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Report "Globalizzazione"  25-26 APRILE 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Globalizzazione

Rimbalzo sotto stress test ( da "Trend-online" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: è aumentata drasticamente a causa della globalizzazione (parolaccia per alcuni) dei mercati. Dunque, riassumiamo la situazione. Noi investitori allochiamo i nostri sudati risparmi in attività finanziarie, il cui prezzo, reagisce in maniera sempre più isterica all?uscita di risultati attorno ai quali ruotano notizie e previsioni spesso volutamente errate.

Cultura, turismo e solidarietà Tre occasioni per sfidare la crisi ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: specialmente in questo periodo di globalizzazione in cui è forte l'esigenza di riprendere possesso del proprio territorio. I nostri beni culturali, purtroppo, non sempre sono visti dai politici come risorsa e occasione per l'occupazione e per aumentare il turismo. Per la politica, la cultura sembra rappresentare uno spreco e non un investimento.

La politica dalla vista corta non va oltre la crisi ( da "Giornale di Brescia" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: che paradossalmente la Cina, paese non democratico, ha sempre mantenuto nella sua storia perché intrinseco alla sua filosofia e che il neo presidente americano, Barak Obama, sembra volere adottare. In merito a questo passaggio c'è da aggiungere che l'ex ministro delle Finanze per ricostruire il governo del mondo esorta gli attuali governanti a seguire la teoria di Immanuel Kant.

Generali: usciremo più forti dalla crisi ( da "Tribuna di Treviso, La" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: l'amministratore delegato «globetrotter» artefice dello sbarco in Cina, spiegare in assemblea che le Generali con i loro 177 anni di storia non si fanno piegare dalla crisi del secolo: «Siamo stati toccati dalla crisi ma meno di altri. La nostra strategia non cambia anche perchè la situazione è diversa in ciascun Paese.

pyongyang sfida washington a processo due giovani reporter usa ( da "Repubblica, La" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Pagina 13 - Esteri Pyongyang sfida Washington a processo due giovani reporter Usa SEUL - Le due giornaliste americane di origine asiatica, Euna Lee e Laura Ling, arrestate il marzo scorso mentre giravano un servizio tv alla frontiera fra Cina e Corea del Nord, verranno processate a Pyongyang. Lo conferma l´agenzia stampa Kcna.

il ministro alfano in visita al due palazzi ( da "Mattino di Padova, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: interventi degli esponenti di Cl e una relazione concentrata sulla contingenza dell'economia globalizzata in crisi. L'incontro-assemblea di giovedì servirà anche a «valutare» le candidature del PdL cui a livello nazionale Cl e la CdO fanno riferimento. Inevitabile anche la valutazione della sfida per palazzo Moroni fra il sindaco uscente Flavio Zanonato e Marco Marin scelto dal PdL.

pace e liberazione con le donne afghane ( da "Messaggero Veneto, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: «Segno tangibile di resistenza alla globalizzazione» Pace e liberazione con le donne afghane Il centro di accoglienza di Zugliano premia il movimento Rawa DI PIAZZA IL 25 APRILE AL BALDUCCI Oggi la cerimonia voluta da 70 associazioni mondiali Il riconoscimento a Maryam Rawi attivista in pericolo POZZUOLO.

"spie", a processo due giornaliste usa ( da "Repubblica, La" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Pagina 11 - Esteri Corea del Nord "Spie", a processo due giornaliste Usa SEUL - Le due giornaliste americane di origine asiatica, Euna Lee e Laura Ling, arrestate il marzo scorso mentre giravano un servizio tv alla frontiera fra Cina e Corea del Nord, verranno processate a Pyongyang. Lo conferma l´agenzia stampa Kcna.

Appuntamenti ( da "Italia Oggi" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il convegno affronterà, appunto, il tema dell'assicurazione dei rischi da responsabilità d'impresa, sviluppando le seguenti aree: la globalizzazione delle imprese del settore, dei nuovi strumenti di assicurazione e della copertura per la responsabilità ambientale. Benedetta P. Pacelli

Una focaccia slow food non salverà mica la Puglia ( da "Riformista, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: riesce a contrastare la globalizzazione dei sapori, umiliando una multinazionale. E così il corrispondente di Libèration, l'avanzato quotidiano francese, dice tutta la sua gioia alle telecamere ispirate di Cirasola. Epperò Cirasola dovrebbe sapere che Altamura - come tutte le città del Sud - è una continua sfilata di moda, una continua parata di macchine di grossa cilindrata,

Tarchi: l'Europa resta vassallo degli Usa di Obama ( da "Eco di Bergamo, L'" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Per uscire da questa condizione ed aspirare a poter trattare, fra qualche decennio, da pari a pari con gli Usa, l'Unione europea dovrà giocare sulle triangolazioni. Cioè decidere su quale, o quali, delle potenze emergenti destinate ad essere seri rivali degli Stati Uniti varrà la pena di puntare. Al momento, questa scelta riguarda Cina, Russia e India.

Una settimana fa mi sono recato in Cina nella vana speranza di assistere al riscatto del simbolo mod... ( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: VETRINA MODENA pag. 1 Una settimana fa mi sono recato in Cina nella vana speranza di assistere al riscatto del simbolo mod... Una settimana fa mi sono recato in Cina nella vana speranza di assistere al riscatto del simbolo modenese della globalizzazione.

Turismo, crollo di Usa e Cina E' boom da Russia e Svezia ( da "Nazione, La (Pistoia)" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa e Cina E' boom da Russia e Svezia Clientela italiana in crisi inarrestabile: Sardegna -49% di MARCO A. INNOCENTI C ROLLO degli ospiti da Stati Uniti e Cina; calo consistente di canadesi e giapponesi. Dall'Europa segnali contrastanti. Questa la situazione del turismo montecatinese nel 2008, fotografata dai dati statistici della Provincia sulla provenienza estera della clientela.

Una politica che sgretoli ogni muro ( da "Unita, L'" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: altezza della globalizzazione. Deve essere capace da un lato di ridurre i rischi di instabilità, e dall'altro lato di rendere universale il rafforzamento dei sistemi di libertà, la difesa dei diritti umani, la protezione dei deboli, la regolazione democratica dei conflitti sociali, la diffusione di sistemi sostenibili di welfare.

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)>" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ricorda i benefici della globalizzazione, «non sempre compresi da tutti», ma che derivano «dal fatto di considerare il libero scambio come risorsa preziosa per lo sviluppo». Eppure le tentazioni a pensarsi «isole chiuse all'esterno» sono dietro l'angolo: a maggior ragione in questa fase di crisi economica, profonda.

Ma il G8 serve davvero? ( da "EUROPA ON-LINE" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Dopo Londra esiste un G2 di fatto di Cina e Stati Uniti. C'è chi parla di un G3 geopolitico composto dalle macroaree Usa, Europa e Cindia. In fondo lo stesso G8 è nato come un G6 nel 1975, è diventato un G7 l'anno successivo e nel '98 ha accolto la Russia nonostante non rappresenti l'ottava potenza.

Dieci euro per un compleanno globale ( da "Manifesto, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: conosciuto e globalizzato. Si comincia, proprio il 28 aprile del 1971, con K.S. Karol dalle risaie della Cina di Mao, dove poi torna Angela Pascucci per raccontarci il comunismo «in salsa Deng». Ma poi ancora con Rossana Rossanda che due giorni dopo il golpe cileno ricorda il suo incontro con Salvador Allende.

Ginevra nelle secche del Medioriente ( da "Manifesto, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Londra sul modo di affrontare la crisi economica globale si è dovuto prender nota che tutto dipende dalla posizione della Cina. Non G20 ma G2: Usa e Cina. Nella fissazione delle condizionalità per aiuti e investimenti il Beijin consensus sta sostituendo il Washington consensus. La Cina e l'India hanno impostato un forum in cui incontrano periodicamente i 50 e più paesi africani.

Sodalizi e conflitti tra gemelli siamesi ( da "Manifesto, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La globalizzazione ha lentamente ridimensionato, se non distrutto lo stato-nazione. C'è stata l'unificazione dei mercati nazionali in un unico, grande mercato, mentre le imprese manufatturiere e finanziarie sono diventate globali e profondamente antidemocratiche.

CRISI GLOBALE ( da "Manifesto, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globalizzazione: università e nessuna prospettiva di lavoro in Italia negli anni '70, nel '79 un master negli Stati uniti - «sono un'emigrata, non un cervello in fuga, me ne sono dovuta andare dall'Italia contro la mia volontà, niente di glamour» -, negli anni '80 due esperienze di lavoro a Budapest per il Fondo monetario internazionale e nella City di Londra per una banca russa,

Destini mondiali ( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: strada veramente efficace si è rivelata la globalizzazione e l'apertura dei mercati. Ce lo confermano ancora due scritti recenti: la pagina di Moisés NaÍm su questo giornale (si veda il numero del 16 aprile) e il libro Destini comuni, di Nayan Chanda, pubblicato da Scheiwiller.Se abbiamo a cuore la sorte dei derelitti, il nostro dovere è resistere alle tentazioni protezionistiche (

Doha Round entro l'anno ( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: compresa la mancanza di alcuni Paesi chiave come Brasile, India e Cina. Presidente Seillière, sono emerse posizioni articolate all'interno dei lavori del G8 Business summit? C'è stata una grande unità d'intenti.Certo,anche sfumature diverse, ma nessuna tensione o posizioni inconciliabili. Lei si esprime in maniera molto diplomatica.

Non c'è accordo su clima e CO2 ( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina e Brasile invece battono i Paesi industrializzati che da una decina d'anni traguardano limiti, delineano obiettivi, bisticcianosulle regole derivate dal Protocollo di Kyoto. Il Brasile invece parla poco e fa molto. Il 70% dell'energia è da fonti rinnovabili e il 50% dei carburanti per auto viene dalla canna da zucchero.

Virus dai maiali all'uomo Messico, decine di morti ( da "Corriere della Sera" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: tra Cina e Russia. Tuttavia, ha aggiunto Crovari, non sembra essere particolarmente virulento. I casi negli Stati Uniti, come quello in Canada, si sono risolti senza gravi conseguenze. Al Cdc di Atlanta i dirigenti non hanno nascosto la loro inquietudine in quanto sostengono di non aver ricevuto ancora «informazioni complete»

SIRACUSA Cinque nodi ancora da sciogliere sul clima ma questa volta i Governi li hanno messi nero s... ( da "Messaggero, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: erano presenti anche Cina, India, Brasile, Messico, Indonesia, Sudafrica, Australia, Repubblica di Corea, Egitto) dei ministri dell'Ambiente del G8 a Siracusa. Il G8 Ambiente è stata l'occasione per testare il cambiamento di rotta dell'amministrazione Usa e ha visto anche la presenza di Lisa Jackson, presidente dell'Agenzia federale per l'Ambiente.

Notizie in 2 minuti ( da "Corriere della Sera" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Focus I treni e la Cina E' scontro (commerciale) senza quartiere tra i Paesi occidentali per aprire rotte ferroviarie verso la Cina. Il traffico merci da e per la Repubblica Popolare è destinato a crescere. Ma le navi sono lente e gli aerei costosi. Restano i treni.

dal nostro inviato SANTA MARGHERITA DI PULA Sì alla sfida per un'econo... ( da "Messaggero, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: come governare la globalizzazione in un momento tra i più difficili del dopoguerra. Sì perchè «questa è la più grave crisi dalla fine del secondo conflitto mondiale», puntualizza il presidente di Confindustria. Una crisi che «ha punito le aziende migliori. Da ottobre stiamo subendo una stretta creditizia globale.

A Shanghai la crisi non si sente ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il testa a testa con gli Usa è iniziato a gennaio quando per la prima volta in Cina sono state vendute più vetture. In un mercato mondiale dell'auto stimato nel 2009 in calo, secondo J.D.Power, dell'8,2%, la Cina dovrebbe crescere di circa il 10%. Già a marzo le vendite erano cresciute del 10,3%.

Gian Micalessin ( da "Giornale.it, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Al Qaida vuol colpire di nuovo gli Usa» 27-03-2009 - Pyongyang sfida Usa e Onu: "Avanti col missile" 25-03-2009 - Retroscena Il segreto di Stato copre l'orrore 24-03-2009 - Afghanistan, Obama: "Non sarà per sempre" 23-03-2009 - Cina, rivolta contro polizia In manette 100 monaci tibetani 22-03-2009 - Khamenei gela le aperture di Obama caricamento in corso.

Marcello Foa ( da "Giornale.it, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: con la Cina 10-04-2009 - Obama prepara la maxisanatoria per 12 milioni di clandestini 08-04-2009 - "La crisi? è la nostra grande occasione" 07-04-2009 - Obama: "Mai in guerra con l'Islam" 03-04-2009 - «Dal vertice passi avanti per rilanciare l'economia» 02-04-2009 - G20 a rischio flop, Obama in difficoltà ora cerca l'appoggio di russi e cinesi 30-

Nord Corea, sanzioni Onu ( da "Corriere della Sera" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Intanto la comunità internazionale cerca di far ripartire i colloqui a sei (che coinvolgono Usa, le due Coree, Russia, Cina e Giappone) per la denuclearizzazione della penisola, abbandonati da Pyongyang dopo la condanna dell'Onu per il lancio.

Generazione Millennial ( da "Stampa, La" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: In Cina il 50 per cento della popolazione ha meno di 33 anni Negli Usa la generazione Millennial è la più numerosa dopo quella dei Baby boomers. Più di metà della popolazione indiana ha meno di 25 anni Nelle elezioni Usa del 2008 i Millennial con diritto di voto erano 50 milioni.

La Cina ha fatto il pieno Si vende il metallo rosso ( da "Sole 24 Ore, Il (Plus)" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Rame La Cina ha fatto il pieno Si vende il metallo rosso B ilancio di segno negativo questa settimana per il rame, oggetto di massicce vendite a causa delle difficili prospettive disegnate dagli esperti per la domanda e l'economia in generale. L'aumento dell'avversione al rischio e i nuovi dubbi circa il sistema finanziario Usa hanno completato il panorama negativo.

Per G7 economia mondiale potrebbe aver toccato fondo ( da "Reuters Italia" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: anche economie emergenti come Cina e India - ha tenuto un meeting subito dopo. Con l'attenzione rivolta ai segnali di stabilizzazione a allo sforzo per ripulire i bilanci bancari, il G7 ha scelto di ripetere la parte del comunicato che si riferisce alle valute, ribadendo il messaggio di febbraio sulla necessità di evitare movimenti disordinati e un'eccessiva volatilità dei cambi.

Patto Generali - Agricole per Banca Intesa ( da "Gazzettino, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Est e punta a bissare in India il successo ottenuto in Cina. Il titolo sale del 2,5% Sabato 25 Aprile 2009, Trieste NOSTRO INVIATO Un'assemblea fulminea, poco meno di cinque ore. Un'inezia rispetto ai tempi usuali delle assise delle Generali. Pochi spunti polemici rintuzzati con decisione dal presidente Antoine Bernheim che ribatte per due volte direttamente alle critiche,

Edifici scolasticimanutenzione al via ( da "Sicilia, La" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Ordine che hanno offerto la piena disponibilità a collaborare con l'ente per una efficace azione a supporto delle imprese operanti in provincia al fine di un concreto ed ordinato sviluppo dell'economia provinciale in un contesto caratterizzato e fortemente condizionato dai processi di globalizzazione e dagli effetti della internazionalizzazione dei mercati.

il summit ( da "Sicilia, La" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: e alla quale hanno preso parte anche i rappresentanti di altri 12 Paesi (Cina, India, Brasile, Messico, Indonesia, Sudafrica, Australia, Repubblica di Corea, Egitto, Svezia, Danimarca e Repubblica Ceca) sono stati messi nero su bianco i cinque nodi da sciogliere da qui a dicembre quando a Copenaghen si terrà il summit delle Nazioni Unite sul clima.

VENERDI' 24 Ambrosio 1 CARTA BIANCA A FERZAN OZPETEK Ore 14,30 "Black Narcissus" ("Nar... ( da "Stampa, La" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa 2007) "Tongzhi in Love" di Ruby Yang (Cina 2008) OMAGGIO: SHU-LEA CHEANG Ore 15,30 "Sex Fish" (Usa 1993) "Sex Bowl" (Usa 1994) "Coming Home" (Giappone 1995) "Fingers and Kisses" (Giappone 1995) "Fluid" (Installation) ( Norvegia 1994) "The Fisting Club" (Germania 2008) "I Am You Are High on Milk" (Spagna 2008) ARDORFO ARRIETA:

La Casa Bianca e la Fed truccano i conti? ( da "Giornale.it, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: pochi rilevano che la Cina da tre mesi sta riducendo l'acquisto di Buoni del tesoro americani o che il gettito fiscale sarà inferiore alle attese con inevitabili ripercussioni sul defiti pubblico. L'impressione è che le autorità Usa stiano tentando di mascherare i problemi o addirittura di indurre l'opinione pubblica a ignorarli.

La civiltà è anche in ciò che mangiamo ( da "Trentino" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Effetti perversi della globalizzazione, ma poi non tanto diversi dal commercio dell'acqua minerale, che viene trasportata da una parte all'altra del nostro paese con costi sociali ed ambientali la cui razionalità risponde solo alla logica del business. Non si tratta di chiudersi nell'autarchia, la globalizzazione è il nostro tempo.

Inseguimenti, killer e retorica ( da "Gazzetta di Modena,La" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: sulla imprendibilità della globalizzazione. VOTO: 7 Regia: Benoit Delépine, Gustave Kervern Filmstudio 7B QUESTIONE DI CUORE. Sorta di "All That Jazz" all'amatriciana, autoreferenziale fino al fastidio con la sua cricca di amici e colleghi romani, forse il punto più basso nella carriera di una regista sempre sopravvalutata, con la sua "carineria",

Fmi, braccio di ferro sui fondi ( da "Stampa, La" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: impegno già sottoscritto dal Giappone con cento miliardi di dollari, gli Usa contribuiranno con altri cento, così come l'Unione Europea (l'Italia stanzia otto miliardi). Si oppongo al progetto i Paesi emergenti guidati da Cina, India, Brasile e Russia (Bric), che vogliono contribuire attraverso l'emissione di bond a breve termine, scambiabili sul mercato secondario.

La risposta degli Usa: superveloci ( da "Corriere.it" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: I modelli saranno la Francia e la Spagna in Europa, e la Cina e il Giappone in Asia. Secondo la Casa bianca, la scelta del presidente non inciderà sulla sua decisione di salvare l'industria dell'auto americana. Semplicemente, come per i treni così per le auto, ha spiegato un portavoce, Obama desidera che «rendano migliore la vita dei nostri figli».

Il monumento dell'emigrante polesano diventa il simbolo per tutti i migranti del mondo ( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: emigrante polesano diventa il simbolo per tutti i migranti del mondo Domenica 26 Aprile 2009, In piena era di globalizzazione e con tutte le problematiche annesse alle diverse razze, culture e religioni, da Villamarzana arriva la notizia che il monumento dedicato a tutti gli emigranti polesani, può considerarsi come di tutti i migranti del mondo a prescindere dal colore della pelle.

Pavia per Chernobyl si mobilita Non si ritorni al nucleare ( da "Provincia Pavese, La" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Risponde il presidente, don Luigi Ferrari: «Nel mondo globalizzato tutti siamo a conoscenza, per usare le parole del Papa "dei crudeli ed interminabili conflitti, spesso dimenticati che lacerano e insanguinano Africa, Tailandia, India, Cina, Medio Oriente, Terra santa, Iraq, Iran. Ora anche il dramma dell'Abruzzo".

studenti a palazzo civico ( da "Tirreno, Il" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: provenienti da molti Paesi, tra cui Usa, Germania, Cina, Danimarca, Costarica, Norvegia, Giappone, Honduras, Olanda, Cile e Finlandia, stanno prendendo parte ad un progetto di intercultura che li vede ospiti per un anno in Italia in diverse città, dove studiano, nelle nostre scuole, e vivono, presso famiglie italiane.

TREMONTI BOND IL PERCHÉ DI UN FALLIMENTO ( da "Unita, L'" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: una critica alla globalizzazione, scritta all'alba della crisi, anzi quando questa era già in atto (the Economist 17/11/2007), dopo essere stato per anni tra gli alfieri del turbo capitalismo, anche se le ricette da lui proposte non toccavano la causa prima della crisi, la crescita delle diseguaglianze con calo di domanda da parte dei 2/

Wang, enfant prodige del pianoforte ( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: oltre che in Cina, dove è tornata ad alcuni anni di distanza dalle sue precedenti apparizioni. La sua fama si è accresciuta nel 2007, quando ha degnamente sostituito Martha Argerich al fianco della Boston Symphony Orchestra. In questa stagione si è esibita a Lisbona, ha chiuso il Winter Arts Festival di San Pietroburgo su invito del Mo.

Salvagno porta in Cina l'olio d'oliva di frantoio ( da "Arena, L'" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Domenica 26 Aprile 2009 ECONOMIA Pagina 46 AGROALIMENTARE Salvagno porta in Cina l'olio d'oliva di frantoio L'olio extravergine della Valpantena, con il Frantoio Salvagno di Nesente, entra in Cina. Salvagno è l'unico veneto tra 5 produttori italiani di olio non industriale presente in Piazza Italia, fabbricato a 3 piani, su 3.

( da "Tempo, Il" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Vietnam e Cina. Di questo ceppo non abbiamo rapporti sulla diffusione tra animale e uomo». Questa influenza può arrivare anche in Italia? «Teniamo presente che questo virus può avere una incubazione di alcuni giorni e quindi, alla luce del gran numero di persone che ogni giorno si spostano da un continente all'altro,

Walser, "fiori" in estinzione ( da "Stampa, La" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: condividendo tutti insieme la necessità di mantenere viva una piccola minoranza in un mondo sempre più globalizzato». Utilizza queste parole la ricercatrice Gabriella Mania per lanciare l'allarme sul rischio che la cultura walser possa sparire. Ma la sua non è solo una constatazione: a essa fanno seguito pagine di raccolta di informazioni, dalla lingua, alle tradizioni, agli usi.

new york va pazza per la bici retrò - eugenio capodacqua ( da "Repubblica, La" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Google censisce circa centoquaranta città, dalla Cina all´America, che sperimentano con successo il "bike sharing", cioè la possibilità di noleggiare bici nel centro cittadino spostandosi da un punto all´altro. Una quindicina sono italiane, concentrate in Piemonte: Alba, Borgomanero, Cuneo, Bra, Fossano, Pinerolo, Settimo Torinese, Novara;

Da Mahmud a Lukashenko La realpolitik del Vaticano ( da "Riformista, Il" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: E la Cina, o meglio le relazioni che la Santa Sede tesse con il paese cinese, ne sono un esempio lampante. Non tutti coloro che in Vaticano organizzano le linee da tenere quanto a diplomazia internazionale la pensano allo stesso modo. Con la Cina, infatti, il Vaticano sembra tornato ai tempi del blocco sovietico,

Rivas: ( da "Corriere Alto Adige" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 8 Università Conferenza del celebre economista sudamericano Rivas: «Amore e globalizzazione» BOLZANO Martedì sera alle 18, nell'aula magna della Libera Università di Bolzano, si parla di economia, globalizzazione, letteratura e amore. Una combinazione apparentemente ardita ma che trova riscontro nella storia e nella cronaca del Sudamerica.

Nesi: parlerò ancora di loro La cultura non li ama ( da "Corriere della Sera" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il protagonista del suo libro del 2006, è un imprenditore fallito perché la globalizzazione è troppo più forte di lui. I piccoli in genere hanno cattiva letteratura... «Se è per questo anche la politica è indifferente ai nostri problemi. L'unica cosa che ci ha dato in cambio in passato è stata la possibilità di evadere il fisco.

TRA GLI ottimisti Bruxelles, il Governo italiano, la Confindustria, la Fiat con M... ( da "Nazione, La (Firenze)" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: troppo risparmio e troppo export in Cina. E in effetti Usa e Cina sembrano muoversi proprio in questa direzione. Hillary Clinton è andata a Pechino nella sua prima missione come segretario di Stato sorvolando sui problemi del Tibet e dei diritti umani ma invitando esplicitamente i banchieri cinesi a comprare i Bot americani.

Cucchiani: interferenze inaccettabili ma in Germania sempre ben accolti ( da "Corriere della Sera" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Non più incentrato su un'unica locomotiva, gli Usa, ma più bilanciato, con un ruolo trainante dei Paesi emergenti, quali Cina e India. Quindi è sbagliato considerarli come concorrenti che ci rubano lavoro? «Senz'altro. I Paesi emergenti hanno accumulato enormi riserve e sono diventati propulsori dello sviluppo mondiale.

( da "Corriere della Sera" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Mentre il segretario al Tesoro Usa Tim Geithner, pur riconoscendo che è ancora presto per parlare di ripresa, ha messo l'accento su «alcuni segnali positivi» dell'economia Usa. Dalla Cina poi è venuto invece l'impegno «a mantenere stabile il ritmo di crescita» come ha osservato il presidente della Banca centrale cinese, Zhou Xiaochuan.

Roberto Fabbri ( da "Giornale.it, Il" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, professore 75enne picchiato dalla polizia: voleva onorare Zhao Ziyang 31-03-2009 - Vedova di un fumatore Usa vince causa milionaria con la Philip Morris 20-03-2009 - Governo ceco in bilico, ma completerà comunque il semestre di presidenza Ue 20-03-2009 - L'ex aguzzino nazista estradato dagli USA in Austria non sarà perseguito 15-

Luca, una scalata da Prati a Parigi ( da "Corriere della Sera" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La sua ultima sfida, la scalata alla francese Leguide.com, salvo dover fare i conti con lo sciovinismo d'Oltralpe. «Figlio della globalizzazione », la sua casa è il mondo, ma a Roma lo legano i ricordi adolescenziali e la buona cucina. A PAGINA

Sole, caldo... e speriamo che sia femmina ( da "Corriere della Sera" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: in Paesi come la Cina, i maschi sono favoriti e spesso le coppie sono costrette ad abortire se il feto è femmina. Le ricerche hanno suggerito che i feti femmina sono meno fragili di quelli maschio, più influenzabili dagli effetti dell'ambiente sulla madre. Infatti, in periodi di forte stress, come durante le guerre, nascono molte più femmine che maschi.

CARPANETO -. ( da "Libertà" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Gli extraeuropei provengono da 24 Stati: Albania 118, Argentina 11, Bosnia 4, Burkina Faso 5, Cina 9, Colombia 1, Equador 25, Egitto 30, Eritrea 2, Filippine 3, India 57, Macedonia 78, Marocco 117, Moldavia 19, Montenegro 1, Nigeria 4, Russia 5, Seychelles 3, Siria 1, Sri Lanka 6, Tunisia 19, Usa 1, Ucraina 14, Uruguay 1, per un totale di 534 persone.

"Piccole e medie imprese protagoniste del dopo-crisi" ( da "Stampa, La" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cota: «La globalizzazione ha aperto il nostro mercato ad una concorrenza sleale. L'ingresso illegale di persone nel nostro paese ha permesso la circolazione di irregolari anche nel mondo del lavoro». Il senatore Garavaglia ha parlato di sostegni economici: «Bisogna aiutare le piccole e medie imprese;

Red Blue China ( da "Stampaweb, La" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: speciale che sta emergendo tra Usa e Cina infatti rischia di schiacciare il Giappone e mutare il rapporto che Tokyo aveva sviluppato con Washington dopo la seconda guerra mondiale. Cina e Giappone rappresentano da soli due terzi dell?economia asiatica. Il Giappone è seconda economia del mondo ma in pochi anni il suo Prodotto interno lordo (Pil) dovrebbe essere superato da quello cinese,

Un comando militare per la cyber sicurezza Usa ( da "Stampaweb, La" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: e che numerose intrusioni nella rete del governo americano e di altri paesi «sembrano essere giunte» dalla Cina. «Il numero di tentativi di intrusioni, di recente, si è più che raddoppiato», ha affermato un portavoce del dipartimento alla Difesa. Il Pentagono ha speso più di 100 milioni di dollari negli ultimi sei mesi per riparare i danni causati da cyber attacchi.

25 aprile: hanno sfilato i carri allegorici della Festa di Primavera a Casola Valsenio ( da "Sestopotere.com" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: labirinto ma questa volta adeguato al tema della globalizzazione dei popoli. Ha chiuso la sfilata dei tre giganti di gesso il carro della società Sisma intitolato “Colpevolmente consapevoli”. Qui l?economia finanziaria e gli squilibri economici della contemporaneità sono stati gli argomenti affrontati attraverso le forme espressive di una grande mela e di una bilancia.

In chiave di solidarietà logico chiedere un contributo in un momento difficile ( da "Stampa, La" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Lo squilibrio tra un mercato globalizzato e politiche economiche che sono rimaste nazionali. La "veduta corta", come dice il titolo del mio recente libro. Cioè l'accorciamento di tutti i tempi, quelli di produzione, di trasporto, di absolescenza del prodotto, di una politica che appende la sorte di un governo al febbrile andamento dei sondaggi.

"Non l'ideale ma la forza ciò che manca all'Europa" ( da "Stampa, La" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Lo squilibrio tra un mercato globalizzato e politiche economiche che sono rimaste nazionali. La "veduta corta", come dice il titolo del mio recente libro. Cioè l'accorciamento di tutti i tempi, quelli di produzione, di trasporto, di absolescenza del prodotto, di una politica che appende la sorte di un governo al febbrile andamento dei sondaggi.

Un lavoro manuale prima di quello intellettuale ( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La globalizzazione ha di fatto contribuito alla riduzione fino alla scomparsa delle lavorazioni artigianali; il concetto di lavorazione artistica, di bottega, di apprendimento da non confondere con l'apprendistato sono oramai concetti di nicchia che devono essere recuperati e valorizzati.

COLDIRETTI ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: decide per noi i prezzi globalizzando l'origine delle produzioni e facendo perdere agli stessi la propria identità con il territorio e nei confronti delle scelte dei consumatori». Per Coldiretti, che vuole più agricoltura locale in ogni angolo del mondo, è giunto il tempo di dare vigore ad una filiera agricola tutta italiana: «La realtà,

Peste suina, 81 i morti in Messico Fazio: Italia pronta, nessun rischio ( da "Giornale.it, Il" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: dagli Stati Uniti alla Cina, alla Nuova Zelanda dove il ministro degli Esteri Tony Ryall ha detto che dieci studenti neozelandesi hanno "probabilmente" contratto il virus dell'influenza suina: glii studenti fanno parte di un gruppo di 25 del Rangitoto College di Auckland, rientrati sabato da un viaggio di tre settimane in Messico.

Uomini e pecore, tracce di una lunga storia ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la ricerca ha elementi di assoluta importanza: «Oggi la pecora è soggetta a una globalizzazione genetica: alcune razze spariscono, sostituite da altre. Le razze autoctone andrebbero sempre salvaguardate». A partire da quelle sarde. Seguendo l'esempio delle associazioni per la tutela delle pecore inglesi. ANDREA MAMELI

La ricerca come antidoto al male della dimenticanza ( da "Stampa, La" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: per contrastare la globalizzazione-Walser d'roada, gegen globalisierung» saranno l'ex senatore Cesare Dujany, che si è occupato della salvaguardia dei walser valdostani durante la sua carriera politica, e Vittorio De La Pierre, presidente del Walser Kulturzentrum (nella foto) e della Consulta Walser che farà un excursus storico-legislativo.

Peste suina, sono 81 i morti in Messico Fazio: "L'Italia è pronta, nessun rischio" ( da "Giornale.it, Il" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: dagli Stati Uniti alla Cina, alla Nuova Zelanda dove il ministro degli Esteri Tony Ryall ha detto che dieci studenti neozelandesi hanno "probabilmente" contratto il virus dell'influenza suina: glii studenti fanno parte di un gruppo di 25 del Rangitoto College di Auckland, rientrati sabato da un viaggio di tre settimane in Messico.

Cina: Banca centrale, surplus non e' problema ( da "Trend-online" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina: Banca centrale, surplus non e' problema ANSA NEWS, clicca qui per leggere la rassegna di Ansa , 26.04.2009 17:26 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! (ANSA) - WASHINGTON, 26 APR -Il surplus cinese di partite correnti non sara' piu' un problema a lungo termine.

Ermanno Olmi inaugura lo "Slow Food on F ( da "superEva notizie" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: enologia globalizzata e che a Bologna presenterà due episodi della serie "Mondovino" dedicati al vino italiano. PUBBLICITà PUBBLICITà Invia tramite EMAIL | Versione per la STAMPA |-->Le vostre opinioni Questo Speciale sulle Galassie è stato ospitato sul sito di ScienzaOnLine del Comune di Roma--> Pubblicato il 26 aprile 2009 in: Festival e rassegne Registi »

Medio Oriente, apertura dell'Iran: sì all'ipotesi "due popoli due Stati" ( da "Stampaweb, La" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania; ndr) si può notare ostilità», ha osservato Ahmadinejad, «così sembra un doppio percorso...». Dopo trent?anni di gelo diplomatico tra Usa e Iran, Obama ha invitato l?Occidente a coinvolgere direttamente Teheran su varie questioni tra cui quella nucleare.

Presentato il Festival dell'Economia di Trento 2009 ( da "Sestopotere.com" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: come conciliare identità e globalizzazione al tempo della crisi. Così Tito Boeri, responsabile scientifico del Festival dell?Economia: “Quando l?economia mondiale cresceva a tassi del 5-6 per cento all?anno, in molti si sono chiesti se la globalizzazione avrebbe soffocato le identità nazionali e locali, sopprimendo tradizioni e violando sistemi di valori locali.

Febbre suina, il contagio dilaga Negli Usa è emergenza sanitaria ( da "Stampaweb, La" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la Cina, Hong Kong e Taïwan hanno deciso di mettere in quarantena tutte le persone che presentano i sintomi del virus mortale. La Farnesina ha sconsigliato a tutti i cittadini italiani di recarsi nelle aree del Messico interessate dal contagio dell'influenza da suini «a meno di motivi improrogabili».

La Cina dell'automobile corre più forte della crisi ( da "Stampa, La" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: GIÀ QUEST'ANNO PUÒ SCAVALCARE GLI USA DIVENTANDO IL MERCATO LEADER AL MONDO Made in Italy sempre più ambito La Cina dell'automobile corre più forte della crisi L'Europa rilancia: dal debutto della Porsche Panamera allo sbarco della piccola Smart [FIRMA]MARCO MARELLI SHANGHAI I cinesi?

Cinque chiavi per il futuro ( da "superEva notizie" del 26-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cinque chiavi per il futuro Le persone stanno vivendo anni di grandi cambiamenti: l'accelerazione della globalizzazione, la crescente mole di informazioni, l'esplosione delle potenzialità della scienza e della tecnica. Questi cambiamenti richiedono nuove forme di apprendimento e nuovi modi di pensare: nella scuola, nel lavoro e nella vita pubblica.


Articoli

Rimbalzo sotto stress test (sezione: Globalizzazione)

( da "Trend-online" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Rimbalzo sotto stress test PRIMO PIANO, clicca qui per leggere la rassegna di Massimo Intropido , 25.04.2009 00:17 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! Carissimi Lettori, nonostante tutta la diffidenza degli addetti ai lavori e gli infortuni linguistici di Mr. Geithner, il rimbalzo prosegue e quella che si è appena conclusa è la settima settimana consecutiva di rally (+51% dai minimi del 9 Marzo scorso). Abbiamo visto arrivare molte trimestrali americane, alcune di grandissima importanza. Nel momento in cui scrivo, 19 società delle 30 compresa nell'indice Dow Jones hanno annunciato i loro risultati trimestrali, i quali battono le stime del 22%, pur registrando un calo del 21%. Per quanto riguarda l’S&P500, sono 178 le aziende che hanno comunicato i loro numeri al mercato. I profitti sono scesi mediamente del 32,7%, ma battono le stime del 18%. Facendo un ragionamento volutamente grossolano, si può dire che i risultati attuali si pongono a metà strada tra quelli precedentemente usciti e le stime preannunciate, queste ultime redatte ad arte in maniera molto pessimistica. In effetti le società preferiscono essere più piagnone del dovuto, per poi "stupire” gli analisti fondamentali, i quali evidentemente non si rendono conto di essere regolarmente presi per i fondelli. Ma queste sono le regole della finanza, un mondo dove ogni trimestre è di per sé un mondo e dove l’oscillazione dei prezzi delle società quotate, negli ultimi anni, è aumentata drasticamente a causa della globalizzazione (parolaccia per alcuni) dei mercati. Dunque, riassumiamo la situazione. Noi investitori allochiamo i nostri sudati risparmi in attività finanziarie, il cui prezzo, reagisce in maniera sempre più isterica all’uscita di risultati attorno ai quali ruotano notizie e previsioni spesso volutamente errate. Il proverbio dice: chi è più pazzo, il pazzo o chi gli va dietro? Spiace dirlo, cari Lettori, mai i più pazzi apparentemente siamo noi. Ragionandoci a freddo e lasciando agli uffici studi il peso segue pagina >>

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Cultura, turismo e solidarietà Tre occasioni per sfidare la crisi (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzetta di Mantova, La" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Cultura, turismo e solidarietà Tre occasioni per sfidare la crisi Lo scopo fondamentale della Settimana della Cultura è favorire la conoscenza e trasmettere l'amore per l'arte a un sempre maggior numero di cittadini, sottolineare la ricchezza del patrimonio culturale e di riflesso la grande forza vitale della cultura italiana, segno dell'identità nazionale ma anche fattore di competitività e crescita per il Paese. Cultura e turismo, per un paese come l'Italia, sono tutt'altro che lusso. Anzi, proprio dalla valorizzazione del patrimonio culturale può venire la spinta per contrastare la crisi. La cultura può ancora diventare il motore per uno sviluppo di segno nuovo, più orientato alla valorizzazione della nostra identità e alla conoscenza delle nostre radici come fattori per progettare il futuro. Il patrimonio culturale italiano non è rappresentato solo dagli attuali 43 siti Unesco, ma da un territorio che esprime, su vasta scala, storia, tradizione e architettura millenarie. Quasi tutte le bellezze che abbiamo in Italia, naturali, archeologiche, artistiche, rappresentano da sole la somma di tutte quelle del resto d'Europa. Ma purtroppo noi investiamo molto poco nelle nostre bellezze, ponendoci agli ultimi posti per la conservazione. La cosa è ancora più preoccupante in questo periodo di recessione, poiché si è deciso di sacrificare proprio quest'aspetto della nostra civiltà, della nostra cultura. Ma tradendo la nostra cultura, abbandoniamo la nostra realtà, il nostro passato, specialmente in questo periodo di globalizzazione in cui è forte l'esigenza di riprendere possesso del proprio territorio. I nostri beni culturali, purtroppo, non sempre sono visti dai politici come risorsa e occasione per l'occupazione e per aumentare il turismo. Per la politica, la cultura sembra rappresentare uno spreco e non un investimento. A tale proposito Salvatore Settis ha lanciato l'allarme perché proprio per la protezione dei beni culturali è stato tagliato un miliardo di euro. Altri Paesi reagiscono in modo diverso di fronte alla crisi economica. Ad esempio in Francia, dove il ministero della Cultura, in un periodo di crisi e di recessione, vedrà comunque crescere la propria dotazione di ben 100 milioni di euro all'anno mentre verrà introdotta la gratuità dei musei statali per i giovani fino a 25 anni. Oppure in Spagna, dove la spesa pubblica per la promozione turistica è la più alta d'Europa con 160 milioni di euro, tanto da rappresentare la quinta nazione nel ranking mondiale - stilato dal World Economic Forum - che valuta la competitività del settore turistico, laddove l'Italia, con un patrimonio culturale inestimabile alle spalle, è solamente ventottesima. La recessione è mondiale ed è emergenza a tutti gli effetti, un momento di grande incertezza e di forti timori per l'occupazione, (più di sette milioni di italiani vivono sotto la soglia della povertà). E' pertanto ovvio considerare che ci sono priorità per la sussistenza ma non è riducendo ai minimi termini i fondi alla cultura la miglior terapia per uscire dalla crisi perché la cultura non è solo il singolo museo o il singolo teatro, ma innovazione, sviluppo e nuova produzione culturale. L'Italia ha tesori inestimabili che possono attirare il turismo e tra questi tesori c'è Mantova - un piccolo gioiello di grande valore, un patrimonio storico scelto dall'Unesco perché fotografa il genio rinascimentale - una città che continua ad essere etichettata con lo sterile appellativo di «Mantova la bella addormentata». Un appellativo che non gratifica la città perché in essa c'è la nostra memoria, il nostro passato. La Cultura è anche solidarietà e partecipazione, valorizzazione della persona umana e delle relazioni con gli altri. La crisi sta colpendo anche le associazioni no profit, ovvero il volontariato e le difficoltà di ottenere aiuti si fanno sentire. Ma cultura e solidarietà sono due valori complementari che si richiamano a vicenda e pertanto necessitano di maggior considerazione. Se trascuriamo la cultura, la solidarietà e il turismo ci giochiamo l'immagine e l'economia del nostro paese anche per il tempo a venire. Vanna Adinolfi Pres. Club UNESCO Mantova

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La politica dalla vista corta non va oltre la crisi (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Brescia" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Edizione: 25/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:libri La politica dalla vista corta non va oltre la crisi L'ex ministro della Finanze, Padoa-Schioppa, analizza il grande crollo dell'economia mondiale insieme a Beda Romano L'ex ministro delle finanze Tommaso Padoa-Schioppa Il crollo dei mercati oltre a dare una spinta incredibile ad un specifico ramo dell'editoria (quanti di voi avevano mai visto così tante pubblicazioni dedicate a quest'argomento e addirittura esposte in vetrina ad una qualunque libreria non specializzata?), ha realmente cambiato gli equilibri dell'economia mondiale. Attingendo alla sua esperienza di banchiere centrale e di ex ministro delle Finanze, Tommaso Padoa-Schioppa, nel suo ultimo libro, fa una denuncia degli errori che ha visto commettere. «È mia convinzione - scrive l'economista già prima di iniziare la sua conversazione con Beda Romano, corrispondente del Sole24ore a Francoforte - che la radice più profonda della crisi in atto sia la veduta corta di una spanna, l'accorciarsi dell'orizzonte temporale dei mercati, dei governi, della comunicazione, delle imprese, delle famiglie». Uno sguardo lungo che paradossalmente la Cina, paese non democratico, ha sempre mantenuto nella sua storia perché intrinseco alla sua filosofia e che il neo presidente americano, Barak Obama, sembra volere adottare. In merito a questo passaggio c'è da aggiungere che l'ex ministro delle Finanze per ricostruire il governo del mondo esorta gli attuali governanti a seguire la teoria di Immanuel Kant. Ovvero: in una fase che vedrà ridimensionarsi gli Stati Uniti e crescere altre potenze, un assetto fondato su aggiustamenti successivi dei rapporti di forza ci potrebbe regalare anni e anni di instabilità, quindi serve progettare un passaggio di poteri dagli Stati (gli Usa in primo luogo) alle Organizzazioni internazionali. Kantianamente: la forza della legge, per una globalizzazione che sia governata. Questa è stata la crisi di un modello di crescita senza formazione di risparmio, di consumo a credito, di accumulo di debito. Tre le sue determinanti: l'ideologia fondamentalista del mercato, il nazionalismo delle politiche economiche e questa generale «veduta corta». Padoa-Schioppa è però convinto che questo periodo sia una grande occasione che i politici non possono lasciarsi scappare al fine che la globalizzazione diventi più equa e meno fragile. Fino ad ora i motori della (forte) crescita erano infatti gli Usa e l'Asia orientale: l'uno fondato sul superfluo e sul debito, l'altro sul risparmio e sull'accumulazione. «Il motore americano non potrà e non dovrà più esercitare la stessa spinta - spiega l'ex banchiere -. Quel motore sovralimentato ha fuso. Uscire dalla crisi non potrà significare ritornare sul sentiero che vi ci ha portato. È indispensabile che questo concetto lo capisca la società, che lo capiscano e lo spieghino soprattutto coloro che in essa hanno un ruolo guida, come i politici, gli intellettuali, gli imprenditori e i sindacalisti». Erminio Bissolotti LA VEDUTA CORTA Tommaso Padoa-Schioppa Il Mulino - 165 pagine, 14,00 euro

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Generali: usciremo più forti dalla crisi (sezione: Globalizzazione)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Generali: usciremo più forti dalla crisi Per ora niente aumenti di capitale. Il presidente Bernheim resta TRIESTE. Le Generali vogliono uscire più forti dalla crisi e incassano nel primo trimestre 2008 una raccolta premi di oltre 18 miliardi stabile nonostante la tempesta perfetta che ha colpito i mercati. Ieri in assemblea non c'è stato il colpo a sorpresa: il Leone non cerca prede, e per ora esclude aumenti di capitale che potrebbero diluire l'assetto di controllo. Ma se ci saranno buone occasioni il gruppo triestino è pronto. L'assemblea ha approvato un bilancio segnato dalla crisi con il pagamento di un dividendo di 0,75 euro di cui 0,15 in contanti e il resto in azioni. La crisi ha spazzato via anche le tensioni con Algebris che l'anno scorso innescò uno scontro con il presidente Bernheim: l'hedge fund, come ha annunciato ieri Davide Serra, ha venduto tutto il suo 0,5%. Il presidente francese, 84 anni, non intende ricandidarsi (il suo mandato scadrà nel 2010), ma ancora una volta tiene la scena: «Non sono ancora rimbambito. Il prossimo anno avrò 85 anni. Solo chi sta lassù in alto può decidere». Bernheim non accetta l'idea di una carica onoraria: «Un presidente senza poteri? Non lo prendo neppure in considerazione. Io sono al servizio di Generali. Se i soci pensano che io sia di aiuto, vedremo, altrimenti me ne vado». Francesco Gaetano Caltagirone, azionista della compagnia (e protagonista di ripetuti acquisti negli ultimi tempi), ha promosso la governance della compagnia triestina: «Due amministratori delegati a Trieste non sono troppi». E gli acquisti di Generali? «Un investimento in cui credo». Bernheim non sembra avere voglia di ricevere l'ultimo applauso dell'assemblea. Sottolinea il destino impietoso capitato a Citigroup o Lehman Brothers nonostante le banche Usa abbiamo «una governance perfetta». Si compiace quando l'ad Perissinotto gli riconosce doti divinatorie: «Il presidente è stato fra i primi a segnalare la pericolosità della crisi. è stato una guida preziosa». A qualche azionista inquieto, deluso per il dividendo sottile, Bernheim spiega che la crisi è stata causata da «giovani banchieri ricchi privi di immaginazione che hanno investito nei subprime». La tempesta finanziaria «sarà ancora lunga» perchè le banche avranno bisogno di anni per liberarsi dai titoli tossici. Un problema che le Generali non hanno: «Mai avuto titoli tossici. Senza l'impatto della crisi finanziaria l'utile 2008 (861 milioni) sarebbe stato di circa 3 miliardi». Ma anche il Leone ha sofferto: le svalutazioni nette sui titoli hanno inciso per 3,1 miliardi sul patrimonio netto. La risposta di Trieste è stata rapida. La fusione fra Alleanza e Toro sarà solo una tappa: «Se va bene potrebbe in futuro estendersi anche a Ina e Assitalia», ha detto Bernheim. Perissinotto pensa poi di chiudere anche prima dell'estate la vendita del 50% di Intesa vita. Tocca a Sergio Balbinot, l'amministratore delegato «globetrotter» artefice dello sbarco in Cina, spiegare in assemblea che le Generali con i loro 177 anni di storia non si fanno piegare dalla crisi del secolo: «Siamo stati toccati dalla crisi ma meno di altri. La nostra strategia non cambia anche perchè la situazione è diversa in ciascun Paese. Non rinunciamo a crescere ma il nostro obiettivo è la redditività». (p.f.)

