HOME PRIVILEGIA NE IRROGANTO di Mauro Novelli
ARCHIVIO DEL DOSSIER “MONNEZZE”
DAL 5 AL 12 GENNAIO 2008
VAI AL DOSSIER “MONNEZZE”
VAI
ALL’ARCHIVIO GENERALE DEL DOSSIER “MONNEZZE”
ARTICOLI DEL
12-1-2008
Pecoraro Scanio
e i ri uti di sinistra ( da "EUROPA.it"
del 12-01-2008)
La Regione
Liguria incassa quattro no ( da "Secolo XIX, Il"
del 12-01-2008)
Povera capitale
- (segue dalla prima pagina) ( da "Repubblica, La"
del 12-01-2008)
De gennaro
userà l'esercito discariche blindate dai soldati - conchita sannino (
da "Repubblica, La" del 12-01-2008)
Dopo pianura,
l'obiettivo è terzigno ( da "Repubblica, La"
del 12-01-2008)
Il centrodestra
in corteo per assediare la regione - roberto fuccillo (
da "Repubblica, La" del 12-01-2008)
Comune, parte
l'operazione immagine - ottavio lucarelli (
da "Repubblica, La" del 12-01-2008)
Il razzismo delle
discariche - marco armiero ( da "Repubblica, La"
del 12-01-2008)
E dai leghisti
sacchi ai tifosi del Napoli ( da "Corriere della Sera"
del 12-01-2008)
Rifiuti, in
arrivo altre navi ( da "Unione Sarda, L'
(Nazionale)" del 12-01-2008)
Pomodori e
mozzarelle al veleno: ritorno al Sud dei nuovi emigrati (
da "Unita, L'" del 12-01-2008)
Rifiuti e
mafie: se dicessimo basta? ( da "Unita, L'"
del 12-01-2008)
Bassolino,
l'uomo che non sapeva leggere, attacca il suo staff pag.1 (
da "Giornale.it, Il" del 12-01-2008)
Nel disastro
campano c'è un nuovo partito: quelli che <l'avevo detto> pag.1 (
da "Giornale.it, Il" del 12-01-2008)
Alta (in)
fedeltà all'Amantes ( da "Stampa, La"
del 12-01-2008)
Rifiuti, la protesta
sbarca in Sardegna ( da "Campanile, Il"
del 12-01-2008)
DILIBERTO: I
CUMULI SONO IL SIMBOLO DI UN FALLIMENTO (
da "Mattino, Il (Nazionale)" del 12-01-2008)
UN COLPO ALL'IMMAGINE (
da "Mattino, Il (Nazionale)" del 12-01-2008)
LA CDL IN
PIAZZA: A CASA BASSOLINO E IERVOLINO (
da "Mattino, Il (Nazionale)" del 12-01-2008)
Articoli
Pecoraro Scanio e i ri
uti di sinistra (sezione: Monnezze)
( da "EUROPA.it" del
12-01-2008)
PIERLUIGI MANTINI Sul disastro dei rifiuti in Campania è
stato scritto moltissimo ma forse non proprio tutto. Mentre impazza il telethon-rifiuti,
resta da chiedersi qualcosa sull'Italia neofederale dinanzi ad un'emergenza
nazionale delle dimensioni di quella campana. Lasciamo stare lo spettacolo
delle prime reazioni delle regioni, in particolare del Nord, dinanzi l'invito
di Prodi a cooperare nello smaltimento. In alcuni casi esilarante, grottesco:
"non ho spazio", "vorrei ma non posso", eccetera, un
florilegio di posizioni che puzzano lontane un miglio, più dei rifiuti, di
individualismo, di autonomismo, di egoismo. Vedremo quante si ricorderanno che
sullo smaltimento si guadagna e che, in definitiva, anche il Nord ha a lungo
portato i suoi rifiuti, anche tossici e pericolosi, nei siti campani. Ma il
punto è: esiste, dinanzi alla tragedia, uno stato nazionale e, ancor prima, una
comunità nazionale? Domanda retorica perché l'Italia è da oltre un decennio
impegnata a diventare federale ossia a dividersi. Addio alle teorie delle
autonomie locali, a Cattaneo, a Sturzo, a Massimo Severo Giannini, ai
regionalisti e ai cultori del comune e degli ordinamenti government della
repubblica. Roba vecchia, demodé. La zuppa federalista è più saporita e ricca:
le regioni sono "piccole patrie" onnipotenti, i comuni hanno
competenza generale su tutto, le province guai chi le tocca, le città
metropolitane le abbiamo almeno messe in Costituzione, le comunità montane le
abbiamo mandate anche al mare e poi ci sono sempre i consorzi, le società
pubbliche, quelle miste, ma non solo, c'è anche una salutare confusione basta
con "l'ordine antico", c'è già la sussidiarietà verticale che
scavalca i confini delle competenze, ci sono gli accordi di programma ove
ognuno fa qual che vuole senza responsabilità, c'è la fighissima
multilevelgovernance, ma anche la più pallosa, però suona bene,
"plurisoggettività attoriale". C'è di tutto, nel territorio del
federalismo all'italiana. Ora vedremo il rispetto pratico di questa
"colletta federale" dei rifiuti. Proviamo a chiederci due cose: le
maggiori responsabilità sono di Bassolino & Co?
Sembrerebbe di sì, lo ammette anche Realacci. Dovrebbe esserci qualche
conseguenza, politica o giuridica? Ma il povero Bassolino,
che pure ha confessato le sue colpe, non può nemmeno dimettersi. Gli è vietato,
da chi vi chiederete: ma è chiaro, dal federalismo. La riforma costituzionale
federalista n. 1 del 1999 ha
stabilito che se si dimette lui va a casa tutto il consiglio regionale e si
deve rivotare entro tre mesi. Ora è chiaro che la "casta" campana non
ha nessuna voglia di lasciare il consiglio regionale che è uno dei pochi luoghi
privi di spazzatura. E, comunque, ha pure ragione: si è mai visto l'equipaggio
che scappa mentre il mare è in tempesta e vi immaginate il danno dei milioni di
manifestanti e materiali elettorale nel cumulo esistente di spazzatura a cielo
aperto? Sappiamo invece che Bassolino & Co.
possano avere altre responsabilità, magari giuridiche e patrimoniali. In
effetti si tratta di un grande disastro ambientale, con effetti rilevantissimi
alla salute dei cittadini, nuovo inquinamento ambientale, danni straordinari di
immagine per l'Italia intera. Lo stato è tenuto ad esercitare l'azione di danno
ambientale di cui è l'unico titolare dopo il nuovo testo unico sull'ambiente
del 2006. Dovrebbe applicare il principio europeo "chi inquina paga",
anche nei confronti di Bassolino,
Iervolino e di chiunque abbia concorso a determinare danni di simili
proporzioni. È il ministro Pecoraro Scanio che ha per legge la titolarità
dell'azione e sarebbe grottesco se non la esercitasse. Mi auguro lo faccia:
sarebbe una prova minima di coerenza, un atto di responsabilità, la conferma
che i rifiuti di sinistra non sono meno dannosi di quelli di destra.
Torna
all'inizio
La Regione Liguria
incassa quattro no (sezione: Monnezze)
( da "Secolo XIX, Il" del
12-01-2008)
Incerta la destinazione dei camion I presidenti delle
Province "chiudono" le discariche L'assessore Zunino: "Si
faranno carico in parti uguali del problema" 12/01/2008 Genova. "Non
c'è fretta, non c'è fretta. E se non saremo in grado di accogliere i 50 camion
promessi ne prenderemo la metà, forse meno. I presidenti delle Province liguri
mi stanno parlando di problemi oggettivi, ma noi ci troviamo tra le mani
l'esigenza di dare una risposta al paese e al primo ministro. Anche piccola.
Per questo vedremo di distribuire tra le province il carico di spazzatura
assegnatoci". L'assessore Franco Zunino si è messo al telefono nel
pomeriggio di ieri, dopo una riunione di giunta lunghissima sul bilancio
regionale del prossimo anno. Ma a metà pomeriggio l'assessore regionale
all'Ambiente, incaricato da Burlando di dare una destinazione a mille
tonnellate di problemi partenopei, ha trovato anche il tempo di una seduta dal
barbiere, segno che per dare la risposta a Roma e al Sud, la Liguria non ha
alcuna fretta. "Ci sono regioni che hanno dato subito la loro adesione,
logico che i rifiuti inizino a prendere prima queste strade - dice Zunino - noi
comunque non stiamo a guardare, vedrò di convincere i presidenti provinciali a
farsi carico, in parti uguali o comunque non in maniera esclusiva, del
problema". Ieri, infatti, Zunino ha incassato solo dei no. Il presidente
della Provincia di Genova Alessandro Repetto ha scritto a Burlando
descrivendogli "la ferma intenzione di rifiutare qualsiasi intesa
relativamente all'immissione di rifiuti provenienti dalle zone interessate
dall'emergenza". Repetto ha poi spiegato per telefono a Zunino il suo
rammarico nel non poter rispondere, allo stato attuale, a un problema per il
quale in passato la sua provincia ha dato risposte concrete e ha fatto molto.
Piccolo dietrofront, ma non si può parlare di entusiastica apertura, da parte
del presidente provinciale di Imperia Gianni Giuliano. "Restiamo contrari
anche se nessuno ci ha ancora chiesto ufficialmente alcunché - dice Giuliano -
quando Burlando mi chiamerà vedremo il da farsi, magari incontrandoci tra
presidenti delle province e Regione". No "tecnico", nonostante
il sì con riserva iniziale, da parte di Marco Bertolotto, presidente della Provincia
di Savona: "da una verifica effettuata sulle discariche del nostro
territorio abbiamo appurato che non esistono le condizioni tecniche per
ospitare i rifiuti della Campania". L'assessore regionale all'Ambiente
rimane fiducioso. "Non dico che sarà lo stesso sito a doversi prendere
l'intero quantitativo - dice - credo praticabile una soluzione nella quale a
una discarica conferiscano cinque camion, a un'altra dieci, a un'altra ancora
quindici. Ovviamente rimane fuori Scarpino, per volere del presidente, ma a mio
avviso anche il Boscaccio di Vado. Ma, ripeto, l'arrivo dei camion non è
imminente". Intanto quasi l'intera minoranza in Regione ieri si espressa
sul cambio di rotta del presidente regionale. "Mi chiedo quanto valga a
questo punto la parola di Burlando - ha detto il capogruppo di Forza Italia
Luigi Morgillo - mercoledì alle 13 Burlando ha detto che non sarebbe arrivata
spazzatura dalla Campania, quattro ore dopo, alle 17, ha cambiato opinione,
ignorando quanto ci aveva assicurato soltanto poco prima: si può ritenere
affidabile chi si comporta in questo modo?". "È da irresponsabili
autorizzare al buio l'accoglimento di rifiuti in una Regione come la Liguria
che, al pari della Campania, non dispone neppure di un termovalorizzatore e ha
discariche in proroga sull'orlo del collasso - è stato il commento di Gianni
Plinio, capogruppo di Alleanza nazionale - per non dire delle possibili
reazioni da parte di cittadini liguri esasperati di dover
pagare sulla propria pelle le incapacità dei vari Bassolino, Rosa
Russo Iervolino e Pecoraro Scanio". E mentre il Gruppo Udc ha presentato
un'interrogazione con risposta immediata, affinché il presidente Burlando e
l'assessore Zunino relazionino in consiglio regionale circa le motivazioni che
hanno portato ad una decisione definita "grave", Roberto Bruzzone,
capogruppo della Lega Nord, sostiene che "sugli interessi dei liguri ha
prevalso il ricatto sui soldi da destinare al risanamento del buco della
sanità, frutto del di malgoverno e di meri interessi di partito". Daniele
Grillo 12/01/2008 italiani indignatiLa Campania è una regione rossa e le
responsabilità sono chiare, ma dov'era l'opposizione? 12/01/2008.
Torna
all'inizio
Povera capitale - (segue
dalla prima pagina) (sezione: Monnezze)
( da "Repubblica, La" del
12-01-2008)
Commenti POVERA CAPITALE (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) Del
resto è proprio la casta romana che ha inventato la smentita differita, la
precisazione imprecisa del giorno dopo, il comunicato riparatore al quale anche
il Papa romanamente ha fatto ricorso ieri per far pace con Veltroni e con Roma.
Comunque sia, davvero è difficile pensare alla Roma di oggi come alla città di
Gomorra, al regno di Babilonia, alla sentina di tutti i mali. Vada invece, Sua
Santità, a Londra, dove i teenager vengono uccisi per strada a coltellate; vada
a New York e a Istanbul e nelle capitali asiatiche, tutte città bellissime come
vuole "il degrado" moderno, che è vita e abuso di vita. O venga a
Parigi a scoprire che nel ricco "sedicesimo" arrondissement ogni
tanto bruciano i barboni o anche, al contrario, a guardare che barbari sono
diventati i discendenti di quelli che una volta erano i clochard filosofi e
poeti. Venga, la notte, a vedere con quanta inutile crudeltà si combattono nelle
banlieue. Ogni volta che il famosissimo designer Karl Lagerfeld, il "Papa
della moda", anch'egli tedesco, vi passa con la sua Pope-mobile, una
Mercedes nera, si benda gli occhi con il foulard di Hermès: "Oh! j'aime
pas Ça, io non sopporto il degrado". Venga, senza foulard mentali, a
scoprire, Sua Santità, com'è diventato difficile immaginare un regno dei cieli
popolato da poveri. Passeggiando invece per Roma, tanto di notte quanto di
giorno, certamente si trova l'accidia ma non la lussuria, la sporcizia ma non
la sordidezza, la volgarità ma non la morbosità, il disordine ma non l'orgia. è
vero che incontri spesso l'aggressività, ma raramente la ferocia. E c'è la
sfrontatezza ma non la tentazione, più il peccato che il vizio, e tante streghe
avvizzite e tanti stregoni burini. Ma solo di rado, come nel caso dell'omicidio
di Giovanna Reggiani, ti imbatti a Roma nel cupissimo Satana. Vorremmo
sbagliarci, ma è tipico di chi non capisce o, più comodamente, di chi non vuol
capire l'Italia, usare Roma come metafora, condannare Roma per assolvere se
stessi o per "ponziopilateggiare". Il Papa sembra non sapere che
tutte le grandi città del mondo, dove non ci sono ricatti ascetici, sono fatte
di rifiuti di ogni genere, fra etnie marginali e scorie di super ricchi. E,
come un certo Nord che, riscoprendo Bossi, di nuovo sta opponendo alla presunta
"Roma capitale ladrona" una presunta "Milano capitale
morale", così il Papa, contro l'uso e l'abuso della città ricca e moderna,
oppone la religione alla politica, Dio contro Cesare, San Pietro contro il
Campidoglio e contro Montecitorio. Come già Bassolino e la Iervolino, anche Benedetto XVI dimentica che, nel mondo
moderno, più spazzatura produci e più pulito sei, perché lo scarto non è un
degrado ma una risorsa. Vale per Napoli e per Brescia, ma in metafora vale
anche per Roma. La spazzatura, di qualsiasi genere, è degrado solo quando non è
trattata dalla tecnica e dalla politica. Laicamente, il contrario del
degrado romano sono l'urbanistica e la scienza dell'amministrazione come igiene
del territorio. Ma per il Papa il contrario del degrado è l'ascesi, che è un
rapporto finto con il mondo, un rapporto im-mondo, che nega il mondo. Alla
devozione della tecnica e della politica applicata agli scarti, il Papa
preferisce il "termovalorizzatore" a forma di finestra che si accende
nel raduno domenicale di piazza, davanti alla chiesa di San Pietro. Povera
Roma, dunque. Sempre è stata maltrattata, protagonista diabolica della
letteratura di tutti i tempi, da Giovenale a Gide, da Svetonio a Henry James.
Ma adesso in Italia è bombardata addirittura da tre fronti: dal Nord, dal Sud e
dal Papa. E difatti non solo i teologi, meglio se tedeschi, prescindono dai
fatti e anzi credono che i fatti siano bestemmie: anche un certo Nord, con le
tasche piene e la testa piccola, imputa a Roma il proprio errore strategico di
avere voluto un grande aeroporto lontano da tutto. Certo, guardando Roma dalla
cascina di Cassano Magnago elevata a cattedrale e ad università, o guardandola
dalla finestra di piazza San Pietro si può credere che tanto il fallimento del
controllo dei flussi extracomunitari quanto il fallimento dell'accoglienza
siano un complotto della casta romana, un degrado all'amatriciana e non le due
facce di uno sgomento epocale, di una crescita mondiale a dismisura dinanzi
alla quale si sta svolgendo, in ogni luogo della terra, la lotta del kumbh, che
è la brocca dell'acqua sacra: da un lato gli dei che la vogliono salvare e
dall'altro gli dei che la vogliono rompere, gli dei protettori e gli dei distruttori,
gli dei dell'identità che è fatta di frontiere e gli dei dell'accoglienza che
nega le frontiere. Povera capitale: anche il Papa, come un certo
meridionalismo, dà a Roma ? al degrado immorale di Roma ? la colpa di una
marginalità storica e geografica: "la vera mafia sta a Roma" diceva
già Colajanni. Se in tutto il mondo la famiglia monogamica è in crisi, davvero
la colpa è dell'immoralità di Roma e del suo sindaco laico che avrebbe voluto
un registro delle unioni civili? Allo stesso modo: davvero i problemi
incancreniti del Sud vengono creati e alimentati altrove ? da Roma ? e non
dalla propria incapacità di risolverli? Non è certo per un caso che anche il
Papa si è messo ad accarezzare il vecchio luogo comune che vede in Roma il
centro di tutti i mali. Roma fu corrotta tanto per i papisti che per gli
antipapisti. Ma forse l'immoralità di Roma, che fu un cavallo di battaglia del
suo connazionale Lutero, è un mito in decadenza anche perché è purtroppo in
decadenza questa nostra Chiesa che, debole e invecchiata, coltiva l'illusione
di chiudersi a Roma come in un fortilizio sacro. Veltroni dunque non se la
prenda. Sicuramente ha fatto bene a chiudere la polemica e ad accettare il
comunicato riparatore del Vaticano: è una debolezza che il Papa gli ha lanciato
contro. Benedetto XVI si è trovato davanti il sindaco di Roma e lo ha scambiato
per uno di quei bersaglieri che sulle macerie della famosa breccia fecero
entrare "il degrado", vale a dire la modernità. Oggi solo una città
chiusa, solo una città cimitero non si degrada. è un'ovvietà che ci è venuta in
mente vedendo che proprio ieri è tornato a Roma il vescovo Milingo, al quale un
prete ha subito negato l'ostia consacrata e che è stato censurato da Mediaset.
Poiché nessuno, neppure uno dei tanti indignatissimi comici ha offerto
solidarietà a questo simpatico viso nero da jazzista di Dio, a questo
pasticcione sempre sorridente con la faccia da Louis Armstrong, tocca adesso a
noi salutarlo. Milingo non ha fatto lo scisma in Zambia come la sua popolarità lasciava
temere, ma ha solo scritto un libro e ha fondato un'associazione di preti
sposati. Forse non è da prendere troppo sul serio, sicuramente la sua fede
trasmette un ritmo e una vitalità africane di cui in Vaticano c'è un gran
bisogno: lo ricordiamo quando si esibì a Sanremo con una canzone sullo spirito
dell'Africa scritta per lui da Lucio Dalla e Ron. Anche quando cacciava il
demonio più che un esorcista sembrava un "esorciccio". Ecco: Milingo
è venuto a rammentarci che la Chiesa di Roma è assediata sì, ma non dai
Veltroni e dai sindaci laici, e che Dio è in terra in cielo e in ogni luogo,
Dio Pluriverso e non Universo, un Dio che ha fatto sposare Milingo con una
placida Maria, la quale appartiene più al genere Maddalena che al genere Carla
Bruni. Insomma, Milingo è venuto a dirci che la partita del cattolicesimo nel
mondo non si gioca a Roma con il sindaco Veltroni. Viva dunque Milingo e la sua
semplice normalità di sposo e di prete. Non in nome della Libertà, ma solo per
seguire il nostro vecchio istinto cristiano e quel tollerante buonsenso
cattolico che condividiamo con la stragrande maggioranza degli italiani.
Milingo, nell'Italia piena di papisti atei sembra il protagonista di un film
postumo di Fellini sul degrado papista della sua Roma: grasso, mattacchione,
aperto ai piaceri (sani) della vita, crede in un Dio che non ha certo creato
l'uomo per deprimerlo: un Dio romano.
Torna
all'inizio
De gennaro userà
l'esercito discariche blindate dai soldati - conchita sannino (sezione: Monnezze)
( da "Repubblica, La" del
12-01-2008)
Cronaca BREVIARIO De Gennaro userà l'esercito discariche
blindate dai soldati Il Prc: no alla militarizzazione della Campania. Prodi
frena Resta in bilico il futuro di Pianura Per sessantamila studenti rientro a
scuola lunedì CONCHITA SANNINO NAPOLI - Sbagliato inviare l'esercito a vigilare
i cantieri delle discariche, non siano i soldati gli interlocutori della
rabbia. L'ultimo strappo nella maggioranza arriva proprio mentre il
supercommissario ai rifiuti Gianni De Gennaro lascia "soddisfatto"
l'incontro in cui ha sottoposto la sua road map al premier Romano Prodi e il
sottosegretario Enrico Letta si lascia andare a un sorriso: "è il passo
giusto: la soluzione è molto vicina". Ottimismo fondato sul fatto che in
quattro giorni dovrebbero riaprire i primi due impianti di Cdr in Campania,
strutture paralizzate da mesi e letteralmente sommerse da 27mila ecoballe. Che,
da domani, potrebbero essere bruciate nei termovalorizzatori di almeno due
(segretissime) regioni italiane. Invece ecco un altro aspro fronte polemico sui
pieni poteri conferiti all'ex capo della polizia De Gennaro. Per lui poteri
speciali, alcuni anche inattesi: come la facoltà di richiedere - comma 3
dell'articolo 2 dell'ordinanza della Presidenza del Consiglio - "l'uso
dell'esercito per preparare e proteggere discariche e cantieri". I siti
diverranno aree militari? I cantieri contestati dalle popolazioni saranno
sorvegliati da soldati? Domande che infiammano la sinistra e i Verdi, al punto
che il premier Prodi tiene a precisare, appena giunto a Malta: "L'esercito
sarà impiegato solo per i compiti di logistica e non in funzione dell'ordine
pubblico". Una scelta che resta "del tutto sbagliata" per
settori della maggioranza. Non piace a Rifondazione, lo spiegano i capigruppo
di Camera e Senato, Gennaro Migliore e Giovanni Russo Spena: "L'uso dei
militari deve essere rivolto esclusivamente al trasporto dei rifiuti, qualsiasi
altro impiego sarebbe un errore clamoroso". Né piace ai Verdi, ministro
Pecoraro Scanio in testa, che però scelgono il silenzio, per non bissare altre
dannose contrapposizioni come quella che costò le dimissioni dell'ex
commissario Bertolaso sulla guerra di Serre, un precedente che ha pesato nel disastro
successivo. Intanto le 200 mila tonnellate di rifiuti che ancora punteggiano il
territorio della regione, con altre 200 mila che invece giacciono in decine di
camion sia dell'Esercito che di aziende private e pubblici consorzi, tornano a
dar fuoco alle invocazioni - più o meno esplicite - di dimissioni per il
governatore Bassolino, già rimbalzate nelle parole del
sindaco di Venezia, Massimo Cacciari. Sceglie un profilo in apparenza soft il
leader del Pd Walter Veltroni, che alla domanda sul caso Campania, offre una
solidarietà umana più che politica: "Per ora, penso
sia giusto che Bassolino e il sindaco Iervolino affrontino quest'emergenza: li stimo e ho
affetto per loro, forse so cosa hanno in animo, sarebbe un gesto di
irresponsabilità lasciare le istituzioni nel pieno di un'emergenza". Poi
aggiunge. "Dopo, più avanti, saranno loro a dover dire quello che
riterranno giusto fare". Più duro il senatore socialista Roberto
Barbieri, già ex assessore comunale Ds della prima giunta Bassolino:
"Ci sono gravi responsabilità istituzionali a tutti i livelli, altrimenti
Napoli non sarebbe in queste condizioni e sui giornali e le televisioni di
tutto il mondo". Intanto la giornata di ieri, complice la pioggerella
sottile e ininterrotta, mette un apparente silenziatore alla guerriglia e alle
plateali manifestazioni di rabbia. è l'obiettivo che De Gennaro aveva chiesto
per operare con discrezione ed efficacia. Sullo sfondo, per ora irrisolto, il
caso Pianura.
Torna
all'inizio
Dopo pianura,
l'obiettivo è terzigno
(sezione: Monnezze)
( da "Repubblica, La" del
12-01-2008)
Pagina III - Napoli Le mosse del
Commissariato di De Gennaro. Il sindaco tenta un recupero d'immagine, ma gli industriali
accusano Dopo Pianura, l'obiettivo è Terzigno Veltroni scarica Bassolino e
Iervolino: "Restino, per ora" SEGUE A PAGINA 2.
Torna
all'inizio
Il centrodestra in
corteo per assediare la regione - roberto fuccillo (sezione:
Monnezze)
( da "Repubblica, La" del
12-01-2008)
Pagina VI - Napoli LA MANIFESTAZIONE Oggi marcia e
sit-in davanti alla sede di via Santa Lucia. C'è anche la Mussolini Il
centrodestra in corteo per assediare la Regione Sul palco parlano Marco Nonno,
un prete e le "Botteghe dei Mille" ROBERTO FUCCILLO CI sarà anche
Alessandra Mussolini, oggi al corteo del centrodestra. Un flashback: il
tramonto di Bassolino richiama in piazza colei che fu più
vicina, quattordici anni fa, a impedirne l'avvento, quando lo sfidò nella prima
elezione a sindaco. "Andrò anche a Pianura - dice Mussolini - per dare
solidarietà ai cittadini napoletani". Poi anche lei, come tutto il
centrodestra, convergerà verso Palazzo Santa Lucia per dire
basta a Bassolino e Iervolino, Pecoraro e Di Palma. Oltre ai partiti della Cdl,
ben undici simboli fra cui anche Pensionati, Italiani nel Mondo, Pri, Mis,
Dc/Autonomie e "La Destra", sono mobilitati anche una ventina di
associazioni e i Circoli della Libertà, la creatura di Michela Vittoria
Brambilla. "Ed è solo la prima nostra iniziativa sui rifiuti -
avverte il coordinatore Marcello Di Caterina - . Nei prossimi giorni
organizzeremo attività informative e vigileremo quotidianamente sulle scelte e
l'operato di governo, Regione e Comune". Ci saranno anche pullman dalla
provincia, e si concentreranno in tre punti (piazza Vittoria, piazza Municipio
e piazza Dante), per poi convergere alle 16 verso Palazzo Santa Lucia, dove
sarà allestito il palco. Parleranno soltanto Marco Nonno, il consigliere di An
alla guida della rivolta di Pianura, un rappresentante della associazione
"Botteghe dei mille" e don Aniello Manganiello, parroco di Scampìa. I
politici comunque hanno parlato ieri. Convinti tutti di quello che esplicita
Luigi Bobbio, segretario provinciale di An: "La svolta si potrà avere solo
se finisce l'epoca bassoliniana". è una "conditio sine qua non".
Ecco ad esempio Renato Schifani, capogruppo di Forza Italia al Senato, ieri a
Napoli, affermare che "le dimissioni di Bassolino
rimangono una priorità per tutti noi". Inutile insistere sulle prospettive
per il dopo: "Se ora ci occupassimo di questo - dice Schifani -
l'impressione che ne avrebbero i cittadini sarebbe che ci occupiamo delle
poltrone prima ancora che dell'emergenza. Sarà la politica ad individuare un
candidato unitario per tutto il centrodestra". Intanto An attacca anche a
Caserta, dove il segretario Gennaro Coronella punta il il presidente della
Provincia Sandro De Franciscis: "Gli chiediamo di prendere coscienza della
realtà e di pretendere che il Commissario provveda a rimuovere anche i nostri
rifiuti. Ma l'immobilismo suo e del centrosinistra casertano, così come il loro
tentativo di scaricare le responsabilità solo sul Commissario, appaiono
vergognosi". Già nota poi, e ribadita ieri da Schifani, la proposta di una
commissione d'inchiesta in Senato per accertare le responsabilità
dell'emergenza rifiuti.
Torna
all'inizio
Comune, parte
l'operazione immagine - ottavio lucarelli
(sezione: Monnezze)
( da "Repubblica, La" del
12-01-2008)
Pagina VI - Napoli Comune, parte l'operazione
immagine Ma Veltroni avverte sindaco e Bassolino: per ora
restano, poi decideranno Iniziativa della Iervolino per recuperare i danni
prodotti dall'emergenza rifiuti Gli industriali però accusano E dal leader del
Pd arriva una gelida solidarietà Una serie di incontri con la società civile e
un bando di gara per il "marchio Napoli" OTTAVIO LUCARELLI Crollo di
immagine, crollo di turisti, crollo di incassi. Con i rifiuti di Napoli
su tutti i giornali, le tivù e i siti Internet, dalla Finlandia agli Stati
Uniti. In attesa di bruciare l'immondizia o le balle per niente "eco"
nei termovalorizzatori da costruire, la città e la Campania hanno bruciato con
gli interessi quanto guadagnato nei primi anni Novanta. Gli operatori
denunciano danni per settanta milioni, gli albergatori contano le camere
deserte, le agenzie di viaggio la raffica di cancellazioni per la prossima
Pasqua e la stagione estiva. Mezzo milione di turisti sfumati in regione nel
2007, calo del 15 per cento in città, "a rischio migliaia di posti di
lavoro" secondo Pasquale Gentile di Federalberghi. Città e regione
cancellate dai rifiuti mentre dai Palazzi parte l'Sos. Il sindaco Rosa Russo
Iervolino annuncia una "campagna per il rilancio dell'immagine" ed è
pronto a Palazzo San Giacomo il bando per una gara sul "marchio
Napoli". Una campagna dopo i "gravi colpi" inferti. Lunedì una
seduta straordinaria del consiglio comunale e da martedì, sul modello dei
"Forum d'ascolto" preelettorali, una serie di incontri con
Municipalità, forze sindacali, economiche, culturali e produttive e con le
associazioni per "raccogliere suggerimenti e coinvolgere le forze vive
della città". Il Comune prova a rimettere assieme i cocci mentre da
Palazzo Partanna la squadra di Gianni Lettieri lancia l'offensiva per
"riconquistare rispetto e dignità". Gli imprenditori "per uscire
dal baratro" chiedono "un'azione di discontinuità rispetto al passato
e una decisa inversione di rotta". Con un elenco di accuse: "Il
dramma rifiuti è frutto delle gravissime responsabilità della classe politica
regionale e nazionale, dell'incapacità di portare a compimento le decisioni
prese, dell'assunzione di scelte politiche al posto di scelte tecniche".
Mentre da Bologna Walter Veltroni invita Bassolino e
Iervolino per ora "a non dimettersi nel momenti di massima crisi, poi
decideranno loro", a Napoli il segretario regionale Tino Iannuzzi ha riunito
il Pd: "Occorre un rilancio di immagine e di sostanza, ma servono forte
autocritica e forte azione di governo". Il 17 gennaio è confermato in
città il seminario sul turismo organizzato per la seconda volta dallo
"Studio Ambrosetti". Un'occasione, secondo la Iervolino, per provare
a risalire. A patto che si cominci a togliere l'immondizia dalle strade con gli
avanzi dei cenoni di Natale e Capodanno così in bella vista. Intanto immondizia
all'asta sul sito E-Bay da 0.99
a tre euro a pacco. Proposta valida fino al 17 gennaio.
Torna
all'inizio
Il razzismo delle
discariche - marco armiero
(sezione: Monnezze)
( da "Repubblica, La" del
12-01-2008)
Pagina X - Napoli Il razzismo delle discariche MARCO ARMIERO
(segue dalla prima di cronaca) A guardare al mondo là fuori non sarebbe così
difficile intuire perché abbiamo bisogno della storia dell'ambiente. I cumuli
di immondizia che assediano la nostra città attendono risposte rapide ed
efficienti, ma anche una riflessione profonda che ci spieghi come siamo
arrivati a questo punto: la città sembra stretta in una morsa tra proteste,
immondizia e polizia. Le colline di rifiuti, le piramidi di ecoballe, gli
inceneritori in costruzione non solo stanno cambiando il paesaggio campano, ma
hanno già ridisegnato la mappa dell'ambientalismo, trasformandone le
caratteristiche, le priorità e, spesso, le forme dell'azione collettiva. Da
questo punto di vista, il caso campano non è affatto eccezionale. Probabilmente
è negli Stati Uniti che il movimento per la giustizia ambientale ha iniziato a
muovere i suoi primi passi già alla fine degli anni Settanta, quando si
scoprivano le prime drammatiche correlazioni tra composizione etnica e sociale
delle comunità e il tasso di inquinamento e rischio ecologico al quale erano
sottoposte. Per l'Environmental Justice Movement (Ejm), gli stessi poteri che
hanno generato un modo di produzione concentrato sulla riproduzione della
ricchezza, e non sulla salute e il benessere della forza lavoro, hanno
storicamente sovrinteso anche alla iniqua distribuzione dei costi sociali e
ambientali di questo modo di produrre, dislocando impianti inquinanti, depositi
e discariche pericolose nei quartieri ghetto popolati da afro americani e
latini, o nelle terre dei nativi americani. Secondo i dati forniti dalla United
Church of Christ Commission for Racial Justice nel 1987 il 60 per cento degli
afro americani viveva in aree interessate da depositi di rifiuti tossici;
mentre alcuni case-studies dimostravano inequivocabilmente l'esistenza di una
politica razzista in materia di gestione del rischio industriale. Non è un
caso, insomma, che una comunità come Emelle, in Alabama, abitata per il 79 per
cento da afro americani, ospiti la più grande discarica di rifiuti tossici
degli interi Stati Uniti. D'altronde, smaltire rifiuti in contesti sociali
deboli, dove i cittadini abbiano meno strumenti per opporre resistenza, è la
strategia non solo praticata, ma spesso esplicitamente teorizzata: il sociologo
americano Robert Bullard ha definito questa strategia come la "path of
less resistance", ovvero come la ricerca di comunità particolarmente
deboli e quindi meno "resistenti". Alla base di questa politica, la
convinzione che l'amore per la natura possa essere un lusso che solo bianchi,
ricchi e ben istruiti, possono permettersi. In nome di quella strategia della
"minore resistenza possibile" denunciata dal sociologo Robert
Bullard, comunità povere sono diventate il luogo ideale per collocare ogni
genere di attività non gradita, dagli inceneritori alle discariche. La loro
resistenza dimostra che quell'assunzione era sbagliata. Un altro ambientalismo
non solo è possibile, ma anche piuttosto vivo e in buona salute. I conflitti
ambientali hanno trasformato radicalmente la nostra idea di natura,
ridisegnando i confini tra naturale e artificiale, esterno e interno. Oggi
sarebbe davvero difficile pensare alla natura come a qualcosa di separato dalla
gente, da proteggere solo se selvaggia, incontaminata, non antropizzata. Le battaglie
contro i rifiuti tossici e il razzismo e il classismo ambientale hanno avuto il
merito di sfidare al cambiamento questa idea tradizionale della natura e della
sua protezione. Non mi pare un caso che le associazioni ambientaliste
"storiche" hanno reagito con lentezza alla sfida posta da queste
nuove questioni. Nella sua ricostruzione della battaglia contro il Lancer,
ossia il nuovo inceneritore di Los Angeles, Giovanna DeChiro racconta come le
associazioni ambientaliste "tradizionali" reagissero alla richiesta
di aiuto dei comitati cittadini: si trattava di questioni inerenti alla salute
della comunità che non riguardavano le tematiche ambientali di loro competenza.
Davvero a lungo la composizione razziale, di classe e finanche la collocazione
geografica di queste grandi associazioni (generalmente nate e cresciute nel
Nord del mondo) le hanno spinte a una scarsa attenzione verso i temi sociali,
concentrandosi essenzialmente sulla conservazione della "natura". Ma,
come diceva Raymond Williams, non c'è una parola più complicata e ambigua del
termine "natura", difficile dire cosa sia natura e cosa sia altro. La
diossina che viaggia tra i campi e le discariche abusive, gli animali e i
pastori, il suolo e i corpi, l'acqua e il latte spezza ogni diaframma tra corpi
e natura. Oggi, qui, ora, a guardare fuori dalla finestra, tutto si mischia, si
confonde. Occorrerà salvarci tutti insieme. Pecore e pastori, corpi e natura.
Il convegno "Memorie dal Pianeta. Il passato della Terra, il futuro
dell'Umanità", anteprima internazionale di Galassia Gutenberg, si tiene
dalle 10,30 alla Stazione Marittima. Partecipano due tra i più importanti
storici americani dell'ambiente, Carolyn Merchant, dell'Università di
California Berkeley, fondatrice dell'eco-femminismo e Donald Worster, padre
della storiografia ambientale e professore all'Università del Kansas. Con loro
lo storico Piero Bevilacqua (Università La Sapienza di Roma), il docente di
politica dell'ambiente dell'Università Federico II di Napoli Ugo Leone e lo
scrittore Wu Ming 2, autore del romanzo sui temi dell'ecoterrorismo
"Guerra agli umani" (Einaudi. Stile Libero) e
componente del collettivo Wu Ming che ha appena realizzato "Previsioni del
tempo", un giallo ambientato nel mondo delle ecomafie in uscita per
Edizioni Ambiente. A coordinare la discussione lo storico italiano
dell'Ambiente, , primo ricercatore del Cnr di Napoli, oggi alla Stanford
University in California.
Torna
all'inizio
E dai leghisti sacchi ai
tifosi del Napoli (sezione: Monnezze)
( da "Corriere della
Sera" del 12-01-2008)
Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano -
data: 2008-01-12 num: - pag: 8 categoria: REDAZIONALE La provocazione Domani la
consegna a San Siro: imparino la raccolta differenziata E dai leghisti sacchi
ai tifosi del Napoli MILANO - Sacchi neri, gialli, rosa, blu e verdi.
Cinquemila. Allo stadio. Passata la moda degli striscioni razzisti e dei cori
volgari, i leghisti-milanisti hanno scelto una singolare forma di accoglienza
per i tifosi napoletani, che domani sera a San Siro seguiranno Milan-Napoli.
Guidati dal capogruppo leghista di Palazzo Marino, Matteo Salvini, alcuni ultrà
rossoneri del Carroccio hanno acquistato ieri i casalinghi sacchi della
spazzatura, formato standard 110x70, "che regaleremo simbolicamente ai
tifosi napoletani". Il messaggio è fin troppo chiaro: "Così vedono
dove si mettono i rifiuti e imparano anche a fare la raccolta differenziata
". Salvini si è organizzato con colleghi di Milano, Brescia, Bergamo,
Monza e Varese: il passaparola è già partito e domenica sera ognuno entrerà
allo stadio con un po' di sacchetti in tasca (e gli adesivi "Milano
capitale"). Verranno prima sventolati, giusto un tocco di scenografia e
colore, e poi regalati: "è anche una bella spesa, visto che costano 0,20
euro l'uno. Ma lo facciamo volentieri ". Ride il capogruppo alla Camera,
Roberto Maroni: "E poi dicono che non siamo solidali... è un modo
simpatico per lanciare un messaggio forte sulla raccolta differenziata, visto
che siamo la Regione più virtuosa in questo senso e diamo un contributo
decisivo al tema dello smaltimento". Ride anche Giancarlo Giorgetti,
segretario della Lega Lombarda: "è un modo scanzonato per affrontare un
problema estremamente serio. Lo diceva anche Mao che bisogna insegnare al
popolo e noi spieghiamo ai tifosi che esiste la possibilità di separare i
rifiuti e che non si usano più soltanto i sacchi neri dove si getta tutto
indistintamente ". Giorgetti non sarà allo stadio, "perché tifo
Southampton e abbiamo altri problemi di là della Manica, stiamo rischiando la
retrocessione... ". Non è chiaro se ci sarà Maroni, milanista padano doc:
"Non era previsto. Ma non vorrei perdermi lo spettacolo. Intendo Pato,
ovviamente". Sarà in tribuna, invece, l'onorevole di Forza Italia,
Maurizio Lupi, che ai colleghi della Lega dà un suggerimento: "Buona
l'idea dei sacchi della spazzatura. Ma regaliamoli agli amministratori, a Bassolino e alla Iervolino, invece che ai tifosi: i napoletani pagano solo
lo scotto di avere amministratori irresponsabili". Punta l'indice il
consigliere comunale del Pd, Pierfrancesco Majorino: "L'atto leghista è un
insulto verso i napoletani che vivono una situazione difficilissima, rispetto
alla quale servono scelte solidali e non buffonate da stadio. Chissà
cosa ne pensa il sindaco Moratti". Maroni taglia corto: "Quelli del
Pd sanno solo accusare. Fosse per loro, un milione di tonnellate di spazzatura
napoletana arriverebbe in Lombardia, Malpensa chiuderebbe domani e Prodi resterebbe
tutta la vita". Elisabetta Soglio Giorgetti "Un modo scanzonato per
affrontare un problema serio Lo diceva anche Mao che bisogna insegnare al
popolo" Majorino (Pd) "è un insulto verso chi vive una situazione
difficilissima Servono scelte solidali non buffonate da stadio".
Torna
all'inizio
Rifiuti, in arrivo altre
navi (sezione: Monnezze)
( da "Unione Sarda, L'
(Nazionale)" del 12-01-2008)
Primo Piano Pagina 103 Rifiuti, in arrivo altre navi Sbarcate
432 tonnellate. Soru: ho deciso da solo --> Sbarcate 432 tonnellate. Soru:
ho deciso da solo Altre navi dei rifiuti scarcheranno in Sardegna, ma non nelle
prossime ore. L'immondezza d'importazione continuerà ad arrivare, ma ancora non
è possibile sapere quanta. Ieri notte, 40 minuti dopo l'una, il Tg5 ha mostrato
le immagini "rubate" di una colonna di 35 tir pieni di immondezza in
partenza dal porto di Napoli. Destinazione? Segreta. Il presidente della
Regione smentisce nuovi arrivi a breve e ammette di aver deciso da solo,
ascoltando il richiamo del governo "a un'emergenza nazionale". La
Sardegna è disponibile a ricevere e a smaltire "qualche migliaio di
tonnellate" di rifiuti, circa seimila" ha detto ieri sera Renato Soru,
che ha rassicurato sul contenuto dei tir dall'olezzo inquietante:
"Spazzatura tradizionale, proprio come quella che produciamo noi". La
stessa che è stata lanciata, nella notte dello sbarco dopo le 2, nel giardino
della casa di Soru: un atto "di squadrismo", lo hanno definito alcuni
rappresentanti del centrosinistra. Alcuni sacchetti, e qualche bottiglia,
scagliati oltre la recinzione, un gesto grave ancora senza colpevoli. La
polizia ha lavorato nella zona, identificando alcuni ragazzi, e le auto delle
forze dell'ordine hanno presidiato per tutta la notte l'ingresso della villa. I
NUMERI DELLO SBARCO L'indiscrezione sul carico della Italroro, 1500 tonnellate
di immondezza stipata in una quarantina di camion, da dividere equamente fra
gli impianti del Tecnocasic e di Villacidro, si è rivelata errata. A conti
fatti, solo sulla bilancia del termovalorizzatore di Macchiareddu sono
arrivati, intorno all'una di notte, 24 tir che hanno scaricato 432 tonnellate
di sacchetti maleodoranti. Per poi ripartire vuoti, all'alba, per Napoli. Serviranno,
quindi, altri dieci viaggi per chiudere la prima tranche di rifiuti. "Non
sappiamo ancora quante tonnellate di rifiuti sono state destinate alla
Sardegna", ha detto Soru, "la ripartizione è ancora in atto".
SESSANTA FERMATI Il bilancio dei violenti scontri del Porto canale poteva
essere molto peggiore. Alla fine, il conto - a parte feriti non gravi e contusi
- parla di una quarantina di persone fermate e identificate in questura, attese
all'esterno da un centinaio di militanti indipendentisti. E di venti
manifestanti accompagnati nella caserma dei carabinieri di via Nuoro, a loro
volta accolti all'uscita (erano le 2) dai compagni, Gavino Sale in testa. Il
caso Pili, intanto, non si è chiuso nel gelo di giovedì notte. Il deputato di
Forza Italia, decisamente attivo perché lo sbarco dalla Italroro non avvenisse,
nel corso di un "contatto" con gli agenti ha ricevuto una violenta
testata sul viso da un dirigente della questura. La prossima settimana,
l'episodio sarà denunciato al ministro degli Interni. LO SCONTRO POLITICO Da
Roma a Cagliari e ritorno, passando per la Procura della Repubblica. La
battaglia fra maggioranza e opposizione si gioca anche sui rifiuti. Se Soru
accusa i "cattivi maestri della destra" di aver sobillato i
contestatori e incassa la solidarietà di Antonello Cabras, due senatori della
destra - Delogu (An) e Fantola (Rif) - rispondono con un esposto alla Procura
(ne parliamo a fianco), il centrodestra sardo insorge contro il governatore, i
deputati Murgia e Porcu (An) chiedono al ministro degli Interni di riferire
urgentemente in Parlamento sui fatti di Cagliari e i giovani sardi di Forza
Italia chiedono le dimissioni del questore Deiana. IL CENTROSINISTRA "Il
Partito democratico sardo esprime la propria totale e convinta adesione al piano
formulato dal Governo, in collaborazione con le regioni, per la soluzione del
problema rifiuti che affligge la Campania", si legge in una nota della
segreteria, "la posizione di collaborazione e solidarietà espressa,
insieme ad altre Regioni, dalla Regione sarda è giusta e tempestiva. Questa
sarà accompagnata dal più ampio coinvolgimento delle istituzioni e delle
popolazioni locali". La segreteria regionale del Pd prosegue: "Gli
episodi di squadrismo cui stiamo assistendo nelle ultime ore nei confronti della
persona del presidente Soru vanno assolutamente condannati e sanzionati, prima
che si oltrepassino i limiti della normale conflittualità e dialettica
democratica". METODO SBAGLIATO Antonello Licheri (Sinistra autonomista),
presidente della commissione Ambiente, si dissocia e denuncia il comportamento
del presidente Soru nella questione dei rifiuti campani: "Non si può
pensare di risolvere il problema senza un adeguato coinvolgimento delle
comunità locali e del Consiglio Regionale". Licheri sostiene che "la
drammaticità dell'emergenza rifiuti in Campania dimostra che qualsiasi
soluzione può essere attuata solo se condivisa". Licheri chiede un
confronto col governatore per "verificare tutte le soluzioni
possibili". IL CENTRODESTRA "La polizia non ha responsabilità di
quanto è successo al Porto canale, la responsabilità è del ministro, incapace
di gestire la situazione". L'accusa è del deputato Cicu (FI), secondo il
quale "è stato applicato un piano antiteppismo senza fare alcuna
distinzione tra chi manifestava pacificamente e i facinorosi". In una
affollata conferenza stampa dei parlamentari sardi e dell'opposizione
regionale, poche ore dopo gli scontri del Porto canale, qualcuno ha chiesto le
dimissioni del ministro degli Interni Amato e del presidente Soru, per
"non aver condiviso con le amministrazioni locali la decisione di portare
in Sardegna i rifiuti di Napoli". Gli stessi consiglieri regionali avevano
inutilmente chiesto, due giorni fa, la rinuncia
all'incarico per il governatore campano Bassolino e il
sindaco di Napoli Russo Iervolino. Il sindaco Floris ha sottolineato che
"lo scontro istituzionale che si voleva evitare è stato invece
creato". Floris non può dare il consenso all'importazione di rifiuti
"perché non sono stato informato, neanche dal Casic". Attacco
al governatore anche dal capogruppo FI La Spisa: "Soru si è appiattito
sulle posizioni del governo nazionale che non ha esitato a chiedere l'uso della
forza pubblica contro una manifestazione pacifica". Sulla stessa linea la
consigliera FI Lombardo e il rappresentante di An Liori, l'unico fra gli
onorevoli finito in questura. ENRICO PILIA.
Torna
all'inizio
Pomodori e mozzarelle al
veleno: ritorno al Sud dei nuovi emigrati
(sezione: Monnezze)
( da "Unita, L'" del
12-01-2008)
Stai consultando l'edizione del Pomodori e mozzarelle al
veleno: ritorno al Sud dei nuovi emigrati Michele De Mieri IL REPORTAGE 25
dicembre. I preparativi, i gesti che li completano, si svolgono ormai in automatico:
per oltre vent'anni tutto si è più o meno ripetuto allo stesso modo. Tornare a
casa. L'unica casa, la prima - quella del posto in cui si è nati, dove vivono i
genitori - quella che non sarà mai più sentita come tale, persa per sempre nel
succedersi di altri appartamenti, di altri luoghi, in cui ci si è impegnati a
disperdersi tra università, amori e lavoro. Ma è Natale e allora il rito,
l'atto dovuto del ritorno alle origini, al sud aspro e freddissimo, chiede di
essere rispettato. Si torna sempre, solo per tre giorni, mentre d'estate, in
agosto - l'altro breve ritorno - qualche volta si può anche saltare il
passaggio, quella discesa: così vicina, cosi lontana. Quattro ore circa. Questo
impiegano i treni da Roma all'ultimo lembo di Campania, a Sapri, poi dietro la
curva della stazione della spigolatrice c'è un breve fazzoletto, un piccolo
orto lucano, e poi la Calabria, una terra che rivaleggia in disperazione con la
mia regione. Cammina tranquillo, avvolto in un giubbotto appena aperto all'aria
più mite del mare, l'amico di turno che è sceso dal paese dell'interno, il
nostro, sempre avvolto dai rigori di un inverno che dura una vita. Il saluto è
canonico, ripetuto decine di volte in tutti questi anni, è veloce come se
mancassi da un paio di settimane, come se avessimo lasciato una discussione in
sospeso ed ora è arrivato il momento di continuarla. Le prime volte che Mimmo o
Angelo venivano a prendermi, o a riaccompagnarmi, abitavano ancora a casa dei
loro genitori ed erano pieni di speranze: non lo affermavano palesemente ma
credo che avessero la volontà di poter cambiare qualcosa, quantomeno di
migliorare quel comune di tremila abitanti e di chissà quante decine di
migliaia sparsi per le Americhe, l'Australia, l'Europa e il Norditalia. Oggi
hanno figli adolescenti, mogli affezionate, un lavoro a intermittenza, molto a
intermittenza, e un paese livido di freddo e cemento, di mattoni rossi che
mostrano la loro superficie come una ferita mostra il sangue, di case in eterno
divenire che alludono al compimento finale così come uno scheletro umano
ammonisce della pochezza della carne. 26 dicembre. A Sanza tre giorni passano
presto, altre volte sembrano eterni. Da queste parti, e ancor più d'inverno,
pure i segnali dei canali televisivi arrivano sempre con l'"effetto
neve", Canale 5 non si vede da mesi, in compenso c'è una televisione
locale attiva da decenni e passata di mano dall'elettrotecnico storico del
paese, il minuto monopolista del tubo catodico della mia infanzia, al prete dei
sanzesi: messe, matrimoni, prime comunioni, funerali, feste, sacre e recite
scolastiche innervano il palinsesto, con tanto di repliche a richiesta.
Mettersi a vedere il telegiornale regionale è come arrivare in una città
sconosciuta e comprarne il quotidiano locale: la prima cosa da fare. Allora,
siccome Telecervati mi sembra troppo localistica, e per evitare che i miei mi
commentino entusiasti qualche sagra o matrimonio, comincio una cura di tigì
Campania, a dire il vero dovrei chiamarla fin da subito un'intossicazione. Quella
"munnezza" che copre un'intera regione come gli ultracorpi del famoso
film invade ogni conversazione, una tragedia antropologica, civile e politica
che si alterna con l'orgia mangereccia di decine di chef napoletani,
sorrentini, casertani, salernitani, beneventani che ad ogni edizione del tigì
marinano capitoni, farciscono pastiere, saltano minestre, colano miele su
colline di struffoli, e intanto bruciano nelle strade di mezza Campania cumuli
di rifiuti. Il vulcano della "munnezza" produce diossina, crea nuovi
svincoli stradali, precipita in un sol colpo la modernità
alla Bassolino dentro i siti archeologici di Pozzuoli e Cuma, quindici anni di
emergenza: meno del potere di questo politico ora assente, muto. C'è il sindaco
Iervolino, che con la sua voce stridula chiede l'aiuto del capo dello stato in
vacanza, come da tradizione, a Napoli. Così, come da tradizione, da
queste parti si chiede sempre aiuto agli altri: guai a fare da soli, e qui non
ci sono maggioranze risicate ma un consenso - nei numeri - molto ampio. Questa
è una regione senza speranza, un territorio stipato di veleni in ogni
provincia, dove mozzarelle e san marzano possono rivelarsi letali. Centomila
tonnellate di rifiuti. Ma che volete, è Natale e allora dai tigì nazionali
quasi niente, nessuna intervista a governatori, sindaci e commissari, ministri,
cosi il Natale dei campani è illuminato dai falò accesi da cittadini e
camorristi, i Re Magi dall'Oriente potranno agevolmente trovare la strada. Il
bubbone mediatico scoppierà domani. 27 dicembre. Al sud, per chi torna da
fuori, sono gli amici l'unico antidoto contro l'apatia o la rabbia che si prova
constatando che qui la modernità dà sempre il peggio, solo le sue scorie.
Sfiniti, delusi da tanti discorsi già fatti e rifatti sul sud, sulla sinistra
in Campania, si cena a casa di Antonio, il "negro", gran lavoratore,
persona generosa e intelligente che come sempre ci accoglie, noi che da Milano,
da Roma, da Torino, stasera finanche dall'Argentina, caliamo come profughi
delle feste, nel paese dove lui ha combattuto e poi si è ritirato. L'Aglianico,
il prosciutto, i salami e i formaggi s'impastano con un'allegria che scatta
puntuale due volte all'anno. Ci salutiamo allegri, un po' sbronzi e pronti a
separarci di nuovo l'indomani senza grandi saluti. Mancano poche ore, le
trascorro con i miei genitori pensionati, scampati entrambi all'epidemia
tumorale che da queste parti ha percentuali impressionanti: ma in tutto il sud
si muore di tumori che abbattono contadini tenaci, muratori a prova di gelo, commercianti
pazienti, e soprattutto donne, le donne che ci hanno tirato su tra mille
stenti. Mia cugina viene a salutare mia madre. Sono molto legate, ha
quarant'anni e figli grandi. Il suo lavoro è lo stesso di mia madre. "Va a
Battipaglia" (lo sento dire da quando avevo cinque anni): pomodori,
tabacco, e soprattutto fragole. Questo hanno fatto le donne per decenni:
alzarsi alle tre di notte, salire su pullman scassati e puzzolenti e, dopo
un'ora e mezzo di viaggio, con l'alba che tarda ad arrivare, piegarsi sui
solchi per sette, otto, nove ore di raccolta. Per la pausa pochissimo tempo. Le
mani sporche di terra, di sostanze chimiche che gonfiano pomodori e fragole,
l'acqua per lavarsi spesso è una chimera, e allora una breve scrollata del
palmo sui fianchi e via col cibo portato da casa. Poi ci si ammala e si muore.
Alla mia stupida domanda la cugina risponde innocente: mi danno 25 euro al
giorno. Tre all'ora. Se lavoro 7 giorni su sette, porto a casa 750 euro. A
Sapri altri che "ritornano" dopo la festa passata con parenti e
amici. Tra tre ore e mezza sarò a Roma. Non so se chiamarla già casa.
Torna
all'inizio
Rifiuti e mafie: se
dicessimo basta? (sezione: Monnezze)
( da "Unita, L'" del
12-01-2008)
Stai consultando l'edizione del Rifiuti e mafie: se
dicessimo basta? Toni Jop Oggi, tra roghi, rabbia e foto parasegnaletiche che
massacrano nel mondo l'immagine di Napoli e di questo Paese, ci pare santo e
inevitabile pensare a Bassolino e alla Iervolino con la forza di chi è innocente. Da innocenti
quanto gli angeli di un presepe viene facile riflettere: ma come facevano a
dormire sapendo che le strade della loro terra si intasavano senza speranza di
immondizie? Con tutto il bene che si può volere a queste persone certamente
oneste non puoi evitare il senso di un fallimento legato alla faticosa
rappresentanza politica e istituzionale che si portano sulle spalle.
Anche se è chiaro che non sono loro i "colpevoli", che non sono loro
la "politica" che ha affidato alla criminalità organizzata la
gestione della disperazione e dei rifiuti. Ma c'erano, ci sono da anni, pensi
che dovevano fare, dovevano poter fare per impedire il collasso. Almeno speri
che un'altra via fosse possibile, lo devi all'innocenza che muove i tuoi
pensieri, finché dura. Perché finisce presto, basta sbirciare la televisione di
questi giorni e rintracciare una scena non del tutto inedita, una scena stanca,
imbarazzante, tanto che la si può comodamente sdraiare come una fettina di
prosciutto in un sandwich di notizie tostate dalla cronaca senza far torto alla
tragedia che racconta. Bastava assistere al pianto disperato - anche questo, sì
- di un imprenditore calabrese col volto storpiato da quella particolare,
pudicissima contrazione muscolare che trasforma i nostri volti mediterranei in
quei paradossi nordici che piacevano tanto a Hyeronimus Bosch quando dipingeva
l'Inferno. Invece, quella smorfia, quel dolore intollerabile erano
pornograficamente veri e terreni, niente a che vedere con le moine umide dei
personaggi educati da Maria De Filippi nei suoi ranch televisivi. Lui non paga
il pizzo, che magari come impegno finanziario è poca cosa ma equivale ad un
riconoscimento di autorità, a una forma di "rispetto" nei confronti
del potere del crimine. I boss non gliela perdonano, anche loro prigionieri
della logica che li sostiene: devono fargliela pagare, non possono permettersi
cedimenti, buffamente si può porre questo "obbligo" della punizione
come vera e propria questione "morale" rispetto alla quale i boss
calabresi sono passivi sacerdoti. Danno alle fiamme l'azienda, per miracolo la
famiglia dell'imprenditore si salva; lui ringrazia dio che sono tutti vivi,
ancora; dice che non vuole cedere, ma aggiunge che non ce la fa più, che non
può più rischiare di perdere le vite delle persone a lui più care. E piange.
Che tragedia, fratelli d'Italia! Noi qui, lui laggiù: giusto il tempo di
chiedersi se ce la farà a sopravvivere o se invece tra qualche tempo leggeremo
il suo nome o quello di un suo famigliare tra le nuovissime vittime della
'ndrangheta. Incrociamo le dita e passiamo ad altro: il problema del crimine
organizzato è antico, soluzioni non ce n'è, non sembra almeno; i governi si
succedono ai governi senza che il martirio del Sud dia cenni di stanchezza. Ci
barcameniamo con la coscienza molto italica che certo serve la buona volontà ma
per il resto dobbiamo tirare a campare con questi "reumatismi"
etno-sociali, fin qui ce l'abbiamo fatta. Avanti savoia, domani è un altro
giorno. Tutto regolare lo scivolo dei pensieri che ci lascia aggrappati a un
futuro che non c'è, ma intanto abbiamo perduto l'innocenza. Perché ci
accorgiamo di sapere ben più di quanto serve per urlare "basta!" e
dedicare ogni energia a questa tragedia "normale" che fa singhiozzare
in tv un imprenditore che fa il suo mestiere, che paga le tasse e non vuol
abbassare la testa di fronte a un branco di mascalzoni. Non c'è democrazia in
un Paese in cui avviene questo e se non c'è democrazia la vita si spegne, per
questo non andrò a dormire finché non avrò fatto qualcosa di decisivo per
difendere la libertà di quell'imprenditore, che è la stessa mia libertà. E
invece vado a dormire. Come la politica, come le istituzioni che la sanno lunga
sulla vita e sulle cose del mondo e che hanno la presunzione di avere ben in
pugno la realtà. Ci barcameniamo, poveri diavoli che siamo. Finché non
esplodono i cassonetti, finché la gente non piange davanti alle telecamere di
mezzo mondo invocando il controllo dell'Organizzazione mondiale della Sanità su
quel che sta accadendo in Campania ai loro corpi e alle loro vite e i politici
recitano le loro giaculatorie, magari dopo aver frequentato e omaggiato boss
criminali vestiti dabbene, quelli che governano la disperazione napoletana, gli
stessi che pretendono il pizzo. Hanno ammazzato Falcone, Borsellino, Dalla
Chiesa e tanti altri, hanno dichiarato guerra allo Stato e fanno piangere un
imprenditore che non paga, ma noi andiamo a dormire, tutti, dal Presidente
della Repubblica ai membri del Parlamento. Finché succederà qualcosa, come il
grande falò di queste sere d'inverno, che ci farà capire che il tempo,
purtroppo, è finito nonostante sembrasse destinato a durare in eterno, quanto
la nostra capacità di barcamenarci e che noi, che amiamo questo paese e la libertà,
abbiamo già perso.
Torna
all'inizio
Bassolino, l'uomo che
non sapeva leggere, attacca il suo staff pag.1
(sezione: Monnezze)
( da "Giornale.it, Il" del
12-01-2008)
Bassolino, l'uomo
che non sapeva leggere, attacca il suo staff di Luca Fazzo - sabato 12 gennaio
2008, 07:00 Stessa sorte per la terza richiesta di rinvio a giudizio per il
"sindaco del rinnovamento": quella sui Boc, i bond comunali per 300
miliardi di lire che inaugurarono, secondo la Procura partenopea, l'epoca della
finanza creativa nel municipio di palazzo San Giacomo. E proscioglimento in
udienza preliminare anche per l'inchiesta sui custodi degli
stabili comunali cui Bassolino e la sua erede Rosa Iervolino consentivano di occupare le
portinerie anche dopo il pensionamento. La musica non cambia quando, nel 2000,
il sindaco passa a governare la Campania. Due le vicende finite al centro di
inchieste giudiziarie: il contratto integrativo regionale che innalzò sensibilmente
il tenore di vita dei dirigenti della Regione, e la nomina di una
pletora di dirigenti graditi al governatore, e denunciata dal difensore civico.
In entrambi i casi, è la stessa Procura a chiedere l'archiviazione. Perché per
il governatore - a rovinare questa eccellente serie di performance giudiziarie
- arrivi una condanna è necessario che entri in gioco la magistratura
contabile: che, dopo una serie di denunce giornalistiche, apre una inchiesta
sulla gestione bassoliniana del Commissariato per i rifiuti. A scandalizzare
sono in particolare i soldi spesi per il call center, dove decine di
centralinisti rispondevano ad una media di una telefonata a testa: secondo una
sentenza della Corte dei conti del dicembre scorso, Bassolino
dovrà risarcire all'erario tre milioni e duecentomila euro. Di tasca sua.
Torna
all'inizio
Nel disastro campano c'è
un nuovo partito: quelli che <l'avevo detto> pag.1 (sezione: Monnezze)
( da "Giornale.it, Il" del 12-01-2008)
Nel disastro campano c'è un nuovo partito: quelli che
"l'avevo detto" di Emanuela Fontana - sabato 12 gennaio 2008, 07:00
Dopo pochi mesi avrebbe lasciato il posto di commissario, in disaccordo con il
ministro Pecoraro Scanio, ma a marzo Bertolaso calcolava le cifre del Quarto
mondo: "Siamo a circa 700.000 tonnellate di rifiuti che, considerate le
condizioni climatiche, non solo di quella regione ma di tutto il nostro Paese,
sarebbe bene prendere e portare via immediatamente". Dieci mesi fa. C'è
poi il verbale di audizione del 6 febbraio. Questa volta era il ministro
dell'Ambiente Pecoraro Scanio a parlare, davanti alla commissione d'inchiesta
sui rifiuti: "I dati epidemiologici raccolti in alcune zone, e le
inchieste condotte in Campania, mettono in luce un aumento dell'incidenza dei
tumori e delle morti collegati alla presenza di enormi settori di rifiuti
tossici nascosti - illustrava il ministro Verde -. Quindi, dobbiamo contrastare
non solo un'attività criminale ma anche un'attività assassina". Il 13
febbraio ammetteva davanti alla stessa commissione: "Abbiamo un problema
enorme". Il 18 febbraio aveva parlato il ministro Giuliano Amato: "In
Campania molti gruppi camorristici si dedicano all'infiltrazione nel ciclo dei
rifiuti, con sempre maggiori capacità tecniche ed operative, avvalendosi del
controllo di molte aree interessate a progetti ambientali". Poi era venuto
il turno del governatore Antonio Bassolino. Verbale
del 31 maggio del 2007: "Non mi permetto di dire che la questione sarà
risolta in un certo numero di giorni, settimane o mesi, perché so che la
situazione è dura e che si è innescato un meccanismo tale per cui occorre molto
sforzo per uscirne". Il 27 giugno la Commissione europea annunciava
l'apertura di una procedura d'infrazione contro l'Italia e scriveva in una
nota: "Gli impianti regionali per lo smaltimento dei rifiuti sono
inadeguati e presentano grossi rischi per la salute e per l'ambiente".
Ancora parole senza risposte. "C'è interesse a non
risolvere l'emergenza rifiuti in Campania", ripeteva monsignor Liberati.
Infine il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino che il 7 gennaio ha
dichiarato: "Ho parlato col premier Prodi, mi ha detto che già sapeva
tutto...".
Torna
all'inizio
Alta (in) fedeltà all'Amantes (sezione: Monnezze)
( da "Stampa, La" del
12-01-2008)
IN ARABO A CURA DI YOUNIS TAWFIK INCONTRI, EVENTI,
MANIFESTAZIONI IN CINESE MAPPAMONDO A CURA DI KUMALE' IN ROMENO SERATE A FAVORE
DI INTERNATIONAL HELP Alta (in) fedeltà all'Amantes Agenda della solidarietà A
CURA DI TIZIANA MONTALDO YOGA E MASSAGGIO AYURVEDICO. L'Associazione Italia
India, inaugura il nuovo anno con un nuovo ciclo di corsi. Il primo è dedicato
all'approccio con l'Hatha Yoga, si tratta di un corso applicativo in quattro
incontri serali che unisce alle tecniche dello yoga la pratica di respirazione,
meditazione e rilassamento. Sono aperte anche le iscrizioni al corso di
massaggio ayurvedico. I corsi si terranno presso la sede Associazione Italia
India in zona piazza Bengasi. Per informazioni: tel. 389/113.20.10, sito
internet: www.shanti.to.it/italiaindia. CORSO DI FORMAZIONE INTERCULTURALE.
L'Associazione Lisangà organizza, in collaborazione con Idea Solidale, un corso
di formazione sull'interculturalità nel weekend del 26-27 gennaio presso il
rifugio "La Madlena" a Giaveno. Il corso verrà tenuto da mediatrici
culturali di Romania, Argentina e Marocco e verterà sui temi della convivenza
tra le culture e aspetti delle culture materiali quali: musica, lingua e cibo.
Sono aperte le iscrizioni. Per informazioni: 011/937.64.66. SERATA DEDICATA A
PETRA. Venerdì 11 gennaio alle ore 21
l'Associazione Italo-araba Petra organizza in
collaborazione con l'Associazione Prova Vacanze una serata alla scoperta dei
tesori della città di Petra con degustazione della cucina nabatea, spettacolo
di musica e danza oriantale. L'iniziativa è ospite del ristorante Petra di via
Galliari 16c. Informazioni allo 011/650.86.96.Munca. Românii si bulgarii vor
trebui sa mai astepte înca un an pentru a putea avea acces liber la piata
muncii în Italia. Angajarile vor fi libere doar în domeniile: agricol, turistic
si hotelier, munca menajera si îngrijirea persoanelor, constructii,
metal-mecanic, functii de conducere si munca cu un grad foarte ridicat de
calificare si munca sezoniera. În aceste domenii angajarea se face la fel ca si
pentru cetatenii italieni. Pentru toate celelalte domenii este nevoie de
autorizatie nulla osta de la Ghiseul Unic. Consulat. Noul program de lucru al
Consulatului general al României de la Torino este urmatorul: de luni pâna
vineri de la orele 9 - 15, miercurea de la orele 9 - 21. Sediul Consulatului
este în via Ancona 7. Înscrierea la gradinita. Cererile de înscriere copiilor
la gradinitele orasenesti, de stat si conventionate din Torino pot fi
prezentate pâna în data de 30 ianuarie 2008. Gradinitele orasenesti sunt
deschise de la orele 7,30 la 17,30, de luni pâna vineri. Serviciul poate fi
prelungit pâna la orele 18, pe baza de cerere documentata de la locul de munca.
\ CAFFÈ BASAGLIA. Il Caffè Basaglia ha appena aperto i battenti in via Mantova
34 e inizia subito le sue attività: venerdì 11 alle 20,30 cena di solidarietà
in favore della cooperativa "Reciclando suenos" di Buenos Aires. La
cooperativa promuove la raccolta differenziata fatta da 20 famiglie comuni
rompendo così le ecomafie locali che si sono fatte sentire
la notte di Natale bruciando il loro capannone. La cena costa 15 euro (se
qualcuno vuole portare qualcosa può scrivere avvisando). Il Basaglia vuole
essere un luogo anche di promozione concreta di chi è di solito emarginato: il
caffè è acquistato dalla cooperativa operante nel carcere Lorusso Cotugno che
provvede alla torrefazione, nel locale lavorano anche disabili psichici
seguiti dai servizi sanitari e le pulizie impiegano alcuni rifugiati del
Darfur. Info info@caffebasaglia.org AMICI DI LAZZARO. Venerdì 11 alle 19 in via Toselli 1 incontro
per tutti coloro che vogliano conoscere e magari partecipare alle attività che
l'associazione Amici di Lazzaro organizza con le donne di strada, i senza
dimora, i doposcuola per bambini italiani e stranieri, i corsi di lingua
italiana per donne e ragazzi stranieri finoa i 16 anni. Info
www.amicidilazzaro.it oppure 340/48.17.498 IL RUOLO DELLA DONNA IN AFRICA. Venerdì
11 alle 19 vernissage con l'autore di libri per ragazzi Ignace Audifac della
mostra "Il ruolo della donna in Africa nel mondo rurale. Fotografie dal
Mali di Francesco Laera" realizzata dal consorzio delle ong piemontesi in
collaborazione con il Coordinamento Comuni per la pace. La mostra si tiene alla
Chiesa SS Nome di Gesù in via Carlo Alberto 6 a Moncalieri dove resterà aperta fino la 20
gennaio. Sempre alle donne africane è dedicata la tavola rotonda con proiezione
del documentario "Ritratto di Altiné nella stagione secca" di Elisa
Mereghetti giovedì 17 alle 9,30 al Collegio Carlo Alberto in via Real Collegio 30 a Moncalieri. Le iniziative
fanno parte della rassegna "Prima non ti conoscevo" organizzata
dall'Ufficio Pace di Moncalieri. Info 011/64.01.461. COMUNITA' ALLOGGIO.
L'Associazione "Comunità Alloggio", operante all'interno della
comunità per adolescenti "Centro Base" di Ivrea, presenta la terza
edizione del corso gratuito di formazione per volontari che si terrà da lunedì 14
gennaio a lunedì 25 febbraio dalle 20,30 alle 23 presso i locali del Cvs in
vicolo San Nicola 2 a
Ivrea, pianoterra (a destra della Cattedrale). L'intento è formare volontari,
maggiorenni e interessati ai temi dell'affidamento familiare, per
l'Associazione Comunità Alloggio e sensibilizzare alle tematiche
dell'educazione professionale con gli adolescenti. Si inizia lunedì 14 con
Cristina Berutti, responsabile dell'Area Minori Consorzio In.Re.Te, che parlerà
de "Le risorse del territorio e le leggi di riferimento". E' richiesta
adesione con conferma telefonica o e-mail. Info 339/48.41.298 oppure
centrobase@libero.it SCIENZA E VITA. La nascente associazione Scienza e Vita
cerca medici, giuristi, universitari, docenti, disposti a svolgere inziiative
culturali e di formazione sui temi della bioetica: eutanasia, manipolazione
genetica, fecondazione artificiale, accanimento terapeutico e hospice,
eugenetica. Info scienzaevita.torino@yahoo.it NOMADI FANS CLUB. Riprendono gli
incontri dei "Vagabondi della Mole" che si riuniscono tutti i martedì
per parlare di Nomadi e solidarietà al pub "La pioletta" in corso
Francia (davanti al parco la Tesoriera). Inoltre I Vagabondi della Mole di
Torino organizzano un pulmann per il 16 e 17 febbraio a Novellara (Re) in
occasione della due giorni di concerti e festeggiamenti per i 45 anni dei
Nomadi. Partenza da Lanzo Torinese sabato 16 alle 7, fermate anche a Torino
corso Regina Margherita angolo corso Lecce (ore 7,45) e Nichelino (alle 8).
Arrivo a Novellara previsto per le 13. Concerti nel Palatenda il sabato sera e
la domenica pomeriggio. Pasti liberi. Rientro a Torino verso le 24. Per info e
prenotazioni telefonare a Massimo 011/28.17.82, oppure a Maria Pia
011/93.11.252, Silvana 338/414.29.82, Sandrina 347/06.22.574. ALZHEIMER.
L'associazione Alzheimer Piemonte continua gli incontri quindicinali del gruppo
di auto mutuo aiuto coordinati dalle dottoresse Gisella Riva e Laura Grassoe
rivolti ai familiari dei malati. Informazioni ai numeri telefonici
011/51.84.444 oppure 011/50.92.102 MOONCUP. Alla Bottega del mondo Equamente in
via Vasco 6/b è in vendita la Mooncup, già diffusa in Gran Bretagna, una
morbida coppetta in silicone ipoallergenico da inserire più in basso rispetto
ai tamponi tradizionali che raccoglie il flusso mestruale, si svuota ogni 4-8
ore e dura 10 anni. In termine di ripsetto dell'ambiente significa un notevole
risparmio di sostanze inquinanti nella produzione e nello smaltimento come
rifiuto, dal punto di vista individuale significa un notevole risparmio
economico per le donne che nell'arco della loro vita cosumano in media 10 mila
tamponi. Nei casi di utero retroverso è necessario consultare il proprio
ginecologo. Info 011/817.90.41 GIULIANO ADAGLIO L'ispirazione è in certo senso
leggera: il libro di Nick Hornby, "Alta Fedeltà", nel quale il
protagonista stila le proprie "top five" personali sui più disparati
agromenti, dalla musica, al cinema, alle donne. L'intento, invece, è più che
mai nobile: far conoscere e promuovere l'attività di International Help,
associazione Onlus diretta da Gianni Sartorio, medico torinese impegnato da
anni a portare aiuti concreti e solidarietà nelle aree del mondo dove sono più
a rischio la sopravvivenza, la salute e i diritti umani. Il circolo culturale
Amantes di via Principe Amedeo 38/a organizza, da gennaio a marzo, una serie di
aper-incontri ideati e condotti da Claudio Paletto e Maurizio Lorenzati: il
lunedì sera, a settimane alterne, il locale ospiterà un personaggio noto, che
sarà chiamato a compilare le proprie classifiche personali, con l'unica condizione
che queste ultime non riguardino l'attività per cui è conosciuto. Un modo
semplice e originale per costringere gli ospiti a interagire con il pubblico,
svelando le proprie passioni e le proprie manie. Il primo appuntamento è per la
sera di lunedì 14 gennaio con Stefano Della Casa, uno dei massimi esperti di
cinema italiani. Mercoledì 19, invece, l'Amantes ospiterà Bruno Gambarotta e
Renzo Cappelletto, che animeranno una serata di presentazione di International
Help: al dibattito parteciperanno alcuni responsabili della Onlus in Guatemala
e saranno svelati il calendario e gli ospiti della rassegna "Alta
(in)Fedeltà". L'Associazione Onlus International Help è nata a Torino nel
1995 da un gruppo di amici, prevalentemente viaggiatori, impegnati da tempo in
attività sociali. Nei suoi dieci anni di vita l'organizzazione si è impegnata
in vari progetti di volontariato in Paesi quali il Guatemala, il Kenya,
l'India, l'Etiopia, il Mozambico, il Myanmar, il Madagascar, Cuba, l'Argentina,
la Repubblica Democratica del Congo. ALTA (IN)FEDELTÀ LUNEDÌ 14 GENNAIO, ORE
19,30 CIRCOLO CULTURALE AMANTES, VIA PRINCIPE AMEDEO 38/A Ingresso Soci Arci
Info 011/8172427.
Torna
all'inizio
Rifiuti, la protesta
sbarca in Sardegna (sezione: Monnezze)
( da "Campanile, Il" del
12-01-2008)
Giuseppe Petrocelli Rifiuti, la protesta sbarca in
Sardegna Alta tensione a Cagliari. E non si spegne la polemica fra maggioranza e
opposizione Si sposta al di là del Tirreno, in Sardegna, la protesta dei
cittadini contro il piano straordinario di smaltimento dei rifiuti napoletani.
Mentre sul fronte politico prosegue lo scontro fra i poli. Ancora ieri
venticinque cassonetti dei rifiuti sono stati incendiati in diversi quartieri
di Cagliari. I vigili del fuoco sono stati impegnati tutta la notte negli
interventi di spegnimento di focolai segnalati per le vie della città. Dunque,
non si placano le tensioni e le polemiche provocate dalla decisione del governo
di coinvolgere diverse regioni italiane nello smaltimento dei rifiuti della
Campania. Le segnalazioni sono cominciate dopo gli incidenti tra forze
dell'ordine e manifestanti che l'altro ieri al Porto canale di Cagliari
cercavano d'impedire lo sbarco dei primi 24 camion colmi di spazzatura
maleodorante da una nave partita dalla città partenopea mercoledì notte. Sempre
in Sardegna da segnalare un forte atto intimidatorio: una trentina di sacchetti
di rifiuti, prelevati da un cassonetto vicino, è stata lanciata nella notte nel
cortile dell'abitazione di Cagliari del presidente della Regione Sardegna,
Renato Soru, che in quel momento non era nella villa. E anche la polemica
politica non accenna a spegnersi. Per il leader Udc, Pierferdinando Casini, il
governo ha sottovalutato gli allarmi. "Si sapeva - ha detto l'ex
presidente della Camera - che la vicenda dei rifiuti non potrà essere superata
facilmente e in tempi brevi. Ci sono tante aspettative e noi siamo con il
Commissario De Gennaro ma i miracoli non potrà farli nemmeno lui. Certamente
paghiamo il prezzo di una inettitudine senza precedenti e debbo dire che il
governo, anche in questo caso ha gravissime responsabilità, perchè ha
sottovalutato gli allarmi, come ha dichiarato lo stesso sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, che erano stati lanciati per tempo".
Critico nei confronti del centrosinistra anche Maurizio Gasparri di An, secondo
il quale la Sardegna non può diventare "la pattumiera privata di Bassolino". Intanto, una mozione per l'istituzione di una commissione
d'inchiesta monocamerale che si occupi delle responsabilità dell'emergenza
rifiuti in Campania e dei rischi connessi alla salute pubblica sarà presentata
lunedì dal capogruppo di Fi al Senato Renato Schifani. E sulla richiesta di
dimissioni del Governatore campano, è intervenuto Sergio D'Antoni, viceministro
dello Sviluppo economico: "La richiesta di dimissioni? Del tutto
strumentale, non serve assolutamente a niente". Piuttosto, suggerisce il
leader del Partito democratico e sindaco di Roma, Walter Veltroni, "quando
c'è un'emergenza per una parte del paese è giusto che, nella misura del
possibile, un paese solidale cerchi di farsi carico del problema".
Concorda il presidente dei deputati del Pdci, Pino Sgobio: "Tutte le Regioni
d'Italia diano il loro contributo, impegnandosi attivamente a risolvere il
problema". Per il capogruppo Udeur al Senato, Tommaso Barbato,
"sarebbe auspicabile che, per risolvere il problema rifiuti in Campania,
una delle prime azioni sia finalizzata a commissariale la direzione
straordinaria dell'Arpac. In tal modo ? sottolinea Barbato ? l'Agenzia
regionale di protezione ambientale tornerebbe a ricoprire quel ruolo centrale
che da troppo tempo non riesce a svolgere a causa di una gestione non sempre all'altezza
della situazione". (12-01-2008).
Torna
all'inizio
DILIBERTO: I CUMULI SONO
IL SIMBOLO DI UN FALLIMENTO
(sezione: Monnezze)
( da "Mattino, Il
(Nazionale)" del 12-01-2008)
Diliberto: i cumuli sono il simbolo di un fallimento
GINO CAVALLO Roma. "Non c'è nulla che faccia più male al governo Prodi di
quanto sta accadendo in Campania. Spero che se ne siano resi conto".
Oliviero Diliberto, segretario dei Comunisti italiani, sembra temere che ci sia
ancora qualcuno all'interno della maggioranza a cui sfugga la portata del
disastro. Anche ora che il capitolo delle responsabilità si va aprendo?
"Credo, non mi stanco di ripeterlo, che sia una vicenda unica, senza
precedenti. Una vicenda che rappresenta il fallimento del centrosinistra
campano targato Bassolino. E come simbolismo la
monnezza mi sembra il massimo". Una crisi che viene da lontano, che si è
aggravata spesso nel silenzio della politica. "Una crisi che determina,
non dimentichiamolo mai, ricadute sull'immagine dell'intero Paese, non solo
della Campania. Danni al turismo, alle esportazioni. E di questi effetti
devastanti i Comunisti italiani sono legittimati a parlare. Credo che il nostro
sia l'unico partito di centrosinistra a non aver mai partecipato ad una giunta
presieduta da Bassolino perché sistematicamente
esclusi. Con la conseguenza, e lo dico in serenità, di essere appunto gli unici
oggi ad aver titolo a denunciare". A tacere troppo a lungo, sostiene il
ministro Di Pietro, è stata anche la magistratura. "Le responsabilità
penali sono in cammino e non tarderanno. Riguarderanno chi gli incarichi li ha
assegnati e le imprese che li hanno ricevuti, spesso in palese conflitto
d'interessi. Quanto a Di Pietro, gli consiglio di ricordare che la toga l'ha
smessa molti anni anni fa. E di portare maggiore rispetto verso la magistratura
napoletana". Tornando alla politica, come giudica l' ambientalismo
rinchiuso all'interno del fortino dei "no"? "Con il problema dei
no "a prescindere" mi sono in passato già confrontato, anche se in
discussione non c'erano le discariche, ma piuttosto insediamenti industriali. E
su una cosa non ho dubbi: con i "no" non si governa. Che la gente non
voglia le discariche vicino casa mi sembra quasi naturale. Bisogna allora
immaginare forme incentivanti, meccanismi compensatori. Senza mai smettere di
cercare il confronto con le popolazioni, di praticare il metodo del
coinvolgimento nelle scelte. L'alternativa infatti è la rivolta".
L'allarme per l'ordine pubblico è alto. Sono timori giustificati? "C'è
anche un problema di ordine pubblico, non possiamo nascondercelo. Ma attenti al
rischio di guardare e giudicare il disastro campano solo da questa prospettiva.
Vorrebbe dire che davvero non si è capito niente di quanto sta accadendo.
Esistono sicuramente infiltrazioni camorristiche, in azione vi sono anche
capopolo interessati. Ma, se è di Pianura che stiamo parlando, allora io
ribadisco che non si può decidere la riapertura di un sito che danneggerebbe la
salute di almeno trecentomila napoletani. Su questa questione, lo dico con
forza, sto dalla parte della Iervolino". Le sembra
adeguato il percorso avviato dal governo per uscire dall'emergenza?
"Intanto credo che il governo dovrebbe dichiarare, e personalmente l'ho
richiesto, l'esistenza di un disastro ambientale, in modo tale che ci siano
misure eccezionali, a cominciare dai finanziamenti. Perché c'è un
immediato e c'è una prospettiva...". Quanto al primo, ormai si misura in
migliaia di tonnellate. "Appunto, bisogna cominciare dalla rimozione dei
rifiuti dalle strade. L'obiettivo primario è restituire normalità alla vita
delle persone". E per la prospettiva? "Il governo attraverso il
commissario, anche se io chiedo un'assunzione diretta di responsabilità da parte
del presidente Prodi, dovrà concordare con gli enti locali l'individuazione dei
siti in grado di ristabilire la normalità. Ma intanto va fatto sparire l'orrore
di quelle montagne di spazzatura".
Torna
all'inizio
UN COLPO ALL'IMMAGINE (sezione: Monnezze)
( da "Mattino, Il
(Nazionale)" del 12-01-2008)
Un colpo all'immagine È ingiusto pagare la tassa sui
rifiuti Il Comune di Aversa mi ha inviato la cartella di pagamento relativa
alla tassa rifiuti solidi urbani per l'anno 2007 con un aumento, rispetto
all'anno 2006, del 30%. La mia città è, al pari di Napoli e della Campania,
sommersa dai rifiuti. È giusto pagare una tassa per un servizio non reso? È
giusto pagare con un aumento del 30%? Antonio Andreozzi - AVERSA (CE) Ha
perduto tutta la città Ditelo al Mattino ha ospitato lettere dai toni
"aspri e duri" come Gargano le ha definite, invitando i dirigenti a
"riflettere e a trarne le dovute conseguenze". Ho sempre creduto
nella forza d'urto dell'informazione, anche se, purtroppo, credo che oggi sia
ben altra la "carta" che muove il mondo. Napoli ha attraversato
periodi bui e terribili, ma questo dei rifiuti ci sta mortificando. Come è
stato possibile? E dove eravamo mentre ciò accadeva? Perché non ci siamo mossi?
Cosa ha fatto dei napoletani un popolo inerme e inerte? Si tratta di una
catastrofe ambientale, qualcosa si dovrà pur fare. Auspico che il Mattino
prenda una posizione netta. Dipendesse da me, uscirei con la prima pagina
listata a lutto. Abbiamo perso tutti. Siamo l'unica regione senza inceneritore,
eppure nessuno ha la dignità di staccarsi dalle poltrone. Stefano Napolitano -
NAPOLI Da terzo mondo è solo la politica Un solo commissario poteva risolvere
il problema rifiuti: Bertolaso, ma è stato ritirato dall'incarico perché con
lui la becera mala-politica nostrana non si faceva. Ma chi controlla i
commissariati straordinari che servono solo a creare stipendi d'oro per uomini
che niente fanno e di niente rispondono? La legge prevede che i consigli
comunali delle città che non raggiungono il 35% della raccolta differenziata
vanno sciolti, e allora cosa si aspetta? Perché non interviene la magistratura?
Perché non vi chiedete tutto questo? Napoli ha bisogno di cronisti schietti che
dicano le cose come stanno e perché. La politica nostrana bada solo ai propri
affari, non lasciate che il popolo napoletano sia additato come sporcaccione e
camorrista. Non è vero. La stragrande maggioranza è seria e sana, non può
essere schiaffata in prima pagina come terzomondista. Qui di terzomondista c'è
solo chi si ostina a fare politica per la propria poltrona. Enzo Sportiello -
NAPOLI Qui ha fallito anche lo Stato Mi chiedo quanto dovremo subire ancora per
colpa di una politica locale incapace e impotente, di perfide logiche
d'interessi particolari che relegano la città agli ultimi posti della
classifica europea. Mi chiedo quanto tempo dovrà passare prima che il resto
d'Italia non faccia il facile accostamento tra Napoli e mondezza, prima che un
napoletano in giro per turismo o lavoro non debba sentire umilianti sarcasmi.
Prima erano la camorra, il malaffare, ora è la mondezza che brucia, affossando
la dignità degli onesti. Dovrà trascorrere tempo lunghissimo prima che
l'immagine di questa terra possa risollevarsi o forse questo non accadrà più.
Qui dove anche lo Stato ha fallito con i vari commissari straordinari che si
sono succeduti resta solo sperare nell'Europa, che possa raddrizzare le sorti
del territorio, speriamo che si voglia farlo. grisou1975@libero.it Un progetto
c'era ma dov'è finito? Basta prendersela coi manifestanti di Giugliano,
Pianura, Carabottoli, Pignataro Maggiore e di tutti quegli altri paesi dove le
discariche non possono essere realizzate. Quelle terre, negli ultimi 40 anni,
sono state già martoriate dai rifiuti sversati illegalmente dalla camorra. La
soluzione è quella individuata nel febbraio 2007 dal prof. De Medici, geologo,
che interpellato da Bertolaso individuò una serie di comprensori dove - senza
alcun riflesso ambientale, con poca spesa e in tempi estremamente ridotti
(stimati in circa 30 giorni) - si sarebbe potuta realizzare una discarica di
notevole volumetria e capace per lungo periodo (minimo 24 mesi) di assorbire i
rifiuti dell'intera regione. Pur accolto con entusiasmo dal commissario di
governo, il progetto è stato accantonato, senza alternativa credibile. Che fine
ha fatto? Perchè i commissari continuano a scegliere siti non idonei? Perchè il
Governo si fa complice dello scempio prolungando il commissariamento? Dario Di
Camillo PIGNATARO MAGGIORE (CE) È pure questione di inciviltà nostra In più di
dieci anni amministratori inetti non sono riusciti che a sperperare risorse
pubbliche. Un fiume di danaro finito chissà dove. Al di là delle colpe degli
amministratori metterei in primo piano la mancanza di senso civico di tanta
nostra gente. Basta vedere come vengono depositati i sacchetti o di cosa sono
fatti i cumuli di immondizia nelle strade. Una seria differenziata, unica
soluzione, non è stata realmente spinta, anche con sgravi di imposta. Da molti
dividere i rifiuti è considerata una perdita di tempo. La gente protesta contro
l'apertura di nuovi siti di raccolta, ma in tanti anni non ricordo un corteo,
una protesta, un sit-in o, peggio, un blocco stradale e/o ferroviario, con
sindaci, autorità, parroci, contro le centinaia di discariche abusive di
rifiuti tossici e velenosi di cui la camorra ha riempito la nostra terra. La
camorra o paga bene o spara. Nessuno sopporta il tanfo ma di puzza non ci si
ammala. La diossina però uccide e il ministero della Sanità ha messo la
Campania sotto sorveglianza. Speriamo che i dati siano presto pubblicati. Si
troveranno mai i responsabili di tanto malaffare da cacciare a calci nel
sedere, ai quali chiedere un risarcimento? O la solita palude del potere, degli
scaricabarile, della mancanza di responsabilità continuerà a divorarci la
salute, diritto garantitoci da una Costituzione sulla quale i politici giurano
pure? Orazio Di Francia - NAPOLI *** Quella che poteva sembrare un'emergenza
transitoria si sta rivelando un pozzo senza fondo di incompetenze politiche e
di egoismi locali. Di solito nei periodi di difficoltà accade che tutti
facciano la propria parte, ci si aiuti. In Campania non sta accadendo. Ciò che
fa arrabbiare, al di là delle responsabilità politiche e delle interferenze
della camorra, è il menefreghismo della gente, disposta a vivere tra la
spazzatura piuttosto che aprire, provvisoriamente, una discarica. Sit-in,
blocchi stradali, nottate all'addiaccio e per cosa? Per impedire che si aprano
le discariche, per dare fastidio, creare problemi, in definitiva non voler
superare il problema. I sindaci, pur di badare ai loro voti, aizzano la gente
parlando di rischi per la salute. In parte hanno ragione, ma le discariche
servono almeno finchè i termovalorizzatori non saranno ultimati. Se nel
frattempo queste persone decidessero di cominciare a fare la differenziata
sarebbe già un bel passo avanti. Deve cambiare la gente se si vuole cambiare
una società. Antonio Angelino - CRISPANO (NA) Coinvolgere ogni cittadino Ormai
il polemizzare sulla questione dei rifiuti è sterile e dannoso per i cittadini
che finiscono col sentirsi deresponsabilizzati. Invece bisognerebbe inviare
messaggi di coinvolgimento, per renderli attivi nel superamento della crisi. Ho
pensato, mentre vedo crescere il cumulo di monnezza nella piazza in cui abito,
che si potrebbe non buttare il sacchetto tutti i giorni in istrada quando non
viene prelevato. Se il sacchetto nero venisse buttato un giorno sì e un altro
no, si avrebbe una riduzione del cumulo e dei pericoli. Inoltre i materiali
della differenziata, carta, plastica, vetro, potrebbero essere conservati in
casa in attesa di tempi migliori, in quanto non deteriorabili. Ciò vale
specialmente per i cartoni e gli imballaggi abbandonati dai commercianti.
Purtroppo si pensa a far feste, invece di approfittare dell'emergenza per
indurre a comportamenti virtuosi. I quotidiani potrebbero essere di grande
aiuto, diffondendo proposte d'azione che coinvolgano i singoli cittadini.
Isabella Guarini - NAPOLI In piazza per il Napoli non per l'immondizia Siamo di
fronte a un cataclisma. Il mio stupore è che per i festeggiamenti del ritorno
in A del Napoli si sono ritrovate centinaia di migliaia di persone per le
strade, mentre dinanzi a una questione di sopravvivenza non si riesce a fare
una manifestazione popolare. Si sa quali possono essere in pochi anni le
conseguenze di tanta diossina, le percentuali di tumori e di malformazioni
cresceranno in maniera esponenziale. Logico sarebbe cacciare tutta la classe
dirigente regionale e nazionale colpevole di tanto sfacelo. Non sopporto più i
politici locali dire che è stato fatto quanto in loro potere, non sopporto i
politici nazionali dire che è responsabilità della sola Campania, non ce la
faccio più a vedere stuprato il nostro territorio. Lorenzo Degl'Innocenti - SAN
SEBASTIANO AL VESUVIO (NA) Differenziamo almeno gli onesti Una nunicipalità
pulita, non violenta, che chiede rispetto dalle istituzioni, che chiede agli
organi di stampa di essere differenziati dai soliti violenti, non nostri ma di
una città. Condivido le vostre posizioni espresse in queste ore e chiedo di
poterci almeno differenziare, visto che altro non si differenzia. Ciro
Scognamiglio - NAPOLI I Verdi permettono la discarica nel verde Il ministro
dell'Ambiente Pecoraro Scanio, il presidente della Provincia Di Palma,
l'assessore alla Sanità della Provincia Borrelli e l'assessore alla Sanità del
Comune Nasti, tutti appartenenti all'ex movimento ambientalista, hanno permesso
la riapertura della discarica di Pianura confinante con la riserva naturale
degli Astroni gestita dal Wwf. Sono senza parole. Sabino Genovese - NAPOLI
Problema di cultura? Ma no, di imbecillità Sogno o son desto? Maroni dice che
il nord ci aiuta con le sue discariche. Allora siamo una Nazione unita? Non ci
credo finchè non lo vedo. Ne parlavo con i miei, una soluzione poteva essere la
solidarietà dell'Italia. Chi può gestire un surplus poteva dare una mano a
Napoli, che ne so l'Abruzzo può gestire un 3%, la Lombardia un 15, il Piemonte
un 20. Sarebbe bello. Ma dov'è l'inghippo? Forse i politicanti locali si
opporranno, troppo grande 'o business. Oppure Maroni ci sta a fregare, lo vuole
fare lui 'o business. Comunque speriamo che sbaglio perchè la solidarietà delle
altre regioni è l'unica alternativa a Pianura. E se Pecoraro Scanio si sotterra
tra le ecoballe che ha detto insieme a Bassolino e
Rosa Russo sarebbe cosa buona e giusta. Adesso avremmo un termovalizzatore come
Brescia. A sentire Roma è un problema culturale. No, è un problema di
imbecilli. fidalonzo@alice.it "I colpevoli siamo solo noi" Chiedo
scusa al prefetto Pansa, alle amministrazioni comunale, provinciale e regionale
per non aver avuto fiducia in loro. È di tutta evidenza che le tonnellate di
rifiuti sono frutto di "mancanza di fiducia da parte dei cittadini nei
confronti delle istituzioni, compreso il commissariato per l'emergenza
rifiuti". Grazie alla citata dichiarazione del prefetto ho preso coscienza
che tale sfiducia non ha permesso idonei programmi di soluzione del problema
(ergo: mi tengo la monnezza fuori casa). Dobbiamo assumerci le nostre
responsabilità e riparare al danno provocato dallo scetticismo (paghiamo le
tasse e abbassiamo la testa, senza respirare però). Non capisco invece di cosa
si debba dolere la popolazione di Pianura visto che in cambio della discarica
il prefetto ha promesso marciapiedi nuovi e più alberi. Beati loro. Raffaele
Viscovo - NAPOLI E non c'è solo il problema-rifiuti La questione rifiuti è solo
la punta dell'iceberg di una amministrazione che, senza avere la capacità di
imporsi al governo della Regione, ha abbandonato la città a se stessa. Se
l'inceneritore non c'è, la differenziata è occasionale e mal fatta. I
commercianti si lamentano dei mucchi di immondizia davanti ai negozi, ma
nessuno ha il coraggio di sanzionarli per l'enorme quantità di prodotti
provenienti dalle loro attività. La Iervolino era il sindaco più impopolare
d'Italia e non si voleva ricandidare. Ci furono i forum d'ascolto per
riannodare il rapporto con la città, ma la Iervolino non ascoltò bene. Dopo la
sua rielezione tutto è come prima, anzi peggio di prima, con la città schiava
di interessi di parte, promesse impossibili da mantenere, incapacità di scelte
impopolari ma alla lunga vincenti. Intanto, tanti soldi buttati per dotare la
città di telecamere non funzionanti o inutili manifestazioni mal riuscite. Non
dimenticherei le pessime figure fatte nel vano tentativo di ottenere la Coppa
America o l'Expò Universale. Antonio di Gennaro - NAPOLI Tutti a casa al più
presto Cosa si può aggiungere a questo disastro annunciato? Solo le dimissioni
di Bassolino, della sua maggioranza, del ministro
dell'Ambiente, e di sciogliere il consiglio regionale. Le colpe sono anche
nell'opposizione, che si è appiatita sulla maggioranza. Le colpe sono anche
della stampa, che ha condiviso l'idea del "rinascimento"
bassoliniano. Salvate Napoli dalla monnezza e dalla camorra. Guido Stompanato -
CASALNUOVO (NA) Perché a Pianura hanno proprio ragione Credo proprio che ci sia
una difficoltà di comunicazione tra noi cittadini e la vergognosa classe
politica che dovrebbe risolvere i nostri problemi: governo centrale, Regione
con Bassolino e Comune con la signora Iervolino. Provo rabbia nel sentir
parlare con ipocrisia persone che non hanno capito un cavolo di quello che sta
accadendo a Pianura. I manifestanti stanno dicendo da una settimana che la
discarica non può essere riaperta perché ci sono persone che hanno già problemi
di salute provocati dai gas di scarico della precedente discarica che dà ancora
problemi, in quanto i controlli sanitari di cui parla Bassolino
non sono stati mai fatti. C'è una scuola nelle vicinanze, c'è addirittura
un'oasi del Wwf. Sono messi in evidenza solo i problemi di ordine pubblico,
facendo il gioco di quei pochi delinquenti. C'è da sperare che i napoletani
stessi imparino da questa esperienza ad essere più attenti alla loro città.
Diamoci da fare, dimostriamo di avere senso civico anche noi. Manuele Sara
Carrieri - NAPOLI Prima di tutto battere la camorra Finché non si interromperà
il circolo vizioso dello smaltimento rifiuti gestito dalla camorra, non ci sarà
esercito capace di ristabilire la normalità. Il giro d'affari è pauroso,
milioni di euro guadagnati dal crimine organizzato, con decine di discariche abusive
a cielo aperto. Un mostruoso impatto ambientale: inquinamento dei campi e
conseguente inserimento nella catena alimentare umana di prodotti altamente
tossici. Ci troviamo di fronte a una bomba biologica. In attesa di buone nuove
continuiamo ad arricchire i tedeschi: per loro e per la camorra la mondezza
vale più dell'oro. Giuseppe Diotto - TORINO.
Torna
all'inizio
LA CDL IN PIAZZA: A CASA
BASSOLINO E IERVOLINO
(sezione: Monnezze)
( da "Mattino, Il (Nazionale)" del
12-01-2008)
La Cdl in piazza: a casa Bassolino e
Iervolino "Altro che campo da golf a diciotto buche. Altro che
rinascimento". Per il centrodestra l'emergenza rifiuti è il segno di un
fallimento che richiede un passaggio finale indispensabile: le dimissioni di Bassolino,
Iervolino, Di Palma. E con questo spirito oggi pomeriggio
l'opposizione si mobilita. Scende in piazza chiamando a raccolta non solo i
militanti dei dodici partiti che lanciano la protesta ma tutti i cittadini, le
associazioni, le forze sociali che si "sentono traditi da quindici anni di
promesse, annunci, soldi spesi mali" e che chiedono "una svolta
profonda". Il centrodestra dà appuntamento agli scontenti, ai delusi,
anche con e-mail e sms. Nel pomeriggio, alle 16, partiranno tre cortei: da
piazza Municipio, da piazza Dante, da piazza Vittoria. Destinazione, palazzo
Santa Lucia, sede della Regione, dove sono previsti tre interventi. Sul palco
però non saliranno i politici. Parleranno un rappresentante del comitato di Pianura,
un rappresentante delle associazioni di Chaia (le stesse che a dicembre
organizzarono la marcia per la sicurezza), padre Aniello Manganiello, parroco
di Scampia. "Vogliamo dare - spiega il coordinatore di Forza Italia Nicola
Cosentino - spazio alla gente che soffre ogni giorno i disagi provocati dalla
fallimentare gestione del centrosinistra". Undici i partiti che
prenderanno parte alla protesta: Forza Italia, Alleanza nazionale, Udc, Nuovo
Psi, Italiani nel mondo, Pri, Destra, Alternativa Sociale, Pensionati,
Democrazia Cristiana per le autonomia, Mis con Rauti. Sfileranno parlamentari,
consiglieri regionali e comunali, dirigenti dei partiti. Ci saranno Gianni
Alemanno (An), Alessandra Mussolini (As), Gianfranco Rotondi (Dca). Ma non è
escluso che altri esponenti nazionali possano scendere a Napoli per sostenere
l'azione di una coalizione che dopo quindici anni di opposizione oggi più che
mai si propone come alternativa di governo. Gli undici partiti del centrodestra
contestano Regione e Comune ma anche il governo. "Le misure adottate -
dicono i partiti in un documento congiunto - si caratterizzano per la assoluta
mancanza di immediatezza e efficacia. Si tratta dell'ultimo colpo mortale
inferto alle residue speranze di riscatto, per nulla mitigato dalla nomina del
prefetto De Gannaro cui comunque va il nostro augurio". Punto fermo per
uscire dall'emergenza resta, per il centrodestra, l'uscita di scena di Bassolino, Iervolino, Di Palma. "Chi sbaglia paga. Sono
loro i responsabili del disastro. Hanno fatto diventare questo territorio
simbolo stesso di malgoverno e clientelismo, assioma ideale
politica-camorra". Ma oltre ad accusare, il centrodestra vuole anche
proporre una sua strategia. "Il principio ispiratore di una proposta
credibile - sostengono i partiti - deve essere ad ognuno il suo, non come
atteggiamento egoistico, ma come elemento di responsabilità etica delle scelte
della pubblica amministrazione". Il centrodestra propone un sistema di
raccolta differenziata con principi di premialità e penalità; una dotazione
impiantistica moderna; una valorizzazione del ruolo dei Comuni nella
progettazione di un nuovo modello del ciclo dei rifiuti. p.mai.
Torna
all'inizio
ARTICOLI DEL 6-1-2008
Roghi e
manichini impiccati Esplode la Napoli dei rifiuti Protesta choc: appesi agli
alberi fantocci raffiguranti governatore e sindaco Napolitano si dice allarmato,
Bassolino nel ( da "Provincia di Sondrio,
La" del 06-01-2008)
Caos rifiuti,
Napolitano allarmato ( da "Gazzetta di Parma, La"
del 06-01-2008)
Iervolino: 3 o
4 siti alternativi a Pianura ( da "Corriere.it"
del 06-01-2008)
Affondo di
Calderoli: <Napoli non è Italia> (
da "Corriere.it" del 06-01-2008)
Che orgoglio quell'immagine
che faceva il giro del mondo. Clinton in tuta che fa jogging su un (
da "Stampa, La" del 06-01-2008)
Prodi convoca i
ministri ( da "Stampa, La"
del 06-01-2008)
Cambiano i
governi, i problemi restano ( da "Giornale di Brescia"
del 06-01-2008)
Prodi:
Troveremo una soluzione permanente (
da "Giornale di Brescia" del 06-01-2008)
HANNO DETTO (
da "Giornale di Brescia" del 06-01-2008)
SOMMERSI DA UNA
POLITICA DI ECOBALLE ( da "Nazione, La (Nazionale)"
del 06-01-2008) + 2 altre fonti
NAPOLI - IL
TIRASSEGNO è ormai trasv ( da "Nazione, La (Nazionale)"
del 06-01-2008) + 2 altre fonti
Fuoco amico su
Bassolino ( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 06-01-2008)
Fino a quando
dovremo turarci il naso? ( da "Provincia di Cremona,
La" del 06-01-2008)
Napoli,
guerriglia anti-discarica ( da "Provincia di Cremona,
La" del 06-01-2008)
Prodi:
un'emergenza che mette in gioco il Paese (
da "Gazzetta del Sud" del 06-01-2008)
Emergenza
rifiuti? Soltanto eco... balle ( da "Gazzetta del Sud"
del 06-01-2008)
Legambiente si
fa gli auguri e rilancia l'impegno (
da "Gazzetta del Sud" del 06-01-2008)
<Dimissioni
per Bassolino e Iervolino> ( da "Libertà"
del 06-01-2008)
"basta
figuracce, ora ci pensa il governo" - marco marozzi (
da "Repubblica, La" del 06-01-2008)
Nel
centrosinistra tutti indifendibili (
da "Repubblica, La" del 06-01-2008)
La montagna di
"monnezza" che sfiora la luna - (segue dalla prima pagina) (
da "Repubblica, La" del 06-01-2008)
"quando
quel boss mi disse: per noi la monnezza è oro" - giovanni marino (
da "Repubblica, La" del 06-01-2008)
Ultrà e abusivi
infiltrati in piazza - irene de arcangelis (
da "Repubblica, La" del 06-01-2008)
Calderoli
accusa: <Napoli non è Italia> (
da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 06-01-2008)
Prodi: <Metterò
fine a questa immagine> ( da "Unione Sarda, L'
(Nazionale)" del 06-01-2008)
Prodi: siamo
pronti ad agiredi pietro: via bassolino (
da "Secolo XIX, Il" del 06-01-2008)
Iervolino:
"vado dai manifestanti" mastella: "cavalca la protesta" -
roberto fuccillo ( da "Repubblica, La"
del 06-01-2008)
Energia e
rifiuti, fermiamo il partito del no (
da "Secolo XIX, Il" del 06-01-2008)
BREVI (
da "Secolo XIX, Il" del 06-01-2008)
Sconfitta la
politica, vincono solo gli <anti> (
da "Eco di Bergamo, L'" del 06-01-2008)
Mastella contro
Iervolino E Di Pietro: via Bassolino (
da "Eco di Bergamo, L'" del 06-01-2008)
La città
dell'emergenza perenne Un commissario per ogni problema (
da "Giornale.it, Il" del 06-01-2008)
<Dietro la
folla che protesta c'è la mano della camorra> (
da "Giornale.it, Il" del 06-01-2008)
Di Pietro:
<Ora Bassolino si deve dimettere> (
da "Giornale.it, Il" del 06-01-2008)
La città
dell'emergenza perenne Un commissario per ogni problema pag.1 (
da "Giornale.it, Il" del 06-01-2008)
Fuoco su
Bassolino. Prodi: <Agiremo> (
da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 06-01-2008)
Caruso: gli
scontri? Indignazione popolare ( da "Corriere della Sera"
del 06-01-2008)
NUOVE GIUNTE DI
SALUTE PUBBLICA ( da "Corriere del
Mezzogiorno" del 06-01-2008)
La Iervolino
sfida: andrò a Pianura ( da "Corriere della Sera"
del 06-01-2008)
Prodi: vergogna
per l'Italia Basta, così non si va avanti (
da "Corriere della Sera" del 06-01-2008)
<Processo>
a Bassolino <La rinascita? Mai vista> (
da "Corriere della Sera" del 06-01-2008)
Prodi convoca i
ministri: agire subito ( da "Stampaweb, La"
del 06-01-2008)
Napoli,
rinascimento e declino ( da "Stampaweb, La"
del 06-01-2008)
SCOPPIA L
INTIFADA DELLA MONNEZZA. MASTELLA: "C'È LA MANO DELLA CAMORRA" (
da "Wall Street Italia" del 06-01-2008)
Rifiuti, è
rivolta: interviene prodi ( da "Messaggero Veneto, Il"
del 06-01-2008)
Di pietro:
bassolino e la iervolino devono dimettersi (
da "Messaggero Veneto, Il" del 06-01-2008)
ORA DATEVI DA
FARE ( da "Libero"
del 06-01-2008)
Sul mare
luccica... la spazzatura ( da "Libero"
del 06-01-2008)
Quella sinistra
che si dimentica di Tangentopoli ( da "Libero"
del 06-01-2008)
Agguati a
polizia e ambulanze Pianura rimane in rivolta (
da "Libero" del 06-01-2008)
Bassolino e
Iervolino: come divennero padreterni a Napoli (
da "Libero" del 06-01-2008)
Il Pd ora
rottami O'reuccio ( da "Libero"
del 06-01-2008)
L'ecoballa di
Prodi: risolverò la situazione. Calderoli: la Campania non è Italia (
da "Libero" del 06-01-2008)
"Dietro la
folla che protesta c'è la mano della camorra" (
da "Giornale.it, Il" del 06-01-2008)
Di Pietro:
"Ora Bassolino si deve dimettere" (
da "Giornale.it, Il" del 06-01-2008)
Rifiuti, tutti
contro Bassolino ( da "Tempo, Il"
del 06-01-2008)
L'emergenza? Un
pretesto per fare i termovalorizzatori (
da "Tempo, Il" del 06-01-2008)
Prodi:
<Risolvere il problema una volta per tutte> (
da "Adige, L'" del 06-01-2008)
Guerra a
Napoli, lo Stato nei rifiuti ( da "Adige, L'"
del 06-01-2008)
Vergogna che Napoli
non merita ( da "Tempo, Il"
del 06-01-2008)
A Napoli in
fiamme anche la democrazia ( da "Tempo, Il"
del 06-01-2008)
Rifiuti, Prodi:
"Un'emergenza che mette in gioco il Paese" (
da "Repubblica.it" del 06-01-2008)
La montagna di
"monnezza" che sfiora la luna (
da "Repubblica.it" del 06-01-2008)
Scontri (
da "TGCom" del 06-01-2008)
<Fuoco
amico> su Bassolino ( da "Giornale di Vicenza.it,
Il" del 06-01-2008) + 1 altra fonte
COSA C ENTRA IL
NORD CON NAPOLI? ( da "Padania, La"
del 06-01-2008)
E Di Pietro si
toglie un... Bassolino dalla scarpa (
da "Padania, La" del 06-01-2008)
La Parola ai
lettori ( da "Padania, La"
del 06-01-2008)
RIFIUTI/
CAPEZZONE: POLITICI NON USINO CAMORRA COME ALIBI (
da "Virgilio Notizie" del 06-01-2008)
Iervolino:
abbiate fiducia nelle istituzioni. Ma i rifiuti aumentano (
da "Gazzettino, Il" del 06-01-2008)
Assalti e scontrinella
banlieudell'immondizia ( da "Sicilia, La"
del 06-01-2008)
Il <call
center spazzatura> ( da "Napoli.com"
del 06-01-2008)
Prodi: "Le
scuole vanno riaperte" Il sindaco: "Solo se togliete i rifiuti" (
da "Repubblica.it" del 06-01-2008)
Carla Ravaioli (
da "Liberazione" del 06-01-2008)
RIFIUTI/
MORONI: MA LA MAGISTRATURA COSA HA FATTO IN QUESTI ANNI? ( da
"Virgilio Notizie" del 06-01-2008)
RIFIUTI/ NAPOLI
(FI): BASSOLINO E IERVOLINO OSTACOLI A SOLUZIONE (
da "Virgilio Notizie" del 06-01-2008)
RIFIUTI/
PEZZELLA (DESTRA): VERA TRAGEDIA CLASSE POLITICA DI INETTI (
da "Virgilio Notizie" del 06-01-2008)
RIFIUTI,
OSPEDALI IN CRISI E SALTANO I MERCATI (
da "Mattino, Il (Avellino)" del 06-01-2008)
TRE GIORNI, POI
L'AGONIA L'ALLARME DEL PREFETTO ( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 06-01-2008) + 1 altra fonte
MA LA IERVOLINO
INSISTE: NO A PIANURA, CI SONO ALTRI SITI. E LANCIA UN APPELLO AI MANIFESTANTI:
BASTA VIOLENZA ( da "Mattino, Il (Benevento)"
del 06-01-2008) + 3 altre fonti
PIANURA,
ASSALTO A POLIZIA E AMBULANZE ( da "Mattino, Il (Benevento)"
del 06-01-2008) + 3 altre fonti
Prodi e
Fioroni: "Le scuole riaprano" I sindaci: "Solo se togliete i
rifiuti" ( da "Repubblica.it"
del 06-01-2008)
Rifiuti/
Napolitano: "Tragedia da risolvere". Calderoli: "E' la
Repubblica delle bucce di banane ( da "Affari Italiani (Online)"
del 06-01-2008)
RIFIUTI/
CARFAGNA: DE GENNARO COMMISSARIO DELLA REGIONE CAMPANIA (
da "Virgilio Notizie" del 06-01-2008)
"Quando quel
boss mi disse: per noi la monnezza è oro" (
da "Repubblica.it" del 06-01-2008)
Rifiuti/
Interviene l'esercito. Napolitano: "Tragedia da risolvere".
