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Report "Globalizzazione"  19-2-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Globalizzazione

Il Pil crolla. E i governi lo riformano ( da "Corriere.it" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: circa e persino la Cina non è più quel che era: secondo il consigliere economico della Casa Bianca Larry Summers, il Pil sta scendendo anche lì. Con una piroetta, la si definisce in questi casi «crescita negativa ». C'è dunque anche qualcosa della favola della volpe e l'uva nella corsa dei governi, da Parigi a Ottawa, da Dublino a Canberra,

Disoccupazione, un rischio per la sicurezza ( da "Giornale di Brescia" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, India, Indonesia, Corea del Sud, Taiwan, Sudafrica e varie nazioni dell'America Latina, tutte colpite dal crollo delle esportazioni verso America ed Europa. Chiusure a catena di stabilimenti industriali vengono segnalate dalla Russia. A Dubai, città-simbolo del boom dei Paesi del Golfo, gli stranieri che costituiscono la quasi totalità della forza lavoro vengono rimpatriati

Agli Usa non bastano i viaggi in Asia di Hillary ( da "Milano Finanza (MF)" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Hillary Clinton ci annuncia che, per l'America, l'area del Pacifico è il nuovo baricentro del mondo: ma, anche a voler dimenticare la vecchia Europa con i suoi guai, il triangolo Usa-Cina-Giappone non quadra da solo. (riproduzione riservata) Cina Germania Europa Usa Asia Hillary

Anno nero per i voli in Europa ( da "Milano Finanza (MF)" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: rotta ortodromica via Helsinki verso i crescenti mercati asiatici (Cina in primis) e il Giappone. Resta, per quanto riguarda le fusioni, la telenovela British airways-Iberia (la prima detiene da anni il 10% della seconda) che spesso è stata data per fatta, almeno sulla carta, ma si è sempre arrestata a pochi metri dal traguardo per motivi operativi, tecnici, o per la crisi economica.

università viu , semestre accademico tutto dedicato alla globalizzazione ( da "Nuova Venezia, La" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa, Boston College-Usa, Universitat Autònoma de Barcelona-Spagna, Lmu di Monaco- Germania, Tsinghua University-Cina, Waseda University- Giappone, Tele Aviv University-Israele, Tilburg University-Olanda) che insieme a Ca' Foscari e Iuav sviluppano progetti di formazione dedicati principalmente all'innovazione e allo sviluppo sostenibile per i manager e dirigenti di domani.

chimerica, le nozze in crisi tra cina e stati uniti - federico rampini vittorio zucconi ( da "Repubblica, La" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: economia mondiale e alla vigilia della visita in Cina del nuovo segretario di Stato Usa Hillary Clinton. La superpotenza asiatica si sente infatti intrappolata in quella che viene chiamata "Chimerica", la simbiosi con gli Stati Uniti che negli anni scorsi ha spinto lo sviluppo cinese ma che ora è diventata portatrice di pericoli e minacce.

Immobiliare, il futuro passa da Real Forum ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il risparmio energetico: necessità ed opportunità", "Globalizzazione del mercato immobiliare", "Parliamo di Expò 2015...", "Il futuro del business dei mutui in Italia", "Opportunità e sfide per la consulenza creditizia", "L'offerta Assicurativa legata ai prodotti di finanziamento", "La nuova regolamentazione catastale".

giuliano beltrami VALLE DEL CHIESE - Dopo la diabrotica, insetto originario degli Stati Uniti che attacca il grano, ecco un altro parassita, di nome cinipide, all'attacco del casta ( da "Adige, L'" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: in ossequio alla tanto amata e vituperata globalizzazione giuliano beltrami VALLE DEL CHIESE - Dopo la diabrotica, insetto originario degli Stati Uniti che attacca il grano, ecco un altro parassita, di nome cinipide, all'attacco del castagno, in arrivo stavolta dal Giappone, in ossequio alla tanto amata e vituperata globalizzazione.

magraid 2009: presentazione domani a milano alla fiera "bit" ( da "Messaggero Veneto, Il" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Globalizzazione e turismo. Rischi e opportunità di una sfida senza confini", per alzare il sipario su una competizione podistica estrema e dai molteplici significati. Oltre all'aspetto puramente agonistico, infatti, Magraid si propone come un veicolo promozionale del territorio, del suo ecosistema e delle sue peculiarità,

Passione e onestà: scelgo Andreatta LETIZIA DE TORRE ( da "Adige, L'" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Unione Europea e nella globalizzazione), di innovazione amministrativa come i percorsi di democrazia partecipativa per il piano strategico e sociale, di capacità di futuro come è stato per le grandi e coraggiose scelte urbanistiche. E, non ultima, l'eredità di un governo della città che ha saputo dare spazio alle iniziative dei cittadini,

afghanistan, l'italia apre a teheran - vincenzo nigro ( da "Repubblica, La" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: i presenti sarebbero quindi India, Cina, Egitto, Arabia Saudita, EAU, Australia, Turchia e Repubbliche centro-asiatiche. Tra l´altro - secondo l´AdnKronos - l´impulso politico italiano coinciderebbe con la revisione delle politiche per l´Afghanistan che verrà sancita dal vertice Nato di Strasburgo del 3-4 aprile.

dalle ferrovie ai premi nobel la lunga marcia dei "chinamen" - (segue dalla prima pagina) ( da "Repubblica, La" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: riaffiora nel nuovo terrore della globalizzazione, della delocalizzazione di impianti e lavoro oltre quell´Oceano che la ferrovia collegò nel 1869. Come il Giappone negli anni 70 e 80, così la Cina del Terzo Millennio è il «ladro nella notte» che succhia stipendi, salari e linfa all´America, promettendo di tradurre un giorno tutta questa trasfusione di ricchezza in potenza,

di Mauro Bottarelli Bruxelles ( da "Riformista, Il" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: politica Usa per la Cina?». Il perchè è presto detto. La Cina non ha più intenzione di continuare a sostenere il debito Usa come ha fatto finora, detenendo titoli statali americani, per il semplice fatto che gli Usa sono a forte rischio insolvenza sul proprio debito a causa dei continui interventi in economia e stanno così mettendo a rischio le riserve valutarie dei paesi stranieri.

L'Europa si svegli nei summit ( da "Corriere della Sera" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: assenza di un riferimento esplicito sia agli USA, Paese che ha causato la crisi attraverso forme di indebitamento sempre più azzardate, sia alla Cina, Paese che ha contribuito ad aggravare la crisi con l'eccessivo accumulo di riserve in dollari dovuto ad una sistematica sottovalutazione del cambio che ha distorto (con altri dumping cinesi) il commercio internazionale.

Tra Stati e banche matrimoni a tempo ( da "Sole 24 Ore, Il" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: in Cina l'import è sceso del 47%mentre in Europa si rivedono le stime del reddito mese dopo mese. Per evitare una spirale di sfiducia, deve essere fermata la perdita di credibilità degli interventi pubblici, attraverso scelte che non abbiano riguardo per le preferenze politiche dei governi, ma solo per l'efficacia.

Protezionismo federalcinese ( da "Sole 24 Ore, Il" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: STRATEGIE DELLE PROVINCE Protezionismo federalcinese L a Cina non fa parte della cristianità, ma applica alla perfezione l'antico detto francese, sempre convinti che charité bien ordonnée, commence par soi-même ( la carità comincia da se stessi). Non solo va privilegiato il made in China, ma ogni provincia sponsorizza il made in Anhui piuttosto che il made in Henan o il made in Hangzhou.

I trial clinici nell'era della globalizzazione ( da "Scienze.it, Le" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: era della globalizzazione Sono sempre più condotti su popolazioni con bisogni e caratteristiche diverse da quelle delle popolazioni destinatarie dei farmaci PAROLE CHIAVE trial Gli studi clinici sui nuovi farmaci vengono sempre più condotti nei paesi in via di sviluppo dell'Est Europa e dell'Asia e sempre meno negli Stati Uniti e in Europa occidentale:

La crisi del matrimonio tra Cina e Stati Uniti ( da "Borsa(La Repubblica.it)" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ha innalzato i livelli di benessere e ha mantenuto la stabilità sociale in Cina. In cambio dell'apertura del mercato Usa, Pechino ha generosamente sovvenzionato il vizio dell'America di vivere al di sopra dei suoi mezzi. L'attivo commerciale cinese - 266 miliardi l'anno scorso - è stato reinvestito in dollari. In Bot americani, perlopiù.

Cina-Usa/ Attesa per Clinton tra nuove sfide e vecchi timori ( da "Virgilio Notizie" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: come la nomina di un nuovo ambasciatore USA a Pechino) ai diritti umani, argomento personalmente a cuore alla Clinton. Gli Stati Uniti intendono premere per una maggiore partecipazione della Cina ai temi globali, primo fra tutti quello ambientale. "Cercheremo maniere per collaborare su questioni che vanno al di là del semplice interesse reciproco,

Facebook fa un passo in dietro: non più diritti a vita sugli iscritti ( da "PC World online" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Explorer dalla Cina Facebook è uno dei "paesi" più popolati al mondo. Ma la privacy? PirateBay, accusa dimezzata Il processo a PirateBay, ovvero l'ipocrisia Sanyo amplia la produzione di celle fotovoltaiche Nessuna censura per Facebook e simili. Precisazioni di D'Alia Legge D'Alia: Facebook non ci sta I quattro di Pirate Bay sotto processo in Svezia Download di video da YouTube.

Google vince il processo in USA contro le "invasioni" di Street View ( da "PC World online" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Explorer dalla Cina Facebook è uno dei "paesi" più popolati al mondo. Ma la privacy? PirateBay, accusa dimezzata Il processo a PirateBay, ovvero l'ipocrisia Sanyo amplia la produzione di celle fotovoltaiche Nessuna censura per Facebook e simili. Precisazioni di D'Alia Legge D'Alia: Facebook non ci sta I quattro di Pirate Bay sotto processo in Svezia Download di video da YouTube.

<IL MONDO globalizzato e interdipendente (market-states') corre rischi superiori a q... ( da "Nazione, La (Umbria)" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: IL MONDO globalizzato e interdipendente (market-states') corre rischi superiori a q... «IL MONDO globalizzato e interdipendente (market-states') corre rischi superiori a quelli immaginati o solamente percepiti; e spetta proprio alla comunità dell'Intelligence o meglio, alla nuova Intelligence (nella totalità degli attori' statali)

<Anche Teheran al tavolo regionale> ( da "Avvenire" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, Egitto, Arabia Saudita, E- mirati arabi uniti, Australia, Turchia e Repubbliche centroasiatiche. Ieri Frattini ha pure confermato la disponibilità dell'I- talia a inviare altri 200- 250 soldati (che dovrebbero aggiungersi ai 2.300 già dispiegati sul terreno che entro giugno dovrebbero diventare 2.

Scajola: crisi, basta con i corvi ( da "Avvenire" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: in Usa e Cina, che il governo italiano sostenga l'economia» dato che «molte imprese non riescono ad andare avanti». Nei giorni scorsi anche il presidente Fiat ed ex capo di Confindustria Luca di Montezemolo era intervenuto sulla crisi tracciando previsioni preoccupanti e chiedendo al governo di convocare una sessione straordinaria con le parti sociali.

Clima/ Cina: pronti a cooperare con Usa su ambiente ( da "Virgilio Notizie" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: concordata di Usa e Cina - dice la nota - è essenziale per ottenere un accordo al vertice di Cpenaghen" sul clima previsto per dicembre prossimo. "Invitiamo Cina e Usa a esplorare i termini di una collaborazione più profonda tra le loro industrie specializzate in energie rinocabili al fine di creare un nuovo modello di sviluppo e favorire la nascista di milioni di posti di lavoro '

19/02/2009 12:47 Sondaggio Merrill Lynch dei gestori di fondi riscontra previsioni più positive sulla crescita stimolate dall'ottimismo nei confronti dell'economia cinese ( da "ITnews.it" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: timori di un rallentamento prolungato in Cina sembrano dissiparsi. Il numero di investitori che prevede una crescita inferiore in Cina nei prossimi 12 mesi è sceso in maniera sensibile, fino a un 21 per cento netto in febbraio contro il 70 per cento netto del mese di gennaio. Analogamente, il notevole pessimismo circa le prospettive sugli utili delle aziende dà segni di diminuzione.

Intel e Nvidia: in tribunale per i memory-controller ( da "PC World online" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: non funziona Non basta la patch: attacco a Explorer dalla Cina SmileTech - La vera innovazione Attenti al portatile - Benvenuto Windows 7 (3 commenti) Non in linea - Facebook, YouTube e l'inevitabile innocenza dei provider OnOff - Windows Mobile 6.1: guardare, ma non toccare! Pane al pane - Al fotografo quando e cosa.

i pensieri su tela firmati lapo simeoni ( da "Tirreno, Il" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: coinvolgendo lo spettatore in una grande opportunità di partecipare al processo creativo delle sue opere. Le opere affrontano temi sociali come: Middle Class-Ikea- Globalizzazione. La mostra proseguirà fino al 12 marzo. Orari dal mercoledì al sabato: dalle 17 alle 20, ingresso libero. Info e visite guidate: 349 0706457.

Si apre oggi il 23. semestre accademico della Venice International University: un centinaio gli studenti ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: professor Stefano Micelli presenterà il nuovo programma dedicato alla globalizzazione, ovvero un pacchetto di corsi avanzati, lavoratori e seminari sul tema della globalizzazione e sulle sue implicazioni economiche, ambientali, sociali e culturali. Verranno presentate inoltre tutte le attività della School of Humanities and social sciences della Viu, che prevedono 18 corsi in inglese.

Giovani friulani argentini da Ballaman ( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: con la globalizzazione, essere consapevoli della forza delle nostre radici ci permetterà di non essere strappati via. È importante sapere chi siamo, ed esserne orgogliosi». «Quando i vostri nonni sono partiti - ha ricordato ancora Ballaman - questa era una regione tra le più povere di un Paese tra i più poveri in Europa,

GIAKARTA. NEI GIORNI SCORSI IL GIAPPONE, IERI L'INDONESIA, SUCCESSIVAMENTE LA COREA DEL SUD E LA CIN... ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: successivamente la Corea del Sud e la Cina. Con la tappa di Giakarta, capitale del Paese musulmano più popoloso al mondo, entra nel vivo la prima missione del segretario di Stato americano Hillary Clinton, rilanciando concretamente il nuovo atteggiamento di apertura dell'Amministrazione americana verso il mondo islamico.

CORRADO OCONE JACQUES ATTALI, LO STUDIOSO DELLA GLOBALIZZAZIONE, IL CONSIGLIERE DI CAPI DI STATO ... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Corrado Ocone Jacques Attali, lo studioso della globalizzazione, il consigliere di capi di Stato e di governo, il presidente della commissione governativa francese assurta a modello di politica bipartisan, è venuto a Roma per presentare l'edizione italiana del suo ultimo libro, scritto insieme a Stéphanie Bonvicini: Amori.

SONDAGGIO MERRILL LYNCH DEI GESTORI DI FONDI RISCO ( da "WindPress.it" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: I timori di un rallentamento prolungato in Cina sembrano dissiparsi. Il numero di investitori che prevede una crescita inferiore in Cina nei prossimi 12 mesi è¨ sceso in maniera sensibile, fino a un 21 per cento netto in febbraio contro il 70 per cento netto del mese di gennaio. Analogamente, il notevole pessimismo circa le prospettive sugli utili delle aziende dà

Turismo, protocollo d'intesa tra Italia, Francia e Spagna ( da "Borsa(La Repubblica.it)" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Con la globalizzazione e la nascita di nuove destinazioni turistiche - ha spiegato Brambilla - lo scenario internazionale è mutato rispetto agli anni passati. I flussi turistici sono oggetto di spinte centrifughe che tendono ad allontanarli dall'Europa, le quote di mercato dei nostri tre Paesi si stanno gradualmente assottigliando.

Sangalli, migliorare infrastrutture per rilanciare turismo ( da "Borsa(La Repubblica.it)" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 19 feb - Intervenendo al convegno inaugurale della Bit, dedicato al tema "Globalizzazione e turismo", il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha sottolineato che "per creare un contesto davvero competitivo per il nostro turismo dobbiamo mettere le nostre imprese in grado di competere ad armi pari in Europa.

BIT 2009, i giornalisti stranieri amano il Piemonte ( da "Sestopotere.com" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, Francia, Germania, Gran Bretagna, India, Medio Oriente, Russia, Spagna, Svizzera, USA). Secondo lo studio, presentato il 19 febbraio da Klaus Davi alla BIT, la Borsa Internazionale del Turismo, il Piemonte si posiziona in testa alla classifica delle regioni italiane maggiormente apprezzate negli articoli della stampa internazionale con un indice di gradimento pari al +

Benigni e Sanremo infiammano il web ( da "PC World online" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Explorer dalla Cina Facebook è uno dei "paesi" più popolati al mondo. Ma la privacy? PirateBay, accusa dimezzata Il processo a PirateBay, ovvero l'ipocrisia Sanyo amplia la produzione di celle fotovoltaiche Nessuna censura per Facebook e simili. Precisazioni di D'Alia Legge D'Alia: Facebook non ci sta I quattro di Pirate Bay sotto processo in Svezia Download di video da YouTube.

"Il Sud unica opportunità per il Paese" ( da "Giornale di Calabria, Il" del 19-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: innovazione ed alla globalizzazione la più sostenibile occasione di crescita per questo Paese è puntare sul Sud, cioè ripensare assieme al Mezzogiorno come opportunità e non come spreco e per fare ciò non bastano gli interventi di semplice tamponamento delle criticità congiunturali, quali: sussidio;