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pyongyang sfida washington a processo due giovani reporter usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 13 - Esteri Pyongyang sfida Washington a processo due giovani reporter Usa SEUL - Le due giornaliste americane di origine asiatica, Euna Lee e Laura Ling, arrestate il marzo scorso mentre giravano un servizio tv alla frontiera fra Cina e Corea del Nord, verranno processate a Pyongyang. Lo conferma l´agenzia stampa Kcna. L´accusa rivolta alle due giovani reporter di Current Tv, di essere "entrate illegalmente in Corea del Nord con intenzioni ostili", secondo fonti ufficiali sarebbe convalidata da un´indagine. La notizia arriva il giorno in cui il ministro degli Esteri russo Lavrov, in visita nella capitale, chiede alle autorità la fine delle attività nucleari. Nessun commento dal Dipartimento di Stato Usa.

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il ministro alfano in visita al due palazzi (sezione: Globalizzazione)

( da "Mattino di Padova, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 23 - Cronaca Il ministro Alfano in visita al Due Palazzi Debellini poi riceverà Scholz, presidente nazionale della CdO Un incontro "comunitario" dedicato alle prossime elezioni, europee ed amministrative. Comunione e liberazione si ritrova giovedì prossimo con l'iniziativa organizzata da Graziano Debellini (nella foto in basso), leader del movimento religioso nato con don Giussani. All'appuntamento al centro congressi papa Luciani è annunciata la presenza di Bernhard Scholz, presidente nazionale della Compagnia delle Opere. Debellini si è riservato il ruolo di moderatore fra gli interventi degli esponenti di Cl e una relazione concentrata sulla contingenza dell'economia globalizzata in crisi. L'incontro-assemblea di giovedì servirà anche a «valutare» le candidature del PdL cui a livello nazionale Cl e la CdO fanno riferimento. Inevitabile anche la valutazione della sfida per palazzo Moroni fra il sindaco uscente Flavio Zanonato e Marco Marin scelto dal PdL. Intanto filtra un'altra notizia, che invece riguarda il Due Palazzi. Il ministro della giustizia Angelino Alfano ha accettato l'invito di visitare il carcere di Padova per conoscere direttamente le attività della Cooperativa Giotto, (nata nel 1991) presieduta da Nicola Boscoletto. Alfano conta di verificare l'esperienza maturata da oltre cento detenuti che lavorano regolarmente fra call center, pasticceria e giardinaggio. Il carcere Due Palazzi, da questo punto di vista, potrebbe rappresentare il punto di riferimento per replicare simili iniziative anche in altre case di detenzione italiane. Recentemente, il sindaco Flavio Zanonato ha ospitato nella sala del consiglio comunale l'inaugurazione della mostra «Libertà va cercando ch'è sì cara - Vigilando redimere», che è rimasta aperta nelle scuderie di palazzo Moroni in coincidenza con il Festival della cittadinanza. Erano presenti l'assessore regionale Stefano Valdegamberi, il direttore del carcere Salvatore Pirruccio e il presidente del Tribunale di sorveglianza di Venezia Giovanni Tamburino. Ora al Due Palazzi si aspetta Alfano. (e.m.)

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pace e liberazione con le donne afghane (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

«Segno tangibile di resistenza alla globalizzazione» Pace e liberazione con le donne afghane Il centro di accoglienza di Zugliano premia il movimento Rawa DI PIAZZA IL 25 APRILE AL BALDUCCI Oggi la cerimonia voluta da 70 associazioni mondiali Il riconoscimento a Maryam Rawi attivista in pericolo POZZUOLO. È arrivata a Zugliano tenendo in braccio la figlioletta Aiman, 6 mesi, il cui nome, in afghano, significa portatrice di pace e di felicità. E proprio questo, oggi, il Centro Balducci intende celebrare con Maryam Rawi in rappresentanza di Rawa, movimento rivoluzionario delle donne: la capacità di costruire una rete di solidarietà per i diritti umani. A loro infatti è stato assegnato il premio internazionale Honor et dignitas Ernesto Balducci. «Il nostro centro promuove ormai da tempo e si impegna sul versante dell'accoglienza di stranieri e, contestualmente, diffonde una cultura della non violenza attiva, della pace, della solidarietà», sottolinea don Pierluigi Di Piazza che è tra gli ideatori del premio internazionale. «In questi anni - aggiunge - sono cresciuti e si sono rinsaldati i rapporti con tante comunità del pianeta. Al convegno dell'anno scorso a Zugliano ospitammo la Commissione giustizia e pace di Bogotà. In via eccezionale avevamo riunito 70 persone provenienti da piú parti del mondo, dell'America latina, in particolare della Colombia, dell'Afghanistan, dell'Iraq, dell'India, di alcuni paesi dell'Africa. In quel contesto è nata, direi corale, la proposta di assegnare, anno dopo anno, un riconoscimento a una persona o un'associazione o a un'istituzione che dentro questa rete di resistenza alla globalizzazione del mercato e di solidarietà fosse indicata come esempio a tutti per impegno, coerenza, dedizione». Cosí quel «comitato emotivo» - come lo chiama don Di Piazza - rimasto in contatto via mail, ha votato e ha scelto Rawa, l'associazione delle donne afghane che a rischio della vita è riuscita in pochi anni a battersi e a diffondere una cultura della solidarietà e dei diritti umani, a cominciare da quelli delle donne, nel proprio paese e nel mondo. «Un' associazione - ricorda Di Piazza - che abbiamo avuto già ospite a due convegni, l'ultimo l'anno scorso. Si tratta di un movimento di donne che si è impegnato nel proprio Paese contro la guerra durante l'occupazione sovietica e contro il conflitto attuale perché quella terra sia pacificata. Rawa, infatti, si batte per i diritti umani di tutti. Un'associazione che vive una solidarietà concreta specie verso le donne, i bimbi, gli orfani». Il premio viene assegnato oggi 25 aprile «perché questa data - dice don Di Piazza - è fondamentale per l'Italia. Si vive la festa della liberazione dal fascismo e dall'alleanza col nazismo, dall'occupazione. Un premio che vuol essere memoria attiva di una liberazione che deve continuare con l'impegno di noi tutti qui e in tutte le parti del mondo». Un modo per tenere «una memoria viva della liberazione» e impegnarsi «nelle continue liberazioni necessarie dall'ingiustizia, dalla violenza e dal razzismo». Ma la scelta del 25 aprile è anche legata a un'altra memoria: proprio in questo giorno del 1992 moriva padre Ernesto Balducci. Rawa, l'associazione rivoluzionaria delle donne dell'Afghanistan, sarà rappresentata oggi a Zugliano da Maryam Rawi, una leader che per ragioni di incolumità personale non può essere ripresa o fotografata. È arrivata accompagnata dal figlio Arsan e dalla figlioletta Aiman, portatrice di pace e di felicità. E proprio ad Aiman don Di Piazza si riferirà conferendo il premio «perché questa bimba afghana, detto senza retorica, può rappresentare il simbolo di un futuro di pace da costruire». Il riconoscimento, che sarà assegnato oggi alle 17 a Zugliano, nella sala Petris, consiste in una targa semplice con il simbolo del centro Balducci e «in una donazione, significativa, per quello che possiamo, per sostenere l'attività di pace di queste donne coraggiose». (m.t.m.)

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"spie", a processo due giornaliste usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 11 - Esteri Corea del Nord "Spie", a processo due giornaliste Usa SEUL - Le due giornaliste americane di origine asiatica, Euna Lee e Laura Ling, arrestate il marzo scorso mentre giravano un servizio tv alla frontiera fra Cina e Corea del Nord, verranno processate a Pyongyang. Lo conferma l´agenzia stampa Kcna. L´accusa rivolta alle due giovani reporter di Current Tv, di essere "entrate illegalmente in Corea del Nord con intenzioni ostili", secondo fonti ufficiali sarebbe convalidata da un´indagine.

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Appuntamenti (sezione: Globalizzazione)

( da "Italia Oggi" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

ItaliaOggi sezione: Professioni data: 25/04/2009 - pag: 37 autore: Appuntamenti I commercialisti di Milano a confronto sul 5 per milleA un anno dal primo convegno sul 5 x 1000 organizzato con il settimanale Vita, un nuovo incontro intende fare il punto su una legge che proprio in questi giorni ha iniziato il suo cammino parlamentare. Appuntamento a Milano il 4 maggio alla Fondazione Ambrosianeum. Aprirà i lavori il presidente dell'ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contatabili di Milano, Luigi Martino. Assicurazioni, focus sulla responsabilità d'impresaL'assicurazione dei rischi da responsabilità d'impresa. Sarà questo l'oggetto del convegno che si terrà all'università Bocconi di Milano l'11 e 12 maggio. Il convegno affronterà, appunto, il tema dell'assicurazione dei rischi da responsabilità d'impresa, sviluppando le seguenti aree: la globalizzazione delle imprese del settore, dei nuovi strumenti di assicurazione e della copertura per la responsabilità ambientale. Benedetta P. Pacelli

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Una focaccia slow food non salverà mica la Puglia (sezione: Globalizzazione)

( da "Riformista, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Una focaccia slow food non salverà mica la Puglia Polemica. In realtà il fast food è fallito ad Altamura, «monumento di analfabetismo», per ragioni di costi e benefici. Purezza e tradizione non sono un binomio vincente contro McDonald's. Ma solo un mito per non vedere una terra contaminata. Meglio allora il grano radioattivo d'importazione o l'hamburger avvelenato? di Andrea Di Consoli Il film Focaccia blues di Nico Cirasola, che racconta la storia di un "focacciaio" di Altamura che fa concorrenza al McDonald's - costringendolo a chiudere - l'ho visto al Cinema Grande di Altamura (la "Città del Pane", in provincia di Bari), e quindi l'ho gustato con tanti altamurani curiosi e felici di vedere sul grande schermo facce e storie della propria città (aspettandosi gag tipo LaCapagira, ma non trovandole. Sono lontani i tempi della MotoApe di quel film!). Il film di Cirasola non so bene cosa sia: non è certamente docufiction, perché di fiction ce n'è ben poca, e anche mal fatta (la storia di una maggiorata pugliese insidiata da un patetico e caricaturale uomo supermoderno accessoriato, metafora del McDonald's, che, in finale di macchietta, disgustata della sua sterilità culinaria, lo lascia, preferendogli un fruttivendolo genuino e d.o.c.). Nel film ci sono anche comparse d'eccezione: Michele Placido, che apre il film suggerendoci di scegliere, con la solita sorniona solennità, il meglio; Renzo Arbore e Lino Banfi, che quasi quasi riescono credibili e divertenti in una schermaglia strapaesana - a tavolino - sui lampascioni di Foggia (Arbore) e sul cardoncello di Bari (Banfi); e Nichi Vendola, protagonista di un malinconico cammeo, nella parte del titolare di un moribondo cinema d'essai (al suo fianco, tanto per cambiare, un'altra maggiorata d.o.c.). Focaccia blues, poi, è una carrellata senza capo né coda di facce e di storie di artigiani, di anziani, di macellai, di pastai, ecc., e tutto sommato non sono neanche tanto più interessanti dei manager della McDonald's (tutti sono convinti di essere la purezza e la tradizione: dopo di me, il diluvio, sembrano dire, salvo azzittire le mogli in diretta). Quello che in Puglia era riuscito bene ai Fluid Video Crew con Italian Sud Est (che aveva alle spalle una seria sceneggiatura, una eccellente scelta delle facce e, last but not least, una interessante tensione sperimentale) è miseramente fallito nel progetto di Nico Cirasola. Ma partiamo dai fatti: ad Altamura, nel 2003, chiude il McDonald's, perché un certo Di Gesù - di cui si parlerà in tutto il mondo - riesce, con la sua focaccia genuina (tutta farina, lievito, olio e pomodorini) a disintegrare lo strapotere dei McBacon e dei McNuggets. La multinazionale chiude il proprio fast-food e fa fagotto. Tutti gridano al miracolo. Una piccola città del Sud, si dice, riesce a contrastare la globalizzazione dei sapori, umiliando una multinazionale. E così il corrispondente di Libèration, l'avanzato quotidiano francese, dice tutta la sua gioia alle telecamere ispirate di Cirasola. Epperò Cirasola dovrebbe sapere che Altamura - come tutte le città del Sud - è una continua sfilata di moda, una continua parata di macchine di grossa cilindrata, un monumento di analfabetismo, e che il McDonald's è solo fallito per ragioni di costi/benefici e, probabilmente, per qualche intimidazione di troppo. Pensa Cirasola che la focaccia sia il primo mattone del nuovo mondo genuino, incontaminato, terragno e puro del suo sogno slow-food? Dio solo sa quanta radioattività c'era - e forse c'è ancora - nel grano di Puglia importato dall'Ucraina! La Puglia è piena di discariche, di cemento, di macchine, di fabbriche, di pesticidi, di concimi chimici, eppure la focaccia è salva, pare dirci Cirasola, la Puglia è pura! Io, personalmente, non sto né con il McDonald's né con la focaccia, nel senso che so apprezzare entrambi, dandogli il giusto valore, al di là di ogni mitologia. Non credo che la focaccia radioattiva sia per forza più sana dell'hamburger avvelenato. E comunque stiamo parlando di un film, e io del film voglio parlare. E vorrei partire dalla fine, dai titoli di coda, dove vengono citati e ringraziati migliaia di persone, come fosse, Focaccia blues, un kolossal imprescindibile. Ma se per fare un filmetto di questo genere c'è voluta tutta questa gente (e, tra l'altro, questo film viene annunciato sui giornali locali da almeno due anni), allora ha veramente ragione Baricco: si chiudano tutte queste "Film commission", buone solo a creare frustrati burocrati regionali con il pallino piccolo-borghese di Hollywood. E poi ancora: chi ha fatto la sceneggiatura di questo film? Chi ha fatto il montaggio? Sono disposto a sfidarli a duello! Caro signor Cirasola: per dire «taglia!» al montatore bisogna aver girato bene, bisogna essere concentrati, e non appesi al cellulare con tutte queste migliaia di maestranze che fanno indotto ma non fanno, purtroppo, storia del cinema. Vada a lezione dal suo conterraneo Winspeare: meno politica politicante e più studio, più lavoro (chiederle più sentimenti è impossibile, me ne rendo conto). Ora, però, con l'arrivo dell'estate, lei potrà contare su tutti gli alternativi con la carta di credito e con i capelli rasta che sognano un Sud liberato dalla globalizzazione, dalla nevrosi cittadina, dal fast-food, dall'inquinamento, e quindi potrà aggiungere alla retorica della "pizzica" anche la retorica della focaccia. Tutti a Melpignano a ballare! E poi, al mattino, ad Altamura, a mangiare la focaccia! Salvo usare i soldi di papà, la macchina a petrolio di papà, l'ambizione rapace di papà. Nessuno però si occupa più da decenni dell'agricoltura. Nessuno sa quanto sia duro e massacrante e alienante vivere di terra. Eppure, dall'alto dei salotti di tufo ristrutturati, i meridiani meridionali continuano a godere dei prodotti tipici, dei cibi d.o.c., di cose che sono pure solo perché hanno un costo che loro possono permettersi. Anziché dire che gli altamurani - come tutti gli abitanti delle città del Sud - sono ridicoli e arroganti nelle loro pose pseudomoderne (da "zarassi"), ci si contenta di isolare un dettaglio puro e di presentarlo al mondo intero come una rivoluzione epocale. Il fatto è che costa fatica non essere né con il McDonald's né con la focaccia, perché costringe a non blandire le masse (o le masse d'élite), pone in una posizione critica e mai moralistica, e costringe ad accettare criticamente la realtà per quello che è (ma questo, ripeto, costa fatica, ed è doloroso). Ad Altamura ci sono una settantina di panifici. Il pane di Altamura viene esportato in tutta Italia, e finanche in Europa. E quindi gode della cosiddetta globalizzazione dei mercati, che ovviamente comporta la circolazione di prodotti di differente qualità. Lei è proprio sicuro, signor Cirasola, di essere dalla parte del bene? O, detto altrimenti, è almeno consapevole del fatto che la sua Puglia ha fatto e fa scempi chimici e velenosi di tutti i tipi? È consapevole del fatto che l'abbassamento della qualità è determinato dal fatto che ad abitare la terra sono ormai 6 miliardi di persone, e che non tutti possono permettersi la sua focaccia con i pomodorini e con l'olio d'oliva extravergine? È poi sicuro che i terreni di Puglia siano puri e incontaminati? E, infine: è proprio sicuro che ogni tanto mangiare al McDonald's non sia gustoso e interessante, soprattutto per i bambini? Dio ci salvi dal medico che ha intervistato nel film, che nulla dice e, quel nulla, lo dice anche male. A che serve questa chiusura culturale? Credo ancora che si possa convivere criticamente (senza ideologie) con il meglio e con il peggio che importiamo ed esportiamo. Signor Cirasola, non si chiami fuori dalle contraddizioni della realtà. "Anime belle" ce ne sono ben poche. E, quelle poche che ci sono, a spese di chi mangiano? E, soprattutto, sia più concentrato a fare i suoi film, perché Focaccia blues tutto è tranne che un film. E, nel prossimo film, mi raccomando: pochi titoli di coda. E pochi ringraziamenti. 25/04/2009

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Tarchi: l'Europa resta vassallo degli Usa di Obama (sezione: Globalizzazione)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Tarchi: l'Europa resta vassallo degli Usa di Obama --> Sabato 25 Aprile 2009 GENERALI, pagina 11 e-mail print Politologo dell'Università di Firenze, direttore di due riviste che promuovono il pensiero anticonformista, «Diorama» e «Trasgressioni», Marco Tarchi è spesso in rotta di collisione con il pensiero dominante e riesce sempre a proporre letture originali di fenomeni politici che la maggior parte dei mass media presentano sotto l'aspetto del «politicamente corretto». L'ultimo numero di «Diorama» affronta l'argomento dell'elezione del presidente americano Barak Obama, in copertina campeggia un titolo significativo: «Al tempo dell'Obamania», dove compaiono contributi dello scrittore francese Alain De Benoist, dello stesso Tarchi e altri. Abbiamo voluto approfondire con Tarchi le ragioni che hanno portato il mondo intero a osannare l'elezione del primo presidente di colore negli Stati Uniti e le ricadute reali che un simile avvenimento può avere sul piano internazionale. Professor Tarchi, lei ha dedicato buona parte della rivista «Diorama», che dirige, al caso Obama, ovvero alle reazioni che nel mondo si sono avuto in occasione dell'elezione del nuovo presidente Usa. Può spiegarci il perché di questa scelta? «"Diorama" cerca di proporre, ogni volta che si trova ad occuparsi di fenomeni politici e sociali significativi, analisi e commenti che sfuggano alla tentazione dell'ovvietà e del conformismo. Il successo di Obama e le prospettive della sua presidenza si prestavano ottimamente a questa prospettiva, perché sinora sono sfuggiti a qualunque rilievo critico: quasi tutti hanno preferito compiacersi, entusiasmarsi, profetizzare futuri radiosi, recriminare sul passato. A noi è sembrato opportuno domandarci cosa avrebbe potuto profilarsi dietro questo coro di osanna, cercando di spiegare a chi ci legge che la nuova amministrazione statunitense andrà giudicata sui fatti, in primo luogo sugli effettivi scostamenti dalle azioni di quelle che l'hanno preceduta. Perché è sulla sostanza che si misura la politica; non ci si può basare sulle forme». In occasione dell'elezione di Obama s'è assistito in Italia, ma non solo, a una trasversale infatuazione, intendo da destra e da sinistra, sconfinante in una vera Obamamania. Su cosa si fonda tale trasversalità? «In parte sul diffuso scontento verso l'operato della presidenza Bush, in parte sulla curiosità nei confronti del primo uomo di colore - peraltro non un afroamericano al 100%, come si è cercato di far credere per rendere più glamour il personaggio - asceso alla Casa Bianca, in parte sul desiderio di molti intellettuali e politici di ricostruirsi un'immagine rosea degli Usa. L'americanismo imperante al di qua dell'Atlantico, che aveva subìto qualche danno dalla guerra irachena, ha contato molto in questa sorta di apologia preventiva di un personaggio senz'altro interessante, ma ancora da verificare». Alain De Benoist, in un suo articolo su «Diorama», sottolinea come il colore della pelle del presidente Obama abbia giocato parecchio sull'immaginario collettivo mondiale, molto meno su quello statunitense. Pensa che il fattore etnico abbia pesato così tanto nell'elezione del nuovo presidente? «De Benoist cita, come altri hanno fatto prima di lui, i risultati delle rilevazioni sulla composizione della base di sostegno elettorale di cui Obama ha potuto avvalersi, frutto dei consueti exit polls. Secondo questi dati, nonostante tutto il candidato democratico non è riuscito a raccogliere il consenso della maggioranza degli elettori bianchi, che gli hanno preferito McCain. Ha però avuto successo presso le minoranze etniche: quella afroamericana - che è rimasta in buona parte abulica, ma ha comunque avuto un tasso di partecipazione al voto maggiore del solito - ma anche quella ispanica, ormai consistente. Quindi, questo fattore pare aver avuto un notevole peso». Al di là delle scelte multilateraliste del presidente Obama, in netta contrapposizione a quelle del suo predecessore George W. Bush, pensa che cambierà qualcosa di fondamentale nella politica statunitense? «Ne dubito. Ho l'impressione che il nuovo presidente voglia raggiungere gli stessi obiettivi dei predecessori - a partire dal consolidamento del ruolo imperiale degli Usa e dall'attribuzione agli alleati atlantici di ruoli rigorosamente subordinati -, utilizzando però un modo di porsi e di comunicare molto più raffinato e soft di quelli di Bush jr. ma anche di Clinton. Le sue prime mosse, iniziando dal rafforzato impegno in una guerra che ha il sapore dello "scontro di civiltà" come è quella in Afghanistan e dall'annuncio di vago sapore bushiano di un "imminente attacco terroristico" di Al Qaeda in Europa, di cui non viene fornito alcun indizio concreto, si collocano in questo solco». Si sforzi di delineare i rapporti tra Stati Uniti e Europa alla luce dell'avvento di Obama e dei risultati del recente G20 tenutosi a Londra. «Il G20 ha confermato quel che si sapeva in proposito: europei e statunitensi proclamano la reciproca lealtà e l'impegno a migliorare ulteriormente i rapporti, il che mi pare impossibile, giacché di regola da decenni i Paesi dell'Europa si sforzano di fare tutto ciò che Washington si attende da loro: i casi di dissenso sono stati rari e sono rapidamente rientrati. Ma quando dalle parole si deve passare ai fatti, si è costretti a constatare che gli interessi delle due parti divergono. Sino ad oggi, in caso di contenziosi, di ordine commerciale o di altro genere, è stata costantemente l'Europa a piegarsi a compromessi che non le erano favorevoli. Le cose sono destinate a cambiare? Come ho detto, ne dubito, perché quando s'è acquisita una posizione di vantaggio nei rapporti non si è mai tentati di cederla. A maggior ragione, quando si è la maggiore potenza mondiale. Per uscire da questa condizione ed aspirare a poter trattare, fra qualche decennio, da pari a pari con gli Usa, l'Unione europea dovrà giocare sulle triangolazioni. Cioè decidere su quale, o quali, delle potenze emergenti destinate ad essere seri rivali degli Stati Uniti varrà la pena di puntare. Al momento, questa scelta riguarda Cina, Russia e India. In un assetto geopolitico multipolare, l'Europa potrebbe costituire un "grande spazio" autonomo, alleato ma non più vassallo di altre potenze. Ma per raggiungere questo obiettivo dovrebbe avere una classe dirigente all'altezza. E non mi sembra che l'attuale risponda a questo criterio». Alessandro Bedini 25/04/2009 nascosto-->

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Una settimana fa mi sono recato in Cina nella vana speranza di assistere al riscatto del simbolo mod... (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

VETRINA MODENA pag. 1 Una settimana fa mi sono recato in Cina nella vana speranza di assistere al riscatto del simbolo mod... Una settimana fa mi sono recato in Cina nella vana speranza di assistere al riscatto del simbolo modenese della globalizzazione.

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Turismo, crollo di Usa e Cina E' boom da Russia e Svezia (sezione: Globalizzazione)

( da "Nazione, La (Pistoia)" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

CRONACA MONTECATINI pag. 16 Turismo, crollo di Usa e Cina E' boom da Russia e Svezia Clientela italiana in crisi inarrestabile: Sardegna -49% di MARCO A. INNOCENTI C ROLLO degli ospiti da Stati Uniti e Cina; calo consistente di canadesi e giapponesi. Dall'Europa segnali contrastanti. Questa la situazione del turismo montecatinese nel 2008, fotografata dai dati statistici della Provincia sulla provenienza estera della clientela. La crisi colpisce duro oltreoceano: gli americani registrato una vistosa flessione di presenze del 18,7%, perdendo di schianto il primo posto fra gli stranieri conquistato nel 2007: 148.796 i pernottamenti rispetto ai 183.061 dell'anno precedente. Anche la permanenza media è deludente: la già bassa quota di 3,1 giorni scende a 3. NEL CONTINENTE americano momento nero anche per canadesi (-9,6% di presenze) e argentini (-33,4%). Aumentano invece i brasiliani (2.983 pernottamenti, +28,7%). Vero tracollo di turisti dalla Cina, che nel 2008 scendono del 25,6%: da 42.787 presenze si passa a 31.824, con una permanenza media inchiodata a 1,1 giorni, il più classico del mordi e fuggi che poco o nulla lascia in città. Male anche Giappone (23.192 presenze, -5,9%) e Corea (-3,7%). LE UNICHE notizie positive giungono dall'Europa. I tedeschi tornano a crescere: +0,75%. Con 163.263 presenze riguadagnano il primo posto fra la clientela straniera. Confortante il dato della permanenza media tedesca: 4,6 giorni contro i 4,3 del 2007. Buona performance anche di olandesi (+5,9), francesi (6,2%), danesi (8,5%) e svizzeri (6,7%). E' inoltre boom da Russia (90.646 presenze, +20,3%), Svezia (30.633 presenze, 18,9%, con 4,7 giorni in città, contro i 4,4 del 2007) e Finlandia (77,7%, ma i pernottamenti totali sono 1.162). Si registrano invece segni fortemente negativi per Regno Unito (-10,2%), Irlanda (-21%), Spagna (-17,5% e soli 2,1 giorni di permanenza), Norvegia (-10,3%), Austria (-4,4%), Ungheria (-4,9%). In generale nel 2008 la clientela d'oltrefrontiera diminuisce del 4,2% con soggiorno medio di 2,7 giorni. INTERESSANTI (e sconfortante) anche i dati sulla provenienza del turismo dalle regioni d'Italia nel 2008. Si dimezzano le presenze dalla Sardegna (-49%), crolla l'Abruzzo (-32%) e tracolli per Veneto (-19,8%), Molise (-19,8%), Sicilia (-18,5%), Calabria (-12,6%) e Friuli-Venezia Giulia (-12,8%). Il calo complessivo degli ospiti italiani è stato del 9,3%, con la presenza media che passa da 3,4 a 3,3 giorni. Gli unici due segni positivi arrivano da Basilicata (11.848 presenze, +39,9%) e provincia di Bolzano (+11,4%). Anche la stessa Toscana delude le aspettativa con -3,9%. La regione che pesa di più sul turismo italiano è la Campania (86.699 presenze, il 13,9% del totale interno) che flette nel 2008 del 2,7%. C'è insomma urgenza di una forte e duratura promozione sul territorio nazionale più che in Paesi lontani.

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Una politica che sgretoli ogni muro (sezione: Globalizzazione)

( da "Unita, L'" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Una politica che sgretoli ogni muro Da Berlino una riflessione sul «nuovo spazio pubblico globale» all'altezza degli orizzonti aperti. E planetari Walter Veltroni Il Muro era in piedi da quasi due anni, quando John Kennedy decise di venire qui a Berlino, in visita ufficiale in quella che allora era la Germania Ovest. Era il 26 giugno del 1963. Quel giorno, di fronte alla folla radunata nella Rudolph Wilde Platz per ascoltarlo, appena prima di pronunciare "Ich bin ein berliner" (siamo tutti berlinesi), Kennedy affermò solennemente un principio: che "la libertà è indivisibile" e che "quando un uomo è assoggettato, nessuno è libero". I berlinesi e tutto il popolo tedesco dovettero, da parte loro, attendere ventisei anni, più di ventisei anni, perché quell'augurio di unità e di libertà da ritrovare si realizzasse. E proprio il crollo del Muro di Berlino, quel giorno di novembre del 1989, sembrò chiudere definitivamente una pagina lunga, buia e difficile, e aprirne un'altra. A disgregarsi fu un ordine solido, ma anche coercitivo, illiberale e ingiusto. Si concludeva la parabola del "secolo breve". Ma la fine del "vecchio ordine" non ha portato con sé la fine dei pericoli e la scomparsa dell'abisso che continua a separare Nord e Sud del mondo. E se la "guerra fredda" è finita, non altrettanto si può dire per le troppe guerre che hanno continuato e continuano a ferire tante aree e popolazioni della Terra. (.) La storia non è finita. Tutt'altro: nuove divisioni si sono create, nuovi focolai di odio si sono accesi, nuovi muri sono venuti a separare popoli e culture, persone e religioni. Nuove grandi potenze hanno fatto il loro ingresso sulla scena internazionale. Credo, che abbia un valore simbolico il fatto che a sottolineare questo, quarantacinque anni dopo il discorso di Kennedy, sia stato, sempre qui a Berlino, un altro giovane presidente degli Stati Uniti. Barack Obama, qui diceva: «La caduta del Muro di Berlino aveva aperto nuove speranze. Ma una nuova e grande vicinanza ha dato vita anche a nuovi pericoli - pericoli che non possono essere contenuti dai confini territoriali delle nazioni o dalla distanza dell'oceano». Di fronte a tutto questo, una cosa è certa: non c'è barriera che tenga, non c'è muro che possa permettere ad alcuno di starsene tranquillo e considerarsi al riparo. Né l'America, né l'Europa, possono pensare di isolarsi. Molte delle risposte ai nuovi problemi possono venire - o non venire - innanzitutto dalla politica. Oggi poi la gravissima crisi economica in cui siamo immersi ha smascherato la fragilità di un sistema in cui il denaro è stato generato dal denaro, più che dalla creazione equilibrata di ricchezza durevole. Un sistema in cui avidità e visioni miopi hanno troppo spesso sostituito, anche a livello diffuso, la parsimonia, gli affari onesti e una prospettiva più ampia, per non parlare dell'interesse per gli altri. La novità è che oggi, con la crisi, si sta facendo largo la convinzione che è necessario voltare pagina. Abbiamo bisogno, per dirla con Bauman, di un "nuovo spazio pubblico globale", che è cosa diversa dall'attuale "politica internazionale". È piuttosto una politica autenticamente "planetaria. È la complessità, che chiama la collaborazione. La politica, insomma, deve essere all'altezza della globalizzazione. Deve essere capace da un lato di ridurre i rischi di instabilità, e dall'altro lato di rendere universale il rafforzamento dei sistemi di libertà, la difesa dei diritti umani, la protezione dei deboli, la regolazione democratica dei conflitti sociali, la diffusione di sistemi sostenibili di welfare. Una cosa fondamentale resta, delle speranze nate con la caduta del Muro e con la fine delle ideologie del Novecento: pur con tutti i rischi del nostro tempo, pur fra tutti gli ostacoli ben visibili lungo il cammino, le nostre società sono più aperte di quelle di ieri, e nelle mani degli uomini ci sono più strumenti e più possibilità per progredire. Nella lettera a un suo amico polacco di vent'anni fa, Dahrendorf scriveva: «Gli esseri umani sono fallibili, e la condizione umana è incerta. Nessuno conosce tutte le risposte; in ogni caso nessuno può dire se le risposte sono giuste o sbagliate. Perciò dobbiamo tentare di trovare la verità, ma assicurarci che se sbagliamo, o altri giudicano che sbagliamo, sia possibile ritentare». «Non c'è per la libertà umana», concludeva Dahrendorf, ed io concludo con lui, «pericolo maggiore del dogma, del monopolio di un gruppo, di una ideologia, di un sistema. Per la stessa ragione, il primo dovere è di rimanere aperti al cambiamento. La società aperta non promette una vita facile. Dobbiamo accettare la prospettiva incerta, conflittuale, scomoda, ma esaltante, degli orizzonti aperti».

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(sezione: Globalizzazione)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)>" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Primo Piano Pagina 107 Gli imprenditori degli otto Paesi più avanzati del mondo dicono no al protezionismo nei mercati «Il libero scambio è l'antidoto alla crisi» Gli imprenditori degli otto Paesi più avanzati del mondo dicono no al protezionismo nei mercati --> DAL NOSTRO INVIATO SANTA MARGHERITA DI PULA C'è una ricetta per uscire dal tunnel della crisi: ma per essere efficace richiede l'impegno dei Paesi più industrializzati della terra. Dal G8 delle imprese arriva un messaggio di fiducia e un'indicazione chiara: no al protezionismo. Solo il libero mercato, accompagnato da regole adeguate e condivise, può aiutare imprese e cittadini a superare il guado della recessione. «Il mondo delle aziende rifiuta fortemente il protezionismo. Oggi più che mai le nostre società hanno bisogno di un commercio libero e di agire a livello globale», ha detto il presidente nazionale di Confindustria, Emma Marcegaglia. GLI INVESTIMENTI E tutti sono d'accordo con lei. Uno a uno sfilano i big dell'industria mondiale. Thomas J. Donohue, presidente della Camera di commercio Usa, ricorda i benefici della globalizzazione, «non sempre compresi da tutti», ma che derivano «dal fatto di considerare il libero scambio come risorsa preziosa per lo sviluppo». Eppure le tentazioni a pensarsi «isole chiuse all'esterno» sono dietro l'angolo: a maggior ragione in questa fase di crisi economica, profonda. «È naturale, ma il nostro obiettivo deve essere quello di remare controcorrente, spiegando l'importanza e i vantaggi del libero mercato», ha aggiunto Donohue. LA POLITICA Un ruolo chiave spetta alla politica. «Spesso i leader Usa si fanno prendere dal populismo e dalla demagogia nel sostenere politiche che proteggono il proprio orticello», ha sottolineato il presidente della Camera di commercio americana. «Ma non sanno che fanno un danno enorme alla gente, peggiorando la recessione». Anche l'Europa è chiamata ad azioni decise sul fronte del libero scambio. L'EUROPA Ernst-Antoine Seilliere, presidente di Business Europe, non si tira indietro, facendo però notare come, a volte, soccorrere imprese in difficoltà non sia sbagliato. «Gli aiuti, ad esempio per evitare i crac bancari, sono necessari e inevitabili», ha spiegato Seilliere. «L'importante è che allo stesso tempo si assicuri il rispetto delle regole di mercato». IL PROGRESSO Ad ogni modo, sono tanti quelli che lavorano per alzare le barriere fra gli Stati. «Cito tra questi anche i sindacati e i consumatori», ha osservato Laurence Parisot, numero uno della Confederazione delle imprese francesi (Medef): «Bisogna cambiare mentalità: nella convizione che la libera circolazione dei prodotti e dei servizi porti con sé una libertà ancora più importante: quelle del pensiero e delle idee». Uno dei Paesi che deve fare di più in termini di libero scambio è la Russia. Lo sa bene Alexander Shokhin, presidente di RSPP, gli industriali russi: «Il business da noi è analogo a quello degli altri Stati. Ritengo tuttavia che dobbiamo fare uno sforza ulteriore per aderire all'Organizzazione mondiale del commercio (WTO): un processo condiviso dalla maggior parte delle imprese russe». In casa dei tedeschi sanno bene cosa significa protezionismo: ne stanno pagando le conseguenze. La Germania è il più grande esportatore europeo. Ma c'è fiducia: «Pensiamo a un recupero nel lungo periodo», ha osservato il presidente Bdi, Hans Peter Keitel. Sulla stessa linea Martin Broughton, presidente degli industriali inglesi: «Ho fiducia: usciremo dalla crisi sull'onda del libero mercato, una ricetta che ha salvato dalla povertà tanti Paesi». Infine, c'è il messaggio del giapponese Yoji Ohashi, vice presidente del Nippon Keidamren: «Non ha senso il protezionismo: mortifica commercio e investimenti». ( lan. ol. )

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Ma il G8 serve davvero? (sezione: Globalizzazione)

( da "EUROPA ON-LINE" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Editoriale Sei in Editoriali 25 aprile 2009 Ma il G8 serve davvero? «Il G8 è un club vecchio e impotente», scriveva l'Economist il 3 luglio scorso. L'ultimo, in Giappone, è stato dimenticato in fretta e il Financial Times lo ha archiviato come un fallimento. Oltre a domandarsi se sia possibile traslocare il summit all'Aquila sarebbe il caso di chiedersi quali risultati si vogliono raggiungere e con quali mezzi. Perché se è vero che l'ultimo G20 di Londra non è stato la nuova Bretton Woods che il mondo annunciava, è servito a mostrare le rughe di un arnese un po' invecchiato come il consesso degli Otto ex grandi. Proprio il 19 aprile scorso il primo G8 dell'agricoltura ha ammesso che gli obiettivi di riduzione della fame nel mondo entro il 2015, fissati al G8 di quattro anni fa a Gleanegales (Scozia), sono lontani e che i Grandi non hanno rispettato i patti. Come ha scritto sempre l'Economist «la logistica di questi eventi è un incubo», e il sospetto che il G8 sia ormai un carrozzone solo scenografico, inutile e costoso (30mila persone sono attese in Abruzzo), ha fatto il giro del mondo. Il summit sull'ambiente voluto da Barack Obama e che la Maddalena ospiterà in luglio, infatti è un G17 dei paesi che insieme rappresentano l'80 per cento delle emissioni di gas serra. Anche il Financial stability board nato a Londra sotto la guida del nostro Mario Draghi, si allargherà ai paesi del G20. La grande crisi finanziaria di questi mesi ha ricordato a tutti che il mondo è piatto, globale, interconnesso. Per fronteggiarla tutti chiedono regole comuni. Romano Prodi ha scritto che la sostituzione del G8 con il G20 è un passo in avanti, visto che il nuovo format raccoglie l'84 per cento della ricchezza mondiale e il 64 della popolazione. Cina India e Brasile sono giganti economici dai quali non si può più prescindere, anzi di fatto hanno spostato il baricentro della produzione mondiale. Il ministro dell'economia Tremonti, in un'intervista al Messaggero il 27 febbraio scorso, riconosceva «che esiste una fondamentale asimmetria tra la struttura del mercato, che è globale, e il sistema delle regole che è sempre più segmentato». Groucho Marx diceva: «Non vorrei mai far parte di un club che avesse tra i suoi soci uno come me». Oggi, invece, tutti sgomitano per far parte dei club dei Grandi, da Lula a Gheddafi (che sarà all'Aquila), e i meeting moltiplicano. Dopo Londra esiste un G2 di fatto di Cina e Stati Uniti. C'è chi parla di un G3 geopolitico composto dalle macroaree Usa, Europa e Cindia. In fondo lo stesso G8 è nato come un G6 nel 1975, è diventato un G7 l'anno successivo e nel '98 ha accolto la Russia nonostante non rappresenti l'ottava potenza. Il G8 è troppo piccolo per un mondo così grande. Giovanni Cocconi

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Dieci euro per un compleanno globale (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

IL GIRO DEL MONDO IN 38 ANNI Dieci euro per un compleanno globale Valentino Parlato Come ricordare ai nostri lettori e sostenitori che il manifesto quotidiano compie trentotto anni? (La rivista, che è stata un po' la mamma, ne compie quaranta). Come ricordare dunque? Una scelta degli editoriali sarebbe stata un po' complicata; avrebbe richiesto troppe spiegazioni. Così abbiamo pensato ai reportage. Mettere insieme reportage di un periodo piuttosto lungo ha prodotto una specie di giro del mondo: dalla Cina alla Palestina, attraversando Cile, Vietnam, Portogallo, fino a Nigeria e Giappone. Insomma questo giornale, meglio i suoi giornalisti, sono stati per questi trentotto anni sempre all'inseguimento della storia, che si realizzava, nel bene e nel male, in tutte le parti del mondo, conosciuto e globalizzato. Si comincia, proprio il 28 aprile del 1971, con K.S. Karol dalle risaie della Cina di Mao, dove poi torna Angela Pascucci per raccontarci il comunismo «in salsa Deng». Ma poi ancora con Rossana Rossanda che due giorni dopo il golpe cileno ricorda il suo incontro con Salvador Allende. Con Aldo Natoli da Saigon liberata. Nel Portogallo dopo il travolgimento del salazarismo con Luciana Castellina e ancora i Cantieri di Danzica ai tempi di Walesa. Nelle Filippine liberatesi da Marcos con il carissimo Stefano Chiarini. Nomi di persone del nostro fluttuante collettivo e di località balzate agli onori della nostra storia. Già perché a ben cedere questa raccolta di reportage è anche la storia della formazione di più di una generazione. E, meraviglia, ci troviamo anche un giovane Roberto Saviano che comincia a provarsi con la sua Napoli della camorra. Un primo annuncio del celebrato Gomorra. Leggeteci in questo giro del mondo e ritroverete un bel po' della vostra storia personale, delle passioni e degli interessi che vi hanno formato. E per leggerci e leggervi innanzitutto comprateci. Un po' di vostra e nostra biografia val bene 10 euro.

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Ginevra nelle secche del Medioriente (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Ginevra nelle secche del Medioriente Giampaolo Calchi Novati Non si sa se per ingenuità o spudoratezza, il presidente iraniano e i governi dei principali paesi occidentali hanno fatto a gara nel gioco fin troppo scontato di enfatizzare le impuntature dell'altro per rafforzare le proprie traballanti certezze. C'è voluto un liberale come Sergio Romano, che vuole restare fedele all'ideologia che professa, per richiamare alle regole proprie di ogni assise internazionale. A giudicare da certe dichiarazioni, si direbbe che una conferenza dell'Onu sia come un invito a una bicchierata fra amici che si accetta o ricusa a seconda del livello o del linguaggio degli altri convitati. Proprio l'Italia, poi, con la sua solidissima fama di aver sempre perseguito la «politica della sedia», anche quando non sapeva come occuparla. Forse Frattini ha voluto distinguersi da illustri predecessori, incominciando da Pasquale Stanislao Mancini, che nel 1884 non volle rimaner fuori dalla Conferenza di Berlino sull'Africa. Il dubbio è che con la sua ragionevolezza il bravo Romano sottovaluti l'aria che circola nella gestione della diplomazia come concepita da una parte politica che si vorrebbe definire senz'altro Occidente se non fosse doveroso distinguere i veri dai falsi liberali, tener conto oltre ai governi anche dell'opinione pubblica e in ultima analisi aspettare che Obama espleti fino in fondo i principi che ha enunciato in campagna elettorale e nelle prime settimane di presidenza. Invece dell'attesa svolta verso il multilateralismo (se non proprio del multipolarismo) si rischia in effetti di dover certificare la fine dell'Onu. L'Onu non si è mai ripresa dal trauma della guerra contro l'Iraq. Lasciare impunito uno stato, che, con un corredo di alleati (fra cui l'Italia), si fa beffe di una procedura in corso al Consiglio di sicurezza e aggredisce con una valanga di bombe lo stato apparentemente sotto inchiesta per stabilire i torti e le ragioni, è una campana a morte per ogni organizzazione e forma di giustizia internazionale. La Lega delle Nazioni non sopravvisse alle sue impotenze nella seconda metà degli anni '30. Eppure, dopo l'invasione dell'Etiopia qualche fiacca condanna e persino blande sanzioni per colpire l'Italia mussoliniana riuscì a votarle. Il momento è delicato. Nella riunione svoltasi pochi giorni fa a Londra sul modo di affrontare la crisi economica globale si è dovuto prender nota che tutto dipende dalla posizione della Cina. Non G20 ma G2: Usa e Cina. Nella fissazione delle condizionalità per aiuti e investimenti il Beijin consensus sta sostituendo il Washington consensus. La Cina e l'India hanno impostato un forum in cui incontrano periodicamente i 50 e più paesi africani. L'Ue, dopo l'exploit curato da Prodi nel 2000 al Cairo, ha fatto passare 8 anni prima di organizzare il secondo round e la nuova sessione, a Lisbona, finì con un nulla di fatto. Negli incontri a livello internazionale sull'economia o il commercio o il clima i paesi detti Bric (Brasile, Russia, India e Cina), un gruppo del tutto informale, senza le bardature dell'Ue o della Nato, contano di più, per la sola forza dei numeri, dei sussieguosi paesi della «vecchia» Europa. Si può comprendere la psicosi di chi teme di trovarsi solo o isolato, non solo per gli estremismi di un Ahmadinejad o un Chavez. Non sia mai che un giorno l'Onu o qualche sua agenzia convochi una conferenza sull'emigrazione o sul trattamento riservato in Europa ai sans-papier che costituiscono una porzione così rilevante della forza-lavoro dei paesi a capitalismo avanzato ma figurano come un problema di «sicurezza». Era l'Onu dunque il «bersaglio grosso»? Non meraviglia che sulla Conferenza di Ginevra la Francia non abbia seguito l'Italia. La grandeur come concepita e praticata dal gollismo e dallo stesso Mitterrand, che si è prodigato per «democratizzare» la Quinta Repubblica ma che l'ha poi utilizzata a suo beneficio, è contro gli egemonismi a senso unico. De Gaulle non perdonò mai la guerra americana in Vietnam e Chirac si oppose strenuamente finché poté alla guerra americana in Iraq. Per la Francia è fondamentale evitare una dualità che corrisponda troppo rigorosamente a emisferi, schieramenti o civiltà, anche se poi la sua politica nel Terzo mondo resta iscritta nella logica conclusa del neo-colonialismo che è già costata a Parigi la perdita di molte posizioni in Africa. Quello che la Francia intende per partecipare non è il cauto barcamenarsi dell'Italia nel calduccio di un alveo precostituito, sfruttando al più, in sede europea, i teoremi a 3 o a 4 con gli altri grandi o semi-grandi. La Conferenza di Ginevra sul razzismo, come la precedente assise di Durban del settembre 2001, che fatalmente fallì solo pochi giorni prima delle Torri gemelle, quasi una rivelazione del dramma incombente a averla saputa leggere, è stata inchiodata sulla questione Israele-sionismo finendo per lasciare in secondo piano tutti gli altri temi. Iran e Israele stanno portando avanti la loro guerra in un altro contesto non meno pericoloso e non era certo il caso di prestarsi all'interesse degli uni e degli altri a esasperare i toni. La quale questione israeliana, comunque, non deve essere così acquisita nei suoi termini costitutivi se ha rappresentato una specie di macigno ingombrantissimo per tutti gli anni che ci separano dalla seconda guerra mondiale. Ci si aspetterebbe che i frattini e i bocchini avessero qualche considerazione in più per le ragioni dei palestinesi e degli arabi anche senza concedere nulla agli anatemi. Obama dà l'impressione, come a Trinidad, di aver capito meglio la necessità di sbloccare dalle secche del «noi» e «loro» il dialogo con chi ha altre agende politiche, altri bisogni e altri parametri culturali. Viene in mente lo scontro fra Usa da una parte e Francia e Gran Bretagna dall'altra ai tempi della crisi di Suez. Anche allora Israele servì da pretesto ma il punto era il prolungamento o il superamento del colonialismo. Nel 1956 l'Italia dei Segni e dei Martino (i padri) esitò a lungo prima di voltare le spalle agli alleati europei e fu salvata in extremis da Eisenhower, che bloccò la follia di Parigi e Londra. Oggi la dottrina discute di sovranità «liquida». La nostra sarebbe l'età giusta per rilanciare le organizzazioni internazionali sui temi di portata generale come appunto il razzismo (e non solo). Ma ci sono stati o governi che contrabbandano per universalismo una primazia che è ferma ai pregiudizi del colonialismo ottocentesco. Non hanno nessuna intenzione di sedersi intorno a un tavolo riconoscendo gli antichi possedimenti come dei pari. Si illudono di sottrarsi all'incalzare del cambiamento e si nascondono dietro ai discorsi dell'uomo di Tehran, che per suo conto ha in mente il suo quadro di riferimento, da cui sarebbe stato ben più producente cercare di staccarsi invece di evidenziarlo. Alla lunga, in ogni modo, nulla potrà impedire che, tutti insieme, senza ridicole gerarchie di pedigree, si dovrà affrontare le istanze non eludibili di un Sud del mondo non più localizzabile come una volta in una periferia senza storia e senza diritti.

