emergenza rifiuti in Campania va avanti da quattordici anni, durante i quali sono stati letteralmente gettati al vento due miliardi di euro. Da ben sette anni, preso atto che non si riuscivano a fare gli inceneritori, preso atto che le discariche erano piene, e preso atto che la camorra controllava (e controlla?) ormai gran parte del ciclo, si è deciso di mandare una parte della spazzatura nel Nord Italia e all'estero: destinazione Germania. Dove l'immondizia della Campania, da sette anni, già ora viene regolarmente bruciata in appositi impianti. Ogni giorno la spazzatura viene caricata sui treni della Ecolog, una divisione delle Ferrovie, e spedita al di là del Brennero per essere smaltita negli inceneritori tedeschi della Remondis, che in questa operazione è partner di Fs. Naturalmente ne viene esportata giornalmente soltanto una parte: un migliaio di tonnellate sulle 7.500 prodotte (anche se il quantitativo è stato raddoppiato). E naturalmente non gratis. L'export di pattume costa a tutti noi 215 euro la tonnellata per il cosiddetto "tal quale", che sarebbero i classici sacchetti di rifiuti indistinti: 400 mila euro al giorno, ai ritmi attuali. Metà va per il trasporto (quindi in qualche modo torna allo Stato) e metà a chi la smaltisce: con l'apparente contraddizione che siamo noi a fornire ai tedeschi, pagando di tasca nostra, la materia prima per fare energia elettrica. Il bello è che il costo per esportare in Germania, pur essendo ben superiore a quello dello smaltimento in discarica nel resto dell'Italia, è nettamente inferiore a quello che il commissariato per l'emergenza spende per smaltirli in Campania, quei rifiuti. Il prezzo va da un minimo di 290 euro a tonnellata fino a cifre imprecisate, persino, ha calcolato qualcuno, non inferiori a 1.000 euro. Com'è possibile? Per prima cosa c'è il costo della trasformazione nelle famose "ecoballe": 120 euro la tonnellata. Poi c'è il trasporto con i camion sui terreni dove queste "ecoballe" vengono parcheggiate: altri 20 euro. Quindi il costo dello stoccaggio provvisorio: 150 euro. Provvisorio, però, si fa per dire. Perché siccome non ci sono gli inceneritori, quelle ecoballe stazionano per anni su terreni acquistati o presi in affitto a caro prezzo: 250 ettari di territorio campano sono ormai completamente occupati. Più stanno, più il costo sale. E dato che le prime "ecoballe" sono lì dal 2001, fate voi i conti. La cosa è talmente eclatante che il direttore generale del ministero dell'Ambiente Gianfranco Mascazzini, considerato papabile per il posto di commissario straordinario fino a oggi occupato dal prefetto di Napoli Alessandro Pansa, non si capacita di come sia possibile che costi meno spedire l'immondizia in Germania piuttosto che tenersela in Campania. E non si capacita al punto da aver messo in moto i carabinieri perché compiano le necessarie verifiche. Quando la risposta ai suoi interrogativi è sotto gli occhi di tutti, e sta nella follia di un sistema che invece di bruciare la spazzatura polverizza milioni di euro al giorno. Domanda: e gli inceneritori dei quali da 14 anni non si vede nemmeno l'ombra? L'appalto ce l'aveva la Fibe, del gruppo Impregilo, incaricata anche di fabbricare le "ecoballe". Ce l'aveva, appunto, perché il contratto è stato risolto. Uno dei due inceneritori, quello di Acerra, sarebbe comunque quasi pronto. Meglio, potrebbe funzionare fra meno di un anno. Ma c'è un particolare: non può bruciare le "ecoballe" prodotte in Campania, perché mancano le specifiche tecniche. E allora? Allora si sono fatti avanti i tedeschi, con la loro idea "pazzesca ". Bruciare in Germania non una parte della spazzatura della Campania, come oggi, ma tutta quanta, con un impianto nuovo di zecca da 100 megawatt destinato solo a quello scopo, avendo la garanzia di un contratto di 15 anni e a un prezzo molto più basso di quello attuale. Per tutta risposta a novembre è stata bandita la nuova gara per completare gli inceneritori e sostituire Fibe. Sono arrivate offerte dalla francese Veolia, dalla spagnola Abertis (quella che si doveva fondere con Autostrade) e dall'Asm di Brescia, che da trent'anni riscalda la città bruciandone i rifiuti. Ma se ne verrà mai a capo? stampa |.

 

 

 

 

Bagnoli, colmata a mare: sperpero di denaro pubblico (sezione: Monnezze)

( da "Denaro, Il" del 28-12-2007)

Commenti ambiente Bagnoli, colmata a mare: sperpero di denaro pubblico Gerardo Mazziotti Negli anni Sessanta uno scellerato direttore dell'Ilva decise di scaricare i residui della lavorazione della ghisa e dell'acciaio misti a cemento nello spazio compreso la via Coroglio, il mare e i due pontili, creando la così detta "colmata a mare". Venne dichiarata "bomba ecologica" dal ministro dell' Ambiente Edo Rochi nell'agosto 1966 e rientrava nella bonifica delle aree dismesse affidata nel 1996 alla Bagnolispa, che ha consumato 6 anni di tempo e 400 mld di lire per non bonificare quasi nulla e per limitarsi a "mettere in sicurezza" la colmata con accorgimenti tecnici, che molti esperti giudicano di dubbia efficacia. Venne perciò sciolta nell'aprile 2002 per essere sostituita dalla società mista Bagnolifutura. Il 17 luglio 2003 è stato firmato un accordo di programma tra ministero dell'Ambiente (Matteoli), Comune di Napoli (Iervolino), Regione Campania (Bassolino), Bagnolifutura (Santangelo) e Autorità Portuale di Napoli (Nerli) che prevede la rimozione della colmata a cura di quest'ultima, attraverso la bonifica dei materiali e il loro trasporto nel porto di Napoli per realizzare la darsena di levante. Inizio dei lavori previsti per il mese di ottobre 2003 e ultimazione entro dicembre 2006. Costo dell'operazione 40 milioni di euro, pari a circa 80 miliardi di lire. Trascorrono quattro anni di polemiche accesissime tra quanti sollecitano la rimozione della colmata e quanti invece ritengono conveniente conservala dov'è per realizzarvi attrezzature sportive e ricreative (Tino Santangelo, Benedetto Gravagnuolo, Pasquale Balzamo, Anna Rea tra gli altri). Il 28 luglio 2007 viene firmato un diverso accordo di programma tra ministero dell'Ambiente (Pecoraro Scanio), Regione (Bassolino), Comune di Napoli (Iervolino), Bagnolifutura (Rocco Papa), Autorità portuale di Napoli (Nerli) e Comune di Piombino (sindaco Anselmi), approvato il 28 agosto scorso dal Consiglio comunale della città toscana, che prevede la rimozione della colmata e il trasporto di tutti i materiali "bonificati" in quel porto. Un accordo contrastato dai piombinesi, da Legambien te, Wwf e altre associazioni ambientaliste. E anche dall'opinione pubblica napoletana, convinta della fattibilità dell'accordo del 2003. Eppure è stato deciso di andare avanti come bisonti. E, infatti, l' accordo del 2007 (il costo è lievitato fino a 970 milioni di euro, di cui 682 a Piombino e 288 a Bagnoli) è stato perfezionato il 21 dicembre scorso al ministero dell'Ambiente con la firma dei ministri Pecoraro Scanio, Bersani, Di Pietro, Bianchi e Mussi, del presidente della Regione Toscana e di quello della Campania, del sindaco di Napoli e del suo collega di Piombino, del vicesindaco Santangelo, dei presidenti delle Province di Napoli e di Livorno e di altri di cui non mette conto. Una folla di autorità, grandi e piccole. Rebus sic stantibus bisognerà spiegare al contribuente italiano perchè si preferisce attuare la soluzione Piombino (1.320 miliardi di lire) e non la soluzione Napoli Est (80 miliardi di lire) che costa 17 volte di meno. Non sembrano esserci motivi tecnici convincenti. Ha detto il signor Nerli, presidente dell'Autorità portuale di Napoli, che "l'accordo del 2003 è svanito perchè le relative autorizzazioni sono arrivate troppo tardi". Ma non fa i nomi dei responsabili. L'Autorità di vigilanza sui lavori pubblici e la Corte dei Conti dovrebbero occuparsi di questa scandalosa vicenda. Un tale sperpero di denaro pubblico non sarebbe tollerato in nessun Paese al mondo. del 28-12-2007 num.

 

 

 

 

Napoli specchio del tempo (sezione: Monnezze)

( da "Napoli.com" del 28-12-2007)

Di Bruno Prezioso Il New York Times ha scritto che l'Italia è un "Paese triste", il Times entra nello specifico e pubblica che gli italiani hanno problemi che vanno dall'illegalità alla mancanza di lavoro per i giovani, cattiva assistenza sanitaria, sporcizia. L'ex Presidente della Camera, ne profitta, e dice che Napoli è lo specchio del Paese. "Non andate molto lontano a cercare il viatico per vivere meglio, amici napoletani, perché le trappole sono davanti ai vostri occhi. Non vi è dubbio che Casini abbia ragione da vendere, anche se al mercato delle pulci c'è arrivato un po' tardi. E su quelle bancarelle hanno svenduto di tutto, dal vivere civile alla cultura. E molti comprando "uno" hanno ricevuto "due", per gentile concessione dei cattivi governanti. Ecco come ti governo il popolino: una canzone, una chitarrata, una pizza su misura in quella Piazza dove puoi pescare tutti i "plebisciti" che vuoi. Ma il palcoscenico della Piazza, requisita dal governatore, è molto richiesto. Napoli, specchio opaco del "fu Bel Paese", è terra di conquista e le richieste dei salvatori della Patria sono numerose. Casini prepara il suo salotto politico, che va da Via Chiatamone (dov'è la sede de Il Mattino) alle periferie di Napoli più lontane dove la sofferenza è al culmine. A riceverlo certo gli udc, ma con l'apporto di un giornale antico e glorioso ed oggi pur sempre primo quotidiano del Mezzogiorno, pronto spianargli la strada. C'è da prevedere che nei cambiamenti previsti a Il Mattino (vox populi?) si nasconda la grande volontà dell'editore di dare mano forte al genero. Pare che sia in arrivo un vice direttore (Cusenza?....) che dovrebbe sostituire il giovane Orfeo alla direzione del giornale nel giro di pochi mesi, poi una strizzatina alla redazione: via una decina di redattori prossimi alla pensione, cambio di "comandanti" e, certo, una più affollata discesa di opinionisti da Roma. La Redazione è sul piede di guerra. Ma, ormai, l'ossatura del giornale è nelle mani dell'editore. Il nuovo direttore ha chiesto di lavorare in un ambiente tranquillo, lontano da vendette interne che potrebbero manifestarsi se fosse proprio lui a mettere fuori i dieci giornalisti. Quindi al giovane Orfeo il compito di tagliare "il di più". E poichè, nel bene e nel male, tutto ha un prezzo nella vita, l'attuale direttore potrebbe aspirare alla redazione di Via del Tritone nelle vesti di "messaggero" di grande cultura, quella di Piazza del Plebiscito che lo ha visto attore e spettatore. Intanto la città, sotto gli occhi increduli di coloro (pochissimi?) che di passaggio (obbligato?) per la Piazza del Plebiscito sbirciano sulle panchine che rappresentano i Paesi che affacciano sul Mediterraneo, vive di meraviglia per l'annuncio che nel 2013 Napoli ospiterà il Forum Mondiale delle Culture. La notizia dell'ufficialità dell'accaparramento della manifestazione è stata data al Comune dalla sindaca Iervolino, contornata da coloro che hanno formato le due spedizioni (trecento persone?...) in Messico e che puntano a "lavorare" per il Forum. Assente alla cerimonia il governatore Bassolino. Perché mai? I giornalisti sono andati a cercarlo con le lanterne ma non lo hanno scovato. E non vi era neanche uno degli ormai pochissimi sostituti che gli sono rimasti fedeli. Troppo lontano il 2013 per chi ha problemi urgenti da risolvere. Uno in particolare: la scalata delle montagne della monnezza.

 

 

 

 

Un inceneritore in Germania per bruciare i rifiuti di Napoli (sezione: Monnezze)

( da "Napoli.com" del 28-12-2007)

Trasferire l'immondizia costa meno che smaltirla qui di Sergio Rizzo (da: Corriere della Sera del 28/12/2007) Il denaro non ha odore: fin dai tempi di Vespasiano è questa una specie di legge universale. Ma perfino l'immondizia, in alcuni casi, riesce a smettere di puzzare. Succede quando si trasforma in moneta sonante. Ecco perché mentre in Campania non sanno più dove metterlo, il pattume, con il nauseabondo serpentone di cinque milioni di "ecoballe" (niente altro che enormi blocchi di immondizia impacchettata: cos'avranno di "eco"?) che si allunga ogni giorno di più e i cumuli di rifiuti che hanno ripreso a bruciare ammorbando l'aria, in Germania c'è qualcuno che accoglierebbe a braccia aperte la spazzatura Made in Napoli. Chi può avere avuto un'idea tanto pazzesca? Remondis, la più grande azienda tedesca che opera nel campo dello smaltimento dei rifiuti, avrebbe dato la propria disponibilità a realizzare in un'area della Renania ai confini con il Lussemburgo un inceneritore per bruciare tutta l'immondizia della Campania producendo elettricità. Ipotesi che potrebbe essere considerata davvero assurda, e come tale sarebbe stata già liquidata dai responsabili dell'emergenza rifiuti in Campania. Assurda, naturalmente, se la situazione non fosse però ancora più assurda. L'emergenza rifiuti in Campania va avanti da quattordici anni, durante i quali sono stati letteralmente gettati al vento due miliardi di euro. Da ben sette anni, preso atto che non si riuscivano a fare gli inceneritori, preso atto che le discariche erano piene, e preso atto che la camorra controllava (e controlla?) ormai gran parte del ciclo, si è deciso di mandare una parte della spazzatura nel Nord Italia e all'estero: destinazione Germania. Dove l'immondizia della Campania, da sette anni, già ora viene regolarmente bruciata in appositi impianti. Ogni giorno la spazzatura viene caricata sui treni della Ecolog, una divisione delle Ferrovie, e spedita al di là del Brennero per essere smaltita negli inceneritori tedeschi della Remondis, che in questa operazione è partner di Fs. Naturalmente ne viene esportata giornalmente soltanto una parte: un migliaio di tonnellate sulle 7.500 prodotte (anche se il quantitativo è stato raddoppiato). E naturalmente non gratis. L'export di pattume costa a tutti noi 215 euro la tonnellata per il cosiddetto "tal quale", che sarebbero i classici sacchetti di rifiuti indistinti: 400 mila euro al giorno, ai ritmi attuali. Metà va per il trasporto (quindi in qualche modo torna allo Stato) e metà a chi la smaltisce: con l'apparente contraddizione che siamo noi a fornire ai tedeschi, pagando di tasca nostra, la materia prima per fare energia elettrica. Il bello è che il costo per esportare in Germania, pur essendo ben superiore a quello dello smaltimento in discarica nel resto dell'Italia, è nettamente inferiore a quello che il commissariato per l'emergenza spende per smaltirli in Campania, quei rifiuti. Il prezzo va da un minimo di 290 euro a tonnellata fino a cifre imprecisate, persino, ha calcolato qualcuno, non inferiori a 1.000 euro. Com'è possibile? Per prima cosa c'è il costo della trasformazione nelle famose "ecoballe": 120 euro la tonnellata. Poi c'è il trasporto con i camion sui terreni dove queste "ecoballe" vengono parcheggiate: altri 20 euro. Quindi il costo dello stoccaggio provvisorio: 150 euro. Provvisorio, però, si fa per dire. Perché siccome non ci sono gli inceneritori, quelle ecoballe stazionano per anni su terreni acquistati o presi in affitto a caro prezzo: 250 ettari di territorio campano sono ormai completamente occupati. Più stanno, più il costo sale. E dato che le prime "ecoballe" sono lì dal 2001, fate voi i conti. La cosa è talmente eclatante che il direttore generale del ministero dell'Ambiente Gianfranco Mascazzini, considerato papabile per il posto di commissario straordinario fino a oggi occupato dal prefetto di Napoli Alessandro Pansa, non si capacita di come sia possibile che costi meno spedire l'immondizia in Germania piuttosto che tenersela in Campania. E non si capacita al punto da aver messo in moto i carabinieri perché compiano le necessarie verifiche. Quando la risposta ai suoi interrogativi è sotto gli occhi di tutti, e sta nella follia di un sistema che invece di bruciare la spazzatura polverizza milioni di euro al giorno. Domanda: e gli inceneritori dei quali da 14 anni non si vede nemmeno l'ombra? L'appalto ce l'aveva la Fibe, del gruppo Impregilo, incaricata anche di fabbricare le "ecoballe". Ce l'aveva, appunto, perché il contratto è stato risolto. Uno dei due inceneritori, quello di Acerra, sarebbe comunque quasi pronto. Meglio, potrebbe funzionare fra meno di un anno. Ma c'è un particolare: non può bruciare le "ecoballe" prodotte in Campania, perché mancano le specifiche tecniche. E allora? Allora si sono fatti avanti i tedeschi, con la loro idea "pazzesca ". Bruciare in Germania non una parte della spazzatura della Campania, come oggi, ma tutta quanta, con un impianto nuovo di zecca da 100 megawatt destinato solo a quello scopo, avendo la garanzia di un contratto di 15 anni e a un prezzo molto più basso di quello attuale. Per tutta risposta a novembre è stata bandita la nuova gara per completare gli inceneritori e sostituire Fibe. Sono arrivate offerte dalla francese Veolia, dalla spagnola Abertis (quella che si doveva fondere con Autostrade) e dall'Asm di Brescia, che da trent'anni riscalda la città bruciandone i rifiuti. Ma se ne verrà mai a capo?.

