CENACOLO DEI COGITANTI |
Il Pil crolla. E i governi
lo riformano ( da "Corriere.it"
del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: circa e persino la Cina non è più quel che era: secondo il consigliere economico della Casa Bianca Larry Summers, il Pil sta scendendo anche lì. Con una piroetta, la si definisce in questi casi «crescita negativa ». C'è dunque anche qualcosa della favola della volpe e l'uva nella corsa dei governi, da Parigi a Ottawa, da Dublino a Canberra,
Disoccupazione, un rischio per la sicurezza (
da "Giornale
di Brescia" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Cina, India, Indonesia, Corea del Sud, Taiwan, Sudafrica e varie nazioni dell'America Latina, tutte colpite dal crollo delle esportazioni verso America ed Europa. Chiusure a catena di stabilimenti industriali vengono segnalate dalla Russia. A Dubai, città-simbolo del boom dei Paesi del Golfo, gli stranieri che costituiscono la quasi totalità della forza lavoro vengono rimpatriati
Agli Usa non bastano i viaggi in Asia di Hillary
( da "Milano
Finanza (MF)" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Hillary Clinton ci annuncia che, per l'America, l'area del Pacifico è il nuovo baricentro del mondo: ma, anche a voler dimenticare la vecchia Europa con i suoi guai, il triangolo Usa-Cina-Giappone non quadra da solo. (riproduzione riservata) Cina Germania Europa Usa Asia Hillary
Anno nero per i voli in Europa
( da "Milano
Finanza (MF)" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: rotta ortodromica via Helsinki verso i crescenti mercati asiatici (Cina in primis) e il Giappone. Resta, per quanto riguarda le fusioni, la telenovela British airways-Iberia (la prima detiene da anni il 10% della seconda) che spesso è stata data per fatta, almeno sulla carta, ma si è sempre arrestata a pochi metri dal traguardo per motivi operativi, tecnici, o per la crisi economica.
università viu , semestre accademico tutto dedicato alla
globalizzazione ( da "Nuova Venezia, La"
del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Usa, Boston College-Usa, Universitat Autònoma de Barcelona-Spagna, Lmu di Monaco- Germania, Tsinghua University-Cina, Waseda University- Giappone, Tele Aviv University-Israele, Tilburg University-Olanda) che insieme a Ca' Foscari e Iuav sviluppano progetti di formazione dedicati principalmente all'innovazione e allo sviluppo sostenibile per i manager e dirigenti di domani.
chimerica, le nozze in crisi tra cina e stati uniti -
federico rampini vittorio zucconi
( da "Repubblica,
La" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: economia mondiale e alla vigilia della visita in Cina del nuovo segretario di Stato Usa Hillary Clinton. La superpotenza asiatica si sente infatti intrappolata in quella che viene chiamata "Chimerica", la simbiosi con gli Stati Uniti che negli anni scorsi ha spinto lo sviluppo cinese ma che ora è diventata portatrice di pericoli e minacce.
Immobiliare, il futuro passa da Real Forum
( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Il risparmio energetico: necessità ed opportunità", "Globalizzazione del mercato immobiliare", "Parliamo di Expò 2015...", "Il futuro del business dei mutui in Italia", "Opportunità e sfide per la consulenza creditizia", "L'offerta Assicurativa legata ai prodotti di finanziamento", "La nuova regolamentazione catastale".
giuliano beltrami VALLE DEL CHIESE - Dopo la diabrotica,
insetto originario degli Stati Uniti che attacca il grano, ecco un altro
parassita, di nome cinipide, all'attacco del casta
( da "Adige,
L'" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: in ossequio alla tanto amata e vituperata globalizzazione giuliano beltrami VALLE DEL CHIESE - Dopo la diabrotica, insetto originario degli Stati Uniti che attacca il grano, ecco un altro parassita, di nome cinipide, all'attacco del castagno, in arrivo stavolta dal Giappone, in ossequio alla tanto amata e vituperata globalizzazione.
magraid 2009: presentazione domani a milano alla fiera
"bit" ( da "Messaggero Veneto, Il"
del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Globalizzazione e turismo. Rischi e opportunità di una sfida senza confini", per alzare il sipario su una competizione podistica estrema e dai molteplici significati. Oltre all'aspetto puramente agonistico, infatti, Magraid si propone come un veicolo promozionale del territorio, del suo ecosistema e delle sue peculiarità,
Passione e onestà: scelgo Andreatta LETIZIA DE TORRE
( da "Adige,
L'" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Unione Europea e nella globalizzazione), di innovazione amministrativa come i percorsi di democrazia partecipativa per il piano strategico e sociale, di capacità di futuro come è stato per le grandi e coraggiose scelte urbanistiche. E, non ultima, l'eredità di un governo della città che ha saputo dare spazio alle iniziative dei cittadini,
afghanistan, l'italia apre a teheran - vincenzo nigro
( da "Repubblica,
La" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: i presenti sarebbero quindi India, Cina, Egitto, Arabia Saudita, EAU, Australia, Turchia e Repubbliche centro-asiatiche. Tra l´altro - secondo l´AdnKronos - l´impulso politico italiano coinciderebbe con la revisione delle politiche per l´Afghanistan che verrà sancita dal vertice Nato di Strasburgo del 3-4 aprile.
dalle ferrovie ai premi nobel la lunga marcia dei
"chinamen" - (segue dalla prima pagina)
( da "Repubblica,
La" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: riaffiora nel nuovo terrore della globalizzazione, della delocalizzazione di impianti e lavoro oltre quell´Oceano che la ferrovia collegò nel 1869. Come il Giappone negli anni 70 e 80, così la Cina del Terzo Millennio è il «ladro nella notte» che succhia stipendi, salari e linfa all´America, promettendo di tradurre un giorno tutta questa trasfusione di ricchezza in potenza,
di Mauro Bottarelli Bruxelles
( da "Riformista,
Il" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: politica Usa per la Cina?». Il perchè è presto detto. La Cina non ha più intenzione di continuare a sostenere il debito Usa come ha fatto finora, detenendo titoli statali americani, per il semplice fatto che gli Usa sono a forte rischio insolvenza sul proprio debito a causa dei continui interventi in economia e stanno così mettendo a rischio le riserve valutarie dei paesi stranieri.
L'Europa si svegli nei summit
( da "Corriere
della Sera" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: assenza di un riferimento esplicito sia agli USA, Paese che ha causato la crisi attraverso forme di indebitamento sempre più azzardate, sia alla Cina, Paese che ha contribuito ad aggravare la crisi con l'eccessivo accumulo di riserve in dollari dovuto ad una sistematica sottovalutazione del cambio che ha distorto (con altri dumping cinesi) il commercio internazionale.
Tra Stati e banche matrimoni a tempo
( da "Sole
24 Ore, Il" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: in Cina l'import è sceso del 47%mentre in Europa si rivedono le stime del reddito mese dopo mese. Per evitare una spirale di sfiducia, deve essere fermata la perdita di credibilità degli interventi pubblici, attraverso scelte che non abbiano riguardo per le preferenze politiche dei governi, ma solo per l'efficacia.
Protezionismo federalcinese
( da "Sole
24 Ore, Il" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: STRATEGIE DELLE PROVINCE Protezionismo federalcinese L a Cina non fa parte della cristianità, ma applica alla perfezione l'antico detto francese, sempre convinti che charité bien ordonnée, commence par soi-même ( la carità comincia da se stessi). Non solo va privilegiato il made in China, ma ogni provincia sponsorizza il made in Anhui piuttosto che il made in Henan o il made in Hangzhou.
I trial clinici nell'era della globalizzazione
( da "Scienze.it,
Le" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: era della globalizzazione Sono sempre più condotti su popolazioni con bisogni e caratteristiche diverse da quelle delle popolazioni destinatarie dei farmaci PAROLE CHIAVE trial Gli studi clinici sui nuovi farmaci vengono sempre più condotti nei paesi in via di sviluppo dell'Est Europa e dell'Asia e sempre meno negli Stati Uniti e in Europa occidentale:
La crisi del matrimonio tra Cina e Stati Uniti
( da "Borsa(La
Repubblica.it)" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: ha innalzato i livelli di benessere e ha mantenuto la stabilità sociale in Cina. In cambio dell'apertura del mercato Usa, Pechino ha generosamente sovvenzionato il vizio dell'America di vivere al di sopra dei suoi mezzi. L'attivo commerciale cinese - 266 miliardi l'anno scorso - è stato reinvestito in dollari. In Bot americani, perlopiù.
Cina-Usa/ Attesa per Clinton tra nuove sfide e vecchi
timori ( da "Virgilio Notizie"
del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: come la nomina di un nuovo ambasciatore USA a Pechino) ai diritti umani, argomento personalmente a cuore alla Clinton. Gli Stati Uniti intendono premere per una maggiore partecipazione della Cina ai temi globali, primo fra tutti quello ambientale. "Cercheremo maniere per collaborare su questioni che vanno al di là del semplice interesse reciproco,
Facebook fa un passo in dietro: non più diritti a vita
sugli iscritti ( da "PC World online"
del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Explorer dalla Cina Facebook è uno dei "paesi" più popolati al mondo. Ma la privacy? PirateBay, accusa dimezzata Il processo a PirateBay, ovvero l'ipocrisia Sanyo amplia la produzione di celle fotovoltaiche Nessuna censura per Facebook e simili. Precisazioni di D'Alia Legge D'Alia: Facebook non ci sta I quattro di Pirate Bay sotto processo in Svezia Download di video da YouTube.
Google vince il processo in USA contro le
"invasioni" di Street View
( da "PC
World online" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Explorer dalla Cina Facebook è uno dei "paesi" più popolati al mondo. Ma la privacy? PirateBay, accusa dimezzata Il processo a PirateBay, ovvero l'ipocrisia Sanyo amplia la produzione di celle fotovoltaiche Nessuna censura per Facebook e simili. Precisazioni di D'Alia Legge D'Alia: Facebook non ci sta I quattro di Pirate Bay sotto processo in Svezia Download di video da YouTube.
<IL MONDO globalizzato e interdipendente
(market-states') corre rischi superiori a q...
( da "Nazione,
La (Umbria)" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: IL MONDO globalizzato e interdipendente (market-states') corre rischi superiori a q... «IL MONDO globalizzato e interdipendente (market-states') corre rischi superiori a quelli immaginati o solamente percepiti; e spetta proprio alla comunità dell'Intelligence o meglio, alla nuova Intelligence (nella totalità degli attori' statali)
<Anche Teheran al tavolo regionale>
( da "Avvenire"
del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Cina, Egitto, Arabia Saudita, E- mirati arabi uniti, Australia, Turchia e Repubbliche centroasiatiche. Ieri Frattini ha pure confermato la disponibilità dell'I- talia a inviare altri 200- 250 soldati (che dovrebbero aggiungersi ai 2.300 già dispiegati sul terreno che entro giugno dovrebbero diventare 2.
Scajola: crisi, basta con i corvi
( da "Avvenire"
del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: in Usa e Cina, che il governo italiano sostenga l'economia» dato che «molte imprese non riescono ad andare avanti». Nei giorni scorsi anche il presidente Fiat ed ex capo di Confindustria Luca di Montezemolo era intervenuto sulla crisi tracciando previsioni preoccupanti e chiedendo al governo di convocare una sessione straordinaria con le parti sociali.
Clima/ Cina: pronti a cooperare con Usa su ambiente
( da "Virgilio
Notizie" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: concordata di Usa e Cina - dice la nota - è essenziale per ottenere un accordo al vertice di Cpenaghen" sul clima previsto per dicembre prossimo. "Invitiamo Cina e Usa a esplorare i termini di una collaborazione più profonda tra le loro industrie specializzate in energie rinocabili al fine di creare un nuovo modello di sviluppo e favorire la nascista di milioni di posti di lavoro '
19/02/2009 12:47 Sondaggio Merrill Lynch dei gestori di
fondi riscontra previsioni più positive sulla crescita stimolate dall'ottimismo
nei confronti dell'economia cinese
( da "ITnews.it"
del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: timori di un rallentamento prolungato in Cina sembrano dissiparsi. Il numero di investitori che prevede una crescita inferiore in Cina nei prossimi 12 mesi è sceso in maniera sensibile, fino a un 21 per cento netto in febbraio contro il 70 per cento netto del mese di gennaio. Analogamente, il notevole pessimismo circa le prospettive sugli utili delle aziende dà segni di diminuzione.
Intel e Nvidia: in tribunale per i memory-controller
( da "PC
World online" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: non funziona Non basta la patch: attacco a Explorer dalla Cina SmileTech - La vera innovazione Attenti al portatile - Benvenuto Windows 7 (3 commenti) Non in linea - Facebook, YouTube e l'inevitabile innocenza dei provider OnOff - Windows Mobile 6.1: guardare, ma non toccare! Pane al pane - Al fotografo quando e cosa.
i pensieri su tela firmati lapo simeoni
( da "Tirreno,
Il" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: coinvolgendo lo spettatore in una grande opportunità di partecipare al processo creativo delle sue opere. Le opere affrontano temi sociali come: Middle Class-Ikea- Globalizzazione. La mostra proseguirà fino al 12 marzo. Orari dal mercoledì al sabato: dalle 17 alle 20, ingresso libero. Info e visite guidate: 349 0706457.
Si apre oggi il 23. semestre accademico della Venice
International University: un centinaio gli studenti
( da "Gazzettino,
Il (Venezia)" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: professor Stefano Micelli presenterà il nuovo programma dedicato alla globalizzazione, ovvero un pacchetto di corsi avanzati, lavoratori e seminari sul tema della globalizzazione e sulle sue implicazioni economiche, ambientali, sociali e culturali. Verranno presentate inoltre tutte le attività della School of Humanities and social sciences della Viu, che prevedono 18 corsi in inglese.
Giovani friulani argentini da Ballaman
( da "Gazzettino,
Il (Udine)" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: con la globalizzazione, essere consapevoli della forza delle nostre radici ci permetterà di non essere strappati via. È importante sapere chi siamo, ed esserne orgogliosi». «Quando i vostri nonni sono partiti - ha ricordato ancora Ballaman - questa era una regione tra le più povere di un Paese tra i più poveri in Europa,
GIAKARTA. NEI GIORNI SCORSI IL GIAPPONE, IERI L'INDONESIA,
SUCCESSIVAMENTE LA COREA DEL SUD E LA CIN...
( da "Mattino,
Il (Benevento)" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: successivamente la Corea del Sud e la Cina. Con la tappa di Giakarta, capitale del Paese musulmano più popoloso al mondo, entra nel vivo la prima missione del segretario di Stato americano Hillary Clinton, rilanciando concretamente il nuovo atteggiamento di apertura dell'Amministrazione americana verso il mondo islamico.
CORRADO OCONE JACQUES ATTALI, LO STUDIOSO DELLA
GLOBALIZZAZIONE, IL CONSIGLIERE DI CAPI DI STATO ...
( da "Mattino,
Il (Nazionale)" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Corrado Ocone Jacques Attali, lo studioso della globalizzazione, il consigliere di capi di Stato e di governo, il presidente della commissione governativa francese assurta a modello di politica bipartisan, è venuto a Roma per presentare l'edizione italiana del suo ultimo libro, scritto insieme a Stéphanie Bonvicini: Amori.
SONDAGGIO MERRILL LYNCH DEI GESTORI DI FONDI RISCO
( da "WindPress.it"
del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: I timori di un rallentamento prolungato in Cina sembrano dissiparsi. Il numero di investitori che prevede una crescita inferiore in Cina nei prossimi 12 mesi è¨ sceso in maniera sensibile, fino a un 21 per cento netto in febbraio contro il 70 per cento netto del mese di gennaio. Analogamente, il notevole pessimismo circa le prospettive sugli utili delle aziende dà
Turismo, protocollo d'intesa tra Italia, Francia e Spagna
( da "Borsa(La
Repubblica.it)" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Con la globalizzazione e la nascita di nuove destinazioni turistiche - ha spiegato Brambilla - lo scenario internazionale è mutato rispetto agli anni passati. I flussi turistici sono oggetto di spinte centrifughe che tendono ad allontanarli dall'Europa, le quote di mercato dei nostri tre Paesi si stanno gradualmente assottigliando.
Sangalli, migliorare infrastrutture per rilanciare turismo
( da "Borsa(La
Repubblica.it)" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: 19 feb - Intervenendo al convegno inaugurale della Bit, dedicato al tema "Globalizzazione e turismo", il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha sottolineato che "per creare un contesto davvero competitivo per il nostro turismo dobbiamo mettere le nostre imprese in grado di competere ad armi pari in Europa.
BIT 2009, i giornalisti stranieri amano il Piemonte
( da "Sestopotere.com"
del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Cina, Francia, Germania, Gran Bretagna, India, Medio Oriente, Russia, Spagna, Svizzera, USA). Secondo lo studio, presentato il 19 febbraio da Klaus Davi alla BIT, la Borsa Internazionale del Turismo, il Piemonte si posiziona in testa alla classifica delle regioni italiane maggiormente apprezzate negli articoli della stampa internazionale con un indice di gradimento pari al +
Benigni e Sanremo infiammano il web
( da "PC
World online" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Explorer dalla Cina Facebook è uno dei "paesi" più popolati al mondo. Ma la privacy? PirateBay, accusa dimezzata Il processo a PirateBay, ovvero l'ipocrisia Sanyo amplia la produzione di celle fotovoltaiche Nessuna censura per Facebook e simili. Precisazioni di D'Alia Legge D'Alia: Facebook non ci sta I quattro di Pirate Bay sotto processo in Svezia Download di video da YouTube.
"Il Sud unica opportunità per il Paese"
( da "Giornale
di Calabria, Il" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: innovazione ed alla globalizzazione la più sostenibile occasione di crescita per questo Paese è puntare sul Sud, cioè ripensare assieme al Mezzogiorno come opportunità e non come spreco e per fare ciò non bastano gli interventi di semplice tamponamento delle criticità congiunturali, quali: sussidio;
( da "Corriere.it" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Non
si è dimostrato un buon indicatore: non ha rivelato le distorsioni Il Pil
crolla. E i governi lo riformano Ocse, Francia, Canada, Spagna vogliono
cambiare: «Non funziona come bussola della salute di un sistema» A scelta, è il
momento migliore per riformare le liturgie dell'economia oppure il più
sbagliato. Negli ultimi giorni, politici, élite degli esperti e normali
cittadini hanno assistito all'autodemolizione di un feticcio contemporaneo: il
Pil. La sua cifra fino a ieri era considerata il riassunto della salute di un
intero Paese. Ma agli ultimi dati, il Prodotto interno lordo sta crollando come
se quelle che vengono definite «potenze economiche» fossero diventate di colpo
altrettante Repubbliche popolari cinesi al contrario. In ritmo annuale, il Pil
tedesco va giù di oltre l'8%, quello dell'Italia del 7%, l'Europa crolla quasi
del 6%, gli Stati Uniti del 4% circa e persino la Cina non è più quel che era: secondo il
consigliere economico della Casa Bianca Larry Summers, il Pil sta scendendo
anche lì. Con una piroetta, la si definisce in questi casi «crescita negativa
». C'è dunque anche qualcosa della favola della volpe e l'uva nella corsa dei
governi, da Parigi a Ottawa, da Dublino a Canberra, a dichiarare proprio
ora la morte del Pil, cioè l'inadeguatezza del termometro dell'economia. Visto
che la febbre non cala, l'istinto della rimozione aiuta. Eppure il Pil come
bussola della salute di un sistema per vari aspetti si è dimostrato imperfetto.