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Sodalizi e conflitti tra gemelli siamesi (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

CAPITALISMO E DEMOCRAZIA Intervista con Prem Shankar Jha Sodalizi e conflitti tra gemelli siamesi Benedetto Vecchi Il destino incerto della democrazia. È questo il tema attorno al quale ruota l'iniziativa in corso a Torino, che non a caso ha come titolo «Biennale democrazia». Tema articolato in più sessione, attraverso «parole chiave» che hanno accompagnato la discussione sullo stato di salute dei sistemi politici appunto democratici. Il multiculturalismo, il potere pervasivo dei media, ma anche i rischi che la attuale crisi economica possa determinare la crescita di un populismo che in nome del popolo limita libertà civili, politiche e ridimensiona ulteriormente i diritti sociali. L'economista indiano Prem Shankar Jha è stato invece chiamato a discutere di quel «caos» originato dalla crisi economica e di come quel caos possa accelerare la crisi della democrazia. Prem Shankar Jha è, oltre che uno studioso, anche un noto commentatore dell'economia mondiale da una prospettiva, quella dell'India, cioè di una nazione considerata l'esempio vivente di una nazione che è potuta crescere economicamente grazie a quella deregolamentazione dei mercati che ha caratterizzato il cosiddetto neoliberismo. Tesi che lo studioso indiano ha più volte contestato, come d'altronde dimostra il ponderoso volume Caos prossimo venturo pubblicato da Neri Pozza lo scorso anno. Un libro che prevedeva l'eclissi del neoliberismo. Prem Shankar Jha sarà oggi a Torino, dove terrà una «lezione» proprio sulla realtà originata dalla crisi, prefigurando ancora anni di «caos», indipendentemente da quanto sostengono alcuni commentatori sulla fine della crisi economica. Capitalismo e democrazia. Due termini spesso in conflitto, nonostante la retorica sulla loro indissolubilità. Cosa ne pensa di questa «querelle»? Storicamente, la democrazia politica è stata voluta dalla borghesia per contrastare il potere dei proprietari terrieri e dell'aristocrazia. Poi è stata usata dal movimento operaio per contrastare il potere del capitale, dando vita all'intensa, seppur breve stagione dei diritti sociali. Stagione tuttavia che ha reso la democrazia e il capitalismo come realtà in conflitto. Per me, sono da considerare come fratelli siamesi. Aggiungo, però, che stiamo parlando di un contesto molto preciso, quello dove lo stato-nazione esercitava la sovranità sulla nazione. La globalizzazione ha lentamente ridimensionato, se non distrutto lo stato-nazione. C'è stata l'unificazione dei mercati nazionali in un unico, grande mercato, mentre le imprese manufatturiere e finanziarie sono diventate globali e profondamente antidemocratiche. Ogni azione politica deve essere quindi globale, come le imprese. È questa la cornice antro la quale agire politicamente per ridimensionare il potere del capitale e per sviluppare l'equivalente globale di ciò che è stato il welfare state. In «Caos prossimo venturo», lei sosteneva che la crisi dell'economia mondiale era una probabilità che non poteva essere esclusa. Il bailout delle borse ha drammaticamente confermato la sua analisi. Alcuni studiosi e economisti, come Immanuel Wallerstein, ora scrivono che la crisi attuale possa coincidere con la fine del capitalismo e con lo sviluppo di una economia di mercato senza capitalisti. Tesi molto provocatoria, non crede? Inviterei alla cautela. È difficile infatti pensare una economia di mercato senza la proprietà privata. Più realisticamente il nodo da sciogliere è come affrontare la crisi e nessuno ha ricette pronte. Durante il cosiddetto ciclo neoliberista abbiamo assistito al divorzio tra stato-nazione e l'attività economica, fattore che ha messo fine all'«alleanza» tra il potere politico e le imprese. La crisi, invece, ripropone con urgenza un rinnovato controllo e regolazione nella circolazione dei capitali e della finanza; assieme a un maggiore rigore nella certificazione dei bilanci delle imprese. Infine, la crisi economica può favorire un cambiamento negli assetti proprietari delle imprese, come imprese a capitale misto pubblico e privato; oppure forme inedite di proprietà «sociale». Più che fine del capitalismo parlerei quindi di una trasformazione del capitalismo. Green economy: è la parola magica per uscire dalla crisi. Lo dicono e scrivono in tanti. Il personaggio più noto a usarla è il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, il quale ha illustrato la sua azione per favorire lo sviluppo di uno sviluppo economico sostenibile e compatibile con l'ambiente. Una lieta novella, non crede? L'«economia verde» è proprio una parola magica, proprio come lo fu carbone in un mondo dove il vento e l'acqua costituiscono le uniche potenze energetiche usate nell'attività produttiva nel diciassettesimo secolo. Le stesse speranze sulla possibilità di uno sviluppo economico duraturo sono state rinnovate con il petrolio agli inizi del Novecento, il motore a scoppio, fino all'ultimo prodotto, il computer, che doveva, al pari degli altri esempi che ho fatto, garantire lo sviluppo ecconomico. Per il momento, tuttavia non ci sono tecnologie «ambientaliste» che possono essere sfruttate economicamente, cioè che possono fare da traino alle attività produttive. Quindi ci sarà un'«economia verde» solo quando si creeranno le condizioni che hanno portato il carbone, il motore a scoppio, il petrolio, l'automobile e il computer a essere fattori energetici e prodotti che potevano essere usati o prodotti secondo precisi requisiti economici e altrettanti prevedibili profitti. Allo stato attuale, per quanto riguarda le fonti energetiche non c'è infatti nessuna «vera» alternativa al petrolio. Né esistono al momento attività produttive che possono sostituire quelle attuali. Il neoliberismo ha alimentato la crescita di forti diseguaglianze sociali, proprio quando veniva alimentata la speranza che la ricchezza avrebbe trovato nel mercato uno straordinario strumento di redistribuzione. Lei, invece, ha spesso sostenuto il contrario, cioè che l'essenza dell'economia mondiale erano proprio le diseguaglianze sociali. In questo mondo in fibrillazione c'è chi guarda alla crisi come a una possibilità per politiche sociali più egualitarie.... Quest'ultima è proprio un'opinione bizzarra basata su un errore logico che scambia le coincidenze con la causalità. Potrebbe certo accadere che una società industriale privilegi politiche sociali più eque. Ma viviamo in un'economia di mercato dove le differenze di reddito determinano disparità nel consumo, nel mercato del lavoro e precarietà nei rapporti di lavoro. È quindi auspicabile la presenza di interventi politici tesi a ridurre le diseguaglianze sociali. Ma per questo serve limitare il potere delle imprese e favorisca la redistribuzione della ricchezza. Non vanno però nascoste le difficoltà che incontrerebbe tale azione politiche in un mondo globalizzato che vede la messa all'angolo degli stati nazionali, il luogo e il contesto cioè dove far crescere gli interventi politici necessari per ridurre le diseguaglianze sociali. Questo non significa che non bisogna comunque provarci. Lo ripeto: la necessità di una regolamentazione dell'economia è necessaria anche perché l'economia e la finanza lasciate libere di fare ciò che volevano hanno determinato questa crisi. bvecchi@ilmanifesto.it Foto: TRATTA DA AMERICAN ILLUSTRATION

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CRISI GLOBALE (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

intervista CRISI GLOBALE LORETTA NAPOLEONI: «GLI EFFETTI SPECIALI SONO FINITI» Le radici della crisi dell'economia globale nella reazione di Bush all'11 settembre. Ovvero, come il credito facile è stato abbinato alla paura per ottenere il consenso alle guerre in Afghanistan e in Iraq. Mentre la finanza islamica ingrassava Ida Dominijanni Voce autorevole nel dibattito internazionale, Loretta Napoleoni ha una biografia che sembra una sintesi della globalizzazione: università e nessuna prospettiva di lavoro in Italia negli anni '70, nel '79 un master negli Stati uniti - «sono un'emigrata, non un cervello in fuga, me ne sono dovuta andare dall'Italia contro la mia volontà, niente di glamour» -, negli anni '80 due esperienze di lavoro a Budapest per il Fondo monetario internazionale e nella City di Londra per una banca russa, nel '93 una consulenza per la Berd (la banca europea deputata alla transizione dei paesi dell'est verso l'economia di mercato) poi abbandonata per contrasti politici, nel 2005 la presidenza del gruppo di lavoro sull'economia terrorista per il Club de Madrid. E nel frattempo la specializzazione alla London School of Economics, le collaborazioni con El Pais, Le Monde, The Guardian, Internazionale, L'Unità, Repubblica, due saggi - Economia canaglia e I numeri del Terrore, Il Saggiatore - tradotti in quattordici lingue, e perfino due romanzi. L'ultimo nato, per l'editore Chiare Lettere, si intitola La morsa e in questi giorni è oggetto di un lancio mediatico imponente, e per una volta meritato, al quale volentieri ci associamo. E' un libro che mette coraggiosamente i piedi nel piatto delle ragioni inconfessate della crisi economica mondiale, argomentando con dovizia di dati la seguente tesi: all'origine della crisi non c'è un estemporaneo impazzimento della finanza, c'è una follia politica che comincia dopo la caduta del Muro di Berlino e raggiunge l'apice nella guerra al terrorismo di Bush, finanziata con l'abbattimento dei tassi d'interesse e legittimata con l'uso della paura e l'illusione dell'arricchimento facile. Quanto al futuro, due prescrizioni obbligatorie: dire addio al consumismo sfrenato e farla finita con le classi dirigenti che ci imbrogliano e con la nostra creduloneria verso le favole che ci raccontano. Chi teme un indigesto tomo per specialisti si tranquillizzi: si tratta di un racconto avvincente e tagliente ambientato nelle location più sintomatiche del mondo globale, dalla New York scintillante di Clinton e impaurita di Bush alla Londra dei personal shopper, dal parco giochi di Las Vegas agli hotel a sette stelle di Dubai. Meglio di un film. Abbiamo cominciato a discuterne durante un Faccia a faccia a Radio Tre mercoledì scorso e continuiamo qui. La morsa che secondo te sta soffocando l'economia e la democrazia occidentale è quella fra la paura del terrorismo e la bolla speculativa innescata dalla guerra al terrorismo: in sintesi, Al Quaeda ci ha distratti mentre Wall Street ci derubava. E' un'ipotesi che conquista, mettendo a contatto la nostra esperienza del disastro politico mondiale successivo all'11 settembre con quella del disastro economico attuale. Ma fa luce anche su dinamiche poco esplorate del periodo fra l''89 e il 2001, gli anni ruggenti della globalizzazione. Quali sono i passaggi principali di tutta questa vicenda? Lo snodo cruciale è la politica economica con cui Bush risponde all'attacco alle Torri gemelle: un abbattimento precipitoso e aggressivo dei tassi d'interesse - dal 6% di fine 2001 all'1,5% della primavera 2003 - che serve a finanziare senza drenaggio fiscale le guerre in Afghanistan e in Iraq e a legittimarle, creando le condizioni per la bolla speculativa e alimentando contemporaneamente una bolla di consenso basata sulla crescita continua. Con la vendita e la cartolarizzazione dei mutui subprime, la bolla finanziaria crescerà a dismisura, fino a esplodere sei mesi fa nella recessione che sappiamo. Dunque le responsabilità economiche e politiche di Bush sono enormi. Tuttavia questa politica economica non comincia con lui ma con Greenspam, negli anni '90, per garantire agli Stati uniti la guida del processo di globalizzazione innescato dalla caduta del Muro facilitando la deregulation. Ogni volta che sul mercato globale si prospetta una crisi - la crisi del rublo, del dot.com, dei mercati asiatici, della Turchia, del Messico - Greenspam taglia i tassi e pompa il credito, proteggendo Wall Street, la City di Londra e tutta la finanza occidentale da un'onda che in tal modo la sfiora ma non la travolge. Le crisi restano regionali, la finanza occidentale ci specula sopra, ma la crisi di sistema non viene scongiurata, viene solo rinviata. Finché il meccanismo salta: stavolta la crisi è globale, ed epocale. Chiude l'epoca cominciata nell'89 e culminata nella guerra al terrorismo. Che cosa succede nel frattempo nell'altro campo, quello del terrorismo internazionale? Il tuo libro dà molto rilievo alle dinamiche della finanza islamica. La finanza islamica nasce negli anni 70, dopo la prima crisi del petrolio, ma resta allo stato embrionale fino all'ingresso di Cipro nell'area dell'euro, quando Dubai diventa uno snodo finanziario cruciale fra Est e Ovest. L'impulso decisivo per il grande salto, però, lo riceve anch'essa, per una strana eterogenesi dei fini, dalla guerra americana al terrorismo. Il Patriot Act, la famosa legge antiterrorismo varata dal Congresso all'indomani dell'11 settembre, oltre a limitare pesantemente le libertà civili conteneva delle norme contro il riciclaggio del danaro sporco, volte a bloccare l'ingresso negli Stati uniti di soldi di Al Quaeda. Il sistema bancario internazionale reagì suggerendo ai clienti di disinvestire in dollari e investire in euro. Ma una parte dell'ingente flusso di danaro che uscì dagli Usa era fatto di capitali arabi - 900 miliardi di dollari, prima dell'11 settembre - , che non furono reinvestiti in euro ma rimpatriati nei paesi d'origine, soprattutto in Malesia e a Dubai, dando così impeto alla finanza islamica. Tutto questo è avvenuto nella più completa ignoranza e sottovalutazione da parte degli Stati uniti, che non solo non ne sapevano nulla prima dell'11 settembre, ma dopo si guardarono bene dal seguire le piste finanziarie per indagare e combattere Al Quaeda. Eppure all'epoca si disse che era la prima pista da seguire, come mai non fu fatto? Perché quello che importava a Bush non era affatto catturare Osama Bin Laden, ma scatenare la «guerra al terrore» per invadere l'Iraq, dove Al Quaeda non c'era, e mettere in atto a partire dal «Grande Medioriente» il progetto di dominio globale degli Stati uniti delineato dai neoconservatori. Risultato: il sogno di Bin Laden di dissanguare il capitalismo occidentale si è realizzato, per merito non suo ma dei governi occidentali. La finanza islamica è diversa da quella occidentale? In che cosa? Completamente diversa, perché poggia sul codice etico della Sharia che vieta la speculazione: il danaro non può essere usato per creare danaro, il credito viene concesso solo per finanziare delle imprese produttive. E il rapporto fra banca e cliente è un rapporto solidale, di due soci in affari. Questi due elementi hanno tenuto la finanza islamica fuori dal business dei mutui subprime. Da noi invece si vende il rischio come se fosse un bene, e le banche non hanno più nulla di un'istituzione sociale, sono diventate solo aziende a fini di lucro. Tu hai studiato l'economia criminale. Che ruolo hanno avuto le mafie nell'incubazione di questa crisi, e che ruolo possono giocare ora che è esplosa? Un ruolo enorme in entrambi i casi. Dubai è cresciuta negli anni 90 anche come paradiso fiscale della mafia russa. Dopo il Patriot Act, la 'ndrangheta si è avvalsa del trasferimento del business del riciclaggio dagli Stati uniti all'Europa. E oggi, la crisi è di sicuro una grande occasione per l'economia criminale, come insegna la storia della mafia americana dopo il '29. Quando non c'è né liquidità né credito, un'economia come quella mafiosa basata sui contanti ha un enorme potere di penetrazione ed è pronta a soccorrere le imprese che le banche abbandonano. Inoltre, in tempi di crisi il controllo politico si abbassa: non si bada troppo alla provenienza dei soldi, pecunia non olet. Infatti al G20 s'è parlato dei paradisi fiscali degli evasori, ma non di quelli del crimine organizzato. In «Economia canaglia» hai analizzato il mercato del sesso come ingrediente importante della globalizzazione. C'è una relazione fra questo mercato e quello dell'economia criminale? Sì, strettissima. Dopo l''89 l'industria del sesso in Occidente è diventata un immenso business a cui partecipano e attraverso cui sono entrate in contatto le mafie europee, quella russa e quella americana. Negli anni passati hai seguito la transizione degli ex paesi dell'Est all'economia di mercato. Come li vedi in questa crisi? E' uno dei punti fragili dell'Europa, ed è un punto potenzialmente esplosivo anche per le banche europee che hanno investito molto nell'ex Est: un collasso del mercato immobiliare lì avrebbe conseguenze molto negative qui. Per ora la situazione è sotto controllo perché l'Europa è intervenuta, ma il problema è fino a quando continuerà ad aiutarli, e come. Non vedo alternative al quantitative easing, la creazione di moneta apposita da immettere in questi paesi, anche se per ora la Bce esita di fronte ai rischi di inflazione. Questa crisi penalizzerà, com'è sempre accaduto, più le donne che gli uomini? Stavolta pare di no: negli Usa sta producendo disoccupazione più maschile che femminile, colpendo un settore prevalentemente maschile come la finanza. E' un dato interessante, un'inversione di tendenza rispetto al passato. Ma se il tracollo di oggi ha avuto un'incubazione lunga come quella che tu descrivi, perché nessuno ha suonato l'allarme prima? Gli economisti non hanno nessuna responsabilità? E l'informazione? Abbiamo ballato tutti sul Titanic, sottovalutando quello che si preparava? Va detto intanto che negli anni '90 tutti gli economisti sono finiti a lavorare in finanza, e osservare un fenomeno da dentro è molto diverso che osservarlo da fuori. Salvo poche voci isolate e inascoltate, ha prevalso una euforia della globalizzazione che ha convinto tutti dell'infallibilità del modello occidentale. Fatto sta che oggi, di fronte alla crisi del modello infallibile, non abbiamo una teoria economica alternativa! Quanto all'informazione, ha fatto solo da eco alle favole dei politici e degli uomini di finanza. Mi rendo conto che oggi i giornalisti non hanno tempo di approfondire nulla, ma possibile che nessuno guardi a un orizzonte di lungo periodo? In attesa della teoria alternativa, proviamo almeno a ipotizzare qualche rimedio. Come se ne esce? Obama, secondo te, ha preso la strada giusta? Primo rimedio: per uscirne dobbiamo prendere in considerazione tutto, Marx, Keynes, la teoria della decrescita, tutto quello che ci può aiutare, senza farci appannare da veli ideologici. Secondo: il consumismo sfrenato e la finanza cosiddetta creativa, che io preferisco chiamare finanza degli effetti speciali, ci ha portato a questo disastro: fermiamoci. Terzo: il protezionismo, che si associa sempre al nazionalismo, al populismo e agli arroccamenti identitari e razzisti, sarebbe un rimedio peggiore del male. Questa è una delle ragioni per cui nutro dei dubbi sulla strategia anticrisi di Obama, che non mi pare esente dal virus protezionista. E le altre ragioni? Non mi convince una risposta alla recessione che invece di porsi il problema di azzerare il rischio si limita a trasferirlo dal settore privato allo Stato, salvando il sistema bancario: ci vedo un tentativo di ripristinare lo status quo ante, un palliativo che non aggredisce il male alla radice. Per aggredirlo davvero bisogna cambiare più radicalmente strada, cominciando a infrangere tre miti: quello del rischio come bene commerciabile, quello del consumo invece della produzione come motore dell'economia, quello degli immobili come generatori automatici di ricchezza. Bisogna rilanciare la produzione riconvertendola. E soprattutto bisogna che noi cittadini ricominciamo a vigilare su quello che politici e banchieri ci raccontano, e su quello che non ci raccontano: la crisi non è affatto superata e può riservarci ancora brutte sorprese.

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Destini mondiali (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-04-25 - pag: 12 autore: Destini mondiali La crisi costerà all'economia mondiale la bellezza di 4mila miliardi di dollari. Ogni abitante del pianeta si troverà a dover sopportare sul proprio groppone un debito causa crisi di quasi 700 dollari, che si vaa sommare ai vari debiti pubblici nazionali. Quei 700 dollari vengono spalmati su tutti, nessuno escluso, anche su chi vive con meno di un dollaro al giorno: questi teoricamente dovrebbero rimanere per 2 anni ininterrotti senza cibo per pagare le malefatte di poche centinaia di persone. Per questa gente non serve il carcere, serve invece mandarli dove sarebbero costretti a guadagnarsi il cibo con appena un dollaro al giorno. Giuseppe Peroni Carmagnola (To) I l passato recente ci offre una lezione nitida e incontrovertibile: per aiutare i poveri del mondo l'unica strada veramente efficace si è rivelata la globalizzazione e l'apertura dei mercati. Ce lo confermano ancora due scritti recenti: la pagina di Moisés NaÍm su questo giornale (si veda il numero del 16 aprile) e il libro Destini comuni, di Nayan Chanda, pubblicato da Scheiwiller.Se abbiamo a cuore la sorte dei derelitti, il nostro dovere è resistere alle tentazioni protezionistiche (con addentellati populisti) che abbandonerebbero definitivamente alla loro sorte chi si trova in condizioni di estrema povertà. E trovare strumenti più efficaci di governo delle conseguenze non volute del processo di globalizzazione. • La polizza per la casa Prima di parlare della polizza anticalamità obbligatoria per gli edifici, ossia di un nuovo balzello sulla casa (come se non ce ne fossero abbastanza) sarebbe bene fare chiarezza sulle spese chei proprietari di casa debbono sostenere per un'altra sorta di polizza già esistente. Si tratta dei circa 150 milioni di euro l'anno chei proprietari urbani di casa pagano ai Consorzi di bonifica, per il teorico fine di tutelare gli edifici. Si cominci a rivedere questo sistema impositivo, applicato con scarso rispetto della legge da parte dei Consorzi. Poi, si potrà discutere della polizza, del resto già prevista in una legge dello Stato. Sandro Micozzi Teramo Annozero in Abruzzo Trovo alquanto sconcertante che il lettore Oriano Lannuso (si veda la lettera «...e monologhi di Santoro», pubblicata sul Sole 24 Ore del 18 aprile) provi fastidio per la messa in onda di un programma che propone delle tesi (che possono essere confutate, chi lo nega) su fatti che riguardano il nostro territorio. Anche se è banale dirlo, provo molto più fastidio quando vedo sulle rete Rai programmi d'infimo livello, senza lasciare scampo a un abbonato come il sottoscritto che, per fortuna, si rifugia in una buona lettura. è proprio vero che ognuno ha la propria angolatura.... Massimo De Nardi email Evasori impuniti... Leggo sul Sole 24 Ore che negli Usa la giustizia ha condannato un broker della Ubs ritenuto evasore fiscale a una sanzione di 780 milioni di dollari e alla condanna certa a tre anni di carcere che sicuramente sconterà. Mi domando se in Italia analoghi casi di evasione fiscale, per milioni di euro, scovati dalla Guardia di Finanza pagheranno le sanzioni loro comminatee sconteranno l'eventuale galera.Non è che tutto finirà in una bolla di sapone grazie ai cavilli giuridici, agli sconti di pena per patteggiamento, ai condoni e varie? Bruno Moltedo Milano ...e dati reali Vorrei precisare –a beneficio dei tanti "talebani fiscali" –che secondo i dati del Ministero dell'Economia e finanze un lavoratore autonomo dichiara il doppio della media, ovvero 36 mila euro. Non so se questo dato possa servire a smontare almeno un po' il mito dell'evasione fiscale di imprenditori e professionisti, però mi pare utile ricordarlo. Alessandro Spanu email

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Doha Round entro l'anno (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-04-25 - pag: 17 autore: INTERVISTA Ernest-Antoine Seillière Presidente Business Europe Doha Round entro l'anno Franco Vergnano CAGLIARI. Dal nostro inviato Il barone Ernest-Antoine Seillière, presidente della francese Wendel, è oggi il leader di Business Europe (la Confindustria Ue), dopo aver guidato gli imprenditori francesi del Medef dal 1997 al 2005. Alto, con le spalle larghe e una corporatura massiccia, il barone porta molto bene i suoi 72 anni e parla con voce bassa accompagnata da un tono rassicurante quanto assertivo. In una pausa dei lavori a porte chiuse del G8 di Forte Village a Santa Margherita di Pula, Seillière accetta di spiegare i dettagli (e alcuni retroscena) sui lavori, compresa la mancanza di alcuni Paesi chiave come Brasile, India e Cina. Presidente Seillière, sono emerse posizioni articolate all'interno dei lavori del G8 Business summit? C'è stata una grande unità d'intenti.Certo,anche sfumature diverse, ma nessuna tensione o posizioni inconciliabili. Lei si esprime in maniera molto diplomatica... Le assicuro che è la verità. In primo luogo tutti sono stati d'accordonell'apportare solo piccole limature al testo inizialmente presentato, frutto dei lavori preparatori e della pazienza degli sherpa. In secondo luogo è stato sottolineato come sia positivo il fatto che il mondo industriale risponda in maniera corale alla crisi. Ormai, dopo Berlino, Tokio e il summit straordinario di Parigi è la quarta volta in tre anni che ci riuniamo. D'accordo. Ma ci saranno pure state articolazioni differenti, da parte dei singoli Stati, visti gli interessi in gioco. Sui termini generali del documento c'è l'unanimità. Qualche differenziazione è emersa nelle singole politiche, ma si tratta più di sfumature, spesso anche temporali per la diversa velocità delle singole economie, che di vere contrapposizioni. Per esempio, sono tutti d'accordo sul fatto che il G8 rappresenti il cuore del G20 per i numeri che rappresenta. Qualcuno però, commentando le previsioni dell' Fmi, ha ricordato come mancassero al dibattito proprio le voci dei sistemi produttivi che sembrano sentire meno di altri la crisi. Nel senso che alcuni Paesi, pur avendo rallentato lo sviluppo, continuano a crescere. Tra questi possiamo citare l'India, la Cina e anche il Brasile che ha frenato meno di altri. Quali sono stati i punti di maggior dialettica? C'è l'impegno di tutti per concludere i negoziati commerciali sul Doha Round entro l'anno e nel lottare contro il riemergere del protezionismo. Uno dei tre delegati Usa, Thomas Donohue, si è detto contrario allo slogan di Obama sul «Buy American ». Qualche differenziazione è emersa anche sull'energia e, soprattutto, sul clima, specie sugli aspetti metodologici. Ognuno ha illustrato le sue legittime strategie. La Russia, per esempio, preferirebbe tenersi le mani più libere. Il Giappone vorrebbe evitare di entrare nei dettagli delle emissioni. La posizione degli Usa su Kyoto la conosciamo tutti. I Paesi più rigorosi, e avanzati, su questo versante sono quelli europei che hanno preso impegni precisi, e ambiziosi, da tempo. Intende dire che sul clima sono tutti preoccupati, ma solo a parole, per paura di danneggiare le singole industrie? è più difficile trovare su questo tema una posizione comune a livello mondiale che possa essere applicabile a tutti e che venga implementata con la medesima velocità in ogni Paese. «Questo è un elemento di unione, nonostante le differenze di posizione tra i vari Paesi» BLOOMBERG Ernest-Antoine Seillière

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Non c'è accordo su clima e CO2 (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-04-25 - pag: 18 autore: G-8 Ambiente. Il vertice di Siracusa si chiude con risultati inferiori alle attese: divergenze tra Ue, Usa, Russia e Giappone Non c'è accordo su clima e CO2 L'Onu: i Paesi più avanzati dichiarino gli obiettivi di riduzione delle emissioni Jacopo Giliberto Marco Magrini SIRACUSA. Dai nostri inviati In via ufficiale, il G8 Ambiente di Siracusa si è chiuso con due accordi. Una bella Carta di Siracusa sulla Biodiversità, argomento che appassiona gli ecologisti dell'orso polare e che è importante – parola del ministro italiano dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo – «anche contro la fame nel mondo ». Sul clima, tema bollente, invece si è arrivati a un modesto elenco di temi da trattare in futuro perché le delegazioni tra giovedì notte e venerdì mattina si sono spaccate e si sono sparigliate le carte per l'incontro dell'Onu sui cambiamenti climatici che si terrà in dicembre a Copenaghen. Da lunedì si cercherà di ricucire gli strappi durante il Major economies forum (Mef) convocato a Washington da Barack Obama con un'agenda che sembra lafotocopia di quella del G8 di Siracusa, mentre resta il dubbio sull'appuntamento successivo del Mef: era in programma in luglio alla Maddalena, ma lo spostamento del G8 all'Aquila ha fatto dire a Silvio Berlusconi che il Mef potrebbe tenersi alla Maddalena in autunno, oppure potrebbe accompagnare il G8 all'Aquila inluglio (come auspicano gli Stati Uniti, che hanno fretta di ragionare di clima). Una spaccatura di Siracusa riguarda gli obiettivi di concentrazione di anidride carbonica e le temperature massime dell'aria cui attenersi, e – per motivi differenti –Russia,Canada, Giappone e Stati Uniti non vogliono sentir parlare di queste cose che tanto piacciono a Bruxelles. L'altra divisione è sui Paesi in crescita. India e Sudafrica temono di impegnarsi a fondo, Cina e Brasile invece battono i Paesi industrializzati che da una decina d'anni traguardano limiti, delineano obiettivi, bisticcianosulle regole derivate dal Protocollo di Kyoto. Il Brasile invece parla poco e fa molto. Il 70% dell'energia è da fonti rinnovabili e il 50% dei carburanti per auto viene dalla canna da zucchero. Nei programmi di rilancio economico, in testa per investimenti ecologici, in efficienza energetica e riduzione delle emissioni non ci sono i grandi Paesi industrializzati. Prima al mondo per investimenti nella green economy è la Cina: il piano di rilancio destina all'economia pulita il 38% delle risorse; secondo il Brasile con il 18% mentre l'orgogliosa Europa ha un modesto 8 per cento. Esemplare il caso del ministro brasiliano Carlos Minc: «Abbiamo proposto al G8 di Siracusa che anche gli altri Paesi introducano la nostra tassa del 10% sui guadagni dell'industria petrolifera per alimentare i fondi destinati al clima. Proposta respinta. Abbiamo proposto una riduzione delle emissioni del 20% al 2017 e di un altro 25% al 2022, cioè un 45% in tutto. Proposta respinta». Alla fine sono stati individuati i nodi da sciogliere sul clima, e per la prima volta i Paesi G8 hanno accettato di parlarne. «Abbiamo definito in maniera franca e chiara – dice Prestigiacomo – i princìpi sui quali i capi di Stato dovranno spendere tutta la loro leadership: target nel breve e medio periodo; target a lungo termine; confrontabilità degli sforzi fra Paesi; finanziamenti; governance internazionale». «Quel che esce da Siracusa è che non è ancora chiaro come chiudere le distanze fra le posizioni dei vari Paesi»: Achim Steiner, 49 anni, direttore esecutivo dell'Unep (Onu), è critico ma anche realista. «è necessario che i Paesi industrializzati dichiarino apertamente gli obiettivi di riduzione delle emissioni che sono disposti ad assumere. Solo a quel punto, il vero dibattito potrà cominciare ». Il guaio è che, secondo Steiner, tutto questo dovrebbe accadere ben prima del cruciale appuntamento con il vertice di Copenaghen, a dicembre, che rischia altrimenti di raggiungere obiettivi «non sufficientemente ambiziosi». E qual è l'ambizione di partenza? «Resta quella di seguire le raccomandazioni degli scienziati dell'Ipcc:dimezzare le emissioni- serra entro il 2050. Da lì, si potranno poi decidere tutti gli obiettivi intermedi. In questo processo, dobbiamo mettere in conto tanto la real politik che la scienza». © RIPRODUZIONE RISERVATA Ministro. Carlos Minc, responsabile brasiliano dell'Ambiente ANSA

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Virus dai maiali all'uomo Messico, decine di morti (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Cronache data: 25/04/2009 - pag: 24 Sanità Contagi anche negli Usa. L'Oms: rischio di pandemia Virus dai maiali all'uomo Messico, decine di morti Il sottosegretario Fazio: da noi nessun rischio WASHINGTON Sessantuno morti, quasi mille persone infettate, scuole e locali pubblici chiusi nel Messico centrale. E otto casi segnalati negli Stati Uniti. Le autorità sanitarie internazionali sono in allerta per un nuovo ceppo virale H1N1 dell'influenza suina. Una possibile emergenza che è finita anche sulla scrivania di Barack Obama: «Il presidente è stato informato e segue la situazione », hanno comunicato i portavoce. Nessuno ha intenzione di spandere il panico ma da Atlanta, il Cdc, il centro specializzato nel seguire questo tipo di fenomeni, ha avvertito: «Forse è troppo tardi per impedire l'epidemia». Tutto è iniziato con una segnalazione dal Canada. Un turista rientrato da una vacanza in Messico ha presentato i classici sintomi influenzali. Febbre forte, malessere. Successivi test hanno mostrato che si trattava dell'influenza suina. I medici hanno allora avvertito i loro colleghi messicani che hanno riscontrato similitudini con decine di casi. E il fenomeno è cresciuto. Nel giro di pochi giorni il numero delle persone colpite nel Paese centro-americano è salito: quasi mille casi, 15 morti sicuramente provocati dal virus ed altri 46 decessi sospetti. Quindi le segnalazioni di 8 malati in alcuni stati americani confinanti: la California e il Texas. Davanti all'estendersi del contagio le autorità hanno varato contromisure nelle zone centrali del Messico, capitale compresa. Ieri è stata decisa la chiusura immediata di scuole, teatri, librerie lasciando milioni di bambini e di adulti a casa. A sorpresa, a conferma della situazione delicata, il presidente Felipe Calderon ha rinviato un'importante visita nella città di frontiera di Ciudad Juarez. Un viaggio che doveva riaffermare la presenza dello Stato in una località dilaniata dagli scontri tra i narcos e l'esercito. Per gli esperti questo tipo di virus è una novità. Per una serie di ragioni: La prima: raramente si trasmette da umano ad umano ed invece qui è avvenuto. La seconda: sembra essere una sintesi di fattori infettivi, in quanto le analisi dimostrano che racchiude elementi dell'influenza aviaria e di quella suina. «L'influenza messicana ha spiegato il professor Pietro Crovari dell'Università di Genova è una situazione che merita attenzione perché potrebbe essere il punto di partenza di una nuova pandemia. Trattandosi di un ceppo nuovo non abbiamo difese immunologiche». Particolare la storia del virus. Il primo H1N1 ha ricordato l'immunologo è stato isolato nel 1933, quindi nel 1956, infine è scomparso fino al 1977 quando è riapparso, forse per un campione «sfuggito», tra Cina e Russia. Tuttavia, ha aggiunto Crovari, non sembra essere particolarmente virulento. I casi negli Stati Uniti, come quello in Canada, si sono risolti senza gravi conseguenze. Al Cdc di Atlanta i dirigenti non hanno nascosto la loro inquietudine in quanto sostengono di non aver ricevuto ancora «informazioni complete». Mobilitata anche l'Organizzazione mondiale della Sanità che potrebbe convocare un vertice nelle prossime ore. In Italia, ha precisato il sottosegretario alla Sanità Ferruccio Fazio, siamo al livello di allerta 3, un gradino sotto la soglia d'allarme. «Non ci sono rischi, la situazione è sotto controllo», ma si sta valutando l'opportunità di effettuare controlli alle frontiere. Guido Olimpio Controlli La gente in fila per sottoporsi ai controlli davanti al General Hospital di Città del Messico (Ap)

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SIRACUSA Cinque nodi ancora da sciogliere sul clima ma questa volta i Governi li hanno messi nero s... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Sabato 25 Aprile 2009 Chiudi SIRACUSA Cinque nodi ancora da sciogliere sul clima ma questa volta i Governi li hanno messi nero su bianco anche se mancano target specifici. E il Brasile propone una petrol-tax del 10% sui proventi dell'industria del petrolio da destinare alla lotta ai cambiamenti climatici. Mentre sulla natura arriva la «Carta di Siracusa» contro lo scippo della natura. E per la prima volta un appello per la salute dei bambini. Si è chiuso così il vertice allargato (erano presenti anche Cina, India, Brasile, Messico, Indonesia, Sudafrica, Australia, Repubblica di Corea, Egitto) dei ministri dell'Ambiente del G8 a Siracusa. Il G8 Ambiente è stata l'occasione per testare il cambiamento di rotta dell'amministrazione Usa e ha visto anche la presenza di Lisa Jackson, presidente dell'Agenzia federale per l'Ambiente. Ma è stata anche una delle prime occasioni per coinvolgere, sui temi dell'ambiente, anche le economie in via di sviluppo che hanno garantito il loro impegno per il dopo-Kyoto. Dalla riunione arriva una "lista della spesa" per i premier sul fronte emissioni e tecnologie pulite. Il ministro italiano Stefania Prestigiacomo, padrona di casa, si è detta «estremamente soddisfatta» sottolineando che servono «azioni urgenti» sulla questione clima. «Abbiamo definito in maniera franca e chiara - ha detto Prestigiacomo - i principi sui quali i capi di stato dovranno spendere tutta la loro leadership» esprimendo grande condivisione per la scelta della sede a L'Aquila del G8. Sono 5 i nodi sul clima elencati. Due i documenti del G8 Ambiente. Il chair summary indica le misure per garantire l'accesso energetico ai paesi più poveri e l'impegno a mantenere entro i due i gradi l'aumento di temperatura del pianeta.

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Notizie in 2 minuti (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Due Minuti data: 25/04/2009 - pag: 64 Notizie in 2 minuti Primo Piano Fiat, scontro Italia-Ue E' scontro tra il governo italiano e il commissario europeo all'Industria, il tedesco Günther Verheugen, che ha criticato pubblicamente l'interesse della Fiat per la tedesca Opel («La Fiat è indebitata, dove trova i soldi?»). Dura reazione dell'ad di Fiat Marchionne, del ministro degli Esteri Frattini e del ministro del Tesoro Tremonti. Il Colle celebra la Carta Il presidente della Repubblica, alla vigilia del 25 Aprile, ha celebrato la Costituzione in cui «vivono i valori della Resistenza ». Ideali e valori che «sono validi per tutti», anche per chi «visse diversamente gli anni 1943-45». Focus I treni e la Cina E' scontro (commerciale) senza quartiere tra i Paesi occidentali per aprire rotte ferroviarie verso la Cina. Il traffico merci da e per la Repubblica Popolare è destinato a crescere. Ma le navi sono lente e gli aerei costosi. Restano i treni. Miliardi di investimenti e speranza di grandi profitti. Esteri Buccaneer, giallo su ostaggi I sequestratori somali della nave Buccaneer avrebbero lanciato un ultimatum di 72 ore, a partire da ieri, per avviare una trattativa concreta, pena l'uccisione dei 16 marinai, di cui 10 italiani. Lo hanno riferito i familiari di due degli ostaggi che hanno potuto parlare con loro giovedì sera. Ma la Farnesina frena: non ci risulta. Cronache Ucciso 17enne a picconate Dean Catic, 17enne di origine croata, è stato accoltellato più volte e poi finito a colpi di piccone da due amici italiani, Andrea B. di 18 anni e Jacopo M. di 20 anni, che hanno confessato. Il delitto, a Varese, forse per un diverbio legato allo spaccio di droga. Compito in classe, poi suicidio Tragedia nel Frusinate: un quindicenne è morto lanciandosi da una finestra del liceo che frequentava. Aveva appena finito il compito di greco. Dietro la tragedia, forse problemi di inserimento in classe. Scienze I satelliti che si autodifendono Accordo Italia-Francia per la costruzione di una rete spaziale di satelliti per comunicazioni in grado di difendersi da soli da eventuali attacchi elettromagnetici. Tecnologia duale, adatta sia per usi civili che militari. Cultura Alle origini della democrazia E' giusto ribellarsi alle leggi ingiuste in nome di un superiore diritto naturale? E, ammesso che sia giusto, ciò vale anche quando le leggi siano approvate da un parlamento eletto dalla maggioranza? Claudio Magris analizza le implicazioni di queste domande, che riconducono alle origini stesse della democrazia e al conflitto tra etica e ragion di Stato. Spettacoli Il nuovo Allen Alcuni divorzi, un matrimonio tra un uomo molto anziano e una ragazza della provincia Usa appena arrivata a New York, due uomini e una donna uniti dalla passione, un sentimento tra due uomini, qualche tentativo di suicidio. C'è tutto questo in Whatever Works, il nuovo film di Woody Allen, che torna alle origini, nella sua New York. Sport Inter, Ibra verso l'addio? «Ho un contratto con l'Inter e sto bene qui. Ma allo stesso tempo vorrei provare qualcosa di nuovo perché sono in Italia già da cinque anni». Lo ha detto Zlatan Ibrahimovic in un'intervista. «Ho vinto tutto in Italia e ho imparato molto da questo Paese. Ma c'è un momento nella tua vita in cui dici a te stesso che vuoi provare qualcosa di nuovo».

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dal nostro inviato SANTA MARGHERITA DI PULA Sì alla sfida per un'econo... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Sabato 25 Aprile 2009 Chiudi LUCIANO COSTANTINIdal nostro inviato SANTA MARGHERITA DI PULA Sì alla sfida per un'economia verde, no al protezionismo e all'eccesso di regole che possono frenare la ripresa. Il messaggio che esce dal G8 Business Summit di Santa Margherita di Pula è chiaro e determinato. Ma è anche un un invito caloroso, se non un avvertimento, ai governi a dare seguito concreto alle misure adottate per affrontare la crisi. Perchè i presidenti delle Confindustrie degli Otto Grandi (Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Russia, Canada e Giappone) non sembrano del tutto convinti, tutt'altro, che ai buoni propositi poi seguano i fatti. Un timore che Emma Marcegaglia espone, senza ghirigori dialettici, nella relazione di apertura. E lo ripeterà nell'illustrare la dichiarazione congiunta che ieri sera è stata consegnata, nel corso di una cena, a Silvio Berlusconi in vista del G8 di luglio a L'Aquila: «Occorrono strategie concrete e garanzie certe per evitare conseguenze anche negli anni a venire. Vogliamo vedere i risultati ora perchè ne abbiamo bisogno ora». Tra gli imprenditori la fiducia resta: «L'economia è in fase recessiva, però ne usciremo. Certo non vogliamo nè possiamo essere lasciati soli». Insomma, il leader degli industriali italiani continua ad essere cautamente ottimista sulla possibile uscita dal tunnel («probabilmente dal prossimo luglio» aveva affermato nei giorni scorsi) rispetto al 2010 immaginato dall'Fmi. Lo ribadisce in conferenza stampa: «C'è qualche timido segnale di ripresa che ci arriva dal nostro export anche se per il Paese il 2009 sarà ancora un anno pesante. Se c'è in questa previsione una opinione condivisa? No, ma tutti pensiamo ad un miglioramento per il 2010 anche se il momento è molto difficile e molto complicato». Quali sono le priorità formalizzate nel documento? Un maggiore coordinamento tra i Paesi nelle scelte da fare sul versante del credito; evitare spinte al protezionismo («Il grande male», lo definisce la Marcegaglia); un'impegno comune per la riduzione di Co2. Sulla ripresa aleggiano altri motivi di preoccupazione: la stretta creditizia, le difficoltà nell'approntare regole condivise in tema di cambiamenti climatici. In una parola, come governare la globalizzazione in un momento tra i più difficili del dopoguerra. Sì perchè «questa è la più grave crisi dalla fine del secondo conflitto mondiale», puntualizza il presidente di Confindustria. Una crisi che «ha punito le aziende migliori. Da ottobre stiamo subendo una stretta creditizia globale. Dopo anni di prestito facile, la crisi finanziaria ha portato le banche a diventare eccesivamente caute nel gestire le attività di credito, un rallentamento che ha prodotto il "credit crunch". I flussi creditizi, invece, devono tornare alla normalità. Quello che dobbiamo evitare è che la demonizzazione dei mercati si traduca in un eccesso di regolamentazione non necessaria e, conseguentemente, in un'ulteriore restrizione del credito e una più bassa crescita economica». Gli altri due temi che stanno a cuore alle imprese sono il protezionismo e l'ambiente. «Troppo spesso - sottolinea la Marcegaglia che si fa anche portavoce del G8 - ci sono casi di politiche protezionistiche e troppo spesso la nozione di interessi nazionali ha distorto il commercio e la concorrenza. C'è il rischio che il protezionismo eroda la nostra prosperità». Regole certe e condivise, dunque. Anche sull'ambiente: «Siamo pronti a prenderci le nostre responsabilità dopo aver individuato un giusto equilibrio tra salvaguardia ambientale, sicurezza energetica e competitività. La sostenibilità ambientale nn è solo necessaria, ma può rappresentare un potente motore di crescita».