Calderoli: "E' la Repubblica delle bucce di banane (
da "Affari Italiani (Online)" del 06-01-2008)
<Chiedo a
tutti i campani di fermare il tandem Bassolino-Iervolino> (
da "Gazzetta di Parma, La" del 06-01-2008)
Articoli
Roghi e manichini impiccati
Esplode la Napoli dei rifiuti Protesta choc: appesi agli alberi fantocci
raffiguranti governatore e sindaco Napolitano si dice allarmato, Bassolino nel (sezione: Monnezze)
( da "Provincia di
Sondrio, La" del 06-01-2008)
Mirino: "Ma io non mi dimetto" Uno dei ventuno
manichini appesi ieri a Napoli in corso Umberto NAPOLI Manichini impiccati agli
alberi, autobus dati alle fiamme, proteste. E tutto mentre la montagna di
rifiuti diventa sempre più alta e rischia ora di travolgere i vertici politici,
a iniziare dal presidente della Regione Antonio Bassolino,
"invitato" ad andarsene. Un inferno, la Napoli dei rifiuti. Ieri la
giornata è iniziata in modo choc: ventuno manichini impiccati agli alberi sono
comparsi all'alba in Corso Umberto. Sui alcuni di essi sono attaccati manifesti
listati a lutto con scritte sull'emergenza rifiuti che ha sommerso di
spazzatura Napoli e contro il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, e il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino. Secondo fonti
della Digos partenopea, che indaga sulla macabra messa in scena (con lo slogan
"Addio a 'stu munno 'e munnezza!") , la responsabilità dei manichini
- appesi senza testa né arti - sarebbe legata al circolo di An del quartiere Vicaria-Mercato.
Ma non è tutto: nella notte sono stati dati alle fiamme quattro autobus, i cui
scheletri inceneriti sono stati rimossi nella mattinata. I quattro autobus
dell'Anm sono stati bruciati nel quartiere napoletano di Pianura, a Largo
Domenico Russolillo, dove - nella discarica di Contrada Pisani - dovrebbero
essere accatastati i rifiuti che da giorni rimangono in strada. Ancora roghi
notturni, poi, di cumuli di immondizie si sono registrati. Dalle 20 dell'altra
sera alle 8 di ieri mattina sono stati 50 gli interventi dei vigili del fuoco,
meno di quelli dello stesso periodo della notte precedente, ma per fronti di
fiamme più consistenti. Le aree più colpite sono quelle della zona Vesuviana e,
soprattutto, quella Flegrea; pochi roghi nella periferia. Attorno alla
discarica di Contrada Pisani, intanto, la cui riapertura dovrebbe essere
imminente, per tutta la notte sono rimaste poche persone a presidiare
l'ingresso; schierati per tutta la notte anche i poliziotti che monitorano
l'area. Sono rimasti all'interno del futuro sito di stoccaggio dei rifiuti i
camion inviati dal commissariato di governo per l'emergenza rifiuti. Ma la
verità è che la crisi dei rifiuti in Campania è diventata una questione
nazionale e le due massime autorità dello Stato, il presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano e il premier Romano Prodi, intervengono appoggiando le
decisioni del commissario Umberto Cimmino e del prefetto di Napoli Alessandro
Pansa di riaprire la discarica di Pianura. Cosa che non impedisce al sindaco di
Napoli Iervolino di proseguire il suo braccio di ferro con entrambi. Prodi, in
un colloquio con "Il Mattino", ha esternato la sua indignazione:
"Non è tollerabile che l'Italia venga additata a vergogna
dell'Europa". La decisione di Prodi di commissariare politicamente la
crisi trova l'avallo del presidente della Repubblica Napolitano. E il Capo
dello Stato in vacanza a Capri, conferma e si dichiara "non preoccupato,
ma allarmato". "Mi sono trovato d'accordo - spiega - con il
presidente del Consiglio e con i ministri degli Interni e dell'Ambiente che ci
sia una assunzione di responsabilità precisa per sbloccare questa
situazione". Il presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, rifiuta di presentare le dimissioni come chiesto
dal centro.destra. "Sento il peso delle mie responsabilità - dice il
governatore - ma talvolta sembra che le responsabilità siano solo mie".
Caos rifiuti, Napolitano
allarmato (sezione: Monnezze)
( da "Gazzetta di Parma,
La"
del 06-01-2008)
PRODI: "IMPEGNATO PERSONALMENTE". CENTRODESTRA
ALL'ATTACCO. BASSOLINO: "NON LASCIO". LA
IERVOLINO SE LA PRENDE COL PREFETTO PANSA Cronache NAPOLI PRODI:
"IMPEGNATO PERSONALMENTE". CENTRODESTRA ALL'ATTACCO. BASSOLINO:
"NON LASCIO". LA IERVOLINO SE LA PRENDE COL PREFETTO PANSA Caos
rifiuti, Napolitano allarmato Ancora proteste. Immondizia data alle
fiamme, incendiati quattro autobus. Sit-in e blocchi stradali NAPOLI II Il
governo studia interventi per fronteggiare l'emergenza, il capo dello Stato si
dice allarmato più che preoccupato mentre il caos immondizia alza sempre più il
livello dello scontro politico. è il presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano, da sempre sensibile nel fronteggiare l'allarme rifiuti in Campania,
a fare sapere da Capri, dove si trova in visita privata, che il governo è
pronto "a prendere iniziative al massimo livello". Prodi, dal canto
suo ha annunciato che seguirà personalmente la vicenda: "Non è tollerabile
che l'Italia venga additata a vergogna dell'Europa per non riuscire a risolvere
il problema dei rifiuti". Il ministro dell'Interno Giuliano Amato per
l'ordine pubblico, il ministro della Difesa Arturo Parisi per i siti demaniali
e i tecnici di settore sono stati dal premier contattati "perché completino
gli approfondimenti richiesti e si proceda con un piano di interventi
strutturali, perché non si può andare avanti così". continua... Per
leggere il testo completo dell'articolo, registrati al nuovo
"sfogliatore" online.
Iervolino: 3 o 4 siti
alternativi a Pianura
(sezione: Monnezze)
( da "Corriere.it" del
06-01-2008)
DI PIETRO A BASSOLINO:
"DIMETTITI". MASTELLA: "NON BISOGNA CAVALCARE LA PROTESTA"
Iervolino: 3 o 4 siti alternativi a Pianura Il sindaco di Napoli: "Non si
possono chiedere ancora sacrifici ai suoi abitanti. Si valutino altre
soluzioni" NAPOLI- Il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, ribadisce
la sua opposizione alla riapertura della discarica di Contrada Pisani, a
Pianura, e chiede di valutare altre ipotesi avanzate dal Ministero della
Difesa. "Ho chiesto - ha dettoa margine di una manifestazione di
solidarietà all'ospedale Annunziata di Napoli - che non si pretendessero
ulteriori sacrifici a chi ha già dato. Non voglio fare l'eroina, tutti avranno
fatto la loro parte, ma io conoscendo le difficoltà degli abitanti di Pianura
non potevo non metterle in campo". "Sono andata a Roma - aggiunge il
sindaco - e ho cercato altre ipotesi e devo ringraziare chi veramente mi è
stato vicino, il ministro Pecoraro Scanio, che anche ieri ha mandato l'avvocato
Viglione. Alcune ipotesi dal Ministero della Difesa sono state fornite, vorrei
che almeno fossero verificate". Le ipotesi sono "Gricignano - spiega
il sindaco - e parecchie altri siti: tre o quattro realtà. Può anche darsi che
saranno tutte inidonee, però vanno verificate". MASTELLA: "NON
CAPISCO..." - "Non capisco il sindaco di Napoli che lotta assieme ai
manifestanti di Pianura mentre Bassolino ha usato
parole di maggiore responsabilità". Così il leader dell'Udeur Clemente
Mastella ha commentato le diverse posizioni assunte dai rappresentanti delle
istituzioni locali in Campania sulla vicenda della riapertura della discarica
di Pianura. "Senso di responsabilità e coraggio da parte di tutti - è
l'appello che Mastella rivolge al centrosinistra e al centrodestra -. Se
prevale il criterio di cavalcare la protesta è la fine. Da 14 anni viviamo
questa fase emergenziale, nella quale oggettivamente maggiori sono le
responsabilità del centrosinistra rispetto al centrodestra, però oggi è il
momento di decidere e noi dovremmo avere l'orgoglio e la responsabilità di
muoverci come se il commissariato non esistesse". "Dobbiamo tirare
una linea rossa sul passato - ha precisato Mastella - sbrogliare la matassa
della costruzione del termovalorizzatore di Acerra, dove per la seconda volta
la gara è andata deserta; impegnarci a realizzare i termovalorizzatori che
occorrono nelle altre province della Campania". DI PIETRO: "BASSOLINO
DIMETTITI" Intanto da più parti si leva la richiesta di dimissioni del
governatore della Campania, Antonio Bassolino.
"Farebbe bene a dimettersi - dice Antonio Di Pietro, ministro delle
Infrastrutture, in un'intervista a SkyTg24 -. Dopo 10 anni di governo del
centrosinistra a Napoli il modello è fallito. Ci sono responsabilità politiche
che vanno assunte aldilà delle brave persone e della buona fede". Il
leader dell'Udc Casini parla in un'intervista al di "emergenza nazionale
che dovrebbe vedere il governo assumere provvedimenti appunto di emergenza,
anche sostitutivi rispetto a quelli dei governi locali". Anche lui è
convinto che il presidente della Campania dovrebbe rassegnare le dimissioni,
pewrché "non è possibile che con le discariche abusive si siano
rimpinguate le tasche della camorra e si sia inquinata la vicenda fino al punto
drammatico in cui siamo oggi". BASSOLINO: "DI PIETRO
IRRESPONSABILE" - Ma in serata è lo stesso Antonio Bassolino
a replicare a Di Pietro: "Fa una cosa irresponsabile - è il commento del
presidente della Regione -, è parte del governo e dovrebbe dare contribuire a
togliere i rifiuti dalle strade". Il governatore, pur ammettendo le
proprie responsabilità, invita tutti a un 'mea culpa': "In questo momento
- dice al Tg1 - forte dovrebbe essere l'impegno di tutti, anche di quelle
opposizioni che hanno avuto responsabilità di governo nel commissariare questa
stessa regione". Ciò che bisogna fare adesso per uscire dall'emergenza,
secondo Bassolino, è "aprire nuove discariche in
provincia di Napoli. Non è impossibile, ma la battaglia è difficile in questa
terra, perché sono stati versati per decenni interi rifiuti illegali e qui, ha
ragione Saviano, c'è un intreccio torbido di criminalità organizzata".
SCIOGLIMENTO - L'opposizione però non intende assolutamente allentare la pressione
attorno ai politici di centrosinistra che amministrano le istituzioni campane.
"La Campania viene umiliata da una classe dirigente irresponsabile, che
non risponde neanche al grido di allarme del Capo dello Stato": è il
parere di Maurizio Gasparri (An), che invoca il commissariamento di Regione e
Comune. Sull'emergenza rifiuti è intervenuta anche la parlamentare di Forza
Italia Mara Carfagna: "L'autoassoluzione di Bassolino
sottolinea il bonapartismo in cui è degenerato il suo stile di governo e la solitudine
del personaggio, che dalla Iervolino a Prodi non riesce a trovare più alcun
difensore. Nessuno avrebbe il coraggio di mettere la faccia in una impresa
tanto temeraria. Prima si dimette e meglio è. Rinnovo l'invito al Capo dello
Stato per lo scioglimento della Regione Campania". E il leghista Roberto
Calderoli, vicepresidente del Senato, che in un'intervista alla , spiega:
"Il governo ha esercitato i poteri sostitutivi commissariando per lungo
tempo la gestione dei rifiuti in Campania. Non avendo prodotto effetto tale
commissariamento e a fronte della resistenza da parte dello stesso Bassolino agli inviti che arrivano sia dalla maggioranza che
dall'opposizione a dimettersi, il presidente della Repubblica può procedere
allo scioglimento del Consiglio regionale della Campania". RISARCIMENTO -
Infine Italiani nel Mondo propone "una grande azione di risarcimento del
danno contro la Regione Campania e contro i commissariati di governo,
responsabili di questo disastro terribile che avrà fine probabilmente tra
vent'anni". "Abbiamo sancito una mobilitazione dei nostri aderenti e
dei cittadini napoletani il 25 gennaio al Palapartenope, dove raccoglieremo la
presenza di migliaia di cittadini che intendono oggettivamente fare
qualcosa" ha detto il senatore Sergio De Gregorio. stampa |.
Affondo di Calderoli:
<Napoli non è Italia>
(sezione: Monnezze)
( da "Corriere.it" del
06-01-2008)
Dura intervista alla "PADANIA": "Occorre
cambiare il Dna dei napoletani" Affondo di Calderoli: "Napoli non è
Italia" L'ex ministro leghista: "Quello che sta accadendo lo
dimostra, laggù le leggi dello Stato non valgono" L'ex ministro leghista
Roberto Calderoli (Ansa) MILANO - "Ambulanze assaltate, come non accade
nemmeno nei Paesi in guerra, incendi urbani, guerriglie con la polizia: tutto
quello che sta succedendo dimostra che Napoli non è Italia". Lo sostiene,
in un'intervista che sará pubblicata domani dalla Padania, il coordinatore
della Lega Nord, Roberto Calderoli, riferendosi agli scontri che stanno
accompagnando la riapertura della discarica nel quartiere di Pianura. "LE
LEGGI NON VALGONO" - "Siamo di fronte ad un Paese - attacca ancora il
coordinatore leghista - che accetta di avere al suo interno un'enclave
extraterritoriale, dove le leggi dello Stato non valgono. Ma un Paese che
accetta che lo stato di diritto venga fatto rispettare solo in una parte sì e
in altre no cessa di essere uno Stato di diritto e cessa, pertanto, anche di
essere uno Stato. E quando non c'è più lo Stato di diritto, per alcune aree del
Paese, allora è giusto che anche le altre aree abbiano la possibilità di
decidere cosa fare". "Ci si sarebbe aspettati - fa notare l'ex
ministro del Carroccio - che i manifestanti andassero a
protestare sotto casa di Bassolino, della Iervolino e di tutti quelli che in questi anni si sono
arricchiti con i rifiuti, ma evidentemente non occorre solo rimuovere gli
amministratori per risolvere questi annosi problemi ma va cambiato il dna dei
napoletani e il loro modo di ragionare". "STATO COMPLICE E
OMERTOSO" - L'esponente del Carroccio aggiunge: "ma ha senso
continuare a stare in uno Stato del genere? Uno Stato che priva chi, come la
Padania, che da sempre tira la carretta per tutti, di un'infrastruttura
indispensabile come Malpensa, il suo hub internazionale, mettendo a rischio
l'intera economia, e che poi non commissaria neanche il responsabile di una
vergogna come quella che stiamo vedendo a Napoli?". "Le
responsabilità di quello che sta accadendo sono ovviamente in primis degli
amministratori locali, ma anche dei cittadini stessi che fanno le sceneggiate
alla tv per opporsi alla riapertura di una discarica ma, di fatto, con il loro
comportamento condannano loro stessi, i loro figli e le prossime generazioni ai
rifiuti e alle sostanze cancerogene che stanno generando con i roghi e gli
incendi urbani che stanno appiccando. In questo modo - conclude Calderoli- i
cittadini napoletani stanno condannando le prossime generazioni, con l'omertà e
la complicità dello Stato e di chi lo rappresenta?". stampa |.
Che orgoglio
quell'immagine che faceva il giro del mondo. Clinton in tuta che fa jogging su
un (sezione: Monnezze
)
( da "Stampa, La" del 06-01-2008)
Lungomare fantastico con uno sfondo da favola: un
vulcano, un'isola, un golfo, il mare blu... Era Napoli. E non un secolo fa.
Estate '94, summit degli otto Grandi, la città a lucido, le piazze e i
monumenti restaurati, cultura e musica in ogni angolo. Era il punto più alto di
quel fenomeno che, per un motivo o per l'altro, fu chiamato "rinascimento
napoletano". Antonio Bassolino governava la città
da appena tre anni, ma i risultati si vedevano. Qualcuno ci sentiva puzza di
effimero, non gli si fece caso. Infatti che orgoglio quell'immagine che faceva
il giro del mondo. Ora in giro per il mondo - metaforicamente e materialmente
intendendo - ci sta andando l'immondizia: da quella spedita negli inceneritori
tedeschi a quella che tracima per immagini dai siti e dalle tv di tutto il
pianeta. Bel colpo, niente da dire. Naturalmente, non è questione di
contrapporre i meriti del "rinascimento" allo scandalo di questa
"monnezzopoli", anche perché i protagonisti (anzi, secondo alcuni: il
protagonista) grossomodo son gli stessi: i governi di centrosinistra e il
sindaco (e poi governatore) Antonio Bassolino. Qui si
vorrebbe solo segnalare - mentre la polemica politica, magari, se ne frega e
punta e guarda ad altro - la devastante rapidità di un malinconico declino. La
parabola di un città senza più simboli e punti di riferimento: mentre è sempre
attorno a dei simboli e a dei punti di riferimento che ha fatto leva - nel bene
e nel male - per trovar forza e riscattare quel certo orgoglio da città di re e
antica capitale. E' vero, naturalmente dipende dai simboli: ma onestamente ce
n'è pochi peggiori di questa monnezza qua. Perfino annaspando alla cieca nel
tunnel degli Anni 80 - le cricche di pentapartito, un sindaco ogni otto mesi,
l'impero dei Di Donato e dei Pomicino, dei Gava e dei De Lorenzo - Napoli trovò
a che aggrapparsi. Sembrano niente due scudetti, una Coppa Uefa, una Coppa
Italia e una Supercoppa italiana in soltanto quattro anni! Ma intanto Napoli
era nel mondo Diego Armando Maradona, e il volto pulito di Ciro Ferrara. Sembra
niente, ma fu comunque meglio di niente. E in fondo c'era dell'altro: perché i
teatri off e le sale di registrazione improvvisate nei sottoscala dei quartieri
cominciavano a partorire miracoli, che l'era del "rinascimento", poi,
avrebbe consacrato. Napoli iniziò a essere anche Massimo Troisi e Pino Daniele,
la Nuova Compagnia di Peppe Barra e il teatro di Luca De Filippo, che
rinverdiva i fasti del suo grande papà. E poi, sì, certo, era anche la città
delle tangenti, di Raffaele Cutolo e della macchina criminale perfetta che
diventò la sua Nuova Camorra Organizzata (della quale, a dirla tutta, si sentì
una qualche cinica nostalgia negli Anni 90, quando crollato l'impero di don
Raffaele, la città fu sepolta dai morti ammazzati nella guerra scatenata da
centinaia di clan alla conquista del potere). Si tirava avanti, insomma. C'era
del male, figurarsi, tanto male - camorra, poco lavoro - ma anche illusioni a
cui aggrapparsi, simboli effimeri magari, però piccole luci in un cielo non
ancora tutto nero. Le luci. Quelle che il ricambio politico accese, accecando
la città, all'indomani di Tangentopoli. Fu lo sfavillìo del "rinascimento
napoletano". Guardate il restauro di Palazzo Reale! E ammirate la
magnificenza di piazza Plebiscito! E poi i lampioni di via Caracciolo, il mare,
turbinii di feste, i nuovi registi alla Mario Martone, aria nuova, aria nuova.
Il "rinascimento" finisce sulle copertine dei settimanali di mezzo mondo,
i giornalisti occupano gli alberghi del lungomare per dire dell'ennesimo
"miracolo napoletano". La città ritrova orgoglio e angoli di sfarzo
da antica capitale. Quando uno dopo l'altro arrivano in visita a Napoli Bill
Clinton, il Papa e la regina Elisabetta è l'apoteosi. Qualche élite
intellettuale storce il naso, perché mentre la festa continua la città è
sottoposta a una deindustrializzazione selvaggia. Si sussurra un'accusa:
demagogia dell'effimero. Ma Napoli regge ancora, ha bellissime cose di sé da
mandare in giro per il mondo e ne è fiera: anche se si intuisce che la città
affanna e che sotto i lustrini niente. Sia come sia, Bassolino si passa
il testimone e viene rieletto sindaco; poi lo passa a Rosetta Iervolino, che
malvolentieri se lo ripassa ed eccoci qua. Qua vuol dire sotto questo cumulo di
monnezza. E poichè monnezza chiama monnezza (camorra, tangenti, scaricabarile)
qua vuol dire sotto una montagna gigantesca di rifiuti solidi e politici,
di macerie sociali, di illusioni triturate. Com'è successo? Si prova a
ricostruire, ma è peggio, è il solito tiro di accuse incrociate. E non è che
prima di arrendersi all'idea che Napoli nel mondo oggi sia soltanto una
discarica, qualcuno non avesse pensato ad una controffensiva. Anche solo un
diversivo, magari. "Porca miseria, cominciamo a dire che Napoli è
anche...". E' anche? Lavezzi non lo conosce nessuno, e poi non sarà mai
Maradona; Massimo Troisi è morto che sono dieci anni e più; vertici
internazionali non è nemmeno il caso di parlarne; Pino Daniele s'è trasferito
dalle parti di Formia e di Peppe Barra non frega quasi più niente a nessuno. Ci
si sforza, si riflette. E diamo pure la colpa a quelle immagini in tv, ma non
viene in mente altro che monnezza. Una diffusa e nauseabonda monnezza.
( da "Stampa, La" del 06-01-2008)
"Agire subito" Domani vertice d'urgenza a
Palazzo Chigi Di Pietro chiede le dimissioni di Bassolino
[FIRMA]FLAVIA AMABILE ROMA Il governo interverrà per porre fine all'emergenza
rifiuti a Napoli e agli scontri che hanno accompagnato la riapertura della
discarica di Pianura. L'ha promesso ieri il presidente del Consiglio Romano
Prodi: "Il governo si assume tutte le proprie responsabilità riguardo a
questa emergenza, perché sta mettendo in gioco il Paese". Il premier
assicura che l'agenda dei lavori è fissata: "Lunedì mattina comincio con
le riunioni dei ministri, poi si agisce". Obiettivo è non solo affrontare
il problema di sgomberare i rifiuti e trovare un luogo dove scaricarli, ma
"risolvere il problema per sempre. Dobbiamo offrire una capacità di
lavorazione dei rifiuti che sia superiore all'offerta che viene prodotta in
Campania, altrimenti non si normalizzerà mai la situazione". L'emergenza
sta davvero mettendo in gioco il Paese come sostiene il premier. La Lega ne ha
approfittato per tirare fuori il suo antimeridionalismo. Per Roberto Calderoli
"tutto quello che sta succedendo dimostra che Napoli non è Italia".
Nell'occhio del ciclone è il governatore della Campania, Antonio Bassolino. "Farebbe bene a dimettersi - dice Antonio Di
Pietro, ministro delle Infrastrutture -. Dopo 10 anni di governo del
centrosinistra a Napoli il modello è fallito. Ci sono responsabilità politiche
che vanno assunte aldilà delle brave persone e della buona fede". Il leader
dell'Udc Casini se la prende con il governo, che deve "assumere
provvedimenti d'emergenza, anche sostitutivi rispetto a quelli dei governi
locali". Anche lui è però convinto che il presidente della Campania
dovrebbe dimettersi, perché "non è possibile che con le discariche abusive
si siano rimpinguate le tasche della camorra e si sia inquinata la vicenda fino
al punto drammatico in cui siamo oggi". Lo scioglimento della Regione
viene chiesto da più parti all'interno dell'opposizione: da Maurizio Gasparri
di An e Mara Carfagna di Fi. Bassolino, però, non ci
sta. Il governatore, pur ammettendo le proprie responsabilità, invita tutti a
un "mea culpa". Rispedisce a Di Pietro le critiche, aggiungendone
anche di sue: "Fa una cosa irresponsabile. E' parte del governo e dovrebbe
contribuire a togliere i rifiuti dalle strade". E, comunque, ricorda:
"In questo momento forte dovrebbe essere l'impegno di tutti, anche di
quelle opposizioni che hanno avuto responsabilità di governo nel commissariare
questa Regione". Ciò che bisogna fare per uscire dall'emergenza, secondo Bassolino, è "aprire nuove discariche in provincia di Napoli".
Clemente Mastella, invece, rivolge pesanti critiche al sindaco di Napoli, Rosa
Russo Iervolino, che si è schierata al fianco degli abitanti di Pianura
nell'opporsi alla discarica: "Se prevale il criterio di cavalcare la
protesta, è la fine". Secondo lui, la soluzione è nel realizzare i
termovalorizzatori". Infine Italiani nel Mondo propone "una grande
azione di risarcimento del danno contro la Regione Campania e contro i
commissariati di governo, responsabili di questo disastro che avrà fine
probabilmente tra 20 anni".
( da "Giornale di Brescia" del 06-01-2008)
Edizione: 06/01/2008 testata: Giornale di Brescia
sezione:IN PRIMO PIANO Cambiano i governi, i problemi restano che in un altro
senso. Il dramma dei rifiuti si impone come un grave problema nazionale di cui
non è possibile disinteressarsi. Questo sia perché appare difficile che venga
trovata sul posto una soluzione capace di scongiurare una pericolosa
degenerazione dello stesso ordine pubblico, sia perché costituisce già per il
nostro Paese una grossa grana - concretamente finanziaria oltre che genericamente
d'immagine - sul piano internazionale. Ma c'è un secondo ordine di motivi, meno
appariscente, per cui l'emergenza rifiuti a Napoli assurge a caso, meglio, a
lezione nazionale. La Città partenopea in questo lungo dopoguerra è stata
governata prima dal monarchico Lauro, poi per tre decenni - di fatto - dal
democristiano Gava, infine dal post-comunista Bassolino; oggi - come hanno titolato i loro ventun manichini impiccati
agli alberi gli autori - da Rosa Russo Bassolino, con
chiaro riferimento alla corresponsabilità del sindaco Iervolino e del
governatore regionale, in poche parole dell'intero Partito democratico, per lo
sprofondamento della città nell'immondizia. Insomma il capoluogo e la
Regione campana hanno consumato tutte le chance che avevano a disposizione per
la soluzione degli annosi problemi del territorio. Destra, centro, sinistra
sono succeduti alla guida del municipio. A Palazzo dei Normanni sono saliti
prima un patron privato, grande dispensatore di favori - e di posti -, poi un
signore delle tessere con amicizie importanti a Roma e quindi in grado di
dirottare ingenti risorse per il riscatto della città, da ultimo un politico
cresciuto all'opposizione - e nella critica - del potere laurino e
democristiano. Nessuno si aspettava che qualcosa cambiasse della vecchia Napoli
con il Comandante al timone. Una qualche fiduciosa speranza di rinnovamento si
è nutrito che venisse dalla Dc, l'incontrastato (al centro come in periferia)
partito di governo. Una svolta decisiva era nelle generali aspettative che si
consumasse da una forza politica come i Ds cresciuta con la promessa di offrire
un'alternativa - morale prima ancora che di classe dirigente - all'immutabile
stato di ingovernabilità della città. Lo scoraggiante risultato che è sotto gli
occhi dell'intera opinione pubblica nazionale ed estera non è solo motivo di
una cocente delusione. Rischia di offrire una ragione di forte pessimismo nella
riformabilità della politica tout court in Italia. Che alternative mette a
disposizione una democrazia che ha già visto alternarsi al governo tutti gli
schieramenti senza che nulla tragicamente sia cambiato? Roberto Chiarini.
( da "Giornale di Brescia" del 06-01-2008)
Edizione: 06/01/2008 testata: Giornale di Brescia
sezione:IN PRIMO PIANO Il centrodestra compatto nel
chiedere le dimissioni di Bassolino e della Russo Iervolino. A
loro si è aggiunto Di Pietro che si "ritira" dalla Giunta regionale
Prodi: "Troveremo una soluzione permanente" Il Governatore campano Bassolino e il sindaco di Napoli Iervolino ROMA L'emergenza rifiuti in
Campania continua ad occupare le prime pagine dei giornali. Non solo con
le cronache degli scontri a Pianura, ma anche con un polemica politica che
chiama ormai in causa le massime cariche istituzionali. A conclusione della
giornata è intervenuto da Bologna Romano Prodi per ribadire che "il
Governo si assume tutte le sue responsabilità" per porre fine ad
un'"emergenza che mette in gioco il Paese con un'immagine negativa".
"Dobbiamo affrontare - ha assicurato Prodi - il problema per sempre.
Dobbiamo offrire una capacità di lavorazione dei rifiuti che sia superiore
all'offerta che viene prodotta in Campania, altrimenti non si normalizzerà mai
la situazione". Viene confermata così la perfetta sintonia tra il premier
e il Capo dello Stato. L'impegno delle due massime cariche dello Stato non è
però servito a stemperare il livello dello scontro politico. Il centrodestra è
rimasto compatto nel chiedere le dimissioni del governatore campano Antonio Bassolino e di Rosa Russo Iervolino, e a loro si è aggiunto
Antonio Di Pietro. Nell'opposizione, è sceso in campo Casini, per chiedere,
sebbene con toni pacati, le dimissioni di Bassolino,
pur riconoscendo tuttavia che il centrodestra in Campania "avrebbe potuto
fare di più". Il fronte della maggioranza ha cominciato a mostrare qualche
incrinatura con una richiesta di Antonio Di Pietro che ha fatto eco al
presidente dell'Udc nell'intento di mandare a casa il governatore della Regione
Campania: "Ci sono responsabilità politiche che vanno assunte al di là
delle brave persone e della buona fede". E per corredare di coerenza il
suo ragionamento, il ministro ha fatto sapere che l'Idv uscirà dalla coalizione
regionale. Non è stato l'unico "malumore" della giornata nell'Unione.
Mastella dalla vicina Avellino non ha rinunciato a criticare pubblicamente il
sindaco di Napoli: "Non capisco la Iervolino che lotta insieme ai
manifestanti di Pianura. Se prevale il criterio di cavalcare la protesta è la
fine". Nella maggioranza non si sono registrati molti altri interventi.
Dalle opposizioni è proseguito invece un coro di critiche e di polemiche. Il
leghista Giuseppe Calderoli ha chiesto al Quirinale di usare i suoi poteri di
scioglimento del Consiglio Regionale Campano. Lo stesso ha fatto per An l'ex
ministro Maurizio Gasparri. Sandro Bondi, coordinatore di Fi, ha invocato un
governo regionale di emergenza, mentre Michela Vittoria Brambilla ha assicurato
che mobiliterà i suoi Circoli per cacciare Rosa Russo Iervolino. Non è mancato
qualche intervento più catastrofista. Il leghista Mario Borghezio ha chiesto
l'intervento dell'esercito perché "la Campania è il nostro
Afganistan". Sergio De Gregorio ha infine paventato la presenza di gruppi
eversivi negli scontri di ieri.
( da "Giornale di Brescia" del 06-01-2008)
Edizione: 06/01/2008 testata: Giornale di Brescia
sezione:IN PRIMO PIANO HANNO DETTO BONDI: "SI DIMETTANO!" ROMA -
"Bassolino e Iervolino dovrebbero dimettersi e Regione e Comune dovrebbero
essere retti da un governo di emergenza". È quanto chiede il coordinatore
di Forza Italia, Bondi. "Quello che sta avvenendo a Napoli e in Campania -
afferma - rivela la crisi della democrazia e dello Stato, e il fallimento delle
classi politiche di governo".
( da "Nazione, La (Nazionale)" del 06-01-2008)
Pubblicato anche in: (Giorno, Il
(Nazionale)) (Resto del Carlino, Il (Nazionale))
L'INTERVENTO SOMMERSI DA UNA POLITICA DI ECOBALLE SI
DICE, in questi giorni di festa, che i pessimisti non sono tanto intelligenti.
Ma le feste stanno per finire e dopo il film di Natale a Cortina e le vacanze a
Ischia o a Malindi si dovrebbe tornare alla realtà. Si legge che gli italiani
fanno male a essere pessimisti. In fin dei conti, i politici sono tutti o quasi
allineati sulle posizioni del presidente della Repubblica, che non può essere
che ottimista.Tuttavia, per la maggior parte degli italiani, almeno per quelli
che non vivono di politica, il problema è rappresentato proprio dalla politica
e dal fatto che nessun nodo è stato minimamente risolto e non sono in vista
soluzioni né per il costo della vita, né per la sicurezza, né per
l'immigrazione, né per le inefficenze e i costi dei servizi pubblici e della
politica, né per la lentezza e la parzialità della giustizia, né per l'eccesso
di tasse, né per le perdite di funzionalità del sistema scolastico e di quello
economico. SE PENSIAMO ai morti e ai feriti per i botti di capodanno, il
pensiero va subito alle ecoballe e alle montagne di rifiuti che bruciano nelle
città e cittadine campane. Dal 1994 per non risolvere il problema dei rifiuti
di Napoli e della Campania, dove regnano da anni politici
come Iervolino e Bassolino, sono stati bruciati ben oltre mille milioni, che sarebbero
bastati a costruire quindici inceneritori. Da sette anni partono dalla Campania
dirette in Germania quattromila tonnellate al giorno di ecoballe che ci costano
un milione di euro ogni ventiquattro ore. Nel 2003 la Iervolino, sindaco
di Napoli, dichiarò che per i rifiuti la città si avviava alla normalità e cose
del genere furono ripetute da altre autorità regionali e nazionali: ecoballe.
RIFLETTERE su queste cose non è pessimismo, ma è un dovere, anzi è un civile
esercizio di spirito critico. Come si può avere fiducia nella democrazia se
tutti i responsabili politici di questo disastro sono ai loro posti e godono
ancora di credibilità e di consenso? Gli italiani sono stati abituati a turarsi
il naso e a mettere la testa sotto la sabbia, ma non mi sembra che questo sia
un buon sistema. Così come non è un buon sistema far finta di niente. Se il
pessimismo non è segno di intelligenza, mi sembra che non prendere atto della
realtà, non guardarla in faccia, sia segno di infantilismo. Forse le classi
dirigenti di questo Paese pensano proprio questo: di avere a che fare con un
popolo immaturo, portato solo a piangere. - -->.
( da "Nazione, La (Nazionale)" del 06-01-2008)
Pubblicato anche in: (Giorno, Il
(Nazionale)) (Resto del Carlino, Il (Nazionale))
? NAPOLI ? IL TIRASSEGNO è ormai trasversale.
Innescato dai manifestanti della prima ora, il "Bassolino
dimettiti" non è solo diventato l'immediata ? e ovvia ? parola d'ordine
dell'opposizione (per Calderoli un Paese che accetta tutto questo "cessa
di essere uno Stato di diritto"), ma provoca ora qualche sinificativa
raffica di fuoco amico. Come quello di Antonio Di Pietro. "Dopo dieci anni
di governo del centrosinistra a Napoli ? commenta il ministro delle
Infrastrutture ? il modello è fallito: ci sono responsabilità politiche che
vanno assunte, al di là delle brave persone e della buona fede". Quindi? "Quindi,
Bassolino farebbe bene a dimettersi". E per
sottolineare il concetto, preannuncia l'uscita del suo gruppo dal governo
regionale, "poiché non intende mantenere alcun comportamento connivente
con l'inazione". Parole di miele per i politici dell'altra sponda.
"Ha ragione Di Pietro ? raccoglie al volo Sandro Bondi, coordinatore di
Forza Italia ?: Bassolino e la Iervolino avrebbero il dovere morale di rassegnare
immediatamento le dimissioni. Subito dopo si dovrebbe dar vita a un governo di
emergenza". E all'emergenza ? definita "nazionale" ? ricorre
anche il leader dellUdc Pier Ferdinando Casini per pungolare il Governo,
invitato ad "assumere provvedimenti appunto di emergenza, anche
sostitutivi di quelli dei governi locali". Va da sé che per lo scempio
rifiuti, chiosa Casini, "Bassolino dovrebbe avere
il coraggio di assumersi le proprie responsabilità e dimettersi". Fuori
quota, ma non meno perentorio, l'affondo di Beppe Grillo, che dal suo blog
incita i "cari campani" a fermare il "diessino-diossino" Bassolino insieme alla Iervolino, "un tandem: quando
uno scende dal Comune, l'altra lo avvicenda, e il primo sale in Regione".
Il sindaco di Napoli finisce anche nel mirino di Clemente Mastella, sorpreso da
un primo cittadino "che lotta assieme ai manifestanti di Pianura. Se
prevale il criterio di cavalcare la protesta ? ammonisce il ministro della
Giustizia ? è la fine". Da ultimo, mentre Prodi ribadisce l'impegno del
Governo ("lunedì mattina comincio le riunioni con i ministri, poi si
agisce"), spiccano le preoccupazioni del vicepresidente e del segretario
della commissione antimafia: "è incredibile la distrazione" del
Governo centrale, oltre che di Bassolino, Iervolino e
Pecoraro Scanio ("che parla di tutti e su tutto e su questa vicenda di
cataclisma ambientale rimane discreto"), dice Mario Tassone; e
"chiederò un intervento straordinario per verificare le collusioni con la
camorra" gli fa eco Tommaso Pellegrino. - -->.
( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 06-01-2008)
REAZIONI. L'assessorato alla Sanità fa partire uno
screening di massa per bambini e adulti in modo da misurare l'incidenza dei
tumori e i fattori di rischio "Fuoco amico" su Bassolino
ROMA L'emergenza rifiuti, per Prodi, è "una tragedia per tutti i cittadini
della Campania. Lunedì mattina comincio le riunioni con i ministri, poi si
agisce. Mi appello alla solidarietà e al lavoro comune di tutti i cittadini e
di tutte le forze istituzionali della Campania, ma è un'emergenza che dobbiamo
vincere rapidamente". Ma tornare alla normalità non basta: "Dobbiamo
affrontare il problema per sempre", dice Prodi. Viene confermata così la
perfetta sintonia tra il premier e Napolitano, ma il loro comune impegno non
basta a stemperare lo scontro politico: la destra è compatta
nel chiedere le dimissioni di Antonio Bassolino e Rosa
Russo Iervolino, e a loro si aggiunge Di Pietro. Nell'opposizione, Pier
Ferdinando Casini chiedere, sebbene con toni pacati, le dimissioni del
presidente della giunta regionale campana Antonio Bassolino, pur
riconoscendo tuttavia che "anche noi dell'opposizione" in Campania
"avremmo potuto fare di più". Il fronte della maggioranza
comincia a mostrare qualche incrinatura quando una richiesta di Di Pietro fa
eco al presidente dell'Udc: "Ci sono responsabilità politiche che",
dice, "vanno assunte al di là delle brave persone e della buona
fede". E per corredare di coerenza il suo ragionamento, il ministro fa
sapere che l'Idv uscirà dalla coalizione regionale. Nell'Unione, questo non è
stato l'unico "malumore" della giornata. Clemente Mastella dalla
vicina Avellino non rinuncia a criticare pubblicamente il sindaco di Napoli:
"Non capisco la Iervolino che lotta insieme ai manifestanti di Pianura. Se
prevale il criterio di cavalcare la protesta è la fine". Nella maggioranza
non si registrano molti altri interventi. Dalle opposizioni prosegue invece il
coro di critiche e di polemiche. Il leghista Roberto Calderoli chiede al
Quirinale di usare i suoi poteri di scioglimento del consiglio regionale
campano e dice che "Napoli non è Italia". Lo stesso fa per An l'ex
ministro Gasparri. Bondi, coordinatore di Fi, chiede un governo regionale di
emergenza, e la neopolitica Michela Vittoria Brambilla assicura che mobiliterà
i suoi circoli per cacciare Rosa Russo Iervolino. Il leghista Mario Borghezio
chiede poi l'intervento dell'esercito perché "la Campania è il nostro
Afghanistan". Intanto, la Regione Campania promuove "uno screening
sanitario di massa", dice l'assessore alla Sanità Angelo Montemarano. I
bambini potranno eseguire gratuitamente visite dermatologie e
pneumologiche" per controllare "il rischio allergico e
asmatico". Per gli adulti invece è previsto "un più dettagliato
screening per il rischio oncologico e la ricerca della diossina nel sangue".
( da "Provincia di Cremona, La" del 06-01-2008)
Edizione di Domenica 6 gennaio 2008 Benvenuto
P.Review srl Fino a quando dovremo turarci il naso? IL PUNTO di Enrico Pirondini
Due o tre cose, sveltamente, bisognerà pur dirle sul caos rifiuti di Napoli ?
vera emergenza nazionale ? ora che siamo arrivati al peggio e i filmati della
'monnezza' stanno facendo il giro del mondo umiliandoci oltre il sostenibile.
La Politica. Si è svegliata tardi e male ed ora spera di cavarsela con le teste
di Bassolino e della Jervolino onde evitare la furia
del popolo esasperato. Sono almeno 13 anni che su Napoli piovono soldi facili
in nome della emergenza, proprio come è accaduto col post-terremoto. I primi a
fiutare l'affare rifiuti sono stati i clan. C'è un vero e proprio blocco
sociale che campa sulla monnezza, dai manager ai lavoratori socialmente utili.
Un magma che mescola clientelismo, malavita, illegittimità amministrativa. Più
c'è spazzatura e più arriva denaro. Un fiume di denaro. E' ormai accertato che
infiltrazioni camorriste sono state individuate in molte strutture
ambientaliste, il circuito è ben oleato. E' stato fatto un conto: nelle tasche
dei clan sono finiti 44 miliardi di euro. E' evidente che ai camorristi
conviene alimentare il caos per renderlo stabile. E procurare consensi
elettorali, in cambio di tanta fortuna, purché non si tocchino i loro
interessi. La Politica ha finto di strillare ma in realtà ha lasciato fare. Ora,
a buoi scappati, interviene perché si profila la catastrofe; a far paura non
c'è soltanto la diossina ma c'è il pericolo che si scateni una epidemia. E per
ironia della sorte questo governo, il meno ecologico della storia, ha un
ministro dell'ambiente campano, cioè Alfonsino tip tap Pecoraro Scanio. Siamo
alla farsa. Le responsabilità. Il gesto macabro ma innocuo
dei 21 manichini impiccati con i nomi di Antonio Bassolino e Rosa
Russo Iervolino fatti trovare appesi ai lampioni del Rettifilo (opera di giovani
di An) la dicono lunga sul livello di rabbia che c'è da quelle parti. Spero che
questo propellente dia coraggio alla Procura di Napoli che ora accerterà le
responsabilità politiche e istituzionali di questo immondo pasticcio. E
tra le responsabilità non ci sono solo 'O Governatore e la sindachessa, i boss
e qualche commissario straordinario. Ci sono pure le responsabilità di taluni
imprenditori del Nord Italia e d'Europa che, approfittando di questo caos,
hanno affidato ai camorristi tonnellate di rifiuti tossici rapidamente
rovesciate nelle discariche illegali. Tra Napoli e Caserta è stato rifilato di
tutto. Nei fuochi di queste notti, alimentati ad arte dai clan, non ci sono
solo gli avanzi delle case napoletane; ci sono pure barili pieni di veleni letali.
Da quando (febbraio 1994) il dramma napoletano si è trasformato in emergenza,
sono stati polverizzati 2 mila milioni; una cifra con cui si potrebbero
realizzare non uno, ma 15 inceneritori. I cittadini sono stati gli unici,
finora, che hanno pagato per tutto questo. Ora basta. Ora tocca a lorsignori.
Ma siccome, per la bonifica, dovrebbero arrivare altri 20 miliardi di euro da
qui al 2013, è meglio non illudersi. La conclusione mi pare scontata: fino a
quando saremo costretti a turarci il naso?l.
( da "Provincia di Cremona, La" del 06-01-2008)
Edizione di Domenica 6 gennaio 2008 Benvenuto
P.Review srl Napoli, guerriglia anti-discarica Prodi: in gioco il nome del Paese.
La camorra fra i dimostranti di Sergio Cassini ROMA ? Il presidente del
Consiglio Romano Prodi ha ribadito ieri che "il governo si assume tutte le
sue responsabilità" per porre fine ad "un'emergenza che mette in
gioco il Paese con un'immagine negativa". "Dobbiamo affrontare ? ha
assicurato Prodi ? il problema per sempre. Dobbiamo offrire una capacità di
lavorazione dei rifiuti che sia superiore all'offerta che viene prodotta in
Campania, altrimenti non si normalizzerà mai la situazione". Viene confermata
così la perfetta sintonia tra il premier e il Capo dello Stato. L'impegno delle
due massime cariche dello Stato non è però servito a stemperare il livello
dello scontro politico. Il centrodestra è rimasto compatto
nel chiedere le dimissioni di Antonio Bassolino e Rosa
Russo Iervolino, e a loro si è aggiunto Antonio Di Pietro. Nell'opposizione, è
sceso in campo Pier Ferdinando Casini, per chiedere, sebbene con toni pacati,
le dimissioni di Bassolino, pur riconoscendo tuttavia che il centrodestra in Campania
"avrebbe potuto fare di più". Dalle opposizioni il leghista
Giuseppe Calderoli ha chiesto al Quirinale di usare i suoi poteri di
scioglimento del Consiglio Regionale Campano. Lo stesso ha fatto per An l'ex
ministro Maurizio Gasparri. Sandro Bondi, coordinatore di Fi, ha invocato un
governo regionale di emergenza, mentre Michela Vittoria Brambilla ha assicurato
che mobiliterà i suoi Circoli per cacciare Rosa Russo Iervolino. Intanto è
sempre peggio a Pianura, la banlieu di Napoli in guerra contro la discarica:
ieri è stata un'altra giornata di proteste, ma soprattutto di guerriglia, con
aggressioni a mezzi e uomini delle forze dell'ordine ed ambulanze, assalti a
sedi di partito (An e Margherita), violenze contro la troupe del Tg1 e il
giornalista Gianni Bianco, colpito in diretta durante il collegamento a Primo
Piano del Tg3. E i cittadini spaventati dall'arrivo di tonnellate e tonnellate
di spazzatura ora denunciano possibili strumentalizzazioni. Non usa mezzi
termini, ad esempio, Luigi Cuomo, coordinatore delle associazioni antiracket di
Napoli. "Ci sono dei delinquenti a noi ben noti tra i cosiddetti
manifestanti ? spiega Cuomo ? che si sono infiltrati in mezzo a tanta gente
perbene che non è violenta". Ha denunciato che i commercianti della zona
sono stati costretti ad abbassare le saracinesche. Poi va oltre. "La
battaglia di civiltà contro la discarica di Pianura ? sottolinea ? rischia di
essere vanificata dalla presenza della criminalità e della camorra che è scesa
in campo cercando di guidare il movimento. Con la camorra noi perdiamo la
battaglia". Visi coperti, una parte dei manifestanti lancia sassi contro
le forze dell'ordine. Due poliziotti restano feriti. Gli agenti rispondono, la
tensione sale alle stelle. Auto che si trovano parcheggiate vengono capovolte.
Si susseguono i blocchi stradali, viene occupata la ferrovia Roma-Napoli. Il
quartiere è isolato, così come centri vicini come Quarto e Pozzuoli. Un
operatore del 118 viene aggredito mentre cerca di prestare soccorso a un
ragazzo della zona. Anche le attività normali divengono impossibili. I cortei
paralizzano il traffico, i blocchi imprigionano chi vorrebbe uscire dalla zona.
Ma non c'è affatto solo la guerra di Pianura. Non si raccoglie la spazzatura
dalle strade, nel Napoletano e nel Casertano anche da 15 giorni. Ma i cumuli
sono evidenti anche a Napoli città, nel centro. Del resto non sarebbe possibile
prendere la spazzatura da terra. Gli impianti di cdr sono chiusi perchè non si
sa dove portare i rifiuti lavorati. Non c'è un'alternativa al sito di Taverna
del Re, a Giugliano, diventato mega deposito delle ecoballe. Si cerca
disperatamente di individuare siti di stoccaggio. Ma la spazzatura invade le
strade, cumuli sono visibili davanti alle scuole. A San Giorgio a Cremano ed a
Caserta lunedì le scuole non riapriranno dopo la pausa delle festività. Una
decisione a tempo indeterminato. A Volla, per il momento, lo stop è di tre
giorni ma in tutti i Comuni nelle prossime ore si valuteranno le iniziative da
adottare.
( da "Gazzetta del Sud" del 06-01-2008)
"Il governo si assume tutte le proprie
responsabilità. Il mondo ci osserva" Prodi: un'emergenza che mette in
gioco il Paese Sergio Cassini ROMA L'emergenza rifiuti in Campania continua ad
occupare le prime pagine dei giornali. Non solo con le cronache degli scontri a
Pianura, dove la popolazione difende il "diritto" di impedire
l'installazione di una discarica temporanea, ma anche con un polemica politica
che chiama ormai in causa le massime cariche istituzionali. A conclusione della
giornata è intervenuto da Bologna Romano Prodi per ribadire che "il
governo si assume tutte le sue responsabilità" per porre fine ad
un'"emergenza che mette in gioco il Paese con un'immagine negativa".
"Dobbiamo affrontare ha assicurato Prodi il problema per sempre. Dobbiamo
offrire una capacità di lavorazione dei rifiuti che sia superiore all'offerta
che viene prodotta in Campania, altrimenti non si normalizzerà mai la
situazione". Viene confermata così la perfetta sintonia tra il premier e
il Capo dello Stato. L'impegno delle due massime cariche dello Stato non è però
servito a stemperare il livello dello scontro politico. Il
centrodestra è rimasto compatto nel chiedere le dimissioni di Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino, e a loro si è aggiunto Antonio Di
Pietro. Nell'opposizione, è sceso in campo Pier Ferdinando Casini, per
chiedere, sebbene con toni pacati, le dimissioni di Bassolino, pur
riconoscendo tuttavia che il centrodestra in Campania "avrebbe potuto fare
di più". Il fronte della maggioranza ha cominciato a mostrare
qualche incrinatura con una richiesta di Antonio Di Pietro che ha fatto eco al
presidente dell'Udc nell'intento di mandare a casa il governatore della Regione
Campania: "Ci sono responsabilità politiche che vanno assunte al di là
delle brave persone e della buona fede". E per corredare di coerenza il
suo ragionamento, il ministro ha fatto sapere che l'Idv uscirà dalla colazione
regionale. Non è stato l'unico "malumore" della giornata nell'Unione.
Clemente Mastella dalla vicina Avellino non ha rinunciato a criticare
pubblicamente il sindaco di Napoli: "Non capisco Iervolino che lotta
insieme ai manifestanti di Pianura. Se prevale il criterio di cavalcare la
protesta è la fine". Nella maggioranza non si sono registrati molti altri
interventi. Dalle opposizioni è proseguito invece un coro di critiche e di
polemiche. Il leghista Giuseppe Calderoli ha chiesto al Quirinale di usare i
suoi poteri di scioglimento del Consiglio Regionale Campano. Lo stesso ha fatto
per An l'ex ministro Maurizio Gasparri. Sandro Bondi, coordinatore di Fi, ha
invocato un governo regionale di emergenza. (domenica 6 gennaio 2008).
( da "Gazzetta del Sud" del 06-01-2008)
Forte Emergenza rifiuti? Soltanto eco... balle
Zeffiro Ciuffoletti Si dice, in questi giorni di festa, che i pessimisti non
sono tanto intelligenti. Ma le feste stanno per finire e dopo il film di Natale
a Cortina e le vacanze a Ischia o a Malindi si dovrebbe tornare alla realtà. Si
legge che gli italiani fanno male a essere pessimisti. In fin dei conti, i
politici sono tutti o quasi allineati sulle posizioni del presidente della
Repubblica, che non può essere che ottimista. Tuttavia, per la maggior parte
degli italiani, almeno per quelli che non vivono di politica, il problema è
rappresentato proprio dalla politica e dal fatto che nessun nodo è stato
minimamente risolto e non sono in vista soluzioni né per il costo della vita, né
per la sicurezza, né per l'immigrazione, né per le inefficenze e i costi dei
servizi pubblici e della politica, né per la lentezza e la parzialità della
giustizia, né per l'eccesso di tasse, né per le perdite di funzionalità del
sistema scolastico e di quello economico. Se pensiamo ai morti e ai feriti per
i botti di capodanno, il pensiero va subito alle ecoballe e alle montagne di
rifiuti che bruciano nelle città e cittadine campane. Dal 1994 per non
risolvere il problema dei rifiuti di Napoli e della Campania, dove regnano da anni politici come Iervolino e Bassolino, sono stati bruciati ben oltre mille milioni, che sarebbero
bastati a costruire quindici inceneritori. Nel 2003 la Iervolino, sindaco di Napoli,
dichiarò che per i rifiuti la città si avviava alla normalità: ecoballe.
Riflettere su queste cose non è pessimismo, ma è un dovere, anzi è un civile
esercizio di spirito critico. Come si può avere fiducia nella democrazia
se tutti i responsabili politici di questo disastro sono ai loro posti e godono
ancora di credibilità e di consenso? (domenica 6 gennaio 2008).
( da "Gazzetta del Sud" del 06-01-2008)
Con la consueta crespellata Legambiente si fa gli
auguri e rilancia l'impegno Giorgio Gatto Costantino L'atmosfera calda e
accogliente del "Birdland" ha fatto da cornice agli auguri di fine
anno di Legambiente. Presso il club culturale di via Possidonea i responsabili
della sezione reggina hanno incontrato soci e sostenitori per un aperitivo
natalizio. L'incontro di ieri è stato occasione di un breve consuntivo sulle
attività svolte nel 2007: "È stato un anno denso di attività ha ricordato
Lidia Liotta basti pensare alle vertenze contro il raddoppio del
termovalorizzatore di Gioia Tauro o la ventilata costruzione della centrale a
carbone di Saline e l'impegno a favore del Comune di San Luca con i progetti di
rinascita del territorio". Non sono mancati poi gli interventi in città: "Molti
cittadini si sono rivolti a noi per manifestare disappunto rispetto ai progetti
di restyling delle piazze con cui si sta cancellando parte della memoria
storica cittadina". C'è poi la questione della classifica annuale curata
proprio da Legambiente i cui dati secondo i responsabili vanno bene
interpretati. In sostanza è vero che la città ha guadagnato posizioni negli
ultimi tre anni ma questo, a detta degli attivisti verdi, è dovuto
principalmente alla buona volontà di alcuni funzionari comunali (in particolare
quelli dell'ufficio sostenibilità urbana) che hanno fornito delle risposte
serie, esaustive e circostanziate ai questionari somministrati
dall'associazione a differenza di quanto avveniva in precedenza quando le
domande restavano senza risposta. "Ma in realtà su alcuni fronti, come il
traffico o la raccolta differenziata, c'è ancora molto da fare".
L'associazione però non vuole passare come oppositrice aprioristica. "Lo
dimostra la nostra fattiva e assidua collaborazione per il progetto Agenda 21".
Tante le iniziative in cantiere per il nuovo anno. Uno su tutti l'impegno contro le ecomafie per il quale ci sarà la presentazione
a Reggio del Comitato nazionale per la verità sui traffici di materiali nocivi
promosso dall'associazione. Non per nulla erano presenti alla manifestazione di
ieri il nuovo comandante provinciale del Noe dei Carabinieri Paolo Minutoli, il
viceprocuratore generale Franco Neri e il dott. Gerardo Pontecorvo del
Cfs. (domenica 6 gennaio 2008).
( da "Libertà" del 06-01-2008)
Quotidiano partner di Gruppo Espresso LIBERTA' di
domenica 6 gennaio 2008 > In Italia "Dimissioni per
Bassolino e Iervolino" Cresce in entrambi i poli la richiesta di
azzerare i vertici amministrativi ROMA - L'emergenza rifiuti travolge Antonio Bassolino e fa vacillare la poltrona di Rosa Russo Jervolino. A chiedere
la testa del governatore della Campania non più solo il centrodestra ma anche
Antonio Di Pietro. "Bassolino farebbe bene
a dimettersi, dopo dieci anni di governo del centrosinistra a Napoli, il
modello è fallito e ci sono responsabilità politiche che vanno assunte",
attacca il ministro delle Infrastutture da Skytg24. L'ex Pm inoltre annuncia
che il suo partito, Idv, è pronta a uscire dalla coalizione che governa la
Regione. Nella maggioranza Di Pietro dà voce a un malassere condiviso.
Soprattutto a sinistra. Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom,
chiede che vadano a casa tutti gli amministratori locali responsabili del
disastro alla Regione e al Comune. Rifondazione prende tempo. Prima è
indispensabile mettere in atto le misure concrete per liberare la città dai
rifiuti, poi ci sarà il tempo per l'esame ai politici e le valutazione, dice
Gennaro Migliore, capogruppo alla Camera e deputato napoletano. Ma è
dall'opposizione che arrivano i maggiori fendenti. Mentre cadono nel vuoto gli
appelli alla calma e alla non violenza pronunciati da Rosa Russo Jervolino che
si dice vicina "vicina ai cittadini che soffrono" l'ex Cdl appare
compatta. Forza Italia con Simone Baldelli chiede un'informativa urgente al
governo, il legista Roberto Calderoni invoca l'intervento di Giorgio Napolitano
per sciogliere il consiglio della Campania. "Il presidente della
Repubblica, con proprio decreto secondo le procedure stabilite dalla
Costituzione, può procedere allo scioglimento del Consiglio", dice
Calderoli. Per l'esponente leghista le "carte" oggi sono tutte nelle
mani del Capo dello stato che può inviare truppe speciali per sedare la rivolta
e mettere fine alla vergogna. Una posizione condivisa anche da An. "Il
Parlamento affronti subito l'emergenza chiedendo ai sensi della Costituzione il
commissariamento di Regione e Comune: i responsabili di questa barbarie vanno
allontanati subito dalla stanza dei bottoni", dice Maurizio Gasparri. L'ex
ministro delle Comunicazione se la prende anche con Di Pietro che accusa di
essere un ipocrita, invitandolo a lasciare la sua poltrona da ministro insieme
al collega all'Ambiente, Pecoraro Scanio. E l'intervento di Napolitano invoca
anche la forzista Mara Carfagna: il capo dello Stato deve sciogliere il
consiglio Regionale o spiegare i motivi per cui non lo fa, tuona minacciosa. E
le dimissioni di Bassolino chiede anche l'ala più
moderata dell'opposizione. "Bassolino dovrebbe
avere il coraggio di dimettersi", dichiara Pierferdinando Casini, leader
Udc mentre Sergio De Gregorio, di Italiani nel Mondo, preannuncia una
mobilitazione a Napoli per il 25 gennaio. Sulla vicenda interviene anche Beppe
Grillo che chiede ai campani di fermare il "tandem" Bassolino Jervolino e avanza il sospetto che l'emergenza
rifiuti possa essere il pretesto per realizzazione di nuovi termovalorizzatori.
Con il governatore si schiera Clemente Mastella. "Non capisco il sindaco
di Napoli che lotta insieme ai manifestanti mentre Bassolino
ha avuto parole di responsabilità", dice il mininisto della Giustizia
chiedendo senso di responsabilità e coraggio da parte di tutti. Una tesi
condivisa da Rosy Bindi. "Il problema è talmente difficile e serio che
richiede una concertazione e un impegno da parte di tutti", avverte il
ministro della Famiglia promettendo che il governo farà la sua parte. m.b. [.
( da "Repubblica, La" del 06-01-2008)
Dalla Merkel "Basta figuracce, ora ci pensa il
governo" Prodi: domani vertice. Di Pietro: Bassolino
vada via. Calderoli: Napoli non è Italia MARCO MAROZZI BOLOGNA - "Il
governo prende in mano direttamente l'emergenza rifiuti". Romano Prodi
interviene in prima persona nel dramma della Campania. Convoca per domani a
Palazzo Chigi un vertice di tutti i ministri coinvolti. "Dobbiamo
affrontare il problema per sempre. Dobbiamo offrire una capacità di lavorazione
dei rifiuti che sia superiore all'offerta che viene prodotta in Campania.
Altrimenti non si normalizzerà mai la situazione". Il summit da una parte
deve decidere "immediate" misure straordinarie, dall'altra vuol
bloccare divisioni nella maggioranza. Antonio Di Pietro ha sparato a zero
contro Antonio Bassolino accusandolo di "grave e
macroscopica responsabilità politica" e chiedendone le dimissioni "al
più presto". "Ma è un irresponsabile, dovrebbe pensare come tutti a
togliere i rifiuti dalle strade" gli replica il presidente campano in
un'autodifesa tv. Bassolino ammette la responsabilità
"per non essere riusciti a costruire i termovalorizzatori". E
aggiunge: "La battaglia è difficile perchè qui sono stati sversati per
decenni interi rifiuti illegali da ogni parte d'Italia". Cita anche
l'articolo di Roberto Saviano ieri su Repubblica: "Ha ragione. C'è un
intreccio torbido, un ruolo della criminalità organizzata". Un altro
ministro, Clemente Mastella, se la prende con Rosa Russo
Iervolino. "Non capisco il sindaco di Napoli che lotta assieme ai
manifestanti di Pianura, mentre Bassolino ha usato
parole più responsabili" dice il responsabile della Giustizia, la cui
moglie è presidente del Consiglio regionale campano. "Non è tempo di
posizioni di lotta e di governo. Se prevale il criterio di cavalcare la
protesta è la fine" commenta Mastella, ammettendo che "maggiori sono
le responsabilità del centrosinistra rispetto al centrodestra" per
un'emergenza che dura da 14 anni. Pier Ferdinando Casini chiede a Bassolino, "personalità non banale", un "atto
di coraggio": le dimissioni. Molti altri dell'opposizione, da Gasparri a
Calderoli (che dice "la Campania non è Italia") a Gargani a Rotondi,
domandano al presidente Napolitano il commissariamento della Regione Campania.
Sandro Bondi e Michela Brambilla di Forza Italia ma anche Giorgio Cremaschi,
dirigente comunista della Fiom, vogliono le dimissioni non solo di Bassolino ma anche della Iervolino. Prodi ha raccolto queste
voci, ha telefonato ai responsabili della Campania, ha sentito ministri e
tecnici della Protezione civile, ha letto i giornali stranieri che descrivono
l'ennesino disastro italiano, raccolto i segnali da Bruxelles, dall'Europa
comunitaria, ha visto soprattutto montare la protesta sociale e il rischio
epidemie. A sera ha convocato i cronisti nella sua casa bolognese. "Il
governo si assume tutte le proprie responsabilità riguardo a questa emergenza
perché sta mettendo in gioco il Paese" ha annunciato. "Tutti ci
osservano e non voglio che l'Italia dia questa immagine negativa. In secondo
luogo è una tragedia per tutti i cittadini della Campania. Lunedì comincio le
riunioni con i ministri e poi si agisce. Mi appello alla solidarietà e al
lavoro comune delle istituzioni della Campania e a tutti i cittadini".
( da "Repubblica, La" del 06-01-2008)
Dare ancora fiducia a Bassolino e alla Iervolino? Assolutamente no, risponde Europa,
giornale della ex Margherita. "Indifendibili. Sono tutti
indifendibili" si legge in un corsivo sull'edizione di ieri. "Dà da
pensare la dimensione del fallimento. Ed è grande l'imbarazzo che i, malgoverno
napoletano suscita in tutto il centrosinistra".
( da "Repubblica, La" del 06-01-2008)
Commenti LA MONTAGNA DI "MONNEZZA" CHE
SFIORA LA LUNA (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) Comincio con la "monnezza"
napoletana, non a caso seguita con foto e cronache dai principali giornali del
mondo e perfino dalle autorità europee di Bruxelles allarmate da quanto accade.
Lo scrittore Roberto Saviano ne ha diffusamente scritto ieri sul nostro
giornale con la conoscenza di "persona informata dei fatti",
indicando i colpevoli, i profittatori, l'inerzia irresponsabile delle
istituzioni locali, la pessima gestione tecnica e politica d'un fenomeno che
resterebbe incomprensibile senza l'oggettiva congiura di tutte queste
circostanze che configurano una serie di aggravanti e non di attenuanti come
invece ci si vorrebbe far credere. Il problema dello smaltimento dei rifiuti
riguarda le città di tutto il pianeta ma ha trovato da tempo la sua
normalizzazione. Se ne sono occupati gli amministratori, i tecnici e perfino i
romanzieri. Don DeLillo gli ha dedicato uno dei suoi romanzi più significativi.
I rifiuti hanno dato vita ad una delle industrie più prospere del capitalismo
post-industriale, producono profitti ingenti e occupano milioni di persone. Ma
lo spettacolo di una grande città sepolta da tonnellate di schifezze con
effetti gravi sulla salute degli abitanti si è visto e si continua a vedere
soltanto a Napoli e in tutta la Campania. Nulla di simile è accaduto a New
York, a Los Angeles, a Londra, a Parigi, a Berlino, a Tokyo, a Shanghai, al
Cairo, a Rio de Janeiro e in nessun altro angolo del pianeta. A Napoli sì. Da
quindici anni. Non è e non può essere un problema antropologico. Semplicemente:
le istituzioni non funzionano, la camorra ne approfitta, non funziona la
Regione, non funziona il Comune, non funziona il Commissario ai rifiuti, non
funzionano le imprese addette a quel servizio. Celentano avrebbe detto: non
funziona il rubinetto di casa mia. Dovevano puntare sui termovalorizzatori e
sulla raccolta differenziata. Le discariche avrebbero dovuto essere una valvola
"tattica" per ospitare alcune punte stagionali, come accade in tutte
le altre regioni italiane e nel mondo intero. Invece le discariche sono
diventate la soluzione preminente e permanente facendo la ricchezza dei
proprietari di quei terreni e l'infelicità dei loro abitanti. Solo adesso, con
almeno dieci anni di ritardo, si è deciso di costruire un termovalorizzatore
che ? si dice ? entrerà in funzione tra un anno, ma più probabilmente ce ne
vorranno almeno tre. Dovrà smaltire l'accumulo di rifiuti che nel frattempo
sarà stato stoccato nelle discariche riaperte con l'ausilio della forza
pubblica in tenuta da sommossa. Chi ha commesso questo macroscopico errore?
Forse i Verdi hanno qualche responsabilità, ma i
responsabili principali sono il governatore Bassolino e il
sindaco di Napoli, Russo Iervolino. Ho avuto in passato simpatia e stima per
entrambi, ma adesso sia la stima che la simpatia si sono molto attenuate. Penso
che dovrebbero andarsene. Scusarsi e andarsene. Mi auguro che il presidente del
Consiglio glielo chieda. La loro uscita di scena non è certo la
bacchetta magica per far sparire la montagna di rifiuti che ammorba la città e
i paesi del circondario, ma rappresenta comunque la doverosa punizione
dell'errore strategico compiuto e nel quale per anni hanno perseverato. La
disistima della gente per la politica si deve principalmente ad un sistema
perdonatorio che premia l'insipienza e le clientele. Il contrario di una
democrazia efficiente e trasparente. * * * La "monnezza" napoletana
riflette le malformazioni più generali della nostra democrazia, in ritardo di
molti decenni rispetto ai mutamenti nel frattempo avvenuti in tutti i Paesi
equiparabili al nostro. Noi abbiamo un Parlamento irretito dal voto di fiducia,
senza alcun correttivo che vi ponga riparo. Crediamo anzi tentano di farci
credere che la fiducia parlamentare rappresenti il culmine della sovranità
popolare delegata ai rappresentanti del popolo che siedono (fin troppo
numerosi) sui banchi di Montecitorio e di Palazzo Madama. Ma non è così, anzi è
il contrario di così. L'istituto della fiducia non rappresenta affatto un
potere del Parlamento sull'Esecutivo ma piuttosto il guinzaglio con cui
l'Esecutivo tiene il Parlamento per il collo. Il presidente degli Stati Uniti
non ha bisogno della fiducia del Congresso; in Usa non sanno neppure che cosa
sia il voto di fiducia: il Presidente eletto dal popolo ha nelle sue mani tutto
il potere esecutivo, nomina i ministri segretari di Stato e li revoca, propone
disegni di legge, può mettere il veto a leggi non gradite. In compenso il
Congresso, depositario del potere legislativo federale, ha poteri formidabili
di controllo sull'operato dell'Amministrazione che li esercita senza scrupoli
di sorta. Nessuna nomina può esser fatta senza la sua approvazione, i dirigenti
e i ministri debbono riferire periodicamente alle commissioni del Congresso e
del Senato. Il potere non è acefalo ma bicefalo. Non è affatto indenne da
errori e disfunzioni ma da più di duecento anni guida un Paese che ormai da
tempo ha le dimensioni d'un impero mondiale. In Europa le democrazie più solide
hanno impianti diversi da quello americano ma il tema dell'efficienza
decisionale è stato affrontato e risolto da tutti, in Francia in Gran Bretagna
in Germania in Spagna. In Italia no. Governo e Parlamento sono legati a doppia
catena con le conseguenze d'una debolezza congenita e di una lentezza
decisionale esasperante. La stessa che ha tolto dignità e peso alla
magistratura. La "monnezza" è di casa a Napoli, i fascicoli
accumulati nei Tribunali civili e penali sono di casa in tutti i Palazzi di
giustizia italiani. E' la loro (e la nostra) monnezza. Ho letto che se i
rifiuti di Napoli fossero tutti accatastati con un base di trentamila metri
quadrati, raggiungerebbero oggi un'altezza di quasi quindicimila metri, il
doppio dell'Everest. Analoga e gigantesca montagna la si potrebbe costruire
accatastando i fascicoli dei processi in attesa di sentenza; forse anche più
alta. Per risolvere almeno in parte la disfunzione democratica ci vuole una
legge elettorale adeguata e alcune riforme costituzionali. Veltroni si è preso
in carico la soluzione del problema che non è di forma ma di sostanza e non
riguarda solo i politici ma tutti i cittadini, visto che siamo noi, almeno per
un giorno, il popolo sovrano. Ci riguarda tutti; riguarda anche il tema della
"monnezza" napoletana, anche la Tav in Val di Susa, anche il
testamento biologico, anche i Dico o come diavolo si chiamano. Riguarda la
legislazione, la giurisdizione, l'amministrazione e l'eguaglianza dei cittadini
di fronte alla legge. E anche l'aborto e la pillola RU 486. Veltroni e i
dirigenti del Partito democratico hanno indicato nelle elezioni uninominali con
ballottaggio tra i candidati che al primo turno non abbiano raggiunto la
maggioranza assoluta ed abbiano almeno ottenuto il 12 per cento dei voti, il
sistema adatto purché combinato con l'elezione popolare del presidente della
Repubblica e col rafforzamento dei suoi poteri in chiave presidenzialista. Si
tratta d'una riforma complessa che potrà rappresentare il tema dominante della
futura campagna elettorale. Nella sua intervista di ieri al nostro giornale il
segretario del Pd ha citato un passaggio importante che Cesare Salvi (sinistra
radicale), allora relatore alla Bicamerale del 1997, scrisse proponendo il
sistema presidenziale ed elettorale francese. Da allora, ha aggiunto Veltroni,
questa è stata la posizione costante del riformismo italiano. Ma per ora si
tratta soltanto di una prospettiva. Per ora così Veltroni si deve andare verso
un sistema elettorale a base proporzionale con un ragionevole correttivo
maggioritario che dia più forza ai partiti di maggiori dimensioni e induca i
minori a raggrupparsi tra loro. Perché questo è l'obiettivo attuale? Perché è il
solo capace di darci governabilità. Senza di esso non c'è che la cosiddetta
Grande Coalizione: Pd e Forza Italia insieme. Veltroni ha dichiarato (e non ce
n'era neppure bisogno) che il Partito democratico non è disponibile a questa
soluzione. Ma chi lavora per un proporzionale puro vuole in realtà arrivare a
questo risultato. I numeri gli danno pienamente ragione. Per il poco che possa
valere, penso che Veltroni abbia scelto la posizione più adatta a risolvere i
problemi della governabilità e penso anche che essa potrà passare soltanto se
ci sarà l'accordo con Forza Italia e con Rifondazione, più tutti gli altri che
vorranno uscire dal pantano attuale. * * * Per portare a termine questo primo
blocco di riforme elettorali e costituzionali, comprensive del Senato federale
e della riduzione del numero dei parlamentari nella prossima legislatura,
Veltroni pensa ragionevolmente che ci voglia un anno di tempo. E la
prosecuzione fattiva del governo attuale con l'obiettivo di ridare fiato ai
ceti economicamente più deboli, insidiati sempre più dall'aumento
dell'inflazione e da un probabile rallentamento nella crescita dei redditi. In
realtà in Usa si parla ormai esplicitamente di recessione. Molti economisti
affermano che è già in atto da almeno tre mesi, accompagnata da un'inflazione
che ha rialzato la testa e da un netto aumento della disoccupazione. Pensare
che l'Europa e l'Italia non risentano di quanto sta avvenendo nell'economia
americana è pura illusione. Alla crisi devastante dell'industria e della
finanza immobiliaristica si aggiunge ormai il ribasso di Wall Street e di tutte
le Borse mondiali, l'indebolimento dei consumi, l'aumento dei tassi sui mutui e
una liquidità più severa. In queste condizioni il bilancio italiano si trova,
una volta tanto, in migliori condizioni per quanto riguarda l'andamento delle
entrate e la diminuzione del fabbisogno. Ma abbiamo pur sempre la palla al
piede del debito pubblico che ci mangia ogni anno 70 miliardi di interessi. Per
ridare fiato ai cittadini e ai lavoratori ci vorranno più o meno 8-10 miliardi
di euro. In teoria la copertura c'è e non è esatto dire che il ministro
dell'Economia si opponga a questa manovra che dovrebbe prender l'avvio tra il
marzo e il giugno prossimi. L'obiezione di Padoa-Schioppa non è tanto sui numeri
ma sui modi. Probabilmente sarebbe d'accordo se quelle cifre fossero erogate
con provvedimenti "una tantum" in attesa di vedere che cosa avverrà
nel mondo e in Europa nel corso di un anno così incerto come questo. Se il buon
tempo tornerà, nel 2009 e negli anni successivi i provvedimenti "una
tantum" potranno diventare strutturali ed essere ulteriormente migliorati.
Queste diverse impostazioni saranno comunque l'oggetto della nuova
concertazione tra governo e parti sociali, insieme al tema dei contratti di
lavoro da chiudere. La "stagflation" dev'essere tenuta ben presente
perché configura l'imposta più iniqua sul potere d'acquisto dei lavoratori e
dei pensionati. Una rincorsa tra salari nominali e costo della vita dev'essere
dunque il primo argomento da esaminare tra le parti concertanti, insieme a
quello della produttività. * * * Mi resta da parlare dell'aborto, sul quale
tuttavia non c'è da dire se non ciò che è stato già detto da me domenica scorsa
e da altri man mano che l'offensiva clericale si articolava con i vari
interventi della "gerarchia". I laici ? credenti e non credenti che
siano ? sono favorevoli alla libera manifestazione di tutte le opinioni e a
tutti quegli interventi legislativi, amministrativi e giurisdizionali che
tutelino i diritti di libertà quando non ledano diritti altrui. Per quanto
riguarda la legge sull'aborto i laici ritengono che essa tuteli la maternità
consapevole e la libertà di scelta delle donne. Sono anche favorevoli ad
aumentare il flusso di informazioni che debbono essere fornite alle donne sui
possibili effetti dell'interruzione di gravidanza nonché sulla fecondazione
assistita. Tutto il resto, a cominciare dalla cosiddetta moratoria, è del tutto
aberrante. E' un puro strumento propagandistico equiparare l'interruzione di
gravidanza, consentita solo in determinati tempi e circostanze, alla pena di
morte. Si tratta in realtà di un'operazione mediatica con due precisi
obiettivi. Uno, di carattere culturale, per stringere i laici alla difensiva e
per preparare l'affondo vero e proprio contro la legge vigente. L'altro,
temporalistico, di rilanciare la potestà della gerarchia ecclesiastica come
unica e sacrale depositaria del pensiero e della dottrina della Chiesa,
confiscando sempre di più al laicato cattolico la sua attiva partecipazione
all'elaborazione della dottrina relegandolo in un ruolo di platea passivamente
e silenziosamente consenziente, cinghia di trasmissione dei voleri
dell'episcopato e del Vaticano fin nelle aule comunali, regionali e
parlamentari. Proprio per questo suo contenuto temporalistico ho usato prima
l'aggettivo "clericale": i chierici all'offensiva contro il laici. Di
questo si tratta. A questo bisogna reagire. E' auspicabile che il Partito
democratico non sottovaluti la questione. Penso e scrivo da molto tempo che
libertà e laicità sono sinonimi vedo con piacere che la Bonino concorda su
questa sinonimia, del resto non ne dubitavo. Laicità e democrazia senza
aggettivi. Non ne hanno alcun bisogno.
( da "Repubblica, La" del 06-01-2008)
Cronaca La mano regia Franco Roberti, capo del pool
anticamorra della procura di Napoli: 15 anni fa tutto già chiaro "Quando
quel boss mi disse: per noi la monnezza è oro" "La criminalità ha
interesse a mantenere l'emergenza che le porta guadagni" "Dice bene
Saviano: indagare sul sistema dei consorzi tra pubblico e privato"
Machiavelli su Napoli scrisse che sarebbe stata necessaria la 'mano regia':
cioè un potere irresistibile per ripristinare ordine e legalità. Roma si muova,
non c'è più tempo GIOVANNI MARINO NAPOLI - Fu il primo a capirlo. Il primo a
riceverne diretta conferma. "Dotto', non faccio più droga. No, adesso ho
un altro affare. Rende di più e soprattutto si rischia molto meno. Si chiama
monnezza, dotto'. Perché per noi la monnezza è oro". Il procuratore Franco
Roberti ascoltò quelle parole nel carcere di Vicenza, dicembre 1992. Lì il boss
del Rione Traiano, Nunzio Perrella, aveva deciso di pentirsi. "L'inchiesta
che ne derivò - ricorda il capo del pool anticamorra della Procura di Napoli -
svelò come le cosche lucravano sui rifiuti. C'era tutto già allora: imprese
mafiose mascherate, amministratori corrotti dalle tangenti, controlli
inesistenti, territori avvelenati. Un segnale d'allarme che non fu colto dalla
politica". Squilla il telefono al dodicesimo piano del grattacielo dei pm.
è un sabato di lavoro, perché la camorra non si ferma per i week-end.
Ventiquattr'ore prima c'è stato un delitto: 10 colpi contro un pregiudicato.
Roberti risponde, dà direttive. Quindi riprende: "Assisto a uno
scaricabarile vergognoso, se Napoli nel 2008 rappresenta questo scenario
apocalittico nessuno può dirsi immune da colpe". Procuratore Roberti,
perché per la camorra è meno rischioso e più redditizio infiltrarsi nel settore
dei rifiuti? "Perché i rifiuti sono una emergenza infinita. E dove c'è una
emergenza c'è il crimine organizzato. Perché emergenza è, giocoforza, sinonimo
di attenuazione o evanescenza dei controlli di legalità: si rischia meno e si
guadagna di più. Lo scrittore Saviano, ieri su "Repubblica", ha
illustrato come agiscono i camorristi". Saviano parla del sistema dei
consorzi, vero cavallo di Troia per entrare nel business dell'immondizia.
"I consorzi pubblico-privato, già. è stato da noi accertato che nella
provincia di Caserta un consorzio, un esponente del Commissariato ai rifiuti e
le cosche facevano affari. Lo scrittore ha pertinentemente citato, poi, il
fatto che questo intreccio di illegalità ha scaricato sulla gestione commissariale
un costo di nove milioni di euro. Una bella cifra, ma poco rispetto al business
illegale reale". Ha una stima del guadagno illecito? "Cifre enormi.
Solo per avvicinarci basti pensare a quanto c'è in ballo: scrive la commissione
bicamerale d'inchiesta guidata dal senatore Barbieri che a oggi il costo totale
della prima fase del ciclo dei rifiuti si aggira tra i 500 e i 600 milioni di
euro l'anno. Ragionando solo su questo dato si ha una idea del profitto che i
clan traggono". Ma dove più s'infiltrano? "Le cosche sono dappertutto
nell'emergenza rifiuti: nella prima fase, in quella intermedia, nella
finale". Chi è il padrino dei rifiuti? "La cosca dei Casalesi su
tutti. In città, i clan di Rione Traiano e di Pianura". Pianura, dove
molti dicono che c'è la camorra a spingere perché prevalga la violenza.
"La camorra ha interesse ad agitare la protesta e a mantenere la
situazione emergenziale che le porta guadagni". Cosa fare per uscire dai
giorni più bui di Napoli? "Primo: investire il governo della questione con
totale assunzione di responsabilità. Sinora con il Commissariato si è
verificata una delega piena a livello locale ma il Commissariato si è rivelato
un carrozzone capace di inghiottire cifre spaventose senza risolvere il
problema, anzi, aggravandolo. Secondo: bisogna realizzare subito il
termovalorizzatore. Possibile che manchi ancora il 15 per cento della sua
costruzione? E la raccolta differenziata: 150 Comuni campani sono in linea con
la media nazionale, perché gli altri non lo sono?". Perché sinora tutto
ciò non si è fatto? "Perché per fare certe scelte in politica bisogna
assumersi sino in fondo le proprie responsabilità, anche a costo di rischiare
la poltrona e il consenso elettorale". E la magistratura poteva fare di
più? "Non su questo. Siamo stati i primi, nessuno ha voluto trarne
insegnamento. Al punto che ora stiamo pensando di attivare un circuito
informativo più forte. Noi siamo legati al segreto ma l'articolo 118 del codice
di procedura penale ci consente di informare in via riservata il ministro
dell'Interno di fatti indispensabili per la prevenzione dei delitti più
gravi". L'opposizione chiede le dimissioni di Bassolino e Iervolino. "Dico solo che se un politico ammette le
proprie responsabilità dovrebbe poi trarne le conseguenze. Ma basta polemiche.
Cito Machiavelli: scrivendo di Napoli disse che ci sarebbe voluta la "mano
regia": un potere irresistibile per ripristinare ordine e legalità.
Roma si muova, non c'è più tempo".
( da "Repubblica, La" del 06-01-2008)
Cronaca Politici bipartisan e galassia antagonista:
la Digos indaga, filmati gli scontri con gli agenti Ultrà e abusivi infiltrati
in piazza Ecco chi si nasconde dietro la protesta. E alimenta i disordini
All'inizio c'erano solo i residenti. Ora si sono aggiunti altri. E non sempre
pacifici IRENE DE ARCANGELIS NAPOLI - Da tre giorni è guerra civile in un pezzo
d'Italia. Stato contro cittadini con la spazzatura sotto casa: era cominciata
così la protesta di Pianura. Oggi è diverso. Gli eserciti in campo sono
aumentati. Non tutti hanno un nome e un volto, molti soddisfano l'esigenza di
caos del momento. Sottoboschi che sgomitano per rendersi protagonisti. Ultrà
del calcio e camorristi. L'illegalità che tallona i manifestanti pacifici. Non
sempre è facile prendere le distanze, si vive nello stesso quartiere. E poi le
galassie antagoniste senza ribalta, la politica al governo osserva da lontano,
quella dell'opposizione va sul posto. Mille conflitti per una discarica. La
guerra di Pianura era cominciata come una normale manifestazione di protesta
dei cittadini contro una decisione imposta dal governo. Come la Tav in Val di
Susa. Ma quei cittadini hanno perso. Vengono caricati dalla polizia ma soprattutto
devono farsi da parte di fronte ai professionisti della guerriglia urbana. E
chi sono? Gli ultrà, per cominciare. Un mondo molto variegato. Che però ieri
era rappresentato alla discarica dall'ex capo di tutte le sigle, poi caduto in
disgrazia dopo una serie di arresti. E i ragazzi incappucciati? La Digos indaga
negli ambienti del cosiddetto "Fossato Flegreo". Tifosi estremisti di
Napoli Ovest. Si avrà conferma: l'accaduto di ieri a Pianura è stato filmato
dagli agenti dell'Ufficio politico. Ultrà che però non sarebbero così lontani
dai giovani delle bande armate di spranghe che in motorino hanno fatto il giro
dei commercianti del quartiere, intimando loro di abbassare le saracinesche e
partecipare alla protesta per fare numero. Un'iniziativa criminale ben diversa
da quella di un manifestante pacifico di contrada Pisani, che aveva invece
chiesto la sola solidarietà ai negozianti, ottenendo numerose adesioni. Quelle
bande in motorino - spesso in sella in tre e tutti senza casco, simili a
sentinelle dei clan - sarebbero gli stessi che hanno assaltato venerdì sera il
commissariato di polizia. Chi li gestisce? Il collegamento per gli
investigatori è chiaro: Pianura è l'ex regno del boss Giuseppe Contino, oggi
pentito, nelle mani dei cinque fratelli Lago. Gente abituata a subire e reagire
ad aggressioni a colpi di bazooka, coinvolti in inchieste sugli scempi edilizi
di Napoli ovest, che riconducono alle case abusive, senza fogne e senza allacci
idrici, a monte della discarica. Poi c'è l'arcipelago della politica. A cominciare dal sindaco Rosa Russo Iervolino, che però
preferisce comunicare da lontano: "Sono con voi ma sono sola". In
pratica è contro la discarica, a differenza del collega di partito Bassolino, anche lui mai andato a Pianura. C'è invece una passerella
continua di rappresentanti dell'opposizione: Alleanza Nazionale prima fra
tutti, non senza contraddizioni interne. Il consigliere regionale Pietro
Diodato è stato il primo e l'unico rappresentante di An (residente a Pianura) a
volere la riapertura della discarica. Per ottenerla è arrivato a chiedere agli
abitanti di cedere in cambio di sgravi fiscali. Violenta la reazione di sdegno.
Intanto il presidente provinciale dello stesso partito, Luigi Bobbio, e il
coordinatore regionale Mario Landolfi sono solidali con i residenti, ribadendo
il no alla discarica. Mentre, paradossalmente, il "contatto" tra i
manifestanti e il sindaco è proprio un esponente di An, il consigliere comunale
Marco Nonno: fece ascoltare in viva voce i commenti della Iervolino. Intanto
però le bande assaltano e distruggono le sedi di An e della Margherita. A
sottolineare la dissociazione dalla violenza, un corteo pacifico attraversa
tutto il quartiere partendo dalla discarica; 3000 persone, partecipa il
presidente della Municipalità Fabio Tirelli (Rifondazione Comunista). Quadro
variegato, ricco di intemperanze e di polemiche politiche. Che non c'erano
quando era cominciata la protesta dei cittadini residenti sommersi dai rifiuti.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 06-01-2008)
Cronaca Italiana Pagina 113 La provocazione Calderoli
accusa: "Napoli non è Italia" La provocazione --> ROMA "Ambulanze
assaltate, come non accade nemmeno nei Paesi in guerra, incendi urbani,
guerriglie con la polizia: tutto quello che sta succedendo dimostra che Napoli
non è Italia. Siamo di fronte ad un Paese che accetta di avere al suo interno
un'enclave extraterritoriale, dove le leggi dello Stato non valgono". Lo
scrive il vice presidente del Senato Roberto Calderoli nel corso di
un'intervista che sarà pubblicata su La Padania. "Ma un Paese che accetta
che lo Stato di diritto venga fatto rispettare solo in una parte sì e in altre
no - osserva l'esponente leghista - cessa di essere uno Stato di diritto e
cessa, pertanto, anche di essere uno Stato. E quando non c'è più lo Stato di
diritto, per alcune aree del Paese, allora è giusto che anche le altre aree
abbiano la possibilità di decidere cosa fare". Calderoli
sottolinea che le manifestazioni di protesta a Napoli non sono "sotto casa
di Bassolino, della Iervolino e di tutti quelli che in questi anni si sono
arricchiti con i rifiuti", per trarre questa conclusione:
"Evidentemente non occorre solo rimuovere gli amministratori per risolvere
questi annosi problemi, ma va cambiato il dna dei napoletani".
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 06-01-2008)
Cronaca Italiana Pagina 113 Ma l'Unione si divide: Di
Pietro e Udeur attaccano Bassolino e la Iervolino
Prodi: "Metterò fine a questa immagine" Ma l'Unione si divide: Di
Pietro e Udeur attaccano Bassolino e la Iervolino
--> ROMA L'emergenza rifiuti in Campania continua ad occupare le prime
pagine dei giornali. Non solo con le cronache degli scontri a Pianura, dove la
popolazione difende il "diritto" di impedire l'installazione di una
discarica temporanea, ma anche con un polemica politica che chiama ormai in
causa le massime cariche istituzionali. A conclusione della giornata è
intervenuto da Bologna Romano Prodi per ribadire che "il governo si assume
tutte le sue responsabilità" per porre fine ad un' "emergenza che
mette in gioco il Paese con un'immagine negativa". "Dobbiamo
affrontare - ha assicurato Prodi - il problema per sempre. Dobbiamo offrire una
capacità di lavorazione dei rifiuti che sia superiore all'offerta che viene
prodotta in Campania, altrimenti non si normalizzerà mai la situazione".
Viene confermata così la perfetta sintonia tra il premier e il Capo dello
Stato. L'impegno delle due massime cariche dello Stato non è però servito a
stemperare il livello dello scontro politico. Il centrodestra è rimasto
compatto nel chiedere le dimissioni di Antonio Bassolino
e Rosa Russo Iervolino, e a loro si è aggiunto Antonio Di Pietro. "Ci sono
responsabilità politiche che vanno assunte al di là delle brave persone e della
buona fede", ha detto il ministro. E per corredare di coerenza il suo
ragionamento, il ministro ha fatto sapere che l'Idv uscirà dalla coalizione
regionale. Non è stato l'unico "malumore" della giornata nell'Unione.
Clemente Mastella dalla vicina Avellino non ha rinunciato a criticare
pubblicamente il sindaco di Napoli: "Non capisco Iervolino che lotta
insieme ai manifestanti di Pianura".
( da "Secolo XIX, Il" del 06-01-2008)
Le reazioni nLA STAMPA straniera guarda Napoli e
scrive di una città sepolta sotto i rifiuti, di una classe politica incapace di
affrontare il problema che gli è esploso tra le mani. "El Pais",
venerdì scorso, "Le Monde" ieri. Senza contare quel che appare
quotidianamente sui siti web dei maggiori giornali inglesi e americani.
"Tutti ci osservano e non voglio che l'Italia dia questa immagine
negativa", dice il presidente del Consiglio, Romano Prodi, aggiungendo che
"il governo si assume tutte le proprie responsabilità riguardo a questa
emergenza che sta mettendo in gioco il Paese. Lunedì mattina comincio le
riunioni con i ministri poi si agisce". Sperando che nel frattempo non ci
scappi il morto in una città che sembra impazzita. E che chiede la testa del presidente
della giunta regionale, Antonio Bassolino, reo di
essersi lasciato travolgere dal problema dello smaltimento dei rifiuti. Contro Bassolino scende in campo anche il ministro delle
Infrastrutture, Antonio Di Pietro. "Farebbe bene a dimettersi - afferma -.
Dopo 10 anni di governo del centrosinistra a Napoli, il modello è fallito. Ci
sono responsabilità politiche che vanno assunte al di là delle brave persone e
della buona fede". Poche ore dopo le parole, i fatti: "Il gruppo
dirigente dell'IdV della Campania - annuncia ancora Di Pietro - mette in
discussione la propria appartenenza alla coalizione che governa la Regione,
poichè non intende mantenere alcun comportamento connivente con l'inazione del
governo regionale". Ma al ministro replica a stretto giro di posta
Maurizio Gasparri, leader di An: È il solito chiacchierone. Chiede a Bassolino di dimettersi, come noi chiediamo di fare da
tempo, ma si dimentica di essere ministro delle infrastrutture. Che sta facendo
per l'emergenza rifiuti? Quali iniziative ha assunto per la Campania?". I
Circoli della Libertà mettono invece nel mirino il sindaco di Napoli:
"Invece di polemizzare e di giocare sempre allo scarica barile, la
Iervolino farebbe bene a prendere la decisione più saggia della sua vita,
quella di rimettere il mandato di sindaco e di ricominciare a fare politica in
luoghi dove magari non sono richieste speciali competenze per quanto riguarda i
problemi di gestione amministrativa", afferma la presidente nazionale
Michela Vittoria Brambilla. Per il vice presidente leghista del Senato, Roberto
Calderoli, quanto sta accadendo dimostra "che Napoli non è Italia. Siamo
di fronte ad un Paese - dice - che accetta di avere al suo interno un'enclave
extraterritoriale, dove le leggi dello Stato non valgono". Mentre Sandro
Bondi, coordinatore di Forza Italia chiede che Regione e Comune siano affidati
a "un governo d'emergenza". Dal centrosinistra, solo voci isolate.
Quella di Rosi Bindi, ad esempio: "Penso che ci sia la necessità di una
collaborazione con tutte le istituzioni. Il problema è talmente difficile e
serio che richiede una concertazione e un impegno da parte di tutti",
sostiene il ministro della Famiglia. Direttamente ai
campani si rivolge il comico Beppe Grillo, chiedendo di fermare "tandem Bassolino-Iervolino", e avanza il sospetto che l'emergenza rifiuti in
Campania sia un pretesto per rilanciare la realizzazione di nuovi
termovalorizzatori. "Ho il sospetto - scrive sul suo blog - che la
spazzatura campana sia un pretesto per rilanciare gli inceneritori.
Quelli che 'Bersanetor' e D'Alema chiamano soavemente termovalorizzatori e che
nessuno costruisce più in Europa". B.L. 06/01/2008.
( da "Repubblica, La" del 06-01-2008)
Pagina III - Napoli LA POLEMICA Scontro nel
centrosinistra. Attacchi a Bassolino dal Pd, rissa con
Di Pietro. Danneggiate sedi di An e della Margherita Iervolino: "Vado dai
manifestanti" Mastella: "Cavalca la protesta" il guardasigilli
Da 14 anni viviamo questa fase emergenziale nella quale noi abbiamo più
responsabilità del centrodestra ROBERTO FUCCILLO "ANDRO' a Pianura. Con i
fischi o con gli applausi, non mi interessa". Rosa Russo Iervolino non
demorde. "Tra la gente io ci sto benissimo - dice - ma sia chiaro che il
mio appoggio va a quanti chiedono di tutelare la salute dei loro figli e non a
quanti incendiano e sparano". è il doveroso distinguo fra la povera gente
e gli infiltrati, rischio peraltro evidenziato da Palazzo Chigi e non solo.
Ieri hanno cominciato a farne le spese anche i partiti. Le sedi locali della
Margherita e di An sono stata assaltate e danneggiate. E dunque ecco il sindaco
invocare la calma: "Mi rivolgo alla stragrande maggioranza dei pianuresi
che conosco e che stimo: siate calmi, abbiate fiducia nelle istituzioni,
rispettate la legge". Intanto, pur di tener vive le speranze di Pianura,
Iervolino gioca ancora la carta dei possibili siti alternativi: "Ci sono
tre o quattro ipotesi avanzate dal ministero della Difesa. Una è a
Gricignano". Certo la conclusione è improntata allo scetticismo realista:
"Può anche darsi che saranno tutte inidonee, però vanno verificate".
In ogni caso il sindaco continua la sua battaglia. In sua difesa si muove anche
uno dei suoi assessori, Giuseppe Gambale: "Inauditi e scorretti gli
attacchi che in questi giorni sono stati rivolti al sindaco e
all'amministrazione comunale. Sembra che tutti abbiano dimenticato i fatti e la
storia dell'ultimo decennio. Sono tredici anni che Napoli subisce le decisioni
adottate dai vari commissari di Governo". L'assedio al Palazzo però
continua. L'opposizione manda due prime donne, Mara Carfagna e Michela Vittoria
Brambilla, a sparare su "Bassolino
bonapartista" la prima, sulla Iervolino "che dovrebbe andaserne e
pagare i danni" la seconda. Più vicino a Palazzo San Giacomo c'è il
capogruppo di Forza Italia Raffaele Ambrosino, che minaccia di presentare una
mozione di sfiducia al sindaco, mentre Luciano Schifone e Pietro Diodato di An
le chiedono di dimettersi come estrema arma di pressione sul governo. Ancora
più duri sono però alcuni attacchi dall'interno del centrosinistra. Uno in
particolare viene dall'esecutivo di Veltroni, per bocca di Roberto Della Seta,
responsabile nazionale ambiente del Pd: "Il Pd è nato per far crescere una
politica più vicina ai problemi e ai bisogni delle persone, meno legata al
passato e più interessata al futuro. Non c'è nulla di più lontano da questa
ambizione e da questa aspirazione dello spettacolo di immobilismo, di difesa
del più angusto localismo, offerto in queste ore da troppi autorevoli esponenti
del Partito democratico che ricoprono, non da oggi, incarichi di massima
responsabilità istituzionale in Campania". L'indentikit è soprattutto
quello di Bassolino: "Mentre insegnano cosa si
dovrebbe fare adesso, dovrebbero anche sentire l'umiltà e la responsabilità di
dire che tutto questo non viene dal cielo, ed è anche e molto colpa loro".
è rissa poi fra Bassolino e Antonio Di Pietro. Il
ministro attacca: "Bassolino dovrebbe dimettersi
al più presto. L'Italia dei Valori mette in discussione la propria appartenenza
alla coalizione che governa la Regione". Il governatore replica a brutto
muso: "Di Pietro fa una cosa irresponsabile". Controreplica: "Bassolino ha proprio perso la testa se pensa di poter
scaricare le proprie responsabilità su altri e su di me". C'è poi Franco
Specchio, dirigente del Pdci, a lungo consigliere regionale: "è
incredibile che Bassolino affermi di aver messo in
gioco la sua carriera sui termovalorizzatori. La verità è che dovrebbe dire
perché non si sono fatti gli impianti di compostaggio per la
differenziata". Clemente Mastella invece dice di non capire il sindaco
"che lotta assieme ai manifestanti di Pianura, mentre Bassolino
ha usato parole di maggiore responsabilità. Se prevale il criterio di cavalcare
la protesta, è la fine".
( da "Secolo XIX, Il" del 06-01-2008)
Luigi morgillo Ho letto con molto interesse l'articolo
di Luigi Leone sul caso energia in Italia. Anch'io credo che la politica
energetica adottata dal nostro Paese, in termini ambientali ed economici, sia
in contraddizione con gli scenari e gli obiettivi mondiali. E questo anche
perché la cultura dominante nel nostro Paese è quella della negazione del
progresso. Purtroppo, per noi italiani la scienza e la tecnologia devono fare i
conti con la demagogia e con le ideologie di alcune minoranze che a causa dei
sistemi elettorali in vigore nel nostro Paese sono in grado di condizionare le
scelte più logiche e vantaggiose. Oggi siamo al paradosso: non si autorizzano
più nuove centrali elettriche di qualsiasi genere e tipo e per far fronte al
nostro fabbisogno siamo costretti a comprare all'estero energia che viene
prodotta da impianti nucleari situati poco distanti dai confini nazionali.
Questo fatto, come evidennzia Leone, potrebbe portare l'Italia ad una
limitazione della propria sovranità. La classe politica del nostro Paese,
nessuno escluso, (neppure la mia parte), non ha saputo affrontare con realismo
questo tipo di problema, preferendo nascondere la testa sotto la sabbia di
fronte al rischio di impopolarità. Quanti " tesoretti " produrrebbe
un'autosufficienza energetica? E quanti vantaggi trarrebbero l'ambiente e
l'economia da scelte tecnologicamente avanzate come avviene in tutti i Paesi
industrializzati del mondo? Mi riferisco alle centrali nucleari di ultima
generazione, ai degassificatori offshore e ai forni inceneritori per i rifiuti
con recupero energetico e di calore. Ma anche con il metano, del quale è ricco
il nostro mare Adriatico, le cose non vanno meglio. Infatti, con il pretesto
che tale attività estrattiva provocherebbe il fenomeno dell'acqua alta a
Venezia è stata bloccata l'apertura di nuovi pozzi . Nessuno ha però mai
provato scientificamente le cause del fenomeno veneziano e quindi ci stiamo
privando di una preziosissima risorsa energetica senza neppure cercare
soluzioni tecnologiche in grado di garantire contestualmente la tutela di
Venezia e l'estrazione del preziosissimo combustibile. Si è rinunciato a
sperimentare ogni forma di soluzione proposta dalla scienza e, dopo anni di
studi e ingenti risorse investite, si è perfino abbandonato il progetto detto
"Mose" che attraverso delle dighe mobili avrebbe fermato l'avanzata
dell'alta marea. Non si è però considerato che l'estrazione del metano potrebbe
essere effettuata nelle acque territoriali di qualche paese della ex
Jugoslavia,vicinissima all'Italia, lasciando a noi soltanto gli eventuali disagi.
Per tornare alla cultura dominante del nostro Paese, quella fortemente
impregnata di ideologie e di pregiudizi, occorre valutare come viene affrontato
il problema dello smaltimento dei rifiuti. Per anni il nostro territorio è
stato deturpato da discariche, molto spesso gestite dall'ecomafia. Ancora
oggi sono disseminati su tutto il territorio nazionali dei veri disastri
ambientali che necessitano di ingenti risorse pubbliche per le bonifiche. Ma
quando si propone di superare la logica delle discariche con l'incenerimento
dei rifiuti sfruttando le più moderne tecnologie e ricavando maggiori vantaggi
ambientali ed economici, i soliti ambientalisti integralisti ricordano
che in questo modo si disincentiva la raccolta differenziata! In Liguria,
nonostante i piani dei rifiuti approvati, che prevedono soluzioni diversificate
con discariche, impianti di trattamento e forni inceneritori, a oggi la quasi
totalità dei rifiuti va in discarica. E gli impianti programmati? Quelli
possono attendere: c'è ancora la discarica di Scarpino e poi ci sono quelle in
altre regioni e in altre nazioni, basta aggiungere ai costi di smaltimento
quelli del trasporto. Tanto a pagare sono sempre i cittadini. La morale è che
siccome le elezioni, in un Comune o in una Regione, si vincono o si perdono per
una manciata di voti, nessuno è disposto ad anteporre la coerenza al risultato.
Sono finiti i tempi in cui Dc e Pci non avrebbero rinunciato a dignità e
coerenza per conquistare un Comune o una Regione. Luigi Morgillo è capogruppo
consiliare di Forza Italia alla Regione Liguria. 06/01/2008.
( da "Secolo XIX, Il" del 06-01-2008)
Duecento euro in più al mese la Casta si fa un altro regalo
E così i senatori si sono fatti un regalino, giusto un attimo prima che la
Finanziaria entrasse in vigore. Sono duecento euro che vanno a aggiungersi alle
prebende già più che consistenti che la Casta incamera ogni mese. È una cosa
vergognosa specialmente in tempi come questi in cui gli aumenti imperversano
anche su cose essenziali quali riscaldamento, elettricità e alimentari: è una
beffa ai danni dei cittadini che sempre in maggior numero stentano ad arrivare
a fine mese. E poi certi politici si indignano se vengono definiti Casta.
