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ARCHIVIO DEL DOSSIER “MONNEZZE”

DAL 5 AL 12 GENNAIO 2008


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INDICE DEL DOSSIER top#

Articoli del 12-1-2008

Articoli dal 7 all’11 gennaio 2008

COMMISSIONE PARLAMENTARE D’INCHIESTA SUL CICLO DEI RIFIUTI E SULLE ATTIVITA` ILLECITE AD ESSO CONNESSE.

Testo della relazione trasmessa alle Camere il 13-6-2007

Articoli del 6-1-2008

Articoli del 5 gennaio 2008

Imprese, politici e camorra ecco i colpevoli della peste. J'accuse dell'autore di Gomorra: la tragedia è che Napoli si sta rassegnando all'avvelenamento di ROBERTO SAVIANO (La Repubblica del 5-1-2008)

 

 

ARTICOLI DEL 12-1-2008

Pecoraro Scanio e i ri uti di sinistra ( da "EUROPA.it" del 12-01-2008)

La Regione Liguria incassa quattro no ( da "Secolo XIX, Il" del 12-01-2008)

Povera capitale - (segue dalla prima pagina) ( da "Repubblica, La" del 12-01-2008)

De gennaro userà l'esercito discariche blindate dai soldati - conchita sannino ( da "Repubblica, La" del 12-01-2008)

Dopo pianura, l'obiettivo è terzigno ( da "Repubblica, La" del 12-01-2008)

Il centrodestra in corteo per assediare la regione - roberto fuccillo ( da "Repubblica, La" del 12-01-2008)

Comune, parte l'operazione immagine - ottavio lucarelli ( da "Repubblica, La" del 12-01-2008)

Il razzismo delle discariche - marco armiero ( da "Repubblica, La" del 12-01-2008)

E dai leghisti sacchi ai tifosi del Napoli ( da "Corriere della Sera" del 12-01-2008)

Rifiuti, in arrivo altre navi ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 12-01-2008)

Pomodori e mozzarelle al veleno: ritorno al Sud dei nuovi emigrati ( da "Unita, L'" del 12-01-2008)

Rifiuti e mafie: se dicessimo basta? ( da "Unita, L'" del 12-01-2008)

Bassolino, l'uomo che non sapeva leggere, attacca il suo staff pag.1 ( da "Giornale.it, Il" del 12-01-2008)

Nel disastro campano c'è un nuovo partito: quelli che <l'avevo detto> pag.1 ( da "Giornale.it, Il" del 12-01-2008)

Alta (in) fedeltà all'Amantes ( da "Stampa, La" del 12-01-2008)

Rifiuti, la protesta sbarca in Sardegna ( da "Campanile, Il" del 12-01-2008)

DILIBERTO: I CUMULI SONO IL SIMBOLO DI UN FALLIMENTO ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 12-01-2008)

UN COLPO ALL'IMMAGINE ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 12-01-2008)

LA CDL IN PIAZZA: A CASA BASSOLINO E IERVOLINO ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 12-01-2008)


Articoli

Pecoraro Scanio e i ri uti di sinistra (sezione: Monnezze)

( da "EUROPA.it" del 12-01-2008)

 

PIERLUIGI MANTINI Sul disastro dei rifiuti in Campania è stato scritto moltissimo ma forse non proprio tutto. Mentre impazza il telethon-rifiuti, resta da chiedersi qualcosa sull'Italia neofederale dinanzi ad un'emergenza nazionale delle dimensioni di quella campana. Lasciamo stare lo spettacolo delle prime reazioni delle regioni, in particolare del Nord, dinanzi l'invito di Prodi a cooperare nello smaltimento. In alcuni casi esilarante, grottesco: "non ho spazio", "vorrei ma non posso", eccetera, un florilegio di posizioni che puzzano lontane un miglio, più dei rifiuti, di individualismo, di autonomismo, di egoismo. Vedremo quante si ricorderanno che sullo smaltimento si guadagna e che, in definitiva, anche il Nord ha a lungo portato i suoi rifiuti, anche tossici e pericolosi, nei siti campani. Ma il punto è: esiste, dinanzi alla tragedia, uno stato nazionale e, ancor prima, una comunità nazionale? Domanda retorica perché l'Italia è da oltre un decennio impegnata a diventare federale ossia a dividersi. Addio alle teorie delle autonomie locali, a Cattaneo, a Sturzo, a Massimo Severo Giannini, ai regionalisti e ai cultori del comune e degli ordinamenti government della repubblica. Roba vecchia, demodé. La zuppa federalista è più saporita e ricca: le regioni sono "piccole patrie" onnipotenti, i comuni hanno competenza generale su tutto, le province guai chi le tocca, le città metropolitane le abbiamo almeno messe in Costituzione, le comunità montane le abbiamo mandate anche al mare e poi ci sono sempre i consorzi, le società pubbliche, quelle miste, ma non solo, c'è anche una salutare confusione basta con "l'ordine antico", c'è già la sussidiarietà verticale che scavalca i confini delle competenze, ci sono gli accordi di programma ove ognuno fa qual che vuole senza responsabilità, c'è la fighissima multilevelgovernance, ma anche la più pallosa, però suona bene, "plurisoggettività attoriale". C'è di tutto, nel territorio del federalismo all'italiana. Ora vedremo il rispetto pratico di questa "colletta federale" dei rifiuti. Proviamo a chiederci due cose: le maggiori responsabilità sono di Bassolino & Co? Sembrerebbe di sì, lo ammette anche Realacci. Dovrebbe esserci qualche conseguenza, politica o giuridica? Ma il povero Bassolino, che pure ha confessato le sue colpe, non può nemmeno dimettersi. Gli è vietato, da chi vi chiederete: ma è chiaro, dal federalismo. La riforma costituzionale federalista n. 1 del 1999 ha stabilito che se si dimette lui va a casa tutto il consiglio regionale e si deve rivotare entro tre mesi. Ora è chiaro che la "casta" campana non ha nessuna voglia di lasciare il consiglio regionale che è uno dei pochi luoghi privi di spazzatura. E, comunque, ha pure ragione: si è mai visto l'equipaggio che scappa mentre il mare è in tempesta e vi immaginate il danno dei milioni di manifestanti e materiali elettorale nel cumulo esistente di spazzatura a cielo aperto? Sappiamo invece che Bassolino & Co. possano avere altre responsabilità, magari giuridiche e patrimoniali. In effetti si tratta di un grande disastro ambientale, con effetti rilevantissimi alla salute dei cittadini, nuovo inquinamento ambientale, danni straordinari di immagine per l'Italia intera. Lo stato è tenuto ad esercitare l'azione di danno ambientale di cui è l'unico titolare dopo il nuovo testo unico sull'ambiente del 2006. Dovrebbe applicare il principio europeo "chi inquina paga", anche nei confronti di Bassolino, Iervolino e di chiunque abbia concorso a determinare danni di simili proporzioni. È il ministro Pecoraro Scanio che ha per legge la titolarità dell'azione e sarebbe grottesco se non la esercitasse. Mi auguro lo faccia: sarebbe una prova minima di coerenza, un atto di responsabilità, la conferma che i rifiuti di sinistra non sono meno dannosi di quelli di destra.

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La Regione Liguria incassa quattro no (sezione: Monnezze)

( da "Secolo XIX, Il" del 12-01-2008)

 

Incerta la destinazione dei camion I presidenti delle Province "chiudono" le discariche L'assessore Zunino: "Si faranno carico in parti uguali del problema" 12/01/2008 Genova. "Non c'è fretta, non c'è fretta. E se non saremo in grado di accogliere i 50 camion promessi ne prenderemo la metà, forse meno. I presidenti delle Province liguri mi stanno parlando di problemi oggettivi, ma noi ci troviamo tra le mani l'esigenza di dare una risposta al paese e al primo ministro. Anche piccola. Per questo vedremo di distribuire tra le province il carico di spazzatura assegnatoci". L'assessore Franco Zunino si è messo al telefono nel pomeriggio di ieri, dopo una riunione di giunta lunghissima sul bilancio regionale del prossimo anno. Ma a metà pomeriggio l'assessore regionale all'Ambiente, incaricato da Burlando di dare una destinazione a mille tonnellate di problemi partenopei, ha trovato anche il tempo di una seduta dal barbiere, segno che per dare la risposta a Roma e al Sud, la Liguria non ha alcuna fretta. "Ci sono regioni che hanno dato subito la loro adesione, logico che i rifiuti inizino a prendere prima queste strade - dice Zunino - noi comunque non stiamo a guardare, vedrò di convincere i presidenti provinciali a farsi carico, in parti uguali o comunque non in maniera esclusiva, del problema". Ieri, infatti, Zunino ha incassato solo dei no. Il presidente della Provincia di Genova Alessandro Repetto ha scritto a Burlando descrivendogli "la ferma intenzione di rifiutare qualsiasi intesa relativamente all'immissione di rifiuti provenienti dalle zone interessate dall'emergenza". Repetto ha poi spiegato per telefono a Zunino il suo rammarico nel non poter rispondere, allo stato attuale, a un problema per il quale in passato la sua provincia ha dato risposte concrete e ha fatto molto. Piccolo dietrofront, ma non si può parlare di entusiastica apertura, da parte del presidente provinciale di Imperia Gianni Giuliano. "Restiamo contrari anche se nessuno ci ha ancora chiesto ufficialmente alcunché - dice Giuliano - quando Burlando mi chiamerà vedremo il da farsi, magari incontrandoci tra presidenti delle province e Regione". No "tecnico", nonostante il sì con riserva iniziale, da parte di Marco Bertolotto, presidente della Provincia di Savona: "da una verifica effettuata sulle discariche del nostro territorio abbiamo appurato che non esistono le condizioni tecniche per ospitare i rifiuti della Campania". L'assessore regionale all'Ambiente rimane fiducioso. "Non dico che sarà lo stesso sito a doversi prendere l'intero quantitativo - dice - credo praticabile una soluzione nella quale a una discarica conferiscano cinque camion, a un'altra dieci, a un'altra ancora quindici. Ovviamente rimane fuori Scarpino, per volere del presidente, ma a mio avviso anche il Boscaccio di Vado. Ma, ripeto, l'arrivo dei camion non è imminente". Intanto quasi l'intera minoranza in Regione ieri si espressa sul cambio di rotta del presidente regionale. "Mi chiedo quanto valga a questo punto la parola di Burlando - ha detto il capogruppo di Forza Italia Luigi Morgillo - mercoledì alle 13 Burlando ha detto che non sarebbe arrivata spazzatura dalla Campania, quattro ore dopo, alle 17, ha cambiato opinione, ignorando quanto ci aveva assicurato soltanto poco prima: si può ritenere affidabile chi si comporta in questo modo?". "È da irresponsabili autorizzare al buio l'accoglimento di rifiuti in una Regione come la Liguria che, al pari della Campania, non dispone neppure di un termovalorizzatore e ha discariche in proroga sull'orlo del collasso - è stato il commento di Gianni Plinio, capogruppo di Alleanza nazionale - per non dire delle possibili reazioni da parte di cittadini liguri esasperati di dover pagare sulla propria pelle le incapacità dei vari Bassolino, Rosa Russo Iervolino e Pecoraro Scanio". E mentre il Gruppo Udc ha presentato un'interrogazione con risposta immediata, affinché il presidente Burlando e l'assessore Zunino relazionino in consiglio regionale circa le motivazioni che hanno portato ad una decisione definita "grave", Roberto Bruzzone, capogruppo della Lega Nord, sostiene che "sugli interessi dei liguri ha prevalso il ricatto sui soldi da destinare al risanamento del buco della sanità, frutto del di malgoverno e di meri interessi di partito". Daniele Grillo 12/01/2008 italiani indignatiLa Campania è una regione rossa e le responsabilità sono chiare, ma dov'era l'opposizione? 12/01/2008.

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Povera capitale - (segue dalla prima pagina) (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 12-01-2008)

 

Commenti POVERA CAPITALE (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) Del resto è proprio la casta romana che ha inventato la smentita differita, la precisazione imprecisa del giorno dopo, il comunicato riparatore al quale anche il Papa romanamente ha fatto ricorso ieri per far pace con Veltroni e con Roma. Comunque sia, davvero è difficile pensare alla Roma di oggi come alla città di Gomorra, al regno di Babilonia, alla sentina di tutti i mali. Vada invece, Sua Santità, a Londra, dove i teenager vengono uccisi per strada a coltellate; vada a New York e a Istanbul e nelle capitali asiatiche, tutte città bellissime come vuole "il degrado" moderno, che è vita e abuso di vita. O venga a Parigi a scoprire che nel ricco "sedicesimo" arrondissement ogni tanto bruciano i barboni o anche, al contrario, a guardare che barbari sono diventati i discendenti di quelli che una volta erano i clochard filosofi e poeti. Venga, la notte, a vedere con quanta inutile crudeltà si combattono nelle banlieue. Ogni volta che il famosissimo designer Karl Lagerfeld, il "Papa della moda", anch'egli tedesco, vi passa con la sua Pope-mobile, una Mercedes nera, si benda gli occhi con il foulard di Hermès: "Oh! j'aime pas Ça, io non sopporto il degrado". Venga, senza foulard mentali, a scoprire, Sua Santità, com'è diventato difficile immaginare un regno dei cieli popolato da poveri. Passeggiando invece per Roma, tanto di notte quanto di giorno, certamente si trova l'accidia ma non la lussuria, la sporcizia ma non la sordidezza, la volgarità ma non la morbosità, il disordine ma non l'orgia. è vero che incontri spesso l'aggressività, ma raramente la ferocia. E c'è la sfrontatezza ma non la tentazione, più il peccato che il vizio, e tante streghe avvizzite e tanti stregoni burini. Ma solo di rado, come nel caso dell'omicidio di Giovanna Reggiani, ti imbatti a Roma nel cupissimo Satana. Vorremmo sbagliarci, ma è tipico di chi non capisce o, più comodamente, di chi non vuol capire l'Italia, usare Roma come metafora, condannare Roma per assolvere se stessi o per "ponziopilateggiare". Il Papa sembra non sapere che tutte le grandi città del mondo, dove non ci sono ricatti ascetici, sono fatte di rifiuti di ogni genere, fra etnie marginali e scorie di super ricchi. E, come un certo Nord che, riscoprendo Bossi, di nuovo sta opponendo alla presunta "Roma capitale ladrona" una presunta "Milano capitale morale", così il Papa, contro l'uso e l'abuso della città ricca e moderna, oppone la religione alla politica, Dio contro Cesare, San Pietro contro il Campidoglio e contro Montecitorio. Come già Bassolino e la Iervolino, anche Benedetto XVI dimentica che, nel mondo moderno, più spazzatura produci e più pulito sei, perché lo scarto non è un degrado ma una risorsa. Vale per Napoli e per Brescia, ma in metafora vale anche per Roma. La spazzatura, di qualsiasi genere, è degrado solo quando non è trattata dalla tecnica e dalla politica. Laicamente, il contrario del degrado romano sono l'urbanistica e la scienza dell'amministrazione come igiene del territorio. Ma per il Papa il contrario del degrado è l'ascesi, che è un rapporto finto con il mondo, un rapporto im-mondo, che nega il mondo. Alla devozione della tecnica e della politica applicata agli scarti, il Papa preferisce il "termovalorizzatore" a forma di finestra che si accende nel raduno domenicale di piazza, davanti alla chiesa di San Pietro. Povera Roma, dunque. Sempre è stata maltrattata, protagonista diabolica della letteratura di tutti i tempi, da Giovenale a Gide, da Svetonio a Henry James. Ma adesso in Italia è bombardata addirittura da tre fronti: dal Nord, dal Sud e dal Papa. E difatti non solo i teologi, meglio se tedeschi, prescindono dai fatti e anzi credono che i fatti siano bestemmie: anche un certo Nord, con le tasche piene e la testa piccola, imputa a Roma il proprio errore strategico di avere voluto un grande aeroporto lontano da tutto. Certo, guardando Roma dalla cascina di Cassano Magnago elevata a cattedrale e ad università, o guardandola dalla finestra di piazza San Pietro si può credere che tanto il fallimento del controllo dei flussi extracomunitari quanto il fallimento dell'accoglienza siano un complotto della casta romana, un degrado all'amatriciana e non le due facce di uno sgomento epocale, di una crescita mondiale a dismisura dinanzi alla quale si sta svolgendo, in ogni luogo della terra, la lotta del kumbh, che è la brocca dell'acqua sacra: da un lato gli dei che la vogliono salvare e dall'altro gli dei che la vogliono rompere, gli dei protettori e gli dei distruttori, gli dei dell'identità che è fatta di frontiere e gli dei dell'accoglienza che nega le frontiere. Povera capitale: anche il Papa, come un certo meridionalismo, dà a Roma ? al degrado immorale di Roma ? la colpa di una marginalità storica e geografica: "la vera mafia sta a Roma" diceva già Colajanni. Se in tutto il mondo la famiglia monogamica è in crisi, davvero la colpa è dell'immoralità di Roma e del suo sindaco laico che avrebbe voluto un registro delle unioni civili? Allo stesso modo: davvero i problemi incancreniti del Sud vengono creati e alimentati altrove ? da Roma ? e non dalla propria incapacità di risolverli? Non è certo per un caso che anche il Papa si è messo ad accarezzare il vecchio luogo comune che vede in Roma il centro di tutti i mali. Roma fu corrotta tanto per i papisti che per gli antipapisti. Ma forse l'immoralità di Roma, che fu un cavallo di battaglia del suo connazionale Lutero, è un mito in decadenza anche perché è purtroppo in decadenza questa nostra Chiesa che, debole e invecchiata, coltiva l'illusione di chiudersi a Roma come in un fortilizio sacro. Veltroni dunque non se la prenda. Sicuramente ha fatto bene a chiudere la polemica e ad accettare il comunicato riparatore del Vaticano: è una debolezza che il Papa gli ha lanciato contro. Benedetto XVI si è trovato davanti il sindaco di Roma e lo ha scambiato per uno di quei bersaglieri che sulle macerie della famosa breccia fecero entrare "il degrado", vale a dire la modernità. Oggi solo una città chiusa, solo una città cimitero non si degrada. è un'ovvietà che ci è venuta in mente vedendo che proprio ieri è tornato a Roma il vescovo Milingo, al quale un prete ha subito negato l'ostia consacrata e che è stato censurato da Mediaset. Poiché nessuno, neppure uno dei tanti indignatissimi comici ha offerto solidarietà a questo simpatico viso nero da jazzista di Dio, a questo pasticcione sempre sorridente con la faccia da Louis Armstrong, tocca adesso a noi salutarlo. Milingo non ha fatto lo scisma in Zambia come la sua popolarità lasciava temere, ma ha solo scritto un libro e ha fondato un'associazione di preti sposati. Forse non è da prendere troppo sul serio, sicuramente la sua fede trasmette un ritmo e una vitalità africane di cui in Vaticano c'è un gran bisogno: lo ricordiamo quando si esibì a Sanremo con una canzone sullo spirito dell'Africa scritta per lui da Lucio Dalla e Ron. Anche quando cacciava il demonio più che un esorcista sembrava un "esorciccio". Ecco: Milingo è venuto a rammentarci che la Chiesa di Roma è assediata sì, ma non dai Veltroni e dai sindaci laici, e che Dio è in terra in cielo e in ogni luogo, Dio Pluriverso e non Universo, un Dio che ha fatto sposare Milingo con una placida Maria, la quale appartiene più al genere Maddalena che al genere Carla Bruni. Insomma, Milingo è venuto a dirci che la partita del cattolicesimo nel mondo non si gioca a Roma con il sindaco Veltroni. Viva dunque Milingo e la sua semplice normalità di sposo e di prete. Non in nome della Libertà, ma solo per seguire il nostro vecchio istinto cristiano e quel tollerante buonsenso cattolico che condividiamo con la stragrande maggioranza degli italiani. Milingo, nell'Italia piena di papisti atei sembra il protagonista di un film postumo di Fellini sul degrado papista della sua Roma: grasso, mattacchione, aperto ai piaceri (sani) della vita, crede in un Dio che non ha certo creato l'uomo per deprimerlo: un Dio romano.

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De gennaro userà l'esercito discariche blindate dai soldati - conchita sannino (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 12-01-2008)

 

Cronaca BREVIARIO De Gennaro userà l'esercito discariche blindate dai soldati Il Prc: no alla militarizzazione della Campania. Prodi frena Resta in bilico il futuro di Pianura Per sessantamila studenti rientro a scuola lunedì CONCHITA SANNINO NAPOLI - Sbagliato inviare l'esercito a vigilare i cantieri delle discariche, non siano i soldati gli interlocutori della rabbia. L'ultimo strappo nella maggioranza arriva proprio mentre il supercommissario ai rifiuti Gianni De Gennaro lascia "soddisfatto" l'incontro in cui ha sottoposto la sua road map al premier Romano Prodi e il sottosegretario Enrico Letta si lascia andare a un sorriso: "è il passo giusto: la soluzione è molto vicina". Ottimismo fondato sul fatto che in quattro giorni dovrebbero riaprire i primi due impianti di Cdr in Campania, strutture paralizzate da mesi e letteralmente sommerse da 27mila ecoballe. Che, da domani, potrebbero essere bruciate nei termovalorizzatori di almeno due (segretissime) regioni italiane. Invece ecco un altro aspro fronte polemico sui pieni poteri conferiti all'ex capo della polizia De Gennaro. Per lui poteri speciali, alcuni anche inattesi: come la facoltà di richiedere - comma 3 dell'articolo 2 dell'ordinanza della Presidenza del Consiglio - "l'uso dell'esercito per preparare e proteggere discariche e cantieri". I siti diverranno aree militari? I cantieri contestati dalle popolazioni saranno sorvegliati da soldati? Domande che infiammano la sinistra e i Verdi, al punto che il premier Prodi tiene a precisare, appena giunto a Malta: "L'esercito sarà impiegato solo per i compiti di logistica e non in funzione dell'ordine pubblico". Una scelta che resta "del tutto sbagliata" per settori della maggioranza. Non piace a Rifondazione, lo spiegano i capigruppo di Camera e Senato, Gennaro Migliore e Giovanni Russo Spena: "L'uso dei militari deve essere rivolto esclusivamente al trasporto dei rifiuti, qualsiasi altro impiego sarebbe un errore clamoroso". Né piace ai Verdi, ministro Pecoraro Scanio in testa, che però scelgono il silenzio, per non bissare altre dannose contrapposizioni come quella che costò le dimissioni dell'ex commissario Bertolaso sulla guerra di Serre, un precedente che ha pesato nel disastro successivo. Intanto le 200 mila tonnellate di rifiuti che ancora punteggiano il territorio della regione, con altre 200 mila che invece giacciono in decine di camion sia dell'Esercito che di aziende private e pubblici consorzi, tornano a dar fuoco alle invocazioni - più o meno esplicite - di dimissioni per il governatore Bassolino, già rimbalzate nelle parole del sindaco di Venezia, Massimo Cacciari. Sceglie un profilo in apparenza soft il leader del Pd Walter Veltroni, che alla domanda sul caso Campania, offre una solidarietà umana più che politica: "Per ora, penso sia giusto che Bassolino e il sindaco Iervolino affrontino quest'emergenza: li stimo e ho affetto per loro, forse so cosa hanno in animo, sarebbe un gesto di irresponsabilità lasciare le istituzioni nel pieno di un'emergenza". Poi aggiunge. "Dopo, più avanti, saranno loro a dover dire quello che riterranno giusto fare". Più duro il senatore socialista Roberto Barbieri, già ex assessore comunale Ds della prima giunta Bassolino: "Ci sono gravi responsabilità istituzionali a tutti i livelli, altrimenti Napoli non sarebbe in queste condizioni e sui giornali e le televisioni di tutto il mondo". Intanto la giornata di ieri, complice la pioggerella sottile e ininterrotta, mette un apparente silenziatore alla guerriglia e alle plateali manifestazioni di rabbia. è l'obiettivo che De Gennaro aveva chiesto per operare con discrezione ed efficacia. Sullo sfondo, per ora irrisolto, il caso Pianura.

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Dopo pianura, l'obiettivo è terzigno (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 12-01-2008)

 

Pagina III - Napoli Le mosse del Commissariato di De Gennaro. Il sindaco tenta un recupero d'immagine, ma gli industriali accusano Dopo Pianura, l'obiettivo è Terzigno Veltroni scarica Bassolino e Iervolino: "Restino, per ora" SEGUE A PAGINA 2.

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Il centrodestra in corteo per assediare la regione - roberto fuccillo (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 12-01-2008)

 

Pagina VI - Napoli LA MANIFESTAZIONE Oggi marcia e sit-in davanti alla sede di via Santa Lucia. C'è anche la Mussolini Il centrodestra in corteo per assediare la Regione Sul palco parlano Marco Nonno, un prete e le "Botteghe dei Mille" ROBERTO FUCCILLO CI sarà anche Alessandra Mussolini, oggi al corteo del centrodestra. Un flashback: il tramonto di Bassolino richiama in piazza colei che fu più vicina, quattordici anni fa, a impedirne l'avvento, quando lo sfidò nella prima elezione a sindaco. "Andrò anche a Pianura - dice Mussolini - per dare solidarietà ai cittadini napoletani". Poi anche lei, come tutto il centrodestra, convergerà verso Palazzo Santa Lucia per dire basta a Bassolino e Iervolino, Pecoraro e Di Palma. Oltre ai partiti della Cdl, ben undici simboli fra cui anche Pensionati, Italiani nel Mondo, Pri, Mis, Dc/Autonomie e "La Destra", sono mobilitati anche una ventina di associazioni e i Circoli della Libertà, la creatura di Michela Vittoria Brambilla. "Ed è solo la prima nostra iniziativa sui rifiuti - avverte il coordinatore Marcello Di Caterina - . Nei prossimi giorni organizzeremo attività informative e vigileremo quotidianamente sulle scelte e l'operato di governo, Regione e Comune". Ci saranno anche pullman dalla provincia, e si concentreranno in tre punti (piazza Vittoria, piazza Municipio e piazza Dante), per poi convergere alle 16 verso Palazzo Santa Lucia, dove sarà allestito il palco. Parleranno soltanto Marco Nonno, il consigliere di An alla guida della rivolta di Pianura, un rappresentante della associazione "Botteghe dei mille" e don Aniello Manganiello, parroco di Scampìa. I politici comunque hanno parlato ieri. Convinti tutti di quello che esplicita Luigi Bobbio, segretario provinciale di An: "La svolta si potrà avere solo se finisce l'epoca bassoliniana". è una "conditio sine qua non". Ecco ad esempio Renato Schifani, capogruppo di Forza Italia al Senato, ieri a Napoli, affermare che "le dimissioni di Bassolino rimangono una priorità per tutti noi". Inutile insistere sulle prospettive per il dopo: "Se ora ci occupassimo di questo - dice Schifani - l'impressione che ne avrebbero i cittadini sarebbe che ci occupiamo delle poltrone prima ancora che dell'emergenza. Sarà la politica ad individuare un candidato unitario per tutto il centrodestra". Intanto An attacca anche a Caserta, dove il segretario Gennaro Coronella punta il il presidente della Provincia Sandro De Franciscis: "Gli chiediamo di prendere coscienza della realtà e di pretendere che il Commissario provveda a rimuovere anche i nostri rifiuti. Ma l'immobilismo suo e del centrosinistra casertano, così come il loro tentativo di scaricare le responsabilità solo sul Commissario, appaiono vergognosi". Già nota poi, e ribadita ieri da Schifani, la proposta di una commissione d'inchiesta in Senato per accertare le responsabilità dell'emergenza rifiuti.

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Comune, parte l'operazione immagine - ottavio lucarelli (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 12-01-2008)

 

Pagina VI - Napoli Comune, parte l'operazione immagine Ma Veltroni avverte sindaco e Bassolino: per ora restano, poi decideranno Iniziativa della Iervolino per recuperare i danni prodotti dall'emergenza rifiuti Gli industriali però accusano E dal leader del Pd arriva una gelida solidarietà Una serie di incontri con la società civile e un bando di gara per il "marchio Napoli" OTTAVIO LUCARELLI Crollo di immagine, crollo di turisti, crollo di incassi. Con i rifiuti di Napoli su tutti i giornali, le tivù e i siti Internet, dalla Finlandia agli Stati Uniti. In attesa di bruciare l'immondizia o le balle per niente "eco" nei termovalorizzatori da costruire, la città e la Campania hanno bruciato con gli interessi quanto guadagnato nei primi anni Novanta. Gli operatori denunciano danni per settanta milioni, gli albergatori contano le camere deserte, le agenzie di viaggio la raffica di cancellazioni per la prossima Pasqua e la stagione estiva. Mezzo milione di turisti sfumati in regione nel 2007, calo del 15 per cento in città, "a rischio migliaia di posti di lavoro" secondo Pasquale Gentile di Federalberghi. Città e regione cancellate dai rifiuti mentre dai Palazzi parte l'Sos. Il sindaco Rosa Russo Iervolino annuncia una "campagna per il rilancio dell'immagine" ed è pronto a Palazzo San Giacomo il bando per una gara sul "marchio Napoli". Una campagna dopo i "gravi colpi" inferti. Lunedì una seduta straordinaria del consiglio comunale e da martedì, sul modello dei "Forum d'ascolto" preelettorali, una serie di incontri con Municipalità, forze sindacali, economiche, culturali e produttive e con le associazioni per "raccogliere suggerimenti e coinvolgere le forze vive della città". Il Comune prova a rimettere assieme i cocci mentre da Palazzo Partanna la squadra di Gianni Lettieri lancia l'offensiva per "riconquistare rispetto e dignità". Gli imprenditori "per uscire dal baratro" chiedono "un'azione di discontinuità rispetto al passato e una decisa inversione di rotta". Con un elenco di accuse: "Il dramma rifiuti è frutto delle gravissime responsabilità della classe politica regionale e nazionale, dell'incapacità di portare a compimento le decisioni prese, dell'assunzione di scelte politiche al posto di scelte tecniche". Mentre da Bologna Walter Veltroni invita Bassolino e Iervolino per ora "a non dimettersi nel momenti di massima crisi, poi decideranno loro", a Napoli il segretario regionale Tino Iannuzzi ha riunito il Pd: "Occorre un rilancio di immagine e di sostanza, ma servono forte autocritica e forte azione di governo". Il 17 gennaio è confermato in città il seminario sul turismo organizzato per la seconda volta dallo "Studio Ambrosetti". Un'occasione, secondo la Iervolino, per provare a risalire. A patto che si cominci a togliere l'immondizia dalle strade con gli avanzi dei cenoni di Natale e Capodanno così in bella vista. Intanto immondizia all'asta sul sito E-Bay da 0.99 a tre euro a pacco. Proposta valida fino al 17 gennaio.

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Il razzismo delle discariche - marco armiero (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 12-01-2008)

 

Pagina X - Napoli Il razzismo delle discariche MARCO ARMIERO (segue dalla prima di cronaca) A guardare al mondo là fuori non sarebbe così difficile intuire perché abbiamo bisogno della storia dell'ambiente. I cumuli di immondizia che assediano la nostra città attendono risposte rapide ed efficienti, ma anche una riflessione profonda che ci spieghi come siamo arrivati a questo punto: la città sembra stretta in una morsa tra proteste, immondizia e polizia. Le colline di rifiuti, le piramidi di ecoballe, gli inceneritori in costruzione non solo stanno cambiando il paesaggio campano, ma hanno già ridisegnato la mappa dell'ambientalismo, trasformandone le caratteristiche, le priorità e, spesso, le forme dell'azione collettiva. Da questo punto di vista, il caso campano non è affatto eccezionale. Probabilmente è negli Stati Uniti che il movimento per la giustizia ambientale ha iniziato a muovere i suoi primi passi già alla fine degli anni Settanta, quando si scoprivano le prime drammatiche correlazioni tra composizione etnica e sociale delle comunità e il tasso di inquinamento e rischio ecologico al quale erano sottoposte. Per l'Environmental Justice Movement (Ejm), gli stessi poteri che hanno generato un modo di produzione concentrato sulla riproduzione della ricchezza, e non sulla salute e il benessere della forza lavoro, hanno storicamente sovrinteso anche alla iniqua distribuzione dei costi sociali e ambientali di questo modo di produrre, dislocando impianti inquinanti, depositi e discariche pericolose nei quartieri ghetto popolati da afro americani e latini, o nelle terre dei nativi americani. Secondo i dati forniti dalla United Church of Christ Commission for Racial Justice nel 1987 il 60 per cento degli afro americani viveva in aree interessate da depositi di rifiuti tossici; mentre alcuni case-studies dimostravano inequivocabilmente l'esistenza di una politica razzista in materia di gestione del rischio industriale. Non è un caso, insomma, che una comunità come Emelle, in Alabama, abitata per il 79 per cento da afro americani, ospiti la più grande discarica di rifiuti tossici degli interi Stati Uniti. D'altronde, smaltire rifiuti in contesti sociali deboli, dove i cittadini abbiano meno strumenti per opporre resistenza, è la strategia non solo praticata, ma spesso esplicitamente teorizzata: il sociologo americano Robert Bullard ha definito questa strategia come la "path of less resistance", ovvero come la ricerca di comunità particolarmente deboli e quindi meno "resistenti". Alla base di questa politica, la convinzione che l'amore per la natura possa essere un lusso che solo bianchi, ricchi e ben istruiti, possono permettersi. In nome di quella strategia della "minore resistenza possibile" denunciata dal sociologo Robert Bullard, comunità povere sono diventate il luogo ideale per collocare ogni genere di attività non gradita, dagli inceneritori alle discariche. La loro resistenza dimostra che quell'assunzione era sbagliata. Un altro ambientalismo non solo è possibile, ma anche piuttosto vivo e in buona salute. I conflitti ambientali hanno trasformato radicalmente la nostra idea di natura, ridisegnando i confini tra naturale e artificiale, esterno e interno. Oggi sarebbe davvero difficile pensare alla natura come a qualcosa di separato dalla gente, da proteggere solo se selvaggia, incontaminata, non antropizzata. Le battaglie contro i rifiuti tossici e il razzismo e il classismo ambientale hanno avuto il merito di sfidare al cambiamento questa idea tradizionale della natura e della sua protezione. Non mi pare un caso che le associazioni ambientaliste "storiche" hanno reagito con lentezza alla sfida posta da queste nuove questioni. Nella sua ricostruzione della battaglia contro il Lancer, ossia il nuovo inceneritore di Los Angeles, Giovanna DeChiro racconta come le associazioni ambientaliste "tradizionali" reagissero alla richiesta di aiuto dei comitati cittadini: si trattava di questioni inerenti alla salute della comunità che non riguardavano le tematiche ambientali di loro competenza. Davvero a lungo la composizione razziale, di classe e finanche la collocazione geografica di queste grandi associazioni (generalmente nate e cresciute nel Nord del mondo) le hanno spinte a una scarsa attenzione verso i temi sociali, concentrandosi essenzialmente sulla conservazione della "natura". Ma, come diceva Raymond Williams, non c'è una parola più complicata e ambigua del termine "natura", difficile dire cosa sia natura e cosa sia altro. La diossina che viaggia tra i campi e le discariche abusive, gli animali e i pastori, il suolo e i corpi, l'acqua e il latte spezza ogni diaframma tra corpi e natura. Oggi, qui, ora, a guardare fuori dalla finestra, tutto si mischia, si confonde. Occorrerà salvarci tutti insieme. Pecore e pastori, corpi e natura. Il convegno "Memorie dal Pianeta. Il passato della Terra, il futuro dell'Umanità", anteprima internazionale di Galassia Gutenberg, si tiene dalle 10,30 alla Stazione Marittima. Partecipano due tra i più importanti storici americani dell'ambiente, Carolyn Merchant, dell'Università di California Berkeley, fondatrice dell'eco-femminismo e Donald Worster, padre della storiografia ambientale e professore all'Università del Kansas. Con loro lo storico Piero Bevilacqua (Università La Sapienza di Roma), il docente di politica dell'ambiente dell'Università Federico II di Napoli Ugo Leone e lo scrittore Wu Ming 2, autore del romanzo sui temi dell'ecoterrorismo "Guerra agli umani" (Einaudi. Stile Libero) e componente del collettivo Wu Ming che ha appena realizzato "Previsioni del tempo", un giallo ambientato nel mondo delle ecomafie in uscita per Edizioni Ambiente. A coordinare la discussione lo storico italiano dell'Ambiente, , primo ricercatore del Cnr di Napoli, oggi alla Stanford University in California.

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E dai leghisti sacchi ai tifosi del Napoli (sezione: Monnezze)

( da "Corriere della Sera" del 12-01-2008)

 

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-01-12 num: - pag: 8 categoria: REDAZIONALE La provocazione Domani la consegna a San Siro: imparino la raccolta differenziata E dai leghisti sacchi ai tifosi del Napoli MILANO - Sacchi neri, gialli, rosa, blu e verdi. Cinquemila. Allo stadio. Passata la moda degli striscioni razzisti e dei cori volgari, i leghisti-milanisti hanno scelto una singolare forma di accoglienza per i tifosi napoletani, che domani sera a San Siro seguiranno Milan-Napoli. Guidati dal capogruppo leghista di Palazzo Marino, Matteo Salvini, alcuni ultrà rossoneri del Carroccio hanno acquistato ieri i casalinghi sacchi della spazzatura, formato standard 110x70, "che regaleremo simbolicamente ai tifosi napoletani". Il messaggio è fin troppo chiaro: "Così vedono dove si mettono i rifiuti e imparano anche a fare la raccolta differenziata ". Salvini si è organizzato con colleghi di Milano, Brescia, Bergamo, Monza e Varese: il passaparola è già partito e domenica sera ognuno entrerà allo stadio con un po' di sacchetti in tasca (e gli adesivi "Milano capitale"). Verranno prima sventolati, giusto un tocco di scenografia e colore, e poi regalati: "è anche una bella spesa, visto che costano 0,20 euro l'uno. Ma lo facciamo volentieri ". Ride il capogruppo alla Camera, Roberto Maroni: "E poi dicono che non siamo solidali... è un modo simpatico per lanciare un messaggio forte sulla raccolta differenziata, visto che siamo la Regione più virtuosa in questo senso e diamo un contributo decisivo al tema dello smaltimento". Ride anche Giancarlo Giorgetti, segretario della Lega Lombarda: "è un modo scanzonato per affrontare un problema estremamente serio. Lo diceva anche Mao che bisogna insegnare al popolo e noi spieghiamo ai tifosi che esiste la possibilità di separare i rifiuti e che non si usano più soltanto i sacchi neri dove si getta tutto indistintamente ". Giorgetti non sarà allo stadio, "perché tifo Southampton e abbiamo altri problemi di là della Manica, stiamo rischiando la retrocessione... ". Non è chiaro se ci sarà Maroni, milanista padano doc: "Non era previsto. Ma non vorrei perdermi lo spettacolo. Intendo Pato, ovviamente". Sarà in tribuna, invece, l'onorevole di Forza Italia, Maurizio Lupi, che ai colleghi della Lega dà un suggerimento: "Buona l'idea dei sacchi della spazzatura. Ma regaliamoli agli amministratori, a Bassolino e alla Iervolino, invece che ai tifosi: i napoletani pagano solo lo scotto di avere amministratori irresponsabili". Punta l'indice il consigliere comunale del Pd, Pierfrancesco Majorino: "L'atto leghista è un insulto verso i napoletani che vivono una situazione difficilissima, rispetto alla quale servono scelte solidali e non buffonate da stadio. Chissà cosa ne pensa il sindaco Moratti". Maroni taglia corto: "Quelli del Pd sanno solo accusare. Fosse per loro, un milione di tonnellate di spazzatura napoletana arriverebbe in Lombardia, Malpensa chiuderebbe domani e Prodi resterebbe tutta la vita". Elisabetta Soglio Giorgetti "Un modo scanzonato per affrontare un problema serio Lo diceva anche Mao che bisogna insegnare al popolo" Majorino (Pd) "è un insulto verso chi vive una situazione difficilissima Servono scelte solidali non buffonate da stadio".

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Rifiuti, in arrivo altre navi (sezione: Monnezze)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 12-01-2008)

 

Primo Piano Pagina 103 Rifiuti, in arrivo altre navi Sbarcate 432 tonnellate. Soru: ho deciso da solo --> Sbarcate 432 tonnellate. Soru: ho deciso da solo Altre navi dei rifiuti scarcheranno in Sardegna, ma non nelle prossime ore. L'immondezza d'importazione continuerà ad arrivare, ma ancora non è possibile sapere quanta. Ieri notte, 40 minuti dopo l'una, il Tg5 ha mostrato le immagini "rubate" di una colonna di 35 tir pieni di immondezza in partenza dal porto di Napoli. Destinazione? Segreta. Il presidente della Regione smentisce nuovi arrivi a breve e ammette di aver deciso da solo, ascoltando il richiamo del governo "a un'emergenza nazionale". La Sardegna è disponibile a ricevere e a smaltire "qualche migliaio di tonnellate" di rifiuti, circa seimila" ha detto ieri sera Renato Soru, che ha rassicurato sul contenuto dei tir dall'olezzo inquietante: "Spazzatura tradizionale, proprio come quella che produciamo noi". La stessa che è stata lanciata, nella notte dello sbarco dopo le 2, nel giardino della casa di Soru: un atto "di squadrismo", lo hanno definito alcuni rappresentanti del centrosinistra. Alcuni sacchetti, e qualche bottiglia, scagliati oltre la recinzione, un gesto grave ancora senza colpevoli. La polizia ha lavorato nella zona, identificando alcuni ragazzi, e le auto delle forze dell'ordine hanno presidiato per tutta la notte l'ingresso della villa. I NUMERI DELLO SBARCO L'indiscrezione sul carico della Italroro, 1500 tonnellate di immondezza stipata in una quarantina di camion, da dividere equamente fra gli impianti del Tecnocasic e di Villacidro, si è rivelata errata. A conti fatti, solo sulla bilancia del termovalorizzatore di Macchiareddu sono arrivati, intorno all'una di notte, 24 tir che hanno scaricato 432 tonnellate di sacchetti maleodoranti. Per poi ripartire vuoti, all'alba, per Napoli. Serviranno, quindi, altri dieci viaggi per chiudere la prima tranche di rifiuti. "Non sappiamo ancora quante tonnellate di rifiuti sono state destinate alla Sardegna", ha detto Soru, "la ripartizione è ancora in atto". SESSANTA FERMATI Il bilancio dei violenti scontri del Porto canale poteva essere molto peggiore. Alla fine, il conto - a parte feriti non gravi e contusi - parla di una quarantina di persone fermate e identificate in questura, attese all'esterno da un centinaio di militanti indipendentisti. E di venti manifestanti accompagnati nella caserma dei carabinieri di via Nuoro, a loro volta accolti all'uscita (erano le 2) dai compagni, Gavino Sale in testa. Il caso Pili, intanto, non si è chiuso nel gelo di giovedì notte. Il deputato di Forza Italia, decisamente attivo perché lo sbarco dalla Italroro non avvenisse, nel corso di un "contatto" con gli agenti ha ricevuto una violenta testata sul viso da un dirigente della questura. La prossima settimana, l'episodio sarà denunciato al ministro degli Interni. LO SCONTRO POLITICO Da Roma a Cagliari e ritorno, passando per la Procura della Repubblica. La battaglia fra maggioranza e opposizione si gioca anche sui rifiuti. Se Soru accusa i "cattivi maestri della destra" di aver sobillato i contestatori e incassa la solidarietà di Antonello Cabras, due senatori della destra - Delogu (An) e Fantola (Rif) - rispondono con un esposto alla Procura (ne parliamo a fianco), il centrodestra sardo insorge contro il governatore, i deputati Murgia e Porcu (An) chiedono al ministro degli Interni di riferire urgentemente in Parlamento sui fatti di Cagliari e i giovani sardi di Forza Italia chiedono le dimissioni del questore Deiana. IL CENTROSINISTRA "Il Partito democratico sardo esprime la propria totale e convinta adesione al piano formulato dal Governo, in collaborazione con le regioni, per la soluzione del problema rifiuti che affligge la Campania", si legge in una nota della segreteria, "la posizione di collaborazione e solidarietà espressa, insieme ad altre Regioni, dalla Regione sarda è giusta e tempestiva. Questa sarà accompagnata dal più ampio coinvolgimento delle istituzioni e delle popolazioni locali". La segreteria regionale del Pd prosegue: "Gli episodi di squadrismo cui stiamo assistendo nelle ultime ore nei confronti della persona del presidente Soru vanno assolutamente condannati e sanzionati, prima che si oltrepassino i limiti della normale conflittualità e dialettica democratica". METODO SBAGLIATO Antonello Licheri (Sinistra autonomista), presidente della commissione Ambiente, si dissocia e denuncia il comportamento del presidente Soru nella questione dei rifiuti campani: "Non si può pensare di risolvere il problema senza un adeguato coinvolgimento delle comunità locali e del Consiglio Regionale". Licheri sostiene che "la drammaticità dell'emergenza rifiuti in Campania dimostra che qualsiasi soluzione può essere attuata solo se condivisa". Licheri chiede un confronto col governatore per "verificare tutte le soluzioni possibili". IL CENTRODESTRA "La polizia non ha responsabilità di quanto è successo al Porto canale, la responsabilità è del ministro, incapace di gestire la situazione". L'accusa è del deputato Cicu (FI), secondo il quale "è stato applicato un piano antiteppismo senza fare alcuna distinzione tra chi manifestava pacificamente e i facinorosi". In una affollata conferenza stampa dei parlamentari sardi e dell'opposizione regionale, poche ore dopo gli scontri del Porto canale, qualcuno ha chiesto le dimissioni del ministro degli Interni Amato e del presidente Soru, per "non aver condiviso con le amministrazioni locali la decisione di portare in Sardegna i rifiuti di Napoli". Gli stessi consiglieri regionali avevano inutilmente chiesto, due giorni fa, la rinuncia all'incarico per il governatore campano Bassolino e il sindaco di Napoli Russo Iervolino. Il sindaco Floris ha sottolineato che "lo scontro istituzionale che si voleva evitare è stato invece creato". Floris non può dare il consenso all'importazione di rifiuti "perché non sono stato informato, neanche dal Casic". Attacco al governatore anche dal capogruppo FI La Spisa: "Soru si è appiattito sulle posizioni del governo nazionale che non ha esitato a chiedere l'uso della forza pubblica contro una manifestazione pacifica". Sulla stessa linea la consigliera FI Lombardo e il rappresentante di An Liori, l'unico fra gli onorevoli finito in questura. ENRICO PILIA.

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Pomodori e mozzarelle al veleno: ritorno al Sud dei nuovi emigrati (sezione: Monnezze)

( da "Unita, L'" del 12-01-2008)

 

Stai consultando l'edizione del Pomodori e mozzarelle al veleno: ritorno al Sud dei nuovi emigrati Michele De Mieri IL REPORTAGE 25 dicembre. I preparativi, i gesti che li completano, si svolgono ormai in automatico: per oltre vent'anni tutto si è più o meno ripetuto allo stesso modo. Tornare a casa. L'unica casa, la prima - quella del posto in cui si è nati, dove vivono i genitori - quella che non sarà mai più sentita come tale, persa per sempre nel succedersi di altri appartamenti, di altri luoghi, in cui ci si è impegnati a disperdersi tra università, amori e lavoro. Ma è Natale e allora il rito, l'atto dovuto del ritorno alle origini, al sud aspro e freddissimo, chiede di essere rispettato. Si torna sempre, solo per tre giorni, mentre d'estate, in agosto - l'altro breve ritorno - qualche volta si può anche saltare il passaggio, quella discesa: così vicina, cosi lontana. Quattro ore circa. Questo impiegano i treni da Roma all'ultimo lembo di Campania, a Sapri, poi dietro la curva della stazione della spigolatrice c'è un breve fazzoletto, un piccolo orto lucano, e poi la Calabria, una terra che rivaleggia in disperazione con la mia regione. Cammina tranquillo, avvolto in un giubbotto appena aperto all'aria più mite del mare, l'amico di turno che è sceso dal paese dell'interno, il nostro, sempre avvolto dai rigori di un inverno che dura una vita. Il saluto è canonico, ripetuto decine di volte in tutti questi anni, è veloce come se mancassi da un paio di settimane, come se avessimo lasciato una discussione in sospeso ed ora è arrivato il momento di continuarla. Le prime volte che Mimmo o Angelo venivano a prendermi, o a riaccompagnarmi, abitavano ancora a casa dei loro genitori ed erano pieni di speranze: non lo affermavano palesemente ma credo che avessero la volontà di poter cambiare qualcosa, quantomeno di migliorare quel comune di tremila abitanti e di chissà quante decine di migliaia sparsi per le Americhe, l'Australia, l'Europa e il Norditalia. Oggi hanno figli adolescenti, mogli affezionate, un lavoro a intermittenza, molto a intermittenza, e un paese livido di freddo e cemento, di mattoni rossi che mostrano la loro superficie come una ferita mostra il sangue, di case in eterno divenire che alludono al compimento finale così come uno scheletro umano ammonisce della pochezza della carne. 26 dicembre. A Sanza tre giorni passano presto, altre volte sembrano eterni. Da queste parti, e ancor più d'inverno, pure i segnali dei canali televisivi arrivano sempre con l'"effetto neve", Canale 5 non si vede da mesi, in compenso c'è una televisione locale attiva da decenni e passata di mano dall'elettrotecnico storico del paese, il minuto monopolista del tubo catodico della mia infanzia, al prete dei sanzesi: messe, matrimoni, prime comunioni, funerali, feste, sacre e recite scolastiche innervano il palinsesto, con tanto di repliche a richiesta. Mettersi a vedere il telegiornale regionale è come arrivare in una città sconosciuta e comprarne il quotidiano locale: la prima cosa da fare. Allora, siccome Telecervati mi sembra troppo localistica, e per evitare che i miei mi commentino entusiasti qualche sagra o matrimonio, comincio una cura di tigì Campania, a dire il vero dovrei chiamarla fin da subito un'intossicazione. Quella "munnezza" che copre un'intera regione come gli ultracorpi del famoso film invade ogni conversazione, una tragedia antropologica, civile e politica che si alterna con l'orgia mangereccia di decine di chef napoletani, sorrentini, casertani, salernitani, beneventani che ad ogni edizione del tigì marinano capitoni, farciscono pastiere, saltano minestre, colano miele su colline di struffoli, e intanto bruciano nelle strade di mezza Campania cumuli di rifiuti. Il vulcano della "munnezza" produce diossina, crea nuovi svincoli stradali, precipita in un sol colpo la modernità alla Bassolino dentro i siti archeologici di Pozzuoli e Cuma, quindici anni di emergenza: meno del potere di questo politico ora assente, muto. C'è il sindaco Iervolino, che con la sua voce stridula chiede l'aiuto del capo dello stato in vacanza, come da tradizione, a Napoli. Così, come da tradizione, da queste parti si chiede sempre aiuto agli altri: guai a fare da soli, e qui non ci sono maggioranze risicate ma un consenso - nei numeri - molto ampio. Questa è una regione senza speranza, un territorio stipato di veleni in ogni provincia, dove mozzarelle e san marzano possono rivelarsi letali. Centomila tonnellate di rifiuti. Ma che volete, è Natale e allora dai tigì nazionali quasi niente, nessuna intervista a governatori, sindaci e commissari, ministri, cosi il Natale dei campani è illuminato dai falò accesi da cittadini e camorristi, i Re Magi dall'Oriente potranno agevolmente trovare la strada. Il bubbone mediatico scoppierà domani. 27 dicembre. Al sud, per chi torna da fuori, sono gli amici l'unico antidoto contro l'apatia o la rabbia che si prova constatando che qui la modernità dà sempre il peggio, solo le sue scorie. Sfiniti, delusi da tanti discorsi già fatti e rifatti sul sud, sulla sinistra in Campania, si cena a casa di Antonio, il "negro", gran lavoratore, persona generosa e intelligente che come sempre ci accoglie, noi che da Milano, da Roma, da Torino, stasera finanche dall'Argentina, caliamo come profughi delle feste, nel paese dove lui ha combattuto e poi si è ritirato. L'Aglianico, il prosciutto, i salami e i formaggi s'impastano con un'allegria che scatta puntuale due volte all'anno. Ci salutiamo allegri, un po' sbronzi e pronti a separarci di nuovo l'indomani senza grandi saluti. Mancano poche ore, le trascorro con i miei genitori pensionati, scampati entrambi all'epidemia tumorale che da queste parti ha percentuali impressionanti: ma in tutto il sud si muore di tumori che abbattono contadini tenaci, muratori a prova di gelo, commercianti pazienti, e soprattutto donne, le donne che ci hanno tirato su tra mille stenti. Mia cugina viene a salutare mia madre. Sono molto legate, ha quarant'anni e figli grandi. Il suo lavoro è lo stesso di mia madre. "Va a Battipaglia" (lo sento dire da quando avevo cinque anni): pomodori, tabacco, e soprattutto fragole. Questo hanno fatto le donne per decenni: alzarsi alle tre di notte, salire su pullman scassati e puzzolenti e, dopo un'ora e mezzo di viaggio, con l'alba che tarda ad arrivare, piegarsi sui solchi per sette, otto, nove ore di raccolta. Per la pausa pochissimo tempo. Le mani sporche di terra, di sostanze chimiche che gonfiano pomodori e fragole, l'acqua per lavarsi spesso è una chimera, e allora una breve scrollata del palmo sui fianchi e via col cibo portato da casa. Poi ci si ammala e si muore. Alla mia stupida domanda la cugina risponde innocente: mi danno 25 euro al giorno. Tre all'ora. Se lavoro 7 giorni su sette, porto a casa 750 euro. A Sapri altri che "ritornano" dopo la festa passata con parenti e amici. Tra tre ore e mezza sarò a Roma. Non so se chiamarla già casa.

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Rifiuti e mafie: se dicessimo basta? (sezione: Monnezze)

( da "Unita, L'" del 12-01-2008)

 

Stai consultando l'edizione del Rifiuti e mafie: se dicessimo basta? Toni Jop Oggi, tra roghi, rabbia e foto parasegnaletiche che massacrano nel mondo l'immagine di Napoli e di questo Paese, ci pare santo e inevitabile pensare a Bassolino e alla Iervolino con la forza di chi è innocente. Da innocenti quanto gli angeli di un presepe viene facile riflettere: ma come facevano a dormire sapendo che le strade della loro terra si intasavano senza speranza di immondizie? Con tutto il bene che si può volere a queste persone certamente oneste non puoi evitare il senso di un fallimento legato alla faticosa rappresentanza politica e istituzionale che si portano sulle spalle. Anche se è chiaro che non sono loro i "colpevoli", che non sono loro la "politica" che ha affidato alla criminalità organizzata la gestione della disperazione e dei rifiuti. Ma c'erano, ci sono da anni, pensi che dovevano fare, dovevano poter fare per impedire il collasso. Almeno speri che un'altra via fosse possibile, lo devi all'innocenza che muove i tuoi pensieri, finché dura. Perché finisce presto, basta sbirciare la televisione di questi giorni e rintracciare una scena non del tutto inedita, una scena stanca, imbarazzante, tanto che la si può comodamente sdraiare come una fettina di prosciutto in un sandwich di notizie tostate dalla cronaca senza far torto alla tragedia che racconta. Bastava assistere al pianto disperato - anche questo, sì - di un imprenditore calabrese col volto storpiato da quella particolare, pudicissima contrazione muscolare che trasforma i nostri volti mediterranei in quei paradossi nordici che piacevano tanto a Hyeronimus Bosch quando dipingeva l'Inferno. Invece, quella smorfia, quel dolore intollerabile erano pornograficamente veri e terreni, niente a che vedere con le moine umide dei personaggi educati da Maria De Filippi nei suoi ranch televisivi. Lui non paga il pizzo, che magari come impegno finanziario è poca cosa ma equivale ad un riconoscimento di autorità, a una forma di "rispetto" nei confronti del potere del crimine. I boss non gliela perdonano, anche loro prigionieri della logica che li sostiene: devono fargliela pagare, non possono permettersi cedimenti, buffamente si può porre questo "obbligo" della punizione come vera e propria questione "morale" rispetto alla quale i boss calabresi sono passivi sacerdoti. Danno alle fiamme l'azienda, per miracolo la famiglia dell'imprenditore si salva; lui ringrazia dio che sono tutti vivi, ancora; dice che non vuole cedere, ma aggiunge che non ce la fa più, che non può più rischiare di perdere le vite delle persone a lui più care. E piange. Che tragedia, fratelli d'Italia! Noi qui, lui laggiù: giusto il tempo di chiedersi se ce la farà a sopravvivere o se invece tra qualche tempo leggeremo il suo nome o quello di un suo famigliare tra le nuovissime vittime della 'ndrangheta. Incrociamo le dita e passiamo ad altro: il problema del crimine organizzato è antico, soluzioni non ce n'è, non sembra almeno; i governi si succedono ai governi senza che il martirio del Sud dia cenni di stanchezza. Ci barcameniamo con la coscienza molto italica che certo serve la buona volontà ma per il resto dobbiamo tirare a campare con questi "reumatismi" etno-sociali, fin qui ce l'abbiamo fatta. Avanti savoia, domani è un altro giorno. Tutto regolare lo scivolo dei pensieri che ci lascia aggrappati a un futuro che non c'è, ma intanto abbiamo perduto l'innocenza. Perché ci accorgiamo di sapere ben più di quanto serve per urlare "basta!" e dedicare ogni energia a questa tragedia "normale" che fa singhiozzare in tv un imprenditore che fa il suo mestiere, che paga le tasse e non vuol abbassare la testa di fronte a un branco di mascalzoni. Non c'è democrazia in un Paese in cui avviene questo e se non c'è democrazia la vita si spegne, per questo non andrò a dormire finché non avrò fatto qualcosa di decisivo per difendere la libertà di quell'imprenditore, che è la stessa mia libertà. E invece vado a dormire. Come la politica, come le istituzioni che la sanno lunga sulla vita e sulle cose del mondo e che hanno la presunzione di avere ben in pugno la realtà. Ci barcameniamo, poveri diavoli che siamo. Finché non esplodono i cassonetti, finché la gente non piange davanti alle telecamere di mezzo mondo invocando il controllo dell'Organizzazione mondiale della Sanità su quel che sta accadendo in Campania ai loro corpi e alle loro vite e i politici recitano le loro giaculatorie, magari dopo aver frequentato e omaggiato boss criminali vestiti dabbene, quelli che governano la disperazione napoletana, gli stessi che pretendono il pizzo. Hanno ammazzato Falcone, Borsellino, Dalla Chiesa e tanti altri, hanno dichiarato guerra allo Stato e fanno piangere un imprenditore che non paga, ma noi andiamo a dormire, tutti, dal Presidente della Repubblica ai membri del Parlamento. Finché succederà qualcosa, come il grande falò di queste sere d'inverno, che ci farà capire che il tempo, purtroppo, è finito nonostante sembrasse destinato a durare in eterno, quanto la nostra capacità di barcamenarci e che noi, che amiamo questo paese e la libertà, abbiamo già perso.

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Bassolino, l'uomo che non sapeva leggere, attacca il suo staff pag.1 (sezione: Monnezze)

( da "Giornale.it, Il" del 12-01-2008)

 

Bassolino, l'uomo che non sapeva leggere, attacca il suo staff di Luca Fazzo - sabato 12 gennaio 2008, 07:00 Stessa sorte per la terza richiesta di rinvio a giudizio per il "sindaco del rinnovamento": quella sui Boc, i bond comunali per 300 miliardi di lire che inaugurarono, secondo la Procura partenopea, l'epoca della finanza creativa nel municipio di palazzo San Giacomo. E proscioglimento in udienza preliminare anche per l'inchiesta sui custodi degli stabili comunali cui Bassolino e la sua erede Rosa Iervolino consentivano di occupare le portinerie anche dopo il pensionamento. La musica non cambia quando, nel 2000, il sindaco passa a governare la Campania. Due le vicende finite al centro di inchieste giudiziarie: il contratto integrativo regionale che innalzò sensibilmente il tenore di vita dei dirigenti della Regione, e la nomina di una pletora di dirigenti graditi al governatore, e denunciata dal difensore civico. In entrambi i casi, è la stessa Procura a chiedere l'archiviazione. Perché per il governatore - a rovinare questa eccellente serie di performance giudiziarie - arrivi una condanna è necessario che entri in gioco la magistratura contabile: che, dopo una serie di denunce giornalistiche, apre una inchiesta sulla gestione bassoliniana del Commissariato per i rifiuti. A scandalizzare sono in particolare i soldi spesi per il call center, dove decine di centralinisti rispondevano ad una media di una telefonata a testa: secondo una sentenza della Corte dei conti del dicembre scorso, Bassolino dovrà risarcire all'erario tre milioni e duecentomila euro. Di tasca sua.

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Nel disastro campano c'è un nuovo partito: quelli che <l'avevo detto> pag.1 (sezione: Monnezze)

( da "Giornale.it, Il" del 12-01-2008)

 

Nel disastro campano c'è un nuovo partito: quelli che "l'avevo detto" di Emanuela Fontana - sabato 12 gennaio 2008, 07:00 Dopo pochi mesi avrebbe lasciato il posto di commissario, in disaccordo con il ministro Pecoraro Scanio, ma a marzo Bertolaso calcolava le cifre del Quarto mondo: "Siamo a circa 700.000 tonnellate di rifiuti che, considerate le condizioni climatiche, non solo di quella regione ma di tutto il nostro Paese, sarebbe bene prendere e portare via immediatamente". Dieci mesi fa. C'è poi il verbale di audizione del 6 febbraio. Questa volta era il ministro dell'Ambiente Pecoraro Scanio a parlare, davanti alla commissione d'inchiesta sui rifiuti: "I dati epidemiologici raccolti in alcune zone, e le inchieste condotte in Campania, mettono in luce un aumento dell'incidenza dei tumori e delle morti collegati alla presenza di enormi settori di rifiuti tossici nascosti - illustrava il ministro Verde -. Quindi, dobbiamo contrastare non solo un'attività criminale ma anche un'attività assassina". Il 13 febbraio ammetteva davanti alla stessa commissione: "Abbiamo un problema enorme". Il 18 febbraio aveva parlato il ministro Giuliano Amato: "In Campania molti gruppi camorristici si dedicano all'infiltrazione nel ciclo dei rifiuti, con sempre maggiori capacità tecniche ed operative, avvalendosi del controllo di molte aree interessate a progetti ambientali". Poi era venuto il turno del governatore Antonio Bassolino. Verbale del 31 maggio del 2007: "Non mi permetto di dire che la questione sarà risolta in un certo numero di giorni, settimane o mesi, perché so che la situazione è dura e che si è innescato un meccanismo tale per cui occorre molto sforzo per uscirne". Il 27 giugno la Commissione europea annunciava l'apertura di una procedura d'infrazione contro l'Italia e scriveva in una nota: "Gli impianti regionali per lo smaltimento dei rifiuti sono inadeguati e presentano grossi rischi per la salute e per l'ambiente". Ancora parole senza risposte. "C'è interesse a non risolvere l'emergenza rifiuti in Campania", ripeteva monsignor Liberati. Infine il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino che il 7 gennaio ha dichiarato: "Ho parlato col premier Prodi, mi ha detto che già sapeva tutto...".

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Alta (in) fedeltà all'Amantes (sezione: Monnezze)

( da "Stampa, La" del 12-01-2008)

 

IN ARABO A CURA DI YOUNIS TAWFIK INCONTRI, EVENTI, MANIFESTAZIONI IN CINESE MAPPAMONDO A CURA DI KUMALE' IN ROMENO SERATE A FAVORE DI INTERNATIONAL HELP Alta (in) fedeltà all'Amantes Agenda della solidarietà A CURA DI TIZIANA MONTALDO YOGA E MASSAGGIO AYURVEDICO. L'Associazione Italia India, inaugura il nuovo anno con un nuovo ciclo di corsi. Il primo è dedicato all'approccio con l'Hatha Yoga, si tratta di un corso applicativo in quattro incontri serali che unisce alle tecniche dello yoga la pratica di respirazione, meditazione e rilassamento. Sono aperte anche le iscrizioni al corso di massaggio ayurvedico. I corsi si terranno presso la sede Associazione Italia India in zona piazza Bengasi. Per informazioni: tel. 389/113.20.10, sito internet: www.shanti.to.it/italiaindia. CORSO DI FORMAZIONE INTERCULTURALE. L'Associazione Lisangà organizza, in collaborazione con Idea Solidale, un corso di formazione sull'interculturalità nel weekend del 26-27 gennaio presso il rifugio "La Madlena" a Giaveno. Il corso verrà tenuto da mediatrici culturali di Romania, Argentina e Marocco e verterà sui temi della convivenza tra le culture e aspetti delle culture materiali quali: musica, lingua e cibo. Sono aperte le iscrizioni. Per informazioni: 011/937.64.66. SERATA DEDICATA A PETRA. Venerdì 11 gennaio alle ore 21 l'Associazione Italo-araba Petra organizza in collaborazione con l'Associazione Prova Vacanze una serata alla scoperta dei tesori della città di Petra con degustazione della cucina nabatea, spettacolo di musica e danza oriantale. L'iniziativa è ospite del ristorante Petra di via Galliari 16c. Informazioni allo 011/650.86.96.Munca. Românii si bulgarii vor trebui sa mai astepte înca un an pentru a putea avea acces liber la piata muncii în Italia. Angajarile vor fi libere doar în domeniile: agricol, turistic si hotelier, munca menajera si îngrijirea persoanelor, constructii, metal-mecanic, functii de conducere si munca cu un grad foarte ridicat de calificare si munca sezoniera. În aceste domenii angajarea se face la fel ca si pentru cetatenii italieni. Pentru toate celelalte domenii este nevoie de autorizatie nulla osta de la Ghiseul Unic. Consulat. Noul program de lucru al Consulatului general al României de la Torino este urmatorul: de luni pâna vineri de la orele 9 - 15, miercurea de la orele 9 - 21. Sediul Consulatului este în via Ancona 7. Înscrierea la gradinita. Cererile de înscriere copiilor la gradinitele orasenesti, de stat si conventionate din Torino pot fi prezentate pâna în data de 30 ianuarie 2008. Gradinitele orasenesti sunt deschise de la orele 7,30 la 17,30, de luni pâna vineri. Serviciul poate fi prelungit pâna la orele 18, pe baza de cerere documentata de la locul de munca. \ CAFFÈ BASAGLIA. Il Caffè Basaglia ha appena aperto i battenti in via Mantova 34 e inizia subito le sue attività: venerdì 11 alle 20,30 cena di solidarietà in favore della cooperativa "Reciclando suenos" di Buenos Aires. La cooperativa promuove la raccolta differenziata fatta da 20 famiglie comuni rompendo così le ecomafie locali che si sono fatte sentire la notte di Natale bruciando il loro capannone. La cena costa 15 euro (se qualcuno vuole portare qualcosa può scrivere avvisando). Il Basaglia vuole essere un luogo anche di promozione concreta di chi è di solito emarginato: il caffè è acquistato dalla cooperativa operante nel carcere Lorusso Cotugno che provvede alla torrefazione, nel locale lavorano anche disabili psichici seguiti dai servizi sanitari e le pulizie impiegano alcuni rifugiati del Darfur. Info info@caffebasaglia.org AMICI DI LAZZARO. Venerdì 11 alle 19 in via Toselli 1 incontro per tutti coloro che vogliano conoscere e magari partecipare alle attività che l'associazione Amici di Lazzaro organizza con le donne di strada, i senza dimora, i doposcuola per bambini italiani e stranieri, i corsi di lingua italiana per donne e ragazzi stranieri finoa i 16 anni. Info www.amicidilazzaro.it oppure 340/48.17.498 IL RUOLO DELLA DONNA IN AFRICA. Venerdì 11 alle 19 vernissage con l'autore di libri per ragazzi Ignace Audifac della mostra "Il ruolo della donna in Africa nel mondo rurale. Fotografie dal Mali di Francesco Laera" realizzata dal consorzio delle ong piemontesi in collaborazione con il Coordinamento Comuni per la pace. La mostra si tiene alla Chiesa SS Nome di Gesù in via Carlo Alberto 6 a Moncalieri dove resterà aperta fino la 20 gennaio. Sempre alle donne africane è dedicata la tavola rotonda con proiezione del documentario "Ritratto di Altiné nella stagione secca" di Elisa Mereghetti giovedì 17 alle 9,30 al Collegio Carlo Alberto in via Real Collegio 30 a Moncalieri. Le iniziative fanno parte della rassegna "Prima non ti conoscevo" organizzata dall'Ufficio Pace di Moncalieri. Info 011/64.01.461. COMUNITA' ALLOGGIO. L'Associazione "Comunità Alloggio", operante all'interno della comunità per adolescenti "Centro Base" di Ivrea, presenta la terza edizione del corso gratuito di formazione per volontari che si terrà da lunedì 14 gennaio a lunedì 25 febbraio dalle 20,30 alle 23 presso i locali del Cvs in vicolo San Nicola 2 a Ivrea, pianoterra (a destra della Cattedrale). L'intento è formare volontari, maggiorenni e interessati ai temi dell'affidamento familiare, per l'Associazione Comunità Alloggio e sensibilizzare alle tematiche dell'educazione professionale con gli adolescenti. Si inizia lunedì 14 con Cristina Berutti, responsabile dell'Area Minori Consorzio In.Re.Te, che parlerà de "Le risorse del territorio e le leggi di riferimento". E' richiesta adesione con conferma telefonica o e-mail. Info 339/48.41.298 oppure centrobase@libero.it SCIENZA E VITA. La nascente associazione Scienza e Vita cerca medici, giuristi, universitari, docenti, disposti a svolgere inziiative culturali e di formazione sui temi della bioetica: eutanasia, manipolazione genetica, fecondazione artificiale, accanimento terapeutico e hospice, eugenetica. Info scienzaevita.torino@yahoo.it NOMADI FANS CLUB. Riprendono gli incontri dei "Vagabondi della Mole" che si riuniscono tutti i martedì per parlare di Nomadi e solidarietà al pub "La pioletta" in corso Francia (davanti al parco la Tesoriera). Inoltre I Vagabondi della Mole di Torino organizzano un pulmann per il 16 e 17 febbraio a Novellara (Re) in occasione della due giorni di concerti e festeggiamenti per i 45 anni dei Nomadi. Partenza da Lanzo Torinese sabato 16 alle 7, fermate anche a Torino corso Regina Margherita angolo corso Lecce (ore 7,45) e Nichelino (alle 8). Arrivo a Novellara previsto per le 13. Concerti nel Palatenda il sabato sera e la domenica pomeriggio. Pasti liberi. Rientro a Torino verso le 24. Per info e prenotazioni telefonare a Massimo 011/28.17.82, oppure a Maria Pia 011/93.11.252, Silvana 338/414.29.82, Sandrina 347/06.22.574. ALZHEIMER. L'associazione Alzheimer Piemonte continua gli incontri quindicinali del gruppo di auto mutuo aiuto coordinati dalle dottoresse Gisella Riva e Laura Grassoe rivolti ai familiari dei malati. Informazioni ai numeri telefonici 011/51.84.444 oppure 011/50.92.102 MOONCUP. Alla Bottega del mondo Equamente in via Vasco 6/b è in vendita la Mooncup, già diffusa in Gran Bretagna, una morbida coppetta in silicone ipoallergenico da inserire più in basso rispetto ai tamponi tradizionali che raccoglie il flusso mestruale, si svuota ogni 4-8 ore e dura 10 anni. In termine di ripsetto dell'ambiente significa un notevole risparmio di sostanze inquinanti nella produzione e nello smaltimento come rifiuto, dal punto di vista individuale significa un notevole risparmio economico per le donne che nell'arco della loro vita cosumano in media 10 mila tamponi. Nei casi di utero retroverso è necessario consultare il proprio ginecologo. Info 011/817.90.41 GIULIANO ADAGLIO L'ispirazione è in certo senso leggera: il libro di Nick Hornby, "Alta Fedeltà", nel quale il protagonista stila le proprie "top five" personali sui più disparati agromenti, dalla musica, al cinema, alle donne. L'intento, invece, è più che mai nobile: far conoscere e promuovere l'attività di International Help, associazione Onlus diretta da Gianni Sartorio, medico torinese impegnato da anni a portare aiuti concreti e solidarietà nelle aree del mondo dove sono più a rischio la sopravvivenza, la salute e i diritti umani. Il circolo culturale Amantes di via Principe Amedeo 38/a organizza, da gennaio a marzo, una serie di aper-incontri ideati e condotti da Claudio Paletto e Maurizio Lorenzati: il lunedì sera, a settimane alterne, il locale ospiterà un personaggio noto, che sarà chiamato a compilare le proprie classifiche personali, con l'unica condizione che queste ultime non riguardino l'attività per cui è conosciuto. Un modo semplice e originale per costringere gli ospiti a interagire con il pubblico, svelando le proprie passioni e le proprie manie. Il primo appuntamento è per la sera di lunedì 14 gennaio con Stefano Della Casa, uno dei massimi esperti di cinema italiani. Mercoledì 19, invece, l'Amantes ospiterà Bruno Gambarotta e Renzo Cappelletto, che animeranno una serata di presentazione di International Help: al dibattito parteciperanno alcuni responsabili della Onlus in Guatemala e saranno svelati il calendario e gli ospiti della rassegna "Alta (in)Fedeltà". L'Associazione Onlus International Help è nata a Torino nel 1995 da un gruppo di amici, prevalentemente viaggiatori, impegnati da tempo in attività sociali. Nei suoi dieci anni di vita l'organizzazione si è impegnata in vari progetti di volontariato in Paesi quali il Guatemala, il Kenya, l'India, l'Etiopia, il Mozambico, il Myanmar, il Madagascar, Cuba, l'Argentina, la Repubblica Democratica del Congo. ALTA (IN)FEDELTÀ LUNEDÌ 14 GENNAIO, ORE 19,30 CIRCOLO CULTURALE AMANTES, VIA PRINCIPE AMEDEO 38/A Ingresso Soci Arci Info 011/8172427.

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Rifiuti, la protesta sbarca in Sardegna (sezione: Monnezze)

( da "Campanile, Il" del 12-01-2008)

 

Giuseppe Petrocelli Rifiuti, la protesta sbarca in Sardegna Alta tensione a Cagliari. E non si spegne la polemica fra maggioranza e opposizione Si sposta al di là del Tirreno, in Sardegna, la protesta dei cittadini contro il piano straordinario di smaltimento dei rifiuti napoletani. Mentre sul fronte politico prosegue lo scontro fra i poli. Ancora ieri venticinque cassonetti dei rifiuti sono stati incendiati in diversi quartieri di Cagliari. I vigili del fuoco sono stati impegnati tutta la notte negli interventi di spegnimento di focolai segnalati per le vie della città. Dunque, non si placano le tensioni e le polemiche provocate dalla decisione del governo di coinvolgere diverse regioni italiane nello smaltimento dei rifiuti della Campania. Le segnalazioni sono cominciate dopo gli incidenti tra forze dell'ordine e manifestanti che l'altro ieri al Porto canale di Cagliari cercavano d'impedire lo sbarco dei primi 24 camion colmi di spazzatura maleodorante da una nave partita dalla città partenopea mercoledì notte. Sempre in Sardegna da segnalare un forte atto intimidatorio: una trentina di sacchetti di rifiuti, prelevati da un cassonetto vicino, è stata lanciata nella notte nel cortile dell'abitazione di Cagliari del presidente della Regione Sardegna, Renato Soru, che in quel momento non era nella villa. E anche la polemica politica non accenna a spegnersi. Per il leader Udc, Pierferdinando Casini, il governo ha sottovalutato gli allarmi. "Si sapeva - ha detto l'ex presidente della Camera - che la vicenda dei rifiuti non potrà essere superata facilmente e in tempi brevi. Ci sono tante aspettative e noi siamo con il Commissario De Gennaro ma i miracoli non potrà farli nemmeno lui. Certamente paghiamo il prezzo di una inettitudine senza precedenti e debbo dire che il governo, anche in questo caso ha gravissime responsabilità, perchè ha sottovalutato gli allarmi, come ha dichiarato lo stesso sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, che erano stati lanciati per tempo". Critico nei confronti del centrosinistra anche Maurizio Gasparri di An, secondo il quale la Sardegna non può diventare "la pattumiera privata di Bassolino". Intanto, una mozione per l'istituzione di una commissione d'inchiesta monocamerale che si occupi delle responsabilità dell'emergenza rifiuti in Campania e dei rischi connessi alla salute pubblica sarà presentata lunedì dal capogruppo di Fi al Senato Renato Schifani. E sulla richiesta di dimissioni del Governatore campano, è intervenuto Sergio D'Antoni, viceministro dello Sviluppo economico: "La richiesta di dimissioni? Del tutto strumentale, non serve assolutamente a niente". Piuttosto, suggerisce il leader del Partito democratico e sindaco di Roma, Walter Veltroni, "quando c'è un'emergenza per una parte del paese è giusto che, nella misura del possibile, un paese solidale cerchi di farsi carico del problema". Concorda il presidente dei deputati del Pdci, Pino Sgobio: "Tutte le Regioni d'Italia diano il loro contributo, impegnandosi attivamente a risolvere il problema". Per il capogruppo Udeur al Senato, Tommaso Barbato, "sarebbe auspicabile che, per risolvere il problema rifiuti in Campania, una delle prime azioni sia finalizzata a commissariale la direzione straordinaria dell'Arpac. In tal modo ? sottolinea Barbato ? l'Agenzia regionale di protezione ambientale tornerebbe a ricoprire quel ruolo centrale che da troppo tempo non riesce a svolgere a causa di una gestione non sempre all'altezza della situazione". (12-01-2008).

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DILIBERTO: I CUMULI SONO IL SIMBOLO DI UN FALLIMENTO (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 12-01-2008)

 

Diliberto: i cumuli sono il simbolo di un fallimento GINO CAVALLO Roma. "Non c'è nulla che faccia più male al governo Prodi di quanto sta accadendo in Campania. Spero che se ne siano resi conto". Oliviero Diliberto, segretario dei Comunisti italiani, sembra temere che ci sia ancora qualcuno all'interno della maggioranza a cui sfugga la portata del disastro. Anche ora che il capitolo delle responsabilità si va aprendo? "Credo, non mi stanco di ripeterlo, che sia una vicenda unica, senza precedenti. Una vicenda che rappresenta il fallimento del centrosinistra campano targato Bassolino. E come simbolismo la monnezza mi sembra il massimo". Una crisi che viene da lontano, che si è aggravata spesso nel silenzio della politica. "Una crisi che determina, non dimentichiamolo mai, ricadute sull'immagine dell'intero Paese, non solo della Campania. Danni al turismo, alle esportazioni. E di questi effetti devastanti i Comunisti italiani sono legittimati a parlare. Credo che il nostro sia l'unico partito di centrosinistra a non aver mai partecipato ad una giunta presieduta da Bassolino perché sistematicamente esclusi. Con la conseguenza, e lo dico in serenità, di essere appunto gli unici oggi ad aver titolo a denunciare". A tacere troppo a lungo, sostiene il ministro Di Pietro, è stata anche la magistratura. "Le responsabilità penali sono in cammino e non tarderanno. Riguarderanno chi gli incarichi li ha assegnati e le imprese che li hanno ricevuti, spesso in palese conflitto d'interessi. Quanto a Di Pietro, gli consiglio di ricordare che la toga l'ha smessa molti anni anni fa. E di portare maggiore rispetto verso la magistratura napoletana". Tornando alla politica, come giudica l' ambientalismo rinchiuso all'interno del fortino dei "no"? "Con il problema dei no "a prescindere" mi sono in passato già confrontato, anche se in discussione non c'erano le discariche, ma piuttosto insediamenti industriali. E su una cosa non ho dubbi: con i "no" non si governa. Che la gente non voglia le discariche vicino casa mi sembra quasi naturale. Bisogna allora immaginare forme incentivanti, meccanismi compensatori. Senza mai smettere di cercare il confronto con le popolazioni, di praticare il metodo del coinvolgimento nelle scelte. L'alternativa infatti è la rivolta". L'allarme per l'ordine pubblico è alto. Sono timori giustificati? "C'è anche un problema di ordine pubblico, non possiamo nascondercelo. Ma attenti al rischio di guardare e giudicare il disastro campano solo da questa prospettiva. Vorrebbe dire che davvero non si è capito niente di quanto sta accadendo. Esistono sicuramente infiltrazioni camorristiche, in azione vi sono anche capopolo interessati. Ma, se è di Pianura che stiamo parlando, allora io ribadisco che non si può decidere la riapertura di un sito che danneggerebbe la salute di almeno trecentomila napoletani. Su questa questione, lo dico con forza, sto dalla parte della Iervolino". Le sembra adeguato il percorso avviato dal governo per uscire dall'emergenza? "Intanto credo che il governo dovrebbe dichiarare, e personalmente l'ho richiesto, l'esistenza di un disastro ambientale, in modo tale che ci siano misure eccezionali, a cominciare dai finanziamenti. Perché c'è un immediato e c'è una prospettiva...". Quanto al primo, ormai si misura in migliaia di tonnellate. "Appunto, bisogna cominciare dalla rimozione dei rifiuti dalle strade. L'obiettivo primario è restituire normalità alla vita delle persone". E per la prospettiva? "Il governo attraverso il commissario, anche se io chiedo un'assunzione diretta di responsabilità da parte del presidente Prodi, dovrà concordare con gli enti locali l'individuazione dei siti in grado di ristabilire la normalità. Ma intanto va fatto sparire l'orrore di quelle montagne di spazzatura".

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UN COLPO ALL'IMMAGINE (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 12-01-2008)

 

Un colpo all'immagine È ingiusto pagare la tassa sui rifiuti Il Comune di Aversa mi ha inviato la cartella di pagamento relativa alla tassa rifiuti solidi urbani per l'anno 2007 con un aumento, rispetto all'anno 2006, del 30%. La mia città è, al pari di Napoli e della Campania, sommersa dai rifiuti. È giusto pagare una tassa per un servizio non reso? È giusto pagare con un aumento del 30%? Antonio Andreozzi - AVERSA (CE) Ha perduto tutta la città Ditelo al Mattino ha ospitato lettere dai toni "aspri e duri" come Gargano le ha definite, invitando i dirigenti a "riflettere e a trarne le dovute conseguenze". Ho sempre creduto nella forza d'urto dell'informazione, anche se, purtroppo, credo che oggi sia ben altra la "carta" che muove il mondo. Napoli ha attraversato periodi bui e terribili, ma questo dei rifiuti ci sta mortificando. Come è stato possibile? E dove eravamo mentre ciò accadeva? Perché non ci siamo mossi? Cosa ha fatto dei napoletani un popolo inerme e inerte? Si tratta di una catastrofe ambientale, qualcosa si dovrà pur fare. Auspico che il Mattino prenda una posizione netta. Dipendesse da me, uscirei con la prima pagina listata a lutto. Abbiamo perso tutti. Siamo l'unica regione senza inceneritore, eppure nessuno ha la dignità di staccarsi dalle poltrone. Stefano Napolitano - NAPOLI Da terzo mondo è solo la politica Un solo commissario poteva risolvere il problema rifiuti: Bertolaso, ma è stato ritirato dall'incarico perché con lui la becera mala-politica nostrana non si faceva. Ma chi controlla i commissariati straordinari che servono solo a creare stipendi d'oro per uomini che niente fanno e di niente rispondono? La legge prevede che i consigli comunali delle città che non raggiungono il 35% della raccolta differenziata vanno sciolti, e allora cosa si aspetta? Perché non interviene la magistratura? Perché non vi chiedete tutto questo? Napoli ha bisogno di cronisti schietti che dicano le cose come stanno e perché. La politica nostrana bada solo ai propri affari, non lasciate che il popolo napoletano sia additato come sporcaccione e camorrista. Non è vero. La stragrande maggioranza è seria e sana, non può essere schiaffata in prima pagina come terzomondista. Qui di terzomondista c'è solo chi si ostina a fare politica per la propria poltrona. Enzo Sportiello - NAPOLI Qui ha fallito anche lo Stato Mi chiedo quanto dovremo subire ancora per colpa di una politica locale incapace e impotente, di perfide logiche d'interessi particolari che relegano la città agli ultimi posti della classifica europea. Mi chiedo quanto tempo dovrà passare prima che il resto d'Italia non faccia il facile accostamento tra Napoli e mondezza, prima che un napoletano in giro per turismo o lavoro non debba sentire umilianti sarcasmi. Prima erano la camorra, il malaffare, ora è la mondezza che brucia, affossando la dignità degli onesti. Dovrà trascorrere tempo lunghissimo prima che l'immagine di questa terra possa risollevarsi o forse questo non accadrà più. Qui dove anche lo Stato ha fallito con i vari commissari straordinari che si sono succeduti resta solo sperare nell'Europa, che possa raddrizzare le sorti del territorio, speriamo che si voglia farlo. grisou1975@libero.it Un progetto c'era ma dov'è finito? Basta prendersela coi manifestanti di Giugliano, Pianura, Carabottoli, Pignataro Maggiore e di tutti quegli altri paesi dove le discariche non possono essere realizzate. Quelle terre, negli ultimi 40 anni, sono state già martoriate dai rifiuti sversati illegalmente dalla camorra. La soluzione è quella individuata nel febbraio 2007 dal prof. De Medici, geologo, che interpellato da Bertolaso individuò una serie di comprensori dove - senza alcun riflesso ambientale, con poca spesa e in tempi estremamente ridotti (stimati in circa 30 giorni) - si sarebbe potuta realizzare una discarica di notevole volumetria e capace per lungo periodo (minimo 24 mesi) di assorbire i rifiuti dell'intera regione. Pur accolto con entusiasmo dal commissario di governo, il progetto è stato accantonato, senza alternativa credibile. Che fine ha fatto? Perchè i commissari continuano a scegliere siti non idonei? Perchè il Governo si fa complice dello scempio prolungando il commissariamento? Dario Di Camillo PIGNATARO MAGGIORE (CE) È pure questione di inciviltà nostra In più di dieci anni amministratori inetti non sono riusciti che a sperperare risorse pubbliche. Un fiume di danaro finito chissà dove. Al di là delle colpe degli amministratori metterei in primo piano la mancanza di senso civico di tanta nostra gente. Basta vedere come vengono depositati i sacchetti o di cosa sono fatti i cumuli di immondizia nelle strade. Una seria differenziata, unica soluzione, non è stata realmente spinta, anche con sgravi di imposta. Da molti dividere i rifiuti è considerata una perdita di tempo. La gente protesta contro l'apertura di nuovi siti di raccolta, ma in tanti anni non ricordo un corteo, una protesta, un sit-in o, peggio, un blocco stradale e/o ferroviario, con sindaci, autorità, parroci, contro le centinaia di discariche abusive di rifiuti tossici e velenosi di cui la camorra ha riempito la nostra terra. La camorra o paga bene o spara. Nessuno sopporta il tanfo ma di puzza non ci si ammala. La diossina però uccide e il ministero della Sanità ha messo la Campania sotto sorveglianza. Speriamo che i dati siano presto pubblicati. Si troveranno mai i responsabili di tanto malaffare da cacciare a calci nel sedere, ai quali chiedere un risarcimento? O la solita palude del potere, degli scaricabarile, della mancanza di responsabilità continuerà a divorarci la salute, diritto garantitoci da una Costituzione sulla quale i politici giurano pure? Orazio Di Francia - NAPOLI *** Quella che poteva sembrare un'emergenza transitoria si sta rivelando un pozzo senza fondo di incompetenze politiche e di egoismi locali. Di solito nei periodi di difficoltà accade che tutti facciano la propria parte, ci si aiuti. In Campania non sta accadendo. Ciò che fa arrabbiare, al di là delle responsabilità politiche e delle interferenze della camorra, è il menefreghismo della gente, disposta a vivere tra la spazzatura piuttosto che aprire, provvisoriamente, una discarica. Sit-in, blocchi stradali, nottate all'addiaccio e per cosa? Per impedire che si aprano le discariche, per dare fastidio, creare problemi, in definitiva non voler superare il problema. I sindaci, pur di badare ai loro voti, aizzano la gente parlando di rischi per la salute. In parte hanno ragione, ma le discariche servono almeno finchè i termovalorizzatori non saranno ultimati. Se nel frattempo queste persone decidessero di cominciare a fare la differenziata sarebbe già un bel passo avanti. Deve cambiare la gente se si vuole cambiare una società. Antonio Angelino - CRISPANO (NA) Coinvolgere ogni cittadino Ormai il polemizzare sulla questione dei rifiuti è sterile e dannoso per i cittadini che finiscono col sentirsi deresponsabilizzati. Invece bisognerebbe inviare messaggi di coinvolgimento, per renderli attivi nel superamento della crisi. Ho pensato, mentre vedo crescere il cumulo di monnezza nella piazza in cui abito, che si potrebbe non buttare il sacchetto tutti i giorni in istrada quando non viene prelevato. Se il sacchetto nero venisse buttato un giorno sì e un altro no, si avrebbe una riduzione del cumulo e dei pericoli. Inoltre i materiali della differenziata, carta, plastica, vetro, potrebbero essere conservati in casa in attesa di tempi migliori, in quanto non deteriorabili. Ciò vale specialmente per i cartoni e gli imballaggi abbandonati dai commercianti. Purtroppo si pensa a far feste, invece di approfittare dell'emergenza per indurre a comportamenti virtuosi. I quotidiani potrebbero essere di grande aiuto, diffondendo proposte d'azione che coinvolgano i singoli cittadini. Isabella Guarini - NAPOLI In piazza per il Napoli non per l'immondizia Siamo di fronte a un cataclisma. Il mio stupore è che per i festeggiamenti del ritorno in A del Napoli si sono ritrovate centinaia di migliaia di persone per le strade, mentre dinanzi a una questione di sopravvivenza non si riesce a fare una manifestazione popolare. Si sa quali possono essere in pochi anni le conseguenze di tanta diossina, le percentuali di tumori e di malformazioni cresceranno in maniera esponenziale. Logico sarebbe cacciare tutta la classe dirigente regionale e nazionale colpevole di tanto sfacelo. Non sopporto più i politici locali dire che è stato fatto quanto in loro potere, non sopporto i politici nazionali dire che è responsabilità della sola Campania, non ce la faccio più a vedere stuprato il nostro territorio. Lorenzo Degl'Innocenti - SAN SEBASTIANO AL VESUVIO (NA) Differenziamo almeno gli onesti Una nunicipalità pulita, non violenta, che chiede rispetto dalle istituzioni, che chiede agli organi di stampa di essere differenziati dai soliti violenti, non nostri ma di una città. Condivido le vostre posizioni espresse in queste ore e chiedo di poterci almeno differenziare, visto che altro non si differenzia. Ciro Scognamiglio - NAPOLI I Verdi permettono la discarica nel verde Il ministro dell'Ambiente Pecoraro Scanio, il presidente della Provincia Di Palma, l'assessore alla Sanità della Provincia Borrelli e l'assessore alla Sanità del Comune Nasti, tutti appartenenti all'ex movimento ambientalista, hanno permesso la riapertura della discarica di Pianura confinante con la riserva naturale degli Astroni gestita dal Wwf. Sono senza parole. Sabino Genovese - NAPOLI Problema di cultura? Ma no, di imbecillità Sogno o son desto? Maroni dice che il nord ci aiuta con le sue discariche. Allora siamo una Nazione unita? Non ci credo finchè non lo vedo. Ne parlavo con i miei, una soluzione poteva essere la solidarietà dell'Italia. Chi può gestire un surplus poteva dare una mano a Napoli, che ne so l'Abruzzo può gestire un 3%, la Lombardia un 15, il Piemonte un 20. Sarebbe bello. Ma dov'è l'inghippo? Forse i politicanti locali si opporranno, troppo grande 'o business. Oppure Maroni ci sta a fregare, lo vuole fare lui 'o business. Comunque speriamo che sbaglio perchè la solidarietà delle altre regioni è l'unica alternativa a Pianura. E se Pecoraro Scanio si sotterra tra le ecoballe che ha detto insieme a Bassolino e Rosa Russo sarebbe cosa buona e giusta. Adesso avremmo un termovalizzatore come Brescia. A sentire Roma è un problema culturale. No, è un problema di imbecilli. fidalonzo@alice.it "I colpevoli siamo solo noi" Chiedo scusa al prefetto Pansa, alle amministrazioni comunale, provinciale e regionale per non aver avuto fiducia in loro. È di tutta evidenza che le tonnellate di rifiuti sono frutto di "mancanza di fiducia da parte dei cittadini nei confronti delle istituzioni, compreso il commissariato per l'emergenza rifiuti". Grazie alla citata dichiarazione del prefetto ho preso coscienza che tale sfiducia non ha permesso idonei programmi di soluzione del problema (ergo: mi tengo la monnezza fuori casa). Dobbiamo assumerci le nostre responsabilità e riparare al danno provocato dallo scetticismo (paghiamo le tasse e abbassiamo la testa, senza respirare però). Non capisco invece di cosa si debba dolere la popolazione di Pianura visto che in cambio della discarica il prefetto ha promesso marciapiedi nuovi e più alberi. Beati loro. Raffaele Viscovo - NAPOLI E non c'è solo il problema-rifiuti La questione rifiuti è solo la punta dell'iceberg di una amministrazione che, senza avere la capacità di imporsi al governo della Regione, ha abbandonato la città a se stessa. Se l'inceneritore non c'è, la differenziata è occasionale e mal fatta. I commercianti si lamentano dei mucchi di immondizia davanti ai negozi, ma nessuno ha il coraggio di sanzionarli per l'enorme quantità di prodotti provenienti dalle loro attività. La Iervolino era il sindaco più impopolare d'Italia e non si voleva ricandidare. Ci furono i forum d'ascolto per riannodare il rapporto con la città, ma la Iervolino non ascoltò bene. Dopo la sua rielezione tutto è come prima, anzi peggio di prima, con la città schiava di interessi di parte, promesse impossibili da mantenere, incapacità di scelte impopolari ma alla lunga vincenti. Intanto, tanti soldi buttati per dotare la città di telecamere non funzionanti o inutili manifestazioni mal riuscite. Non dimenticherei le pessime figure fatte nel vano tentativo di ottenere la Coppa America o l'Expò Universale. Antonio di Gennaro - NAPOLI Tutti a casa al più presto Cosa si può aggiungere a questo disastro annunciato? Solo le dimissioni di Bassolino, della sua maggioranza, del ministro dell'Ambiente, e di sciogliere il consiglio regionale. Le colpe sono anche nell'opposizione, che si è appiatita sulla maggioranza. Le colpe sono anche della stampa, che ha condiviso l'idea del "rinascimento" bassoliniano. Salvate Napoli dalla monnezza e dalla camorra. Guido Stompanato - CASALNUOVO (NA) Perché a Pianura hanno proprio ragione Credo proprio che ci sia una difficoltà di comunicazione tra noi cittadini e la vergognosa classe politica che dovrebbe risolvere i nostri problemi: governo centrale, Regione con Bassolino e Comune con la signora Iervolino. Provo rabbia nel sentir parlare con ipocrisia persone che non hanno capito un cavolo di quello che sta accadendo a Pianura. I manifestanti stanno dicendo da una settimana che la discarica non può essere riaperta perché ci sono persone che hanno già problemi di salute provocati dai gas di scarico della precedente discarica che dà ancora problemi, in quanto i controlli sanitari di cui parla Bassolino non sono stati mai fatti. C'è una scuola nelle vicinanze, c'è addirittura un'oasi del Wwf. Sono messi in evidenza solo i problemi di ordine pubblico, facendo il gioco di quei pochi delinquenti. C'è da sperare che i napoletani stessi imparino da questa esperienza ad essere più attenti alla loro città. Diamoci da fare, dimostriamo di avere senso civico anche noi. Manuele Sara Carrieri - NAPOLI Prima di tutto battere la camorra Finché non si interromperà il circolo vizioso dello smaltimento rifiuti gestito dalla camorra, non ci sarà esercito capace di ristabilire la normalità. Il giro d'affari è pauroso, milioni di euro guadagnati dal crimine organizzato, con decine di discariche abusive a cielo aperto. Un mostruoso impatto ambientale: inquinamento dei campi e conseguente inserimento nella catena alimentare umana di prodotti altamente tossici. Ci troviamo di fronte a una bomba biologica. In attesa di buone nuove continuiamo ad arricchire i tedeschi: per loro e per la camorra la mondezza vale più dell'oro. Giuseppe Diotto - TORINO.

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LA CDL IN PIAZZA: A CASA BASSOLINO E IERVOLINO (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 12-01-2008)

 

La Cdl in piazza: a casa Bassolino e Iervolino "Altro che campo da golf a diciotto buche. Altro che rinascimento". Per il centrodestra l'emergenza rifiuti è il segno di un fallimento che richiede un passaggio finale indispensabile: le dimissioni di Bassolino, Iervolino, Di Palma. E con questo spirito oggi pomeriggio l'opposizione si mobilita. Scende in piazza chiamando a raccolta non solo i militanti dei dodici partiti che lanciano la protesta ma tutti i cittadini, le associazioni, le forze sociali che si "sentono traditi da quindici anni di promesse, annunci, soldi spesi mali" e che chiedono "una svolta profonda". Il centrodestra dà appuntamento agli scontenti, ai delusi, anche con e-mail e sms. Nel pomeriggio, alle 16, partiranno tre cortei: da piazza Municipio, da piazza Dante, da piazza Vittoria. Destinazione, palazzo Santa Lucia, sede della Regione, dove sono previsti tre interventi. Sul palco però non saliranno i politici. Parleranno un rappresentante del comitato di Pianura, un rappresentante delle associazioni di Chaia (le stesse che a dicembre organizzarono la marcia per la sicurezza), padre Aniello Manganiello, parroco di Scampia. "Vogliamo dare - spiega il coordinatore di Forza Italia Nicola Cosentino - spazio alla gente che soffre ogni giorno i disagi provocati dalla fallimentare gestione del centrosinistra". Undici i partiti che prenderanno parte alla protesta: Forza Italia, Alleanza nazionale, Udc, Nuovo Psi, Italiani nel mondo, Pri, Destra, Alternativa Sociale, Pensionati, Democrazia Cristiana per le autonomia, Mis con Rauti. Sfileranno parlamentari, consiglieri regionali e comunali, dirigenti dei partiti. Ci saranno Gianni Alemanno (An), Alessandra Mussolini (As), Gianfranco Rotondi (Dca). Ma non è escluso che altri esponenti nazionali possano scendere a Napoli per sostenere l'azione di una coalizione che dopo quindici anni di opposizione oggi più che mai si propone come alternativa di governo. Gli undici partiti del centrodestra contestano Regione e Comune ma anche il governo. "Le misure adottate - dicono i partiti in un documento congiunto - si caratterizzano per la assoluta mancanza di immediatezza e efficacia. Si tratta dell'ultimo colpo mortale inferto alle residue speranze di riscatto, per nulla mitigato dalla nomina del prefetto De Gannaro cui comunque va il nostro augurio". Punto fermo per uscire dall'emergenza resta, per il centrodestra, l'uscita di scena di Bassolino, Iervolino, Di Palma. "Chi sbaglia paga. Sono loro i responsabili del disastro. Hanno fatto diventare questo territorio simbolo stesso di malgoverno e clientelismo, assioma ideale politica-camorra". Ma oltre ad accusare, il centrodestra vuole anche proporre una sua strategia. "Il principio ispiratore di una proposta credibile - sostengono i partiti - deve essere ad ognuno il suo, non come atteggiamento egoistico, ma come elemento di responsabilità etica delle scelte della pubblica amministrazione". Il centrodestra propone un sistema di raccolta differenziata con principi di premialità e penalità; una dotazione impiantistica moderna; una valorizzazione del ruolo dei Comuni nella progettazione di un nuovo modello del ciclo dei rifiuti. p.mai.

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ARTICOLI DAL 7 ALL’11 GENNAIO 2008


ARTICOLI DEL 6-1-2008

Roghi e manichini impiccati Esplode la Napoli dei rifiuti Protesta choc: appesi agli alberi fantocci raffiguranti governatore e sindaco Napolitano si dice allarmato, Bassolino nel ( da "Provincia di Sondrio, La" del 06-01-2008)

Caos rifiuti, Napolitano allarmato ( da "Gazzetta di Parma, La" del 06-01-2008)

Iervolino: 3 o 4 siti alternativi a Pianura ( da "Corriere.it" del 06-01-2008)

Affondo di Calderoli: <Napoli non è Italia> ( da "Corriere.it" del 06-01-2008)

Che orgoglio quell'immagine che faceva il giro del mondo. Clinton in tuta che fa jogging su un ( da "Stampa, La" del 06-01-2008)

Prodi convoca i ministri ( da "Stampa, La" del 06-01-2008)

Cambiano i governi, i problemi restano ( da "Giornale di Brescia" del 06-01-2008)

Prodi: Troveremo una soluzione permanente ( da "Giornale di Brescia" del 06-01-2008)

HANNO DETTO ( da "Giornale di Brescia" del 06-01-2008)

SOMMERSI DA UNA POLITICA DI ECOBALLE ( da "Nazione, La (Nazionale)" del 06-01-2008) + 2 altre fonti

NAPOLI - IL TIRASSEGNO è ormai trasv ( da "Nazione, La (Nazionale)" del 06-01-2008) + 2 altre fonti

Fuoco amico su Bassolino ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 06-01-2008)

Fino a quando dovremo turarci il naso? ( da "Provincia di Cremona, La" del 06-01-2008)

Napoli, guerriglia anti-discarica ( da "Provincia di Cremona, La" del 06-01-2008)

Prodi: un'emergenza che mette in gioco il Paese ( da "Gazzetta del Sud" del 06-01-2008)

Emergenza rifiuti? Soltanto eco... balle ( da "Gazzetta del Sud" del 06-01-2008)

Legambiente si fa gli auguri e rilancia l'impegno ( da "Gazzetta del Sud" del 06-01-2008)

<Dimissioni per Bassolino e Iervolino> ( da "Libertà" del 06-01-2008)

"basta figuracce, ora ci pensa il governo" - marco marozzi ( da "Repubblica, La" del 06-01-2008)

Nel centrosinistra tutti indifendibili ( da "Repubblica, La" del 06-01-2008)

La montagna di "monnezza" che sfiora la luna - (segue dalla prima pagina) ( da "Repubblica, La" del 06-01-2008)

"quando quel boss mi disse: per noi la monnezza è oro" - giovanni marino ( da "Repubblica, La" del 06-01-2008)

Ultrà e abusivi infiltrati in piazza - irene de arcangelis ( da "Repubblica, La" del 06-01-2008)

Calderoli accusa: <Napoli non è Italia> ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 06-01-2008)

Prodi: <Metterò fine a questa immagine> ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 06-01-2008)

Prodi: siamo pronti ad agiredi pietro: via bassolino ( da "Secolo XIX, Il" del 06-01-2008)

Iervolino: "vado dai manifestanti" mastella: "cavalca la protesta" - roberto fuccillo ( da "Repubblica, La" del 06-01-2008)

Energia e rifiuti, fermiamo il partito del no ( da "Secolo XIX, Il" del 06-01-2008)

BREVI ( da "Secolo XIX, Il" del 06-01-2008)

Sconfitta la politica, vincono solo gli <anti> ( da "Eco di Bergamo, L'" del 06-01-2008)

Mastella contro Iervolino E Di Pietro: via Bassolino ( da "Eco di Bergamo, L'" del 06-01-2008)

La città dell'emergenza perenne Un commissario per ogni problema ( da "Giornale.it, Il" del 06-01-2008)

<Dietro la folla che protesta c'è la mano della camorra> ( da "Giornale.it, Il" del 06-01-2008)

Di Pietro: <Ora Bassolino si deve dimettere> ( da "Giornale.it, Il" del 06-01-2008)

La città dell'emergenza perenne Un commissario per ogni problema pag.1 ( da "Giornale.it, Il" del 06-01-2008)

Fuoco su Bassolino. Prodi: <Agiremo> ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 06-01-2008)

Caruso: gli scontri? Indignazione popolare ( da "Corriere della Sera" del 06-01-2008)

NUOVE GIUNTE DI SALUTE PUBBLICA ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 06-01-2008)

La Iervolino sfida: andrò a Pianura ( da "Corriere della Sera" del 06-01-2008)

Prodi: vergogna per l'Italia Basta, così non si va avanti ( da "Corriere della Sera" del 06-01-2008)

<Processo> a Bassolino <La rinascita? Mai vista> ( da "Corriere della Sera" del 06-01-2008)

Prodi convoca i ministri: agire subito ( da "Stampaweb, La" del 06-01-2008)

Napoli, rinascimento e declino ( da "Stampaweb, La" del 06-01-2008)

SCOPPIA L INTIFADA DELLA MONNEZZA. MASTELLA: "C'È LA MANO DELLA CAMORRA" ( da "Wall Street Italia" del 06-01-2008)

Rifiuti, è rivolta: interviene prodi ( da "Messaggero Veneto, Il" del 06-01-2008)

Di pietro: bassolino e la iervolino devono dimettersi ( da "Messaggero Veneto, Il" del 06-01-2008)

ORA DATEVI DA FARE ( da "Libero" del 06-01-2008)

Sul mare luccica... la spazzatura ( da "Libero" del 06-01-2008)

Quella sinistra che si dimentica di Tangentopoli ( da "Libero" del 06-01-2008)

Agguati a polizia e ambulanze Pianura rimane in rivolta ( da "Libero" del 06-01-2008)

Bassolino e Iervolino: come divennero padreterni a Napoli ( da "Libero" del 06-01-2008)

Il Pd ora rottami O'reuccio ( da "Libero" del 06-01-2008)

L'ecoballa di Prodi: risolverò la situazione. Calderoli: la Campania non è Italia ( da "Libero" del 06-01-2008)

"Dietro la folla che protesta c'è la mano della camorra" ( da "Giornale.it, Il" del 06-01-2008)

Di Pietro: "Ora Bassolino si deve dimettere" ( da "Giornale.it, Il" del 06-01-2008)

Rifiuti, tutti contro Bassolino ( da "Tempo, Il" del 06-01-2008)

L'emergenza? Un pretesto per fare i termovalorizzatori ( da "Tempo, Il" del 06-01-2008)

Prodi: <Risolvere il problema una volta per tutte> ( da "Adige, L'" del 06-01-2008)

Guerra a Napoli, lo Stato nei rifiuti ( da "Adige, L'" del 06-01-2008)

Vergogna che Napoli non merita ( da "Tempo, Il" del 06-01-2008)

A Napoli in fiamme anche la democrazia ( da "Tempo, Il" del 06-01-2008)

Rifiuti, Prodi: "Un'emergenza che mette in gioco il Paese" ( da "Repubblica.it" del 06-01-2008)

La montagna di "monnezza" che sfiora la luna ( da "Repubblica.it" del 06-01-2008)

Scontri ( da "TGCom" del 06-01-2008)

<Fuoco amico> su Bassolino ( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 06-01-2008) + 1 altra fonte

COSA C ENTRA IL NORD CON NAPOLI? ( da "Padania, La" del 06-01-2008)

E Di Pietro si toglie un... Bassolino dalla scarpa ( da "Padania, La" del 06-01-2008)

La Parola ai lettori ( da "Padania, La" del 06-01-2008)

RIFIUTI/ CAPEZZONE: POLITICI NON USINO CAMORRA COME ALIBI ( da "Virgilio Notizie" del 06-01-2008)

Iervolino: abbiate fiducia nelle istituzioni. Ma i rifiuti aumentano ( da "Gazzettino, Il" del 06-01-2008)

Assalti e scontrinella banlieudell'immondizia ( da "Sicilia, La" del 06-01-2008)

Il <call center spazzatura> ( da "Napoli.com" del 06-01-2008)

Prodi: "Le scuole vanno riaperte" Il sindaco: "Solo se togliete i rifiuti" ( da "Repubblica.it" del 06-01-2008)

Carla Ravaioli ( da "Liberazione" del 06-01-2008)

RIFIUTI/ MORONI: MA LA MAGISTRATURA COSA HA FATTO IN QUESTI ANNI? ( da "Virgilio Notizie" del 06-01-2008)

RIFIUTI/ NAPOLI (FI): BASSOLINO E IERVOLINO OSTACOLI A SOLUZIONE ( da "Virgilio Notizie" del 06-01-2008)

RIFIUTI/ PEZZELLA (DESTRA): VERA TRAGEDIA CLASSE POLITICA DI INETTI ( da "Virgilio Notizie" del 06-01-2008)

RIFIUTI, OSPEDALI IN CRISI E SALTANO I MERCATI ( da "Mattino, Il (Avellino)" del 06-01-2008)

TRE GIORNI, POI L'AGONIA L'ALLARME DEL PREFETTO ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 06-01-2008) + 1 altra fonte

MA LA IERVOLINO INSISTE: NO A PIANURA, CI SONO ALTRI SITI. E LANCIA UN APPELLO AI MANIFESTANTI: BASTA VIOLENZA ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 06-01-2008) + 3 altre fonti

PIANURA, ASSALTO A POLIZIA E AMBULANZE ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 06-01-2008) + 3 altre fonti

Prodi e Fioroni: "Le scuole riaprano" I sindaci: "Solo se togliete i rifiuti" ( da "Repubblica.it" del 06-01-2008)

Rifiuti/ Napolitano: "Tragedia da risolvere". Calderoli: "E' la Repubblica delle bucce di banane ( da "Affari Italiani (Online)" del 06-01-2008)

RIFIUTI/ CARFAGNA: DE GENNARO COMMISSARIO DELLA REGIONE CAMPANIA ( da "Virgilio Notizie" del 06-01-2008)

"Quando quel boss mi disse: per noi la monnezza è oro" ( da "Repubblica.it" del 06-01-2008)

Rifiuti/ Interviene l'esercito. Napolitano: "Tragedia da risolvere". Calderoli: "E' la Repubblica delle bucce di banane ( da "Affari Italiani (Online)" del 06-01-2008)

<Chiedo a tutti i campani di fermare il tandem Bassolino-Iervolino> ( da "Gazzetta di Parma, La" del 06-01-2008)


Articoli

Roghi e manichini impiccati Esplode la Napoli dei rifiuti Protesta choc: appesi agli alberi fantocci raffiguranti governatore e sindaco Napolitano si dice allarmato, Bassolino nel (sezione: Monnezze)

( da "Provincia di Sondrio, La" del 06-01-2008)

 

Mirino: "Ma io non mi dimetto" Uno dei ventuno manichini appesi ieri a Napoli in corso Umberto NAPOLI Manichini impiccati agli alberi, autobus dati alle fiamme, proteste. E tutto mentre la montagna di rifiuti diventa sempre più alta e rischia ora di travolgere i vertici politici, a iniziare dal presidente della Regione Antonio Bassolino, "invitato" ad andarsene. Un inferno, la Napoli dei rifiuti. Ieri la giornata è iniziata in modo choc: ventuno manichini impiccati agli alberi sono comparsi all'alba in Corso Umberto. Sui alcuni di essi sono attaccati manifesti listati a lutto con scritte sull'emergenza rifiuti che ha sommerso di spazzatura Napoli e contro il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, e il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino. Secondo fonti della Digos partenopea, che indaga sulla macabra messa in scena (con lo slogan "Addio a 'stu munno 'e munnezza!") , la responsabilità dei manichini - appesi senza testa né arti - sarebbe legata al circolo di An del quartiere Vicaria-Mercato. Ma non è tutto: nella notte sono stati dati alle fiamme quattro autobus, i cui scheletri inceneriti sono stati rimossi nella mattinata. I quattro autobus dell'Anm sono stati bruciati nel quartiere napoletano di Pianura, a Largo Domenico Russolillo, dove - nella discarica di Contrada Pisani - dovrebbero essere accatastati i rifiuti che da giorni rimangono in strada. Ancora roghi notturni, poi, di cumuli di immondizie si sono registrati. Dalle 20 dell'altra sera alle 8 di ieri mattina sono stati 50 gli interventi dei vigili del fuoco, meno di quelli dello stesso periodo della notte precedente, ma per fronti di fiamme più consistenti. Le aree più colpite sono quelle della zona Vesuviana e, soprattutto, quella Flegrea; pochi roghi nella periferia. Attorno alla discarica di Contrada Pisani, intanto, la cui riapertura dovrebbe essere imminente, per tutta la notte sono rimaste poche persone a presidiare l'ingresso; schierati per tutta la notte anche i poliziotti che monitorano l'area. Sono rimasti all'interno del futuro sito di stoccaggio dei rifiuti i camion inviati dal commissariato di governo per l'emergenza rifiuti. Ma la verità è che la crisi dei rifiuti in Campania è diventata una questione nazionale e le due massime autorità dello Stato, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il premier Romano Prodi, intervengono appoggiando le decisioni del commissario Umberto Cimmino e del prefetto di Napoli Alessandro Pansa di riaprire la discarica di Pianura. Cosa che non impedisce al sindaco di Napoli Iervolino di proseguire il suo braccio di ferro con entrambi. Prodi, in un colloquio con "Il Mattino", ha esternato la sua indignazione: "Non è tollerabile che l'Italia venga additata a vergogna dell'Europa". La decisione di Prodi di commissariare politicamente la crisi trova l'avallo del presidente della Repubblica Napolitano. E il Capo dello Stato in vacanza a Capri, conferma e si dichiara "non preoccupato, ma allarmato". "Mi sono trovato d'accordo - spiega - con il presidente del Consiglio e con i ministri degli Interni e dell'Ambiente che ci sia una assunzione di responsabilità precisa per sbloccare questa situazione". Il presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, rifiuta di presentare le dimissioni come chiesto dal centro.destra. "Sento il peso delle mie responsabilità - dice il governatore - ma talvolta sembra che le responsabilità siano solo mie".