Esso stima la «crescita» tramite le vendite nette di beni e servizi, istruzione
e fatturato della sanità incluso, ma qualcosa non torna. E non solo perché quel
dato non coglie l'aumento delle differenze fra i più ricchi e i più poveri. C'è
un paradosso che va anche oltre: in una recente audizione al Congresso Usa, lo scrittore Jonathan Rowe ha così definito il suo
«eroe del Pil»: è un malato terminale di cancro impegnato in una costosa causa
di divorzio. Un uomo così, con il fatturato che porta a ospedali e studi
legali, contribuisce all'economia più di un marito felice e in perfetta salute.
L'elenco dell'assurdo in realtà sarebbe anche più lungo. In base ai criteri
attuali, fa meglio alla crescita consumare carburante fermi in un ingorgo,
magari ammalando di asma da smog i bambini del quartiere, che prendere la metropolitana.
Contribuisce maggiormente affidare i propri genitori a un istituto per anziani,
che occuparsi personalmente di loro. E avvicina più la ripresa costruire un
grande carcere che una piccola scuola dove non ce n'è neanche una. Riempire di
cibo-spazzatura la bocca del proprio figlio, anziché parlare con lui, rilancia
poi molto meglio l'economia nel prossimo trimestre. L'America, il Paese dal Pil
più vasto e dinamico del dopoguerra, presenta dati fra i peggiori nell'Ocse
(ultima dopo Messico e Turchia) quanto a patologie infantili da obesità, oltre
a costi sanitari doppi rispetto all'Europa: anche questo è Pil. Proprio il
Congresso di Washington, nell'attesa che Barack Obama si impegni su questo
fronte, riflette su come vada misurata davvero un'economia e da quali
statistiche una società debba trarre autostima o segnali d'allarme. Lo stesso
fanno i governi in Francia, Irlanda, Australia, Spagna, Canada e da ancora più
tempo l'Ocse, il club delle prime trenta democrazie capitaliste. In Italia il
ministro Giulio Tremonti sostiene che il Pil non fotografa adeguatamente certi
punti di forza dell'economia nazionale, dal ruolo del volontariato al risparmio
delle famiglie. Senza un quindicennio alle spalle di crescita bassa e
diseguaglianze sociali in aumento l'argomento sarebbe ancora più robusto,
eppure l'Italia non è sola. Persino il nuovo sovrano del Bhutan, re Khesar, ha
lanciato un sondaggio per mettere a punto una nuova misura: la «felicità
interna lorda». Un centro di ricerca del regno himalayano sta così raccogliendo
questionari su una gran quantità di variabili: incidenza del benessere
psicologico, gelosia, frustrazione, disponibilità di tempo libero, salute,
educazione, i modelli culturali e la loro tenuta nelle generazioni, qualità
della vita comunitaria e in famiglia, tutela e conoscenza dell'ambiente. C'è
molta autarchia buddista in tutto questo, ma re Khesar ha trovato un alleato in
Nicolas Sarkozy. Prima ancora della recessione, il presidente francese ha
iniziato a prendere sul serio il crescente malumore nell'opinione pubblica
verso i dati ufficiali di crescita e inflazione. Nel suo stile, Sarkozy ha
creato una nuova «Commissione sulla misurazione delle performance economiche e
del progresso sociale» che farà rapporto in aprile. Ci lavorano vari premi Nobel
dell'Economia, da Joseph Stiglitz (che la presiede) a Amartya Sen, a Daniel
Kahneman. L'italiano Enrico Giovannini, capo- statistico dell'Ocse e da anni
animatore degli studi su questi temi, guida il gruppo sulla valutazione dei
dati attuali di crescita. Un secondo gruppo lavora sul «Pil verde» e la
sostenibilità ambientale, un terzo guidato da Alan Krueger di Princeton su come
si misuri la qualità della vita. La commissione, coordinata da Jean-Paul
Fitoussi a fianco di Stiglitz, mostrerà che i paradossi non mancano e cercherà
di trarne indicazioni. La crescita cinese fa meno impressione se si tiene conto
della devastazione dell'ambiente e delle falde, con il 60% delle città ormai
spesso senz'acqua. L'estrazione del petrolio consuma risorse della terra,
eppure viene stimata come aumento netto del Pil. E la sanità americana
contribuisce all'economia meno di quella francese o italiana, non il doppio
come oggi, se la si valuta sui risultati (quanti cittadini sono in salute) e
non sul fatturato (quanto costa). Giovannini però non critica il Pil, che resta
un indicatore valido del dinamismo di un sistema. Non invita a rimuoverne i
responsi se sconvenienti. Si limita ad avvertire che prenderlo per metro del
benessere può confondere le idee: «L'eccesso di attenzione a questo dato ci ha
fatto perdere di vista alcune fragilità dice dando troppa attenzione ai
risultati immediati». Così, per esempio, i grandi numeri della crescita
americana degli anni scorsi hanno distratto molti dal debito in aumento e dal
reddito in calo dei ceti medi. Ma è una tradizione antica: nell'America di fine
anni 40, una volta scese le spese militari, comprare beni di consumo era
considerato «eroico» e, come atto di patriottismo, anche George W. Bush invitò
tutti a fare shopping dopo l'11 settembre malgrado i debiti. Lo stesso
dibattito sul piano Obama di oggi si occupa più di quanto «stimolo» dare al
Pil, che esattamente per fare cosa e con quali conseguenze. Jonathan Rowe
sostiene invece che «il futuro conta » e ogni attività che crea reddito subito
«dovrebbe essere pesata contro gli oneri che impone ai nostri figli e nipoti».
Rowe propone anche di stimare meglio (e meno) l'impatto di alcune voci di
fatturato: quelle in beni che danneggiano l'ambiente, quelle incomprimibili
come le cartuccie nuove da stampanti «fatte apposta perché sia impossibile
riempirle di nuovo dopo il primo uso». Soprattutto, sia Rowe che la commissione
Stiglitz puntano ormai a misurare più i risultati che la spesa: un'auto è
efficace se produce trasporto e non si limita a consumare benzina in un
ingorgo. Forse le mentalità stanno cambiando perché equiparare il Pil al
progresso, derivava dalla certezza che chi spendeva sapesse perché lo faceva: è
la teoria della razionalità dei mercati, che tendono sempre all'equilibrio. Ma
da quando Lehman è crollata e tutti «cresciamo negativi», come fossimo una Cina capovolta, anche il re del Bhutan va abbastanza di
moda. Federico Fubini stampa |
( da "Giornale di Brescia" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Edizione:
19/02/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano DALLA PRIMA
PAGINA Disoccupazione, un rischio per la sicurezza di Livio Caputo (...)porto
della Organizzazione internazionale del Lavoro - una agenzia dell'Onu - secondo
il quale entro la fine dell'anno si perderanno nel mondo cinquanta milioni di
posti di lavoro: buona parte riguarderanno l'industria manifatturiera, prima
vittima della riduzione dei consumi, ma anche i colletti bianchi saranno
falcidiati. L'unica categoria relativamente al riparo dovrebbe essere quella
degli agricoltori. Le cifre più impressionanti riguardano, per ora, il mondo
industrializzato. Negli Usa i lavoratori licenziati
dall'inizio della crisi sono già stati 3,6 milioni, Gran Bretagna, Germania e
Italia prevedono che alla fine del 2009 la disoccupazione salirà
rispettivamente al 9,5, al 10,5 e all'8,2%, livelli mai raggiunti in questa
generazione. Ma altrettanto preoccupanti, anche se assai meno precise, sono le
notizie che arrivano da Cina,
India, Indonesia, Corea del Sud, Taiwan, Sudafrica e varie nazioni dell'America
Latina, tutte colpite dal crollo delle esportazioni verso America ed Europa.
Chiusure a catena di stabilimenti industriali vengono segnalate dalla Russia. A
Dubai, città-simbolo del boom dei Paesi del Golfo, gli stranieri che
costituiscono la quasi totalità della forza lavoro vengono rimpatriati
al ritmo di 1.500 al giorno. In Africa, centinaia di migliaia di famiglie sono
costrette a stringere la cinghia per l'improvvisa contrazione delle rimesse
degli emigranti, rimasti senza salario. La crisi ha già provocato
dimostrazioni, anche cruente, in Grecia, Lettonia, Cile, Bulgaria e Cina, e scioperi in Francia, Gran Bretagna, Spagna e (sia
pure a opera della sola Cgil) Italia. Per quanto ispirate e spesso organizzate
da sinistra, queste proteste non hanno avuto finora - con qualche eccezione -
precise connotazioni politiche: erano piuttosto richieste di interventi di
sostegno o «grida di dolore» di chi vede improvvisamente compromesso il proprio
tenore di vita dopo anni di crescita ininterrotta. Ma tutti i governi - Usa in testa - hanno già reagito alla crisi con
provvedimenti «statalisti», come le nazionalizzazioni delle banche e i sussidi
ai settori più colpiti, che hanno fatto addirittura gridare alla fine dell'era
liberista, e qualche cedimento alla tentazione protezionista. Per mettere fine
agli scioperi contro l'impiego di manodopera italiana nella costruzione di una
raffineria in Gran Bretagna, Londra ha per esempio dovuto «convincere» la Total
ad assumere un numero eguale di lavoratori inglesi di cui non aveva in realtà
alcun bisogno. Il carattere globale della crisi, la reazione a catena che ha
innescato il conseguente aumento esponenziale della disoccupazione inducono a
pensare che dimostrazioni e scioperi si intensificheranno nei prossimi mesi,
soprattutto nei Paesi che non dispongono di adeguati ammortizzatori sociali. Se
Blair ritiene che possano diventare una minaccia per la sicurezza del suo
Paese, è probabilmente perché tutti sanno che la crisi è partita da Wall Street
e chi perde il lavoro tende perciò a incolpare gli Stati Uniti delle sue
disgrazie. Questo potrebbe da un lato compromettere le relazioni di Washington
con i Paesi più colpiti, dall'altro rendere più facile il reclutamento di
terroristi. Se la recessione si prolungasse, per l'Europa il pericolo maggiore
sembra invece essere un revival delle tendenze eversive degli anni Settanta,
alimentate da giovani disoccupati indigeni e stranieri. La Cina,
dal canto suo, rischia una rivolta delle campagne, dove in queste settimane
stanno ritornando senza alcuna prospettiva di impiego milioni di lavoratori già
espulsi dalle zone industriali costiere. Una cosa, comunque, è certa: il mondo
intero è percorso da un fremito di inquietudine, che non potrà restare senza
conseguenze.
( da "Milano Finanza (MF)" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
MF
Numero 035 pag. 8 del 19/2/2009 | Indietro Agli Usa non bastano i viaggi in Asia di Hillary COMMENTI & ANALISI
Di Guido Salerno Aletta Al G7 tenuto a Roma i Ministri delle Finanze hanno
assunto formalmente l'impegno di sviluppare un Global Framework, cioè un
sistema condiviso di principi e di standard sulla appropriatezza, l'integrità e
la trasparenza della attività economica e finanziaria internazionale. Ma
intanto, la crisi si gioca sul terreno dell'economia reale ed investe in modo
particolare i Paesi produttori, cresciuti puntando su surplus con l'estero
strutturali. Non solo la Cina, ma soprattutto Giappone
e Germania. Questi ultimi, in particolare, non hanno lucrato né sul basso costo
del lavoro interno né su monete sottovalutate. Oggi paganodue volte, per la
caduta della domanda interna ed ancor più di quella estera. Ma è una intera
strategia di crescita economica, finanziaria e politica a essere messa in
discussione. Il caso della Cina è quello più
eclatante, ma rischia di oscurare problemi più complessi. La Cina
è stata, così, il convitato di pietra durante i lavori dei Ministri delle
finanze e dei governatori delle banche centrali del G7: dopo il formale
apprezzamento per le misure di stimolo economico assunte dal governo cinese e
per il suo continuo impegno a muoversi verso un cambio più flessibile, che
dovrebbe portare alla continua rivalutazione del Renminbi in termini effettivi
ed aiutare a promuovere una crescita più bilanciata in Cina
e nell'economia mondiale. Il riferimento alla Cina è
un punto di snodo, sta giusto a metà del documento, un nesso tra presente e
futuro. La Cina rappresenta un interlocutore
ineludibile ed era quasi inevitabile, a questo punto, che il nuovo Segretario
di Stato, Hilary Clinton, dedicasse il suo primo viaggio ufficiale all'Asia,
visitando Giappone, Indonesia, Corea del Sud e Cina.
Un gesto con cui l'America cerca di andare oltre i riti del G7, dimostrando
realismo e pragmatismo, anche se un po' ferisce la vanità dell'Europa. Per il
vero, Usa e Cina sono stati i
protagonisti della globalizzazione economica e finanziaria, crescendo entrambi
ininterrottamente in questi anni, in un mutuo sostegno di debito e credito.
Intorno alla Germania ed alla sua riunificazione si è sviluppata la politica
dell'intera Europa negli scorsi 20 anni. E' stato un compito storico ed un
impegno ciclopico quello del consolidamento dei Paesi dell'Est, che ha
consentito di allargare a milioni di nuovi cittadini l'area di stabilità
economica, coesione sociale e regolamentazione giuridica comune. Ai Paesi
slavi, baltici e balcanici sono state l'Unione ha destinato grandi risorse,
anche in termini di minor benessere per i propri lavoratori, per via
dell'assorbimento degli immigrati provenienti da quei Paesi, ed ancor più
risorse finanziarie impegnate. Questa crisi coglie quindi l'Europa in un
momento molto delicato, quello in cui si stavano appena vedendo i frutti
economici e politici dell'allargamento. Il ruolo della Germania è stato
determinante sul piano politico, economico e finanziario: ha intessuto forti
rapporti commerciali con tutta l'area, impegnandosi a sostenerne lo sviluppo:
la crisi del sistema bancario tedesco nasce da qui. Secondo i dati della
Commissione europea pubblicati il 19 gennaio scorso, sarà la Germania a
registrare il risultato peggiore dell'Eurogruppo, con un
( da "Milano Finanza (MF)" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
MF
Numero 035 pag. 22 del 19/2/2009 | Indietro Anno nero per
i voli in Europa Annus horribilis, il 2008, per il trasporto aereo mondiale,
complice all'inizio lo stratosferico costo del carburante e alla fine la
recessione economica globale. Secondo le stime della Iata, le 230 compagnie
associate hanno registrato un crollo dei ricavi (da
( da "Nuova Venezia, La" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina
15 - Cronaca Università «Viu», semestre accademico tutto dedicato alla
globalizzazione Oggi alle 16 inaugurazione del 23º semestre accademico della
Venice International University all'Isola di San Servolo. Quest'anno sono circa
un centinaio, con quattordici diverse nazionalità rappresentate, gli studenti
che parteciperanno ai corsi sulla splendida isola, provenienti come sempre
dalle Università partner della Viu, (Duke University-Usa, Boston College-Usa, Universitat Autònoma de Barcelona-Spagna, Lmu di Monaco-
Germania, Tsinghua University-Cina, Waseda University- Giappone, Tele Aviv University-Israele,
Tilburg University-Olanda) che insieme a Ca' Foscari e Iuav sviluppano progetti
di formazione dedicati principalmente all'innovazione e allo sviluppo
sostenibile per i manager e dirigenti di domani. Il professor Stefano Micelli,
della Viu, presenterà il nuovo programma dedicato alla globalizzazione, un
pacchetto di corsi avanzati, laboratori e seminari. «Questo programma - afferma
il professor Micelli - rappresenta una importante occasione per avviare a
Venezia una riflessione sulla globalizzazione all'interno di una realtà
internazionale ma allo stesso legata al territorio locale. Parte integrante del
programma, che prevede lezioni frontali in aula ed esperienze all'esterno della
VIU, saranno le visite al Distretto del Brenta (calzature di lusso), alla sede
della Trend a Vicenza, al Porto di Venezia, al Mose, al parco Scientifico e
Tecnologico Vega. Inoltre, i migliori studenti iscritti al programma
riceveranno borse di studio per poter sviluppare la loro tesi di laurea all'estero».
In occasione dell'apertura del semestre verranno presentate tutte le attività
della «School of Humanities and Social Sciences» che prevedono 18 corsi, tutti
in lingua inglese. Iscrizioni aperte fino al 27 febbraio.
( da "Repubblica, La" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina
1 - Prima Pagina Chimerica, le nozze in crisi tra Cina
e Stati Uniti FEDERICO RAMPINI VITTORIO ZUCCONI «Vi odiamo ma non possiamo più
fare a meno di voi». Le parole sono di Luo Ping, direttore generale della
commissione di vigilanza bancaria cinese, uno dei massimi esponenti della
politica monetaria del Paese. E riassumono lo stato delle relazioni tra Pechino
e gli Stati Uniti nel mezzo della grande crisi dell´economia
mondiale e alla vigilia della visita in Cina del nuovo segretario di Stato Usa Hillary Clinton. La superpotenza asiatica si sente infatti
intrappolata in quella che viene chiamata "Chimerica", la simbiosi
con gli Stati Uniti che negli anni scorsi ha spinto lo sviluppo cinese ma che
ora è diventata portatrice di pericoli e minacce. L´abbraccio con
l´America, per le implicazioni di tipo economico che comporta, può infatti
trascinare a picco anche la Repubblica Popolare. E molti dirigenti di Pechino
cominciano a sentirsi "ingannati": avevano creduto ciecamente alle
promesse del sogno americano e oggi si ritrovano con duemila miliardi di
dollari "congelati" per finanziare il loro principale partner
economico. ALLE PAGINE 31, 32 E 33
( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
IL
28 E IL 29 APRILE AL BRIXIA EXPO Immobiliare, il futuro passa da Real Forum
Tutte le risposte del mercato immobiliare, tra expo e convegni, verranno
fornite a Brescia nell'ambito del RealForum, che farà tappa il 28 e il 29
aprile alla Fiera di Brescia. Il Salone Immobiliare sarà meta obbligata non
solo per chi cerca casa, ma anche per chi vuole informarsi sulle tendenze, il
know-how, le novità e le occasioni del settore immobiliare. Un momento di apprendimento,
dunque: conoscere qual è relazione tra i social network ed il mercato
immobiliare; come si gestisce un contatto sul web rispetto alle tradizionali
telefonate in agenzia; come condizionano il lavoro degli agenti immobiliari le
nuove norme antiriciclaggio; le normative sui permessi di soggiorno. Durante i
giorni di fiera verrà organizzato un palinsesto di convegni, workshop, tavole
rotonde, education e networking con lo scopo di analizzare l'evoluzione del
mercato immobiliare ed offrire un importante momento formativo per tutti gli
operatori e i privati. RealForum è oggi considerato una vera e propria
piattaforma informativa, strategica e di relazioni per gli operatori della
commercializzazione di prodotti e servizi del settore immobiliare. Due giornate
di approfondimenti, di education e di networking per tutti coloro che oggi si
interessano di consulenza immobiliare e di consulenza finanziaria legata al
settore. RealForum Brixia Expo vuole essere un contributo per l'evoluzione del
mercato dei servizi nel settore immobiliare in Italia a beneficio di tutti gli
operatori, a cominciare da quelli locali. Vi saranno tavole rotonde e momenti
di approfondimento nei quali opinion leaders, esperti, executives si
confronteranno sui temi più caldi del momento, tra i quali: "Il mercato
immobiliare: quale futuro?", "L'Agente Immobiliare oltre il Credit
Crunch: quale visione per il 2010?", "Il mercato degli immobili di
prestigio", "Il risparmio energetico: necessità
ed opportunità", "Globalizzazione del mercato immobiliare", "Parliamo di Expò
2015...", "Il futuro del business dei mutui in Italia",
"Opportunità e sfide per la consulenza creditizia", "L'offerta
Assicurativa legata ai prodotti di finanziamento", "La nuova
regolamentazione catastale". RealForum Brixia Expo ha il supporto
delle maggiori associazioni di categoria del settore e delle associazioni dei
consumatori. A tutti gli incontri, a cui interverranno prestigiosi esperti del
settore, l'ingresso è gratuito.