Dovremmo vergognarci noi per averli eletti. Enos Bracci enos.bracci@alice.it
Emergenza in Campania / 1 Dei responsabili non si parla Ritorna l'emergenza
spazzatura. È da 14 anni che la vicenda va avanti malgrado lo sperpero di due
miliardi di euro, ed è addirittura dal 1885 come scriveva la grande napoletana
Matilde Serao che l'emergenza pulizia suscita clamore. Colpisce che nel
frastuono delle notizie raramente appaia quello del presidente della Regione
Campania e sia del tutto assente quello del sindaco di Napoli, Rosa Russo
Iervolino da svariati anni ambedue al timone delle vicende campane e
napoletane. E sì che si tratta dei due comandanti in capo, beneficiari in prima
persona - comunque vadano le cose - degli esiti di quanto succede, i primi
responsabili tanto in positivo quanto in negativo delle vicende di queste zone
troppo spesso agli onori della cronaca nera. Chissà perché? Forse perché
l'accostamento dei loro nomi al tema dell'emergenza spazzatura potrebbe anch'esso
puzzare? Sembrano ambedue avulsi da questa vicenda cosa che, per chi non è
addentro ai segreti del Palazzo e non ne è quindi a piena conoscenza, è
difficile da capire. Giuseppe Torazza giuseppetorazza@libero.it Emergenza in Campania / 2 Le bugie della Iervolino La sindaco
Iervolino si era irritata quando le autorità Usa avevano suggerito quest'estate
ai turisti americani di fare attenzione in caso di visita della città di Napoli
al problema spazzatura e aveva detto a "Porta a porta" che il problema
era stato risolto. Perché qualcuno non va a intervistare la Iervolino,
chiedendole di smetterla di prendere in giro i napoletani e, con loro, tutti
gli italiani? Paolo Ghirardo rey.italia@rey.it Emergenza in Campania / 3 Se
fosse successo a Milano Rifiuti in Campania, ci risiamo. Roghi, bus bruciati,
pompieri feriti, strade bloccate, polizia che presidia i siti, tonnellate di
spazzatura non rimosse, rischio di sanzioni europee. Il neocommissario Cimmino,
ennesimo di una lunga fila, spera che la riapertura della discarica di Pianura
dia respiro alla città, ma le popolazioni sono in subbuglio. Com'è possibile
che dopo anni e milioni di euro la situazione sia sempre la stessa? Avrei
voluto vedere se quella situazione di selvaggio immondezzaio invece che a
Napoli e in Campania, gestiti dalla sinistra, si fosse verificata nella Milano
del sindaco Moratti e del governatore Formigoni di Forza Italia. Sarebbero
stati messi alla gogna. Pier Luigi Baglioni pierluigi.baglioni@fastwebnet.it
Emergenza in Campania / 4 Per la Germania è un affare Seguendo il Tg1 una
notizia mi ha lasciato allibito: dal 2001 la Campania invia quasi regolarmente
via treno circa 2.500 tonnellate di rifiuti ogni settimana in Germania dove
alcune aziende specializzate, mediante i cosiddetti termovalorizzatori,
provvedono a ricavarne energia da vendere alle comunità locali e ad altre
aziende. Il servizio stimava prudenzialmente in 230 euro a tonnellata il
ricavato di tale vendita, e sicuramente il profitto della trasformazione dei
rifiuti in energia è tale da rendere il processo economicamente redditizio.
Sulla base di queste informazioni, un commento sorge spontaneo: ma si può
essere più autolesionisti? È tanto difficile capire che bruciando i rifiuti si
produce energia - il che vuol dire meno petrolio e meno gas consumato - e che
si può trarre profitto da tale processo e magari anche posti di lavoro? E per
far ciò bisogna proprio spedire i rifiuti a 1.800 chilometri di distanza? Non
mi si venga a dire che i termovalorizzatori inquinano: li usano in Germania,
che è uno dei Paesi più verdi. Mi sovviene la vicenda di Scarpino. Tutti che si
lamentano, ma nessuno vuole la discarica. Miguel Podestà Genova Emergenza in
Campania / 5 Ma i politici non ci sentono A Napoli esistono i supermercati. La
gente consuma, più o meno, come a Brescia o a Lipsia, in Germania. I prodotti
che si vendono a Napoli sono impacchettati come nelle succitate città. La
quantità di immondizia prodotta sarà quindi più o meno la stessa. Però a
Brescia e a Lipsia i rifiuti li bruciano nei termovalorizzatori che sfruttano
in qualche modo l'energia prodotta. A Napoli li lasciano per strada, salvo, una
parte, esportarli a Lipsia, appunto, al costo di 200 euro a tonnellata.
Bisognerebbe dirlo a Bassolino, e pure all'on.Migliore
(Prc) che un termovalorizzatore nella sua città, Sessa Aurunca, non ce lo vuole
proprio. Luigi Fassone luigifassone@gmail.com 06/01/2008.
( da "Eco di Bergamo, L'" del 06-01-2008)
Sconfitta la politica, vincono solo gli
"anti" Roberto Chiarini Lo spettacolo raccapricciante di Napoli e
Campania sommerse dai rifiuti con scene di ordinaria disperazione, rabbia e
violenza che gli fanno da corredo, in molti ? temiamo nei più ? confermerà la
convinzione che il Sud sia irredimibile. Non è servito ieri versare nei mille
rivoli del clientelismo politico fiumi di denaro pubblico, non servirà in
futuro continuare nella politica di generose sovvenzioni da parte dello Stato
italiano o della Comunità europea per risolvere la questione meridionale. Con
piena soddisfazione dei leghisti nostrani per l'insperato regalo ricevuto, il
pregiudizio antimeridionalista è più che probabile che dalla sconcertante
emergenza dei rifiuti campani esca ulteriormente rafforzato. È da mettere in
conto, d'altro canto, che l'onda gonfia dell'antipolitica riceva dalle vicende
napoletane una poderosa spinta, facendo schizzare in alto il discredito
riversatosi negli ultimi tempi sulla nostra classe politica, accusata di
preoccuparsi più di se stessa, del suo consolidamento (e del suo
rimpinguamento), incurante delle ristrettezze crescenti dei comuni mortali, che
non di svolgere il doveroso servizio spettante a ogni eletto del popolo. Napoli
chiama Italia anche in un altro senso. Il dramma dei rifiuti si impone come un
grave problema nazionale di cui non è possibile disinteressarsi. Questo sia
perché appare difficile che venga trovata sul posto una soluzione capace di
scongiurare una pericolosa degenerazione dello stesso ordine pubblico, sia
perché costituisce già per il nostro Paese una grossa grana ? concretamente
finanziaria oltre che genericamente d'immagine ? sul piano internazionale. Ma
c'è un secondo ordine di motivi, meno appariscente, per cui l'emergenza rifiuti
a Napoli assurge a caso, meglio, a lezione nazionale. La città pertenopea in
questo lungo dopoguerra è stata governata prima dal monarchico Lauro, poi per
tre decenni ? di fatto ? dal democristiano Gava, infine dal post-comunista Bassolino, oggi ? come hanno titolato i loro manichini impiccati agli
alberi gli autori ? da Rosa Russo Bassolino, con
chiaro riferimento alla corresponsabilità del sindaco Iervolino e del
governatore regionale, in poche parole dell'intero Partito democratico, per lo
sprofondamento della città nell'immondizia. Insomma, il capoluogo e la
regione campana hanno consumato tutte le chance che avevano a disposizione per
la soluzione degli annosi problemi del territorio. Destra, centro, sinistra si
sono succeduti alla guida del municipio. A Palazzo dei Normanni sono saliti
prima un patron privato, grande dispensatore di favori ? e di posti ?, poi un
signore delle tessere con amicizie importanti a Roma e quindi in grado di
dirottare ingenti risorse per il riscatto della città, da ultimo un politico
cresciuto all'opposizione ? e nella critica ? del potere laurino e
democristiano. Nessuno si aspettava che qualcosa cambiasse della vecchia Napoli
con il Comandante al timone. Una qualche fiduciosa speranza di rinnovamento si
è nutrito che venisse dalla Dc, l'incontrastato (al centro come in periferia)
partito di governo. Una svolta decisiva era nelle generali aspettative che si
consumasse da una forza politica come i Ds, cresciuta con la promessa di
offrire un'alternativa ? morale prima ancora che di classe dirigente ?
all'immutabile stato di ingovernabilità della città. La scoraggiante risultato
che è sotto gli occhi dell'intera opinione pubblica nazionale ed estera non è
solo motivo di una cocente delusione. Rischia di offrire una ragione di forte
pessimismo nella riformabilità della politica tout court in Italia. Che
alternative mette a disposizione una democrazia che ha già visto alternarsi al
governo tutti gli schieramenti senza che nulla tragicamente sia cambiato?.
( da "Eco di Bergamo, L'" del 06-01-2008)
Attacco al sindaco. L'ex pm: lasciamo la maggioranza
in Regione Prodi stringe: emergenza, poi il problema va risolto per sempre ROMA
L'emergenza rifiuti in Campania continua a occupare le prime pagine dei
giornali. Non solo con le cronache degli scontri a Pianura, dove la popolazione
difende il "diritto" di impedire l'installazione di una discarica
temporanea, ma anche con una polemica politica che chiama ormai in causa le
massime cariche istituzionali. A conclusione della giornata è intervenuto da
Bologna il presidente del Consiglio Romano Prodi per ribadire che "il
governo si assume tutte le sue responsabilità" per porre fine "a
un'emergenza che mette in gioco il Paese con un'immagine negativa".
"Dobbiamo affrontare ? ha assicurato ? il problema per sempre. Dobbiamo
offrire una capacità di lavorazione dei rifiuti che sia superiore all'offerta
che viene prodotta in Campania, altrimenti non si normalizzerà mai la
situazione". l'intervento di rosy bindi Viene confermata così la perfetta
sintonia tra il premier e il capo dello Stato Giorgio Napolitano. L'impegno
delle due massime cariche dello Stato non è però servito a stemperare il
livello dello scontro politico. Il centrodestra è rimasto compatto nel chiedere
le dimissioni del presidente della Regione Campania Antonio Bassolino
e del sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, e a loro si è aggiunto anche il
ministro per le Infrastrutture Antonio Di Pietro. "Il governo è pronto a
fare la propria parte" per l'emergenza dei rifiuti in Campania, perché
"il problema deve essere assolutamente risolto", ha detto il ministro
per la Famiglia Rosi Bindi. "Io penso anche che ci sia la necessità di una
collaborazione con tutte le istituzioni. Il problema è talmente difficile e
serio che richiede una concertazione e un impegno da parte di tutti".
casini: avremmo potuto fare di più Nell'opposizione, è sceso in campo Pier
Ferdinando Casini per chiedere, sebbene con toni pacati, le dimissioni di Bassolino, pur riconoscendo tuttavia che il centrodestra in
Campania "avrebbe potuto fare di più". Il fronte della maggioranza ha
cominciato a mostrare qualche incrinatura con una richiesta di Antonio Di
Pietro, che ha fatto eco al presidente dell'Udc nell'intento di mandare a casa
il governatore della Regione Campania: "Ci sono responsabilità politiche
che vanno assunte al di là delle brave persone e della buona fede". E per
corredare di coerenza il suo ragionamento, il ministro ha fatto sapere che
l'Italia dei valori uscirà dalla coalizione regionale. Bassolino
ha replicato dandogli dell'"irresponsabile". lega: sciogliere il
consiglio regionale Ma questo non è stato l'unico malumore della giornata
nell'Unione. Il ministro della Giustizia Clemente Mastella, dalla vicina
Avellino, non ha rinunciato a criticare pubblicamente il sindaco di Napoli:
"Non capisco Iervolino che lotta insieme ai manifestanti di Pianura. Se
prevale il criterio di cavalcare la protesta è la fine". Nella maggioranza
non si sono registrati molti altri interventi. Dalle opposizioni è proseguito
invece un coro di critiche e di polemiche. Il leghista Roberto Calderoli ha
chiesto al Quirinale di usare i suoi poteri di scioglimento del Consiglio
regionale campano: "Ambulanze assaltate, come non accade nemmeno nei Paesi
in guerra, incendi urbani, guerriglie con la polizia: tutto quello che sta
succedendo dimostra che Napoli non è Italia. Siamo di fronte a un Paese che
accetta di avere al suo interno un'enclave extraterritoriale, dove le leggi
dello Stato non valgono". An: serve un governo di emergenza Lo stesso ha
fatto per An l'ex ministro Maurizio Gasparri. Sandro Bondi, coordinatore di
Forza Italia, ha invocato un governo regionale di emergenza: "Quello che
sta avvenendo a Napoli e in Campania ? afferma ? rivela la crisi della
democrazia e dello Stato e il fallimento delle classi politiche di governo. Ha ragione il ministro Di Pietro: di fronte a questa crisi
spaventosa, Bassolino e la Iervolino avrebbero il dovere morale di rassegnare
immediatamente le dimissioni". Michela Vittoria Brambilla ha assicurato
che mobiliterà i suoi Circoli per cacciare Rosa Russo Iervolino. Non è mancato
qualche intervento più catastrofista. Il leghista Mario Borghezio ha
chiesto l'intervento dell'esercito "perché ? ha dichiarato ? la Campania è
il nostro Afghanistan". Sergio De Gregorio ha infine paventato la presenza
di gruppi eversivi negli scontri di ieri. Sergio Cassini.
( da "Giornale.it, Il" del 06-01-2008)
Di Carmine Spadafora - domenica 06 gennaio 2008,
07:00 da Napoli L'ultimo nato è il Commissariato straordinario per il
superamento dell'emergenza brucellosi e lo dirige Andrea Cozzolino, potente
assessore all'Agricoltura e alle attività produttive, bassoliniano di ferro.
Cozzolino è il sesto commissario chiamato dal governo a risolvere (si fa per
dire, si fa per dire) una delle tante emergenze in Campania. Pochi mesi prima
del delfino del governatore della Campania, si era insediata al vertice del
Commissariato per l'emergenza nei settori del traffico e della mobilità, il
sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino. Nella regione dei
commissariati straordinari, vi è anche un altro record: c'è un uomo che,
nell'arco di una mezza dozzina di anni, è stato commissario in 3 casi su 6.
Questo commissario per vocazione è Antonio Bassolino. Il
presidente della Regione Campania, infatti, è stato Commissario straordinario per
l'emergenza rifiuti e Commissario per l'emergenza acque e acquedotti,
mentre, riveste ancora l'incarico di Commissario per le bonifiche. I due ex
commissariati gestiti dal presidente della Regione, sono adesso retti, nel caso
dell'emergenza rifiuti, dal prefetto Umberto Cimmino (ma è in arrivo anche un
commissario liquidatore, sul cui nome stanno litigando Pd e Udeur), mentre
quello sull'emergenza acque e acquedotti è gestito da Puppi Vanoli, fedelissimo
di Antonio, ed ex sub commissario, al commissariato straordinario per la
emergenza rifiuti. L'attivismo bassoliniano è stroncato dal parlamentare di
Forza Italia, Paolo Russo, ex presidente della Commissione parlamentare sulle
ecomafie. "Quando un Commissariato è ad alta spesa e a scarsa problematicità,
Bassolino, lo tiene per se. Quando, invece, il limone
è stato spremuto fino alla fine, il presidente della Regione, passa la palla ad
altri. Come ha fatto per i rifiuti". Sugli sprechi del Commissariato
straordinario per la emergenza rifiuti, Russo snocciola 2 cifre. "Sono
stati spesi circa 2 miliardi di euro, di cui, circa mezzo milione, solo per
pagare gli lsu. Pagati per fare nulla". Anche la storia del Commissariato
per le bonifiche, non è proprio da prendere come esempio di efficienza. L'Arpac
ha censito 400 siti in Campania, ai quali va aggiunto il sito nazionale, che
comprende il litorale domizio - flegreo, e l'area vesuviano - nolana.
"Assoluta inerzia anche qui - dice Russo -, se non per la solita attività
di ammortizzatore sociale". Per le bonifiche è stata impegnata una cifra
di 100 milioni di euro, mentre ne sono stati spesi 30. "Finora - spiega il
forzista - hanno eseguito solo pulizie superficiali di alvei e aree. Le
attività di bonifica, sono lontane".
( da "Giornale.it, Il" del 06-01-2008)
"Dietro la folla che protesta c'è la mano della
camorra" di Emanuela Fontana - domenica 06 gennaio 2008, 07:00 da Roma
Ministro Mastella, la sua Campania rischia di diventare la vergogna d'Europa. È
ora che il governo dia risposte? "Quello che io chiedo a tutti è un senso
di grande sintonia tra maggioranza e opposizione per riscattare l'orgoglio
della Campania e l'intera classe dirigente. Diciamo la verità: in questo caso
sono più le responsabilità locali, non del governo, però il dramma ha assunto
proporzioni tali che il governo non può stare fuori: è giusto che intervenga.
Ma vorrei aggiungere una cosa, una risposta al mio amico Calderoli, sul
Nord...". Il Nord? "Vorrei parlare dell'inquinamento
vero dell'ecomafia e della morte di tanta parte della mia gente nelle cui zone sono
stati riversati rifiuti tossici provenienti dal Nord. Mi dà fastidio
l'atteggiamento arrogante, presuntuoso di qualcuno che ci tratta quasi fossimo
straccioni. Abbiamo le nostre responsabilità, ma...". Si prende le
sue? "Io non abdico dalle mie, anche se non tutti sanno che io sono uno
dei pochi parlamentari ad aver avuto la discarica sotto casa... E sono stato
con la gente. Ma voglio dire che quasi quotidianamente ci sono camion che
vengono dal Nord e che scaricano da noi rifiuti utilizzati dalla camorra, e
dove ci sono rifiuti tossici sono aumentate le morti da cancro". Di chi è
la colpa del disastro della Campania? "Io credo che in questo momento
bisogna tracciare una linea rossa su quello che è stato, poi discuteremo su chi
è più responsabile. Certamente c'è stata una responsabilità maggiore del
centrosinistra, anche se il centrodestra non è esente. Ma dobbiamo fare i
termovalorizzatori, gli inceneritori". Quello di Acerra non entrerà in
funzione prima del dicembre del 2008. Perché? "Lo sa che la gara ad Acerra
per due volte è andata deserta? Dopo che l'Impregilo è stata mandata via, per
la seconda volta la gara va deserta. Se accade per la terza volta il
termovalorizzatore non si aprirà neanche nel 2500". Perché succede?
"Si vogliono caricare su chi vince la gara 40 milioni di euro bruciati
precedentemente".
( da "Giornale.it, Il" del 06-01-2008)
Di Pietro: "Ora Bassolino si deve dimettere" di Gian Maria De Francesco - domenica 06
gennaio 2008, 07:00 da Roma Tutti contro Bassolino e Russo Iervolino,
indicati pressoché unanimemente dal mondo politico come principali responsabili
del disastro-rifuti. "Bassolino farebbe bene a
dimettersi", ha detto il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di
Pietro, sottolineando che "ci sono responsabilità politiche che vanno
assunte al di là delle brave persone e della buona fede". Anche il leader
dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, ha chiesto al governatore campano un passo
indietro con "il coraggio di assumersi le proprie responsabilità". Gli
strali delle critiche hanno indotto il premier Romano Prodi a metter da parte
l'atarassia vacanziera e a mostrare il piglio decisionista. "Abbiamo già
cominciato a lavorare. Lunedì mattina comincio le riunioni con i ministri, poi
si agisce", ha commentato dal suo buen retiro bolognese preannunciando che
"il ritorno alla normalità immediato non basta: dobbiamo affrontare il
problema per sempre". Una delle poche certezze è rappresentata dal fatto
che l'esecutivo sarà chiamato a rispondere dinanzi al Parlamento del degrado partenopeo.
Il deputato di Forza Italia, Simone Baldelli, ieri alla Camera ha chiesto
un'informativa del governo. Se ne parlerà nella conferenza dei capigruppo.
Resta, però, il panorama desolante di ambulanze assaltate e guerriglia urbana
che ha messo a nudo la pessima gestione della vicenda. "Napoli non è
Italia", ha detto il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli,
aggiungendo che "siamo di fronte a un Paese che accetta di avere al suo
interno un'enclave extraterritoriale dove le leggi dello Stato non
valgono". Per questo motivo Calderoli ha chiesto al presidente della
Repubblica Napolitano il commissariamento della Regione. Un altro esponente del
Carroccio, l'eurodeputato Mario Borghezio, ha definito la Campania "il
nostro Afghanistan" invocando l'esercito. Nell'ambito del centrodestra il
coordinatore di Fi, Sandro Bondi, e Maurizio Gasparri (An) hanno richiesto il
commissariamento della Regione e del Comune di Napoli, sintomo del
"fallimento delle classi politiche di questo governo". A fine
giornata il governatore Bassolino ha contrattaccato
usando un linguaggio semivernacolare: "Di Pietro fa una cosa
irresponsabile. Fa parte del governo e dovrebbe dare un contributo a togliere i
rifiuti da mezzo alle strade".
( da "Giornale.it, Il" del 06-01-2008)
La città dell'emergenza perenne Un commissario per
ogni problema di Carmine Spadafora - domenica 06 gennaio 2008, 07:00 Il
Commissariato per la emergenza acque e acquedotti, dovrebbe affrontare
l'approvigionamento idrico e la depurazione delle acque. Russo sostiene che
"non solo non sono stati fatti passi in avanti ma c'è un ritardo
straordinario". L'80 per cento dei liquami della Campania, infatti,
finisce in mare senza depurazione, solo il 20 per cento, quindi, passa per
impianti di depurazione. Per questo Commissariato, sono stati investiti 48
milioni di euro, un quarto circa, sono stati già spesi. Con una battuta si
potrebbe liquidare il discorso sul Commissariato per la emergenza sul
sottosuolo di Napoli, dicendo che gli unici a trarre dei benefici dalle fogne
(risalenti all'epoca borbonica) sono i criminali della "banda del
buco", specializzati in rapine in banca, che le conoscono meglio delle
loro stesse case. "Anche questo commissariato, non ha prodotto
alcunchè", sentenzia Russo. Qualcuno però, ne ha tratto qualcosa di buono.
Nella relazione della Commissione sulle ecomafie, è riportata, tra l'altro, una
cifra: circa 400mila euro. Tanto guadagnò in due anni da
sub commissario, nominato da Rosetta Iervolino, il supercampione dell'ambiente,
Dino Di Palma, attuale Verde presidente della Provincia di Napoli, fedelissimo
di Pecoraro Scanio, graditissimo all'imputato (nello scandalo dei rifiuti),
Antonio Bassolino. carminespadafora@libero.it.
( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 06-01-2008)
PRIMO PIANO 06-01-2008 LE REAZIONI DURE CRITICHE AL
GOVERNATORE . CALDEROLI: "NAPOLI NON E' ITALIA" Fuoco su Bassolino. Prodi: "Agiremo" NAPOLI Il premier:
"Da lunedì gli incontri per risolvere il problema per sempre" II
"L'emergenza mette in gioco la credibilità del paese, bisogna affrontare
questo problema per sempre". Devono essere state più incisive del solito
le immagini di violenza arrivate dal presidio di Pianura per avvertire che non
c'è più tempo da perdere. Romano Prodi, davanti al caos rifiuti che sta
paralizzando Napoli e la Campania gettandola nella vergogna, invoca e promette
celerità confermando le iniziative del governo impegnato a trovare una
soluzione immediata all'emergenza: "L'esecutivo si assume tutte le proprie
responsabilità ". Per il premier la vicenda ("una tragedia per i
cittadini campani") va affrontata correndo su un doppio binario:
rispondere rapidamente all'allarme e poi creare le condizioni strutturali
"perché il problema non si ripeta". Domani - come ha annunciato il
premier - è previsto un vertice di governo con i ministri dell'Ambiente,
Interno e Difesa per studiare e rendere operative le prime mosse. Il segnale di
Palazzo Chigi sta dunque a significare quanto ormai la situazione si stia
deteriorando mettendo anche in discussioni il lavoro fatto in questi anni dalle
autorità locali. Sulle responsabilità di quanto sta accadendo gli occhi continuano
ad essere tutti puntati sul presidente della Regione
Antonio Bassolino e il sindaco Rosa Russo Iervolino. Sempre più soli,
"braccati" da sinistra e da destra, con maggioranza e opposizione
unite che ormai ripetono da giorni "dimissioni, dimissioni". Il governatore
nel ripetere che non si dimetterà continua ad appoggiare in pieno la scelta del
prefetto di Napoli di riaprire la discarica di Pianura, mentre il
sindaco, anche lei decisa a non farsi da parte, ha cambiato obiettivo,
sostenendo la protesta dei manifestanti: "Non si devono pretendere
ulteriori sacrifici a chi ha già dato. Ci sono altre ipotesi come Gricignano e
altri tre o quattro siti. Può darsi siano inidonee ma vanno verificate".
Lo "scelta" della Iervolino - disponibile a sfidare i manifestanti
andando anche al presidio, centro della rivolta ("accolta con fischi o con
applausi, non mi interessa) non è piaciuta affatto al guardasigilli Clemente
Mastella che si dice sorpreso delle posizioni assunte dai rappresentanti delle
istituzioni locali in Campania sulla vicenda della riapertura della discarica:
"Se prevale il criterio di cavalcare la protesta è la fine. Da 14 anni
viviamo questa fase emergenziale, nella quale maggiori sono le responsabilità
del centrosinistra rispetto al centrodestra. Ora dobbiamo tirare una linea
rossa sul passato ". Da An all'Udc, da una parte sempre più larga del
Partito Democratico a Forza Italia , aumentano sempre di più i politici che
vogliono dai massimi rappresentanti delle istituzioni campane un passo indietro.
Alla sollecitazione di Pierferdinando Casini si è aggiunta ieri anche quella
del ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro che ha fatto uscire
l'Italia dei Valori della Campania dalla coalizione che governa la Regione:
"Bassolino deve andare via al più presto. Ci sono
responsabilità politiche che vanno assunte al di là delle brave persone e della
buona fede". L'indignazione di Di Pietro non è però piaciuta a Gasparri
(An) che ha accusato il ministro di ipocrisia: "Si dimentica di essere a
capo delle Infrastrutture, si dimetta anche lui". E sulla scia della
provocazione forte andata in scena venerdi mattina al centro storico di Napoli
dietro la regia di An, anche ieri a Castellamare di Stabia, una delle tante
città della provincia invasa dai cumuli di rifiuti stoccati in strada da
giorni, è spuntato un manichino anti-Bassolino. Ancora
più duro il leghista Roberto Calderoli: "Quanto sta accadendo dimostra che
Napoli non è Italia" . Sotto accusa Il Governatore della Campania Antonio Bassolino.
( da "Corriere della Sera" del 06-01-2008)
Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo
Piano - data: 2008-01-06 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE Il leader
"no global" Caruso: gli scontri? Indignazione popolare DAL NOSTRO
INVIATO NAPOLI - "Questa rivolta popolare è un esercizio di
democrazia". Anche se vengono incendiati gli autobus, anche se volano
sassi e bulloni contro la polizia? "Sono espressioni dell'indignazione popolare.
Io di mestiere non faccio il giudice e non mi sento di stabilire ciò che è
giusto e ciò che è sbagliato. Certo, bisognerebbe spiegare a queste persone che
è sbagliato prendersela con i beni della collettività, ma se la Campania ha le
sue banlieue servono risposte politiche e non manganelli". Francesco
Caruso (foto) - campano, leader dei centri sociali e deputato di Rifondazione -
non ha certo il vizio del politicamente corretto. Non condanna quelle violenze
quindi? "Lì ci sono persone che sono state prese in giro per venti anni,
illuse con promesse di riscatto e risanamento che non sono state mantenute.
Dopo aver subito per anni in silenzio, dopo aver ceduto alla rassegnazione,
quella gente ha finalmente ripreso la parola. Mi sembra un modo per ricostruire
la politica dal basso". Qualcuno sostiene che ci siano anche gruppi che
cercano solo lo scontro con le forze dell'ordine. "è il modo vecchio e
stravecchio con cui il potere cerca di liquidare le proteste popolari. Di
rifiuti i centri sociali se ne occupano da 10 anni". Insieme ai centri
sociali ci sono anche simpatizzanti di An e ultras del Napoli. Nessun
imbarazzo? "No. Anzi, è la dimostrazione che quella è davvero una protesta
della gente che abita nella zona: e lì ci sono quelli che frequentano i centri
sociali, quelli che votano An e pure quelli che vanno allo stadio. Gente
diversa ma che lotta per la stessa causa". Bassolino e
Iervolino si dovrebbero dimettere? "Spero che abbiano questo scatto di
orgoglio. Dovrebbero assumersi le loro responsabilità fino in fondo e non solo
a parole. E credo che Rifondazione comunista, piuttosto che essere subalterna
al bassolinismo, dovrebbe dare un segnale di rottura. Nel 2004 uscì
dalla giunta regionale". Sì, e lo fece perché contraria all'inceneritore
di Acerra. Se oggi quell'impianto fosse aperto, forse non saremmo a questo
punto. "Ma l'incenerimento è un imbroglio. Bisognerebbe mobilitare precari
e lavoratori socialmente utili per far partire davvero la raccolta
differenziata, che in Campania di fatto non esiste. La soluzione è quella, il
commissariamento è solo parte della malattia". Lorenzo Salvia.
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 06-01-2008)
Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: 1PAGINA
- data: 2008-01-06 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE PER LA CAMPANIA
"INGOVERNABILE" NUOVE GIUNTE DI SALUTE PUBBLICA di PAOLO MACRY C' è
un aspetto, nella crisi dei rifiuti, che viene poco sottolineato, sebbene sia
certamente il più grave. Quel che sta andando in fumo, in queste settimane
terribili, è la capacità di autogoverno dell'intero territorio regionale. Messa
impietosamente sotto i riflettori, la Campania si rivela ingestibile in termini
di consenso e in termini di ordine pubblico. Ingovernabile. Lo riconosce lo
stesso governatore, quando ammette di non aver saputo impedire la catastrofe.
Dieci anni fa questa regione sembrava la culla di un nuovo autonomismo
meridionale, oggi è il grande malato d'Italia. Ha perso la sua credibilità
amministrativa. La sua indipendenza. Viene messa sotto tutela da un governo
centrale che cerca di supplire ai guasti degli enti locali. Ma seppure Palazzo
Chigi riuscesse a vincere la guerra dell'immondizia, il prezzo pagato dalla
Campania sarebbe comunque altissimo. Confermerebbe la sua minorità
amministrativa, morale e perfino democratica. è questo il nodo da sciogliere
prima che sia troppo tardi. Naturalmente, la via maestra sarebbe un passo
indietro da parte della leadership che ha governato in questi anni, restituendo
ai cittadini il diritto di giudicare e di cambiare. Ma è
difficile che Bassolino o la Iervolino siano disponibili ad una simile scelta. L'uno
rifiuterà di dar ragione, con le dimissioni, a quanti lo ritengono il responsabile
principale della débcle. Quanto alla sindaca, sembra decisa a seguire gli umori
dei napoletani. Anche quelli (comprensibilmente) cupi degli abitanti di
Pianura. Come se fosse lei stessa un comune cittadino. L'alternativa, come ha
chiesto Marco Demarco su queste colonne, è un drastico ricambio nelle squadre
di governo. Assessori, consulenti. Una scelta che apparirebbe giustificata
dalla stessa gravità della crisi e che riscatterebbe la Campania da un
ricorrente pessimismo sociologico. Se è vero, come lo stesso Bassolino
scriveva giorni fa sulla Repubblica, che questa è terra di iniziative egregie,
risorse professionali, eccellenze, quale momento migliore per avvalersene? Ma
esiste anche una terza ipotesi, la quale, a rigor di logica, appare la più
adeguata alla situazione. Ed è il coinvolgimento diretto nella gestione della
cosa pubblica di quelle forze politiche, oggi di minoranza, che volessero
mettersi a disposizione di un progetto di recupero della Campania. Un governo
di unità regionale. Di larghe intese. Per non dire di salute pubblica. La
radicale apertura del quadro politico. Ovviamente si tratterebbe di una fase
eccezionale, nel fisiologico alternarsi di destra e sinistra, ma segnalerebbe
che leader e partiti sono consapevoli del carattere strategico della crisi.
Inutile aggiungere che le tre ipotesi una cosa hanno in comune: l'urgenza di
reagire al vuoto politico- amministrativo in cui si trova oggi la Campania,
attraverso iniziative forti che, partendo dalla sua classe dirigente, restituiscano
a questo territorio il diritto all'autogoverno. La legittimazione a gestire i
propri destini.
( da "Corriere della Sera" del 06-01-2008)
Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano
- data: 2008-01-06 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE Il sindaco La Iervolino
sfida: andrò a Pianura DAL NOSTRO INVIATO NAPOLI - Lui chiuso nel suo ufficio
al terzo piano di Palazzo Santa Lucia. Lei in giro per ospedali, a far
sorridere i bambini ricoverati con la calza della Befana. Alle
critiche e alle richieste di dimissioni Antonio Bassolino e Rosa
Russo Iervolino rispondono allo stesso modo: un sabato di normale lavoro e
dritti come nulla fosse. "Mi fanno ridere - dice il sindaco di Napoli - quelli
che vogliono che me ne vada. Sanno benissimo che da 14 anni siamo commissariati
e quindi il sindaco non ha poteri. Grazie a Dio un pizzichino di diritto
l'ho studiato anche io". Iervolino promette che andrà a Pianura, ma
"solo quando la discarica sarà aperta. Se non ci fossero stati incidenti
sarei già andata. E mi dispiace perché so bene che la stragrande maggioranza
della gente che manifesta è pacifica". Anche il presidente della Regione
non molla: "Resto al mio posto", conferma Bassolino.
Ma poi risponde per le rime ad Antonio Di Pietro, new entry del partito delle
dimissioni: "Ha fatto una cosa irresponsabile - dice il governatore della
Campania - perché fa parte del governo e dovrebbe dare un contributo per
togliere i rifiuti dalle strade". Risposta del ministro: "Bassolino ha proprio perso la testa se pensa di poter
scaricare le proprie responsabilità su altri e su di me". L. Sal.
( da "Corriere della Sera" del 06-01-2008)
Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo
Piano - data: 2008-01-06 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE L'ira del premier
"Il governo si assume tutte le sue responsabilità" Prodi: vergogna
per l'Italia Basta, così non si va avanti Lite Di Pietro-Bassolino:
"Dimettiti". "Pulisci le strade" DAL NOSTRO INVIATO BOLOGNA
- Uno spot devastante per la copertina Italia. Una "tragedia" per la
Campania. "Una vergogna da affrontare e risolvere una volta per
tutte". è un sacco pieno di spazzatura, rivolte di strada, maleodoranti
polemiche e macroscopiche responsabilità politiche quello che la Befana
rovescia davanti a Romano Prodi in un sabato bolognese irrimediabilmente
macchiato dall'emergenza rifiuti. Le immagini che rimbalzano da Napoli e
Caserta bruciano come pugnalate per uno che del "made in Italy" si è
fatto portavoce in mezzo mondo: "Tutti ci osservano ed è triste che
l'Italia offra di sé quest'immagine negativa ". Scene di sempre: tredici
anni e sei commissari straordinari dopo. Stessa impotenza, stessa violenza. Il
Professore prova a ribellarsi, alza il tono ("Basta, così non si può più
andare avanti"), sapendo che tanti altri l'hanno detto prima di lui e che
mai come ora le parole rischiano di restare tali. Eppure non ci sono
alternative. E il governo, facendo proprio l'allarme del capo dello Stato, si
mobilita: "Questa emergenza - afferma Prodi - sta mettendo in gioco il
Paese. L'esecutivo si assume tutte le proprie responsabilità ". Ma anche
altri dovranno farlo. Poltrone in bilico. E teste a rischio. Il ministro
Antonio Di Pietro ha ufficialmente chiesto le dimissioni del
"governatore" Bassolino: "Si assuma le
sue responsabilità". E stessa cosa ha fatto, dalle colonne del Corriere,
il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini. Di Pietro ha anche annunciato
l'uscita del suo partito dall'alleanza che guida la Campania per prendere le
distanze "dalla colpevole inazione del governo regionale". Mentre il
ministro Mastella ha puntato il dito contro il sindaco di
Napoli Rosa Russo Iervolino, colpevole di "cavalcare la protesta dei
manifestanti di Pianura". Prodi si mantiene fuori, non fa nomi, evita
personalismi. Ma fa capire che, se necessario, non farà sconti. Troppo alta la
posta: "Ciò che in questo momento conta - spiega - è che ognuno si renda
conto della gravità della situazione e ci sia una mobilitazione completa,
corale: tutti si devono mettere al servizio della causa senza "ma e
se"". Una speranza. Che dovrà, e in tempi rapidissimi, trovare un
riscontro operativo. Il premier ha già pronte le valigie, da stasera sarà a
Roma e in cima alla sua agenda, prima ancora della verifica di maggioranza e
della riforma elettorale, ci sarà Napoli e la sua immondizia: "Abbiamo già
cominciato a lavorare assieme ai ministri competenti- spiega -, lunedì prenderemo
decisioni concrete e poi si agisce". Un piano in due tempi, quello che il
premier sta elaborando assieme ai ministri Arturo Parisi, Alfonso Pecoraro
Scanio e, sul versante dell'ordine pubblico, Giuliano Amato. Primo obiettivo,
tamponare l'emergenza "per avviare un immediato ritorno alla
normalità". Poi verrà il difficile. E cioè, parole di Prodi,
"affrontare il problema e risolverlo per sempre". Che, in termini
concreti, nient'altro significa se non "offrire alla Campania una capacità
di lavorazione dei rifiuti che sia superiore all'offerta che viene prodotta
". Un piano di interventi strutturali. "O ci riusciamo oppure la
situazione non si normalizzerà mai". Francesco Alberti.
( da "Corriere della Sera" del 06-01-2008)
Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo
Piano - data: 2008-01-06 num: - pag: 5 categoria: REDAZIONALE
"Processo" a Bassolino "La rinascita?
Mai vista" Gli intellettuali: solo tentativi, ora è paralisi Macry:
all'inizio ci furono degli spunti, subito però si è ricostituito il potere
politico. Parrella: noi ragazzi eravamo esaltati MILANO - Passo dopo passo. I
cento fatti. Parole chiave del "Rinascimento napoletano ". Lo slogan
che accompagnò, nel '93, l'elezione di Antonio Bassolino
a sindaco. Alle spalle Tangentopoli. Davanti, una speranza per Napoli. E lui,
il primo cittadino, che divenne in poco tempo simbolo di rivincita per una
città abituata a tutto. Persino al colera. Oggi, Napoli nel mondo è paragonata,
in senso dispregiativo, a Calcutta. E le teste pensanti della città si
chiedono: dove si è sbagliato? "è stato tutto un grande equivoco ",
spiega disincantato lo scrittore Ermanno Rea. Per l'autore di Mistero
napoletano "fu un momento di euforia, poi deformata da quella parola
insulsa: rinascimento. I politici ci hanno marciato. Anche Bassolino.
Che incarnò un ruolo quasi taumaturgico, e invece di rivoltare la città come un
calzino si preoccupò solo di rassicurare. Oggi? Ha responsabilità, ma le sue
dimissioni sarebbero inutili. Napoli è una questione italiana, da risolvere a
livello nazionale". "Il Rinascimento napoletano veniva dopo il vuoto
pneumatico ", racconta lo storico Paolo Macry. "E all'inizio ebbe una
serie di spunti: l'arte contemporanea, la metropolitana, il pragmatismo dei
piccoli passi. Ma non poteva durare a lungo. E poi sono successe due cose: si è
ricostruito il potere politico stordito da Tangentopoli, e si sono arenati i
grandi progetti infrastrutturali. Bassolino, ottimo
politico, ha rivelato le sue incapacità gestionali. E molti gli si sono
asserviti per quattro soldi. Risultato: come il terremoto per Valenzi, i
rifiuti per Bassolino hanno messo a nudo il re. Cosa
serve? Penso a un governo di unità regionale". Chi davvero non si stupisce
della situazione è il filosofo Aldo Masullo, che pure dal '92 al 2001 è stato
parlamentare ds: "A questa guerra dell'immondizia messa in atto dalla
camorra si sarebbe dovuto opporre un progetto politico forte. Non è avvenuto.
Le istituzioni, tutte, sono rimaste inerti. Bassolino,
politico valente, si è isolato senza mai dialogare con i cittadini. è diventato
solo un idolo cui tributare sottomissione ed esaltazione. Ma la decadenza non è
tutta colpa sua. Il fallimento del Rinascimento napoletano è stato causato da
una borghesia mediocre. E adesso, parafrasando Troisi, credo che ognuno debba
ricominciare da se stesso". Biagio De Giovanni, filosofo ed esponente di
spicco del Pci, Pds, poi Ds, è stato tra le voci critiche, in questi anni. Oggi
cerca soprattutto di non sparare a zero, in un momento in cui sembra essere
diventato lo sport nazionale, su Bassolino: "Il
Rinascimento fu un momento di speranza nato dalla forza di un leader e da un
vuoto politico. Bassolino nella sua prima fase ha
migliorato l'immagine pubblica della città, ma poi ha preso una deriva
monocratica di personalizzazione del potere. Creando un sistema che per
nutrirsi aveva bisogno di consenso, e di separarsi dalle forze vitali della
città. Stop a dibattiti pubblici e critiche. Fallimento dei grandi progetti, ad
esempio Bagnoli. Con una borghesia silente e asservita. Le
responsabilità però oggi sono di tutti, anche di Iervolino e di partiti come
Verdi e Prc. La città è avvilita. Serve un gesto di discontinuità". Quando
Bassolino lanciò il suo "passo dopo passo", lei aveva vent'anni.
"Noi ragazzi eravamo esaltati - dice la scrittrice Valeria Parrella -. Il
Rinascimento incarnava la speranza. Adesso, invece, sono incazzata.
Ognuno dei nostri politici di notte dovrebbe riflettere e sentire il dovere di
dimettersi per aver fallito. Noi come Calcutta? No, peggio. Continuo a scrivere
di Napoli (il prossimo romanzo, Lo spazio bianco, esce il 22 gennaio, ndr)
proprio per esorcizzare la consapevolezza che nulla, in questi dieci anni, è
davvero cambiato". Mentre il filosofo Roberto Esposito, pur prendendo le
distanze "dall'enfasi che accompagnò il cosiddetto Rinascimento ",
ammette "che un miglioramento sicuramente ci fu. Poi la realtà ha avuto la
meglio. Errori Bassolino ne ha fatti, ma non credo che
le sue dimissioni risolverebbero qualcosa. Ora il problema è risolvere
l'emergenza, prima che scoppi una guerriglia civile. Mentre a Iervolino dico di
smetterla con il suo atteggiamento ingeneroso ". Gerardo Marotta,
fondatore dell'Istituto italiano per gli studi filosofici, ha analizzato a
fondo il problema rifiuti. A tal punto da gridare "al complotto. Il vero
colpevole di questa apocalisse non è ancora venuto fuori. è colui che ha
impedito la raccolta differenziata, e ha "venduto" a quegli ingenuotti
dei politici la storiella di quanto fa bene il termovalorizzatore. E invece i
migliori scienziati hanno spiegato che produce sì meno diossina, ma molte più
nanoparticelle. Parole al vento. Lo stesso vento che ha cancellato il
Rinascimento napoletano". Angela Frenda La piazza e i rifiuti A fianco,
un'immagine di Piazza del Plebiscito come è oggi, dopo la decisione della prima
giunta Bassolino di chiuderla al traffico e
restituirla, così, alla città. Eliminando soprattutto l'enorme parcheggio a
cielo aperto che la occupava completamente. Sotto, invece, un'immagine del
degrado in cui versano in questi giorni le strade di Napoli, dopo l'esplosione
dell'emergenza rifiuti Hanno detto \\ Rea è stato un grande equivoco, l'ex
sindaco doveva rivoltare la città come un calzino \\ Masullo Bassolino
si è isolato. è diventato solo un idolo cui tributare sottomissione \\ De
Giovanni Ha preso una deriva monocratica e la borghesia è asservita.
( da "Stampaweb, La" del 06-01-2008)
(7:15) - EMERGENZA RIFIUTI, NAPOLI NEL CAOS Prodi
convoca i ministri: agire subito Domani vertice d'urgenza. Di Pietro chiede le
dimissioni di Bassolino FLAVIA AMABILE ROMA Il governo
interverrà per porre fine all'emergenza rifiuti a Napoli e agli scontri che
hanno accompagnato la riapertura della discarica di Pianura. L'ha promesso ieri
il presidente del Consiglio Romano Prodi: "Il governo si assume tutte le
proprie responsabilità riguardo a questa emergenza, perché sta mettendo in
gioco il Paese". Il premier assicura che l'agenda dei lavori è fissata:
"Lunedì mattina comincio con le riunioni dei ministri, poi si
agisce". Obiettivo è non solo affrontare il problema di sgomberare i
rifiuti e trovare un luogo dove scaricarli, ma "risolvere il problema per
sempre. Dobbiamo offrire una capacità di lavorazione dei rifiuti che sia
superiore all'offerta che viene prodotta in Campania, altrimenti non si
normalizzerà mai la situazione". L'emergenza sta davvero mettendo in gioco
il Paese come sostiene il premier. La Lega ne ha approfittato per tirare fuori
il suo antimeridionalismo. Per Roberto Calderoli "tutto quello che sta
succedendo dimostra che Napoli non è Italia". Nell'occhio del ciclone è il
governatore della Campania, Antonio Bassolino.
"Farebbe bene a dimettersi - dice Antonio Di Pietro, ministro delle
Infrastrutture -. Dopo 10 anni di governo del centrosinistra a Napoli il
modello è fallito. Ci sono responsabilità politiche che vanno assunte aldilà
delle brave persone e della buona fede". Il leader dell'Udc Casini se la
prende con il governo, che deve "assumere provvedimenti d'emergenza, anche
sostitutivi rispetto a quelli dei governi locali". Anche lui è però
convinto che il presidente della Campania dovrebbe dimettersi, perché "non
è possibile che con le discariche abusive si siano rimpinguate le tasche della
camorra e si sia inquinata la vicenda fino al punto drammatico in cui siamo
oggi". Lo scioglimento della Regione viene chiesto da più parti
all'interno dell'opposizione: da Maurizio Gasparri di An e Mara Carfagna di Fi.
Bassolino, però, non ci sta. Il governatore, pur
ammettendo le proprie responsabilità, invita tutti a un "mea culpa".
Rispedisce a Di Pietro le critiche, aggiungendone anche di sue: "Fa una
cosa irresponsabile. E' parte del governo e dovrebbe contribuire a togliere i
rifiuti dalle strade". E, comunque, ricorda: "In questo momento forte
dovrebbe essere l'impegno di tutti, anche di quelle opposizioni che hanno avuto
responsabilità di governo nel commissariare questa Regione". Ciò che
bisogna fare per uscire dall'emergenza, secondo Bassolino, è "aprire nuove discariche in provincia di Napoli".
Clemente Mastella, invece, rivolge pesanti critiche al sindaco di Napoli, Rosa
Russo Iervolino, che si è schierata al fianco degli abitanti di Pianura nell'opporsi
alla discarica: "Se prevale il criterio di cavalcare la protesta, è la
fine". Secondo lui, la soluzione è nel realizzare i
termovalorizzatori". Infine Italiani nel Mondo propone "una grande
azione di risarcimento del danno contro la Regione Campania e contro i
commissariati di governo, responsabili di questo disastro che avrà fine
probabilmente tra 20 anni".
( da "Stampaweb, La" del 06-01-2008)
Che orgoglio quell'immagine che faceva il giro del mondo.
Clinton in tuta che fa jogging su un lungomare fantastico con uno sfondo da
favola: un vulcano, un'isola, un golfo, il mare blu... Era Napoli. E non un
secolo fa. Estate '94, summit degli otto Grandi, la città a lucido, le piazze e
i monumenti restaurati, cultura e musica in ogni angolo. Era il punto più alto
di quel fenomeno che, per un motivo o per l'altro, fu chiamato
"rinascimento napoletano". Antonio Bassolino
governava la città da appena tre anni, ma i risultati si vedevano. Qualcuno ci
sentiva puzza di effimero, non gli si fece caso. Infatti che orgoglio
quell'immagine che faceva il giro del mondo. Ora in giro per il mondo -
metaforicamente e materialmente intendendo - ci sta andando l'immondizia: da
quella spedita negli inceneritori tedeschi a quella che tracima per immagini
dai siti e dalle tv di tutto il pianeta. Bel colpo, niente da dire.
Naturalmente, non è questione di contrapporre i meriti del
"rinascimento" allo scandalo di questa "monnezzopoli",
anche perché i protagonisti (anzi, secondo alcuni: il protagonista) grossomodo
son gli stessi: i governi di centrosinistra e il sindaco (e poi governatore)
Antonio Bassolino. Qui si vorrebbe solo segnalare -
mentre la polemica politica, magari, se ne frega e punta e guarda ad altro - la
devastante rapidità di un malinconico declino. La parabola di un città senza
più simboli e punti di riferimento: mentre è sempre attorno a dei simboli e a
dei punti di riferimento che ha fatto leva - nel bene e nel male - per trovar
forza e riscattare quel certo orgoglio da città di re e antica capitale. E'
vero, naturalmente dipende dai simboli: ma onestamente ce n'è pochi peggiori di
questa monnezza qua. Perfino annaspando alla cieca nel tunnel degli Anni 80 -
le cricche di pentapartito, un sindaco ogni otto mesi, l'impero dei Di Donato e
dei Pomicino, dei Gava e dei De Lorenzo - Napoli trovò a che aggrapparsi.
Sembrano niente due scudetti, una Coppa Uefa, una Coppa Italia e una Supercoppa
italiana in soltanto quattro anni! Ma intanto Napoli era nel mondo Diego Armando
Maradona, e il volto pulito di Ciro Ferrara. Sembra niente, ma fu comunque
meglio di niente. E in fondo c'era dell'altro: perché i teatri off e le sale di
registrazione improvvisate nei sottoscala dei quartieri cominciavano a
partorire miracoli, che l'era del "rinascimento", poi, avrebbe
consacrato. Napoli iniziò a essere anche Massimo Troisi e Pino Daniele, la
Nuova Compagnia di Peppe Barra e il teatro di Luca De Filippo, che rinverdiva i
fasti del suo grande papà. E poi, sì, certo, era anche la città delle tangenti,
di Raffaele Cutolo e della macchina criminale perfetta che diventò la sua Nuova
Camorra Organizzata (della quale, a dirla tutta, si sentì una qualche cinica
nostalgia negli Anni 90, quando crollato l'impero di don Raffaele, la città fu
sepolta dai morti ammazzati nella guerra scatenata da centinaia di clan alla
conquista del potere). Si tirava avanti, insomma. C'era del male, figurarsi,
tanto male - camorra, poco lavoro - ma anche illusioni a cui aggrapparsi,
simboli effimeri magari, però piccole luci in un cielo non ancora tutto nero.
Le luci. Quelle che il ricambio politico accese, accecando la città,
all'indomani di Tangentopoli. Fu lo sfavillìo del "rinascimento
napoletano". Guardate il restauro di Palazzo Reale! E ammirate la
magnificenza di piazza Plebiscito! E poi i lampioni di via Caracciolo, il mare,
turbinii di feste, i nuovi registi alla Mario Martone, aria nuova, aria nuova.
Il "rinascimento" finisce sulle copertine dei settimanali di mezzo
mondo, i giornalisti occupano gli alberghi del lungomare per dire dell'ennesimo
"miracolo napoletano". La città ritrova orgoglio e angoli di sfarzo
da antica capitale. Quando uno dopo l'altro arrivano in visita a Napoli Bill
Clinton, il Papa e la regina Elisabetta è l'apoteosi. Qualche élite intellettuale
storce il naso, perché mentre la festa continua la città è sottoposta a una
deindustrializzazione selvaggia. Si sussurra un'accusa: demagogia
dell'effimero. Ma Napoli regge ancora, ha bellissime cose di sé da mandare in
giro per il mondo e ne è fiera: anche se si intuisce che la città affanna e che
sotto i lustrini niente. Sia come sia, Bassolino si passa
il testimone e viene rieletto sindaco; poi lo passa a Rosetta Iervolino, che
malvolentieri se lo ripassa ed eccoci qua. Qua vuol dire sotto questo cumulo di
monnezza. E poichè monnezza chiama monnezza (camorra, tangenti, scaricabarile)
qua vuol dire sotto una montagna gigantesca di rifiuti solidi e politici,
di macerie sociali, di illusioni triturate. Com'è successo? Si prova a
ricostruire, ma è peggio, è il solito tiro di accuse incrociate. E non è che
prima di arrendersi all'idea che Napoli nel mondo oggi sia soltanto una
discarica, qualcuno non avesse pensato ad una controffensiva. Anche solo un
diversivo, magari. "Porca miseria, cominciamo a dire che Napoli è
anche...". E' anche? Lavezzi non lo conosce nessuno, e poi non sarà mai
Maradona; Massimo Troisi è morto che sono dieci anni e più; vertici
internazionali non è nemmeno il caso di parlarne; Pino Daniele s'è trasferito
dalle parti di Formia e di Peppe Barra non frega quasi più niente a nessuno. Ci
si sforza, si riflette. E diamo pure la colpa a quelle immagini in tv, ma non
viene in mente altro che monnezza. Una diffusa e nauseabonda monnezza.
( da "Wall Street Italia" del 06-01-2008)
Scoppia l'intifada della monnezza. Mastella:
"C'è la mano della camorra" -->Ultrà e no global passano
all'attacco e aggrediscono gli agenti a sassate. Scontri e feriti. E l'ecomafia sobilla. Pianura: l'ora del dialogo è finita . Il
Guardasigilli: camorra dietro la protesta . Di Pietro: Bassolino si dimetta.
( da "Messaggero Veneto, Il" del 06-01-2008)
In Campania cresce l'emergenza, mentre infuria la
polemica politica. Chiudono le scuole, bloccata per ore la
ferrovia Critiche da tutto il centro-destra e anche da Di Pietro: "Bassolino e Iervolino devono dimettersi" Rifiuti, è rivolta:
interviene Prodi Scontri con feriti a Napoli davanti alle discariche, i
manifestanti assaltano la polizia e le ambulanze Il premier: "Il problema
va risolto per sempre". Calderoli: "Questa non è Italia" NAPOLI.
Un'altra giornata di tensione e violenze a Pianura, in contrada Pisani, dove
prosegue la protesta contro la riapertura della discarica. Scontri con la
polizia, sassaiole, cariche. Un crescendo di violenza che ha visto anche
l'assalto a un'ambulanza e il ferimento del conducente. L'emergenza rifiuti in
Campania continua a occupare le prime pagine dei giornali. Non solo con le
cronache degli scontri a Pianura, dove la popolazione difende il
"diritto" di impedire l'installazione di una discarica temporanea, ma
anche con un polemica politica che chiama in causa le massime cariche
istituzionali. A conclusione della giornata è intervenuto da Bologna Romano
Prodi per ribadire che "il governo si assume tutte le sue
responsabilità" per porre fine a un'"emergenza che mette in gioco il
paese con un'immagine negativa". I SERVIZI A PAGINA 5.
( da "Messaggero Veneto, Il" del 06-01-2008)
Attualità Di Pietro: Bassolino e la Iervolino devono dimettersi LA POLEMICA ROMA.
L'emergenza rifiuti travolge Antonio Bassolino e fa vacillare
la poltrona di Rosa Russo Jervolino. A chiedere la testa del governatore della
Campania non è più solo il centrodestra ma anche Antonio Di Pietro. "Bassolino farebbe bene a dimettersi, dopo dieci anni di governo del
centrosinistra a Napoli, il modello è fallito e ci sono responsabilità
politiche che vanno assunte", attacca il ministro delle Infrastutture da
Skytg24. L'ex Pm inoltre annuncia che il suo partito, Idv, è pronta a uscire
dalla coalizione che governa la Regione. Nella maggioranza Di Pietro dà voce a
un malassere condiviso. Soprattutto a sinistra. Giorgio Cremaschi, segretario
nazionale della Fiom, chiede che vadano a casa tutti gli amministratori locali
responsabili del disastro alla Regione e al Comune. Rifondazione prende tempo.
Prima è indispensabile mettere in atto le misure concrete per liberare la città
dai rifiuti, poi ci sarà il tempo per l'esame ai politici e le valutazione,
dice Gennaro Migliore, capogruppo alla Camera e deputato napoletano. Ma è
dall'opposizione che arrivano i maggiori fendenti. Mentre cadono nel vuoto gli
appelli alla calma e alla non violenza pronunciati da Rosa Russo Jervolino che
si dice vicina "vicina ai cittadini che soffrono" l'ex Cdl appare
compatta. Forza Italia con Simone Baldelli chiede un'informativa urgente al
governo, il legista Roberto Calderoli invoca l'intervento di Giorgio Napolitano
per sciogliere il consiglio della Campania. "Il presidente della
Repubblica, con proprio decreto secondo le procedure stabilite dalla
Costituzione, può procedere allo scioglimento del Consiglio", dice
Calderoli. Per l'esponente leghista le "carte" oggi sono tutte nelle
mani del Capo dello stato che può inviare truppe speciali per sedare la rivolta
e mettere fine alla vergogna. Una posizione condivisa anche da An. "Il
Parlamento affronti subito l'emergenza chiedendo ai sensi della Costituzione il
commissariamento di Regione e Comune: i responsabili di questa barbarie vanno
allontanati subito dalla stanza dei bottoni", dice Maurizio Gasparri.
"Bassolino dovrebbe avere il coraggio di
dimettersi", dichiara Pierferdinando Casini, leader Udc mentre Sergio De
Gregorio, di Italiani nel Mondo, preannuncia una mobilitazione a Napoli per il
25 gennaio. Sulla vicenda interviene anche Beppe Grillo che chiede ai campani
di fermare il "tandem" Bassolino Jervolino e
avanza il sospetto che l'emergenza rifiuti possa essere il pretesto per
realizzazione di nuovi termovalorizzatori. Con il governatore si schiera
Clemente Mastella. "Non capisco il sindaco di Napoli che lotta insieme ai
manifestanti mentre Bassolino ha avuto parole
di responsabilità", dice il mininisto della Giustizia chiedendo senso di
responsabilità e coraggio da parte di tutti. Una tesi condivisa da Rosy Bindi.
( da "Libero" del 06-01-2008)
Prima pagina 06-01-2008 ORA DATEVI DA FARE di
VITTORIO FELTRI Letto su la Repubblica un pezzacchione dello scrittore
pluridecorato Roberto Saviano. Titolo: Ecco tutti i colpevoli della peste di
Napoli. Pensavo di esserne illuminato. Di scoprire finalmente per quale motivo
in tutta Italia (in tutta Europa) la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti è
una questione rutinaria, mentre a Napoli (e in varie zone della Campania) è una
tragedia, un'emergenza, una storia incomprensibile per noi gente comune. Ho
letto due volte l'articolo e sottolineato alcuni punti che al momento mi
sembravano importanti. Ma stringi stringi ne so quanto prima. Saviano fa nomi
di imprenditori "vicini alla camorra". Speculatori incalliti capaci
di estrarre milioni e milioni di euro dall'immondizia. Peccato che lo
scrittore, forse dando per scontate varie cose che scontate non sono, almeno
per noi, non dica come sia possibile arricchirsi svolgendo un servizio che di
fatto non viene svolto, tanto è vero che Napoli è ridotta a una immensa
schifezza. Non discuto la competenza di Saviano in materia di sozzeria.
Semplicemente lo pregherei di renderci partecipi della sua scienza. Ho appreso
da lui che alcune aziende del Nord si nutrono e ingrassano con le lordure
sparpagliate nei dintorni del Vesuvio. E mi domando: come? Se fosse facile
diventare ricchi accumulando pattume nelle strade, forse anche Cremona o Pavia
o Alessandria o Milano sarebbero sommerse dai rifiuti. Invece no. Perché?
Perché ovunque si pulisce, si ricicla, si vive quasi civilmente tranne che a
Napoli? Ovunque esistono inceneritori, discariche, termovalorizzatori tranne
che a Napoli. Piccolo esempio. Il sabato e la domenica mi trasferisco da Milano
a Ponteranica, provincia di Bergamo, bassa Valbrembana. A un chilometro da casa
mia c'è una discarica. Vai lì con l'auto, scarichi lavatrici vecchie, sedie
rotte, cianfrusaglia. Paghi un tot all'addetto, che rilascia regolare ricevuta,
e te ne vai in pace. Nessuno ha mai reclamato. C'è la consapevolezza che da
qualche parte gli scarti bisogna pur metterli. Mai saputo di una protesta di
massa contro la discarica. Mai visto un cretino o un delinquente gettare
molotov per incendiare la catasta dei rifiuti. Il comune di Ponteranica è
gestito da una amministrazione di centrosinistra, lo stesso centrosinistra che
regna a Napoli e in Campania da 15 anni. D'ac cordo, non ci
sono né la Iervolino né Bassolino eppure ci si arrangia lo stesso e le cose non vanno tanto male.
Si fa anche la raccolta differenziata. Tre volte la settimana passano i camion,
prelevano la pattumiera, svuotano, e addio. In terra non v'è traccia di
mozzicone di sigaretta. Non credo che gli abitanti di Ponteranica siano
marziani, e neppure sono marziani quelli che siedono in giunta. Uomini e donne
normali che oltretutto non suonano il mandolino né sanno cantare. Ma se qui
arrivasse la camorra si tratterrebbe poco. I nipotini di Pacì Paciana hanno la
mano pesante con chi sgarra, e quando si imbattono nei carabinieri e nella
polizia si tolgono il cappello. Provate anche voi, che ce vo'? Saviano informa
che a Napoli sono state avviate numerose inchieste giudiziarie su chi si
crogiola nella sporcizia e ci trae guadagni spropositati. C'è un mistero, anzi
due. Primo. Come si fa a speculare su rifiuti non smaltiti? Come si fa a pagare
fior di soldi per tenersi la spazzatura davanti al portone? Secondo. Non è
sufficiente aprire delle inchieste. Bisogna portarle a termine. Perché ciò non
avviene? Da servizi giornalistici sia pure un po' confusionari apprendo che
Pecoraro Scanio, ministro dell'Ambiente napolitano, è contrario alle
discariche. Inoltre è contrario agli inceneritori e perfino ai termovalorizzatori.
Ciascuno ha le sue opinioni. Ma i napoletani la pensano come il governante
bisessuale? Se così fosse ci dovrebbero spiegare come, escludendo discariche,
inceneritori e termovalorizzatori, intendono distruggere le loro porcherie.
Caricandole su convogli ferroviari, destinazione Germania? Sorvolando sui costi
e sull'assurdità della soluzione mi pare che essa si basi su una valutazione
profondamente errata: e cioè che i tedeschi siano, rispetto ai campani, una
razza inferiore cui si possa rifilare qualsiasi lerciume. A proposito di
termovalorizzatori. Mi è giunta notizia che ad Acerra ve ne sia uno nuovo, mai
usato causa l'ostilità della popolazione. Quindi i bresciani si beccano con
soddisfazione il termovalorizzatore e i signorini di Acerra, invece di
rifiutare i rifiuti, lo rifiutano. Converrà dottor Saviano che in quella zona
oltre alla camorra deve esserci qualche cervello con alcuni fili staccati. Mi
rendo conto che a mille chilometri di distanza non sia semplice giudicare una
città, una regione. Per questo, ci aspettavamo dal celebrato scrittore un
contributo meno superficiale del suo allo scopo di chiarire la situazione.
L'interrogativo sostanziale invece resta senza risposta: perché la Lombardia,
il Veneto, il Friuli, l'Emi lia, la Toscana, la Sicilia, il Molise eccetera
vivono fuori dalla merda mentre la Campania ci guazza, si direbbe con un certo
piacere almeno osservando quel che accade? Un'ultima considerazione. Quando a
Milano si assume uno spazzino, a Napoli se ne assumono 25. Quindi Napoli
dovrebbe essere venticinque volte più pulita di Milano. La realtà è un po'
diversa. Lo strano fenomeno viene giustificato così. A Milano le assunzioni le
fa il comune, a Napoli la camorra. Allora che ci sta a fare la Iervolino sulla
poltrona di sindaco? Per obbedire alla camorra? Figurarsi. Chi ubbidisce alla
camorra è camorrista. E i camorristi vanno in galera a meno che non li protegga
il popolo, nel qual caso anche il popolo, come direbbe il mio amico Gian Maria
Gazzaniga, dovrebbe andare a dar via il mandolino. PADANIA FELIX Nel mio paese
in provincia di Bergamo lo smaltimento dell'immondizia procede bene da sempre
Non siamo marziani, perché non provate ad imitarci? CONNIVENZA Si dirà: al Nord
assume il Comune, al Sud la camorra. Ma i camorristi devono andare in galera, e
se non ci vanno è perché li protegge la popolazione... Salvo per uso personale
è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.
( da "Libero" del 06-01-2008)
Attualità 06-01-2008 Sul mare luccica... la
spazzatura Non passa giorno che non si parli di Napoli e della sua spazzatura,
della camorra, delle faide... Nonostante tutto questo, devo pensare che i
napoletani siano masochisti, perché continuano a votare a sinistra. Invece di
invocare l'inter vento dell'esercito, dovrebbero chiedere a
Bassolino e Iervolino dove sono finiti i finanziamenti europei e italiani,
ottenuti per risolvere i problemi. Poi chissà se i napoletani, popolo intelligente,
sanno che esiste una raccolta differenziata per l'immondizia? Graziella Balossi
Milano Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle
notizie senza autorizzazione.
( da "Libero" del 06-01-2008)
Italia 06-01-2008 Quella sinistra che si dimentica di
Tangentopoli di MICHELA VITTORIA BRAMBILLA Mi sono letta da cima a fondo le
inchieste e poi i giudizi espressi da "Libero" sulle enormi responsabilità
che gravano sul sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino e
soprattutto sul presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino per la situazione in cui si trova Napoli e gran parte dei Comuni
che la circondano. È un'analisi che non fa una grinza. Come è anche più che
condivisibile la voglia dei napoletani di assistere all'addio, sempre troppo
tardivo, di Bassolino e del sindaco. Ma è
lecito porsi una domanda: come mai un così odiato personaggio le cui azioni
sono da tempo oggetto anche di documentate indagini da parte della Procura di
Napoli, ora concretizzate in pesante accuse e altrettanti rinvii a giudizio, ha
potuto, per ben 14 anni filati, non solo regnare indisturbato in questa
regione, ma raccogliere anche, una elezione dopo l'altra, milioni di voti? C'è
insomma qualcosa che non torna in tutta questa più che singolare vicenda. Sono
anni, ad esempio, che autorevoli compagni di partito di Bassolino
come Salvi, Mussi e poi anche Giorgio Napolitano, prima che salisse al soglio
del Quirinale, denunciano, in libri e dossier, le stravaganze, chiamiamole pure
così, di questo onnipresente potere assoluto bassoliniano. E sapete quale è
sempre stata la risposta dei vertici romani? "O' re di Napoli porta a casa
troppi voti alla sinistra per poter pensare di detronizzarlo". E così le
critiche sono state sempre sepolte nel cemento. Eh sì. La sinistra distingue.
Distingue sempre. Il consenso in Sicilia? È sospetto, quando a vincere è il
centrodestra. In Campania? Tutto regolare, finché a vincere sono i compagni
loro. E non più la Dc. Già perché Bassolino, fin dalla
sua prima elezione a sindaco di Napoli nel '93, prima ancora come sindaco e poi
come presidente della regione, ha riprodotto proprio quelle forme di imperante
clientelismo che avevano consentito al potentato dei Gava, fino a tangentopoli,
di regnare indisturbati, infischiandosene dei problemi di tutti quei cittadini
che con i giochi delle clientele e con quelli ancor più invasivi
dell'onnipotente camorra non avevano nulla a che fare. E così, nelle Asl,
trovava posto solo chi mostrava di essere di sicura fede bassoliniana. Per non
parlare di quel che è sempre accaduto e continua purtroppo ad accadere in ogni
tipo di apparato pubblico o para pubblico: dalla gestione del porto il cui
traffico delle merci sfugge ad ogni regola di controllo e di trasparenza, alle
gare di appalto, alle concessioni edilizie, all'elargizione di denaro pubblico,
ad iniziative di marketing o pseudo culturali. Fino al problema delle
discariche, la cui tragedia ha avuto origine proprio dagli strani contratti,
oggi oggetto di una voluminosa indagine giudiziaria, che Bassolino,
in veste, all'epoca, anche di commissario straordinario per i rifiuti, stipulò
con l'Impregilo. Sarà soltanto nelle aule giudiziarie che verrà fuori qualche
pezzo di verità. Sempre che qualcuno non riesca a metterci un tappo prima. Alla
magistratura toccherà, se ci riuscirà, di verificare i sospetti di collusione
con il business governato dalla camorra. Ma ai cittadini basta e avanza
verificare che per conservare il potere, i Ds ieri, e oggi autorevoli e
influenti membri del Pd, usano gli stessi metodi contestati a Dc e Psi prima di
Tangentopoli. Insomma, clientele. Sta di fatto però che, durante questi 14 anni
di potentato borbonicobassoliniano, le organizzazioni camorristiche sono
riuscite ad allargare la sfera delle loro attività anche a settori come quelli
dell'abbigliamento e di ogni genere di prodotti contraffatti che, oggi,
partendo da Napoli vengono trasferiti in tutta Europa. E questo business, che
di sommerso ha solo l'aspetto legale e fiscale, ma avviene alla luce del sole
di Napoli, ha finito per quadruplicare, in pochi anni, il volume d'affari e -
nei loro capannoni - il numero dei dipendenti, il cui voto poi chissà dove va.
Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie
senza autorizzazione.
( da "Libero" del 06-01-2008)
Anzitutto 06-01-2008 Agguati a polizia e ambulanze
Pianura rimane in rivolta di LUCIA ESPOSITO dall'inviato a Napoli Capisci
subito che la strada per Pianura è giusta. Lo capisci dai chilometri di
spazzatura che fanno da guardrail, dalla puzza nauseabonda che il vento ti
sbatte nel naso a ogni folata. Cerchi un'indicazione, alzi la testa e trovi un
manifesto con la foto del Vesuvio che erutta sacchetti e, davanti, un topo che ha la faccia del sindaco Rosa Russo Iervolino mentre
saltella sull'immondizia. "Rosetta è 'na zoccola, ce piace a
munnezza". Non c'è bisogno di traduzione, ma di una precisazione: in
dialetto la zoccola è anche un topo di fogna e la parola, riferita a una
signora, non è esattamente un complimento. LA TERRA DI NESSUNO Ci siamo.
Pianura è questa landa desolata, questo pezzo di città diventato terra di
nessuno. Eccolo, il regno dei rifiuti. Il serpente avvelenato di sacchetti
sguscia da ogni curva. Fa schifo. E poi hai anche un po' di pudore a guardare
dentro, sono pezzi puzzolenti di vite troppo private per finire sotto gli occhi
di tutti. Bucce di mele insieme ad assorbenti, bottiglie di plastica e scatole
di panettoni, fogli di agende e lische di pesce. Da giorni i residenti lottano
contro la riapertura della discarica di Contrada Pisani, un fosso che dopo
quarant'anni Bassolino aveva svuotato giurando che ci
avrebbe fatto dei campi da golf (pazienza se gli abitanti chiedevano - e
chiedono - fogne e marciapiedi) ma che poi le autorità, incluso lo stesso Bassolino, hanno deciso di far tornare quello che era fino a
dieci anni fa: una pattumiera. I residenti non ne vogliono sapere. Come in una
fabbrica fanno i turni per impedire l'acces so alla discarica dei camion della
ditta incaricata del ripristino dalla cava. Ci sono mamme che spingono passeggini,
vecchie che con la discarica ci hanno vissuto. "A' guerra, chesta è 'na
guerra. Nun voglio murì cà puzz' i munnezz", la signora Maria ha
settantotto anni e non si è ancora abituata all'odore fetido dei rifiuti. C'è
la gente di Pianura, ma a quelli che per il freddo si coprono il collo con le
sciarpe si mescolano quelli che nascondono la faccia dietro cappucci e foulard.
Quelli che protestano senza regole se non con la violenza incivile di chi sente
di poter far tutto. Si dicono ambientalisti ma poi tagliano alberi per bloccare
la strada. Distruggono muri di cinta, devastano anche quel poco che c'è. Il
prefetto Alessandro Pansa ha denunciato il pericolo di infiltrazioni
camorristiche, ha detto che la protesta diventa un pretesto per frange estremistiche
che cavalcano la storia dei rifiuti perché vogliono lo scontro. Teppisti che
scatenano l'inferno. E camorristi per cui la spazzatura è il vero oro di
Napoli. Se il problema pattume si risolve, il loro business finisce. "Qua
non ci sono camorristi, siamo solo cittadini" Marco Nonno, consigliere
comunale di Alleanza Nazionale, difende la protesta della gente di Pianura.
Ieri la tensione era altissima sin dal mattino. La notte di venerdì qualcosa è
sfuggito al loro controllo. Una trentina di camion hanno raggiunto Contrada
Pisani scortati dai poliziotti per cominciare i lavori alla discarica. Sulla
strada ci sono i resti della battaglia con agenti e carabinieri. Pietre e
sassi. Bulloni e mazze di legno appuntite. Cassonetti ribaltati. Reti di letti
matrimoniali. Pneumatici bruciati. L'obiettivo è evitare la discarica, ma il
nemico ha la faccia e la divisa delle autorità. Prima l'estintore contro i
carabinieri, poi l'assalto al commissariato. Ieri è toccato agli autisti di due
ambulanze arrivati fin qui per prestare soccorso e aggrediti a colpi di pietre.
Uno si è ritrovato in ospedale. Feriti anche due agenti. Dieci persone sono
state fermate e identificate dalla Digos. Per alcune ore sono stati bloccati i
binari della Roma-Napoli. Una cisterna per il trasporto di carburante e un Tir
sono stati messi di traverso sulla carreggiata di via Campana a Quarto,
impedendo il passaggio in entrambi i sensi di marcia. Non può passare nessuno
ma qui tutti aspettano di vedere la Iervolino. "Lei dice che sta con noi
ma ha solo telefonato. Troppo comodo, perché non viene?", domanda Nonno, e
un gruppo di persone applaude. Anche per loro è stata un'altra giornata in
trincea. Perché questa è una guerra che non accetta mediazione. O sei contro la
discarica o via. "Poliziot-contro la discarica o via. "Poliziotti e
carabinieri sono i nostri nemici perché stanno dall'altra parte", dice
Francesco, seduto dietro l'amico alla guida di una grossa Honda. Nessuno dei
due ha il casco. Ma questo è normale, come è normale andare contromano, insultare
i poliziotti, riempire la strada di chiodi e di bidoni. TURNO DI NOTTE La notte
c'è sempre qualcuno di guardia davanti alle strade che portano alla discarica.
La mattina ricominciano i blocchi. E ieri via Montagna Spaccata è diventata una
trappola. Impossibile andar via in auto. La strada è chiusa in tutte le
direzioni. Le vie di fuga bloccate. Inutile dire che sei giornalista, inutile
chiedere aiuto ai ragazzi della zona che si divertono a fare lo slalom tra i
rifiuti in scooter. "Scusa mi aiuteresti a spostare i cassonetti? Debbo
passare". La faccia abbronzata dalle lampade si fa pallida: "Tu si
pazz'. Ca' me vattn'". "Ti picchiano?". E lui: "Sì, sì.
Chiedimi cento euro ma non di spostare questi cosi", dice e scappa via.
Per uscire bisogna accettare la loro legge: salire con l'auto sul marciapiede,
schiacciare i sacchetti sparsi come fiori di campo e farsi spazio tra i bidoni
di plastica. A due passi c'è una macchina dei vigili urbani. Loro guardano.
Pensi alla multa, ma hai già pronta la risposta: "Le strade sono tutte
chiuse, ero in trappola. Non potevo fare altrimenti...". Ma è inutile
perché nessuno chiede niente. Questa è la terra di nessuno. IL SITO DELLA
DISCORDIA L'invaso di Contrada Pisani, secondo Bassolino,
sarebbe dovuto diventare un campo da golf Oggi che il governatore ha cambiato
idea, i residenti non ci stanno L'ALLARME DEL PREFETTO La denuncia di Pansa:
infiltrazioni camorristiche tra chi protesta contro i rifiuti, la malavita non
vuole perdere il business dell'immondizia SCENE DI BATTAGLIA Sulla strada ci
sono i resti della battaglia con gli agenti: sassi, bulloni e mazze di legno
appuntite. E poi cassonetti ribaltati e pneumatici bruciati .CARTOLINE DAL
DEGRADO Da sinistra in senso orario: un manifesto anti-Iervolino apparso sui muri
di Pianura; tre ragazzi sul motorino fanno slalom tra i cumuli di rifiuti che
invadono le strade del rione Sanità a Napoli; un momento dei tafferugli
scoppiati in serata tra manifestanti e forze dell'ordine al presidio davanti
alla discarica di Pianura; cassonetti e cumuli di rifiuti dati alle fiamme a
Pianura. La guerriglia non si è fermata nemmeno ieri: scontri tra residenti e
forze dell'ordine, sassaiole contro le ambulanze e altri roghi di immondizia. I
manifestanti hanno inoltre annunciato l'intenzione di non abbandonare i presidi
Ansa Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle
notizie senza autorizzazione.
( da "Libero" del 06-01-2008)
Attualità 06-01-2008 Bassolino e Iervolino: come divennero padreterni a Napoli Se è vero
che l'Altissimo, dopo aver creato Napoli, per un senso di giustizia creò anche
i bassi, la camorra e i tracchi, non pensa che abbia esagerato a mandarci Bassolino, Iervolino e De Mita? Ciro Visconti Napoli Risponde
Mattias Mainiero Per i lettori che non conoscono l'antefatto: parliamo di un
racconto sulla creazione di Napoli. Meglio, di una storiella popolare poi
diventata un racconto. Le cose, nella finzione letteraria, andarono più o meno
così: il Padreterno, come tutti sappiamo, un bel giorno decise di creare la
Terra. Fece i mari, i monti, i laghi, i fiumi e le città. Insomma, più o meno
ciò che tutti noi conosciamo: Milano e Venezia e Genova e tutto il resto. Giunto
al settimo giorno, stanco morto (comprenderete: la creazione del mondo, anche
per l'Al tissimo, non deve essere stata proprio una passeggiata) decise di
concedersi il meritato riposo. E fu allora che successe l'imprevisto: una folla
di napoletani assediò il Padreterno. "Altissimo, - disse - e che maniere
sono queste? Voi vi siete scordato di creare Napoli. E proprio Napoli dovevate
scordare?". L'Altissimo, che voleva riposarsi e non discutere, ebbe allora
un'idea. Per fare in fretta, prese un pezzo di Paradiso e lo gettò ai piedi del
Vesuvio. Poi, visto che aveva esagerato in bellezza, equilibrò il tutto
inventando la camorra e un po' di malattie infettive, forse pure la monnezza e
qualche vicolo fetente. A questo punto, resosi conto che laggiù c'era un po' di
confusione, chiamò San Gennaro e gli affidò un delicato compito: "Genna',
- gli disse - devi mettere ordine in quella città, falla funzionare. Mi
raccomando, pensaci tu". Fine della creazione di Napoli. Il resto, caro
Visconti, non ha niente a che vedere con il Padreterno, quello vero. Piuttosto,
con un infernale meccanismo elettorale che ha il suo perno negli amici e amici
degli amici, zii, nipoti, pronipoti, bisnipoti, compari di anello, padrini e
madrine di battesimo, tutti in qualche modo beneficiati dall'amministrazione
comunale o regionale. Che vuol farci: Napoli è una città dal cuore d'oro. Un
posto, fosse anche socialmente inutile ed economicamente dannoso, non si nega a
nessuno. E fu così che Bassolino e Iervolino
divennero due padreterni in terra di Napoli. E questo, purtroppo, non è un
racconto. È la cronaca di decenni di amministrazione di sinistra, alla quale
solo i napoletani possono porre rimedio. Senza scomodare San Gennaro e
cominciando a votare in modo diverso. Salvo per uso personale è vietato
qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.
( da "Libero" del 06-01-2008)
Anzitutto 06-01-2008 Il Pd ora rottami O'reuccio Che
deve accadere per dimettersi? Sono quasi quindici anni che Antonio Bassolino fa il reuccio a Napoli. Quando non fa il sindaco,
fa il presidente della Regione. A Napoli in tutto questo periodo non è accaduto
nulla che Totò non sapesse, volesse o firmasse. Agli esordi si parlò di lui
come il protagonista della primavera napoletana, del risorgimento partenopeo.
La sinistra aveva trovato la faccia pulita e onesta di quell'ex operaio per
rilanciarsi nella Seconda repubblica. Quindici anni dopo, la faccia di Bassolino è annerita dal fumo della monnezza che brucia, le
sue mani sono lorde per i rifiuti accatastati. Anche lui s'è fatto una corte di
consulenti, nani e veline. Napoli è bloccata dall'arroganza bassoliniana, dai
suoi errori e dalle sue presunzioni. Il giovane è invecchiato e non vuole
lasciare il posto. È diventato un Gava qualunque. La primavera - semmai davvero
ci fu - sta lasciando in terra pattume e non petali, miasmi e non profumi. Un tempo era l'oro di Napoli, oggi restano loro di Napoli. Bassolino e Iervolino, dimettetevi. Oppure sia il Pd a sfiduciarli, se non
vuole finire in discarica prima di nascere. Salvo per uso personale è vietato
qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.
( da "Libero" del 06-01-2008)
Anzitutto 06-01-2008 L'ecoballa di Prodi: risolverò
la situazione. Calderoli: la Campania non è Italia di ANDREA VALLE ROMA Romano
Prodi rassicura. Giorgio Napolitano critica i manifestanti. E il centrodestra
chiede a gran voce le dimissioni di Antonio Bassolino.
"Io chiedo e mi aspetto le dimissioni di Bassolino,
personalità non banale e sicuramente in imbarazzo in questo momento, che
dovrebbe avere il coraggio di assumersi le proprie responsabilità e di
dimettersi", afferma il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini. Ma molti
nel centrodestra non si limitano a chiedere la testa del governatore. "Il
Parlamento chieda il commissariamento della Regione", chiede Maurizio
Gasparri di An. "A fronte della resistenza da parte dello stesso Bassolino a dimettersi, il presidente della Repubblica può
procedere allo scioglimento del consiglio regionale della Campania", attacca
il leghista Roberto Calderoli. Che oggi sulla Padania punta il dito anche
contro i napoletani sostenendo che "Napoli non è più Italia". Anche i
politici campani scendono in campo. E all'attacco di Bassolino vanno gli azzurri Mara Carfagna e Antonio Martusciello e il
deputato di An, Mario Landolfi. Tace, invece, a sinistra, il ministro Pecoraro
Scanio. Ma anche nel centrosinistra ci sono pareri critici contro Bassolino e Rosa Russo Iervolino. Primo fra tutti, Antonio Di
Pietro, che annuncia l'uscita del suo partito dalla giunta. Mentre Clemente
Mastella invita il sindaco Iervolino "a non cavalcare la protesta degli
abitanti di Pianura". E sulla vicenda interviene anche Prodi. "Il
governo si assume tutte le proprie responsabilità riguardo a questa emergenza
perché sta mettendo in gioco il Paese. Tutti ci osservano e non voglio che
l'Italia dia questa immagine negativa", afferma il presidente del
consiglio. "Questa", aggiunge il Professore, "è una tragedia per
tutti i cittadini della Campania. Quindi abbiamo già cominciato a lavorare
insieme: lunedì mattina comincio le riunioni con i ministri e poi si
agisce". Infine, Giorgio Napolitano condanna gli incidenti. "È una
cosa grave perchè bruciare cassonetti è incivile e provoca solo danno alla salute
con la diossina che si libera nell'area", afferma il capo dello Stato. Bassolino, però, snobba le critiche. Si prende la sua parte
di responsabilità per "non essere riusciti nei tempi giusti a costruire i
termovalorizzatori". E poi indica la strada per uscire dall'emergenza:
"Adesso si tratta di aprire nuove discariche, oltre a quella di Pianura,
in provincia di Napoli, che sono scritte in una legge della Repubblica".
Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie
senza autorizzazione.
( da "Giornale.it, Il" del 06-01-2008)
Di Emanuela Fontana - domenica 06 gennaio 2008, 07:00
da Roma Ministro Mastella, la sua Campania rischia di diventare la vergogna d'Europa.
è ora che il governo dia risposte? "Quello che io chiedo a tutti è un
senso di grande sintonia tra maggioranza e opposizione per riscattare
l'orgoglio della Campania e l'intera classe dirigente. Diciamo la verità: in
questo caso sono più le responsabilità locali, non del governo, però il dramma
ha assunto proporzioni tali che il governo non può stare fuori: è giusto che
intervenga. Ma vorrei aggiungere una cosa, una risposta al mio amico Calderoli,
sul Nord...". Il Nord? "Vorrei parlare dell'inquinamento
vero dell'ecomafia e della morte di tanta parte della mia gente nelle cui zone sono
stati riversati rifiuti tossici provenienti dal Nord. Mi dà fastidio
l'atteggiamento arrogante, presuntuoso di qualcuno che ci tratta quasi fossimo
straccioni. Abbiamo le nostre responsabilità, ma...". Si prende le
sue? "Io non abdico dalle mie, anche se non tutti sanno che io sono uno
dei pochi parlamentari ad aver avuto la discarica sotto casa... E sono stato
con la gente. Ma voglio dire che quasi quotidianamente ci sono camion che
vengono dal Nord e che scaricano da noi rifiuti utilizzati dalla camorra, e
dove ci sono rifiuti tossici sono aumentate le morti da cancro". Di chi è
la colpa del disastro della Campania? "Io credo che in questo momento
bisogna tracciare una linea rossa su quello che è stato, poi discuteremo su chi
è più responsabile. Certamente c'è stata una responsabilità maggiore del
centrosinistra, anche se il centrodestra non è esente. Ma dobbiamo fare i
termovalorizzatori, gli inceneritori". Quello di Acerra non entrerà in
funzione prima del dicembre del 2008. Perché? "Lo sa che la gara ad Acerra
per due volte è andata deserta? Dopo che l'Impregilo è stata mandata via, per
la seconda volta la gara va deserta. Se accade per la terza volta il termovalorizzatore
non si aprirà neanche nel 2500". Perché succede?.
( da "Giornale.it, Il" del 06-01-2008)
Di Gian Maria De Francesco - domenica 06 gennaio
2008, 07:00 da Roma Tutti contro Bassolino e Russo
Iervolino, indicati pressoché unanimemente dal mondo politico come principali
responsabili del disastro-rifuti. "Bassolino farebbe
bene a dimettersi", ha detto il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di
Pietro, sottolineando che "ci sono responsabilità politiche che vanno
assunte al di là delle brave persone e della buona fede". Anche il
leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, ha chiesto al governatore campano un
passo indietro con "il coraggio di assumersi le proprie
responsabilità". Gli strali delle critiche hanno indotto il premier Romano
Prodi a metter da parte l'atarassia vacanziera e a mostrare il piglio
decisionista. "Abbiamo già cominciato a lavorare. Lunedì mattina comincio
le riunioni con i ministri, poi si agisce", ha commentato dal suo buen
retiro bolognese preannunciando che "il ritorno alla normalità immediato
non basta: dobbiamo affrontare il problema per sempre". Una delle poche
certezze è rappresentata dal fatto che l'esecutivo sarà chiamato a rispondere
dinanzi al Parlamento del degrado partenopeo. Il deputato di Forza Italia,
Simone Baldelli, ieri alla Camera ha chiesto un'informativa del governo. Se ne
parlerà nella conferenza dei capigruppo. Resta, però, il panorama desolante di
ambulanze assaltate e guerriglia urbana che ha messo a nudo la pessima gestione
della vicenda. "Napoli non è Italia", ha detto il vicepresidente del
Senato, Roberto Calderoli, aggiungendo che "siamo di fronte a un Paese che
accetta di avere al suo interno un'enclave extraterritoriale dove le leggi
dello Stato non valgono". Per questo motivo Calderoli ha chiesto al
presidente della Repubblica Napolitano il commissariamento della Regione. Un
altro esponente del Carroccio, l'eurodeputato Mario Borghezio, ha definito la
Campania "il nostro Afghanistan" invocando l'esercito. Nell'ambito
del centrodestra il coordinatore di Fi, Sandro Bondi, e Maurizio Gasparri (An)
hanno richiesto il commissariamento della Regione e del Comune di Napoli,
sintomo del "fallimento delle classi politiche di questo governo". A
fine giornata il governatore Bassolino ha
contrattaccato usando un linguaggio semivernacolare: "Di Pietro fa una
cosa irresponsabile. Fa parte del governo e dovrebbe dare un contributo a
togliere i rifiuti da mezzo alle strade".
( da "Tempo, Il" del 06-01-2008)
L'emergenza rifiuti in Campania continua ad occupare
le prime pagine dei giornali. Non solo con le cronache degli scontri a Pianura,
dove la popolazione difende il "diritto" di impedire l'installazione
di una discarica temporanea, ma anche con un polemica politica che chiama ormai
in causa le massime cariche istituzionali. Home Politica prec succ Contenuti
correlati Fuggono contromano sul Gra dopo il colpo "Controllate sempre la
merce e il prezzo d'origine dei prodotti" Un'Olimpia d'attacco contro il
Tolentino Contro la discarica Un comitato contro le cartelle pazze I rifiuti e
la lezione di Napoli A conclusione della giornata è intervenuto da Bologna
Romano Prodi per ribadire che "il governo si assume tutte le sue
responsabilità" per porre fine ad un'"emergenza che mette in gioco il
Paese con un'immagine negativa". "Dobbiamo affrontare - ha assicurato
Prodi - il problema per sempre. Dobbiamo offrire una capacità di lavorazione
dei rifiuti che sia superiore all'offerta che viene prodotta in Campania,
altrimenti non si normalizzerà mai la situazione". Viene confermata così
la perfetta sintonia tra il premier e il Capo dello Stato. L'impegno delle due
massime cariche dello Stato non è però servito a stemperare il livello dello
scontro politico. Il centrodestra è rimasto compatto nel
chiedere le dimissioni di Antonio Bassolino e Rosa
Russo Iervolino, e a loro si è aggiunto Antonio Di Pietro. Nell'opposizione, è sceso
in campo Pier Ferdinando Casini, per chiedere, sebbene con toni pacati, le
dimissioni di Bassolino, pur riconoscendo tuttavia che il centrodestra in Campania
"avrebbe potuto fare di più". Il fronte della maggioranza ha
cominciato a mostrare qualche incrinatura con una richiesta di Antonio Di
Pietro che ha fatto eco al presidente dell'Udc nell'intento di mandare a casa
il governatore della Regione Campania: "Ci sono responsabilità politiche
che vanno assunte al di là delle brave persone e della buona fede". E per
corredare di coerenza il suo ragionamento, il ministro ha fatto sapere che
l'Idv uscirà dalla colazione regionale. Non è stato l'unico
"malumore" della giornata nell'Unione. Clemente Mastella dalla vicina
Avellino non ha rinunciato a criticare pubblicamente il sindaco di Napoli:
"Non capisco Iervolino che lotta insieme ai manifestanti di Pianura. Se
prevale il criterio di cavalcare la protesta è la fine - ha aggiunto il
ministro della Giustizia - Da 14 anni viviamo questa fase emergenziale, nella
quale oggettivamente maggiori sono le responsabilità del centrosinistra
rispetto al centrodestra, però oggi è il momento di decidere e noi dovremmo
avere l'orgoglio e la responsabilità di muoverci come se il commissariato non
esistesse". Nella maggioranza non si sono registrati molti altri
interventi. Dalle opposizioni è proseguito invece un coro di critiche e di
polemiche. Il leghista Giuseppe Calderoli ha chiesto al Quirinale di usare i
suoi poteri di scioglimento del Consiglio Regionale Campano ("Il presidente
della Repubblica può, con proprio decreto, secondo le procedure stabilite
dall'articolo 126 della Costituzione, procedere allo scioglimento del consiglio
regionale della Campania"). Lo stesso hanno fatto il forzista Giuseppe
Gargani ("La Regione Campania deve essere commissariata. Invito il Capo
dello Stato allo scioglimento dell'ente regionale") e, per An, l'ex
ministro Maurizio Gasparri. Sandro Bondi, coordinatore di Fi, ha invocato un
governo regionale di emergenza, mentre Michela Vittoria Brambilla ha assicurato
che mobiliterà i suoi Circoli per cacciare Rosa Russo Iervolino. Non è mancato
qualche intervento più catastrofista. Il leghista Mario Borghezio ha chiesto
l'intervento dell'esercito perchè "la Campania è il nostro Afghanistan".
06/01/2008.
( da "Tempo, Il" del 06-01-2008)
"L'emergenza? Un pretesto per fare i
termovalorizzatori" Beppe Grillo chiede ai campani di
fermare il "tandem Bassolino-Iervolino" e avanza il sospetto che l'emergenza rifiuti in
Campania sia un pretesto per rilanciare la realizzazione di nuovi
termovalorizzatori. "Ho il sospetto - scrive sul suo blog - che la
spazzatura campana sia un pretesto per rilanciare gli inceneritori. Home
Politica prec succ Contenuti correlati Rc attacca il responsabile del Welfare
Rc attacca il responsabile del Welfare Multe, un affare da 335,4 milioni di
euro grazie agli antibiotici, terminò anche l'emergenza sanitaria ... Fs, tutto
da rifare per i software Berlusconi intercettato, interviene l'Europa:
"Così non si può fare" Quelli che "Bersanetor" e D'Alema
chiamano soavemente termovalorizzatori e che nessuno costruisce più in
Europa". Grillo passa poi a elencare le cause alla base del suo no agli
inceneritori e vede la soluzione nella raccolta differenziata, nel riciclo e
nella riduzione della quantità dei rifiuti: l'incenerimento dei rifiuti li
trasforma in nanoparticelle tossiche e diossine; le patologie derivanti
dall'inalazione sono: cancro, malformazioni fetali, Parkinson, Alzheimer,
infarto e ictus. Lo provano migliaia di lavori scientifici". 06/01/2008.
( da "Adige, L'" del 06-01-2008)
Di Pietro e il centrodestra
chiedono le dimissioni di Bassolino. Mastella contro la
Iervolino che cavalca la protesta Prodi: "Risolvere il problema una volta
per tutte" ROMA - L'emergenza rifiuti in Campania continua ad occupare le prime
pagine dei giornali. Non solo con le cronache degli scontri a Pianura, ma anche
con una polemica politica che chiama ormai in causa le massime cariche
istituzionali. A conclusione della giornata è intervenuto Romano Prodi
per ribadire che "il governo si assume tutte le sue responsabilità"
per porre fine ad un'"emergenza che mette in gioco il Paese con
un'immagine negativa". "Dobbiamo affrontare il problema - ha aggiunto
- una volta per tutte. Dobbiamo offrire una capacità di lavorazione dei rifiuti
che sia superiore all'offerta che viene prodotta in Campania, altrimenti non si
normalizzerà mai la situazione". Ma la polemica non si placa. Il
centrodestra chiede compatto le dimissioni di Antonio Bassolino
e Rosa Russo Iervolino. A loro si è aggiunto Antonio Di Pietro. "Esistono
responsabilità politiche che vanno assunte al di là delle brave persone e della
buona fede". E per corredare di coerenza il suo ragionamento, il ministro
ha fatto sapere che l'Idv uscirà dalla colazione regionale. Nell'opposizione, è
sceso in campo Pier Ferdinando Casini, per chiedere le dimissioni di Bassolino, mentre Clemente Mastella dalla vicina Avellino
non rinuncia a criticare pubblicamente il sindaco di Napoli: "Non capisco
la Iervolino che lotta insieme ai manifestanti di Pianura. Se prevale il
criterio di cavalcare la protesta è la fine". Il leghista Giuseppe
Calderoli e l'ex ministro Gasparri (An) chiedono al Quirinale di usare i suoi
poteri di scioglimento del Consiglio Regionale Campano. E Sandro Bondi,
coordinatore di Fi, invoca un governo regionale di emergenza, mentre Michela
Vittoria Brambilla assicurato che mobiliterà i suoi Circoli per cacciare Rosa
Russo Iervolino. Più catastrofista il leghista Mario Borghezio che chiede
l'intervento dell'esercito perchè "la Campania è il nostro
Afganistan". 06/01/2008.
( da "Adige, L'" del 06-01-2008)
Napoli è sepolta dai rifiuti. Tonnellate di
immondizia stanno per sommergere un'intera classe politica, anche se Antonio Bassolino resiste, dicendo che non ci pensa nemmeno a
lasciare. Le colpe ovviamente non sono solo del governatore campano. Il dramma
dell'immondizia napoletana è vecchio di quindici anni. Ma questa situazione è
paradigmatica di una situazione più generale e anche di un ceto politico
meridionale, della sua miopia, del suo tirare a campare, della loro sindrome di
Masaniello. A Napoli troppi hanno tollerato per anni il malaffare, la
corruzione, la collusione con la camorra e i suoi affari, senza che nessuno proponesse
una visione del futuro. Il problema ovviamente è italiano, avendo perso la
politica la capacità di progettare sul lungo periodo, preferendo pensare solo a
soluzioni che diano una rendita elettorale immediata. Ma a Napoli sta
succedendo qualcosa di più, perché lì lo Stato è finito nei rifiuti insieme
all'immondizia dei napoletani, con dirigenti preposti al problema che non
riescono a risolvere nulla, un governo che non riesce ad affrontare di petto la
situazione, un governatore regionale come Bassolino che evita troppe domande sulla sua gestione e un sindaco come
Rosa Russo Iervolino che sta pericolosamente sobillando le proteste contro
l'apertura della discarica di Pianura. Così assistiamo anche a scene
paradossali, con politici di estrema destra, sempre schierati secondo i
principi di "legge e ordine", che invece stavolta invitano le
forze dell'ordine a non intervenire contro chi assalta commissariati di polizia
e lancia bottiglie incendiarie e tra le cui fila molti testimoni sostengono di
aver intravisto i manovali della criminalità organizzata. Il senso dello Stato
evidentemente è elastico: dipende da che parte lo si tira. Ma è evidente che
ora Prodi dovrà intervenire con il pugno duro: con la consapevolezza che al
termine di questa crisi l'intera classe dirigente campana, a partire da Bassolino, sarà spazzata via e forse Veltroni invece di
preoccuparsi solo di riforme elettorali dovrebbe cominciare a preoccuparsi di
quali persone scegliere per governare questo Paese. f.franchi@ladige.it 06/01/2008.
( da "Tempo, Il" del 06-01-2008)
La vergogna supera il fetore stesso della mondezza
nelle strade di Napoli. Stiamo dando della vecchia capitale culturale del sud
dell'Europa, Napoli, la triste immagine di una cloaca puzzolente e marcescente,
senza altro futuro che le quotidiane guerre per bande, come e peggio delle
suburre delle megalopoli sudamericane o delle fatiscenti città del Quarto
mondo. Home prec succ Contenuti correlati I rifiuti e la lezione di Napoli
"Marion Jones non merita il carcere" Senza vergogna Napolitano a
Capri, Berlusconi vola in aereo privato ad Antigua Napolitano a Capri,
Berlusconi vola in aereo privato ad Antigua Napolitano benedice Silvio e
Walter: "Avanti, occasione da non perdere" Abbiamo un ministro
dell'ambiente, uno di quegli inutili verdi che pensano di vivere su Marte, un
tal Pecoraro Scanio, letteralmente sparito. Un povero Presidente della
Repubblica addolorato, un capo del governo imbarazzato nel suo protocollare
sdegno, un presidente della Regione, Bassolino, il cui Rinascimento è
durato lo spazio d'un capodanno in piazza, incollato alla poltrona, un sindaco
che accusa tutto e tutti, la Iervolino, tranne che assumersi uno straccio di responsabilità.
Una città di fantasmi, meravigliosa e amata come nessun'altra, con le sue
librerie e i musicisti, l'arte e la cultura, il mare e la poesia,
sommersa dall'ignavia di chi la governa e da troppi cittadini che hanno da
troppo tempo perso il gusto della civiltà. Altrove la melma schifosa viene da
tempo trasformata in energia, vedi termoconvertitori a Brescia e a Venezia, o
in Germania, dove prendono i rifiuti campani per trasformarli in energia da
rivendere all'Italia, così che oltre che cornuti finiamo pure mazziati. E
intanto la camorra se la ride, fa affari, incassa il denaro del business della
spazzatura e tiene in scacco qualche milione di cittadini. Un vero schifo, una
vera mondezza. 06/01/2008.
( da "Tempo, Il" del 06-01-2008)
Chi pensa di declassare gli sconvolgimenti
napoletani, legati all'inquietante scandalo dei rifiuti, a lotta tra le fazioni
politiche, si sbaglia. A Napoli e in Campania sta accadendo qualcosa di molto più
grave che dovrebbe allarmare anche coloro che ritengono di non sentirsi
direttamente coinvolti. Home prec succ Contenuti correlati I rifiuti e la
lezione di Napoli Avvolti dalle fiamme Napolitano a Capri, Berlusconi vola in
aereo privato ad Antigua Napolitano a Capri, Berlusconi vola in aereo privato
ad Antigua Napolitano benedice Silvio e Walter: "Avanti, occasione da non
perdere" Napolitano insiste: servono dialogo e riforme Nel
"regno" barbaro di Bassolino e della sua
corte bizantina, sta morendo la democrazia. La rivolta popolare in corso
trascende il problema dell'accumulo dei rifiuti e va assumendo i connotati di
una guerra aperta al sistema dei partiti, alle istituzioni pubbliche, al
governo regionale e municipale, all'esecutivo nazionale. Napoli, insomma,
rischia di diventare la tomba della democrazia, mentre in tutto il mondo viene
percepita come la "cartolina" dell'Italia peggiore, il simbolo di un
Paese che non funziona, che annega nel disordine, che ha rinunciato ad avere un
destino. La foto dei cumuli d'immondizia dove c'era il pino marittimo, il
Vesuvio, Posillipo e Marechiaro campeggia sulla stampa internazionale. Non è
possibile che Napolitano, Prodi, Amato non si rendano conto di quanto profondo
sia il disagio delle popolazioni campane. Ma a questo punto
cosa aspettano a chiedere perentoriamente a Bassolino, alla
Russo Iervolino, ai sindaci e ai presidenti delle province campane che non sono
stati in grado di fronteggiare un'emergenza tutt'altro che improvvisa e senza eguali
in nessun angolo dell'Occidente, a togliere le tende, a ritirarsi dalla vita
pubblica? Con quali strumenti istituzionali potrebbero farlo? Non ce ne
sono: basterebbe un pronunciamento legittimato dall'indignazione popolare. E,
comunque, per quanto grave, la possibilità di sciogliere Consiglio regionale e
Consiglio comunale è alla portata del governo e il provvedimento verrebbe
recepito come un segnale inequivocabile di discontinuità rispetto ai
fallimentari commissariamenti che sono costati milioni di euro alla
collettività, alle menzognere promesse, alle esercitazioni demagogiche nelle
quali si sono prodotti amministratori incapaci al punto di farci rimpiangere
quelli della pre-Tangentopoli napoletana. La democrazia s'inabissa quando tra
leadership e popolo si produce una rottura insanabile. Nel momento in cui i
cittadini non si sentono più rappresentati e tutelati, reagiscono come credono,
con la rabbia, se è il caso, strumento disperato e destabilizzante. Così
Gomorra s'è incendiata. E la criminalità c'entra ben poco. Essa ha prosperato
quando politici e intellettuali cercavano di accreditare un nuovo rinascimento
napoletano, mentre si sfaldava quel poco di ordine civile che ancora resisteva.
Cosa dobbiamo attenderci a questo punto? Che la spazzatura venga rimossa
subito. Con gli strumenti a disposizione e a dispetto delle burocrazie.
Provveda il governo, impiegando l'esercito se è il caso. Prima che la
ribellione dilaghi, che le strutture civili vengano travolte. 06/01/2008.
( da "Repubblica.it" del 06-01-2008)
Il premier assicura: "Il governo si assume tutte
le proprie responsabilità" Poi l'annuncio: "Da lunedì le prime
riunioni per risolvere il problema per sempre" Rifiuti, Prodi:
"Un'emergenza che mette in gioco il Paese" Di Pietro insieme
all'opposizione chiede le dimissioni di Bassolino Il
governatore: "Dal ministro un atteggiamento irresponsabile" Rifiuti,
Prodi: "Un'emergenza che mette in gioco il Paese""/> Romano
Prodi BOLOGNA - "Il governo si assume tutte le proprie responsabilità
riguardo a questa emergenza perché sta mettendo in gioco il Paese. Tutti ci
osservano e non voglio che l'Italia dia questa immagine negativa". Così il
presidente del Consiglio Romano Prodi commenta l'emergenza rifiuti in Campania.
Aggiungendo che la situazione rappresenta "una tragedia per tutti i
cittadini della Campania, quindi abbiamo già cominciato a lavorare insieme:
lunedì mattina comincio le riunioni con i ministri, poi si agisce". Infine,
il presidente del Consiglio si appella "alla solidarietà e al lavoro
comune di tutte le forze istituzionali della Campania e a tutti i cittadini, ma
è un'emergenza che dobbiamo vincere rapidamente", "affrontando il
problema per sempre" e "offrendo una capacità di lavorazione dei
rifiuti che sia superiore all'offerta prodotta in Campania, altrimenti la
situazione non si normalizzerà mai". Le parole di Prodi nascondono
tuttavia una situazione politica in crescente subbuglio, con l'opposizione e
pezzi di maggioranza che invocano le dimissioni del presidente della Regione
Campania Antonio Bassolino. E' il caso di Antonio Di
Pietro, che annuncia anche l'uscita dell'Italia dei valori dalla giunta
regionale: "Dopo dieci anni di governo del centrosinistra a Napoli, il
modello è fallito. Ci sono responsabilità politiche che vanno assunte al di là
delle brave persone e della buona fede. Detto questo, Bassolino
farebbe bene a dimettersi". Al ministro delle Infrastrutture arriva la replica
del governatore che parla di atteggiamento "irresponsabile": "Fa
parte del governo e dovrebbe dare un contributo per togliere i rifiuti da mezzo
le strade - dice Bassolino - in questo momento
dovrebbe essere forte l'impegno di tutti, anche di quelle opposizioni che hanno
avuto responsabilità di governo e commisariali in questa stessa regione".
E ammette, in parte, la propria responsabilità "per non essere riusciti
nei tempi giusti a costruire i termovalorizzatori, è lì che i rifiuti devono
andare dopo un primo ciclo di trasformazione in altri impianti industriali che
invece siamo riusciti a costruire". Tra i più duri con gli amministratori
campani, Pier Ferdinando Casini: "Chiedo e mi aspetto - afferma il leader
dell'Udc - le dimissioni di Bassolino, personalità non
banale e sicuramente in imbarazzo in questo momento, che dovrebbe avere il
coraggio di assumersi le proprie responsabilità e di dimettersi". Per
Forza Italia parla Sandro Bondi, secondo il quale "quello che sta
avvenendo a Napoli e in Campania rivela la crisi della democrazia e dello Stato
e il fallimento delle classi politiche di governo". Il coordinatore
nazionale azzurro dà ragione a Di Pietro, "di fronte a questa crisi
spaventosa, Bassolino e Iervolino avrebbero il dovere morale di rassegnare
immediatamente le dimissioni", aggiungendo che "in un Paese in cui i
politici abbiano ancora il senso delle proprie responsabilità, si dovrebbe dare
vita a un governo di emergenza capace di prendere le decisioni necessarie per
garantire almeno il nomale espletamento di servizi pubblici fondamentali".
Il leghista Roberto Calderoli osserva che "il governo ha esercitato i
poteri sostitutivi commissariando per lungo tempo la gestione dei rifiuti in
Campania", che il commissariamento "non ha prodotto alcun effetto, e
a lungo uno di questi commissari è stato proprio Bassolino",
quindi, a fronte "della resistenza da parte dello stesso Bassolino agli inviti che arrivano sia dalla maggioranza che
dall'opposizione a dimettersi", invoca il capo dello Stato che, a suo
parere, dovrebbe "procedere allo scioglimento del Consiglio regionale
della Campania". Maurizio Gasparri estende l'attacco al ministro
dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio. "Il Parlamento affronti subito
l'emergenza chiedendo ai sensi della Costituzione il commissariamento di
Regione e Comune. I responsabili di questa barbarie - insiste l'esponente di
Alleanza nazionale - vanno allontanati subito dalla stanza dei bottoni. Anche
il ministro campano dell'Ambiente se ne deve andare subito con Bassolino. Questa gente ci ha umiliato di fronte all'Europa
che ci punirà per questa ecocatastrofe". (5 gennaio 2008.
( da "Repubblica.it" del 06-01-2008)
L'EDITORIALE La montagna di "monnezza" che sfiora
la luna di EUGENIO SCALFARI LA SETTIMANA che oggi si conclude con la festa
(religiosa?) dell'Epifania offre alla nostra riflessione di cittadini italiani
e cittadini d'un mondo globalizzato almeno cinque argomenti di primaria
importanza: l'inizio delle primarie americane con il sorprendente sorpasso di
Barack Obama su Hillary Clinton, il timore della recessione economica in tutti
i paesi dell'Occidente, la "monnezza" napoletana, il tentativo di
rilancio del governo Prodi sui temi della politica sociale, lo scontro intorno
alla legge elettorale. Per completare il quadro ci sarebbe anche da esaminare
il dibattito sull'aborto, improvvisamente aperto dall'accoppiata Ruini-Giuliano
Ferrara dietro ai quali si staglia la figura di papa Ratzinger con tutto il
corteggio di cardinali e vescovi, la cosiddetta "gerarchia" al gran
completo con zucchetti rossi e paramenti d'occasione. Sei argomenti sono troppi
per essere affrontati tutti insieme, anche se denotano un'effervescenza
insolita in un mondo che pure in questi ultimi anni dà prova di crescente
agitazione, frutto al tempo stesso di alacrità e ricerca del nuovo ma, insieme,
di distacco, ripiegamento, declino. Alcuni di questi temi hanno un fondamento
autonomo. Ma altri sono profondamente interconnessi, specie se li guardiamo
dalla nostra visuale domestica. Così la "monnezza" napoletana ci
richiama al problema dell'incapacità decisionale nostrana e questa alle
malformazioni delle nostre istituzioni. Infine la minaccia della recessione e
della "stagflation" (inflazione-depressione) diffonde la sua ombra
sul faticoso rilancio del governo Prodi e della sua politica sociale. Perciò
cerchiamo di chiarire qualche aspetto di queste sequenze e individuare il
"trend" che configura la nostra pubblica opinione. Comincio con la
"monnezza" napoletana, non a caso seguita con foto e cronache dai
principali giornali del mondo e perfino dalle autorità europee di Bruxelles
allarmate da quanto accade. Lo scrittore Roberto Saviano ne ha diffusamente
scritto ieri sul nostro giornale con la conoscenza di "persona informata
dei fatti", indicando i colpevoli, i profittatori, l'inerzia
irresponsabile delle istituzioni locali, la pessima gestione tecnica e politica
d'un fenomeno che resterebbe incomprensibile senza l'oggettiva congiura di tutte
queste circostanze che configurano una serie di aggravanti e non di attenuanti
come invece ci si vorrebbe far credere. Il problema dello smaltimento dei
rifiuti riguarda le città di tutto il pianeta ma ha trovato da tempo la sua
normalizzazione. Se ne sono occupati gli amministratori, i tecnici e perfino i
romanzieri. Don DeLillo gli ha dedicato uno dei suoi romanzi più significativi.