Caos rifiuti, Napolitano allarmato (sezione: Monnezze)

( da "Gazzetta di Parma, La" del 06-01-2008)

 

PRODI: "IMPEGNATO PERSONALMENTE". CENTRODESTRA ALL'ATTACCO. BASSOLINO: "NON LASCIO". LA IERVOLINO SE LA PRENDE COL PREFETTO PANSA Cronache NAPOLI PRODI: "IMPEGNATO PERSONALMENTE". CENTRODESTRA ALL'ATTACCO. BASSOLINO: "NON LASCIO". LA IERVOLINO SE LA PRENDE COL PREFETTO PANSA Caos rifiuti, Napolitano allarmato Ancora proteste. Immondizia data alle fiamme, incendiati quattro autobus. Sit-in e blocchi stradali NAPOLI II Il governo studia interventi per fronteggiare l'emergenza, il capo dello Stato si dice allarmato più che preoccupato mentre il caos immondizia alza sempre più il livello dello scontro politico. è il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, da sempre sensibile nel fronteggiare l'allarme rifiuti in Campania, a fare sapere da Capri, dove si trova in visita privata, che il governo è pronto "a prendere iniziative al massimo livello". Prodi, dal canto suo ha annunciato che seguirà personalmente la vicenda: "Non è tollerabile che l'Italia venga additata a vergogna dell'Europa per non riuscire a risolvere il problema dei rifiuti". Il ministro dell'Interno Giuliano Amato per l'ordine pubblico, il ministro della Difesa Arturo Parisi per i siti demaniali e i tecnici di settore sono stati dal premier contattati "perché completino gli approfondimenti richiesti e si proceda con un piano di interventi strutturali, perché non si può andare avanti così". continua... Per leggere il testo completo dell'articolo, registrati al nuovo "sfogliatore" online.


Iervolino: 3 o 4 siti alternativi a Pianura (sezione: Monnezze)

( da "Corriere.it" del 06-01-2008)

 

DI PIETRO A BASSOLINO: "DIMETTITI". MASTELLA: "NON BISOGNA CAVALCARE LA PROTESTA" Iervolino: 3 o 4 siti alternativi a Pianura Il sindaco di Napoli: "Non si possono chiedere ancora sacrifici ai suoi abitanti. Si valutino altre soluzioni" NAPOLI- Il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, ribadisce la sua opposizione alla riapertura della discarica di Contrada Pisani, a Pianura, e chiede di valutare altre ipotesi avanzate dal Ministero della Difesa. "Ho chiesto - ha dettoa margine di una manifestazione di solidarietà all'ospedale Annunziata di Napoli - che non si pretendessero ulteriori sacrifici a chi ha già dato. Non voglio fare l'eroina, tutti avranno fatto la loro parte, ma io conoscendo le difficoltà degli abitanti di Pianura non potevo non metterle in campo". "Sono andata a Roma - aggiunge il sindaco - e ho cercato altre ipotesi e devo ringraziare chi veramente mi è stato vicino, il ministro Pecoraro Scanio, che anche ieri ha mandato l'avvocato Viglione. Alcune ipotesi dal Ministero della Difesa sono state fornite, vorrei che almeno fossero verificate". Le ipotesi sono "Gricignano - spiega il sindaco - e parecchie altri siti: tre o quattro realtà. Può anche darsi che saranno tutte inidonee, però vanno verificate". MASTELLA: "NON CAPISCO..." - "Non capisco il sindaco di Napoli che lotta assieme ai manifestanti di Pianura mentre Bassolino ha usato parole di maggiore responsabilità". Così il leader dell'Udeur Clemente Mastella ha commentato le diverse posizioni assunte dai rappresentanti delle istituzioni locali in Campania sulla vicenda della riapertura della discarica di Pianura. "Senso di responsabilità e coraggio da parte di tutti - è l'appello che Mastella rivolge al centrosinistra e al centrodestra -. Se prevale il criterio di cavalcare la protesta è la fine. Da 14 anni viviamo questa fase emergenziale, nella quale oggettivamente maggiori sono le responsabilità del centrosinistra rispetto al centrodestra, però oggi è il momento di decidere e noi dovremmo avere l'orgoglio e la responsabilità di muoverci come se il commissariato non esistesse". "Dobbiamo tirare una linea rossa sul passato - ha precisato Mastella - sbrogliare la matassa della costruzione del termovalorizzatore di Acerra, dove per la seconda volta la gara è andata deserta; impegnarci a realizzare i termovalorizzatori che occorrono nelle altre province della Campania". DI PIETRO: "BASSOLINO DIMETTITI" Intanto da più parti si leva la richiesta di dimissioni del governatore della Campania, Antonio Bassolino. "Farebbe bene a dimettersi - dice Antonio Di Pietro, ministro delle Infrastrutture, in un'intervista a SkyTg24 -. Dopo 10 anni di governo del centrosinistra a Napoli il modello è fallito. Ci sono responsabilità politiche che vanno assunte aldilà delle brave persone e della buona fede". Il leader dell'Udc Casini parla in un'intervista al di "emergenza nazionale che dovrebbe vedere il governo assumere provvedimenti appunto di emergenza, anche sostitutivi rispetto a quelli dei governi locali". Anche lui è convinto che il presidente della Campania dovrebbe rassegnare le dimissioni, pewrché "non è possibile che con le discariche abusive si siano rimpinguate le tasche della camorra e si sia inquinata la vicenda fino al punto drammatico in cui siamo oggi". BASSOLINO: "DI PIETRO IRRESPONSABILE" - Ma in serata è lo stesso Antonio Bassolino a replicare a Di Pietro: "Fa una cosa irresponsabile - è il commento del presidente della Regione -, è parte del governo e dovrebbe dare contribuire a togliere i rifiuti dalle strade". Il governatore, pur ammettendo le proprie responsabilità, invita tutti a un 'mea culpa': "In questo momento - dice al Tg1 - forte dovrebbe essere l'impegno di tutti, anche di quelle opposizioni che hanno avuto responsabilità di governo nel commissariare questa stessa regione". Ciò che bisogna fare adesso per uscire dall'emergenza, secondo Bassolino, è "aprire nuove discariche in provincia di Napoli. Non è impossibile, ma la battaglia è difficile in questa terra, perché sono stati versati per decenni interi rifiuti illegali e qui, ha ragione Saviano, c'è un intreccio torbido di criminalità organizzata". SCIOGLIMENTO - L'opposizione però non intende assolutamente allentare la pressione attorno ai politici di centrosinistra che amministrano le istituzioni campane. "La Campania viene umiliata da una classe dirigente irresponsabile, che non risponde neanche al grido di allarme del Capo dello Stato": è il parere di Maurizio Gasparri (An), che invoca il commissariamento di Regione e Comune. Sull'emergenza rifiuti è intervenuta anche la parlamentare di Forza Italia Mara Carfagna: "L'autoassoluzione di Bassolino sottolinea il bonapartismo in cui è degenerato il suo stile di governo e la solitudine del personaggio, che dalla Iervolino a Prodi non riesce a trovare più alcun difensore. Nessuno avrebbe il coraggio di mettere la faccia in una impresa tanto temeraria. Prima si dimette e meglio è. Rinnovo l'invito al Capo dello Stato per lo scioglimento della Regione Campania". E il leghista Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato, che in un'intervista alla , spiega: "Il governo ha esercitato i poteri sostitutivi commissariando per lungo tempo la gestione dei rifiuti in Campania. Non avendo prodotto effetto tale commissariamento e a fronte della resistenza da parte dello stesso Bassolino agli inviti che arrivano sia dalla maggioranza che dall'opposizione a dimettersi, il presidente della Repubblica può procedere allo scioglimento del Consiglio regionale della Campania". RISARCIMENTO - Infine Italiani nel Mondo propone "una grande azione di risarcimento del danno contro la Regione Campania e contro i commissariati di governo, responsabili di questo disastro terribile che avrà fine probabilmente tra vent'anni". "Abbiamo sancito una mobilitazione dei nostri aderenti e dei cittadini napoletani il 25 gennaio al Palapartenope, dove raccoglieremo la presenza di migliaia di cittadini che intendono oggettivamente fare qualcosa" ha detto il senatore Sergio De Gregorio. stampa |.


Affondo di Calderoli: <Napoli non è Italia> (sezione: Monnezze)

( da "Corriere.it" del 06-01-2008)

 

Dura intervista alla "PADANIA": "Occorre cambiare il Dna dei napoletani" Affondo di Calderoli: "Napoli non è Italia" L'ex ministro leghista: "Quello che sta accadendo lo dimostra, laggù le leggi dello Stato non valgono" L'ex ministro leghista Roberto Calderoli (Ansa) MILANO - "Ambulanze assaltate, come non accade nemmeno nei Paesi in guerra, incendi urbani, guerriglie con la polizia: tutto quello che sta succedendo dimostra che Napoli non è Italia". Lo sostiene, in un'intervista che sará pubblicata domani dalla Padania, il coordinatore della Lega Nord, Roberto Calderoli, riferendosi agli scontri che stanno accompagnando la riapertura della discarica nel quartiere di Pianura. "LE LEGGI NON VALGONO" - "Siamo di fronte ad un Paese - attacca ancora il coordinatore leghista - che accetta di avere al suo interno un'enclave extraterritoriale, dove le leggi dello Stato non valgono. Ma un Paese che accetta che lo stato di diritto venga fatto rispettare solo in una parte sì e in altre no cessa di essere uno Stato di diritto e cessa, pertanto, anche di essere uno Stato. E quando non c'è più lo Stato di diritto, per alcune aree del Paese, allora è giusto che anche le altre aree abbiano la possibilità di decidere cosa fare". "Ci si sarebbe aspettati - fa notare l'ex ministro del Carroccio - che i manifestanti andassero a protestare sotto casa di Bassolino, della Iervolino e di tutti quelli che in questi anni si sono arricchiti con i rifiuti, ma evidentemente non occorre solo rimuovere gli amministratori per risolvere questi annosi problemi ma va cambiato il dna dei napoletani e il loro modo di ragionare". "STATO COMPLICE E OMERTOSO" - L'esponente del Carroccio aggiunge: "ma ha senso continuare a stare in uno Stato del genere? Uno Stato che priva chi, come la Padania, che da sempre tira la carretta per tutti, di un'infrastruttura indispensabile come Malpensa, il suo hub internazionale, mettendo a rischio l'intera economia, e che poi non commissaria neanche il responsabile di una vergogna come quella che stiamo vedendo a Napoli?". "Le responsabilità di quello che sta accadendo sono ovviamente in primis degli amministratori locali, ma anche dei cittadini stessi che fanno le sceneggiate alla tv per opporsi alla riapertura di una discarica ma, di fatto, con il loro comportamento condannano loro stessi, i loro figli e le prossime generazioni ai rifiuti e alle sostanze cancerogene che stanno generando con i roghi e gli incendi urbani che stanno appiccando. In questo modo - conclude Calderoli- i cittadini napoletani stanno condannando le prossime generazioni, con l'omertà e la complicità dello Stato e di chi lo rappresenta?". stampa |.


Che orgoglio quell'immagine che faceva il giro del mondo. Clinton in tuta che fa jogging su un (sezione: Monnezze

)

( da "Stampa, La" del 06-01-2008)

Lungomare fantastico con uno sfondo da favola: un vulcano, un'isola, un golfo, il mare blu... Era Napoli. E non un secolo fa. Estate '94, summit degli otto Grandi, la città a lucido, le piazze e i monumenti restaurati, cultura e musica in ogni angolo. Era il punto più alto di quel fenomeno che, per un motivo o per l'altro, fu chiamato "rinascimento napoletano". Antonio Bassolino governava la città da appena tre anni, ma i risultati si vedevano. Qualcuno ci sentiva puzza di effimero, non gli si fece caso. Infatti che orgoglio quell'immagine che faceva il giro del mondo. Ora in giro per il mondo - metaforicamente e materialmente intendendo - ci sta andando l'immondizia: da quella spedita negli inceneritori tedeschi a quella che tracima per immagini dai siti e dalle tv di tutto il pianeta. Bel colpo, niente da dire. Naturalmente, non è questione di contrapporre i meriti del "rinascimento" allo scandalo di questa "monnezzopoli", anche perché i protagonisti (anzi, secondo alcuni: il protagonista) grossomodo son gli stessi: i governi di centrosinistra e il sindaco (e poi governatore) Antonio Bassolino. Qui si vorrebbe solo segnalare - mentre la polemica politica, magari, se ne frega e punta e guarda ad altro - la devastante rapidità di un malinconico declino. La parabola di un città senza più simboli e punti di riferimento: mentre è sempre attorno a dei simboli e a dei punti di riferimento che ha fatto leva - nel bene e nel male - per trovar forza e riscattare quel certo orgoglio da città di re e antica capitale. E' vero, naturalmente dipende dai simboli: ma onestamente ce n'è pochi peggiori di questa monnezza qua. Perfino annaspando alla cieca nel tunnel degli Anni 80 - le cricche di pentapartito, un sindaco ogni otto mesi, l'impero dei Di Donato e dei Pomicino, dei Gava e dei De Lorenzo - Napoli trovò a che aggrapparsi. Sembrano niente due scudetti, una Coppa Uefa, una Coppa Italia e una Supercoppa italiana in soltanto quattro anni! Ma intanto Napoli era nel mondo Diego Armando Maradona, e il volto pulito di Ciro Ferrara. Sembra niente, ma fu comunque meglio di niente. E in fondo c'era dell'altro: perché i teatri off e le sale di registrazione improvvisate nei sottoscala dei quartieri cominciavano a partorire miracoli, che l'era del "rinascimento", poi, avrebbe consacrato. Napoli iniziò a essere anche Massimo Troisi e Pino Daniele, la Nuova Compagnia di Peppe Barra e il teatro di Luca De Filippo, che rinverdiva i fasti del suo grande papà. E poi, sì, certo, era anche la città delle tangenti, di Raffaele Cutolo e della macchina criminale perfetta che diventò la sua Nuova Camorra Organizzata (della quale, a dirla tutta, si sentì una qualche cinica nostalgia negli Anni 90, quando crollato l'impero di don Raffaele, la città fu sepolta dai morti ammazzati nella guerra scatenata da centinaia di clan alla conquista del potere). Si tirava avanti, insomma. C'era del male, figurarsi, tanto male - camorra, poco lavoro - ma anche illusioni a cui aggrapparsi, simboli effimeri magari, però piccole luci in un cielo non ancora tutto nero. Le luci. Quelle che il ricambio politico accese, accecando la città, all'indomani di Tangentopoli. Fu lo sfavillìo del "rinascimento napoletano". Guardate il restauro di Palazzo Reale! E ammirate la magnificenza di piazza Plebiscito! E poi i lampioni di via Caracciolo, il mare, turbinii di feste, i nuovi registi alla Mario Martone, aria nuova, aria nuova. Il "rinascimento" finisce sulle copertine dei settimanali di mezzo mondo, i giornalisti occupano gli alberghi del lungomare per dire dell'ennesimo "miracolo napoletano". La città ritrova orgoglio e angoli di sfarzo da antica capitale. Quando uno dopo l'altro arrivano in visita a Napoli Bill Clinton, il Papa e la regina Elisabetta è l'apoteosi. Qualche élite intellettuale storce il naso, perché mentre la festa continua la città è sottoposta a una deindustrializzazione selvaggia. Si sussurra un'accusa: demagogia dell'effimero. Ma Napoli regge ancora, ha bellissime cose di sé da mandare in giro per il mondo e ne è fiera: anche se si intuisce che la città affanna e che sotto i lustrini niente. Sia come sia, Bassolino si passa il testimone e viene rieletto sindaco; poi lo passa a Rosetta Iervolino, che malvolentieri se lo ripassa ed eccoci qua. Qua vuol dire sotto questo cumulo di monnezza. E poichè monnezza chiama monnezza (camorra, tangenti, scaricabarile) qua vuol dire sotto una montagna gigantesca di rifiuti solidi e politici, di macerie sociali, di illusioni triturate. Com'è successo? Si prova a ricostruire, ma è peggio, è il solito tiro di accuse incrociate. E non è che prima di arrendersi all'idea che Napoli nel mondo oggi sia soltanto una discarica, qualcuno non avesse pensato ad una controffensiva. Anche solo un diversivo, magari. "Porca miseria, cominciamo a dire che Napoli è anche...". E' anche? Lavezzi non lo conosce nessuno, e poi non sarà mai Maradona; Massimo Troisi è morto che sono dieci anni e più; vertici internazionali non è nemmeno il caso di parlarne; Pino Daniele s'è trasferito dalle parti di Formia e di Peppe Barra non frega quasi più niente a nessuno. Ci si sforza, si riflette. E diamo pure la colpa a quelle immagini in tv, ma non viene in mente altro che monnezza. Una diffusa e nauseabonda monnezza.

 

 

Prodi convoca i ministri (sezione: Monnezze)

( da "Stampa, La" del 06-01-2008)

"Agire subito" Domani vertice d'urgenza a Palazzo Chigi Di Pietro chiede le dimissioni di Bassolino [FIRMA]FLAVIA AMABILE ROMA Il governo interverrà per porre fine all'emergenza rifiuti a Napoli e agli scontri che hanno accompagnato la riapertura della discarica di Pianura. L'ha promesso ieri il presidente del Consiglio Romano Prodi: "Il governo si assume tutte le proprie responsabilità riguardo a questa emergenza, perché sta mettendo in gioco il Paese". Il premier assicura che l'agenda dei lavori è fissata: "Lunedì mattina comincio con le riunioni dei ministri, poi si agisce". Obiettivo è non solo affrontare il problema di sgomberare i rifiuti e trovare un luogo dove scaricarli, ma "risolvere il problema per sempre. Dobbiamo offrire una capacità di lavorazione dei rifiuti che sia superiore all'offerta che viene prodotta in Campania, altrimenti non si normalizzerà mai la situazione". L'emergenza sta davvero mettendo in gioco il Paese come sostiene il premier. La Lega ne ha approfittato per tirare fuori il suo antimeridionalismo. Per Roberto Calderoli "tutto quello che sta succedendo dimostra che Napoli non è Italia". Nell'occhio del ciclone è il governatore della Campania, Antonio Bassolino. "Farebbe bene a dimettersi - dice Antonio Di Pietro, ministro delle Infrastrutture -. Dopo 10 anni di governo del centrosinistra a Napoli il modello è fallito. Ci sono responsabilità politiche che vanno assunte aldilà delle brave persone e della buona fede". Il leader dell'Udc Casini se la prende con il governo, che deve "assumere provvedimenti d'emergenza, anche sostitutivi rispetto a quelli dei governi locali". Anche lui è però convinto che il presidente della Campania dovrebbe dimettersi, perché "non è possibile che con le discariche abusive si siano rimpinguate le tasche della camorra e si sia inquinata la vicenda fino al punto drammatico in cui siamo oggi". Lo scioglimento della Regione viene chiesto da più parti all'interno dell'opposizione: da Maurizio Gasparri di An e Mara Carfagna di Fi. Bassolino, però, non ci sta. Il governatore, pur ammettendo le proprie responsabilità, invita tutti a un "mea culpa". Rispedisce a Di Pietro le critiche, aggiungendone anche di sue: "Fa una cosa irresponsabile. E' parte del governo e dovrebbe contribuire a togliere i rifiuti dalle strade". E, comunque, ricorda: "In questo momento forte dovrebbe essere l'impegno di tutti, anche di quelle opposizioni che hanno avuto responsabilità di governo nel commissariare questa Regione". Ciò che bisogna fare per uscire dall'emergenza, secondo Bassolino, è "aprire nuove discariche in provincia di Napoli". Clemente Mastella, invece, rivolge pesanti critiche al sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, che si è schierata al fianco degli abitanti di Pianura nell'opporsi alla discarica: "Se prevale il criterio di cavalcare la protesta, è la fine". Secondo lui, la soluzione è nel realizzare i termovalorizzatori". Infine Italiani nel Mondo propone "una grande azione di risarcimento del danno contro la Regione Campania e contro i commissariati di governo, responsabili di questo disastro che avrà fine probabilmente tra 20 anni".

 

 

Cambiano i governi, i problemi restano (sezione: Monnezze)

( da "Giornale di Brescia" del 06-01-2008)

Edizione: 06/01/2008 testata: Giornale di Brescia sezione:IN PRIMO PIANO Cambiano i governi, i problemi restano che in un altro senso. Il dramma dei rifiuti si impone come un grave problema nazionale di cui non è possibile disinteressarsi. Questo sia perché appare difficile che venga trovata sul posto una soluzione capace di scongiurare una pericolosa degenerazione dello stesso ordine pubblico, sia perché costituisce già per il nostro Paese una grossa grana - concretamente finanziaria oltre che genericamente d'immagine - sul piano internazionale. Ma c'è un secondo ordine di motivi, meno appariscente, per cui l'emergenza rifiuti a Napoli assurge a caso, meglio, a lezione nazionale. La Città partenopea in questo lungo dopoguerra è stata governata prima dal monarchico Lauro, poi per tre decenni - di fatto - dal democristiano Gava, infine dal post-comunista Bassolino; oggi - come hanno titolato i loro ventun manichini impiccati agli alberi gli autori - da Rosa Russo Bassolino, con chiaro riferimento alla corresponsabilità del sindaco Iervolino e del governatore regionale, in poche parole dell'intero Partito democratico, per lo sprofondamento della città nell'immondizia. Insomma il capoluogo e la Regione campana hanno consumato tutte le chance che avevano a disposizione per la soluzione degli annosi problemi del territorio. Destra, centro, sinistra sono succeduti alla guida del municipio. A Palazzo dei Normanni sono saliti prima un patron privato, grande dispensatore di favori - e di posti -, poi un signore delle tessere con amicizie importanti a Roma e quindi in grado di dirottare ingenti risorse per il riscatto della città, da ultimo un politico cresciuto all'opposizione - e nella critica - del potere laurino e democristiano. Nessuno si aspettava che qualcosa cambiasse della vecchia Napoli con il Comandante al timone. Una qualche fiduciosa speranza di rinnovamento si è nutrito che venisse dalla Dc, l'incontrastato (al centro come in periferia) partito di governo. Una svolta decisiva era nelle generali aspettative che si consumasse da una forza politica come i Ds cresciuta con la promessa di offrire un'alternativa - morale prima ancora che di classe dirigente - all'immutabile stato di ingovernabilità della città. Lo scoraggiante risultato che è sotto gli occhi dell'intera opinione pubblica nazionale ed estera non è solo motivo di una cocente delusione. Rischia di offrire una ragione di forte pessimismo nella riformabilità della politica tout court in Italia. Che alternative mette a disposizione una democrazia che ha già visto alternarsi al governo tutti gli schieramenti senza che nulla tragicamente sia cambiato? Roberto Chiarini.

 

 

Prodi: Troveremo una soluzione permanente (sezione: Monnezze)

( da "Giornale di Brescia" del 06-01-2008)

Edizione: 06/01/2008 testata: Giornale di Brescia sezione:IN PRIMO PIANO Il centrodestra compatto nel chiedere le dimissioni di Bassolino e della Russo Iervolino. A loro si è aggiunto Di Pietro che si "ritira" dalla Giunta regionale Prodi: "Troveremo una soluzione permanente" Il Governatore campano Bassolino e il sindaco di Napoli Iervolino ROMA L'emergenza rifiuti in Campania continua ad occupare le prime pagine dei giornali. Non solo con le cronache degli scontri a Pianura, ma anche con un polemica politica che chiama ormai in causa le massime cariche istituzionali. A conclusione della giornata è intervenuto da Bologna Romano Prodi per ribadire che "il Governo si assume tutte le sue responsabilità" per porre fine ad un'"emergenza che mette in gioco il Paese con un'immagine negativa". "Dobbiamo affrontare - ha assicurato Prodi - il problema per sempre. Dobbiamo offrire una capacità di lavorazione dei rifiuti che sia superiore all'offerta che viene prodotta in Campania, altrimenti non si normalizzerà mai la situazione". Viene confermata così la perfetta sintonia tra il premier e il Capo dello Stato. L'impegno delle due massime cariche dello Stato non è però servito a stemperare il livello dello scontro politico. Il centrodestra è rimasto compatto nel chiedere le dimissioni del governatore campano Antonio Bassolino e di Rosa Russo Iervolino, e a loro si è aggiunto Antonio Di Pietro. Nell'opposizione, è sceso in campo Casini, per chiedere, sebbene con toni pacati, le dimissioni di Bassolino, pur riconoscendo tuttavia che il centrodestra in Campania "avrebbe potuto fare di più". Il fronte della maggioranza ha cominciato a mostrare qualche incrinatura con una richiesta di Antonio Di Pietro che ha fatto eco al presidente dell'Udc nell'intento di mandare a casa il governatore della Regione Campania: "Ci sono responsabilità politiche che vanno assunte al di là delle brave persone e della buona fede". E per corredare di coerenza il suo ragionamento, il ministro ha fatto sapere che l'Idv uscirà dalla coalizione regionale. Non è stato l'unico "malumore" della giornata nell'Unione. Mastella dalla vicina Avellino non ha rinunciato a criticare pubblicamente il sindaco di Napoli: "Non capisco la Iervolino che lotta insieme ai manifestanti di Pianura. Se prevale il criterio di cavalcare la protesta è la fine". Nella maggioranza non si sono registrati molti altri interventi. Dalle opposizioni è proseguito invece un coro di critiche e di polemiche. Il leghista Giuseppe Calderoli ha chiesto al Quirinale di usare i suoi poteri di scioglimento del Consiglio Regionale Campano. Lo stesso ha fatto per An l'ex ministro Maurizio Gasparri. Sandro Bondi, coordinatore di Fi, ha invocato un governo regionale di emergenza, mentre Michela Vittoria Brambilla ha assicurato che mobiliterà i suoi Circoli per cacciare Rosa Russo Iervolino. Non è mancato qualche intervento più catastrofista. Il leghista Mario Borghezio ha chiesto l'intervento dell'esercito perché "la Campania è il nostro Afganistan". Sergio De Gregorio ha infine paventato la presenza di gruppi eversivi negli scontri di ieri.

 

 

HANNO DETTO (sezione: Monnezze)

( da "Giornale di Brescia" del 06-01-2008)

Edizione: 06/01/2008 testata: Giornale di Brescia sezione:IN PRIMO PIANO HANNO DETTO BONDI: "SI DIMETTANO!" ROMA - "Bassolino e Iervolino dovrebbero dimettersi e Regione e Comune dovrebbero essere retti da un governo di emergenza". È quanto chiede il coordinatore di Forza Italia, Bondi. "Quello che sta avvenendo a Napoli e in Campania - afferma - rivela la crisi della democrazia e dello Stato, e il fallimento delle classi politiche di governo".

 

 

SOMMERSI DA UNA POLITICA DI ECOBALLE (sezione: Monnezze)

( da "Nazione, La (Nazionale)" del 06-01-2008)
Pubblicato anche in:
(Giorno, Il (Nazionale)) (Resto del Carlino, Il (Nazionale))

L'INTERVENTO SOMMERSI DA UNA POLITICA DI ECOBALLE SI DICE, in questi giorni di festa, che i pessimisti non sono tanto intelligenti. Ma le feste stanno per finire e dopo il film di Natale a Cortina e le vacanze a Ischia o a Malindi si dovrebbe tornare alla realtà. Si legge che gli italiani fanno male a essere pessimisti. In fin dei conti, i politici sono tutti o quasi allineati sulle posizioni del presidente della Repubblica, che non può essere che ottimista.Tuttavia, per la maggior parte degli italiani, almeno per quelli che non vivono di politica, il problema è rappresentato proprio dalla politica e dal fatto che nessun nodo è stato minimamente risolto e non sono in vista soluzioni né per il costo della vita, né per la sicurezza, né per l'immigrazione, né per le inefficenze e i costi dei servizi pubblici e della politica, né per la lentezza e la parzialità della giustizia, né per l'eccesso di tasse, né per le perdite di funzionalità del sistema scolastico e di quello economico. SE PENSIAMO ai morti e ai feriti per i botti di capodanno, il pensiero va subito alle ecoballe e alle montagne di rifiuti che bruciano nelle città e cittadine campane. Dal 1994 per non risolvere il problema dei rifiuti di Napoli e della Campania, dove regnano da anni politici come Iervolino e Bassolino, sono stati bruciati ben oltre mille milioni, che sarebbero bastati a costruire quindici inceneritori. Da sette anni partono dalla Campania dirette in Germania quattromila tonnellate al giorno di ecoballe che ci costano un milione di euro ogni ventiquattro ore. Nel 2003 la Iervolino, sindaco di Napoli, dichiarò che per i rifiuti la città si avviava alla normalità e cose del genere furono ripetute da altre autorità regionali e nazionali: ecoballe. RIFLETTERE su queste cose non è pessimismo, ma è un dovere, anzi è un civile esercizio di spirito critico. Come si può avere fiducia nella democrazia se tutti i responsabili politici di questo disastro sono ai loro posti e godono ancora di credibilità e di consenso? Gli italiani sono stati abituati a turarsi il naso e a mettere la testa sotto la sabbia, ma non mi sembra che questo sia un buon sistema. Così come non è un buon sistema far finta di niente. Se il pessimismo non è segno di intelligenza, mi sembra che non prendere atto della realtà, non guardarla in faccia, sia segno di infantilismo. Forse le classi dirigenti di questo Paese pensano proprio questo: di avere a che fare con un popolo immaturo, portato solo a piangere. - -->.

 

 

NAPOLI - IL TIRASSEGNO è ormai trasv (sezione: Monnezze)

( da "Nazione, La (Nazionale)" del 06-01-2008)
Pubblicato anche in:
(Giorno, Il (Nazionale)) (Resto del Carlino, Il (Nazionale))

? NAPOLI ? IL TIRASSEGNO è ormai trasversale. Innescato dai manifestanti della prima ora, il "Bassolino dimettiti" non è solo diventato l'immediata ? e ovvia ? parola d'ordine dell'opposizione (per Calderoli un Paese che accetta tutto questo "cessa di essere uno Stato di diritto"), ma provoca ora qualche sinificativa raffica di fuoco amico. Come quello di Antonio Di Pietro. "Dopo dieci anni di governo del centrosinistra a Napoli ? commenta il ministro delle Infrastrutture ? il modello è fallito: ci sono responsabilità politiche che vanno assunte, al di là delle brave persone e della buona fede". Quindi? "Quindi, Bassolino farebbe bene a dimettersi". E per sottolineare il concetto, preannuncia l'uscita del suo gruppo dal governo regionale, "poiché non intende mantenere alcun comportamento connivente con l'inazione". Parole di miele per i politici dell'altra sponda. "Ha ragione Di Pietro ? raccoglie al volo Sandro Bondi, coordinatore di Forza Italia ?: Bassolino e la Iervolino avrebbero il dovere morale di rassegnare immediatamento le dimissioni. Subito dopo si dovrebbe dar vita a un governo di emergenza". E all'emergenza ? definita "nazionale" ? ricorre anche il leader dellUdc Pier Ferdinando Casini per pungolare il Governo, invitato ad "assumere provvedimenti appunto di emergenza, anche sostitutivi di quelli dei governi locali". Va da sé che per lo scempio rifiuti, chiosa Casini, "Bassolino dovrebbe avere il coraggio di assumersi le proprie responsabilità e dimettersi". Fuori quota, ma non meno perentorio, l'affondo di Beppe Grillo, che dal suo blog incita i "cari campani" a fermare il "diessino-diossino" Bassolino insieme alla Iervolino, "un tandem: quando uno scende dal Comune, l'altra lo avvicenda, e il primo sale in Regione". Il sindaco di Napoli finisce anche nel mirino di Clemente Mastella, sorpreso da un primo cittadino "che lotta assieme ai manifestanti di Pianura. Se prevale il criterio di cavalcare la protesta ? ammonisce il ministro della Giustizia ? è la fine". Da ultimo, mentre Prodi ribadisce l'impegno del Governo ("lunedì mattina comincio le riunioni con i ministri, poi si agisce"), spiccano le preoccupazioni del vicepresidente e del segretario della commissione antimafia: "è incredibile la distrazione" del Governo centrale, oltre che di Bassolino, Iervolino e Pecoraro Scanio ("che parla di tutti e su tutto e su questa vicenda di cataclisma ambientale rimane discreto"), dice Mario Tassone; e "chiederò un intervento straordinario per verificare le collusioni con la camorra" gli fa eco Tommaso Pellegrino. - -->.

 

 

Fuoco amico su Bassolino (sezione: Monnezze)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 06-01-2008)

REAZIONI. L'assessorato alla Sanità fa partire uno screening di massa per bambini e adulti in modo da misurare l'incidenza dei tumori e i fattori di rischio "Fuoco amico" su Bassolino ROMA L'emergenza rifiuti, per Prodi, è "una tragedia per tutti i cittadini della Campania. Lunedì mattina comincio le riunioni con i ministri, poi si agisce. Mi appello alla solidarietà e al lavoro comune di tutti i cittadini e di tutte le forze istituzionali della Campania, ma è un'emergenza che dobbiamo vincere rapidamente". Ma tornare alla normalità non basta: "Dobbiamo affrontare il problema per sempre", dice Prodi. Viene confermata così la perfetta sintonia tra il premier e Napolitano, ma il loro comune impegno non basta a stemperare lo scontro politico: la destra è compatta nel chiedere le dimissioni di Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino, e a loro si aggiunge Di Pietro. Nell'opposizione, Pier Ferdinando Casini chiedere, sebbene con toni pacati, le dimissioni del presidente della giunta regionale campana Antonio Bassolino, pur riconoscendo tuttavia che "anche noi dell'opposizione" in Campania "avremmo potuto fare di più". Il fronte della maggioranza comincia a mostrare qualche incrinatura quando una richiesta di Di Pietro fa eco al presidente dell'Udc: "Ci sono responsabilità politiche che", dice, "vanno assunte al di là delle brave persone e della buona fede". E per corredare di coerenza il suo ragionamento, il ministro fa sapere che l'Idv uscirà dalla coalizione regionale. Nell'Unione, questo non è stato l'unico "malumore" della giornata. Clemente Mastella dalla vicina Avellino non rinuncia a criticare pubblicamente il sindaco di Napoli: "Non capisco la Iervolino che lotta insieme ai manifestanti di Pianura. Se prevale il criterio di cavalcare la protesta è la fine". Nella maggioranza non si registrano molti altri interventi. Dalle opposizioni prosegue invece il coro di critiche e di polemiche. Il leghista Roberto Calderoli chiede al Quirinale di usare i suoi poteri di scioglimento del consiglio regionale campano e dice che "Napoli non è Italia". Lo stesso fa per An l'ex ministro Gasparri. Bondi, coordinatore di Fi, chiede un governo regionale di emergenza, e la neopolitica Michela Vittoria Brambilla assicura che mobiliterà i suoi circoli per cacciare Rosa Russo Iervolino. Il leghista Mario Borghezio chiede poi l'intervento dell'esercito perché "la Campania è il nostro Afghanistan". Intanto, la Regione Campania promuove "uno screening sanitario di massa", dice l'assessore alla Sanità Angelo Montemarano. I bambini potranno eseguire gratuitamente visite dermatologie e pneumologiche" per controllare "il rischio allergico e asmatico". Per gli adulti invece è previsto "un più dettagliato screening per il rischio oncologico e la ricerca della diossina nel sangue".

 

 

Fino a quando dovremo turarci il naso? (sezione: Monnezze)

( da "Provincia di Cremona, La" del 06-01-2008)

Edizione di Domenica 6 gennaio 2008 Benvenuto P.Review srl Fino a quando dovremo turarci il naso? IL PUNTO di Enrico Pirondini Due o tre cose, sveltamente, bisognerà pur dirle sul caos rifiuti di Napoli ? vera emergenza nazionale ? ora che siamo arrivati al peggio e i filmati della 'monnezza' stanno facendo il giro del mondo umiliandoci oltre il sostenibile. La Politica. Si è svegliata tardi e male ed ora spera di cavarsela con le teste di Bassolino e della Jervolino onde evitare la furia del popolo esasperato. Sono almeno 13 anni che su Napoli piovono soldi facili in nome della emergenza, proprio come è accaduto col post-terremoto. I primi a fiutare l'affare rifiuti sono stati i clan. C'è un vero e proprio blocco sociale che campa sulla monnezza, dai manager ai lavoratori socialmente utili. Un magma che mescola clientelismo, malavita, illegittimità amministrativa. Più c'è spazzatura e più arriva denaro. Un fiume di denaro. E' ormai accertato che infiltrazioni camorriste sono state individuate in molte strutture ambientaliste, il circuito è ben oleato. E' stato fatto un conto: nelle tasche dei clan sono finiti 44 miliardi di euro. E' evidente che ai camorristi conviene alimentare il caos per renderlo stabile. E procurare consensi elettorali, in cambio di tanta fortuna, purché non si tocchino i loro interessi. La Politica ha finto di strillare ma in realtà ha lasciato fare. Ora, a buoi scappati, interviene perché si profila la catastrofe; a far paura non c'è soltanto la diossina ma c'è il pericolo che si scateni una epidemia. E per ironia della sorte questo governo, il meno ecologico della storia, ha un ministro dell'ambiente campano, cioè Alfonsino tip tap Pecoraro Scanio. Siamo alla farsa. Le responsabilità. Il gesto macabro ma innocuo dei 21 manichini impiccati con i nomi di Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino fatti trovare appesi ai lampioni del Rettifilo (opera di giovani di An) la dicono lunga sul livello di rabbia che c'è da quelle parti. Spero che questo propellente dia coraggio alla Procura di Napoli che ora accerterà le responsabilità politiche e istituzionali di questo immondo pasticcio. E tra le responsabilità non ci sono solo 'O Governatore e la sindachessa, i boss e qualche commissario straordinario. Ci sono pure le responsabilità di taluni imprenditori del Nord Italia e d'Europa che, approfittando di questo caos, hanno affidato ai camorristi tonnellate di rifiuti tossici rapidamente rovesciate nelle discariche illegali. Tra Napoli e Caserta è stato rifilato di tutto. Nei fuochi di queste notti, alimentati ad arte dai clan, non ci sono solo gli avanzi delle case napoletane; ci sono pure barili pieni di veleni letali. Da quando (febbraio 1994) il dramma napoletano si è trasformato in emergenza, sono stati polverizzati 2 mila milioni; una cifra con cui si potrebbero realizzare non uno, ma 15 inceneritori. I cittadini sono stati gli unici, finora, che hanno pagato per tutto questo. Ora basta. Ora tocca a lorsignori. Ma siccome, per la bonifica, dovrebbero arrivare altri 20 miliardi di euro da qui al 2013, è meglio non illudersi. La conclusione mi pare scontata: fino a quando saremo costretti a turarci il naso?l.

 

 

Napoli, guerriglia anti-discarica (sezione: Monnezze)

( da "Provincia di Cremona, La" del 06-01-2008)

Edizione di Domenica 6 gennaio 2008 Benvenuto P.Review srl Napoli, guerriglia anti-discarica Prodi: in gioco il nome del Paese. La camorra fra i dimostranti di Sergio Cassini ROMA ? Il presidente del Consiglio Romano Prodi ha ribadito ieri che "il governo si assume tutte le sue responsabilità" per porre fine ad "un'emergenza che mette in gioco il Paese con un'immagine negativa". "Dobbiamo affrontare ? ha assicurato Prodi ? il problema per sempre. Dobbiamo offrire una capacità di lavorazione dei rifiuti che sia superiore all'offerta che viene prodotta in Campania, altrimenti non si normalizzerà mai la situazione". Viene confermata così la perfetta sintonia tra il premier e il Capo dello Stato. L'impegno delle due massime cariche dello Stato non è però servito a stemperare il livello dello scontro politico. Il centrodestra è rimasto compatto nel chiedere le dimissioni di Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino, e a loro si è aggiunto Antonio Di Pietro. Nell'opposizione, è sceso in campo Pier Ferdinando Casini, per chiedere, sebbene con toni pacati, le dimissioni di Bassolino, pur riconoscendo tuttavia che il centrodestra in Campania "avrebbe potuto fare di più". Dalle opposizioni il leghista Giuseppe Calderoli ha chiesto al Quirinale di usare i suoi poteri di scioglimento del Consiglio Regionale Campano. Lo stesso ha fatto per An l'ex ministro Maurizio Gasparri. Sandro Bondi, coordinatore di Fi, ha invocato un governo regionale di emergenza, mentre Michela Vittoria Brambilla ha assicurato che mobiliterà i suoi Circoli per cacciare Rosa Russo Iervolino. Intanto è sempre peggio a Pianura, la banlieu di Napoli in guerra contro la discarica: ieri è stata un'altra giornata di proteste, ma soprattutto di guerriglia, con aggressioni a mezzi e uomini delle forze dell'ordine ed ambulanze, assalti a sedi di partito (An e Margherita), violenze contro la troupe del Tg1 e il giornalista Gianni Bianco, colpito in diretta durante il collegamento a Primo Piano del Tg3. E i cittadini spaventati dall'arrivo di tonnellate e tonnellate di spazzatura ora denunciano possibili strumentalizzazioni. Non usa mezzi termini, ad esempio, Luigi Cuomo, coordinatore delle associazioni antiracket di Napoli. "Ci sono dei delinquenti a noi ben noti tra i cosiddetti manifestanti ? spiega Cuomo ? che si sono infiltrati in mezzo a tanta gente perbene che non è violenta". Ha denunciato che i commercianti della zona sono stati costretti ad abbassare le saracinesche. Poi va oltre. "La battaglia di civiltà contro la discarica di Pianura ? sottolinea ? rischia di essere vanificata dalla presenza della criminalità e della camorra che è scesa in campo cercando di guidare il movimento. Con la camorra noi perdiamo la battaglia". Visi coperti, una parte dei manifestanti lancia sassi contro le forze dell'ordine. Due poliziotti restano feriti. Gli agenti rispondono, la tensione sale alle stelle. Auto che si trovano parcheggiate vengono capovolte. Si susseguono i blocchi stradali, viene occupata la ferrovia Roma-Napoli. Il quartiere è isolato, così come centri vicini come Quarto e Pozzuoli. Un operatore del 118 viene aggredito mentre cerca di prestare soccorso a un ragazzo della zona. Anche le attività normali divengono impossibili. I cortei paralizzano il traffico, i blocchi imprigionano chi vorrebbe uscire dalla zona. Ma non c'è affatto solo la guerra di Pianura. Non si raccoglie la spazzatura dalle strade, nel Napoletano e nel Casertano anche da 15 giorni. Ma i cumuli sono evidenti anche a Napoli città, nel centro. Del resto non sarebbe possibile prendere la spazzatura da terra. Gli impianti di cdr sono chiusi perchè non si sa dove portare i rifiuti lavorati. Non c'è un'alternativa al sito di Taverna del Re, a Giugliano, diventato mega deposito delle ecoballe. Si cerca disperatamente di individuare siti di stoccaggio. Ma la spazzatura invade le strade, cumuli sono visibili davanti alle scuole. A San Giorgio a Cremano ed a Caserta lunedì le scuole non riapriranno dopo la pausa delle festività. Una decisione a tempo indeterminato. A Volla, per il momento, lo stop è di tre giorni ma in tutti i Comuni nelle prossime ore si valuteranno le iniziative da adottare.

 

 

Prodi: un'emergenza che mette in gioco il Paese (sezione: Monnezze)

( da "Gazzetta del Sud" del 06-01-2008)

"Il governo si assume tutte le proprie responsabilità. Il mondo ci osserva" Prodi: un'emergenza che mette in gioco il Paese Sergio Cassini ROMA L'emergenza rifiuti in Campania continua ad occupare le prime pagine dei giornali. Non solo con le cronache degli scontri a Pianura, dove la popolazione difende il "diritto" di impedire l'installazione di una discarica temporanea, ma anche con un polemica politica che chiama ormai in causa le massime cariche istituzionali. A conclusione della giornata è intervenuto da Bologna Romano Prodi per ribadire che "il governo si assume tutte le sue responsabilità" per porre fine ad un'"emergenza che mette in gioco il Paese con un'immagine negativa". "Dobbiamo affrontare ha assicurato Prodi il problema per sempre. Dobbiamo offrire una capacità di lavorazione dei rifiuti che sia superiore all'offerta che viene prodotta in Campania, altrimenti non si normalizzerà mai la situazione". Viene confermata così la perfetta sintonia tra il premier e il Capo dello Stato. L'impegno delle due massime cariche dello Stato non è però servito a stemperare il livello dello scontro politico. Il centrodestra è rimasto compatto nel chiedere le dimissioni di Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino, e a loro si è aggiunto Antonio Di Pietro. Nell'opposizione, è sceso in campo Pier Ferdinando Casini, per chiedere, sebbene con toni pacati, le dimissioni di Bassolino, pur riconoscendo tuttavia che il centrodestra in Campania "avrebbe potuto fare di più". Il fronte della maggioranza ha cominciato a mostrare qualche incrinatura con una richiesta di Antonio Di Pietro che ha fatto eco al presidente dell'Udc nell'intento di mandare a casa il governatore della Regione Campania: "Ci sono responsabilità politiche che vanno assunte al di là delle brave persone e della buona fede". E per corredare di coerenza il suo ragionamento, il ministro ha fatto sapere che l'Idv uscirà dalla colazione regionale. Non è stato l'unico "malumore" della giornata nell'Unione. Clemente Mastella dalla vicina Avellino non ha rinunciato a criticare pubblicamente il sindaco di Napoli: "Non capisco Iervolino che lotta insieme ai manifestanti di Pianura. Se prevale il criterio di cavalcare la protesta è la fine". Nella maggioranza non si sono registrati molti altri interventi. Dalle opposizioni è proseguito invece un coro di critiche e di polemiche. Il leghista Giuseppe Calderoli ha chiesto al Quirinale di usare i suoi poteri di scioglimento del Consiglio Regionale Campano. Lo stesso ha fatto per An l'ex ministro Maurizio Gasparri. Sandro Bondi, coordinatore di Fi, ha invocato un governo regionale di emergenza. (domenica 6 gennaio 2008).

 

 

Emergenza rifiuti? Soltanto eco... balle (sezione: Monnezze)

( da "Gazzetta del Sud" del 06-01-2008)

Forte Emergenza rifiuti? Soltanto eco... balle Zeffiro Ciuffoletti Si dice, in questi giorni di festa, che i pessimisti non sono tanto intelligenti. Ma le feste stanno per finire e dopo il film di Natale a Cortina e le vacanze a Ischia o a Malindi si dovrebbe tornare alla realtà. Si legge che gli italiani fanno male a essere pessimisti. In fin dei conti, i politici sono tutti o quasi allineati sulle posizioni del presidente della Repubblica, che non può essere che ottimista. Tuttavia, per la maggior parte degli italiani, almeno per quelli che non vivono di politica, il problema è rappresentato proprio dalla politica e dal fatto che nessun nodo è stato minimamente risolto e non sono in vista soluzioni né per il costo della vita, né per la sicurezza, né per l'immigrazione, né per le inefficenze e i costi dei servizi pubblici e della politica, né per la lentezza e la parzialità della giustizia, né per l'eccesso di tasse, né per le perdite di funzionalità del sistema scolastico e di quello economico. Se pensiamo ai morti e ai feriti per i botti di capodanno, il pensiero va subito alle ecoballe e alle montagne di rifiuti che bruciano nelle città e cittadine campane. Dal 1994 per non risolvere il problema dei rifiuti di Napoli e della Campania, dove regnano da anni politici come Iervolino e Bassolino, sono stati bruciati ben oltre mille milioni, che sarebbero bastati a costruire quindici inceneritori. Nel 2003 la Iervolino, sindaco di Napoli, dichiarò che per i rifiuti la città si avviava alla normalità: ecoballe. Riflettere su queste cose non è pessimismo, ma è un dovere, anzi è un civile esercizio di spirito critico. Come si può avere fiducia nella democrazia se tutti i responsabili politici di questo disastro sono ai loro posti e godono ancora di credibilità e di consenso? (domenica 6 gennaio 2008).

 

 

Legambiente si fa gli auguri e rilancia l'impegno (sezione: Monnezze)

( da "Gazzetta del Sud" del 06-01-2008)

Con la consueta crespellata Legambiente si fa gli auguri e rilancia l'impegno Giorgio Gatto Costantino L'atmosfera calda e accogliente del "Birdland" ha fatto da cornice agli auguri di fine anno di Legambiente. Presso il club culturale di via Possidonea i responsabili della sezione reggina hanno incontrato soci e sostenitori per un aperitivo natalizio. L'incontro di ieri è stato occasione di un breve consuntivo sulle attività svolte nel 2007: "È stato un anno denso di attività ha ricordato Lidia Liotta basti pensare alle vertenze contro il raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro o la ventilata costruzione della centrale a carbone di Saline e l'impegno a favore del Comune di San Luca con i progetti di rinascita del territorio". Non sono mancati poi gli interventi in città: "Molti cittadini si sono rivolti a noi per manifestare disappunto rispetto ai progetti di restyling delle piazze con cui si sta cancellando parte della memoria storica cittadina". C'è poi la questione della classifica annuale curata proprio da Legambiente i cui dati secondo i responsabili vanno bene interpretati. In sostanza è vero che la città ha guadagnato posizioni negli ultimi tre anni ma questo, a detta degli attivisti verdi, è dovuto principalmente alla buona volontà di alcuni funzionari comunali (in particolare quelli dell'ufficio sostenibilità urbana) che hanno fornito delle risposte serie, esaustive e circostanziate ai questionari somministrati dall'associazione a differenza di quanto avveniva in precedenza quando le domande restavano senza risposta. "Ma in realtà su alcuni fronti, come il traffico o la raccolta differenziata, c'è ancora molto da fare". L'associazione però non vuole passare come oppositrice aprioristica. "Lo dimostra la nostra fattiva e assidua collaborazione per il progetto Agenda 21". Tante le iniziative in cantiere per il nuovo anno. Uno su tutti l'impegno contro le ecomafie per il quale ci sarà la presentazione a Reggio del Comitato nazionale per la verità sui traffici di materiali nocivi promosso dall'associazione. Non per nulla erano presenti alla manifestazione di ieri il nuovo comandante provinciale del Noe dei Carabinieri Paolo Minutoli, il viceprocuratore generale Franco Neri e il dott. Gerardo Pontecorvo del Cfs. (domenica 6 gennaio 2008).

 

 

<Dimissioni per Bassolino e Iervolino> (sezione: Monnezze)

( da "Libertà" del 06-01-2008)

Quotidiano partner di Gruppo Espresso LIBERTA' di domenica 6 gennaio 2008 > In Italia "Dimissioni per Bassolino e Iervolino" Cresce in entrambi i poli la richiesta di azzerare i vertici amministrativi ROMA - L'emergenza rifiuti travolge Antonio Bassolino e fa vacillare la poltrona di Rosa Russo Jervolino. A chiedere la testa del governatore della Campania non più solo il centrodestra ma anche Antonio Di Pietro. "Bassolino farebbe bene a dimettersi, dopo dieci anni di governo del centrosinistra a Napoli, il modello è fallito e ci sono responsabilità politiche che vanno assunte", attacca il ministro delle Infrastutture da Skytg24. L'ex Pm inoltre annuncia che il suo partito, Idv, è pronta a uscire dalla coalizione che governa la Regione. Nella maggioranza Di Pietro dà voce a un malassere condiviso. Soprattutto a sinistra. Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom, chiede che vadano a casa tutti gli amministratori locali responsabili del disastro alla Regione e al Comune. Rifondazione prende tempo. Prima è indispensabile mettere in atto le misure concrete per liberare la città dai rifiuti, poi ci sarà il tempo per l'esame ai politici e le valutazione, dice Gennaro Migliore, capogruppo alla Camera e deputato napoletano. Ma è dall'opposizione che arrivano i maggiori fendenti. Mentre cadono nel vuoto gli appelli alla calma e alla non violenza pronunciati da Rosa Russo Jervolino che si dice vicina "vicina ai cittadini che soffrono" l'ex Cdl appare compatta. Forza Italia con Simone Baldelli chiede un'informativa urgente al governo, il legista Roberto Calderoni invoca l'intervento di Giorgio Napolitano per sciogliere il consiglio della Campania. "Il presidente della Repubblica, con proprio decreto secondo le procedure stabilite dalla Costituzione, può procedere allo scioglimento del Consiglio", dice Calderoli. Per l'esponente leghista le "carte" oggi sono tutte nelle mani del Capo dello stato che può inviare truppe speciali per sedare la rivolta e mettere fine alla vergogna. Una posizione condivisa anche da An. "Il Parlamento affronti subito l'emergenza chiedendo ai sensi della Costituzione il commissariamento di Regione e Comune: i responsabili di questa barbarie vanno allontanati subito dalla stanza dei bottoni", dice Maurizio Gasparri. L'ex ministro delle Comunicazione se la prende anche con Di Pietro che accusa di essere un ipocrita, invitandolo a lasciare la sua poltrona da ministro insieme al collega all'Ambiente, Pecoraro Scanio. E l'intervento di Napolitano invoca anche la forzista Mara Carfagna: il capo dello Stato deve sciogliere il consiglio Regionale o spiegare i motivi per cui non lo fa, tuona minacciosa. E le dimissioni di Bassolino chiede anche l'ala più moderata dell'opposizione. "Bassolino dovrebbe avere il coraggio di dimettersi", dichiara Pierferdinando Casini, leader Udc mentre Sergio De Gregorio, di Italiani nel Mondo, preannuncia una mobilitazione a Napoli per il 25 gennaio. Sulla vicenda interviene anche Beppe Grillo che chiede ai campani di fermare il "tandem" Bassolino Jervolino e avanza il sospetto che l'emergenza rifiuti possa essere il pretesto per realizzazione di nuovi termovalorizzatori. Con il governatore si schiera Clemente Mastella. "Non capisco il sindaco di Napoli che lotta insieme ai manifestanti mentre Bassolino ha avuto parole di responsabilità", dice il mininisto della Giustizia chiedendo senso di responsabilità e coraggio da parte di tutti. Una tesi condivisa da Rosy Bindi. "Il problema è talmente difficile e serio che richiede una concertazione e un impegno da parte di tutti", avverte il ministro della Famiglia promettendo che il governo farà la sua parte. m.b. [.

 

 

"basta figuracce, ora ci pensa il governo" - marco marozzi (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 06-01-2008)

Dalla Merkel "Basta figuracce, ora ci pensa il governo" Prodi: domani vertice. Di Pietro: Bassolino vada via. Calderoli: Napoli non è Italia MARCO MAROZZI BOLOGNA - "Il governo prende in mano direttamente l'emergenza rifiuti". Romano Prodi interviene in prima persona nel dramma della Campania. Convoca per domani a Palazzo Chigi un vertice di tutti i ministri coinvolti. "Dobbiamo affrontare il problema per sempre. Dobbiamo offrire una capacità di lavorazione dei rifiuti che sia superiore all'offerta che viene prodotta in Campania. Altrimenti non si normalizzerà mai la situazione". Il summit da una parte deve decidere "immediate" misure straordinarie, dall'altra vuol bloccare divisioni nella maggioranza. Antonio Di Pietro ha sparato a zero contro Antonio Bassolino accusandolo di "grave e macroscopica responsabilità politica" e chiedendone le dimissioni "al più presto". "Ma è un irresponsabile, dovrebbe pensare come tutti a togliere i rifiuti dalle strade" gli replica il presidente campano in un'autodifesa tv. Bassolino ammette la responsabilità "per non essere riusciti a costruire i termovalorizzatori". E aggiunge: "La battaglia è difficile perchè qui sono stati sversati per decenni interi rifiuti illegali da ogni parte d'Italia". Cita anche l'articolo di Roberto Saviano ieri su Repubblica: "Ha ragione. C'è un intreccio torbido, un ruolo della criminalità organizzata". Un altro ministro, Clemente Mastella, se la prende con Rosa Russo Iervolino. "Non capisco il sindaco di Napoli che lotta assieme ai manifestanti di Pianura, mentre Bassolino ha usato parole più responsabili" dice il responsabile della Giustizia, la cui moglie è presidente del Consiglio regionale campano. "Non è tempo di posizioni di lotta e di governo. Se prevale il criterio di cavalcare la protesta è la fine" commenta Mastella, ammettendo che "maggiori sono le responsabilità del centrosinistra rispetto al centrodestra" per un'emergenza che dura da 14 anni. Pier Ferdinando Casini chiede a Bassolino, "personalità non banale", un "atto di coraggio": le dimissioni. Molti altri dell'opposizione, da Gasparri a Calderoli (che dice "la Campania non è Italia") a Gargani a Rotondi, domandano al presidente Napolitano il commissariamento della Regione Campania. Sandro Bondi e Michela Brambilla di Forza Italia ma anche Giorgio Cremaschi, dirigente comunista della Fiom, vogliono le dimissioni non solo di Bassolino ma anche della Iervolino. Prodi ha raccolto queste voci, ha telefonato ai responsabili della Campania, ha sentito ministri e tecnici della Protezione civile, ha letto i giornali stranieri che descrivono l'ennesino disastro italiano, raccolto i segnali da Bruxelles, dall'Europa comunitaria, ha visto soprattutto montare la protesta sociale e il rischio epidemie. A sera ha convocato i cronisti nella sua casa bolognese. "Il governo si assume tutte le proprie responsabilità riguardo a questa emergenza perché sta mettendo in gioco il Paese" ha annunciato. "Tutti ci osservano e non voglio che l'Italia dia questa immagine negativa. In secondo luogo è una tragedia per tutti i cittadini della Campania. Lunedì comincio le riunioni con i ministri e poi si agisce. Mi appello alla solidarietà e al lavoro comune delle istituzioni della Campania e a tutti i cittadini".

 

 

Nel centrosinistra tutti indifendibili (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 06-01-2008)

Dare ancora fiducia a Bassolino e alla Iervolino? Assolutamente no, risponde Europa, giornale della ex Margherita. "Indifendibili. Sono tutti indifendibili" si legge in un corsivo sull'edizione di ieri. "Dà da pensare la dimensione del fallimento. Ed è grande l'imbarazzo che i, malgoverno napoletano suscita in tutto il centrosinistra".

 

 

La montagna di "monnezza" che sfiora la luna - (segue dalla prima pagina) (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 06-01-2008)

Commenti LA MONTAGNA DI "MONNEZZA" CHE SFIORA LA LUNA (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) Comincio con la "monnezza" napoletana, non a caso seguita con foto e cronache dai principali giornali del mondo e perfino dalle autorità europee di Bruxelles allarmate da quanto accade. Lo scrittore Roberto Saviano ne ha diffusamente scritto ieri sul nostro giornale con la conoscenza di "persona informata dei fatti", indicando i colpevoli, i profittatori, l'inerzia irresponsabile delle istituzioni locali, la pessima gestione tecnica e politica d'un fenomeno che resterebbe incomprensibile senza l'oggettiva congiura di tutte queste circostanze che configurano una serie di aggravanti e non di attenuanti come invece ci si vorrebbe far credere. Il problema dello smaltimento dei rifiuti riguarda le città di tutto il pianeta ma ha trovato da tempo la sua normalizzazione. Se ne sono occupati gli amministratori, i tecnici e perfino i romanzieri. Don DeLillo gli ha dedicato uno dei suoi romanzi più significativi. I rifiuti hanno dato vita ad una delle industrie più prospere del capitalismo post-industriale, producono profitti ingenti e occupano milioni di persone. Ma lo spettacolo di una grande città sepolta da tonnellate di schifezze con effetti gravi sulla salute degli abitanti si è visto e si continua a vedere soltanto a Napoli e in tutta la Campania. Nulla di simile è accaduto a New York, a Los Angeles, a Londra, a Parigi, a Berlino, a Tokyo, a Shanghai, al Cairo, a Rio de Janeiro e in nessun altro angolo del pianeta. A Napoli sì. Da quindici anni. Non è e non può essere un problema antropologico. Semplicemente: le istituzioni non funzionano, la camorra ne approfitta, non funziona la Regione, non funziona il Comune, non funziona il Commissario ai rifiuti, non funzionano le imprese addette a quel servizio. Celentano avrebbe detto: non funziona il rubinetto di casa mia. Dovevano puntare sui termovalorizzatori e sulla raccolta differenziata. Le discariche avrebbero dovuto essere una valvola "tattica" per ospitare alcune punte stagionali, come accade in tutte le altre regioni italiane e nel mondo intero. Invece le discariche sono diventate la soluzione preminente e permanente facendo la ricchezza dei proprietari di quei terreni e l'infelicità dei loro abitanti. Solo adesso, con almeno dieci anni di ritardo, si è deciso di costruire un termovalorizzatore che ? si dice ? entrerà in funzione tra un anno, ma più probabilmente ce ne vorranno almeno tre. Dovrà smaltire l'accumulo di rifiuti che nel frattempo sarà stato stoccato nelle discariche riaperte con l'ausilio della forza pubblica in tenuta da sommossa. Chi ha commesso questo macroscopico errore? Forse i Verdi hanno qualche responsabilità, ma i responsabili principali sono il governatore Bassolino e il sindaco di Napoli, Russo Iervolino. Ho avuto in passato simpatia e stima per entrambi, ma adesso sia la stima che la simpatia si sono molto attenuate. Penso che dovrebbero andarsene. Scusarsi e andarsene. Mi auguro che il presidente del Consiglio glielo chieda. La loro uscita di scena non è certo la bacchetta magica per far sparire la montagna di rifiuti che ammorba la città e i paesi del circondario, ma rappresenta comunque la doverosa punizione dell'errore strategico compiuto e nel quale per anni hanno perseverato. La disistima della gente per la politica si deve principalmente ad un sistema perdonatorio che premia l'insipienza e le clientele. Il contrario di una democrazia efficiente e trasparente. * * * La "monnezza" napoletana riflette le malformazioni più generali della nostra democrazia, in ritardo di molti decenni rispetto ai mutamenti nel frattempo avvenuti in tutti i Paesi equiparabili al nostro. Noi abbiamo un Parlamento irretito dal voto di fiducia, senza alcun correttivo che vi ponga riparo. Crediamo anzi tentano di farci credere che la fiducia parlamentare rappresenti il culmine della sovranità popolare delegata ai rappresentanti del popolo che siedono (fin troppo numerosi) sui banchi di Montecitorio e di Palazzo Madama. Ma non è così, anzi è il contrario di così. L'istituto della fiducia non rappresenta affatto un potere del Parlamento sull'Esecutivo ma piuttosto il guinzaglio con cui l'Esecutivo tiene il Parlamento per il collo. Il presidente degli Stati Uniti non ha bisogno della fiducia del Congresso; in Usa non sanno neppure che cosa sia il voto di fiducia: il Presidente eletto dal popolo ha nelle sue mani tutto il potere esecutivo, nomina i ministri segretari di Stato e li revoca, propone disegni di legge, può mettere il veto a leggi non gradite. In compenso il Congresso, depositario del potere legislativo federale, ha poteri formidabili di controllo sull'operato dell'Amministrazione che li esercita senza scrupoli di sorta. Nessuna nomina può esser fatta senza la sua approvazione, i dirigenti e i ministri debbono riferire periodicamente alle commissioni del Congresso e del Senato. Il potere non è acefalo ma bicefalo. Non è affatto indenne da errori e disfunzioni ma da più di duecento anni guida un Paese che ormai da tempo ha le dimensioni d'un impero mondiale. In Europa le democrazie più solide hanno impianti diversi da quello americano ma il tema dell'efficienza decisionale è stato affrontato e risolto da tutti, in Francia in Gran Bretagna in Germania in Spagna. In Italia no. Governo e Parlamento sono legati a doppia catena con le conseguenze d'una debolezza congenita e di una lentezza decisionale esasperante. La stessa che ha tolto dignità e peso alla magistratura. La "monnezza" è di casa a Napoli, i fascicoli accumulati nei Tribunali civili e penali sono di casa in tutti i Palazzi di giustizia italiani. E' la loro (e la nostra) monnezza. Ho letto che se i rifiuti di Napoli fossero tutti accatastati con un base di trentamila metri quadrati, raggiungerebbero oggi un'altezza di quasi quindicimila metri, il doppio dell'Everest. Analoga e gigantesca montagna la si potrebbe costruire accatastando i fascicoli dei processi in attesa di sentenza; forse anche più alta. Per risolvere almeno in parte la disfunzione democratica ci vuole una legge elettorale adeguata e alcune riforme costituzionali. Veltroni si è preso in carico la soluzione del problema che non è di forma ma di sostanza e non riguarda solo i politici ma tutti i cittadini, visto che siamo noi, almeno per un giorno, il popolo sovrano. Ci riguarda tutti; riguarda anche il tema della "monnezza" napoletana, anche la Tav in Val di Susa, anche il testamento biologico, anche i Dico o come diavolo si chiamano. Riguarda la legislazione, la giurisdizione, l'amministrazione e l'eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. E anche l'aborto e la pillola RU 486. Veltroni e i dirigenti del Partito democratico hanno indicato nelle elezioni uninominali con ballottaggio tra i candidati che al primo turno non abbiano raggiunto la maggioranza assoluta ed abbiano almeno ottenuto il 12 per cento dei voti, il sistema adatto purché combinato con l'elezione popolare del presidente della Repubblica e col rafforzamento dei suoi poteri in chiave presidenzialista. Si tratta d'una riforma complessa che potrà rappresentare il tema dominante della futura campagna elettorale. Nella sua intervista di ieri al nostro giornale il segretario del Pd ha citato un passaggio importante che Cesare Salvi (sinistra radicale), allora relatore alla Bicamerale del 1997, scrisse proponendo il sistema presidenziale ed elettorale francese. Da allora, ha aggiunto Veltroni, questa è stata la posizione costante del riformismo italiano. Ma per ora si tratta soltanto di una prospettiva. Per ora così Veltroni si deve andare verso un sistema elettorale a base proporzionale con un ragionevole correttivo maggioritario che dia più forza ai partiti di maggiori dimensioni e induca i minori a raggrupparsi tra loro. Perché questo è l'obiettivo attuale? Perché è il solo capace di darci governabilità. Senza di esso non c'è che la cosiddetta Grande Coalizione: Pd e Forza Italia insieme. Veltroni ha dichiarato (e non ce n'era neppure bisogno) che il Partito democratico non è disponibile a questa soluzione. Ma chi lavora per un proporzionale puro vuole in realtà arrivare a questo risultato. I numeri gli danno pienamente ragione. Per il poco che possa valere, penso che Veltroni abbia scelto la posizione più adatta a risolvere i problemi della governabilità e penso anche che essa potrà passare soltanto se ci sarà l'accordo con Forza Italia e con Rifondazione, più tutti gli altri che vorranno uscire dal pantano attuale. * * * Per portare a termine questo primo blocco di riforme elettorali e costituzionali, comprensive del Senato federale e della riduzione del numero dei parlamentari nella prossima legislatura, Veltroni pensa ragionevolmente che ci voglia un anno di tempo. E la prosecuzione fattiva del governo attuale con l'obiettivo di ridare fiato ai ceti economicamente più deboli, insidiati sempre più dall'aumento dell'inflazione e da un probabile rallentamento nella crescita dei redditi. In realtà in Usa si parla ormai esplicitamente di recessione. Molti economisti affermano che è già in atto da almeno tre mesi, accompagnata da un'inflazione che ha rialzato la testa e da un netto aumento della disoccupazione. Pensare che l'Europa e l'Italia non risentano di quanto sta avvenendo nell'economia americana è pura illusione. Alla crisi devastante dell'industria e della finanza immobiliaristica si aggiunge ormai il ribasso di Wall Street e di tutte le Borse mondiali, l'indebolimento dei consumi, l'aumento dei tassi sui mutui e una liquidità più severa. In queste condizioni il bilancio italiano si trova, una volta tanto, in migliori condizioni per quanto riguarda l'andamento delle entrate e la diminuzione del fabbisogno. Ma abbiamo pur sempre la palla al piede del debito pubblico che ci mangia ogni anno 70 miliardi di interessi. Per ridare fiato ai cittadini e ai lavoratori ci vorranno più o meno 8-10 miliardi di euro. In teoria la copertura c'è e non è esatto dire che il ministro dell'Economia si opponga a questa manovra che dovrebbe prender l'avvio tra il marzo e il giugno prossimi. L'obiezione di Padoa-Schioppa non è tanto sui numeri ma sui modi. Probabilmente sarebbe d'accordo se quelle cifre fossero erogate con provvedimenti "una tantum" in attesa di vedere che cosa avverrà nel mondo e in Europa nel corso di un anno così incerto come questo. Se il buon tempo tornerà, nel 2009 e negli anni successivi i provvedimenti "una tantum" potranno diventare strutturali ed essere ulteriormente migliorati. Queste diverse impostazioni saranno comunque l'oggetto della nuova concertazione tra governo e parti sociali, insieme al tema dei contratti di lavoro da chiudere. La "stagflation" dev'essere tenuta ben presente perché configura l'imposta più iniqua sul potere d'acquisto dei lavoratori e dei pensionati. Una rincorsa tra salari nominali e costo della vita dev'essere dunque il primo argomento da esaminare tra le parti concertanti, insieme a quello della produttività. * * * Mi resta da parlare dell'aborto, sul quale tuttavia non c'è da dire se non ciò che è stato già detto da me domenica scorsa e da altri man mano che l'offensiva clericale si articolava con i vari interventi della "gerarchia". I laici ? credenti e non credenti che siano ? sono favorevoli alla libera manifestazione di tutte le opinioni e a tutti quegli interventi legislativi, amministrativi e giurisdizionali che tutelino i diritti di libertà quando non ledano diritti altrui. Per quanto riguarda la legge sull'aborto i laici ritengono che essa tuteli la maternità consapevole e la libertà di scelta delle donne. Sono anche favorevoli ad aumentare il flusso di informazioni che debbono essere fornite alle donne sui possibili effetti dell'interruzione di gravidanza nonché sulla fecondazione assistita. Tutto il resto, a cominciare dalla cosiddetta moratoria, è del tutto aberrante. E' un puro strumento propagandistico equiparare l'interruzione di gravidanza, consentita solo in determinati tempi e circostanze, alla pena di morte. Si tratta in realtà di un'operazione mediatica con due precisi obiettivi. Uno, di carattere culturale, per stringere i laici alla difensiva e per preparare l'affondo vero e proprio contro la legge vigente. L'altro, temporalistico, di rilanciare la potestà della gerarchia ecclesiastica come unica e sacrale depositaria del pensiero e della dottrina della Chiesa, confiscando sempre di più al laicato cattolico la sua attiva partecipazione all'elaborazione della dottrina relegandolo in un ruolo di platea passivamente e silenziosamente consenziente, cinghia di trasmissione dei voleri dell'episcopato e del Vaticano fin nelle aule comunali, regionali e parlamentari. Proprio per questo suo contenuto temporalistico ho usato prima l'aggettivo "clericale": i chierici all'offensiva contro il laici. Di questo si tratta. A questo bisogna reagire. E' auspicabile che il Partito democratico non sottovaluti la questione. Penso e scrivo da molto tempo che libertà e laicità sono sinonimi vedo con piacere che la Bonino concorda su questa sinonimia, del resto non ne dubitavo. Laicità e democrazia senza aggettivi. Non ne hanno alcun bisogno.

 

 

"quando quel boss mi disse: per noi la monnezza è oro" - giovanni marino (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 06-01-2008)

Cronaca La mano regia Franco Roberti, capo del pool anticamorra della procura di Napoli: 15 anni fa tutto già chiaro "Quando quel boss mi disse: per noi la monnezza è oro" "La criminalità ha interesse a mantenere l'emergenza che le porta guadagni" "Dice bene Saviano: indagare sul sistema dei consorzi tra pubblico e privato" Machiavelli su Napoli scrisse che sarebbe stata necessaria la 'mano regia': cioè un potere irresistibile per ripristinare ordine e legalità. Roma si muova, non c'è più tempo GIOVANNI MARINO NAPOLI - Fu il primo a capirlo. Il primo a riceverne diretta conferma. "Dotto', non faccio più droga. No, adesso ho un altro affare. Rende di più e soprattutto si rischia molto meno. Si chiama monnezza, dotto'. Perché per noi la monnezza è oro". Il procuratore Franco Roberti ascoltò quelle parole nel carcere di Vicenza, dicembre 1992. Lì il boss del Rione Traiano, Nunzio Perrella, aveva deciso di pentirsi. "L'inchiesta che ne derivò - ricorda il capo del pool anticamorra della Procura di Napoli - svelò come le cosche lucravano sui rifiuti. C'era tutto già allora: imprese mafiose mascherate, amministratori corrotti dalle tangenti, controlli inesistenti, territori avvelenati. Un segnale d'allarme che non fu colto dalla politica". Squilla il telefono al dodicesimo piano del grattacielo dei pm. è un sabato di lavoro, perché la camorra non si ferma per i week-end. Ventiquattr'ore prima c'è stato un delitto: 10 colpi contro un pregiudicato. Roberti risponde, dà direttive. Quindi riprende: "Assisto a uno scaricabarile vergognoso, se Napoli nel 2008 rappresenta questo scenario apocalittico nessuno può dirsi immune da colpe". Procuratore Roberti, perché per la camorra è meno rischioso e più redditizio infiltrarsi nel settore dei rifiuti? "Perché i rifiuti sono una emergenza infinita. E dove c'è una emergenza c'è il crimine organizzato. Perché emergenza è, giocoforza, sinonimo di attenuazione o evanescenza dei controlli di legalità: si rischia meno e si guadagna di più. Lo scrittore Saviano, ieri su "Repubblica", ha illustrato come agiscono i camorristi". Saviano parla del sistema dei consorzi, vero cavallo di Troia per entrare nel business dell'immondizia. "I consorzi pubblico-privato, già. è stato da noi accertato che nella provincia di Caserta un consorzio, un esponente del Commissariato ai rifiuti e le cosche facevano affari. Lo scrittore ha pertinentemente citato, poi, il fatto che questo intreccio di illegalità ha scaricato sulla gestione commissariale un costo di nove milioni di euro. Una bella cifra, ma poco rispetto al business illegale reale". Ha una stima del guadagno illecito? "Cifre enormi. Solo per avvicinarci basti pensare a quanto c'è in ballo: scrive la commissione bicamerale d'inchiesta guidata dal senatore Barbieri che a oggi il costo totale della prima fase del ciclo dei rifiuti si aggira tra i 500 e i 600 milioni di euro l'anno. Ragionando solo su questo dato si ha una idea del profitto che i clan traggono". Ma dove più s'infiltrano? "Le cosche sono dappertutto nell'emergenza rifiuti: nella prima fase, in quella intermedia, nella finale". Chi è il padrino dei rifiuti? "La cosca dei Casalesi su tutti. In città, i clan di Rione Traiano e di Pianura". Pianura, dove molti dicono che c'è la camorra a spingere perché prevalga la violenza. "La camorra ha interesse ad agitare la protesta e a mantenere la situazione emergenziale che le porta guadagni". Cosa fare per uscire dai giorni più bui di Napoli? "Primo: investire il governo della questione con totale assunzione di responsabilità. Sinora con il Commissariato si è verificata una delega piena a livello locale ma il Commissariato si è rivelato un carrozzone capace di inghiottire cifre spaventose senza risolvere il problema, anzi, aggravandolo. Secondo: bisogna realizzare subito il termovalorizzatore. Possibile che manchi ancora il 15 per cento della sua costruzione? E la raccolta differenziata: 150 Comuni campani sono in linea con la media nazionale, perché gli altri non lo sono?". Perché sinora tutto ciò non si è fatto? "Perché per fare certe scelte in politica bisogna assumersi sino in fondo le proprie responsabilità, anche a costo di rischiare la poltrona e il consenso elettorale". E la magistratura poteva fare di più? "Non su questo. Siamo stati i primi, nessuno ha voluto trarne insegnamento. Al punto che ora stiamo pensando di attivare un circuito informativo più forte. Noi siamo legati al segreto ma l'articolo 118 del codice di procedura penale ci consente di informare in via riservata il ministro dell'Interno di fatti indispensabili per la prevenzione dei delitti più gravi". L'opposizione chiede le dimissioni di Bassolino e Iervolino. "Dico solo che se un politico ammette le proprie responsabilità dovrebbe poi trarne le conseguenze. Ma basta polemiche. Cito Machiavelli: scrivendo di Napoli disse che ci sarebbe voluta la "mano regia": un potere irresistibile per ripristinare ordine e legalità. Roma si muova, non c'è più tempo".

 

 

Ultrà e abusivi infiltrati in piazza - irene de arcangelis (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 06-01-2008)

Cronaca Politici bipartisan e galassia antagonista: la Digos indaga, filmati gli scontri con gli agenti Ultrà e abusivi infiltrati in piazza Ecco chi si nasconde dietro la protesta. E alimenta i disordini All'inizio c'erano solo i residenti. Ora si sono aggiunti altri. E non sempre pacifici IRENE DE ARCANGELIS NAPOLI - Da tre giorni è guerra civile in un pezzo d'Italia. Stato contro cittadini con la spazzatura sotto casa: era cominciata così la protesta di Pianura. Oggi è diverso. Gli eserciti in campo sono aumentati. Non tutti hanno un nome e un volto, molti soddisfano l'esigenza di caos del momento. Sottoboschi che sgomitano per rendersi protagonisti. Ultrà del calcio e camorristi. L'illegalità che tallona i manifestanti pacifici. Non sempre è facile prendere le distanze, si vive nello stesso quartiere. E poi le galassie antagoniste senza ribalta, la politica al governo osserva da lontano, quella dell'opposizione va sul posto. Mille conflitti per una discarica. La guerra di Pianura era cominciata come una normale manifestazione di protesta dei cittadini contro una decisione imposta dal governo. Come la Tav in Val di Susa. Ma quei cittadini hanno perso. Vengono caricati dalla polizia ma soprattutto devono farsi da parte di fronte ai professionisti della guerriglia urbana. E chi sono? Gli ultrà, per cominciare. Un mondo molto variegato. Che però ieri era rappresentato alla discarica dall'ex capo di tutte le sigle, poi caduto in disgrazia dopo una serie di arresti. E i ragazzi incappucciati? La Digos indaga negli ambienti del cosiddetto "Fossato Flegreo". Tifosi estremisti di Napoli Ovest. Si avrà conferma: l'accaduto di ieri a Pianura è stato filmato dagli agenti dell'Ufficio politico. Ultrà che però non sarebbero così lontani dai giovani delle bande armate di spranghe che in motorino hanno fatto il giro dei commercianti del quartiere, intimando loro di abbassare le saracinesche e partecipare alla protesta per fare numero. Un'iniziativa criminale ben diversa da quella di un manifestante pacifico di contrada Pisani, che aveva invece chiesto la sola solidarietà ai negozianti, ottenendo numerose adesioni. Quelle bande in motorino - spesso in sella in tre e tutti senza casco, simili a sentinelle dei clan - sarebbero gli stessi che hanno assaltato venerdì sera il commissariato di polizia. Chi li gestisce? Il collegamento per gli investigatori è chiaro: Pianura è l'ex regno del boss Giuseppe Contino, oggi pentito, nelle mani dei cinque fratelli Lago. Gente abituata a subire e reagire ad aggressioni a colpi di bazooka, coinvolti in inchieste sugli scempi edilizi di Napoli ovest, che riconducono alle case abusive, senza fogne e senza allacci idrici, a monte della discarica. Poi c'è l'arcipelago della politica. A cominciare dal sindaco Rosa Russo Iervolino, che però preferisce comunicare da lontano: "Sono con voi ma sono sola". In pratica è contro la discarica, a differenza del collega di partito Bassolino, anche lui mai andato a Pianura. C'è invece una passerella continua di rappresentanti dell'opposizione: Alleanza Nazionale prima fra tutti, non senza contraddizioni interne. Il consigliere regionale Pietro Diodato è stato il primo e l'unico rappresentante di An (residente a Pianura) a volere la riapertura della discarica. Per ottenerla è arrivato a chiedere agli abitanti di cedere in cambio di sgravi fiscali. Violenta la reazione di sdegno. Intanto il presidente provinciale dello stesso partito, Luigi Bobbio, e il coordinatore regionale Mario Landolfi sono solidali con i residenti, ribadendo il no alla discarica. Mentre, paradossalmente, il "contatto" tra i manifestanti e il sindaco è proprio un esponente di An, il consigliere comunale Marco Nonno: fece ascoltare in viva voce i commenti della Iervolino. Intanto però le bande assaltano e distruggono le sedi di An e della Margherita. A sottolineare la dissociazione dalla violenza, un corteo pacifico attraversa tutto il quartiere partendo dalla discarica; 3000 persone, partecipa il presidente della Municipalità Fabio Tirelli (Rifondazione Comunista). Quadro variegato, ricco di intemperanze e di polemiche politiche. Che non c'erano quando era cominciata la protesta dei cittadini residenti sommersi dai rifiuti.

 

 

Calderoli accusa: <Napoli non è Italia> (sezione: Monnezze)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 06-01-2008)

Cronaca Italiana Pagina 113 La provocazione Calderoli accusa: "Napoli non è Italia" La provocazione --> ROMA "Ambulanze assaltate, come non accade nemmeno nei Paesi in guerra, incendi urbani, guerriglie con la polizia: tutto quello che sta succedendo dimostra che Napoli non è Italia. Siamo di fronte ad un Paese che accetta di avere al suo interno un'enclave extraterritoriale, dove le leggi dello Stato non valgono". Lo scrive il vice presidente del Senato Roberto Calderoli nel corso di un'intervista che sarà pubblicata su La Padania. "Ma un Paese che accetta che lo Stato di diritto venga fatto rispettare solo in una parte sì e in altre no - osserva l'esponente leghista - cessa di essere uno Stato di diritto e cessa, pertanto, anche di essere uno Stato. E quando non c'è più lo Stato di diritto, per alcune aree del Paese, allora è giusto che anche le altre aree abbiano la possibilità di decidere cosa fare". Calderoli sottolinea che le manifestazioni di protesta a Napoli non sono "sotto casa di Bassolino, della Iervolino e di tutti quelli che in questi anni si sono arricchiti con i rifiuti", per trarre questa conclusione: "Evidentemente non occorre solo rimuovere gli amministratori per risolvere questi annosi problemi, ma va cambiato il dna dei napoletani".

 

 

Prodi: <Metterò fine a questa immagine> (sezione: Monnezze)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 06-01-2008)

Cronaca Italiana Pagina 113 Ma l'Unione si divide: Di Pietro e Udeur attaccano Bassolino e la Iervolino Prodi: "Metterò fine a questa immagine" Ma l'Unione si divide: Di Pietro e Udeur attaccano Bassolino e la Iervolino --> ROMA L'emergenza rifiuti in Campania continua ad occupare le prime pagine dei giornali. Non solo con le cronache degli scontri a Pianura, dove la popolazione difende il "diritto" di impedire l'installazione di una discarica temporanea, ma anche con un polemica politica che chiama ormai in causa le massime cariche istituzionali. A conclusione della giornata è intervenuto da Bologna Romano Prodi per ribadire che "il governo si assume tutte le sue responsabilità" per porre fine ad un' "emergenza che mette in gioco il Paese con un'immagine negativa". "Dobbiamo affrontare - ha assicurato Prodi - il problema per sempre. Dobbiamo offrire una capacità di lavorazione dei rifiuti che sia superiore all'offerta che viene prodotta in Campania, altrimenti non si normalizzerà mai la situazione". Viene confermata così la perfetta sintonia tra il premier e il Capo dello Stato. L'impegno delle due massime cariche dello Stato non è però servito a stemperare il livello dello scontro politico. Il centrodestra è rimasto compatto nel chiedere le dimissioni di Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino, e a loro si è aggiunto Antonio Di Pietro. "Ci sono responsabilità politiche che vanno assunte al di là delle brave persone e della buona fede", ha detto il ministro. E per corredare di coerenza il suo ragionamento, il ministro ha fatto sapere che l'Idv uscirà dalla coalizione regionale. Non è stato l'unico "malumore" della giornata nell'Unione. Clemente Mastella dalla vicina Avellino non ha rinunciato a criticare pubblicamente il sindaco di Napoli: "Non capisco Iervolino che lotta insieme ai manifestanti di Pianura".

 

 

Prodi: siamo pronti ad agiredi pietro: via bassolino (sezione: Monnezze)

( da "Secolo XIX, Il" del 06-01-2008)

Le reazioni nLA STAMPA straniera guarda Napoli e scrive di una città sepolta sotto i rifiuti, di una classe politica incapace di affrontare il problema che gli è esploso tra le mani. "El Pais", venerdì scorso, "Le Monde" ieri. Senza contare quel che appare quotidianamente sui siti web dei maggiori giornali inglesi e americani. "Tutti ci osservano e non voglio che l'Italia dia questa immagine negativa", dice il presidente del Consiglio, Romano Prodi, aggiungendo che "il governo si assume tutte le proprie responsabilità riguardo a questa emergenza che sta mettendo in gioco il Paese. Lunedì mattina comincio le riunioni con i ministri poi si agisce". Sperando che nel frattempo non ci scappi il morto in una città che sembra impazzita. E che chiede la testa del presidente della giunta regionale, Antonio Bassolino, reo di essersi lasciato travolgere dal problema dello smaltimento dei rifiuti. Contro Bassolino scende in campo anche il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro. "Farebbe bene a dimettersi - afferma -. Dopo 10 anni di governo del centrosinistra a Napoli, il modello è fallito. Ci sono responsabilità politiche che vanno assunte al di là delle brave persone e della buona fede". Poche ore dopo le parole, i fatti: "Il gruppo dirigente dell'IdV della Campania - annuncia ancora Di Pietro - mette in discussione la propria appartenenza alla coalizione che governa la Regione, poichè non intende mantenere alcun comportamento connivente con l'inazione del governo regionale". Ma al ministro replica a stretto giro di posta Maurizio Gasparri, leader di An: È il solito chiacchierone. Chiede a Bassolino di dimettersi, come noi chiediamo di fare da tempo, ma si dimentica di essere ministro delle infrastrutture. Che sta facendo per l'emergenza rifiuti? Quali iniziative ha assunto per la Campania?". I Circoli della Libertà mettono invece nel mirino il sindaco di Napoli: "Invece di polemizzare e di giocare sempre allo scarica barile, la Iervolino farebbe bene a prendere la decisione più saggia della sua vita, quella di rimettere il mandato di sindaco e di ricominciare a fare politica in luoghi dove magari non sono richieste speciali competenze per quanto riguarda i problemi di gestione amministrativa", afferma la presidente nazionale Michela Vittoria Brambilla. Per il vice presidente leghista del Senato, Roberto Calderoli, quanto sta accadendo dimostra "che Napoli non è Italia. Siamo di fronte ad un Paese - dice - che accetta di avere al suo interno un'enclave extraterritoriale, dove le leggi dello Stato non valgono". Mentre Sandro Bondi, coordinatore di Forza Italia chiede che Regione e Comune siano affidati a "un governo d'emergenza". Dal centrosinistra, solo voci isolate. Quella di Rosi Bindi, ad esempio: "Penso che ci sia la necessità di una collaborazione con tutte le istituzioni. Il problema è talmente difficile e serio che richiede una concertazione e un impegno da parte di tutti", sostiene il ministro della Famiglia. Direttamente ai campani si rivolge il comico Beppe Grillo, chiedendo di fermare "tandem Bassolino-Iervolino", e avanza il sospetto che l'emergenza rifiuti in Campania sia un pretesto per rilanciare la realizzazione di nuovi termovalorizzatori. "Ho il sospetto - scrive sul suo blog - che la spazzatura campana sia un pretesto per rilanciare gli inceneritori. Quelli che 'Bersanetor' e D'Alema chiamano soavemente termovalorizzatori e che nessuno costruisce più in Europa". B.L. 06/01/2008.

 

 

Iervolino: "vado dai manifestanti" mastella: "cavalca la protesta" - roberto fuccillo (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 06-01-2008)

Pagina III - Napoli LA POLEMICA Scontro nel centrosinistra. Attacchi a Bassolino dal Pd, rissa con Di Pietro. Danneggiate sedi di An e della Margherita Iervolino: "Vado dai manifestanti" Mastella: "Cavalca la protesta" il guardasigilli Da 14 anni viviamo questa fase emergenziale nella quale noi abbiamo più responsabilità del centrodestra ROBERTO FUCCILLO "ANDRO' a Pianura. Con i fischi o con gli applausi, non mi interessa". Rosa Russo Iervolino non demorde. "Tra la gente io ci sto benissimo - dice - ma sia chiaro che il mio appoggio va a quanti chiedono di tutelare la salute dei loro figli e non a quanti incendiano e sparano". è il doveroso distinguo fra la povera gente e gli infiltrati, rischio peraltro evidenziato da Palazzo Chigi e non solo. Ieri hanno cominciato a farne le spese anche i partiti. Le sedi locali della Margherita e di An sono stata assaltate e danneggiate. E dunque ecco il sindaco invocare la calma: "Mi rivolgo alla stragrande maggioranza dei pianuresi che conosco e che stimo: siate calmi, abbiate fiducia nelle istituzioni, rispettate la legge". Intanto, pur di tener vive le speranze di Pianura, Iervolino gioca ancora la carta dei possibili siti alternativi: "Ci sono tre o quattro ipotesi avanzate dal ministero della Difesa. Una è a Gricignano". Certo la conclusione è improntata allo scetticismo realista: "Può anche darsi che saranno tutte inidonee, però vanno verificate". In ogni caso il sindaco continua la sua battaglia. In sua difesa si muove anche uno dei suoi assessori, Giuseppe Gambale: "Inauditi e scorretti gli attacchi che in questi giorni sono stati rivolti al sindaco e all'amministrazione comunale. Sembra che tutti abbiano dimenticato i fatti e la storia dell'ultimo decennio. Sono tredici anni che Napoli subisce le decisioni adottate dai vari commissari di Governo". L'assedio al Palazzo però continua. L'opposizione manda due prime donne, Mara Carfagna e Michela Vittoria Brambilla, a sparare su "Bassolino bonapartista" la prima, sulla Iervolino "che dovrebbe andaserne e pagare i danni" la seconda. Più vicino a Palazzo San Giacomo c'è il capogruppo di Forza Italia Raffaele Ambrosino, che minaccia di presentare una mozione di sfiducia al sindaco, mentre Luciano Schifone e Pietro Diodato di An le chiedono di dimettersi come estrema arma di pressione sul governo. Ancora più duri sono però alcuni attacchi dall'interno del centrosinistra. Uno in particolare viene dall'esecutivo di Veltroni, per bocca di Roberto Della Seta, responsabile nazionale ambiente del Pd: "Il Pd è nato per far crescere una politica più vicina ai problemi e ai bisogni delle persone, meno legata al passato e più interessata al futuro. Non c'è nulla di più lontano da questa ambizione e da questa aspirazione dello spettacolo di immobilismo, di difesa del più angusto localismo, offerto in queste ore da troppi autorevoli esponenti del Partito democratico che ricoprono, non da oggi, incarichi di massima responsabilità istituzionale in Campania". L'indentikit è soprattutto quello di Bassolino: "Mentre insegnano cosa si dovrebbe fare adesso, dovrebbero anche sentire l'umiltà e la responsabilità di dire che tutto questo non viene dal cielo, ed è anche e molto colpa loro". è rissa poi fra Bassolino e Antonio Di Pietro. Il ministro attacca: "Bassolino dovrebbe dimettersi al più presto. L'Italia dei Valori mette in discussione la propria appartenenza alla coalizione che governa la Regione". Il governatore replica a brutto muso: "Di Pietro fa una cosa irresponsabile". Controreplica: "Bassolino ha proprio perso la testa se pensa di poter scaricare le proprie responsabilità su altri e su di me". C'è poi Franco Specchio, dirigente del Pdci, a lungo consigliere regionale: "è incredibile che Bassolino affermi di aver messo in gioco la sua carriera sui termovalorizzatori. La verità è che dovrebbe dire perché non si sono fatti gli impianti di compostaggio per la differenziata". Clemente Mastella invece dice di non capire il sindaco "che lotta assieme ai manifestanti di Pianura, mentre Bassolino ha usato parole di maggiore responsabilità. Se prevale il criterio di cavalcare la protesta, è la fine".

 

 

Energia e rifiuti, fermiamo il partito del no (sezione: Monnezze)

( da "Secolo XIX, Il" del 06-01-2008)

Luigi morgillo Ho letto con molto interesse l'articolo di Luigi Leone sul caso energia in Italia. Anch'io credo che la politica energetica adottata dal nostro Paese, in termini ambientali ed economici, sia in contraddizione con gli scenari e gli obiettivi mondiali. E questo anche perché la cultura dominante nel nostro Paese è quella della negazione del progresso. Purtroppo, per noi italiani la scienza e la tecnologia devono fare i conti con la demagogia e con le ideologie di alcune minoranze che a causa dei sistemi elettorali in vigore nel nostro Paese sono in grado di condizionare le scelte più logiche e vantaggiose. Oggi siamo al paradosso: non si autorizzano più nuove centrali elettriche di qualsiasi genere e tipo e per far fronte al nostro fabbisogno siamo costretti a comprare all'estero energia che viene prodotta da impianti nucleari situati poco distanti dai confini nazionali. Questo fatto, come evidennzia Leone, potrebbe portare l'Italia ad una limitazione della propria sovranità. La classe politica del nostro Paese, nessuno escluso, (neppure la mia parte), non ha saputo affrontare con realismo questo tipo di problema, preferendo nascondere la testa sotto la sabbia di fronte al rischio di impopolarità. Quanti " tesoretti " produrrebbe un'autosufficienza energetica? E quanti vantaggi trarrebbero l'ambiente e l'economia da scelte tecnologicamente avanzate come avviene in tutti i Paesi industrializzati del mondo? Mi riferisco alle centrali nucleari di ultima generazione, ai degassificatori offshore e ai forni inceneritori per i rifiuti con recupero energetico e di calore. Ma anche con il metano, del quale è ricco il nostro mare Adriatico, le cose non vanno meglio. Infatti, con il pretesto che tale attività estrattiva provocherebbe il fenomeno dell'acqua alta a Venezia è stata bloccata l'apertura di nuovi pozzi . Nessuno ha però mai provato scientificamente le cause del fenomeno veneziano e quindi ci stiamo privando di una preziosissima risorsa energetica senza neppure cercare soluzioni tecnologiche in grado di garantire contestualmente la tutela di Venezia e l'estrazione del preziosissimo combustibile. Si è rinunciato a sperimentare ogni forma di soluzione proposta dalla scienza e, dopo anni di studi e ingenti risorse investite, si è perfino abbandonato il progetto detto "Mose" che attraverso delle dighe mobili avrebbe fermato l'avanzata dell'alta marea. Non si è però considerato che l'estrazione del metano potrebbe essere effettuata nelle acque territoriali di qualche paese della ex Jugoslavia,vicinissima all'Italia, lasciando a noi soltanto gli eventuali disagi. Per tornare alla cultura dominante del nostro Paese, quella fortemente impregnata di ideologie e di pregiudizi, occorre valutare come viene affrontato il problema dello smaltimento dei rifiuti. Per anni il nostro territorio è stato deturpato da discariche, molto spesso gestite dall'ecomafia. Ancora oggi sono disseminati su tutto il territorio nazionali dei veri disastri ambientali che necessitano di ingenti risorse pubbliche per le bonifiche. Ma quando si propone di superare la logica delle discariche con l'incenerimento dei rifiuti sfruttando le più moderne tecnologie e ricavando maggiori vantaggi ambientali ed economici, i soliti ambientalisti integralisti ricordano che in questo modo si disincentiva la raccolta differenziata! In Liguria, nonostante i piani dei rifiuti approvati, che prevedono soluzioni diversificate con discariche, impianti di trattamento e forni inceneritori, a oggi la quasi totalità dei rifiuti va in discarica. E gli impianti programmati? Quelli possono attendere: c'è ancora la discarica di Scarpino e poi ci sono quelle in altre regioni e in altre nazioni, basta aggiungere ai costi di smaltimento quelli del trasporto. Tanto a pagare sono sempre i cittadini. La morale è che siccome le elezioni, in un Comune o in una Regione, si vincono o si perdono per una manciata di voti, nessuno è disposto ad anteporre la coerenza al risultato. Sono finiti i tempi in cui Dc e Pci non avrebbero rinunciato a dignità e coerenza per conquistare un Comune o una Regione. Luigi Morgillo è capogruppo consiliare di Forza Italia alla Regione Liguria. 06/01/2008.

 

 

BREVI (sezione: Monnezze)

( da "Secolo XIX, Il" del 06-01-2008)

Duecento euro in più al mese la Casta si fa un altro regalo E così i senatori si sono fatti un regalino, giusto un attimo prima che la Finanziaria entrasse in vigore. Sono duecento euro che vanno a aggiungersi alle prebende già più che consistenti che la Casta incamera ogni mese. È una cosa vergognosa specialmente in tempi come questi in cui gli aumenti imperversano anche su cose essenziali quali riscaldamento, elettricità e alimentari: è una beffa ai danni dei cittadini che sempre in maggior numero stentano ad arrivare a fine mese. E poi certi politici si indignano se vengono definiti Casta. Dovremmo vergognarci noi per averli eletti. Enos Bracci enos.bracci@alice.it Emergenza in Campania / 1 Dei responsabili non si parla Ritorna l'emergenza spazzatura. È da 14 anni che la vicenda va avanti malgrado lo sperpero di due miliardi di euro, ed è addirittura dal 1885 come scriveva la grande napoletana Matilde Serao che l'emergenza pulizia suscita clamore. Colpisce che nel frastuono delle notizie raramente appaia quello del presidente della Regione Campania e sia del tutto assente quello del sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino da svariati anni ambedue al timone delle vicende campane e napoletane. E sì che si tratta dei due comandanti in capo, beneficiari in prima persona - comunque vadano le cose - degli esiti di quanto succede, i primi responsabili tanto in positivo quanto in negativo delle vicende di queste zone troppo spesso agli onori della cronaca nera. Chissà perché? Forse perché l'accostamento dei loro nomi al tema dell'emergenza spazzatura potrebbe anch'esso puzzare? Sembrano ambedue avulsi da questa vicenda cosa che, per chi non è addentro ai segreti del Palazzo e non ne è quindi a piena conoscenza, è difficile da capire. Giuseppe Torazza giuseppetorazza@libero.it Emergenza in Campania / 2 Le bugie della Iervolino La sindaco Iervolino si era irritata quando le autorità Usa avevano suggerito quest'estate ai turisti americani di fare attenzione in caso di visita della città di Napoli al problema spazzatura e aveva detto a "Porta a porta" che il problema era stato risolto. Perché qualcuno non va a intervistare la Iervolino, chiedendole di smetterla di prendere in giro i napoletani e, con loro, tutti gli italiani? Paolo Ghirardo rey.italia@rey.it Emergenza in Campania / 3 Se fosse successo a Milano Rifiuti in Campania, ci risiamo. Roghi, bus bruciati, pompieri feriti, strade bloccate, polizia che presidia i siti, tonnellate di spazzatura non rimosse, rischio di sanzioni europee. Il neocommissario Cimmino, ennesimo di una lunga fila, spera che la riapertura della discarica di Pianura dia respiro alla città, ma le popolazioni sono in subbuglio. Com'è possibile che dopo anni e milioni di euro la situazione sia sempre la stessa? Avrei voluto vedere se quella situazione di selvaggio immondezzaio invece che a Napoli e in Campania, gestiti dalla sinistra, si fosse verificata nella Milano del sindaco Moratti e del governatore Formigoni di Forza Italia. Sarebbero stati messi alla gogna. Pier Luigi Baglioni pierluigi.baglioni@fastwebnet.it Emergenza in Campania / 4 Per la Germania è un affare Seguendo il Tg1 una notizia mi ha lasciato allibito: dal 2001 la Campania invia quasi regolarmente via treno circa 2.500 tonnellate di rifiuti ogni settimana in Germania dove alcune aziende specializzate, mediante i cosiddetti termovalorizzatori, provvedono a ricavarne energia da vendere alle comunità locali e ad altre aziende. Il servizio stimava prudenzialmente in 230 euro a tonnellata il ricavato di tale vendita, e sicuramente il profitto della trasformazione dei rifiuti in energia è tale da rendere il processo economicamente redditizio. Sulla base di queste informazioni, un commento sorge spontaneo: ma si può essere più autolesionisti? È tanto difficile capire che bruciando i rifiuti si produce energia - il che vuol dire meno petrolio e meno gas consumato - e che si può trarre profitto da tale processo e magari anche posti di lavoro? E per far ciò bisogna proprio spedire i rifiuti a 1.800 chilometri di distanza? Non mi si venga a dire che i termovalorizzatori inquinano: li usano in Germania, che è uno dei Paesi più verdi. Mi sovviene la vicenda di Scarpino. Tutti che si lamentano, ma nessuno vuole la discarica. Miguel Podestà Genova Emergenza in Campania / 5 Ma i politici non ci sentono A Napoli esistono i supermercati. La gente consuma, più o meno, come a Brescia o a Lipsia, in Germania. I prodotti che si vendono a Napoli sono impacchettati come nelle succitate città. La quantità di immondizia prodotta sarà quindi più o meno la stessa. Però a Brescia e a Lipsia i rifiuti li bruciano nei termovalorizzatori che sfruttano in qualche modo l'energia prodotta. A Napoli li lasciano per strada, salvo, una parte, esportarli a Lipsia, appunto, al costo di 200 euro a tonnellata. Bisognerebbe dirlo a Bassolino, e pure all'on.Migliore (Prc) che un termovalorizzatore nella sua città, Sessa Aurunca, non ce lo vuole proprio. Luigi Fassone luigifassone@gmail.com 06/01/2008.