Articoli

Il Pil crolla. E i governi lo riformano (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere.it" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Non si è dimostrato un buon indicatore: non ha rivelato le distorsioni Il Pil crolla. E i governi lo riformano Ocse, Francia, Canada, Spagna vogliono cambiare: «Non funziona come bussola della salute di un sistema» A scelta, è il momento migliore per riformare le liturgie dell'economia oppure il più sbagliato. Negli ultimi giorni, politici, élite degli esperti e normali cittadini hanno assistito all'autodemolizione di un feticcio contemporaneo: il Pil. La sua cifra fino a ieri era considerata il riassunto della salute di un intero Paese. Ma agli ultimi dati, il Prodotto interno lordo sta crollando come se quelle che vengono definite «potenze economiche» fossero diventate di colpo altrettante Repubbliche popolari cinesi al contrario. In ritmo annuale, il Pil tedesco va giù di oltre l'8%, quello dell'Italia del 7%, l'Europa crolla quasi del 6%, gli Stati Uniti del 4% circa e persino la Cina non è più quel che era: secondo il consigliere economico della Casa Bianca Larry Summers, il Pil sta scendendo anche lì. Con una piroetta, la si definisce in questi casi «crescita negativa ». C'è dunque anche qualcosa della favola della volpe e l'uva nella corsa dei governi, da Parigi a Ottawa, da Dublino a Canberra, a dichiarare proprio ora la morte del Pil, cioè l'inadeguatezza del termometro dell'economia. Visto che la febbre non cala, l'istinto della rimozione aiuta. Eppure il Pil come bussola della salute di un sistema per vari aspetti si è dimostrato imperfetto. Esso stima la «crescita» tramite le vendite nette di beni e servizi, istruzione e fatturato della sanità incluso, ma qualcosa non torna. E non solo perché quel dato non coglie l'aumento delle differenze fra i più ricchi e i più poveri. C'è un paradosso che va anche oltre: in una recente audizione al Congresso Usa, lo scrittore Jonathan Rowe ha così definito il suo «eroe del Pil»: è un malato terminale di cancro impegnato in una costosa causa di divorzio. Un uomo così, con il fatturato che porta a ospedali e studi legali, contribuisce all'economia più di un marito felice e in perfetta salute. L'elenco dell'assurdo in realtà sarebbe anche più lungo. In base ai criteri attuali, fa meglio alla crescita consumare carburante fermi in un ingorgo, magari ammalando di asma da smog i bambini del quartiere, che prendere la metropolitana. Contribuisce maggiormente affidare i propri genitori a un istituto per anziani, che occuparsi personalmente di loro. E avvicina più la ripresa costruire un grande carcere che una piccola scuola dove non ce n'è neanche una. Riempire di cibo-spazzatura la bocca del proprio figlio, anziché parlare con lui, rilancia poi molto meglio l'economia nel prossimo trimestre. L'America, il Paese dal Pil più vasto e dinamico del dopoguerra, presenta dati fra i peggiori nell'Ocse (ultima dopo Messico e Turchia) quanto a patologie infantili da obesità, oltre a costi sanitari doppi rispetto all'Europa: anche questo è Pil. Proprio il Congresso di Washington, nell'attesa che Barack Obama si impegni su questo fronte, riflette su come vada misurata davvero un'economia e da quali statistiche una società debba trarre autostima o segnali d'allarme. Lo stesso fanno i governi in Francia, Irlanda, Australia, Spagna, Canada e da ancora più tempo l'Ocse, il club delle prime trenta democrazie capitaliste. In Italia il ministro Giulio Tremonti sostiene che il Pil non fotografa adeguatamente certi punti di forza dell'economia nazionale, dal ruolo del volontariato al risparmio delle famiglie. Senza un quindicennio alle spalle di crescita bassa e diseguaglianze sociali in aumento l'argomento sarebbe ancora più robusto, eppure l'Italia non è sola. Persino il nuovo sovrano del Bhutan, re Khesar, ha lanciato un sondaggio per mettere a punto una nuova misura: la «felicità interna lorda». Un centro di ricerca del regno himalayano sta così raccogliendo questionari su una gran quantità di variabili: incidenza del benessere psicologico, gelosia, frustrazione, disponibilità di tempo libero, salute, educazione, i modelli culturali e la loro tenuta nelle generazioni, qualità della vita comunitaria e in famiglia, tutela e conoscenza dell'ambiente. C'è molta autarchia buddista in tutto questo, ma re Khesar ha trovato un alleato in Nicolas Sarkozy. Prima ancora della recessione, il presidente francese ha iniziato a prendere sul serio il crescente malumore nell'opinione pubblica verso i dati ufficiali di crescita e inflazione. Nel suo stile, Sarkozy ha creato una nuova «Commissione sulla misurazione delle performance economiche e del progresso sociale» che farà rapporto in aprile. Ci lavorano vari premi Nobel dell'Economia, da Joseph Stiglitz (che la presiede) a Amartya Sen, a Daniel Kahneman. L'italiano Enrico Giovannini, capo- statistico dell'Ocse e da anni animatore degli studi su questi temi, guida il gruppo sulla valutazione dei dati attuali di crescita. Un secondo gruppo lavora sul «Pil verde» e la sostenibilità ambientale, un terzo guidato da Alan Krueger di Princeton su come si misuri la qualità della vita. La commissione, coordinata da Jean-Paul Fitoussi a fianco di Stiglitz, mostrerà che i paradossi non mancano e cercherà di trarne indicazioni. La crescita cinese fa meno impressione se si tiene conto della devastazione dell'ambiente e delle falde, con il 60% delle città ormai spesso senz'acqua. L'estrazione del petrolio consuma risorse della terra, eppure viene stimata come aumento netto del Pil. E la sanità americana contribuisce all'economia meno di quella francese o italiana, non il doppio come oggi, se la si valuta sui risultati (quanti cittadini sono in salute) e non sul fatturato (quanto costa). Giovannini però non critica il Pil, che resta un indicatore valido del dinamismo di un sistema. Non invita a rimuoverne i responsi se sconvenienti. Si limita ad avvertire che prenderlo per metro del benessere può confondere le idee: «L'eccesso di attenzione a questo dato ci ha fatto perdere di vista alcune fragilità dice dando troppa attenzione ai risultati immediati». Così, per esempio, i grandi numeri della crescita americana degli anni scorsi hanno distratto molti dal debito in aumento e dal reddito in calo dei ceti medi. Ma è una tradizione antica: nell'America di fine anni 40, una volta scese le spese militari, comprare beni di consumo era considerato «eroico» e, come atto di patriottismo, anche George W. Bush invitò tutti a fare shopping dopo l'11 settembre malgrado i debiti. Lo stesso dibattito sul piano Obama di oggi si occupa più di quanto «stimolo» dare al Pil, che esattamente per fare cosa e con quali conseguenze. Jonathan Rowe sostiene invece che «il futuro conta » e ogni attività che crea reddito subito «dovrebbe essere pesata contro gli oneri che impone ai nostri figli e nipoti». Rowe propone anche di stimare meglio (e meno) l'impatto di alcune voci di fatturato: quelle in beni che danneggiano l'ambiente, quelle incomprimibili come le cartuccie nuove da stampanti «fatte apposta perché sia impossibile riempirle di nuovo dopo il primo uso». Soprattutto, sia Rowe che la commissione Stiglitz puntano ormai a misurare più i risultati che la spesa: un'auto è efficace se produce trasporto e non si limita a consumare benzina in un ingorgo. Forse le mentalità stanno cambiando perché equiparare il Pil al progresso, derivava dalla certezza che chi spendeva sapesse perché lo faceva: è la teoria della razionalità dei mercati, che tendono sempre all'equilibrio. Ma da quando Lehman è crollata e tutti «cresciamo negativi», come fossimo una Cina capovolta, anche il re del Bhutan va abbastanza di moda. Federico Fubini stampa |

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Disoccupazione, un rischio per la sicurezza (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Brescia" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Edizione: 19/02/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano DALLA PRIMA PAGINA Disoccupazione, un rischio per la sicurezza di Livio Caputo (...)porto della Organizzazione internazionale del Lavoro - una agenzia dell'Onu - secondo il quale entro la fine dell'anno si perderanno nel mondo cinquanta milioni di posti di lavoro: buona parte riguarderanno l'industria manifatturiera, prima vittima della riduzione dei consumi, ma anche i colletti bianchi saranno falcidiati. L'unica categoria relativamente al riparo dovrebbe essere quella degli agricoltori. Le cifre più impressionanti riguardano, per ora, il mondo industrializzato. Negli Usa i lavoratori licenziati dall'inizio della crisi sono già stati 3,6 milioni, Gran Bretagna, Germania e Italia prevedono che alla fine del 2009 la disoccupazione salirà rispettivamente al 9,5, al 10,5 e all'8,2%, livelli mai raggiunti in questa generazione. Ma altrettanto preoccupanti, anche se assai meno precise, sono le notizie che arrivano da Cina, India, Indonesia, Corea del Sud, Taiwan, Sudafrica e varie nazioni dell'America Latina, tutte colpite dal crollo delle esportazioni verso America ed Europa. Chiusure a catena di stabilimenti industriali vengono segnalate dalla Russia. A Dubai, città-simbolo del boom dei Paesi del Golfo, gli stranieri che costituiscono la quasi totalità della forza lavoro vengono rimpatriati al ritmo di 1.500 al giorno. In Africa, centinaia di migliaia di famiglie sono costrette a stringere la cinghia per l'improvvisa contrazione delle rimesse degli emigranti, rimasti senza salario. La crisi ha già provocato dimostrazioni, anche cruente, in Grecia, Lettonia, Cile, Bulgaria e Cina, e scioperi in Francia, Gran Bretagna, Spagna e (sia pure a opera della sola Cgil) Italia. Per quanto ispirate e spesso organizzate da sinistra, queste proteste non hanno avuto finora - con qualche eccezione - precise connotazioni politiche: erano piuttosto richieste di interventi di sostegno o «grida di dolore» di chi vede improvvisamente compromesso il proprio tenore di vita dopo anni di crescita ininterrotta. Ma tutti i governi - Usa in testa - hanno già reagito alla crisi con provvedimenti «statalisti», come le nazionalizzazioni delle banche e i sussidi ai settori più colpiti, che hanno fatto addirittura gridare alla fine dell'era liberista, e qualche cedimento alla tentazione protezionista. Per mettere fine agli scioperi contro l'impiego di manodopera italiana nella costruzione di una raffineria in Gran Bretagna, Londra ha per esempio dovuto «convincere» la Total ad assumere un numero eguale di lavoratori inglesi di cui non aveva in realtà alcun bisogno. Il carattere globale della crisi, la reazione a catena che ha innescato il conseguente aumento esponenziale della disoccupazione inducono a pensare che dimostrazioni e scioperi si intensificheranno nei prossimi mesi, soprattutto nei Paesi che non dispongono di adeguati ammortizzatori sociali. Se Blair ritiene che possano diventare una minaccia per la sicurezza del suo Paese, è probabilmente perché tutti sanno che la crisi è partita da Wall Street e chi perde il lavoro tende perciò a incolpare gli Stati Uniti delle sue disgrazie. Questo potrebbe da un lato compromettere le relazioni di Washington con i Paesi più colpiti, dall'altro rendere più facile il reclutamento di terroristi. Se la recessione si prolungasse, per l'Europa il pericolo maggiore sembra invece essere un revival delle tendenze eversive degli anni Settanta, alimentate da giovani disoccupati indigeni e stranieri. La Cina, dal canto suo, rischia una rivolta delle campagne, dove in queste settimane stanno ritornando senza alcuna prospettiva di impiego milioni di lavoratori già espulsi dalle zone industriali costiere. Una cosa, comunque, è certa: il mondo intero è percorso da un fremito di inquietudine, che non potrà restare senza conseguenze.

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Agli Usa non bastano i viaggi in Asia di Hillary (sezione: Globalizzazione)

( da "Milano Finanza (MF)" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

MF Numero 035  pag. 8 del 19/2/2009 | Indietro Agli Usa non bastano i viaggi in Asia di Hillary COMMENTI & ANALISI Di Guido Salerno Aletta Al G7 tenuto a Roma i Ministri delle Finanze hanno assunto formalmente l'impegno di sviluppare un Global Framework, cioè un sistema condiviso di principi e di standard sulla appropriatezza, l'integrità e la trasparenza della attività economica e finanziaria internazionale. Ma intanto, la crisi si gioca sul terreno dell'economia reale ed investe in modo particolare i Paesi produttori, cresciuti puntando su surplus con l'estero strutturali. Non solo la Cina, ma soprattutto Giappone e Germania. Questi ultimi, in particolare, non hanno lucrato né sul basso costo del lavoro interno né su monete sottovalutate. Oggi paganodue volte, per la caduta della domanda interna ed ancor più di quella estera. Ma è una intera strategia di crescita economica, finanziaria e politica a essere messa in discussione. Il caso della Cina è quello più eclatante, ma rischia di oscurare problemi più complessi. La Cina è stata, così, il convitato di pietra durante i lavori dei Ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali del G7: dopo il formale apprezzamento per le misure di stimolo economico assunte dal governo cinese e per il suo continuo impegno a muoversi verso un cambio più flessibile, che dovrebbe portare alla continua rivalutazione del Renminbi in termini effettivi ed aiutare a promuovere una crescita più bilanciata in Cina e nell'economia mondiale. Il riferimento alla Cina è un punto di snodo, sta giusto a metà del documento, un nesso tra presente e futuro. La Cina rappresenta un interlocutore ineludibile ed era quasi inevitabile, a questo punto, che il nuovo Segretario di Stato, Hilary Clinton, dedicasse il suo primo viaggio ufficiale all'Asia, visitando Giappone, Indonesia, Corea del Sud e Cina. Un gesto con cui l'America cerca di andare oltre i riti del G7, dimostrando realismo e pragmatismo, anche se un po' ferisce la vanità dell'Europa. Per il vero, Usa e Cina sono stati i protagonisti della globalizzazione economica e finanziaria, crescendo entrambi ininterrottamente in questi anni, in un mutuo sostegno di debito e credito. Intorno alla Germania ed alla sua riunificazione si è sviluppata la politica dell'intera Europa negli scorsi 20 anni. E' stato un compito storico ed un impegno ciclopico quello del consolidamento dei Paesi dell'Est, che ha consentito di allargare a milioni di nuovi cittadini l'area di stabilità economica, coesione sociale e regolamentazione giuridica comune. Ai Paesi slavi, baltici e balcanici sono state l'Unione ha destinato grandi risorse, anche in termini di minor benessere per i propri lavoratori, per via dell'assorbimento degli immigrati provenienti da quei Paesi, ed ancor più risorse finanziarie impegnate. Questa crisi coglie quindi l'Europa in un momento molto delicato, quello in cui si stavano appena vedendo i frutti economici e politici dell'allargamento. Il ruolo della Germania è stato determinante sul piano politico, economico e finanziario: ha intessuto forti rapporti commerciali con tutta l'area, impegnandosi a sostenerne lo sviluppo: la crisi del sistema bancario tedesco nasce da qui. Secondo i dati della Commissione europea pubblicati il 19 gennaio scorso, sarà la Germania a registrare il risultato peggiore dell'Eurogruppo, con un 2009 in calo del 2,3% mentre Italia e Spagna arretrerebbero del 2,0% e il Belgio dell'1,9%. Solo la Gran Bretagna, con un calo del pil nel 2009 del 2,8%, farà peggio. In Giappone, per la prima volta in 28 anni la bilancia commerciale è in rosso, con un disavanzo di 63,9 miliardi di yen, rispetto ad un risultato atteso in attivo per 80 miliardi. Questi dati si riflettono sulle previsioni di crescita: nell'ultimo trimestre del 2008 il prodotto lordo giapponese è calato tre volte di più di quello americano, con una contrazione del 12,7% su base annua. Nel complesso, il Pil del 2008 si è contratto dello 0,8% rispetto all'anno precedente. Per il Giappone, il super yen è deleterio: il dollaro è sceso ai livelli più bassi da 13 anni a questa parte. A fine agosto 2008, per un dollaro ci volevano 110 yen; a fine gennaio 2009 il dollaro è sceso a quota 88,1. Il governo giapponese si appresta così a varare un terzo pacchetto di aiuti, pari a 170-190 miliardi di euro, che si aggiunge ai precedenti interventi il cui costo era di circa 225 miliardi di euro: aggiunge così nuova spesa pubblica in disavanzo al primo debito pubblico mondiale misurato sul Pil. Ma anche la Cina, ormai paese-fabbrica per definizione, si trova in condizioni difficili, con una quotazione della valuta che ha seguito per anni l'andamento del dollaro: l'export a gennaio è crollato, su base annua, del 17,5%, e l'avanzo si è ridotto a soli 39,11 miliardi di dollari, il peggior risultato da 13 anni a questa parte. Il programma di stimolo interno, di circa 800 miliardi di dollari, è il primo provvedimento annunciato. Ed ora il G7 di Roma chiede a Pechino di fare la sua parte per riequilibrare il sistema mondiale, rivalutando il Renminbi. Hillary Clinton ci annuncia che, per l'America, l'area del Pacifico è il nuovo baricentro del mondo: ma, anche a voler dimenticare la vecchia Europa con i suoi guai, il triangolo Usa-Cina-Giappone non quadra da solo. (riproduzione riservata) Cina  Germania  Europa  Usa  Asia  Hillary  

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Anno nero per i voli in Europa (sezione: Globalizzazione)

( da "Milano Finanza (MF)" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

MF Numero 035  pag. 22 del 19/2/2009 | Indietro Anno nero per i voli in Europa Annus horribilis, il 2008, per il trasporto aereo mondiale, complice all'inizio lo stratosferico costo del carburante e alla fine la recessione economica globale. Secondo le stime della Iata, le 230 compagnie associate hanno registrato un crollo dei ricavi (da 536 a 501 miliardi di dollari), dei passeggeri (-3%) e le perdite complessive a fine anno sono valutabili in 5 miliardi di dollari, di cui 3,9 solo nel mercato nordamericano (e 100 milioni in Europa). Sempre secondo le stime, il 2009 invertirà i risultati, con l'Europa in rosso a fine anno per un miliardo di dollari contro profitti di 300 milioni negli Usa. Questa situazione è dovuta anche alla debolezza economica dei vettori Usa, che non hanno potuto permettersi di investire in contratti di hedging del carburante. Così, nel 2009, le compagnie Usa potranno godere di un costo del greggio a 60 dollari/barile, contro i 120-130 dei prezzi che molte compagnie europee e mondiali hanno bloccato per 8-9 mesi. Il settore low-cost continua a tirare, anche se non più come negli anni passati; molti players sono usciti dal mercato o sono stati ridimensionati, ma i sopravvissuti traggono grandi vantaggi dalla loro flessibilità, che permette di aprire e chiudere collegamenti a seconda dei risultati e dalla crescita della filosofia point-to-point in Europa. Un certo ridimensionamento dei low cost è dovuto al fatto che per i collegamenti continentali sono sempre più le compagnie che adottano un sistema tariffario molto competitivo, con buoni standard di servizio, contro una tariffa bassissima iniziale dei low cost cui però vanno aggiunte tali e tante voci (check-in, scelta posto a bordo, bagaglio in stiva etc) da renderle sempre più simili a quelle «in chiaro» dei vettori tradizionali. Easy-jet e Ryanair si contendono il mercato italiano, e la prima è ormai il primo vettore su Malpensa. Il dehubbing dello scalo varesino sta generando molte manovre a livello nazionale ed europeo. Sullo scalo lombardo è entrata con forti investimenti Lufthansa, che ha creato una compagnia di diritto italiano (Lufthansa Italia) e ne ha fatto a regime la sua quarta base dopo Francoforte, Monaco e Zurigo. Anche Air Dolomiti crede nel sistema italiano e proprio a metà febbraio ha ricevuto il primo dei cinque Embraer 195 che permetteranno di aumentare del 16% la capacità su jet del vettore. A livello mondiale, Etihad ha raddoppiato le frequenze su Malpensa; in lista d'attesa per ottenere o aumentare slot sullo scalo lombardo ci sono oltre 20 compagnie. Continua la diatriba su Linate, tra chi vuole ridurlo ai soli collegamenti con Fiumicino (cosa che la Ue non consentirebbe) e chi vuole chiuderlo. Nel 2009 continuerà la politica di fusioni e consolidamento: nel 2008 la più importante è stata quella tra Delta e Northwest (che ha portato alla nascita della prima compagnia del mondo con 130 milioni di passeggeri). Continental e Arilines hanno risposto con sinergie operative, senza per ora pensare a fusioni. In Europa la parte del leone l'ha fatta Lufthansa che ha acquisito la belga Brussels e Austrian arlines, British Midlands (o meglio i suoi spot su Heathrow), mentre sta trattando l'acquisizione del vettore scandinavo Sas; Air France Klm resta leader europeo, con Alitalia considerata da molti come feederer. Finnair sta accentuando la penetrazione in Europa, soprattutto come vettore per i collegamenti sulla rotta ortodromica via Helsinki verso i crescenti mercati asiatici (Cina in primis) e il Giappone. Resta, per quanto riguarda le fusioni, la telenovela British airways-Iberia (la prima detiene da anni il 10% della seconda) che spesso è stata data per fatta, almeno sulla carta, ma si è sempre arrestata a pochi metri dal traguardo per motivi operativi, tecnici, o per la crisi economica. Usa  compagnie  Europa  Malpensa  Lufthansa  Air France Klm  

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università viu , semestre accademico tutto dedicato alla globalizzazione (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuova Venezia, La" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 15 - Cronaca Università «Viu», semestre accademico tutto dedicato alla globalizzazione Oggi alle 16 inaugurazione del 23º semestre accademico della Venice International University all'Isola di San Servolo. Quest'anno sono circa un centinaio, con quattordici diverse nazionalità rappresentate, gli studenti che parteciperanno ai corsi sulla splendida isola, provenienti come sempre dalle Università partner della Viu, (Duke University-Usa, Boston College-Usa, Universitat Autònoma de Barcelona-Spagna, Lmu di Monaco- Germania, Tsinghua University-Cina, Waseda University- Giappone, Tele Aviv University-Israele, Tilburg University-Olanda) che insieme a Ca' Foscari e Iuav sviluppano progetti di formazione dedicati principalmente all'innovazione e allo sviluppo sostenibile per i manager e dirigenti di domani. Il professor Stefano Micelli, della Viu, presenterà il nuovo programma dedicato alla globalizzazione, un pacchetto di corsi avanzati, laboratori e seminari. «Questo programma - afferma il professor Micelli - rappresenta una importante occasione per avviare a Venezia una riflessione sulla globalizzazione all'interno di una realtà internazionale ma allo stesso legata al territorio locale. Parte integrante del programma, che prevede lezioni frontali in aula ed esperienze all'esterno della VIU, saranno le visite al Distretto del Brenta (calzature di lusso), alla sede della Trend a Vicenza, al Porto di Venezia, al Mose, al parco Scientifico e Tecnologico Vega. Inoltre, i migliori studenti iscritti al programma riceveranno borse di studio per poter sviluppare la loro tesi di laurea all'estero». In occasione dell'apertura del semestre verranno presentate tutte le attività della «School of Humanities and Social Sciences» che prevedono 18 corsi, tutti in lingua inglese. Iscrizioni aperte fino al 27 febbraio.

