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Report "Globalizzazione"   7-8 giugno 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Globalizzazione

È il luogo dell'ars amandi dove il sacrificio diventa necessario ( da "Stampa, La" del 07-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: COME SI ESPRIME LA DOMANDA È il luogo dell'ars amandi dove il sacrificio diventa necessario C'è ancora spazio nel mondo globalizzato per chi vuole «costruire insieme»?

Regno unito o Irlanda L'inglese s'impara con le vacanze-studio ( da "Stampa, La" del 07-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: concreto la via esclusiva per comunicare in un mondo globalizzato ed il direttore didattico della Cambridge School of Biella dice ancora: «A quanti possiedono già una base scolastica offriamo corsi brevi per ripassare soprattutto le nozioni discorsive adatte anche agli spostamenti. Per quanti sono completamente digiuni di inglese abbiamo pensato a corsi che definisco ''di sopravvivenza'

Per il made in Italy gli "007" del lusso ( da "Stampa, La" del 07-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: come hanno fatto gli Usa e la Cina. La nostra proposta giace dal 2003: ci sono resistenze tedesche e britanniche. Speriamo che la nuova commissione la sblocchi, nel secondo semestre dell'anno». Urso insiste anche sulla necessità di un commissario Ue ad hoc: «Ve ne sono 27, non tutti con deleghe ugualmente importanti».

Indossa un vestito sartoriale, con tanto di gilet, nonostante il caldo torrido di Saigon. Pati... ( da "Stampa, La" del 07-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: come hanno fatto gli Usa e la Cina. La nostra proposta giace dal 2003: ci sono resistenze tedesche e britanniche. Speriamo che la nuova commissione la sblocchi, nel secondo semestre dell'anno». Urso insiste anche sulla necessità di un commissario Ue ad hoc: «Ve ne sono 27, non tutti con deleghe ugualmente importanti».

Tracce leggere d'orientamento ( da "Giornale di Brescia" del 07-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: I Mondi nell'era della globalizzazione si fanno con vertiginosi innesti. E già i vecchi elettrodomestici - anch'essi hanno globalizzato il mondo - diventano una misteriosa costellazione di reperti nell'universo notturno del cinese Chu Yun, in cui ciascuno di quegli oggetti «esiste» solo con una spia luminosa.

(...)non sapremmo come altro chiamare un evento che lascerà il segno sulla scena internazionale. ( da "Tempo, Il" del 07-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: oggi si devono difendere i valori occidentali nel mondo globalizzato, occorre che il vecchio continente e la nuova America si ritrovino insieme come è accaduto in passato contro i totalitarismi. Questi i messaggi del viaggio storico. Vedremo se le ipotesi politiche avanzate in questi giorni, troveranno un seguito non solo negli Stati Uniti ma anche da questa parte dell'Atlantico.

imola, indianapolis, la russia ecco il piano b, pioggia di adesioni ( da "Repubblica, La" del 07-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: occasione per ripristinare le date di Indianapolis (Usa) e Montreal (Canada), e magari pensare a nuovi appuntamenti in Russia e Cina. Per non perdere un po´ di quel fascino vintage che caratterizza le corse si potrebbero recuperare i grandi classici. E tornerebbero così sulla scena Imola, Silverstone (che quest´anno chiude con la Formula 1), Magny Cours e Interlagos.

UN CRITICO famoso che scrive su un magazine patinato lo consiglia perché è <u... ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 07-06-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Cina Usa

Abstract: UN CRITICO famoso che scrive su un magazine patinato lo consiglia perché è «un Signore e signori' al tempo della globalizzazione». Uno scrittore noto che scrive su un quotidiano importante parla di «dialoghi surreali, degni della migliore commedia all'italiana». Anche per questo Massimo Lolli ha venduto almeno una copia in più de «Il lunedì arriva sempre di domenica pomeriggio».

( da "Giorno, Il (Lecco)" del 07-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: due dei quali negli Usa e uno in Cina. Gli altri e il centro logistico sono in Italia. Quindici anni fa abbiamo costruito ad Oricola, vicino all'Aquila, lo stabilimento per la produzione di wurstel. Lo avevamo realizzato con rigidi criteri antisismici. Il terremoto di due mesi fa non ha creato alcun problema.

N ELLE VECCHIE foto in bianco e nero della città dei p... ( da "Nazione, La (Arezzo)" del 07-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Anche per la sicurezza, causa la globalizzazione, abbiamo qualche problema, è finito il senso di appartenenza alla comunità, una delle caratteristiche fondamentali della piccola città. La massiccia integrazione infatti ha cambiato il volto di Arezzo». Massimo Benigni

Il Nobel Pèrez Esquivel ( da "Corriere Alto Adige" del 07-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Parla di giustizia e democrazia, di desaparecidos e di globalizzazione: «Questa parola non mi piace: dovrebbe significare distribuzione equa delle ricchezze, ed invece è sinonimo di concentrazione del potere in poche persone». A PAGINA 7 Marchioro

Il commento L'Europa ama Barack ma lui non ricambia ( da "Giornale.it, Il" del 07-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Lo dicono tutti gli analisti Usa: «Obama ha due aree geopolitiche di interesse e cioè l'Estremo Oriente con la Cina e il Medio Oriente con la questione israelo-palestinese e l'Iran». In un ordine gerarchico l'Europa viene anche dopo l'America latina. Siamo un simbolo, un terreno di consenso.

L'analisi Washington e Seul temono il della Corea del Nord ( da "Giornale.it, Il" del 07-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: esercito popolare di massa ereditati dalla Cina maoista. La mancanza di risorse economiche e del sostegno di una vera potenza ha costretto la Corea del Nord ad una penosa autarchia. Perciò anche se i numeri, sulla carta, sono imponenti, con 1,15 milioni di uomini in armi, con servizio obbligatorio della durata di 3 anni in aeronautica, 5 anni nell'esercito e fino a 10 anni in marina,

SAN PIETROBURGO La creazione di una supervaluta alternativa al dollaro, oggi potrebbe... ( da "Messaggero, Il" del 07-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ma con la crisi globale il disagio delle economie emergenti verso la moneta Usa riemerge prepotente. A rilanciare l'idea è John Lipsky, numero due del Fmi, non a caso dalla platea del Forum economico internazionale di Pietroburgo. La Russia insieme a Cina, Brasile, India - il cosiddetto Bric - è tra i paesi più insofferenti alla "dittatura" del dollaro.

EUROBAROMETRO ha previsto che voterà poco più di un terzo dei 375 milioni elettori eur... ( da "Messaggero, Il" del 07-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Europa venga schiacciata dal "secolo asiatico" e dalla globalizzazione. Solo uniti, i disuniti Stati d'Europa possono difendere i loro interessi nel mondo. Hanno 500 milioni di abitanti, il 25% del Pil, il 40% delle esportazioni ed il 30% dei bilanci militari mondiali. Se fossero uniti, potrebbero influire sui destini propri e su quelli globali.

LA PRIMA VOLTA DEI ( da "Corriere del Veneto" del 07-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globalizzazione e del Veneto che andava in Romania ed in Cina a produrre e a vendere. Ma conoscono anche un mondo del lavoro in cui si entra a slalom, uno slalom lungo, insicuro, faticoso. Sono per forza di cose multietnici, dato che l'immigrazione, soprattutto in quella fascia di età, è una realtà robusta accompagnata dalla continua crescita dei giovani nati qui da genitori stranieri.

ROMA - Silvio Berlusconi sarà ricevuto il 15 giugno a Washington da Barack Obama: la Casa Bianc... ( da "Messaggero, Il" del 07-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina e i Paesi emergenti saranno il cuore del confronto al G8, dimensione peraltro che ormai sta stretta ad Obama, proiettato verso un'allargamento al G20. A Washington si parlerà anche di clima, di ambiente ed energia dopo il consenso assicurato da Berlusconi alla proposta di Obama di tenere a L'Aquila anche una sessione parallela del G8 su questi temi.

L'Europa ama Barack ma lui non ricambia ( da "Giornale.it, Il" del 07-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Lo dicono tutti gli analisti Usa: «Obama ha due aree geopolitiche di interesse e cioè l?Estremo Oriente con la Cina e il Medio Oriente con la questione israelo-palestinese e l?Iran». In un ordine gerarchico l?Europa viene anche dopo l?America latina. Siamo un simbolo, un terreno di consenso.

La lingua sarda nella globalizzazione ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 07-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: DELEDDA OGGI CONVEGNO La lingua sarda nella globalizzazione II Lakanas apertas/confini senza frontiere. Il circolo Grazia De ledda, con sede in via Baganzola 7, luogo di incontro storico tra la comunità sarda e la città di Par ma, propone un convegno-evento sul tema del linguaggio (Lingue madri), fonte della cultura dei territori e troppo spesso strumento di divisione e di frattura.

L'Fmi: al posto del dollaro Usa una moneta di riserva globale ( da "Giornale.it, Il" del 07-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina, in particolare, insiste per l'emissione da parte del Fmi di nuovi «diritti speciali di prelievo», la moneta immateriale del Fondo che viene calcolata attraverso il rapporto fra il dollaro Usa e le altre tre principali divise mondiali (euro, yen e sterlina).

La sfida dell'attrice di Bollywood: ( da "Corriere della Sera" del 07-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Un format per un verso figlio della globalizzazione tv, come «Chi vuol essere milionario» immortalato nel film «The millionaire » di Danny Boyle (e prima nel romanzo «Le dodici domande » di Vikas Swarup). O come il Grande fratello indiano a cui Rakhi, peraltro, aveva partecipato.

sempre più ragazzi alla scoperta del mondo ( da "Messaggero Veneto, Il" del 07-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: «Quello che ha colpito me e mia moglie - racconta Dario Fantin - è che alla fine i ragazzi sono gli stessi, sia che crescano qui che in paesi lontani. Le problematiche degli adolescenti sono le stesse, la globalizzazione e internet hanno sicuramente favorito anche questo processo». Martina Milia

cultura gallurese, programmi di rilancio - tonio biosa ( da "Nuova Sardegna, La" del 07-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: invadente processo di globalizzazione, della cultura e della lingua di questa specifica e diversa regione all'interno della Sardegna. Una serie di incontri del gruppo direttivo è valso in questi mesi a predisporre un programma di interventi ritenuti indispensabili a far tornare viva e attiva un'associazione sorta una quindicina di anni fa ad opera di amanti e cultori di cose galluresi,

l'islam e i timori per il dollaro - alessandro volpi ( da "Tirreno, Il" del 07-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: internazionale degli Usa si rafforzi. Per Obama è fondamentale scongiurare pericoli di un ulteriore deterioramento dei rapporti con le monarchie del Golfo, che dopo Cina e Giappone sono le principali titolari del debito pubblico americano e hanno in mano le sorti del dollaro perché a loro spetta la scelta in merito alla valuta di riferimento negli scambi petroliferi.

Clinton: Usa potrebbero reinserire Nordcorea in lista terrorismo ( da "Reuters Italia" del 07-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: anche se altre sanzioni rimangono in piedi per effetto del primo test nucleare nel 2006. La Clinton ha detto di aspettarsi dal Consiglio di sicurezza dell'Onu una dura risoluzione sulle sanzioni alla Nordcorea con il sostegno di Cina e Russia, che finora hanno ostacolato queste misure con il loro potere di veto. Continua...

PER VENT'ANNI ABBIAMO VISSUTO SOTTO L'ALA DI UN TURBINE: GLOBALIZZAZIONE ECONOMICA E TRASFORMA... ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 07-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globalizzazione economica e trasformazione politica. Due metamorfosi insieme: post-industriale e post-democristiana. L'Italia di oggi ci restituisce per mille segni l'immagine di un Paese provato, che perde colpi di continuo. E soprattutto con un motore politico penosamente inadeguato, incapace di autentica innovazione,

Tiganii din Clejani au votat lautareste, dupa ureche ( da "Romania Libera" del 07-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Incercam sa aflam cine e, dar brusc curajul ii dispare si da un pas inapoi spre masina din care manelele continua sa faca zgomot. "Cine sunt eu aici stie toata lumea." Stefanesti, Ilfov: "Daca se fac nereguli, se fac in liniste" Satul stefanestii de Jos parea ieri ca incearca sa-si spele pacatele dupa scandalul de la alegerile locale de anul trecut.

Bagnasco: poco efficaci i rimedi per contrastare la crisi economica ( da "Libertà" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Bagnasco aveva fatto un breve accenno alla globalizzazione affermando che «ambiva a porsi come il destino maturo del mondo» ma che invece, «stando al volto che finora ha dato di sè, ha mostrato i lati della sua fragilità e l'incompiutezza rispetto alla necessaria vocazione ad essere strumento costruttivo per il bene dei Paesi e dei popoli».

bagnasco: "disoccupazione, si fa troppo poco" - nadia campini ( da "Repubblica, La" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: In precedenza Bagnasco aveva fatto un breve accenno anche al tema della globalizzazione affermando che «ambiva a porsi come il destino maturo del mondo» ma che invece, «stando al volto che finora ha dato di sé, ha mostrato i lati della sua fragilità e l´incompiutezza rispetto alla necessaria vocazione a essere strumento costruttivo per il bene dei paesi e dei popoli».

Corea del Nord, 12 anni a due giornaliste Usa ( da "Corriere.it" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: due giornaliste Usa condannate a 12 anni di lavori forzati Ling e Lee, reporter di Current Tv, stavano realizzando un reportage sui rifugiati nordcoreani in Cina PYONGYANG - Le due giornaliste statunitensi arrestate a marzo in Corea del Nord sono state condannate a 12 anni di lavori forzati per ingresso illegale nel paese.

COREA DEL NORD, DUE GIORNALISTE USA CONDANNATE A 12 ANNI DI LAVORI FORZATI ( da "Wall Street Italia" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Corea del Nord, due giornaliste Usa condannate a 12 anni di lavori forzati -->Ling e Lee, reporter di Current Tv, stavano realizzando un reportage sui rifugiati nordcoreani in Cina

Duello all'ultimo voto Pd-Pdl per il primato I veri vincitori Lega e Idv ( da "Corriere delle Alpi" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la crisi di rigetto alla globalizzazione che spinge gli elettori a chiedere protezione, ad alzare barriere e muri invece di abbatterli. E' un voto che punisce i governi della Ue: spazzato via per lo scandalo dei rimborsi spesa a luci rosse, il premier inglese Gordon Brown si appresta a lasciare Downing Street dopo 17 anni di governo dei laburisti,

Gobbo: Lega regina della Marca ( da "Tribuna di Treviso, La" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: perché siamo stati noi a denunciare a livello europeo i danni della globalizzazione, che in questi mesi ha fatto chiudere le nostre fabbriche. La gente lo ha capito e ci vuole mandare là». Raggiante il segretario provinciale del Carroccio Toni Da Re: «A parte il testa a testa nel capoluogo, dove il Pdl è forte, la provincia si conferma terra leghista.

Gianmario Bonzi Mantova DOPO OLTRE UN MESE di collegiali (il primo raduno è iniz... ( da "Giorno, Il (Milano)" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Italia di Andrea Anastasi affronterà in un doppio confronto la Cina, prima tappa verso le Final Six della manifestazione, con Usa (oro olimpico) e Olanda altre avversarie del girone. Per approdare direttamente a Belgrado (22-26 luglio) gli azzurri dovranno vincere il proprio raggruppamento, o, altrimenti, affidarsi alle incognite di una possibile, ma non certa, Wild Card.

Ai primi di luglio (o a fine giugno) dovrebbe aggregarsi alla squadra anche il capitano Valerio Verm... ( da "Giorno, Il (Milano)" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: dovrebbe aggregarsi alla squadra anche il capitano Valerio Vermiglio, palleggiatore di Macerata. Con lui in regia gli azzurri affronteranno l'Olanda a Mantova (3 e 5 luglio), gli Usa in trasferta a Hoffman Estates nell'Ilinois (10-11 luglio) e la Cina a Nanjing (17-18 luglio). Poi le eventuali finali in Serbia (22-26 luglio).

AL seggio ieri in mattinata anche Alfredo Cazzola, candidato civico appoggiato da Pdl e Lega. Un po&... ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: «Il record dell'affluenza bolognese non c'era già più fa notare Pasquino . La partecipazione ormai è altrove, a Ravenna ad esempio. Non è solo disaffezione. E' che siamo diventati globalizzati ma soprattutto vecchi. Bologna è una città di anziani».

Occhiali e lenti a contatto: la passione di tutta una vita ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: molto importanti in una società sempre più globalizzata». Niente festa di addio. «Perché nel cuore non è una festa. Si chiude un ciclo importantissimo della mia vita. Capisco che magari sarò più libero ma è stato un ciclo fondamentale, ho trovato la mia strada e attività che mi ha consentito di realizzare le cose che volevo realizzare».

In un frangente nella storia dell'immaginario, la città, topos di progresso, era c... ( da "Messaggero, Il" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: attuale stadio globalizzato, dove la «città onnivora» sacrifica le esigenze del singolo a quelle di un capitalismo ateo che trasforma i cittadini in "utenti", sposta l'auto-narrazione sociale, da una proiezione utopica, ad una "distopica". In altri termini, secondo la suggestiva tesi di Luca Mencacci (L'eclissi dell'utopia urbana,

Nord Corea condanna giornaliste Usa a 12 anni lavori di forzati ( da "Reuters Italia" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: lavoravano a un servizio al confine tra Corea del Nord e Cina. Il processo contro di loro era iniziato giovedì scorso. "Il processo ha confermato il grave crimine che hanno commesso contro la nazione coreana e l'attraversamento illegale del confine mentre sono già state accusate e condannate entrambe a 12 anni di rieducazione attraverso il lavoro", ha reso noto l'agenzia stampa.

Il trattato firmato il 13 dicembre 2007 a Lisbona dai capi di Stato e di governo dei 27 Stati me... ( da "Messaggero, Il" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Per affrontare temi quali la globalizzazione, i mutamenti climatici, l'evoluzione demografica, la sicurezza e l'energia gli europei guardano all'UE. Il trattato rafforzerà la partecipazione democratica in Europa e la capacità dell'UE di promuovere gli interessi dei propri cittadini.

Appartenenza riflessa nel web ( da "Sole 24 Ore, Il" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il venir meno di confini certi per la globalizzazione, e l'emergere di inedite potenzialità di relazione in rete, contribuiscono ad alimentare la necessità di una rimessa a fuoco del concetto di comunità per il mondo contemporaneo, sia sul piano filosofico, sia su quello dell'appartenenza sociale.

La cinese ora è un rischio ( da "Corriere Economia" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: quindi a usare il dollaro come moneta per gli scambi internazionali e a comprare titoli di Stato Usa. I dirigenti del regime comunista da parte loro hanno promesso di andare a Washington in luglio per il primo incontro del nuovo «Dialogo Strategico ed Economico Usa-Cina », un G2 destinato ad eclissare gli altri vertici fra superpotenze, ristretti (G7 e G8) o allargati che siano (G20).

Corea del Nord, giornaliste Usa condannate ai lavori forzati ( da "Repubblica.it" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: emittente con sede a San Francisco fondata dall'ex vicepresidente Usa Al Gore. Il governo Usa si è detto "molto preoccupato" per la condanna. Le due giornaliste erano state fermate il 17 marzo al confine tra la Cina e la Corea del Nord, insieme alla loro guida cinese, mentre il cameraman che viaggiava con loro era riuscito a sfuggire all'arresto.

Quella vocazione atlantica di Fiat ( da "Corriere Economia" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: confronto su scala mondiale come quello che sta delineandosi nella post globalizzazione tra Russia e Usa e tra Usa e Cina. Di qui il ruolo strategico che in questa luce assumono i rapporti tra Fiat e Chrysler. Essi sono essenziali per garantire il legame transatlantico impersonificato dalla Fiat, il cui ruolo a questo proposito è sempre stato indispensabile per l'Italia e per gli Usa.

NordCorea, condannate giornaliste Usa Casa Bianca preoccupata: siano liberate ( da "TGCom" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: erano state fermate il 17 marzo al confine tra la Cina e la Corea del Nord: stavano realizzando un reportage sui rifugiati nordcoreani in Cina. Immediata la reazione di Washington. "Siamo impegnati attraverso tutti i canali per arrivare alla loro liberazione", ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato, Ian Kelly, confermando le preoccupazioni Usa per la condanna.

Pyongyang può tornare nella lista nera degli Usa ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina e Russia, due potenze con diritto di veto nel consiglio di sicurezza che hanno finora ostacolato iniziative contro Pyongyang. Gli esperimenti atomici nordcoreani, più del rischio di attacchi nucleari da parte del paese, hanno scatenato la paura di spinte alla proliferazione nucleare e sollevato lo spettro della vendita di ordigni e tecnologie di distruzione di massa a organizzazioni

Sinistra mia, troppe incertezze ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: destra il primato della lotta alla globalizzazione. Il voto registra anche una netta impennata dell'astensionismo: colpa della campagna elettorale che è stata fatta o della disaffezione per un'Europa senz'anima? Come stupirci dell'astensione? In campagna elettorale da noi si ritenevano virtuosi se parlavano delle misure per le famiglie del governo anziché della famiglia di Berlusconi.

Megacomunità in campo per gestire le sfide globali ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Eventi del Sole Megacomunità in campo per gestire le sfide globali In epoca di rapida globalizzazione e crescita, il mondo interconnesso esige una rinnovata consapevolezza e una rivoluzione nel modo di guardare i problemi. è una sfida cui non possono sottrarsi i leader delle organizzazioni di tre ambiti chiave: le imprese, il settore pubblico e la società civile.

La Nordcorea condanna due giornaliste Usa ( da "Affari Italiani (Online)" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Laura Ling ed Euna Lee erano state arrestate al confine tra Cina e Corea del Nord il 17 marzo scorso mentre realizzavano un reportage sui rifugiati. Le guardie di frontiera di Pyongyang le hanno catturate lungo il fiume Tumen che segna il confine tra i due Paesi. "I nostri pensieri sono per le famiglie delle due giornaliste in questi momenti cosi' difficili" ha detto Kelly,

la enrico fernandez impresa ultracentenaria ( da "Tirreno, Il" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il 70% del fatturato della società è diretto al mercato estero (Europa, Usa, Canada, Giappone, Cina) mentre in Italia i prodotti sono presenti sugli scaffali di numerosi supermercati, in particolare Esselunga, Pam e in tutti gli Autogrill nazionali.

duello all'ultimo voto pd-pdl per il primato i veri vincitori lega e idv - albino salmaso ( da "Mattino di Padova, Il" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la crisi di rigetto alla globalizzazione che spinge gli elettori a chiedere protezione, ad alzare barriere e muri invece di abbatterli. E' un voto che punisce i governi della Ue: spazzato via per lo scandalo dei rimborsi spesa a luci rosse, il premier inglese Gordon Brown si appresta a lasciare Downing Street dopo 17 anni di governo dei laburisti,

Nord-Corea, condannate due giornaliste americane ( da "Stampaweb, La" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Sono state arrestate alla frontiera fra Corea del Nord e Cina, mentre lavoravano ad un servizio sui nordcoreani in fuga oltre il fiume TUmen. La loro condanna giunge in un momento di forte tensione, con il Consiglio di Sicurezza dell?Onu che sta lavorando a nuove sanzioni contro la Corea del Nord che il 25 maggio ha effettuato un secondo test nucleare.

NORD COREA: CONDANNATE A 12 ANNI DI LAVORI FORZATI 2 GIORNALISTE AMERICANE ( da "Wall Street Italia" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Nord Corea: condannate a 12 anni di lavori forzati 2 giornaliste americane -->Due reporter statunitensi di Current Tv, sono state arrestate e condannate a dodici anni di lavori forzati. Stavano preparando un'inchiesta sui rifugiati nordcoreani in Cina. Gli Usa: "Siamo molto preoccupati"

COREA DEL NORD, GIORNALISTE USA CONDANNATE AI LAVORI FORZATI ( da "Wall Street Italia" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: giornaliste Usa condannate ai lavori forzati -->Euna Lee e Laura Ling di Current Tv erano state fermate il 17 marzo al confine con la Cina L'accusa: "intenti ostili" e "grave crimine contro la nazione" Corea del Nord, giornaliste Usa condannate ai lavori forzati Condannate a dodici anni di "correzione attraverso il lavoro" Il governo americano si è detto "

Due giornaliste USA condannate in Corea per un documentario sui rifugiati. Appello.. ( da "Blogosfere" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: e stavano realizzando in Corea del Nord un reportage sui rifugiati nordcoreani in Cina. Il loro processo, dopo essere state catturate dal governo nord coreano, si è concluso con una dura condanna a ben 12 mesi di lavori forzati. Ovvio che la condanna non sia arrivata per questa motivazione, ma sia legata al fatto che sarebbero entrate illegalmente all'interno dello stato coreano.

Corea del Nord: dodici anni di lavori forzati per due giornaliste Usa ( da "Cittàdellaspezia.com" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: due giornaliste americane, arrestate a marzo in Corea del Nord con l'accusa di ingresso illegale nel paese, sono state condannate a dodici anni di lavori forzati. Sono due corrispondenti americane di origini asiatiche, croniste di Current Tv, che stavano realizzando un reportage sui rifugiati nordcoreani in Cina.

Nordcorea: 12 anni a giornaliste usa ( da "KataWeb News" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Laura Ling ed Euna Lee erano state arrestate al confine tra Cina e Corea del Nord il 17 marzo scorso mentre realizzavano un reportage sui rifugiati. Le guardie di frontiera di Pyongyang le hanno catturate lungo il fiume Tumen che segna il confine tra i due Paesi. "I nostri pensieri sono per le famiglie delle due giornaliste in questi momenti così difficili" ha detto Kelly,

Quadro politico italiano nei prossimi anni ( da "Blogosfere" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: finché queste non seguiranno il neoconservatorismo di Obama (destatalizzando di più di questo e globalizzando come Obama). In secondo luogo, la necessità di uno sparigliamento. Si va verso un TRIpartitismo? Non so, ma di sicuro sarebbe l'unico modo per evitare la cristallizzazione di questo quadro, altrimenti destinata a prolungarsi per molto tempo.

FEBBRE SUINA ( da "TGCom" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Nagin doveva solo fare scalo nella città cinese diretto in Australia per un convegno. Al momento in Cina sono stati confermati 108 casi. In Italia 37 ammalati Nella penisola sono saliti intanto a 37 le persone che hanno contratto il virus della nuova influenza. Nessuno, tuttavia, ha avuto gravi complicanze.

Dollaro, il coltello adesso passa dalla parte dei paesi creditori ( da "Affari e Finanza (La Repubblica)" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Ora lo pretende la Cina, una nazione creditrice che ha intenzione di fissare nuove regole del sistema monetario internazionale in modo che ad essere avvantaggiati non siano più, come è avvenuto fino a poco tempo fa, i Paesi debitori. Se il nuovo ordine monetario internazionale non sarà più fatto a Bretton Woods come nel 1944 e neanche a Washington nel 1971,

Piattaforme uniche per modelli diversi di treni e di metrò ( da "Affari e Finanza (La Repubblica)" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Export, produzione a fianco dei big, e poi ancora tanta innovazione. Questa è la ricetta per vincere la sfida della globalizzazione. Firema, per il triennio 20072010, ha messo sul piatto investimento pari a 26 milioni di euro. Scopri come ricevere sul tuo cellulare Repubblica Gold condividi

12:34 CRISI: OCSE, INDICATORE APRILE MOSTRA CHE IL PEGGIO E' PASSATO ( da "Agi" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Giappone e negli Usa. Nelle economie non-Ocse, l'indicatore invece appare ancora puntato sul negativo, benche' segnali di migliore auspicio siano rilevati in India e Cina, dove si risale a 94,3 punti ad aprile dai 93,4 di marzo, un dato positivo oltre la Grande Muraglia per il terzo mese consecutivo.

SPERONE. SI è MESSA IN MOTO LA MACCHINA ORGANIZZATIVA PER LA REALIZZAZIONE DELLA SESTA EDIZIONE... ( da "Mattino, Il (Avellino)" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: come necessità primaria per il consolidamento di percorsi etico-morali attraverso i quali strutturare una società aperta al mondo, alla solidarietà verso il prossimo, senza confini geografici ed etnici, senza pregiudiziali culturali e religiose, dove il concetto di globalizzazione sia l'espressione più eloquente di un'armonizzazione, senza frontiere, dei popoli e delle civiltà».

LO STEMMA DI TOTò E UN GRAZIE ALLA POLIZIA ROSA ARBOLINO - ASS. ENRICO CARUSO&#... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 08-06-2009) + 2 altre fonti
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Arrivano tutti dalla Cina e neppure un centesimo dell'immane spesa costituita anche da fondi pubblici (negli Usa il contributo governativo è di 40 dollari) per dotare le famiglie del decoder finisce nelle tasche dei lavoratori europei o americani. I produttori di microchip indispensabili per la loro realizzazione, colpiti dal calo di vendite di cellulari e computer,

Corea del Nord, giornaliste Usa condannate ai lavori forzati ( da "KataWeb News" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: giornaliste Usa condannate ai lavori forzati 8 giugno 2009 alle 14:12 — Fonte: Homepage">repubblica.it — 0 commenti Euna Lee e Laura Ling di Current Tv erano state fermate il 17 marzo al confine con la Cina L'accusa: "intenti ostili" e "grave crimine contro la nazione" Condannate a dodici anni di "correzione attraverso il lavoro"

Corea del Nord, condannate due giornaliste Usa ( da "Corriere.it" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: due giornaliste Usa condannate a 12 anni di lavori forzati Ling e Lee, reporter di Current Tv, stavano realizzando un reportage sui rifugiati nordcoreani in Cina PYONGYANG - C'è «grande preoccupazione» a Washington per la condanna inflitta a due giornaliste americane di origini asiatiche arrestate in Corea del Nord: dodici anni di lavori forzati per ingresso illegale nel Paese.

PREPARATEVI A UN FORMIDABILE RIALZO DEL DOLLARO ( da "Wall Street Italia" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: E ora lo pretende la Cina, una nazione creditrice che ha intenzione di fissare nuove regole del sistema monetario. --> Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell' autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

Europee/ Fassino: Pd è primo partito progressista, preziosa... ( da "Virgilio Notizie" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Molti mesi fa avevo utilizzato una metafora che si è confermata vera, dicendo che la 'globalizzazione sull'uscio di casa' stava producendo paure e inquietudini profonde e diffuse: paura per la crisi economica, per l'immigrazione, per l'incertezza del futuro, per il venire meno di certezze quotidiane di reddito, di lavoro e di vita".

Lang Lang, una scossa alle abitudini ( da "Sicilia, La" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Poiché risiede negli Usa, e viaggia tutto l'anno, solo raramente Lang Lang torna in Cina. Ma il suo legame con i genitori che lo hanno sostenuto fin da quando aveva cinque anni, con gli insegnanti del conservatorio dove ha studiato, con gli aspiranti pianisti di tutto il paese ai quali tiene delle affollatissime "masterclass",

ARMI: LA CRISI NON COLPISCE L'INDUSTRIA, SPESA +4% NEL 2008. ( da "Asca" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: in armamenti ci sarebbero gli Usa, con 607 miliardi di dollari annuali, la Cina (84,9 miliardi), la Francia (65,74), la Gran Bretagna (65,35), la Russia (58,6), la Germania (46,87), il Giappone (46,38) e l'Italia (40,69). ''Dal 2002 il valore delle vendite di armi e' cresciuto del 37% in termini reali'', avverte il Sipri.

Corea del Nord, giornaliste americane condannate ai lavori forzati ( da "RomagnaOggi.it" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: giornaliste americane arrestate il 17 marzo scorso al confine tra Cina e Corea del Nord. Entrambe, Euna Lee and Laura Ling, infatti, sono state condannate a dodici anni di lavori forzati per ingresso illegale nel paese. Le due, che stavano realizzando reportage sui rifugiati nordcoreani in Cina per la serie Vanguard, erano state accuse essere entrate illegalmente nel Paese con intenti "

Due giornaliste USA condannate in Corea per un documentario sui rifugiati. Appello. ( da "KataWeb News" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 0 commenti Lavoravano per Current TV, la Tv satellitare fondata da Al Gore. Si chiamano Euna Lee r Laura Ling, sono americane di origini asiatiche e stavano realizzando in Corea del Nord un reportage sui rifugiati nordcoreani in Cina. Il loro processo, dopo essere state catturate dal governo nord coreano, si è...

ALERT USA: PERICOLO STAGFLAZIONE ( da "Wall Street Italia" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: economia mondiale - in particolare in Cina, il maggiore consumatore di minerali ferrosi, zinco, rame e caucciu? - e l?indebolimento del dollaro, che negli ultimi tre mesi ha perso l?11%. Il rialzo delle quotazioni delle materie prime ricorda quello registrato negli anni ?70 e a inizio anni ?

DOLLARO, PREPARATEVI A UN FORMIDABILE RIALZO ( da "Wall Street Italia" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: E ora lo pretende la Cina, una nazione creditrice che ha intenzione di fissare nuove regole del sistema monetario. --> Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell' autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

08:58 NORDCOREA: 12 ANNI A GIORNALISTE USA ( da "Agi" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Laura Ling ed Euna Lee erano state arrestate al confine tra Cina e Corea del Nord il 17 marzo scorso mentre realizzavano un reportage sui rifugiati. Le guardie di frontiera di Pyongyang le hanno catturate lungo il fiume Tumen che segna il confine tra i due Paesi. "I nostri pensieri sono per le famiglie delle due giornaliste in questi momenti cosi' difficili" ha detto Kelly,

BORSE Giù (FTSE MIB -1.39%) - GOVERNO USA FA PRESSIONI SU CORTE SUPREMA PER VENDITA CHRYSLER A FIAT ARMANI: NIENTE SOCI Nè BORSA - ALITALIA: 1 MESE PER ACCETTARE OFFERTA GOVERNO ( da "Dagospia.com" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: della Cina settentrionale. Che, insieme a un chiaro interesse manifestato per investimenti cinesi nel turismo italiano, e' uno dei primi risultati della missione in Cina del viceministro dello sviluppo economico Adolfo Urso. L'accordo tra la Simest e il Tianjin East Port sara' firmato domani e prevede la creazione di una infrastruttura per lo scambio commerciale tra i due Paesi.