( da "Adige, L'" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
giuliano
beltrami VALLE DEL CHIESE - Dopo la diabrotica, insetto originario degli Stati
Uniti che attacca il grano, ecco un altro parassita, di nome cinipide,
all'attacco del castagno, in arrivo stavolta dal Giappone, in
ossequio alla tanto amata e vituperata globalizzazione giuliano beltrami VALLE
DEL CHIESE - Dopo la diabrotica, insetto originario degli Stati Uniti che
attacca il grano, ecco un altro parassita, di nome cinipide, all'attacco del
castagno, in arrivo stavolta dal Giappone, in ossequio alla tanto amata e
vituperata globalizzazione. Che ci sia preoccupazione è normale: per ora
sono state individuate poche zone di aggressione. Tuttavia quando i guai
iniziano, non si sa dove e come finiscano. Una delle zone in cui è stato
individuato è a Riccomassimo, la frazioncina di Storo al confine con la
Lombardia, regione in cui il cinipide è studiato da tempo. Per questo l'altro
giorno in municipio a Storo si è tenuto un summit cui hanno partecipato, oltre
all'assessore comunale all'agricoltura Vigilio Giovanelli, Marco Boriani
(ispettore fitosanitario, responsabile per la Regione Lombardia della lotta al
parassita) e i tecnici dell'Istituto Agrario di San Michele, della Forestale e
della Provincia. Una cosa si è capita: non si tratta di un parassita capace di
uccidere le piante, ma in grado senz'altro di ridurne la produttività. Il suo
comportamento è semplice: fra maggio e giugno forma delle galle sulla foglia
del castagno e succhia la linfa che gli permette di vivere. Per combatterlo si
sta pensando alla lotta biologica, attraverso il lancio di un antagonista
capace di aggredire l'insetto. Dall'incontro è uscito l'invito ad evitare ogni
forma di allarmismo, anche se la preoccupazione esiste: infatti la produzione
di castagne (coltura tradizionale delle nostre valli, un tempo cibo di primaria
importanza) presenta i conti in rosso. Vuoi perché un anno piove troppo, vuoi
perché l'anno prima è stato troppo secco, sta di fatto che la già scarsa
produzione ultimamente è dimezzata. Fra l'altro si tratta di una produzione di
nicchia: basti pensare che a fronte di 360 mila ettari di bosco solo 400 sono
quelli coltivati a castagno, cui si aggiungono altri
( da "Messaggero Veneto, Il" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
PODISMO
Magraid 2009: presentazione domani a Milano alla fiera "Bit" La
presentazione della seconda edizione di Magraid, la suggestiva maratona nei
Magredi che tanto successo ha riscosso l'anno scorso, avrà una vetrina
d'eccezione. I veli sulla manifestazione in programma i prossimi 19-20 e 21
giugno 2009 si alzeranno infatti nello stand della Regione Friuli Venezia
Giulia alla Borsa Internazionale del Turismo, più comunemente conosciuta come
Bit, venerdì 20 febbraio 2009 alle 12.30. Un contesto speciale, dunque, come
una delle più importanti rassegne fieristiche nel settore turismo, che si
svolgerà come da tradizione nei locali della Fiera di Milano e che quest'anno è
ispirata al tema "Globalizzazione e turismo. Rischi e opportunità di una sfida senza confini",
per alzare il sipario su una competizione podistica estrema e dai molteplici
significati. Oltre all'aspetto puramente agonistico, infatti, Magraid si
propone come un veicolo promozionale del territorio, del suo ecosistema e delle
sue peculiarità, nello specifico di un sito di interesse comunitario
come i Magredi, situati tra i comuni di Cordenons, San Giorgio alla
Richinvelda, San Quirino e Zoppola. Quattro cittadine nuovamente disposte a
ospitare e a valorizzare questa originale manifestazione podistica, la quale si
svolgerà in tre tappe per un totale di 84 chilometri: 20 la prima con partenza
da San Quirino, 44 la seconda con partenza da San Giorgio della Richinvelda, 20
la terza con il via da Zoppola. Non cambia, dunque, la suddivisione del percorso
rispetto alla prima edizione. E anche quest'anno gli atleti pernoterranno nel
campo base allestito dal 132º Reggimento carri dell'Esercito in località
Parareit a Cordenons. Sale, invece, il numero massimo di partecipanti, che da
80 passa 100. Nel 2008 si imposero l'ultramaratoneta di Corno di Rosazzo, Ivan
Zufferli, nella categoria maschile e la collega di Varese, Marzia Bonavita, in
quella femminile. Proprio Zufferli ha di recente ottenuto l'autorizzazione dal
Triathlon team di Cordenons, responsabile dell'organizzazione di Magraid, a
poter disputare la prossima "Desert Marathon" di Libia (lunga ben
( da "Adige, L'" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Le
primarie a Trento Passione e onestà: scelgo Andreatta LETIZIA DE TORRE (segue
dalla prima pagina) In altri Comuni italiani ci sono state recenti primarie in
cui gruppi fortemente organizzati hanno condizionato il voto. E, d'altro verso,
abbiamo esempi di percorsi virtuosi senza primarie, come credo lo sia stato il
confronto serio e insieme schietto e generoso che ci portò a decidere che
Dellai si candidasse in Provincia e Pacher nelle elezioni anticipate del 1999.
Ma era un tempo in cui erano crollati i partiti e gli amministratori si
facevano carico di portare la voce dei cittadini sia nelle istituzioni, sia
nelle decisioni politiche. Oggi per fortuna siamo in una fase diversa, ancora
incerta, ma che ridà valore ai cittadini impegnati e organizzati fuori dalle
istituzioni. Il lavoro di partiti strutturati in modo aperto, trasparente e
partecipativo, è particolarmente importate in tempi di conflitti tra poteri,
quali vediamo oggi, e le primarie possono rafforzare proprio partecipazione e
trasparenza. Sarà importante regolamentarle (si inizia a parlarne in
Parlamento), ma è bene cominciare ad usarle da subito nel modo più corretto
possibile e dall'esperienza capirne i meccanismi e migliorare la loro efficacia
democratica nel contesto del nostro Paese. È una scelta innovativa che darà più
autorevolezza al Sindaco che eleggeremo in maggio. È anche una scelta
coraggiosa e stupisce positivamente che, non solo chi aspira dal di fuori -
come l'ex dirigente della protezione civile Bortolotti - vi riponga giustamente
la speranza di una candidatura alla carica di primo cittadino, ma che anche da
dentro Palazzo Geremia il sindaco reggente Andreatta le abbia richieste e le
affronti con la freschezza e l'umiltà di chi sa quanto siano sovrani i
cittadini con le loro indicazioni. Guardo all'appuntamento con una certa
emozione perché sono ancora così vivi in me i 12 anni nel Consiglio Comunale e
nella Giunta di Trento, che rimangono il periodo più bello del mio impegno
politico. L'abbiamo vista svilupparsi non solo urbanisticamente ed
economicamente, ma in primo luogo abbiamo visto crescere a Trento il senso di
appartenenza alla propria città, la qualità della convivenza cittadina e non
solo quella delle classifiche nazionali, ma quella vissuta ogni giorno; la sua
capacità di accogliere chi arriva per studio, per assumere o cercare un lavoro
o anche solo per visitarla. Ci siamo accorti che le sue funzioni - città
comunità, città capoluogo dell'Autonomia, città universitaria, città storica,
città d'arte, città ecumenica, «città ponte», città turistica - si stanno
sempre di più armonizzando, mettendo così in evidenza la peculiare vocazione di
questa nostra città. Guardo anche con apprensione a come sarà raccolta
l'eredità di chi ha saputo condurla fin qui. È un'eredità di consapevolezza del
ruolo delle città (si pensi solo al Civitatum Concilium che portò a Trento
sindaci di tutta Europa ed evidenziò il ruolo delle città nella costruzione
dell'Unione Europea e nella globalizzazione), di
innovazione amministrativa come i percorsi di democrazia partecipativa per il
piano strategico e sociale, di capacità di futuro come è stato per le grandi e
coraggiose scelte urbanistiche. E, non ultima, l'eredità di un governo della
città che ha saputo dare spazio alle iniziative dei cittadini, da quelle
rivolte a rinnovare gli stili di vita e a quelle tese a rafforzare i legami
sociali, che sono il segreto di Trento con migliaia e migliaia di cittadini
attivi sulle frontiere della solidarietà e sui fronti più disparati della
costruzione della comunità. Le scelte del futuro primo cittadino poggeranno
interamente sulla sua capacità di raccogliere queste eredità. Ciò varrà più di
qualsiasi programma perché oggi a Trento per diminuire, ad esempio, il
traffico, non conta tanto un piano avveniristico della mobilità: contano molto
di più la partecipazione alle scelte e la consapevolezza di dover assumere
diverse abitudini di vita. Oggi, in altre parole, il sindaco non è un
«decisore», ma un «facilitatore di decisioni» che devono essere preparate
collegialmente (in un corretto rapporto tra responsabilità politica e
conoscenze tecniche) con il coinvolgimento reale di tanti cittadini, che devono
essere assunte insieme alla città. Il sindaco, ancora - e vale ancora di più in
tempi di crisi economica - è la persona da cui la città sente di avere più o
meno fiducia nel futuro, poiché la speranza, come ha ripetuto a lungo Barak
Obama, è «una parola politica». Tutto questo, ed altro ancora, ci porta a
concludere che occorre «partecipare convintamente» il 22 febbraio, che il
nostro voto sceglierà direttamente chi con larga probabilità sarà il prossimo
sindaco di Trento. Io sceglierò Alessando Andreatta, con cui ho lavorato a
lungo per la nostra città e di cui conosco la assoluta trasparenza, la passione
per il bene comune, la grande onestà intellettuale, il coraggio di sapere
riconoscere gli errori, l'energia instancabile spesa per essere presente nei
quartieri e nei sobborghi, la capacità di ascolto e di composizione delle
istanze, la serietà della sua costante preparazione sui temi che ha seguito.
Tutto ciò lo porterà a raccogliere al meglio l'eredità di cui dicevo sopra. Ad
Andreatta però, auguro di guardare a Trento buttandosi alle spalle anche l'esperienza
di questi anni, come fosse la prima volta che qualcuno lo invitasse a donarsi
alla propria città. Come quel giorno del '95, quando gli chiedemmo di
candidarsi e lo vedemmo ripartire con la bici che sembrava volasse. Ricordo
d'avere riflettuto, in quel momento, sul fatto che la chiamata a spendersi per
il bene comune apporta gioia. Oggi dovrei aggiungere che questo entusiasmo non
si interrompe se non si insinua mai (mai!) alcun interesse personale. Gli
auguro dunque di essere libero da tutto per saper aprire pagine di novità per
Trento. Letizia De Torre È deputato del Partito democratico 19/02/2009
( da "Repubblica, La" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina
17 - Esteri Afghanistan, l´Italia apre a Teheran Visita a sorpresa di Frattini
a Kabul. L´ambasciatore: troppi pericoli, via le Ong Obama telefona a Karzai,
che annuncia: "Le tensioni sono superate" VINCENZO NIGRO ROMA -
L´Italia lancia il suo "surge" per l´Afghanistan, un incremento di
circa 200 uomini in vista delle prossime elezioni che però viaggia affiancato a
un "incremento" politico assai ambizioso. La parola-chiave per il
governo Berlusconi è una sola: Iran, nel senso di coinvolgere anche Teheran
nella stabilizzazione politica dell´Afghanistan, all´interno di un progetto che
assieme all´uso della forza militare dovrà basarsi sempre più sul confronto tra
protagonisti (e anche nemici) come appunto Stati Uniti, Iran, India, Pakistan,
Arabia Saudita, Emirati arabi uniti. Il ministro degli Esteri Franco Frattini e
gli ambasciatori con cui lavora da mesi hanno avviato l´idea di costruire una
conferenza politica del G8 sul tema della stabilizzazione dell´Afghanistan.
Poco alla volta, attorno a questa idea Frattini sta avvicinando uno dopo
l´altro tasselli politici determinanti; ieri ha fatto il passo più forte a
favore del coinvolgimento dell´Iran, chiedendo a Kabul il sostegno del presidente
Karzai e annunciando poi pubblicamente l´invito a Teheran. «La questione non è
se coinvolgere l´Iran, ma come, con quale formula, in che modo», ha detto
Frattini alle agenzie di stampa che lo seguivano nella visita a Herat e Kabul.
«Naturalmente vorremmo che l´Iran fosse presente come un interlocutore
positivo, impegnandosi nella lotta al traffico di droga e al contrabbando di
armi, isolando gli estremisti», tra cui Frattini continua ad includere Hamas,
ma sempre meno Hezbollah. Il ministro degli Esteri ha riferito che il
presidente Karzai, a cui l´idea era stata anticipata dall´ambasciatore d´Italia
a Kabul, è d´accordo con la proposta. In verità Karzai negli ultimi mesi non ha
avuto molti problemi con l´Iran, mentre i suoi rapporti erano precipitati al minimo
con gli Usa che lo avevano portato al potere. Ieri
notte Barack Obama gli ha fatto una telefonata, per annunciargli l´invio di
altri 17.000 soldati; il presidente afgano ha commentato che «le tensioni con
gli Usa sono superate, da adesso truppe americane e
afgane torneranno a collaborare insieme al meglio». Tornando all´Italia,
Frattini ha intenzione di invitare l´Iran alla conferenza che si terrà ai
margini del vertice dei ministri degli Esteri del G8, il 27 e 28 giugno a
Trieste. Oltre agli 8 Grandi, i presenti sarebbero quindi
India, Cina, Egitto, Arabia
Saudita, EAU, Australia, Turchia e Repubbliche centro-asiatiche. Tra l´altro -
secondo l´AdnKronos - l´impulso politico italiano coinciderebbe con la
revisione delle politiche per l´Afghanistan che verrà sancita dal vertice Nato
di Strasburgo del 3-4 aprile. Proprio ieri l´ambasciata d´Italia a Kabul
ha lanciato un invito a tutti i cooperanti delle Ong presenti in Afghanistan a
lasciare il Paese perché le condizioni di sicurezza si sono pericolosamente
deteriorate. Il generale Paolo Serra, comandante Isaf della regione Ovest, ha
detto che il contingente italiano è continuamente impegnato in missioni per
sventare azioni di kamikaze o altri tipi di attentati. Le Ong ieri sera hanno
reagito sostenendo che è decisivo rimanere con personale civile in Afghanistan:
«Si vince se si danno risposte ai bisogni concreti della gente, non solo se si
mandano più soldati», dice Sergio Neri di Intersos, presente a Herat: «è vero
che la situazione è peggiorata, ma non tanto da dover lasciare. E poi non ci è
piaciuto il fatto che la decisione sia stata presa senza una valutazione
comune».
( da "Repubblica, La" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina
37 - Esteri Il racconto Dalle ferrovie ai premi Nobel la lunga marcia dei
"chinamen" Oggi milioni di "sino americani" sono integrati perfettamente
negli Stati Uniti (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) (segue dalla copertina) Il cammino
che in 140 anni ha portato la Cina degli ultimi imperatori e l´America dei
disperati pionieri in carri coperti a divenire una realtà interdipendente, è
costellato di mine, di missionari, di esplosioni, di crisi militari e di lento,
inesorabile riconoscimento della necessità di convivere. E se l´America è una
nazione di immigrati più meno regolari, è nel rapporto con la Cina e i cinesi
che la cultura collettiva, lo «spirito di una nazione» con radici europee,
hanno dovuto accettare, dopo aver cercato invano di respingerla anche con una
legge che negli anni 30 ne proibì l´immigrazione, dimostrando la costante, la
sfida più difficile, perché più riconoscibile nella diversità apparente,
seconda soltanto alla «diversità» degli africani. Una alienità che si è
manifestata non soltanto nella ghettizzazione dei primi centoquarantatrémila
chinamen importati per deporre binari poi confinati nelle Chinatown da New York
a San Francisco. La diffidenza per l´"asiatico" si traduceva e si
alimentava nella difficoltà del rapporto ufficiale, politico, linguistico, fra
una Cina in decomposizione, poi sotto occupazione, poi in guerra civile e
infine coagulata nella dittatura comunista di Mao Zedong. Per un secolo la
politica estera americana ha vacillato tra il risibile sogno di «isolare» dal
mondo la nazione più clamorosamente popolosa del Pianeta e quello di
agganciarla al carro del nuovo ordine mondiale, tra vacui ossimori come quello
lanciato da Bush, che voleva le due nazioni «partners in competizione», fino
all´incidente dell´aereo spia americano entrato in collisione con un caccia
cinese, che costrinse l´inesperto presidente ad abbassare la cresta e chiedere
scusa. Presidente successivi, da Roosevelt a George Bush il giovane, hanno
cercato prima di forgiare la Cina a propria immagine, in un protoesperimento di
esportazione della democrazia attraverso il molto poco democratico Chian
Kaishek poi fuggito a Formosa oggi Taiwan. Poi di fermarla militarmente sul
38esimo parallelo in Corea, dal quale il generalissimo McArthur sognò
follemente di lanciare l´assalto contro la Cina stessa. Poi di usarla come leva
per spezzare l´asse comunista mondiale contro l´Unione Sovietica. Prima di
rassegnarsi, cominciando dai mitici tavoli da ping pong di Kissinger, sotto
Richard Nixon, a guardare l´inevitabile e a imporre il riconoscimento politico
alla Repubblica Popolare cooptandola alle Nazioni Unite a al Consiglio di
Sicurezza. Un evento che non mancò di sconvolgere i benpensanti e di
resuscitare qualche brivido di ilarità razzista quando il primo ambasciatore
cinese all´Onu dichiarò al suo sbarco a New York nel 1971 che Bejing avrebbe
portato al mondo soltanto «peace, peace, peace». Un lodevole annuncio che nella
pronuncia difettosa del bravo diplomatico suonò come «porteremo piss, piss,
piss», che è altra cosa, meno nobile. Ora che oltre tre milioni di «sino
americani», più legioni di «irregolari» scaricati dai container a Seattle e San
Francisco, se sono ancora vivi dopo settimane vissute in scatola, sono non
soltanto perfettamente integrati, ma al vertice della vita politica, accademica
ed economica (Yahoo fu fondata dal taiwanese Yang Zhiyuan, in arte Jerry, e il
Nobel Steven Chu è ministro dell´Energia nel gabinetto Obama) la questione
razziale, lo stereotipo del chinaman che depone rotaie o lava a secco gli abiti
dei bianchi tra zaffate di aglio fritto e tranci di pollo alle noccioline, è
sepolto. Ma l´animosità verso «l´Impero al Centro del Mondo», la Cina, riaffiora nel nuovo terrore della globalizzazione, della
delocalizzazione di impianti e lavoro oltre quell´Oceano che la ferrovia
collegò nel 1869. Come il Giappone negli anni 70 e 80, così la Cina del Terzo
Millennio è il «ladro nella notte» che succhia stipendi, salari e linfa
all´America, promettendo di tradurre un giorno tutta questa trasfusione di
ricchezza in potenza, secondo leggi storiche, e di sfidare sul campo di
battaglia l´egemonia strategica degli Stati Uniti. A differenza del Giappone,
che ostentava i propri marchi famosi, Sony o Toyota, Honda o Mitsubishi, come
poi farà la Corea, la Cina è una potenza economica ancora stealth, invisibile.