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A Shanghai la crisi non si sente (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

MOTORI 25-04-2009 SALONE LA CINA SI AVVIA A DIVENTARE IL PRIMO MERCATO. IL MADE IN ITALY IN PRIMA FILA A Shanghai la crisi non si sente Prima mondiale per la Porsche Panamera. E adesso arriva anche la Smart II La crisi non è di casa a Shanghai, dove lunedì si è aperto un Salone dell'auto con 13 anteprime mondiali a cui sono presenti, oltre ai produttori cinesi, anche molti dei principali protagonisti internazionali del settore. A cominciare dai marchi di lusso, tutti a Shanghai per presiedere un mercato che, secondo gli analisti, nel 2009 ha ottime possibilità di divenire il primo al mondo a causa della crisi di quello americano. Il testa a testa con gli Usa è iniziato a gennaio quando per la prima volta in Cina sono state vendute più vetture. In un mercato mondiale dell'auto stimato nel 2009 in calo, secondo J.D.Power, dell'8,2%, la Cina dovrebbe crescere di circa il 10%. Già a marzo le vendite erano cresciute del 10,3%. Tra i marchi in passerella a Shanghai non mancano i gioielli del lusso Made in Italy, Ferrari e Maserati. Il marchio del Cavallino rampante presenta in anteprima asiatica la nuova California, mentre Maserati fa sfilare per il debutto cinese la GranTurismo S Automatica. Ferrari si conferma market leader nel segmento, con il 46% di market share. La Cina rappresenta un mercato strategico anche per Maserati che nel 2008 ha consegnato 350 vetture a clienti cinesi, per un aumento di circa il 70% rispetto all'anno precedente. Oggi la Casa del Tridente ha nel Paese una rete che copre le 11 maggiori città. L'amministratore delegato di Lamborghini Stephan Winkelmann ha colto l'occasione per annunciare l'inaugurazione del quarto showroom in Cina, oltre a presentare la nuova Murcielago LP 670-4 SuperVeloce. La vedette del salone però è la nuova Porsche Panamera, svelata in anteprima mondiale a Shanghai per la crescente importanza del mercato cinese, ha spiegato l'ad Wendelin Wiedeking, precisando che in Asia Porsche ha raddoppiato le vendite a 7.600 unità nell'anno fiscale 2007-2008. Anteprima anche per Mercedes. La casa di Stoccarda a Shanghai punta i riflettori sulla S 400 Hybrid, protagonista nell'ambito della premiere mondiale della Classe S Model Year 2009. E poi la Smart sbarca in Cina: Mercedes-Benz ha infatti annunciato l'introduzione ufficiale di Smart fortwo sul mercato cinese, dove saranno disponibili quattro modelli. Lamborghini Debutto cinese della Murcielago LP 670-4 Superveloce

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Gian Micalessin (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

25-04-2009 - I marinai italiani in ostaggio: «Trattate o domenica ci uccidono» 22-04-2009 - Giornata della Shoah, Israele: "Iran come la Germania nazista" 21-04-2009 - Night club, birra e sesso facile Bagdad torna città del piacere 20-04-2009 - Somalia: ostaggi italiani, i pirati si sparano tra loro 19-04-2009 - Iran, 8 anni alla giornalista Usa: «È una spia» 16-04-2009 - Beffa le guardie e chiama la tv: «A Guantanamo mi torturano» 15-04-2009 - L'armata dei baby-pirati fa il record: in ostaggio 20 navi e 340 marinai 14-04-2009 - «Gialli» e «rossi», resa dei conti dopo tre anni di faida politica 12-04-2009 - I pirati somali sequestrano nave con 10 italiani 11-04-2009 - Gb, arrestati terroristi: progettavano una strage 10-04-2009 - E Teheran rilancia la sfida alla Casa Bianca 09-04-2009 - Dopo la rivolta anti-comunista 06-04-2009 - Pyongyang sfida il mondo ma il lancio è un flop 05-04-2009 - «Son stata a Guantanamo e ora vi racconto com'è» 03-04-2009 - «E tu come li ammazzi?». In tv lo show dei boia 01-04-2009 - Netanyahu offre la pace agli arabi 31-03-2009 - A Doha i Paesi arabi corrono in soccorso del «boia del Sudan» 29-03-2009 - Disarmo nucleare, Usa e Russia non scherzano e scelgono il primo aprile per fare la pace 29-03-2009 - Stati Uniti e Russia non scherzano e scelgono il primo aprile per far pace 28-03-2009 - Obama: «Al Qaida vuol colpire di nuovo gli Usa» 27-03-2009 - Pyongyang sfida Usa e Onu: "Avanti col missile" 25-03-2009 - Retroscena Il segreto di Stato copre l'orrore 24-03-2009 - Afghanistan, Obama: "Non sarà per sempre" 23-03-2009 - Cina, rivolta contro polizia In manette 100 monaci tibetani 22-03-2009 - Khamenei gela le aperture di Obama caricamento in corso... più letti più votati più commentati LA RESISTENZA NON E' UN DOGMA di Mario Cervi Pansa: "Così la sinistra... di Redazione Confalonieri: "Quanti sciacalli... di Mario Giordano La ninfomane promette, ma non... di Michele Anselmi La storia più bella... di Redazione La storia più bella... di Redazione LA RESISTENZA NON E' UN DOGMA di Mario Cervi Confalonieri: "Quanti sciacalli... di Mario Giordano Pansa: "Così la sinistra... di Redazione Armiamoci e Di Pietro di Filippo Facci LA RESISTENZA NON E' UN DOGMA di Mario Cervi Obama: vedrete le foto delle torture Cia di Marcello Foa La storia più bella... di Redazione Il commissario nudista attento agli... di Alessandro M. Caprettini Massacrato per 40 euro e sepolto in... di Andrea Acquarone Pubblicità Pubblicità I nostri servizi Ricevi ilGiornale a casa tua Le iniziative in edicola Ricevi ilGiornale.it sul tuo computer Ricevi ilGiornale.it sul tuo lettore portatile Entra nella community de ilGiornale.it Archivio ilGiornale e ilGiornale.it © IL GIORNALE ON LINE S.R.L. - Via G. Negri 4 - 20123 Milano - P.IVA 05524110961 Chi siamo - Codice Etico - Disclaimer - Privacy Policy - Pubblicità - Contatti - Aiuto

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Marcello Foa (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

25-04-2009 - Obama: vedrete le foto delle torture Cia 23-04-2009 - Scandalo mutui Usa Il suicidio con giallo del supermanager 18-04-2009 - Obama come Bush: Cia assolta per le torture 16-04-2009 - "Obama? E' socialista" Il Texas vuole secessione 16-04-2009 - La protesta del tè per dire no alle tasse 15-04-2009 - Bugie sull'Italia: le Monde contro Repubblica 11-04-2009 - Obama perde tutte le guerre (per fortuna finte) con la Cina 10-04-2009 - Obama prepara la maxisanatoria per 12 milioni di clandestini 08-04-2009 - "La crisi? è la nostra grande occasione" 07-04-2009 - Obama: "Mai in guerra con l'Islam" 03-04-2009 - «Dal vertice passi avanti per rilanciare l'economia» 02-04-2009 - G20 a rischio flop, Obama in difficoltà ora cerca l'appoggio di russi e cinesi 30-03-2009 - Obama l’europeo si gioca tutto in una settimana 28-03-2009 - «Ora organizzano le ronde intorno alle nostre case» 27-03-2009 - Caccia selvaggia ai manager: per il G20 Londra blinda le banche 26-03-2009 - La crisi scatena l’odio Sequestri e assalti: è caccia ai manager 24-03-2009 - Geithner, il Tesoro di Wall Street 23-03-2009 - La ricetta anticrisi? Il decisionismo 21-03-2009 - Quel «nuovo» modo di comunicare preparato a tavolino per l'audience 18-03-2009 - Attali: "La crisi farà dell'Ue una superpotenza" 14-03-2009 - Anche Svizzera e Lussemburgo cedono sul segreto bancario 13-03-2009 - Il re Mida di Wall Street che consigliava i potenti truffando ricchi e poveri 12-03-2009 - Ora arriva anche il rosé "made in Ue": un miscuglio di vino rosso e bianco 12-03-2009 - Obama e l'Europa, idillio finito Tensioni sul piano per l'economia 11-03-2009 - «Così si può vincere la paura» caricamento in corso... più letti più votati più commentati LA RESISTENZA NON E' UN DOGMA di Mario Cervi Confalonieri: "Quanti sciacalli... di Mario Giordano Pansa: "Così la sinistra... di Redazione La ninfomane promette, ma non... di Michele Anselmi La storia più bella... di Redazione La storia più bella... di Redazione LA RESISTENZA NON E' UN DOGMA di Mario Cervi Confalonieri: "Quanti sciacalli... di Mario Giordano Pansa: "Così la sinistra... di Redazione Armiamoci e Di Pietro di Filippo Facci LA RESISTENZA NON E' UN DOGMA di Mario Cervi Obama: vedrete le foto delle torture Cia di Marcello Foa La storia più bella... di Redazione Il commissario nudista attento agli... di Alessandro M. Caprettini Massacrato per 40 euro e sepolto in... di Andrea Acquarone Pubblicità Pubblicità I nostri servizi Ricevi ilGiornale a casa tua Le iniziative in edicola Ricevi ilGiornale.it sul tuo computer Ricevi ilGiornale.it sul tuo lettore portatile Entra nella community de ilGiornale.it Archivio ilGiornale e ilGiornale.it © IL GIORNALE ON LINE S.R.L. - Via G. Negri 4 - 20123 Milano - P.IVA 05524110961 Chi siamo - Codice Etico - Disclaimer - Privacy Policy - Pubblicità - Contatti - Aiuto

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Nord Corea, sanzioni Onu (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Esteri data: 25/04/2009 - pag: 17 Colpite tre società Nord Corea, sanzioni Onu NEW YORK Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha raggiunto un accordo sulle sanzioni da comminare alla Corea del Nord dopo il lancio di un missile-satellite il 5 aprile. In particolare saranno interessate dalle sanzioni, che prevedono il congelamento degli asset, tre aziende: la Korea Mining Development Corp., la Korea Ryongbong General Corp. e la Tanchon Commercial Bank, accusate di essere coinvolte nel trattamento di materiale balistico. Intanto la comunità internazionale cerca di far ripartire i colloqui a sei (che coinvolgono Usa, le due Coree, Russia, Cina e Giappone) per la denuclearizzazione della penisola, abbandonati da Pyongyang dopo la condanna dell'Onu per il lancio.

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Generazione Millennial (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

LA TRIBÙ L'ESPOSIZIONE Tendenze Chi sono Logorroici, hanno trasformato Facebook in una moda ma ne sono già usciti Younger than Jesus: cinquantacinque artisti che sono già un movimento Generazione Millennial L'età Nati alla fine degli anni Settanta sono i più numerosi dopo i babyboomers e la «categoria» più studiata dal marketing L'anima Disincantati ma non di rottura sono cresciuti bombardati dai media E loro sanno come usarli e prenderli in giro GIULIA ZONCA Hanno meno di 33 anni, sono tecnologici e tradizionalisti Il futuro è nelle loro mani. Una mostra a New York li racconta INVIATA A NEW YORK Dietro il milione di iPods venduti nel 2008 c'è una generazione che il marketing prova a fotografare da quando è nata. Sono tanti, i più numerosi dopo l'ondata dei babyboomers, sbucati fuori alla fine dei Settanta sono il centro dell'attenzione di chi produce, chi scrive, chi inventa la tv e per capire che cosa hanno in testa non sono bastate le indagini di mercato e le ricerche sociologiche commissionate in serie. Scappano dalle definizioni perché sono cresciuti bombardati dai media e sanno come prenderli in giro, sono disincantati e tradizionalisti insieme e per scoprire che facce hanno si può fare un giro a New York. Lower East Side, il quartiere dove un tempo si rifugiavano i primi immigrati e oggi ospita il New Museum, arte più che contemporanea e una mostra: «Younger than Jesus», più giovani di Gesù, sotto i 33. Per farsi reclutare, i 55 artisti scelti da 25 paesi diversi, si sono lasciati anche vedere. Hanno risposto a questionari e consentito alle idee, alle storie, ai sogni di entrare in un enorme faldone che contiene gusti e aspettative: sono stati catalogati. Clic. L'istantanea non è così facile da decriptare però si porta dietro un nome, «Millennial». L'etichetta è di due sociologi, Strauss e Howe, che hanno poi girato i loro studi alle indagini di mercato, ma con la mostra la parola ha preso un nuovo senso perché sono loro, gli under Jesus, a parlare in prima persona e non era mai successo. Massimiliano Gioni, curatore del museo, ha selezionato questi artisti spinto da una sensazione: «Ho 35 anni, sono nato giusto un po' prima, però sento la distanza e volevo conoscere chi comanderà il mondo di domani, chi ci gestirà tra una decina d'anni. Chiunque si interessi all'esposizione non si chiede se questi sono gli artisti più cool del momento, ma se questo è il futuro». I Millennial sono logorroici, sbranano la tecnologia, la montano e smontano, la usano e la accantonano come è successo con Facebook perché la maggior parte di loro ha contribuito ad alimentarlo e poi lo ha mollato. Non credono a quanto sentono perché conoscono il gioco dei miliardi di finestre che si aprono da internet trasformando la realtà, ci scherzano su. Gioni prende in prestito la definizione di un critico e lo chiama «realismo isterico»: da un lato ogni informazione è accessibile, dall'altro ogni notizia è mediata plurime volte. Questi ragazzi sono logorroici e inventano ogni giorno un neologismo, creatività a flusso continuo e desideri e angosce che cambiano troppo in fretta per riuscire ad assecondarle. Per questo quei chili di sondaggi non sono stati di alcuna utilità. Non sono gioventù bruciata: zero ribellione e voglia di capire il passato. Haris Epaminonda, nato a Cipro nel 1980 e residente a Berlino, ha creato dei collages con i libri di storia. C'è una scultura messa insieme con vecchi giradischi o videogiochi usciti dalla circolazione. I Millennial sono i primi che ascoltano i fratelli maggiori e infatti citano Madonna e Michael Jackson tra i riferimenti culturali. Ruth Ewan, nato ad Aberdeen nel 1980, ha assemblato 1200 canzoni di protesta da «Bella ciao» a cori popolari. Tigran Khachatryan, nato a Yerevan, Armenia, sempre 1980, ha collegato versi armeni di poeti futuristi, censurati durante il regime sovietico, a spettacoli di gruppi punk. La memoria conta e la famiglia è indispensabile, cercano radici e identità di gruppo. Molti lavorano anche in crew, collaborano con altre teste perché il concetto del social network non è nato in rete, ma in strada, un posto che solletica e respinge. Nel museo si vede una lotta urbana tra skateboarder e una megalopoli rivista in chiave tribale. I Millennial sono autoironici perché si credono capaci di tutto e sanno che niente dura: Liz Glynn, in una performance, costruisce Roma in 24 ore e poi la disfa. Non ci sono italiani tra i 55 esempi di futuro e Gioni ammette: «Esistono ottimi artisti di quell'età, ma l'Italia è un paese vecchio e non si fida dei giovani, se pensate che in India oltre metà della popolazione ha meno di 25 anni...». Non solo l'Italia si spaventa, una piccola galleria, nella stessa strada del New Museum, sta per inaugurare una collezione di artisti nati prima del 1927, si chiama «Wiser than God», più saggi di Dio. Non ci si confronta più sulla provenienza, ma sull'età e i Millennial, così adatti a manipolare la vita, mettono paura. In Cina il 50 per cento della popolazione ha meno di 33 anni Negli Usa la generazione Millennial è la più numerosa dopo quella dei Baby boomers. Più di metà della popolazione indiana ha meno di 25 anni Nelle elezioni Usa del 2008 i Millennial con diritto di voto erano 50 milioni. In quelle del 2016 saranno un terzo della popolazione votante. Nell'Europa dell'Est i Millennial sono la prima generazione senza memoria del comunismo. Il matrimonio del principe Carlo con Lady Diana (1981) è uno dei primi eventi che ricordano di aver seguito in tv

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La Cina ha fatto il pieno Si vende il metallo rosso (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il (Plus)" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Plus sezione: ANALISI data: 2009-04-25 - pag: 29 autore: Commodities. Rame La Cina ha fatto il pieno Si vende il metallo rosso B ilancio di segno negativo questa settimana per il rame, oggetto di massicce vendite a causa delle difficili prospettive disegnate dagli esperti per la domanda e l'economia in generale. L'aumento dell'avversione al rischio e i nuovi dubbi circa il sistema finanziario Usa hanno completato il panorama negativo. In questi giorni poi si è aggiunto il timore di un possibile rallentamento degli acquisti (se non addirittura il blocco) da parte del Governo cinese per il sospetto che potrebbe già avere accumulato il proprio fabbisogno per il secondo trimestre. Le importazioni di metallo rosso cinesi in effetti hanno toccato in marzo il record di 296.843 tonnellate (+137,6% annuo) ed è quindi probabile un cambio di strategia che, secondo gli esperti, rischia di avere un significativo impatto dei corsi visto che Pechino è il maggiore consumatore con circa il 30% della domanda mondiale. Il mercato ha così abbandonato in fretta i picchi degli ultimi sette mesi toccati nella precedente ottava (4.925 dollari/ tonnellata), in un mercato che ha dato ampio spazio alle prese di beneficio (considerato che da inizio anno ha guadagnato oltre il 50 per cento). Ad accentuare il riserbo degli investitori ha contribuito anche il progetto dello Zambia, il principale produttore di rame dell'Africa, di aumentare il controllo statale sulle miniere di rame del Paese anche se gli analisti non si sbilanciano su quali effetti sul mercato questa iniziativa potrebbe avere. Fernando Mancini © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Per G7 economia mondiale potrebbe aver toccato fondo (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

WASHINGTON (Reuters) - La recessione che intrappola da mesi le economie avanzate si sta allentando e la ripresa dovrebbe emergere nella parte finale di quest'anno, anche se rimangono ancora rischi di un peggioramento. Lo sostengono ministri delle Finanze e i governatori delle banche centrali G7 nel documento emesso ieri notte al termine del loro meeting. Il messaggio di cauto ottimismo era stato anticipato sia da alcuni ministri e poi da una bozza del documento ottenuta da Reuters. I G7 promettono, inoltre, di agire con decisione per rendere solide le istituzioni finanziarie più importanti. "Abbiamo ragione di essere, in qualche misura, incoraggiati, ma sbaglieremmo se concludessimo che siamo vicini dall'emergere dalla tenebra in cui si è trovata l'economia mondiale all'inizio dello scorso autunno", ha detto ieri il segretario al Tesoro Usa, Timothy Geithner in una dichiarazione. A febbraio la visione dei G7 era ancora più cupa e ministri e banchieri avevano previsto che la fase di discesa dell'economia sarebbe durata per tutto il 2009 e non facevano menzione di segnali di stabilizzazione. "Dati recenti suggeriscono che il ritmo del declino delle nostre economie è rallentato e che stanno emergendo alcuni segnali di stabilizzazione" si legge nel documento emesso ieri notte. "Continueremo ad agire, come richiesto, per ristabilire il credito, sostenere la liquidità, iniettare capitale nelle istituzioni finanziarie, proteggere il risparmio e i depositi e affrontare il problema degli asset tossici. Riconfermiamo il nostro impegno a prendere tutte le misure necessarie per assicurare la solidità delle istituzioni con importanza sistemica" dice ancora il comunicato. Il G7 che comprende Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada, Francia, Germania, Italia e Giappone si è riunito nell'ambito del Spring meeting del Fondo monetario e della Banca mondiale. Il G20 - che include anche economie emergenti come Cina e India - ha tenuto un meeting subito dopo. Con l'attenzione rivolta ai segnali di stabilizzazione a allo sforzo per ripulire i bilanci bancari, il G7 ha scelto di ripetere la parte del comunicato che si riferisce alle valute, ribadendo il messaggio di febbraio sulla necessità di evitare movimenti disordinati e un'eccessiva volatilità dei cambi. Continua...

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Patto Generali - Agricole per Banca Intesa (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Patto Generali - Agricole per Banca Intesa Il Leone scommette ancora sull'Europa dell'Est e punta a bissare in India il successo ottenuto in Cina. Il titolo sale del 2,5% Sabato 25 Aprile 2009, Trieste NOSTRO INVIATO Un'assemblea fulminea, poco meno di cinque ore. Un'inezia rispetto ai tempi usuali delle assise delle Generali. Pochi spunti polemici rintuzzati con decisione dal presidente Antoine Bernheim che ribatte per due volte direttamente alle critiche, senza aspettare le conclusioni. La prima contro il socio Masetti, che fa notare come il titolo in un anno abba perso due terzi del valore. La replica è stizzita: «Le Borse di tutto il mondo hanno perso tra il 60 e il 70% del loro valore. Noi non abbiamo in portafoglio titoli tossici. Abbiamo subito le crisi provocate da altri». La seconda contro Davide Serra l'esponente del Fondo Algebris, che l'anno scorso l'aveva sfidato apertamente puntando su un posto per la sua lista nel collegio sindacale. Manovra che non si è poi concretizzata. Le critiche di Serra sono più circostanziate: sulla riduzione dei costi, sul piano di espansione negli Usa, poi messo in cassetto e specialmente sul rapporto con Commerzbank dove il Leone si trova nella singolare posizione di socio dello Stato tedesco, che ha salvato la banca con una ricapitalizzazione che lo ha portato a detenere il 25%, e l'Allianz, la compagnia rivale, che ha il 16%. «Nessun regalo ad Allianz, c'è un accordo industriale». Tra un anno quando questo verrà a cadere - ha spiegato poi l'amministratore delegato Sergio Balbinot - Commerzbank non sarà più una partecipazione strategica, ma semplicemente finanziaria. Quindi, se sarà conveniente, le Generali usciranno. Il passaggio chiave riguarda la strategia. Antoine Bernheim non si ricandida al vertice dell Generali. Il suo mandato scadrà l'anno prossimo ed ha già detto chiaramente che non intende fare il presidente onorario. O i soci gli rinnoveranno le deleghe esecutive, oppure tanti saluti. Ma sta già tessendo la tela delle alleanze. Il Leone ha stretto un patto di consultazione con il Credit Agricole in vista del rinnovo del consiglio di sorveglianza di Intesa San Paolo. Assieme ai francesi conta sul 10,89% del capitale della banca. I due soci presenteranno una lista comune di candidati e c'è un patto di consultazione anche per le nomine in consiglio di gestione. Sia Generali che Agricole non sono vincolate a mantenere i titoli. Possono vendere. «Noi facciamo un servizio al Credit Agricole che ha il 5,8% di Intesa San Paolo e vuole mantenere una posizione forte. Un favore - dice sornione Bernheim - che ci consentirà in un futuro di chiedere qualcosa a loro». Ma l'accordo cambia di fatto i rapporti con la superbanca di Bazoli il quale, si premura di far notare Bernheim, non solo è stato debitamente informato, ma è d'accordo: «Se il patto con il Credit Agricole fosse stato sgradito al presidente di Intesa SanPaolo Bazoli, non lo avremmo siglato». Prima, con Intesa Vita, il legame con le Generali era industriale, ora è finanziario e sui rapporti di bancassurance c'è mano libera, tanto che Bernheim non esclude neppure una partnership con Unicredit. Chiuso il capitolo Italia, il Leone conferma le sue strategie mondiali, che sono lungo tre direttrici: Europa dell'Est, specialmente Russia; Cina dove è già la prima compagnia occidentale; India, dove conta di bissare le performance cinesi e gli Emirati Arabi. La linea dei due amministratori delegati Sergio Balbinot e Giovanni Perissinotto si basa su un approccio pragmatico. La crisi globale richiede risposte immediate. Nel ramo vita, colpito dal crollo delle Borse, la tipologia delle polizze cambia dalle unit linked ai prodotti garantiti. Le difficoltà della bancassurance sono invece strettamente legate alla crisi di liquidità e le banche diventano concorrenti delle assicurazioni e collocano prodotti propri. La recessione pesa duramente sia sul ramo vita che su quello danni, nel senso che il vita risente del calo dei tassi e l'Rc auto del calo delle vendite di vetture e della maggior attenzione ai costi. Anche le imprese hanno meno soldi e cercano di risparmiare sulle polizze. «Ma in oltre 170 anni di storia - assicura Balbinot - le Generali sono sempre uscite più forti da ogni crisi e sarà così anche adesso». Confortati sulle prospettive future, i soci si accontentano del dividendo di 0,75 euro per azione, di cui 0,15 in contanti e il rimanente in titoli (uno gratis ogni 25 posseduti). Del resto il bilancio si è chiuso con 861 milioni di utili contro i quasi 3 miliardi del 2007. Neanche il Leone è scampato all'agguato dei mutui subprime, anche se ha limitato i danni. E la Borsa apprezza, ieri il titolo è salito del 2,49%. Giancarlo Pagan

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Edifici scolasticimanutenzione al via (sezione: Globalizzazione)

( da "Sicilia, La" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

bando di gara Edifici scolastici manutenzione al via g.l.) L'assessore provinciale allo Sviluppo economico Enzo Cavallo ha incontrato il presidente dell'Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Ragusa Daniele Manenti accompagnato da Corrado Cugno consigliere dello stesso organismo. L'incontro è stato voluto dai rappresentanti dell'Ordine che hanno offerto la piena disponibilità a collaborare con l'ente per una efficace azione a supporto delle imprese operanti in provincia al fine di un concreto ed ordinato sviluppo dell'economia provinciale in un contesto caratterizzato e fortemente condizionato dai processi di globalizzazione e dagli effetti della internazionalizzazione dei mercati.

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il summit (sezione: Globalizzazione)

( da "Sicilia, La" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

il summit @@titolo@@di Siracusa Alfio Di Marco Nostro inviato Siracusa. Riparte da Siracusa il lento, difficile cammino del mondo per trovare una soluzione all'emergenza inquinamento. Al termine della tre-giorni aretusea del G8 Ambiente (che riunisce Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Russia, Regno Unito e Stati Uniti) e alla quale hanno preso parte anche i rappresentanti di altri 12 Paesi (Cina, India, Brasile, Messico, Indonesia, Sudafrica, Australia, Repubblica di Corea, Egitto, Svezia, Danimarca e Repubblica Ceca) sono stati messi nero su bianco i cinque nodi da sciogliere da qui a dicembre quando a Copenaghen si terrà il summit delle Nazioni Unite sul clima. Un super-vertice che dovrà segnare la strada del dopo-Kyoto. «Questi i cinque capitoli-chiave – puntualizza il ministro italiano Stefania Prestigiacomo, tirando le somme delle assise –: un obiettivo nel breve e medio periodo; uno a lungo termine; confrontabilità degli sforzi fra i singoli Paesi; finanziamenti e regole di gestione internazionale». «Il G8 Ambiente – precisa il ministro – non ha assunto decisioni perché non è la sede. Tutti i ministri hanno però condiviso l'impostazione per il sostegno dei Paesi in via di sviluppo. Serve investire nell'ambiente anche in chiave anti-crisi: la green economy è un settore nuovo che può aprire spazi di mercato e creare posti di lavoro. Affideremo ora i documenti di sintesi su clima e biodiversità ai capi di governo e di Stato che a luglio si riuniranno all'Aquila. Da lì dovrà partire, ce lo auguriamo, un nuovo input per superare gli ostacoli e arrivare pronti al vertice di Copenaghen». Fin qui la facciata ufficiale del vertice. In realtà, i lavori di Siracusa sono stati molto duri e hanno messo alla prova la resistenza di tutti i partecipanti. Nodi centrali dello scontro, proprio la biodiversità e il clima. A tal punto che la tanto sospirata Carta di Siracusa è stata prima stravolta nella sua stesura originaria e quindi riscritta e ricucita più volte. Alla fine, il documento sottoscritto si pone come obiettivo di «arrivare a un completamento del negoziato sul regime internazionale di accesso e condivisione dei benefici delle risorse entro il 2010, attraverso un cammino comune e l'identificazione di opzioni normative vantaggiose». Un articolato dai toni «burocratesi» per mascherare l'incertezza che ancora regna e di cui si è fatto portavoce ieri in prima mattinata Carlos Minc, ministro dell'Ambiente brasiliano: «Tanta strada rispetto al recente passato è stata fatta qui a Siracusa – dice –, ma restano nodi ancora da sciogliere. E se non lo si farà, il Brasile e altri Paesi come India, Sudafrica, Messico, Germania e Canada non sottoscriveranno quegli accordi necessari per giungere uniti a Copenaghen». In altre parole, i Paesi in via di sviluppo e alcuni di quelli industriali che li appoggiano puntano all'adozione di obblighi vincolanti chiari e precisi nei confronti dei Paesi più avanzati anche per il periodo post-2012. Inoltre, alcuni Paesi non industrializzati come appunto Cina, India e Brasile non vogliono assolutamente mettere in discussione il loro status di Paesi in via di sviluppo, ovvero mischiare e confondere le discussioni e i negoziati nell'ambito del protocollo con quelli legati alla convenzione. L'obiettivo è quello di evitare di essere coinvolti nella definizione di una nuova ripartizione delle responsabilità che inevitabilmente comporterebbe obblighi economico-finanziari di non poco conto. «Con l'arrivo sulla scena internazionale di Barack Obama, la speranza ha ripreso vigore – conclude Minc, che a nome del suo Paese propone una petrol-tax del 10% sui proventi dell'industria del petrolio da destinare alla lotta ai cambiamenti climatici –. Ma sia chiaro che non accetteremo di firmare alcunché se non si cambiano le regole fissate a Kyoto. I Paesi industrializzati, entro il 2022, devono ridurre le emissioni nocive del 45%. Non solo: la verifica, dopo il 2012 (data di scadenza degli obblighi imposti dal Protocollo di Kyoto, ndr), dovrà avvenire ogni 5 anni, nel 2017 e nel 2022. Nei primi 5 anni la riduzione dovrà essere del 20%, per giungere al 45% nel quinquennio successivo. Confidiamo nell'impegno preso dal presidente Usa Obama: vedremo cosa saprà fare. Con lui sembra d'essere in Paradiso, rispetto all'amministrazione Bush. Ma le parole sono una cosa, i fatti ben altro». Il pallino torna dunque agli Stati Uniti dove il ministro Prestigiacomo si trasferirà lunedì per partecipare al Forum sulle maggiori economie di Washington, dove esporrà i contenuti del vertice di Siracusa cui ha preso parte anche la responsabile dell'Agenzia di protezione ambientale americana (Epa), Lisa Jackson che ha sottolineato la decisa virata degli Usa «nella politica su energie pulite e risparmio energetico».

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VENERDI' 24 Ambrosio 1 CARTA BIANCA A FERZAN OZPETEK Ore 14,30 "Black Narcissus" ("Nar... (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

VENERDI' 24 Ambrosio 1 CARTA BIANCA A FERZAN OZPETEK Ore 14,30 "Black Narcissus" ("Narciso Nero") Michael Powell, Emeric Pressburger (GB 1947) Ore 16,30 "Leoni al sole" di Vittorio Caprioli (Italia 1961) CONCORSO LUNGOMETRAGGI Ore 18,30 "Rückenwind" di Jan Krüger (Germania 2009) PANORAMICA CORTOMETRAGGI Ore 20,30 "Jag Är Bög" ("I am a gay") di Nicolas Kolovos (Svezia 2008) PANORAMICA LUNGOMETRAGGI Ore 21 "Patrick 1,5" di Ella Lemhagen (Svezia 2008) CONCORSO LUNGOMETRAGGI Ore 22,45 "El Patio de mi Cárcel" ("My Prison Yard") di Belén Macías (Spagna 2008) Ambrosio 2 PANORAMICA CORTOMETRAGGI Ore 14,15 "Traces" di Rachel Zisser (Usa 2007) "Mok-yok" ("The Bath") di Lee Mi Rang (Corea del Sud 2007) "Les Hommes sans gravitè" ("Man Without Gravity") di Éleonore Weber (Francia 2008) PANORAMICA DOCUMENTARI Ore 15,45 "Are you a Girl or What?" di Mathilda Piehl e Alex Fridunger (Sudafrica/Svezia 2007) "The Perfect Man" di Maria Akesson (Svezia/GB 2007) CONCORSO DOCUMENTARI Ore 16,45 "Boriven nee yu pai tai Karn Kun Kun" ("This Area is Under Quarantine") di Thunska Pansittivorakul (Thailandia 2009) CONCORSO DOCUMENTARI Ore 18,30 "Out in India: a Family's Journey" di Tom Keegan (Usa/India 2007) PREMIO SPECIALE MONIKA TREUT Ore 20 "Ghosted" ("Ai-Mei") di Monika Treut (Germania/Taiwan 2009) FUORI CONCORSO Ore 22 "Nés en 68" ("Born in 68") di Olivier Ducastel e Jacques Martineau (Francia 2008) Ambrosio 3 PANORAMICA CORTI Ore 14,15 "Rewind" di Anne De Léon, Sébastien Gordon (Canada 2008) "Man" di Myna Joseph (Usa 2007) "Shaonian bu dai hua" ("It Seems to Rain") di Tsai Chen-shu (Taiwan 2007) CONCORSO DOCUMENTARI Ore 15,30 "Intimidades de Shakespearey y Victor Hugo" ("Shakespeare and Victor Hugo's Intimacies") di Yulene Olaizola (Messico 2008) GUY GILLES: IL TEMPO FUORI TEMPO Ore 17 "Le Clair de terre" ("Heart Light") Guy Gilles (Francia 1970) PANORAMICA CORTOMETRAGGI Ore 18,45 "The Insomniacs" di Kami Chisholm (Usa 2008) PANORAMICA DOCUMENTARI Ore 19 "Tch't'adore" di Laurence Chanfro (Francia 2007) "Blu in You" di Michelle Mohabeer (Canada/Trinidad 2008) A VENT'ANNI DALLA CADUTA DEL MURO DI BERLINO Ore 20,30 "Coming Out" di Heiner Carow (Germania ex DDR 1989) CARTA BIANCA A FERZAN OZPETEK Ore 22,30 "Auntie Mame" ("La signora mia zia") di Morton Dacosta (Usa 1958) SABATO 25 Ambrosio 1 CONCORSO LUNGOMETRAGGI REPLICA Ore 11,30 "El Patio de mi Cárcer" ("My Prison Yard") di Belén Macías (Spagna 2008) CONCORSO LUNGOMETRAGGI REPLICA Ore 14,30 "Rückenwind" di Jan Krüger (Germania 2009) RETROSPETTIVA GIUSEPPE PATRONI GRIFFI Ore 16 "Addio, fratello crudele" di Giuseppe Patroni Griffi (Italia 1971) CONCORSO LUNGOMETRAGGI Ore 18 "Gu Huo" ("Fire in Silence") di Shen Weiwei (Cina 2008) CONCORSO LUNGOMETRAGGI Ore 20 "Leonera" ("Lion's Den") di Pablo Trapero (Argentina/Corea del Sud/Brasile 2008) CONCORSO LUNGOMETRAGGI Ore 22,15 "Selda" ("The Inmate") di Ellen Ramos e Paolo Villaluna (Filippine 2008) Ambrosio 2 CONCORSO DOCUMENTARI REPLICA Ore 11,30 "Out in India: a Family's Journey" di Tom Keegan (Usa/India 2007) SERIE LESBICHE Ore 14,30 "Sugar Rush" (episodio 1) di Sean Grundy (GB 2005) "Sugar Rush" (episodio 2) di Sean Grundy (GB 2005) VOICE OVER Ore 15,30 "A Horse Is Not a Metaphor" di Barbara Hammer (Usa 2008) "Diving Women of Jeju-do" di Barbara Hammer (Corea del Sud 2007) CONCORSO DOCUMENTARI Ore 16,30 "Giorgio/Giorgia: storia di una voce" di Gianfranco Mingozzi (Italia 2008) CONCORSO CORTOMETRAGGI Ore 18,15 "Heiko" di David Bonneville (Portogallo 2007) "Le Fossoyeur" di Sylvie Benavides (Francia 2008) "James" di Connor Clements (Irlanda del Nord 2008) "Clouded" di Ajae Clearway (Usa 2008) "En Compagnie de la poussière" di Jacques Molitor (Belgio 2008) "510 Meter über dem Meer" ("510 Meter Above the Sea Level") di Kerstin Polte (Svizzera 2008) "Les filles de feu" di Jean-Sébastien Chauvin (Francia 2008) PREMI SPECIALE VENTURA PONS Ore 20,45 "Foraster" ("Strangers") di Ventura Pons (Spagna 2008) PANORAMICA CORTOMETRAGGI Ore 22,45 "Her own way" di Limor Ziv (Israele 2007) PANORAMICA LUNGOMETRAGGI Ore 23 "Fucking Different Tel Aviv" di Elad Zakai, Eran Kublik Kedar, Ricardo Rojstaczer, Eyal Bromberg, Sivan Levi, Hagai Ayad, Nir Ne'eman, Yossi Brauman, Avital Barak, November Wanderin, Galit Florenz, Yasmin Max, Hila Ben Baruch, Stephanie Abramovich, Anat Salomon,Yair Hochner (Germania Israele 2008) Ambrosio 3 CONCORSO DOCUMENTARI REPLICA Ore 11,30 "Intimidades de Shakespeare y Victor Hugo" ("Shakespeare and Victor Hugo's Intimacies") di Yulene Olaizola (Messico 2008) EUROPA MON AMOUR- MUSCOLI IN GONNELLA: I PEPLUM ALL'ITALIANA Ore 14,15 "La Vendetta di Ercole" Vittorio Cottafavi (Italia/Francia 1960) ARDORFO ARRIETA: DELIRI D'AMORE Ore 16 "Le jouet criminel" di Ardorfo Arrieta (Francia 1970) "Le château de Pointilly" di Ardorfo Arrieta (Francia 1972) VOICE OVER Ore 17,30 "Desertogrigio" di Maria Arena (Italia 2008) "Alleluia" di Stéphane Marti (Francia 2008) "Oratorio" di Stéphane Marti (Francia 2008) "Le Banquet de Chacals" di Stéphane Marti (Francia 2008) PANORAMICA DOCUMENTARI Ore 19 "Homo Baby Boom" di Anna Boluda (Spagna 2008) "Pidá Kiinni" ("Hold On") di Sanna Liinamaa (Finlandia 2007) PANORAMICA DOCUMENTARI Ore 20,30 "Grasshoppers" di Deniz Buga (Usa 2009) "Incomplete Stories of New York" di Deniz Buga (Turchia/Usa 2008) PANORAMICA LUNGOMETRAGGI Ore 21 "Shank" di Simon Pearce (GB 2009) CINEMA IN VERSI: DOROTHY PORTER Ore 22,45 "The Monkey's Mask" ("La maschera di scimmia") di Samantha Lang (Australia/Can/Fra/ Ita/Giap 2000) DOMENICA 26 Ambrosio 1 CONCORSO LUNGOMETRAGGI REPLICA Ore 11 "Selda" ("The Inmate") di Ellen Ramos e Paolo Villaluna (Filippine 2008) Ore 14,15 "Gu Huo" ("Fire in Silence") di Shen Weiwei (Cina 2008) PANORAMICA CORTOMETRAGGI Ore 16,15 "Zucht" ("Breath") di Margien Rogaar (Olanda 2007) "Mr A" di Joe Murphy (Usa 2008) PANORAMICA LUNGOMETRAGGI "The Houseboy" di Spencer Lee Schilly (Usa 2008) CONCORSO LUNGOMETRAGGI Ore 18,15 "A Festa da Menina Morta" di Matheus Nachtergaele (Brasile 2008) PANORAMICA CORTOMETRAGGI Ore 20,30 "The Postcard" di Josh Kim (Corea del sud 2007) FUORI CONCORSO "Maman est chez le coiffeur" di Léa Pool (Canada 2008) CONCORSO LUNGOMETRAGGI Ore 22,45 "Serbis" ("Service") di Brillante Mendoza (Filippine/ Francia 2008) Ambrosio 2 CONCORSO DOCUMENTARI REPLICA Ore 11,30 "Giorgio/Giorgia: storia di una voce" di Gianfranco Mingozzi (Italia 2008) SERIE LESBICHE Ore 14 "Sugar Rush" (Episodio 3) di Sean Grundy(GB 2005) "Sugar Rush" (Episodio 4) di Sean Grundy (GB 2005) VOICE OVER Ore 15 "General Idea: Art. AIDS and the Fin du Siècle" di Annette Mangaard (Canada 2007) MUSIC & MOVIES ICONS - GB 1979/2009: FROM "ASHES TO ASHES" TO THE "COMMON PEOPLE" GENERATION Ore 16 Antologia di video musicali CONCORSO DOCUMENTARI Ore 17.20 "Falusi Románc: Meleg Szerelem" ("A Village Romance: Lesbian Love") di Kriszta Bódis (Ungheria 2007) CONCORSO CORTOMETRAGGI Ore 18,30 "Inkanyezi Yobusuku" ("Night Star") di Kekeletso Khena (Sudafrica 2007) "Wednesdays" di Deniz Buga (Usa 2008) "Tanjong Rhu" ("The Casuarina Cove") di Boo Junfeng (Singapore 2008) "El reloj" ("The Watch") di Marco Berger (Argentina 2008) "Senteurs" di Laura Schroeder (Lussemburgo 2008) "Lapsus" di Arnauld Visinet (Francia 2008) "Saliva" di Esmir Filho (Brasile 2007) "Over Vis en Revolutie" ("About Fish and Revolution") di Margien Rogaar (Olanda 2008) PREMIO SPECIALE JOHN GREYSON Ore 20,45 " Fig Trees" di John Greyson (Canada 2008) PANORAMICA LUNGOMETRAGGI Ore 22,45 "Ha-Sodot" ("The Secrets") di Avi Nesher (Israele/Francia 2007) Ambrosio 3 CONCORSO CORTOMETRAGGI REPLICA Ore 11 "Heiko" di David Bonneville (Portogallo 2007); "Le Fossoyeur" di Sylvie Benavidea (Francia 2008); "James" di Clements Connon (Irlanda del Nord 2008); "Clouded" di Ajae Clearway (Usa 08); "En compagnie de la poussière" di Jacques Molitor (Belgio 2008) "510 Meter über dem Meer"("510 Meter Above the Sea Level") di Kerstin Polte (Svizzera 2008) "Les filles de feu" di Jean-Sébastien Chauvin (Francia 2008) EUROPA MON AMOUR-MUSCOLI IN GONNELLA: I PEPLUM ALL'ITALIANA Ore 14,15 "Il figlio di Spartaco" di Sergio Corbucci (Italia 1963) PANORAMICA DOCUMENTARI Ore 16,15 " De Genere Family" di Massimiliano Tumino (Italia 2009) "L'ora d'amore" di Andrea Appetito e Christian Carmosino (Italia 2008) A VENT'ANNI DALLA CADUTA DEL MURO DI BERLINO Ore 18 "Westler" di Wieland Speck (RFT 1985) PANORAMICA LUNGOMETRAGGI Ore 20,30 "Ang Lihim ni Antonio" ("Antonio's Secret") di Joselito Altarejos (Filippine 2008) RETROSPETTIVA GIUSEPPE PATRONI GRIFFI Ore 22,30 "Metti una sera a cena" di Giuseppe Patroni Griffi (Italia 1969) LUNEDI' 27 Ambrosio 1 CONCORSO LUNGOMETRAGGI REPLICA Ore 11 "Leonera" di Pablo Trapero (Arg/Corea del Sud/Bras) Ore 14 "Serbis" ("Service") di Brillante Mendoza (Filippine/Francia 2008) Ore 15,45 "A Festa da Menina Morta" di Matheus Nachtergaele (Brasile 2008) PANORAMICA CORTI Ore 17.40 "Je vous hais petites filles" di Yann Gonzalez (Francia 2008) CONCORSO LUNGOMETRAGGI Ore 18,30 "Daybreak" di Adolfo Alix Jr. (Filippine 2008) FUORI CONCORSO Ore 20,15 "Another Gay Sequel: Gays Gone Wild!" di Todd Stephens (Usa 2008) CONCORSO LUNGOMETRAGGI Ore 22 "Wu sheng feng ling" ("Soundless Wind Chime") di Kit Hung (Hong Kong/Cina/Svizzera 2009) Ambrosio2 CONCORSO DOCUMENTARI REPLICA Ore 11,30 "Boriven nee yu pai tai Karn Kun Kun" ( "This Area is Under Quarantine") di Thunska Pansittivorakul (Thailandia 2009) SERIE LESBICHE Ore 14,15 "Sugar Rush (Episodio 5) di Sean Grundy (GB 2005) "Sugar Rush" (Episodio 6) di Harry Bradbeer (GB 2005) VOICE OVER Ore 15,15 "Pendant ce temps, dans une autre partie de la forêt" di Arnold Pasquier (Francia 2007) "Je flottererai sans envie" di Frank Beauvais (Francia 2008) PANORAMICA DOCUMENTARI Ore 16,45 "L'altra altra metà del cielo" di Maria Laura Annibali (Italia 2009) CONCORSO DOCUMENTARI Ore 17,45 "No Woman's Land" di Anne Smolar (Belgio 2008) CONCORSO DOCUMENTARI Ore 19.10 "Khastegi" ("Sex My Life") di Bahman Motamedian (Iran 2008) PANORAMICA CORTOMETRAGGI Ore 20,45 "Benni Has 2 Mothers" di Vivid Tjipura (Sudafrica 2007) SERIE LESBICHE "Society" di Vincent Pontsho Moloi (Sudafrica 2007) VOICE OVER Ore 22,45 "Boucle noire" di Denis Guéguin (Francia 2008) "Miracle de la chute" di Denis Guéguin (Francia 2008) "A Well Hung Monk" di Daniel McKernan (USA/GB 2008) "Middle-Earth" di Thunska Pansittivorakul (Thailandia 2007) "Just a Kiss" di Michael Wilde (Usa 2008) "Failure" di Nelson Henricks ( Canada 2007) "The Lollipop Generation" di G.B. Jones (Canada 2008) Ambrosio 3 CONCORSO CORTOMETRAGGI REPLICHE Ore 11 "Inkanyezi Yobusuku" ("Night Star") di Kekeletso Khena (Sudafrica 2007) "Wednesdays" di Deniz Buga (Usa 2008); "Tanjong Rhu" ("The Casuarina Cove") di Boo Junfeng (Singapore 2008); "El reloj "("The Watch") di Marco Berger (Argentina 2008); "Senteurs" di Laura Schroeder (Lussemburgo 2008) "Lapsus" di Arnauld Visinet (Francia 2008); "Saliva" di Esmir Filho (Brasile 2007); "Over Vis en Revolutie" ("About Fish and Revolution") di Margien Rogaar (Olanda 2008) EUROPA MON AMOUR- MUSCOLI IN GONNELLA: I PEPLUM ALL'ITALIANA Ore 14,15 "Maciste all'inferno" di Riccardo Freda (Italia 1962) CARTA BIANCA A FERZAN OZPETEK Ore 15,45 "Double Indemnity" ("La fiamma del peccato") di Billy Wilder (Usa 1944) PANORAMICA DOCUMENTARI Ore 17,45 "Una questione delicata" di Peter Marcias (Italia 2009) "Sarajevo Queer Festival 2008" di ?azim Derviševi?, Maša Hil?išin (Bosnia Erzegovina 2008) GUY GILLES: IL TEMPO FUORI TEMPO Ore 19,15 " Guy Gilles et le temps désaccordé" di Gaël Lépingle (Francia 2008) ARDORFO ARRIETA:DELIRI D'AMORE Ore 20,45 "Les Intrigues de Sylvia Couski" di Ardorfo Arrieta (Francia 1974) STONEWALL: DA JUDY GARLAND A HARVEY MILK Ore 22,30 "575 Castro St." di Jenni Olson (Usa 2008) "My name is Harvey Milk" di Leonardo Herrera (Usa 2008) "The Times of Harvey Milk" di Rob Epstein (Usa 1985) MARTEDI' 28 Ambrosio 1 CONCORSO LUNGOMETRAGGI REPLICA Ore 11 "Wu sheng feng ling" ("Soundless Wind Chime") di Kit Hung (Hong Kong/Cina/Sviz 2009) CONCORSO LUNGOMETRAGGI REPLICA Ore 15 "Daybreak" di Adolfo Alix Jr. (Filippine 2008) CARTA BIANCA A FERZAN OZPETEK Ore 16,30 "Bianca" di Nanni Moretti (Italia 1984) PANORAMICA CORTOMETRAGGI Ore 18,15 "Ynglinge" ("First Flush") di Mikkel Munch-Fals (Danimarca 2006) "En Forelskelse" ("Awakening") di Christian Tafdrup (Danimarca 2008) CONCORSO LUNGOMETRAGGI Ore 20 "Luan qing chun" ("Beautiful Crazy") di Chi Y. Lee (Taiwan 2008) CONCORSO LUNGOMETRAGGI Ore 22 "Rabioso sol, rabioso cielo" di Julián Hernández (Messico 2008) Ambrosio 2 CONCORSO DOCUMENTARI REPLICA Ore 11,30 "No Woman's Land" di Anne Smolar (Belgio 2008) "Falusi Románc: Meleg Szerelem" ("A Village Romance: Lesbian Love") di Kriszta Bódis (Ungheria 2007) SERIE LESBICHE Ore 14,30 "Sugar Rush" (Episodio 7) di Harry Bradbeer (GB 2005) "Sugar Rush" (Episodio 8) di Harry Bradbeer (GB 2005) PANORAMICA CORTOMETRAGGI Ore 15,30 "Center of the Universe" di Jarrah Gurrie (Usa/Australia 2007) "Somebody is Watching" di Maxime Desmons (Canada 2008) "The Honeymoon Suite" di Papkoom Treechairusmee (Thailandia/GB 2008) CONCORSO DOCUMENTARI Ore 16,30 "Les parents" di Christophe Hermans (Belgio 2008) Ore 18,15 "Queer China, 'Comrade' China" di Cui Zi'en (Cina 2008) OMAGGIO A FILIPPO TIMI Ore 20,45 "In principio erano le mutande" di Anna Negri (Italia 1999) RETROSPETTIVA GIUSEPPE PATRONI GRIFFI Ore 22,30 "Il mare" di Giuseppe Patroni Griffi (Italia 1962) Ambrosio 3 CONCORSO DOCUMENTARI REPLICA Ore 11,30 "Khastegi" ("Sex My Life") di Bahman Motamedian (Iran 2008) EUROPA MON AMOUR-MUSCOLI IN GONNELLA: I PEPLUM ALL'ITALIANA Ore 14,15 "Ercole contro Moloch" di Giorgio Ferroni (Italia 1963) GUY GILLES: IL TEMPO FUORI TEMPO Ore 16,15 "Au pan coupé" ("Wall Engravings") di Guy Gilles (Francia 1968) ARDORFO ARRIETA: DELIRI D'AMORE Ore 17,30 "El crimen de la pirindola" di Ardorfo Arrieta (Spagna m1965) "La imitaciòn del àngel " di Ardorfo Arrieta (Spagna 1967) "Tam-tam" di Ardorfo Arrieta (Fra/Spa/Usa 1976) VOICE OVER Ore 19 "Sois sage, ô ma Douleur..." ("Be Still, O My Sorrow.") di Damien Manivel (Francia 2008) "If One Thing Matters - A Film About Wolfgang Tillmans" di Heiko Kalmbach (Germania/Usa 2008) CARTA BIANCA A FERZAN OZPETEK Ore 20,45 "Il segno di Venere" di Dino Risi (Italia 1955) OMAGGIO A SHU-LEA CHEANG Ore 22,45 "Fresh Kill" di Shu-Lea Cheang (Usa 1994) MERCOLEDI' 29 Ambrosio 1 CONCORSO LUNGOMETRAGGI REPLICA Ore 11 "Rabioso sol, rabioso cielo" di Julián Hernández (Messico 2008) CONCORSO LUNGOMETRAGGI REPLICA Ore 15 "Luan qing chun" ("Beautiful Crazy") di Chi Y. Lee (Taiwan 2008) PANORAMICA DOCUMENTARI Ore 16,45 "Chris & Don: A Love Story" di Guido Santi e Tina Mascara (Usa 2007) PANORAMICA LUNGOMETRAGGI Ore 18,30 "Nesio" di Alan Coton (Messico 2007) CONCORSO LUNGOMETRAGGI Ore 20,30 "Elève libre" di Joachim Lafosse (Belgio 2008) PANORAMICA CORTOMETRAGGI Ore 22,30 "Keluar Baris" ("Homecoming") di Boo Junfeng (Singapore 2007) FUORI CONCORSO "Boy" di Auraeus Solito (Filippine 2009) Ambrosio 2 CONCORSI O DOCUMENTARI REPLICA Ore 11 "Queer China, 'Comrade' China" di Cui Zi'en (Cina 2008) SERIE LESBICHE Ore 14,15 "Sugar Rush" (Episodio 9) di Harry Bradbeer (GB 2005) "Sugar Rush" (Episodio 10) di Harry Bradbeer(GB 2005) CONCORSO CORTOMETRAGGI Ore 15,15 "Bongo Bong" di Ken Wardrop (irlanda 2007) "Boy Meets Boy" di Peter Kim (Corea del Sud 2007) "En la luz del sol brillante" di Jesús Torres Torres (Messico 2008) "Mon printemps talons hauts" di Viva Delorme (Francia 2008) "Dish" di Brian Harris Krinsky (Usa 2009) "Kaveri" ("A Mate") di Teemu Nikki (Finlandia 2007) "Même pas mort" di Claudine Natkin (Francia 2007) "Paradise" di Mark Robinson (Australia 2007) "Xia wu" ("Summer Afternoon") di Ho Wi Ding (Taiwan 2008) CONCORSO DOCUMENTARI Ore 17,30 "Isola Nuda" di Debora Inguglia (Italia 2008) CONCORSO DOCUMENTARI Ore 19 "Punches' n' Ponytails" di Pankaj Rishi Kumar (India 2008) VOICE OVER Ore 20,45 "Umbrella" di Kerstin Schleppegrell e Inger Schwarz (Germania 2007/2008) "There is a Spider Living Between Us" di Tejal Shah (India 2008) PANORAMICA LUNGOMETRAGGI "Xiao shu da xia tian" ("Love Mime") di Zhu Yiye (Cina 2008) OMAGGIO: FILIPPO TIMI Ore 22,30 "Homo ominis lupus" di Matteo Rovere (Italia 2006) "In Memoria di me" di Saverio Costanzo (Italia 2007) Ambrosio 3 CONCORSO DOCUMENTARI REPLICA Ore 11,30 "Les parents" di Christophe Hermans (Belgio 2008) ARDORFO ARRIETA: DELIRI D'AMORE Ore 14,30 "Flammes" di Ardorfo Arrieta (Francia 1978) VOICE OVER Ore 16 "Sérénade... In Fragments" di Marijo St-Amour (Canada 2008) "L'Apesanteur" di Pascal Robitaille (Canada 2008) Ore 17,15 "Samstag Abend im Eagle" ("Saturday Night at the Eagle") di Marc Adelman (USA 2007) "The Universe of Keith Haring" di Christina Clausen (Italia/Francia 2007) GUY GILLES: IL TEMPO FUORI TEMPO Ore 19.10 "Absences répétées" di Guy Gilles (Francia 1978) STONEWALL: DA JUDY GARLAND A HARVEY MILK Ore 20,45 "I Could go on Singing" ("Ombre sul palcoscenico") di Ronald Neame (Gb 1963) OMAGGIO: SHU-LEA CHEANG Ore 22,45 "I.K.U" di Shu Lea Cheang (Giappone 2000) GIOVEDI' 30 Ambrosio 1 CONCORSO LUNGOMETRAGGI REPLICA Ore 11 "Elève libre" di Joachim Lafosse (Belgio 2008) PANORAMICA CORTOMETRAGGI Ore 14,15 "Cowboy"di Till Kleinert (Germania 2008) "Somebody got Murdered" di Tor Iben (Germania 2008) RETROSPETTIVA GIUSEPPE PATRONI GRIFFI Ore 15,45 "Divina Creatura" di Giuseppe Patroni Griffi (Italia 1975) A VENT'ANNI DALLA CADUTA DEL MURO DI BERLINO Ore 18 "Ein Traum in Erdbeerfolie" ("Comrade Couture") di Marco Wilms( Germania 2008) CINEMA IDEAL CITYPLEX PREMIAZIONE Ore 21,30 Cerimonia di chiusura con i premi del "Da Sodoma a Hollywood" Torino 24 GLBT Film Festival. Presenta Vladimir Luxuria FUORI CONCORSO Ore 22,45 "Mentiras y gordas" di Alfonso Albacete e David Menkes (Spagna 2009) Ambrosio2 CONCORSO DOCUMENTARI REPLICHE Ore 11 "Isola Nuda" di Debora Inguglia (Italia 2008) "Punches' n' Ponytails" di Pankaj Rishi Kumar (India 2008) PANORAMICA CORTOMETRAGGI Ore 14,15 "La Déchirure" di Mikael Buch (Francia 2007) "Easy Tiger" di Alkmini Boura (Svizzera 2008) "Im Sommer sitzen die Alten" di Beate Kunath (Germania 2009) PANORAMICA DOCUMENTARI Ore 15,15 "Excuse Me, What's Queever?" di Giulia Berto e Giulia Forgione (Italia 2008) PANORAMICA CORTOMETRAGGI "Turistas" di Marcos de Miguel, Isabel Coll (Spagna 2008) "Tect" ("Test") di Borislav Kostov (Bulgaria 2008) "Rifiuto" di Stefano Bighi, Enrico Giovannone (Italia 2009) "The Window" di Philippe Gosselin, Ronald Regina (Usa 2008) "Youthquake" di Salvatore Cutaia, Emanuele Vara (Italia/Spagna 2008); "Half a Lifetime" di Howard Smith (Sudafrica 2007) "How Do I Say This? I'm Gay!" di Michael Bodie e Silas Howard (Usa 2007); "Pizza" di Ivan Cazzola (Italia 2008) VOICE OVER Ore 17 "Backstage" di Davide Maldi (Italia/Usa 2008) "Chapter 6 - The Bag Lady" di Daniel Barrow (Canada 2008) "Land Forms" di Li Ning e Erikk McKenzie (Cina/Nor /Olanda 2008); "Made Up" di Owen Eric Wood (Canada 2008) RETROSPETTIVA GIUSEPPE PATRONI GRIFFI Ore 17,45 "Metti una sera con.Patroni Griffi" di Leopoldo Mastelloni (Italia 2008) Ambrosio 3 CONCORSO CORTOMETRAGGI REPLICA Ore 11,30 proiezione di "Bongo Bong" di Ken Wardrop (irlanda 2007) "Boy Meets Boy" di Peter Kim (Corea del Sud 2007) "En la luz del sol brillante" di Jesús Torres Torres (Messico 2008) "Mon printemps talons hauts" di Viva Delorme (Francia 2008) "Dish"di Brian Harris Krinsky (Usa 2009) "Kaveri" ("A Mate") di Teemu Nikki (Finlandia 2007) "Même pas mort" di Claudine Natkin (Francia 2007) "Paradise"di Mark Robinson (Australia 2007) "Xia wu" ("Summer Afternoon") di Ho Wi Ding (Taiwan 2008) PANORAMICHE DOCUMENTARI Ore 14,15 appuntamento con "When I Knew" di Fenton Bailey, Randy Barbato(Usa 2007) "Tongzhi in Love" di Ruby Yang (Cina 2008) OMAGGIO: SHU-LEA CHEANG Ore 15,30 "Sex Fish" (Usa 1993) "Sex Bowl" (Usa 1994) "Coming Home" (Giappone 1995) "Fingers and Kisses" (Giappone 1995) "Fluid" (Installation) ( Norvegia 1994) "The Fisting Club" (Germania 2008) "I Am You Are High on Milk" (Spagna 2008) ARDORFO ARRIETA: DELIRI D'AMORE Ore 16,30 proiezione di "Grenouilles" di Adolfo Arrieta (Francia/Spagna 1983) "Vacanza Permanente" di Adolfo Arrieta (Italia 2006) OMAGGIO: FILIPPO TIMI Ore 18 "Atomique-les trois portes" diretto da Filippo Timi (Italia 2000) "L'eredità di Caino" di Luca Acito e Sebastiano Montresor (Italia 2006)