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chimerica, le nozze in crisi tra cina e stati uniti - federico rampini vittorio zucconi (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 1 - Prima Pagina Chimerica, le nozze in crisi tra Cina e Stati Uniti FEDERICO RAMPINI VITTORIO ZUCCONI «Vi odiamo ma non possiamo più fare a meno di voi». Le parole sono di Luo Ping, direttore generale della commissione di vigilanza bancaria cinese, uno dei massimi esponenti della politica monetaria del Paese. E riassumono lo stato delle relazioni tra Pechino e gli Stati Uniti nel mezzo della grande crisi dell´economia mondiale e alla vigilia della visita in Cina del nuovo segretario di Stato Usa Hillary Clinton. La superpotenza asiatica si sente infatti intrappolata in quella che viene chiamata "Chimerica", la simbiosi con gli Stati Uniti che negli anni scorsi ha spinto lo sviluppo cinese ma che ora è diventata portatrice di pericoli e minacce. L´abbraccio con l´America, per le implicazioni di tipo economico che comporta, può infatti trascinare a picco anche la Repubblica Popolare. E molti dirigenti di Pechino cominciano a sentirsi "ingannati": avevano creduto ciecamente alle promesse del sogno americano e oggi si ritrovano con duemila miliardi di dollari "congelati" per finanziare il loro principale partner economico. ALLE PAGINE 31, 32 E 33

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Immobiliare, il futuro passa da Real Forum (sezione: Globalizzazione)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

IL 28 E IL 29 APRILE AL BRIXIA EXPO Immobiliare, il futuro passa da Real Forum Tutte le risposte del mercato immobiliare, tra expo e convegni, verranno fornite a Brescia nell'ambito del RealForum, che farà tappa il 28 e il 29 aprile alla Fiera di Brescia. Il Salone Immobiliare sarà meta obbligata non solo per chi cerca casa, ma anche per chi vuole informarsi sulle tendenze, il know-how, le novità e le occasioni del settore immobiliare. Un momento di apprendimento, dunque: conoscere qual è relazione tra i social network ed il mercato immobiliare; come si gestisce un contatto sul web rispetto alle tradizionali telefonate in agenzia; come condizionano il lavoro degli agenti immobiliari le nuove norme antiriciclaggio; le normative sui permessi di soggiorno. Durante i giorni di fiera verrà organizzato un palinsesto di convegni, workshop, tavole rotonde, education e networking con lo scopo di analizzare l'evoluzione del mercato immobiliare ed offrire un importante momento formativo per tutti gli operatori e i privati. RealForum è oggi considerato una vera e propria piattaforma informativa, strategica e di relazioni per gli operatori della commercializzazione di prodotti e servizi del settore immobiliare. Due giornate di approfondimenti, di education e di networking per tutti coloro che oggi si interessano di consulenza immobiliare e di consulenza finanziaria legata al settore. RealForum Brixia Expo vuole essere un contributo per l'evoluzione del mercato dei servizi nel settore immobiliare in Italia a beneficio di tutti gli operatori, a cominciare da quelli locali. Vi saranno tavole rotonde e momenti di approfondimento nei quali opinion leaders, esperti, executives si confronteranno sui temi più caldi del momento, tra i quali: "Il mercato immobiliare: quale futuro?", "L'Agente Immobiliare oltre il Credit Crunch: quale visione per il 2010?", "Il mercato degli immobili di prestigio", "Il risparmio energetico: necessità ed opportunità", "Globalizzazione del mercato immobiliare", "Parliamo di Expò 2015...", "Il futuro del business dei mutui in Italia", "Opportunità e sfide per la consulenza creditizia", "L'offerta Assicurativa legata ai prodotti di finanziamento", "La nuova regolamentazione catastale". RealForum Brixia Expo ha il supporto delle maggiori associazioni di categoria del settore e delle associazioni dei consumatori. A tutti gli incontri, a cui interverranno prestigiosi esperti del settore, l'ingresso è gratuito.

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giuliano beltrami VALLE DEL CHIESE - Dopo la diabrotica, insetto originario degli Stati Uniti che attacca il grano, ecco un altro parassita, di nome cinipide, all'attacco del casta (sezione: Globalizzazione)

( da "Adige, L'" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

giuliano beltrami VALLE DEL CHIESE - Dopo la diabrotica, insetto originario degli Stati Uniti che attacca il grano, ecco un altro parassita, di nome cinipide, all'attacco del castagno, in arrivo stavolta dal Giappone, in ossequio alla tanto amata e vituperata globalizzazione giuliano beltrami VALLE DEL CHIESE - Dopo la diabrotica, insetto originario degli Stati Uniti che attacca il grano, ecco un altro parassita, di nome cinipide, all'attacco del castagno, in arrivo stavolta dal Giappone, in ossequio alla tanto amata e vituperata globalizzazione. Che ci sia preoccupazione è normale: per ora sono state individuate poche zone di aggressione. Tuttavia quando i guai iniziano, non si sa dove e come finiscano. Una delle zone in cui è stato individuato è a Riccomassimo, la frazioncina di Storo al confine con la Lombardia, regione in cui il cinipide è studiato da tempo. Per questo l'altro giorno in municipio a Storo si è tenuto un summit cui hanno partecipato, oltre all'assessore comunale all'agricoltura Vigilio Giovanelli, Marco Boriani (ispettore fitosanitario, responsabile per la Regione Lombardia della lotta al parassita) e i tecnici dell'Istituto Agrario di San Michele, della Forestale e della Provincia. Una cosa si è capita: non si tratta di un parassita capace di uccidere le piante, ma in grado senz'altro di ridurne la produttività. Il suo comportamento è semplice: fra maggio e giugno forma delle galle sulla foglia del castagno e succhia la linfa che gli permette di vivere. Per combatterlo si sta pensando alla lotta biologica, attraverso il lancio di un antagonista capace di aggredire l'insetto. Dall'incontro è uscito l'invito ad evitare ogni forma di allarmismo, anche se la preoccupazione esiste: infatti la produzione di castagne (coltura tradizionale delle nostre valli, un tempo cibo di primaria importanza) presenta i conti in rosso. Vuoi perché un anno piove troppo, vuoi perché l'anno prima è stato troppo secco, sta di fatto che la già scarsa produzione ultimamente è dimezzata. Fra l'altro si tratta di una produzione di nicchia: basti pensare che a fronte di 360 mila ettari di bosco solo 400 sono quelli coltivati a castagno, cui si aggiungono altri 200 ettari di piantagioni abbandonate. Un'inezia. Che fare per salvare la situazione? L'appuntamento con Boriani è per il prossimo maggio, mese in cui, come si diceva, il cinipide si fa vivo sulle foglie delle piante. Si farà allora la raccolta delle galle. Ma, come si suol dire, prevenire è meglio che curare. Per questo (in ottemperanza ad un decreto legge del 2007) è d'obbligo il passaporto delle piantine, così da consentirne la tracciabilità. In altre parole, diventa fondamentale il controllo delle piantine che arrivano dai vivai, un provvedimento che vale per i contadini professionali come per il pensionato che si compera una pianta. Non è un caso che l'accelerazione della malattia si sia avuta fra il 2006 ed il 2007, quand'era nell'aria l'uscita del decreto legge, cosa che ha convinto i vivaisti ad incrementare la vendita. D'altra parte, come sottolineava un tecnico, «il cinipide va più veloce della burocrazia». Comunque, colpe a parte, oggi il cinipide c'è, e l'unica strada sarà contenerlo, perché, a parere degli esperti, non lo si toglierà più. La parola, anzi, le armi al vorace antagonista dell'insetto. 19/02/2009

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magraid 2009: presentazione domani a milano alla fiera "bit" (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

PODISMO Magraid 2009: presentazione domani a Milano alla fiera "Bit" La presentazione della seconda edizione di Magraid, la suggestiva maratona nei Magredi che tanto successo ha riscosso l'anno scorso, avrà una vetrina d'eccezione. I veli sulla manifestazione in programma i prossimi 19-20 e 21 giugno 2009 si alzeranno infatti nello stand della Regione Friuli Venezia Giulia alla Borsa Internazionale del Turismo, più comunemente conosciuta come Bit, venerdì 20 febbraio 2009 alle 12.30. Un contesto speciale, dunque, come una delle più importanti rassegne fieristiche nel settore turismo, che si svolgerà come da tradizione nei locali della Fiera di Milano e che quest'anno è ispirata al tema "Globalizzazione e turismo. Rischi e opportunità di una sfida senza confini", per alzare il sipario su una competizione podistica estrema e dai molteplici significati. Oltre all'aspetto puramente agonistico, infatti, Magraid si propone come un veicolo promozionale del territorio, del suo ecosistema e delle sue peculiarità, nello specifico di un sito di interesse comunitario come i Magredi, situati tra i comuni di Cordenons, San Giorgio alla Richinvelda, San Quirino e Zoppola. Quattro cittadine nuovamente disposte a ospitare e a valorizzare questa originale manifestazione podistica, la quale si svolgerà in tre tappe per un totale di 84 chilometri: 20 la prima con partenza da San Quirino, 44 la seconda con partenza da San Giorgio della Richinvelda, 20 la terza con il via da Zoppola. Non cambia, dunque, la suddivisione del percorso rispetto alla prima edizione. E anche quest'anno gli atleti pernoterranno nel campo base allestito dal 132º Reggimento carri dell'Esercito in località Parareit a Cordenons. Sale, invece, il numero massimo di partecipanti, che da 80 passa 100. Nel 2008 si imposero l'ultramaratoneta di Corno di Rosazzo, Ivan Zufferli, nella categoria maschile e la collega di Varese, Marzia Bonavita, in quella femminile. Proprio Zufferli ha di recente ottenuto l'autorizzazione dal Triathlon team di Cordenons, responsabile dell'organizzazione di Magraid, a poter disputare la prossima "Desert Marathon" di Libia (lunga ben 120 chilometri), vestendo la maglietta ufficiale della kermesse podistica pordenonese. Un'ulteriore testimonianza del fatto che Magraid rimane nel cuore dei suoi protagonisti. Autorità e organizzatori, in primis il presidente del Triteam Antonio Iossa, sveleranno gli ulteriori particolari dell'edizione 2009 proprio in occasione della conferenza in programma venerdì 20 febbraio alla Bit di Milano, proscenio ottenuto grazie alla grande sensibilità dimostrata dalla Regione nei confronti di questo evento che unisce sport e cultura.

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Passione e onestà: scelgo Andreatta LETIZIA DE TORRE (sezione: Globalizzazione)

( da "Adige, L'" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Le primarie a Trento Passione e onestà: scelgo Andreatta LETIZIA DE TORRE (segue dalla prima pagina) In altri Comuni italiani ci sono state recenti primarie in cui gruppi fortemente organizzati hanno condizionato il voto. E, d'altro verso, abbiamo esempi di percorsi virtuosi senza primarie, come credo lo sia stato il confronto serio e insieme schietto e generoso che ci portò a decidere che Dellai si candidasse in Provincia e Pacher nelle elezioni anticipate del 1999. Ma era un tempo in cui erano crollati i partiti e gli amministratori si facevano carico di portare la voce dei cittadini sia nelle istituzioni, sia nelle decisioni politiche. Oggi per fortuna siamo in una fase diversa, ancora incerta, ma che ridà valore ai cittadini impegnati e organizzati fuori dalle istituzioni. Il lavoro di partiti strutturati in modo aperto, trasparente e partecipativo, è particolarmente importate in tempi di conflitti tra poteri, quali vediamo oggi, e le primarie possono rafforzare proprio partecipazione e trasparenza. Sarà importante regolamentarle (si inizia a parlarne in Parlamento), ma è bene cominciare ad usarle da subito nel modo più corretto possibile e dall'esperienza capirne i meccanismi e migliorare la loro efficacia democratica nel contesto del nostro Paese. È una scelta innovativa che darà più autorevolezza al Sindaco che eleggeremo in maggio. È anche una scelta coraggiosa e stupisce positivamente che, non solo chi aspira dal di fuori - come l'ex dirigente della protezione civile Bortolotti - vi riponga giustamente la speranza di una candidatura alla carica di primo cittadino, ma che anche da dentro Palazzo Geremia il sindaco reggente Andreatta le abbia richieste e le affronti con la freschezza e l'umiltà di chi sa quanto siano sovrani i cittadini con le loro indicazioni. Guardo all'appuntamento con una certa emozione perché sono ancora così vivi in me i 12 anni nel Consiglio Comunale e nella Giunta di Trento, che rimangono il periodo più bello del mio impegno politico. L'abbiamo vista svilupparsi non solo urbanisticamente ed economicamente, ma in primo luogo abbiamo visto crescere a Trento il senso di appartenenza alla propria città, la qualità della convivenza cittadina e non solo quella delle classifiche nazionali, ma quella vissuta ogni giorno; la sua capacità di accogliere chi arriva per studio, per assumere o cercare un lavoro o anche solo per visitarla. Ci siamo accorti che le sue funzioni - città comunità, città capoluogo dell'Autonomia, città universitaria, città storica, città d'arte, città ecumenica, «città ponte», città turistica - si stanno sempre di più armonizzando, mettendo così in evidenza la peculiare vocazione di questa nostra città. Guardo anche con apprensione a come sarà raccolta l'eredità di chi ha saputo condurla fin qui. È un'eredità di consapevolezza del ruolo delle città (si pensi solo al Civitatum Concilium che portò a Trento sindaci di tutta Europa ed evidenziò il ruolo delle città nella costruzione dell'Unione Europea e nella globalizzazione), di innovazione amministrativa come i percorsi di democrazia partecipativa per il piano strategico e sociale, di capacità di futuro come è stato per le grandi e coraggiose scelte urbanistiche. E, non ultima, l'eredità di un governo della città che ha saputo dare spazio alle iniziative dei cittadini, da quelle rivolte a rinnovare gli stili di vita e a quelle tese a rafforzare i legami sociali, che sono il segreto di Trento con migliaia e migliaia di cittadini attivi sulle frontiere della solidarietà e sui fronti più disparati della costruzione della comunità. Le scelte del futuro primo cittadino poggeranno interamente sulla sua capacità di raccogliere queste eredità. Ciò varrà più di qualsiasi programma perché oggi a Trento per diminuire, ad esempio, il traffico, non conta tanto un piano avveniristico della mobilità: contano molto di più la partecipazione alle scelte e la consapevolezza di dover assumere diverse abitudini di vita. Oggi, in altre parole, il sindaco non è un «decisore», ma un «facilitatore di decisioni» che devono essere preparate collegialmente (in un corretto rapporto tra responsabilità politica e conoscenze tecniche) con il coinvolgimento reale di tanti cittadini, che devono essere assunte insieme alla città. Il sindaco, ancora - e vale ancora di più in tempi di crisi economica - è la persona da cui la città sente di avere più o meno fiducia nel futuro, poiché la speranza, come ha ripetuto a lungo Barak Obama, è «una parola politica». Tutto questo, ed altro ancora, ci porta a concludere che occorre «partecipare convintamente» il 22 febbraio, che il nostro voto sceglierà direttamente chi con larga probabilità sarà il prossimo sindaco di Trento. Io sceglierò Alessando Andreatta, con cui ho lavorato a lungo per la nostra città e di cui conosco la assoluta trasparenza, la passione per il bene comune, la grande onestà intellettuale, il coraggio di sapere riconoscere gli errori, l'energia instancabile spesa per essere presente nei quartieri e nei sobborghi, la capacità di ascolto e di composizione delle istanze, la serietà della sua costante preparazione sui temi che ha seguito. Tutto ciò lo porterà a raccogliere al meglio l'eredità di cui dicevo sopra. Ad Andreatta però, auguro di guardare a Trento buttandosi alle spalle anche l'esperienza di questi anni, come fosse la prima volta che qualcuno lo invitasse a donarsi alla propria città. Come quel giorno del '95, quando gli chiedemmo di candidarsi e lo vedemmo ripartire con la bici che sembrava volasse. Ricordo d'avere riflettuto, in quel momento, sul fatto che la chiamata a spendersi per il bene comune apporta gioia. Oggi dovrei aggiungere che questo entusiasmo non si interrompe se non si insinua mai (mai!) alcun interesse personale. Gli auguro dunque di essere libero da tutto per saper aprire pagine di novità per Trento. Letizia De Torre È deputato del Partito democratico 19/02/2009

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afghanistan, l'italia apre a teheran - vincenzo nigro (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 17 - Esteri Afghanistan, l´Italia apre a Teheran Visita a sorpresa di Frattini a Kabul. L´ambasciatore: troppi pericoli, via le Ong Obama telefona a Karzai, che annuncia: "Le tensioni sono superate" VINCENZO NIGRO ROMA - L´Italia lancia il suo "surge" per l´Afghanistan, un incremento di circa 200 uomini in vista delle prossime elezioni che però viaggia affiancato a un "incremento" politico assai ambizioso. La parola-chiave per il governo Berlusconi è una sola: Iran, nel senso di coinvolgere anche Teheran nella stabilizzazione politica dell´Afghanistan, all´interno di un progetto che assieme all´uso della forza militare dovrà basarsi sempre più sul confronto tra protagonisti (e anche nemici) come appunto Stati Uniti, Iran, India, Pakistan, Arabia Saudita, Emirati arabi uniti. Il ministro degli Esteri Franco Frattini e gli ambasciatori con cui lavora da mesi hanno avviato l´idea di costruire una conferenza politica del G8 sul tema della stabilizzazione dell´Afghanistan. Poco alla volta, attorno a questa idea Frattini sta avvicinando uno dopo l´altro tasselli politici determinanti; ieri ha fatto il passo più forte a favore del coinvolgimento dell´Iran, chiedendo a Kabul il sostegno del presidente Karzai e annunciando poi pubblicamente l´invito a Teheran. «La questione non è se coinvolgere l´Iran, ma come, con quale formula, in che modo», ha detto Frattini alle agenzie di stampa che lo seguivano nella visita a Herat e Kabul. «Naturalmente vorremmo che l´Iran fosse presente come un interlocutore positivo, impegnandosi nella lotta al traffico di droga e al contrabbando di armi, isolando gli estremisti», tra cui Frattini continua ad includere Hamas, ma sempre meno Hezbollah. Il ministro degli Esteri ha riferito che il presidente Karzai, a cui l´idea era stata anticipata dall´ambasciatore d´Italia a Kabul, è d´accordo con la proposta. In verità Karzai negli ultimi mesi non ha avuto molti problemi con l´Iran, mentre i suoi rapporti erano precipitati al minimo con gli Usa che lo avevano portato al potere. Ieri notte Barack Obama gli ha fatto una telefonata, per annunciargli l´invio di altri 17.000 soldati; il presidente afgano ha commentato che «le tensioni con gli Usa sono superate, da adesso truppe americane e afgane torneranno a collaborare insieme al meglio». Tornando all´Italia, Frattini ha intenzione di invitare l´Iran alla conferenza che si terrà ai margini del vertice dei ministri degli Esteri del G8, il 27 e 28 giugno a Trieste. Oltre agli 8 Grandi, i presenti sarebbero quindi India, Cina, Egitto, Arabia Saudita, EAU, Australia, Turchia e Repubbliche centro-asiatiche. Tra l´altro - secondo l´AdnKronos - l´impulso politico italiano coinciderebbe con la revisione delle politiche per l´Afghanistan che verrà sancita dal vertice Nato di Strasburgo del 3-4 aprile. Proprio ieri l´ambasciata d´Italia a Kabul ha lanciato un invito a tutti i cooperanti delle Ong presenti in Afghanistan a lasciare il Paese perché le condizioni di sicurezza si sono pericolosamente deteriorate. Il generale Paolo Serra, comandante Isaf della regione Ovest, ha detto che il contingente italiano è continuamente impegnato in missioni per sventare azioni di kamikaze o altri tipi di attentati. Le Ong ieri sera hanno reagito sostenendo che è decisivo rimanere con personale civile in Afghanistan: «Si vince se si danno risposte ai bisogni concreti della gente, non solo se si mandano più soldati», dice Sergio Neri di Intersos, presente a Herat: «è vero che la situazione è peggiorata, ma non tanto da dover lasciare. E poi non ci è piaciuto il fatto che la decisione sia stata presa senza una valutazione comune».