Le sue fabbriche lavorano sotto brand americani, sfornando computer e paperelle
di gomma, rubinetteria e televisori per conto terzi, o mimetizzandosi con
etichette anodine. Non compete con l´America, come Toyota fece con GM, o Sony
contro Rca. Entra omeopaticamente nei grandi magazzini del discount, dove il
prezzo basso comanda, si insinua, con il proprio capitalismo di stato, nei
portafogli dei consumatori americani, finanziando i debiti delle loro carte di
credito, e riempiendo il carrello della spese, con i prodotti che i suoi
prestiti aiutano a comperare. E se la agenzia governativa Xinhua denuncia quel
profumo di protezionismo che si sprigiona dal pacco di
finanziamenti votato dal Congresso e che contiene misure protezionistiche per
«comperare americano», nessuno, né a Beijing né a Washington pensa che l´enorme
cordone ombelicale che ormai lega i grattacieli di Shanghai e quelli di Wall
Street, le nuove ferrovie a levitazione magnetica con i mutui in sofferenza,
possa essere tagliato senza uccidere insieme la madre e il bambino. Né la
«soluzione giapponese», quel diktat americano che fece salire al cielo il
valore dello yen, la moneta nipponica, e tagliò le gambe all´industria, può
essere applicata allo yuan cinese con la stessa brutalità, perché asfissiare
Shanghai significa togliere ossigeno a Washington. Ormai, simul stabant, simul
cadent, insieme si reggeranno e insieme cadranno, i signori della ferrovie e i
coolie che sistemavano i chiodi nelle traversine. Servi e padroni insieme,
condannati a viaggiare o a precipitare sullo stesso treno della storia.
( da "Riformista, Il" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
di
Mauro Bottarelli Bruxelles petrolio. Si chiama Espo e avrà una ramificazione
cinese. Trasporterà il greggio siberiano fino al Pacifico. La Cina darà 15 miliardi di dollari alla Russia per pagare i
debiti per la sua realizzazione. di Mauro Bottarelli Bruxelles. Un enorme
contratto commerciale ma anche - e forse, soprattutto - un segnale geopolitico
di quelli che non si possono ignorare. È questo il senso della notizia sparata
ieri in prima pagina dal Wall Street Journal non senza un certo allarme: il
maxioleodotto Espo (Eastern Siberia-Pacific Ocean), che trasporterà il greggio
siberiano fino alle coste del Pacifico, si arricchirà, infatti, di una
ramificazione cinese. Il nuovo tracciato si staccherà dal percorso principale,
che unirà gli oltre 4mila chilometri che separano Taishet da Kozmino, per
raggiungere il confine cinese e quindi spingersi fino al centro petrolchimico
di Daquing. Sarà lungo una settantina di chilometri e avrà una capacità di 15
milioni di tonnellate annue. Le basi dell'accordo erano state gettate lo scorso
ottobre dal premier russo Vladimir Putin e dal suo omologo cinese Wen Jiabao,
ma finora sul progetto gravava un'incognita: le due società russe che avrebbero
costruito (Transneft) e provveduto a rifornire (Rosneft) la pipeline chiedevano
alla controparte un prestito di 25 miliardi di dollari per finanziare i lavori.
Della questione hanno discusso l'altro giorno a Pechino Igor Sechin,
vicepremier russo e presidente di Rosneft (uno dei gruppi maggiormente
indebitati in questa fase di crisi, molto esposto verso istituti finanziari
stranieri) e il vicepremier cinese con la responsabilità dell'Energia, Wang
Quishan. E alla fine l'intesa è stata trovata: Pechino, tramite la Banca cinese
per lo sviluppo, presterà 15 miliardi di dollari a Rosneft e 10 miliardi di
dollari a Transneft a un tasso del 6 per cento annuo, le quali in cambio
garantiranno per 20 anni 15 milioni di tonnellate di petrolio l'anno. Ma non è
tutto. Fonti bene informate, infatti, parlano di 80 tonnellate di greggio
l'anno dalla Siberia alla Cina grazie al nuovo
oleodotto interamente finanziato da Pechino. Insomma, la crisi finanziaria sta
portando giocoforza con sè riassetti geopolitici e tentativi di riequilibrio
che nessuno poteva pensare possibili fino a pochi mesi fa. Non stupisce quindi,
alla luce di questa alleanza che dimostra come la Cina
nonostante tutto abbia bisogno di petrolio perchè continua a produrre,
l'attacco sferrato quasi a freddo dal ministro delle Finanze Usa,
Timothy Geithner, contro la politica di Pechino rispetto allo yuan (definuita
senza tanti giri di parole manipolatoria) e l'editoriale pubblicato il 22
gennaio scorso dal Washington Post dall'emblematico titolo «Una nuona politica Usa
per la Cina?». Il perchè è
presto detto. La Cina non
ha più intenzione di continuare a sostenere il debito Usa come ha fatto finora, detenendo titoli statali americani, per il
semplice fatto che gli Usa
sono a forte rischio insolvenza sul proprio debito a causa dei continui
interventi in economia e stanno così mettendo a rischio le riserve valutarie
dei paesi stranieri. Cina in testa. Siamo alla
quota spaventosa di 25.400 miliardi di dollari di debito, una cifra spaventosa
che l'America non sa come tamponare se non stampando nuove banconote: una
ricetta folle. Di converso le aurtorità monetarie cinesi, grazie a un tasso di
cambio artificiale fortemente sottovalutato (circa del 55 per cento), hanno
compresso le importazioni e hanno ottenuto un surplus di esportazioni generando
così un forte ammontare di riserve valutarie in dollari. Le stesse che ora la
crisi rischia di bruciare: se fino ad oggi il nemico americano rappresentava l'unico
mercato del debito talmente grande da poter scaricare quel surplus, ora occorre
cambiare strategia e l'alleanza con la Russia su un tema come quello
dell'energia la dice lunga sul riequilibrio in atto. Inoltre, Pechino sembre
intenzionata a entrare prepotentemente anche nel mercato delle commodities
alimentari, divenendo una sorta di big player in grado di influenzare prezzi e
flussi e non più subirli o gestirli attraverso taroccamenti del tasso di cambio
della moneta. La crisi è anche questa: le guerre fredde, a volte, non hanno
bisogno di missili e proiettili. Bastano i dollari. 19/02/2009
( da "Corriere della Sera" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere
della Sera - NAZIONALE - sezione: Opinioni - data: 2009-02-19 num: - pag: 36
autore: di ALBERTO QUADRIO CURZIO categoria: REDAZIONALE LA CRISI E I VERTICI
INTERNAZIONALI L'Europa si svegli nei summit SEGUE DALLA PRIMA Semplificando
consideriamo due tipologie di «vertici»: quelli dei G20, G8-G7; quelli della
Unione Europea. E vediamo quale ruolo può svolgere l'Italia nel 2009, anno in
cui presiede il G8 che in luglio si riunirà in Sardegna. Partiamo dal G20,
composto dai 20 Paesi economicamente più importanti del mondo, che si è riunito
a Washington nel novembre 2008 sul tema dei mercati finanziari e della economia
mondiale. In quella riunione il G20 è passato dal livello dei ministri
finanziari e dei governatori delle banche centrali, al livello di capi di Stato
e di governo. Nella dichiarazione conclusiva si legge che i leader di questi 20
Grandi sono determinati a cooperare per riattivare la crescita globale e per
riformare il sistema finanziario mondiale con adempimenti da attuare entro il
marzo 2009 e altri da conseguire nel medio termine da parte sia dei singoli
Stati aderenti al G20 sia degli Organismi sovranazionali, quali il Fmi e la
Banca Mondiale. Istituzioni varate a Bretton Woods del 1944 che vanno adesso riformate.
Gli impegni sono forti e tuttavia talune evasività del documento sorprendono,
pur nella consapevolezza delle difficoltà nel mettere d'accordo Stati che
vogliono coniugare uno spirito di collaborazione globale agli interessi
nazionali. In particolare, colpisce l'assenza di un
riferimento esplicito sia agli USA, Paese che ha causato la crisi attraverso
forme di indebitamento sempre più azzardate, sia alla Cina, Paese che ha contribuito ad aggravare la crisi con l'eccessivo
accumulo di riserve in dollari dovuto ad una sistematica sottovalutazione del
cambio che ha distorto (con altri dumping cinesi) il commercio internazionale.
Qualcuno dirà che lo scopo di quel G20 era di indicare soluzioni alla crisi e
non di individuare dei responsabili. Altri pensano invece che vi sia un timore
reverenziale del G20 nei confronti di due grandi potenze che pur avendo dato
una forte spinta alla crescita economica degli ultimi vent'anni, hanno
contribuito, anche se con ben diverse responsabilità, a trascinare il mondo in una
crisi che potrebbe vanificare molti dei risultati conseguiti. Il 2 aprile avrà
luogo a Londra un nuovo summit del G20 al quale parteciperà anche il Presidente
degli USA. Sarà un momento cruciale per valutare se Barack Obama saprà attuare
quella trasformazione che tutti auspichiamo per portare una grande democrazia
dall'unilateralismo liberista al multilateralismo delle regole, senza ricorrere
al protezionismo. Qualcuno reputa che questo summit rifonderà il capitalismo. A
noi basterebbe che rifondasse la democrazia economica basata su istituzioni,
regole e mercati. Altri reputano che il G20 potrebbe diventare una specie di
Governo mondiale in quanto i Paesi partecipanti rappresentano i due terzi del
commercio e della popolazione mondiale e più del 90% del Pil. Ci sembra presto
per prefigurare questo esito, anche perché il G20 non è rodato a livello di
leader dei singoli Stati. L'esito è comunque auspicabile per uscire al più
presto dalla crisi e per fissare nuove regole valutarie, finanziarie e
commerciali internazionali. E veniamo all'Unione Europea che non vive una
stagione felice e non solo perché il primo semestre del 2009 vede il suo
Consiglio presieduto dalla Repubblica Ceca. Un piccolo Paese entrato con
l'allargamento che è servito per accelerare la democratizzazione dei Paesi
dell'Est europeo il cui euroscetticismo, in questi giorni unito ad una crisi
accentuata, rende difficile pensare che essi possano stabilire l'Agenda
politica ed economica della Ue. Per questo non crediamo che i quattro vertici (di
cui due straordinari) della UE27, programmati fino a giugno e presieduti dalla
Repubblica Ceca, siano in grado di rivitalizzare una Ue caratterizzata da una
Commissione debole e da spinte protezionistiche di taluni Paesi. Tra cui la
Francia che pure con Nicolas Sarkozy aveva dato una notevole impronta
europeista durante il proprio semestre di presidenza del Consiglio Europeo del
giugno- dicembre
( da "Sole 24 Ore, Il" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il
Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2009-02-19 - pag: 1 autore: OBIETTIVO TRASPARENZA
Tra Stati e banche matrimoni a tempo di Carlo Bastasin L' effetto placebo del
G-7 è durato solo qualche ora. Già gli interventi pubblici dei giorni
precedenti, a cominciare da quello di Washington, non avevano convinto. A ben
poco potevano servire le dichiarazioni di principio dei Sette nello scorso fine
settimana. L'economia globale e i mercati finanziari sono tornati preda della
sfiducia: calano le capitalizzazioni di banche e impresee aumenta il rischio di
instabilità in molti Paesi. Nell'economia reale i comportamenti degli
investitori e dei consumatori si stanno adeguando con velocità impressionante
al senso di impotenza nell'azione dei poteri pubblici. In Giappone il Pil cala
al ritmo del 12% annuo, in Cina l'import è sceso del 47%mentre in Europa si rivedono le stime
del reddito mese dopo mese. Per evitare una spirale di sfiducia, deve essere
fermata la perdita di credibilità degli interventi pubblici, attraverso scelte
che non abbiano riguardo per le preferenze politiche dei governi, ma solo per
l'efficacia. I fatti d'altrondesi stanno occupando di rendere
inevitabili scelte un tempo inaudite: si fa strada l'idea di un governo comune
dell'economia europea per evitare il default di alcuni Paesi mentre tra Usa ed Europa si ipotizzano target coordinati per le Banche
centrali. Ma la prima per importanza delle scelte antiideologiche è
nazionalizzare le banche americane. Troppe analogie con la crisi del 1929 hanno
fatto scattare automatismi politici semplificati. I governi si concentrano
sugli ovvi rischi del protezionismo e sui meno ovvi benefici della spesa
pubblica. Ma trascurano che la crisi in corso ha una natura tutta speciale,
legata a un sistema finanziario ingolfato di cattivi debiti. Non vi può essere
soluzione prima di aver sciolto questo nodo. L'attesa maggiore era rivolta ai
piani dell'amministrazione Obama con un duplice obiettivo: uno stimolo fiscale
di 787 miliardi di dollari e un pacchetto di salvataggio del sistema
finanziario americano. Proprio sul secondo cruciale obiettivo il progetto è
subito apparso in difetto. Il segretario al Tesoro, Timothy Geithner, ha
descritto un intervento pubblico inadeguato a ricapitalizzare le banche,
disporre degli asset tossici e risolvere l'accumulo di mutui critici. Continua
u pagina
( da "Sole 24 Ore, Il" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il
Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-02-19 - pag: 12 autore:
... LE STRATEGIE DELLE PROVINCE Protezionismo federalcinese
L a Cina non fa parte della
cristianità, ma applica alla perfezione l'antico detto francese, sempre
convinti che charité bien ordonnée, commence par soi-même ( la carità comincia
da se stessi). Non solo va privilegiato il made in China, ma ogni provincia
sponsorizza il made in Anhui piuttosto che il made in Henan o il made in
Hangzhou. è un preoccupante segno dei tempi. In Europa finora non si è
visto molto protezionismo, nei cui confronti il Mercato Unico rappresenta
comunque, anche per le produzioni extra Ue, una forma di deterrente
psicologico, se non pratico. Ma non esistono dubbi che negli Stati Uniti il
sentire popolare è assai più vicino al Congresso, che ha messo nella sua legge
per il rilancio dell'economia varie norme chiaramente protezioniste, che non
all'Amministrazione, che si è affrettata a dichiarare fedeltà al liberoscambio.
Durerà? Europa e Usa terranno fede? Gli umori, in
America soprattutto, non sono buoni. Vedremo come reagirà la middle America
quando Washington gli dirà che per salvare le banche occorrono altri 2.500
miliardi di dollari. Dopotutto anche in America charity begins at home.
( da "Scienze.it, Le" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Medicina
Sul New England Journal of Medicine I trial clinici nell'era
della globalizzazione Sono sempre più condotti su popolazioni con bisogni e
caratteristiche diverse da quelle delle popolazioni destinatarie dei farmaci
PAROLE CHIAVE trial Gli studi clinici sui nuovi farmaci vengono sempre più
condotti nei paesi in via di sviluppo dell'Est Europa e dell'Asia e sempre meno
negli Stati Uniti e in Europa occidentale: lo rivela uno studio condotto
dal Duke Clinical Research Institute pubblicato sul New England Journal of
Medicine, in cui si rileva che dal 1995 al 2005 il numero dei trial clinici
condotti nella prima delle due aree è raddoppiato, mentre quello nei paesi
sviluppati è inesorabilmente diminuito. E nel 2007 su 509 studi di fase 3 per
nuovi farmaci - la fase che coinvolge il numero maggiore di partecipanti - solo
157 erano avvenuti negli Stati Uniti. "Ci sono forze potenti che spingono
per eseguire studi clincici oltremare, fra cui i costi minori e l'accesso a
popolazioni più vaste", dice Seth Glickman, che con Kevin Schulman, ha
diretto lo studio. "Il costo per partecipante a un trial clinico in India
è per esempio un decimo di quello negli stati Uniti." Tuttavia gli autori
pongono dubbi sul fatto che quelle ricerche corrispondano ai veri bisogni delle
popolazioni studiate. "E' piuttosto chiaro che le compagnie testano i
farmaci in paesi in cui non saranno venduti. E' questa una preoccupazione
etica", ha spiegato Glickman facendo rifermento agli studi sulla rinite
allergica, la fibromialgia o l'ipertrofia prostatica in paesi dove imperversano
malaria e tubercolosi. Ma genetica ed ecologia sociale possono avere anche
riflessi sugli esiti dei trial: le economie sviluppate determinano pazienti con
un certo insieme di caratteristiche che possono essere ben diverse da quelle
dei partecipanti allo studio. "E' ragionevole pensare che lo stesso
farmaco in popolazioni differenti dia risultati piuttosto diversi in
popolazioni differenti. Anche i polimorfismi genetici presenti certe
popolazioni possono influenzare certo farmaci, rendendo inappropriata
l'applicazione dei risultati da studi in queste popolazioni a pazienti che non
ne condividano le caratteristiche. Per questo gli autori invocano da parte
dell'OMS l'istituzione di una commissione internazionale composta da
rappresentanti dell'industria, dell'università, delle istituzioni sanitarie,
dei rappresentanti dei malati e degli uffici brevetti che "protegga i
partecipanti ai trial e assicuri che gli sponsorizzatori seguano standard etici
elevati." (gg) *** Sei già iscritto alla nostra newsletter? Puoi
richiedere sul tuo computer il nostro "notiziario a domicilio", il
servizio gratuito di informazione e aggiornamento scientifico personalizzato,
semplicemente iscrivendoti a questo link (19 febbraio 2009) AGGIUNGI UN
COMMENTO
( da "Borsa(La Repubblica.it)" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
La
crisi del matrimonio tra Cina e Stati Uniti PECHINO -
"Vi odiamo ma non possiamo fare a meno di voi". Alla vigilia
dell'arrivo di Hillary Clinton a Pechino, uno dei massimi dirigenti della
politica monetaria cinese sbotta in uno sfogo poco diplomatico che riassume
perfettamente lo stato d'animo verso l'America. La Cina
si sente invischiata in "Chimerica". Quella simbiosi con gli Stati
Uniti che è stata la ricetta magica dello sviluppo oggi si trasforma in una
trappola. L'abbraccio con l'America, per i suoi effetti economici può
trascinare a picco anche la Repubblica Popolare. A fare quello sfogo insolitamente
esplicito è Luo Ping, alto funzionario della Banca centrale, durante l'incontro
con un gruppo di banchieri americani. Luo Ping dice ad alta voce quello che
molti qui pensano: "Vi preparate a inondare i mercati finanziari con nuove
emissioni di titoli del debito pubblico, nel 2009 stamperete Buoni del Tesoro
per un valore tra i 1.000 e i 2.000 miliardi di dollari aggiuntivi. Noi
sappiamo ciò che significa: il dollaro prima o poi è destinato a perdere
valore. E con il dollaro si deprezzano gran parte dei nostri investimenti. Vi
odiamo perché non possiamo fare altro che comprare i vostri Treasury
Bonds". L'arrivo di Hillary Clinton sarà l'occasione per celebrare la
cruciale partnership fra le due superpotenze mondiali. Ma dietro il linguaggio
felpato della diplomazia, e le inevitabili promesse di cooperazione, i motivi
di tensione tra le due sponde del Pacifico stanno aumentando. Alla rivalità
strategico-militare, alle "ansie da declino" che vive l'America, alle
tentazioni protezioniste affiorate nel Buy American, si aggiunge un crescente
risentimento dei cinesi. I vertici di Pechino si sentono ingannati dal loro
partner più importante, spiazzati per avere creduto nel modello economico
americano fino a diventarne una colonna portante. Con 338 miliardi di
esportazioni made in China acquistate dagli Stati Uniti nel 2008, il consumismo
americano è stato il traino dello sviluppo economico: ha
innalzato i livelli di benessere e ha mantenuto la stabilità sociale in Cina. In cambio dell'apertura del
mercato Usa, Pechino ha
generosamente sovvenzionato il vizio dell'America di vivere al di sopra dei
suoi mezzi. L'attivo commerciale cinese - 266 miliardi l'anno scorso - è stato
reinvestito in dollari. In Bot americani, perlopiù. Così la fabbrica del
pianeta faceva credito al suo cliente più importante. Ma ora non basta quel
riciclaggio di capitali cinesi per tenere a galla i consumi americani. U. S.