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La Casa Bianca e la Fed truccano i conti? (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Nelle ultime 24 ore è scattato l'allarme in Messico per l'influenza suina e i media di tutto il mondo hanno ripreso la notizia con toni drammatici evocando il rischio di un contagio planetario. Sarà, ma gli studi sullo spin mi hanno insegnato a diffidare degli allarmi su improvvise epidemie provocate da malattie misteriose. Ricordate la Mucca pazza? E quelle immagini angoscianti dei bovini tremanti? All'epoca ci dissero che l'encefalopatia spongiforme bovina, variante del morbo di Creutzfeldt-Jakob, avrebbe provocato la morte di migliaia di persone, nonostante l'abbattimento di decine di migliaia di capi. Ma a oggi sono stati registrati 183 casi in tutto il mondo. Le autorità fecero bene a mettere al bando le farine di origine animale, che costringevano degli erbivori a trasformarsi in carnivori; ma l'allarme fu eccessivo. E la Sars? Vi ricordate le immagini dei condimini sigillati, con i medici che vi entravano indossando degli scafandri simili a quelli degli astronauti? Furono pochissime le vittime, ma ci fu panico in tutto il mondo. Oggi il virus pare sia scomparso. Ancora: l'influenza aviaria, Esiste dal 1878 e i casi di trasmissione all'uomo sono rarissimi. Eppure il mondo nel 2005 non parlava d'altro; i governi decisero di rendere obbligatorie stock di riserva del Tamiflu, un farmaco in realtà poco efficiente contro la malattia; per la gioia della Roche ( su quella vicenda segnalo la splendida inchiesta di Sabrina Giannini, trasmessa nel 2006 da report) Ora improvvisamente tutto il mondo parla dell'influenza suina e da Città del Messico arrivano, come da copione, notizie molto allarmanti. Gli Usa sostengono che sia troppo tardi per arignare il virus, l'Europa è in allarme. Si stanno creando tutte le premesse per diffondere una piscosi mondiale. Sarà ingiustificata come le altre? Io dico di sì, con una conseguenza facilmente prevedibile: per un po' ci si scorderà della crisi economica. Scritto in crisi, comunicazione, influenza suina, psicosi, spin, manipolazione, globalizzazione, economia, società, notizie nascoste Commenti ( 9 ) » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 23Apr 09 La Casa Bianca e la Fed truccano i conti? Navigando su Internet ho trovato alcune notizie assai interessanti. Il suicidio del top manager Kellermann ha fatto emergere un retroscena sconcertante sul modo in cui l'Amministrazione Obama gestisce gli interventi di risanamento. Il mese scorso ha tentato ripetutamente (ed energicamente) di convincere il management di Freddie Mac di nascondere il costo reale del programma varato per arginare la confisca degli immobili dei mutuatari insolventi. E che costo: 30 miliardi di dollari a carico della società. Il management (Kellermann incluso) si è opposto strenuamente e i rappresentanti del Tesoro hanno dovuto rinunciare. Alla fine la cifra è uscita, ma è stata subito relativizzata dalle rassicurazioni del presidente Barack Obama e del ministro del Tesoro Timothy Geithner. Ieri sera il numero uno di Bank of America, Kennet Lewis, ha rivelato che lo scorso settembre il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, e l'allora ministro del Tesoro Paulson fecero forti pressioni affinchè lo stesso Lewis non rivelasse le gravi difficoltà finanziarie di Merril Lynch, scoperte nell'ambito delle trattative per la fusione tra i due istituti. E se si considera che il governo ha autorizzato le banche a cambiare le regole contabili - e dunque ad annacquare le perdite sui debiti tossici - il quadro non è affatto rassicurante. Nessuno parla più del debito complessivo americano (pari al 35o% del Pil); pochi rilevano che la Cina da tre mesi sta riducendo l'acquisto di Buoni del tesoro americani o che il gettito fiscale sarà inferiore alle attese con inevitabili ripercussioni sul defiti pubblico. L'impressione è che le autorità Usa stiano tentando di mascherare i problemi o addirittura di indurre l'opinione pubblica a ignorarli. Ma basta truccare le carte per spingere il mondo fuori dalla crisi? Io dico di no: l'ipnosi aiuta ma non risolve. AGGIORNAMENTO: Una società di consulenza privata, la PNC Financial Services Group Inc, ha pubblicato ieri le stime sui debiti tossici delle banche americane. I risultati sono disastrosi: gli asset che non danno interessi sono aumentati del 169% nel primo trimestre 2009 in tredici dei più grandi istituti. Ma le Borse continuano a salire; già, il peggio è proprio passato. Scritto in banche, capitalismo, crisi, manipolazione, era obama, cina, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 57 ) » (2 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Apr 09 E' nel blog il futuro del giornalismo? Premessa: fino a metà del 2008 questo blog era una piacevole e utilissima integrazione al mio ruolo di inviato del Giornale. Negli ultimi mesi la situazione è cambiata: continuo ad essere un inviato del Giornale, ma il blog diventa sempre più qualificante per il mio profilo professionale e non solo perché è sempre più letto, con un media di commenti molto alta (e di questo vi sono molto grato). Mi capita sempre più spesso di essere invitato a partecipare a trasmissioni radiofoniche o televisive da colleghi che hanno letto commenti interessanti su "il cuore del mondo", mentre prima accadeva solo per gli articoli sull'edizione cartacea. L'altro giorno un brillante collega della Televisione della Svizzera italiana, Michele Fazioli, mi ha intervistato sul futuro del giornalismo e sulle insidie della comunicazione, con molte domande ispirate proprio dal blog (chi volesse seguirla può scaricare qui la trasmissione Controluce). E stamane un amico e valente blogger, Wolly, mi ha segnalato un interessante articolo di Alberto Flores d'Arcais, da cui risulta che tra gli oltre 20 milioni di blogger presi in esame in America (tutti quelli che lo fanno per passione, per informare, per gioco o per qualsiasi altro motivo) ce ne sono 1,7 milioni che ci guadagnano sopra. E per 452mila di costoro quei soldi sono la prima fonte di stipendio. E con 100mila visitatori unici si riesce a guadagnare 75mila dollari all'anno. Mica pochi. Con qualche ombra, però. Diversi blogger vengono pagati per "bloggare" un prodotto, spesso senza dichiarare il committente e questo è preoccupante perchè in questo modo si accentua il fenomeno della pubblicità parassitaria o camuffata, che già tormenta i media tradizionali. Ma secondo il Wall Street Journal è sempre più consistente il numero dei reporter che fanno buon giornalismo sul blog anzichè sui media tradizionali, come peraltro emerso recentemente a Perugia durante il riuscitissimo Festival internazionale di giornalismo. E in Gran Bretagna il Guardian inizia a guadagnare bene grazie alla pubblicità mirata raccolta attraverso i blog. Da qui la domanda: il futuro del giornalismo è nel blog? Vedo un mondo in cui ci saranno alcuni siti generalisti e tanti piccoli blog specializzati ad altro valore aggiunto, alcuni dei quali diventeranno vere e proprie testate giornalistiche (negli Usa è già successo con Huffington Post). Sbaglio? Inoltre mi chiedo: in una professione che sta cambiando rapidamente cromosomi, fino a quando i giornalisti italiani potranno pretendere di mantenere in vita un Ordine professionale? Scritto in crisi, blog, comunicazione, società, notizie nascoste, gli usa e il mondo, Italia, giornalismo Commenti ( 42 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Apr 09 La casta dei top manager continua a imperare (anche in Italia) Il mio amico e collega Nicola Porro latita un po' sul suo blog, ma sul Giornale è assai presente e ieri è stato uno dei rari giornalisti italiani a dare con la giusta evidenza una notizia che ritengo, purtroppo, molto significativa. Trattasi di questo: Tronchetti Provera ha deciso di "dimissionare" Carlo Puri Negri, il numero uno di Pirelli Real Estate. E a ben vedere. Come scrive Porro: "Il titolo piazzato in Borsa a 26 euro viaggia oggi intorno ai 4,7", e fino a pochi giorni fa era ancora più giù. "Nel 2008 Pirelli Re ha perso quasi 200 milioni ed è stata costretta a lanciare un aumento di capitale da 400 milioni. Se Pirelli Re non avesse avuto l'ombrello finanziario ed economico di Pirelli, sarebbe come le tante società immobiliari che stanno saltando come pop corn". Puri Negri, dopo molti anni lusinghieri, ha fallito ed è invitato ad andarsene. Il capitalismo funziona così. Ma se ne va con una buonuscita da 14 milioni di euro. E questo proprio non va. Perchè il capitalismo esige l'assunzione di responsabilità, mentre questa vicenda dimostra che la casta dei supermanager non ha imparato la lezione e continua a comportarsi con avidità, arroganza, disprezzo del buon senso e degli altri. Una casta che ha provocato i danni maggiori nelle banche, ma che influisce anche in altri settori.Ed è inutile parlare di risanamento e di capitalismo etico fino a quando prevarranno queste logiche. Torniamo ai fondamentali, a un sistema che premia chi fa bene, ma che punisce chi sbaglia. E' una questione di giustizia e di buon senso, ormai irrinunciabile, perchè senza fiducia sociale il sistema non regge. Scritto in banche, capitalismo, crisi, società, economia, Italia, notizie nascoste, democrazia, giornalismo Commenti ( 51 ) » (9 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 16Apr 09 Referendum, la Lega ha fatto bene i conti? Premessa: io sono (ma ormai bisogna dire ero) favorevole all'accorpamento tra il referendum e le elezioni europee, non fosse che per una questione di buon senso. Non ha senso a pochi giorni dal terremoto e in piena crisi economica sprecare 400 milioni di euro. Fini è indignato e ha ragione. Berlusconi avrebbe voluto l'abbinamento e ha dovuto cedere solo perchè la Lega ha minacciato la crisi di governo. Ma perchè la Lega non vuole l'accorpamento? Ufficialmente perché lo ritiene anticostituzionale; in realtà perchè teme che il referendum venga approvato e dunque rinviandolo al 14 o al 21 giugno punta al mancato raggiungimento del quorum. E che cosa chiede il referendum? I tre quesiti sono formulati in modo incomprensibile; di fatto propongono di: 1) abrogare le norme che permettono il collegamento tra le liste alla Camera. Il premio di maggioranza non verrebbe più attribuito alla coalizione vincente, ma alla singola lista che ottiene più voti. 2) attribuire il premio di maggioranza anche al Senato con nuove soglie di sbarramento: 4% alla Camera, 8% al Senato. 3) abrogare le candidature multiple che consentono a un candidato di correre in più seggi elettorali. Se passassero i primi due quesiti la Lega rischierebbe di diventare ininfluente alla Camera e di non entrare nemmeno al Senato. Ecco perchè ha alzato la posta in gioco. Il suo ostruzionismo è fondato su ragioni comprensibili. Ho l'impressione, però, che la maggior parte degli italiani non gradisca affatto lo sperpero di 400 milioni e che sia favorevole al referendum. Rinviarlo a metà giugno potrebbe non bastare per indurre il 50,1% degli elettori a disertare le urne. Inoltre da questa vicenda l'immagine della Lega esce offuscata: mentre l'Italia si unisce e riscopre uno spirito nazionale, il Carroccio fa prevalere il cabotaggio elettorale, che motiva la base del partito, ma rischia di irritare molti elettori moderati. Sì, la Lega ha le sue ragioni, tuttavia mi chiedo: Bossi ha fatto bene i conti? Scritto in politica, lega, referendum, pdl, crisi, democrazia, società, partito democratico, Italia Commenti ( 44 ) » (8 voti, il voto medio è: 2.5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 14Apr 09 Una farsa il ritorno agli utili delle banche Usa? Dunque, Wells Fargo ha annunciato utili per 3 miliardi di dollari, Goldman Sachs ieri per 1,5 miliardi e da qualche settimana le Borse festeggiano. Molti commentatori ritengono che il peggio, per le banche Usa, sia passato. E' davvero così? Ho molti dubbi. Com'è possibile che banche che fino a due mesi fa erano soffocate dai debiti tossici improvvisamente risplendano? Dove sono finiti i debiti? Strano, molto strano. O è un miracolo o c'è un trucco. Io propendo per la seconda ipotesi, per questa ragione: 1) Il governo americano ha consentito di allentare le regole mark-to-market, che obbligavano le banche a contabilizzare ogni giorni il valore di mercato dei loro debiti e siccome quelli tossici valevano zero gli istituti erano costretti a riportare perdite gigantesche. Ora invece le banche possono valutare con molta elasticità questi debiti. Secondo le nuove regole sono loro stesse a stabilire i criteri per stabilire il valore di questi titoli. L'istituto X ha un debito tossico che a valore di mercato vale 1, ma può decidere autonomamente che valga 5 o 6 perchè questo è il valore atteso fra uno o due anni. E le banche possono vantare utili inattesi. Capito? E' un nuovo esempio di finanza creativa. 2) Le banche in questi giorni sono sottoposte a uno stress-test e, i risultati preliminari, sapientemente passati al New York Times rivelano che lo stato di salute dei 19 principali istituti americani è migliore del previsto. Ma Nouriel Roubini in un post dimostra che sono inattendibili perchè fondati su premesse che la realtà ha già superato, in negativo. Ovvero i "casi estremi" considerati dal test sono molto migliori dei dati emersi nel frattempo sull'economia americana. Insomma, è una truffa. 3) La Federal reserve ha portato quasi a zero i tassi di interesse, ma l'Amministrazione Obama si è ben guardata dall'imporre limiti sui tassi che gli istituti finanziari posso chiedere al consumatore, che, negli Usa restano altissimi, a cominciare da quelli sulle carte di credito. Le banche li stanno addirittura alzando. Si finanziano a tasso zero, ma impongono al consumatore tassi superiori al 10%. Corrette e riconoscenti, come sempre. Il G 20 ha proiettato l'illusione di una regolamentazione dei mercati finanziari, le Borse risalgono, Obama alimenta le speranze parlando di "segnali di ripresa". E' evidente il tentativo di infondere artificialmente fiducia, di cambiare la psicologia del mercato e della gente, nella speranza che la profezia di un mondo migliore e improvvisamente risanato si autoavveri. Sarà, ma il ritorno agli utili delle banche Usa mi sembra una farsa. E a lungo termine questa manovra, che non rimuove il male ma lo accentua, estremamente pericolosa. Scritto in banche, capitalismo, crisi, spin, manipolazione, globalizzazione, economia, era obama, gli usa e il mondo Commenti ( 63 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.57 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 09Apr 09 Per "Repubblica" l'immigrazione clandestina è peccato veniale Dunque Berlusconi non cambia linea nella lotta all'immigrazione clandestina e per rimediare al no della Camera, prolungherà il decreto in scadenza il 26 aprile. Mille immigrati, quasi tutti tunisini, non verranno messi in libertà. Ed è probabile che in futuro vengano approvate norme ancora più restrittive: la Spagna di Zapatero, la permissiva Olanda, la Gran Bretagna del laburista Brown vanno in questa direzione. E ieri il presidente francese Sarkozy ha pubblicato una direttiva che Alberto Toscano riassume così: "Massimo controllo di chi arriva per lavorare e massimo sforzo per allontanare (con le buone o con le cattive) dal suolo nazionale gli extracomunitari privi di permesso di soggiorno". Quest'anno dovranno essere espulsi almeno 27mila clandestini; come dire: lavoro ai francesi, via gli irregolari. Si tratta di misure draconiane, ben più severe di quelle italiane. Ma per la stampa di sinistra il governo italiano è troppo duro, disumano. Sulla Repubblica di oggi, ad esempio, Massimo Giannini, scrive: " L'allungamento a 180 giorni della permanenza dell'immigrato nei centri di smistamento è persino peggio: una misura sostanzialmente carceraria, stabilità da un'autorità amministrativa, in assenza di reato e di garanzia giurisdizionale >". In assenza di reato? Fino a prova contraria l'immigrato che tenta di entrare non avendo i documenti in regola, nè i visti necessari, viola le leggi del Paese. E questo, sebbene formalmente sia un illecito amministrativo, non può essere tollerato, soprattutto quando assume proporzioni preoccupanti che la società italiana dimostra di non tollerare più . Ma, evidentemente, per "Repubblica" l'immigrazione clandestina è un peccato veniale. (Versione aggiornata del post) Scritto in crisi, comunicazione, pdl, politica, partito democratico, società, francia, immigrazione, Italia, europa, giornalismo Commenti ( 95 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 08Apr 09 Dalla crisi (e dalle tragedie) può nascere un mondo migliore? Sul Giornale di oggi intervisto Bob Thurman, personaggio di grande caratura, sebbene poco noto in Italia. E' uno dei principali consiglieri del Dalai Lama, saggista di grande successo, la rivista "Time" lo inserì tra i dieci americani più influenti. Il suo è il punto di vista di un americano spirituale, che nella crisi finanziaria inizia a vedere una grande opportunità: quella di creare un mondo migliore. Secondo Thurman "è un bene che la coscienza collettiva degli americani si sia risvegliata. Urlano un poco? Se la gente smette di dare ascolto a certe élite e costringe chi ha provocato questo disastro a prendersi le proprie responsabilità questo può essere positivo», mentre prima la coscienza era assopita "perché prevaleva l'egoismo. Molti si rendevano conto degli abusi di un gruppo ristretto di persone, di lobbies molto potenti come quelle delle banche, ma finché riuscivano ad andare avanti si dicevano: cosa posso rimediare da solo? E siccome tutti pensavano così, nulla cambiava davvero. D'altronde bastava accendere la tele per distrarsi: chi parlava dei problemi reali? Nessuno, tutto era trasformato in uno spettacolo, anche l'informazione». Questa crisi è un'opportunità "perché il sistema così non poteva funzionare: stavamo correndo verso il disastro. Tutto a credito, tutto esasperato, centinaia di milioni di persone strappate alla campagne. Il governo americano e le grandi istituzioni dicevano ai Paesi piccoli: non potete proteggere i piccoli coltivatori. Così tutta la produzione finiva nelle mani dei grandi gruppi. E gli agricoltori senza più lavoro che cosa fanno? Vanno nelle città dove vivono nelle baraccopoli. È progresso questo? Ora c'è la possibilità di creare sistema più equilibrato. Era un'economia guidata dall'avidità, che ignorava i limiti delle risorse naturali e il rispetto della natura. Ora c'è la possibilità di creare un sistema più saggio, basato sui valori positivi dell'uomo». Thurman ricorda che "dopo ogni grande tragedia, la gente si scopre migliore. All'indomani dell'undici settembre i newyorkesi erano solidali, si cercavano, si aiutavano", li interpeta come segnali di una trasformazione della coscienza e della sensibilità collettive. E se osserviamo quel che sta accadendo in Abruzzo l'intuizione di Thurman trova conferme. Il mio collega Cristiano Gatti, racconta la straordinaria dignità degli abitanti delle zone colpite. Scrive in un bellissimo articolo: "Di sventure e di dolore, di lutto e di rabbia, insomma di creature afflitte e dolenti ormai ne abbiamo viste tante, passando da un cataclisma all'altro. Ma mai, lo dico da semplice testimone neutrale, ho ammirato un simile affresco di spontanea compostezza, di sano orgoglio, di rigoroso rispetto. L'Aquila e dintorni sono a pezzi, non c'è famiglia che non abbia un buon motivo per piangere, ma da questo girone infernale si alza solo silenzio, decoro, contegno. E voglia di ricominciare. Parole toccanti. Rifletto e mi chiedo: dalla crisi economica, dalle tragedie, sta nascendo davvero un mondo migliore? Scritto in capitalismo, crisi, società, globalizzazione, Italia, gli usa e il mondo Commenti ( 40 ) » (5 voti, il voto medio è: 4.6 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 07Apr 09 Terremoto, l'Italia che reagisce bene (con qualche eccezione) Per una volta l'Italia ha stupito in bene reagendo alla tragedia dell'Abruzzo: anzichè dividersi in polemiche sterili, il Paese si è unito. I soccorsi sono stati rapidi, la solidarietà della gente comune commovente, la reazione dei partiti finalmente responsabile. Ho apprezzato molto l'intervento di Franceschini in Parlamento che, senza se e senza ma, ha offerto il proprio sostegno a Berlusconi che, senza se e senza ma, l'ha accettato. Bene, con qualche ulteriore riflessione: 1) Ora si tratta di continuare su questa strada, scongiurando il rischio, molto alto, che passata l'emozione, prevalgano antiche e cattive abitudini ovvero che i fondi stanziati per la ricostruzione non arrivino mai, o solo in parte, a chi ne ha davvero bisogno. 2) Questa tragedia conferma, purtroppo, la mancanza di una cultura della prevenzione nel nostro Paese. In una zona a forte sismico troppi edifici non sono stati messi a norma e questo spiega perchè a crollare non sono state solo case vecchie ma anche edifici recenti. 3) Nonostante il cordoglio, qualcuno non si è trattenuto dall'insinuare qualche polemica. Per un certo mondo, il solito (ovvero il popolo di Grillo, Travaglio, Di Pietro), il terremoto si poteva prevedere e considera Giuliani, l'esperto che sostiene di averlo annunciato, un incompreso da difendere. Peccato che la sua previsione fosse imprecisa: aveva previsto il sisma per il 29 marzo a Sulmona. Immaginiamo che le autorità gli avessero prestato ascolto: migliaia di persone sarebbero state evacuate, poi il 30 o il 31 marzo fatte rientrare a casa. L'Aquila e i paesi circostanti non sarebbero stati risparmiati dalla scossa che ha colpito il 6 aprile, con epicentro il comune di Catipignano. Ieri ho partecipato a una trasmissione radiofonica in Francia su Rtl e uno dei più famosi sismologi francesi - dunaue senza alcun legame con il governo italiano - ha confermato che è impossibile prevedere i terremoti. La polemica non dovrebbe nemmeno iniziare, ma temo che di Giuliani sentiremo parlare a lungo. Sui blog di Grillo è Di Pietro tira già una certa aria.. sì, diventerà un eroe, un perseguitato, un nuovo simbolo di un'Italia confusamente arrabbiata e facilmente manipolabile. O sbaglio? AGGIORNAMENTO: tutti i leader del mondo hanno espresso all'Italia solidarietà e cordoglio, anche il presidente Obama, con toni partecipi e una lunga telefonata a Berlusconi. Lo ringraziamo, ma poi l'ambasciata americana ha deciso lo stanziamento di 50 mila dollari per l'assistenza umanitaria. Dico: 50mila dollari. Un pensierino ino ino ino, peraltro non richiesto dall'Italia. Il governo americano poteva proprio rispiarmarselo. Scritto in comunicazione, pdl, politica, partito democratico, spin, Italia, società, manipolazione, giornalismo Commenti ( 74 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Apr 09 Obama è il nuovo Gorbaciov? Ammettiamolo: questo viaggio in Europa e Turchia sancisce un grande successo di immagine per Obama. La stampa lo ha esaltato e non capita mai che un presidente, all'estero, venga accolto da folle in delirio. O meglio: succedeva a Gorbaciov ai tempi della perestroika. Obama in Germania ha parlato a un'assemblea di cittadini adoranti e i sondaggi rivelano che, se si candidasse alle elezioni politiche di fine settembre, batterebbe agevolmente Angela Merkel. Come Gorbaciov ha sposato una donna dal carattere forte, carismatico e capace di rompere gli schemi. La sua straripante popolarità dimostra che gli Usa, quando usano i toni giusti, possono essere ancora amati nel mondo e dunque che l'antiamericanismo non era viscerale, né irreversibile, ma limitato agli eccessi dell'era Bush. Infatti le proteste di strada non erano rivolte contro di lui. L'analogia con Gorbaciov, però, rischia di essere anche politica, sebbene non altrettanto drammatica nell'esito finale. L'esperienza del profeta della glasnost si concluse con il crollo dell'Urss, quella del primo presidente afroamericano difficilmente terminerà con l'implosione degli Stati Uniti. Ma proprio questo primo viaggio ha svelato al mondo un'altra America, meno sicura di sé, improvvisamente umile, a tratti quasi implorante. Quella di un tempo era abituata a imporre i compromessi, quella di oggi dà l'impressione di subirli. Il G20 è stato salutato come un grande successo, ma Washington non ha ottenuto l'impegno di tutti i Paesi a varare una maxi-manovra di stimolo. Dal vertice della Nato si aspettava un impegno ampio e coordinato da parte degli alleati per l'invio duraturo di nuove truppe in Afghanistan, ha ottenuto lo spiegamento di 5mila uomini limitato alle elezioni presidenziali. Eppure nelle scorse settimane aveva esercitato pressioni fortissime per piegare le resistenze degli europei. Inutilmente: per la prima volta il Vecchio Continente può dire no, senza temere lacerazionie tanto meno ritorsioni. La Ue è diventata improvvisamente forte? No, è quella di sempre caotica, litigiosa, multicefala. Semmai è l'America a essere divenuta debole. Obama ha avuto l'onestà intellettuale di ammetterlo: «Siamo stati noi a provocare la crisi finanziaria», da cui, però, gli Stati Uniti non possono uscire da soli. Ha bisogno degli altri, come ben sappiamo. E allora Obama è costretto ad assumere un registro inconsueto per un capo della Casa Bianca: quello del mediatore, dell'amico bonario, del leader che parla poco e ascolta molto. Nei due vertici - G20 e Nato - ha dovuto ritagliarsi un ruolo di negoziatore, di pacificatore. La sua è un'America che tende la mano e riscopre il consenso. Con un dubbio: Obama sta gestendo un periodo di difficoltà transitoria in attesa di riprendere il ruolo di superpotenza o, come Gorbaciov, verrà ricordato come il gestore di un grande Paese che declina tra gli applausi del mondo? Scritto in era obama, crisi, europa, globalizzazione, gli usa e il mondo, germania, francia Commenti ( 41 ) » (10 voti, il voto medio è: 3.5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti gli articoli di Marcello Foa su ilGiornale.it contatti Categorie banche (13) blog (2) capitalismo (14) cina (20) comunicazione (6) crisi (21) democrazia (64) economia (36) era obama (20) europa (15) francia (26) germania (6) giornalismo (55) giustizia (2) gli usa e il mondo (69) globalizzazione (50) immigrazione (41) influenza suina (1) islam (20) israele (2) Italia (157) lega (1) manipolazione (10) medio oriente (13) notizie nascoste (50) partito democratico (5) pdl (4) politica (4) presidenziali usa (23) progressisti (3) psicosi (1) referendum (1) russia (14) sicurezza (1) sindacati (1) società (31) spin (10) svizzera (5) turchia (12) Varie (17) I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. 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La civiltà è anche in ciò che mangiamo (sezione: Globalizzazione)

( da "Trentino" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

La civiltà è anche in ciò che mangiamo «Terra madre», educazione alimentare nell'incontro fra culture Là dove per anni si teneva il salone dell'auto oggi si tiene "Terra Madre", l'incontro mondiale delle comunità del cibo. Centinaia di migliaia di produttori di tutto il mondo s'incontrano ogni due anni non per porsi in concorrenza ma per ragionare insieme di difesa delle culture materiali e dei saperi dei territori. E' questa l'immagine di ciò che ci chiede il nostro tempo? Ancora una suggestione, forse, ma il richiamo della terra come fonte di vita, rispetto al delirio di uno sviluppo e di un mondo artificiale, ci sembra uno straordinario messaggio di speranza. Il messaggio che viene da "Terra Madre" è semplice: la civiltà è anche ciò che mangiamo. E non solo perché bisogna educarci al gusto ma perché occorre un approccio responsabile verso il cibo: "Buono, pulito e giusto" è il messaggio. Buono, riguarda la sfera sensoriale. è un concetto soggettivo che coniuga sapere e sapore. Pulito, perché prodotto nel rispetto dell'ambiente, durante tutta la filiera, dal campo alla tavola. Giusto, perché conforme ai concetti di giustizia sociale, negli ambienti di produzione e di commercializzazione. "Buono, Pulito e Giusto": un messaggio politico che attraversa l'economia, l'ambiente, la cultura, le relazioni umane. Il tema posto da Terra Madre, l'educazione alimentare e la tutela delle produzioni d'origine, non è una questione "da ricchi". Indica la necessità di un diverso approccio, oggi ineludibile, che è fatto di valorizzazione della qualità dei prodotti e della loro salubrità, di filiere corte e chilometri zero, di educazione alla stagionalità e tante altre cose ancora. Non sono cose dell'altro mondo, ci toccano da vicino, quotidianamente. Prendiamo ad esempio la crisi del latte. Nei giorni scorsi la nostra Federazione degli Allevatori ci ha detto che il latte, quello che un tempo era l'"oro bianco" del Trentino, non lo è più. Perché i costi di produzione sono in Trentino quattro volte superiori al prezzo di mercato del latte importato dalla Nuova Zelanda e che i piccoli produttori (che in stalla o nel campo ci sono dalla mattina alla sera) non ce la fanno più. Effetti perversi della globalizzazione, ma poi non tanto diversi dal commercio dell'acqua minerale, che viene trasportata da una parte all'altra del nostro paese con costi sociali ed ambientali la cui razionalità risponde solo alla logica del business. Non si tratta di chiudersi nell'autarchia, la globalizzazione è il nostro tempo. Si tratta semplicemente di prenderne le misure e di attrezzarci con risposte semplici ed adeguate. Anche sul piano legislativo. E' questo il significato del progetto di legge, il primo in questa legislatura, proposto dal Partito Democratico del Trentino, "Norme per l'orientamento dei consumi, l'educazione alimentare e il sostegno al consumo dei prodotti agroalimentari trentini" che domenica 26 aprile verrà presentato nella "Festa popolare del Chilometro Zero" che si svolgerà in Località Campel (poco sopra il Rifugio Campel di Villamontagna) a partire dalle ore 11 con pranzo a base di polenta e prodotti locali. Una domenica che vorremmo "buona, pulita e giusta", per prenderci gusto. Michele Nardelli Clemente Pedrotti Armando Stefani

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Inseguimenti, killer e retorica (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzetta di Modena,La" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Inseguimenti, killer e retorica Tra azione e commedia: tre pellicole in pillole FAST AND FURIOUS - SOLO PARTI ORIGINALI. Sequel delle avventure di inseguimento in auto, condite da scazzottate e sparatorie, protagonisti il ladro scavezzacollo Vin Diesel (due sole espressioni: con canottiera e no) e l'amico quasi-cognato poliziotto. 145 milioni di dollari per 105 minuti di nulla. Gli effetti digitali hanno rovinato anche la goduria che erano inseguimenti e incidenti d'auto "veri". VOTO: 5 Regia: Justin Li Genere: Azione Victoria, Raffaello LOUISE-MICHEL. Scoprirsi disoccupati e volersi vendicare del capo è tutt'uno per la bizzarra Louise. Le servirà un killer improbabile quanto lei. La strana coppia, due freak scartati dal sistema, insegue la sua preda in una commedia dark, a tratti esilarante, molto politicamente scorretta, sulla imprendibilità della globalizzazione. VOTO: 7 Regia: Benoit Delépine, Gustave Kervern Filmstudio 7B QUESTIONE DI CUORE. Sorta di "All That Jazz" all'amatriciana, autoreferenziale fino al fastidio con la sua cricca di amici e colleghi romani, forse il punto più basso nella carriera di una regista sempre sopravvalutata, con la sua "carineria", la sua attenzione per il "diverso", la cucina romana, lo sguardo politicamente corretto. Non si va al di là di qualche scenetta tv di Albanese. VOTO: 5 Regia: Francesca Archibugi Genere: Commedia Astra, Victoria.