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dalle ferrovie ai premi nobel la lunga marcia dei "chinamen" - (segue dalla prima pagina) (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 37 - Esteri Il racconto Dalle ferrovie ai premi Nobel la lunga marcia dei "chinamen" Oggi milioni di "sino americani" sono integrati perfettamente negli Stati Uniti (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) (segue dalla copertina) Il cammino che in 140 anni ha portato la Cina degli ultimi imperatori e l´America dei disperati pionieri in carri coperti a divenire una realtà interdipendente, è costellato di mine, di missionari, di esplosioni, di crisi militari e di lento, inesorabile riconoscimento della necessità di convivere. E se l´America è una nazione di immigrati più meno regolari, è nel rapporto con la Cina e i cinesi che la cultura collettiva, lo «spirito di una nazione» con radici europee, hanno dovuto accettare, dopo aver cercato invano di respingerla anche con una legge che negli anni 30 ne proibì l´immigrazione, dimostrando la costante, la sfida più difficile, perché più riconoscibile nella diversità apparente, seconda soltanto alla «diversità» degli africani. Una alienità che si è manifestata non soltanto nella ghettizzazione dei primi centoquarantatrémila chinamen importati per deporre binari poi confinati nelle Chinatown da New York a San Francisco. La diffidenza per l´"asiatico" si traduceva e si alimentava nella difficoltà del rapporto ufficiale, politico, linguistico, fra una Cina in decomposizione, poi sotto occupazione, poi in guerra civile e infine coagulata nella dittatura comunista di Mao Zedong. Per un secolo la politica estera americana ha vacillato tra il risibile sogno di «isolare» dal mondo la nazione più clamorosamente popolosa del Pianeta e quello di agganciarla al carro del nuovo ordine mondiale, tra vacui ossimori come quello lanciato da Bush, che voleva le due nazioni «partners in competizione», fino all´incidente dell´aereo spia americano entrato in collisione con un caccia cinese, che costrinse l´inesperto presidente ad abbassare la cresta e chiedere scusa. Presidente successivi, da Roosevelt a George Bush il giovane, hanno cercato prima di forgiare la Cina a propria immagine, in un protoesperimento di esportazione della democrazia attraverso il molto poco democratico Chian Kaishek poi fuggito a Formosa oggi Taiwan. Poi di fermarla militarmente sul 38esimo parallelo in Corea, dal quale il generalissimo McArthur sognò follemente di lanciare l´assalto contro la Cina stessa. Poi di usarla come leva per spezzare l´asse comunista mondiale contro l´Unione Sovietica. Prima di rassegnarsi, cominciando dai mitici tavoli da ping pong di Kissinger, sotto Richard Nixon, a guardare l´inevitabile e a imporre il riconoscimento politico alla Repubblica Popolare cooptandola alle Nazioni Unite a al Consiglio di Sicurezza. Un evento che non mancò di sconvolgere i benpensanti e di resuscitare qualche brivido di ilarità razzista quando il primo ambasciatore cinese all´Onu dichiarò al suo sbarco a New York nel 1971 che Bejing avrebbe portato al mondo soltanto «peace, peace, peace». Un lodevole annuncio che nella pronuncia difettosa del bravo diplomatico suonò come «porteremo piss, piss, piss», che è altra cosa, meno nobile. Ora che oltre tre milioni di «sino americani», più legioni di «irregolari» scaricati dai container a Seattle e San Francisco, se sono ancora vivi dopo settimane vissute in scatola, sono non soltanto perfettamente integrati, ma al vertice della vita politica, accademica ed economica (Yahoo fu fondata dal taiwanese Yang Zhiyuan, in arte Jerry, e il Nobel Steven Chu è ministro dell´Energia nel gabinetto Obama) la questione razziale, lo stereotipo del chinaman che depone rotaie o lava a secco gli abiti dei bianchi tra zaffate di aglio fritto e tranci di pollo alle noccioline, è sepolto. Ma l´animosità verso «l´Impero al Centro del Mondo», la Cina, riaffiora nel nuovo terrore della globalizzazione, della delocalizzazione di impianti e lavoro oltre quell´Oceano che la ferrovia collegò nel 1869. Come il Giappone negli anni 70 e 80, così la Cina del Terzo Millennio è il «ladro nella notte» che succhia stipendi, salari e linfa all´America, promettendo di tradurre un giorno tutta questa trasfusione di ricchezza in potenza, secondo leggi storiche, e di sfidare sul campo di battaglia l´egemonia strategica degli Stati Uniti. A differenza del Giappone, che ostentava i propri marchi famosi, Sony o Toyota, Honda o Mitsubishi, come poi farà la Corea, la Cina è una potenza economica ancora stealth, invisibile. Le sue fabbriche lavorano sotto brand americani, sfornando computer e paperelle di gomma, rubinetteria e televisori per conto terzi, o mimetizzandosi con etichette anodine. Non compete con l´America, come Toyota fece con GM, o Sony contro Rca. Entra omeopaticamente nei grandi magazzini del discount, dove il prezzo basso comanda, si insinua, con il proprio capitalismo di stato, nei portafogli dei consumatori americani, finanziando i debiti delle loro carte di credito, e riempiendo il carrello della spese, con i prodotti che i suoi prestiti aiutano a comperare. E se la agenzia governativa Xinhua denuncia quel profumo di protezionismo che si sprigiona dal pacco di finanziamenti votato dal Congresso e che contiene misure protezionistiche per «comperare americano», nessuno, né a Beijing né a Washington pensa che l´enorme cordone ombelicale che ormai lega i grattacieli di Shanghai e quelli di Wall Street, le nuove ferrovie a levitazione magnetica con i mutui in sofferenza, possa essere tagliato senza uccidere insieme la madre e il bambino. Né la «soluzione giapponese», quel diktat americano che fece salire al cielo il valore dello yen, la moneta nipponica, e tagliò le gambe all´industria, può essere applicata allo yuan cinese con la stessa brutalità, perché asfissiare Shanghai significa togliere ossigeno a Washington. Ormai, simul stabant, simul cadent, insieme si reggeranno e insieme cadranno, i signori della ferrovie e i coolie che sistemavano i chiodi nelle traversine. Servi e padroni insieme, condannati a viaggiare o a precipitare sullo stesso treno della storia.

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di Mauro Bottarelli Bruxelles (sezione: Globalizzazione)

( da "Riformista, Il" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

di Mauro Bottarelli Bruxelles petrolio. Si chiama Espo e avrà una ramificazione cinese. Trasporterà il greggio siberiano fino al Pacifico. La Cina darà 15 miliardi di dollari alla Russia per pagare i debiti per la sua realizzazione. di Mauro Bottarelli Bruxelles. Un enorme contratto commerciale ma anche - e forse, soprattutto - un segnale geopolitico di quelli che non si possono ignorare. È questo il senso della notizia sparata ieri in prima pagina dal Wall Street Journal non senza un certo allarme: il maxioleodotto Espo (Eastern Siberia-Pacific Ocean), che trasporterà il greggio siberiano fino alle coste del Pacifico, si arricchirà, infatti, di una ramificazione cinese. Il nuovo tracciato si staccherà dal percorso principale, che unirà gli oltre 4mila chilometri che separano Taishet da Kozmino, per raggiungere il confine cinese e quindi spingersi fino al centro petrolchimico di Daquing. Sarà lungo una settantina di chilometri e avrà una capacità di 15 milioni di tonnellate annue. Le basi dell'accordo erano state gettate lo scorso ottobre dal premier russo Vladimir Putin e dal suo omologo cinese Wen Jiabao, ma finora sul progetto gravava un'incognita: le due società russe che avrebbero costruito (Transneft) e provveduto a rifornire (Rosneft) la pipeline chiedevano alla controparte un prestito di 25 miliardi di dollari per finanziare i lavori. Della questione hanno discusso l'altro giorno a Pechino Igor Sechin, vicepremier russo e presidente di Rosneft (uno dei gruppi maggiormente indebitati in questa fase di crisi, molto esposto verso istituti finanziari stranieri) e il vicepremier cinese con la responsabilità dell'Energia, Wang Quishan. E alla fine l'intesa è stata trovata: Pechino, tramite la Banca cinese per lo sviluppo, presterà 15 miliardi di dollari a Rosneft e 10 miliardi di dollari a Transneft a un tasso del 6 per cento annuo, le quali in cambio garantiranno per 20 anni 15 milioni di tonnellate di petrolio l'anno. Ma non è tutto. Fonti bene informate, infatti, parlano di 80 tonnellate di greggio l'anno dalla Siberia alla Cina grazie al nuovo oleodotto interamente finanziato da Pechino. Insomma, la crisi finanziaria sta portando giocoforza con sè riassetti geopolitici e tentativi di riequilibrio che nessuno poteva pensare possibili fino a pochi mesi fa. Non stupisce quindi, alla luce di questa alleanza che dimostra come la Cina nonostante tutto abbia bisogno di petrolio perchè continua a produrre, l'attacco sferrato quasi a freddo dal ministro delle Finanze Usa, Timothy Geithner, contro la politica di Pechino rispetto allo yuan (definuita senza tanti giri di parole manipolatoria) e l'editoriale pubblicato il 22 gennaio scorso dal Washington Post dall'emblematico titolo «Una nuona politica Usa per la Cina?». Il perchè è presto detto. La Cina non ha più intenzione di continuare a sostenere il debito Usa come ha fatto finora, detenendo titoli statali americani, per il semplice fatto che gli Usa sono a forte rischio insolvenza sul proprio debito a causa dei continui interventi in economia e stanno così mettendo a rischio le riserve valutarie dei paesi stranieri. Cina in testa. Siamo alla quota spaventosa di 25.400 miliardi di dollari di debito, una cifra spaventosa che l'America non sa come tamponare se non stampando nuove banconote: una ricetta folle. Di converso le aurtorità monetarie cinesi, grazie a un tasso di cambio artificiale fortemente sottovalutato (circa del 55 per cento), hanno compresso le importazioni e hanno ottenuto un surplus di esportazioni generando così un forte ammontare di riserve valutarie in dollari. Le stesse che ora la crisi rischia di bruciare: se fino ad oggi il nemico americano rappresentava l'unico mercato del debito talmente grande da poter scaricare quel surplus, ora occorre cambiare strategia e l'alleanza con la Russia su un tema come quello dell'energia la dice lunga sul riequilibrio in atto. Inoltre, Pechino sembre intenzionata a entrare prepotentemente anche nel mercato delle commodities alimentari, divenendo una sorta di big player in grado di influenzare prezzi e flussi e non più subirli o gestirli attraverso taroccamenti del tasso di cambio della moneta. La crisi è anche questa: le guerre fredde, a volte, non hanno bisogno di missili e proiettili. Bastano i dollari. 19/02/2009

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L'Europa si svegli nei summit (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Opinioni - data: 2009-02-19 num: - pag: 36 autore: di ALBERTO QUADRIO CURZIO categoria: REDAZIONALE LA CRISI E I VERTICI INTERNAZIONALI L'Europa si svegli nei summit SEGUE DALLA PRIMA Semplificando consideriamo due tipologie di «vertici»: quelli dei G20, G8-G7; quelli della Unione Europea. E vediamo quale ruolo può svolgere l'Italia nel 2009, anno in cui presiede il G8 che in luglio si riunirà in Sardegna. Partiamo dal G20, composto dai 20 Paesi economicamente più importanti del mondo, che si è riunito a Washington nel novembre 2008 sul tema dei mercati finanziari e della economia mondiale. In quella riunione il G20 è passato dal livello dei ministri finanziari e dei governatori delle banche centrali, al livello di capi di Stato e di governo. Nella dichiarazione conclusiva si legge che i leader di questi 20 Grandi sono determinati a cooperare per riattivare la crescita globale e per riformare il sistema finanziario mondiale con adempimenti da attuare entro il marzo 2009 e altri da conseguire nel medio termine da parte sia dei singoli Stati aderenti al G20 sia degli Organismi sovranazionali, quali il Fmi e la Banca Mondiale. Istituzioni varate a Bretton Woods del 1944 che vanno adesso riformate. Gli impegni sono forti e tuttavia talune evasività del documento sorprendono, pur nella consapevolezza delle difficoltà nel mettere d'accordo Stati che vogliono coniugare uno spirito di collaborazione globale agli interessi nazionali. In particolare, colpisce l'assenza di un riferimento esplicito sia agli USA, Paese che ha causato la crisi attraverso forme di indebitamento sempre più azzardate, sia alla Cina, Paese che ha contribuito ad aggravare la crisi con l'eccessivo accumulo di riserve in dollari dovuto ad una sistematica sottovalutazione del cambio che ha distorto (con altri dumping cinesi) il commercio internazionale. Qualcuno dirà che lo scopo di quel G20 era di indicare soluzioni alla crisi e non di individuare dei responsabili. Altri pensano invece che vi sia un timore reverenziale del G20 nei confronti di due grandi potenze che pur avendo dato una forte spinta alla crescita economica degli ultimi vent'anni, hanno contribuito, anche se con ben diverse responsabilità, a trascinare il mondo in una crisi che potrebbe vanificare molti dei risultati conseguiti. Il 2 aprile avrà luogo a Londra un nuovo summit del G20 al quale parteciperà anche il Presidente degli USA. Sarà un momento cruciale per valutare se Barack Obama saprà attuare quella trasformazione che tutti auspichiamo per portare una grande democrazia dall'unilateralismo liberista al multilateralismo delle regole, senza ricorrere al protezionismo. Qualcuno reputa che questo summit rifonderà il capitalismo. A noi basterebbe che rifondasse la democrazia economica basata su istituzioni, regole e mercati. Altri reputano che il G20 potrebbe diventare una specie di Governo mondiale in quanto i Paesi partecipanti rappresentano i due terzi del commercio e della popolazione mondiale e più del 90% del Pil. Ci sembra presto per prefigurare questo esito, anche perché il G20 non è rodato a livello di leader dei singoli Stati. L'esito è comunque auspicabile per uscire al più presto dalla crisi e per fissare nuove regole valutarie, finanziarie e commerciali internazionali. E veniamo all'Unione Europea che non vive una stagione felice e non solo perché il primo semestre del 2009 vede il suo Consiglio presieduto dalla Repubblica Ceca. Un piccolo Paese entrato con l'allargamento che è servito per accelerare la democratizzazione dei Paesi dell'Est europeo il cui euroscetticismo, in questi giorni unito ad una crisi accentuata, rende difficile pensare che essi possano stabilire l'Agenda politica ed economica della Ue. Per questo non crediamo che i quattro vertici (di cui due straordinari) della UE27, programmati fino a giugno e presieduti dalla Repubblica Ceca, siano in grado di rivitalizzare una Ue caratterizzata da una Commissione debole e da spinte protezionistiche di taluni Paesi. Tra cui la Francia che pure con Nicolas Sarkozy aveva dato una notevole impronta europeista durante il proprio semestre di presidenza del Consiglio Europeo del giugno- dicembre 2008. In questa situazione solo un accordo forte tra i Paesi più importanti può salvare la Ue da una deriva nazionalista. Perciò cruciale è il vertice promosso da Angela Merkel il 22 febbraio tra i capi di Stato e di Governo dei Paesi europei membri del G8 (Francia, Germania, Italia, Regno Unito) per definire una posizione comune in vista del G20 di Londra. Questa riunione del G4Europeo (GE4) segue quella tenutasi in ottobre su iniziativa di Sarkozy e deve dare l'impronta a tutte le iniziative internazionali della Ue, ivi compresa quella del G8 di luglio dove un'adeguata attenzione andrà rivolta anche alla Russia, partner importante per la Ue. L'Italia dovrebbe perciò convocare, una o più volte, il G4E in preparazione del G8 di luglio al quale l'Europa deve presentarsi compatta. Se il governo italiano saprà prendere questa iniziativa, il suo prestigio e ruolo nella Ue crescerà, essendo questa la sfera politica ed economica in cui noi possiamo davvero contare. L'altra forza europea da potenziare è Eurolandia che deve dare l'impronta a tutta la UE27. L'Euro è una formidabile realtà che però necessita, attraverso le cooperazioni rafforzate tra i Paesi della Uem, di una simmetrica politica economica e finanziaria. In queste direzioni ci pare si muova Giulio Tremonti, quale ministro dell'Economia, che nei mesi scorsi ha avanzato alcune importanti proposte per rafforzare l'unità economica europea. Significativo è stato anche il suo invito a un europeista come Carlo Azeglio Ciampi ad aprire il G7 dei ministri finanziari tenutosi a Roma nei giorni scorsi e l'esplicita consonanza sulla crisi e sui rimedi con un altro europeista quale Romano Prodi. Perché anche valorizzando personalità che molto hanno dato all'Italia e all'Europa si rafforza quella Responsabilità Costituzionale Repubblicana che il Presidente Giorgio Napolitano tutela.

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Tra Stati e banche matrimoni a tempo (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2009-02-19 - pag: 1 autore: OBIETTIVO TRASPARENZA Tra Stati e banche matrimoni a tempo di Carlo Bastasin L' effetto placebo del G-7 è durato solo qualche ora. Già gli interventi pubblici dei giorni precedenti, a cominciare da quello di Washington, non avevano convinto. A ben poco potevano servire le dichiarazioni di principio dei Sette nello scorso fine settimana. L'economia globale e i mercati finanziari sono tornati preda della sfiducia: calano le capitalizzazioni di banche e impresee aumenta il rischio di instabilità in molti Paesi. Nell'economia reale i comportamenti degli investitori e dei consumatori si stanno adeguando con velocità impressionante al senso di impotenza nell'azione dei poteri pubblici. In Giappone il Pil cala al ritmo del 12% annuo, in Cina l'import è sceso del 47%mentre in Europa si rivedono le stime del reddito mese dopo mese. Per evitare una spirale di sfiducia, deve essere fermata la perdita di credibilità degli interventi pubblici, attraverso scelte che non abbiano riguardo per le preferenze politiche dei governi, ma solo per l'efficacia. I fatti d'altrondesi stanno occupando di rendere inevitabili scelte un tempo inaudite: si fa strada l'idea di un governo comune dell'economia europea per evitare il default di alcuni Paesi mentre tra Usa ed Europa si ipotizzano target coordinati per le Banche centrali. Ma la prima per importanza delle scelte antiideologiche è nazionalizzare le banche americane. Troppe analogie con la crisi del 1929 hanno fatto scattare automatismi politici semplificati. I governi si concentrano sugli ovvi rischi del protezionismo e sui meno ovvi benefici della spesa pubblica. Ma trascurano che la crisi in corso ha una natura tutta speciale, legata a un sistema finanziario ingolfato di cattivi debiti. Non vi può essere soluzione prima di aver sciolto questo nodo. L'attesa maggiore era rivolta ai piani dell'amministrazione Obama con un duplice obiettivo: uno stimolo fiscale di 787 miliardi di dollari e un pacchetto di salvataggio del sistema finanziario americano. Proprio sul secondo cruciale obiettivo il progetto è subito apparso in difetto. Il segretario al Tesoro, Timothy Geithner, ha descritto un intervento pubblico inadeguato a ricapitalizzare le banche, disporre degli asset tossici e risolvere l'accumulo di mutui critici. Continua u pagina 2 l'articolo prosegue in altra pagina

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Protezionismo federalcinese (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-02-19 - pag: 12 autore: ... LE STRATEGIE DELLE PROVINCE Protezionismo federalcinese L a Cina non fa parte della cristianità, ma applica alla perfezione l'antico detto francese, sempre convinti che charité bien ordonnée, commence par soi-même ( la carità comincia da se stessi). Non solo va privilegiato il made in China, ma ogni provincia sponsorizza il made in Anhui piuttosto che il made in Henan o il made in Hangzhou. è un preoccupante segno dei tempi. In Europa finora non si è visto molto protezionismo, nei cui confronti il Mercato Unico rappresenta comunque, anche per le produzioni extra Ue, una forma di deterrente psicologico, se non pratico. Ma non esistono dubbi che negli Stati Uniti il sentire popolare è assai più vicino al Congresso, che ha messo nella sua legge per il rilancio dell'economia varie norme chiaramente protezioniste, che non all'Amministrazione, che si è affrettata a dichiarare fedeltà al liberoscambio. Durerà? Europa e Usa terranno fede? Gli umori, in America soprattutto, non sono buoni. Vedremo come reagirà la middle America quando Washington gli dirà che per salvare le banche occorrono altri 2.500 miliardi di dollari. Dopotutto anche in America charity begins at home.