Così si fa! A Steven Chu e alla Cina piacciono l'eco-edilizia made in Italy ( da "e-gazette" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ha messo in evidenza che il riconoscimento del ministro Usa conferma il successo della visione della cooperazione ambientale con la Cina, ?che ha puntato alla promozione delle migliori tecnologie italiane per rispondere alla domanda di sviluppo sostenibile che cresce dall?interno della dinamica economia cinese?

Scampato pericolo ( da "AprileOnline.info" del 08-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globalizzazione vissuta con una crisi economica intensa, il rifugio che avrebbe dovuto essere rappresentare dall'Europa non solo non funziona ma induce una reazione di paura e di chiusura se non di rigetto. La parallela crisi del socialismo europeo, pur con qualche modesta eccezione, conferma una insufficienza progettuale che lascia aperta la porta a questi ripiegamenti reazionari,


Articoli

È il luogo dell'ars amandi dove il sacrificio diventa necessario (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 07-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

COME SI ESPRIME LA DOMANDA È il luogo dell'ars amandi dove il sacrificio diventa necessario C'è ancora spazio nel mondo globalizzato per chi vuole «costruire insieme»?

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Regno unito o Irlanda L'inglese s'impara con le vacanze-studio (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 07-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

CAMBRIDGE SCHOOL Regno unito o Irlanda L'inglese s'impara con le vacanze-studio Il motto della Cambridge School di Biella, di via Schiapparelli 12 è «non è mai troppo presto». Mai troppo presto per incominciare ad imparare la lingua inglese, mai per approfondirla, mai per andare nelle terre dove si ritrova nella società la madre lingua dei docenti che insegnano a Biella. Spiega il direttore didattico e docente Dick Reville: «Le vacanze-studio o i soggiorni-studio rappresentano uno dei settori cui dedichiamo la massima attenzione. Molti ragazzi delle superiori si recano nel Regno Unito e in Irlanda durante la pausa estiva, un'ottima scelta anche per chi desidera migliorare la lingua». Il consiglio è quindi di approfittare delle vacanze perché «scegliamo College e famiglie selezionate per vivere fino in fondo le realtà locali». Anche il mito di Londra va ridimensionato per le vacanze-studio. Chiarisce infatti Dick Reville: «Esistono città di provincia, sia nel Regno Unito che in Irlanda, con ottime scuole che appunto essendo meno frequentate accentuano l'inserimento. In queste sedi è anche più facile trovare tratti di carattere che meglio si avvicinano a quello italiano e così spesso i nostri ragazzi tornano con un amico in più che durerà tutta la vita, con visite reciproche, un interscambio ottimo sia sotto il profilo linguistico che umano». Sempre per le scuole, pensando agli alunni delle elementari e delle medie inferiori, aggiunge: «Nella nostra sede durante le vacanze l'approccio sarà adeguato all'età perché l'ambiente rilassato all'interno di un piccolo gruppo favorisce il parlare e il capire, oltre a ripassare i vocaboli già conosciuti arricchendoli ed ampliandoli». E siccome i destinatari in questo caso dipendono dai genitori per il trasporto «abbiamo orari sia al mattino che al pomeriggio in modo da non intralciare, ma anzi favorire la gestione familiare. Si possono scegliere ''moduli'' di una o più settimane fino a tutto luglio, e ricominciare a settembre. Siamo qui per concordare l'orario migliore». Ci sono adulti che partiranno per le vacanze all'estero dove la lingua inglese rappresenta nel concreto la via esclusiva per comunicare in un mondo globalizzato ed il direttore didattico della Cambridge School of Biella dice ancora: «A quanti possiedono già una base scolastica offriamo corsi brevi per ripassare soprattutto le nozioni discorsive adatte anche agli spostamenti. Per quanti sono completamente digiuni di inglese abbiamo pensato a corsi che definisco ''di sopravvivenza'' con i quali è possibile ottenere quel minimo che si dimostrerà indispensabile giunti a destinazione, come ordinare un piatto del menù che corrisponda a quanto desiderato».

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Per il made in Italy gli "007" del lusso (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 07-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

La storia PRESTO ANCHE A PECHINO FENOMENO DILAGANTE Per il made in Italy gli "007" del lusso Tredici funzionari nei luoghi più caldi della contraffazione FABIO POZZO La sede non è ancora coperta per problemi di accreditamento Il viceministro Urso «Su dieci prodotti italiani nove sono imitati» Il fronte di battaglia Indossa un vestito sartoriale, con tanto di gilet, nonostante il caldo torrido di Saigon. «Patisco l'aria condizionata», spiega nella lounge dell'Hyatt Hotel. «Mister X», chiamiamolo così, è una «sentinella» del made in Italy. Una via di mezzo tra uno «007» e un diplomatico, che Roma ha spedito in Vietnam per tenere d'occhio l'industria locale del falso. Sono tredici, in tutto, le «antenne». Per ora. A breve sarà infatti coperta anche la sede di Pechino, non appena saranno risolti i problemi di accredito col governo cinese. «Mister X», e i suoi colleghi, sono funzionari del ministero dello Sviluppo economico e dell'Ice, l'Istituto per il commercio estero. In missione permanente all'estero. Anzi, in trincea, nei luoghi più «caldi» dell'industria globale della contraffazione. Perché di guerra si tratta. La falsificazione delle griffe e l'imitazione di prodotti di lusso e di largo consumo, dai manifatturieri ai medicinali (il più gettonato è il Viagra), dai software ai generi alimentari, è ormai diventata un flagello: Wto e Ocse stimano che il 10% degli scambi mondiali viaggi sui binari della «patacca», per un controvalore di circa 450 miliardi di dollari. Si tratta, insomma, di un'industria vera e propria, che negli ultimi dieci anni ha registrato un'impennata del 1600%. Le conseguenze? Anzitutto, la scomparsa di 270 mila posti di lavoro - veri - nel mondo, dei quali 125 mila in Europa e più di 40 mila in Italia. Il Paradiso del falso è il Sudest asiatico, cui spetta il 70% della produzione dei prodotti «taroccati» che invadono il pianeta. Tirano la fila, sul fronte orientale, Cina e Corea del Sud. Subito dopo, però, c'è l'Italia, cui spetta la (disonorevole) prima posizione in Europa. Nel Bel Paese l'industria del falso, secondo il Censis, l'anno scorso ha fatturato oltre 7 miliardi di euro, con un mancato introito fiscale per l'Erario di 5,2 miliardi. È un sistema consolidato, che lungo la Penisola dà lavoro, prevalentemente in «nero», nelle aree del Napoletano, nell'hinterland milanese e nel distretto di Prato. «In principio detenevamo la leadership: in pratica, copiavamo noi stessi. Poi, le cose sul fronte interno sono migliorate: norme più severe, la punibilità anche per chi acquista, controlli più serrati. L'anno scorso i sequestri in Italia di prodotti falsificati sono raddoppiati (94,9 milioni di unità, ndr. ) rispetto al 2007» spiega il viceministro alle Attività produttive, Adolfo Urso. Non si deve però pensare soltanto alle classiche «patacche». «Sta crescendo d'importanza anche il problema delle indicazioni fallaci, vale a dire ad esempio quei capi d'abbigliamento la cui etichetta porta la dicitura "made in Italy" nonostante siano stati realizzati altrove. Ed è allarme anche per i prodotti eno-gastronomici italiani imitati, un fenomeno molto diffuso soprattutto negli Stati Uniti e in Canada». Il falso parmigiano, ad esempio. In Italia la presa di coscienza da parte del governo c'è stata. «Nel 2004 si sono moltiplicate le pressioni sul Wto ed è stata varata la legge istitutiva dei desk anti-contraffazione». E già, si chiamano così, in gergo burocratico, le «sentinelle» del made in Italy. «Questi funzionari coprono tutte le aree a rischio del mondo. Forniscono assistenza alle imprese, attivano campagne informative e segnalazioni al governo», spiega Urso. È una sorta di rete, insomma, il cui vertice vede una direzione nazionale, che fa capo al ministero dello Sviluppo economico, e un Consiglio nazionale per la lotta contro la contraffazione (che ha preso il posto dell'Alto commissario). «E presto arriverà anche un'unità centrale, che coordinerà il servizio» annuncia il viceministro. Ci sono le «sentinelle», che monitorano in loco l'industria del falso e intervengono quando il livello di guardia si alza («Ma nessuna repressione: non sono poliziotti», precisa Urso), e poi c'è il governo, che «svolge un'azione di denuncia politica, di pressione e anche di lobbing, specialmente negli Usa» spiega ancora il viceministro. Che anticipa nuove battaglie: «Da un lato, la promozione del made in Italy, anche con stanziamenti straordinari (sono previsti 20 milioni di euro, ndr.), dall'altro nuovi interventi su Bruxelles». Ha fatto bene, dice Urso, «il ministro Frattini a uniformare le regole europee in materia doganale. Ma tra le norme e l'applicazione c'è ancora il mare». E soprattutto i porti, che sono «gruviere» per container carichi di merci contraffatte. «Aiuterebbe rendere obbligatoria in tutta l'Unione europea l'etichettatura che certifichi la provenienza del prodotto, come hanno fatto gli Usa e la Cina. La nostra proposta giace dal 2003: ci sono resistenze tedesche e britanniche. Speriamo che la nuova commissione la sblocchi, nel secondo semestre dell'anno». Urso insiste anche sulla necessità di un commissario Ue ad hoc: «Ve ne sono 27, non tutti con deleghe ugualmente importanti». Perché, se non si è ancora compreso, c'è una guerra da combattere. «Su dieci prodotti italiani, nove sono imitati».

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Indossa un vestito sartoriale, con tanto di gilet, nonostante il caldo torrido di Saigon. Pati... (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 07-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Indossa un vestito sartoriale, con tanto di gilet, nonostante il caldo torrido di Saigon. «Patisco l'aria condizionata», spiega nella lounge dell'Hyatt Hotel. «Mister X», chiamiamolo così, è una «sentinella» del made in Italy. Una via di mezzo tra uno «007» e un diplomatico, che Roma ha spedito in Vietnam per tenere d'occhio l'industria locale del falso. Sono tredici, in tutto, le «antenne». Per ora. A breve sarà infatti coperta anche la sede di Pechino, non appena saranno risolti i problemi di accredito col governo cinese. «Mister X», e i suoi colleghi, sono funzionari del ministero dello Sviluppo economico e dell'Ice, l'Istituto per il commercio estero. In missione permanente all'estero. Anzi, in trincea, nei luoghi più «caldi» dell'industria globale della contraffazione. Perché di guerra si tratta. La falsificazione delle griffe e l'imitazione di prodotti di lusso e di largo consumo, dai manifatturieri ai medicinali (il più gettonato è il Viagra), dai software ai generi alimentari, è ormai diventata un flagello: Wto e Ocse stimano che il 10% degli scambi mondiali viaggi sui binari della «patacca», per un controvalore di circa 450 miliardi di dollari. Si tratta, insomma, di un'industria vera e propria, che negli ultimi dieci anni ha registrato un'impennata del 1600%. Le conseguenze? Anzitutto, la scomparsa di 270 mila posti di lavoro - veri - nel mondo, dei quali 125 mila in Europa e più di 40 mila in Italia. Il Paradiso del falso è il Sudest asiatico, cui spetta il 70% della produzione dei prodotti «taroccati» che invadono il pianeta. Tirano la fila, sul fronte orientale, Cina e Corea del Sud. Subito dopo, però, c'è l'Italia, cui spetta la (disonorevole) prima posizione in Europa. Nel Bel Paese l'industria del falso, secondo il Censis, l'anno scorso ha fatturato oltre 7 miliardi di euro, con un mancato introito fiscale per l'Erario di 5,2 miliardi. È un sistema consolidato, che lungo la Penisola dà lavoro, prevalentemente in «nero», nelle aree del Napoletano, nell'hinterland milanese e nel distretto di Prato. «In principio detenevamo la leadership: in pratica, copiavamo noi stessi. Poi, le cose sul fronte interno sono migliorate: norme più severe, la punibilità anche per chi acquista, controlli più serrati. L'anno scorso i sequestri in Italia di prodotti falsificati sono raddoppiati (94,9 milioni di unità, ndr. ) rispetto al 2007» spiega il viceministro alle Attività produttive, Adolfo Urso. Non si deve però pensare soltanto alle classiche «patacche». «Sta crescendo d'importanza anche il problema delle indicazioni fallaci, vale a dire ad esempio quei capi d'abbigliamento la cui etichetta porta la dicitura "made in Italy" nonostante siano stati realizzati altrove. Ed è allarme anche per i prodotti eno-gastronomici italiani imitati, un fenomeno molto diffuso soprattutto negli Stati Uniti e in Canada». Il falso parmigiano, ad esempio. In Italia la presa di coscienza da parte del governo c'è stata. «Nel 2004 si sono moltiplicate le pressioni sul Wto ed è stata varata la legge istitutiva dei desk anti-contraffazione». E già, si chiamano così, in gergo burocratico, le «sentinelle» del made in Italy. «Questi funzionari coprono tutte le aree a rischio del mondo. Forniscono assistenza alle imprese, attivano campagne informative e segnalazioni al governo», spiega Urso. È una sorta di rete, insomma, il cui vertice vede una direzione nazionale, che fa capo al ministero dello Sviluppo economico, e un Consiglio nazionale per la lotta contro la contraffazione (che ha preso il posto dell'Alto commissario). «E presto arriverà anche un'unità centrale, che coordinerà il servizio» annuncia il viceministro. Ci sono le «sentinelle», che monitorano in loco l'industria del falso e intervengono quando il livello di guardia si alza («Ma nessuna repressione: non sono poliziotti», precisa Urso), e poi c'è il governo, che «svolge un'azione di denuncia politica, di pressione e anche di lobbing, specialmente negli Usa» spiega ancora il viceministro. Che anticipa nuove battaglie: «Da un lato, la promozione del made in Italy, anche con stanziamenti straordinari (sono previsti 20 milioni di euro, ndr.), dall'altro nuovi interventi su Bruxelles». Ha fatto bene, dice Urso, «il ministro Frattini a uniformare le regole europee in materia doganale. Ma tra le norme e l'applicazione c'è ancora il mare». E soprattutto i porti, che sono «gruviere» per container carichi di merci contraffatte. «Aiuterebbe rendere obbligatoria in tutta l'Unione europea l'etichettatura che certifichi la provenienza del prodotto, come hanno fatto gli Usa e la Cina. La nostra proposta giace dal 2003: ci sono resistenze tedesche e britanniche. Speriamo che la nuova commissione la sblocchi, nel secondo semestre dell'anno». Urso insiste anche sulla necessità di un commissario Ue ad hoc: «Ve ne sono 27, non tutti con deleghe ugualmente importanti». Perché, se non si è ancora compreso, c'è una guerra da combattere. «Su dieci prodotti italiani, nove sono imitati».

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Tracce leggere d'orientamento (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Brescia" del 07-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Edizione: 07/06/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:cultura Cultura&Spettacoli LEONI E ORARI Tracce leggere d'orientamento BIENNALE All'Arsenale e ai Giardini anche gli elettrodomestici diventano una costellazione di spie luminose Baldessari e Costa L'identità ibrida d'un piccolo individuo irretito, o piuttosto sballottato nel mondo globale, costretto a definirsi per quello che non è, o per quello che ha perduto. La complessa installazione di Fiona Tan nel Padiglione dell'Olanda forse è quella che aderisce meglio - pur non facendo parte della selezione diretta del direttore artistico Daniel Birnbaum - all'assunto legato alla fatica quotidiana del «Fare Mondi», tema della Biennale di Venezia 2009, tra elementi precari d'un viaggio sempre avventuroso, interrotto e minacciato, e rotte stabili tracciate da antiche culture d'uomini con la propria certezza plastica al centro dello spazio, scatole matematico-prospettiche, razionalismi. Fiona Tan (1966) è nata in Indonesia da padre cinese e da madre australiana: fuggirono in Australia dalla repressione attuata dal regime politico. Da oltre vent'anni vive nei Paesi Bassi. Si definisce «una straniera di professione» e le tre installazioni che compongono «Disorient» interagiscono tra personaggi su piccoli schermi ispirati alla ritrattistica del '600, il Secolo d'Oro olandese, il riaffiorare e il dissolversi della memoria insieme al decadere fisico della persona, e lo smarrirsi dell'Occidente nell'Oriente come alterità, da Marco Polo agli orientalismi recenti, nonostante tutti gli sforzi di catalogazione o di assimilazione, tra bottega delle meraviglie e cancellazione brutale dell'altro da sé. Cancellazione e chiusura in una gabbia d'acciaio protetta, tra pareti nere, in nome della sicurezza, coi vessilli di libertà, fraternità, eguaglianza alla base della democrazia che garriscono anneriti al di fuori, in un vortice di vento e in una luce perlacea che non sai se d'alba o crepuscolo, nell'installazione del francese Claude Léveque sulla Grande notte del Vecchio Mondo. Gabbie, bandiere al vento, specchi infranti La grande incapacità di «clarté», di lucidità di visione, la evocano anche gli specchi frantumati da Pistoletto nella mostra ufficiale all'Arsenale, lasciandone intatti solo due contrapposti in un riflettersi degli umani che non sai se sia di riverbero infinito, quindi di rigenerazione, o di narcisismo senza sbocchi, quindi di definitivo sperdimento (inghiottiti dall'immagine, dalla realtà virtuale, dalla simulazione che è diventata la nostra esperienza e quindi vera realtà quotidiana). Anche lo sparigliamento delle figurine e degli oggetti comuni collezionati dal tedesco Hans-Peter Feldmann, che li combina in maniera incongrua, ci costringe a soffermarci sul senso della vita odierna, proiettata nel roteare di una lanterna magica. E la circolarità che tenta di riordinare il mondo anche sul confine di aspre colonizzazioni è evocata nelle mappe del tibetano Gonkar Gyatso, che reinventa l'iconografia rituale dei dipinti thangka agglomerando caratteri cinesi e tibetani, adesivi, ritagli. Di oggetti trovati e ritagli sono fatte le stanze di Georges Adéagbo (Benin) disseminate nel percorso a dire della fatica, tra ondate colonizzatrici, di ricollegare in un sistema segni e oggetti. Sistemi leggeri, fili di luce, capelli intrecciati Sistemi dunque leggeri, come annuncia all'ingresso delle Corderie dell'Arsenale la bellissima architettura di luce intessuta sui sottili fili d'oro e rame della brasiliana scomparsa Lygia Pape, o ai Giardini lo svedese Öyvind Fahlström, antesignano d'un pop di levità giocosa con figure ritagliate, giochi in scatola e oggetti astratti che possono essere combinati e ricombinati tramite magneti, a fornire sistemi di riferimento in continuo aggiustamento. Così come la sudafricana Moshekwa Langa all'Arsenale, coi fili svolti da spolette, disegna le mappe d'una condizione nomade nella geografia e nel tempo, a dare memoria all'uso d'oggetti quotidiani, e Sheela Gowda tira per i capelli India antica e moderna, sospendendo paraurti metallici con capelli intrecciati, retaggio di offerte rituali ai templi. I Mondi nell'era della globalizzazione si fanno con vertiginosi innesti. E già i vecchi elettrodomestici - anch'essi hanno globalizzato il mondo - diventano una misteriosa costellazione di reperti nell'universo notturno del cinese Chu Yun, in cui ciascuno di quegli oggetti «esiste» solo con una spia luminosa. Ma è anche mappa del paesaggio artificiale che ha sostituito il naturale (e Venezia nelle divertenti cartoline di Aleksandra Mir assomma i luoghi di tutto il mondo): sul fondo delle Corderie la pakistana Ceal Floyer sbeffeggia la nostra vita sul crinale tra fatti e fattoidi, trasformando una piantina bonsai in gigantesco albero secolare, di quelli sotto cui ronza la vita d'un villaggio. E il villaggio africano vero e proprio, tra etnografia, riti millenari e video onnipresenti che riverberano tutto il mondo, è ricreato con ironia dal camerunese Pascale Marthine-Tayou. Villaggi e paludi Da un linguaggio all'altro, ecco scultura, disegno, pittura (anche gli italiani Roccasalva, Pessoli, Simone Berti), installazione, video (l'italiana Grazia Toderi con visioni notturne di città dall'alto che diventano pulsare cellulare e rombo di luce cosmica), teatrini d'ombre (la proiezione più pruriginosa di Paul Chan è ispirata a De Sade: le relazioni o irrelazioni tra gli umani - specie erotiche - si compongono in parallelo a geometrie primarie), tragitti in stanze da un colore violento all'altro, troncate da un'improvvisa cesura, del brasiliano Cildo Meireles; cesura riproposta dal cunicolo bianco di Casten Höller, in un totale spiazzamento dal contesto. Se la spagnola Silvia Ramo, con una sfera bianca che rotola mossa dal vento e riappare in soffio di fiocchi di carta, invita a rilanciare i suoi frammenti di racconto, qui l'arte interpreta ancora il pensiero debole, pur in istanze costruttive e autoriflessive (molto spazio al ripensamento dei propri moduli linguistici ed espressivi, oltre che dei propri schemi antropologico-culturali: persiste la catalogazione minuta, ossessiva, del proprio vissuto), oppure si volge decisamente all'ecologia, a dire che la prima forma da restituire al mondo è quella dell'uomo nella «natura naturante», come nel Giardino delle Vergini all'Arsenale dove Lara Favretto crea una palude, quasi a contrastare col brodo primordiale della vita il fascino orrifico della natura mutante e intricata nel fantasy in cui ci fagocita nel Padiglione delle Esposizioni la svedese Nathalie Djurberg. Nel Giardino delle Vergini, l'americana Miranda July eleva basamenti e cippi con scritte come moralità o epitaffi che dovrebbero indurci - facendoci noi monumento su quei piedistalli - a un ripensamento dei più banali gesti e travisamenti quotidiani. Prima di fare nuovi mondi, invita la Biennale di Birnbaum, imparate a rileggere i vostri mondi, a superarne gli squilibri come chi attraversa appigliandosi da atleta la stanza degli anelli di William Forsythe, ma anche come chi incrocia la bellissima videoinstallazione dell'americana Joan Jonas «Reading Dante», storica figura del Living Theatre che «riscrive» e recita la Commedia tra persone e gironi della nostra quotidianità. Fausto Lorenzi DA OGGI AL 22/11 La 53ª Esposizione Internazionale d'Arte dal titolo «Fare Mondi» apre al pubblico da oggi 7 giugno fino al 22 novembre ai Giardini, all'Arsenale, e in molti altri luoghi di Venezia. Orario 10-18, Giardini chiuso il lunedì (tranne 8 giugno e 16 novembre), Arsenale chiuso il martedì (tranne 9 giugno e 17 novembre). Biglietti: intero 18, ridotto 15, studenti e under 26 8. Family 38 (2 adulti + 2 under 14). Permanent Pass 60. Cataloghi Marsilio. www.labiennale.org 041 5218828 Il Leone d'oro è stato assegnato ieri agli Stati Uniti per la migliore partecipazione nazionale (Bruce Nauman) e al tedesco Tobias Rehberger quale migliore artista. Il Leone d'argento per il giovane più promettente giovane, è stato assegnato alla svedese Nathalie Djurberg. Due i Leoni d'oro alla carriera, già noti, a Yoko Ono e John Baldessari. Nelle foto, la Formazione delle galassie nell'installazione di Tomas Saraceno al centro del palazzo delle Esposizioni ai Giardini. In alto a sinistra, in apertura di pagina, Michelangelo Pistoletto frantuma i suoi specchi.

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(...)non sapremmo come altro chiamare un evento che lascerà il segno sulla scena internazionale. (sezione: Globalizzazione)

( da "Tempo, Il" del 07-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

stampa (...)non sapremmo come altro chiamare un evento che lascerà il segno sulla scena internazionale. Nel mondo musulmano, specialmente con il discorso del Cairo, Obama è riuscito a ribaltare quel sentimento antiamericano che si era sviluppato nelle masse arabe in seguito alla politica aggressiva dell'amministrazione Bush. La nuova immagine accreditata dal presidente americano presso le classi dirigenti e le popolazioni islamiche, costituisce la necessaria premessa per far passare nel Medio Oriente la politica della «mano tesa» che Obama coniuga con la ferma opposizione al terrorismo. Agli israeliani gli americani chiedono senza ambiguità di fermare gli insediamenti dei coloni nei territori occupati, e ai palestinesi di rinunciare definitivamente all'uso della violenza per raggiungere l'obiettivo «due popoli e due Stati». Agli iraniani, impegnati in elezioni che potrebbero cambiare radicalmente la situazione, Obama ha prospettato la possibilità di sviluppare il nucleare civile in cambio della rinunzia alla Bomba che preoccupa non solo Israele ma gli stessi paesi arabi «moderati». A tutti i mediorientali ha chiesto di estirpare la rete del terrorismo internazionale che ha la principale base tra l'Afghanistan e il Pakistan. Ed ha aggiunto che la democrazia e i diritti umani non possono essere imposti con la forza ma devono essere conquistati nel quadro delle tradizioni locali. Le successive tappe di Obama nelle due capitali europee sono servite per consolidare i rapporti con Germania e Francia che, diversamente dall'Inghilterra e dall'Italia, sono sempre stati alleati irrequieti degli Stati Uniti. I discorsi di Buchenwald, Dresda e ieri in Normandia con il monito «non possiamo dimenticare», hanno assunto uno speciale significato simbolico. Sono stati pronunziati nei luoghi in cui storicamente l'America si è ricongiunta all'Europa quando si è trattato di riconquistare la libertà anche a costi drammatici. È per ciò che le parole rivolte all'Europa hanno un significato preciso: se oggi si devono difendere i valori occidentali nel mondo globalizzato, occorre che il vecchio continente e la nuova America si ritrovino insieme come è accaduto in passato contro i totalitarismi. Questi i messaggi del viaggio storico. Vedremo se le ipotesi politiche avanzate in questi giorni, troveranno un seguito non solo negli Stati Uniti ma anche da questa parte dell'Atlantico. Massimo Teodori

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imola, indianapolis, la russia ecco il piano b, pioggia di adesioni (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 07-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 42 - Sport Ferrari & C. preparano il loro Mondiale: si chiamerà Gp Championship? Alonso e Massa: "Ci saremo" Imola, Indianapolis, la Russia ecco il piano B, pioggia di adesioni Scuderie pronte a schierare tre auto Spazio a circuiti abbandonati e mercati ricchi DAL NOSTRO INVIATO ISTANBUL - Circuiti classici (Imola e Silverstone), mercati di riferimento forti (Usa e Emirati Arabi), piloti di primo piano (Alonso, Hamilton e Massa). "Il piano B" - così giovedì sera Flavio Briatore ha ribattezzato il campionato alternativo - prende forma. A partire dai piloti. «Ieri, tra di noi, ne abbiamo parlato a lungo - ammette Jarno Trulli - Però non abbiamo deciso niente, ci siamo confrontati così, come possono fare dei ragazzi al bar». Ragazzi che guadagnano milioni di euro all´anno e che, dalla prossima stagione, rischiano di trovarsi disoccupati. Cosa si siano detti non è chiaro. Quello che è chiaro è che molti di loro non hanno dubbi. Felipe Massa, è tra questi. «Non so come si chiamerà - annuncia in conferenza stampa - ma io ci sarò. A me interessa correre nella serie più importante, qualunque nome abbia». Il ragionamento di Massa è buon senso allo stato puro. «E´ chiaro che io mi auguro di continuare in Formula Uno. In questa, però. Che è bella perché ha una storia straordinaria, ricca di campioni e di personaggi bellissimi. Se però si dovesse arrivare a creare una serie più prestigiosa allora, non c´è dubbio. Io andrò là». Le parole di Massa sono l´eco di quelle pronunciate due giorni fa da Alonso: «Io da piccolo sognavo di stare qui in mezzo alle grandi squadre, non in una serie inferiore». Se i grandi nomi non sono un problema, non lo sono nemmeno le location, i circuiti in cui organizzare le gare. Anzi. Mai come su questo argomento vale la regola aurea dei manager di tutto il mondo: i problemi, a guardarli bene, sono solo opportunità ben nascoste. Sono anni, ad esempio che i grandi costruttori (Ferrari, Bmw, Mercedes) implorano Ecclestone di correggere la rotta del Circus che si sta spostando sempre di più verso i paesi emergenti mentre loro vorrebbero coinvolgere i grandi mercati, quelli dove si vendono le automobili. E allora la scissione potrebbe essere l´occasione per ripristinare le date di Indianapolis (Usa) e Montreal (Canada), e magari pensare a nuovi appuntamenti in Russia e Cina. Per non perdere un po´ di quel fascino vintage che caratterizza le corse si potrebbero recuperare i grandi classici. E tornerebbero così sulla scena Imola, Silverstone (che quest´anno chiude con la Formula 1), Magny Cours e Interlagos. La difficoltà a reperire i concorrenti potrebbe essere superata dalla disponibilità dei team a mettere in pista tre monoposto ciascuno. Rimarrebbero così solamente un po´ di scogli di carattere commerciale (diritti tv e sponsor, tutti accordi da fare da zero) e di carattere legale (specialmente legati agli attuali vincoli tra le scuderie e la F1) che però non appaiono insormontabili. Qualcuno, ieri, ha anche ipotizzato qualche nome. Scartata "Formula Max", ironicamente proposta da qualcuno, si sta pensando di ripescare la vecchia "Grand Prix Championship". Il marchio faticherebbe un po´ ad affermarsi. Tuttavia alla lunga, assicurano gli esperti di marketing, non c´è dubbio che dovrebbe funzionare. (ma.me.)

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UN CRITICO famoso che scrive su un magazine patinato lo consiglia perché è <u... (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 07-06-2009)
Pubblicato anche in: (Giorno, Il (Milano))

Argomenti: Cina Usa

Il caffè¨ della domenica pag. 32 UN CRITICO famoso che scrive su un magazine patinato lo consiglia perché è «u... UN CRITICO famoso che scrive su un magazine patinato lo consiglia perché è «un Signore e signori' al tempo della globalizzazione». Uno scrittore noto che scrive su un quotidiano importante parla di «dialoghi surreali, degni della migliore commedia all'italiana». Anche per questo Massimo Lolli ha venduto almeno una copia in più de «Il lunedì arriva sempre di domenica pomeriggio». L'ha acquistata chi scrive questa notarella, curioso di vedere nel romanzo la Vicenza di Andrea Bonin, single cinquantenne, manager licenziato che passa il suo tempo a rimorchiare tardone nei dancing, a inseguire giovani donne ovunque e a cercare lavoro dove capita, compresa Shangai. Purtroppo sono 18 euro di ovvietà, stereotipi, macchiettismo. La domanda viene spontanea: dov'è finita l'arte sublime della stroncatura? «Il vero maestro è quello che indica i libri da non leggere», ha detto di recente il semiologo Paolo Fabbri. Allora, un maestro è Furio che, a proposito del romanzo di Lolli, su Internet scrive: «Non succede nulla, e non succede per 200 pagine». Lo è Alessia, che aggiunge: «La cosa migliore è il titolo». Max va oltre: «Ho messo il libro subito in vendita, così magari riesco a recuperare qualcosa di quello che ho speso». Sarà perché loro, contrariamente ai critici di professione, non ambiscono a far parte delle giurie dei premi letterari, né a vincerne qualcuno grazie ai voti degli scrittori recensiti.

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(sezione: Globalizzazione)

( da "Giorno, Il (Lecco)" del 07-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

IL PERSONAGGIO pag. 11 «Il mercato sta cambiando ma il made in Italy sta guadagnando terreno» Dalla Brianza il sciùr Vittore ha sfondato nel mondo di SERGIO PEREGO BARZANÒ VITTORE BERETTA dirige la Fratelli Beretta, azienda fondata nel 1812, quando in Italia regnava ancora Napoleone. Da sei generazioni la sua famiglia si occupa di suini e derivati. Presidente, voi siete una delle ultime grandi aziende a conduzione familiare dell'imprenditoria lombarda e nazionale. Come avete cominciato? «Era l'inizio dell'Ottocento. I Beretta si occupavano di carni suine e insaccati. Stagionatura e conservazione venivano affrontate con metodi tradizionali. La svolta arrivò nel 1920 con l'invenzione del frigorifero». Nella crescita delle grandi aziende industriali c'è sempre un momento di passaggio al quale segue la crescita. Da piccoli si diventa medi e grandi. Lei dove collocherebbe quella data? «Negli anni Settanta, quando decidemmo di puntare sulla distribuzione moderna. Allargammo anche il nostro portafoglio prodotti ai wurstel, agli hamburger e ad altre novità. Oggi siete una grande industria. Quanti stabilimenti e dipendenti avete? «Abbiamo sedici stabilimenti, due dei quali negli Usa e uno in Cina. Gli altri e il centro logistico sono in Italia. Quindici anni fa abbiamo costruito ad Oricola, vicino all'Aquila, lo stabilimento per la produzione di wurstel. Lo avevamo realizzato con rigidi criteri antisismici. Il terremoto di due mesi fa non ha creato alcun problema. La stessa cosa era accaduta a Parma con le scosse del 23 dicembre 2008. Abbiamo stabilimenti in provincia di Lecco, Bergamo, Sondrio. Ma anche in Emilia Romagna, Abruzzo e Friuli. Esportiamo i nostri prodotti in tutto il mondo. Usa, Canada, Oriente, Cina, Dubai. Nel 2008 l'esportazione è cresciuta». Siete comunque rimasti legati al territorio? «Viviamo ancora tutti in Brianza, molti a Barzanò, dove, in via Garibaldi, abbiamo la sede storica. Quelle più vicine sono a Trezzo sull'Adda, Medolago e in Valtellina». Negli ultimi decenni la vostra produzione è cresciuta moltissimo... «L'ampliamento dello stabilimento di Barzanò risale alla metà degli anni Settanta. Da quel momento abbiamo continuato su questa strada. Quindici anni fa le nostre esportazioni erano zero. Ora sono il 20% della produzione. Non solo. Mortadella e salami sono adottati come vocaboli anche nelle lingue straniere per indicare questo genere di insaccati. Un bel traguardo per i nostri prodotti e l'intero Paese». Voi siete uno dei punti di forza del «made in Italy». Dove trovate la concorrenza più forte? «In Spagna, ma solo in parte, perché non ha un portafoglio prodotti ricco come il nostro. In Italia alleviamo maiali che diventeranno prosciutti e salami, o comunque insaccati, dove siamo leader. Negli altri Paesi si consuma di più la carne suina». La crisi ha investito anche il vostro settore? «Abbiamo notato che tra i consumatori è aumentata l'attenzione negli acquisti. Si spreca di meno, ma è giusto così. Abbiamo anche notato una maggior attenzione delle banche nell'accettare i clienti». Per anni siete stati sponsor del Torino, ma avete sostenuto anche altri sport... «Siamo tuttora sostenitori dei granata, di tutte le giovanili. Siamo sponsor del basket Schio col quale nel 2008 abbiamo vinto scudetto e Coppa Campioni. Abbiamo sostenuto anche la nazionale di calcio, della quale siamo stati anche fornitori, nonchè il soccer, calcio sulla spiaggia». Il 2012 sarà l'anno del bicentenario di fondazione... «È un traguardo ancora lontano. Per ora pensiamo a lavorare».