I rifiuti hanno dato vita ad una delle industrie più prospere del capitalismo
post-industriale, producono profitti ingenti e occupano milioni di persone. Ma
lo spettacolo di una grande città sepolta da tonnellate di schifezze con
effetti gravi sulla salute degli abitanti si è visto e si continua a vedere
soltanto a Napoli e in tutta la Campania. Nulla di simile è accaduto a New
York, a Los Angeles, a Londra, a Parigi, a Berlino, a Tokyo, a Shanghai, al
Cairo, a Rio de Janeiro e in nessun altro angolo del pianeta. A Napoli sì. Da
quindici anni. Non è e non può essere un problema antropologico. Semplicemente:
le istituzioni non funzionano, la camorra ne approfitta, non funziona la
Regione, non funziona il Comune, non funziona il Commissario ai rifiuti, non
funzionano le imprese addette a quel servizio. Celentano avrebbe detto: non
funziona il rubinetto di casa mia. Dovevano puntare sui termovalorizzatori e
sulla raccolta differenziata. Le discariche avrebbero dovuto essere una valvola
"tattica" per ospitare alcune punte stagionali, come accade in tutte
le altre regioni italiane e nel mondo intero. Invece le discariche sono diventate
la soluzione preminente e permanente facendo la ricchezza dei proprietari di
quei terreni e l'infelicità dei loro abitanti. Solo adesso, con almeno dieci
anni di ritardo, si è deciso di costruire un termovalorizzatore che - si dice -
entrerà in funzione tra un anno, ma più probabilmente ce ne vorranno almeno
tre. Dovrà smaltire l'accumulo di rifiuti che nel frattempo sarà stato stoccato
nelle discariche riaperte con l'ausilio della forza pubblica in tenuta da
sommossa. Chi ha commesso questo macroscopico errore? Forse i Verdi hanno
qualche responsabilità, ma i responsabili principali sono
il governatore Bassolino e il sindaco di Napoli, Russo Iervolino. Ho avuto in passato
simpatia e stima per entrambi, ma adesso sia la stima che la simpatia si sono molto
attenuate. Penso che dovrebbero andarsene. Scusarsi e andarsene. Mi auguro che
il presidente del Consiglio glielo chieda. La loro uscita di scena non è
certo la bacchetta magica per far sparire la montagna di rifiuti che ammorba la
città e i paesi del circondario, ma rappresenta comunque la doverosa punizione
dell'errore strategico compiuto e nel quale per anni hanno perseverato. La
disistima della gente per la politica si deve principalmente ad un sistema
perdonatorio che premia l'insipienza e le clientele. Il contrario di una
democrazia efficiente e trasparente. * * * La "monnezza" napoletana
riflette le malformazioni più generali della nostra democrazia, in ritardo di
molti decenni rispetto ai mutamenti nel frattempo avvenuti in tutti i Paesi
equiparabili al nostro. Noi abbiamo un Parlamento irretito dal voto di fiducia,
senza alcun correttivo che vi ponga riparo. Crediamo anzi tentano di farci
credere che la fiducia parlamentare rappresenti il culmine della sovranità
popolare delegata ai rappresentanti del popolo che siedono (fin troppo
numerosi) sui banchi di Montecitorio e di Palazzo Madama. Ma non è così, anzi è
il contrario di così. L'istituto della fiducia non rappresenta affatto un
potere del Parlamento sull'Esecutivo ma piuttosto il guinzaglio con cui
l'Esecutivo tiene il Parlamento per il collo. Il presidente degli Stati Uniti
non ha bisogno della fiducia del Congresso; in Usa non sanno neppure che cosa
sia il voto di fiducia: il Presidente eletto dal popolo ha nelle sue mani tutto
il potere esecutivo, nomina i ministri segretari di Stato e li revoca, propone
disegni di legge, può mettere il veto a leggi non gradite. In compenso il
Congresso, depositario del potere legislativo federale, ha poteri formidabili
di controllo sull'operato dell'Amministrazione che li esercita senza scrupoli
di sorta. Nessuna nomina può esser fatta senza la sua approvazione, i dirigenti
e i ministri debbono riferire periodicamente alle commissioni del Congresso e
del Senato. Il potere non è acefalo ma bicefalo. Non è affatto indenne da
errori e disfunzioni ma da più di duecento anni guida un Paese che ormai da
tempo ha le dimensioni d'un impero mondiale. In Europa le democrazie più solide
hanno impianti diversi da quello americano ma il tema dell'efficienza
decisionale è stato affrontato e risolto da tutti, in Francia in Gran Bretagna
in Germania in Spagna. In Italia no. Governo e Parlamento sono legati a doppia
catena con le conseguenze d'una debolezza congenita e di una lentezza
decisionale esasperante. La stessa che ha tolto dignità e peso alla
magistratura. La "monnezza" è di casa a Napoli, i fascicoli
accumulati nei Tribunali civili e penali sono di casa in tutti i Palazzi di
giustizia italiani. E' la loro (e la nostra) monnezza. Ho letto che se i
rifiuti di Napoli fossero tutti accatastati con un base di trentamila metri
quadrati, raggiungerebbero oggi un'altezza di quasi quindicimila metri, il
doppio dell'Everest. Analoga e gigantesca montagna la si potrebbe costruire
accatastando i fascicoli dei processi in attesa di sentenza; forse anche più
alta. Per risolvere almeno in parte la disfunzione democratica ci vuole una
legge elettorale adeguata e alcune riforme costituzionali. Veltroni si è preso
in carico la soluzione del problema che non è di forma ma di sostanza e non
riguarda solo i politici ma tutti i cittadini, visto che siamo noi, almeno per
un giorno, il popolo sovrano. Ci riguarda tutti; riguarda anche il tema della
"monnezza" napoletana, anche la Tav in Val di Susa, anche il
testamento biologico, anche i Dico o come diavolo si chiamano. Riguarda la
legislazione, la giurisdizione, l'amministrazione e l'eguaglianza dei cittadini
di fronte alla legge. E anche l'aborto e la pillola RU 486. Veltroni e i
dirigenti del Partito democratico hanno indicato nelle elezioni uninominali con
ballottaggio tra i candidati che al primo turno non abbiano raggiunto la
maggioranza assoluta ed abbiano almeno ottenuto il 12 per cento dei voti, il
sistema adatto purché combinato con l'elezione popolare del presidente della
Repubblica e col rafforzamento dei suoi poteri in chiave presidenzialista. Si
tratta d'una riforma complessa che potrà rappresentare il tema dominante della
futura campagna elettorale. Nella sua intervista di ieri al nostro giornale il
segretario del Pd ha citato un passaggio importante che Cesare Salvi (sinistra
radicale), allora relatore alla Bicamerale del 1997, scrisse proponendo il
sistema presidenziale ed elettorale francese. Da allora, ha aggiunto Veltroni,
questa è stata la posizione costante del riformismo italiano. Ma per ora si
tratta soltanto di una prospettiva. Per ora così Veltroni si deve andare verso
un sistema elettorale a base proporzionale con un ragionevole correttivo
maggioritario che dia più forza ai partiti di maggiori dimensioni e induca i
minori a raggrupparsi tra loro. Perché questo è l'obiettivo attuale? Perché è
il solo capace di darci governabilità. Senza di esso non c'è che la cosiddetta
Grande Coalizione: Pd e Forza Italia insieme. Veltroni ha dichiarato (e non ce
n'era neppure bisogno) che il Partito democratico non è disponibile a questa
soluzione. Ma chi lavora per un proporzionale puro vuole in realtà arrivare a
questo risultato. I numeri gli danno pienamente ragione. Per il poco che possa
valere, penso che Veltroni abbia scelto la posizione più adatta a risolvere i
problemi della governabilità e penso anche che essa potrà passare soltanto se
ci sarà l'accordo con Forza Italia e con Rifondazione, più tutti gli altri che
vorranno uscire dal pantano attuale. * * * Per portare a termine questo primo
blocco di riforme elettorali e costituzionali, comprensive del Senato federale
e della riduzione del numero dei parlamentari nella prossima legislatura,
Veltroni pensa ragionevolmente che ci voglia un anno di tempo. E la
prosecuzione fattiva del governo attuale con l'obiettivo di ridare fiato ai
ceti economicamente più deboli, insidiati sempre più dall'aumento
dell'inflazione e da un probabile rallentamento nella crescita dei redditi. In
realtà in Usa si parla ormai esplicitamente di recessione. Molti economisti
affermano che è già in atto da almeno tre mesi, accompagnata da un'inflazione
che ha rialzato la testa e da un netto aumento della disoccupazione. Pensare
che l'Europa e l'Italia non risentano di quanto sta avvenendo nell'economia
americana è pura illusione. Alla crisi devastante dell'industria e della
finanza immobiliaristica si aggiunge ormai il ribasso di Wall Street e di tutte
le Borse mondiali, l'indebolimento dei consumi, l'aumento dei tassi sui mutui e
una liquidità più severa. In queste condizioni il bilancio italiano si trova,
una volta tanto, in migliori condizioni per quanto riguarda l'andamento delle
entrate e la diminuzione del fabbisogno. Ma abbiamo pur sempre la palla al
piede del debito pubblico che ci mangia ogni anno 70 miliardi di interessi. Per
ridare fiato ai cittadini e ai lavoratori ci vorranno più o meno 8-10 miliardi
di euro. In teoria la copertura c'è e non è esatto dire che il ministro
dell'Economia si opponga a questa manovra che dovrebbe prender l'avvio tra il
marzo e il giugno prossimi. L'obiezione di Padoa-Schioppa non è tanto sui
numeri ma sui modi. Probabilmente sarebbe d'accordo se quelle cifre fossero
erogate con provvedimenti "una tantum" in attesa di vedere che cosa
avverrà nel mondo e in Europa nel corso di un anno così incerto come questo. Se
il buon tempo tornerà, nel 2009 e negli anni successivi i provvedimenti
"una tantum" potranno diventare strutturali ed essere ulteriormente
migliorati. Queste diverse impostazioni saranno comunque l'oggetto della nuova concertazione
tra governo e parti sociali, insieme al tema dei contratti di lavoro da
chiudere. La "stagflation" dev'essere tenuta ben presente perché
configura l'imposta più iniqua sul potere d'acquisto dei lavoratori e dei
pensionati. Una rincorsa tra salari nominali e costo della vita dev'essere
dunque il primo argomento da esaminare tra le parti concertanti, insieme a
quello della produttività. * * * Mi resta da parlare dell'aborto, sul quale
tuttavia non c'è da dire se non ciò che è stato già detto da me domenica scorsa
e da altri man mano che l'offensiva clericale si articolava con i vari
interventi della "gerarchia". I laici - credenti e non credenti che
siano - sono favorevoli alla libera manifestazione di tutte le opinioni e a
tutti quegli interventi legislativi, amministrativi e giurisdizionali che
tutelino i diritti di libertà quando non ledano diritti altrui. Per quanto
riguarda la legge sull'aborto i laici ritengono che essa tuteli la maternità
consapevole e la libertà di scelta delle donne. Sono anche favorevoli ad
aumentare il flusso di informazioni che debbono essere fornite alle donne sui
possibili effetti dell'interruzione di gravidanza nonché sulla fecondazione
assistita. Tutto il resto, a cominciare dalla cosiddetta moratoria, è del tutto
aberrante. E' un puro strumento propagandistico equiparare l'interruzione di
gravidanza, consentita solo in determinati tempi e circostanze, alla pena di
morte. Si tratta in realtà di un'operazione mediatica con due precisi
obiettivi. Uno, di carattere culturale, per stringere i laici alla difensiva e
per preparare l'affondo vero e proprio contro la legge vigente. L'altro,
temporalistico, di rilanciare la potestà della gerarchia ecclesiastica come
unica e sacrale depositaria del pensiero e della dottrina della Chiesa,
confiscando sempre di più al laicato cattolico la sua attiva partecipazione
all'elaborazione della dottrina relegandolo in un ruolo di platea passivamente
e silenziosamente consenziente, cinghia di trasmissione dei voleri
dell'episcopato e del Vaticano fin nelle aule comunali, regionali e
parlamentari. Proprio per questo suo contenuto temporalistico ho usato prima
l'aggettivo "clericale": i chierici all'offensiva contro il laici. Di
questo si tratta. A questo bisogna reagire. E' auspicabile che il Partito
democratico non sottovaluti la questione. Penso e scrivo da molto tempo che
libertà e laicità sono sinonimi vedo con piacere che la Bonino concorda su
questa sinonimia, del resto non ne dubitavo. Laicità e democrazia senza
aggettivi. Non ne hanno alcun bisogno. (6 gennaio 2008.
( da "TGCom" del 06-01-2008)
Rifiuti, a Pianura ancora scontri E' guerriglia
urbana: dieci feriti Continuano le dimostrazioni davanti alla discarica di Pianura
dove all'alba sono arrivati alcuni camion carichi di spazzatura. Parapiglia tra
polizia e manifestanti che cercavano di impedire l'ingresso dei Tir nel sito di
stoccaggio: due persone sono rimaste lievemente contuse. Più tardi una
sassaiola contro gli agenti ha causato il ferimento di due poliziotti. In
totale sono dieci le persone ferite. 21.50 - Nuovo blocco stradale in via
Montagna Spaccata, a poche centinaia di metri dall'ingresso della discarica
Pisani a Pianura. Il blocco è stato realizzato con pneumatici in disuso e una
carcassa d'auto all'altezza della rotonda stradale dove questa mattina sono
avvenuti gli scontri tra le forze dell'ordine e i gruppi più facinorosi della
protesta, all'incrocio con via Spadari. 21.00 - Scuole chiuse da lunedì mattina
a Torre Annunziata, a causa dell'emergenza rifiuti. Il sindaco Giosuè Starita
ha emanato un decreto, dopo una seduta straordinaria della giunta. Il decreto
riguarda tutte le scuole di ogni ordine e grado, che dal 7 gennaio resteranno
chiuse, fino a nuovo provvedimento 20.20 - Si è concluso il corteo spontaneo
dei residenti di Pianura per protestare contro la riapertura della discarica.
Alla manifestazione hanno partecipato anche numerosi rappresentanti dei centri
sociali di Napoli. Il corteo si è sciolto davanti alla sede del Municipio in
piazza S. Giorgio e non si sono registrati incidenti. Mario Avoletto, uno dei
portavoce della Rete Campana per la Salute e per l'Ambiente ha spiegato:
"La popolazione è con noi. Speriamo che la manifestazione di mercoledì, a
Napoli, possa riuscire e contare molte presenze". 20.00 - "Di Pietro
fa una cosa irresponsabile in questo momento. Fa parte del governo e dovrebbe
dare un contributo a togliere i rifiuti da mezzo alle strade". Lo dice il
governatore della Campania, Antonio Bassolino merito
alla richiesta di dimissioni da parte del ministro delle Infrastrutture. Quanto
ad analoghe richieste da parte della Cdl, Bassolino
evidenzia che "in questo momento, forte dovrebbe essere l'impegno di
tutti, anche di quelle opposizioni che hanno avuto responsabilita' di governo
nel commissariare questa regione". 18.53 - Un nuovo corteo, formato da
circa duecento persone, tra residenti e no global, sta attraversando il centro
del quartiere di Pianura. "E' ora di dire basta - spiegano i manifestanti
- non vogliamo nessun compromesso, nessuna compensazione economica, non
vogliamo che si riapra la discarica". 18.28 - "Il governo si assume
tutte le proprie responsabilità riguardo a questa emergenza perché sta mettendo
in gioco il Paese. Tutti ci osservano e non voglio che l'Italia dia questa
immagine negativa". Così Prodi commenta l'emergenza rifiuti in Campania.
Per risolvere il problema "dobbiamo affrontare il problema per sempre.
Dobbiamo offrire - ha detto il premier - una capacità di lavorazione dei
rifiuti superiore all'offerta". 18.04 - Alcune centinaia di persone,
partite in corteo dal centro di Pianura, hanno raggiunto il presidio in
località Pisani per portare la loro solidarietà ai cittadini che si oppongono
alla riapertura della discarica. 17.23 - Sono state rilasciate le persone, una
decina, accompagnate nella questura di Napoli per essere identificate dopo gli
incidenti di stamani a Pianura con le forze dell'ordine oggetto di una
sassaiola. Non sono emersi elementi a loro carico se non una serie di
contravvenzioni al codice della strada. 16.00 - Assaltate due ambulanze a
Pianura.;In due diversi blocchi i manifestanti hanno prima lanciato sassi e
bottiglie contro i mezzi di soccorso e poi hanno costretto il personale
presente a bordo a scendere. Secondo quanto riferito dal 118 i sei medici e
paramedici hanno riportato lesioni guaribili fino a cinque giorni. 15.52 -
Alcuni manifestanti hanno sparso lungo via Montagna Spaccata olio minerale per
rallentare l'arrivo delle forze dell'ordine e dei camion diretti al cantiere.
15.36 - Una decina di persone sospettate di essere coinvolte nei disordini
avvenuti stamani a Pianura sono state condotte in Questura e lì identificate.
Si tratta di residenti della zona già notati nei giorni scorsi alla guida di
motocicli senza casco mentre partecipavano attivamente alla protesta. 15.01 -
Si fa sempre più drammatica la situazione rifiuti a Napoli città. Completamente
paralizzata la raccolta della spazzatura, nelle strade ci sono 3.700 tonnellate
di cumuli giacenti. 14.20 - E' ripresa regolarmente, poco dopo le 13, la
circolazione ferroviaria tra Pozzuoli e Giugliano. Tre convogli Eurostar sono
stati deviati sulla linea Aversa - Napoli Centrale con ritardi contenuti entro
i 15 minuti; quattro treni del trasporto regionale sono stati parzialmente
soppressi tra Pozzuoli e Villa Literno. 14.00 - ''Ci vergogniamo di essere
cittadini della Campania, adesso basta. Se non ti dimetti tu, lo facciamo
noi''. C'è un manichino "anti-Bassolino"
anche a Castellammare di Stabia, una delle tante città della provincia invasa
dai cumuli di rifiuti stoccati in strada da giorni. 13.48 - Centinaia di
manifestanti si sono diretti all'ingresso del presidio in Contrada Pisani. La
tensione resta altissima. 13.10 - Due agenti di polizia sono rimasti feriti
nella sassaiola avvenuta a Pianura contro personale delle forze delle forze
dell'ordine che stava smontando dal servizio. Contro di loro una pioggia di
sassi e bulloni. Poliziotti e carabinieri hanno risposto all'offensiva dei
facinorosi, oltre un centinaio, con una carica di alleggerimento. Ora sembra
essere tornata la calma, e le forze dell'ordine hanno disposto i loro mezzi a
mo' di sbarramento per arginare i facinorosi. 13.00 - Sassi contro polizia e
carabinieri in servizio a Pianura. Ad animare i disordini sono soprattutto
ragazzi che hanno riversato sul selciato le pietre per impedire il transito dei
mezzi delle forze dell'ordine. 12.30 - Il sindaco di
Napoli, Rosa Russo Iervolino, ha lanciato un appello alla calma e alla non
violenza agli abitanti del quartiere di Pianura. "Siate calmi - ha detto -
. Abbiate fiducia nelle istituzioni, rispettate la legge". Le ipotesi
alternative: "Gricignano e parecchie altri siti: tre o quattro. Può
anche darsi che saranno tutte inidonee, però vanno verificate". 11.25 -
Alcune decine di manifestanti hanno occupato la linea ferroviaria Roma-Napoli
tra Pozzuoli e Giugliano. I treni a lunga percorrenza sono stati deviati sulla
direttrice Aversa-Napoli Centrale. 10.30 - I cittadini di Pianura non hanno
lasciato il presidio dinanzi all'accesso della discarica di località Pisani e
annunciano nuove forme di protesta per dire no alla riapertura del contestato
sversatoio. 09.32 - Le forze dell'ordine stanno tentando di isolare i facinorosi
che si infiltrano da giorni nella protesta pacifica dei cittadini. Ancora
mezz'ora fa tafferugli e due persone, una donna incinta e un uomo di 75 anni,
hanno dovuto far ricorso alle cure dei sanitari e sono stati trasportati
all'ospedale San Paolo. Lo scontro si è avuto perché alcuni camion dovevano
uscire dalla discarica e una parte dei manifestanti, per evitare il prosieguo
dei lavori di allestimento, aveva bloccato la strada rovesciando sulla
carreggiata alcune Apecar 07.45 - All'uscita dei camion dal sito di stoccaggio
della Contrada Pisani di Pianura i manifestanti resistono seduti al centro di
Via Montagna Spaccata: un uomo è a terra nella mischia in preda ad un malore. I
presidianti bloccano il transito con due camion capovolti a monte della strada.
Gli agenti in tenuta antisommossa li trascinano lungo il ciglio della strada,
li sollevano di peso per spostarli, in qualche caso li fermano per
identificarli. La tensione cresce al comparire dei camion: le donne urlano
piangono, si arriva allo scontro fisico tra i presidianti e gli agenti. 06.11 -
Parapiglia a Pianura con l'arrivo di una serie di camion destinati
all'allestimento del sito di stoccaggio. C'è stato un momento di scontro con le
forze dell'ordine e nel parapiglia un giovane e' caduto nella scarpata
limitrofa al sito. Il giovane è stato soccorso dall'ambulanza del 118 e
trasportato all'ospedale San Paolo. Sul posto, al momento dell'arrivo dei
camion, si trovavano una ventina di giovani manifestanti, c'è stato un momento
di orte tensione e alla fine, dopo una manovra di spintonamento delle forze
dell'ordine, il gruppetto ha ceduto. 05.50 - Un mezzo dei vigili del fuoco è
stato preso d'assalto dai vandali a Pianura. Sono state danneggiate alcune
radio portatili in uso ai pompieri e le spazzole tergicristalli. Anche un
cineoperatore della Rai è stato aggredito. Contuso ad una gamba, è stato
accompagnato al Cto. Il pullmino della tv di Stato, inoltre è stato allontanato
dai manifestanti Invia ad un amico.
( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 06-01-2008)
Pubblicato anche in: (Arena.it, L')
REAZIONI. L'assessorato alla Sanità fa partire uno
screening di massa per bambini e adulti in modo da misurare l'incidenza dei
tumori e i fattori di rischio "Fuoco amico" su Bassolino
Di Pietro: "Si dimetta" Mastella attacca il sindaco Borghezio vuole
l'esercito Calderoli: "Non è Italia" ROMA L'emergenza rifiuti,
per Prodi, è "una tragedia per tutti i cittadini della Campania. Lunedì
mattina comincio le riunioni con i ministri, poi si agisce. Mi appello alla
solidarietà e al lavoro comune di tutti i cittadini e di tutte le forze
istituzionali della Campania, ma è un'emergenza che dobbiamo vincere
rapidamente". Ma tornare alla normalità non basta: "Dobbiamo
affrontare il problema per sempre", dice Prodi. Viene confermata così la
perfetta sintonia tra il premier e Napolitano, ma il loro comune impegno non
basta a stemperare lo scontro politico: la destra è
compatta nel chiedere le dimissioni di Antonio Bassolino e Rosa
Russo Iervolino, e a loro si aggiunge Di Pietro. Nell'opposizione, Pier
Ferdinando Casini chiedere, sebbene con toni pacati, le dimissioni del
presidente della giunta regionale campana Antonio Bassolino, pur
riconoscendo tuttavia che "anche noi dell'opposizione" in Campania
"avremmo potuto fare di più". Il fronte della maggioranza
comincia a mostrare qualche incrinatura quando una richiesta di Di Pietro fa
eco al presidente dell'Udc: "Ci sono responsabilità politiche che",
dice, "vanno assunte al di là delle brave persone e della buona
fede". E per corredare di coerenza il suo ragionamento, il ministro fa
sapere che l'Idv uscirà dalla coalizione regionale. Nell'Unione, questo non è
stato l'unico "malumore" della giornata. Clemente Mastella dalla
vicina Avellino non rinuncia a criticare pubblicamente il sindaco di Napoli:
"Non capisco la Iervolino che lotta insieme ai manifestanti di Pianura. Se
prevale il criterio di cavalcare la protesta è la fine". Nella maggioranza
non si registrano molti altri interventi. Dalle opposizioni prosegue invece il
coro di critiche e di polemiche. Il leghista Roberto Calderoli chiede al
Quirinale di usare i suoi poteri di scioglimento del consiglio regionale
campano e dice che "Napoli non è Italia". Lo stesso fa per An l'ex
ministro Gasparri. Bondi, coordinatore di Fi, chiede un governo regionale di
emergenza, e la neopolitica Michela Vittoria Brambilla assicura che mobiliterà
i suoi circoli per cacciare Rosa Russo Iervolino. Il leghista Mario Borghezio
chiede poi l'intervento dell'esercito perché "la Campania è il nostro
Afghanistan". Intanto, la Regione Campania promuove "uno screening
sanitario di massa", dice l'assessore alla Sanità Angelo Montemarano. I
bambini potranno eseguire gratuitamente visite dermatologie e pneumologiche"
per controllare "il rischio allergico e asmatico". Per gli adulti
invece è previsto "un più dettagliato screening per il rischio oncologico
e la ricerca della diossina nel sangue". .
( da "Padania, La" del 06-01-2008)
CALDEROLI: "Città a ferro e fuoco. Se la Padania
non si sgancia da questo Paese delle immondizie, affonderà" COSA C ENTRA
IL NORD CON NAPOLI? FABRIZIO CARCANO "Ambulanze assaltate, come non accade
nemmeno nei Paesi in guerra, incendi urbani, guerriglie con la polizia: tutto
quello che sta succedendo dimostra che Napoli non è Italia. Siamo di fronte ad
un Paese che accetta di avere al suo interno un'enclave extraterritoriale, dove
le leggi dello Stato non valgono. Se il Nord non si sgancia da questo Paese
delle immondizie rischia di affondare con lui". Roberto Calderoli commenta
così le notizie che arrivano da Napoli, i roghi ai cassonetti e ai cumuli di
spazzatura nelle strade, le aggressioni alla polizia, gli autobus dati alle fiamme
e persino le ambulanza prese d assalto dalla gente. Il tutto nella più totale
impunità e illegalità. "Uno Stato - rileva - è tale perché ci sono un
insieme di regole condivise per la comune convivenza, regole fatte rispettare a
tutti i cittadini, ma se questo stato di regole funziona a scartamento ridotto
o solo in alcune aree allora viene meno il senso dello Stato. Un Paese che
accetta che lo Stato di diritto venga fatto rispettare solo in una parte sì e
in altre no cessa di essere uno Stato di diritto e cessa, pertanto, anche di
essere uno Stato. E quando non c'è più lo Stato di diritto, per alcune aree del
Paese, allora è giusto che anche le altre aree abbiano la possibilità di
decidere cosa fare. E mi chiedo cosa abbia da spartire la Padania con questo
Paese". Ed in effetti salta subito all occhio la differenza dei
comportamenti e delle reazioni di fronte ai problemi: da una parte i padani,
che si preparano ad una dura protesta, ma nel rispetto delle leggi e dell
ordine, per difendere il futuro di Malpensa, dall altra le guerriglie e i roghi
per impedire l apertura di una discarica. "Cose assurde, lontane anni luce
dalla mentalità e dalla cultura di noi padani. Mi chiedo cosa avrebbero fatto a
Napoli se li avessero privati del loro hub, della loro Malpensa. Come minimo
avrebbero marciato su Roma", osserva l ex ministro per le Riforme. Che non
può fare a meno di sottolineare l enorme diversità di vedute e di approccio ai
problemi da parte dei padani. "Forse un giorno, lo dico provocariamente,
la Padania potrebbe prendere esempio da questi gesti, visto che non sono
perseguiti e portano a dei risultati. Noi siamo abituati ad affrontare i
problemi, a cercare soluzioni, magari attraverso il dialogo, questi invece i
problemi li perpetuano e poi quando le cose non vanno rovesciano i cassonetti e
fanno le barricate e nessuno li punisce. Napoli rappresenta il simbolo della
questione meridionale, come i miliardi di euro buttati in tutti questi anni per
affrontare questa perenne emergenza, con i risultati che sotto gli occhi di
tutti". Una sorta di due pesi e due misure. "Quando qualche anno fa i
rifiuti della Campania vennero mandati nelle discariche lombarde i manifestanti
che protestavano davanti ai siti vennero dispersi dalle forze dell ordine nel
giro di dieci minuti, qui invece le cose vanno avanti da più di una settimana,
con roghi e guerriglie. Come se la legge non valesse in quelle zone",
rimarca il senatore del Carroccio. Che avverte: "Ma ha senso continuare a
stare in uno Stato del genere? Uno Stato che priva chi, come la Padania, da
sempre tira la carretta per tutti di una infrastruttura indispensabile come
Malpensa, il suo hub internazionale, mettendo a rischio l'intera economia, e
che poi non commissaria neanche il responsabile di una vergogna come quella che
stiamo vedendo a Napoli? A noi portano via la nostra più importante
infrastruttura, Malpensa, mettendo a rischio l economia della Padania e di
conseguenza quella dell intero Paese, e poi magari tra un po ci porteranno i
rifiuti campani da smaltire nelle nostre discariche. Perché tanto vedrete che
andrà a finire così". Per quanto riguarda le responsabilità di quanto sta
accadendo a Napoli Calderoli è chiaro: "Le responsabilità di quello che
sta accadendo sono ovviamente in primis degli amministratori locali, ma anche
dei cittadini stessi che fanno le sceneggiate alla tv per opporsi alla
riapertura di una discarica ma di fatto con il loro comportamento condannano
loro stessi, i loro figli e le prossime generazioni ai rifiuti e alle sostanze
cancerogene che stanno generando con i roghi e gli incendi urbani che stanno
appiccando. In questo modo i cittadini napoletani stanno condannando le
prossime generazioni, con l'omertà e la complicità dello Stato e di chi lo
rappresenta". Ovvero Antonio Bassolino
("Vista la sua resistenza agli inviti che arrivano sia dalla maggioranza
che dall opposizione a dimettersi, il presidente della Repubblica può, con
proprio decreto, secondo le procedure stabilite dall articolo 126 della
Costituzione, procedere allo scioglimento del consiglio
regionale della Campania"), Rosa Russo Iervolino ("E incredibile che
il sindaco di Napoli solidarizzi con chi protesta per la riapertura dell unica
discarica che può risolvere l emergenza"), ma non solo: nel mirino di
Calderoli c è anche il ministro dell Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio.
"Dovrebbe dimettersi subito. E lì che pensa alle pale per le energie
eolica quando ci sono almeno un milione di cittadini che devono respirare le
sostanze cancerogene sprigionate dai roghi dei cumuli di immondizia. Una
vergogna". [Data pubblicazione: 06/01/2008].
( da "Padania, La" del 06-01-2008)
La Lega: il Capo dello Stato sciolga il consiglio regionale.
Forza Italia: Prodi venga in Parlamento E Di Pietro si toglie un... Bassolino dalla scarpa Napoli - Roghi, treni bloccati,
ambulanze bruciate, bulloni, spranghe e tafferugli con le forze dell ordine.
Napoli a ferro efuoco. Dopo 14 anni di emergenza rifiuti la protesta in
Campania si trasforma in vera guerriglia urbana. Con tanto di feriti. E dopo
giorni di tensione e di silenzi o, peggio ancora, formali parole e presunte
promesse, finalmente qualcuno nel centrosinistra ha il coraggio di togliersi il
classico Bassolino dalla scarpa. Tra le file della
maggioranza il primo a parlare infatti è stato Antonio Di Pietro: "Bassolino farebbe bene a dimettersi", ha detto il
ministro nel corso di un intervista a Sky Tg24. "Dopo 10 anni di governo
del centrosinistra a Napoli, il modello è fallito". Un altra flebile voce
si è alzata a sinistra, quella di Mastella. che però
difende O Governatore e attacca il sindaco Iervolino: "Non capisco il
sindaco di Napoli che lotta assieme ai manifestanti di Pianura". No comment.
Nell altro versante, invece, Roberto Calderoli continua ad incalzare il Capo
dello Stato, che con proprio decreto può procedere allo scioglimento del
consiglio regionale . Lo stesso chiede Mara Carfagna (FI) che reclama,
in caso di risposta negativa del capo dello Stato, la motivazione della scelta:
"Cosa altro deve accadere in Campania affinché si arrivi allo scioglimento
dell ente Regione?". [Data pubblicazione: 06/01/2008].
( da "Padania, La" del 06-01-2008)
Napoli, chiediamo i danni LETTERA FIRMATA Dobbiamo
subito sapere chi sono i responsabili di questo disastro ambientale e chi si
sta arricchendo sui nostri tumori e sulla pelle della gente! Fateci sapere!
Dobbiamo chiedere i danni! Napoli, monnezza sotto l albero PAOLINO DI LICHEPPO
Roseto degli Abruzzi (Te) Egregio direttore, le sembra normale che dai mezzi
d'informazione, sul caso rifiuti di Napoli, non vengano mai fatti i nomi di Bassolino e Jervolino: questo sarebbe il Paese normale,
tanto desiderato dalle sinistre? Non c'è niente di nuovo, se è così, sapevamo
da decenni come si comportavano i governi ispirati ed influenzati dalla
sciagurata ideologia comunista. Ora non resta che ci dicano che siamo nel
paradiso italiano, avendo già avuto notizie di com'era il paradiso sovietico.
Diliberto, Pecoraro e c. , che tanto chiedono a Prodi, cosa hanno chiesto alle
amministrazioni campane e napoletane: la monnezza? Bene, l'hanno avuta sotto
l'albero! Napoli, la popolazione non campa, crepa... LUCIO DI NISIO
Montesilvano Canta Napoli? No, cantro Napoli. Napoli capitale dello sviluppo
ecosostenibile . La Regione Campania ha finanziato con 245.000 euro una
campagna di comunicazione dal titolo "Primo Forum Sostenibilità": la
sostenibile pesantezza della munnezza ! Poche settimane fa la stessa Regione
mandò una delegazione, assessore all'Ambiente in testa, a Bali, per la
conferenza dell'Onu sui cambiamenti climatici: applauditissima la relazione
dell'assessore sui cambiamenti climatici prodotti dalla munnezza ! Sopra la
munnezza il Commissario regionale campa. Sotto la munnezza la popolazione
regionale non Campa(nia), crepa. Napoli, 15 anni di rifiuti! LETTERA FIRMATA
Sono 15 anni che a Napoli votano Bassolino e la
Jervolino. Sono 15 anni che a Napoli, la città è sommersa dalla spazzatura.
Sono 15 anni che la Camorra fa affari d'oro a danno dei cittadini. Sono 15 anni
che la popolazione protegge la camorra aggredendo la polizia. Sono 15 anni che
a Napoli è pericoloso vivere. Sono 15 anni che la delinquenza di Napoli agisce
indisturbata e protetta dalla gente comune. Sono 15 anni che la Padania
mantiene tutto questo schifo con il proprio lavoro, le proprie tasse, e passa
pure per razzista. Prodi e Napolitano negano perfino l'evidenza, favorendo il degrado
civile e urbano di Napoli, e chiudendo gli occhi (come sempre) sulla
delinquenza quanto comune quanto sulla camorra. Napoli, Bassolino
il colpevole ROBERTO PEPE Eh no, caro Bassolino, non
puoi, mò, pigliartela col solo Governo! Tu, sono quindici anni che comandi a
Napoli, tu è una vita che stai a Napoli: ti ricordi che hai incominciato ad
attaccare i manifesti per la città, ti ricordi che in campagna elettorale ti
vantavi di essere uno verace che voleva inventarsi il Rinascimento partenopeo?
Ed ora hai solo da fare una cosa, i tuoi concittadini, gli stessi tuoi elettori
te lo implorano: Jatavenne (almeno) con dignità! Bassolino
(con la Jervolino) se la deve prendere oltre che con tutto questo governo che
ha fatto precipitare ogni cosa, con tutto quel centrosinistra centrale e locale
che da anni ha allevato in seno quegli esemplari di nullafacenti, cancellatori
di ogni attività, azzeratori dell'intelletto umano, quelle figure ambigue
promotori della finta pace, dell'ambiente, dell'animalismo, della civiltà
retrograda, oscurantista, negazionista, in nome delle quali voci sono
sostenitori del niente assoluto, come se l'immobilismo verso le nuove
strutture, le nuove costruzioni, le strade, i ponti; verso i gasificatori, i
termovalorizzatori, le centrali elettriche e persino quelle eoliche... come se
il procacciarsi l'energia fosse un sinonimo di distruzione dei sacri valori
della Natura e della Vita. Per anni hanno riempito il cervello della gente di
tabù contro qualsiasi forma di impianto di smaltimento, di riciclaggio, di
trasformazione della "munnezza" in pulitissima energia elettrica,
(cosa che al Nord Italia, compresa Bolzano è una realtà tenuta sotto controllo
dagli stessi comuni) che ora qualsiasi amministratore pubblico è terrorizzato
dall'idea di smaltirsi le proprie immondizie guadagnandoci sopra, soprattutto
dando la possibilità a gente di malaffare di incunearsi nel dibattito,
specularci sopra e diventare assurdamente promotori di rivolte masanelliane. È
lo stesso lavaggio del cervello che fu impiantato contro il Nucleare sotto la
mannaia di Chernobill, foraggiato sempre da quella sinistra che sosteneva
(guarda un po ) il petrolio arabo tramite le sorelle straniere, come energia
pulita! Così succede che si preferisce pagare salato per trasportare in
Germania quella "munnezza" che i tedeschi trasformeranno
gratuitamente (per loro) in energia elettrica e che ci rivenderanno sempre a
caro prezzo. Più cornuti e mazziati di così ci sono solo gli imbecilli
italiani! La fortuna per Bassolino e Jervolino è che
non esiste una forma di federalismo operante, perché altrimenti, senza aiuti da
un governo centrale, l'arroganza del potere fine a sé stesso, l'insipienza
amministrativa, le parole vuote demagogiche e populiste, sarebbero costate
molto care, non solo politicamente... Napoli, fuga ingloriosa dei politici
ALFONSO STAIANO Desidero solo evidenziare il comportamento dei rappresentanti
politici locali (leggi Russo-Iervolino, Bassolino & c.) che in occasione dei festeggiamenti per l'arrivo del
nuovo anno che come consuetudine si tengono in Piazza Plebiscito a Napoli, non
hanno avuto il coraggio di presentarsi in pubblico (come è avvenuto negli anni
scorsi), temendo un'accoglienza poco favorevole in seguito alla persistente
emergenza rifiuti. Napoli, cittadini ribellatevi I. ALIBENI Recco (Ge)
Chissà perché quando ho sentito che i senatori si erano aumentati lo stipendio,
ho subito pensato alla Banda Bassotti. Questi "signori" incuranti del
grave stato di malessere economico in cui versano ormai milioni di famiglie
italiane, grazie anche al loro "impegno" politico e parlamentare,
hanno bellamente ignorato quanto contenuto nella Finanziaria a proposito dei
costi della politica. Confesso che in seguito al problema vergognoso delle
immondizie che sommergono Napoli e la Campania, ho sperato che i cittadini
campani avessero promosso una vera e propria rivoluzione per mandare, non solo
a parole, affanc... deputati, senatori, sindaci e governatori, inclusa la
pletora dei loro portaborse, leccapiedi e guardie del corpo di cui si
circondano. Pazienza, comunque mantengo sempre in fresco una bottiglia di
ottimo spumante italiano. Speriamo, la miscela è pronta, basta solo la
scintilla. Napoli, la sinistra tace sempre i nomi... BRUNO PISTONE Arese (Mi)
Questa sera, 3 gennaio, al Tg3 delle ore 19 siete riusciti a parlare dell'
emergenza rifiuti di Napoli senza mai accennare ai principali responsabili che
sono: il sindaco (o sindachessa) di Napoli e il presidente della Regione
Campania. Siete i campioni del mondo nella vigliaccheria. Spudorati! Finalmente
il processo per sporcizia ENZO BERNASCONI Varese Fra poco ci dimenticheremo
della vergognosa pattumiera napoletana, e neppure dell illegalità camorristica.
Sta per iniziare nella città partenopea il processo che, dirotterà
sapientemente l attenzione degli italioti su temi di alta socielità. Per chi
ancora non lo sapesse sul banco degli imputati non vi saranno i vari Bassolino o le Jervolino, nemmeno qualche pezzo da novanta
che manovra tutto da quelle parti (monnezza compresa), ma nientepocodimenoche
il boss dei boss. Chi? La manna per tutti i tg e della carta stampata, il
numero 1 dei manovratori, causa prima di tutti gli italici mali passati
presenti e futuri, tale Luciano Moggi . Per la serie quando la fiction viene
prima della realtà . Condoglianze mamma Italia. Napoli, e i rossi fanno finta
di nulla NICOLA PEZZA Milano Caro direttore, finalmente sta diventando anche di
dominio comune che mafia e camorra respingano qualsiasi incentivo economico, se
lesivo dei loro interessi. Perciò le concertazioni con enti locali, tanto care
agli estremisti rossi, sono interminabili, mentre Napoli affoga nei rifiuti
urbani, e la Tav cisalpina Torino-Lione è ferma ai blocchi di partenza. Salvo i
comunisti, in quanto per loro il fine giustifica i mezzi , almeno le rimanenze
del centrosinistra dovrebbero prendere immediatamente decisioni di assoluta
cristallina trasparenza. [Data pubblicazione: 06/01/2008].
( da "Virgilio Notizie" del 06-01-2008)
06-01-2008 12:41 Responsabili sono Bassolino,
Iervolino e Pecoraro Scanio Roma, 6 gen. (Apcom) - "L'ultima fase della sceneggiata
politica in corso tra Napoli e Roma è quella che cerca di indicare la camorra
come 'alibi' o come 'colpevole di comodo', rispetto al disastro-rifiuti in
Campania". E' quanto avverte Daniele Capezzone, promotore di Decidere.net.
"Che, in un contesto istituzionale e legale così slabbrato, - sottolinea
Capezzone in una nota - anche la criminalità organizzata provi a giocare le sue
carte, è cosa ovvia, che anche i bambini possono comprendere; ma di qui a
sostenere che la responsabilità primaria sia della camorra ce ne corre. Per
questo - aggiunge - fanno sorridere gli improvvisi 'appelli all'unità
anticrimine' che vengono da Antonio Bassolino e da Rosa Russo Iervolino". "I responsabili sono
innanzitutto politici, e cioè loro (Bassolino e Iervolino)
e poi il ministro dell'Ambiente Pecoraro Scanio. In un Paese normale -
ammonisce Capezzone - avrebbero tutti e tre già lasciato i rispettivi
incarichi, non prima di avere fornito pubbliche scuse per la situazione che non
hanno saputo, potuto o voluto affrontare in modo serio. Oggi, le
dichiarazioni del Commissario UE all'Ambiente Dimas, che dice cose tanto severe
quanto ineccepibili, devono farci sentire in profondo imbarazzo, come cittadini
italiani. E' ora che qualcuno ne risponda", conclude Capezzone.
( da "Gazzettino, Il" del 06-01-2008)
IL SINDACO CERCA IMPROBABILI DISCARICHE ALTERNATIVE Iervolino: abbiate fiducia nelle istituzioni. Ma i rifiuti
aumentano NapoliNOSTRO SERVIZIORestano divisi sull'opportunità della riapertura
della discarica di Pianura il sindaco Rosa Russo Iervolino e il governatore
Antonio Bassolino. Anche ieri le due posizioni differenti sono emerse ma entrambi hanno
un solo obiettivo: ripulire Napoli e la Campania e per questo a prevalere alla
fine non sarà la polemica ma il risultato da conseguire al più presto.Iervolino
ha proposto un sito alternativo a quello di Pianura, ne discuterà a Roma con il
ministro Alfonso Pecoraro Scanio, ma le speranze che si concretizzi il suo
desiderio sono minime: "Ce ne sono tre o quattro di opportunità diverse da
Pianura c'è per esempio Gricignano" ha detto la Iervolino. Che ha lanciato
poi un appello: "No alle violenze perché con la violenza non si risolve
nulla" rivolto a quanti stanno mettendo a ferro e fuoco Pianura.Bassolino al Tg1 delle 20 si rivolge direttamente al governo
ma il tema è lo stesso, l'individuazione di nuovi sversatoi: "Si tratta di
aprire nuove discariche - ha detto il governatore - oltre a quella di Pianura,
opportunità garantita dalla legge della Repubblica italiana. È che questa
battaglia è difficile in questa terra perché qui sono stati sversati per
decenni rifiuti illegalmente da ogni parte d'Italia, e perché qui c'è tutto un
intreccio torbido: c'è un ruolo della criminalità organizzata come ha detto
anche lo scrittore Roberto Saviano". Insomma chi ha inquinato in passato
si faccia carico di dare un aiuto adesso, il ragionamento del governatore. Bassolino racconta perché l'emergenza è precipitata:
"Perché non si è riusciti nei tempi giusti a costruire i
termovalorizzatori. È questa la mia parte di responsabilità che mi prendo, come
non ci sono riusciti a costruirli anche i commissari che si sono succeduti dopo
di me". Un Bassolino reattivo ma preoccupato
quello apparso in video che replica a Di Pietro che ne ha chiesto le
dimissioni: "Di Pietro fa una cosa irresponsabile in questo momento. Fa
parte del governo e dovrebbe dare un contributo a togliere i rifiuti da mezzo
alle strade. In questo momento, forte dovrebbe essere l'impegno di tutti, anche
di quelle opposizioni che hanno avuto responsabilità di governo nel
commissariare la regione".E la Iervolino? Insiste sul non far ricadere sui
pianuresi nuovi sacrifici: "Non voglio fare l'eroina, tutti avranno fatto
la loro parte, ma io conoscendo le difficoltà degli abitanti di Pianura non
potevo non metterle in campo. Si verifichino le alternative alla discarica di
quel quartiere". Poi l'annuncio: "Andrò presto a Pianura, ci
mancherebbe altro, non ho paura e conosco bene quella gente". Al quale
segue il rinnovato appello alla calma: "Mi rivolgo alla stragrande
maggioranza dei pianuresi che conosco e che stimo: siate calmi, abbiate fiducia
nelle istituzioni, rispettate la legge". Fanno sentire la loro voce due
assessori della sua squadra: Nicola Oddati e Giuseppe Gambale con delega alla
Cultura e alla Legalità: "Si danno responsabilità al sindaco - il loro
ragionamento - che non ha. C'è il commissariato di governo che 13 anni gestisce
lo smaltimento dei rifiuti. Siano loro a dire perché non si sono trovate prima
soluzioni".L.R.
( da "Sicilia, La" del 06-01-2008)
Assalti e scontri nella banlieu dell'immondizia
sergio cassini Roma. L'emergenza rifiuti in Campania continua ad occupare le
prime pagine dei giornali. Non solo con le cronache degli scontri a Pianura,
dove la popolazione difende il "diritto" di impedire l'installazione
di una discarica temporanea, ma anche con una polemica politica che chiama
ormai in causa le massime cariche istituzionali. A conclusione della giornata è
intervenuto da Bologna Romano Prodi per ribadire che "il governo si assume
tutte le sue responsabilità" per porre fine ad un'"emergenza che
mette in gioco il Paese con un'immagine negativa". "Dobbiamo
affrontare ? ha assicurato Prodi ? il problema per sempre. Dobbiamo offrire una
capacità di lavorazione dei rifiuti che sia superiore all'offerta che viene
prodotta in Campania, altrimenti non si normalizzerà mai la situazione".
Già domani, conferma Prodi, partiranno gli incontri con i ministri competenti
(da Pecoraro Scanio, ad Amato e Parisi), per fare il punto della situazione e
individuare una strategia "a lunga gittata". L'impegno del premier e
del capo dello Stato non è però servito a stemperare lo scontro politico. Il
centrodestra è rimasto compatto nel chiedere le dimissioni
di Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino, e a loro si è aggiunto Antonio Di Pietro.
Nell'opposizione, è sceso in campo Pier Ferdinando Casini, per chiedere,
sebbene con toni pacati, le dimissioni di Bassolino. Il
fronte della maggioranza ha cominciato a mostrare qualche incrinatura con una
richiesta di Antonio Di Pietro che ha fatto eco al presidente dell'Udc
nell'intento di mandare a casa il governatore della Regione Campania: "Ci
sono responsabilità politiche che vanno assunte al di là delle brave persone e
della buona fede". Il ministro ha fatto sapere che l'Idv uscirà dalla colazione
regionale. "Di Pietro fa una cosa irresponsabile in questo momento. Fa
parte del governo e dovrebbe dare un contributo a togliere i rifiuti da mezzo
alle strade". Questa l'immediata risposta del governatore della Campania, Bassolino, in merito alla richiesta di dimissioni da parte
del ministro delle Infrastrutture. Quanto ad analoghe richieste da parte della
Cdl, Bassolino evidenzia che "in questo momento,
forte dovrebbe essere l'impegno di tutti, anche di quelle opposizioni che hanno
avuto responsabilità di governo nel commissariare questa regione". Non è
stato l'unico "malumore" della giornata nell'Unione. Clemente
Mastella dalla vicina Avellino non ha rinunciato a criticare pubblicamente il
sindaco di Napoli: "Non capisco Iervolino che lotta assieme ai
manifestanti di Pianura. Se prevale il criterio di cavalcare la protesta è la
fine". Nella maggioranza non si sono registrati molti altri interventi.
Dalle opposizioni è proseguito invece un coro di critiche e di polemiche. Il
leghista Giuseppe Calderoli ha chiesto al Quirinale di usare i suoi poteri di
scioglimento del Consiglio regionale campano. Lo stesso ha fatto per An l'ex
ministro Maurizio Gasparri. Sandro Bondi, coordinatore di Fi, ha invocato un
governo regionale di emergenza, mentre Michela Brambilla ha assicurato che
mobiliterà i suoi circoli per cacciare la Iervolino. E il leghista Roberto
Calderoli stigmatizza: "Ambulanze assaltate, incendi urbani, guerriglie
con la polizia: tutto ciò dimostra che Napoli non è Italia. Siamo di fronte ad
un Paese che accetta di avere al suo interno una enclave extraterritoriale,
dove le leggi dello Stato non valgono. Ma un Paese che accetta che lo Stato di
diritto venga fatto rispettare solo in una parte cessa di essere uno
Stato".
( da "Napoli.com" del 06-01-2008)
Il "call center spazzatura" E la Corte dei
conti condannò il governatore per il buco milionario di Sergio Rizzo e Gian
Antonio Stella (da: Corriere della Sera del 06/01/2008) Sapete quanta diossina hanno
liberato ieri, nel cielo (ex) azzurro di Napoli, i 65 cassonetti di pattume
bruciati nelle rivolte di piazza? Poco meno di 9 mila microgrammi. Pari a
quanta ne butta fuori l'inceneritore di Marghera in 546 giorni a pieno ritmo. E
quante polveri nocive si sono levate, da quei cassonetti? Quante ne espelle il
termovalorizzatore di Brescia in 441 giorni. Lo dicono i dati dell'Istituto
superiore di sanità basati su numeri del governo svedese. Dati ripresi anche da
un ambientalista al di sopra d'ogni sospetto quale il presidente onorario di
Legambiente Ermete Realacci. Certo, lo sa benissimo anche lui che l'ideale
sarebbe fare a meno degli inceneritori grazie a una virtuosa riduzione dei
consumi, a una raccolta differenziata capillare, al recupero di tutto ciò che è
riciclabile, all'uso di nuove tecnologie come quel "dissociatore
molecolare" che Alfonso Pecoraro Scanio descrive con l'entusiasmo che
Giovanni da Pian del Carpine metteva nel descrivere la residenza del Gran Khan
Guyuk. Quello è il punto di arrivo. Ma intanto? Cosa fare, della esondazione di
"munnezza" che sta allagando Napoli e le sue disperate periferie?
Come rimuovere il bubbone di oggi così da poter approntare le cure di domani?
Cosa fare di quelle 95 mila tonnellate di spazzatura che traboccano sulle
strade e delle 7 milioni di fetide "ecoballe" ("testate"
all'inceneritore di Terni, lo hanno bloccato per mesi rivelandosi gonfie di
sostanze radioattive) oggi accatastate in oscene piramidi così ingombranti da
avere paralizzato l'attività perfino dell'impianto Cdr di Caivano? Il piano
Bertolaso Sempre lì si torna: al piano di Guido Bertolaso. Che aveva proposto
di guadagnare un anno di tempo scaricando tutto ciò che si poteva nella grande
cava dismessa di argilla di Serre, in provincia di Salerno, e usare quel tempo
per concludere i lavori al termovalorizzatore di Acerra e insieme avviare sul
serio la raccolta differenziata così da permettere ai nuovi impianti di
bruciare "ecoballe" vere. Progetto saltato per l'ennesima ribellione
di piazza e sostituito, con la benedizione dello stesso Pecoraro, con la
sventurata creazione a pochi chilometri di una discarica nuova, ottenuta a
costi esorbitanti abbattendo centinaia di querce secolari. Misteri
ambientalisti. E adesso? C'è chi dice che non c'è scampo, piaccia o non
piaccia, alla riapertura della orrenda cloaca di Pianura. Chi non vede
alternative a caricare decine di treni per la Germania o la Roma nia. Chi
suggerisce, come Walter Ganapini, già protagonista di quel "miracolo"
che vide Milano risolvere l'annoso problema delle discariche e passare in
quattro settimane dal 3 al 33% di raccolta differenziata, di tamponare
l'emergenza usando siti dello stato soggetti a servitù militari. Ciò che è
certo, è che quelle cataste di spazzatura stanno causando non solo a Napoli ma
a tutto il Paese un danno di immagine inaccettabile. Che si aggiunge al danno
fatale: l'inquinamento della terra, delle falde, dei pascoli che non solo, come
ha ricordato Roberto Saviano, ha fatto impennare del 24% i malati di tumore nelle
aree a rischio. Ma ha fatto abbattere migliaia di pecore, mucche, bufale perché
il loro latte, come denuncia Realacci, "doveva essere trattato come un
liquido tossico da smaltire". Lo scaricabarile Cosa sarà deciso?
Soprattutto: chi prenderà queste decisioni? E sarà disposto a raccogliere
davvero la sfida dichiarando guerra frontale alla camorra? Boh... Lo scaricabarile di questi giorni tra Antonio Bassolino e il governo, Rosa Russo Iervolino e Alfonso Pecoraro Scanio,
assolutamente convinti che la colpa non sia affatto loro (o perlomeno vada
spartita con tutti) e che dunque ogni richiesta di dimissioni sia pretestuosa,
la dice lunga. Tutti colpevoli? Nessun colpevole. La Corte dei conti
però, almeno in un caso, è convinta che un colpevole ci sia. E lo ha individuato
nel governatore campano. Fu lui, infatti, nel ruolo di Commissario, a dare vita
alla Pan (Protezione, ambiente e natura: sic) creata nel 2002, con un capitale
di 255 mila euro poi trasferito gratuitamente alla Provincia di Napoli e
all'Arpac (l'agenzia regionale di protezione ambientale), per dare un servizio
informativo sull'emergenza ambientale ma rivelatasi un carrozzone clientelare.
Venti mila dipendenti Non l'unico carrozzone, sia chiaro. Come ha scritto sul
Corriere del Mezzogiorno Simona Brandolini, con la scusa dell'emergenza i
dipendenti dei 18 consorzi di bacino sono via via aumentati fino a diventare
ventimila: "Uno ogni 300 abitanti. La Lombardia produce più immondizia
della Campania ma per ogni netturbino lombardo risultano esserci 25 netturbini
campani ". Di più: "Quelli che devono raccogliere la
"sfraucimma" (cioè il materiale di risulta dei cantieri) sono
allergici alla polvere, quelli che devono selezionare il cartone non possono
sollevare più di due chili causa un mal di schiena ben certificato". Per
non dire di quanti hanno denunciato il Commissariato perché "non
lavorando, si sono giocati lo stipendio a tressette". Tornando al Pan, la
sentenza della Corte dei conti dice che assunse senza motivo 100 lavoratori socialmente
utili. In realtà, stando al bilancio della società, al 31 dicembre 2006 gli Lsu
erano 180. Su un totale di 208 lavoratori. Che facevano? In 34, come abbiamo
raccontato, "lavoravano " a un call center dove ricevevano mediamente
una telefonata a testa alla settimana. Gli altri seguivano non meglio precisati
progetti degli enti locali, in particolare della Provincia di Napoli, il cui
presidente è quel Riccardo Di Palma che del commissariato per l'emergenza
(dettaglio stigmatizzato della commissione parlamentare presieduta da Paolo
Russo, anche per i 400 mila euro di compensi) era consulente. Risultati? L'anno
scorso ha incassato 4,3 milioni di euro di fondi pubblici (insufficienti
perfino a pagare gli stipendi: 5,6 milioni) chiudendo con un buco di 1,2.
L'anno prima, nel 2005, ne aveva persi il doppio: 2,3. Un disastro tale che due
mesi fa, quando stava per arrivare la sentenza di primo grado (in appello si
vedrà: auguri) la società è stata cancellata. Meglio, è stata fusa in un'altra,
l'Arpac multiservizi, controllata dall'Arpac, l'Agenzia regionale di protezione
ambientale. Troppo tardi, però, per evitare la stangata dei giudici contabili.
Che chiedono a Bassolino di risarcire 3,2 milioni di
euro.
( da "Repubblica.it" del 06-01-2008)
Il parroco don Giuseppe Cipolletta celebra una messa
davanti alla discarica di Pianura Il capo dello Stato: "E' una
tragedia". Il vescovo di Pozzuoli: "Garanzie" Prodi: "Le
scuole vanno riaperte" Il sindaco: "Solo se togliete i rifiuti"
I genitori degli alunni: "Troppa spazzatura, li teniamo a casa"
L'Italia dei Valori pronta a sfiduciare il governatore Antonio Bassolino Prodi: "Le scuole vanno riaperte" Il
sindaco: "Solo se togliete i rifiuti" "/> La messa alla
discarica NAPOLI - Una messa davanti alla discarica, dopo una notte di relativa
calma. A Pianura gli abitanti del quartiere mantengono un presidio contro la
riapertura decisa dal Prefetto. La zona è controllata dalla polizia. Da Bologna
Romano Prodi invoca un ritorno alla normalità in Campania. A partire dalle
scuole "di cui ho disposto la riapertura". "I bambini che stanno
a casa - dice il premier - rimangono nelle zone con lo stesso inquinamento, e
se in qualche scuola ci sarà una situazione di emergenza manderò stanotte a
pulire intorno in modo che si possa riaprire la scuola". Poi un messaggio
secco: "Il problema dei rifiuti deve essere risolto per sempre. Con il
ministro dell'Interno abbiamo programmato una strategia di lungo periodo".
"Domani scuole aperte" ma i genitori dicono no. Ma la questione delle
scuole diventa, ora dopo ora, un nuovo punto di tensione. L'assessore
all'Istruzione del Comune di Napoli, Giuseppe Gambale, assicura: "Le
scuole domani riapriranno tutte regolarmente. Non abbiamo mai pensato di
sospendere le attività didattiche". Ma la decisione non convince alcuni
genitori che domani mattina non manderanno in classe i loro figli negli
istituti di Cercola: "Le finestre di alcune classi si trovano a pochi
metri dai cumuli dei sacchetti maleodoranti e preferiamo, al momento non
mandarli a scuola". Una situazione che il sindaco di San Giorgio a
Cremano, Domenico Giorgiano, rimarca, invitando Prodi "a vedere di persona
come stanno le cose". Parla di cumuli di rifiuti il primo cittadino e di
rischi per gli alunni: "Se stanotte la situazione migliorerà revocherò la
mia ordinanza. In caso contrario, resterà confermata la chiusura di tutti gli
istituti di ogni ordine e grado". E anche a Quarto le scuole non apriranno
i battenti. Idv: "Pronti a sfiduciare Bassolino".
La questione rifiuti rischia di travolgere la giunta campana. Dall'Italia dei
valori, dopo l'attacco di Antonio Di Pietro al presidente Antonio Bassolino, arriva una dura stoccata: "Non escludo la
presentazione di una mozione di sfiducia al presidente Bassolino"
dice il coordinatore regionale dell'Idv. Una mossa che mette a rischio il
futuro del Governatore che da sette anni guida la regione. Nel
frattempo il centrodestra non sta a guardare e inanella una serie di dichiarazioni
con un unioc filo conduttore: via Bassolino e anche
il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino. Don Cipolletta e il Presidente.
"La gente va ascoltata, non bastonata - dice il parroco della chiesa di
Sant'Antonio, don Giuseppe Cipolletta - noi siamo contro le violenze e le
condanniamo. Ma interroghiamoci su chi promette da trent'anni il
risanamento di questo quartiere". Ma anche il presidente della Repubblica
Napolitano è tornato questa mattina sull'argomento: "Ho chiesto al governo
di intervenire e il governo ha garantito il suo impegno. Quella dei rifiuti è
una tragedia". E anche dal vescovo di Pozzuoli, Gennaro Pascarella, sono
arrivate parole forti, contenute in un messaggio letto ai manifestanti nel
corso della messa che si sta celebrando al presidio dinanzi alla discarica di
Pianura: "Chiediamo precise garanzie alle autorità che hanno deciso la
riapertura della discarica". Parole accolte dagli applausi dei
contestatori. Duro l'attacco a chi avrebbe dovuto risolvere il problema e non
l'ha fatto. Il vescovo ha sollecitato che siano accertate "le
responsabilità a tutti i livelli". Poi l'appello a non alimentare la
tensione condannando "la violenza da ogni parte". Calcio, il Pianura
non esulta. E' finita 1-0 per i padroni di casa la partita di calcio della
serie Eccellenza tra il Pianura e il Succivo. In segno di solidarietà con il
quartiere che protesta contro la discarica dei Pisani, la squadra di casa al
momento del gol decisivo per la vittoria non ha esultato mentre la società
sportiva aveva deciso l'ingresso gratuito allo stadio che si trova a poche
centinaia di metri dalla discarica dei Pisani. Fiamme in una scuola. Nella
notte ignoti hanno dato fuoco ai bagni di una scuola nel quartiere di Pianura.
Non si esclude che l'episodio di vandalismo possa essere collegato alle
proteste contro la discarica. (6 gennaio 2008.
( da "Liberazione" del 06-01-2008)
Barricate, incendi, strade bloccate, pompieri feriti Carla
Ravaioli Barricate, incendi, strade bloccate, pompieri feriti. Bassolino e Iervolino impiccati in effigie. No alla discarica e no anche
all'inceneritore. Conta dei morti da intossicazione. Inutile, questo è il
Mezzogiorno. Che c'entra la camorra, tocca a Prodi e Amato. Intervenga la forza
pubblica (a che fare non si dice: a manganellare le ecoballe?). La Ue
pronta a sanzionare una volta ancora l'Italia. Eccetera. Ma anche serie analisi
di una situazione incancrenita nei decenni, tra ignoranza del problema,
incapacità di gestione, disattenzione politica, degrado sociale diffuso. E
anche impegnati prospetti di corretti trattamenti pubblici e privati dei
rifiuti: riuso,riciclo, raccolta differenziata, quant'altro. Il Wwf promette
una prossima rigorosa battaglia per divieto d'uso di materiali non riciclabili;
riutilizzo della parte organica degli scarti; raccolta di rifiuti porta a
porta; raccolta speciale di carta e imballaggi. Il tutto per almeno tre mesi.
Qualcuno ha anche proposto di vietare l'importazione in Campania di vassoi,
scatole, involucri difficilmente trattabili. "Zero Waste", una ben
nota rete internazionale impegnata in materia, afferma che si potrebbe cogliere
l'occasione per promuovere una radicale riorganizzazione dell'intero sistema di
produzione e consumo. Non si può non applaudire. Ma non si può nemmeno esimersi
dal considerare che la produzione di un enorme massa di oggetti inutili,
destinati a trasformarsi immediatamente in rifiuti, come le assurdamente
complesse e talora inespugnabili confezioni degli alimenti (bottiglie, vassoi,
scatole, buste, sacchetti, involucri di ogni sorta, tutti rigorosamente in
plastica, cioè non riciclabili né biodegradabili), o di qualsiasi altro oggetto
oggi in vendita, tutto ciò equivale a tanto buon Pil che, oltre a impinguare i
profitti delle imprese, scalda i cuori di economisti e politici, li rassicura
che la crescita non è finita, che anzi in occasione del Santo Natale ha ripreso
di lena la sua salita. Davvero si spera di poter riorganizzare alla radice
l'intero sistema di produzione distribuzione e consumo, mentre la crescita del
Pil è la stella polare della nostra economia, anzi dell'intera nostra società,
che puntualmente e rispettosamente al dettato dell'economia si inchina? segue a
pagina 4 06/01/2008.
( da "Virgilio Notizie" del 06-01-2008)
06-01-2008 16:10 Politica intervenga per risolvere
problema, ne discuta Parlamento Roma, 6 gen. (Apcom) - "Come è possibile
che in tutta Italia la gestione dei rifiuti sia gestita in maniera normale
mentre a Napoli si è scatenata questa tragedia? Cosa ha fatto in questi anni la
magistratura per evitare che si arrivasse a questa tragica situazione?".
Lo chiede Chiara Moroni, vicepresidente dei deputati di Forza Italia.
"Napoli e la Campania - dichiara - vivono una situazione tragica, in
questi casi tutte le Istituzioni devono assumersi le proprie responsabilità.
C'è da registrare il totale fallimento dell'esperienza di Bassolino
e della sua 'nefasta' stagione". "Nessuno può chiamarsi fuori, non lo
può fare - aggiunge Moroni - chi in questi anni ha alimentato il falso mito del
'Rinascimento napoletano', nè chi ha proposto Antonio Bassolino
e Rosetta Iervolino come modelli nazionali". "La politica ha il
compito di intervenire per individuare le cause di questa tragedia nazionale ma
soprattutto per proporre soluzioni. E' bene - conclude Moroni - che si discuta
in Parlamento per individuare rapide soluzioni".
( da "Virgilio Notizie" del 06-01-2008)
06-01-2008 16:02 Loro mancate dimissioni tolgono
credibilità a interventi governo Roma, 6 gen. (Apcom) - "Il presidente
della Regione Campania, Antonio Bassolino, e il
sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, non possono essere considerati
responsabili sul piano giuridico della tragedia che incombe sul loro
territorio. E' evidente a chiunque, però, che la loro permanenza ai vertici
della Regione e del Comune costituisce un ostacolo insormontabile a qualsiasi
soluzione del problema rifiuti". Lo sostiene Osvaldo Napoli, membro del
direttivo di Forza Italia alla Camera. Spiega Napoli: "Per due ragioni: Bassolino e Iervolino sono responsabili delle mancate
risposte della politica al grave dissesto ambientale e sanitario della Regione
e del suo capoluogo; le loro mancate dimissioni tolgono ogni credibilità a
qualsiasi intervento il governo dovesse mettere in campo perché verrebbe
gestito da vertici politici locali screditati agli occhi della
popolazione". "Per queste ragioni - sostiene ancora l'esponente di Fi
- a Napoli è in gioco la credibilità non solo delle amministrazioni locali, ma
delle stesse istituzioni nazionali. Sbaglierebbe Prodi a immaginare un commissariamento
pro tempore dei governi locali per poi restituire potere di indirizzo e di
decisione a chi non gode più del consenso del popolo. Ho detto nei giorni e lo
ripeto: la situazione di Napoli è in larga misura una metafora penosa della più
generale condizione in cui versa l'Italia".
( da "Virgilio Notizie" del 06-01-2008)
06-01-2008 15:59 In centrosinistra scaricabarile, governo
contraddittorio Roma, 6 gen. (Apcom) - La "vera tragedia" è che
l'emergenza rifiuti in Campania è il frutto di "una classe politica di
inetti e incapaci": nel centrosinistra locale e nazionale continua lo
"scaricabarile di responsabilità" e il governo Prodi è alle prese con
"le solite contraddizioni". Siamo di fronte ad una "discarica
politica". Antonio Pezzella, deputato e portavoce campano della Destra,
attacca il centrosinistra e i rappresentanti dell'esecutivo per la gestione dei
rifiuti in Campania. "Mentre il Commissario Europeo all'Ambiente, Stravos
Dimas, boccia senza appello l'Italia e parla di un storia infinita e non di
un'emergenza per descrivere fallimenti e responsabilità nella gestione dei
rifiuti in Campania, nel centrosinistra - sostiene l'esponente del movimento di
Storace - si registra la solita divisione che ha fin qui caratterizzato il
Governo Prodi, con dichiarazioni e posizioni in cui si dice di tutto e di più,
e di tutto ed il contrario di tutto. Si va dal ministro Di
Pietro che insiste per la richiesta di dimissioni di Bassolino e per un
cambio generazionale della classe dirigente campana, ad un altro ministro dello
stesso governo Prodi, Mastella, che invece difende Bassolino ed
attacca Iervolino e Partito Democratico per le contraddizioni mostrate sulla
vicenda". "C'è, insomma, uno scaricabarile di responsabilità
che è vergognoso - attacca Pezzella - e che fa perdere ulteriore credibilità
internazionale al nostro Paese. La vera tragedia, insomma, è proprio questa
classe politica di incapaci ed inetti, quello di un centrosinistra campano e
nazionale da totale disastro. Una classe dirigente, per stare tristemente in
tema, da discarica politica".
( da "Mattino, Il (Avellino)" del 06-01-2008)
L'EMERGENZA Si fa sempre più drammatica la situazione
rifiuti in Irpinia. Il blocco del Cdr continua a paralizzare la raccolta,
intasando strade e marciapiedi. L'intera provincia è al collasso, sommersa da 4mila
tonnellate di rifiuti stoccati a terra, da giorni, in tutti i centri. Una
quantità enorme, che ben rappresenta la situazione provocata dalla più grave
crisi del comparto rifiuti degli ultimi 14 anni. Gli incendi di cassonetti e
cumuli di immondizia non conoscono soste. A preoccupare maggiormente è la
situazione di uffici pubblici, scuole, ospedali e carceri, nei pressi dei quali
la raccolta è stata del tutto bloccata. Imminente è, invece, lo stop ad alcuni
mercati settimanali. A Napoli un'altra giornata d'inferno
davanti alla discarica di Pianura tra assalti con No global e ultrà, ambulanze
bloccate. Ancora scontri con la polizia con feriti e primi fermi. Per la
Iervolino Iervolino "ci sono siti alternativi". Scoppia la lite tra Bassolino e Di Pietro.
( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 06-01-2008)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il
(Benevento))
IL RETROSCENA PAOLO MAINIERO Dispiaciuto ma
determinato. E ottimista. "Ottimista per forza", dice Alessandro
Pansa. Il prefetto di Napoli è tutto dedicato all'emergenza. È una corsa contro
il tempo. "Abbiamo altri tre giorni, e poi...". E poi se non apre
Pianura per Napoli comincerà una lenta agonia, la città, tutta, anche i salotti
di Chiaia e Posillipo dove già ieri comparivano i primi cumuli, sarà sommersa
dalla spazzatura. Tre giorni, quanti servono, devono servire per allestire il
sito di stoccaggio delle ecoballe e "per non far morire Napoli di
rifiuti". Tre giorni. Pansa lancia il suo nuovo appello attraverso
"Il Mattino". Ma prima ne aveva parlato, ricevendola nel suo ufficio
su piazza Plebiscito, con una delegazione di cittadini di Pianura. Un incontro
che in un certo senso ha rinfrancato il prefetto perché, fa sapere, i cittadini
si sono dimostrati comprensivi, hanno capito le ragioni della scelta. Pansa
segue ventiquattro ore su ventiquattro gli sviluppi dell'emergenza. Non è più
commissario, ha lasciato a fine anno quando il governo ha nominato al suo posto
Umberto Cimmino: "C'è stato un momento in cui la soluzione sembrava a
portata di mano, mi è dispiaciuto lasciare nel momento peggiore anche se
continuo a lavorare giorno e notte accanto al commissario". Qualcosa,
all'improvviso, non ha funzionato. E la situazione è precipitata. E ora c'è
solo da rimboccarsi le maniche. C'è Pianura da aprire per dare ossigeno a
Napoli, ma c'è anche una provincia allo stremo che attende una mano che la tiri
fuori dai flutti prima che affondi. Blocchi, proteste, esasperazione, la
provincia sta esplodendo. San Giorgio a Cremano è al collasso. Con fatica il
sindaco Domenico Giorgiano aveva individuato un'area di stoccaggio ma la
popolazione si è opposta quasi come se fosse meglio tenersi la spazzatura sotto
casa. Pansa ieri ha chiesto a Cimmino di riaprire, com'è stato fatto per
Pianura, le discariche che furono chiuse negli anni addietro nei comuni della
provincia. È il segno che non c'è tempo da perdere perché l'emergenza sanitaria
finora non è scoppiata, ragiona il prefetto, solo per le temperature basse di
dicembre e gennaio. Ma intanto in molte città le scuole domani non riapriranno.
Pianura, allora. Andare avanti. Nonostante le difficoltà che il prefetto non
nasconde e non vuole nascondere. Anzi, è deciso ad affrontare le difficoltà,
con il dialogo ma anche con la necessaria fermezza. C'è una questione di ordine
pubblico, innanzitutto. Da Pianura giungono notizie di raid e assalti. Per
Pansa la situazione più che sotto controllo è da controllare. "Per fortuna
- dice - coloro che vogliono gli incidenti non ci riescono perché i poliziotti
e i carabinieri sono molto attenti a non cedere alle provocazioni di disperati
che i cittadini perbene isolano". Naturalmente, il prefetto, nei colloqui
avuti nel corso della giornata sottolinea che il sospetto di infiltrazioni è
forte perchè alzare il livello dello scontro servirebbe alla camorra a non far
aprire la discarica e quindi a continuare a gestire le sue discariche abusive.
Non abbassare la guardia, è l'esortazione del prefetto, che si sforza in queste
delicate ore di essere ottimista. E anche diplomatico. "In questo momento
c'è solo bisogno di stare uniti", insiste. Ed è il
messaggio che lancia al sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino che continua a
opporsi all'apertura della discarica di Pianura convinta che ci siano strade
alternative da percorrere. Ma è il messaggio che lancia anche al presidente
della Regione Antonio Bassolino che ieri aveva sottolineato che con lui commissario mai c'era
stata una crisi così grave a Natale e Capodanno. "Non è questo il tempo
delle polemiche", dice Pansa prima di infilarsi in un'altra serie di
incontri e colloqui. La notte sarà lunga.
( da "Mattino, Il (Benevento)" del 06-01-2008)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (City))
(Mattino, Il (Circondario Sud1)) (Mattino, Il (Circondario Sud2))
Ma la Iervolino insiste: no a Pianura, ci sono altri
siti. E lancia un appello ai manifestanti: basta violenza LUIGI ROANO Restano
divisi sull'opportunità della riapertura della discarica di Pianura il sindaco Rosa Russo Iervolino e il governatore Antonio Bassolino. Anche ieri le due posizioni differenti sono emerse, ma entrambi
hanno un solo obiettivo: ripulire Napoli e la Campania. Iervolino ieri ha
proposto un sito alternativo a quello di Pianura, ne discuterà a Roma con il
ministro Alfonso Pecoraro Scanio, ma le speranze che si concretizzi il suo
desiderio sono minime: "Ci sono tre o quattro di opportunità
diverse da Pianura, c'è per esempio Gricignano" ha detto la Iervolino. Che
ha lanciato poi un appello: "No alle violenze, perché con la violenza non
si risolve nulla" rivolto a quanti stanno mettendo a ferro e fuoco
Pianura. Bassolino al Tg1 delle 20 si rivolge
direttamente al governo ma il tema è lo stesso, l'individuazione di nuovi
sversatoi: "Si tratta di aprire nuove discariche - ha detto il governatore
- oltre a quella di Pianura, opportunità garantita dalla legge della Repubblica
italiana. Il fatto è che questa battaglia è difficile in questa terra, perché
qui sono stati sversati per decenni rifiuti illegalmente da ogni parte
d'Italia, e perché qui c'è tutto un intreccio torbido: c'è un ruolo della
criminalità organizzata come ha detto anche lo scrittore Roberto Saviano".
Insomma chi ha inquinato in passato si faccia carico di dare un aiuto adesso,
il ragionamento del governatore. Bassolino spiega
perché l'emergenza è precipitata: "Non si è riusciti nei tempi giusti a
costruire i termovalorizzatori. È questa la mia parte di responsabilità che mi
prendo, come non ci sono riusciti a costruirli anche i commissari che si sono
succeduti dopo di me". Un Bassolino reattivo ma
preoccupato, quello apparso in video, pronto a replicare al ministro Antonio Di
Pietro che ne ha chiesto le dimissioni: "Di Pietro fa una cosa
irresponsabile in questo momento. Fa parte del governo e dovrebbe dare un
contributo a togliere i rifiuti da mezzo alle strade. In questo momento, forte
dovrebbe essere l'impegno di tutti, anche di quelle opposizioni che hanno avuto
responsabilità di governo nel commissariare questa regione". E la
Iervolino? Insiste sul non far ricadere sui pianuresi nuovi sacrifici:
"Non voglio fare l'eroina, tutti avranno fatto la loro parte, ma io
conoscendo le difficoltà degli abitanti di Pianura non potevo non metterle in
campo. Si verifichino le alternative alla discarica di quel quartiere".
Poi l'annuncio: "Andrò presto a Pianura, ci mancherebbe altro, non ho
paura e conosco bene quella gente". Infine, il rinnovato appello alla
calma: "Mi rivolgo alla stragrande maggioranza dei pianuresi che conosco e
che stimo: siate calmi, abbiate fiducia nelle istituzioni, rispettate la
legge". Fanno sentire la loro voce due assessori della sua squadra: Nicola
Oddati e Giuseppe Gambale con deleghe alla Cultura e alla Legalità: "Si
danno al sindaco - il loro ragionamento - responsabilità che non ha. C'è il
commissariato di governo che da 13 anni gestisce lo smaltimento dei rifiuti.
Siano loro a dire perché non si sono trovate prima soluzioni".
( da "Mattino, Il (Benevento)" del 06-01-2008)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (City))
(Mattino, Il (Circondario Nord)) (Mattino, Il (Circondario Sud2))
Caos rifiuti, infiltrati
armati di pietre e bastoni tra i manifestanti: feriti e fermi. Corteo pacifico
dei cittadini Pianura, assalto a polizia e ambulanze "Qui peggio che in
guerra". Iervolino: ci sono siti alternativi. Bassolino: subito nuove
discariche.
( da "Repubblica.it" del 06-01-2008)
Il parroco don Giuseppe Cipolletta celebra una messa davanti
alla discarica di Pianura Il capo dello Stato: "E' una tragedia". Il
vescovo di Pozzuoli: "Garanzie" Prodi e Fioroni: "Le scuole
riaprano" I sindaci: "Solo se togliete i rifiuti" L'assessore
regionale Gabriele: "Modificheremo il calendario per salvaguardare gli
studenti" L'Italia dei Valori pronta a sfiduciare il governatore Antonio Bassolino Prodi e Fioroni: "Le scuole riaprano" I
sindaci: "Solo se togliete i rifiuti" "/> La messa alla
discarica NAPOLI - Una messa davanti alla discarica, dopo una notte di relativa
calma. A Pianura gli abitanti del quartiere mantengono un presidio contro la
riapertura decisa dal Prefetto. In serata circa mille persone con il sindaco
Sauro Secone e alcuni sacerdoti hanno manifestato pacificamente in corteo. La
zona è controllata dalla polizia. Da Bologna Romano Prodi invoca un ritorno
alla normalità in Campania. A partire dalle scuole "di cui ho disposto la
riapertura". "I bambini che stanno a casa - dice il premier -
rimangono nelle zone con lo stesso inquinamento, e se in qualche scuola ci sarà
una situazione di emergenza manderò stanotte a pulire intorno in modo che si
possa riaprire la scuola". Poi un messaggio secco: "Il problema dei
rifiuti deve essere risolto per sempre. Con il ministro dell'Interno abbiamo
programmato una strategia di lungo periodo". Anche il ministro della
Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni ribadisce che domani in Campania gli
studenti torneranno regolarmente a scuola. E il ministro della Difesa Arturo
Parisi dispone l'impiego di mezzi del Genio di Caserta per sgomberare gli
ingressi delle scuole. Ma genitori e sindaci non sono d'accordo. E il sindaco
di Caserta Nicodemo Petteruti afferma che l'ordinanza di chiusura è ancora in
vigore. L'assessore regionale Gabriele assicura: "Modificheremo il calendario
scolastico per non far perdere preziosi giorni di scuola agli studenti delle
scuole che rimarranno chiuse". Fioroni: in Campania si torni a scuola.
"Ho dato disposizioni, con il prefetto, il direttore scolastico regionale
e d'intesa con le autorità regionali - ha detto il ministro Fioroni - affinché
si predisponga ogni intervento necessario a far riaprire fin da domani tutte le
scuole delle zone interessate dall'emergenza rifiuti in Campania. La scuola -
ha spiegato Fioroni - è un bene primario e i ragazzi non possono esserne
privati ed è soprattutto di fronte ad emergenze come quella che sta investendo
la Campania che bisogna garantire servizi e i beni fondamentali".
"Domani scuole aperte" ma genitori e sindaci dicono no. Ma la questione
delle scuole diventa, ora dopo ora, un nuovo punto di tensione. Alcuni genitori
affermano che domani mattina non manderanno in classe i loro figli negli
istituti di Cercola: "Le finestre di alcune classi si trovano a pochi
metri dai cumuli dei sacchetti maleodoranti e preferiamo, al momento non
mandarli a scuola". Una situazione che il sindaco di San Giorgio a
Cremano, Domenico Giorgiano, rimarca, invitando Prodi "a vedere di persona
come stanno le cose". Parla di cumuli di rifiuti il primo cittadino e di
rischi per gli alunni: "Se stanotte la situazione migliorerà revocherò la
mia ordinanza. In caso contrario, resterà confermata la chiusura di tutti gli
istituti di ogni ordine e grado". E anche a Quarto le scuole non apriranno
i battenti. Mentre il sindaco di Volla, Salvatore Ricci, si dice disponibile a
revocare il provvedimento di chiusura delle scuole nel suo comune, "a
patto però - spiega - che sia tolta immediatamente la spazzatura davanti agli
istituti. Dopo 15 anni di emergenza le promesse non ci bastano più".
Modifiche al calendario scolastico. Il sindaco di Caserta, infine, Nicodemo
Petteruti, interpellato sulle dichiarazioni del Presidente del Consiglio,
Romano Prodi, si limita a confermare di "non aver ricevuto alcuna
comunicazione ufficiale di eventuali provvedimenti che autorizzino la ripresa
dell'attività scolastica". Le scuole di Caserta, pertanto, domani
rimarranno chiuse. Tuttavia gli studenti delle scuole che in questi giorni
rimarranno chiuse non perderanno "giorni preziosi", assicura
l'assessore regionale all'Istruzione Corrado Gabriele: "Nell'intenzione di
assicurare il pieno esercizio del diritto allo studio si disporrà domani
stesso, nel rispetto delle competenze della giunta regionale la modifica del
calendario scolastico per far sì che le scuole che non dovessero riaprire non
perdano preziose giornate di lezione". Tuttavia Gabriele invita il governo
a intervenire rapidamente "per ripulire i cumuli di rifiuti", se
necessario anche con l'intervento dell'esercito. Idv: "Pronti a sfiduciare
Bassolino". La questione rifiuti rischia di
travolgere la giunta campana. Dall'Italia dei valori, dopo l'attacco di Antonio
Di Pietro al presidente Antonio Bassolino, arriva una
dura stoccata: "Non escludo la presentazione di una mozione di sfiducia al
presidente Bassolino" dice il coordinatore
regionale dell'Idv. Una mossa che mette a rischio il futuro del Governatore che
da sette anni guida la regione. Nel frattempo il
centrodestra non sta a guardare e inanella una serie di dichiarazioni con un
unioc filo conduttore: via Bassolino e anche il sindaco di
Napoli, Rosa Russo Iervolino. Don Cipolletta e il Presidente. "La gente va
ascoltata, non bastonata - dice il parroco della chiesa di Sant'Antonio, don
Giuseppe Cipolletta - noi siamo contro le violenze e le condanniamo. Ma
interroghiamoci su chi promette da trent'anni il risanamento di questo
quartiere". Ma anche il presidente della Repubblica Napolitano è tornato
questa mattina sull'argomento: "Ho chiesto al governo di intervenire e il
governo ha garantito il suo impegno. Quella dei rifiuti è una tragedia". E
anche dal vescovo di Pozzuoli, Gennaro Pascarella, sono arrivate parole forti,
contenute in un messaggio letto ai manifestanti nel corso della messa che si
sta celebrando al presidio dinanzi alla discarica di Pianura: "Chiediamo
precise garanzie alle autorità che hanno deciso la riapertura della
discarica". Parole accolte dagli applausi dei contestatori. Duro l'attacco
a chi avrebbe dovuto risolvere il problema e non l'ha fatto. Il vescovo ha
sollecitato che siano accertate "le responsabilità a tutti i
livelli". Poi l'appello a non alimentare la tensione condannando "la
violenza da ogni parte". Calcio, il Pianura non esulta. E' finita 1-0 per
i padroni di casa la partita di calcio della serie Eccellenza tra il Pianura e
il Succivo. In segno di solidarietà con il quartiere che protesta contro la
discarica dei Pisani, la squadra di casa al momento del gol decisivo per la
vittoria non ha esultato mentre la società sportiva aveva deciso l'ingresso
gratuito allo stadio che si trova a poche centinaia di metri dalla discarica
dei Pisani. (6 gennaio 2008.
( da "Affari Italiani (Online)" del 06-01-2008)
" Domenica 06.01.2008 18:11 --> LO SPECIALE
DI AFFARI "Tutti parlano ma nessuno fa nulla. Si renda pubblico un albo
con i nominativi dei proprietari e dei consigli di amministrazione della
aziende coinvolte nella raccolta rifiuti. Scopriremo parenti e amici di
politici e governanti". E' quanto sostiene l'eurodeputato del Pdci Marco
Rizzo. Forum/ Emergenza monnezza a Napoli, che fare? Clicca e di' la tua!
Monnezza/ Ecco come tra Campania e Molise le ecoballe spaccano i piccoli comuni
Rifiuti/ Napoli, tensione e scontri. Napolitano: sono allarmato, penso che il
governo prenderà iniziative Rifiuti/ Commissione Ue, risposta Italia
insufficiente Napoli/ Esplode fabbrica clandestina di botti, due ragazzi feriti
Rifiuti/ Commissariamenti e poche discariche, ecco l'origine della crisi
Monnezza, la Iervolino pesi le parole , di G. Morello Se la munnezza finisce ai
saldi , di A. D'Anna Napoli, sporca per... Costituzione , di G. De Felice
Interverrà l'esercito, per liberare le scuole dall'assedio delle tonnellate di
rifiuti nei comuni del napoletano. Lo ha fatto sapere il Ministro della Difesa,
Arturo Parisi. Chiamato in causa dal Presidente del Consiglio sulla
"persistente grave emergenza rifiuti in Campania - spiega una nota del
ministero - ha assicurato la massima disponibilità ed ha disposto l'impiego di
mezzi del 21 Reggimento Genio di Caserta per concorrere alle operazioni di
sgombero di ingressi delle scuole". "I mezzi specialistici del Genio
Militare - aggiunge - sono pronti ad intervenire, con due ore di preavviso, su
richiesta dell'Autorità Prefettizia". Calderoli: "Siamo la Repubblica
delle bucce di... banane. Napoli? Non è Italia" "Il presidente della
Repubblica, complice un ascesso resta a Capri, come fece l'imperatore Tiberio,
il presidente del Consiglio, dopo le performances modello Yeti sulle Dolomiti,
si è ritirato nella sua Bologna e, dulcis in fundo, l'assessore regionale
all'Ambiente della Campania, Luigi Nocera, è da dieci giorni in vacanza a Praga
mentre a casa sua si brucia l'immondizia, si attaccano le forze dell'ordine e
persino le ambulanze". Lo afferma Roberto Calderoli, Vice Presidente del
Senato e Coordinatore della Lega Nord, secondo il quale "i rifiuti di
Napoli sono il simbolo della vergogna, ma neanche gli uomini delle istituzioni
scherzano per il loro impegno e le loro assenze". "Ma come può un
assessore all'Ambiente - sottolinea Calderoli - essere assente ed essere in
vacanza all'estero con quello che sta accadendo a casa propria e pensare poi di
restare al suo posto? Dalla Repubblica delle banane stiamo diventando la
Repubblica delle bucce di banane". Poi va già duro: "Tutto quello che
sta succedendo dimostra che Napoli non è Italia. Siamo di fronte ad un Paese
che accetta di avere al suo interno un'enclave extraterritoriale, dove le leggi
dello Stato non valgono. Ma un Paese che accetta che lo stato di diritto venga
fatto rispettare solo in una parte sì e in altre no cessa di essere uno Stato
di diritto e cessa, pertanto, anche di essere uno Stato. E quando non c'è più
lo Stato di diritto, per alcune aree del Paese, allora è giusto che anche le
altre aree abbiano la possibilità di decidere cosa fare". E conclude:
"Ci si sarebbe aspettati che i manifestanti andassero
a protestare sotto casa di Bassolino, della Iervolino e di
tutti quelli che in questi anni si sono arricchiti con i rifiuti, ma
evidentemente non occorre solo rimuovere gli amministratori per risolvere
questi annosi problemi ma va cambiato il dna dei napoletani e il loro modo di
ragionare". Pronta la risposta dell'assessore all'Ambiente della
Regione Campania, Luigi Nocera: "Mi meraviglio che Calderoli assuma oggi
posizioni tanto nette. Mi chiedo dove si trovasse fino ad oggi, quando la
gestione commissariale faceva capo a un governo di centrodestra e quando i
rifiuti tossici venivano trasportati dal Nord verso la nostra regione". E
puntualizza: "A proposito della mia assenza, faccio notare a Calderoli che
la notizia secondo cui sarei stato dieci giorni all'estero non risponde al
vero: mi sono allontanato per motivi familiari solo per due giorni. Un
brevissimo periodo in cui, comunque, mi sono sempre tenuto costantemente
aggiornato sull'evolversi della situazione". Poi aggiunge: "Per il
resto, l'assessorato Ambiente della Regione Campania ha sempre assicurato al
Commissariato piena collaborazione istituzionale, compiendo tutte le azioni che
poteva attuare pur nell'ambito di una gestione che, come Calderoli saprà, è
commissariale e che, di fatto, sottrae la competenza alla Regione. Per questo
le critiche di Calderoli sono assolutamente pretestuose". Di Pietro pronto
a sfiduciare la giunta campana La questione rifiuti rischia di travolgere la
giunta campana. Dall'Italia dei valori, dopo l'attacco di Antonio Di Pietro al
presidente Antonio Bassolino, arriva ora una stoccata
molto pesante: "Non escludo la presentazione di una mozione di sfiducia al
presidente Bassolino" dice il coordinatore
regionale dell'Idv. Una mossa che mette a rischio il futuro del Governatore che
da sette anni guida la regione. Nel frattempo i maggiori esponenti del centrodestra
sembrano tutti uniti: via Bassolino e anche il sindaco
di Napoli, Rosa Russo Iervolino. (SEGUE - Napolitano: "Tragedia da
risolvere". Prodi e Fioroni: "Riapriremo le scuole". I Sindaci.
"Solo se la situazione migliora". E il Vescovo va all'attacco delle
Istituzioni) --> pagina successiva >>.
( da "Virgilio Notizie" del 06-01-2008)
06-01-2008 18:39 Gasparri d'accordo: importante Bassolino e Iervolino vadano via Roma, 6 gen. (Apcom) -
Gianni De Gennaro commissario della Regione Campania: la proposta la lancia, da
'Domenica In', la deputata di Forza Italia Mara Carfagna. E il collega di An
Maurizio Gasparri subito l'appoggia. "Mi appello al capo dello Stato -
dice la Carfagna, secondo quanto riferisce una nota dell'ufficio stampa della
trasmissione di Raiuno - per risolvere l'emergenza rifiuti in Campania. E'
necessario il commissariamento della Regione e la nomina di un commissario con
pieni poteri: un nome adatto è quello di Gianni De Gennaro, già capo della
Polizia". Secondo l'esponente di Fi, il commissario deve "riportare
in 2-3 anni la situazione alla normalità". "De Gennaro e' un ottimo
candidato a ricoprire il ruolo di commissario straordinario della Regione
Campania", concorda Gasparri, secondo il quale "l'importante è che Bassolino e la Iervolino abbiamo il buon gusto di farsi da
parte". "La situazione in Campania - sostiene l'esponente di An - è
incandescente. Tanto che a mio avviso, la Procura di Napoli dovrebbe occuparsi
di più di quello che succede nella regione, anzinchè intercettare telefonate
innocue di dirigenti Rai che parlano di vallette e ballerine". Gasparri
boccia il vertice convocato da Prodi per l'emergenza rifiuti, previsto domani a
Palazzo Chigi. "L'unica salvezza per il paese - dice - è che il Governo
Prodi vada a casa e che si torni rapidamente alle urne".
( da "Repubblica.it" del 06-01-2008)
L'intervista. Franco Roberti, capo del pool
anticamorra della procura di Napoli: 15 anni fa tutto già chiaro "Quando
quel boss mi disse: per noi la monnezza è oro" "Dice bene Saviano:
indagare sul sistema dei consorzi tra pubblico e privato" di GIOVANNI MARINO
"Quando quel boss mi disse: per noi la monnezza è oro""/>
Franco Roberti NAPOLI - Fu il primo a capirlo. Il primo a riceverne diretta
conferma. "Dotto', non faccio più droga. No, adesso ho un altro affare.
Rende di più e soprattutto si rischia molto meno. Si chiama monnezza, dotto'.
Perché per noi la monnezza è oro". Il procuratore Franco Roberti ascoltò
quelle parole nel carcere di Vicenza, dicembre 1992. Lì il boss del Rione
Traiano, Nunzio Perrella, aveva deciso di pentirsi. "L'inchiesta che ne
derivò - ricorda il capo del pool anticamorra della Procura di Napoli - svelò
come le cosche lucravano sui rifiuti. C'era tutto già allora: imprese mafiose
mascherate, amministratori corrotti dalle tangenti, controlli inesistenti,
territori avvelenati. Un segnale d'allarme che non fu colto dalla
politica". Squilla il telefono al dodicesimo piano del grattacielo dei pm.
È un sabato di lavoro, perché la camorra non si ferma per i week-end.
Ventiquattr'ore prima c'è stato un delitto: 10 colpi contro un pregiudicato.
Roberti risponde, dà direttive. Quindi riprende: "Assisto a uno
scaricabarile vergognoso, se Napoli nel 2008 rappresenta questo scenario
apocalittico nessuno può dirsi immune da colpe". Procuratore Roberti,
perché per la camorra è meno rischioso e più redditizio infiltrarsi nel settore
dei rifiuti? "Perché i rifiuti sono una emergenza infinita. E dove c'è una
emergenza c'è il crimine organizzato. Perché emergenza è, giocoforza, sinonimo
di attenuazione o evanescenza dei controlli di legalità: si rischia meno e si
guadagna di più. Lo scrittore Saviano, ieri su Repubblica, ha illustrato come
agiscono i camorristi". Saviano parla del sistema dei consorzi, vero
cavallo di Troia per entrare nel business dell'immondizia. "I consorzi
pubblico-privato, già. È stato da noi accertato che nella provincia di Caserta
un consorzio, un esponente del Commissariato ai rifiuti e le cosche facevano
affari. Lo scrittore ha pertinentemente citato, poi, il fatto che questo
intreccio di illegalità ha scaricato sulla gestione commissariale un costo di
nove milioni di euro. Una bella cifra, ma poco rispetto al business illegale
reale". Ha una stima del guadagno illecito? "Cifre enormi. Solo per
avvicinarci basti pensare a quanto c'è in ballo: scrive la commissione bicamerale
d'inchiesta guidata dal senatore Barbieri che a oggi il costo totale della
prima fase del ciclo dei rifiuti si aggira tra i 500 e i 600 milioni di euro
l'anno. Ragionando solo su questo dato si ha una idea del profitto che i clan
traggono". Ma dove più s'infiltrano? "Le cosche sono dappertutto
nell'emergenza rifiuti: nella prima fase, in quella intermedia, nella
finale". Chi è il padrino dei rifiuti? "La cosca dei Casalesi su
tutti. In città, i clan di Rione Traiano e di Pianura". Pianura, dove
molti dicono che c'è la camorra a spingere perché prevalga la violenza.
"La camorra ha interesse ad agitare la protesta e a mantenere la
situazione emergenziale che le porta guadagni". Cosa fare per uscire dai
giorni più bui di Napoli? "Primo: investire il governo della questione con
totale assunzione di responsabilità. Sinora con il Commissariato si è
verificata una delega piena a livello locale ma il Commissariato si è rivelato
un carrozzone capace di inghiottire cifre spaventose senza risolvere il
problema, anzi, aggravandolo. Secondo: bisogna realizzare subito il
termovalorizzatore. Possibile che manchi ancora il 15 per cento della sua
costruzione? E la raccolta differenziata: 150 Comuni campani sono in linea con
la media nazionale, perché gli altri non lo sono?". Perché sinora tutto
ciò non si è fatto? "Perché per fare certe scelte in politica bisogna
assumersi sino in fondo le proprie responsabilità, anche a costo di rischiare
la poltrona e il consenso elettorale". E la magistratura poteva fare di
più? "Non su questo. Siamo stati i primi, nessuno ha voluto trarne
insegnamento. Al punto che ora stiamo pensando di attivare un circuito
informativo più forte. Noi siamo legati al segreto ma l'articolo 118 del codice
di procedura penale ci consente di informare in via riservata il ministro
dell'Interno di fatti indispensabili per la prevenzione dei delitti più
gravi". L'opposizione chiede le dimissioni di Bassolino e Iervolino. "Dico solo che se un politico ammette le
proprie responsabilità dovrebbe poi trarne le conseguenze. Ma basta polemiche.
Cito Machiavelli: scrivendo di Napoli disse che ci sarebbe voluta la "mano
regia": un potere irresistibile per ripristinare ordine e legalità.
Roma si muova, non c'è più tempo". (6 gennaio 2008.
( da "Affari Italiani (Online)" del 06-01-2008)
" Domenica 06.01.2008 19:35 --> LO SPECIALE
DI AFFARI "Tutti parlano ma nessuno fa nulla. Si renda pubblico un albo
con i nominativi dei proprietari e dei consigli di amministrazione della
aziende coinvolte nella raccolta rifiuti. Scopriremo parenti e amici di
politici e governanti". E' quanto sostiene l'eurodeputato del Pdci Marco
Rizzo. Forum/ Emergenza monnezza a Napoli, che fare? Clicca e di' la tua!
Monnezza/ Ecco come tra Campania e Molise le ecoballe spaccano i piccoli comuni
Rifiuti/ Napoli, tensione e scontri. Napolitano: sono allarmato, penso che il
governo prenderà iniziative Rifiuti/ Commissione Ue, risposta Italia
insufficiente Napoli/ Esplode fabbrica clandestina di botti, due ragazzi feriti
Rifiuti/ Commissariamenti e poche discariche, ecco l'origine della crisi
Monnezza, la Iervolino pesi le parole , di G. Morello Se la munnezza finisce ai
saldi , di A. D'Anna Napoli, sporca per... Costituzione , di G. De Felice
Interverrà l'esercito, per liberare le scuole dall'assedio delle tonnellate di
rifiuti nei comuni del napoletano. Lo ha fatto sapere il Ministro della Difesa,
Arturo Parisi. Chiamato in causa dal Presidente del Consiglio sulla
"persistente grave emergenza rifiuti in Campania - spiega una nota del
ministero - ha assicurato la massima disponibilità ed ha disposto l'impiego di
mezzi del 21 Reggimento Genio di Caserta per concorrere alle operazioni di
sgombero di ingressi delle scuole". "I mezzi specialistici del Genio
Militare - aggiunge - sono pronti ad intervenire, con due ore di preavviso, su
richiesta dell'Autorità Prefettizia". Calderoli: "Siamo la Repubblica
delle bucce di... banane. Napoli? Non è Italia" "Il presidente della
Repubblica, complice un ascesso resta a Capri, come fece l'imperatore Tiberio,
il presidente del Consiglio, dopo le performances modello Yeti sulle Dolomiti,
si è ritirato nella sua Bologna e, dulcis in fundo, l'assessore regionale
all'Ambiente della Campania, Luigi Nocera, è da dieci giorni in vacanza a Praga
mentre a casa sua si brucia l'immondizia, si attaccano le forze dell'ordine e
persino le ambulanze". Lo afferma Roberto Calderoli, Vice Presidente del
Senato e Coordinatore della Lega Nord, secondo il quale "i rifiuti di
Napoli sono il simbolo della vergogna, ma neanche gli uomini delle istituzioni
scherzano per il loro impegno e le loro assenze". "Ma come può un
assessore all'Ambiente - sottolinea Calderoli - essere assente ed essere in
vacanza all'estero con quello che sta accadendo a casa propria e pensare poi di
restare al suo posto? Dalla Repubblica delle banane stiamo diventando la
Repubblica delle bucce di banane". Poi va già duro: "Tutto quello che
sta succedendo dimostra che Napoli non è Italia. Siamo di fronte ad un Paese
che accetta di avere al suo interno un'enclave extraterritoriale, dove le leggi
dello Stato non valgono. Ma un Paese che accetta che lo stato di diritto venga
fatto rispettare solo in una parte sì e in altre no cessa di essere uno Stato
di diritto e cessa, pertanto, anche di essere uno Stato. E quando non c'è più
lo Stato di diritto, per alcune aree del Paese, allora è giusto che anche le
altre aree abbiano la possibilità di decidere cosa fare". E conclude:
"Ci si sarebbe aspettati che i manifestanti andassero
a protestare sotto casa di Bassolino, della Iervolino e di
tutti quelli che in questi anni si sono arricchiti con i rifiuti, ma
evidentemente non occorre solo rimuovere gli amministratori per risolvere
questi annosi problemi ma va cambiato il dna dei napoletani e il loro modo di
ragionare". Pronta la risposta dell'assessore all'Ambiente della
Regione Campania, Luigi Nocera: "Mi meraviglio che Calderoli assuma oggi
posizioni tanto nette. Mi chiedo dove si trovasse fino ad oggi, quando la
gestione commissariale faceva capo a un governo di centrodestra e quando i
rifiuti tossici venivano trasportati dal Nord verso la nostra regione". E
puntualizza: "A proposito della mia assenza, faccio notare a Calderoli che
la notizia secondo cui sarei stato dieci giorni all'estero non risponde al
vero: mi sono allontanato per motivi familiari solo per due giorni. Un
brevissimo periodo in cui, comunque, mi sono sempre tenuto costantemente
aggiornato sull'evolversi della situazione". Poi aggiunge: "Per il
resto, l'assessorato Ambiente della Regione Campania ha sempre assicurato al
Commissariato piena collaborazione istituzionale, compiendo tutte le azioni che
poteva attuare pur nell'ambito di una gestione che, come Calderoli saprà, è
commissariale e che, di fatto, sottrae la competenza alla Regione. Per questo
le critiche di Calderoli sono assolutamente pretestuose". Di Pietro pronto
a sfiduciare la giunta campana La questione rifiuti rischia di travolgere la
giunta campana. Dall'Italia dei valori, dopo l'attacco di Antonio Di Pietro al
presidente Antonio Bassolino, arriva ora una stoccata
molto pesante: "Non escludo la presentazione di una mozione di sfiducia al
presidente Bassolino" dice il coordinatore
regionale dell'Idv. Una mossa che mette a rischio il futuro del Governatore che
da sette anni guida la regione. Nel frattempo i maggiori esponenti del
centrodestra sembrano tutti uniti: via Bassolino e
anche il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino. (SEGUE - Napolitano:
"Tragedia da risolvere". Prodi e Fioroni: "Riapriremo le
scuole". La rabbia dei sindaci. E il Vescovo va all'attacco delle
Istituzioni) --> pagina successiva >>.
Rifiuti,
sassi contro la polizia Napolitano: "Interverrà il governo" ( da "Repubblica.it" del 05-01-2008)
Napoli,
i centri sociali occupano il Comune ( da "Corriere.it" del 05-01-2008)
Rifiuti,
21 manichini impiccati a Napoli ( da "Corriere.it" del 05-01-2008)
In
Campania si perde comunque ( da "EUROPA.it" del 05-01-2008)
Napolitano:
"Il governo interverrà" ( da "Quotidiano.net" del 05-01-2008)
Napolitano
sui rifiuti: il governo interverrà Bufera su Bassolino: non lascio la
presidenza ( da
"Piccolo di Trieste, Il" del 05-01-2008)
La
munnezza / 1 Grazie cari politici Ci sarà qualche malalingua che dir&# ( da "Stampa,
La" del
05-01-2008)
Le
lancette del tempo scorrono inesorabilmente anche in una città, Napoli, dove
sembra che il t
( da "Stampa, La" del 05-01-2008)
Napolitano
'allarmato'. Ma Sul caos rifiuti interviene anche Prodi: ora ci penserà il ( da "Giorno,
Il (Nazionale)"
del 05-01-2008) + 2 altre fonti
IERVOLINO
Dal sindaco una telefonata ai dimostranti: Sono con voi . E allora venga qui .