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I trial clinici nell'era della globalizzazione (sezione: Globalizzazione)

( da "Scienze.it, Le" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Medicina Sul New England Journal of Medicine I trial clinici nell'era della globalizzazione Sono sempre più condotti su popolazioni con bisogni e caratteristiche diverse da quelle delle popolazioni destinatarie dei farmaci PAROLE CHIAVE trial Gli studi clinici sui nuovi farmaci vengono sempre più condotti nei paesi in via di sviluppo dell'Est Europa e dell'Asia e sempre meno negli Stati Uniti e in Europa occidentale: lo rivela uno studio condotto dal Duke Clinical Research Institute pubblicato sul New England Journal of Medicine, in cui si rileva che dal 1995 al 2005 il numero dei trial clinici condotti nella prima delle due aree è raddoppiato, mentre quello nei paesi sviluppati è inesorabilmente diminuito. E nel 2007 su 509 studi di fase 3 per nuovi farmaci - la fase che coinvolge il numero maggiore di partecipanti - solo 157 erano avvenuti negli Stati Uniti. "Ci sono forze potenti che spingono per eseguire studi clincici oltremare, fra cui i costi minori e l'accesso a popolazioni più vaste", dice Seth Glickman, che con Kevin Schulman, ha diretto lo studio. "Il costo per partecipante a un trial clinico in India è per esempio un decimo di quello negli stati Uniti." Tuttavia gli autori pongono dubbi sul fatto che quelle ricerche corrispondano ai veri bisogni delle popolazioni studiate. "E' piuttosto chiaro che le compagnie testano i farmaci in paesi in cui non saranno venduti. E' questa una preoccupazione etica", ha spiegato Glickman facendo rifermento agli studi sulla rinite allergica, la fibromialgia o l'ipertrofia prostatica in paesi dove imperversano malaria e tubercolosi. Ma genetica ed ecologia sociale possono avere anche riflessi sugli esiti dei trial: le economie sviluppate determinano pazienti con un certo insieme di caratteristiche che possono essere ben diverse da quelle dei partecipanti allo studio. "E' ragionevole pensare che lo stesso farmaco in popolazioni differenti dia risultati piuttosto diversi in popolazioni differenti. Anche i polimorfismi genetici presenti certe popolazioni possono influenzare certo farmaci, rendendo inappropriata l'applicazione dei risultati da studi in queste popolazioni a pazienti che non ne condividano le caratteristiche. Per questo gli autori invocano da parte dell'OMS l'istituzione di una commissione internazionale composta da rappresentanti dell'industria, dell'università, delle istituzioni sanitarie, dei rappresentanti dei malati e degli uffici brevetti che "protegga i partecipanti ai trial e assicuri che gli sponsorizzatori seguano standard etici elevati." (gg) *** Sei già iscritto alla nostra newsletter? Puoi richiedere sul tuo computer il nostro "notiziario a domicilio", il servizio gratuito di informazione e aggiornamento scientifico personalizzato, semplicemente iscrivendoti a questo link (19 febbraio 2009) AGGIUNGI UN COMMENTO

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La crisi del matrimonio tra Cina e Stati Uniti (sezione: Globalizzazione)

( da "Borsa(La Repubblica.it)" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

La crisi del matrimonio tra Cina e Stati Uniti PECHINO - "Vi odiamo ma non possiamo fare a meno di voi". Alla vigilia dell'arrivo di Hillary Clinton a Pechino, uno dei massimi dirigenti della politica monetaria cinese sbotta in uno sfogo poco diplomatico che riassume perfettamente lo stato d'animo verso l'America. La Cina si sente invischiata in "Chimerica". Quella simbiosi con gli Stati Uniti che è stata la ricetta magica dello sviluppo oggi si trasforma in una trappola. L'abbraccio con l'America, per i suoi effetti economici può trascinare a picco anche la Repubblica Popolare. A fare quello sfogo insolitamente esplicito è Luo Ping, alto funzionario della Banca centrale, durante l'incontro con un gruppo di banchieri americani. Luo Ping dice ad alta voce quello che molti qui pensano: "Vi preparate a inondare i mercati finanziari con nuove emissioni di titoli del debito pubblico, nel 2009 stamperete Buoni del Tesoro per un valore tra i 1.000 e i 2.000 miliardi di dollari aggiuntivi. Noi sappiamo ciò che significa: il dollaro prima o poi è destinato a perdere valore. E con il dollaro si deprezzano gran parte dei nostri investimenti. Vi odiamo perché non possiamo fare altro che comprare i vostri Treasury Bonds". L'arrivo di Hillary Clinton sarà l'occasione per celebrare la cruciale partnership fra le due superpotenze mondiali. Ma dietro il linguaggio felpato della diplomazia, e le inevitabili promesse di cooperazione, i motivi di tensione tra le due sponde del Pacifico stanno aumentando. Alla rivalità strategico-militare, alle "ansie da declino" che vive l'America, alle tentazioni protezioniste affiorate nel Buy American, si aggiunge un crescente risentimento dei cinesi. I vertici di Pechino si sentono ingannati dal loro partner più importante, spiazzati per avere creduto nel modello economico americano fino a diventarne una colonna portante. Con 338 miliardi di esportazioni made in China acquistate dagli Stati Uniti nel 2008, il consumismo americano è stato il traino dello sviluppo economico: ha innalzato i livelli di benessere e ha mantenuto la stabilità sociale in Cina. In cambio dell'apertura del mercato Usa, Pechino ha generosamente sovvenzionato il vizio dell'America di vivere al di sopra dei suoi mezzi. L'attivo commerciale cinese - 266 miliardi l'anno scorso - è stato reinvestito in dollari. In Bot americani, perlopiù. Così la fabbrica del pianeta faceva credito al suo cliente più importante. Ma ora non basta quel riciclaggio di capitali cinesi per tenere a galla i consumi americani. U. S. News & World Report lancia una provocazione: "Forse finiremo per chiedere alla Cina che spedisca direttamente alle nostre famiglie degli stimulus checks, gli assegni da spendere al supermercato come quelli di Obama". Chi si aspettava che la globalizzazione targata Chimerica entrasse in crisi per colpa dei cinesi, ha avuto una sorpresa. E' l'implosione del sistema finanziario Usa a mettere nei guai i due partner. Tian Guo Li, chief executive del gruppo Cinda e uno dei più importanti banchieri cinesi, esprime la delusione di un'intera nomenklatura occidentalizzata: "Chi avrebbe mai detto che quelle banche di Wall Street che noi ammiravamo e consideravamo dei modelli da emulare, come Citigroup, sarebbero finite così male?" E' una magra consolazione per l'orgoglio nazionale osservare che oggi sono le cinesi Icbc e China Constructions Bank i due maggiori istituti di credito del mondo per la capitalizzazione in Borsa. Brucia il fatto che il "maestro" ha tradito la fiducia dell'allievo. Per trent'anni le politiche economiche di Pechino hanno inseguito il paradigma neoliberista di Washington. Ora nel tracollo di quel modello la Repubblica Popolare si scopre vulnerabile. E lo dice forte e chiaro. Tian Guo Li, che attraverso Cinda Asset Management ha investito capitali di Stato cinesi a Wall Street, è allarmato per la lentezza della terapia Obama: "Bisogna agire più in fretta. I titoli tossici nei bilanci delle banche sono come il marcio in una mela: va tolto presto, prima che faccia marcire anche il resto. Guai se Washington tergiversa come fece il Giappone nella sua lunga depressione degli anni Novanta". La tensione che si respira ai piani alti della nomenklatura cinese è proporzionale alle ricchezze che Pechino ha affidato al suo grande debitore d'oltreoceano. Non ne fa mistero Fang Shangpu, direttore dell'Ufficio Cambi: "L'America deve proteggere gli interessi degli investitori stranieri. La sua moneta è il più grosso investimento estero della Cina". Con 2.000 miliardi di dollari di riserve valutarie ufficiali, la banca centrale di Pechino è la più ricca del pianeta. Ma quel tesoro di guerra è di fatto sterilizzato. La sua destinazione è obbligatoria: Treasury Bonds americani, ancora e sempre. Nel 2008 la Cina ne ha sottoscritti altri 700 miliardi. Ogni asta di Bot americani fallirebbe, se non si presentassero i banchieri centrali cinesi a fare la parte del creditore magnanimo. E questo nonostante le perdite già subìte sul tasso di cambio: da quando il renminbi (la moneta cinese, ndr) ha abbandonato la parità fissa col dollaro (nel luglio 2005) si è rivalutato del 21%, assottigliando di altrettanto il valore degli investimenti cinesi in dollari. Intanto lo schianto della locomotiva americana ha un costo sociale gravissimo. Già nel terzo trimestre del 2008, per effetto della caduta delle esportazioni, la crescita cinese si è dimezzata brutalmente: 6,8% di aumento del Pil contro il 13% del 2007. In seguito ai licenziamenti di massa nell'industria tessile, del giocattolo, dell'elettronica, i disoccupati ricacciati nelle campagne sono ufficialmente a quota 27 milioni. Più un milione e mezzo di giovani laureati senza lavoro, un esercito di scontenti politicamente ancora più esplosivo. Ora che Pechino ha bisogno di mobilitare tutte le risorse disponibili per rilanciare la sua crescita interna, è frustrante ricordarsi di quei 2.000 miliardi dollari "congelati" per finanziare l'America. La goccia che fa traboccare il vaso è il revival di protezionismo a Washington. Prima il segretario al Tesoro Tim Geithner che accusa Pechino di "manipolare" la sua valuta. Poi la clausola Buy American nella manovra di 787 miliardi di spesa pubblica varata dal Congresso, il cui bersaglio numero uno è proprio l'acciaio cinese. E' furioso Xi Jinping, vicepresidente della Repubblica e delfino designato per la successione alla leadership suprema. Anche lui abbandona per un attimo la diplomazia. "Certi occidentali - dice Xi - anche in questa crisi non trovano niente di meglio da fare che prendersela con noi. Vorrei ricordare loro alcuni dei nostri meriti. Primo, la Cina non esporta rivoluzioni o ideologie ostili. Secondo, non esportiamo povertà né fame. Terzo, non esportiamo conflitti armati". L'insofferenza che trapela da queste parole non segna ancora la fine di Chimerica. Con la Clinton i leader del regime faranno le prove generali di un dialogo costruttivo, convinti come sono che a nessuno giovi aggravare la recessione globale. Ma visto il disamore dell'America profonda verso di loro, i dirigenti della Repubblica Popolare stanno studiando un piano B. Tra le mosse più ardite c'è l'uso delle imponenti riserve valutarie per scopi nuovi: finanziare l'acquisto di giacimenti di materie prime all'estero, dall'Australia all'Africa all'America latina. Sarebbe una riconversione densa di conseguenze, un colpo alla stabilità del dollaro, un ammanco di finanziamenti preoccupante per il Tesoro di Washington. Quella soglia fatale non è stata ancora varcata. "Vi odiamo ma non possiamo fare a meno di voi", resta il sentimento-chiave di questa fase. Ma anche la pazienza confuciana ha un limite. 19/02/2009 - 08:00

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Cina-Usa/ Attesa per Clinton tra nuove sfide e vecchi timori (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pechino, 19 feb. (Apcom) - La tappa finale in Cina del primo viaggio asiatico del nuovo Segretario di Stato americano Hillary Clinton, dopo Giappone, Indonesia e Corea del Sud, sarà anche la più importante per le relazioni bilaterali della presidenza Obama alla luce della congiuntura internazionale corrente. L'agenda delle relazioni bilaterali spazierà dagli ambiti tradizionali alle priorità della nuova amministrazione americana, dalle questioni diplomatiche più tecniche (come la nomina di un nuovo ambasciatore USA a Pechino) ai diritti umani, argomento personalmente a cuore alla Clinton. Gli Stati Uniti intendono premere per una maggiore partecipazione della Cina ai temi globali, primo fra tutti quello ambientale. "Cercheremo maniere per collaborare su questioni che vanno al di là del semplice interesse reciproco, per rivolgerci a problemi veramente globali" ha detto Hillary Clinton alla vigilia della partenza per la missione in Asia. Pechino e Washington sono i principali responsabili delle emissioni di anidride carbonica e i più restii all'osservanza dei trattati internazionali in materia. Ma la collaborazione, che vuol dire anche e soprattutto cooperazione scientifica, può essere vantaggiosa ad ambo le parti: per la Cina significherebbe nuova immissione di conoscenze scientifiche, per gli USA sarebbe una spinta all'esportazione di prodotti con alto valore aggiunto, in una fase in cui le due economie soffrono particolarmente. Proprio l'economia e il superamento della crisi internazionale sono l'altro tema maggiore che gli Usa intendono mettere subito in chiaro. Per i due paesi che da soli producono la metà del Pil del mondo intero, secondo un modello estremamente interconnesso, le discussioni sull'argomento non saranno indolore. Appena qualche giorno fa il Segretario al Tesoro Tim Geithner ha avviato il suo mandato con una critica alla Cina e alla manipolazione dello yuan da parte di Pechino. Dal canto suo il dragone ha risposto con l'accusa di protezionismo a Washington, gettando subito le relazioni nel gelo. Un gelo dal quale Hillary Clinton trarrà difficilmente l'ardore di puntare il dito contro la situazione dei diritti umani nel paese. Con le questioni commerciali delicate sulla bilancia, la possibilità di una cooperazione ambientale e militare, anche con la partecipazione dell'esercito cinese alle forze di pace internazionali, sembrano lontani oggi i tempi come il 1995. All'epoca, l'allora first lady Clinton, pronunciò un discorso alla Conferenza Mondiale delle Donne in corso a Pechino, che la Cina ricorda ancora oggi, nel timore che un attacco alla repressione dei dissidenti, agli arresti arbitrari e alla limitazione della libertà di espressione possa segnare anche questa prima visita della Clinton in veste di capo della diplomazia americana. Oggi da molti viene la richiesta ad Hillary per un intervento presso il governo cinese a favore di Liu Xiaobo, l'ideatore della Carta 08 in prigione da dicembre, ma resta da vedere che peso avranno i diritti umani nell'agenda dei prossimi giorni. La Cina, invece, "spera di poter avere discussioni approfondite sulle relazioni sino-americane, sulla crisi finanziaria internazionale e altri argomenti di interesse comune" ha detto la portavoce del Ministero degli Esteri Jiang Yu in conferenza stampa. Wu Xinbo, professore di relazioni internazionali all'Università Fudan di Shanghai, scrive sul quotidiano di politica estera Global Times che "se negli ultimi 30 anni le relazioni fra Cina e Usa sono servite a mantenere la stabilità internazionale, per i prossimi 30 devono farsi carico di innovare la diplomazia globale". Hillary Cinton arriverà a Pechino nella serata di venerdì e incontrerà il presidente Hu Jintao, il Primo Ministro Wen Jiabao, e il Ministro degli Esteri Yang Jiechi. Prima di ripartire per Washington domenica visiterà anche una centrale termica sino-americana nei dintorni di Pechino.

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Facebook fa un passo in dietro: non più diritti a vita sugli iscritti (sezione: Globalizzazione)

( da "PC World online" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

19-02-2009 Facebook fa un passo in dietro: non più diritti a vita sugli iscritti Lo ha comunicato Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook. I diritti sui contenuti degli iscritti decadono non appena questi disattivano il proprio profilo. Ma... Dino del Vescovo Google vince il processo in USA contro le "invasioni" di Street View Facebook fa un passo in dietro: non più diritti a vita sugli iscritti Ritirata la querela a Google per il video con sevizie a un disabile A rischio l'innocenza dei provider: Facebook e Google contro l'emendamento D'Alia Non basta la patch: attacco a Explorer dalla Cina Facebook è uno dei "paesi" più popolati al mondo. Ma la privacy? PirateBay, accusa dimezzata Il processo a PirateBay, ovvero l'ipocrisia Sanyo amplia la produzione di celle fotovoltaiche Nessuna censura per Facebook e simili. Precisazioni di D'Alia Legge D'Alia: Facebook non ci sta I quattro di Pirate Bay sotto processo in Svezia Download di video da YouTube. Alcuni saranno in vendita VoIP per tutto e per tutti Facebook paga 65 milioni nella causa con ConnectU A Facebook nessuno vuole rinunciare. Malgrado i problemi legati alla privacy, alla impossibilità di cancellare le tracce della propria permanenza, breve o lunga che sia stata, anche dopo aver disattivato il proprio account, nonostante Mark Zuckerberg avesse di recente modificato, a svantaggio dei neo-iscritti, le condizioni di accesso al sito e di gestione dei loro contenuti, l'idea di rivolgere la propria attenzione altrove, sembra non sfiorare nemmeno i cittadini di Internet. Con le giuste condizioni, limitando al massimo i rischi, ma... Facebook sia! A scatenare le polemiche, a livello pressoché globale, non soltanto dei netizen privati, ma anche di importanti associazioni di categoria che si preoccupano di tutelare i diritti dei cittadini, erano state le recenti modifiche apportate dal fondatore del social network, Mark Zuckerberg, al codice di iscrizione al sito: in termini semplici, il servizio si arrogava il diritto di entrare, vita natural durante, in possesso dei contenuti lasciati dagli iscritti, anche dopo la loro eventuale cancellazione. Una decisione che ha fatto storcere il naso a chi, nei limiti di ciò che resta, vorrebbe dare un minimo valore alla propria vita, alle proprie abitudini, ai propri pensieri, continuando a ritenerli aspetti strettamente personali. Il team di Facebook torna quindi sui suoi passi e rivede quanto aveva modificato di ricente. Le condizioni d'uso attuali, quelle vigenti al momento in cui pubblichiamo l'articolo, non prevedono più che Facebook continui a esercitare i propri diritti sui contenuti lasciati dagli utenti, anche dopo la loro volontaria disattivazione. Così, vale ancora la regola secondo cui "si possono rimuovere i propri contenuti dal sito in ogni momento. La licenza assicurata a Facebook decade quindi automaticamente. E in ogni caso si riconosce all'azienda la possibilità di conservare delle copie archiviate dei propri contenuti". La conservazione delle copie, da Zuckerberg definite copie tecniche, è necessaria poichè, come spiegato nell'articolo "Facebook è uno dei "paesi" più popolati al mondo. Ma la privacy?", non è possibile agire arbitrariamente sul profilo degli altri utenti con i quali si sono scambiati messaggi e contenuti multimediali. In pratica, chiunque interagisca con altri iscritti diffonde sé stesso fra le trame del social network, lasciando tracce indelebili che, probabilmente, scomparirebbero solo dopo l'avvenuta cancellazione di tutti i profili con cui si è interagito durante la propria permanenza in Facebook. Zuckerberg, convinto che il lunguaggio espresso nelle condizioni d'uso e di accesso, sia troppo formale e quindi incomprensibile ai più, invita gli utenti stessi a contribuire a snellirlo, fino a ottenere regole di accesso chiare e inequivocabili. E' nato a tal proposito un Gruppo dentro il quale i "Facebookiani" faranno confluire i loro suggerimenti e i loro spunti, necessari a stilare un Facebook Bill of Righs and Responsabilities, ovvero un "Documento di Facebook sui diritti e le responsabilità degli iscritti". Ricordiamo tuttavia che entrare in Facebook è una libera scelta e che per non incappare nella infinita serie di problematiche legate alle attività del social network, basta decidere di non farlo. La questione si risolve in questo modo, ancor prima di porsi. Commenti Per commentare devi essere registrato nel forum. Per registrarti clicca qui Risposta Rapida Messaggio: Segui qui la discussione sul forum Google vince il processo in USA contro le "invasioni" di Street View X120, il nuovo netbook targato LG MWC: Asus e Garmin presentano i nuovi nÜvifone Facebook fa un passo in dietro: non più diritti a vita sugli iscritti Ritirata la querela a Google per il video con sevizie a un disabile A rischio l'innocenza dei provider: Facebook e Google contro l'emendamento D'Alia La prova in anteprima di HTC Touch Pro2 Ultimatum alla terra: Blu-ray e DVD, ma questa volta insieme MWC 09: Ecco come sarà Windows Mobile 6.5 Intel propone agli OEM un bundle Core i7 + SSD MWC 09: Nokia e Skype insieme per il VOIP in mobilità MWC 09: Opera sigla accordi con Yahoo e Vodafone per la distribuzione di Opera Mini MWC 09: Mozilla rilascia Fennec ma... non funziona Non basta la patch: attacco a Explorer dalla Cina Facebook è uno dei "paesi" più popolati al mondo. Ma la privacy? SmileTech - La vera innovazione Attenti al portatile - Benvenuto Windows 7 (3 commenti) Non in linea - Facebook, YouTube e l'inevitabile innocenza dei provider OnOff - Windows Mobile 6.1: guardare, ma non toccare! Pane al pane - Al fotografo quando e cosa... fotografare

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Google vince il processo in USA contro le "invasioni" di Street View (sezione: Globalizzazione)

( da "PC World online" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

19-02-2009 Google vince il processo in USA contro le "invasioni" di Street View Giudice della Pennsylvania chiude la causa mossa da una coppia a causa delle foto della loro casa su Street View Attilio varanini Google vince il processo in USA contro le "invasioni" di Street View Facebook fa un passo in dietro: non più diritti a vita sugli iscritti Ritirata la querela a Google per il video con sevizie a un disabile A rischio l'innocenza dei provider: Facebook e Google contro l'emendamento D'Alia Non basta la patch: attacco a Explorer dalla Cina Facebook è uno dei "paesi" più popolati al mondo. Ma la privacy? PirateBay, accusa dimezzata Il processo a PirateBay, ovvero l'ipocrisia Sanyo amplia la produzione di celle fotovoltaiche Nessuna censura per Facebook e simili. Precisazioni di D'Alia Legge D'Alia: Facebook non ci sta I quattro di Pirate Bay sotto processo in Svezia Download di video da YouTube. Alcuni saranno in vendita VoIP per tutto e per tutti Facebook paga 65 milioni nella causa con ConnectU Si è chiusa con un nulla di fatto la causa intentata contro Google da una coppia di anziani residenti a Pittsburg, in Pennsylavania, Stati Uniti, a causa delle foto mostrate da Street View di una parte della loro casa. Il caso era scoppiato l'8 aprile del 2008. I coniugi Boring avevano scelto una casa isolata perché, entrambi sofferenti di ansia, volevano allontanarsi un po? dal mondo. Il mondo, tuttavia, è arrivato lo stesso, grazie al servizio Street View di Google, che fotografa le vie delle città e le espone on-line. La coppia aveva chiesto un indennizzo di 25.000 dollari per aver provocato loro “una grave sofferenza mentale”, e la rimozione della foto che li riguardava dal servizio di mappe di Google. La strada in cui si trova la via, secondo i coniugi, è una ?strada privata?, con tanto di cartello che lo segnala. Una strada, dunque, che avrebbe dovuto essere off limit per i fotografi di Google. Martedì, il giudiuce Amy Reynolds Hay, della corte ditrettuale occidentale della Pennsylvania, ha accolto la richiesta dei legali di Google di chiudere il caso. La portavoce di Google ha fatto dichiarazioni distensive, ricordando che "Google rispetta la privacy degli individui, offuscando volti riconoscibili e targhe", inoltre, ha aggiunto la portavoce, "esiste un semplice strumento che consente agli utenti di decidere loro stessi se fare o no apparire un'immagine in Street View. Sfortunatamente le parti coinvolte hanno deciso di entrare in causa anziché usare questo strumento". Commenti Per commentare devi essere registrato nel forum. Per registrarti clicca qui Risposta Rapida Messaggio: Segui qui la discussione sul forum Google vince il processo in USA contro le "invasioni" di Street View X120, il nuovo netbook targato LG MWC: Asus e Garmin presentano i nuovi nÜvifone Facebook fa un passo in dietro: non più diritti a vita sugli iscritti Ritirata la querela a Google per il video con sevizie a un disabile A rischio l'innocenza dei provider: Facebook e Google contro l'emendamento D'Alia La prova in anteprima di HTC Touch Pro2 Ultimatum alla terra: Blu-ray e DVD, ma questa volta insieme MWC 09: Ecco come sarà Windows Mobile 6.5 Intel propone agli OEM un bundle Core i7 + SSD MWC 09: Nokia e Skype insieme per il VOIP in mobilità MWC 09: Opera sigla accordi con Yahoo e Vodafone per la distribuzione di Opera Mini MWC 09: Mozilla rilascia Fennec ma... non funziona Non basta la patch: attacco a Explorer dalla Cina Facebook è uno dei "paesi" più popolati al mondo. Ma la privacy? SmileTech - La vera innovazione Attenti al portatile - Benvenuto Windows 7 (3 commenti) Non in linea - Facebook, YouTube e l'inevitabile innocenza dei provider OnOff - Windows Mobile 6.1: guardare, ma non toccare! Pane al pane - Al fotografo quando e cosa... fotografare

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<IL MONDO globalizzato e interdipendente (market-states') corre rischi superiori a q... (sezione: Globalizzazione)

( da "Nazione, La (Umbria)" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

PRIMO PIANO pag. 5 «IL MONDO globalizzato e interdipendente (market-states') corre rischi superiori a q... «IL MONDO globalizzato e interdipendente (market-states') corre rischi superiori a quelli immaginati o solamente percepiti; e spetta proprio alla comunità dell'Intelligence o meglio, alla nuova Intelligence (nella totalità degli attori' statali), far sì che si possa lavorare su questo fronte senza frontiere». A descrivere così il mondo in cui viviamo dopo il 1989 a Berlino e il 2001 a New York sono gli analisti dell'A.i.s.i., l'Agenzia italiana per le informazioni e la sicurezza che ha preso il posto del Sisde, il Servizio segreto dipendente dal ministero dell'Interno.