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N ELLE VECCHIE foto in bianco e nero della città dei p... (sezione: Globalizzazione)

( da "Nazione, La (Arezzo)" del 07-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

CRONACA AREZZO pag. 4 N ELLE VECCHIE foto in bianco e nero della città dei p... N ELLE VECCHIE foto in bianco e nero della città dei primi del '900, si può vedere le immagini dell'antico Bar Commercio con la tabaccheria in piazza San Jacopo, di proprietà della famiglia Scortecci. Di quel bar storico non c'è più traccia e la piazza negli anni ha cambiato fisionomia, ma la tabaccheria è rimasta, anche se recentemente è stata trasferita in via Verdi, dopo l'arrivo dei magazzini Zara. Uno spostamento che non ha influito sull'attività, come ricorda la titolare Rossella Scortecci. « In questa strada c'è più movimento, più passaggio, peccato invece che è cambiata la città. Mi piaceva più qualche anno fa, la manutenzione era più curata, più pulita, oggi invece Arezzo è molto trascurata, troppo. Una città che ha perso tante occasioni anche dal punto di vista delle manifestazioni, come Arezzo Wave, il Concorso Polifonico, mentre abbiamo un centro ippico, uno tra i migliori al mondo, poco conosciuto dagli aretini. Anche per il turismo bisogna pensare in grande, con progetti qualificati a lunga scadenza. Una mostra all'anno non serve se non fa parte di un programma complessivo. Dobbiamo guardare di più all'esterno e non vivere isolati o di ricordi. Anche per la sicurezza, causa la globalizzazione, abbiamo qualche problema, è finito il senso di appartenenza alla comunità, una delle caratteristiche fondamentali della piccola città. La massiccia integrazione infatti ha cambiato il volto di Arezzo». Massimo Benigni

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Il Nobel Pèrez Esquivel (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere Alto Adige" del 07-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere dell'Alto Adige sezione: PRIMA data: 07/06/2009 - pag: 1 L'argentino è stato ospite dell'Eurac Il Nobel Pèrez Esquivel «Pace, cura del mondo» BOLZANO «Sono stato anch'io su quei voli della morte». Il premio Nobel per la pace, l'argentino Adolfo Pérez Esquivel, racconta la sua esperienza all'Eurac. Parla di giustizia e democrazia, di desaparecidos e di globalizzazione: «Questa parola non mi piace: dovrebbe significare distribuzione equa delle ricchezze, ed invece è sinonimo di concentrazione del potere in poche persone». A PAGINA 7 Marchioro

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Il commento L'Europa ama Barack ma lui non ricambia (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 07-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

n. 137 del 2009-06-07 pagina 11 Il commento L'Europa ama Barack ma lui non ricambia di Redazione Obama considera l'Europa una vetrina. È immagine e non contenuto, è contorno e non sostanza. È un podio dal quale parlare a chi sta altrove. L'Air Force One che l'ha riportato a Washington ha fatto spegnere i flash dei fotografi e ha consegnato il presidente americano ai suoi veri interessi. All'Europa restano le fotografie, il glamour, il codazzo mediatico, però non ha una sola eredità politica. Ha avuto difficoltà quando gli hanno fatto una domanda: «Perché a Parigi resta solo un giorno e poi va via? Non le piace?». Obama ha sorriso e ha dovuto pensare. Già, perché? Perché a Berlino è rimasto giusto il minimo indispensabile e a Parigi anche? «Ma no, no. Io e Sarkozy siamo amici, quando c'è bisogno di sentiamo». La verità è che qui, in Europa, non c'è nulla che lo attragga se non la possibilità di usare il grande, immenso consenso che ha tra gli europei per far passare messaggi diretti in Medio Oriente o in America. Del suo viaggio tra Germania e Francia resteranno le immagini simbolo: lui piegato sulla tomba di Buchenwald, con la rosa bianca che s'appoggia delicatamente sulla memoria dell'Olocausto; lui che parla nella distesa di 9.837 bare di soldati Usa a Colleville-sur-Mer. È tutto molto carico di significato e tutto molto affascinante, però c'è l'impressione che il luogo sia lo sfondo per qualcos'altro. Nel lager nazista il presidente americano si rivolgeva agli ebrei di Israele e a tutta la comunità ebraica americana. «Non ho pazienza con chi nega la storia» può essere diretto a tutti i negazionisti del mondo, ma è ovvio che ha come terminale l'Iran ed è un tentativo di rassicurare Israele dopo le aperture al mondo arabo. Al Cairo Obama ha parlato direttamente ai musulmani: luogo e tema sono stati perfettamente combacianti. Perché il Medio Oriente è una priorità. L'Europa no. Lo dicono tutti gli analisti Usa: «Obama ha due aree geopolitiche di interesse e cioè l'Estremo Oriente con la Cina e il Medio Oriente con la questione israelo-palestinese e l'Iran». In un ordine gerarchico l'Europa viene anche dopo l'America latina. Siamo un simbolo, un terreno di consenso. Obama non vede né Parigi, né Londra, né Berlino come fondamentali. Justin Vaisse, esperto di relazioni transatlantiche della Brookings Institution, il più importante pensatoio filodemocratico, l'ha spiegato più volte: «L'agenda di Obama in Europa è già stata completata. Lui voleva solo voltare pagina dopo l'era Bush voleva dare una nuova immagine dell'America». Allora il viaggio aveva solo il compito di creare suggestioni. L'ha fatto, perché il presidente più mediatico della storia conosce l'immagine meglio di tutti i suoi predecessori e sa che bisognava andare nei luoghi delle radici europee per fare centro. L'aveva fatto già in campagna elettorale, andando a Berlino a parlare davanti alla folla nella città emblema dell'Occidente ritrovato. La realtà è che il disinteresse politico è manifestato dalla mancanza di volontà di ricucire i rapporti con i leader europei. Con la Merkel è rimasto il gelo, con Sarkozy, al di là della facciata, rimane un rispetto che però non si è trasformato in amore. Non trova un leader, non ha ancora individuato una voce. «Per Obama l'Europa non è un problema, né la soluzione di un problema», ha detto al Figaro l'ex ministro degli Esteri francese Hubert Védrine. La cronaca gli dà ragione, le decisioni della Casa Bianca anche. Obama ha scelto il Cairo per parlare con i musulmani, poi è arrivato in Germania. Il D-Day visto dalla Normandia è un richiamo alle origini dell'atlantismo, è la voglia di dare certezza a dei rapporti che sono scontati o così dovrebbero essere. Però a chi parlava ieri Obama? Alla Francia, all'Europa, a Sarkozy e Brown? Oppure agli americani d'America, a chi ha paura che lui sia un presidente meno patriota con meno memoria dei morti americani nel mondo? «È un omaggio agli eroi che cambiarono il corso della storia». Le parole unite alla folla che lo attornia sono il messaggio per chi negli Stati Uniti è ancora scettico sul suo completo americanismo. L'Europa è solo un palcoscenico, anche un po' banale. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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L'analisi Washington e Seul temono il della Corea del Nord (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 07-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

n. 137 del 2009-06-07 pagina 12 L'analisi Washington e Seul temono il «primo colpo» della Corea del Nord di Redazione La strategia del primo colpo, sferrato con migliaia di cannoni e lanciarazzi: questa è la minaccia militare nordcoreana che a Seul e a Washington temono davvero, mentre l'intelligence conferma che ci vorranno anni di sforzi e investimenti affinché il regime di Pyongyang possa realizzare armi nucleari davvero impiegabili in un conflitto. Se i satelliti spia cercano di capire se la Corea del Nord ha intenzione di effettuare un nuovo lancio di un missile balistico Taepo Dong-2, i comandanti delle forze di Seul e i generali statunitensi alla guida della 8ª Armata hanno alzato la guardia (i sudcoreani sono a Watchcon II, il secondo di 5 livelli di prontezza) e raccomandato ai propri uomini di usare tutte le cautele prima di rispondere con le armi ad eventuali sconfinamenti, provocazioni, incidenti. Perché in questa fase un fiammifero può scatenare un incendio. Le intenzioni e le reazioni della leadership nordcoreana sono difficilmente prevedibili e il rischio che un evento minore possa dare il via ad una guerra è più che concreto. Lo conferma il dibattito in corso al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Uniti sull'inasprimento delle sanzioni nei confronti della Corea, che gli Usa vogliono includa il diritto di ispezionare in alto mare le navi nordcoreane, per verificare che con trasportino materiale militare connesso ai programmi missilistici e nucleari. Pyongyang ha detto che considererà atto di guerra qualunque ispezione e all'Onu in molti ci credono. La Corea del Nord in realtà non ha uno strumento militare con consistenza, armamenti, addestramento e capacità tali da impensierire gli avversari. Le forze armate di Pyongyang sono ancora basate sui concetti di esercito popolare di massa ereditati dalla Cina maoista. La mancanza di risorse economiche e del sostegno di una vera potenza ha costretto la Corea del Nord ad una penosa autarchia. Perciò anche se i numeri, sulla carta, sono imponenti, con 1,15 milioni di uomini in armi, con servizio obbligatorio della durata di 3 anni in aeronautica, 5 anni nell'esercito e fino a 10 anni in marina, le capacità belliche sono modeste. Il più piccolo, agguerrito e tecnologico strumento militare di Seul, appoggiato da 28.500 soldati americani, è nettamente superiore. Però i nordcoreani hanno un mostruoso arsenale di cannoni, lanciarazzi e missili balistici tattici, comprendente quasi 6.000 sistemi d'arma. Buona parte di questi è a lunga gittata ed è protetta in ricoveri in caverna, gallerie e bunker realizzati a ridosso del confine. Basta uno sguardo alla carta geografica per comprendere come questa concentrazione di armi possa rovesciare sulla Corea del Sud e sulla sua capitale Seul un bombardamento micidiale. Non a caso gli Stati Uniti hanno spostato le proprie truppe, un tempo a nord di Seul, a sud della capitale, ufficialmente per sistemarle in nuove basi, in realtà per sottrarle agli effetti del primo colpo nordcoreano. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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SAN PIETROBURGO La creazione di una supervaluta alternativa al dollaro, oggi potrebbe... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il" del 07-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Domenica 07 Giugno 2009 Chiudi di LUCIA SGUEGLIA SAN PIETROBURGO - La creazione di una supervaluta alternativa al dollaro, oggi potrebbe essere possibile. In nome dell'economia multipolare. Se ne parla da anni, ma con la crisi globale il disagio delle economie emergenti verso la moneta Usa riemerge prepotente. A rilanciare l'idea è John Lipsky, numero due del Fmi, non a caso dalla platea del Forum economico internazionale di Pietroburgo. La Russia insieme a Cina, Brasile, India - il cosiddetto Bric - è tra i paesi più insofferenti alla "dittatura" del dollaro. "Sarebbe un passo rivoluzionario - ha spiegato Lipsky, - creare una nuova valuta sganciata dalle altre, che le banche centrali potrebbero usare nelle proprie riserve valutarie". Si tratta dei cosiddetti "diritti speciali di prelievo", la valuta speciale del Fmi: questi dovrebbero essere rilasciati da un'organizzazione internazionale con autorità equivalente a una banca centrale, per diventare "abbastanza liquidi" da poter essere usati come riserva: "Nel lungo termine ci sono molti, molti vantaggi. Ma non è una decisione rapida, breve, né facile". Il 70% delle riserve valutarie mondiali oggi è in dollari. E mentre l'economia Usa vede quadruplicare il proprio decifit di bilancio, negli altri paesi cresce la necessità di diversificare le riserve per evitare un'eccessiva dipendenza dal biglietto verde. La Russia ci spera: venerdi zar Medvedev ha messo in discussione il futuro della moneta Usa come valuta di riserva globale, proponendo di usare un mix di valute regionali. Incluso il rublo. E il ministro delle Finanze Kudrin ha citato proprio lo yuan come possible supervaluta del futuro, "tra 10 anni". Chiedendo poi una radicale riforma del Fmi, che "non rispecchia più i rapporti di forza tra le economie mondiali", Cina in testa.

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EUROBAROMETRO ha previsto che voterà poco più di un terzo dei 375 milioni elettori eur... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il" del 07-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Domenica 07 Giugno 2009 Chiudi di CARLO JEAN EUROBAROMETRO ha previsto che voterà poco più di un terzo dei 375 milioni elettori europei, per eleggere i 736 Eurodeputati. Il fenomeno non è solo italiano. In tutti i Paesi, le elezioni europee sono soprattutto un test per i partiti nazionali. Così, nella campagna elettorale si è parlato poco di Europa e molto di politica interna. Quando si è parlato della prima, si sono soprattutto criticate la sua burocratizzazione, la sua mancanza di legittimità democratica e la sua lontananza dai problemi concreti. Non si sono contrapposti programmi alternativi. I singoli candidati non hanno detto che andranno a fare a Strasburgo. Indubbiamente non esistono popolo nè identità europei. Il livello di coesione e di solidarietà è ridotto. Lo si è visto per gli aiuti ai Paesi europei centro-orientali. L'Europarlamento unico Parlamento transnazionale del mondo non è poi un vero Parlamento. Non è diviso fra maggioranza ed opposizione. Non ha poteri d'iniziativa legislativa. Non può dichiarare guerra nè approvare trattati. Non può imporre tasse. Non può nominare né far dimettere singoli membri della Commissione. Dispone solo della cd. "opzione nucleare": di mandare cioè a casa l'intera Commissione, come è accaduto per quella Santer. I poteri "comunitari" del Parlamento e della Commissione sono stati erosi dalla crisi economica, a favore di quelli "intergovernativi". L'Ue non è uno Stato postmoderno, ma un insieme peraltro strutturato ed organico di Stati-nazione che le hanno devoluto parte della loro sovranità. Lo hanno fatto all'inizio per impedire nuove guerre in Europa. Lo continuano a fare oggi, per evitare che l'Europa venga schiacciata dal "secolo asiatico" e dalla globalizzazione. Solo uniti, i disuniti Stati d'Europa possono difendere i loro interessi nel mondo. Hanno 500 milioni di abitanti, il 25% del Pil, il 40% delle esportazioni ed il 30% dei bilanci militari mondiali. Se fossero uniti, potrebbero influire sui destini propri e su quelli globali. Ma non lo sono. Difficilmente l'Ue si trasformerà negli Stati Uniti d'Europa. Questo non spiega la disaffezione degli elettori. Eppure, nella crisi, l'Ue è stata uno scudo efficace. Senza essa avrebbero prevalso protezionismi e nazionalismi. Il mercato unico sarebbe saltato. Eurolandia non sarebbe stata protetta dall'euro. Ma una cosa è trarre vantaggio dai successi dell'Ue, altra è sentirla cosa propria. Il paradosso è che il Parlamento europeo non è più il "negozio di chiacchiere", che era quando fu istituito nel 1979. Beninteso, è impopolare. Interessa poco gli elettori. Gli Eurodeputati scappano se viene offerto loro un buon posto in patria. Ma l'Europarlamento non solo è importante. È divenuto indispensabile. I suoi poteri sono molto aumentati. Aumenterebbero ancora, se entrasse in vigore il Trattato di Lisbona. Quasi nessuno ne è consapevole. Da metà a due terzi delle decisioni dei Parlamenti nazionali sono la trasposizione di quanto già deciso a Bruxelles ed a Strasburgo. Se gli elettori ne fossero consapevoli, la percentuale dei votanti sarebbe maggiore. Ha il potere di emendare o di bocciare le proposte di regolamentazione comunitaria, in campo economico-finanziario, ecologico, degli affari, incluse le remunerazioni dei dirigenti. I rapporti di forza fra destra e sinistra influiranno sulle regole che saremo destinati a seguire fino al 2014. Pochi sanno che cosa faccia l'Europarlamento e quanto influisca sulle loro vite. Altri pensano che il loro voto sia inutile, anche perché a Strasburgo non esistono una maggioranza ed un'opposizione, che si fronteggiano in modo spesso folcloristico, ma comprensibile. Votare è quindi importante. L'astensionismo favorirà estremisti e radicali. Basti pensare a che cosa potrebbe accadere per le leggi sulla tutela dell'ambiente. Non auspico il voto per idealismo federalista, né perché pensi che «fatta l'Europa, occorre fare gli europei». Senza i Carabinieri, l'Esercito e la Scuola dell'Italia liberale, non si vede proprio come si potrebbe farlo. Lo auspico per questioni d'interesse diretto ed immediato. Solo con eurodeputati capaci, potremo proteggere i nostri interessi nazionali. L'astensionismo favorirà i peggiori e quelli più ideologicamente radicali. Dio ce ne scampi!

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LA PRIMA VOLTA DEI (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere del Veneto" del 07-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere del Veneto sezione: PRIMAPAGINA data: 07/06/2009 - pag: 1 I GIOVANI ALLE URNE LA PRIMA VOLTA DEI «MILLENIALS» di VITTORIO FILIPPI C omunque vadano il voto e le possibili scelte dei candidati, di sicuro c'è una novità che le prossime elezioni porteranno anche in Veneto. E' una novità sociale e demografica costituita dai «Millennials », così come si definiscono negli Stati Uniti le generazioni divenute maggiorenni nel ventunesimo secolo, o se vogliamo, nel nuovo millennio. Sono i nati dopo il 1982 che hanno quindi oggi un'età compresa tra i 18 e i 27 anni. Fare il loro identikit sociale è tutto sommato facile. Sono perlopiù cresciuti dopo il mitico 1989, dopo cioè la caduta del muro di Berlino e del comunismo. I loro genitori temevano l'Unione Sovietica e facevano le vacanze in Jugoslavia: loro conoscono semplicemente la Russia e la Croazia. Hanno anche vissuto nel pieno della globalizzazione e del Veneto che andava in Romania ed in Cina a produrre e a vendere. Ma conoscono anche un mondo del lavoro in cui si entra a slalom, uno slalom lungo, insicuro, faticoso. Sono per forza di cose multietnici, dato che l'immigrazione, soprattutto in quella fascia di età, è una realtà robusta accompagnata dalla continua crescita dei giovani nati qui da genitori stranieri. Sono infatti 67 mila i giovani non italiani dai 18 ai 27 anni in Veneto, il 14 per cento del totale. E' anche una generazione «in rete», dato che le nuove tecnologie fanno ormai parte della loro vita, delle loro modalità comunicative e perfino esistenziali. Sempre più precocemente e con una competenza invidiata dagli adulti usano i neolinguaggi dei telefonini e dei computer. Sono più abituati a fare ricerche su internet che sui libri; sono infatti una generazione che studia di più ma leggendo poco e «navigando» molto. Inoltre è anche una generazione, quella dei «Millennials », piuttosto scarsa numericamente. Infatti sono nati in un'epoca dalla demografia debole, poco generosa, segnata da una denatalità perfino eccezionale che toccò il fondo alla metà degli anni Novanta con 1,07 figli per donna. Infatti è un esercito di appena 478 mila giovani, un numero inferiore - tanto per fare una comparazione - ai 552 mila veneti della fascia di età 60-69, la fascia in uscita dal mercato del lavoro che nacque prima dell'avvento - davvero rivoluzionario - della televisione in un contesto demografico però assai più vitale. Difficile dire cosa questo mezzo milione scarso di «Millennials» veneti voterà, se voterà. Infatti il loro rapporto con la politica è anoressico, scettico. Un rapporto di sicuro non ideologico, piuttosto mediatico. Una ricerca fatta sui giovani trevigiani dice infatti che la politica per loro conta meno rispetto alla generazione dei padri: così afferma un giovane su due, mentre solo per il 23 per cento conta di più. Ciò significa che anche sul piano elettorale i giovani sono poco importanti, sono laterali. Un segno ulteriore del «degiovanimento» in atto, cioè dell'irrilevanza sociale delle nuove generazioni.

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ROMA - Silvio Berlusconi sarà ricevuto il 15 giugno a Washington da Barack Obama: la Casa Bianc... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il" del 07-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Domenica 07 Giugno 2009 Chiudi ROMA - Silvio Berlusconi sarà ricevuto il 15 giugno a Washington da Barack Obama: la Casa Bianca ha confermato ieri sera l'incontro che la diplomazia italiana aveva già anticipato qualche giorno fa. Il presidente americano ha appena concluso la sua visita lampo in Germania e in Francia, dopo lo storico discorso al Cairo sulla pace e l'incontro fra le religioni monoteiste. Il capo del governo italiano è il presidente di turno del G8 e tra i Grandi è il solo che finora non ha avuto modo di parlare con il neo presidente Usa. Tra una settimana però Berlusconi potrà vantare di essere il secondo leader europeo (dopo Gordon Brown) a varcare la soglia della Casa Bianca durante la gestione Obama. Ovviamente i riflettori saranno puntati anche sul rapporto personale che si instaurerà tra il dinamico, carismatico presidente americano, che anche al Cairo non ha taciuto la propria netta contrarietà alla dottrina-Bush, e il premier italiano, che di Bush fu grande amico oltre che alleato molto fedele. La nota diffusa ieri sera dalla Casa Bianca, comunque, ribadisce che «Stati Uniti e Italia, alleati nella Nato, hanno forti relazioni bilaterali e sono partner nel mondo per promuovere pace, prosperità e libertà democratiche». E precisa che il tema principale dei colloqui sarà l'agenda del G8 che si terrà a L'Aquila, nella caserma di Coppito, nella prima decade di luglio. «Il presidente - prosegue il comunicato della Casa Bianca - intende discutere della preparazione del G8 e consultarsi con il primo ministro italiano su un'ampia serie di temi strategici di mutuo interesse». La crisi, il Medio Oriente, i rapporti politici ed economici con Russia, Cina e i Paesi emergenti saranno il cuore del confronto al G8, dimensione peraltro che ormai sta stretta ad Obama, proiettato verso un'allargamento al G20. A Washington si parlerà anche di clima, di ambiente ed energia dopo il consenso assicurato da Berlusconi alla proposta di Obama di tenere a L'Aquila anche una sessione parallela del G8 su questi temi. Berlusconi partirà per Washington dopo la visita a Roma di Gheddafi. E questa prima trasferta in Europa del leader libico sarà presentata anche come un contributo italiano al processo di distensione in Medio Oriente. Poi, c'è il tema delle relazioni con la Russia di Putin. Palazzo Chigi oggi, più che ruolo centrale nelle dinamiche europee, può vantare una speciale amicizia con Mosca. Anche questo entrerà nel colloquio: Obama infatti dopo il G8 volerà nella capitale russa per l'atteso incontro con Putin.

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L'Europa ama Barack ma lui non ricambia (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 07-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

n. 137 del 2009-06-07 pagina 11 L’Europa ama Barack ma lui non ricambia di Giuseppe De Bellis Obama considera l’Europa una vetrina. è immagine e non contenuto, è contorno e non sostanza. è un podio dal quale parlare a chi sta altrove. L’Air Force One che l’ha riportato a Washington ha fatto spegnere i flash dei fotografi e ha consegnato il presidente americano ai suoi veri interessi. All’Europa restano le fotografie, il glamour, il codazzo mediatico, però non ha una sola eredità politica. Ha avuto difficoltà quando gli hanno fatto una domanda: «Perché a Parigi resta solo un giorno e poi va via? Non le piace?». Obama ha sorriso e ha dovuto pensare. Già, perché? Perché a Berlino è rimasto giusto il minimo indispensabile e a Parigi anche? «Ma no, no. Io e Sarkozy siamo amici, quando c’è bisogno di sentiamo». La verità è che qui, in Europa, non c’è nulla che lo attragga se non la possibilità di usare il grande, immenso consenso che ha tra gli europei per far passare messaggi diretti in Medio Oriente o in America. Del suo viaggio tra Germania e Francia resteranno le immagini simbolo: lui piegato sulla tomba di Buchenwald, con la rosa bianca che s’appoggia delicatamente sulla memoria dell’Olocausto; lui che parla nella distesa di 9.837 bare di soldati Usa a Colleville-sur-Mer. è tutto molto carico di significato e tutto molto affascinante, però c’è l’impressione che il luogo sia lo sfondo per qualcos’altro. Nel lager nazista il presidente americano si rivolgeva agli ebrei di Israele e a tutta la comunità ebraica americana. «Non ho pazienza con chi nega la storia» può essere diretto a tutti i negazionisti del mondo, ma è ovvio che ha come terminale l’Iran ed è un tentativo di rassicurare Israele dopo le aperture al mondo arabo. Al Cairo Obama ha parlato direttamente ai musulmani: luogo e tema sono stati perfettamente combacianti. Perché il Medio Oriente è una priorità. L’Europa no. Lo dicono tutti gli analisti Usa: «Obama ha due aree geopolitiche di interesse e cioè l’Estremo Oriente con la Cina e il Medio Oriente con la questione israelo-palestinese e l’Iran». In un ordine gerarchico l’Europa viene anche dopo l’America latina. Siamo un simbolo, un terreno di consenso. Obama non vede né Parigi, né Londra, né Berlino come fondamentali. Justin Vaisse, esperto di relazioni transatlantiche della Brookings Institution, il più importante pensatoio filodemocratico, l’ha spiegato più volte: «L’agenda di Obama in Europa è già stata completata. Lui voleva solo voltare pagina dopo l’era Bush voleva dare una nuova immagine dell’America». Allora il viaggio aveva solo il compito di creare suggestioni. L’ha fatto, perché il presidente più mediatico della storia conosce l’immagine meglio di tutti i suoi predecessori e sa che bisognava andare nei luoghi delle radici europee per fare centro. L’aveva fatto già in campagna elettorale, andando a Berlino a parlare davanti alla folla nella città emblema dell’Occidente ritrovato. La realtà è che il disinteresse politico è manifestato dalla mancanza di volontà di ricucire i rapporti con i leader europei. Con la Merkel è rimasto il gelo, con Sarkozy, al di là della facciata, rimane un rispetto che però non si è trasformato in amore. Non trova un leader, non ha ancora individuato una voce. «Per Obama l’Europa non è un problema, né la soluzione di un problema», ha detto al Figaro l’ex ministro degli Esteri francese Hubert Védrine. La cronaca gli dà ragione, le decisioni della Casa Bianca anche. Obama ha scelto il Cairo per parlare con i musulmani, poi è arrivato in Germania. Il D-Day visto dalla Normandia è un richiamo alle origini dell’atlantismo, è la voglia di dare certezza a dei rapporti che sono scontati o così dovrebbero essere. Però a chi parlava ieri Obama? Alla Francia, all’Europa, a Sarkozy e Brown? Oppure agli americani d’America, a chi ha paura che lui sia un presidente meno patriota con meno memoria dei morti americani nel mondo? «è un omaggio agli eroi che cambiarono il corso della storia». Le parole unite alla folla che lo attornia sono il messaggio per chi negli Stati Uniti è ancora scettico sul suo completo americanismo. L’Europa è solo un palcoscenico, anche un po’ banale. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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La lingua sarda nella globalizzazione (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 07-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

CRONACA 07-06-2009 CIRCOLO GRAZIA DELEDDA OGGI CONVEGNO La lingua sarda nella globalizzazione II Lakanas apertas/confini senza frontiere. Il circolo Grazia De ledda, con sede in via Baganzola 7, luogo di incontro storico tra la comunità sarda e la città di Par ma, propone un convegno-evento sul tema del linguaggio (Lingue madri), fonte della cultura dei territori e troppo spesso strumento di divisione e di frattura. Oggi, dalle 9.45, nel salone del Circolo, si terrà l'incontro dal titolo «Lingua sarda e lingue minoritarie nella globalizzazione». Interverranno gli studiosi Diego Corraine, direttore dipartimento di Lingua sarda, Simone Pisano, docente di glottologia all'Università di Cagliari, Giovanni Gonzi, Scienze dell'educazione dell'Università di Parma. Dopo le relazioni sono previsti interventi poetici e musicali. Giancarlo Ilari ed Ettorina Cacciani leggono Pezzani e Zerbini, Giuseppina Pira e Antonio Gonario Pirisi leggono Lukia Pinna, Antonella Anedda, Remunnu Piras. Gli interventi musicali sono di Corrado Medioli, fisarmonica, Fabio Melis, launeddas, Marzio Matteoli, chitarra e liuto. Ieri invece si è tenuta la proiezione del film «L'uomo che cerca parole» di Mario Ghiretti e Gigi dall'Aglio, presentato con successo al Film Fest di Roma e al Festival del cinema africano di Milano. Convegno La locandina.