News & World Report lancia una provocazione: "Forse finiremo per
chiedere alla Cina che spedisca direttamente alle nostre
famiglie degli stimulus checks, gli assegni da spendere al supermercato come
quelli di Obama". Chi si aspettava che la globalizzazione targata
Chimerica entrasse in crisi per colpa dei cinesi, ha avuto una sorpresa. E'
l'implosione del sistema finanziario Usa a mettere nei
guai i due partner. Tian Guo Li, chief executive del gruppo Cinda e uno dei più
importanti banchieri cinesi, esprime la delusione di un'intera nomenklatura
occidentalizzata: "Chi avrebbe mai detto che quelle banche di Wall Street
che noi ammiravamo e consideravamo dei modelli da emulare, come Citigroup,
sarebbero finite così male?" E' una magra consolazione per l'orgoglio
nazionale osservare che oggi sono le cinesi Icbc e China Constructions Bank i
due maggiori istituti di credito del mondo per la capitalizzazione in Borsa.
Brucia il fatto che il "maestro" ha tradito la fiducia dell'allievo.
Per trent'anni le politiche economiche di Pechino hanno inseguito il paradigma
neoliberista di Washington. Ora nel tracollo di quel modello la Repubblica
Popolare si scopre vulnerabile. E lo dice forte e chiaro. Tian Guo Li, che
attraverso Cinda Asset Management ha investito capitali di Stato cinesi a Wall
Street, è allarmato per la lentezza della terapia Obama: "Bisogna agire
più in fretta. I titoli tossici nei bilanci delle banche sono come il marcio in
una mela: va tolto presto, prima che faccia marcire anche il resto. Guai se
Washington tergiversa come fece il Giappone nella sua lunga depressione degli
anni Novanta". La tensione che si respira ai piani alti della nomenklatura
cinese è proporzionale alle ricchezze che Pechino ha affidato al suo grande
debitore d'oltreoceano. Non ne fa mistero Fang Shangpu, direttore dell'Ufficio
Cambi: "L'America deve proteggere gli interessi degli investitori stranieri.
La sua moneta è il più grosso investimento estero della Cina".
Con 2.000 miliardi di dollari di riserve valutarie ufficiali, la banca centrale
di Pechino è la più ricca del pianeta. Ma quel tesoro di guerra è di fatto
sterilizzato. La sua destinazione è obbligatoria: Treasury Bonds americani,
ancora e sempre. Nel 2008 la Cina ne ha sottoscritti
altri 700 miliardi. Ogni asta di Bot americani fallirebbe, se non si
presentassero i banchieri centrali cinesi a fare la parte del creditore
magnanimo. E questo nonostante le perdite già subìte sul tasso di cambio: da
quando il renminbi (la moneta cinese, ndr) ha abbandonato la parità fissa col
dollaro (nel luglio 2005) si è rivalutato del 21%, assottigliando di altrettanto
il valore degli investimenti cinesi in dollari. Intanto lo schianto della
locomotiva americana ha un costo sociale gravissimo. Già nel terzo trimestre
del 2008, per effetto della caduta delle esportazioni, la crescita cinese si è
dimezzata brutalmente: 6,8% di aumento del Pil contro il 13% del
( da "Virgilio Notizie" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pechino,
19 feb. (Apcom) - La tappa finale in Cina del primo
viaggio asiatico del nuovo Segretario di Stato americano Hillary Clinton, dopo
Giappone, Indonesia e Corea del Sud, sarà anche la più importante per le
relazioni bilaterali della presidenza Obama alla luce della congiuntura
internazionale corrente. L'agenda delle relazioni bilaterali spazierà dagli
ambiti tradizionali alle priorità della nuova amministrazione americana, dalle
questioni diplomatiche più tecniche (come la nomina di un
nuovo ambasciatore USA a Pechino) ai diritti umani, argomento personalmente a
cuore alla Clinton. Gli Stati Uniti intendono premere per una maggiore
partecipazione della Cina
ai temi globali, primo fra tutti quello ambientale. "Cercheremo maniere
per collaborare su questioni che vanno al di là del semplice interesse
reciproco, per rivolgerci a problemi veramente globali" ha detto
Hillary Clinton alla vigilia della partenza per la missione in Asia. Pechino e
Washington sono i principali responsabili delle emissioni di anidride carbonica
e i più restii all'osservanza dei trattati internazionali in materia. Ma la
collaborazione, che vuol dire anche e soprattutto cooperazione scientifica, può
essere vantaggiosa ad ambo le parti: per la Cina
significherebbe nuova immissione di conoscenze scientifiche, per gli USA
sarebbe una spinta all'esportazione di prodotti con alto valore aggiunto, in
una fase in cui le due economie soffrono particolarmente. Proprio l'economia e
il superamento della crisi internazionale sono l'altro tema maggiore che gli Usa intendono mettere subito in chiaro. Per i due paesi che
da soli producono la metà del Pil del mondo intero, secondo un modello
estremamente interconnesso, le discussioni sull'argomento non saranno indolore.
Appena qualche giorno fa il Segretario al Tesoro Tim Geithner ha avviato il suo
mandato con una critica alla Cina e alla manipolazione
dello yuan da parte di Pechino. Dal canto suo il dragone ha risposto con
l'accusa di protezionismo a Washington, gettando subito le relazioni nel gelo.
Un gelo dal quale Hillary Clinton trarrà difficilmente l'ardore di puntare il
dito contro la situazione dei diritti umani nel paese. Con le questioni
commerciali delicate sulla bilancia, la possibilità di una cooperazione
ambientale e militare, anche con la partecipazione dell'esercito cinese alle
forze di pace internazionali, sembrano lontani oggi i tempi come il 1995.
All'epoca, l'allora first lady Clinton, pronunciò un discorso alla Conferenza
Mondiale delle Donne in corso a Pechino, che la Cina
ricorda ancora oggi, nel timore che un attacco alla repressione dei dissidenti,
agli arresti arbitrari e alla limitazione della libertà di espressione possa
segnare anche questa prima visita della Clinton in veste di capo della
diplomazia americana. Oggi da molti viene la richiesta ad Hillary per un
intervento presso il governo cinese a favore di Liu Xiaobo, l'ideatore della
Carta
( da "PC World online" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
19-02-2009
Facebook fa un passo in dietro: non più diritti a vita sugli iscritti Lo ha
comunicato Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook. I diritti sui contenuti
degli iscritti decadono non appena questi disattivano il proprio profilo. Ma...
Dino del Vescovo Google vince il processo in USA contro le
"invasioni" di Street View Facebook fa un passo in dietro: non più
diritti a vita sugli iscritti Ritirata la querela a Google per il video con
sevizie a un disabile A rischio l'innocenza dei provider: Facebook e Google contro
l'emendamento D'Alia Non basta la patch: attacco a Explorer
dalla Cina Facebook è uno
dei "paesi" più popolati al mondo. Ma la privacy? PirateBay, accusa
dimezzata Il processo a PirateBay, ovvero l'ipocrisia Sanyo amplia la
produzione di celle fotovoltaiche Nessuna censura per Facebook e simili.
Precisazioni di D'Alia Legge D'Alia: Facebook non ci sta I quattro di Pirate
Bay sotto processo in Svezia Download di video da YouTube. Alcuni
saranno in vendita VoIP per tutto e per tutti Facebook paga 65 milioni nella
causa con ConnectU A Facebook nessuno vuole rinunciare. Malgrado i problemi
legati alla privacy, alla impossibilità di cancellare le tracce della propria
permanenza, breve o lunga che sia stata, anche dopo aver disattivato il proprio
account, nonostante Mark Zuckerberg avesse di recente modificato, a svantaggio
dei neo-iscritti, le condizioni di accesso al sito e di gestione dei loro
contenuti, l'idea di rivolgere la propria attenzione altrove, sembra non
sfiorare nemmeno i cittadini di Internet. Con le giuste condizioni, limitando
al massimo i rischi, ma... Facebook sia! A scatenare le polemiche, a livello
pressoché globale, non soltanto dei netizen privati, ma anche di importanti
associazioni di categoria che si preoccupano di tutelare i diritti dei
cittadini, erano state le recenti modifiche apportate dal fondatore del social
network, Mark Zuckerberg, al codice di iscrizione al sito: in termini semplici,
il servizio si arrogava il diritto di entrare, vita natural durante, in
possesso dei contenuti lasciati dagli iscritti, anche dopo la loro eventuale
cancellazione. Una decisione che ha fatto storcere il naso a chi, nei limiti di
ciò che resta, vorrebbe dare un minimo valore alla propria vita, alle proprie
abitudini, ai propri pensieri, continuando a ritenerli aspetti strettamente
personali. Il team di Facebook torna quindi sui suoi passi e rivede quanto
aveva modificato di ricente. Le condizioni d'uso attuali, quelle vigenti al
momento in cui pubblichiamo l'articolo, non prevedono più che Facebook continui
a esercitare i propri diritti sui contenuti lasciati dagli utenti, anche dopo
la loro volontaria disattivazione. Così, vale ancora la regola secondo cui
"si possono rimuovere i propri contenuti dal sito in ogni momento. La
licenza assicurata a Facebook decade quindi automaticamente. E in ogni caso si
riconosce all'azienda la possibilità di conservare delle copie archiviate dei
propri contenuti". La conservazione delle copie, da Zuckerberg definite
copie tecniche, è necessaria poichè, come spiegato nell'articolo "Facebook
è uno dei "paesi" più popolati al mondo. Ma la privacy?", non è
possibile agire arbitrariamente sul profilo degli altri utenti con i quali si
sono scambiati messaggi e contenuti multimediali. In pratica, chiunque
interagisca con altri iscritti diffonde sé stesso fra le trame del social
network, lasciando tracce indelebili che, probabilmente, scomparirebbero solo
dopo l'avvenuta cancellazione di tutti i profili con cui si è interagito
durante la propria permanenza in Facebook. Zuckerberg, convinto che il
lunguaggio espresso nelle condizioni d'uso e di accesso, sia troppo formale e
quindi incomprensibile ai più, invita gli utenti stessi a contribuire a
snellirlo, fino a ottenere regole di accesso chiare e inequivocabili. E' nato a
tal proposito un Gruppo dentro il quale i "Facebookiani" faranno
confluire i loro suggerimenti e i loro spunti, necessari a stilare un Facebook
Bill of Righs and Responsabilities, ovvero un "Documento di Facebook sui
diritti e le responsabilità degli iscritti". Ricordiamo tuttavia che
entrare in Facebook è una libera scelta e che per non incappare nella infinita
serie di problematiche legate alle attività del social network, basta decidere
di non farlo. La questione si risolve in questo modo, ancor prima di porsi.
Commenti Per commentare devi essere registrato nel forum. Per registrarti
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vince il processo in USA contro le "invasioni" di Street View X120,
il nuovo netbook targato LG MWC: Asus e Garmin presentano i nuovi nÜvifone
Facebook fa un passo in dietro: non più diritti a vita sugli iscritti Ritirata
la querela a Google per il video con sevizie a un disabile A rischio
l'innocenza dei provider: Facebook e Google contro l'emendamento D'Alia La
prova in anteprima di HTC Touch Pro2 Ultimatum alla terra: Blu-ray e DVD, ma
questa volta insieme MWC 09: Ecco come sarà Windows Mobile 6.5 Intel propone
agli OEM un bundle Core i7 + SSD MWC 09: Nokia e Skype insieme per il VOIP in
mobilità MWC 09: Opera sigla accordi con Yahoo e Vodafone per la distribuzione
di Opera Mini MWC 09: Mozilla rilascia Fennec ma... non funziona Non basta la
patch: attacco a Explorer dalla Cina Facebook è uno
dei "paesi" più popolati al mondo. Ma la privacy? SmileTech - La vera
innovazione Attenti al portatile - Benvenuto Windows 7 (3 commenti) Non in
linea - Facebook, YouTube e l'inevitabile innocenza dei provider OnOff -
Windows Mobile 6.1: guardare, ma non toccare! Pane al pane - Al fotografo
quando e cosa... fotografare
( da "PC World online" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
19-02-2009
Google vince il processo in USA contro le "invasioni" di Street View
Giudice della Pennsylvania chiude la causa mossa da una coppia a causa delle
foto della loro casa su Street View Attilio varanini Google vince il processo
in USA contro le "invasioni" di Street View Facebook fa un passo in
dietro: non più diritti a vita sugli iscritti Ritirata la querela a Google per
il video con sevizie a un disabile A rischio l'innocenza dei provider: Facebook
e Google contro l'emendamento D'Alia Non basta la patch: attacco a Explorer dalla Cina Facebook è uno dei "paesi" più popolati al mondo. Ma
la privacy? PirateBay, accusa dimezzata Il processo a PirateBay, ovvero
l'ipocrisia Sanyo amplia la produzione di celle fotovoltaiche Nessuna censura
per Facebook e simili. Precisazioni di D'Alia Legge D'Alia: Facebook non ci sta
I quattro di Pirate Bay sotto processo in Svezia Download di video da YouTube.
Alcuni saranno in vendita VoIP per tutto e per tutti Facebook paga 65 milioni
nella causa con ConnectU Si è chiusa con un nulla di fatto la causa intentata
contro Google da una coppia di anziani residenti a Pittsburg, in Pennsylavania,
Stati Uniti, a causa delle foto mostrate da Street View di una parte della loro
casa. Il caso era scoppiato l'8 aprile del 2008. I coniugi Boring avevano
scelto una casa isolata perché, entrambi sofferenti di ansia, volevano
allontanarsi un po? dal mondo. Il mondo, tuttavia, è arrivato lo stesso, grazie
al servizio Street View di Google, che fotografa le vie delle città e le espone
on-line. La coppia aveva chiesto un indennizzo di 25.000 dollari per aver
provocato loro “una grave sofferenza mentale”, e la rimozione della foto che li
riguardava dal servizio di mappe di Google. La strada in cui si trova la via,
secondo i coniugi, è una ?strada privata?, con tanto di cartello che lo
segnala. Una strada, dunque, che avrebbe dovuto essere off limit per i
fotografi di Google. Martedì, il giudiuce Amy Reynolds Hay, della corte
ditrettuale occidentale della Pennsylvania, ha accolto la richiesta dei legali
di Google di chiudere il caso. La portavoce di Google ha fatto dichiarazioni
distensive, ricordando che "Google rispetta la privacy degli individui,
offuscando volti riconoscibili e targhe", inoltre, ha aggiunto la
portavoce, "esiste un semplice strumento che consente agli utenti di
decidere loro stessi se fare o no apparire un'immagine in Street View.
Sfortunatamente le parti coinvolte hanno deciso di entrare in causa anziché
usare questo strumento". Commenti Per commentare devi essere registrato
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discussione sul forum Google vince il processo in USA contro le
"invasioni" di Street View X120, il nuovo netbook targato LG MWC:
Asus e Garmin presentano i nuovi nÜvifone Facebook fa un passo in dietro: non
più diritti a vita sugli iscritti Ritirata la querela a Google per il video con
sevizie a un disabile A rischio l'innocenza dei provider: Facebook e Google
contro l'emendamento D'Alia La prova in anteprima di HTC Touch Pro2 Ultimatum alla
terra: Blu-ray e DVD, ma questa volta insieme MWC 09: Ecco come sarà Windows
Mobile 6.5 Intel propone agli OEM un bundle Core i7 + SSD MWC 09: Nokia e Skype
insieme per il VOIP in mobilità MWC 09: Opera sigla accordi con Yahoo e
Vodafone per la distribuzione di Opera Mini MWC 09: Mozilla rilascia Fennec
ma... non funziona Non basta la patch: attacco a Explorer dalla Cina Facebook è uno dei "paesi" più popolati al
mondo. Ma la privacy? SmileTech - La vera innovazione Attenti al portatile -
Benvenuto Windows 7 (3 commenti) Non in linea - Facebook, YouTube e
l'inevitabile innocenza dei provider OnOff - Windows Mobile 6.1: guardare, ma
non toccare! Pane al pane - Al fotografo quando e cosa... fotografare
( da "Nazione, La (Umbria)" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
PRIMO
PIANO pag. 5 «IL MONDO globalizzato e interdipendente
(market-states') corre rischi superiori a q... «IL MONDO globalizzato e
interdipendente (market-states') corre rischi superiori a quelli immaginati o
solamente percepiti; e spetta proprio alla comunità dell'Intelligence o meglio,
alla nuova Intelligence (nella totalità degli attori' statali), far sì
che si possa lavorare su questo fronte senza frontiere». A descrivere così il
mondo in cui viviamo dopo il
( da "Avvenire" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
MONDO
19-02-2009 «Anche Teheran al tavolo regionale» DI LUCA GERONICO M issione a
sorpresa a Herat e Kabul del ministro degli Esteri Franco Frattini, che ha
lanciato una "seconda fase" diplomatica per la stabilizzazione in
Afghanistan di respiro regionale lanciando pure un possibile ruolo anche
l'Iran. La condizione ha precisa il titolare della Farnesina è che Teheran si
comporti come «un interlocutore positivo», combattendo il traffico di droga, il
contrabbando di armi ed isolando gli estremisti. Frattini, dopo aver visitato
il nostro contingente a Camp Arena, la base militare di Herat, nel pomeriggio
ha incassato il consenso del presidente afghano Hamid Karzai. Se presto avrà il
via libera degli alleati, Usa in primis, l'Italia
potrebbe invitare l'Iran alla Conferenza sulla stabilizzazione di Afghanistan e
Pakistan, che si terrà a margine della riunione dei ministri degli Esteri del
G8 a Trieste dal 25 al 27 giugno. A quella Conferenza diplomatica, convocata
proprio nello spirito di un approccio regionale da affiancare a quello
militare, l'Italia ha già deciso di invitare, oltre ai due Paesi interessati,
anche India, Cina, Egitto, Arabia
Saudita, E- mirati arabi uniti, Australia, Turchia e Repubbliche centroasiatiche.