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Fmi, braccio di ferro sui fondi (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

IL BRASILIANO L'ITALIA Retroscena Fmi, braccio di ferro sui fondi Straus-Kahn però evita la spaccatura e apre all'ipotesi dell'emissione di bond Mantega: «Rivediamo la rappresentanza Poi parliamo di soldi» Da Roma otto miliardi di contributo per il rifinanziamento FRANCESCO SEMPRINI Draghi Il presidente del Fsf è ottimista «Nell'ultimo periodo il mercato va meglio Gli indicatori sono meno negativi» Tremonti «Servono nuove regole: sono importanti per uscire da questa crisi e anche per scongiurarne altre in futuro» NEW YORK E'braccio di ferro al Fondo Monetario Internazionale sul nodo dei fondi, ma a evitare il rischio di una spaccatura è il direttore Dominique Strauss-Khan. Meno di un mese fa a Londra i leader dei Paesi del G-20 si erano impegnati a rafforzare le dotazioni dell'Istituto e della altre istituzioni internazionali con 1.100 miliardi di dollari, ma oggi in seno al gruppo si assiste a un braccio di ferro tra economie avanzate e Paesi emergenti. I primi si impegnano a triplicare la dotazione a 750 miliardi dollari attraverso una doppia operazione. La prima di 250 miliardi su cui è giunto un accordo da attuare con prestiti bilaterali non convenzionali erogati in tempi brevi. La seconda invece prevede finanziamenti più strutturati attraverso il tradizionale sistema del New Arrangement of Borrow (Nab) il cui plafond sarà portato a 500 miliardi dagli attuali 50 miliardi. Oltre all'impegno già sottoscritto dal Giappone con cento miliardi di dollari, gli Usa contribuiranno con altri cento, così come l'Unione Europea (l'Italia stanzia otto miliardi). Si oppongo al progetto i Paesi emergenti guidati da Cina, India, Brasile e Russia (Bric), che vogliono contribuire attraverso l'emissione di bond a breve termine, scambiabili sul mercato secondario. Per le economie avanzate si tratta di una procedura che rischia di allungare i tempi del rafforzamento del Fondo. Sebbene le differenze non siano così marcate - in entrambi i casi l'Fmi deve pagare interessi - il dibattito è intimamente legato al nodo della rappresentanza. «I Paesi Bric - avverte il ministro delle finanze del Brasile, Guido Mantega - chiedono riforme di rappresentanza, di cifre si parla solo dopo la messa a punto di un nuovo strumento di capitalizzazione». A smorzare i toni è il direttore dell'Fmi, Dominique Strauss-Khan che apre all'ipotesi di emettere obbligazioni, se necessario. «I bond potrebbero essere uno strumento ben utilizzato, assicura flessibilità e ad esso sono interessati molti Paesi», dice, sicuro che di questi titoli ne saranno venduti «un bel po'». Di rappresentanza parla anche il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, spiegando che all'interno della geometria variabile di G-7, G-8 e G-20, ci potrebbe essere una riflessione «del ruolo europeo» nell'ambito di una nuova architettura. Il ministro parla di crisi, governi e regole che definisce «strategiche come base di fiducia per uscire dalla crisi e come base di sicurezza per scongiurare crisi future». Per il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, «il mercato è migliorato nell'ultimo periodo, e c'è una lunga lista di indicatori meno brutti del solito». Draghi parla di banche nel giorno in cui negli Usa sono falliti quattro istituti di credito regionali: «Le autorità hanno adottato una gamma di misure per iniettare capitale nelle banche, garantire i loro obblighi, e ridurre o rimuovere la loro esposizione agli asset tossici». Per ripulire i bilanci però serve trasparenza sulle esposizioni al rischio - spiega - e consentire al mercato di distinguere fra banche deboli e forti, riducendo le incertezze. A ciò servono gli stress test una parte centrale del processo, secondo il governatore, e per questo vengono fatti regolarmente. Draghi, infine, espone nel corso dell'Imfc le tre linee guida di intervento per riformare il sistema finanziario individuate proprio dall'Fsb: «Rafforzamento della convergenza sugli standard contabili» tra Usa ed Unione europea, «sviluppo di un approccio coerente su regolamentazione e supervisione» per gli hedge fund, e regolamentazione organica «sui soggetti di importanza sistemica».

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La risposta degli Usa: superveloci (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere.it" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il piano Obama lancia la sfida del binario ad auto e aerei La risposta degli Usa: «corridoi» superveloci WASHINGTON Nel 2000, un altro anno di crisi a Wall street, presentando a Bush il progetto «Positive train control» per la loro integrazione e modernizzazione, la Lockheed Martin definì le ferrovie americane «un gigante addormentato» il cui risveglio avrebbe favorito il rilancio dell'economia. Bush non fece nulla. Ma nove anni dopo, il suo successore, Obama, ha destato il gigante con l'annuncio che lo stato investirà 13 miliardi di dollari in treni ad alta velocità, una novità quasi assoluta per l'America, 8 miliardi subito, gli altri 5 in un quinquennio. «Occorre un sistema di trasporti intelligente adatto ai bisogni del XXI secolo», ha detto Obama in una velata critica alla passione incontrollata degli americani per l'auto e per l'aereo. «Ci dobbiamo mettere al passo con l'Asia e con l'Europa, molto più avanti di noi in questo campo. I treni sono il mezzo di trasporto forse più efficiente, non intasano il traffico e non inquinano l'ambiente». Il risveglio del gigante addormentato fa parte del piano di rivoluzione energetica di Obama, che vuole ridurre la dipendenza dell'America dal petrolio straniero e passare a poco a poco dalle auto a benzina a quelle elettriche (ne ha ordinate a Detroit 2.500 per il governo). E' anche deciso a creare migliaia di posti di lavoro e ad attrarre massicci investimenti privati nelle ferrovie. I fondi per i treni ad alta velocità, «che io invidio all'Europa», dichiarò Obama all'inizio del mese in un discorso agli studenti europei a Strasburgo, arriveranno dai 787 miliardi da lui stanziati per la ripresa dell'economia. Obama ha già tracciato dieci corridoi di mille chilometri di lunghezza in media, dove i treni correranno a oltre 250 km orari. A partire dal 2012 salvo intoppi i tre più importanti collegheranno San Francisco a San Diego in California, la New England alla Florida sulla costa Est, e varie parti del Mid west. Come Lincoln, che oltre un secolo e mezzo fa ampliò la rete ferroviaria per unificare l'America e accrescerne la produttività, Obama, che lo ha citato a più riprese, punta su di essa «per cambiare il modo in cui noi viaggiamo per lavoro o facciamo turismo, e per risparmiare energia, tempo e denaro». I modelli saranno la Francia e la Spagna in Europa, e la Cina e il Giappone in Asia. Secondo la Casa bianca, la scelta del presidente non inciderà sulla sua decisione di salvare l'industria dell'auto americana. Semplicemente, come per i treni così per le auto, ha spiegato un portavoce, Obama desidera che «rendano migliore la vita dei nostri figli». Per i critici di Obama, i colossi del petrolio in primo luogo, che vedono intaccato il loro monopolio, è un passo indietro. In realtà, è un importante passo avanti, e Wall Street lo ha confermato: in borsa, le azioni delle ferrovie sono tra le poche che salgono. Per esse, inoltre, l'accesso alle alte tecnologie era questione di vita o di morte. Gli Stati Uniti hanno 240 mila km di binari su cui passano ogni anno quasi 2 miliardi e mezzo di tonnellate di merci. Le società che le gestiscono sono 650, di cui molte hanno necessità di rinnovarsi. E il settore passeggeri, che è in mano all'Amtrak acronimo di American track rischiava di diventare la Cenerentola dei trasporti. Nel 2008, sui treni americani hanno viaggiato meno di 35 milioni di persone, contro i 600 milioni delle linee aeree: lo 0,6 per cento dei viaggiatori, tenuto conto anche di quelli sulle auto. L'economista Robert Reich, un ex ministro del governo Clinton, sostiene che l'avvento dei treni ad alta velocità «segnerà il rinascimento delle ferrovie». L'Amtrak, il cui nome intero è National railroad passengers corporation, e ha una rete di 35 mila km, con quasi 500 destinazioni in 46 dei 50 stati, prevede un vero boom. Nel 2008 ha registrato il consueto deficit, 2 miliardi e mezzo di dollari di incassi contro quasi 3 miliardi e mezzo di spese, e si è salvata con il consueto sussidio dello Stato. Ma è sicura che i supertreni entreranno a far parte del sogno americano e attireranno i visitatori stranieri. Reich è d'accordo: «Non ci sarà modo migliore di vedere l'America in tutto il suo splendore». Ennio Caretto stampa |

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Il monumento dell'emigrante polesano diventa il simbolo per tutti i migranti del mondo (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il monumento dell'emigrante polesano diventa il simbolo per tutti i migranti del mondo Domenica 26 Aprile 2009, In piena era di globalizzazione e con tutte le problematiche annesse alle diverse razze, culture e religioni, da Villamarzana arriva la notizia che il monumento dedicato a tutti gli emigranti polesani, può considerarsi come di tutti i migranti del mondo a prescindere dal colore della pelle. La proposta è stata avanzata dall'assessore comunale ai lavori pubblici Luciano Fogagnolo . Il monumento all'emigrante venne inaugurato a Villamarzana, nei pressi della chiesa parrocchiale, nel 1994 per volontà di Terenzio Raule il quale assieme ad un altro centinaio di suoi concittadini emigrò dal paese nel 1951. L'opera, eseguita dallo scultore Ruggero Bombrin di Legnago, venne pensata nel 1987 in occasione di una edizione della Festa del Grano facendo espressa richiesta al direttivo della Pro loco di organizzare all'emigrante una delle due domeniche comprese nella tradizionale manifestazione. Da qui nacque la Giornata dell'Emigrante, che per oltre un decennio divenne per le persone originarie di Villamarzana l'opportunità di fare ritorno tra parenti e amici. L'idea del monumento si concretizza il 3 dicembre 1993, con Terenzio «Toni» Raule che spedisce a tutte le famiglie del posto una lettera chiedendo se fossero d'accordo nel versare su di un apposito conto corrente postale un sostegno ecocomico per la realizzazione della scultura raffigurante un malinconico giovane con una valigia di cartone, intento a muovere il passo che lo porterà lontano dal proprio paese. «Mi rendo conto di quanto attuale sia il significato e il messaggio che ci vuole dare questo monumento, soprattutto oggi che stiamo assistendo all'immigrazione di altre popolazioni extracomunitarie che si spostano per gli stessi motivi che hanno portato i polesani nel passato verso altre terre - sottolinea Fognagnolo - Per questo motivo penso che il monumento all'emigrante debba essere considerato simbolo non solo degli emigrati polesani ma anche di tutti gli emigrati di qualsiasi razza e colore. Questo porta ad essere aperti verso una nuova emigrazione, che cerca accoglienza ed ospitalità proprio come noi un tempo». Marco Scarazzatti

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Pavia per Chernobyl si mobilita Non si ritorni al nucleare (sezione: Globalizzazione)

( da "Provincia Pavese, La" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pavia per Chernobyl si mobilita «Non si ritorni al nucleare» PAVIA. Ventitrè anni fa una nube copriva il sole dell'Europa orientale, arrivava su fino al nord e le strumentazioni degli scienziati impazzivano. Il 26 aprile del 1986 il reattore di Chernobyl collassava, e i risultati di quell'esplosione radioattiva si vedono ancora oggi sui bambini, sulle mamme, sugli anziani, persino sugli animali. Cernobyl è ora abbandonata, quasi del tutto, ma Ucraina, Bielorussia e Russia sono lì a curarsi le ferite mentre ancora oggi la terra è impregnata di radiazioni. E per gli abitanti di queste terre, allontanarsi anche solo qualche settimana e venire in Italia consente di abbassare i rischi per la salute. Il comitato Pavia per Cernobyl, che dal 1997 accoglie i bambini delle zone colpite ogni estate, in occasione dell'anniversario vuole far riflettere sulla riproposizione del nucleare quale fonte di energia per il futuro, e ribadire che l'importante, è non dimenticare. Perchè dunque parlare ancora di Cernobyl, oggi? Risponde il presidente, don Luigi Ferrari: «Nel mondo globalizzato tutti siamo a conoscenza, per usare le parole del Papa "dei crudeli ed interminabili conflitti, spesso dimenticati che lacerano e insanguinano Africa, Tailandia, India, Cina, Medio Oriente, Terra santa, Iraq, Iran. Ora anche il dramma dell'Abruzzo". Da qui la domanda: perché pensare ancora a Chernobyl? La risposta c'è: le conseguenze della catastrofe si fanno sentire oggi più che mai nelle tragiche conseguenze di salute dei bambini. Quelli accolti da noi sono i più fortunati: là rimangono i più bisognosi». Cosa fare? «Dal 2007 il Comitato Pavia per Chernobyl aderisce al progetto Rugiada di Legambiente che prevede il risanamento sul posto per tutti i bambini che non possono espatriare».

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studenti a palazzo civico (sezione: Globalizzazione)

( da "Tirreno, Il" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 5 - Cecina Studenti a palazzo civico ROSIGNANO. Quattordici studenti stranieri delle scuole superiori, accompagnati dai responsabili della sezione livornese dell'associazione Intercultura, hanno visitato il Castello di Rosignano e sono stati ricevuti dall'amministrazione. I ragazzi, provenienti da molti Paesi, tra cui Usa, Germania, Cina, Danimarca, Costarica, Norvegia, Giappone, Honduras, Olanda, Cile e Finlandia, stanno prendendo parte ad un progetto di intercultura che li vede ospiti per un anno in Italia in diverse città, dove studiano, nelle nostre scuole, e vivono, presso famiglie italiane. I quattordici ragazzi stranieri sono stati ospiti dell'associazione Intercultura di Livorno. Al Castello sono giunti dopo una visita di due ore all'Isis Mattei di Rosignano, dove hanno potuto lavorare insieme agli studenti italiani sul tema del dialogo interculturale. è questo infatti l'obiettivo del progetto: portare i ragazzi stranieri in Italia ed i ragazzi italiani nei Paesi stranieri (60 sono al momento le Nazioni disponibili ad effettuare questi scambi) per far conoscere loro la lingua ma soprattutto la cultura.

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TREMONTI BOND IL PERCHÉ DI UN FALLIMENTO (sezione: Globalizzazione)

( da "Unita, L'" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

TREMONTI BOND IL PERCHÉ DI UN FALLIMENTO POLITICHE ECONOMICHE Dopo Robin Hood Tremonti ha prodotto un altro flop, i Tremonti bond, concepiti in modo tale, per costi e vincoli, che le banche non li vogliono. È il secondo flop, a luglio aveva deciso di punire le banche con la Robin tax, per profitti che proprio allora si stavano trasformando in perdite. Se Tremonti è stato il più critico verso la mancata previsione della crisi da parte degli economisti, è anche il meno fortunato quanto a previsioni. Nel 2008 gli era andata bene col libro "la paura e la speranza", una critica alla globalizzazione, scritta all'alba della crisi, anzi quando questa era già in atto (the Economist 17/11/2007), dopo essere stato per anni tra gli alfieri del turbo capitalismo, anche se le ricette da lui proposte non toccavano la causa prima della crisi, la crescita delle diseguaglianze con calo di domanda da parte dei 2/3 dei cittadini impoveriti e finanza speculativa da parte del terzo di cittadini arricchiti. Il successo editoriale del libro derivò dalla "prontezza" nell'affrontare il "lato oscuro della globalizzazione", ultimo tra i critici del pensiero unico e tra quanti da anni da sinistra lo andavano denunciando, ma primo tra i politici italiani nell'Italia di Berlusconi e della sua potenza mediatica. E veniamo ai Tremonti bond, obbligazioni garantite dallo Stato, destinate alle banche che avrebbero dovuto emetterle al tasso salato dell'8%. Due grandi banche, Unicredit e Montepaschi hanno emesso obbligazioni andando direttamente sul mercato, pagando una cedola fissa del 4,75%, meno cara dei Tremonti bond. La buona notizia è che le banche italiane tornano sul mercato e con successo, l'altra è che, ancora una volta, come a luglio, gli strumenti approntati da Tremonti non hanno grande successo.Perché nessuna banca ha sinora aderito all'offerta dei Tremonti bond, cioè di obbligazioni bancarie con garanzia statale? "Per tanti motivi, il primo è di carattere economico, la garanzia costa. Il secondo è di carattere legale. La garanzia è strutturata in modo tale che se la banca dovesse fallire, lo Stato interverrebbe ad onorare il pagamento del prestito obbligazionario divenendo creditore privilegiato nel fallimento, discriminando gli altri obbligazionisti che potrebbero far causa alla banca" (il Sole 24 ore, 24/4). Ecco perché Montepaschi ieri, come UniCredit giorni fa, hanno emesso obbligazioni senza garanzia pubblica, pagando un rendimento in linea col mercato e raccogliendo una buona domanda. Infatti all'ultima emissione, quella di Montepaschi, hanno risposto 126 investitori di tutta Europa, italiani, ma anche tedeschi francesi ed inglesi. Chapeau alle nostre banche e un cortese warning da amico al ministro, non si creda sempre il primo della classe.

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Wang, enfant prodige del pianoforte (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

REGGIO CARTELLONE pag. 23 Wang, enfant prodige del pianoforte Stasera al teatro Valli, la 21enne di Pechino UNA GIOVANE star della musica classica, stasera alle 20,30 di scena al teatro Valli. Si tratta di Yuja Wang, pianista di 21 anni, che nonostante la sua giovane età viene considerata una delle musiciste, nel suo genere, di maggiore rilievo della sua generazione, a livello internazionale. Nata a Pechino nel 1987, ha cominciato i suoi studi pianistici all'età di 6 anni, trasferendosi negli Usa all'età di 15 anni su invito del prestigioso Curtis Institute of Music di Filadelfia. BALZA agli onori della cronaca nel febbraio 2005 quando, con un preavviso di un solo giorno, sostituisce Radu Lupu con l'Orchestra del National Arts Centre diretta da Pinchas Zukerman e suona il concerto n°4 di Beethoven. Il successo è totale e la stampa canadese scrive che «è nata una stella». NELLA STAGIONE 2005-2006 si è esibita con le orchestre sinfoniche di Baltimora, Grand Rapids e New Jersey ed ha debuttato al Kimmel Center di Filadelfia e al Strathmore Concert Hall. Ha suonato con la Filarmonica di New York e le orchestre sinfoniche di Chicago, Houston e San Francisco. HA POI PARTECIPATO a tournée in Gran Bretagna, Olanda e Russia, oltre che in Cina, dove è tornata ad alcuni anni di distanza dalle sue precedenti apparizioni. La sua fama si è accresciuta nel 2007, quando ha degnamente sostituito Martha Argerich al fianco della Boston Symphony Orchestra. In questa stagione si è esibita a Lisbona, ha chiuso il Winter Arts Festival di San Pietroburgo su invito del Mo. Temirkanov e ha debuttato ai festivals di Verbier e Saratoga. STASERA, nella sua tappa reggiana, propone la Variations Serieuses di Mendelssohn, la Sonata n.2 in Si bemolle minore op. 35 di Chopin, la Sonata Reminiscenza in La minore op. 38 di Medtner, la Sonata n.4 in Fa diesis maggiore op. 30 di Scriabin, Tre movimenti da Petroushka di Stravinskij. Biglietti da 17 a 30 euro. Antonio Lecci Image: 20090426/foto/9869.jpg

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Salvagno porta in Cina l'olio d'oliva di frantoio (sezione: Globalizzazione)

( da "Arena, L'" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Domenica 26 Aprile 2009 ECONOMIA Pagina 46 AGROALIMENTARE Salvagno porta in Cina l'olio d'oliva di frantoio L'olio extravergine della Valpantena, con il Frantoio Salvagno di Nesente, entra in Cina. Salvagno è l'unico veneto tra 5 produttori italiani di olio non industriale presente in Piazza Italia, fabbricato a 3 piani, su 3.000 metri quadrati, che Agro Crai ha realizzato a Pechino e dove i prodotti italiani sono il prosciutto San Daniele, le Conserve Italia-Cirio, i vini di Cavit, e dove sono presenti le proposte di ospitalità del Gruppo Boscolo Hotel. Salvagno è presente, all'interno della Fadi, Frantoi artigiani italiani, con produttori di Lazio, Toscana, Calabria e Puglia. «All'inizio», ricorda Giovanni Salvagno, «i consumatori cinesi erano titubanti davanti all'olio di oliva. Ora lo apprezzano e lo chiedono anche al ristorante per cui prevediamo buoni sviluppi». Sviluppi che si avranno anche con le prossime aperture a Shanghai, Canton e in altri due grandi città cinesi. E c'è in progetto uno sbarco, con un'altra Piazza Italia, in India. Salvagno, confermato rappresentante veneto e consigliere nazionale di Aifo, punta a oriente, dove è già presente in Giappone, con più di 2.500 ristoranti serviti. «Il futuro del nostro export», afferma Salvagno, «sarà, oltre che in Europa, nei paesi emergenti e negli Usa. All'Est si avverte la crisi, ma si aspetta un'evoluzione positiva. Continuano a darci soddisfazioni Australia, Nuova Zelanda, Scandinavia e Islanda, dove siamo una presenza di nicchia con clienti fidelizzati».F.R.  

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(sezione: Globalizzazione)

( da "Tempo, Il" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

stampa L'esperto Intervista a Giorgio Palù, presidente della Società Europea di virologia «Ma questa non è influenza aviaria» È dimostrato che il virus dei maiali si trasmette da uomo a uomo «Finchè non ne sappiamo di più c'è da preoccuparsi. L'attenzione deve restare alta: dobbiamo capire se il virus individuato negli Usa ha caratteristiche diverse da quello del Messico e comunque, a differenza dell'aviaria, è dimostrato che questo virus si trasmette da uomo a uomo». Ad affermarlo è Giorgio Palù, ordinario di microbiologia e virologia all'università di Padova e presidente vicario della Società Europea di virologia. Al momento quali caratteristiche conosciamo di questo virus? «Siamo in presenza di un genoma ibrido: si tratta, quindi, di qualcosa di nuovo. I poche parole è avvenuta una mescolanza tra virus diversi, questo elemento lo rende potenzialmente pandemico nel senso che può diffondersi in tutto il pianeta. Al momento il livello di allerta di fase anti-pandemica è 3B: si tratta di un livello superiore rispetto a quello stabilito per l'emergenza aviaria in Laos, Vietnam e Cina. Di questo ceppo non abbiamo rapporti sulla diffusione tra animale e uomo». Questa influenza può arrivare anche in Italia? «Teniamo presente che questo virus può avere una incubazione di alcuni giorni e quindi, alla luce del gran numero di persone che ogni giorno si spostano da un continente all'altro, i rischi di sbarco dell'influenza nel nostro Paesi sono concreti. In quest'ottica bene ha fatto il Governo a muoversi in fretta confermando che abbiamo ampie scorte di antivirali sensibili al virus». Che strategie attuare nei prossimi giorni? «Dobbiamo monitorare con attenzione la situazione e quanto ci viene comunicato dall'Organizzazione mondiale della sanità. Bisognerà capire bene quali elementi in comune hanno i casi di Texas e California con quelli di Città del Messico. Si trattà di realtà socio-culturali molte diverse l'una dall'altra e questo è un elemento che va tenuto ben presente. In Italia, comunque, i laboratori della rete nazionale di sorveglianza dall'influenza sono già allertati e pronti ad operare». È presto per parlare di vaccino? «Per quello ci vorrà ancora del tempo. Gli elementi in nostro possesso non ci consentono ancora di affrontare questo tipo di discorso. C'è da capire se siamo in presenza di un fenomeno che si autolimita anche se quanto sta avvenendo a Città del Messico escluderebbe questa ipotesi».

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Walser, "fiori" in estinzione (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Walser, "fiori" in estinzione Minoranza. Gabriella Mania autrice di un'indagine tra la popolazione di Gressoney e Issime Un grido d'allarme per un mondo a rischio, ma anche le soluzioni per evitarne la scomparsa [FIRMA]DANIELA GIACHINO GRESSONEY «I Walser della Valle del Lys sono nettari di fiori che devono essere ben curati. E per farlo occorre compiere atti che non li facciano appassire, ma li migliorino, condividendo tutti insieme la necessità di mantenere viva una piccola minoranza in un mondo sempre più globalizzato». Utilizza queste parole la ricercatrice Gabriella Mania per lanciare l'allarme sul rischio che la cultura walser possa sparire. Ma la sua non è solo una constatazione: a essa fanno seguito pagine di raccolta di informazioni, dalla lingua, alle tradizioni, agli usi. Ne è scaturita la ricerca «Quattro chiacchiere tra i Walser di Gressoney e Issime per contrastare la globalizzazione» pubblicata da Le Château. «Il futuro non è roseo, ma c'è ancora la convinzione che i Walser di Gressoney e di Issime siano oggi una minoranza viva» dice Mania. E per dimostrarlo ha voluto sfatare un luogo comune. «Circola voce che non si parlino più le lingue walser. Ho voluto sottoporre un questionario in lingua ad alcuni abitanti, formulando domande semplici». Dalle risposte è emerso che non è solo la lingua walser l'elemento caratteristico, ma tanti altri pezzi che formano una civiltà composta da due lingue (il titsch e il töitschu), tradizioni culinarie, danze, canti, musiche, aspetti religiosi, architetture, costumi tradizionali. L'intento di Mania è cercare una modalità comune per preservare il patrimonio culturale trasmesso attraverso i secoli. «I decreti e le leggi che ne tutelano l'esistenza non bastano forse più - afferma -. Occorre fare sentire la propria esistenza senza azioni plateali, ma rafforzando gli atti che mantengono viva la forza della minoranza. E' importante andare tutti nella stessa direzione, attuando nel pubblico e nel privato scelte utili al perseguimento della difesa della cultura walser». Molte sono emerse dai questionari: trasmettere la parlata ai figli, parlare in walser con gli anziani che detengono saperi antichi, cucinare i piatti tipici, indossare il costume tradizionale, cantare i canti walser, diffondere le scritte in duplice lingua in tutti i luoghi pubblici. Nella sua ricerca Mania ha inserito anche i pareri di chi, negli ultimi anni, ha contribuito a diffondere la cultura walser e a rendere più solide le fondamenta della comunità. L'ex senatore Cesare Dujany ha ripercorso l'impegno profuso alla salvaguardia dei walser valdostani durante la sua carriera politica, Stefania Paoloni, insegnante di lingua tedesca nella Valle del Lys, dalla scuola dell'infanzia alla scuola media, ha spiegato le attività inerenti la lingua, la cultura e le tradizioni walser. Vittorio De La Pierre, presidente del Walsr Kulturzentrum, ha presentato un excursus storico-legislativo, evidenziando come, a volte, le richieste più banali cadano nel vuoto: «Da anni chiediamo una revisione dei cartelli turistici con la correzione di alcuni errori di ortografia, richiesta non ancora accolta nonostante le numerose sollecitazioni». Alcune riflessioni sull'uso della lingua, più capita che parlata, sono state fatte da Aléxis Bétemps, mentre Flaminia Montanari Thumiger ha illustrato un progetto regionale che coinvolge le cinque nazioni in cui è presente la cultura walser: Italia, Francia, Svizzera, Austria e Liechtenstein. La ricerca si conclude con un'intervista ai sindaci di Gressoney-La-Trinité, Gressoney-St-Jean e Issime, per fare emergere quanto le amministrazioni comunali abbiano fatto in difesa della cultura walser, e la descrizione dell'impegno pastorale profuso da don Ugo Casalegno e da don Ugo Busso per mantenere vive le tradizioni religiose comunicando nella parlata walser.

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new york va pazza per la bici retrò - eugenio capodacqua (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 41 - Cronaca New York va pazza per la bici retrò Pedalare le tendenze Figlia della crisi, ecologicamente corretta, con un risparmio energetico del cento per cento, a un prezzo accessibile: la moda dell´"olandese" furoreggia nelle metropoli americane. E in Italia? Forse riusciremo a imitarla: l´offerta di modelli è ricca e altamente competitiva Ma nelle città l´automobile la fa ancora troppo da padrona EUGENIO CAPODACQUA m anubrio alto e squadrato, sella ampia e molleggiata, carter copricatena, freni rigorosamente a bacchetta, parafanghi, portapacchi, colore scuro e satinato: ecco la moda che sta conquistando l´America. Questa volta non si tratta del solito mega-suv superaccessoriato, bensì della vecchia, cara bicicletta. La nuova frontiera è la bici old fashion, che nega la tecnologia più moderna al carbonio ed è la copia conforme della vecchia "spicciola" dei guardiani notturni. E che ha il corrispondente femminile nella celebre "olandesina", cavallo di battaglia da decenni della Royal Dutch Gazelle, la più famosa fabbrica olandese: 350mila bici l´anno e un fatturato di oltre dodici milioni di euro. In America è già boom: frutto della crisi, ma anche di una moda retrò che affascina a conquista. Recarsi in ufficio, giacca e cravatta, dondolando lentamente sui pedali, fa chic, ha il sapore di un tuffo nel passato e proietta immediatamente in un´altra dimensione tempo-spazio, fuori dallo stress di tutti i giorni. Oltre che consentire evidenti risparmi energetici. Fra gli atout del successo, il prezzo accessibile: tra i mille e i duemila dollari. L´analogo in Italia, ovvero la mitica Imperiale della Dei (Atala), costa milletrecento euro. Il prodotto c´è già, la moda forse arriverà presto. Ma i contorni di una città a dimensione di due ruote a pedali sono ancora molto sfumati. C´è il tentativo di aprire un discorso, addirittura a livello mondiale. Google censisce circa centoquaranta città, dalla Cina all´America, che sperimentano con successo il "bike sharing", cioè la possibilità di noleggiare bici nel centro cittadino spostandosi da un punto all´altro. Una quindicina sono italiane, concentrate in Piemonte: Alba, Borgomanero, Cuneo, Bra, Fossano, Pinerolo, Settimo Torinese, Novara; ma ci sono anche Milano, Bari, Genova... Roma ha varato, non senza contraddizioni, diciannove punti di "sharing" con duecento mezzi a disposizione. Ma nel caotico traffico cittadino non se ne è accorto quasi nessuno. La moda Usa potrebbe fungere da traino. Però l´obbiettivo Olanda, con i suoi 22mila km di piste ciclabili e perfino il taxi-bici pubblico, è tuttora una chimera. La città ciclistica è un obbiettivo lontano. L´uomo a pedali dà fastidio a quello nevrotizzato a motore, lo impaccia, gli fa perdere tempo. Per questo forse la bici resta un apprezzato attrezzo sportivo ma non diventa un mezzo vero e proprio di trasporto da tutti i giorni. Anche per questo la mobilità in bici nelle grandi città sfiora appena il sette per cento. E allora, il successo Usa? Da tempo nelle grandi città d´America le bici sono più veloci delle macchine incatramate nel traffico cittadino, tant´è che le agenzie di consegna a due ruote sono proliferate negli ultimi lustri. Ma alla base c´è altro: ci sono le strade dedicate al pedale. A New York sono centosettanta le miglia di piste ciclabili: duecentosettanta chilometri riservati. A Roma ce ne sono miseri quarantacinque, percorsi scassatissimi, poco praticabili, tracciati in periferia: oasi isolate, da tempo libero, non vie di comunicazione (ciclistiche) che scorrono come vene nel centro della città.

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Da Mahmud a Lukashenko La realpolitik del Vaticano (sezione: Globalizzazione)

( da "Riformista, Il" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Da Mahmud a Lukashenko La realpolitik del Vaticano Ostpolitik atto II. Non ha boicottato l'iraniano. Domani accoglie l'ultimo dittatore d'Europa. E con Pechino...Guida alla diplomazia d'oltretevere di Paolo Rodari Finita l'era dell'Ostpolitik vaticana di casaroliana memoria, terminata la necessità impellente delle concessioni e delle aperture verso quei paesi del blocco sovietico che segregavano tutto e tutti, cattolici compresi, oltre il Tevere sembra vi sia oggi spazio esclusivamente per una politica estera incentrata sul pragmatismo, una vera e propria realpolitik di stampo vaticano. È davvero così? In un certo senso sì. E la conferenza Onu di Ginevra sul razzismo lo dimostra. L'arcivescovo Silvano Tomasi, rappresentante vaticano alla conferenza, non ha abbandonato i lavori per protestare contro il discorso di Ahmadinejad. E la Santa Sede ha giustificato tale decisione, spiegando il motivo della presenza vaticana: «La conferenza in sé - ha detto il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi - è un'occasione importante per portare avanti la lotta contro il razzismo e l'intolleranza». Un'occasione che è meglio sfruttare piuttosto che ignorare. Tradotto significa: occorre essere pragmatici, è più opportuno stare là dove c'è la grande maggioranza dei paesi del mondo, piuttosto che non fare nulla. Realpolitik appunto. Nelle prossime ore la Santa Sede darà un altro saggio di questa tendenza quanto a diplomazia internazionale. A varcare le sacre mura per un incontro col Pontefice è niente meno che «l'ultimo dittatore d'Europa», il presidente bielorusso Aleksander Lukashenko. Per il leader di un paese che dal 1995 non ha rapporti con l'occidente e conserva sapori e colori dell'era sovietica, l'udienza da Benedetto XVI è un bel colpo. In Vaticano la decisione è stata presa più che altro per routine: «C'è un nunzio apostolico in Bielorussia, c'è un ambasciatore bielorusso accreditato presso la Santa Sede, quindi…», ha ricordato il portavoce vaticano padre Federico Lombardi. Eppure, dietro la decisione, c'è una volontà precisa. L'esperta regia è di monsignor Dominique Mamberti, capo della sezione estera della segreteria di Stato. È stato lui ad aver spinto per l'incontro. In fondo - manco a dirlo - è una questione di realismo: all'indomani delle elezioni di settembre è iniziato il disgelo nei rapporti tra Lukashenko e la Ue. I Ventisette hanno deciso di sospendere per sei mesi le sanzioni e di riavviare i contatti politici. Quindi è arrivato l'invito ufficiale della Ue a Minsk per l'ingresso nel nuovo Partenariato per l'Est. La Santa Sede ha preso nota delle nuove aperture del paese verso l'occidente e, consapevole che è meglio favorirne il pur difficile processo verso un autentico sviluppo piuttosto che non fare nulla, ha deciso di aprire le proprie porte. Tanto pragmatismo non è nuovo in Vaticano. Non a caso è senza compromessi e con lucido realismo che Giovanni Paolo II ha attraversato sei presidenze Usa, il crollo dell'Urss, le briciole del Muro di Berlino, il "nuovo" ordine mondiale dettato dai bombardieri nel Golfo, in Serbia, in Afghanistan, il rovinoso esito del neocolonialismo nelle guerre africane dimenticate, il crollo del comunismo "reale" e insieme la nascita della contestazione antiglobale. E molto pragmatismo vive oggi nella Santa Sede. Tanto che alcuni sostengono che la differenza tra Giovanni Paolo II e Benedetto XVI stia semplicemente nella maggior disinvoltura con la quale quest'ultimo fa propria una politica estera all'insegna della realpolitik. Ma è proprio così? Non del tutto. E la Cina, o meglio le relazioni che la Santa Sede tesse con il paese cinese, ne sono un esempio lampante. Non tutti coloro che in Vaticano organizzano le linee da tenere quanto a diplomazia internazionale la pensano allo stesso modo. Con la Cina, infatti, il Vaticano sembra tornato ai tempi del blocco sovietico, quando l'Ostpolitik, la mediazione a tutti i costi impregnata di silenzio attorno alle barbarie del regime, la faceva da padrona. Anche nel pontificato di Benedetto XVI, come in quello di Giovani Paolo II, si è cercato di trattare con Pechino per ottenere il più possibile. Ma il risultato è stato pessimo. Le vessazioni continuano come e più di prima l'invio della lettera che Ratzinger scrisse ai cattolici cinesi nel 2007. Tanto che, pochi giorni fa, la Santa Sede ha dovuto per forza di cose cambiare strategia e denunciare l'operato di Pechino. Ovvero le continue ritorsioni del regime verso i cattolici del paese. Ma a cosa porterà questo cambio di politica è difficile dirlo. Anche perché, in Vaticano, i seguaci della Ostpolitik sempre e comunque sono ancora presenti, capaci e parecchio attivi. 26/04/2009

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Rivas: (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere Alto Adige" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere dell'Alto Adige sezione: BOLZANOEPROV data: 26/04/2009 - pag: 8 Università Conferenza del celebre economista sudamericano Rivas: «Amore e globalizzazione» BOLZANO Martedì sera alle 18, nell'aula magna della Libera Università di Bolzano, si parla di economia, globalizzazione, letteratura e amore. Una combinazione apparentemente ardita ma che trova riscontro nella storia e nella cronaca del Sudamerica. Rodrigo Rivas, economista cileno ed esule ai tempi del golpe, attraverso un intervento intitolato «L'amore nel tempo della globalizzazione » focalizzerà l'attenzione sull'amore quale pratica politicocivile per passare da un individualismo di mercato a «un'etica degli abbracci». L'11 settembre del 1973, a Santiago Rivas era un giovane deputato socialista le forze armate di Pinochet rovesciarono il governo di Salvador Allende con il sostegno della Cia e dell'amministrazione Nixon, aprendo una delle stagioni più feroci della storia del continente. Il golpe era parte di un'operazione molto estesa di politica estera statunitense, pianificata per destabilizzare gli stati centro e sudamericani e favorire gli interessi economici delle multinazionali americane. Una decina di giorni fa a Trinidad e Tobago gli Stati Uniti hanno rivisto totalmente la loro politica nei confronti dei vicini di casa. Obama ha stretto la mano a Chavez, da pari a pari, e sta rivalutando le posizioni americane su Cuba. Il disastro economico che ha travolto il mondo, in Latinoamerica ha un andamento particolare. Dopo la fine dei totalitarismi, da Ushuaia a Tijuana, la corruzione è andata di pari passo alla ricerca di sanare le ferite inflitte dalla storia. Negli ultimi dieci anni, qualcosa è cambiato. Si è passati, in quasi tutto il subcontinente, da forme deviate di capitalismo a prove tecniche di un nuovo modello economico sociale solidale: «L'etica degli abbracci » di cui parlerà Rivas. E mentre il pianeta è in ginocchio, l'America Latina, sembra in grado di affrontare il maremoto economico, anche meglio di molte nazioni più ricche, ma prive di visione etica. «L'amore nel tempo della globalizzazione» è un evento sostenuto dal Centro per la Pace di Bolzano e fa parte della Fiera multiculturale. Jadel Andreetto Cileno Rodrigo Rivas

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Nesi: parlerò ancora di loro La cultura non li ama (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 26/04/2009 - pag: 9 Lo scrittore Nesi: parlerò ancora di loro La cultura non li ama «Dopo 'L'età dell'oro' sto scrivendo un altro libro sui piccoli imprenditori. In fondo è un'autobiografia, un viaggio dentro le difficoltà e le angosce di noi pratesi votati da sempre all'intraprendere. E' la storia di un mondo che è cambiato, di un miracolo che non è più tale». Edoardo Nesi è un centauro, metà scrittore metà industriale per via di famiglia. E Ivo Barrocciai, il protagonista del suo libro del 2006, è un imprenditore fallito perché la globalizzazione è troppo più forte di lui. I piccoli in genere hanno cattiva letteratura... «Se è per questo anche la politica è indifferente ai nostri problemi. L'unica cosa che ci ha dato in cambio in passato è stata la possibilità di evadere il fisco. Ma è vero la cultura ha sempre preso in giro il piccolo industriale o l'artigiano, lo ha ridicolizzato. Penso, per esempio, alle pellicole di Michelangelo Antonioni. Ricorda quel bellissimo film che era 'La notte?' Tutto ruota su una festa di imprenditori e loro appaiono terribilmente gretti, rozzi, antipatici». Ma qual è la radice profonda di questa ostilità? «Diciamo che agli intellettuali non va giù che si possa diventare ricchi senza aver letto Anna Karenina. Da qui al rigetto totale il passo è breve». Con la Grande Crisi la sensazione di essere nell'angolo si è accentuata al punto di rischiare una secessione sociale? «Prima il mondo dei grandi e quello dei piccoli si ignoravano e basta. Ora invece sta saltando il patto di convivenza civile e la sensazione è proprio quella che a lasciarci le penne saranno le microimprese che pure hanno fatto tantissimo per questo Paese. Tutto ciò a Prato si sente con maggiore intensità». E che dinamiche si mettono in moto? «C'è stata una manifestazione che ha coinvolto l'intera città al grido di 'Prato non deve chiudere' e per me è stata un corteo contro la globalizzazione. Questa città è un laboratorio, ci sono 180 mila persone e 40 mila cinesi». D.D.V. Chi è Scrittore e regista, Edoardo Nesi è nato a Prato nel 1964 in una famiglia di industriali tessili. Nel suo «L'età dell'oro», vincitore del premio Bruno Cavallini e finalista allo Strega, ha raccontato la crisi della piccola industria italiana attraverso il declino del protagonista Ivo Barrocciai, un ricco imprenditore toscano.

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TRA GLI ottimisti Bruxelles, il Governo italiano, la Confindustria, la Fiat con M... (sezione: Globalizzazione)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

ECONOMIA & FINANZA pag. 19 TRA GLI ottimisti Bruxelles, il Governo italiano, la Confindustria, la Fiat con M... TRA GLI ottimisti Bruxelles, il Governo italiano, la Confindustria, la Fiat con Marchionne: il peggio è alle spalle. Tra i meno ottimisti il Fondo monetario internazionale: il direttore, Dominique Strauss-Khan, vede alcuni segnali di ripresa dell'economia ma aggiunge che la crisi è ancora lontana dalla fine. Anzi, se le banche americane ed europee non completano la loro pulizia dei bilanci, la ripresa non potrà esserci che a metà del 2010. E comunque, sostiene, la ripresa verrà dagli Usa. Gli Stati Uniti nel bene e nel male, quindi. Sono stati i finanzieri di Wall Street a combinare questo bel disastro e saranno le strategie e i finanziamenti di Washington a riportare un po' di luce in un panorama ancora pieno di macerie. E che servano ulteriori sforzi da parte di Obama e amici lo dimostra la tempesta finanziaria esplosa sulla testa del numero uno di Bank of America: Ken Lewis ha raccontato al capo della procura di New York, Andrea Cuomo, di essere stato obbligato dall'allora ministro del Tesoro, Henry Paulson, e dal responsabile della Fed, Ben Bernanke, alla fusione con Merrill Lynch, malgrado la banca d'affari fosse diventata un colabrodo. E ora Cuomo chiede chiarimenti. Vedremo come finiranno queste indagini ma intanto due cose appaiono evidenti: la pulizia dei bilanci delle banche è necessaria per fare emergere l'ammontare esatto dei titoli tossici in quanto sarà proprio questa cifra a influenzare in un senso o nell'altro la ripresa dell'economia. Inoltre non potrà esserci una ripresa duratura se non sarà creato un nuovo quadro di riferimento internazionale. Tutti gli equilibri si sono infatti rotti e quindi bisogna crearne altri partendo da un nuovo patto tra gli Stati Uniti, pur sempre la maggiore potenza finanziaria, e la Cina, il paese detentore delle maggiori riserve valutarie mondiali. Lo sostengono anche i responsabili della Banca mondiale, l'americano Robert Zoellik e il cinese Yifu Lin. Solo Washington e Pechino possono indicare la via d'uscita da questa crisi perché sono questi due paesi all'origine dei maggiori squilibri mondiali: troppi consumi e importazioni in America, troppo risparmio e troppo export in Cina. E in effetti Usa e Cina sembrano muoversi proprio in questa direzione. Hillary Clinton è andata a Pechino nella sua prima missione come segretario di Stato sorvolando sui problemi del Tibet e dei diritti umani ma invitando esplicitamente i banchieri cinesi a comprare i Bot americani. Come dire: la Cina, ormai la tesoriera di buon parte del risparmio mondiale con duemila miliardi di dollari di riserve valutarie e conti pubblici in equilibro, s'impegni a pagare, comprando i Bot americani, la maggior parte del debito pubblico Usa. Del resto è proprio questo che conviene fare alla Cina per salvaguardare i propri interessi. Lo riconosce lo stesso premier cinese, Wen Jiabao, quando afferma di essere preoccupato per la sicurezza degli investimenti cinesi negli Stati Uniti. Insomma, paradossalmente è la Cina a doversi assumere sulle spalle il problema di come impedire che ci sia un declino dell'America.