Bassolino: Io non lascio ( da "Giorno, Il (Nazionale)" del 05-01-2008) + 2 altre
fonti
Di
NINO FEMIANI - NAPOLI - IL PRESIDENTE della Repubblica string ( da "Giorno,
Il (Nazionale)"
del 05-01-2008) + 2 altre fonti
GUERRIGLIA
LA RABBIA DEI MANIFESTANTI SFOCIA IN RAID TEPPISTICI E MINACCE. E IL PRESIDIO NON
SI SCIOGLIE 0 A Pianura, sassi e molotov contro il commissariato ( da "Giorno,
Il (Nazionale)"
del 05-01-2008) + 2 altre fonti
Ancora
vandalismi e macabri avvertimenti - ferruccio fabrizio ( da "Provincia
Pavese, La" del
05-01-2008)
Emergenza
rifiuti in campania Il premier annuncia l'intervento del governo. Il sindaco di
Napoli contro il prefetto ( da "Libertà" del 05-01-2008)
Sabotaggi
e assalti ai bus, è guerra a Pianura ( da "Libertà" del 05-01-2008)
Rifiuti,
molotov e bus a fuoco napolitano: interverrà lo stato ( da "Tirreno,
Il" del
05-01-2008)
Napolitano:
Sono allarmato
( da "Giornale di Brescia" del 05-01-2008)
Caos
rifiuti, assalto al commissariato bombe carta e sassi contro la polizia -
stella cervasio
( da "Repubblica, La" del 05-01-2008)
Palazzo
chigi sconfessa il sindaco "sbagliato attaccare il prefetto" -
roberto fuccillo
( da "Repubblica, La" del 05-01-2008)
Rifiuti,
tutti contro tutti
( da "Repubblica, La" del 05-01-2008)
<Bassolino
se ne vada e intervenga l'Esercito> ( da "Secolo XIX, Il" del 05-01-2008)
Ventuno
manichini impiccati protesta choc, si spacca an - bianca de fazio ( da "Repubblica,
La" del
05-01-2008)
Bassolino,
stoccata al commissario ( da "Repubblica, La" del 05-01-2008)
"la
crisi è allarmante il governo interverrà" - angelo carotenuto ( da "Repubblica,
La" del
05-01-2008)
Rifiuti,
proteste choc Quirinale in allarme ( da "Arena, L'" del 05-01-2008)
Rifiuti,
proteste shock Quirinale in allarme ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 05-01-2008)
Rifiuti,
violenza a Napoli L'allarme del Quirinale ( da "Arena, L'" del 05-01-2008)
Proteste
choc L'allarme del Quirinale ( da "Giornale di Vicenza, Il" del 05-01-2008)
Prodi
a Napolitano: <Ci penserà il governo> ( da "Gazzetta
del Sud" del 05-01-2008)
Napolitano
allarmato: interverrà il governo - andrea palombi ( da "Nuova
Sardegna, La" del
05-01-2008) + 3 altre fonti
Ancora
vandalismi e macabri avvertimenti - ferruccio fabrizio ( da "Nuova
Sardegna, La" del
05-01-2008) + 2 altre fonti
Napolitano
allarmato: interverrà il governo - andrea palombi ( da "Tirreno,
Il" del
05-01-2008)
Ancora
vandalismi e macabri avvertimenti - ferruccio fabrizio ( da "Tirreno,
Il" del
05-01-2008)
A
Napoli fantocci impiccati firmati An Protesta choc contro il governatore e la
Iervolino. Ma il partito si spacca ( da "Unita, L'" del 05-01-2008)
Caos
rifiuti, Napolitano accusa Il capo dello Stato allarmato per la crisi di
Napoli: Il governo interverrà Bassolino: Non mollo . Ancora roghi e proteste,
gravi provocazioni di An ( da "Unita, L'" del 05-01-2008)
Liti
all'ombra dei rifiuti ( da "Unita, L'" del 05-01-2008)
"Impiccati"
Bassolino e la Jervolino ( da "Unione Sarda, L'
(Nazionale)" del
05-01-2008)
La
camorra è implicata ma politici locali colpevoli ( da "Eco
di Bergamo, L'"
del 05-01-2008)
Caos
rifiuti, Prodi: ora basta, ci pensa il governo ( da "Eco
di Bergamo, L'"
del 05-01-2008)
Analisi
la storia dei rifiuti napoletani, iniziata con la prima emergenza del '94 ( da "Riformista,
Il" del
05-01-2008)
Pianura,
il coprifuoco dei <duri> ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 05-01-2008)
BLOCCATI
DALL'OLIGARCHIA
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 05-01-2008)
Bassolino:
<Non lascio, c'è ancora bisogno di me> ( da "Corriere
del Mezzogiorno"
del 05-01-2008)
Bufera
su Bassolino Ma lui: resto al mio posto ( da "Corriere della Sera" del 05-01-2008)
Manichini
impiccati: slogan contro il sindaco e il governatore ( da "Gazzetta
di Parma (abbonati)"
del 05-01-2008)
Caos
rifiuti, Napolitano allarmato ( da "Gazzetta di Parma
(abbonati)" del
05-01-2008)
La
risorsa ecoballe? Una montagna inutile ( da "Sole 24 Ore, Il" del 05-01-2008)
Napolitano
allarmato: Interverrà il governo ( da "Corriere delle Alpi" del 05-01-2008) + 9 altre
fonti
Ancora
vandalismi e macabri avvertimenti ( da "Corriere delle Alpi" del 05-01-2008) + 9 altre
fonti
Scaricabarile.
In questi giorni è lo sport preferito ( da "Tempo, Il" del 05-01-2008)
Rifiuti,
la protesta-choc. Manichini impiccati per Iervolino e Bassolino pag.1 ( da "Giornale.it,
Il" del
05-01-2008)
Sassi
e bombe: ecco chi guida la rivolta ( da "Giornale.it, Il" del 05-01-2008)
Rifiuti,
la protesta-choc. Manichini impiccati per Iervolino e Bassolino ( da "Giornale.it,
Il" del
05-01-2008)
Rifiuti,
Napolitano è allarmato ( da "Adige, L'" del 05-01-2008)
Scontri
e roghi contro la discarica in arrivo 2.000 tonnellate di rifiuti ( da "Messaggero
Veneto, Il" del
05-01-2008)
Rifiuti
a napoli, interverrà il governo ( da "Messaggero Veneto, Il" del 05-01-2008)
"Dietro
la guerriglia gli spazzini della camorra" ( da "Stampaweb,
La" del
05-01-2008)
ROMA
- Possibile che in Italia si continui a pensare che i problemi si risolvono con
l ( da "Messaggero,
Il (Metropolitana)"
del 05-01-2008)
ROMA
- Possibile che in Italia si continui a pensare che i problemi si risolvono con
l ( da "Messaggero,
Il (Umbria)" del
05-01-2008) + 8 altre fonti
Gruppi
di estremisti hanno impiccato agli alberi della cittàventuno manichini, alcuni
con i nomi della Iervolino e di Bassolino ( da "Messaggero, Il (Ostia)" del 05-01-2008) + 1 altra
fonte
Gruppi
di estremisti hanno impiccato agli alberi della cittàventuno manichini, alcuni
con i nomi della Iervolino e di Bassolino ( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 05-01-2008) + 7 altre
fonti
I
rifiuti allarmano Napolitano ( da "Manifesto, Il" del 05-01-2008)
Iervolino
ai manifestanti: Sto con voi, ma sono sola ( da "Manifesto,
Il" del
05-01-2008)
LA
VOGLIA DI IMPICCARLI ( da "Libero" del 05-01-2008)
Dall'energia
Pecoraia all'abominevole sciatore, il circo di governo ( da "Libero" del 05-01-2008)
Indagini
per disastro ambientale ( da "Libero" del 05-01-2008)
Paradosso
spazzini: per uno a Milano ce ne sono 25 a Napoli ( da "Libero" del 05-01-2008)
Con
la spazzatura si sta bruciando la democrazia ( da "Libero" del 05-01-2008)
La
rivolta dei napoletani Impiccato 'o re Bassolino ( da "Libero" del 05-01-2008)
Garbage
piles up as dumps are shut in Naples ( da "Boston Globe, The" del 05-01-2008)
Naples residents find themselves in
a mess ( da "Los Angeles Times, The" del
05-01-2008)
RIFIUTI/
DE GREGORIO:25/1 AL VIA RICHIESTA RISARCIMENTO A REGIONE ( da "Virgilio
Notizie" del
05-01-2008)
Rubano
il Bambinello dal presepe e chiedono il riscatto ( da "Quotidiano.net" del 05-01-2008)
Rifiuti:
alta tensione a Napoli, scontri con le forze dell'ordine ( da "Velino.it,
Il" del 05-01-2008)
I
rifiuti restano. Bassolino pure ( da "Padania, La" del 05-01-2008)
La
Parola ai lettori
( da "Padania, La" del 05-01-2008)
Rifiuti,
proteste choc Quirinale in allarme ( da "Arena.it, L'" del 05-01-2008)
NON
SOFFIARE SUL FUOCO
( da "Mattino, Il (Salerno)" del 05-01-2008) + 1 altra fonte
RIFIUTI,
LA GUERRA DI PIANURA ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 05-01-2008) + 1 altra
fonte
RIFIUTI:
CARFAGNA (FI), NEMMENO SINISTRA DIFENDE PIU' BASSOLINO ( da "Asca" del 05-01-2008)
Proteste
choc L'allarme del Quirinale ( da "Giornale di Vicenza.it,
Il" del
05-01-2008)
Rifiuti,
proteste shock Quirinale in allarme ( da "Brescia Oggi" del 05-01-2008)
Rifiuti,
violenza a Napoli L'allarme del Quirinale ( da "Giornale di Vicenza.it,
Il" del
05-01-2008) + 1 altra fonte
Rifiuti;
Gargani (FI): "La Regione Campania va commissariata" ( da "Salerno
notizie" del
05-01-2008)
BASSOLINO
SOTTO ASSEDIO MA NON MI DIMETTO ( da "Mattino, Il (Caserta)" del 05-01-2008)
PAGARE
LA TARSU è UNA VERA BEFFA ( da "Mattino, Il (Avellino)" del 05-01-2008)
PIANURA,
RAID CON LE MOLOTOV ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 05-01-2008)
NAPOLITANO
ALLARMATO: IL GOVERNO INTERVERRà ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 05-01-2008)
INFERNO
PIANURA, ALLARME INFILTRAZIONI ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 05-01-2008) + 4 altre
fonti
CDR
E INCENERITORE, SI STRINGONO I TEMPI PER L'APPALTO. ALTRE CORDATE INTENZIONATE
A PARTECIPARE ( da
"Mattino, Il (Benevento)" del 05-01-2008) + 5 altre fonti
IL
REPORTAGE ( da
"Mattino, Il (Benevento)" del 05-01-2008) + 5 altre fonti
PAOLO
RUSSO PIANURA, ULTIMO ATTO. L'EPILOGO DI QUESTA DISGRAZIATA POLITICA DELLA
NOSTRA REG ( da
"Mattino, Il (Benevento)" del 05-01-2008) + 6 altre fonti
BASSOLINO
SOTTO ASSEDIO MA NON MI DIMETTO ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 05-01-2008) + 5 altre
fonti
Protesta
choc nel centro di Napoli Manichini impiccati lungo le strade ( da "Gazzettino,
Il" del
05-01-2008)
Di
Ario Gervasutti Per contenere ( da "Gazzettino, Il" del 05-01-2008)
Napolitano:
<Allarmato per l'emergenza rifiuti> ( da "Gazzettino, Il" del 05-01-2008)
Di
Pietro e Casini: "Bassolino si dimetta". La Carfagna: "E' un
bonapartista, se ne vada" ( da "Giornale.it, Il" del 05-01-2008)
Emergenza
rifiuti, da magistratura e politica un coro: Via Bassolino ( da "Velino.it,
Il" del
05-01-2008)
RIFIUTI/
BRAMBILLA: IERVOLINO VADA VIA E PAGHI I DANNI ( da "Virgilio
Notizie" del
05-01-2008)
RIFIUTI/
GARGANI: COMMISSARIARE REGIONE, INTERVENGA NAPOLITANO ( da "Virgilio
Notizie" del
05-01-2008)
Rifiuti,
ancora scontri a Pianura: 10 feriti La folla assalta anche due ambulanze ( da "TGCom" del 05-01-2008)
Monnezza ( da "Affari
Italiani (Online)"
del 05-01-2008)
Monnezza
pag.1 ( da
"Affari Italiani (Online)" del 05-01-2008)
Rifiuti/
Pianura, ancora scontri e feriti. Sassi e bulloni contro gli agenti ( da "Affari
Italiani (Online)"
del 05-01-2008)
RIFIUTI:
BONDI, BASSOLINO E IERVOLINO RESPONSABILI SI DIMETTANO ( da "ADN
Kronos" del
05-01-2008)
<Non
si può riaprire una discarica a cuor leggero, rischiando di tornare indietro di
17 anni>. Cioè al '94, anno in cui la discarica di Pianura, gestita dalla
Camorra, fu chiusa. A ( da "Liberazione" del 05-01-2008)
Antonella
Palermo ( da
"Liberazione" del 05-01-2008)
RIFIUTI/
CALDEROLI: NAPOLI NON E' ITALIA,NON C'E' STATO DI DIRITTO ( da "Virgilio
Notizie" del
05-01-2008)
Rifiuti:
alta tensione a Pianura, Prodi annuncia iniziative (3) ( da "Velino.it,
Il" del
05-01-2008)
Rifiuti:
alta tensione a Pianura, Prodi annuncia iniziative (2) ( da "Velino.it,
Il" del
05-01-2008)
Rifiuti:
alta tensione a Pianura, Prodi annuncia iniziative ( da "Velino.it,
Il" del
05-01-2008)
Rifiuti:
Calderoli, Napoli non è in Italia ( da "KataWeb News" del 05-01-2008)
Roghi
e manichini impiccati Esplode la Napoli dei rifiuti Protesta choc: appesi agli
alberi fantocci raffiguranti governatore e sindaco Napolitano si dice
allarmato, Bassolino nel ( da "Provincia di Como, La" del 05-01-2008)
( da "Repubblica.it" del 05-01-2008)
A Pianura è guerriglia, bombe carta contro il
commissariato, assalto ai camion dei pompieri Il capo dello Stato: "Sono
allarmato. Con Prodi per intervento al massimo livello" Rifiuti, sassi
contro la polizia Napolitano: "Interverrà il governo" In corso
Umberto i fantocci "impiccati" contro Bassolino
e Iervolino Rifiuti, sassi contro la polizia Napolitano: "Interverrà il
governo""/> Uno dei manichini appesi a Napoli NAPOLI - E'
guerriglia a Pianura per la discarica che il commissario vorrebbe riaprire.
Contro il commissariato di polizia del quartiere sono stati lanciati sassi e
alcune bombe carta. Vetri in frantumi, ma nessun ferito. Presa d'assalto anche
un'autopompa dei vigili del fuoco. Danneggiate alcune radio portatili in uso ai
pompieri. Aggredito un cineoperatore della Rai, contuso ad una gamba. Le forze
dell'ordine hanno fermato anche un uomo sorpreso a caricare sei bottiglie
molotov su un autocarro parcheggiato nei pressi della ex discarica. Nella
scorsa notte sabotare le pale meccaniche all'interno dell'impiano di discarica.
Una cinquantina gli interventi dei pompieri per spegnere i roghi appiccati ai
cumuli di spazzatura che ingombrano le strade della provincia soprattutto nella
zona vesuviana e in quella flegrea. Napolitano "allarmato". Il
presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si dice "non preoccupato,
ma "allarmato": "Penso che il governo prenderà un'iniziativa al
massimo livello. Sono d'accordo con il presidente del Consiglio e con i
ministri di Interni e Ambiente sul fatto che ci sia un'assunzione di
responsabilità precisa per sbloccare la situazione". Palazzo Chigi:
"Unità delle istituzioni". Palazzo Chigi in una nota richiama alla
"grande e ferma unità delle istituzioni a sostegno delle azioni,
ineludibili e necessarie, intraprese sul fronte dei rifiuti", parla di
"gruppi estremisti" che "hanno cercato e cercano di alzare
barricate di dissenso" e sottolinea che il governo "fa sua la garanzia
che ciascuno dei siti, a partire da Pianura, sia rigorosamente destinato
all'autosufficienza locale". Fantocci "impiccati". Macabra
provocazione di alcuni esponenti di An: ventuno manichini impiccati agli alberi
e ai pali della luce sono comparsi all'alba lungo corso Umberto a Napoli.
GUARDA LE FOTO Su ogni fantoccio, un manifesto listato a lutto contro
l'emergenza rifiuti e altri problemi della città. In mattinata alcuni dei
manichini sono stati rimossi. Sotto accusa il presidente della Regione Campania
Antonio Bassolino e il sindaco Rosa Russo Iervolino.
Uno dei fantocci è stato appeso nei pressi dell'abitazione del sindaco. Nuovi
blocchi stradali. Dopo Pianura, nuovi blocchi sono in atto a Pozzuoli, da parte
dei residenti di località Montagna Spaccata, San Martino e San Vito, contro la
riapertura della discarica di contrada Pisani. Bloccata l'uscita della
tangenziale di via Campana con l'arteria che collega Pozzuoli con l'hinterland
flegreo, via Fascione, la bretella Solfatara Arco Felice. I dimostranti hanno
riversato sulle carreggiate cassonetti e sacchetti dei rifiuti. Chiusi numerosi
negozi della zona. Lo spettro della camorra. Dietro la protesta, secondo una
denuncia fatta da An, si nasconderebbe la mano della camorra i cui interessi
sarebbero toccati dalla riapertura della discarica dei Pisani. "A rischio
- spiega il consigliere regionale Diodato - c'è certamente l'utilizzo dell'area
dei Pisani come sversatoio abusivo, ovvero un milione e mezzo di metri quadrati
che sarebbero sottratti alla malavita". Allarme del Wwf. La riapertura
della discarica di Pianura, a 50 metri in linea d'aria dalla Riserva naturale
degli Astroni, è uno scempio per la salute dei cittadini e dell'ambiente. E'
quanto afferma il Wwf in una nota. La discarica ricade nel territorio del Parco
regionale dei Campi Flegrei e confina con la Riserva gestita dal Wwf Italia.
GUARDA LA MAPPA Contraria alla discarica la giunta del Parco per il possibile
impatto sull'ultimo corridoio ecologico di collegamento tra gli Astroni (Zona
di protezione speciale) e il Parco metropolitano delle colline di Napoli. Il
Wwf chiede al ministro dell'ambiente un intervento che scongiuri i danni
derivanti dalla discarica. La polemica politica. Se per Maurizio Gasparri di An
"chi ha causato il disastro va messo in condizione di non nuocere
più", Lorenzo Cesa (Udc) e Francesco Syorace (La Destra) chiedono le
dimissioni di Bassolino. Appello-choc a Napolitano dal
leghista Roberto Calderoli: "Invii i reparti speciali dell'esercito per
risolvere l'emergenza, dare una calmata agli agitati e una regolata agli
amministratori locali". (4 gennaio 2008.
( da "Corriere.it" del 05-01-2008)
"Basta con le politiche di emergenza che
favoriscono le specoluazioni" Napoli, i centri sociali occupano il Comune
Un gruppo di manifestanti prende il controllo di un balcone e del tetto.
Protesta contro il piano rifiuti NAPOLI - Blitz al Municipio di Napoli della
rete campana Salute e Ambiente: pochi minuti dopo le 12, un gruppo di giovani
ha occupato il balcone centrale e il tetto di Palazzo San Giacomo esponendo
striscioni e scandendo slogan. Sulla piazza si è poi radunato un gruppo di
alcune centinaia di persone. A poca distanza stavano manifestando anche il
coordinamento Lotta per il lavoro e l'Udo, Unione disoccupati organizzati.
Secondo quanto riferito dal portavoce del presidio Antonio Musella, la
manifestazione è stata indetta contro la discarica prevista a Pianura:
"Con noi ci sono i centri sociali e le cittadinanze di Giuliano,
Carabottoli e Pignataro". I responsabili della protesta hanno chiesto un
incontro al sindaco Iervolino. "TROPPE SPECULAZIONI" - "Così
come per il terremoto l'emergenza rifiuti è stata gestita e alimentata per
favorire gli affari tra ceto politico, burocrazie, capitali speculativi ed
ecomafie - dicono i manifestanti in un volantino -. Un vero assalto alla
natura, alla salute e al denaro pubblico di cui il commissariamento
straordinario si è rivelato lo strumento indispensabile" ."E' davvero
incredibile - si legge ancora nel manifestino - che siano diffamate come
"egoiste" le comunità ed i comitati che anche in queste ore difendono
la propria terra e la propria salute". Il ciclostile è contrario anche
all'apertura dell'inceneritore di Acerra che "comprometterebbe, forse
definitivamente, un vero cambiamento delle politiche ambientali in
Campania". stampa |.
( da "Corriere.it" del 05-01-2008)
Appesi agli alberi con scritte su Bassolino
e Iervolino. La DIgos: e' stata An Rifiuti, 21 manichini impiccati a Napoli
Proteste per l'emergenza rifiuti. Slogan contro sindaco e governatore, la
disoccupazione e il caro vita NAPOLI - Ventuno manichini impiccati agli alberi
sono comparsi all'alba di venerdì in Corso Umberto a Napoli. Sui alcuni di essi
sono attaccati manifesti listati a lutto con scritte sull'emergenza rifiuti che
ha sommerso di spazzatura Napoli e contro il presidente della Regione Campania,
Antonio Bassolino, e il sindaco di Napoli, Rosa Russo
Iervolino. LA PROTESTA - Secondo fonti della Digos partenopea, che indaga sulla
macabra messa in scena (con lo slogan "Addio a 'stu munno 'e
munnezza!") , la responsabilità dei manichini - appesi senza testa né arti
- sarebbe legata al circolo di An del quartiere Vicaria-Mercato. Sui manifesti
sarebbe segnalato anche il blog del capogruppo provinciale Luigi Rispoli. Altre
scritte sono apparse contro la disoccupazione e l'aumento del costo della vita.
La rimozione degli "impiccati" è iniziata nella tarda mattinata.
"PROTESTA SACROSANTA" - Un manifesto su un impiccato attacca anche il
premier Romano Prodi e un altro tira in ballo il Guardasigilli, Clemente
Mastella. A sorpresa, la protesta-choc scuote e trova l'appoggio di molti
commercianti e residenti del centro storico, soprattutto sul fronte
dell'emergenza rifiuti. Non solo, da Corso Umberto arrivano anche parole di
solidarietà per gli abitanti di Pianura che stanno protestando contro
l'apertura della discarica di Contrada Pisani. "Questa città - dice la
farmacista Luisa Origlio - è diventata invivibile. Condivido la protesta dei
manichini impiccati, anche se dubito che possa portare risultati
concreti". Gli fa eco Gennaro Sarnacchiaro, uno dei soci di un negozio di
abbigliamento: "Protesta giusta, la città è invasa dalla spazzatura".
Aggiunge Adriana Pettisani, titolare di una caffetteria: "Mi ha
impressionato vedere i manichini impiccati. Ma è una protesta giusta. Occorre
subito una soluzione e Iervolino e Bassolino farebbero
bene a dimettersi". "Siamo la vergogna d'Italia e d'Europa - afferma
Gennaro Tubelli, disoccupato di Forcella - noi che abitamo nei bassi siamo
rovinati, appestati dai rifiuti. A Pianura, però, i residenti fanno bene a
protestare ad oltranza. Hanno la nostra solidarietà". AUTOBUS IN FIAMME -
Nella notte, inoltre, sono stati dati alle fiamme quattro autobus, i cui
scheletri inceneriti sono stati rimossi nella mattinata. I quattro autobus
dell'Anm (Azienda napoletana mobilità) sono stati bruciati nel quartiere
napoletano di Pianura, a Largo Domenico Russolillo, dove - nella discarica di
Contrada Pisani - dovrebbero essere accatastati i rifiuti che da giorni
rimangono in strada. Agli autobus erano state bucate le ruote da un gruppo di
manifestanti particolarmente facinorosi, che avevano tra l'altro lanciato un
estintore e alcuni sassi contro una automobile dei carabinieri in transito,
danneggiandola. Sul posto sono intervenuti, per spegnere il rogo, i vigili del
fuoco con due squadre e due autobotti e la polizia che sta presidiando il
quartiere dall'alba di giovedì. ROGHI - Ancora roghi notturni di cumuli di
immondizie si sono registrati nel Napoletano durante la notte. Dalle 20 di ieri
sera alle 8 di questa mattina sono stati 50 gli interventi dei vigili del
fuoco, meno di quelli dello stesso periodo della notte precedente, ma per
fronti di fiamme più consistenti. Le aree più colpite sono quelle della zona
vesuviana e, soprattutto, quella flegrea; pochi roghi nella periferia. TENSIONE
- Attorno alla discarica di Contrada Pisani, intanto, la cui riapertura
dovrebbe essere imminente, per tutta la notte sono rimaste poche persone a
presidiare l'ingresso; schierati per tutta la notte anche i poliziotti che
monitorano l'area. Sono rimasti all'interno del futuro sito di stoccaggio dei
rifiuti i camion inviati dal commissariato di governo per l'emergenza rifiuti.
stampa |.
( da "EUROPA.it" del 05-01-2008)
Che cosa dovrebbe fare in un caso come quello campano
un giornale di centrosinistra? Se voci autorevoli della stampa e dell'opinione
pubblica napoletana e nazionale incitano alla rivolta civile e chiedono ai
vertici politici e istituzionali locali di farsi da parte, noi dovremmo trovare
buone ragioni invece per difenderli? Per dire che no, che Pecoraro Scanio, Bassolino, Iervolino e i loro assessori e sindaci sono ancora in grado di
risolvere il problema dei rifiuti, e quindi meritevoli di ulteriore fiducia?
Non è così. Indifendibili. Sono tutti indifendibili. E l'unico remoto motivo
per cui appare, più che ingiusto, inutile invitarli a dimettersi (e del resto
lo dice lo stesso Bassolino), è che né nel centrosinistra né tanto meno
nell'opposizione si intravede a Napoli e in Campania qualcosa di meglio
dell'esistente. Non sappiamo se sia vero che perfino il capo dello stato ha
dovuto modificare la propria agenda napoletana per evitare la furia popolare
(cioè di quello stesso popolo refrattario a qualsiasi comportamento civico in
materia di rifiuti). Se anche non fosse vero, rimane l'imbarazzo che il
malgoverno napoletano e campano suscita in tutto il centrosinistra. Dà da
pensare proprio la dimensione del fallimento, il fatto che tranne sparuti
sindaci valorosi nessuno per lustri abbia voluto e saputo metter mano alla
spazzatura dell'emergenza spazzatura. L'impressione è che il fallimento nasca
dalla quantità e gravità dei compromessi che si devono fare nel Sud Italia per
vincere le elezioni. E se anche non vogliamo pensare ai patti con la malavita ?
che pure purtroppo ci sono ? c'è quel gigantesco patto con gli elettori a non
scomodarli con decisioni difficili, con imposizioni dove necessario: che si
parli di comportamenti virtuosi, o di impianti indesiderati. C'è un male
endemico dunque nella politica napoletana. Un male che attraverso un leader di
partito ministro ha contagiato anche gli atti di governo nazionale (caso
Bertolaso) ma che tocca soprattutto il Pd (che in Campania infatti è nato tra
faide e denunce penali). E quando Mastella incazzato a Roma minaccia di far
saltare tutto il potere del centrosinistra in Campania (o in Calabria...), ci
saranno probabilmente cittadini e anche elettori unionisti che cominciano a
considerarla una promessa, più che una minaccia.
( da "Quotidiano.net" del 05-01-2008)
Mobile email stampa CAOS RIFIUTI A NAPOLI Napolitano:
"Il governo interverrà" Bombe carta contro commissariato Il
presidente della Repubblica: "Sono allarmato, non sono preoccupato". In
corso Umberto I, nei pressi dell'abitazione del sindaco, trovati ventuno
manichini impiccati Home Cronaca prec succ Contenuti correlati Caos rifiuti,
Napolitano: "Il governo interverrà" Bombe carta contro commissariato
di polizia Napoli, 4 gennaio 2008 - Ventuno manichini impiccati, che recavano il nome del presidente della Regione Campania
Antonio Bassolino e del sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, sono stati trovati
questa mattina a Napoli posizionati lungo il tratto di corso Umberto I che va
da piazza Garibaldi a piazza Nicola Amore, nei pressi dell'abitazione del
sindaco. Sul fatto indaga la Digos della Questura partenopea. I
manichini erano in pantaloncini e maglietta ed al collo avevano appeso dei
cartelli con scritte contro la gestione dei rifiuti da parte del sindaco Rosa
Russo Iervolino e il malgoverno della Regione guidata da Antonio Bassolino. NAPOLITANO "Sono allarmato, non sono
preoccupato per la situazione dei rifiuti a Napoli". Così il presidente
della Repubblica, Giorgio Napolitano, risponde ai cronisti uscendo da un bar
della piazzetta di Capri. "Penso che il governo prenderà iniziative al
massimo livello". Lo sottolinea il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano,
confermando di aver parlato a ridosso di Capodanno almeno due volte con il premier,
Romano Prodi, della questione rifiuti. "Un mio colloquio telefonico con il
Presidente del Consiglio - dice Napolitano - risale ad alcuni giorni fa, prima
del mio messaggio di Capodanno. Poi lui mi ha telefonato subito dopo aver
ascoltato il mio messaggio e mi ha parlato di questo impianto di inceneritore
costruito vicino casa sua, tanto per provare che non c'è da temere. Io ho
sviluppato un pò questo concetto". Il Presidente della Repubblica ha
quindi aggiunto che, rispetto a quanto detto sinteticamente nel messaggio di
fine anno, non aveva molto altro da aggiungere. L'OCCUPAZIONE Blitz al
Municipio di Napoli della rete campana Salute e Ambiente: pochi minuti dopo le
12, un gruppo di giovani ha occupato il balcone centrale e il tetto di Palazzo
San Giacomo esponendo striscioni e scandendo slogan. Al momento è arrivato
sulla piazza un corteo di alcune centinaia di persone. A poca distanza stanno
manifestando anche il coordinamento Lotta per il lavoro e l'Udo, Unione
disoccupati organizzati. Secondo quanto riferito dal portavoce del presidio
Antonio Musella, la manifestazione è indetta contro la discarica prevista a
Pianura: "Con noi ci sono i centri sociali e le cittadinanze di Giuliano,
Carabottoli e Pignataro". I responsabili della protesta hanno chiesto un
incontro al sindaco Iervolino. LA PROTESTA Cassonetti ribaltati in strada per
evitare gli incendiGuarda i manichini.
( da "Piccolo di Trieste, Il" del 05-01-2008)
Il Capo dello Stato allarmato. Manichini impiccati
con slogan contro i vertici politici campani Napolitano sui rifiuti: il governo
interverrà Bufera su Bassolino: non lascio la
presidenza ROMA "Ho detto nel mio messaggio che si tratta di un problema
sempre più allarmante. Quindi, non sono preoccupato, ma allarmato". Non
usa giri di parole Giorgio Napolitano per far capire quanto ormai consideri
grave l'emergenza rifiuti. E sulla questione annuncia ormai di intervenire
direttamente anche il governo. Uscendo dal caffè Tiberio, proprio sulla
piazzetta di Capri, dove da qualche giorno si trova in vacanza, Napolitano
puntualizza che una prima telefonata con Prodi, c'è stata in realtà già il 31
dicembre, dopo il messaggio televisivo di Capodanno. "Con Prodi - racconta
- avevamo anche parlato dell'inceneritore che c'è nei pressi di casa sua tanto
per provare che non c'é nulla da temere". Aggiunge di aver poi ricevuto
una seconda telefonata dal presidente del Consiglio nei giorni scorsi e quindi
annuncia: "Penso che il governo prenderà una iniziativa al massimo
livello". Un giornalista gli chiede se sia stato lui stesso a sollecitare
il governo. "Mi sono trovato d'accordo - si limita a rispondere Napolitano
- con il presidente del Consiglio e con i ministri degli Interni e
dell'Ambiente che ci sia una assunzione di responsabilità precisa per sbloccare
questa situazione". Ma intanto in Campania è anche guerra fra le
istituzioni. Mentre Capo dello Stato e governo fanno capire di condividere
l'iniziativa del prefetto di Napoli di riaprire la discarica di Pianura, il sindaco Rosa Russo Iervolino si scaglia contro i commissari
speciali sui rifiuti che si sono succeduti nel capoluogo campano, ma anche
contro il prefetto Alessandro Pansa. Sia lei che Antonio Bassolino, raffigurati ieri nei macabri manichini impiccati per la strade
di Napoli, finiscono però nel mirino del centrodestra. Tutti ne chiedono
le dimissioni, mentre Roberto Calderoli chiede anche a Prodi di inviare in
Campania le forze speciali dell'esercito. "Se avessi pensato che lasciare
poteva contribuire a una soluzione positiva dei problemi, l'avrei già
fatto", assicura Bassolino che resterà al suo
posto. Palazzo Chigi fa invece intravedere la possibilità di usare il pugno di
ferro. In una nota richiama la necessità "di una grande e ferma unità
delle istituzioni" a sostegno delle azioni, "ineludibili e
necessarie", che sono state intraprese, ma sottolinea anche che "ci
sono gruppi estremisti, sia locali che giunti da fuori, che hanno cercato e
cercano di alzare barricate di dissenso". Per questo il governo
"condivide totalmente" l'appello del prefetto di Napoli, così come
garantisce "che ciascuno dei siti, a partire da Pianura, sia rigorosamente
destinato all'autosufficienza locale". "Non è più tollerabile -
avverte poi Prodi in una intervista - che l'Italia venga additata a vergogna
dell'Europa per non riuscire a risolvere il problema dei rifiuti in un'area
grande quanto la Campania". Ma intanto, secondo la direttrice della
direzione ambiente, Pia Bucella, la Commissione Ue, quando si riunirà il 30
gennaio, potrebbe giudicare "non sufficiente" la risposta fornita nei
giorni scorsi dal governo italiano sulle violazioni delle normative europee. Il
rischio è quello di perdere i preziosi fondi Ue: "Uno stanziamento di
80-85 milioni di euro per le discariche è stato già sospeso", spiega la
Bucella. E ora c'è in ballo un fondo di qualche miliardo di euro che potrebbe
essere erogato da Bruxelles per il quinquennio 2007-2013, ma solo se ci saranno
le condizioni. "Stop ai veleni, la morte ci aspetta", ammonisce un
cartello mostrato da un bambino di Pianura. È il preludio alla contestata
riapertura di Contrada Pisani, la discarica chiusa da 11 anni e individuata dal
commissario di Stato per fronteggiare la nuova crisi dei rifiuti. Oggi o al
massimo domani in questo invaso immerso in un'oasi naturalistica nella
periferia ovest di Napoli, dovranno essere scaricate oltre duemila tonnellate
di spazzatura che stanno invadendo soprattutto l'hinterland da Afragola a San
Giorgio a Cremano fino a Pozzuoli. I residenti lo sanno e sono pronti alle
barricate, anche se nella gran maggioranza (fatta di gente perbene) prendono le
distanze dagli atti vandalici compiuti la scorsa notte, quando sono stati
inceneriti quattro autobus dell'Anm, assaltata e colpita da un estintore
un'auto dei carabinieri e bloccato la circolazione in tutta la zona.
( da "Stampa, La" del 05-01-2008)
La "munnezza" / 1 Grazie cari politici Ci
sarà qualche malalingua che dirà sicuramente che, a Napoli, non è stato fatto
"'o riest'e niente" (assolutamente niente) contro la munnezza che sovrasta
la città. Dopo 13 anni di promesse, assicurazioni, proponimenti... Napoli,
giardino del Sud, il nuovo rinascimento partenopeo, campi di golf con laghetti
contornati da salici, dove cigni reali si riproduranno... dove si potranno fare
amene passeggiate tra odorosi mandorli in fiore, dove bimbi giocheranno liberi
e sicuri a rincorrersi...: tutto ciò, quella stessa malalingua lo negherà, sol
perché non ancora realizzato del tutto. Ma 'nu momento! Ma nun se po' ffà
tutt'ampressa ampressa (velocemente). Intanto, da un commissario per la
schifezza pubblica, siamo passati a due commissari! È già 'nu fatto! Esultate
popolo, forse il prossimo anno avremo tre commissari, e così via.... Grazie Bassolino, Grazie Jervolino e grazie soprattutto Prodi per
aver mostrato a tutto il mondo quanto si è fatto per una Nobile Città italiana.
Come ringraziamento sincero: putesse avere un poco 'e munnezza dentro al tuo
cortile, puro a te, così come ricordo per l'anno nuovo! ROBERTO PUPARUOLO La
"munnezza" / 2 Come l'8 settembre Il vizietto di eclissarsi quando
l'aria diventa un po' viziata, tipica di alcuni personaggi italiani di alto
rango, ogni tanto fa la sua comparsa. È restata memorabile la scampagnata
notturna del nostro re che nel '43, allo scopo di non incorrere in spiacevoli
contrattempi, decise di trasferirsi in Puglia: era caldo e un po' di mare
sarebbe stato più che salutare. La regina d'Inghilterra preferì invece restare
a Londra sotto i bombardamenti. È solo un questione di gusti, anzi di
attaccamento ai propri sudditi. In Campania, e in particolar modo a Napoli, il governatore Bassolino e il sindaco Iervolino
hanno disertato la festa di fine anno in piazza Plebiscito. Se hanno avuto
paura della reazione dei loro "sudditi", costretti a vivere in mezzo
alla spazzatura mentre regione e comuni fanno man bassa delle sovvenzioni,
significa che qualcosa non quadra e, pertanto, sarebbe logico aspettarsi le
loro dimissioni. Però se i partenopei continuano a votarli significa che
alla fine c'è la quadratura del cerchio: un miracolo di San Gennaro. LEONARDO
CECCA RIVALTA DI GAZZOLA (PC) La "munnezza" / 3 I napoletani avviliti
Gli italiani non ci crederanno, ma i napoletani, sul tema dello smaltimento dei
rifiuti, di furoreggiante attualità, sono costernati, avviliti. Non avrebbero
mai pensato che la loro città sarebbe assurta a notorietà nazionale grazie a un
argomento così poco decoroso, diciamo pure: mortificante. Ieri mattina tutti i
quotidiani recavano in prima pagina la rivolta d'un quartiere partenopeo di
periferia che si rifiuta di divenire il luogo di raccolta delle immondizie
cittadine. Quasi piangendo, mentre i politici rimangono saldamente abbarbicati
alle loro poltrone, un cittadino napoletano commentava ad alta voce in un
autobus: "La regione di cui si parla in questi giorni è la Campania, ma
per i suoi rifiuti! Che vergogna!". Era sincero. VITTORIO GENNARINI NAPOLI
Basta astrologi sulle reti pubbliche Mi associo alle osservazioni del lettore
che sottolineava come la televisione sia scaduta di livello in modo avvilente;
ma non basta. La Rai, coi soldi del canone, si è lanciata a fine anno in una
vera e propria corsa all'astrologia da far cadere le braccia. Non è logico che
la Rai pubblica usi i soldi pubblici così. Mi diletto di astrologia e la
considero abbastanza attendibile, ma basta così. San Tommaso d'Aquino, che pure
la praticava, affermava: "Astra inclinant, non necessitant".
CHIAFFREDO ROSSO Rispetto per la vita la teoria e la pratica In linea di
principio si può essere d'accordo con la Chiesa: la vita è sacra. In questo
senso il buddhismo va ancora più in là: tutta la vita è sacra, non solo quella
umana. Ma il nostro venire al mondo comporta purtroppo la sparizione d'una
moltitudine d'esseri. Un neo su tutte le buone intenzioni. FILIPPO TESTA
BALDISSERO TORINESE (TO) Le autostrade, l'Anas e il caro pedaggi La Stampa ha
pubblicato mercoledì, in prima pagina, l'articolo "Autostrade, aumenti col
trucco", contenente notizie non esatte e che possono ingenerare gravi
dubbi nei lettori. L'art. 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (Finanziaria
2007), comma 1.021, prevede che "a decorrere dal l° gennaio 2007 è
istituito, sulle tariffe di pedaggio di tutte le autostrade, un sovrapprezzo \.
I conseguenti introiti sono dovuti ad Anas spa, quale corrispettivo forfettario
delle sue prestazioni volte ad assicurare l'adduzione del traffico alle tratte
autostradali in concessione, attraverso la manutenzione ordinaria e
straordinaria, l'adeguamento e il miglioramento delle strade e autostrade non a
pedaggio in gestione alla stessa Anas spa". La legge prevedeva che gli
importi del sovrapprezzo fossero graduati nel tempo e differenziati secondo le
diverse tipologie degli automezzi. È evidente quindi che, a differenza di
quanto affermato nell'articolo, l'utilizzazione delle somme, prevista dalla
legge, non è finalizzata al completamento dei lavori della Salerno-Reggio
Calabria, ma riguarda la copertura parziale dei costi da sostenere per la
gestione della rete viaria in concessione ad Anas. Quanto alle considerazioni
sul rifacimento della Salerno-Reggio Calabria, definita impropriamente una
"mulattiera", non corrispondono né allo stato di avanzamento dei
lavori sull'A3 (166,5 chilometri sono stati già ultimati) né all'alta qualità
degli stessi progetti, che stanno realizzando una nuova autostrada
all'avanguardia in Europa. GIUSEPPE SCANNI DIRETTORE RELAZIONI ESTERNE
DELL'ANAS SPA La destinazione del fondo alla Salerno-Reggio Calabria è
esplicitamente chiarita dalla relazione del presidente dell'Anas del giugno
scorso. Il testo è verificabile da chiunque su Internet. \.
( da "Stampa, La" del 05-01-2008)
Empo non passi mai. Anche quei manichini targati An,
appesi ieri agli alberi di corso Umberto (che dovrebbero rappresentare
il governatore Bassolino e il sindaco Iervolino), sembrano riportare al tempo di
Masaniello, prima osannato e poi ghigliottinato dal popolo in piazza del
Carmine. Così come al tempo delle monetine contro Craxi all'uscita dell'Hotel
Plaza a Napoli venivano messi alla berlina i responsabili delle "Mani
sulla città", oggi è tutta la classe dirigente napoletana a rischiare.
Il neo commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, il prefetto Umberto
Cimmino, è preoccupato perché un magma incandescente sta consumando
letteralmente la città, travolgendola in una spirale di ribellismo, di
strumentalizzazioni politiche e criminali, di sfiducia verso i rappresentanti
istituzionali. E si appella, da napoletano (è di Grumo Nevano), "a tutti i
rappresentanti delle comunità locali": "Ognuno si deve assumere le
proprie responsabilità nell'interesse superiore della collettività. Io mi
impegno a liquidare entro novembre la struttura commissariale, restituendo i
poteri alle province, ma chiedo comprensione, perché i rappresentanti delle
comunità locali condividano decisioni sofferte e dolorose". Se è vero che
il presente riporta al passato, su quei treni che nel Dopoguerra portavano gli
"sciuscià", i "guaglioni" della Napoli disperata nelle
colonie estive dell'Emilia Romagna, oggi partono tonnellate di rifiuti per la
Germania. Non è solidarietà disinteressata, è merce di scambio: i tedeschi ci
guadagnano soldi, noi salute se è vero che ci liberiamo di "monnezza"
che non riusciamo a smaltire. Annuncia il prefetto Cimmino: "Nei prossimi
giorni triplicheremo le partenze: da 14 a 40 convogli settimanali. Da 2500 a
7500 tonnellate di rifiuti a settimana". Una goccia, nel mare di
spazzatura che produce Napoli (1400 tonnellate al giorno). E che adesso
dovrebbero essere "imprigionate" nella discarica di Contrada Pisani.
Giovedì notte sono entrati nella discarica presidiata ma buia, e con le
tronchesi hanno tranciato di netto i tubi idraulici mettendo fuori uso le
escavatrici che lavorano per preparare il terreno all'arrivo della
"monnezza". Poi, sempre di notte hanno bruciato quattro autobus di
linea e ancora dato vita a blocchi stradali dalle parti di Pianura. "E' una
scelta irreversibile e temporanea - ripete il commissario Cimmino - che il
prefetto Pansa e il sottoscritto avremmo preferito non dover prendere. A
novembre avevamo posto il problema alle comunità locali di individuare siti
alternativi. Non sono arrivate indicazioni sufficienti a risolvere il problema.
Adesso stiamo lavorando per individuare nuovi siti aggiuntivi". Palazzo
San Giacomo, a ora di pranzo è assediato e occupato dai disoccupati di
"Banchi Nuovi" e dalla "Rete rifiuti zero", area no global,
che non vogliono discariche e termovalorizzatori e tifano per nuove assunzioni
di disoccupati per la raccolta differenziata che non c'è. La difficoltà del
presente è quella di "riconvertire" il Piano regionale dei rifiuti in
corso d'opera. Assurdo, stupefacente che il vecchio piano non prevedesse
nessuna discarica puntando tutto sui Cdr, gli impianti di trattamento dei
rifiuti, e sui termovalorizzatori. Anche la raccolta differenziata - Napoli è
in coda alla classifica con un vergognoso 7% - ha trovato ostacoli. Il
risultato di tutto questo è stato la moltiplicazione di discariche abusive
targate camorra. E in serata nuove proteste in quell'inferno di Pianura e
dintorni, con blocchi stradali alla rotonda "don Giustino" e
minacciose pattuglie di loschi figuri che imponevano la chiusura dei negozi ai
commercianti. Altra benzina sul fuoco, e i piromani arrivano da un bacino
indistinto degli ultrà "Teste Matte" e degli scissionisti dei
"Niss" ("Niente incontri solo scontri") e di settori di An
e della sinistra radicale e antagonista. "Lei mi chiede se dietro a questo
magma incandescente vi possa essere la camorra. Le rispondo così: a Contrada
Pisani - riflette il prefetto Cimmino - sono attive due discariche abusive
alimentate dagli spazzini della camorra. La presenza di una discarica legale
oggettivamente blocca l'attività criminale". Se san Gennaro tornasse a far
miracoli, la "monnezza" non sarebbe più un incubo. Il nuovo Piano
regionale firmato Pansa-Cimmino, muoverà i primi passi tra un mese. Tra un anno
il miracolo potrebbe compiersi: il termovalorizzatore di Acerra brucia 700.000
tonnellate di rifiuti trasformandoli in energia; la raccolta differenziata
sottrae un altro 1.000.000 di tonnellate, il riciclo altre 100.000 tonnellate.
Rimarrebbero 700.000 tonnellate di "monnezza": la metà, trasformata
in fertilizzanti, finirebbe a otturare le cave della Regione; l'altra metà
andrebbe nelle cinque discariche provinciali. Ma san Gennaro farà il miracolo?.
( da "Giorno, Il (Nazionale)" del 05-01-2008)
Pubblicato anche in: (Resto del Carlino,
Il (Nazionale)) (Nazione, La (Nazionale))
Di NINO FEMIANI ? NAPOLI ? IL PRESIDENTE della
Repubblica stringe i tempi e annuncia un intervento diretto di Prodi
sull'emergenza rifiuti. Giorgio Napolitano manifesta tutto il suo allarme ?
"non sono preoccupato: sono allarmato", puntualizza mentre si gode le
ultime ore di relax a Capri con una coppia di amici ? per una vicenda che sta
ormai scivolando nella rivolta di piazza (a Volla, intanto, scuole chiuse per
tre giorni). Così, dopo aver preso un caffè in Piazzetta e ascoltato le
telefonate sempre più concitate che arrivano da Napoli, il capo dello Stato
scandisce tutto il suo malumore per una crisi su cui più volte era intervenuto,
ricevendo assicurazioni per una rapida soluzione. ORA NAPOLITANO non vuole
sentire ragioni e chiede che a mettere la faccia per un'emergenza che ha
scandalizzato mezza Europa sia Palazzo Chigi. "Prodi ? spiega ? mi aveva
anche parlato dell'inceneritore che sorge nei pressi di casa sua, tanto per
provare che non c'è nulla da temere. Penso che il Governo prenderà iniziative
al massimo livello. Mi sono trovato d'accordo ? aggiunge Napolitano ? con il presidente
del Consiglio e con i ministri degli Interni e dell'Ambiente che ci sia una
assunzione di responsabilità precisa per sbloccare questa situazione".
Poi, a chi gli chiede se sia preoccupato, replica: "Ho detto nel mio
messaggio che si tratta di un problema sempre più allarmante". POCHE ORE
PRIMA, intervistato dal napoletano Il Mattino, Romano Prodi aveva sbottato:
"Non è più tollerabile che l'Italia venga additata a vergogna dell'Europa.
Già in questi giorni ho sentito Amato per l'ordine pubblico, Parisi per i siti
demaniali, i tecnici e tutti i miei collaboratori che si occupano del problema
perché completino gli approfondimenti richiesti e si proceda con un piano di
interventi strutturali. Non si può andare avanti così. Al punto in cui siamo
arrivati è chiaro che il problema va oltre il commissario e investe
direttamente la responsabilità del primo ministro". È evidente che capo
dello Stato e Governo cerchino di imprimere una svolta alla crisi campana per
evitare anche gli strali europei. Ma è probabile che il tardivo decisionismo
possa non bastare a impedire le sanzioni Ue. PIA BUCELLA, direttrice alla
direzione generale Ambiente della Commissione europea, dice che
"sicuramente l'adozione del piano rifiuti (quello promesso dal ministro
Pecoraro Scanio, ndr) rappresenta un primo passo utile. Ma alla luce della
situazione e della crisi attuale forse non rappresenta ancora un passo
sufficiente". La Commissione europea dovrebbe esaminare la situazione
italiana nella riunione del 30 gennaio e decidere entro trenta giorni. Il clima
a Napoli è pesante come nei mesi del colera. IL CARDINALE Crescenzio Sepe
mobilita parroci e volontari. "Siamo pronti a collaborare", dice a
Radio Vaticana. Ma il senatore leghista Roberto Calderoli, dopo
aver invocato nei giorni scorsi la cacciata del governatore Bassolino e del sindaco Iervolino, ora chiede l'invio dei "reparti
speciali dell'esercito a Napoli per risolvere questa emergenza, dare una
calmata agli agitati e una regolata agli amministratori locali". E la
tensione si tinge di contenuti politici. Così alcuni esponenti di An
danno vita a una protesta choc, 'impiccando' 21 manichini ad alberi e lampioni
del Rettifilo, uno anche accanto alla casa del sindaco. Sui manichini, i nomi
del presidente della Regione e della Iervolino, corde al collo, cartelli legati
con la scritta "Addio mondo di munnezza" o listati a lutto. Sotto,
cumuli di spazzatura. Una protesta che scuote e trova l'appoggio di molti
commercianti e residenti del centro storico, i quali manifestano anche solidarietà
ai concittadini di Pianura in lotta contro la discarica. INTANTO CONTINUA il
tiro a bersaglio politico contro Bassolino, le cui
dimissioni sono chieste non solo dall'intero centrodestra ma anche da qualche
esponente dell'Unione. Come il senatore Nello Formisano, di IdV, che considera Bassolino il "responsabile maggiore se non esclusivo
della crisi". Ma il governatore tiene duro. "Se avessi pensato che le
mie dimissioni fossero state utili alla risoluzione del problema, le avrei
date. Ma io resto perché penso di poter dare ancora un contributo". E
lancia la sua proposta: "Subito un vertice sui rifiuti di Napoli con il
Governo nazionale". - -->.
( da "Giorno, Il (Nazionale)" del 05-01-2008)
Pubblicato anche in: (Nazione, La
(Nazionale)) (Resto del Carlino, Il (Nazionale))
IERVOLINO Dal sindaco una telefonata ai dimostranti:
"Sono con voi". "E allora venga qui". Bassolino:
"Io non lascio" - -->.
( da "Giorno, Il (Nazionale)" del 05-01-2008)
Pubblicato anche in: (Resto del Carlino,
Il (Nazionale)) (Nazione, La (Nazionale))
Di NINO FEMIANI ? NAPOLI ? IL PRESIDENTE della
Repubblica stringe i tempi e annuncia un intervento diretto di Prodi
sull'emergenza rifiuti. Giorgio Napolitano manifesta tutto il suo allarme ?
"non sono preoccupato: sono allarmato", puntualizza mentre si gode le
ultime ore di relax a Capri con una coppia di amici ? per una vicenda che sta
ormai scivolando nella rivolta di piazza (a Volla, intanto, scuole chiuse per
tre giorni). Così, dopo aver preso un caffè in Piazzetta e ascoltato le
telefonate sempre più concitate che arrivano da Napoli, il capo dello Stato
scandisce tutto il suo malumore per una crisi su cui più volte era intervenuto,
ricevendo assicurazioni per una rapida soluzione. ORA NAPOLITANO non vuole
sentire ragioni e chiede che a mettere la faccia per un'emergenza che ha
scandalizzato mezza Europa sia Palazzo Chigi. "Prodi ? spiega ? mi aveva
anche parlato dell'inceneritore che sorge nei pressi di casa sua, tanto per
provare che non c'è nulla da temere. Penso che il Governo prenderà iniziative
al massimo livello. Mi sono trovato d'accordo ? aggiunge Napolitano ? con il
presidente del Consiglio e con i ministri degli Interni e dell'Ambiente che ci
sia una assunzione di responsabilità precisa per sbloccare questa
situazione". Poi, a chi gli chiede se sia preoccupato, replica: "Ho
detto nel mio messaggio che si tratta di un problema sempre più
allarmante". POCHE ORE PRIMA, intervistato dal napoletano Il Mattino,
Romano Prodi aveva sbottato: "Non è più tollerabile che l'Italia venga
additata a vergogna dell'Europa. Già in questi giorni ho sentito Amato per
l'ordine pubblico, Parisi per i siti demaniali, i tecnici e tutti i miei
collaboratori che si occupano del problema perché completino gli
approfondimenti richiesti e si proceda con un piano di interventi strutturali.
Non si può andare avanti così. Al punto in cui siamo arrivati è chiaro che il
problema va oltre il commissario e investe direttamente la responsabilità del
primo ministro". È evidente che capo dello Stato e Governo cerchino di
imprimere una svolta alla crisi campana per evitare anche gli strali europei.
Ma è probabile che il tardivo decisionismo possa non bastare a impedire le
sanzioni Ue. PIA BUCELLA, direttrice alla direzione generale Ambiente della
Commissione europea, dice che "sicuramente l'adozione del piano rifiuti
(quello promesso dal ministro Pecoraro Scanio, ndr) rappresenta un primo passo
utile. Ma alla luce della situazione e della crisi attuale forse non
rappresenta ancora un passo sufficiente". La Commissione europea dovrebbe
esaminare la situazione italiana nella riunione del 30 gennaio e decidere entro
trenta giorni. Il clima a Napoli è pesante come nei mesi del colera. IL
CARDINALE Crescenzio Sepe mobilita parroci e volontari. "Siamo pronti a
collaborare", dice a Radio Vaticana. Ma il senatore leghista Roberto
Calderoli, dopo aver invocato nei giorni scorsi la cacciata
del governatore Bassolino e del sindaco Iervolino, ora chiede l'invio dei "reparti
speciali dell'esercito a Napoli per risolvere questa emergenza, dare una
calmata agli agitati e una regolata agli amministratori locali". E la
tensione si tinge di contenuti politici. Così alcuni esponenti di An
danno vita a una protesta choc, 'impiccando' 21 manichini ad alberi e lampioni
del Rettifilo, uno anche accanto alla casa del sindaco. Sui manichini, i nomi
del presidente della Regione e della Iervolino, corde al collo, cartelli legati
con la scritta "Addio mondo di munnezza" o listati a lutto. Sotto,
cumuli di spazzatura. Una protesta che scuote e trova l'appoggio di molti
commercianti e residenti del centro storico, i quali manifestano anche
solidarietà ai concittadini di Pianura in lotta contro la discarica. INTANTO
CONTINUA il tiro a bersaglio politico contro Bassolino,
le cui dimissioni sono chieste non solo dall'intero centrodestra ma anche da
qualche esponente dell'Unione. Come il senatore Nello Formisano, di IdV, che
considera Bassolino il "responsabile maggiore se
non esclusivo della crisi". Ma il governatore tiene duro. "Se avessi
pensato che le mie dimissioni fossero state utili alla risoluzione del
problema, le avrei date. Ma io resto perché penso di poter dare ancora un
contributo". E lancia la sua proposta: "Subito un vertice sui rifiuti
di Napoli con il Governo nazionale". - -->.
( da "Giorno, Il (Nazionale)" del 05-01-2008)
Pubblicato anche in: (Resto del Carlino,
Il (Nazionale)) (Nazione, La (Nazionale))
GUERRIGLIA LA RABBIA DEI MANIFESTANTI SFOCIA IN RAID
TEPPISTICI E MINACCE. E IL PRESIDIO NON SI SCIOGLIE A Pianura, sassi e molotov
contro il commissariato di LEONARDO STURIALE ? NAPOLI ? MONTAGNA SPEZZATA, un
nome ideale per un campo di battaglia, l'ennesima intorno ai rifiuti. Ci si
arriva risalendo la lunga via che porta lo stesso nome e sale fino a Pianura,
coi suoi modesti alveari di cemento e i suoi 90mila abitanti. Solo sette
chilometri da piazza Municipio, venti minuti se non ci fosse il traffico di
Napoli. La discarica della discordia, in contrada Pisani, fino a ieri dormiva
sotto lo strapiombo di pietra che la separa dal cratere degli Astroni, un
gioiello di madre natura, presidiato dal Wwf con un'Oasi. Per 43 anni è stata
riempita di 'munnezza', un milione di metri cubi che hanno creato una collina,
coperta di verde, alta 163 metri. "Non solo i nostri, quelli di tutta
Italia" spiega Maria Rosaria, che è arrabbiata per la battuta del leghista
Castelli: "Il nord non vuole i loro rifiuti? Lo capisco: se li è già presi
per 50 anni". LA DISCARICA ERA stata chiusa nel 1994, l'anno che segnò
l'inizio dell'infinita emergenza rifiuti della Campania. Venne Antonio Bassolino, allora sindaco di Napoli, a mettere i sigilli e a
promettere la bonifica. C'era anche un progetto per farci un campo da golf , 18
buche. Bassolino è ancora in sella, ora è il
Governatore. Anche l'emergenza c'è ancora, dopo 14 anni. E la discarica pure,
tanto che la vogliono riaprire. Altro che 18 buche: ne stanno preparando una
sola, grande come una voragine, per buttarci di nuovo 'munnezza'. Ci stanno
lavorando dall'alba di giovedì, quando tre camion preceduti da una pala
meccanica hanno aperto un varco nel bosco, dove nessuno se lo aspettava. Sono
stati aggirati centinaia di cittadini che presidiavano l'ingresso ufficiale
della vecchia discarica giorno e notte dal 27 dicembre. La beffa fa male. Ma
non solo. MONTAGNA SPEZZATA, un nome ideale per una sconfitta. "Ma i
rifiuti non sono ancora qui, non li hanno portati. Noi resistiamo", spiega
con la voce roca Mattia Baiano, 52 anni, carabiniere in malattia. A lui la
protesta fa male. A 16 anni fronteggiava le forze dell'ordine in questo stesso
luogo. Poi cambiò casacca, ma qui davanti, a combattere per la salute, c'è
tornato più volte, senza divisa, s'intende. Oggi è preoccupato per i quattro
autobus, che erano serviti da barricata e che qualcuno ha dato alle fiamme
nella notte. Qualcuno di fuori. Mattia teme incursioni, provocazioni, piccoli
criminali. La gente di Pianura ha cacciato un gruppo di apparenti no-global che
avevano affiancato i manifestanti. Ma non è bastato a scongiurare violenze: in
serata, un gruppo di facinorosi ha assaltato il commissariato di Pianura armato
di bombe carta e pietre. E un pregiudicato è stato arrestato: nel furgone aveva
6 bottiglie molotov. DRAMMATICO, qui, è anche il problema salute.
"Arrivare a 60 anni, a Pianura, è un miracolo", afferma Clotilde
Palmers, e indica i necrologi sui muri del quartiere: 37, 44, 51 anni.
Impressionante. Anche negli ospedali sanno che Pianura è un posto a rischio.
Difficile avere dati epidemiologici, ma qualche documento circola e parla di
incidenza di tumori e malformazioni molto superiore alla media. Salvatore
Simeone mostra la sua recente ferita operatoria all'addome. ELISA IACCARINO
racconta delle 12 pillole quotidiane che prende per combattere la sua strana e
rara malattia autoimmune. Nessuno qui ha dubbi. Ne va della vita, della salute.
Per questo non hanno senso le violenze. "Qualcuno viene mandato per
compiere atti vandalici e farci passare da camorristi. Mi chiamino pure in
questura, non li temo: sono una catechista, io" alza la voce Maria Grasso.
E aggiunge: "Non li votiamo più, questi politici, ci rappresenteremo da
soli, faremo una lista civica. Noi sì che siamo civili, non chi ci ha tenuto
nella munnezza fino ad oggi. A chi fa comodo non far partire la raccolta
differenziata a Napoli? Vogliamo saperlo". NON BASTA
CHE IL SINDACO Rosa Russo Iervolino sia la sola, tra le istituzioni, contraria
alla riapertura della discarica. Non basta che telefoni ("faccio quel che
posso") ai dimostranti. La vogliono vedere qui, tra loro, con la fascia
tricolore. "Si sente sola? Venga con noi, ci batteremo insieme".
"La nostra è una protesta civile" incalza Angelo Di Falco, uno dei
leader della protesta che qui è nato cresciuto. "Da bambini ci lanciavamo
nel fosso a scivoloni per recuperare i giocattoli gettati via dai quartieri
alti, da quelli di Posillipo. Ma poi anche i rifiuti sono cambiati: è diventato
un posto pieno di liquami e di veleni". Dai rifiuti di contrada Pisani,
Angelo ha visto cambiare il mondo. E crollare la fiducia nelle istituzioni. È
qui che la Montagna è davvero Spezzata. - -->.
( da "Provincia Pavese, La" del 05-01-2008)
Attualità Ancora vandalismi e macabri avvertimenti
Autobus incendiati a Pianura. An impicca i manichini di Iervolino e Bassolino FERRUCCIO FABRIZIO NAPOLI. "Stop ai veleni,
la morte ci aspetta", ammonisce un cartello mostrato da un bambino di
Pianura. E' il preludio alla contestata riapertura di Contrada Pisani, la
discarica chiusa da 11 anni e individuata dal commissario di Stato per
fronteggiare la nuova crisi dei rifiuti. Oggi o al massimo domani in questo
invaso immerso in un'oasi naturalistica nella periferia ovest di Napoli,
dovranno essere scaricate oltre duemila tonnellate di spazzatura che stanno
invadendo soprattutto l'hinterland da Afragola a San Giorgio a Cremano fino a
Pozzuoli. I residenti lo sanno e sono pronti alle barricate, anche se nella
gran maggioranza (fatta di gente perbene) prendono le distanze dagli atti
vandalici compiuti la scorsa notte, quando sono stati inceneriti quattro
autobus dell'Anm, assaltata e colpita da un estintore un'auto dei Carabinieri e
bloccato la circolazione in tutta la zona. Finora hanno pagato il prezzo dei
disagio economico con numerosi esercizi rimasti chiusi e la necessità di
spostarsi in un altro quartiere per la spesa. Quasi tutti gli accessi alla
discarica sono presidiati dalla polizia che controlla il territorio anche con
un elicottero e permette ai tecnici di ultimare così le operazioni di
preparazione del sito di stoccaggio. Una corsa contro il tempo perché in assenza
di alternative immediate a Contrada Pisani, la situazione potrebbe
ulteriormente peggiorare in tutta la provincia. La giornata di ieri è stata
forse la più difficile degli ultimi giorni. I vigili del fuoco sono intervenuti
nella notte sessanta volte per spegnere i roghi, quasi tutti appiccati ai
margini periferici della città o nei comuni limitrofi. E Napoli si era
svegliata con la macabra scoperta, autori alcuni esponenti di An, di ventuno
manichini impiccati agli alberi e ai pali della luce lungo il centrale corso
Umberto. Bersagli della provocazione, il governatore Bassolino
e il sindaco Iervolino. Il primo ha già fatto sapere che intende restare al suo
posto, il sindaco ha invece scatenato una polemica accusando il prefetto di
Napoli Pansa di "scelte di gravità inaudita". E schierandosi con i
manifestanti di Pianura con una telefonata a viva voce intercorsa con un
consigliere An. "La città è commissariata da 14 anni, sono stati spesi 2
miliardi, ma chi li ha visti? - ha accusato nella telefonata la Iervolino. La
responsabilità degli sprechi è dei vari commissari che si sono succeduti in
questi anni. Abbiamo avuto vescovi che hanno benedetto qualsiasi rivoluzione, e
politici di centrosinistra che sono andati loro dietro..." L'iniziale
applauso corale che è seguito alle sue parole ha lasciato subito dopo spazio a
una riflessione realistica da parte dei cittadini. "Il sindaco dice di
essere con noi e di essere rimasta sola? Un sindaco non è mai solo, e se lo è
può mettere sul tavolo la carta delle dimissioni" dice uno dei
manifestanti, Domenico Merolla. Che chiosa: "Una telefonata simpatica,
quella con la Iervolino, ma qui non possono prenderci in giro".
( da "Libertà" del 05-01-2008)
Quotidiano partner di Gruppo Espresso LIBERTA' di
sabato 5 gennaio 2008 > In Italia emergenza rifiuti in campania Il premier
annuncia l'intervento del governo. Il sindaco di Napoli contro il prefetto
Napolitano allarmato. Prodi: intollerabile Il centrodestra
chiede le dimissioni di Bassolino e della Iervolino ROMA - "Ho detto nel mio messaggio che si
tratta di un problema sempre più allarmante. Quindi, non sono preoccupato, ma
allarmato". Non usa giri di parole Giorgio Napolitano per far capire
quanto ormai consideri grave l'emergenza rifiuti. E sulla questione
annuncia ormai di intervenire direttamente anche il governo. Uscendo dal caffè
Tiberio, proprio sulla piazzetta di Capri, dove da qualche giorno si trova in
vacanza, Napolitano puntualizza che una prima telefonata con Prodi, c'è stata
in realtà già il 31 dicembre, dopo il messaggio televisivo di Capodanno.
"Con Prodi - racconta - avevamo anche parlato dell'inceneritore che c'è
nei pressi di casa sua tanto per provare che non c'è nulla da temere".
Aggiunge di aver poi ricevuto una seconda telefonata dal presidente del
Consiglio nei giorni scorsi e quindi annuncia: "Penso che il governo
prenderà una iniziativa al massimo livello". Un giornalista gli chiede se
sia stato lui stesso a sollecitare il governo. "Mi sono trovato d'accordo
- si limita a rispondere Napolitano - con il presidente del Consiglio e con i
ministri degli Interni e dell'Ambiente che ci sia una assunzione di
responsabilità precisa per sbloccare questa situazione". Ma intanto in
Campania è anche guerra fra le istituzioni. Mentre capo dello Stato e governo
fanno capire di condividere l'iniziativa del prefetto di Napoli di riaprire la
discarica di Pianura, il sindaco Rosa Russo Iervolino si scaglia contro i
commissari speciali sui rifiuti che si sono succeduti nel capoluogo campano, ma
anche contro il prefetto Alessandro Pansa. Sia lei che Antonio Bassolino, raffigurati ieri nei macabri manichini impiccati
per la strade di Napoli, finiscono però nel mirino del centrodestra. Tutti ne
chiedono le dimissioni, mentre Roberto Calderoli chiede anche a Prodi di
inviare in Campania le forze speciali dell'esercito. "Se avessi pensato
che lasciare poteva contribuire a una soluzione positiva dei problemi, l'avrei
già fatto", assicura Bassolino. Palazzo Chigi fa
invece intravedere la possibilità di usare il pugno di ferro. In una nota
richiama la necessità "di una grande e ferma unità delle istituzioni"
a sostegno delle azioni, "ineludibili e necessarie", che sono state
intraprese, ma sottolinea anche che "ci sono gruppi estremisti, sia locali
che giunti da fuori, che hanno cercato e cercano di alzare barricate di
dissenso". Per questo il governo "condivide totalmente" l'appello
del prefetto di Napoli, così come garantisce "che ciascuno dei siti, a
partire da Pianura, sia rigorosamente destinato all'autosufficienza
locale". "Non è più tollerabile - avverte poi Prodi in una intervista
- che l'Italia venga additata a vergogna dell'Europa per non riuscire a
risolvere il problema dei rifiuti in un'area grande quanto la Campania".
Ma intanto, secondo la direttrice della Direzione ambiente, Pia Bucella, la
Commissione Ue, quando si riunirà il 30 gennaio, potrebbe giudicare "non
sufficiente" la risposta fornita nei giorni scorsi dal governo italiano
sulle violazioni delle normative europee. Il rischio è quello di perdere i
preziosi fondi Ue: "Uno stanziamento di 80-85 milioni di euro per le
discariche è stato già sospeso", spiega la Bucella. E ora c'è in ballo un
fondo di qualche miliardo di euro che potrebbe essere erogato da Bruxelles per
il quinquennio 2007-2013, ma solo se ci saranno le condizioni. Andrea Palombi
[.
( da "Libertà" del 05-01-2008)
Quotidiano partner di Gruppo Espresso LIBERTA' di
sabato 5 gennaio 2008 > In Italia Sabotaggi e assalti ai bus, è guerra a
Pianura A Napoli manichini impiccati agli alberi contro il sindaco e il
presidente della Regione NAPOLI - "Stop ai veleni, la morte ci
aspetta", ammonisce un cartello mostrato da un bambino di Pianura. E' il
preludio alla contestata riapertura di Contrada Pisani, la discarica chiusa da
11 anni e individuata dal commissario di Stato per fronteggiare la nuova crisi
dei rifiuti. Oggi o al massimo domani in questo invaso immerso in un'oasi
naturalistica nella periferia ovest di Napoli, dovranno essere scaricate oltre
duemila tonnellate di spazzatura che stanno invadendo soprattutto l'hinterland
da Afragola a San Giorgio a Cremano fino a Pozzuoli. I residenti lo sanno e
sono pronti alle barricate, anche se nella gran maggioranza (fatta di gente
perbene) prendono le distanze dagli atti vandalici compiuti la scorsa notte,
quando sono stati inceneriti quattro autobus dell'Anm, assaltata e colpita da
un estintore un'auto dei Carabinieri e bloccato la circolazione in tutta la
zona. Finora hanno pagato il prezzo dei disagio economico con numerosi esercizi
rimasti chiusi e la necessità di spostarsi in un altro quartiere per la spesa.
Quasi tutti gli accessi alla discarica sono presidiati dalla polizia che
controlla il territorio anche con un elicottero e permette ai tecnici di
ultimare così le operazioni di preparazione del sito di stoccaggio. Una corsa
contro il tempo perché in assenza di alternative immediate a Contrada Pisani,
la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare in tutta la provincia. La
giornata di ieri è stata forse la più difficile degli ultimi giorni. I vigili
del fuoco sono intervenuti nella notte sessanta volte per spegnere i roghi,
quasi tutti appiccati ai margini periferici della città o nei comuni limitrofi.
Ieri sera lanci di petre contro un commissariato di polizia. Un manifestante è
stato arrestato: era in possesso di una molotov. E Napoli si era svegliata con
la macabra scoperta, autori alcuni esponenti di An, di ventuno manichini
impiccati agli alberi e ai pali della luce lungo il centrale corso Umberto.
Bersagli della provocazione, il governatore Bassolino e il sindaco Iervolino. Il primo ha già fatto sapere che intende
restare al suo posto, il sindaco ha invece scatenato una polemica accusando il
prefetto di Napoli Pansa di "scelte di gravità inaudita". E
schierandosi con i manifestanti di Pianura con una telefonata a viva voce
intercorsa con un consigliere An. "La città è commissariata da 14
anni, sono stati spesi 2 miliardi, ma chi li ha visti? - ha accusato nella
telefonata la Iervolino. La responsabilità degli sprechi è dei vari commissari
che si sono succeduti in questi anni. Abbiamo avuto vescovi che hanno benedetto
qualsiasi rivoluzione, e politici di centrosinistra che sono andati loro
dietro...". L'iniziale applauso corale che è seguito alle sue parole ha
lasciato subito dopo spazio a una riflessione realistica da parte dei
cittadini. "Il sindaco dice di essere con noi e di essere rimasta sola? Un
sindaco non è mai solo, e se lo è può mettere sul tavolo la carta delle
dimissioni" dice uno dei manifestanti, Domenico Merolla. Che chiosa:
"Una telefonata simpatica, quella con la Iervolino, ma qui non possono
prenderci in giro". Ferruccio Fabrizio [.
( da "Tirreno, Il" del 05-01-2008)
Prima Pagina Rifiuti, molotov e bus a fuoco Napolitano:
interverrà lo Stato NAPOLI. La crisi dei rifiuti in Campania diventa una
questione nazionale e le due massime autorità dello Stato, Napolitano e Prodi,
intervengono appoggiando la decisione di riaprire la discarica di Pianura. Ma la guerra dei rifiuti si incattivisce e compaiono le molotov:
sabotaggi ai mezzi meccanici, bus dati alle fiamme, blocchi stradali, assalto a
un commissariato e una ventina di manichini impiccati (foto) raffiguranti Bassolino e la Iervolino. A pagina 5.
( da "Giornale di Brescia" del 05-01-2008)
Edizione: 05/01/2008 testata: Giornale di Brescia
sezione:IN PRIMO PIANO Premier e Capo dello Stato appoggiano la riapertura
della discarica di Pianura. La Iervolino contro entrambi Napolitano:
"Sono allarmato" ROMA La crisi dei rifiuti in Campania diventa una
questione nazionale e le due massime autorità dello Stato, il presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano e il premier Romano Prodi, intervengono
appoggiando le decisioni del commissario Umberto Cimmino e del prefetto di
Napoli Alessandro Pansa di riaprire la discarica di Pianura. Cosa che
non impedisce al sindaco di Napoli, Iervolino, di proseguire il suo braccio di
ferro con entrambi. Ieri Prodi, in un colloquio con "Il Mattino", ha
esternato la sua indignazione: "Non è tollerabile che l'Italia venga
additata a vergogna dell'Europa". L'ira del premier è tracimata, giovedì
sera, non solo per le bacchettate di Bruxelles, ma soprattutto dopo una
telefonata col neo commissario ai rifiuti Cimmino. Le proteste violente per la
riapertura provvisoria della discarica di Pianura (con il sospetto che siano
fomentate dalla camorra) richiedevano una presa di posizione del governo che
assicurasse a Cimmino la piena legittimità politica della sua azione, anche per
l'opposizione del sindaco, Iervolino, alla scelta di Pianura. "Sono
personalmente impegnato per la soluzione di questa drammatica e per molti versi
inspiegabile emergenza", ha detto Prodi, il quale ha anche annunciato di aver
"già sentito Amato per l'ordine pubblico, e Parisi per i siti
demaniali". Senza contare il vertice già convocato dal ministro per
l'Ambiente Pecoraro Scanio per martedì tra le istituzioni locali, il governo
nazionale e il commissario Cimmino. In ogni caso Prodi ha ribadito "la
massima fiducia in Cimmino, così come è stato con il prefetto Pansa".
"Al punto in cui siamo arrivati è chiaro che il problema va oltre il
commissario e investe direttamente la responsabilità del primo ministro".
Insomma, un sorta di commissariamento, non solo tecnico, ma anche
"politico", della crisi da parte del governo, visto che "la
credibilità delle autorità politiche è scesa ai minimi". In mattinata,
dopo le critiche del sindaco Iervolino al prefetto Pansa, che giovedì aveva
lamentato la scarsa collaborazione delle istituzioni locali chiedendone invece
la collaborazione, ecco una nota ufficiale di Palazzo Chigi. "In tutta la
Campania, e in primo luogo a Napoli, c'è bisogno oggi di una grande e ferma
unità delle istituzioni a sostegno delle azioni, ineludibili e necessarie, che
sono state intraprese sul fronte dei rifiuti", anche per contrastare
"i gruppi estremisti che hanno cercato e cercano di alzare barricate di
dissenso". Quindi, "il Governo condivide totalmente l'appello del
prefetto Pansa, così come fa sua la garanzia che ciascuno dei siti, a partire
da Pianura, sia rigorosamente destinato all'autosufficienza locale". Non
passano due ore che il sindaco Iervolino telefona al consigliere comunale di
An, Marco Nonno, che è in mezzo ai manifestanti anti-discarica di Pianura,
ribadendo la sua contrarietà alla scelta del commissario Cimmino: "Non so
dove arriverò, sono sola - dice al telefono messo in vivavoce - l'unica che
lavora in altre direzioni sono io". La decisione di Prodi di commissariare
"politicamente" la crisi trova l'avallo del presidente della
Repubblica Napolitano, col quale il premier dice di aver "parlato
spesso" del problema. E Napolitano, in vacanza a Capri, conferma e si
dichiara "non preoccupato, ma allarmato". "Mi sono trovato
d'accordo - spiega - con il presidente del Consiglio e con i ministri degli
Interni e dell'Ambiente che ci sia una assunzione di responsabilità precisa per
sbloccare questa situazione". Martedì dunque il vertice convocato da
Pecoraro Scanio in cui si affronteranno i problemi a monte, e cioè come
produrre meno rifiuti (grazie alla raccolta differenziata). Il presidente della
Regione Campania, Antonio Bassolino, chiede però anche
un vertice governo-enti locali sugli altri aspetti, e concorda sulla necessità
"della corresponsabilità tra le istituzioni locali e nazionali". Ma
non ci sta a far la parte di San Sebastiano, con l'opposizione che ne chiede in
coro le dimissioni e con la Sinistra Arcobaleno che, con Cesare Salvi, minaccia
di uscire dalla maggioranza in Campania.
( da "Repubblica, La" del 05-01-2008)
Cronaca Caos rifiuti, assalto al commissariato bombe
carta e sassi contro la polizia L'ira del cardinale, macabri manichini in
centro. Napolitano: "Allarmato" Roghi e proteste a Pianura, indagini
su ultrà e camorra Il commissario Cimmino: "Ci sono professionisti della
guerriglia" STELLA CERVASIO NAPOLI - Rabbia e amarezza, proteste ed
episodi di violenza da parte di chi soffia sul fuoco. E persino l'assalto al
commissariato di polizia di Pianura. Bombe carta e sassi hanno danneggiato
l'edificio. A poche centinaia di metri di distanza, in via San Donato, una
ragazza con lo scooter scivola sui rifiuti per evitare i cassonetti rovesciati,
cade e batte la testa: è ricoverata in ospedale ma è fuori pericolo. Un'altra
giornata difficile per Contrada Pisani a Pianura, dove la protesta contro la
riapertura della vecchia discarica ha fatto vivere nuovi momenti di tensione.
"Di fronte a una città mai così umiliata come in questi giorni - dichiara
il cardinale Crescenzio Sepe - la Chiesa è in lutto e non può tacere: verrebbe
di gridare un "basta!" per tutto ciò che assedia la vita della
città". E il presidente Napolitano, in vacanza a Capri, dice di essere
"allarmato". "Ho parlato con il presidente del Consiglio e i
ministri degli Interni e dell'Ambiente - prosegue il Capo dello Stato - ci
vuole una assunzione di responsabilità precisa per sbloccare la situazione. Il
governo prenderà una iniziativa ai più alti livelli". Ma la città non ha
pace. Ancora blocchi stradali e tangenziale chiusa a Pozzuoli. In mattinata tocca
al centro città vivere momenti critici per una manifestazione al Comune che ha
richiesto l'intervento dei vigili del fuoco e l'occupazione di una sala e del
tetto del municipio. Una massa di rifiuti sparsa per strada per due ore anche
nel quartiere Sanità. La convulsa giornata si conclude con un tentativo di
sit-in nell'invaso della discarica, un pomeriggio di tafferugli tra passanti e
manifestanti, sassi e fumogeni contro la polizia, cassonetti rovesciati e il
picchettaggio di una banda in motorino armata di mazze da baseball alla caserma
dei pompieri. Anche se hanno fatto l'abitudine alla protesta per le alterne
vicende della discarica - in odore di camorra, sorta su un territorio protetto
- le famiglie dell'abitato presidiano gli ingressi in maniera pacifica,
spiegando le loro ragioni. Rivendicano, con il diritto alla salute, una
vivibilità che gli è sempre stata negata nel quartiere cresciuto senza criterio
e senza infrastrutture. Cittadini per bene, ma non solo. C'è anche chi nella
notte di giovedì ha incendiato quattro autobus, ha tagliato alberi e rovesciato
new jersey di cemento per ostruire via Montagna Spaccata, la lunga strada tra
Fuorigrotta e Pozzuoli che porta alla discarica. E ha fatto di più: in nottata
ha messo fuori uso una ruspa, tranciando i fili della centralina e ha riempito
di terreno il serbatoio di un'altra, paralizzando il lavoro di preparazione del
campo per lo sversamento dei rifiuti. Una mano misteriosa da professionisti
della guerriglia, tanto abile da eludere la sorveglianza delle forze
dell'ordine e degli autisti, che dormivano nei camion. La polizia inizia subito
a cercare di separare il grano dal loglio. è stato riconosciuto qualche ultras
da stadio, ma anche esponenti dei clan di camorra. Nel pomeriggio vengono
segnalate ronde di motorini in prossimità del commissariato. Intimano ai
negozianti di chiudere, se non vogliono avere danni. Scatta l'indagine della
Digos sull'infiltrazione di facinorosi, che dà un risultato immediato, viene
arrestato uno dei manifestanti, Luigi Paolella: in auto ha sei bottiglie
molotov. In un documento la municipalità si dissocia dagli atti di vandalismo:
"Non sono cittadini di Pianura quelli che hanno incendiato gli
autobus", dice il presidente Fabio Tirelli. Ma più tardi quegli stessi
facinorosi lanciano sassi anche contro la sede della Municipalità e sfondano le
vetrate del commissariato. L'ombra della camorra incombe su Napoli e non poteva
mancare in un contesto che ha visto da sempre protagonisti i clan dell'ecomafia. Se ne è subito reso conto il neocommissario per
l'emergenza rifiuti Umberto Cimmino. Dopo aver dichiarato che "la
guerriglia non è opera dei cittadini, non sono attrezzati per farla",
Cimmino ha chiesto alla Procura di vigilare sull'appalto alle ditte per la
raccolta straordinaria e sulla proprietà dei suoli dove da probabilmente da
martedì arriveranno le 2000 tonnellate di immondizia che soffocano la città. Disperazione che un consigliere comunale di An, poi sconfessato
dal suo stesso partito, ha cercato di rappresentare con una discutibile
trovata: 21 manichini impiccati a tutti gli alberi del Rettifilo e all'ingresso
del Comune. Sugli abiti dei fantocci, un serie di scritte contro Bassolino e il sindaco Iervolino.
( da "Repubblica, La" del 05-01-2008)
Cronaca Dopo l'intervista a "Repubblica"
interviene il governo. E Bassolino tenta una
mediazione Palazzo Chigi sconfessa il sindaco "Sbagliato attaccare il
prefetto" Se le mie dimissioni servissero per contribuire a una soluzione
positiva le avrei già date, ma credo che la mia azione sia ancora utile ROBERTO
FUCCILLO NAPOLI - SCENDE in campo il governo. Come aveva annunciato da Giorgio
Napolitano: "Penso che prenderà un'iniziativa al massimo livello",
aveva detto il capo dello Stato. E la prima mossa è un comunicato con il quale
Palazzo Chigi censura di fatto le critiche del sindaco Iervolino al prefetto
Alessandro Pansa, fino a pochi giorni fa commissario di governo per l'emergenza.
La Iervolino aveva duramente contestato sia la scelta di riaprire la discarica
di Pianura che alcune dichiarazioni di Pansa, ritenute "incredibili per un
prefetto". Ma Palazzo Chigi fa quadrato sul suo uomo e, di fatto, isola il
sindaco: "Il governo condivide totalmente l'appello del prefetto di
Napoli. In tutta la Campania, e in primo luogo a Napoli, c'è bisogno oggi di
una grande e ferma unità delle istituzioni a sostegno delle azioni, ineludibili
e necessarie, che sono state intraprese sul fronte dei rifiuti". Pianura
non si discute, dunque. Di più: "Ci sono gruppi estremisti - continua la
nota - sia locali che giunti da fuori, che hanno cercato e cercano di alzare
barricate di dissenso. C'è la radicata sfiducia dei cittadini, che può spingere
alcuni di loro a unirsi a tale opposizione. A tutto questo si è ripetutamente
riferito il prefetto di Napoli e per contrastarlo ha fatto appello al concorde
sostegno e alla diretta assunzione delle rispettive responsabilità da parte di
tutte le istituzioni". Insomma contestare Pansa può anche aiutare chi
mesta nel torbido, chi lo fa è un irresponsabile. Iervolino isolata, dunque.
Sconfessata anche da un altro ministro napoletano, Luigi Nicolais:
"Esprimo tutto il mio incondizionato sostegno al lavoro svolto dal
prefetto Pansa. Dinanzi all'acuirsi della crisi e all'aggravarsi dello scontro
in atto a Pianura non sono ammessi tentennamenti". Anche Clemente Mastella
invoca "uno scatto d'orgoglio di tutta la classe politica
napoletana". L'unico a tentare una mediazione è
Antonio Bassolino. Il presidente della Regione ribadisce in serata il suo assenso
alle decisioni di Pansa, compresa la scelta di Pianura, "dolorosa, ma
senza alternative". Ma prova a recuperare al dialogo anche la Iervolino
che "ha ragione quando solleva il tema di un maggior coinvolgimento della
popolazione". Poi ricorda che "ci sono stati commissari prima
e dopo di me, ma nessuno, neanche quelli con i poteri di ordine pubblico che ha
un prefetto, ha risolto il problema, E una crisi così, con i rifiuti per strada
a Natale, non l'avevamo mai avuta". Come dire che neanche Pansa può dare
pagelle. E d'altronde "se le mie dimissioni servissero per contribuire a
una soluzione positiva le avrei già date, ma credo che la mia azione, anche in
questa fase, sia ancora utile". Insomma neanche il governo può fare da
solo. E infatti Bassolino riferisce di aver parlato
con Napolitano e con Giuliano Amato e che la settimana prossima potrebbe
esserci un vertice con Prodi.
( da "Repubblica, La" del 05-01-2008)
Pagina I - Napoli Stoccata di Bassolino a Pansa. Il cardinale: "Chiesa in lutto". Napolitano:
"Sono allarmato, il governo interverrà" Rifiuti, tutti contro tutti Prodi
con il prefetto. E Iervolino chiama i manifestanti La crisi dei rifiuti spacca
le istituzioni. "Il Governo condivide totalmente l'appello del Prefetto di
Napoli sull'emergenza rifiuti": con una nota ufficiale di Palazzo
Chigi, il premier Romano Prodi gela il sindaco Rosa Russo Iervolino, dopo
l'intervista a "Repubblica" in cui lei attaccava Alessandro Pansa. Il
governo fa quadrato intorno al prefetto e chiede "una grande e ferma unità
delle istituzioni a sostegno delle azioni, ineludibili e necessarie, che sono
state intraprese sul fronte dei rifiuti". La polemica è incandescente. Il
governatore Antonio Bassolino ribadisce di considerare
inutili le sue dimissioni e lancia una stoccata a Pansa e agli altri commissari
straordinari all'emergenza che l'anno preceduto, compreso Bertolaso: "Io
ho le mie responsabilità, ma il problema non l'ha risolto nessuno, neanche
uomini come il capo della Protezione civile o un prefetto". Da Capri il
presidente Napolitano dice: "Sono allarmato, il governo interverrà".
Parla il cardinale Crescenzio Sepe. "Città umiliata, la Chiesa è in
lutto". ANGELO CAROTENUTO BIANCA DE FAZIO ROBERTO FUCCILLO ALLE PAGINE II
e III.
( da "Secolo XIX, Il" del 05-01-2008)
"Bassolino se ne vada e
intervenga l'Esercito" le reazioni Il centrodestra attacca:
"Sciogliere subito il consiglio regionale". Mastella chiede ai
politici "uno scatto d'orgoglio " 05/01/2008 Roma. Tutti contro Bassolino: centrodestra e centrosinistra. Il presidente della
Regione Campania è indicato come il vero responsabile del dramma in cui è
sprofondata Napoli. "Bassolino dovrebbe
dimettersi - afferma Fabrizio Cicchitto, vice coordinatore di Forza Italia -; la
Campania è una regione che sta precipitando in un baratro. La raccapricciante
vicenda dei rifiuti è il segno inequivocabile del fallimento del centrosinistra
che da oltre dieci anni è al potere in quella regione". Roberto Calderoli,
vicepresidente leghista del Senato, sottolinea: "Finalmente il fetore dei
rifiuti ha raggiunto il Quirinale, o Capri, e finalmente il presidente della
Repubblica si è svegliato e si è detto allarmato per l'emergenza che si è
venuta a creare a Napoli. Ci si aspetta però risposte dal governo, che avrebbe
dovuto determinare lo scioglimento, già da tempo, del consiglio regionale della
Campania e il commissariamento del Comune di Napoli". A questo punto per
Calderoli è necessario che "il presidente, in quanto capo delle forze
armate, invii i reparti speciali dell'esercito per risolvere questa emergenza,
dare una calmata agli agitati e una regolata agli amministratori locali".
Ai quali il Guardasigilli, Clemente Mastella, chiede "uno scatto
d'orgoglio per risolvere un'autentica tragedia che colpisce non solo Napoli, ma
l'intero Paese". Mastella auspica che "almeno questa volta, di fronte
al perpetuarsi di questo dramma, non si debbano registrare né
strumentalizzazioni, né rivendicazioni di parte, ma una presa di coscienza che
assicuri il coinvolgimento di tutte le realtà deputate a trovare una necessaria
soluzione". Dal centrosinistra la voce di Cesare Salvi, Sinistra
democratica: "Non si può sopportare l'emergenza di una città che soffoca
sotto i rifiuti. Il governo deve intervenire con urgenza, andando oltre le
recenti decisioni che appaiono del tutto inadeguate". E ancora: "Il
fallimento dei commissari che si sono succeduti va di pari passo con quello di
chi ha la responsabilità di governo della regione". Insiste su questo
tasto anche Roberto Villetti del Partito socialista, che avverte: "Quando
lo Stato fallisce clamorosamente peccando di inefficienza e connivenza, si apre
inevitabilmente lo spazio ad una protesta populista che può assumere aspetti
violenti nei quali si possono facilmente infiltrare organizzazioni criminali
come la camorra". Per l'Italia dei Valori è un errore pensare che l'intera
classe dirigente politica campana sia collusa con la camorra", ma non
esclude che ci siano frange che interloquiscono con essa e il centrosinistra
farebbe bene a liberarsene subito. È il giudizio di Nello Formisano, capogruppo
dell'Italia dei Valori al Senato, secondo il quale le
responsabilità politiche di Bassolino "sono maggiori se non
esclusive rispetto a quelle del sindaco Iervolino". Secondo Francesco
Storace, segretario de La Destra, l'unica "iniziativa concreta" che
Napolitano dovrebbe promuovere è"accompagnare Bassolino
all'uscita", avviando le procedure di scioglimento del consiglio regionale
e di rimozione del presidente "per ragioni di sicurezza
nazionale". 05/01/2008.
( da "Repubblica, La" del 05-01-2008)
Pagina II - Napoli Ventuno manichini impiccati
protesta choc, si spacca An il caso BIANCA DE FAZIO Gli alberi, i lampioni, i
pali quest'anno sguarniti dalle luminarie natalizie, diventano un capestro per
21 fantocci. Ventuno manichini impiccati in corso Umberto. A simboleggiare le
condizioni estreme in cui vivono - costretti a preferire la morte - i cittadini
napoletani (e non solo per l'immondizia che soffoca la città). è la protesta
choc andata in scena ieri mattina in una delle strade più importanti della
città. In quel corso Umberto lontano da Pianura e dalla protesta dei suoi
cittadini, ma vicino a questi ultimi nella sfiducia verso
le istituzioni: ai manichini erano attaccati cartelli che buttavano su Bassolino e Iervolino la croce di malesseri vari, dall'immondizia alla crisi
dei mutui, passando per la disoccupazione e il traffico. Fantocci che da
lontano sembravano veri: alti quanto uomini, vestiti come gente qualsiasi.
"Addio a stu munno 'e munnezza". Una protesta macabra, nata
dall'inventiva di Alleanza nazionale: ciascun manichino era "firmato"
dal "Circolo territoriale di Alleanza nazionale Mercato e Pendino" e
su qualche cartello si leggeva anche l'indirizzo elettronico del blog del
consigliere provinciale Luigi Rispoli. Che ha spiegato: "Con questi
manichini vogliamo denunciare la situazione di sofferenza che sta vivendo
questa città. Non c'è solo il problema della spazzatura che in questo momento è
il più evidente, ma anche il dramma abitativo, la disoccupazione, la mancata
sicurezza". La protesta di An spacca, però, la destra (anche perché molti
pensano che i fantocci simboleggino Bassolino e
Iervolino). Il primo a scagliarsi contro quei manichini impiccati è Fulvio
Martusciello, il consigliere regionale di Forza Italia. Che subito parla di uno
"scherzo di pessimo gusto", poi aggiunge: "Quanto accaduto
stamattina è il frutto dell'imbarbarimento della lotta politica; il risultato
di una guerra senza regole, che disconosce il valore del rispetto per l'uomo in
quanto tale. Una trovata senz'altro strumentale e deprecabile, ordita da
persone che presumibilmente hanno smarrito il senso della misura e del
decoro". Poi è la stessa federazione provinciale di An a dissociarsi
"in maniera netta e ferma dall'iniziativa dei manichini recanti l'effigie
di Bassolino e della Iervolino". Luigi Bobbio,
presidente provinciale di An, va giù duro: "Se dovessero essere confermate
le rivendicazioni di tale ignobile gesto da parte del consigliere provinciale
Luigi Rispoli, An adotterà immediate e dure iniziative disciplinari. Solo dopo
Rispoli chiarisce con una nota, che quei fantocci rappresentano i semplici
cittadini, non il sindaco ed il governatore.
( da "Repubblica, La" del 05-01-2008)
Pagina III - Napoli LA POLEMICA Il governatore chiama
in causa Pansa e i predecessori: "Una crisi così a Natale non c'era mai
stata" DIALOGO Bassolino, stoccata al commissario
"Se le mie dimissioni servissero anche in minima parte, le avrei già
date" "IO ho le mie responsabilità. Ma il problema non lo ha risolto
nessuno, neanche uomini come il capo della Protezione civile o un prefetto, con
ben altri poteri da quelli che avevo io. Dunque il nodo è duro, e nessuno può
scrollare le spalle. E i commissari sono del governo nazionale. Quindi il
governo deve stare più vicino a noi nella soluzione della questione".
Sorpresa. Antonio Bassolino non ha mai derogato finora
dalla linea di collaborazione col commissariato. Strategicamente la ribadisce,
confermando il giudizio positivo su Pianura, "scelta dolorosa, ma senza
alternative". E ricevendo il neo-commissario Umberto Cimmino e il
presidente della Provincia di Benevento Carmine Nardone per siglare un accordo
per un impianto di depurazione, strade e bonifiche in quel di Casalduni, uno dei
siti interessati da Cdr e piazzole di stoccaggio. Al termine dell'incontro
però, proprio nel giorno in cui il governo bacchetta il sindaco Iervolino e
lascia trapelare che ora si farà in Campania quello che non si è mai riusciti a
fare, il presidente della Regione alza un distinguo, e ricorda che nessuna ha
in mano la prima pietra da scagliare. Neanche il prefetto Alessandro Pansa:
"Una crisi così, con la spazzatura per le strade a Natale, non l'avevamo
mai avuta". Nessuno è senza colpe. "Io - aggiunge - non sono riuscito
a fare i termovalorizzatori. Però mi sono sempre sforzato di togliere la
spazzatura dalla strada, e sto passando dei guai giudiziari per questo. Magari
venisse ogni tanto qualche spiegazione, su quel che è stato fatto e non fatto,
anche da chi mi ha preceduto e seguito". è quello che spera di ascoltare
in un vertice generale: "Ho sentito al telefono il presidente Napolitano e
il ministro Amato, che è in contatto con Prodi. Credo che la settimana prossima
si terrà un incontro fra Governo, commissariato e istituzioni locali, per
stabilire una più forte corresponsabilità. Servirà anche un rapporto di Pansa,
per capire come sono andate le cose, quali inghippi ci sono stati, perché, come
superarli". Strano: Pansa un suo bilancio l'ha appena fatto, e la Iervolino è andata su tutte le furie. "Credo che non
sia utile scaricare sugli altri i problemi - dice Bassolino - Meglio
che ognuno dica "sono riuscito a fare questo e non
quest'altro"". Ci scappa anche un pensiero solidale col sindaco:
"Fa bene quando solleva il tema di un maggior coinvolgimento delle
popolazioni". Infine, come a chiarire che nessuno ha la bacchetta
magica, "ho pensato anche alle mie dimissioni. Se servissero anche in
minima parte a una soluzione positiva, le avrei già date. Ma, anche in questa
fase, per quello che va fatto, credo che la mia azione e il mio contributo
possano essere utili". Insomma, in barba a prefetti e commissari, c'è
ancora bisogno di lui. Bassolino sente di avere una
missione specifica: "Occorre non andare dritti in bocca al leone",
ovvero agli interessi della camorra. "Un termovalorizzatore fatto bene o
una discarica pubblica sono nell'interesse dei cittadini, e quindi la
criminalità li ostacola. Ma io la mia carriera politica l'ho messa in gioco
tempo fa su questo terreno, e forse ho messo in gioco anche qualcosa di più
della carriera politica. E ora vado avanti, per impedire che forze oscure
possano tornare a rimpinguarsi". (roberto fuccillo).
( da "Repubblica, La" del 05-01-2008)
Pagina III - Napoli Il presidente lascia l'isola:
"Ho parlato due volte con Prodi" "La crisi è allarmante il
governo interverrà" L'amarezza di Napolitano a Capri La Capitaneria ha
rinforzato i controlli: temeva un assalto dei dimostranti ANGELO CAROTENUTO DAL
NOSTRO INVIATO CAPRI - I sacchetti da rimuovere, le barricate di Pianura, il
termovalorizzatore da ultimare. Il collasso finale dei rifiuti napoletani entra
nell'agenda di Palazzo Chigi. "Penso che il governo prenderà iniziative al
massimo livello". Lo dice il presidente della Repubblica. A spasso fra le
strade di Capri, Giorgio Napolitano intuisce che è giunto il momento di
smettere di tacere. "Mi sono trovato d'accordo con il presidente del
Consiglio, il ministro dell'Interno e dell'Ambiente perché ci sia un'assunzione
di responsabilità precisa per sbloccare questa situazione". Dunque il
Quirinale ha sentito Amato, Pecoraro e Prodi. Anzi, il premier per due volte in
pochi giorni. "Ci siamo sentiti prima del mio messaggio, poi mi ha
ritelefonato dopo. Mi aveva parlato di questo impianto di inceneritore
costruito vicino casa sua, tanto per provare che non c'è da temere. Io ho solo
sviluppato un po' questo concetto", racconta Napolitano, ed è un riferimento
alle parole del 31 dicembre, a quell'invito esplicito a
mettere da parte egoismi e particolarismi che Bassolino ha
cavalcato, e la Iervolino non ha sentito rivolto a lei. Il gelo di Capri,
ultimo giorno di una vacanza che il presidente ha provato a spendere a 17
miglia marine dalla monnezza. Una crisi troppo grave perché il Quirinale
potesse rimanere estraneo. "Non sono preoccupato: sono allarmato.
Sempre più allarmante: avevo usato queste parole nel messaggio di fine anno.
Ecco. Non ho da aggiungere nulla a quanto detto allora". Oggi Napolitano
lascia l'isola dei ricordi della sua gioventù e rientra direttamente a Roma.
Senza passare dalla residenza posillipina di Villa Rosebery, senza aver messo
piede nelle strade della città, come in fondo era nelle sue intenzioni sin
dall'inizio. Un segno pure questo, e non si esclude che sia per marcare una
distanza, non dal problema, semmai da chi quel problema doveva amministrarlo
prima che esplodesse. Ma l'ultimo giorno di vacanza caprese diventa quello in
cui si sgretola un altro proposito del Quirinale. Restare in silenzio. Prima
Napolitano sbotta dinanzi a una domanda sui rifiuti all'uscita dall'albergo,
mentre va al "Tiberio" per un aperitivo con Paolo Signorini, ex
proprietario della Cirio. Le immagini di Napoli in tv? "Lasciatemi un po'
in pace". Invece un'ora dopo parla. Coinvolge il governo, sostiene la via
dei termovalorizzatori, fa sapere di aver tenuto contatti frenetici con Roma.
In mezzo c'è la nota di Palazzo Chigi. Ci sono un po' di telefonate che gli
fanno cambiare idea. Compresa una testimonianza diretta su ciò che accade a
Napoli da parte di Graziella Pagano, ex senatrice del Pci, oggi presidente
campano del Pd, che arriva a Capri e lo incontra. E allora Napolitano si dice
allarmato, mentre la capitaneria di porto si attrezza per tenere alta
l'attenzione contro eventuali incursioni di protesta da parte dei residenti di
Pianura: la voce girava. Per ringraziare Capri, che in tutti i modi ha protetto
la sua vacanza privata, Napolitano ha scritto di suo pugno un messaggio
nell'albo d'onore del Comune. "In occasione di questo ritorno a Capri in
una "nuova veste", rivolgo un augurio affettuoso di buon anno a tutti
i capresi". A un'isola che non ha neppure un sacchetto d'immondizia in
strada.
( da "Arena, L'" del 05-01-2008)
NAPOLI. An "impicca" gli amministratori
Rifiuti, proteste choc Quirinale in allarme Far west in Campania per i rifiuti.
Ventuno manichini, con i nomi del presidente della Regione
Campania Bassolino e del sindaco di Napoli Russo Iervolino, sono stati appesi da An
lungo corso Umberto I a Napoli. Mentre a Pianura continua il presidio dei
cittadini contro la discarica che le autorità hanno deciso di riaprire per rispondere
all'emergenza. Il commissariato di polizia è stato preso a sassate e dal
lancio di bombe carta. Una persona è stata arrestata perché in possesso di
bottiglie molotov. Altri quattro autobus sono stati incendiati. Di fronte a
tutto questo il presidente della Repubblica Napolitano si è detto allarmato e
il premier Prodi ha deciso una sorta di commissariamento della crisi. 2.
( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 05-01-2008)
NAPOLI. Manichini "impiccati" e violenze
Rifiuti, proteste shock Quirinale in allarme Far west in Campania per i
rifiuti. Ventuno manichini, con i nomi del presidente della
Regione Campania Bassolino e del sindaco di Napoli Russo Iervolino, sono stati appesi da An
lungo corso Umberto I a Napoli. Mentre a Pianura continua il presidio dei
cittadini contro la discarica che le autorità hanno deciso di riaprire per
rispondere all'emergenza. Il commissariato di polizia è stato preso a
sassate e dal lancio di bombe carta. Una persona è stata arrestata perché in
possesso di bottiglie molotov. Altri quattro autobus sono stati incendiati. Di
fronte a tutto questo il presidente della Repubblica Napolitano si è detto
allarmato e il premier Prodi ha deciso una sorta di commissariamento della
crisi. 2.
( da "Arena, L'" del 05-01-2008)
DELIRIO IN CAMPANIA. Blocchi a oltranza contro la
discarica a Pianura. Sassi e bombe carta su un commissariato. Devastata una
sede di An. Autobus incendiati Rifiuti, violenza a Napoli L'allarme del
Quirinale LUIGI CUOMO ROMA Macabri quanto mediatici, sono spuntati all'alba di
un nuovo giorno di emergenza. Ventuno manichini, con i nomi
del presidente della Regione Campania Antonio Bassolino e del
sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino penzolavano in corso Umberto I, nel
centro della città. Avevano corde al collo, e sotto ognuno di loro cumuli di
spazzatura e un manifesto: "Addio 'a stu munno e monnezza". Una
provocazione firmata An, che a Pianura in serata ha avuto la sede devastata,
per dimostrare l'esasperazione dei cittadini sommersi dai rifiuti che potrebbe
portare a commettere gesti disperati, ora che quei "sogni di rinascita
hanno il cappio al collo". Mentre i politici locali si scambiano accuse e
responsabilità, a Napoli e nell'hinterland continua la battaglia tra scene di
protesta e sfoghi gonfi di rabbia. Alcuni manifestanti hanno
"occupato" il municipio incatenandosi al balcone del palazzo per poi
dirigersi nella sede del commissariato di governo per l'emergenza bloccando il
traffico e rovesciando a terra cassonetti. L'epicentro della disperazione resta
Pianura dove il presidio del cittadini della discarica Contrada Pisani che le
autorità hanno deciso di riaprire per rispondere all'emergenza, non molla. Il
commissariato di polizia è stato preso a sassate e dal lancio di bombe carta
che hanno danneggiato parte della struttura. Arrestata anche una persona in
possesso di sei molotov. Nuovi blocchi ieri a Pozzuoli, da parte dei residenti.
Bloccata l'uscita della tangenziale che collega Pozzuoli con l'hinterland
flegreo e la bretella Solfatara Arco Felice dove i dimostranti hanno riversato
sulle carreggiate cassonetti e sacchetti di rifiuti obbligando molti negozi a
restare chiusi. A Pianura c'è chi infiltratosi nella notte nell'area scelta
come sito di stoccaggio ha distrutto le attrezzature. Chi ha tentato di entrare
nel sito per effettuare un sit-in è stato respinto dalle forze dell'ordine che
hanno iniziato a controllare l'area anche con elicotteri. La situazione è meno
tesa rispetto ai primi giorni. Adesso ci sarebbe solo da aspettare. Coloro che
hanno disegnato la loro linea Maginot fatta di spazzatura e cassonetti
aspettano l'arrivo dei primi camion carichi di rifiuti. Dovrebbero giungere
oggi all'alba e comunque non prima che sul sito di stoccaggio si siano concluse
le verifiche dei tecnici del commissariamento straordinario per poter iniziare
a mettersi in movimento. Intanto, Il governo studia interventi, il Capo dello
Stato Giorgio Napolitano si dice allarmato mentre il caos immondizia alza
sempre più il livello dello scontro politico. Napolitano, fa sapere da Capri,
dove si trova in visita privata, che il governo è pronto "a prendere
iniziative al massimo livello". Prodi ha annunciato che seguirà
personalmente la vicenda: "Non è tollerabile che l'Italia sia additata a
vergogna dell'Europa per non riuscire a risolvere il problema rifiuti". Il
ministro dell'Interno Amato quello della Difesa Parisi e i tecnici di settore
sono stati contattati dal premier "perché completino gli approfondimenti
richiesti e si proceda con un piano di interventi strutturali, perché non si
può andare avanti così". L'esecutivo contesta il ruolo di gruppi
estremisti impegnati ad alzare barricate di dissenso. La Iervolino ha attaccato
il prefetto Pansa e i commissari straordinari che si sono succeduti in Campania
e anche Bassolino, ormai nel centro del mirino:
"Non è giusto paghino i più deboli. La città è stata commissariata 14
anni, sono stati spesi 2 miliardi di euro ma chi li ha visti? Io no di
certo". La Lega con Roberto Calderoli invoca l'intervento dell'esercito
"per dare una calmata agli agitati e una regolata agli amministratori
locali". Fi e Udc insistono nel chiedere le dimissioni di Bassolino. "Resto al mio posto, posso ancora dare il
mio contributo" ha risposto il governatore che ritiene necessario un
incontro con governo, istituzioni locali, neocommissario e prefetto ribadendo
di essere favorevole a un terzo termovalorizzatore in Campania che potrebbe essere
realizzato a Salerno.
( da "Giornale di Vicenza, Il" del 05-01-2008)
RIFIUTI A NAPOLI Proteste choc L'allarme del
Quirinale Far west in Campania per i rifiuti. Ventuno manichini, con i nomi del presidente della Regione Campania Bassolino e del sindaco di Napoli Russo Iervolino, sono stati appesi da
Alleanza Nazionale lungo corso Umberto I a Napoli. A Pianura, intanto, continua
il presidio dei cittadini contro la discarica che le autorità hanno deciso di
riaprire per rispondere all'emergenza che sta infestando Napoli. Il
commissariato di polizia è stato preso a sassate e dal lancio di bombe carta.
Una persona è stata arrestata perché in possesso di bottoglie molotov. Altri
quattro autobus sono stati incendiati. Di fronte a tutto questo il presidente
della Repubblica Napolitano si è detto allarmato e il premier Prodi ha deciso
una sorta di commissariamento della crisi. 2.
( da "Gazzetta del Sud" del 05-01-2008)
Emergenza rifiuti Il premier indignato per quanto sta
accadendo e non più disposto a tollerare che il nostro Paese sia additato a
vergogna d'Europa Prodi a Napolitano: "Ci penserà il
governo" Il sindaco Iervolino continua però a osteggiare la scelta della
discarica di Pianura. Martedì vertice a Roma Giovanni Innamorati ROMA La crisi
dei rifiuti in Campania diventa una questione nazionale e le due massime
autorità dello Stato, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il
premier Romano Prodi, intervengono appoggiando le decisioni del
commissario Umberto Cimmino e del prefetto di Napoli Alessandro Pansa di
riaprire la discarica di Pianura. Cosa che non impedisce al sindaco di Napoli
Iervolino di proseguire il suo braccio di ferro con entrambi. Ieri Prodi, in un
colloquio con "Il Mattino", ha esternato la sua indignazione:
"Non è tollerabile che l'Italia venga additata a vergogna
dell'Europa". L'ira del premier è tracimata giovedì sera non solo per le
bacchettate di Bruxelles, ma soprattutto dopo una telefonata col neo
commissario ai rifiuti Cimmino. Le proteste violente per la riapertura
provvisoria della discarica di Pianura (con il sospetto che siano fomentate dalla
camorra) richiedevano una presa di posizione del governo che assicurasse a
Cimmino la piena legittimità politica della sua azione, anche per l'opposizione
del sindaco Iervolino alla scelta di Pianura. "Sono personalmente
impegnato per la soluzione di questa drammatica e per molti versi inspiegabile
emergenza", ha detto Prodi, il quale ha anche annunciato di aver "gia
sentito Amato per l'ordine pubblico, e Parisi per i siti demaniali". Senza
contare il vertice già convocato dal ministro per l'Ambiente Pecoraro Scanio
per martedì tra le istituzioni locali, il governo nazionale e il commissario
Cimmino. In ogni caso Prodi ha ribadito "la massima fiducia in Cimmino,
così come è stato con il prefetto Pansa". "Al punto in cui siamo
arrivati è chiaro che il problema va oltre il commissario e investe
direttamente la responsabilità del primo ministro". Insomma, una sorta di
commissariamento, non solo tecnico, ma anche politico, della crisi da parte del
governo, visto che "la credibilità delle autorità politiche è scesa ai
minimi". In mattinata, dopo le critiche del sindaco Iervolino al prefetto
Pansa, che aveva lamentato la scarsa collaborazione delle istituzioni locali,
ecco una nota ufficiale di Palazzo Chigi. "In tutta la Campania, e in
primo luogo a Napoli, c'è bisogno di una grande e ferma unità delle istituzioni
a sostegno delle azioni, ineludibili e necessarie, che sono state intraprese
sul fronte dei rifiuti", anche per contrastare "i gruppi estremisti
che hanno cercato e cercano di alzare barricate di dissenso". Quindi,
"il Governo condivide totalmente l'appello del prefetto Pansa, così come
fa sua la garanzia che ciascuno dei siti, a partire da Pianura, sia
rigorosamente destinato all'autosufficienza locale". Non passano due ore
che il sindaco Iervolino telefona al consigliere comunale di An, Marco Nonno,
che è in mezzo ai manifestanti anti-discarica di Pianura, ribadendo la sua
contrarietà alla scelta del commissario Cimmino: "Non so dove arriverò,
sono sola dice al telefono messo in viva-voce l'unica che lavora in altre
direzioni sono io". La decisione di Prodi di commissariare politicamente
la crisi trova l'avallo del presidente della Repubblica Napolitano, col quale
il premier dice di aver "parlato spesso" del problema. Martedì,
dunque, si terrà il vertice convocato dal ministro dell'Ambiente Pecoraro
Scanio in cui si affronteranno i problemi a monte, e cioè come produrre meno
rifiuti (grazie alla raccolta differenziata). Il presidente della regione
Campania, Antonio Bassolino, chiede però anche un vertice
governo-enti locali sugli altri aspetti, e concorda sulla necessità "della
corresponsabilità tra le istituzioni locali e nazionali". Ma non ci sta a
far la parte di San Sebastiano, con l'opposizione che ne chiede in coro le
dimissioni e con la Sinistra Arcobaleno che, con Cesare Salvi, minaccia di
uscire dalla maggioranza in Campania. "Sento il peso delle mie
responsabilità dice il governatore ma talvolta sembra che le responsabilità
siano solo mie. In ogni caso, resto al mio posto". Anche perché, se non è
riuscito a realizzare i due termovalorizzatori programmati, è anche vero che
lui è stato commissario per due anni, durante i quali "sono stati fatti
sette impianti di Cdr" mentre i termovalorizzatori non sono stati
realizzati "nemmeno dopo". Dato xxxxxxxx (sabato 5 gennaio 2008).