Ieri Frattini ha pure confermato la disponibilità dell'I- talia a inviare altri
200- 250 soldati (che dovrebbero aggiungersi ai 2.300 già dispiegati sul
terreno che entro giugno dovrebbero diventare 2.800) per rafforzare la
sicurezza nel Paese in occasione delle elezioni presidenziali del prossimo 20
agosto. Questi dovrebbero aggiungersi ai 500 che entro giugno rafforzeranno i
2.300 già sul terreno portando così il contingente stabile a 2.800 unità. Una
richiesta in tal senso dovrebbe arrivare oggi nel corso della riunione
informale dei ministri della Difesa della Nato, in programma oggi e domani a
Cracovia, a cui parteciperà pure il segretario alla Difesa Usa,
Robert Gates. Dopo aver espresso ai militari italiano la «gratitudine
personale» e quella di «tutte le forze politiche» per il lavoro svolto dal
contingente italiano, il ministro degli Esteri ha confermato che «il governo è
fortemente intenzionato a consolidare ulteriormente e a rafforzare la presenza
in Afghanistan». «Il ministro della Difesa La Russa, non lo esclude, io
personalmente lo auspico », ha aggiunto L'obiettivo è che l'Italia «continui ad
essere attore protagonista» nel processo di stabilizzazione e ricostruzione del
Paese. «È un dovere morale verso la comunità internazionale e verso il popolo
afghano», ha sottolineato il responsabile della Farnesina. A Kabul il capo
della Farnesina apre a un coinvolgimento dell'Iran purché sia un «interlocutore
positivo»
( da "Avvenire" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
ECONOMIA
19-02-2009 PREVISIONI E RICETTE In assenza di credito, con la proposta sul Tfr
le aziende avrebbero a disposizione più liquidità Scajola: crisi, basta con i
corvi Governo contro i pessimisti. Marcegaglia: il Tfr resti in azienda DA ROMA
NICOLA PINI L a valutazione della crisi e delle misure per contrastarla provoca
scintille tra il governo e la Confindustria. Ne è testimonianza l'affondo
lanciato ieri dal ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola che se l'è
presa con i «corvi» che diffondono scenari pessimistici, citando espressamente
l'organizzazione degli industriali. Nessuna replica dalla presidente Emma
Marcegaglia che non nasconde di considerare insufficienti le misure messe in
campo dall'esecutivo e ha preso il centro della scena lanciando la proposta di
lasciare alle imprese i flussi del Tfr dei lavoratori che sono versati
all'Inps: un modo, ha detto, per sostenere la liquidità delle aziende mentre il
credito langue. L'idea piace a Confcooperative («premierebbe le imprese ad alta
intensità di lavoro»), ottiene mezzo sì dalla Cgil e lascia «perplesso» l'ex
ministro Cesare Damiano (Pd). Intanto Silvio Berlusconi difende l'operato del
governo ma sottolinea l'inefficacia del G8 (riunito sabato scorso a Roma) nel
dare risposte concrete alle recessione globale. «Le posizioni dei più
importanti Paesi sono identiche e tutti dicono che dobbiamo agire in modo
coordinato ha detto il premier . Ma poi, quando si tratta di decidere siamo
ancora lontani dal trovare cosa fare veramente e avere soluzioni
soddisfacenti». Tornando al Tfr, Marcegaglia ha proposto che «per un anno i
flussi di Tfr non vadano all'Inps, ma restino all'interno delle imprese ».
Oppure si utilizzino per «creare un fondo di garanzia che aiuti il sistema del
credito alle piccole e medie imprese». Il riferimento è stato specificato è ai
flussi del trattamento di fine rapporto che, dopo la riforma del 2007, nelle
imprese sopra i 50 dipendenti vengono dirottati all'Inps se il lavoratore non
ha scelto un fondo pensione. Secondo il leader di Confindustria «il tema è
fondamentale e servono decisioni perché se non c'è credito si blocca il sistema
delle imprese». E ha rimarcato che «è assolutamente necessario, come accade in
tutti i Paesi europei, in Usa e Cina, che
il governo italiano sostenga l'economia» dato che «molte imprese non riescono
ad andare avanti». Nei giorni scorsi anche il presidente Fiat ed ex capo di
Confindustria Luca di Montezemolo era intervenuto sulla crisi tracciando
previsioni preoccupanti e chiedendo al governo di convocare una sessione
straordinaria con le parti sociali. L'appello, arrivato all'indomani del
varo del pacchetto «salvaauto » non dev'essere piaciuto negli ambienti
governativi. E stessa reazione ha provocato la diffusione da parte del Centro
studi di Confindustria dell'ultimo bollettino previsionale, con il Pil stimato
sempre più in calo (- 2,5% nel 2009). Scajola ieri è stato esplicito:
«Finiamola con questi corvi ha accusato ogni volta che escono valutazioni di
organismi internazionali come Ocse o Fmi, subito dopo vedo posizioni più dure
di Confindustria, ogni volta c'è un carico» più pesante. Secondo il ministro
«sarebbe meglio vedere il bicchiere mezzo pieno» perché si devono «trasformare
le difficili sfide della congiuntura in opportunità». Scajola concorda sulla
necessità di aiutare le Pmi tanto che ieri ha annunciato un tavolo specifico
«finalizzato a vedere quanto è possibile fare» per il «tessuto portante»
dell'economia italiana. Intanto giovedì 26 al ministero dello Sviluppo si
riunirà il tavolo tecnico sul tessile, settore particolarmente esposto alla
crisi. Il ministro critica le previsioni di Confindustria Che propone un anno
di blocco delle liquidazioni Il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia
(Ansa)
( da "Virgilio Notizie" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Roma,
19 feb. (Apcom) - In coincidenza con la visita in Cina
del segretario di stato americano Hilllary Clinton, Pechino si dice pronta a
cooperare con gli Usa sui temi dell'ambiente e della
lotta al cambiamento climatico. Il portavoce del ministero degli esteri Jiang
Yu afferma: "rafforzare la cooperazione sul tema del cambiamento climatico
è nell'interesse di entrambi i paese e rafforzerà il contributo dei nostri due
paesi alla cooperazione internazionale. Vorremmo lavorare con gli Usa per realizzare progressi concreti su tale tema". I
due paesi sono i principali stati produttori di gas da effetto serra, gli
agenti considerati maggiormente responsabili dei vari fenomeni di cambiamento climatico
in atto. A sottolineare nei fatti la centralità della questione climatica,
anche la composizione della delegazione Usa attesa in Cina. Nella sua visita a Pechino Hillary Clinton sarà
infatti accompagnata dal suo inviato speciale sui temi dell'ambiente e del
cambiamento climatico Todd Stern. Anche Greenpeace Cina,
con un comunicato, ha invitato Washington e Pechino ad agire su questo fronte.
"una leadership forte e concordata di Usa e Cina - dice la nota - è essenziale per ottenere un accordo al vertice
di Cpenaghen" sul clima previsto per dicembre prossimo. "Invitiamo Cina e Usa a esplorare i termini di una collaborazione più profonda tra le
loro industrie specializzate in energie rinocabili al fine di creare un nuovo
modello di sviluppo e favorire la nascista di milioni di posti di lavoro 'verdi'
senza sacrificare la salute e l'ambiente".
( da "ITnews.it" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
NEW
YORK e LONDRA, February 19 /PRNewswire/ -- - Le aspettative sono al punto più
alto dall'inizio della stretta sul credito Un rinnovato ottimismo circa le
prospettive di crescita in Cina è alla base di un
marcato miglioramento del sentimento globale nei confronti dell'economia,
secondo il sondaggio Merrill Lynch dei gestori di fondi per il mese di
febbraio. (Logo: http://www.newscom.com/cgi-bin/prnh/20090218/CLW006LOGO ) Tra
gli investitori si è riscontrato il massimo ottimismo dall'affermarsi nel
luglio 2007 della stretta sul credito. In particolare, il numero di coloro che
prevedono un peggioramento dell'economia nei 12 mesi a venire è sceso fino a un
netto -6 per cento. La cifra va raffrontata a un -24 per cento lo scorso
gennaio. La maggioranza riconosce, tuttavia, che l'economia mondiale sta
attraversando una recessione. I timori di un rallentamento
prolungato in Cina sembrano
dissiparsi. Il numero di investitori che prevede una crescita inferiore in Cina nei prossimi 12 mesi è sceso in
maniera sensibile, fino a un 21 per cento netto in febbraio contro il 70 per
cento netto del mese di gennaio. Analogamente, il notevole pessimismo circa le
prospettive sugli utili delle aziende dà segni di diminuzione. Un 43 per
cento netto dei rispondenti si attende un calo dei profitti nell'anno a venire,
cifra di molto inferiore rispetto al 63 per cento che aveva manifestato questa
opinione in dicembre. Il 49 per cento netto degli intervistati prevede un calo
dell'inflazione nei prossimi 12 mesi, contro il 64 per cento di gennaio e l'82
per cento di dicembre. "Le attese dei gestori di fondi in tema di crescita
dell'economia cinese sono aumentate notevolmente fino a toccare i più alti
livelli dal 2007, e le tenui speranze del cosiddetto 'disaccoppiamento' dalle
sorti dell'economia statunitense risiedono ormai esclusivamente nella Cina," ha affermato Michael Hartnett, direttore delle
strategie per i titoli dei mercati emergenti di Banc of America
Securities-Merrill Lynch Research. Le materie prime tornano in auge di pari
passo con lo spostamento dei capitali investiti sui ciclici Le materie prime
hanno segnato la maggior crescita nell'ottica dei cambiamenti nell'allocazione
degli investimenti negli ultimi due mesi. L'esposizione degli investitori in
materie prime è oggi sottopeso per il 15 per cento netto, rispetto al 32 per
cento netto del mese di dicembre. L'esposizione in titoli si è ridotta mentre
quella in azioni è scesa fino a un 34 per cento sottopeso netto - la stessa
posizione del mese di dicembre. Gli investitori hanno inoltre ridotto le
proprie allocazioni in settori difensivi tradizionali passando invece ai
ciclici. Le esposizioni sono scese per quanto riguarda telecomunicazioni,
assicurativi, prodotti di comodo e imprese di pubblica utilità. Al tempo stesso
gli investitori hanno incrementato la propria esposizione in titoli
tecnologici, energetici, dei materiali, industriali e voluttuari. "Un
maggiore appetito per il rischio, l'aumento dell'ottimismo nei confronti delle
materie prime e solide motivazioni legate alle valutazioni potrebbero
incoraggiare un ulteriore investimento nei settori energetico e dei materiali.
Pensiamo che ciò possa manifestarsi in particolare nelle attività denominate in
sterline," ha affermato Gary Baker, direttore delle strategie di capitali
per l'EMOA di Banc of America Securities-Merrill Lynch. Gli Stati Uniti vengono
guardati con favore mentre calano le allocazioni in Giappone L'appetito per i
titoli statunitensi si è risvegliato in febbraio, forse in seguito alle cattive
prestazioni del mese di gennaio. L'esposizione sovrappeso in titoli
statunitensi è salita al 15 per cento questo mese, segnando una crescita
rispetto al 7 per cento di un mese fa. Gli Stati Uniti godono del fatto di
avere le migliori prospettive in termini di profitti, e il 31 per cento dei
rispondenti intende adottare un'esposizione sovrappeso in titoli statunitensi
nei prossimi 12 mesi. Al tempo stesso le allocazioni in Giappone sono scese in
maniera sensibile, portando gli investitori complessivamente a un'esposizione
sottopeso del 26 per cento, rispetto al 15 per cento del mese di gennaio.
Tradizionalmente, i titoli giapponesi beneficerebbero di un ampio ritorno
all'ottimismo. Secondo il sondaggio tuttavia il Giappone soffre di una valuta
pesantemente sopravvalutata. Per la prima volta, i rispondenti hanno giudicato
lo yen più sopravvalutato dell'euro. Il pessimismo per quanto concerne l'euro
si è ampiamente moderato, mentre le prospettive macroeconomiche della regione
si sono rivelate leggermente più favorevoli. "Le attese circa la crescita
nella zona dell'euro sono salite in febbraio fino a toccare il livello più alto
degli ultimi 12 mesi," ha spiegato Baker. "Ma a differenza del quadro
globale, il numero di gestori di portafoglio europei che optano per
l'esposizione sovrappeso in denaro è salita al livello più alto rispetto
all'ottobre 2001." Sondaggio dei gestori di fondi Hanno partecipato a
questo sondaggio globale svoltosi tra il 6 febbraio e il 12 febbraio un totale
di 212 gestori di fondi, con responsabilità complessivamente su 599 miliardi di
dollari USA. Hanno partecipato ai sondaggi regionali 177 gestori responsabili
di fondi per 372 miliardi di dollari USA. Il sondaggio è stato condotto da Banc
of America Securities-Merrill Lynch Research con la collaborazione della
società di ricerche di mercato Taylor Nelson Sofres (TNS). Attraverso la sua
rete internazionale in oltre 50 Paesi, TNS offre servizi informativi sui
mercati in oltre 80 nazioni a organizzazioni nazionali e multinazionali. TSN è
considerato il quarto maggior gruppo di informazioni sui mercati al mondo. Bank
of America Bank of America è uno dei più grandi istituti finanziari al mondo e
opera al servizio di consumatori privati, del mercato delle piccole e medie
imprese così come delle grandi società offrendo un ventaglio completo di
prodotti e servizi bancari, d'investimento, di gestione delle attività,
finanziari e di gestione del rischio. La società offre comodità e convenienza
senza eguali negli Stati Uniti dove ha stabilito rapporti con oltre 59 milioni
di consumatori e piccole aziende, con oltre 6100 sportelli bancari al
dettaglio, quasi 18700 sportelli Bancomat e un servizio di banking online con
quasi 29 milioni di utenti attivi registrati, servizio che ha ricevuto molti
riconoscimenti. In seguito all'acquisizione di Merrill Lynch, il 1 gennaio
2009, Bank of America è diventata una delle maggiori società di gestione dei
patrimoni al mondo, ed è leader globale nei servizi bancari per le aziende e
gli investimenti, attiva in una grande varietà di categorie di asset e con una
clientela che comprende aziende, governi, istituzioni e singoli cittadini di
tutto il mondo. Bank of America offre uno dei migliori supporti del settore ad
oltre 4 milioni di proprietari di piccole imprese grazie al proprio pacchetto
innovativo di servizi e prodotti on-line che si distinguono per la semplicità
di utilizzo. La società cura una clientela distribuita in oltre 150 nazioni. Il
titolo di Bank of America Corporation fa parte dell'indice Dow Jones Industrial
Average ed è quotato alla Borsa di New York. Molti dei servizi della banca per
clienti commerciali e istituzionali sono offerti dalle sue affiliate negli
Stati Uniti e nel Regno Unito, tra cui Banc of America Securities LLC, Banc of
America Securities Limited, Merrill Lynch, Pierce, Fenner and Smith
Incorporated e Merrill Lynch International. Per maggiori informazioni potete
visitare www.bankofamerica.com. Merrill Lynch Merrill Lynch è delle società
leader mondiali nella gestione della ricchezza, nei capital market e nella
consulenza, con sedi in 40 Paesi e patrimoni di terzi gestiti per circa 1,5
triliardi di dollari USA a tutto il 26 settembre 2008. Come banca di
investimento, è fra i principali leader e sottoscrittori al mondo di titoli e
derivati in una vasta serie di categorie patrimoniali, nonché consulente
stratetico di società, amministrazioni pubbliche, istituzioni e privati in
tutto il mondo. Merrill Lynch detiene circa il 50 per cento di BlackRock Inc.,
una delle più importanti società di gestione di investimenti quotata in borsa,
con un patrimonio gestito di circa 1,3 trilioni di dollari USA a tutto il 31
dicembre 2008. Per maggiori informazioni su Merrill Lynch potete visitare
www.ml.com. Merrill Lynch è stata acquisita da Bank of America il 1 gennaio
2009. Giornalisti: Susan McCabe Walley, +1-212-449-0389, susan_
( da "PC World online" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
19-02-2009
Intel e Nvidia: in tribunale per i memory-controller Intel contesta a Nvidia il
diritto di realizzare chipset compatibili con Nehalem, che integra nel chip i
controller della memoria Attilio Varanini Intel e Nvidia: in tribunale per i
memory-controller Intel propone agli OEM un bundle Core i7 + SSD Fujitsu vende
gli hard-disk a Toshiba Nuovi punti vendita Microsoft World Tech Update - 13
febbraio 2009 Microsoft progetta una catena di negozi Film e giochi in un
Blu-ray tra le idee di Sony per PlayStation 3 Imation Atom Blu: piccolo nelle
dimensioni, grande nella capacità Scheda madre con chipset X58 e supporto SLI
disponibile Intel mette in moto il primo processore a 32 nanometri ATI RV740:
confermato il suo arrivo Arc Mouse, il mouse pieghevole di Microsoft Nuovi hard
disk enterprise da Seagate Intel al lavoro con Sony per PlayStation 4? Nuovi
processori AMD Phenom II da tre o quattro core in arrivo Intel e Nvidia si sono
presentati davanti a una corte, martedì, per risolvere la disputa sulla
possibilità o meno, per Nvidia, di realizzare chipset compatibili con gli
ultimi processori Intel della serie Nehalem. Davanti ai giudici del Delaware,
Intel chiede che si stabilisca il divieto, per Nvidia, di produrre qualunque
tipo di chipset che sia compatibile con qualsiasi processore Intel che sia
provvisto del memory-controller integrato, caratteristica tipica delle CPU
Nehalem. Il lancio di Nehalem è avvenuto a novembre, in coincidenza con
l'introduzione del Core i7. I nuovi chip prevedono che il memory-controller sia
installato direttamente dentro il chip, aiutando la CPU a comunicare con la
memoria più velocemente. Questa tecnologia sarà presto installata su tutti i
desktop e portatili con processori Intel. prima di giungere in tribunale, le
due aziende hanno avuto molti incontri e discussioni, senza successo. Nvidia,
da parte sua, sostiene che una licenza riguardante i bus, di quattro anni fa,
li autorizza a costruire chipset basati su CPU con memory-controller integrati.