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L'Fmi: al posto del dollaro Usa una moneta di riserva globale (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 07-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

n. 137 del 2009-06-07 pagina 20 L'Fmi: al posto del dollaro Usa una moneta di riserva globale di Redazione Il Fondo monetario internazionale potrebbe creare una nuova moneta globale, sganciata dal paniere di divise nazionali che costituiscono i «diritti speciali di prelievo», per sostituire nel tempo il dollaro Usa come principale valuta di riserva. Lo ha confermato il numero due del Fmi, John Lipsky, nel corso di un intervento al Forum economico di San Pietroburgo. «Ci sono molte cose attraenti in questo progetto piuttosto rivoluzionario - ha detto Lipsky - ma non si tratta di una decisione rapida, né facile». Ovviamente, una simile decisione dovrebbe essere presa in accordo tra i principali Paesi del mondo. Da tempo, in molte sedi si discute sulla possibilità di rifornire liquidità al sistema finanziario attraverso la creazione di nuove riserve. La Cina, in particolare, insiste per l'emissione da parte del Fmi di nuovi «diritti speciali di prelievo», la moneta immateriale del Fondo che viene calcolata attraverso il rapporto fra il dollaro Usa e le altre tre principali divise mondiali (euro, yen e sterlina). Il governatore della Banca centrale di Cina, Zhou Xiaochuan, ha proposto ufficialmente di trasformare i «diritti speciali di prelievo» in una sorta di «super moneta» di riserva mondiale, al posto del dollaro. Proposta che aveva visto aperture da parte del segretario statunitense al Tesoro, Tim Geithner. Nel suo intervento al Forum di San Pietroburgo, Lipsky ha anche spiegato che i bond Fmi «potranno essere acquistati solo da Paesi membri e da istituzioni come la Bce, e dunque non andranno sul mercato». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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La sfida dell'attrice di Bollywood: (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 07-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Esteri data: 07/06/2009 - pag: 14 Contro le nozze combinate Il reality show in partenza su un'emittente indiana osteggiato dai conservatori indù. Oltre 12.500 i pretendenti La sfida dell'attrice di Bollywood: «Mi scelgo il marito in diretta tv» Ha detto no all'uomo scelto dalla famiglia e ora, all'alba dei trent'anni, si è decisa a cercare marito in diretta tv. In aperta sfida alla tradizione indù dei matrimoni combinati che resiste tenace in India, dove il 95% delle nozze è deciso dai genitori. Rahki Sawant, ballerina e attrice emergente di Bollywood, del resto è diventata popolare nel Subcontinente proprio per il suo gusto della provocazione manifestato sul piccolo schermo. Tempo fa, per dire, si era fatta riprendere in vasca da bagno con un'immagine di Buddha, sollevando indignazione e querele. Ora la sua ultima trovata sta facendo discutere ancora prima di vedere la luce: un reality show sulla sua vita, dalla ricerca dello sposo all'altare, in partenza a fine mese sull'emittente indiana Ndtv Imagine. Un format per un verso figlio della globalizzazione tv, come «Chi vuol essere milionario» immortalato nel film «The millionaire » di Danny Boyle (e prima nel romanzo «Le dodici domande » di Vikas Swarup). O come il Grande fratello indiano a cui Rakhi, peraltro, aveva partecipato. Lo show però attinge anche alla mitologia locale, recupera un passato lontano, oggi quasi dimenticato: il tempo dello «swayamvara», il matrimonio del caso o del merito, dove la donna sceglieva il proprio sposo tra diversi pretendenti, a volte dopo una selezione che prevedeva delle prove. Come nel poema classico dell'epica indiana, «Ramayana», dove il dio Rama deve riuscire a spezzare l'arco di Shiva per poter sposare Sita. Oggi i pretendenti di Rakhi sono oltre 12.500. Tanti, dall'Utter Pradesh al Kerala, hanno risposto anche online al bando lanciato dall'emittente, che sta facendo una prima scrematura: soltanto 15 di loro parteciperanno al programma. I criteri di selezione riferiscono gli autori riprendono le «antiche pratiche vediche» simili a quelle descritte nel «Ramayana». Poi gli spettatori potranno dire la loro, ma l'ultima parola spetta alla protagonista, che potrà farsi consigliare da amici, famiglia e pure da uno psicologo. Un mix di antico e moderno, di locale e globale, specchio fedele dell'India di oggi. I conservatori indù contrari alla «contaminazione occidentale » del subcontinente promettono battaglia, a iniziare dagli agguerriti esponenti del Rashtriya Swayamsevak Sangh. Ma il primo a rimanere scioccato è stato lo stesso produttore a cui Rahki fece la proposta. «Alla fine abbiamo accettato, non tanto per motivi di audience: speriamo che lo show sia uno stimolo per l'emancipazione ha riferito al Times Shailja Kejriwal, di Ndtv Imagine . Negli ultimi 500 anni le donne in India hanno perso il diritto di fare domande su chi sposare». Il mese scorso la Corte suprema indiana, riprendendo una legge coloniale del 1875, ha stabilito il diritto per le donne maggiori di 18 anni di scegliere il proprio sposo anche senza il consenso dei genitori. Ma, osserva da New Delhi Rakesh Sharma, giornalista free lance, in un Paese con un tasso di analfabetismo che supera il 35%, dove tutti guardano la tv (l'85-90% della popolazione: anche nei molti villaggi sprovvisti di energia elettrica, con un generatore di luce), il piccolo schermo potrà fare forse più della legge contro l'antica tradizione indù delle nozze forzate. Moderno e antico Figlio della globalizzazione tv, lo show però recupera l'antica mitologia locale La legge La Corte suprema ha stabilito il diritto di scegliere il proprio sposo Protagonista Rahki Sawant, 30 anni Alessandra Muglia

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sempre più ragazzi alla scoperta del mondo (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 07-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 6 - Pordenone Sempre più ragazzi alla scoperta del mondo Prende piede il progetto "Intercultura": partenze verso l'estero e arrivi di giovani stranieri in provincia Nuove generazioni In sette anni ha mandato in giro per il mondo una quarantina di ragazzi della provincia di Pordenone e ha permesso l'accoglienza di una ventina di studenti provenienti dalle più diverse parti del mondo. Si chiama Intercultura, è un'associazione che fa parte della rete mondiale American Field - nata durante la prima guerra mondiale con scopi umanitari e fondata in Italia nel 1955 - e oggi ha come fine lo "scambio" di conoscenze, capacità e cultura nel rispetto e nelle promozione delle differenze. A Pordenone è nata nel 2002 e si occupa sia di insegnamento delle lingue straniere - con corsi che hanno la durata di un bimestre - sia di scambi culturali veri e propri selezionando i ragazzi che desiderano affrontare un'esperienza di vita in un paese lontano, preoccupandosi della loro sistemazione e accogliendo quelli che invece scelgono come meta l'Italia. Intercultura per i ragazzi non significa semplicemente viaggiare ma vivere appieno in un paese che non è il loro, in una famiglia che non è la loro, ma che diventa per sei mesi o un anno la loro famiglia. Questo può anche comportare delle difficoltà - perché le abitudini che i ragazzi trovano possono essere lontane dalle loro - ma l'associazione li assiste anche in questo passaggio, intervenendo qualora ci siano problemi di convivenza. «In questo periodo - racconta Stefano Pierasco, referente provinciale dell'associazione - stiamo lavorando per individuare le famiglie che accoglieranno i ragazzi in arrivo il prossimo anno scolastico, una decina in tutto. Il 10 settembre, invece, partiranno i termini per le selezioni di chi vuole partire nel prossimo anno scolastico». Al termine del percorso esce una graduatoria e i ragazzi che vengono selezioni possono anche beneficiare di agevolazioni a seconda del reddito delle famiglie. Le selezioni - che vanno a valutare le motivazioni dei ragazzi e il loro grado di adattabilità a quella che è un'esperienza di vita e non solo un modo per approfondire lo studio di una lingua e di una cultura diversa - aprono le porte a un viaggio che può durare tre mesi, sei mesi, fino all'interno anno scolastico. «Chi sceglie i periodi più brevi - spiega Pierasco - poi si pente perché, al di là di momenti di nostalgia iniziale, l'esperienza vissuta è forte». Se i ragazzi che arrivano provengono dalle più diverse parti del mondo, anche quelli che partono hanno la possibilità di raggiungere qualunque destinazione. Quando compilano la domanda «possono richiedere fino a dieci destinazioni diverse». Le famiglie dei ragazzi che partono in molti casi diventano anche famiglie ospitanti, "genitori pro tempore" di ragazzi che arrivano da altri mondi ma che in fondo non sono così diversi dai loro figli. Ragazzi che hanno gli stessi desideri, le stesse fragilità, lo stesso bisogno di attenzioni. «Quello che ha colpito me e mia moglie - racconta Dario Fantin - è che alla fine i ragazzi sono gli stessi, sia che crescano qui che in paesi lontani. Le problematiche degli adolescenti sono le stesse, la globalizzazione e internet hanno sicuramente favorito anche questo processo». Martina Milia

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cultura gallurese, programmi di rilancio - tonio biosa (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuova Sardegna, La" del 07-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 4 - Gallura Cultura gallurese, programmi di rilancio La Consulta riprende l'attività: contatti con la Provincia e la Corsica TONIO BIOSA TEMPIO. La Consulta Intercomunale Gallura, divenuta di recente istituto di studi e di ricerca, rilancia la sua azione tesa alla salvaguardia e alla rivitalizzazione, a fronte di un massivo e invadente processo di globalizzazione, della cultura e della lingua di questa specifica e diversa regione all'interno della Sardegna. Una serie di incontri del gruppo direttivo è valso in questi mesi a predisporre un programma di interventi ritenuti indispensabili a far tornare viva e attiva un'associazione sorta una quindicina di anni fa ad opera di amanti e cultori di cose galluresi, istituzionalizzata come Consulta Intercomunale da Arzachena e fatta poi propria tutti i comuni «gallurofoni». Il nuovo corso amplia gli orizzonti della Consulta, con uno sguardo rivolto al mondo della scuola e dell'università, delle biblioteche e degli istituti culturali, delle produzioni letterarie e dello spettacolo fino al rinvigorimento dei rapporti con la Corsica, terra e popolo che tanta influenza hanno avuto nel passato sui tipi di vita e sulla parlata della Gallura. Il programma si articola in diversi punti e verrà presentato nel corso di un'assemblea allargata ai rappresentanti di ogni ente e organismo coinvolti, da tenersi quanto prima presumibilmente a Tempio. Esso muove prima di tutto dall'esigenza di riprendere i contatti con tutti Comuni, richiedendo, ove necessario, il pagamento delle quote annuali e la nomina del rappresentante ma invitandoli anche al rispetto e all'osservazione degli originari canoni della cultura tradizionale in fatto di toponomastica, architettura, feste e altre manifestazioni di vita locale. Rientrano poi nel programma immediato la ripresa dei contatti con la Regione e la Provincia e i loro organismi preposti al settore della cultura, la raccolta di dati e di specifica documentazione, al fine di giungere a una catalogazione attendibile e certificata, relativi a gruppi teatrali in lingua gallurese e poi anche di cori tradizionali. Ed inoltre l'istituzione di borse di studio per giovani ricercatori e per tesi di laurea su questioni inerenti la sfaccettata cultura gallurese e di un corso di formazione per insegnanti e operatori culturali. E infine un piano d'intesa con centri culturali della Corsica.

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l'islam e i timori per il dollaro - alessandro volpi (sezione: Globalizzazione)

( da "Tirreno, Il" del 07-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

IL DISCORSO DI OBAMA L'ISLAM E I TIMORI PER IL DOLLARO ALESSANDRO VOLPI Il discorso tenuto dal presidente Obama all'università del Cairo è stato oggetto di molteplici commenti che hanno insistito sulla sua importanza in relazione alla politica internazionale degli Stati Uniti. Un tema merita di essere forse ulteriormente approfondito e riguarda le ragioni economiche di tale intervento. E' evidente infatti che la volontà di avviare un rasserenamento nei rapporti con il mondo islamico è in buona misura legato alla nuova strategia economica della Casa Bianca. Di fronte all'esplosione della crisi, le autorità statunitensi hanno avviato una politica di forte spesa pubblica, finanziata attraverso l'emissione di titoli di Stato e la produzione "artificiale" di dollari. Solo con risorse pubbliche, raccolte senza ricorrere all'aumento della imposizione fiscale, risulta possibile secondo la visione di Obama far ripartire i consumi interni, eliminare gli asset tossici e rimettere in moto le esportazioni, certo facilitate dal dollaro debole. Simili misure hanno però preoccupato il presidente della Federal Reserve Bernanke, timoroso di una nuova pericolosa stagione inflazionistica, e soprattutto la cancelliera tedesca Angela Merkel che non ha esitato a condannare l'estrema facilità con cui gli USA stanno indebitandosi, indebolendo il dollaro e la tenuta dei titoli americani. Anche le autorità cinesi, che possiedono dollari e titoli del debito pubblico Usa in quantità maggiore di ogni altro investitore mondiale, si sono lamentate per l'eccessivo rischio di svalutazione. Questi timori sono peraltro confermati dalla rapida discesa del dollaro rispetto all'euro e dal brusco rialzo dei tassi di interesse che il Tesoro degli Stati Uniti deve pagare ai compratori di titoli di stato a lungo termine per convincerli a scegliere quelli USA. E' molto probabile che Obama si sia convinto, anche alla luce di ciò, di stabilire un migliore rapporto con quella decisiva fetta dell'umanità costituita dagli islamici. Se il dollaro rischia di indebolirsi perché prodotto in quantità eccessiva e i titoli di Stato minacciano di diventare costosissimi, è fondamentale che la "credibilità" internazionale degli Usa si rafforzi. Per Obama è fondamentale scongiurare pericoli di un ulteriore deterioramento dei rapporti con le monarchie del Golfo, che dopo Cina e Giappone sono le principali titolari del debito pubblico americano e hanno in mano le sorti del dollaro perché a loro spetta la scelta in merito alla valuta di riferimento negli scambi petroliferi. La linea dell'"hard power", della esplicita conflittualità perseguita dall'amministrazione Bush nei confronti del "terrorismo" islamico aveva finito per rafforzare le componenti più radicali dello scitismo mettendo in tensione proprio le dinastie regnanti di professione sunnita. Obama sembra avere ben chiaro che gli sciiti sono soltanto il 10% della popolazione musulmana del pianeta e dunque la strada più efficace per gli Stati Uniti è quella di isolarli dimostrando ai sunniti di poter contare su un'interlocuzione fruttifera con la presidenza Usa in relazione ai temi più scottanti a partire dall'Iraq e dalla Palestina. In tal modo, l'Iran sciita si troverà certo più isolato e probabilmente costretto a trattare con gli stessi Usa. In più, mettere fine alla guerra in Iraq significa risparmiare circa 3 mila miliardi di dollari nei prossimi anni e, al contempo, guadagnare consensi nella sempre più forte finanza islamica, ormai dotata di propri listini e di propri fondi di investimento da cui i cattivi "yankees" sono stati fino ad oggi tenuti rigorosamente lontani. Ancora una volta la presidenza Obama mostra un volto profondamente nuovo che in larga misura è legato però alla necessità di correggere in profondità gli errori del recente passato. La prospettiva è che a farne le spese sia comunque la vecchia Europa; mentre molte forze politiche paventano come male assoluto l'ingresso della Turchia nella UE, gli Stati Uniti stanno impegnandosi per fare del mondo islamico la nuova frontiera della loro crescita economica.

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Clinton: Usa potrebbero reinserire Nordcorea in lista terrorismo (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 07-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

di Sue Pleming WASHINGTON (Reuters) - Gli Stati Uniti stanno valutando seriamente se reinserire la Corea del Nord nella lista dei paesi che sostengono il terrorismo, in risposta al suo test nucleare dello scorso mese. Lo ha detto oggi in un'intervista il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton. "Esamineremo la cosa. C'è una procedura per questo. Ovviamente vorremmo vedere delle prove recenti circa il loro sostegno al terrorismo internazionale", ha detto al programma dell'Abc, 'This Week with George Stephanopoulos'. Alla domande se avesse già qualche prova, Clinton ha detto: "Abbiamo solo iniziato ad osservare la cosa. Non ho una risposta per ora". Gli Stati Uniti hanno tolto la Corea del Nord dalla lista nera del terrorismo in ottobre, nel tentativo di rianimare i negoziati tra sei paesi per la denuclearizzazione della Corea. La nazione a guida comunista è stata cancellata dalla lista dopo avere acconsentito ad una serie di verifiche dei suoi impianti nucleari. Ma Pyongyang è stata condannata dalla comunità internazionale per il suo test nucleare del 25 maggio. "Ovviamente erano stati tolti dalla liste per uno scopo, e questo viene ostacolato dalle loro azioni", ha detto Clinton. Uscire dalla lista nera ha significato per la Corea del Nord la revoca dell'embargo commerciale e un parziale accesso alla finanza internazionale -- benefici che potrebbero finire, anche se altre sanzioni rimangono in piedi per effetto del primo test nucleare nel 2006. La Clinton ha detto di aspettarsi dal Consiglio di sicurezza dell'Onu una dura risoluzione sulle sanzioni alla Nordcorea con il sostegno di Cina e Russia, che finora hanno ostacolato queste misure con il loro potere di veto. Continua...

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PER VENT'ANNI ABBIAMO VISSUTO SOTTO L'ALA DI UN TURBINE: GLOBALIZZAZIONE ECONOMICA E TRASFORMA... (sezione: Globalizzazione)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 07-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

«Per vent'anni abbiamo vissuto sotto l'ala di un turbine: globalizzazione economica e trasformazione politica. Due metamorfosi insieme: post-industriale e post-democristiana. L'Italia di oggi ci restituisce per mille segni l'immagine di un Paese provato, che perde colpi di continuo. E soprattutto con un motore politico penosamente inadeguato, incapace di autentica innovazione, che non fa nulla se non pasticciando, e alla fine non sembra concepire altra missione tranne la pura conservazione di se stesso e del ceto che lo controlla. Ma altre volte siamo stati capaci di riagguantare all'ultimo istante il filo della nostra storia. La posta in gioco è troppo importante per rassegnarsi, e dopotutto siamo qualcosa di più di un piccolo angolo di mondo». È la sinossi de «L'Italia contesa» (Laterza, 9o pagni, 14 euro), l'ultimo libro di Aldo Schiavone (nella foto), direttore l'Istituto italiano di Scienze umane (Firenze - Napoli), membro onorario dell'American Academy of Arts and Science, tra le più belle firme di «Repubblica». Il saggio sarà presentato domani, alle 19,30, negli spazi della galleria «Il Catalogo» di via De Luca. Ne parleranno con l'autore Giuseppe Acocella e Giuseppe Cantillo della Federico II di Napoli. Un libro di grande attualità ed un richiamo ed un invito per la sinistra, che «in questi anni - spiega Schiavone - ha mostrato di avere difficoltà serie nello stabilire un rapporto forte con il Paese. Ha mancato un'occasione, raccolta con talento da qualcun altro. Ma Berlusconi ha vinto senza costruire niente, al di là del consenso». «C'è una sfida in atto - continua - Nel cuore dell'Italia si sta aprendo un enorme spazio vuoto, non soltanto di politica, ma di pensiero e di autoidentificazione civile. Bisogna tuffarcisi dentro e nuotare. Nuotare molto. L'Italia dell'immediato futuro dipende dalla capacità di mettere in campo una nuova idea del paese. E un leader in grado di attuarla».

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Tiganii din Clejani au votat lautareste, dupa ureche (sezione: Globalizzazione)

( da "Romania Libera" del 07-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

> Cititi online anunturile din ziarul “Romania libera”: Alegerile pentru Parlamentul European: absente si mita electorala Tiganii din Clejani au votat lautareste, dupa ureche Florica Burcea, fost membru al Tarafului din Clejani, a votat pentru primar deoarece acesta le-a facut asfalt Darius Martinescu, Neculai Amihulesei, Razvan Chiruta, Petrica Rachita, Andreea Pocotila Luni, 08 Iunie 2009 In localitatea Clejani, cunoscuta in toata Europa datorita lautarilor sai, prezenta la vot a fost ridicata ieri, inca de dimineata. Pana la ora 11, 600 din cei 1.600 de alegatori fusesera deja la urne. Printre ei nu se aflau insa si celebrii lautari ai locului, care erau plecati intr-un turneu in Elvetia si erau asteptati sa se intoarca acasa abia dupa-amiaza. Putini dintre locuitorii din Clejani stiau ieri pentru ce voteaza. Cei mai multi erau convinsi ca o fac pentru primar. De fapt, sperau sa-i faca pe plac acestuia, deoarece le-a dat ajutoare sociale si le-a pus becuri pe stalpi. Oamenii nu prea au auzit multe despre Parlamentul Europei. "Pentru primarul nostru am votat. Ne-a facut asfalt. Cine o lua, o lua, dar noi votam pentru primar", ne-a spus Florica Burcea, unul dintre membrii iesiti la pensie ai Tarafului din Clejani. Din strada, un vecin era de alta parere. "Nu e, ma, nici un asfalt. Ce asfalt? Nu ne-a dat nici un leu, sa ne luam o tigara. Nu am ce sa mananc astazi. Ia uite, mi-am stricat picioarele in «pietrili» astea." Omul era suparat de fapt pe toata lumea. Dar mai ales pe primarul de la sectorul 5, din Bucuresti, pesedistul Marian Vanghelie. "A zis ca ne da si noua bani si ne-a dat? Eu muncesc acolo, in sectorul 5, la Vanghelie, dar nu am primit nici un ban de mancare." Chiar daca nu erau foarte lamuriti la ce foloseste scrutinul, tiganii din Clejani simteau ca era de datoria lor sa fie buni cetateni, sa mearga la urne. "Votam, cum sa nu votam, pai, se poate? De unde sa stim cu cine, ne ducem si noi acolo. Nu prea le avem cu astea, stim ca trebuie sa votam", ne-a raspuns o femeie din sat cand am intrebat-o care sunt candidatii la europarlamentare. Un tigan batran din familia lui Gheorghe Anghel, dirijorul cunoscutului Taraf din Clejani, ne-a pus la punct. "stiti cine sunt primii trei candidati de pe liste?", l-am intrebat noi. "Nu-i stiu pe primii trei, ca pe mine m-au interesat urmatorii trei", ne-a raspuns batranul smechereste. "Stiu ca e cu Parlamentul European, dar acuma ce vrei, sa stiu eu care sunt toti cei 47 de candidati?" In discutie a intervenit brusc si liderul local al rromilor din Clejani, Ioan Tache. E cel mai invatat dintre ei, are facultate "si calificare la fel ca gagii (romanii – n.r.)". Preda limba rromanes la scoala si e mai impaciuitor. "Cei care cunosc carte stiu cu cine trebuie sa voteze, cei care nu stiu, nu stiu." Cartea au deschis-o cam 30% din cei 600 de tigani cati sunt acum in Clejani. "Eu nu ma duc la vot si nu imi mai las nici copiii mei inca 25 de ani de acum incolo" O femeie, ruda si ea cu Gheorghe Anghel, ne-a lamurit ce optiuni politice are. "Am pus pe PNL-ul ala acolo, pe trandafiri." Profesorul si-a dat seama ca tiganca a facut o gafa si a certat-o parinteste. "Nu se spune, ca e secret." Femeia a sarit cu tupeu. "Ce secret, ca de acuma am votat!" Am iesit din curtea dirijorului catre alte case cu votanti. O tiganca intre doua varste era curioasa sa afle ce cautam pe acolo. I-am explicat ca vrem sa aflam daca a mers la vot. E suspicioasa. Are nevoie de cateva informatii ca sa stie ce sa ne raspunda. "Da‘ dumneavoastra cu cine tineti?", ne intreaba femeia. "Nu tinem cu nimeni." "Pai, si atunci de ce umblati, daca nu tineti cu nimeni?" Femeia ne-a spus ca ea tine tot cu primarul actual, desi nu stie prea bine din ce motive. Un tanar intervine in discutie. "Eu nu ma duc la vot si nu imi mai las nici copiii mei inca 25 de ani de acum incolo. Pentru ce? S-au furat toate fabricili in tara asta. Pai, noi eram forta Europii, noi aveam putere financiara si acuma am ajuns sa facem imprumut de la FMI? Niste golani toti", striga. Ne cere un pic rusinat 10 lei sa bea cu baietii o bere. Il refuzam, asa ca se multumeste si cu o tigara. Profesorul il scuza cumva si ne repeta ca satul e tot mai sarac. Locuri de munca nu mai sunt si nici cu muzica nu mai merge, ne explica el. "Acuma toti folosesc sintetizatoare din astea, nu mai au nevoie de lautarii nostri." Un BMW gri, care se apropie din spatele nostru, confirma parca vorbele lui Tache Ioan. Din interior rasuna o manea, cu ritmurile amplificate de subwoofer. Din masina coboara o namila cu zeci de cicatrice pe ambele brate. Taieturi autoexecutate cu lama, peste doua tatuaje. "Ce-i cu baietii?", il intreaba pe profesor. Ghidul nostru, un pic timorat, ii raspunde ca suntem de la ziar. Malacul ne priveste prin ochelarii de soare un pic neincrezator, un pic superior. "Sa nu faceti vreun reportaj gresit, va rog eu frumos. E bine, da? Ca sa nu avem probleme." Incercam sa aflam cine e, dar brusc curajul ii dispare si da un pas inapoi spre masina din care manelele continua sa faca zgomot. "Cine sunt eu aici stie toata lumea." Stefanesti, Ilfov: "Daca se fac nereguli, se fac in liniste" Satul stefanestii de Jos parea ieri ca incearca sa-si spele pacatele dupa scandalul de la alegerile locale de anul trecut. Daca in iunie 2008 localitatea era zdruncinata de acuzatiile de mituire a alegatorilor si de conflictele deschise dintre sustinatorii PSD si cei ai PNG, pe 7 iunie 2009, la stefanesti domnea linistea. Doar masinile de ultima generatie, negre si cu geamuri fumurii, si abia cativa sateni impodobiti cu lanturi groase si ghiuluri pe masura mai condimentau putin atmosfera. Pana la orele dupa-amiezii, nici macar cel mai titrat dintre consilierii locali, manelistul Adi Minune, nu le-a mai cantat alegatorilor, in strada, pentru a-i motiva sa vina la urne, cum o facea cu un an inainte, la scrutinul local. In rest, canicula si o prezenta la vot ingrijoratoare pentru autoritatile comunei. La fel de ingrijoratoare probabil ca si criza economica ce a doborat afacerile imobiliare care au adus comuna in prim-plan anul trecut. "Ma inspaimanta lipsa la vot. E trecut de pranz si avem doar 7 la suta. Dar ma asteptam, pentru ca oamenii, din pacate, nu au inteles ce inseamna europarlamentarele si se implica mai ales cand e vorba direct de comunitatea lor", explica primarul Anghel Rababoc, aflat de peste 20 de ani in fotoliul de edil. Explicatia pentru linistea neobisnuita din comuna care anul trecut captase atentia intregii tari ne-o da un angajat al primariei, potrivit caruia miza alegerilor e prea mica pentru stimularea alegatorilor. La fel justifica acalmia din comuna si observatorii si politistii care supravegheaza scrutinul. "Nu s-a facut nici o contestatie. Daca fac ceva in neregula, o fac in liniste, la sectia asta nu am observat nimic dubios", spune observatorul Pro Democratia Laura Herman. Fiecare sectie e supravegheata de un politist, plus o patrula care mai trece din cand in cand. "Intr-adevar, e dubios de liniste. Nu e miza, oamenii n-au primit nimic. Nu trebuia sa veniti pana aici, doar sa va uitati in zare din Bucuresti. Daca vedeati fum, stiati ca e scandal la stefanesti", spune, mai in gluma, mai in serios, un politist de la sectia 193. La sectia 190, politistul de serviciu joaca table cu satenii: "Nu e nimic, liniste totala. Nu ca anul trecut, cand m-au daramat cu tot cu usa la locale si aproape m-au luat pe sus. N-o sa vedeti acum asa ceva, ca nu intereseaza pe nimeni europarlamentarele astea", ne spune, sigur pe el, omul legii. Macin, Tulcea: Acuzatii de turism electoral Inspectoratul de Politie al Judetului Tulcea a demarat o ancheta privind turismul electoral in localitatile tulcene de la granita cu judetele Braila si Galati. Presedintele PDL Tulcea, Victor Tarhon, a depus o plangere la Politie in care precizeaza ca "au fost surprinse opt microbuze si autoturisme care transportau cetateni din Braila si Galati pentru a vota in localitati din zona Macin". Conform plangerii PDL Tulcea, cele opt autovehicule identificate ar fi efectuat mai multe curse din judetele vecine pentru a transporta alegatori la sectiile de votare din Macin, Smardan, I.C. Bratianu, Jijila si Grindu. Cert este ca in aceste localitati s-a inregistrat, la ora 12, un procent de participare la vot cuprins intre 10 si 15, mai mult decat dublu fata de localitatile vecine. In orasul Macin, de exemplu, din cele 400 de persoane care votasera, 230 erau inscrise pe liste suplimentare. In satul Smardan, 70 din cele 100 de persoane care votasera pana la ora 12 aveau domiciliul intr-un cartier din municipiul Braila. Comisarul Viorel Oltu, inspectorul-sef al Inspectoratului de Politie al Judetului Tulcea, a declarat ca a trimis in zona Macin o echipa de ofiteri pentru a investiga acest caz. seful politiei tulcene a mai afirmat ca "vor fi audiati proprietarii si soferii autovehiculelor suspicionate ca ar fi participat la turismul electoral invocat". Dupa ce a fost depusa plangerea penala privind transportul de persoane pentru practicarea la turismul electoral, cele opt microbuze si autoturisme incriminate de PDL au disparut din trafic. Liderii PDL Tulcea au afirmat ca PSD Tulcea ar fi apelat la ajutorul colegilor din Galati si Braila sa le transfere votanti social-democrati pentru ca in judetul Tulcea majoritatea electoratului ar fi democrat-liberal. Vlad Manastireanu, presedintele organizatiei PSD Tulcea, a infirmat acuzatiile celor de la PDL Tulcea si a lansat, la randul sau, acuzatia de turism electoral pus la cale de democrati-liberali cu autobuze inchiriate din Tulcea. PSD Tulcea nu a facut insa plangere la Politie privind acuzatiile pe care le-a adus PDL, afirmand ca nu au fost identificate cu precizie persoanele care ar fi efectuat turismul electoral in favoarea PDL. Litoral, Constana: Soarele, inaintea europarlamentarelor Turistii aflati pe litoral au preferat sa se bronzeze decat sa bata drumul pana la sectiile de votare. Oamenii s-au trezit la primele ore ale diminetii de duminica pentru a profita de vremea excelenta pentru plaja si au lasat alegerile europarlamentare, in cel mai bun caz, pentru partea a doua a zilei. Din cei 22.000 de turisti inregistrati la sfarsitul saptamanii trecute in statiunile de pe riviera romaneasca, doar cateva zeci se prezentasera la urne pana ieri la orele amiezii. Daca in cazul statiunii Mamaia, aflata la doi pasi de municipiul Constanta si, implicit, de sectiile de votare, turistii au putut sa voteze fara sa se deranjeze prea tare, sudul litoralului a fost, practic, rupt de procesul electoral. Persoanele cazate in Neptun, Olimp si Jupiter au fost nevoite sa se deplaseze pe distante de cativa kilometri pana la prima sectie de votare. "Nu am fost inca sa votez. O sa merg probabil dupa ce luam cina", a precizat Gheorghe Vasiliu, de 47 de ani, cazat in Costinesti. Dar multi dintre vizitatorii de pe litoral s-au aratat nemultumiti de faptul ca in statiuni nu au fost amplasate indicatoare catre cele mai apropiate sectii de votare. Turistii au putut vota in oricare dintre sectiile din localitatile de pe litoral. Dar in statiuni nu a fost amplasat nici un punct de vot. Din aceeasi categorie: Basescu, nemultumit de talentul Guvernului pentru fonduri europeneIliescu: Nu cred in retragerea lui Traian Basescu din politica (VIDEO)Boc: guvernul lucreaza la parametri normali, nu avem in vedere niciun fel de remaniere Voteaza

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Bagnasco: poco efficaci i rimedi per contrastare la crisi economica (sezione: Globalizzazione)

( da "Libertà" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Bagnasco: poco efficaci i rimedi per contrastare la crisi economica ROMA - C'è chi, come Bonanni, chiede di cambiare il modello capitalistico e finanziario, ricostruendo il legame tra le persone e i processi produttivi. E chi, come Susanna Camusso, ritiene urgente mettersi al lavoro per costruire le condizioni di un ritorno della fiducia. Ma sia Cisl che Cgil convengono con il presidente della Cei, cardinal Angelo Bagnasco, che «le iniziative indispensabili per rivedere i meccanismi di governo globale dell'economia sembrano per ora deboli e poco efficaci». Parlando durante il tradizionale pellegrinaggio del mondo del lavoro al Santuario genovese di Nostra Signora della Guardia, l'arcivescovo ha sottolineato che, anche se «i segnali positivi non mancano», «nonostante tutto la disoccupazione morde». «Ha ragione il cardinale: la risposta che è venuta finora dai Governi alla grande crisi globale è stata debole e poco innovativa», sottolinea il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, secondo il quale «non c'è stata finora dalla politica una risposta decisa alla dittatura della finanza negli ultimi vent'anni, che è poi la vera causa di questa crisi globale». «Trovo molto bello quanto dice Bagnasco sul lavoro come valore, sul rimettere in ordine le cose - gli fa eco il segretario confederale della Cgil - e giusto quando ricorda che le iniziative indispensabili per rivedere i meccanismi di governo globale dell'economia sembrano per ora deboli e poco efficaci. Ma su quest'ultimo aspetto - ricorda - rivendico la primogenitura della Cgil». In precedenza, Bagnasco aveva fatto un breve accenno alla globalizzazione affermando che «ambiva a porsi come il destino maturo del mondo» ma che invece, «stando al volto che finora ha dato di sè, ha mostrato i lati della sua fragilità e l'incompiutezza rispetto alla necessaria vocazione ad essere strumento costruttivo per il bene dei Paesi e dei popoli». 08/06/2009

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bagnasco: "disoccupazione, si fa troppo poco" - nadia campini (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina II - Genova Al Santuario della Madonna della Guardia il cardinale lancia l´allarme per la crisi economica Bagnasco: "Disoccupazione, si fa troppo poco" NADIA CAMPINI «Le iniziative indispensabili per rivedere i meccanismi di governo globale dell´economia sembrano per ora deboli e poco efficaci». Lo ha detto ieri il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco durante il tradizionale pellegrinaggio del mondo del lavoro al santuario genovese di Nostra Signora della Guardia, dopo che già in occasione della festa di San Giuseppe aveva chiesto alle istituzioni uno sforzo maggiore di coesione per affrontare la straordinarietà della crisi. Ieri Bagnasco è tornato sull´argomento sottolineando che «nonostante tutto la disoccupazione morde» anche se «i segnali positivi non mancano» come non mancano «la volontà, l´intelligenza e l´energia di molti per tenere le attuali posizioni lavorative, per inventare e innovare». «Per questo - ha aggiunto - la disperazione e il disfattismo non devono prevalere e paralizzare gli sforzi, da qualunque parte vengano». Parole forti, mirate a dare una scossa soprattutto in una situazione ingessata come quella genovese. Tuttavia «la disoccupazione - denuncia Bagnasco - affligge tristemente il mondo dei giovani, specie in rapporto al loro futuro personale e sociale» al punto che «il progetto famiglia si allontana nei tempi, crescono i fenomeni della disgregazione e aumenta la tentazione della criminalità». Da tempo la chiesa genovese tutta insiste sul pericolo provocato dalla mancanza di lavoro per la tenuta complessiva della società. La crisi incide infatti in modo più pesante sui giovani, che più sono vittime della precarietà e della flessibilità estrema del lavoro e non riescono quindi ad avere un reddito che permetta loro di costruire una famiglia. Non casualmente ieri Bagnasco ha chiamato «beati i costruttori di lavoro perché parteciperanno all´edificazione del bene comune». «Il lavoro - ha dichiarato il cardinale - è parte speciale di quelle condizioni indispensabili che una società veramente umana deve garantire perché ognuno, singoli e gruppi, possa non solo sopravvivere e vivere ma ancora di più realizzare se stesso secondo il disegno di Dio». Se l´uomo perde il lavoro, ha aggiunto, «si sente toccato nell´intimo della sua dignità e delle sue innate aspirazioni, ossia esprimere se stesso e sentire di partecipare alla vita della comunità». «La mancanza di lavoro - ha proseguito Bagnasco - incide pesantemente anche sul tessuto familiare» tanto che «i rapporti non di rado si fanno più tesi» e la casa «anziché essere lo spazio dove si rientra volentieri, diventa il luogo di nuovi problemi e tensioni». In precedenza Bagnasco aveva fatto un breve accenno anche al tema della globalizzazione affermando che «ambiva a porsi come il destino maturo del mondo» ma che invece, «stando al volto che finora ha dato di sé, ha mostrato i lati della sua fragilità e l´incompiutezza rispetto alla necessaria vocazione a essere strumento costruttivo per il bene dei paesi e dei popoli».