( da "Nuova Sardegna, La" del 05-01-2008)
Pubblicato anche in: (Nuova Venezia, La)
(Mattino di Padova, Il) (Provincia Pavese, La)
Il capo dello Stato parla delle discariche contestate
e assicura la massima decisione Napolitano allarmato: "Interverrà il
governo" E Prodi anticipa che ci saranno azioni "ineludibili e
necessarie" Il sindaco di Napoli si scaglia contro prefetto e commissari e
il centrodestra ne chiede le dimissioni ANDREA PALOMBI ROMA. "Ho detto nel
mio messaggio che si tratta di un problema sempre più allarmante. Quindi, non
sono preoccupato, ma allarmato". Non usa giri di parole Giorgio Napolitano
per far capire quanto ormai consideri grave l'emergenza rifiuti. E sulla
questione annuncia ormai di intervenire direttamente anche il governo. Uscendo
dal caffè Tiberio, sulla piazzetta di Capri, dove da qualche giorno si trova in
vacanza, Napolitano puntualizza che una prima telefonata con Prodi, c'è stata
già il 31 dicembre. Il giorno dopo il messaggio televisivo di Capodanno.
"Con Prodi - racconta - avevamo anche parlato dell'inceneritore che c'è
nei pressi di casa sua tanto per provare che non c'é nulla da temere". Aggiunge
di aver poi ricevuto una seconda telefonata dal presidente del Consiglio nei
giorni scorsi e quindi annuncia: "Penso che il governo prenderà una
iniziativa al massimo livello". Un giornalista gli chiede se sia stato lui
stesso a sollecitare il governo. "Mi sono trovato d'accordo - si limita a
rispondere Napolitano - con il presidente del Consiglio e con i ministri degli
Interni e dell'Ambiente che ci sia una assunzione di responsabilità precisa per
sbloccare questa situazione". Ma intanto in Campania è anche guerra fra le
istituzioni. Mentre capo dello Stato e governo fanno capire di condividere
l'iniziativa del prefetto di Napoli di riaprire la discarica di Pianura, il sindaco Rosa Russo Iervolino si scaglia contro i commissari
speciali sui rifiuti che si sono succeduti nel capoluogo campano, ma anche
contro il prefetto Alessandro Pansa. Sia lei che Antonio Bassolino, raffigurati ieri nei macabri manichini impiccati per la strade
di Napoli, finiscono però nel mirino del centrodestra. Tutti ne chiedono
le dimissioni, mentre Roberto Calderoli chiede anche a Prodi di inviare in
Campania le forze speciali dell'esercito. "Se avessi pensato che lasciare
poteva contribuire a una soluzione positiva dei problemi, l'avrei già
fatto", assicura Bassolino. Palazzo Chigi fa invece
intravedere la possibilità di usare il pugno di ferro. In una nota richiama la
necessità "di una grande e ferma unità delle istituzioni" a sostegno
delle azioni, "ineludibili e necessarie", che sono state intraprese,
ma sottolinea anche che "ci sono gruppi estremisti, sia locali che giunti
da fuori, che hanno cercato e cercano di alzare barricate di dissenso".
Per questo il governo "condivide totalmente" l'appello del prefetto
di Napoli, così come garantisce "che ciascuno dei siti, a partire da Pianura,
sia rigorosamente destinato all'autosufficienza locale". "Non è più
tollerabile - avverte poi Prodi in una intervista - che l'Italia venga additata
a vergogna dell'Europa per non riuscire a risolvere il problema dei rifiuti in
un'area grande quanto la Campania". Ma intanto, secondo la direttrice
della Direzione ambiente, Pia Bucella, la Commissione Ue, quando si riunirà il
30 gennaio, potrebbe giudicare "non sufficiente" la risposta fornita
nei giorni scorsi dal governo italiano sulle violazioni delle normative
europee. Il rischio è quello di perdere i preziosi fondi Ue: "Uno
stanziamento di 80-85 milioni di euro per le discariche è stato già
sospeso", spiega la Bucella.
( da "Nuova Sardegna, La" del 05-01-2008)
Pubblicato anche in: (Nuova Venezia, La)
(Mattino di Padova, Il)
Attualità Ancora vandalismi e macabri avvertimenti
Autobus incendiati a Pianura. An impicca i manichini di Iervolino e Bassolino FERRUCCIO FABRIZIO NAPOLI. "Stop ai veleni,
la morte ci aspetta", ammonisce un cartello mostrato da un bambino di
Pianura. E' il preludio alla contestata riapertura di Contrada Pisani, la
discarica chiusa da 11 anni e individuata dal commissario di Stato per
fronteggiare la nuova crisi dei rifiuti. Oggi o al massimo domani in questo
invaso immerso in un'oasi naturalistica nella periferia ovest di Napoli,
dovranno essere scaricate oltre duemila tonnellate di spazzatura che stanno
invadendo soprattutto l'hinterland da Afragola a San Giorgio a Cremano fino a
Pozzuoli. I residenti lo sanno e sono pronti alle barricate, anche se nella
gran maggioranza (fatta di gente perbene) prendono le distanze dagli atti
vandalici compiuti la scorsa notte, quando sono stati inceneriti quattro
autobus dell'Anm, assaltata e colpita da un estintore un'auto dei Carabinieri e
bloccato la circolazione in tutta la zona. Finora hanno pagato il prezzo dei
disagio economico con numerosi esercizi rimasti chiusi e la necessità di
spostarsi in un altro quartiere per la spesa. Quasi tutti gli accessi alla
discarica sono presidiati dalla polizia che controlla il territorio anche con
un elicottero e permette ai tecnici di ultimare così le operazioni di
preparazione del sito di stoccaggio. Una corsa contro il tempo perché in
assenza di alternative immediate a Contrada Pisani, la situazione potrebbe
ulteriormente peggiorare in tutta la provincia. La giornata di ieri è stata
forse la più difficile degli ultimi giorni. I vigili del fuoco sono intervenuti
nella notte sessanta volte per spegnere i roghi, quasi tutti appiccati ai
margini periferici della città o nei comuni limitrofi. E Napoli si era
svegliata con la macabra scoperta, autori alcuni esponenti di An, di ventuno
manichini impiccati agli alberi e ai pali della luce lungo il centrale corso
Umberto. Bersagli della provocazione, il governatore Bassolino
e il sindaco Iervolino. Il primo ha già fatto sapere che intende restare al suo
posto, il sindaco ha invece scatenato una polemica accusando il prefetto di
Napoli Pansa di "scelte di gravità inaudita". E schierandosi con i
manifestanti di Pianura con una telefonata a viva voce intercorsa con un
consigliere An. "La città è commissariata da 14 anni, sono stati spesi 2
miliardi, ma chi li ha visti? - ha accusato nella telefonata la Iervolino. La
responsabilità degli sprechi è dei vari commissari che si sono succeduti in
questi anni. Abbiamo avuto vescovi che hanno benedetto qualsiasi rivoluzione, e
politici di centrosinistra che sono andati loro dietro..." L'iniziale applauso
corale che è seguito alle sue parole ha lasciato subito dopo spazio a una
riflessione realistica da parte dei cittadini. "Il sindaco dice di essere
con noi e di essere rimasta sola? Un sindaco non è mai solo, e se lo è può
mettere sul tavolo la carta delle dimissioni" dice uno dei manifestanti,
Domenico Merolla. Che chiosa: "Una telefonata simpatica, quella con la
Iervolino, ma qui non possono prenderci in giro".
( da "Tirreno, Il" del 05-01-2008)
Il capo dello Stato parla delle discariche contestate
e assicura la massima decisione Napolitano allarmato: "Interverrà il
governo" E Prodi anticipa che ci saranno azioni "ineludibili e
necessarie" Il sindaco si scaglia contro il prefetto e i commissari E il
centrodestra ne chiede le dimissioni ANDREA PALOMBI ROMA. "Ho detto nel
mio messaggio che si tratta di un problema sempre più allarmante. Quindi, non
sono preoccupato, ma allarmato". Non usa giri di parole Giorgio Napolitano
per far capire quanto ormai consideri grave l'emergenza rifiuti. E sulla
questione annuncia ormai di intervenire direttamente anche il governo. Uscendo
dal caffè Tiberio, sulla piazzetta di Capri, dove da qualche giorno si trova in
vacanza, Napolitano puntualizza che una prima telefonata con Prodi, c'è stata
già il 31 dicembre. Il giorno dopo il messaggio televisivo di Capodanno.
"Con Prodi - racconta - avevamo anche parlato dell'inceneritore che c'è
nei pressi di casa sua tanto per provare che non c'é nulla da temere".
Aggiunge di aver poi ricevuto una seconda telefonata dal presidente del
Consiglio nei giorni scorsi e quindi annuncia: "Penso che il governo
prenderà una iniziativa al massimo livello". Un giornalista gli chiede se
sia stato lui stesso a sollecitare il governo. "Mi sono trovato d'accordo
- si limita a rispondere Napolitano - con il presidente del Consiglio e con i
ministri degli Interni e dell'Ambiente che ci sia una assunzione di
responsabilità precisa per sbloccare questa situazione". Ma intanto in
Campania è anche guerra fra le istituzioni. Mentre capo dello Stato e governo
fanno capire di condividere l'iniziativa del prefetto di Napoli di riaprire la
discarica di Pianura, il sindaco Rosa Russo Iervolino si
scaglia contro i commissari speciali sui rifiuti che si sono succeduti nel
capoluogo campano, ma anche contro il prefetto Alessandro Pansa. Sia lei che
Antonio Bassolino, raffigurati ieri nei macabri manichini impiccati per la strade
di Napoli, finiscono però nel mirino del centrodestra. Tutti ne chiedono
le dimissioni, mentre Roberto Calderoli chiede anche a Prodi di inviare in
Campania le forze speciali dell'esercito. "Se avessi pensato che lasciare
poteva contribuire a una soluzione positiva dei problemi, l'avrei già
fatto", assicura Bassolino. Palazzo Chigi fa
invece intravedere la possibilità di usare il pugno di ferro. In una nota
richiama la necessità "di una grande e ferma unità delle istituzioni"
a sostegno delle azioni, "ineludibili e necessarie", che sono state
intraprese, ma sottolinea anche che "ci sono gruppi estremisti, sia locali
che giunti da fuori, che hanno cercato e cercano di alzare barricate di
dissenso". Per questo il governo "condivide totalmente"
l'appello del prefetto di Napoli, così come garantisce "che ciascuno dei siti,
a partire da Pianura, sia rigorosamente destinato all'autosufficienza
locale". "Non è più tollerabile - avverte poi Prodi in una intervista
- che l'Italia venga additata a vergogna dell'Europa per non riuscire a
risolvere il problema dei rifiuti in un'area grande quanto la Campania".
Ma intanto, secondo la direttrice della Direzione ambiente, Pia Bucella, la
Commissione Ue, quando si riunirà il 30 gennaio, potrebbe giudicare "non
sufficiente" la risposta fornita nei giorni scorsi dal governo italiano sulle
violazioni delle normative europee. Il rischio è quello di perdere i preziosi
fondi Ue: "Uno stanziamento di 80-85 milioni di euro per le discariche è
stato già sospeso", spiega la Bucella.
( da "Tirreno, Il" del 05-01-2008)
Attualità Ancora vandalismi e macabri avvertimenti
Bombe carta e bus incendiati. An impicca i manichini di Iervolino e Bassolino FERRUCCIO FABRIZIO NAPOLI. "Stop ai veleni,
la morte ci aspetta", ammonisce un cartello mostrato da un bambino di
Pianura. E' il preludio alla contestata riapertura di Contrada Pisani, la
discarica chiusa da 11 anni e individuata dal commissario di Stato per
fronteggiare la nuova crisi dei rifiuti. Oggi o al massimo domani in questo
invaso immerso in un'oasi naturalistica nella periferia ovest di Napoli,
dovranno essere scaricate oltre duemila tonnellate di spazzatura che stanno
invadendo soprattutto l'hinterland da Afragola a San Giorgio a Cremano fino a
Pozzuoli. I residenti lo sanno e sono pronti alle barricate, anche se nella
gran maggioranza (fatta di gente perbene) prendono le distanze dagli atti
vandalici compiuti la scorsa notte, quando sono stati inceneriti quattro
autobus dell'Anm, assaltata e colpita da un estintore un'auto dei Carabinieri e
bloccato la circolazione in tutta la zona. Finora hanno pagato il prezzo dei
disagio economico con numerosi esercizi rimasti chiusi e la necessità di
spostarsi in un altro quartiere per la spesa. Quasi tutti gli accessi alla discarica
sono presidiati dalla polizia che controlla il territorio anche con un
elicottero e permette ai tecnici di ultimare così le operazioni di
preparazione. Ma ieri la tensione è di nuovo salita. Il commissariato di
polizia del quartiere è stato assalito da facinorosi che hanno lanciato sassi e
bombe carta mandando in frantumi i vetri e creando qualche altro danno. Poco
prima un uomo era stato arrestato perché trovato in possesso di sei molotov. Le
autorità stanno facendo una corsa contro il tempo: senza alternative immediate
a Contrada Pisani, la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare in tutta la
provincia. La giornata di ieri è stata forse la più difficile. I vigili del
fuoco sono intervenuti nella notte 60 volte per spegnere i roghi. E Napoli si
era svegliata con la macabra scoperta, autori alcuni esponenti di An, di 21
manichini impiccati agli alberi e ai pali della luce lungo il centrale corso
Umberto. Bersagli della provocazione, il governatore Bassolino
e il sindaco Iervolino. Il primo ha già fatto sapere che intende restare al suo
posto, il sindaco ha invece scatenato una polemica accusando il prefetto di
Napoli Pansa di "scelte di gravità inaudita". E schierandosi con i
manifestanti di Pianura con una telefonata a viva voce con un consigliere An.
"La città è commissariata da 14 anni, sono stati spesi 2 miliardi, ma chi
li ha visti? - ha accusato nella telefonata la Iervolino. La responsabilità
degli sprechi è dei commissari che si sono succeduti in questi anni. Abbiamo
avuto vescovi che hanno benedetto qualsiasi rivoluzione, e politici di
centrosinistra che sono andati loro dietro..." L'iniziale applauso corale
che è seguito alle sue parole ha lasciato subito dopo spazio ai commenti dei
cittadini: "Il sindaco dice di essere con noi e di essere rimasta sola? Un
sindaco non è mai solo, e se lo è può mettere sul tavolo la carta delle
dimissioni".
( da "Unita, L'" del 05-01-2008)
Stai consultando l'edizione del A Napoli fantocci
impiccati "firmati" An Protesta choc contro il governatore e la
Iervolino. Ma il partito si spacca "Addio a 'stu monno 'e munnezza!".
E ancora: "Vedete 'a fine ch'aggio fatto! Vulete campa' bbuono? Levateve a
tuorno Rosa Russo Bassolino". Quando ormai su
Napoli il sole è alto già da qualche ora qualcuno dei cartelli è ancora lì,
appeso a mezza altezza lungo i marciapiedi di corso Umberto I. Ci sono i
manifesti listati a lutto con gli slogan contro "la sindachessa" e
contro il governatore, ce ne sono altri contro Romano Prodi e contro il
ministro della Giustizia Clemente Mastella, ma ci sono soprattutto ancora molti
dei 21 macabri fantocci impiccati che qualcuno ha impiccato nottetempo lungo
una delle arterie principali del centro napoletano. Uno di loro, addirittura, a
pochi passi dalla casa del presidente Antonio Bassolino.
Non un "buontempone" qualunque però, ma addirittura un consigliere
provinciale di Alleanza Nazionale, Luigi Rispoli, che fra il tanfo della
monnezza e la rabbia dei napoletani ha pensato bene di soffiare sul fuoco delle
proteste con una iniziativa "irresponsabile ed ignobile". E le
parole, virgolette comprese, sono quelle usate per stigmatizzare l'iniziativa
proprio dal partito di Gianfranco Fini che in una nota ha minacciato
"immediate e dure iniziative disciplinari". Ma la dimostrazione
notturna organizzata da An non è ovviamente piaciuta al governatore Bassolino che ha parlato di "segnali che rischiano di
portare alcune forze politiche indietro di anni, allontanandole dal ruolo di
una seria alternativa". "A Pianura - ha concluso Bassolino
- in queste ore devo registrare che c'è del torbido, così come torbide sono
state situazioni precedenti che hanno riguardato la protesta". Che certop
non si ferma visto che ieri sera alcune decine di persone, quasi tutte a volto
coperto, hanno assaltato con bombe carta e sassi il commissariato di Polizia di
Pianura, rompendo alcuni vetri. E intimidazioni a danno dei commercianti sono
state segnalate dalle associazioni di categoria. A poche centinaia di metri dal
commissariato, inoltre, qualcuno ha fatto irruzione in una sede di Alleanza
nazionale sfasciando vetrine e computer. Un pregiudicato di 50 anni, inoltre, è
stato identificato e arrestato perchè in possesso di alcune bottiglie molotov.
ma.so.
( da "Unita, L'" del 05-01-2008)
Stai consultando l'edizione del Caos rifiuti,
Napolitano accusa Il capo dello Stato allarmato per la crisi di Napoli:
"Il governo interverrà" Bassolino: "Non
mollo". Ancora roghi e proteste, gravi provocazioni di An "Sono
allarmato, bisogna agire subito". È il capo dello Stato a intervenire
sull'emergenza rifiuti. Da Capri Napolitano però assicura: il governo
interverrà, ci sia una assunzione di responsabilità precisa per sbloccare questa
situazione. Il presidente ha parlato con Prodi, ricevendo rassicurazioni. E
Palazzo Chigi ieri ha avvertito: ci sono estremisti che fomentano le proteste. Come quella macabra di ieri a Napoli, con fantocci impiccati
contro Bassolino e la Iervolino. Il governatore è passato al contrattacco: non mi
dimetto, servono altre discariche. Intanto Taverna del Re il "cimitero
delle ecoballe" è ormai una bomba ecologica a orologeria. Fierro, Di Blasi
e Solani alle pagine 2 e 3.
( da "Unita, L'" del 05-01-2008)
Stai consultando l'edizione del Liti all'ombra dei
rifiuti Enrico Fierro La situazione a Napoli è disperata. Da oggi neppure in
città si raccoglieranno i rifiuti per strada. Da ieri anche l'ultimo impianto
di Cdr, gli orrendi e inutili scatoloni destinati a trasformare i rifiuti in
combustibile che non potrà mai essere bruciato, è bloccato. A Pianura gruppi di
ragazzotti dalla mano lesta hanno conquistato la leadership della rivolta
popolare incendiando quattro autobus di linea. La camorra è scesa in campo. I
boss e le famiglie che hanno interessi sulle aree destinate a parco e green per
i campi da golf - gli investimenti incautamente promessi al posto della
discarica che sta riaprendo - si stanno muovendo. I clan che da sempre
gestiscono il ciclo illegale dei rifiuti non intendono perdere un business che
da solo porta più guadagni della droga. La Campania intera, da Caserta ad
Avellino fino a Benevento, è esasperata. Si temono gli effetti che la diossina
sprigionata nell'aria dai roghi delle montagne di mondezza avrà sulla salute
dei campani di oggi e di quelli di domani. Il tutto in una realtà dove le
statistiche delle autorità sanitarie - prima fra tutte l'Oms - parlano di un
aumento di tumori, malattie respiratorie e mortalità infantile. Una destra col
sangue agli occhi soffia sul fuoco. Il partito di Gianfranco Fini - che pure
con il suo governatore Rastrelli ha avuto responsabilità
enormi in tutta questa storia - ieri ha impiccato 24 manichini raffiguranti la
sindaca Iervolino e il presidente della Regione Bassolino su tutto
il Rettifilo, una delle strade più importanti della città. Non siamo ancora
alla rivolta di Masaniello, ma manca poco. Un disastro politico e sociale immane
stringe Napoli e l'intera regione. E il centrosinistra che fa? Si
divide. Potentati e correnti dentro i vari partiti colgono l'occasione della
tragedia per regolare vecchi conti politici. Chi ha delicate responsabilità
istituzionali sembra fare a gara a dire io non c'entro. Sulla scelta di
riaprire la discarica di Pianura le divisioni più nette. C'è un prefetto,
Alessandro Pansa, fino a pochi giorni fa commissario straordinario
all'emergenza, che convoca una conferenza stampa per dire che lui ha avuto le
"mani legate". Da cosa? "Dalla sfiducia dei cittadini nei
confronti delle istituzioni, compreso il commissariato straordinario". Un
j'accuse preciso, ma da un prefetto della Repubblica il cittadino qualsiasi si
aspetta altro, soluzioni al problema e non suggestive analisi sociologiche. I
napoletani, poi, che hanno assistito a 14 anni di sprechi indecenti, di
funzionari di partito bolliti messi a capo proprio di quel commissariato nel
quale dovrebbero porre la loro infinita fiducia, e di funzionari dello Stato
che in missione a Napoli preferivano alloggiare all'Hotel Vesuvio o al Santa
Lucia, ne hanno piene le scatole di prediche. Con il prefetto ieri ha litigato
a muso duro il sindaco Iervolino, contrario alla riapertura della discarica di
Pianura. Sono volate parole grosse e minacce di querela. La destra appende
manichini e soffia sul fuoco, e il centrosinistra si divide e attacca. Nel
mirino Antonio Bassolino, il presidente della Regione,
l'uomo che ha guidato il Commissariato straordinario ai rifiuti nella sua fase
più delicata. In prima fila nelle richieste di dimissioni proprio quei
parlamentari che in questi anni hanno accuratamente evitato di sporcarsi le
mani con la mondezza. Ora è il tempo di tirare il freno delle polemiche, di
dimostrare che Napoli e la Campania, la sua classe politica sono in grado di
uscire dall'emergenza. Con l'indispensabile sostegno pieno del governo, che non
sempre c'è stato e con la responsabilità di tutti. Del prefetto e del nuovo
commissario, che farebbe bene a spalancare le porte ai sindaci e ad evitare
l'increscioso episodio dell'altro giorno, quando il primo cittadino di Caserta
è stato tenuto fuori dalla porta e ricevuto solo da un funzionario. Serve
questo e serve il dialogo con i cittadini. Pianura non può essere lasciata in
balia di chi soffia sul fuoco. A Giugliano e ai comuni che ospitano Cdr e aree
di stoccaggio vanno offerti impegni e scadenze precise. La salubrità del
territorio e delle popolazioni deve essere monitorata costantemente da Asl,
Università e ospedali. La gente va rassicurata con analisi scientifiche e
parole chiare. Il senatore Tommaso Sodano, presidente della Commissione
ambiente, proponeva un tavolo della responsabilità attorno al quale far sedere
parlamentari e livelli istituzionali, il ministro Nicolais ha illustrato ieri
ai giornali il suo piano per uscire dall'emergenza. Lo porti sul tavolo del
governo, lo proponga anche a Napoli. È difficile mettere fine alle polemiche,
ai piccoli interessi di bottega, e lasciare alla destra la protesta e il masianellismo
dei manichini appesi? Se non si fa questo, il rischio reale e molto ravvicinato
è che tutta la politica del centrosinistra a Napoli e nell'intera Campania
venga travolta da cumuli di rifiuti.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 05-01-2008)
Cronaca Italiana Pagina 110 Manichini appesi agli
alberi. Protesta choc della destra "Impiccati" Bassolino
e la Jervolino Manichini appesi agli alberi. Protesta choc della destra -->
NAPOLI Protesta-choc di alcuni esponenti di Alleanza nazionale: ventuno
manichini impiccati agli alberi e ai pali della luce sono comparsi all'alba di
ieri al corso Umberto di Napoli: a ognuno è appeso un manifesto listato a lutto
per stigmatizzare l'emergenza rifiuti (con lo slogan "Addio a "stu
munno e munnezza!") e altri problemi della città. Già in mattinata, però,
una parte dei manichini impiccati sono stati rimossi. Sotto
accusa il presidente della Regione Antonio Bassolino (che
replica: "Io non mi dimetto") e il sindaco Rosa Russo Iervolino. Tra
l'altro, uno dei manichini impiccati è stato posizionato nei pressi
dell'abitazione del sindaco. Inoltre un manifesto attacca il premier Romano
Prodi e un altro tira in ballo il Guardasigilli Clemente Mastella. E a sorpresa,
la protesta-choc scuote e trova l'appoggio di molti commercianti e residenti
del centro storico, soprattutto sul fronte dell'emergenza rifiuti. Non solo,
dal corso Umberto arrivano anche parole di solidarietà per gli abitanti di
Pianura che stanno protestando contro l'apertura della discarica di Contrada
Pisani. "Questa città - dice la farmacista Luisa Origlio - è diventata
invivibile. Condivido la protesta dei manichini impiccati, anche se dubito che
possa portare risultati concreti".
( da "Eco di Bergamo, L'" del 05-01-2008)
La camorra sicuramente è implicata nella questione
rifiuti, ma la responsabilità principale della crisi è della classe politica,
soprattutto di quella locale, che non è riuscita a trovare in 14 anni una
soluzione al trattamento dei rifiuti. La napoletana Franca Chiaromonte,
deputato del Partito democratico, punta il dito contro tutti quei sindaci,
"di destra e di sinistra", che negli anni si sono opposti a discariche,
termovalorizzatori e inceneritori nella loro zona: "Tutti hanno detto
"no nel mio giardino, no nel mio cortile, no nel mio orto" e così
oggi ci ritroviamo in un'emergenza continua". Napolitano ha lanciato un
forte grido d'allarme per la sua Napoli. "Un grido che condivido. Tutti i
campani oggi, ovunque vivano, sono preoccupati per quello che sta succedendo. È
un problema molto antico: sono 14 anni che ci stiamo preoccupando e cerchiamo
una soluzione per garantire ai cittadini della Campania una vita normale. E
sono 14 anni che vediamo sindaci che indossano la fascia tricolore e salgono su
cumuli di immondizia guidando la protesta contro i progetti di costruzione di
discariche, inceneritori e termovalorizzatori". In tanti tirano in ballo
gli interessi della camorra. "Sicuramente la camorra ha un ruolo, ma non
ci si può aggrappare sempre alla criminalità organizzata per tirarsi fuori
dalle responsabilità. Finisce per diventare una scusa, un paravento di una
situazione che mette invece in luce inadempienze e inadeguatezza di tutta la
classe politica locale, sia di destra che di sinistra". E la politica
nazionale? "Anche la politica nazionale ha la sua parte di responsabilità,
perché non ha capito la gravità della situazione e ha lasciato sulle spalle dei
governi locali il peso dell'emergenza. I governi degli ultimi 14 anni hanno
fatto ben poco per aiutare la Campania". Si chiedono
le dimissioni del presidente della Regione Antonio Bassolino e anche
del sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino. "Si chiedono le dimissioni ma
non si fanno proposte concrete per affrontare e risolvere la situazione. Le
dimissioni di Bassolino e della Iervolino non risolvono proprio nulla, aggraverebbero
soltanto la situazione. Bisogna invece unirsi, proporre una soluzione e
lottare per fare uscire Napoli e la Campania dall'emergenza. Faccio un esempio:
a Vico Equense, nel mio paese, si fa la raccolta differenziata e funziona
benissimo; così anche in altri comuni, ma sono ancora pochi e su questo fronte
c'è tanto lavoro ancora da fare". Rosario Caiazzo.
( da "Eco di Bergamo, L'" del 05-01-2008)
Il premier sconfessa le istituzioni locali:
credibilità delle autorità al minimo, fiducia a commissario e prefetto
Napolitano concorda. Iervolino: sono sola. Bassolino: le colpe non sono solo mie. A Napoli manichini impiccati ROMA
La crisi dei rifiuti in Campania diventa una questione nazionale e le due massime
autorità dello Stato, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il
premier Romano Prodi, intervengono appoggiando le decisioni del commissario
Umberto Cimmino e del prefetto di Napoli Alessandro Pansa di riaprire la
discarica di Pianura, le cui pale meccaniche sono state sabotate l'altra notte
da alcuni manifestanti. prodi: emergenza inspiegabile Prodi, in un colloquio
con il quotidiano "Il Mattino", ha esternato la sua indignazione:
"Non è tollerabile che l'Italia venga additata a vergogna
dell'Europa". "Sono personalmente impegnato per la soluzione di
questa drammatica e per molti versi inspiegabile emergenza", ha detto
Prodi, che ha anche annunciato di aver "già sentito il ministro Amato per
l'ordine pubblico e Parisi per i siti demaniali". Senza contare il vertice
già convocato dal ministro Pecoraro Scanio per martedì prossimo. In ogni caso
Prodi ha ribadito "la massima fiducia in Cimmino e per il prefetto
Pansa". Insomma, un sorta di commissariamento, non solo tecnico, ma anche
politico, della crisi da parte del governo, visto che "la credibilità
delle autorità politiche è scesa ai minimi". la nota del governo In
mattinata, dopo le critiche del sindaco Iervolino al prefetto Pansa, che
giovedì aveva lamentato la scarsa collaborazione delle istituzioni locali, ecco
una nota ufficiale di Palazzo Chigi. "In tutta la Campania, e in primo
luogo a Napoli, c'è bisogno oggi di una grande e ferma unità delle istituzioni
a sostegno delle azioni, ineludibili e necessarie, che sono state intraprese sul
fronte dei rifiuti. Il governo condivide totalmente l'appello del prefetto
Pansa, così come fa sua la garanzia che ciascuno dei siti, a partire da
Pianura, sia rigorosamente destinato all'autosufficienza locale".
"Addio a 'sta munnezza" Non passano due ore che il sindaco Iervolino
telefona al consigliere comunale di An, Marco Nonno, che è in mezzo ai
manifestanti anti-discarica di Pianura, ribadendo la sua contrarietà alla
scelta del commissario Cimmino: "Non so dove arriverò, sono sola ? dice al
telefono messo in viva-voce ? l'unica che lavora in altre direzioni sono
io". E ieri proprio gli esponenti di An hanno attuato una protesta-choc,
esponendo 21 manichini impiccati agli alberi e ai pali della luce in corso
Umberto di Napoli: a ognuno è appeso un manifesto listato a lutto per
stigmatizzare l'emergenza rifiuti (con lo slogan "Addio a 'stu munno 'e
munnezza!") e altri problemi della città. napolitano La decisione di Prodi
trova l'avallo del presidente della Repubblica Napolitano che conferma e si
dichiara "non preoccupato, ma allarmato". "Mi sono trovato
d'accordo ? spiega ? con il presidente del Consiglio che ci sia una assunzione
di responsabilità precisa per sbloccare questa situazione". Il presidente
della Campania, Antonio Bassolino, concorda sulla necessità
"della corresponsabilità tra le istituzioni locali e nazionali", ma
precisa: "Sento il peso delle mie responsabilità, ma talvolta sembra che
le responsabilità siano solo mie".
( da "Riformista, Il" del 05-01-2008)
La spazzatura vale oro, anzi otto miliardi di euro Da
Rastrelli a Bassolino: "Un popolo di munnezza" Le ricche consulenze
della politica, il fallimento della raccolta differenziata, i cantieri infiniti
dei termovalorizzatori Per gentile concessione di Baldini Castoldi Dalai
editore pubblichiamo ampi stralci del capitolo "L'industria dei
rifiuti" tratto dal libro di Antonello Caporale Impuniti. Storie di un
sistema incapace, sprecone e felice. È la storia della munnezza napoletana nel
racconto che ne fa Fabrizio d'Esposito all'autore. Anche se scoppia nel 1993,
nel periodo cruciale di tangentopoli, l'emergenza rifiuti a Napoli viene
sancita ufficialmente, con tanto di decreto del governo, nel febbraio del 1994.
(...). Un'emergenza che dura da quasi tre lustri. Un vero ossimoro, come nota
l'ultima relazione della commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei
rifiuti. Relazione firmata dall'ex bassoliniano Roberto Barbieri, oggi senatore
dello Sdi, il partito socialista di Enrico Boselli: "Discorrere di
un'emergenza che si protrae ormai da quattordici anni costituisce un evidente
ossimoro". "Evidente", se non altro per il denaro buttato via. È
lo stesso Barbieri che dà i numeri: 780 milioni di euro l'anno dal 1997 al 2007
solo per la spesa corrente, senza contare gli investimenti, altri 29 milioni
annui riferiti sempre allo stesso periodo. L'esercizio è da scuole elementari:
(780x10)+(29x10)=7.800+290=8.090. Cioè più di otto miliardi di euro, sedicimila
miliardi di lire. E non è finita. Dal rapporto della commissione si apprende
pure che in Campania arriveranno nei prossimi anni, tra risorse nazionali ed
europee, 12 miliardi di euro, da cui si dovrà attingere per il "il
completamento del ciclo integrato dei rifiuti". Nei capitoli di spesa è
compresa "la bonifica e il recupero dei siti contaminati", ossia dei
danni fatti con una parte dei soldi pubblici sprecati sinora. Un paradosso. Ma
questa storia è piena di paradossi che - messi insieme - formano un ossimoro a
carico dei contribuenti. Di chi la colpa? Antonio Rastrelli oggi ha settanta
anni. Chi lo conosce parla di lui come di un vero galantuomo di destra. Anzi
fascista. Del resto è stato lo stesso Rastrelli a definirsi così, quando l'estate
scorsa ha annunciato il suo passaggio da An alla Destra dello scissionista
Francesco Storace, ex governatore del Lazio: "Sono nato fascista e voglio
morire fascista". Grazie ad An e a tutto il Polo berlusconiano, nel 1995
Rastrelli vince nelle urne la sfida per la presidenza della regione. Un evento.
Come l'elezione di Antonio Bassolino a sindaco di Napoli due anni prima. La Dc
non c'è più e i due posti chiave delle istituzioni campane sono in mano a un
vecchio missino e a un dirigente dell'ex Pci. È la Seconda Repubblica. Nel
marzo del 1996, Rastrelli diviene anche commissario straordinario per
l'emergenza rifiuti. È nominato dal governo e le sue competenze fanno
riferimento "agli interventi urgenti in materia di Protezione
civile". Una scelta, questa, che rappresenta la madre di tutti i
paradossi. Quando infatti nel 1994 a Roma viene istituita la figura del
commissario straordinario per i rifiuti in Campania, l'obiettivo della politica
è quello di avviare un processo amministrativo veloce e snello, sottraendolo
alla lentezza e agli appetiti delle istituzioni locali. Così il primo a
ricoprire il ruolo è l'allora prefetto di Napoli, Umberto Improta. Solo che, in
due anni, l'unico potere di Improta è quello di individuare nuove discariche, cercando di evitare le infiltrazioni della
camorra, padrona del territorio nel vero senso della parola: proprietaria,
cioè, della quasi totalità delle cave dismesse. Di qui la necessità di un
cambio di passo per varare un vero e proprio piano regionale dei rifiuti. E la politica
che cosa fa? Ritorna a se stessa, creando un ossimoro, un paradosso, chiamatelo
come volete, che un'altra relazione parlamentare, quella del 2006, firmata dal
forzista Paolo Russo, riassume così in un linguaggio burocratico ma efficace:
"A un certo punto, la scelta del governo è stata quella di consentire
l'intervento diretto della Regione attraverso l'individuazione del ruolo del
commissario straordinario in capo al presidente della giunta regionale".
Rastrelli, appunto. È il 1996, la decisione è del governo tecnico di Lamberto
Dini, ad appena dieci giorni dalle elezioni politiche del 27 marzo, vinte poi
dall'Ulivo di Romano Prodi. Si tratta di un passaggio barocco e circolare, ma
decisivo. Adesso l'emergenza rifiuti campana è nelle mani di un politico con i
poteri del commissario straordinario. Alla regione, però, il governatore
Rastrelli resiste fino al 1998. In quell'anno, a Roma, Clemente Mastella
abbandona il campo berlusconiano e va a sinistra per sostenere il nuovo governo
di Massimo D'Alema, che a Palazzo Chigi prende il posto di Prodi. Anche in
Campania è tempo di ribaltoni. Nel gennaio del 1999, il mastelliano Andrea
Losco, oggi eurodeputato della Margherita, diventa presidente coi voti del
centrosinistra. Poi, nel 2000 le elezioni regionali che segnano l'avvento di
Antonio Bassolino, sindaco uscente di Napoli, tuttora governatore dopo la
riconferma del 2005. Da destra a sinistra, tutti i volti dell'affaire
Rastrelli, Losco, Bassolino: da destra a sinistra passando per il centro, il
commissariato politico ma straordinario per l'emergenza rifiuti si trasforma
negli anni in un centro di spesa formidabile. Quando alla struttura arriva nel
2004 di nuovo un prefetto, Corrado Catenacci, chiamato dal governo Berlusconi
per fronteggiare l'ennesima crisi provocata dalla immondizia per strada, gli
ispettori della Finanza incaricati dalla Protezione civile calcolano in 897
milioni e 12mila euro "l'andamento di spesa" del commissariato. Alla
data del 12 marzo 2004 la cifra è da dividere in due: 617milioni e 974mila euro
già pagati e 279 ancora da versare. I debiti, oggi, sono aumentati: 600
milioni. Nata nel 1994 per snellire e tentare di "fare presto", come
nota l'azzurro Russo nella sua relazione parlamentare, due lustri dopo la
struttura commissariale toccherà quota 101 tra consulenti e dipendenti normali
ed "esperti". Una persona in meno di quelle che formano attualmente
il governo Prodi. Per mantenere la carica dei 101 le "spese generali"
sono di 24 milioni e 500mila euro. Solo l'affitto degli uffici brucia circa
750mila euro. Le consulenze costano 8,8 milioni e sono più care del
"sostegno alla raccolta dei rifiuti nei comuni", che ammonta ad
appena, si fa per dire, 6 milioni e 429mila euro senza peraltro produrre alcun
risultato. Le consulenze, però, sono "globali" come accerta la Corte
dei conti: "con oggetto, cioè, una generalizzata e non specificata gamma
di funzioni, e di durata tale da mascherare un vero e proprio rapporto di
pubblico impiego". A parte i professionisti scelti con il criterio della
lottizzazione partitica, il carrozzone di esperti, consulenti, collaudatori e
sub-commissari è rimpolpato anche con esponenti del ceto politico. (...). La
varietà impressionante degli sprechi Scavando tra le voci di spesa del
commissariato straordinario, gli ispettori della Finanza riportano alla luce
una varietà quantitativamente impressionante di sprechi. Un'incredibile
serialità dello spreco unica nel suo genere. I costi di "sostegno alla
raccolta differenziata", per esempio: 160 milioni e 448mila euro. Ora,
mettiamo da parte il fallimento della raccolta differenziata in Campania, di
cui ci occuperemo tra poco perché tra le cause dell'eterna emergenza, e
leggiamo che cosa ha detto il prefetto Catenacci in un'audizione alla
commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti. È il 26 luglio
2005. Catenacci fornisce chiarimenti sugli "automezzi acquistati per la
raccolta differenziata e destinati ai comuni". Rivela il prefetto:
"Quanto agli automezzi, il numero di veicoli rubati è tra le quaranta e le
cinquanta unità. Poi, molti di questi automezzi non sono neppure utilizzati.
Numerosi anche quelli male utilizzati, nel senso che invece di venir impiegati
per la raccolta differenziata sono adoperati per quella ordinaria: attualmente
è in corso una sub-inchiesta per verificare se molti di essi siano stati
affidati a società a loro volta pagate dai comuni per i servizi a questi resi.
In altri termini, le irregolarità riguarderebbero il fatto che molte società
esercitano il servizio di rimozione di nettezza urbana con automezzi di
proprietà del commissario di governo, facendone per giunta pagare l'uso ai
comuni". Capito? Ma il pozzo senza fondo della raccolta differenziata
sfocia anche in un altro capitolo di spesa. Quello dei lavoratori socialmente
utili, i famigerati Lsu: 144 milioni e 284mila euro. Non solo: Lsu, ex
carcerati, disoccupati "storici" di lungo periodo e corsisti formano
un esercito di 2.316 tra operai e impiegati che dovrebbe darsi da fare per far
partire la raccolta differenziata, coordinato in questo dai dipendenti
"esperti" del commissariato che a loro volta guadagnano 2.583 euro al
mese. I 2.316 prestano servizio in diciotto consorzi di bacino sparsi per la
regione. I consorzi sono stati formati per bypassare i singoli comuni, evitare
localismi dispersivi e antieconomici e avviare un ciclo virtuoso. In teoria,
ovviamente. Ancora il prefetto Catenacci: "Abbiamo infine il gravissimo
problema dei 2.400 (Catenacci arrotonda, bontà sua, nda) lavoratori assunti
dalla precedente gestione (quella di Bassolino, nda) con un contratto a tempo
determinato per le esigenze della raccolta differenziata. Questo rapporto di
lavoro è stato inopinatamente trasformato in rapporto a tempo indeterminato.
Questa gente inquadrata con un contratto di lavoro di Federambiente e che
quindi riscuote oltre tre milioni di lire al mese, molto difficilmente
accetterà di perdere il posto. Questi dipendenti avrebbero dovuto lavorare per
la raccolta differenziata: se di questi 2.316 lavorano in 200 è già un
miracolo. Gli altri non fanno niente e spendono tutti i soldi al bar giocando a
zecchinetta. Ho continuato a pagarli, perché l'alternativa era quella di
provocare un disastro sociale". (...). Complessivamente, i dipendenti dei
consorzi sono 13mila, che arrivano a 20mila contando l'indotto. Ecco che cosa
dice all'inviato del Sole 24 Ore , Roberto Galullo, il sindaco di Montecorvino
Pugliano, paesino del salernitano. Il suo nome è Domenico Di Giorgio e spiega:
"I consorzi sono carrozzoni che da 14 anni assorbono risorse e non danno
nulla in cambio: hanno 13mila addetti, 300 tecnici superpagati, consigli di
amministrazione e presidenze lottizzate". E meno male che per fare presto
e bene, nel biennio '93-'94, bisognava sottrarre l'emergenza rifiuti alla
politica. 725mila euro di telefonate Quella della munnezza campana è una storia
che non lascia tregua al racconto che ne fa Fabrizio d'Esposito del Riformista
. I numeri degli sprechi afferrano alla gola il contribuente attonito e
indifeso. (...). Nella relazione parlamentare del 2006, è scritto che il
commissariato straordinario spesso non basa "i criteri di scelta dei
contraenti privati su una valutazione attenta e comparata delle molteplici
competenze a disposizione del mercato". Piuttosto, opta per l'intuitus
personae . Proprio così. In latino. Viene privilegiato l'intuito. È il caso
della "gestione delle procedure informatiche". L'intuito premia la
"C.I.D. Software Studio srl" di Napoli. La CID entra nel consorzio
STA, che significa Sviluppo Tecnologie Ambientali. Un bel giorno allo STA
arriva il progetto presentato da una società mista, la Pan, per un call center
ambientale che dovrà impiegare 34 lavoratori socialmente utili. È scritto così
nell'inchiesta parlamentare: "Deve rilevarsi che, per esplicita ammissione
dei vertici della Pan, il call center in questione è pressoché inattivo,
quattro o cinque chiamate al giorno, e del tutto sconosciuto agli stessi
interlocutori istituzionali della struttura commissariale, quali, ad esempio, i
consorzi del bacino". In effetti è vero, al posto di telefonare al call
center, i cittadini esasperati preferiscono in molti casi bruciare i rifiuti
per strada, durante le fasi acute dell'emergenza. Per il call center e altri
progetti, alla Pan spinta dallo STA, a sua volta partecipato dalla CID, il commissariato
straordinario destina 3 milioni e 98mila euro, che però non comprendono gli
stipendi degli Lsu impiegati: 210, compresi i 34 del call center, tutti al
servizio della Pan. (...). Ma la voce in cui lo spreco sublima se stesso è
quella che la relazione dell'inchiesta parlamentare definisce come
"emergenza nell'emergenza". Siamo nel 2001, quando la chiusura di
alcune discariche "mette in crisi la crisi".
Il ciclo non decolla e servono altri siti per stoccare la munnezza che invade
le strade di Napoli e provincia. Due anni dopo, nel 2003, stessa storia.
Risultato: "Attività riconducibili alle emergenze 2001 e 2003: 163 milioni
e 652mila euro". A guadagnarci è soprattutto la camorra, come documenta la
commissione d'inchiesta: "È accaduto che nello stesso giorno sono stati
acquisiti da società di dubbia origine e successivamente rivenduti o fittati
alla Fibe terreni per un valore più che quintuplicato; ed è accaduto pure che
molti di questi terreni fossero stati acquisiti e rivenduti alla Fibe sempre dai
medesimi soggetti, con atti rogati dai medesimi notai". E con la Fibe,
sigla chiave di questa vicenda, siamo arrivati alle vere cause dell'emergenza
rifiuti in Campania, che dura da 14 anni. A capire cioè perché milioni di euro
spesi non sono serviti a nulla. Sinora. Come in ogni giallo che si rispetti
adesso tocca scoprire i colpevoli. Fenomenologia della puzza Mercoledì 23
maggio 2007 a Caivano, provincia di Napoli. Qui c'è un impianto cosiddetto cdr,
cioè combustibile da rifiuti, dove sono accatastate balle di munnezza su trenta
chilometri quadrati. Una delle strutture più grandi d'Europa. (...). Il 23
maggio, sulla striscia d'asfalto che porta al cdr di Caivano ci sono dieci
chilometri di fila. È tutto bloccato. Sono camion della nettezza urbana in attesa
da giorni di poter "conferire" il loro contenuto. Gli autisti portano
mascherine sul viso. Dormono negli abitacoli. Il liquido dell'immondizia cola
sulla strada e la puzza è insopportabile, brucia la pelle. Prima del cdr, il
paesaggio è formato nell'ordine da: una 167-lager regno dello spaccio di droga,
un accampamento di rom, una discarica di interiora di animali, campi coltivati
a carciofi e insalata, persino uno stabilimento di gelati dell'Algida. Una
cartolina allucinante. Davanti al cdr di Caivano arriva Giuseppe Papaccioli,
Pippo per gli amici, medico che fa politica con Forza Italia. (...). Gli
autisti accampati all'ingresso del cdr lo riconoscono subito. Ma qualcuno
semplifica un po' troppo la destra cui appartiene Papaccioli: "Dottò, ccà
pe' risolvere 'o problema d'à munnezza adda turna' Mussolini". Tradotto:
"Dottore, qua per risolvere il problema dei rifiuti deve tornare
Mussolini". L'ignaro autista non sa però che è stato proprio un fascista,
fascista per sua stessa definizione, a firmare il primo di una lunga serie di
atti che hanno finito paradossalmente per consolidare l'emergenza, anziché
risolverla. Ossia il "fascista" Antonio Rastrelli, presidente della
regione Campania e commissario straordinario per i rifiuti dal 1995 al 1998. Le
ecoballe non hanno nulla di eco A Napoli è l'estate del 1997. È luglio, fa
caldo, ma una volta tanto l'ottimismo prevale sull'afa. Il
governatore-commissario Rastrelli è riuscito finalmente a varare il "Piano
regionale per lo smaltimento dei rifiuti". Sino a quel momento l'emergenza
spazzatura è stata affrontata con discariche abusive
poi chiuse e la ricerca conseguente di nuovi siti. Il piano prevede un ciclo di
razionalizzazione: il trattamento dei rifiuti ingombranti; un adeguato sistema
di trasporti; la separazione, grazie alla raccolta differenziata, delle
"frazioni nobili" (carta, plastica, alluminio, metalli e legno) da
quelle "umide"; piazzole per lo stoccaggio temporaneo. In teoria, un
ciclo virtuoso che dovrebbe portare addirittura alla scomparsa delle discariche, considerato che dei rifiuti non si dovrebbe
buttare niente, tra la trasformazione in concime e la produzione di energia.
Fiore all'occhiello del piano, infatti, sono la costruzione di sette impianti
di cdr, combustibile da rifiuti, e due termovalorizzatori, ossia
"inceneritori con recupero energetico". Sono i due anelli finali
della catena: i cdr dovrebbero produrre eco-balle da inviare ai
termovalorizzatori. In realtà, di quest'ultimi, Rastrelli ne avrebbe voluti cinque,
non due. E di impianti cdr nove, non sette. Ma le pressioni dell'allora governo
di centrosinistra portano alla riduzione del piano. In più, il
governatore-commissario inizia ad avere problemi nella sua coalizione. Fa
giusto in tempo ad avviare il bando di gara per l'aggiudicazione dell'intero
servizio di smaltimento, compresa la realizzazione delle strutture, che viene
"ribaltato" dai mastelliani che passano con il centrosinistra.
Presidente diventa l'ex dc Andrea Losco. Il mega-appalto lo vince in due
riprese (prima tre cdr e un termovalorizzatore, poi i rimanenti quattro più
l'altro inceneritore) la Fibe-Fisia che fa capo all'Impregilo, la principale
azienda italiana di costruzioni controllata dalla famiglia Romiti, l'ex manager
Fiat Cesare coi suoi figli. A essere decisivo è il prezzo più basso offerto per
ogni chilo di rifiuti: 83 lire contro i 110 richiesti da una cordata guidata
dall'Enel. L'investimento iniziale è di 670 milioni di euro. Siamo nel 2000
quando Bassolino viene eletto governatore. Anche lui, come i suoi predecessori
Rastrelli e Losco, assomma alla sua carica ordinaria quella straordinaria di
commissario dei rifiuti. Con la Fibe ci sono contrasti sull'individuazione
degli impianti. Alla fine i cdr vengono costruiti a Caivano, Tufino e
Giugliano, tre centri in provincia di Napoli, poi a Battipaglia (Salerno),
Avellino (località Pianodardine), Casalduni (Benevento) e Santa Maria Capua
Vetere (Caserta). Le popolazioni locali protestano: è la cosiddetta sindrome
Nimby, not in my back yard . Non nel mio cortile. La gente è spaventata dalle
conseguenze previste dagli ambientalisti: aumento delle malattie mortali e
inquinamento. I ritardi cominciano ad accumularsi. In particolare, è decisiva
la sfasatura tra la costruzione dei cdr e quella dei due termovalorizzatori,
uno localizzato ad Acerra (Napoli), l'altro a Santa Maria la Fossa (Caserta).
Ad Acerra i lavori dovrebbero terminare nel 2008, a Santa Maria la Fossa,
invece, non sono ancora iniziati. Non solo: gli esperti del governo chiamati a valutare
l'impatto ambientale e finanche i consulenti interpellati dalla commissione
parlamentare d'inchiesta non hanno dato tutti i torti alle popolazioni del
Nimby. Secondo loro le tecnologie della Fibe sono obsolete e poco sicure. Erano
migliori, continuano, le garanzie offerte dalla cordata dell'Enel. Ma a dare il
colpo mortale è il fallimento della raccolta differenziata. Così nei cdr le
ecoballe non hanno nulla di eco. Sono balle e basta. Anzi, autentiche bombe
dannosissime per la salute. Rileva una delle relazioni delle inchieste
parlamentari: "Il cosiddetto cdr è da definirsi semplicemente come rifiuto
solido urbano tal quale; il cdr prodotto non risponde ai requisiti richiesti:
tra le molte anomalie nelle ecoballe sono state rinvenute percentuali di
arsenico superiori ai limiti imposti, oltre che a oggetti interi, ad esempio
una ruota completa di cerchione e pneumatico". Di qui, il collasso, senza
termovalorizzatori e con una raccolta differenziata che supera di poco il dieci
per cento in tutta la regione. Il risultato è stato una
serie di emergenze nell'emergenza, con l'apertura di altre discariche in mano alla camorra e persino la necessità di spedire altrove i
rifiuti. Un non-ciclo, come scrive l'ex ds Barbieri nella relazione del 2007.
Oggi in Campania ci sono cinque milioni ecoballe accumulate. "Un
nauseabondo serpentone di 7.500 chilometri, oltre mille più della Grande
Muraglia cinese", hanno scritto il 17 maggio 2007 Sergio Rizzo e Gian
Antonio Stella sul Corriere della Sera . Si calcola che coi due
termovalorizzatori a regime ci vorrà mezzo secolo per smaltirle, producendo per
di più energia di scarsa qualità. Senza contare, poi, che in Campania ogni
volta che spunta il sole ci sono 7.250 tonnellate di immondizia fresca di
giornata da raccogliere. Un servizio per il quale gli abitanti della regione
pagano la Tarsu, la tassa per la spazzatura, più alta d'Italia: 244 euro contro
i 206 della media nazionale. Cornuti e mazziati. Le responsabilità di Bassolino
Il collasso da munnezza ha provocato pesanti conseguenze, oltre alle emergenze
scandite dai titoloni dei giornali su Napoli assediata dai rifiuti. Il governo
Prodi ha risolto per decreto il contratto con la Fibe, costretta però a
realizzare o completare i termovalorizzatori, e il governatore Bassolino
rischia un processo per truffa insieme con i figli di Romiti, Piergiorgio e
Paolo. Per la precisione, truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato e
frode in pubbliche forniture. In pratica, secondo la procura di Napoli, il
governatore-commissario sarebbe stato al corrente che la Fibe non avrebbe mai
potuto onorare il contratto. Solo che invece di denunciarne omissioni e
irregolarità, l'avrebbe coperta. Sullo sfondo, c'è anche il rischio di sanzioni
dell'Unione europea. Intanto a Napoli l'emergenza è diventata una malattia
cronica: dal colera al terremoto, dalla camorra ai rifiuti. Alla fine, due
torri gemelle potranno diventare il simbolo dell'era politica di Bassolino.
Quali? I due camini dei termovalorizzatori di Acerra e Santa Maria La Fossa.
Saranno alti ognuno centodieci metri e si vedranno per chilometri e chilometri.
Con la speranza che nessuno aereo li centri come bersaglio. Un aereo tipo
quello che sorvolò la città di Napoli la mattina del primo giugno 2007.
Trascinava nel cielo uno striscione. Sopra c'era scritto: "Siamo un popolo
di munnezza". 05/01/2008.
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 05-01-2008)
Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: 1PAGINA
- data: 2008-01-05 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE Imposta la serrata ai
negozi, bombe carta contro la polizia. Bassolino:
"Resto, c'è bisogno di me" Pianura, il coprifuoco dei
"duri" Rifiuti, la Ue: a rischio 85 milioni per gli impianti in Campania
Seconda notte di guerriglia a Pianura: assaltato il commissariato di Ps,
ambulanze scortate. I "duri" impongono la serrata ai negozi. Bassolino dichiara: "Non mi dimetto, c'è ancora bisogno di me, ci ho
sempre messo la faccia". Il Governo bacchetta la sindaca per le
dichiarazioni contro il prefetto Pansa: "Serve unità". "Ma io
sono sola col cerino in mano", replica Iervolino, che poi lancia un
appello contro la violenza. E da Bruxelles la responsabile delle
procedure d'infrazione Pia Bucella avverte: la Campania rischia di perdere 85
milioni per impianti di smaltimento. ALLE PAGINE 2, 3, 4 E 5 Agrippa, Bojano,
Brandolini, Cuozzo, Geremicca, Marconi.
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 05-01-2008)
Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: 1PAGINA
- data: 2008-01-05 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE EMERGENZA AMBIENTALE E
POLITICA BLOCCATI DALL'OLIGARCHIA di MARCO DEMARCO B
assolino non si dimette e Rosa Iervolino neanche si è posta il problema. Siamo
dunque bloccati tra la conclamata inefficienza del potere locale e
l'inamovibilità, tutelata dai principi democratici, dei vertici istituzionali,
almeno fino alla prossima scadenza elettorale. La novità starebbe, allora,
nella annunciata discesa in campo di Prodi. "Dei rifiuti me ne
occupo io", ha detto risoluto a Mario Orfeo, direttore del Mattino. In
realtà, Prodi avrebbe dovuto pronunciare queste parole almeno sei mesi fa, al
tempo della prima censura europea. Non solo: l'unica decisione da lui presa è
stata finora quella di sostituire il prefetto Pansa nel pieno dell'emergenza,
senza spiegare perché e percome. Pansa ha sbagliato? Pansa ha fatto bene?
Chissà. Il filo rosso di questa triste storia dei rifiuti è l'omertà di Stato,
rotta solo ogni sei mesi dalle relazioni delle commissioni bicamerali
d'inchiesta. Non un piano è stato concordato con le comunità coinvolte, salvo
poi denunciare tardivamente i particolarismi locali. Ancora ieri, ed è davvero
assai singolare, il sindaco di Salerno ha denunciato di non essere mai stato
consultato nonostante la sua ripetuta disponibilità ad ospitare un inceneritore
nel suo comune. Per quanto riguarda chi scrive, allora, ribadisco il concetto
espresso a suo tempo a proposito di Acerra, sede di un inceneritore non voluto
e non a caso non ancora funzionante. Se fossi un cittadino di Pianura direi:
datemi la testa di un responsabile, di un prefetto, di un commissario, di un
sottosegretario, anche, e poi trattiamo su come e quando riaprire la discarica.
Ma uno Stato debole ha bisogno di chiasso, ecco perché fomenta la rivolta con
decisioni contraddittorie, illogiche e talvolta demenziali. Cosa ne è stato dei
siti scelti con decreto? Perché individuarli se poi è stato necessario riaprire
le vecchie discariche? Siamo in un pantano, ecco la verità. E tutte le nostre
autorità, locali e nazionali, hanno già perso, in parte o in tutto, la faccia. Bassolino ha le sue colpe che pesano come macigni e non sarò
certo io ad assolverlo. Anzi, formulo qui una nuova e gravissima accusa dopo
aver ricordato che tra tutti i commissari è stato quello che ha speso di più,
che ha delegato fino al punto di firmare ordinanze mai lette e che ha confuso
il welfare state con la rimozione dei rifiuti. La nuova accusa è quella di aver
acuito e non appianato il solco tra Napoli e il Paese; di aver col tempo
bruciato un patrimonio di credibilità e simpatia costruito intorno alla sua
persona per favorire il diffondersi di un pessimo giudizio, al limite del
disprezzo, nei confronti dei napoletani. Di città umiliata e in lutto ha
parlato ieri il cardinale Sepe. Mi chiedo però se Firenze fu abbandonata a se
stessa nei giorni dell'alluvione; e se la Napoli del colera e del terremoto rimase
un problema nostro o non divenne invece un caso nazionale. CONTINUA A PAGINA
10.
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 05-01-2008)
Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione:
INPRIMOPIANO - data: 2008-01-05 num: - pag: 4 categoria: REDAZIONALE Bassolino: "Non lascio, c'è ancora bisogno di me"
"Ci ho sempre messo la faccia. Con Rosetta tutto ok" NAPOLI -
"In queste ore leggo con attenzione e stima, anche quando dicono cose
durissime, i giornali. Ho letto Merlo, Galasso, Galli Della Loggia. Se avessi
pensato che un gesto come le dimissioni avesse potuto contribuire in modo anche
minimo alla soluzione dei problemi lo avrei già fatto, essendomi chiare le mie
responsabilità. Ma se guardo a questi giorni e a quello che c'è da fare penso
possa essere utile il mio contributo". Chiaro, a chi chiede la sua testa
risponde "per ora resto". Il governatore Antonio Bassolino
quando è sotto assedio dà il meglio di se. Ciacca chi scarica il barile
(attuali commissari e governo?) e medica chi si sente sola (la sindaca
Iervolino). La brevità della vita di Seneca sulla scrivania di Palazzo Santa
Lucia è un'illuminazione: racconta la dicotomia che c'è tra le vite consunte
dalla brama di ricchezza e di potere e quella del saggio che rende fecondo ogni
attimo dell'esistenza. Bassolino da qualche tempo pare
abbia scelto la via della saggezza. Anche la destra chiede da tempo le sue
dimissioni. "Ma una cosa è la critica dura, un'altra è il tentativo di
dare una spallata politica da parte di ambienti che in questi anni non ce
l'hanno fatta sul terreno democratico. I manichini, poi, sono un brutto segno
di un passato da dimenticare". Ma se si chiedono le sue dimissioni è
perché si dà a lei la responsabilità di questa situazione. "Io ho fatto il
commissario per tre anni, governo da più tempo, eppure sembra che continui a
svolgere quel ruolo. Prima di me ci sono stati Improta, Rastrelli, Losco, dopo
Catenacci, Bertolaso, Pansa e ora Cimmino. La matassa è aggrovigliata e sapete
che sto passando anche qualche guaio giudiziario, ma di una cosa sono certo: ho
sempre cercato di togliere i rifiuti dalla strada. Ogni tanto mi aspetterei
qualche parola di spiegazione da parte di chi mi ha preceduto e di chi ha
proseguito quel cammino difficile". E che cosa si aspetterebbe?
"L'errore più grande che si possa commettere in questo momento è scaricare
sugli altri. Ognuno di noi, invece, dovrebbe dire: io ho fatto questo, se non
ci sono riuscito, spiegare le ragioni. Se abbiamo avuto le crisi peggiori con
Bertolaso e Pansa, potendo avere dalla propria parte le forze dell'ordine che
né un presidente di regione né un sindaco possono avere, onestamente vuol dire
che il nodo rifiuti è duro da sciogliere. Allora nessuno scrolli le spalle e
poiché i commissari sono del governo significa che dobbiamo lavorare tutti
insieme ". Che significa tutti insieme? "Che è necessario il consenso
più ampio su questa materia. Ho sentito il presidente Napolitano e il ministro
Amato. Con lui ci siamo accordati che al più presto ci sia un incontro tra
governo nazionale, istituzioni locali e commissari, nuovi e vecchi ".
Perché dovrebbe partecipare anche il commissario precedente? "Perché è
necessario che il prefetto Pansa, rispetto al decreto trasformato in legge,
dica come stanno le cose, quali passi in avanti sono stati compiuti, quali
inghippi ci sono stati e perché. Il problema dei rifiuti non è solo campano, è
un tema nazionale, perché c'è in ballo il futuro di una grande regione".
Così sembra che lei non sia più responsabile di nulla. "Penso di avere
dimostrato che sento una fortissima responsabilità istituzionale. Il tema è che
sembra che ce l'abbia solo io. Io gli errori li ho commessi e sono indubbi. Ma
la gestione in Campania dura da 14 anni. Il richiamo europeo è rivolto
all'Italia oltre che a noi. E sono convinto che ci sono le condizioni per
rispondere dimostrando di andare avanti sulla linea della fermezza e del
dialogo". Quali sono i suoi errori da commissario? "Non ho avuto
dubbi sulla necessità di realizzare i termovalorizzatori, ma non sono riuscito
a fare in modo di attivarli nel momento giusto. Dal 2000 è stata una corsa
drammatica contro il tempo. Le discariche chiudevano per legge e dovevamo avere
impianti pronti. In due anni siamo riusciti a costruire sette cdr, costati
mille discussioni, ma non i termovalorizzatori. Per la verità anche dopo non
sono riusciti a costruirli, non ci sono riusciti neanche i titolari dell'ordine
pubblico". Pianura è in subbuglio, la sindaca continua
a dire no alla discarica e lamenta di esser stata lasciata sola. Cosa ne pensa?
"Ha ragione la Iervolino quando chiede collaborazione, distinguendo però
tra le proteste legittime dei cittadini di Pianura Antonio e Rosetta Il
governatore Bassolino e la sindaca Iervolino.
( da "Corriere della Sera" del 05-01-2008)
Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Politica -
data: 2008-01-05 num: - pag: 13 categoria: REDAZIONALE Bufera su Bassolino Ma lui: resto al mio posto Cresce la rivolta:
bomba carta contro il commissariato DAL NOSTRO INVIATO NAPOLI - Sono passati
per un vecchio sentiero che sulle mappe non c'è più. Hanno camminato un paio
d'ore e, arrivati in cima, hanno messo fuori uso le ruspe che dovevano
compattare il terreno. Il popolo del no alla discarica di Pianura si vendica
dopo il blitz della notte scorsa. Sarà anche vero che i camion per i
sopralluoghi sono riusciti a passare aggirando il blocco. Ma quella di ieri,
con le ruspe ferme, è stata praticamente una giornata persa. E fin quando
questa vecchia discarica non verrà riaperta, la situazione continuerà a
peggiorare. Ferma la raccolta perché non c'è posto nemmeno per uno spillo, in
tutta la Regione le tonnellate di rifiuti lasciate a cielo aperto sono oramai
115 mila. E insieme all'immondizia per strada cresce anche la tensione. C'è il
gesto macabro, ma alla fine innocuo, dei 21 manichini
impiccati con i nomi di Antonio Bassolino e Rosa Russo
Iervolino, fatti trovare appesi ai lampioni del Rettifilo, opera dei giovani di
An. Ma c'è anche la protesta che si sposta dalla periferia al cuore della
città: i ragazzi con il volto coperto che provano ad assaltare il molo
Beverello, i giovani dei centri sociali che occupano il tetto del Comune.
Ma a preoccupare è quello che sembra un vero e proprio salto di qualità: alle
cinque e mezza di sera a Pianura arriva il coprifuoco. A imporlo sono bande di
ragazzi in motorino che obbligano i negozi ad abbassare le saracinesche. Chi
prova ad opporsi si vede coprire le vetrine con la cosa più facile da trovare
per strada in questi giorni: monnezza. La polizia tende ad evitare lo scontro.
Il timore è che dietro queste azioni ci siano gruppi di violenti, compresi gli
ultras del Napoli e anche la camorra. Gente che alla discarica non ci pensa
proprio e cerca solo la guerriglia. Nella notte spuntano ancora una volta mazze
e bastoni, viene fermata una persona con sei bottiglie molotov, una bomba carta
e pietre vengono lanciate contro il commissariato. Ai blocchi stradali quasi
non fa caso nessuno, tanto sono diventati normali in questa situazione di
assoluta anormalità. Ma a crescere è anche la partecipazione popolare alla
protesta che finora non era stata così massiccia. Abitanti della zona che
prendono le distanze da "questi atti di teppismo che danneggiano la nostra
lotta " come dice il presidente della municipalità di Pianura, Fabio
Tirelli. è la mediazione politica che non sempre ha funzionato da queste parti.
Antonio Bassolino respinge le richieste di dimissioni
avanzate non solo dall'opposizione ma anche dal parlamentare diessino, e
napoletano, Umberto Ranieri: "Resto al mio posto perché penso di poter
dare ancora un contributo ". Ma il presidente della Regione ammette anche
le sue colpe: "Ho sempre sostenuto la necessità di avere i
termovalorizzatori. Non sono riuscito a farli attivare nei tempi giusti e
questa è la responsabilità politica che mi prendo". Anche il sindaco di
Napoli Rosa Russo Iervolino, resta al suo posto: "Non mi dimetto, sto con
un cerino in mano acceso da altri". Ma a differenza di Bassolino,
il sindaco conferma la sua contrarietà alla riapertura dell'impianto di
Pianura: "Napoli non può diventare l'immondezzaio di tutta la
Campania". Ieri la sua voce è arrivata alle persone che bloccavano
l'accesso alla discarica, via telefonino di Marco Nonno, il consigliere
comunale di An che è tra i capi della rivolta: "Non so dove giungerò - ha
detto il sindaco - sono sola ma con voi". Lorenzo Salvia La giornata Nella
fotografia grande a sinistra, uno dei ventuno manichini impiccati agli alberi e
ai pali della luce comparsi ieri all'alba a Napoli: su alcuni sono stati
attaccati manifesti listati a lutto con scritte contro l'emergenza rifiuti, Bassolino e la Iervolino (Ciro Fusco/Ansa). Sopra, una
veduta aerea, scattata da un elicottero dei Carabinieri, della discarica di
Pianura. Qui a sinistra, rifiuti nel quartiere Soccavo (Agn/Infophoto) Insieme
Il presidente della Campania Antonio Bassolino e il
sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino.
( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 05-01-2008)
CRONACHE 05-01-2008 PROVOCAZIONE AN PRENDE LE DISTANZE
Manichini impiccati: slogan contro il sindaco e il governatore NAPOLI II
Macabri quanto mediatici, sono spuntati all'alba di un nuovo giorno di
emergenza. Ventuno manichini, con i nomi del presidente
della Regione Campania Antonio Bassolino e del sindaco di Napoli
Rosa Russo Iervolino penzolavano lungo corso Umberto I, nel centro della città.
Avevano corde al collo, cartelli legati e in qualche caso erano listati a
lutto. Sotto ad ognuno di loro cumuli di spazzatura. Qualcuno recitava:
"Addio 'a stu munno e monnezza". Una provocazione firmata da
An. In serata la smentita ufficiale. La Federazione provinciale di Alleanza
nazionale si dissocia in maniera netta e ferma dall'iniziativa riguardante i
manichini recanti l'effigie di Bassolino e della Iervolino"
afferma Luigi Bobbio, presidente provinciale di An. "Se dovessero essere
confermate le rivendicazioni di tale ignobile gesto da parte del consigliere
provinciale Luigi Rispoli si legge nella nota di An iniziativa di cui non è
stata in nessun modo messa a parte, la Federazione adotterà immediate e dure
iniziative disciplinari".
( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 05-01-2008)
CRONACHE 05-01-2008 Cronache NAPOLI PRODI:
"IMPEGNATO PERSONALMENTE". CENTRODESTRA ALL'ATTACCO. BASSOLINO: "NON LASCIO". LA IERVOLINO SE LA PRENDE COL
PREFETTO PANSA Caos rifiuti, Napolitano allarmato Ancora proteste. Immondizia
data alle fiamme, incendiati quattro autobus. Sit-in e blocchi stradali NAPOLI
II Il governo studia interventi per fronteggiare l'emergenza, il capo dello
Stato si dice allarmato più che preoccupato mentre il caos immondizia alza
sempre più il livello dello scontro politico. è il presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano, da sempre sensibile nel fronteggiare l'allarme
rifiuti in Campania, a fare sapere da Capri, dove si trova in visita privata,
che il governo è pronto "a prendere iniziative al massimo livello".
Prodi, dal canto suo ha annunciato che seguirà personalmente la vicenda: "Non
è tollerabile che l'Italia venga additata a vergogna dell'Europa per non
riuscire a risolvere il problema dei rifiuti". Il ministro dell'Interno
Giuliano Amato per l'ordine pubblico, il ministro della Difesa Arturo Parisi
per i siti demaniali e i tecnici di settore sono stati dal premier contattati
"perché completino gli approfondimenti richiesti e si proceda con un piano
di interventi strutturali, perché non si può andare avanti così". In una
nota Palazzo Chigi fa sapere che il governo condivide l'appello del Prefetto di
Napoli sull'emergenza "così come fa sua la garanzia che ciascuno dei siti,
a partire da Pianura, sia rigorosamente destinato all'autosufficienza
locale" e invoca la ferma unità delle istituzioni. L'esecutivo contesta il
ruolo di gruppi estremisti, sia locali che giunti da fuori, impegnati ad alzare
barricate di dissenso: "C'é la radicata sfiducia dei cittadini, che può
spingere alcuni di loro a unirsi a questi gruppi". Dopo giorni di silenzio
è scesa in campo anche il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino che ha
attaccato il prefetto Pansa e i commissari straordinari che si sono succeduti
in Campania, non risparmiando accuse anche al governatore Antonio Bassolino, ormai nel centro del mirino: "Non è giusto
paghino i più deboli ". L'attacco del centrodestra sulla gestione della
crisi è frontale con Forza Italia e l'Udc che insistono nel chiedere le
dimissioni di Bassolino. "Resto al mio posto,
posso ancora dare il mio contributo" è stata la risposta del governatore.
Mentre i politici si scambiano accuse e si rimbalzano le responsabilità,
nell'hinterland continua la protesta e cresce la rabbia. Alcuni manifestanti
hanno prima "occupato" la sede del comune incatenandosi al balcone
del palazzo municipale, per poi dirigersi nella sede del commissariato di
governo per l'emergenza bloccando il traffico e rovesciando a terra cassonetti.
L'epicentro della disperazione resta sempre Pianura dove il presidio del
cittadini della discarica Contrada Pisani che le autorità hanno deciso di
riaprire per rispondere all'emer - genza, non molla. Nella notte di giovedì
decine di roghi di cumuli di immondizie, altri quattro autobus incendiati messi
lungo la strada per collassare la circolazione, nuovi blocchi ieri fin dal
mattino a Pozzuoli, da parte dei residenti di località Montagna Spaccata, San
Martino e San Vito. Bloccata l'uscita della tangenziale, l'arteria che collega
Pozzuoli con l'hinterland flegreo, e la bretella Solfatara Arco Felice dove i
dimostranti hanno riversato sulle carreggiate cassonetti e sacchetti dei rifiuti
obbligando molti negozi a restare chiusi. A Pianura, dove si è protestato anche
a cavallo, c'è chi infiltratosi nella notte nell'area scelta come sito di
stoccaggio ha sabotato distruggendo le pale e i tubi idraulici delle
attrezzature meccaniche, utili a spianare il terreno per rendere di nuovo
agibile la piazzola per lo smaltimento dei rifiuti. Chi ha invece tentato
durante il giorno di fare ingresso nel sito con la volontà di effettuare un
sit-in nell'invaso è stato respinto dalle forze dell'ordine che hanno iniziato
a controllare l'area anche con gli elicotteri. Emergenza Cassonetti rovesciati
e sacchi dell'immondizia lungo le strade dati alle fiamme. FOTO ANSA.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 05-01-2008)
Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data:
2008-01-05 - pag: 2 autore: Lo scandalo. Impossibile impiegarle nei
termovalorizzatori La risorsa ecoballe? Una montagna inutile di Mariano Maugeri
E coballa, basta la parola. E tutti giù a ridere. O a piangere. Perché a
Napoli, uomini dello Stato, superuomini della Protezione civile e governatori
onnipotenti sono stati sommersi dalla marea montante di monnezza che dopo aver
saturato gli impianti di Caivano, Giugliano, Tufino, Santa Maria Capua Vetere,
Casalduni, Battipaglia e Pianodardine ora tracima tra vicoli, strade e piazze
della Napoli che ricordiamo sontuosa e regale. Inutile ironizzare: l'ecoballa
di nome e di fatto - è un neologismo da tenere a mente, l'inizio e la fine
della storia della spazzatura napoletana. L'ossessione dell'ecoballa ha nomi e
cognomi politicamente in voga esattamente dieci anni fa di questi mesi. Come
dire:l'inutilità della variabile tempo nella costante e crescente produzione di
monnezza napoletana. I due nomi sono quelli di Edo Ronchi, ministro
dell'Ambiente del primo Governo Prodi, che insieme con Antonio Rastrelli di
Alleanza Nazionale, allora presidente della Regione, coltivano l'idea di
trasformare la Campania in una sorta di Danimarca. Una strana coppia di
tecnocrati: l'ex picchiatore di Democrazia proletaria e un anziano signore con
passioni monarchiche iscritto al Movimento sociale dal 1948. Il grande progetto
fu sintetizzato da Giulio Facchi, uno dei superconsulenti di Bassolino, che
scandì così l'utopia ronchiana: "Nella realtà più arretrata d'Italia,
proponiamo la tecnologia dei rifiuti più ambiziosa". A Brescia, Milano,
Stoccolma e Copenhagen bruciano nei termovalorizzatori il "tal quale"
(cioè spazzatura che si produce ogni giorno nelle case, privandola soltanto di
vetro, plastica e metallo). In Campania, dove la raccolta differenziata è stata
inaugurata solo sei anni fa e viaggia faticosamente verso il 13% ( a Brescia,
solo per fare un esempio, ha raggiunto quota 39%), Ronchi e Rastrelli concepiscono
un piano monumentale: immense aree attrezzate dove la spazzatura scaricata dai
camion si trasforma in ecoballe che poi- secondo i loro ottimistici progetti-
sarebbero state bruciate nel termovalorizzatore di Acerra, quello eternamente
in costruzione. In questi anni, di ecoballe ne sono state confezionate cinque
milioni, equivalenti a sei milioni di tonnellate ( una ecoballa pesa 1,3
tonnellate). Dovrebbero valere come denaro sonante: per i termovalorizzatori,
sono come la benzina per le automobili. Invece, guaio nel guaio, il potere
calorifico di quelle napoletane è ridotto all'osso: troppi residui di umido.
L'azienda che si è aggiudicata l'appalto, la Fibe del gruppo Impregilo,
secondoi giudici non avrebbe rispettato il capitolato megalomane redatto dal
duo Rastrelli-Ronchi. La Procura di Napoli ha messo tutti sotto inchiesta. Se
fosse vero quello che sostengono i giudici, invece di carburante siamo in
presenza di spazzatura pressata e puzzolente. L'ecoballa taroccata potevano
inventarla solo qui. Già, ma il termovalorizzatore di Acerra come farà a
bruciarle? Niente paura, dicono a Napoli, basta aggiungere vecchi copertoni di
automobile per elevarne la capacità di combustione. Oppure buttare tutto in
discarica. E i milioni di euro spesi per com-pattare le ecoballe? Be',tanto
paga Pantalone. Lino Bonsignore, ex manager di multinazionale, chiamato nel '99
da Bassolino a rifondare l'Asia, l'azienda speciale igiene ambientale di
Napoli, ruolo nel quale è stato rimpiazzato un anno fa da Ciro Turiello, la
racconta così: "Nessuno ha il coraggio di dire che le ecoballe assorbono
solo un terzo di tutta la spazzatura raccolta: quello che resta, cioè la
stragrande maggioranza, dovrà andare in discarica, anche se
in Campania ci fossero sette termovalorizzatori". Ecco il punto: le discariche. Pure Nembo-Kid-Bertolaso, il domatore dei cataclismi e delle
tragedie di mezzo mondo, il supercapo della Protezione Civile tuffato da Romano
Prodi nell'oceano di monnezza campana, si è arreso di fronte all'enigma che ora
deve risolvere il prefetto Pansa o il viceprefetto da lui delegato:
scovare almeno un paio di discariche nel più breve
tempo possibile. Non che non ci siano. Solo che in Campania nessuno le vuole.
Il no a discariche pubbliche e controllate significa
l'approvazione plebiscitaria a un'immensa discarica collettiva che s'insinua
tra vie, piazze e quartieri. Chi conosce bene la questione, parla solo con la
rassicurazione di non essere citato: "A Napoli e provincia è impossibile
accelerare anche sulla differenziata perché non sono state definite le mappe
degli impianti dove depositare questo genere di rifiuti". è il metodo
Campania, se dell'appellativo di metodo possiamo fregiarlo, che è sbagliato due
volte. La prima perché nessuna grande regione ha scelto un unico sistema di
raccolta (fondata sull'ecoballa), la seconda perché nessuno si è legato mani e
piedi a un'unica azienda per lo smaltimento dei rifiuti urbani. Per verificare
le conseguenze generate dal fallimento di un piano eccentrico è sufficiente
accendere la tv o sfogliare un giornale. Un fallimento che ha scaricato Antonio
Bassolino, la sinistra diessina, quella ecologista e 551 sindaci campani.
mariano.maugeri@ilsole24ore.com SOTTO SEQUESTRO Indagine sul materiale
compattato dai cdr: l'eccessiva quantità di umidità le rende inadatte all'uso
cui sono destinate.
( da "Corriere delle Alpi" del 05-01-2008)
Pubblicato anche in: (Nuova Ferrara, La)
(Tribuna di Treviso, La) (Centro, Il) (Gazzetta di Modena,La) (Trentino)
(Gazzetta di Mantova, La) (Citta' di Salerno, La) (Alto Adige) (Gazzetta di
Reggio)
Il capo dello Stato parla delle discariche contestate
e assicura la massima decisione Napolitano allarmato: "Interverrà il
governo" E Prodi anticipa che ci saranno azioni "ineludibili e
necessarie" Il sindaco di Napoli si scaglia contro prefetto e commissari e
il centrodestra ne chiede le dimissioni ANDREA PALOMBI ROMA. "Ho detto nel
mio messaggio che si tratta di un problema sempre più allarmante. Quindi, non
sono preoccupato, ma allarmato". Non usa giri di parole Giorgio Napolitano
per far capire quanto ormai consideri grave l'emergenza rifiuti. E sulla
questione annuncia ormai di intervenire direttamente anche il governo. Uscendo
dal caffè Tiberio, sulla piazzetta di Capri, dove da qualche giorno si trova in
vacanza, Napolitano puntualizza che una prima telefonata con Prodi, c'è stata
già il 31 dicembre. Il giorno dopo il messaggio televisivo di Capodanno.
"Con Prodi - racconta - avevamo anche parlato dell'inceneritore che c'è
nei pressi di casa sua tanto per provare che non c'é nulla da temere".
Aggiunge di aver poi ricevuto una seconda telefonata dal presidente del
Consiglio nei giorni scorsi e quindi annuncia: "Penso che il governo
prenderà una iniziativa al massimo livello". Un giornalista gli chiede se
sia stato lui stesso a sollecitare il governo. "Mi sono trovato d'accordo
- si limita a rispondere Napolitano - con il presidente del Consiglio e con i
ministri degli Interni e dell'Ambiente che ci sia una assunzione di
responsabilità precisa per sbloccare questa situazione". Ma intanto in
Campania è anche guerra fra le istituzioni. Mentre capo dello Stato e governo
fanno capire di condividere l'iniziativa del prefetto di Napoli di riaprire la
discarica di Pianura, il sindaco Rosa Russo Iervolino si
scaglia contro i commissari speciali sui rifiuti che si sono succeduti nel
capoluogo campano, ma anche contro il prefetto Alessandro Pansa. Sia lei che
Antonio Bassolino, raffigurati ieri nei macabri manichini impiccati per la strade
di Napoli, finiscono però nel mirino del centrodestra. Tutti ne chiedono
le dimissioni, mentre Roberto Calderoli chiede anche a Prodi di inviare in
Campania le forze speciali dell'esercito. "Se avessi pensato che lasciare
poteva contribuire a una soluzione positiva dei problemi, l'avrei già
fatto", assicura Bassolino. Palazzo Chigi fa
invece intravedere la possibilità di usare il pugno di ferro. In una nota
richiama la necessità "di una grande e ferma unità delle istituzioni"
a sostegno delle azioni, "ineludibili e necessarie", che sono state
intraprese, ma sottolinea anche che "ci sono gruppi estremisti, sia locali
che giunti da fuori, che hanno cercato e cercano di alzare barricate di dissenso".
Per questo il governo "condivide totalmente" l'appello del prefetto
di Napoli, così come garantisce "che ciascuno dei siti, a partire da
Pianura, sia rigorosamente destinato all'autosufficienza locale".
"Non è più tollerabile - avverte poi Prodi in una intervista - che
l'Italia venga additata a vergogna dell'Europa per non riuscire a risolvere il
problema dei rifiuti in un'area grande quanto la Campania". Ma intanto,
secondo la direttrice della Direzione ambiente, Pia Bucella, la Commissione Ue,
quando si riunirà il 30 gennaio, potrebbe giudicare "non sufficiente"
la risposta fornita nei giorni scorsi dal governo italiano sulle violazioni
delle normative europee. Il rischio è quello di perdere i preziosi fondi Ue:
"Uno stanziamento di 80-85 milioni di euro per le discariche è stato già
sospeso", spiega la Bucella.
( da "Corriere delle Alpi" del 05-01-2008)
Pubblicato anche in: (Nuova Ferrara, La)
(Tribuna di Treviso, La) (Centro, Il) (Gazzetta di Modena,La) (Trentino)
(Gazzetta di Mantova, La) (Citta' di Salerno, La) (Alto Adige) (Gazzetta di
Reggio)
Autobus incendiati a Pianura. An impicca i manichini
di Iervolino e Bassolino FERRUCCIO FABRIZIO NAPOLI.
"Stop ai veleni, la morte ci aspetta", ammonisce un cartello mostrato
da un bambino di Pianura. E' il preludio alla contestata riapertura di Contrada
Pisani, la discarica chiusa da 11 anni e individuata dal commissario di Stato
per fronteggiare la nuova crisi dei rifiuti. Oggi o al massimo domani in questo
invaso immerso in un'oasi naturalistica nella periferia ovest di Napoli,
dovranno essere scaricate oltre duemila tonnellate di spazzatura che stanno
invadendo soprattutto l'hinterland da Afragola a San Giorgio a Cremano fino a
Pozzuoli. I residenti lo sanno e sono pronti alle barricate, anche se nella
gran maggioranza (fatta di gente perbene) prendono le distanze dagli atti
vandalici compiuti la scorsa notte, quando sono stati inceneriti quattro
autobus dell'Anm, assaltata e colpita da un estintore un'auto dei Carabinieri e
bloccato la circolazione in tutta la zona. Finora hanno pagato il prezzo dei
disagio economico con numerosi esercizi rimasti chiusi e la necessità di
spostarsi in un altro quartiere per la spesa. Quasi tutti gli accessi alla
discarica sono presidiati dalla polizia che controlla il territorio anche con
un elicottero e permette ai tecnici di ultimare così le operazioni di
preparazione del sito di stoccaggio. Una corsa contro il tempo perché in
assenza di alternative immediate a Contrada Pisani, la situazione potrebbe
ulteriormente peggiorare in tutta la provincia. La giornata di ieri è stata
forse la più difficile degli ultimi giorni. I vigili del fuoco sono intervenuti
nella notte sessanta volte per spegnere i roghi, quasi tutti appiccati ai
margini periferici della città o nei comuni limitrofi. E Napoli si era
svegliata con la macabra scoperta, autori alcuni esponenti di An, di ventuno
manichini impiccati agli alberi e ai pali della luce lungo il centrale corso
Umberto. Bersagli della provocazione, il governatore Bassolino
e il sindaco Iervolino. Il primo ha già fatto sapere che intende restare al suo
posto, il sindaco ha invece scatenato una polemica accusando il prefetto di
Napoli Pansa di "scelte di gravità inaudita". E schierandosi con i
manifestanti di Pianura con una telefonata a viva voce intercorsa con un
consigliere An. "La città è commissariata da 14 anni, sono stati spesi 2
miliardi, ma chi li ha visti? - ha accusato nella telefonata la Iervolino. La
responsabilità degli sprechi è dei vari commissari che si sono succeduti in
questi anni. Abbiamo avuto vescovi che hanno benedetto qualsiasi rivoluzione, e
politici di centrosinistra che sono andati loro dietro..." L'iniziale
applauso corale che è seguito alle sue parole ha lasciato subito dopo spazio a
una riflessione realistica da parte dei cittadini. "Il sindaco dice di
essere con noi e di essere rimasta sola? Un sindaco non è mai solo, e se lo è
può mettere sul tavolo la carta delle dimissioni" dice uno dei manifestanti,
Domenico Merolla. Che chiosa: "Una telefonata simpatica, quella con la
Iervolino, ma qui non possono prenderci in giro".
( da "Tempo, Il" del 05-01-2008)
Scaricabarile. In questi giorni è lo sport preferito
sull'emergenza-rifiuti. Il sindaco di Napoli contesta il commissario scelto dal
suo governo. Il presidente della Giunta regionale non pensa minimamente a
lasciare la sua poltrona, come chiedono l'opposizione e la gente. Home Politica
prec succ Contenuti correlati Viaggio di tre giorni a Bruxelles della
delegazione I giovani di Forza Italia incontrano i colleghi del Ppe Nasce
associazione sportiva Nei trasporti riparte la corsa allo sciopero LARINO Ha preferito
la permanenza in carcere piuttosto che ... Provincia, la Angeletti
neo-assessore allo Sport Tombolata al Palasport in compagnia di Biagio Izzo e
Loredana Miele Il ministro dell'Ambiente, che è anche leader dei Verdi e quindi
può contare in Campania sui suoi amministratori locali, punta l'indice sul
localismo esasperato e denuncia il fallimento del piano di dieci anni fa.
Insomma, sul caso-rifiuti il rifiuto di assumersi le proprie responsabilità è
totale e, insieme, scandaloso. Tanto da spingere il presidente della Repubblica
a dirsi "allarmato" e a intervenire presso l'esecutivo perché
sblocchi la situazione. Le parole di Napolitano sono piuttosto chiare, anche se
nella sua veste non può sbilanciarsi troppo. "Mi sono trovato d'accordo
con il presidente del Consiglio e con i ministri degli Interni e dell'Ambiente
- ha detto il capo dello Stato parlando con i giornalisti nella piazzetta di
Capri - sul fatto che ci sia una assunzione di responsabilità precisa per
sbloccare questa situazione". "Possiamo dire che lei è preoccupato,
presidente?", ha chiesto un giornalista. "Ho detto nel messaggio di
Capodanno che è un problema sempre più allarmante - ha replicato Napolitano -
quindi sono non preoccupato, ma allarmato". Per ora il governo si è
limitato a condividere "totalmente l'appello" del Prefetto di Napoli
e facendo "sua la garanzia che ciascuno dei siti, a partire da Pianura,
sia rigorosamente destinato all'autosufficienza locale". Palazzo Chigi
sottolinea che "ci sono gruppi estremisti, sia locali che giunti da fuori,
che hanno cercato e cercano di alzare barricate di dissenso". E che
"c'è la radicata sfiducia dei cittadini, che può spingere alcuni di loro a
unirsi a tale opposizione". Ma il problema dell'immondizia che riempie le
strade esiste, ed è molto concreto, a prescindere dall'atteggiamento dei
cittadini. E di fronte a questo problema tutti si lavano pilatescamente le
mani. Il sindaco Rosa Russo Iervolino definisce assurda la
decisione del commissariato di governo per l'emergenza rifiuti in Campania di
riaprire la discarica nel quartiere Pianura. E aggiunge: "La città è
commissariata da 14 anni. Sono stati spesi 2 miliardi, ma chi li ha visti?
La responsabilità degli sprechi è dei vari commissari che si sono succeduti in
questi anni. Ci sono state posizioni di radicalismo ambientale che non hanno
pagato. E abbiamo avuto vescovi che hanno benedetto qualsiasi rivoluzione, e
politici di centrosinistra che sono andati loro dietro". Per Pecoraro
Scanio il vecchio piano "che prevedeva la chiusura delle vecchie
discariche con l'obiettivo di produrre combustibili dai rifiuti non è stato
applicato e così si sono accumulate le ecoballe, e il sistema è
collassato". Ma ai Verdi appartengono l'assessore comunale all'Ambiente,
il presidente della Provincia e l'assessore regionale all'urbanistica. Infine,
il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino
accetta le critiche, si assume le sue responsabilità politiche ma dice che non
si dimette. 05/01/2008.
( da "Giornale.it, Il" del 05-01-2008)
Rifiuti, la protesta-choc. Manichini
impiccati per Iervolino e Bassolino di Luca Fazzo - sabato 05
gennaio 2008, 08:31 Una preoccupazione tanto viva si spiega probabilmente in un
solo modo: Bassolino è ormai rassegnato all'idea che per riaprire davvero la
discarica di Pianura e arginare in questo modo l'emergenza per un anno, si
dovrà prima o poi ricorrere all'uso della forza. E se dovessero iniziare
a volare le manganellate, se insomma il caos rifiuti diventasse un caso
esplosivo di ordine pubblico, Antonio Bassolino non
vuole essere indicato come l'unico responsabile della situazione. Ieri,
intanto, An e Udc tornano a chiedere le sue dimissioni, mainvano: "Se
andandomene aiutassi a risolvere il problema lo farei oggi stesso. Ma siccome
non è così...".
( da "Giornale.it, Il" del 05-01-2008)
Di Luca Fazzo - sabato 05 gennaio 2008, 08:28 Sono estremisti di destra e di sinistra, ultrà da stadio,
personaggi legati alla camorra: è da questa micidiale sinergia che vengono i
rischi di fare esplodere la polveriera rifiuti in Campania. Scattano i primi
arresti, picchiato un giornalista Rai. Manichini impiccati per Iervolino e Bassolino.
( da "Giornale.it, Il" del 05-01-2008)
Di Luca Fazzo - sabato 05 gennaio 2008, 08:31 da
Napoli La conseguenza più clamorosa dell'emergenza rifiuti è quella sugli
equilibri interni al Partito democratico a Napoli e in Campania. Perché, prima
ancora che il primo camion varchi i cancelli della discarica di Pianura, è
sotto gli occhi di tutti come la vera vittima della decisione presa dal
Commissario straordinario - cioè dal prefetto Alessandro Pansa e dal suo
successore Umberto Cimmino - di riaprire la discarica sia lei: Rosa Russo
Iervolino, sindaco di Napoli. Che a scaraventare l'immondizia nel fosso di
Pianura si è opposta fin dall'inizio, esponendosi in prima persona a fianco
degli abitanti dei quartieri a ridosso dell'impianto. Sulla Iervolino e sul suo
"no" alla discarica il prefetto Pansa è passato senza troppi
complimenti, forte dell'appoggio incondizionato di Antonio Bassolino, governatore della Campania. Fu Bassolino, al
momento di lasciare la carica di sindaco per andare a fare il presidente di
Regione, a designare la Iervolino come propria erede.Ed è lo stesso Bassolino oggi a segnare la sconfitta quasi umiliante della prima donna
sindaco di Napoli, che deve prendere atto di essere stata totalmente scavalcata
dall'accoppiata Pansa- Bassolino in una delle
crisi più gravi attraversate dalla città sotto la sua gestione. Così,
particolarmente indigesto deve essere stato per Rosa ritrovarsi ieri impiccata
in effigie insieme a Bassolino nei manichini appesi da
un esponente di An (subito sconfessato dal partito) lungo tutto corso Umberto.
Ben ventuno, dietro lo slogan "Addio a 'sto munno 'e munnezza". E
d'altronde che il momento per il sindaco sia difficile lo testimoniano i toni e
i contenuti dell'intervista in cui sulla Stampa di ieri la Iervolino minaccia
addirittura di querelare Pansa, reo di avere affermato in una conferenza stampa
che qualcuno soffia sul fuoco della rivolta. Il sindaco si sente chiamata in
causa, e deve intervenire addirittura Palazzo Chigi per garantire che il
prefetto non intendeva in alcun modo attaccare lei. Ma l'incidente è tutt'altro
che chiuso. E ieri, in un'altra conferenza stampa, Bassolino
si guarda bene dal ricucire. Ma Bassolino non ce l'ha
solo con la Iervolino. A preoccupare il governatore è anche l'atteggiamento del
governo, che secondo lui non si espone abbastanza nell'"assunzione di
corresponsabilità " per risolvere l'emergenza. Sebbene ieri si sia
scomodato anche Giorgio Napolitano, in vacanza a Capri, per spronare il governo
a fare la sua parte, e anche se Romano Prodi abbia fatto diramare un comunicato
per garantire "grande e ferma unità delle istituzioni a sostegno delle
azioni, ineludibili e necessarie, intraprese sul fronte dei rifiuti ", Bassolino non si sente ancora tranquillo. "Ho fatto il
commissario per i rifiuti solo per tre anni e mezzo, ormai sono passati quattro
anni, e sembra ancora che il commissario sia io. Di commissari ce ne sono stati
prima di me e dopo di me... E voglio ricordare che il commissario è un
funzionario del governo, non della Regione Campania". Il governo, dice
insomma Bassolino, non si sogni nemmenodi lasciarmi
con il cerino in mano.
( da "Adige, L'" del 05-01-2008)
Prodi: fermo io questa vergogna. Bassolino:
io non me ne vado ROMA - La crisi dei rifiuti in Campania diventa una questione
nazionale e le due massime autorità dello Stato, il presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano e il premier Romano Prodi, intervengono appoggiando le
decisioni del commissario Umberto Cimmino e del prefetto di Napoli Alessandro
Pansa di riaprire la discarica di Pianura. Cosa che non impedisce al sindaco di
Napoli Iervolino di proseguire il suo braccio di ferro con entrambi, mentre la
tensione sale e ieri mattina sono comparsi in corso Umberto I in centro a
Napoli ventuno manichini con alcuni slogan al collo, alcuni dei quali contro
Rosa Russo Jervolino e Antonio Bassolino. Ieri Prodi
ha esternato la sua indignazione: "Non è tollerabile che l'Italia venga
additata a vergogna dell'Europa". Le proteste violente per la riapertura
provvisoria della discarica di Pianura (con il sospetto che siano fomentate
dalla camorra) richiedevano una presa di posizione del governo che assicurasse
a Cimmino la piena legittimità politica della sua azione, anche per l'opposizione del sindaco Iervolino alla scelta di Pianura. Una
sorta di commissariamento, non solo tecnico, ma anche politico, della crisi da
parte del governo, visto che "la credibilità delle autorità è scesa ai
minimi". Ma il sindaco Iervolino ribadisce la sua contrarietà alla scelta
del commissario Cimmino: "Non so dove arriverò, sono sola - dice -
l'unica che lavora in altre direzioni sono io". La decisione di Prodi di
commissariare politicamente la crisi trova l'avallo del presidente della
Repubblica Napolitano, col quale il premier dice di aver "parlato
spesso" del problema. E Napolitano, in vacanza a Capri, conferma e si
dichiara "non preoccupato, ma allarmato". "Mi sono trovato
d'accordo - spiega - con il presidente del Consiglio e con i ministri degli
Interni e dell'Ambiente che ci sia una assunzione di responsabilità precisa per
sbloccare la situazione". Martedì dunque il vertice convocato da Pecoraro
Scanio in cui si affronteranno li problema di come produrre meno rifiuti (grazie
alla raccolta differenziata). Il presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, chiede però anche un vertice governo-enti locali
sugli altri aspetti, e concorda sulla necessità "della corresponsabilità
tra le istituzioni locali e nazionali". Ma non ci sta a far la parte di
San Sebastiano, con l'opposizione che ne chiede in coro le dimissioni e con la
Sinistra Arcobaleno che, con Cesare Salvi, minaccia di uscire dalla maggioranza
in Campania. "Sento il peso delle mie responsabilità - dice il governatore
- ma talvolta sembra che le responsabilità siano solo mie". Intanto A
Pianura, periferia di Napoli, la guerra dei rifiuti ha vissuto un'altra
giornata campale. Sabotaggi ai mezzi meccanici, bus dati alle fiamme, blocchi
stradali: vere e proprie azioni di guerriglia su cui An lancia l'ombra della
camorra insinuando il dubbio di infiltrazioni nella protesta da parte della
malavita organizzata, interessata a non far riaprire la discarica. Si è fatto
sentire anche l'arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe: "Di fronte a una
città mai così umiliata come in questi giorni - dice il presule - con i cumuli
di rifiuti che fanno sfregio prima di tutto alla dignità delle persone, la
Chiesa di Napoli non può tacere". Il commissariato di polizia di Pianura è
stato anche fatto oggetto in serata di una sassaiola e del lancio di diverse
bombe carta da parte di alcuni facinorosi. La polizia ha sequestrato sei
molotov e arrestato una persona, Luigi Paolella, 50 anni, napoletano, con
precedenti. 05/01/2008.
( da "Messaggero Veneto, Il" del 05-01-2008)
Attualità Scontri e roghi contro la discarica In
arrivo 2.000 tonnellate di rifiuti LA PROTESTA NAPOLI. "Stop ai veleni, la
morte ci aspetta", ammonisce un cartello mostrato da un bambino di
Pianura. E' il preludio alla contestata riapertura di Contrada Pisani, la
discarica chiusa da 11 anni e individuata dal commissario di Stato per
fronteggiare la nuova crisi dei rifiuti. Oggi o al massimo domani in questo
invaso immerso in un'oasi naturalistica nella periferia ovest di Napoli,
dovranno essere scaricate oltre duemila tonnellate di spazzatura. I residenti
lo sanno e sono pronti alle barricate, anche se nella gran maggioranza (fatta
di gente perbene) prendono le distanze dagli atti vandalici compiuti la scorsa
notte, quando sono stati inceneriti quattro autobus dell'Anm, assaltata e
colpita da un estintore un'auto dei Carabinieri e bloccato la circolazione in
tutta la zona. Finora hanno pagato il prezzo del disagio economico con numerosi
esercizi rimasti chiusi e la necessità di spostarsi in un altro quartiere per
la spesa. Quasi tutti gli accessi alla discarica sono presidiati dalla polizia
che controlla il territorio anche con un elicottero e permette ai tecnici di
ultimare così le operazioni di preparazione del sito di stoccaggio. Una corsa
contro il tempo perché in assenza di alternative immediate a Contrada Pisani,
la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare in tutta la provincia. La
giornata di ieri è stata forse la più difficile degli ultimi giorni. I vigili
del fuoco sono intervenuti nella notte sessanta volte per spegnere i roghi,
quasi tutti appiccati ai margini periferici della città o nei comuni limitrofi.
E Napoli si era svegliata con la macabra scoperta, autori alcuni esponenti di
An, di ventuno manichini impiccati agli alberi e ai pali della luce lungo il
centrale corso Umberto. Bersagli della provocazione, il
governatore Bassolino e il sindaco Iervolino. Il primo ha già fatto sapere che intende
restare al suo posto, il sindaco ha invece scatenato una polemica accusando il
prefetto di Napoli Pansa di "scelte di gravità inaudita". E
schierandosi con i manifestanti di Pianura con una telefonata a viva voce
intercorsa con un consigliere An. "La città è commissariata da 14
anni, sono stati spesi 2 miliardi, ma chi li ha visti? - ha accusato nella
telefonata la Iervolino -. La responsabilità degli sprechi è dei vari
commissari che si sono succeduti in questi anni".
( da "Messaggero Veneto, Il" del 05-01-2008)
Attualità Rifiuti a Napoli, interverrà il governo
Napolitano: sono allarmato. Bassolino: non mi dimetto,
non è colpa mia L'EMERGENZA IN CAMPANIA Martedì si svolgerà un vertice
dell'esecutivo per un esame globale del problema Prodi: sono personalmente
impegnato, non meritiamo la condanna dell'Europa ROMA. La crisi dei rifiuti in
Campania diventa una questione nazionale e le due massime autorità dello Stato,
il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il premier Romano Prodi,
intervengono appoggiando le decisioni del commissario Umberto Cimmino e del
prefetto di Napoli Alessandro Pansa di riaprire la discarica di Pianura. Cosa
che non impedisce al sindaco di Napoli Iervolino di
proseguire il suo braccio di ferro con entrambi. Ieri Prodi, in un colloquio
con "Il Mattino", ha esternato la sua indignazione: "Non è
tollerabile che l'Italia venga additata a vergogna dell'Europa". L'ira del
premier è tracimata giovedì sera non solo per le bacchettate di Bruxelles, ma
soprattutto dopo una telefonata col neo commissario ai rifiuti Cimmino.
Le proteste violente per la riapertura provvisoria della discarica di Pianura (con
il sospetto che siano fomentate dalla camorra) richiedevano una presa di
posizione del governo che assicurasse a Cimmino la piena legittimità politica
della sua azione, anche per l'opposizione del sindaco Iervolino alla scelta di
Pianura. "Sono personalmente impegnato per la soluzione di questa
drammatica e per molti versi inspiegabile emergenza", ha detto Prodi, il
quale ha anche annunciato di aver "gia sentito Amato per l'ordine
pubblico, e Parisi per i siti demaniali". Senza contare il vertice già convocato
dal ministro per l'Ambiente Pecoraro Scanio per martedì tra le istituzioni
locali, il governo nazionale e il commissario Cimmino. In ogni caso Prodi ha
ribadito "la massima fiducia in Cimmino, così come è stato con il prefetto
Pansa". "Al punto in cui siamo arrivati è chiaro che il problema va
oltre il commissario e investe direttamente la responsabilità del primo
ministro". Insomma, un sorta di commissariamento, non solo tecnico, ma
anche politico, della crisi da parte del governo, visto che "la credibilità
delle autorità politiche è scesa ai minimi". In mattinata, dopo le
critiche del sindaco Iervolino al prefetto Pansa, che ieri aveva lamentato la
scarsa collaborazione delle istituzioni locali chiedendone invece la
collaborazione, ecco una nota ufficiale di Palazzo Chigi. "In tutta la
Campania, e in primo luogo a Napoli, c'è bisogno oggi di una grande e ferma
unità delle istituzioni a sostegno delle azioni, ineludibili e necessarie, che
sono state intraprese sul fronte dei rifiuti", anche per contrastare
"i gruppi estremisti che hanno cercato e cercano di alzare barricate di
dissenso". Quindi, "il governo condivide totalmente l'appello del
prefetto Pansa, così come fa sua la garanzia che ciascuno dei siti, a partire
da Pianura, sia rigorosamente destinato all'autosufficienza locale". La
decisione di Prodi di commissariare politicamente la crisi trova l'avallo del
presidente della Repubblica Napolitano, con il quale il premier dice di aver
"parlato spesso" del problema. E Napolitano, in vacanza a Capri,
conferma e si dichiara "non preoccupato, ma allarmato". "Mi sono
trovato d'accordo - spiega - con il presidente del Consiglio e con i ministri
degli Interni e dell'Ambiente che ci sia una assunzione di responsabilità
precisa per sbloccare questa situazione". Martedì dunque il vertice
convocato da Pecoraro Scanio in cui si affronteranno i problemi a monte, e cioè
come produrre meno rifiuti (grazie alla raccolta differenziata). Il presidente
della regione Campania, Antonio Bassolino, chiede però
anche un vertice governo-enti locali sugli altri aspetti, e concorda sulla
necessità "della corresponsabilità tra le istituzioni locali e
nazionali". Ma non ci sta a far la parte di San Sebastiano, con
l'opposizione che ne chiede in coro le dimissioni e con la Sinistra Arcobaleno
che, con Cesare Salvi, minaccia di uscire dalla maggioranza in Campania.
"Sento il peso delle mie responsabilità - dice il governatore - ma
talvolta sembra che le responsabilità siano solo mie". Anche perchè, se
non è riuscito a realizzare i due termovalorizzatori programmati, è anche vero
che lui è stato commissario per due anni, durante i quali "sono stati
fatti sette impianti di Cdr" mentre i termovalorizzatori non sono stati
realizzati "nemmeno dopo".
