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Il ConsigliO
n° 50 Paghi in contanti? Niente sconto! Attenzione ai finanziamenti. Di Mauro Novelli 19-4-2007 Torniamo
su un argomento già oggetto di attenzione come caso particolare (Il
Consiglio n° 43. Carte revolving. Chi le conosce, le evita! Del 1° novembre
2006). Abbiamo
infatti la conferma della regola generale di tendenza: per avere lo sconto
devi pagare a rate. Insomma,
la “promozione” della carta revolving era solo una delle espressioni di tale
tendenza: l’obbiettivo commerciale ormai manifesto è quello di
“prenotare” il reddito futuro dei consumatori, ma non vogliamo giudicare
l’eticità di tali azioni, di bassa “pornografia”. Vogliamo
semplicemente avvisare che se “conviene” rinunciare al vantaggio finanziario
di un pagamento in contanti e all’introito di un prezzo pieno, vuol dire che
i vantaggi sono di notevole entità (fidelizzazione forzata, costituzione di mailing list
particolarmente mirate ecc.). In
vetrina, compiano promozioni con prezzi scontati. Ma all’atto dell’acquisto
ci si sente – sempre più spesso – rispondere che lo sconto è
solo se si procede ad un finanziamento, quindi se si paga a rate. Se si vuole
pagare in contanti, il prezzo imposto è quello non scontato. Se
dovessimo incappare in situazioni del genere, ricordiamo che l’esposizione in
vetrina dello sconto senza ulteriori indicazioni e limitazioni, è una
formale ed ineludibile offerta che obbliga il negoziante a dar seguito alla
vendita scontata anche se il cliente intende pagare in contanti.
L’opposizione del titolare dell’esercizio può essere denunciata. Si
chiami velocemente un Vigili Urbano e ci si faccia assistere nella
“trattativa”. La spunteremo sicuramente. Se
volessimo accogliere l’invito a sottoscrivere una domanda di finanziamento
dobbiamo fare attenzione ad un particolare “sgambetto”: conclusa la
richiesta, ci sentiamo fornire le massime rassicurazioni sul fatto che
“..prima della scadenza della prima rata, riceverà i bollettini
postali precompilati per procedere ai pagamenti”. Con
una frequenza sospetta, i bollettini non arrivano mai in tempo utile. Le
nostre sollecitazioni vengono tagliate da un – ancor più rassicurante
– “.. non si preoccupi… comincerà a pagare quando arrivano..”. ATTENZIONE:
se non paghiamo il giorno di scadenza indicato, entriamo in mora. Ne
conseguiranno interessi aggiuntivi per la morosità che, spesso, va
avanti addirittura per più rate. Anche se procedessimo al pagamento
cumulato delle rate arretrate (non per nostra negligenza) rimarrebbero da
pagare gli interessi di mora e, probabilmente, verremo inseriti nell’elenco
dei cattivi pagatori. Lo
stesso avviene se, attivato il RID presso la nostra banca, il creditore non
bussa allo sportello per avere l’importo della rata in scadenza. Per
molti potrebbe essere l’inizio di un lungo e costoso calvario. Senza considerare l’effetto collaterale che
le more rimangeranno parte o tutto il vantaggio derivante dallo sconto
ottenuto. IL
CONSIGLIO 1)
Se decidiamo di
rimborsare il prestito attraverso il pagamento di bollettini postali,
dobbiamo essere in grado di effettuare i pagamenti ad ogni scadenza di rata:
occorre essere in possesso di tutti i riferimenti del creditore
(Denominazione, indirizzo, numero di conto corrente postale, importo della
rata. Saremo così in grado di effettuare il versamento in Poste anche
se il plico dei bollettini postali – promesso ma non pervenuto – ci
verrà consegnato dopo mesi. 2)
Se invece abbiamo
adottato il sistema del RID, non appena attivato si comunichi al creditore
l’avvenuta operatività del sistema e si imputi ad esso ogni ritardo a
noi non imputabile. Insomma,
meglio spendere un’ora in più prima, che correre, dopo, dietro al
problema per mesi. |