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Corea del Nord, 12 anni a due giornaliste Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere.it" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

L'accusa: ingresso illegale nel paese Corea del Nord, due giornaliste Usa condannate a 12 anni di lavori forzati Ling e Lee, reporter di Current Tv, stavano realizzando un reportage sui rifugiati nordcoreani in Cina PYONGYANG - Le due giornaliste statunitensi arrestate a marzo in Corea del Nord sono state condannate a 12 anni di lavori forzati per ingresso illegale nel paese. Lo ha reso noto l'agenzia di stampa ufficiale Kcna. LE DUE DONNE - Euna Lee and Laura Ling, americane di origini asiatiche della Current Tv dell'ex vicepresidente Al Gore, erano state fermate il 17 marzo al confine tra la Cina e la Corea del Nord e accusate di essere entrate illegalmente nel Paese con intenti «ostili». Ling e Lee stavano realizzando un reportage sui rifugiati nordcoreani in Cina. Il processo era cominciato giovedì scorso, 4 giugno. stampa |

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COREA DEL NORD, DUE GIORNALISTE USA CONDANNATE A 12 ANNI DI LAVORI FORZATI (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corea del Nord, due giornaliste Usa condannate a 12 anni di lavori forzati -->Ling e Lee, reporter di Current Tv, stavano realizzando un reportage sui rifugiati nordcoreani in Cina

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Duello all'ultimo voto Pd-Pdl per il primato I veri vincitori Lega e Idv (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere delle Alpi" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Duello all'ultimo voto Pd-Pdl per il primato I veri vincitori Lega e Idv In città sostanziale equilibrio tra le due coalizioni, i radicali viaggiano oltre il 5 per cento ALBINO SALMASO PADOVA. Sorridono solo Bossi e Di Pietro, gli altri leader masticano amaro. Il Pdl in leggera flessione e quindi lontanissimo dal traguardo del 40-45% tanto sbandierato in tv dal premier, mentre il Pd precipita al 26,5%: quei 6 punti in meno rispetto al 2008 sono stati distribuiti all'Italia dei Valori che balza dal 4,2 al 8% e ai radicali che incassano il 2,6% mentre alle politiche erano candidati nelle liste dei democratici. La Caporetto del Pd non c'è stata, anche se il divario col Pdl sale a 10 punti contro i 4 di un anno fa. Insomma, Franceschini dovrà scalare una montagna se vorrà raggiungere Berlusconi. Balza in avanti la Lega di Bossi che si attesta al 9,5-10%: il centrodestra, quindi, non è maggioranza assoluta. E a Padova? I primi dati ufficiali delle sezioni scrutinate in città danno il Pdl al 30 e la Lega al 15%. Sul fronte opposto il Pd è al 28-29%% e l'Italia dei Valori all'8,1%. Poi le liste minori. I radicali raccolgono il 4,5%, il PdCI e Rifondazione il 3% e Sinistra e libertà il 2,5%. Bassa l'Udc, che si ferma al 5,7%. Proiettati in chiave amministrativa, i primi risultati delle europee vedono la coalizione di centrodestra al 44% e quindi in vantaggio sul centrosinistra che si ferma al 42%. Si tratta ora di capire quale sarà l'effetto Zanonato; riuscirà a trascinare le sue 8 liste alla vittoria al primo turno oppure no? Ragionamento analogo per Marin, che parte da un voto altissimo di coalizione. In un'Europa che ha perso il suo appeal, l'Italia vanta il record della partecipazione con oltre il 60% contro il 22 della Germania e Padova si conferma tra le città leader in Italia con quasi il 75%, grazie all'abbinamento con le amministrative. Scossa dalla crisi finanziaria che ha bruciato i risparmi, senza una vera guida capace di dettare decisioni alla Bce, l'Ue è decollata con l'euro che ha falcidiato il potere d'acquisto degli stipendi. E 8 anni dopo, si vedono gli effetti: la «voglia» di Europa si fa avvertire nell'ex blocco comunista mentre crolla negli Stati che hanno firmato il Patto costituente nel 1956. Cinquant'anni dopo c'è un ritorno al nazionalismo, con le ondate xenofobe e di estrema destra che divampano un po' ovunque, a partire dall'Olanda e dall'Ungheria. E' il trionfo del localismo, la crisi di rigetto alla globalizzazione che spinge gli elettori a chiedere protezione, ad alzare barriere e muri invece di abbatterli. E' un voto che punisce i governi della Ue: spazzato via per lo scandalo dei rimborsi spesa a luci rosse, il premier inglese Gordon Brown si appresta a lasciare Downing Street dopo 17 anni di governo dei laburisti, mentre in Francia il premier Sarkozy festeggia il buon successo elettorale. E i socialisti crollano a vantaggio degli ecologisti di Daniel Cohn Bendit che balzano al 15%; fenomeno analogo in Germania con la sconfitta della Grande Coalizione e i Verdi oltre il 12%. Mastica amaro invece lo spagnolo Zapatero perché il popolare Aznar lo ha superato. E Silvio Berlusconi? Se i primi dati verranno confermati, il Pdl subisce una battuta d'arresto: sommerso dalle critiche del Noemigate, messo sott'inchiesta dai giudici per l'uso allegro degli aerei di Stato, il premier aveva scommesso di portare il Pdl al 45% e non ce l'ha fatta. Il modello populista del Cavaliere viene incrinato: ciò dimostra che gli italiani sorridono ma non gradiscono il «cucù» alla Merkel e il ricevimento nel parco di villa Certosa col leader ceco e presidente di turno dell'Ue Mirek Topolanek ha lasciato il segno: meno voti al premier. Chi brinda è Umberto Bossi, che ha lanciato l'ultima sfida con il «no» all'ingresso della Turchia in Europa: la Lega sale al 10%. Infine, il boom dei radicali, che superano il 5%: a Padova potrebbero fare la differenza e decidere gli equilibri delle amministrative. Oggi i verdetti veri della Provincia e del Comune di Padova.

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Gobbo: Lega regina della Marca (sezione: Globalizzazione)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il segretario provinciale Toni Da Re: «La nostra politica quotidiana ci premia alle urne. Siamo sempre più forti, la gente si fida solo di noi» Gobbo: «Lega regina della Marca» Il segretario regionale: federalismo e sicurezza sono stati cavalli vincenti ALESSANDRO ZAGO TREVISO. Nella Marca la Lega aumenta i consensi, ma anche nel capoluogo macina punti percentuale. «La Lega resta il primo partito della Marca. La gente ci ha premiati perché dalle parole siamo passati ai fatti, con il federalismo fiscale e la sicurezza». Gian Paolo Gobbo, segretario regionale del Carroccio, a botta calda pronostica una Lega superstar alle urne trevigiane. Un Gobbo in collegamento diretto dalla sede padovana del Carroccio, ieri verso la mezzanotte. Nervi saldissimi e sorriso sulle labbra, senza montarsi la testa, sangue freddo come al solito ma con la consapevolezza di essere sulla cresta dell'onda, con il netto presentimento di un ottimo risultato. Soprattutto nella sua Marca trevigiana. Ma anche con una grande risultato nel capoluogo. «Domani (oggi,ndr) avremo il quadro preciso dell'esito delle europee, ma dai primi dati provenienti dalla Provincia di Treviso emerge una ipotesi di risultato complessivamente molto incoraggiante per noi». Anche se nel capoluogo, dicevamo, con diversi punti percentuale di rimonta sul Pdl. E' ottimista anche l'onorevole Luciano Dussin: «Nella Marca trevigiana nel 2008 la Lega aveva 15 mila voti più della coalizione formata da Forza Italia e Alleanza nazionale. Stavolta rischiamo di fare ancora meglio, con le europee. In paesi come Riese, ad esempio, i primi dati ci danno ad oltre il 50%. Il merito va ai nostri sindaci e al loro lavoro. Anche nei Comuni più piccoli, i sindaci ruspanti della Lega sono in prima linea nel risolvere i problemi, andando anche in ronda. Il valore aggiunto della Lega ora si vede però anche nella corsa delle europee. Chi ha messo più in discussione l'Unione europea? E' stata le Lega. Eppure le urne ci premiano, perché siamo stati noi a denunciare a livello europeo i danni della globalizzazione, che in questi mesi ha fatto chiudere le nostre fabbriche. La gente lo ha capito e ci vuole mandare là». Raggiante il segretario provinciale del Carroccio Toni Da Re: «A parte il testa a testa nel capoluogo, dove il Pdl è forte, la provincia si conferma terra leghista. A naso faremo meglio che alle politiche. Se andrà così, sarà un premio al localismo, al nostro lavoro quotidiano». Alle politiche del 2008 il Popolo della Libertà nella Marca aveva totalizzato un 27,3%, mentre alla Lega era andato un 31% di gradimento, che la diceva lunga sul peso del Carroccio. Elezioni politiche che a livello nazionale diedero al Pdl il 27,4% e alla lega il 27,1%. Nel capoluogo, per la Camera, il Pdl era a oltre il 29%, il Carroccio quasi al 19%.

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Gianmario Bonzi Mantova DOPO OLTRE UN MESE di collegiali (il primo raduno è iniz... (sezione: Globalizzazione)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

VOLLEY pag. 20 Gianmario Bonzi Mantova DOPO OLTRE UN MESE di collegiali (il primo raduno è iniz... Gianmario Bonzi Mantova DOPO OLTRE UN MESE di collegiali (il primo raduno è iniziato il 27 aprile), con due amichevoli già alle spalle (entrambe giocate al PalaBam, una persa, 2-3 con la Slovacchia, l'altra vinta, 3-0 con la Polonia vicecampione del mondo), tanto lavoro fisico e buone sensazioni generali, è il momento di tirare le somme, da un lato, e ripartire, dall'altro. Oggi, sempre a Mantova, torneranno a lavorare 14 azzurri e stavolta si farà sul serio perché il debutto in World League è lì a un passo: venerdì 12 giugno e sabato 13, infatti, al PalaOlimpia di Verona, e sempre alle ore 20.30, l'Italia di Andrea Anastasi affronterà in un doppio confronto la Cina, prima tappa verso le Final Six della manifestazione, con Usa (oro olimpico) e Olanda altre avversarie del girone. Per approdare direttamente a Belgrado (22-26 luglio) gli azzurri dovranno vincere il proprio raggruppamento, o, altrimenti, affidarsi alle incognite di una possibile, ma non certa, Wild Card. QUESTI I CONVOCATI dal ct italiano: Giacomo Sintini e Dragan Travica (palleggiatori); Mauro Gavotto e Michal Lasko (opposti); Emanuele Birarelli, Francesco Fortunato, Marco Piscopo, Andrea Sala (centrali); Matej Cernic, Matteo Martino, Simone Parodi, Cristian Savani (schiacciatori); Andrea Bari, Loris Manià (liberi). Per quanto riguarda i 12 giocatori che scenderanno in campo contro la nazionale dagli occhi a mandorla, la scelta avverrà solo alla vigilia del match. Intanto Andrea Anastasi ha commentato così la prima fase del lavoro tardo-primaverile: «Sono abbastanza soddisfatto degli allenamenti portati avanti in queste settimane a Mantova. Con l'arrivo di Birarelli il gruppo è al completo, manca soltanto Valerio Vermiglio che, come programmato, si unirà alla squadra nella seconda parte della World League. In generale le condizioni dei ragazzi sono buone, alcuni elementi vanno già verso la forma migliore. Per noi la World League è un banco di prova doppiamente importante, sia per quel che rappresenta in assoluto questa manifestazione, sia in prospettiva Campionato del Mondo 2010: la squadra è stata rinnovata e molti di questi giocatori devono dimostrare il loro valore a livello internazionale». Savani e Fortunato hanno lasciato il segno nelle prime due uscite in una nazionale che, giova ricordarlo, è sempre orfana di tanti protagonisti assoluti, uno su tutti l'opposto Alessandro "Fox" Fei, che si è preso un anno sabbatico dall'azzurro. A venerdì per le prime risposte importanti.

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Ai primi di luglio (o a fine giugno) dovrebbe aggregarsi alla squadra anche il capitano Valerio Verm... (sezione: Globalizzazione)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

VOLLEY pag. 20 Ai primi di luglio (o a fine giugno) dovrebbe aggregarsi alla squadra anche il capitano Valerio Verm... Ai primi di luglio (o a fine giugno) dovrebbe aggregarsi alla squadra anche il capitano Valerio Vermiglio, palleggiatore di Macerata. Con lui in regia gli azzurri affronteranno l'Olanda a Mantova (3 e 5 luglio), gli Usa in trasferta a Hoffman Estates nell'Ilinois (10-11 luglio) e la Cina a Nanjing (17-18 luglio). Poi le eventuali finali in Serbia (22-26 luglio).

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AL seggio ieri in mattinata anche Alfredo Cazzola, candidato civico appoggiato da Pdl e Lega. Un po&... (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

BOLOGNA PRIMO PIANO pag. 2 AL seggio ieri in mattinata anche Alfredo Cazzola, candidato civico appoggiato da Pdl e Lega. Un po&... AL seggio ieri in mattinata anche Alfredo Cazzola, candidato civico appoggiato da Pdl e Lega. Un po' dopo le 11 arriva in vicolo Bolognetti accompagnato dalla moglie Ombretta e dai figli Federica, 30 anni, e Alessandro, 22. «Il calo dell'affluenza? Era abbastanza scontato osserva . La disaffezione si vede in giro». Cazzola, com'è nel suo stile, stringe la mano a tutti. A cominciare dai rappresentanti di lista, come Milena Naldi di Sinistra per Bologna e Dina Monti, militante del Pdl che ha inseguito «Conferati», come lo chiama, fino alle ultime assemblee di quartiere. «Alle politiche del 2008, proprio qui ricorda sono stata la prima a chiedere a Cazzola: perché non fa il sindaco?». E prima del patron ha votato il civico Gianfranco Pasquino. Con lui i figli: Emanuele, 33 anni, ingegnere; Sara, 38 anni, che vive in Olanda. «Il record dell'affluenza bolognese non c'era già più fa notare Pasquino . La partecipazione ormai è altrove, a Ravenna ad esempio. Non è solo disaffezione. E' che siamo diventati globalizzati ma soprattutto vecchi. Bologna è una città di anziani».

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Occhiali e lenti a contatto: la passione di tutta una vita (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

QUARTIERI 08-06-2009 PARMA CENTRO BRUNO ALDROVANDI: «MI MANCHERA' IL CONTATTO CON LA GENTE» Occhiali e lenti a contatto: la passione di tutta una vita L'ottico di via Garibaldi va in pensione dopo 38 anni di stimata attività Parma Centro Michela Spotti II Ricorda con un sorriso quando da bambino metteva le bombette e i «sinalcoli» (tappi delle bottigliette) sulle rotaie dei tram che allora passavano in via Garibaldi, per far arrabbiare i tranvieri. Bruno Aldrovandi, 66 anni, ottico da 38 anni della via del quartiere Parma centro, chiuderà la propria attività a fine mese «per raggiunti limiti di età, non avendo seguito», afferma, e via Garibaldi non ha segreti per lui, che ci ha passato l'infanzia. «Ho ricordi bellissimi di quando ero bambino. Sono nato in via Cavallotti e ricordo i tram che passavano per via Garibaldi. Allora c'erano pietroni rossi, poi con l'avvento dei filobus hanno messo l'asfalto. C'erano le case bombardate dopo la guerra e io ci giocavo in mezzo alle macerie». Come non ricordare quando la nonna lo portava in stazione? «Avevo cinque anni, mi prendeva il gelato da dieci lire e la sera si andava in stazione soprattutto d'estate per prendere un po' di fresco. Non era come adesso che sembra il Bronx, all'epoca era luogo di ritrovo per le famiglie». Da piccolo ha anche imparato a nuotare «Al maretto, ovvero la Parma sotto il ponte della ferrovia, allora era balneabile e c'erano le rane, i pesci. Tanti parmigiani andavano lì, non c'erano i soldi per andare in piscina». La sua professione l'ha iniziata come si cominciava una volta, per poi mettersi in proprio, con molti sacrifici, capacità e buona volontà. «Prima andavo in un negozio di Modena mezza giornata per imparare. Poi all'Istituto di ottica di Firenze, con sede a Vinci, allora in Italia di sedi ce n'erano poche e di qualità, davano professionalità completa. Mi ha consentito di mettermi in proprio e sono qui con mia moglie Elda e mia figlia Barbara». Quando ha aperto, «l'ho fatto con buona volontà, mi piaceva, c'era soddisfazione e ultimamente i miei clienti hanno confermato le mie buone intenzioni ». Cosa mancherà più di tutto? «Il contatto con la gente, specialmente con le belle ragazze - ride -. Cercherò di riposarmi, potrei anche rientrare indirettamente in attività, fare un altro lavoro o sempre lo stesso ma in secondo piano. Non so». E sentirà nostalgia anche dei clienti. «Ho sempre voluto bene a loro, ho cercato di trattarli al meglio, qualcuno è entrato anche nel cuore, dopo tanti anni si sviluppano dei rapporti umani... anche con la vecchietta non solo con la ragazza giovane», sorride di nuovo Aldrovandi. «Questa attività l'ho sempre fatta con grande passione, oltre che visita oculistica, o vendere occhiali, ho venduto anche professionalità e rapporti umani, molto importanti in una società sempre più globalizzata». Niente festa di addio. «Perché nel cuore non è una festa. Si chiude un ciclo importantissimo della mia vita. Capisco che magari sarò più libero ma è stato un ciclo fondamentale, ho trovato la mia strada e attività che mi ha consentito di realizzare le cose che volevo realizzare». Ottico Bruno Aldrovandi.

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In un frangente nella storia dell'immaginario, la città, topos di progresso, era c... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Lunedì 08 Giugno 2009 Chiudi di ROBERTO FABEN In un frangente nella storia dell'immaginario, la città, topos di progresso, era collocata in un futuro seppur utopico. L'anelito di perfettibilità si trova in Thomas More, Francis Bacon e Tommaso Campanella (XVI e XVII secolo), ancorati alle fondamenta di un umanesimo medioevale, centrato sulla persona. La cesura dell'industrialesimo, fino all'attuale stadio globalizzato, dove la «città onnivora» sacrifica le esigenze del singolo a quelle di un capitalismo ateo che trasforma i cittadini in "utenti", sposta l'auto-narrazione sociale, da una proiezione utopica, ad una "distopica". In altri termini, secondo la suggestiva tesi di Luca Mencacci (L'eclissi dell'utopia urbana, Città Nuova, 184 pagine, 14 euro), le involuzioni disumanizzanti delle società, hanno dirottato la fantasia, da orizzonti utopici, verso scenari catastrofici, dove il trionfo del privato (come le enclave urbane super-protette, che diventano teatro di orrori di massa nelle opere del visionario J. G. Ballard) annunciano la futura metastasi. La spersonalizzazione tecnologica, (Lang, Metropolis), l'onnipresenza mediatica (Bradbury, Fahrenheit 451), la rarefazione dei luoghi antropologici «generatori di un sociale organico» (Augè), rischiano di avvicinare la città post-moderna a quella immaginata da Calvino, Cloe, dove «nessuno saluta nessuno, gli sguardi si incrociano per un secondo, e poi si sfuggono, cercano altri sguardi, non si fermano» (Le città invisibili).

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Nord Corea condanna giornaliste Usa a 12 anni lavori di forzati (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

SEOUL (Reuters) - La Corea del Nord ha giudicato due giornaliste statunitensi colpevoli di ingresso illegale nel Paese e le ha condannate a 12 anni di lavori forzati. Lo scrive oggi l'agenzia di stampa ufficiale KCNA. Le giornaliste, Euna Lee e Laura Ling, di Current TV, erano state arrestate mentre lavoravano a un servizio al confine tra Corea del Nord e Cina. Il processo contro di loro era iniziato giovedì scorso. "Il processo ha confermato il grave crimine che hanno commesso contro la nazione coreana e l'attraversamento illegale del confine mentre sono già state accusate e condannate entrambe a 12 anni di rieducazione attraverso il lavoro", ha reso noto l'agenzia stampa. Gli esperti dicono che la legge coreana prevedeva una condanna di almeno 10 anni di lavori forzati. Gli analisti dicono che le due giornaliste sono divenute pedine da contrattazione nei negoziati con gli Usa, che da tempo intendono porre fine alle ambizioni nucleari della Corea del Nord.

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Il trattato firmato il 13 dicembre 2007 a Lisbona dai capi di Stato e di governo dei 27 Stati me... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Lunedì 08 Giugno 2009 Chiudi Il trattato firmato il 13 dicembre 2007 a Lisbona dai capi di Stato e di governo dei 27 Stati membri doterà l'Unione europea di istituzioni moderne e di metodi di lavoro per rispondere alle sfide del mondo di oggi. Per affrontare temi quali la globalizzazione, i mutamenti climatici, l'evoluzione demografica, la sicurezza e l'energia gli europei guardano all'UE. Il trattato rafforzerà la partecipazione democratica in Europa e la capacità dell'UE di promuovere gli interessi dei propri cittadini.

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Appartenenza riflessa nel web (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: CORRISPONDENZA E INCONTRI data: 2009-06-07 - pag: 26 autore: Cultweb di Chiara Somajni Appartenenza riflessa nel web «Q ualsiasi impressionee qualsiasi emozione che facciano parte del mio mondo sono una parte troppo pesante per riuscire a sostenerla completamente da solo». Il commento di Pierre Klossowski introduce al progetto «Comunità inconfessabile» proposto per la Biennale di Venezia dal padiglione catalano. Scopo, riflettere sul concetto di comunità a partire dal libro omonimo di Maurice Blanchot (Parigi 1983), con tre sotto-progetti (Archivo F.X., Sitesize e Technologies to the people), una mostra, un libro e un sito (www.lacomunitatin confessable.org). Il venir meno di confini certi per la globalizzazione, e l'emergere di inedite potenzialità di relazione in rete, contribuiscono ad alimentare la necessità di una rimessa a fuoco del concetto di comunità per il mondo contemporaneo, sia sul piano filosofico, sia su quello dell'appartenenza sociale.Un leader che della voglia di fratellanza si sta facendo interprete transnazionale è Barack Obama. A lui il Senseable City Lab di Boston ha dedicato il progetto «ObamaOne People» (http://senseable.mit. edu/obama/data_analysis.html), una visualizzazione della sua capacità di attrazione realizzata in occasione dell'insediamento, basandosi sui dati dei telefoni cellulari. Dopo aver mobilitato le masse usando con maestria strumenti web 2.0, Obama deve capire che fare di questo patrimonio:cosa tutt'altro che scontata, come ora sottolinea il Center for American il Progress (www.americanprogress. org/issues/2009/06/web 2.0_memo.html). c.somajni@ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA

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La cinese ora è un rischio (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere Economia" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere Economia sezione: PRIMOPIANO data: 08/06/2009 - pag: 2 Crisi e mercati/2 Il nodo del cambio dollaro-yuan crea tensioni sulle transazioni finanziarie. Crescono le riserve in oro La «fame» cinese ora è un rischio Pechino fa il pieno di greggio, ma anche di olio di palma. Squilibrando i prezzi I l ministro del Tesoro americano Timothy Geithner è tornato a Washington dal suo viaggio a Pechino la settimana scorsa con parole di conforto per il suo capo Barack Obama: i cinesi capiscono la nostra politica economica, gli ha detto, si fidano della nostra responsabilità nel gestire il bilancio, continueranno quindi a usare il dollaro come moneta per gli scambi internazionali e a comprare titoli di Stato Usa. I dirigenti del regime comunista da parte loro hanno promesso di andare a Washington in luglio per il primo incontro del nuovo «Dialogo Strategico ed Economico Usa-Cina », un G2 destinato ad eclissare gli altri vertici fra superpotenze, ristretti (G7 e G8) o allargati che siano (G20). Fra due mesi Geithner e i suoi colleghi cinesi forse parleranno più concretamente delle misure da prendere insieme per stabilizzare i mercati finanziari e rilanciare l'economia globale. Sperano di avviare un nuovo circolo virtuoso di rapporti, in cui i cinesi consumino un po' di più e gli americani risparmino un po' di più, riducendo così lo squilibrio commerciale e finanziario fra i due Paesi. Ma intanto Pechino non sta con le mani in mano: continua ad accumulare materie prime e a discutere con i partner commerciali non americani se usare la propria moneta, lo yuan, per le transazioni. Al centro delle preoccupazioni dei cinesi c'è il futuro della valuta Usa, come ha detto chiaramente il loro premier Wen Jiabao: se continua a svalutarsi, deprime il valore dei 767,9 miliardi di dollari che hanno investito in Treasury bond e, parallelamente, spinge all'insù le quotazioni delle materie prime, di cui l'economia cinese è affamata. Due buoni motivi per lanciarsi in un'ondata di acquisti di commodities, da accumulare come riserve per un uso futuro e per diversificare la gestione della ricchezza nazionale. Così le importazioni cinesi di rame sono aumentate a quasi 400 mila tonnellate in aprile e quelle di ferro a 57 tonnellate, un record mensile; mentre le riserve della banca centrale cinese in oro sono raddoppiate da meno di 500 tonnellate nel 2003 a 1.054 oggi. Appena partito Geithner da Pechino, poi, vi è arrivato il primo ministro malese Najib Abduul Razak che, dopo essersi incontrato con Jiabao, ha dichiarato: «Stiamo considerando se usare le valute locali per facilitare il commercio fra i nostri due Paesi. Quello che ci preoccupa è che il deficit Usa venga finanziato stampando più banconote. Ed è proprio quello che il Tesoro americano sta facendo». La Cina, insieme al Giappone, è il maggior importatore di petrolio, gas naturale, olio di palma e gomma dalla Malesia e, se il progetto discusso fra i due premier andasse avanti, un domani potrebbe pagare queste materie prime in yuan. Un'ipotesi già avanzata dalla Cina anche con il Brasile, altro suo grande fornitore di commodities. È stato lo stesso governatore della banca centrale di Pechino Zhou Xiaochuan a proporre la creazione di una nuova valuta globale per rimpiazzare il traballante dollaro: gli accordi bilaterali possono essere un primo passo in questo senso, anche se molti esperti avvertono che la strada non è semplice. «È difficile trovare un'alternativa al dollaro con sufficiente liquidità e volumi ha osservato parlando a un forum di Forbes Liz Ann Sonders, strategist per gli investimenti del broker fin anziario Charles Schwab . Lo yuan non è convertibile e i tassi d'interesse cinesi sono fissati dal governo». Ma la tendenza è avviata e può essere molto dannosa per gli interessi geopolitici degli Stati Uniti, ha fatto notare Bill Singer, avvocato d'affari esperto di finanza per lo studio legale Stark & Stark: «Per portare avanti il suo programma di accumulo delle materie prime la Cina sembra pronta a stringere patti con il diavolo, cioè con i molti regimi anti-americani ricchi di risorse naturali, dalla Venezuela di Chavez alla Somalia dei signori della guerra. Un'involontaria conseguenza dell'alleanza con governi repressivi del Terzo Mondo è che alla fine l'Ugly American (il brutto/sgradevole americano), simbolo dello sfruttamento del Terzo Mondo, venga rimpiazzato dall'Ugly Chinese». Ma Pechino, come si è visto per l'anniversario della strage di Piazza Tienanmen, non si preoccupa molto della sua immagine internazionale e pensa solo a non far deragliare la propria economia emergente. M. T. C. Pechino Guida la banca centrale Zhou Xiaochuan Getty Images

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Corea del Nord, giornaliste Usa condannate ai lavori forzati (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica.it" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

SEOUL - Le due giornaliste americane arrestate a marzo in Corea del Nord sono state condannate a dodici anni di lavori forzati per ingresso illegale nel paese. Lo ha reso noto l'agenzia di stampa ufficiale Kcna. Si tratta di Euna Lee and Laura Ling (sorella di Lisa Ling, corrispondente speciale del aprogramma di Oprah Winfrey e della Cnn), americane di origini asiatiche, croniste di Current Tv, emittente con sede a San Francisco fondata dall'ex vicepresidente Usa Al Gore. Il governo Usa si è detto "molto preoccupato" per la condanna. Le due giornaliste erano state fermate il 17 marzo al confine tra la Cina e la Corea del Nord, insieme alla loro guida cinese, mentre il cameraman che viaggiava con loro era riuscito a sfuggire all'arresto. Erano state accusate di essere entrate illegalmente nel Paese con intenti "ostili". La Corea del Nord è uno dei paesi più chiusi del mondo e raramente concede visti a giornalisti stranieri che nel corso delle loro visite sono costantemente accompagnati da funzionari governativi. Ling e Lee stavano realizzando un reportage sui rifugiati nordcoreani in Cina per la serie Vanguard, in onda anche in Italia sul canale 130 di Sky, un programma di inchieste sul campo su temi di attualità. Il processo era cominciato giovedì scorso, 4 giugno. Il tribunale centrale nordcoreano ha confermato il loro non meglio specificato "grave crimine" contro la nazione e l'aver attraversato illegalmente la frontiera. Il tribunale ha condannato entrambe le giornaliste a dodici anni di "correzione attraverso il lavoro". L'agenzia non fornisce altri particolari. Il processo è avvenuto in assoluta segretezza, come è consuetudine nel paese. Le due giornaliste fanno parte del team Vanguard di Current Usa, formato da dieci giornalisti di ogni nazionalità addestrati alla produzione di documentari e reportage ad alto rischio dalle zone più calde del pianeta. OAS_RICH('Middle'); Laura Ling, vicepresidente dell'unità Vanguard, era attesa il 4 aprile in Italia dove avrebbe dovuto partecipare al Festival internazionale di giornalismo a Perugia. Tra i reportage più significativi che la Ling ha prodotto ci sono Undercover in Myanmar, viaggio nei paesi più isolati del mondo, e Toxic Villages dove ha seguito la traccia dei rifiuti elettronici fino alle discariche in Cina. Ha anche realizzato inchieste sull'aviaria in Asia, sullo sfruttamento di schiavi nella foresta amazzonica, sull'esplosione dell'industria del sesso in Cina e sulle piantagioni di marijuana nelle foreste della California. (8 giugno 2009

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Quella vocazione atlantica di Fiat (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere Economia" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere Economia sezione: Nazionale data: 08/06/2009 - pag: 15 Industria L'accordo di Torino con Chrysler e gli equilibri internazionali Quella vocazione atlantica di Fiat L a storia dell'industria automobilistica nord americana muta irreversibilmente. La Ford cerca un suo destino indipendente, nonostante la crisi; la General Motors diviene sì l'emblema del cambiamento proprietario dal mercato allo stato su cui a lungo ci interrogheremo, ma per ora, tuttavia, è posta sotto lo speciale regime Usa della bancarotta, che concede alle imprese il diritto alla speranza di sopravvivere e di trasformarsi. Il caso Chrysler è sotto gli occhi di tutti, tanto più in Italia, perché segna la definitiva trasformazione degli assetti di proprietà tanto della grande impresa Usa, quanto della più grande e storicamente rilevante impresa italiana: la Fiat. E ciò grazie ancora all'azione decisiva dello stato nord americano. Ma tutto questo avviene in un nuovo scenario geo-strategico che è il vero ordito su cui questa partita si gioca, come dimostra benissimo la vicenda Opel, sullo sfondo del meccanismo unico che ormai lega l'economia tedesca e l'economia russa e che ha reso impotenti gli Usa. Il nuovo scenario è quello disegnato dalla necessità di controllare, da parte della potenza leader mondiale, gli Usa, tanto le fonti di energia e le sorgenti d'acqua e le riserve minerarie, quanto le cattedrali del terrorismo e i conflitti tra stati ad alta sensibilità conflittuale. E, infine, sempre più prevarrà la necessità di contendere il terreno del potere mondiale a una Cina sempre più invadente e aggressiva. Ma tutto ciò ripropone su altre basi il conflitto di potenza che abbiamo visto dispiegato durante quel quarantennio di pace totale nucleare e di guerre locali, non per questo meno cariche di lutti, che fu la guerra fredda. La guerra ora continua con altri mezzi nell'intreccio tra politica ed economia a livello statuale. L'Italia è ancora lo spazio nazionale forse più sensibile, tra i teatri mondiali di tutto l'Occidente, in cui questa nuovo confronto si dipana, per il suo porsi tra mondo slavo e mondo islamico al centro del Mediterraneo. La politica di potenza in Italia si è sempre esercitata con un profondo intreccio tra proprietà dell'impresa, perseguimento dei fini economici dell'impresa stessa e collegamenti internazionali che quei fini consentono. Gli scontri essenziali per la riproducibilità del nostro capitalismo si sono sempre consumati nel legame tra politica di potenza sopranazionale nel nostro caso quella degli Usa e ruolo del potere industriale che quella rete di influenza doveva sostenere in Italia, grazie alla potenza dell'impresa che più di ogni altro centro di potere ne rappresentava i mezzi e i fini. Ho già ricordato che il ruolo svolto dalla Fiat rispetto agli Usa è stato fondamentale a questo riguardo e se non potesse continuare a esserlo gli Usa si troverebbero in una situazione molto delicata, perché il sistema del potere in Italia si è molto consunto rispetto a quello di quarant'anni or sono, quando questo rapporto fu essenziale per disegnare la costituzione materiale del nostro paese. Allora le grandi imprese in Ital ia, e quindi i grandi aggregati di potere, non si contavano sulle dita di una sola mano, come oggi. Il potere industriale allo stato gassoso, così come si presenta invece oggi tramite le medie imprese, non può dare garanzie a una grande potenza, soprattutto quando si apre un confronto su scala mondiale come quello che sta delineandosi nella post globalizzazione tra Russia e Usa e tra Usa e Cina. Di qui il ruolo strategico che in questa luce assumono i rapporti tra Fiat e Chrysler. Essi sono essenziali per garantire il legame transatlantico impersonificato dalla Fiat, il cui ruolo a questo proposito è sempre stato indispensabile per l'Italia e per gli Usa. A questo pensavo in questi giorni quando leggevo le note di lutto dedicate alla memoria di Susanna Agnelli (e il ricordo di Lupo Rattizzi apparso sul Corriere della Sera ), della quale è stato troppo poco sottolineato il ruolo delicatissimo che, con grande finezza e senso istituzionale, svolse a questo proposito, quando fu un brillante ed efficace Ministro degli Esteri. C'è solo da augurarsi che questo legame essenziale tra Fiat e Usa possa continuare a manifestarsi. Se ciò non avvenisse le sorti geo-strategiche del nostro paese potrebbero essere poste a rischio. Il potere industriale italiano, tramite le pmi, non può dare garanzie a una grande potenza in un confronto su scala mondiale di GIULIO SAPELLI Docente di Storia Economica Università Statale di Milano

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NordCorea, condannate giornaliste Usa Casa Bianca preoccupata: siano liberate (sezione: Globalizzazione)

( da "TGCom" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

8/6/2009 N.Corea, condannate giornaliste Usa Per le due 12 anni di lavori forzati Le due giornaliste statunitensi arrestate in Corea del Nord con l'accusa di essere entrate illegalmente nel Paese con intenti "ostili" sono state condannate a 12 anni di lavori forzati. Euna Lee e Laura Ling, americane di origini asiatiche della Current Tv dell'ex vicepresidente Al Gore, erano state fermate il 17 marzo al confine tra la Cina e la Corea del Nord: stavano realizzando un reportage sui rifugiati nordcoreani in Cina. Immediata la reazione di Washington. "Siamo impegnati attraverso tutti i canali per arrivare alla loro liberazione", ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato, Ian Kelly, confermando le preoccupazioni Usa per la condanna. "I nostri pensieri sono per le famiglie delle due giornaliste in questi momenti così difficili - ha aggiunto Kelly -. Ancora una volta chiediamo alla Corea del Nord di rilasciare le due giornaliste americane per motivi umanitari". Laura Ling ed Euna Lee furono arrestate dalle guardie di frontiera di Pyongyang lungo il fiume Tumen, mentre stavano realizando un reportage sui rifugiati al confine tra Cina e Corea del Nord. Già in passato altri giornalisti americani erano stati catturati in Corea del Nord e liberati soltanto grazie un intervento individuale e non istituzionale. Per questo non è escluso che l'ex vicepresidente Al Gore intraprenda una missione a Pyongyang per ottenere il rilascio delle due donne.