 

 

 

 

La tratta dei cani business milionario che viene dall'est - davide carlucci milano (sezione: Monnezze

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( da "Repubblica, La" del 29-12-2007)

Cronaca La tratta dei cani business milionario che viene dall'Est Rispondiamo a un annuncio e dopo tre ore arriva già la e-mail con prezzi e razze è boom di questi cuccioli nei regali di Natale La criminalità organizzata gestisce il traffico Vengono dall'Ungheria, dalla Romania o dalla Serbia e recapitati a casa DAVIDE CARLUCCI MILANO Hugo e Sisi spuntano dal portabagagli della Peugeot 307 station wagon spauriti e tremanti. Una volta fuori dalla cesta, cercano il calore tra i seni della ragazza che ha scelto di prendersene cura. Si rintanano nella sua sciarpa di lana, le leccano le dita e gliele mordono, affamati. Poi chiudono i loro grandi occhi neri e si lasciano cullare. I due cuccioli hanno appena due mesi di vita e hanno viaggiato per tutta la notte. Dodici ore di strada da Lucenec, una cittadina di confine in Ungheria. E ora sono a Milano: il parcheggio di una concessionaria di auto, vicino alla vecchia Fiera, è il luogo scelto per l'appuntamento con Miro, trafficante slovacco di cani. Lui e sua moglie, Susanne, hanno messo in piedi un bel business. Vendono i cagnolini a prezzi ragionevoli - 200-300 euro - e li consegnano a domicilio anche nel più piccolo paese del Nord Italia. In questi giorni lavorano molto: regalare un Chihuahua o un Terrier per Natale o la Befana è un'ottima idea regalo per nipotini, fidanzate o anziani soli. In Ungheria, Slovacchia e Romania costano la metà del prezzo italiano - ma anche venti volte meno - e te li consegnano a domicilio. Chi li acquista alimenta una tratta - gestita, si sospetta, dalla criminalità organizzata - che costringe i cuccioli a viaggiare stipati al freddo in un Tir, senza acqua e con quasi nulla da mangiare, esposti a parassiti e malattie infettive. E non sempre è un affare. "Molti veterinari ci hanno segnalato che portano patologie e tare genetiche scomparse in Italia da anni", assicura Maria Rosaria Esposito, responsabile del Nirda, il nucleo del Corpo forestale che si occupa della protezione degli animali. Per farli sembrare sani, i contrabbandieri di cagnolini li imbottiscono di farmaci o di cortisone. Ma i piccoli dopo pochi giorni, spesso, muoiono. Di cimurro o di gastroenterite. Il business è fiorente da anni e associazioni come Gaia non fanno altro che denunciarlo, scoraggiando in tutti i modi l'acquisto sia dagli importatori abusivi che dai negozi e dalle fiere spingendo, al contrario, per l'adozione di cani abbandonati nei canili. La novità, ora, è che i cuccioli illegali si possono acquistare comodamente su Internet: le loro foto o le loro descrizioni intenerite sono confuse tra le migliaia di offerte di animali domestici di cui abbondano i mercatini virtuali. Noi rispondiamo a un annuncio che propone, in un italiano improbabile, un "bussiness-affaristico": "Vendesi cuccioli di bene razza da importazione! MODICO costo! Consegna alla mio spese in nord italia! Capisco inglese!". Contattiamo "suzanne23" e dopo tre ore già ci arriva il primo messaggio di posta elettronica: "Si, cuccioli sono disponibili! interesse? mandami mail o scrivi sms". Prenotiamo dei pinscher. "Sono disponibili 2 mesi, prima vaccinati, sverminati, con microchip e eu pasaport! colore nero-fulvo! prezzo per 4 cuccioli 1200 euro incl. consegna a tuo indirizzi!". C'è un numero di telefono, chiamiamo e trattiamo sul prezzo: ogni cane ci costa 300 euro ma con mille euro ne portiamo a casa quattro. A noi ne bastano due, un maschio e una femmina. Noi diciamo 500 lui dice 600. Ad ogni modo, conviene: i pinsher costano, vanno di moda - sono "cani da borsetta, tea-cup pup" come quelli esibiti da Paris Hilton - e se normalmente vengono venduti a 550-600 euro l'uno, in alcuni casi possono arrivare fino a 1.400 euro. L'appuntamento iniziale è in via Mosè Bianchi. Ma, all'ultimo momento, i venditori decidono di cambiare: "I'm in Milan on viale Teodorico, it's possible for you to come here?". Ok. Arrivati nel luogo concordato, Miro e il suo socio fanno un giro di perlustrazione per verificare che non ci sia polizia in giro. Le Guardie forestali e la Finanza da un po' di tempo danno la caccia ai mercanti di cuccioli. Meglio non rischiare. "Diteci con quale macchina arrivate e appena vedete la nostra Peugeot fate una segnalazione con i lampeggianti", si raccomandano. Ecco Miro, è un uomo sulla trentina alto un metro e novanta, è accompagnato da un ragazzo più giovane che resta in macchina. Assicura che i suoi cani sono in regola. E mostra il passaporto rilasciato dalle autorità slovacche, valido per l'Unione europea, con il timbro dell'ultima vaccinazione. Un codice a barre identifica il cane: corrisponde al microchip iniettato nella pelle del cane. Falsificare i documenti, però, è un gioco abbastanza semplice. Quando chiediamo la ricevuta, del resto, la risposta è un sorriso di sorpresa: ma quale scontrino, solo contanti sulla fiducia. E sul prezzo si arriva a un compromesso: 550 euro. Entrare in Italia, spiega Miro, è stato facilissimo. Nessun controllo alle frontiere, e poi "da ieri anche la Slovacchia è in area Schengen". Non che prima ci fossero problemi: "Finora non siamo mai stati fermati". Clienti in Italia ne hanno parecchi, Miro e Susanne. La loro area è il NordEst e la Lombardia. Hanno già consegnato a Sesto San Giovanni, Pero, Pordenone, Trento. Tra i clienti, rivela, c'è anche una coppia di Monfalcone, lei friulana, lui siciliano. "Comprano i cani da noi e poi li rivendono come se fossero italiani. Ma non capisco come facciano". Si fa, si fa... e lo fanno in molti. "Ormai l'80 per cento dei negozi di animali vendono cani di questa provenienza - assicura Ermanno Giudici, presidente della sezione milanese dell'Enpa, l'Ente nazionale di protezione animali - solo che molti non lo dicono. E così bulldog inglesi comprati a 70-80 euro vengono rivenduti a 1.500-2.000 euro. Sono così alti i margini di guadagno che molti trafficanti di animali esotici si sono riconvertiti nel mercato dei cagnolini, che dà anche meno nell'occhio". Questo spiega perché, ogni anno, migliaia di cuccioli "clandestini" arrivano in Italia: dal Brennero, da Tarvisio, da Trieste o da valichi minori come quello di Prosecco, vicino a Gorizia. I loro passeurs vendono poi la merce ai negozianti o, furtivamente, ai caselli autostradali - a Fiano Romano, per esempio - durante soste brevissime, proponendo le cucciolate agli automobilisti. I numeri della tratta sono impressionanti: "Basti pensare che nel 2004, l'ultimo anno in cui si eseguivano i controlli, dalla dogana di Sant'Andrea di Gorizia sono passati, tra cani e gatti, 500mila cuccioli", assicura Esposito. Molti, certo, sono animali che i turisti portano con sé per compagnia. Tanti altri finiscono nelle fiere o nei negozi per animali. Almeno trentamila all'anno, ha calcolato la Lav nel suo ultimo rapporto sulle ecomafie in Italia. Tra questi anche Hugo e Sisi, i nostri piccoli clandestini a quattro zampe. Li facciamo visitare da un veterinario, Roberto Loschiavo: "Sembrano sani - ci dice - ma potrebbero avere malattie in incubazione: la rabbia in quei paesi è ancora diffusa". E poi sono stati sottratti troppo presto alla loro madre e vaccinati in anticipo rispetto a quel che si dovrebbe. Anche per questo sono illegali: la legge vieta in tutta l'Unione l'esportazione di animali che abbiano meno di tre settimane e ventun giorni di vita. Ma se si anticipano i tempi, per Stefano Apuzzo, presidente di Gaia, una ragione c'è: "Gli allevamenti sono vere e proprie catene di montaggio: fanno figliare i cani a ritmo continuo e piazzano le cucciolate senza alcuna selezione. Così, i cani arrivano in Italia con tare genetiche e mille patologie. E finiscono puntualmente nei migliori negozi d'animali". Secondo Apuzzo, il maggior canale di diffusione dei cuccioli importati sono le fiere. "Per questo è stato un successo, per noi, riuscire a far vietare le esposizioni in comuni come Rozzano, Gorgonzola e Opera", continua Apuzzo. Altre fiere, come quella di Assago o di Cantù, erano state scelte come canale di vendita dei cuccioli importati in un'inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza di Bologna, che ha portato al fermo di ventidue persone, tra le quali anche veterinari: erano loro, secondo la Procura, a fornire ai criminali la documentazione falsa per "regolarizzare" i cani importati. Se anche per Hugo e Sisi siano state fatte carte false, in Slovacchia, non è dato sapere. Quel che è certo è che il loro viaggio è andato a buon fine: i volontari dell'associazione Gaia li hanno affidati a due famiglie di Milano. Non corrono più rischi.

 

 

 

 

 

Lo Stato ci dia quello che ci spetta e poi al nostro territorio ci pensiamo da soli (sezione: Monnezze)

( da "Padania, La" del 29-12-2007)

Boni: la Lombardia non vuole fare la fine della Campania Lo Stato ci dia quello che ci spetta e poi al nostro territorio ci pensiamo da soli davide boni Mentre il Nord è occupato a salvare Malpensa, il Sud è alle prese con l emergenza rifiuti. Cumuli di spazzatura in mezzo alle strade e sacchi che galleggiano accanto alle abitazioni fanno parte della cartolina che ritrae la città partenopea durante le feste natalizie. Un immagine che ogni anno, puntuale, fa il giro del mondo, esempio emblematico di una immobilità amministrativa disarmante e di una totale mancanza di pianificazione territoriale. Da una parte la lotta dei lombardi per salvare il proprio hub e l intero sistema aeroportuale, dall altra la situazione in cui si trovano i campani, travolti dall immondizia che invade, come se niente fosse, le strade di Napoli. E il Governo tace su questo, limitandosi a dire che va tutto bene, che l Italia si è rimessa in cammino& peccato però che non ci hanno ancora detto dove stiamo andando. E in tutto questo, proprio questo esecutivo dovrebbe venirci a dire cosa fare con Malpensa? Sarebbe lui il garante delle nostre infrastrutture, quello che dovrebbe avere in custodia le sorti del nostro hub? No, grazie. Facciamo da soli. Ci diano quello che ci spetta, perché meglio occuparsi in prima persona del territorio lombardo che peraltro conosciamo meglio di chiunque altro. Perché comodo fare del campanilismo quando si tratta di distruggere il potenziale del Nord mentre si preferisce chiudere gli occhi e non affrontare l emergenza rifiuti in Campania, evitando di andare alla ricerca dei colpevoli di questo disastro sociale e ambientale. Perché mentre qui lottiamo e cerchiamo con ogni mezzo di salvare e tutelare le potenzialità e i punti di forza del territorio, altrove non riescono a garantire ai propri cittadini neppure i bisogni primari. Caro Presidente Prodi, nel suo discorso di fine anno questo distacco è apparso netto e profondo, come quando ci invita a fare partire la nostra compagnia aerea, sottovalutando il nostro problema. Certo noi lombardi meritiamo senz altro di più. Perché non vorremmo poi che la Lombardia, come al solito, debba correre in soccorso della Regione Campania, di Bassolino e della Iervolino, e smaltire a spese dei lombardi i rifiuti di altri. Buffo, chiediamo fondi, competenze e il diritto di salvare il nostro il nostro aeroporto e in cambio riceviamo, puntuali, solo spazzatura. Speriamo solo che l Anno Nuovo porti a tutti noi la consapevolezza che lottare per il territorio in cui viviamo è un diritto e non solo un dovere, è la presa di coscienza della nostra forza e del nostro coraggio, diventando attori protagonisti di un sistema che troppo spesso ci vuole relegare al ruolo di semplici comparse& [Data pubblicazione: 29/12/2007].

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PLEBISCITO, AUTO FERME FUNICOLARI FINO ALL'ALBA (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 29-12-2007)
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CAPODANNO IL PROGRAMMA Nuovo dispositivo di traffico per la notte di San Silvestro Anche la metropolitana in servizio tutta la notte FABIO JOUAKIM Stavolta, come già nelle prime edizioni della notte in piazza, il Capodanno tornerà a concentrarsi al Plebiscito. Archiviata la breve esperienza del concerto alternativo di piazza Mercato, oltre a quella della discoteca notturna alla Stazione marittima, la tredicesima edizione ruoterà intorno ai due palchi ai lati del colonnato della basilica di San Francesco di Paola, che formeranno un unico proscenio insieme alla "Love difference" di Michelangelo Pistoletto. Intanto, dalla città sommersa dai rifiuti, proseguono incessanti gli inviti al governatore Bassolino e al sindaco Iervolino a non salire sul palco. Se da un lato per le forze dell'ordine sarà più semplice il controllo di una sola location, dall'altro bisognerà provare a evitare l'imbottigliamento nella zona attorno al Plebiscito, dove è in programma il maxiconcerto: dalle ore 22 saliranno sui palchi Enzo Avitabile, Goran Bregovic, Sal Da Vinci, Tullio De Piscopo, Gigi Finizio, Khaled, Marco Zurzolo (inizio della diretta alle 23 su Telecapri). A mezzanotte partiranno i fuochi d'artificio, mentre per lo spettacolo pirotecnico più suggestivo ci si sposterà sul Lungomare, dove alle 2 è previsto l'inizio dell'incendio del Castel dell'Ovo. La coppia di assessori interessati dal dispositivo - Valeria Valente (Grandi eventi) e Gennaro Mola (Mobilità) - ripete ancora una volta il consueto invito ai napoletani a lasciare l'auto a casa e a muoversi con i mezzi pubblici per raggiungere i luoghi delle manifestazioni. La linea 1 della metropolitana e le funicolari Chiaia, Montesanto e Centrale, infatti, effettueranno corse senza interruzione del servizio per tutta la notte. Anche il dispositivo di traffico, ufficializzato ieri, ricalca quello dello scorso San Silvestro. Dalle ore 21 scatta divieto di transito veicolare nelle carreggiate di piazza del Plebiscito antistanti la Prefettura e il Commiliter e anche - salvo per residenti e disabili con contrassegno - nelle seguenti strade: via Vittorio Emanuele III e via San Carlo, dall'intersezione del primo interviale proveniente da piazza Municipio a quella di piazza Trieste e Trento; via Solitaria, piazzetta Salazar, Rampe Piaggeria; via Cesario Console nel tratto tra piazza del Plebiscito e via Generale Orsini; via Santa Lucia; via Nicotera, nel tratto compreso tra vico Mondragone e piazza Santa Maria Degli Angeli; piazza Santa Maria Degli Angeli, via G. Serra, piazza Carolina, via Monte di Dio, via Chiaia. Attenzione anche a dove si lascerà la propria auto in sosta. Dalle 8 del 31 dicembre alle 4 del primo gennaio è in vigore il divieto di sosta con rimozione coatta in piazza Trieste e Trento, via Vittorio Emanuele III, via San Carlo e via Cesario Console. Dalle 00.30, per consentire di assistere allo spettacolo pirotecnico sul Lungomare, saranno chiuse alla circolazione via Partenope e via Nazario Sauro. In concomitanza saranno istituiti anche il senso unico in via Arcoleo, dall'intersezione di piazza Vittoria a quella di via Chiatamone; il doppio senso nella Galleria della Vittoria; l'obbligo per i veicoli provenienti da via Acton attraverso il tunnel della Vittoria di svoltare a destra all'intersezione di via Morelli; il divieto di transito pedonale in piazza del Municipio lungo il perimetro del cantiere del metrò.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Discarica, pianura in rivolta - antonio corbo (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 30-12-2007)

Pagina II - Napoli Discarica, Pianura in rivolta Bloccati treno e strada, anche la Iervolino dice no E oggi è atteso in prefettura il ministro Pecoraro Scanio. Si profila uno scontro Un elicottero ispeziona l'area, scatta l'allarme e comincia la ribellione Pansa mette i politici alle corde: "Unica soluzione" Sì di Bassolino e Di Palma Contrario l'assessore Mola Chiusa Montagna Spaccata, sit-in sui binari della Cumana ANTONIO CORBO L'allarme è scattato alle otto, quando gli abitanti di Contrada Pisani hanno visto l'Agusta Bell 206 della polizia nel cielo pulito di grecale. è spuntato da sud, dalla collina degli Astroni. Girava sulla discarica di Pianura. Una collinetta di immondizia ricoperta di verde, alta 220 metri. Si è abbassata di 15, dalla chiusura. Cinque gennaio 1996. Sono passati undici anni dal trionfalismo di quel giorno: mai più una discarica in Campania. Non l'avessero mai detto. Fu annunciato persino un polo turistico con impianto di golf. Sta invece per essere riaperta la discarica. Prime reazioni: strada e ferrovia bloccate. è atteso per oggi il ministro Pecoraro Scanio. Si profila uno scontro: il Comune si oppone, il prefetto Pansa vuol chiudere il suo mandato aprendo l'ultimo varco possibile. Bassolino e Di Palma sembrano d'accordo. La "Pisani" dispone anche del Fosso, una cavità profonda 150 metri, con 1,8 milioni di metri cubi, può ingoiare tre anni di immondizia. A bordo dell'elicottero funzionari e tecnici del Commissariato. Foto, filmati e apparecchi laser per riprendere l'area. Sulla collinetta è possibile scaricare subito immondizia. Nel Fosso occorrono lavori per un mese. Il primo spazio, secondo il piano, farà da sito di stoccaggio in attesa che siano rivestite di argilla, quindi rese impermeabili, base e pareti interne del Fosso. Sono state viste volanti della polizia, si è diffuso un altro allarme, stavolta falso. Si è pensato all'imminente requisizione della "Pisani", un "impianto di smaltimento di I e II categoria", gestione privata dal 1988 con la società "Di.Fra.Bi." poi abbinata ai La Marca, titolari del servizio di raccolta. Il prefetto Umberto Improta escluse i privati per affidarla all'Enea, da allora si chiama "Elektrica". "è buio istituzionale, vogliamo la verità, nessuno si nasconda, grave che solo un giornale ci informi su quello che avverrà", la prima scintilla di rivolta è stata del consigliere di Forza Italia, Salvatore Varriale. Più tardi la replica dell'assessore Gennaro Mola. "Il Comune, in testa il sindaco Iervolino, è contrario alla discarica e Napoli non ha siti alternativi da offrire". Una posizione ufficiale. Netta. L'aveva anticipata l'altra sera Rosa Russo Iervolino, seccata per aver già offerto Poggioreale, sito non ancora utilizzato. Il sindaco incontrò Pansa e il nuovo commissario Umberto Cimmino in prefettura. Incontro che si è ripetuto ieri sera, con Mola, Bassolino e Di Palma. è stato drastico Pansa: "La decisione spetta a voi. Pianura è la soluzione. Altrimenti Napoli...". Bassolino ha annuito, Di Palma si è associato, solo la Ievolino non molla. Fumata nera, quindi. Ed era già in rivolta Pianura. Fabio Tirelli di Rifondazione, presidente della Municipalità, ha guidato dal pomeriggio la prima manifestazione. Pacifica. Non ha potuto impedire però il sit-in dinanzi alla discarica, con auto di traverso e cassonetti per chiudere al traffico la strada di Montagna Spaccata. Con materassi sui binari è stata interrotta la "Cumana", stazione di Pisani. Centinaia i cittadini, con l'assessore Giorgio Nugnes e il consigliere Marco Nonno di An, davanti alla discarica fino a tarda sera. "Pianura ha sofferto troppo, è stata per anni una discarica, è solo da poco che ci siamo liberati di quel terribile odore che ha reso l'aria irrespirabile in questa zona che è invece un parco naturale tra gli Astroni e i Camaldoli". Duecento famiglie, zona Abbazia, abitano proprio a due passi. Nel buio acceso un falò con tronchi d'albero: luce e caldo. Alle 20 tramite il commissariato San Paolo l'invito in prefettura: si è mossa una delegazione. Cominciava una notte di forti tensioni. è solo la prima.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rifiuti, braccio di ferro su pianura (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 30-12-2007)