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e Nvidia: in tribunale per i memory-controller Google vince il processo in USA
contro le "invasioni" di Street View X120, il nuovo netbook targato
LG MWC: Asus e Garmin presentano i nuovi nÜvifone Facebook fa un passo in dietro:
non più diritti a vita sugli iscritti Ritirata la querela a Google per il video
con sevizie a un disabile A rischio l'innocenza dei provider: Facebook e Google
contro l'emendamento D'Alia La prova in anteprima di HTC Touch Pro2 Ultimatum
alla terra: Blu-ray e DVD, ma questa volta insieme MWC 09: Ecco come sarà
Windows Mobile 6.5 Intel propone agli OEM un bundle Core i7 + SSD MWC 09: Nokia
e Skype insieme per il VOIP in mobilità MWC 09: Opera sigla accordi con Yahoo e
Vodafone per la distribuzione di Opera Mini MWC 09: Mozilla rilascia Fennec
ma... non funziona Non basta la patch: attacco a Explorer
dalla Cina SmileTech - La
vera innovazione Attenti al portatile - Benvenuto Windows 7 (3 commenti) Non in
linea - Facebook, YouTube e l'inevitabile innocenza dei provider OnOff -
Windows Mobile 6.1: guardare, ma non toccare! Pane al pane - Al fotografo
quando e cosa... fotografare
( da "Tirreno, Il" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina
6 - Grosseto I pensieri su tela firmati Lapo Simeoni Apre oggi pomeriggio alla
Galleria Eventi la mostra Paintings GROSSETO. L'appuntamento è per oggi alle
( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Si
apre oggi il 23. semestre accademico della Venice International University: un
centinaio gli studenti Giovedì 19 Febbraio 2009, Questo pomeriggio alle 16 si svolgerà
l'inaugurazione del 23. semestre accademico della Venice International
University, a San Servolo, aperto agli studenti delle Università partner della
Venice International University. Quest'anno saranno un centinaio, provenienti
da quattordici nazioni diverse, gli studenti che parteciperanno ai corsi. Il professor Stefano Micelli presenterà il nuovo programma dedicato
alla globalizzazione, ovvero un pacchetto di corsi avanzati, lavoratori e
seminari sul tema della globalizzazione e sulle sue implicazioni economiche,
ambientali, sociali e culturali. Verranno presentate inoltre tutte le attività
della School of Humanities and social sciences della Viu, che prevedono 18
corsi in inglese.
( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Giovani
friulani argentini da Ballaman Giovedì 19 Febbraio 2009, Alcuni discendenti di
corregionali emigrati in Argentina, che partecipano ad un viaggio-studio di tre
settimane in Friuli Venezia Giulia, sono stati ricevuti ieri dal presidente del
Consiglio regionale, Edouard Ballaman. «La nostra è una Regione che crede e
investe in progetti come questo - ha detto Ballaman - il legame con le proprie
origini va rinsaldato. Dopotutto, voi siete i nostri ambasciatori nel mondo. E,
con la globalizzazione, essere consapevoli della forza
delle nostre radici ci permetterà di non essere strappati via. È importante
sapere chi siamo, ed esserne orgogliosi». «Quando i vostri nonni sono partiti -
ha ricordato ancora Ballaman - questa era una regione tra le più povere di un
Paese tra i più poveri in Europa, oggi siamo ai vertici nella Ue in
quanto a capacità produttiva. E ciò grazie anche al sacrificio di chi, con le
sue rimesse dall'estero, ha permesso al Friuli Venezia Giulia di crescere,
svilupparsi, modernizzarsi». Il viaggio-studio è stato organizzato
dall'Associazione lavoratori emigrati del Friuli Venezia Giulia (Alef), in
collaborazione con l'Efasce (Ente friulano assistenza sociale culturale
emigranti) e l'Eraple (Ente regionale Acli per i problemi dei lavoratori
emigrati).
( da "Mattino, Il (Benevento)" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Giakarta.
Nei giorni scorsi il Giappone, ieri l'Indonesia, successivamente
la Corea del Sud e la Cina.
Con la tappa di Giakarta, capitale del Paese musulmano più popoloso al mondo,
entra nel vivo la prima missione del segretario di Stato americano Hillary
Clinton, rilanciando concretamente il nuovo atteggiamento di apertura dell'Amministrazione
americana verso il mondo islamico. Una politica della mano tesa che,
nelle intenzioni della leadership statunitense, punta a sanare le ferite aperte
negli anni scorsi dalle scelte di George W. Bush e recuperare credibilità agli
occhi di importantissime realtà del variegato panorama islamico. Il portavoce
della Clinton, Robert Wood, ha ribadito questo concetto sottolineando come la
tappa di Giakarta abbia il duplice obbiettivo di rafforzare i rapporti
bilaterali tra Usa e Indonesia e di mostrare come con
Barack Obama alla Casa Bianca i rapporti tra la prima superpotenza e il mondo
islamico nel suo complesso possono cambiare in modo radicale: «Abbiamo la
responsabilità di comunicare e lavorare col mondo musulmano per favorire una
evoluzione positiva», ha detto Wood. Al termine dei colloqui con il ministro
degli Esteri indonesiano Hassan Wirajuda, Hillary Clinton ha detto che i due
Paesi intendono infatti rafforzare la loro collaborazione sul fronte della
lotta al terrorismo: «Questo - ha aggiunto in una conferenza stampa - è
esattamente il modo con cui intendiamo la nostra partnership, crediamo che
insieme possiamo fare passi in avanti sul fronte della crescita democratica e
dello sviluppo economico». «L'Indonesia - ha detto il suo collega indonesiano -
non è solo il primo paese al mondo per numero di musulmani, ma anche la nazione
dove è stato dimostrato che la democrazia, l'Islam e la modernità possono
andare d'accordo».
( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corrado Ocone Jacques Attali, lo studioso della
globalizzazione, il consigliere di capi di Stato e di governo, il presidente
della commissione governativa francese assurta a modello di politica
bipartisan, è venuto a Roma per presentare l'edizione italiana del suo ultimo
libro, scritto insieme a Stéphanie Bonvicini: Amori. Storia del rapporto uomo-donna
(Fazi, pagg. 208 riccamente illustrate, euro 29). Attali, con questo libro
sull'amore ha un po' spiazzato tutti. La conoscevamo come economista,
scienziato sociale, filosofo e ora la troviamo a parlare di sentimenti. Come si
lega questo volume con i suoi precedenti? «Il mio interesse è sempre quello di
comprendere la società e il mondo in cui viviamo. E di cercare di capire, in
virtù di questa comprensione, le linee evolutive della realtà, di prefigurare
il futuro. Capire l'evoluzione del costume, perché di questo si tratta, è
quanto di più difficile possa esserci». Quale metodo ha usato? «Quello storico
e comparativo. Ho viaggiato nel tempo e nello spazio. Sono partito da lontano,
dalle civiltà preistoriche. E mi sono occupato anche delle civiltà
sopravvissute nel tempo all'espansione occidentale. Per prefigurare il futuro
occorre conoscere il passato. Se volgiamo gli occhi ad esso, ci rendiamo conto
che, in tutti i campi, la riproduzione sociale è stata una preoccupazione
costante del potere. La riproduzione dei costumi, dei valori, è stata
organizzata, come conseguenza, in sua funzione». Che significa ciò? «Tante
cose, ma soprattutto una: la famiglia così come la conosciamo, basata sulla
monogamia, non è qualcosa di normale, naturale ed eterno, ma appare in un
momento particolare e per esigenze precise di organizzazione del potere da
parte della società. Appare in un luogo ben determinato, l'area mediterranea,
nella società greca e in quella ebraica dei secoli precedenti la nascita di
Cristo. Non è un caso: è lì, in quel momento, che nasce il concetto di
individuo. Il paradosso è che ciò che fonda e rende forti le nostre società, la
ricerca della libertà individuale, è anche ciò che tendenzialmente potrebbe
destrutturarle. Il concetto di amore sviluppato nella Bibbia non potrebbe
reggersi se non esistesse qualcosa come l'individuo libero, che agisce avendo
piena disponibilità della propria volontà. Eppure è proprio su questa idea che
la Chiesa tenta di imporre il proprio ordine e controllo sociale. Essa deve
combattere la poligamia per meglio dirigere e disciplinare le anime e i corpi
dei propri sudditi». La Chiesa impone la differenza fra amore fisico e amore
ideale. «La dottrina della Chiesa, considerando che l'unico essere degno di
vero amore è Dio, organizza a suo modo, cioè con una sua gerarchia, le quattro
dimensioni sempre presenti nell'amore e che ogni società gerarchizza a suo
modo: la riproduzione sociale, la riproduzione fisica, il piacere sessuale e
l'amore vero e proprio. Eppure, la sua organizzazione è costretta a entrare in
crisi: la forza evocata, l'individuo libero, non vuole tutele e cerca sempre
nuovi spazi. Anche la famiglia finisce per risentirne: nel nostro futuro vedo
amori multipli, simultanei, fugaci e nomadi. E il tutto sarà vissuto con
naturalezza e trasparenza. Beninteso, molti seguiranno ancora i vecchi modelli,
ma chi non lo farà sarà accettato e in qualche modo farà tendenza. Tutto è
mobile e tutto si muove nella direzione opposta alla regolamentazione, nella
direzione della liberazione e emancipazione completa di quella persona libera
su cui in ultima istanza si fonda lo stesso cristianesimo». Eppure oggi la
Chiesa contesta la secolarizzazione della civiltà occidentale, che giudica in
preda all'individualismo e al materialismo. «La Chiesa non distingue due
concetti che sono invece separati: affermare i diritti dell'individuo non
significa necessariamente avere una visione materiale dell'amore: la libertà
libera anche e soprattutto l'amore spirituale, che non è monogamico». La sua
analisi dell'evoluzione dell'amore coincide con quella di Zygmunt Bauman. Lei
sembra esaltare però gli aspetti positivi, di emancipazione, e non quelli di
destrutturazione, del concetto di amore liquido. «L'idea di una società liquida
rende bene l'idea, ma io parlerei di società precaria e sleale. Aggiungendo
però che è nostro diritto quello di non essere leali o meglio di sperimentare
forme nuove di fedeltà simultanea a più persone e in più situazioni. E di
affermare il nostro diritto di poter cambiare idea in corso d'opera». Il fatto
è però che all'amore, nella nostra società, è legata la procreazione. «Nella
nostra società, appunto. Ed è un processo già in crisi. La scoperta degli
anticoncezionali ha già di fatto separato i due processi. Il processo si
concluderà presto, quando l'uomo controllare del tutto il fenomeno della
nascita. C'è una dimensione demiurgica nell'uomo che lo porta a controllare
tutto ciò che produce. La tecnica è un riflesso e un moltiplicatore di questa
sua tendenza. La nascita è destinata a diventare sempre più artificiale:
saranno eliminate le malattie genetiche, i dolori del parto. Quando la nascita
sarà un fatto del tutto artificiale e sarà programmata in laboratorio, non ci
sarà più spazio per l'istituzione famiglia. Ed anche l'educazione dei figli
sarà affidata completamente alle società. D'altronde, il welfare è stato
concepito anche con l'idea di liberare le donne dall'onere dell'educazione dei
figli». Non è un po' inquietante tutto questo? Non si prefigura una sorta di
società fondata sull'eugenetica da un lato e controllata da un «Grande
Fratello» dall'altro, una società totalitaria? «Credo che il totalitarismo,
così come lo abbiamo vissuto nel Novecento, sia una sorta di parodia dei nostri
incubi. Incubi che nascono dall'analisi obiettiva delle linee di evoluzione
della nostra società. Ma dove cresce il pericolo, cresce anche ciò che salva.
La libertà è una forza ambigua che spetta a noi governare: può esser incubo, ma
anche liberazione. E poi c'è dell'altro». Che cosa? «Credo che scomparirà anche
l'identità di genere, almeno nella sua versione forte. Saremo forse tutti
essere un po' androgini. E ne saremo anche contenti».
( da "WindPress.it" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
19-02-2009
NEW YORK e LONDRA, February 19 /PRNewswire/ -- - Le aspettative sono al punto più¹
alto dall'inizio della stretta sul credito Un rinnovato ottimismo circa le
prospettive di crescita in Cina è¨ alla base di un
marcato miglioramento del sentimento globale nei confronti dell'economia,
secondo il sondaggio Merrill Lynch dei gestori di fondi per il mese di
febbraio. (Logo: http://www.newscom.com/cgi-bin/prnh/20090218/CLW006LOGO ) Tra
gli investitori si è¨ riscontrato il massimo ottimismo dall'affermarsi nel
luglio 2007 della stretta sul credito. In particolare, il numero di coloro che
prevedono un peggioramento dell'economia nei 12 mesi a venire è¨ sceso fino a
un netto -6 per cento. La cifra va raffrontata a un -24 per cento lo scorso
gennaio. La maggioranza riconosce, tuttavia, che l'economia mondiale sta
attraversando una recessione. I timori di un rallentamento
prolungato in Cina sembrano
dissiparsi. Il numero di investitori che prevede una crescita inferiore in Cina nei prossimi 12 mesi è¨ sceso in
maniera sensibile, fino a un 21 per cento netto in febbraio contro il 70 per
cento netto del mese di gennaio. Analogamente, il notevole pessimismo circa le
prospettive sugli utili delle aziende dà segni di diminuzione. Un
43 per cento netto dei rispondenti si attende un calo dei profitti nell'anno a
venire, cifra di molto inferiore rispetto al 63 per cento che aveva manifestato
questa opinione in dicembre. Il 49 per cento netto degli intervistati prevede
un calo dell'inflazione nei prossimi 12 mesi, contro il 64 per cento di gennaio
e l'82 per cento di dicembre. "Le attese dei gestori di fondi in tema di
crescita dell'economia cinese sono aumentate notevolmente fino a toccare i più¹
alti livelli dal 2007, e le tenui speranze del cosiddetto 'disaccoppiamento'
dalle sorti dell'economia statunitense risiedono ormai esclusivamente nella Cina," ha affermato Michael Hartnett, direttore delle
strategie per i titoli dei mercati emergenti di Banc of America
Securities-Merrill Lynch Research. Le materie prime tornano in auge di pari
passo con lo spostamento dei capitali investiti sui ciclici Le materie prime
hanno segnato la maggior crescita nell'ottica dei cambiamenti nell'allocazione
degli investimenti negli ultimi due mesi. L'esposizione degli investitori in
materie prime è¨ oggi sottopeso per il 15 per cento netto, rispetto al 32 per
cento netto del mese di dicembre. L'esposizione in titoli si è¨ ridotta mentre
quella in azioni è¨ scesa fino a un 34 per cento sottopeso netto - la stessa
posizione del mese di dicembre. Gli investitori hanno inoltre ridotto le
proprie allocazioni in settori difensivi tradizionali passando invece ai
ciclici. Le esposizioni sono scese per quanto riguarda telecomunicazioni,
assicurativi, prodotti di comodo e imprese di pubblica utilità . Al tempo
stesso gli investitori hanno incrementato la propria esposizione in titoli tecnologici,
energetici, dei materiali, industriali e voluttuari. "Un maggiore appetito
per il rischio, l'aumento dell'ottimismo nei confronti delle materie prime e
solide motivazioni legate alle valutazioni potrebbero incoraggiare un ulteriore
investimento nei settori energetico e dei materiali. Pensiamo che ciò² possa
manifestarsi in particolare nelle attività denominate in sterline,"
ha affermato Gary Baker, direttore delle strategie di capitali per l'EMOA di
Banc of America Securities-Merrill Lynch. Gli Stati Uniti vengono guardati con
favore mentre calano le allocazioni in Giappone L'appetito per i titoli
statunitensi si è¨ risvegliato in febbraio, forse in seguito alle cattive
prestazioni del mese di gennaio. L'esposizione sovrappeso in titoli statunitensi
è¨ salita al 15 per cento questo mese, segnando una crescita rispetto al 7 per
cento di un mese fa. Gli Stati Uniti godono del fatto di avere le migliori
prospettive in termini di profitti, e il 31 per cento dei rispondenti intende
adottare un'esposizione sovrappeso in titoli statunitensi nei prossimi 12 mesi.