 

 

Sconfitta la politica, vincono solo gli <anti> (sezione: Monnezze)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 06-01-2008)

Sconfitta la politica, vincono solo gli "anti" Roberto Chiarini Lo spettacolo raccapricciante di Napoli e Campania sommerse dai rifiuti con scene di ordinaria disperazione, rabbia e violenza che gli fanno da corredo, in molti ? temiamo nei più ? confermerà la convinzione che il Sud sia irredimibile. Non è servito ieri versare nei mille rivoli del clientelismo politico fiumi di denaro pubblico, non servirà in futuro continuare nella politica di generose sovvenzioni da parte dello Stato italiano o della Comunità europea per risolvere la questione meridionale. Con piena soddisfazione dei leghisti nostrani per l'insperato regalo ricevuto, il pregiudizio antimeridionalista è più che probabile che dalla sconcertante emergenza dei rifiuti campani esca ulteriormente rafforzato. È da mettere in conto, d'altro canto, che l'onda gonfia dell'antipolitica riceva dalle vicende napoletane una poderosa spinta, facendo schizzare in alto il discredito riversatosi negli ultimi tempi sulla nostra classe politica, accusata di preoccuparsi più di se stessa, del suo consolidamento (e del suo rimpinguamento), incurante delle ristrettezze crescenti dei comuni mortali, che non di svolgere il doveroso servizio spettante a ogni eletto del popolo. Napoli chiama Italia anche in un altro senso. Il dramma dei rifiuti si impone come un grave problema nazionale di cui non è possibile disinteressarsi. Questo sia perché appare difficile che venga trovata sul posto una soluzione capace di scongiurare una pericolosa degenerazione dello stesso ordine pubblico, sia perché costituisce già per il nostro Paese una grossa grana ? concretamente finanziaria oltre che genericamente d'immagine ? sul piano internazionale. Ma c'è un secondo ordine di motivi, meno appariscente, per cui l'emergenza rifiuti a Napoli assurge a caso, meglio, a lezione nazionale. La città pertenopea in questo lungo dopoguerra è stata governata prima dal monarchico Lauro, poi per tre decenni ? di fatto ? dal democristiano Gava, infine dal post-comunista Bassolino, oggi ? come hanno titolato i loro manichini impiccati agli alberi gli autori ? da Rosa Russo Bassolino, con chiaro riferimento alla corresponsabilità del sindaco Iervolino e del governatore regionale, in poche parole dell'intero Partito democratico, per lo sprofondamento della città nell'immondizia. Insomma, il capoluogo e la regione campana hanno consumato tutte le chance che avevano a disposizione per la soluzione degli annosi problemi del territorio. Destra, centro, sinistra si sono succeduti alla guida del municipio. A Palazzo dei Normanni sono saliti prima un patron privato, grande dispensatore di favori ? e di posti ?, poi un signore delle tessere con amicizie importanti a Roma e quindi in grado di dirottare ingenti risorse per il riscatto della città, da ultimo un politico cresciuto all'opposizione ? e nella critica ? del potere laurino e democristiano. Nessuno si aspettava che qualcosa cambiasse della vecchia Napoli con il Comandante al timone. Una qualche fiduciosa speranza di rinnovamento si è nutrito che venisse dalla Dc, l'incontrastato (al centro come in periferia) partito di governo. Una svolta decisiva era nelle generali aspettative che si consumasse da una forza politica come i Ds, cresciuta con la promessa di offrire un'alternativa ? morale prima ancora che di classe dirigente ? all'immutabile stato di ingovernabilità della città. La scoraggiante risultato che è sotto gli occhi dell'intera opinione pubblica nazionale ed estera non è solo motivo di una cocente delusione. Rischia di offrire una ragione di forte pessimismo nella riformabilità della politica tout court in Italia. Che alternative mette a disposizione una democrazia che ha già visto alternarsi al governo tutti gli schieramenti senza che nulla tragicamente sia cambiato?.

 

 

Mastella contro Iervolino E Di Pietro: via Bassolino (sezione: Monnezze)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 06-01-2008)

Attacco al sindaco. L'ex pm: lasciamo la maggioranza in Regione Prodi stringe: emergenza, poi il problema va risolto per sempre ROMA L'emergenza rifiuti in Campania continua a occupare le prime pagine dei giornali. Non solo con le cronache degli scontri a Pianura, dove la popolazione difende il "diritto" di impedire l'installazione di una discarica temporanea, ma anche con una polemica politica che chiama ormai in causa le massime cariche istituzionali. A conclusione della giornata è intervenuto da Bologna il presidente del Consiglio Romano Prodi per ribadire che "il governo si assume tutte le sue responsabilità" per porre fine "a un'emergenza che mette in gioco il Paese con un'immagine negativa". "Dobbiamo affrontare ? ha assicurato ? il problema per sempre. Dobbiamo offrire una capacità di lavorazione dei rifiuti che sia superiore all'offerta che viene prodotta in Campania, altrimenti non si normalizzerà mai la situazione". l'intervento di rosy bindi Viene confermata così la perfetta sintonia tra il premier e il capo dello Stato Giorgio Napolitano. L'impegno delle due massime cariche dello Stato non è però servito a stemperare il livello dello scontro politico. Il centrodestra è rimasto compatto nel chiedere le dimissioni del presidente della Regione Campania Antonio Bassolino e del sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, e a loro si è aggiunto anche il ministro per le Infrastrutture Antonio Di Pietro. "Il governo è pronto a fare la propria parte" per l'emergenza dei rifiuti in Campania, perché "il problema deve essere assolutamente risolto", ha detto il ministro per la Famiglia Rosi Bindi. "Io penso anche che ci sia la necessità di una collaborazione con tutte le istituzioni. Il problema è talmente difficile e serio che richiede una concertazione e un impegno da parte di tutti". casini: avremmo potuto fare di più Nell'opposizione, è sceso in campo Pier Ferdinando Casini per chiedere, sebbene con toni pacati, le dimissioni di Bassolino, pur riconoscendo tuttavia che il centrodestra in Campania "avrebbe potuto fare di più". Il fronte della maggioranza ha cominciato a mostrare qualche incrinatura con una richiesta di Antonio Di Pietro, che ha fatto eco al presidente dell'Udc nell'intento di mandare a casa il governatore della Regione Campania: "Ci sono responsabilità politiche che vanno assunte al di là delle brave persone e della buona fede". E per corredare di coerenza il suo ragionamento, il ministro ha fatto sapere che l'Italia dei valori uscirà dalla coalizione regionale. Bassolino ha replicato dandogli dell'"irresponsabile". lega: sciogliere il consiglio regionale Ma questo non è stato l'unico malumore della giornata nell'Unione. Il ministro della Giustizia Clemente Mastella, dalla vicina Avellino, non ha rinunciato a criticare pubblicamente il sindaco di Napoli: "Non capisco Iervolino che lotta insieme ai manifestanti di Pianura. Se prevale il criterio di cavalcare la protesta è la fine". Nella maggioranza non si sono registrati molti altri interventi. Dalle opposizioni è proseguito invece un coro di critiche e di polemiche. Il leghista Roberto Calderoli ha chiesto al Quirinale di usare i suoi poteri di scioglimento del Consiglio regionale campano: "Ambulanze assaltate, come non accade nemmeno nei Paesi in guerra, incendi urbani, guerriglie con la polizia: tutto quello che sta succedendo dimostra che Napoli non è Italia. Siamo di fronte a un Paese che accetta di avere al suo interno un'enclave extraterritoriale, dove le leggi dello Stato non valgono". An: serve un governo di emergenza Lo stesso ha fatto per An l'ex ministro Maurizio Gasparri. Sandro Bondi, coordinatore di Forza Italia, ha invocato un governo regionale di emergenza: "Quello che sta avvenendo a Napoli e in Campania ? afferma ? rivela la crisi della democrazia e dello Stato e il fallimento delle classi politiche di governo. Ha ragione il ministro Di Pietro: di fronte a questa crisi spaventosa, Bassolino e la Iervolino avrebbero il dovere morale di rassegnare immediatamente le dimissioni". Michela Vittoria Brambilla ha assicurato che mobiliterà i suoi Circoli per cacciare Rosa Russo Iervolino. Non è mancato qualche intervento più catastrofista. Il leghista Mario Borghezio ha chiesto l'intervento dell'esercito "perché ? ha dichiarato ? la Campania è il nostro Afghanistan". Sergio De Gregorio ha infine paventato la presenza di gruppi eversivi negli scontri di ieri. Sergio Cassini.

 

 

La città dell'emergenza perenne Un commissario per ogni problema (sezione: Monnezze)

( da "Giornale.it, Il" del 06-01-2008)

Di Carmine Spadafora - domenica 06 gennaio 2008, 07:00 da Napoli L'ultimo nato è il Commissariato straordinario per il superamento dell'emergenza brucellosi e lo dirige Andrea Cozzolino, potente assessore all'Agricoltura e alle attività produttive, bassoliniano di ferro. Cozzolino è il sesto commissario chiamato dal governo a risolvere (si fa per dire, si fa per dire) una delle tante emergenze in Campania. Pochi mesi prima del delfino del governatore della Campania, si era insediata al vertice del Commissariato per l'emergenza nei settori del traffico e della mobilità, il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino. Nella regione dei commissariati straordinari, vi è anche un altro record: c'è un uomo che, nell'arco di una mezza dozzina di anni, è stato commissario in 3 casi su 6. Questo commissario per vocazione è Antonio Bassolino. Il presidente della Regione Campania, infatti, è stato Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti e Commissario per l'emergenza acque e acquedotti, mentre, riveste ancora l'incarico di Commissario per le bonifiche. I due ex commissariati gestiti dal presidente della Regione, sono adesso retti, nel caso dell'emergenza rifiuti, dal prefetto Umberto Cimmino (ma è in arrivo anche un commissario liquidatore, sul cui nome stanno litigando Pd e Udeur), mentre quello sull'emergenza acque e acquedotti è gestito da Puppi Vanoli, fedelissimo di Antonio, ed ex sub commissario, al commissariato straordinario per la emergenza rifiuti. L'attivismo bassoliniano è stroncato dal parlamentare di Forza Italia, Paolo Russo, ex presidente della Commissione parlamentare sulle ecomafie. "Quando un Commissariato è ad alta spesa e a scarsa problematicità, Bassolino, lo tiene per se. Quando, invece, il limone è stato spremuto fino alla fine, il presidente della Regione, passa la palla ad altri. Come ha fatto per i rifiuti". Sugli sprechi del Commissariato straordinario per la emergenza rifiuti, Russo snocciola 2 cifre. "Sono stati spesi circa 2 miliardi di euro, di cui, circa mezzo milione, solo per pagare gli lsu. Pagati per fare nulla". Anche la storia del Commissariato per le bonifiche, non è proprio da prendere come esempio di efficienza. L'Arpac ha censito 400 siti in Campania, ai quali va aggiunto il sito nazionale, che comprende il litorale domizio - flegreo, e l'area vesuviano - nolana. "Assoluta inerzia anche qui - dice Russo -, se non per la solita attività di ammortizzatore sociale". Per le bonifiche è stata impegnata una cifra di 100 milioni di euro, mentre ne sono stati spesi 30. "Finora - spiega il forzista - hanno eseguito solo pulizie superficiali di alvei e aree. Le attività di bonifica, sono lontane".

 

 

<Dietro la folla che protesta c'è la mano della camorra> (sezione: Monnezze)

( da "Giornale.it, Il" del 06-01-2008)

"Dietro la folla che protesta c'è la mano della camorra" di Emanuela Fontana - domenica 06 gennaio 2008, 07:00 da Roma Ministro Mastella, la sua Campania rischia di diventare la vergogna d'Europa. È ora che il governo dia risposte? "Quello che io chiedo a tutti è un senso di grande sintonia tra maggioranza e opposizione per riscattare l'orgoglio della Campania e l'intera classe dirigente. Diciamo la verità: in questo caso sono più le responsabilità locali, non del governo, però il dramma ha assunto proporzioni tali che il governo non può stare fuori: è giusto che intervenga. Ma vorrei aggiungere una cosa, una risposta al mio amico Calderoli, sul Nord...". Il Nord? "Vorrei parlare dell'inquinamento vero dell'ecomafia e della morte di tanta parte della mia gente nelle cui zone sono stati riversati rifiuti tossici provenienti dal Nord. Mi dà fastidio l'atteggiamento arrogante, presuntuoso di qualcuno che ci tratta quasi fossimo straccioni. Abbiamo le nostre responsabilità, ma...". Si prende le sue? "Io non abdico dalle mie, anche se non tutti sanno che io sono uno dei pochi parlamentari ad aver avuto la discarica sotto casa... E sono stato con la gente. Ma voglio dire che quasi quotidianamente ci sono camion che vengono dal Nord e che scaricano da noi rifiuti utilizzati dalla camorra, e dove ci sono rifiuti tossici sono aumentate le morti da cancro". Di chi è la colpa del disastro della Campania? "Io credo che in questo momento bisogna tracciare una linea rossa su quello che è stato, poi discuteremo su chi è più responsabile. Certamente c'è stata una responsabilità maggiore del centrosinistra, anche se il centrodestra non è esente. Ma dobbiamo fare i termovalorizzatori, gli inceneritori". Quello di Acerra non entrerà in funzione prima del dicembre del 2008. Perché? "Lo sa che la gara ad Acerra per due volte è andata deserta? Dopo che l'Impregilo è stata mandata via, per la seconda volta la gara va deserta. Se accade per la terza volta il termovalorizzatore non si aprirà neanche nel 2500". Perché succede? "Si vogliono caricare su chi vince la gara 40 milioni di euro bruciati precedentemente".

 

 

Di Pietro: <Ora Bassolino si deve dimettere> (sezione: Monnezze)

( da "Giornale.it, Il" del 06-01-2008)

Di Pietro: "Ora Bassolino si deve dimettere" di Gian Maria De Francesco - domenica 06 gennaio 2008, 07:00 da Roma Tutti contro Bassolino e Russo Iervolino, indicati pressoché unanimemente dal mondo politico come principali responsabili del disastro-rifuti. "Bassolino farebbe bene a dimettersi", ha detto il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, sottolineando che "ci sono responsabilità politiche che vanno assunte al di là delle brave persone e della buona fede". Anche il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, ha chiesto al governatore campano un passo indietro con "il coraggio di assumersi le proprie responsabilità". Gli strali delle critiche hanno indotto il premier Romano Prodi a metter da parte l'atarassia vacanziera e a mostrare il piglio decisionista. "Abbiamo già cominciato a lavorare. Lunedì mattina comincio le riunioni con i ministri, poi si agisce", ha commentato dal suo buen retiro bolognese preannunciando che "il ritorno alla normalità immediato non basta: dobbiamo affrontare il problema per sempre". Una delle poche certezze è rappresentata dal fatto che l'esecutivo sarà chiamato a rispondere dinanzi al Parlamento del degrado partenopeo. Il deputato di Forza Italia, Simone Baldelli, ieri alla Camera ha chiesto un'informativa del governo. Se ne parlerà nella conferenza dei capigruppo. Resta, però, il panorama desolante di ambulanze assaltate e guerriglia urbana che ha messo a nudo la pessima gestione della vicenda. "Napoli non è Italia", ha detto il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, aggiungendo che "siamo di fronte a un Paese che accetta di avere al suo interno un'enclave extraterritoriale dove le leggi dello Stato non valgono". Per questo motivo Calderoli ha chiesto al presidente della Repubblica Napolitano il commissariamento della Regione. Un altro esponente del Carroccio, l'eurodeputato Mario Borghezio, ha definito la Campania "il nostro Afghanistan" invocando l'esercito. Nell'ambito del centrodestra il coordinatore di Fi, Sandro Bondi, e Maurizio Gasparri (An) hanno richiesto il commissariamento della Regione e del Comune di Napoli, sintomo del "fallimento delle classi politiche di questo governo". A fine giornata il governatore Bassolino ha contrattaccato usando un linguaggio semivernacolare: "Di Pietro fa una cosa irresponsabile. Fa parte del governo e dovrebbe dare un contributo a togliere i rifiuti da mezzo alle strade".

 

 

La città dell'emergenza perenne Un commissario per ogni problema pag.1 (sezione: Monnezze)

( da "Giornale.it, Il" del 06-01-2008)

La città dell'emergenza perenne Un commissario per ogni problema di Carmine Spadafora - domenica 06 gennaio 2008, 07:00 Il Commissariato per la emergenza acque e acquedotti, dovrebbe affrontare l'approvigionamento idrico e la depurazione delle acque. Russo sostiene che "non solo non sono stati fatti passi in avanti ma c'è un ritardo straordinario". L'80 per cento dei liquami della Campania, infatti, finisce in mare senza depurazione, solo il 20 per cento, quindi, passa per impianti di depurazione. Per questo Commissariato, sono stati investiti 48 milioni di euro, un quarto circa, sono stati già spesi. Con una battuta si potrebbe liquidare il discorso sul Commissariato per la emergenza sul sottosuolo di Napoli, dicendo che gli unici a trarre dei benefici dalle fogne (risalenti all'epoca borbonica) sono i criminali della "banda del buco", specializzati in rapine in banca, che le conoscono meglio delle loro stesse case. "Anche questo commissariato, non ha prodotto alcunchè", sentenzia Russo. Qualcuno però, ne ha tratto qualcosa di buono. Nella relazione della Commissione sulle ecomafie, è riportata, tra l'altro, una cifra: circa 400mila euro. Tanto guadagnò in due anni da sub commissario, nominato da Rosetta Iervolino, il supercampione dell'ambiente, Dino Di Palma, attuale Verde presidente della Provincia di Napoli, fedelissimo di Pecoraro Scanio, graditissimo all'imputato (nello scandalo dei rifiuti), Antonio Bassolino. carminespadafora@libero.it.

 

 

Fuoco su Bassolino. Prodi: <Agiremo> (sezione: Monnezze)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 06-01-2008)

PRIMO PIANO 06-01-2008 LE REAZIONI DURE CRITICHE AL GOVERNATORE . CALDEROLI: "NAPOLI NON E' ITALIA" Fuoco su Bassolino. Prodi: "Agiremo" NAPOLI Il premier: "Da lunedì gli incontri per risolvere il problema per sempre" II "L'emergenza mette in gioco la credibilità del paese, bisogna affrontare questo problema per sempre". Devono essere state più incisive del solito le immagini di violenza arrivate dal presidio di Pianura per avvertire che non c'è più tempo da perdere. Romano Prodi, davanti al caos rifiuti che sta paralizzando Napoli e la Campania gettandola nella vergogna, invoca e promette celerità confermando le iniziative del governo impegnato a trovare una soluzione immediata all'emergenza: "L'esecutivo si assume tutte le proprie responsabilità ". Per il premier la vicenda ("una tragedia per i cittadini campani") va affrontata correndo su un doppio binario: rispondere rapidamente all'allarme e poi creare le condizioni strutturali "perché il problema non si ripeta". Domani - come ha annunciato il premier - è previsto un vertice di governo con i ministri dell'Ambiente, Interno e Difesa per studiare e rendere operative le prime mosse. Il segnale di Palazzo Chigi sta dunque a significare quanto ormai la situazione si stia deteriorando mettendo anche in discussioni il lavoro fatto in questi anni dalle autorità locali. Sulle responsabilità di quanto sta accadendo gli occhi continuano ad essere tutti puntati sul presidente della Regione Antonio Bassolino e il sindaco Rosa Russo Iervolino. Sempre più soli, "braccati" da sinistra e da destra, con maggioranza e opposizione unite che ormai ripetono da giorni "dimissioni, dimissioni". Il governatore nel ripetere che non si dimetterà continua ad appoggiare in pieno la scelta del prefetto di Napoli di riaprire la discarica di Pianura, mentre il sindaco, anche lei decisa a non farsi da parte, ha cambiato obiettivo, sostenendo la protesta dei manifestanti: "Non si devono pretendere ulteriori sacrifici a chi ha già dato. Ci sono altre ipotesi come Gricignano e altri tre o quattro siti. Può darsi siano inidonee ma vanno verificate". Lo "scelta" della Iervolino - disponibile a sfidare i manifestanti andando anche al presidio, centro della rivolta ("accolta con fischi o con applausi, non mi interessa) non è piaciuta affatto al guardasigilli Clemente Mastella che si dice sorpreso delle posizioni assunte dai rappresentanti delle istituzioni locali in Campania sulla vicenda della riapertura della discarica: "Se prevale il criterio di cavalcare la protesta è la fine. Da 14 anni viviamo questa fase emergenziale, nella quale maggiori sono le responsabilità del centrosinistra rispetto al centrodestra. Ora dobbiamo tirare una linea rossa sul passato ". Da An all'Udc, da una parte sempre più larga del Partito Democratico a Forza Italia , aumentano sempre di più i politici che vogliono dai massimi rappresentanti delle istituzioni campane un passo indietro. Alla sollecitazione di Pierferdinando Casini si è aggiunta ieri anche quella del ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro che ha fatto uscire l'Italia dei Valori della Campania dalla coalizione che governa la Regione: "Bassolino deve andare via al più presto. Ci sono responsabilità politiche che vanno assunte al di là delle brave persone e della buona fede". L'indignazione di Di Pietro non è però piaciuta a Gasparri (An) che ha accusato il ministro di ipocrisia: "Si dimentica di essere a capo delle Infrastrutture, si dimetta anche lui". E sulla scia della provocazione forte andata in scena venerdi mattina al centro storico di Napoli dietro la regia di An, anche ieri a Castellamare di Stabia, una delle tante città della provincia invasa dai cumuli di rifiuti stoccati in strada da giorni, è spuntato un manichino anti-Bassolino. Ancora più duro il leghista Roberto Calderoli: "Quanto sta accadendo dimostra che Napoli non è Italia" . Sotto accusa Il Governatore della Campania Antonio Bassolino.

 

 

Caruso: gli scontri? Indignazione popolare (sezione: Monnezze)

( da "Corriere della Sera" del 06-01-2008)

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-01-06 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE Il leader "no global" Caruso: gli scontri? Indignazione popolare DAL NOSTRO INVIATO NAPOLI - "Questa rivolta popolare è un esercizio di democrazia". Anche se vengono incendiati gli autobus, anche se volano sassi e bulloni contro la polizia? "Sono espressioni dell'indignazione popolare. Io di mestiere non faccio il giudice e non mi sento di stabilire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Certo, bisognerebbe spiegare a queste persone che è sbagliato prendersela con i beni della collettività, ma se la Campania ha le sue banlieue servono risposte politiche e non manganelli". Francesco Caruso (foto) - campano, leader dei centri sociali e deputato di Rifondazione - non ha certo il vizio del politicamente corretto. Non condanna quelle violenze quindi? "Lì ci sono persone che sono state prese in giro per venti anni, illuse con promesse di riscatto e risanamento che non sono state mantenute. Dopo aver subito per anni in silenzio, dopo aver ceduto alla rassegnazione, quella gente ha finalmente ripreso la parola. Mi sembra un modo per ricostruire la politica dal basso". Qualcuno sostiene che ci siano anche gruppi che cercano solo lo scontro con le forze dell'ordine. "è il modo vecchio e stravecchio con cui il potere cerca di liquidare le proteste popolari. Di rifiuti i centri sociali se ne occupano da 10 anni". Insieme ai centri sociali ci sono anche simpatizzanti di An e ultras del Napoli. Nessun imbarazzo? "No. Anzi, è la dimostrazione che quella è davvero una protesta della gente che abita nella zona: e lì ci sono quelli che frequentano i centri sociali, quelli che votano An e pure quelli che vanno allo stadio. Gente diversa ma che lotta per la stessa causa". Bassolino e Iervolino si dovrebbero dimettere? "Spero che abbiano questo scatto di orgoglio. Dovrebbero assumersi le loro responsabilità fino in fondo e non solo a parole. E credo che Rifondazione comunista, piuttosto che essere subalterna al bassolinismo, dovrebbe dare un segnale di rottura. Nel 2004 uscì dalla giunta regionale". Sì, e lo fece perché contraria all'inceneritore di Acerra. Se oggi quell'impianto fosse aperto, forse non saremmo a questo punto. "Ma l'incenerimento è un imbroglio. Bisognerebbe mobilitare precari e lavoratori socialmente utili per far partire davvero la raccolta differenziata, che in Campania di fatto non esiste. La soluzione è quella, il commissariamento è solo parte della malattia". Lorenzo Salvia.

 

 

NUOVE GIUNTE DI SALUTE PUBBLICA (sezione: Monnezze)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 06-01-2008)

Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: 1PAGINA - data: 2008-01-06 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE PER LA CAMPANIA "INGOVERNABILE" NUOVE GIUNTE DI SALUTE PUBBLICA di PAOLO MACRY C' è un aspetto, nella crisi dei rifiuti, che viene poco sottolineato, sebbene sia certamente il più grave. Quel che sta andando in fumo, in queste settimane terribili, è la capacità di autogoverno dell'intero territorio regionale. Messa impietosamente sotto i riflettori, la Campania si rivela ingestibile in termini di consenso e in termini di ordine pubblico. Ingovernabile. Lo riconosce lo stesso governatore, quando ammette di non aver saputo impedire la catastrofe. Dieci anni fa questa regione sembrava la culla di un nuovo autonomismo meridionale, oggi è il grande malato d'Italia. Ha perso la sua credibilità amministrativa. La sua indipendenza. Viene messa sotto tutela da un governo centrale che cerca di supplire ai guasti degli enti locali. Ma seppure Palazzo Chigi riuscesse a vincere la guerra dell'immondizia, il prezzo pagato dalla Campania sarebbe comunque altissimo. Confermerebbe la sua minorità amministrativa, morale e perfino democratica. è questo il nodo da sciogliere prima che sia troppo tardi. Naturalmente, la via maestra sarebbe un passo indietro da parte della leadership che ha governato in questi anni, restituendo ai cittadini il diritto di giudicare e di cambiare. Ma è difficile che Bassolino o la Iervolino siano disponibili ad una simile scelta. L'uno rifiuterà di dar ragione, con le dimissioni, a quanti lo ritengono il responsabile principale della débcle. Quanto alla sindaca, sembra decisa a seguire gli umori dei napoletani. Anche quelli (comprensibilmente) cupi degli abitanti di Pianura. Come se fosse lei stessa un comune cittadino. L'alternativa, come ha chiesto Marco Demarco su queste colonne, è un drastico ricambio nelle squadre di governo. Assessori, consulenti. Una scelta che apparirebbe giustificata dalla stessa gravità della crisi e che riscatterebbe la Campania da un ricorrente pessimismo sociologico. Se è vero, come lo stesso Bassolino scriveva giorni fa sulla Repubblica, che questa è terra di iniziative egregie, risorse professionali, eccellenze, quale momento migliore per avvalersene? Ma esiste anche una terza ipotesi, la quale, a rigor di logica, appare la più adeguata alla situazione. Ed è il coinvolgimento diretto nella gestione della cosa pubblica di quelle forze politiche, oggi di minoranza, che volessero mettersi a disposizione di un progetto di recupero della Campania. Un governo di unità regionale. Di larghe intese. Per non dire di salute pubblica. La radicale apertura del quadro politico. Ovviamente si tratterebbe di una fase eccezionale, nel fisiologico alternarsi di destra e sinistra, ma segnalerebbe che leader e partiti sono consapevoli del carattere strategico della crisi. Inutile aggiungere che le tre ipotesi una cosa hanno in comune: l'urgenza di reagire al vuoto politico- amministrativo in cui si trova oggi la Campania, attraverso iniziative forti che, partendo dalla sua classe dirigente, restituiscano a questo territorio il diritto all'autogoverno. La legittimazione a gestire i propri destini.

 

 

La Iervolino sfida: andrò a Pianura (sezione: Monnezze)

( da "Corriere della Sera" del 06-01-2008)

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-01-06 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE Il sindaco La Iervolino sfida: andrò a Pianura DAL NOSTRO INVIATO NAPOLI - Lui chiuso nel suo ufficio al terzo piano di Palazzo Santa Lucia. Lei in giro per ospedali, a far sorridere i bambini ricoverati con la calza della Befana. Alle critiche e alle richieste di dimissioni Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino rispondono allo stesso modo: un sabato di normale lavoro e dritti come nulla fosse. "Mi fanno ridere - dice il sindaco di Napoli - quelli che vogliono che me ne vada. Sanno benissimo che da 14 anni siamo commissariati e quindi il sindaco non ha poteri. Grazie a Dio un pizzichino di diritto l'ho studiato anche io". Iervolino promette che andrà a Pianura, ma "solo quando la discarica sarà aperta. Se non ci fossero stati incidenti sarei già andata. E mi dispiace perché so bene che la stragrande maggioranza della gente che manifesta è pacifica". Anche il presidente della Regione non molla: "Resto al mio posto", conferma Bassolino. Ma poi risponde per le rime ad Antonio Di Pietro, new entry del partito delle dimissioni: "Ha fatto una cosa irresponsabile - dice il governatore della Campania - perché fa parte del governo e dovrebbe dare un contributo per togliere i rifiuti dalle strade". Risposta del ministro: "Bassolino ha proprio perso la testa se pensa di poter scaricare le proprie responsabilità su altri e su di me". L. Sal.

 

 

Prodi: vergogna per l'Italia Basta, così non si va avanti (sezione: Monnezze)

( da "Corriere della Sera" del 06-01-2008)

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-01-06 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE L'ira del premier "Il governo si assume tutte le sue responsabilità" Prodi: vergogna per l'Italia Basta, così non si va avanti Lite Di Pietro-Bassolino: "Dimettiti". "Pulisci le strade" DAL NOSTRO INVIATO BOLOGNA - Uno spot devastante per la copertina Italia. Una "tragedia" per la Campania. "Una vergogna da affrontare e risolvere una volta per tutte". è un sacco pieno di spazzatura, rivolte di strada, maleodoranti polemiche e macroscopiche responsabilità politiche quello che la Befana rovescia davanti a Romano Prodi in un sabato bolognese irrimediabilmente macchiato dall'emergenza rifiuti. Le immagini che rimbalzano da Napoli e Caserta bruciano come pugnalate per uno che del "made in Italy" si è fatto portavoce in mezzo mondo: "Tutti ci osservano ed è triste che l'Italia offra di sé quest'immagine negativa ". Scene di sempre: tredici anni e sei commissari straordinari dopo. Stessa impotenza, stessa violenza. Il Professore prova a ribellarsi, alza il tono ("Basta, così non si può più andare avanti"), sapendo che tanti altri l'hanno detto prima di lui e che mai come ora le parole rischiano di restare tali. Eppure non ci sono alternative. E il governo, facendo proprio l'allarme del capo dello Stato, si mobilita: "Questa emergenza - afferma Prodi - sta mettendo in gioco il Paese. L'esecutivo si assume tutte le proprie responsabilità ". Ma anche altri dovranno farlo. Poltrone in bilico. E teste a rischio. Il ministro Antonio Di Pietro ha ufficialmente chiesto le dimissioni del "governatore" Bassolino: "Si assuma le sue responsabilità". E stessa cosa ha fatto, dalle colonne del Corriere, il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini. Di Pietro ha anche annunciato l'uscita del suo partito dall'alleanza che guida la Campania per prendere le distanze "dalla colpevole inazione del governo regionale". Mentre il ministro Mastella ha puntato il dito contro il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, colpevole di "cavalcare la protesta dei manifestanti di Pianura". Prodi si mantiene fuori, non fa nomi, evita personalismi. Ma fa capire che, se necessario, non farà sconti. Troppo alta la posta: "Ciò che in questo momento conta - spiega - è che ognuno si renda conto della gravità della situazione e ci sia una mobilitazione completa, corale: tutti si devono mettere al servizio della causa senza "ma e se"". Una speranza. Che dovrà, e in tempi rapidissimi, trovare un riscontro operativo. Il premier ha già pronte le valigie, da stasera sarà a Roma e in cima alla sua agenda, prima ancora della verifica di maggioranza e della riforma elettorale, ci sarà Napoli e la sua immondizia: "Abbiamo già cominciato a lavorare assieme ai ministri competenti- spiega -, lunedì prenderemo decisioni concrete e poi si agisce". Un piano in due tempi, quello che il premier sta elaborando assieme ai ministri Arturo Parisi, Alfonso Pecoraro Scanio e, sul versante dell'ordine pubblico, Giuliano Amato. Primo obiettivo, tamponare l'emergenza "per avviare un immediato ritorno alla normalità". Poi verrà il difficile. E cioè, parole di Prodi, "affrontare il problema e risolverlo per sempre". Che, in termini concreti, nient'altro significa se non "offrire alla Campania una capacità di lavorazione dei rifiuti che sia superiore all'offerta che viene prodotta ". Un piano di interventi strutturali. "O ci riusciamo oppure la situazione non si normalizzerà mai". Francesco Alberti.

 

 

<Processo> a Bassolino <La rinascita? Mai vista> (sezione: Monnezze)

( da "Corriere della Sera" del 06-01-2008)

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-01-06 num: - pag: 5 categoria: REDAZIONALE "Processo" a Bassolino "La rinascita? Mai vista" Gli intellettuali: solo tentativi, ora è paralisi Macry: all'inizio ci furono degli spunti, subito però si è ricostituito il potere politico. Parrella: noi ragazzi eravamo esaltati MILANO - Passo dopo passo. I cento fatti. Parole chiave del "Rinascimento napoletano ". Lo slogan che accompagnò, nel '93, l'elezione di Antonio Bassolino a sindaco. Alle spalle Tangentopoli. Davanti, una speranza per Napoli. E lui, il primo cittadino, che divenne in poco tempo simbolo di rivincita per una città abituata a tutto. Persino al colera. Oggi, Napoli nel mondo è paragonata, in senso dispregiativo, a Calcutta. E le teste pensanti della città si chiedono: dove si è sbagliato? "è stato tutto un grande equivoco ", spiega disincantato lo scrittore Ermanno Rea. Per l'autore di Mistero napoletano "fu un momento di euforia, poi deformata da quella parola insulsa: rinascimento. I politici ci hanno marciato. Anche Bassolino. Che incarnò un ruolo quasi taumaturgico, e invece di rivoltare la città come un calzino si preoccupò solo di rassicurare. Oggi? Ha responsabilità, ma le sue dimissioni sarebbero inutili. Napoli è una questione italiana, da risolvere a livello nazionale". "Il Rinascimento napoletano veniva dopo il vuoto pneumatico ", racconta lo storico Paolo Macry. "E all'inizio ebbe una serie di spunti: l'arte contemporanea, la metropolitana, il pragmatismo dei piccoli passi. Ma non poteva durare a lungo. E poi sono successe due cose: si è ricostruito il potere politico stordito da Tangentopoli, e si sono arenati i grandi progetti infrastrutturali. Bassolino, ottimo politico, ha rivelato le sue incapacità gestionali. E molti gli si sono asserviti per quattro soldi. Risultato: come il terremoto per Valenzi, i rifiuti per Bassolino hanno messo a nudo il re. Cosa serve? Penso a un governo di unità regionale". Chi davvero non si stupisce della situazione è il filosofo Aldo Masullo, che pure dal '92 al 2001 è stato parlamentare ds: "A questa guerra dell'immondizia messa in atto dalla camorra si sarebbe dovuto opporre un progetto politico forte. Non è avvenuto. Le istituzioni, tutte, sono rimaste inerti. Bassolino, politico valente, si è isolato senza mai dialogare con i cittadini. è diventato solo un idolo cui tributare sottomissione ed esaltazione. Ma la decadenza non è tutta colpa sua. Il fallimento del Rinascimento napoletano è stato causato da una borghesia mediocre. E adesso, parafrasando Troisi, credo che ognuno debba ricominciare da se stesso". Biagio De Giovanni, filosofo ed esponente di spicco del Pci, Pds, poi Ds, è stato tra le voci critiche, in questi anni. Oggi cerca soprattutto di non sparare a zero, in un momento in cui sembra essere diventato lo sport nazionale, su Bassolino: "Il Rinascimento fu un momento di speranza nato dalla forza di un leader e da un vuoto politico. Bassolino nella sua prima fase ha migliorato l'immagine pubblica della città, ma poi ha preso una deriva monocratica di personalizzazione del potere. Creando un sistema che per nutrirsi aveva bisogno di consenso, e di separarsi dalle forze vitali della città. Stop a dibattiti pubblici e critiche. Fallimento dei grandi progetti, ad esempio Bagnoli. Con una borghesia silente e asservita. Le responsabilità però oggi sono di tutti, anche di Iervolino e di partiti come Verdi e Prc. La città è avvilita. Serve un gesto di discontinuità". Quando Bassolino lanciò il suo "passo dopo passo", lei aveva vent'anni. "Noi ragazzi eravamo esaltati - dice la scrittrice Valeria Parrella -. Il Rinascimento incarnava la speranza. Adesso, invece, sono incazzata. Ognuno dei nostri politici di notte dovrebbe riflettere e sentire il dovere di dimettersi per aver fallito. Noi come Calcutta? No, peggio. Continuo a scrivere di Napoli (il prossimo romanzo, Lo spazio bianco, esce il 22 gennaio, ndr) proprio per esorcizzare la consapevolezza che nulla, in questi dieci anni, è davvero cambiato". Mentre il filosofo Roberto Esposito, pur prendendo le distanze "dall'enfasi che accompagnò il cosiddetto Rinascimento ", ammette "che un miglioramento sicuramente ci fu. Poi la realtà ha avuto la meglio. Errori Bassolino ne ha fatti, ma non credo che le sue dimissioni risolverebbero qualcosa. Ora il problema è risolvere l'emergenza, prima che scoppi una guerriglia civile. Mentre a Iervolino dico di smetterla con il suo atteggiamento ingeneroso ". Gerardo Marotta, fondatore dell'Istituto italiano per gli studi filosofici, ha analizzato a fondo il problema rifiuti. A tal punto da gridare "al complotto. Il vero colpevole di questa apocalisse non è ancora venuto fuori. è colui che ha impedito la raccolta differenziata, e ha "venduto" a quegli ingenuotti dei politici la storiella di quanto fa bene il termovalorizzatore. E invece i migliori scienziati hanno spiegato che produce sì meno diossina, ma molte più nanoparticelle. Parole al vento. Lo stesso vento che ha cancellato il Rinascimento napoletano". Angela Frenda La piazza e i rifiuti A fianco, un'immagine di Piazza del Plebiscito come è oggi, dopo la decisione della prima giunta Bassolino di chiuderla al traffico e restituirla, così, alla città. Eliminando soprattutto l'enorme parcheggio a cielo aperto che la occupava completamente. Sotto, invece, un'immagine del degrado in cui versano in questi giorni le strade di Napoli, dopo l'esplosione dell'emergenza rifiuti Hanno detto \\ Rea è stato un grande equivoco, l'ex sindaco doveva rivoltare la città come un calzino \\ Masullo Bassolino si è isolato. è diventato solo un idolo cui tributare sottomissione \\ De Giovanni Ha preso una deriva monocratica e la borghesia è asservita.

 

 

Prodi convoca i ministri: agire subito (sezione: Monnezze)

( da "Stampaweb, La" del 06-01-2008)

(7:15) - EMERGENZA RIFIUTI, NAPOLI NEL CAOS Prodi convoca i ministri: agire subito Domani vertice d'urgenza. Di Pietro chiede le dimissioni di Bassolino FLAVIA AMABILE ROMA Il governo interverrà per porre fine all'emergenza rifiuti a Napoli e agli scontri che hanno accompagnato la riapertura della discarica di Pianura. L'ha promesso ieri il presidente del Consiglio Romano Prodi: "Il governo si assume tutte le proprie responsabilità riguardo a questa emergenza, perché sta mettendo in gioco il Paese". Il premier assicura che l'agenda dei lavori è fissata: "Lunedì mattina comincio con le riunioni dei ministri, poi si agisce". Obiettivo è non solo affrontare il problema di sgomberare i rifiuti e trovare un luogo dove scaricarli, ma "risolvere il problema per sempre. Dobbiamo offrire una capacità di lavorazione dei rifiuti che sia superiore all'offerta che viene prodotta in Campania, altrimenti non si normalizzerà mai la situazione". L'emergenza sta davvero mettendo in gioco il Paese come sostiene il premier. La Lega ne ha approfittato per tirare fuori il suo antimeridionalismo. Per Roberto Calderoli "tutto quello che sta succedendo dimostra che Napoli non è Italia". Nell'occhio del ciclone è il governatore della Campania, Antonio Bassolino. "Farebbe bene a dimettersi - dice Antonio Di Pietro, ministro delle Infrastrutture -. Dopo 10 anni di governo del centrosinistra a Napoli il modello è fallito. Ci sono responsabilità politiche che vanno assunte aldilà delle brave persone e della buona fede". Il leader dell'Udc Casini se la prende con il governo, che deve "assumere provvedimenti d'emergenza, anche sostitutivi rispetto a quelli dei governi locali". Anche lui è però convinto che il presidente della Campania dovrebbe dimettersi, perché "non è possibile che con le discariche abusive si siano rimpinguate le tasche della camorra e si sia inquinata la vicenda fino al punto drammatico in cui siamo oggi". Lo scioglimento della Regione viene chiesto da più parti all'interno dell'opposizione: da Maurizio Gasparri di An e Mara Carfagna di Fi. Bassolino, però, non ci sta. Il governatore, pur ammettendo le proprie responsabilità, invita tutti a un "mea culpa". Rispedisce a Di Pietro le critiche, aggiungendone anche di sue: "Fa una cosa irresponsabile. E' parte del governo e dovrebbe contribuire a togliere i rifiuti dalle strade". E, comunque, ricorda: "In questo momento forte dovrebbe essere l'impegno di tutti, anche di quelle opposizioni che hanno avuto responsabilità di governo nel commissariare questa Regione". Ciò che bisogna fare per uscire dall'emergenza, secondo Bassolino, è "aprire nuove discariche in provincia di Napoli". Clemente Mastella, invece, rivolge pesanti critiche al sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, che si è schierata al fianco degli abitanti di Pianura nell'opporsi alla discarica: "Se prevale il criterio di cavalcare la protesta, è la fine". Secondo lui, la soluzione è nel realizzare i termovalorizzatori". Infine Italiani nel Mondo propone "una grande azione di risarcimento del danno contro la Regione Campania e contro i commissariati di governo, responsabili di questo disastro che avrà fine probabilmente tra 20 anni".

 

 

Napoli, rinascimento e declino (sezione: Monnezze)

( da "Stampaweb, La" del 06-01-2008)

Che orgoglio quell'immagine che faceva il giro del mondo. Clinton in tuta che fa jogging su un lungomare fantastico con uno sfondo da favola: un vulcano, un'isola, un golfo, il mare blu... Era Napoli. E non un secolo fa. Estate '94, summit degli otto Grandi, la città a lucido, le piazze e i monumenti restaurati, cultura e musica in ogni angolo. Era il punto più alto di quel fenomeno che, per un motivo o per l'altro, fu chiamato "rinascimento napoletano". Antonio Bassolino governava la città da appena tre anni, ma i risultati si vedevano. Qualcuno ci sentiva puzza di effimero, non gli si fece caso. Infatti che orgoglio quell'immagine che faceva il giro del mondo. Ora in giro per il mondo - metaforicamente e materialmente intendendo - ci sta andando l'immondizia: da quella spedita negli inceneritori tedeschi a quella che tracima per immagini dai siti e dalle tv di tutto il pianeta. Bel colpo, niente da dire. Naturalmente, non è questione di contrapporre i meriti del "rinascimento" allo scandalo di questa "monnezzopoli", anche perché i protagonisti (anzi, secondo alcuni: il protagonista) grossomodo son gli stessi: i governi di centrosinistra e il sindaco (e poi governatore) Antonio Bassolino. Qui si vorrebbe solo segnalare - mentre la polemica politica, magari, se ne frega e punta e guarda ad altro - la devastante rapidità di un malinconico declino. La parabola di un città senza più simboli e punti di riferimento: mentre è sempre attorno a dei simboli e a dei punti di riferimento che ha fatto leva - nel bene e nel male - per trovar forza e riscattare quel certo orgoglio da città di re e antica capitale. E' vero, naturalmente dipende dai simboli: ma onestamente ce n'è pochi peggiori di questa monnezza qua. Perfino annaspando alla cieca nel tunnel degli Anni 80 - le cricche di pentapartito, un sindaco ogni otto mesi, l'impero dei Di Donato e dei Pomicino, dei Gava e dei De Lorenzo - Napoli trovò a che aggrapparsi. Sembrano niente due scudetti, una Coppa Uefa, una Coppa Italia e una Supercoppa italiana in soltanto quattro anni! Ma intanto Napoli era nel mondo Diego Armando Maradona, e il volto pulito di Ciro Ferrara. Sembra niente, ma fu comunque meglio di niente. E in fondo c'era dell'altro: perché i teatri off e le sale di registrazione improvvisate nei sottoscala dei quartieri cominciavano a partorire miracoli, che l'era del "rinascimento", poi, avrebbe consacrato. Napoli iniziò a essere anche Massimo Troisi e Pino Daniele, la Nuova Compagnia di Peppe Barra e il teatro di Luca De Filippo, che rinverdiva i fasti del suo grande papà. E poi, sì, certo, era anche la città delle tangenti, di Raffaele Cutolo e della macchina criminale perfetta che diventò la sua Nuova Camorra Organizzata (della quale, a dirla tutta, si sentì una qualche cinica nostalgia negli Anni 90, quando crollato l'impero di don Raffaele, la città fu sepolta dai morti ammazzati nella guerra scatenata da centinaia di clan alla conquista del potere). Si tirava avanti, insomma. C'era del male, figurarsi, tanto male - camorra, poco lavoro - ma anche illusioni a cui aggrapparsi, simboli effimeri magari, però piccole luci in un cielo non ancora tutto nero. Le luci. Quelle che il ricambio politico accese, accecando la città, all'indomani di Tangentopoli. Fu lo sfavillìo del "rinascimento napoletano". Guardate il restauro di Palazzo Reale! E ammirate la magnificenza di piazza Plebiscito! E poi i lampioni di via Caracciolo, il mare, turbinii di feste, i nuovi registi alla Mario Martone, aria nuova, aria nuova. Il "rinascimento" finisce sulle copertine dei settimanali di mezzo mondo, i giornalisti occupano gli alberghi del lungomare per dire dell'ennesimo "miracolo napoletano". La città ritrova orgoglio e angoli di sfarzo da antica capitale. Quando uno dopo l'altro arrivano in visita a Napoli Bill Clinton, il Papa e la regina Elisabetta è l'apoteosi. Qualche élite intellettuale storce il naso, perché mentre la festa continua la città è sottoposta a una deindustrializzazione selvaggia. Si sussurra un'accusa: demagogia dell'effimero. Ma Napoli regge ancora, ha bellissime cose di sé da mandare in giro per il mondo e ne è fiera: anche se si intuisce che la città affanna e che sotto i lustrini niente. Sia come sia, Bassolino si passa il testimone e viene rieletto sindaco; poi lo passa a Rosetta Iervolino, che malvolentieri se lo ripassa ed eccoci qua. Qua vuol dire sotto questo cumulo di monnezza. E poichè monnezza chiama monnezza (camorra, tangenti, scaricabarile) qua vuol dire sotto una montagna gigantesca di rifiuti solidi e politici, di macerie sociali, di illusioni triturate. Com'è successo? Si prova a ricostruire, ma è peggio, è il solito tiro di accuse incrociate. E non è che prima di arrendersi all'idea che Napoli nel mondo oggi sia soltanto una discarica, qualcuno non avesse pensato ad una controffensiva. Anche solo un diversivo, magari. "Porca miseria, cominciamo a dire che Napoli è anche...". E' anche? Lavezzi non lo conosce nessuno, e poi non sarà mai Maradona; Massimo Troisi è morto che sono dieci anni e più; vertici internazionali non è nemmeno il caso di parlarne; Pino Daniele s'è trasferito dalle parti di Formia e di Peppe Barra non frega quasi più niente a nessuno. Ci si sforza, si riflette. E diamo pure la colpa a quelle immagini in tv, ma non viene in mente altro che monnezza. Una diffusa e nauseabonda monnezza.

 

 

SCOPPIA L INTIFADA DELLA MONNEZZA. MASTELLA: "C'È LA MANO DELLA CAMORRA" (sezione: Monnezze)

( da "Wall Street Italia" del 06-01-2008)

Scoppia l'intifada della monnezza. Mastella: "C'è la mano della camorra" -->Ultrà e no global passano all'attacco e aggrediscono gli agenti a sassate. Scontri e feriti. E l'ecomafia sobilla. Pianura: l'ora del dialogo è finita . Il Guardasigilli: camorra dietro la protesta . Di Pietro: Bassolino si dimetta.

 

 

Rifiuti, è rivolta: interviene prodi (sezione: Monnezze)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 06-01-2008)

In Campania cresce l'emergenza, mentre infuria la polemica politica. Chiudono le scuole, bloccata per ore la ferrovia Critiche da tutto il centro-destra e anche da Di Pietro: "Bassolino e Iervolino devono dimettersi" Rifiuti, è rivolta: interviene Prodi Scontri con feriti a Napoli davanti alle discariche, i manifestanti assaltano la polizia e le ambulanze Il premier: "Il problema va risolto per sempre". Calderoli: "Questa non è Italia" NAPOLI. Un'altra giornata di tensione e violenze a Pianura, in contrada Pisani, dove prosegue la protesta contro la riapertura della discarica. Scontri con la polizia, sassaiole, cariche. Un crescendo di violenza che ha visto anche l'assalto a un'ambulanza e il ferimento del conducente. L'emergenza rifiuti in Campania continua a occupare le prime pagine dei giornali. Non solo con le cronache degli scontri a Pianura, dove la popolazione difende il "diritto" di impedire l'installazione di una discarica temporanea, ma anche con un polemica politica che chiama in causa le massime cariche istituzionali. A conclusione della giornata è intervenuto da Bologna Romano Prodi per ribadire che "il governo si assume tutte le sue responsabilità" per porre fine a un'"emergenza che mette in gioco il paese con un'immagine negativa". I SERVIZI A PAGINA 5.

 

 

Di pietro: bassolino e la iervolino devono dimettersi (sezione: Monnezze)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 06-01-2008)

Attualità Di Pietro: Bassolino e la Iervolino devono dimettersi LA POLEMICA ROMA. L'emergenza rifiuti travolge Antonio Bassolino e fa vacillare la poltrona di Rosa Russo Jervolino. A chiedere la testa del governatore della Campania non è più solo il centrodestra ma anche Antonio Di Pietro. "Bassolino farebbe bene a dimettersi, dopo dieci anni di governo del centrosinistra a Napoli, il modello è fallito e ci sono responsabilità politiche che vanno assunte", attacca il ministro delle Infrastutture da Skytg24. L'ex Pm inoltre annuncia che il suo partito, Idv, è pronta a uscire dalla coalizione che governa la Regione. Nella maggioranza Di Pietro dà voce a un malassere condiviso. Soprattutto a sinistra. Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom, chiede che vadano a casa tutti gli amministratori locali responsabili del disastro alla Regione e al Comune. Rifondazione prende tempo. Prima è indispensabile mettere in atto le misure concrete per liberare la città dai rifiuti, poi ci sarà il tempo per l'esame ai politici e le valutazione, dice Gennaro Migliore, capogruppo alla Camera e deputato napoletano. Ma è dall'opposizione che arrivano i maggiori fendenti. Mentre cadono nel vuoto gli appelli alla calma e alla non violenza pronunciati da Rosa Russo Jervolino che si dice vicina "vicina ai cittadini che soffrono" l'ex Cdl appare compatta. Forza Italia con Simone Baldelli chiede un'informativa urgente al governo, il legista Roberto Calderoli invoca l'intervento di Giorgio Napolitano per sciogliere il consiglio della Campania. "Il presidente della Repubblica, con proprio decreto secondo le procedure stabilite dalla Costituzione, può procedere allo scioglimento del Consiglio", dice Calderoli. Per l'esponente leghista le "carte" oggi sono tutte nelle mani del Capo dello stato che può inviare truppe speciali per sedare la rivolta e mettere fine alla vergogna. Una posizione condivisa anche da An. "Il Parlamento affronti subito l'emergenza chiedendo ai sensi della Costituzione il commissariamento di Regione e Comune: i responsabili di questa barbarie vanno allontanati subito dalla stanza dei bottoni", dice Maurizio Gasparri. "Bassolino dovrebbe avere il coraggio di dimettersi", dichiara Pierferdinando Casini, leader Udc mentre Sergio De Gregorio, di Italiani nel Mondo, preannuncia una mobilitazione a Napoli per il 25 gennaio. Sulla vicenda interviene anche Beppe Grillo che chiede ai campani di fermare il "tandem" Bassolino Jervolino e avanza il sospetto che l'emergenza rifiuti possa essere il pretesto per realizzazione di nuovi termovalorizzatori. Con il governatore si schiera Clemente Mastella. "Non capisco il sindaco di Napoli che lotta insieme ai manifestanti mentre Bassolino ha avuto parole di responsabilità", dice il mininisto della Giustizia chiedendo senso di responsabilità e coraggio da parte di tutti. Una tesi condivisa da Rosy Bindi.

 

 

ORA DATEVI DA FARE (sezione: Monnezze)

( da "Libero" del 06-01-2008)

Prima pagina 06-01-2008 ORA DATEVI DA FARE di VITTORIO FELTRI Letto su la Repubblica un pezzacchione dello scrittore pluridecorato Roberto Saviano. Titolo: Ecco tutti i colpevoli della peste di Napoli. Pensavo di esserne illuminato. Di scoprire finalmente per quale motivo in tutta Italia (in tutta Europa) la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti è una questione rutinaria, mentre a Napoli (e in varie zone della Campania) è una tragedia, un'emergenza, una storia incomprensibile per noi gente comune. Ho letto due volte l'articolo e sottolineato alcuni punti che al momento mi sembravano importanti. Ma stringi stringi ne so quanto prima. Saviano fa nomi di imprenditori "vicini alla camorra". Speculatori incalliti capaci di estrarre milioni e milioni di euro dall'immondizia. Peccato che lo scrittore, forse dando per scontate varie cose che scontate non sono, almeno per noi, non dica come sia possibile arricchirsi svolgendo un servizio che di fatto non viene svolto, tanto è vero che Napoli è ridotta a una immensa schifezza. Non discuto la competenza di Saviano in materia di sozzeria. Semplicemente lo pregherei di renderci partecipi della sua scienza. Ho appreso da lui che alcune aziende del Nord si nutrono e ingrassano con le lordure sparpagliate nei dintorni del Vesuvio. E mi domando: come? Se fosse facile diventare ricchi accumulando pattume nelle strade, forse anche Cremona o Pavia o Alessandria o Milano sarebbero sommerse dai rifiuti. Invece no. Perché? Perché ovunque si pulisce, si ricicla, si vive quasi civilmente tranne che a Napoli? Ovunque esistono inceneritori, discariche, termovalorizzatori tranne che a Napoli. Piccolo esempio. Il sabato e la domenica mi trasferisco da Milano a Ponteranica, provincia di Bergamo, bassa Valbrembana. A un chilometro da casa mia c'è una discarica. Vai lì con l'auto, scarichi lavatrici vecchie, sedie rotte, cianfrusaglia. Paghi un tot all'addetto, che rilascia regolare ricevuta, e te ne vai in pace. Nessuno ha mai reclamato. C'è la consapevolezza che da qualche parte gli scarti bisogna pur metterli. Mai saputo di una protesta di massa contro la discarica. Mai visto un cretino o un delinquente gettare molotov per incendiare la catasta dei rifiuti. Il comune di Ponteranica è gestito da una amministrazione di centrosinistra, lo stesso centrosinistra che regna a Napoli e in Campania da 15 anni. D'ac cordo, non ci sono né la Iervolino né Bassolino eppure ci si arrangia lo stesso e le cose non vanno tanto male. Si fa anche la raccolta differenziata. Tre volte la settimana passano i camion, prelevano la pattumiera, svuotano, e addio. In terra non v'è traccia di mozzicone di sigaretta. Non credo che gli abitanti di Ponteranica siano marziani, e neppure sono marziani quelli che siedono in giunta. Uomini e donne normali che oltretutto non suonano il mandolino né sanno cantare. Ma se qui arrivasse la camorra si tratterrebbe poco. I nipotini di Pacì Paciana hanno la mano pesante con chi sgarra, e quando si imbattono nei carabinieri e nella polizia si tolgono il cappello. Provate anche voi, che ce vo'? Saviano informa che a Napoli sono state avviate numerose inchieste giudiziarie su chi si crogiola nella sporcizia e ci trae guadagni spropositati. C'è un mistero, anzi due. Primo. Come si fa a speculare su rifiuti non smaltiti? Come si fa a pagare fior di soldi per tenersi la spazzatura davanti al portone? Secondo. Non è sufficiente aprire delle inchieste. Bisogna portarle a termine. Perché ciò non avviene? Da servizi giornalistici sia pure un po' confusionari apprendo che Pecoraro Scanio, ministro dell'Ambiente napolitano, è contrario alle discariche. Inoltre è contrario agli inceneritori e perfino ai termovalorizzatori. Ciascuno ha le sue opinioni. Ma i napoletani la pensano come il governante bisessuale? Se così fosse ci dovrebbero spiegare come, escludendo discariche, inceneritori e termovalorizzatori, intendono distruggere le loro porcherie. Caricandole su convogli ferroviari, destinazione Germania? Sorvolando sui costi e sull'assurdità della soluzione mi pare che essa si basi su una valutazione profondamente errata: e cioè che i tedeschi siano, rispetto ai campani, una razza inferiore cui si possa rifilare qualsiasi lerciume. A proposito di termovalorizzatori. Mi è giunta notizia che ad Acerra ve ne sia uno nuovo, mai usato causa l'ostilità della popolazione. Quindi i bresciani si beccano con soddisfazione il termovalorizzatore e i signorini di Acerra, invece di rifiutare i rifiuti, lo rifiutano. Converrà dottor Saviano che in quella zona oltre alla camorra deve esserci qualche cervello con alcuni fili staccati. Mi rendo conto che a mille chilometri di distanza non sia semplice giudicare una città, una regione. Per questo, ci aspettavamo dal celebrato scrittore un contributo meno superficiale del suo allo scopo di chiarire la situazione. L'interrogativo sostanziale invece resta senza risposta: perché la Lombardia, il Veneto, il Friuli, l'Emi lia, la Toscana, la Sicilia, il Molise eccetera vivono fuori dalla merda mentre la Campania ci guazza, si direbbe con un certo piacere almeno osservando quel che accade? Un'ultima considerazione. Quando a Milano si assume uno spazzino, a Napoli se ne assumono 25. Quindi Napoli dovrebbe essere venticinque volte più pulita di Milano. La realtà è un po' diversa. Lo strano fenomeno viene giustificato così. A Milano le assunzioni le fa il comune, a Napoli la camorra. Allora che ci sta a fare la Iervolino sulla poltrona di sindaco? Per obbedire alla camorra? Figurarsi. Chi ubbidisce alla camorra è camorrista. E i camorristi vanno in galera a meno che non li protegga il popolo, nel qual caso anche il popolo, come direbbe il mio amico Gian Maria Gazzaniga, dovrebbe andare a dar via il mandolino. PADANIA FELIX Nel mio paese in provincia di Bergamo lo smaltimento dell'immondizia procede bene da sempre Non siamo marziani, perché non provate ad imitarci? CONNIVENZA Si dirà: al Nord assume il Comune, al Sud la camorra. Ma i camorristi devono andare in galera, e se non ci vanno è perché li protegge la popolazione... Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.

 

 

Sul mare luccica... la spazzatura (sezione: Monnezze)

( da "Libero" del 06-01-2008)

Attualità 06-01-2008 Sul mare luccica... la spazzatura Non passa giorno che non si parli di Napoli e della sua spazzatura, della camorra, delle faide... Nonostante tutto questo, devo pensare che i napoletani siano masochisti, perché continuano a votare a sinistra. Invece di invocare l'inter vento dell'esercito, dovrebbero chiedere a Bassolino e Iervolino dove sono finiti i finanziamenti europei e italiani, ottenuti per risolvere i problemi. Poi chissà se i napoletani, popolo intelligente, sanno che esiste una raccolta differenziata per l'immondizia? Graziella Balossi Milano Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.

 

 

Quella sinistra che si dimentica di Tangentopoli (sezione: Monnezze)

( da "Libero" del 06-01-2008)

Italia 06-01-2008 Quella sinistra che si dimentica di Tangentopoli di MICHELA VITTORIA BRAMBILLA Mi sono letta da cima a fondo le inchieste e poi i giudizi espressi da "Libero" sulle enormi responsabilità che gravano sul sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino e soprattutto sul presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino per la situazione in cui si trova Napoli e gran parte dei Comuni che la circondano. È un'analisi che non fa una grinza. Come è anche più che condivisibile la voglia dei napoletani di assistere all'addio, sempre troppo tardivo, di Bassolino e del sindaco. Ma è lecito porsi una domanda: come mai un così odiato personaggio le cui azioni sono da tempo oggetto anche di documentate indagini da parte della Procura di Napoli, ora concretizzate in pesante accuse e altrettanti rinvii a giudizio, ha potuto, per ben 14 anni filati, non solo regnare indisturbato in questa regione, ma raccogliere anche, una elezione dopo l'altra, milioni di voti? C'è insomma qualcosa che non torna in tutta questa più che singolare vicenda. Sono anni, ad esempio, che autorevoli compagni di partito di Bassolino come Salvi, Mussi e poi anche Giorgio Napolitano, prima che salisse al soglio del Quirinale, denunciano, in libri e dossier, le stravaganze, chiamiamole pure così, di questo onnipresente potere assoluto bassoliniano. E sapete quale è sempre stata la risposta dei vertici romani? "O' re di Napoli porta a casa troppi voti alla sinistra per poter pensare di detronizzarlo". E così le critiche sono state sempre sepolte nel cemento. Eh sì. La sinistra distingue. Distingue sempre. Il consenso in Sicilia? È sospetto, quando a vincere è il centrodestra. In Campania? Tutto regolare, finché a vincere sono i compagni loro. E non più la Dc. Già perché Bassolino, fin dalla sua prima elezione a sindaco di Napoli nel '93, prima ancora come sindaco e poi come presidente della regione, ha riprodotto proprio quelle forme di imperante clientelismo che avevano consentito al potentato dei Gava, fino a tangentopoli, di regnare indisturbati, infischiandosene dei problemi di tutti quei cittadini che con i giochi delle clientele e con quelli ancor più invasivi dell'onnipotente camorra non avevano nulla a che fare. E così, nelle Asl, trovava posto solo chi mostrava di essere di sicura fede bassoliniana. Per non parlare di quel che è sempre accaduto e continua purtroppo ad accadere in ogni tipo di apparato pubblico o para pubblico: dalla gestione del porto il cui traffico delle merci sfugge ad ogni regola di controllo e di trasparenza, alle gare di appalto, alle concessioni edilizie, all'elargizione di denaro pubblico, ad iniziative di marketing o pseudo culturali. Fino al problema delle discariche, la cui tragedia ha avuto origine proprio dagli strani contratti, oggi oggetto di una voluminosa indagine giudiziaria, che Bassolino, in veste, all'epoca, anche di commissario straordinario per i rifiuti, stipulò con l'Impregilo. Sarà soltanto nelle aule giudiziarie che verrà fuori qualche pezzo di verità. Sempre che qualcuno non riesca a metterci un tappo prima. Alla magistratura toccherà, se ci riuscirà, di verificare i sospetti di collusione con il business governato dalla camorra. Ma ai cittadini basta e avanza verificare che per conservare il potere, i Ds ieri, e oggi autorevoli e influenti membri del Pd, usano gli stessi metodi contestati a Dc e Psi prima di Tangentopoli. Insomma, clientele. Sta di fatto però che, durante questi 14 anni di potentato borbonicobassoliniano, le organizzazioni camorristiche sono riuscite ad allargare la sfera delle loro attività anche a settori come quelli dell'abbigliamento e di ogni genere di prodotti contraffatti che, oggi, partendo da Napoli vengono trasferiti in tutta Europa. E questo business, che di sommerso ha solo l'aspetto legale e fiscale, ma avviene alla luce del sole di Napoli, ha finito per quadruplicare, in pochi anni, il volume d'affari e - nei loro capannoni - il numero dei dipendenti, il cui voto poi chissà dove va. Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.

 

 

Agguati a polizia e ambulanze Pianura rimane in rivolta (sezione: Monnezze)

( da "Libero" del 06-01-2008)

Anzitutto 06-01-2008 Agguati a polizia e ambulanze Pianura rimane in rivolta di LUCIA ESPOSITO dall'inviato a Napoli Capisci subito che la strada per Pianura è giusta. Lo capisci dai chilometri di spazzatura che fanno da guardrail, dalla puzza nauseabonda che il vento ti sbatte nel naso a ogni folata. Cerchi un'indicazione, alzi la testa e trovi un manifesto con la foto del Vesuvio che erutta sacchetti e, davanti, un topo che ha la faccia del sindaco Rosa Russo Iervolino mentre saltella sull'immondizia. "Rosetta è 'na zoccola, ce piace a munnezza". Non c'è bisogno di traduzione, ma di una precisazione: in dialetto la zoccola è anche un topo di fogna e la parola, riferita a una signora, non è esattamente un complimento. LA TERRA DI NESSUNO Ci siamo. Pianura è questa landa desolata, questo pezzo di città diventato terra di nessuno. Eccolo, il regno dei rifiuti. Il serpente avvelenato di sacchetti sguscia da ogni curva. Fa schifo. E poi hai anche un po' di pudore a guardare dentro, sono pezzi puzzolenti di vite troppo private per finire sotto gli occhi di tutti. Bucce di mele insieme ad assorbenti, bottiglie di plastica e scatole di panettoni, fogli di agende e lische di pesce. Da giorni i residenti lottano contro la riapertura della discarica di Contrada Pisani, un fosso che dopo quarant'anni Bassolino aveva svuotato giurando che ci avrebbe fatto dei campi da golf (pazienza se gli abitanti chiedevano - e chiedono - fogne e marciapiedi) ma che poi le autorità, incluso lo stesso Bassolino, hanno deciso di far tornare quello che era fino a dieci anni fa: una pattumiera. I residenti non ne vogliono sapere. Come in una fabbrica fanno i turni per impedire l'acces so alla discarica dei camion della ditta incaricata del ripristino dalla cava. Ci sono mamme che spingono passeggini, vecchie che con la discarica ci hanno vissuto. "A' guerra, chesta è 'na guerra. Nun voglio murì cà puzz' i munnezz", la signora Maria ha settantotto anni e non si è ancora abituata all'odore fetido dei rifiuti. C'è la gente di Pianura, ma a quelli che per il freddo si coprono il collo con le sciarpe si mescolano quelli che nascondono la faccia dietro cappucci e foulard. Quelli che protestano senza regole se non con la violenza incivile di chi sente di poter far tutto. Si dicono ambientalisti ma poi tagliano alberi per bloccare la strada. Distruggono muri di cinta, devastano anche quel poco che c'è. Il prefetto Alessandro Pansa ha denunciato il pericolo di infiltrazioni camorristiche, ha detto che la protesta diventa un pretesto per frange estremistiche che cavalcano la storia dei rifiuti perché vogliono lo scontro. Teppisti che scatenano l'inferno. E camorristi per cui la spazzatura è il vero oro di Napoli. Se il problema pattume si risolve, il loro business finisce. "Qua non ci sono camorristi, siamo solo cittadini" Marco Nonno, consigliere comunale di Alleanza Nazionale, difende la protesta della gente di Pianura. Ieri la tensione era altissima sin dal mattino. La notte di venerdì qualcosa è sfuggito al loro controllo. Una trentina di camion hanno raggiunto Contrada Pisani scortati dai poliziotti per cominciare i lavori alla discarica. Sulla strada ci sono i resti della battaglia con agenti e carabinieri. Pietre e sassi. Bulloni e mazze di legno appuntite. Cassonetti ribaltati. Reti di letti matrimoniali. Pneumatici bruciati. L'obiettivo è evitare la discarica, ma il nemico ha la faccia e la divisa delle autorità. Prima l'estintore contro i carabinieri, poi l'assalto al commissariato. Ieri è toccato agli autisti di due ambulanze arrivati fin qui per prestare soccorso e aggrediti a colpi di pietre. Uno si è ritrovato in ospedale. Feriti anche due agenti. Dieci persone sono state fermate e identificate dalla Digos. Per alcune ore sono stati bloccati i binari della Roma-Napoli. Una cisterna per il trasporto di carburante e un Tir sono stati messi di traverso sulla carreggiata di via Campana a Quarto, impedendo il passaggio in entrambi i sensi di marcia. Non può passare nessuno ma qui tutti aspettano di vedere la Iervolino. "Lei dice che sta con noi ma ha solo telefonato. Troppo comodo, perché non viene?", domanda Nonno, e un gruppo di persone applaude. Anche per loro è stata un'altra giornata in trincea. Perché questa è una guerra che non accetta mediazione. O sei contro la discarica o via. "Poliziot-contro la discarica o via. "Poliziotti e carabinieri sono i nostri nemici perché stanno dall'altra parte", dice Francesco, seduto dietro l'amico alla guida di una grossa Honda. Nessuno dei due ha il casco. Ma questo è normale, come è normale andare contromano, insultare i poliziotti, riempire la strada di chiodi e di bidoni. TURNO DI NOTTE La notte c'è sempre qualcuno di guardia davanti alle strade che portano alla discarica. La mattina ricominciano i blocchi. E ieri via Montagna Spaccata è diventata una trappola. Impossibile andar via in auto. La strada è chiusa in tutte le direzioni. Le vie di fuga bloccate. Inutile dire che sei giornalista, inutile chiedere aiuto ai ragazzi della zona che si divertono a fare lo slalom tra i rifiuti in scooter. "Scusa mi aiuteresti a spostare i cassonetti? Debbo passare". La faccia abbronzata dalle lampade si fa pallida: "Tu si pazz'. Ca' me vattn'". "Ti picchiano?". E lui: "Sì, sì. Chiedimi cento euro ma non di spostare questi cosi", dice e scappa via. Per uscire bisogna accettare la loro legge: salire con l'auto sul marciapiede, schiacciare i sacchetti sparsi come fiori di campo e farsi spazio tra i bidoni di plastica. A due passi c'è una macchina dei vigili urbani. Loro guardano. Pensi alla multa, ma hai già pronta la risposta: "Le strade sono tutte chiuse, ero in trappola. Non potevo fare altrimenti...". Ma è inutile perché nessuno chiede niente. Questa è la terra di nessuno. IL SITO DELLA DISCORDIA L'invaso di Contrada Pisani, secondo Bassolino, sarebbe dovuto diventare un campo da golf Oggi che il governatore ha cambiato idea, i residenti non ci stanno L'ALLARME DEL PREFETTO La denuncia di Pansa: infiltrazioni camorristiche tra chi protesta contro i rifiuti, la malavita non vuole perdere il business dell'immondizia SCENE DI BATTAGLIA Sulla strada ci sono i resti della battaglia con gli agenti: sassi, bulloni e mazze di legno appuntite. E poi cassonetti ribaltati e pneumatici bruciati .CARTOLINE DAL DEGRADO Da sinistra in senso orario: un manifesto anti-Iervolino apparso sui muri di Pianura; tre ragazzi sul motorino fanno slalom tra i cumuli di rifiuti che invadono le strade del rione Sanità a Napoli; un momento dei tafferugli scoppiati in serata tra manifestanti e forze dell'ordine al presidio davanti alla discarica di Pianura; cassonetti e cumuli di rifiuti dati alle fiamme a Pianura. La guerriglia non si è fermata nemmeno ieri: scontri tra residenti e forze dell'ordine, sassaiole contro le ambulanze e altri roghi di immondizia. I manifestanti hanno inoltre annunciato l'intenzione di non abbandonare i presidi Ansa Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.

 

 

Bassolino e Iervolino: come divennero padreterni a Napoli (sezione: Monnezze)

( da "Libero" del 06-01-2008)

Attualità 06-01-2008 Bassolino e Iervolino: come divennero padreterni a Napoli Se è vero che l'Altissimo, dopo aver creato Napoli, per un senso di giustizia creò anche i bassi, la camorra e i tracchi, non pensa che abbia esagerato a mandarci Bassolino, Iervolino e De Mita? Ciro Visconti Napoli Risponde Mattias Mainiero Per i lettori che non conoscono l'antefatto: parliamo di un racconto sulla creazione di Napoli. Meglio, di una storiella popolare poi diventata un racconto. Le cose, nella finzione letteraria, andarono più o meno così: il Padreterno, come tutti sappiamo, un bel giorno decise di creare la Terra. Fece i mari, i monti, i laghi, i fiumi e le città. Insomma, più o meno ciò che tutti noi conosciamo: Milano e Venezia e Genova e tutto il resto. Giunto al settimo giorno, stanco morto (comprenderete: la creazione del mondo, anche per l'Al tissimo, non deve essere stata proprio una passeggiata) decise di concedersi il meritato riposo. E fu allora che successe l'imprevisto: una folla di napoletani assediò il Padreterno. "Altissimo, - disse - e che maniere sono queste? Voi vi siete scordato di creare Napoli. E proprio Napoli dovevate scordare?". L'Altissimo, che voleva riposarsi e non discutere, ebbe allora un'idea. Per fare in fretta, prese un pezzo di Paradiso e lo gettò ai piedi del Vesuvio. Poi, visto che aveva esagerato in bellezza, equilibrò il tutto inventando la camorra e un po' di malattie infettive, forse pure la monnezza e qualche vicolo fetente. A questo punto, resosi conto che laggiù c'era un po' di confusione, chiamò San Gennaro e gli affidò un delicato compito: "Genna', - gli disse - devi mettere ordine in quella città, falla funzionare. Mi raccomando, pensaci tu". Fine della creazione di Napoli. Il resto, caro Visconti, non ha niente a che vedere con il Padreterno, quello vero. Piuttosto, con un infernale meccanismo elettorale che ha il suo perno negli amici e amici degli amici, zii, nipoti, pronipoti, bisnipoti, compari di anello, padrini e madrine di battesimo, tutti in qualche modo beneficiati dall'amministrazione comunale o regionale. Che vuol farci: Napoli è una città dal cuore d'oro. Un posto, fosse anche socialmente inutile ed economicamente dannoso, non si nega a nessuno. E fu così che Bassolino e Iervolino divennero due padreterni in terra di Napoli. E questo, purtroppo, non è un racconto. È la cronaca di decenni di amministrazione di sinistra, alla quale solo i napoletani possono porre rimedio. Senza scomodare San Gennaro e cominciando a votare in modo diverso. Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.

 

 

Il Pd ora rottami O'reuccio (sezione: Monnezze)

( da "Libero" del 06-01-2008)

Anzitutto 06-01-2008 Il Pd ora rottami O'reuccio Che deve accadere per dimettersi? Sono quasi quindici anni che Antonio Bassolino fa il reuccio a Napoli. Quando non fa il sindaco, fa il presidente della Regione. A Napoli in tutto questo periodo non è accaduto nulla che Totò non sapesse, volesse o firmasse. Agli esordi si parlò di lui come il protagonista della primavera napoletana, del risorgimento partenopeo. La sinistra aveva trovato la faccia pulita e onesta di quell'ex operaio per rilanciarsi nella Seconda repubblica. Quindici anni dopo, la faccia di Bassolino è annerita dal fumo della monnezza che brucia, le sue mani sono lorde per i rifiuti accatastati. Anche lui s'è fatto una corte di consulenti, nani e veline. Napoli è bloccata dall'arroganza bassoliniana, dai suoi errori e dalle sue presunzioni. Il giovane è invecchiato e non vuole lasciare il posto. È diventato un Gava qualunque. La primavera - semmai davvero ci fu - sta lasciando in terra pattume e non petali, miasmi e non profumi. Un tempo era l'oro di Napoli, oggi restano loro di Napoli. Bassolino e Iervolino, dimettetevi. Oppure sia il Pd a sfiduciarli, se non vuole finire in discarica prima di nascere. Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.

 

 

L'ecoballa di Prodi: risolverò la situazione. Calderoli: la Campania non è Italia (sezione: Monnezze)

( da "Libero" del 06-01-2008)

Anzitutto 06-01-2008 L'ecoballa di Prodi: risolverò la situazione. Calderoli: la Campania non è Italia di ANDREA VALLE ROMA Romano Prodi rassicura. Giorgio Napolitano critica i manifestanti. E il centrodestra chiede a gran voce le dimissioni di Antonio Bassolino. "Io chiedo e mi aspetto le dimissioni di Bassolino, personalità non banale e sicuramente in imbarazzo in questo momento, che dovrebbe avere il coraggio di assumersi le proprie responsabilità e di dimettersi", afferma il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini. Ma molti nel centrodestra non si limitano a chiedere la testa del governatore. "Il Parlamento chieda il commissariamento della Regione", chiede Maurizio Gasparri di An. "A fronte della resistenza da parte dello stesso Bassolino a dimettersi, il presidente della Repubblica può procedere allo scioglimento del consiglio regionale della Campania", attacca il leghista Roberto Calderoli. Che oggi sulla Padania punta il dito anche contro i napoletani sostenendo che "Napoli non è più Italia". Anche i politici campani scendono in campo. E all'attacco di Bassolino vanno gli azzurri Mara Carfagna e Antonio Martusciello e il deputato di An, Mario Landolfi. Tace, invece, a sinistra, il ministro Pecoraro Scanio. Ma anche nel centrosinistra ci sono pareri critici contro Bassolino e Rosa Russo Iervolino. Primo fra tutti, Antonio Di Pietro, che annuncia l'uscita del suo partito dalla giunta. Mentre Clemente Mastella invita il sindaco Iervolino "a non cavalcare la protesta degli abitanti di Pianura". E sulla vicenda interviene anche Prodi. "Il governo si assume tutte le proprie responsabilità riguardo a questa emergenza perché sta mettendo in gioco il Paese. Tutti ci osservano e non voglio che l'Italia dia questa immagine negativa", afferma il presidente del consiglio. "Questa", aggiunge il Professore, "è una tragedia per tutti i cittadini della Campania. Quindi abbiamo già cominciato a lavorare insieme: lunedì mattina comincio le riunioni con i ministri e poi si agisce". Infine, Giorgio Napolitano condanna gli incidenti. "È una cosa grave perchè bruciare cassonetti è incivile e provoca solo danno alla salute con la diossina che si libera nell'area", afferma il capo dello Stato. Bassolino, però, snobba le critiche. Si prende la sua parte di responsabilità per "non essere riusciti nei tempi giusti a costruire i termovalorizzatori". E poi indica la strada per uscire dall'emergenza: "Adesso si tratta di aprire nuove discariche, oltre a quella di Pianura, in provincia di Napoli, che sono scritte in una legge della Repubblica". Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.

 

 

"Dietro la folla che protesta c'è la mano della camorra" (sezione: Monnezze)

( da "Giornale.it, Il" del 06-01-2008)

Di Emanuela Fontana - domenica 06 gennaio 2008, 07:00 da Roma Ministro Mastella, la sua Campania rischia di diventare la vergogna d'Europa. è ora che il governo dia risposte? "Quello che io chiedo a tutti è un senso di grande sintonia tra maggioranza e opposizione per riscattare l'orgoglio della Campania e l'intera classe dirigente. Diciamo la verità: in questo caso sono più le responsabilità locali, non del governo, però il dramma ha assunto proporzioni tali che il governo non può stare fuori: è giusto che intervenga. Ma vorrei aggiungere una cosa, una risposta al mio amico Calderoli, sul Nord...". Il Nord? "Vorrei parlare dell'inquinamento vero dell'ecomafia e della morte di tanta parte della mia gente nelle cui zone sono stati riversati rifiuti tossici provenienti dal Nord. Mi dà fastidio l'atteggiamento arrogante, presuntuoso di qualcuno che ci tratta quasi fossimo straccioni. Abbiamo le nostre responsabilità, ma...". Si prende le sue? "Io non abdico dalle mie, anche se non tutti sanno che io sono uno dei pochi parlamentari ad aver avuto la discarica sotto casa... E sono stato con la gente. Ma voglio dire che quasi quotidianamente ci sono camion che vengono dal Nord e che scaricano da noi rifiuti utilizzati dalla camorra, e dove ci sono rifiuti tossici sono aumentate le morti da cancro". Di chi è la colpa del disastro della Campania? "Io credo che in questo momento bisogna tracciare una linea rossa su quello che è stato, poi discuteremo su chi è più responsabile. Certamente c'è stata una responsabilità maggiore del centrosinistra, anche se il centrodestra non è esente. Ma dobbiamo fare i termovalorizzatori, gli inceneritori". Quello di Acerra non entrerà in funzione prima del dicembre del 2008. Perché? "Lo sa che la gara ad Acerra per due volte è andata deserta? Dopo che l'Impregilo è stata mandata via, per la seconda volta la gara va deserta. Se accade per la terza volta il termovalorizzatore non si aprirà neanche nel 2500". Perché succede?.

 

 

Di Pietro: "Ora Bassolino si deve dimettere" (sezione: Monnezze)

( da "Giornale.it, Il" del 06-01-2008)

Di Gian Maria De Francesco - domenica 06 gennaio 2008, 07:00 da Roma Tutti contro Bassolino e Russo Iervolino, indicati pressoché unanimemente dal mondo politico come principali responsabili del disastro-rifuti. "Bassolino farebbe bene a dimettersi", ha detto il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, sottolineando che "ci sono responsabilità politiche che vanno assunte al di là delle brave persone e della buona fede". Anche il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, ha chiesto al governatore campano un passo indietro con "il coraggio di assumersi le proprie responsabilità". Gli strali delle critiche hanno indotto il premier Romano Prodi a metter da parte l'atarassia vacanziera e a mostrare il piglio decisionista. "Abbiamo già cominciato a lavorare. Lunedì mattina comincio le riunioni con i ministri, poi si agisce", ha commentato dal suo buen retiro bolognese preannunciando che "il ritorno alla normalità immediato non basta: dobbiamo affrontare il problema per sempre". Una delle poche certezze è rappresentata dal fatto che l'esecutivo sarà chiamato a rispondere dinanzi al Parlamento del degrado partenopeo. Il deputato di Forza Italia, Simone Baldelli, ieri alla Camera ha chiesto un'informativa del governo. Se ne parlerà nella conferenza dei capigruppo. Resta, però, il panorama desolante di ambulanze assaltate e guerriglia urbana che ha messo a nudo la pessima gestione della vicenda. "Napoli non è Italia", ha detto il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, aggiungendo che "siamo di fronte a un Paese che accetta di avere al suo interno un'enclave extraterritoriale dove le leggi dello Stato non valgono". Per questo motivo Calderoli ha chiesto al presidente della Repubblica Napolitano il commissariamento della Regione. Un altro esponente del Carroccio, l'eurodeputato Mario Borghezio, ha definito la Campania "il nostro Afghanistan" invocando l'esercito. Nell'ambito del centrodestra il coordinatore di Fi, Sandro Bondi, e Maurizio Gasparri (An) hanno richiesto il commissariamento della Regione e del Comune di Napoli, sintomo del "fallimento delle classi politiche di questo governo". A fine giornata il governatore Bassolino ha contrattaccato usando un linguaggio semivernacolare: "Di Pietro fa una cosa irresponsabile. Fa parte del governo e dovrebbe dare un contributo a togliere i rifiuti da mezzo alle strade".

 

 

Rifiuti, tutti contro Bassolino (sezione: Monnezze)

( da "Tempo, Il" del 06-01-2008)

L'emergenza rifiuti in Campania continua ad occupare le prime pagine dei giornali. Non solo con le cronache degli scontri a Pianura, dove la popolazione difende il "diritto" di impedire l'installazione di una discarica temporanea, ma anche con un polemica politica che chiama ormai in causa le massime cariche istituzionali. Home Politica prec succ Contenuti correlati Fuggono contromano sul Gra dopo il colpo "Controllate sempre la merce e il prezzo d'origine dei prodotti" Un'Olimpia d'attacco contro il Tolentino Contro la discarica Un comitato contro le cartelle pazze I rifiuti e la lezione di Napoli A conclusione della giornata è intervenuto da Bologna Romano Prodi per ribadire che "il governo si assume tutte le sue responsabilità" per porre fine ad un'"emergenza che mette in gioco il Paese con un'immagine negativa". "Dobbiamo affrontare - ha assicurato Prodi - il problema per sempre. Dobbiamo offrire una capacità di lavorazione dei rifiuti che sia superiore all'offerta che viene prodotta in Campania, altrimenti non si normalizzerà mai la situazione". Viene confermata così la perfetta sintonia tra il premier e il Capo dello Stato. L'impegno delle due massime cariche dello Stato non è però servito a stemperare il livello dello scontro politico. Il centrodestra è rimasto compatto nel chiedere le dimissioni di Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino, e a loro si è aggiunto Antonio Di Pietro. Nell'opposizione, è sceso in campo Pier Ferdinando Casini, per chiedere, sebbene con toni pacati, le dimissioni di Bassolino, pur riconoscendo tuttavia che il centrodestra in Campania "avrebbe potuto fare di più". Il fronte della maggioranza ha cominciato a mostrare qualche incrinatura con una richiesta di Antonio Di Pietro che ha fatto eco al presidente dell'Udc nell'intento di mandare a casa il governatore della Regione Campania: "Ci sono responsabilità politiche che vanno assunte al di là delle brave persone e della buona fede". E per corredare di coerenza il suo ragionamento, il ministro ha fatto sapere che l'Idv uscirà dalla colazione regionale. Non è stato l'unico "malumore" della giornata nell'Unione. Clemente Mastella dalla vicina Avellino non ha rinunciato a criticare pubblicamente il sindaco di Napoli: "Non capisco Iervolino che lotta insieme ai manifestanti di Pianura. Se prevale il criterio di cavalcare la protesta è la fine - ha aggiunto il ministro della Giustizia - Da 14 anni viviamo questa fase emergenziale, nella quale oggettivamente maggiori sono le responsabilità del centrosinistra rispetto al centrodestra, però oggi è il momento di decidere e noi dovremmo avere l'orgoglio e la responsabilità di muoverci come se il commissariato non esistesse". Nella maggioranza non si sono registrati molti altri interventi. Dalle opposizioni è proseguito invece un coro di critiche e di polemiche. Il leghista Giuseppe Calderoli ha chiesto al Quirinale di usare i suoi poteri di scioglimento del Consiglio Regionale Campano ("Il presidente della Repubblica può, con proprio decreto, secondo le procedure stabilite dall'articolo 126 della Costituzione, procedere allo scioglimento del consiglio regionale della Campania"). Lo stesso hanno fatto il forzista Giuseppe Gargani ("La Regione Campania deve essere commissariata. Invito il Capo dello Stato allo scioglimento dell'ente regionale") e, per An, l'ex ministro Maurizio Gasparri. Sandro Bondi, coordinatore di Fi, ha invocato un governo regionale di emergenza, mentre Michela Vittoria Brambilla ha assicurato che mobiliterà i suoi Circoli per cacciare Rosa Russo Iervolino. Non è mancato qualche intervento più catastrofista. Il leghista Mario Borghezio ha chiesto l'intervento dell'esercito perchè "la Campania è il nostro Afghanistan". 06/01/2008.

 

 

L'emergenza? Un pretesto per fare i termovalorizzatori (sezione: Monnezze)

( da "Tempo, Il" del 06-01-2008)

"L'emergenza? Un pretesto per fare i termovalorizzatori" Beppe Grillo chiede ai campani di fermare il "tandem Bassolino-Iervolino" e avanza il sospetto che l'emergenza rifiuti in Campania sia un pretesto per rilanciare la realizzazione di nuovi termovalorizzatori. "Ho il sospetto - scrive sul suo blog - che la spazzatura campana sia un pretesto per rilanciare gli inceneritori. Home Politica prec succ Contenuti correlati Rc attacca il responsabile del Welfare Rc attacca il responsabile del Welfare Multe, un affare da 335,4 milioni di euro grazie agli antibiotici, terminò anche l'emergenza sanitaria ... Fs, tutto da rifare per i software Berlusconi intercettato, interviene l'Europa: "Così non si può fare" Quelli che "Bersanetor" e D'Alema chiamano soavemente termovalorizzatori e che nessuno costruisce più in Europa". Grillo passa poi a elencare le cause alla base del suo no agli inceneritori e vede la soluzione nella raccolta differenziata, nel riciclo e nella riduzione della quantità dei rifiuti: l'incenerimento dei rifiuti li trasforma in nanoparticelle tossiche e diossine; le patologie derivanti dall'inalazione sono: cancro, malformazioni fetali, Parkinson, Alzheimer, infarto e ictus. Lo provano migliaia di lavori scientifici". 06/01/2008.

 

 

Prodi: <Risolvere il problema una volta per tutte> (sezione: Monnezze)

( da "Adige, L'" del 06-01-2008)

Di Pietro e il centrodestra chiedono le dimissioni di Bassolino. Mastella contro la Iervolino che cavalca la protesta Prodi: "Risolvere il problema una volta per tutte" ROMA - L'emergenza rifiuti in Campania continua ad occupare le prime pagine dei giornali. Non solo con le cronache degli scontri a Pianura, ma anche con una polemica politica che chiama ormai in causa le massime cariche istituzionali. A conclusione della giornata è intervenuto Romano Prodi per ribadire che "il governo si assume tutte le sue responsabilità" per porre fine ad un'"emergenza che mette in gioco il Paese con un'immagine negativa". "Dobbiamo affrontare il problema - ha aggiunto - una volta per tutte. Dobbiamo offrire una capacità di lavorazione dei rifiuti che sia superiore all'offerta che viene prodotta in Campania, altrimenti non si normalizzerà mai la situazione". Ma la polemica non si placa. Il centrodestra chiede compatto le dimissioni di Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino. A loro si è aggiunto Antonio Di Pietro. "Esistono responsabilità politiche che vanno assunte al di là delle brave persone e della buona fede". E per corredare di coerenza il suo ragionamento, il ministro ha fatto sapere che l'Idv uscirà dalla colazione regionale. Nell'opposizione, è sceso in campo Pier Ferdinando Casini, per chiedere le dimissioni di Bassolino, mentre Clemente Mastella dalla vicina Avellino non rinuncia a criticare pubblicamente il sindaco di Napoli: "Non capisco la Iervolino che lotta insieme ai manifestanti di Pianura. Se prevale il criterio di cavalcare la protesta è la fine". Il leghista Giuseppe Calderoli e l'ex ministro Gasparri (An) chiedono al Quirinale di usare i suoi poteri di scioglimento del Consiglio Regionale Campano. E Sandro Bondi, coordinatore di Fi, invoca un governo regionale di emergenza, mentre Michela Vittoria Brambilla assicurato che mobiliterà i suoi Circoli per cacciare Rosa Russo Iervolino. Più catastrofista il leghista Mario Borghezio che chiede l'intervento dell'esercito perchè "la Campania è il nostro Afganistan". 06/01/2008.

 

 

Guerra a Napoli, lo Stato nei rifiuti (sezione: Monnezze)

( da "Adige, L'" del 06-01-2008)

Napoli è sepolta dai rifiuti. Tonnellate di immondizia stanno per sommergere un'intera classe politica, anche se Antonio Bassolino resiste, dicendo che non ci pensa nemmeno a lasciare. Le colpe ovviamente non sono solo del governatore campano. Il dramma dell'immondizia napoletana è vecchio di quindici anni. Ma questa situazione è paradigmatica di una situazione più generale e anche di un ceto politico meridionale, della sua miopia, del suo tirare a campare, della loro sindrome di Masaniello. A Napoli troppi hanno tollerato per anni il malaffare, la corruzione, la collusione con la camorra e i suoi affari, senza che nessuno proponesse una visione del futuro. Il problema ovviamente è italiano, avendo perso la politica la capacità di progettare sul lungo periodo, preferendo pensare solo a soluzioni che diano una rendita elettorale immediata. Ma a Napoli sta succedendo qualcosa di più, perché lì lo Stato è finito nei rifiuti insieme all'immondizia dei napoletani, con dirigenti preposti al problema che non riescono a risolvere nulla, un governo che non riesce ad affrontare di petto la situazione, un governatore regionale come Bassolino che evita troppe domande sulla sua gestione e un sindaco come Rosa Russo Iervolino che sta pericolosamente sobillando le proteste contro l'apertura della discarica di Pianura. Così assistiamo anche a scene paradossali, con politici di estrema destra, sempre schierati secondo i principi di "legge e ordine", che invece stavolta invitano le forze dell'ordine a non intervenire contro chi assalta commissariati di polizia e lancia bottiglie incendiarie e tra le cui fila molti testimoni sostengono di aver intravisto i manovali della criminalità organizzata. Il senso dello Stato evidentemente è elastico: dipende da che parte lo si tira. Ma è evidente che ora Prodi dovrà intervenire con il pugno duro: con la consapevolezza che al termine di questa crisi l'intera classe dirigente campana, a partire da Bassolino, sarà spazzata via e forse Veltroni invece di preoccuparsi solo di riforme elettorali dovrebbe cominciare a preoccuparsi di quali persone scegliere per governare questo Paese. f.franchi@ladige.it 06/01/2008.

 

 

Vergogna che Napoli non merita (sezione: Monnezze)

( da "Tempo, Il" del 06-01-2008)

La vergogna supera il fetore stesso della mondezza nelle strade di Napoli. Stiamo dando della vecchia capitale culturale del sud dell'Europa, Napoli, la triste immagine di una cloaca puzzolente e marcescente, senza altro futuro che le quotidiane guerre per bande, come e peggio delle suburre delle megalopoli sudamericane o delle fatiscenti città del Quarto mondo. Home prec succ Contenuti correlati I rifiuti e la lezione di Napoli "Marion Jones non merita il carcere" Senza vergogna Napolitano a Capri, Berlusconi vola in aereo privato ad Antigua Napolitano a Capri, Berlusconi vola in aereo privato ad Antigua Napolitano benedice Silvio e Walter: "Avanti, occasione da non perdere" Abbiamo un ministro dell'ambiente, uno di quegli inutili verdi che pensano di vivere su Marte, un tal Pecoraro Scanio, letteralmente sparito. Un povero Presidente della Repubblica addolorato, un capo del governo imbarazzato nel suo protocollare sdegno, un presidente della Regione, Bassolino, il cui Rinascimento è durato lo spazio d'un capodanno in piazza, incollato alla poltrona, un sindaco che accusa tutto e tutti, la Iervolino, tranne che assumersi uno straccio di responsabilità. Una città di fantasmi, meravigliosa e amata come nessun'altra, con le sue librerie e i musicisti, l'arte e la cultura, il mare e la poesia, sommersa dall'ignavia di chi la governa e da troppi cittadini che hanno da troppo tempo perso il gusto della civiltà. Altrove la melma schifosa viene da tempo trasformata in energia, vedi termoconvertitori a Brescia e a Venezia, o in Germania, dove prendono i rifiuti campani per trasformarli in energia da rivendere all'Italia, così che oltre che cornuti finiamo pure mazziati. E intanto la camorra se la ride, fa affari, incassa il denaro del business della spazzatura e tiene in scacco qualche milione di cittadini. Un vero schifo, una vera mondezza. 06/01/2008.

 

 

A Napoli in fiamme anche la democrazia (sezione: Monnezze)

( da "Tempo, Il" del 06-01-2008)

Chi pensa di declassare gli sconvolgimenti napoletani, legati all'inquietante scandalo dei rifiuti, a lotta tra le fazioni politiche, si sbaglia. A Napoli e in Campania sta accadendo qualcosa di molto più grave che dovrebbe allarmare anche coloro che ritengono di non sentirsi direttamente coinvolti. Home prec succ Contenuti correlati I rifiuti e la lezione di Napoli Avvolti dalle fiamme Napolitano a Capri, Berlusconi vola in aereo privato ad Antigua Napolitano a Capri, Berlusconi vola in aereo privato ad Antigua Napolitano benedice Silvio e Walter: "Avanti, occasione da non perdere" Napolitano insiste: servono dialogo e riforme Nel "regno" barbaro di Bassolino e della sua corte bizantina, sta morendo la democrazia. La rivolta popolare in corso trascende il problema dell'accumulo dei rifiuti e va assumendo i connotati di una guerra aperta al sistema dei partiti, alle istituzioni pubbliche, al governo regionale e municipale, all'esecutivo nazionale. Napoli, insomma, rischia di diventare la tomba della democrazia, mentre in tutto il mondo viene percepita come la "cartolina" dell'Italia peggiore, il simbolo di un Paese che non funziona, che annega nel disordine, che ha rinunciato ad avere un destino. La foto dei cumuli d'immondizia dove c'era il pino marittimo, il Vesuvio, Posillipo e Marechiaro campeggia sulla stampa internazionale. Non è possibile che Napolitano, Prodi, Amato non si rendano conto di quanto profondo sia il disagio delle popolazioni campane. Ma a questo punto cosa aspettano a chiedere perentoriamente a Bassolino, alla Russo Iervolino, ai sindaci e ai presidenti delle province campane che non sono stati in grado di fronteggiare un'emergenza tutt'altro che improvvisa e senza eguali in nessun angolo dell'Occidente, a togliere le tende, a ritirarsi dalla vita pubblica? Con quali strumenti istituzionali potrebbero farlo? Non ce ne sono: basterebbe un pronunciamento legittimato dall'indignazione popolare. E, comunque, per quanto grave, la possibilità di sciogliere Consiglio regionale e Consiglio comunale è alla portata del governo e il provvedimento verrebbe recepito come un segnale inequivocabile di discontinuità rispetto ai fallimentari commissariamenti che sono costati milioni di euro alla collettività, alle menzognere promesse, alle esercitazioni demagogiche nelle quali si sono prodotti amministratori incapaci al punto di farci rimpiangere quelli della pre-Tangentopoli napoletana. La democrazia s'inabissa quando tra leadership e popolo si produce una rottura insanabile. Nel momento in cui i cittadini non si sentono più rappresentati e tutelati, reagiscono come credono, con la rabbia, se è il caso, strumento disperato e destabilizzante. Così Gomorra s'è incendiata. E la criminalità c'entra ben poco. Essa ha prosperato quando politici e intellettuali cercavano di accreditare un nuovo rinascimento napoletano, mentre si sfaldava quel poco di ordine civile che ancora resisteva. Cosa dobbiamo attenderci a questo punto? Che la spazzatura venga rimossa subito. Con gli strumenti a disposizione e a dispetto delle burocrazie. Provveda il governo, impiegando l'esercito se è il caso. Prima che la ribellione dilaghi, che le strutture civili vengano travolte. 06/01/2008.

 

 

Rifiuti, Prodi: "Un'emergenza che mette in gioco il Paese" (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica.it" del 06-01-2008)

Il premier assicura: "Il governo si assume tutte le proprie responsabilità" Poi l'annuncio: "Da lunedì le prime riunioni per risolvere il problema per sempre" Rifiuti, Prodi: "Un'emergenza che mette in gioco il Paese" Di Pietro insieme all'opposizione chiede le dimissioni di Bassolino Il governatore: "Dal ministro un atteggiamento irresponsabile" Rifiuti, Prodi: "Un'emergenza che mette in gioco il Paese""/> Romano Prodi BOLOGNA - "Il governo si assume tutte le proprie responsabilità riguardo a questa emergenza perché sta mettendo in gioco il Paese. Tutti ci osservano e non voglio che l'Italia dia questa immagine negativa". Così il presidente del Consiglio Romano Prodi commenta l'emergenza rifiuti in Campania. Aggiungendo che la situazione rappresenta "una tragedia per tutti i cittadini della Campania, quindi abbiamo già cominciato a lavorare insieme: lunedì mattina comincio le riunioni con i ministri, poi si agisce". Infine, il presidente del Consiglio si appella "alla solidarietà e al lavoro comune di tutte le forze istituzionali della Campania e a tutti i cittadini, ma è un'emergenza che dobbiamo vincere rapidamente", "affrontando il problema per sempre" e "offrendo una capacità di lavorazione dei rifiuti che sia superiore all'offerta prodotta in Campania, altrimenti la situazione non si normalizzerà mai". Le parole di Prodi nascondono tuttavia una situazione politica in crescente subbuglio, con l'opposizione e pezzi di maggioranza che invocano le dimissioni del presidente della Regione Campania Antonio Bassolino. E' il caso di Antonio Di Pietro, che annuncia anche l'uscita dell'Italia dei valori dalla giunta regionale: "Dopo dieci anni di governo del centrosinistra a Napoli, il modello è fallito. Ci sono responsabilità politiche che vanno assunte al di là delle brave persone e della buona fede. Detto questo, Bassolino farebbe bene a dimettersi". Al ministro delle Infrastrutture arriva la replica del governatore che parla di atteggiamento "irresponsabile": "Fa parte del governo e dovrebbe dare un contributo per togliere i rifiuti da mezzo le strade - dice Bassolino - in questo momento dovrebbe essere forte l'impegno di tutti, anche di quelle opposizioni che hanno avuto responsabilità di governo e commisariali in questa stessa regione". E ammette, in parte, la propria responsabilità "per non essere riusciti nei tempi giusti a costruire i termovalorizzatori, è lì che i rifiuti devono andare dopo un primo ciclo di trasformazione in altri impianti industriali che invece siamo riusciti a costruire". Tra i più duri con gli amministratori campani, Pier Ferdinando Casini: "Chiedo e mi aspetto - afferma il leader dell'Udc - le dimissioni di Bassolino, personalità non banale e sicuramente in imbarazzo in questo momento, che dovrebbe avere il coraggio di assumersi le proprie responsabilità e di dimettersi". Per Forza Italia parla Sandro Bondi, secondo il quale "quello che sta avvenendo a Napoli e in Campania rivela la crisi della democrazia e dello Stato e il fallimento delle classi politiche di governo". Il coordinatore nazionale azzurro dà ragione a Di Pietro, "di fronte a questa crisi spaventosa, Bassolino e Iervolino avrebbero il dovere morale di rassegnare immediatamente le dimissioni", aggiungendo che "in un Paese in cui i politici abbiano ancora il senso delle proprie responsabilità, si dovrebbe dare vita a un governo di emergenza capace di prendere le decisioni necessarie per garantire almeno il nomale espletamento di servizi pubblici fondamentali". Il leghista Roberto Calderoli osserva che "il governo ha esercitato i poteri sostitutivi commissariando per lungo tempo la gestione dei rifiuti in Campania", che il commissariamento "non ha prodotto alcun effetto, e a lungo uno di questi commissari è stato proprio Bassolino", quindi, a fronte "della resistenza da parte dello stesso Bassolino agli inviti che arrivano sia dalla maggioranza che dall'opposizione a dimettersi", invoca il capo dello Stato che, a suo parere, dovrebbe "procedere allo scioglimento del Consiglio regionale della Campania". Maurizio Gasparri estende l'attacco al ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio. "Il Parlamento affronti subito l'emergenza chiedendo ai sensi della Costituzione il commissariamento di Regione e Comune. I responsabili di questa barbarie - insiste l'esponente di Alleanza nazionale - vanno allontanati subito dalla stanza dei bottoni. Anche il ministro campano dell'Ambiente se ne deve andare subito con Bassolino. Questa gente ci ha umiliato di fronte all'Europa che ci punirà per questa ecocatastrofe". (5 gennaio 2008.