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Pyongyang può tornare nella lista nera degli Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: MONDO data: 2009-06-08 - pag: 11 autore: Corea del Nord. Clinton: verificheremo se sostiene i terroristi «Pyongyang può tornare nella lista nera degli Usa» Marco Valsania NEW YORK La Corea del Nord potrebbe essere nuovamente inserita dagli Stati Uniti nella lista nera dei paesi che sponsorizzano il terrorismo. Il giro di vite contro Pyongyang, in risposta ai suoi recenti test nucleari, è stato minacciato ieri dal segretario di stato americano Hillary Clinton. «Considereremo questo passo - ha detto in un'intervista alla rete televisiva Abc intendiamo vedere se esistono prove del loro continuo sostegno al terrorismo internazionale ». Il ministro degli Esteri ha parlato il giorno dopo il duro monito lanciato dal presidente Barack Obama in Normandia. La Clinton ha pronosticato che l'Onu approverà presto una nuova risoluzione con dure sanzioni, grazie al sostegno di Cina e Russia, due potenze con diritto di veto nel consiglio di sicurezza che hanno finora ostacolato iniziative contro Pyongyang. Gli esperimenti atomici nordcoreani, più del rischio di attacchi nucleari da parte del paese, hanno scatenato la paura di spinte alla proliferazione nucleare e sollevato lo spettro della vendita di ordigni e tecnologie di distruzione di massa a organizzazioni quali al- Qaeda. Clinton ha tuttavia precisato che è presto per sapere se la Corea del Nord tornerà tra le nazioni messe all'indice.«Non lo so ancora » ha detto. Pyongang era stata cancellata dall'elenco lo scorso ottobre dall'amministrazione Bush, un gesto inteso a sostenere negoziati di denuclearizzazione: allora il paese aveva accettato misure di verifica e ispezione delle sue strutture atomiche. In cambio, uscendo dalla lista nera, guadagnava maggior acceso a finanziamenti internazionali e si avvantaggiava di un ammorbidimento di sanzioni commerciali. Quelle trattative oggi sono lettera morta. Il 25 maggio Pyongyang ha fatto esplodere un ordigno atomico, il secondo test dopo quello del 2006. In rapida successione ha inoltre lanciato, a titolo sperimentale, numerosi missili e fatto sapere di non ritenersi più vincolata dall'armistizio del 1953 che pose fine alla guerra nella penisola coreana. «Erano stati tolti dall'elenco per ragioni precise ma le loro azioni hanno ora vanificato quelle ragioni» ha detto ieri Clinton. La Casa Bianca, oltretutto, sente ormai anche crescenti pressioni interne ad agire con maggior aggressività: un gruppo di otto senatori repubblicani ha scritto all'amministrazione per chiedere un immediato ingresso di Pyongyang nella lista nera. Le tensioni tra Stati Uniti e Corea del Nord sono state aggravate, negli ultimi giorni, dal processo appena cominciato a Pyongyang per «atti ostili e ingresso illegale» contro due giornaliste statunitensi. Le giornaliste lavorano per la rete televisiva Current Tv, tra i cui fondatori spicca l'ex vicepresidente Al Gore. Clinton ha chiesto alla Corea del Nord di liberare le due donne, affermando che la vicenda non ha nulla a che fare con il dossier nucleare. Il segretario di stato ha inoltre indicato di seguire da vicino le voci di una transizione al potere in corso a Pyongyang, dove il 67enne Kim Jong Il avrebbe designato quale erede il figlio più giovane, Kim Jong Un. © RIPRODUZIONE RISERVATA CAMBIO DI STRATEGIA Dopo il monito di Obama dalla Normandia, gli Stati Uniti premono per una risoluzione Onu con sanzioni molto più dure Avvertimento. Hillary Clinton AFP

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Sinistra mia, troppe incertezze (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-06-08 - pag: 6 autore: Sinistra mia, troppe incertezze «In Europa paga la sua confusione, nella crisi destra più chiara» di Franco Locatelli L' Europa non è l'America e nel Vecchio continente l'effetto della crisi sul voto è esattamente opposto: su le destre e giù le sinistre, anche se in Italia il Pd si difende e l'Idv cresce. Come si spiega un risultato così e che prospettive si aprono adesso davanti all'Europa. Ecco che cosa ne pensa l'ex premier Giuliano Amato, da sempre europeista appassionato. Presidente, al contrario di quanto è avvenuto negli Usa con la vittoria di Obama, nelle elezioni europee la crisi economica premia la destra e mortifica la sinistra, anche se in Italia la situazione è un po' piùcomplessa: non è un paradosso? è proprio così. Il risultato elettorale colpisce la sinistra in Europa al di là della sua collocazione di governo o di opposizione, anche se va detto che in Italia il Pd ha almeno limitato i danni. è vero che le situazioni sono diverse e che, ad esempio, il risultato inglese risente del logorio di una sinistra al governo da molti anni, ma l'esito del voto offre motivi di riflessione a tutta la famiglia socialista in Europa e va al di là della crisi economica e del modo di fronteggiarla, per ricollegarsi invece alla evidente difficoltà della sinistra europea nel rispondere alle domande sociali del nuovo secolo. Da dove nasce questa difficoltà della sinistra? Il passaggio dalla crisi del Welfare del 900 alla liberalizzazione dell'economia e alla sua apertura al mercato fu segnato da una giusta modernizzazione della sinistra, a cui fece da battistrada l'Spd di Bad Godesberg, seguita dalla terza via di Blair e dai contributi che noi stessi abbiamo dato in Italia. Ma poi è sembrato che questa stessa sinistra fosse presa in contropiede dalle evoluzioni successive, che hanno fatto riemergere bisogni di protezione e di sicurezza nell'economia e nella società. Quali in particolare? Pensiamo alla crisi economica e finanziaria e al ribaltamento che essa ha portato, dall'elogio del liberismo e dell'astensione dello Stato alla richiesta di intervento pubblico. E pensiamo agli effetti indotti dagli accresciuti flussi migratori degli ultimi anni e dal diffondersi di nuove forme di criminalità. Davanti a queste emergenze la destra non ha avuto complessi nell'orientare le proprie politiche non verso il laissez faire ma verso l'interventismo statale, mentre la sinistra in economia ha avuto il timore di fare la figura di chi perde il pelo e non il vizio e nel sociale è rimasta attanagliata nei suoi conflitti irrisolti. Il risultato è stato in ogni caso un confuso messaggio fatto di "No, ma" o di "Sì, ma". Come spiega questo atteggiamento? Non ho una risposta precisa, ma fa riflettere ciò che è avvenuto in Spagna e in Italia, dove, in anni di evidenti difficoltà economiche e sociali, la sinistra è sembrata privilegiare battaglie per i diritti civili e le libertà individuali, certamente importanti, piuttosto che offrire una risposta convincente alla crisi generale dell'economia e della società. Il voto europeo ha segnato anche la ripresa di una destra xenofoba, particolarmente forte in Olanda: se l'aspettava? è un fenomeno che non stupisce e che credo sia più il frutto della paure suscitate da un'immigrazione connessa a una globalizazzione malgovernata che della crisi presente. In una sua recente ricerca Robert Putnam rileva che l'incontro tra etnie diverse è una forma di arricchimento reciproco se riguarda persone di alto livello culturale ma che genera tensioni se avviene invece in quartieri degradati. Per affrontare problemi così delicati di integrazione etnica servono politiche sociali attive di mediazione culturale e politiche scolastiche molto impegnative, altrimenti rimangono e anzi crescono paure che alimentano la destra xenofoba. Non le sembra che l'exploit della destra xenofoba si iscriva anche in un processo di polarizzazione verso le ali estreme di cui il voto europeo è stato un esempio? Certamente sì e questa è l'altra facciadella medaglia. C'è una sinistra, minoritaria ma pur sempre esistente, che non si pone il problema di governare la protesta ma semplicemente di raccoglierla e che contende all'estrema destra il primato della lotta alla globalizzazione. Il voto registra anche una netta impennata dell'astensionismo: colpa della campagna elettorale che è stata fatta o della disaffezione per un'Europa senz'anima? Come stupirci dell'astensione? In campagna elettorale da noi si ritenevano virtuosi se parlavano delle misure per le famiglie del governo anziché della famiglia di Berlusconi. Ma nessuno ha discusso ciò che il Parlamento europeo si accinge a fare su orari di lavoro e congedi parentali. Né si è fatto sapere che è da lì che vengono le riduzioni tariffarie dei telefonini. Un velo pietoso poi sui socialisti europei, che solo a due giorni dal voto si sono accorti che avrebbero fatto meglio a presentare un loro candidato per la Commissione. Il caso Opel in Germania è parso l'ennesima dimostrazione dell'assenza di una strategia europea unitaria contro la crisi, ma, se è così, da dove si può ripartire? La crisi sollecita una maggior presenza dell'Europa nel governo dei processi economici, ma il risultato elettorale non incoraggia. è evidente che i problemi economici, industriali e finanziari che abbiamo davanti non possono essere risolti con soluzioni nazionali in ordine sparso. Di fronte a una questione come la sovracapacità produttiva dell'auto bisognerebbe trovare lo slancio che negli anni 70 permise all'Europa di fronteggiare la crisi dell'acciaio. In assenza di una strategia unitaria non sorprende che prevalga l'effetto Nimby applicato all'auto: chiudete pure tutti gli impianti, ma non a casa mia. Lo stallo dell'Unione potrebbe finire se si riuscisse ad approvare il Trattato di Lisbona? Anche a me piacerebbe un'Europa a colori ma mi accontento di un'Europa in bianco e nero come quella metaforicamente rappresentata dal Trattato di Lisbona, per la cui approvazione mi sembra che si stiano ricreando le condizioni necessarie, se è vero che l'Irlanda è tornata a ricordarsi che dall'integrazione guadagna di più che dalla solitudine. è vero che senza visione e senza leadership l'Europa non può andare lontano, ma il nuovo Trattato permetterà di decidere a maggioranza e di affidare sia la presidenza del Consiglio europeo che del Consiglio degli Affari esteri a figure permanenti; e questo non è poco. Anche perl'Europa "yes, we can"? Senza politici europei di razza, il Trattato è e rimane carta. Ma se lo approviamo, terrà almeno aperta la speranza che gli Stati Uniti d'Europa non siano solo un'utopia. © RIPRODUZIONE RISERVATA CI VORREBBERO POLITICI DI RAZZA «Senza visione e senza leader l'Europa non va lontano ma se ora si approverà il Trattato di Lisbona si riapriranno le speranze» Ex premier. Giuliano Amato CONTRASTO

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Megacomunità in campo per gestire le sfide globali (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-06-08 - pag: 12 autore: Eventi del Sole Megacomunità in campo per gestire le sfide globali In epoca di rapida globalizzazione e crescita, il mondo interconnesso esige una rinnovata consapevolezza e una rivoluzione nel modo di guardare i problemi. è una sfida cui non possono sottrarsi i leader delle organizzazioni di tre ambiti chiave: le imprese, il settore pubblico e la società civile. I portavoce più autorevoli in ognuna di queste Megacomunità devono collaborare alla soluzione dei problemi più complessi che il pianeta si trova ad affrontare, dalle malattie pandemiche alla crisi energetica, alla sopravvivenza delle piccole imprese. Queste tre componenti potranno trarre ispirazione e vantaggio dalla guida, edita in Italia dal Gruppo 24 Ore, "Megacomunità. Come i leader di governo, delle aziende e della società civile possono gestire le grandi sfide globali", che verrà presentato venerdì 12 giugno presso la sede del Sole 24 Orea Milano, in via Monte Rosa 91, alle ore 11,30. Interverranno: Fedele Confalonieri, presidente Mediaset (che firma la presentazione del libro); Fernando Napolitano, amministratore delegato Booz & Company Italia (uno degli autori della guida, insieme a Mark Gerencser, Reginald Van Lee e Christopher Kelly); Massimo Sarmi, amministratore delegato Poste Italiane; Lucio Stanca, vicepresidente e amministratore delegato Expo Milano 2015. L'incontro sarà moderato dal direttore del Sole 24 Ore Gianni Riotta. Questo libro, già bestseller negli Usa, «ci fa capire - come ha osservato Bill Clinton, ex presidente degli Stati Uniti l'esigenza di adottare per il ventunesimo secolo un approccio innovativo che coinvolga i tre soggetti chiave della vita sociale». S.L.

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La Nordcorea condanna due giornaliste Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Affari Italiani (Online)" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Politica Nordcorea/ Dodici anni a giornaliste Usa. Washington "preoccupata" Lunedí 08.06.2009 07:46 C'è "profonda preoccupazione a Washington per la condanna a 12 anni di lavori forzati di due giornaliste statunitensi da parte di un tribunale nordcoreano. "Siamo impegnati attraverso tutti i canali per arrivare alla loro liberazione" ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato, Ian Kelly. Laura Ling ed Euna Lee erano state arrestate al confine tra Cina e Corea del Nord il 17 marzo scorso mentre realizzavano un reportage sui rifugiati. Le guardie di frontiera di Pyongyang le hanno catturate lungo il fiume Tumen che segna il confine tra i due Paesi. "I nostri pensieri sono per le famiglie delle due giornaliste in questi momenti cosi' difficili" ha detto Kelly, "ancora una volta chiediamo alla Corea del Nord di rilasciare le due giornaliste americane per motivi umanitari". Gia' in passato si e' arrivati alla liberazione di giornalisti americani catturati in Corea del Nord, ma sempre dopo un intervento individuale e non istituzionale. Per questo non è escluso che l'ex vicepresidnete Al Gore intraprenda una missione a Pyongyang per ottenere il rilascio delle due donne. tags: Nordcorea giornaliste Usa

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la enrico fernandez impresa ultracentenaria (sezione: Globalizzazione)

( da "Tirreno, Il" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Ha aderito all'associazione aziende storiche La Enrico Fernandez impresa ultracentenaria LIVORNO. Dopo Salomone Belforte Editori, un altro marchio livornese fondato nel 1896 entra far parte dell'Unione Imprese Storiche Toscane. Si tratta della Enrico Fernadez Affricano, l'impresa fondata nel 1896 dall'antenato Leone Enrico, e divenuta da pochi giorni il 26esimo associato della Uist che riunisce i marchi ultracentenari testimoni della storia imprenditoriale della nostra Regione. Dedita inizialmente ad un'attività di commissione, rappresentanza e depositi - dagli articoli per saponerie, talco, grafite e tinte, ai preparati per candele, cere e paraffine, agli oli di oliva e prodotti chimici - affermatasi con successo nei primi decenni del '900 nel ramo oleario, la Enrico Fernandez Affricano ha dato vita nel 1994 a uno dei più importanti gruppi italiani esportatori di olio di oliva: Intramark s.r.l. Il 70% del fatturato della società è diretto al mercato estero (Europa, Usa, Canada, Giappone, Cina) mentre in Italia i prodotti sono presenti sugli scaffali di numerosi supermercati, in particolare Esselunga, Pam e in tutti gli Autogrill nazionali.

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duello all'ultimo voto pd-pdl per il primato i veri vincitori lega e idv - albino salmaso (sezione: Globalizzazione)

( da "Mattino di Padova, Il" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 7 - Primo Piano Duello all'ultimo voto Pd-Pdl per il primato I veri vincitori Lega e Idv In città sostanziale equilibrio tra le due coalizioni, i radicali viaggiano oltre il 5 per cento ALBINO SALMASO PADOVA. Sorridono solo Bossi e Di Pietro, gli altri leader masticano amaro. Il Pdl in leggera flessione e quindi lontanissimo dal traguardo del 40-45% tanto sbandierato in tv dal premier, mentre il Pd precipita al 26,5%: quei 6 punti in meno rispetto al 2008 sono stati distribuiti all'Italia dei Valori che balza dal 4,2 al 8% e ai radicali che incassano il 2,6% mentre alle politiche erano candidati nelle liste dei democratici. La Caporetto del Pd non c'è stata, anche se il divario col Pdl sale a 10 punti contro i 4 di un anno fa. Insomma, Franceschini dovrà scalare una montagna se vorrà raggiungere Berlusconi. Balza in avanti la Lega di Bossi che si attesta al 9,5-10%: il centrodestra, quindi, non è maggioranza assoluta. E a Padova? I primi dati ufficiali delle sezioni scrutinate in città danno il Pdl al 30 e la Lega al 15%. Sul fronte opposto il Pd è al 28-29%% e l'Italia dei Valori all'8,1%. Poi le liste minori. I radicali raccolgono il 4,5%, il PdCI e Rifondazione il 3% e Sinistra e libertà il 2,5%. Bassa l'Udc, che si ferma al 5,7%. Proiettati in chiave amministrativa, i primi risultati delle europee vedono la coalizione di centrodestra al 44% e quindi in vantaggio sul centrosinistra che si ferma al 42%. Si tratta ora di capire quale sarà l'effetto Zanonato; riuscirà a trascinare le sue 8 liste alla vittoria al primo turno oppure no? Ragionamento analogo per Marin, che parte da un voto altissimo di coalizione. In un'Europa che ha perso il suo appeal, l'Italia vanta il record della partecipazione con oltre il 60% contro il 22 della Germania e Padova si conferma tra le città leader in Italia con quasi il 75%, grazie all'abbinamento con le amministrative. Scossa dalla crisi finanziaria che ha bruciato i risparmi, senza una vera guida capace di dettare decisioni alla Bce, l'Ue è decollata con l'euro che ha falcidiato il potere d'acquisto degli stipendi. E 8 anni dopo, si vedono gli effetti: la «voglia» di Europa si fa avvertire nell'ex blocco comunista mentre crolla negli Stati che hanno firmato il Patto costituente nel 1956. Cinquant'anni dopo c'è un ritorno al nazionalismo, con le ondate xenofobe e di estrema destra che divampano un po' ovunque, a partire dall'Olanda e dall'Ungheria. E' il trionfo del localismo, la crisi di rigetto alla globalizzazione che spinge gli elettori a chiedere protezione, ad alzare barriere e muri invece di abbatterli. E' un voto che punisce i governi della Ue: spazzato via per lo scandalo dei rimborsi spesa a luci rosse, il premier inglese Gordon Brown si appresta a lasciare Downing Street dopo 17 anni di governo dei laburisti, mentre in Francia il premier Sarkozy festeggia il buon successo elettorale. E i socialisti crollano a vantaggio degli ecologisti di Daniel Cohn Bendit che balzano al 15%; fenomeno analogo in Germania con la sconfitta della Grande Coalizione e i Verdi oltre il 12%. Mastica amaro invece lo spagnolo Zapatero perché il popolare Aznar lo ha superato. E Silvio Berlusconi? Se i primi dati verranno confermati, il Pdl subisce una battuta d'arresto: sommerso dalle critiche del Noemigate, messo sott'inchiesta dai giudici per l'uso allegro degli aerei di Stato, il premier aveva scommesso di portare il Pdl al 45% e non ce l'ha fatta. Il modello populista del Cavaliere viene incrinato: ciò dimostra che gli italiani sorridono ma non gradiscono il «cucù» alla Merkel e il ricevimento nel parco di villa Certosa col leader ceco e presidente di turno dell'Ue Mirek Topolanek ha lasciato il segno: meno voti al premier. Chi brinda è Umberto Bossi, che ha lanciato l'ultima sfida con il «no» all'ingresso della Turchia in Europa: la Lega sale al 10%. Infine, il boom dei radicali, che superano il 5%: a Padova potrebbero fare la differenza e decidere gli equilibri delle amministrative. Oggi i verdetti veri della Provincia e del Comune di Padova.

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Nord-Corea, condannate due giornaliste americane (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampaweb, La" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

SEUL La Corte Centrale di Pyongyang ha condannato a 12 anni di campo di lavoro le due giornaliste americane arrestate il 17 marzo. «Il processo ha confermato il grave reato da loro commesso contro la nazione coreana e il loro attraversamento illegale della frontiera», ha riferito l’agenzia ufficiale nordcoreana Kcna, senza specificare quale sia il «grave reato di cui sono accusate le due imputate, la sino-americana Laura Ling e la Coreano-americana Euna Lee». Le due giornaliste lavorano per Current Tv, la rete televisiva dell’ex vice presidente americano Albert Gore. Sono state arrestate alla frontiera fra Corea del Nord e Cina, mentre lavoravano ad un servizio sui nordcoreani in fuga oltre il fiume TUmen. La loro condanna giunge in un momento di forte tensione, con il Consiglio di Sicurezza dell’Onu che sta lavorando a nuove sanzioni contro la Corea del Nord che il 25 maggio ha effettuato un secondo test nucleare. Intanto il governo Usa si è detto «molto preoccupato» per la condanna delle due giornaliste statunitensi. «Siamo profondamente preoccupati per la condanna di due giornaliste cittadine americane da parte delle autorità della Corea del Nord e siamo impegnati, attraverso tutti i canali possibili, per assicurare la loro liberazione», si legge in un commento del portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Ian Kelly, diffuso oggi.

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NORD COREA: CONDANNATE A 12 ANNI DI LAVORI FORZATI 2 GIORNALISTE AMERICANE (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Nord Corea: condannate a 12 anni di lavori forzati 2 giornaliste americane -->Due reporter statunitensi di Current Tv, sono state arrestate e condannate a dodici anni di lavori forzati. Stavano preparando un'inchiesta sui rifugiati nordcoreani in Cina. Gli Usa: "Siamo molto preoccupati"

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COREA DEL NORD, GIORNALISTE USA CONDANNATE AI LAVORI FORZATI (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corea del Nord, giornaliste Usa condannate ai lavori forzati -->Euna Lee e Laura Ling di Current Tv erano state fermate il 17 marzo al confine con la Cina L'accusa: "intenti ostili" e "grave crimine contro la nazione" Corea del Nord, giornaliste Usa condannate ai lavori forzati Condannate a dodici anni di "correzione attraverso il lavoro" Il governo americano si è detto "molto preoccupato" (07:37 08/06/2009)

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Due giornaliste USA condannate in Corea per un documentario sui rifugiati. Appello.. (sezione: Globalizzazione)

( da "Blogosfere" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giu 09 8 Due giornaliste USA condannate in Corea per un documentario sui rifugiati. Appello.. Pubblicato da don Paolo Padrini alle 09:25 in Cronaca Lavoravano per Current TV, la Tv satellitare fondata da Al Gore. Si chiamano Euna Lee r Laura Ling, sono americane di origini asiatiche e stavano realizzando in Corea del Nord un reportage sui rifugiati nordcoreani in Cina. Il loro processo, dopo essere state catturate dal governo nord coreano, si è concluso con una dura condanna a ben 12 mesi di lavori forzati. Ovvio che la condanna non sia arrivata per questa motivazione, ma sia legata al fatto che sarebbero entrate illegalmente all'interno dello stato coreano. Certo è che questa appare l'ennesima dimostrazione di come la parola "libertà" non abbia molta dignità all'interno del Paese asiatico. La speranza è che la pressione degli USA, gli sforzi dipolmatici che sicuramente stanno inziiando a realizzarsi, possano spingere il Governo di PYONGYANG a cambiare sotta. Da parte mia rivolgo un appello a tutti affinche sia sostenuta con tutta la forza possibile la loro liberazione e venga promossa sempre più, a livello mondiale - soprattutto spingendo attraverso la Rete - la libertà di pensiero e di informazione. Auguri ragazze!

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Corea del Nord: dodici anni di lavori forzati per due giornaliste Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Cittàdellaspezia.com" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corea del Nord: dodici anni di lavori forzati per due giornaliste Usa Secondo quanto ha reso noto l'agenzia di stampa ufficiale Kcna, due giornaliste americane, arrestate a marzo in Corea del Nord con l'accusa di ingresso illegale nel paese, sono state condannate a dodici anni di lavori forzati. Sono due corrispondenti americane di origini asiatiche, croniste di Current Tv, che stavano realizzando un reportage sui rifugiati nordcoreani in Cina.

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Nordcorea: 12 anni a giornaliste usa (sezione: Globalizzazione)

( da "KataWeb News" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Nordcorea: 12 anni a giornaliste usa 8 giugno 2009 alle 11:07 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti Washington -- C'è "profonda preoccupazione a Washington per la condanna a 12 anni di lavori forzati di due giornaliste statunitensi da parte di un tribunale nordcoreano. "Siamo impegnati attraverso tutti i canali per arrivare alla loro liberazione" ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato, Ian Kelly. Laura Ling ed Euna Lee erano state arrestate al confine tra Cina e Corea del Nord il 17 marzo scorso mentre realizzavano un reportage sui rifugiati. Le guardie di frontiera di Pyongyang le hanno catturate lungo il fiume Tumen che segna il confine tra i due Paesi. "I nostri pensieri sono per le famiglie delle due giornaliste in questi momenti così difficili" ha detto Kelly, "ancora una volta chiediamo alla Corea del Nord di rilasciare le due giornaliste americane per motivi umanitari". Già in passato si è arrivati alla liberazione di giornalisti americani catturati in Corea del Nord, ma sempre dopo un intervento individuale e non istituzionale. Per questo non è escluso che l'ex vicepresidnete Al Giore intraprenda una missione a Pyongyang per ottenere il rilascio delle due donne. AGI

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Quadro politico italiano nei prossimi anni (sezione: Globalizzazione)

( da "Blogosfere" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giu 09 8 Quadro politico italiano nei prossimi anni Pubblicato da Paolo di Lautrèamont alle 11:34 in Politica Lasciate perdere le tonnellate di fuffa e propaganda sui risultati delle elezioni europee 2009. Il tempo passa e va, le stupidate sono la prima cosa di cui il mondo si occupa, ma per fortuna sono anche la prima cosa che il mondo smaltisce. Cosa resta dunque di queste elezioni? Due cose fondamentalmente: il crollo delle sinistre europee, che non è occasionale ma un trend definitivo, finché queste non seguiranno il neoconservatorismo di Obama (destatalizzando di più di questo e globalizzando come Obama). In secondo luogo, la necessità di uno sparigliamento. Si va verso un TRIpartitismo? Non so, ma di sicuro sarebbe l'unico modo per evitare la cristallizzazione di questo quadro, altrimenti destinata a prolungarsi per molto tempo. Le elezioni politiche europee hanno certificato un dato ineludibile: le sinistre, anche unite in un tutti contro tutti, non riusciranno mai, con questo quadro, a raggiungere la maggioranza nelle prossime politiche. E' però vero anche il contrario: che Berlusconi salva il PD e dintorni, grazie all'antiberlusconismo. Infatti, si deve dire che alle Europee il PD ha evitato il tracollo, pur crollando. Tuttavia alle prossime politiche il PD partirebbe in condizioni diverse, a meno che il governo si suicidi da solo (è possibile ma non ci si può far conto). Il PD difficilmente vincerebbe, come confermano i dati di tutta Europa, perché è incapace di gestire la modernità e l'economia. Questo quadro bloccato va bene alle oligarchie, ai deputati, ai quadri. Se però il PD volesse sparigliare (come dicevo, sarebbe l'unico modo per sperare di tornare al governo) allora dovrebbe -con la sola Margherita- andare verso il Centro. Del resto in queste elezioni gli unici partiti ad andare avanti sono Lega, Di Pietro e UDC. Questo scompaginamento potrebbe avvenire... SEGUE su Le Guerre civili .

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FEBBRE SUINA (sezione: Globalizzazione)

( da "TGCom" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

8/6/2009 Febbre suina,Oms:"I morti sono 139" I contagi saliti a 25mila in 73 Paesi Non si arresta il virus A(H1N1) conosciuto anche come febbre suina. Secondo gli ultimi dati dell'Organizzazione mondiale della sanità, le persone contagiate sono passate a 25.288 in 73 Paesi in tutto il mondo, mentre i morti per questo tipo di influenza sono almeno 139. Da venerdì i nuovi casi sono 3.348 e 14 le nuove vittime (di cui 10 negli Usa). La maggioranza dei nuovi casi sono negli Usa, seguiti da Messico, Australia, Canada, Gran Bretagna. Anche Argentina e Cile sono tra i Paesi più colpiti. Nella lista degli stati ufficialmente toccati dalla malattia entrano anche le Isole Caiman, la Repubblica dominicana, Trinidad e Tobago e gli Emirati arabi uniti. Sindaco New Orleans in quarantena a Shanghai Sopo che un altro passeggero del loro volo ha mostrato sintomi di febbre suina, all'arrivo a Shanghai, il sindaco di New Orlean, Ray Nagin, la moglie e una loro guardia del corpo sono stati messi in quarantena. Lo ha riferito l'ambasciata americana a Pechino. Nessuno di loro mostra sintomi influenzali. Nagin doveva solo fare scalo nella città cinese diretto in Australia per un convegno. Al momento in Cina sono stati confermati 108 casi. In Italia 37 ammalati Nella penisola sono saliti intanto a 37 le persone che hanno contratto il virus della nuova influenza. Nessuno, tuttavia, ha avuto gravi complicanze.

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Dollaro, il coltello adesso passa dalla parte dei paesi creditori (sezione: Globalizzazione)

( da "Affari e Finanza (La Repubblica)" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

FINANZA pag. 24 Dollaro, il coltello adesso passa dalla parte dei paesi creditori LA LETTERA FRANCESCO ARCUCCI Sui mercati finanziari si scambia del denaro contro delle promesse. Due tipi di promesse: nel caso delle azioni si tratta di denaro contro un flusso di dividendi futuri, senza che sia previsto un rimborso di capitale. Nel caso delle obbligazioni o dei debiti in genere si scambia denaro contro interessi periodici e rimborso del capitale a scadenza. Anche le condizioni affinché il sistema finanziario possa esistere sono due: da un lato, che i valori sottostanti quelle promesse siano attendibili per quanto riguarda le risorse, gli impieghi, i ricavi, i costi, le rimanenze e quindi i conti economici e i bilanci, dall’altro, che il sistema sia imparziale cioè non favorisca né i debitori (con l’inflazione), né i creditori (con la deflazione). Creditori e debitori a loro volta vanno distinti a seconda che ci si riferisca all’interno di un Paese oppure ci si riferisca a Paesi creditori e Paesi debitori. Nel primo caso si parlerà di sistema monetario interno e nel secondo di sistema monetario internazionale, quantunque si debba riconoscere che fra i due vi sono numerosi intrecci. Nel sistema monetario nazionale l’ente che sovrintende il fatto che né i debitori né i creditori siano favoriti è la banca centrale. Poiché essa crea moneta dal nulla, a costo sostanzialmente zero e senza vincoli di convertibilità, rimane comunque il sospetto che il sistema favorisca i debitori con l’inflazione. Per contrastare questo sospetto le banche centrali tendono ad autolimitare la loro creazione di moneta con degli obiettivi calcolati sulla quantità di moneta prodotta (target monetari) o sulla quantità di inflazione generata (target di inflazione). Nel sistema monetario internazionale il delicato rapporto tra Paesi creditori e Paesi debitori attualmente non è affidato a qualcosa di esterno che assicuri l’imparzialità fra i Paesi creditori che vogliono proteggere il valore dei loro crediti sull’estero e quelli debitori che vogliono ridurlo. Un tempo questo ente esterno esisteva ed era l’oro nel contesto del gold standard. Poi si è passati, dal 1944 al 1971, al dollaro in quanto convertibile in oro (gold exchange standard). Dal 1971 il sistema monetario internazionale si è fondato sul dollaro inconvertibile (dollar standard) emesso dagli Usa e cioè non da un’ancora esterna e fidata, ma da un Paese debitore e che per sua natura tende a favorire i debitori rispetto ai Paesi creditori. E se è vero che sul piano interno i debitori si favoriscono con l’inflazione, sul piano internazionale i Paesi debitori si favoriscono riducendo il valore dei loro debiti e cioè svalutando il tasso di cambio della loro moneta. La debolezza del dollaro contro le monete dei Paesi creditori negli ultimi quarant’anni era il modo in cui il centro del sistema si finanziava a basso costo presso la periferia. Ma questo periodo sta volgendo al termine. Così come era facile prevedere a partire dagli anni Settanta un indebolimento strutturale del cambio del dollaro contro marco, yen e franco svizzero che avrebbe favorito gli interessi dei Paesi debitori, e in particolare degli Stati Uniti, ora ritengo che la fase di danneggiamento degli interessi dei Paesi creditori sia finita. Saranno, quindi, i Paesi creditori a sperimentare con compiacimento l’aumento del valore dei loro crediti attraverso un netto ulteriore rialzo del cambio del dollaro. Infatti non lo pretendono più solo la piccola Germania e il modesto Giappone. Ora lo pretende la Cina, una nazione creditrice che ha intenzione di fissare nuove regole del sistema monetario internazionale in modo che ad essere avvantaggiati non siano più, come è avvenuto fino a poco tempo fa, i Paesi debitori. Se il nuovo ordine monetario internazionale non sarà più fatto a Bretton Woods come nel 1944 e neanche a Washington nel 1971, ma sempre di più a Pechino, il dollaro americano non potrà che apprezzarsi moltissimo. Scopri come ricevere sul tuo cellulare Repubblica Gold condividi

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Piattaforme uniche per modelli diversi di treni e di metrò (sezione: Globalizzazione)

( da "Affari e Finanza (La Repubblica)" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Piattaforme uniche per modelli diversi di treni e di metrò CHRISTIAN BENNA Firema pensa al mondo dell’auto per i binari. Non cambia business l’impresa di Caserta, nata nel 1980 dall’unione di otto storiche imprese italiane di materiale rotabile, ma ora punta a modelli di produzione più efficienti, sull’esempio avviato nel mondo delle quattro ruote. «Piattaforme comuni, da realizzare grazie ad accordi mirati e in sinergia con i nostri concorrenti, per costruire sulla stessa base modelli diversi, proprio come già succede nell’universo automotive». Gianfranco Fiore, il presidente, è alle prese con le consegne, in collaborazione con AnsaldoBreda, dell’ipertecnologico Meneghino per la Metropolitana di Milano e dei treni a due piani per Ferrovie Nord. «Il lavoro non manca — dice Fiore — ma i pagamenti dei nostri committenti pubblici si allungano sempre più mettendoci in difficoltà con i fornitori». Anche da qui nasce la necessità di puntare sull’innovazione. «Dobbiamo snellire i costi di produzione. Non ci interessano alleanze o fusioni, anche se le richieste non mancano, ma puntiamo a partnership su progetti specifici». I conti in casa Firema non vanno male anche se il 2008 si è chiuso con una leggera flessione, a 180 milioni di euro di fatturato contro i 190 dellanno precedente. Segnali che qualcosa va fatto per guadagnare sul terreno della competitività e non perdere smalto sui margini. A cominciare dai mercati esteri. Firema ha già operato nel Regno Unito, sfornando i tram per le municipalità di Manchester, Birmingham e in Norvegia per Oslo. «Ora vogliamo sbarcare nei paesi del Mediterraneo; Tunisia, Libia ed Egitto». La concorrenza è composta dai pesi massimi del settore: Bombardier, Siemens, Alstom e poi anche gli italiani di AnsaldoBreda, società di Finmeccanica, con cui Firema spesso collabora a bandi nazionali e internazionali. L’azienda campana è uno degli ultimi progettisti e costruttori di treni, metropolitane e tram, a tenere alto il gonfalone italiano. «La società nasce per fusione di altre realtà proprio per aumentare la competitività in un mercato dominato dalle multinazionali», spiega Giancarlo Fiore. Nel catalogo storico dell’azienda, che ha circa un migliaio di dipendenti sparsi in tre filiali (Caserta, Spello e Milano), ci sono le commesse per i treni metropolitani di Milano, Roma, Napoli Genova e Catania, i treni ad alta velocità Er 500, la Circumvesuviana nel napoletano. Export, produzione a fianco dei big, e poi ancora tanta innovazione. Questa è la ricetta per vincere la sfida della globalizzazione. Firema, per il triennio 20072010, ha messo sul piatto investimento pari a 26 milioni di euro. Scopri come ricevere sul tuo cellulare Repubblica Gold condividi

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12:34 CRISI: OCSE, INDICATORE APRILE MOSTRA CHE IL PEGGIO E' PASSATO (sezione: Globalizzazione)

( da "Agi" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

CRISI: OCSE, INDICATORE APRILE MOSTRA CHE IL PEGGIO E' PASSATO Stampa Invia questo articolo (AGI/REUTERS) - Parigi, 8 giu. - E' al suo giro di boa la crisi economica internazionale e lo conferma l'outlook dell'Ocse, che mostra una seppure lieve ripresa del superindice ad aprile, con 93,2 punti contro i 92,7 di marzo. Nonostante una discesa di 8,3 punti rispetto al corrispondente mese del 2008, la crisi sembra avere superato la parte peggiore. Se si guarda alle economie del G7, il calo e' stato di 9,2 punti sul tendenziale, ma il livello e' risalito a 92,4 in aprile contro il 92,0 (dato rivisto) di marzo. Gia' nella rilevazione del mese scorso segnali di un arresto del deterioramento si erano rilevati in Francia, Italia e Gran Bretagna. Ora si registrano anche in Canada, Germania, Giappone e negli Usa. Nelle economie non-Ocse, l'indicatore invece appare ancora puntato sul negativo, benche' segnali di migliore auspicio siano rilevati in India e Cina, dove si risale a 94,3 punti ad aprile dai 93,4 di marzo, un dato positivo oltre la Grande Muraglia per il terzo mese consecutivo.