Al tempo stesso le allocazioni in Giappone sono scese in maniera sensibile,
portando gli investitori complessivamente a un'esposizione sottopeso del 26 per
cento, rispetto al 15 per cento del mese di gennaio. Tradizionalmente, i titoli
giapponesi beneficerebbero di un ampio ritorno all'ottimismo. Secondo il
sondaggio tuttavia il Giappone soffre di una valuta pesantemente
sopravvalutata. Per la prima volta, i rispondenti hanno giudicato lo yen più¹ sopravvalutato
dell'euro. Il pessimismo per quanto concerne l'euro si è¨ ampiamente moderato,
mentre le prospettive macroeconomiche della regione si sono rivelate
leggermente più¹ favorevoli. "Le attese circa la crescita nella zona
dell'euro sono salite in febbraio fino a toccare il livello più¹ alto degli
ultimi 12 mesi," ha spiegato Baker. "Ma a differenza del quadro
globale, il numero di gestori di portafoglio europei che optano per
l'esposizione sovrappeso in denaro è¨ salita al livello più¹ alto rispetto
all'ottobre 2001." Sondaggio dei gestori di fondi Hanno partecipato a
questo sondaggio globale svoltosi tra il 6 febbraio e il 12 febbraio un totale
di 212 gestori di fondi, con responsabilità complessivamente su 599
miliardi di dollari USA. Hanno partecipato ai sondaggi regionali 177 gestori
responsabili di fondi per 372 miliardi di dollari USA. Il sondaggio è¨ stato
condotto da Banc of America Securities-Merrill Lynch Research con la
collaborazione della società di ricerche di mercato Taylor Nelson Sofres
(TNS). Attraverso la sua rete internazionale in oltre 50 Paesi, TNS offre
servizi informativi sui mercati in oltre 80 nazioni a organizzazioni nazionali
e multinazionali. TSN è¨ considerato il quarto maggior gruppo di informazioni
sui mercati al mondo. Bank of America Bank of America è¨ uno dei più¹ grandi
istituti finanziari al mondo e opera al servizio di consumatori privati, del
mercato delle piccole e medie imprese così¬ come delle grandi società
offrendo un ventaglio completo di prodotti e servizi bancari, d'investimento,
di gestione delle attività , finanziari e di gestione del rischio. La
società offre comodità e convenienza senza eguali negli Stati Uniti
dove ha stabilito rapporti con oltre 59 milioni di consumatori e piccole aziende,
con oltre 6100 sportelli bancari al dettaglio, quasi 18700 sportelli Bancomat e
un servizio di banking online con quasi 29 milioni di utenti attivi registrati,
servizio che ha ricevuto molti riconoscimenti. In seguito all'acquisizione di
Merrill Lynch, il 1 gennaio 2009, Bank of America è¨ diventata una delle
maggiori società di gestione dei patrimoni al mondo, ed è¨ leader globale
nei servizi bancari per le aziende e gli investimenti, attiva in una grande
varietà di categorie di asset e con una clientela che comprende aziende,
governi, istituzioni e singoli cittadini di tutto il mondo. Bank of America
offre uno dei migliori supporti del settore ad oltre 4 milioni di proprietari
di piccole imprese grazie al proprio pacchetto innovativo di servizi e prodotti
on-line che si distinguono per la semplicità di utilizzo. La
società cura una clientela distribuita in oltre 150 nazioni. Il titolo di
Bank of America Corporation fa parte dell'indice Dow Jones Industrial Average
ed è¨ quotato alla Borsa di New York. Molti dei servizi della banca per clienti
commerciali e istituzionali sono offerti dalle sue affiliate negli Stati Uniti
e nel Regno Unito, tra cui Banc of America Securities LLC, Banc of America
Securities Limited, Merrill Lynch, Pierce, Fenner and Smith Incorporated e
Merrill Lynch International. Per maggiori informazioni potete visitare
www.bankofamerica.com. Merrill Lynch Merrill Lynch è¨ delle società
leader mondiali nella gestione della ricchezza, nei capital market e nella
consulenza, con sedi in 40 Paesi e patrimoni di terzi gestiti per circa 1,5
triliardi di dollari USA a tutto il 26 settembre 2008. Come banca di
investimento, è¨ fra i principali leader e sottoscrittori al mondo di titoli e
derivati in una vasta serie di categorie patrimoniali, nonché© consulente
stratetico di società , amministrazioni pubbliche, istituzioni e privati
in tutto il mondo. Merrill Lynch detiene circa il 50 per cento di BlackRock
Inc., una delle più¹ importanti società di gestione di investimenti
quotata in borsa, con un patrimonio gestito di circa 1,3 trilioni di dollari
USA a tutto il 31 dicembre 2008. Per maggiori informazioni su Merrill Lynch
potete visitare www.ml.com. Merrill Lynch è¨ stata acquisita da Bank of America
il 1 gennaio 2009. Banc of America Securities-Merrill Lynch Research
( da "Borsa(La Repubblica.it)" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Turismo,
protocollo d'intesa tra Italia, Francia e Spagna (Teleborsa) - Roma, 19 feb - I
rappresentanti di Italia, Francia e Spagna hanno siglato oggi un protocollo
d'intesa sul turismo, per elaborare insieme strategie e potenziare la domanda
turistica. Il protocollo, si legge sul sito di Confcommercio, è stato
presentato alla BIT dal sottosegretario al Turismo, Michela Brambilla, insieme
ai suoi omologhi francese e spagnolo. I tre paesi costituiranno un gruppo di
lavoro per elaborare il progetto, che prevede l'elaborazione e la diffusione di
prodotti turistici internazionali comuni. "Con la
globalizzazione e la nascita di nuove destinazioni turistiche - ha spiegato
Brambilla - lo scenario internazionale è mutato rispetto agli anni passati. I
flussi turistici sono oggetto di spinte centrifughe che tendono ad allontanarli
dall'Europa, le quote di mercato dei nostri tre Paesi si stanno gradualmente
assottigliando. Il senso dell'accordo è quello di tutelare e rafforzare
l'identità di tre Paesi che, disponendo di un patrimonio di storia, cultura e
tradizioni unico al mondo, possono realizzare in maniera congiunta strategie,
sistemi di promozione e pacchetti turistici integrati in grado di fronteggiare
meglio la concorrenza di altri mercati. Si tratta del primo passo - conclude
Brambilla - sarà anche nostro compito fare pressing sull'Unione Europea perchè
adotti normative che rafforzino la politica dell'Europa in questo nevralgico
settore". 19/02/2009 - 17:51
( da "Borsa(La Repubblica.it)" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Sangalli,
migliorare infrastrutture per rilanciare turismo (Teleborsa) - Roma, 19 feb - Intervenendo al convegno inaugurale della Bit, dedicato
al tema "Globalizzazione e turismo", il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli,
ha sottolineato che "per creare un contesto davvero competitivo per il
nostro turismo dobbiamo mettere le nostre imprese in grado di competere ad armi
pari in Europa. Un efficiente sistema di infrastrutture e di trasporti
costituisce una condizione essenziale per la capacità competitiva di tutto il
sistema imprenditoriale e, più in generale, del sistema Paese". Secondo
Sangalli, "l'attrattività turistica di un Paese dipende da un insieme di
fattori, tra i quali spiccano, da un lato, l'accoglienza del territorio, intesa
come accessibilità, efficienza, capacità di accogliere da parte di tutti i
soggetti coinvolti e, dall'altro, la promozione su larga scala di un'immagine e
un'offerta in grado di attrarre i flussi turistici dei nuovi Paesi che si
affacciano sul mercato e di interpretare le esigenze nuove e diverse dei
viaggiatori contemporanei". "L'interazione fra turismo e trasporti -
ha aggiunto Sangalli - è un fattore fondamentale per la valorizzazione e la
riqualificazione di intere aree della nostra Penisola che, ricche di
tradizioni, cultura, risorse naturali, rischiano di rimanere ai margini dello
sviluppo economico. Penso, ad esempio, a come la carenza di infrastrutture e di
servizi di trasporto incida negativamente sul flusso turistico e
sull'accessibilità territoriale di intere zone del Mezzogiorno d'Italia. La
domanda turistica e quella di trasporto sono, pertanto, due facce della stessa
medaglia. Se, da un lato, il turismo genera trasporto, dall'altro, le
infrastrutture rappresentano un fattore importante per lo sviluppo
dell'economia del territorio". Il presidente di Confcommercio ha osservato
che "in termini di infrastrutture abbiamo accumulato un gap che,
soprattutto in questi ultimi anni, è addirittura cresciuto rispetto a Paesi
europei come Francia e Spagna, con uno sviluppo disarmonico, disarticolato,
inadeguato della nostra rete infrastrutturale che non ha risparmiato nessuno
dei principali sistemi di trasporto. Sia che si tratti di autostrade, di
ferrovie, di metropolitane, di porti, di aerei (dove manca una logica di
sviluppo nazionale del sistema aeroportuale in grado di superare gli interessi
e i particolarismi di carattere locale) il "fil rouge" comune è,
infatti, una dotazione infrastrutturale carente e un ritardo
"imbarazzante" rispetto ad altri Paesi europei. A questo proposito mi
limito a citare alcuni dati: la nostra rete autostradale, che in 35 anni si è
incrementata del 70% contro una crescita in Europa del 230%, oggi copre solo
( da "Sestopotere.com" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
BIT
2009, i giornalisti stranieri amano il Piemonte (19/2/2009 16:05) | (Sesto
Potere) - Torino - 19 febbraio 2009 - I giornalisti stranieri amano le valli, i
laghi e le colline del Piemonte. A rivelarlo è un monitoraggio della stampa
estera, effettuato dall?osservatorio giornalistico internazionale Nathan il
Saggio nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2008 su 9.686
articoli di oltre 100 testate di 12 nazioni (Australia, Austria, Cina, Francia, Germania, Gran Bretagna,
India, Medio Oriente, Russia, Spagna, Svizzera, USA). Secondo lo studio,
presentato il 19 febbraio da Klaus Davi alla BIT, la Borsa Internazionale del
Turismo, il Piemonte si posiziona in testa alla classifica delle regioni
italiane maggiormente apprezzate negli articoli della stampa internazionale con
un indice di gradimento pari al + 29.91%, distinguendosi come meta
raffinata e di qualità davanti a zone come Lazio, Toscana e Veneto. Un
risultato ottenuto grazie ai numerosi articoli dedicati ai prodotti tipici
enogastronomici, alla Torino post-olimpica e ai percorsi alternativi alla
scoperta di zone meno battute. A livello di visibilità, invece, il Piemonte si
posiziona al sesto posto della classifica per numero di articoli dedicati dalla
stampa straniera. “è un dato molto positivo che ci conferma, a tre anni dalla
fine delle Olimpiadi, un posizionamento d?immagine ormai, consolidato a livello
internazionale - ha dichiarato durante la presentazione l?assessore regionale
al Turismo, Giuliana Manica - è il frutto di un attento investimento sulla
promozione, realizzato con la grande collaborazione di tutto il territorio per
i principali eventi messi in campo: dalle fiere ai workshop, oltre agli
educational mirati su determinati mercati esteri, che stanno dando ottimi
risultati. I grandi eventi che ospiteremo nell?arco dei prossimi tre anni non
potranno che continuare a far crescere lo sguardo mediatico sul Piemonte.
Proseguiremo, quindi, seppur in modo molto oculato, a investire sulla
promozione, per non disperdere i risultati conquistati e, magari, conquistare
quelle fette di mercato temporaneamente meno presidiate, a causa della
situazione economica che stiamo vivendo, da altre note destinazioni nazionali e
internazionali”. A seguire con maggior dovizia di particolari il Piemonte è la
stampa britannica, con un indice di visibilità del 24,46% degli articoli
raccolti.
( da "PC World online" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
19-02-2009
Benigni e Sanremo infiammano il web I portali della Rai fanno il pieno di clic.
Gettonatissimi i videoclip che ripropongono gli eventi del Festival di Sanremo.
Benigni su tutti Dino del Vescovo Benigni e Sanremo infiammano il web Google
vince il processo in USA contro le "invasioni" di Street View
Facebook fa un passo in dietro: non più diritti a vita sugli iscritti Ritirata
la querela a Google per il video con sevizie a un disabile A rischio
l'innocenza dei provider: Facebook e Google contro l'emendamento D'Alia Non
basta la patch: attacco a Explorer dalla Cina Facebook è uno dei
"paesi" più popolati al mondo. Ma la privacy? PirateBay, accusa
dimezzata Il processo a PirateBay, ovvero l'ipocrisia Sanyo amplia la
produzione di celle fotovoltaiche Nessuna censura per Facebook e simili.
Precisazioni di D'Alia Legge D'Alia: Facebook non ci sta I quattro di Pirate
Bay sotto processo in Svezia Download di video da YouTube. Alcuni
saranno in vendita VoIP per tutto e per tutti Il web può ritenersi a tutti gli
effetti un termometro affidabile del gradimento di un personaggio politico,
televisivo o sportivo. Il traffico che si genera intorno a un nome, segue di
pari passo la sua popolarità, il gossip, la voglia degli italiani di
approfondire in merito e di cercare notizie, video e immagini. Era successo con
Cristina del Basso del Grande Fratello 9, immediatamente dopo il suo ingresso
nella casa più famosa d'Italia, circa un mese fa. Oggi accade invece con
Roberto Benigni il quale, dopo aver fatto toccare il cielo con un dito a
Fabrizio del Noce, per il picco di ascolti registrato in occasione del suo
intervento durante la prima puntata del Festival di Sanremo (martedì 17 febbraio
2009), ha letteralmente infiammato la Rete. Ad aver fatto faville, nella
giornata di ieri, sono stati i siti Rai.it e Rai.tv, nelle rispettive sezioni
di video on-demand. Oltre che confermare il crescente attaccamento del popolo
italico a Internet, i portali Rai hanno registrato un assalto al videoclip che
ripropone la gag di Benigni: circa 260.000 visualizzazioni nell'intervallo di
poche ore. Ma anche la musica ha esercitato una notevole attrazione: la canzone
di Sal Da Vinci è stata vista ben 130.000 volte. Segue il chiacchierato Povia
con 54.000 visualizzazioni, Dolcenera con 36.000, Marco Carta con 31.000 e
altri ancora, per un totale di oltre 850.000 videoclip richiamati e visti dagli
utenti. Commenti Per commentare devi essere registrato nel forum. Per
registrarti clicca qui Risposta Rapida Messaggio: Segui qui la discussione sul
forum Benigni e Sanremo infiammano il web Un nuovo Nintendo DS in Italia da
aprile Intel e Nvidia: in tribunale per i memory-controller Nuove PowerShot da
Canon: la D10 è "artica" Google vince il processo in USA contro le
"invasioni" di Street View X120, il nuovo netbook targato LG MWC:
Asus e Garmin presentano i nuovi nÜvifone Facebook fa un passo in dietro: non
più diritti a vita sugli iscritti Ritirata la querela a Google per il video con
sevizie a un disabile A rischio l'innocenza dei provider: Facebook e Google
contro l'emendamento D'Alia La prova in anteprima di HTC Touch Pro2 Ultimatum
alla terra: Blu-ray e DVD, ma questa volta insieme MWC 09: Ecco come sarà
Windows Mobile 6.5 Intel propone agli OEM un bundle Core i7 + SSD MWC 09: Nokia
e Skype insieme per il VOIP in mobilità SmileTech - La vera innovazione Attenti
al portatile - Benvenuto Windows 7 (3 commenti) Non in linea - Facebook,
YouTube e l'inevitabile innocenza dei provider OnOff - Windows Mobile 6.1:
guardare, ma non toccare! Pane al pane - Al fotografo quando e cosa...
fotografare
( da "Giornale di Calabria, Il" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
?Il
Sud unica opportunità per il Paese? È il pensiero del vicepresidente della
Regione, Cersosimo, in merito alla crisi economica in atto CATANZARO. ?Dopo il crack
della finanza la crisi colpisce l?industria ed il sistema produttivo, ma non è
solo un problema per le aree più ricche dell?Italia. Oggi tutti perdono anche
se in proporzioni diverse, ma là dove il disagio occupazionale e competitivo è
maggiore, come nel Mezzogiorno, perdere qualche punto vuol dire non rialzarsi
più. Questa crisi ha rotto definitivamente il meccanismo tra crescita economica
e diminuzione del disagio occupazionale e sociale. Passata quest?ondata
negativa chi resterà fuori dal mercato rischia di non essere più riassorbito.
Per questo non servono le poche misure difensive del Governo, ma ci deve essere
un ripensamento generale del modello di sviluppo economico e di Welfare e il
Sud è la vera grande opportunità per una ripresa robusta e innovativa del
sistema-paese?. Con queste parole il vicepresidente della Regione Calabria
Domenico Cersosimo ha ottenuto attenzione e consensi al convegno di Bologna ?Le
Regioni italiane; ciclo economico e dati strutturali?, promosso da Unicredit,
Regioss ed Università Felsinea. La presenza della Calabria, unica Regione a
relazionare in questo prestigioso parterre, indica con chiarezza che il mondo
economico, finanziario ed accademico si sta interrogando sulle possibili nuove
strade di rilancio unitario del paese per vincere la concorrenza sul mercato
globale. La Regione Calabria, del resto, ha deciso di essere un soggetto attivo
in campo nazionale per capire sia l?evoluzione della crisi che le alternative
per un modello di ripresa che questa volta porti ad un vero sviluppo, duraturo
e territorialmente diffuso. ?La struttura del modello produttivo italiano non è
solo un problema per le aree più ricche del paese che oggi soffrono di più la
crisi. Bisogna decidere presto allo sviluppo desiderato - ha detto Cersosimo -
intanto, con una manutenzione straordinaria del modello di sviluppo italiano e
a un ripensamento radicale dei sistema di welfare in direzione di strumenti e
interventi a favore di chi è fuori dal mercato del lavoro. Poi guardando al
Paese nella sua unitarietà e valorizzando le complementarità strutturali tra le
Regioni, oltre l?attuale corsa alle divisioni e alle chiusure territorialiste?.
?Perciò - ha continuato Cersosimo rivolto alla qualificata platea bolognese -
per una ripresa adeguata all?innovazione ed alla
globalizzazione la più sostenibile occasione di crescita per questo Paese è
puntare sul Sud, cioè ripensare assieme al Mezzogiorno come opportunità e non
come spreco e per fare ciò non bastano gli interventi di semplice tamponamento
delle criticità congiunturali, quali: sussidio; ammortizzatori sociali
in deroga e bonus per il sostegno alla domanda. Questi sono solo dei
palliativi, l?Italia ha bisogno di unità e di riconsiderare dalle fondamenta le
sue basi della crescita. Ecco almeno quattro buoni motivi per ripensare la
politica economica puntando ad una ripresa che ci faccia stare sui mercati
internazionali e valorizzare il Sud: risorsa giovanile da utilizzare; crescita
del mercato interno; alternativa ambientale ed ecologica all?uso del territorio;
apertura ai mercati Mediterranei sfruttando il vantaggio competitivo
geografico?.1 È il pensiero del vicepresidente della Regione, Cersosimo, in
merito alla crisi economica in atto (CERSOSIMO) ?Il Sud unica opportunità per
il Paese? CATANZARO. ?Dopo il crack della finanza la crisi colpisce l?industria
ed il sistema produttivo, ma non è solo un problema per le aree più ricche
dell?Italia. Oggi tutti perdono anche se in proporzioni diverse, ma là dove il
disagio occupazionale e competitivo è maggiore, come nel Mezzogiorno, perdere
qualche punto vuol dire non rialzarsi più. Questa crisi ha rotto
definitivamente il meccanismo tra crescita economica e diminuzione del disagio
occupazionale e sociale. Passata quest?ondata negativa chi resterà fuori dal mercato
rischia di non essere più riassorbito. Per questo non servono le poche misure
difensive del Governo, ma ci deve essere un ripensamento generale del modello
di sviluppo economico e di Welfare e il Sud è la vera grande opportunità per
una ripresa robusta e innovativa del sistema-paese?. Con queste parole il
vicepresidente della Regione Calabria Domenico Cersosimo ha ottenuto attenzione
e consensi al convegno di Bologna ?Le Regioni italiane; ciclo economico e dati
strutturali?, promosso da Unicredit, Regioss ed Università Felsinea. La
presenza della Calabria, unica Regione a relazionare in questo prestigioso
parterre, indica con chiarezza che il mondo economico, finanziario ed
accademico si sta interrogando sulle possibili nuove strade di rilancio unitario
del paese per vincere la concorrenza sul mercato globale. La Regione Calabria,
del resto, ha deciso di essere un soggetto attivo in campo nazionale per capire
sia l?evoluzione della crisi che le alternative per un modello di ripresa che
questa volta porti ad un vero sviluppo, duraturo e territorialmente diffuso.
?La struttura del modello produttivo italiano non è solo un problema per le
aree più ricche del paese che oggi soffrono di più la crisi. Bisogna decidere
presto allo sviluppo desiderato - ha detto Cersosimo - intanto, con una
manutenzione straordinaria del modello di sviluppo italiano e a un ripensamento
radicale dei sistema di welfare in direzione di strumenti e interventi a favore
di chi è fuori dal mercato del lavoro. Poi guardando al Paese nella sua
unitarietà e valorizzando le complementarità strutturali tra le Regioni, oltre
l?attuale corsa alle divisioni e alle chiusure territorialiste?. ?Perciò - ha
continuato Cersosimo rivolto alla qualificata platea bolognese - per una
ripresa adeguata all?innovazione ed alla globalizzazione la
più sostenibile occasione di crescita per questo Paese è puntare sul Sud, cioè
ripensare assieme al Mezzogiorno come opportunità e non come spreco e per fare
ciò non bastano gli interventi di semplice tamponamento delle criticità
congiunturali, quali: sussidio; ammortizzatori sociali in deroga e bonus
per il sostegno alla domanda. Questi sono solo dei palliativi, l?Italia ha
bisogno di unità e di riconsiderare dalle fondamenta le sue basi della
crescita. Ecco almeno quattro buoni motivi per ripensare la politica economica
puntando ad una ripresa che ci faccia stare sui mercati internazionali e
valorizzare il Sud: risorsa giovanile da utilizzare; crescita del mercato
interno; alternativa ambientale ed ecologica all?uso del territorio; apertura
ai mercati Mediterranei sfruttando il vantaggio competitivo geografico?.
(19-02-09)