 

 

La montagna di "monnezza" che sfiora la luna (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica.it" del 06-01-2008)

L'EDITORIALE La montagna di "monnezza" che sfiora la luna di EUGENIO SCALFARI LA SETTIMANA che oggi si conclude con la festa (religiosa?) dell'Epifania offre alla nostra riflessione di cittadini italiani e cittadini d'un mondo globalizzato almeno cinque argomenti di primaria importanza: l'inizio delle primarie americane con il sorprendente sorpasso di Barack Obama su Hillary Clinton, il timore della recessione economica in tutti i paesi dell'Occidente, la "monnezza" napoletana, il tentativo di rilancio del governo Prodi sui temi della politica sociale, lo scontro intorno alla legge elettorale. Per completare il quadro ci sarebbe anche da esaminare il dibattito sull'aborto, improvvisamente aperto dall'accoppiata Ruini-Giuliano Ferrara dietro ai quali si staglia la figura di papa Ratzinger con tutto il corteggio di cardinali e vescovi, la cosiddetta "gerarchia" al gran completo con zucchetti rossi e paramenti d'occasione. Sei argomenti sono troppi per essere affrontati tutti insieme, anche se denotano un'effervescenza insolita in un mondo che pure in questi ultimi anni dà prova di crescente agitazione, frutto al tempo stesso di alacrità e ricerca del nuovo ma, insieme, di distacco, ripiegamento, declino. Alcuni di questi temi hanno un fondamento autonomo. Ma altri sono profondamente interconnessi, specie se li guardiamo dalla nostra visuale domestica. Così la "monnezza" napoletana ci richiama al problema dell'incapacità decisionale nostrana e questa alle malformazioni delle nostre istituzioni. Infine la minaccia della recessione e della "stagflation" (inflazione-depressione) diffonde la sua ombra sul faticoso rilancio del governo Prodi e della sua politica sociale. Perciò cerchiamo di chiarire qualche aspetto di queste sequenze e individuare il "trend" che configura la nostra pubblica opinione. Comincio con la "monnezza" napoletana, non a caso seguita con foto e cronache dai principali giornali del mondo e perfino dalle autorità europee di Bruxelles allarmate da quanto accade. Lo scrittore Roberto Saviano ne ha diffusamente scritto ieri sul nostro giornale con la conoscenza di "persona informata dei fatti", indicando i colpevoli, i profittatori, l'inerzia irresponsabile delle istituzioni locali, la pessima gestione tecnica e politica d'un fenomeno che resterebbe incomprensibile senza l'oggettiva congiura di tutte queste circostanze che configurano una serie di aggravanti e non di attenuanti come invece ci si vorrebbe far credere. Il problema dello smaltimento dei rifiuti riguarda le città di tutto il pianeta ma ha trovato da tempo la sua normalizzazione. Se ne sono occupati gli amministratori, i tecnici e perfino i romanzieri. Don DeLillo gli ha dedicato uno dei suoi romanzi più significativi. I rifiuti hanno dato vita ad una delle industrie più prospere del capitalismo post-industriale, producono profitti ingenti e occupano milioni di persone. Ma lo spettacolo di una grande città sepolta da tonnellate di schifezze con effetti gravi sulla salute degli abitanti si è visto e si continua a vedere soltanto a Napoli e in tutta la Campania. Nulla di simile è accaduto a New York, a Los Angeles, a Londra, a Parigi, a Berlino, a Tokyo, a Shanghai, al Cairo, a Rio de Janeiro e in nessun altro angolo del pianeta. A Napoli sì. Da quindici anni. Non è e non può essere un problema antropologico. Semplicemente: le istituzioni non funzionano, la camorra ne approfitta, non funziona la Regione, non funziona il Comune, non funziona il Commissario ai rifiuti, non funzionano le imprese addette a quel servizio. Celentano avrebbe detto: non funziona il rubinetto di casa mia. Dovevano puntare sui termovalorizzatori e sulla raccolta differenziata. Le discariche avrebbero dovuto essere una valvola "tattica" per ospitare alcune punte stagionali, come accade in tutte le altre regioni italiane e nel mondo intero. Invece le discariche sono diventate la soluzione preminente e permanente facendo la ricchezza dei proprietari di quei terreni e l'infelicità dei loro abitanti. Solo adesso, con almeno dieci anni di ritardo, si è deciso di costruire un termovalorizzatore che - si dice - entrerà in funzione tra un anno, ma più probabilmente ce ne vorranno almeno tre. Dovrà smaltire l'accumulo di rifiuti che nel frattempo sarà stato stoccato nelle discariche riaperte con l'ausilio della forza pubblica in tenuta da sommossa. Chi ha commesso questo macroscopico errore? Forse i Verdi hanno qualche responsabilità, ma i responsabili principali sono il governatore Bassolino e il sindaco di Napoli, Russo Iervolino. Ho avuto in passato simpatia e stima per entrambi, ma adesso sia la stima che la simpatia si sono molto attenuate. Penso che dovrebbero andarsene. Scusarsi e andarsene. Mi auguro che il presidente del Consiglio glielo chieda. La loro uscita di scena non è certo la bacchetta magica per far sparire la montagna di rifiuti che ammorba la città e i paesi del circondario, ma rappresenta comunque la doverosa punizione dell'errore strategico compiuto e nel quale per anni hanno perseverato. La disistima della gente per la politica si deve principalmente ad un sistema perdonatorio che premia l'insipienza e le clientele. Il contrario di una democrazia efficiente e trasparente. * * * La "monnezza" napoletana riflette le malformazioni più generali della nostra democrazia, in ritardo di molti decenni rispetto ai mutamenti nel frattempo avvenuti in tutti i Paesi equiparabili al nostro. Noi abbiamo un Parlamento irretito dal voto di fiducia, senza alcun correttivo che vi ponga riparo. Crediamo anzi tentano di farci credere che la fiducia parlamentare rappresenti il culmine della sovranità popolare delegata ai rappresentanti del popolo che siedono (fin troppo numerosi) sui banchi di Montecitorio e di Palazzo Madama. Ma non è così, anzi è il contrario di così. L'istituto della fiducia non rappresenta affatto un potere del Parlamento sull'Esecutivo ma piuttosto il guinzaglio con cui l'Esecutivo tiene il Parlamento per il collo. Il presidente degli Stati Uniti non ha bisogno della fiducia del Congresso; in Usa non sanno neppure che cosa sia il voto di fiducia: il Presidente eletto dal popolo ha nelle sue mani tutto il potere esecutivo, nomina i ministri segretari di Stato e li revoca, propone disegni di legge, può mettere il veto a leggi non gradite. In compenso il Congresso, depositario del potere legislativo federale, ha poteri formidabili di controllo sull'operato dell'Amministrazione che li esercita senza scrupoli di sorta. Nessuna nomina può esser fatta senza la sua approvazione, i dirigenti e i ministri debbono riferire periodicamente alle commissioni del Congresso e del Senato. Il potere non è acefalo ma bicefalo. Non è affatto indenne da errori e disfunzioni ma da più di duecento anni guida un Paese che ormai da tempo ha le dimensioni d'un impero mondiale. In Europa le democrazie più solide hanno impianti diversi da quello americano ma il tema dell'efficienza decisionale è stato affrontato e risolto da tutti, in Francia in Gran Bretagna in Germania in Spagna. In Italia no. Governo e Parlamento sono legati a doppia catena con le conseguenze d'una debolezza congenita e di una lentezza decisionale esasperante. La stessa che ha tolto dignità e peso alla magistratura. La "monnezza" è di casa a Napoli, i fascicoli accumulati nei Tribunali civili e penali sono di casa in tutti i Palazzi di giustizia italiani. E' la loro (e la nostra) monnezza. Ho letto che se i rifiuti di Napoli fossero tutti accatastati con un base di trentamila metri quadrati, raggiungerebbero oggi un'altezza di quasi quindicimila metri, il doppio dell'Everest. Analoga e gigantesca montagna la si potrebbe costruire accatastando i fascicoli dei processi in attesa di sentenza; forse anche più alta. Per risolvere almeno in parte la disfunzione democratica ci vuole una legge elettorale adeguata e alcune riforme costituzionali. Veltroni si è preso in carico la soluzione del problema che non è di forma ma di sostanza e non riguarda solo i politici ma tutti i cittadini, visto che siamo noi, almeno per un giorno, il popolo sovrano. Ci riguarda tutti; riguarda anche il tema della "monnezza" napoletana, anche la Tav in Val di Susa, anche il testamento biologico, anche i Dico o come diavolo si chiamano. Riguarda la legislazione, la giurisdizione, l'amministrazione e l'eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. E anche l'aborto e la pillola RU 486. Veltroni e i dirigenti del Partito democratico hanno indicato nelle elezioni uninominali con ballottaggio tra i candidati che al primo turno non abbiano raggiunto la maggioranza assoluta ed abbiano almeno ottenuto il 12 per cento dei voti, il sistema adatto purché combinato con l'elezione popolare del presidente della Repubblica e col rafforzamento dei suoi poteri in chiave presidenzialista. Si tratta d'una riforma complessa che potrà rappresentare il tema dominante della futura campagna elettorale. Nella sua intervista di ieri al nostro giornale il segretario del Pd ha citato un passaggio importante che Cesare Salvi (sinistra radicale), allora relatore alla Bicamerale del 1997, scrisse proponendo il sistema presidenziale ed elettorale francese. Da allora, ha aggiunto Veltroni, questa è stata la posizione costante del riformismo italiano. Ma per ora si tratta soltanto di una prospettiva. Per ora così Veltroni si deve andare verso un sistema elettorale a base proporzionale con un ragionevole correttivo maggioritario che dia più forza ai partiti di maggiori dimensioni e induca i minori a raggrupparsi tra loro. Perché questo è l'obiettivo attuale? Perché è il solo capace di darci governabilità. Senza di esso non c'è che la cosiddetta Grande Coalizione: Pd e Forza Italia insieme. Veltroni ha dichiarato (e non ce n'era neppure bisogno) che il Partito democratico non è disponibile a questa soluzione. Ma chi lavora per un proporzionale puro vuole in realtà arrivare a questo risultato. I numeri gli danno pienamente ragione. Per il poco che possa valere, penso che Veltroni abbia scelto la posizione più adatta a risolvere i problemi della governabilità e penso anche che essa potrà passare soltanto se ci sarà l'accordo con Forza Italia e con Rifondazione, più tutti gli altri che vorranno uscire dal pantano attuale. * * * Per portare a termine questo primo blocco di riforme elettorali e costituzionali, comprensive del Senato federale e della riduzione del numero dei parlamentari nella prossima legislatura, Veltroni pensa ragionevolmente che ci voglia un anno di tempo. E la prosecuzione fattiva del governo attuale con l'obiettivo di ridare fiato ai ceti economicamente più deboli, insidiati sempre più dall'aumento dell'inflazione e da un probabile rallentamento nella crescita dei redditi. In realtà in Usa si parla ormai esplicitamente di recessione. Molti economisti affermano che è già in atto da almeno tre mesi, accompagnata da un'inflazione che ha rialzato la testa e da un netto aumento della disoccupazione. Pensare che l'Europa e l'Italia non risentano di quanto sta avvenendo nell'economia americana è pura illusione. Alla crisi devastante dell'industria e della finanza immobiliaristica si aggiunge ormai il ribasso di Wall Street e di tutte le Borse mondiali, l'indebolimento dei consumi, l'aumento dei tassi sui mutui e una liquidità più severa. In queste condizioni il bilancio italiano si trova, una volta tanto, in migliori condizioni per quanto riguarda l'andamento delle entrate e la diminuzione del fabbisogno. Ma abbiamo pur sempre la palla al piede del debito pubblico che ci mangia ogni anno 70 miliardi di interessi. Per ridare fiato ai cittadini e ai lavoratori ci vorranno più o meno 8-10 miliardi di euro. In teoria la copertura c'è e non è esatto dire che il ministro dell'Economia si opponga a questa manovra che dovrebbe prender l'avvio tra il marzo e il giugno prossimi. L'obiezione di Padoa-Schioppa non è tanto sui numeri ma sui modi. Probabilmente sarebbe d'accordo se quelle cifre fossero erogate con provvedimenti "una tantum" in attesa di vedere che cosa avverrà nel mondo e in Europa nel corso di un anno così incerto come questo. Se il buon tempo tornerà, nel 2009 e negli anni successivi i provvedimenti "una tantum" potranno diventare strutturali ed essere ulteriormente migliorati. Queste diverse impostazioni saranno comunque l'oggetto della nuova concertazione tra governo e parti sociali, insieme al tema dei contratti di lavoro da chiudere. La "stagflation" dev'essere tenuta ben presente perché configura l'imposta più iniqua sul potere d'acquisto dei lavoratori e dei pensionati. Una rincorsa tra salari nominali e costo della vita dev'essere dunque il primo argomento da esaminare tra le parti concertanti, insieme a quello della produttività. * * * Mi resta da parlare dell'aborto, sul quale tuttavia non c'è da dire se non ciò che è stato già detto da me domenica scorsa e da altri man mano che l'offensiva clericale si articolava con i vari interventi della "gerarchia". I laici - credenti e non credenti che siano - sono favorevoli alla libera manifestazione di tutte le opinioni e a tutti quegli interventi legislativi, amministrativi e giurisdizionali che tutelino i diritti di libertà quando non ledano diritti altrui. Per quanto riguarda la legge sull'aborto i laici ritengono che essa tuteli la maternità consapevole e la libertà di scelta delle donne. Sono anche favorevoli ad aumentare il flusso di informazioni che debbono essere fornite alle donne sui possibili effetti dell'interruzione di gravidanza nonché sulla fecondazione assistita. Tutto il resto, a cominciare dalla cosiddetta moratoria, è del tutto aberrante. E' un puro strumento propagandistico equiparare l'interruzione di gravidanza, consentita solo in determinati tempi e circostanze, alla pena di morte. Si tratta in realtà di un'operazione mediatica con due precisi obiettivi. Uno, di carattere culturale, per stringere i laici alla difensiva e per preparare l'affondo vero e proprio contro la legge vigente. L'altro, temporalistico, di rilanciare la potestà della gerarchia ecclesiastica come unica e sacrale depositaria del pensiero e della dottrina della Chiesa, confiscando sempre di più al laicato cattolico la sua attiva partecipazione all'elaborazione della dottrina relegandolo in un ruolo di platea passivamente e silenziosamente consenziente, cinghia di trasmissione dei voleri dell'episcopato e del Vaticano fin nelle aule comunali, regionali e parlamentari. Proprio per questo suo contenuto temporalistico ho usato prima l'aggettivo "clericale": i chierici all'offensiva contro il laici. Di questo si tratta. A questo bisogna reagire. E' auspicabile che il Partito democratico non sottovaluti la questione. Penso e scrivo da molto tempo che libertà e laicità sono sinonimi vedo con piacere che la Bonino concorda su questa sinonimia, del resto non ne dubitavo. Laicità e democrazia senza aggettivi. Non ne hanno alcun bisogno. (6 gennaio 2008.

 

 

Scontri (sezione: Monnezze)

( da "TGCom" del 06-01-2008)

Rifiuti, a Pianura ancora scontri E' guerriglia urbana: dieci feriti Continuano le dimostrazioni davanti alla discarica di Pianura dove all'alba sono arrivati alcuni camion carichi di spazzatura. Parapiglia tra polizia e manifestanti che cercavano di impedire l'ingresso dei Tir nel sito di stoccaggio: due persone sono rimaste lievemente contuse. Più tardi una sassaiola contro gli agenti ha causato il ferimento di due poliziotti. In totale sono dieci le persone ferite. 21.50 - Nuovo blocco stradale in via Montagna Spaccata, a poche centinaia di metri dall'ingresso della discarica Pisani a Pianura. Il blocco è stato realizzato con pneumatici in disuso e una carcassa d'auto all'altezza della rotonda stradale dove questa mattina sono avvenuti gli scontri tra le forze dell'ordine e i gruppi più facinorosi della protesta, all'incrocio con via Spadari. 21.00 - Scuole chiuse da lunedì mattina a Torre Annunziata, a causa dell'emergenza rifiuti. Il sindaco Giosuè Starita ha emanato un decreto, dopo una seduta straordinaria della giunta. Il decreto riguarda tutte le scuole di ogni ordine e grado, che dal 7 gennaio resteranno chiuse, fino a nuovo provvedimento 20.20 - Si è concluso il corteo spontaneo dei residenti di Pianura per protestare contro la riapertura della discarica. Alla manifestazione hanno partecipato anche numerosi rappresentanti dei centri sociali di Napoli. Il corteo si è sciolto davanti alla sede del Municipio in piazza S. Giorgio e non si sono registrati incidenti. Mario Avoletto, uno dei portavoce della Rete Campana per la Salute e per l'Ambiente ha spiegato: "La popolazione è con noi. Speriamo che la manifestazione di mercoledì, a Napoli, possa riuscire e contare molte presenze". 20.00 - "Di Pietro fa una cosa irresponsabile in questo momento. Fa parte del governo e dovrebbe dare un contributo a togliere i rifiuti da mezzo alle strade". Lo dice il governatore della Campania, Antonio Bassolino merito alla richiesta di dimissioni da parte del ministro delle Infrastrutture. Quanto ad analoghe richieste da parte della Cdl, Bassolino evidenzia che "in questo momento, forte dovrebbe essere l'impegno di tutti, anche di quelle opposizioni che hanno avuto responsabilita' di governo nel commissariare questa regione". 18.53 - Un nuovo corteo, formato da circa duecento persone, tra residenti e no global, sta attraversando il centro del quartiere di Pianura. "E' ora di dire basta - spiegano i manifestanti - non vogliamo nessun compromesso, nessuna compensazione economica, non vogliamo che si riapra la discarica". 18.28 - "Il governo si assume tutte le proprie responsabilità riguardo a questa emergenza perché sta mettendo in gioco il Paese. Tutti ci osservano e non voglio che l'Italia dia questa immagine negativa". Così Prodi commenta l'emergenza rifiuti in Campania. Per risolvere il problema "dobbiamo affrontare il problema per sempre. Dobbiamo offrire - ha detto il premier - una capacità di lavorazione dei rifiuti superiore all'offerta". 18.04 - Alcune centinaia di persone, partite in corteo dal centro di Pianura, hanno raggiunto il presidio in località Pisani per portare la loro solidarietà ai cittadini che si oppongono alla riapertura della discarica. 17.23 - Sono state rilasciate le persone, una decina, accompagnate nella questura di Napoli per essere identificate dopo gli incidenti di stamani a Pianura con le forze dell'ordine oggetto di una sassaiola. Non sono emersi elementi a loro carico se non una serie di contravvenzioni al codice della strada. 16.00 - Assaltate due ambulanze a Pianura.;In due diversi blocchi i manifestanti hanno prima lanciato sassi e bottiglie contro i mezzi di soccorso e poi hanno costretto il personale presente a bordo a scendere. Secondo quanto riferito dal 118 i sei medici e paramedici hanno riportato lesioni guaribili fino a cinque giorni. 15.52 - Alcuni manifestanti hanno sparso lungo via Montagna Spaccata olio minerale per rallentare l'arrivo delle forze dell'ordine e dei camion diretti al cantiere. 15.36 - Una decina di persone sospettate di essere coinvolte nei disordini avvenuti stamani a Pianura sono state condotte in Questura e lì identificate. Si tratta di residenti della zona già notati nei giorni scorsi alla guida di motocicli senza casco mentre partecipavano attivamente alla protesta. 15.01 - Si fa sempre più drammatica la situazione rifiuti a Napoli città. Completamente paralizzata la raccolta della spazzatura, nelle strade ci sono 3.700 tonnellate di cumuli giacenti. 14.20 - E' ripresa regolarmente, poco dopo le 13, la circolazione ferroviaria tra Pozzuoli e Giugliano. Tre convogli Eurostar sono stati deviati sulla linea Aversa - Napoli Centrale con ritardi contenuti entro i 15 minuti; quattro treni del trasporto regionale sono stati parzialmente soppressi tra Pozzuoli e Villa Literno. 14.00 - ''Ci vergogniamo di essere cittadini della Campania, adesso basta. Se non ti dimetti tu, lo facciamo noi''. C'è un manichino "anti-Bassolino" anche a Castellammare di Stabia, una delle tante città della provincia invasa dai cumuli di rifiuti stoccati in strada da giorni. 13.48 - Centinaia di manifestanti si sono diretti all'ingresso del presidio in Contrada Pisani. La tensione resta altissima. 13.10 - Due agenti di polizia sono rimasti feriti nella sassaiola avvenuta a Pianura contro personale delle forze delle forze dell'ordine che stava smontando dal servizio. Contro di loro una pioggia di sassi e bulloni. Poliziotti e carabinieri hanno risposto all'offensiva dei facinorosi, oltre un centinaio, con una carica di alleggerimento. Ora sembra essere tornata la calma, e le forze dell'ordine hanno disposto i loro mezzi a mo' di sbarramento per arginare i facinorosi. 13.00 - Sassi contro polizia e carabinieri in servizio a Pianura. Ad animare i disordini sono soprattutto ragazzi che hanno riversato sul selciato le pietre per impedire il transito dei mezzi delle forze dell'ordine. 12.30 - Il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, ha lanciato un appello alla calma e alla non violenza agli abitanti del quartiere di Pianura. "Siate calmi - ha detto - . Abbiate fiducia nelle istituzioni, rispettate la legge". Le ipotesi alternative: "Gricignano e parecchie altri siti: tre o quattro. Può anche darsi che saranno tutte inidonee, però vanno verificate". 11.25 - Alcune decine di manifestanti hanno occupato la linea ferroviaria Roma-Napoli tra Pozzuoli e Giugliano. I treni a lunga percorrenza sono stati deviati sulla direttrice Aversa-Napoli Centrale. 10.30 - I cittadini di Pianura non hanno lasciato il presidio dinanzi all'accesso della discarica di località Pisani e annunciano nuove forme di protesta per dire no alla riapertura del contestato sversatoio. 09.32 - Le forze dell'ordine stanno tentando di isolare i facinorosi che si infiltrano da giorni nella protesta pacifica dei cittadini. Ancora mezz'ora fa tafferugli e due persone, una donna incinta e un uomo di 75 anni, hanno dovuto far ricorso alle cure dei sanitari e sono stati trasportati all'ospedale San Paolo. Lo scontro si è avuto perché alcuni camion dovevano uscire dalla discarica e una parte dei manifestanti, per evitare il prosieguo dei lavori di allestimento, aveva bloccato la strada rovesciando sulla carreggiata alcune Apecar 07.45 - All'uscita dei camion dal sito di stoccaggio della Contrada Pisani di Pianura i manifestanti resistono seduti al centro di Via Montagna Spaccata: un uomo è a terra nella mischia in preda ad un malore. I presidianti bloccano il transito con due camion capovolti a monte della strada. Gli agenti in tenuta antisommossa li trascinano lungo il ciglio della strada, li sollevano di peso per spostarli, in qualche caso li fermano per identificarli. La tensione cresce al comparire dei camion: le donne urlano piangono, si arriva allo scontro fisico tra i presidianti e gli agenti. 06.11 - Parapiglia a Pianura con l'arrivo di una serie di camion destinati all'allestimento del sito di stoccaggio. C'è stato un momento di scontro con le forze dell'ordine e nel parapiglia un giovane e' caduto nella scarpata limitrofa al sito. Il giovane è stato soccorso dall'ambulanza del 118 e trasportato all'ospedale San Paolo. Sul posto, al momento dell'arrivo dei camion, si trovavano una ventina di giovani manifestanti, c'è stato un momento di orte tensione e alla fine, dopo una manovra di spintonamento delle forze dell'ordine, il gruppetto ha ceduto. 05.50 - Un mezzo dei vigili del fuoco è stato preso d'assalto dai vandali a Pianura. Sono state danneggiate alcune radio portatili in uso ai pompieri e le spazzole tergicristalli. Anche un cineoperatore della Rai è stato aggredito. Contuso ad una gamba, è stato accompagnato al Cto. Il pullmino della tv di Stato, inoltre è stato allontanato dai manifestanti Invia ad un amico.

 

 

<Fuoco amico> su Bassolino (sezione: Monnezze)

( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 06-01-2008)
Pubblicato anche in:
(Arena.it, L')

REAZIONI. L'assessorato alla Sanità fa partire uno screening di massa per bambini e adulti in modo da misurare l'incidenza dei tumori e i fattori di rischio "Fuoco amico" su Bassolino Di Pietro: "Si dimetta" Mastella attacca il sindaco Borghezio vuole l'esercito Calderoli: "Non è Italia"   ROMA L'emergenza rifiuti, per Prodi, è "una tragedia per tutti i cittadini della Campania. Lunedì mattina comincio le riunioni con i ministri, poi si agisce. Mi appello alla solidarietà e al lavoro comune di tutti i cittadini e di tutte le forze istituzionali della Campania, ma è un'emergenza che dobbiamo vincere rapidamente". Ma tornare alla normalità non basta: "Dobbiamo affrontare il problema per sempre", dice Prodi. Viene confermata così la perfetta sintonia tra il premier e Napolitano, ma il loro comune impegno non basta a stemperare lo scontro politico: la destra è compatta nel chiedere le dimissioni di Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino, e a loro si aggiunge Di Pietro. Nell'opposizione, Pier Ferdinando Casini chiedere, sebbene con toni pacati, le dimissioni del presidente della giunta regionale campana Antonio Bassolino, pur riconoscendo tuttavia che "anche noi dell'opposizione" in Campania "avremmo potuto fare di più". Il fronte della maggioranza comincia a mostrare qualche incrinatura quando una richiesta di Di Pietro fa eco al presidente dell'Udc: "Ci sono responsabilità politiche che", dice, "vanno assunte al di là delle brave persone e della buona fede". E per corredare di coerenza il suo ragionamento, il ministro fa sapere che l'Idv uscirà dalla coalizione regionale. Nell'Unione, questo non è stato l'unico "malumore" della giornata. Clemente Mastella dalla vicina Avellino non rinuncia a criticare pubblicamente il sindaco di Napoli: "Non capisco la Iervolino che lotta insieme ai manifestanti di Pianura. Se prevale il criterio di cavalcare la protesta è la fine". Nella maggioranza non si registrano molti altri interventi. Dalle opposizioni prosegue invece il coro di critiche e di polemiche. Il leghista Roberto Calderoli chiede al Quirinale di usare i suoi poteri di scioglimento del consiglio regionale campano e dice che "Napoli non è Italia". Lo stesso fa per An l'ex ministro Gasparri. Bondi, coordinatore di Fi, chiede un governo regionale di emergenza, e la neopolitica Michela Vittoria Brambilla assicura che mobiliterà i suoi circoli per cacciare Rosa Russo Iervolino. Il leghista Mario Borghezio chiede poi l'intervento dell'esercito perché "la Campania è il nostro Afghanistan". Intanto, la Regione Campania promuove "uno screening sanitario di massa", dice l'assessore alla Sanità Angelo Montemarano. I bambini potranno eseguire gratuitamente visite dermatologie e pneumologiche" per controllare "il rischio allergico e asmatico". Per gli adulti invece è previsto "un più dettagliato screening per il rischio oncologico e la ricerca della diossina nel sangue".  .

 

 

COSA C ENTRA IL NORD CON NAPOLI? (sezione: Monnezze)

( da "Padania, La" del 06-01-2008)

CALDEROLI: "Città a ferro e fuoco. Se la Padania non si sgancia da questo Paese delle immondizie, affonderà" COSA C ENTRA IL NORD CON NAPOLI? FABRIZIO CARCANO "Ambulanze assaltate, come non accade nemmeno nei Paesi in guerra, incendi urbani, guerriglie con la polizia: tutto quello che sta succedendo dimostra che Napoli non è Italia. Siamo di fronte ad un Paese che accetta di avere al suo interno un'enclave extraterritoriale, dove le leggi dello Stato non valgono. Se il Nord non si sgancia da questo Paese delle immondizie rischia di affondare con lui". Roberto Calderoli commenta così le notizie che arrivano da Napoli, i roghi ai cassonetti e ai cumuli di spazzatura nelle strade, le aggressioni alla polizia, gli autobus dati alle fiamme e persino le ambulanza prese d assalto dalla gente. Il tutto nella più totale impunità e illegalità. "Uno Stato - rileva - è tale perché ci sono un insieme di regole condivise per la comune convivenza, regole fatte rispettare a tutti i cittadini, ma se questo stato di regole funziona a scartamento ridotto o solo in alcune aree allora viene meno il senso dello Stato. Un Paese che accetta che lo Stato di diritto venga fatto rispettare solo in una parte sì e in altre no cessa di essere uno Stato di diritto e cessa, pertanto, anche di essere uno Stato. E quando non c'è più lo Stato di diritto, per alcune aree del Paese, allora è giusto che anche le altre aree abbiano la possibilità di decidere cosa fare. E mi chiedo cosa abbia da spartire la Padania con questo Paese". Ed in effetti salta subito all occhio la differenza dei comportamenti e delle reazioni di fronte ai problemi: da una parte i padani, che si preparano ad una dura protesta, ma nel rispetto delle leggi e dell ordine, per difendere il futuro di Malpensa, dall altra le guerriglie e i roghi per impedire l apertura di una discarica. "Cose assurde, lontane anni luce dalla mentalità e dalla cultura di noi padani. Mi chiedo cosa avrebbero fatto a Napoli se li avessero privati del loro hub, della loro Malpensa. Come minimo avrebbero marciato su Roma", osserva l ex ministro per le Riforme. Che non può fare a meno di sottolineare l enorme diversità di vedute e di approccio ai problemi da parte dei padani. "Forse un giorno, lo dico provocariamente, la Padania potrebbe prendere esempio da questi gesti, visto che non sono perseguiti e portano a dei risultati. Noi siamo abituati ad affrontare i problemi, a cercare soluzioni, magari attraverso il dialogo, questi invece i problemi li perpetuano e poi quando le cose non vanno rovesciano i cassonetti e fanno le barricate e nessuno li punisce. Napoli rappresenta il simbolo della questione meridionale, come i miliardi di euro buttati in tutti questi anni per affrontare questa perenne emergenza, con i risultati che sotto gli occhi di tutti". Una sorta di due pesi e due misure. "Quando qualche anno fa i rifiuti della Campania vennero mandati nelle discariche lombarde i manifestanti che protestavano davanti ai siti vennero dispersi dalle forze dell ordine nel giro di dieci minuti, qui invece le cose vanno avanti da più di una settimana, con roghi e guerriglie. Come se la legge non valesse in quelle zone", rimarca il senatore del Carroccio. Che avverte: "Ma ha senso continuare a stare in uno Stato del genere? Uno Stato che priva chi, come la Padania, da sempre tira la carretta per tutti di una infrastruttura indispensabile come Malpensa, il suo hub internazionale, mettendo a rischio l'intera economia, e che poi non commissaria neanche il responsabile di una vergogna come quella che stiamo vedendo a Napoli? A noi portano via la nostra più importante infrastruttura, Malpensa, mettendo a rischio l economia della Padania e di conseguenza quella dell intero Paese, e poi magari tra un po ci porteranno i rifiuti campani da smaltire nelle nostre discariche. Perché tanto vedrete che andrà a finire così". Per quanto riguarda le responsabilità di quanto sta accadendo a Napoli Calderoli è chiaro: "Le responsabilità di quello che sta accadendo sono ovviamente in primis degli amministratori locali, ma anche dei cittadini stessi che fanno le sceneggiate alla tv per opporsi alla riapertura di una discarica ma di fatto con il loro comportamento condannano loro stessi, i loro figli e le prossime generazioni ai rifiuti e alle sostanze cancerogene che stanno generando con i roghi e gli incendi urbani che stanno appiccando. In questo modo i cittadini napoletani stanno condannando le prossime generazioni, con l'omertà e la complicità dello Stato e di chi lo rappresenta". Ovvero Antonio Bassolino ("Vista la sua resistenza agli inviti che arrivano sia dalla maggioranza che dall opposizione a dimettersi, il presidente della Repubblica può, con proprio decreto, secondo le procedure stabilite dall articolo 126 della Costituzione, procedere allo scioglimento del consiglio regionale della Campania"), Rosa Russo Iervolino ("E incredibile che il sindaco di Napoli solidarizzi con chi protesta per la riapertura dell unica discarica che può risolvere l emergenza"), ma non solo: nel mirino di Calderoli c è anche il ministro dell Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio. "Dovrebbe dimettersi subito. E lì che pensa alle pale per le energie eolica quando ci sono almeno un milione di cittadini che devono respirare le sostanze cancerogene sprigionate dai roghi dei cumuli di immondizia. Una vergogna". [Data pubblicazione: 06/01/2008].

 

 

E Di Pietro si toglie un... Bassolino dalla scarpa (sezione: Monnezze)

( da "Padania, La" del 06-01-2008)

La Lega: il Capo dello Stato sciolga il consiglio regionale. Forza Italia: Prodi venga in Parlamento E Di Pietro si toglie un... Bassolino dalla scarpa Napoli - Roghi, treni bloccati, ambulanze bruciate, bulloni, spranghe e tafferugli con le forze dell ordine. Napoli a ferro efuoco. Dopo 14 anni di emergenza rifiuti la protesta in Campania si trasforma in vera guerriglia urbana. Con tanto di feriti. E dopo giorni di tensione e di silenzi o, peggio ancora, formali parole e presunte promesse, finalmente qualcuno nel centrosinistra ha il coraggio di togliersi il classico Bassolino dalla scarpa. Tra le file della maggioranza il primo a parlare infatti è stato Antonio Di Pietro: "Bassolino farebbe bene a dimettersi", ha detto il ministro nel corso di un intervista a Sky Tg24. "Dopo 10 anni di governo del centrosinistra a Napoli, il modello è fallito". Un altra flebile voce si è alzata a sinistra, quella di Mastella. che però difende O Governatore e attacca il sindaco Iervolino: "Non capisco il sindaco di Napoli che lotta assieme ai manifestanti di Pianura". No comment. Nell altro versante, invece, Roberto Calderoli continua ad incalzare il Capo dello Stato, che con proprio decreto può procedere allo scioglimento del consiglio regionale . Lo stesso chiede Mara Carfagna (FI) che reclama, in caso di risposta negativa del capo dello Stato, la motivazione della scelta: "Cosa altro deve accadere in Campania affinché si arrivi allo scioglimento dell ente Regione?". [Data pubblicazione: 06/01/2008].

 

 

La Parola ai lettori (sezione: Monnezze)

( da "Padania, La" del 06-01-2008)

Napoli, chiediamo i danni LETTERA FIRMATA Dobbiamo subito sapere chi sono i responsabili di questo disastro ambientale e chi si sta arricchendo sui nostri tumori e sulla pelle della gente! Fateci sapere! Dobbiamo chiedere i danni! Napoli, monnezza sotto l albero PAOLINO DI LICHEPPO Roseto degli Abruzzi (Te) Egregio direttore, le sembra normale che dai mezzi d'informazione, sul caso rifiuti di Napoli, non vengano mai fatti i nomi di Bassolino e Jervolino: questo sarebbe il Paese normale, tanto desiderato dalle sinistre? Non c'è niente di nuovo, se è così, sapevamo da decenni come si comportavano i governi ispirati ed influenzati dalla sciagurata ideologia comunista. Ora non resta che ci dicano che siamo nel paradiso italiano, avendo già avuto notizie di com'era il paradiso sovietico. Diliberto, Pecoraro e c. , che tanto chiedono a Prodi, cosa hanno chiesto alle amministrazioni campane e napoletane: la monnezza? Bene, l'hanno avuta sotto l'albero! Napoli, la popolazione non campa, crepa... LUCIO DI NISIO Montesilvano Canta Napoli? No, cantro Napoli. Napoli capitale dello sviluppo ecosostenibile . La Regione Campania ha finanziato con 245.000 euro una campagna di comunicazione dal titolo "Primo Forum Sostenibilità": la sostenibile pesantezza della munnezza ! Poche settimane fa la stessa Regione mandò una delegazione, assessore all'Ambiente in testa, a Bali, per la conferenza dell'Onu sui cambiamenti climatici: applauditissima la relazione dell'assessore sui cambiamenti climatici prodotti dalla munnezza ! Sopra la munnezza il Commissario regionale campa. Sotto la munnezza la popolazione regionale non Campa(nia), crepa. Napoli, 15 anni di rifiuti! LETTERA FIRMATA Sono 15 anni che a Napoli votano Bassolino e la Jervolino. Sono 15 anni che a Napoli, la città è sommersa dalla spazzatura. Sono 15 anni che la Camorra fa affari d'oro a danno dei cittadini. Sono 15 anni che la popolazione protegge la camorra aggredendo la polizia. Sono 15 anni che a Napoli è pericoloso vivere. Sono 15 anni che la delinquenza di Napoli agisce indisturbata e protetta dalla gente comune. Sono 15 anni che la Padania mantiene tutto questo schifo con il proprio lavoro, le proprie tasse, e passa pure per razzista. Prodi e Napolitano negano perfino l'evidenza, favorendo il degrado civile e urbano di Napoli, e chiudendo gli occhi (come sempre) sulla delinquenza quanto comune quanto sulla camorra. Napoli, Bassolino il colpevole ROBERTO PEPE Eh no, caro Bassolino, non puoi, mò, pigliartela col solo Governo! Tu, sono quindici anni che comandi a Napoli, tu è una vita che stai a Napoli: ti ricordi che hai incominciato ad attaccare i manifesti per la città, ti ricordi che in campagna elettorale ti vantavi di essere uno verace che voleva inventarsi il Rinascimento partenopeo? Ed ora hai solo da fare una cosa, i tuoi concittadini, gli stessi tuoi elettori te lo implorano: Jatavenne (almeno) con dignità! Bassolino (con la Jervolino) se la deve prendere oltre che con tutto questo governo che ha fatto precipitare ogni cosa, con tutto quel centrosinistra centrale e locale che da anni ha allevato in seno quegli esemplari di nullafacenti, cancellatori di ogni attività, azzeratori dell'intelletto umano, quelle figure ambigue promotori della finta pace, dell'ambiente, dell'animalismo, della civiltà retrograda, oscurantista, negazionista, in nome delle quali voci sono sostenitori del niente assoluto, come se l'immobilismo verso le nuove strutture, le nuove costruzioni, le strade, i ponti; verso i gasificatori, i termovalorizzatori, le centrali elettriche e persino quelle eoliche... come se il procacciarsi l'energia fosse un sinonimo di distruzione dei sacri valori della Natura e della Vita. Per anni hanno riempito il cervello della gente di tabù contro qualsiasi forma di impianto di smaltimento, di riciclaggio, di trasformazione della "munnezza" in pulitissima energia elettrica, (cosa che al Nord Italia, compresa Bolzano è una realtà tenuta sotto controllo dagli stessi comuni) che ora qualsiasi amministratore pubblico è terrorizzato dall'idea di smaltirsi le proprie immondizie guadagnandoci sopra, soprattutto dando la possibilità a gente di malaffare di incunearsi nel dibattito, specularci sopra e diventare assurdamente promotori di rivolte masanelliane. È lo stesso lavaggio del cervello che fu impiantato contro il Nucleare sotto la mannaia di Chernobill, foraggiato sempre da quella sinistra che sosteneva (guarda un po ) il petrolio arabo tramite le sorelle straniere, come energia pulita! Così succede che si preferisce pagare salato per trasportare in Germania quella "munnezza" che i tedeschi trasformeranno gratuitamente (per loro) in energia elettrica e che ci rivenderanno sempre a caro prezzo. Più cornuti e mazziati di così ci sono solo gli imbecilli italiani! La fortuna per Bassolino e Jervolino è che non esiste una forma di federalismo operante, perché altrimenti, senza aiuti da un governo centrale, l'arroganza del potere fine a sé stesso, l'insipienza amministrativa, le parole vuote demagogiche e populiste, sarebbero costate molto care, non solo politicamente... Napoli, fuga ingloriosa dei politici ALFONSO STAIANO Desidero solo evidenziare il comportamento dei rappresentanti politici locali (leggi Russo-Iervolino, Bassolino & c.) che in occasione dei festeggiamenti per l'arrivo del nuovo anno che come consuetudine si tengono in Piazza Plebiscito a Napoli, non hanno avuto il coraggio di presentarsi in pubblico (come è avvenuto negli anni scorsi), temendo un'accoglienza poco favorevole in seguito alla persistente emergenza rifiuti. Napoli, cittadini ribellatevi I. ALIBENI Recco (Ge) Chissà perché quando ho sentito che i senatori si erano aumentati lo stipendio, ho subito pensato alla Banda Bassotti. Questi "signori" incuranti del grave stato di malessere economico in cui versano ormai milioni di famiglie italiane, grazie anche al loro "impegno" politico e parlamentare, hanno bellamente ignorato quanto contenuto nella Finanziaria a proposito dei costi della politica. Confesso che in seguito al problema vergognoso delle immondizie che sommergono Napoli e la Campania, ho sperato che i cittadini campani avessero promosso una vera e propria rivoluzione per mandare, non solo a parole, affanc... deputati, senatori, sindaci e governatori, inclusa la pletora dei loro portaborse, leccapiedi e guardie del corpo di cui si circondano. Pazienza, comunque mantengo sempre in fresco una bottiglia di ottimo spumante italiano. Speriamo, la miscela è pronta, basta solo la scintilla. Napoli, la sinistra tace sempre i nomi... BRUNO PISTONE Arese (Mi) Questa sera, 3 gennaio, al Tg3 delle ore 19 siete riusciti a parlare dell' emergenza rifiuti di Napoli senza mai accennare ai principali responsabili che sono: il sindaco (o sindachessa) di Napoli e il presidente della Regione Campania. Siete i campioni del mondo nella vigliaccheria. Spudorati! Finalmente il processo per sporcizia ENZO BERNASCONI Varese Fra poco ci dimenticheremo della vergognosa pattumiera napoletana, e neppure dell illegalità camorristica. Sta per iniziare nella città partenopea il processo che, dirotterà sapientemente l attenzione degli italioti su temi di alta socielità. Per chi ancora non lo sapesse sul banco degli imputati non vi saranno i vari Bassolino o le Jervolino, nemmeno qualche pezzo da novanta che manovra tutto da quelle parti (monnezza compresa), ma nientepocodimenoche il boss dei boss. Chi? La manna per tutti i tg e della carta stampata, il numero 1 dei manovratori, causa prima di tutti gli italici mali passati presenti e futuri, tale Luciano Moggi . Per la serie quando la fiction viene prima della realtà . Condoglianze mamma Italia. Napoli, e i rossi fanno finta di nulla NICOLA PEZZA Milano Caro direttore, finalmente sta diventando anche di dominio comune che mafia e camorra respingano qualsiasi incentivo economico, se lesivo dei loro interessi. Perciò le concertazioni con enti locali, tanto care agli estremisti rossi, sono interminabili, mentre Napoli affoga nei rifiuti urbani, e la Tav cisalpina Torino-Lione è ferma ai blocchi di partenza. Salvo i comunisti, in quanto per loro il fine giustifica i mezzi , almeno le rimanenze del centrosinistra dovrebbero prendere immediatamente decisioni di assoluta cristallina trasparenza. [Data pubblicazione: 06/01/2008].

 

 

RIFIUTI/ CAPEZZONE: POLITICI NON USINO CAMORRA COME ALIBI (sezione: Monnezze)

( da "Virgilio Notizie" del 06-01-2008)

06-01-2008 12:41 Responsabili sono Bassolino, Iervolino e Pecoraro Scanio Roma, 6 gen. (Apcom) - "L'ultima fase della sceneggiata politica in corso tra Napoli e Roma è quella che cerca di indicare la camorra come 'alibi' o come 'colpevole di comodo', rispetto al disastro-rifiuti in Campania". E' quanto avverte Daniele Capezzone, promotore di Decidere.net. "Che, in un contesto istituzionale e legale così slabbrato, - sottolinea Capezzone in una nota - anche la criminalità organizzata provi a giocare le sue carte, è cosa ovvia, che anche i bambini possono comprendere; ma di qui a sostenere che la responsabilità primaria sia della camorra ce ne corre. Per questo - aggiunge - fanno sorridere gli improvvisi 'appelli all'unità anticrimine' che vengono da Antonio Bassolino e da Rosa Russo Iervolino". "I responsabili sono innanzitutto politici, e cioè loro (Bassolino e Iervolino) e poi il ministro dell'Ambiente Pecoraro Scanio. In un Paese normale - ammonisce Capezzone - avrebbero tutti e tre già lasciato i rispettivi incarichi, non prima di avere fornito pubbliche scuse per la situazione che non hanno saputo, potuto o voluto affrontare in modo serio. Oggi, le dichiarazioni del Commissario UE all'Ambiente Dimas, che dice cose tanto severe quanto ineccepibili, devono farci sentire in profondo imbarazzo, come cittadini italiani. E' ora che qualcuno ne risponda", conclude Capezzone.

 

 

Iervolino: abbiate fiducia nelle istituzioni. Ma i rifiuti aumentano (sezione: Monnezze)

( da "Gazzettino, Il" del 06-01-2008)

IL SINDACO CERCA IMPROBABILI DISCARICHE ALTERNATIVE Iervolino: abbiate fiducia nelle istituzioni. Ma i rifiuti aumentano NapoliNOSTRO SERVIZIORestano divisi sull'opportunità della riapertura della discarica di Pianura il sindaco Rosa Russo Iervolino e il governatore Antonio Bassolino. Anche ieri le due posizioni differenti sono emerse ma entrambi hanno un solo obiettivo: ripulire Napoli e la Campania e per questo a prevalere alla fine non sarà la polemica ma il risultato da conseguire al più presto.Iervolino ha proposto un sito alternativo a quello di Pianura, ne discuterà a Roma con il ministro Alfonso Pecoraro Scanio, ma le speranze che si concretizzi il suo desiderio sono minime: "Ce ne sono tre o quattro di opportunità diverse da Pianura c'è per esempio Gricignano" ha detto la Iervolino. Che ha lanciato poi un appello: "No alle violenze perché con la violenza non si risolve nulla" rivolto a quanti stanno mettendo a ferro e fuoco Pianura.Bassolino al Tg1 delle 20 si rivolge direttamente al governo ma il tema è lo stesso, l'individuazione di nuovi sversatoi: "Si tratta di aprire nuove discariche - ha detto il governatore - oltre a quella di Pianura, opportunità garantita dalla legge della Repubblica italiana. È che questa battaglia è difficile in questa terra perché qui sono stati sversati per decenni rifiuti illegalmente da ogni parte d'Italia, e perché qui c'è tutto un intreccio torbido: c'è un ruolo della criminalità organizzata come ha detto anche lo scrittore Roberto Saviano". Insomma chi ha inquinato in passato si faccia carico di dare un aiuto adesso, il ragionamento del governatore. Bassolino racconta perché l'emergenza è precipitata: "Perché non si è riusciti nei tempi giusti a costruire i termovalorizzatori. È questa la mia parte di responsabilità che mi prendo, come non ci sono riusciti a costruirli anche i commissari che si sono succeduti dopo di me". Un Bassolino reattivo ma preoccupato quello apparso in video che replica a Di Pietro che ne ha chiesto le dimissioni: "Di Pietro fa una cosa irresponsabile in questo momento. Fa parte del governo e dovrebbe dare un contributo a togliere i rifiuti da mezzo alle strade. In questo momento, forte dovrebbe essere l'impegno di tutti, anche di quelle opposizioni che hanno avuto responsabilità di governo nel commissariare la regione".E la Iervolino? Insiste sul non far ricadere sui pianuresi nuovi sacrifici: "Non voglio fare l'eroina, tutti avranno fatto la loro parte, ma io conoscendo le difficoltà degli abitanti di Pianura non potevo non metterle in campo. Si verifichino le alternative alla discarica di quel quartiere". Poi l'annuncio: "Andrò presto a Pianura, ci mancherebbe altro, non ho paura e conosco bene quella gente". Al quale segue il rinnovato appello alla calma: "Mi rivolgo alla stragrande maggioranza dei pianuresi che conosco e che stimo: siate calmi, abbiate fiducia nelle istituzioni, rispettate la legge". Fanno sentire la loro voce due assessori della sua squadra: Nicola Oddati e Giuseppe Gambale con delega alla Cultura e alla Legalità: "Si danno responsabilità al sindaco - il loro ragionamento - che non ha. C'è il commissariato di governo che 13 anni gestisce lo smaltimento dei rifiuti. Siano loro a dire perché non si sono trovate prima soluzioni".L.R.

 

 

Assalti e scontrinella banlieudell'immondizia (sezione: Monnezze)

( da "Sicilia, La" del 06-01-2008)

Assalti e scontri nella banlieu dell'immondizia sergio cassini Roma. L'emergenza rifiuti in Campania continua ad occupare le prime pagine dei giornali. Non solo con le cronache degli scontri a Pianura, dove la popolazione difende il "diritto" di impedire l'installazione di una discarica temporanea, ma anche con una polemica politica che chiama ormai in causa le massime cariche istituzionali. A conclusione della giornata è intervenuto da Bologna Romano Prodi per ribadire che "il governo si assume tutte le sue responsabilità" per porre fine ad un'"emergenza che mette in gioco il Paese con un'immagine negativa". "Dobbiamo affrontare ? ha assicurato Prodi ? il problema per sempre. Dobbiamo offrire una capacità di lavorazione dei rifiuti che sia superiore all'offerta che viene prodotta in Campania, altrimenti non si normalizzerà mai la situazione". Già domani, conferma Prodi, partiranno gli incontri con i ministri competenti (da Pecoraro Scanio, ad Amato e Parisi), per fare il punto della situazione e individuare una strategia "a lunga gittata". L'impegno del premier e del capo dello Stato non è però servito a stemperare lo scontro politico. Il centrodestra è rimasto compatto nel chiedere le dimissioni di Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino, e a loro si è aggiunto Antonio Di Pietro. Nell'opposizione, è sceso in campo Pier Ferdinando Casini, per chiedere, sebbene con toni pacati, le dimissioni di Bassolino. Il fronte della maggioranza ha cominciato a mostrare qualche incrinatura con una richiesta di Antonio Di Pietro che ha fatto eco al presidente dell'Udc nell'intento di mandare a casa il governatore della Regione Campania: "Ci sono responsabilità politiche che vanno assunte al di là delle brave persone e della buona fede". Il ministro ha fatto sapere che l'Idv uscirà dalla colazione regionale. "Di Pietro fa una cosa irresponsabile in questo momento. Fa parte del governo e dovrebbe dare un contributo a togliere i rifiuti da mezzo alle strade". Questa l'immediata risposta del governatore della Campania, Bassolino, in merito alla richiesta di dimissioni da parte del ministro delle Infrastrutture. Quanto ad analoghe richieste da parte della Cdl, Bassolino evidenzia che "in questo momento, forte dovrebbe essere l'impegno di tutti, anche di quelle opposizioni che hanno avuto responsabilità di governo nel commissariare questa regione". Non è stato l'unico "malumore" della giornata nell'Unione. Clemente Mastella dalla vicina Avellino non ha rinunciato a criticare pubblicamente il sindaco di Napoli: "Non capisco Iervolino che lotta assieme ai manifestanti di Pianura. Se prevale il criterio di cavalcare la protesta è la fine". Nella maggioranza non si sono registrati molti altri interventi. Dalle opposizioni è proseguito invece un coro di critiche e di polemiche. Il leghista Giuseppe Calderoli ha chiesto al Quirinale di usare i suoi poteri di scioglimento del Consiglio regionale campano. Lo stesso ha fatto per An l'ex ministro Maurizio Gasparri. Sandro Bondi, coordinatore di Fi, ha invocato un governo regionale di emergenza, mentre Michela Brambilla ha assicurato che mobiliterà i suoi circoli per cacciare la Iervolino. E il leghista Roberto Calderoli stigmatizza: "Ambulanze assaltate, incendi urbani, guerriglie con la polizia: tutto ciò dimostra che Napoli non è Italia. Siamo di fronte ad un Paese che accetta di avere al suo interno una enclave extraterritoriale, dove le leggi dello Stato non valgono. Ma un Paese che accetta che lo Stato di diritto venga fatto rispettare solo in una parte cessa di essere uno Stato".

 

 

Il <call center spazzatura> (sezione: Monnezze)

( da "Napoli.com" del 06-01-2008)

Il "call center spazzatura" E la Corte dei conti condannò il governatore per il buco milionario di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella (da: Corriere della Sera del 06/01/2008) Sapete quanta diossina hanno liberato ieri, nel cielo (ex) azzurro di Napoli, i 65 cassonetti di pattume bruciati nelle rivolte di piazza? Poco meno di 9 mila microgrammi. Pari a quanta ne butta fuori l'inceneritore di Marghera in 546 giorni a pieno ritmo. E quante polveri nocive si sono levate, da quei cassonetti? Quante ne espelle il termovalorizzatore di Brescia in 441 giorni. Lo dicono i dati dell'Istituto superiore di sanità basati su numeri del governo svedese. Dati ripresi anche da un ambientalista al di sopra d'ogni sospetto quale il presidente onorario di Legambiente Ermete Realacci. Certo, lo sa benissimo anche lui che l'ideale sarebbe fare a meno degli inceneritori grazie a una virtuosa riduzione dei consumi, a una raccolta differenziata capillare, al recupero di tutto ciò che è riciclabile, all'uso di nuove tecnologie come quel "dissociatore molecolare" che Alfonso Pecoraro Scanio descrive con l'entusiasmo che Giovanni da Pian del Carpine metteva nel descrivere la residenza del Gran Khan Guyuk. Quello è il punto di arrivo. Ma intanto? Cosa fare, della esondazione di "munnezza" che sta allagando Napoli e le sue disperate periferie? Come rimuovere il bubbone di oggi così da poter approntare le cure di domani? Cosa fare di quelle 95 mila tonnellate di spazzatura che traboccano sulle strade e delle 7 milioni di fetide "ecoballe" ("testate" all'inceneritore di Terni, lo hanno bloccato per mesi rivelandosi gonfie di sostanze radioattive) oggi accatastate in oscene piramidi così ingombranti da avere paralizzato l'attività perfino dell'impianto Cdr di Caivano? Il piano Bertolaso Sempre lì si torna: al piano di Guido Bertolaso. Che aveva proposto di guadagnare un anno di tempo scaricando tutto ciò che si poteva nella grande cava dismessa di argilla di Serre, in provincia di Salerno, e usare quel tempo per concludere i lavori al termovalorizzatore di Acerra e insieme avviare sul serio la raccolta differenziata così da permettere ai nuovi impianti di bruciare "ecoballe" vere. Progetto saltato per l'ennesima ribellione di piazza e sostituito, con la benedizione dello stesso Pecoraro, con la sventurata creazione a pochi chilometri di una discarica nuova, ottenuta a costi esorbitanti abbattendo centinaia di querce secolari. Misteri ambientalisti. E adesso? C'è chi dice che non c'è scampo, piaccia o non piaccia, alla riapertura della orrenda cloaca di Pianura. Chi non vede alternative a caricare decine di treni per la Germania o la Roma nia. Chi suggerisce, come Walter Ganapini, già protagonista di quel "miracolo" che vide Milano risolvere l'annoso problema delle discariche e passare in quattro settimane dal 3 al 33% di raccolta differenziata, di tamponare l'emergenza usando siti dello stato soggetti a servitù militari. Ciò che è certo, è che quelle cataste di spazzatura stanno causando non solo a Napoli ma a tutto il Paese un danno di immagine inaccettabile. Che si aggiunge al danno fatale: l'inquinamento della terra, delle falde, dei pascoli che non solo, come ha ricordato Roberto Saviano, ha fatto impennare del 24% i malati di tumore nelle aree a rischio. Ma ha fatto abbattere migliaia di pecore, mucche, bufale perché il loro latte, come denuncia Realacci, "doveva essere trattato come un liquido tossico da smaltire". Lo scaricabarile Cosa sarà deciso? Soprattutto: chi prenderà queste decisioni? E sarà disposto a raccogliere davvero la sfida dichiarando guerra frontale alla camorra? Boh... Lo scaricabarile di questi giorni tra Antonio Bassolino e il governo, Rosa Russo Iervolino e Alfonso Pecoraro Scanio, assolutamente convinti che la colpa non sia affatto loro (o perlomeno vada spartita con tutti) e che dunque ogni richiesta di dimissioni sia pretestuosa, la dice lunga. Tutti colpevoli? Nessun colpevole. La Corte dei conti però, almeno in un caso, è convinta che un colpevole ci sia. E lo ha individuato nel governatore campano. Fu lui, infatti, nel ruolo di Commissario, a dare vita alla Pan (Protezione, ambiente e natura: sic) creata nel 2002, con un capitale di 255 mila euro poi trasferito gratuitamente alla Provincia di Napoli e all'Arpac (l'agenzia regionale di protezione ambientale), per dare un servizio informativo sull'emergenza ambientale ma rivelatasi un carrozzone clientelare. Venti mila dipendenti Non l'unico carrozzone, sia chiaro. Come ha scritto sul Corriere del Mezzogiorno Simona Brandolini, con la scusa dell'emergenza i dipendenti dei 18 consorzi di bacino sono via via aumentati fino a diventare ventimila: "Uno ogni 300 abitanti. La Lombardia produce più immondizia della Campania ma per ogni netturbino lombardo risultano esserci 25 netturbini campani ". Di più: "Quelli che devono raccogliere la "sfraucimma" (cioè il materiale di risulta dei cantieri) sono allergici alla polvere, quelli che devono selezionare il cartone non possono sollevare più di due chili causa un mal di schiena ben certificato". Per non dire di quanti hanno denunciato il Commissariato perché "non lavorando, si sono giocati lo stipendio a tressette". Tornando al Pan, la sentenza della Corte dei conti dice che assunse senza motivo 100 lavoratori socialmente utili. In realtà, stando al bilancio della società, al 31 dicembre 2006 gli Lsu erano 180. Su un totale di 208 lavoratori. Che facevano? In 34, come abbiamo raccontato, "lavoravano " a un call center dove ricevevano mediamente una telefonata a testa alla settimana. Gli altri seguivano non meglio precisati progetti degli enti locali, in particolare della Provincia di Napoli, il cui presidente è quel Riccardo Di Palma che del commissariato per l'emergenza (dettaglio stigmatizzato della commissione parlamentare presieduta da Paolo Russo, anche per i 400 mila euro di compensi) era consulente. Risultati? L'anno scorso ha incassato 4,3 milioni di euro di fondi pubblici (insufficienti perfino a pagare gli stipendi: 5,6 milioni) chiudendo con un buco di 1,2. L'anno prima, nel 2005, ne aveva persi il doppio: 2,3. Un disastro tale che due mesi fa, quando stava per arrivare la sentenza di primo grado (in appello si vedrà: auguri) la società è stata cancellata. Meglio, è stata fusa in un'altra, l'Arpac multiservizi, controllata dall'Arpac, l'Agenzia regionale di protezione ambientale. Troppo tardi, però, per evitare la stangata dei giudici contabili. Che chiedono a Bassolino di risarcire 3,2 milioni di euro.

 

 

Prodi: "Le scuole vanno riaperte" Il sindaco: "Solo se togliete i rifiuti" (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica.it" del 06-01-2008)

Il parroco don Giuseppe Cipolletta celebra una messa davanti alla discarica di Pianura Il capo dello Stato: "E' una tragedia". Il vescovo di Pozzuoli: "Garanzie" Prodi: "Le scuole vanno riaperte" Il sindaco: "Solo se togliete i rifiuti" I genitori degli alunni: "Troppa spazzatura, li teniamo a casa" L'Italia dei Valori pronta a sfiduciare il governatore Antonio Bassolino Prodi: "Le scuole vanno riaperte" Il sindaco: "Solo se togliete i rifiuti" "/> La messa alla discarica NAPOLI - Una messa davanti alla discarica, dopo una notte di relativa calma. A Pianura gli abitanti del quartiere mantengono un presidio contro la riapertura decisa dal Prefetto. La zona è controllata dalla polizia. Da Bologna Romano Prodi invoca un ritorno alla normalità in Campania. A partire dalle scuole "di cui ho disposto la riapertura". "I bambini che stanno a casa - dice il premier - rimangono nelle zone con lo stesso inquinamento, e se in qualche scuola ci sarà una situazione di emergenza manderò stanotte a pulire intorno in modo che si possa riaprire la scuola". Poi un messaggio secco: "Il problema dei rifiuti deve essere risolto per sempre. Con il ministro dell'Interno abbiamo programmato una strategia di lungo periodo". "Domani scuole aperte" ma i genitori dicono no. Ma la questione delle scuole diventa, ora dopo ora, un nuovo punto di tensione. L'assessore all'Istruzione del Comune di Napoli, Giuseppe Gambale, assicura: "Le scuole domani riapriranno tutte regolarmente. Non abbiamo mai pensato di sospendere le attività didattiche". Ma la decisione non convince alcuni genitori che domani mattina non manderanno in classe i loro figli negli istituti di Cercola: "Le finestre di alcune classi si trovano a pochi metri dai cumuli dei sacchetti maleodoranti e preferiamo, al momento non mandarli a scuola". Una situazione che il sindaco di San Giorgio a Cremano, Domenico Giorgiano, rimarca, invitando Prodi "a vedere di persona come stanno le cose". Parla di cumuli di rifiuti il primo cittadino e di rischi per gli alunni: "Se stanotte la situazione migliorerà revocherò la mia ordinanza. In caso contrario, resterà confermata la chiusura di tutti gli istituti di ogni ordine e grado". E anche a Quarto le scuole non apriranno i battenti. Idv: "Pronti a sfiduciare Bassolino". La questione rifiuti rischia di travolgere la giunta campana. Dall'Italia dei valori, dopo l'attacco di Antonio Di Pietro al presidente Antonio Bassolino, arriva una dura stoccata: "Non escludo la presentazione di una mozione di sfiducia al presidente Bassolino" dice il coordinatore regionale dell'Idv. Una mossa che mette a rischio il futuro del Governatore che da sette anni guida la regione. Nel frattempo il centrodestra non sta a guardare e inanella una serie di dichiarazioni con un unioc filo conduttore: via Bassolino e anche il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino. Don Cipolletta e il Presidente. "La gente va ascoltata, non bastonata - dice il parroco della chiesa di Sant'Antonio, don Giuseppe Cipolletta - noi siamo contro le violenze e le condanniamo. Ma interroghiamoci su chi promette da trent'anni il risanamento di questo quartiere". Ma anche il presidente della Repubblica Napolitano è tornato questa mattina sull'argomento: "Ho chiesto al governo di intervenire e il governo ha garantito il suo impegno. Quella dei rifiuti è una tragedia". E anche dal vescovo di Pozzuoli, Gennaro Pascarella, sono arrivate parole forti, contenute in un messaggio letto ai manifestanti nel corso della messa che si sta celebrando al presidio dinanzi alla discarica di Pianura: "Chiediamo precise garanzie alle autorità che hanno deciso la riapertura della discarica". Parole accolte dagli applausi dei contestatori. Duro l'attacco a chi avrebbe dovuto risolvere il problema e non l'ha fatto. Il vescovo ha sollecitato che siano accertate "le responsabilità a tutti i livelli". Poi l'appello a non alimentare la tensione condannando "la violenza da ogni parte". Calcio, il Pianura non esulta. E' finita 1-0 per i padroni di casa la partita di calcio della serie Eccellenza tra il Pianura e il Succivo. In segno di solidarietà con il quartiere che protesta contro la discarica dei Pisani, la squadra di casa al momento del gol decisivo per la vittoria non ha esultato mentre la società sportiva aveva deciso l'ingresso gratuito allo stadio che si trova a poche centinaia di metri dalla discarica dei Pisani. Fiamme in una scuola. Nella notte ignoti hanno dato fuoco ai bagni di una scuola nel quartiere di Pianura. Non si esclude che l'episodio di vandalismo possa essere collegato alle proteste contro la discarica. (6 gennaio 2008.

 

 

Carla Ravaioli (sezione: Monnezze)

( da "Liberazione" del 06-01-2008)

Barricate, incendi, strade bloccate, pompieri feriti Carla Ravaioli Barricate, incendi, strade bloccate, pompieri feriti. Bassolino e Iervolino impiccati in effigie. No alla discarica e no anche all'inceneritore. Conta dei morti da intossicazione. Inutile, questo è il Mezzogiorno. Che c'entra la camorra, tocca a Prodi e Amato. Intervenga la forza pubblica (a che fare non si dice: a manganellare le ecoballe?). La Ue pronta a sanzionare una volta ancora l'Italia. Eccetera. Ma anche serie analisi di una situazione incancrenita nei decenni, tra ignoranza del problema, incapacità di gestione, disattenzione politica, degrado sociale diffuso. E anche impegnati prospetti di corretti trattamenti pubblici e privati dei rifiuti: riuso,riciclo, raccolta differenziata, quant'altro. Il Wwf promette una prossima rigorosa battaglia per divieto d'uso di materiali non riciclabili; riutilizzo della parte organica degli scarti; raccolta di rifiuti porta a porta; raccolta speciale di carta e imballaggi. Il tutto per almeno tre mesi. Qualcuno ha anche proposto di vietare l'importazione in Campania di vassoi, scatole, involucri difficilmente trattabili. "Zero Waste", una ben nota rete internazionale impegnata in materia, afferma che si potrebbe cogliere l'occasione per promuovere una radicale riorganizzazione dell'intero sistema di produzione e consumo. Non si può non applaudire. Ma non si può nemmeno esimersi dal considerare che la produzione di un enorme massa di oggetti inutili, destinati a trasformarsi immediatamente in rifiuti, come le assurdamente complesse e talora inespugnabili confezioni degli alimenti (bottiglie, vassoi, scatole, buste, sacchetti, involucri di ogni sorta, tutti rigorosamente in plastica, cioè non riciclabili né biodegradabili), o di qualsiasi altro oggetto oggi in vendita, tutto ciò equivale a tanto buon Pil che, oltre a impinguare i profitti delle imprese, scalda i cuori di economisti e politici, li rassicura che la crescita non è finita, che anzi in occasione del Santo Natale ha ripreso di lena la sua salita. Davvero si spera di poter riorganizzare alla radice l'intero sistema di produzione distribuzione e consumo, mentre la crescita del Pil è la stella polare della nostra economia, anzi dell'intera nostra società, che puntualmente e rispettosamente al dettato dell'economia si inchina? segue a pagina 4 06/01/2008.

 

 

RIFIUTI/ MORONI: MA LA MAGISTRATURA COSA HA FATTO IN QUESTI ANNI? (sezione: Monnezze)

( da "Virgilio Notizie" del 06-01-2008)

06-01-2008 16:10 Politica intervenga per risolvere problema, ne discuta Parlamento Roma, 6 gen. (Apcom) - "Come è possibile che in tutta Italia la gestione dei rifiuti sia gestita in maniera normale mentre a Napoli si è scatenata questa tragedia? Cosa ha fatto in questi anni la magistratura per evitare che si arrivasse a questa tragica situazione?". Lo chiede Chiara Moroni, vicepresidente dei deputati di Forza Italia. "Napoli e la Campania - dichiara - vivono una situazione tragica, in questi casi tutte le Istituzioni devono assumersi le proprie responsabilità. C'è da registrare il totale fallimento dell'esperienza di Bassolino e della sua 'nefasta' stagione". "Nessuno può chiamarsi fuori, non lo può fare - aggiunge Moroni - chi in questi anni ha alimentato il falso mito del 'Rinascimento napoletano', nè chi ha proposto Antonio Bassolino e Rosetta Iervolino come modelli nazionali". "La politica ha il compito di intervenire per individuare le cause di questa tragedia nazionale ma soprattutto per proporre soluzioni. E' bene - conclude Moroni - che si discuta in Parlamento per individuare rapide soluzioni".

 

 

RIFIUTI/ NAPOLI (FI): BASSOLINO E IERVOLINO OSTACOLI A SOLUZIONE (sezione: Monnezze)

( da "Virgilio Notizie" del 06-01-2008)

06-01-2008 16:02 Loro mancate dimissioni tolgono credibilità a interventi governo Roma, 6 gen. (Apcom) - "Il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, e il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, non possono essere considerati responsabili sul piano giuridico della tragedia che incombe sul loro territorio. E' evidente a chiunque, però, che la loro permanenza ai vertici della Regione e del Comune costituisce un ostacolo insormontabile a qualsiasi soluzione del problema rifiuti". Lo sostiene Osvaldo Napoli, membro del direttivo di Forza Italia alla Camera. Spiega Napoli: "Per due ragioni: Bassolino e Iervolino sono responsabili delle mancate risposte della politica al grave dissesto ambientale e sanitario della Regione e del suo capoluogo; le loro mancate dimissioni tolgono ogni credibilità a qualsiasi intervento il governo dovesse mettere in campo perché verrebbe gestito da vertici politici locali screditati agli occhi della popolazione". "Per queste ragioni - sostiene ancora l'esponente di Fi - a Napoli è in gioco la credibilità non solo delle amministrazioni locali, ma delle stesse istituzioni nazionali. Sbaglierebbe Prodi a immaginare un commissariamento pro tempore dei governi locali per poi restituire potere di indirizzo e di decisione a chi non gode più del consenso del popolo. Ho detto nei giorni e lo ripeto: la situazione di Napoli è in larga misura una metafora penosa della più generale condizione in cui versa l'Italia".

 

 

RIFIUTI/ PEZZELLA (DESTRA): VERA TRAGEDIA CLASSE POLITICA DI INETTI (sezione: Monnezze)

( da "Virgilio Notizie" del 06-01-2008)

06-01-2008 15:59 In centrosinistra scaricabarile, governo contraddittorio Roma, 6 gen. (Apcom) - La "vera tragedia" è che l'emergenza rifiuti in Campania è il frutto di "una classe politica di inetti e incapaci": nel centrosinistra locale e nazionale continua lo "scaricabarile di responsabilità" e il governo Prodi è alle prese con "le solite contraddizioni". Siamo di fronte ad una "discarica politica". Antonio Pezzella, deputato e portavoce campano della Destra, attacca il centrosinistra e i rappresentanti dell'esecutivo per la gestione dei rifiuti in Campania. "Mentre il Commissario Europeo all'Ambiente, Stravos Dimas, boccia senza appello l'Italia e parla di un storia infinita e non di un'emergenza per descrivere fallimenti e responsabilità nella gestione dei rifiuti in Campania, nel centrosinistra - sostiene l'esponente del movimento di Storace - si registra la solita divisione che ha fin qui caratterizzato il Governo Prodi, con dichiarazioni e posizioni in cui si dice di tutto e di più, e di tutto ed il contrario di tutto. Si va dal ministro Di Pietro che insiste per la richiesta di dimissioni di Bassolino e per un cambio generazionale della classe dirigente campana, ad un altro ministro dello stesso governo Prodi, Mastella, che invece difende Bassolino ed attacca Iervolino e Partito Democratico per le contraddizioni mostrate sulla vicenda". "C'è, insomma, uno scaricabarile di responsabilità che è vergognoso - attacca Pezzella - e che fa perdere ulteriore credibilità internazionale al nostro Paese. La vera tragedia, insomma, è proprio questa classe politica di incapaci ed inetti, quello di un centrosinistra campano e nazionale da totale disastro. Una classe dirigente, per stare tristemente in tema, da discarica politica".

 

 

RIFIUTI, OSPEDALI IN CRISI E SALTANO I MERCATI (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Avellino)" del 06-01-2008)

L'EMERGENZA Si fa sempre più drammatica la situazione rifiuti in Irpinia. Il blocco del Cdr continua a paralizzare la raccolta, intasando strade e marciapiedi. L'intera provincia è al collasso, sommersa da 4mila tonnellate di rifiuti stoccati a terra, da giorni, in tutti i centri. Una quantità enorme, che ben rappresenta la situazione provocata dalla più grave crisi del comparto rifiuti degli ultimi 14 anni. Gli incendi di cassonetti e cumuli di immondizia non conoscono soste. A preoccupare maggiormente è la situazione di uffici pubblici, scuole, ospedali e carceri, nei pressi dei quali la raccolta è stata del tutto bloccata. Imminente è, invece, lo stop ad alcuni mercati settimanali. A Napoli un'altra giornata d'inferno davanti alla discarica di Pianura tra assalti con No global e ultrà, ambulanze bloccate. Ancora scontri con la polizia con feriti e primi fermi. Per la Iervolino Iervolino "ci sono siti alternativi". Scoppia la lite tra Bassolino e Di Pietro.

 

 

TRE GIORNI, POI L'AGONIA L'ALLARME DEL PREFETTO (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 06-01-2008)
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(Mattino, Il (Benevento))

IL RETROSCENA PAOLO MAINIERO Dispiaciuto ma determinato. E ottimista. "Ottimista per forza", dice Alessandro Pansa. Il prefetto di Napoli è tutto dedicato all'emergenza. È una corsa contro il tempo. "Abbiamo altri tre giorni, e poi...". E poi se non apre Pianura per Napoli comincerà una lenta agonia, la città, tutta, anche i salotti di Chiaia e Posillipo dove già ieri comparivano i primi cumuli, sarà sommersa dalla spazzatura. Tre giorni, quanti servono, devono servire per allestire il sito di stoccaggio delle ecoballe e "per non far morire Napoli di rifiuti". Tre giorni. Pansa lancia il suo nuovo appello attraverso "Il Mattino". Ma prima ne aveva parlato, ricevendola nel suo ufficio su piazza Plebiscito, con una delegazione di cittadini di Pianura. Un incontro che in un certo senso ha rinfrancato il prefetto perché, fa sapere, i cittadini si sono dimostrati comprensivi, hanno capito le ragioni della scelta. Pansa segue ventiquattro ore su ventiquattro gli sviluppi dell'emergenza. Non è più commissario, ha lasciato a fine anno quando il governo ha nominato al suo posto Umberto Cimmino: "C'è stato un momento in cui la soluzione sembrava a portata di mano, mi è dispiaciuto lasciare nel momento peggiore anche se continuo a lavorare giorno e notte accanto al commissario". Qualcosa, all'improvviso, non ha funzionato. E la situazione è precipitata. E ora c'è solo da rimboccarsi le maniche. C'è Pianura da aprire per dare ossigeno a Napoli, ma c'è anche una provincia allo stremo che attende una mano che la tiri fuori dai flutti prima che affondi. Blocchi, proteste, esasperazione, la provincia sta esplodendo. San Giorgio a Cremano è al collasso. Con fatica il sindaco Domenico Giorgiano aveva individuato un'area di stoccaggio ma la popolazione si è opposta quasi come se fosse meglio tenersi la spazzatura sotto casa. Pansa ieri ha chiesto a Cimmino di riaprire, com'è stato fatto per Pianura, le discariche che furono chiuse negli anni addietro nei comuni della provincia. È il segno che non c'è tempo da perdere perché l'emergenza sanitaria finora non è scoppiata, ragiona il prefetto, solo per le temperature basse di dicembre e gennaio. Ma intanto in molte città le scuole domani non riapriranno. Pianura, allora. Andare avanti. Nonostante le difficoltà che il prefetto non nasconde e non vuole nascondere. Anzi, è deciso ad affrontare le difficoltà, con il dialogo ma anche con la necessaria fermezza. C'è una questione di ordine pubblico, innanzitutto. Da Pianura giungono notizie di raid e assalti. Per Pansa la situazione più che sotto controllo è da controllare. "Per fortuna - dice - coloro che vogliono gli incidenti non ci riescono perché i poliziotti e i carabinieri sono molto attenti a non cedere alle provocazioni di disperati che i cittadini perbene isolano". Naturalmente, il prefetto, nei colloqui avuti nel corso della giornata sottolinea che il sospetto di infiltrazioni è forte perchè alzare il livello dello scontro servirebbe alla camorra a non far aprire la discarica e quindi a continuare a gestire le sue discariche abusive. Non abbassare la guardia, è l'esortazione del prefetto, che si sforza in queste delicate ore di essere ottimista. E anche diplomatico. "In questo momento c'è solo bisogno di stare uniti", insiste. Ed è il messaggio che lancia al sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino che continua a opporsi all'apertura della discarica di Pianura convinta che ci siano strade alternative da percorrere. Ma è il messaggio che lancia anche al presidente della Regione Antonio Bassolino che ieri aveva sottolineato che con lui commissario mai c'era stata una crisi così grave a Natale e Capodanno. "Non è questo il tempo delle polemiche", dice Pansa prima di infilarsi in un'altra serie di incontri e colloqui. La notte sarà lunga.

 

 

MA LA IERVOLINO INSISTE: NO A PIANURA, CI SONO ALTRI SITI. E LANCIA UN APPELLO AI MANIFESTANTI: BASTA VIOLENZA (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 06-01-2008)
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Ma la Iervolino insiste: no a Pianura, ci sono altri siti. E lancia un appello ai manifestanti: basta violenza LUIGI ROANO Restano divisi sull'opportunità della riapertura della discarica di Pianura il sindaco Rosa Russo Iervolino e il governatore Antonio Bassolino. Anche ieri le due posizioni differenti sono emerse, ma entrambi hanno un solo obiettivo: ripulire Napoli e la Campania. Iervolino ieri ha proposto un sito alternativo a quello di Pianura, ne discuterà a Roma con il ministro Alfonso Pecoraro Scanio, ma le speranze che si concretizzi il suo desiderio sono minime: "Ci sono tre o quattro di opportunità diverse da Pianura, c'è per esempio Gricignano" ha detto la Iervolino. Che ha lanciato poi un appello: "No alle violenze, perché con la violenza non si risolve nulla" rivolto a quanti stanno mettendo a ferro e fuoco Pianura. Bassolino al Tg1 delle 20 si rivolge direttamente al governo ma il tema è lo stesso, l'individuazione di nuovi sversatoi: "Si tratta di aprire nuove discariche - ha detto il governatore - oltre a quella di Pianura, opportunità garantita dalla legge della Repubblica italiana. Il fatto è che questa battaglia è difficile in questa terra, perché qui sono stati sversati per decenni rifiuti illegalmente da ogni parte d'Italia, e perché qui c'è tutto un intreccio torbido: c'è un ruolo della criminalità organizzata come ha detto anche lo scrittore Roberto Saviano". Insomma chi ha inquinato in passato si faccia carico di dare un aiuto adesso, il ragionamento del governatore. Bassolino spiega perché l'emergenza è precipitata: "Non si è riusciti nei tempi giusti a costruire i termovalorizzatori. È questa la mia parte di responsabilità che mi prendo, come non ci sono riusciti a costruirli anche i commissari che si sono succeduti dopo di me". Un Bassolino reattivo ma preoccupato, quello apparso in video, pronto a replicare al ministro Antonio Di Pietro che ne ha chiesto le dimissioni: "Di Pietro fa una cosa irresponsabile in questo momento. Fa parte del governo e dovrebbe dare un contributo a togliere i rifiuti da mezzo alle strade. In questo momento, forte dovrebbe essere l'impegno di tutti, anche di quelle opposizioni che hanno avuto responsabilità di governo nel commissariare questa regione". E la Iervolino? Insiste sul non far ricadere sui pianuresi nuovi sacrifici: "Non voglio fare l'eroina, tutti avranno fatto la loro parte, ma io conoscendo le difficoltà degli abitanti di Pianura non potevo non metterle in campo. Si verifichino le alternative alla discarica di quel quartiere". Poi l'annuncio: "Andrò presto a Pianura, ci mancherebbe altro, non ho paura e conosco bene quella gente". Infine, il rinnovato appello alla calma: "Mi rivolgo alla stragrande maggioranza dei pianuresi che conosco e che stimo: siate calmi, abbiate fiducia nelle istituzioni, rispettate la legge". Fanno sentire la loro voce due assessori della sua squadra: Nicola Oddati e Giuseppe Gambale con deleghe alla Cultura e alla Legalità: "Si danno al sindaco - il loro ragionamento - responsabilità che non ha. C'è il commissariato di governo che da 13 anni gestisce lo smaltimento dei rifiuti. Siano loro a dire perché non si sono trovate prima soluzioni".

 

 

PIANURA, ASSALTO A POLIZIA E AMBULANZE (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 06-01-2008)
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Caos rifiuti, infiltrati armati di pietre e bastoni tra i manifestanti: feriti e fermi. Corteo pacifico dei cittadini Pianura, assalto a polizia e ambulanze "Qui peggio che in guerra". Iervolino: ci sono siti alternativi. Bassolino: subito nuove discariche.

 

 

Prodi e Fioroni: "Le scuole riaprano" I sindaci: "Solo se togliete i rifiuti" (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica.it" del 06-01-2008)

Il parroco don Giuseppe Cipolletta celebra una messa davanti alla discarica di Pianura Il capo dello Stato: "E' una tragedia". Il vescovo di Pozzuoli: "Garanzie" Prodi e Fioroni: "Le scuole riaprano" I sindaci: "Solo se togliete i rifiuti" L'assessore regionale Gabriele: "Modificheremo il calendario per salvaguardare gli studenti" L'Italia dei Valori pronta a sfiduciare il governatore Antonio Bassolino Prodi e Fioroni: "Le scuole riaprano" I sindaci: "Solo se togliete i rifiuti" "/> La messa alla discarica NAPOLI - Una messa davanti alla discarica, dopo una notte di relativa calma. A Pianura gli abitanti del quartiere mantengono un presidio contro la riapertura decisa dal Prefetto. In serata circa mille persone con il sindaco Sauro Secone e alcuni sacerdoti hanno manifestato pacificamente in corteo. La zona è controllata dalla polizia. Da Bologna Romano Prodi invoca un ritorno alla normalità in Campania. A partire dalle scuole "di cui ho disposto la riapertura". "I bambini che stanno a casa - dice il premier - rimangono nelle zone con lo stesso inquinamento, e se in qualche scuola ci sarà una situazione di emergenza manderò stanotte a pulire intorno in modo che si possa riaprire la scuola". Poi un messaggio secco: "Il problema dei rifiuti deve essere risolto per sempre. Con il ministro dell'Interno abbiamo programmato una strategia di lungo periodo". Anche il ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni ribadisce che domani in Campania gli studenti torneranno regolarmente a scuola. E il ministro della Difesa Arturo Parisi dispone l'impiego di mezzi del Genio di Caserta per sgomberare gli ingressi delle scuole. Ma genitori e sindaci non sono d'accordo. E il sindaco di Caserta Nicodemo Petteruti afferma che l'ordinanza di chiusura è ancora in vigore. L'assessore regionale Gabriele assicura: "Modificheremo il calendario scolastico per non far perdere preziosi giorni di scuola agli studenti delle scuole che rimarranno chiuse". Fioroni: in Campania si torni a scuola. "Ho dato disposizioni, con il prefetto, il direttore scolastico regionale e d'intesa con le autorità regionali - ha detto il ministro Fioroni - affinché si predisponga ogni intervento necessario a far riaprire fin da domani tutte le scuole delle zone interessate dall'emergenza rifiuti in Campania. La scuola - ha spiegato Fioroni - è un bene primario e i ragazzi non possono esserne privati ed è soprattutto di fronte ad emergenze come quella che sta investendo la Campania che bisogna garantire servizi e i beni fondamentali". "Domani scuole aperte" ma genitori e sindaci dicono no. Ma la questione delle scuole diventa, ora dopo ora, un nuovo punto di tensione. Alcuni genitori affermano che domani mattina non manderanno in classe i loro figli negli istituti di Cercola: "Le finestre di alcune classi si trovano a pochi metri dai cumuli dei sacchetti maleodoranti e preferiamo, al momento non mandarli a scuola". Una situazione che il sindaco di San Giorgio a Cremano, Domenico Giorgiano, rimarca, invitando Prodi "a vedere di persona come stanno le cose". Parla di cumuli di rifiuti il primo cittadino e di rischi per gli alunni: "Se stanotte la situazione migliorerà revocherò la mia ordinanza. In caso contrario, resterà confermata la chiusura di tutti gli istituti di ogni ordine e grado". E anche a Quarto le scuole non apriranno i battenti. Mentre il sindaco di Volla, Salvatore Ricci, si dice disponibile a revocare il provvedimento di chiusura delle scuole nel suo comune, "a patto però - spiega - che sia tolta immediatamente la spazzatura davanti agli istituti. Dopo 15 anni di emergenza le promesse non ci bastano più". Modifiche al calendario scolastico. Il sindaco di Caserta, infine, Nicodemo Petteruti, interpellato sulle dichiarazioni del Presidente del Consiglio, Romano Prodi, si limita a confermare di "non aver ricevuto alcuna comunicazione ufficiale di eventuali provvedimenti che autorizzino la ripresa dell'attività scolastica". Le scuole di Caserta, pertanto, domani rimarranno chiuse. Tuttavia gli studenti delle scuole che in questi giorni rimarranno chiuse non perderanno "giorni preziosi", assicura l'assessore regionale all'Istruzione Corrado Gabriele: "Nell'intenzione di assicurare il pieno esercizio del diritto allo studio si disporrà domani stesso, nel rispetto delle competenze della giunta regionale la modifica del calendario scolastico per far sì che le scuole che non dovessero riaprire non perdano preziose giornate di lezione". Tuttavia Gabriele invita il governo a intervenire rapidamente "per ripulire i cumuli di rifiuti", se necessario anche con l'intervento dell'esercito. Idv: "Pronti a sfiduciare Bassolino". La questione rifiuti rischia di travolgere la giunta campana. Dall'Italia dei valori, dopo l'attacco di Antonio Di Pietro al presidente Antonio Bassolino, arriva una dura stoccata: "Non escludo la presentazione di una mozione di sfiducia al presidente Bassolino" dice il coordinatore regionale dell'Idv. Una mossa che mette a rischio il futuro del Governatore che da sette anni guida la regione. Nel frattempo il centrodestra non sta a guardare e inanella una serie di dichiarazioni con un unioc filo conduttore: via Bassolino e anche il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino. Don Cipolletta e il Presidente. "La gente va ascoltata, non bastonata - dice il parroco della chiesa di Sant'Antonio, don Giuseppe Cipolletta - noi siamo contro le violenze e le condanniamo. Ma interroghiamoci su chi promette da trent'anni il risanamento di questo quartiere". Ma anche il presidente della Repubblica Napolitano è tornato questa mattina sull'argomento: "Ho chiesto al governo di intervenire e il governo ha garantito il suo impegno. Quella dei rifiuti è una tragedia". E anche dal vescovo di Pozzuoli, Gennaro Pascarella, sono arrivate parole forti, contenute in un messaggio letto ai manifestanti nel corso della messa che si sta celebrando al presidio dinanzi alla discarica di Pianura: "Chiediamo precise garanzie alle autorità che hanno deciso la riapertura della discarica". Parole accolte dagli applausi dei contestatori. Duro l'attacco a chi avrebbe dovuto risolvere il problema e non l'ha fatto. Il vescovo ha sollecitato che siano accertate "le responsabilità a tutti i livelli". Poi l'appello a non alimentare la tensione condannando "la violenza da ogni parte". Calcio, il Pianura non esulta. E' finita 1-0 per i padroni di casa la partita di calcio della serie Eccellenza tra il Pianura e il Succivo. In segno di solidarietà con il quartiere che protesta contro la discarica dei Pisani, la squadra di casa al momento del gol decisivo per la vittoria non ha esultato mentre la società sportiva aveva deciso l'ingresso gratuito allo stadio che si trova a poche centinaia di metri dalla discarica dei Pisani. (6 gennaio 2008.

 

 

Rifiuti/ Napolitano: "Tragedia da risolvere". Calderoli: "E' la Repubblica delle bucce di banane (sezione: Monnezze)

( da "Affari Italiani (Online)" del 06-01-2008)

" Domenica 06.01.2008 18:11 --> LO SPECIALE DI AFFARI "Tutti parlano ma nessuno fa nulla. Si renda pubblico un albo con i nominativi dei proprietari e dei consigli di amministrazione della aziende coinvolte nella raccolta rifiuti. Scopriremo parenti e amici di politici e governanti". E' quanto sostiene l'eurodeputato del Pdci Marco Rizzo. Forum/ Emergenza monnezza a Napoli, che fare? Clicca e di' la tua! Monnezza/ Ecco come tra Campania e Molise le ecoballe spaccano i piccoli comuni Rifiuti/ Napoli, tensione e scontri. Napolitano: sono allarmato, penso che il governo prenderà iniziative Rifiuti/ Commissione Ue, risposta Italia insufficiente Napoli/ Esplode fabbrica clandestina di botti, due ragazzi feriti Rifiuti/ Commissariamenti e poche discariche, ecco l'origine della crisi Monnezza, la Iervolino pesi le parole , di G. Morello Se la munnezza finisce ai saldi , di A. D'Anna Napoli, sporca per... Costituzione , di G. De Felice Interverrà l'esercito, per liberare le scuole dall'assedio delle tonnellate di rifiuti nei comuni del napoletano. Lo ha fatto sapere il Ministro della Difesa, Arturo Parisi. Chiamato in causa dal Presidente del Consiglio sulla "persistente grave emergenza rifiuti in Campania - spiega una nota del ministero - ha assicurato la massima disponibilità ed ha disposto l'impiego di mezzi del 21 Reggimento Genio di Caserta per concorrere alle operazioni di sgombero di ingressi delle scuole". "I mezzi specialistici del Genio Militare - aggiunge - sono pronti ad intervenire, con due ore di preavviso, su richiesta dell'Autorità Prefettizia". Calderoli: "Siamo la Repubblica delle bucce di... banane. Napoli? Non è Italia" "Il presidente della Repubblica, complice un ascesso resta a Capri, come fece l'imperatore Tiberio, il presidente del Consiglio, dopo le performances modello Yeti sulle Dolomiti, si è ritirato nella sua Bologna e, dulcis in fundo, l'assessore regionale all'Ambiente della Campania, Luigi Nocera, è da dieci giorni in vacanza a Praga mentre a casa sua si brucia l'immondizia, si attaccano le forze dell'ordine e persino le ambulanze". Lo afferma Roberto Calderoli, Vice Presidente del Senato e Coordinatore della Lega Nord, secondo il quale "i rifiuti di Napoli sono il simbolo della vergogna, ma neanche gli uomini delle istituzioni scherzano per il loro impegno e le loro assenze". "Ma come può un assessore all'Ambiente - sottolinea Calderoli - essere assente ed essere in vacanza all'estero con quello che sta accadendo a casa propria e pensare poi di restare al suo posto? Dalla Repubblica delle banane stiamo diventando la Repubblica delle bucce di banane". Poi va già duro: "Tutto quello che sta succedendo dimostra che Napoli non è Italia. Siamo di fronte ad un Paese che accetta di avere al suo interno un'enclave extraterritoriale, dove le leggi dello Stato non valgono. Ma un Paese che accetta che lo stato di diritto venga fatto rispettare solo in una parte sì e in altre no cessa di essere uno Stato di diritto e cessa, pertanto, anche di essere uno Stato. E quando non c'è più lo Stato di diritto, per alcune aree del Paese, allora è giusto che anche le altre aree abbiano la possibilità di decidere cosa fare". E conclude: "Ci si sarebbe aspettati che i manifestanti andassero a protestare sotto casa di Bassolino, della Iervolino e di tutti quelli che in questi anni si sono arricchiti con i rifiuti, ma evidentemente non occorre solo rimuovere gli amministratori per risolvere questi annosi problemi ma va cambiato il dna dei napoletani e il loro modo di ragionare". Pronta la risposta dell'assessore all'Ambiente della Regione Campania, Luigi Nocera: "Mi meraviglio che Calderoli assuma oggi posizioni tanto nette. Mi chiedo dove si trovasse fino ad oggi, quando la gestione commissariale faceva capo a un governo di centrodestra e quando i rifiuti tossici venivano trasportati dal Nord verso la nostra regione". E puntualizza: "A proposito della mia assenza, faccio notare a Calderoli che la notizia secondo cui sarei stato dieci giorni all'estero non risponde al vero: mi sono allontanato per motivi familiari solo per due giorni. Un brevissimo periodo in cui, comunque, mi sono sempre tenuto costantemente aggiornato sull'evolversi della situazione". Poi aggiunge: "Per il resto, l'assessorato Ambiente della Regione Campania ha sempre assicurato al Commissariato piena collaborazione istituzionale, compiendo tutte le azioni che poteva attuare pur nell'ambito di una gestione che, come Calderoli saprà, è commissariale e che, di fatto, sottrae la competenza alla Regione. Per questo le critiche di Calderoli sono assolutamente pretestuose". Di Pietro pronto a sfiduciare la giunta campana La questione rifiuti rischia di travolgere la giunta campana. Dall'Italia dei valori, dopo l'attacco di Antonio Di Pietro al presidente Antonio Bassolino, arriva ora una stoccata molto pesante: "Non escludo la presentazione di una mozione di sfiducia al presidente Bassolino" dice il coordinatore regionale dell'Idv. Una mossa che mette a rischio il futuro del Governatore che da sette anni guida la regione. Nel frattempo i maggiori esponenti del centrodestra sembrano tutti uniti: via Bassolino e anche il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino. (SEGUE - Napolitano: "Tragedia da risolvere". Prodi e Fioroni: "Riapriremo le scuole". I Sindaci. "Solo se la situazione migliora". E il Vescovo va all'attacco delle Istituzioni) --> pagina successiva >>.

 

 

RIFIUTI/ CARFAGNA: DE GENNARO COMMISSARIO DELLA REGIONE CAMPANIA (sezione: Monnezze)

( da "Virgilio Notizie" del 06-01-2008)

06-01-2008 18:39 Gasparri d'accordo: importante Bassolino e Iervolino vadano via Roma, 6 gen. (Apcom) - Gianni De Gennaro commissario della Regione Campania: la proposta la lancia, da 'Domenica In', la deputata di Forza Italia Mara Carfagna. E il collega di An Maurizio Gasparri subito l'appoggia. "Mi appello al capo dello Stato - dice la Carfagna, secondo quanto riferisce una nota dell'ufficio stampa della trasmissione di Raiuno - per risolvere l'emergenza rifiuti in Campania. E' necessario il commissariamento della Regione e la nomina di un commissario con pieni poteri: un nome adatto è quello di Gianni De Gennaro, già capo della Polizia". Secondo l'esponente di Fi, il commissario deve "riportare in 2-3 anni la situazione alla normalità". "De Gennaro e' un ottimo candidato a ricoprire il ruolo di commissario straordinario della Regione Campania", concorda Gasparri, secondo il quale "l'importante è che Bassolino e la Iervolino abbiamo il buon gusto di farsi da parte". "La situazione in Campania - sostiene l'esponente di An - è incandescente. Tanto che a mio avviso, la Procura di Napoli dovrebbe occuparsi di più di quello che succede nella regione, anzinchè intercettare telefonate innocue di dirigenti Rai che parlano di vallette e ballerine". Gasparri boccia il vertice convocato da Prodi per l'emergenza rifiuti, previsto domani a Palazzo Chigi. "L'unica salvezza per il paese - dice - è che il Governo Prodi vada a casa e che si torni rapidamente alle urne".

 

 

"Quando quel boss mi disse: per noi la monnezza è oro" (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica.it" del 06-01-2008)

L'intervista. Franco Roberti, capo del pool anticamorra della procura di Napoli: 15 anni fa tutto già chiaro "Quando quel boss mi disse: per noi la monnezza è oro" "Dice bene Saviano: indagare sul sistema dei consorzi tra pubblico e privato" di GIOVANNI MARINO "Quando quel boss mi disse: per noi la monnezza è oro""/> Franco Roberti NAPOLI - Fu il primo a capirlo. Il primo a riceverne diretta conferma. "Dotto', non faccio più droga. No, adesso ho un altro affare. Rende di più e soprattutto si rischia molto meno. Si chiama monnezza, dotto'. Perché per noi la monnezza è oro". Il procuratore Franco Roberti ascoltò quelle parole nel carcere di Vicenza, dicembre 1992. Lì il boss del Rione Traiano, Nunzio Perrella, aveva deciso di pentirsi. "L'inchiesta che ne derivò - ricorda il capo del pool anticamorra della Procura di Napoli - svelò come le cosche lucravano sui rifiuti. C'era tutto già allora: imprese mafiose mascherate, amministratori corrotti dalle tangenti, controlli inesistenti, territori avvelenati. Un segnale d'allarme che non fu colto dalla politica". Squilla il telefono al dodicesimo piano del grattacielo dei pm. È un sabato di lavoro, perché la camorra non si ferma per i week-end. Ventiquattr'ore prima c'è stato un delitto: 10 colpi contro un pregiudicato. Roberti risponde, dà direttive. Quindi riprende: "Assisto a uno scaricabarile vergognoso, se Napoli nel 2008 rappresenta questo scenario apocalittico nessuno può dirsi immune da colpe". Procuratore Roberti, perché per la camorra è meno rischioso e più redditizio infiltrarsi nel settore dei rifiuti? "Perché i rifiuti sono una emergenza infinita. E dove c'è una emergenza c'è il crimine organizzato. Perché emergenza è, giocoforza, sinonimo di attenuazione o evanescenza dei controlli di legalità: si rischia meno e si guadagna di più. Lo scrittore Saviano, ieri su Repubblica, ha illustrato come agiscono i camorristi". Saviano parla del sistema dei consorzi, vero cavallo di Troia per entrare nel business dell'immondizia. "I consorzi pubblico-privato, già. È stato da noi accertato che nella provincia di Caserta un consorzio, un esponente del Commissariato ai rifiuti e le cosche facevano affari. Lo scrittore ha pertinentemente citato, poi, il fatto che questo intreccio di illegalità ha scaricato sulla gestione commissariale un costo di nove milioni di euro. Una bella cifra, ma poco rispetto al business illegale reale". Ha una stima del guadagno illecito? "Cifre enormi. Solo per avvicinarci basti pensare a quanto c'è in ballo: scrive la commissione bicamerale d'inchiesta guidata dal senatore Barbieri che a oggi il costo totale della prima fase del ciclo dei rifiuti si aggira tra i 500 e i 600 milioni di euro l'anno. Ragionando solo su questo dato si ha una idea del profitto che i clan traggono". Ma dove più s'infiltrano? "Le cosche sono dappertutto nell'emergenza rifiuti: nella prima fase, in quella intermedia, nella finale". Chi è il padrino dei rifiuti? "La cosca dei Casalesi su tutti. In città, i clan di Rione Traiano e di Pianura". Pianura, dove molti dicono che c'è la camorra a spingere perché prevalga la violenza. "La camorra ha interesse ad agitare la protesta e a mantenere la situazione emergenziale che le porta guadagni". Cosa fare per uscire dai giorni più bui di Napoli? "Primo: investire il governo della questione con totale assunzione di responsabilità. Sinora con il Commissariato si è verificata una delega piena a livello locale ma il Commissariato si è rivelato un carrozzone capace di inghiottire cifre spaventose senza risolvere il problema, anzi, aggravandolo. Secondo: bisogna realizzare subito il termovalorizzatore. Possibile che manchi ancora il 15 per cento della sua costruzione? E la raccolta differenziata: 150 Comuni campani sono in linea con la media nazionale, perché gli altri non lo sono?". Perché sinora tutto ciò non si è fatto? "Perché per fare certe scelte in politica bisogna assumersi sino in fondo le proprie responsabilità, anche a costo di rischiare la poltrona e il consenso elettorale". E la magistratura poteva fare di più? "Non su questo. Siamo stati i primi, nessuno ha voluto trarne insegnamento. Al punto che ora stiamo pensando di attivare un circuito informativo più forte. Noi siamo legati al segreto ma l'articolo 118 del codice di procedura penale ci consente di informare in via riservata il ministro dell'Interno di fatti indispensabili per la prevenzione dei delitti più gravi". L'opposizione chiede le dimissioni di Bassolino e Iervolino. "Dico solo che se un politico ammette le proprie responsabilità dovrebbe poi trarne le conseguenze. Ma basta polemiche. Cito Machiavelli: scrivendo di Napoli disse che ci sarebbe voluta la "mano regia": un potere irresistibile per ripristinare ordine e legalità. Roma si muova, non c'è più tempo". (6 gennaio 2008.

 

 

Rifiuti/ Interviene l'esercito. Napolitano: "Tragedia da risolvere". Calderoli: "E' la Repubblica delle bucce di banane (sezione: Monnezze)

( da "Affari Italiani (Online)" del 06-01-2008)

" Domenica 06.01.2008 19:35 --> LO SPECIALE DI AFFARI "Tutti parlano ma nessuno fa nulla. Si renda pubblico un albo con i nominativi dei proprietari e dei consigli di amministrazione della aziende coinvolte nella raccolta rifiuti. Scopriremo parenti e amici di politici e governanti". E' quanto sostiene l'eurodeputato del Pdci Marco Rizzo. Forum/ Emergenza monnezza a Napoli, che fare? Clicca e di' la tua! Monnezza/ Ecco come tra Campania e Molise le ecoballe spaccano i piccoli comuni Rifiuti/ Napoli, tensione e scontri. Napolitano: sono allarmato, penso che il governo prenderà iniziative Rifiuti/ Commissione Ue, risposta Italia insufficiente Napoli/ Esplode fabbrica clandestina di botti, due ragazzi feriti Rifiuti/ Commissariamenti e poche discariche, ecco l'origine della crisi Monnezza, la Iervolino pesi le parole , di G. Morello Se la munnezza finisce ai saldi , di A. D'Anna Napoli, sporca per... Costituzione , di G. De Felice Interverrà l'esercito, per liberare le scuole dall'assedio delle tonnellate di rifiuti nei comuni del napoletano. Lo ha fatto sapere il Ministro della Difesa, Arturo Parisi. Chiamato in causa dal Presidente del Consiglio sulla "persistente grave emergenza rifiuti in Campania - spiega una nota del ministero - ha assicurato la massima disponibilità ed ha disposto l'impiego di mezzi del 21 Reggimento Genio di Caserta per concorrere alle operazioni di sgombero di ingressi delle scuole". "I mezzi specialistici del Genio Militare - aggiunge - sono pronti ad intervenire, con due ore di preavviso, su richiesta dell'Autorità Prefettizia". Calderoli: "Siamo la Repubblica delle bucce di... banane. Napoli? Non è Italia" "Il presidente della Repubblica, complice un ascesso resta a Capri, come fece l'imperatore Tiberio, il presidente del Consiglio, dopo le performances modello Yeti sulle Dolomiti, si è ritirato nella sua Bologna e, dulcis in fundo, l'assessore regionale all'Ambiente della Campania, Luigi Nocera, è da dieci giorni in vacanza a Praga mentre a casa sua si brucia l'immondizia, si attaccano le forze dell'ordine e persino le ambulanze". Lo afferma Roberto Calderoli, Vice Presidente del Senato e Coordinatore della Lega Nord, secondo il quale "i rifiuti di Napoli sono il simbolo della vergogna, ma neanche gli uomini delle istituzioni scherzano per il loro impegno e le loro assenze". "Ma come può un assessore all'Ambiente - sottolinea Calderoli - essere assente ed essere in vacanza all'estero con quello che sta accadendo a casa propria e pensare poi di restare al suo posto? Dalla Repubblica delle banane stiamo diventando la Repubblica delle bucce di banane". Poi va già duro: "Tutto quello che sta succedendo dimostra che Napoli non è Italia. Siamo di fronte ad un Paese che accetta di avere al suo interno un'enclave extraterritoriale, dove le leggi dello Stato non valgono. Ma un Paese che accetta che lo stato di diritto venga fatto rispettare solo in una parte sì e in altre no cessa di essere uno Stato di diritto e cessa, pertanto, anche di essere uno Stato. E quando non c'è più lo Stato di diritto, per alcune aree del Paese, allora è giusto che anche le altre aree abbiano la possibilità di decidere cosa fare". E conclude: "Ci si sarebbe aspettati che i manifestanti andassero a protestare sotto casa di Bassolino, della Iervolino e di tutti quelli che in questi anni si sono arricchiti con i rifiuti, ma evidentemente non occorre solo rimuovere gli amministratori per risolvere questi annosi problemi ma va cambiato il dna dei napoletani e il loro modo di ragionare". Pronta la risposta dell'assessore all'Ambiente della Regione Campania, Luigi Nocera: "Mi meraviglio che Calderoli assuma oggi posizioni tanto nette. Mi chiedo dove si trovasse fino ad oggi, quando la gestione commissariale faceva capo a un governo di centrodestra e quando i rifiuti tossici venivano trasportati dal Nord verso la nostra regione". E puntualizza: "A proposito della mia assenza, faccio notare a Calderoli che la notizia secondo cui sarei stato dieci giorni all'estero non risponde al vero: mi sono allontanato per motivi familiari solo per due giorni. Un brevissimo periodo in cui, comunque, mi sono sempre tenuto costantemente aggiornato sull'evolversi della situazione". Poi aggiunge: "Per il resto, l'assessorato Ambiente della Regione Campania ha sempre assicurato al Commissariato piena collaborazione istituzionale, compiendo tutte le azioni che poteva attuare pur nell'ambito di una gestione che, come Calderoli saprà, è commissariale e che, di fatto, sottrae la competenza alla Regione. Per questo le critiche di Calderoli sono assolutamente pretestuose". Di Pietro pronto a sfiduciare la giunta campana La questione rifiuti rischia di travolgere la giunta campana. Dall'Italia dei valori, dopo l'attacco di Antonio Di Pietro al presidente Antonio Bassolino, arriva ora una stoccata molto pesante: "Non escludo la presentazione di una mozione di sfiducia al presidente Bassolino" dice il coordinatore regionale dell'Idv. Una mossa che mette a rischio il futuro del Governatore che da sette anni guida la regione. Nel frattempo i maggiori esponenti del centrodestra sembrano tutti uniti: via Bassolino e anche il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino. (SEGUE - Napolitano: "Tragedia da risolvere". Prodi e Fioroni: "Riapriremo le scuole". La rabbia dei sindaci. E il Vescovo va all'attacco delle Istituzioni) --> pagina successiva >>.