Pagina I - Napoli Ispezionata la discarica, il quartiere è in rivolta. Altri incidenti a Giugliano. Scontro sul commissario liquidatore Rifiuti, braccio di ferro su Pianura Pansa: "è l'unica soluzione". Ma il sindaco si oppone Il volo di un elicottero su Pianura per ispezionare la discarica ha fatto scattare ieri mattina l'allarme e la ribellione. Dopo giorni di silenzio, il prefetto Pansa ha invitato Regione, Provincia e Comune di Napoli. Li ha messi dinanzi a una scelta difficile. "Aprire la discarica di Pianura è l'unica soluzione. Altrimenti Napoli...". Bassolino e Di Palma prendono atto, contraria è la Iervolino. è atteso in giornata il ministro Pecoraro Scanio per evitare lo scontro istituzionale. Il quartiere è già in rivolta. Materassi sui binari della Cumana, bloccata la strada di Montagna Spaccata. L'incontro di una delegazione nella sede del Commissariato rifiuti ha inasprito i manifestanti. Un funzionario (lo stesso che era in elicottero) ha dato garanzie tecniche. Altri incidenti a Giugliano, dove è stata riattivata Taverna del Re. Al nuovo commissario Cimmino non ancora abbinato il secondo, con funzioni di liquidatore. Per uno scontro sul nome. Tre in lizza. PATRIZIA CAPUA E ANTONIO CORBO ALLE PAGINE II e III.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il ministro Pecoraro Scanio ha smentito di aver proposto di bruciare i rifiuti romani nella futura c (sezione: Monnezze)

( da "Messaggero, Il (Viterbo)" del 30-12-2007)
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(Messaggero, Il (Civitavecchia))

Entrale a carbone, ma il problema delle ecoballe continua a volteggiare su Civitavecchia. Prima di tutto perché un inceneritore a Civitavecchia è sempre nero su bianco nel programma regionale per i riufiuti, ma soprattutto perché qualcuno favorevole a questa soluzione si trova sempre; ultimo Luigi Scardone, della Uil romana, che, a proposito del quarto inceneritotre del Lazio, ieri si è espresso contro il nuovo impianto ad Albano, ma favorevole al cdr a Torre nord. E va sempre ricordato che la capitale si trova a dover risovere con estrema urgenza il grande problema dei suoi rifiuti. E sull'argomento si susseguono le prese di posizione degli ambientalisti, ma anche di esponenti della maggioranza comunale. Nicola Porro, forse tranquillizzato dalla assicurazioni giunte dai vertici del Pd, ha ironizzato dicendo che "sulle ecoballe sono circolate delle ecoballe". Ma ha anche aggiunto: "In materia di servitù energetiche la città ha già dato, e abbondantemente. Sarebbe bene che tutti condividessero un'altra idea di sviluppo per il nostro territorio, che passa per il progressivo ridimensionamento del vincolo energetico in tutte le sue modalità". Dura è stata la presa di posizioni di esponenti della coalizione di governo. "Non sono solito usare espressioni troppo colorite - ha dichiarato il vice sindaco Vinaccia - però in questo caso, ove le indiscrezioni fossero suffragate da elementi di verità, non esiterei a definire un atto criminale la sola ipotesi di bruciare a Tvn oltre al carbone anche i rifiuti dell'intera regione. Tale progetto non potrebbe che trovare l'intera comunità e la sua classe politica decisamente contraria e pronta a fermare questa scelta sciagurata del governo e di quanti, Enel compresa, dovessero prestarsi a questo gioco sporco". Sull'argomento, il consigliere Alessando Maruccio chiederà un dibattito in consiglio quanto prima. Per il momento, l'esponente della Lista Moscherini se la prende con l'incapacità del duo Iervolino-Bassolino di dare risposte concrete al problema rifiuti, critica anche Veltroni e Marrazzo, quindi afferma che l'Enel e gli enti suoperiori non psosono pià trattare Civitavecchia come terra di conquista e conclude: "La monnezza non solo non può rrivare nell'idea di un grande inceneritore, ma non deve essere presa in considerazione". Scontata la rabbia e l'opposizione degli ambientalisti. Mario Dei Giudici, dei Verdi, afferma che "bisogna riconvertire la riconversione". I verdi credono alla smentita di Pecorario Scanio, ma "il fatto che gli sia stata attribuita quella proposta, significa che qualcuno ci pensa". Dei Giudici definisce l'ipitesi del cdr a tvn come "una follia carica di arroganza". Ed è una pazzia è anche per il Coordinameno dei comitato contro il carbone. "In Italia - afferma Giovanni Ghirga - è stato condotto uno studio nel comune di Forlì, quartiere Coriano, ove sono ubicati due inceneritori. Eccessi statisticamente significativi sono emersi per quanto attiene il sesso femminile: in particolare si è registrato un aumento del rischio di morte per tutte le cause correlato all'esposizione a metalli pesanti tra il +7% e il + 17%".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PROBLEMI DI NAPOLI (sezione: Monnezze)

( da "Libero" del 30-12-2007)

Attualità 30-12-2007 PROBLEMI DI NAPOLI I media ignorano Iervolino e Bassolino Ciclicamente ci arrivano le notizie dei disastrosi problemi che, in Campania, creano i rifiuti. Come mai nessuna tv, nessun giornale, voi compresi, ci propone un'intervista alla signora Iervolino o al signor Bassolino? Gabriela Held e.mail Perché la signora Iervolino e il signor Bassolino, per discolparsi, finirebbero per non dire nulla di interessante. Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IL COMMISSARIO USCENTE PANSA HA FIRMATO IERI L'ORDINANZA PER LA RIAPERTURA DELLA DISCARICA DI P (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Circondario Nord)" del 30-12-2007)
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(Mattino, Il (Circondario Sud2)) (Mattino, Il (Circondario Sud1))

Il commissario uscente Pansa ha firmato ieri l'ordinanza per la riapertura della discarica di Pianura, chiusa dal 1996. Ma in un vertice con il suo successore Cimmino, la Iervolino, Bassolino e Di Palma è emersa la forte contrarietà del sindaco di Napoli a dare il via libera al sito di stoccaggio in contrada Pisani. Favorevoli alla soluzione Pianura son il governatore Bassolino e il presidente Di Palma, mentre il "no" del Comune è stato ribadito dall'assessore Mola: "Siamo stanchi di essere lo sversatoio della Campania". E da ieri a Pianura è in corso un sit-in degli abitanti che presidiano l'area del sito con striscioni di protesta. Intanto il neocommissario Cimmino, ufficialmente all'opera dal 10 gennaio, ha compiuto una ricognizione in elicottero sull'area di Pianura. SERVIZI ALLE PAGG. 30 E 31.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IL SINDACO: CI HA SCAMBIATI CON NAPOLI (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Circondario Nord)" del 30-12-2007)

Il sindaco: ci ha scambiati con Napoli Nola. "Ha scambiato Nola per Napoli": il sindaco, Felice Napolitano contesta i giudizi critici di Aldo Masullo sullo stato in cui versa la città. La disaffezione alla vita civile ha provocato, secondo il filosofo, una deriva politica e sociale che non ha giovato alla formazione di civiche amministrazioni trasparenti e capaci di indirizzare processi evolutivi. È così? "Ripeto, Masullo non vive più a Nola da tantissimo tempo. Evidentemente ai suoi ricordi si sovrappone l'immagine degradata della realtà in cui vive che non è quella nolana. Gli addebiti che ci rivolge dovrebbe girarli alla Iervolino, che guida un'amministrazione incapace di dare risposte alla comunità. Credo che Masullo in questi giorni un giro per Napoli lo abbia fatto. E se non ha sentito quello che accade nel Palazzo, ha sicuramente sentito la puzza dell'immondizia". Il professore ritiene che se nel Nolano sono arrivate le discariche è perché i sindaci non sono stati capaci di gestire il ciclo dei rifiuti in un'ottica consortile. "Se dico che l'area nolana è tra le prime realtà della Campania dove la pratica della raccolta differenziata ha prodotto risultati eccellenti, non mi invento nulla. E lo stesso vale per la multiservizi, della quale oggi sono azionisti 6 comuni, che assicura servizi dignitosi nonostante le difficoltà regionali. Masullo dovrebbe chiedere a Bassolino perché ancora oggi non si riesce a favorire la gestione intercomunale del ciclo dei rifiuti. Per quanto ci riguarda noi la invochiamo da tempo". E sulla teoria del territorio al quale sono stati scippati ettari di terreno fertile per favorire le iniziative finanziare e commerciali che non hanno portato vero sviluppo alla città, lei cosa pensa? "Quello che ho sempre detto. Certe operazioni sono il segno dei tempi. Si tratta adesso di favorire, senza cedimenti, l'integrazione tra la città storica e la città economica. Per quanto mi riguarda sarò vigile ed attento ad evitare soprusi e negativi effetti collaterali e soprattutto a denunciarne i guasti". Sindaco ma è vero che a Nola la partecipazione collettiva si esprime solo attraverso la festa dei Gigli? "La festa dei Gigli è l'espressione dell'identità di un popolo ed è giusto che il popolo sia protagonista della propria tradizione". ca.fu.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IL COMMISSARIO USCENTE PANSA HA FIRMATO IERI L'ORDINANZA PER LA RIAPERTURA DELLA DISCARICA DI P (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 30-12-2007)
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(Mattino, Il (City))

Il commissario uscente Pansa ha firmato ieri l'ordinanza per la riapertura della discarica di Pianura, chiusa dal 1996. Ma in un vertice con il neo-designato Cimmino, la Iervolino, Bassolino e Di Palma è emersa la forte contrarietà del sindaco di Napoli a dare il via libera al sito di stoccaggio in contrada Pisani. "Siamo stanchi di essere lo sversatoio della Campania", ha detto l'assessore comunale alla nettezza urbana Mola, mentre favorevoli alla soluzione Pianura sono Bassolino e Di Palma. E da ieri a Pianura è in corso un sit-in di 500 abitanti che presidiano l'area del sito con striscioni di protesta. Dai tecnici arriva il via libera per l'idoneità di Contrada Pisani. Intanto il nuovo commissario Cimmino, ufficialmente all'opera dal 10 gennaio, ha compiuto una ricognizione in elicottero sull'area di Pianura. SERVIZI ALLE PAGG. 30 e 31.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SOPRALLUOGO IN ELICOTTERO DEL COMMISSARIO CIMMINO, POI LA DECISIONE. Sì DI BASSOLINO E DI PALMA, SECCO NO DAL COMUNE (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 30-12-2007)
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Sopralluogo in elicottero del commissario Cimmino, poi la decisione. Sì di Bassolino e Di Palma, secco no dal Comune SALVO SAPIO Il messaggio del prefetto Pansa è stato chiarissimo: non abbiamo altre soluzioni, Pianura deve riaprire. Le valutazioni tecniche hanno dato esito positivo: contrada Pisani è idonea ad ospitare una discarica. Alle istituzioni è stato chiesto un parere positivo sul piano politico e, puntuale, è arrivato il no del Comune. Intorno al tavolo il commissario designato, il prefetto Umberto Cimmino, il sindaco Iervolino, il presidente della provincia Dino Di Palma e il governatore Antonio Bassolino. Clima istituzionale ma mai teso. Poche parole per illustrare il piano del commissariato per trovare una soluzione all'emergenza cronica. Pianura deve riaprire perché, al momento, è l'unica soluzione praticabile ma il Comune ha fermamente detto no. Soluzione inaccettabile per palazzo San Giacomo. Il sindaco ha spiegato che il consiglio comunale si è già espresso a riguardo e che, sicuramente, darà ancora parere negativo. Più cauta la posizione di Bassolino e Di Palma che, comunque, hanno sottolineato la necessità di valutare soluzioni alternative a Pianura. Un quadro chiaro: il commissariato chiede al Comune un parere politico positivo; parere che, al contrario, è fermamente negativo. È quanto conferma l'assessore comunale alla nettezza urbana, Gennaro Mola. Presente all'incontro Mola ribadisce la "netta contrarietà dell'amministrazione comunale di Napoli ad un'eventuale apertura del sito di Pianura. Sappiamo che c'è un interesse per Pianura da parte del Commissariato in quanto è ritenuto un sito idoneo sappiamo anche che ci sono accertamenti tecnici che, però, non ci spaventano". Ieri mattina, infatti, alcuni tecnici hanno sorvolato in elicottero l'area di contrada Pisani. In un momento successivo ci dovrà essere la valutazione dell'Arpac, l'ente che ha curato la bonifica dell'area. Mentre era in corso il vertice tra Pansa e il sindaco, i tecnici del commissariato hanno incontrato una delegazione di residenti nella municipalità. "Ci siamo sentiti presi in giro - spiega il presidente di Soccavo-Pianura, Fabio Tirelli - i tecnici ci hanno spiegato che ci saranno garanzie rispetto ai cattivi odori e all'igiene ma non c'è stata alcuna valutazione politica. E questo ci delude. Non molleremo, faremo delle barricate, non possono decidere sulla nostra testa. Passeremo la notte di San Silvestro in presidio a contrada Pisani. Andiamo avanti fino allo scontro frontale". Ieri cinquecento persone hanno presidiato contrada Pisani, tanta tensione tra i manifestanti ma nulla più. "Noi siamo contrari e continuiamo ad esserlo - aggiunge Mola - ciò che auspichiamo è che proprio questa nostra contrarietà possa convincere il commissariato". L'assessore Mola, al commissariato straordinario per l'emergenza rifiuti offre "grande collaborazione, come sempre. Il Comune di Napoli non è mai stato irresponsabile, ma di sicuro è stanco di essere lo sversatoio della Campania. Cosa significa? Che la città di Napoli non vuole riaprire Pianura e non ha siti alternativi a Pianura. Ci sono altri Comuni che hanno aree adeguate. Noi abbiamo già adempiuto ai nostri compiti". Stessa linea per l'assessore Giorgio Nugnes: "Abbiamo già dato per 40 anni. Tutt'al più sono disposto a dare un sito per ospitare inerti. Di più non si può fare". E i pareri contrari alla riapertura di Pianura sono trasversali. "La discarica di Pianura non deve assolutamente riaprire - spiega il dirigente provinciale de "La destra" Antonio Todaro - Questo quartiere per quasi 50 anni ha raccolto i rifiuti di tutta la Campania". "Senza un vero piano d'emergenza - incalza il parlamentare di Forza Italia, Paolo Russo - saremo costretti nelle prossime ore a chiedere una forte mobilitazione a sostegno delle legittime proteste dei cittadini di Giugliano e di Pianura". Salvatore Varriale (Fi) chiede al sindaco di spiegare alla città cosa sta accadendo e Schifone (An) lancia l'allarme per l'ordine pubblico.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

AFFIDIAMO AI TEDESCHI LA RACCOLTA DEI RIFIUTI (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 30-12-2007)

RISPONDE PIETRO GARGANO Affidiamo ai tedeschi la raccolta dei rifiuti Quando nel 2001 circolava ancora la lira, un'indagine rivelò che per raccolta e smaltimento dei rifiuti solo a Napoli si spendevano 200 miliardi per anno. Una trentina di anni fa dovemmo ricorrere, con scorno, all'aiuto del servizio della nettezza urbana di Roma, Bologna e Brescia. Aiuto non richiesto per la carenza ricettiva delle discariche ma per l'incapacità dell'apparato preposto al compito. Da quando il servizio è stato affidato ai privati, sono stati tutti penosi fallimenti. Non sarebbe il caso di affidarci a un'organizzazione austriaca o tedesca? Con rigore, servendosi della manodopera locale, ci garantirebbero un servizio efficiente e risolutivo. Bruno Biondi - NAPOLI Caro dottor Gargano, il tempo fa dimenticare mille cose e non sono riuscito a ricostruire date e circostanze del problema dei rifiuti. Siamo l'unico luogo in Italia ad avere questa eterna emergenza. Di chi è la colpa? Aldo Mele - NAPOLI Egregio dottor Gargano, in altre città il problema spazzatura è stato risolto da anni e talvolta in maniera brillante: a Barcellona l'incenerimento avviene al centro della città senza disagi; a Brescia se ne ricava acqua calda, e via dicendo. Invece noi siamo in continua emergenza. Si pensi anche alle flotte di navi da guerra o ai grandi transatlantici che, pur avendo a bordo migliaia di persone, sono organizzati per smaltire ecologicamente i rifiuti. Ma allora da noi cosa c'è che non va? Sotto sotto ci sarà anche la malavita e il business, ma secondo me il motivo decisivo è dato da una generalizzata incapacità. Enzo Scarpati - NAPOLI Vengano videosorvegliate le discariche piene di rifiuti tossici e ci paghino i danni le ditte che hanno sversato qui con la complicità della camorra e di coloro che verranno individuati. Si prevedano ispettori che verifichino dove e come vengono eliminati i rifiuti delle fabbriche e abbiano multe enormi per i danni arrecatici: pare che ci vorranno 10-15 anni per bonificare la Campania. Graziella Iaccarino-Idelson - NAPOLI Ho trovato la soluzione al caso immondizia. Esorto i cittadini a portare i sacchetti in via Petrarca, via Orazio, via Nevio, via Posillipo, sotto casa dell'on.Bassolino o della signora Iervolino. Come mai i cumuli d'immondizia in queste zone non si trovano mai? Sarà un caso? Non mi dite perchè passano i turisti... Venite a Santa Teresa degli Scalzi, qui passa anche il bus Napolicity: respirerete aria di montagna, alla faccia loro! Roberto Giordano - NAPOLI La soluzione del problema rifiuti, per gli errori commessi, non è certo facile. Giova, però, ricordare che la Regione, negli anni '70, aveva redatto un piano per lo smaltimento dei rifiuti puntando sui sistemi affidabili, prevalentemente inceneritori. Di quella esperienza è recuperabile la responsabilizzazione degli enti locali da riunire in consorzio, con un piano che interessi l'intero territorio. In maniera democratica e, ove del caso, a rotazione, possono individuarsi aree di stoccaggio e per gli impianti. Duole osservare che la recente proposta di Piano territoriale regionale, generica e possibilista, dedica poco spazio al problema rifiuti e non fornisce dati sulla dislocazione degli impianti in funzione di orografia, accessibilità, peculiarità dei bacini di utenza. Pianificare non è solo imporre vincoli e istituire parchi. Coordinare gli interventi e perseguire l'armonico sviluppo polisettoriale, come recitavano le opzioni degli anni '70, resta una chimera. Romano Bernasconi - NAPOLI Caro dottor Gargano, 325.000 euro è il costo giornaliero per il trasporto dei rifiuti dalla Campania in Germania. Considerato il prezzo spropositato, mi chiedo quanto tempo deve ancora passare perché la Regione costruisca un suo termovalorizzatore? Perché non utilizzare, nel frattempo, gli inceneritori nel territorio confinante? Perché non incoraggiare la differenziata? Chi sono a pagare, i Comuni, la Regione o, come al solito, lo Stato? Silvano Stoppa - NAPOLI Singolare la proposta di affidare a tedeschi o austriaci la raccolta dei rifiuti. Quanto alla responsabilità dell'intollerabile sfascio, essa è dei presidenti della Regione che si sono succeduti, segnatamente di Bassolino. E dei governi nazionali che hanno consentito che la Campania divenisse la pattumiera dei rifiuti tossici di mezza Italia, alimentando gli affari della camorra.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