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SPERONE. SI è MESSA IN MOTO LA MACCHINA ORGANIZZATIVA PER LA REALIZZAZIONE DELLA SESTA EDIZIONE... (sezione: Globalizzazione)

( da "Mattino, Il (Avellino)" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Sperone. Si è messa in moto la macchina organizzativa per la realizzazione della sesta edizione della Marcia della Pace «Sperone-Montevergine». L'evento oggi rappresenta un appuntamento di grande spessore sociale soprattutto grazie alla grande partecipazione cresciuta notevolmente nel corso delle precedenti edizioni. La manifestazione, in programma per domenica 28 Giugno, si configura per tutti un'occasione di partecipazione ad un happening supportato sotto il profilo istituzionale dai Comuni di Mugnano del Cardinale, Quadrelle e in modo particolare dal Comune di Mercogliano che unitamente alla Scuola Media Statale "G. Parini" e al Forum dei Giovani di Sperone hanno inteso garantire il proprio contributo logistico ed organizzativo. Decisomil percorso: si partirà alle 6 in Piazza Luigi Lauro a Sperone, si continuerà alla volta di Baiano proseguendo per Mugnano del Cardinale e Quadrelle fino a toccare le località montane del Litto, Cerreta, Campo Maggiore per arrivare finalmente al Santuario di Montevergine verso le ore 12,30 per partecipare, poi, alla celebrazione della Santa Messa. «La Marcia della Pace - spiega il primo cittadino di Sperone Salvatore Alaia - ha come obiettivo la sensibilizzazione delle coscienze come necessità primaria per il consolidamento di percorsi etico-morali attraverso i quali strutturare una società aperta al mondo, alla solidarietà verso il prossimo, senza confini geografici ed etnici, senza pregiudiziali culturali e religiose, dove il concetto di globalizzazione sia l'espressione più eloquente di un'armonizzazione, senza frontiere, dei popoli e delle civiltà».

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LO STEMMA DI TOTò E UN GRAZIE ALLA POLIZIA ROSA ARBOLINO - ASS. ENRICO CARUSO&#... (sezione: Globalizzazione)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 08-06-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Circondario Sud1)) (Mattino, Il (Circondario Sud2))

Argomenti: Cina Usa

Lo stemma di Totò e un grazie alla polizia Rosa Arbolino - Ass. «Enrico Caruso» - CASERTA L'Associazione Culturale Artistico Musicale «Enrico Caruso» di Caserta si associa a quanti hanno inviato attestati di stima e di riconoscenza alle forze dell'ordine di Napoli, per il rapido ritrovamento dello stemma nobiliare di Totò. Si esprime inoltre la speranza che tra gli oggetti sacri ritrovati ci siano anche quelli appartenenti alla cappella funeraria del grande tenore Enrico Caruso. Scrutini e insufficienze via con la linea morbida Prof. Olinto Montagnani - SALERNO Fra pochi giorni in ogni scuola ci saranno gli scrutini di fine anno e si dovranno valutare gli alunni. Le ultime disposizioni legislative in merito prevedono che con una sola insufficienza non si è ammessi all'esame o alla classe successiva. Per questo anno, che è di transizione, si adotterà una linea «morbida», cioè sarà il consiglio di classe a decidere a maggioranza e molte insufficienze (specie i cinque)diventeranno altrettanti sei. E non poteva essere diversamente. Ma io credo che anche per il prossimo anno sarà così. Come si fa a bocciare un alunno per una sola insufficienza (escluso quella in condotta)? Sarebbe stato più realistico e logico prevedere la bocciatura con almeno 4 insufficienze o tre gravi in materie fondamentali dopo aver dato però la possibilità all'alunno di poter seguire durante l'anno scolastico dei corsi di recupero con frequenza obbligatoria. Oppure si potrebbero ripristinare gli esami di riparazione come una volta che avevano una validità educativa. Molti genitori sono già in allarme per i costi di eventuali lezioni private. Per la cultura oggi non ci sono mai soldi, ma per accessori o abiti griffati, per le vacanze invernali o estive, per i fine settimana, per il ristorante, per la tv al plasma, per il cellulare, per la moto. i soldi si trovano sempre. Purtroppo non sarò io a decidere ma il Ministro e dovremo adeguarci in vari modi a questa norma poco applicabile realmente. Approfitto per esprimere la mia contrarietà ai giudizi negativi espressi da una lettrice sulle prove nazionali Invalsi di matematica e italiano per le terze medie. Secondo la mia esperienza tali prove sono validissime perchè il loro scopo è quello di valutare le competenze degli alunni, cioè le loro capacità di saper applicare le conoscenze teoriche acquisite. Anzi io le utilizzerei al posto delle ripetitive tracce di temi proposti dalle commissioni di esame. Faccio notare che quello di terza media è un esame di Stato e per questo sarebbe più corretto se le prove fossero proposte da una commissione ministeriale o dall'Invalsi stessa. Con il tutor gli incidenti non sono diminuiti Salvatore Leopoldo - NAPOLI Leggo da varie parti che con il tutor si sono dimezzati gli incidenti, ma non è affatto vero. Le autostrade controllino la diminuzione del traffico. Da quando c'è il tutor sulla Napoli Roma, uso il treno perchè' ci sono tratti dove si deve andare a 100 all'ora e ho paura che mi addormenti, perciò per me il tutor è' un problema grosso fino a Roma. Figuriamoci fino a Milano. Ove preferisco l'aereo. Perchè in Germania la velocità è consigliata? Eppure non ci sono troppi incidenti in Germania ove viene molto perseguita la mancanza di distanza di sicurezza, questa è una cosa gravissima e pericolosa. Ripeto, si può essere prudenti se si è svegli anche andando a 200 all'ora. Che poi il tutor aiuti le casse governative e' una altra storia. Studiare il napoletano sui banchi di scuola Nino Cuomo - SORRENTO (NA) Ho letto su alcuni quotidiani della proposta di legge per inserire, fra le materie scolastiche, «storia locale e dialetto», causa anche di molte polemiche, giungendo, perfino, a mettere in dubbio l'unità d'Italia. È vero che si cerca di esagerare, ma per quanto riflette il «napoletano», che poi è una «lingua» più che un «dialetto», ritengo sia più che giusto inserire questa materia nei programmi scolastici. Per quanto riflette la «storia locale» sarebbe dovuto essere già un dovere degli insegnanti di storia far conoscere agli studenti i momenti salienti della storia della propria regione e della propria città. È giusto apprendere la storia della Grecia e di Roma, dell'Italia e dell'Europa, ma può sembrare giusto non conoscere quella di Napoli (a parte che fu la capitale di un regno, e anche di grande prestigio)? Sono di Sorrento: può essere opportuno ignorare l'origine della patria del Tasso? Perché si possono incontrare vestigia del passato? La motivazione del perché, in occasione della riforma delle diocesi, sia stato più giusto unire Castellammare a Sorrento e non il contrario? Per la lingua, poi, spesso si arriva al colmo. Quando si cantava per la prima volta «Serenatela, sciuè, sciuè» e «Sciummo, sciummo», molti napoletani ne chiedevano la traduzione. Non è la canzone napoletana la vera «canzone italiana» nel mondo? E i campani e i napoletani non dovrebbero essere in condizioni di comprenderne il significato, oltre che il valore? Studiare la storia locale e il dialetto della propria regione, non vuol significare che bisogna, per forza, parlarlo, ma la conoscenza di tali particolari sarebbe utile per mantenere il legame con la propria terra. Senza compromettere l'unità d'Italia. Le staminali da orecchie di maiali Achille Falaspetti - NAPOLI Alcuni risultati di uno studio sulle cellule staminali sono estremamente promettenti, Parliamo dei risultati che arrivano dalla Cina dove alcune cellule staminali pluripotenziali, in grado di essere utilizzate anche sull'uomo, sono state ottenute dall'orecchio di un maiale. In altre parole queste sono cellule che non sono ancora state differenziate, possono quindi essere programmate per diventare strumenti per riparare ogni tipo di organo. Per la prima volta non ci sarà più da litigare con la Chiesa che sulla ricerca basata sulle cellule staminali ha sempre avuto una posizione molto rigida, essendo state finora ottenute unicamente da embrioni umani. Finalmente la strada è aperta per la fabbricazione di organi in laboratorio su misura, mettendo fuori mercato i vari trafficanti di organi che non si fanno scrupoli a rapire anche bambini per procurare un rene da rivendere al mercato nero. Una scoperta sensazionale che un po' mi spiace e spiacerà molte persone che su un certo tipo di protesta ci campano attraverso le varie onlus di stampo cattolico alle quali arrivano fondi per sostenere certe campagne. Air France, un disastro pieno di misteri Millihenry Nanofarad - CURITIBA (BRASILE) Il disastro aereo dell'Air France è denso di misteri. Nessun messaggio di soccorso, l'inabissamento è avvenuto in pieno oceano dove la profondità è superiore ai 3000 metri e la probabilità non solo di recuperare i flight recorder ma anche solo di trovarli è prossima a zero. Nessuno rivendica la paternità dell'attentato, ipotesi non da scartare. Ci sono tutti gli ingredienti per un giallo di successo con un contorno di misteri di tutto rispetto, ci sta anche l'ipotesi che a bordo ci sia stato un passeggero scomodo che doveva sparire senza lasciare tracce o qualcuno di potente che non poteva essere tolto dalla circolazione con i metodi tradizionali. Calcio, anche in Italia l'azionariato popolare Marcello Mandiello - OLIVETO CITRA (SA) Sono un grande tifoso della Salernitana e quest'anno, con grande sofferenza,ci siamo salvati e siamo restati in serie B. Un campionato che ci compete e forse ci sta stretto, per la vastità della provincia salernitana e per la grande tifoseria. Ricordo i tempi della Salernitana di Aliberti e di Delio Rossi, il grande campionato vinto di B e il trionfale anno in serie A, quando all'Arechi caddero squadre come Inter, Juve e Roma, anche se poi per una serie di sfortunati eventi retrocedemmo. Poi ci furono i giorni dell'oblio, Aliberti lasciò e addirittura rischiammo la cancellazione. Ultimamente con Lombardi vi è stata una ripresa, ma anche questo presidente è in sofferenza economica per le enormi spese che ci sono intorno a una squadra di calcio. Io rilancio, allora, una grande idea che può valere anche per il Napoli, altra grande squadra con eccezionale tifoseria e grandi potenzialità: attrezziamo i nostri stadi, come accade in altre nazioni, con sale convegno, grandi ristoranti e alberghi, centri commerciali, teatri e multisale cinematografiche gestite dalla società in vista di nuovi introiti. E poi, come accade per il grande Barcellona, campione d'Europa, mediante una cordata di professionisti del settore e con l'aiuto di banche, dare vita a una sorta di azionariato popolare per far sì che tutta la società sia sostenuta anche economicamente dalla stessa tifoseria. Una soluzione del genere,porterebbe molta più tranquillità agli stessi presidenti e a tutta la tifoseria, senza l'incubo di vedere esclusa la propria squadra del cuore per motivi solamente economici. Inviterei quindi, i presidenti De Laurentiis e Lombardi a farsi, loro stessi, fautori di una così grande e bella novità. Digitale anche in Usa Vito Parcher - CHIUSA (BZ) Anche gli Stati Uniti si stanno preparando ad abbandonare il vecchio sistema televisivo analogico per adottare il digitale terrestre. Lo switch off là è previsto per il 12 giugno, quasi in contemporanea con quello italiano, una ulteriore mole di decoder che saranno venduti, nessuno dei quali prodotto in Europa o negli Stati Uniti. Arrivano tutti dalla Cina e neppure un centesimo dell'immane spesa costituita anche da fondi pubblici (negli Usa il contributo governativo è di 40 dollari) per dotare le famiglie del decoder finisce nelle tasche dei lavoratori europei o americani. I produttori di microchip indispensabili per la loro realizzazione, colpiti dal calo di vendite di cellulari e computer, non possono che ringraziare. Gli americani hanno molta più necessità di sostituire il proprio sistema televisivo Ntsc, la cui invenzione risale al 1953 e che da sempre ha mostrato i propri limiti. Gli stessi telespettatori hanno da sempre ridefinito quell'acronimo «Never Twice the Same Color» per la sua bassa qualità ampiamente superata da quelli europei.

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Corea del Nord, giornaliste Usa condannate ai lavori forzati (sezione: Globalizzazione)

( da "KataWeb News" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corea del Nord, giornaliste Usa condannate ai lavori forzati 8 giugno 2009 alle 14:12 — Fonte: Homepage">repubblica.it — 0 commenti Euna Lee e Laura Ling di Current Tv erano state fermate il 17 marzo al confine con la Cina L'accusa: "intenti ostili" e "grave crimine contro la nazione" Condannate a dodici anni di "correzione attraverso il lavoro" Il presidente americano si è detto "molto preoccupato"

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Corea del Nord, condannate due giornaliste Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere.it" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

L'accusa: ingresso illegale nel paese. OBAMA: «grande preoccupazione» Corea del Nord, due giornaliste Usa condannate a 12 anni di lavori forzati Ling e Lee, reporter di Current Tv, stavano realizzando un reportage sui rifugiati nordcoreani in Cina PYONGYANG - C'è «grande preoccupazione» a Washington per la condanna inflitta a due giornaliste americane di origini asiatiche arrestate in Corea del Nord: dodici anni di lavori forzati per ingresso illegale nel Paese. Il processo è durato cinque giorni. Anche il presidente Obama ha espresso «profonda preoccupazione» e ha detto di voler seguire «tutti i canali possibili» per ottenere la loro liberazione. REPORTAGE SUI RIFUGIATI - L'americano-coreana Euna Lee e la sino-americana Laura Ling, che lavorano per Current Tv, l'emittente fondata dall'ex vicepresidente Al Gore, sono state fermate il 17 marzo al confine tra la Cina e la Corea del Nord e accusate di essere entrate illegalmente nel Paese con intenti «ostili». Ling e Lee stavano realizzando un reportage sui rifugiati nordcoreani in Cina. Il processo era cominciato giovedì scorso, 4 giugno. «Il processo ha confermato il grave crimine che hanno commesso nei confronti della nazione coreana attraversando illegalmente la frontiera - riporta l'agenzia di stampa ufficiale Korean Central News Agency -. Il tribunale ha condannato ciascuna giornalista a 12 anni di rieducazione attraverso il lavoro». Il processo è avvenuto in assoluta segretezza, come è consuetudine nel Paese. WASHINGTON: «PREOCCUPATI» - Il governo statunitense, attraverso il portavoce del Dipartimento di Stato Ian Kelly, si dice «molto preoccupato» per la condanna delle due reporter. «Cercheremo attraverso tutti i canali possibili di ottenere la loro liberazione» assicura Kelly. Il Segretario di Stato Hillary Clinton venerdì ha lanciato un appello a Pyongyang per la liberazione delle due donne e perché possano rientrare a casa «prima possibile». Clinton ha lasciato intendere che Washington potrebbe inviare a Pyongyang l'ex vice presidente Al Gore, presidente di Current Tv, per perorare la causa delle due giornaliste. L'ambasciatore svedese in Corea del Nord, Mats Foyer, che rappresenta gli interessi degli Stati Uniti in assenza di relazioni diplomatiche fra i due Paesi, ha potuto incontrare le giornaliste tre volte. Il 26 maggio le due donne erano state autorizzate a chiamare le rispettive famiglie. «Hanno molta, molta paura» ha rivelato la sorella di Laura Ling. PERDONO POLITICO - In passato Pyongyang ha rilasciato altri giornalisti Usa ma solo dopo interventi personali del governo americano. Era stato il governatore del New Mexico, Bill Richardson, in qualità di ambasciatore alle Nazioni Unite, a trattare il rilascio. Lo stesso Richardson ha detto alla Nbc che al momento ogni interessamento «sarebbe prematuro». «Quello che possiamo ora ottenere è una specie di perdono politico che possa dare una tregua al procedimento legale - spiega -. Finito il processo potranno iniziare le negoziazioni politiche». BRACCIO DI FERRO CON GLI USA - Per entrare in Corea del Nord i giornalisti devono presentare un visto specifico, concesso con difficoltà: e anche quando lo ottengono, vengono sorvegliati costantemente nel corso del soggiorno. Insomma la stampa non ha vita facile nel Paese, ma la vicenda di Lee e Ling è eclatante. Un'ipotesi è che Pyongyang vorrebbe utilizzare le due giornaliste come moneta di scambio per fare pressione su Washington e spingere l'amministrazione Obama ad avviare colloqui diretti. «Le condanne sono più pesanti del previsto - fa notare Ho-Yeol, docente all'università di Seul -. Puntano a lanciare un messaggio forte agli Stati Uniti per far capire che il Nord prende la questione molto seriamente e portare Washington al tavolo dei negoziati». CONDANNA PER I TEST NUCLEARI - Tra l'altro le due condanne arrivano in un contesto di gravi tensioni internazionali dopo i test nucleari effettuati dal regime di Kim Jong-il. Il 25 maggio c'è stato un nuovo test sotterraneo, condannato dall'Onu, cui è seguita una raffica di missili a corta e media gittata. Pyongyang si è inoltre ritirata dai negoziati multilaterali sul suo programma di armamenti nucleari. La pressione internazionale è forte: la Clinton ha fatto sapere che gli Stati Uniti «studiano» la possibilità di reinserire la Corea del Nord nella lista degli Stati che sostengono il terrorismo da cui era stata eliminata a ottobre del 2008. Un'ipotesi che piace al vicino Giappone: «Sentiamo il bisogno di vedere la Corea del Nord di nuovo nella lista nera americana da cui era stata ritirata nell'ottobre 2008 dall'amministrazione dell'ex presidente George W. Bush» ha detto il portavoce del governo, Takeo Kawamura. Ma Pyongyang non molla e minaccia una reazione «durissima». Secondo il quotidiano governativo Rodong Sinmun, Pyongyang «considererà qualsiasi sanzione una dichiarazione di guerra e prenderà equivalenti contromisure di autodifesa». L'ipotesi di sanzioni è al vaglio del Consiglio di sicurezza dell'Onu, ma anche Washington sta considerando la possibilità di introdurre unilateralmente una penalizzazione finanziaria. Il braccio di ferro continua. stampa |

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PREPARATEVI A UN FORMIDABILE RIALZO DEL DOLLARO (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

PREPARATEVI A UN FORMIDABILE RIALZO DEL DOLLARO di Francesco Arcucci Saranno i Paesi creditori a sperimentare l’aumento del valore dei loro crediti grazie alla crescita della valuta americana. E ora lo pretende la Cina, una nazione creditrice che ha intenzione di fissare nuove regole del sistema monetario. --> Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell' autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente. (WSI) – Sui mercati finanziari si scambia del denaro contro delle promesse. Due tipi di promesse: nel caso delle azioni si tratta di denaro contro un flusso di dividendi futuri, senza che sia previsto un rimborso di capitale. Nel caso delle obbligazioni o dei debiti in genere si scambia denaro contro interessi periodici e rimborso del capitale a scadenza. Vuoi sapere cosa comprano e vendono gli Insider di Wall Street? Prova ad abbonarti a INSIDER: costa meno di 1 euro al giorno. Clicca sul link INSIDER Anche le condizioni affinché il sistema finanziario possa esistere sono due: da un lato, che i valori sottostanti quelle promesse siano attendibili per quanto riguarda le risorse, gli impieghi, i ricavi, i costi, le rimanenze e quindi i conti economici e i bilanci, dall’altro, che il sistema sia imparziale cioè non favorisca né i debitori (con l’inflazione), né i creditori (con la deflazione). Creditori e debitori a loro volta vanno distinti a seconda che ci si riferisca all’interno di un Paese oppure ci si riferisca a Paesi creditori e Paesi debitori. Nel primo caso si parlerà di sistema monetario interno e nel secondo di sistema monetario internazionale, quantunque si debba riconoscere che fra i due vi sono numerosi intrecci. Nel sistema monetario nazionale l’ente che sovrintende il fatto che né i debitori né i creditori siano favoriti è la banca centrale. Poiché essa crea moneta dal nulla, a costo sostanzialmente zero e senza vincoli di convertibilità, rimane comunque il sospetto che il sistema favorisca i debitori con l’inflazione. Per contrastare questo sospetto le banche centrali tendono ad autolimitare la loro creazione di moneta con degli obiettivi calcolati sulla quantità di moneta prodotta (target monetari) o sulla quantità di inflazione generata (target di inflazione). Nel sistema monetario internazionale il delicato rapporto tra Paesi creditori e Paesi debitori attualmente non è affidato a qualcosa di esterno che assicuri l’imparzialità fra i Paesi creditori che vogliono proteggere il valore dei loro crediti sull’estero e quelli debitori che vogliono ridurlo. Un tempo questo ente esterno esisteva ed era l’oro nel contesto del gold standard. Poi si è passati, dal 1944 al 1971, al dollaro in quanto convertibile in oro (gold exchange standard). Dal 1971 il sistema monetario internazionale si è fondato sul dollaro inconvertibile (dollar standard) emesso dagli Usa e cioè non da un’ancora esterna e fidata, ma da un Paese debitore e che per sua natura tende a favorire i debitori rispetto ai Paesi creditori. E se è vero che sul piano interno i debitori si favoriscono con l’inflazione, sul piano internazionale i Paesi debitori si favoriscono riducendo il valore dei loro debiti e cioè svalutando il tasso di cambio della loro moneta. La debolezza del dollaro contro le monete dei Paesi creditori negli ultimi quarant’anni era il modo in cui il centro del sistema si finanziava a basso costo presso la periferia. Ma questo periodo sta volgendo al termine. Così come era facile prevedere a partire dagli anni Settanta un indebolimento strutturale del cambio del dollaro contro marco, yen e franco svizzero che avrebbe favorito gli interessi dei Paesi debitori, e in particolare degli Stati Uniti, ora ritengo che la fase di danneggiamento degli interessi dei Paesi creditori sia finita. Saranno, quindi, i Paesi creditori a sperimentare con compiacimento l’aumento del valore dei loro crediti attraverso un netto ulteriore rialzo del cambio del dollaro. Infatti non lo pretendono più solo la piccola Germania e il modesto Giappone. Ora lo pretende la Cina, una nazione creditrice che ha intenzione di fissare nuove regole del sistema monetario internazionale in modo che ad essere avvantaggiati non siano più, come è avvenuto fino a poco tempo fa, i Paesi debitori. Se il nuovo ordine monetario internazionale non sarà più fatto a Bretton Woods come nel 1944 e neanche a Washington nel 1971, ma sempre di più a Pechino, il dollaro americano non potrà che apprezzarsi moltissimo. Copyright © La Repubblica. All rights reserved

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Europee/ Fassino: Pd è primo partito progressista, preziosa... (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Roma, 8 giu. (Apcom) - "Il voto europeo ci consegna un Pd che è una delle forze più grandi del centrosinistra europeo. Con 8 milioni di voti siamo il primo partito di tutto il campo progressista dei 27 paesi dell'Ue e, insieme all'SPD, i primi anche per numero di eletti al Parlamento europeo". Lo dice, parlando con i giornalisti alla sede del Pd, Piero Fassino. "Adesso - aggiunge Fassino -, il nostro obiettivo è costruire un campo riformista europeo che unisca le forze progressiste e di centrosinistra del continente. Lavoreremo da subito per un nuovo gruppo parlamentare nel quale si incontrino gli eletti del Pd e gli eletti delle forze progressiste, socialiste, socialdemocratiche e riformiste europee. E l'originalità del Pd sarà preziosa risorsa per rinnovare il pensiero, la cultura, le politiche del riformismo europeo". "Ma aldilà del gruppo parlamentare - continua il titolare degli Esteri del Pd -, il tema strategico di fronte all'intero centrosinistra è fare i conti con lo spostamento a destra che ha segnato queste elezioni e dunque occorre ripensare al rapporto tra il riformismo e la società europea e al modo di costruire una Unione europea in cui i cittadini possano riconoscersi". "Molti mesi fa avevo utilizzato una metafora che si è confermata vera, dicendo che la 'globalizzazione sull'uscio di casa' stava producendo paure e inquietudini profonde e diffuse: paura per la crisi economica, per l'immigrazione, per l'incertezza del futuro, per il venire meno di certezze quotidiane di reddito, di lavoro e di vita". "Il nostro compito adesso - è la conclusione di Fassino - è fare i conti con queste paure, che oggi sono state intercettate dalla destra, e saper interpretare le ansie e le aspettative dei cittadini, dando loro un progetto che riconquisti fiducia nei diritti, nella convivenza, nella democrazia e nella coesione sociale".

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Lang Lang, una scossa alle abitudini (sezione: Globalizzazione)

( da "Sicilia, La" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Lang Lang, una scossa alle abitudini Il pianista cinese Lang Lang ha ventisette anni. E' un grande interprete di musica classica. Tiene concerti in tutto il mondo e i suoi dischi si vendono a milioni. E' anche un personaggio la cui immagine è ormai notissima. Più o meno come quella di un divo, visto che esprime il suo talento con un'emotività molto amata dal pubblico giovane e inoltre si veste come una rockstar (un suo doppio è anche apparso in "Second Life"). Forse non tutti i critici apprezzano ugualmente il suo stile, ma è certo che il settimanale americano Time lo ha appena inserito fra i cento personaggi più influenti del pianeta. Nei giorni scorsi Lang Lang era a Roma, e ha suonato al festival dell'Accademia di Santa Cecilia in quattro serate da tutto esaurito. Per una coincidenza forse non casuale, nello stesso periodo il canale satellitare "Classica" ha trasmesso un documentario sui suoi rapporti con il paese d'origine. Poiché risiede negli Usa, e viaggia tutto l'anno, solo raramente Lang Lang torna in Cina. Ma il suo legame con i genitori che lo hanno sostenuto fin da quando aveva cinque anni, con gli insegnanti del conservatorio dove ha studiato, con gli aspiranti pianisti di tutto il paese ai quali tiene delle affollatissime "masterclass", appare molto forte. Il successo di un personaggio così inconfondibilmente asiatico, per noi spettatori occidentali può avere fra gli altri effetti anche quello di scuotere le nostre abitudini. In particolare le pigre e convenzionali abitudini del nostro sguardo, portato ad associare automaticamente un certo colorito e un certo taglio d'occhi a figure come quella del domestico, del vucumprà, del massaggiatore da spiaggia. A dei poveri disgraziati, insomma (nella migliore delle ipotesi). Ma di fronte a Lang Lang, tutto può venire in mente tranne che un povero disgraziato. E' anche prevedibile che prima o poi altri asiatici raggiungeranno un successo di massa analogo al suo. Sembra essere questo l'unico tipo di successo al quale noi occidentali siamo sensibili. A quel punto, forse, anche il nostro sguardo pigro e le nostre teste un po' dure dovranno decidersi a cambiare. nerina.spadaro@alice.it

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ARMI: LA CRISI NON COLPISCE L'INDUSTRIA, SPESA +4% NEL 2008. (sezione: Globalizzazione)

( da "Asca" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

ARMI: LA CRISI NON COLPISCE L'INDUSTRIA, SPESA +4% NEL 2008 (ASCA) - Roma, 8 giu - Se la crisi economica colpisce l'industria aerospaziale civile e le compagnie aeree, quella della difesa resta in ottima salute. Nel 2008 le spese militari in tutto il mondo sono cresciute del 4% rispetto all'anno precedente, segnando un record di 1.464 miliardi di dollari, il 45% in piu' rispetto al 1999. Sono i dati diffusi dall'istituto Sipri di Stoccolma, pubblicati dalla Bbc, che segnalano un incremento anche delle missione di pace dell'11%, con un totale di personale internazionale impiegato che ha raggiunto le 187.586. I principali produttori di armamenti risultano la Boeing, con 30 miliardi di dollari, la BAE Systems (29,9 miliardi), la Lockheed Martin (29,4). la Northrop Grumman (24,6) e la General Dynamics (21,5). Il 61% del mercato e' nelle mani delle industrie statunitensi, il 31% e' gestito da quelle dell'Europa occidentale e il resto da russi, giapponesi, israeliani e indiani. Secondo il Sipri, a spendere di piu' in armamenti ci sarebbero gli Usa, con 607 miliardi di dollari annuali, la Cina (84,9 miliardi), la Francia (65,74), la Gran Bretagna (65,35), la Russia (58,6), la Germania (46,87), il Giappone (46,38) e l'Italia (40,69). ''Dal 2002 il valore delle vendite di armi e' cresciuto del 37% in termini reali'', avverte il Sipri. ''La presidenza di George W. Bush ha rappresentato un periodo di continuita' per l'industria delle armi, dopo un periodo di consolidamento fra la fine degli anni novanta e il 2000''. red-uda/dnp/lv

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Corea del Nord, giornaliste americane condannate ai lavori forzati (sezione: Globalizzazione)

( da "RomagnaOggi.it" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

8 giugno 2009 - 12.30 (Ultima Modifica: 08 giugno 2009) SEUL - Pugno duro del giudice contro le due giornaliste americane arrestate il 17 marzo scorso al confine tra Cina e Corea del Nord. Entrambe, Euna Lee and Laura Ling, infatti, sono state condannate a dodici anni di lavori forzati per ingresso illegale nel paese. Le due, che stavano realizzando reportage sui rifugiati nordcoreani in Cina per la serie Vanguard, erano state accuse essere entrate illegalmente nel Paese con intenti "ostili". Il governo Usa si è detto "molto preoccupato" per la condanna.

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Due giornaliste USA condannate in Corea per un documentario sui rifugiati. Appello. (sezione: Globalizzazione)

( da "KataWeb News" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Due giornaliste USA condannate in Corea per un documentario sui rifugiati. Appello. 8 giugno 2009 alle 17:13 — Fonte: passineldeserto.blogosfere.it — 0 commenti Lavoravano per Current TV, la Tv satellitare fondata da Al Gore. Si chiamano Euna Lee r Laura Ling, sono americane di origini asiatiche e stavano realizzando in Corea del Nord un reportage sui rifugiati nordcoreani in Cina. Il loro processo, dopo essere state catturate dal governo nord coreano, si è...