 

 

ARTICOLI DEL 5 GENNAIO 2008

Rifiuti, sassi contro la polizia Napolitano: "Interverrà il governo" ( da "Repubblica.it" del 05-01-2008)

Napoli, i centri sociali occupano il Comune ( da "Corriere.it" del 05-01-2008)

Rifiuti, 21 manichini impiccati a Napoli ( da "Corriere.it" del 05-01-2008)

In Campania si perde comunque ( da "EUROPA.it" del 05-01-2008)

Napolitano: "Il governo interverrà" ( da "Quotidiano.net" del 05-01-2008)

Napolitano sui rifiuti: il governo interverrà Bufera su Bassolino: non lascio la presidenza ( da "Piccolo di Trieste, Il" del 05-01-2008)

La munnezza / 1 Grazie cari politici Ci sarà qualche malalingua che dir&# ( da "Stampa, La" del 05-01-2008)

Le lancette del tempo scorrono inesorabilmente anche in una città, Napoli, dove sembra che il t ( da "Stampa, La" del 05-01-2008)

Napolitano 'allarmato'. Ma Sul caos rifiuti interviene anche Prodi: ora ci penserà il ( da "Giorno, Il (Nazionale)" del 05-01-2008) + 2 altre fonti

IERVOLINO Dal sindaco una telefonata ai dimostranti: Sono con voi . E allora venga qui . Bassolino: Io non lascio ( da "Giorno, Il (Nazionale)" del 05-01-2008) + 2 altre fonti

Di NINO FEMIANI - NAPOLI - IL PRESIDENTE della Repubblica string ( da "Giorno, Il (Nazionale)" del 05-01-2008) + 2 altre fonti

GUERRIGLIA LA RABBIA DEI MANIFESTANTI SFOCIA IN RAID TEPPISTICI E MINACCE. E IL PRESIDIO NON SI SCIOGLIE 0 A Pianura, sassi e molotov contro il commissariato ( da "Giorno, Il (Nazionale)" del 05-01-2008) + 2 altre fonti

Ancora vandalismi e macabri avvertimenti - ferruccio fabrizio ( da "Provincia Pavese, La" del 05-01-2008)

Emergenza rifiuti in campania Il premier annuncia l'intervento del governo. Il sindaco di Napoli contro il prefetto ( da "Libertà" del 05-01-2008)

Sabotaggi e assalti ai bus, è guerra a Pianura ( da "Libertà" del 05-01-2008)

Rifiuti, molotov e bus a fuoco napolitano: interverrà lo stato ( da "Tirreno, Il" del 05-01-2008)

Napolitano: Sono allarmato ( da "Giornale di Brescia" del 05-01-2008)

Caos rifiuti, assalto al commissariato bombe carta e sassi contro la polizia - stella cervasio ( da "Repubblica, La" del 05-01-2008)

Palazzo chigi sconfessa il sindaco "sbagliato attaccare il prefetto" - roberto fuccillo ( da "Repubblica, La" del 05-01-2008)

Rifiuti, tutti contro tutti ( da "Repubblica, La" del 05-01-2008)

<Bassolino se ne vada e intervenga l'Esercito> ( da "Secolo XIX, Il" del 05-01-2008)

Ventuno manichini impiccati protesta choc, si spacca an - bianca de fazio ( da "Repubblica, La" del 05-01-2008)

Bassolino, stoccata al commissario ( da "Repubblica, La" del 05-01-2008)

"la crisi è allarmante il governo interverrà" - angelo carotenuto ( da "Repubblica, La" del 05-01-2008)

Rifiuti, proteste choc Quirinale in allarme ( da "Arena, L'" del 05-01-2008)

Rifiuti, proteste shock Quirinale in allarme ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 05-01-2008)

Rifiuti, violenza a Napoli L'allarme del Quirinale ( da "Arena, L'" del 05-01-2008)

Proteste choc L'allarme del Quirinale ( da "Giornale di Vicenza, Il" del 05-01-2008)

Prodi a Napolitano: <Ci penserà il governo> ( da "Gazzetta del Sud" del 05-01-2008)

Napolitano allarmato: interverrà il governo - andrea palombi ( da "Nuova Sardegna, La" del 05-01-2008) + 3 altre fonti

Ancora vandalismi e macabri avvertimenti - ferruccio fabrizio ( da "Nuova Sardegna, La" del 05-01-2008) + 2 altre fonti

Napolitano allarmato: interverrà il governo - andrea palombi ( da "Tirreno, Il" del 05-01-2008)

Ancora vandalismi e macabri avvertimenti - ferruccio fabrizio ( da "Tirreno, Il" del 05-01-2008)

A Napoli fantocci impiccati firmati An Protesta choc contro il governatore e la Iervolino. Ma il partito si spacca ( da "Unita, L'" del 05-01-2008)

Caos rifiuti, Napolitano accusa Il capo dello Stato allarmato per la crisi di Napoli: Il governo interverrà Bassolino: Non mollo . Ancora roghi e proteste, gravi provocazioni di An ( da "Unita, L'" del 05-01-2008)

Liti all'ombra dei rifiuti ( da "Unita, L'" del 05-01-2008)

"Impiccati" Bassolino e la Jervolino ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 05-01-2008)

La camorra è implicata ma politici locali colpevoli ( da "Eco di Bergamo, L'" del 05-01-2008)

Caos rifiuti, Prodi: ora basta, ci pensa il governo ( da "Eco di Bergamo, L'" del 05-01-2008)

Analisi la storia dei rifiuti napoletani, iniziata con la prima emergenza del '94 ( da "Riformista, Il" del 05-01-2008)

Pianura, il coprifuoco dei <duri> ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 05-01-2008)

BLOCCATI DALL'OLIGARCHIA ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 05-01-2008)

Bassolino: <Non lascio, c'è ancora bisogno di me> ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 05-01-2008)

Bufera su Bassolino Ma lui: resto al mio posto ( da "Corriere della Sera" del 05-01-2008)

Manichini impiccati: slogan contro il sindaco e il governatore ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 05-01-2008)

Caos rifiuti, Napolitano allarmato ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 05-01-2008)

La risorsa ecoballe? Una montagna inutile ( da "Sole 24 Ore, Il" del 05-01-2008)

Napolitano allarmato: Interverrà il governo ( da "Corriere delle Alpi" del 05-01-2008) + 9 altre fonti

Ancora vandalismi e macabri avvertimenti ( da "Corriere delle Alpi" del 05-01-2008) + 9 altre fonti

Scaricabarile. In questi giorni è lo sport preferito ( da "Tempo, Il" del 05-01-2008)

Rifiuti, la protesta-choc. Manichini impiccati per Iervolino e Bassolino pag.1 ( da "Giornale.it, Il" del 05-01-2008)

Sassi e bombe: ecco chi guida la rivolta ( da "Giornale.it, Il" del 05-01-2008)

Rifiuti, la protesta-choc. Manichini impiccati per Iervolino e Bassolino ( da "Giornale.it, Il" del 05-01-2008)

Rifiuti, Napolitano è allarmato ( da "Adige, L'" del 05-01-2008)

Scontri e roghi contro la discarica in arrivo 2.000 tonnellate di rifiuti ( da "Messaggero Veneto, Il" del 05-01-2008)

Rifiuti a napoli, interverrà il governo ( da "Messaggero Veneto, Il" del 05-01-2008)

"Dietro la guerriglia gli spazzini della camorra" ( da "Stampaweb, La" del 05-01-2008)

ROMA - Possibile che in Italia si continui a pensare che i problemi si risolvono con l ( da "Messaggero, Il (Metropolitana)" del 05-01-2008)

ROMA - Possibile che in Italia si continui a pensare che i problemi si risolvono con l ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 05-01-2008) + 8 altre fonti

Gruppi di estremisti hanno impiccato agli alberi della cittàventuno manichini, alcuni con i nomi della Iervolino e di Bassolino ( da "Messaggero, Il (Ostia)" del 05-01-2008) + 1 altra fonte

Gruppi di estremisti hanno impiccato agli alberi della cittàventuno manichini, alcuni con i nomi della Iervolino e di Bassolino ( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 05-01-2008) + 7 altre fonti

I rifiuti allarmano Napolitano ( da "Manifesto, Il" del 05-01-2008)

Iervolino ai manifestanti: Sto con voi, ma sono sola ( da "Manifesto, Il" del 05-01-2008)

LA VOGLIA DI IMPICCARLI ( da "Libero" del 05-01-2008)

Dall'energia Pecoraia all'abominevole sciatore, il circo di governo ( da "Libero" del 05-01-2008)

Indagini per disastro ambientale ( da "Libero" del 05-01-2008)

Paradosso spazzini: per uno a Milano ce ne sono 25 a Napoli ( da "Libero" del 05-01-2008)

Con la spazzatura si sta bruciando la democrazia ( da "Libero" del 05-01-2008)

La rivolta dei napoletani Impiccato 'o re Bassolino ( da "Libero" del 05-01-2008)

Garbage piles up as dumps are shut in Naples ( da "Boston Globe, The" del 05-01-2008)

Naples residents find themselves in a mess ( da "Los Angeles Times, The" del 05-01-2008)

RIFIUTI/ DE GREGORIO:25/1 AL VIA RICHIESTA RISARCIMENTO A REGIONE ( da "Virgilio Notizie" del 05-01-2008)

Rubano il Bambinello dal presepe e chiedono il riscatto ( da "Quotidiano.net" del 05-01-2008)

Rifiuti: alta tensione a Napoli, scontri con le forze dell'ordine ( da "Velino.it, Il" del 05-01-2008)

I rifiuti restano. Bassolino pure ( da "Padania, La" del 05-01-2008)

La Parola ai lettori ( da "Padania, La" del 05-01-2008)

Rifiuti, proteste choc Quirinale in allarme ( da "Arena.it, L'" del 05-01-2008)

NON SOFFIARE SUL FUOCO ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 05-01-2008) + 1 altra fonte

RIFIUTI, LA GUERRA DI PIANURA ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 05-01-2008) + 1 altra fonte

RIFIUTI: CARFAGNA (FI), NEMMENO SINISTRA DIFENDE PIU' BASSOLINO ( da "Asca" del 05-01-2008)

Proteste choc L'allarme del Quirinale ( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 05-01-2008)

Rifiuti, proteste shock Quirinale in allarme ( da "Brescia Oggi" del 05-01-2008)

Rifiuti, violenza a Napoli L'allarme del Quirinale ( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 05-01-2008) + 1 altra fonte

Rifiuti; Gargani (FI): "La Regione Campania va commissariata" ( da "Salerno notizie" del 05-01-2008)

BASSOLINO SOTTO ASSEDIO MA NON MI DIMETTO ( da "Mattino, Il (Caserta)" del 05-01-2008)

PAGARE LA TARSU è UNA VERA BEFFA ( da "Mattino, Il (Avellino)" del 05-01-2008)

PIANURA, RAID CON LE MOLOTOV ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 05-01-2008)

NAPOLITANO ALLARMATO: IL GOVERNO INTERVERRà ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 05-01-2008)

INFERNO PIANURA, ALLARME INFILTRAZIONI ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 05-01-2008) + 4 altre fonti

CDR E INCENERITORE, SI STRINGONO I TEMPI PER L'APPALTO. ALTRE CORDATE INTENZIONATE A PARTECIPARE ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 05-01-2008) + 5 altre fonti

IL REPORTAGE ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 05-01-2008) + 5 altre fonti

PAOLO RUSSO PIANURA, ULTIMO ATTO. L'EPILOGO DI QUESTA DISGRAZIATA POLITICA DELLA NOSTRA REG ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 05-01-2008) + 6 altre fonti

BASSOLINO SOTTO ASSEDIO MA NON MI DIMETTO ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 05-01-2008) + 5 altre fonti

Protesta choc nel centro di Napoli Manichini impiccati lungo le strade ( da "Gazzettino, Il" del 05-01-2008)

Di Ario Gervasutti Per contenere ( da "Gazzettino, Il" del 05-01-2008)

Napolitano: <Allarmato per l'emergenza rifiuti> ( da "Gazzettino, Il" del 05-01-2008)

Di Pietro e Casini: "Bassolino si dimetta". La Carfagna: "E' un bonapartista, se ne vada" ( da "Giornale.it, Il" del 05-01-2008)

Emergenza rifiuti, da magistratura e politica un coro: Via Bassolino ( da "Velino.it, Il" del 05-01-2008)

RIFIUTI/ BRAMBILLA: IERVOLINO VADA VIA E PAGHI I DANNI ( da "Virgilio Notizie" del 05-01-2008)

RIFIUTI/ GARGANI: COMMISSARIARE REGIONE, INTERVENGA NAPOLITANO ( da "Virgilio Notizie" del 05-01-2008)

Rifiuti, ancora scontri a Pianura: 10 feriti La folla assalta anche due ambulanze ( da "TGCom" del 05-01-2008)

Monnezza ( da "Affari Italiani (Online)" del 05-01-2008)

Monnezza pag.1 ( da "Affari Italiani (Online)" del 05-01-2008)

Rifiuti/ Pianura, ancora scontri e feriti. Sassi e bulloni contro gli agenti ( da "Affari Italiani (Online)" del 05-01-2008)

RIFIUTI: BONDI, BASSOLINO E IERVOLINO RESPONSABILI SI DIMETTANO ( da "ADN Kronos" del 05-01-2008)

<Non si può riaprire una discarica a cuor leggero, rischiando di tornare indietro di 17 anni>. Cioè al '94, anno in cui la discarica di Pianura, gestita dalla Camorra, fu chiusa. A ( da "Liberazione" del 05-01-2008)

Antonella Palermo ( da "Liberazione" del 05-01-2008)

RIFIUTI/ CALDEROLI: NAPOLI NON E' ITALIA,NON C'E' STATO DI DIRITTO ( da "Virgilio Notizie" del 05-01-2008)

Rifiuti: alta tensione a Pianura, Prodi annuncia iniziative (3) ( da "Velino.it, Il" del 05-01-2008)

Rifiuti: alta tensione a Pianura, Prodi annuncia iniziative (2) ( da "Velino.it, Il" del 05-01-2008)

Rifiuti: alta tensione a Pianura, Prodi annuncia iniziative ( da "Velino.it, Il" del 05-01-2008)

Rifiuti: Calderoli, Napoli non è in Italia ( da "KataWeb News" del 05-01-2008)

Roghi e manichini impiccati Esplode la Napoli dei rifiuti Protesta choc: appesi agli alberi fantocci raffiguranti governatore e sindaco Napolitano si dice allarmato, Bassolino nel ( da "Provincia di Como, La" del 05-01-2008)

 

 

Articoli

Rifiuti, sassi contro la polizia Napolitano: "Interverrà il governo" (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica.it" del 05-01-2008)

A Pianura è guerriglia, bombe carta contro il commissariato, assalto ai camion dei pompieri Il capo dello Stato: "Sono allarmato. Con Prodi per intervento al massimo livello" Rifiuti, sassi contro la polizia Napolitano: "Interverrà il governo" In corso Umberto i fantocci "impiccati" contro Bassolino e Iervolino Rifiuti, sassi contro la polizia Napolitano: "Interverrà il governo""/> Uno dei manichini appesi a Napoli NAPOLI - E' guerriglia a Pianura per la discarica che il commissario vorrebbe riaprire. Contro il commissariato di polizia del quartiere sono stati lanciati sassi e alcune bombe carta. Vetri in frantumi, ma nessun ferito. Presa d'assalto anche un'autopompa dei vigili del fuoco. Danneggiate alcune radio portatili in uso ai pompieri. Aggredito un cineoperatore della Rai, contuso ad una gamba. Le forze dell'ordine hanno fermato anche un uomo sorpreso a caricare sei bottiglie molotov su un autocarro parcheggiato nei pressi della ex discarica. Nella scorsa notte sabotare le pale meccaniche all'interno dell'impiano di discarica. Una cinquantina gli interventi dei pompieri per spegnere i roghi appiccati ai cumuli di spazzatura che ingombrano le strade della provincia soprattutto nella zona vesuviana e in quella flegrea. Napolitano "allarmato". Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si dice "non preoccupato, ma "allarmato": "Penso che il governo prenderà un'iniziativa al massimo livello. Sono d'accordo con il presidente del Consiglio e con i ministri di Interni e Ambiente sul fatto che ci sia un'assunzione di responsabilità precisa per sbloccare la situazione". Palazzo Chigi: "Unità delle istituzioni". Palazzo Chigi in una nota richiama alla "grande e ferma unità delle istituzioni a sostegno delle azioni, ineludibili e necessarie, intraprese sul fronte dei rifiuti", parla di "gruppi estremisti" che "hanno cercato e cercano di alzare barricate di dissenso" e sottolinea che il governo "fa sua la garanzia che ciascuno dei siti, a partire da Pianura, sia rigorosamente destinato all'autosufficienza locale". Fantocci "impiccati". Macabra provocazione di alcuni esponenti di An: ventuno manichini impiccati agli alberi e ai pali della luce sono comparsi all'alba lungo corso Umberto a Napoli. GUARDA LE FOTO Su ogni fantoccio, un manifesto listato a lutto contro l'emergenza rifiuti e altri problemi della città. In mattinata alcuni dei manichini sono stati rimossi. Sotto accusa il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino e il sindaco Rosa Russo Iervolino. Uno dei fantocci è stato appeso nei pressi dell'abitazione del sindaco. Nuovi blocchi stradali. Dopo Pianura, nuovi blocchi sono in atto a Pozzuoli, da parte dei residenti di località Montagna Spaccata, San Martino e San Vito, contro la riapertura della discarica di contrada Pisani. Bloccata l'uscita della tangenziale di via Campana con l'arteria che collega Pozzuoli con l'hinterland flegreo, via Fascione, la bretella Solfatara Arco Felice. I dimostranti hanno riversato sulle carreggiate cassonetti e sacchetti dei rifiuti. Chiusi numerosi negozi della zona. Lo spettro della camorra. Dietro la protesta, secondo una denuncia fatta da An, si nasconderebbe la mano della camorra i cui interessi sarebbero toccati dalla riapertura della discarica dei Pisani. "A rischio - spiega il consigliere regionale Diodato - c'è certamente l'utilizzo dell'area dei Pisani come sversatoio abusivo, ovvero un milione e mezzo di metri quadrati che sarebbero sottratti alla malavita". Allarme del Wwf. La riapertura della discarica di Pianura, a 50 metri in linea d'aria dalla Riserva naturale degli Astroni, è uno scempio per la salute dei cittadini e dell'ambiente. E' quanto afferma il Wwf in una nota. La discarica ricade nel territorio del Parco regionale dei Campi Flegrei e confina con la Riserva gestita dal Wwf Italia. GUARDA LA MAPPA Contraria alla discarica la giunta del Parco per il possibile impatto sull'ultimo corridoio ecologico di collegamento tra gli Astroni (Zona di protezione speciale) e il Parco metropolitano delle colline di Napoli. Il Wwf chiede al ministro dell'ambiente un intervento che scongiuri i danni derivanti dalla discarica. La polemica politica. Se per Maurizio Gasparri di An "chi ha causato il disastro va messo in condizione di non nuocere più", Lorenzo Cesa (Udc) e Francesco Syorace (La Destra) chiedono le dimissioni di Bassolino. Appello-choc a Napolitano dal leghista Roberto Calderoli: "Invii i reparti speciali dell'esercito per risolvere l'emergenza, dare una calmata agli agitati e una regolata agli amministratori locali". (4 gennaio 2008.

 

 

Napoli, i centri sociali occupano il Comune (sezione: Monnezze)

( da "Corriere.it" del 05-01-2008)

"Basta con le politiche di emergenza che favoriscono le specoluazioni" Napoli, i centri sociali occupano il Comune Un gruppo di manifestanti prende il controllo di un balcone e del tetto. Protesta contro il piano rifiuti NAPOLI - Blitz al Municipio di Napoli della rete campana Salute e Ambiente: pochi minuti dopo le 12, un gruppo di giovani ha occupato il balcone centrale e il tetto di Palazzo San Giacomo esponendo striscioni e scandendo slogan. Sulla piazza si è poi radunato un gruppo di alcune centinaia di persone. A poca distanza stavano manifestando anche il coordinamento Lotta per il lavoro e l'Udo, Unione disoccupati organizzati. Secondo quanto riferito dal portavoce del presidio Antonio Musella, la manifestazione è stata indetta contro la discarica prevista a Pianura: "Con noi ci sono i centri sociali e le cittadinanze di Giuliano, Carabottoli e Pignataro". I responsabili della protesta hanno chiesto un incontro al sindaco Iervolino. "TROPPE SPECULAZIONI" - "Così come per il terremoto l'emergenza rifiuti è stata gestita e alimentata per favorire gli affari tra ceto politico, burocrazie, capitali speculativi ed ecomafie - dicono i manifestanti in un volantino -. Un vero assalto alla natura, alla salute e al denaro pubblico di cui il commissariamento straordinario si è rivelato lo strumento indispensabile" ."E' davvero incredibile - si legge ancora nel manifestino - che siano diffamate come "egoiste" le comunità ed i comitati che anche in queste ore difendono la propria terra e la propria salute". Il ciclostile è contrario anche all'apertura dell'inceneritore di Acerra che "comprometterebbe, forse definitivamente, un vero cambiamento delle politiche ambientali in Campania". stampa |.

 

 

Rifiuti, 21 manichini impiccati a Napoli (sezione: Monnezze)

( da "Corriere.it" del 05-01-2008)

Appesi agli alberi con scritte su Bassolino e Iervolino. La DIgos: e' stata An Rifiuti, 21 manichini impiccati a Napoli Proteste per l'emergenza rifiuti. Slogan contro sindaco e governatore, la disoccupazione e il caro vita NAPOLI - Ventuno manichini impiccati agli alberi sono comparsi all'alba di venerdì in Corso Umberto a Napoli. Sui alcuni di essi sono attaccati manifesti listati a lutto con scritte sull'emergenza rifiuti che ha sommerso di spazzatura Napoli e contro il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, e il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino. LA PROTESTA - Secondo fonti della Digos partenopea, che indaga sulla macabra messa in scena (con lo slogan "Addio a 'stu munno 'e munnezza!") , la responsabilità dei manichini - appesi senza testa né arti - sarebbe legata al circolo di An del quartiere Vicaria-Mercato. Sui manifesti sarebbe segnalato anche il blog del capogruppo provinciale Luigi Rispoli. Altre scritte sono apparse contro la disoccupazione e l'aumento del costo della vita. La rimozione degli "impiccati" è iniziata nella tarda mattinata. "PROTESTA SACROSANTA" - Un manifesto su un impiccato attacca anche il premier Romano Prodi e un altro tira in ballo il Guardasigilli, Clemente Mastella. A sorpresa, la protesta-choc scuote e trova l'appoggio di molti commercianti e residenti del centro storico, soprattutto sul fronte dell'emergenza rifiuti. Non solo, da Corso Umberto arrivano anche parole di solidarietà per gli abitanti di Pianura che stanno protestando contro l'apertura della discarica di Contrada Pisani. "Questa città - dice la farmacista Luisa Origlio - è diventata invivibile. Condivido la protesta dei manichini impiccati, anche se dubito che possa portare risultati concreti". Gli fa eco Gennaro Sarnacchiaro, uno dei soci di un negozio di abbigliamento: "Protesta giusta, la città è invasa dalla spazzatura". Aggiunge Adriana Pettisani, titolare di una caffetteria: "Mi ha impressionato vedere i manichini impiccati. Ma è una protesta giusta. Occorre subito una soluzione e Iervolino e Bassolino farebbero bene a dimettersi". "Siamo la vergogna d'Italia e d'Europa - afferma Gennaro Tubelli, disoccupato di Forcella - noi che abitamo nei bassi siamo rovinati, appestati dai rifiuti. A Pianura, però, i residenti fanno bene a protestare ad oltranza. Hanno la nostra solidarietà". AUTOBUS IN FIAMME - Nella notte, inoltre, sono stati dati alle fiamme quattro autobus, i cui scheletri inceneriti sono stati rimossi nella mattinata. I quattro autobus dell'Anm (Azienda napoletana mobilità) sono stati bruciati nel quartiere napoletano di Pianura, a Largo Domenico Russolillo, dove - nella discarica di Contrada Pisani - dovrebbero essere accatastati i rifiuti che da giorni rimangono in strada. Agli autobus erano state bucate le ruote da un gruppo di manifestanti particolarmente facinorosi, che avevano tra l'altro lanciato un estintore e alcuni sassi contro una automobile dei carabinieri in transito, danneggiandola. Sul posto sono intervenuti, per spegnere il rogo, i vigili del fuoco con due squadre e due autobotti e la polizia che sta presidiando il quartiere dall'alba di giovedì. ROGHI - Ancora roghi notturni di cumuli di immondizie si sono registrati nel Napoletano durante la notte. Dalle 20 di ieri sera alle 8 di questa mattina sono stati 50 gli interventi dei vigili del fuoco, meno di quelli dello stesso periodo della notte precedente, ma per fronti di fiamme più consistenti. Le aree più colpite sono quelle della zona vesuviana e, soprattutto, quella flegrea; pochi roghi nella periferia. TENSIONE - Attorno alla discarica di Contrada Pisani, intanto, la cui riapertura dovrebbe essere imminente, per tutta la notte sono rimaste poche persone a presidiare l'ingresso; schierati per tutta la notte anche i poliziotti che monitorano l'area. Sono rimasti all'interno del futuro sito di stoccaggio dei rifiuti i camion inviati dal commissariato di governo per l'emergenza rifiuti. stampa |.

 

 

In Campania si perde comunque (sezione: Monnezze)

( da "EUROPA.it" del 05-01-2008)

Che cosa dovrebbe fare in un caso come quello campano un giornale di centrosinistra? Se voci autorevoli della stampa e dell'opinione pubblica napoletana e nazionale incitano alla rivolta civile e chiedono ai vertici politici e istituzionali locali di farsi da parte, noi dovremmo trovare buone ragioni invece per difenderli? Per dire che no, che Pecoraro Scanio, Bassolino, Iervolino e i loro assessori e sindaci sono ancora in grado di risolvere il problema dei rifiuti, e quindi meritevoli di ulteriore fiducia? Non è così. Indifendibili. Sono tutti indifendibili. E l'unico remoto motivo per cui appare, più che ingiusto, inutile invitarli a dimettersi (e del resto lo dice lo stesso Bassolino), è che né nel centrosinistra né tanto meno nell'opposizione si intravede a Napoli e in Campania qualcosa di meglio dell'esistente. Non sappiamo se sia vero che perfino il capo dello stato ha dovuto modificare la propria agenda napoletana per evitare la furia popolare (cioè di quello stesso popolo refrattario a qualsiasi comportamento civico in materia di rifiuti). Se anche non fosse vero, rimane l'imbarazzo che il malgoverno napoletano e campano suscita in tutto il centrosinistra. Dà da pensare proprio la dimensione del fallimento, il fatto che tranne sparuti sindaci valorosi nessuno per lustri abbia voluto e saputo metter mano alla spazzatura dell'emergenza spazzatura. L'impressione è che il fallimento nasca dalla quantità e gravità dei compromessi che si devono fare nel Sud Italia per vincere le elezioni. E se anche non vogliamo pensare ai patti con la malavita ? che pure purtroppo ci sono ? c'è quel gigantesco patto con gli elettori a non scomodarli con decisioni difficili, con imposizioni dove necessario: che si parli di comportamenti virtuosi, o di impianti indesiderati. C'è un male endemico dunque nella politica napoletana. Un male che attraverso un leader di partito ministro ha contagiato anche gli atti di governo nazionale (caso Bertolaso) ma che tocca soprattutto il Pd (che in Campania infatti è nato tra faide e denunce penali). E quando Mastella incazzato a Roma minaccia di far saltare tutto il potere del centrosinistra in Campania (o in Calabria...), ci saranno probabilmente cittadini e anche elettori unionisti che cominciano a considerarla una promessa, più che una minaccia.

 

 

Napolitano: "Il governo interverrà" (sezione: Monnezze)

( da "Quotidiano.net" del 05-01-2008)

Mobile email stampa CAOS RIFIUTI A NAPOLI Napolitano: "Il governo interverrà" Bombe carta contro commissariato Il presidente della Repubblica: "Sono allarmato, non sono preoccupato". In corso Umberto I, nei pressi dell'abitazione del sindaco, trovati ventuno manichini impiccati Home Cronaca prec succ Contenuti correlati Caos rifiuti, Napolitano: "Il governo interverrà" Bombe carta contro commissariato di polizia Napoli, 4 gennaio 2008 - Ventuno manichini impiccati, che recavano il nome del presidente della Regione Campania Antonio Bassolino e del sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, sono stati trovati questa mattina a Napoli posizionati lungo il tratto di corso Umberto I che va da piazza Garibaldi a piazza Nicola Amore, nei pressi dell'abitazione del sindaco. Sul fatto indaga la Digos della Questura partenopea. I manichini erano in pantaloncini e maglietta ed al collo avevano appeso dei cartelli con scritte contro la gestione dei rifiuti da parte del sindaco Rosa Russo Iervolino e il malgoverno della Regione guidata da Antonio Bassolino. NAPOLITANO "Sono allarmato, non sono preoccupato per la situazione dei rifiuti a Napoli". Così il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, risponde ai cronisti uscendo da un bar della piazzetta di Capri. "Penso che il governo prenderà iniziative al massimo livello". Lo sottolinea il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, confermando di aver parlato a ridosso di Capodanno almeno due volte con il premier, Romano Prodi, della questione rifiuti. "Un mio colloquio telefonico con il Presidente del Consiglio - dice Napolitano - risale ad alcuni giorni fa, prima del mio messaggio di Capodanno. Poi lui mi ha telefonato subito dopo aver ascoltato il mio messaggio e mi ha parlato di questo impianto di inceneritore costruito vicino casa sua, tanto per provare che non c'è da temere. Io ho sviluppato un pò questo concetto". Il Presidente della Repubblica ha quindi aggiunto che, rispetto a quanto detto sinteticamente nel messaggio di fine anno, non aveva molto altro da aggiungere. L'OCCUPAZIONE Blitz al Municipio di Napoli della rete campana Salute e Ambiente: pochi minuti dopo le 12, un gruppo di giovani ha occupato il balcone centrale e il tetto di Palazzo San Giacomo esponendo striscioni e scandendo slogan. Al momento è arrivato sulla piazza un corteo di alcune centinaia di persone. A poca distanza stanno manifestando anche il coordinamento Lotta per il lavoro e l'Udo, Unione disoccupati organizzati. Secondo quanto riferito dal portavoce del presidio Antonio Musella, la manifestazione è indetta contro la discarica prevista a Pianura: "Con noi ci sono i centri sociali e le cittadinanze di Giuliano, Carabottoli e Pignataro". I responsabili della protesta hanno chiesto un incontro al sindaco Iervolino. LA PROTESTA Cassonetti ribaltati in strada per evitare gli incendiGuarda i manichini.

 

 

Napolitano sui rifiuti: il governo interverrà Bufera su Bassolino: non lascio la presidenza (sezione: Monnezze)

( da "Piccolo di Trieste, Il" del 05-01-2008)

Il Capo dello Stato allarmato. Manichini impiccati con slogan contro i vertici politici campani Napolitano sui rifiuti: il governo interverrà Bufera su Bassolino: non lascio la presidenza ROMA "Ho detto nel mio messaggio che si tratta di un problema sempre più allarmante. Quindi, non sono preoccupato, ma allarmato". Non usa giri di parole Giorgio Napolitano per far capire quanto ormai consideri grave l'emergenza rifiuti. E sulla questione annuncia ormai di intervenire direttamente anche il governo. Uscendo dal caffè Tiberio, proprio sulla piazzetta di Capri, dove da qualche giorno si trova in vacanza, Napolitano puntualizza che una prima telefonata con Prodi, c'è stata in realtà già il 31 dicembre, dopo il messaggio televisivo di Capodanno. "Con Prodi - racconta - avevamo anche parlato dell'inceneritore che c'è nei pressi di casa sua tanto per provare che non c'é nulla da temere". Aggiunge di aver poi ricevuto una seconda telefonata dal presidente del Consiglio nei giorni scorsi e quindi annuncia: "Penso che il governo prenderà una iniziativa al massimo livello". Un giornalista gli chiede se sia stato lui stesso a sollecitare il governo. "Mi sono trovato d'accordo - si limita a rispondere Napolitano - con il presidente del Consiglio e con i ministri degli Interni e dell'Ambiente che ci sia una assunzione di responsabilità precisa per sbloccare questa situazione". Ma intanto in Campania è anche guerra fra le istituzioni. Mentre Capo dello Stato e governo fanno capire di condividere l'iniziativa del prefetto di Napoli di riaprire la discarica di Pianura, il sindaco Rosa Russo Iervolino si scaglia contro i commissari speciali sui rifiuti che si sono succeduti nel capoluogo campano, ma anche contro il prefetto Alessandro Pansa. Sia lei che Antonio Bassolino, raffigurati ieri nei macabri manichini impiccati per la strade di Napoli, finiscono però nel mirino del centrodestra. Tutti ne chiedono le dimissioni, mentre Roberto Calderoli chiede anche a Prodi di inviare in Campania le forze speciali dell'esercito. "Se avessi pensato che lasciare poteva contribuire a una soluzione positiva dei problemi, l'avrei già fatto", assicura Bassolino che resterà al suo posto. Palazzo Chigi fa invece intravedere la possibilità di usare il pugno di ferro. In una nota richiama la necessità "di una grande e ferma unità delle istituzioni" a sostegno delle azioni, "ineludibili e necessarie", che sono state intraprese, ma sottolinea anche che "ci sono gruppi estremisti, sia locali che giunti da fuori, che hanno cercato e cercano di alzare barricate di dissenso". Per questo il governo "condivide totalmente" l'appello del prefetto di Napoli, così come garantisce "che ciascuno dei siti, a partire da Pianura, sia rigorosamente destinato all'autosufficienza locale". "Non è più tollerabile - avverte poi Prodi in una intervista - che l'Italia venga additata a vergogna dell'Europa per non riuscire a risolvere il problema dei rifiuti in un'area grande quanto la Campania". Ma intanto, secondo la direttrice della direzione ambiente, Pia Bucella, la Commissione Ue, quando si riunirà il 30 gennaio, potrebbe giudicare "non sufficiente" la risposta fornita nei giorni scorsi dal governo italiano sulle violazioni delle normative europee. Il rischio è quello di perdere i preziosi fondi Ue: "Uno stanziamento di 80-85 milioni di euro per le discariche è stato già sospeso", spiega la Bucella. E ora c'è in ballo un fondo di qualche miliardo di euro che potrebbe essere erogato da Bruxelles per il quinquennio 2007-2013, ma solo se ci saranno le condizioni. "Stop ai veleni, la morte ci aspetta", ammonisce un cartello mostrato da un bambino di Pianura. È il preludio alla contestata riapertura di Contrada Pisani, la discarica chiusa da 11 anni e individuata dal commissario di Stato per fronteggiare la nuova crisi dei rifiuti. Oggi o al massimo domani in questo invaso immerso in un'oasi naturalistica nella periferia ovest di Napoli, dovranno essere scaricate oltre duemila tonnellate di spazzatura che stanno invadendo soprattutto l'hinterland da Afragola a San Giorgio a Cremano fino a Pozzuoli. I residenti lo sanno e sono pronti alle barricate, anche se nella gran maggioranza (fatta di gente perbene) prendono le distanze dagli atti vandalici compiuti la scorsa notte, quando sono stati inceneriti quattro autobus dell'Anm, assaltata e colpita da un estintore un'auto dei carabinieri e bloccato la circolazione in tutta la zona.

 

 

La munnezza / 1 Grazie cari politici Ci sarà qualche malalingua che dir&# (sezione: Monnezze)

( da "Stampa, La" del 05-01-2008)

La "munnezza" / 1 Grazie cari politici Ci sarà qualche malalingua che dirà sicuramente che, a Napoli, non è stato fatto "'o riest'e niente" (assolutamente niente) contro la munnezza che sovrasta la città. Dopo 13 anni di promesse, assicurazioni, proponimenti... Napoli, giardino del Sud, il nuovo rinascimento partenopeo, campi di golf con laghetti contornati da salici, dove cigni reali si riproduranno... dove si potranno fare amene passeggiate tra odorosi mandorli in fiore, dove bimbi giocheranno liberi e sicuri a rincorrersi...: tutto ciò, quella stessa malalingua lo negherà, sol perché non ancora realizzato del tutto. Ma 'nu momento! Ma nun se po' ffà tutt'ampressa ampressa (velocemente). Intanto, da un commissario per la schifezza pubblica, siamo passati a due commissari! È già 'nu fatto! Esultate popolo, forse il prossimo anno avremo tre commissari, e così via.... Grazie Bassolino, Grazie Jervolino e grazie soprattutto Prodi per aver mostrato a tutto il mondo quanto si è fatto per una Nobile Città italiana. Come ringraziamento sincero: putesse avere un poco 'e munnezza dentro al tuo cortile, puro a te, così come ricordo per l'anno nuovo! ROBERTO PUPARUOLO La "munnezza" / 2 Come l'8 settembre Il vizietto di eclissarsi quando l'aria diventa un po' viziata, tipica di alcuni personaggi italiani di alto rango, ogni tanto fa la sua comparsa. È restata memorabile la scampagnata notturna del nostro re che nel '43, allo scopo di non incorrere in spiacevoli contrattempi, decise di trasferirsi in Puglia: era caldo e un po' di mare sarebbe stato più che salutare. La regina d'Inghilterra preferì invece restare a Londra sotto i bombardamenti. È solo un questione di gusti, anzi di attaccamento ai propri sudditi. In Campania, e in particolar modo a Napoli, il governatore Bassolino e il sindaco Iervolino hanno disertato la festa di fine anno in piazza Plebiscito. Se hanno avuto paura della reazione dei loro "sudditi", costretti a vivere in mezzo alla spazzatura mentre regione e comuni fanno man bassa delle sovvenzioni, significa che qualcosa non quadra e, pertanto, sarebbe logico aspettarsi le loro dimissioni. Però se i partenopei continuano a votarli significa che alla fine c'è la quadratura del cerchio: un miracolo di San Gennaro. LEONARDO CECCA RIVALTA DI GAZZOLA (PC) La "munnezza" / 3 I napoletani avviliti Gli italiani non ci crederanno, ma i napoletani, sul tema dello smaltimento dei rifiuti, di furoreggiante attualità, sono costernati, avviliti. Non avrebbero mai pensato che la loro città sarebbe assurta a notorietà nazionale grazie a un argomento così poco decoroso, diciamo pure: mortificante. Ieri mattina tutti i quotidiani recavano in prima pagina la rivolta d'un quartiere partenopeo di periferia che si rifiuta di divenire il luogo di raccolta delle immondizie cittadine. Quasi piangendo, mentre i politici rimangono saldamente abbarbicati alle loro poltrone, un cittadino napoletano commentava ad alta voce in un autobus: "La regione di cui si parla in questi giorni è la Campania, ma per i suoi rifiuti! Che vergogna!". Era sincero. VITTORIO GENNARINI NAPOLI Basta astrologi sulle reti pubbliche Mi associo alle osservazioni del lettore che sottolineava come la televisione sia scaduta di livello in modo avvilente; ma non basta. La Rai, coi soldi del canone, si è lanciata a fine anno in una vera e propria corsa all'astrologia da far cadere le braccia. Non è logico che la Rai pubblica usi i soldi pubblici così. Mi diletto di astrologia e la considero abbastanza attendibile, ma basta così. San Tommaso d'Aquino, che pure la praticava, affermava: "Astra inclinant, non necessitant". CHIAFFREDO ROSSO Rispetto per la vita la teoria e la pratica In linea di principio si può essere d'accordo con la Chiesa: la vita è sacra. In questo senso il buddhismo va ancora più in là: tutta la vita è sacra, non solo quella umana. Ma il nostro venire al mondo comporta purtroppo la sparizione d'una moltitudine d'esseri. Un neo su tutte le buone intenzioni. FILIPPO TESTA BALDISSERO TORINESE (TO) Le autostrade, l'Anas e il caro pedaggi La Stampa ha pubblicato mercoledì, in prima pagina, l'articolo "Autostrade, aumenti col trucco", contenente notizie non esatte e che possono ingenerare gravi dubbi nei lettori. L'art. 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (Finanziaria 2007), comma 1.021, prevede che "a decorrere dal l° gennaio 2007 è istituito, sulle tariffe di pedaggio di tutte le autostrade, un sovrapprezzo \. I conseguenti introiti sono dovuti ad Anas spa, quale corrispettivo forfettario delle sue prestazioni volte ad assicurare l'adduzione del traffico alle tratte autostradali in concessione, attraverso la manutenzione ordinaria e straordinaria, l'adeguamento e il miglioramento delle strade e autostrade non a pedaggio in gestione alla stessa Anas spa". La legge prevedeva che gli importi del sovrapprezzo fossero graduati nel tempo e differenziati secondo le diverse tipologie degli automezzi. È evidente quindi che, a differenza di quanto affermato nell'articolo, l'utilizzazione delle somme, prevista dalla legge, non è finalizzata al completamento dei lavori della Salerno-Reggio Calabria, ma riguarda la copertura parziale dei costi da sostenere per la gestione della rete viaria in concessione ad Anas. Quanto alle considerazioni sul rifacimento della Salerno-Reggio Calabria, definita impropriamente una "mulattiera", non corrispondono né allo stato di avanzamento dei lavori sull'A3 (166,5 chilometri sono stati già ultimati) né all'alta qualità degli stessi progetti, che stanno realizzando una nuova autostrada all'avanguardia in Europa. GIUSEPPE SCANNI DIRETTORE RELAZIONI ESTERNE DELL'ANAS SPA La destinazione del fondo alla Salerno-Reggio Calabria è esplicitamente chiarita dalla relazione del presidente dell'Anas del giugno scorso. Il testo è verificabile da chiunque su Internet. \.

 

 

Le lancette del tempo scorrono inesorabilmente anche in una città, Napoli, dove sembra che il t (sezione: Monnezze)

( da "Stampa, La" del 05-01-2008)

Empo non passi mai. Anche quei manichini targati An, appesi ieri agli alberi di corso Umberto (che dovrebbero rappresentare il governatore Bassolino e il sindaco Iervolino), sembrano riportare al tempo di Masaniello, prima osannato e poi ghigliottinato dal popolo in piazza del Carmine. Così come al tempo delle monetine contro Craxi all'uscita dell'Hotel Plaza a Napoli venivano messi alla berlina i responsabili delle "Mani sulla città", oggi è tutta la classe dirigente napoletana a rischiare. Il neo commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, il prefetto Umberto Cimmino, è preoccupato perché un magma incandescente sta consumando letteralmente la città, travolgendola in una spirale di ribellismo, di strumentalizzazioni politiche e criminali, di sfiducia verso i rappresentanti istituzionali. E si appella, da napoletano (è di Grumo Nevano), "a tutti i rappresentanti delle comunità locali": "Ognuno si deve assumere le proprie responsabilità nell'interesse superiore della collettività. Io mi impegno a liquidare entro novembre la struttura commissariale, restituendo i poteri alle province, ma chiedo comprensione, perché i rappresentanti delle comunità locali condividano decisioni sofferte e dolorose". Se è vero che il presente riporta al passato, su quei treni che nel Dopoguerra portavano gli "sciuscià", i "guaglioni" della Napoli disperata nelle colonie estive dell'Emilia Romagna, oggi partono tonnellate di rifiuti per la Germania. Non è solidarietà disinteressata, è merce di scambio: i tedeschi ci guadagnano soldi, noi salute se è vero che ci liberiamo di "monnezza" che non riusciamo a smaltire. Annuncia il prefetto Cimmino: "Nei prossimi giorni triplicheremo le partenze: da 14 a 40 convogli settimanali. Da 2500 a 7500 tonnellate di rifiuti a settimana". Una goccia, nel mare di spazzatura che produce Napoli (1400 tonnellate al giorno). E che adesso dovrebbero essere "imprigionate" nella discarica di Contrada Pisani. Giovedì notte sono entrati nella discarica presidiata ma buia, e con le tronchesi hanno tranciato di netto i tubi idraulici mettendo fuori uso le escavatrici che lavorano per preparare il terreno all'arrivo della "monnezza". Poi, sempre di notte hanno bruciato quattro autobus di linea e ancora dato vita a blocchi stradali dalle parti di Pianura. "E' una scelta irreversibile e temporanea - ripete il commissario Cimmino - che il prefetto Pansa e il sottoscritto avremmo preferito non dover prendere. A novembre avevamo posto il problema alle comunità locali di individuare siti alternativi. Non sono arrivate indicazioni sufficienti a risolvere il problema. Adesso stiamo lavorando per individuare nuovi siti aggiuntivi". Palazzo San Giacomo, a ora di pranzo è assediato e occupato dai disoccupati di "Banchi Nuovi" e dalla "Rete rifiuti zero", area no global, che non vogliono discariche e termovalorizzatori e tifano per nuove assunzioni di disoccupati per la raccolta differenziata che non c'è. La difficoltà del presente è quella di "riconvertire" il Piano regionale dei rifiuti in corso d'opera. Assurdo, stupefacente che il vecchio piano non prevedesse nessuna discarica puntando tutto sui Cdr, gli impianti di trattamento dei rifiuti, e sui termovalorizzatori. Anche la raccolta differenziata - Napoli è in coda alla classifica con un vergognoso 7% - ha trovato ostacoli. Il risultato di tutto questo è stato la moltiplicazione di discariche abusive targate camorra. E in serata nuove proteste in quell'inferno di Pianura e dintorni, con blocchi stradali alla rotonda "don Giustino" e minacciose pattuglie di loschi figuri che imponevano la chiusura dei negozi ai commercianti. Altra benzina sul fuoco, e i piromani arrivano da un bacino indistinto degli ultrà "Teste Matte" e degli scissionisti dei "Niss" ("Niente incontri solo scontri") e di settori di An e della sinistra radicale e antagonista. "Lei mi chiede se dietro a questo magma incandescente vi possa essere la camorra. Le rispondo così: a Contrada Pisani - riflette il prefetto Cimmino - sono attive due discariche abusive alimentate dagli spazzini della camorra. La presenza di una discarica legale oggettivamente blocca l'attività criminale". Se san Gennaro tornasse a far miracoli, la "monnezza" non sarebbe più un incubo. Il nuovo Piano regionale firmato Pansa-Cimmino, muoverà i primi passi tra un mese. Tra un anno il miracolo potrebbe compiersi: il termovalorizzatore di Acerra brucia 700.000 tonnellate di rifiuti trasformandoli in energia; la raccolta differenziata sottrae un altro 1.000.000 di tonnellate, il riciclo altre 100.000 tonnellate. Rimarrebbero 700.000 tonnellate di "monnezza": la metà, trasformata in fertilizzanti, finirebbe a otturare le cave della Regione; l'altra metà andrebbe nelle cinque discariche provinciali. Ma san Gennaro farà il miracolo?.

 

 

Napolitano 'allarmato'. Ma Sul caos rifiuti interviene anche Prodi: ora ci penserà il (sezione: Monnezze)

( da "Giorno, Il (Nazionale)" del 05-01-2008)
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(Resto del Carlino, Il (Nazionale)) (Nazione, La (Nazionale))

Di NINO FEMIANI ? NAPOLI ? IL PRESIDENTE della Repubblica stringe i tempi e annuncia un intervento diretto di Prodi sull'emergenza rifiuti. Giorgio Napolitano manifesta tutto il suo allarme ? "non sono preoccupato: sono allarmato", puntualizza mentre si gode le ultime ore di relax a Capri con una coppia di amici ? per una vicenda che sta ormai scivolando nella rivolta di piazza (a Volla, intanto, scuole chiuse per tre giorni). Così, dopo aver preso un caffè in Piazzetta e ascoltato le telefonate sempre più concitate che arrivano da Napoli, il capo dello Stato scandisce tutto il suo malumore per una crisi su cui più volte era intervenuto, ricevendo assicurazioni per una rapida soluzione. ORA NAPOLITANO non vuole sentire ragioni e chiede che a mettere la faccia per un'emergenza che ha scandalizzato mezza Europa sia Palazzo Chigi. "Prodi ? spiega ? mi aveva anche parlato dell'inceneritore che sorge nei pressi di casa sua, tanto per provare che non c'è nulla da temere. Penso che il Governo prenderà iniziative al massimo livello. Mi sono trovato d'accordo ? aggiunge Napolitano ? con il presidente del Consiglio e con i ministri degli Interni e dell'Ambiente che ci sia una assunzione di responsabilità precisa per sbloccare questa situazione". Poi, a chi gli chiede se sia preoccupato, replica: "Ho detto nel mio messaggio che si tratta di un problema sempre più allarmante". POCHE ORE PRIMA, intervistato dal napoletano Il Mattino, Romano Prodi aveva sbottato: "Non è più tollerabile che l'Italia venga additata a vergogna dell'Europa. Già in questi giorni ho sentito Amato per l'ordine pubblico, Parisi per i siti demaniali, i tecnici e tutti i miei collaboratori che si occupano del problema perché completino gli approfondimenti richiesti e si proceda con un piano di interventi strutturali. Non si può andare avanti così. Al punto in cui siamo arrivati è chiaro che il problema va oltre il commissario e investe direttamente la responsabilità del primo ministro". È evidente che capo dello Stato e Governo cerchino di imprimere una svolta alla crisi campana per evitare anche gli strali europei. Ma è probabile che il tardivo decisionismo possa non bastare a impedire le sanzioni Ue. PIA BUCELLA, direttrice alla direzione generale Ambiente della Commissione europea, dice che "sicuramente l'adozione del piano rifiuti (quello promesso dal ministro Pecoraro Scanio, ndr) rappresenta un primo passo utile. Ma alla luce della situazione e della crisi attuale forse non rappresenta ancora un passo sufficiente". La Commissione europea dovrebbe esaminare la situazione italiana nella riunione del 30 gennaio e decidere entro trenta giorni. Il clima a Napoli è pesante come nei mesi del colera. IL CARDINALE Crescenzio Sepe mobilita parroci e volontari. "Siamo pronti a collaborare", dice a Radio Vaticana. Ma il senatore leghista Roberto Calderoli, dopo aver invocato nei giorni scorsi la cacciata del governatore Bassolino e del sindaco Iervolino, ora chiede l'invio dei "reparti speciali dell'esercito a Napoli per risolvere questa emergenza, dare una calmata agli agitati e una regolata agli amministratori locali". E la tensione si tinge di contenuti politici. Così alcuni esponenti di An danno vita a una protesta choc, 'impiccando' 21 manichini ad alberi e lampioni del Rettifilo, uno anche accanto alla casa del sindaco. Sui manichini, i nomi del presidente della Regione e della Iervolino, corde al collo, cartelli legati con la scritta "Addio mondo di munnezza" o listati a lutto. Sotto, cumuli di spazzatura. Una protesta che scuote e trova l'appoggio di molti commercianti e residenti del centro storico, i quali manifestano anche solidarietà ai concittadini di Pianura in lotta contro la discarica. INTANTO CONTINUA il tiro a bersaglio politico contro Bassolino, le cui dimissioni sono chieste non solo dall'intero centrodestra ma anche da qualche esponente dell'Unione. Come il senatore Nello Formisano, di IdV, che considera Bassolino il "responsabile maggiore se non esclusivo della crisi". Ma il governatore tiene duro. "Se avessi pensato che le mie dimissioni fossero state utili alla risoluzione del problema, le avrei date. Ma io resto perché penso di poter dare ancora un contributo". E lancia la sua proposta: "Subito un vertice sui rifiuti di Napoli con il Governo nazionale". - -->.

 

 

IERVOLINO Dal sindaco una telefonata ai dimostranti: Sono con voi . E allora venga qui . Bassolino: Io non lascio (sezione: Monnezze)

( da "Giorno, Il (Nazionale)" del 05-01-2008)
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IERVOLINO Dal sindaco una telefonata ai dimostranti: "Sono con voi". "E allora venga qui". Bassolino: "Io non lascio" - -->.

 

 

Di NINO FEMIANI - NAPOLI - IL PRESIDENTE della Repubblica string (sezione: Monnezze)

( da "Giorno, Il (Nazionale)" del 05-01-2008)
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Di NINO FEMIANI ? NAPOLI ? IL PRESIDENTE della Repubblica stringe i tempi e annuncia un intervento diretto di Prodi sull'emergenza rifiuti. Giorgio Napolitano manifesta tutto il suo allarme ? "non sono preoccupato: sono allarmato", puntualizza mentre si gode le ultime ore di relax a Capri con una coppia di amici ? per una vicenda che sta ormai scivolando nella rivolta di piazza (a Volla, intanto, scuole chiuse per tre giorni). Così, dopo aver preso un caffè in Piazzetta e ascoltato le telefonate sempre più concitate che arrivano da Napoli, il capo dello Stato scandisce tutto il suo malumore per una crisi su cui più volte era intervenuto, ricevendo assicurazioni per una rapida soluzione. ORA NAPOLITANO non vuole sentire ragioni e chiede che a mettere la faccia per un'emergenza che ha scandalizzato mezza Europa sia Palazzo Chigi. "Prodi ? spiega ? mi aveva anche parlato dell'inceneritore che sorge nei pressi di casa sua, tanto per provare che non c'è nulla da temere. Penso che il Governo prenderà iniziative al massimo livello. Mi sono trovato d'accordo ? aggiunge Napolitano ? con il presidente del Consiglio e con i ministri degli Interni e dell'Ambiente che ci sia una assunzione di responsabilità precisa per sbloccare questa situazione". Poi, a chi gli chiede se sia preoccupato, replica: "Ho detto nel mio messaggio che si tratta di un problema sempre più allarmante". POCHE ORE PRIMA, intervistato dal napoletano Il Mattino, Romano Prodi aveva sbottato: "Non è più tollerabile che l'Italia venga additata a vergogna dell'Europa. Già in questi giorni ho sentito Amato per l'ordine pubblico, Parisi per i siti demaniali, i tecnici e tutti i miei collaboratori che si occupano del problema perché completino gli approfondimenti richiesti e si proceda con un piano di interventi strutturali. Non si può andare avanti così. Al punto in cui siamo arrivati è chiaro che il problema va oltre il commissario e investe direttamente la responsabilità del primo ministro". È evidente che capo dello Stato e Governo cerchino di imprimere una svolta alla crisi campana per evitare anche gli strali europei. Ma è probabile che il tardivo decisionismo possa non bastare a impedire le sanzioni Ue. PIA BUCELLA, direttrice alla direzione generale Ambiente della Commissione europea, dice che "sicuramente l'adozione del piano rifiuti (quello promesso dal ministro Pecoraro Scanio, ndr) rappresenta un primo passo utile. Ma alla luce della situazione e della crisi attuale forse non rappresenta ancora un passo sufficiente". La Commissione europea dovrebbe esaminare la situazione italiana nella riunione del 30 gennaio e decidere entro trenta giorni. Il clima a Napoli è pesante come nei mesi del colera. IL CARDINALE Crescenzio Sepe mobilita parroci e volontari. "Siamo pronti a collaborare", dice a Radio Vaticana. Ma il senatore leghista Roberto Calderoli, dopo aver invocato nei giorni scorsi la cacciata del governatore Bassolino e del sindaco Iervolino, ora chiede l'invio dei "reparti speciali dell'esercito a Napoli per risolvere questa emergenza, dare una calmata agli agitati e una regolata agli amministratori locali". E la tensione si tinge di contenuti politici. Così alcuni esponenti di An danno vita a una protesta choc, 'impiccando' 21 manichini ad alberi e lampioni del Rettifilo, uno anche accanto alla casa del sindaco. Sui manichini, i nomi del presidente della Regione e della Iervolino, corde al collo, cartelli legati con la scritta "Addio mondo di munnezza" o listati a lutto. Sotto, cumuli di spazzatura. Una protesta che scuote e trova l'appoggio di molti commercianti e residenti del centro storico, i quali manifestano anche solidarietà ai concittadini di Pianura in lotta contro la discarica. INTANTO CONTINUA il tiro a bersaglio politico contro Bassolino, le cui dimissioni sono chieste non solo dall'intero centrodestra ma anche da qualche esponente dell'Unione. Come il senatore Nello Formisano, di IdV, che considera Bassolino il "responsabile maggiore se non esclusivo della crisi". Ma il governatore tiene duro. "Se avessi pensato che le mie dimissioni fossero state utili alla risoluzione del problema, le avrei date. Ma io resto perché penso di poter dare ancora un contributo". E lancia la sua proposta: "Subito un vertice sui rifiuti di Napoli con il Governo nazionale". - -->.

 

 

GUERRIGLIA LA RABBIA DEI MANIFESTANTI SFOCIA IN RAID TEPPISTICI E MINACCE. E IL PRESIDIO NON SI SCIOGLIE 0 A Pianura, sassi e molotov contro il commissariato (sezione: Monnezze)

( da "Giorno, Il (Nazionale)" del 05-01-2008)
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GUERRIGLIA LA RABBIA DEI MANIFESTANTI SFOCIA IN RAID TEPPISTICI E MINACCE. E IL PRESIDIO NON SI SCIOGLIE A Pianura, sassi e molotov contro il commissariato di LEONARDO STURIALE ? NAPOLI ? MONTAGNA SPEZZATA, un nome ideale per un campo di battaglia, l'ennesima intorno ai rifiuti. Ci si arriva risalendo la lunga via che porta lo stesso nome e sale fino a Pianura, coi suoi modesti alveari di cemento e i suoi 90mila abitanti. Solo sette chilometri da piazza Municipio, venti minuti se non ci fosse il traffico di Napoli. La discarica della discordia, in contrada Pisani, fino a ieri dormiva sotto lo strapiombo di pietra che la separa dal cratere degli Astroni, un gioiello di madre natura, presidiato dal Wwf con un'Oasi. Per 43 anni è stata riempita di 'munnezza', un milione di metri cubi che hanno creato una collina, coperta di verde, alta 163 metri. "Non solo i nostri, quelli di tutta Italia" spiega Maria Rosaria, che è arrabbiata per la battuta del leghista Castelli: "Il nord non vuole i loro rifiuti? Lo capisco: se li è già presi per 50 anni". LA DISCARICA ERA stata chiusa nel 1994, l'anno che segnò l'inizio dell'infinita emergenza rifiuti della Campania. Venne Antonio Bassolino, allora sindaco di Napoli, a mettere i sigilli e a promettere la bonifica. C'era anche un progetto per farci un campo da golf , 18 buche. Bassolino è ancora in sella, ora è il Governatore. Anche l'emergenza c'è ancora, dopo 14 anni. E la discarica pure, tanto che la vogliono riaprire. Altro che 18 buche: ne stanno preparando una sola, grande come una voragine, per buttarci di nuovo 'munnezza'. Ci stanno lavorando dall'alba di giovedì, quando tre camion preceduti da una pala meccanica hanno aperto un varco nel bosco, dove nessuno se lo aspettava. Sono stati aggirati centinaia di cittadini che presidiavano l'ingresso ufficiale della vecchia discarica giorno e notte dal 27 dicembre. La beffa fa male. Ma non solo. MONTAGNA SPEZZATA, un nome ideale per una sconfitta. "Ma i rifiuti non sono ancora qui, non li hanno portati. Noi resistiamo", spiega con la voce roca Mattia Baiano, 52 anni, carabiniere in malattia. A lui la protesta fa male. A 16 anni fronteggiava le forze dell'ordine in questo stesso luogo. Poi cambiò casacca, ma qui davanti, a combattere per la salute, c'è tornato più volte, senza divisa, s'intende. Oggi è preoccupato per i quattro autobus, che erano serviti da barricata e che qualcuno ha dato alle fiamme nella notte. Qualcuno di fuori. Mattia teme incursioni, provocazioni, piccoli criminali. La gente di Pianura ha cacciato un gruppo di apparenti no-global che avevano affiancato i manifestanti. Ma non è bastato a scongiurare violenze: in serata, un gruppo di facinorosi ha assaltato il commissariato di Pianura armato di bombe carta e pietre. E un pregiudicato è stato arrestato: nel furgone aveva 6 bottiglie molotov. DRAMMATICO, qui, è anche il problema salute. "Arrivare a 60 anni, a Pianura, è un miracolo", afferma Clotilde Palmers, e indica i necrologi sui muri del quartiere: 37, 44, 51 anni. Impressionante. Anche negli ospedali sanno che Pianura è un posto a rischio. Difficile avere dati epidemiologici, ma qualche documento circola e parla di incidenza di tumori e malformazioni molto superiore alla media. Salvatore Simeone mostra la sua recente ferita operatoria all'addome. ELISA IACCARINO racconta delle 12 pillole quotidiane che prende per combattere la sua strana e rara malattia autoimmune. Nessuno qui ha dubbi. Ne va della vita, della salute. Per questo non hanno senso le violenze. "Qualcuno viene mandato per compiere atti vandalici e farci passare da camorristi. Mi chiamino pure in questura, non li temo: sono una catechista, io" alza la voce Maria Grasso. E aggiunge: "Non li votiamo più, questi politici, ci rappresenteremo da soli, faremo una lista civica. Noi sì che siamo civili, non chi ci ha tenuto nella munnezza fino ad oggi. A chi fa comodo non far partire la raccolta differenziata a Napoli? Vogliamo saperlo". NON BASTA CHE IL SINDACO Rosa Russo Iervolino sia la sola, tra le istituzioni, contraria alla riapertura della discarica. Non basta che telefoni ("faccio quel che posso") ai dimostranti. La vogliono vedere qui, tra loro, con la fascia tricolore. "Si sente sola? Venga con noi, ci batteremo insieme". "La nostra è una protesta civile" incalza Angelo Di Falco, uno dei leader della protesta che qui è nato cresciuto. "Da bambini ci lanciavamo nel fosso a scivoloni per recuperare i giocattoli gettati via dai quartieri alti, da quelli di Posillipo. Ma poi anche i rifiuti sono cambiati: è diventato un posto pieno di liquami e di veleni". Dai rifiuti di contrada Pisani, Angelo ha visto cambiare il mondo. E crollare la fiducia nelle istituzioni. È qui che la Montagna è davvero Spezzata. - -->.

 

 

Ancora vandalismi e macabri avvertimenti - ferruccio fabrizio (sezione: Monnezze)

( da "Provincia Pavese, La" del 05-01-2008)

Attualità Ancora vandalismi e macabri avvertimenti Autobus incendiati a Pianura. An impicca i manichini di Iervolino e Bassolino FERRUCCIO FABRIZIO NAPOLI. "Stop ai veleni, la morte ci aspetta", ammonisce un cartello mostrato da un bambino di Pianura. E' il preludio alla contestata riapertura di Contrada Pisani, la discarica chiusa da 11 anni e individuata dal commissario di Stato per fronteggiare la nuova crisi dei rifiuti. Oggi o al massimo domani in questo invaso immerso in un'oasi naturalistica nella periferia ovest di Napoli, dovranno essere scaricate oltre duemila tonnellate di spazzatura che stanno invadendo soprattutto l'hinterland da Afragola a San Giorgio a Cremano fino a Pozzuoli. I residenti lo sanno e sono pronti alle barricate, anche se nella gran maggioranza (fatta di gente perbene) prendono le distanze dagli atti vandalici compiuti la scorsa notte, quando sono stati inceneriti quattro autobus dell'Anm, assaltata e colpita da un estintore un'auto dei Carabinieri e bloccato la circolazione in tutta la zona. Finora hanno pagato il prezzo dei disagio economico con numerosi esercizi rimasti chiusi e la necessità di spostarsi in un altro quartiere per la spesa. Quasi tutti gli accessi alla discarica sono presidiati dalla polizia che controlla il territorio anche con un elicottero e permette ai tecnici di ultimare così le operazioni di preparazione del sito di stoccaggio. Una corsa contro il tempo perché in assenza di alternative immediate a Contrada Pisani, la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare in tutta la provincia. La giornata di ieri è stata forse la più difficile degli ultimi giorni. I vigili del fuoco sono intervenuti nella notte sessanta volte per spegnere i roghi, quasi tutti appiccati ai margini periferici della città o nei comuni limitrofi. E Napoli si era svegliata con la macabra scoperta, autori alcuni esponenti di An, di ventuno manichini impiccati agli alberi e ai pali della luce lungo il centrale corso Umberto. Bersagli della provocazione, il governatore Bassolino e il sindaco Iervolino. Il primo ha già fatto sapere che intende restare al suo posto, il sindaco ha invece scatenato una polemica accusando il prefetto di Napoli Pansa di "scelte di gravità inaudita". E schierandosi con i manifestanti di Pianura con una telefonata a viva voce intercorsa con un consigliere An. "La città è commissariata da 14 anni, sono stati spesi 2 miliardi, ma chi li ha visti? - ha accusato nella telefonata la Iervolino. La responsabilità degli sprechi è dei vari commissari che si sono succeduti in questi anni. Abbiamo avuto vescovi che hanno benedetto qualsiasi rivoluzione, e politici di centrosinistra che sono andati loro dietro..." L'iniziale applauso corale che è seguito alle sue parole ha lasciato subito dopo spazio a una riflessione realistica da parte dei cittadini. "Il sindaco dice di essere con noi e di essere rimasta sola? Un sindaco non è mai solo, e se lo è può mettere sul tavolo la carta delle dimissioni" dice uno dei manifestanti, Domenico Merolla. Che chiosa: "Una telefonata simpatica, quella con la Iervolino, ma qui non possono prenderci in giro".

 

 

Emergenza rifiuti in campania Il premier annuncia l'intervento del governo. Il sindaco di Napoli contro il prefetto (sezione: Monnezze)

( da "Libertà" del 05-01-2008)

Quotidiano partner di Gruppo Espresso LIBERTA' di sabato 5 gennaio 2008 > In Italia emergenza rifiuti in campania Il premier annuncia l'intervento del governo. Il sindaco di Napoli contro il prefetto Napolitano allarmato. Prodi: intollerabile Il centrodestra chiede le dimissioni di Bassolino e della Iervolino ROMA - "Ho detto nel mio messaggio che si tratta di un problema sempre più allarmante. Quindi, non sono preoccupato, ma allarmato". Non usa giri di parole Giorgio Napolitano per far capire quanto ormai consideri grave l'emergenza rifiuti. E sulla questione annuncia ormai di intervenire direttamente anche il governo. Uscendo dal caffè Tiberio, proprio sulla piazzetta di Capri, dove da qualche giorno si trova in vacanza, Napolitano puntualizza che una prima telefonata con Prodi, c'è stata in realtà già il 31 dicembre, dopo il messaggio televisivo di Capodanno. "Con Prodi - racconta - avevamo anche parlato dell'inceneritore che c'è nei pressi di casa sua tanto per provare che non c'è nulla da temere". Aggiunge di aver poi ricevuto una seconda telefonata dal presidente del Consiglio nei giorni scorsi e quindi annuncia: "Penso che il governo prenderà una iniziativa al massimo livello". Un giornalista gli chiede se sia stato lui stesso a sollecitare il governo. "Mi sono trovato d'accordo - si limita a rispondere Napolitano - con il presidente del Consiglio e con i ministri degli Interni e dell'Ambiente che ci sia una assunzione di responsabilità precisa per sbloccare questa situazione". Ma intanto in Campania è anche guerra fra le istituzioni. Mentre capo dello Stato e governo fanno capire di condividere l'iniziativa del prefetto di Napoli di riaprire la discarica di Pianura, il sindaco Rosa Russo Iervolino si scaglia contro i commissari speciali sui rifiuti che si sono succeduti nel capoluogo campano, ma anche contro il prefetto Alessandro Pansa. Sia lei che Antonio Bassolino, raffigurati ieri nei macabri manichini impiccati per la strade di Napoli, finiscono però nel mirino del centrodestra. Tutti ne chiedono le dimissioni, mentre Roberto Calderoli chiede anche a Prodi di inviare in Campania le forze speciali dell'esercito. "Se avessi pensato che lasciare poteva contribuire a una soluzione positiva dei problemi, l'avrei già fatto", assicura Bassolino. Palazzo Chigi fa invece intravedere la possibilità di usare il pugno di ferro. In una nota richiama la necessità "di una grande e ferma unità delle istituzioni" a sostegno delle azioni, "ineludibili e necessarie", che sono state intraprese, ma sottolinea anche che "ci sono gruppi estremisti, sia locali che giunti da fuori, che hanno cercato e cercano di alzare barricate di dissenso". Per questo il governo "condivide totalmente" l'appello del prefetto di Napoli, così come garantisce "che ciascuno dei siti, a partire da Pianura, sia rigorosamente destinato all'autosufficienza locale". "Non è più tollerabile - avverte poi Prodi in una intervista - che l'Italia venga additata a vergogna dell'Europa per non riuscire a risolvere il problema dei rifiuti in un'area grande quanto la Campania". Ma intanto, secondo la direttrice della Direzione ambiente, Pia Bucella, la Commissione Ue, quando si riunirà il 30 gennaio, potrebbe giudicare "non sufficiente" la risposta fornita nei giorni scorsi dal governo italiano sulle violazioni delle normative europee. Il rischio è quello di perdere i preziosi fondi Ue: "Uno stanziamento di 80-85 milioni di euro per le discariche è stato già sospeso", spiega la Bucella. E ora c'è in ballo un fondo di qualche miliardo di euro che potrebbe essere erogato da Bruxelles per il quinquennio 2007-2013, ma solo se ci saranno le condizioni. Andrea Palombi [.

 

 

Sabotaggi e assalti ai bus, è guerra a Pianura (sezione: Monnezze)

( da "Libertà" del 05-01-2008)

Quotidiano partner di Gruppo Espresso LIBERTA' di sabato 5 gennaio 2008 > In Italia Sabotaggi e assalti ai bus, è guerra a Pianura A Napoli manichini impiccati agli alberi contro il sindaco e il presidente della Regione NAPOLI - "Stop ai veleni, la morte ci aspetta", ammonisce un cartello mostrato da un bambino di Pianura. E' il preludio alla contestata riapertura di Contrada Pisani, la discarica chiusa da 11 anni e individuata dal commissario di Stato per fronteggiare la nuova crisi dei rifiuti. Oggi o al massimo domani in questo invaso immerso in un'oasi naturalistica nella periferia ovest di Napoli, dovranno essere scaricate oltre duemila tonnellate di spazzatura che stanno invadendo soprattutto l'hinterland da Afragola a San Giorgio a Cremano fino a Pozzuoli. I residenti lo sanno e sono pronti alle barricate, anche se nella gran maggioranza (fatta di gente perbene) prendono le distanze dagli atti vandalici compiuti la scorsa notte, quando sono stati inceneriti quattro autobus dell'Anm, assaltata e colpita da un estintore un'auto dei Carabinieri e bloccato la circolazione in tutta la zona. Finora hanno pagato il prezzo dei disagio economico con numerosi esercizi rimasti chiusi e la necessità di spostarsi in un altro quartiere per la spesa. Quasi tutti gli accessi alla discarica sono presidiati dalla polizia che controlla il territorio anche con un elicottero e permette ai tecnici di ultimare così le operazioni di preparazione del sito di stoccaggio. Una corsa contro il tempo perché in assenza di alternative immediate a Contrada Pisani, la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare in tutta la provincia. La giornata di ieri è stata forse la più difficile degli ultimi giorni. I vigili del fuoco sono intervenuti nella notte sessanta volte per spegnere i roghi, quasi tutti appiccati ai margini periferici della città o nei comuni limitrofi. Ieri sera lanci di petre contro un commissariato di polizia. Un manifestante è stato arrestato: era in possesso di una molotov. E Napoli si era svegliata con la macabra scoperta, autori alcuni esponenti di An, di ventuno manichini impiccati agli alberi e ai pali della luce lungo il centrale corso Umberto. Bersagli della provocazione, il governatore Bassolino e il sindaco Iervolino. Il primo ha già fatto sapere che intende restare al suo posto, il sindaco ha invece scatenato una polemica accusando il prefetto di Napoli Pansa di "scelte di gravità inaudita". E schierandosi con i manifestanti di Pianura con una telefonata a viva voce intercorsa con un consigliere An. "La città è commissariata da 14 anni, sono stati spesi 2 miliardi, ma chi li ha visti? - ha accusato nella telefonata la Iervolino. La responsabilità degli sprechi è dei vari commissari che si sono succeduti in questi anni. Abbiamo avuto vescovi che hanno benedetto qualsiasi rivoluzione, e politici di centrosinistra che sono andati loro dietro...". L'iniziale applauso corale che è seguito alle sue parole ha lasciato subito dopo spazio a una riflessione realistica da parte dei cittadini. "Il sindaco dice di essere con noi e di essere rimasta sola? Un sindaco non è mai solo, e se lo è può mettere sul tavolo la carta delle dimissioni" dice uno dei manifestanti, Domenico Merolla. Che chiosa: "Una telefonata simpatica, quella con la Iervolino, ma qui non possono prenderci in giro". Ferruccio Fabrizio [.

 

 

Rifiuti, molotov e bus a fuoco napolitano: interverrà lo stato (sezione: Monnezze)

( da "Tirreno, Il" del 05-01-2008)

Prima Pagina Rifiuti, molotov e bus a fuoco Napolitano: interverrà lo Stato NAPOLI. La crisi dei rifiuti in Campania diventa una questione nazionale e le due massime autorità dello Stato, Napolitano e Prodi, intervengono appoggiando la decisione di riaprire la discarica di Pianura. Ma la guerra dei rifiuti si incattivisce e compaiono le molotov: sabotaggi ai mezzi meccanici, bus dati alle fiamme, blocchi stradali, assalto a un commissariato e una ventina di manichini impiccati (foto) raffiguranti Bassolino e la Iervolino. A pagina 5.

 

 

Napolitano: Sono allarmato (sezione: Monnezze)

( da "Giornale di Brescia" del 05-01-2008)

Edizione: 05/01/2008 testata: Giornale di Brescia sezione:IN PRIMO PIANO Premier e Capo dello Stato appoggiano la riapertura della discarica di Pianura. La Iervolino contro entrambi Napolitano: "Sono allarmato" ROMA La crisi dei rifiuti in Campania diventa una questione nazionale e le due massime autorità dello Stato, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il premier Romano Prodi, intervengono appoggiando le decisioni del commissario Umberto Cimmino e del prefetto di Napoli Alessandro Pansa di riaprire la discarica di Pianura. Cosa che non impedisce al sindaco di Napoli, Iervolino, di proseguire il suo braccio di ferro con entrambi. Ieri Prodi, in un colloquio con "Il Mattino", ha esternato la sua indignazione: "Non è tollerabile che l'Italia venga additata a vergogna dell'Europa". L'ira del premier è tracimata, giovedì sera, non solo per le bacchettate di Bruxelles, ma soprattutto dopo una telefonata col neo commissario ai rifiuti Cimmino. Le proteste violente per la riapertura provvisoria della discarica di Pianura (con il sospetto che siano fomentate dalla camorra) richiedevano una presa di posizione del governo che assicurasse a Cimmino la piena legittimità politica della sua azione, anche per l'opposizione del sindaco, Iervolino, alla scelta di Pianura. "Sono personalmente impegnato per la soluzione di questa drammatica e per molti versi inspiegabile emergenza", ha detto Prodi, il quale ha anche annunciato di aver "già sentito Amato per l'ordine pubblico, e Parisi per i siti demaniali". Senza contare il vertice già convocato dal ministro per l'Ambiente Pecoraro Scanio per martedì tra le istituzioni locali, il governo nazionale e il commissario Cimmino. In ogni caso Prodi ha ribadito "la massima fiducia in Cimmino, così come è stato con il prefetto Pansa". "Al punto in cui siamo arrivati è chiaro che il problema va oltre il commissario e investe direttamente la responsabilità del primo ministro". Insomma, un sorta di commissariamento, non solo tecnico, ma anche "politico", della crisi da parte del governo, visto che "la credibilità delle autorità politiche è scesa ai minimi". In mattinata, dopo le critiche del sindaco Iervolino al prefetto Pansa, che giovedì aveva lamentato la scarsa collaborazione delle istituzioni locali chiedendone invece la collaborazione, ecco una nota ufficiale di Palazzo Chigi. "In tutta la Campania, e in primo luogo a Napoli, c'è bisogno oggi di una grande e ferma unità delle istituzioni a sostegno delle azioni, ineludibili e necessarie, che sono state intraprese sul fronte dei rifiuti", anche per contrastare "i gruppi estremisti che hanno cercato e cercano di alzare barricate di dissenso". Quindi, "il Governo condivide totalmente l'appello del prefetto Pansa, così come fa sua la garanzia che ciascuno dei siti, a partire da Pianura, sia rigorosamente destinato all'autosufficienza locale". Non passano due ore che il sindaco Iervolino telefona al consigliere comunale di An, Marco Nonno, che è in mezzo ai manifestanti anti-discarica di Pianura, ribadendo la sua contrarietà alla scelta del commissario Cimmino: "Non so dove arriverò, sono sola - dice al telefono messo in vivavoce - l'unica che lavora in altre direzioni sono io". La decisione di Prodi di commissariare "politicamente" la crisi trova l'avallo del presidente della Repubblica Napolitano, col quale il premier dice di aver "parlato spesso" del problema. E Napolitano, in vacanza a Capri, conferma e si dichiara "non preoccupato, ma allarmato". "Mi sono trovato d'accordo - spiega - con il presidente del Consiglio e con i ministri degli Interni e dell'Ambiente che ci sia una assunzione di responsabilità precisa per sbloccare questa situazione". Martedì dunque il vertice convocato da Pecoraro Scanio in cui si affronteranno i problemi a monte, e cioè come produrre meno rifiuti (grazie alla raccolta differenziata). Il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, chiede però anche un vertice governo-enti locali sugli altri aspetti, e concorda sulla necessità "della corresponsabilità tra le istituzioni locali e nazionali". Ma non ci sta a far la parte di San Sebastiano, con l'opposizione che ne chiede in coro le dimissioni e con la Sinistra Arcobaleno che, con Cesare Salvi, minaccia di uscire dalla maggioranza in Campania.

 

 

Caos rifiuti, assalto al commissariato bombe carta e sassi contro la polizia - stella cervasio (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 05-01-2008)

Cronaca Caos rifiuti, assalto al commissariato bombe carta e sassi contro la polizia L'ira del cardinale, macabri manichini in centro. Napolitano: "Allarmato" Roghi e proteste a Pianura, indagini su ultrà e camorra Il commissario Cimmino: "Ci sono professionisti della guerriglia" STELLA CERVASIO NAPOLI - Rabbia e amarezza, proteste ed episodi di violenza da parte di chi soffia sul fuoco. E persino l'assalto al commissariato di polizia di Pianura. Bombe carta e sassi hanno danneggiato l'edificio. A poche centinaia di metri di distanza, in via San Donato, una ragazza con lo scooter scivola sui rifiuti per evitare i cassonetti rovesciati, cade e batte la testa: è ricoverata in ospedale ma è fuori pericolo. Un'altra giornata difficile per Contrada Pisani a Pianura, dove la protesta contro la riapertura della vecchia discarica ha fatto vivere nuovi momenti di tensione. "Di fronte a una città mai così umiliata come in questi giorni - dichiara il cardinale Crescenzio Sepe - la Chiesa è in lutto e non può tacere: verrebbe di gridare un "basta!" per tutto ciò che assedia la vita della città". E il presidente Napolitano, in vacanza a Capri, dice di essere "allarmato". "Ho parlato con il presidente del Consiglio e i ministri degli Interni e dell'Ambiente - prosegue il Capo dello Stato - ci vuole una assunzione di responsabilità precisa per sbloccare la situazione. Il governo prenderà una iniziativa ai più alti livelli". Ma la città non ha pace. Ancora blocchi stradali e tangenziale chiusa a Pozzuoli. In mattinata tocca al centro città vivere momenti critici per una manifestazione al Comune che ha richiesto l'intervento dei vigili del fuoco e l'occupazione di una sala e del tetto del municipio. Una massa di rifiuti sparsa per strada per due ore anche nel quartiere Sanità. La convulsa giornata si conclude con un tentativo di sit-in nell'invaso della discarica, un pomeriggio di tafferugli tra passanti e manifestanti, sassi e fumogeni contro la polizia, cassonetti rovesciati e il picchettaggio di una banda in motorino armata di mazze da baseball alla caserma dei pompieri. Anche se hanno fatto l'abitudine alla protesta per le alterne vicende della discarica - in odore di camorra, sorta su un territorio protetto - le famiglie dell'abitato presidiano gli ingressi in maniera pacifica, spiegando le loro ragioni. Rivendicano, con il diritto alla salute, una vivibilità che gli è sempre stata negata nel quartiere cresciuto senza criterio e senza infrastrutture. Cittadini per bene, ma non solo. C'è anche chi nella notte di giovedì ha incendiato quattro autobus, ha tagliato alberi e rovesciato new jersey di cemento per ostruire via Montagna Spaccata, la lunga strada tra Fuorigrotta e Pozzuoli che porta alla discarica. E ha fatto di più: in nottata ha messo fuori uso una ruspa, tranciando i fili della centralina e ha riempito di terreno il serbatoio di un'altra, paralizzando il lavoro di preparazione del campo per lo sversamento dei rifiuti. Una mano misteriosa da professionisti della guerriglia, tanto abile da eludere la sorveglianza delle forze dell'ordine e degli autisti, che dormivano nei camion. La polizia inizia subito a cercare di separare il grano dal loglio. è stato riconosciuto qualche ultras da stadio, ma anche esponenti dei clan di camorra. Nel pomeriggio vengono segnalate ronde di motorini in prossimità del commissariato. Intimano ai negozianti di chiudere, se non vogliono avere danni. Scatta l'indagine della Digos sull'infiltrazione di facinorosi, che dà un risultato immediato, viene arrestato uno dei manifestanti, Luigi Paolella: in auto ha sei bottiglie molotov. In un documento la municipalità si dissocia dagli atti di vandalismo: "Non sono cittadini di Pianura quelli che hanno incendiato gli autobus", dice il presidente Fabio Tirelli. Ma più tardi quegli stessi facinorosi lanciano sassi anche contro la sede della Municipalità e sfondano le vetrate del commissariato. L'ombra della camorra incombe su Napoli e non poteva mancare in un contesto che ha visto da sempre protagonisti i clan dell'ecomafia. Se ne è subito reso conto il neocommissario per l'emergenza rifiuti Umberto Cimmino. Dopo aver dichiarato che "la guerriglia non è opera dei cittadini, non sono attrezzati per farla", Cimmino ha chiesto alla Procura di vigilare sull'appalto alle ditte per la raccolta straordinaria e sulla proprietà dei suoli dove da probabilmente da martedì arriveranno le 2000 tonnellate di immondizia che soffocano la città. Disperazione che un consigliere comunale di An, poi sconfessato dal suo stesso partito, ha cercato di rappresentare con una discutibile trovata: 21 manichini impiccati a tutti gli alberi del Rettifilo e all'ingresso del Comune. Sugli abiti dei fantocci, un serie di scritte contro Bassolino e il sindaco Iervolino.

 

 

Palazzo chigi sconfessa il sindaco "sbagliato attaccare il prefetto" - roberto fuccillo (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 05-01-2008)

Cronaca Dopo l'intervista a "Repubblica" interviene il governo. E Bassolino tenta una mediazione Palazzo Chigi sconfessa il sindaco "Sbagliato attaccare il prefetto" Se le mie dimissioni servissero per contribuire a una soluzione positiva le avrei già date, ma credo che la mia azione sia ancora utile ROBERTO FUCCILLO NAPOLI - SCENDE in campo il governo. Come aveva annunciato da Giorgio Napolitano: "Penso che prenderà un'iniziativa al massimo livello", aveva detto il capo dello Stato. E la prima mossa è un comunicato con il quale Palazzo Chigi censura di fatto le critiche del sindaco Iervolino al prefetto Alessandro Pansa, fino a pochi giorni fa commissario di governo per l'emergenza. La Iervolino aveva duramente contestato sia la scelta di riaprire la discarica di Pianura che alcune dichiarazioni di Pansa, ritenute "incredibili per un prefetto". Ma Palazzo Chigi fa quadrato sul suo uomo e, di fatto, isola il sindaco: "Il governo condivide totalmente l'appello del prefetto di Napoli. In tutta la Campania, e in primo luogo a Napoli, c'è bisogno oggi di una grande e ferma unità delle istituzioni a sostegno delle azioni, ineludibili e necessarie, che sono state intraprese sul fronte dei rifiuti". Pianura non si discute, dunque. Di più: "Ci sono gruppi estremisti - continua la nota - sia locali che giunti da fuori, che hanno cercato e cercano di alzare barricate di dissenso. C'è la radicata sfiducia dei cittadini, che può spingere alcuni di loro a unirsi a tale opposizione. A tutto questo si è ripetutamente riferito il prefetto di Napoli e per contrastarlo ha fatto appello al concorde sostegno e alla diretta assunzione delle rispettive responsabilità da parte di tutte le istituzioni". Insomma contestare Pansa può anche aiutare chi mesta nel torbido, chi lo fa è un irresponsabile. Iervolino isolata, dunque. Sconfessata anche da un altro ministro napoletano, Luigi Nicolais: "Esprimo tutto il mio incondizionato sostegno al lavoro svolto dal prefetto Pansa. Dinanzi all'acuirsi della crisi e all'aggravarsi dello scontro in atto a Pianura non sono ammessi tentennamenti". Anche Clemente Mastella invoca "uno scatto d'orgoglio di tutta la classe politica napoletana". L'unico a tentare una mediazione è Antonio Bassolino. Il presidente della Regione ribadisce in serata il suo assenso alle decisioni di Pansa, compresa la scelta di Pianura, "dolorosa, ma senza alternative". Ma prova a recuperare al dialogo anche la Iervolino che "ha ragione quando solleva il tema di un maggior coinvolgimento della popolazione". Poi ricorda che "ci sono stati commissari prima e dopo di me, ma nessuno, neanche quelli con i poteri di ordine pubblico che ha un prefetto, ha risolto il problema, E una crisi così, con i rifiuti per strada a Natale, non l'avevamo mai avuta". Come dire che neanche Pansa può dare pagelle. E d'altronde "se le mie dimissioni servissero per contribuire a una soluzione positiva le avrei già date, ma credo che la mia azione, anche in questa fase, sia ancora utile". Insomma neanche il governo può fare da solo. E infatti Bassolino riferisce di aver parlato con Napolitano e con Giuliano Amato e che la settimana prossima potrebbe esserci un vertice con Prodi.

 

 

Rifiuti, tutti contro tutti (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 05-01-2008)

Pagina I - Napoli Stoccata di Bassolino a Pansa. Il cardinale: "Chiesa in lutto". Napolitano: "Sono allarmato, il governo interverrà" Rifiuti, tutti contro tutti Prodi con il prefetto. E Iervolino chiama i manifestanti La crisi dei rifiuti spacca le istituzioni. "Il Governo condivide totalmente l'appello del Prefetto di Napoli sull'emergenza rifiuti": con una nota ufficiale di Palazzo Chigi, il premier Romano Prodi gela il sindaco Rosa Russo Iervolino, dopo l'intervista a "Repubblica" in cui lei attaccava Alessandro Pansa. Il governo fa quadrato intorno al prefetto e chiede "una grande e ferma unità delle istituzioni a sostegno delle azioni, ineludibili e necessarie, che sono state intraprese sul fronte dei rifiuti". La polemica è incandescente. Il governatore Antonio Bassolino ribadisce di considerare inutili le sue dimissioni e lancia una stoccata a Pansa e agli altri commissari straordinari all'emergenza che l'anno preceduto, compreso Bertolaso: "Io ho le mie responsabilità, ma il problema non l'ha risolto nessuno, neanche uomini come il capo della Protezione civile o un prefetto". Da Capri il presidente Napolitano dice: "Sono allarmato, il governo interverrà". Parla il cardinale Crescenzio Sepe. "Città umiliata, la Chiesa è in lutto". ANGELO CAROTENUTO BIANCA DE FAZIO ROBERTO FUCCILLO ALLE PAGINE II e III.

 

 

<Bassolino se ne vada e intervenga l'Esercito> (sezione: Monnezze)

( da "Secolo XIX, Il" del 05-01-2008)

"Bassolino se ne vada e intervenga l'Esercito" le reazioni Il centrodestra attacca: "Sciogliere subito il consiglio regionale". Mastella chiede ai politici "uno scatto d'orgoglio " 05/01/2008 Roma. Tutti contro Bassolino: centrodestra e centrosinistra. Il presidente della Regione Campania è indicato come il vero responsabile del dramma in cui è sprofondata Napoli. "Bassolino dovrebbe dimettersi - afferma Fabrizio Cicchitto, vice coordinatore di Forza Italia -; la Campania è una regione che sta precipitando in un baratro. La raccapricciante vicenda dei rifiuti è il segno inequivocabile del fallimento del centrosinistra che da oltre dieci anni è al potere in quella regione". Roberto Calderoli, vicepresidente leghista del Senato, sottolinea: "Finalmente il fetore dei rifiuti ha raggiunto il Quirinale, o Capri, e finalmente il presidente della Repubblica si è svegliato e si è detto allarmato per l'emergenza che si è venuta a creare a Napoli. Ci si aspetta però risposte dal governo, che avrebbe dovuto determinare lo scioglimento, già da tempo, del consiglio regionale della Campania e il commissariamento del Comune di Napoli". A questo punto per Calderoli è necessario che "il presidente, in quanto capo delle forze armate, invii i reparti speciali dell'esercito per risolvere questa emergenza, dare una calmata agli agitati e una regolata agli amministratori locali". Ai quali il Guardasigilli, Clemente Mastella, chiede "uno scatto d'orgoglio per risolvere un'autentica tragedia che colpisce non solo Napoli, ma l'intero Paese". Mastella auspica che "almeno questa volta, di fronte al perpetuarsi di questo dramma, non si debbano registrare né strumentalizzazioni, né rivendicazioni di parte, ma una presa di coscienza che assicuri il coinvolgimento di tutte le realtà deputate a trovare una necessaria soluzione". Dal centrosinistra la voce di Cesare Salvi, Sinistra democratica: "Non si può sopportare l'emergenza di una città che soffoca sotto i rifiuti. Il governo deve intervenire con urgenza, andando oltre le recenti decisioni che appaiono del tutto inadeguate". E ancora: "Il fallimento dei commissari che si sono succeduti va di pari passo con quello di chi ha la responsabilità di governo della regione". Insiste su questo tasto anche Roberto Villetti del Partito socialista, che avverte: "Quando lo Stato fallisce clamorosamente peccando di inefficienza e connivenza, si apre inevitabilmente lo spazio ad una protesta populista che può assumere aspetti violenti nei quali si possono facilmente infiltrare organizzazioni criminali come la camorra". Per l'Italia dei Valori è un errore pensare che l'intera classe dirigente politica campana sia collusa con la camorra", ma non esclude che ci siano frange che interloquiscono con essa e il centrosinistra farebbe bene a liberarsene subito. È il giudizio di Nello Formisano, capogruppo dell'Italia dei Valori al Senato, secondo il quale le responsabilità politiche di Bassolino "sono maggiori se non esclusive rispetto a quelle del sindaco Iervolino". Secondo Francesco Storace, segretario de La Destra, l'unica "iniziativa concreta" che Napolitano dovrebbe promuovere è"accompagnare Bassolino all'uscita", avviando le procedure di scioglimento del consiglio regionale e di rimozione del presidente "per ragioni di sicurezza nazionale". 05/01/2008.

 

 

Ventuno manichini impiccati protesta choc, si spacca an - bianca de fazio (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 05-01-2008)

Pagina II - Napoli Ventuno manichini impiccati protesta choc, si spacca An il caso BIANCA DE FAZIO Gli alberi, i lampioni, i pali quest'anno sguarniti dalle luminarie natalizie, diventano un capestro per 21 fantocci. Ventuno manichini impiccati in corso Umberto. A simboleggiare le condizioni estreme in cui vivono - costretti a preferire la morte - i cittadini napoletani (e non solo per l'immondizia che soffoca la città). è la protesta choc andata in scena ieri mattina in una delle strade più importanti della città. In quel corso Umberto lontano da Pianura e dalla protesta dei suoi cittadini, ma vicino a questi ultimi nella sfiducia verso le istituzioni: ai manichini erano attaccati cartelli che buttavano su Bassolino e Iervolino la croce di malesseri vari, dall'immondizia alla crisi dei mutui, passando per la disoccupazione e il traffico. Fantocci che da lontano sembravano veri: alti quanto uomini, vestiti come gente qualsiasi. "Addio a stu munno 'e munnezza". Una protesta macabra, nata dall'inventiva di Alleanza nazionale: ciascun manichino era "firmato" dal "Circolo territoriale di Alleanza nazionale Mercato e Pendino" e su qualche cartello si leggeva anche l'indirizzo elettronico del blog del consigliere provinciale Luigi Rispoli. Che ha spiegato: "Con questi manichini vogliamo denunciare la situazione di sofferenza che sta vivendo questa città. Non c'è solo il problema della spazzatura che in questo momento è il più evidente, ma anche il dramma abitativo, la disoccupazione, la mancata sicurezza". La protesta di An spacca, però, la destra (anche perché molti pensano che i fantocci simboleggino Bassolino e Iervolino). Il primo a scagliarsi contro quei manichini impiccati è Fulvio Martusciello, il consigliere regionale di Forza Italia. Che subito parla di uno "scherzo di pessimo gusto", poi aggiunge: "Quanto accaduto stamattina è il frutto dell'imbarbarimento della lotta politica; il risultato di una guerra senza regole, che disconosce il valore del rispetto per l'uomo in quanto tale. Una trovata senz'altro strumentale e deprecabile, ordita da persone che presumibilmente hanno smarrito il senso della misura e del decoro". Poi è la stessa federazione provinciale di An a dissociarsi "in maniera netta e ferma dall'iniziativa dei manichini recanti l'effigie di Bassolino e della Iervolino". Luigi Bobbio, presidente provinciale di An, va giù duro: "Se dovessero essere confermate le rivendicazioni di tale ignobile gesto da parte del consigliere provinciale Luigi Rispoli, An adotterà immediate e dure iniziative disciplinari. Solo dopo Rispoli chiarisce con una nota, che quei fantocci rappresentano i semplici cittadini, non il sindaco ed il governatore.

 

 

Bassolino, stoccata al commissario (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 05-01-2008)

Pagina III - Napoli LA POLEMICA Il governatore chiama in causa Pansa e i predecessori: "Una crisi così a Natale non c'era mai stata" DIALOGO Bassolino, stoccata al commissario "Se le mie dimissioni servissero anche in minima parte, le avrei già date" "IO ho le mie responsabilità. Ma il problema non lo ha risolto nessuno, neanche uomini come il capo della Protezione civile o un prefetto, con ben altri poteri da quelli che avevo io. Dunque il nodo è duro, e nessuno può scrollare le spalle. E i commissari sono del governo nazionale. Quindi il governo deve stare più vicino a noi nella soluzione della questione". Sorpresa. Antonio Bassolino non ha mai derogato finora dalla linea di collaborazione col commissariato. Strategicamente la ribadisce, confermando il giudizio positivo su Pianura, "scelta dolorosa, ma senza alternative". E ricevendo il neo-commissario Umberto Cimmino e il presidente della Provincia di Benevento Carmine Nardone per siglare un accordo per un impianto di depurazione, strade e bonifiche in quel di Casalduni, uno dei siti interessati da Cdr e piazzole di stoccaggio. Al termine dell'incontro però, proprio nel giorno in cui il governo bacchetta il sindaco Iervolino e lascia trapelare che ora si farà in Campania quello che non si è mai riusciti a fare, il presidente della Regione alza un distinguo, e ricorda che nessuna ha in mano la prima pietra da scagliare. Neanche il prefetto Alessandro Pansa: "Una crisi così, con la spazzatura per le strade a Natale, non l'avevamo mai avuta". Nessuno è senza colpe. "Io - aggiunge - non sono riuscito a fare i termovalorizzatori. Però mi sono sempre sforzato di togliere la spazzatura dalla strada, e sto passando dei guai giudiziari per questo. Magari venisse ogni tanto qualche spiegazione, su quel che è stato fatto e non fatto, anche da chi mi ha preceduto e seguito". è quello che spera di ascoltare in un vertice generale: "Ho sentito al telefono il presidente Napolitano e il ministro Amato, che è in contatto con Prodi. Credo che la settimana prossima si terrà un incontro fra Governo, commissariato e istituzioni locali, per stabilire una più forte corresponsabilità. Servirà anche un rapporto di Pansa, per capire come sono andate le cose, quali inghippi ci sono stati, perché, come superarli". Strano: Pansa un suo bilancio l'ha appena fatto, e la Iervolino è andata su tutte le furie. "Credo che non sia utile scaricare sugli altri i problemi - dice Bassolino - Meglio che ognuno dica "sono riuscito a fare questo e non quest'altro"". Ci scappa anche un pensiero solidale col sindaco: "Fa bene quando solleva il tema di un maggior coinvolgimento delle popolazioni". Infine, come a chiarire che nessuno ha la bacchetta magica, "ho pensato anche alle mie dimissioni. Se servissero anche in minima parte a una soluzione positiva, le avrei già date. Ma, anche in questa fase, per quello che va fatto, credo che la mia azione e il mio contributo possano essere utili". Insomma, in barba a prefetti e commissari, c'è ancora bisogno di lui. Bassolino sente di avere una missione specifica: "Occorre non andare dritti in bocca al leone", ovvero agli interessi della camorra. "Un termovalorizzatore fatto bene o una discarica pubblica sono nell'interesse dei cittadini, e quindi la criminalità li ostacola. Ma io la mia carriera politica l'ho messa in gioco tempo fa su questo terreno, e forse ho messo in gioco anche qualcosa di più della carriera politica. E ora vado avanti, per impedire che forze oscure possano tornare a rimpinguarsi". (roberto fuccillo).

 

 

"la crisi è allarmante il governo interverrà" - angelo carotenuto (sezione: Monnezze)

( da "Repubblica, La" del 05-01-2008)

Pagina III - Napoli Il presidente lascia l'isola: "Ho parlato due volte con Prodi" "La crisi è allarmante il governo interverrà" L'amarezza di Napolitano a Capri La Capitaneria ha rinforzato i controlli: temeva un assalto dei dimostranti ANGELO CAROTENUTO DAL NOSTRO INVIATO CAPRI - I sacchetti da rimuovere, le barricate di Pianura, il termovalorizzatore da ultimare. Il collasso finale dei rifiuti napoletani entra nell'agenda di Palazzo Chigi. "Penso che il governo prenderà iniziative al massimo livello". Lo dice il presidente della Repubblica. A spasso fra le strade di Capri, Giorgio Napolitano intuisce che è giunto il momento di smettere di tacere. "Mi sono trovato d'accordo con il presidente del Consiglio, il ministro dell'Interno e dell'Ambiente perché ci sia un'assunzione di responsabilità precisa per sbloccare questa situazione". Dunque il Quirinale ha sentito Amato, Pecoraro e Prodi. Anzi, il premier per due volte in pochi giorni. "Ci siamo sentiti prima del mio messaggio, poi mi ha ritelefonato dopo. Mi aveva parlato di questo impianto di inceneritore costruito vicino casa sua, tanto per provare che non c'è da temere. Io ho solo sviluppato un po' questo concetto", racconta Napolitano, ed è un riferimento alle parole del 31 dicembre, a quell'invito esplicito a mettere da parte egoismi e particolarismi che Bassolino ha cavalcato, e la Iervolino non ha sentito rivolto a lei. Il gelo di Capri, ultimo giorno di una vacanza che il presidente ha provato a spendere a 17 miglia marine dalla monnezza. Una crisi troppo grave perché il Quirinale potesse rimanere estraneo. "Non sono preoccupato: sono allarmato. Sempre più allarmante: avevo usato queste parole nel messaggio di fine anno. Ecco. Non ho da aggiungere nulla a quanto detto allora". Oggi Napolitano lascia l'isola dei ricordi della sua gioventù e rientra direttamente a Roma. Senza passare dalla residenza posillipina di Villa Rosebery, senza aver messo piede nelle strade della città, come in fondo era nelle sue intenzioni sin dall'inizio. Un segno pure questo, e non si esclude che sia per marcare una distanza, non dal problema, semmai da chi quel problema doveva amministrarlo prima che esplodesse. Ma l'ultimo giorno di vacanza caprese diventa quello in cui si sgretola un altro proposito del Quirinale. Restare in silenzio. Prima Napolitano sbotta dinanzi a una domanda sui rifiuti all'uscita dall'albergo, mentre va al "Tiberio" per un aperitivo con Paolo Signorini, ex proprietario della Cirio. Le immagini di Napoli in tv? "Lasciatemi un po' in pace". Invece un'ora dopo parla. Coinvolge il governo, sostiene la via dei termovalorizzatori, fa sapere di aver tenuto contatti frenetici con Roma. In mezzo c'è la nota di Palazzo Chigi. Ci sono un po' di telefonate che gli fanno cambiare idea. Compresa una testimonianza diretta su ciò che accade a Napoli da parte di Graziella Pagano, ex senatrice del Pci, oggi presidente campano del Pd, che arriva a Capri e lo incontra. E allora Napolitano si dice allarmato, mentre la capitaneria di porto si attrezza per tenere alta l'attenzione contro eventuali incursioni di protesta da parte dei residenti di Pianura: la voce girava. Per ringraziare Capri, che in tutti i modi ha protetto la sua vacanza privata, Napolitano ha scritto di suo pugno un messaggio nell'albo d'onore del Comune. "In occasione di questo ritorno a Capri in una "nuova veste", rivolgo un augurio affettuoso di buon anno a tutti i capresi". A un'isola che non ha neppure un sacchetto d'immondizia in strada.

 

 

Rifiuti, proteste choc Quirinale in allarme (sezione: Monnezze)

( da "Arena, L'" del 05-01-2008)

NAPOLI. An "impicca" gli amministratori Rifiuti, proteste choc Quirinale in allarme Far west in Campania per i rifiuti. Ventuno manichini, con i nomi del presidente della Regione Campania Bassolino e del sindaco di Napoli Russo Iervolino, sono stati appesi da An lungo corso Umberto I a Napoli. Mentre a Pianura continua il presidio dei cittadini contro la discarica che le autorità hanno deciso di riaprire per rispondere all'emergenza. Il commissariato di polizia è stato preso a sassate e dal lancio di bombe carta. Una persona è stata arrestata perché in possesso di bottiglie molotov. Altri quattro autobus sono stati incendiati. Di fronte a tutto questo il presidente della Repubblica Napolitano si è detto allarmato e il premier Prodi ha deciso una sorta di commissariamento della crisi. 2.

 

 

Rifiuti, proteste shock Quirinale in allarme (sezione: Monnezze)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 05-01-2008)

NAPOLI. Manichini "impiccati" e violenze Rifiuti, proteste shock Quirinale in allarme Far west in Campania per i rifiuti. Ventuno manichini, con i nomi del presidente della Regione Campania Bassolino e del sindaco di Napoli Russo Iervolino, sono stati appesi da An lungo corso Umberto I a Napoli. Mentre a Pianura continua il presidio dei cittadini contro la discarica che le autorità hanno deciso di riaprire per rispondere all'emergenza. Il commissariato di polizia è stato preso a sassate e dal lancio di bombe carta. Una persona è stata arrestata perché in possesso di bottiglie molotov. Altri quattro autobus sono stati incendiati. Di fronte a tutto questo il presidente della Repubblica Napolitano si è detto allarmato e il premier Prodi ha deciso una sorta di commissariamento della crisi. 2.

 

 

Rifiuti, violenza a Napoli L'allarme del Quirinale (sezione: Monnezze)

( da "Arena, L'" del 05-01-2008)

DELIRIO IN CAMPANIA. Blocchi a oltranza contro la discarica a Pianura. Sassi e bombe carta su un commissariato. Devastata una sede di An. Autobus incendiati Rifiuti, violenza a Napoli L'allarme del Quirinale LUIGI CUOMO ROMA Macabri quanto mediatici, sono spuntati all'alba di un nuovo giorno di emergenza. Ventuno manichini, con i nomi del presidente della Regione Campania Antonio Bassolino e del sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino penzolavano in corso Umberto I, nel centro della città. Avevano corde al collo, e sotto ognuno di loro cumuli di spazzatura e un manifesto: "Addio 'a stu munno e monnezza". Una provocazione firmata An, che a Pianura in serata ha avuto la sede devastata, per dimostrare l'esasperazione dei cittadini sommersi dai rifiuti che potrebbe portare a commettere gesti disperati, ora che quei "sogni di rinascita hanno il cappio al collo". Mentre i politici locali si scambiano accuse e responsabilità, a Napoli e nell'hinterland continua la battaglia tra scene di protesta e sfoghi gonfi di rabbia. Alcuni manifestanti hanno "occupato" il municipio incatenandosi al balcone del palazzo per poi dirigersi nella sede del commissariato di governo per l'emergenza bloccando il traffico e rovesciando a terra cassonetti. L'epicentro della disperazione resta Pianura dove il presidio del cittadini della discarica Contrada Pisani che le autorità hanno deciso di riaprire per rispondere all'emergenza, non molla. Il commissariato di polizia è stato preso a sassate e dal lancio di bombe carta che hanno danneggiato parte della struttura. Arrestata anche una persona in possesso di sei molotov. Nuovi blocchi ieri a Pozzuoli, da parte dei residenti. Bloccata l'uscita della tangenziale che collega Pozzuoli con l'hinterland flegreo e la bretella Solfatara Arco Felice dove i dimostranti hanno riversato sulle carreggiate cassonetti e sacchetti di rifiuti obbligando molti negozi a restare chiusi. A Pianura c'è chi infiltratosi nella notte nell'area scelta come sito di stoccaggio ha distrutto le attrezzature. Chi ha tentato di entrare nel sito per effettuare un sit-in è stato respinto dalle forze dell'ordine che hanno iniziato a controllare l'area anche con elicotteri. La situazione è meno tesa rispetto ai primi giorni. Adesso ci sarebbe solo da aspettare. Coloro che hanno disegnato la loro linea Maginot fatta di spazzatura e cassonetti aspettano l'arrivo dei primi camion carichi di rifiuti. Dovrebbero giungere oggi all'alba e comunque non prima che sul sito di stoccaggio si siano concluse le verifiche dei tecnici del commissariamento straordinario per poter iniziare a mettersi in movimento. Intanto, Il governo studia interventi, il Capo dello Stato Giorgio Napolitano si dice allarmato mentre il caos immondizia alza sempre più il livello dello scontro politico. Napolitano, fa sapere da Capri, dove si trova in visita privata, che il governo è pronto "a prendere iniziative al massimo livello". Prodi ha annunciato che seguirà personalmente la vicenda: "Non è tollerabile che l'Italia sia additata a vergogna dell'Europa per non riuscire a risolvere il problema rifiuti". Il ministro dell'Interno Amato quello della Difesa Parisi e i tecnici di settore sono stati contattati dal premier "perché completino gli approfondimenti richiesti e si proceda con un piano di interventi strutturali, perché non si può andare avanti così". L'esecutivo contesta il ruolo di gruppi estremisti impegnati ad alzare barricate di dissenso. La Iervolino ha attaccato il prefetto Pansa e i commissari straordinari che si sono succeduti in Campania e anche Bassolino, ormai nel centro del mirino: "Non è giusto paghino i più deboli. La città è stata commissariata 14 anni, sono stati spesi 2 miliardi di euro ma chi li ha visti? Io no di certo". La Lega con Roberto Calderoli invoca l'intervento dell'esercito "per dare una calmata agli agitati e una regolata agli amministratori locali". Fi e Udc insistono nel chiedere le dimissioni di Bassolino. "Resto al mio posto, posso ancora dare il mio contributo" ha risposto il governatore che ritiene necessario un incontro con governo, istituzioni locali, neocommissario e prefetto ribadendo di essere favorevole a un terzo termovalorizzatore in Campania che potrebbe essere realizzato a Salerno.

 

 

Proteste choc L'allarme del Quirinale (sezione: Monnezze)

( da "Giornale di Vicenza, Il" del 05-01-2008)

RIFIUTI A NAPOLI Proteste choc L'allarme del Quirinale Far west in Campania per i rifiuti. Ventuno manichini, con i nomi del presidente della Regione Campania Bassolino e del sindaco di Napoli Russo Iervolino, sono stati appesi da Alleanza Nazionale lungo corso Umberto I a Napoli. A Pianura, intanto, continua il presidio dei cittadini contro la discarica che le autorità hanno deciso di riaprire per rispondere all'emergenza che sta infestando Napoli. Il commissariato di polizia è stato preso a sassate e dal lancio di bombe carta. Una persona è stata arrestata perché in possesso di bottoglie molotov. Altri quattro autobus sono stati incendiati. Di fronte a tutto questo il presidente della Repubblica Napolitano si è detto allarmato e il premier Prodi ha deciso una sorta di commissariamento della crisi. 2.

 

 

Prodi a Napolitano: <Ci penserà il governo> (sezione: Monnezze)

( da "Gazzetta del Sud" del 05-01-2008)

Emergenza rifiuti Il premier indignato per quanto sta accadendo e non più disposto a tollerare che il nostro Paese sia additato a vergogna d'Europa Prodi a Napolitano: "Ci penserà il governo" Il sindaco Iervolino continua però a osteggiare la scelta della discarica di Pianura. Martedì vertice a Roma Giovanni Innamorati ROMA La crisi dei rifiuti in Campania diventa una questione nazionale e le due massime autorità dello Stato, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il premier Romano Prodi, intervengono appoggiando le decisioni del commissario Umberto Cimmino e del prefetto di Napoli Alessandro Pansa di riaprire la discarica di Pianura. Cosa che non impedisce al sindaco di Napoli Iervolino di proseguire il suo braccio di ferro con entrambi. Ieri Prodi, in un colloquio con "Il Mattino", ha esternato la sua indignazione: "Non è tollerabile che l'Italia venga additata a vergogna dell'Europa". L'ira del premier è tracimata giovedì sera non solo per le bacchettate di Bruxelles, ma soprattutto dopo una telefonata col neo commissario ai rifiuti Cimmino. Le proteste violente per la riapertura provvisoria della discarica di Pianura (con il sospetto che siano fomentate dalla camorra) richiedevano una presa di posizione del governo che assicurasse a Cimmino la piena legittimità politica della sua azione, anche per l'opposizione del sindaco Iervolino alla scelta di Pianura. "Sono personalmente impegnato per la soluzione di questa drammatica e per molti versi inspiegabile emergenza", ha detto Prodi, il quale ha anche annunciato di aver "gia sentito Amato per l'ordine pubblico, e Parisi per i siti demaniali". Senza contare il vertice già convocato dal ministro per l'Ambiente Pecoraro Scanio per martedì tra le istituzioni locali, il governo nazionale e il commissario Cimmino. In ogni caso Prodi ha ribadito "la massima fiducia in Cimmino, così come è stato con il prefetto Pansa". "Al punto in cui siamo arrivati è chiaro che il problema va oltre il commissario e investe direttamente la responsabilità del primo ministro". Insomma, una sorta di commissariamento, non solo tecnico, ma anche politico, della crisi da parte del governo, visto che "la credibilità delle autorità politiche è scesa ai minimi". In mattinata, dopo le critiche del sindaco Iervolino al prefetto Pansa, che aveva lamentato la scarsa collaborazione delle istituzioni locali, ecco una nota ufficiale di Palazzo Chigi. "In tutta la Campania, e in primo luogo a Napoli, c'è bisogno di una grande e ferma unità delle istituzioni a sostegno delle azioni, ineludibili e necessarie, che sono state intraprese sul fronte dei rifiuti", anche per contrastare "i gruppi estremisti che hanno cercato e cercano di alzare barricate di dissenso". Quindi, "il Governo condivide totalmente l'appello del prefetto Pansa, così come fa sua la garanzia che ciascuno dei siti, a partire da Pianura, sia rigorosamente destinato all'autosufficienza locale". Non passano due ore che il sindaco Iervolino telefona al consigliere comunale di An, Marco Nonno, che è in mezzo ai manifestanti anti-discarica di Pianura, ribadendo la sua contrarietà alla scelta del commissario Cimmino: "Non so dove arriverò, sono sola dice al telefono messo in viva-voce l'unica che lavora in altre direzioni sono io". La decisione di Prodi di commissariare politicamente la crisi trova l'avallo del presidente della Repubblica Napolitano, col quale il premier dice di aver "parlato spesso" del problema. Martedì, dunque, si terrà il vertice convocato dal ministro dell'Ambiente Pecoraro Scanio in cui si affronteranno i problemi a monte, e cioè come produrre meno rifiuti (grazie alla raccolta differenziata). Il presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, chiede però anche un vertice governo-enti locali sugli altri aspetti, e concorda sulla necessità "della corresponsabilità tra le istituzioni locali e nazionali". Ma non ci sta a far la parte di San Sebastiano, con l'opposizione che ne chiede in coro le dimissioni e con la Sinistra Arcobaleno che, con Cesare Salvi, minaccia di uscire dalla maggioranza in Campania. "Sento il peso delle mie responsabilità dice il governatore ma talvolta sembra che le responsabilità siano solo mie. In ogni caso, resto al mio posto". Anche perché, se non è riuscito a realizzare i due termovalorizzatori programmati, è anche vero che lui è stato commissario per due anni, durante i quali "sono stati fatti sette impianti di Cdr" mentre i termovalorizzatori non sono stati realizzati "nemmeno dopo". Dato xxxxxxxx (sabato 5 gennaio 2008).