( da "Stampaweb, La" del 05-01-2008)
(6:58) - REPORTAGE, PARLA IL NUOVO COMMISSARIO
"Dietro la guerriglia gli spazzini della camorra" Il piano,
triplicare i carichi verso la Germania e accelerare con l'inceneritore GUIDO RUOTOLO
NAPOLI Le lancette del tempo scorrono inesorabilmente anche in una città,
Napoli, dove sembra che il tempo non passi mai. Anche quei manichini targati
An, appesi ieri agli alberi di corso Umberto (che dovrebbero rappresentare il governatore Bassolino e il
sindaco Iervolino), sembrano riportare al tempo di Masaniello, prima osannato e
poi ghigliottinato dal popolo in piazza del Carmine. Così come al tempo delle
monetine contro Craxi all'uscita dell'Hotel Plaza a Napoli venivano messi alla berlina
i responsabili delle "Mani sulla città", oggi è tutta la classe
dirigente napoletana a rischiare. Il neo commissario straordinario per
l'emergenza rifiuti, il prefetto Umberto Cimmino, è preoccupato perché un magma
incandescente sta consumando letteralmente la città, travolgendola in una
spirale di ribellismo, di strumentalizzazioni politiche e criminali, di
sfiducia verso i rappresentanti istituzionali. E si appella, da napoletano (è
di Grumo Nevano), "a tutti i rappresentanti delle comunità locali":
"Ognuno si deve assumere le proprie responsabilità nell'interesse
superiore della collettività. Io mi impegno a liquidare entro novembre la
struttura commissariale, restituendo i poteri alle province, ma chiedo
comprensione, perché i rappresentanti delle comunità locali condividano
decisioni sofferte e dolorose". Se è vero che il presente riporta al
passato, su quei treni che nel Dopoguerra portavano gli "sciuscià", i
"guaglioni" della Napoli disperata nelle colonie estive dell'Emilia
Romagna, oggi partono tonnellate di rifiuti per la Germania. Non è solidarietà
disinteressata, è merce di scambio: i tedeschi ci guadagnano soldi, noi salute
se è vero che ci liberiamo di "monnezza" che non riusciamo a
smaltire. Annuncia il prefetto Cimmino: "Nei prossimi giorni triplicheremo
le partenze: da 14 a 40 convogli settimanali. Da 2500 a 7500 tonnellate di
rifiuti a settimana". Una goccia, nel mare di spazzatura che produce
Napoli (1400 tonnellate al giorno). E che adesso dovrebbero essere
"imprigionate" nella discarica di Contrada Pisani. Giovedì notte sono
entrati nella discarica presidiata ma buia, e con le tronchesi hanno tranciato
di netto i tubi idraulici mettendo fuori uso le escavatrici che lavorano per
preparare il terreno all'arrivo della "monnezza". Poi, sempre di
notte hanno bruciato quattro autobus di linea e ancora dato vita a blocchi
stradali dalle parti di Pianura. "E' una scelta irreversibile e temporanea
- ripete il commissario Cimmino - che il prefetto Pansa e il sottoscritto
avremmo preferito non dover prendere. A novembre avevamo posto il problema alle
comunità locali di individuare siti alternativi. Non sono arrivate indicazioni
sufficienti a risolvere il problema. Adesso stiamo lavorando per individuare
nuovi siti aggiuntivi". Palazzo San Giacomo, a ora di pranzo è assediato e
occupato dai disoccupati di "Banchi Nuovi" e dalla "Rete rifiuti
zero", area no global, che non vogliono discariche e termovalorizzatori e
tifano per nuove assunzioni di disoccupati per la raccolta differenziata che
non c'è. La difficoltà del presente è quella di "riconvertire" il
Piano regionale dei rifiuti in corso d'opera. Assurdo, stupefacente che il
vecchio piano non prevedesse nessuna discarica puntando tutto sui Cdr, gli
impianti di trattamento dei rifiuti, e sui termovalorizzatori. Anche la
raccolta differenziata - Napoli è in coda alla classifica con un vergognoso 7%
- ha trovato ostacoli. Il risultato di tutto questo è stato la moltiplicazione
di discariche abusive targate camorra. E in serata nuove proteste in quell'inferno
di Pianura e dintorni, con blocchi stradali alla rotonda "don
Giustino" e minacciose pattuglie di loschi figuri che imponevano la
chiusura dei negozi ai commercianti. Altra benzina sul fuoco, e i piromani
arrivano da un bacino indistinto degli ultrà "Teste Matte" e degli
scissionisti dei "Niss" ("Niente incontri solo scontri") e
di settori di An e della sinistra radicale e antagonista. "Lei mi chiede
se dietro a questo magma incandescente vi possa essere la camorra. Le rispondo
così: a Contrada Pisani - riflette il prefetto Cimmino - sono attive due
discariche abusive alimentate dagli spazzini della camorra. La presenza di una
discarica legale oggettivamente blocca l'attività criminale". Se san
Gennaro tornasse a far miracoli, la "monnezza" non sarebbe più un
incubo. Il nuovo Piano regionale firmato Pansa-Cimmino, muoverà i primi passi
tra un mese. Tra un anno il miracolo potrebbe compiersi: il termovalorizzatore
di Acerra brucia 700.000 tonnellate di rifiuti trasformandoli in energia; la
raccolta differenziata sottrae un altro 1.000.000 di tonnellate, il riciclo
altre 100.000 tonnellate. Rimarrebbero 700.000 tonnellate di
"monnezza": la metà, trasformata in fertilizzanti, finirebbe a
otturare le cave della Regione; l'altra metà andrebbe nelle cinque discariche
provinciali. Ma san Gennaro farà il miracolo?.
( da "Messaggero, Il (Metropolitana)" del 05-01-2008)
Chiudi di LUCIA POZZI ROMA - "Possibile che in
Italia si continui a pensare che i problemi si risolvono con la bacchetta
magica? O imboccando chissà quale scorciatoia? Per uscire dall'emergienza
rifiuti, in Campania come altrove, è necessaria una seria pianificazione
industriale che si traduca in decisioni politiche capaci di resistere nel
tempo". Lo fa con tono pacato, ma non esita a puntare il dito contro una
classe dirigente e politica "drammaticamente incapace di decidere in modo
unitario e coerente" Daniele Fortini, il cinquantenne fiorentino che dal
luglio del 2005 presiede Federambiente, la Federazione italiana dei servizi
pubblici d'igiene ambientale che a oggi conta 278 associati e serve ben 3.500
comuni. Aggiunge: "Da noi la produzione di rifiuti sale dell'1,2 per cento
l'anno, contro l'1,7 a livello europeo. Eppure, pur mantenendoci al di sotto
della soglia media, siamo gli unici a vivere perennemente in emergenza".
Che cosa ne dice della riapertura della discarica di Pianura, sulla quale si sta consumando un duro scontro tra la Iervolino
(contraria) e Bassolino (a favore)? "Capisco il sindaco e il malessere della gente,
ma qualcosa bisogna pur fare. E subito". In realtà ci vorrà qualche giorno
prima di poterla riutilizzare. Con gli impianti di Cdr fermi e tonnellate su
tonnellate di monnezza per strada, Napoli è al collasso... "Non da
oggi, purtroppo. Ed è evidente che la riapertura di una discarica, qualunque
essa sia, non può essere la soluzione". Dunque? "Cerchiamo di essere
seri. Primo: se siamo tutti d'accordo sul fatto che servono decisioni
condivise, lanciamo l'idea di una conferenza di servizio, si direbbe, o di
pace, direi io. Un tavolo intorno al quale raccogliere governo, parlamento e Regione,
oltre alle province interessate e ai principali comuni". Non è un'idea
nuova nè originale, le pare? "Lo è, invece. Se l'obiettivo è quello di
programmare scelte e decisioni politiche unitarie evitando che, un minuto più
tardi, il solito bastian contrario esca dal coro e mandi tutto all'aria".
Ce l'ha con un malvezzo tipico della politica italiana... "Ma è proprio
questo il nodo dolente. Bertolaso e Pansa ne sanno qualcosa". Al di là del
metodo, quali misure adotterebbe? "Liberiamo subito il campo dall'equivoco
della carenza di raccolta differenziata come causa del problema: anche se a
Napoli si raggiungesse l'obiettivo del 40 per cento, come vorrebbe il Piano
Regionale, la situazione sarebbe comunque tragica, perchè allo stato non ci
sono nè gli inceneritori nè le discariche necessarie a smaltire il restante 60
per cento. Se a questo aggiungiamo che proprio le discariche hanno l'impatto
peggiore sull'ambiente, visto che scaricano il metano nell'aria, che è venti
volte più nocivo del CO2, si capisce facilmente che la strada è
obbligata". Il termovalorizzatore di Acerra? "Per cominciare. Ma
bisogna procedere spediti anche con quello di Santa Maria La Fossa. Acerra,
infatti, può assorbire solo un Cdr molto raffinato, che con gli opportuni adattamenti
potrà essere lavorato in due, massimo tre impianti. E, comunque, non oltre le
1.200 tonnellate, che è troppo poco rispetto alle 4.500 che si producono
giornalmente a Napoli". Si andrebbe a regime non prima di qualche anno...
"Cinque. Ma non c'è alternativa". Intanto? "Si potrebbero
espropriare delle cave dove sversare i rifiuti". A qualcuno non dispiace
l'idea della tedesca Remondis di smaltire in Germania l'immondizia campana. A
lei? "Per carità! Sarebbe folle, oltre che ridicolo, se pagassimo
profumatamente i tedeschi per bruciare i nostri rifiuti e trarne energia
elettrica che poi gli andremmo a ricomprare. No, i nostri problemi possiamo
risolverceli in casa". In realtà ne siamo talmente incapaci che corriamo
il rischio di sanzioni da Bruxelles... "Sarebbe una bastonata con effetti
negativi su tutto il sistema Italia. Grave, gravissima". Ma non crede che
a questa Italia bloccata, dei rinvii infiniti e del non fare adottato a
sistema, possa giovare un pungolo esterno? "Forse, ma non ne sono convinto.
D'altro canto, l'Abruzzo ha approvato un piano regionale virtuoso, a Torino e a
Palermo si farà il termovalorizzatore, Brescia si riscalda attraverso la
combustione dei rifiuti. E sono solo alcuni degli esempi positivi che potrei
citare". Sì, ma sul piatto ci sono anche i gravi problemi della Calabria,
mentre il Lazio è uscito da pochi giorni dal commissariamento con la
prospettiva di esaurire la discarica di Malagrotta in primavera... "Il
Lazio rischia l'emergenza, come la Campania. Anche la Toscana, però, se non si
costruirà il nuovo termovalorizzatore a Firenze". Anche per la sua terra
dice un sì incondizionato all'impianto di combustione? "Non c'è dubbio.
Altrimenti, nel 2010, la mia bella e cara Firenze potrebbe essere come
Napoli".
( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 05-01-2008)
Pubblicato anche in: (Messaggero, Il
(Ancona)) (Messaggero, Il (Latina)) (Messaggero, Il (Abruzzo)) (Messaggero, Il)
(Messaggero, Il (Viterbo)) (Messaggero, Il (Rieti)) (Messaggero, Il
(Civitavecchia)) (Messaggero, Il (Marche))
Di LUCIA POZZI ROMA - "Possibile che in Italia
si continui a pensare che i problemi si risolvono con la bacchetta magica? O
imboccando chissà quale scorciatoia? Per uscire dall'emergienza rifiuti, in
Campania come altrove, è necessaria una seria pianificazione industriale che si
traduca in decisioni politiche capaci di resistere nel tempo". Lo fa con
tono pacato, ma non esita a puntare il dito contro una classe dirigente e
politica "drammaticamente incapace di decidere in modo unitario e
coerente" Daniele Fortini, il cinquantenne fiorentino che dal luglio del
2005 presiede Federambiente, la Federazione italiana dei servizi pubblici
d'igiene ambientale che a oggi conta 278 associati e serve ben 3.500 comuni.
Aggiunge: "Da noi la produzione di rifiuti sale dell'1,2 per cento l'anno,
contro l'1,7 a livello europeo. Eppure, pur mantenendoci al di sotto della
soglia media, siamo gli unici a vivere perennemente in emergenza". Che
cosa ne dice della riapertura della discarica di Pianura, sulla
quale si sta consumando un duro scontro tra la Iervolino (contraria) e Bassolino (a favore)? "Capisco il sindaco e il malessere della gente,
ma qualcosa bisogna pur fare. E subito". In realtà ci vorrà qualche giorno
prima di poterla riutilizzare. Con gli impianti di Cdr fermi e tonnellate su
tonnellate di monnezza per strada, Napoli è al collasso... "Non da
oggi, purtroppo. Ed è evidente che la riapertura di una discarica, qualunque
essa sia, non può essere la soluzione". Dunque? "Cerchiamo di essere
seri. Primo: se siamo tutti d'accordo sul fatto che servono decisioni
condivise, lanciamo l'idea di una conferenza di servizio, si direbbe, o di pace,
direi io. Un tavolo intorno al quale raccogliere governo, parlamento e Regione,
oltre alle province interessate e ai principali comuni". Non è un'idea
nuova nè originale, le pare? "Lo è, invece. Se l'obiettivo è quello di
programmare scelte e decisioni politiche unitarie evitando che, un minuto più
tardi, il solito bastian contrario esca dal coro e mandi tutto all'aria".
Ce l'ha con un malvezzo tipico della politica italiana... "Ma è proprio
questo il nodo dolente. Bertolaso e Pansa ne sanno qualcosa". Al di là del
metodo, quali misure adotterebbe? "Liberiamo subito il campo dall'equivoco
della carenza di raccolta differenziata come causa del problema: anche se a
Napoli si raggiungesse l'obiettivo del 40 per cento, come vorrebbe il Piano
Regionale, la situazione sarebbe comunque tragica, perchè allo stato non ci
sono nè gli inceneritori nè le discariche necessarie a smaltire il restante 60
per cento. Se a questo aggiungiamo che proprio le discariche hanno l'impatto
peggiore sull'ambiente, visto che scaricano il metano nell'aria, che è venti
volte più nocivo del CO2, si capisce facilmente che la strada è
obbligata". Il termovalorizzatore di Acerra? "Per cominciare. Ma
bisogna procedere spediti anche con quello di Santa Maria La Fossa. Acerra, infatti,
può assorbire solo un Cdr molto raffinato, che con gli opportuni adattamenti
potrà essere lavorato in due, massimo tre impianti. E, comunque, non oltre le
1.200 tonnellate, che è troppo poco rispetto alle 4.500 che si producono
giornalmente a Napoli". Si andrebbe a regime non prima di qualche anno...
"Cinque. Ma non c'è alternativa". Intanto? "Si potrebbero
espropriare delle cave dove sversare i rifiuti". A qualcuno non dispiace
l'idea della tedesca Remondis di smaltire in Germania l'immondizia campana. A
lei? "Per carità! Sarebbe folle, oltre che ridicolo, se pagassimo
profumatamente i tedeschi per bruciare i nostri rifiuti e trarne energia
elettrica che poi gli andremmo a ricomprare. No, i nostri problemi possiamo
risolverceli in casa". In realtà ne siamo talmente incapaci che corriamo
il rischio di sanzioni da Bruxelles... "Sarebbe una bastonata con effetti
negativi su tutto il sistema Italia. Grave, gravissima". Ma non crede che
a questa Italia bloccata, dei rinvii infiniti e del non fare adottato a
sistema, possa giovare un pungolo esterno? "Forse, ma non ne sono
convinto. D'altro canto, l'Abruzzo ha approvato un piano regionale virtuoso, a
Torino e a Palermo si farà il termovalorizzatore, Brescia si riscalda
attraverso la combustione dei rifiuti. E sono solo alcuni degli esempi positivi
che potrei citare". Sì, ma sul piatto ci sono anche i gravi problemi della
Calabria, mentre il Lazio è uscito da pochi giorni dal commissariamento con la
prospettiva di esaurire la discarica di Malagrotta in primavera... "Il Lazio
rischia l'emergenza, come la Campania. Anche la Toscana, però, se non si
costruirà il nuovo termovalorizzatore a Firenze". Anche per la sua terra
dice un sì incondizionato all'impianto di combustione? "Non c'è dubbio.
Altrimenti, nel 2010, la mia bella e cara Firenze potrebbe essere come
Napoli".
( da "Messaggero, Il (Ostia)" del 05-01-2008)
Pubblicato anche in: (Messaggero, Il
(Metropolitana))
Chiudi MANICHINI IMPICCATI
Gruppi di estremisti hanno impiccato agli alberi della città ventuno manichini,
alcuni con i nomi della Iervolino e di Bassolino.
( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 05-01-2008)
Pubblicato anche in: (Messaggero, Il
(Latina)) (Messaggero, Il (Abruzzo)) (Messaggero, Il) (Messaggero, Il
(Viterbo)) (Messaggero, Il (Rieti)) (Messaggero, Il (Civitavecchia))
(Messaggero, Il (Marche))
MANICHINI IMPICCATI Gruppi di
estremisti hanno impiccato agli alberi della città ventuno manichini, alcuni
con i nomi della Iervolino e di Bassolino.
( da "Manifesto, Il" del 05-01-2008)
Da Capri il presidente della Repubblica interviene
sulla nuova emergenza in Campania I rifiuti "allarmano" Napolitano
Fr. Pil. Napoli Il presidente Napolitano a passeggio per Capri, lontano dalla
guerriglia urbana napoletana, dagli incendi e dal moloch rifiuti, si è detto
"non preoccupato, ma allarmato". Il presidente della repubblica si è
occupato più volte del problema rifiuti, chiamato sempre in causa dalle
popolazioni in lotta contro discariche e inceneritore, sia perché partenopeo
doc sia come ultima spiaggia di garanzia istituzionale. Dopo il messaggio di
fine anno che aveva accusato la Campania di particolarismi e egoismi, ieri ha
mandato un nuovo richiamo chiedendo "un'assunzione di responsabilità
precisa per sbloccare questa situazione". Un'assunzione da parte della
politica che dovrebbe finalmente arrivare dopo che per 14 anni ha avuto sotto
gli occhi il problema dello smaltimento rifiuti, senza fare nulla. Sapevano i
governi che si sono succeduti, i rappresentanti campani che sono andati a
sedere in parlamento. E invece ieri dopo che le immagini di una Napoli in preda
all'immondizia hanno fatto il giro del mondo è stata una valanga di
dichiarazioni e di accuse sia dalla maggioranza che dall'opposizione. Il
premier Romano Prodi ha detto che interverrà personalmente e ha raccolto quanto
detto da Napolitano: "C'è bisogno oggi di una grande e ferma unità delle
istituzioni - si legge in una nota di Palazzo Chigi - a sostegno delle azioni,
ineludibili e necessarie, che sono state intraprese sul fronte dei
rifiuti". Prodi condivide quanto affermato dal prefetto Alessandro Pansa e
ha chiesto il sostegno di tutte le istituzioni avvertendo: "Ci sono gruppi
estremisti, sia locali che giunti da fuori, che hanno cercato e cercano di
alzare barricate di dissenso". Ma l'opposizione non intende lasciarsi
scappare la possibilità di attaccare e vuole la testa di Antonio Bassolino. Da Fi i deputati Mara Carfagna e Antonio
Martusciello hanno chiesto che il governatore si dimetta in quanto uno dei
maggiori responsabili dell'emergenza. Ma lo stesso Martusciello da
sottosegretario all'ambiente del governo Berlusconi non ha preso a suo tempo
nessuna iniziativa per normalizzare il ciclo di smaltimento. A intervenire per
An ci ha pensato Maurizio Gasparri che entrando a gamba tesa nella questione ha
detto: "Quella della Campania è una emergenza che va discussa in parlamento
il disastro ambientale, sanitario, sociale causato dal governatore Bassolino impone decisioni immediate, compreso lo
scioglimento urgente degli organi di governo del territorio non può rimanere
impunito". Più mite il vicepresidente del senato Mario Baccini, Udc, che
ritenendo un serio problema lo smaltimento dei rifiuti ha affermato: "Non
chiedo dimissioni, ma assunzioni di responsabilità. E' necessario un piano di
smaltimento per risolvere un problema emergenziale che rischia di ledere
seriamente la salute dei cittadini". D'altra parte Calderoli avvezzo agli
estremismi ha chiesto addirittura l'intervento delle teste di cuoio. E come al
solito il rappresentate della Lega si è lasciato andare a dichiarazioni
inquietanti: "Finalmente il fetore dei rifiuti ha raggiunto il Quirinale,
o Capri, e finalmente il presidente della Repubblica si è svegliato e si è
detto allarmato per l'emergenza - ha detto - in quanto capo delle forze armate,
invii i reparti speciali dell'esercito". Ma anche dalla maggioranza le accuse
contro il governatore non mancano. Marco Rizzo europarlamentare del Pdci ha
parlato di responsabilità di chi governa. Bassolino si è
ritrovato contro anche il sindaco Iervolino che ha accusato di sperperi tutti i
commissari che si sono occupati dei rifiuti senza risolvere niente. A tutti ha
risposto il diretto interessato. "Io resto al mio posto - ha detto Bassolino - Il mio solo errore è stato non costruire il
termovalorizzatore".
( da "Manifesto, Il" del 05-01-2008)
Iervolino ai manifestanti:
"Sto con voi, ma sono sola" A Pianura proseguono le proteste degli
abitanti contro la discarica. "Se la riaprono i nostri figli sono
destinati ad ammalarsi". E An soffia sul fuoco con dei manichini impiccati
Francesca Pilla Il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino telefona al presidio
dei Pisani: "Sono con voi, sono sola, l'unica che lavora in altre
direzioni". Le centinaia di persone che manifestano da Capodanno
applaudono, ma poi scatta la rabbia: "Allora si dimetta". "Se
riaprono la discarica i nostri figli sono destinati ad ammalarsi e morire, urla
una donna. "Ho il tumore, ma non potrò mai dimostrare che è colpa dei
rifiuti, la mia casa è adiacente alla discarica" , racconta L.P. un
signore distinto che aggiunge: "Ci costringono anche a nasconderci,
quattro anni fa un mio amico si è visto arrivare la polizia in casa perché
aveva protestato". Sono loro, gli abitanti del quartiere, i protagonisti
di questa ennesima giornata di caos, con i rifiuti che hanno la meglio sulla
città. E la prima cittadina li appoggia, ha sparato a zero su tutti e non è nel
suo stile. Commissari, Bassolino, prefetto e governo,
ma da vecchia democristiana continua a dire di voler collaborare. E' esasperata
perché sa che Pianura ha già fatto sacrifici per 40 anni, d'altra parte la
regione è al collasso e non si vogliono trovare altre strade. L'immondizia ha
raggiunto anche il centro storico della città, da ieri sera si è fermata
completamente la raccolta fino a quando non sarà disponibile il sito
contestato. Secondo i dati della prefettura sono oltre 80mila le tonnellate di
immondizia che giacciono in strada. Nella notte di giovedì sono diminuiti i
roghi, una quarantina, ma i vigili del fuoco fanno sapere che la situazione è
allarmante. D'altra parte ai Pisani non vogliono sentire ragioni e alcuni
gruppi si sono lasciati andare a episodi di violenza. Dopo i tafferugli scoppiati
prima della mezzanotte di giovedì, con quattro bus dell'Anm dati alle fiamme,
anche ieri è stata una giornata di tensione. Blocchi stradali, pianti e
disperazione nel giorno della sconfitta che vede gli automezzi del
commissariato al lavoro per approntare la discarica. Il rumore dell'elicottero
della polizia è costante dopo che alle prime luci dell'alba sono state
danneggiate le pale meccaniche che dovevano avviare il sito. La ditta ha
chiesto garanzie e un risarcimento per proseguire le attività. Una camionetta
di celerini è stata colpita da un estintore, mentre diversi petardi sono stati
lanciati tra la folla e nella notte si prevede il peggio. Dalla municipalità
hanno preso le distanze dagli atti di vandalismo. "Ci dissociamo dagli
incidenti - ha detto Fabio Tirelli esponente di Rifondazione comunista e
presidente della municipalità - non sono cittadini di Pianura quelli che
stanotte hanno incendiato gli autobus. Siamo però convinti e scenderemo di
nuovo in strada che la spazzatura ai Pisani non debba tornare". Ma non
sono in pochi a essere convinti che tra i manifestanti si nasconda l'ombra
della camorra. Nel pomeriggio i commercianti della zona hanno denunciato di
essere stati minacciati da un gruppo di giovani: avrebbero dovuto chiudere in
anticipo gli esercizi e unirsi alla protesta. Ma il presidio, Tirelli è pronto
a mettere la mano sul fuoco, è pieno di gente perbene. C'è anche chi fa la
staffetta a cavallo tra i tre blocchi che presidiano le altrettante entrate
alla discarica. Nove cavalieri dei tre centri di equitazione della zona.
Dell'onestà dei residenti ne è certo anche il neocommissario Umberto Cimmino
che all'uscita di una riunione straordinaria con Bassolino e i presidenti
delle province ha detto: "A Pianura è pieno di gente perbene cui chiediamo
sacrifici, ma c'è chi sta soffiando sul fuoco". In mattinata è stata messa
su anche una macabra protesta: lungo tutta la centralissima corso Umberto,
chiamata anche Rettifilo perché si estende dritta per centinaia di metri, sono
stati appesi numerosi fantocci impiccati corredati con manifesti listati a
lutto. "Addio a 'stu munno 'e munnezza!" recitavano alcuni, mentre
altri riportavano i nomi del sindaco e del governatore. Dopo alcune ore gli
autori sono usciti allo scoperto: è stata un'iniziativa di alcuni esponenti di
An. Contro la megadiscarica di Pianura, il rinnovo del commissariato e il piano
rifiuti hanno fatto sentire il loro no anche i centri sociali e la Rete campana
salute e ambiente. Quattro i blitz nel giro di poche ore realizzati dagli attivisti
che hanno occupato e si sono incatenati sul balcone principale di Palazzo San
Giacomo, sede del comune, bloccato il traffico a piazza Municipio e nella
centralissima via Medina, quindi hanno organizzato un sit-in fuori alla sede
del commissariato. Napoli.
( da "Libero" del 05-01-2008)
Prima pagina 05-01-2008 LA VOGLIA DI IMPICCARLI di
VITTORIO FELTRI Mentre Napoli si immergeva sempre di più nell'elemento ormai
predominante del proprio paesaggio, la sporcizia, tra l'indifferen za
sorridente di amministratori noti per la loro inettitudine, i signori del
governo, invece di intervenire e aiutare gli abitanti a tirar fuori la testa
dalla lordura, andavano in vacanza. Il premier, il quale di norma appare sulla
stampa in veste di cicloamatore, stavolta è stato mostrato in tivù in una
insolita cornice alpina. Ignoravamo che Prodi si ingegnasse nell'imitazione
dell'abominevole uomo delle nevi. Un quadretto suggestivo che però non ha
allietato i napoletani durante le recenti festività. Si ripete spesso un antico
luogo comune: al Sud manca lo Stato. Mancasse soltanto questo... In Campania
mancano la decenza, la Regione e perfino i municipi. Le
istituzioni sono rappresentate da alcuni zombi: per esempio, il sindaco Rosa Russo
Iervolino della quale si rammenta la voce soave, e il presidente Bassolino, famoso per essersi contornato di consulenti ottimamente
retribuiti, e per aver acquisito una lussuosa dimora a New York, una specie di subambasciata
napoletana dalle funzioni misteriose. Ovvio che i partenopei - gente
spiritosa non potendo impiccare le citate autorità elettive perché assenti, si
siano per adesso accontentati di condannare alla forca un paio di pupazzi con
le sembianze delle medesime. Un modo come un altro per sfogarsi o prove
tecniche di molto desiderate esecuzioni? La risposta verrà col tempo. Di certo
siamo alla vigilia di una sommossa giustificata dai fatti o, meglio, da fatti
incompiuti. Non sto incitando alla rivolta. Semplicemente affermo su base
logica che se la popolazione campa nella merda - e non si tratta di metafora -
prima o poi si arrabbia e allora sono guai. Occorre sapere che i napoletani per
lo smaltimento dei rifiuti pagano tariffe doppie rispetto a quelle applicate in
qualsiasi altra città. La differenza, oltre che nell'importo dell'impo sta,
risiede in un particolare: a Napoli l'onero so servizio non è svolto da nessuno
e il Comune, che incassa voracemente, se ne infischia. Mi sbaglierò forse nella
terminologia, dato che grazie al cielo non sono né magistrato né avvocato, però
la sostanza è questa: qui si configura il reato di truffa o, se preferite, di
furto. Nel senso che se io sgancio dieci euro al tassista perché mi porti in un
luogo, e lui riscuote però mi lascia a piedi, è un ladro. Quindi, se il Comune
mi sfila un tot di euro per ritirarmi la pattumiera e in realtà me la abbandona
davanti a casa giorni, settimane, mesi, posso dargli del truffatore o del
ladro, o devo ringraziarlo? Va da sé, per un po' i cittadini sopportano
consapevoli che immondizie e amministratori della Cosa pubblica non sono così
diversi. Ma alla distanza, si irritano e pensano: poiché non siamo in grado di
eliminare la spazzatura, ripieghiamo sulla eliminazione del sindaco e del presidente
della Regione. Riconosco. È un palliativo. Ma converrete che impiccare la
Iervolino e Bassolino - simbolicamente, s'intende - è
comunque una buona idea. Mi domando piuttosto perché i campani si siano
limitati a due impiccagioni. Probabilmente significa che in fondo sono di animo
gentile e parecchio esercitati nella virtù della santa pazienza. Tuttavia
suggerisco loro, qua- lora il problema rimanesse insoluto, di non trattenersi
ulteriormente: massì, preparino un bel cappio anche per Prodi in tenuta
sciistica; e magari uno pure per Pecoraro Scanio, ministro dell'Ambiente
estimatore della merda, almeno a giudicare dalla sua latitanza in questo
periodo di emergenza che dura da mesi. Esposte pacatamente le mie tesi,
confesso di nutrire una speranza: che Napoli nelle sue manifestazioni di
insofferenza allo stato in cui si trova sappia fare un salto di qualità.
Dimostri cioè di essere capace se non di liberarsi dalla morsa della sozzura
almeno dagli sozzoni che gliela impongono. Nessuna allusione alla Iervolino e a
Bassolino ai quali in ogni caso rivolgiamo l'invito a
dimettersi. Questione di prudenza: tirare troppo la corda in casa
dell'impiccato può comportare conseguenze spiacevoli per lo stesso. Abbiamo già
avuto un piazzale Loreto, non vorremmo avere anche una piazza del Plebiscito.
Che peraltro si presterebbe. Foto: Uno dei fantocci Bassolino-Iervolino
impiccati ieri per le vie di Napoli Salvo per uso personale è vietato qualunque
tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.
( da "Libero" del 05-01-2008)
Italia 05-01-2008 Dall'energia Pecoraia
all'abominevole sciatore, il circo di governo di LUCA VOLONTÈ Prodi la fa dura
ma la bolletta poi la paghiamo noi. Non sarebbe meglio una purga di fave di
fuca per evitare intasamenti nella condotta e liberare lo scarico? Una bella e
paciosa contadina russa, campeggia vestita da crocerossina nella pubblicità
della Sanità pubblica, ogni volta che ci incappi ti chiedi come mai non abbiano
scelto Livia Turco per esaltare le doti del Governo Prodi nella Salute di
Stato. Quella foto della rubiconda signorina, in fondo assomiglia a molti
manifesti dei film trash italiani. La Sanità pubblica è un colabrodo totale, ben
diverso dal colapasta bucherellato e simmetrico, un pentolone bucato dove anche
le castagne uscirebbero dai fori. A Vibo Valentia, dopo il viaggio della Turco
in Calabria, c'è stato un altro morto. Reazioni? Nessuna. Diossina che sprizza
da tutti i roghi napoletani, non siamo a mica a Seveso, quindi alle reazioni
responsabili del reuccio di Afragola, Bassolino, o allo stridulo vocione
del Sindaco di Napoli, Iervolino, si sostituisce un bel silenzio di morte. Chi siede
oggi sulla poltrona che fu di Donat Cattin non batte mai ciglio. Gravi segnali
di meningite a Treviso? Nessun problema, casi limitati e poi, dopo un
settimana, tutti a farsi vaccinare. Intanto però la Turco trova il tempo
per dare l'ok per stravolgere la legge 40, introduce pilloloni per drogare i
bambini esuberanti, dichiara il contrario degli stessi dati del Ministero sulla
applicazione della 194. Pari a lei c'è solo Pecoraio, nulla a che vedere con i
fondatori del movimento verde italiano, piuttosto ottimo esempio di rossissimo
verde. Soldi al compagno terrorista Capanna che vuol bloccare gli Ogm per il
principio di precauzione ma nessuna parola per difendere gli embrioni umani
sottoposti a morte certa. Gli animali? Ciò che di più sacro si deve onorare e
per macellarli li devi pure stordire ma i bambini no, i cuccioli di uomini
valgono meno delle bestie selvatiche. L'energia Pecoraia è solo quella
ambientalista, quella che non sporca, non nuoce, non scalda. Così dopo gli
allarmi, smentiti dagli scienziati, di qualche mese fa aveva proposto di
scaldare le vivande con la lente di ingrandimento, o riscaldare le case con il
sole. La teoria è sempre quella demenziale che non solo il nucleare ma pure gli
inceneritori sono da aborrire, l'altra ipotesi cui lavora Pecos insieme a Rai
Tre e Radicali, è la riduzione delle nascite e il divieto di lavarsi più di una
volta al mese. La bolletta crescerà di molto e il prezzo al barile non sembra
diminuire, gli italiani la soluzione ce l'hanno bella e pronta. Non pagate e
opponete al contenzioso con il fornitore pubblico, un ricorso e una rimessa di
pagamento al Ministero dell'Ambiente. Stessa e semplice soluzione per i
cittadini di tutta la Campania, lì c'è l'oggettivo vantaggio di denunciare per
inadempienza il sindaco e il governatore. Rimane l'amarezza infinita di
trovarci ancora questi pesi morti al Governo, incapaci di affrontare la realtà
e pronti sempre e comunque a lanciare fumogeni e petardi pur di distrarre i
cittadini. I conti però gli italiani li fanno tutte le settimane e da questo
nevoso gennaio, ciascuno di noi si accorgerà dei 200 euro in più che si
involano nelle tasche di PadoaSchioppa, che intanto si gode Spinelli. Lo
sciatore dolomitico, l'emulo della mummia preistorica, parlerà quando sarà in
pianura. L'aria pura di montagna potrebbe dargli alla testa, un duro che dura
perché fa è come la cacca di Napoli, senza offesa, più è dura più se ne fa e il
puzzo rimane sempre ai cittadini. Se liberassimo l'ingorgo dall'ambiente
sanitario di Napoli e dalla salute d'immondi zia ambientalista? Salvo per uso
personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza
autorizzazione.
( da "Libero" del 05-01-2008)
Anzitutto 05-01-2008 Indagini per disastro ambientale
di GENNARO SANGIULIANO La nuova ipotesi a cui la magistratura napoletana sta
lavorando è quella di disastro ambientale, formula giornalistica con la quale
si riassumono alcuni articoli del codice penale posti a tutela
"dell'incolu mità pubblica". Fino ad oggi, su vari filoni di
inchiesta, la Procura della Repubblica di Napoli, si era mossa su ipotesi di
reato quali truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato e frode in
pubbliche forniture, riferite ad alcune fasi della gestione del commissariato
straordinario. Ora, invece, potrebbe esserci un aggravamento delle ipotesi di
reato. Prendendo spunto da una serie di denunce depositate, da tempo, da
associazioni di cittadini (fra cui le Assise e Insorgenza civile) si vuol
verificare se nella tragica situazione che sia determinata nelle strade di
Napoli non vi siano fattispecie delittuose contemplate nel titolo sesto, capo
due, della legislazione penale. Si tratta, al momento, di una ipotesi di lavoro
contro ignoti e non colpisce le persone già coinvolte nelle altre inchieste. Ma
gli eventuali sviluppi potrebbero portare lontano. L'articolo 439 del codice
penale, ad esempio, afferma che "chiunque avvelena acque o sostanze
destinate all'alimentazione, è punito con la reclusione non inferiore a
quindici anni" e va letto in combinato con il successivo articolo 449
secondo cui "chiunque cagiona per colpa un incendio o un altro disastro è
punito con la reclusione da uno a cinque anni". Già nelle scorse settimane
il procuratore capo della Repubblica, Giandomenico Lepore, magistrato preparato
e rigoroso, incontrò il professor Giuseppe Comella, capo del dipartimento
oncologia dell'Isti tuto Tumori "Fondazione Pascale" e autore delle
indagini scientifiche sui danni alla salute derivanti dall'inquinamento
ambientale. Nello scorso ottobre, invece, la commissione d'inchiesta
parlamentare sui rifiuti ascolto proprio il procuratore Lepore. I verbali di
quella riunione vennero secretati ma all'uscita il capo degli inquirenti
dichiarò: "Stiamo lavorando". Le inchieste che già sono aperte sul
caso Napoli sono due. La principale è quella dei due sostituti Giuseppe
Noviello e Paolo Sirleo che hanno indagato sull'appalto relativo al ciclo dei
rifiuti conferito all'as sociazione temporanea d'imprese del gruppo Impregilo e
poi risolto per legge. Un accordo che, per i pm, "le società affidatarie
sapevano di non poter rispettare". I magistrati sostengono che l'illecito
amministrativo contestato trova il suo presupposto nella truffa aggravata e
continuata ai danni dello Stato contestata a 28 manager delle aziende e
funzionari. Nell'inchiesta è coinvolto anche Antonio Bassolino
per il periodo in cui è stato alla guida del commissariato, gli si contesta per
l'esattezza la "violazione articolo 640 del codice penale perché in
concorso fra loro Antonio Bassolino e altri imputati
organizzavano artifici e raggiri al fine di indurre in errore la Presidenza del
Consiglio dei ministri e il ministro degli Interni che procedevano nei loro
compiti emanando ordinanze ma ignorando nella maniera più assoluta che gli
accordi contrattuali erano inadempiuti". Altre affermazioni gravi sono
quelle del procuratore aggiunto Carlo Trapuzzano. Le irregolarità nella
gestione dei rifiuti sono state possibili "con la complicità e la
connivenza di chi aveva l'obbligo di controllare e di intervenire e non lo ha
fatto per troppo tempo, un comportamento che è stato protratto nel tempo
ponendo in essere una serie di artifici e raggiri per mantenere le posizioni
raggiunte". Ora l'attesa è per l'udienza davanti al gup Marcello Piscopo,
il 14 gennaio, che dovrà decidere in merito. Bassolino
ha respinto le accuse affermando che non ha avuto alcun tornaconto e che le sue
condotte non sono state quelle che gli vengono contestate. L'altra inchiesta è,
invece, quella fatta dai pm della Direzione distrettuale antimafia, Raffaele
Cantone e Alessandro Milita, con una lunga esperienza nella lotta alle
ecomafie, e che ha portato all'arresto di dieci persone fra cui il numero tre
del commissariato ai rifiuti l'architetto Claudio De Biasio, uno dei
subcommissari. Al centro delle attività investigative di questa inchiesta la
Eco 4, una società mista con il 51 per cento delle azioni in mano ai comuni e
il 49 ai privati. Nel "Rapporto sul disastro ambientale dei rifiuti in
Campania" l'alto magistrato di Cassazione Raffaele Raimondi evoca il caso
del disastro ambientale provocato dall'Icmesa di Severo e riporta un passaggio
chiave: "In caso di compromissione dell'ambiente a seguito di disastro
colposo, a causa dell'esposizione a sostanze inquinanti, il danno è risarcibile
anche in mancanza di una lesione psicofisica". A questa argomentazione
giuridica potrebbero rifarsi le varie organizzazioni pronte a intraprendere
battaglie legali. Foto: ALLA GUIDA DELLA CITTÀ Rosa Russo
Iervolino e Antonio Bassolino, attuale governatore della Campania. Bassolino è stato
primo cittadino dal 1993 al 2000. La Iervolino è stata eletta sindaco nel 2001
ed è stata rieletta nel 2006 Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo
di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.
( da "Libero" del 05-01-2008)
Anzitutto 05-01-2008 Paradosso spazzini: per uno a
Milano ce ne sono 25 a Napoli di GIAN PIETRO FIORE NAPOLI È difficile spiegare
come mai la Campania con i suoi ventimila (sì, ventimila!) netturbini sia la
regione più sporca d'Italia. Non sono affatto pochi ventimila netturbini. Basti
pensare che in Lombardia, che rappresenta la prima regione del Paese nella
produzione di rifiuti, sono molto di meno. Per l'esattezza ad ogni spazino
lombardo ne corrispondono venticinque campani. A Napoli e provincia c'è un
netturbino ogni trecento abitanti. Ciò dovrebbe far sì che le strade delle
città campane luccicassero per la pulizia. Il risultato, invece, è sotto gli
occhi di tutti. UN TRISTE RECORD QUANTO A SPRECHI Per questa ragione quello che
stiamo raccontando rappresenta una sproporzione assurda, che fa registrare un
record in fatto di spreco. Sì, perché i ventimila spazzini assunti a tempo
indeterminato e alle dipendenze dei diciotto consorzi della Regione Campania
vengono puntualmente pagati ogni mese. Guadagnano mediamente tra i 1.100 e i 1.200
euro. Più tredicesima e quattordicesima. Tralasciando lo straordinario e il
notturno. Ma l'apice lo si raggiunge dando un'occhiata al numero degli addetti
alla raccolta differenziata: sono ben 3.735. Questi da quando è in atto l'emer
genza rifiuti - e quindi da sempre - non muovono praticamente un dito. C'è la
necessità di utilizzare un calcolatore, perché le cifre sono da capogiro, e il
costo dello spreco è servito: sessanta milioni di euro all'anno, che se
moltiplicati per sette (ovvero il numero degli anni da quando sono stati
assunti) fa la bellezza di 420 milioni di euro. Ovviamente tutti soldi buttati
al vento, dal primo all'ultimo centesimo. Queste cifre astronomiche sono
riferite, per chi non eccelle in matematica, al costo di coloro che dovrebbero
e che non fanno la raccolta differenziata. A Milano, con la metà degli addetti
alla raccolta differenziata rispetto a Napoli, si raggiunge ogni anno il
quaranta per cento, mentre a Napoli a malapena il sette per cento. Si tratta di
dipendenti che nella maggior parte dei casi non svolge il lavoro per il quale è
pagato e soprattutto è stato assunto. L'importante però è recarsi presso il
consorzio in cui si è alle dipendenze, attendere pazientemente le ore stabilite
dal contratto e poi ritornare a casa, semplicemente stanchi per non aver fatto
nulla tutta la giornata. Non è difficile individuare tra questa fortunata
categoria di lavoratori una serie di persone addette a delle mansioni
specifiche che, grazie a dei certificati medici restano comodamente a casa. E
quindi è emerso che chi è stato assegnato alla raccolta del materiale di
risulta dei cantieri, abbia scoperto improvvisamente di essere allergico alla
polvere. O chi tra quelli che devono selezionare il cartone non può sollevare
pesi per più di un chilo. I MEZZI SPECIALI RUBATI NON APPENA ARRIVATI Ma
l'incredibile lo si è raggiunto quando un lavoratore ha fatto causa al
commissariato di governo perché non andando a lavoro, a causa dell'emer genza
rifiuti, e non sapendo come occupare il tempo libero si è messo a giocare e ha
perso tutti i soldi dello stipendio a tressette. Poi ci si mette anche la
"sfor tuna". Nell'Era commissariale di Bassolino,
nel 2003, il Governatore pensò bene di acquistare ben cinquanta mezzi speciali
per la raccolta differenziata. Come se poi il problema fosse la mancanza di
mezzi. Neppure il tempo di farli giungere a Napoli ed in una sola notte furono
tutti rubati. Un danno, anche quello, che costò ai contribuenti decine di
milioni di euro. Ritornando invece all'eserci to dei netturbini e più nello
specifico a quei stakanovisti addetti alla raccolta differenziata, ci si
accorge, sempre calcolatrice alla mano, che le loro buste paghe costano 60,80
euro per ogni abitante. Una cifra esorbitante che i cittadini sono costretti a
pagare per assicurare lo stipendio ad una massa di nullafacenti. TASSE
ESORBITANTI E ASSUNZIONI INUTILI Ma le notizie sconvolgenti non finiscono qui.
Ogni cittadino campano paga all'anno, per l'intero ciclo dei rifiuti, ben
134,79 euro di cui 96 euro solo per le attività di spezzamento, raccolta e
trasporto. Queste tre voci, infatti, costano "solo" sei cento milioni
di euro all'anno. Tutto ciò è desolante ed offende la dignità dei cittadini
onesti, e ce ne sono tanti in Campania, che si vedono costretti a non poter uscire
di casa per le montagne di rifiuti che arrivano al secondo piano, a convivere
con un odore nauseabondo, a pagare il pizzo alla camorra, e da quattordici anni
obbligati anche a mantenere tutti quei perdigiorno. Tutto ciò che abbiamo
raccontato si può riassumere in una sola parola: assistenzialismo. Chi ha
voluto tutte quelle inutili assunzioni? Beh, è semplice: chiedetelo
ad Antonio Bassolino e a Rosa Russo Iervolino. Foto: ALL'OPERA I netturbini in Campania
sono circa 20mila. Molti più di quelli lombardi dove l'emergenza rifiuti non è
mai esistita Ansa 20.000 I netturbini campani sono 25 volte più di quelli della
Lombardia dove si producono meno rifiuti 420 milioni Il costo in 7 anni dei 3.735
addetti alla raccolta differenziata. Che non lavorano nelle emergenze 7,7% La
percentuale di raccolta differenziata a Napoli. Milano ne produce il 40% con la
metà del personale Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di
riproduzione delle notizie senza autorizzazione.
( da "Libero" del 05-01-2008)
Anzitutto 05-01-2008 Con la spazzatura si sta
bruciando la democrazia di DAVIDE GIACALONE Insisto: sulla spazzatura di Napoli
brucia la democrazia, la credibilità delle istituzioni, la dignità della
politica. Istituzioni abitate da mezze seghe e irresponsabili, fanno crescere
la richiesta di un uomo forte. Che non c'è e non è una soluzione. La spazzatura
è perfetta per far sentire il tanfo di decomposizione cui questa classe
politica ha condotto il Paese. Si lamenta, il sindaco
Iervolino, dice che sono stati buttati via dei soldi. È vero, li ha buttati il
suo padrino politico, Bassolino, talora in mano alla camorra. Dice di soffrire, il presidente
Napolitano, ma era lui il ministro degli interni che confermò l'efficacia del
commissario governativo, istituito quando al Viminale sedeva Mancino,
anche lui eletto in quei collegi ed ora garante della giustizia. Roba da matti!
C'è un'intera classe dirigente di sinistra che dovrebbe stare sul banco degli
imputati, per ascoltare la sicura condanna politica e l'assai verosimile
replica penale. Ci si domanda: che fa la magistratura? Gentili signori, ad
amministrare le loro carriere ci sono Napolitano e Mancino, ve ne rendete
conto? Non meglio è combinata la destra: dov'è? I presidi sotto la villa
presidenziale vanno anche bene, per la propaganda, ma la latitanza politica è
lunga, ed ancora oggi mancano proposte serie, manca la capacità di cogliere il
nesso fra la tragedia partenopea e quella nazionale. Il sistema di potere
bassoliniano ha contaminato non solo il terreno, ma l'intero mondo politico.
Una politica seria dovrebbe indicare dove costruire, subito, gli impianti di
smaltimento e riciclaggio. La popolazione protesterà, ma una politica dignitosa
sa spiegare che la puzza e l'inquinamento dei cumuli è maggiore, che lo
scandalo delle discariche che si aprono e chiudono con la cerniera è da reato
penale, che, semmai, si deve ragionare sulle compensazioni. Dovrebbero essere
ambiti, quegli impianti, per la ricchezza che portano con sé. E se la politica
esistesse, Bassolino non vedrebbe crescere i propri
voti, come i peggiori clientelari di un tempo, ma si vedrebbe cacciato
dall'indigna zione di quelli che ha condannato a vivere fra i rifiuti, mentre i
soldi defluivano altrove. Non serve a nulla alimentare le proteste, occorre
dimostrare che esistono alternative. Pulite, civili, forti e democratiche.
www.davidegiacalone.it Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di
riproduzione delle notizie senza autorizzazione.
( da "Libero" del 05-01-2008)
Anzitutto 05-01-2008 La rivolta dei napoletani
Impiccato 'o re Bassolino di LUCIA ESPOSITO NAPOLI Ora
Antonio Bassolino, l' uomo del miracolo mai compiuto,
è senza trono. 'O re ha perso lo scettro. Ieri mattina ventuno manichini
penzolavano dai pali della luce e dagli alberi dei Corso Umberto, in pieno
centro a Napoli. Al collo dei fantocci impiccati, c'erano cartelli listati a
lutto per la fine del due volte ex sindaco e ora per la seconda volta
presidente della Regione. Ai piedi dei manichini, cumuli di rifiuti.
"Devono avere il coraggio di dimettersi. Lui e il sindaco Jervolino. Sono
loro i responsabili di questo scempio", dice Giuseppe Amato, un
commerciante che pure ammette di aver votato sia Bassolino
che Jervolino. Quindici anni fa l'ex sindacalista di Afragola eletto sindaco,
svuotò piazza del Plebiscito dalle auto trasformandola in un salotto
internazionale. I napoletani ci credettero in quel Rinascimento che aspettavano
da sempre e che Bassolino stava facendo luccicare
sotto il loro occhi. Ma ora che la spazzatura ha ridotto Napoli in una
pattumiera a cielo aperto, ora che i topi ballano su cumuli di immondizie, la
gente non ci sta più. La spazzatura ha avuto il potere di cancellare i colori
politici, la puzza dei rifiuti ha annullato le differenze tra destra e
sinistra. Ora i napoletani si ribellano. "Vedete che fine 'aggio fatto.
Vulite campà bbuono? Levateve 'a tuorno Rosa Russo e Bassolino".
Traduzione: "Vedete che fine ho fatto. Volete vivere bene? Levatevi di
torno Bassolino e Jervolino". Ecco il testo di
uno dei cartelli appesi al collo dei fantocci. I manichini sono stati rimossi.
Uno era stato messo proprio davanti alla casa del sindaco che però si è
schierata con i manifestanti. La polizia sta indagando sull'idea del
consigliere provinciale di Alleanza Nazionale, Luigi Rispoli che ha trovato
l'appoggio di cittadini e negozianti della zona. "Con questi manichini
vogliamo denunciare la situazione di sofferenza che sta vivendo questa città
non c'è solo il problema della spazzatura che in questo momento è il più
evidente ma anche il dramma abitativo, la disoccupazione, la sicurezza",
ha spiegato Rispoli. La federazione provinciale di An, però, ha condannato e si
è dissociata: "Un gesto ignobile". Dal centro commerciale della città
al centro della protesta contro la discarica: Pianura, un quartiere di
periferia diventato il simbolo di una città soffocata dai suoi rifiuti. I
residenti non cedono. Non vogliono che sul loro territorio, in Contrada Pisani,
torni quella distesa di spazzatura che per quarant'anni è stato il loro unico
orizzonte. Nel 1996 quel sito fu bonificato e alla gente Bassolino
promise un campo da golf hollywoodiano. Dopo undici anni, è tornato l'in cubo
della discarica. Una soluzione temporanea che serve a liberare la città dai
rifiuti fino al 2009, quando sarà pronto il termovalorizzatore di Acerra,
promette il commissario straordinario Umberto Cimmino. Ma gli abitanti non ne
vogliono sapere. CONTRO LA DISCARICA Da due giorni presidiano l'ingresso
dell'area destinata a ritornare pattumiera. Una protesta che l'altra sera è
degenerata nell'incendio di tre autobus e nel lancio di un estintore contro una
gazzella dei carabinieri. Ieri la polizia ha arrestato un uomo di 50 anni:
aveva nascosto sei bombe molotov in un autocarro parcheggiato vicino alla
discarica. Un gruppo di manifestanti ha assaltato il commissariato di Pianura e
una persona è stata arrestata. Un mezzo dei vigili del fuoco scortato da tre
volanti della polizia è stato preso a colpi di pietra. Nessun ferito ma i
pompieri non sono stati costretti a ingranare la retromarcia. La ditta
responsabile dei lavori di rimessa in opera della discarica ha chiesto alla
prefettura assicurazioni per poter continuare a lavorare. I dipendenti
denunciano di aver subìto minacce e intimidazioni da parte dei manifestanti.
Tre camion della società sono stati bruciati ma se i lavori non saranno
interrotti, nel giro di due giorni a Pianura tornerà la discarica. "La
zona si trova a cinquanta metri in linea d'aria dalla riserva naturale degli
Astroni, è uno scempio per la salute dei cittadini e dell'ambiente. È un atto
irresponsabile", fa sapere il Wwf. Il paradosso, spiegano gli
ambientalisti, è che la discarica di Pianura ricade nel Parco Regionale dei
Campi Flegrei. "La natura non ha voce e non può fare picchietti, ma noi
faremo il possibile per evitare quest'ennesimo scempio", annuncia Fulco Pratesi,
presidente onorario del Wwf Italia. COMUNE OCCUPATO Dietro le barricate, che
fino alla notte la polizia ha cercato di sgomberare in via Cintia, via Padula e
via Campana, oltre agli ambientalisti ci sono anche no global e disoccupati.
Per loro un altro obiettivo: il Comune di Napoli. Intorno a mezzogiorno un
gruppo della Rete campana "Salute e Ambiente" ha occupato il balcone
centrale e il tetto di Palazzo San Giacomo esponendo striscioni e scandendo
slogan. A poca distanza hanno manifestato anche il coordinamento Lotta per il
lavoro e l'Udo, Unione disoccupati organizzati. Dicono: "Così come per il
terremoto l'emergenza rifiuti è stata gestita per favorire gli affari tra ceto
politico, burocrazie, capitali speculativi ed ecomafie. Un assalto alla natura,
alla salute e al denaro pubblico di cui il commissariamento straordinario si è
rivelato lo strumento indispensabile". Ancora cassonetti svuotati in
strada, autobus bloccati e sacchetti incendiati. Da Bruxelles filtra la notizia
che alla Commissione europea non è bastata la risposta delle autorità italiane
sulla procedura d'infrazione sulla gestione dell'emer genza rifiuti. La stessa
insoddisfazione che hanno gli abitanti di Pianura che non vogliono portarsi a
casa la "mon nezza" di tutta la città. Foto:
MACABRI MANIFESTI Uno dei 21 manichini impiccati, comparsi ieri in corso
Umberto a Napoli. Su di essi sono attaccati manifesti contro Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino Ansa Salvo per uso personale è vietato
qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.
( da "Boston Globe, The" del 05-01-2008)
Angry
Neapolitans talking lots of trash Garbage piles up as dumps are shut By Salvatore
Laporta, Associated Press | January 5, 2008 NAPLES - Mounds of garbage piled up
on the streets of Naples yesterday, and officials across the country blamed
organized crime and red tape for the city's refuse crisis. Effigies of city
officials, suspended from lampposts and trees, reflected the fury of Naples's
citizens, who have had to live amid their own refuse since Dec. 21, when
collectors stopped gathering it because there was nowhere to take it. Residents
have resorted to setting trash on fire, raising fears of toxic smoke.
"Garbage is piling up outside our building," said Angela Sepe as she
walked on the outskirts of the city. "I don't go downstairs anymore to
throw it away but throw it out the window because the garbage has already
reached" as high as the second-floor window. Naples and other parts of the
southern Campania region have been plagued by a series of garbage crises for
more than a decade. Dumps fill up and local communities block efforts to build
new ones or create temporary storage sites. In 2004, a garbage crisis prompted
weeks of protests. On Thursday, angry residents in the city's Pianura
neighborhood blocked a street to protest the reopening of a long-closed dump.
Fire officials said four empty buses in the neighborhood were set afire
overnight, apparently in protest of the dump's reopening. About 100 young
protesters marched on City Hall yesterday. Some occupied a central balcony and
the roof, where they hung banners protesting the reopening of the dump and
demanding a full-fledged plan to improve recycling in the area, the ANSA and
Apcom news agencies reported. Local, regional, and national officials handed
out blame for the southern city's chronic inability to properly dispose of its
trash. Several lawmakers said the government's creation in 1994 of a special
office of trash commissioner to deal with Naples's continuing garbage crisis
was part of the problem. Leading Italian daily Corriere della Sera published a
lengthy investigation yesterday, detailing findings by a parliamentary
committee that allege corruption and inefficiency in the commissioner's office.
Such reports have helped fuel local anger at the city's politicians, who have
failed to solve the problem. "Let's bring it [the garbage] to their
homes," said Rosaria Esposito, strolling through the center of Naples,
where trash was piled up on some streets. Environment Minister Antonio Pecoraro
Scanio, a harsh critic of the commissioner's office, also blamed what he called
the "ecomafia," a reference to Naples's
organized crime syndicate, the Camorra, and its hold on garbage collection. In
an interview with the free daily E Polis, Pecoraro Scanio said the only way to
escape the mob's hold on the city's garbage was to get more Neapolitans to
recycle and to build technologically advanced plants to dispose of the garbage
in an environmentally friendly way. Pecoraro Scanio said the Camorra was taking
advantage of the fires set by residents to get rid of toxic waste. The effigies hanging yesterday carried banners with slogans critical
of Antonio Bassolino, the governor of Campania, and the city's mayor, Rosa Russo
Iervolino, the Apcom news agency reported. There have been calls for days for Bassolino to resign.
( da "Los Angeles Times, The" del
05-01-2008)
Email Picture
Salvatore Laporta / Associated Press TRASH: Garbage collection stopped Dec. 21
in Naples because dumps were full. Furious citizens have hung effigies of
officials. From the Associated Press January 5, 2008 NAPLES, Italy -- Stinking
mounds of garbage piled up Friday on the streets of Naples, as officials blamed
organized crime and red tape for the situation. Effigies of city officials,
strung from lampposts and trees, reflected the fury of residents, who have had
to live amid small mountains of trash since Dec. 21, when collection stopped
because the dumps were full. Related Stories - Police arrest 4 in secretive
Italian mob - Italy exhibits its recovered masterpieces Some residents have been
setting trash on fire, raising fear of toxic smoke. Resident Angela Sepe said
she just throws garbage out her window because piles are already as high as the
second floor. Some protesters threw stones Friday at a police station in
protest of efforts to reopen a long-closed dump, the Italian news media
reported. One protester was arrested. Four empty buses were set ablaze, fire
officials said. The Italian daily Corriere della Sera ran an article Friday
detailing a parliamentary committee's findings that point to graft and
inefficiency in the trash commissioner's office. Environment Minister Alfonso
Pecoraro Scanio blamed what he called the "ecomafia,"
a reference to Naples' organized crime syndicate, the Camorra, and its hold on
trash collection.
( da "Virgilio Notizie" del 05-01-2008)
05-01-2008 10:32 E' uno dei più grandi disastri,
emergenza diossina Roma, 5 gen. (Apcom) - Italiani nel Mondo propone "una
grande azione di risarcimento del danno contro la Regione Campania e contro i
commissariati di governo, responsabili di questo disastro terribile che avrà
fine probabilmente tra vent'anni". "Abbiamo sancito una mobilitazione
dei nostri aderenti e dei cittadini napoletani il 25 gennaio al Palapartenope,
dove raccoglieremo attraverso gazebo la presenza di migliaia di cittadini che
intendono oggettivamente fare qualcosa", ha anticipato il senatore Sergio
De Gregorio, leader del movimento politico, nel corso di un'intervista al Gr
Parlamento. "Non ci piacciono - ha aggiunto - le frasi di rito e i
manichini appesi ai pali della luce con i quali si incita
alla rivolta contro Bassolino e la Iervolino. Vogliamo che i cittadini trovino giustizia e che
vengano risarciti. Questo faremo con molta determinazione nelle prossime
settimane. Ormai è evidente - ha continuato il presidente della commissione
Difesa di Palazzo Madama - che nell'area a nord di Napoli si sia consumato uno
più grandi disastri ambientali dell'Italia moderna: lo dice
l'Organizzazione mondiale della sanità, che indica il livello inquinante da
diossina a picchi di emergenza mai raggiunti prima". "Ci sono molti
cittadini che hanno provato su loro stessi la possibilità di sottoporsi ad analisi
del sangue per stabilire quanta diossina era entrata nel loro organismo, e i
risultati sono da incubo. Bisogna mettere insieme - ha concluso De Gregorio -
questi dati scientifici e queste risultanze che dicono che il numero dei tumori
è salito dell'82% e il numero delle malformazioni neonatali è cresciuto di più
del 30% e chiedere il giusto risarcimento agli Enti colpevoli".
( da "Quotidiano.net" del 05-01-2008)
Mobile email stampa RAGUSA Rubano il Bambinello dal
presepe e chiedono il riscatto è accaduto a Cava D'Aliga, una frazione balneare
di Scicli. Al posto della statuetta i ladri hanno lasciato un biglietto dove è
scritto: "Questo Gesù Bambino è nostro, c'è un prezzo per il
riscatto" Home Cronaca prec succ Contenuti correlati Cadavere trovato in
una vasca per la raccolta dell'acqua Bimba di tre anni morta schiacciata dalla
tv Gravi le condizioni del boscaiolo ferito in agguato Trovati 21 manichini
impiccati coi nomi di Iervolino e Bassolino Rapina
alle poste di Buddusò scontro a fuoco, bloccato malvivente Nevica da 36 ore sul
nord Italia Sconvolto dai debiti si da' fuoco Ragusa, 4 gennaio 2008 - Rubano
il Bambinello del presepe allestito all'aperto e lasciano un
"pizzino" con la richiesta di riscatto e un numero di telefonino. è
accaduto a Cava D'Aliga, una frazione balneare di Scicli (Ragusa), la scorsa
notte. Il presepe, curato da diversi anni da un gruppo di residenti, viene
realizzato con delle figure in legno a grandezza naturale che riproducono la
Natività. Fa eccezione il Bambinello Gesù la cui statuetta viene preparata ogni
anno dai ragazzini del quartiere. Quest'anno, è stata una bambina a regalare
agli organizzatori un bambolotto che è stato sistemato in una cesta di vimini
tra San Giuseppe e la Madonna. Al posto del Bambinello i ladri hanno lasciato
un biglietto dove, con una grafia che sembra femminile, è scritto: "Questo
Gesù Bambino è nostro, c'è un prezzo per il riscatto". il vescovo della
diocesi di Noto, monsignor Mariano Crociata, ha parlao di "un atto
inqualificabile" e ha aggiunto: "Tra le varie chiavi di lettura
possibili c'è quella di un atto illegale e dissacrante di aiuto".
Sull'episodio indagano i carabinieri.
( da "Velino.it, Il" del 05-01-2008)
(POL) Rifiuti: alta tensione a Napoli, scontri con le
forze dell'ordine Roma, 5 gen (Velino) - Nuovi scontri nel quartiere napoletano
di Pianura, dove è in corso una dura protesta contro l'apertura di una nuova
discarica. I tafferugli sono scattati all'arrivo dei mezzi incaricati di
allestire il centro di raccolta. Circa venti manifestanti hanno cercato di
bloccare i camion, determinando l'intervento delle forze dell'ordine, che alla
fine sono riuscite a rompere l'assedio dei dimostranti. Nel corso dello
scontro, un giovane è rimasto lievemente ferito ed è caduto da una scarpata. Un
altro è stato colto da malore e ha ricevuto cure sul posto. Venerdì un uomo era
stato arrestato perché trovato con 6 bombe molotov. Quella stessa sera un mezzo
dei vigili del fuoco e un pullmino dell'emittente televisiva La7 erano stati
presi d'assalto da alcuni manifestanti. Aggrediti anche un giornalista e un
operatore televisivo. Nei giorni scorsi i vigili del fuoco hanno effettuato
oltre 50 interventi nella zona vesuviana e flegrea. Giovedì, lungo corso
Umberto I, a Napoli, sono stati trovati 21 manichini impiccati con slogan e
scritte contro il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino,
e il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino. “Non sono preoccupato, sono
allarmato per la situazione dei rifiuti a Napoli”. Con queste parole il
presidente della Repubblica Giorgio Napolitano da Capri ha esortato la politica
a rimuovere la situazione di empasse che la regione vive ormai da 14 anni.
“Penso che il governo prenderà un'iniziativa al massimo livello”, ha spiegato
il capo dello Stato che si è detto d'accordo con il presidente del Consiglio e
i ministri dell'Interno e dell'Ambiente sulla necessità di assumersi
“responsabilità ben precise per sbloccare la situazione”. Il governo in effetti
è intervenuto per manifestare la propria solidarietà nei confronti del prefetto
Alessandro Pansa che era stato attaccato duramente per la decisione di riaprire
la discarica di Pianura dagli amministratori locali, in particolare da Rosa
Russo Iervolino sindaco della città partenopea. Dopo una presa di posizione
molto ferma del ministro Luigi Nicolais, intervenuto per esprimere
“l'incondizionato sostegno” al lavoro svolto come commissario dal prefetto
Pansa, Palazzo Chigi ha diffuso una nota che suona come una netta presa di
distanza dalla Iervolino. Nella nota infatti si legge: “In tutta la Campania, e
in primo luogo a Napoli, c'è bisogno oggi di una grande e ferma unità delle
istituzioni a sostegno delle azioni, ineludibili e necessarie, che sono state
intraprese sul fronte dei rifiuti. Ci sono - aggiunge palazzo Chigi - gruppi
estremisti, sia locali che giunti da fuori, che hanno cercato e cercano di
alzare barricate di dissenso. C'è la radicata sfiducia dei cittadini, che può
spingere alcuni di loro a unirsi a tale opposizione. A tutto questo - si
puntualizza nella nota - si è ripetutamente riferito il prefetto di Napoli e
per contrastarlo ha fatto appello al concorde sostegno e alla diretta
assunzione delle rispettive responsabilità da parte di tutte le istituzioni”.
Per questo il governo, conclude la nota, “condivide totalmente l'appello, così
come fa sua la garanzia che ciascuno dei siti, a partire da Pianura, sia
rigorosamente destinato all'autosufficienza locale”. Ma la nota non ha convinto
il primo cittadino di Napoli. In pieno svolgimento del presidio di Pianura, il
sindaco è intervenuto venerdì al telefono per ribadire la sua solidarietà alla
causa dei manifestanti. E, quasi a confermare la frattura con la linea del
governo, per telefono ha esclamato: “Non so dove arriverò, sono sola. L'unica
che lavora in altre direzioni”. Poi ancora: “Io ci metto tutta la buona
volontà”. L'esito di questo impegno “controcorrente”, è per Iervolino,
tutt'altro che scontato. L'ex ministro, ancora in viva voce, invita infatti i
consiglieri e gli assessori comunali a “non dare troppe speranze” ai
dimostranti, perché “la cosa più brutta sarebbe che poi perdessero la fiducia nelle
istituzioni”. Iervolino fa sapere inoltre di essersi “impegnata a trovare altri
siti”, ma anche di non avere ancora “grandi risposte”. Quanto all'altro grande
accusato, il governatore Antonio Bassolino, di cui
vengono reclamate a gran voce le dimissioni, fa sapere di non pensarci proprio.
Siamo tutti responsabili, è il suo contrattacco, insieme affronteremo
l'emergenza. Un'emergenza che è sempre più acuta. L'amministrazione
Bassolino e il governo così sono finiti sotto il fuoco incrociato del centrodestra.
Bondi e Vito si sono chiesti cosa si debba ancora aspettare perchè Iervolino e Bassolino passino la mano. Il leghista Roberto Calderoli chiede
l'intervento delle teste di cuoio e non risparmia neanche il Colle.
“Finalmente – dice il vicepresidente del Senato – il fetore dei rifiuti ha
raggiunto il Quirinale, o Capri, e finalmente il presidente della Repubblica si
è svegliato e si è detto allarmato per l'emergenza che si è venuta a creare a
Napoli. Presidente, in quanto capo delle forze armate, invii i reparti speciali
dell'esercito a Napoli per risolvere questa emergenza, dare una calmata agli
agitati e una regolata agli amministratori locali”. Il leghista chiede poi un
intervento immediato dell'esecutivo. “Ci si aspetta risposte dal governo, che
avrebbe dovuto determinare lo scioglimento, già da tempo, del consiglio
regionale della Campania e il commissariamento del comune di Napoli – ha
continuato –, ma evidentemente in materia è più facile che intervenga Bruxelles
che il governo italiano”. Critiche al governatore campano arrivano anche da
Lorenzo Cesa, che chiede a Bassolino di “ammetta le
sue gravi responsabilità e andare via”. Stesso tenore dal leader della Destra.
Il presidente della Repubblica, dice Francesco Storace, “deve accompagnare Bassolino all'uscita ed avviare le procedure previste
dall'articolo 126 della Costituzione”. Ma affondi arrivano anche da esponenti
di centrosinistra. Da Italia dei valori, il presidente dei senatori Nello
Formisano dà al presidente della giunta regionale la responsabilità “maggiore
se non esclusiva” dell'emergenza campana. “Antonio Bassolino
non è l'unico responsabile. Non è giusto fare scaricabarile”. Gennaro Migliore,
capogruppo alla Camera di Rifondazione comunista, contesta le critiche al
governatore. “La situazione è molto complessa e le responsabilità sono da
dividersi equamente tra tutte le istituzioni, sia a livello territoriale che
nazionale – aggiunge l'esponente Prc –. Sono certamente anche del governo e di
una gestione commissariale che in tanti anni non ha risolto nulla”. Secondo
Migliore, l'emergenza che affligge la Campania da ormai 14 anni “è tale da
richiedere un provvedimento immediato”. Tuttavia, il capogruppo, esprime dubbi
sulla possibilità di riaprire la discarica di Pianura. E non condanna
l'opposizione del primo cittadino. “Le parole del sindaco non sono prive di
fondamento – conclude –. Abbiamo chiuso quel sito undici anni fa perché
volevamo riqualificare un quartiere che versava in condizioni drammatiche”.
(Remo Urbino) 5 gen 10:09.
( da "Padania, La" del 05-01-2008)
IL QUIRINALE SCOPRE IL CAOS A NAPOLI. E NON si fida
PIU di Prodi I rifiuti restano. Bassolino pure
Crescono polemica e tanfo. Calderoli: "Inviare i reparti speciali dell esercito"
Iva Garibaldi Neppure il presidente Napolitano si fida del Governo. Certo,
ufficialmente ha detto di condividere l azione che intende intraprendere l
Esecutivo sull emergenza rifiuti, però il fatto stesso che il capo dello Stato
sia intervenuto nonostante gli impegni annunciati da Romano Prodi dimostra come
persino al Colle non si ha alcuna fiducia che dalle parole del premier e dei
suoi ministri si passi ai fatti. E questo anche alla luce della pessima prova
data di sé da Antonio Bassolino che, fino a prova
contraria, di questo sfascio della munnezza campana è il principale e più
diretto responsabile. "Mi sono trovato d accordo ha detto Napolitano - con
il presidente del Consiglio e con i ministri degli Interni e dell Ambiente che
ci sia un assunzione di responsabilità precisa per sbloccare questa
situazione". Ma il presidente della Repubblica in vacanza sull isola di
Capri ha ricordato pure il suo discorso di fine anno: "ho detto nel mio
messaggio sottolinea - che si tratta di un problema sempre più allarmante.
Quindi, non sono preoccupato, ma allarmato". Ed era ora, verrebbe da
pensare di fronte alle tonnellate di immondizia che continuano a bruciare per
le strade di Napoli e dintorni ridotte ormai ad una sorta di discarica a cielo
aperto. Non esita a replicare Roberto Calderoli: "finalmente il fetore dei
rifiuti ha raggiunto il Quirinale, o Capri, e finalmente il presidente della
Repubblica si è svegliato - ha detto il coordinatore delle segreterie nazionali
della Lega Nord - e si è detto allarmato per l emergenza che si è venuta a
creare a Napoli. Ci si aspettano però risposte dal Governo, che avrebbe dovuto
determinare lo scioglimento, già da tempo, del consiglio regionale della
Campania e il commissariamento del comune di Napoli, ma evidentemente in
materia è più facile che intervenga Bruxelles che il Governo italiano". Da
parte del vicepresidente del Senato c è anche una precisa esortazione:
"Presidente, in quanto capo delle forze armate - è quindi l appello che
Calderoli rivolge a Napolitano - invii i reparti speciali dell esercito a
Napoli per risolvere questa emergenza, dare una calmata agli agitati e una
regolata agli amministratori locali". E la sensazione, infatti, che la
situazione possa sfuggire dal controllo cresce di ora in ora. Ieri a Napoli,
nel centralissimo corso Umberto, alcuni esponenti di An hanno appeso agli
alberi e ai pali della luce 21 manichini listati a lutto. Due
di questi con i nomi del sindaco Iervolino e del governatore Bassolino. Nessuno si è scandalizzato o ha condannato il gesto e persino
un parroco, Carmine Nappo della chiesa Santa Maria Egiziaca che un manichino
impiccato se l è trovato di fronte, non critica l iniziativa ma, anzi definisce
"la protesta più che legittima, perché il disagio per l emergenza rifiuti
è fortissimo". E mentre le manifestazioni, i presidi assumono
sempre più l aspetto di una rivolta, cresce pure la richiesta di dimissioni nei
confronti di Bassolino. Alle voci dei politici,
qualcuna viene anche della maggioranza, si aggiungono quelle dei cittadini. Il
re se ne deve andare. Subito. [Data pubblicazione: 05/01/2008].
( da "Padania, La" del 05-01-2008)
Napoli, interviene l esercito MARCO CHIERICi Sig. direttore,
l emergenza rifiuti a Napoli, unitamente al degrado sociale e alla delinquenza
fuori controllo, farà si che intervenga l Esercito Italiano. La mia opinione è
che, non trattandosi di una calamità naturale, come un inondazione o un
terremoto o un uragano, l intervento dell Esercito Nazionale dovrebbe essere
pagato dalla Regione Campania e dalle Amministrazioni Comunali interessate. Non
comprendo come mai dovremmo tutti quanti contribuire alle negligenze
localizzate sotto al Vesuvio. Perché le montagne di rifiuti si vedono sempre
laggiù e non a Treviso o a Verona? Anche per questo sarebbe adeguato il
Federalismo Fiscale. Se una Regione commette errori o inadempienze così
evidenti, dovrebbe essere questa Regione a risponderne economicamente. Se da sessant
anni inviamo montagne di miliardi a fondo perduto in quel benedetto
Mezzogiorno, e poi sono sempre in mezzo ai rifiuti come nel 1946, di chi è la
responsabilità? Molti problemi risolverebbe un federalismo fiscale e molta più
responsabilità trasmetterebbe ai Governatori Regionali. Questo naturalmente è
il mio pensiero, non del tutto isolato. Napoli, la fuga di Bassolino
LEONARDO CECCA Rivalta di Gazzola (PC) Caro Direttore, il vizietto di
eclissarsi quando l'aria diventa un po' viziata, tipica di alcuni personaggi
italiani di alto rango, ogni tanto fa la sua comparsa. E' restata purtroppo
memorabile la scampagnata notturna del nostro re che nel 1943, allo scopo di
non incorrere in spiacevoli contrattempi, decise di trasferisi in Puglia: era
caldo e un po' di aria di mare sarebbe stata più che salutare. La regina di
Inghilterra preferì invece restare a Londra oggetto in quel periodo di pesanti
bombardamenti. E' solo un questione di gusti, anzi di attaccamento ai propri
sudditi. In Campania, ed in particolar modo a Napoli, ove periodicamente si
celebra la sagra della monnezza, che, oltre ad arrecare nocumento all'immagine
della regione, provoca non pochi danni alla salute, il
governatore Bassolino ed il sindaco Iervolino hanno disertato la festa di fine anno in
Piazza Plebiscito a Napoli. Se hanno avuto paura della reazione dei loro
"sudditi", costretti a vivere in mezzo alla spazzatura mentre regione
e comuni fanno man bassa delle sovvenzioni statali, significa che qualcosa non
quadra e, pertanto, sarebbe logico aspettarsi le loro dimissioni. Però
se i partenopei continuano a votarli significa che alla fine c'è la quadratura
del cerchio: un miracolo di San Gennaro. Napoli, grazie anche a Prodi ROBERTO
PUPARUOLO Beh, ora ci sarà qualche malalingua che dirà sicuramente che, a
Napoli, non è stato fatto " 'o riest'e niente" (assolutamente niente)
contro la munnezza che sovrasta la Città. Dopo tredici anni di promesse,
assicurazioni, proponimenti, di Bassolinate e Jervolinate: Napoli, giardino del
Sud, il nuovo rinascimento partenopeo, campi di golf con laghetti contornati da
salici, dove cigni reali si riproduranno... dove si potranno fare amene
passeggiate tra odorosi mandorli in fiore, dove bimbi giocheranno liberi e
sicuri a rincorrersi...: tutto ciò, quella stessa malalingua lo negherà, sol
perché non ancora realizzato del tutto. Ma 'nu momento! Ma nun se po' fà
tutt'ampressa ampressa (velocemente). Intanto dopo tant'anni, da "un"
commissario per la schifezza pubblica, simmo passati a doje (due) commissari!
E' già 'nu fatto! Esultate popolo, forse il prossimo anno avremo tre
commissari, e così via... Grazie Bassolino, Grazie
Jervolino e grazie soprattutto Prodi per aver mostrato a tutto il mondo questa
schifezza d'a schifezza delle più grandi catastrofiche schifezze. Come
ringraziamento sincero: te putesse arrivà 'na vagonata 'e munnezza dint'al tuo
cortile, puro a te, così come ricordo per l'anno nuovo! Grazie, grazie tanto,
di cuore. Napoli, che schifezza! FABIO SÌCARI Bergamo L Europa ci sgrida per i
rifiuti a Napoli. La magistratura prende tempo, intanto il tanfo dilaga. Il
popolare cantante-attore, Massimo Ranieri, si vergogna non come cittadino
napoletano ma come cittadino italiano. Sacrosanto. Però negli altri comuni d
Italia l immondizia viene gestita in modo corretto. Qualcosa non torna. Se un
povero cristo ruba una mela, va dietro le sbarre; se quintali di bucce
infangano vicoli e piazze, si chiudono gli occhi. Qualcosa non torna proprio.
[Data pubblicazione: 05/01/2008].
( da "Arena.it, L'" del 05-01-2008)
NAPOLI. An "impicca" gli amministratori
Rifiuti, proteste choc Quirinale in allarme Far west in Campania per i
rifiuti. Ventuno manichini, con i nomi del presidente della
Regione Campania Bassolino e del sindaco di Napoli Russo Iervolino, sono stati appesi da An
lungo corso Umberto I a Napoli. Mentre a Pianura continua il presidio dei
cittadini contro la discarica che le autorità hanno deciso di riaprire per
rispondere all'emergenza. Il commissariato di polizia è stato preso a
sassate e dal lancio di bombe carta. Una persona è stata arrestata perché in
possesso di bottiglie molotov. Altri quattro autobus sono stati incendiati. Di
fronte a tutto questo il presidente della Repubblica Napolitano si è detto
allarmato e il premier Prodi ha deciso una sorta di commissariamento della
crisi. 2 .
( da "Mattino, Il (Salerno)" del 05-01-2008)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il
(Caserta))
Non soffiare sul fuoco La giornata peggiore. Cominciata con i manichini impiccati raffiguranti Bassolino e Iervolino, conclusa con il lancio di molotov e pietre contro
gli agenti davanti alla discarica di Pianura. In mezzo il saggio intervento del
capo dello Stato con l'invito a un'assunzione collettiva di responsabilità e
l'opportuno appello di Palazzo Chigi all'unità delle istituzioni. Ah,
dimenticavamo: c'è stata anche la telefonata del sindaco ai manifestanti per
dire: "Sono con voi". A proposito di senso di responsabilità e unità
delle istituzioni.
( da "Mattino, Il (Salerno)" del 05-01-2008)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il
(Caserta))
Raid anti-discarica, accuse di infiltrazioni. Manichini impiccati raffiguranti Bassolino e
Iervolino Rifiuti, la guerra di Pianura Molotov e pietre contro gli agenti,
primo arresto. Napolitano: sono allarmato Molotov e pietre contro gli agenti, un
primo arresto e roghi ovunque: continua la battaglia di Pianura contro
l'apertura della discarica. Un'altra giornata di forte tensione, forse
la più drammatica, quella che si è vissuta a Napoli per l'emergenza rifiuti. A
Pianura il clima è da guerra. Luci spente, bus a fuoco, barricate in fiamme,
cassonetti rivoltati e utilizzati per chiudere le strade, cordoni delle forze
dell'ordine sfondati. In mattinata erano spuntati in alcune strade numerosi
manichini impiccati con i volti di Bassolino e
Iervolino. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, da Capri torna a
parlare della drammatica situazione di Napoli e della Campania. "Non sono
preoccupato, ma allarmato", ha detto il capo dello Stato, invitando le
istituzioni all'unità e alla responsabilità. DE CRESCENZO, JOUAKIM, MAINIERO,
ROANO, P. RUSSO E VASTARELLA ALLE PAGINE 2, 3, 36, 37, 38 E 39 Cassonetti in
fiamme e blocchi a Pianura.
( da "Asca" del 05-01-2008)
(ASCA) - Roma, 5 gen - ''Dinanzi alla tragedia dei
rifiuti che sta travolgendo la Campania, la autoassoluzione di Bassolino sottolinea il bonapartismo in cui e' degenerato il
suo stile di Governo e la solitudine del personaggio, che dalla Iervolino a
Prodi non riesce a trovare piu' alcun difensore. Nessuno avrebbe il coraggio di
mettere la faccia, d'altronde, in una impresa tanto temeraria''. Lo afferma in
una nota Mara Carfagna, deputata campana di Forza Italia. ''Non si trova piu',
nemmeno a pagarlo - aggiunge Carfagna -, un solo cittadino che dica di aver
votato per Bassolino. Non si legge piu' alcuna
dichiarazione di sostegno a Bassolino da parte di
esponenti del centrosinistra. Anche gli intellettuali partenopei, da sempre alfieri
del finto rinascimento di Bassolino, scelgono la
comoda via del silenzio, a sottolineare il fallimento del Governatore.
Purtroppo la tragedia dei rifiuti in Campania e' destinata a durare ancora a
lungo. Mi auguro che tale dato temporale non valga per Bassolino,
che prima si dimette e meglio e'. Rinnovo l'invito al Capo dello Stato per lo
scioglimento della Regione Campania. Ci dica almeno i motivi di una sua
eventuale contrieta' a tale scelta. Cosa altro deve accadere in Campania
affinche' si arrivi allo scioglimento dell'ente Regione?''. red/mcc/ss (Asca).
( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 05-01-2008)
RIFIUTI A NAPOLI Proteste choc L'allarme del
Quirinale Far west in Campania per i rifiuti. Ventuno manichini, con i nomi del presidente della Regione Campania Bassolino e del sindaco di Napoli Russo Iervolino, sono stati appesi da
Alleanza Nazionale lungo corso Umberto I a Napoli. A Pianura, intanto, continua
il presidio dei cittadini contro la discarica che le autorità hanno deciso di
riaprire per rispondere all'emergenza che sta infestando Napoli. Il
commissariato di polizia è stato preso a sassate e dal lancio di bombe carta.
Una persona è stata arrestata perché in possesso di bottoglie molotov. Altri
quattro autobus sono stati incendiati. Di fronte a tutto questo il presidente
della Repubblica Napolitano si è detto allarmato e il premier Prodi ha deciso
una sorta di commissariamento della crisi. 2 .
( da "Brescia Oggi" del 05-01-2008)
NAPOLI. Manichini "impiccati" e violenze
Rifiuti, proteste shock Quirinale in allarme Far west in Campania per i
rifiuti. Ventuno manichini, con i nomi del presidente della
Regione Campania Bassolino e del sindaco di Napoli Russo Iervolino, sono stati appesi da An
lungo corso Umberto I a Napoli. Mentre a Pianura continua il presidio dei
cittadini contro la discarica che le autorità hanno deciso di riaprire per
rispondere all'emergenza. Il commissariato di polizia è stato preso a
sassate e dal lancio di bombe carta. Una persona è stata arrestata perché in
possesso di bottiglie molotov. Altri quattro autobus sono stati incendiati. Di
fronte a tutto questo il presidente della Repubblica Napolitano si è detto
allarmato e il premier Prodi ha deciso una sorta di commissariamento della
crisi. 2.
( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 05-01-2008)
Pubblicato anche in: (Arena.it, L')
DELIRIO IN CAMPANIA. Blocchi a oltranza contro la
discarica a Pianura. Sassi e bombe carta su un commissariato. Devastata una
sede di An. Autobus incendiati Rifiuti, violenza a Napoli L'allarme del Quirinale Manichini impiccati di Bassolino e Iervolino Una spirale di aggressioni Prodi: "È
intollerabile" Caos a Pianura: denunciati raid di sconosciuti a volto
coperto che minacciano gli esercenti Delinquenti guidano la rivolta: c'è un
clima di terrorismo mafioso LUIGI CUOMO ASSOCIAZIONE ANTIRACKET ROMA Macabri
quanto mediatici, sono spuntati all'alba di un nuovo giorno di
emergenza. Ventuno manichini, con i nomi del presidente della Regione Campania
Antonio Bassolino e del sindaco di Napoli Rosa Russo
Iervolino penzolavano in corso Umberto I, nel centro della città. Avevano corde
al collo, e sotto ognuno di loro cumuli di spazzatura e un manifesto:
"Addio 'a stu munno e monnezza". Una provocazione firmata An, che a
Pianura in serata ha avuto la sede devastata, per dimostrare l'esasperazione
dei cittadini sommersi dai rifiuti che potrebbe portare a commettere gesti
disperati, ora che quei "sogni di rinascita hanno il cappio al
collo". Mentre i politici locali si scambiano accuse e responsabilità, a
Napoli e nell'hinterland continua la battaglia tra scene di protesta e sfoghi
gonfi di rabbia. Alcuni manifestanti hanno "occupato" il municipio
incatenandosi al balcone del palazzo per poi dirigersi nella sede del
commissariato di governo per l'emergenza bloccando il traffico e rovesciando a
terra cassonetti. L'epicentro della disperazione resta Pianura dove il presidio
del cittadini della discarica Contrada Pisani che le autorità hanno deciso di
riaprire per rispondere all'emergenza, non molla. Il commissariato di polizia è
stato preso a sassate e dal lancio di bombe carta che hanno danneggiato parte
della struttura. Arrestata anche una persona in possesso di sei molotov. Nuovi
blocchi ieri a Pozzuoli, da parte dei residenti. Bloccata l'uscita della
tangenziale che collega Pozzuoli con l'hinterland flegreo e la bretella
Solfatara Arco Felice dove i dimostranti hanno riversato sulle carreggiate
cassonetti e sacchetti di rifiuti obbligando molti negozi a restare chiusi. A
Pianura c'è chi infiltratosi nella notte nell'area scelta come sito di
stoccaggio ha distrutto le attrezzature. Chi ha tentato di entrare nel sito per
effettuare un sit-in è stato respinto dalle forze dell'ordine che hanno
iniziato a controllare l'area anche con elicotteri. La situazione è meno tesa
rispetto ai primi giorni. Adesso ci sarebbe solo da aspettare. Coloro che hanno
disegnato la loro linea Maginot fatta di spazzatura e cassonetti aspettano
l'arrivo dei primi camion carichi di rifiuti. Dovrebbero giungere oggi all'alba
e comunque non prima che sul sito di stoccaggio si siano concluse le verifiche
dei tecnici del commissariamento straordinario per poter iniziare a mettersi in
movimento. Intanto, Il governo studia interventi, il Capo dello Stato Giorgio
Napolitano si dice allarmato mentre il caos immondizia alza sempre più il
livello dello scontro politico. Napolitano, fa sapere da Capri, dove si trova
in visita privata, che il governo è pronto "a prendere iniziative al
massimo livello". Prodi ha annunciato che seguirà personalmente la
vicenda: "Non è tollerabile che l'Italia sia additata a vergogna
dell'Europa per non riuscire a risolvere il problema rifiuti". Il ministro
dell'Interno Amato quello della Difesa Parisi e i tecnici di settore sono stati
contattati dal premier "perché completino gli approfondimenti richiesti e
si proceda con un piano di interventi strutturali, perché non si può andare
avanti così". L'esecutivo contesta il ruolo di gruppi estremisti impegnati
ad alzare barricate di dissenso. La Iervolino ha attaccato il prefetto Pansa e
i commissari straordinari che si sono succeduti in Campania e anche Bassolino, ormai nel centro del mirino: "Non è giusto
paghino i più deboli. La città è stata commissariata 14 anni, sono stati spesi
2 miliardi di euro ma chi li ha visti? Io no di certo". La Lega con
Roberto Calderoli invoca l'intervento dell'esercito "per dare una calmata
agli agitati e una regolata agli amministratori locali". Fi e Udc
insistono nel chiedere le dimissioni di Bassolino.
"Resto al mio posto, posso ancora dare il mio contributo" ha risposto
il governatore che ritiene necessario un incontro con governo, istituzioni
locali, neocommissario e prefetto ribadendo di essere favorevole a un terzo
termovalorizzatore in Campania che potrebbe essere realizzato a Salerno.
.
( da "Salerno notizie" del 05-01-2008)
"La Regione Campania deve essere commissariata.
Invito il Capo dello Stato allo scioglimento dell'ente regionale".
L'Onorevole Giuseppe Gargani, Europarlamentare di Forza Italia, lancia
l'affondo decisivo verso il Governatore Bassolino e la
sua Amministrazione. Il deputato "Azzurro", di fronte alla tragedia
dei rifiuti che sta travolgendo la Campania ha preso carta e penna ed ha
scritto direttamente al Capo dello Stato invitandolo a "mandare a casa gli
attuali amministratori regionali". "La classe dirigente della
Campania ? ha affermato Gargani ? è andata di gran lunga all'indietro. E' vero,
Napoli ha bisogno delle quattro giornate. Lo straniero delle quattro giornate
non era più pericoloso dei rifiuti che oggi paralizzano la città. L'appello va
fatto alla classe dirigente, ai professionisti, invece nessuno reagisce. Mi fa impallidire ascoltare oggi Bassolino e la
Iervolino. Non si sentono responsabili? non è possibile andare avanti così.
Lancio un appello agli uomini responsabili che hanno avuto responsabilità e
cultura di governo in passato: non devono più supportare questo sistema. Il mio
proclama è questo: svegliarsi, fare una grande marcia, occupiamo Napoli (il 19
gennaio ndr), per chiedere non con le motivazioni solite, le dimissioni
di questi personaggi. Ci rendiamo conto che rischiamo il colera, le malattie?
Qui c'è il dolo. Fino ad oggi non si è voluto risolvere il problema, invece la
politica è stata di aiuto alla malavita. Si è voluto questo disastro: perciò la
volontà è dolo. Ognuno si assuma la propria responsabilità: la politica, la
magistratura, il governo". 05/01/2008.
( da "Mattino, Il (Caserta)" del 05-01-2008)
Bassolino sotto assedio "Ma non mi dimetto" Lo sfogo del governatore
"Responsabilità di molti soltanto io le ammetto Pianura scelta
obbligata" PAOLO MAINIERO Auguri presidente, buon anno. "Grazie buon
anno, ma se questo è l'inizio...", risponde scherzando il governatore
Antonio Bassolino, che ha appena incontrato il commissario Umberto
Cimmino e il presidente della Provincia di Benevento Carmine Nardone per
firmare un accordo per la riqualificazione del sito di stoccaggio di Casalduni.
Il centrodestra l'invita a dimettersi e anche autorevoli commentatori si
chiedono se non sia il caso che lei faccia un passo indietro. Si dimette?
"Resto al mio posto. Se avessi pensato che un gesto come quello di
lasciare avesse potuto contribuire in modo anche minimo alla risoluzione dei
problemi mi sarei già dimesso. Ma essendomi chiare le mie responsabilità guardo
avanti". Si sente accerchiato? "Qua sembra che il commissario sia
ancora io. Sono stato commissario per tre anni e mezzo e ho lasciato quattro
anni fa. Ma mi assumo le mie responsabilità e vorrei che lo stesso facesse chi
è stato commissario prima e dopo di me. E ricordo che dopo di me ci sono stati
un ex prefetto, il capo della Protezione civile nazionale, un prefetto della
Repubblica. Sto passando anche qualche guaio ma i rifiuti io li ho sempre tolti
dalla strada. Li ho mandati in Germania, dovunque, ma li ho tolti. Con me non è
mai successo che ci fosse una crisi così grave a Natale e Capodanno eppure non
avevo gli stessi poteri, per esempio di ordine pubblico, che hanno avuto i
commissari che sono succeduti a me". Chiama in causa Catenacci, Bertolaso
e Pansa? "Quello che non si può fare è scaricare sugli altri. Io non lo
faccio. Ma ognuno dovrebbe dire cosa ha fatto e cosa non ha fatto. E dove ha
sbagliato. Nessuno può scrollare le spalle". Lei dove ha sbagliato?
"Non ho mai avuto dubbi sui termovalorizzatori. Altri sono stati e sono
contrari. Dal 2000, in due anni, abbiamo realizzato tra tante difficoltà sette
impianti di Cdr ma il mio errore è di non essere riuscito a fare in modo che i
lavori del termovalorizzatore di Acerra partissero nei tempi giusti e dovuti.
Questa è la responsabilità politica che mi assumo". Undici anni fa, da
sindaco, chiuse la discarica di Pianura. Oggi sostiene la sua riapertura?
"I localismi sono sbagliati. Nessuno più di me sa quanto sia doloroso
riaprire la discarica. È un passo indietro, ma è inevitabile compierlo. Non ci
sono alternative ed è doverosa e essenziale intraprendere tutti la strada
dell'assunzione delle responsabilità". Ma il sindaco Iervolino si oppone e si sente isolata. "Anch'io non
vorrei riaprire la discarica. Ma poi? Qual è l'alternativa? Il sindaco ha
ragione quando invoca il massimo dialogo e la massima collaborazione. Ma
attenti a distinguere tra i cittadini di Pianura che legittimamente manifestano
e chiedono garanzie per il loro quartiere e chi con Pianura non c'entra niente e cerca di strumentalizzare la vicenda anche in modo
torbido". Andrà a Pianura a parlare con la gente? "Non ho problemi.
Ma quando si va nella bocca del leone bisogna stare attenti. Chi c'è dietro il
leone? C'è la camorra? C'è chi non vuole che le cose vadano avanti? Per quello
che mi riguarda, la mia carriera politica l'ho messa in gioco parecchio tempo
fa facendo battaglie contro la criminalità organizzata e tante forze torbide. E
in questo tempo ho messo in conto qualcosa di più della carriera politica e
continuerò su questa strada". Il monito della Ue la preoccupa? "Sento
il peso delle mie responsabilità ma ognuno deve fare l'esame giusto. Il richiamo
della Ue è rivolto al Paese oltre che a noi che viviamo il dramma. Io penso che
ci siano le modalità per rispondere alla procedura di infrazione: se si
dimostrerà di andare avanti, con la fermezza, sulla stessa linea tracciata
dall'ex commissario Pansa, e cioè di apertura delle discariche, il dialogo con
Bruxelles andrà avanti". Napolitano e Prodi richiamano a una ferma unità
delle istituzioni. Sente il governo vicino? "Ho sentito Napolitano e
Amato. Al ministro dell'Interno ho sollecitato un incontro tra governo,
istituzioni locali, commissariato perchè è doveroso avere il massimo della
corresponsabilità tra chi lavora qui e chi sta a Roma. Amato mi ha assicurato
che l'incontro si terrà la prossima settimana. Bisogna muoversi sulla strada
del dialogo, della fermezza sapendo che il rischio è di tornare indietro di
molti, molti anni e che tornino a galla le forze torbide. In questo senso, i
manichini impiccati sono un brutto segno".
( da "Mattino, Il (Avellino)" del 05-01-2008)
"Pagare la Tarsu è una vera beffa" MAURA
CORRADO L'esattore non conosce emergenze. All'appuntamento con la prima rata
della tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, con o senza sacchetti
per strada, non si sfugge. Da giorni i contribuenti irpini si mettono in coda
nei locali di Equitalia (per intenderci la ex Gei) e negli uffici postali con
in mano il proprio bollettino. Mai come in queste settimane, con un'emergenza
che vive di giorno in giorno momenti sempre più drammatici, l'adempimento in
questione viene visto come un'autentica beffa. La rassegnazione prevale,
tuttavia la coda allo sportello è l'occasione per lasciarsi andare a qualche
legittimo sfogo di protesta. "È tutta colpa del governo regionale - dice
Ida Di Meo, tecnico di laboratorio -. La Tarsu dovrebbero
pagarla Bassolino e Iervolino per tutti i cittadini campani". Sandra Guarino,
collega e madre di famiglia, rincara: "Questa tassa andrebbe abolita
finché dura l'emergenza. La sporcizia invade ogni angolo della città e dobbiamo
pure pagare. Visto che ci sono tante altre tasse a cui far fronte ed anche i
rincari in ogni settore, almeno per la Tarsu si potrebbe chiudere un
occhio". Sulla stessa lunghezza d'onda Tonia Iannaccone, impiegata:
"Questa tassa oggi come oggi non serve a niente, se non ad impoverire i
cittadini". Più pacata la reazione di Costantino, pensionato rassegnato:
"Pago e basta. Che posso fare? Ma non si può andare avanti così. Il
problema si risolve solo con la provincializzazione del ciclo dei rifiuti. Ogni
provincia deve avere il suo termovalorizzatore". Ad agitare i contribuenti
in fila sono anche i soliti disguidi sui dati anagrafici, i ritardi nel
recapito degli avvisi di pagamento ("non ci agevolano neanche nelle
modalità di versamento", si lamenta Virgilio Rizzo) e le incertezze
sull'effettiva scadenza da rispettare. A questo proposito, interviene
l'amministratore di Equitalia Avellino, Flaviano Giulio Merletti, il quale,
dopo aver elogiato gli avellinesi perché "a differenza di quanto accade in
tante altre città italiane, corrono subito a pagare", chiarisce che la
scadenza del 15 gennaio 2008 (che valeva già come proroga rispetto a quella
inizialmente fissata per il 31 dicembre 2007), non è da intendersi come termine
perentorio. Insomma, c'è tempo - per l'esattezza 60 giorni, trascorsi i quali
viene notificata la cartella vera e propria con obbligo di pagamento - per
versare con tranquillità la prima rata della Tarsu, senza alcun aggravio di
spese. Stessa musica alle poste centrali di Avellino. Anche qui la gente corre
in massa a pagare, si sfoga con gli impiegati per l'emergenza rifiuti, ma poi
sembra più preoccupata per le scadenze. La percezione di Paolo Fiorentino è che
"oggi questi soldi ci vengano letteralmente rubati, visto che in cambio
non riceviamo alcun servizio. Pago solo per imposizione fiscale, ma ci vorrebbe
una battaglia di civiltà, una rivolta generale contro tutti coloro che ci hanno
messo in questa situazione vergognosa".
( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 05-01-2008)
Pianura, raid con le molotov GIUSEPPE CRIMALDI
DANIELA DE CRESCENZO L'eco delle bombe carta è il presagio più sinistro, è il
segnale che Pianura è vicina. Dagli svincoli della tangenziale fino ai
Camaldoli - il punto di osservazione più alto dal quale la periferia
occidentale sembra uno dei quartieri di una città in fiamme - i tamburi di
rivolta hanno il suono della guerra e l'odore acre del fumo che si sprigiona da
cento focolai. Barricate fatte di spazzatura che arde, sprigionando folate di
diossina. Cassonetti utilizzati per sbarrare le strade. E poi cordoni umani: da
un lato le divise delle forze dell'ordine, dall'altro loro, i rivoltosi che da
ieri notte hanno deciso di alzare il tiro. Rilanciando la sfida. Uno dei
segnali più inquietanti di questa nuova strategia del terrore è l'assalto al
commissariato di polizia, che si consuma poco prima delle dieci di sera nel
cuore della Pianura vecchia, a due passi dalla sede della Municipalità. La
rabbia di chi non vuole la riapertura della discarica di Contrada Pisani
esplode e si manifesta anche sotto forma di assalti, veri e propri raid che
sembrano pianificati, organizzati a tavolino. La sede della Margherita in via
Provinciale è presa di mira da un gruppo di persone con il volto coperto da
sciarpe, kefiah e passamontagna. Gli aggressori utilizzano una tecnica che
ricorda da vicino le incursioni dei temutissimi Black bloc: fuori tutti i
presenti, poi via alla furia devastatrice. E ancora sassi contro le vetrate
della Municipalità, poi tocca alla sede di Alleanza nazionale, in corso Duca
d'Aosta. Un cineoperatore, in zona per conto della Rai, viene aggredito,
picchiato e costretto a rivolgersi al pronto soccorso in ospedale. Se non è
guerra, poco ci manca. E mentre si consumano i raid nelle sedi istituzionali,
c'è chi appicca altri roghi. Le strade si trasformano in percorsi di guerra:
alle 22.30 largo Marzano non ha nulla di diverso da certe anonime strade di
Baghdad che sono state trasformate nel teatro di disperazione dopo che vi è
esplosa un'auto bomba. Fiamme e lingue di fuoco che costringono la gente a
barricarsi in casa, per non respirare i fumi nauseabondi che ristagnano.
Davanti a una farmacia notturna c'è la fila: in molti chiedono mascherine
protettive, nel tentativo di filtrare i veleni della diossina. Intanto davanti
alla discarica momenti di tensione: sfondato il cordone di forza pubblica che
chiudeva l'ingresso al sito. I carabinieri hanno poi inseguito e bloccato i
manifestanti. Una giornata terribile dopo una notte impossibile: alle prime
luci dell'alba, infatti, erano già stati dati alle fiamme nei pressi della
rotonda di Pianura quattro bus ai quali erano state bucate le gomme. E alcuni
manifestanti erano riusciti a infiltrarsi nell'area della discarica sabotando
le pale meccaniche, ora fuori uso. Nella tarda mattinata Palazzo San Giacomo
era stato occupato da manifestanti vicini ai No Global. Una giornata nera,
lunghissima e amara anche per il sindaco Iervolino. Neanche
lei voleva la riapertura della discarica ma ha perso ed è rimasta isolata. Dal
premier Romano Prodi al governatore Antonio Bassolino,
passando per il prefetto Alessandro Pansa con cui lo scontro è aperto e duro, tutti
le hanno detto che l'unico modo di salvare Napoli dalla catastrofe rifiuti è
riaprire quel sito che ha funzionato per 43 anni ed è chiuso da undici.
Alla fine ha dovuto prenderne atto anche lei, che al telefono in viva voce con
i manifestanti, nel primo pomeriggio, ha ammesso: "Non so dove arriverò,
sono sola, l'unica che lavora in altre direzioni, quelle alternative alla
discarica. Ma temo che ci sia poco da fare". Ma Iervolino prende le
distanze nette dalle violenze. In serata rivolge un appello accorato alla
calma. Ma la battaglia va avanti. Una battaglia dietro la quale, ha denunciato
il presidente della municipalità Fabio Tirelli "c'è un forte timore di
infiltrazioni della malavita organizzata". Un allarme rilanciato dal
consigliere regionale di An Pietro Diodato nel corso di una conferenza stampa.
L'arresto di un pregiudicato che giovedì avrebbe lanciato petardi contro la
polizia è stato un altro campanello di allarme. Non il solo. Gli investigatori
temono che dietro i rivoltosi ci sia la regia di un centro eversivo che
porterebbe vicino agli ambienti dell'anarchia e dell'estremismo. Peggio ancora:
si teme che sia in corso una saldatura tra questi ambienti e le cosche della
camorra. Qualcuno, ieri pomeriggio, ha addirittura imposto a tutti i negozianti
di abbassare le saracinesche. Non era un consiglio. Era un ordine. I manichini
"impiccati" al Corso Umberto e una delle scritte. A sinistra i
disordini di piazza Municipio.
( da "Mattino, Il (Benevento)" del 05-01-2008)
Napolitano allarmato: il governo interverrà PAOLO
MAINIERO "Non preoccupato, ma allarmato". Giorgio Napolitano torna a
parlare della drammatica emergenza rifiuti che sta mettendo a dura prova Napoli
e lo fa da Capri, dove sta trascorrendo un breve periodo di vacanza in forma
privata. Il capo dello Stato, che già nel messaggio di fine anno aveva espresso
il suo allarme per l'emergenza, conferma di aver sentito, come ha scritto
"Il Mattino" ieri, il presidente del Consiglio. Con Romano Prodi,
Napolitano ha avuto un colloquio telefonico il 31 dicembre dopo il messaggio a
reti unificate. "Con Prodi - spiega - avevamo anche parlato
dell'inceneritore che c'è nei pressi di casa sua tanto per provare che non c'è
nulla da temere". E Prodi ieri, nel colloquio con "Il Mattino",
aveva raccontato come dieci anni fa si arrivò alla realizzazione dell'impianto
a poco più di un chilometro dalla sua casa di campagna, vicino a Reggio Emilia.
Napolitano continua a seguire personalmente la crisi. "Penso - dice - che
il governo prenderà un'iniziativa al massimo livello". C'è stata una
sollecitazione del Quirinale? "Mi sono trovato d'accordo - risponde il
capo dello Stato - con il presidente del Consiglio e con i ministri degli
Interni e dell'Ambiente che ci sia un'assunzione di responsabilità precisa per
sbloccare questa situazione". Il senso delle parole di Napolitano è che
bisogna capire bene dove e cosa non ha funzionato per poter ripartire senza
commettere gli stessi errori. Ripartire, è il pensiero del capo dello Stato,
con il coinvolgimento di tutti, a cominciare dalle istituzioni ma anche delle
forze sociali e culturali. L'idea di Napolitano è che possa esserci una sede
aperta a più soggetti per un'assunzione collettiva di responsabilità per porre fine
allo scaricabarile che anche in queste ore sta caratterizzando l'emergenza.
Collaborazione, corresponsabilità. Questa la linea indicata da Napolitano,
questa la linea sulla quale intende muoversi il governo. Prodi aveva già
anticipato a "Il Mattino" che seguirà personalmente la vicenda. E
ieri mattina Palazzo Chigi diffonde una nota con la quale assicura che "il
governo condivide totalmente" l'appello del prefetto di Napoli Alessandro
Pansa "al concorde sostegno e alla diretta assunzione di responsabilità da
parte di tutte le istituzioni". Di fronte alle strade invase dai rifiuti e
alla difficoltà di aprire le discariche "c'è bisogno - si legge nella nota
di Palazzo Chigi - di una grande e ferma unità delle istituzioni a sostegno
delle azioni, ineludibili e necessarie, che sono state intraprese. Ci sono
gruppi estremisti, sia locali che giunti da fuori, che hanno cercato e cercano
di alzare barricate di dissenso. C'è la radicata sfiducia dei cittadini, che
può spingere alcuni di loro a unirsi a tale opposizione". Da qui, il
sostegno all'appello di Pansa, così come il governo "fa sua la garanzia
che ciascuno dei siti, a partire da Pianura, sia rigorosamente destinato
all'autosufficienza locale". Via libera, dunque, alla discarica di Pianura
da parte dell'esecutivo mentre nel quartiere la tensione
resta altissima e a opporsi alla riapertura del sito resta solo il sindaco Rosa
Russo Iervolino. "Non so dove arriverò. Sono sola. Ho senza dubbio - si
sfoga - la sensazione di avere in mano un cerino acceso da qualcun altro".
Ribadisce invece il proprio sostegno alla riapertura della discarica il
presidente della Regione Antonio Bassolino.
"Io la chiusi nel 1996 - dice - ma oggi so che non ci sono alternative. Il
passo indietro è doloroso ma inevitabile". Pressato da inviti a dimettersi
che gli giungono a valanga dall'opposizione ma anche da autorevoli commentatori
politici, Bassolino rilancia. "Resto
responsabilmente al mio posto", assicura. E a chi lo accusa ribatte:
"Mi assumo le mie responsabilità, come per il ritardo sul
termovalorizzatore di Acerra. Ma altri facciano lo stesso. Sembra che il
commissario sia ancora io ma io ho lasciato quattro anni fa". Ma il
centrodestra, anche da Roma, incalza sia Bassolino che
Prodi e Calderoli chiede a Napolitano di inviare l'esercito in Campania.
"Stanno mortificando l'Italia in tutto il mondo", attacca il
segretario dell'Udc Lorenzo Cesa. Il clima a Napoli, non solo a Pianura, resta
pesante. E dell'angoscia della città se ne fa carico il cardinale Crescenzio
Sepe. "Di fronte a questo scempio, a una città mai così umiliata - è il
grido di dolore dell'arcivescovo - la Chiesa non può tacere. I cumuli di
rifiuti fanno sfregio alla dignità delle persone. Verrebbe di gridare
"basta". È l'amore per la città a suscitare, quasi a far insorgere,
non tanto parole quanto un sentimento di afflizione. La Chiesa di Napoli sente
come un lutto al cuore". Sepe invita i parroci della diocesi a tenere
veglie di preghiera per far crescere il senso di solidarietà e condivisione. "La
Chiesa - dice Sepe - è vicina alle persone che vivono questo gravissimo disagio
sulla propria pelle ma non mette da parte la speranza che abbiamo imparato a
costruire giorno per giorno con Giovanni Paolo II e Benedetto XVI". Parole
di conforto, della volontà di non arrendersi mentre Napoli vive i suoi giorni
più difficili e a Pianura si consumano scene da guerriglia con blocchi
stradali, sabotaggi, assalti e molotov.
( da "Mattino, Il (Benevento)" del 05-01-2008)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (City))
(Mattino, Il (Circondario Sud1)) (Mattino, Il (Circondario Nord)) (Mattino, Il
(Circondario Sud2))
Caos rifiuti, blocchi nella zona del sito: un
arresto. Frange estremiste sulle barricate. Si teme il coinvolgimento dei clan
Inferno Pianura, allarme infiltrazioni Iervolino telefona
ai manifestanti: sola ma con voi. Pansa sorpreso dalle critiche. Bassolino: non lascio Caos rifiuti, un'altra giornata di guerriglia a Pianura
dopo la decisione di riaprire il sito. Blocchi stradali, bus incendiati,
impianti sabotati, devastazioni nel quartiere assediato, bombe carta contro il
commissariato. L'ombra di infiltrazioni camorristiche e di frange
estremiste. Arrestato un 50enne: aveva sei molotov. Resta critica la situazione
in città: si predevono in strada ben 3500 tonnellate di spazzatura. Intanto il
sindaco Iervolino, dopo le critiche durissime a Pansa, ha telefonato ai
manifestanti davanti alla discarica: "Sono rimasta sola", ha
sottolineato amareggiata. Il prefetto si è detto meravigliato per le accuse,
sostenendo di non aver mai fatto riferimento all'operato della Iervolino. E Bassolino, pur ammettendo errori,ha ribadito: "Vado
avanti". Il cardinale Sepe: "Un lutto al cuore lo scempio di
Napoli". CRIMALDI, DE CRESCENZO, MAINIERO, ROANO E SERVIZI DA PAG. 36 A
PAG. 39.