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<Anche Teheran al tavolo regionale> (sezione: Globalizzazione)

( da "Avvenire" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

MONDO 19-02-2009 «Anche Teheran al tavolo regionale» DI LUCA GERONICO M issione a sorpresa a Herat e Kabul del ministro degli Esteri Franco Frattini, che ha lanciato una "seconda fase" diplomatica per la stabilizzazione in Afghanistan di respiro regionale lanciando pure un possibile ruolo anche l'Iran. La condizione ha precisa il titolare della Farnesina è che Teheran si comporti come «un interlocutore positivo», combattendo il traffico di droga, il contrabbando di armi ed isolando gli estremisti. Frattini, dopo aver visitato il nostro contingente a Camp Arena, la base militare di Herat, nel pomeriggio ha incassato il consenso del presidente afghano Hamid Karzai. Se presto avrà il via libera degli alleati, Usa in primis, l'Italia potrebbe invitare l'Iran alla Conferenza sulla stabilizzazione di Afghanistan e Pakistan, che si terrà a margine della riunione dei ministri degli Esteri del G8 a Trieste dal 25 al 27 giugno. A quella Conferenza diplomatica, convocata proprio nello spirito di un approccio regionale da affiancare a quello militare, l'Italia ha già deciso di invitare, oltre ai due Paesi interessati, anche India, Cina, Egitto, Arabia Saudita, E- mirati arabi uniti, Australia, Turchia e Repubbliche centroasiatiche. Ieri Frattini ha pure confermato la disponibilità dell'I- talia a inviare altri 200- 250 soldati (che dovrebbero aggiungersi ai 2.300 già dispiegati sul terreno che entro giugno dovrebbero diventare 2.800) per rafforzare la sicurezza nel Paese in occasione delle elezioni presidenziali del prossimo 20 agosto. Questi dovrebbero aggiungersi ai 500 che entro giugno rafforzeranno i 2.300 già sul terreno portando così il contingente stabile a 2.800 unità. Una richiesta in tal senso dovrebbe arrivare oggi nel corso della riunione informale dei ministri della Difesa della Nato, in programma oggi e domani a Cracovia, a cui parteciperà pure il segretario alla Difesa Usa, Robert Gates. Dopo aver espresso ai militari italiano la «gratitudine personale» e quella di «tutte le forze politiche» per il lavoro svolto dal contingente italiano, il ministro degli Esteri ha confermato che «il governo è fortemente intenzionato a consolidare ulteriormente e a rafforzare la presenza in Afghanistan». «Il ministro della Difesa La Russa, non lo esclude, io personalmente lo auspico », ha aggiunto L'obiettivo è che l'Italia «continui ad essere attore protagonista» nel processo di stabilizzazione e ricostruzione del Paese. «È un dovere morale verso la comunità internazionale e verso il popolo afghano», ha sottolineato il responsabile della Farnesina. A Kabul il capo della Farnesina apre a un coinvolgimento dell'Iran purché sia un «interlocutore positivo»

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Scajola: crisi, basta con i corvi (sezione: Globalizzazione)

( da "Avvenire" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

ECONOMIA 19-02-2009 PREVISIONI E RICETTE In assenza di credito, con la proposta sul Tfr le aziende avrebbero a disposizione più liquidità Scajola: crisi, basta con i corvi Governo contro i pessimisti. Marcegaglia: il Tfr resti in azienda DA ROMA NICOLA PINI L a valutazione della crisi e delle misure per contrastarla provoca scintille tra il governo e la Confindustria. Ne è testimonianza l'affondo lanciato ieri dal ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola che se l'è presa con i «corvi» che diffondono scenari pessimistici, citando espressamente l'organizzazione degli industriali. Nessuna replica dalla presidente Emma Marcegaglia che non nasconde di considerare insufficienti le misure messe in campo dall'esecutivo e ha preso il centro della scena lanciando la proposta di lasciare alle imprese i flussi del Tfr dei lavoratori che sono versati all'Inps: un modo, ha detto, per sostenere la liquidità delle aziende mentre il credito langue. L'idea piace a Confcooperative («premierebbe le imprese ad alta intensità di lavoro»), ottiene mezzo sì dalla Cgil e lascia «perplesso» l'ex ministro Cesare Damiano (Pd). Intanto Silvio Berlusconi difende l'operato del governo ma sottolinea l'inefficacia del G8 (riunito sabato scorso a Roma) nel dare risposte concrete alle recessione globale. «Le posizioni dei più importanti Paesi sono identiche e tutti dicono che dobbiamo agire in modo coordinato ha detto il premier . Ma poi, quando si tratta di decidere siamo ancora lontani dal trovare cosa fare veramente e avere soluzioni soddisfacenti». Tornando al Tfr, Marcegaglia ha proposto che «per un anno i flussi di Tfr non vadano all'Inps, ma restino all'interno delle imprese ». Oppure si utilizzino per «creare un fondo di garanzia che aiuti il sistema del credito alle piccole e medie imprese». Il riferimento è stato specificato è ai flussi del trattamento di fine rapporto che, dopo la riforma del 2007, nelle imprese sopra i 50 dipendenti vengono dirottati all'Inps se il lavoratore non ha scelto un fondo pensione. Secondo il leader di Confindustria «il tema è fondamentale e servono decisioni perché se non c'è credito si blocca il sistema delle imprese». E ha rimarcato che «è assolutamente necessario, come accade in tutti i Paesi europei, in Usa e Cina, che il governo italiano sostenga l'economia» dato che «molte imprese non riescono ad andare avanti». Nei giorni scorsi anche il presidente Fiat ed ex capo di Confindustria Luca di Montezemolo era intervenuto sulla crisi tracciando previsioni preoccupanti e chiedendo al governo di convocare una sessione straordinaria con le parti sociali. L'appello, arrivato all'indomani del varo del pacchetto «salvaauto » non dev'essere piaciuto negli ambienti governativi. E stessa reazione ha provocato la diffusione da parte del Centro studi di Confindustria dell'ultimo bollettino previsionale, con il Pil stimato sempre più in calo (- 2,5% nel 2009). Scajola ieri è stato esplicito: «Finiamola con questi corvi ha accusato ogni volta che escono valutazioni di organismi internazionali come Ocse o Fmi, subito dopo vedo posizioni più dure di Confindustria, ogni volta c'è un carico» più pesante. Secondo il ministro «sarebbe meglio vedere il bicchiere mezzo pieno» perché si devono «trasformare le difficili sfide della congiuntura in opportunità». Scajola concorda sulla necessità di aiutare le Pmi tanto che ieri ha annunciato un tavolo specifico «finalizzato a vedere quanto è possibile fare» per il «tessuto portante» dell'economia italiana. Intanto giovedì 26 al ministero dello Sviluppo si riunirà il tavolo tecnico sul tessile, settore particolarmente esposto alla crisi. Il ministro critica le previsioni di Confindustria Che propone un anno di blocco delle liquidazioni Il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia (Ansa)

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Clima/ Cina: pronti a cooperare con Usa su ambiente (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Roma, 19 feb. (Apcom) - In coincidenza con la visita in Cina del segretario di stato americano Hilllary Clinton, Pechino si dice pronta a cooperare con gli Usa sui temi dell'ambiente e della lotta al cambiamento climatico. Il portavoce del ministero degli esteri Jiang Yu afferma: "rafforzare la cooperazione sul tema del cambiamento climatico è nell'interesse di entrambi i paese e rafforzerà il contributo dei nostri due paesi alla cooperazione internazionale. Vorremmo lavorare con gli Usa per realizzare progressi concreti su tale tema". I due paesi sono i principali stati produttori di gas da effetto serra, gli agenti considerati maggiormente responsabili dei vari fenomeni di cambiamento climatico in atto. A sottolineare nei fatti la centralità della questione climatica, anche la composizione della delegazione Usa attesa in Cina. Nella sua visita a Pechino Hillary Clinton sarà infatti accompagnata dal suo inviato speciale sui temi dell'ambiente e del cambiamento climatico Todd Stern. Anche Greenpeace Cina, con un comunicato, ha invitato Washington e Pechino ad agire su questo fronte. "una leadership forte e concordata di Usa e Cina - dice la nota - è essenziale per ottenere un accordo al vertice di Cpenaghen" sul clima previsto per dicembre prossimo. "Invitiamo Cina e Usa a esplorare i termini di una collaborazione più profonda tra le loro industrie specializzate in energie rinocabili al fine di creare un nuovo modello di sviluppo e favorire la nascista di milioni di posti di lavoro 'verdi' senza sacrificare la salute e l'ambiente".

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19/02/2009 12:47 Sondaggio Merrill Lynch dei gestori di fondi riscontra previsioni più positive sulla crescita stimolate dall'ottimismo nei confronti dell'economia cinese (sezione: Globalizzazione)

( da "ITnews.it" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

NEW YORK e LONDRA, February 19 /PRNewswire/ -- - Le aspettative sono al punto più alto dall'inizio della stretta sul credito Un rinnovato ottimismo circa le prospettive di crescita in Cina è alla base di un marcato miglioramento del sentimento globale nei confronti dell'economia, secondo il sondaggio Merrill Lynch dei gestori di fondi per il mese di febbraio. (Logo: http://www.newscom.com/cgi-bin/prnh/20090218/CLW006LOGO ) Tra gli investitori si è riscontrato il massimo ottimismo dall'affermarsi nel luglio 2007 della stretta sul credito. In particolare, il numero di coloro che prevedono un peggioramento dell'economia nei 12 mesi a venire è sceso fino a un netto -6 per cento. La cifra va raffrontata a un -24 per cento lo scorso gennaio. La maggioranza riconosce, tuttavia, che l'economia mondiale sta attraversando una recessione. I timori di un rallentamento prolungato in Cina sembrano dissiparsi. Il numero di investitori che prevede una crescita inferiore in Cina nei prossimi 12 mesi è sceso in maniera sensibile, fino a un 21 per cento netto in febbraio contro il 70 per cento netto del mese di gennaio. Analogamente, il notevole pessimismo circa le prospettive sugli utili delle aziende dà segni di diminuzione. Un 43 per cento netto dei rispondenti si attende un calo dei profitti nell'anno a venire, cifra di molto inferiore rispetto al 63 per cento che aveva manifestato questa opinione in dicembre. Il 49 per cento netto degli intervistati prevede un calo dell'inflazione nei prossimi 12 mesi, contro il 64 per cento di gennaio e l'82 per cento di dicembre. "Le attese dei gestori di fondi in tema di crescita dell'economia cinese sono aumentate notevolmente fino a toccare i più alti livelli dal 2007, e le tenui speranze del cosiddetto 'disaccoppiamento' dalle sorti dell'economia statunitense risiedono ormai esclusivamente nella Cina," ha affermato Michael Hartnett, direttore delle strategie per i titoli dei mercati emergenti di Banc of America Securities-Merrill Lynch Research. Le materie prime tornano in auge di pari passo con lo spostamento dei capitali investiti sui ciclici Le materie prime hanno segnato la maggior crescita nell'ottica dei cambiamenti nell'allocazione degli investimenti negli ultimi due mesi. L'esposizione degli investitori in materie prime è oggi sottopeso per il 15 per cento netto, rispetto al 32 per cento netto del mese di dicembre. L'esposizione in titoli si è ridotta mentre quella in azioni è scesa fino a un 34 per cento sottopeso netto - la stessa posizione del mese di dicembre. Gli investitori hanno inoltre ridotto le proprie allocazioni in settori difensivi tradizionali passando invece ai ciclici. Le esposizioni sono scese per quanto riguarda telecomunicazioni, assicurativi, prodotti di comodo e imprese di pubblica utilità. Al tempo stesso gli investitori hanno incrementato la propria esposizione in titoli tecnologici, energetici, dei materiali, industriali e voluttuari. "Un maggiore appetito per il rischio, l'aumento dell'ottimismo nei confronti delle materie prime e solide motivazioni legate alle valutazioni potrebbero incoraggiare un ulteriore investimento nei settori energetico e dei materiali. Pensiamo che ciò possa manifestarsi in particolare nelle attività denominate in sterline," ha affermato Gary Baker, direttore delle strategie di capitali per l'EMOA di Banc of America Securities-Merrill Lynch. Gli Stati Uniti vengono guardati con favore mentre calano le allocazioni in Giappone L'appetito per i titoli statunitensi si è risvegliato in febbraio, forse in seguito alle cattive prestazioni del mese di gennaio. L'esposizione sovrappeso in titoli statunitensi è salita al 15 per cento questo mese, segnando una crescita rispetto al 7 per cento di un mese fa. Gli Stati Uniti godono del fatto di avere le migliori prospettive in termini di profitti, e il 31 per cento dei rispondenti intende adottare un'esposizione sovrappeso in titoli statunitensi nei prossimi 12 mesi. Al tempo stesso le allocazioni in Giappone sono scese in maniera sensibile, portando gli investitori complessivamente a un'esposizione sottopeso del 26 per cento, rispetto al 15 per cento del mese di gennaio. Tradizionalmente, i titoli giapponesi beneficerebbero di un ampio ritorno all'ottimismo. Secondo il sondaggio tuttavia il Giappone soffre di una valuta pesantemente sopravvalutata. Per la prima volta, i rispondenti hanno giudicato lo yen più sopravvalutato dell'euro. Il pessimismo per quanto concerne l'euro si è ampiamente moderato, mentre le prospettive macroeconomiche della regione si sono rivelate leggermente più favorevoli. "Le attese circa la crescita nella zona dell'euro sono salite in febbraio fino a toccare il livello più alto degli ultimi 12 mesi," ha spiegato Baker. "Ma a differenza del quadro globale, il numero di gestori di portafoglio europei che optano per l'esposizione sovrappeso in denaro è salita al livello più alto rispetto all'ottobre 2001." Sondaggio dei gestori di fondi Hanno partecipato a questo sondaggio globale svoltosi tra il 6 febbraio e il 12 febbraio un totale di 212 gestori di fondi, con responsabilità complessivamente su 599 miliardi di dollari USA. Hanno partecipato ai sondaggi regionali 177 gestori responsabili di fondi per 372 miliardi di dollari USA. Il sondaggio è stato condotto da Banc of America Securities-Merrill Lynch Research con la collaborazione della società di ricerche di mercato Taylor Nelson Sofres (TNS). Attraverso la sua rete internazionale in oltre 50 Paesi, TNS offre servizi informativi sui mercati in oltre 80 nazioni a organizzazioni nazionali e multinazionali. TSN è considerato il quarto maggior gruppo di informazioni sui mercati al mondo. Bank of America Bank of America è uno dei più grandi istituti finanziari al mondo e opera al servizio di consumatori privati, del mercato delle piccole e medie imprese così come delle grandi società offrendo un ventaglio completo di prodotti e servizi bancari, d'investimento, di gestione delle attività, finanziari e di gestione del rischio. La società offre comodità e convenienza senza eguali negli Stati Uniti dove ha stabilito rapporti con oltre 59 milioni di consumatori e piccole aziende, con oltre 6100 sportelli bancari al dettaglio, quasi 18700 sportelli Bancomat e un servizio di banking online con quasi 29 milioni di utenti attivi registrati, servizio che ha ricevuto molti riconoscimenti. In seguito all'acquisizione di Merrill Lynch, il 1 gennaio 2009, Bank of America è diventata una delle maggiori società di gestione dei patrimoni al mondo, ed è leader globale nei servizi bancari per le aziende e gli investimenti, attiva in una grande varietà di categorie di asset e con una clientela che comprende aziende, governi, istituzioni e singoli cittadini di tutto il mondo. Bank of America offre uno dei migliori supporti del settore ad oltre 4 milioni di proprietari di piccole imprese grazie al proprio pacchetto innovativo di servizi e prodotti on-line che si distinguono per la semplicità di utilizzo. La società cura una clientela distribuita in oltre 150 nazioni. Il titolo di Bank of America Corporation fa parte dell'indice Dow Jones Industrial Average ed è quotato alla Borsa di New York. Molti dei servizi della banca per clienti commerciali e istituzionali sono offerti dalle sue affiliate negli Stati Uniti e nel Regno Unito, tra cui Banc of America Securities LLC, Banc of America Securities Limited, Merrill Lynch, Pierce, Fenner and Smith Incorporated e Merrill Lynch International. Per maggiori informazioni potete visitare www.bankofamerica.com. Merrill Lynch Merrill Lynch è delle società leader mondiali nella gestione della ricchezza, nei capital market e nella consulenza, con sedi in 40 Paesi e patrimoni di terzi gestiti per circa 1,5 triliardi di dollari USA a tutto il 26 settembre 2008. Come banca di investimento, è fra i principali leader e sottoscrittori al mondo di titoli e derivati in una vasta serie di categorie patrimoniali, nonché consulente stratetico di società, amministrazioni pubbliche, istituzioni e privati in tutto il mondo. Merrill Lynch detiene circa il 50 per cento di BlackRock Inc., una delle più importanti società di gestione di investimenti quotata in borsa, con un patrimonio gestito di circa 1,3 trilioni di dollari USA a tutto il 31 dicembre 2008. Per maggiori informazioni su Merrill Lynch potete visitare www.ml.com. Merrill Lynch è stata acquisita da Bank of America il 1 gennaio 2009. Giornalisti: Susan McCabe Walley, +1-212-449-0389, susan_mccabe@ml.com, o Tomos Rhys Edwards, +44-20-7995-2763, tomos_edwards@ml.com, entrambi di Banc of America Securities-Merrill Lynch Research / Foto: NewsCom: http://www.newscom.com/cgi-bin/prnh/20090218/CLW006LOGO

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Intel e Nvidia: in tribunale per i memory-controller (sezione: Globalizzazione)