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ALERT USA: PERICOLO STAGFLAZIONE (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

ALERT USA: PERICOLO STAGFLAZIONE di WSI Un balzo del 60% dei prezzi della benzina potrebbe provocare quest’anno un’impennata inflativa, cosi’ come avvenuto nel 2008, rappresentando un altro ingombrante ostacolo nella strada verso il recupero. -->L'allarme arriva dagli Stati Uniti ma riguarda tutto il mondo. Stando a quanto affermato da un gruppo nutrito di analisti, l'accelerazione del 60% dei prezzi della benzina vista di recente, potrebbe provocare un'impennata dell'inflazione nel 2009, cosi' come avvenuto l'anno scorso, mettendo seriamente in dubbio la ripresa dell'economia. "Potrebbe aprirsi un nuovo scenario in cui regnera’ la stagflazione", ha avvertito David Hensley, direttore del coordimamento di economia globale per JP Morgan Chase. "C’e’ il rischio che il recupero economico venga compromesso". La scorsa settimana i prezzi della benzina erano in rialzo di $2.59 per gallone di media su base nazionale, rispetto ai +$2.05 del primo maggio. Un incremento di 50 centesimi per gallone toglie circa $70 miliardi di dollari dal potere di acquisto annuale dei consumatori, secondo i calcoli di James Hamilton, professore di economia all’University di California, a San Diego. I prezzi rimarranno ancora sotto i livelli record di $4.11 stabiliti il 15 luglio scorso, che hanno contribuito in quel mese a spingere l’inflazione al 5.6% su base tendenziale, sui massimi di 17 anni. Durante una conferenza stampa tenuta il 14 maggio scorso, Gregory Hayes, vice presidente e direttore finanziario di UTC, ha detto che sta tenendo sotto controllo il movimento dei prezzi perche’ le sue divisioni di ascensori e aria condizionata acquistano circa 75-80 milioni di libbre di rame l'anno. Il metallo e’ ancora in ribasso di oltre il 40% dai massimi di tutti i tempi di circa $4 registrati l’anno scorso, e questa e’ una buona notizia per UTC, secondo quanto dichiarato a Bloomberg dallo stesso Hayes. "Vedremo dove arriveranno", ha detto, riferendosi ai prezzi. Dai minimi di quasi sette anni toccati il 18 febbraio, l’indice delle commodity S&P GSCI Total Return, che misura l’andamento delle materie prime, come i metalli e le risorse utilizzate nel settore agricolo ed energetico, ha fatto un balzo del 39%. Le preoccupazioni circa le pressioni inflative si stanno riflettendo sul differenziale tra i tassi di rendimento sul benchmark decennale del Tesoro e i titoli protetti da inflazione, che utlimamente si e' progressivamente allargato. Vuoi sapere cosa comprano e vendono gli Insider di Wall Street? Prova ad abbonarti a INSIDER: costa meno di 1 euro al giorno. Clicca sul link INSIDER Lo spread era vicino ai massimi di nove mesi di 2.01% il 5 giugno scorso, dopo che il governo ha annunciato che l’economa ha perso 345 mila posti di lavoro in maggio, la contrazione piu’ contenuta dallo scorso settembre. Ad alimentare il rally delle commodity sono una serie di fattori, tra cui la crescita dell’interesse da parte degli investitori, i segnali di un recupero dell’economia mondiale - in particolare in Cina, il maggiore consumatore di minerali ferrosi, zinco, rame e caucciu’ - e l’indebolimento del dollaro, che negli ultimi tre mesi ha perso l’11%. Il rialzo delle quotazioni delle materie prime ricorda quello registrato negli anni ‘70 e a inizio anni ‘80, quando un balzo di dieci volte dei prezzi dell’oro nero ha fatto salire il tasso di disoccupazione e l’inflazione sopra il 10%. Gli economisti hanno coniato la frase "stagflazione" per descrivere quello che viene interpretato come un fenomeno di accelerazione dell'inflazione accompagnata da una domanda stangnante. Secondo Hensley il rischio che si verifichi di nuovo un evento del genere e’ piu’ basso rispetto al terzo trimestre, quando i prezzi piu’ cari della benzina hanno spinto al rialzo l’inflazione annualizzata al 4% dall’1.4% del periodo precedente, deprimendo la domanda dei consumatori. "Si tratta senza dubbio di una cattiva notizia per i consumatori, che stanno gia’ subendo l’impatto negativo del calo dei loro salari e il collasso dei prezzi delle case", commenta Ian Shepherdson, chief economist Usa di High Frequency Economics. La sensibilita’ dei consumatori ai prezzi del gas, e’ "straordinariamente elevata", secondo il parere di Richard Hastings, consumer strategist di Global Hunter Securities LLC. "Non serve tornare al record storico stabilito dai prezzi del carburante perche’ l’economia venga danneggiata", ha aggiunto Hastings. Nella testimonianza tenuta lo scorso 3 giugno davanti al Congresso, il numero uno della Federal Reserve, Ben Bernanke, ha riconosciuto che i prezzi di petrolio e altre materie prime sono in progressivo aumento, ma ha sottolineato che i livelli della capacita’ produttiva economica metteranno un freno all’inflazione. Nel mese di aprile le fabbriche, le miniere e le utility Usa hanno eseguito le loro operazioni con una capacita’ minima record del 69.1%, stando alle cifre fornite dalla Fed.

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DOLLARO, PREPARATEVI A UN FORMIDABILE RIALZO (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

DOLLARO, PREPARATEVI A UN FORMIDABILE RIALZO di Francesco Arcucci Saranno i Paesi creditori a sperimentare l’aumento del valore dei loro crediti grazie alla crescita della valuta americana. E ora lo pretende la Cina, una nazione creditrice che ha intenzione di fissare nuove regole del sistema monetario. --> Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell' autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente. (WSI) – Sui mercati finanziari si scambia del denaro contro delle promesse. Due tipi di promesse: nel caso delle azioni si tratta di denaro contro un flusso di dividendi futuri, senza che sia previsto un rimborso di capitale. Nel caso delle obbligazioni o dei debiti in genere si scambia denaro contro interessi periodici e rimborso del capitale a scadenza. Vuoi sapere cosa comprano e vendono gli Insider di Wall Street? Prova ad abbonarti a INSIDER: costa meno di 1 euro al giorno. Clicca sul link INSIDER Anche le condizioni affinché il sistema finanziario possa esistere sono due: da un lato, che i valori sottostanti quelle promesse siano attendibili per quanto riguarda le risorse, gli impieghi, i ricavi, i costi, le rimanenze e quindi i conti economici e i bilanci, dall’altro, che il sistema sia imparziale cioè non favorisca né i debitori (con l’inflazione), né i creditori (con la deflazione). Creditori e debitori a loro volta vanno distinti a seconda che ci si riferisca all’interno di un Paese oppure ci si riferisca a Paesi creditori e Paesi debitori. Nel primo caso si parlerà di sistema monetario interno e nel secondo di sistema monetario internazionale, quantunque si debba riconoscere che fra i due vi sono numerosi intrecci. Nel sistema monetario nazionale l’ente che sovrintende il fatto che né i debitori né i creditori siano favoriti è la banca centrale. Poiché essa crea moneta dal nulla, a costo sostanzialmente zero e senza vincoli di convertibilità, rimane comunque il sospetto che il sistema favorisca i debitori con l’inflazione. Per contrastare questo sospetto le banche centrali tendono ad autolimitare la loro creazione di moneta con degli obiettivi calcolati sulla quantità di moneta prodotta (target monetari) o sulla quantità di inflazione generata (target di inflazione). Nel sistema monetario internazionale il delicato rapporto tra Paesi creditori e Paesi debitori attualmente non è affidato a qualcosa di esterno che assicuri l’imparzialità fra i Paesi creditori che vogliono proteggere il valore dei loro crediti sull’estero e quelli debitori che vogliono ridurlo. Un tempo questo ente esterno esisteva ed era l’oro nel contesto del gold standard. Poi si è passati, dal 1944 al 1971, al dollaro in quanto convertibile in oro (gold exchange standard). Dal 1971 il sistema monetario internazionale si è fondato sul dollaro inconvertibile (dollar standard) emesso dagli Usa e cioè non da un’ancora esterna e fidata, ma da un Paese debitore e che per sua natura tende a favorire i debitori rispetto ai Paesi creditori. E se è vero che sul piano interno i debitori si favoriscono con l’inflazione, sul piano internazionale i Paesi debitori si favoriscono riducendo il valore dei loro debiti e cioè svalutando il tasso di cambio della loro moneta. La debolezza del dollaro contro le monete dei Paesi creditori negli ultimi quarant’anni era il modo in cui il centro del sistema si finanziava a basso costo presso la periferia. Ma questo periodo sta volgendo al termine. Così come era facile prevedere a partire dagli anni Settanta un indebolimento strutturale del cambio del dollaro contro marco, yen e franco svizzero che avrebbe favorito gli interessi dei Paesi debitori, e in particolare degli Stati Uniti, ora ritengo che la fase di danneggiamento degli interessi dei Paesi creditori sia finita. Saranno, quindi, i Paesi creditori a sperimentare con compiacimento l’aumento del valore dei loro crediti attraverso un netto ulteriore rialzo del cambio del dollaro. Infatti non lo pretendono più solo la piccola Germania e il modesto Giappone. Ora lo pretende la Cina, una nazione creditrice che ha intenzione di fissare nuove regole del sistema monetario internazionale in modo che ad essere avvantaggiati non siano più, come è avvenuto fino a poco tempo fa, i Paesi debitori. Se il nuovo ordine monetario internazionale non sarà più fatto a Bretton Woods come nel 1944 e neanche a Washington nel 1971, ma sempre di più a Pechino, il dollaro americano non potrà che apprezzarsi moltissimo. Copyright © La Repubblica. All rights reserved

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08:58 NORDCOREA: 12 ANNI A GIORNALISTE USA (sezione: Globalizzazione)

( da "Agi" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

NORDCOREA: 12 ANNI A GIORNALISTE USA Stampa Invia questo articolo (AGI) - Washington - C'e' "profonda preoccupazione a Washington per la condanna a 12 anni di lavori forzati di due giornaliste statunitensi da parte di un tribunale nordcoreano. "Siamo impegnati attraverso tutti i canali per arrivare alla loro liberazione" ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato, Ian Kelly. Laura Ling ed Euna Lee erano state arrestate al confine tra Cina e Corea del Nord il 17 marzo scorso mentre realizzavano un reportage sui rifugiati. Le guardie di frontiera di Pyongyang le hanno catturate lungo il fiume Tumen che segna il confine tra i due Paesi. "I nostri pensieri sono per le famiglie delle due giornaliste in questi momenti cosi' difficili" ha detto Kelly, "ancora una volta chiediamo alla Corea del Nord di rilasciare le due giornaliste americane per motivi umanitari". Gia' in passato si e' arrivati alla liberazione di giornalisti americani catturati in Corea del Nord, ma sempre dopo un intervento individuale e non istituzionale. Per questo non e' escluso che l'ex vicepresidnete Al Giore intraprenda una missione a Pyongyang per ottenere il rilascio delle due donne.

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BORSE Giù (FTSE MIB -1.39%) - GOVERNO USA FA PRESSIONI SU CORTE SUPREMA PER VENDITA CHRYSLER A FIAT ARMANI: NIENTE SOCI Nè BORSA - ALITALIA: 1 MESE PER ACCETTARE OFFERTA GOVERNO (sezione: Globalizzazione)

( da "Dagospia.com" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

HomePage | Segnala articolo --> BORSE Giù (FTSE MIB -1.39%) - GOVERNO USA FA PRESSIONI SU CORTE SUPREMA PER VENDITA CHRYSLER A FIAT – ARMANI: NIENTE SOCI Nè BORSA - ALITALIA: 1 MESE PER ACCETTARE OFFERTA GOVERNO OBBLIGAZIONISTI – DERBY FRA COSTRUTTORI PER I NUOVI STADI ROMANI… Giorgio Armani 1 - BORSA: IN CALO CON EUROPA E WS, FTSE MIB -1,39%... (AGI) - Borsa in calo nella prima seduta della settimana: in sintonia con gli andamenti delle piazze azionarie internazionali, anche a Milano prevalgono le vendite, innescate da un'esigenza internazionale di "correzione" dei prezzi dopo il recupero degli ultimi mesi. A fine giornata, il Ftse Mib cede infatti l'1,39% con volumi di attivita' contenuti (2,4 miliardi di controvalore) e un'offerta che ha colpito soprattutto i titoli industriali, ed energetici. Dopo i dati ambivalenti sull'occupazione negli Usa diffusi venerdi' scorso, i mercati azionari attendono segnali piu' chiari sull'andamento dell'economia, e la frenata del prezzo del petrolio aumenta il disorientamento. Fra i titoli guida si segnalano alcuni significativi scivoloni: perdono oltre il 3,5% Enel, ancora penalizzato dall'aumento di capitale, Finmeccanica, L'espresso, Buzzi Unicem, Pirelli; fra i titoli in controtendenza, rialzi marcati per Lottomatica, Mediobanca e Telecom. 2 - BORSE EUROPEE: CHIUDONO IN CALO... (AGI) - Chiudono in calo le principali Borse europee. a Londra l'indice Ftse 100 cala dello 0.75% a 4.405,22 punti. A Milano l'indice Ftse Mib arretra dell'1,39% a 19.889,60 punto. A Francoforte il Dax cede dell'1,42% a 5.004,72 punti e a Parigi il Cac 40 perde l'1,48% a 3.289,66 punti. 3 - CRISI: INPS, FRENA CRESCITA RICORSO A CIG; A MAGGIO +15,82%... (AGI) - A maggio il ricorso alla Cig ha registrato un incremento del 15,82% rispetto al mese precedente: si tratta di un aumento, ma decisamente piu' contenuto rispetto al 'boom' di aprile (+27,82% rispetto a marzo). Sono i dati forniti dall'Inps. Nei primi cinque mesi, da gennaio a maggio, sono state autorizzate invece 293 mln di ore di Cig, in rialzo del 356,59% rispetto allo stesso periodo del 2008. 4 - FIAT: CHRYSLER, GOVERNO USA FA PRESSIONI SU CORTE SUPREMA... (AGI/REUTERS) - L'amministrazione Obama invita la Corte Suprema Usa a respingere la richiesta di rinviare la vendita delle attivita' di Chrysler alla nuova societa' di cui fa parte anche Fiat. Secondo il governo il rinvio avrebbe "gravi conseguenze" per Chrysler. Francesco Mengozzi 5 - IPI: A INTERMOBILIARE OFFERTA SEGRE PER ACQUISTO QUOTA... (ANSA) - Il Cda di Banca Intermobiliare (Bim) ha esaminato ieri sera a Torino un'offerta presentata venerdi' scorso da Mi.mo.se (famiglia Segre) per l'acquisto della quota detenuta dalla banca in Ipi. Sulla Ipi Banca Intermobiliare aveva lanciato un'Opa che scade domani. La seduta del consiglio e' stata aggiornata alle 16 di oggi. Lo si legge in una nota che segnala che Intermobiliare ha chiesto a Borsa Italiana di sospendere i titoli Bim e Ipi per la seduta odierna. 6 - GRUPPO ARMANI: GIORGIO ARMANI, NIENTE SOCI NE' BORSA (AFFARI & FINANZA)... (ASCA) - Il Gruppo Armani ha una sua consolidata stabilita' finanziaria e non ha bisogno ne' di soci e nemmeno di ricorrere alla borsa per dragare capitali. Lo afferma il patron del gruppo italiano del fashion, Giorgio Armani, in un'intervista che appare oggi su 'Affari & Finanza', inserto economico di Repubblica. Sulla quotazione in borsa del suo gruppo, Armani risponde che: 'non e' stato mai il mio obiettivo, nemmeno in tempi piu' facili, figuriamoci oggi. Con i tempi che corrono, non posso che esserne felice. E di soci non ho fortunatamente alcun bisogno'. Sui conti del 2008, e in particolare sull'unica voce in ribasso, ovvero l'Ebitda, Armani spiega poi che il calo 'e' essenzialmente dovuto alla contrazione della domanda che si e' manifestata nell'ultimo trimestre del 2008 a fronte di investimenti che il gruppo ha deciso di intraprendere in un'ottica di piu' lungo periodo, al di la' della contingenza economica attuale'. Londra Harrods 7 - ALITALIA: 1 MESE PER ACCETTARE OFFERTA GOVERNO OBBLIGAZIONISTI... (AGI) - Gli obbligazionisti Alitalia hanno tempo fino al 10 luglio per accettare il "mini-rimborso" offerto dal Governo che prevede un indennizzo di circa il 30% del valore nominale del titolo. Secondo quanto risulta all'Agi, la proposta, per ora, non ha riscosso grande successo: i possessori dei titoli, anche in base ad annunci del Governo, attendono un miglioramento dell'offerta iniziale inserita nel maxiemendamento al decreto incentivi e approvata all'inizio di maggio. La versione attualmente in vigore, consente di rimborsare i piccoli obbligazionisti Alitalia fino al 32%, del valore nominale che viene proporzionalmente diminuito per i grandi volumi di titoli in mano, soprattutto, a fondi e grandi investitori. In sostanza, l'attuale normativa offre agli obbligazionisti titolari del prestito "Alitalia 7,5% 2002-2010 convertibile" (altrimenti conosciuti come Mengozzi-bond) uno scambio con titoli di Stato, senza cedola, per un valore pari al 50% del valore di Borsa nell'ultimo mese di contrattazioni. (che era circa di 60 centesimi). Il rimborso sara' garantito da un fondo di 100 milioni di euro, e sara' posto un tetto massimo di 100.000 euro per singolo possessore di titoli. Un tetto che l'amministratore delegato di Anima sgr, Alberto Foa', ha definito "un'aberrazione giuridica e morale", in quanto "danneggia gravemente gli investitori istituzionali come fondi d'investimento e fondi pensione", che hanno in mano obbligazioni Alitalia per un valore certamente superiore ai 100.000 euro. E proprio ai possessori dei Mengozzi bond (emessi nel 2002 per un totale di 715 mln, di cui il 62% e' ancora in mano al Tesoro e il resto, circa 270 mln, ai privati) Anima ha proposto di creare un fonte unico in sede giudiziaria per ottenere un maggior risarcimento anche denunciando l'assenza del prospetto informativo e di una sorta di implicita garanzia dello Stato che all'epoca controllava l'ex compagnia di bandiera pubblica. D'altronde, anche per i piccoli obbligazionisti il rimborso e' onferiore al 32% teorico : "considerando che al momento della sospensione il titolo Alitalia era quotato a 65 centesimi -ha detto Foa' - dimezzando ulteriormente questo valore, per ogni 10.000 euro di obbligazioni se ne ricevono 3.200, per di piu' in titoli di Stato senza cedola che scadranno nel 2012". FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE - copyright Pizzi 8 - Made in Italy: cresce export salumi... (ANSA) - Nonostante la crisi internazionale i salumi italiani hanno chiuso con un export in lieve aumento. Lo annuncia l'Assica. L'Associazione Industriali delle carni precisa che sono state inviate all'estero quasi oltre 100 mila tonnellate di prodotti della nostra salumeria (+0,3%) per un corrispettivo di circa 830 mln di euro (+1,5%). La performance va considerata, commentano gli industriali delle carni, 'complessivamente positiva' perche' maturata in un momento di difficolta'. 9 - Thales: contratto lanciatori Ariane... (ANSA)- Thales Alenia Space Etca, sede belga della joint venture Thales-Finmeccanica, ha concluso un contratto con la societa' Astrium. Prevede la fornitura di servizi e apparati elettronici per i lanciatori Ariane 5 che saranno lanciati tra il 2011 e il 2015. La commessa include 35 lanciatori di tipo ECA per la messa in orbita geostazionaria di una massa superiore alle 10 tonnellate. Thales progettera' e realizzera' 21 moduli elettronici per ciascuno dei 35 lanciatori. 10 - Accordo tra porti Genova e Tianjin... (ANSA) - Accordo di collaborazione tra le autorita' portuali di Genova e di Tianjin, il principale porto della Cina settentrionale. Che, insieme a un chiaro interesse manifestato per investimenti cinesi nel turismo italiano, e' uno dei primi risultati della missione in Cina del viceministro dello sviluppo economico Adolfo Urso. L'accordo tra la Simest e il Tianjin East Port sara' firmato domani e prevede la creazione di una infrastruttura per lo scambio commerciale tra i due Paesi. 11 - Obama, 600 mila posti entro estate... (ANSA) - Oltre 600 mila nuovi posti di lavoro negli Usa entro l'estate: lo promette il presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Dopo avere deciso di accelerare il piano di stimolo dell'economia, di un valore di 787 mld di dollari. Obama ha intenzione di concentrare gli sforzi su una serie di lavori pubblici: dalla manutenzione delle basi militari a nuovi progetti stradali ed aeroportuali, dall'assunzione d 135 mila insegnanti alla creazione di 125 mila posti di lavoro stagionali. 12 - LLOYD'S: RIPAGHERA' A GOVERNO BRITANNICO 2,5 MLD STERLINE... (ANSA) - Lloyd's Banking Group ripaghera' al governo britannico circa 2,5 miliardi di sterline dopo aver venduto azioni agli investitori. Lo scrive oggi l'agenzia Bloomberg. Lloyd's ha annunciato oggi in un comunicato di aver ricevuto offerte per l'87% dei 4 miliardi di sterline di titoli che offriva sul mercato. Il resto dei titoli saranno offerti agli investitori per piu' del prezzo di emissione di 38,43 pence ad azione. Il gruppo, controllato al 43% dal governo, utilizzera' i proventi dalla vendita e 300 milioni di sterline di cash per riscattare 4 miliardi di sterline di azioni privilegiate di proprieta' del governo al 101% del loro prezzo. Il rimborso, pari a 2,5 miliardi, sara' quindi al netto di azioni per 1,74 miliardi di sterline acquistate dal Governo. 13 - Citigroup: conversione azioni Tesoro... (ANSA) - Citigroup e' pronta a convertire 52 mld di dollari di titoli privilegiati in mano al Tesoro in una quota del 34% in azioni ordinarie. Con la conversione delle azioni si rafforzera' il ruolo del Tesoro americano in Citigroup, che di fatto avra' diritto di voto. 14 - Gazprom cerca 10, 5 mld dlr prestiti... (ANSA) - La Gazprom cerchera' di avere l'ok dai suoi azionisti per chiedere prestiti da 10,5 miliardi di dollari dalle banche russe. Nell'assemblea del 26 giugno Gazprom cerchera' dunque di ottenere dai suoi azionisti il via libera a prestiti fino a 6 mld di dollari dalla Vnesheconombank, la banca pubblica di sviluppo russa,da 1,5 mld di dollari sia dalla OAO Sberbank sia dalla Russian Agricultural Bank, di 1 mld dal VTb Group e di un altro finanziamento da 500 mln dalla OAO Gazprombank. 15 - A LONDRA I PREZZI DEL MATTONE TORNANO A SALIRE MA SOLO PER LE CASE DI LUSSO... Da "La Stampa" - Il mercato immobiliare londinese è sempre stato un po' diverso. La forte presenza di acquirenti facoltosi e un'offerta insufficiente di immobili di qualità hanno mantenuto i prezzi più alti che in qualunque altra città inglese. Dal novembre 2007, quando i prezzi nel resto del Paese hanno iniziato a scendere, gli immobili londinesi di pregio sono saliti, raggiungendo le quotazioni massime a marzo del 2008. Da lì, secondo la società di consulenza Knight Frank, sono scesi del 24% in 12 mesi. Oggi sembra in atto un leggero rimbalzo. I prezzi nella capitale sono saliti dello 0,4% ad aprile e dell'1,6% a maggio. L'impennata maggiore si è verificata in centro, con un +2,7% a Marylebone e +2,9% a Mayfair. Londra gode di due importanti vantaggi. Primo, vanta un maggior numero di acquirenti di prima casa che possono permettersi di versare le cauzioni richieste dalle banche per usufruire del calo dei prezzi e della bassa aliquota dei mutui attuali. In secondo luogo, la discesa della sterlina ha favorito il ritorno degli investitori internazionali. Un calo del 25% dei prezzi in sterline rappresenta uno sconto del 50% per gli acquirenti dell'eurozona. Ciò ha contrastato la tendenza al ribasso dei prezzi dovuta al rientro in patria di molti americani ed europei rimasti senza lavoro nel settore finanziario. Questo contribuisce a spiegare la ricomparsa, dopo 18 mesi, delle offerte al rialzo e delle aste a busta chiusa. I volumi di vendita, che tra il 2007 e il 2008 si erano dimezzati, sono risaliti del 30% dal maggio scorso. Significa che è ora di acquistare? Meglio procedere con cautela: il mercato rimane ancora molto sottile. Gli acquirenti sembrano interessati soprattutto agli immobili di pregio tornati sul mercato dopo un anno di pausa. L'impressione è quella di una svendita di beni di lusso. Quando questi immobili saranno stati piazzati, Londra dovrà ancora affrontare l'impatto della contrazione del 4% del Pil prevista per quest'anno e di un tasso di disoccupazione che si avvia a superare il 10%. Questi dati potrebbero ribaltare ancora una volta l'andamento del mercato a favore degli acquirenti. 16 - LA TRAPPOLA DEI TITOLI PRIVILEGIATI VENDUTI DALLE BANCHE SPAGNOLE... Da "La Stampa" - Per affrontare la recessione, le banche spagnole possono contare su un'arma segreta: i clienti privati. Sia le banche commerciali che le casse di risparmio stanno raccogliendo o preparandosi a vendere circa 10 miliardi di euro in azioni privilegiate ai clienti privati in tutto il Paese, mettendo in allarme le autorità di sorveglianza del mercato. Perché questa valanga improvvisa? Sul fronte dell'offerta, le azioni privilegiate sono l'unico mezzo con cui le casse di risparmio possono acquisire nuovo capitale, anche se a questo fine contano meno delle azioni ordinarie. Sul versante della domanda, gli investitori privati sono golosi di strumenti ad alto rendimento. Caja Madrid ha emesso azioni privilegiate con una cedola del 7%, contro circa l'1% concesso sui depositi. Il rendimento più alto non riflette però il rischio superiore legato alla condizione subordinata delle azioni privilegiate, che in caso di mancato utile della banca non darebbero diritto a riscuotere la cedola. Si tratta di azioni meno liquide, né vi è alcuna garanzia sul fatto che le azioni vengano riscattate dopo cinque anni. La Cnmv, la Consob spagnola, ha avvertito che il rendimento delle azioni privilegiate emesse da Banesto era troppo basso. Nel frattempo, la stampa si indigna perché le banche spagnole offrono le azioni a condizioni più sfavorevoli rispetto a quelle degli investitori istituzionali. Le banche si difendono dichiarando che le differenze di prezzo degli strumenti tra istituzionali e privati sono dovute al fatto che costa di più distribuire le azioni a migliaia di investitori che a un piccolo numero di istituzioni. Santander sta emettendo 2,5 miliardi di euro in azioni privilegiate. Il rischio più grande legato alle azioni privilegiate nel mezzo di una profonda recessione è che gli investitori non ricevano gli interessi. Le banche spagnole hanno di fronte due anni difficili, poiché i prestiti in sofferenza assorbiranno gran parte degli accantonamenti e degli utili. Esiste la possibilità concreta che alcune banche, in particolare le casse di risparmio, non realizzino profitti sufficienti per pagare le cedole. 17 - COSTRUTTORI, DERBY PER I NUOVI STADI... Paolo Foschi per il "Corriere della Sera - Roma" - Chi costruirà i nuovi stadi di Roma e Lazio? Se le società calcistiche guidate da Rosella Sensi (fino a quando?) e Claudio Lotito riusciranno davvero a portare avanti il piano che ha già avuto la prima benedizione di Gianni Alemanno, a chi sarà affidata la realizzazione dei nuovi impianti? La scommessa è già partita. Per la Lazio, c'è chi è certo che se ne occuperanno le imprese della famiglia Mezzaroma, legata a Lotito da vincolo di parentela. Altri puntano sui due colossi capitolini delle infrastrutture, la Vianini di Francesco Gaetano Caltagirone e la Astaldi. Secondo quanto trapela da ambienti finanziari, però, ci sarebbe almeno un altro pretendente: la Costruttori Romani Riuniti, società per azioni nata negli anni Ottanta, rimasta a lungo inattiva e rilanciata due anni fa per iniziativa dell'allora presidente dei costruttori romani, Giancarlo Cremonesi (oggi ai vertici di Acea). La Crr raccoglie oltre 200 soci, fra piccoli e grandi imprenditori edili ed è guidata da Enrico Antonelli. L'obiettivo della società è proporsi come competitor dei grandi gruppi nei megaappalti pubblici e privati, per distribuire poi il lavoro fra gli imprenditori locali. E la Crr starebbe seguendo con attenzione gli sviluppi della vicenda degli stadi. Pronta a scendere in campo per un derby con i grandi costruttori. [08-06-2009]

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Così si fa! A Steven Chu e alla Cina piacciono l'eco-edilizia made in Italy (sezione: Globalizzazione)

( da "e-gazette" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Così si fa! A Steven Chu e alla Cina piacciono l’eco-edilizia made in Italy Premiato dagli States di Obama il “Padiglione italiano” all’università di Pechino. È stato realizzato dal ministero dell’Ambiente nel 2006. Roma, 8 giugno – Steven Chu, ministro dell’Energia dell’amministrazione Obama, ha presentato il “Padiglione italiano” nell’università Tsinghua di Pechino come esempio dell’edilizia eco-intelligente “che deve essere sviluppata per ridurre i consumi e migliorare la qualità degli ambienti urbani”. Un riconoscimento all’attività del ministero dell’Ambiente italiana avenuto prima in occasione della riunione del Forum delle maggiori economie mondiali a Washington lo scorso 26 aprile, e poi al recente G8 Energia di Roma. Il Padiglione, realizzato nel 2006 dal ministero dell’Ambiente (all’epoca guidato dal verde Alfonso Pecoraro Scanio), con l’impiego delle migliori tecnologie italiane, associa a un design innovativo avanzate soluzioni eco-efficienti per ridurre i consumi di energia e delle risorse naturali. L’edificio è un modello per la nuova generazione di costruzioni che la Cina sta programmando e realizzando anche al fine di promuovere la crescita economica interna. Corrado Clini, direttore generale del ministero dell’Ambiente che ha promosso e coordinato la realizzazione del Padiglione, ha messo in evidenza che il riconoscimento del ministro Usa conferma il successo della visione della cooperazione ambientale con la Cina, “che ha puntato alla promozione delle migliori tecnologie italiane per rispondere alla domanda di sviluppo sostenibile che cresce dall’interno della dinamica economia cinese”. E i risultati di questo approccio sono significativi anche dal punto di vista economico: le imprese italiane che hanno collaborato e che collaborano con il ministero dell’Ambiente italiano stanno crescendo nei segmenti più avanzati del mercato cinese. In particolare, spiegano dal dicastero, le aziende che hanno fornito le tecnologie per il Padiglione italiano hanno avuto un ruolo di primo piano nella realizzazione degli impianti delle Olimpiadi di Pechino. E-GAZETTE - 08/06/2009 e-gazette.it -->

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Scampato pericolo (sezione: Globalizzazione)

( da "AprileOnline.info" del 08-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Scampato pericolo Il punto, 08 giugno 2009, 18:22 Sergio Ferrari Si tratta di capire se con il PdL siamo di fronte all'inizio della fine o se si apre uno scontro ancora più pesante di quelli precedenti dettato da un sentimento di sopravvivenza. Il tempo non gioca, comunque, a favore di Berlusconi. Un ulteriore ottimo motivo perché la sinistra si dia una regolata E' evidente che l'Europa non godeva e non gode di buona salute. Il successo degli euroscettici di destra dice anche che di fronte alla globalizzazione vissuta con una crisi economica intensa, il rifugio che avrebbe dovuto essere rappresentare dall'Europa non solo non funziona ma induce una reazione di paura e di chiusura se non di rigetto. La parallela crisi del socialismo europeo, pur con qualche modesta eccezione, conferma una insufficienza progettuale che lascia aperta la porta a questi ripiegamenti reazionari, visto che nessuno offre alternative. Quanto le crisi nazionali dei vari partiti di sinistra e centrosinistra - anche qui con qualche modesta eccezione sulle quali sarà bene tornare - rappresentino specificità o piuttosto sintomatologie analoghe che si traducono anche a livello di Parlamento europeo, andrà verificato ma certamente come momento di una necessaria riflessione critica molto ampia. La concomitante crisi verticale del liberismo sembrava aprire finalmente processi e prospettive nuove e funzionali per superare a sinistra una condizione di mediocre esistenza, inadatta a reggere l'evoluzione del mondo, ma, come si è visto, anche solo per giustificare quella esistenza. Una crisi forse ancora troppo recente per poterne già trarre delle logiche elettorali, ma che anche in funzione di questi sbocchi, deve essere posta alla base di una urgente costruzione di un Progetto alternativo. Un'Europa abbandonata alla destra, lasciando il testimone in mano al solo Obama, sarebbe non solo una sconfitta della sinistra ma un pericolo per tutti. Certamente o il nuovo Parlamento europeo spostato a destra trova un contrappeso in una rinascita politica e culturale socialista o le prospettive diventano pesanti. Sul piano nazionale c'erano previsioni sconfortanti centrate sulle ipotesi sbandierate di uno sfondamento del PdL oltre il 40% e sulle conseguenze di un tale risultato che mettevano in un angolo tutto il resto, dalla tenuta del PD, al successo della Lega, dell'IdV, sino alle soglie del 4 % per i partiti della sinistra, alla conservazione di Casini. Lo sfondamento c'è stato ma in tutt'altra direzione. Per ora, quindi, accontentiamoci dello scampato pericolo. Si tratta in effetti di capire se con il PdL siamo di fronte all'inizio della fine o se si apre uno scontro ancora più pesante di quelli precedenti dettato da un sentimento di sopravvivenza. Il tempo non gioca, comunque, a favore di Berlusconi. Un ulteriore ottimo motivo perché la sinistra si dia una regolata. Per il resto ci sarà modo di ritornare anche disponendo dei dati relativi alle elezioni amministrative.

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