VIVA GAIA! PRESENTA "FUOCO!" IL NUOVO ECONOIR DI GIANCARLO DE CATALDO (sezione: Monnezze)

( da "Green Planet" del 31-12-2007)

Tuesday 06 November 2007 La presentazione, in anteprima nazionale, avrà luogo mercoledì 7 novembre, alle ore 20.15, presso il Filmstudio, a Roma. Viva Gaia! Film e video ecologisti per il Terzo Millennio", la prima rassegna di cinema ambientalista a Roma presenta in anteprima nazionale "Fuoco!", il nuovo romanzo di Giancarlo De Cataldo, un eco-noir che uscirà per "Verdenero", la collana di Edizioni Ambiente realizzata in collaborazione con Legambiente. Interverranno Giancarlo De Cataldo (già autore di "Romanzo Criminale"), Curzio Maltese (editorialista de La Repubblica), Alberto Ibba (Edizioni Ambiente) e Antonio Pergolizzi (coordinatore editoriale del "Rapporto Ecomafia" di Legambiente). Presenterà l'incontro Sabrina Pisu (giornalista di Ecoradio). La presentazione avrà luogo mercoledì 7 novembre alle ore 20.15 presso il Filmstudio, in Via degli Orti D'Alibert 1/c, a Roma. Per maggiori info visita il sito del Filmstudio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NASCE VERDENERO BLOG, LA VOCE DELLA COLLANA ECONOIR DI EDIZIONI AMBIENTE (sezione: Monnezze)

( da "Green Planet" del 31-12-2007)

Wednesday 14 November 2007 Edizione Ambiente entra nell'era del Web 2.0 con un blog contro l'ecomafia: è ufficialmente online VerdeNero Blog, vera voce della omonima collana di narrativa. Uno spazio virtuale aperto a tutti i lettori che contro l'Ecomafia hanno qualcosa da dire. In occasione dell'uscita del sesto romanzo della collana, Fuoco! di Giancarlo De Cataldo, Edizioni Ambiente lancia il suo nuovo progetto multimediale. Nell'era del "se non hai un blog non esisti", l'idea è quella di non rinunciare alla possibilità di tuffarsi nella mischia della rete senza farsi però risucchiare dal vortice, trovando una propria identità nell'impegno ambientale, nella forza evocatrice della letteratura noir e nella grande capacità comunicativa che sottende il mondo dei blog e il web 2.0. “VerdeNero Blog è la nostra sfida” – ha commentato Alberto Ibba di Edizioni Ambiente – “da sempre ci siamo confrontati con le problematiche ambientali, raccontando attraverso le pagine dei nostri volumi i punti di vista di esperti, tecnici e giornalisti. Con VerdeNero, ormai da sette mesi, abbiamo intrapreso il percorso della narrativa noir, per noi un'assoluta novità, che ci ha inoltre permesso di iniziare un progetto di comunicazione a 360° per sensibilizzare anche chi di illeciti ambientali non conosce nulla. Creare un blog è la naturale conseguenza del nostro voler metterci in gioco, dando la parola ai nostri lettori, veri protagonisti dell'iniziativa”. VerdeNero Blog, curato dal giornalista Emiliano Angelelli, sarà naturalmente dedicato ai temi della collana. Temi che fanno riferimento ai fatti esposti nel Rapporto Ecomafia e che più di ogni altra cosa riguardano la vita di tutti noi, perché il futuro dell'ambiente in cui viviamo è il nostro futuro. I temi saranno trattati in modo accessibile, per avvicinare i lettori di "noir" alle questioni ambientali, ma anche per generare curiosità sulla collana per chi fosse vicino all'ecologia. Ci sarà quindi largo spazio per i romanzi, i "dietro le quinte" e le anticipazioni, proseguendo così nell'opera di sensibilizzazione che VerdeNero ha fatto propria. Un'occasione per raccogliere in un unico grande spazio il lavoro legato alla collana; non solo quindi i romanzi, ma la multimedialità in ogni suo aspetto: dai "booktrailer" dei volumi, alle gallerie fotografiche realizzate dall'agenzia Prospekt e i video delle presentazioni e degli incontri con gli autori. Leggere VerdeNero Blog significherà, quindi, da una parte seguire giorno per giorno la vita della collana e dall'altra intervenire attivamente con segnalazioni, suggerimenti e proposte di iniziative. Non più quindi solo spettatori passivi dell'attività della collana, ma veri e propri protagonisti: questo il nuovo ruolo dei lettori di VerdeNero, con la possibilità di commentare le notizie, i libri, i video, le foto e le iniziative, interagendo con gli altri utenti collegati attraverso la community, che comprenderà non solo il blog, ma anche i canali personalizzati di You Tube, MySpace e Flickr. VerdeNero Blog sarà un'altra voce che si unirà al coro che urla "il suo basta nei confronti delle imprese colluse, delle istituzioni troppo facilmente concilianti, del mondo che guarda agli scrittori e agli ambientalisti come a dei radical chic neanche troppo simpatici". Un basta che avrà la sua eco anche su internet e alla quale ogni singolo lettore potrà dare il suo contributo. Per informazioni: http://blog.verdenero.it www.verdenero.it.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'imbarazzo del capo dello stato andrà in vacanza lontano da qui - angelo carotenuto (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 31-12-2007)

Pagina III - Napoli IL RETROSCENA Quasi certe le assenze del sindaco e del presidente della Regione in piazza del Plebiscito L'imbarazzo del Capo dello Stato andrà in vacanza lontano da qui ANGELO CAROTENUTO Meno tre: la Iervolino pensa al cincin in privato. Meno due: Bassolino è quasi arrivato alla stessa conclusione. Meno uno: se non vanno loro, figurarsi Di Palma. Un Plebiscito di assenze. Eppure in genere ci sono. Ci sono sempre. Il menu di fine anno pure stanotte è il solito. L'inno al Mediterraneo, l'arte contemporanea, il metrò aperto fino all'alba. Solo che stavolta l'ombra nera dei sacchetti sta consigliando a sindaco, governatore e presidente di Provincia di tenersi lontani dal brindisi in piazza tra la folla. Un imbarazzo che si allunga fino al Quirinale, da dove trapela la notizia che il presidente Napolitano non ha previsto alcun soggiorno in città. Il palco vuoto? Ufficialmente una questione tecnica. Cinque minuti prima della mezzanotte sul palco sale Avitabile; cinque minuti dopo, i 20 musicisti di Bregovic. Insomma, con tutto quel via vai di strumenti si finirebbe per stare stretti. Per non dire della novità dei fuochi d'artificio in piazza, autorizzati a patto che il backstage sia sgombro, mentre tra politici, fasce tricolori, auto blu, scorta, la calca sarebbe assicurata. Ufficialmente. In realtà ci sono i rifiuti, le montagne sotto casa e quelle immagini di nuovo imbarazzanti che fanno il giro del mondo. Non c'è staff politico che in queste ore non sia all'opera per capire quanta parte del dissenso popolare arriverà al Plebiscito, nel cuore del brindisi. Quanta parte e con quali modi. Alcune associazioni civiche già stanno invitando a dare le spalle al palco. Ed è recentissimo l'imbarazzo per i fischi al sindaco in occasione della Piedigrotta. "In piazza si è sempre festeggiato. Ma credo che a una protesta organizzata, nessuno avrà voglia di dare spazio", le parole fin troppo esplicite dell'organizzatore, Dario Scalabrini. "A questo si aggiungono le esigenze dello spettacolo: sincronizzare la mezzanotte, i fuochi e il cambio palco degli artisti con il brindisi può essere complicato". è questo il quadro in cui si inserisce la rinuncia di Napolitano alle vacanze in città tra Capodanno e l'Epifania. Era un'ipotesi, come del resto in ogni periodo di ferie. Il capo dello Stato era qui 12 mesi fa, poche ore dopo aver ricordato nel suo primo discorso di fine anno Emilia ed Enza, due ricercatrici precarie napoletane. Era a Napoli pure in estate, e in città c'è stato per visite ufficiali ben 4 volte, l'ultima in occasione del dialogo interreligioso e l'arrivo del Papa. Sergio Fedele, associazione Napoli punto a capo, gli ha scritto: "Venga perché il momento lo impone, perché le sue visite non possono essere solo atti rituali e perché venga a dire che chi ha sbagliato deve farsi da parte".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'INTERVISTA (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del 31-12-2007)
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(Mattino, Il (Avellino)) (Mattino, Il (Caserta)) (Mattino, Il (Circondario Nord))

L'intervista Ieri mattina tra la gente di Pianura che protestava a contrada Pisani c'era anche il presidente provinciale di An Luigi Bobbio. "Era necessario spiegare alla gente quale fosse la reale posizione del partito, al di là di fughe in avanti individuali. Noi siamo contro la discarica di Pianura". Eppure un consigliere regionale del suo partito sostiene una posizione diversa. "È un gioco tanto vecchio quanto inutile quello di chiamare in causa il senso di responsabilità, che per altro da lungo tempo ci appartiene, per tentare di dare un minimo di dignità politica alle fughe in avanti individuali ed alla carenza di capacità progettuali". C'è spazio per un confronto interno? "Ormai non più. Dispiace che questa inaccettabile ipotesi sia sponsorizzata e caldeggiata anche dal consigliere Diodato. La Federazione Provinciale di An, comunque, è e resta contraria a questa eventualità proprio per cultura di governo e per senso di responsabilità politica. L'attuale disastro sui rifiuti è figlio della scellerata politica bassoliniana che partì proprio con la chiusura di tutte le discariche cui non ha fatto seguito niente di concreto con il risultato che l'intera regione è una discarica a cielo aperto". Stessa posizione del sindaco ma non del governatore? "Chiedere le dimissioni della Iervolino su questo è sbagliato ed è strumentale alle posizioni di Bassolino. La Federazione di An non intende dare quindi nessuna copertura nè a Bassolino nè ad una gestione commissariale alquanto inconcludente. Tanto più quando si pretenderebbe di inventare false soluzioni al problema sulla pelle dei cittadini di Pianura". Soluzioni? "Vogliamo che lo Stato e la Regione si assumano le loro responsabilità senza baratti e senza violare la legge. Non sarà il piatto di lenticchie della riduzione controlegge di Ici e Tarsu, nè strani accordi sul doloroso tema del condono edilizio che ci indurranno a derogare alla nostra coerente linea politica o alla inflessibile difesa del diritto alla salute della gente di Pianura". Ma senza discariche come si risolve l'emergenza? "Con un piano serio che dia il via a consorzi intercomunali che, ognuno per territorio, gestisca i rifiuti e gli eventuali stabilimenti per vagliatura o lavorazione dell'immondizia. Un circuito virtuoso non le perdite di tempo propinateci fino ad oggi". sa.sa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pianura riapre per più di un anno (sezione: Monnezze)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 01-01-2008)
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Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: 1PAGINA - data: 2007-12-30 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE Da Caserta l'accusa del presidente de Franciscis: "La proroga commissariale tutela il malaffare" Pianura riapre per più di un anno Discariche, nuove tensioni. Scontri a Giugliano con sette feriti Si lavora per riaprire quanto prima la discarica di Pianura per consentire a Napoli e provincia di avviarsi verso la normalità. Ieri, nuova riunione tra il neocommissario Cimmino, Bassolino, Iervolino e Mola, nel corso della quale è stata ribadita una generale contrarietà alla riapertura della discarica chiusa undici anni fa. "Ma tra un paio di giorni", ha detto Cimmino, "ci ritroveremo con una nuova crisi rifiuti". Intanto, nuovi scontri con feriti a Giugliano tra i manifestanti che impediscono il passaggio dei camion e le forze dell'ordine. Ancora accuse, infine, alla decisione di prorogare il regime commissariale. "Il governo- dice il presidente della Provincia di Caserta, de Franciscis - con la proroga tutela gli interessi torbidi del malaffare e dello spreco, ma non quelli dei cittadini". ALLE PAGINE 2 E 3 Agrippa, Geremicca, Lampugnani, Marino.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

De Franciscis: <La proroga tutela interessi torbidi> (sezione: Monnezze)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 01-01-2008)
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(Corriere del Mezzogiorno)

Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: INPRIMOPIANO - data: 2007-12-30 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE La polemica Il presidente della Provincia De Franciscis: "La proroga tutela interessi torbidi" "Caro Prodi, Caserta è caso nazionale" L'amministratore di Terra di Lavoro accusa il Commissariato di alimentare soltanto malaffare e inefficienza NAPOLI - "L'ennesima proroga commissariale è prova che il governo ha preferito tutelare interessi finanziari e connessioni sospette più forti del prioritario interesse di liberare la popolazione campana dalla spazzatura ". Sandro de Franciscis, presidente della Provincia di Caserta e segretario del Partito democratico di Terra di Lavoro, ha consegnato al suo blog ( sandrodefranciscis. it) gli auguri per il nuovo anno. Più che veri auguri, quasi una ''chiamata alle armi'': l'esortazione diretta ai casertani a ribellarsi. E ora ripete e conferma: "Con i 104 sindaci e l'amministrazione provinciale porterò Terra di Lavoro a Palazzo Chigi. Qui non c'è più destra o sinistra che tengano: l'indignazione della gente è la mia indignazione. Il disgusto dei concittadini è il mio disgusto". Perché ce l'ha tanto con il commissariato per l'emergenza rifiuti? "Perché è lì la radice del ma-laffare e della cattiva amministrazione dalla quale trovano alimento interessi forti e torbidi ". Addirittura? "Com'è possibile dar credito ad una struttura priva di qualunque capacità strategica che in quattordici anni, pur avendo ricevuto migliaia di milioni di fondi pubblici, ha generato una spaventosa situazione debitoria? Ora, il prefetto Pansa ha scoperto che le tariffe applicate dagli autotrasportatori dei rifiuti erano il doppio di quelle nazionali. Usciamo per un attimo dall'emergenza rifiuti. Ma ritroviamo sempre lo stesso spartito commissariale con tanto di stellone: le bonifiche dei siti inquinati non vengono affidate a interventi programmati frutto di normali rapporti tra governo ed enti locali, come sarebbe ovvio, ma ad un nuovo commissariato per le bonifiche. E il risultato qual è? Nulla. Anzi, organismi e ditte che sopravvivono a se stessi. E vogliamo parlare del commissariato per il ciclo delle acque che gestisce soltanto vertenze di tipo giurisdizionale? Nella mia provincia insistono cinque depuratori di costa che non depurano assolutamente nulla. E, infine, qualcuno si è mai chiesto perché la rappresentanza sindacale degli addetti al settore rifiuti è prevalentemente nelle mani di sindacati autonomi che tengono sotto ricatto i consorzi, mentre i confederali sono pressoché inesistenti? ". Insomma, un quadro fosco. Non teme che contestando la struttura commissariale si delegittimano le istituzioni governative? "Ma le istituzioni sono già delegittimate. Dai fatti. Dai cumuli di spazzatura. Dalla esasperazione che non trova risposte. Dalle proroghe mangiasoldi pubblici. Il presidente della commissione parlamentare di inchiesta sui rifiuti, Roberto Barbieri, ha detto le stesse cose che dico io da mesi. Ma è rimasto inascoltato". Ora, tuttavia, uno sforzo occorre farlo per uscire dalla crisi. "Caserta è stata l'unica provincia ad accogliere le richieste commissariali: abbiamo riaperto la discarica Lo Uttaro e a distanza di tempo cosa ci ritroviamo? Una nuova richiesta di spazi. Lo vadano a chiedere direttamente ai citadini di Aversa che si ritrovano con sei piani di immondizia; a Maddaloni, città letteralemte in ginocchio; a Marcianise, altra comunità ferita in lungo e in largo. Quale respiro strategico ci può essere senza un piano provinciale dei rifiuti, un programma di infrastrutturazione, la possibilità di poter scegliere sul mercato la migliore proposta per gestire il ciclo rifiuti nel mio territorio?". Le Province di Benevento e Salerno sarebbero già attrezzate per occuparsi direttamente della gestione dei rifiuti. Caserta, invece, sembrerebbe legata al destino prolungato di Napoli. "Non sono assolutamente prevedibili gradazioni nell'imboccare la via d'uscita dall'emergenza. Caserta deve uscire per prima e non voglio sentire di alcun nesso con altre aree. Il nostro è il territorio con il maggior numero di comuni, 47, inseriti nell'elenco dei siti contaminati di interesse nazionale; è il territorio delle ecomafie; l'area maggiore di quel bacino della morte dove le patologie neoplastiche registrano incidenze agghiaccianti. Non voglio un euro in più. Ma esigo che mi vengano restituite la libertà di decidere e la responsabilità di scegliere il futuro del mio territorio allo stesso modo di come viene concesso al mio collega di Modena". Angelo Agrippa \\ Il regime commissariale alimenta il malaffare e lo spreco dei soldi pubblici.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pianura verso la riapertura (sezione: Monnezze)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 01-01-2008)
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(Corriere del Mezzogiorno)

Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: INPRIMOPIANO - data: 2007-12-30 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE Pianura verso la riapertura Il neocommissario Cimmino: "Tra un paio di giorni nuova crisi" Incontro in prefettura. Mola: "Napoli ha dato, si cerchi altrove" Margini di tolleranza per una decina di giorni sfruttando i siti di stoccaggio nei Cdr di Caivano e Giugliano NAPOLI - Si lotta contro il tempo. Con i cumuli di rifiuti che crescono di giorno in giorno e che, domani, con la richiusura di Taverna del re, potrebbero invadere anche il "salotto buono" di Napoli, finora miracolosamente risparmiato dalle montagne di spazzatura che assillano le periferie, umiliano l'area flegrea, devastano i comuni vesuviani, sfregiano quelli a nord di Napoli e buona parte del Casertano. Ieri, un sopralluogo aereo da parte di alcuni funzionari della prefettura e di tecnici del Commissariato per verificare se la discarica di Pianura in località Contrada Pisani potrà incominciare a ricevere un po' di rifiuti probabilmente a partire già dai primi giorni di gennaio. Un centinaio di cittadini, allertati, si sono radunati nei pressi del sito, chiuso nel 1996. Poi, in serata un incontro in prefettura tra il neocommissario Umberto Cimmino, il prefetto Alessandro Pansa, il capo di gabinetto Enzo Panico, il governatore Antonio Bassolino, la sindaca di Napoli Rosa Russo Iervolino e il presidente della Provincia Dino Di Palma si è concluso con un nulla di fatto. "Fra un paio di giorni - ammonisce il neocommissario Cimmino - corriamo il rischio di non avere possibilità di rimuovere la spazzatura dalla strada". Insomma, bisogna far presto. Per ora, si procederà con i siti di stoccaggio temporaneo nei Cdr di Giugliano e Caivano. Una soluzione tampone valida per una decina di giorni. Dopodiché, arriverà un nuovo picco critico. è per questo che l'attenzione non può che concentrarsi sulla discarica di Pianura, la quale, fatte salve tutte le garanzie tecniche, sarebbe destinata ad essere sfruttata per il talquale per quasi un anno. Se non di più, come alcuni esperti prevedono, per consentire a Napoli di poter entrare senza affanno nel ciclo integrato dei rifiuti. Dunque, al di là dell'attivazione del termovalorizzatore di Acerra, programmata (ottimisticamente) per novembre. Ma dal Comune di Napoli, il rifiuto su Pianura resta netto: "Sappiamo - dice l'assessore alla nettezza urbana Gennaro Mola - che c'è un interesse per Pianura da parte del Commissariato in quanto è ritenuto un sito idoneo. Sono in corso accertamenti tecnici. Noi siamo contrari all'utilizzo di Pianura e continuiamo ad esserlo. Il Comune di Napoli non è mai stato irresponsabile, ma di sicuro è stanco di essere lo sversatoio della Campania. Altrove ci sono aree alternative più adeguate ". Se la Destra di Storace chiede l'annullamento della festa di fine anno in piazza del Plebiscito e la dichiarazione di calamità naturale per la Campania, la disperazione dei sindaci fa capolino in tv. Ieri, intervistato dal Tg4 di Emilio Fede, il sindaco di Quarto, Sauro Secone, ha confessato di sentirsi avvilito: "Troviamo solo porte chiuse - ha detto - ed un muro di gomma. Ci troviamo in una emergenza che ormai ha risvolti drammatici con oltre duemila tonnellate per strada. Se mi dessero la possibilità di conferire i rifiuti in Australia non ci penserei su due volte e noleggerei una nave". Intanto, la giunta regionale ha approvato lo stanziamento di 24 milioni di euro per i siti di compostaggio già esistenti di Napoli, Caivano e Pomigliano d'Arco, nonché per la messa in sicurezza delle discariche di Polla e Montecorvino Pugliano, in provincia di Salerno. "Si tratta - ha sottolineato l'assessore all'Ambiente della Regione Campania, Luigi Nocera - di un provvedimento che rappresenta un impegno concreto della Regione per contribuire a risolvere l'emergenza poichè consentirà di migliorare la raccolta differenziata. La delibera - ha concluso l'assessore - dimostra anche la piena collaborazione col commissariato rifiuti". Angelo Agrippa L'allerta Un centinaio di cittadini hanno presidiato l'ingresso della discarica di Contrada Pisani Il prefetto e il quartiere Il commissario per l'emergenza rifiuti in Campania, il prefetto Umberto Cimmino, ieri ha presieduto una riunione con Bassolino, Iervolino e Di Palma in prefettura sulla possibilità di poter riaprire la discarica di Pianura, chiusa undici anni fa e che ora potrebbe accogliere il talquale di Napoli e Provincia. Nella foto grande a sinistra il sit-in nel quartiere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2007, i fatti salienti con Il Grecale (sezione: Monnezze)

( da "Grecale, Il" del 01-01-2008)

Riviviamo alcuni degli argomenti trattati dalla nostra agenzia e che hanno segnato l'anno che sta terminando di Redazione Nella foto di Franco Cautillo alcune auto bruciate nella baia di San Nicola, a Peschici Giorno dopo giorno, mese dopo mese, anche il 2007 è volato via. Sono state tantissime le notizie pubblicate dall'agenzia di stampa quotidiana Il Grecale. Notizie che hanno segnato quest'anno ormai agli sgoccioli di speranza e delusione, di rabbia e indignazione, di voglia di andare avanti. Tra gli eventi che hanno segnato più profondamente il popolo foggiano, non possiamo non iniziare da quell'89' minuto dell'incontro Avellino-Foggia, che ha spezzato il sogno della serie B, tanto agognato dai tifosi rossoneri. Il 2007 è l'anno dell'assegnazione dell'Authority per la sicurezza alimentare al capoluogo dauno, che riesce a spuntarla su Parma, ma anche l'anno del riconoscimento del coraggio dei foggiani in seconda guerra mondiale, col conferimento della medaglia d'oro al valor militare. Dopo aver incantato le piazze di tutt'Italia con il suo "Tutto Dante", Roberto Benigni conquista anche Foggia, ma il flop dell'estate foggiana, organizzata dal Comune, è mastodontico, tanto che il 2007 verrà ricordato come l'anno degli eventi annullati. Ma non è stato, purtroppo, solo lo spettacolo ad infiammare l'estate del 2007. Il 24 luglio, infatti, un vasto incendio (di origine dolosa) ha colpito il Gargano e in particolare la città di Peschici, creando incalcolabili danni ambientali e mietendo anche 3 vittime. Ma la cittadina garganica, forte anche della grande solidarietà dimostrata da tutta la provincia, risorge dalle sue ceneri e sul palco della terza edizione del Peschijazz dà prova della sua grande forza e della ferma volontà di andare avanti. Peschici, inoltre, ha fatto onore alla Capitanata, poiché si è aggiudicata (unica in provincia di Foggia) la bandiera azzurra della Fee per la qualità del mare e dei servizi. E' stato l'anno della Pet-Tac a San Giovanni Rotondo e della polemica sulla riesumazione della salma di Padre Pio, ancora senza una concreta risposta. E senza una risposta è anche la chiusura inaspettata della redazione de Il Meridiano, quotidiano nazionale con sede a Foggia che ha lasciato senza lavoro decine di giornalisti. E' stato l'anno delle diatribe sulla chiusura dell'asilo Trotta e sull'apertura della centrale En Plus a San Severo, Tornando in tema di cronaca nera, è stato un annus horribilis per alcuni eventi raccapriccianti: la ragazzina stuprata da un branco a Vico del Gargano a maggio, le estorsioni ai danni di un bambino a Serracapriola, l'intera famiglia manfredoniana sterminata dal monossido di carbonio ad Ippocampo, la riapertura delle guerre di mafia del Gargano (soprattutto a San Nicandro) e a Foggia (culminante con l'omicidio del "paciere" Franco Spiritoso). Se il maestro Umberto Giordano guarda con delusione e riprovazione lo smantellamento della piazza a lui dedicata, gli rendono omaggio le amministrazioni comunali di Foggia e San Severo con la riproposizione, nel centenario della sua prima messe en scene, del gioiello giordaniano "Marcella". Mentre il Teatro Comunale langue sotto le impalcature degli interminabili lavori di ristrutturazione, la città si riappropria dei suoi tesori. Torna a splendere la fontana del Sele, la Cattedrale e, per ultima, Porta Grande (o porta Arpana). Si apre, inoltre, un vero forum sulla chiusura di via Arpi al traffico. Il 2007, purtroppo, verrà ricordato anche per gli efferati fatti di sangue consumati tra Foggia e provincia: mentre resta irrisolto il caso Biagini, sono 21 gli omicidi e oltre gli 30 agguati che hanno macchiato di sangue la Capitanata in questi 12 mesi. A gennaio, la questura di Foggia saluta il questore Stefano Cecere e passa sotto la guida di Bruno D'Agostino. Le forze di polizia, carabinieri e guardia di finanza hanno messo a segno importanti operazioni tese a sgominare vaste organizzazioni criminali. Ricordiamo l'operazione "Joker" che ha portato all'arresto di 38 persone a San Severo accusate, a vario titolo, di tentato omicidio, detenzione illegale di armi, estorsioni, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Ancora, l'operazione antidroga "Maracaibo", che ha portato all'arresto di 25 persone tra San Severo e Torremaggiore, e la brillante operazione "Veleno", collegata a reati di ecomafia, che ha portato all'arresto di 54 persone ad Orta Nova. Non è altrettanto brillante la situazione politica in Capitanata: se l'amministrazione comunale di Foggia va avanti sul filo del rasoio, non si sono dimostrate altrettanto salde quelle di San Severo e San Giovanni Rotondo. Se la giunta Santarelli si è ricostituita appigliandosi ad un vizio di forma, non riesce a fare altrettanto Mangiacotti, alla cui giunta sono state fatali le dimissioni di 11 consiglieri. Intanto, si inizia già a programmare la corsa a Palazzo Dogana. Mentre riapre lo storico locale foggiano, la Taverna del Gufo, il Teatro dei Limoni inaugura il suo spazio teatrale indipendente ed autogestito, l'ennesima conquista per la compagnia foggiana. Nello sport, il centravanti garganico del Lucera Cannarozzi conquista il Pallone d'Oro di Capitanata. Sono solo alcune delle tante notizie raccolte e divulgate attraverso la pagine di questa agenzia che, giunta ormai ai suoi primi 2 milioni di click, insegue il suo sogno di gloria e, perseguendo nel suo progetto, raccoglie i suoi frutti. E' il caso del successo riscosso dall'allegato telematico "Dilettanti in rete", seguito in massa dagli appassionati e tifosi del calcio dilettantistico di Capitanata e del suo primo Almanacco, ormai "a ruba" su tutti i campi di gioco. I progetti sono tanti, l'entusiasmo e la voglia di fare non ci manca. Accompagneremo i nostri lettori (tanti ed affezionati) anche nel 2008! Buon anno dalla redazione de "Il Grecale". (Il Grecale) (Pubblicato il 30/12/07 - 10:05 ).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E la politica scese dal palco istituzioni assenti in piazza - roberto fuccillo (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 02-01-2008)

Pagina IV - Napoli IL CASO Interrotta la tradizione che voleva le autorità al Plebiscito per il Capodanno E la politica scese dal palco istituzioni assenti in piazza Salta il brindisi: "Volevamo evitare tensioni" ROBERTO FUCCILLO "LOVE the difference". L'allestimento di Pistoletto a piazza Plebiscito invita ancora a legittimare le differenze, e le istituzioni partenopee devono aver pensato che toccasse anche a loro introdurre una seria diversità col passato, ovvero rinunciare al passaggio sul palco del concerto di San Silvestro. Non c'era Bassolino, iniziatore nel 1994 della tradizione. Niente Iervolino, che pure al calore della sua gente ha manifestato più volte di tenere. Astenuto anche il presidente della Provincia Dino Di Palma. Una assenza per la verità già pronosticata alla vigilia, causa rischio contestazioni. Coi rifiuti per strada, soprattutto la destra aveva alzato subito la contraerea contro l'eventuale "panem et circenses". Il presidente della municipalità Chiaia-Posillipo, Fabio Chiosi di An, aveva esplicitamente invitato Bassolino e gli altri vertici istituzionali a non farsi vedere sul palco perché "non c'è nulla da festeggiare". Sempre da An, il capogruppo alla Provincia Luigi Rispoli aveva chiesto l'annullamento tout court della manifestazione. Idem gli uomini della "Destra" di Francesco Storace. Che la piazza non fosse facile è stato confermato dal fatto che poi sul palco del concerto sono arrivati, nella mattinata del 31, anche i disoccupati della Unione disoccupati organizzati, che poi sono riusciti a ottenere un incontro in Comune con l'assessore Giulio Riccio. Non senza avere lasciato per strada anche striscioni sui rifiuti, che ieri ancora facevano mostra di sé da alcune impalcature della festa. Alla fine è toccato ancora a Chiosi fare un bilancio politico: "Il fatto che Bassolino e compagni non siano saliti sul palco di Piazza del Plebiscito per la prima volta dopo anni è il segnale inequivocabile della fine dell'esperienza politica del centrosinistra a Napoli ed in Campania. Ho personalmente assistito anche alle proteste dei napoletani e dei turisti per il bluff dei fuochi dal Castel dell'Ovo: alcune fiaccole accese per pochi minuti, la gente che protestava con i vigili e faceva il confronto ironico fra i fuochi del castello e quelli dei falò di spazzatura". Se dunque negli anni scorsi magari le istituzioni erano state accusate di cavalcare un po' troppo la popolarità della festa, stavolta fa notizia la loro ritirata. Con una giustificazione che si è diffusa nei rispettivi staff, quella di evitare proprio che l'aspetto spettacolare corresse il rischio di essere rovinato da quello politico. Tesi resa esplicita dal sindaco Rosa Russo Iervolino: "C'era una situazione di tensione fra la gente nei giorni scorsi. E quindi, anche se con grande sacrificio, perché a me è dispiaciuto non esserci, e credo anche a Bassolino, abbiamo fatto la scelta di non essere presenti, per non dare adito a fenomeni irritativi, perché la presenza non potesse essere intesa come provocatoria e irritante". La locandina in effetti era di livello: Enzo Avitabile con i suoi Bottari di Portico, Goran Bregovic, Khaled, Tullio De Piscopo, Consiglia Licciardi, Sal Da Vinci, Marco Zurzolo, Gigi Finizio. Resta il fatto che l'unica a goderseli, e a reggere il fronte per conto del Palazzo, è stata l'assessore comunale Valeria Valente. D'altro canto il sindaco non si è affatto chiusa a casa, anzi ieri sera ha partecipato alla marcia della pace organizzata dalla Comunità di Sant'Egidio in piazza del Gesù. "Rivendico - ha aggiunto - il fatto di essere fra la nostra gente, qui, stasera, tranquilla, per partecipare a questa marcia". Al suo fianco c'erano anche Di Palma e l'assessore regionale Teresa Armato. è stata l'occasione per tornare a parlare della questione rifiuti, con annesso riferimento alle parole del Capo dello Stato. Cosa che peraltro in mattinata aveva fatto anche Bassolino. Quasi un segno del fatto che i due hanno soltanto voluto non mettere a repentaglio la festa di piazza Plebiscito. Tesi che ovviamente non convince un'altra carica istituzionale come Salvatore Ronghi, An, vicepresidente del Consiglio regionale: "Nella loro consapevolezza, Bassolino, Iervolino e Di Palma dovrebbero, per augurare finalmente un felice 2008 ai cittadini di Napoli e della Campania, dimettersi dai loro incarichi".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"rifiuti, è sempre più allarmante" - angelo carotenuto (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 02-01-2008)

Pagina IV - Napoli "Rifiuti, è sempre più allarmante" La replica del sindaco: Napoli non ha egoismi Oggi presidio di Alleanza Nazionale davanti alla dimora posillipina Il discorso in tv contro i "particolarismi" e la risposta della Iervolino Napolitano a Villa Rosebery in vacanza fino all'Epifania ANGELO CAROTENUTO Un soggiorno in forma strettamente privata. è la formula con cui Giorgio Napolitano è giunto ieri intorno alle 13 a Villa Rosebery, la residenza posillipina che è patrimonio della presidenza della Repubblica, a due mesi dalla visita ufficiale alla città per il convegno di dialogo interreligioso, e a tre di distanza dall'intervento per l'inaugurazione del restauro alla stazione metropolitana di Mergellina. Era settembre quando disse: "Ho trovato una città libera dai rifiuti. Siccome tanti titoli sono stati dedicati alle strade di Napoli ingombre di immondizia, mi auguro che ci sia qualche titolo sulle strade liberate, spero in modo duraturo, dalla crisi". Invece i rifiuti di Napoli e della Campania, a Capodanno, non sono finiti soltanto nei titoli dei giornali, ma persino nel cuore del suo secondo discorso di san Silvestro da capo dello Stato. A reti unificate, e per la prima volta anche attraverso You Tube, Napolitano ha fatto riferimento a "paure irragionevoli e particolarismi, politici o localistici, che emergono in troppi casi: impedendo, ad esempio, la soluzione del sempre più allarmante problema dei rifiuti in Campania, con grave danno per le condizioni e per l'immagine di una città e di una regione nelle quali invece non mancano energie positive, realtà nuove e iniziative di qualità". Una presa d'atto di un allarme cresciuto, in coda a giorni in cui il Quirinale ha seguito "attimo per attimo" le nere vicende dell'immondizia campana. Nessuno dissente. Antonio Bassolino fa sapere di aver apprezzato e condiviso. Tra i due c'è stata anche una telefonata di auguri. "è giusto - così dice il governatore - il richiamo a superare paure irragionevoli e particolarismi che impediscono di trovare una soluzione al problema dei rifiuti, una soluzione che è necessaria per lo sviluppo e l'immagine delle nostre terre dove, come ha ricordato il presidente della Repubblica, sono presenti ed attive tante forze positive". Le paure e i particolarismi sono quelle del quartiere Pianura? Rosa Russo Iervolino nega. "Napoli non ha egoismi né particolarismi". Anche lei condivide il richiamo del presidente, ma ricorda che "i cittadini e i quartieri di Napoli, quando sono stati chiamati a fare dei sacrifici, li hanno fatti. Penso a Poggioreale e San Pietro a Patierno. Adesso attendono con fiducia le decisioni del commissario di governo, sicuri che saranno compatibili con la necessità di trovare posti per sversare, ma anche con i diritti di chi ha già dato tanto. Quelli di Pianura sono tra essi. Io faccio il sindaco, il commissario di governo si chiama Cimmino: chiedete a lui se il sito è stato scelto. Io ho fatto presente, come mio dovere, quali sono le situazioni ambientali e abitative della contrada Pisani". Per il centrodestra, il discorso di Napolitano va letto come uno schiaffo alle amministrazioni locali. Ronghi, il vicepresidente An del consiglio regionale, dice che "il presidente Bassolino non può fingere di non capire, dal momento che ha fatto raggiungere alla Campania tutti i primati negativi apparsi sui maggiori quotidiani del mondo, e per la prima volta anche il presidente della Repubblica, nel suo messaggio augurale di fine anno, non ha potuto fare a meno di evidenziarlo". An ha presentato in prefettura col suo coordinatore cittadino Chiosi una richiesta di incontro con Napolitano, e stamattina i giovani del partito - se ne annunciano una cinquantina - saranno alle porte della residenza presidenziale posillipina con un dossier di foto scattate in città e in provincia in questi giorni. L'album dell'immondizia aggiornato alla mattina del 31 dicembre, con i cumuli in strada e i cassonetti incendiati. Vogliono consegnarlo nelle mani del presidente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Napoli, cresce l'allarme diossina (sezione: Monnezze)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 02-01-2008)