( da "Mattino, Il (Benevento)" del 05-01-2008)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (City))
(Mattino, Il (Circondario Sud1)) (Mattino, Il (Circondario Nord)) (Mattino, Il
(Circondario Sud2)) (Mattino, Il (Caserta))
Cdr e inceneritore, si stringono i tempi per
l'appalto. Altre cordate intenzionate a partecipare FRANCESCO VASTARELLA Al
gigante mangia-rifiuti di Acerra manca il 10 per cento dell'opera cominciata ad
agosto 2004 tra proteste, blocchi, rinvii e riprese. Dieci per cento, ma è una
fatica pesante. Pochi soldi da investire dalle società costruttrici (depositi e
crediti sono sotto sequestro) e tanti nodi da sciogliere con i futuri gestori,
ancora da individuare. Dopo l'esperienza dell'Impregilo e dei suoi soci e
partner tecnologici internazionali e 750 milioni sotto chiave, tutti valuteranno
mille volte prima di accettare la sfida in Campania. Non è un caso che il
commissario straordinario all'emergenza, il prefetto Alessandro Pansa, in
extremis sia stato costretto a rinviare al 30 gennaio il termine per la
presentazione delle manifestazioni di interesse da parte delle società
interessate a gestire il ciclo dei rifitui e anche gli impianti per Napoli e
provincia, tra cui il termovalorizzatore di Acerra. La francese Veolia e Asm
Brescia hanno manifestato il primo interesse alla scadenza di dicembre, ma con
molti dubbi e soprattutto tante richieste sui termini del futuro contratto. La
Veolia sembra favorita nella partita. Ma è chiaro a tutti che vincere ottenendo
l'affidamento significa anche abbracciare una croce piena di spine prima ancora
che realizzare il business: ci sono da contratto le sette tonnellate di balle
accumulate da smaltire e i tre Cdr per Napoli e provincia da adeguare per far
funzionare bene l'intero ciclo. Crescono dunque gli interrogativi su quel che
succederà dopo il 30 gennaio e sui tempi per l'affidamento. Eppure il
termovalorizzatore continua a restare per molti l'ultima speranza, sebbene non
sia la soluzione. Della necessità dell'avvio è convinto, lo ha ripetuto più
volte e anche ieri, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: "Io
amico degli acerrani ma convinto anche dell'importanza di questi impianti
perché non c'è da temere". Non sarà la soluzione, certo, ma almeno a metà
della regione eviterà lo stoccaggio di altre balle. Resta invece tutto da chiarire,
al di là delle indicazioni scritte nella gara di evidenza pubblica, il futuro
delle balle accumulate: quelle della Fibe, 3 milioni e passa di combustibile da
rifiuti fino al 15 dicembre 2005 quando il contratto fu rescisso, e quelle
successive, in carico al Commissariato e declassate a tritovagliatura con un
potere calorifico più basso di quello che, per anomalie nella raccolta non
differenziata, veniva prodotto nella prima fase con gli
impianti Cdr utilizzati come discariche di vecchia concezioni. Ma
intanto le società che stanno costruendo il maxi-impianto di Acerra (Fibe per
la parte strutturale e Fisia Italimpianti per le apparecchiature tecnologiche)
potranno andare avanti solo a piccoli passi non solo per mancanza di soldi.
Senza il futuro gestore non si può avviare la cosiddetta attività di
commissioning dell'impianto, ovvero l'acquisizione da parte dei futuri
operatori dell'indispensabile conoscenza delle caratteristiche, del
funzionamento delle singole strutture, del ruolo delle interfacce, del funzionamento
dell'insieme. Creare una interfaccia alla struttura tecnica dei costruttori con
uno staff dei futuri gestori è necessario e urgente. Altrimenti, ultimare,
oltre che impossibile, sarebbe inutile. Il Cdr prodotto nei sette impianti
campani ha un potere calorifero inferiore ai 13.200 kilojoule per chilo di
spazzatura. L'utilizzazione ad Acerra non è così compatibile con la
prescrizione della valutazione di impatto ambientale, sebbene l'impianto, con
forno a griglia mobile, ha una flessibilità operativa per combustioni di
materiale dai 12mila ai 18mila kilojoule per chilo.
( da "Mattino, Il (Benevento)" del 05-01-2008)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (City))
(Mattino, Il (Circondario Nord)) (Mattino, Il (Salerno)) (Mattino, Il
(Circondario Sud2)) (Mattino, Il (Caserta))
Il reportage GIUSEPPE CRIMALDI Trecento metri. La
distanza che corre tra lo Stato - polizia e carabinieri in assetto antisommossa
- e chi invece indossa i passamontagna, dando forma a quel muro fatto di carne,
nervi e rabbia, sta tutta in questo tratto di strada che separa i blindati dai
facinorosi. Alle nove della sera Pianura brucia tra i suoi roghi e resta
isolata dal resto della città. Tagliata fuori da tutto. I blocchi stradali
colpiscono le due arterie vitali, gli unici cordoni ombelicali che la collegano
al resto del mondo: il versante di via Montagna Spaccata e quello di via
Campana. Non riesce più a tornare a casa il popolo dei pendolari. "Assurdo
- dice Annamaria, studentessa universitaria, i libri ancora sotto il braccio e
le chiavi della macchina in mano - Ho dovuto lasciare l'automobile sulla rampa
della tangenziale. Ma chi si crede di danneggiare, se non noi, chi causa i
blocchi?". Annamaria è solo una delle decine, centinaia di persone che
ieri sera si sono viste impedire un regolare rientro in famiglia. Due ore di
ritardo rispetto all'orario normale. "Di qua non si passa", dice il
ragazzo con il passamontagna calato sul volto, bomber nero e jeans stracciati
che sembra il capo dei rivoltosi di Montagna Spaccata. Hanno rovescito di tutto
per strada: cassonetti, sedie vecchie, sacchetti di plastica, vetro.
Impossibile superare le barricate. Al di qua del blocco, il capo dei Falchi
della Questura, Pasquale Toscano, ha il non facile compito di dirigere le
operazioni di ordine pubblico. Il suo cellulare è rovente. È in costante
contatto con il capo di Gabinetto di via Medina, Antonio Borrelli. La linea
resta la stessa: forzare, in questomomento, significherebbe far scoccare la
scintilla fatale, quella che potrebbe accendere una rivolta dalle conseguenze
difficili da calcolare. Il guaio è che non va meglio nemmeno per le strade
interne di Pianura. Se la si potesse osservare dall'alto, dai Camaldoli, si
conterebbero almeno venti roghi. Volano alte le fiamme lungo tutto il corso
Duca d'Aosta, ma anche in via Comunale, via Cannavino. L'identikit dei piromani
è sempre lo stesso: giovani con il volto coperto da sciarpe, passamontagna,
kefiah. Il sospetto è che a Pianura si stiano saldando vari segmenti della
protesta violenta: dagli ultras ai camorristi, per finire - forse - anche a
personaggi che ricordano molto da vicino i Black bloc. Vengono devastate la
sede della Margherita di via Provinciale e quella di Alleanza nazionale di
corso Duca d'Aosta. Un'altra notte d'inferno. "E domani - la minaccia
diventa un sinistro, contagioso passaparola - andiamo a
incendiare tutto sotto casa di Bassolino e della Iervolino".
Pure le ambulanze, in questo caos generale, sono costrette a passare a sirene
spiegate, ma sotto scorta. E da oggi l'Anm non garantisce più il pubblico
servizio a Pianura. "Troppi danni subiti dai nostri mezzi", fa sapere
il presidente Antonio Simeone, che oggi presenterà un esposto in Procura.
( da "Mattino, Il (Benevento)" del 05-01-2008)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (City))
(Mattino, Il (Avellino)) (Mattino, Il (Circondario Nord)) (Mattino, Il
(Salerno)) (Mattino, Il (Circondario Sud2)) (Mattino, Il (Caserta))
PAOLO RUSSO Pianura, ultimo atto. L'epilogo di
"questa disgraziata politica della nostra regione e della nostra
città" si consuma tra bagliori di guerra, estremi tentativi di mediazione
e decisioni "ai massimi livelli" che azzerano il livello politico
locale. Senza mezzi termini: "Iervolino e Bassolino sono stati dimessi da Prodi e Napolitano". Il filosofo Aldo
Masullo si dice "imbarazzato" dallo spettacolo che Napoli e la
Campania stanno offrendo, "con decisioni che arrivano dall'alto a
esautorare la missione stessa dei politici" e in particolare del sindaco e
del governatore. Dimissionati entrambi? "Un disastro, ma è così. Lo
dico con imbarazzo e con la consapevolezza che l'analisi è molto più profonda e
che va considerato il quadro nel suo complesso". Definiamo lo scenario
allora. "Insieme con il Mattino, da anni abbiamo condotto una battaglia
nel silenzio generale. Abbiamo lanciato un allarme in tempi non sospetti.
Abbiamo giudicato prima per cercare di evitare quello che poteva succedere
dopo. Come dicevamo allora e come accade oggi, tutto parte da un errore
politico, cioè la mancanza di dialogo con le popolazioni, con i cittadini. Che
ora sono di fatto irrimediabilmente distanti. La gravità della situazione ha
raggiunto il punto più acuto di crisi tra cittadini e istituzioni". Un
errore politico diventato peccato originale? "Sì, perché sono diventati
incontrollabili gli effetti negativi che derivano dal mancato rapporto di
comunicazione tra la politica e i cittadini. L'errore è non aver saputo
impostare l'azione di governo basandola sul dialogo. Questo era il problema che
io e il Mattino sollecitavamo con il nostro "Manifesto". I cittadini dovevano
avere ascolto nelle proprie preoccupazioni da parte delle istituzioni, e le
istituzioni nel rispondere dovevano coinvolgere i cittadini per disegnare le
grandi linee dell'amministrazione". Può fare un esempio? "Una volta
andai da Bassolino, io ero parlamentare e lui già
commissario per i rifiuti. E il problema ricalcava quello che si sta
affrontando in queste ore. Lui mi rispose che purtroppo era impossibile
intervenire, perché i bandi e i contratti erano stati già siglati. Io dissi che
era il caso allora di andarlo a spiegare direttamente ai cittadini, ma non fu
mai fatto. Si è continuato a sfuggire al rapporto con le popolazioni. Questa è
la palla di piombo che porta al naufragio". E con la Iervolino? "Ad
ogni accenno di critica il sindaco ha sempre risposto con la polemica,
accusando gli intellettuali". A Pianura il sindaco si schiera dalla parte
dei manifestanti. Cosa ne pensa? "Io continuo a ritenere che bisogna
essere dalla parte dei cittadini e di dimostrarlo con il dialogo. È sbagliato
invece eliminare le possibilità di dialogo per rinforzare atteggiamenti
ribellistici. Quello che doveva essere fatto quando si trattava di costruire
intesa popolare non è stato fatto. Lo si fa adesso quando invece diventa un
elemento di rottura peggiore". Situazione irrimediabile? "Prodi ha
ufficializzato il fatto che ormai si tratta di un problema nazionale. Il
sindaco e Bassolino sono sollevati dai loro poteri
diretti. Possono però ancora rendere un servizio alle popolazioni di cui sono
amministratori dando il massimo della collaborazione al governo". Quali
saranno le conseguenze? "L'intervento diretto del governo oltre a
discreditare Bassolino e Iervolino e l'apparato
politico amministrativo del nostro territorio, toglie credito anche alle nostre
realtà cittadine, e a tutti i sindaci che hanno cavalcato questa o quella
protesta". Cosa la preoccupa di più? "Purtroppo di questa situazione
l'unica a ridere sarà la camorra. È il colmo. Mentre noi abbiamo tanto
dichiarato, combattuto e polemizzato per denunciare questa piaga campana, il
risultato è il trionfo della camorra. Questo colpisce più di tutto la nostra
dignità di cittadini campani".
( da "Mattino, Il (Benevento)" del 05-01-2008)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (City))
(Mattino, Il (Circondario Sud1)) (Mattino, Il (Circondario Nord)) (Mattino, Il
(Avellino)) (Mattino, Il (Circondario Sud2))
Bassolino sotto assedio "Ma non mi dimetto" Lo sfogo del governatore
"Responsabilità di molti soltanto io le ammetto Pianura scelta
obbligata" PAOLO MAINIERO Auguri presidente, buon anno. "Grazie buon
anno, ma se questo è l'inizio...", risponde scherzando il governatore
Antonio Bassolino, che ha appena incontrato il commissario Umberto
Cimmino e il presidente della Provincia di Benevento Carmine Nardone per
firmare un accordo per la riqualificazione del sito di stoccaggio di Casalduni.
Il centrodestra la invita a dimettersi e anche autorevoli commentatori si
chiedono se non sia il caso che lei faccia un passo indietro. Si dimette?
"Resto al mio posto. Se avessi pensato che un gesto come quello di
lasciare avesse potuto contribuire in modo anche minimo alla risoluzione dei
problemi mi sarei già dimesso. Ma essendomi chiare le mie responsabilità guardo
avanti". Si sente accerchiato? "Qua sembra che il commissario sia
ancora io. Sono stato commissario per tre anni e mezzo e ho lasciato quattro
anni fa. Ma mi assumo le mie responsabilità e vorrei che lo stesso facesse chi
è stato commissario prima e dopo di me. E ricordo che dopo di me ci sono stati
un ex prefetto, il capo della Protezione civile nazionale, un prefetto in
carica. Sto passando anche qualche guaio ma i rifiuti io li ho sempre tolti
dalla strada. Li ho mandati in Germania, dovunque, ma li ho tolti. Con me non è
mai successo che ci fosse una crisi così grave a Natale e Capodanno eppure non
avevo gli stessi poteri, per esempio di ordine pubblico, che hanno avuto i
commissari venuti dopo". Chiama in causa Catenacci, Bertolaso e Pansa?
"Quello che non si può fare è scaricare sugli altri. Io non lo faccio. Ma
ognuno dovrebbe dire cosa ha fatto e cosa non ha fatto. E dove ha sbagliato.
Nessuno può scrollare le spalle". Lei dove ha sbagliato? "Non ho mai
avuto dubbi sui termovalorizzatori. Altri sono stati e sono contrari. Dal 2000,
in due anni, abbiamo realizzato tra tante difficoltà sette impianti di Cdr ma
il mio errore è di non essere riuscito a fare in modo che i lavori del
termovalorizzatore di Acerra partissero nei tempi giusti e dovuti. Questa è la
responsabilità politica che mi assumo". Undici anni fa, da sindaco, chiuse
la discarica di Pianura. Oggi sostiene la sua riapertura? "I localismi
sono sbagliati. Nessuno più di me sa quanto sia doloroso riaprire la discarica.
È un passo indietro, ma è inevitabile compierlo. Non ci sono alternative ed è
doverosa e essenziale intraprendere tutti la strada dell'assunzione delle
responsabilità". Ma il sindaco
Iervolino si oppone e si sente isolata. "Anch'io non vorrei riaprire la discarica.
Ma poi? Qual è l'alternativa? Il sindaco ha ragione quando invoca il massimo
dialogo e la massima collaborazione. Ma attenti a distinguere tra i cittadini
di Pianura che legittimamente manifestano e chiedono garanzie per il loro
quartiere e chi con Pianura non c'entra niente e
cerca di strumentalizzare la vicenda anche in modo torbido". Andrà a
Pianura a parlare con la gente? "Non ho problemi. Ma quando si va nella
bocca del leone bisogna stare attenti. Chi c'è dietro il leone? C'è la camorra?
C'è chi non vuole che le cose vadano avanti? Per quello che mi riguarda, la mia
carriera politica l'ho messa in gioco parecchio tempo fa facendo battaglie
contro la criminalità organizzata e tante forze torbide. E in questo tempo ho
messo in conto qualcosa di più della carriera politica e continuerò su questa
strada". Il monito della Ue la preoccupa? "Sento il peso delle mie
responsabilità ma ognuno deve fare l'esame giusto. Il richiamo della Ue è
rivolto al Paese oltre che a noi che viviamo il dramma. Io penso che ci siano
le modalità per rispondere alla procedura di infrazione: se si dimostrerà di
andare avanti, con la fermezza, sulla stessa linea tracciata da Pansa, e cioè
di apertura delle discariche, il dialogo con Bruxelles andrà avanti".
Napolitano e Prodi richiamano a una ferma unità delle istituzioni. Sente il
governo vicino? "Ho sentito Napolitano e Amato. Al ministro dell'Interno
ho sollecitato un incontro tra governo, istituzioni locali, commissariato
perchè è doveroso avere il massimo della corresponsabilità tra chi lavora qui e
chi sta a Roma. Amato mi ha assicurato che l'incontro si terrà la prossima
settimana: mi aspetto che partecipi anche Pansa, in modo che possa dire che
cosa è stato e che cosa non è stato fatto e quali inghippi ci sono stati. Bisogna
muoversi sulla strada del dialogo, della fermezza sapendo che il rischio è di
tornare indietro di molti, molti anni e che tornino a galla le forze torbide.
In questo senso, i manichini impiccati sono un brutto segno".
( da "Gazzettino, Il" del 05-01-2008)
Dura iniziativa di Alleanza nazionale contro il
governatore e il sindaco Protesta choc nel centro di Napoli Manichini impiccati
lungo le strade NapoliProtesta-choc di alcuni esponenti di Alleanza nazionale:
ventuno manichini impiccati agli alberi e ai pali della luce sono comparsi
all'alba di ieri al corso Umberto di Napoli: a ognuno è appeso un manifesto
listato a lutto per stigmatizzare l'emergenza rifiuti (con lo slogan
"Addio a 'stu munno 'e munnezza!") e altri problemi della città. Già
in mattinata, però, una parte dei manichini impiccati erano stati rimossi. Sotto accusa il presidente della Regione Antonio Bassolino e il sindaco Rosa Russo Iervolino. Tra l'altro, uno dei
manichini impiccati è stato posizionato vicino all'abitazione del sindaco.
Inoltre un manifesto attacca il premier Romano Prodi e un altro tira in ballo
il Guardasigilli Clemente Mastella. E a sorpresa, la protesta-choc
scuote e trova l'appoggio di molti commercianti e residenti del centro storico,
soprattutto sul fronte dell'emergenza rifiuti. Non solo, dal corso Umberto
arrivano anche parole di solidarietà per gli abitanti di Pianura che stanno
protestando contro l'apertura della discarica di Contrada Pisani. "Questa
città - dice la farmacista Luisa Origlio - è diventata invivibile. Condivido la
protesta dei manichini impiccati, anche se dubito che possa portare risultati
concreti". Gli fa eco Gennaro Sarnacchiaro, uno dei soci di un negozio di
abbigliamento: "Protesta giusta, la città è invasa dalla spazzatura".
Aggiunge Adriana Pettisani, titolare di una caffetteria: "Mi ha
impressionato vedere i manichini impiccati. Ma è una protesta giusta. È grave
che i cassonetti siano colmi di spazzatura. Occorre subito una soluzione e
Iervolino e Bassolino farebbero bene a
dimettersi". Fa discutere, l'iniziativa dei circoli Mercato e Pendino di
Alleanza nazionale, sui manifesti segnalato anche il blog del capogruppo provinciale
Luigi Rispoli. I manichini impiccati catturano anche l'attenzione di turisti e
passanti che distolgono lo sguardo dalle vetrine fasciate dai cartelli dei
saldi. n manichino è stato impiccato proprio davanti alla chiesa Santa Maria
Egiziaca del Corso Umberto di Napoli, ma il parroco Carmine Nappo non critica
l'iniziativa di alcuni esponenti di An, anzi definisce "la protesta più
che legittima, perché il disagio per l'emergenza rifiuti è fortissimo". Si
tratta di una protesta estrema che io non avrei fatto. Ma la situazione dei
rifiuti in Campania è oramai insostenibile ed è naturale che, dopo un po',
sentire la puzza sotto il naso scateni anche reazioni radicali". "Io
sono lontano - poi precisa - dai giochi partitici, ma è chiaro che condivido il
disagio dei napoletani. Anzi, lo vivo sulla mia pelle tutti i giorni e soffro
per la situazione". La manifestazione di alcuni esponenti di An, "è
un modo comprensibile per esprimere questo malessere per un problema, quello
dello smaltimento rifiuti, che esiste solo in Campania". E aggiunge:
"I cittadini si domandano perché, in tanti anni, non si sia riusciti a
risolvere la situazione". "Io credo nelle istituzioni - conclude
Nappo - ma registro anche l'esasperazione della gente".
( da "Gazzettino, Il" del 05-01-2008)
Di Ario Gervasutti Per contenere ... di Ario
GervasuttiPer contenere i rifiuti della sola festa di Capodanno in piazza San
Marco a Venezia sono stati usati centoventidue carri: roba da far impallidire Napoli.
Invece qui sono tutti contenti. Matti? no, furbi. Perché i rifiuti (che per
inciso all'alba del 1 gennaio erano già stati raccolti) si sono trasformati in
oro. Con quello che costa oggi l'energia, non c'è infatti altro termine per
definire la trasformazione dell'immondizia in combustibile che va ad alimentare
l'impianto Enel di Fusina, alle porte della laguna. È il fiore all'occhiello
dell'intero "sistema rifiuti" veneto, quello che fa gonfiare il petto
al governatore Giancarlo Galan e gli fa gridare: "Napoletani,
copiateci". Una ventina di discariche per rifiuti non tossici sparse in
tutta la regione, alcuni accorgimenti organizzativi, una drastica applicazione
della raccolta differenziata, e un impianto di trasformazione che produce utili:
è la ricetta apparentemente semplice del modello veneto.In dieci anni i rifiuti
urbani avviati in discarica in regione sono più che dimezzati, scendendo da 1,5
milioni di tonnellate a poco più di 500mila. Il materiale secco recuperabile e
quello trasformato in combustibile rappresentano la quantità maggiore delle 2,5
milioni di tonnellate di immondizia prodotta in Veneto ogni anno. Il
"cuore" del riciclaggio è rappresentato dal CDR, il Combustibile da
Rifiuti: gli impianti di trasformazione sono sei, a Spresiano, Rovigo, Bassano,
Dolo, Verona oltre a quello più importante di Venezia. A Fusina quest'anno
grazie ad un accordo stretto con Vesta, la società di servizi ambientali
veneziana, l'Enel raddoppierà il quantitativo di CDR utilizzato passando dalle
attuali 35mila tonnellate annue a 70mila, pari ai rifiuti prodotti da 300.000
persone. Ovvero tutta l'immondizia creata dall'intero bacino veneziano servirà
a produrre energia elettrica.È la conclusione di una rivoluzione durata tre
anni: l'accordo Vesta-Enel è stato il primo in Italia che ha consentito di
produrre energia attraverso l'utilizzo di combustibile derivato dai rifiuti. La
conseguenza immediata è che l'Enel brucerà circa 20mila tonnellate di carbone
in meno nella stessa centrale termoelettrica, con una riduzione di emissioni
nocive. Forse che quelle prodotte dalla combustione di CDR sono rose e fiori?
No di certo: ma basta un raffronto: ogni ora il camino della centrale di Fusina
immette nell'aria, dopo il passaggio attraverso una serie di filtri, 60mila milligrammi
di polveri. Sembra una quantità enorme: peccato che corrisponda a quella emessa
nello stesso lasso di tempo dai tubi di scappamento di 20 (venti!) camion. Dati
certificati dall'Unione Europea. Gli abitanti di un qualunque viale cittadino
respirano ben altro. Il più grande impianto europeo di CDR, costruito in un
anno dall'impresa di Bolzano Herhof-Ladurner, manda in discarica solo il 6\% di
quello che arriva coi camion e le chiatte. Il CDR viene ricavato da ciò che
rimane dopo che i cittadini hanno separato vetro, plastica, lattine, carta e
cartone, pile e batterie, medicinali, frazione organica: più il prodotto in
entrata è puro (privo cioè di materiali che possono essere riciclati), migliore
sarà poi il CDR. Il rifiuto dopo un trattamento di fermentazione di sette
giorni e di successiva selezione all'interno del polo di Fusina, diventa un
prodotto a basso livello di umidità e ad alto potere calorico. Metalli e
plastiche recuperate dai filtraggi sono venduti sul mercato, mentre il CDR
compattato in mattoncini viene ceduto all'Enel che lo brucia al posto del
carbone per fare energia. L'intero ciclo di lavorazione richiede 28 dipendenti,
e tutto l'impianto è costato 95 milioni di euro: la Campania ha speso per i
suoi rifiuti (e per ritrovarsi in queste condizioni) quasi 1 miliardo e 200
milioni.Certo, l'applicazione di un simile sistema richiede un particolare
rigore sia nella raccolta (con una selezione alla fonte, la
"differenziata" è un obbligo e non un consiglio) che nella gestione
del ciclo. Per intenderci, lo scorso 4 dicembre dodici dei sessantacinque
piloti in servizio di raccolta a Venezia si erano rifiutati di uscire in laguna
con la barca a causa della nebbia: ma la raccolta dei rifiuti è stata portata a
termine ugualmente con un supplemento di lavoro pomeridiano, e il comportamento
dei piloti che non sono usciti sarà oggetto di indagine disciplinare. È
immaginabile un simile rigore applicato all'area partenopea?La seconda
caratteristica del "sistema veneto" dei rifiuti, infatti, riguarda
proprio la flessibilità di fronte alle emergenze. E l'esempio vantato dal
governatore Galan è oggettivamente calzante: la discarica di Sant'Urbano, in
provincia di Padova, è grande 55 ettari e si è guadagnata la definizione di
"discarica tattica". Serve ad affrontare difficoltà di smaltimento
che si dovessero presentare in qualsiasi altra discarica del Veneto: "Chi
va a Sant'Urbano - sostiene Galan - nemmeno si accorge della discarica. Nè
odori, nè veleni, nè proteste. Sant'Urbano è un paese amministrato come meglio
non si potrebbe, anche perchè i suoi cittadini ricevono, quali misure di
compensazione ambientale, 2 milioni e mezzo di euro l'anno". Insomma, ci
guadagnano. E allora, si chiede il governatore, perché non esportare il modello
in Campania?Ma nel "sistema veneto" c'è anche un lato oscuro che non
va ignorato: questa regione da sola contribuisce per il 7,9\% al bilancio
nazionale delle infrazioni riguardanti il ciclo dei rifiuti. Sono 828 i milioni
di euro sottratti dalle ecomafie venete all'economia legale:
basti considerare che il corretto smaltimento di un container di rifiuti
industriali costa quasi 60mila euro, mentre portare illegalmente lo stesso
container in Cina può costare fino ad un decimo. "Nel 2004 sono
"scomparsi" rifiuti speciali - denuncia Legambiente veneta - in
quantità pari ad una montagna con una base di 3 ettari (quasi 4 campi da
calcio) e un altezza di 2.100 metri. È questa la differenza tra la quantità di
rifiuti industriali regolarmente denunciati e quelli regolarmente
trattati". L'unica differenza con la vergogna di Napoli, è che quella
veneta non è sotto gli occhi di tutti.
( da "Gazzettino, Il" del 05-01-2008)
Napolitano: "Allarmato per l'emergenza
rifiuti" Il capo dello Stato esorta il governo: "Bisogna sbloccare
questa situazione" RomaNOSTRA REDAZIONE"Ho detto nel mio messaggio
che si tratta di un problema sempre più allarmante. Quindi, non sono
preoccupato, ma allarmato per la situazione dei rifiuti": a Capri per una
breve vacanza, il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, risponde così a chi lo
interpella sull'inferno di Napoli. "Penso che il governo prenderà
un'iniziativa al massimo livello", aggiunge. E, alla domanda se sia stato
lui stesso a sollecitare il governo, il Capo dello Stato risponde: "Mi
sono trovato d'accordo con il presidente del Consiglio e con i ministri
dell'Interno e dell'Ambiente che ci sia una assunzione di responsabilità
precisa per sbloccare questa situazione".Nelle stesse ore, Palazzo Chigi
dirama un comunicato che suona come una secca censura al sindaco di Napoli,
Rosa Russo Iervolino, che giovedì - al grido di "Non saremo l'immondezzaio
della Campania" - era scesa in campo contro la riapertura della discarica
di Pianura e, dunque, contro il Prefetto del capoluogo campano. A questo punto,
il governo fa invece sapere di condividere "totalmente" l'appello del
Prefetto sull'emergenza rifiuti in Campania, "così come fa sua la garanzia
che ciascuno dei siti, a partire da Pianura, sia rigorosamente destinato
all'autosufficienza locale".La nota della presidenza del Consiglio pone in
particolare l'accento sull'imprescindibile necessità che, in queste ore, vi sia
"una grande e ferma unità delle istituzioni a sostegno delle azioni, ineludibili
e necessarie, che sono state intraprese sul fronte dei rifiuti. Ci sono gruppi
estremisti, sia locali che giunti da fuori - si legge nel comunicato - che
hanno cercato e cercano di alzare barricate di dissenso. C'è la radicata
sfiducia dei cittadini, che può spingere alcuni di loro a unirsi a tale
opposizione. A tutto questo si è ripetutamente riferito il Prefetto di Napoli e
per contrastarlo ha fatto appello al concorde sostegno e alla diretta
assunzione delle rispettive responsabilità da parte di tutte le istituzioni. Il
governo condivide totalmente l'appello". Come dire che
la Iervolino farebbe bene a fare altrettanto.Ma, da questo orecchio, il sindaco
di Napoli non ha alcuna intenzione di sentirci. Così, mentre Prodi fa diramare
il suo perentorio comunicato, la Iervolino si collega telefonicamente con il
presidio dei manifestanti di Pianura per ribadire la sua contrarietà alla
riapertura della discarica: "Non so dove arriverò, sono sola,
l'unica che lavora in altre direzioni sono io. Faccio tutto quello che posso, e
lo faccio perché ci credo", dice la sua voce, amplificata dagli
altoparlanti.La crisi dei rifiuti in Campania diventa dunque una questione
nazionale e le due massime autorità dello Stato, Napolitano e Prodi,
intervengono per appoggiare le decisioni del commissario Umberto Cimmino e del
prefetto di Napoli, Alessandro Pansa. Per martedì è già convocato un vertice
dal ministro per l'Ambiente, Pecoraro Scanio, con le istituzioni locali, il
governo nazionale e il commissario Cimmino: si affronteranno il problema di
come produrre meno rifiuti, grazie alla raccolta differenziata. Il
Guardasigilli Mastella sollecita "uno scatto d'orgoglio" da parte di
tutta la classe politica napoletana, "per risolvere un'autentica tragedia
che colpisce non solo Napoli, ma l'intero Paese", e auspica che
"almeno questa volta, di fronte al perpetuarsi di questo dramma, non si
debbano registrare né strumentalizzazioni, né rivendicazioni di
parte".L'opposizione, intanto, spara a zero. "Bassolino
dovrebbe dimettersi. La Campania è una regione che sta precipitando in un
baratro", afferma Cicchitto (Fi). "Che cosa deve ancora succedere
prima che i principali responsabili di questo sfascio e di questa vergogna
nazionale facciano un passo indietro?", incalzano i forzisti Bondi e Vito,
mentre Calderoli (Lega) osserva che "finalmente il Presidente della
Repubblica si è svegliato" e ora che l'ha fatto, dice, dovrebbe inviare i
reparti speciali dell'esercito a Napoli per risolvere questa emergenza.Claudia
Giannini.
( da "Giornale.it, Il" del 05-01-2008)
Di Redazione - sabato 05 gennaio 2008, 15:03 Roma
-"Bassolino farebbe bene a dimettersi". Lo ha
sostenuto il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro commentando, nel
corso di un'intervista a Sky Tg24, le vicende legate all'emergenza rifiuti
della regione Campana. "Dopo 10 anni di governo del centrosinistra a
Napoli, il modello è fallito - ha detto ancora Di Pietro - ci sono
responsabilità politiche che vanno assunte al di là delle brave persone e della
buona fede. Detto questo, Bassolino farebbe bene a
dimettersi". E anche il leader dell'udc, Pierferdinando Casini, in
un'intervista al "corriere" chiede le dimissioni del governatore
campano:La situazione a Napoli "é un'emergenza nazionale che dovrebbe
vedere il governo assumere provvedimenti appunto di emergenza, anche
sostitutivi rispetto a quelli dei governi locali". Casini è convinto che Bassolino dovrebbe a questo punto dimettersi. "E' vero
che anche noi dell'opposizione - argomenta - avremmo potuto fare di più, ma lo
ha detto anche una figura coraggiosa e integra della sinistra come il
presidente della commissione Esteri Ranieri che il tasso di responsabilità più
alto in questa vicenda è di chi governa, dunque del centrosinistra. E allora io
chiedo e mi aspetto le dimissioni di Bassolino,
personalità non banale e sicuramente in imbarazzo in questo momento, che
dovrebbe avere il coraggio di assumersi le proprie responsabilità e di
dimettersi. Perché non è possibile che con le discariche abusive si siano
rimpinguate le tasche della camorra e si sia inquinata la vicenda fino al punto
drammatico in cui siamo oggi". L'azzurra Carfagna: Bassolino
bonapartista, se ne vada "Dinanzi alla tragedia dei rifiuti che sta
travolgendo la Campania, la autoassoluzione di Bassolino
sottolinea il bonapartismo in cui è degenerato il suo stile di Governo e la
solitudine del personaggio, che dalla Iervolino a Prodi non
riesce a trovare più alcun difensore". Lo dice la parlamentare di Forza
Italia Mara Carfagna . "Nessuno - aggiunge - avrebbe il coraggio di
mettere la faccia, d'altronde, in una impresa tanto temeraria". "Non
si trova più, nemmeno a pagarlo - osserva la parlamentare - un solo cittadino
che dica di aver votato per Bassolino. Non si legge più
alcuna dichiarazione di sostegno a Bassolino da parte
di esponenti del centrosinistra. Anche gli intellettuali partenopei, da sempre
alfieri del finto rinascimento di Bassolino, scelgono
la comoda via del silenzio, a sottolineare il fallimento del Governatore.
Purtroppo la tragedia dei rifiuti in Campania è destinata a durare ancora a
lungo. Mi auguro che tale dato temporale non valga per Bassolino,
che prima si dimette e meglio è. Rinnovo l'invito al Capo dello Stato per lo
scioglimento della Regione Campania. Ci dica almeno i motivi di una sua
eventuale contrarietà a tale scelta".
( da "Velino.it, Il" del 05-01-2008)
(POL) Emergenza rifiuti, da magistratura e politica
un coro: Via Bassolino Roma, 5 gen (Velino) - Nuovi
scontri nel quartiere napoletano di Pianura, dove è in corso una dura protesta
contro l'apertura della nuova discarica di Contrada Pisani. I tafferugli sono
scattati all'arrivo dei mezzi incaricati di allestire il centro di raccolta.
Circa venti manifestanti hanno cercato di bloccare i camion, determinando
l'intervento delle forze dell'ordine, che alla fine sono riuscite a rompere
l'assedio dei dimostranti. Nel corso dello scontro, un giovane è rimasto
lievemente ferito ed è caduto da una scarpata. Un altro è stato colto da malore
e ha ricevuto cure sul posto. Venerdì un uomo era stato arrestato perché
trovato con sei bombe molotov. Quella stessa sera un mezzo dei vigili del fuoco
e un pulmino dell'emittente televisiva La7 erano stati presi d'assalto da
alcuni manifestanti. Aggrediti anche un giornalista e un operatore televisivo.
Nei giorni scorsi i vigili del fuoco hanno effettuato oltre 50 interventi nella
zona vesuviana e flegrea. Giovedì, lungo corso Umberto I, a Napoli, sono stati trovati 21 manichini impiccati con slogan e scritte
contro il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, e il
sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino. Dietro l'emergenza rifiuti a Napoli
però non ci sono solo spazzatura, roghi e proteste. C'è anche una macchina
della giustizia che lavora e ha aperto numerosi fascicoli legati alle vicenda
campana. In prima linea c'è un magistrato, Giovan Domenico Lepore, capo
della Procura di Napoli, che ha chiuso di recente la richiesta di rinvio a
giudizio per un lungo elenco di personaggi legati al ciclo dei rifiuti tra cui
Antonio Bassolino e la Fibe, la società affidataria dei
servizi di smaltimento della regione. In un'intervista al CORRIERE DELLA SERA,
il magistrato punta il dito contro la politica e le istituzioni che in 14 anni
non hanno risolto i problemi. A nulla è servito, ad avviso di Lepore, affidare
la guida dell'emergenza di uomini validissimi come Guido Bertolaso e Alessandro
Pansa. Il risultato è, secondo il procuratore capo, che “l'emergenza fa comodo
a molti”. Gestione dei trasporti, assunzioni clientelari, denaro pubblico
legato all'emergenza. “Forse chiudere i rubinetti sarebbe stato meglio”,
precisa Lepore che indica la strada maestra per ripristinare la normalità, la
messa da parte degli amministratori. Ma ammonisce: “Poi ci vorrebbe qualcuno in
grado di sostituirli. E adesso non è possibile. E poi perché qualcuno si metta
da parte occorrono due cose: o un esame di coscienza o un intervento esterno”.
Vale a dire dimissioni, oppure il voto: “Arriva sempre il giorno in cui si va a
mettere la croce su una scheda. E quel giorno bisogna essere consapevoli di ciò
che si va a fare e soprattutto andarci”. Le istituzioni si stanno comunque
muovendo per arginare la situazione. è di ieri l'intervento del presidente
Napolitano che si è detto “allarmato” per la situazione. Subito dopo è sceso in
campo anche in governo per manifestare la propria solidarietà nei confronti del
prefetto Alessandro Pansa che era stato attaccato duramente per la decisione di
riaprire la discarica di Pianura dagli amministratori locali, in particolare da
Rosa Russo Iervolino sindaco della città partenopea. In particolare Palazzo
Chigi aveva diffuso una nota per auspicare “una grande e ferma unità delle
istituzioni a sostegno delle azioni, ineludibili e necessarie” per fronteggiare
l'emergenza. Ma anche per sostenere le scelte operate fin qui dal prefetto
Pansa. Un intervento che suona di fatto come una netta presa di distanze dal
sindaco di Napoli che aveva poi replicato al governo ribadendo la solidarietà
ai manifestanti. Oggi invece la richiesta di valutare altre strade: “Sono
andata a Roma ho cercato altre ipotesi e devo ringraziare chi veramente mi è
stato vicino, il ministro Pecoraro Scanio, che anche ieri ha mandato l'avvocato
Viglione. Alcune ipotesi dal Ministero della Difesa sono state fornite, vorrei
che almeno fossero verificate”. Le ipotesi sono “Gricignano - spiega il sindaco
- e parecchie altri siti: tre o quattro realtà. Può anche darsi che saranno
tutte inidonee, però vanno verificate”. Anche dal mondo politico si
moltiplicano le richieste di dimissioni per gli amministratori campani. E non è
solo l'opposizione a fare la voce grossa. Tra le file della maggioranza parla
Antonio Di Pietro: “Bassolino farebbe bene a
dimettersi”, ha detto il ministro nel corso di un'intervista a Sky Tg24. “Dopo
10 anni di governo del centrosinistra a Napoli, il modello è fallito. Ci sono
responsabilità politiche che vanno assunte al di là delle brave persone e della
buona fede”. Nell'altro versante Roberto Calderoli (Lega) invoca l'intervento
di Giorgio Napolitano: “A fronte della resistenza da parte dello stesso Bassolino agli inviti che arrivano sia dalla maggioranza che
dall'opposizione a dimettersi, il presidente della Repubblica può, con proprio
decreto, secondo le procedure stabilite dall'articolo 126 della Costituzione,
procedere allo scioglimento del consiglio regionale della Campania”. Lo stesso
chiede Mara Carfagna (FI) che reclama, in caso di risposta negativa del capo
dello Stato, la motivazione della scelta: “Cosa altro deve accadere in Campania
affinché si arrivi allo scioglimento dell'ente Regione?”. Simone Baldelli (FI),
ha richiesto un'informativa urgente in Aula al governo. Infine Gianfranco
Rotondi (Dc per le autonomie), ha auspicato che chi ha avuto responsabilità
politiche nella vicenda “faccia un passo indietro”. (Remo Urbino) 5 gen 13:32.
( da "Virgilio Notizie" del 05-01-2008)
05-01-2008 15:37 Non daremo tregua a lei e a Bassolino Roma, 5 gen. (Apcom) - "Invece di polemizzare e di giocare sempre
allo scaricabarile, il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, farebbe bene a
prendere la decisione più saggia della sua vita, quella di rimettere il mandato
di sindaco e di ricominciare a fare politica in luoghi dove magari non sono
richieste speciali competenze per quanto riguarda i problemi di gestione
amministrativa". Lo dichiara il presidente nazionale dei Circoli della
Libertà, Michela Vittoria Brambilla, sulla situazione della discarica di
Pianura. "Gli amministratori pubblici dovrebbero fare come quelli privati:
se falliscono nel loro lavoro se ne devono andare e devono contribuire a pagare
i danni che hanno provocato. La polemica che il sindaco Iervolino ha scatenato
è ridicola. Ma i problemi che ha creato alla città - aggiunge - sono invece
tragici". Per Brambilla si tratta di "danni economici per le scelte
non fatte sui termovalorizzatori, danni ambientali per le conseguenze del
mancato smaltimento dei rifiuti, danni alla salute per migliaia di cittadini
vittime del mal governo della sua giunta di centro sinistra. A questi -
prosegue Brambilla - si aggiungono i danni economici derivanti dall'immagine
più che negativa offerta da un territorio così prezioso dal punto di vista
turistico per tutto il Paese. Ce n'è abbastanza per chiedere le dimissioni del
sindaco e per un'azione di risarcimento per la collettività napoletana."
"I nostri oltre 400 Circoli presenti in Campania - promette la presidente
nazionale - non intendono più dar tregua né a lei né al presidente della
Regione Bassolino né al commissario di turno perché mi
pare che tutti e tre abbiano ormai già coperto di ridicolo la città e il
Paese".
( da "Virgilio Notizie" del 05-01-2008)
05-01-2008 16:32 Facciamo una grande marcia,
occupiamo Napoli Roma, 5 gen. (Apcom) - "La Regione Campania deve essere
commissariata. Invito il capo dello Stato allo scioglimento dell'ente
regionale". Lo afferma Giuseppe Gargani, europarlamentare di Forza Italia,
che ha chiesto, scrivendo al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, di
"mandare a casa gli attuali amministratori regionali". "La
classe dirigente della Campania - ha affermato Gargani - è andata di gran lunga
all'indietro. E' vero, Napoli ha bisogno delle quattro giornate. Lo straniero
delle quattro giornate non era più pericoloso dei rifiuti che oggi paralizzano
la città. L'appello va fatto alla classe dirigente, ai professionisti, invece
nessuno reagisce. Mi fa impallidire ascoltare oggi Bassolino e la Iervolino". "Non si sentono responsabili -
afferma Gargani - non è possibile andare avanti così. Lancio un appello agli
uomini responsabili che hanno avuto responsabilità e cultura di governo in
passato: non devono più supportare questo sistema. Il mio proclama è
questo: svegliarsi, fare una grande marcia, occupiamo Napoli (il 19 gennaio
ndr), per chiedere non con le motivazioni solite, le dimissioni di questi
personaggi. Ci rendiamo conto che rischiamo il colera, le malattie? Qui c'è il
dolo. Fino ad oggi non si è voluto risolvere il problema, invece la politica è
stata di aiuto alla malavita. Si è voluto questo disastro: perciò la volontà è
dolo. Ognuno si assuma la propria responsabilità: la politica, la magistratura,
il governo".
( da "TGCom" del 05-01-2008)
Rifiuti, a Pianura ancora scontri E' guerriglia
urbana: dieci feriti Continuano le dimostrazioni davanti alla discarica di
Pianura dove all'alba sono arrivati alcuni camion carichi di spazzatura.
Parapiglia tra polizia e manifestanti che cercavano di impedire l'ingresso dei
Tir nel sito di stoccaggio: due persone sono rimaste lievemente contuse. Più
tardi una sassaiola contro gli agenti ha causato il ferimento di due
poliziotti. In totale sono dieci le persone ferite. 17.23 - Sono state
rilasciate le persone, una decina, accompagnate nella questura di Napoli per
essere identificate dopo gli incidenti di stamani a Pianura con le forze
dell'ordine oggetto di una sassaiola. Non sono emersi elementi a loro carico se
non una serie di contravvenzioni al codice della strada. 16.00 - Assaltate due
ambulanze a Pianura.;In due diversi blocchi i manifestanti hanno prima lanciato
sassi e bottiglie contro i mezzi di soccorso e poi hanno costretto il personale
presente a bordo a scendere. Secondo quanto riferito dal 118 i sei medici e
paramedici hanno riportato lesioni guaribili fino a cinque giorni. 15.52 -
Alcuni manifestanti hanno sparso lungo via Montagna Spaccata olio minerale per
rallentare l'arrivo delle forze dell'ordine e dei camion diretti al cantiere.
15.36 - Una decina di persone sospettate di essere coinvolte nei disordini
avvenuti stamani a Pianura sono state condotte in Questura e lì identificate. Si
tratta di residenti della zona già notati nei giorni scorsi alla guida di
motocicli senza casco mentre partecipavano attivamente alla protesta. 15.01 -
Si fa sempre più drammatica la situazione rifiuti a Napoli città. Completamente
paralizzata la raccolta della spazzatura, nelle strade ci sono 3.700 tonnellate
di cumuli giacenti. 14.20 - E' ripresa regolarmente, poco dopo le 13, la
circolazione ferroviaria tra Pozzuoli e Giugliano. Tre convogli Eurostar sono
stati deviati sulla linea Aversa - Napoli Centrale con ritardi contenuti entro
i 15 minuti; quattro treni del trasporto regionale sono stati parzialmente
soppressi tra Pozzuoli e Villa Literno. 14.00 - ''Ci vergogniamo di essere
cittadini della Campania, adesso basta. Se non ti dimetti tu, lo facciamo
noi''. C'è un manichino "anti-Bassolino"
anche a Castellammare di Stabia, una delle tante città della provincia invasa
dai cumuli di rifiuti stoccati in strada da giorni. 13.48 - Centinaia di
manifestanti si sono diretti all'ingresso del presidio in Contrada Pisani. La
tensione resta altissima. 13.10 - Due agenti di polizia sono rimasti feriti
nella sassaiola avvenuta a Pianura contro personale delle forze delle forze
dell'ordine che stava smontando dal servizio. Contro di loro una pioggia di
sassi e bulloni. Poliziotti e carabinieri hanno risposto all'offensiva dei
facinorosi, oltre un centinaio, con una carica di alleggerimento. Ora sembra
essere tornata la calma, e le forze dell'ordine hanno disposto i loro mezzi a
mo' di sbarramento per arginare i facinorosi. 13.00 - Sassi contro polizia e
carabinieri in servizio a Pianura. Ad animare i disordini sono soprattutto
ragazzi che hanno riversato sul selciato le pietre per impedire il transito dei
mezzi delle forze dell'ordine. 12.30 - Il sindaco di
Napoli, Rosa Russo Iervolino, ha lanciato un appello alla calma e alla non
violenza agli abitanti del quartiere di Pianura. "Siate calmi - ha detto -
. Abbiate fiducia nelle istituzioni, rispettate la legge". Le ipotesi
alternative: "Gricignano e parecchie altri siti: tre o quattro. Può
anche darsi che saranno tutte inidonee, però vanno verificate". 11.25 -
Alcune decine di manifestanti hanno occupato la linea ferroviaria Roma-Napoli
tra Pozzuoli e Giugliano. I treni a lunga percorrenza sono stati deviati sulla direttrice
Aversa-Napoli Centrale. 10.30 - I cittadini di Pianura non hanno lasciato il
presidio dinanzi all'accesso della discarica di località Pisani e annunciano
nuove forme di protesta per dire no alla riapertura del contestato sversatoio.
09.32 - Le forze dell'ordine stanno tentando di isolare i facinorosi che si
infiltrano da giorni nella protesta pacifica dei cittadini. Ancora mezz'ora fa
tafferugli e due persone, una donna incinta e un uomo di 75 anni, hanno dovuto
far ricorso alle cure dei sanitari e sono stati trasportati all'ospedale San
Paolo. Lo scontro si è avuto perché alcuni camion dovevano uscire dalla
discarica e una parte dei manifestanti, per evitare il prosieguo dei lavori di
allestimento, aveva bloccato la strada rovesciando sulla carreggiata alcune
Apecar 07.45 - All'uscita dei camion dal sito di stoccaggio della Contrada
Pisani di Pianura i manifestanti resistono seduti al centro di Via Montagna
Spaccata: un uomo è a terra nella mischia in preda ad un malore. I presidianti
bloccano il transito con due camion capovolti a monte della strada. Gli agenti
in tenuta antisommossa li trascinano lungo il ciglio della strada, li sollevano
di peso per spostarli, in qualche caso li fermano per identificarli. La
tensione cresce al comparire dei camion: le donne urlano piangono, si arriva
allo scontro fisico tra i presidianti e gli agenti. 06.11 - Parapiglia a
Pianura con l'arrivo di una serie di camion destinati all'allestimento del sito
di stoccaggio. C'è stato un momento di scontro con le forze dell'ordine e nel
parapiglia un giovane e' caduto nella scarpata limitrofa al sito. Il giovane è
stato soccorso dall'ambulanza del 118 e trasportato all'ospedale San Paolo. Sul
posto, al momento dell'arrivo dei camion, si trovavano una ventina di giovani
manifestanti, c'è stato un momento di orte tensione e alla fine, dopo una
manovra di spintonamento delle forze dell'ordine, il gruppetto ha ceduto. 05.50
- Un mezzo dei vigili del fuoco è stato preso d'assalto dai vandali a Pianura.
Sono state danneggiate alcune radio portatili in uso ai pompieri e le spazzole
tergicristalli. Anche un cineoperatore della Rai è stato aggredito. Contuso ad
una gamba, è stato accompagnato al Cto. Il pullmino della tv di Stato, inoltre
è stato allontanato dai manifestanti Invia ad un amico.
( da "Affari Italiani (Online)" del 05-01-2008)
/ Ecco come tra Campania e Molise le ecoballe
spaccano i piccoli comuni Sabato 05.01.2008 10:00 --> LO SPECIALE DI AFFARI
Forum/ Emergenza monnezza a Napoli, che fare? Clicca e di' la tua! Rifiuti/
Napoli, notte di tensione e scontri. Napolitano: sono allarmato, penso che il
governo prenderà iniziative VIDEO E FOTO Monnezza, la
Iervolino pesi le parole , di G. Morello Se la munnezza finisce ai saldi , di
A. D'Anna Napoli, sporca per... Costituzione , di G. De Felice Scandalo
rifiuti/ Chiesto il rinvio a giudizio anche per Bassolino,
presidente della Campania. Truffa aggravata ai danni dello Stato l'accusa
Emergenza rifiuti/ Napoli, la gente si sfoga con un video Napoli/
Emergenza rifiuti, l'ambasciata Usa: "Se andate state attenti, rischi per
la salute" E' l'effetto domino dello scaricabarile: le ecoballe che in
Campania nessuno vuole (Germania inclusa) stanno arrivando agli estremi confini
della regione. L'ultima frontiera della guerra delle discariche si combatte a
Colle Alto di Morcone (Bn), a 100 metri dal Molise, a ridosso degli scavi
archeologici di Sepino (Cb); in un'area carsica ricca di sorgenti. Numerosi
studi geologici avrebbero definito il sito inidoneo, ma sull'onda
dell'emergenza l'ipotesi Colle Alto è stata presa in considerazione anche dal
sindaco di Morcone, poi costretto alle dimissioni, che ha ratificato una
dichiarazione di idoneità del sito a seguito della perizia di un geologo. A
Colle Alto la falda acquifera è localizzata ad una profondità di 15 metri e
defluisce nel fiume Tammaro che in quel punto scorre, sempre a livello
sotterraneo, a 70 metri dal terreno in cui potrebbe sorgere la discarica. A
rischio sarebbe la potabilità delle acque. Il Tammaro è il principale affluente
dell'invaso artificiale di Campo Lattaio (Bn), che si trova a circa 4 Km a
valle e rifornisce la città di Benevento e alcuni comuni della provincia. Ma
anche i molisani si fanno sentire. Nella individuazione del sito non è stato
richiesto, come invece prevede la legge, il parere vincolante, della confinante
Regione Molise. Alle accuse ribatte in una lettera pubblica il presidente della
Provincia di Benevento e sub commissario delegato all'individuazione dei siti
di smaltimento dei rifiuti, Carmine Nardone,: "C'è stata una
drammatizzazione eccessiva e ingiustificata mentre le istituzioni devono dare
l'esatta dimensione dei problemi sul tappeto". E prosegue negando che si
vogliano distruggere le falde acquifere e ricordando il lavoro svolto dalla
provincia di Benevento per la riqualificazione ambientale delle cave dimesse e
la ricomposizione del paesaggio. Nardone ha ritenuto idoneo il sito già
dall'aprile scorso. Immaginate che gli abitanti di un condominio molto popolato
decidano di mettere la loro spazzatura davanti a casa vostra: solo che si
tratta dei rifiuti di una regione di quasi 6 milioni di persone sbattuti in
faccia ai dirimpettai molisani che sono in tutto 300mila. (Segue- E la lotta
diventa comune...) --> pagina successiva >>.
( da "Affari Italiani (Online)" del 05-01-2008)
Monnezza/ Ecco come tra Campania e Molise le ecoballe
spaccano i piccoli comuni Sabato 05.01.2008 10:00 --> La Campania,
nonostante alcune punte di eccellenza, 145 comuni che riciclano il 35% dei loro
rifiuti (dati Legambiente), ha una media di raccolta differenziata del 13%. Del
resto avviene sempre così: la tragedia di Seveso fu provocata dall'Icmesa di
Meda, un'azienda situata nel paese confinante. L'Acna di Cengio divise Piemonte
e Liguria: da una parte c'era il lavoro, dall'altra l'inquinamento Ma questa
volta lottano tutti insieme. È la rivolta dei sanniti: i comitati di Sepino e
di Colle Alto di Morcone hanno creato due presidi che procedono ormai all'unisono.
La neve e le feste non li hanno fermati. Dopo Natale e Capodanno anche la
Befana sarà all'insegna della battaglia contro la discarica. I comitati non ci
stanno e neanche i politici molisani dei due schieramenti. "Non si risolve
un'emergenza creandone un'altra-dichiara ad Affari un portavoce dei Comitati
civici della Valle del Tammaro- Finora nessuno ci ha ascoltato né il presidente
Nardone né ci sono stati echi della nostra protesta sui media nazionali".
Il 14 gennaio ci sarà una manifestazione congiunta a Benevento che si prevede
molto animata e partecipata. I Comitati chiedono di essere ascoltati dalla
Commissione Antimafia, richiesta sostenuta dall'On. Giuseppe Astore dell'Italia
dei Valori e da altri parlamentari molisani. "La cava è di proprietà della
moglie di una persona condannata per i suoi legami con la malavita. (che
l'avrebbe acquistata con un'asta del tribunale n.d.r). In Campania non si
possono aprire nuove cave perché l'attività estrattiva è vietata. Allora, chi
ha convenienza ad acquistare una cava oggi?. Abbiamo più di un sospetto"
afferma il portavoce dei Comitati. Nelle discariche arriverebbero anche rifiuti
tossici delle industrie del nord, smaltiti sottocosto dalla criminalità
organizzata. Lo confermano alcune inchieste della magistratura e se ne parla
nel libro Gomorra di Roberto Saviano che scrive di attività gestite dalle
ecomafie che si sono infiltrate anche in Molise. Matteo Ganino --> <<
pagina precedente.
( da "Affari Italiani (Online)" del 05-01-2008)
05.01.2008 09:51 --> LO SPECIALE DI AFFARI Forum/
Emergenza monnezza a Napoli, che fare? Clicca e di' la tua! Monnezza/ Ecco come
tra Campania e Molise le ecoballe spaccano i piccoli comuni Rifiuti/ Napoli,
tensione e scontri. Napolitano: sono allarmato, penso che il governo prenderà
iniziative Rifiuti/ Commissione Ue, risposta Italia insufficiente Napoli/
Esplode fabbrica clandestina di botti, due ragazzi feriti Rifiuti/
Commissariamenti e poche discariche, ecco l'origine della crisi Monnezza, la Iervolino pesi le parole , di G. Morello Se la munnezza
finisce ai saldi , di A. D'Anna Napoli, sporca per... Costituzione , di G. De
Felice Una cinquantina di mamme con bambini all'ingresso della discarica di
Pianura dal lato che confina con l'oasi naturale degli Astroni ha dato vita ad
una manifestazione pacifica. "No alla discarica", "No a
una bomba ecologica", sono alcuni slogan delle manifestanti. Il fronte dei
rifiuti è sempre rovente in Campania con le proteste a Pianura e le polemiche
politiche, mentre è corsa contro il tempo per liberare le città dai cumuli di
spazzatura. BLOCCATA PER ORE LE LINEA FERROVIARIA NAPOLI-ROMA. E' ripresa regolarmente
la circolazione ferroviaria sulla linea Napoli-Roma, interrotta per un blocco
tra Pozzuoli Giuliano effettuato da manifestanti contro la discarica di
Pianura. Una decina di persone sono state fermate dopo la sassaiola contro la
Polizia, e dopo le segalazioni di una presenza ulteriore di giovani a bordo di
scooter che giravano tra i manifestanti davanti alla discarica, la Digos sta
vagliando la posizione di una decina di persone portate in Questura. SASSI E
BULLONI CONTRO GLI AGENTI. Due agenti sono stati feriti durante i tafferugli.
Circa 200 manifestanti hanno tirato sassi e bulloni contro la polizia a
Pianura, nel tratto di strada fra via Montagna Spaccata e via Paolucci. I
manifestanti hanno anche preso d'assalto due ambulanze. Nella notte tra venerdì
e sabato la polizia ha scortato circa 30 camion destinati a movimentare la
terra per creare l'invaso che poi sarà coperto dai teloni impermeabilizzati già
trasportati nei giorni scorsi. I manifestanti hanno tentato di ostacolare
l'ingresso dei camion anche sedendosi nella carreggiata. (foto AP) Gallery
ROGHI. Ancora decine di roghi di immondizia nel napoletano nella notte. Gli
interventi effettuati dai vigili del fuoco sono stati 65 in totale nel
capoluogo campano e nella sua provincia. Tranne che nel centro di Napoli, gli
incendi dolosi toccano gran parte della periferia, l'area vesuviana e quella
flegrea e molti Comuni dell'hinterland. A Volla e a Gragnano i sindaci hanno
emesso ordinanze di chiusura di scuole e mercati rionali per l'aggravarsi dell'emergenza
rifiuti. Tutti gli impianti di Cdr della Campania sono fermi per saturazione e
non ci sono discariche. A terra ci sono circa 95 mila tonnellate di spazzatura,
dato che negli ultimi due giorni, in attesa del fermo completo degli impianti,
è stata effettuata in quasi tutti i grossi centri della Campania una raccolta
straordinaria; solo a Napoli sono oltre 3 mila le tonnellate non raccolte. A
Caserta, a terra, ci sono 3 mila tonnellate circa, ma comincia ad aprirsi
qualche spiraglio per i siti. Sul fronte politico, Forza Italia chiede che il
governo riferisca in aula, il ministro Di Pietro dice che "Bassolino farebbe bene a dimettersi" e, dalla Lega,
Roberto Calderoli chiede l'intervento del Capo dello Stato.. Il Presidente dei
Circoli della Libertà, Michela Vittoria Brambilla chiede le dimissioni del
sindaco di Napoli. -->.
( da "ADN Kronos" del 05-01-2008)
SERVONO GOVERNI DI EMERGENZA IN REGIONE E COMUNE
ascolta la notizia commenta 0 vota 0 tutte le notizie di POLITICA Roma, 5 gen.
(Adnkronos) - "Quello che sta avvenendo a Napoli e in Campania rivela la
crisi della democrazia e dello Stato, e il fallimento delle classi politiche di
governo. Ha ragione il ministro Antonio Di Pietro: di fronte a questa crisi
spaventosa, Bassolino e Iervolino avrebbero il dovere
morale di rassegnare immediatamente le dimissioni". Lo sostiene il
coordinatore di Fi, Sandro Bondi, che aggiunge: "e subito dopo, in un
Paese in cui i politici abbiano ancora il senso delle proprie responsabilita',
si dovrebbe dare vita a un governo di emergenza capace di far fronte
all'emergenza e di prendere le decisioni necessarie per garantire nel futuro
almeno il nomale espletamento di servizi pubblici fondamentali".
( da "Liberazione" del 05-01-2008)
Il segretario di Rifondazione a Napoli: "Basta
coi tamponi" Di Martino (Prc): "Lunedì il nostro piano al
prefetto" "Non si può riaprire una discarica a cuor leggero,
rischiando di tornare indietro di 17 anni". Cioè al '94, anno in cui la
discarica di Pianura, gestita dalla Camorra, fu chiusa. Andrea Di Martino,
segretario del Prc di Napoli, apre però uno spiraglio al riutilizzo del sito
che ormai da settimane è teatro delle proteste della popolazione locale.
"Ma solo a patto che ci sia anche un piano vero, che nessuno finora, si è
preoccupato di stilare". Di Martino annuncia la presentazione di un piano
di Rifondazione per gestire l'emergenza. "Lo presenteremo lunedì al
prefetto Pansa". Iervolino accusa Pansa, Pansa accusa
i politici, Bassolino punta il dito contro "i particolarismi" del sindaco
contraria alla riapertura della discarica di Pianura. Dove vanno ricercate le
responsabilità? Il caso andrebbe analizzato bene. Quella di Pianura è la più
grossa discarica usata dalla Camorra sin dagli anni '80 per il traffico dei
rifiuti nocivi. Quando nel '94 fu chiusa, l'evento rappresentò una sorta
di liberazione per la popolazione del quartiere, nato abusivamente proprio
intorno alla gestione dei rifiuti. Siamo contrari alla riapertura del sito
perchè temiamo un ritorno al passato. Chi oggi vuole riaprire il sito sta
sottovalutando questo rischio? Il punto debole sta nei commissariamenti che
gestiscono i rifiuti in Campania dal '94. Vogliono riaprire il sito per gestire
l'emergenza, come è accaduto per Serre, senza un apposito piano. Ogni volta si
chiede un sacrificio alle popolazioni, senza cercare una soluzione di lungo
termine. Cosa proponete voi? Potremmo anche valutare l'idea di riaprire la
discarica, ma solo se la scelta è accompagnata da un piano in grado di garantire
che questa è l'ultima volta che vengono chiesti sacrifici alla popolazione.
Stiamo preparando il nostro piano, lo presenteremo al prefetto lunedì. Un piano
serio deve prevedere innanzitutto la garanzia assoluta sul fatto che la
gestione dei rifiuti non tornerà nelle mani della Camorra. Ci sono già segnali
in questo senso? Sì. Le ditte che lavorano alla messa a norma della discarica
non sono neutre rispetto al sistema di gestione dei rifiuti adottato fino al
'94... Chiediamo innanzitutto che il prefetto renda pubblico il nome di quelle
imprese. Torno sulla gestione commissariale: la legge prevede che un
commissario possa dare in affidamento diretto dei lavori senza gare d'appalto.
E' il motivo per cui oggi non conosciamo il nome delle imprese che lavorano a
Pianura, se non per sentito dire. E' inaccettabile, visto che il rischio è
quello di infiltrazioni mafiose. E' fondamentale, altrimenti non se ne parla di
riaprire la discarica. Cos'altro prevede il vostro piano? Un altro punto è
capire se si può usare Pianura per un processo che preveda un monitoraggio
democratico del sito, con un tavolo di rappresentanti degli enti locali e della
popolazione per monitorare i tempi dell'apertura della discarica, la qualità
dei rifiuti e la conseguente salute ambientale. Inoltre, il processo deve
prevedere una fase di chiusura dei cdr, gli impianti che producono le balle che
attualmente non sono a norma. Vanno trasformati in siti di compostaggio, va
avviato un piano serio per la raccolta differenziata in modo che dal primo
giugno un decreto valido in tutta la provincia renda obbligatoria la raccolta
dei rifiuti differenziata in due sacchetti, uno per l'umido, uno per i rifiuti
secchi. Parli dei limiti della gestione commissariale. L'alternativa? I
commissari hanno dimostrato di non saper trovare una soluzione. Pansa, per
esempio, ha solo cercato di tamponare la situazione. Chiediamo un ritorno ai
poteri ordinari o un'assunzione forte di responsabilità da parte del governo.
La chiede anche Napolitano. Sì, perchè quella dei rifiuti in Campania non è
solo un'emergenza locale. Negli anni la Campania è stata la discarica dei
rifiuti speciali e nocivi di tutt'Italia attraverso la gestione della Camorra.
Ci sono responsabilità locali, da parte dei commissari, della Regione, della
Provincia, ma la materia ha valenza nazionale. L'opposizione chiede le
dimissioni di Bassolino. Condividi? Bassolino
ha commesso errori gravi, ma non si possono scaricare su di lui tutte le
responsabilità. Va evitata la demagogia. (A.Mau.) 05/01/2008.
( da "Liberazione" del 05-01-2008)
La sindaca chiama in vivavoce il presidio, gli
occupanti: "Allora venga qua" Manichini impiccati
a Napoli contro Bassolino che dice: "Servono altre discariche" Rifiuti,
Napolitano "allarmato" Iervolino: "Sto con i manifestanti"
Antonella Palermo Napoli "Sono con voi, ma sono sola". La sindaca
Rosa Russo Iervolino parla in viva voce al telefono di un consigliere comunale
alleanzino che è al presidio di Pianura. Vuole testimoniare solidarietà
ai cittadini in lotta e li rassicura: "Io ci metto tutta la mia buona
volontà". Però non basta e scatta subito la protesta. "Un sindaco che
dice di essere con la popolazione - dice una donna tra gli applausi - si mette
in prima linea con i manifestanti. Se la Iervolino è con noi venga qui quando
arriverà il primo camion d immondizia, ci si metta davanti". Attorno alla
discarica di Contrada Pisani, decine di persone presidiano da giorni
l'ingresso; schierati, ci sono anche i poliziotti che monitorano l'area.
Un'altra notte è passata all'addiaccio, tra la rabbia e la tensione. E un altro
giorno e un'altra notte e chissà quanti giorni e quante notti ancora passeranno
così. Perché il presidio va avanti, pacificamente ma tenacemente. "Le
infiltrazioni dei violenti della notte scorsa crediamo siano di natura
malavitosa perché i cittadini dei Pisani sono persone perbene, padre di
famiglia che difendono il loro territorio", dice Fabio Tirelli, presidente
della Municipalità. Qualcuno in nottata ha incendiato quattro autobus dell'Anm,
l'Azienda napoletana mobilità. Per spegnere il fuoco sono intervenuti i vigili
del fuoco con due squadre e due autobotti. Alle 18.30 di ieri pomeriggio,
l'ennesima agenzia batte l'ennesimo momento di tensione: un gruppo di manifestanti,
approfittando di un momento di scarsa vigilanza, ha fatto ingresso nel sito.
Alcune decine di persone, capeggiate da un consigliere regionale di An, hanno
fatto irruzione nella discarica con l'intento di effettuare un sit-in
nell'invaso, ma sono state respinte dalle forze dell'ordine. All'uscita dalla
discarica lo stesso consigliere è stato contestato da alcuni manifestanti e nel
parapiglia che si è creato un operatore televisivo è stato spintonato finendo a
terra. Ma non pensava forse all'alleato alleanzino, il leghista Roberto
Calderoli quando, qualche oretta prima chiedeva al presidente Giorgio
Napolitano di inviare i reparti speciali dell'esercito "per dare una
calmata agli agitati e una regolata agli amministratori locali". Proprio
il presidente Napolitano, in visita privata a Capri, confessa ai giornalisti
che lo seguono come ombre fin fuori dal bar della piazzetta, di essere
"non solo preoccupato" ma addirittura "allarmato" per la
vicenda rifiuti. Ma assicura anche che "il governo prenderà un'iniziativa
al massimo livello". "Mi sono trovato d'accordo - ha poi aggiunto -
con il presidente del Consiglio e con i ministri degli Interni e dell'Ambiente
sul fatto che ci sia una assunzione di responsabilità precisa per sbloccare
questa situazione". In una nota, intanto, lo stesso governo "fa sua
la garanzia che ciascuno dei siti, a partire da Pianura, sia rigorosamente
destinato all'autosufficienza locale". "In tutta la Campania, e in
primo luogo a Napoli - si legge - c'è bisogno oggi di una grande e ferma unità
delle istituzioni a sostegno delle azioni, ineludibili e necessarie, che sono
state intraprese sul fronte dei rifiuti. Ci sono gruppi estremisti, sia locali
che giunti da fuori, che hanno cercato e cercano di alzare barricate di
dissenso. C'è la radicata sfiducia dei cittadini, che può spingere alcuni di
loro a unirsi a tale opposizione". Lunedì si riunirà d'urgenza il Comitato
interistituzionale con Governo, commissioni parlamentari, commissario
straordinario ed enti locali proposto dal presidente della Commissione Ambiente
del Senato Tommaso Sodano. "L'intervento del Governo e del Parlamento è
impellente. - ha detto lo stesso Sodano - L'emergenza campana è un'emergenza
nazionale di cui devono farsi carico anche le istituzioni nazionali". Al
centro del tavolo le misure per uscire dall'emergenza. "Non discuteremo
solo di discariche - precisa però il senatore del Prc - ma avanzeremo proposte
per un superamento strutturale della crisi, a partire dall'impegno per la
raccolta differenziata e da un piano per gli imballaggi. È anche il segnale per
chi come a Pianura dovrà sopportare il peso purtroppo della riapertura
temporanea della discarica". E non solo Pianura, aggiungerà poi il
governatore Antonio Bassolino al termine di un
incontro con il commissario di governo: urgono altre discariche, in tutte le
province. Bassolino, divenuto uno dei bersagli più
colpiti da invettive e polemiche (anche per lui uno dei manichini
"impiccati" apparsi in mattinata per le strade di Napoli), ha anche
risposto a chi chiede con insistenza le sue dimissioni: "Se avessi pensato
che fossero state utili alla risoluzione del problema le avrei date. Ma io
resto perché penso di poter dare ancora un contributo". Intanto i rifiuti
occupano marciapiedi, strade, panchine, piazzali. Rubano spazio fisico,
feriscono i sensi e la dignità. Coprono la regione, e la coprono di vergogna
mentre le immagini di un territorio su cui sembra esser stata vomitata addosso
una discarica fanno il giro del mondo. 05/01/2008.
( da "Virgilio Notizie" del 05-01-2008)
05-01-2008 19:24 Responsabilità di amministratori
locali, ma anche dei cittadini Roma, 5 gen. (Apcom) - "Ambulanze assaltate,
come non accade nemmeno nei Paesi in guerra, incendi urbani, guerriglie con la
polizia: tutto quello che sta succedendo dimostra che Napoli non è Italia.
Siamo di fronte ad un Paese che accetta di avere al suo interno un'enclave
extraterritoriale, dove le leggi dello Stato non valgono". Lo afferma
Roberto Calderoli, in un'intervista alla Padania in edicola domani, che
aggiunge: "Un Paese che accetta che lo stato di diritto venga fatto
rispettare solo in una parte sì e in altre no cessa di essere uno Stato di
diritto e cessa, pertanto, anche di essere uno Stato. E quando non c'è più lo
Stato di diritto, per alcune aree del Paese, allora è giusto che anche le altre
aree abbiano la possibilità di decidere cosa fare". "Oggi - fa notare
Calderoli al quotidiano leghista - ci si sarebbe aspettati
che i manifestanti andassero a protestare sotto casa di Bassolino, della Iervolino e di tutti quelli che in questi anni si sono
arricchiti con i rifiuti, ma evidentemente non occorre solo rimuovere gli
amministratori per risolvere questi annosi problemi ma va cambiato il dna dei
napoletani e il loro modo di ragionare. Ma ha senso continuare a stare
in uno Stato del genere? - continua l'esponente del Carroccio - Uno Stato che
priva chi, come la Padania, da sempre tira la carretta per tutti di una
infrastruttura indispensabile come Malpensa, il suo hub internazionale,
mettendo a rischio l'intera economia, e che poi non commissaria neanche il
responsabile di una vergogna come quella che stiamo vedendo a Napoli?". "Le
responsabilità di quello che sta accadendo - secondo il vice presidente del
Senato - sono ovviamente in primis degli amministratori locali, ma anche dei
cittadini stessi che fanno le sceneggiate alla tv per opporsi alla riapertura
di una discarica ma di fatto con il loro comportamento condannano loro stessi,
i loro figli e le prossime generazioni ai rifiuti e alle sostanze cancerogene
che stanno generando con i roghi e gli incendi urbani che stanno appiccando. In
questo modo i cittadini napoletani stanno condannando le prossime generazioni,
con l'omertà e la complicità dello Stato e di chi lo rappresenta...".
( da "Velino.it, Il" del 05-01-2008)
(POL) Rifiuti: alta tensione a Pianura, Prodi
annuncia iniziative Roma, 5 gen (Velino) - Dopo una giornata di tensioni a
Pianura (NA), dove è stata individuata la discarica che dovrebbe fronteggiare
l'emergenza rifiuti nella regione e di scontri politici con
esponenti di maggioranza e opposizione uniti nel chiedere le dimissioni di
Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino, è sceso in campo anche il presidente del
Consiglio Romano Prodi. Il premier ha annunciato che a partire da lunedì
cominceranno le riunioni con i vari ministri per affrontare l'emergenza una
volta per tutte. E ha fatto appello “alla solidarietà e al lavoro comune
di tutte le forze istituzionali della Campania e a tutti cittadini” per
raggiungere rapidamente una soluzione. “Il governo – ha detto Prodi – si assume
tutte le proprie responsabilità riguardo a questa emergenza perché sta mettendo
in gioco il paese. Tutti ci osservano e non voglio che l'Italia dia questa
immagine negativa”. Sul fronte politico non è, come detto, solo l'opposizione a
sollecitare una svolta decisa e a c hiedere che i responsabili di questa deriva
traggano le conseguenze. Tra le file della maggioranza parla Antonio Di Pietro
che ha chiesto le dimissioni del governatore campano e ha annunciato che il
gruppo dirigente dell'IdV Campania, potrebbe non sostenere più la coalizione
che governa la Regione “poiché non intende mantenere alcun comportamento
connivente con l'inazione del governo regionale”. Un messaggio dello stesso
tenore è partitoo anche da Roberto Della Seta, responsabile ambiente del
Partito Democratico, che ha denunciato “l'immobilismo” e “l'angusto localismo”,
offerto in queste ore “da troppi autorevoli esponenti del Partito Democratico
che ricoprono, non da oggi, incarichi di massima responsabilità istituzionale
in Campania”. Per Della Seta, questi personaggi “dovrebbero anche sentire
l'umiltà e la responsabilità” di assumersi le loro colpe visto che, chiarisce,
“governiamo la regione da otto anni e siamo stati a lungo commissari
all'emergenza, senza essere stati capaci di realizzare un unico impianto”, o di
far partire la raccolta differenziata a Napoli. Dal versan te del centrodestra,
Roberto Calderoli (Lega) invoca l'intervento di Giorgio Napolitano per
sciogliere il consiglio regionale della Campania. E lo chiedono anche Mara
Carfagna (FI) e Michela Brambilla presidente dei Circoli della Libertà. Mentre
Simone Baldelli (FI), sollecita un'informativa urgente in Aula al governo.
Dietro l'emergenza rifiuti a Napoli però non ci sono solo spazzatura, roghi e
proteste. C'è anche una macchina della giustizia che lavora e ha aperto
numerosi fascicoli legati alle vicenda campana. In prima linea, Giovan Domenico
Lepore, capo della Procura di Napoli, che ha chiuso di recente la richiesta di
rinvio a giudizio per un lungo elenco di personaggi legati al ciclo dei rifiuti
tra cui proprio Bassolino e la Fibe, la società
affidataria dei servizi di smaltimento della regione. In un'intervista al
CORRIERE DELLA SERA, il magistrato punta il dito contro la politica e le istituzioni
che in 14 anni non hanno risolto i problemi. Secondo il procuratore capo,
“l'emergenza fa comodo a molti” e “forse chiudere i rubinetti sarebbe stato
meglio”, precisa Lepore che indica anche la strada maestra per ripristinare la
normalità: la messa da parte degli amministratori. Ma ammonisce: “Poi ci
vorrebbe qualcuno in grado di sostituirli. E adesso non è possibile. E poi
perché qualcuno si metta da parte occorrono due cose: o un esame di coscienza o
un intervento esterno”. Vale a dire dimissioni, oppure il voto: “Arriva sempre
il giorno in cui si va a mettere la croce su una scheda. E quel giorno bisogna
essere consapevoli di ciò che si va a fare e soprattutto andarci”. L'emergenza
in Campania rischia però di trasformarsi in un vero e proprio scontro
istituzionale. Dopo l'intervento di ieri del presidente Napolitano che si era
detto “allarmato” per la situazione in Campania, il governo era infatti
intervenuto venerdì con una nota ufficiale di Palazzo Chigi per manifestare la
propria solidarietà nei confronti del prefetto Alessandro Pansa e prendere le
distanze dalla Iervolino che aveva attaccato duramente il commissario per la
decisione di riaprire la discarica di Pianura. Il sindaco di Napoli oltre ad
aver espresso solidarietà ai manifestanti ha anche avanzato l'ipotesi di
esplorare altre strade: “Devo ringraziare chi veramente mi è stato vicino come
il ministro Pecoraro Scanio, che anche ieri ha mandato l'avvocato Viglione.
Alcune ipotesi dal ministero della Difesa sono state fornite, vorrei che almeno
fossero verificate”. Le ipotesi sono “Gricignano - spiega il sindaco - e
parecchie altri siti: tre o quattro realtà. Può anche darsi che saranno tutte
inidonee, però vanno verificate”. Intanto la cronaca registra alta tensione
nella zona di Pianura e precisamente a Contrada Pisani dove è stata individuata
la discarica che dovrebbe fronteggiare l'emergenza rifiuti nella regione. Dopo
gli scontri verificatisi nella notte di venerdì con le forze dell'ordine (un
giovane è caduto nella scarpata vicina al sito, altri sono stati fermati)
alcuni manifestanti hanno occupato per alcune ore i binari della linea
ferroviaria Roma-Napoli nel tratto compreso tra Pozzuoli e Giugliano. Il
bilancio di sabato registra anche la notizia di un ambulanza assaltata (l'autista
dell'ambulanza è stato medicato in ospedale) e della chiusura delle scuole a
San Giorgio a Cremano, dove il sindaco ha firmato una ordinanza, a tempo
indeterminato, per "i gravi rischi alla salute pubblica" causati
dall'emergenza. In città restano a terra infatti circa mille tonnellate di
spazzatura. In tutta la zona ci sono circa 95 mila tonnellate di rifiuti; solo
a Napoli e Caserta sono oltre seimila le tonnellate non raccolte. Un ulteriore
blocco stradale è stato realizzato dai manifestanti a Quarto (Napoli), comune
confinante con il quartiere di Pianura che ha isolato completamente il comune
flegreo. (asp) 5 gen 18:51.
( da "Velino.it, Il" del 05-01-2008)
(POL) Rifiuti: alta tensione a Pianura, Prodi
annuncia iniziative Roma, 5 gen (Velino) - Dopo una giornata di tensioni a
Pianura (NA), dove è stata individuata la discarica che dovrebbe fronteggiare
l'emergenza rifiuti nella regione e di scontri politici con
esponenti di maggioranza e opposizione uniti nel chiedere le dimissioni di
Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino, è sceso in campo anche il presidente del
Consiglio Romano Prodi. Il premier ha annunciato che a partire da lunedì
cominceranno le riunioni con i vari ministri per affrontare l'emergenza una
volta per tutte. E ha fatto appello “alla solidarietà e al lavoro comune
di tutte le forze istituzionali della Campania e a tutti cittadini” per
raggiungere rapidamente una soluzione. “Il governo – ha detto Prodi – si assume
tutte le proprie responsabilità riguardo a questa emergenza perché sta mettendo
in gioco il paese. Tutti ci osservano e non voglio che l'Italia dia questa
immagine negativa”. Sul fronte politico non è, come detto, solo l'opposizione a
sollecitare una svolta decisa e a c hiedere che i responsabili di questa deriva
traggano le conseguenze. Tra le file della maggioranza parla Antonio Di Pietro
che ha chiesto le dimissioni del governatore campano e ha annunciato che il
gruppo dirigente dell'IdV Campania, potrebbe non sostenere più la coalizione
che governa la Regione “poiché non intende mantenere alcun comportamento
connivente con l'inazione del governo regionale”. Un messaggio dello stesso
tenore è partitoo anche da Roberto Della Seta, responsabile ambiente del
Partito Democratico, che ha denunciato “l'immobilismo” e “l'angusto localismo”,
offerto in queste ore “da troppi autorevoli esponenti del Partito Democratico
che ricoprono, non da oggi, incarichi di massima responsabilità istituzionale
in Campania”. Per Della Seta, questi personaggi “dovrebbero anche sentire
l'umiltà e la responsabilità” di assumersi le loro colpe visto che, chiarisce,
“governiamo la regione da otto anni e siamo stati a lungo commissari
all'emergenza, senza essere stati capaci di realizzare un unico impianto”, o di
far partire la raccolta differenziata a Napoli. Dal versan te del centrodestra,
Roberto Calderoli (Lega) invoca l'intervento di Giorgio Napolitano per
sciogliere il consiglio regionale della Campania. E lo chiedono anche Mara
Carfagna (FI) e Michela Brambilla presidente dei Circoli della Libertà. Mentre
Simone Baldelli (FI), sollecita un'informativa urgente in Aula al governo.
Dietro l'emergenza rifiuti a Napoli però non ci sono solo spazzatura, roghi e
proteste. C'è anche una macchina della giustizia che lavora e ha aperto
numerosi fascicoli legati alle vicenda campana. In prima linea, Giovan Domenico
Lepore, capo della Procura di Napoli, che ha chiuso di recente la richiesta di
rinvio a giudizio per un lungo elenco di personaggi legati al ciclo dei rifiuti
tra cui proprio Bassolino e la Fibe, la società
affidataria dei servizi di smaltimento della regione. In un'intervista al
CORRIERE DELLA SERA, il magistrato punta il dito contro la politica e le
istituzioni che in 14 anni non hanno risolto i problemi. Secondo il procuratore
capo, “l'emergenza fa comodo a molti” e “forse chiudere i rubinetti sarebbe
stato meglio”, precisa Lepore che indica anche la strada maestra per
ripristinare la normalità: la messa da parte degli amministratori. Ma
ammonisce: “Poi ci vorrebbe qualcuno in grado di sostituirli. E adesso non è
possibile. E poi perché qualcuno si metta da parte occorrono due cose: o un
esame di coscienza o un intervento esterno”. Vale a dire dimissioni, oppure il
voto: “Arriva sempre il giorno in cui si va a mettere la croce su una scheda. E
quel giorno bisogna essere consapevoli di ciò che si va a fare e soprattutto
andarci”. L'emergenza in Campania rischia però di trasformarsi in un vero e
proprio scontro istituzionale. Dopo l'intervento di ieri del presidente
Napolitano che si era detto “allarmato” per la situazione in Campania, il
governo era infatti intervenuto venerdì con una nota ufficiale di Palazzo Chigi
per manifestare la propria solidarietà nei confronti del prefetto Alessandro
Pansa e prendere le distanze dalla Iervolino che aveva attaccato duramente il
commissario per la decisione di riaprire la discarica di Pianura. Il sindaco di
Napoli oltre ad aver espresso solidarietà ai manifestanti ha anche avanzato
l'ipotesi di esplorare altre strade: “Devo ringraziare chi veramente mi è stato
vicino come il ministro Pecoraro Scanio, che anche ieri ha mandato l'avvocato
Viglione. Alcune ipotesi dal ministero della Difesa sono state fornite, vorrei
che almeno fossero verificate”. Le ipotesi sono “Gricignano - spiega il sindaco
- e parecchie altri siti: tre o quattro realtà. Può anche darsi che saranno
tutte inidonee, però vanno verificate”. Intanto la cronaca registra alta
tensione nella zona di Pianura e precisamente a Contrada Pisani dove è stata
individuata la discarica che dovrebbe fronteggiare l'emergenza rifiuti nella
regione. Dopo gli scontri verificatisi nella notte di venerdì con le forze
dell'ordine (un giovane è caduto nella scarpata vicina al sito, altri sono
stati fermati) alcuni manifestanti hanno occupato per alcune ore i binari della
linea ferroviaria Roma-Napoli nel tratto compreso tra Pozzuoli e Giugliano. Il
bilancio di sabato registra anche la notizia di un ambulanza assaltata
(l'autista dell'ambulanza è stato medicato in ospedale) e della chiusura delle
scuole a San Giorgio a Cremano, dove il sindaco ha firmato una ordinanza, a
tempo indeterminato, per "i gravi rischi alla salute pubblica"
causati dall'emergenza. In città restano a terra infatti circa mille tonnellate
di spazzatura. In tutta la zona ci sono circa 95 mila tonnellate di rifiuti;
solo a Napoli e Caserta sono oltre seimila le tonnellate non raccolte. Un ulteriore
blocco stradale è stato realizzato dai manifestanti a Quarto (Napoli), comune
confinante con il quartiere di Pianura che ha isolato completamente il comune
flegreo. (asp) 5 gen 18:51.
( da "Velino.it, Il" del 05-01-2008)
(POL) Rifiuti: alta tensione a Pianura, Prodi
annuncia iniziative Roma, 5 gen (Velino) - Dopo una giornata di tensioni a
Pianura (NA), dove è stata individuata la discarica che dovrebbe fronteggiare
l'emergenza rifiuti nella regione e di scontri politici con
esponenti di maggioranza e opposizione uniti nel chiedere le dimissioni di
Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino, è sceso in campo anche il presidente del
Consiglio Romano Prodi. Il premier ha annunciato che a partire da lunedì
cominceranno le riunioni con i vari ministri per affrontare l'emergenza una
volta per tutte. E ha fatto appello “alla solidarietà e al lavoro comune
di tutte le forze istituzionali della Campania e a tutti cittadini” per raggiungere
rapidamente una soluzione. “Il governo – ha detto Prodi – si assume tutte le
proprie responsabilità riguardo a questa emergenza perché sta mettendo in gioco
il paese. Tutti ci osservano e non voglio che l'Italia dia questa immagine
negativa”. Sul fronte politico non è, come detto, solo l'opposizione a
sollecitare una svolta decisa e a c hiedere che i responsabili di questa deriva
traggano le conseguenze. Tra le file della maggioranza parla Antonio Di Pietro
che ha chiesto le dimissioni del governatore campano e ha annunciato che il
gruppo dirigente dell'IdV Campania, potrebbe non sostenere più la coalizione
che governa la Regione “poiché non intende mantenere alcun comportamento
connivente con l'inazione del governo regionale”. Un messaggio dello stesso
tenore è partitoo anche da Roberto Della Seta, responsabile ambiente del
Partito Democratico, che ha denunciato “l'immobilismo” e “l'angusto localismo”,
offerto in queste ore “da troppi autorevoli esponenti del Partito Democratico
che ricoprono, non da oggi, incarichi di massima responsabilità istituzionale
in Campania”. Per Della Seta, questi personaggi “dovrebbero anche sentire
l'umiltà e la responsabilità” di assumersi le loro colpe visto che, chiarisce,
“governiamo la regione da otto anni e siamo stati a lungo commissari
all'emergenza, senza essere stati capaci di realizzare un unico impianto”, o di
far partire la raccolta differenziata a Napoli. Dal versan te del centrodestra,
Roberto Calderoli (Lega) invoca l'intervento di Giorgio Napolitano per sciogliere
il consiglio regionale della Campania. E lo chiedono anche Mara Carfagna (FI) e
Michela Brambilla presidente dei Circoli della Libertà. Mentre Simone Baldelli
(FI), sollecita un'informativa urgente in Aula al governo. Dietro l'emergenza
rifiuti a Napoli però non ci sono solo spazzatura, roghi e proteste. C'è anche
una macchina della giustizia che lavora e ha aperto numerosi fascicoli legati
alle vicenda campana. In prima linea, Giovan Domenico Lepore, capo della
Procura di Napoli, che ha chiuso di recente la richiesta di rinvio a giudizio
per un lungo elenco di personaggi legati al ciclo dei rifiuti tra cui proprio Bassolino e la Fibe, la società affidataria dei servizi di
smaltimento della regione. In un'intervista al CORRIERE DELLA SERA, il
magistrato punta il dito contro la politica e le istituzioni che in 14 anni non
hanno risolto i problemi. Secondo il procuratore capo, “l'emergenza fa comodo a
molti” e “forse chiudere i rubinetti sarebbe stato meglio”, precisa Lepore che
indica anche la strada maestra per ripristinare la normalità: la messa da parte
degli amministratori. Ma ammonisce: “Poi ci vorrebbe qualcuno in grado di
sostituirli. E adesso non è possibile. E poi perché qualcuno si metta da parte
occorrono due cose: o un esame di coscienza o un intervento esterno”. Vale a
dire dimissioni, oppure il voto: “Arriva sempre il giorno in cui si va a
mettere la croce su una scheda. E quel giorno bisogna essere consapevoli di ciò
che si va a fare e soprattutto andarci”. L'emergenza in Campania rischia però
di trasformarsi in un vero e proprio scontro istituzionale. Dopo l'intervento
di ieri del presidente Napolitano che si era detto “allarmato” per la
situazione in Campania, il governo era infatti intervenuto venerdì con una nota
ufficiale di Palazzo Chigi per manifestare la propria solidarietà nei confronti
del prefetto Alessandro Pansa e prendere le distanze dalla Iervolino che aveva
attaccato duramente il commissario per la decisione di riaprire la discarica di
Pianura. Il sindaco di Napoli oltre ad aver espresso solidarietà ai
manifestanti ha anche avanzato l'ipotesi di esplorare altre strade: “Devo
ringraziare chi veramente mi è stato vicino come il ministro Pecoraro Scanio,
che anche ieri ha mandato l'avvocato Viglione. Alcune ipotesi dal ministero
della Difesa sono state fornite, vorrei che almeno fossero verificate”. Le
ipotesi sono “Gricignano - spiega il sindaco - e parecchie altri siti: tre o
quattro realtà. Può anche darsi che saranno tutte inidonee, però vanno verificate”.
Intanto la cronaca registra alta tensione nella zona di Pianura e precisamente
a Contrada Pisani dove è stata individuata la discarica che dovrebbe
fronteggiare l'emergenza rifiuti nella regione. Dopo gli scontri verificatisi
nella notte di venerdì con le forze dell'ordine (un giovane è caduto nella
scarpata vicina al sito, altri sono stati fermati) alcuni manifestanti hanno
occupato per alcune ore i binari della linea ferroviaria Roma-Napoli nel tratto
compreso tra Pozzuoli e Giugliano. Il bilancio di sabato registra anche la
notizia di un ambulanza assaltata (l'autista dell'ambulanza è stato medicato in
ospedale) e della chiusura delle scuole a San Giorgio a Cremano, dove il
sindaco ha firmato una ordinanza, a tempo indeterminato, per "i gravi rischi
alla salute pubblica" causati dall'emergenza. In città restano a terra
infatti circa mille tonnellate di spazzatura. In tutta la zona ci sono circa 95
mila tonnellate di rifiuti; solo a Napoli e Caserta sono oltre seimila le
tonnellate non raccolte. Un ulteriore blocco stradale è stato realizzato dai
manifestanti a Quarto (Napoli), comune confinante con il quartiere di Pianura
che ha isolato completamente il comune flegreo. (asp) 5 gen 18:51.
( da "KataWeb News" del 05-01-2008)
Alle 19:41 - Fonte: repubblica.it - 0 commenti
"Ambulanze assaltate, come non accade nemmeno nei Paesi in guerra, incendi
urbani, guerriglie con la polizia: tutto quello che sta succedendo dimostra che
Napoli non è Italia. Siamo di fronte ad un Paese che accetta di avere al suo
interno un'enclave extraterritoriale, dove le leggi dello Stato non valgono. Ma
un Paese che accetta che lo stato di diritto venga fatto rispettare solo in una
parte sì e in altre no cessa di essere uno Stato di diritto e cessa, pertanto,
anche di essere uno Stato. E quando non c'è più lo Stato di diritto, per alcune
aree del Paese, allora è giusto che anche le altre aree abbiano la possibilità
di decidere cosa fare". Lo afferma il sen. Roberto Calderoli, Vice
Presidente del Senato e Coordinatore delle Segreterie Nazionali della Lega
Nord, in un'intervista rilasciata al quotidiano la Padania, in edicola domani
"Oggi -- fa notare Calderoli al quotidiano leghista -- ci si sarebbe aspettati che i manifestanti andassero a protestare
sotto casa di Bassolino, della Iervolino e di tutti quelli che in questi anni si sono
arricchiti con i rifiuti, ma evidentemente non occorre solo rimuovere gli
amministratori per risolvere questi annosi problemi ma va cambiato il dna dei
napoletani e il loro modo di ragionare". L'esponente del Carroccio
al quotidiano di partito spiega poi: "Ma ha senso continuare a stare in
uno Stato del genere? Uno Stato che priva chi, come la Padania, da sempre tira
la carretta per tutti di una infrastruttura indispensabile come Malpensa, il
suo hub internazionale, mettendo a rischio l'intera economia, e che poi non
commissaria neanche il responsabile di una vergogna come quella che stiamo
vedendo a Napoli? Le responsabilità di quello che sta accadendo sono ovviamente
in primis degli amministratori locali, ma anche dei cittadini stessi che fanno
le sceneggiate alla tv per opporsi alla riapertura di una discarica ma di fatto
con il loro comportamento condannano loro stessi, i loro figli e le prossime
generazioni ai rifiuti". AGI.
( da "Provincia di Como, La" del 05-01-2008)
Mirino: "Ma io non mi dimetto" Uno dei
ventuno manichini appesi ieri a Napoli in corso Umberto NAPOLI Manichini
impiccati agli alberi, autobus dati alle fiamme, proteste. E tutto mentre la
montagna di rifiuti diventa sempre più alta e rischia ora di travolgere i
vertici politici, a iniziare dal presidente della Regione Antonio Bassolino, "invitato" ad andarsene. Un inferno, la
Napoli dei rifiuti. Ieri la giornata è iniziata in modo choc: ventuno manichini
impiccati agli alberi sono comparsi all'alba in Corso Umberto. Sui alcuni di
essi sono attaccati manifesti listati a lutto con scritte sull'emergenza
rifiuti che ha sommerso di spazzatura Napoli e contro il presidente della
Regione Campania, Antonio Bassolino, e il
sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino. Secondo fonti della Digos partenopea,
che indaga sulla macabra messa in scena (con lo slogan "Addio a 'stu munno
'e munnezza!") , la responsabilità dei manichini - appesi senza testa né
arti - sarebbe legata al circolo di An del quartiere Vicaria-Mercato. Ma
non è tutto: nella notte sono stati dati alle fiamme quattro autobus, i cui
scheletri inceneriti sono stati rimossi nella mattinata. I quattro autobus
dell'Anm sono stati bruciati nel quartiere napoletano di Pianura, a Largo Domenico
Russolillo, dove - nella discarica di Contrada Pisani - dovrebbero essere
accatastati i rifiuti che da giorni rimangono in strada. Ancora roghi notturni,
poi, di cumuli di immondizie si sono registrati. Dalle 20 dell'altra sera alle
8 di ieri mattina sono stati 50 gli interventi dei vigili del fuoco, meno di
quelli dello stesso periodo della notte precedente, ma per fronti di fiamme più
consistenti. Le aree più colpite sono quelle della zona Vesuviana e,
soprattutto, quella Flegrea; pochi roghi nella periferia. Attorno alla
discarica di Contrada Pisani, intanto, la cui riapertura dovrebbe essere
imminente, per tutta la notte sono rimaste poche persone a presidiare
l'ingresso; schierati per tutta la notte anche i poliziotti che monitorano
l'area. Sono rimasti all'interno del futuro sito di stoccaggio dei rifiuti i
camion inviati dal commissariato di governo per l'emergenza rifiuti. Ma la
verità è che la crisi dei rifiuti in Campania è diventata una questione
nazionale e le due massime autorità dello Stato, il presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano e il premier Romano Prodi, intervengono appoggiando le
decisioni del commissario Umberto Cimmino e del prefetto di Napoli Alessandro
Pansa di riaprire la discarica di Pianura. Cosa che non impedisce al sindaco di
Napoli Iervolino di proseguire il suo braccio di ferro con entrambi. Prodi, in
un colloquio con "Il Mattino", ha esternato la sua indignazione:
"Non è tollerabile che l'Italia venga additata a vergogna
dell'Europa". La decisione di Prodi di commissariare politicamente la
crisi trova l'avallo del presidente della Repubblica Napolitano. E il Capo
dello Stato in vacanza a Capri, conferma e si dichiara "non preoccupato,
ma allarmato". "Mi sono trovato d'accordo - spiega - con il presidente
del Consiglio e con i ministri degli Interni e dell'Ambiente che ci sia una
assunzione di responsabilità precisa per sbloccare questa situazione". Il
presidente della regione Campania, Antonio Bassolino,
rifiuta di presentare le dimissioni come chiesto dal centro.destra. "Sento
il peso delle mie responsabilità - dice il governatore - ma talvolta sembra che
le responsabilità siano solo mie".
È UN
territorio che non esce dalla notte. E che non troverà soluzione. Quello che
sta accadendo è grave, perché divengono straordinari i diritti più semplici:
avere una strada accessibile, respirare aria non marcia, vivere con speranze di
vita nella media di un paese europeo. Vivere senza dovere avere l'ossessione di
emigrare o di arruolarsi.
E' una notte cupa quella che cala su queste terre, perché morire divorati dal
cancro diviene qualcosa che somiglia ad un destino condiviso e inevitabile come
il nascere e il morire, perché chi amministra continua a parlare di cultura e
democrazia elettorale, comete più vane delle discussioni bizantine e chi è
all'opposizione sembra divorato dal terrore di non partecipare agli affari
piuttosto che interessato a modificarne i meccanismi.
Si muore di una peste silenziosa che ti nasce in corpo dove vivi e ti porta a
finire nei reparti oncologici di mezza Italia. Gli ultimi dati pubblicati
dall'Organizzazione Mondiale della Sanità mostrano che la situazione campana è
incredibile, parlano di un aumento vertiginoso delle patologie di cancro.
Pancreas, polmoni, dotti biliari più del 12% rispetto alla media nazionale. La
rivista medica The Lancet Oncology già nel settembre 2004 parlava di un
aumento del 24% dei tumori al fegato nei territori delle discariche e le donne
sono le più colpite. Val la pena ricordare che il dato nelle zone più a rischio
del nord Italia è un aumento del 14%.
Ma forse queste vicende avvengono in un altro paese. Perché chi governa e chi è
all'opposizione, chi racconta e chi discute, vive in un altro paese. Perché se
vivessero nello stesso paese sarebbe impensabile accorgersi di tutto questo
solo quando le strade sono colme di rifiuti. Forse accadeva in un altro paese
che il presidente della Commissione Affari Generali della Regione Campania
fosse proprietario di un'impresa - l'Ecocampania - che raccoglieva rifiuti in
ogni angolo della regione e oltre, e non avesse il certificato antimafia.
Eppure non avviene in un altro paese che i rifiuti sono un enorme business. Ci
guadagnano tutti: è una risorsa per le imprese, per la politica, per i clan,
una risorsa pagata maciullando i corpi e avvelenando le terre. Guadagnano le
imprese di raccolta: oggi le imprese di raccolta rifiuti campane sono tra le
migliori in Italia e addirittura capaci di entrare in relazione con i più
importanti gruppi di raccolta rifiuti del mondo. Le imprese di rifiuti
napoletane infatti sono le uniche italiane a far parte della EMAS, francese, un
Sistema di Gestione Ambientale, con lo scopo di prevenire e ridurre gli impatti
ambientali legati alle attività che si esercitano sul territorio.
Se si va in Liguria o in Piemonte numerosissime attività che vengono gestite da
società campane operano secondo tutti i criteri normativi e nel miglior modo
possibile. A nord si pulisce, si raccoglie, si è in equilibrio con l'ambiente,
a sud si sotterra, si lercia, si brucia. Guadagna la politica perché come
dimostra l'inchiesta dei Pm Milita e Cantone, dell'antimafia di Napoli sui
fratelli Orsi (imprenditori passati dal centrodestra al centrosinistra) in
questo momento il meccanismo criminogeno attraverso cui si fondono tre poteri:
politico imprenditoriale e camorristico - è il sistema dei consorzi.
Il Consorzio privato-pubblico rappresenta il sistema ideale per aggirare tutti
i meccanismi di controllo. Nella pratica è servito a creare situazioni di
monopolio sulla scelta di imprenditori spesso erano vicino alla camorra. Gli
imprenditori hanno ritenuto che la società pubblica avesse diritto a fare la
raccolta rifiuti in tutti i comuni della realtà consorziale, di diritto. Questo
ha avuto come effetto pratico di avere situazioni di monopolio e di guadagno
enorme che in passato non esistevano. Nel caso dell'inchiesta di Milite e
Cantone accadde che il Consorzio acquistò per una cifra enorme e gonfiata
(circa nove milioni di euro) attraverso fatturazioni false la società di
raccolta ECO4. I privati tennero per se gli utili e scaricarono sul Consorzio
le perdite. La politica ha tratto dal sistema dei consorzi 13.000 voti e 9
milioni di euro all'anno, mentre il fatturato dei clan è stato di 6 miliardi di
euro in due anni.
Ma guadagnano cifre immense anche i proprietari delle discariche come dimostra
il caso di Cipriano Chianese, un avvocato imprenditore di un paesino, Parete,
il suo feudo. Aveva gestito per anni la Setri, società specializzata nel
trasporto di rifiuti speciali dall'estero: da ogni parte d'Europa trasferiva
rifiuti a Giugliano-Villaricca, trasporti irregolari senza aver mai avuto
l'autorizzazione dalla Regione. Aveva però l'unica autorizzazione necessaria,
quella della camorra.
Accusato dai pm antimafia Raffaele Marino, Alessandro Milita e Giuseppe
Narducci di concorso esterno in associazione camorristica ed estorsione
aggravata e continuata, è l'unico destinatario della misura cautelare firmata
dal gip di Napoli. Al centro dell'inchiesta la gestione delle cave X e Z,
discariche abusive di località Scafarea, a Giugliano, di proprietà della Resit
ed acquisite dal Commissariato di governo durante l'emergenza rifiuti del 2003.
Chianese - secondo le accuse - è uno di quegli imprenditori in grado di
sfruttare l'emergenza e quindi riuscì con l'attività di smaltimento della sua
Resit a fatturare al Commissariato straordinario un importo di oltre 35 milioni
di euro, per il solo periodo compreso tra il 2001 e il 2003.
Gli impianti utilizzati da Chianese avrebbero dovuto essere chiusi e
bonificati. Invece sono divenute miniere in tempo di emergenza. Grazie
all'amicizia con alcuni esponenti del clan dei Casalesi, hanno raccontato i
collaboratori di giustizia, Chianese aveva acquistato a prezzi stracciati
terreni e fabbricati di valore, aveva ottenuto l'appoggio elettorale nelle
politiche del 1994 (candidato nelle liste di Forza Italia, non fu eletto) e il
nulla osta allo smaltimento dei rifiuti sul territorio del clan.
La Procura ha posto sotto sequestro preventivo i beni riconducibili
all'avvocato-imprenditore di Parete: complessi turistici e discoteche a Formia
e Gaeta oltre che di numerosi appartamenti tra Napoli e Caserta. L'emergenza di
allora, la città colma di rifiuti, i cassonetti traboccanti, le proteste, i
politici sotto elezione hanno trovato nella Resit con sede in località Tre
Ponti, al confine tra Parete e Giugliano, la loro soluzione.
Sullo smaltimento dei rifiuti in Campania ci guadagnano le imprese del
nord-est. Come ha dimostrato l'operazione Houdini del 2004, il costo di mercato
per smaltire correttamente i rifiuti tossici imponeva prezzi che andavano dai 21
centesimi a 62 centesimi al chilo. I clan fornivano lo stesso servizio a 9 o 10
centesimi al chilo. I clan di camorra sono riusciti a garantire che 800
tonnellate di terre contaminate da idrocarburi, proprietà di un'azienda
chimica, fossero trattate al prezzo di 25 centesimi al chilo, trasporto
compreso. Un risparmio dell'80% sui prezzi ordinari.
Se i rifiuti illegali gestiti dai clan fossero accorpati diverrebbero una
montagna di 14.600 metri con una base di tre ettari, sarebbe la più grande
montagna esistente ma sulla terra. Persino alla Moby Prince, il traghetto che
prese fuoco e che nessuno voleva smaltire, i clan non hanno detto di no.
Secondo Legambiente è stata smaltita nelle discariche del casertano, sezionata
e lasciata marcire in campagne e discariche. In questo paese bisognerebbe far
conoscere Biùtiful cauntri (scritto alla napoletana) un documentario di
Esmeralda Calabria, Andrea D'Ambrosio e Peppe Ruggiero: vedere il veleno che da
ogni angolo d'Italia è stato intombati a sud massacrando pecore e bufale e
facendo uscire puzza di acido dal cuore delle pesche e delle mele annurche. Ma
forse è in un altro paese che si conoscono i volti di chi ha avvelenato questa
terra.
E' in un altro paese che i nomi dei responsabili si conoscono eppure ciò non
basta a renderli colpevoli. E' in un altro paese che la maggiore forza
economica è il crimine organizzato eppure l'ossessione dell'informazione resta
la politica che riempie il dibattito quotidiano di intenzioni polemiche, mentre
i clan che distruggono e costruiscono il paese lo fanno senza che ci sia un
reale contrasto da parte dell'informazione, troppo episodica, troppo distratta
sui meccanismi.
Non è affatto la camorra ad aver innescato quest'emergenza. La camorra non ha
piacere in creare emergenze, la camorra non ne ha bisogno, i suoi interessi e
guadagni sui rifiuti come su tutto il resto li fa sempre, li fa comunque, col
sole e con la pioggia, con l'emergenza e con l'apparente normalità, quando
segue meglio i propri interessi e nessuno si interessa del suo territorio,
quando il resto del paese gli affida i propri veleni per un costo imbattibile e
crede di potersene lavare le mani e dormire sonni tranquilli.
Quando si getta qualcosa nell'immondizia, lì nel secchio sotto il lavandino in
cucina, o si chiude il sacchetto nero bisogna pensare che non si trasformerà in
concime, in compost, in materia fetosa che ingozzerà topi e gabbiani ma si
trasformerà direttamente in azioni societarie, capitali, squadre di calcio,
palazzi, flussi finanziari, imprese, voti. E dall'emergenza non si vuole e non
si po' uscire perché è uno dei momenti in cui si guadagna di più.
L'emergenza non è mai creata direttamente dai clan, ma il problema è che la
politica degli ultimi anni non è riuscita a chiudere il ciclo dei rifiuti. Le
discariche si esauriscono. Si è finto di non capire che fino a quando sarebbe
finito tutto in discarica non si poteva non arrivare ad una situazione di
saturazione. In discarica dovrebbe andare pochissimo, invece quando tutto viene
smaltito lì, la discarica si intasa.
Ciò che rende tragico tutto questo è che non sono questi i giorni ad essere
compromessi, non sono le strade che oggi solo colpite delle
"sacchette" di spazzatura a subire danno. Sono le nuove generazioni
ad essere danneggiate. Il futuro stesso è compromesso. Chi nasce neanche potrà
più tentare di cambiare quello che chi li ha preceduti non è riuscito a fermare
e a mutare. L'80 per cento delle malformazioni fetali in più rispetto alla
media nazionale avvengono in queste terre martoriate.
Varrebbe la pena ricordare la lezione di Beowulf, l'eroe epico che strappa le
braccia all'Orco che appestava la Danimarca: "il nemico più scaltro non è
colui che ti porta via tutto, ma colui che lentamente ti abitua a non avere più
nulla". Proprio così, abituarsi a non avere il diritto di vivere nella
propria terra, di capire quello che sta accadendo, di decidere di se stessi.
Abituarsi a non avere più nulla.
(5 gennaio 2008)