 

 

Napolitano allarmato: interverrà il governo - andrea palombi (sezione: Monnezze)

( da "Nuova Sardegna, La" del 05-01-2008)
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(Nuova Venezia, La) (Mattino di Padova, Il) (Provincia Pavese, La)

Il capo dello Stato parla delle discariche contestate e assicura la massima decisione Napolitano allarmato: "Interverrà il governo" E Prodi anticipa che ci saranno azioni "ineludibili e necessarie" Il sindaco di Napoli si scaglia contro prefetto e commissari e il centrodestra ne chiede le dimissioni ANDREA PALOMBI ROMA. "Ho detto nel mio messaggio che si tratta di un problema sempre più allarmante. Quindi, non sono preoccupato, ma allarmato". Non usa giri di parole Giorgio Napolitano per far capire quanto ormai consideri grave l'emergenza rifiuti. E sulla questione annuncia ormai di intervenire direttamente anche il governo. Uscendo dal caffè Tiberio, sulla piazzetta di Capri, dove da qualche giorno si trova in vacanza, Napolitano puntualizza che una prima telefonata con Prodi, c'è stata già il 31 dicembre. Il giorno dopo il messaggio televisivo di Capodanno. "Con Prodi - racconta - avevamo anche parlato dell'inceneritore che c'è nei pressi di casa sua tanto per provare che non c'é nulla da temere". Aggiunge di aver poi ricevuto una seconda telefonata dal presidente del Consiglio nei giorni scorsi e quindi annuncia: "Penso che il governo prenderà una iniziativa al massimo livello". Un giornalista gli chiede se sia stato lui stesso a sollecitare il governo. "Mi sono trovato d'accordo - si limita a rispondere Napolitano - con il presidente del Consiglio e con i ministri degli Interni e dell'Ambiente che ci sia una assunzione di responsabilità precisa per sbloccare questa situazione". Ma intanto in Campania è anche guerra fra le istituzioni. Mentre capo dello Stato e governo fanno capire di condividere l'iniziativa del prefetto di Napoli di riaprire la discarica di Pianura, il sindaco Rosa Russo Iervolino si scaglia contro i commissari speciali sui rifiuti che si sono succeduti nel capoluogo campano, ma anche contro il prefetto Alessandro Pansa. Sia lei che Antonio Bassolino, raffigurati ieri nei macabri manichini impiccati per la strade di Napoli, finiscono però nel mirino del centrodestra. Tutti ne chiedono le dimissioni, mentre Roberto Calderoli chiede anche a Prodi di inviare in Campania le forze speciali dell'esercito. "Se avessi pensato che lasciare poteva contribuire a una soluzione positiva dei problemi, l'avrei già fatto", assicura Bassolino. Palazzo Chigi fa invece intravedere la possibilità di usare il pugno di ferro. In una nota richiama la necessità "di una grande e ferma unità delle istituzioni" a sostegno delle azioni, "ineludibili e necessarie", che sono state intraprese, ma sottolinea anche che "ci sono gruppi estremisti, sia locali che giunti da fuori, che hanno cercato e cercano di alzare barricate di dissenso". Per questo il governo "condivide totalmente" l'appello del prefetto di Napoli, così come garantisce "che ciascuno dei siti, a partire da Pianura, sia rigorosamente destinato all'autosufficienza locale". "Non è più tollerabile - avverte poi Prodi in una intervista - che l'Italia venga additata a vergogna dell'Europa per non riuscire a risolvere il problema dei rifiuti in un'area grande quanto la Campania". Ma intanto, secondo la direttrice della Direzione ambiente, Pia Bucella, la Commissione Ue, quando si riunirà il 30 gennaio, potrebbe giudicare "non sufficiente" la risposta fornita nei giorni scorsi dal governo italiano sulle violazioni delle normative europee. Il rischio è quello di perdere i preziosi fondi Ue: "Uno stanziamento di 80-85 milioni di euro per le discariche è stato già sospeso", spiega la Bucella.

 

 

Ancora vandalismi e macabri avvertimenti - ferruccio fabrizio (sezione: Monnezze)

( da "Nuova Sardegna, La" del 05-01-2008)
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(Nuova Venezia, La) (Mattino di Padova, Il)

Attualità Ancora vandalismi e macabri avvertimenti Autobus incendiati a Pianura. An impicca i manichini di Iervolino e Bassolino FERRUCCIO FABRIZIO NAPOLI. "Stop ai veleni, la morte ci aspetta", ammonisce un cartello mostrato da un bambino di Pianura. E' il preludio alla contestata riapertura di Contrada Pisani, la discarica chiusa da 11 anni e individuata dal commissario di Stato per fronteggiare la nuova crisi dei rifiuti. Oggi o al massimo domani in questo invaso immerso in un'oasi naturalistica nella periferia ovest di Napoli, dovranno essere scaricate oltre duemila tonnellate di spazzatura che stanno invadendo soprattutto l'hinterland da Afragola a San Giorgio a Cremano fino a Pozzuoli. I residenti lo sanno e sono pronti alle barricate, anche se nella gran maggioranza (fatta di gente perbene) prendono le distanze dagli atti vandalici compiuti la scorsa notte, quando sono stati inceneriti quattro autobus dell'Anm, assaltata e colpita da un estintore un'auto dei Carabinieri e bloccato la circolazione in tutta la zona. Finora hanno pagato il prezzo dei disagio economico con numerosi esercizi rimasti chiusi e la necessità di spostarsi in un altro quartiere per la spesa. Quasi tutti gli accessi alla discarica sono presidiati dalla polizia che controlla il territorio anche con un elicottero e permette ai tecnici di ultimare così le operazioni di preparazione del sito di stoccaggio. Una corsa contro il tempo perché in assenza di alternative immediate a Contrada Pisani, la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare in tutta la provincia. La giornata di ieri è stata forse la più difficile degli ultimi giorni. I vigili del fuoco sono intervenuti nella notte sessanta volte per spegnere i roghi, quasi tutti appiccati ai margini periferici della città o nei comuni limitrofi. E Napoli si era svegliata con la macabra scoperta, autori alcuni esponenti di An, di ventuno manichini impiccati agli alberi e ai pali della luce lungo il centrale corso Umberto. Bersagli della provocazione, il governatore Bassolino e il sindaco Iervolino. Il primo ha già fatto sapere che intende restare al suo posto, il sindaco ha invece scatenato una polemica accusando il prefetto di Napoli Pansa di "scelte di gravità inaudita". E schierandosi con i manifestanti di Pianura con una telefonata a viva voce intercorsa con un consigliere An. "La città è commissariata da 14 anni, sono stati spesi 2 miliardi, ma chi li ha visti? - ha accusato nella telefonata la Iervolino. La responsabilità degli sprechi è dei vari commissari che si sono succeduti in questi anni. Abbiamo avuto vescovi che hanno benedetto qualsiasi rivoluzione, e politici di centrosinistra che sono andati loro dietro..." L'iniziale applauso corale che è seguito alle sue parole ha lasciato subito dopo spazio a una riflessione realistica da parte dei cittadini. "Il sindaco dice di essere con noi e di essere rimasta sola? Un sindaco non è mai solo, e se lo è può mettere sul tavolo la carta delle dimissioni" dice uno dei manifestanti, Domenico Merolla. Che chiosa: "Una telefonata simpatica, quella con la Iervolino, ma qui non possono prenderci in giro".

 

 

Napolitano allarmato: interverrà il governo - andrea palombi (sezione: Monnezze)

( da "Tirreno, Il" del 05-01-2008)

Il capo dello Stato parla delle discariche contestate e assicura la massima decisione Napolitano allarmato: "Interverrà il governo" E Prodi anticipa che ci saranno azioni "ineludibili e necessarie" Il sindaco si scaglia contro il prefetto e i commissari E il centrodestra ne chiede le dimissioni ANDREA PALOMBI ROMA. "Ho detto nel mio messaggio che si tratta di un problema sempre più allarmante. Quindi, non sono preoccupato, ma allarmato". Non usa giri di parole Giorgio Napolitano per far capire quanto ormai consideri grave l'emergenza rifiuti. E sulla questione annuncia ormai di intervenire direttamente anche il governo. Uscendo dal caffè Tiberio, sulla piazzetta di Capri, dove da qualche giorno si trova in vacanza, Napolitano puntualizza che una prima telefonata con Prodi, c'è stata già il 31 dicembre. Il giorno dopo il messaggio televisivo di Capodanno. "Con Prodi - racconta - avevamo anche parlato dell'inceneritore che c'è nei pressi di casa sua tanto per provare che non c'é nulla da temere". Aggiunge di aver poi ricevuto una seconda telefonata dal presidente del Consiglio nei giorni scorsi e quindi annuncia: "Penso che il governo prenderà una iniziativa al massimo livello". Un giornalista gli chiede se sia stato lui stesso a sollecitare il governo. "Mi sono trovato d'accordo - si limita a rispondere Napolitano - con il presidente del Consiglio e con i ministri degli Interni e dell'Ambiente che ci sia una assunzione di responsabilità precisa per sbloccare questa situazione". Ma intanto in Campania è anche guerra fra le istituzioni. Mentre capo dello Stato e governo fanno capire di condividere l'iniziativa del prefetto di Napoli di riaprire la discarica di Pianura, il sindaco Rosa Russo Iervolino si scaglia contro i commissari speciali sui rifiuti che si sono succeduti nel capoluogo campano, ma anche contro il prefetto Alessandro Pansa. Sia lei che Antonio Bassolino, raffigurati ieri nei macabri manichini impiccati per la strade di Napoli, finiscono però nel mirino del centrodestra. Tutti ne chiedono le dimissioni, mentre Roberto Calderoli chiede anche a Prodi di inviare in Campania le forze speciali dell'esercito. "Se avessi pensato che lasciare poteva contribuire a una soluzione positiva dei problemi, l'avrei già fatto", assicura Bassolino. Palazzo Chigi fa invece intravedere la possibilità di usare il pugno di ferro. In una nota richiama la necessità "di una grande e ferma unità delle istituzioni" a sostegno delle azioni, "ineludibili e necessarie", che sono state intraprese, ma sottolinea anche che "ci sono gruppi estremisti, sia locali che giunti da fuori, che hanno cercato e cercano di alzare barricate di dissenso". Per questo il governo "condivide totalmente" l'appello del prefetto di Napoli, così come garantisce "che ciascuno dei siti, a partire da Pianura, sia rigorosamente destinato all'autosufficienza locale". "Non è più tollerabile - avverte poi Prodi in una intervista - che l'Italia venga additata a vergogna dell'Europa per non riuscire a risolvere il problema dei rifiuti in un'area grande quanto la Campania". Ma intanto, secondo la direttrice della Direzione ambiente, Pia Bucella, la Commissione Ue, quando si riunirà il 30 gennaio, potrebbe giudicare "non sufficiente" la risposta fornita nei giorni scorsi dal governo italiano sulle violazioni delle normative europee. Il rischio è quello di perdere i preziosi fondi Ue: "Uno stanziamento di 80-85 milioni di euro per le discariche è stato già sospeso", spiega la Bucella.

 

 

Ancora vandalismi e macabri avvertimenti - ferruccio fabrizio (sezione: Monnezze)

( da "Tirreno, Il" del 05-01-2008)

Attualità Ancora vandalismi e macabri avvertimenti Bombe carta e bus incendiati. An impicca i manichini di Iervolino e Bassolino FERRUCCIO FABRIZIO NAPOLI. "Stop ai veleni, la morte ci aspetta", ammonisce un cartello mostrato da un bambino di Pianura. E' il preludio alla contestata riapertura di Contrada Pisani, la discarica chiusa da 11 anni e individuata dal commissario di Stato per fronteggiare la nuova crisi dei rifiuti. Oggi o al massimo domani in questo invaso immerso in un'oasi naturalistica nella periferia ovest di Napoli, dovranno essere scaricate oltre duemila tonnellate di spazzatura che stanno invadendo soprattutto l'hinterland da Afragola a San Giorgio a Cremano fino a Pozzuoli. I residenti lo sanno e sono pronti alle barricate, anche se nella gran maggioranza (fatta di gente perbene) prendono le distanze dagli atti vandalici compiuti la scorsa notte, quando sono stati inceneriti quattro autobus dell'Anm, assaltata e colpita da un estintore un'auto dei Carabinieri e bloccato la circolazione in tutta la zona. Finora hanno pagato il prezzo dei disagio economico con numerosi esercizi rimasti chiusi e la necessità di spostarsi in un altro quartiere per la spesa. Quasi tutti gli accessi alla discarica sono presidiati dalla polizia che controlla il territorio anche con un elicottero e permette ai tecnici di ultimare così le operazioni di preparazione. Ma ieri la tensione è di nuovo salita. Il commissariato di polizia del quartiere è stato assalito da facinorosi che hanno lanciato sassi e bombe carta mandando in frantumi i vetri e creando qualche altro danno. Poco prima un uomo era stato arrestato perché trovato in possesso di sei molotov. Le autorità stanno facendo una corsa contro il tempo: senza alternative immediate a Contrada Pisani, la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare in tutta la provincia. La giornata di ieri è stata forse la più difficile. I vigili del fuoco sono intervenuti nella notte 60 volte per spegnere i roghi. E Napoli si era svegliata con la macabra scoperta, autori alcuni esponenti di An, di 21 manichini impiccati agli alberi e ai pali della luce lungo il centrale corso Umberto. Bersagli della provocazione, il governatore Bassolino e il sindaco Iervolino. Il primo ha già fatto sapere che intende restare al suo posto, il sindaco ha invece scatenato una polemica accusando il prefetto di Napoli Pansa di "scelte di gravità inaudita". E schierandosi con i manifestanti di Pianura con una telefonata a viva voce con un consigliere An. "La città è commissariata da 14 anni, sono stati spesi 2 miliardi, ma chi li ha visti? - ha accusato nella telefonata la Iervolino. La responsabilità degli sprechi è dei commissari che si sono succeduti in questi anni. Abbiamo avuto vescovi che hanno benedetto qualsiasi rivoluzione, e politici di centrosinistra che sono andati loro dietro..." L'iniziale applauso corale che è seguito alle sue parole ha lasciato subito dopo spazio ai commenti dei cittadini: "Il sindaco dice di essere con noi e di essere rimasta sola? Un sindaco non è mai solo, e se lo è può mettere sul tavolo la carta delle dimissioni".

 

 

A Napoli fantocci impiccati firmati An Protesta choc contro il governatore e la Iervolino. Ma il partito si spacca (sezione: Monnezze)

( da "Unita, L'" del 05-01-2008)

Stai consultando l'edizione del A Napoli fantocci impiccati "firmati" An Protesta choc contro il governatore e la Iervolino. Ma il partito si spacca "Addio a 'stu monno 'e munnezza!". E ancora: "Vedete 'a fine ch'aggio fatto! Vulete campa' bbuono? Levateve a tuorno Rosa Russo Bassolino". Quando ormai su Napoli il sole è alto già da qualche ora qualcuno dei cartelli è ancora lì, appeso a mezza altezza lungo i marciapiedi di corso Umberto I. Ci sono i manifesti listati a lutto con gli slogan contro "la sindachessa" e contro il governatore, ce ne sono altri contro Romano Prodi e contro il ministro della Giustizia Clemente Mastella, ma ci sono soprattutto ancora molti dei 21 macabri fantocci impiccati che qualcuno ha impiccato nottetempo lungo una delle arterie principali del centro napoletano. Uno di loro, addirittura, a pochi passi dalla casa del presidente Antonio Bassolino. Non un "buontempone" qualunque però, ma addirittura un consigliere provinciale di Alleanza Nazionale, Luigi Rispoli, che fra il tanfo della monnezza e la rabbia dei napoletani ha pensato bene di soffiare sul fuoco delle proteste con una iniziativa "irresponsabile ed ignobile". E le parole, virgolette comprese, sono quelle usate per stigmatizzare l'iniziativa proprio dal partito di Gianfranco Fini che in una nota ha minacciato "immediate e dure iniziative disciplinari". Ma la dimostrazione notturna organizzata da An non è ovviamente piaciuta al governatore Bassolino che ha parlato di "segnali che rischiano di portare alcune forze politiche indietro di anni, allontanandole dal ruolo di una seria alternativa". "A Pianura - ha concluso Bassolino - in queste ore devo registrare che c'è del torbido, così come torbide sono state situazioni precedenti che hanno riguardato la protesta". Che certop non si ferma visto che ieri sera alcune decine di persone, quasi tutte a volto coperto, hanno assaltato con bombe carta e sassi il commissariato di Polizia di Pianura, rompendo alcuni vetri. E intimidazioni a danno dei commercianti sono state segnalate dalle associazioni di categoria. A poche centinaia di metri dal commissariato, inoltre, qualcuno ha fatto irruzione in una sede di Alleanza nazionale sfasciando vetrine e computer. Un pregiudicato di 50 anni, inoltre, è stato identificato e arrestato perchè in possesso di alcune bottiglie molotov. ma.so.

 

 

Caos rifiuti, Napolitano accusa Il capo dello Stato allarmato per la crisi di Napoli: Il governo interverrà Bassolino: Non mollo . Ancora roghi e proteste, gravi provocazioni di An (sezione: Monnezze)

( da "Unita, L'" del 05-01-2008)

Stai consultando l'edizione del Caos rifiuti, Napolitano accusa Il capo dello Stato allarmato per la crisi di Napoli: "Il governo interverrà" Bassolino: "Non mollo". Ancora roghi e proteste, gravi provocazioni di An "Sono allarmato, bisogna agire subito". È il capo dello Stato a intervenire sull'emergenza rifiuti. Da Capri Napolitano però assicura: il governo interverrà, ci sia una assunzione di responsabilità precisa per sbloccare questa situazione. Il presidente ha parlato con Prodi, ricevendo rassicurazioni. E Palazzo Chigi ieri ha avvertito: ci sono estremisti che fomentano le proteste. Come quella macabra di ieri a Napoli, con fantocci impiccati contro Bassolino e la Iervolino. Il governatore è passato al contrattacco: non mi dimetto, servono altre discariche. Intanto Taverna del Re il "cimitero delle ecoballe" è ormai una bomba ecologica a orologeria. Fierro, Di Blasi e Solani alle pagine 2 e 3.

 

 

Liti all'ombra dei rifiuti (sezione: Monnezze)

( da "Unita, L'" del 05-01-2008)

Stai consultando l'edizione del Liti all'ombra dei rifiuti Enrico Fierro La situazione a Napoli è disperata. Da oggi neppure in città si raccoglieranno i rifiuti per strada. Da ieri anche l'ultimo impianto di Cdr, gli orrendi e inutili scatoloni destinati a trasformare i rifiuti in combustibile che non potrà mai essere bruciato, è bloccato. A Pianura gruppi di ragazzotti dalla mano lesta hanno conquistato la leadership della rivolta popolare incendiando quattro autobus di linea. La camorra è scesa in campo. I boss e le famiglie che hanno interessi sulle aree destinate a parco e green per i campi da golf - gli investimenti incautamente promessi al posto della discarica che sta riaprendo - si stanno muovendo. I clan che da sempre gestiscono il ciclo illegale dei rifiuti non intendono perdere un business che da solo porta più guadagni della droga. La Campania intera, da Caserta ad Avellino fino a Benevento, è esasperata. Si temono gli effetti che la diossina sprigionata nell'aria dai roghi delle montagne di mondezza avrà sulla salute dei campani di oggi e di quelli di domani. Il tutto in una realtà dove le statistiche delle autorità sanitarie - prima fra tutte l'Oms - parlano di un aumento di tumori, malattie respiratorie e mortalità infantile. Una destra col sangue agli occhi soffia sul fuoco. Il partito di Gianfranco Fini - che pure con il suo governatore Rastrelli ha avuto responsabilità enormi in tutta questa storia - ieri ha impiccato 24 manichini raffiguranti la sindaca Iervolino e il presidente della Regione Bassolino su tutto il Rettifilo, una delle strade più importanti della città. Non siamo ancora alla rivolta di Masaniello, ma manca poco. Un disastro politico e sociale immane stringe Napoli e l'intera regione. E il centrosinistra che fa? Si divide. Potentati e correnti dentro i vari partiti colgono l'occasione della tragedia per regolare vecchi conti politici. Chi ha delicate responsabilità istituzionali sembra fare a gara a dire io non c'entro. Sulla scelta di riaprire la discarica di Pianura le divisioni più nette. C'è un prefetto, Alessandro Pansa, fino a pochi giorni fa commissario straordinario all'emergenza, che convoca una conferenza stampa per dire che lui ha avuto le "mani legate". Da cosa? "Dalla sfiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni, compreso il commissariato straordinario". Un j'accuse preciso, ma da un prefetto della Repubblica il cittadino qualsiasi si aspetta altro, soluzioni al problema e non suggestive analisi sociologiche. I napoletani, poi, che hanno assistito a 14 anni di sprechi indecenti, di funzionari di partito bolliti messi a capo proprio di quel commissariato nel quale dovrebbero porre la loro infinita fiducia, e di funzionari dello Stato che in missione a Napoli preferivano alloggiare all'Hotel Vesuvio o al Santa Lucia, ne hanno piene le scatole di prediche. Con il prefetto ieri ha litigato a muso duro il sindaco Iervolino, contrario alla riapertura della discarica di Pianura. Sono volate parole grosse e minacce di querela. La destra appende manichini e soffia sul fuoco, e il centrosinistra si divide e attacca. Nel mirino Antonio Bassolino, il presidente della Regione, l'uomo che ha guidato il Commissariato straordinario ai rifiuti nella sua fase più delicata. In prima fila nelle richieste di dimissioni proprio quei parlamentari che in questi anni hanno accuratamente evitato di sporcarsi le mani con la mondezza. Ora è il tempo di tirare il freno delle polemiche, di dimostrare che Napoli e la Campania, la sua classe politica sono in grado di uscire dall'emergenza. Con l'indispensabile sostegno pieno del governo, che non sempre c'è stato e con la responsabilità di tutti. Del prefetto e del nuovo commissario, che farebbe bene a spalancare le porte ai sindaci e ad evitare l'increscioso episodio dell'altro giorno, quando il primo cittadino di Caserta è stato tenuto fuori dalla porta e ricevuto solo da un funzionario. Serve questo e serve il dialogo con i cittadini. Pianura non può essere lasciata in balia di chi soffia sul fuoco. A Giugliano e ai comuni che ospitano Cdr e aree di stoccaggio vanno offerti impegni e scadenze precise. La salubrità del territorio e delle popolazioni deve essere monitorata costantemente da Asl, Università e ospedali. La gente va rassicurata con analisi scientifiche e parole chiare. Il senatore Tommaso Sodano, presidente della Commissione ambiente, proponeva un tavolo della responsabilità attorno al quale far sedere parlamentari e livelli istituzionali, il ministro Nicolais ha illustrato ieri ai giornali il suo piano per uscire dall'emergenza. Lo porti sul tavolo del governo, lo proponga anche a Napoli. È difficile mettere fine alle polemiche, ai piccoli interessi di bottega, e lasciare alla destra la protesta e il masianellismo dei manichini appesi? Se non si fa questo, il rischio reale e molto ravvicinato è che tutta la politica del centrosinistra a Napoli e nell'intera Campania venga travolta da cumuli di rifiuti.

 

 

"Impiccati" Bassolino e la Jervolino (sezione: Monnezze)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 05-01-2008)

Cronaca Italiana Pagina 110 Manichini appesi agli alberi. Protesta choc della destra "Impiccati" Bassolino e la Jervolino Manichini appesi agli alberi. Protesta choc della destra --> NAPOLI Protesta-choc di alcuni esponenti di Alleanza nazionale: ventuno manichini impiccati agli alberi e ai pali della luce sono comparsi all'alba di ieri al corso Umberto di Napoli: a ognuno è appeso un manifesto listato a lutto per stigmatizzare l'emergenza rifiuti (con lo slogan "Addio a "stu munno e munnezza!") e altri problemi della città. Già in mattinata, però, una parte dei manichini impiccati sono stati rimossi. Sotto accusa il presidente della Regione Antonio Bassolino (che replica: "Io non mi dimetto") e il sindaco Rosa Russo Iervolino. Tra l'altro, uno dei manichini impiccati è stato posizionato nei pressi dell'abitazione del sindaco. Inoltre un manifesto attacca il premier Romano Prodi e un altro tira in ballo il Guardasigilli Clemente Mastella. E a sorpresa, la protesta-choc scuote e trova l'appoggio di molti commercianti e residenti del centro storico, soprattutto sul fronte dell'emergenza rifiuti. Non solo, dal corso Umberto arrivano anche parole di solidarietà per gli abitanti di Pianura che stanno protestando contro l'apertura della discarica di Contrada Pisani. "Questa città - dice la farmacista Luisa Origlio - è diventata invivibile. Condivido la protesta dei manichini impiccati, anche se dubito che possa portare risultati concreti".

 

 

La camorra è implicata ma politici locali colpevoli (sezione: Monnezze)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 05-01-2008)

La camorra sicuramente è implicata nella questione rifiuti, ma la responsabilità principale della crisi è della classe politica, soprattutto di quella locale, che non è riuscita a trovare in 14 anni una soluzione al trattamento dei rifiuti. La napoletana Franca Chiaromonte, deputato del Partito democratico, punta il dito contro tutti quei sindaci, "di destra e di sinistra", che negli anni si sono opposti a discariche, termovalorizzatori e inceneritori nella loro zona: "Tutti hanno detto "no nel mio giardino, no nel mio cortile, no nel mio orto" e così oggi ci ritroviamo in un'emergenza continua". Napolitano ha lanciato un forte grido d'allarme per la sua Napoli. "Un grido che condivido. Tutti i campani oggi, ovunque vivano, sono preoccupati per quello che sta succedendo. È un problema molto antico: sono 14 anni che ci stiamo preoccupando e cerchiamo una soluzione per garantire ai cittadini della Campania una vita normale. E sono 14 anni che vediamo sindaci che indossano la fascia tricolore e salgono su cumuli di immondizia guidando la protesta contro i progetti di costruzione di discariche, inceneritori e termovalorizzatori". In tanti tirano in ballo gli interessi della camorra. "Sicuramente la camorra ha un ruolo, ma non ci si può aggrappare sempre alla criminalità organizzata per tirarsi fuori dalle responsabilità. Finisce per diventare una scusa, un paravento di una situazione che mette invece in luce inadempienze e inadeguatezza di tutta la classe politica locale, sia di destra che di sinistra". E la politica nazionale? "Anche la politica nazionale ha la sua parte di responsabilità, perché non ha capito la gravità della situazione e ha lasciato sulle spalle dei governi locali il peso dell'emergenza. I governi degli ultimi 14 anni hanno fatto ben poco per aiutare la Campania". Si chiedono le dimissioni del presidente della Regione Antonio Bassolino e anche del sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino. "Si chiedono le dimissioni ma non si fanno proposte concrete per affrontare e risolvere la situazione. Le dimissioni di Bassolino e della Iervolino non risolvono proprio nulla, aggraverebbero soltanto la situazione. Bisogna invece unirsi, proporre una soluzione e lottare per fare uscire Napoli e la Campania dall'emergenza. Faccio un esempio: a Vico Equense, nel mio paese, si fa la raccolta differenziata e funziona benissimo; così anche in altri comuni, ma sono ancora pochi e su questo fronte c'è tanto lavoro ancora da fare". Rosario Caiazzo.

 

 

Caos rifiuti, Prodi: ora basta, ci pensa il governo (sezione: Monnezze)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 05-01-2008)

Il premier sconfessa le istituzioni locali: credibilità delle autorità al minimo, fiducia a commissario e prefetto Napolitano concorda. Iervolino: sono sola. Bassolino: le colpe non sono solo mie. A Napoli manichini impiccati ROMA La crisi dei rifiuti in Campania diventa una questione nazionale e le due massime autorità dello Stato, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il premier Romano Prodi, intervengono appoggiando le decisioni del commissario Umberto Cimmino e del prefetto di Napoli Alessandro Pansa di riaprire la discarica di Pianura, le cui pale meccaniche sono state sabotate l'altra notte da alcuni manifestanti. prodi: emergenza inspiegabile Prodi, in un colloquio con il quotidiano "Il Mattino", ha esternato la sua indignazione: "Non è tollerabile che l'Italia venga additata a vergogna dell'Europa". "Sono personalmente impegnato per la soluzione di questa drammatica e per molti versi inspiegabile emergenza", ha detto Prodi, che ha anche annunciato di aver "già sentito il ministro Amato per l'ordine pubblico e Parisi per i siti demaniali". Senza contare il vertice già convocato dal ministro Pecoraro Scanio per martedì prossimo. In ogni caso Prodi ha ribadito "la massima fiducia in Cimmino e per il prefetto Pansa". Insomma, un sorta di commissariamento, non solo tecnico, ma anche politico, della crisi da parte del governo, visto che "la credibilità delle autorità politiche è scesa ai minimi". la nota del governo In mattinata, dopo le critiche del sindaco Iervolino al prefetto Pansa, che giovedì aveva lamentato la scarsa collaborazione delle istituzioni locali, ecco una nota ufficiale di Palazzo Chigi. "In tutta la Campania, e in primo luogo a Napoli, c'è bisogno oggi di una grande e ferma unità delle istituzioni a sostegno delle azioni, ineludibili e necessarie, che sono state intraprese sul fronte dei rifiuti. Il governo condivide totalmente l'appello del prefetto Pansa, così come fa sua la garanzia che ciascuno dei siti, a partire da Pianura, sia rigorosamente destinato all'autosufficienza locale". "Addio a 'sta munnezza" Non passano due ore che il sindaco Iervolino telefona al consigliere comunale di An, Marco Nonno, che è in mezzo ai manifestanti anti-discarica di Pianura, ribadendo la sua contrarietà alla scelta del commissario Cimmino: "Non so dove arriverò, sono sola ? dice al telefono messo in viva-voce ? l'unica che lavora in altre direzioni sono io". E ieri proprio gli esponenti di An hanno attuato una protesta-choc, esponendo 21 manichini impiccati agli alberi e ai pali della luce in corso Umberto di Napoli: a ognuno è appeso un manifesto listato a lutto per stigmatizzare l'emergenza rifiuti (con lo slogan "Addio a 'stu munno 'e munnezza!") e altri problemi della città. napolitano La decisione di Prodi trova l'avallo del presidente della Repubblica Napolitano che conferma e si dichiara "non preoccupato, ma allarmato". "Mi sono trovato d'accordo ? spiega ? con il presidente del Consiglio che ci sia una assunzione di responsabilità precisa per sbloccare questa situazione". Il presidente della Campania, Antonio Bassolino, concorda sulla necessità "della corresponsabilità tra le istituzioni locali e nazionali", ma precisa: "Sento il peso delle mie responsabilità, ma talvolta sembra che le responsabilità siano solo mie".

 

 

Analisi la storia dei rifiuti napoletani, iniziata con la prima emergenza del '94 (sezione: Monnezze)

( da "Riformista, Il" del 05-01-2008)

La spazzatura vale oro, anzi otto miliardi di euro Da Rastrelli a Bassolino: "Un popolo di munnezza" Le ricche consulenze della politica, il fallimento della raccolta differenziata, i cantieri infiniti dei termovalorizzatori Per gentile concessione di Baldini Castoldi Dalai editore pubblichiamo ampi stralci del capitolo "L'industria dei rifiuti" tratto dal libro di Antonello Caporale Impuniti. Storie di un sistema incapace, sprecone e felice. È la storia della munnezza napoletana nel racconto che ne fa Fabrizio d'Esposito all'autore. Anche se scoppia nel 1993, nel periodo cruciale di tangentopoli, l'emergenza rifiuti a Napoli viene sancita ufficialmente, con tanto di decreto del governo, nel febbraio del 1994. (...). Un'emergenza che dura da quasi tre lustri. Un vero ossimoro, come nota l'ultima relazione della commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Relazione firmata dall'ex bassoliniano Roberto Barbieri, oggi senatore dello Sdi, il partito socialista di Enrico Boselli: "Discorrere di un'emergenza che si protrae ormai da quattordici anni costituisce un evidente ossimoro". "Evidente", se non altro per il denaro buttato via. È lo stesso Barbieri che dà i numeri: 780 milioni di euro l'anno dal 1997 al 2007 solo per la spesa corrente, senza contare gli investimenti, altri 29 milioni annui riferiti sempre allo stesso periodo. L'esercizio è da scuole elementari: (780x10)+(29x10)=7.800+290=8.090. Cioè più di otto miliardi di euro, sedicimila miliardi di lire. E non è finita. Dal rapporto della commissione si apprende pure che in Campania arriveranno nei prossimi anni, tra risorse nazionali ed europee, 12 miliardi di euro, da cui si dovrà attingere per il "il completamento del ciclo integrato dei rifiuti". Nei capitoli di spesa è compresa "la bonifica e il recupero dei siti contaminati", ossia dei danni fatti con una parte dei soldi pubblici sprecati sinora. Un paradosso. Ma questa storia è piena di paradossi che - messi insieme - formano un ossimoro a carico dei contribuenti. Di chi la colpa? Antonio Rastrelli oggi ha settanta anni. Chi lo conosce parla di lui come di un vero galantuomo di destra. Anzi fascista. Del resto è stato lo stesso Rastrelli a definirsi così, quando l'estate scorsa ha annunciato il suo passaggio da An alla Destra dello scissionista Francesco Storace, ex governatore del Lazio: "Sono nato fascista e voglio morire fascista". Grazie ad An e a tutto il Polo berlusconiano, nel 1995 Rastrelli vince nelle urne la sfida per la presidenza della regione. Un evento. Come l'elezione di Antonio Bassolino a sindaco di Napoli due anni prima. La Dc non c'è più e i due posti chiave delle istituzioni campane sono in mano a un vecchio missino e a un dirigente dell'ex Pci. È la Seconda Repubblica. Nel marzo del 1996, Rastrelli diviene anche commissario straordinario per l'emergenza rifiuti. È nominato dal governo e le sue competenze fanno riferimento "agli interventi urgenti in materia di Protezione civile". Una scelta, questa, che rappresenta la madre di tutti i paradossi. Quando infatti nel 1994 a Roma viene istituita la figura del commissario straordinario per i rifiuti in Campania, l'obiettivo della politica è quello di avviare un processo amministrativo veloce e snello, sottraendolo alla lentezza e agli appetiti delle istituzioni locali. Così il primo a ricoprire il ruolo è l'allora prefetto di Napoli, Umberto Improta. Solo che, in due anni, l'unico potere di Improta è quello di individuare nuove discariche, cercando di evitare le infiltrazioni della camorra, padrona del territorio nel vero senso della parola: proprietaria, cioè, della quasi totalità delle cave dismesse. Di qui la necessità di un cambio di passo per varare un vero e proprio piano regionale dei rifiuti. E la politica che cosa fa? Ritorna a se stessa, creando un ossimoro, un paradosso, chiamatelo come volete, che un'altra relazione parlamentare, quella del 2006, firmata dal forzista Paolo Russo, riassume così in un linguaggio burocratico ma efficace: "A un certo punto, la scelta del governo è stata quella di consentire l'intervento diretto della Regione attraverso l'individuazione del ruolo del commissario straordinario in capo al presidente della giunta regionale". Rastrelli, appunto. È il 1996, la decisione è del governo tecnico di Lamberto Dini, ad appena dieci giorni dalle elezioni politiche del 27 marzo, vinte poi dall'Ulivo di Romano Prodi. Si tratta di un passaggio barocco e circolare, ma decisivo. Adesso l'emergenza rifiuti campana è nelle mani di un politico con i poteri del commissario straordinario. Alla regione, però, il governatore Rastrelli resiste fino al 1998. In quell'anno, a Roma, Clemente Mastella abbandona il campo berlusconiano e va a sinistra per sostenere il nuovo governo di Massimo D'Alema, che a Palazzo Chigi prende il posto di Prodi. Anche in Campania è tempo di ribaltoni. Nel gennaio del 1999, il mastelliano Andrea Losco, oggi eurodeputato della Margherita, diventa presidente coi voti del centrosinistra. Poi, nel 2000 le elezioni regionali che segnano l'avvento di Antonio Bassolino, sindaco uscente di Napoli, tuttora governatore dopo la riconferma del 2005. Da destra a sinistra, tutti i volti dell'affaire Rastrelli, Losco, Bassolino: da destra a sinistra passando per il centro, il commissariato politico ma straordinario per l'emergenza rifiuti si trasforma negli anni in un centro di spesa formidabile. Quando alla struttura arriva nel 2004 di nuovo un prefetto, Corrado Catenacci, chiamato dal governo Berlusconi per fronteggiare l'ennesima crisi provocata dalla immondizia per strada, gli ispettori della Finanza incaricati dalla Protezione civile calcolano in 897 milioni e 12mila euro "l'andamento di spesa" del commissariato. Alla data del 12 marzo 2004 la cifra è da dividere in due: 617milioni e 974mila euro già pagati e 279 ancora da versare. I debiti, oggi, sono aumentati: 600 milioni. Nata nel 1994 per snellire e tentare di "fare presto", come nota l'azzurro Russo nella sua relazione parlamentare, due lustri dopo la struttura commissariale toccherà quota 101 tra consulenti e dipendenti normali ed "esperti". Una persona in meno di quelle che formano attualmente il governo Prodi. Per mantenere la carica dei 101 le "spese generali" sono di 24 milioni e 500mila euro. Solo l'affitto degli uffici brucia circa 750mila euro. Le consulenze costano 8,8 milioni e sono più care del "sostegno alla raccolta dei rifiuti nei comuni", che ammonta ad appena, si fa per dire, 6 milioni e 429mila euro senza peraltro produrre alcun risultato. Le consulenze, però, sono "globali" come accerta la Corte dei conti: "con oggetto, cioè, una generalizzata e non specificata gamma di funzioni, e di durata tale da mascherare un vero e proprio rapporto di pubblico impiego". A parte i professionisti scelti con il criterio della lottizzazione partitica, il carrozzone di esperti, consulenti, collaudatori e sub-commissari è rimpolpato anche con esponenti del ceto politico. (...). La varietà impressionante degli sprechi Scavando tra le voci di spesa del commissariato straordinario, gli ispettori della Finanza riportano alla luce una varietà quantitativamente impressionante di sprechi. Un'incredibile serialità dello spreco unica nel suo genere. I costi di "sostegno alla raccolta differenziata", per esempio: 160 milioni e 448mila euro. Ora, mettiamo da parte il fallimento della raccolta differenziata in Campania, di cui ci occuperemo tra poco perché tra le cause dell'eterna emergenza, e leggiamo che cosa ha detto il prefetto Catenacci in un'audizione alla commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti. È il 26 luglio 2005. Catenacci fornisce chiarimenti sugli "automezzi acquistati per la raccolta differenziata e destinati ai comuni". Rivela il prefetto: "Quanto agli automezzi, il numero di veicoli rubati è tra le quaranta e le cinquanta unità. Poi, molti di questi automezzi non sono neppure utilizzati. Numerosi anche quelli male utilizzati, nel senso che invece di venir impiegati per la raccolta differenziata sono adoperati per quella ordinaria: attualmente è in corso una sub-inchiesta per verificare se molti di essi siano stati affidati a società a loro volta pagate dai comuni per i servizi a questi resi. In altri termini, le irregolarità riguarderebbero il fatto che molte società esercitano il servizio di rimozione di nettezza urbana con automezzi di proprietà del commissario di governo, facendone per giunta pagare l'uso ai comuni". Capito? Ma il pozzo senza fondo della raccolta differenziata sfocia anche in un altro capitolo di spesa. Quello dei lavoratori socialmente utili, i famigerati Lsu: 144 milioni e 284mila euro. Non solo: Lsu, ex carcerati, disoccupati "storici" di lungo periodo e corsisti formano un esercito di 2.316 tra operai e impiegati che dovrebbe darsi da fare per far partire la raccolta differenziata, coordinato in questo dai dipendenti "esperti" del commissariato che a loro volta guadagnano 2.583 euro al mese. I 2.316 prestano servizio in diciotto consorzi di bacino sparsi per la regione. I consorzi sono stati formati per bypassare i singoli comuni, evitare localismi dispersivi e antieconomici e avviare un ciclo virtuoso. In teoria, ovviamente. Ancora il prefetto Catenacci: "Abbiamo infine il gravissimo problema dei 2.400 (Catenacci arrotonda, bontà sua, nda) lavoratori assunti dalla precedente gestione (quella di Bassolino, nda) con un contratto a tempo determinato per le esigenze della raccolta differenziata. Questo rapporto di lavoro è stato inopinatamente trasformato in rapporto a tempo indeterminato. Questa gente inquadrata con un contratto di lavoro di Federambiente e che quindi riscuote oltre tre milioni di lire al mese, molto difficilmente accetterà di perdere il posto. Questi dipendenti avrebbero dovuto lavorare per la raccolta differenziata: se di questi 2.316 lavorano in 200 è già un miracolo. Gli altri non fanno niente e spendono tutti i soldi al bar giocando a zecchinetta. Ho continuato a pagarli, perché l'alternativa era quella di provocare un disastro sociale". (...). Complessivamente, i dipendenti dei consorzi sono 13mila, che arrivano a 20mila contando l'indotto. Ecco che cosa dice all'inviato del Sole 24 Ore , Roberto Galullo, il sindaco di Montecorvino Pugliano, paesino del salernitano. Il suo nome è Domenico Di Giorgio e spiega: "I consorzi sono carrozzoni che da 14 anni assorbono risorse e non danno nulla in cambio: hanno 13mila addetti, 300 tecnici superpagati, consigli di amministrazione e presidenze lottizzate". E meno male che per fare presto e bene, nel biennio '93-'94, bisognava sottrarre l'emergenza rifiuti alla politica. 725mila euro di telefonate Quella della munnezza campana è una storia che non lascia tregua al racconto che ne fa Fabrizio d'Esposito del Riformista . I numeri degli sprechi afferrano alla gola il contribuente attonito e indifeso. (...). Nella relazione parlamentare del 2006, è scritto che il commissariato straordinario spesso non basa "i criteri di scelta dei contraenti privati su una valutazione attenta e comparata delle molteplici competenze a disposizione del mercato". Piuttosto, opta per l'intuitus personae . Proprio così. In latino. Viene privilegiato l'intuito. È il caso della "gestione delle procedure informatiche". L'intuito premia la "C.I.D. Software Studio srl" di Napoli. La CID entra nel consorzio STA, che significa Sviluppo Tecnologie Ambientali. Un bel giorno allo STA arriva il progetto presentato da una società mista, la Pan, per un call center ambientale che dovrà impiegare 34 lavoratori socialmente utili. È scritto così nell'inchiesta parlamentare: "Deve rilevarsi che, per esplicita ammissione dei vertici della Pan, il call center in questione è pressoché inattivo, quattro o cinque chiamate al giorno, e del tutto sconosciuto agli stessi interlocutori istituzionali della struttura commissariale, quali, ad esempio, i consorzi del bacino". In effetti è vero, al posto di telefonare al call center, i cittadini esasperati preferiscono in molti casi bruciare i rifiuti per strada, durante le fasi acute dell'emergenza. Per il call center e altri progetti, alla Pan spinta dallo STA, a sua volta partecipato dalla CID, il commissariato straordinario destina 3 milioni e 98mila euro, che però non comprendono gli stipendi degli Lsu impiegati: 210, compresi i 34 del call center, tutti al servizio della Pan. (...). Ma la voce in cui lo spreco sublima se stesso è quella che la relazione dell'inchiesta parlamentare definisce come "emergenza nell'emergenza". Siamo nel 2001, quando la chiusura di alcune discariche "mette in crisi la crisi". Il ciclo non decolla e servono altri siti per stoccare la munnezza che invade le strade di Napoli e provincia. Due anni dopo, nel 2003, stessa storia. Risultato: "Attività riconducibili alle emergenze 2001 e 2003: 163 milioni e 652mila euro". A guadagnarci è soprattutto la camorra, come documenta la commissione d'inchiesta: "È accaduto che nello stesso giorno sono stati acquisiti da società di dubbia origine e successivamente rivenduti o fittati alla Fibe terreni per un valore più che quintuplicato; ed è accaduto pure che molti di questi terreni fossero stati acquisiti e rivenduti alla Fibe sempre dai medesimi soggetti, con atti rogati dai medesimi notai". E con la Fibe, sigla chiave di questa vicenda, siamo arrivati alle vere cause dell'emergenza rifiuti in Campania, che dura da 14 anni. A capire cioè perché milioni di euro spesi non sono serviti a nulla. Sinora. Come in ogni giallo che si rispetti adesso tocca scoprire i colpevoli. Fenomenologia della puzza Mercoledì 23 maggio 2007 a Caivano, provincia di Napoli. Qui c'è un impianto cosiddetto cdr, cioè combustibile da rifiuti, dove sono accatastate balle di munnezza su trenta chilometri quadrati. Una delle strutture più grandi d'Europa. (...). Il 23 maggio, sulla striscia d'asfalto che porta al cdr di Caivano ci sono dieci chilometri di fila. È tutto bloccato. Sono camion della nettezza urbana in attesa da giorni di poter "conferire" il loro contenuto. Gli autisti portano mascherine sul viso. Dormono negli abitacoli. Il liquido dell'immondizia cola sulla strada e la puzza è insopportabile, brucia la pelle. Prima del cdr, il paesaggio è formato nell'ordine da: una 167-lager regno dello spaccio di droga, un accampamento di rom, una discarica di interiora di animali, campi coltivati a carciofi e insalata, persino uno stabilimento di gelati dell'Algida. Una cartolina allucinante. Davanti al cdr di Caivano arriva Giuseppe Papaccioli, Pippo per gli amici, medico che fa politica con Forza Italia. (...). Gli autisti accampati all'ingresso del cdr lo riconoscono subito. Ma qualcuno semplifica un po' troppo la destra cui appartiene Papaccioli: "Dottò, ccà pe' risolvere 'o problema d'à munnezza adda turna' Mussolini". Tradotto: "Dottore, qua per risolvere il problema dei rifiuti deve tornare Mussolini". L'ignaro autista non sa però che è stato proprio un fascista, fascista per sua stessa definizione, a firmare il primo di una lunga serie di atti che hanno finito paradossalmente per consolidare l'emergenza, anziché risolverla. Ossia il "fascista" Antonio Rastrelli, presidente della regione Campania e commissario straordinario per i rifiuti dal 1995 al 1998. Le ecoballe non hanno nulla di eco A Napoli è l'estate del 1997. È luglio, fa caldo, ma una volta tanto l'ottimismo prevale sull'afa. Il governatore-commissario Rastrelli è riuscito finalmente a varare il "Piano regionale per lo smaltimento dei rifiuti". Sino a quel momento l'emergenza spazzatura è stata affrontata con discariche abusive poi chiuse e la ricerca conseguente di nuovi siti. Il piano prevede un ciclo di razionalizzazione: il trattamento dei rifiuti ingombranti; un adeguato sistema di trasporti; la separazione, grazie alla raccolta differenziata, delle "frazioni nobili" (carta, plastica, alluminio, metalli e legno) da quelle "umide"; piazzole per lo stoccaggio temporaneo. In teoria, un ciclo virtuoso che dovrebbe portare addirittura alla scomparsa delle discariche, considerato che dei rifiuti non si dovrebbe buttare niente, tra la trasformazione in concime e la produzione di energia. Fiore all'occhiello del piano, infatti, sono la costruzione di sette impianti di cdr, combustibile da rifiuti, e due termovalorizzatori, ossia "inceneritori con recupero energetico". Sono i due anelli finali della catena: i cdr dovrebbero produrre eco-balle da inviare ai termovalorizzatori. In realtà, di quest'ultimi, Rastrelli ne avrebbe voluti cinque, non due. E di impianti cdr nove, non sette. Ma le pressioni dell'allora governo di centrosinistra portano alla riduzione del piano. In più, il governatore-commissario inizia ad avere problemi nella sua coalizione. Fa giusto in tempo ad avviare il bando di gara per l'aggiudicazione dell'intero servizio di smaltimento, compresa la realizzazione delle strutture, che viene "ribaltato" dai mastelliani che passano con il centrosinistra. Presidente diventa l'ex dc Andrea Losco. Il mega-appalto lo vince in due riprese (prima tre cdr e un termovalorizzatore, poi i rimanenti quattro più l'altro inceneritore) la Fibe-Fisia che fa capo all'Impregilo, la principale azienda italiana di costruzioni controllata dalla famiglia Romiti, l'ex manager Fiat Cesare coi suoi figli. A essere decisivo è il prezzo più basso offerto per ogni chilo di rifiuti: 83 lire contro i 110 richiesti da una cordata guidata dall'Enel. L'investimento iniziale è di 670 milioni di euro. Siamo nel 2000 quando Bassolino viene eletto governatore. Anche lui, come i suoi predecessori Rastrelli e Losco, assomma alla sua carica ordinaria quella straordinaria di commissario dei rifiuti. Con la Fibe ci sono contrasti sull'individuazione degli impianti. Alla fine i cdr vengono costruiti a Caivano, Tufino e Giugliano, tre centri in provincia di Napoli, poi a Battipaglia (Salerno), Avellino (località Pianodardine), Casalduni (Benevento) e Santa Maria Capua Vetere (Caserta). Le popolazioni locali protestano: è la cosiddetta sindrome Nimby, not in my back yard . Non nel mio cortile. La gente è spaventata dalle conseguenze previste dagli ambientalisti: aumento delle malattie mortali e inquinamento. I ritardi cominciano ad accumularsi. In particolare, è decisiva la sfasatura tra la costruzione dei cdr e quella dei due termovalorizzatori, uno localizzato ad Acerra (Napoli), l'altro a Santa Maria la Fossa (Caserta). Ad Acerra i lavori dovrebbero terminare nel 2008, a Santa Maria la Fossa, invece, non sono ancora iniziati. Non solo: gli esperti del governo chiamati a valutare l'impatto ambientale e finanche i consulenti interpellati dalla commissione parlamentare d'inchiesta non hanno dato tutti i torti alle popolazioni del Nimby. Secondo loro le tecnologie della Fibe sono obsolete e poco sicure. Erano migliori, continuano, le garanzie offerte dalla cordata dell'Enel. Ma a dare il colpo mortale è il fallimento della raccolta differenziata. Così nei cdr le ecoballe non hanno nulla di eco. Sono balle e basta. Anzi, autentiche bombe dannosissime per la salute. Rileva una delle relazioni delle inchieste parlamentari: "Il cosiddetto cdr è da definirsi semplicemente come rifiuto solido urbano tal quale; il cdr prodotto non risponde ai requisiti richiesti: tra le molte anomalie nelle ecoballe sono state rinvenute percentuali di arsenico superiori ai limiti imposti, oltre che a oggetti interi, ad esempio una ruota completa di cerchione e pneumatico". Di qui, il collasso, senza termovalorizzatori e con una raccolta differenziata che supera di poco il dieci per cento in tutta la regione. Il risultato è stato una serie di emergenze nell'emergenza, con l'apertura di altre discariche in mano alla camorra e persino la necessità di spedire altrove i rifiuti. Un non-ciclo, come scrive l'ex ds Barbieri nella relazione del 2007. Oggi in Campania ci sono cinque milioni ecoballe accumulate. "Un nauseabondo serpentone di 7.500 chilometri, oltre mille più della Grande Muraglia cinese", hanno scritto il 17 maggio 2007 Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera . Si calcola che coi due termovalorizzatori a regime ci vorrà mezzo secolo per smaltirle, producendo per di più energia di scarsa qualità. Senza contare, poi, che in Campania ogni volta che spunta il sole ci sono 7.250 tonnellate di immondizia fresca di giornata da raccogliere. Un servizio per il quale gli abitanti della regione pagano la Tarsu, la tassa per la spazzatura, più alta d'Italia: 244 euro contro i 206 della media nazionale. Cornuti e mazziati. Le responsabilità di Bassolino Il collasso da munnezza ha provocato pesanti conseguenze, oltre alle emergenze scandite dai titoloni dei giornali su Napoli assediata dai rifiuti. Il governo Prodi ha risolto per decreto il contratto con la Fibe, costretta però a realizzare o completare i termovalorizzatori, e il governatore Bassolino rischia un processo per truffa insieme con i figli di Romiti, Piergiorgio e Paolo. Per la precisione, truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato e frode in pubbliche forniture. In pratica, secondo la procura di Napoli, il governatore-commissario sarebbe stato al corrente che la Fibe non avrebbe mai potuto onorare il contratto. Solo che invece di denunciarne omissioni e irregolarità, l'avrebbe coperta. Sullo sfondo, c'è anche il rischio di sanzioni dell'Unione europea. Intanto a Napoli l'emergenza è diventata una malattia cronica: dal colera al terremoto, dalla camorra ai rifiuti. Alla fine, due torri gemelle potranno diventare il simbolo dell'era politica di Bassolino. Quali? I due camini dei termovalorizzatori di Acerra e Santa Maria La Fossa. Saranno alti ognuno centodieci metri e si vedranno per chilometri e chilometri. Con la speranza che nessuno aereo li centri come bersaglio. Un aereo tipo quello che sorvolò la città di Napoli la mattina del primo giugno 2007. Trascinava nel cielo uno striscione. Sopra c'era scritto: "Siamo un popolo di munnezza". 05/01/2008.

 

 

Pianura, il coprifuoco dei <duri> (sezione: Monnezze)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 05-01-2008)

Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: 1PAGINA - data: 2008-01-05 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE Imposta la serrata ai negozi, bombe carta contro la polizia. Bassolino: "Resto, c'è bisogno di me" Pianura, il coprifuoco dei "duri" Rifiuti, la Ue: a rischio 85 milioni per gli impianti in Campania Seconda notte di guerriglia a Pianura: assaltato il commissariato di Ps, ambulanze scortate. I "duri" impongono la serrata ai negozi. Bassolino dichiara: "Non mi dimetto, c'è ancora bisogno di me, ci ho sempre messo la faccia". Il Governo bacchetta la sindaca per le dichiarazioni contro il prefetto Pansa: "Serve unità". "Ma io sono sola col cerino in mano", replica Iervolino, che poi lancia un appello contro la violenza. E da Bruxelles la responsabile delle procedure d'infrazione Pia Bucella avverte: la Campania rischia di perdere 85 milioni per impianti di smaltimento. ALLE PAGINE 2, 3, 4 E 5 Agrippa, Bojano, Brandolini, Cuozzo, Geremicca, Marconi.

 

 

BLOCCATI DALL'OLIGARCHIA (sezione: Monnezze)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 05-01-2008)

Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: 1PAGINA - data: 2008-01-05 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE EMERGENZA AMBIENTALE E POLITICA BLOCCATI DALL'OLIGARCHIA di MARCO DEMARCO B assolino non si dimette e Rosa Iervolino neanche si è posta il problema. Siamo dunque bloccati tra la conclamata inefficienza del potere locale e l'inamovibilità, tutelata dai principi democratici, dei vertici istituzionali, almeno fino alla prossima scadenza elettorale. La novità starebbe, allora, nella annunciata discesa in campo di Prodi. "Dei rifiuti me ne occupo io", ha detto risoluto a Mario Orfeo, direttore del Mattino. In realtà, Prodi avrebbe dovuto pronunciare queste parole almeno sei mesi fa, al tempo della prima censura europea. Non solo: l'unica decisione da lui presa è stata finora quella di sostituire il prefetto Pansa nel pieno dell'emergenza, senza spiegare perché e percome. Pansa ha sbagliato? Pansa ha fatto bene? Chissà. Il filo rosso di questa triste storia dei rifiuti è l'omertà di Stato, rotta solo ogni sei mesi dalle relazioni delle commissioni bicamerali d'inchiesta. Non un piano è stato concordato con le comunità coinvolte, salvo poi denunciare tardivamente i particolarismi locali. Ancora ieri, ed è davvero assai singolare, il sindaco di Salerno ha denunciato di non essere mai stato consultato nonostante la sua ripetuta disponibilità ad ospitare un inceneritore nel suo comune. Per quanto riguarda chi scrive, allora, ribadisco il concetto espresso a suo tempo a proposito di Acerra, sede di un inceneritore non voluto e non a caso non ancora funzionante. Se fossi un cittadino di Pianura direi: datemi la testa di un responsabile, di un prefetto, di un commissario, di un sottosegretario, anche, e poi trattiamo su come e quando riaprire la discarica. Ma uno Stato debole ha bisogno di chiasso, ecco perché fomenta la rivolta con decisioni contraddittorie, illogiche e talvolta demenziali. Cosa ne è stato dei siti scelti con decreto? Perché individuarli se poi è stato necessario riaprire le vecchie discariche? Siamo in un pantano, ecco la verità. E tutte le nostre autorità, locali e nazionali, hanno già perso, in parte o in tutto, la faccia. Bassolino ha le sue colpe che pesano come macigni e non sarò certo io ad assolverlo. Anzi, formulo qui una nuova e gravissima accusa dopo aver ricordato che tra tutti i commissari è stato quello che ha speso di più, che ha delegato fino al punto di firmare ordinanze mai lette e che ha confuso il welfare state con la rimozione dei rifiuti. La nuova accusa è quella di aver acuito e non appianato il solco tra Napoli e il Paese; di aver col tempo bruciato un patrimonio di credibilità e simpatia costruito intorno alla sua persona per favorire il diffondersi di un pessimo giudizio, al limite del disprezzo, nei confronti dei napoletani. Di città umiliata e in lutto ha parlato ieri il cardinale Sepe. Mi chiedo però se Firenze fu abbandonata a se stessa nei giorni dell'alluvione; e se la Napoli del colera e del terremoto rimase un problema nostro o non divenne invece un caso nazionale. CONTINUA A PAGINA 10.

 

 

Bassolino: <Non lascio, c'è ancora bisogno di me> (sezione: Monnezze)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 05-01-2008)

Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: INPRIMOPIANO - data: 2008-01-05 num: - pag: 4 categoria: REDAZIONALE Bassolino: "Non lascio, c'è ancora bisogno di me" "Ci ho sempre messo la faccia. Con Rosetta tutto ok" NAPOLI - "In queste ore leggo con attenzione e stima, anche quando dicono cose durissime, i giornali. Ho letto Merlo, Galasso, Galli Della Loggia. Se avessi pensato che un gesto come le dimissioni avesse potuto contribuire in modo anche minimo alla soluzione dei problemi lo avrei già fatto, essendomi chiare le mie responsabilità. Ma se guardo a questi giorni e a quello che c'è da fare penso possa essere utile il mio contributo". Chiaro, a chi chiede la sua testa risponde "per ora resto". Il governatore Antonio Bassolino quando è sotto assedio dà il meglio di se. Ciacca chi scarica il barile (attuali commissari e governo?) e medica chi si sente sola (la sindaca Iervolino). La brevità della vita di Seneca sulla scrivania di Palazzo Santa Lucia è un'illuminazione: racconta la dicotomia che c'è tra le vite consunte dalla brama di ricchezza e di potere e quella del saggio che rende fecondo ogni attimo dell'esistenza. Bassolino da qualche tempo pare abbia scelto la via della saggezza. Anche la destra chiede da tempo le sue dimissioni. "Ma una cosa è la critica dura, un'altra è il tentativo di dare una spallata politica da parte di ambienti che in questi anni non ce l'hanno fatta sul terreno democratico. I manichini, poi, sono un brutto segno di un passato da dimenticare". Ma se si chiedono le sue dimissioni è perché si dà a lei la responsabilità di questa situazione. "Io ho fatto il commissario per tre anni, governo da più tempo, eppure sembra che continui a svolgere quel ruolo. Prima di me ci sono stati Improta, Rastrelli, Losco, dopo Catenacci, Bertolaso, Pansa e ora Cimmino. La matassa è aggrovigliata e sapete che sto passando anche qualche guaio giudiziario, ma di una cosa sono certo: ho sempre cercato di togliere i rifiuti dalla strada. Ogni tanto mi aspetterei qualche parola di spiegazione da parte di chi mi ha preceduto e di chi ha proseguito quel cammino difficile". E che cosa si aspetterebbe? "L'errore più grande che si possa commettere in questo momento è scaricare sugli altri. Ognuno di noi, invece, dovrebbe dire: io ho fatto questo, se non ci sono riuscito, spiegare le ragioni. Se abbiamo avuto le crisi peggiori con Bertolaso e Pansa, potendo avere dalla propria parte le forze dell'ordine che né un presidente di regione né un sindaco possono avere, onestamente vuol dire che il nodo rifiuti è duro da sciogliere. Allora nessuno scrolli le spalle e poiché i commissari sono del governo significa che dobbiamo lavorare tutti insieme ". Che significa tutti insieme? "Che è necessario il consenso più ampio su questa materia. Ho sentito il presidente Napolitano e il ministro Amato. Con lui ci siamo accordati che al più presto ci sia un incontro tra governo nazionale, istituzioni locali e commissari, nuovi e vecchi ". Perché dovrebbe partecipare anche il commissario precedente? "Perché è necessario che il prefetto Pansa, rispetto al decreto trasformato in legge, dica come stanno le cose, quali passi in avanti sono stati compiuti, quali inghippi ci sono stati e perché. Il problema dei rifiuti non è solo campano, è un tema nazionale, perché c'è in ballo il futuro di una grande regione". Così sembra che lei non sia più responsabile di nulla. "Penso di avere dimostrato che sento una fortissima responsabilità istituzionale. Il tema è che sembra che ce l'abbia solo io. Io gli errori li ho commessi e sono indubbi. Ma la gestione in Campania dura da 14 anni. Il richiamo europeo è rivolto all'Italia oltre che a noi. E sono convinto che ci sono le condizioni per rispondere dimostrando di andare avanti sulla linea della fermezza e del dialogo". Quali sono i suoi errori da commissario? "Non ho avuto dubbi sulla necessità di realizzare i termovalorizzatori, ma non sono riuscito a fare in modo di attivarli nel momento giusto. Dal 2000 è stata una corsa drammatica contro il tempo. Le discariche chiudevano per legge e dovevamo avere impianti pronti. In due anni siamo riusciti a costruire sette cdr, costati mille discussioni, ma non i termovalorizzatori. Per la verità anche dopo non sono riusciti a costruirli, non ci sono riusciti neanche i titolari dell'ordine pubblico". Pianura è in subbuglio, la sindaca continua a dire no alla discarica e lamenta di esser stata lasciata sola. Cosa ne pensa? "Ha ragione la Iervolino quando chiede collaborazione, distinguendo però tra le proteste legittime dei cittadini di Pianura Antonio e Rosetta Il governatore Bassolino e la sindaca Iervolino.

 

 

Bufera su Bassolino Ma lui: resto al mio posto (sezione: Monnezze)

( da "Corriere della Sera" del 05-01-2008)

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Politica - data: 2008-01-05 num: - pag: 13 categoria: REDAZIONALE Bufera su Bassolino Ma lui: resto al mio posto Cresce la rivolta: bomba carta contro il commissariato DAL NOSTRO INVIATO NAPOLI - Sono passati per un vecchio sentiero che sulle mappe non c'è più. Hanno camminato un paio d'ore e, arrivati in cima, hanno messo fuori uso le ruspe che dovevano compattare il terreno. Il popolo del no alla discarica di Pianura si vendica dopo il blitz della notte scorsa. Sarà anche vero che i camion per i sopralluoghi sono riusciti a passare aggirando il blocco. Ma quella di ieri, con le ruspe ferme, è stata praticamente una giornata persa. E fin quando questa vecchia discarica non verrà riaperta, la situazione continuerà a peggiorare. Ferma la raccolta perché non c'è posto nemmeno per uno spillo, in tutta la Regione le tonnellate di rifiuti lasciate a cielo aperto sono oramai 115 mila. E insieme all'immondizia per strada cresce anche la tensione. C'è il gesto macabro, ma alla fine innocuo, dei 21 manichini impiccati con i nomi di Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino, fatti trovare appesi ai lampioni del Rettifilo, opera dei giovani di An. Ma c'è anche la protesta che si sposta dalla periferia al cuore della città: i ragazzi con il volto coperto che provano ad assaltare il molo Beverello, i giovani dei centri sociali che occupano il tetto del Comune. Ma a preoccupare è quello che sembra un vero e proprio salto di qualità: alle cinque e mezza di sera a Pianura arriva il coprifuoco. A imporlo sono bande di ragazzi in motorino che obbligano i negozi ad abbassare le saracinesche. Chi prova ad opporsi si vede coprire le vetrine con la cosa più facile da trovare per strada in questi giorni: monnezza. La polizia tende ad evitare lo scontro. Il timore è che dietro queste azioni ci siano gruppi di violenti, compresi gli ultras del Napoli e anche la camorra. Gente che alla discarica non ci pensa proprio e cerca solo la guerriglia. Nella notte spuntano ancora una volta mazze e bastoni, viene fermata una persona con sei bottiglie molotov, una bomba carta e pietre vengono lanciate contro il commissariato. Ai blocchi stradali quasi non fa caso nessuno, tanto sono diventati normali in questa situazione di assoluta anormalità. Ma a crescere è anche la partecipazione popolare alla protesta che finora non era stata così massiccia. Abitanti della zona che prendono le distanze da "questi atti di teppismo che danneggiano la nostra lotta " come dice il presidente della municipalità di Pianura, Fabio Tirelli. è la mediazione politica che non sempre ha funzionato da queste parti. Antonio Bassolino respinge le richieste di dimissioni avanzate non solo dall'opposizione ma anche dal parlamentare diessino, e napoletano, Umberto Ranieri: "Resto al mio posto perché penso di poter dare ancora un contributo ". Ma il presidente della Regione ammette anche le sue colpe: "Ho sempre sostenuto la necessità di avere i termovalorizzatori. Non sono riuscito a farli attivare nei tempi giusti e questa è la responsabilità politica che mi prendo". Anche il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, resta al suo posto: "Non mi dimetto, sto con un cerino in mano acceso da altri". Ma a differenza di Bassolino, il sindaco conferma la sua contrarietà alla riapertura dell'impianto di Pianura: "Napoli non può diventare l'immondezzaio di tutta la Campania". Ieri la sua voce è arrivata alle persone che bloccavano l'accesso alla discarica, via telefonino di Marco Nonno, il consigliere comunale di An che è tra i capi della rivolta: "Non so dove giungerò - ha detto il sindaco - sono sola ma con voi". Lorenzo Salvia La giornata Nella fotografia grande a sinistra, uno dei ventuno manichini impiccati agli alberi e ai pali della luce comparsi ieri all'alba a Napoli: su alcuni sono stati attaccati manifesti listati a lutto con scritte contro l'emergenza rifiuti, Bassolino e la Iervolino (Ciro Fusco/Ansa). Sopra, una veduta aerea, scattata da un elicottero dei Carabinieri, della discarica di Pianura. Qui a sinistra, rifiuti nel quartiere Soccavo (Agn/Infophoto) Insieme Il presidente della Campania Antonio Bassolino e il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino.

 

 

Manichini impiccati: slogan contro il sindaco e il governatore (sezione: Monnezze)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 05-01-2008)

CRONACHE 05-01-2008 PROVOCAZIONE AN PRENDE LE DISTANZE Manichini impiccati: slogan contro il sindaco e il governatore NAPOLI II Macabri quanto mediatici, sono spuntati all'alba di un nuovo giorno di emergenza. Ventuno manichini, con i nomi del presidente della Regione Campania Antonio Bassolino e del sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino penzolavano lungo corso Umberto I, nel centro della città. Avevano corde al collo, cartelli legati e in qualche caso erano listati a lutto. Sotto ad ognuno di loro cumuli di spazzatura. Qualcuno recitava: "Addio 'a stu munno e monnezza". Una provocazione firmata da An. In serata la smentita ufficiale. La Federazione provinciale di Alleanza nazionale si dissocia in maniera netta e ferma dall'iniziativa riguardante i manichini recanti l'effigie di Bassolino e della Iervolino" afferma Luigi Bobbio, presidente provinciale di An. "Se dovessero essere confermate le rivendicazioni di tale ignobile gesto da parte del consigliere provinciale Luigi Rispoli si legge nella nota di An iniziativa di cui non è stata in nessun modo messa a parte, la Federazione adotterà immediate e dure iniziative disciplinari".

 

 

Caos rifiuti, Napolitano allarmato (sezione: Monnezze)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 05-01-2008)

CRONACHE 05-01-2008 Cronache NAPOLI PRODI: "IMPEGNATO PERSONALMENTE". CENTRODESTRA ALL'ATTACCO. BASSOLINO: "NON LASCIO". LA IERVOLINO SE LA PRENDE COL PREFETTO PANSA Caos rifiuti, Napolitano allarmato Ancora proteste. Immondizia data alle fiamme, incendiati quattro autobus. Sit-in e blocchi stradali NAPOLI II Il governo studia interventi per fronteggiare l'emergenza, il capo dello Stato si dice allarmato più che preoccupato mentre il caos immondizia alza sempre più il livello dello scontro politico. è il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, da sempre sensibile nel fronteggiare l'allarme rifiuti in Campania, a fare sapere da Capri, dove si trova in visita privata, che il governo è pronto "a prendere iniziative al massimo livello". Prodi, dal canto suo ha annunciato che seguirà personalmente la vicenda: "Non è tollerabile che l'Italia venga additata a vergogna dell'Europa per non riuscire a risolvere il problema dei rifiuti". Il ministro dell'Interno Giuliano Amato per l'ordine pubblico, il ministro della Difesa Arturo Parisi per i siti demaniali e i tecnici di settore sono stati dal premier contattati "perché completino gli approfondimenti richiesti e si proceda con un piano di interventi strutturali, perché non si può andare avanti così". In una nota Palazzo Chigi fa sapere che il governo condivide l'appello del Prefetto di Napoli sull'emergenza "così come fa sua la garanzia che ciascuno dei siti, a partire da Pianura, sia rigorosamente destinato all'autosufficienza locale" e invoca la ferma unità delle istituzioni. L'esecutivo contesta il ruolo di gruppi estremisti, sia locali che giunti da fuori, impegnati ad alzare barricate di dissenso: "C'é la radicata sfiducia dei cittadini, che può spingere alcuni di loro a unirsi a questi gruppi". Dopo giorni di silenzio è scesa in campo anche il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino che ha attaccato il prefetto Pansa e i commissari straordinari che si sono succeduti in Campania, non risparmiando accuse anche al governatore Antonio Bassolino, ormai nel centro del mirino: "Non è giusto paghino i più deboli ". L'attacco del centrodestra sulla gestione della crisi è frontale con Forza Italia e l'Udc che insistono nel chiedere le dimissioni di Bassolino. "Resto al mio posto, posso ancora dare il mio contributo" è stata la risposta del governatore. Mentre i politici si scambiano accuse e si rimbalzano le responsabilità, nell'hinterland continua la protesta e cresce la rabbia. Alcuni manifestanti hanno prima "occupato" la sede del comune incatenandosi al balcone del palazzo municipale, per poi dirigersi nella sede del commissariato di governo per l'emergenza bloccando il traffico e rovesciando a terra cassonetti. L'epicentro della disperazione resta sempre Pianura dove il presidio del cittadini della discarica Contrada Pisani che le autorità hanno deciso di riaprire per rispondere all'emer - genza, non molla. Nella notte di giovedì decine di roghi di cumuli di immondizie, altri quattro autobus incendiati messi lungo la strada per collassare la circolazione, nuovi blocchi ieri fin dal mattino a Pozzuoli, da parte dei residenti di località Montagna Spaccata, San Martino e San Vito. Bloccata l'uscita della tangenziale, l'arteria che collega Pozzuoli con l'hinterland flegreo, e la bretella Solfatara Arco Felice dove i dimostranti hanno riversato sulle carreggiate cassonetti e sacchetti dei rifiuti obbligando molti negozi a restare chiusi. A Pianura, dove si è protestato anche a cavallo, c'è chi infiltratosi nella notte nell'area scelta come sito di stoccaggio ha sabotato distruggendo le pale e i tubi idraulici delle attrezzature meccaniche, utili a spianare il terreno per rendere di nuovo agibile la piazzola per lo smaltimento dei rifiuti. Chi ha invece tentato durante il giorno di fare ingresso nel sito con la volontà di effettuare un sit-in nell'invaso è stato respinto dalle forze dell'ordine che hanno iniziato a controllare l'area anche con gli elicotteri. Emergenza Cassonetti rovesciati e sacchi dell'immondizia lungo le strade dati alle fiamme. FOTO ANSA.

 

 

La risorsa ecoballe? Una montagna inutile (sezione: Monnezze)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 05-01-2008)

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2008-01-05 - pag: 2 autore: Lo scandalo. Impossibile impiegarle nei termovalorizzatori La risorsa ecoballe? Una montagna inutile di Mariano Maugeri E coballa, basta la parola. E tutti giù a ridere. O a piangere. Perché a Napoli, uomini dello Stato, superuomini della Protezione civile e governatori onnipotenti sono stati sommersi dalla marea montante di monnezza che dopo aver saturato gli impianti di Caivano, Giugliano, Tufino, Santa Maria Capua Vetere, Casalduni, Battipaglia e Pianodardine ora tracima tra vicoli, strade e piazze della Napoli che ricordiamo sontuosa e regale. Inutile ironizzare: l'ecoballa di nome e di fatto - è un neologismo da tenere a mente, l'inizio e la fine della storia della spazzatura napoletana. L'ossessione dell'ecoballa ha nomi e cognomi politicamente in voga esattamente dieci anni fa di questi mesi. Come dire:l'inutilità della variabile tempo nella costante e crescente produzione di monnezza napoletana. I due nomi sono quelli di Edo Ronchi, ministro dell'Ambiente del primo Governo Prodi, che insieme con Antonio Rastrelli di Alleanza Nazionale, allora presidente della Regione, coltivano l'idea di trasformare la Campania in una sorta di Danimarca. Una strana coppia di tecnocrati: l'ex picchiatore di Democrazia proletaria e un anziano signore con passioni monarchiche iscritto al Movimento sociale dal 1948. Il grande progetto fu sintetizzato da Giulio Facchi, uno dei superconsulenti di Bassolino, che scandì così l'utopia ronchiana: "Nella realtà più arretrata d'Italia, proponiamo la tecnologia dei rifiuti più ambiziosa". A Brescia, Milano, Stoccolma e Copenhagen bruciano nei termovalorizzatori il "tal quale" (cioè spazzatura che si produce ogni giorno nelle case, privandola soltanto di vetro, plastica e metallo). In Campania, dove la raccolta differenziata è stata inaugurata solo sei anni fa e viaggia faticosamente verso il 13% ( a Brescia, solo per fare un esempio, ha raggiunto quota 39%), Ronchi e Rastrelli concepiscono un piano monumentale: immense aree attrezzate dove la spazzatura scaricata dai camion si trasforma in ecoballe che poi- secondo i loro ottimistici progetti- sarebbero state bruciate nel termovalorizzatore di Acerra, quello eternamente in costruzione. In questi anni, di ecoballe ne sono state confezionate cinque milioni, equivalenti a sei milioni di tonnellate ( una ecoballa pesa 1,3 tonnellate). Dovrebbero valere come denaro sonante: per i termovalorizzatori, sono come la benzina per le automobili. Invece, guaio nel guaio, il potere calorifico di quelle napoletane è ridotto all'osso: troppi residui di umido. L'azienda che si è aggiudicata l'appalto, la Fibe del gruppo Impregilo, secondoi giudici non avrebbe rispettato il capitolato megalomane redatto dal duo Rastrelli-Ronchi. La Procura di Napoli ha messo tutti sotto inchiesta. Se fosse vero quello che sostengono i giudici, invece di carburante siamo in presenza di spazzatura pressata e puzzolente. L'ecoballa taroccata potevano inventarla solo qui. Già, ma il termovalorizzatore di Acerra come farà a bruciarle? Niente paura, dicono a Napoli, basta aggiungere vecchi copertoni di automobile per elevarne la capacità di combustione. Oppure buttare tutto in discarica. E i milioni di euro spesi per com-pattare le ecoballe? Be',tanto paga Pantalone. Lino Bonsignore, ex manager di multinazionale, chiamato nel '99 da Bassolino a rifondare l'Asia, l'azienda speciale igiene ambientale di Napoli, ruolo nel quale è stato rimpiazzato un anno fa da Ciro Turiello, la racconta così: "Nessuno ha il coraggio di dire che le ecoballe assorbono solo un terzo di tutta la spazzatura raccolta: quello che resta, cioè la stragrande maggioranza, dovrà andare in discarica, anche se in Campania ci fossero sette termovalorizzatori". Ecco il punto: le discariche. Pure Nembo-Kid-Bertolaso, il domatore dei cataclismi e delle tragedie di mezzo mondo, il supercapo della Protezione Civile tuffato da Romano Prodi nell'oceano di monnezza campana, si è arreso di fronte all'enigma che ora deve risolvere il prefetto Pansa o il viceprefetto da lui delegato: scovare almeno un paio di discariche nel più breve tempo possibile. Non che non ci siano. Solo che in Campania nessuno le vuole. Il no a discariche pubbliche e controllate significa l'approvazione plebiscitaria a un'immensa discarica collettiva che s'insinua tra vie, piazze e quartieri. Chi conosce bene la questione, parla solo con la rassicurazione di non essere citato: "A Napoli e provincia è impossibile accelerare anche sulla differenziata perché non sono state definite le mappe degli impianti dove depositare questo genere di rifiuti". è il metodo Campania, se dell'appellativo di metodo possiamo fregiarlo, che è sbagliato due volte. La prima perché nessuna grande regione ha scelto un unico sistema di raccolta (fondata sull'ecoballa), la seconda perché nessuno si è legato mani e piedi a un'unica azienda per lo smaltimento dei rifiuti urbani. Per verificare le conseguenze generate dal fallimento di un piano eccentrico è sufficiente accendere la tv o sfogliare un giornale. Un fallimento che ha scaricato Antonio Bassolino, la sinistra diessina, quella ecologista e 551 sindaci campani. mariano.maugeri@ilsole24ore.com SOTTO SEQUESTRO Indagine sul materiale compattato dai cdr: l'eccessiva quantità di umidità le rende inadatte all'uso cui sono destinate.

 

 

Napolitano allarmato: Interverrà il governo (sezione: Monnezze)

( da "Corriere delle Alpi" del 05-01-2008)
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(Nuova Ferrara, La) (Tribuna di Treviso, La) (Centro, Il) (Gazzetta di Modena,La) (Trentino) (Gazzetta di Mantova, La) (Citta' di Salerno, La) (Alto Adige) (Gazzetta di Reggio)

Il capo dello Stato parla delle discariche contestate e assicura la massima decisione Napolitano allarmato: "Interverrà il governo" E Prodi anticipa che ci saranno azioni "ineludibili e necessarie" Il sindaco di Napoli si scaglia contro prefetto e commissari e il centrodestra ne chiede le dimissioni ANDREA PALOMBI ROMA. "Ho detto nel mio messaggio che si tratta di un problema sempre più allarmante. Quindi, non sono preoccupato, ma allarmato". Non usa giri di parole Giorgio Napolitano per far capire quanto ormai consideri grave l'emergenza rifiuti. E sulla questione annuncia ormai di intervenire direttamente anche il governo. Uscendo dal caffè Tiberio, sulla piazzetta di Capri, dove da qualche giorno si trova in vacanza, Napolitano puntualizza che una prima telefonata con Prodi, c'è stata già il 31 dicembre. Il giorno dopo il messaggio televisivo di Capodanno. "Con Prodi - racconta - avevamo anche parlato dell'inceneritore che c'è nei pressi di casa sua tanto per provare che non c'é nulla da temere". Aggiunge di aver poi ricevuto una seconda telefonata dal presidente del Consiglio nei giorni scorsi e quindi annuncia: "Penso che il governo prenderà una iniziativa al massimo livello". Un giornalista gli chiede se sia stato lui stesso a sollecitare il governo. "Mi sono trovato d'accordo - si limita a rispondere Napolitano - con il presidente del Consiglio e con i ministri degli Interni e dell'Ambiente che ci sia una assunzione di responsabilità precisa per sbloccare questa situazione". Ma intanto in Campania è anche guerra fra le istituzioni. Mentre capo dello Stato e governo fanno capire di condividere l'iniziativa del prefetto di Napoli di riaprire la discarica di Pianura, il sindaco Rosa Russo Iervolino si scaglia contro i commissari speciali sui rifiuti che si sono succeduti nel capoluogo campano, ma anche contro il prefetto Alessandro Pansa. Sia lei che Antonio Bassolino, raffigurati ieri nei macabri manichini impiccati per la strade di Napoli, finiscono però nel mirino del centrodestra. Tutti ne chiedono le dimissioni, mentre Roberto Calderoli chiede anche a Prodi di inviare in Campania le forze speciali dell'esercito. "Se avessi pensato che lasciare poteva contribuire a una soluzione positiva dei problemi, l'avrei già fatto", assicura Bassolino. Palazzo Chigi fa invece intravedere la possibilità di usare il pugno di ferro. In una nota richiama la necessità "di una grande e ferma unità delle istituzioni" a sostegno delle azioni, "ineludibili e necessarie", che sono state intraprese, ma sottolinea anche che "ci sono gruppi estremisti, sia locali che giunti da fuori, che hanno cercato e cercano di alzare barricate di dissenso". Per questo il governo "condivide totalmente" l'appello del prefetto di Napoli, così come garantisce "che ciascuno dei siti, a partire da Pianura, sia rigorosamente destinato all'autosufficienza locale". "Non è più tollerabile - avverte poi Prodi in una intervista - che l'Italia venga additata a vergogna dell'Europa per non riuscire a risolvere il problema dei rifiuti in un'area grande quanto la Campania". Ma intanto, secondo la direttrice della Direzione ambiente, Pia Bucella, la Commissione Ue, quando si riunirà il 30 gennaio, potrebbe giudicare "non sufficiente" la risposta fornita nei giorni scorsi dal governo italiano sulle violazioni delle normative europee. Il rischio è quello di perdere i preziosi fondi Ue: "Uno stanziamento di 80-85 milioni di euro per le discariche è stato già sospeso", spiega la Bucella.

 

 

Ancora vandalismi e macabri avvertimenti (sezione: Monnezze)

( da "Corriere delle Alpi" del 05-01-2008)
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(Nuova Ferrara, La) (Tribuna di Treviso, La) (Centro, Il) (Gazzetta di Modena,La) (Trentino) (Gazzetta di Mantova, La) (Citta' di Salerno, La) (Alto Adige) (Gazzetta di Reggio)

Autobus incendiati a Pianura. An impicca i manichini di Iervolino e Bassolino FERRUCCIO FABRIZIO NAPOLI. "Stop ai veleni, la morte ci aspetta", ammonisce un cartello mostrato da un bambino di Pianura. E' il preludio alla contestata riapertura di Contrada Pisani, la discarica chiusa da 11 anni e individuata dal commissario di Stato per fronteggiare la nuova crisi dei rifiuti. Oggi o al massimo domani in questo invaso immerso in un'oasi naturalistica nella periferia ovest di Napoli, dovranno essere scaricate oltre duemila tonnellate di spazzatura che stanno invadendo soprattutto l'hinterland da Afragola a San Giorgio a Cremano fino a Pozzuoli. I residenti lo sanno e sono pronti alle barricate, anche se nella gran maggioranza (fatta di gente perbene) prendono le distanze dagli atti vandalici compiuti la scorsa notte, quando sono stati inceneriti quattro autobus dell'Anm, assaltata e colpita da un estintore un'auto dei Carabinieri e bloccato la circolazione in tutta la zona. Finora hanno pagato il prezzo dei disagio economico con numerosi esercizi rimasti chiusi e la necessità di spostarsi in un altro quartiere per la spesa. Quasi tutti gli accessi alla discarica sono presidiati dalla polizia che controlla il territorio anche con un elicottero e permette ai tecnici di ultimare così le operazioni di preparazione del sito di stoccaggio. Una corsa contro il tempo perché in assenza di alternative immediate a Contrada Pisani, la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare in tutta la provincia. La giornata di ieri è stata forse la più difficile degli ultimi giorni. I vigili del fuoco sono intervenuti nella notte sessanta volte per spegnere i roghi, quasi tutti appiccati ai margini periferici della città o nei comuni limitrofi. E Napoli si era svegliata con la macabra scoperta, autori alcuni esponenti di An, di ventuno manichini impiccati agli alberi e ai pali della luce lungo il centrale corso Umberto. Bersagli della provocazione, il governatore Bassolino e il sindaco Iervolino. Il primo ha già fatto sapere che intende restare al suo posto, il sindaco ha invece scatenato una polemica accusando il prefetto di Napoli Pansa di "scelte di gravità inaudita". E schierandosi con i manifestanti di Pianura con una telefonata a viva voce intercorsa con un consigliere An. "La città è commissariata da 14 anni, sono stati spesi 2 miliardi, ma chi li ha visti? - ha accusato nella telefonata la Iervolino. La responsabilità degli sprechi è dei vari commissari che si sono succeduti in questi anni. Abbiamo avuto vescovi che hanno benedetto qualsiasi rivoluzione, e politici di centrosinistra che sono andati loro dietro..." L'iniziale applauso corale che è seguito alle sue parole ha lasciato subito dopo spazio a una riflessione realistica da parte dei cittadini. "Il sindaco dice di essere con noi e di essere rimasta sola? Un sindaco non è mai solo, e se lo è può mettere sul tavolo la carta delle dimissioni" dice uno dei manifestanti, Domenico Merolla. Che chiosa: "Una telefonata simpatica, quella con la Iervolino, ma qui non possono prenderci in giro".

 

 

Scaricabarile. In questi giorni è lo sport preferito (sezione: Monnezze)

( da "Tempo, Il" del 05-01-2008)

Scaricabarile. In questi giorni è lo sport preferito sull'emergenza-rifiuti. Il sindaco di Napoli contesta il commissario scelto dal suo governo. Il presidente della Giunta regionale non pensa minimamente a lasciare la sua poltrona, come chiedono l'opposizione e la gente. Home Politica prec succ Contenuti correlati Viaggio di tre giorni a Bruxelles della delegazione I giovani di Forza Italia incontrano i colleghi del Ppe Nasce associazione sportiva Nei trasporti riparte la corsa allo sciopero LARINO Ha preferito la permanenza in carcere piuttosto che ... Provincia, la Angeletti neo-assessore allo Sport Tombolata al Palasport in compagnia di Biagio Izzo e Loredana Miele Il ministro dell'Ambiente, che è anche leader dei Verdi e quindi può contare in Campania sui suoi amministratori locali, punta l'indice sul localismo esasperato e denuncia il fallimento del piano di dieci anni fa. Insomma, sul caso-rifiuti il rifiuto di assumersi le proprie responsabilità è totale e, insieme, scandaloso. Tanto da spingere il presidente della Repubblica a dirsi "allarmato" e a intervenire presso l'esecutivo perché sblocchi la situazione. Le parole di Napolitano sono piuttosto chiare, anche se nella sua veste non può sbilanciarsi troppo. "Mi sono trovato d'accordo con il presidente del Consiglio e con i ministri degli Interni e dell'Ambiente - ha detto il capo dello Stato parlando con i giornalisti nella piazzetta di Capri - sul fatto che ci sia una assunzione di responsabilità precisa per sbloccare questa situazione". "Possiamo dire che lei è preoccupato, presidente?", ha chiesto un giornalista. "Ho detto nel messaggio di Capodanno che è un problema sempre più allarmante - ha replicato Napolitano - quindi sono non preoccupato, ma allarmato". Per ora il governo si è limitato a condividere "totalmente l'appello" del Prefetto di Napoli e facendo "sua la garanzia che ciascuno dei siti, a partire da Pianura, sia rigorosamente destinato all'autosufficienza locale". Palazzo Chigi sottolinea che "ci sono gruppi estremisti, sia locali che giunti da fuori, che hanno cercato e cercano di alzare barricate di dissenso". E che "c'è la radicata sfiducia dei cittadini, che può spingere alcuni di loro a unirsi a tale opposizione". Ma il problema dell'immondizia che riempie le strade esiste, ed è molto concreto, a prescindere dall'atteggiamento dei cittadini. E di fronte a questo problema tutti si lavano pilatescamente le mani. Il sindaco Rosa Russo Iervolino definisce assurda la decisione del commissariato di governo per l'emergenza rifiuti in Campania di riaprire la discarica nel quartiere Pianura. E aggiunge: "La città è commissariata da 14 anni. Sono stati spesi 2 miliardi, ma chi li ha visti? La responsabilità degli sprechi è dei vari commissari che si sono succeduti in questi anni. Ci sono state posizioni di radicalismo ambientale che non hanno pagato. E abbiamo avuto vescovi che hanno benedetto qualsiasi rivoluzione, e politici di centrosinistra che sono andati loro dietro". Per Pecoraro Scanio il vecchio piano "che prevedeva la chiusura delle vecchie discariche con l'obiettivo di produrre combustibili dai rifiuti non è stato applicato e così si sono accumulate le ecoballe, e il sistema è collassato". Ma ai Verdi appartengono l'assessore comunale all'Ambiente, il presidente della Provincia e l'assessore regionale all'urbanistica. Infine, il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino accetta le critiche, si assume le sue responsabilità politiche ma dice che non si dimette. 05/01/2008.

 

 

Rifiuti, la protesta-choc. Manichini impiccati per Iervolino e Bassolino pag.1 (sezione: Monnezze)

( da "Giornale.it, Il" del 05-01-2008)

Rifiuti, la protesta-choc. Manichini impiccati per Iervolino e Bassolino di Luca Fazzo - sabato 05 gennaio 2008, 08:31 Una preoccupazione tanto viva si spiega probabilmente in un solo modo: Bassolino è ormai rassegnato all'idea che per riaprire davvero la discarica di Pianura e arginare in questo modo l'emergenza per un anno, si dovrà prima o poi ricorrere all'uso della forza. E se dovessero iniziare a volare le manganellate, se insomma il caos rifiuti diventasse un caso esplosivo di ordine pubblico, Antonio Bassolino non vuole essere indicato come l'unico responsabile della situazione. Ieri, intanto, An e Udc tornano a chiedere le sue dimissioni, mainvano: "Se andandomene aiutassi a risolvere il problema lo farei oggi stesso. Ma siccome non è così...".

 

 

Sassi e bombe: ecco chi guida la rivolta (sezione: Monnezze)

( da "Giornale.it, Il" del 05-01-2008)

Di Luca Fazzo - sabato 05 gennaio 2008, 08:28 Sono estremisti di destra e di sinistra, ultrà da stadio, personaggi legati alla camorra: è da questa micidiale sinergia che vengono i rischi di fare esplodere la polveriera rifiuti in Campania. Scattano i primi arresti, picchiato un giornalista Rai. Manichini impiccati per Iervolino e Bassolino.

 

 

Rifiuti, la protesta-choc. Manichini impiccati per Iervolino e Bassolino (sezione: Monnezze)

( da "Giornale.it, Il" del 05-01-2008)

Di Luca Fazzo - sabato 05 gennaio 2008, 08:31 da Napoli La conseguenza più clamorosa dell'emergenza rifiuti è quella sugli equilibri interni al Partito democratico a Napoli e in Campania. Perché, prima ancora che il primo camion varchi i cancelli della discarica di Pianura, è sotto gli occhi di tutti come la vera vittima della decisione presa dal Commissario straordinario - cioè dal prefetto Alessandro Pansa e dal suo successore Umberto Cimmino - di riaprire la discarica sia lei: Rosa Russo Iervolino, sindaco di Napoli. Che a scaraventare l'immondizia nel fosso di Pianura si è opposta fin dall'inizio, esponendosi in prima persona a fianco degli abitanti dei quartieri a ridosso dell'impianto. Sulla Iervolino e sul suo "no" alla discarica il prefetto Pansa è passato senza troppi complimenti, forte dell'appoggio incondizionato di Antonio Bassolino, governatore della Campania. Fu Bassolino, al momento di lasciare la carica di sindaco per andare a fare il presidente di Regione, a designare la Iervolino come propria erede.Ed è lo stesso Bassolino oggi a segnare la sconfitta quasi umiliante della prima donna sindaco di Napoli, che deve prendere atto di essere stata totalmente scavalcata dall'accoppiata Pansa- Bassolino in una delle crisi più gravi attraversate dalla città sotto la sua gestione. Così, particolarmente indigesto deve essere stato per Rosa ritrovarsi ieri impiccata in effigie insieme a Bassolino nei manichini appesi da un esponente di An (subito sconfessato dal partito) lungo tutto corso Umberto. Ben ventuno, dietro lo slogan "Addio a 'sto munno 'e munnezza". E d'altronde che il momento per il sindaco sia difficile lo testimoniano i toni e i contenuti dell'intervista in cui sulla Stampa di ieri la Iervolino minaccia addirittura di querelare Pansa, reo di avere affermato in una conferenza stampa che qualcuno soffia sul fuoco della rivolta. Il sindaco si sente chiamata in causa, e deve intervenire addirittura Palazzo Chigi per garantire che il prefetto non intendeva in alcun modo attaccare lei. Ma l'incidente è tutt'altro che chiuso. E ieri, in un'altra conferenza stampa, Bassolino si guarda bene dal ricucire. Ma Bassolino non ce l'ha solo con la Iervolino. A preoccupare il governatore è anche l'atteggiamento del governo, che secondo lui non si espone abbastanza nell'"assunzione di corresponsabilità " per risolvere l'emergenza. Sebbene ieri si sia scomodato anche Giorgio Napolitano, in vacanza a Capri, per spronare il governo a fare la sua parte, e anche se Romano Prodi abbia fatto diramare un comunicato per garantire "grande e ferma unità delle istituzioni a sostegno delle azioni, ineludibili e necessarie, intraprese sul fronte dei rifiuti ", Bassolino non si sente ancora tranquillo. "Ho fatto il commissario per i rifiuti solo per tre anni e mezzo, ormai sono passati quattro anni, e sembra ancora che il commissario sia io. Di commissari ce ne sono stati prima di me e dopo di me... E voglio ricordare che il commissario è un funzionario del governo, non della Regione Campania". Il governo, dice insomma Bassolino, non si sogni nemmenodi lasciarmi con il cerino in mano.

 

 

Rifiuti, Napolitano è allarmato (sezione: Monnezze)

( da "Adige, L'" del 05-01-2008)

Prodi: fermo io questa vergogna. Bassolino: io non me ne vado ROMA - La crisi dei rifiuti in Campania diventa una questione nazionale e le due massime autorità dello Stato, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il premier Romano Prodi, intervengono appoggiando le decisioni del commissario Umberto Cimmino e del prefetto di Napoli Alessandro Pansa di riaprire la discarica di Pianura. Cosa che non impedisce al sindaco di Napoli Iervolino di proseguire il suo braccio di ferro con entrambi, mentre la tensione sale e ieri mattina sono comparsi in corso Umberto I in centro a Napoli ventuno manichini con alcuni slogan al collo, alcuni dei quali contro Rosa Russo Jervolino e Antonio Bassolino. Ieri Prodi ha esternato la sua indignazione: "Non è tollerabile che l'Italia venga additata a vergogna dell'Europa". Le proteste violente per la riapertura provvisoria della discarica di Pianura (con il sospetto che siano fomentate dalla camorra) richiedevano una presa di posizione del governo che assicurasse a Cimmino la piena legittimità politica della sua azione, anche per l'opposizione del sindaco Iervolino alla scelta di Pianura. Una sorta di commissariamento, non solo tecnico, ma anche politico, della crisi da parte del governo, visto che "la credibilità delle autorità è scesa ai minimi". Ma il sindaco Iervolino ribadisce la sua contrarietà alla scelta del commissario Cimmino: "Non so dove arriverò, sono sola - dice - l'unica che lavora in altre direzioni sono io". La decisione di Prodi di commissariare politicamente la crisi trova l'avallo del presidente della Repubblica Napolitano, col quale il premier dice di aver "parlato spesso" del problema. E Napolitano, in vacanza a Capri, conferma e si dichiara "non preoccupato, ma allarmato". "Mi sono trovato d'accordo - spiega - con il presidente del Consiglio e con i ministri degli Interni e dell'Ambiente che ci sia una assunzione di responsabilità precisa per sbloccare la situazione". Martedì dunque il vertice convocato da Pecoraro Scanio in cui si affronteranno li problema di come produrre meno rifiuti (grazie alla raccolta differenziata). Il presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, chiede però anche un vertice governo-enti locali sugli altri aspetti, e concorda sulla necessità "della corresponsabilità tra le istituzioni locali e nazionali". Ma non ci sta a far la parte di San Sebastiano, con l'opposizione che ne chiede in coro le dimissioni e con la Sinistra Arcobaleno che, con Cesare Salvi, minaccia di uscire dalla maggioranza in Campania. "Sento il peso delle mie responsabilità - dice il governatore - ma talvolta sembra che le responsabilità siano solo mie". Intanto A Pianura, periferia di Napoli, la guerra dei rifiuti ha vissuto un'altra giornata campale. Sabotaggi ai mezzi meccanici, bus dati alle fiamme, blocchi stradali: vere e proprie azioni di guerriglia su cui An lancia l'ombra della camorra insinuando il dubbio di infiltrazioni nella protesta da parte della malavita organizzata, interessata a non far riaprire la discarica. Si è fatto sentire anche l'arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe: "Di fronte a una città mai così umiliata come in questi giorni - dice il presule - con i cumuli di rifiuti che fanno sfregio prima di tutto alla dignità delle persone, la Chiesa di Napoli non può tacere". Il commissariato di polizia di Pianura è stato anche fatto oggetto in serata di una sassaiola e del lancio di diverse bombe carta da parte di alcuni facinorosi. La polizia ha sequestrato sei molotov e arrestato una persona, Luigi Paolella, 50 anni, napoletano, con precedenti. 05/01/2008.

 

 

Scontri e roghi contro la discarica in arrivo 2.000 tonnellate di rifiuti (sezione: Monnezze)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 05-01-2008)

Attualità Scontri e roghi contro la discarica In arrivo 2.000 tonnellate di rifiuti LA PROTESTA NAPOLI. "Stop ai veleni, la morte ci aspetta", ammonisce un cartello mostrato da un bambino di Pianura. E' il preludio alla contestata riapertura di Contrada Pisani, la discarica chiusa da 11 anni e individuata dal commissario di Stato per fronteggiare la nuova crisi dei rifiuti. Oggi o al massimo domani in questo invaso immerso in un'oasi naturalistica nella periferia ovest di Napoli, dovranno essere scaricate oltre duemila tonnellate di spazzatura. I residenti lo sanno e sono pronti alle barricate, anche se nella gran maggioranza (fatta di gente perbene) prendono le distanze dagli atti vandalici compiuti la scorsa notte, quando sono stati inceneriti quattro autobus dell'Anm, assaltata e colpita da un estintore un'auto dei Carabinieri e bloccato la circolazione in tutta la zona. Finora hanno pagato il prezzo del disagio economico con numerosi esercizi rimasti chiusi e la necessità di spostarsi in un altro quartiere per la spesa. Quasi tutti gli accessi alla discarica sono presidiati dalla polizia che controlla il territorio anche con un elicottero e permette ai tecnici di ultimare così le operazioni di preparazione del sito di stoccaggio. Una corsa contro il tempo perché in assenza di alternative immediate a Contrada Pisani, la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare in tutta la provincia. La giornata di ieri è stata forse la più difficile degli ultimi giorni. I vigili del fuoco sono intervenuti nella notte sessanta volte per spegnere i roghi, quasi tutti appiccati ai margini periferici della città o nei comuni limitrofi. E Napoli si era svegliata con la macabra scoperta, autori alcuni esponenti di An, di ventuno manichini impiccati agli alberi e ai pali della luce lungo il centrale corso Umberto. Bersagli della provocazione, il governatore Bassolino e il sindaco Iervolino. Il primo ha già fatto sapere che intende restare al suo posto, il sindaco ha invece scatenato una polemica accusando il prefetto di Napoli Pansa di "scelte di gravità inaudita". E schierandosi con i manifestanti di Pianura con una telefonata a viva voce intercorsa con un consigliere An. "La città è commissariata da 14 anni, sono stati spesi 2 miliardi, ma chi li ha visti? - ha accusato nella telefonata la Iervolino -. La responsabilità degli sprechi è dei vari commissari che si sono succeduti in questi anni".

 

 

Rifiuti a napoli, interverrà il governo (sezione: Monnezze)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 05-01-2008)

Attualità Rifiuti a Napoli, interverrà il governo Napolitano: sono allarmato. Bassolino: non mi dimetto, non è colpa mia L'EMERGENZA IN CAMPANIA Martedì si svolgerà un vertice dell'esecutivo per un esame globale del problema Prodi: sono personalmente impegnato, non meritiamo la condanna dell'Europa ROMA. La crisi dei rifiuti in Campania diventa una questione nazionale e le due massime autorità dello Stato, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il premier Romano Prodi, intervengono appoggiando le decisioni del commissario Umberto Cimmino e del prefetto di Napoli Alessandro Pansa di riaprire la discarica di Pianura. Cosa che non impedisce al sindaco di Napoli Iervolino di proseguire il suo braccio di ferro con entrambi. Ieri Prodi, in un colloquio con "Il Mattino", ha esternato la sua indignazione: "Non è tollerabile che l'Italia venga additata a vergogna dell'Europa". L'ira del premier è tracimata giovedì sera non solo per le bacchettate di Bruxelles, ma soprattutto dopo una telefonata col neo commissario ai rifiuti Cimmino. Le proteste violente per la riapertura provvisoria della discarica di Pianura (con il sospetto che siano fomentate dalla camorra) richiedevano una presa di posizione del governo che assicurasse a Cimmino la piena legittimità politica della sua azione, anche per l'opposizione del sindaco Iervolino alla scelta di Pianura. "Sono personalmente impegnato per la soluzione di questa drammatica e per molti versi inspiegabile emergenza", ha detto Prodi, il quale ha anche annunciato di aver "gia sentito Amato per l'ordine pubblico, e Parisi per i siti demaniali". Senza contare il vertice già convocato dal ministro per l'Ambiente Pecoraro Scanio per martedì tra le istituzioni locali, il governo nazionale e il commissario Cimmino. In ogni caso Prodi ha ribadito "la massima fiducia in Cimmino, così come è stato con il prefetto Pansa". "Al punto in cui siamo arrivati è chiaro che il problema va oltre il commissario e investe direttamente la responsabilità del primo ministro". Insomma, un sorta di commissariamento, non solo tecnico, ma anche politico, della crisi da parte del governo, visto che "la credibilità delle autorità politiche è scesa ai minimi". In mattinata, dopo le critiche del sindaco Iervolino al prefetto Pansa, che ieri aveva lamentato la scarsa collaborazione delle istituzioni locali chiedendone invece la collaborazione, ecco una nota ufficiale di Palazzo Chigi. "In tutta la Campania, e in primo luogo a Napoli, c'è bisogno oggi di una grande e ferma unità delle istituzioni a sostegno delle azioni, ineludibili e necessarie, che sono state intraprese sul fronte dei rifiuti", anche per contrastare "i gruppi estremisti che hanno cercato e cercano di alzare barricate di dissenso". Quindi, "il governo condivide totalmente l'appello del prefetto Pansa, così come fa sua la garanzia che ciascuno dei siti, a partire da Pianura, sia rigorosamente destinato all'autosufficienza locale". La decisione di Prodi di commissariare politicamente la crisi trova l'avallo del presidente della Repubblica Napolitano, con il quale il premier dice di aver "parlato spesso" del problema. E Napolitano, in vacanza a Capri, conferma e si dichiara "non preoccupato, ma allarmato". "Mi sono trovato d'accordo - spiega - con il presidente del Consiglio e con i ministri degli Interni e dell'Ambiente che ci sia una assunzione di responsabilità precisa per sbloccare questa situazione". Martedì dunque il vertice convocato da Pecoraro Scanio in cui si affronteranno i problemi a monte, e cioè come produrre meno rifiuti (grazie alla raccolta differenziata). Il presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, chiede però anche un vertice governo-enti locali sugli altri aspetti, e concorda sulla necessità "della corresponsabilità tra le istituzioni locali e nazionali". Ma non ci sta a far la parte di San Sebastiano, con l'opposizione che ne chiede in coro le dimissioni e con la Sinistra Arcobaleno che, con Cesare Salvi, minaccia di uscire dalla maggioranza in Campania. "Sento il peso delle mie responsabilità - dice il governatore - ma talvolta sembra che le responsabilità siano solo mie". Anche perchè, se non è riuscito a realizzare i due termovalorizzatori programmati, è anche vero che lui è stato commissario per due anni, durante i quali "sono stati fatti sette impianti di Cdr" mentre i termovalorizzatori non sono stati realizzati "nemmeno dopo".