NAPOLI I rifiuti entrano nel messaggio di fine anno del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che accusa: "Paure irragionevoli, particolarismi politici e localistici" impediscono la soluzione di una emergenza "sempre più allarmante". Rifiuti ancora in strada Nelle strade della Campania l'immondizia ancora giace per le strade e, ora più che mai, brucia: nella notte di San Silvestro i cassonetti saltano in aria. Petardi e fuochi pirotecnici. Il sindaco di Napoli sottolinea ancora una volta: "Egoismi Napoli non ne ha. Il Comune, nell'emergenza, non ha alcuna responsabilità e competenza. La città è commissariata da 14 anni, il prefetto è commissario del governo e a lui compete l'onere di trovare delle soluzioni". Sui cassonetti distrutti, però, protesta l'Asia, addetta alla raccolta dei rifiuti solidi urbani, e cresce l'allarme diossina, che attira l'attenzione, anche in questo caso, di voci di livello nazionale: interviene da Milano il farmacologo Silvio Garattini, che suggerisce di monitorare i livelli di veleno sprigionato a Capodanno. I problemi sollevati nello scorcio del 2007, fra l'altro, restano tutti aperti per il 2008: chiuso il sito di stoccaggio di Taverna del Re, a Giugliano si combatte sul fronte napoletano con il sindaco deciso a difendere i cittadini di Pianura dall'ipotesi della riapertura di Contrada Pisani. La polemica politica Ieri in serata, Rosa Russo Iervolino, dopo avergli fatto gli auguri per telefono per il nuovo anno, risponde anche a Napolitano, arrivato intanto in città: "Giusto parlare di egoismi e particolarismi ? dice citandone le parole ?, ma Napoli non ha né l'una né l'altra cosa". Basta pensare alla disponibilità su Poggioreale, dice. L'ipotesi di un sito di stoccaggio per le ecoballe a Pianura, sulla quale sembra puntare il commissario di governo? Il sindaco resta contrario: va difeso anche chi chiede la tutela dei suoi diritti, "avendo già dato...". Oggi ci sarà una marcia, nel quartiere, contro la discarica. Anche per il presidente della Campania Antonio Bassolino è "giusto il richiamo di Napolitano a superare irragionevoli paure e particolarismi". Il messaggio del Quirinale viene letto invece come un preciso atto d'accusa alla classe dirigente locale dalla Casa delle libertà: An e Azione giovani annunciano un presidio davanti a Villa Rosebery. "Chiederemo al presidente della Repubblica ? dichiarano An e Ag ? di esercitare il potere concesso dall'articolo 126 della Costituzione, che prevede la possibilità di sciogliere il Consiglio comunale e regionale "quando compia atti contrari alla Costituzione o gravi violazioni di legge". Consegneremo poi al presidente un "souvenir" con le foto dei cumuli di immondizia che sono sulle strade di Napoli e Provincia". Il rischio diossina Infine, il farmacologo Silvio Garattini suggerisce di effettuare test di tossicità dell'aria. Secondo Garattini, "presumibilmente a seguito degli incendi, la concentrazione di diossina e altre sostanze dannose nell'aria è aumentata e va dunque tenuta sotto controllo. Oggi questa concentrazione ? rileva l'esperto ? è probabilmente superiore alla media proprio per effetto dei roghi di Capodanno". "Test di misurazione" "Sarebbe dunque bene che le autorità locali effettuassero test di misurazione per accertare il livello di diossina e sostanze dannose presenti e il generale grado di inquinamento dell'aria". A ogni modo, precisa ancora Garattini, "l'effetto, per quanto pericoloso per la salute, è comunque temporaneo: venti e condizioni atmosferiche particolari contribuiscono, infatti, a disperdere tali sostanze". Ma se i roghi dovessero intensificarsi, avverte, "la situazione sarebbe d'allarme". Produce infatti molta più diossina la combustione incontrollata di rifiuti solidi urbani che non un inceneritore che opera rispettando regole precise e utilizzando le nuove tecnologie, sottolineano anche gli esperti dell'Istituto superiore di sanità (Iss). Gli incendi di rifiuti, soprattutto per la grande quantità di buste di plastica presenti tra l'immondizia, rappresentano indubbiamente un grave pericolo per la salute pubblica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Iervolino: <Napoli non ha egoismi> (sezione: Monnezze)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 02-01-2008)

Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: INPRIMOPIANO - data: 2008-01-02 num: - pag: 4 categoria: REDAZIONALE La sindaca "Il richiamo del Presidente è giusto, gli siamo grati per quello che fa" Iervolino: "Napoli non ha egoismi" NAPOLI - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, condanna le "paure irragionevoli " ed i "particolarismi, politici o localistici", che ostacolano la soluzione dell'emergenza rifiuti in Campania: il passaggio, contenuto nel discorso di fine anno, viene commentato positivamente dal governatore Bassolino e dalla sindaca Iervolino, la quale precisa però che il "no" all'ipotesi di riaprire lo sversatoio cittadino di Pianura non può essere considerato né un egoismo né un particolarismo, "perché i cittadini e i quartieri di Napoli - ricorda la sindaca - quando sono stati chiamati a fare dei sacrifici, l'hanno fatto. Adesso i napoletani attendono con fiducia le decisioni del commissario di Governo, sicuri che saranno compatibili con la necessità di trovare posti per sversare, ma anche con i diritti dei cittadini che hanno già dato tanto". Iervolino si riferisce all'attualità: l'altro ieri ha chiuso il sito di stoccaggio di Giugliano, ed a Napoli si discute della riapertura dello storico invaso di Pianura, chiuso 12 anni fa. Ipotesi che vede la sindaca contraria. Ecco perché la Iervolino rimarca un concetto: che "egoismi" che intralciano la soluzione della crisi dei rifiuti "Napoli non ne ha". Al capo dello Stato la prima cittadina risponde a margine della marcia per la Pace organizzata dalla Comunità di Sant'Egidio, in piazza del Gesù. "Gli siamo grati fino in fondo per quello che fa". Poi aggiunge: "Per quello che ci riguarda, il presidente ha detto giustamente di superare particolarismi e egoismi. Direi però che Napoli non ha né l'una né l'altra cosa". Eppure pare che il sito sia stato già scelto dal commissariato rifiuti? "Ognuno fa il suo mestiere - sottolinea ancora - . Io sono il sindaco di Napoli, il commissario di Governo si chiama Cimmino. Chiedete a lui". Frasi pronunciate da chi non intende rimanere col fiammifero tra le mani. Ecco perché la sindaca ha ribadito dai microfoni del Gr2 che il Comune di Napoli "sull'emergenza rifiuti non ha alcuna responsabilità e nessuna competenza" e che "spetta al commissario l'onere di trovare le soluzioni". Anche Bassolino, condivide il richiamo fatto dal capo dello Stato sull'emergenza rifiuti in Campani. "è giusto - dice il governatore - il richiamo a superare paure irragionevoli e particolarismi che impediscono di trovare una soluzione al problema dei rifiuti". L'emergenza rifiuti ha però creato un clima teso in città. Tanto che i vertici delle istituzioni, Bassolino, Iervolino e Di Palma, hanno preferito disertare la festa di fine anno in piazza Plebiscito. "Assenza" che per la Iervolino è frutto di una "scelta", "perché - spiega - c'era una situazione di tensione fra la gente nei giorni scorsi e quindi, anche se con grande sacrificio, perché a me è dispiaciuto non esserci, e anche a Bassolino, perché la presenza non potesse essere intesa come provocatoria e irritante. Ma il fatto che io sia qui, alla fiaccolata, tra la gente, è una prova che non ho alcun timore del confronto". Paolo Cuozzo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Discariche, il no della Iervolino (sezione: Monnezze)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-01-2008)

Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2008-01-02 - pag: 15 autore: Ambiente. Mancano i siti di smaltimento - Su contrada Pisani (Napoli) parere contrario del sindaco Discariche, il no della Iervolino Contro l'emergenza trasferite in Germania 4mila tonnellate di rifiuti Francesco Prisco NAPOLI Occupa soltanto da un giorno la scomoda poltrona di commissario per l'emergenza rifiuti in Campania ma già è chiamato a prendere una decisione tanto strategica quanto osteggiata dalla piazza e sgradita alla politica. Umberto Cimmino, venerdì scorso nominato dal Viminale per gestire la crisi e di fatto operativo da ieri, entro stasera metterà la firma sul documento che riapre la discarica di contrada Pisani (nella municipalità napoletana di Pianura), un vecchio sito chiuso dal '96,profondo 150 metri, della capacità di 1,8 milioni di metri cubi che scongiurerebbe l'ennesima recrudescenza dell'emergenza. Lunedì pomeriggio,in Prefettura, Cimmino ha discusso dell'ipotesi con il governatore Antonio Bassolino ed il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino avversa come i suoi concittadini alla riapertura dell'area che fu simbolo del degrado della periferia partenopea. Il tavolo si è chiuso con una pausa di 48 ore strappata dal Municipio, al fine di valutare altre soluzioni come l'utilizzo di siti militari. "Continua a non piacerci l'ipotesi contrada Pisani –spiega l'assessore napoletano alla nettezza urbana Gennaro Mola – e confidiamo in eventuali alternative.Siamo però consapevoli della gravità della situazione e pronti ad essere collaborativi con le decisioni del Commissariato ". Alternative almeno per il momento non ce ne sono,dopo la chiusura la sera del 31 dicembre della discarica di Taverna del Re, nel Comune di Giugliano. E se non c'è discarica,si blocca per forza di cose la lavorazione degli impianti Cdr oggi ridotta al di sotto della preoccupante soglia del 70 per cento.Soluzione tampone si rivela così l'invio di 4mila tonnellate e mezzo di rifiuto "tal quale" in Germania, al costo di 230 euro a tonnellata. La situazione campana continua ad essere grave, tanto da essersi meritata ancora una volta un esplicito riferimento nel tradizionale messaggio di fine anno del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il capoluogo partenopeo, nei giorni scorsi ricoperto da mille tonnellate di spazzatura,dopo Capodanno tira comunque un sospiro di sollievo. è ripresa proprio la notte dell'uno gennaio, alle 3, la raccolta straordinaria da parte dell'Asia, municipalizzata che si occupa del servizio. L'azienda ha impiegato circa 2.000 addetti con 250 autocompattatori, una trentina di mezzi carrabili e 25 pale meccaniche. Per scongiurare il rischio incendi l'Asia ha provveduto anche alla raccolta di oltre 120 tonnellate di cartoni da imballaggi. Nonostante il momento clou fosse trascorso, dalla sala operativa dei vigili del fuoco fanno sapere che, soltanto nella mattina di ieri sono stati eseguiti 90 interventi. Il pericolo di roghi appiccati ai cumuli di immondizia accumulati nelle strade era stato già paventato al punto che erano stati allertati anche i volontari della Protezione civile per poter essere di supporto ai vigili del fuoco. La Provincia di Napoli aveva messo a disposizione quattro mezzi in più per poter aiutare nello spegnimento degli incendie per bagnare i rifiuti ammassati sia nell'hinterland che a Napoli città. Situazione critica anche in provincia di Caserta, altro territorio per il quale si registra urgente domanda di discariche. Il neocommissario Cimmino sta contrattando, tra le solite plateali contestazioni dei residenti e i dubbi dei politici, l'apertura di un sito a San Tammaro e di un'area di stoccaggio per ecoballe a Carinola. Se la passano decisamente meglio le province di Salerno, Avellino e Benevento, i cui sindaci grazie al ricorso a piccoli siti di stoccaggio impediscono al precarissimo ciclo di smaltimento di andare in tilt.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Iervolino e Bassolino dove siete? (sezione: Monnezze)

( da "Libero" del 02-01-2008)

Attualità 02-01-2008 Iervolino e Bassolino dove siete? In Italia qualsiasi avvenimento che danneggia il cittadino diventa una pubblica denuncia verso le istituzioni e chi le rappresenta. Giornali e tv fanno a gara per scoprire i responsabili di questi disservizi, compresi sindaci e presidenti di Regione che ne hanno la responsabilità politica. Non è così per il sindaco di Napoli e per il governatore della Campania che, ignorati dai media di regime, si guardano bene loro stessi dall'apparire. A veder tutte quelle sequenze sulla monnezza di Napoli e della Campania viene naturale chiedere: ma dove sono Iervolino e Bassolino? Giuseppe Condò e.mail Io un'idea ce l'avrei: stanno sotto quei cumuli. Proviamo a scavare. Forse li troveremo. Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FAI LA NANNA PRESIDENTE (sezione: Monnezze)

( da "Libero" del 02-01-2008)

Prima pagina 02-01-2008 FAI LA NANNA PRESIDENTE di VITTORIO FELTRI Non ho invidiato, la sera del 31 dicembre, Giorgio Napolitano davanti alle telecamere per il rituale - liturgicamente noioso - augurio agli italiani. Mentre attaccava a parlare, poveraccio, mi è sembrato a disagio nel ruolo di predicatore televisivo istituzionale. D'altronde una specie di maresciallo in pensione dell'Armata Rossa alla presidenza di una Repubblica sedicente liberale è di per sé una forzatura, se non altro del destino. Dalla guerra fredda, in cui Napolitano stava coi nemici della Nato e del Patto Atlantico, al Quirinale simbolo delle democrazie occidentali alleate degli Stati Uniti: è un salto che dà le vertigini. Sorvolando su queste faccende cui solo noi di una certa età diamo rilievo, c'è da dire che nessun nostro capo dello Stato, escluso Cossiga, è stato capace o ha avuto l'oppor tunità di liquidare la pratica augurale di fine d'anno con un discorso all'altezza delle aspettative dei cittadini. Aspettative minime eppure sempre ingannate: un po' di franchezza e di sincerità. Non era Napolitano l'uomo adatto a dare un segno di novità, lui che è l'antitesi del nuovo e che, per l'occasione, si è imbellettato come Berlusconi in una delle sue migliori performance. Il presidente, da perfetto ex comunista di forte fibra, si è esibito in una serie di esercizi equilibristici e ha sferrato con certosina precisione un colpo alla botte e un colpo al cerchio. Risultato: una vaghezza degna di un priore. Prima banalità. Bisogna avere fiducia nell'avvenire e puntare su innovazione e merito, privilegiando l'istruzione. L'incipit pareva prelevato da un intervento routinario di Montezemolo nei giorni di scarsa forma. Qui da noi l'innovazio ne o è frutto degli sforzi di alcuni privati - aziende leader - o è una chimera. Lo Stato considera la ricerca un lusso e quindi non la finanzia a meno che si tratti di accontentare la signora Levi Montalcini, alla quale mollare dei milioni di euro per la sua fondazione in cambio della fiducia al governo Prodi. Per il resto, zero al quoto. L'università si è trasformata in un diplomificio sostitutivo delle medie superiori (declassate a scuola di intrattenimento) salvo rare eccezioni, la Bocconi, la Normale e poche altre. L'istruzione in generale, a furia di riforme peggiorative dello statu quo ante, è stata ridotta a impresa assistenziale la cui funzione principale è: distribuire stipendi umilianti ai docenti che aumentano di numero in misura inversamente proporzionale alla loro qualità. Conviene cambiare argomento, per senso di pietà. Seconda banalità. L'incertezza del lavoro, specialmente per troppi giovani del Sud. I lavoratori precari, dei quali si straparla, sono una netta minoranza. In ogni caso la precarietà come dimostra il fatto che la legge Biagi non è stata toccata dal governo - è fisiologica in una società avanzata. Nella nostra poi, in cui è vietato licenziare per Statuto (dei lavoratori), è una necessità imprescindibile. L'alternativa per le aziende è non assumere. Comunque, meglio precario che disoccupato. Il lavoro al Sud? Ci sarebbe se ci si desse una mossa, anzitutto imparando un mestiere, magari nel settore del turismo che invece è trasandato nonostante le risorse naturali e ambientalistiche, al punto di essere stato superato da quello spagnolo, croato eccetera. Il lavoro inoltre occorre aver voglia di farlo e di affrontarne le fatiche. Più comodo rifilarlo agli immigrati e sperare in un posto in comune o in provincia dove talvolta ci si gratta. Terza banalità. Incidenti sul lavoro. Gli enti pubblici non controllano. I sindacati se ne fregano. Gli stessi operai sono convinti non valga la pena di prevenire, tant'è che nei cantieri edili e nelle fabbriche volontariamente non usano, per idiosincrasia, né caschi né scarpe né altre protezioni. E gli addetti alla sicurezza nel vano tentativo di far rispettare le norme si mangiano il fegato. Eppure dalle statistiche si evince che gli incidenti non sono in aumento, semmai il contrario, salvo qualche picco. Quarta banalità. Napolitano ha scoperto con stupore che all'estero il nostro patrimonio artistico e culturale è molto quotato. Ma va' là... E si compiace della mostra allestita al Quirinale con pezzi sottratti illegittimamente all'Italia e riportati in Patria. A parte che la mostra non sta riscuotendo un gran successo, se c'è un settore in cui lo Stato è deficitario è proprio questo. Un esempio per tutti. Presidente, faccia un salto a Pompei senza farsi annunciare da squilli di trombe e vedrà come è stato conciato il maggior giacimento archeologico del mondo. Una discarica. Poi ne parli con i giovani del Sud che si lagnano perché nelle loro regioni non si sfruttano le risorse locali. Quinta banalità. Il presidente ha disquisito di sicurezza e criminalità legata alla crescita dell'immigrazione. Peccato si sia dimenticato che il nostro è l'unico Paese della Ue che accetta i clandestini perché non è capace di espellerli e preferisce, periodicamente, metterli in regola, legalizzando così l'illegalità. Quanto ai comunitari, l'unico romeno rimpatriato - sottolineo, uno solamente - è già rientrato in Italia col pullman. I complimenti a chi vanno rivolti? Al compagno Amato? A tutta l'Unione? Sesta banalità. La magistratura e le Forze dell'Ordine si sono date da fare raggiungendo degli obiettivi. Le credo, signor presidente. Le credo meno quando aggiunge che serve garantire a Polizia e Carabinieri mezzi adeguati. Ma lei ha presente il parco automobili delle questure? Le più recenti hanno percorso 100 mila chilometri. Le meno recenti hanno sette o otto anni di vita e sono scassate. Lo sa che spesso manca la benzina per avviarle? Lo sa che agenti e funzionari sono pagati come badanti, a differenza delle quali tuttavia non hanno diritto a vitto e alloggio gratuito? Mentre i Palazzi della politica dispongono di 500 mila e passa macchine blu con più di un milione di autisti dipendenti pubblici? Perché queste cose non le ha dette in tivù? Settima banalità. Parole sue: "Paure irragionevoli o particolarismi, politici o localistici, emergono in troppi casi: impedendo, a esempio, la soluzione del sempre più allarmante problema dei rifiuti in Campania, con grave danno per le condizioni e per l'immagine di una città e di una regione nelle quali invece non mancano energie positive, realtà nuove e iniziative di qualità". Si rende conto dell'enormità di questa osservazione? In ogni regione l'immondizia non è un problema: si raccoglie e si smaltisce senza rompere l'anima a nessuno. Soltanto a Napoli, e in Campania, siamo a livelli di subporcilaia. Ci sarà un motivo, di sicuro non localistico, che determina simile schifezza. Nelle sue visite periodiche, includa Brescia, per citare una città del Nord. Lì c'è un termovalorizzatore che brucia il pattume e produce energia bastevole a riscaldare alcuni quartieri popolosi. O sono dei fenomeni i bresciani o i campani sono schiavi di chi, dei topi? Telefoni al suo compagno Bassolino o alla vispa Iervolino e si faccia spiegare. Non mi pare un cattivo consiglio. Ottava banalità. Ieri ricorreva il sessantesimo anniversario della Costituzione di cui Napolitano ha tessuto le lodi, raccomandando di rimanere ancorati ai suoi princìpi e valori morali. Quindi ha posto l'accento sull'esigenza di approvare riforme, senza precisare quali. Un'idea ce l'avrei. Riformate proprio la Costituzione, vecchia come il cucco e paralizzante visto che non tratta solo questioni di principio, ma anche di ingegneria istituzionale che blocca e rende asfittici gli apparati, Parlamento compreso. La Costituzione fu scritta quando i cannoni della Seconda guerra mondiale fumavano ancora e l'Italia si era improvvisata antifascista, uccidendo i gerarchi per evitare il suicidio della nazione. E gli autori erano, in numero non esiguo, ex fascisti o comunisti cioè democratici con la coda. Nona banalità. Nemmeno un accenno al referendum, che si decide fra quindici giorni, anzi quattordici, e sarebbe l'unica riforma elettorale di assoluta rilevanza. È stata una dimenticanza o un eccesso di prudenza pelosa? Decima banalità. Napolitano ha chiuso il discorso sostenendo, a proposito di pari opportunità, che l'equiparazione Uomo-Donna è avvenuta parzialmente. È vero. Tant'è che gli uomini, che crepano cinque anni prima delle donne, vanno in pensione cinque anni dopo le signore che campano cinque anni di più. Anche questa è una bella riformetta da fare, ma non si fa perché farebbe risparmiare tanti soldi all'Inps, agli italiani. Meglio parlare di omofobia. Lei che ne dice, presidente. .p Ieri ricorreva il sessantesimo anniversario della Costituzione di cui Napolitano ha tessuto le lodi, raccomandando di rimanere ancorati ai suoi princìpi e valori morali. Quindi ha posto l'accento sull'esigenza di approvare riforme, senza precisare quali. Un'idea ce l'avrei. Riformate proprio la Costituzione, vecchia come il cucco e paralizzante Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Roghi e botti, mix esplosivo (sezione: Monnezze)