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Cucchiani: interferenze inaccettabili ma in Germania sempre ben accolti (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Economia data: 26/04/2009 - pag: 22 L'intervista Parla il numero uno di Allianz in Italia Cucchiani: interferenze inaccettabili ma in Germania sempre ben accolti FRANCOFORTE «Se la Fiat è in grado di formulare proposte interessanti anche per Opel è bene lasciare ogni decisione ai diretti interessati, vale a dire gli unici in grado di valutare un possibile accordo sotto il profilo industriale, commerciale e della sostenibilità finanziaria». Così Enrico Cucchiani, manager di lungo corso sulla rotta Italia-Germania e consigliere del colosso assicurativo Allianz e presidente di Allianz Italia, raggiunto al telefono a Tokyo, dove si trova per la riunione mondiale della Trilateral, di cui è consigliere. «La casa di Torino osserva Cucchiani si accinge a fare un accordo importante con un altro player di Detroit in situazione altamente problematica, la Chrysler, con il pieno supporto delle autorità governative e dei sindacati, che evidentemente apprezzano l'apporto di know how e risorse fornito dalla Fiat, mentre Opel da tempo sta attraversando una situazione di crisi e il suo caso è certamente stato analizzato da tutti i maggiori gruppi del settore». Dunque? «E' opportuno che il mercato operi liberamente, senza interferenze o pressioni». Come va interpretato l'intervento del commissario Ue Verheugen? «Non mi sembra opportuno cogliere nell'espressione preoccupata di un alto esponente tedesco un segnale di preclusione alle nostre aziende; i fatti parlano chiaro: la presenza italiana in Germania è forte, il caso Unicredit è emblematico, e le nostre imprese sono sempre state ben accolte dal mercato». Lei ha ricordato il legame tra Roma e Berlino nel corso della sessione organizzata dal-- l'Ispi del Foro Italo-Tedesco di cui è presidente per l'Italia... «Italia e Germania sono economie strettamente interconnesse. E abbastanza simili anche nel profilo della crisi. Al punto che, per uscirne, debbono affrontare problematiche analoghe. È necessario abbandonare schemi mentali da vecchia Europa. E ampliare gli orizzonti oltre la tradizionale triade di riferimento Ue, Usa e Giappone per considerare i Paesi emergenti come importanti mercati di sbocco e di investimento e come fornitori di capitali». Quali sono i maggiori punti di interconnessione fra Italia e Germania, due Paesi che, da soli, generano il 32% del pil Ue? «La Germania è il primo Paese di destinazione delle nostre merci. È dal porto di Amburgo che parte l'industrial belt, la cintura industriale più importante del continente, che si estende sino a Bologna e dintorni. Nel settore finanziario Unicredit e Generali hanno importanti presidi nel mercato tedesco, così come Deutsche Bank ed Allianz, in assoluto primo investitore estero, in quello italiano. Due Paesi con robusti ammortizzatori sociali e un elevato stock di risparmio privato». Cosa vede oltre la crisi? «Si arriverà per gradi, forse con qualche scossone, a un nuovo ordine economico. Non più incentrato su un'unica locomotiva, gli Usa, ma più bilanciato, con un ruolo trainante dei Paesi emergenti, quali Cina e India. Quindi è sbagliato considerarli come concorrenti che ci rubano lavoro? «Senz'altro. I Paesi emergenti hanno accumulato enormi riserve e sono diventati propulsori dello sviluppo mondiale. Vanno valorizzati quali partner evoluti e strategici, come opportunità per Italia e Germania» E come vanno colte queste opportunità? «Con una classe dirigente rinvigorita e multiculturale. Poi è necessario rafforzare le imprese di qualità, con posizioni di leadership, come nel nostro settore delle macchine utensili. Dobbiamo investire nei Paesi emergenti e, al tempo stesso, attrarre capitali». Ma i governi sono occupati a salvare interi settori... «I governi devono intervenire, se necessario, nei settori essenziali per l'economia, come banche, assicurazioni, energia e trasporti. Ma è meglio evitare sia il ricorso al protezionismo, sia gli interventi a sostegno di aziende che non vanno bene, perché la concessione di sussidi a pioggia sottrae risorse ai gruppi competitivi». Marika de Feo Cucchiani \\ Italia e Germania sono economie strettamente interconnesse E simili anche nel profilo della crisi 32% La quota di Pil della Ue realizzato insieme da Italia e Germania

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(sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Economia data: 26/04/2009 - pag: 23 Il summit Il governatore: dagli «stress test» nessun segnale di sottocapitalizzazione «Crisi, più fiducia ma agire subito» Draghi: banche italiane sane. Tremonti: le regole sono strategiche DAL NOSTRO INVIATO WASHINGTON Il miglioramento c'è già da alcune settimane e c'è una lunga lista di indicatori meno brutti del solito a dimostrarlo, dice Mario Draghi governatore della Banca d'Italia e presidente del Financial stability board. Il quale non crede così che il cauto ottimismo espresso dai ministri e del G7 sia determinato anche dalla voglia tutta politica di abbellire le prospettive ancora fosche della crisi. Certo «non siamo davanti ad una inversione di tendenza», avverte rimarcando tuttavia l'importanza del recupero, seppur modesto, di fiducia sul mercato. «Alcuni miglioramenti sono giunti inaspettati, anche se siamo ancora nella terra incognita della crisi» aggiunge il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti nel corso della conferenza stampa congiunta al termine dei vertice e dei lavori del Comitato finanziario e monetario del Fmi. Tremonti, in proposito, rilancia un motto di tre parole: «Crisi, governi e regole». «Ormai conosciamo la crisi e questo è l'inizio della soluzione. I governi sono scesi in campo dopo il G7 di ottobre dello scorso anno e lo scenario è cambiato». Le regole poi «sono la base di fiducia per uscire dalla crisi e nello stesso tempo la base per evitarne una nuova», spiega. Mentre Draghi indica appunto alcuni dei segni positivi: l'andamento delle Borse, i mercati, gli spread, il mercato immobi-- liare Usa, le vendite, i noli. Parlando come presidente dell'Fsb al comitato monetario il governatore aveva sollecitato i governi e le autorità nazionali a cogliere l'opportunità della schiarita del mercato per stabilizzare il sistema finanziario: «Sembra che gli scenari peggiori sulle prospettive dell'economia globale e del sistema finanziario non siano più così centrali nel pensiero dei protagonisti del mercato», aveva detto. E poi in uno dei pochi accenni alla situazione europea ed italiana in particolare conferma che le banche italiane non hanno problemi di capitalizzazione: «Conduciamo regolarmente stress test: se avessero rilevato situazioni di sottocapitalizzazione, l'autorità di vigilanza avrebbe reagito», rileva. Tremonti si sofferma invece sulle prospettive dell'occupazione: «In Italia non sono in vista ulteriori interventi sull'occupazione. Riteniamo quanto messo in campo sufficiente. Se ci fosse necessità valuteremo ulteriori azioni», spiega. Gli incontri di Washington che si concludono oggi il G7, il G20, che è stato solo l'occasione per riaffermare le conclusioni del precedente vertice di Londra, e la riunione del Fmi hanno dunque fatto il punto sulla 'schiarita' della crisi, o meglio del rallentamento della caduta dell'economia, facendo peraltro risaltare la grande incertezza che domina le previsioni. E che emerge dai vari commenti. Così ieri il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, ha avvertito che «non è tempo di compiacersi, dobbiamo continuare a lavorare molto attivamente». Mentre il segretario al Tesoro Usa Tim Geithner, pur riconoscendo che è ancora presto per parlare di ripresa, ha messo l'accento su «alcuni segnali positivi» dell'economia Usa. Dalla Cina poi è venuto invece l'impegno «a mantenere stabile il ritmo di crescita» come ha osservato il presidente della Banca centrale cinese, Zhou Xiaochuan. I segnali positivi sono come «uno squarcio tra le nuvole», ha detto il direttore generale del Fmi, che ieri ha annunciato l'ipotesi dell'emissione di obbligazioni per raccogliere risorse, dopo che la strada del rafforzamento patrimoniale da parte dei Paesi membri non ha trovato il consenso generale per l'opposizione soprattutto dei cosiddetti Bric, Brasile, Russia, India e Cina. Stefania Tamburello Il ministro Giulio Tremonti e il governatore Mario Draghi #

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Roberto Fabbri (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

26-04-2009 - Peste del maiale, allarme in tutto il mondo La Farnesina: non andare nelle zone a rischio 25-04-2009 - Ufficiale: Nord Corea potenza nucleare 23-04-2009 - L'Iran rilancia: «Ebrei criminali» 21-04-2009 - Slovenia: la capitale Lubiana dedica una strada al dittatore comunista Tito 21-04-2009 - Ahmadinejad scatenato: «Israele razzista» Gli europei lasciano l'aula 17-04-2009 - Sarkozy dà i voti ai colleghi E promuove solo Berlusconi 15-04-2009 - Disputa di confine con Zagabria, la Slovenia rifiuta la mediazione europea 15-04-2009 - Medvedev si smarca da Putin: non contrapporre la democrazia al benessere 08-04-2009 - Obama a Bagdad: cominciate a fare da soli 07-04-2009 - Cina, professore 75enne picchiato dalla polizia: voleva onorare Zhao Ziyang 31-03-2009 - Vedova di un fumatore Usa vince causa milionaria con la Philip Morris 20-03-2009 - Governo ceco in bilico, ma completerà comunque il semestre di presidenza Ue 20-03-2009 - L'ex aguzzino nazista estradato dagli USA in Austria non sarà perseguito 15-03-2009 - «Bombardieri russi in Venezuela o a Cuba» 13-03-2009 - Chavez prende il controllo di autostrade e aeroporti 13-03-2009 - Il premier ceco: mi sto ricredendo sul mio «eurorealismo» 13-03-2009 - Continua l'incredibile strage degli albini africani 07-03-2009 - Divorzia a 9 anni: fate come me 04-03-2009 - È targato Italia l'ospedale che combatterà l'Aids in Tanzania 01-03-2009 - Roma sceglie l'Africa come ricetta anti-crisi 13-02-2009 - Usa, Obama perde i pezzi Se ne va anche Gregg 05-02-2009 - Grande fratello sui telefonini: saremo sorvegliati 24 ore su 24 03-02-2009 - Quelli che «hanno sempre ragione» 28-01-2009 - Obama conquista gli islamici: «Non siamo nemici» 14-11-2008 - California, in cinque milioni all’esercitazione anti-terremoto caricamento in corso... più letti più votati più commentati La sfida di Berlusconi: il tricolore... di Adalberto Signore UN PASTICCIO CON TRE PADRI di Massimo De Manzoni "La festa della Liberazione... di Redazione L'odio sfila in corteo: fischi e... di Redazione Oggi mille clandestini liberi grazie... di Francesca Angeli UN PASTICCIO CON TRE PADRI di Massimo De Manzoni La sfida di Berlusconi: il tricolore... di Adalberto Signore L'odio sfila in corteo: fischi e... di Redazione "La festa della Liberazione... di Redazione La nave da crociera ... di Redazione UN PASTICCIO CON TRE PADRI di Massimo De Manzoni Oggi liberi più di mille... di Redazione "La festa della Liberazione... di Redazione La sfida di Berlusconi: il tricolore... di Adalberto Signore Vince il ricatto dei centri sociali... di Andrea Cuomo Pubblicità Pubblicità I nostri servizi Ricevi ilGiornale a casa tua Le iniziative in edicola Ricevi ilGiornale.it sul tuo computer Ricevi ilGiornale.it sul tuo lettore portatile Entra nella community de ilGiornale.it Archivio ilGiornale e ilGiornale.it © IL GIORNALE ON LINE S.R.L. - Via G. Negri 4 - 20123 Milano - P.IVA 05524110961 Chi siamo - Codice Etico - Disclaimer - Privacy Policy - Pubblicità - Contatti - Aiuto

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Luca, una scalata da Prati a Parigi (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: PRIMA PAGINA data: 26/04/2009 - pag: 1 L'anti-bamboccione Il manager Ascani, 29 anni, leader dell'e-commerce Luca, una scalata da Prati a Parigi di M. EGIZIA FIASCHETTI Da Prati (Municipio XVII) al I arrondissement: a 29 anni, Luca Ascani è il giovane imprenditore romano in vetta alla «new economy». Fondatore della società GoAdv, offre alla clientela web 160 portali tematici in 8 lingue: consigli per gli acquisti, testati sui bisogni degli utenti, dai viaggi alle piscine. La sua ultima sfida, la scalata alla francese Leguide.com, salvo dover fare i conti con lo sciovinismo d'Oltralpe. «Figlio della globalizzazione », la sua casa è il mondo, ma a Roma lo legano i ricordi adolescenziali e la buona cucina. A PAGINA 9

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Sole, caldo... e speriamo che sia femmina (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Salute data: 26/04/2009 - pag: 45 Demografia Uno studio svela che ai Tropici c'è una curiosa preferenza di genere nelle nascite Sole, caldo... e speriamo che sia femmina Sembra che ai tropici madre natura sia più propensa a far nascere le femminucce. Cosa c'entrano il caldo e luce con la vittoria dei cromosomi X? Lo ha scoperto «per curiosità», ammette, Kristen Navara, endocrinologa del dipartimento di Avicoltura all'università della Georgia (Usa). Di solito, lei studia le percentuali di «genere» negli uccelli e nei criceti. E proprio da queste osservazioni è scoccata la scintilla: studi sul microto di campagna (un topolino) e sui criceti siberiani dimostrano che d'inverno, quando i giorni sono più corti, i roditori partoriscono più maschi. Se le giornate sono più lunghe, invece, prevale la progenie femminile. Non solo. Si è visto che roditori trattati con la melatonina hanno sviluppato una certa predisposizione ad avere femmine. Secondo Navara la chiave potrebbe essere proprio la melatonina, l'ormone responsabile dei maggiori cambiamenti nella riproduzione in risposta alla lunghezza del giorno. Gli esperti sapevano già che, tra gli uomini, la proporzione di maschi e femmine che nascono varia da una zona all' altra del pianeta. Solo in parte il fenomeno è dovuto a ragioni sociali: in Paesi come la Cina, i maschi sono favoriti e spesso le coppie sono costrette ad abortire se il feto è femmina. Le ricerche hanno suggerito che i feti femmina sono meno fragili di quelli maschio, più influenzabili dagli effetti dell'ambiente sulla madre. Infatti, in periodi di forte stress, come durante le guerre, nascono molte più femmine che maschi. Anche la latitudine può influire. In passato le ricerche hanno mostrato che le probabilità di avere figli maschi sono maggiori nel Sud Europa che al Nord, dove il clima è più ostile. Kristen Navara, che ha pubblicato il suo studio su Biology Letters, una rivista della Royal Society di Londra, ha analizzato i dati sulle nascite di maschi e femmine in 202 Paesi, tra il 1997 e il 2006, estrapolandoli dal rapporto della Cia, l'intelligence Usa, sulla situazione mondiale. Così ha scoperto che negli Stati più vicini all'equatore sono nati meno maschi ogni anno, rispetto alle latitudini temperate e subartiche: il 51,1% ai tropici e il 51,3% negli altri Paesi (che è anche la media mondiale), pari a 105 bambini ogni 100 bambine. L'andamento era simile anche tenuto conto delle grandi differenze negli stili di vita e nelle situazioni economiche e sociali dei vari Paesi. «Questi risultati potrebbero indicare una strategia di adattamento da parte degli esseri umani di queste aree commenta l'endocrinologa , oppure un'influenza del clima caldo sulla qualità dello sperma o sul tasso di aborti spontanei». Dei 20 Paesi con l'indice più basso, 18 si trovano lungo la fascia tropicale. Tra i Paesi «ricchi» di donne, la Repubblica Centrafricana, con un indice dello 49%, Grenada (50.2%), Mauritius (50,3%), Liberia (50,7%) e le Bahamas (50,5%). Tra i Paesi «saturi» di maschi, l'area asiatica con la Corea del Sud (52,6%), l'Armenia (52,2) e la Cina (52,8). «Questa chiave di lettura è plausibile spiega Alessandra Graziottin, direttore del Centro di ginecologia e sessuologia del S. Raffaele Resnati di Milano , perché nella nostra fisiologia abbiamo sia un ritmo circadiano che uno circaannuale. Il rapporto tra luce e notte è il più profondo tra i fattori condizionanti esterni». Nella determinazione del sesso del nascituro, le variabili che entrano in gioco sono davvero tante: «Bisogna studiare meglio dice il ginecologo Carlo Flamigni , magari confrontando la situazione dei Paesi nordici o dei lavoratori notturni. Capisco che la ricerca americana sia interessante, ma tirare conclusioni è assolutamente prematuro ». Certo, lo studio ha avuto un'eco internazionale e qualcuno, laggiù ai Tropici, è pure preoccupato. «Prima che si cominci a commercializzare un nuovo tipo di turismo mette in guardia Charles Onyango-Obbo editorialista del Daily Nation, il giornale in lingua inglese più diffuso nell'Africa Centrorientale siamo stati avvisati: i dati dello studio valgono solo per le donne nate nei Paesi esaminati». Ruggiero Corcella Bebè Nella regione equatoriale, tra il 1997 e il 2006 ci sono stati più fiocchi rosa. Gli studiosi pensano che possa entrare in gioco una forma di adattamento

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CARPANETO -. (sezione: Globalizzazione)

( da "Libertà" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

CARPANETO - (p CARPANETO - (p.f.)Nel 2008 la popolazione di Carpaneto è aumentata di 125 unità passando da 7.403 (3.710 maschi e 3.693 femmine) a 7.528 (3.780 e 3.748) residenti. In particolare, gli stranieri sono aumentati di 101 unità. Stranieri che, al 31 dicembre 2008, erano 663 (355 maschi e 308 femmine) pari all'8,8% dell'intera popolazione residente. Provengono da 32 Stati diversi, 8 dell'Europa Unita con 129 persone: Bulgaria 3, Finlandia 2, Francia 6, Irlanda 1, Olanda 1, Polonia 10, Regno Unito 4, Romania 102. Gli extraeuropei provengono da 24 Stati: Albania 118, Argentina 11, Bosnia 4, Burkina Faso 5, Cina 9, Colombia 1, Equador 25, Egitto 30, Eritrea 2, Filippine 3, India 57, Macedonia 78, Marocco 117, Moldavia 19, Montenegro 1, Nigeria 4, Russia 5, Seychelles 3, Siria 1, Sri Lanka 6, Tunisia 19, Usa 1, Ucraina 14, Uruguay 1, per un totale di 534 persone. I giovani fino a 18 anni sono 201 (123 maschi e 78 femmine) mentre quelli che superano i 60 anni sono 13 (6 e 7). Dei rimanenti 449 che formano il gruppo degli adulti, gli uomini sono occupati in aziende locali, molte delle donne lavorano come badanti. Lo scorso anno 43 stranieri si sono trasferiti in altri comuni italiani, 6 sono ritornati nei Paesi d'origine, 4 sono deceduti e 3 sono irreperibili. 26/04/2009

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"Piccole e medie imprese protagoniste del dopo-crisi" (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

ARONA. CONFRONTO SULLA CRISI ECONOMICA "Piccole e medie imprese protagoniste del dopo-crisi" [FIRMA]FRANCO FILIPETTO ARONA «Scelte finanziarie sbagliate, senza regole, sono il motivo che ha portato a questa grave crisi economica». Ha esordito così il parlamentare Roberto Cota, capogruppo della Lega Nord alla Camera, al convegno «La crisi economica» promosso dalla segreteria di Arona e Vergante del Carroccio. All'incontro, che si è tenuto al palacongressi «Marina e Marcello Salina», erano presenti il senatore Massimo Garavaglia, vicepresidente della Commissione Bilancio al Senato, Mauro Franzinelli, assessore alla sicurezza del comune di Novara, Paolo Marchioni del Consiglio di amministrazione dell'Eni, Alberto Luigi Gusmeroli, sindaco di Bancoposta, Gianmario Mandrini, presidente Api, Maurizio Grifoni presidente provinciale Ascom, e Fabio Berini della Direzione Mercato della Banca Popolare di Intra. Cota: «La globalizzazione ha aperto il nostro mercato ad una concorrenza sleale. L'ingresso illegale di persone nel nostro paese ha permesso la circolazione di irregolari anche nel mondo del lavoro». Il senatore Garavaglia ha parlato di sostegni economici: «Bisogna aiutare le piccole e medie imprese; da parte nostra abbiamo imposto la verifica degli studi di settore. E' necessario far girare la liquidità, rivedere il patto di stabilità che interessa i comuni e far slittare i pagamenti delle tasse per lasciare liquidità nelle tasche dei cittadini». Franzinelli si è soffermato sulla criminalità: «Importante che vigili l'osservatorio voluto dalla Prefettura per evitare l'infiltrazione di criminalità organizzata anche nel nostro territorio». Gusmeroli ha portato l'attenzione sul sistema bancario:«Le banche, purtroppo, detengono hanno ancora titoli 'tossici'». Mandrini: «Abbiamo nelle province di Novara, Vco e Vercelli 500 piccole e medie aziende; da poco si è siglato un accordo con la Banca Popolare di Novara per un sostegno economico consistente euro a favore della piccola e media impresa, asse importante della nostra economia». L'analisi del commercio di Grifoni: «I consumi sono crollati di colpo. La forte ristrettezza redditizia si ripercuote inevitabilmente sulle vendite. Contiamo molto sull'osservatorio dei fidi».

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Red Blue China (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampaweb, La" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

di Francesco Sisci PECHINO -- Il vertice tra il presidente cinese Hu Jintao e il premier giapponese Taro Aso di mercoledì prossimo, si apre sullo sfondo di un’assenza, o meglio la presenza di un convitato di pietra, l’America, collante strategico degli equilibri asiatici. Assente invece il vecchio motore della prima globalizzazione storica, l'Europa. Il nuovo rapporto speciale che sta emergendo tra Usa e Cina infatti rischia di schiacciare il Giappone e mutare il rapporto che Tokyo aveva sviluppato con Washington dopo la seconda guerra mondiale. Cina e Giappone rappresentano da soli due terzi dell’economia asiatica. Il Giappone è seconda economia del mondo ma in pochi anni il suo Prodotto interno lordo (Pil) dovrebbe essere superato da quello cinese, cambiando i rapporti di forza nella regione. Il Giappone inoltre è, dopo la Cina, il secondo maggiore acquirente di obbligazioni americane, ma la presente crisi economica e l’enorme deficit statale rispetto al Pil (circa il 180 per cento) gli impedisce di continuare a finanziare gli Usa. Il Giappone ha obbligazioni americane per un valore di circa mille miliardi di dollari. Ciò dà un ulteriore vantaggio al rapporto della Cina con l’America rispetto a quelo del Giappone. La Cina possiede obbligazioni americane per circa 1,7 trilioni di dollari. è cruciale allora per il Giappone capire che tipo di nuovi rapporti sviluppare con questa nuova Cina in crescita da sola e nel suo rapporto con gli Stati uniti, specie quest’anno quando la crisi economica in corso sta ridisegnando rapidamente i rapporti geopolitici globali. Né la Cina può pensare che il Giappone possa semplicemente sparire dall’orizzonte. Tokyo è rimarrà per molti anni una superpotenza economica e tecnologica e un suo ruolo continuerà a essere fondamentale per lo sviluppo e la stabilità dell’Asia. è cruciale allora che l’avvicinamento in corso tra Cina e Stati uniti coinvolga anche il Giappone. Il rapporto strategico tra Usa, Cina e Giappone è come i lati di un triangolo che deve accorciare la distanza tra i vari poli allo stesso ritmo pena il disequilibrio dell’intera geometria. Aso, leader dell’ala più conservatrice del partito di governo lo Ldp (partito liberal democratico), discendente dall’aristocrazia dei grandi samurai ma di educazione cattolico, cioè di una minoranza nel Paese, potrebbe essere nelle condizioni di costruire questo nuovo rapporto. Aso nei giorni scorsi ha anche trovato una nuova formula per gestire il controverso rapporto con il tempio shintoista Yasukuni, dove sono onorate le anime dei caduti giapponesi tra cui anche quelle di 14 criminali di guerra del secondo conflitto mondiale. Il premier nipponico in passato è andato a visitare il tempio per raccogliere i consensi della destra oltranzista, ma Pechino si opponeva a queste visite che considerava un incoraggiamento a nuove tentazioni aggressive giapponesi. Aso nei giorni scorsi ha mandato un dono allo Yasukuni senza andarci di persona, e Pechino ha evitato reazioni violente al dono e ha confermato il vertice. Inoltre l’ambasciatore cinese a Tokyo, Cui Tiankai, è uno specialista di America, segno come la relazione con gli Usa sia al centro dei rapporti Cina-Giappone. Hu dovrà quindi assicurare che lo sviluppo del rapporto con l’America di Obama non stia avvenendo a discapito del Giappone, e deve ottenere anche garanzie che Tokyo non ostacoli il riavvicinamento tra Pechino e Washington. Allora questo vertice tra Cina e Giappone diventa importante per i prossimi appuntamenti tra Hu e il presidente americano Barak Obama. C’è poi una morale che interessa l’Europa e l’Italia in questo vertice a Pechino: l’assenza vera e totale da questo rapporto transpacifico. Questa assenza è la prova di una marginalizzazione crescente del vecchio continente nel suo complesso da questa nuova geografia politica ed economica. Se l’Europa non pensa rapidamente ed efficacemente come essere presente nei nuovi rapporti che si stanno disegnando, il suo ruolo diventerà marginale, cosa che potrebbe significare una prospettiva di povertà crescente per molti parti del nostro vecchio continente. enditem commenti (0) scrivi

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Un comando militare per la cyber sicurezza Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampaweb, La" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

WASHINGTON L’amministrazione di Barack Obama intende dotarsi di un nuovo comando militare incaricato di contrastare e respingere possibili attacchi di pirati informatici: l’iniziativa, che sarà annunciata nelle prossime settimane, farà parte di una serie di misure allo studio della Casa Bianca per migliorare la cyber sicurezza degli Stati Uniti, ha spiegato un funzionario di Washington. Questo «cyber comando» dovrebbe essere posto sotto l’autorità del Comando strategico americano (Stratcom), che dirige già gli sforzi del Pentagono per assicurare l’integrità delle reti informatiche militari. La decisione giunge dopo l’aumento del numero di attacchi da parte di hacker e cracker di grandi capacità e talento, che secondo gli esperti del settore sarebbero spesso cinesi o russi. Una recente relazione del Pentagono sottolinea che la guerra per il predominio dello spazio informatico fa parte delle priorità di Pechino, e che numerose intrusioni nella rete del governo americano e di altri paesi «sembrano essere giunte» dalla Cina. «Il numero di tentativi di intrusioni, di recente, si è più che raddoppiato», ha affermato un portavoce del dipartimento alla Difesa. Il Pentagono ha speso più di 100 milioni di dollari negli ultimi sei mesi per riparare i danni causati da cyber attacchi. Secondo il Wall Street Journal, pirati informatici sono riusciti di recente a violare il sistema del programma di armamento più costoso del Pentagono, rubando i segreti del «Joint Strike Fighter». Ma episodi analoghi sono già accaduti nei mesi scorsi. E solo pochi giorni fa, secondo il Wall Street Journal, un non ben precisato numero di cyber spie sarebbe riuscito a penetrare nel sistema della rete elettrica statunitense, lasciando dei software dormienti capaci di provocare enormi danni. Fonti del controspionaggio americano hanno denunciato il tentativo di «mappare le infrastrutture» degli Stati Uniti, ed hanno chiamato in causa anche i russi. Il segretario americano alla Difesa Robert Gates ha chiesto nelle ultime settimane di formare 250 esperti informatici all’anno invece degli attuali 80. + «New Military Command to Focus on Cybersecurity» sul Wall Street Journal

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25 aprile: hanno sfilato i carri allegorici della Festa di Primavera a Casola Valsenio (sezione: Globalizzazione)

( da "Sestopotere.com" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

25 aprile: hanno sfilato i carri allegorici della Festa di Primavera a Casola Valsenio (26/4/2009 10:16) | (Sesto Potere) - Casola Valsenio - 26 aprile 2009 - Alla luce di un caldo sole primaverile hanno sfilato i carri della tradizionale Festa di primavera. Nel pomeriggio di sabato 25 aprile, infatti, le tre società costruttrici hanno allestito i loro carri per la prima sfilata che si è tenuta a conclusione di alcuni mesi d’intenso lavoro tra legno, gesso, ferro ma anche di fine e stravagante sartoria. Ad aprire la sfilata pomeridiana è stata la società Extra con un carro intitolato “Non ci avrete mai come volete voi” in cui l’allegoria del labirinto veniva sviluppata e adeguata ai giorni nostri portando una critica alla società consumistica ed al suo modo di omologare. A seguire è stata la volta della Nuova società Peschiera che ha presentato il carro “La misura della solitudine” anch’esso incentrato sulla metafora del labirinto ma questa volta adeguato al tema della globalizzazione dei popoli. Ha chiuso la sfilata dei tre giganti di gesso il carro della società Sisma intitolato “Colpevolmente consapevoli”. Qui l’economia finanziaria e gli squilibri economici della contemporaneità sono stati gli argomenti affrontati attraverso le forme espressive di una grande mela e di una bilancia. In attesa del verdetto adesso la manifestazione riprenderà venerdì 1°maggio con la “Notte di Primavera e sfilata serale”. Si partirà alle ore 17 con i mercatini e le esposizioni artistiche allestite nel paese mentre lo stand gastronomico offrirà piatti della tradizione e prelibatezze. Alle 20.30 inaugurerà la notte la sfilata della Segavecchia, accompagnata dallo spettacolo di trampolieri e giochi pirotecnici dell’Elastica teatro. A cui farà seguito quella dei carri che, arricchiti di musiche e luci personalizzate legate al tema e alle allegorie, percorreranno le vie del paese fino a giungere in Piazza Oriani, in attesa della premiazione. Alle 23 sempre il gruppo “Elastica teatro” inizierà il processo alla Vecchia, con uno spettacolo di balli e giochi di fuoco fino ad incendiarla in un grande falò purificatore. A mezzanotte ci sarà il tanto atteso verdetto con la premiazione dei carri e con la proclamazione dei vincitori della Festa di primavera e della Sfilata notturna. Al termine della premiazione si festeggerà tutti assieme con una festa con gruppi musicali e dj.

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In chiave di solidarietà logico chiedere un contributo in un momento difficile (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

LA TASSA SUI RICCHI «In chiave di solidarietà logico chiedere un contributo in un momento difficile» Dàgli all'economista!». Di questi tempi, c'è un brutto clima per la sua categoria e Tommaso Padoa-Schioppa, a Torino per una conferenza nell'ambito di Biennale democrazia, non solo ne è consapevole, ma lo ritiene pienamente giustificato. L'ex ministro dell'ultimo governo Prodi ammette, con un sorriso autoironico: «È del tutto opportuno processare gli economisti per i loro errori di imprevidenza, individuare dove hanno sbagliato e perchè hanno sbagliato. Non tutti, naturalmente, perché alcuni avevano lanciato, in tempo, allarmi e ammonimenti, ma gran parte di noi è stata sorpresa dalla crisi. Poi, bisognerebbe distinguere tra gli scienziati, i commentatori, i politici che si sono occupati d'economia. Ma questo è difficile perché, soprattutto in Italia, l'accademico esercita, magari di seguito e magari contemporaneamente, tutti e tre questi ruoli e, quindi, non sempre si capisce in quale vesta parli. I primi, hanno seguito forse troppo un andamento pendolare degli studi, dall'interventismo keynesiano al liberismo più sfrenato. I secondi, spesso, hanno commentato i fatti come esercizi di laboratorio, senza tenere conto dei vincoli della realtà. I terzi, hanno avuto troppa paura di dire cose che potessero dispiacere al mercato». Visti gli errori di previsione sul passato, ci si può fidare dei pronostici sul futuro? Il peggio è alle spalle o no? «Preferirei che si parlasse un po' più del dopo-crisi e un po' meno dell'andamento del tifone. La cosa fondamentale saranno gli aspetti dell'economia, dei comportamenti istituzionali, delle regole, delle politiche nel prossimo decennio. Questa crisi non è congiunturale, fisiologica, ma chiude un ciclo ed è una svolta. Bisogna capire le cause profonde di quello che è avvenuto e affrontarle». Quali sono i motivi fondamentali di quanto è avvenuto? «Sono sostanzialmente quattro. Una crescita basata, soprattutto negli Usa, sul consumo e sul debito, non quello per investire ma quello per consumare. L'idea sbagliata che i mercati finanziari si regolassero da soli. Lo squilibrio tra un mercato globalizzato e politiche economiche che sono rimaste nazionali. La "veduta corta", come dice il titolo del mio recente libro. Cioè l'accorciamento di tutti i tempi, quelli di produzione, di trasporto, di absolescenza del prodotto, di una politica che appende la sorte di un governo al febbrile andamento dei sondaggi. Così, le dinamiche con le quali l'economia si è mossa in una direzione sbagliata si sono prolungate al punto tale che, quando la correzione è arrivata, è stata drammatica e brutale». Dopo la crisi, i politici hanno coordinato gli interventi in modo sufficiente? «Il giudizio va meditato. Il problema non è valutare se i pacchetti di sostegno siano stati robusti o troppo miseri, ma constatare la volontà di accettare regole comuni, anche quando sono amare. A questo proposito, vedo ancora risposte troppo protezioniste e intese ancora inadeguate, anche in Europa». Si dice che l'Europa sia debole, perchè non c'è uno spirito europeo che costringa all'unità politica. «Sì, sento che questa è la tesi prevalente, ma io non sono d'accordo. All'Europa non manca il "demos", manca il "kratos". Il demos della ragione è dato dalla tensione tra le cose di interesse comune e il fatto che non si sia d'accordo su come regolarle. Il demos del cuore, lo spirito comune, l'idem sentire sono retoriche nazionaliste che vengono usate, in realtà, in chiave antieuropea, sulla scorta di quella stessa ideologia dell'onnipotenza dello Stato nazionale che ha scatenato le guerre mondiali. La democrazia europea può morire perché c'è un governo autoritario, non voluto dal popolo, ma anche perché non c'è un governo, perchè il diritto di veto gli impedisce di agire». Scendiamo da queste altezze ideologiche e torniamo a urgenze più contingenti. C'è il rischio di uscire da questa crisi con una inflazione pesantissima? «Il rischio c'è, perché l'eccesso di liquidità rimane. Prima, la bolla speculativa non ha colpito i generi di consumo, ma i beni capitali e, così, ha dato l'impressione non di un impoverimento, ma di un arricchimento generale. Oggi, la recessione blocca i prezzi. Ma potrebbe essere la calma che precede la tempesta: quella di una inflazione che rende più poveri». Ultima domanda, un po' provocatoria. Lei ha parlato, da ministro, della «bellezza delle tasse». Condivide l'idea di una tassa sui ricchi? «L'ipotesi può essere vista nella chiave di una spedizione punitiva contro una categoria. Ma è sbagliato criminalizzare una categoria. Io non l'ho mai fatto con i professionisti, i medici, gli autonomi in genere. Anzi, ho chiamato veri eroi del fisco quella metà di loro che pagano tutte le tasse. Perchè, al contrario dei lavoratori dipendenti, possono evaderle e non lo fanno. La stessa cosa vale per i ricchi, per i manager. Però, in una chiave di solidarietà, è perfettamente logico chiedere un maggior contributo in un momento di difficoltà, soprattutto per i più poveri».

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"Non l'ideale ma la forza ciò che manca all'Europa" (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

GLI ERRORI L'INFLAZIONE Intervista Tommaso Padoa-Schioppa "Non l'ideale ma la forza ciò che manca all'Europa" «È opportuno processare gli economisti per la loro imprevidenza» «Potrebbe scoppiare dopo la quiete della recessione e rendere tutti più poveri» LUIGI LA SPINA TORINO Dàgli all'economista!». Di questi tempi, c'è un brutto clima per la sua categoria e Tommaso Padoa-Schioppa, a Torino per una conferenza nell'ambito di Biennale democrazia, non solo ne è consapevole, ma lo ritiene pienamente giustificato. L'ex ministro dell'ultimo governo Prodi ammette, con un sorriso autoironico: «È del tutto opportuno processare gli economisti per i loro errori di imprevidenza, individuare dove hanno sbagliato e perchè hanno sbagliato. Non tutti, naturalmente, perché alcuni avevano lanciato, in tempo, allarmi e ammonimenti, ma gran parte di noi è stata sorpresa dalla crisi. Poi, bisognerebbe distinguere tra gli scienziati, i commentatori, i politici che si sono occupati d'economia. Ma questo è difficile perché, soprattutto in Italia, l'accademico esercita, magari di seguito e magari contemporaneamente, tutti e tre questi ruoli e, quindi, non sempre si capisce in quale vesta parli. I primi, hanno seguito forse troppo un andamento pendolare degli studi, dall'interventismo keynesiano al liberismo più sfrenato. I secondi, spesso, hanno commentato i fatti come esercizi di laboratorio, senza tenere conto dei vincoli della realtà. I terzi, hanno avuto troppa paura di dire cose che potessero dispiacere al mercato». Visti gli errori di previsione sul passato, ci si può fidare dei pronostici sul futuro? Il peggio è alle spalle o no? «Preferirei che si parlasse un po' più del dopo-crisi e un po' meno dell'andamento del tifone. La cosa fondamentale saranno gli aspetti dell'economia, dei comportamenti istituzionali, delle regole, delle politiche nel prossimo decennio. Questa crisi non è congiunturale, fisiologica, ma chiude un ciclo ed è una svolta. Bisogna capire le cause profonde di quello che è avvenuto e affrontarle». Quali sono i motivi fondamentali di quanto è avvenuto? «Sono sostanzialmente quattro. Una crescita basata, soprattutto negli Usa, sul consumo e sul debito, non quello per investire ma quello per consumare. L'idea sbagliata che i mercati finanziari si regolassero da soli. Lo squilibrio tra un mercato globalizzato e politiche economiche che sono rimaste nazionali. La "veduta corta", come dice il titolo del mio recente libro. Cioè l'accorciamento di tutti i tempi, quelli di produzione, di trasporto, di absolescenza del prodotto, di una politica che appende la sorte di un governo al febbrile andamento dei sondaggi. Così, le dinamiche con le quali l'economia si è mossa in una direzione sbagliata si sono prolungate al punto tale che, quando la correzione è arrivata, è stata drammatica e brutale». Dopo la crisi, i politici hanno coordinato gli interventi in modo sufficiente? «Il giudizio va meditato. Il problema non è valutare se i pacchetti di sostegno siano stati robusti o troppo miseri, ma constatare la volontà di accettare regole comuni, anche quando sono amare. A questo proposito, vedo ancora risposte troppo protezioniste e intese ancora inadeguate, anche in Europa». Si dice che l'Europa sia debole, perchè non c'è uno spirito europeo che costringa all'unità politica. «Sì, sento che questa è la tesi prevalente, ma io non sono d'accordo. All'Europa non manca il "demos", manca il "kratos". Il demos della ragione è dato dalla tensione tra le cose di interesse comune e il fatto che non si sia d'accordo su come regolarle. Il demos del cuore, lo spirito comune, l'idem sentire sono retoriche nazionaliste che vengono usate, in realtà, in chiave antieuropea, sulla scorta di quella stessa ideologia dell'onnipotenza dello Stato nazionale che ha scatenato le guerre mondiali. La democrazia europea può morire perché c'è un governo autoritario, non voluto dal popolo, ma anche perché non c'è un governo, perchè il diritto di veto gli impedisce di agire». Scendiamo da queste altezze ideologiche e torniamo a urgenze più contingenti. C'è il rischio di uscire da questa crisi con una inflazione pesantissima? «Il rischio c'è, perché l'eccesso di liquidità rimane. Prima, la bolla speculativa non ha colpito i generi di consumo, ma i beni capitali e, così, ha dato l'impressione non di un impoverimento, ma di un arricchimento generale. Oggi, la recessione blocca i prezzi. Ma potrebbe essere la calma che precede la tempesta: quella di una inflazione che rende più poveri». Ultima domanda, un po' provocatoria. Lei ha parlato, da ministro, della «bellezza delle tasse». Condivide l'idea di una tassa sui ricchi? «L'ipotesi può essere vista nella chiave di una spedizione punitiva contro una categoria. Ma è sbagliato criminalizzare una categoria. Io non l'ho mai fatto con i professionisti, i medici, gli autonomi in genere. Anzi, ho chiamato veri eroi del fisco quella metà di loro che pagano tutte le tasse. Perchè, al contrario dei lavoratori dipendenti, possono evaderle e non lo fanno. La stessa cosa vale per i ricchi, per i manager. Però, in una chiave di solidarietà, è perfettamente logico chiedere un maggior contributo in un momento di difficoltà, soprattutto per i più poveri».

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Un lavoro manuale prima di quello intellettuale (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Un lavoro manuale prima di quello intellettuale Domenica 26 Aprile 2009, "I giovani e la disoccupazione: tutti dovrebbero fare un lavoro manuale prima di farne uno intellettuale". Con questo slogan Confartigianato Imprese Rovigo ha concluso un ciclo di conferenze all'istituto superiore "De Amicis" di Rovigo. La relazione conclusiva è stata tenuta da tre classi quinte per circa sessanta studenti (5^A, 5^B E 5^Cp) sul tema del lavoro artigiano. Il relatore Daniele Ambrosin ha sottolineato le caratteristiche salienti dell'impresa artigiana saldamente ancorata al lavoro svolto in maniera preponderante all'interno dell'impresa. In una moderna concezione d'impresa occorre oramai parlare di risorse sempre più ridotte sia sotto il profilo economico che sotto il profilo umano. La globalizzazione ha di fatto contribuito alla riduzione fino alla scomparsa delle lavorazioni artigianali; il concetto di lavorazione artistica, di bottega, di apprendimento da non confondere con l'apprendistato sono oramai concetti di nicchia che devono essere recuperati e valorizzati. Il vero problema è che l'artigiano moderno non può fare a meno di una forte cultura generale di base, perché deve gestire l'organizzazione del mercato del lavoro, le nuove tecnologie, la pubblicità e il marketing, e, pur all'interno di un mondo globalizzato, deve difendere "l'unicità" e la "qualità" del suo prodotto. In una provincia come la nostra, dove permane da anni uno scarso capitale sociale, lo sviluppo dell'artigianato potrebbe costituire un volano di crescita delle imprese esistenti e di nascita di nuove imprese con la conseguente riduzione della nuova povertà e dei nuovi esclusi. L'artigianato creando posti di lavoro può svolgere anche questa funzione sociale. Mentre le scuole superiori, in particolare gli Istituti professionali, hanno una finalità formativa nel senso che preparano ad una professionalità specifica, la scuola di base, dovendo fornire una preparazione culturale di base, deve puntare proprio sulla "cultura del lavoro" inteso come orientamento generale della persona ad avere disponibilità e flessibilità nei confronti del lavoro; questa sensibilità si deve tradurre in un processo continuo che inizia prestissimo e prosegue per tutta la vita.

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COLDIRETTI (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

COLDIRETTI Domenica 26 Aprile 2009, Il presidente della Coldiretti di Treviso, Fulvio Brunetta, parla di "buoni esiti" del G8 di Cison. «Esiti che hanno portato l'agricoltura al centro dell'agenda internazionale e che hanno messo in luce il nostro modello di impresa agricola - spiega Brunetta - Proprio quel modello che va valorizzato e soprattutto liberato dalla morsa di chi, anche applicando marchi distributivi ai prodotti che sono vere marche, decide per noi i prezzi globalizzando l'origine delle produzioni e facendo perdere agli stessi la propria identità con il territorio e nei confronti delle scelte dei consumatori». Per Coldiretti, che vuole più agricoltura locale in ogni angolo del mondo, è giunto il tempo di dare vigore ad una filiera agricola tutta italiana: «La realtà, anche trevigiana, è che le imprese agricole vendono le proprie produzioni a prezzi sempre più bassi, mentre i consumatori le pagano sempre di più. Per questo ci siamo rivolti a loro direttamente con la nostra vendita». «E' tempo - prosegue Brunetta - di conquistare il giusto potere contrattuale nei confronti della grande distribuzione anche attraverso le strutture economiche associative. Siamo molto soddisfatti dei puntini sulle i messi dal ministro Luca Zaia in riferimento alle speculazioni negative. Queste speculazioni sono globalizzate. Ci sono a Pechino come a Castelfranco Veneto, a Chicago come a Moriago della Battaglia, a Moumbay come a Monfumo. La realtà è che del valore di un prodotto all'imprenditore agricolo oggi arriva circa il 17 per cento. Solo qualche anno fa restava il 22 per cento ed era già considerato poco. La nostra agricoltura di qualità non può continuare a camminare sul filo che di anno in anno si appesantisce di nuovi costi con ricavi identici a quindici anni fa come succede per alcuni comparti». Brunetta trova prezioso il passaggio nel documento finale del G 8 riferito «alla necessità dei controlli della merce in entrata e in uscita per combattere la concorrenza sleale». «Poi è giusto aver dichiarato guerra e tolleranza zero a quei prodotti stranieri che passano la frontiera diventando italiani. Questi non sono argomenti lontani, anzi sono temi che trovano riscontro tutti i giorni in ogni angolo della Marca trevigiana». Barty Stefan