 

 

"Dietro la guerriglia gli spazzini della camorra" (sezione: Monnezze)

( da "Stampaweb, La" del 05-01-2008)

(6:58) - REPORTAGE, PARLA IL NUOVO COMMISSARIO "Dietro la guerriglia gli spazzini della camorra" Il piano, triplicare i carichi verso la Germania e accelerare con l'inceneritore GUIDO RUOTOLO NAPOLI Le lancette del tempo scorrono inesorabilmente anche in una città, Napoli, dove sembra che il tempo non passi mai. Anche quei manichini targati An, appesi ieri agli alberi di corso Umberto (che dovrebbero rappresentare il governatore Bassolino e il sindaco Iervolino), sembrano riportare al tempo di Masaniello, prima osannato e poi ghigliottinato dal popolo in piazza del Carmine. Così come al tempo delle monetine contro Craxi all'uscita dell'Hotel Plaza a Napoli venivano messi alla berlina i responsabili delle "Mani sulla città", oggi è tutta la classe dirigente napoletana a rischiare. Il neo commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, il prefetto Umberto Cimmino, è preoccupato perché un magma incandescente sta consumando letteralmente la città, travolgendola in una spirale di ribellismo, di strumentalizzazioni politiche e criminali, di sfiducia verso i rappresentanti istituzionali. E si appella, da napoletano (è di Grumo Nevano), "a tutti i rappresentanti delle comunità locali": "Ognuno si deve assumere le proprie responsabilità nell'interesse superiore della collettività. Io mi impegno a liquidare entro novembre la struttura commissariale, restituendo i poteri alle province, ma chiedo comprensione, perché i rappresentanti delle comunità locali condividano decisioni sofferte e dolorose". Se è vero che il presente riporta al passato, su quei treni che nel Dopoguerra portavano gli "sciuscià", i "guaglioni" della Napoli disperata nelle colonie estive dell'Emilia Romagna, oggi partono tonnellate di rifiuti per la Germania. Non è solidarietà disinteressata, è merce di scambio: i tedeschi ci guadagnano soldi, noi salute se è vero che ci liberiamo di "monnezza" che non riusciamo a smaltire. Annuncia il prefetto Cimmino: "Nei prossimi giorni triplicheremo le partenze: da 14 a 40 convogli settimanali. Da 2500 a 7500 tonnellate di rifiuti a settimana". Una goccia, nel mare di spazzatura che produce Napoli (1400 tonnellate al giorno). E che adesso dovrebbero essere "imprigionate" nella discarica di Contrada Pisani. Giovedì notte sono entrati nella discarica presidiata ma buia, e con le tronchesi hanno tranciato di netto i tubi idraulici mettendo fuori uso le escavatrici che lavorano per preparare il terreno all'arrivo della "monnezza". Poi, sempre di notte hanno bruciato quattro autobus di linea e ancora dato vita a blocchi stradali dalle parti di Pianura. "E' una scelta irreversibile e temporanea - ripete il commissario Cimmino - che il prefetto Pansa e il sottoscritto avremmo preferito non dover prendere. A novembre avevamo posto il problema alle comunità locali di individuare siti alternativi. Non sono arrivate indicazioni sufficienti a risolvere il problema. Adesso stiamo lavorando per individuare nuovi siti aggiuntivi". Palazzo San Giacomo, a ora di pranzo è assediato e occupato dai disoccupati di "Banchi Nuovi" e dalla "Rete rifiuti zero", area no global, che non vogliono discariche e termovalorizzatori e tifano per nuove assunzioni di disoccupati per la raccolta differenziata che non c'è. La difficoltà del presente è quella di "riconvertire" il Piano regionale dei rifiuti in corso d'opera. Assurdo, stupefacente che il vecchio piano non prevedesse nessuna discarica puntando tutto sui Cdr, gli impianti di trattamento dei rifiuti, e sui termovalorizzatori. Anche la raccolta differenziata - Napoli è in coda alla classifica con un vergognoso 7% - ha trovato ostacoli. Il risultato di tutto questo è stato la moltiplicazione di discariche abusive targate camorra. E in serata nuove proteste in quell'inferno di Pianura e dintorni, con blocchi stradali alla rotonda "don Giustino" e minacciose pattuglie di loschi figuri che imponevano la chiusura dei negozi ai commercianti. Altra benzina sul fuoco, e i piromani arrivano da un bacino indistinto degli ultrà "Teste Matte" e degli scissionisti dei "Niss" ("Niente incontri solo scontri") e di settori di An e della sinistra radicale e antagonista. "Lei mi chiede se dietro a questo magma incandescente vi possa essere la camorra. Le rispondo così: a Contrada Pisani - riflette il prefetto Cimmino - sono attive due discariche abusive alimentate dagli spazzini della camorra. La presenza di una discarica legale oggettivamente blocca l'attività criminale". Se san Gennaro tornasse a far miracoli, la "monnezza" non sarebbe più un incubo. Il nuovo Piano regionale firmato Pansa-Cimmino, muoverà i primi passi tra un mese. Tra un anno il miracolo potrebbe compiersi: il termovalorizzatore di Acerra brucia 700.000 tonnellate di rifiuti trasformandoli in energia; la raccolta differenziata sottrae un altro 1.000.000 di tonnellate, il riciclo altre 100.000 tonnellate. Rimarrebbero 700.000 tonnellate di "monnezza": la metà, trasformata in fertilizzanti, finirebbe a otturare le cave della Regione; l'altra metà andrebbe nelle cinque discariche provinciali. Ma san Gennaro farà il miracolo?.

 

 

ROMA - Possibile che in Italia si continui a pensare che i problemi si risolvono con l (sezione: Monnezze)

( da "Messaggero, Il (Metropolitana)" del 05-01-2008)

Chiudi di LUCIA POZZI ROMA - "Possibile che in Italia si continui a pensare che i problemi si risolvono con la bacchetta magica? O imboccando chissà quale scorciatoia? Per uscire dall'emergienza rifiuti, in Campania come altrove, è necessaria una seria pianificazione industriale che si traduca in decisioni politiche capaci di resistere nel tempo". Lo fa con tono pacato, ma non esita a puntare il dito contro una classe dirigente e politica "drammaticamente incapace di decidere in modo unitario e coerente" Daniele Fortini, il cinquantenne fiorentino che dal luglio del 2005 presiede Federambiente, la Federazione italiana dei servizi pubblici d'igiene ambientale che a oggi conta 278 associati e serve ben 3.500 comuni. Aggiunge: "Da noi la produzione di rifiuti sale dell'1,2 per cento l'anno, contro l'1,7 a livello europeo. Eppure, pur mantenendoci al di sotto della soglia media, siamo gli unici a vivere perennemente in emergenza". Che cosa ne dice della riapertura della discarica di Pianura, sulla quale si sta consumando un duro scontro tra la Iervolino (contraria) e Bassolino (a favore)? "Capisco il sindaco e il malessere della gente, ma qualcosa bisogna pur fare. E subito". In realtà ci vorrà qualche giorno prima di poterla riutilizzare. Con gli impianti di Cdr fermi e tonnellate su tonnellate di monnezza per strada, Napoli è al collasso... "Non da oggi, purtroppo. Ed è evidente che la riapertura di una discarica, qualunque essa sia, non può essere la soluzione". Dunque? "Cerchiamo di essere seri. Primo: se siamo tutti d'accordo sul fatto che servono decisioni condivise, lanciamo l'idea di una conferenza di servizio, si direbbe, o di pace, direi io. Un tavolo intorno al quale raccogliere governo, parlamento e Regione, oltre alle province interessate e ai principali comuni". Non è un'idea nuova nè originale, le pare? "Lo è, invece. Se l'obiettivo è quello di programmare scelte e decisioni politiche unitarie evitando che, un minuto più tardi, il solito bastian contrario esca dal coro e mandi tutto all'aria". Ce l'ha con un malvezzo tipico della politica italiana... "Ma è proprio questo il nodo dolente. Bertolaso e Pansa ne sanno qualcosa". Al di là del metodo, quali misure adotterebbe? "Liberiamo subito il campo dall'equivoco della carenza di raccolta differenziata come causa del problema: anche se a Napoli si raggiungesse l'obiettivo del 40 per cento, come vorrebbe il Piano Regionale, la situazione sarebbe comunque tragica, perchè allo stato non ci sono nè gli inceneritori nè le discariche necessarie a smaltire il restante 60 per cento. Se a questo aggiungiamo che proprio le discariche hanno l'impatto peggiore sull'ambiente, visto che scaricano il metano nell'aria, che è venti volte più nocivo del CO2, si capisce facilmente che la strada è obbligata". Il termovalorizzatore di Acerra? "Per cominciare. Ma bisogna procedere spediti anche con quello di Santa Maria La Fossa. Acerra, infatti, può assorbire solo un Cdr molto raffinato, che con gli opportuni adattamenti potrà essere lavorato in due, massimo tre impianti. E, comunque, non oltre le 1.200 tonnellate, che è troppo poco rispetto alle 4.500 che si producono giornalmente a Napoli". Si andrebbe a regime non prima di qualche anno... "Cinque. Ma non c'è alternativa". Intanto? "Si potrebbero espropriare delle cave dove sversare i rifiuti". A qualcuno non dispiace l'idea della tedesca Remondis di smaltire in Germania l'immondizia campana. A lei? "Per carità! Sarebbe folle, oltre che ridicolo, se pagassimo profumatamente i tedeschi per bruciare i nostri rifiuti e trarne energia elettrica che poi gli andremmo a ricomprare. No, i nostri problemi possiamo risolverceli in casa". In realtà ne siamo talmente incapaci che corriamo il rischio di sanzioni da Bruxelles... "Sarebbe una bastonata con effetti negativi su tutto il sistema Italia. Grave, gravissima". Ma non crede che a questa Italia bloccata, dei rinvii infiniti e del non fare adottato a sistema, possa giovare un pungolo esterno? "Forse, ma non ne sono convinto. D'altro canto, l'Abruzzo ha approvato un piano regionale virtuoso, a Torino e a Palermo si farà il termovalorizzatore, Brescia si riscalda attraverso la combustione dei rifiuti. E sono solo alcuni degli esempi positivi che potrei citare". Sì, ma sul piatto ci sono anche i gravi problemi della Calabria, mentre il Lazio è uscito da pochi giorni dal commissariamento con la prospettiva di esaurire la discarica di Malagrotta in primavera... "Il Lazio rischia l'emergenza, come la Campania. Anche la Toscana, però, se non si costruirà il nuovo termovalorizzatore a Firenze". Anche per la sua terra dice un sì incondizionato all'impianto di combustione? "Non c'è dubbio. Altrimenti, nel 2010, la mia bella e cara Firenze potrebbe essere come Napoli".

 

 

ROMA - Possibile che in Italia si continui a pensare che i problemi si risolvono con l (sezione: Monnezze)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 05-01-2008)
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Di LUCIA POZZI ROMA - "Possibile che in Italia si continui a pensare che i problemi si risolvono con la bacchetta magica? O imboccando chissà quale scorciatoia? Per uscire dall'emergienza rifiuti, in Campania come altrove, è necessaria una seria pianificazione industriale che si traduca in decisioni politiche capaci di resistere nel tempo". Lo fa con tono pacato, ma non esita a puntare il dito contro una classe dirigente e politica "drammaticamente incapace di decidere in modo unitario e coerente" Daniele Fortini, il cinquantenne fiorentino che dal luglio del 2005 presiede Federambiente, la Federazione italiana dei servizi pubblici d'igiene ambientale che a oggi conta 278 associati e serve ben 3.500 comuni. Aggiunge: "Da noi la produzione di rifiuti sale dell'1,2 per cento l'anno, contro l'1,7 a livello europeo. Eppure, pur mantenendoci al di sotto della soglia media, siamo gli unici a vivere perennemente in emergenza". Che cosa ne dice della riapertura della discarica di Pianura, sulla quale si sta consumando un duro scontro tra la Iervolino (contraria) e Bassolino (a favore)? "Capisco il sindaco e il malessere della gente, ma qualcosa bisogna pur fare. E subito". In realtà ci vorrà qualche giorno prima di poterla riutilizzare. Con gli impianti di Cdr fermi e tonnellate su tonnellate di monnezza per strada, Napoli è al collasso... "Non da oggi, purtroppo. Ed è evidente che la riapertura di una discarica, qualunque essa sia, non può essere la soluzione". Dunque? "Cerchiamo di essere seri. Primo: se siamo tutti d'accordo sul fatto che servono decisioni condivise, lanciamo l'idea di una conferenza di servizio, si direbbe, o di pace, direi io. Un tavolo intorno al quale raccogliere governo, parlamento e Regione, oltre alle province interessate e ai principali comuni". Non è un'idea nuova nè originale, le pare? "Lo è, invece. Se l'obiettivo è quello di programmare scelte e decisioni politiche unitarie evitando che, un minuto più tardi, il solito bastian contrario esca dal coro e mandi tutto all'aria". Ce l'ha con un malvezzo tipico della politica italiana... "Ma è proprio questo il nodo dolente. Bertolaso e Pansa ne sanno qualcosa". Al di là del metodo, quali misure adotterebbe? "Liberiamo subito il campo dall'equivoco della carenza di raccolta differenziata come causa del problema: anche se a Napoli si raggiungesse l'obiettivo del 40 per cento, come vorrebbe il Piano Regionale, la situazione sarebbe comunque tragica, perchè allo stato non ci sono nè gli inceneritori nè le discariche necessarie a smaltire il restante 60 per cento. Se a questo aggiungiamo che proprio le discariche hanno l'impatto peggiore sull'ambiente, visto che scaricano il metano nell'aria, che è venti volte più nocivo del CO2, si capisce facilmente che la strada è obbligata". Il termovalorizzatore di Acerra? "Per cominciare. Ma bisogna procedere spediti anche con quello di Santa Maria La Fossa. Acerra, infatti, può assorbire solo un Cdr molto raffinato, che con gli opportuni adattamenti potrà essere lavorato in due, massimo tre impianti. E, comunque, non oltre le 1.200 tonnellate, che è troppo poco rispetto alle 4.500 che si producono giornalmente a Napoli". Si andrebbe a regime non prima di qualche anno... "Cinque. Ma non c'è alternativa". Intanto? "Si potrebbero espropriare delle cave dove sversare i rifiuti". A qualcuno non dispiace l'idea della tedesca Remondis di smaltire in Germania l'immondizia campana. A lei? "Per carità! Sarebbe folle, oltre che ridicolo, se pagassimo profumatamente i tedeschi per bruciare i nostri rifiuti e trarne energia elettrica che poi gli andremmo a ricomprare. No, i nostri problemi possiamo risolverceli in casa". In realtà ne siamo talmente incapaci che corriamo il rischio di sanzioni da Bruxelles... "Sarebbe una bastonata con effetti negativi su tutto il sistema Italia. Grave, gravissima". Ma non crede che a questa Italia bloccata, dei rinvii infiniti e del non fare adottato a sistema, possa giovare un pungolo esterno? "Forse, ma non ne sono convinto. D'altro canto, l'Abruzzo ha approvato un piano regionale virtuoso, a Torino e a Palermo si farà il termovalorizzatore, Brescia si riscalda attraverso la combustione dei rifiuti. E sono solo alcuni degli esempi positivi che potrei citare". Sì, ma sul piatto ci sono anche i gravi problemi della Calabria, mentre il Lazio è uscito da pochi giorni dal commissariamento con la prospettiva di esaurire la discarica di Malagrotta in primavera... "Il Lazio rischia l'emergenza, come la Campania. Anche la Toscana, però, se non si costruirà il nuovo termovalorizzatore a Firenze". Anche per la sua terra dice un sì incondizionato all'impianto di combustione? "Non c'è dubbio. Altrimenti, nel 2010, la mia bella e cara Firenze potrebbe essere come Napoli".

 

 

Gruppi di estremisti hanno impiccato agli alberi della cittàventuno manichini, alcuni con i nomi della Iervolino e di Bassolino (sezione: Monnezze)

( da "Messaggero, Il (Ostia)" del 05-01-2008)
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Chiudi MANICHINI IMPICCATI Gruppi di estremisti hanno impiccato agli alberi della città ventuno manichini, alcuni con i nomi della Iervolino e di Bassolino.

 

 

Gruppi di estremisti hanno impiccato agli alberi della cittàventuno manichini, alcuni con i nomi della Iervolino e di Bassolino (sezione: Monnezze)

( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 05-01-2008)
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MANICHINI IMPICCATI Gruppi di estremisti hanno impiccato agli alberi della città ventuno manichini, alcuni con i nomi della Iervolino e di Bassolino.

 

 

I rifiuti allarmano Napolitano (sezione: Monnezze)

( da "Manifesto, Il" del 05-01-2008)

Da Capri il presidente della Repubblica interviene sulla nuova emergenza in Campania I rifiuti "allarmano" Napolitano Fr. Pil. Napoli Il presidente Napolitano a passeggio per Capri, lontano dalla guerriglia urbana napoletana, dagli incendi e dal moloch rifiuti, si è detto "non preoccupato, ma allarmato". Il presidente della repubblica si è occupato più volte del problema rifiuti, chiamato sempre in causa dalle popolazioni in lotta contro discariche e inceneritore, sia perché partenopeo doc sia come ultima spiaggia di garanzia istituzionale. Dopo il messaggio di fine anno che aveva accusato la Campania di particolarismi e egoismi, ieri ha mandato un nuovo richiamo chiedendo "un'assunzione di responsabilità precisa per sbloccare questa situazione". Un'assunzione da parte della politica che dovrebbe finalmente arrivare dopo che per 14 anni ha avuto sotto gli occhi il problema dello smaltimento rifiuti, senza fare nulla. Sapevano i governi che si sono succeduti, i rappresentanti campani che sono andati a sedere in parlamento. E invece ieri dopo che le immagini di una Napoli in preda all'immondizia hanno fatto il giro del mondo è stata una valanga di dichiarazioni e di accuse sia dalla maggioranza che dall'opposizione. Il premier Romano Prodi ha detto che interverrà personalmente e ha raccolto quanto detto da Napolitano: "C'è bisogno oggi di una grande e ferma unità delle istituzioni - si legge in una nota di Palazzo Chigi - a sostegno delle azioni, ineludibili e necessarie, che sono state intraprese sul fronte dei rifiuti". Prodi condivide quanto affermato dal prefetto Alessandro Pansa e ha chiesto il sostegno di tutte le istituzioni avvertendo: "Ci sono gruppi estremisti, sia locali che giunti da fuori, che hanno cercato e cercano di alzare barricate di dissenso". Ma l'opposizione non intende lasciarsi scappare la possibilità di attaccare e vuole la testa di Antonio Bassolino. Da Fi i deputati Mara Carfagna e Antonio Martusciello hanno chiesto che il governatore si dimetta in quanto uno dei maggiori responsabili dell'emergenza. Ma lo stesso Martusciello da sottosegretario all'ambiente del governo Berlusconi non ha preso a suo tempo nessuna iniziativa per normalizzare il ciclo di smaltimento. A intervenire per An ci ha pensato Maurizio Gasparri che entrando a gamba tesa nella questione ha detto: "Quella della Campania è una emergenza che va discussa in parlamento il disastro ambientale, sanitario, sociale causato dal governatore Bassolino impone decisioni immediate, compreso lo scioglimento urgente degli organi di governo del territorio non può rimanere impunito". Più mite il vicepresidente del senato Mario Baccini, Udc, che ritenendo un serio problema lo smaltimento dei rifiuti ha affermato: "Non chiedo dimissioni, ma assunzioni di responsabilità. E' necessario un piano di smaltimento per risolvere un problema emergenziale che rischia di ledere seriamente la salute dei cittadini". D'altra parte Calderoli avvezzo agli estremismi ha chiesto addirittura l'intervento delle teste di cuoio. E come al solito il rappresentate della Lega si è lasciato andare a dichiarazioni inquietanti: "Finalmente il fetore dei rifiuti ha raggiunto il Quirinale, o Capri, e finalmente il presidente della Repubblica si è svegliato e si è detto allarmato per l'emergenza - ha detto - in quanto capo delle forze armate, invii i reparti speciali dell'esercito". Ma anche dalla maggioranza le accuse contro il governatore non mancano. Marco Rizzo europarlamentare del Pdci ha parlato di responsabilità di chi governa. Bassolino si è ritrovato contro anche il sindaco Iervolino che ha accusato di sperperi tutti i commissari che si sono occupati dei rifiuti senza risolvere niente. A tutti ha risposto il diretto interessato. "Io resto al mio posto - ha detto Bassolino - Il mio solo errore è stato non costruire il termovalorizzatore".

 

 

Iervolino ai manifestanti: Sto con voi, ma sono sola (sezione: Monnezze)

( da "Manifesto, Il" del 05-01-2008)

Iervolino ai manifestanti: "Sto con voi, ma sono sola" A Pianura proseguono le proteste degli abitanti contro la discarica. "Se la riaprono i nostri figli sono destinati ad ammalarsi". E An soffia sul fuoco con dei manichini impiccati Francesca Pilla Il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino telefona al presidio dei Pisani: "Sono con voi, sono sola, l'unica che lavora in altre direzioni". Le centinaia di persone che manifestano da Capodanno applaudono, ma poi scatta la rabbia: "Allora si dimetta". "Se riaprono la discarica i nostri figli sono destinati ad ammalarsi e morire, urla una donna. "Ho il tumore, ma non potrò mai dimostrare che è colpa dei rifiuti, la mia casa è adiacente alla discarica" , racconta L.P. un signore distinto che aggiunge: "Ci costringono anche a nasconderci, quattro anni fa un mio amico si è visto arrivare la polizia in casa perché aveva protestato". Sono loro, gli abitanti del quartiere, i protagonisti di questa ennesima giornata di caos, con i rifiuti che hanno la meglio sulla città. E la prima cittadina li appoggia, ha sparato a zero su tutti e non è nel suo stile. Commissari, Bassolino, prefetto e governo, ma da vecchia democristiana continua a dire di voler collaborare. E' esasperata perché sa che Pianura ha già fatto sacrifici per 40 anni, d'altra parte la regione è al collasso e non si vogliono trovare altre strade. L'immondizia ha raggiunto anche il centro storico della città, da ieri sera si è fermata completamente la raccolta fino a quando non sarà disponibile il sito contestato. Secondo i dati della prefettura sono oltre 80mila le tonnellate di immondizia che giacciono in strada. Nella notte di giovedì sono diminuiti i roghi, una quarantina, ma i vigili del fuoco fanno sapere che la situazione è allarmante. D'altra parte ai Pisani non vogliono sentire ragioni e alcuni gruppi si sono lasciati andare a episodi di violenza. Dopo i tafferugli scoppiati prima della mezzanotte di giovedì, con quattro bus dell'Anm dati alle fiamme, anche ieri è stata una giornata di tensione. Blocchi stradali, pianti e disperazione nel giorno della sconfitta che vede gli automezzi del commissariato al lavoro per approntare la discarica. Il rumore dell'elicottero della polizia è costante dopo che alle prime luci dell'alba sono state danneggiate le pale meccaniche che dovevano avviare il sito. La ditta ha chiesto garanzie e un risarcimento per proseguire le attività. Una camionetta di celerini è stata colpita da un estintore, mentre diversi petardi sono stati lanciati tra la folla e nella notte si prevede il peggio. Dalla municipalità hanno preso le distanze dagli atti di vandalismo. "Ci dissociamo dagli incidenti - ha detto Fabio Tirelli esponente di Rifondazione comunista e presidente della municipalità - non sono cittadini di Pianura quelli che stanotte hanno incendiato gli autobus. Siamo però convinti e scenderemo di nuovo in strada che la spazzatura ai Pisani non debba tornare". Ma non sono in pochi a essere convinti che tra i manifestanti si nasconda l'ombra della camorra. Nel pomeriggio i commercianti della zona hanno denunciato di essere stati minacciati da un gruppo di giovani: avrebbero dovuto chiudere in anticipo gli esercizi e unirsi alla protesta. Ma il presidio, Tirelli è pronto a mettere la mano sul fuoco, è pieno di gente perbene. C'è anche chi fa la staffetta a cavallo tra i tre blocchi che presidiano le altrettante entrate alla discarica. Nove cavalieri dei tre centri di equitazione della zona. Dell'onestà dei residenti ne è certo anche il neocommissario Umberto Cimmino che all'uscita di una riunione straordinaria con Bassolino e i presidenti delle province ha detto: "A Pianura è pieno di gente perbene cui chiediamo sacrifici, ma c'è chi sta soffiando sul fuoco". In mattinata è stata messa su anche una macabra protesta: lungo tutta la centralissima corso Umberto, chiamata anche Rettifilo perché si estende dritta per centinaia di metri, sono stati appesi numerosi fantocci impiccati corredati con manifesti listati a lutto. "Addio a 'stu munno 'e munnezza!" recitavano alcuni, mentre altri riportavano i nomi del sindaco e del governatore. Dopo alcune ore gli autori sono usciti allo scoperto: è stata un'iniziativa di alcuni esponenti di An. Contro la megadiscarica di Pianura, il rinnovo del commissariato e il piano rifiuti hanno fatto sentire il loro no anche i centri sociali e la Rete campana salute e ambiente. Quattro i blitz nel giro di poche ore realizzati dagli attivisti che hanno occupato e si sono incatenati sul balcone principale di Palazzo San Giacomo, sede del comune, bloccato il traffico a piazza Municipio e nella centralissima via Medina, quindi hanno organizzato un sit-in fuori alla sede del commissariato. Napoli.

 

 

LA VOGLIA DI IMPICCARLI (sezione: Monnezze)

( da "Libero" del 05-01-2008)

Prima pagina 05-01-2008 LA VOGLIA DI IMPICCARLI di VITTORIO FELTRI Mentre Napoli si immergeva sempre di più nell'elemento ormai predominante del proprio paesaggio, la sporcizia, tra l'indifferen za sorridente di amministratori noti per la loro inettitudine, i signori del governo, invece di intervenire e aiutare gli abitanti a tirar fuori la testa dalla lordura, andavano in vacanza. Il premier, il quale di norma appare sulla stampa in veste di cicloamatore, stavolta è stato mostrato in tivù in una insolita cornice alpina. Ignoravamo che Prodi si ingegnasse nell'imitazione dell'abominevole uomo delle nevi. Un quadretto suggestivo che però non ha allietato i napoletani durante le recenti festività. Si ripete spesso un antico luogo comune: al Sud manca lo Stato. Mancasse soltanto questo... In Campania mancano la decenza, la Regione e perfino i municipi. Le istituzioni sono rappresentate da alcuni zombi: per esempio, il sindaco Rosa Russo Iervolino della quale si rammenta la voce soave, e il presidente Bassolino, famoso per essersi contornato di consulenti ottimamente retribuiti, e per aver acquisito una lussuosa dimora a New York, una specie di subambasciata napoletana dalle funzioni misteriose. Ovvio che i partenopei - gente spiritosa non potendo impiccare le citate autorità elettive perché assenti, si siano per adesso accontentati di condannare alla forca un paio di pupazzi con le sembianze delle medesime. Un modo come un altro per sfogarsi o prove tecniche di molto desiderate esecuzioni? La risposta verrà col tempo. Di certo siamo alla vigilia di una sommossa giustificata dai fatti o, meglio, da fatti incompiuti. Non sto incitando alla rivolta. Semplicemente affermo su base logica che se la popolazione campa nella merda - e non si tratta di metafora - prima o poi si arrabbia e allora sono guai. Occorre sapere che i napoletani per lo smaltimento dei rifiuti pagano tariffe doppie rispetto a quelle applicate in qualsiasi altra città. La differenza, oltre che nell'importo dell'impo sta, risiede in un particolare: a Napoli l'onero so servizio non è svolto da nessuno e il Comune, che incassa voracemente, se ne infischia. Mi sbaglierò forse nella terminologia, dato che grazie al cielo non sono né magistrato né avvocato, però la sostanza è questa: qui si configura il reato di truffa o, se preferite, di furto. Nel senso che se io sgancio dieci euro al tassista perché mi porti in un luogo, e lui riscuote però mi lascia a piedi, è un ladro. Quindi, se il Comune mi sfila un tot di euro per ritirarmi la pattumiera e in realtà me la abbandona davanti a casa giorni, settimane, mesi, posso dargli del truffatore o del ladro, o devo ringraziarlo? Va da sé, per un po' i cittadini sopportano consapevoli che immondizie e amministratori della Cosa pubblica non sono così diversi. Ma alla distanza, si irritano e pensano: poiché non siamo in grado di eliminare la spazzatura, ripieghiamo sulla eliminazione del sindaco e del presidente della Regione. Riconosco. È un palliativo. Ma converrete che impiccare la Iervolino e Bassolino - simbolicamente, s'intende - è comunque una buona idea. Mi domando piuttosto perché i campani si siano limitati a due impiccagioni. Probabilmente significa che in fondo sono di animo gentile e parecchio esercitati nella virtù della santa pazienza. Tuttavia suggerisco loro, qua- lora il problema rimanesse insoluto, di non trattenersi ulteriormente: massì, preparino un bel cappio anche per Prodi in tenuta sciistica; e magari uno pure per Pecoraro Scanio, ministro dell'Ambiente estimatore della merda, almeno a giudicare dalla sua latitanza in questo periodo di emergenza che dura da mesi. Esposte pacatamente le mie tesi, confesso di nutrire una speranza: che Napoli nelle sue manifestazioni di insofferenza allo stato in cui si trova sappia fare un salto di qualità. Dimostri cioè di essere capace se non di liberarsi dalla morsa della sozzura almeno dagli sozzoni che gliela impongono. Nessuna allusione alla Iervolino e a Bassolino ai quali in ogni caso rivolgiamo l'invito a dimettersi. Questione di prudenza: tirare troppo la corda in casa dell'impiccato può comportare conseguenze spiacevoli per lo stesso. Abbiamo già avuto un piazzale Loreto, non vorremmo avere anche una piazza del Plebiscito. Che peraltro si presterebbe. Foto: Uno dei fantocci Bassolino-Iervolino impiccati ieri per le vie di Napoli Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.

 

 

Dall'energia Pecoraia all'abominevole sciatore, il circo di governo (sezione: Monnezze)

( da "Libero" del 05-01-2008)

Italia 05-01-2008 Dall'energia Pecoraia all'abominevole sciatore, il circo di governo di LUCA VOLONTÈ Prodi la fa dura ma la bolletta poi la paghiamo noi. Non sarebbe meglio una purga di fave di fuca per evitare intasamenti nella condotta e liberare lo scarico? Una bella e paciosa contadina russa, campeggia vestita da crocerossina nella pubblicità della Sanità pubblica, ogni volta che ci incappi ti chiedi come mai non abbiano scelto Livia Turco per esaltare le doti del Governo Prodi nella Salute di Stato. Quella foto della rubiconda signorina, in fondo assomiglia a molti manifesti dei film trash italiani. La Sanità pubblica è un colabrodo totale, ben diverso dal colapasta bucherellato e simmetrico, un pentolone bucato dove anche le castagne uscirebbero dai fori. A Vibo Valentia, dopo il viaggio della Turco in Calabria, c'è stato un altro morto. Reazioni? Nessuna. Diossina che sprizza da tutti i roghi napoletani, non siamo a mica a Seveso, quindi alle reazioni responsabili del reuccio di Afragola, Bassolino, o allo stridulo vocione del Sindaco di Napoli, Iervolino, si sostituisce un bel silenzio di morte. Chi siede oggi sulla poltrona che fu di Donat Cattin non batte mai ciglio. Gravi segnali di meningite a Treviso? Nessun problema, casi limitati e poi, dopo un settimana, tutti a farsi vaccinare. Intanto però la Turco trova il tempo per dare l'ok per stravolgere la legge 40, introduce pilloloni per drogare i bambini esuberanti, dichiara il contrario degli stessi dati del Ministero sulla applicazione della 194. Pari a lei c'è solo Pecoraio, nulla a che vedere con i fondatori del movimento verde italiano, piuttosto ottimo esempio di rossissimo verde. Soldi al compagno terrorista Capanna che vuol bloccare gli Ogm per il principio di precauzione ma nessuna parola per difendere gli embrioni umani sottoposti a morte certa. Gli animali? Ciò che di più sacro si deve onorare e per macellarli li devi pure stordire ma i bambini no, i cuccioli di uomini valgono meno delle bestie selvatiche. L'energia Pecoraia è solo quella ambientalista, quella che non sporca, non nuoce, non scalda. Così dopo gli allarmi, smentiti dagli scienziati, di qualche mese fa aveva proposto di scaldare le vivande con la lente di ingrandimento, o riscaldare le case con il sole. La teoria è sempre quella demenziale che non solo il nucleare ma pure gli inceneritori sono da aborrire, l'altra ipotesi cui lavora Pecos insieme a Rai Tre e Radicali, è la riduzione delle nascite e il divieto di lavarsi più di una volta al mese. La bolletta crescerà di molto e il prezzo al barile non sembra diminuire, gli italiani la soluzione ce l'hanno bella e pronta. Non pagate e opponete al contenzioso con il fornitore pubblico, un ricorso e una rimessa di pagamento al Ministero dell'Ambiente. Stessa e semplice soluzione per i cittadini di tutta la Campania, lì c'è l'oggettivo vantaggio di denunciare per inadempienza il sindaco e il governatore. Rimane l'amarezza infinita di trovarci ancora questi pesi morti al Governo, incapaci di affrontare la realtà e pronti sempre e comunque a lanciare fumogeni e petardi pur di distrarre i cittadini. I conti però gli italiani li fanno tutte le settimane e da questo nevoso gennaio, ciascuno di noi si accorgerà dei 200 euro in più che si involano nelle tasche di PadoaSchioppa, che intanto si gode Spinelli. Lo sciatore dolomitico, l'emulo della mummia preistorica, parlerà quando sarà in pianura. L'aria pura di montagna potrebbe dargli alla testa, un duro che dura perché fa è come la cacca di Napoli, senza offesa, più è dura più se ne fa e il puzzo rimane sempre ai cittadini. Se liberassimo l'ingorgo dall'ambiente sanitario di Napoli e dalla salute d'immondi zia ambientalista? Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.

 

 

Indagini per disastro ambientale (sezione: Monnezze)

( da "Libero" del 05-01-2008)

Anzitutto 05-01-2008 Indagini per disastro ambientale di GENNARO SANGIULIANO La nuova ipotesi a cui la magistratura napoletana sta lavorando è quella di disastro ambientale, formula giornalistica con la quale si riassumono alcuni articoli del codice penale posti a tutela "dell'incolu mità pubblica". Fino ad oggi, su vari filoni di inchiesta, la Procura della Repubblica di Napoli, si era mossa su ipotesi di reato quali truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato e frode in pubbliche forniture, riferite ad alcune fasi della gestione del commissariato straordinario. Ora, invece, potrebbe esserci un aggravamento delle ipotesi di reato. Prendendo spunto da una serie di denunce depositate, da tempo, da associazioni di cittadini (fra cui le Assise e Insorgenza civile) si vuol verificare se nella tragica situazione che sia determinata nelle strade di Napoli non vi siano fattispecie delittuose contemplate nel titolo sesto, capo due, della legislazione penale. Si tratta, al momento, di una ipotesi di lavoro contro ignoti e non colpisce le persone già coinvolte nelle altre inchieste. Ma gli eventuali sviluppi potrebbero portare lontano. L'articolo 439 del codice penale, ad esempio, afferma che "chiunque avvelena acque o sostanze destinate all'alimentazione, è punito con la reclusione non inferiore a quindici anni" e va letto in combinato con il successivo articolo 449 secondo cui "chiunque cagiona per colpa un incendio o un altro disastro è punito con la reclusione da uno a cinque anni". Già nelle scorse settimane il procuratore capo della Repubblica, Giandomenico Lepore, magistrato preparato e rigoroso, incontrò il professor Giuseppe Comella, capo del dipartimento oncologia dell'Isti tuto Tumori "Fondazione Pascale" e autore delle indagini scientifiche sui danni alla salute derivanti dall'inquinamento ambientale. Nello scorso ottobre, invece, la commissione d'inchiesta parlamentare sui rifiuti ascolto proprio il procuratore Lepore. I verbali di quella riunione vennero secretati ma all'uscita il capo degli inquirenti dichiarò: "Stiamo lavorando". Le inchieste che già sono aperte sul caso Napoli sono due. La principale è quella dei due sostituti Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo che hanno indagato sull'appalto relativo al ciclo dei rifiuti conferito all'as sociazione temporanea d'imprese del gruppo Impregilo e poi risolto per legge. Un accordo che, per i pm, "le società affidatarie sapevano di non poter rispettare". I magistrati sostengono che l'illecito amministrativo contestato trova il suo presupposto nella truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato contestata a 28 manager delle aziende e funzionari. Nell'inchiesta è coinvolto anche Antonio Bassolino per il periodo in cui è stato alla guida del commissariato, gli si contesta per l'esattezza la "violazione articolo 640 del codice penale perché in concorso fra loro Antonio Bassolino e altri imputati organizzavano artifici e raggiri al fine di indurre in errore la Presidenza del Consiglio dei ministri e il ministro degli Interni che procedevano nei loro compiti emanando ordinanze ma ignorando nella maniera più assoluta che gli accordi contrattuali erano inadempiuti". Altre affermazioni gravi sono quelle del procuratore aggiunto Carlo Trapuzzano. Le irregolarità nella gestione dei rifiuti sono state possibili "con la complicità e la connivenza di chi aveva l'obbligo di controllare e di intervenire e non lo ha fatto per troppo tempo, un comportamento che è stato protratto nel tempo ponendo in essere una serie di artifici e raggiri per mantenere le posizioni raggiunte". Ora l'attesa è per l'udienza davanti al gup Marcello Piscopo, il 14 gennaio, che dovrà decidere in merito. Bassolino ha respinto le accuse affermando che non ha avuto alcun tornaconto e che le sue condotte non sono state quelle che gli vengono contestate. L'altra inchiesta è, invece, quella fatta dai pm della Direzione distrettuale antimafia, Raffaele Cantone e Alessandro Milita, con una lunga esperienza nella lotta alle ecomafie, e che ha portato all'arresto di dieci persone fra cui il numero tre del commissariato ai rifiuti l'architetto Claudio De Biasio, uno dei subcommissari. Al centro delle attività investigative di questa inchiesta la Eco 4, una società mista con il 51 per cento delle azioni in mano ai comuni e il 49 ai privati. Nel "Rapporto sul disastro ambientale dei rifiuti in Campania" l'alto magistrato di Cassazione Raffaele Raimondi evoca il caso del disastro ambientale provocato dall'Icmesa di Severo e riporta un passaggio chiave: "In caso di compromissione dell'ambiente a seguito di disastro colposo, a causa dell'esposizione a sostanze inquinanti, il danno è risarcibile anche in mancanza di una lesione psicofisica". A questa argomentazione giuridica potrebbero rifarsi le varie organizzazioni pronte a intraprendere battaglie legali. Foto: ALLA GUIDA DELLA CITTÀ Rosa Russo Iervolino e Antonio Bassolino, attuale governatore della Campania. Bassolino è stato primo cittadino dal 1993 al 2000. La Iervolino è stata eletta sindaco nel 2001 ed è stata rieletta nel 2006 Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.

 

 

Paradosso spazzini: per uno a Milano ce ne sono 25 a Napoli (sezione: Monnezze)

( da "Libero" del 05-01-2008)

Anzitutto 05-01-2008 Paradosso spazzini: per uno a Milano ce ne sono 25 a Napoli di GIAN PIETRO FIORE NAPOLI È difficile spiegare come mai la Campania con i suoi ventimila (sì, ventimila!) netturbini sia la regione più sporca d'Italia. Non sono affatto pochi ventimila netturbini. Basti pensare che in Lombardia, che rappresenta la prima regione del Paese nella produzione di rifiuti, sono molto di meno. Per l'esattezza ad ogni spazino lombardo ne corrispondono venticinque campani. A Napoli e provincia c'è un netturbino ogni trecento abitanti. Ciò dovrebbe far sì che le strade delle città campane luccicassero per la pulizia. Il risultato, invece, è sotto gli occhi di tutti. UN TRISTE RECORD QUANTO A SPRECHI Per questa ragione quello che stiamo raccontando rappresenta una sproporzione assurda, che fa registrare un record in fatto di spreco. Sì, perché i ventimila spazzini assunti a tempo indeterminato e alle dipendenze dei diciotto consorzi della Regione Campania vengono puntualmente pagati ogni mese. Guadagnano mediamente tra i 1.100 e i 1.200 euro. Più tredicesima e quattordicesima. Tralasciando lo straordinario e il notturno. Ma l'apice lo si raggiunge dando un'occhiata al numero degli addetti alla raccolta differenziata: sono ben 3.735. Questi da quando è in atto l'emer genza rifiuti - e quindi da sempre - non muovono praticamente un dito. C'è la necessità di utilizzare un calcolatore, perché le cifre sono da capogiro, e il costo dello spreco è servito: sessanta milioni di euro all'anno, che se moltiplicati per sette (ovvero il numero degli anni da quando sono stati assunti) fa la bellezza di 420 milioni di euro. Ovviamente tutti soldi buttati al vento, dal primo all'ultimo centesimo. Queste cifre astronomiche sono riferite, per chi non eccelle in matematica, al costo di coloro che dovrebbero e che non fanno la raccolta differenziata. A Milano, con la metà degli addetti alla raccolta differenziata rispetto a Napoli, si raggiunge ogni anno il quaranta per cento, mentre a Napoli a malapena il sette per cento. Si tratta di dipendenti che nella maggior parte dei casi non svolge il lavoro per il quale è pagato e soprattutto è stato assunto. L'importante però è recarsi presso il consorzio in cui si è alle dipendenze, attendere pazientemente le ore stabilite dal contratto e poi ritornare a casa, semplicemente stanchi per non aver fatto nulla tutta la giornata. Non è difficile individuare tra questa fortunata categoria di lavoratori una serie di persone addette a delle mansioni specifiche che, grazie a dei certificati medici restano comodamente a casa. E quindi è emerso che chi è stato assegnato alla raccolta del materiale di risulta dei cantieri, abbia scoperto improvvisamente di essere allergico alla polvere. O chi tra quelli che devono selezionare il cartone non può sollevare pesi per più di un chilo. I MEZZI SPECIALI RUBATI NON APPENA ARRIVATI Ma l'incredibile lo si è raggiunto quando un lavoratore ha fatto causa al commissariato di governo perché non andando a lavoro, a causa dell'emer genza rifiuti, e non sapendo come occupare il tempo libero si è messo a giocare e ha perso tutti i soldi dello stipendio a tressette. Poi ci si mette anche la "sfor tuna". Nell'Era commissariale di Bassolino, nel 2003, il Governatore pensò bene di acquistare ben cinquanta mezzi speciali per la raccolta differenziata. Come se poi il problema fosse la mancanza di mezzi. Neppure il tempo di farli giungere a Napoli ed in una sola notte furono tutti rubati. Un danno, anche quello, che costò ai contribuenti decine di milioni di euro. Ritornando invece all'eserci to dei netturbini e più nello specifico a quei stakanovisti addetti alla raccolta differenziata, ci si accorge, sempre calcolatrice alla mano, che le loro buste paghe costano 60,80 euro per ogni abitante. Una cifra esorbitante che i cittadini sono costretti a pagare per assicurare lo stipendio ad una massa di nullafacenti. TASSE ESORBITANTI E ASSUNZIONI INUTILI Ma le notizie sconvolgenti non finiscono qui. Ogni cittadino campano paga all'anno, per l'intero ciclo dei rifiuti, ben 134,79 euro di cui 96 euro solo per le attività di spezzamento, raccolta e trasporto. Queste tre voci, infatti, costano "solo" sei cento milioni di euro all'anno. Tutto ciò è desolante ed offende la dignità dei cittadini onesti, e ce ne sono tanti in Campania, che si vedono costretti a non poter uscire di casa per le montagne di rifiuti che arrivano al secondo piano, a convivere con un odore nauseabondo, a pagare il pizzo alla camorra, e da quattordici anni obbligati anche a mantenere tutti quei perdigiorno. Tutto ciò che abbiamo raccontato si può riassumere in una sola parola: assistenzialismo. Chi ha voluto tutte quelle inutili assunzioni? Beh, è semplice: chiedetelo ad Antonio Bassolino e a Rosa Russo Iervolino. Foto: ALL'OPERA I netturbini in Campania sono circa 20mila. Molti più di quelli lombardi dove l'emergenza rifiuti non è mai esistita Ansa 20.000 I netturbini campani sono 25 volte più di quelli della Lombardia dove si producono meno rifiuti 420 milioni Il costo in 7 anni dei 3.735 addetti alla raccolta differenziata. Che non lavorano nelle emergenze 7,7% La percentuale di raccolta differenziata a Napoli. Milano ne produce il 40% con la metà del personale Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.

 

 

Con la spazzatura si sta bruciando la democrazia (sezione: Monnezze)

( da "Libero" del 05-01-2008)

Anzitutto 05-01-2008 Con la spazzatura si sta bruciando la democrazia di DAVIDE GIACALONE Insisto: sulla spazzatura di Napoli brucia la democrazia, la credibilità delle istituzioni, la dignità della politica. Istituzioni abitate da mezze seghe e irresponsabili, fanno crescere la richiesta di un uomo forte. Che non c'è e non è una soluzione. La spazzatura è perfetta per far sentire il tanfo di decomposizione cui questa classe politica ha condotto il Paese. Si lamenta, il sindaco Iervolino, dice che sono stati buttati via dei soldi. È vero, li ha buttati il suo padrino politico, Bassolino, talora in mano alla camorra. Dice di soffrire, il presidente Napolitano, ma era lui il ministro degli interni che confermò l'efficacia del commissario governativo, istituito quando al Viminale sedeva Mancino, anche lui eletto in quei collegi ed ora garante della giustizia. Roba da matti! C'è un'intera classe dirigente di sinistra che dovrebbe stare sul banco degli imputati, per ascoltare la sicura condanna politica e l'assai verosimile replica penale. Ci si domanda: che fa la magistratura? Gentili signori, ad amministrare le loro carriere ci sono Napolitano e Mancino, ve ne rendete conto? Non meglio è combinata la destra: dov'è? I presidi sotto la villa presidenziale vanno anche bene, per la propaganda, ma la latitanza politica è lunga, ed ancora oggi mancano proposte serie, manca la capacità di cogliere il nesso fra la tragedia partenopea e quella nazionale. Il sistema di potere bassoliniano ha contaminato non solo il terreno, ma l'intero mondo politico. Una politica seria dovrebbe indicare dove costruire, subito, gli impianti di smaltimento e riciclaggio. La popolazione protesterà, ma una politica dignitosa sa spiegare che la puzza e l'inquinamento dei cumuli è maggiore, che lo scandalo delle discariche che si aprono e chiudono con la cerniera è da reato penale, che, semmai, si deve ragionare sulle compensazioni. Dovrebbero essere ambiti, quegli impianti, per la ricchezza che portano con sé. E se la politica esistesse, Bassolino non vedrebbe crescere i propri voti, come i peggiori clientelari di un tempo, ma si vedrebbe cacciato dall'indigna zione di quelli che ha condannato a vivere fra i rifiuti, mentre i soldi defluivano altrove. Non serve a nulla alimentare le proteste, occorre dimostrare che esistono alternative. Pulite, civili, forti e democratiche. www.davidegiacalone.it Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.

 

 

La rivolta dei napoletani Impiccato 'o re Bassolino (sezione: Monnezze)

( da "Libero" del 05-01-2008)

Anzitutto 05-01-2008 La rivolta dei napoletani Impiccato 'o re Bassolino di LUCIA ESPOSITO NAPOLI Ora Antonio Bassolino, l' uomo del miracolo mai compiuto, è senza trono. 'O re ha perso lo scettro. Ieri mattina ventuno manichini penzolavano dai pali della luce e dagli alberi dei Corso Umberto, in pieno centro a Napoli. Al collo dei fantocci impiccati, c'erano cartelli listati a lutto per la fine del due volte ex sindaco e ora per la seconda volta presidente della Regione. Ai piedi dei manichini, cumuli di rifiuti. "Devono avere il coraggio di dimettersi. Lui e il sindaco Jervolino. Sono loro i responsabili di questo scempio", dice Giuseppe Amato, un commerciante che pure ammette di aver votato sia Bassolino che Jervolino. Quindici anni fa l'ex sindacalista di Afragola eletto sindaco, svuotò piazza del Plebiscito dalle auto trasformandola in un salotto internazionale. I napoletani ci credettero in quel Rinascimento che aspettavano da sempre e che Bassolino stava facendo luccicare sotto il loro occhi. Ma ora che la spazzatura ha ridotto Napoli in una pattumiera a cielo aperto, ora che i topi ballano su cumuli di immondizie, la gente non ci sta più. La spazzatura ha avuto il potere di cancellare i colori politici, la puzza dei rifiuti ha annullato le differenze tra destra e sinistra. Ora i napoletani si ribellano. "Vedete che fine 'aggio fatto. Vulite campà bbuono? Levateve 'a tuorno Rosa Russo e Bassolino". Traduzione: "Vedete che fine ho fatto. Volete vivere bene? Levatevi di torno Bassolino e Jervolino". Ecco il testo di uno dei cartelli appesi al collo dei fantocci. I manichini sono stati rimossi. Uno era stato messo proprio davanti alla casa del sindaco che però si è schierata con i manifestanti. La polizia sta indagando sull'idea del consigliere provinciale di Alleanza Nazionale, Luigi Rispoli che ha trovato l'appoggio di cittadini e negozianti della zona. "Con questi manichini vogliamo denunciare la situazione di sofferenza che sta vivendo questa città non c'è solo il problema della spazzatura che in questo momento è il più evidente ma anche il dramma abitativo, la disoccupazione, la sicurezza", ha spiegato Rispoli. La federazione provinciale di An, però, ha condannato e si è dissociata: "Un gesto ignobile". Dal centro commerciale della città al centro della protesta contro la discarica: Pianura, un quartiere di periferia diventato il simbolo di una città soffocata dai suoi rifiuti. I residenti non cedono. Non vogliono che sul loro territorio, in Contrada Pisani, torni quella distesa di spazzatura che per quarant'anni è stato il loro unico orizzonte. Nel 1996 quel sito fu bonificato e alla gente Bassolino promise un campo da golf hollywoodiano. Dopo undici anni, è tornato l'in cubo della discarica. Una soluzione temporanea che serve a liberare la città dai rifiuti fino al 2009, quando sarà pronto il termovalorizzatore di Acerra, promette il commissario straordinario Umberto Cimmino. Ma gli abitanti non ne vogliono sapere. CONTRO LA DISCARICA Da due giorni presidiano l'ingresso dell'area destinata a ritornare pattumiera. Una protesta che l'altra sera è degenerata nell'incendio di tre autobus e nel lancio di un estintore contro una gazzella dei carabinieri. Ieri la polizia ha arrestato un uomo di 50 anni: aveva nascosto sei bombe molotov in un autocarro parcheggiato vicino alla discarica. Un gruppo di manifestanti ha assaltato il commissariato di Pianura e una persona è stata arrestata. Un mezzo dei vigili del fuoco scortato da tre volanti della polizia è stato preso a colpi di pietra. Nessun ferito ma i pompieri non sono stati costretti a ingranare la retromarcia. La ditta responsabile dei lavori di rimessa in opera della discarica ha chiesto alla prefettura assicurazioni per poter continuare a lavorare. I dipendenti denunciano di aver subìto minacce e intimidazioni da parte dei manifestanti. Tre camion della società sono stati bruciati ma se i lavori non saranno interrotti, nel giro di due giorni a Pianura tornerà la discarica. "La zona si trova a cinquanta metri in linea d'aria dalla riserva naturale degli Astroni, è uno scempio per la salute dei cittadini e dell'ambiente. È un atto irresponsabile", fa sapere il Wwf. Il paradosso, spiegano gli ambientalisti, è che la discarica di Pianura ricade nel Parco Regionale dei Campi Flegrei. "La natura non ha voce e non può fare picchietti, ma noi faremo il possibile per evitare quest'ennesimo scempio", annuncia Fulco Pratesi, presidente onorario del Wwf Italia. COMUNE OCCUPATO Dietro le barricate, che fino alla notte la polizia ha cercato di sgomberare in via Cintia, via Padula e via Campana, oltre agli ambientalisti ci sono anche no global e disoccupati. Per loro un altro obiettivo: il Comune di Napoli. Intorno a mezzogiorno un gruppo della Rete campana "Salute e Ambiente" ha occupato il balcone centrale e il tetto di Palazzo San Giacomo esponendo striscioni e scandendo slogan. A poca distanza hanno manifestato anche il coordinamento Lotta per il lavoro e l'Udo, Unione disoccupati organizzati. Dicono: "Così come per il terremoto l'emergenza rifiuti è stata gestita per favorire gli affari tra ceto politico, burocrazie, capitali speculativi ed ecomafie. Un assalto alla natura, alla salute e al denaro pubblico di cui il commissariamento straordinario si è rivelato lo strumento indispensabile". Ancora cassonetti svuotati in strada, autobus bloccati e sacchetti incendiati. Da Bruxelles filtra la notizia che alla Commissione europea non è bastata la risposta delle autorità italiane sulla procedura d'infrazione sulla gestione dell'emer genza rifiuti. La stessa insoddisfazione che hanno gli abitanti di Pianura che non vogliono portarsi a casa la "mon nezza" di tutta la città. Foto: MACABRI MANIFESTI Uno dei 21 manichini impiccati, comparsi ieri in corso Umberto a Napoli. Su di essi sono attaccati manifesti contro Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino Ansa Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.

 

 

Garbage piles up as dumps are shut in Naples (sezione: Monnezze)

( da "Boston Globe, The" del 05-01-2008)

Angry Neapolitans talking lots of trash Garbage piles up as dumps are shut By Salvatore Laporta, Associated Press | January 5, 2008 NAPLES - Mounds of garbage piled up on the streets of Naples yesterday, and officials across the country blamed organized crime and red tape for the city's refuse crisis. Effigies of city officials, suspended from lampposts and trees, reflected the fury of Naples's citizens, who have had to live amid their own refuse since Dec. 21, when collectors stopped gathering it because there was nowhere to take it. Residents have resorted to setting trash on fire, raising fears of toxic smoke. "Garbage is piling up outside our building," said Angela Sepe as she walked on the outskirts of the city. "I don't go downstairs anymore to throw it away but throw it out the window because the garbage has already reached" as high as the second-floor window. Naples and other parts of the southern Campania region have been plagued by a series of garbage crises for more than a decade. Dumps fill up and local communities block efforts to build new ones or create temporary storage sites. In 2004, a garbage crisis prompted weeks of protests. On Thursday, angry residents in the city's Pianura neighborhood blocked a street to protest the reopening of a long-closed dump. Fire officials said four empty buses in the neighborhood were set afire overnight, apparently in protest of the dump's reopening. About 100 young protesters marched on City Hall yesterday. Some occupied a central balcony and the roof, where they hung banners protesting the reopening of the dump and demanding a full-fledged plan to improve recycling in the area, the ANSA and Apcom news agencies reported. Local, regional, and national officials handed out blame for the southern city's chronic inability to properly dispose of its trash. Several lawmakers said the government's creation in 1994 of a special office of trash commissioner to deal with Naples's continuing garbage crisis was part of the problem. Leading Italian daily Corriere della Sera published a lengthy investigation yesterday, detailing findings by a parliamentary committee that allege corruption and inefficiency in the commissioner's office. Such reports have helped fuel local anger at the city's politicians, who have failed to solve the problem. "Let's bring it [the garbage] to their homes," said Rosaria Esposito, strolling through the center of Naples, where trash was piled up on some streets. Environment Minister Antonio Pecoraro Scanio, a harsh critic of the commissioner's office, also blamed what he called the "ecomafia," a reference to Naples's organized crime syndicate, the Camorra, and its hold on garbage collection. In an interview with the free daily E Polis, Pecoraro Scanio said the only way to escape the mob's hold on the city's garbage was to get more Neapolitans to recycle and to build technologically advanced plants to dispose of the garbage in an environmentally friendly way. Pecoraro Scanio said the Camorra was taking advantage of the fires set by residents to get rid of toxic waste. The effigies hanging yesterday carried banners with slogans critical of Antonio Bassolino, the governor of Campania, and the city's mayor, Rosa Russo Iervolino, the Apcom news agency reported. There have been calls for days for Bassolino to resign.

 

 

Naples residents find themselves in a mess (sezione: Monnezze)

( da "Los Angeles Times, The" del 05-01-2008)

Email Picture Salvatore Laporta / Associated Press TRASH: Garbage collection stopped Dec. 21 in Naples because dumps were full. Furious citizens have hung effigies of officials. From the Associated Press January 5, 2008 NAPLES, Italy -- Stinking mounds of garbage piled up Friday on the streets of Naples, as officials blamed organized crime and red tape for the situation. Effigies of city officials, strung from lampposts and trees, reflected the fury of residents, who have had to live amid small mountains of trash since Dec. 21, when collection stopped because the dumps were full. Related Stories - Police arrest 4 in secretive Italian mob - Italy exhibits its recovered masterpieces Some residents have been setting trash on fire, raising fear of toxic smoke. Resident Angela Sepe said she just throws garbage out her window because piles are already as high as the second floor. Some protesters threw stones Friday at a police station in protest of efforts to reopen a long-closed dump, the Italian news media reported. One protester was arrested. Four empty buses were set ablaze, fire officials said. The Italian daily Corriere della Sera ran an article Friday detailing a parliamentary committee's findings that point to graft and inefficiency in the trash commissioner's office. Environment Minister Alfonso Pecoraro Scanio blamed what he called the "ecomafia," a reference to Naples' organized crime syndicate, the Camorra, and its hold on trash collection.

 

 

RIFIUTI/ DE GREGORIO:25/1 AL VIA RICHIESTA RISARCIMENTO A REGIONE (sezione: Monnezze)

( da "Virgilio Notizie" del 05-01-2008)

05-01-2008 10:32 E' uno dei più grandi disastri, emergenza diossina Roma, 5 gen. (Apcom) - Italiani nel Mondo propone "una grande azione di risarcimento del danno contro la Regione Campania e contro i commissariati di governo, responsabili di questo disastro terribile che avrà fine probabilmente tra vent'anni". "Abbiamo sancito una mobilitazione dei nostri aderenti e dei cittadini napoletani il 25 gennaio al Palapartenope, dove raccoglieremo attraverso gazebo la presenza di migliaia di cittadini che intendono oggettivamente fare qualcosa", ha anticipato il senatore Sergio De Gregorio, leader del movimento politico, nel corso di un'intervista al Gr Parlamento. "Non ci piacciono - ha aggiunto - le frasi di rito e i manichini appesi ai pali della luce con i quali si incita alla rivolta contro Bassolino e la Iervolino. Vogliamo che i cittadini trovino giustizia e che vengano risarciti. Questo faremo con molta determinazione nelle prossime settimane. Ormai è evidente - ha continuato il presidente della commissione Difesa di Palazzo Madama - che nell'area a nord di Napoli si sia consumato uno più grandi disastri ambientali dell'Italia moderna: lo dice l'Organizzazione mondiale della sanità, che indica il livello inquinante da diossina a picchi di emergenza mai raggiunti prima". "Ci sono molti cittadini che hanno provato su loro stessi la possibilità di sottoporsi ad analisi del sangue per stabilire quanta diossina era entrata nel loro organismo, e i risultati sono da incubo. Bisogna mettere insieme - ha concluso De Gregorio - questi dati scientifici e queste risultanze che dicono che il numero dei tumori è salito dell'82% e il numero delle malformazioni neonatali è cresciuto di più del 30% e chiedere il giusto risarcimento agli Enti colpevoli".

 

 

Rubano il Bambinello dal presepe e chiedono il riscatto (sezione: Monnezze)

( da "Quotidiano.net" del 05-01-2008)

Mobile email stampa RAGUSA Rubano il Bambinello dal presepe e chiedono il riscatto è accaduto a Cava D'Aliga, una frazione balneare di Scicli. Al posto della statuetta i ladri hanno lasciato un biglietto dove è scritto: "Questo Gesù Bambino è nostro, c'è un prezzo per il riscatto" Home Cronaca prec succ Contenuti correlati Cadavere trovato in una vasca per la raccolta dell'acqua Bimba di tre anni morta schiacciata dalla tv Gravi le condizioni del boscaiolo ferito in agguato Trovati 21 manichini impiccati coi nomi di Iervolino e Bassolino Rapina alle poste di Buddusò scontro a fuoco, bloccato malvivente Nevica da 36 ore sul nord Italia Sconvolto dai debiti si da' fuoco Ragusa, 4 gennaio 2008 - Rubano il Bambinello del presepe allestito all'aperto e lasciano un "pizzino" con la richiesta di riscatto e un numero di telefonino. è accaduto a Cava D'Aliga, una frazione balneare di Scicli (Ragusa), la scorsa notte. Il presepe, curato da diversi anni da un gruppo di residenti, viene realizzato con delle figure in legno a grandezza naturale che riproducono la Natività. Fa eccezione il Bambinello Gesù la cui statuetta viene preparata ogni anno dai ragazzini del quartiere. Quest'anno, è stata una bambina a regalare agli organizzatori un bambolotto che è stato sistemato in una cesta di vimini tra San Giuseppe e la Madonna. Al posto del Bambinello i ladri hanno lasciato un biglietto dove, con una grafia che sembra femminile, è scritto: "Questo Gesù Bambino è nostro, c'è un prezzo per il riscatto". il vescovo della diocesi di Noto, monsignor Mariano Crociata, ha parlao di "un atto inqualificabile" e ha aggiunto: "Tra le varie chiavi di lettura possibili c'è quella di un atto illegale e dissacrante di aiuto". Sull'episodio indagano i carabinieri.

 

 

Rifiuti: alta tensione a Napoli, scontri con le forze dell'ordine (sezione: Monnezze)

( da "Velino.it, Il" del 05-01-2008)

(POL) Rifiuti: alta tensione a Napoli, scontri con le forze dell'ordine Roma, 5 gen (Velino) - Nuovi scontri nel quartiere napoletano di Pianura, dove è in corso una dura protesta contro l'apertura di una nuova discarica. I tafferugli sono scattati all'arrivo dei mezzi incaricati di allestire il centro di raccolta. Circa venti manifestanti hanno cercato di bloccare i camion, determinando l'intervento delle forze dell'ordine, che alla fine sono riuscite a rompere l'assedio dei dimostranti. Nel corso dello scontro, un giovane è rimasto lievemente ferito ed è caduto da una scarpata. Un altro è stato colto da malore e ha ricevuto cure sul posto. Venerdì un uomo era stato arrestato perché trovato con 6 bombe molotov. Quella stessa sera un mezzo dei vigili del fuoco e un pullmino dell'emittente televisiva La7 erano stati presi d'assalto da alcuni manifestanti. Aggrediti anche un giornalista e un operatore televisivo. Nei giorni scorsi i vigili del fuoco hanno effettuato oltre 50 interventi nella zona vesuviana e flegrea. Giovedì, lungo corso Umberto I, a Napoli, sono stati trovati 21 manichini impiccati con slogan e scritte contro il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, e il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino. “Non sono preoccupato, sono allarmato per la situazione dei rifiuti a Napoli”. Con queste parole il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano da Capri ha esortato la politica a rimuovere la situazione di empasse che la regione vive ormai da 14 anni. “Penso che il governo prenderà un'iniziativa al massimo livello”, ha spiegato il capo dello Stato che si è detto d'accordo con il presidente del Consiglio e i ministri dell'Interno e dell'Ambiente sulla necessità di assumersi “responsabilità ben precise per sbloccare la situazione”. Il governo in effetti è intervenuto per manifestare la propria solidarietà nei confronti del prefetto Alessandro Pansa che era stato attaccato duramente per la decisione di riaprire la discarica di Pianura dagli amministratori locali, in particolare da Rosa Russo Iervolino sindaco della città partenopea. Dopo una presa di posizione molto ferma del ministro Luigi Nicolais, intervenuto per esprimere “l'incondizionato sostegno” al lavoro svolto come commissario dal prefetto Pansa, Palazzo Chigi ha diffuso una nota che suona come una netta presa di distanza dalla Iervolino. Nella nota infatti si legge: “In tutta la Campania, e in primo luogo a Napoli, c'è bisogno oggi di una grande e ferma unità delle istituzioni a sostegno delle azioni, ineludibili e necessarie, che sono state intraprese sul fronte dei rifiuti. Ci sono - aggiunge palazzo Chigi - gruppi estremisti, sia locali che giunti da fuori, che hanno cercato e cercano di alzare barricate di dissenso. C'è la radicata sfiducia dei cittadini, che può spingere alcuni di loro a unirsi a tale opposizione. A tutto questo - si puntualizza nella nota - si è ripetutamente riferito il prefetto di Napoli e per contrastarlo ha fatto appello al concorde sostegno e alla diretta assunzione delle rispettive responsabilità da parte di tutte le istituzioni”. Per questo il governo, conclude la nota, “condivide totalmente l'appello, così come fa sua la garanzia che ciascuno dei siti, a partire da Pianura, sia rigorosamente destinato all'autosufficienza locale”. Ma la nota non ha convinto il primo cittadino di Napoli. In pieno svolgimento del presidio di Pianura, il sindaco è intervenuto venerdì al telefono per ribadire la sua solidarietà alla causa dei manifestanti. E, quasi a confermare la frattura con la linea del governo, per telefono ha esclamato: “Non so dove arriverò, sono sola. L'unica che lavora in altre direzioni”. Poi ancora: “Io ci metto tutta la buona volontà”. L'esito di questo impegno “controcorrente”, è per Iervolino, tutt'altro che scontato. L'ex ministro, ancora in viva voce, invita infatti i consiglieri e gli assessori comunali a “non dare troppe speranze” ai dimostranti, perché “la cosa più brutta sarebbe che poi perdessero la fiducia nelle istituzioni”. Iervolino fa sapere inoltre di essersi “impegnata a trovare altri siti”, ma anche di non avere ancora “grandi risposte”. Quanto all'altro grande accusato, il governatore Antonio Bassolino, di cui vengono reclamate a gran voce le dimissioni, fa sapere di non pensarci proprio. Siamo tutti responsabili, è il suo contrattacco, insieme affronteremo l'emergenza. Un'emergenza che è sempre più acuta. L'amministrazione Bassolino e il governo così sono finiti sotto il fuoco incrociato del centrodestra. Bondi e Vito si sono chiesti cosa si debba ancora aspettare perchè Iervolino e Bassolino passino la mano. Il leghista Roberto Calderoli chiede l'intervento delle teste di cuoio e non risparmia neanche il Colle. “Finalmente – dice il vicepresidente del Senato – il fetore dei rifiuti ha raggiunto il Quirinale, o Capri, e finalmente il presidente della Repubblica si è svegliato e si è detto allarmato per l'emergenza che si è venuta a creare a Napoli. Presidente, in quanto capo delle forze armate, invii i reparti speciali dell'esercito a Napoli per risolvere questa emergenza, dare una calmata agli agitati e una regolata agli amministratori locali”. Il leghista chiede poi un intervento immediato dell'esecutivo. “Ci si aspetta risposte dal governo, che avrebbe dovuto determinare lo scioglimento, già da tempo, del consiglio regionale della Campania e il commissariamento del comune di Napoli – ha continuato –, ma evidentemente in materia è più facile che intervenga Bruxelles che il governo italiano”. Critiche al governatore campano arrivano anche da Lorenzo Cesa, che chiede a Bassolino di “ammetta le sue gravi responsabilità e andare via”. Stesso tenore dal leader della Destra. Il presidente della Repubblica, dice Francesco Storace, “deve accompagnare Bassolino all'uscita ed avviare le procedure previste dall'articolo 126 della Costituzione”. Ma affondi arrivano anche da esponenti di centrosinistra. Da Italia dei valori, il presidente dei senatori Nello Formisano dà al presidente della giunta regionale la responsabilità “maggiore se non esclusiva” dell'emergenza campana. “Antonio Bassolino non è l'unico responsabile. Non è giusto fare scaricabarile”. Gennaro Migliore, capogruppo alla Camera di Rifondazione comunista, contesta le critiche al governatore. “La situazione è molto complessa e le responsabilità sono da dividersi equamente tra tutte le istituzioni, sia a livello territoriale che nazionale – aggiunge l'esponente Prc –. Sono certamente anche del governo e di una gestione commissariale che in tanti anni non ha risolto nulla”. Secondo Migliore, l'emergenza che affligge la Campania da ormai 14 anni “è tale da richiedere un provvedimento immediato”. Tuttavia, il capogruppo, esprime dubbi sulla possibilità di riaprire la discarica di Pianura. E non condanna l'opposizione del primo cittadino. “Le parole del sindaco non sono prive di fondamento – conclude –. Abbiamo chiuso quel sito undici anni fa perché volevamo riqualificare un quartiere che versava in condizioni drammatiche”. (Remo Urbino) 5 gen 10:09.

 

 

I rifiuti restano. Bassolino pure (sezione: Monnezze)

( da "Padania, La" del 05-01-2008)

IL QUIRINALE SCOPRE IL CAOS A NAPOLI. E NON si fida PIU di Prodi I rifiuti restano. Bassolino pure Crescono polemica e tanfo. Calderoli: "Inviare i reparti speciali dell esercito" Iva Garibaldi Neppure il presidente Napolitano si fida del Governo. Certo, ufficialmente ha detto di condividere l azione che intende intraprendere l Esecutivo sull emergenza rifiuti, però il fatto stesso che il capo dello Stato sia intervenuto nonostante gli impegni annunciati da Romano Prodi dimostra come persino al Colle non si ha alcuna fiducia che dalle parole del premier e dei suoi ministri si passi ai fatti. E questo anche alla luce della pessima prova data di sé da Antonio Bassolino che, fino a prova contraria, di questo sfascio della munnezza campana è il principale e più diretto responsabile. "Mi sono trovato d accordo ha detto Napolitano - con il presidente del Consiglio e con i ministri degli Interni e dell Ambiente che ci sia un assunzione di responsabilità precisa per sbloccare questa situazione". Ma il presidente della Repubblica in vacanza sull isola di Capri ha ricordato pure il suo discorso di fine anno: "ho detto nel mio messaggio sottolinea - che si tratta di un problema sempre più allarmante. Quindi, non sono preoccupato, ma allarmato". Ed era ora, verrebbe da pensare di fronte alle tonnellate di immondizia che continuano a bruciare per le strade di Napoli e dintorni ridotte ormai ad una sorta di discarica a cielo aperto. Non esita a replicare Roberto Calderoli: "finalmente il fetore dei rifiuti ha raggiunto il Quirinale, o Capri, e finalmente il presidente della Repubblica si è svegliato - ha detto il coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Nord - e si è detto allarmato per l emergenza che si è venuta a creare a Napoli. Ci si aspettano però risposte dal Governo, che avrebbe dovuto determinare lo scioglimento, già da tempo, del consiglio regionale della Campania e il commissariamento del comune di Napoli, ma evidentemente in materia è più facile che intervenga Bruxelles che il Governo italiano". Da parte del vicepresidente del Senato c è anche una precisa esortazione: "Presidente, in quanto capo delle forze armate - è quindi l appello che Calderoli rivolge a Napolitano - invii i reparti speciali dell esercito a Napoli per risolvere questa emergenza, dare una calmata agli agitati e una regolata agli amministratori locali". E la sensazione, infatti, che la situazione possa sfuggire dal controllo cresce di ora in ora. Ieri a Napoli, nel centralissimo corso Umberto, alcuni esponenti di An hanno appeso agli alberi e ai pali della luce 21 manichini listati a lutto. Due di questi con i nomi del sindaco Iervolino e del governatore Bassolino. Nessuno si è scandalizzato o ha condannato il gesto e persino un parroco, Carmine Nappo della chiesa Santa Maria Egiziaca che un manichino impiccato se l è trovato di fronte, non critica l iniziativa ma, anzi definisce "la protesta più che legittima, perché il disagio per l emergenza rifiuti è fortissimo". E mentre le manifestazioni, i presidi assumono sempre più l aspetto di una rivolta, cresce pure la richiesta di dimissioni nei confronti di Bassolino. Alle voci dei politici, qualcuna viene anche della maggioranza, si aggiungono quelle dei cittadini. Il re se ne deve andare. Subito. [Data pubblicazione: 05/01/2008].

 

 

La Parola ai lettori (sezione: Monnezze)

( da "Padania, La" del 05-01-2008)

Napoli, interviene l esercito MARCO CHIERICi Sig. direttore, l emergenza rifiuti a Napoli, unitamente al degrado sociale e alla delinquenza fuori controllo, farà si che intervenga l Esercito Italiano. La mia opinione è che, non trattandosi di una calamità naturale, come un inondazione o un terremoto o un uragano, l intervento dell Esercito Nazionale dovrebbe essere pagato dalla Regione Campania e dalle Amministrazioni Comunali interessate. Non comprendo come mai dovremmo tutti quanti contribuire alle negligenze localizzate sotto al Vesuvio. Perché le montagne di rifiuti si vedono sempre laggiù e non a Treviso o a Verona? Anche per questo sarebbe adeguato il Federalismo Fiscale. Se una Regione commette errori o inadempienze così evidenti, dovrebbe essere questa Regione a risponderne economicamente. Se da sessant anni inviamo montagne di miliardi a fondo perduto in quel benedetto Mezzogiorno, e poi sono sempre in mezzo ai rifiuti come nel 1946, di chi è la responsabilità? Molti problemi risolverebbe un federalismo fiscale e molta più responsabilità trasmetterebbe ai Governatori Regionali. Questo naturalmente è il mio pensiero, non del tutto isolato. Napoli, la fuga di Bassolino LEONARDO CECCA Rivalta di Gazzola (PC) Caro Direttore, il vizietto di eclissarsi quando l'aria diventa un po' viziata, tipica di alcuni personaggi italiani di alto rango, ogni tanto fa la sua comparsa. E' restata purtroppo memorabile la scampagnata notturna del nostro re che nel 1943, allo scopo di non incorrere in spiacevoli contrattempi, decise di trasferisi in Puglia: era caldo e un po' di aria di mare sarebbe stata più che salutare. La regina di Inghilterra preferì invece restare a Londra oggetto in quel periodo di pesanti bombardamenti. E' solo un questione di gusti, anzi di attaccamento ai propri sudditi. In Campania, ed in particolar modo a Napoli, ove periodicamente si celebra la sagra della monnezza, che, oltre ad arrecare nocumento all'immagine della regione, provoca non pochi danni alla salute, il governatore Bassolino ed il sindaco Iervolino hanno disertato la festa di fine anno in Piazza Plebiscito a Napoli. Se hanno avuto paura della reazione dei loro "sudditi", costretti a vivere in mezzo alla spazzatura mentre regione e comuni fanno man bassa delle sovvenzioni statali, significa che qualcosa non quadra e, pertanto, sarebbe logico aspettarsi le loro dimissioni. Però se i partenopei continuano a votarli significa che alla fine c'è la quadratura del cerchio: un miracolo di San Gennaro. Napoli, grazie anche a Prodi ROBERTO PUPARUOLO Beh, ora ci sarà qualche malalingua che dirà sicuramente che, a Napoli, non è stato fatto " 'o riest'e niente" (assolutamente niente) contro la munnezza che sovrasta la Città. Dopo tredici anni di promesse, assicurazioni, proponimenti, di Bassolinate e Jervolinate: Napoli, giardino del Sud, il nuovo rinascimento partenopeo, campi di golf con laghetti contornati da salici, dove cigni reali si riproduranno... dove si potranno fare amene passeggiate tra odorosi mandorli in fiore, dove bimbi giocheranno liberi e sicuri a rincorrersi...: tutto ciò, quella stessa malalingua lo negherà, sol perché non ancora realizzato del tutto. Ma 'nu momento! Ma nun se po' fà tutt'ampressa ampressa (velocemente). Intanto dopo tant'anni, da "un" commissario per la schifezza pubblica, simmo passati a doje (due) commissari! E' già 'nu fatto! Esultate popolo, forse il prossimo anno avremo tre commissari, e così via... Grazie Bassolino, Grazie Jervolino e grazie soprattutto Prodi per aver mostrato a tutto il mondo questa schifezza d'a schifezza delle più grandi catastrofiche schifezze. Come ringraziamento sincero: te putesse arrivà 'na vagonata 'e munnezza dint'al tuo cortile, puro a te, così come ricordo per l'anno nuovo! Grazie, grazie tanto, di cuore. Napoli, che schifezza! FABIO SÌCARI Bergamo L Europa ci sgrida per i rifiuti a Napoli. La magistratura prende tempo, intanto il tanfo dilaga. Il popolare cantante-attore, Massimo Ranieri, si vergogna non come cittadino napoletano ma come cittadino italiano. Sacrosanto. Però negli altri comuni d Italia l immondizia viene gestita in modo corretto. Qualcosa non torna. Se un povero cristo ruba una mela, va dietro le sbarre; se quintali di bucce infangano vicoli e piazze, si chiudono gli occhi. Qualcosa non torna proprio. [Data pubblicazione: 05/01/2008].

 

 

Rifiuti, proteste choc Quirinale in allarme (sezione: Monnezze)

( da "Arena.it, L'" del 05-01-2008)

NAPOLI. An "impicca" gli amministratori Rifiuti, proteste choc Quirinale in allarme   Far west in Campania per i rifiuti. Ventuno manichini, con i nomi del presidente della Regione Campania Bassolino e del sindaco di Napoli Russo Iervolino, sono stati appesi da An lungo corso Umberto I a Napoli. Mentre a Pianura continua il presidio dei cittadini contro la discarica che le autorità hanno deciso di riaprire per rispondere all'emergenza. Il commissariato di polizia è stato preso a sassate e dal lancio di bombe carta. Una persona è stata arrestata perché in possesso di bottiglie molotov. Altri quattro autobus sono stati incendiati. Di fronte a tutto questo il presidente della Repubblica Napolitano si è detto allarmato e il premier Prodi ha deciso una sorta di commissariamento della crisi. 2  .

 

 

NON SOFFIARE SUL FUOCO (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 05-01-2008)
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(Mattino, Il (Caserta))

Non soffiare sul fuoco La giornata peggiore. Cominciata con i manichini impiccati raffiguranti Bassolino e Iervolino, conclusa con il lancio di molotov e pietre contro gli agenti davanti alla discarica di Pianura. In mezzo il saggio intervento del capo dello Stato con l'invito a un'assunzione collettiva di responsabilità e l'opportuno appello di Palazzo Chigi all'unità delle istituzioni. Ah, dimenticavamo: c'è stata anche la telefonata del sindaco ai manifestanti per dire: "Sono con voi". A proposito di senso di responsabilità e unità delle istituzioni.

 

 

RIFIUTI, LA GUERRA DI PIANURA (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 05-01-2008)
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(Mattino, Il (Caserta))

Raid anti-discarica, accuse di infiltrazioni. Manichini impiccati raffiguranti Bassolino e Iervolino Rifiuti, la guerra di Pianura Molotov e pietre contro gli agenti, primo arresto. Napolitano: sono allarmato Molotov e pietre contro gli agenti, un primo arresto e roghi ovunque: continua la battaglia di Pianura contro l'apertura della discarica. Un'altra giornata di forte tensione, forse la più drammatica, quella che si è vissuta a Napoli per l'emergenza rifiuti. A Pianura il clima è da guerra. Luci spente, bus a fuoco, barricate in fiamme, cassonetti rivoltati e utilizzati per chiudere le strade, cordoni delle forze dell'ordine sfondati. In mattinata erano spuntati in alcune strade numerosi manichini impiccati con i volti di Bassolino e Iervolino. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, da Capri torna a parlare della drammatica situazione di Napoli e della Campania. "Non sono preoccupato, ma allarmato", ha detto il capo dello Stato, invitando le istituzioni all'unità e alla responsabilità. DE CRESCENZO, JOUAKIM, MAINIERO, ROANO, P. RUSSO E VASTARELLA ALLE PAGINE 2, 3, 36, 37, 38 E 39 Cassonetti in fiamme e blocchi a Pianura.

 

 

RIFIUTI: CARFAGNA (FI), NEMMENO SINISTRA DIFENDE PIU' BASSOLINO (sezione: Monnezze)

( da "Asca" del 05-01-2008)

(ASCA) - Roma, 5 gen - ''Dinanzi alla tragedia dei rifiuti che sta travolgendo la Campania, la autoassoluzione di Bassolino sottolinea il bonapartismo in cui e' degenerato il suo stile di Governo e la solitudine del personaggio, che dalla Iervolino a Prodi non riesce a trovare piu' alcun difensore. Nessuno avrebbe il coraggio di mettere la faccia, d'altronde, in una impresa tanto temeraria''. Lo afferma in una nota Mara Carfagna, deputata campana di Forza Italia. ''Non si trova piu', nemmeno a pagarlo - aggiunge Carfagna -, un solo cittadino che dica di aver votato per Bassolino. Non si legge piu' alcuna dichiarazione di sostegno a Bassolino da parte di esponenti del centrosinistra. Anche gli intellettuali partenopei, da sempre alfieri del finto rinascimento di Bassolino, scelgono la comoda via del silenzio, a sottolineare il fallimento del Governatore. Purtroppo la tragedia dei rifiuti in Campania e' destinata a durare ancora a lungo. Mi auguro che tale dato temporale non valga per Bassolino, che prima si dimette e meglio e'. Rinnovo l'invito al Capo dello Stato per lo scioglimento della Regione Campania. Ci dica almeno i motivi di una sua eventuale contrieta' a tale scelta. Cosa altro deve accadere in Campania affinche' si arrivi allo scioglimento dell'ente Regione?''. red/mcc/ss (Asca).

 

 

Proteste choc L'allarme del Quirinale (sezione: Monnezze)

( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 05-01-2008)

RIFIUTI A NAPOLI Proteste choc L'allarme del Quirinale   Far west in Campania per i rifiuti. Ventuno manichini, con i nomi del presidente della Regione Campania Bassolino e del sindaco di Napoli Russo Iervolino, sono stati appesi da Alleanza Nazionale lungo corso Umberto I a Napoli. A Pianura, intanto, continua il presidio dei cittadini contro la discarica che le autorità hanno deciso di riaprire per rispondere all'emergenza che sta infestando Napoli. Il commissariato di polizia è stato preso a sassate e dal lancio di bombe carta. Una persona è stata arrestata perché in possesso di bottoglie molotov. Altri quattro autobus sono stati incendiati. Di fronte a tutto questo il presidente della Repubblica Napolitano si è detto allarmato e il premier Prodi ha deciso una sorta di commissariamento della crisi. 2  .

 

 

Rifiuti, proteste shock Quirinale in allarme (sezione: Monnezze)

( da "Brescia Oggi" del 05-01-2008)

NAPOLI. Manichini "impiccati" e violenze Rifiuti, proteste shock Quirinale in allarme   Far west in Campania per i rifiuti. Ventuno manichini, con i nomi del presidente della Regione Campania Bassolino e del sindaco di Napoli Russo Iervolino, sono stati appesi da An lungo corso Umberto I a Napoli. Mentre a Pianura continua il presidio dei cittadini contro la discarica che le autorità hanno deciso di riaprire per rispondere all'emergenza. Il commissariato di polizia è stato preso a sassate e dal lancio di bombe carta. Una persona è stata arrestata perché in possesso di bottiglie molotov. Altri quattro autobus sono stati incendiati. Di fronte a tutto questo il presidente della Repubblica Napolitano si è detto allarmato e il premier Prodi ha deciso una sorta di commissariamento della crisi. 2.

 

 

Rifiuti, violenza a Napoli L'allarme del Quirinale (sezione: Monnezze)

( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 05-01-2008)
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(Arena.it, L')

DELIRIO IN CAMPANIA. Blocchi a oltranza contro la discarica a Pianura. Sassi e bombe carta su un commissariato. Devastata una sede di An. Autobus incendiati Rifiuti, violenza a Napoli L'allarme del Quirinale Manichini impiccati di Bassolino e Iervolino Una spirale di aggressioni Prodi: "È intollerabile" Caos a Pianura: denunciati raid di sconosciuti a volto coperto che minacciano gli esercenti Delinquenti guidano la rivolta: c'è un clima di terrorismo mafioso LUIGI CUOMO ASSOCIAZIONE ANTIRACKET   ROMA Macabri quanto mediatici, sono spuntati all'alba di un nuovo giorno di emergenza. Ventuno manichini, con i nomi del presidente della Regione Campania Antonio Bassolino e del sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino penzolavano in corso Umberto I, nel centro della città. Avevano corde al collo, e sotto ognuno di loro cumuli di spazzatura e un manifesto: "Addio 'a stu munno e monnezza". Una provocazione firmata An, che a Pianura in serata ha avuto la sede devastata, per dimostrare l'esasperazione dei cittadini sommersi dai rifiuti che potrebbe portare a commettere gesti disperati, ora che quei "sogni di rinascita hanno il cappio al collo". Mentre i politici locali si scambiano accuse e responsabilità, a Napoli e nell'hinterland continua la battaglia tra scene di protesta e sfoghi gonfi di rabbia. Alcuni manifestanti hanno "occupato" il municipio incatenandosi al balcone del palazzo per poi dirigersi nella sede del commissariato di governo per l'emergenza bloccando il traffico e rovesciando a terra cassonetti. L'epicentro della disperazione resta Pianura dove il presidio del cittadini della discarica Contrada Pisani che le autorità hanno deciso di riaprire per rispondere all'emergenza, non molla. Il commissariato di polizia è stato preso a sassate e dal lancio di bombe carta che hanno danneggiato parte della struttura. Arrestata anche una persona in possesso di sei molotov. Nuovi blocchi ieri a Pozzuoli, da parte dei residenti. Bloccata l'uscita della tangenziale che collega Pozzuoli con l'hinterland flegreo e la bretella Solfatara Arco Felice dove i dimostranti hanno riversato sulle carreggiate cassonetti e sacchetti di rifiuti obbligando molti negozi a restare chiusi. A Pianura c'è chi infiltratosi nella notte nell'area scelta come sito di stoccaggio ha distrutto le attrezzature. Chi ha tentato di entrare nel sito per effettuare un sit-in è stato respinto dalle forze dell'ordine che hanno iniziato a controllare l'area anche con elicotteri. La situazione è meno tesa rispetto ai primi giorni. Adesso ci sarebbe solo da aspettare. Coloro che hanno disegnato la loro linea Maginot fatta di spazzatura e cassonetti aspettano l'arrivo dei primi camion carichi di rifiuti. Dovrebbero giungere oggi all'alba e comunque non prima che sul sito di stoccaggio si siano concluse le verifiche dei tecnici del commissariamento straordinario per poter iniziare a mettersi in movimento. Intanto, Il governo studia interventi, il Capo dello Stato Giorgio Napolitano si dice allarmato mentre il caos immondizia alza sempre più il livello dello scontro politico. Napolitano, fa sapere da Capri, dove si trova in visita privata, che il governo è pronto "a prendere iniziative al massimo livello". Prodi ha annunciato che seguirà personalmente la vicenda: "Non è tollerabile che l'Italia sia additata a vergogna dell'Europa per non riuscire a risolvere il problema rifiuti". Il ministro dell'Interno Amato quello della Difesa Parisi e i tecnici di settore sono stati contattati dal premier "perché completino gli approfondimenti richiesti e si proceda con un piano di interventi strutturali, perché non si può andare avanti così". L'esecutivo contesta il ruolo di gruppi estremisti impegnati ad alzare barricate di dissenso. La Iervolino ha attaccato il prefetto Pansa e i commissari straordinari che si sono succeduti in Campania e anche Bassolino, ormai nel centro del mirino: "Non è giusto paghino i più deboli. La città è stata commissariata 14 anni, sono stati spesi 2 miliardi di euro ma chi li ha visti? Io no di certo". La Lega con Roberto Calderoli invoca l'intervento dell'esercito "per dare una calmata agli agitati e una regolata agli amministratori locali". Fi e Udc insistono nel chiedere le dimissioni di Bassolino. "Resto al mio posto, posso ancora dare il mio contributo" ha risposto il governatore che ritiene necessario un incontro con governo, istituzioni locali, neocommissario e prefetto ribadendo di essere favorevole a un terzo termovalorizzatore in Campania che potrebbe essere realizzato a Salerno.  .

 

 

Rifiuti; Gargani (FI): "La Regione Campania va commissariata" (sezione: Monnezze)

( da "Salerno notizie" del 05-01-2008)

"La Regione Campania deve essere commissariata. Invito il Capo dello Stato allo scioglimento dell'ente regionale". L'Onorevole Giuseppe Gargani, Europarlamentare di Forza Italia, lancia l'affondo decisivo verso il Governatore Bassolino e la sua Amministrazione. Il deputato "Azzurro", di fronte alla tragedia dei rifiuti che sta travolgendo la Campania ha preso carta e penna ed ha scritto direttamente al Capo dello Stato invitandolo a "mandare a casa gli attuali amministratori regionali". "La classe dirigente della Campania ? ha affermato Gargani ? è andata di gran lunga all'indietro. E' vero, Napoli ha bisogno delle quattro giornate. Lo straniero delle quattro giornate non era più pericoloso dei rifiuti che oggi paralizzano la città. L'appello va fatto alla classe dirigente, ai professionisti, invece nessuno reagisce. Mi fa impallidire ascoltare oggi Bassolino e la Iervolino. Non si sentono responsabili? non è possibile andare avanti così. Lancio un appello agli uomini responsabili che hanno avuto responsabilità e cultura di governo in passato: non devono più supportare questo sistema. Il mio proclama è questo: svegliarsi, fare una grande marcia, occupiamo Napoli (il 19 gennaio ndr), per chiedere non con le motivazioni solite, le dimissioni di questi personaggi. Ci rendiamo conto che rischiamo il colera, le malattie? Qui c'è il dolo. Fino ad oggi non si è voluto risolvere il problema, invece la politica è stata di aiuto alla malavita. Si è voluto questo disastro: perciò la volontà è dolo. Ognuno si assuma la propria responsabilità: la politica, la magistratura, il governo". 05/01/2008.

 

 

BASSOLINO SOTTO ASSEDIO MA NON MI DIMETTO (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Caserta)" del 05-01-2008)

Bassolino sotto assedio "Ma non mi dimetto" Lo sfogo del governatore "Responsabilità di molti soltanto io le ammetto Pianura scelta obbligata" PAOLO MAINIERO Auguri presidente, buon anno. "Grazie buon anno, ma se questo è l'inizio...", risponde scherzando il governatore Antonio Bassolino, che ha appena incontrato il commissario Umberto Cimmino e il presidente della Provincia di Benevento Carmine Nardone per firmare un accordo per la riqualificazione del sito di stoccaggio di Casalduni. Il centrodestra l'invita a dimettersi e anche autorevoli commentatori si chiedono se non sia il caso che lei faccia un passo indietro. Si dimette? "Resto al mio posto. Se avessi pensato che un gesto come quello di lasciare avesse potuto contribuire in modo anche minimo alla risoluzione dei problemi mi sarei già dimesso. Ma essendomi chiare le mie responsabilità guardo avanti". Si sente accerchiato? "Qua sembra che il commissario sia ancora io. Sono stato commissario per tre anni e mezzo e ho lasciato quattro anni fa. Ma mi assumo le mie responsabilità e vorrei che lo stesso facesse chi è stato commissario prima e dopo di me. E ricordo che dopo di me ci sono stati un ex prefetto, il capo della Protezione civile nazionale, un prefetto della Repubblica. Sto passando anche qualche guaio ma i rifiuti io li ho sempre tolti dalla strada. Li ho mandati in Germania, dovunque, ma li ho tolti. Con me non è mai successo che ci fosse una crisi così grave a Natale e Capodanno eppure non avevo gli stessi poteri, per esempio di ordine pubblico, che hanno avuto i commissari che sono succeduti a me". Chiama in causa Catenacci, Bertolaso e Pansa? "Quello che non si può fare è scaricare sugli altri. Io non lo faccio. Ma ognuno dovrebbe dire cosa ha fatto e cosa non ha fatto. E dove ha sbagliato. Nessuno può scrollare le spalle". Lei dove ha sbagliato? "Non ho mai avuto dubbi sui termovalorizzatori. Altri sono stati e sono contrari. Dal 2000, in due anni, abbiamo realizzato tra tante difficoltà sette impianti di Cdr ma il mio errore è di non essere riuscito a fare in modo che i lavori del termovalorizzatore di Acerra partissero nei tempi giusti e dovuti. Questa è la responsabilità politica che mi assumo". Undici anni fa, da sindaco, chiuse la discarica di Pianura. Oggi sostiene la sua riapertura? "I localismi sono sbagliati. Nessuno più di me sa quanto sia doloroso riaprire la discarica. È un passo indietro, ma è inevitabile compierlo. Non ci sono alternative ed è doverosa e essenziale intraprendere tutti la strada dell'assunzione delle responsabilità". Ma il sindaco Iervolino si oppone e si sente isolata. "Anch'io non vorrei riaprire la discarica. Ma poi? Qual è l'alternativa? Il sindaco ha ragione quando invoca il massimo dialogo e la massima collaborazione. Ma attenti a distinguere tra i cittadini di Pianura che legittimamente manifestano e chiedono garanzie per il loro quartiere e chi con Pianura non c'entra niente e cerca di strumentalizzare la vicenda anche in modo torbido". Andrà a Pianura a parlare con la gente? "Non ho problemi. Ma quando si va nella bocca del leone bisogna stare attenti. Chi c'è dietro il leone? C'è la camorra? C'è chi non vuole che le cose vadano avanti? Per quello che mi riguarda, la mia carriera politica l'ho messa in gioco parecchio tempo fa facendo battaglie contro la criminalità organizzata e tante forze torbide. E in questo tempo ho messo in conto qualcosa di più della carriera politica e continuerò su questa strada". Il monito della Ue la preoccupa? "Sento il peso delle mie responsabilità ma ognuno deve fare l'esame giusto. Il richiamo della Ue è rivolto al Paese oltre che a noi che viviamo il dramma. Io penso che ci siano le modalità per rispondere alla procedura di infrazione: se si dimostrerà di andare avanti, con la fermezza, sulla stessa linea tracciata dall'ex commissario Pansa, e cioè di apertura delle discariche, il dialogo con Bruxelles andrà avanti". Napolitano e Prodi richiamano a una ferma unità delle istituzioni. Sente il governo vicino? "Ho sentito Napolitano e Amato. Al ministro dell'Interno ho sollecitato un incontro tra governo, istituzioni locali, commissariato perchè è doveroso avere il massimo della corresponsabilità tra chi lavora qui e chi sta a Roma. Amato mi ha assicurato che l'incontro si terrà la prossima settimana. Bisogna muoversi sulla strada del dialogo, della fermezza sapendo che il rischio è di tornare indietro di molti, molti anni e che tornino a galla le forze torbide. In questo senso, i manichini impiccati sono un brutto segno".

 

 

PAGARE LA TARSU è UNA VERA BEFFA (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Avellino)" del 05-01-2008)

"Pagare la Tarsu è una vera beffa" MAURA CORRADO L'esattore non conosce emergenze. All'appuntamento con la prima rata della tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, con o senza sacchetti per strada, non si sfugge. Da giorni i contribuenti irpini si mettono in coda nei locali di Equitalia (per intenderci la ex Gei) e negli uffici postali con in mano il proprio bollettino. Mai come in queste settimane, con un'emergenza che vive di giorno in giorno momenti sempre più drammatici, l'adempimento in questione viene visto come un'autentica beffa. La rassegnazione prevale, tuttavia la coda allo sportello è l'occasione per lasciarsi andare a qualche legittimo sfogo di protesta. "È tutta colpa del governo regionale - dice Ida Di Meo, tecnico di laboratorio -. La Tarsu dovrebbero pagarla Bassolino e Iervolino per tutti i cittadini campani". Sandra Guarino, collega e madre di famiglia, rincara: "Questa tassa andrebbe abolita finché dura l'emergenza. La sporcizia invade ogni angolo della città e dobbiamo pure pagare. Visto che ci sono tante altre tasse a cui far fronte ed anche i rincari in ogni settore, almeno per la Tarsu si potrebbe chiudere un occhio". Sulla stessa lunghezza d'onda Tonia Iannaccone, impiegata: "Questa tassa oggi come oggi non serve a niente, se non ad impoverire i cittadini". Più pacata la reazione di Costantino, pensionato rassegnato: "Pago e basta. Che posso fare? Ma non si può andare avanti così. Il problema si risolve solo con la provincializzazione del ciclo dei rifiuti. Ogni provincia deve avere il suo termovalorizzatore". Ad agitare i contribuenti in fila sono anche i soliti disguidi sui dati anagrafici, i ritardi nel recapito degli avvisi di pagamento ("non ci agevolano neanche nelle modalità di versamento", si lamenta Virgilio Rizzo) e le incertezze sull'effettiva scadenza da rispettare. A questo proposito, interviene l'amministratore di Equitalia Avellino, Flaviano Giulio Merletti, il quale, dopo aver elogiato gli avellinesi perché "a differenza di quanto accade in tante altre città italiane, corrono subito a pagare", chiarisce che la scadenza del 15 gennaio 2008 (che valeva già come proroga rispetto a quella inizialmente fissata per il 31 dicembre 2007), non è da intendersi come termine perentorio. Insomma, c'è tempo - per l'esattezza 60 giorni, trascorsi i quali viene notificata la cartella vera e propria con obbligo di pagamento - per versare con tranquillità la prima rata della Tarsu, senza alcun aggravio di spese. Stessa musica alle poste centrali di Avellino. Anche qui la gente corre in massa a pagare, si sfoga con gli impiegati per l'emergenza rifiuti, ma poi sembra più preoccupata per le scadenze. La percezione di Paolo Fiorentino è che "oggi questi soldi ci vengano letteralmente rubati, visto che in cambio non riceviamo alcun servizio. Pago solo per imposizione fiscale, ma ci vorrebbe una battaglia di civiltà, una rivolta generale contro tutti coloro che ci hanno messo in questa situazione vergognosa".

 

 

PIANURA, RAID CON LE MOLOTOV (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 05-01-2008)

Pianura, raid con le molotov GIUSEPPE CRIMALDI DANIELA DE CRESCENZO L'eco delle bombe carta è il presagio più sinistro, è il segnale che Pianura è vicina. Dagli svincoli della tangenziale fino ai Camaldoli - il punto di osservazione più alto dal quale la periferia occidentale sembra uno dei quartieri di una città in fiamme - i tamburi di rivolta hanno il suono della guerra e l'odore acre del fumo che si sprigiona da cento focolai. Barricate fatte di spazzatura che arde, sprigionando folate di diossina. Cassonetti utilizzati per sbarrare le strade. E poi cordoni umani: da un lato le divise delle forze dell'ordine, dall'altro loro, i rivoltosi che da ieri notte hanno deciso di alzare il tiro. Rilanciando la sfida. Uno dei segnali più inquietanti di questa nuova strategia del terrore è l'assalto al commissariato di polizia, che si consuma poco prima delle dieci di sera nel cuore della Pianura vecchia, a due passi dalla sede della Municipalità. La rabbia di chi non vuole la riapertura della discarica di Contrada Pisani esplode e si manifesta anche sotto forma di assalti, veri e propri raid che sembrano pianificati, organizzati a tavolino. La sede della Margherita in via Provinciale è presa di mira da un gruppo di persone con il volto coperto da sciarpe, kefiah e passamontagna. Gli aggressori utilizzano una tecnica che ricorda da vicino le incursioni dei temutissimi Black bloc: fuori tutti i presenti, poi via alla furia devastatrice. E ancora sassi contro le vetrate della Municipalità, poi tocca alla sede di Alleanza nazionale, in corso Duca d'Aosta. Un cineoperatore, in zona per conto della Rai, viene aggredito, picchiato e costretto a rivolgersi al pronto soccorso in ospedale. Se non è guerra, poco ci manca. E mentre si consumano i raid nelle sedi istituzionali, c'è chi appicca altri roghi. Le strade si trasformano in percorsi di guerra: alle 22.30 largo Marzano non ha nulla di diverso da certe anonime strade di Baghdad che sono state trasformate nel teatro di disperazione dopo che vi è esplosa un'auto bomba. Fiamme e lingue di fuoco che costringono la gente a barricarsi in casa, per non respirare i fumi nauseabondi che ristagnano. Davanti a una farmacia notturna c'è la fila: in molti chiedono mascherine protettive, nel tentativo di filtrare i veleni della diossina. Intanto davanti alla discarica momenti di tensione: sfondato il cordone di forza pubblica che chiudeva l'ingresso al sito. I carabinieri hanno poi inseguito e bloccato i manifestanti. Una giornata terribile dopo una notte impossibile: alle prime luci dell'alba, infatti, erano già stati dati alle fiamme nei pressi della rotonda di Pianura quattro bus ai quali erano state bucate le gomme. E alcuni manifestanti erano riusciti a infiltrarsi nell'area della discarica sabotando le pale meccaniche, ora fuori uso. Nella tarda mattinata Palazzo San Giacomo era stato occupato da manifestanti vicini ai No Global. Una giornata nera, lunghissima e amara anche per il sindaco Iervolino. Neanche lei voleva la riapertura della discarica ma ha perso ed è rimasta isolata. Dal premier Romano Prodi al governatore Antonio Bassolino, passando per il prefetto Alessandro Pansa con cui lo scontro è aperto e duro, tutti le hanno detto che l'unico modo di salvare Napoli dalla catastrofe rifiuti è riaprire quel sito che ha funzionato per 43 anni ed è chiuso da undici. Alla fine ha dovuto prenderne atto anche lei, che al telefono in viva voce con i manifestanti, nel primo pomeriggio, ha ammesso: "Non so dove arriverò, sono sola, l'unica che lavora in altre direzioni, quelle alternative alla discarica. Ma temo che ci sia poco da fare". Ma Iervolino prende le distanze nette dalle violenze. In serata rivolge un appello accorato alla calma. Ma la battaglia va avanti. Una battaglia dietro la quale, ha denunciato il presidente della municipalità Fabio Tirelli "c'è un forte timore di infiltrazioni della malavita organizzata". Un allarme rilanciato dal consigliere regionale di An Pietro Diodato nel corso di una conferenza stampa. L'arresto di un pregiudicato che giovedì avrebbe lanciato petardi contro la polizia è stato un altro campanello di allarme. Non il solo. Gli investigatori temono che dietro i rivoltosi ci sia la regia di un centro eversivo che porterebbe vicino agli ambienti dell'anarchia e dell'estremismo. Peggio ancora: si teme che sia in corso una saldatura tra questi ambienti e le cosche della camorra. Qualcuno, ieri pomeriggio, ha addirittura imposto a tutti i negozianti di abbassare le saracinesche. Non era un consiglio. Era un ordine. I manichini "impiccati" al Corso Umberto e una delle scritte. A sinistra i disordini di piazza Municipio.

 

 

NAPOLITANO ALLARMATO: IL GOVERNO INTERVERRà (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 05-01-2008)

Napolitano allarmato: il governo interverrà PAOLO MAINIERO "Non preoccupato, ma allarmato". Giorgio Napolitano torna a parlare della drammatica emergenza rifiuti che sta mettendo a dura prova Napoli e lo fa da Capri, dove sta trascorrendo un breve periodo di vacanza in forma privata. Il capo dello Stato, che già nel messaggio di fine anno aveva espresso il suo allarme per l'emergenza, conferma di aver sentito, come ha scritto "Il Mattino" ieri, il presidente del Consiglio. Con Romano Prodi, Napolitano ha avuto un colloquio telefonico il 31 dicembre dopo il messaggio a reti unificate. "Con Prodi - spiega - avevamo anche parlato dell'inceneritore che c'è nei pressi di casa sua tanto per provare che non c'è nulla da temere". E Prodi ieri, nel colloquio con "Il Mattino", aveva raccontato come dieci anni fa si arrivò alla realizzazione dell'impianto a poco più di un chilometro dalla sua casa di campagna, vicino a Reggio Emilia. Napolitano continua a seguire personalmente la crisi. "Penso - dice - che il governo prenderà un'iniziativa al massimo livello". C'è stata una sollecitazione del Quirinale? "Mi sono trovato d'accordo - risponde il capo dello Stato - con il presidente del Consiglio e con i ministri degli Interni e dell'Ambiente che ci sia un'assunzione di responsabilità precisa per sbloccare questa situazione". Il senso delle parole di Napolitano è che bisogna capire bene dove e cosa non ha funzionato per poter ripartire senza commettere gli stessi errori. Ripartire, è il pensiero del capo dello Stato, con il coinvolgimento di tutti, a cominciare dalle istituzioni ma anche delle forze sociali e culturali. L'idea di Napolitano è che possa esserci una sede aperta a più soggetti per un'assunzione collettiva di responsabilità per porre fine allo scaricabarile che anche in queste ore sta caratterizzando l'emergenza. Collaborazione, corresponsabilità. Questa la linea indicata da Napolitano, questa la linea sulla quale intende muoversi il governo. Prodi aveva già anticipato a "Il Mattino" che seguirà personalmente la vicenda. E ieri mattina Palazzo Chigi diffonde una nota con la quale assicura che "il governo condivide totalmente" l'appello del prefetto di Napoli Alessandro Pansa "al concorde sostegno e alla diretta assunzione di responsabilità da parte di tutte le istituzioni". Di fronte alle strade invase dai rifiuti e alla difficoltà di aprire le discariche "c'è bisogno - si legge nella nota di Palazzo Chigi - di una grande e ferma unità delle istituzioni a sostegno delle azioni, ineludibili e necessarie, che sono state intraprese. Ci sono gruppi estremisti, sia locali che giunti da fuori, che hanno cercato e cercano di alzare barricate di dissenso. C'è la radicata sfiducia dei cittadini, che può spingere alcuni di loro a unirsi a tale opposizione". Da qui, il sostegno all'appello di Pansa, così come il governo "fa sua la garanzia che ciascuno dei siti, a partire da Pianura, sia rigorosamente destinato all'autosufficienza locale". Via libera, dunque, alla discarica di Pianura da parte dell'esecutivo mentre nel quartiere la tensione resta altissima e a opporsi alla riapertura del sito resta solo il sindaco Rosa Russo Iervolino. "Non so dove arriverò. Sono sola. Ho senza dubbio - si sfoga - la sensazione di avere in mano un cerino acceso da qualcun altro". Ribadisce invece il proprio sostegno alla riapertura della discarica il presidente della Regione Antonio Bassolino. "Io la chiusi nel 1996 - dice - ma oggi so che non ci sono alternative. Il passo indietro è doloroso ma inevitabile". Pressato da inviti a dimettersi che gli giungono a valanga dall'opposizione ma anche da autorevoli commentatori politici, Bassolino rilancia. "Resto responsabilmente al mio posto", assicura. E a chi lo accusa ribatte: "Mi assumo le mie responsabilità, come per il ritardo sul termovalorizzatore di Acerra. Ma altri facciano lo stesso. Sembra che il commissario sia ancora io ma io ho lasciato quattro anni fa". Ma il centrodestra, anche da Roma, incalza sia Bassolino che Prodi e Calderoli chiede a Napolitano di inviare l'esercito in Campania. "Stanno mortificando l'Italia in tutto il mondo", attacca il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa. Il clima a Napoli, non solo a Pianura, resta pesante. E dell'angoscia della città se ne fa carico il cardinale Crescenzio Sepe. "Di fronte a questo scempio, a una città mai così umiliata - è il grido di dolore dell'arcivescovo - la Chiesa non può tacere. I cumuli di rifiuti fanno sfregio alla dignità delle persone. Verrebbe di gridare "basta". È l'amore per la città a suscitare, quasi a far insorgere, non tanto parole quanto un sentimento di afflizione. La Chiesa di Napoli sente come un lutto al cuore". Sepe invita i parroci della diocesi a tenere veglie di preghiera per far crescere il senso di solidarietà e condivisione. "La Chiesa - dice Sepe - è vicina alle persone che vivono questo gravissimo disagio sulla propria pelle ma non mette da parte la speranza che abbiamo imparato a costruire giorno per giorno con Giovanni Paolo II e Benedetto XVI". Parole di conforto, della volontà di non arrendersi mentre Napoli vive i suoi giorni più difficili e a Pianura si consumano scene da guerriglia con blocchi stradali, sabotaggi, assalti e molotov.

 

 

INFERNO PIANURA, ALLARME INFILTRAZIONI (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 05-01-2008)
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Caos rifiuti, blocchi nella zona del sito: un arresto. Frange estremiste sulle barricate. Si teme il coinvolgimento dei clan Inferno Pianura, allarme infiltrazioni Iervolino telefona ai manifestanti: sola ma con voi. Pansa sorpreso dalle critiche. Bassolino: non lascio Caos rifiuti, un'altra giornata di guerriglia a Pianura dopo la decisione di riaprire il sito. Blocchi stradali, bus incendiati, impianti sabotati, devastazioni nel quartiere assediato, bombe carta contro il commissariato. L'ombra di infiltrazioni camorristiche e di frange estremiste. Arrestato un 50enne: aveva sei molotov. Resta critica la situazione in città: si predevono in strada ben 3500 tonnellate di spazzatura. Intanto il sindaco Iervolino, dopo le critiche durissime a Pansa, ha telefonato ai manifestanti davanti alla discarica: "Sono rimasta sola", ha sottolineato amareggiata. Il prefetto si è detto meravigliato per le accuse, sostenendo di non aver mai fatto riferimento all'operato della Iervolino. E Bassolino, pur ammettendo errori,ha ribadito: "Vado avanti". Il cardinale Sepe: "Un lutto al cuore lo scempio di Napoli". CRIMALDI, DE CRESCENZO, MAINIERO, ROANO E SERVIZI DA PAG. 36 A PAG. 39.