( da "Padania, La" del 02-01-2008)

Napoli: nulla di fatto nell ultimo vertice tra il commissario per l emergenza e gli enti locali Napoli - La scorsa notte numerosi cassonetti per la raccolta dei rifiuti e per la differenziata sono stati danneggiati. Lo denuncia l Asia - l Azienda speciale igiene ambientale del Comune di Napoli - evidenziando che i danneggiamenti e gli incendi sono avvenuti anche lungo alcune strade e in alcuni quartieri che nella mattinata di lunedì erano stati completamente ripuliti, anche con la rimozione degli imballaggi. Incendi di cassonetti e di campane per la differenziata si sono verificati al corso Garibaldi e nel quartiere Arenella. I vigili del fuoco parlano di oltre cento interventi dalle ore 20 di lunedì fino a Capodanno tra il capoluogo e la provincia. Le 17 squadre al lavoro hanno dovuto impegnarsi soprattutto nel Vesuviano e nell area flegrea. Molte anche le auto danneggiate dai botti. Nonostante il momento clou dell emergenza sia trascorso, dalla sala operativa dei vigili del fuoco fanno sapere che, soltanto nella mattinata dell 1 sono stati eseguiti 30 interventi e 60 sono ancora in attesa di essere portati a termine. Una mole di lavoro notevole che difficilmente sarà smaltita in breve tempo. Il pericolo di roghi appiccati ai cumuli di immondizia accumulati, da settimane, nelle strade era stato paventato già nei giorni scorsi al punto che erano stati allertati anche i volontari della Protezione civile per poter essere di supporto ai vigili del fuoco. La Provincia di Napoli aveva messo a disposizione quattro mezzi in più per poter aiutare nello spegnimento degli incendi e per bagnare i rifiuti ammassati sia nell hinterland che a Napoli. Torniamo appunto alla situazione del capoluogo. È ripresa la notte tra il 31 e l 1, alle 3, la raccolta straordinaria da parte dell Asia. L azienda - come informa la dirigenza - sta impiegando circa 2.000 addetti con 250 autocompattatori, una trentina di mezzi scarrabili e 25 pale meccaniche. Per scongiurare il rischio incendi l Asia lunedì pomeriggio ha provveduto anche alla raccolta di oltre 120 tonnellate di cartoni da imballaggi. Intanto, ieri mattina alle sette hanno ripreso a funzionare gli impianti di Cdr (Combustibile derivato dai rifiuti). La raccolta straordinaria è proseguita fino alle 14 di ieri ed è ripresa poi alle 19. L obiettivo è quello di rimuovere tutti i rifiuti che si sono accumulati lungo le strade nei giorni scorsi, quando si sono registrate difficoltà nelle operazioni di conferimento agli impianti di Cdr, ingolfati dalla presenza delle ecoballe. Intanto, prosegue il confronto sulla possibile riapertura della discarica di località Pisani a Pianura, alla periferia di Napoli. Lunedì pomeriggio, in prefettura si è tenuto un altro vertice con il commissario Cimmino, il presidente della giunta regionale Bassolino, il sindaco di Napoli Iervolino, e numerosi rappresentanti delle forze politiche presenti in Consiglio. Nel corso della riunione si è discusso della necessità di riaprire l invaso che era stato chiuso 12 anni fa: un ipotesi sulla quale finora il sindaco si è detta fortemente contraria. "I volontari della protezione civile della Provincia di Napoli sono nelle strade di Napoli e provincia anche oggi (ieri per chi legge, ndr) per ridurre i rischi derivanti dai tanti fuochi inesplosi che ci sono in giro", ha detto l assessore alla Protezione civile della Provincia di Napoli, Francesco Emilio Borrelli, ringraziando "le centinaia di volontari che, anche nella notte di San Silvestro, sono stati in giro per aiutare le forze dell ordine e i vigili del fuoco e ridurre i rischi derivanti dall uso sconsiderato dei fuochi d artificio". Intanto, dopo l Epifania le tonnellate di rifiuti sparsi nelle strade di Cercola potranno essere raccolti e portati in un sito di stoccaggio provvisorio individuato in località Masseria Totaro. Lo ha annunciato il commissario straordinario del comune vesuviano, Mario Fasano, che nei giorni scorsi, in ottemperanza al provvedimento del commissariato all emergenza rifiuti, ha previsto la sistemazione provvisoria dell immondizia nel sito per far fronte all emergenza che sta provocando forti disagi alla cittadinanza. "Occorrono alcuni lavori all interno dell area per metterla in sicurezza - ha sottolineato Fasano - ma c è da dire che al massimo potranno essere depositati i rifiuti che di solito si accumulano in paese per una decina di giorni, e non di più". Anche se la soluzione non è ideale - ha concluso -è sempre meglio che avere l immondizia sotto casa, nelle strade e nelle piazze con il rischio di incendi, peraltro verificatisi negli ultimi giorni con la propagazione nell aria di sostanze dannose per la salute, diossina in primo luogo". La soluzione, però, sta provocando le prime reazioni, sia da parte dei residenti della zona, che hanno annunciato iniziative contro il sito, sia da parte del segretario locale dello Sdi, ed ex sindaco, Luigi Di Dato: "L area - afferma Di Dato - è una ex discarica chiusa e che deve ancora essere completamente bonificata" [Data pubblicazione: 02/01/2008].

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IL SINDACO: SI ANNUNCIAVA UNA PROTESTA, HO PREFERITO EVITARE TENSIONI. SAL DA VINCI SEDA UNA RISSA (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 02-01-2008)
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Il sindaco: si annunciava una protesta, ho preferito evitare tensioni. Sal Da Vinci seda una rissa LEANDRO DEL GAUDIO Fuochi d'artificio, arte contemporanea, impegno civile. Poi: risonanze mediterranee, festa fino all'alba. Un brindisi appassionato, multietnico: ci sono tutti gli ingredienti del capodanno napoletano. Tranne uno. Lunedì notte non c'erano i vertici istituzionali della città. Piazza Plebiscito è rimasta senza sindaco, governatore e presidente della Provincia per il brindisi di fine anno. Ed è la prima volta che accade, da tredici anni a questa parte, che politici e amministratori rinunciano al bagno di folla di San Silvestro. Un'assenza - quella del sindaco Rosa Russo Iervolino, del presidente della Regione Antonio Bassolino e della Provincia Dino Di Palma - che consegna al 2008 un primo elemento di novità. La più grande ribalta mediatica, il luogo simbolo del cosiddetto rinascimento napoletano, resta orfana del livello politico. Non c'è una spiegazione tecnica. È lo stesso sindaco Iervolino a chiarirlo: "Il mio rapporto con la gente non è cambiato. Lunedì notte era annunciata una protesta plateale e organizzata. Ho preferito evitare a tanti napoletani momenti di tensione". Interviene anche Dario Scalabrini, organizzatore dell'evento più importante del Natale partenopeo: "Era annunciata una protesta organizzata, ha prevalso il buon senso. Forse si è preferito non dare adito a momenti di scontro e di accesa polemica". Cinquantamila in piazza, tanta voglia di rimanere in piedi fino all'alba. La serata scorre in modo piacevole, complice un clima freddo e una cornice mozzafiato. Il palco è stato sistemato a metà della piazza, subito dopo l'allestimento di Pistoletto, illuminato dai neon che santificano il rispetto della differenza nelle principali lingue del Mediterraneo. Alle dieci c'è già il tutto esaurito e la tammurriata afronapoletana è il modo migliore per sopportare il gelo dell'ultima notte dell'anno. Ci sono famiglie, gruppi di turisti, comitive. Sono tantissimi che hanno tra le mani una bottiglia di spumante e c'è anche chi ha portato con sé thermos di lenticchie calde per il primo beneaugurante aperitivo del 2008. La festa è a tema. Amnesty International ha infatti scelto Napoli per rilanciare la lotta alla pena capitale, che è anche il ritornello del sound di Enzo Avitabile e dell'algerino Khaled ("Tricche-tracche, botta-botta, nun vulimm 'a pena 'e morte"). Il pensiero vola alla bella Rahel, una donna nordafricana che sta per essere giustiziata nel peggiore dei modi (la lapidazione) per aver reagito alle violenze domestiche del marito. Il ritmo diventa frenetico, fino a quando si arriva al clou della notte. Il countdown unisce Napoli alle principali capitali del mondo occidentale e quando scocca la mezzanotte è un tripudio spumeggiante: volano migliaia di tappi e siamo solo all'inizio. Dalle volte del Plebiscito esplodono evoluzioni pirotecniche. È l'anno nuovo che tiene tutti col naso all'insù. La piazza è gremita, c'è gente anche sul Lungomare e in piazza Trieste e Trento. Spuntano tra la folla sciarpe e magliette azzurre del Napoli (la più gettonata quella di Lavezzi), ci sono bandiere di turisti inglesi e balcanici. Proprio questi ultimi sono i protagonisti dell'"assalto" finale, quello di Goram Bregovic, del "kalashnikov" ritmato dall'orchestra. Poi tocca agli scugnizzi Sal Da Vinci e Gigi Finizio, la mezzanotte è passata da un pezzo, la piazza è ancora gremita. C'è un principio di rissa, Sal Da Vinci interrompe la sua performance e dice: "Per favore no. Non abbiamo bisogno di altra violenza". Scorrono le note di "Scugnizzi", poi tocca a Marco Zurzolo e a Consiglia Licciardi con il ritornello liturgico di "'O surdato 'nnammurato". Termina la festa, inizia la corsa alle cornetterie e all'alba del Lungomare, con l'incendio di Castel dell'Ovo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LA CRISI IMMONDIZIA IRROMPE NEL DISCORSO DI FINE ANNO. BASSOLINO E IERVOLINO: RICHIAMO GIUSTO. L'OPPOSIZIONE: VADANO VIA (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 02-01-2008)
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La crisi immondizia irrompe nel discorso di fine anno. Bassolino e Iervolino: richiamo giusto. L'opposizione: vadano via LUIGI ROANO Un anno fa Napoli entrò nel discorso di fine anno del Capo dello Stato Giorgio Napolitano come esempio positivo per la nazione, con gli elogi a due donne: una mamma che aveva strappato il figlio alle sirene della camorra e una ricercatrice che per mille euro al mese studiava 12 ore al giorno a un progetto di genetica. Anche lunedì sera la città ha avuto il suo momento nel consueto discorso del presidente della Repubblica, ma Napolitano ha espresso questa volta grandi preoccupazioni: "Paure irragionevoli e particolarismi, politici o localistici, emergono in troppi casi: impedendo, ad esempio, la soluzione del sempre più allarmante problema dei rifiuti in Campania, con grave danno per le condizioni e per l'immagine di una città e di una regione nelle quali invece non mancano energie positive, realtà nuove e iniziative di qualità". La crisi dei rifiuti allarma il Presidente ma non lo ha fermato ieri - e per il secondo anno consecutivo - è giunto a Napoli per trascorrere un periodo di vacanza. Tuttavia, a testimoniare il momento critico c'è lo strappo al cerimoniale non scritto che contraddistingue le visite di inizio anno: non c'è stato l'augurale brindisi al Gambrinus e il bagno di folla che sempre i suoi concittadini gli dedicano. E oggi - inoltre - il Presidente dovrebbe partire alla volta di Capri dove trascorrerà alcuni giorni di relax. Quindi starà lontano da Napoli. A tenere banco resta il suo discorso che ha innescato una serie di reazioni di segno opposto. Chiamato direttamente in causa, il governatore della Campania Antonio Bassolino (ha sentito il presidente della Repubblica al telefono) così commenta il discorso: "È giusto - dice - il richiamo a superare paure irragionevoli e particolarismi che impediscono di trovare una soluzione al problema dei rifiuti, una soluzione che è necessaria per lo sviluppo e l'immagine delle nostre terre dove, come ha ricordato il presidente della Repubblica, sono presenti e attive tante forze positive". A proposito di particolarismi il sindaco Rosa Russo Iervolino è impegnata a sventare la riapertura della discarica di Pianura anche se "non è il mio mestiere decidere ma tocca al commissario per l'emergenza". La Iervolino puntualizza il ruolo del capoluogo nella soluzione della crisi: "Condivido l'analisi del Presidente, gli egoismi intralciano la soluzione della crisi dei rifiuti. Ma Napoli, egoismi, non ne ha. Purtroppo la città non ha territorio. Quando i cittadini sono stati chiamati a fare dei sacrifici, li hanno fatti: basta pensare ai siti individuati a Poggioreale e San Pietro a Patierno". Poi il riferimento a Pianura: "Adesso i napoletani attendono con fiducia le decisioni del commissario di governo, sicuri che saranno compatibili con la necessità di trovare posti per sversare, ma anche con i diritti dei cittadini che hanno già dato tanto". A Pianura la discarica è stata aperta 43 anni. Il discorso del Presidente ha spinto Antonio Martusciello deputato di Forza Italia a chiedere elezioni anticipate in Campania: "La condanna che il capo dello Stato Giorgio Napolitano ha rivolto ai particolarismi, politici o localistici, che impediscono l'uscita dall'emergenza rifiuti è un monito alle amministrazioni. Una retta coscienza politica dovrebbe indurre i responsabili di questo disastro ambientale a rassegnare le dimissioni". L'ex ministro di An Maurizio Gasparri è sulla stessa lunghezza d'onda: "Dopo queste parole Bassolino dovrebbe dimettersi subito. Ammettendo un fallimento sancito dalla massima istituzione della Repubblica. Cui va dato atto di un monito che deve trovare riscontro anche in iniziative giudiziarie. Chi sa se la procura di Napoli, oltre che violare il segreto istruttorio, si ricorderà di mettere dentro i responsabili del disastro ambientale".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Napolitano "assediato" da an: l'ambiente, il problema dei problemi - angelo carotenuto (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 03-01-2008)