( da "PC World online" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

19-02-2009 Intel e Nvidia: in tribunale per i memory-controller Intel contesta a Nvidia il diritto di realizzare chipset compatibili con Nehalem, che integra nel chip i controller della memoria Attilio Varanini Intel e Nvidia: in tribunale per i memory-controller Intel propone agli OEM un bundle Core i7 + SSD Fujitsu vende gli hard-disk a Toshiba Nuovi punti vendita Microsoft World Tech Update - 13 febbraio 2009 Microsoft progetta una catena di negozi Film e giochi in un Blu-ray tra le idee di Sony per PlayStation 3 Imation Atom Blu: piccolo nelle dimensioni, grande nella capacità Scheda madre con chipset X58 e supporto SLI disponibile Intel mette in moto il primo processore a 32 nanometri ATI RV740: confermato il suo arrivo Arc Mouse, il mouse pieghevole di Microsoft Nuovi hard disk enterprise da Seagate Intel al lavoro con Sony per PlayStation 4? Nuovi processori AMD Phenom II da tre o quattro core in arrivo Intel e Nvidia si sono presentati davanti a una corte, martedì, per risolvere la disputa sulla possibilità o meno, per Nvidia, di realizzare chipset compatibili con gli ultimi processori Intel della serie Nehalem. Davanti ai giudici del Delaware, Intel chiede che si stabilisca il divieto, per Nvidia, di produrre qualunque tipo di chipset che sia compatibile con qualsiasi processore Intel che sia provvisto del memory-controller integrato, caratteristica tipica delle CPU Nehalem. Il lancio di Nehalem è avvenuto a novembre, in coincidenza con l'introduzione del Core i7. I nuovi chip prevedono che il memory-controller sia installato direttamente dentro il chip, aiutando la CPU a comunicare con la memoria più velocemente. Questa tecnologia sarà presto installata su tutti i desktop e portatili con processori Intel. prima di giungere in tribunale, le due aziende hanno avuto molti incontri e discussioni, senza successo. Nvidia, da parte sua, sostiene che una licenza riguardante i bus, di quattro anni fa, li autorizza a costruire chipset basati su CPU con memory-controller integrati. Commenti Per commentare devi essere registrato nel forum. Per registrarti clicca qui Risposta Rapida Messaggio: Segui qui la discussione sul forum Intel e Nvidia: in tribunale per i memory-controller Google vince il processo in USA contro le "invasioni" di Street View X120, il nuovo netbook targato LG MWC: Asus e Garmin presentano i nuovi nÜvifone Facebook fa un passo in dietro: non più diritti a vita sugli iscritti Ritirata la querela a Google per il video con sevizie a un disabile A rischio l'innocenza dei provider: Facebook e Google contro l'emendamento D'Alia La prova in anteprima di HTC Touch Pro2 Ultimatum alla terra: Blu-ray e DVD, ma questa volta insieme MWC 09: Ecco come sarà Windows Mobile 6.5 Intel propone agli OEM un bundle Core i7 + SSD MWC 09: Nokia e Skype insieme per il VOIP in mobilità MWC 09: Opera sigla accordi con Yahoo e Vodafone per la distribuzione di Opera Mini MWC 09: Mozilla rilascia Fennec ma... non funziona Non basta la patch: attacco a Explorer dalla Cina SmileTech - La vera innovazione Attenti al portatile - Benvenuto Windows 7 (3 commenti) Non in linea - Facebook, YouTube e l'inevitabile innocenza dei provider OnOff - Windows Mobile 6.1: guardare, ma non toccare! Pane al pane - Al fotografo quando e cosa... fotografare

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i pensieri su tela firmati lapo simeoni (sezione: Globalizzazione)

( da "Tirreno, Il" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 6 - Grosseto I pensieri su tela firmati Lapo Simeoni Apre oggi pomeriggio alla Galleria Eventi la mostra Paintings GROSSETO. L'appuntamento è per oggi alle 17 in via Varese 18 (angolo corso Carducci) alla Galleria Eventi, dove sarà inaugurata la mostra "Paintings" che ha come protagonista Lapo Simeoni. Lapo presenta una nuova serie di dipinti di medie dimensioni eseguiti su tela e realizzerà nella sede da oggi a domenica 22 una serie di lavori di maggiore formato ad olio che si iscrivono all'interno della suggestiva ricerca, condotta dall'artista negli ultimi due anni, sulla possibilità di recuperare e ripensare l'arte della pittura ad olio e dell' incisione. In questi dipinti è proprio la complessità delle relazione tra i materiali a determinare la forma dell'opera che non è mai data a priori. Il giovane artista nel processo costruttivo dell'opera riscatta il materiale restituendogli la dignità della materia originale attraverso l'impiego di forze, di pressione e tensione dell' incisione che emergono dalla materia stessa. Simeoni realizzerà dal giovedì alla domenica (dalle 17), opere di grandi dimensioni, con l'utilizzo del proiettore, coinvolgendo lo spettatore in una grande opportunità di partecipare al processo creativo delle sue opere. Le opere affrontano temi sociali come: Middle Class-Ikea- Globalizzazione. La mostra proseguirà fino al 12 marzo. Orari dal mercoledì al sabato: dalle 17 alle 20, ingresso libero. Info e visite guidate: 349 0706457.

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Si apre oggi il 23. semestre accademico della Venice International University: un centinaio gli studenti (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Si apre oggi il 23. semestre accademico della Venice International University: un centinaio gli studenti Giovedì 19 Febbraio 2009, Questo pomeriggio alle 16 si svolgerà l'inaugurazione del 23. semestre accademico della Venice International University, a San Servolo, aperto agli studenti delle Università partner della Venice International University. Quest'anno saranno un centinaio, provenienti da quattordici nazioni diverse, gli studenti che parteciperanno ai corsi. Il professor Stefano Micelli presenterà il nuovo programma dedicato alla globalizzazione, ovvero un pacchetto di corsi avanzati, lavoratori e seminari sul tema della globalizzazione e sulle sue implicazioni economiche, ambientali, sociali e culturali. Verranno presentate inoltre tutte le attività della School of Humanities and social sciences della Viu, che prevedono 18 corsi in inglese.

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Giovani friulani argentini da Ballaman (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giovani friulani argentini da Ballaman Giovedì 19 Febbraio 2009, Alcuni discendenti di corregionali emigrati in Argentina, che partecipano ad un viaggio-studio di tre settimane in Friuli Venezia Giulia, sono stati ricevuti ieri dal presidente del Consiglio regionale, Edouard Ballaman. «La nostra è una Regione che crede e investe in progetti come questo - ha detto Ballaman - il legame con le proprie origini va rinsaldato. Dopotutto, voi siete i nostri ambasciatori nel mondo. E, con la globalizzazione, essere consapevoli della forza delle nostre radici ci permetterà di non essere strappati via. È importante sapere chi siamo, ed esserne orgogliosi». «Quando i vostri nonni sono partiti - ha ricordato ancora Ballaman - questa era una regione tra le più povere di un Paese tra i più poveri in Europa, oggi siamo ai vertici nella Ue in quanto a capacità produttiva. E ciò grazie anche al sacrificio di chi, con le sue rimesse dall'estero, ha permesso al Friuli Venezia Giulia di crescere, svilupparsi, modernizzarsi». Il viaggio-studio è stato organizzato dall'Associazione lavoratori emigrati del Friuli Venezia Giulia (Alef), in collaborazione con l'Efasce (Ente friulano assistenza sociale culturale emigranti) e l'Eraple (Ente regionale Acli per i problemi dei lavoratori emigrati).

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GIAKARTA. NEI GIORNI SCORSI IL GIAPPONE, IERI L'INDONESIA, SUCCESSIVAMENTE LA COREA DEL SUD E LA CIN... (sezione: Globalizzazione)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giakarta. Nei giorni scorsi il Giappone, ieri l'Indonesia, successivamente la Corea del Sud e la Cina. Con la tappa di Giakarta, capitale del Paese musulmano più popoloso al mondo, entra nel vivo la prima missione del segretario di Stato americano Hillary Clinton, rilanciando concretamente il nuovo atteggiamento di apertura dell'Amministrazione americana verso il mondo islamico. Una politica della mano tesa che, nelle intenzioni della leadership statunitense, punta a sanare le ferite aperte negli anni scorsi dalle scelte di George W. Bush e recuperare credibilità agli occhi di importantissime realtà del variegato panorama islamico. Il portavoce della Clinton, Robert Wood, ha ribadito questo concetto sottolineando come la tappa di Giakarta abbia il duplice obbiettivo di rafforzare i rapporti bilaterali tra Usa e Indonesia e di mostrare come con Barack Obama alla Casa Bianca i rapporti tra la prima superpotenza e il mondo islamico nel suo complesso possono cambiare in modo radicale: «Abbiamo la responsabilità di comunicare e lavorare col mondo musulmano per favorire una evoluzione positiva», ha detto Wood. Al termine dei colloqui con il ministro degli Esteri indonesiano Hassan Wirajuda, Hillary Clinton ha detto che i due Paesi intendono infatti rafforzare la loro collaborazione sul fronte della lotta al terrorismo: «Questo - ha aggiunto in una conferenza stampa - è esattamente il modo con cui intendiamo la nostra partnership, crediamo che insieme possiamo fare passi in avanti sul fronte della crescita democratica e dello sviluppo economico». «L'Indonesia - ha detto il suo collega indonesiano - non è solo il primo paese al mondo per numero di musulmani, ma anche la nazione dove è stato dimostrato che la democrazia, l'Islam e la modernità possono andare d'accordo».

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CORRADO OCONE JACQUES ATTALI, LO STUDIOSO DELLA GLOBALIZZAZIONE, IL CONSIGLIERE DI CAPI DI STATO ... (sezione: Globalizzazione)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corrado Ocone Jacques Attali, lo studioso della globalizzazione, il consigliere di capi di Stato e di governo, il presidente della commissione governativa francese assurta a modello di politica bipartisan, è venuto a Roma per presentare l'edizione italiana del suo ultimo libro, scritto insieme a Stéphanie Bonvicini: Amori. Storia del rapporto uomo-donna (Fazi, pagg. 208 riccamente illustrate, euro 29). Attali, con questo libro sull'amore ha un po' spiazzato tutti. La conoscevamo come economista, scienziato sociale, filosofo e ora la troviamo a parlare di sentimenti. Come si lega questo volume con i suoi precedenti? «Il mio interesse è sempre quello di comprendere la società e il mondo in cui viviamo. E di cercare di capire, in virtù di questa comprensione, le linee evolutive della realtà, di prefigurare il futuro. Capire l'evoluzione del costume, perché di questo si tratta, è quanto di più difficile possa esserci». Quale metodo ha usato? «Quello storico e comparativo. Ho viaggiato nel tempo e nello spazio. Sono partito da lontano, dalle civiltà preistoriche. E mi sono occupato anche delle civiltà sopravvissute nel tempo all'espansione occidentale. Per prefigurare il futuro occorre conoscere il passato. Se volgiamo gli occhi ad esso, ci rendiamo conto che, in tutti i campi, la riproduzione sociale è stata una preoccupazione costante del potere. La riproduzione dei costumi, dei valori, è stata organizzata, come conseguenza, in sua funzione». Che significa ciò? «Tante cose, ma soprattutto una: la famiglia così come la conosciamo, basata sulla monogamia, non è qualcosa di normale, naturale ed eterno, ma appare in un momento particolare e per esigenze precise di organizzazione del potere da parte della società. Appare in un luogo ben determinato, l'area mediterranea, nella società greca e in quella ebraica dei secoli precedenti la nascita di Cristo. Non è un caso: è lì, in quel momento, che nasce il concetto di individuo. Il paradosso è che ciò che fonda e rende forti le nostre società, la ricerca della libertà individuale, è anche ciò che tendenzialmente potrebbe destrutturarle. Il concetto di amore sviluppato nella Bibbia non potrebbe reggersi se non esistesse qualcosa come l'individuo libero, che agisce avendo piena disponibilità della propria volontà. Eppure è proprio su questa idea che la Chiesa tenta di imporre il proprio ordine e controllo sociale. Essa deve combattere la poligamia per meglio dirigere e disciplinare le anime e i corpi dei propri sudditi». La Chiesa impone la differenza fra amore fisico e amore ideale. «La dottrina della Chiesa, considerando che l'unico essere degno di vero amore è Dio, organizza a suo modo, cioè con una sua gerarchia, le quattro dimensioni sempre presenti nell'amore e che ogni società gerarchizza a suo modo: la riproduzione sociale, la riproduzione fisica, il piacere sessuale e l'amore vero e proprio. Eppure, la sua organizzazione è costretta a entrare in crisi: la forza evocata, l'individuo libero, non vuole tutele e cerca sempre nuovi spazi. Anche la famiglia finisce per risentirne: nel nostro futuro vedo amori multipli, simultanei, fugaci e nomadi. E il tutto sarà vissuto con naturalezza e trasparenza. Beninteso, molti seguiranno ancora i vecchi modelli, ma chi non lo farà sarà accettato e in qualche modo farà tendenza. Tutto è mobile e tutto si muove nella direzione opposta alla regolamentazione, nella direzione della liberazione e emancipazione completa di quella persona libera su cui in ultima istanza si fonda lo stesso cristianesimo». Eppure oggi la Chiesa contesta la secolarizzazione della civiltà occidentale, che giudica in preda all'individualismo e al materialismo. «La Chiesa non distingue due concetti che sono invece separati: affermare i diritti dell'individuo non significa necessariamente avere una visione materiale dell'amore: la libertà libera anche e soprattutto l'amore spirituale, che non è monogamico». La sua analisi dell'evoluzione dell'amore coincide con quella di Zygmunt Bauman. Lei sembra esaltare però gli aspetti positivi, di emancipazione, e non quelli di destrutturazione, del concetto di amore liquido. «L'idea di una società liquida rende bene l'idea, ma io parlerei di società precaria e sleale. Aggiungendo però che è nostro diritto quello di non essere leali o meglio di sperimentare forme nuove di fedeltà simultanea a più persone e in più situazioni. E di affermare il nostro diritto di poter cambiare idea in corso d'opera». Il fatto è però che all'amore, nella nostra società, è legata la procreazione. «Nella nostra società, appunto. Ed è un processo già in crisi. La scoperta degli anticoncezionali ha già di fatto separato i due processi. Il processo si concluderà presto, quando l'uomo controllare del tutto il fenomeno della nascita. C'è una dimensione demiurgica nell'uomo che lo porta a controllare tutto ciò che produce. La tecnica è un riflesso e un moltiplicatore di questa sua tendenza. La nascita è destinata a diventare sempre più artificiale: saranno eliminate le malattie genetiche, i dolori del parto. Quando la nascita sarà un fatto del tutto artificiale e sarà programmata in laboratorio, non ci sarà più spazio per l'istituzione famiglia. Ed anche l'educazione dei figli sarà affidata completamente alle società. D'altronde, il welfare è stato concepito anche con l'idea di liberare le donne dall'onere dell'educazione dei figli». Non è un po' inquietante tutto questo? Non si prefigura una sorta di società fondata sull'eugenetica da un lato e controllata da un «Grande Fratello» dall'altro, una società totalitaria? «Credo che il totalitarismo, così come lo abbiamo vissuto nel Novecento, sia una sorta di parodia dei nostri incubi. Incubi che nascono dall'analisi obiettiva delle linee di evoluzione della nostra società. Ma dove cresce il pericolo, cresce anche ciò che salva. La libertà è una forza ambigua che spetta a noi governare: può esser incubo, ma anche liberazione. E poi c'è dell'altro». Che cosa? «Credo che scomparirà anche l'identità di genere, almeno nella sua versione forte. Saremo forse tutti essere un po' androgini. E ne saremo anche contenti».

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SONDAGGIO MERRILL LYNCH DEI GESTORI DI FONDI RISCO (sezione: Globalizzazione)

( da "WindPress.it" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

19-02-2009 NEW YORK e LONDRA, February 19 /PRNewswire/ -- - Le aspettative sono al punto più¹ alto dall'inizio della stretta sul credito Un rinnovato ottimismo circa le prospettive di crescita in Cina è¨ alla base di un marcato miglioramento del sentimento globale nei confronti dell'economia, secondo il sondaggio Merrill Lynch dei gestori di fondi per il mese di febbraio. (Logo: http://www.newscom.com/cgi-bin/prnh/20090218/CLW006LOGO ) Tra gli investitori si è¨ riscontrato il massimo ottimismo dall'affermarsi nel luglio 2007 della stretta sul credito. In particolare, il numero di coloro che prevedono un peggioramento dell'economia nei 12 mesi a venire è¨ sceso fino a un netto -6 per cento. La cifra va raffrontata a un -24 per cento lo scorso gennaio. La maggioranza riconosce, tuttavia, che l'economia mondiale sta attraversando una recessione. I timori di un rallentamento prolungato in Cina sembrano dissiparsi. Il numero di investitori che prevede una crescita inferiore in Cina nei prossimi 12 mesi è¨ sceso in maniera sensibile, fino a un 21 per cento netto in febbraio contro il 70 per cento netto del mese di gennaio. Analogamente, il notevole pessimismo circa le prospettive sugli utili delle aziende dà  segni di diminuzione. Un 43 per cento netto dei rispondenti si attende un calo dei profitti nell'anno a venire, cifra di molto inferiore rispetto al 63 per cento che aveva manifestato questa opinione in dicembre. Il 49 per cento netto degli intervistati prevede un calo dell'inflazione nei prossimi 12 mesi, contro il 64 per cento di gennaio e l'82 per cento di dicembre. "Le attese dei gestori di fondi in tema di crescita dell'economia cinese sono aumentate notevolmente fino a toccare i più¹ alti livelli dal 2007, e le tenui speranze del cosiddetto 'disaccoppiamento' dalle sorti dell'economia statunitense risiedono ormai esclusivamente nella Cina," ha affermato Michael Hartnett, direttore delle strategie per i titoli dei mercati emergenti di Banc of America Securities-Merrill Lynch Research. Le materie prime tornano in auge di pari passo con lo spostamento dei capitali investiti sui ciclici Le materie prime hanno segnato la maggior crescita nell'ottica dei cambiamenti nell'allocazione degli investimenti negli ultimi due mesi. L'esposizione degli investitori in materie prime è¨ oggi sottopeso per il 15 per cento netto, rispetto al 32 per cento netto del mese di dicembre. L'esposizione in titoli si è¨ ridotta mentre quella in azioni è¨ scesa fino a un 34 per cento sottopeso netto - la stessa posizione del mese di dicembre. Gli investitori hanno inoltre ridotto le proprie allocazioni in settori difensivi tradizionali passando invece ai ciclici. Le esposizioni sono scese per quanto riguarda telecomunicazioni, assicurativi, prodotti di comodo e imprese di pubblica utilità . Al tempo stesso gli investitori hanno incrementato la propria esposizione in titoli tecnologici, energetici, dei materiali, industriali e voluttuari. "Un maggiore appetito per il rischio, l'aumento dell'ottimismo nei confronti delle materie prime e solide motivazioni legate alle valutazioni potrebbero incoraggiare un ulteriore investimento nei settori energetico e dei materiali. Pensiamo che ciò² possa manifestarsi in particolare nelle attività  denominate in sterline," ha affermato Gary Baker, direttore delle strategie di capitali per l'EMOA di Banc of America Securities-Merrill Lynch. Gli Stati Uniti vengono guardati con favore mentre calano le allocazioni in Giappone L'appetito per i titoli statunitensi si è¨ risvegliato in febbraio, forse in seguito alle cattive prestazioni del mese di gennaio. L'esposizione sovrappeso in titoli statunitensi è¨ salita al 15 per cento questo mese, segnando una crescita rispetto al 7 per cento di un mese fa. Gli Stati Uniti godono del fatto di avere le migliori prospettive in termini di profitti, e il 31 per cento dei rispondenti intende adottare un'esposizione sovrappeso in titoli statunitensi nei prossimi 12 mesi. Al tempo stesso le allocazioni in Giappone sono scese in maniera sensibile, portando gli investitori complessivamente a un'esposizione sottopeso del 26 per cento, rispetto al 15 per cento del mese di gennaio. Tradizionalmente, i titoli giapponesi beneficerebbero di un ampio ritorno all'ottimismo. Secondo il sondaggio tuttavia il Giappone soffre di una valuta pesantemente sopravvalutata. Per la prima volta, i rispondenti hanno giudicato lo yen più¹ sopravvalutato dell'euro. Il pessimismo per quanto concerne l'euro si è¨ ampiamente moderato, mentre le prospettive macroeconomiche della regione si sono rivelate leggermente più¹ favorevoli. "Le attese circa la crescita nella zona dell'euro sono salite in febbraio fino a toccare il livello più¹ alto degli ultimi 12 mesi," ha spiegato Baker. "Ma a differenza del quadro globale, il numero di gestori di portafoglio europei che optano per l'esposizione sovrappeso in denaro è¨ salita al livello più¹ alto rispetto all'ottobre 2001." Sondaggio dei gestori di fondi Hanno partecipato a questo sondaggio globale svoltosi tra il 6 febbraio e il 12 febbraio un totale di 212 gestori di fondi, con responsabilità  complessivamente su 599 miliardi di dollari USA. Hanno partecipato ai sondaggi regionali 177 gestori responsabili di fondi per 372 miliardi di dollari USA. Il sondaggio è¨ stato condotto da Banc of America Securities-Merrill Lynch Research con la collaborazione della società  di ricerche di mercato Taylor Nelson Sofres (TNS). Attraverso la sua rete internazionale in oltre 50 Paesi, TNS offre servizi informativi sui mercati in oltre 80 nazioni a organizzazioni nazionali e multinazionali. TSN è¨ considerato il quarto maggior gruppo di informazioni sui mercati al mondo. Bank of America Bank of America è¨ uno dei più¹ grandi istituti finanziari al mondo e opera al servizio di consumatori privati, del mercato delle piccole e medie imprese così¬ come delle grandi società  offrendo un ventaglio completo di prodotti e servizi bancari, d'investimento, di gestione delle attività , finanziari e di gestione del rischio. La società  offre comodità  e convenienza senza eguali negli Stati Uniti dove ha stabilito rapporti con oltre 59 milioni di consumatori e piccole aziende, con oltre 6100 sportelli bancari al dettaglio, quasi 18700 sportelli Bancomat e un servizio di banking online con quasi 29 milioni di utenti attivi registrati, servizio che ha ricevuto molti riconoscimenti. In seguito all'acquisizione di Merrill Lynch, il 1 gennaio 2009, Bank of America è¨ diventata una delle maggiori società  di gestione dei patrimoni al mondo, ed è¨ leader globale nei servizi bancari per le aziende e gli investimenti, attiva in una grande varietà  di categorie di asset e con una clientela che comprende aziende, governi, istituzioni e singoli cittadini di tutto il mondo. Bank of America offre uno dei migliori supporti del settore ad oltre 4 milioni di proprietari di piccole imprese grazie al proprio pacchetto innovativo di servizi e prodotti on-line che si distinguono per la semplicità  di utilizzo. La società  cura una clientela distribuita in oltre 150 nazioni. Il titolo di Bank of America Corporation fa parte dell'indice Dow Jones Industrial Average ed è¨ quotato alla Borsa di New York. Molti dei servizi della banca per clienti commerciali e istituzionali sono offerti dalle sue affiliate negli Stati Uniti e nel Regno Unito, tra cui Banc of America Securities LLC, Banc of America Securities Limited, Merrill Lynch, Pierce, Fenner and Smith Incorporated e Merrill Lynch International. Per maggiori informazioni potete visitare www.bankofamerica.com. Merrill Lynch Merrill Lynch è¨ delle società  leader mondiali nella gestione della ricchezza, nei capital market e nella consulenza, con sedi in 40 Paesi e patrimoni di terzi gestiti per circa 1,5 triliardi di dollari USA a tutto il 26 settembre 2008. Come banca di investimento, è¨ fra i principali leader e sottoscrittori al mondo di titoli e derivati in una vasta serie di categorie patrimoniali, nonché© consulente stratetico di società , amministrazioni pubbliche, istituzioni e privati in tutto il mondo. Merrill Lynch detiene circa il 50 per cento di BlackRock Inc., una delle più¹ importanti società  di gestione di investimenti quotata in borsa, con un patrimonio gestito di circa 1,3 trilioni di dollari USA a tutto il 31 dicembre 2008. Per maggiori informazioni su Merrill Lynch potete visitare www.ml.com. Merrill Lynch è¨ stata acquisita da Bank of America il 1 gennaio 2009. Banc of America Securities-Merrill Lynch Research