 

 

CDR E INCENERITORE, SI STRINGONO I TEMPI PER L'APPALTO. ALTRE CORDATE INTENZIONATE A PARTECIPARE (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 05-01-2008)
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Cdr e inceneritore, si stringono i tempi per l'appalto. Altre cordate intenzionate a partecipare FRANCESCO VASTARELLA Al gigante mangia-rifiuti di Acerra manca il 10 per cento dell'opera cominciata ad agosto 2004 tra proteste, blocchi, rinvii e riprese. Dieci per cento, ma è una fatica pesante. Pochi soldi da investire dalle società costruttrici (depositi e crediti sono sotto sequestro) e tanti nodi da sciogliere con i futuri gestori, ancora da individuare. Dopo l'esperienza dell'Impregilo e dei suoi soci e partner tecnologici internazionali e 750 milioni sotto chiave, tutti valuteranno mille volte prima di accettare la sfida in Campania. Non è un caso che il commissario straordinario all'emergenza, il prefetto Alessandro Pansa, in extremis sia stato costretto a rinviare al 30 gennaio il termine per la presentazione delle manifestazioni di interesse da parte delle società interessate a gestire il ciclo dei rifitui e anche gli impianti per Napoli e provincia, tra cui il termovalorizzatore di Acerra. La francese Veolia e Asm Brescia hanno manifestato il primo interesse alla scadenza di dicembre, ma con molti dubbi e soprattutto tante richieste sui termini del futuro contratto. La Veolia sembra favorita nella partita. Ma è chiaro a tutti che vincere ottenendo l'affidamento significa anche abbracciare una croce piena di spine prima ancora che realizzare il business: ci sono da contratto le sette tonnellate di balle accumulate da smaltire e i tre Cdr per Napoli e provincia da adeguare per far funzionare bene l'intero ciclo. Crescono dunque gli interrogativi su quel che succederà dopo il 30 gennaio e sui tempi per l'affidamento. Eppure il termovalorizzatore continua a restare per molti l'ultima speranza, sebbene non sia la soluzione. Della necessità dell'avvio è convinto, lo ha ripetuto più volte e anche ieri, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: "Io amico degli acerrani ma convinto anche dell'importanza di questi impianti perché non c'è da temere". Non sarà la soluzione, certo, ma almeno a metà della regione eviterà lo stoccaggio di altre balle. Resta invece tutto da chiarire, al di là delle indicazioni scritte nella gara di evidenza pubblica, il futuro delle balle accumulate: quelle della Fibe, 3 milioni e passa di combustibile da rifiuti fino al 15 dicembre 2005 quando il contratto fu rescisso, e quelle successive, in carico al Commissariato e declassate a tritovagliatura con un potere calorifico più basso di quello che, per anomalie nella raccolta non differenziata, veniva prodotto nella prima fase con gli impianti Cdr utilizzati come discariche di vecchia concezioni. Ma intanto le società che stanno costruendo il maxi-impianto di Acerra (Fibe per la parte strutturale e Fisia Italimpianti per le apparecchiature tecnologiche) potranno andare avanti solo a piccoli passi non solo per mancanza di soldi. Senza il futuro gestore non si può avviare la cosiddetta attività di commissioning dell'impianto, ovvero l'acquisizione da parte dei futuri operatori dell'indispensabile conoscenza delle caratteristiche, del funzionamento delle singole strutture, del ruolo delle interfacce, del funzionamento dell'insieme. Creare una interfaccia alla struttura tecnica dei costruttori con uno staff dei futuri gestori è necessario e urgente. Altrimenti, ultimare, oltre che impossibile, sarebbe inutile. Il Cdr prodotto nei sette impianti campani ha un potere calorifero inferiore ai 13.200 kilojoule per chilo di spazzatura. L'utilizzazione ad Acerra non è così compatibile con la prescrizione della valutazione di impatto ambientale, sebbene l'impianto, con forno a griglia mobile, ha una flessibilità operativa per combustioni di materiale dai 12mila ai 18mila kilojoule per chilo.

 

 

IL REPORTAGE (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 05-01-2008)
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Il reportage GIUSEPPE CRIMALDI Trecento metri. La distanza che corre tra lo Stato - polizia e carabinieri in assetto antisommossa - e chi invece indossa i passamontagna, dando forma a quel muro fatto di carne, nervi e rabbia, sta tutta in questo tratto di strada che separa i blindati dai facinorosi. Alle nove della sera Pianura brucia tra i suoi roghi e resta isolata dal resto della città. Tagliata fuori da tutto. I blocchi stradali colpiscono le due arterie vitali, gli unici cordoni ombelicali che la collegano al resto del mondo: il versante di via Montagna Spaccata e quello di via Campana. Non riesce più a tornare a casa il popolo dei pendolari. "Assurdo - dice Annamaria, studentessa universitaria, i libri ancora sotto il braccio e le chiavi della macchina in mano - Ho dovuto lasciare l'automobile sulla rampa della tangenziale. Ma chi si crede di danneggiare, se non noi, chi causa i blocchi?". Annamaria è solo una delle decine, centinaia di persone che ieri sera si sono viste impedire un regolare rientro in famiglia. Due ore di ritardo rispetto all'orario normale. "Di qua non si passa", dice il ragazzo con il passamontagna calato sul volto, bomber nero e jeans stracciati che sembra il capo dei rivoltosi di Montagna Spaccata. Hanno rovescito di tutto per strada: cassonetti, sedie vecchie, sacchetti di plastica, vetro. Impossibile superare le barricate. Al di qua del blocco, il capo dei Falchi della Questura, Pasquale Toscano, ha il non facile compito di dirigere le operazioni di ordine pubblico. Il suo cellulare è rovente. È in costante contatto con il capo di Gabinetto di via Medina, Antonio Borrelli. La linea resta la stessa: forzare, in questomomento, significherebbe far scoccare la scintilla fatale, quella che potrebbe accendere una rivolta dalle conseguenze difficili da calcolare. Il guaio è che non va meglio nemmeno per le strade interne di Pianura. Se la si potesse osservare dall'alto, dai Camaldoli, si conterebbero almeno venti roghi. Volano alte le fiamme lungo tutto il corso Duca d'Aosta, ma anche in via Comunale, via Cannavino. L'identikit dei piromani è sempre lo stesso: giovani con il volto coperto da sciarpe, passamontagna, kefiah. Il sospetto è che a Pianura si stiano saldando vari segmenti della protesta violenta: dagli ultras ai camorristi, per finire - forse - anche a personaggi che ricordano molto da vicino i Black bloc. Vengono devastate la sede della Margherita di via Provinciale e quella di Alleanza nazionale di corso Duca d'Aosta. Un'altra notte d'inferno. "E domani - la minaccia diventa un sinistro, contagioso passaparola - andiamo a incendiare tutto sotto casa di Bassolino e della Iervolino". Pure le ambulanze, in questo caos generale, sono costrette a passare a sirene spiegate, ma sotto scorta. E da oggi l'Anm non garantisce più il pubblico servizio a Pianura. "Troppi danni subiti dai nostri mezzi", fa sapere il presidente Antonio Simeone, che oggi presenterà un esposto in Procura.

 

 

PAOLO RUSSO PIANURA, ULTIMO ATTO. L'EPILOGO DI QUESTA DISGRAZIATA POLITICA DELLA NOSTRA REG (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 05-01-2008)
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PAOLO RUSSO Pianura, ultimo atto. L'epilogo di "questa disgraziata politica della nostra regione e della nostra città" si consuma tra bagliori di guerra, estremi tentativi di mediazione e decisioni "ai massimi livelli" che azzerano il livello politico locale. Senza mezzi termini: "Iervolino e Bassolino sono stati dimessi da Prodi e Napolitano". Il filosofo Aldo Masullo si dice "imbarazzato" dallo spettacolo che Napoli e la Campania stanno offrendo, "con decisioni che arrivano dall'alto a esautorare la missione stessa dei politici" e in particolare del sindaco e del governatore. Dimissionati entrambi? "Un disastro, ma è così. Lo dico con imbarazzo e con la consapevolezza che l'analisi è molto più profonda e che va considerato il quadro nel suo complesso". Definiamo lo scenario allora. "Insieme con il Mattino, da anni abbiamo condotto una battaglia nel silenzio generale. Abbiamo lanciato un allarme in tempi non sospetti. Abbiamo giudicato prima per cercare di evitare quello che poteva succedere dopo. Come dicevamo allora e come accade oggi, tutto parte da un errore politico, cioè la mancanza di dialogo con le popolazioni, con i cittadini. Che ora sono di fatto irrimediabilmente distanti. La gravità della situazione ha raggiunto il punto più acuto di crisi tra cittadini e istituzioni". Un errore politico diventato peccato originale? "Sì, perché sono diventati incontrollabili gli effetti negativi che derivano dal mancato rapporto di comunicazione tra la politica e i cittadini. L'errore è non aver saputo impostare l'azione di governo basandola sul dialogo. Questo era il problema che io e il Mattino sollecitavamo con il nostro "Manifesto". I cittadini dovevano avere ascolto nelle proprie preoccupazioni da parte delle istituzioni, e le istituzioni nel rispondere dovevano coinvolgere i cittadini per disegnare le grandi linee dell'amministrazione". Può fare un esempio? "Una volta andai da Bassolino, io ero parlamentare e lui già commissario per i rifiuti. E il problema ricalcava quello che si sta affrontando in queste ore. Lui mi rispose che purtroppo era impossibile intervenire, perché i bandi e i contratti erano stati già siglati. Io dissi che era il caso allora di andarlo a spiegare direttamente ai cittadini, ma non fu mai fatto. Si è continuato a sfuggire al rapporto con le popolazioni. Questa è la palla di piombo che porta al naufragio". E con la Iervolino? "Ad ogni accenno di critica il sindaco ha sempre risposto con la polemica, accusando gli intellettuali". A Pianura il sindaco si schiera dalla parte dei manifestanti. Cosa ne pensa? "Io continuo a ritenere che bisogna essere dalla parte dei cittadini e di dimostrarlo con il dialogo. È sbagliato invece eliminare le possibilità di dialogo per rinforzare atteggiamenti ribellistici. Quello che doveva essere fatto quando si trattava di costruire intesa popolare non è stato fatto. Lo si fa adesso quando invece diventa un elemento di rottura peggiore". Situazione irrimediabile? "Prodi ha ufficializzato il fatto che ormai si tratta di un problema nazionale. Il sindaco e Bassolino sono sollevati dai loro poteri diretti. Possono però ancora rendere un servizio alle popolazioni di cui sono amministratori dando il massimo della collaborazione al governo". Quali saranno le conseguenze? "L'intervento diretto del governo oltre a discreditare Bassolino e Iervolino e l'apparato politico amministrativo del nostro territorio, toglie credito anche alle nostre realtà cittadine, e a tutti i sindaci che hanno cavalcato questa o quella protesta". Cosa la preoccupa di più? "Purtroppo di questa situazione l'unica a ridere sarà la camorra. È il colmo. Mentre noi abbiamo tanto dichiarato, combattuto e polemizzato per denunciare questa piaga campana, il risultato è il trionfo della camorra. Questo colpisce più di tutto la nostra dignità di cittadini campani".

 

 

BASSOLINO SOTTO ASSEDIO MA NON MI DIMETTO (sezione: Monnezze)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 05-01-2008)
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Bassolino sotto assedio "Ma non mi dimetto" Lo sfogo del governatore "Responsabilità di molti soltanto io le ammetto Pianura scelta obbligata" PAOLO MAINIERO Auguri presidente, buon anno. "Grazie buon anno, ma se questo è l'inizio...", risponde scherzando il governatore Antonio Bassolino, che ha appena incontrato il commissario Umberto Cimmino e il presidente della Provincia di Benevento Carmine Nardone per firmare un accordo per la riqualificazione del sito di stoccaggio di Casalduni. Il centrodestra la invita a dimettersi e anche autorevoli commentatori si chiedono se non sia il caso che lei faccia un passo indietro. Si dimette? "Resto al mio posto. Se avessi pensato che un gesto come quello di lasciare avesse potuto contribuire in modo anche minimo alla risoluzione dei problemi mi sarei già dimesso. Ma essendomi chiare le mie responsabilità guardo avanti". Si sente accerchiato? "Qua sembra che il commissario sia ancora io. Sono stato commissario per tre anni e mezzo e ho lasciato quattro anni fa. Ma mi assumo le mie responsabilità e vorrei che lo stesso facesse chi è stato commissario prima e dopo di me. E ricordo che dopo di me ci sono stati un ex prefetto, il capo della Protezione civile nazionale, un prefetto in carica. Sto passando anche qualche guaio ma i rifiuti io li ho sempre tolti dalla strada. Li ho mandati in Germania, dovunque, ma li ho tolti. Con me non è mai successo che ci fosse una crisi così grave a Natale e Capodanno eppure non avevo gli stessi poteri, per esempio di ordine pubblico, che hanno avuto i commissari venuti dopo". Chiama in causa Catenacci, Bertolaso e Pansa? "Quello che non si può fare è scaricare sugli altri. Io non lo faccio. Ma ognuno dovrebbe dire cosa ha fatto e cosa non ha fatto. E dove ha sbagliato. Nessuno può scrollare le spalle". Lei dove ha sbagliato? "Non ho mai avuto dubbi sui termovalorizzatori. Altri sono stati e sono contrari. Dal 2000, in due anni, abbiamo realizzato tra tante difficoltà sette impianti di Cdr ma il mio errore è di non essere riuscito a fare in modo che i lavori del termovalorizzatore di Acerra partissero nei tempi giusti e dovuti. Questa è la responsabilità politica che mi assumo". Undici anni fa, da sindaco, chiuse la discarica di Pianura. Oggi sostiene la sua riapertura? "I localismi sono sbagliati. Nessuno più di me sa quanto sia doloroso riaprire la discarica. È un passo indietro, ma è inevitabile compierlo. Non ci sono alternative ed è doverosa e essenziale intraprendere tutti la strada dell'assunzione delle responsabilità". Ma il sindaco Iervolino si oppone e si sente isolata. "Anch'io non vorrei riaprire la discarica. Ma poi? Qual è l'alternativa? Il sindaco ha ragione quando invoca il massimo dialogo e la massima collaborazione. Ma attenti a distinguere tra i cittadini di Pianura che legittimamente manifestano e chiedono garanzie per il loro quartiere e chi con Pianura non c'entra niente e cerca di strumentalizzare la vicenda anche in modo torbido". Andrà a Pianura a parlare con la gente? "Non ho problemi. Ma quando si va nella bocca del leone bisogna stare attenti. Chi c'è dietro il leone? C'è la camorra? C'è chi non vuole che le cose vadano avanti? Per quello che mi riguarda, la mia carriera politica l'ho messa in gioco parecchio tempo fa facendo battaglie contro la criminalità organizzata e tante forze torbide. E in questo tempo ho messo in conto qualcosa di più della carriera politica e continuerò su questa strada". Il monito della Ue la preoccupa? "Sento il peso delle mie responsabilità ma ognuno deve fare l'esame giusto. Il richiamo della Ue è rivolto al Paese oltre che a noi che viviamo il dramma. Io penso che ci siano le modalità per rispondere alla procedura di infrazione: se si dimostrerà di andare avanti, con la fermezza, sulla stessa linea tracciata da Pansa, e cioè di apertura delle discariche, il dialogo con Bruxelles andrà avanti". Napolitano e Prodi richiamano a una ferma unità delle istituzioni. Sente il governo vicino? "Ho sentito Napolitano e Amato. Al ministro dell'Interno ho sollecitato un incontro tra governo, istituzioni locali, commissariato perchè è doveroso avere il massimo della corresponsabilità tra chi lavora qui e chi sta a Roma. Amato mi ha assicurato che l'incontro si terrà la prossima settimana: mi aspetto che partecipi anche Pansa, in modo che possa dire che cosa è stato e che cosa non è stato fatto e quali inghippi ci sono stati. Bisogna muoversi sulla strada del dialogo, della fermezza sapendo che il rischio è di tornare indietro di molti, molti anni e che tornino a galla le forze torbide. In questo senso, i manichini impiccati sono un brutto segno".

 

 

Protesta choc nel centro di Napoli Manichini impiccati lungo le strade (sezione: Monnezze)

( da "Gazzettino, Il" del 05-01-2008)

Dura iniziativa di Alleanza nazionale contro il governatore e il sindaco Protesta choc nel centro di Napoli Manichini impiccati lungo le strade NapoliProtesta-choc di alcuni esponenti di Alleanza nazionale: ventuno manichini impiccati agli alberi e ai pali della luce sono comparsi all'alba di ieri al corso Umberto di Napoli: a ognuno è appeso un manifesto listato a lutto per stigmatizzare l'emergenza rifiuti (con lo slogan "Addio a 'stu munno 'e munnezza!") e altri problemi della città. Già in mattinata, però, una parte dei manichini impiccati erano stati rimossi. Sotto accusa il presidente della Regione Antonio Bassolino e il sindaco Rosa Russo Iervolino. Tra l'altro, uno dei manichini impiccati è stato posizionato vicino all'abitazione del sindaco. Inoltre un manifesto attacca il premier Romano Prodi e un altro tira in ballo il Guardasigilli Clemente Mastella. E a sorpresa, la protesta-choc scuote e trova l'appoggio di molti commercianti e residenti del centro storico, soprattutto sul fronte dell'emergenza rifiuti. Non solo, dal corso Umberto arrivano anche parole di solidarietà per gli abitanti di Pianura che stanno protestando contro l'apertura della discarica di Contrada Pisani. "Questa città - dice la farmacista Luisa Origlio - è diventata invivibile. Condivido la protesta dei manichini impiccati, anche se dubito che possa portare risultati concreti". Gli fa eco Gennaro Sarnacchiaro, uno dei soci di un negozio di abbigliamento: "Protesta giusta, la città è invasa dalla spazzatura". Aggiunge Adriana Pettisani, titolare di una caffetteria: "Mi ha impressionato vedere i manichini impiccati. Ma è una protesta giusta. È grave che i cassonetti siano colmi di spazzatura. Occorre subito una soluzione e Iervolino e Bassolino farebbero bene a dimettersi". Fa discutere, l'iniziativa dei circoli Mercato e Pendino di Alleanza nazionale, sui manifesti segnalato anche il blog del capogruppo provinciale Luigi Rispoli. I manichini impiccati catturano anche l'attenzione di turisti e passanti che distolgono lo sguardo dalle vetrine fasciate dai cartelli dei saldi. n manichino è stato impiccato proprio davanti alla chiesa Santa Maria Egiziaca del Corso Umberto di Napoli, ma il parroco Carmine Nappo non critica l'iniziativa di alcuni esponenti di An, anzi definisce "la protesta più che legittima, perché il disagio per l'emergenza rifiuti è fortissimo". Si tratta di una protesta estrema che io non avrei fatto. Ma la situazione dei rifiuti in Campania è oramai insostenibile ed è naturale che, dopo un po', sentire la puzza sotto il naso scateni anche reazioni radicali". "Io sono lontano - poi precisa - dai giochi partitici, ma è chiaro che condivido il disagio dei napoletani. Anzi, lo vivo sulla mia pelle tutti i giorni e soffro per la situazione". La manifestazione di alcuni esponenti di An, "è un modo comprensibile per esprimere questo malessere per un problema, quello dello smaltimento rifiuti, che esiste solo in Campania". E aggiunge: "I cittadini si domandano perché, in tanti anni, non si sia riusciti a risolvere la situazione". "Io credo nelle istituzioni - conclude Nappo - ma registro anche l'esasperazione della gente".

 

 

Di Ario Gervasutti Per contenere (sezione: Monnezze)

( da "Gazzettino, Il" del 05-01-2008)

Di Ario Gervasutti Per contenere ... di Ario GervasuttiPer contenere i rifiuti della sola festa di Capodanno in piazza San Marco a Venezia sono stati usati centoventidue carri: roba da far impallidire Napoli. Invece qui sono tutti contenti. Matti? no, furbi. Perché i rifiuti (che per inciso all'alba del 1 gennaio erano già stati raccolti) si sono trasformati in oro. Con quello che costa oggi l'energia, non c'è infatti altro termine per definire la trasformazione dell'immondizia in combustibile che va ad alimentare l'impianto Enel di Fusina, alle porte della laguna. È il fiore all'occhiello dell'intero "sistema rifiuti" veneto, quello che fa gonfiare il petto al governatore Giancarlo Galan e gli fa gridare: "Napoletani, copiateci". Una ventina di discariche per rifiuti non tossici sparse in tutta la regione, alcuni accorgimenti organizzativi, una drastica applicazione della raccolta differenziata, e un impianto di trasformazione che produce utili: è la ricetta apparentemente semplice del modello veneto.In dieci anni i rifiuti urbani avviati in discarica in regione sono più che dimezzati, scendendo da 1,5 milioni di tonnellate a poco più di 500mila. Il materiale secco recuperabile e quello trasformato in combustibile rappresentano la quantità maggiore delle 2,5 milioni di tonnellate di immondizia prodotta in Veneto ogni anno. Il "cuore" del riciclaggio è rappresentato dal CDR, il Combustibile da Rifiuti: gli impianti di trasformazione sono sei, a Spresiano, Rovigo, Bassano, Dolo, Verona oltre a quello più importante di Venezia. A Fusina quest'anno grazie ad un accordo stretto con Vesta, la società di servizi ambientali veneziana, l'Enel raddoppierà il quantitativo di CDR utilizzato passando dalle attuali 35mila tonnellate annue a 70mila, pari ai rifiuti prodotti da 300.000 persone. Ovvero tutta l'immondizia creata dall'intero bacino veneziano servirà a produrre energia elettrica.È la conclusione di una rivoluzione durata tre anni: l'accordo Vesta-Enel è stato il primo in Italia che ha consentito di produrre energia attraverso l'utilizzo di combustibile derivato dai rifiuti. La conseguenza immediata è che l'Enel brucerà circa 20mila tonnellate di carbone in meno nella stessa centrale termoelettrica, con una riduzione di emissioni nocive. Forse che quelle prodotte dalla combustione di CDR sono rose e fiori? No di certo: ma basta un raffronto: ogni ora il camino della centrale di Fusina immette nell'aria, dopo il passaggio attraverso una serie di filtri, 60mila milligrammi di polveri. Sembra una quantità enorme: peccato che corrisponda a quella emessa nello stesso lasso di tempo dai tubi di scappamento di 20 (venti!) camion. Dati certificati dall'Unione Europea. Gli abitanti di un qualunque viale cittadino respirano ben altro. Il più grande impianto europeo di CDR, costruito in un anno dall'impresa di Bolzano Herhof-Ladurner, manda in discarica solo il 6\% di quello che arriva coi camion e le chiatte. Il CDR viene ricavato da ciò che rimane dopo che i cittadini hanno separato vetro, plastica, lattine, carta e cartone, pile e batterie, medicinali, frazione organica: più il prodotto in entrata è puro (privo cioè di materiali che possono essere riciclati), migliore sarà poi il CDR. Il rifiuto dopo un trattamento di fermentazione di sette giorni e di successiva selezione all'interno del polo di Fusina, diventa un prodotto a basso livello di umidità e ad alto potere calorico. Metalli e plastiche recuperate dai filtraggi sono venduti sul mercato, mentre il CDR compattato in mattoncini viene ceduto all'Enel che lo brucia al posto del carbone per fare energia. L'intero ciclo di lavorazione richiede 28 dipendenti, e tutto l'impianto è costato 95 milioni di euro: la Campania ha speso per i suoi rifiuti (e per ritrovarsi in queste condizioni) quasi 1 miliardo e 200 milioni.Certo, l'applicazione di un simile sistema richiede un particolare rigore sia nella raccolta (con una selezione alla fonte, la "differenziata" è un obbligo e non un consiglio) che nella gestione del ciclo. Per intenderci, lo scorso 4 dicembre dodici dei sessantacinque piloti in servizio di raccolta a Venezia si erano rifiutati di uscire in laguna con la barca a causa della nebbia: ma la raccolta dei rifiuti è stata portata a termine ugualmente con un supplemento di lavoro pomeridiano, e il comportamento dei piloti che non sono usciti sarà oggetto di indagine disciplinare. È immaginabile un simile rigore applicato all'area partenopea?La seconda caratteristica del "sistema veneto" dei rifiuti, infatti, riguarda proprio la flessibilità di fronte alle emergenze. E l'esempio vantato dal governatore Galan è oggettivamente calzante: la discarica di Sant'Urbano, in provincia di Padova, è grande 55 ettari e si è guadagnata la definizione di "discarica tattica". Serve ad affrontare difficoltà di smaltimento che si dovessero presentare in qualsiasi altra discarica del Veneto: "Chi va a Sant'Urbano - sostiene Galan - nemmeno si accorge della discarica. Nè odori, nè veleni, nè proteste. Sant'Urbano è un paese amministrato come meglio non si potrebbe, anche perchè i suoi cittadini ricevono, quali misure di compensazione ambientale, 2 milioni e mezzo di euro l'anno". Insomma, ci guadagnano. E allora, si chiede il governatore, perché non esportare il modello in Campania?Ma nel "sistema veneto" c'è anche un lato oscuro che non va ignorato: questa regione da sola contribuisce per il 7,9\% al bilancio nazionale delle infrazioni riguardanti il ciclo dei rifiuti. Sono 828 i milioni di euro sottratti dalle ecomafie venete all'economia legale: basti considerare che il corretto smaltimento di un container di rifiuti industriali costa quasi 60mila euro, mentre portare illegalmente lo stesso container in Cina può costare fino ad un decimo. "Nel 2004 sono "scomparsi" rifiuti speciali - denuncia Legambiente veneta - in quantità pari ad una montagna con una base di 3 ettari (quasi 4 campi da calcio) e un altezza di 2.100 metri. È questa la differenza tra la quantità di rifiuti industriali regolarmente denunciati e quelli regolarmente trattati". L'unica differenza con la vergogna di Napoli, è che quella veneta non è sotto gli occhi di tutti.

 

 

Napolitano: <Allarmato per l'emergenza rifiuti> (sezione: Monnezze)

( da "Gazzettino, Il" del 05-01-2008)

Napolitano: "Allarmato per l'emergenza rifiuti" Il capo dello Stato esorta il governo: "Bisogna sbloccare questa situazione" RomaNOSTRA REDAZIONE"Ho detto nel mio messaggio che si tratta di un problema sempre più allarmante. Quindi, non sono preoccupato, ma allarmato per la situazione dei rifiuti": a Capri per una breve vacanza, il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, risponde così a chi lo interpella sull'inferno di Napoli. "Penso che il governo prenderà un'iniziativa al massimo livello", aggiunge. E, alla domanda se sia stato lui stesso a sollecitare il governo, il Capo dello Stato risponde: "Mi sono trovato d'accordo con il presidente del Consiglio e con i ministri dell'Interno e dell'Ambiente che ci sia una assunzione di responsabilità precisa per sbloccare questa situazione".Nelle stesse ore, Palazzo Chigi dirama un comunicato che suona come una secca censura al sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, che giovedì - al grido di "Non saremo l'immondezzaio della Campania" - era scesa in campo contro la riapertura della discarica di Pianura e, dunque, contro il Prefetto del capoluogo campano. A questo punto, il governo fa invece sapere di condividere "totalmente" l'appello del Prefetto sull'emergenza rifiuti in Campania, "così come fa sua la garanzia che ciascuno dei siti, a partire da Pianura, sia rigorosamente destinato all'autosufficienza locale".La nota della presidenza del Consiglio pone in particolare l'accento sull'imprescindibile necessità che, in queste ore, vi sia "una grande e ferma unità delle istituzioni a sostegno delle azioni, ineludibili e necessarie, che sono state intraprese sul fronte dei rifiuti. Ci sono gruppi estremisti, sia locali che giunti da fuori - si legge nel comunicato - che hanno cercato e cercano di alzare barricate di dissenso. C'è la radicata sfiducia dei cittadini, che può spingere alcuni di loro a unirsi a tale opposizione. A tutto questo si è ripetutamente riferito il Prefetto di Napoli e per contrastarlo ha fatto appello al concorde sostegno e alla diretta assunzione delle rispettive responsabilità da parte di tutte le istituzioni. Il governo condivide totalmente l'appello". Come dire che la Iervolino farebbe bene a fare altrettanto.Ma, da questo orecchio, il sindaco di Napoli non ha alcuna intenzione di sentirci. Così, mentre Prodi fa diramare il suo perentorio comunicato, la Iervolino si collega telefonicamente con il presidio dei manifestanti di Pianura per ribadire la sua contrarietà alla riapertura della discarica: "Non so dove arriverò, sono sola, l'unica che lavora in altre direzioni sono io. Faccio tutto quello che posso, e lo faccio perché ci credo", dice la sua voce, amplificata dagli altoparlanti.La crisi dei rifiuti in Campania diventa dunque una questione nazionale e le due massime autorità dello Stato, Napolitano e Prodi, intervengono per appoggiare le decisioni del commissario Umberto Cimmino e del prefetto di Napoli, Alessandro Pansa. Per martedì è già convocato un vertice dal ministro per l'Ambiente, Pecoraro Scanio, con le istituzioni locali, il governo nazionale e il commissario Cimmino: si affronteranno il problema di come produrre meno rifiuti, grazie alla raccolta differenziata. Il Guardasigilli Mastella sollecita "uno scatto d'orgoglio" da parte di tutta la classe politica napoletana, "per risolvere un'autentica tragedia che colpisce non solo Napoli, ma l'intero Paese", e auspica che "almeno questa volta, di fronte al perpetuarsi di questo dramma, non si debbano registrare né strumentalizzazioni, né rivendicazioni di parte".L'opposizione, intanto, spara a zero. "Bassolino dovrebbe dimettersi. La Campania è una regione che sta precipitando in un baratro", afferma Cicchitto (Fi). "Che cosa deve ancora succedere prima che i principali responsabili di questo sfascio e di questa vergogna nazionale facciano un passo indietro?", incalzano i forzisti Bondi e Vito, mentre Calderoli (Lega) osserva che "finalmente il Presidente della Repubblica si è svegliato" e ora che l'ha fatto, dice, dovrebbe inviare i reparti speciali dell'esercito a Napoli per risolvere questa emergenza.Claudia Giannini.

 

 

Di Pietro e Casini: "Bassolino si dimetta". La Carfagna: "E' un bonapartista, se ne vada" (sezione: Monnezze)

( da "Giornale.it, Il" del 05-01-2008)

Di Redazione - sabato 05 gennaio 2008, 15:03 Roma -"Bassolino farebbe bene a dimettersi". Lo ha sostenuto il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro commentando, nel corso di un'intervista a Sky Tg24, le vicende legate all'emergenza rifiuti della regione Campana. "Dopo 10 anni di governo del centrosinistra a Napoli, il modello è fallito - ha detto ancora Di Pietro - ci sono responsabilità politiche che vanno assunte al di là delle brave persone e della buona fede. Detto questo, Bassolino farebbe bene a dimettersi". E anche il leader dell'udc, Pierferdinando Casini, in un'intervista al "corriere" chiede le dimissioni del governatore campano:La situazione a Napoli "é un'emergenza nazionale che dovrebbe vedere il governo assumere provvedimenti appunto di emergenza, anche sostitutivi rispetto a quelli dei governi locali". Casini è convinto che Bassolino dovrebbe a questo punto dimettersi. "E' vero che anche noi dell'opposizione - argomenta - avremmo potuto fare di più, ma lo ha detto anche una figura coraggiosa e integra della sinistra come il presidente della commissione Esteri Ranieri che il tasso di responsabilità più alto in questa vicenda è di chi governa, dunque del centrosinistra. E allora io chiedo e mi aspetto le dimissioni di Bassolino, personalità non banale e sicuramente in imbarazzo in questo momento, che dovrebbe avere il coraggio di assumersi le proprie responsabilità e di dimettersi. Perché non è possibile che con le discariche abusive si siano rimpinguate le tasche della camorra e si sia inquinata la vicenda fino al punto drammatico in cui siamo oggi". L'azzurra Carfagna: Bassolino bonapartista, se ne vada "Dinanzi alla tragedia dei rifiuti che sta travolgendo la Campania, la autoassoluzione di Bassolino sottolinea il bonapartismo in cui è degenerato il suo stile di Governo e la solitudine del personaggio, che dalla Iervolino a Prodi non riesce a trovare più alcun difensore". Lo dice la parlamentare di Forza Italia Mara Carfagna . "Nessuno - aggiunge - avrebbe il coraggio di mettere la faccia, d'altronde, in una impresa tanto temeraria". "Non si trova più, nemmeno a pagarlo - osserva la parlamentare - un solo cittadino che dica di aver votato per Bassolino. Non si legge più alcuna dichiarazione di sostegno a Bassolino da parte di esponenti del centrosinistra. Anche gli intellettuali partenopei, da sempre alfieri del finto rinascimento di Bassolino, scelgono la comoda via del silenzio, a sottolineare il fallimento del Governatore. Purtroppo la tragedia dei rifiuti in Campania è destinata a durare ancora a lungo. Mi auguro che tale dato temporale non valga per Bassolino, che prima si dimette e meglio è. Rinnovo l'invito al Capo dello Stato per lo scioglimento della Regione Campania. Ci dica almeno i motivi di una sua eventuale contrarietà a tale scelta".

 

 

Emergenza rifiuti, da magistratura e politica un coro: Via Bassolino (sezione: Monnezze)

( da "Velino.it, Il" del 05-01-2008)

(POL) Emergenza rifiuti, da magistratura e politica un coro: Via Bassolino Roma, 5 gen (Velino) - Nuovi scontri nel quartiere napoletano di Pianura, dove è in corso una dura protesta contro l'apertura della nuova discarica di Contrada Pisani. I tafferugli sono scattati all'arrivo dei mezzi incaricati di allestire il centro di raccolta. Circa venti manifestanti hanno cercato di bloccare i camion, determinando l'intervento delle forze dell'ordine, che alla fine sono riuscite a rompere l'assedio dei dimostranti. Nel corso dello scontro, un giovane è rimasto lievemente ferito ed è caduto da una scarpata. Un altro è stato colto da malore e ha ricevuto cure sul posto. Venerdì un uomo era stato arrestato perché trovato con sei bombe molotov. Quella stessa sera un mezzo dei vigili del fuoco e un pulmino dell'emittente televisiva La7 erano stati presi d'assalto da alcuni manifestanti. Aggrediti anche un giornalista e un operatore televisivo. Nei giorni scorsi i vigili del fuoco hanno effettuato oltre 50 interventi nella zona vesuviana e flegrea. Giovedì, lungo corso Umberto I, a Napoli, sono stati trovati 21 manichini impiccati con slogan e scritte contro il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, e il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino. Dietro l'emergenza rifiuti a Napoli però non ci sono solo spazzatura, roghi e proteste. C'è anche una macchina della giustizia che lavora e ha aperto numerosi fascicoli legati alle vicenda campana. In prima linea c'è un magistrato, Giovan Domenico Lepore, capo della Procura di Napoli, che ha chiuso di recente la richiesta di rinvio a giudizio per un lungo elenco di personaggi legati al ciclo dei rifiuti tra cui Antonio Bassolino e la Fibe, la società affidataria dei servizi di smaltimento della regione. In un'intervista al CORRIERE DELLA SERA, il magistrato punta il dito contro la politica e le istituzioni che in 14 anni non hanno risolto i problemi. A nulla è servito, ad avviso di Lepore, affidare la guida dell'emergenza di uomini validissimi come Guido Bertolaso e Alessandro Pansa. Il risultato è, secondo il procuratore capo, che “l'emergenza fa comodo a molti”. Gestione dei trasporti, assunzioni clientelari, denaro pubblico legato all'emergenza. “Forse chiudere i rubinetti sarebbe stato meglio”, precisa Lepore che indica la strada maestra per ripristinare la normalità, la messa da parte degli amministratori. Ma ammonisce: “Poi ci vorrebbe qualcuno in grado di sostituirli. E adesso non è possibile. E poi perché qualcuno si metta da parte occorrono due cose: o un esame di coscienza o un intervento esterno”. Vale a dire dimissioni, oppure il voto: “Arriva sempre il giorno in cui si va a mettere la croce su una scheda. E quel giorno bisogna essere consapevoli di ciò che si va a fare e soprattutto andarci”. Le istituzioni si stanno comunque muovendo per arginare la situazione. è di ieri l'intervento del presidente Napolitano che si è detto “allarmato” per la situazione. Subito dopo è sceso in campo anche in governo per manifestare la propria solidarietà nei confronti del prefetto Alessandro Pansa che era stato attaccato duramente per la decisione di riaprire la discarica di Pianura dagli amministratori locali, in particolare da Rosa Russo Iervolino sindaco della città partenopea. In particolare Palazzo Chigi aveva diffuso una nota per auspicare “una grande e ferma unità delle istituzioni a sostegno delle azioni, ineludibili e necessarie” per fronteggiare l'emergenza. Ma anche per sostenere le scelte operate fin qui dal prefetto Pansa. Un intervento che suona di fatto come una netta presa di distanze dal sindaco di Napoli che aveva poi replicato al governo ribadendo la solidarietà ai manifestanti. Oggi invece la richiesta di valutare altre strade: “Sono andata a Roma ho cercato altre ipotesi e devo ringraziare chi veramente mi è stato vicino, il ministro Pecoraro Scanio, che anche ieri ha mandato l'avvocato Viglione. Alcune ipotesi dal Ministero della Difesa sono state fornite, vorrei che almeno fossero verificate”. Le ipotesi sono “Gricignano - spiega il sindaco - e parecchie altri siti: tre o quattro realtà. Può anche darsi che saranno tutte inidonee, però vanno verificate”. Anche dal mondo politico si moltiplicano le richieste di dimissioni per gli amministratori campani. E non è solo l'opposizione a fare la voce grossa. Tra le file della maggioranza parla Antonio Di Pietro: “Bassolino farebbe bene a dimettersi”, ha detto il ministro nel corso di un'intervista a Sky Tg24. “Dopo 10 anni di governo del centrosinistra a Napoli, il modello è fallito. Ci sono responsabilità politiche che vanno assunte al di là delle brave persone e della buona fede”. Nell'altro versante Roberto Calderoli (Lega) invoca l'intervento di Giorgio Napolitano: “A fronte della resistenza da parte dello stesso Bassolino agli inviti che arrivano sia dalla maggioranza che dall'opposizione a dimettersi, il presidente della Repubblica può, con proprio decreto, secondo le procedure stabilite dall'articolo 126 della Costituzione, procedere allo scioglimento del consiglio regionale della Campania”. Lo stesso chiede Mara Carfagna (FI) che reclama, in caso di risposta negativa del capo dello Stato, la motivazione della scelta: “Cosa altro deve accadere in Campania affinché si arrivi allo scioglimento dell'ente Regione?”. Simone Baldelli (FI), ha richiesto un'informativa urgente in Aula al governo. Infine Gianfranco Rotondi (Dc per le autonomie), ha auspicato che chi ha avuto responsabilità politiche nella vicenda “faccia un passo indietro”. (Remo Urbino) 5 gen 13:32.

 

 

RIFIUTI/ BRAMBILLA: IERVOLINO VADA VIA E PAGHI I DANNI (sezione: Monnezze)

( da "Virgilio Notizie" del 05-01-2008)

05-01-2008 15:37 Non daremo tregua a lei e a Bassolino Roma, 5 gen. (Apcom) - "Invece di polemizzare e di giocare sempre allo scaricabarile, il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, farebbe bene a prendere la decisione più saggia della sua vita, quella di rimettere il mandato di sindaco e di ricominciare a fare politica in luoghi dove magari non sono richieste speciali competenze per quanto riguarda i problemi di gestione amministrativa". Lo dichiara il presidente nazionale dei Circoli della Libertà, Michela Vittoria Brambilla, sulla situazione della discarica di Pianura. "Gli amministratori pubblici dovrebbero fare come quelli privati: se falliscono nel loro lavoro se ne devono andare e devono contribuire a pagare i danni che hanno provocato. La polemica che il sindaco Iervolino ha scatenato è ridicola. Ma i problemi che ha creato alla città - aggiunge - sono invece tragici". Per Brambilla si tratta di "danni economici per le scelte non fatte sui termovalorizzatori, danni ambientali per le conseguenze del mancato smaltimento dei rifiuti, danni alla salute per migliaia di cittadini vittime del mal governo della sua giunta di centro sinistra. A questi - prosegue Brambilla - si aggiungono i danni economici derivanti dall'immagine più che negativa offerta da un territorio così prezioso dal punto di vista turistico per tutto il Paese. Ce n'è abbastanza per chiedere le dimissioni del sindaco e per un'azione di risarcimento per la collettività napoletana." "I nostri oltre 400 Circoli presenti in Campania - promette la presidente nazionale - non intendono più dar tregua né a lei né al presidente della Regione Bassolino né al commissario di turno perché mi pare che tutti e tre abbiano ormai già coperto di ridicolo la città e il Paese".

 

 

RIFIUTI/ GARGANI: COMMISSARIARE REGIONE, INTERVENGA NAPOLITANO (sezione: Monnezze)

( da "Virgilio Notizie" del 05-01-2008)

05-01-2008 16:32 Facciamo una grande marcia, occupiamo Napoli Roma, 5 gen. (Apcom) - "La Regione Campania deve essere commissariata. Invito il capo dello Stato allo scioglimento dell'ente regionale". Lo afferma Giuseppe Gargani, europarlamentare di Forza Italia, che ha chiesto, scrivendo al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, di "mandare a casa gli attuali amministratori regionali". "La classe dirigente della Campania - ha affermato Gargani - è andata di gran lunga all'indietro. E' vero, Napoli ha bisogno delle quattro giornate. Lo straniero delle quattro giornate non era più pericoloso dei rifiuti che oggi paralizzano la città. L'appello va fatto alla classe dirigente, ai professionisti, invece nessuno reagisce. Mi fa impallidire ascoltare oggi Bassolino e la Iervolino". "Non si sentono responsabili - afferma Gargani - non è possibile andare avanti così. Lancio un appello agli uomini responsabili che hanno avuto responsabilità e cultura di governo in passato: non devono più supportare questo sistema. Il mio proclama è questo: svegliarsi, fare una grande marcia, occupiamo Napoli (il 19 gennaio ndr), per chiedere non con le motivazioni solite, le dimissioni di questi personaggi. Ci rendiamo conto che rischiamo il colera, le malattie? Qui c'è il dolo. Fino ad oggi non si è voluto risolvere il problema, invece la politica è stata di aiuto alla malavita. Si è voluto questo disastro: perciò la volontà è dolo. Ognuno si assuma la propria responsabilità: la politica, la magistratura, il governo".

 

 

Rifiuti, ancora scontri a Pianura: 10 feriti La folla assalta anche due ambulanze (sezione: Monnezze)

( da "TGCom" del 05-01-2008)

Rifiuti, a Pianura ancora scontri E' guerriglia urbana: dieci feriti Continuano le dimostrazioni davanti alla discarica di Pianura dove all'alba sono arrivati alcuni camion carichi di spazzatura. Parapiglia tra polizia e manifestanti che cercavano di impedire l'ingresso dei Tir nel sito di stoccaggio: due persone sono rimaste lievemente contuse. Più tardi una sassaiola contro gli agenti ha causato il ferimento di due poliziotti. In totale sono dieci le persone ferite. 17.23 - Sono state rilasciate le persone, una decina, accompagnate nella questura di Napoli per essere identificate dopo gli incidenti di stamani a Pianura con le forze dell'ordine oggetto di una sassaiola. Non sono emersi elementi a loro carico se non una serie di contravvenzioni al codice della strada. 16.00 - Assaltate due ambulanze a Pianura.;In due diversi blocchi i manifestanti hanno prima lanciato sassi e bottiglie contro i mezzi di soccorso e poi hanno costretto il personale presente a bordo a scendere. Secondo quanto riferito dal 118 i sei medici e paramedici hanno riportato lesioni guaribili fino a cinque giorni. 15.52 - Alcuni manifestanti hanno sparso lungo via Montagna Spaccata olio minerale per rallentare l'arrivo delle forze dell'ordine e dei camion diretti al cantiere. 15.36 - Una decina di persone sospettate di essere coinvolte nei disordini avvenuti stamani a Pianura sono state condotte in Questura e lì identificate. Si tratta di residenti della zona già notati nei giorni scorsi alla guida di motocicli senza casco mentre partecipavano attivamente alla protesta. 15.01 - Si fa sempre più drammatica la situazione rifiuti a Napoli città. Completamente paralizzata la raccolta della spazzatura, nelle strade ci sono 3.700 tonnellate di cumuli giacenti. 14.20 - E' ripresa regolarmente, poco dopo le 13, la circolazione ferroviaria tra Pozzuoli e Giugliano. Tre convogli Eurostar sono stati deviati sulla linea Aversa - Napoli Centrale con ritardi contenuti entro i 15 minuti; quattro treni del trasporto regionale sono stati parzialmente soppressi tra Pozzuoli e Villa Literno. 14.00 - ''Ci vergogniamo di essere cittadini della Campania, adesso basta. Se non ti dimetti tu, lo facciamo noi''. C'è un manichino "anti-Bassolino" anche a Castellammare di Stabia, una delle tante città della provincia invasa dai cumuli di rifiuti stoccati in strada da giorni. 13.48 - Centinaia di manifestanti si sono diretti all'ingresso del presidio in Contrada Pisani. La tensione resta altissima. 13.10 - Due agenti di polizia sono rimasti feriti nella sassaiola avvenuta a Pianura contro personale delle forze delle forze dell'ordine che stava smontando dal servizio. Contro di loro una pioggia di sassi e bulloni. Poliziotti e carabinieri hanno risposto all'offensiva dei facinorosi, oltre un centinaio, con una carica di alleggerimento. Ora sembra essere tornata la calma, e le forze dell'ordine hanno disposto i loro mezzi a mo' di sbarramento per arginare i facinorosi. 13.00 - Sassi contro polizia e carabinieri in servizio a Pianura. Ad animare i disordini sono soprattutto ragazzi che hanno riversato sul selciato le pietre per impedire il transito dei mezzi delle forze dell'ordine. 12.30 - Il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, ha lanciato un appello alla calma e alla non violenza agli abitanti del quartiere di Pianura. "Siate calmi - ha detto - . Abbiate fiducia nelle istituzioni, rispettate la legge". Le ipotesi alternative: "Gricignano e parecchie altri siti: tre o quattro. Può anche darsi che saranno tutte inidonee, però vanno verificate". 11.25 - Alcune decine di manifestanti hanno occupato la linea ferroviaria Roma-Napoli tra Pozzuoli e Giugliano. I treni a lunga percorrenza sono stati deviati sulla direttrice Aversa-Napoli Centrale. 10.30 - I cittadini di Pianura non hanno lasciato il presidio dinanzi all'accesso della discarica di località Pisani e annunciano nuove forme di protesta per dire no alla riapertura del contestato sversatoio. 09.32 - Le forze dell'ordine stanno tentando di isolare i facinorosi che si infiltrano da giorni nella protesta pacifica dei cittadini. Ancora mezz'ora fa tafferugli e due persone, una donna incinta e un uomo di 75 anni, hanno dovuto far ricorso alle cure dei sanitari e sono stati trasportati all'ospedale San Paolo. Lo scontro si è avuto perché alcuni camion dovevano uscire dalla discarica e una parte dei manifestanti, per evitare il prosieguo dei lavori di allestimento, aveva bloccato la strada rovesciando sulla carreggiata alcune Apecar 07.45 - All'uscita dei camion dal sito di stoccaggio della Contrada Pisani di Pianura i manifestanti resistono seduti al centro di Via Montagna Spaccata: un uomo è a terra nella mischia in preda ad un malore. I presidianti bloccano il transito con due camion capovolti a monte della strada. Gli agenti in tenuta antisommossa li trascinano lungo il ciglio della strada, li sollevano di peso per spostarli, in qualche caso li fermano per identificarli. La tensione cresce al comparire dei camion: le donne urlano piangono, si arriva allo scontro fisico tra i presidianti e gli agenti. 06.11 - Parapiglia a Pianura con l'arrivo di una serie di camion destinati all'allestimento del sito di stoccaggio. C'è stato un momento di scontro con le forze dell'ordine e nel parapiglia un giovane e' caduto nella scarpata limitrofa al sito. Il giovane è stato soccorso dall'ambulanza del 118 e trasportato all'ospedale San Paolo. Sul posto, al momento dell'arrivo dei camion, si trovavano una ventina di giovani manifestanti, c'è stato un momento di orte tensione e alla fine, dopo una manovra di spintonamento delle forze dell'ordine, il gruppetto ha ceduto. 05.50 - Un mezzo dei vigili del fuoco è stato preso d'assalto dai vandali a Pianura. Sono state danneggiate alcune radio portatili in uso ai pompieri e le spazzole tergicristalli. Anche un cineoperatore della Rai è stato aggredito. Contuso ad una gamba, è stato accompagnato al Cto. Il pullmino della tv di Stato, inoltre è stato allontanato dai manifestanti Invia ad un amico.

 

 

Monnezza (sezione: Monnezze)

( da "Affari Italiani (Online)" del 05-01-2008)

/ Ecco come tra Campania e Molise le ecoballe spaccano i piccoli comuni Sabato 05.01.2008 10:00 --> LO SPECIALE DI AFFARI Forum/ Emergenza monnezza a Napoli, che fare? Clicca e di' la tua! Rifiuti/ Napoli, notte di tensione e scontri. Napolitano: sono allarmato, penso che il governo prenderà iniziative VIDEO E FOTO Monnezza, la Iervolino pesi le parole , di G. Morello Se la munnezza finisce ai saldi , di A. D'Anna Napoli, sporca per... Costituzione , di G. De Felice Scandalo rifiuti/ Chiesto il rinvio a giudizio anche per Bassolino, presidente della Campania. Truffa aggravata ai danni dello Stato l'accusa Emergenza rifiuti/ Napoli, la gente si sfoga con un video Napoli/ Emergenza rifiuti, l'ambasciata Usa: "Se andate state attenti, rischi per la salute" E' l'effetto domino dello scaricabarile: le ecoballe che in Campania nessuno vuole (Germania inclusa) stanno arrivando agli estremi confini della regione. L'ultima frontiera della guerra delle discariche si combatte a Colle Alto di Morcone (Bn), a 100 metri dal Molise, a ridosso degli scavi archeologici di Sepino (Cb); in un'area carsica ricca di sorgenti. Numerosi studi geologici avrebbero definito il sito inidoneo, ma sull'onda dell'emergenza l'ipotesi Colle Alto è stata presa in considerazione anche dal sindaco di Morcone, poi costretto alle dimissioni, che ha ratificato una dichiarazione di idoneità del sito a seguito della perizia di un geologo. A Colle Alto la falda acquifera è localizzata ad una profondità di 15 metri e defluisce nel fiume Tammaro che in quel punto scorre, sempre a livello sotterraneo, a 70 metri dal terreno in cui potrebbe sorgere la discarica. A rischio sarebbe la potabilità delle acque. Il Tammaro è il principale affluente dell'invaso artificiale di Campo Lattaio (Bn), che si trova a circa 4 Km a valle e rifornisce la città di Benevento e alcuni comuni della provincia. Ma anche i molisani si fanno sentire. Nella individuazione del sito non è stato richiesto, come invece prevede la legge, il parere vincolante, della confinante Regione Molise. Alle accuse ribatte in una lettera pubblica il presidente della Provincia di Benevento e sub commissario delegato all'individuazione dei siti di smaltimento dei rifiuti, Carmine Nardone,: "C'è stata una drammatizzazione eccessiva e ingiustificata mentre le istituzioni devono dare l'esatta dimensione dei problemi sul tappeto". E prosegue negando che si vogliano distruggere le falde acquifere e ricordando il lavoro svolto dalla provincia di Benevento per la riqualificazione ambientale delle cave dimesse e la ricomposizione del paesaggio. Nardone ha ritenuto idoneo il sito già dall'aprile scorso. Immaginate che gli abitanti di un condominio molto popolato decidano di mettere la loro spazzatura davanti a casa vostra: solo che si tratta dei rifiuti di una regione di quasi 6 milioni di persone sbattuti in faccia ai dirimpettai molisani che sono in tutto 300mila. (Segue- E la lotta diventa comune...) --> pagina successiva >>.

 

 

Monnezza pag.1 (sezione: Monnezze)

( da "Affari Italiani (Online)" del 05-01-2008)

Monnezza/ Ecco come tra Campania e Molise le ecoballe spaccano i piccoli comuni Sabato 05.01.2008 10:00 --> La Campania, nonostante alcune punte di eccellenza, 145 comuni che riciclano il 35% dei loro rifiuti (dati Legambiente), ha una media di raccolta differenziata del 13%. Del resto avviene sempre così: la tragedia di Seveso fu provocata dall'Icmesa di Meda, un'azienda situata nel paese confinante. L'Acna di Cengio divise Piemonte e Liguria: da una parte c'era il lavoro, dall'altra l'inquinamento Ma questa volta lottano tutti insieme. È la rivolta dei sanniti: i comitati di Sepino e di Colle Alto di Morcone hanno creato due presidi che procedono ormai all'unisono. La neve e le feste non li hanno fermati. Dopo Natale e Capodanno anche la Befana sarà all'insegna della battaglia contro la discarica. I comitati non ci stanno e neanche i politici molisani dei due schieramenti. "Non si risolve un'emergenza creandone un'altra-dichiara ad Affari un portavoce dei Comitati civici della Valle del Tammaro- Finora nessuno ci ha ascoltato né il presidente Nardone né ci sono stati echi della nostra protesta sui media nazionali". Il 14 gennaio ci sarà una manifestazione congiunta a Benevento che si prevede molto animata e partecipata. I Comitati chiedono di essere ascoltati dalla Commissione Antimafia, richiesta sostenuta dall'On. Giuseppe Astore dell'Italia dei Valori e da altri parlamentari molisani. "La cava è di proprietà della moglie di una persona condannata per i suoi legami con la malavita. (che l'avrebbe acquistata con un'asta del tribunale n.d.r). In Campania non si possono aprire nuove cave perché l'attività estrattiva è vietata. Allora, chi ha convenienza ad acquistare una cava oggi?. Abbiamo più di un sospetto" afferma il portavoce dei Comitati. Nelle discariche arriverebbero anche rifiuti tossici delle industrie del nord, smaltiti sottocosto dalla criminalità organizzata. Lo confermano alcune inchieste della magistratura e se ne parla nel libro Gomorra di Roberto Saviano che scrive di attività gestite dalle ecomafie che si sono infiltrate anche in Molise. Matteo Ganino --> << pagina precedente.

 

 

Rifiuti/ Pianura, ancora scontri e feriti. Sassi e bulloni contro gli agenti (sezione: Monnezze)

( da "Affari Italiani (Online)" del 05-01-2008)

05.01.2008 09:51 --> LO SPECIALE DI AFFARI Forum/ Emergenza monnezza a Napoli, che fare? Clicca e di' la tua! Monnezza/ Ecco come tra Campania e Molise le ecoballe spaccano i piccoli comuni Rifiuti/ Napoli, tensione e scontri. Napolitano: sono allarmato, penso che il governo prenderà iniziative Rifiuti/ Commissione Ue, risposta Italia insufficiente Napoli/ Esplode fabbrica clandestina di botti, due ragazzi feriti Rifiuti/ Commissariamenti e poche discariche, ecco l'origine della crisi Monnezza, la Iervolino pesi le parole , di G. Morello Se la munnezza finisce ai saldi , di A. D'Anna Napoli, sporca per... Costituzione , di G. De Felice Una cinquantina di mamme con bambini all'ingresso della discarica di Pianura dal lato che confina con l'oasi naturale degli Astroni ha dato vita ad una manifestazione pacifica. "No alla discarica", "No a una bomba ecologica", sono alcuni slogan delle manifestanti. Il fronte dei rifiuti è sempre rovente in Campania con le proteste a Pianura e le polemiche politiche, mentre è corsa contro il tempo per liberare le città dai cumuli di spazzatura. BLOCCATA PER ORE LE LINEA FERROVIARIA NAPOLI-ROMA. E' ripresa regolarmente la circolazione ferroviaria sulla linea Napoli-Roma, interrotta per un blocco tra Pozzuoli Giuliano effettuato da manifestanti contro la discarica di Pianura. Una decina di persone sono state fermate dopo la sassaiola contro la Polizia, e dopo le segalazioni di una presenza ulteriore di giovani a bordo di scooter che giravano tra i manifestanti davanti alla discarica, la Digos sta vagliando la posizione di una decina di persone portate in Questura. SASSI E BULLONI CONTRO GLI AGENTI. Due agenti sono stati feriti durante i tafferugli. Circa 200 manifestanti hanno tirato sassi e bulloni contro la polizia a Pianura, nel tratto di strada fra via Montagna Spaccata e via Paolucci. I manifestanti hanno anche preso d'assalto due ambulanze. Nella notte tra venerdì e sabato la polizia ha scortato circa 30 camion destinati a movimentare la terra per creare l'invaso che poi sarà coperto dai teloni impermeabilizzati già trasportati nei giorni scorsi. I manifestanti hanno tentato di ostacolare l'ingresso dei camion anche sedendosi nella carreggiata. (foto AP) Gallery ROGHI. Ancora decine di roghi di immondizia nel napoletano nella notte. Gli interventi effettuati dai vigili del fuoco sono stati 65 in totale nel capoluogo campano e nella sua provincia. Tranne che nel centro di Napoli, gli incendi dolosi toccano gran parte della periferia, l'area vesuviana e quella flegrea e molti Comuni dell'hinterland. A Volla e a Gragnano i sindaci hanno emesso ordinanze di chiusura di scuole e mercati rionali per l'aggravarsi dell'emergenza rifiuti. Tutti gli impianti di Cdr della Campania sono fermi per saturazione e non ci sono discariche. A terra ci sono circa 95 mila tonnellate di spazzatura, dato che negli ultimi due giorni, in attesa del fermo completo degli impianti, è stata effettuata in quasi tutti i grossi centri della Campania una raccolta straordinaria; solo a Napoli sono oltre 3 mila le tonnellate non raccolte. A Caserta, a terra, ci sono 3 mila tonnellate circa, ma comincia ad aprirsi qualche spiraglio per i siti. Sul fronte politico, Forza Italia chiede che il governo riferisca in aula, il ministro Di Pietro dice che "Bassolino farebbe bene a dimettersi" e, dalla Lega, Roberto Calderoli chiede l'intervento del Capo dello Stato.. Il Presidente dei Circoli della Libertà, Michela Vittoria Brambilla chiede le dimissioni del sindaco di Napoli. -->.

 

 

RIFIUTI: BONDI, BASSOLINO E IERVOLINO RESPONSABILI SI DIMETTANO (sezione: Monnezze)

( da "ADN Kronos" del 05-01-2008)

SERVONO GOVERNI DI EMERGENZA IN REGIONE E COMUNE ascolta la notizia commenta 0 vota 0 tutte le notizie di POLITICA Roma, 5 gen. (Adnkronos) - "Quello che sta avvenendo a Napoli e in Campania rivela la crisi della democrazia e dello Stato, e il fallimento delle classi politiche di governo. Ha ragione il ministro Antonio Di Pietro: di fronte a questa crisi spaventosa, Bassolino e Iervolino avrebbero il dovere morale di rassegnare immediatamente le dimissioni". Lo sostiene il coordinatore di Fi, Sandro Bondi, che aggiunge: "e subito dopo, in un Paese in cui i politici abbiano ancora il senso delle proprie responsabilita', si dovrebbe dare vita a un governo di emergenza capace di far fronte all'emergenza e di prendere le decisioni necessarie per garantire nel futuro almeno il nomale espletamento di servizi pubblici fondamentali".

 

 

<Non si può riaprire una discarica a cuor leggero, rischiando di tornare indietro di 17 anni>. Cioè al '94, anno in cui la discarica di Pianura, gestita dalla Camorra, fu chiusa. A (sezione: Monnezze)

( da "Liberazione" del 05-01-2008)

Il segretario di Rifondazione a Napoli: "Basta coi tamponi" Di Martino (Prc): "Lunedì il nostro piano al prefetto" "Non si può riaprire una discarica a cuor leggero, rischiando di tornare indietro di 17 anni". Cioè al '94, anno in cui la discarica di Pianura, gestita dalla Camorra, fu chiusa. Andrea Di Martino, segretario del Prc di Napoli, apre però uno spiraglio al riutilizzo del sito che ormai da settimane è teatro delle proteste della popolazione locale. "Ma solo a patto che ci sia anche un piano vero, che nessuno finora, si è preoccupato di stilare". Di Martino annuncia la presentazione di un piano di Rifondazione per gestire l'emergenza. "Lo presenteremo lunedì al prefetto Pansa". Iervolino accusa Pansa, Pansa accusa i politici, Bassolino punta il dito contro "i particolarismi" del sindaco contraria alla riapertura della discarica di Pianura. Dove vanno ricercate le responsabilità? Il caso andrebbe analizzato bene. Quella di Pianura è la più grossa discarica usata dalla Camorra sin dagli anni '80 per il traffico dei rifiuti nocivi. Quando nel '94 fu chiusa, l'evento rappresentò una sorta di liberazione per la popolazione del quartiere, nato abusivamente proprio intorno alla gestione dei rifiuti. Siamo contrari alla riapertura del sito perchè temiamo un ritorno al passato. Chi oggi vuole riaprire il sito sta sottovalutando questo rischio? Il punto debole sta nei commissariamenti che gestiscono i rifiuti in Campania dal '94. Vogliono riaprire il sito per gestire l'emergenza, come è accaduto per Serre, senza un apposito piano. Ogni volta si chiede un sacrificio alle popolazioni, senza cercare una soluzione di lungo termine. Cosa proponete voi? Potremmo anche valutare l'idea di riaprire la discarica, ma solo se la scelta è accompagnata da un piano in grado di garantire che questa è l'ultima volta che vengono chiesti sacrifici alla popolazione. Stiamo preparando il nostro piano, lo presenteremo al prefetto lunedì. Un piano serio deve prevedere innanzitutto la garanzia assoluta sul fatto che la gestione dei rifiuti non tornerà nelle mani della Camorra. Ci sono già segnali in questo senso? Sì. Le ditte che lavorano alla messa a norma della discarica non sono neutre rispetto al sistema di gestione dei rifiuti adottato fino al '94... Chiediamo innanzitutto che il prefetto renda pubblico il nome di quelle imprese. Torno sulla gestione commissariale: la legge prevede che un commissario possa dare in affidamento diretto dei lavori senza gare d'appalto. E' il motivo per cui oggi non conosciamo il nome delle imprese che lavorano a Pianura, se non per sentito dire. E' inaccettabile, visto che il rischio è quello di infiltrazioni mafiose. E' fondamentale, altrimenti non se ne parla di riaprire la discarica. Cos'altro prevede il vostro piano? Un altro punto è capire se si può usare Pianura per un processo che preveda un monitoraggio democratico del sito, con un tavolo di rappresentanti degli enti locali e della popolazione per monitorare i tempi dell'apertura della discarica, la qualità dei rifiuti e la conseguente salute ambientale. Inoltre, il processo deve prevedere una fase di chiusura dei cdr, gli impianti che producono le balle che attualmente non sono a norma. Vanno trasformati in siti di compostaggio, va avviato un piano serio per la raccolta differenziata in modo che dal primo giugno un decreto valido in tutta la provincia renda obbligatoria la raccolta dei rifiuti differenziata in due sacchetti, uno per l'umido, uno per i rifiuti secchi. Parli dei limiti della gestione commissariale. L'alternativa? I commissari hanno dimostrato di non saper trovare una soluzione. Pansa, per esempio, ha solo cercato di tamponare la situazione. Chiediamo un ritorno ai poteri ordinari o un'assunzione forte di responsabilità da parte del governo. La chiede anche Napolitano. Sì, perchè quella dei rifiuti in Campania non è solo un'emergenza locale. Negli anni la Campania è stata la discarica dei rifiuti speciali e nocivi di tutt'Italia attraverso la gestione della Camorra. Ci sono responsabilità locali, da parte dei commissari, della Regione, della Provincia, ma la materia ha valenza nazionale. L'opposizione chiede le dimissioni di Bassolino. Condividi? Bassolino ha commesso errori gravi, ma non si possono scaricare su di lui tutte le responsabilità. Va evitata la demagogia. (A.Mau.) 05/01/2008.

 

 

Antonella Palermo (sezione: Monnezze)

( da "Liberazione" del 05-01-2008)

La sindaca chiama in vivavoce il presidio, gli occupanti: "Allora venga qua" Manichini impiccati a Napoli contro Bassolino che dice: "Servono altre discariche" Rifiuti, Napolitano "allarmato" Iervolino: "Sto con i manifestanti" Antonella Palermo Napoli "Sono con voi, ma sono sola". La sindaca Rosa Russo Iervolino parla in viva voce al telefono di un consigliere comunale alleanzino che è al presidio di Pianura. Vuole testimoniare solidarietà ai cittadini in lotta e li rassicura: "Io ci metto tutta la mia buona volontà". Però non basta e scatta subito la protesta. "Un sindaco che dice di essere con la popolazione - dice una donna tra gli applausi - si mette in prima linea con i manifestanti. Se la Iervolino è con noi venga qui quando arriverà il primo camion d immondizia, ci si metta davanti". Attorno alla discarica di Contrada Pisani, decine di persone presidiano da giorni l'ingresso; schierati, ci sono anche i poliziotti che monitorano l'area. Un'altra notte è passata all'addiaccio, tra la rabbia e la tensione. E un altro giorno e un'altra notte e chissà quanti giorni e quante notti ancora passeranno così. Perché il presidio va avanti, pacificamente ma tenacemente. "Le infiltrazioni dei violenti della notte scorsa crediamo siano di natura malavitosa perché i cittadini dei Pisani sono persone perbene, padre di famiglia che difendono il loro territorio", dice Fabio Tirelli, presidente della Municipalità. Qualcuno in nottata ha incendiato quattro autobus dell'Anm, l'Azienda napoletana mobilità. Per spegnere il fuoco sono intervenuti i vigili del fuoco con due squadre e due autobotti. Alle 18.30 di ieri pomeriggio, l'ennesima agenzia batte l'ennesimo momento di tensione: un gruppo di manifestanti, approfittando di un momento di scarsa vigilanza, ha fatto ingresso nel sito. Alcune decine di persone, capeggiate da un consigliere regionale di An, hanno fatto irruzione nella discarica con l'intento di effettuare un sit-in nell'invaso, ma sono state respinte dalle forze dell'ordine. All'uscita dalla discarica lo stesso consigliere è stato contestato da alcuni manifestanti e nel parapiglia che si è creato un operatore televisivo è stato spintonato finendo a terra. Ma non pensava forse all'alleato alleanzino, il leghista Roberto Calderoli quando, qualche oretta prima chiedeva al presidente Giorgio Napolitano di inviare i reparti speciali dell'esercito "per dare una calmata agli agitati e una regolata agli amministratori locali". Proprio il presidente Napolitano, in visita privata a Capri, confessa ai giornalisti che lo seguono come ombre fin fuori dal bar della piazzetta, di essere "non solo preoccupato" ma addirittura "allarmato" per la vicenda rifiuti. Ma assicura anche che "il governo prenderà un'iniziativa al massimo livello". "Mi sono trovato d'accordo - ha poi aggiunto - con il presidente del Consiglio e con i ministri degli Interni e dell'Ambiente sul fatto che ci sia una assunzione di responsabilità precisa per sbloccare questa situazione". In una nota, intanto, lo stesso governo "fa sua la garanzia che ciascuno dei siti, a partire da Pianura, sia rigorosamente destinato all'autosufficienza locale". "In tutta la Campania, e in primo luogo a Napoli - si legge - c'è bisogno oggi di una grande e ferma unità delle istituzioni a sostegno delle azioni, ineludibili e necessarie, che sono state intraprese sul fronte dei rifiuti. Ci sono gruppi estremisti, sia locali che giunti da fuori, che hanno cercato e cercano di alzare barricate di dissenso. C'è la radicata sfiducia dei cittadini, che può spingere alcuni di loro a unirsi a tale opposizione". Lunedì si riunirà d'urgenza il Comitato interistituzionale con Governo, commissioni parlamentari, commissario straordinario ed enti locali proposto dal presidente della Commissione Ambiente del Senato Tommaso Sodano. "L'intervento del Governo e del Parlamento è impellente. - ha detto lo stesso Sodano - L'emergenza campana è un'emergenza nazionale di cui devono farsi carico anche le istituzioni nazionali". Al centro del tavolo le misure per uscire dall'emergenza. "Non discuteremo solo di discariche - precisa però il senatore del Prc - ma avanzeremo proposte per un superamento strutturale della crisi, a partire dall'impegno per la raccolta differenziata e da un piano per gli imballaggi. È anche il segnale per chi come a Pianura dovrà sopportare il peso purtroppo della riapertura temporanea della discarica". E non solo Pianura, aggiungerà poi il governatore Antonio Bassolino al termine di un incontro con il commissario di governo: urgono altre discariche, in tutte le province. Bassolino, divenuto uno dei bersagli più colpiti da invettive e polemiche (anche per lui uno dei manichini "impiccati" apparsi in mattinata per le strade di Napoli), ha anche risposto a chi chiede con insistenza le sue dimissioni: "Se avessi pensato che fossero state utili alla risoluzione del problema le avrei date. Ma io resto perché penso di poter dare ancora un contributo". Intanto i rifiuti occupano marciapiedi, strade, panchine, piazzali. Rubano spazio fisico, feriscono i sensi e la dignità. Coprono la regione, e la coprono di vergogna mentre le immagini di un territorio su cui sembra esser stata vomitata addosso una discarica fanno il giro del mondo. 05/01/2008.

 

 

RIFIUTI/ CALDEROLI: NAPOLI NON E' ITALIA,NON C'E' STATO DI DIRITTO (sezione: Monnezze)

( da "Virgilio Notizie" del 05-01-2008)

05-01-2008 19:24 Responsabilità di amministratori locali, ma anche dei cittadini Roma, 5 gen. (Apcom) - "Ambulanze assaltate, come non accade nemmeno nei Paesi in guerra, incendi urbani, guerriglie con la polizia: tutto quello che sta succedendo dimostra che Napoli non è Italia. Siamo di fronte ad un Paese che accetta di avere al suo interno un'enclave extraterritoriale, dove le leggi dello Stato non valgono". Lo afferma Roberto Calderoli, in un'intervista alla Padania in edicola domani, che aggiunge: "Un Paese che accetta che lo stato di diritto venga fatto rispettare solo in una parte sì e in altre no cessa di essere uno Stato di diritto e cessa, pertanto, anche di essere uno Stato. E quando non c'è più lo Stato di diritto, per alcune aree del Paese, allora è giusto che anche le altre aree abbiano la possibilità di decidere cosa fare". "Oggi - fa notare Calderoli al quotidiano leghista - ci si sarebbe aspettati che i manifestanti andassero a protestare sotto casa di Bassolino, della Iervolino e di tutti quelli che in questi anni si sono arricchiti con i rifiuti, ma evidentemente non occorre solo rimuovere gli amministratori per risolvere questi annosi problemi ma va cambiato il dna dei napoletani e il loro modo di ragionare. Ma ha senso continuare a stare in uno Stato del genere? - continua l'esponente del Carroccio - Uno Stato che priva chi, come la Padania, da sempre tira la carretta per tutti di una infrastruttura indispensabile come Malpensa, il suo hub internazionale, mettendo a rischio l'intera economia, e che poi non commissaria neanche il responsabile di una vergogna come quella che stiamo vedendo a Napoli?". "Le responsabilità di quello che sta accadendo - secondo il vice presidente del Senato - sono ovviamente in primis degli amministratori locali, ma anche dei cittadini stessi che fanno le sceneggiate alla tv per opporsi alla riapertura di una discarica ma di fatto con il loro comportamento condannano loro stessi, i loro figli e le prossime generazioni ai rifiuti e alle sostanze cancerogene che stanno generando con i roghi e gli incendi urbani che stanno appiccando. In questo modo i cittadini napoletani stanno condannando le prossime generazioni, con l'omertà e la complicità dello Stato e di chi lo rappresenta...".

 

 

Rifiuti: alta tensione a Pianura, Prodi annuncia iniziative (3) (sezione: Monnezze)

( da "Velino.it, Il" del 05-01-2008)

(POL) Rifiuti: alta tensione a Pianura, Prodi annuncia iniziative Roma, 5 gen (Velino) - Dopo una giornata di tensioni a Pianura (NA), dove è stata individuata la discarica che dovrebbe fronteggiare l'emergenza rifiuti nella regione e di scontri politici con esponenti di maggioranza e opposizione uniti nel chiedere le dimissioni di Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino, è sceso in campo anche il presidente del Consiglio Romano Prodi. Il premier ha annunciato che a partire da lunedì cominceranno le riunioni con i vari ministri per affrontare l'emergenza una volta per tutte. E ha fatto appello “alla solidarietà e al lavoro comune di tutte le forze istituzionali della Campania e a tutti cittadini” per raggiungere rapidamente una soluzione. “Il governo – ha detto Prodi – si assume tutte le proprie responsabilità riguardo a questa emergenza perché sta mettendo in gioco il paese. Tutti ci osservano e non voglio che l'Italia dia questa immagine negativa”. Sul fronte politico non è, come detto, solo l'opposizione a sollecitare una svolta decisa e a c hiedere che i responsabili di questa deriva traggano le conseguenze. Tra le file della maggioranza parla Antonio Di Pietro che ha chiesto le dimissioni del governatore campano e ha annunciato che il gruppo dirigente dell'IdV Campania, potrebbe non sostenere più la coalizione che governa la Regione “poiché non intende mantenere alcun comportamento connivente con l'inazione del governo regionale”. Un messaggio dello stesso tenore è partitoo anche da Roberto Della Seta, responsabile ambiente del Partito Democratico, che ha denunciato “l'immobilismo” e “l'angusto localismo”, offerto in queste ore “da troppi autorevoli esponenti del Partito Democratico che ricoprono, non da oggi, incarichi di massima responsabilità istituzionale in Campania”. Per Della Seta, questi personaggi “dovrebbero anche sentire l'umiltà e la responsabilità” di assumersi le loro colpe visto che, chiarisce, “governiamo la regione da otto anni e siamo stati a lungo commissari all'emergenza, senza essere stati capaci di realizzare un unico impianto”, o di far partire la raccolta differenziata a Napoli. Dal versan te del centrodestra, Roberto Calderoli (Lega) invoca l'intervento di Giorgio Napolitano per sciogliere il consiglio regionale della Campania. E lo chiedono anche Mara Carfagna (FI) e Michela Brambilla presidente dei Circoli della Libertà. Mentre Simone Baldelli (FI), sollecita un'informativa urgente in Aula al governo. Dietro l'emergenza rifiuti a Napoli però non ci sono solo spazzatura, roghi e proteste. C'è anche una macchina della giustizia che lavora e ha aperto numerosi fascicoli legati alle vicenda campana. In prima linea, Giovan Domenico Lepore, capo della Procura di Napoli, che ha chiuso di recente la richiesta di rinvio a giudizio per un lungo elenco di personaggi legati al ciclo dei rifiuti tra cui proprio Bassolino e la Fibe, la società affidataria dei servizi di smaltimento della regione. In un'intervista al CORRIERE DELLA SERA, il magistrato punta il dito contro la politica e le istituzioni che in 14 anni non hanno risolto i problemi. Secondo il procuratore capo, “l'emergenza fa comodo a molti” e “forse chiudere i rubinetti sarebbe stato meglio”, precisa Lepore che indica anche la strada maestra per ripristinare la normalità: la messa da parte degli amministratori. Ma ammonisce: “Poi ci vorrebbe qualcuno in grado di sostituirli. E adesso non è possibile. E poi perché qualcuno si metta da parte occorrono due cose: o un esame di coscienza o un intervento esterno”. Vale a dire dimissioni, oppure il voto: “Arriva sempre il giorno in cui si va a mettere la croce su una scheda. E quel giorno bisogna essere consapevoli di ciò che si va a fare e soprattutto andarci”. L'emergenza in Campania rischia però di trasformarsi in un vero e proprio scontro istituzionale. Dopo l'intervento di ieri del presidente Napolitano che si era detto “allarmato” per la situazione in Campania, il governo era infatti intervenuto venerdì con una nota ufficiale di Palazzo Chigi per manifestare la propria solidarietà nei confronti del prefetto Alessandro Pansa e prendere le distanze dalla Iervolino che aveva attaccato duramente il commissario per la decisione di riaprire la discarica di Pianura. Il sindaco di Napoli oltre ad aver espresso solidarietà ai manifestanti ha anche avanzato l'ipotesi di esplorare altre strade: “Devo ringraziare chi veramente mi è stato vicino come il ministro Pecoraro Scanio, che anche ieri ha mandato l'avvocato Viglione. Alcune ipotesi dal ministero della Difesa sono state fornite, vorrei che almeno fossero verificate”. Le ipotesi sono “Gricignano - spiega il sindaco - e parecchie altri siti: tre o quattro realtà. Può anche darsi che saranno tutte inidonee, però vanno verificate”. Intanto la cronaca registra alta tensione nella zona di Pianura e precisamente a Contrada Pisani dove è stata individuata la discarica che dovrebbe fronteggiare l'emergenza rifiuti nella regione. Dopo gli scontri verificatisi nella notte di venerdì con le forze dell'ordine (un giovane è caduto nella scarpata vicina al sito, altri sono stati fermati) alcuni manifestanti hanno occupato per alcune ore i binari della linea ferroviaria Roma-Napoli nel tratto compreso tra Pozzuoli e Giugliano. Il bilancio di sabato registra anche la notizia di un ambulanza assaltata (l'autista dell'ambulanza è stato medicato in ospedale) e della chiusura delle scuole a San Giorgio a Cremano, dove il sindaco ha firmato una ordinanza, a tempo indeterminato, per "i gravi rischi alla salute pubblica" causati dall'emergenza. In città restano a terra infatti circa mille tonnellate di spazzatura. In tutta la zona ci sono circa 95 mila tonnellate di rifiuti; solo a Napoli e Caserta sono oltre seimila le tonnellate non raccolte. Un ulteriore blocco stradale è stato realizzato dai manifestanti a Quarto (Napoli), comune confinante con il quartiere di Pianura che ha isolato completamente il comune flegreo. (asp) 5 gen 18:51.

 

 

Rifiuti: alta tensione a Pianura, Prodi annuncia iniziative (2) (sezione: Monnezze)

( da "Velino.it, Il" del 05-01-2008)

(POL) Rifiuti: alta tensione a Pianura, Prodi annuncia iniziative Roma, 5 gen (Velino) - Dopo una giornata di tensioni a Pianura (NA), dove è stata individuata la discarica che dovrebbe fronteggiare l'emergenza rifiuti nella regione e di scontri politici con esponenti di maggioranza e opposizione uniti nel chiedere le dimissioni di Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino, è sceso in campo anche il presidente del Consiglio Romano Prodi. Il premier ha annunciato che a partire da lunedì cominceranno le riunioni con i vari ministri per affrontare l'emergenza una volta per tutte. E ha fatto appello “alla solidarietà e al lavoro comune di tutte le forze istituzionali della Campania e a tutti cittadini” per raggiungere rapidamente una soluzione. “Il governo – ha detto Prodi – si assume tutte le proprie responsabilità riguardo a questa emergenza perché sta mettendo in gioco il paese. Tutti ci osservano e non voglio che l'Italia dia questa immagine negativa”. Sul fronte politico non è, come detto, solo l'opposizione a sollecitare una svolta decisa e a c hiedere che i responsabili di questa deriva traggano le conseguenze. Tra le file della maggioranza parla Antonio Di Pietro che ha chiesto le dimissioni del governatore campano e ha annunciato che il gruppo dirigente dell'IdV Campania, potrebbe non sostenere più la coalizione che governa la Regione “poiché non intende mantenere alcun comportamento connivente con l'inazione del governo regionale”. Un messaggio dello stesso tenore è partitoo anche da Roberto Della Seta, responsabile ambiente del Partito Democratico, che ha denunciato “l'immobilismo” e “l'angusto localismo”, offerto in queste ore “da troppi autorevoli esponenti del Partito Democratico che ricoprono, non da oggi, incarichi di massima responsabilità istituzionale in Campania”. Per Della Seta, questi personaggi “dovrebbero anche sentire l'umiltà e la responsabilità” di assumersi le loro colpe visto che, chiarisce, “governiamo la regione da otto anni e siamo stati a lungo commissari all'emergenza, senza essere stati capaci di realizzare un unico impianto”, o di far partire la raccolta differenziata a Napoli. Dal versan te del centrodestra, Roberto Calderoli (Lega) invoca l'intervento di Giorgio Napolitano per sciogliere il consiglio regionale della Campania. E lo chiedono anche Mara Carfagna (FI) e Michela Brambilla presidente dei Circoli della Libertà. Mentre Simone Baldelli (FI), sollecita un'informativa urgente in Aula al governo. Dietro l'emergenza rifiuti a Napoli però non ci sono solo spazzatura, roghi e proteste. C'è anche una macchina della giustizia che lavora e ha aperto numerosi fascicoli legati alle vicenda campana. In prima linea, Giovan Domenico Lepore, capo della Procura di Napoli, che ha chiuso di recente la richiesta di rinvio a giudizio per un lungo elenco di personaggi legati al ciclo dei rifiuti tra cui proprio Bassolino e la Fibe, la società affidataria dei servizi di smaltimento della regione. In un'intervista al CORRIERE DELLA SERA, il magistrato punta il dito contro la politica e le istituzioni che in 14 anni non hanno risolto i problemi. Secondo il procuratore capo, “l'emergenza fa comodo a molti” e “forse chiudere i rubinetti sarebbe stato meglio”, precisa Lepore che indica anche la strada maestra per ripristinare la normalità: la messa da parte degli amministratori. Ma ammonisce: “Poi ci vorrebbe qualcuno in grado di sostituirli. E adesso non è possibile. E poi perché qualcuno si metta da parte occorrono due cose: o un esame di coscienza o un intervento esterno”. Vale a dire dimissioni, oppure il voto: “Arriva sempre il giorno in cui si va a mettere la croce su una scheda. E quel giorno bisogna essere consapevoli di ciò che si va a fare e soprattutto andarci”. L'emergenza in Campania rischia però di trasformarsi in un vero e proprio scontro istituzionale. Dopo l'intervento di ieri del presidente Napolitano che si era detto “allarmato” per la situazione in Campania, il governo era infatti intervenuto venerdì con una nota ufficiale di Palazzo Chigi per manifestare la propria solidarietà nei confronti del prefetto Alessandro Pansa e prendere le distanze dalla Iervolino che aveva attaccato duramente il commissario per la decisione di riaprire la discarica di Pianura. Il sindaco di Napoli oltre ad aver espresso solidarietà ai manifestanti ha anche avanzato l'ipotesi di esplorare altre strade: “Devo ringraziare chi veramente mi è stato vicino come il ministro Pecoraro Scanio, che anche ieri ha mandato l'avvocato Viglione. Alcune ipotesi dal ministero della Difesa sono state fornite, vorrei che almeno fossero verificate”. Le ipotesi sono “Gricignano - spiega il sindaco - e parecchie altri siti: tre o quattro realtà. Può anche darsi che saranno tutte inidonee, però vanno verificate”. Intanto la cronaca registra alta tensione nella zona di Pianura e precisamente a Contrada Pisani dove è stata individuata la discarica che dovrebbe fronteggiare l'emergenza rifiuti nella regione. Dopo gli scontri verificatisi nella notte di venerdì con le forze dell'ordine (un giovane è caduto nella scarpata vicina al sito, altri sono stati fermati) alcuni manifestanti hanno occupato per alcune ore i binari della linea ferroviaria Roma-Napoli nel tratto compreso tra Pozzuoli e Giugliano. Il bilancio di sabato registra anche la notizia di un ambulanza assaltata (l'autista dell'ambulanza è stato medicato in ospedale) e della chiusura delle scuole a San Giorgio a Cremano, dove il sindaco ha firmato una ordinanza, a tempo indeterminato, per "i gravi rischi alla salute pubblica" causati dall'emergenza. In città restano a terra infatti circa mille tonnellate di spazzatura. In tutta la zona ci sono circa 95 mila tonnellate di rifiuti; solo a Napoli e Caserta sono oltre seimila le tonnellate non raccolte. Un ulteriore blocco stradale è stato realizzato dai manifestanti a Quarto (Napoli), comune confinante con il quartiere di Pianura che ha isolato completamente il comune flegreo. (asp) 5 gen 18:51.

 

 

Rifiuti: alta tensione a Pianura, Prodi annuncia iniziative (sezione: Monnezze)

( da "Velino.it, Il" del 05-01-2008)

(POL) Rifiuti: alta tensione a Pianura, Prodi annuncia iniziative Roma, 5 gen (Velino) - Dopo una giornata di tensioni a Pianura (NA), dove è stata individuata la discarica che dovrebbe fronteggiare l'emergenza rifiuti nella regione e di scontri politici con esponenti di maggioranza e opposizione uniti nel chiedere le dimissioni di Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino, è sceso in campo anche il presidente del Consiglio Romano Prodi. Il premier ha annunciato che a partire da lunedì cominceranno le riunioni con i vari ministri per affrontare l'emergenza una volta per tutte. E ha fatto appello “alla solidarietà e al lavoro comune di tutte le forze istituzionali della Campania e a tutti cittadini” per raggiungere rapidamente una soluzione. “Il governo – ha detto Prodi – si assume tutte le proprie responsabilità riguardo a questa emergenza perché sta mettendo in gioco il paese. Tutti ci osservano e non voglio che l'Italia dia questa immagine negativa”. Sul fronte politico non è, come detto, solo l'opposizione a sollecitare una svolta decisa e a c hiedere che i responsabili di questa deriva traggano le conseguenze. Tra le file della maggioranza parla Antonio Di Pietro che ha chiesto le dimissioni del governatore campano e ha annunciato che il gruppo dirigente dell'IdV Campania, potrebbe non sostenere più la coalizione che governa la Regione “poiché non intende mantenere alcun comportamento connivente con l'inazione del governo regionale”. Un messaggio dello stesso tenore è partitoo anche da Roberto Della Seta, responsabile ambiente del Partito Democratico, che ha denunciato “l'immobilismo” e “l'angusto localismo”, offerto in queste ore “da troppi autorevoli esponenti del Partito Democratico che ricoprono, non da oggi, incarichi di massima responsabilità istituzionale in Campania”. Per Della Seta, questi personaggi “dovrebbero anche sentire l'umiltà e la responsabilità” di assumersi le loro colpe visto che, chiarisce, “governiamo la regione da otto anni e siamo stati a lungo commissari all'emergenza, senza essere stati capaci di realizzare un unico impianto”, o di far partire la raccolta differenziata a Napoli. Dal versan te del centrodestra, Roberto Calderoli (Lega) invoca l'intervento di Giorgio Napolitano per sciogliere il consiglio regionale della Campania. E lo chiedono anche Mara Carfagna (FI) e Michela Brambilla presidente dei Circoli della Libertà. Mentre Simone Baldelli (FI), sollecita un'informativa urgente in Aula al governo. Dietro l'emergenza rifiuti a Napoli però non ci sono solo spazzatura, roghi e proteste. C'è anche una macchina della giustizia che lavora e ha aperto numerosi fascicoli legati alle vicenda campana. In prima linea, Giovan Domenico Lepore, capo della Procura di Napoli, che ha chiuso di recente la richiesta di rinvio a giudizio per un lungo elenco di personaggi legati al ciclo dei rifiuti tra cui proprio Bassolino e la Fibe, la società affidataria dei servizi di smaltimento della regione. In un'intervista al CORRIERE DELLA SERA, il magistrato punta il dito contro la politica e le istituzioni che in 14 anni non hanno risolto i problemi. Secondo il procuratore capo, “l'emergenza fa comodo a molti” e “forse chiudere i rubinetti sarebbe stato meglio”, precisa Lepore che indica anche la strada maestra per ripristinare la normalità: la messa da parte degli amministratori. Ma ammonisce: “Poi ci vorrebbe qualcuno in grado di sostituirli. E adesso non è possibile. E poi perché qualcuno si metta da parte occorrono due cose: o un esame di coscienza o un intervento esterno”. Vale a dire dimissioni, oppure il voto: “Arriva sempre il giorno in cui si va a mettere la croce su una scheda. E quel giorno bisogna essere consapevoli di ciò che si va a fare e soprattutto andarci”. L'emergenza in Campania rischia però di trasformarsi in un vero e proprio scontro istituzionale. Dopo l'intervento di ieri del presidente Napolitano che si era detto “allarmato” per la situazione in Campania, il governo era infatti intervenuto venerdì con una nota ufficiale di Palazzo Chigi per manifestare la propria solidarietà nei confronti del prefetto Alessandro Pansa e prendere le distanze dalla Iervolino che aveva attaccato duramente il commissario per la decisione di riaprire la discarica di Pianura. Il sindaco di Napoli oltre ad aver espresso solidarietà ai manifestanti ha anche avanzato l'ipotesi di esplorare altre strade: “Devo ringraziare chi veramente mi è stato vicino come il ministro Pecoraro Scanio, che anche ieri ha mandato l'avvocato Viglione. Alcune ipotesi dal ministero della Difesa sono state fornite, vorrei che almeno fossero verificate”. Le ipotesi sono “Gricignano - spiega il sindaco - e parecchie altri siti: tre o quattro realtà. Può anche darsi che saranno tutte inidonee, però vanno verificate”. Intanto la cronaca registra alta tensione nella zona di Pianura e precisamente a Contrada Pisani dove è stata individuata la discarica che dovrebbe fronteggiare l'emergenza rifiuti nella regione. Dopo gli scontri verificatisi nella notte di venerdì con le forze dell'ordine (un giovane è caduto nella scarpata vicina al sito, altri sono stati fermati) alcuni manifestanti hanno occupato per alcune ore i binari della linea ferroviaria Roma-Napoli nel tratto compreso tra Pozzuoli e Giugliano. Il bilancio di sabato registra anche la notizia di un ambulanza assaltata (l'autista dell'ambulanza è stato medicato in ospedale) e della chiusura delle scuole a San Giorgio a Cremano, dove il sindaco ha firmato una ordinanza, a tempo indeterminato, per "i gravi rischi alla salute pubblica" causati dall'emergenza. In città restano a terra infatti circa mille tonnellate di spazzatura. In tutta la zona ci sono circa 95 mila tonnellate di rifiuti; solo a Napoli e Caserta sono oltre seimila le tonnellate non raccolte. Un ulteriore blocco stradale è stato realizzato dai manifestanti a Quarto (Napoli), comune confinante con il quartiere di Pianura che ha isolato completamente il comune flegreo. (asp) 5 gen 18:51.

 

 

Rifiuti: Calderoli, Napoli non è in Italia (sezione: Monnezze)

( da "KataWeb News" del 05-01-2008)

Alle 19:41 - Fonte: repubblica.it - 0 commenti "Ambulanze assaltate, come non accade nemmeno nei Paesi in guerra, incendi urbani, guerriglie con la polizia: tutto quello che sta succedendo dimostra che Napoli non è Italia. Siamo di fronte ad un Paese che accetta di avere al suo interno un'enclave extraterritoriale, dove le leggi dello Stato non valgono. Ma un Paese che accetta che lo stato di diritto venga fatto rispettare solo in una parte sì e in altre no cessa di essere uno Stato di diritto e cessa, pertanto, anche di essere uno Stato. E quando non c'è più lo Stato di diritto, per alcune aree del Paese, allora è giusto che anche le altre aree abbiano la possibilità di decidere cosa fare". Lo afferma il sen. Roberto Calderoli, Vice Presidente del Senato e Coordinatore delle Segreterie Nazionali della Lega Nord, in un'intervista rilasciata al quotidiano la Padania, in edicola domani "Oggi -- fa notare Calderoli al quotidiano leghista -- ci si sarebbe aspettati che i manifestanti andassero a protestare sotto casa di Bassolino, della Iervolino e di tutti quelli che in questi anni si sono arricchiti con i rifiuti, ma evidentemente non occorre solo rimuovere gli amministratori per risolvere questi annosi problemi ma va cambiato il dna dei napoletani e il loro modo di ragionare". L'esponente del Carroccio al quotidiano di partito spiega poi: "Ma ha senso continuare a stare in uno Stato del genere? Uno Stato che priva chi, come la Padania, da sempre tira la carretta per tutti di una infrastruttura indispensabile come Malpensa, il suo hub internazionale, mettendo a rischio l'intera economia, e che poi non commissaria neanche il responsabile di una vergogna come quella che stiamo vedendo a Napoli? Le responsabilità di quello che sta accadendo sono ovviamente in primis degli amministratori locali, ma anche dei cittadini stessi che fanno le sceneggiate alla tv per opporsi alla riapertura di una discarica ma di fatto con il loro comportamento condannano loro stessi, i loro figli e le prossime generazioni ai rifiuti". AGI.

 

 

Roghi e manichini impiccati Esplode la Napoli dei rifiuti Protesta choc: appesi agli alberi fantocci raffiguranti governatore e sindaco Napolitano si dice allarmato, Bassolino nel (sezione: Monnezze)

( da "Provincia di Como, La" del 05-01-2008)

Mirino: "Ma io non mi dimetto" Uno dei ventuno manichini appesi ieri a Napoli in corso Umberto NAPOLI Manichini impiccati agli alberi, autobus dati alle fiamme, proteste. E tutto mentre la montagna di rifiuti diventa sempre più alta e rischia ora di travolgere i vertici politici, a iniziare dal presidente della Regione Antonio Bassolino, "invitato" ad andarsene. Un inferno, la Napoli dei rifiuti. Ieri la giornata è iniziata in modo choc: ventuno manichini impiccati agli alberi sono comparsi all'alba in Corso Umberto. Sui alcuni di essi sono attaccati manifesti listati a lutto con scritte sull'emergenza rifiuti che ha sommerso di spazzatura Napoli e contro il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, e il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino. Secondo fonti della Digos partenopea, che indaga sulla macabra messa in scena (con lo slogan "Addio a 'stu munno 'e munnezza!") , la responsabilità dei manichini - appesi senza testa né arti - sarebbe legata al circolo di An del quartiere Vicaria-Mercato. Ma non è tutto: nella notte sono stati dati alle fiamme quattro autobus, i cui scheletri inceneriti sono stati rimossi nella mattinata. I quattro autobus dell'Anm sono stati bruciati nel quartiere napoletano di Pianura, a Largo Domenico Russolillo, dove - nella discarica di Contrada Pisani - dovrebbero essere accatastati i rifiuti che da giorni rimangono in strada. Ancora roghi notturni, poi, di cumuli di immondizie si sono registrati. Dalle 20 dell'altra sera alle 8 di ieri mattina sono stati 50 gli interventi dei vigili del fuoco, meno di quelli dello stesso periodo della notte precedente, ma per fronti di fiamme più consistenti. Le aree più colpite sono quelle della zona Vesuviana e, soprattutto, quella Flegrea; pochi roghi nella periferia. Attorno alla discarica di Contrada Pisani, intanto, la cui riapertura dovrebbe essere imminente, per tutta la notte sono rimaste poche persone a presidiare l'ingresso; schierati per tutta la notte anche i poliziotti che monitorano l'area. Sono rimasti all'interno del futuro sito di stoccaggio dei rifiuti i camion inviati dal commissariato di governo per l'emergenza rifiuti. Ma la verità è che la crisi dei rifiuti in Campania è diventata una questione nazionale e le due massime autorità dello Stato, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il premier Romano Prodi, intervengono appoggiando le decisioni del commissario Umberto Cimmino e del prefetto di Napoli Alessandro Pansa di riaprire la discarica di Pianura. Cosa che non impedisce al sindaco di Napoli Iervolino di proseguire il suo braccio di ferro con entrambi. Prodi, in un colloquio con "Il Mattino", ha esternato la sua indignazione: "Non è tollerabile che l'Italia venga additata a vergogna dell'Europa". La decisione di Prodi di commissariare politicamente la crisi trova l'avallo del presidente della Repubblica Napolitano. E il Capo dello Stato in vacanza a Capri, conferma e si dichiara "non preoccupato, ma allarmato". "Mi sono trovato d'accordo - spiega - con il presidente del Consiglio e con i ministri degli Interni e dell'Ambiente che ci sia una assunzione di responsabilità precisa per sbloccare questa situazione". Il presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, rifiuta di presentare le dimissioni come chiesto dal centro.destra. "Sento il peso delle mie responsabilità - dice il governatore - ma talvolta sembra che le responsabilità siano solo mie".

Imprese, politici e camorra ecco i colpevoli della peste. J'accuse dell'autore di Gomorra: la tragedia
è che Napoli si sta rassegnando all'avvelenamento
di ROBERTO SAVIANO (La Repubblica del 5-1-2008)

Gli ultimi dati dell'Oms parlano di un aumento vertiginoso, oltre la media nazionale, dei casi di tumore a pancreas e polmoni
Roberto Saviano è l'autore di Gomorra, il best-seller che racconta un viaggio nell'impero economico e nel sogno di dominio della camorra

È UN territorio che non esce dalla notte. E che non troverà soluzione. Quello che sta accadendo è grave, perché divengono straordinari i diritti più semplici: avere una strada accessibile, respirare aria non marcia, vivere con speranze di vita nella media di un paese europeo. Vivere senza dovere avere l'ossessione di emigrare o di arruolarsi.

E' una notte cupa quella che cala su queste terre, perché morire divorati dal cancro diviene qualcosa che somiglia ad un destino condiviso e inevitabile come il nascere e il morire, perché chi amministra continua a parlare di cultura e democrazia elettorale, comete più vane delle discussioni bizantine e chi è all'opposizione sembra divorato dal terrore di non partecipare agli affari piuttosto che interessato a modificarne i meccanismi.

Si muore di una peste silenziosa che ti nasce in corpo dove vivi e ti porta a finire nei reparti oncologici di mezza Italia. Gli ultimi dati pubblicati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità mostrano che la situazione campana è incredibile, parlano di un aumento vertiginoso delle patologie di cancro. Pancreas, polmoni, dotti biliari più del 12% rispetto alla media nazionale. La rivista medica The Lancet Oncology già nel settembre 2004 parlava di un aumento del 24% dei tumori al fegato nei territori delle discariche e le donne sono le più colpite. Val la pena ricordare che il dato nelle zone più a rischio del nord Italia è un aumento del 14%.

Ma forse queste vicende avvengono in un altro paese. Perché chi governa e chi è all'opposizione, chi racconta e chi discute, vive in un altro paese. Perché se vivessero nello stesso paese sarebbe impensabile accorgersi di tutto questo solo quando le strade sono colme di rifiuti. Forse accadeva in un altro paese che il presidente della Commissione Affari Generali della Regione Campania fosse proprietario di un'impresa - l'Ecocampania - che raccoglieva rifiuti in ogni angolo della regione e oltre, e non avesse il certificato antimafia.
Eppure non avviene in un altro paese che i rifiuti sono un enorme business. Ci guadagnano tutti: è una risorsa per le imprese, per la politica, per i clan, una risorsa pagata maciullando i corpi e avvelenando le terre. Guadagnano le imprese di raccolta: oggi le imprese di raccolta rifiuti campane sono tra le migliori in Italia e addirittura capaci di entrare in relazione con i più importanti gruppi di raccolta rifiuti del mondo. Le imprese di rifiuti napoletane infatti sono le uniche italiane a far parte della EMAS, francese, un Sistema di Gestione Ambientale, con lo scopo di prevenire e ridurre gli impatti ambientali legati alle attività che si esercitano sul territorio.

Se si va in Liguria o in Piemonte numerosissime attività che vengono gestite da società campane operano secondo tutti i criteri normativi e nel miglior modo possibile. A nord si pulisce, si raccoglie, si è in equilibrio con l'ambiente, a sud si sotterra, si lercia, si brucia. Guadagna la politica perché come dimostra l'inchiesta dei Pm Milita e Cantone, dell'antimafia di Napoli sui fratelli Orsi (imprenditori passati dal centrodestra al centrosinistra) in questo momento il meccanismo criminogeno attraverso cui si fondono tre poteri: politico imprenditoriale e camorristico - è il sistema dei consorzi.

Il Consorzio privato-pubblico rappresenta il sistema ideale per aggirare tutti i meccanismi di controllo. Nella pratica è servito a creare situazioni di monopolio sulla scelta di imprenditori spesso erano vicino alla camorra. Gli imprenditori hanno ritenuto che la società pubblica avesse diritto a fare la raccolta rifiuti in tutti i comuni della realtà consorziale, di diritto. Questo ha avuto come effetto pratico di avere situazioni di monopolio e di guadagno enorme che in passato non esistevano. Nel caso dell'inchiesta di Milite e Cantone accadde che il Consorzio acquistò per una cifra enorme e gonfiata (circa nove milioni di euro) attraverso fatturazioni false la società di raccolta ECO4. I privati tennero per se gli utili e scaricarono sul Consorzio le perdite. La politica ha tratto dal sistema dei consorzi 13.000 voti e 9 milioni di euro all'anno, mentre il fatturato dei clan è stato di 6 miliardi di euro in due anni.

Ma guadagnano cifre immense anche i proprietari delle discariche come dimostra il caso di Cipriano Chianese, un avvocato imprenditore di un paesino, Parete, il suo feudo. Aveva gestito per anni la Setri, società specializzata nel trasporto di rifiuti speciali dall'estero: da ogni parte d'Europa trasferiva rifiuti a Giugliano-Villaricca, trasporti irregolari senza aver mai avuto l'autorizzazione dalla Regione. Aveva però l'unica autorizzazione necessaria, quella della camorra.

Accusato dai pm antimafia Raffaele Marino, Alessandro Milita e Giuseppe Narducci di concorso esterno in associazione camorristica ed estorsione aggravata e continuata, è l'unico destinatario della misura cautelare firmata dal gip di Napoli. Al centro dell'inchiesta la gestione delle cave X e Z, discariche abusive di località Scafarea, a Giugliano, di proprietà della Resit ed acquisite dal Commissariato di governo durante l'emergenza rifiuti del 2003. Chianese - secondo le accuse - è uno di quegli imprenditori in grado di sfruttare l'emergenza e quindi riuscì con l'attività di smaltimento della sua Resit a fatturare al Commissariato straordinario un importo di oltre 35 milioni di euro, per il solo periodo compreso tra il 2001 e il 2003.

Gli impianti utilizzati da Chianese avrebbero dovuto essere chiusi e bonificati. Invece sono divenute miniere in tempo di emergenza. Grazie all'amicizia con alcuni esponenti del clan dei Casalesi, hanno raccontato i collaboratori di giustizia, Chianese aveva acquistato a prezzi stracciati terreni e fabbricati di valore, aveva ottenuto l'appoggio elettorale nelle politiche del 1994 (candidato nelle liste di Forza Italia, non fu eletto) e il nulla osta allo smaltimento dei rifiuti sul territorio del clan.

La Procura ha posto sotto sequestro preventivo i beni riconducibili all'avvocato-imprenditore di Parete: complessi turistici e discoteche a Formia e Gaeta oltre che di numerosi appartamenti tra Napoli e Caserta. L'emergenza di allora, la città colma di rifiuti, i cassonetti traboccanti, le proteste, i politici sotto elezione hanno trovato nella Resit con sede in località Tre Ponti, al confine tra Parete e Giugliano, la loro soluzione.

Sullo smaltimento dei rifiuti in Campania ci guadagnano le imprese del nord-est. Come ha dimostrato l'operazione Houdini del 2004, il costo di mercato per smaltire correttamente i rifiuti tossici imponeva prezzi che andavano dai 21 centesimi a 62 centesimi al chilo. I clan fornivano lo stesso servizio a 9 o 10 centesimi al chilo. I clan di camorra sono riusciti a garantire che 800 tonnellate di terre contaminate da idrocarburi, proprietà di un'azienda chimica, fossero trattate al prezzo di 25 centesimi al chilo, trasporto compreso. Un risparmio dell'80% sui prezzi ordinari.

Se i rifiuti illegali gestiti dai clan fossero accorpati diverrebbero una montagna di 14.600 metri con una base di tre ettari, sarebbe la più grande montagna esistente ma sulla terra. Persino alla Moby Prince, il traghetto che prese fuoco e che nessuno voleva smaltire, i clan non hanno detto di no.

Secondo Legambiente è stata smaltita nelle discariche del casertano, sezionata e lasciata marcire in campagne e discariche. In questo paese bisognerebbe far conoscere Biùtiful cauntri (scritto alla napoletana) un documentario di Esmeralda Calabria, Andrea D'Ambrosio e Peppe Ruggiero: vedere il veleno che da ogni angolo d'Italia è stato intombati a sud massacrando pecore e bufale e facendo uscire puzza di acido dal cuore delle pesche e delle mele annurche. Ma forse è in un altro paese che si conoscono i volti di chi ha avvelenato questa terra.

E' in un altro paese che i nomi dei responsabili si conoscono eppure ciò non basta a renderli colpevoli. E' in un altro paese che la maggiore forza economica è il crimine organizzato eppure l'ossessione dell'informazione resta la politica che riempie il dibattito quotidiano di intenzioni polemiche, mentre i clan che distruggono e costruiscono il paese lo fanno senza che ci sia un reale contrasto da parte dell'informazione, troppo episodica, troppo distratta sui meccanismi.

Non è affatto la camorra ad aver innescato quest'emergenza. La camorra non ha piacere in creare emergenze, la camorra non ne ha bisogno, i suoi interessi e guadagni sui rifiuti come su tutto il resto li fa sempre, li fa comunque, col sole e con la pioggia, con l'emergenza e con l'apparente normalità, quando segue meglio i propri interessi e nessuno si interessa del suo territorio, quando il resto del paese gli affida i propri veleni per un costo imbattibile e crede di potersene lavare le mani e dormire sonni tranquilli.

Quando si getta qualcosa nell'immondizia, lì nel secchio sotto il lavandino in cucina, o si chiude il sacchetto nero bisogna pensare che non si trasformerà in concime, in compost, in materia fetosa che ingozzerà topi e gabbiani ma si trasformerà direttamente in azioni societarie, capitali, squadre di calcio, palazzi, flussi finanziari, imprese, voti. E dall'emergenza non si vuole e non si po' uscire perché è uno dei momenti in cui si guadagna di più.

L'emergenza non è mai creata direttamente dai clan, ma il problema è che la politica degli ultimi anni non è riuscita a chiudere il ciclo dei rifiuti. Le discariche si esauriscono. Si è finto di non capire che fino a quando sarebbe finito tutto in discarica non si poteva non arrivare ad una situazione di saturazione. In discarica dovrebbe andare pochissimo, invece quando tutto viene smaltito lì, la discarica si intasa.

Ciò che rende tragico tutto questo è che non sono questi i giorni ad essere compromessi, non sono le strade che oggi solo colpite delle "sacchette" di spazzatura a subire danno. Sono le nuove generazioni ad essere danneggiate. Il futuro stesso è compromesso. Chi nasce neanche potrà più tentare di cambiare quello che chi li ha preceduti non è riuscito a fermare e a mutare. L'80 per cento delle malformazioni fetali in più rispetto alla media nazionale avvengono in queste terre martoriate.

Varrebbe la pena ricordare la lezione di Beowulf, l'eroe epico che strappa le braccia all'Orco che appestava la Danimarca: "il nemico più scaltro non è colui che ti porta via tutto, ma colui che lentamente ti abitua a non avere più nulla". Proprio così, abituarsi a non avere il diritto di vivere nella propria terra, di capire quello che sta accadendo, di decidere di se stessi. Abituarsi a non avere più nulla.

(5 gennaio 2008)