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Peste suina, 81 i morti in Messico Fazio: Italia pronta, nessun rischio (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

n. 100 del 2009-04-26 pagina 0 Peste suina, 81 i morti in Messico Fazio: Italia pronta, nessun rischio di Redazione E'allarme in tutto il mondo. A Città del Messico niente messe mentre i probabili contagiati salgono a 1.300: per tutti isolamento sanitario. Dieci studenti neozelandesi colpiti dal virus. Bruxelles: nessun caso nella Ue. Fazio: "Attivata l'Unità di crisi, abbiamo i vaccini". La mappa dei casi sospetti nel mondo. La Farnesina invita a non viaggiare in Messico Città del Messico - L’ultimo bilancio dell’influenza da suini in Messico è salito a 81 morti sospette dal 13 aprile ad oggi. Lo ha dichiarato il ministro messicano della salute, Josè Angel Cordova, precisando che 20 di queste sono state attribuite con certezza al virus e che i malati sotto osservazione sono al momento 1.324. Cordova ha confermato la chiusura delle scuole e delle università della capitale. E l'allarme panmdemia si allarga a tutto in mondo, dagli Stati Uniti alla Cina, alla Nuova Zelanda dove il ministro degli Esteri Tony Ryall ha detto che dieci studenti neozelandesi hanno "probabilmente" contratto il virus dell'influenza suina: glii studenti fanno parte di un gruppo di 25 del Rangitoto College di Auckland, rientrati sabato da un viaggio di tre settimane in Messico. E il governo della Cina ha disposto che chiunqua abbia sintomi influenzali, e arrivi da zone in cui è presente l’epidemia da febbre suina, deve riportarlo alle autorità. La Ue rassicura Intanto l'Unione europea smorza l'allarme: non vi al momento sono casi riscontrati di contagio da febbre suina negli Stati dell’Unione Europea. Lo ha riferito la Commissione europea. Niente messa a Città del Messico L’arcivescovado della capitale ha annunciato la sospensione a partire da questa domenica, e fino a nuovo ordine, di tutte le messe in programma nella capitale, a causa dell’influenza da suini che ha colpito il Paese. "Sono sospese tutte le messe fino a nuova comunicazione" in tutte le parrocchie della città, ha reso noto il responsabile dell’area radio e tv dell’arcivescovado di Città del Messico, Josè de Jesus Aguilar, precisando che la decisione è stata presa in accordo tra la Chiesa cattolica locale e il ministero della Sanità. La misura non implica la chiusura delle chiese per quei fedeli che intendano recarvisi per pregare. Per la messa - è stato precisato - dovranno accontentarsi di seguire via radio le celebrazioni trasmesse da altre zone del paese o dall’ estero. Fino a qualche ora fa, la Chiesa aveva negato di voler sospendere le messe in programma nella giornata di oggi, limitandosi a raccomandare ai fedeli a recarsi in chiesa con le mascherine per coprire bocca e naso. Per l'emergenza 450 milioni di dollari Fondi pari a 450 milioni di dollari sono stati stanziati nelle ultime ore dal governo del Messico per far fronte all’emergenza sanitaria dell’influenza da suini nel paese. Lo ha reso noto il ministero delle finanze, precisando che con tali fondi il governo "potrà finanziare le azioni di preparazione e risposta" al virus, con misure quali "mobilitazione, coordinamento, vigilanza epidemiologica, controlli medici, attività di studio e sviluppo". I media locali hanno inoltre riferito che, per l’emergenza provocata dall’influenza da suini nella capitale e in altri stati del paese, il presidente messicano Felipe Calderon ha cancellato una missione che aveva in programma oggi ad Acapulco, a causa - hanno precisato le fonti - delle riunioni a livello nazionale in programma con le autorità del settore sanitario. Isolamento sanitario Le autorità sanitarie del Messico hanno predisposto "l’isolamento per il tempo strettamente necessario delle persone" colpite dall’ infezione da suini: lo ha reso noto un decreto firmato dal presidente del paese, Felipe Calderon, e dal ministro della sanità, Josè Angel Cordova. Il decreto prevede inoltre che gli esperti dello stesso ministero possano entrare in qualsiasi abitazione nelle aree colpite dall’infezione, oltre ad avere via libera per monitorare il traffico terrestre, aereo e marittimo del paese, così come per controllare i passeggeri, e i loro bagagli, che possano potenzialmente essere portatori del virus. Il ministero avrà d’altra parte la priorità nell’impiego dei servizi di comunicazione, via radi e tv, oltre ai contatti telefonici, ha aggiunto il decreto. Durante una missione svolta nelle ultime ore nello stato di Oaxaca, sud del paese, anche l’aereo del presidente Calderon è stato sottoposto ad attenti controlli per prevenire eventuali fonti di contagio, hanno d’altra parte reso noto i media locali. Il personale di bordo e i giornalisti che hanno accompagnato il capo dello Stato sono stati sottoposti a controlli medici. La mappa dei casi sospetti Crescono in vari paesi del mondo le segnalazioni di casi sospetti di influenza da suino che ha colpito alcune zone del Messico. Ecco nel dettaglio la situazione MESSICO Sono 81 i morti (20 delle quali attribuite con certezza al virus dei suioni A/H1N1) e 1.324 sospetti in Messico, dove il governo ha messo in atto provvedimenti speciali per isolare i casi confermati e sospetti. USA Otto casi, di lieve intensità, sono stati accertati negli Stati Uniti (California e Texas) e due nuovi casi nel Kansas. A questi casi si aggiungono otto probabili a New York. ITALIA E' risultato negativo ai test virologici per l'influenza da suini il paziente proveniente dal Messico che ieri si è presentato all'Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma. NUOVA ZELANDA Dieci liceali neozelandesi che erano stati in Messico per una settimana sono stati probabilmente contagiati dalla influenza da suini, di cui presentano i sintomi. FRANCIA Sono attualmente due i casi sospetti riscontrati dalle autorità sanitarie transalpine. A Marsiglia le autorità sanitarie hanno resono noto che una donna incinta di ritorno dal Messico è stata sottoposta a test che hanno dato esisti negativi, escludendo ogni rischio di contagio. SPAGNA Tre i casi sospetti segnalati. Si tratta di persone tornate da un viaggio a Città del Messico e che accusano i sintomi dell'influenza. Attualmente sono in osservazione e in isolamento. ISRAELE Un giovane di 26 anni, proveniente dal Messico, è stato ricoverato nell'ospedale di Netanyah a nord di Tel Aviv. L'uomo, rientrato in Israele venerdì, ha una forte influenza e presenta altri sintomi sospetti. RUSSIA Al momento non si segnalano casi sospetti. Il presidente Putin oggi ha firmato un provvedimento urgente per la creazione di una commissione che lavorerà per la prevenzione della diffusione del virus sul territorio russo. Fazio: attivata l'unità di crisi E' stata attivata presso il ministero del Welfare l'Unità di crisi sull'influenza da suini. Lo ha detto oggi il sottosegretario al Welfare, Ferruccio Fazio. L'Unità di crisi, già al lavoro, è composta da quattro-cinque esperti e lavora in contatto costante con le autorità sanitarie internazionali per monitorare la situazione. "Ci stiamo preparando da anni, fin dai tempi dell'aviaria, ad affrontare un'eventuale pandemia di influenza", ha detto Fazio. "Non sono stati segnalati casi confermati di influenza da suini nel nostro Paese e in Europa. La situazione - prosegue Fazio - è monitorata dal Ministero ora per ora in collegamento le autorità internazionali e che al momento non si è ravvisata la necessita di assumere iniziative relative a controlli alle frontiere". "Nessun rischio" "Al momento - ha proseguito Fazio - non ci sono in Italia né pericoli né rischi. Abbiamo continui contatti con i Paesi europei per mettere a punto possibili strategie contro una possibile pandemia". Una eventuale pandemia di influenza "é un'emergenza alla quale ci si prepara da tempo", ha aggiunto, e "da tempo l'Italia ha scorte di farmaci antivirali". Oltre all'Unità di crisi, è attiva anche "la sorveglianza attraverso la rete dei medici sentinella", una rete collaudata da anni per la sorveglianza dell'influenza stagionale e che è in grado di dare segnalazioni sia sul virus sia sui sintomi. E' inoltre in corso presso gli uffici della Sanità marittima e aerea la distribuzione di volantini per i passeggeri in arrivo dalle zone a rischio, dal Messico in particolare. In arrivo fra due o tre giorni anche un numero verde per in passeggeri in arrivo dal Messico, o in partenza. Provvedimenti "Stiamo inoltre valutando - ha detto infine Fazio - le iniziative da prendere nel caso in cui si rendesse obbligatoria la vaccinazione. Dalla prossima settimana ci occuperemo di questo". In caso di pandemia, ha precisato, la vaccinazione scatterebbe comunque nelle ultime due (cinque e sei) delle sei fasi di allerta fissate dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Uomini e pecore, tracce di una lunga storia (sezione: Globalizzazione)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Cultura Pagina 348 Uomini e pecore, tracce di una lunga storia --> Seguire le tracce dell'avvicinamento tra uomini e animali per conoscere meglio gli uni e gli altri. Questi i propositi di chi studia la storia della domesticazione: dal cane alla capra, dal maiale all'ape. Il numero di Science del 24 aprile, a dimostrazione dell'importanza che l'argomento riveste per numerose discipline scientifiche, dedica la copertina a tre articoli sul tema. Tra questi spicca lo studio di Bernardo Chessa (ricercatore nell'istituto di Malattie Infettive dell'Università di Sassari, diretto da Marco Pittau) sulla storia della domesticazione della pecora. Alla ricerca hanno collaborato Pittau e Alberto Alberti, e ricercatori di altri 26 istituti sparsi per il mondo, dell'istituto diretto da Massimo Palmarini dell'Università di Glasgow. Analizzando campioni provenienti da 1362 animali, Chessa (laurea in Veterinaria e dottorato in Biotecnologia molecolare) ha indagato le tracce lasciate dai retrovirus, caratterizzati dall'avere l'Rna al posto del Dna, e dalla capacità di retrotrascrivere il proprio genoma da Rna a Dna. Il Dna così sintetizzato si integra in maniera permanente nel genoma della cellula ospite. Le pecore, come tutte le specie animali, contengono nel loro genoma retrovirus “endogeni” derivanti dal particolare ciclo replicativo di questi virus. I retrovirus esistono sia in forma di virus “esogeni” (da ospite infetto a non infetto), sia come virus endogeni (detti ERVs, che derivano dall'infezione delle cellule germinali). Questi ultimi, integrati nel Dna dell'ospite, si comportano come ogni altro gene. La ricerca di Chessa ha individuato 27 ERVs: è emerso che alcuni retrovirus si sono integrati tra 5 e 9 milioni di anni fa nei progenitori selvatici, altri in epoche più recenti. Mentre sei ERVs sono stati utilizzati per ricostruire la storia degli ovini analizzando 133 razze di pecore di tutto il mondo. Si scopre che gli uomini, migrando dal Medio Oriente alla Sardegna, hanno lasciato tracce che combaciano con quelle dell'addomesticamento della pecora. Cosa avete trovato con le vostre ricerche? «Combinando questi studi con rilievi archeologici abbiamo scoperto che esistono razze di pecore più primitive che possono essere distinte sulla base dei vari ERVs contenuti nel genoma, che noi chiamiamo "retrotipo". In altre parole, pecore differenziate dal loro "retrotipo" e dalla morfologia si sono disperse in Eurasia e Africa dopo essere partite dal Medio Oriente attraverso distinte migrazioni. Le prime pecore di 10mila anni fa erano molto simili al muflone. Abbiamo scoperto pecore primitive in Sardegna, isole scozzesi, Baltico e Finlandia». Lo studio potrà essere utile per le pecore “moderne”? «Certo, con questo strumento siamo in grado di individuare quali sono le pecore che hanno subìto meno incroci. E capire quali sono le razze con genetici da salvaguardare. La secolare selezione cui molte sono state sottoposte può aver escluso caratteristiche utili, come la capacità di resistere a certe malattie». E per altre specie? «Si potrebbero individuare marcatori genetici basati sui retrovirus endogeni anche in altri animali. La pecora rappresenta un ottimo modello per studiare le interazioni fra retrovirus endogeni e ospite. Molti ERVs conferiscono forme di protezione, limitando l'attacco e la proliferazione di retrovirus patogeni, o come accade nella pecora e nell'uomo, alcune sequenze endogene permettono l'impianto dell'embrione e la formazione della placenta». Per l'archeologo Savino di Lernia (direttore della missione archeologica della Sapienza nel Sahara) «lo studio utilizza un metodo molto promettente», sottolinea di Lernia (che nel prossimo numero di Darwin affronta il tema della domesticazione animale sul piano antropologico). «Poter cogliere questi aspetti è un fatto raro». Per l'embriologo Lino Loi, docente di Fisiologia all'università di Teramo, la ricerca ha elementi di assoluta importanza: «Oggi la pecora è soggetta a una globalizzazione genetica: alcune razze spariscono, sostituite da altre. Le razze autoctone andrebbero sempre salvaguardate». A partire da quelle sarde. Seguendo l'esempio delle associazioni per la tutela delle pecore inglesi. ANDREA MAMELI

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La ricerca come antidoto al male della dimenticanza (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Iniziativa regionale La ricerca come antidoto al male della dimenticanza Raccontare la cultura Walser attraverso la ricerca curata da Gabriella Mania. E' la proposta che l'assessore all'Istruzione e Cultura Laurent Viérin farà domani alle 18,30 nel salone della biblioteca regionale di Aosta. A parlarne, con la curatrice del volume «Quattro chiacchiere tra i Walser di Gressoney e Issime, per contrastare la globalizzazione-Walser d'roada, gegen globalisierung» saranno l'ex senatore Cesare Dujany, che si è occupato della salvaguardia dei walser valdostani durante la sua carriera politica, e Vittorio De La Pierre, presidente del Walser Kulturzentrum (nella foto) e della Consulta Walser che farà un excursus storico-legislativo. Alcune riflessioni sull'uso della lingua, più capita che parlata, saranno espresse da Aléxis Bétemps, presidente del Centre d'études francoprovençales René Willien. Filo conduttore dell'incontro sarà la frase introduttiva della ricerca, di Bruno Favre: «La buona gente tende a scomparire. Altri si fanno avanti, a passi da gigante. I migliori gressonari si trovano al cimitero. Che cosa dobbiamo aspettarci? E' destino comune delle minoranze, compresi i Walser».\

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Peste suina, sono 81 i morti in Messico Fazio: "L'Italia è pronta, nessun rischio" (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

n. 100 del 2009-04-26 pagina 0 Peste suina, sono 81 i morti in Messico Fazio: "L'Italia è pronta, nessun rischio" di Redazione E'allarme in tutto il mondo. I contagiati sono 1.300: per tutti isolamento sanitario. La Ue: nessun caso. Fazio: "Attivata l'Unità di crisi, abbiamo i vaccini". Vertice alla Casa Bianca. La mappa dei casi sospetti. La Farnesina invita a non andare in Messico. Ecco i consigli per chi viaggia Città del Messico - L’ultimo bilancio dell’influenza da suini in Messico è salito a 81 morti sospette dal 13 aprile ad oggi. Lo ha dichiarato il ministro messicano della salute, Josè Angel Cordova, precisando che 20 di queste sono state attribuite con certezza al virus e che i malati sotto osservazione sono al momento 1.324. Cordova ha confermato la chiusura delle scuole e delle università della capitale. E l'allarme panmdemia si allarga a tutto in mondo, dagli Stati Uniti alla Cina, alla Nuova Zelanda dove il ministro degli Esteri Tony Ryall ha detto che dieci studenti neozelandesi hanno "probabilmente" contratto il virus dell'influenza suina: glii studenti fanno parte di un gruppo di 25 del Rangitoto College di Auckland, rientrati sabato da un viaggio di tre settimane in Messico. E il governo della Cina ha disposto che chiunqua abbia sintomi influenzali, e arrivi da zone in cui è presente l’epidemia da febbre suina, deve riportarlo alle autorità. La Ue rassicura Intanto l'Unione europea smorza l'allarme: non vi al momento sono casi riscontrati di contagio da febbre suina negli Stati dell’Unione Europea. Lo ha riferito la Commissione europea. Niente messa a Città del Messico L’arcivescovado della capitale ha annunciato la sospensione a partire da questa domenica, e fino a nuovo ordine, di tutte le messe in programma nella capitale, a causa dell’influenza da suini che ha colpito il Paese. "Sono sospese tutte le messe fino a nuova comunicazione" in tutte le parrocchie della città, ha reso noto il responsabile dell’area radio e tv dell’arcivescovado di Città del Messico, Josè de Jesus Aguilar, precisando che la decisione è stata presa in accordo tra la Chiesa cattolica locale e il ministero della Sanità. La misura non implica la chiusura delle chiese per quei fedeli che intendano recarvisi per pregare. Per la messa - è stato precisato - dovranno accontentarsi di seguire via radio le celebrazioni trasmesse da altre zone del paese o dall’ estero. Fino a qualche ora fa, la Chiesa aveva negato di voler sospendere le messe in programma nella giornata di oggi, limitandosi a raccomandare ai fedeli a recarsi in chiesa con le mascherine per coprire bocca e naso. Per l'emergenza 450 milioni di dollari Fondi pari a 450 milioni di dollari sono stati stanziati nelle ultime ore dal governo del Messico per far fronte all’emergenza sanitaria dell’influenza da suini nel paese. Lo ha reso noto il ministero delle finanze, precisando che con tali fondi il governo "potrà finanziare le azioni di preparazione e risposta" al virus, con misure quali "mobilitazione, coordinamento, vigilanza epidemiologica, controlli medici, attività di studio e sviluppo". I media locali hanno inoltre riferito che, per l’emergenza provocata dall’influenza da suini nella capitale e in altri stati del paese, il presidente messicano Felipe Calderon ha cancellato una missione che aveva in programma oggi ad Acapulco, a causa - hanno precisato le fonti - delle riunioni a livello nazionale in programma con le autorità del settore sanitario. Isolamento sanitario Le autorità sanitarie del Messico hanno predisposto "l’isolamento per il tempo strettamente necessario delle persone" colpite dall’ infezione da suini: lo ha reso noto un decreto firmato dal presidente del paese, Felipe Calderon, e dal ministro della sanità, Josè Angel Cordova. Il decreto prevede inoltre che gli esperti dello stesso ministero possano entrare in qualsiasi abitazione nelle aree colpite dall’infezione, oltre ad avere via libera per monitorare il traffico terrestre, aereo e marittimo del paese, così come per controllare i passeggeri, e i loro bagagli, che possano potenzialmente essere portatori del virus. Il ministero avrà d’altra parte la priorità nell’impiego dei servizi di comunicazione, via radi e tv, oltre ai contatti telefonici, ha aggiunto il decreto. Durante una missione svolta nelle ultime ore nello stato di Oaxaca, sud del paese, anche l’aereo del presidente Calderon è stato sottoposto ad attenti controlli per prevenire eventuali fonti di contagio, hanno d’altra parte reso noto i media locali. Il personale di bordo e i giornalisti che hanno accompagnato il capo dello Stato sono stati sottoposti a controlli medici. La mappa dei casi sospetti Crescono in vari paesi del mondo le segnalazioni di casi sospetti di influenza da suino che ha colpito alcune zone del Messico. Ecco nel dettaglio la situazione MESSICO Sono 81 i morti (20 delle quali attribuite con certezza al virus dei suioni A/H1N1) e 1.324 sospetti in Messico, dove il governo ha messo in atto provvedimenti speciali per isolare i casi confermati e sospetti. USA Undici casi, di lieve intensità, sono stati accertati negli Stati Uniti (California e Texas. A questi casi si aggiungono nove probabili a New York. ITALIA E' risultato negativo ai test virologici per l'influenza da suini il paziente proveniente dal Messico che ieri si è presentato all'Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma. NUOVA ZELANDA Dieci liceali neozelandesi che erano stati in Messico per una settimana sono stati probabilmente contagiati dalla influenza da suini, di cui presentano i sintomi. FRANCIA Sono attualmente due i casi sospetti riscontrati dalle autorità sanitarie transalpine. A Marsiglia le autorità sanitarie hanno resono noto che una donna incinta di ritorno dal Messico è stata sottoposta a test che hanno dato esisti negativi, escludendo ogni rischio di contagio. SPAGNA Tre i casi sospetti segnalati. Si tratta di persone tornate da un viaggio a Città del Messico e che accusano i sintomi dell'influenza. Attualmente sono in osservazione e in isolamento. ISRAELE Un giovane di 26 anni, proveniente dal Messico, è stato ricoverato nell'ospedale di Netanyah a nord di Tel Aviv. L'uomo, rientrato in Israele venerdì, ha una forte influenza e presenta altri sintomi sospetti. RUSSIA Al momento non si segnalano casi sospetti. Il presidente Putin oggi ha firmato un provvedimento urgente per la creazione di una commissione che lavorerà per la prevenzione della diffusione del virus sul territorio russo. Fazio: attivata l'unità di crisi E' stata attivata presso il ministero del Welfare l'Unità di crisi sull'influenza da suini. Lo ha detto oggi il sottosegretario al Welfare, Ferruccio Fazio. L'Unità di crisi, già al lavoro, è composta da quattro-cinque esperti e lavora in contatto costante con le autorità sanitarie internazionali per monitorare la situazione. "Ci stiamo preparando da anni, fin dai tempi dell'aviaria, ad affrontare un'eventuale pandemia di influenza", ha detto Fazio. "Non sono stati segnalati casi confermati di influenza da suini nel nostro Paese e in Europa. La situazione - prosegue Fazio - è monitorata dal Ministero ora per ora in collegamento le autorità internazionali e che al momento non si è ravvisata la necessita di assumere iniziative relative a controlli alle frontiere". "Nessun rischio" "Al momento - ha proseguito Fazio - non ci sono in Italia né pericoli né rischi. Abbiamo continui contatti con i Paesi europei per mettere a punto possibili strategie contro una possibile pandemia". Una eventuale pandemia di influenza "é un'emergenza alla quale ci si prepara da tempo", ha aggiunto, e "da tempo l'Italia ha scorte di farmaci antivirali". Oltre all'Unità di crisi, è attiva anche "la sorveglianza attraverso la rete dei medici sentinella", una rete collaudata da anni per la sorveglianza dell'influenza stagionale e che è in grado di dare segnalazioni sia sul virus sia sui sintomi. E' inoltre in corso presso gli uffici della Sanità marittima e aerea la distribuzione di volantini per i passeggeri in arrivo dalle zone a rischio, dal Messico in particolare. In arrivo fra due o tre giorni anche un numero verde per in passeggeri in arrivo dal Messico, o in partenza. Provvedimenti "Stiamo inoltre valutando - ha detto infine Fazio - le iniziative da prendere nel caso in cui si rendesse obbligatoria la vaccinazione. Dalla prossima settimana ci occuperemo di questo". In caso di pandemia, ha precisato, la vaccinazione scatterebbe comunque nelle ultime due (cinque e sei) delle sei fasi di allerta fissate dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Vertice alla Casa Bianca La Casa Bianca ha convocato un vertice per le 18:30 italiane per valutare la situazione riguardante l'influenza da suini. Al briefing prendono parte, tra gli altri, il segretario per la Sicurezza Interna, Janet Napolitano, e il direttore facente funzione del Centers for Desease Control, Richard Besser. La Casa Bianca ha precisato che il Consiglio per la Sicurezza Nazionale sta monitorando costantemente la situazione, in accordo con il Dipartimento di Stato e il Cdc. Intervistata dalla CNN, Valerie Jarret, una delle più strette collaboratrici di Barack Obama, ha detto che il presidente "é costantemente aggiornato sull'evolversi della situazione e ha chiesto ai responsabili che seguono l'emergenza di tenere correttamente informata l'opinione pubblica". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Cina: Banca centrale, surplus non e' problema (sezione: Globalizzazione)

( da "Trend-online" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Cina: Banca centrale, surplus non e' problema ANSA NEWS, clicca qui per leggere la rassegna di Ansa , 26.04.2009 17:26 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! (ANSA) - WASHINGTON, 26 APR -Il surplus cinese di partite correnti non sara' piu' un problema a lungo termine. L' ha detto il governatore della Banca Centrale.Zhou Xiaochun ha spiegato che non appena il piano di stimolo fiscale varato iniziera' a dare effetti di stimolo della domanda interna, il surplus si ridurra'. Lo scorso anno il surplus cinese e' aumentato del 15% a 426 miliardi di dollari:e' quindi urgente un calo dell'avanzo cinese e una diminuzione del disavanzo Usa per una crescita mondiale equilibrata.

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Ermanno Olmi inaugura lo "Slow Food on F (sezione: Globalizzazione)

( da "superEva notizie" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Ermanno Olmi inaugura lo "Slow Food on Film" Il documentario "Terra Madre" del maestro Ermanno Olmi aprirà il Festival Internazionale di Cinema e Cibo Slow Food on Film che si svolgerà alla Cineteca di Bologna dal 6 al 10 maggio[...] Il documentario "Terra Madre" del maestro Ermanno Olmi aprirà il Festival Internazionale di Cinema e Cibo Slow Food on Film che si svolgerà alla Cineteca di Bologna dal 6 al 10 maggio 2009. "Terra Madre", evento speciale della Berlinale 2009, è prodotto dalla Cineteca di Bologna e ITC Movie con la collaborazione di Rai Cinema e sarà nelle sale italiane a partire dall'8 maggio 2009 distribuito dalla B.I.M. Distribuzione. Oltre al documentario di Olmi, Slow Food on Film proporrà numerose altre anteprime per l'Italia tra cui: "Food Inc.", fondamentale documentario sul cibo industriale delle corporations prodotto dall'americana Participant (la stessa del documentario Oscar di Al Gore "An Unconvenient Thruth"), realizzato lungo sei anni di ricerche, inchieste, ricostruzioni minuziose; "La Vie Moderne" di Raymond Depardon (presentato all'ultimo festival di Cannes). Come ospite speciale il festival avrà John Nossiter, il documentarista che con "Mondovino" nel 2004 ha portato, in concorso a Cannes, la discussione sull'enologia globalizzata e che a Bologna presenterà due episodi della serie "Mondovino" dedicati al vino italiano. PUBBLICITà PUBBLICITà Invia tramite EMAIL | Versione per la STAMPA |-->Le vostre opinioni Questo Speciale sulle Galassie è stato ospitato sul sito di ScienzaOnLine del Comune di Roma--> Pubblicato il 26 aprile 2009 in: Festival e rassegne Registi » Invia tramite EMAIL » Versione per la STAMPA--> » Le vostre opinioni

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Medio Oriente, apertura dell'Iran: sì all'ipotesi "due popoli due Stati" (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampaweb, La" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

ROMA Timida apertura del presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, al riconoscimento dello Stato di Israele e alla possibilità di raggiungere un accordo di pace tra israeliani e palestinesi. In un’intervista al network statunitense Abc News, Ahmadinejad ha riferito che per l’Iran «andrebbe bene» se i palestinesi raggiungessero un accordo con lo Stato ebraico che preveda una soluzione a "due Stati". Pur avendo evitato di rispondere direttamente alla domanda dell’intervistatore, che gli aveva chiesto se in caso di accordo con i palestinesi sarebbe disposto a riconoscere lo Stato di Israele, il presidente iraniano ha spiegato: «Qualunque decisione prenderanno per noi va bene, non interferiremo e ogni scelta che sarà adottata la supporteremo». Decidere del loro futuro è un «diritto del popolo palestinese», ha proseguito Ahmadinejad, «attendiamo quello che decideranno di fare». Un’apertura, quella del presidente iraniano, che arriva a pochi giorni dal controverso discorso fatto alla conferenza dell’Onu sul razzismo di Ginevra nel quale Ahmadinejad era tornato ad attaccare Israele giudicandolo uno «Stato razzista». Nel corso dell’intervista, il presidente iraniano si è inoltre detto pronto a dialogare con gli Stati Uniti sulle ambizioni nucleari iraniane. «Le relazioni tra Iran e Stati Uniti dipendono dalle decisioni che saranno prese dall’amministrazione americana», ha sottolineato, «Obama ci ha mandato messaggi di amicizia, ma nel comunicato distribuito dal "5+1" (Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania; ndr) si può notare ostilità», ha osservato Ahmadinejad, «così sembra un doppio percorso...». Dopo trent’anni di gelo diplomatico tra Usa e Iran, Obama ha invitato l’Occidente a coinvolgere direttamente Teheran su varie questioni tra cui quella nucleare. Il presidente iraniano ha affermato di aver ricevuto diverse critiche nel suo Paese per aver inviato un messaggio di congratulazioni a Obama per la sua elezione alla Casa Bianca. «Tuttavia, l’ho fatto e sto ancora aspettando una risposta», ha riferito Ahmadinejad. Alla domanda se l’Iran sia pronto a dialogare con Washington senza precondizioni, Ahmadinejad ha risposto: «No, no. Per dialogare dovremmo avere una struttura ben delineata e un’agenda trasparente». Il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, aveva detto al Congresso Usa la scorsa settimana, che gli Stati Uniti si stavano preparando «sanzioni molto dure» contro l’Iran nel caso fosse fallito il dialogo. «Stiamo riconsiderando il nostro pacchetto di proposte» sulla questione nucleare, ha rivelato Ahmadinejad, sottolineando che Teheran «sta aggiungendo nuove questioni che renderemo pubbliche il prima possibile». «Siamo sempre pronti a dialogare», ha aggiunto Ahmadinejad nella lunga intervista all’Abc, «pensiamo che dovremmo preparare il terreno in modo che tutti gli Stati e i popoli possano avere la possibilità di parlare, siamo pronti a contribuire alla sicurezza internazionale, alla pace, all’amicizia e al disarmo globale», ha concluso Ahmadinejad.

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Presentato il Festival dell'Economia di Trento 2009 (sezione: Globalizzazione)

( da "Sestopotere.com" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Presentato il Festival dell'Economia di Trento 2009 (26/4/2009 20:28) | (Sesto Potere) - Trento - 26 aprile 2009 -Si rinnova l’appuntamento con il Festival dell’Economia di Trento. Da giovedì 29 maggio a domenica 1 giugno economisti, giuristi, imprenditori, manager, politici, sociologi, giornalisti si confronteranno in pubblico su un tema cardine del nostro futuro: come conciliare identità e globalizzazione al tempo della crisi. Così Tito Boeri, responsabile scientifico del Festival dell’Economia: “Quando l’economia mondiale cresceva a tassi del 5-6 per cento all’anno, in molti si sono chiesti se la globalizzazione avrebbe soffocato le identità nazionali e locali, sopprimendo tradizioni e violando sistemi di valori locali. Oggi che il mondo ha cessato di correre viene da chiedersi se erano preoccupazioni eccessive. Ora abbiamo, in ogni caso, il problema opposto: quello di governare una crisi globale di fronte al rafforzamento di identità locali, riaffermate in contrasto con tutto ciò che sta al loro esterno.” La relazione tra queste due dimensioni è oggi ancora più stringente, poiché le politiche locali devono fare i conti con una crisi che viene da molto lontano. “Infatti - prosegue Boeri - la lezione peggiore e più pericolosa da trarre da questa crisi è che essa sia figlia della globalizzazione e che quindi per evitarne una nuova occorra rendere le nostre comunità un po’ più chiuse.” Insomma a Trento ci chiederemo se le diverse identità locali possano conciliarsi con una identità globale che sostenga la delega di poteri a organismi sovranazionali, di coordinamento fra paesi, come il G20, nella gestione della crisi. Per riconoscersi in una comunità c’è bisogno di sentirsi trattati con equità all’interno di questa stessa comunità. E allora quali regole e istituzioni nazionali e internazionali vanno cambiate per promuovere un senso di appartenenza a comunità più vaste del borgo in cui si risiede? Ma non basta. “Un contributo del Festival dell’Economia 2009 - fa presente ancora Boeri - sarà anche quello di riflettere sulle cause scatenanti la crisi. Capire perché gli economisti non l’avevano, con rare eccezioni, prevista, perché molti banchieri hanno potuto fare il bello e il brutto tempo, indisturbati, perché i politici hanno reagito con tanto ritardo al deteriorarsi delle condizioni macroeconomiche.” Su tutto questo ci chiariranno le idee economisti di indiscusso prestigio provenienti dalle migliori università mondiali. A partire da due Premi Nobel per l’Economia. A Trento il primo sarà George Akerlof che ci spiegherà quanto spesso decisioni importanti siano ispirate dagli “animal spirits” e come uno di questi istinti, un improvviso crollo della fiducia, rappresenti uno dei fattori scatenanti dell’attuale recessione, un fattore con cui i governi senza dubbio devono fare i conti. Il secondo, James Heckman, ci aiuterà a capire come economia e psicologia siano le chiavi per comprendere la nostra identità e personalità. E poi. Al Festival dell’Economia 2009 Tyler Cowen, docente di Economia alla George Mason University, editorialista economico per il New York Times, responsabile di uno tra i più visitati e autorevoli blog del pianeta, farà il ritratto di chi è il nuovo Roosevelt, illustrandoci in che cosa consistono i diversi pacchetti fiscali elaborati dai governi del G20. Alessandra Casella, docente di Economia alla Columbia University sul versante dell’identità rifletterà su come sia possibile realizzare sistemi democratici che combinino la capacità decisionale del sistema maggioritario con misure di protezione delle minoranze. Alberto Alesina, docente di Economia all’Harvard University, partendo dalla constatazione che esistono paesi composti da 11 mila persone e nazioni come la Cina, con più di un miliardo e 300 milioni di abitanti, farà riflettere sulla dimensione ottimale delle nazioni dal punto di vista economico. E quanto riesce l'economia a spiegare di queste tendenze. Roland Benabou, docente di Economia e affari pubblici alla Princeton University si addentrerà nei meccanismi di scelta collettivi che possono spiegare le bolle speculative e il crollo dei mercati borsistici. Anne Krueger, docente di Economia internazionale alla Johns Hopkins School of Advanced International Studies a Washington, forte delle sue prestigiose esperienze ai vertici del Fondo monetario internazionale descriverà come sarà il mondo dopo la crisi. Luigi Zingales, docente di Economia all’Università di Chicago, delineerà quali debbano essere le nuove regole per il futuro dei mercati finanziari, mentre Edward L. Glaeser, docente di Economia all’Harvard University, metterà in evidenza come le nostre conoscenze riflettono l'influenza dei nostri vicini, e come quell’influenza spesso ci induce in errore, primo fra tutti la credenza sui pericoli di diversi gruppi etnici. A questi, che sono solo alcuni tra protagonisti dell’edizione 2009 del Festival, si aggiungono grandi personalità del dibattito pubblico e culturale italiano: tra gli altri, Giuseppe De Rita, Gian Arturo Ferrari, Lucio Caracciolo, Carlo Petrini, Giuliano Amato, Giampaolo Fabris, Innocenzo Cipolletta, Luca Cordero di Montezemolo, Fabrizio Galimberti, Alessandro Barbero, Diego Della Valle, Federico Rampini, Francesco Giavazzi, Tommaso Padoa-Schioppa, Enrico Letta. Confermati i tradizionali format del Festival dell’Economia: Parole chiave, Alla frontiera, Visioni, Focus, Dialoghi, Intersezioni, Testimoni del Tempo, gli incontri de “Il Sole 24 Ore”. Un nuovo appuntamento sarà quello dei Tribunali della crisi, dove ogni giorno alle 12.00 sarà celebrato un processo - non tanto in termini di persone, ma di istituzioni e regole - alla finanza, all’economia e alla politica. La presentazione di saggi attinenti al tema di quest’anno è curata da Tonia Mastrobuoni giornalista economica de “Il Riformista”.

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Febbre suina, il contagio dilaga Negli Usa è emergenza sanitaria (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampaweb, La" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

NEW YORK Crescono in vari paesi del mondo le segnalazioni di casi sospetti di influenza da suino che ha colpito alcune zone del Centro America. Situazione particolarmente drammatica in Messico, dove i morti sono 85 i morti (ma solo per venti di loro il decesso è attribuito con certezza al virus dei suini A/H1N1). Oltre 1.300 i casi sospetti. Il governo messicano ha messo in atto provvedimenti speciali per isolare i casi confermati e sospetti. Negli Stati Uniti dieci casi, di lieve intensità, sono stati accertati tra California, Texas e Kansas. A questi casi si aggiungono otto contagi a New York. Il virus intanto è arrivato anche in Canada e in Nuova Zelanda dove dieci liceali che erano stati in Messico per una settimana sono stati contagiati dalla influenza da suini, di cui presentano i sintomi. In Francia sono attualmente due i casi sospetti riscontrati dalle autorità sanitarie transalpine. A Marsiglia le autorità sanitarie hanno resono noto che una donna incinta di ritorno dal Messico è stata sottoposta a test che hanno dato esisti negativi, escludendo ogni rischio di contagio. Tre i casi sospetti segnalati in Spagna. Si tratta di persone tornate da un viaggio a Città del Messico e che accusano i sintomi dell’influenza. Attualmente sono in osservazione e in isolamento. In Israele un giovane di 26 anni, proveniente dal Messico, è stato ricoverato nell’ospedale di Netanyah a nord di Tel Aviv. L’uomo, rientrato in Israele venerdì, ha una forte influenza e presenta altri sintomi sospetti. In Russia al momento non si segnalano casi sospetti. Il presidente Putin oggi ha firmato un provvedimento urgente per la creazione di una commissione che lavorerà per la prevenzione della diffusione del virus sul territorio russo. Situazione sotto controllo in Italia:. Il sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio ha assicurato che «non c’è nessun rischio a consumare carne di maiale» e il rischio di venire contaminati «è praticamente pari a zero». L’Italia ha comunque già pronte 40 milioni di dosi di farmaci anti virali. Gli Stati Uniti hanno dichiarato lo stato d’emergenza sanitario dopo che i casi umani di febbre suina accertati nel Paese sono saliti a venti. Lo ha annunciato il segretario aall Sicurezza nazionale Janet Napolitano, precisando che tutte le persone che si presenteranno alla frontiera dai Paesi colpiti da virus saranno sottoposte a controlli. Durante la conferenza stampa alla Casa Bianca, Napolitano ha precisato che circa 12 milioni di dosi di Tamiflu, il medicinale antivirale, sono pronte per essere distribuite negli Stati che ne faranno richiesta e in particolare in California, Texas, New York, Kansas e Ohio. Il presidente Barack Obama sta seguendo da vicino l’evolversi della situazione e ha ordinato ai suoi collaboratori una «risposta efficace, energica e coordinata». Per precauzione la Russia, la Cina, Hong Kong e Taïwan hanno deciso di mettere in quarantena tutte le persone che presentano i sintomi del virus mortale. La Farnesina ha sconsigliato a tutti i cittadini italiani di recarsi nelle aree del Messico interessate dal contagio dell'influenza da suini «a meno di motivi improrogabili». L’influenza dei suini continua dunque a tenere alta l’attenzione in tutto il mondo, anche se l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) per ora mantiene il livello di allarme pandemico fermo alla fase tre. In Europa non si registrano contagi accertati, hanno dichiarato i Centri Europei per il Controllo sulle Malattie (Ecdc), ma la sorveglianza si intensifica ovunque. Nel frattempo l’Oms ha reso pubblica la sequenza genetica del virus e ha distribuito le indicazioni per analizzarla ai laboratori di tutto il mondo. Esperti dei Centri statunitensi per il controllo delle malattie (Ecdc) stanno lavorando a stretto contatto sua con le autorità sanitarie degli Stati americani colpiti dal virus, sia con le autorità sanitarie messicane. Gli esperti continuano a ribadire che il virus si diffonde da uomo a uomo in modo simile a quello degli altri virus dell’influenza stagionale e che mangiare carne di maiale non è rischioso. + SCHEDA Regole e informazioni utili sul virus / + SCHEDA I consigli per chi viaggia

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La Cina dell'automobile corre più forte della crisi (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

GIÀ QUEST'ANNO PUÒ SCAVALCARE GLI USA DIVENTANDO IL MERCATO LEADER AL MONDO Made in Italy sempre più ambito La Cina dell'automobile corre più forte della crisi L'Europa rilancia: dal debutto della Porsche Panamera allo sbarco della piccola Smart [FIRMA]MARCO MARELLI SHANGHAI I cinesi? Assolutamente imprevedibili. Per rifare una camera d'albergo arrivano in sette, ovunque si guardi fanno in tre, con tempi dimezzati, ciò che in Europa compete a una sola persona. Nei servizi, nell'edilizia, pure nel mondo dell'auto, come si evince alla 13ª edizione del Salone di Shanghai. Le vendite corrono e quest'anno dovrebbero superare i 10 milioni, come sottolinea Miao Wei, funzionario economico di spicco del governo: «Tutti i mercati sono in contrazione, non l'isola felice della grande Cina». Che sfruttando la crisi degli Stati Uniti può diventare già quest'anno il primo mercato al mondo. Volkswagen è leader con 1 milione di consegne. Per Ferrari questo è ormai il 2° mercato dopo gli Usa e, curiosamente, scopriamo che il 25% dei clienti è donna, come racconta l'Ad Amedeo Felisa presentando qui la California (e registrando ordini per un anno). Al Salone di Shanghai si scopre anche che l'industria locale non copia più. O copia meno, in attesa di proporsi come leader. E' il caso della BYD, primo costruttore cinese indipendente di auto e secondo produttore globale di batterie. La sua E6 è la prima crossover elettrica al mondo: 5 porte e 5 posti tanto moderna nella linea quanto evoluta nella tecnologia, se si considera che offre un'autonomia di 300 km. BYD non è la sola a colpire: ci sono anche la FAW e la Jac con le loro piccole che non sono più imitazioni spudorate di modelli occidentali, o la Great Wall che cerca di elaborare un suo stile e con la CHC011 svela il futuristico tunnel con comandi touch screan, proprio come l'iPod e le future Volkswagen. E cosa dire della Chery, che lancia le sue M1 e X1 (un anno dal prototipo al prodotto finito) firmate dalla TorinoDesign e i nuovi marchi Rich e Rely, e toglie pure i veli a numerose ibride? Certo la Chery poteva avere maggiore fantasia nei nomi, mentre il marchio Rich riprende in modo spudorato il simbolo Bentley (ci sarà un'altra causa?); le sue ibride sono primordiali, ma bisogna riconoscerle un'energia. atomica. I cinesi insomma corrono, magari alcuni troppo, ma non tutti fanno più funzionare le fotocopiatrici. Ci vorranno ancora anni per vedere modelli made in China affermarsi in tutto il mondo, ma facendo un confronto tra l'edizione di Pechino 2008 e questa di Shanghai, il salto compiuto ha dell'incredibile. E in questo clima di euforia un ruolo da protagonista lo gioca l'Occidente se si considerano i partecipanti e le loro novità. Porsche dopo un lungo travaglio fa finalmente debuttare la sua prima berlina sportiva 4 porte, la Panamera. Tanto grande fuori, offre 4 posti e non molto spazio dentro. Colpiscono il generoso tunnel centrale con quasi 50 pulsanti, la plancia invadente e i brancardi pronunciati che non facilitano l'accesso, oltre alla posizione del motore anteriore poco arretrato, in netta controtendenza con le scelte degli altri costruttori. Mercedes presenta la Classe S restyling: piccoli ritocchi alla carrozzeria, fari a Led, migliorie ai motori e allo sterzo. Con questo aggiornamento debutta la versione ibrida, con batteria a ioni di litio. Un concentrato di tecnologia che promette, con 299 Cv consumi prossimi al Diesel. La gamma rinnovata della S sarà in Italia a giugno, con le versioni AMG tra cui la S65, bolide da 612 Cv. Daimler inoltre ha deciso di distribuire in Cina la Smart: 10 mila unità previste, per la serie «piatto ricco mi ci ficco». Attenzione hanno destato pure il restyling dell'Audi Q7 e il lancio della Maserati Granturismo S Automatica, insieme alla Quattroporte Sport GT S. La Cina è l'Eldorado del Tridente dove, forte di una rete di vendita che copre le 11 maggiori città e grazie al felice matrimonio tra prodotto e rete, nel 2008 le vendite sono cresciute del 70%. In piena linea con la velocità di crescita dei cinesi. Lamborghini intanto ha aperto il suo 4° showroom. 1. Debutto in Cina per la Maserati Granturismo S Automatica 2. La Smart arriva sul mercato 3. La Geely GE, imitazione della Rolls-Royce Phantom 4. La compatta M1 lancia il nuovo marchio Rich della Chery

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Cinque chiavi per il futuro (sezione: Globalizzazione)

( da "superEva notizie" del 26-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Cinque chiavi per il futuro Le persone stanno vivendo anni di grandi cambiamenti: l'accelerazione della globalizzazione, la crescente mole di informazioni, l'esplosione delle potenzialità della scienza e della tecnica. Questi cambiamenti richiedono nuove forme di apprendimento e nuovi modi di pensare: nella scuola, nel lavoro e nella vita pubblica. In questo libro, Howard Gardner spiega quali abilità cognitive premieranno negli anni a venire. "Gli esseri umani giudicano tutto secondo i propri criteri; non vedono che ci sono valori che trascurano mentre invece ne sopravvalutano altri. Ecco perché agli occhi dell'Intelligenza cosmica, i valori umani raramente sono i veri valori. Prendiamo il caso dell'istruzione cui si dà generalmente tanta importanza. Se si chiede a qualcuno quanto tempo ha impiegato per ottenere un diploma, risponderà tre anni, cinque anni o più, se è un medico, il che sembra parecchio. Ma per acquisire delle virtù come la pazienza, la bontà, la generosità, la saggezza non bastano alcuni anni: occorrono diversi secoli. Acquisire conoscenze libresche è molto più facile che sviluppare qualità morali! Quando un essere possiede tali qualità, significa che ha lavorato secoli per ottenerle; allora perché sottovalutarle?" Chi avrà scommesso su queste abilità, potrà affrontare il futuro, qualunque esso sia. Quanti ne saranno privi, si troveranno in balia di forze che non saranno in grado di comprendere. Cinque le chiavi per aprire il futuro: la padronanza delle maggiori teorie e interpretazioni del mondo (comprese scienza, matematica, storia); la capacità di integrare idee e conoscenze di diverse aree disciplinari in un insieme coerente; la capacità di affrontare la soluzione di problemi nuovi; la consapevolezza delle differenze tra uomini e culture diverse; la consapevole accettazione della propria responsabilità personale e generale. "Nel descrivere la mente non ci si può sottrarre a un esame dei valori umani" - è il monito costante che permea l'analisi di Howard Gardner, psicologo di fama mondiale, docente di Scienze cognitive e dell'educazione ad Harvard e principale rappresentante della teoria delle intelligenze multiple, nel saggio "Cinque chiavi per il futuro" (Feltrinelli). Quale futuro ci aspetta, nell'immediato e nel lungo termine? E' già possibile intravedere le sfide e le opportunità che pongono i processi di globalizzazione, l'enorme flusso di informazioni, l'avanzare della scienza e della tecnica, come pure il divampare di conflitti a livello internazionale, le tendenze al fanatismo, l'emarginazione delle fasce più deboli. "Nel mondo interconnesso in cui vive oggigiorno la grande maggioranza degli esseri umani, non basta dire che cosa occorre a ciascun individuo o a ciascun gruppo per sopravvivere nel suo orticello. Non è possibile, a lungo termine, che alcune parti dell'umanità nuotino nell'abbondanza mentre altre rimangano disperatamente povere e profondamente frustrate" - avverte Gardner nell'introduzione. Per presentarci all'appuntamento col futuro dovremmo cominciare fin da ora a coltivare delle formae mentis - le cinque chiavi - a cui dare la priorità. Non si tratta di una semplice enunciazione dei pregi di una mente "disciplinare", "sintetica", "creativa", "rispettosa" ed "etica"; lo psicologo si spinge oltre, passando dalla descrizione alla prescrizione: queste sono le intelligenze che dovremmo sviluppare in futuro. "La persona dotata di queste intelligenze, come io le chiamo, o mentalità, sarà bene attrezzata per affrontare quello che si aspetta, e anche quello che è impossibile prevedere; la persona priva di queste intelligenze sarà in balia di forze che non potrà né prevedere né tanto meno controllare". La mente disciplinare si avvale di una modalità di pensiero orientato alla conoscenza in un ambito particolare, che sarà quello dove può raggiungere l'eccellenza. Occorrono in media dieci anni per padroneggiare completamente una disciplina, di modo che, ad esempio, uno psicologo arrivi infine a "pensare" come uno psicologo, un matematico sia portato ad interpretare la realtà in termini di modelli e teorie o un giornalista valuti quasi automaticamente l'importanza di fatti e notizie. L'intelligenza sintetica è in grado di filtrare rapidamente le informazioni provenienti da diversi fonti e di rielaborarle in maniera originale. Sostenendosi alla disciplina e alla sintesi, la mente creativa esplora territori sconosciuti approdando a soluzioni innovative. Sostanzialmente inventa nuovi modi di pensare. Gli altri due approcci, la mente rispettosa e quella etica, sono indubbiamente in rapporto tra loro e si avventurano nel campo delle relazioni umane. L'intelligenza rispettosa è il modo di pensare di chi accoglie le diversità che esistono tra i singoli e tra le comunità umane, senza tentare di annullarle attraverso l'amore o l'odio. "Non possiamo più semplicemente tirare una tenda o costruire un muro per isolare permanentemente i gruppi l'uno dall'altro. L'homo sapiens dovrà in qualche modo imparare ad abitare i suoi paraggi - e il pianeta tutto - senza odio per i suoi simili, senza brama di ferirsi o uccidersi l'un l'altro, senza agire sulla base di tendenze xenofobe anche se il proprio gruppo potrebbe, a breve termine, risultare vincente" - scrive Gardner. E' molto di più che semplice tolleranza. L'intelligenza etica si sposta ad un livello più astratto, rappresenta l'elemento chiave di chi si interroga sulla natura dell'operare del singolo e sui bisogni e le aspirazioni della società, in altre parole, caratterizza l'individuo che comprende qual è la natura della sua relazione con il mondo e costruisce le sue azioni a partire da questa consapevolezza. Lo psicologo sottolinea costantemente l'importanza dell'educazione: come sviluppare le cinque forme di intelligenza e farle agire sinergicamente nello stesso individuo? Di chi è il compito? Secondo Gardner è una sfida che riguarda tutti coloro che lavorano con altre persone: genitori, insegnanti ma anche istituzioni, aziende, mezzi di comunicazione. Benché sia possibile individuare le età dello sviluppo in cui è più proficuo puntare su un particolare tipo di intelligenza, la condizione migliore è una sorta di "educazione permanente" avendo ben chiari mete e valori. Howard Gardner è condirettore del Progetto Zero, un programma sperimentale sui meccanismi dell'apprendimento che riconosce grande importanza alle arti. E l'arte è il terreno comune che può consentire la nascita di un atteggiamento simpatetico verso gli altri, a intessere le fila di un dialogo interrotto o mai iniziato tra gruppi abituati a considerarsi a vicenda come dei nemici. Come esempio valga l'esperienza "West-Eastern Divan Workshop" promossa da Edward Said e Daniel Barenboim, che comprende un'orchestra formata da giovani musicisti arabi e israeliani. Nel periodo estivo i ragazzi si riuniscono in una località europea, facendo musica durante il giorno e discutendo liberamente di politica nelle serate. "Ovviamente - avverte Gardner - un'orchestra che pure comprende parecchie decine di giovani cittadini del Medio Oriente non può risolvere i problemi di un'area che da secoli è devastata dai conflitti. Eppure, nell'estate del 2006, mentre i soldati israeliani e gli hezbollah libanesi si combattevano duramente, i giovani musicisti tennero concerti in tredici centri della regione. Barenboim osservava: "E una piccolissima risposta ai terribili orrori della guerra". Howard Gardner "Cinque chiavi per il futuro" Feltrinelli Editore, 2007 Rosalba Miceli LA STAMPA 07/01/2009 PUBBLICITà PUBBLICITà Invia tramite EMAIL | Versione per la STAMPA |-->Le vostre opinioni Questo Speciale sulle Galassie è stato ospitato sul sito di ScienzaOnLine del Comune di Roma--> Pubblicato il 26 aprile 2009 in: Biblioletture » Invia tramite EMAIL » Versione per la STAMPA--> » Le vostre opinioni

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