Cronaca Il capo dello Stato a Capri. Bloccati alcuni manifestanti con un dossier Napolitano "assediato" da An: l'ambiente, il problema dei problemi Agli amici della Fondazione "Mezzogiorno Europa" ha detto di essere in pensiero: questo è un dramma da risolvere al più presto ANGELO CAROTENUTO DAL NOSTRO INVIATO CAPRI - Sarà anche una visita non ufficiale, ma l'assillo dei rifiuti in strada si allunga senza sconti sulla vacanza d'inizio anno di Giorgio Napolitano. Un soggiorno in forma privata, come dal Quirinale è stato più volte sottolineato. Ma stavolta è soprattutto un soggiorno lontano dalla residenza consueta di Villa Rosebery, a Posillipo. Il Comune aveva sgomberato la strada dai cassonetti, eppure una ventina di militanti di An, guidati dall'ex senatore Luigi Bobbio, si sono spinti lì con un dossier composto da atti ufficiali e fotografie per documentare il nuovo picco di crisi da immondizia. Una vacanza inseguita dall'ombra dei rifiuti, già motivo d'imbarazzo per il sindaco Iervolino e per il governatore Bassolino, che nella notte di San Silvestro hanno rinunciato a partecipare al tradizionale brindisi di mezzanotte tra la folla in piazza Plebiscito. Napolitano è potuto partire solo nel tardo pomeriggio per Capri, dove ha scelto di arrivare in compagnia della moglie Clio senza l'auto blu, a bordo di un normale traghetto di linea, poltrone da 13 euro e 90 ognuna. La compagnia Caremar ha voluto che il presidente fosse suo ospite, riservandogli la sala d'onore da 40 posti a disposizione del comandante per i 50 minuti di viaggio nel Golfo. All'arrivo, il sindaco di Capri ha accolto Napolitano. La chiacchierata tra i due? Ovviamente sui rifiuti. "Qui come va?", ha chiesto il presidente. "Male, ora ne stiamo uscendo. Ma dipendiamo dalla terraferma". Per la signora Clio un mazzo di fiori. Applausi in piazzetta e tanta simpatia per il presidente, al quale ha voluto stringere la mano una bambina di Torino, Silvia. La stessa Capri è uno strappo alle consuetudini recenti del capo dello Stato. A Napoli, il presidente è rimasto per sole 24 ore, tutte trascorse all'interno di villa Rosebery, senza alcun contatto con la città, alle prese con i rifiuti. Un dramma ricordato anche nel discorso tv di fine anno, e definito sempre "più allarmante". C'è di più. Napolitano è ancora più preoccupato di quanto sia apparso in pubblico. Lo ha confidato agli amici con cui s'è sentito al telefono negli ultimi giorni per gli auguri, compresi i rappresentanti della Fondazione "Mezzogiorno Europa" a lui cara, e oggi guidata dall'ex deputato Andrea Geremicca. Napolitano s'è detto molto in pensiero per i rifiuti in strada. Lo chiama "il problema dei problemi", vede una situazione di perdurante eccezionalità. Se la crisi non si risolve - il senso del suo ragionamento - qualsiasi altro discorso relativo al futuro della città di Napoli diventa complicato. Ad attenderlo, nella hall dell'hotel a Capri, il ministro dell'Innovazione Gino Nicolais.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ministro Pecoraro-Scanio, nella "sua" Campania siamo di nuovo all'emergenza rifiuti, (sezione: Monnezze)

( da "Stampa, La" del 03-01-2008)

E la commissione Ue minaccia sanzioni. Possibile che non si riesca a venirne a capo? "All'Ue bisogna rispondere coi fatti, non con parole generiche. E la cosa importante è che il governo, dopo 14 anni ha deciso di nominare un commissario liquidatore del passato, per chiudere tutte le pendenze di quella che io catalogo come una delle più grandi truffe d'Italia". A quale truffa allude? "La Campania è stata l'unica Regione ad aver dato un appalto a una grande impresa, la Fibe, legata a Impregilo, che ha fatto chiudere tutte le discariche perché ogni problema si doveva risolvere con i famosi Cdr, impianti che avrebbero dovuto produrre i combustibili dalla massa enorme dei rifiuti. Una soluzione giusta, in teoria. Perchè a Venezia, dove i Verdi sono stati ascoltati, questo biocombustibile viene addirittura venduto per produrre elettricità". A Venezia. In Campania, invece? "Invece di fare biocombustibile, i 7 impianti si limitavano a compattare i rifiuti in qualche modo, impacchettarli nelle buste e accumularli. Catalogate come ecombustibile, queste ecoballe venivano addirittura date in garanzia alle banche, come se fossero petrolio. Alcune partite sono ancora sotto sequestro perchè c'è la causa in corso". E per quanto tempo è andata avanti la truffa? "Almeno un decennio. Anni fa io ho fatto fare delle le analisi e ho denunciato che c'era troppa roba organica, tanto che i gabbiani ci andavo sopra a mangiare. Ma per molto tempo, pur di evitare l'emergenza, si è creduto in questo progetto. Un ciclo chiuso". Regione, Comune, enti locali, in tanti anni facevano finta di niente o erano collusi? "Molti denunciavano, tanto che poi c'è stata un'inchiesta. Ma il risultato è che la Campania è l'unica regione a non avere più nemmeno discariche. Non ha nessun sistema per smaltire i suoi rifiuti". I cittadini rifiutano le discariche, rifiutano i termovalorizzatori per bruciare i rifiuti in modo controllato. Poi li bruciano da soli, e magari la camorra ne approfitta per bruciarvi insieme i rifiuti tossici importati. "Non sono stati i cittadini a farle chiudere. E oggi a Macchia Soprana, la comunità di Serre ha accettato di aprire una discarica sotto il controllo del ministero dell'Ambiente, che ha investito un mucchio di soldi nelle operazioni di bonifica. E' di qui che bisogna ricominciare". Dalle discariche controllate? "Anche da quelle. Per ricominciare o si arriva davvero alla produzione di ecocombustibile, ma per far questo serve avviare la raccolta differenziata, cominciando magari dalle strutture maggiori, come i centri commerciali. O si creano discariche controllate, una soluzione obbligata, nel medio periodo. E Napoli, il capoluogo, deve dare l'esempio, consentendo la riapertura della discarica di Pianura". Si parla da tempo dei rifiuti come business della camorra e di collusioni coi poteri locali. Il nuovo commissario cosa può fare? Che poteri gli sono stati conferitia? "Il commissario ha ampi poteri per chiudere i contenziosi col passato, così che gli enti locali possano poi prendersi le loro responsabilità. Il groviglio che si è creato è enorme. La malavita ha approfittato ampiamente della situazione. Gestiva soprattutto il trasporto delle ecoballe che accatastava a Giuliano e Villaricca, che sono diventanti enormi depositi. Cambiando sistema, si toglie loro spazio. Ma sugli aspetti giudiziari ad indagare è la magistratura".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"Troppi collusi dietro il grande business" (sezione: Monnezze)

( da "Stampa, La" del 03-01-2008)

Ministro Pecoraro-Scanio, nella "sua" Campania siamo di nuovo all'emergenza rifiuti, e la commissione Ue minaccia sanzioni. Possibile che non si riesca a venirne a capo? "All'Ue bisogna rispondere coi fatti, non con parole generiche. E la cosa importante è che il governo, dopo 14 anni ha deciso di nominare un commissario liquidatore del passato, per chiudere tutte le pendenze di quella che io catalogo come una delle più grandi truffe d'Italia". A quale truffa allude? "La Campania è stata l'unica Regione ad aver dato un appalto a una grande impresa, la Fibe, legata a Impregilo, che ha fatto chiudere tutte le discariche perché ogni problema si doveva risolvere con i famosi Cdr, impianti che avrebbero dovuto produrre i combustibili dalla massa enorme dei rifiuti. Una soluzione giusta, in teoria. Perchè a Venezia, dove i Verdi sono stati ascoltati, questo biocombustibile viene addirittura venduto per produrre elettricità". A Venezia. In Campania, invece? "Invece di fare biocombustibile, i 7 impianti si limitavano a compattare i rifiuti in qualche modo, impacchettarli nelle buste e accumularli. Catalogate come ecombustibile, queste ecoballe venivano addirittura date in garanzia alle banche, come se fossero petrolio. Alcune partite sono ancora sotto sequestro perchè c'è la causa in corso". E per quanto tempo è andata avanti la truffa? "Almeno un decennio. Anni fa io ho fatto fare delle le analisi e ho denunciato che c'era troppa roba organica, tanto che i gabbiani ci andavo sopra a mangiare. Ma per molto tempo, pur di evitare l'emergenza, si è creduto in questo progetto. Un ciclo chiuso". Regione, Comune, enti locali, in tanti anni facevano finta di niente o erano collusi? "Molti denunciavano, tanto che poi c'è stata un'inchiesta. Ma il risultato è che la Campania è l'unica regione a non avere più nemmeno discariche. Non ha nessun sistema per smaltire i suoi rifiuti". I cittadini rifiutano le discariche, rifiutano i termovalorizzatori per bruciare i rifiuti in modo controllato. Poi li bruciano da soli, e magari la camorra ne approfitta per bruciarvi insieme i rifiuti tossici importati. "Non sono stati i cittadini a farle chiudere. E oggi a Macchia Soprana, la comunità di Serre ha accettato di aprire una discarica sotto il controllo del ministero dell'Ambiente, che ha investito un mucchio di soldi nelle operazioni di bonifica. E' di qui che bisogna ricominciare". Dalle discariche controllate? "Anche da quelle. Per ricominciare o si arriva davvero alla produzione di ecocombustibile, ma per far questo serve avviare la raccolta differenziata, cominciando magari dalle strutture maggiori, come i centri commerciali. O si creano discariche controllate, una soluzione obbligata, nel medio periodo. E Napoli, il capoluogo, deve dare l'esempio, consentendo la riapertura della discarica di Pianura". Si parla da tempo dei rifiuti come business della camorra e di collusioni coi poteri locali. Il nuovo commissario cosa può fare? Che poteri gli sono stati conferitia? "Il commissario ha ampi poteri per chiudere i contenziosi col passato, così che gli enti locali possano poi prendersi le loro responsabilità. Il groviglio che si è creato è enorme. La malavita ha approfittato ampiamente della situazione. Gestiva soprattutto il trasporto delle ecoballe che accatastava a Giuliano e Villaricca, che sono diventanti enormi depositi. Cambiando sistema, si toglie loro spazio. Ma sugli aspetti giudiziari ad indagare è la magistratura".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

RIFIUTI/ GASPARRI: SI' A SCIOGLIMENTO CONSIGLIO REGIONALE CAMPANIA (sezione: Monnezze)

( da "Virgilio Notizie" del 03-01-2008)

02-01-2008 20:01 Procura Napoli intervenga contro Bassolino Napoli, 2 gen. (Apcom) - L'esponente di An, Maurizio Gasparri, chiede, appoggiando la protesta dei giovani di An svoltasi questa mattina a Napoli, lo scioglimento del Consiglio regionale campano. Gasparri definisce "sacrosanta la pacifica e propositiva iniziativa dei giovani di An che a Napoli, davanti a Villa Rosebery, hanno invitato il presidente della Repubblica a promuovere lo scioglimento del Consiglio regionale campano e del Comune di Napoli per - dice l'onorevole Gasparri - mandare a casa Bassolino e Iervolino. Siamo di fronte a un'emergenza democratica. Bassolino viola da anni i principi costituzionali posti a tutela della salute e dell'ambiente. E' arrivato il momento dell'intervento del Quirinale in osservanza dell'articolo 126 della Costituzione italiana (secondo il quale il capo dello Stato può sciogliere un Consiglio regionale qualora venisse violata la tutela alla salute pubblica, ndr)". Gasparri ha poi aggiunto che la Procura di Napoli "invece di origliare inutili telefonate sulle vallette Rai prepari le manette per un nemico della salute pubblica. Chissà - conclude - se Mancuso (Pm che si sta occupando dell'inchiesta, ndr) troverà tempo per questa emergenza o deve solo occuparsi di Berlusconi".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Napolitano: <Sui rifiuti basta particolarismi> (sezione: Monnezze)

( da "Nuova Ecologia.it, La" del 03-01-2008)

EMERGENZA| Napolitano: "Sui rifiuti basta particolarismi" Il capo dello Stato cita la crisi campana nel suo discorso di fine anno. E critica gli atteggiamenti che rendono allarmante la situazione dei rifiuti. Le reazioni del sindaco di Napoli e del presidente della Regione I rifiuti entrano nel messaggio di fine anno del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che accusa: "Paure irragionevoli, particolarismi politici e localistici" impediscono la soluzione di una emergenza "sempre più allarmante". Nelle strade della Campania l'immondizia ancora giace e, ora più che mai, brucia: nella notte di San Silvestro, i cassonetti sono addirittura saltati in aria con petardi e fuochi pirotecnici. Il sindaco di Napoli sottolinea ancora una volta: "Egoismi Napoli non ne ha. Il Comune nell'emergenza non ha alcuna responsabilità e competenza, la città è commissariata da 14 anni, il prefetto è commissario del governo e a lui compete l'onere di trovare dele soluzioni". Sui cassonetti distrutti, però, protesta l'Asia, addetta alla raccolta dei rifiuti solidi urbani e cresce l'allarme diossina, che attira l'attenzione, anche in questo caso, di voci di livello nazionale. Interviene da Milano il farmacologo Silvio Garattini, che suggerisce di monitorare i livelli di veleno sprigionato a Capodanno. Garattini ritiene che "presumibilmente, a seguito degli incendi, la concentrazione di diossina e altre sostanze dannose nell'aria sia aumentata e vada dunque tenuta sotto controllo". I problemi sollevati nello scorcio del 2007, fra l'altro, restano aperti nel 2008: chiuso (dopo la riapertura) il sito di stoccaggio di Taverna del Re, a Giugliano, si combatte sul fronte napoletano, con il sindaco deciso a difendere i cittadini di Pianura dall'ipotesi della riapertura di Contrada Pisani. Nella serata di ieri, Rosa Russo Iervolino, dopo avergli fatto gli auguri per telefono per il nuovo anno, risponde anche al Capo dello Stato, arrivato intanto in città: "Giusto parlare di egoismi e particolarismi - dice citandone le parole - ma Napoli non ha né l'una né l'altra cosa". Basta pensare alla disponibilità su Poggioreale, dice. Sullo stoccaggio delle ecoballe a Pianura, ipotesi sulla quale sembra puntare il Commissariato di Governo, il sindaco resta contrario: va difeso anche chi chiede la tutela dei suoi diritti, "avendo già dato". Anche per il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino è "giusto il richiamo di Napolitano a superare irragionevoli paure e particolarismi". Il messaggio del Quirinale viene letto invece come un preciso atto d'accusa alla classe dirigente locale dalla Cdl: An e Azione giovani annunciano un presidio davanti a Villa Rosebery. 2 gennaio 2008 Articoli collegati: > Roghi e proteste a Napoli > Sito Giugliano chiude il 31 dicembre > Corte Ue condanna Italia sui rifiuti > Ambiente, i dati del Rapporto Apat > Rifiuti, sequestro nel napoletano > Campania, verso rinnovo commissario rifiuti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"Troppi collusi dietro il grande business" (sezione: Monnezze)

( da "Stampaweb, La" del 03-01-2008)

(7:4) - INTERVISTA A PECORARO SCANIO "Troppi collusi dietro il grande business" Alfonso Pecoraro Scanio, ministro dell'Ambiente "La Campania non ha nessun sistema per smaltire i suoi rifiuti. Bisogna ricominciare dalle operazioni di bonifica" MARIA GRAZIA BRUZZONE ROMA Ministro Pecoraro-Scanio, nella "sua" Campania siamo di nuovo all'emergenza rifiuti, e la commissione Ue minaccia sanzioni. Possibile che non si riesca a venirne a capo? "All'Ue bisogna rispondere coi fatti, non con parole generiche. E la cosa importante è che il governo, dopo 14 anni ha deciso di nominare un commissario liquidatore del passato, per chiudere tutte le pendenze di quella che io catalogo come una delle più grandi truffe d'Italia". A quale truffa allude? "La Campania è stata l'unica Regione ad aver dato un appalto a una grande impresa, la Fibe, legata a Impregilo, che ha fatto chiudere tutte le discariche perché ogni problema si doveva risolvere con i famosi Cdr, impianti che avrebbero dovuto produrre i combustibili dalla massa enorme dei rifiuti. Una soluzione giusta, in teoria. Perchè a Venezia, dove i Verdi sono stati ascoltati, questo biocombustibile viene addirittura venduto per produrre elettricità". A Venezia. In Campania, invece? "Invece di fare biocombustibile, i 7 impianti si limitavano a compattare i rifiuti in qualche modo, impacchettarli nelle buste e accumularli. Catalogate come ecombustibile, queste ecoballe venivano addirittura date in garanzia alle banche, come se fossero petrolio. Alcune partite sono ancora sotto sequestro perchè c'è la causa in corso". E per quanto tempo è andata avanti la truffa? "Almeno un decennio. Anni fa io ho fatto fare delle le analisi e ho denunciato che c'era troppa roba organica, tanto che i gabbiani ci andavo sopra a mangiare. Ma per molto tempo, pur di evitare l'emergenza, si è creduto in questo progetto. Un ciclo chiuso". Regione, Comune, enti locali, in tanti anni facevano finta di niente o erano collusi? "Molti denunciavano, tanto che poi c'è stata un'inchiesta. Ma il risultato è che la Campania è l'unica regione a non avere più nemmeno discariche. Non ha nessun sistema per smaltire i suoi rifiuti". I cittadini rifiutano le discariche, rifiutano i termovalorizzatori per bruciare i rifiuti in modo controllato. Poi li bruciano da soli, e magari la camorra ne approfitta per bruciarvi insieme i rifiuti tossici importati. "Non sono stati i cittadini a farle chiudere. E oggi a Macchia Soprana, la comunità di Serre ha accettato di aprire una discarica sotto il controllo del ministero dell'Ambiente, che ha investito un mucchio di soldi nelle operazioni di bonifica. E' di qui che bisogna ricominciare". Dalle discariche controllate? "Anche da quelle. Per ricominciare o si arriva davvero alla produzione di ecocombustibile, ma per far questo serve avviare la raccolta differenziata, cominciando magari dalle strutture maggiori, come i centri commerciali. O si creano discariche controllate, una soluzione obbligata, nel medio periodo. E Napoli, il capoluogo, deve dare l'esempio, consentendo la riapertura della discarica di Pianura". Si parla da tempo dei rifiuti come business della camorra e di collusioni coi poteri locali. Il nuovo commissario cosa può fare? Che poteri gli sono stati conferitia? "Il commissario ha ampi poteri per chiudere i contenziosi col passato, così che gli enti locali possano poi prendersi le loro responsabilità. Il groviglio che si è creato è enorme. La malavita ha approfittato ampiamente della situazione. Gestiva soprattutto il trasporto delle ecoballe che accatastava a Giuliano e Villaricca, che sono diventanti enormi depositi. Cambiando sistema, si toglie loro spazio. Ma sugli aspetti giudiziari ad indagare è la magistratura".