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Turismo, protocollo d'intesa tra Italia, Francia e Spagna (sezione: Globalizzazione)

( da "Borsa(La Repubblica.it)" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Turismo, protocollo d'intesa tra Italia, Francia e Spagna (Teleborsa) - Roma, 19 feb - I rappresentanti di Italia, Francia e Spagna hanno siglato oggi un protocollo d'intesa sul turismo, per elaborare insieme strategie e potenziare la domanda turistica. Il protocollo, si legge sul sito di Confcommercio, è stato presentato alla BIT dal sottosegretario al Turismo, Michela Brambilla, insieme ai suoi omologhi francese e spagnolo. I tre paesi costituiranno un gruppo di lavoro per elaborare il progetto, che prevede l'elaborazione e la diffusione di prodotti turistici internazionali comuni. "Con la globalizzazione e la nascita di nuove destinazioni turistiche - ha spiegato Brambilla - lo scenario internazionale è mutato rispetto agli anni passati. I flussi turistici sono oggetto di spinte centrifughe che tendono ad allontanarli dall'Europa, le quote di mercato dei nostri tre Paesi si stanno gradualmente assottigliando. Il senso dell'accordo è quello di tutelare e rafforzare l'identità di tre Paesi che, disponendo di un patrimonio di storia, cultura e tradizioni unico al mondo, possono realizzare in maniera congiunta strategie, sistemi di promozione e pacchetti turistici integrati in grado di fronteggiare meglio la concorrenza di altri mercati. Si tratta del primo passo - conclude Brambilla - sarà anche nostro compito fare pressing sull'Unione Europea perchè adotti normative che rafforzino la politica dell'Europa in questo nevralgico settore". 19/02/2009 - 17:51

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Sangalli, migliorare infrastrutture per rilanciare turismo (sezione: Globalizzazione)

( da "Borsa(La Repubblica.it)" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Sangalli, migliorare infrastrutture per rilanciare turismo (Teleborsa) - Roma, 19 feb - Intervenendo al convegno inaugurale della Bit, dedicato al tema "Globalizzazione e turismo", il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha sottolineato che "per creare un contesto davvero competitivo per il nostro turismo dobbiamo mettere le nostre imprese in grado di competere ad armi pari in Europa. Un efficiente sistema di infrastrutture e di trasporti costituisce una condizione essenziale per la capacità competitiva di tutto il sistema imprenditoriale e, più in generale, del sistema Paese". Secondo Sangalli, "l'attrattività turistica di un Paese dipende da un insieme di fattori, tra i quali spiccano, da un lato, l'accoglienza del territorio, intesa come accessibilità, efficienza, capacità di accogliere da parte di tutti i soggetti coinvolti e, dall'altro, la promozione su larga scala di un'immagine e un'offerta in grado di attrarre i flussi turistici dei nuovi Paesi che si affacciano sul mercato e di interpretare le esigenze nuove e diverse dei viaggiatori contemporanei". "L'interazione fra turismo e trasporti - ha aggiunto Sangalli - è un fattore fondamentale per la valorizzazione e la riqualificazione di intere aree della nostra Penisola che, ricche di tradizioni, cultura, risorse naturali, rischiano di rimanere ai margini dello sviluppo economico. Penso, ad esempio, a come la carenza di infrastrutture e di servizi di trasporto incida negativamente sul flusso turistico e sull'accessibilità territoriale di intere zone del Mezzogiorno d'Italia. La domanda turistica e quella di trasporto sono, pertanto, due facce della stessa medaglia. Se, da un lato, il turismo genera trasporto, dall'altro, le infrastrutture rappresentano un fattore importante per lo sviluppo dell'economia del territorio". Il presidente di Confcommercio ha osservato che "in termini di infrastrutture abbiamo accumulato un gap che, soprattutto in questi ultimi anni, è addirittura cresciuto rispetto a Paesi europei come Francia e Spagna, con uno sviluppo disarmonico, disarticolato, inadeguato della nostra rete infrastrutturale che non ha risparmiato nessuno dei principali sistemi di trasporto. Sia che si tratti di autostrade, di ferrovie, di metropolitane, di porti, di aerei (dove manca una logica di sviluppo nazionale del sistema aeroportuale in grado di superare gli interessi e i particolarismi di carattere locale) il "fil rouge" comune è, infatti, una dotazione infrastrutturale carente e un ritardo "imbarazzante" rispetto ad altri Paesi europei. A questo proposito mi limito a citare alcuni dati: la nostra rete autostradale, che in 35 anni si è incrementata del 70% contro una crescita in Europa del 230%, oggi copre solo 6.542 km ed è molto inferiore a quella francese e spagnola; in Italia l'Alta Velocità copre poco meno di 600 km, in Francia è più del triplo. La nostra rete metropolitana su tutto il territorio nazionale (230 km) è di poco superiore a quella che copre la sola città di Parigi (213 km) e decisamente inferiore a quella di Madrid (310 km); i nostri porti turistici dispongono di circa 117 mila posti barca mentre la Francia ne offre 165 mila pur avendo la metà dei nostri chilometri di costa". "E', pertanto, necessario rafforzare la nostra dotazione infrastrutturale - ha concluso Sangalli - perché i servizi giocano un ruolo fondamentale nel condizionare l'attività degli imprenditori e nel rendere i territori più o meno accessibili". 19/02/2009 - 17:24

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BIT 2009, i giornalisti stranieri amano il Piemonte (sezione: Globalizzazione)

( da "Sestopotere.com" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

BIT 2009, i giornalisti stranieri amano il Piemonte (19/2/2009 16:05) | (Sesto Potere) - Torino - 19 febbraio 2009 - I giornalisti stranieri amano le valli, i laghi e le colline del Piemonte. A rivelarlo è un monitoraggio della stampa estera, effettuato dall?osservatorio giornalistico internazionale Nathan il Saggio nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2008 su 9.686 articoli di oltre 100 testate di 12 nazioni (Australia, Austria, Cina, Francia, Germania, Gran Bretagna, India, Medio Oriente, Russia, Spagna, Svizzera, USA). Secondo lo studio, presentato il 19 febbraio da Klaus Davi alla BIT, la Borsa Internazionale del Turismo, il Piemonte si posiziona in testa alla classifica delle regioni italiane maggiormente apprezzate negli articoli della stampa internazionale con un indice di gradimento pari al + 29.91%, distinguendosi come meta raffinata e di qualità davanti a zone come Lazio, Toscana e Veneto. Un risultato ottenuto grazie ai numerosi articoli dedicati ai prodotti tipici enogastronomici, alla Torino post-olimpica e ai percorsi alternativi alla scoperta di zone meno battute. A livello di visibilità, invece, il Piemonte si posiziona al sesto posto della classifica per numero di articoli dedicati dalla stampa straniera. “è un dato molto positivo che ci conferma, a tre anni dalla fine delle Olimpiadi, un posizionamento d?immagine ormai, consolidato a livello internazionale - ha dichiarato durante la presentazione l?assessore regionale al Turismo, Giuliana Manica - è il frutto di un attento investimento sulla promozione, realizzato con la grande collaborazione di tutto il territorio per i principali eventi messi in campo: dalle fiere ai workshop, oltre agli educational mirati su determinati mercati esteri, che stanno dando ottimi risultati. I grandi eventi che ospiteremo nell?arco dei prossimi tre anni non potranno che continuare a far crescere lo sguardo mediatico sul Piemonte. Proseguiremo, quindi, seppur in modo molto oculato, a investire sulla promozione, per non disperdere i risultati conquistati e, magari, conquistare quelle fette di mercato temporaneamente meno presidiate, a causa della situazione economica che stiamo vivendo, da altre note destinazioni nazionali e internazionali”. A seguire con maggior dovizia di particolari il Piemonte è la stampa britannica, con un indice di visibilità del 24,46% degli articoli raccolti.

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Benigni e Sanremo infiammano il web (sezione: Globalizzazione)

( da "PC World online" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

19-02-2009 Benigni e Sanremo infiammano il web I portali della Rai fanno il pieno di clic. Gettonatissimi i videoclip che ripropongono gli eventi del Festival di Sanremo. Benigni su tutti Dino del Vescovo Benigni e Sanremo infiammano il web Google vince il processo in USA contro le "invasioni" di Street View Facebook fa un passo in dietro: non più diritti a vita sugli iscritti Ritirata la querela a Google per il video con sevizie a un disabile A rischio l'innocenza dei provider: Facebook e Google contro l'emendamento D'Alia Non basta la patch: attacco a Explorer dalla Cina Facebook è uno dei "paesi" più popolati al mondo. Ma la privacy? PirateBay, accusa dimezzata Il processo a PirateBay, ovvero l'ipocrisia Sanyo amplia la produzione di celle fotovoltaiche Nessuna censura per Facebook e simili. Precisazioni di D'Alia Legge D'Alia: Facebook non ci sta I quattro di Pirate Bay sotto processo in Svezia Download di video da YouTube. Alcuni saranno in vendita VoIP per tutto e per tutti Il web può ritenersi a tutti gli effetti un termometro affidabile del gradimento di un personaggio politico, televisivo o sportivo. Il traffico che si genera intorno a un nome, segue di pari passo la sua popolarità, il gossip, la voglia degli italiani di approfondire in merito e di cercare notizie, video e immagini. Era successo con Cristina del Basso del Grande Fratello 9, immediatamente dopo il suo ingresso nella casa più famosa d'Italia, circa un mese fa. Oggi accade invece con Roberto Benigni il quale, dopo aver fatto toccare il cielo con un dito a Fabrizio del Noce, per il picco di ascolti registrato in occasione del suo intervento durante la prima puntata del Festival di Sanremo (martedì 17 febbraio 2009), ha letteralmente infiammato la Rete. Ad aver fatto faville, nella giornata di ieri, sono stati i siti Rai.it e Rai.tv, nelle rispettive sezioni di video on-demand. Oltre che confermare il crescente attaccamento del popolo italico a Internet, i portali Rai hanno registrato un assalto al videoclip che ripropone la gag di Benigni: circa 260.000 visualizzazioni nell'intervallo di poche ore. Ma anche la musica ha esercitato una notevole attrazione: la canzone di Sal Da Vinci è stata vista ben 130.000 volte. Segue il chiacchierato Povia con 54.000 visualizzazioni, Dolcenera con 36.000, Marco Carta con 31.000 e altri ancora, per un totale di oltre 850.000 videoclip richiamati e visti dagli utenti. Commenti Per commentare devi essere registrato nel forum. Per registrarti clicca qui Risposta Rapida Messaggio: Segui qui la discussione sul forum Benigni e Sanremo infiammano il web Un nuovo Nintendo DS in Italia da aprile Intel e Nvidia: in tribunale per i memory-controller Nuove PowerShot da Canon: la D10 è "artica" Google vince il processo in USA contro le "invasioni" di Street View X120, il nuovo netbook targato LG MWC: Asus e Garmin presentano i nuovi nÜvifone Facebook fa un passo in dietro: non più diritti a vita sugli iscritti Ritirata la querela a Google per il video con sevizie a un disabile A rischio l'innocenza dei provider: Facebook e Google contro l'emendamento D'Alia La prova in anteprima di HTC Touch Pro2 Ultimatum alla terra: Blu-ray e DVD, ma questa volta insieme MWC 09: Ecco come sarà Windows Mobile 6.5 Intel propone agli OEM un bundle Core i7 + SSD MWC 09: Nokia e Skype insieme per il VOIP in mobilità SmileTech - La vera innovazione Attenti al portatile - Benvenuto Windows 7 (3 commenti) Non in linea - Facebook, YouTube e l'inevitabile innocenza dei provider OnOff - Windows Mobile 6.1: guardare, ma non toccare! Pane al pane - Al fotografo quando e cosa... fotografare

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"Il Sud unica opportunità per il Paese" (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Calabria, Il" del 19-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

?Il Sud unica opportunità per il Paese? È il pensiero del vicepresidente della Regione, Cersosimo, in merito alla crisi economica in atto CATANZARO. ?Dopo il crack della finanza la crisi colpisce l?industria ed il sistema produttivo, ma non è solo un problema per le aree più ricche dell?Italia. Oggi tutti perdono anche se in proporzioni diverse, ma là dove il disagio occupazionale e competitivo è maggiore, come nel Mezzogiorno, perdere qualche punto vuol dire non rialzarsi più. Questa crisi ha rotto definitivamente il meccanismo tra crescita economica e diminuzione del disagio occupazionale e sociale. Passata quest?ondata negativa chi resterà fuori dal mercato rischia di non essere più riassorbito. Per questo non servono le poche misure difensive del Governo, ma ci deve essere un ripensamento generale del modello di sviluppo economico e di Welfare e il Sud è la vera grande opportunità per una ripresa robusta e innovativa del sistema-paese?. Con queste parole il vicepresidente della Regione Calabria Domenico Cersosimo ha ottenuto attenzione e consensi al convegno di Bologna ?Le Regioni italiane; ciclo economico e dati strutturali?, promosso da Unicredit, Regioss ed Università Felsinea. La presenza della Calabria, unica Regione a relazionare in questo prestigioso parterre, indica con chiarezza che il mondo economico, finanziario ed accademico si sta interrogando sulle possibili nuove strade di rilancio unitario del paese per vincere la concorrenza sul mercato globale. La Regione Calabria, del resto, ha deciso di essere un soggetto attivo in campo nazionale per capire sia l?evoluzione della crisi che le alternative per un modello di ripresa che questa volta porti ad un vero sviluppo, duraturo e territorialmente diffuso. ?La struttura del modello produttivo italiano non è solo un problema per le aree più ricche del paese che oggi soffrono di più la crisi. Bisogna decidere presto allo sviluppo desiderato - ha detto Cersosimo - intanto, con una manutenzione straordinaria del modello di sviluppo italiano e a un ripensamento radicale dei sistema di welfare in direzione di strumenti e interventi a favore di chi è fuori dal mercato del lavoro. Poi guardando al Paese nella sua unitarietà e valorizzando le complementarità strutturali tra le Regioni, oltre l?attuale corsa alle divisioni e alle chiusure territorialiste?. ?Perciò - ha continuato Cersosimo rivolto alla qualificata platea bolognese - per una ripresa adeguata all?innovazione ed alla globalizzazione la più sostenibile occasione di crescita per questo Paese è puntare sul Sud, cioè ripensare assieme al Mezzogiorno come opportunità e non come spreco e per fare ciò non bastano gli interventi di semplice tamponamento delle criticità congiunturali, quali: sussidio; ammortizzatori sociali in deroga e bonus per il sostegno alla domanda. Questi sono solo dei palliativi, l?Italia ha bisogno di unità e di riconsiderare dalle fondamenta le sue basi della crescita. Ecco almeno quattro buoni motivi per ripensare la politica economica puntando ad una ripresa che ci faccia stare sui mercati internazionali e valorizzare il Sud: risorsa giovanile da utilizzare; crescita del mercato interno; alternativa ambientale ed ecologica all?uso del territorio; apertura ai mercati Mediterranei sfruttando il vantaggio competitivo geografico?.1 È il pensiero del vicepresidente della Regione, Cersosimo, in merito alla crisi economica in atto (CERSOSIMO) ?Il Sud unica opportunità per il Paese? CATANZARO. ?Dopo il crack della finanza la crisi colpisce l?industria ed il sistema produttivo, ma non è solo un problema per le aree più ricche dell?Italia. Oggi tutti perdono anche se in proporzioni diverse, ma là dove il disagio occupazionale e competitivo è maggiore, come nel Mezzogiorno, perdere qualche punto vuol dire non rialzarsi più. Questa crisi ha rotto definitivamente il meccanismo tra crescita economica e diminuzione del disagio occupazionale e sociale. Passata quest?ondata negativa chi resterà fuori dal mercato rischia di non essere più riassorbito. Per questo non servono le poche misure difensive del Governo, ma ci deve essere un ripensamento generale del modello di sviluppo economico e di Welfare e il Sud è la vera grande opportunità per una ripresa robusta e innovativa del sistema-paese?. Con queste parole il vicepresidente della Regione Calabria Domenico Cersosimo ha ottenuto attenzione e consensi al convegno di Bologna ?Le Regioni italiane; ciclo economico e dati strutturali?, promosso da Unicredit, Regioss ed Università Felsinea. La presenza della Calabria, unica Regione a relazionare in questo prestigioso parterre, indica con chiarezza che il mondo economico, finanziario ed accademico si sta interrogando sulle possibili nuove strade di rilancio unitario del paese per vincere la concorrenza sul mercato globale. La Regione Calabria, del resto, ha deciso di essere un soggetto attivo in campo nazionale per capire sia l?evoluzione della crisi che le alternative per un modello di ripresa che questa volta porti ad un vero sviluppo, duraturo e territorialmente diffuso. ?La struttura del modello produttivo italiano non è solo un problema per le aree più ricche del paese che oggi soffrono di più la crisi. Bisogna decidere presto allo sviluppo desiderato - ha detto Cersosimo - intanto, con una manutenzione straordinaria del modello di sviluppo italiano e a un ripensamento radicale dei sistema di welfare in direzione di strumenti e interventi a favore di chi è fuori dal mercato del lavoro. Poi guardando al Paese nella sua unitarietà e valorizzando le complementarità strutturali tra le Regioni, oltre l?attuale corsa alle divisioni e alle chiusure territorialiste?. ?Perciò - ha continuato Cersosimo rivolto alla qualificata platea bolognese - per una ripresa adeguata all?innovazione ed alla globalizzazione la più sostenibile occasione di crescita per questo Paese è puntare sul Sud, cioè ripensare assieme al Mezzogiorno come opportunità e non come spreco e per fare ciò non bastano gli interventi di semplice tamponamento delle criticità congiunturali, quali: sussidio; ammortizzatori sociali in deroga e bonus per il sostegno alla domanda. Questi sono solo dei palliativi, l?Italia ha bisogno di unità e di riconsiderare dalle fondamenta le sue basi della crescita. Ecco almeno quattro buoni motivi per ripensare la politica economica puntando ad una ripresa che ci faccia stare sui mercati internazionali e valorizzare il Sud: risorsa giovanile da utilizzare; crescita del mercato interno; alternativa ambientale ed ecologica all?uso del territorio; apertura ai mercati Mediterranei sfruttando il vantaggio competitivo geografico?. (19-02-09)

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